Frame of fates

di Melchan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il parco è spoglio. ***
Capitolo 2: *** Nuisance ***
Capitolo 3: *** I have died everyday waiting for you ***



Capitolo 1
*** Il parco è spoglio. ***


1.


Il parco è spoglio. Gli addetti hanno tagliato i rami secchi degli alberi da mesi, e il cielo grigio di Londra sembra quasi più morto di loro.


John tiene il suo bicchiere di caffè in mano da una mezzora, ormai sarà freddo. L’ha comprato anche se non gli andava, poi se ne è dimenticato finché non ha sentito il braccio sinistro troppo pesante.

Un piccione becchetta lì accanto.


Gli viene in mente che la fine del mondo dovrebbe essere qualcosa del genere, poi si dimentica di averlo pensato.

Fa sempre più fatica a tenere a mente le cose, è come se la frase entra da un orecchio ed esce dall’altro avesse acquistato una concretezza tutta nuova, solo che con lui vale anche per i pensieri.

 

- Uno spicciolo? - si volta verso il barbone che glielo ha chiesto, lercio e mezzo sdraiato su una panchina. Una parte di lui nota che ha i capelli uguali a quelli di Harry. Non lo aveva visto, ma non è una novità. Lui non è mai stato bravo a osservare le cose.

 Non risponde ma prende di tasca cinque sterline e gliele dà insieme al caffè. Non dovrebbe spendere soldi così, non può permetterselo.

Il barbone lo ringrazia, ride e gli chiede se vuole un goccio, allungandogli una fiaschetta dall’interno del cappotto lurido. John fa segno di no e si allontana, di nuovo con le mani libere.

 

Per un momento ci ha pensato sul serio: Sherlock potrebbe volere un pubblico persino adesso. Magari si è travestito, lo ha seguito e poi si è preparato a fare il suo show, troppo sicuro di sé per non pensare che lui ci sarebbe arrivato abbastanza tardi da permettergli di scappare.

Ignora il fatto che il barbone avesse una gamba sola quel secondo fatale che serve al suo cervello per illudersi, poi scorda il film mentale che si è fatto e resta da solo con la cosa che gli soffoca metà del petto.

 

Fa altri due passi così, poi si chiede se il mendicante berrà anche il suo caffè oltre alla roba nella fiaschetta. Si gira, come se gliene importasse sul serio, e vede che non c’è nessuno.

Il bicchiere è appoggiato sulla panchina. È freddo e inutile.

John non ricorda il momento in cui si è trasformato in un bicchiere di caffè, si domanda quando è successo.


Poi sorride, perché se gli serviva la prova che sta impazzendo, sta tutta nell’esserselo dovuto anche chiedere.

 

-*-




Nota di Melchan:

Ola \o/  Ho deciso di postare tre mini one-shot su altrettanti tre personaggi, tutti coinvolti in un modo o nell'altro nella morte di Sherlock: questa qui, la prima che ho scritto (chi l'avrebbe mai detto che sarebbe stata su John °o°), ho deciso di farla per il 1k Fest dello SFI <3

Le altre due sono una già scritta e l'altra abbastanza chiara nel mio cervello: in teoria fare una cosa "a capitoli" non sarebbe la migliore idea del mondo al momento, visto che ho un'altra fic di cui avevo detto "nono, posto presto l'ultimo capitolo :D" a languire e farmi venire i sensi di colpa, MA! Visto che questa è una raccolta e i capitoli sono - appunto - tutti separati e leggibilissimi da soli direi che non ci sono problemi, no? No? NO? :D (non rispondetemi perfavore)

Spero vi vada di sguazzare nell'angst, sennò qui si casca male D:


Grazie in anticipo a chi legge :* (se poi commenta anche non so cosa potrei fare e_e)

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Capitolo 2
*** Nuisance ***


2. Nuisance

 

 

Da quando è morto Sherlock, l’ispettore Lestrade ha una cosa che gli ronza sempre in testa, e che cerca di ignorare per tutto il tempo.

Va in ufficio, lavora, parla alla stampa dei progressi nei casi quando lo costringono, e ignora.

 

Non è mai andato alla tomba, non saprebbe che fare una volta lì. Portare fiori gli sembrerebbe strano perché è certo che lui non approverebbe, e non è sicuro che riuscirebbe a spiccicare parola con un pezzo di pietra che ha delle lettere incise.

Si è di nuovo separato, la moglie sta dall’istruttore di ginnastica. La sera torna a casa, si mette le ciabatte che dovrebbe cambiare ma non ha voglia e mangia cibo pronto che non sa di niente. A volte non cena, gli sembra di avere lo stomaco strano.

Si sente sempre meglio quando gli telefonano in piena notte per qualche emergenza, anche se non lo ammetterebbe mai a voce alta.

 


Il guaio capita quando vengono chiamati sulla scena di un suicido.

Arrivano tardi, quando l’uomo si è già buttato: secondo le testimonianze ha fatto in fretta, è salito in cima al palazzo dove viveva e si è lanciato, senza dire niente.  

Quando arrivano sul posto sono le cinque e mezza di pomeriggio, non è ancora buio.

 

Lestrade fa domande, parla con i testimoni, la vicina di casa della vittima dice che era un uomo tranquillo ma aveva problemi con le scommesse. Gli piacevano le corse dei cavalli. “Ci sono le pareti sottili, li sentivi litigare” spiega.

Una parte di lui che non ama pensa “che originalità”.

È nervoso, i sottoposti se ne accorgono e non chiedono niente, sanno che non conviene a nessuno.

 

 

Poi arriva la moglie del morto, forse dal lavoro. Lestrade la guarda scendere di macchina e correre verso il gruppo di gente che cerca di avvicinarsi alla zona con le transenne, poi mentre cerca di scavalcare un paio di agenti che la fermano a due metri da lì. Probabilmente a cose normali sarebbe anche bella, ha due occhi grandi da Bambi. 

Lestrade si dà dell’idiota a pensare a cose del genere.

 

Si avvicina, finge di non sentire le parolacce che la donna rivolge ai suoi poliziotti,

Signora

Mi dispiace, un momento come questo,

Le devo chiedere…

Non fa in tempo a finire che quella gli dà un calcio a una gamba.

Sente un dolore acuto scoppiargli nella caviglia, per un momento si piega su se stesso. La Donovan le sta già dicendo di calmarsi immediatamente.

 

“Fatemi vedere mio marito. Fatemelo vedere subito.”

“Signora, non si può… l’hanno già soccorso i paramedici, non può…”

“Mi faccia vedere mio marito!”

 

Si sente uno schifo. Non sopporta queste situazioni.

“Signora, suo marito non è più qui. È stato portato al…”

Mentre Sally parla lei  la ignora e cerca di guardare dietro le sue spalle.

“Signora, non c’è niente laggiù. Solo… ci sono solo le tracce…”

Lestrade vorrebbe ficcarle un calzino in bocca.

Guarda gli occhi della donna sgranarsi ancora di più, diventando da belli inquietanti. Non passa un momento che Sally si prende una gomitata in pieno petto. Lestrade perde il momento giusto per fermarla, distratto dal grido strozzato della sua collega sempre così piena di tatto, e quando si slancia verso la donna è troppo tardi.

 

Lei sta già chinandosi verso il sangue, frenata dall'appoggiarci sopra le ginocchia solo dalle transenne. Non è moltissimo, ha visto scene peggiori nella sua carriera, anche tra i suicidi, ma a lei sembra bastare.

Perde tutta la foga che aveva fino a un momento fa, smette di agitarsi. Non piange, non urla nemmeno come si era aspettato. Resta per terra a guardare il sangue di suo marito sull’asfalto e sembra un vecchio pupazzo buttato lì a prendere la polvere.

 

Lestrade sente la domanda pungergli il cranio come se nel cervello avesse solo quella, e lo stomaco gli si rigira. Deve correre verso l’auto, ignorare i poliziotti che chiedono cosa succede e la Donovan che grida Ispettore. Vomita l’anima, appoggiato alla sua macchina.

 

 

“Come sta John?”

 

È questo che non gli dà pace.

 

 

 

 -*-

 

Note di Mel-chan:

 

Scrivo le note velocissimamente, perché dovrei stare studiando da nove minuti esatti.

... non c'è molto da dire, in realtà. Questo è il secondo capitoletto (d'uh), e vorrei poter dire che parla del mio terzo personaggio preferito dopo li ovvi, ma non posso ;_; Infatti in Sherlock non ce la faccio davvero a scegliere *uno* dei comprimari, per me Lestrade (che adoro, adoro, adoro ç_ç) è parimerito con Mrs. Hudson e Molly (anche con Mycroft, in realtà, ma devo ancora perdonargli quello che si scopre nel terzo episodio e quindi =.=).

 

King Arthur, ti amiamo tutti, forza :*

 

 

 

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Capitolo 3
*** I have died everyday waiting for you ***


Note di Mel-chan: Di solito le metto a fine fic, ma oggi mi girava così. Questa mini-flash l'ho scritta per il secondo turno dello Sherloton, prompt 7. "Lui è in piedi davanti alla finestra. Non c'è luce fuori, non c'è neppure la luna, e il vetro scuro riflette con chiarezza i suoi lineamenti tirati."

Il titolo viene da credo una delle canzoni più famose dello Sherlock-fandom (ma non solo, nel senso che ho trovato pure un video sullo straziante peso con lei e Thor e Loki, quindi...), aka Thousand Years :D *allegria abbici* Che per molti versi secondo me in contesti con happy ending sarebbe tipo una canzone della più grande Disney, ma lasciamo stare che non siete qui per sentire i miei deliri su Thousand Years ç______ç

Lascio la raccolta aperta perché la voglio usare per tutte le flashfci/piccole one-shot che potrei scrivere sul post Reichenbach Falls. Spero che in qualche astrusa maniera possa piacervi :3

 

I have died every day waiting for you

 

Lui è in piedi davanti alla finestra. Non c'è luce fuori, non c'è neppure la luna, e il vetro scuro riflette con chiarezza i suoi lineamenti tirati.

Sarebbe così facile crederci. Il cielo è nero, ma il salotto è così vero che mettere da parte quello che c'è fuori sarebbe facilissimo.
Una voce da qualche parte tra il suo petto e la testa gli dice di farlo, è dolce come il violino di Sherlock da triste.

Sherlock che non si volta verso di lui, Sherlock che non può non sapere che lui è lì, nemmeno in un'occasione come questa.

Basterebbe chiamarlo, John lo sa con la certezza granitica e ovvia dei sogni. Se pronunciasse il suo nome Sherlock si girerebbe, magari addirittura sorridendo e chissà cosa direbbe.

John, che sa di essere stupido, spera in "Sono tornato".


Non lo chiama. Non lo fa mai.

Ci vede male ancora prima di svegliarsi, la sagoma a forma di lancia di Sherlock scompare come un acquerello sciacquato via.

Quando apre gli occhi ha la faccia mezza fradicia.
Ma ne vale la pena.

Se si lasciasse andare, se si scollegasse dal mondo una volte per tutte, rischierebbe di non esser più lì quando Sherlock tornerà.

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