Yolo

di whiteskin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** unknown ***
Capitolo 2: *** Mrs. Meyers ***
Capitolo 3: *** old pictures ***
Capitolo 4: *** a bad day ***
Capitolo 5: *** your name sounds so good ***
Capitolo 6: *** burning ***
Capitolo 7: *** did you forget? ***
Capitolo 8: *** Kaeline ***
Capitolo 9: *** enigma ***
Capitolo 10: *** empity soul ***
Capitolo 11: *** delicate ***
Capitolo 12: *** a castle of lies. ***



Capitolo 1
*** unknown ***


unknown

Il silenzio.
Il silenzio è probabilmente la cosa che più amo.
Riesce a renderci tutti uguali per qualche istante, nessuno è inferiore all'altro, il silenzio ci rende semplici persone umane. 
È il miglior modo per conoscere una persona, a mio parere, perchè quando ella tace ciò che ti rimane è osservarla e capire dai suoi atteggiamenti com'è.
Se si trascura, se tiene a se stessa, se è in ansia o annoiata, il silenzio è rivelatore.
Sarà per questo che non mi esprimo, preferisco tacere e lasciare che gli altri scoprano me, infondo non mi è mai piaciuto aiutare le persone.
[Justin]


 
"Allora, ti muovi?" alza il capo e la fissa qualche istante, porta una mano sulla fronte per coprire gli occhi dalla luce, mentre nell'altra stringe una sigaretta accesa da poco. 
Anche Olivia si è abituata ai suoi silenzi, tanto che ormai, non gli chiede nemmeno più le cose alle quali bisogna dare una risposta ampliata, si accontenta di un accenno con la testa. La fissa negli occhi scuri e profondi, che fanno tanto impazzire Josh, il suo ragazzo, che Justin non ha mai tollerato, mentre i capelli castani ondulati sono alzati dal vento.
C'è sole e c'è vento a Stratford oggi, e stranamente non fa freddo. Justin si alza dalla panchina verde del parco in cui sostano tutti i giorni, lui e sua cugina, dove il rumore della fontana di fronte li rilassa. 
Butta la sigaretta a terra e la calpesta con le sue Vans, Justin non sa nemmeno il motivo per il quale fuma, lo ritiene una cosa così stupida e insensata, infatti il suo non è un vizio, è una semplice voglia che ogni tanto deve colmare con quel po' di tabacco, una sensazione di vuoto.
"Mi dici cosa ti prende?" domanda Olivia, ma Justin sta in silenzio e guarda l'asfalto.
Quella domanda non fa che ripetersi nella sua mente, ma lui sta in silenzio e scappa, scappa perché è un codardo, scappa dalla verità, scappa dalle risposte che non vuole dare nemmeno a se stesso. Forse per paura, forse perchè sa benissimo la verità, che non vuole accettare.
"Justin, anche Chaz e Ryan sono preoccupati per te - Olivia sospira - sei strano negli ultimi giorni"
Tace, ma di questo Olivia non si sorprende, dopo aver giocato con i sassolini alza la testa e tende un braccio verso la cugina seduta sulla panchina, ormai esausta.
"Mi accompagni a casa?" domanda lei infine, Justin acconsente, infondo a quest'ora dovrebbe essere seduto su di una sedia a guardare disperatamente le lancette dell'orologio girare. 
 
 
**

 
Arriva a casa silenziosamente, diretto verso camera sua. 
Sale le scale senza disturbare sua madre che riposa sul divano, si sofferma sui gradini e la guarda dormire, ultimamente riposa sempre, salta il lavoro, non esce con le amiche, ma da quando suo padre è andato via lei è cambiata, è diventata più cupa e tranquilla.
Sale anche gli ultimi scalini ed arriva nella sua camera, butta lo zaino sul pavimento e apre le tende facendo entrare la luce, si volta e da' un rapido sguardo verso l'orologio a parete, segna le dodici ed un quarto, così prende il telefono dal comodino e si siede sul davanzale della finestra, ed aspetta.
Non sa nemmeno perchè lo fa, non sa da quanto tempo, ma lo fa. 
Non sa chi sia lei, non sa come si chiama, non sa che classe frequenta, e Justin odia non sapere le cose. 
Sa solo che da questo tempo indefinito, questa ragazza a lui sconosciuta è entrata, inconsapevolmente, a far parte della sua vita. Ogni mattina, alle sette ed un quarto precise lei si siede sulla panchina posta al marciapiede dei vicini di casa del ragazzo, aspetta anche lei il nulla o forse aspetta qualcosa, ma dopo un paio di minuti si alza e va via.

Justin non sa come si chiama, e Justin odia non sapere le cose.





 

ifiwasyourboyfriend
never let you go.

BUONASERA
no direi buona notte è più adeguato.
ho caldo, prima si  è chiuso l'editor ed ho perso tutte le modifiche (e ne erano molte)
ed ora sono stanca, ma ho voluto postare lo stesso perchè oggi è TWENTYSIX
AND BOYFRIEND COMES OUT BABE.
comunque bando alle ciance!
Per chi non mi conosce io sono martins il furetto e mi manca qualche rotella
a cominciare dalle storie che scrivo e.e
le mie lettrici sono le migliori del mondo e sono delle donnole bellissime
che amerò con tutta me stessa se continuano a seguirmi
dato che voi dovete sapere che ho abbandonato la mia categoria sugli One Direction dove ormai ero veterana e.e
PER LA FAAAN FICTION
non fatemi domande che non risponderò e.e
per questa fan ficiton ho pensato in grande, sarà qualcosa di me
qualcosa di depressioromantisco
you can be my girlfriend my girlfriend sweggie e.e
ho due cose da spiegarvi, la prima è che è scritto tutto al presente, lo so sono pazza.
la seconda è che quelle didascalie che vedete all'inizio, non ci saranno in tutti i capitoli,
ma sono riflessioni personali che io scrivo di un personaggio singolo, in questo caso di Justin.
veramente la amo a prescindere, lettrici mie!
appena arriviamo alle 10 recensioni posto :)

bàcìì zùkkèeròsìì 
martins
il furetto

@xbieberspancake on twiddah!

https://twitter.com/#!/xbieberspancake

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Capitolo 2
*** Mrs. Meyers ***


 
Mrs. Meyers



Posa la penna, accartoccia il pezzo di carta e lo lancia nel cestino, mancandolo. Passa le mani tra i capelli e sbuffa, sono le quattro ed un quarto e Justin non riesce a scrivere nemmeno una frase di una dannata canzone. Nemmeno un rigo, nemmeno una parola che non lo faccia ricordare lei. 
I suoi capelli chiari, la pelle così bianca, lei è riuscita anche a togliergli ciò in cui era più bravo, scrivere.
Justin scrive, ma non parla. Scrive perché ritiene che tutto ciò che dice, lo cattura il vento, mentre le parole su di un foglio di carta sono impresse per sempre.
Impugna nuovamente la penna nella mano sinistra e lascia che l'inchiostro blu si sovrapponi al bianco, quando il cellulare vibra.
E' Ryan, Justin risponde mentre continua a scrivere, non può' lasciarsi scappare le parole che filano nella sua mente, finalmente sta scrivendo qualcosa di sensato.
"Amico sei a casa vero?" Justin accenna un rapido e silenzioso 'sì'
"Bene noi siamo al parco, esigo la tua presenza fra 10 minuti, porta il pallone" il ragazzo sorride e senza dire nulla attacca il telefono alzandosi dalla sedia e lasciando il foglio e la penna insieme agli altri oggetti senza valore.
 
*
 
In panchina c'è anche Olivia, che sorridente fa il tifo.
Justin è molto possessivo nei confronti della cugina, ed anche se non lo dimostra la ritiene importante quasi quanto sua madre.
Olivia c'è sempre stata, in tutti i periodi della sua vita, quando il padre li ha abbandonati, quando un gruppo di ragazzi l'aveva perseguitato per due lunghi anni, e durante il periodo di riabilitazione che lui ha cominciato in seguito ad un incidente, avvenuto tre mesi prima.
Josh gli fa un cenno con la testa, non deve distogliere lo sguardo dalla palla, lui è il portiere, così Justin si concede un'ultima alzata di sguardo quando la vede.
Vede lei. La ragazza dai lunghi capelli biondi come il grano, la ragazza che la sua mano sinistra odia tanto.
Passeggia sola dall'altro lato del parco e sta guardando il suo gruppo giocare, Justin si ferma e la guarda negli occhi, sono azzurri.
Resta immobile lì, fermo, imbambolato, ed anche lei si ferma, lo guarda e stranamente, sorride.
Ma una sensazione di calore sulla guancia improvvisa lo fa cadere a terra, e l'immagine dei suoi occhi diventa sempre più sfocata e lontana.
Il cielo è l'ultima cosa che vede prima di svenire, Justin sorride, perché il cielo è azzurro.
 
*
 
"Sei una checca" questa è la voce di Chaz, inconfondibile. Justin non apre ancora gli occhi, ma sorride cercando di muovere qualche muscolo. Preme il palmo della mano contro la superficie sulla quale è steso, riesce a riconoscere l'erba e il terreno che gli sporca le mani, dopodiché decide di aprire gli occhi, lentamente.
Sbatte le palpebre e la sua iride color nocciola si dilata al contatto con la luce, muove la testa che gli fa male e si tocca la mascella dolorante.
Chaz è seduto sulle gambe accanto a lui con la sua solita faccia da rimprovero, che segue sempre un'offesa. 
Anche Olivia è al suo fianco, sta scacciando gli altri ragazzi che si sono avvicinati così da non permettergli di respirare.
"Mi spieghi che diamine hai fatto?" domanda trattenendosi qualche parola di più.
Ma è Ryan a precederlo, sapendo che comunque Justin non avrebbe risposto.
"Quel fesso di tuo cugino non ha visto il pallone perché era troppo impegnato a fissare Halley Meyers" Ryan alza un sopracciglio, mentre Olivia spalanca la bocca.
"Quella pu..ragazza!" Olivia si alza sbattendo le mani all'aria, si fa un giro e poi ritorna intorno al cerchio che si è creato.
Anche Justin spalanca gli occhi, non dice niente, rimane a terra immobile e sorride, guarda il cielo azzurro come i suoi occhi e la pensa.
Pensa a lei, Halley.











 
i've nothing  to say really, i'm just upset but you don't care about, i think.
BIEN CHICOS E UN DOS TRES QUATRO *spara numeri non sapendo lo spagnolo*
salve oggi è giovedì e il giovedì mi piace e.e
TADDDDA'
ecco a voi un'altro capitolo, ciccioline (?)
grazie per le dieci recensioni e tutti i commenti stupendi che mi fanno morire c.c
kjhtgkjsdfhsjdjghfd
i love you more than everyone çwç
ora vado a dormire yay 
grazie a tuttes
grazie per seguirmi
e ah
HALLEEEEY e.e
mamma mia quante cose non sapete *risata malefica*

vi lascio pimpe
10 recensioni e sono di nuovo quis e.e
martins -

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Capitolo 3
*** old pictures ***


 

Old pictures

 

 

Non mi piace il freddo, non mi piacciono le persone false, non mi piacciono le bugie, non mi piace la pasta senza parmigiano, non mi piacciono i vestitini troppo corti.
Non mi piace il fumo, ma nonostante questo, sono una fumatrice. Non mi piace la mia famiglia, è schifosamente perfetta.
E perfezione è sinonimo di finzione.
Non mi piace la musica house, non mi piace essere criticata, non mi piace vivere in una città dimenticata dal mondo.
Non mi piace avere qualche chilo di troppo, non mi piacciono gli specchi, non mi piace il trucco.
Non mi piace avere graffi sul mio polso, non mi piace piangere, non mi piace nascondermi, non mi piace mentire.

Semplicemente, non mi piaccio.
[Olivia]



 

Olivia si avvicina al divano in pelle bianca, dove suo cugino dorme da ormai qualche ora.
Si siede sul tavolino adiacente al sofà e passa una mano tra i suoi capelli scoprendogli la fronte. Non ha intenzione di svegliarlo, anche se vorrebbe, non finisce nemmeno di pensarci che Justin si volta e lentamente apre gli occhi.
"Mi fa male la testa" dice con voce rauca, Olivia sorride.
"Ti ricordi cosa è successo?" domanda, continuando a passare una mano tra quella soffice e folta chioma bionda. Justin annuisce, lui si ricorda tutto, ogni singolo dettaglio.
Ma non fa domande, per il momento, chiede solo un bicchiere d'acqua e quando lo ottiene si alza dal divano e si siede composto per bere. 
Si trova faccia a faccia verso la cugina, beve un sorso e poi apre la bocca senza schiarirsi la voce.
"Ma quella ragazza?" Olivia corruga la fronte senza capire, e Justin abbassa lo sguardo.
"Quella ragazza…quella al parco..quella per cui.." Olivia lo zittisce, si alza e prima di lasciare la stanza sibilla "Non è nessuno, lasciala perdere" e lo lascia così, solo sul divano di una casa non sua, con un bicchiere mezzo pieno di acqua.

 

**


Olivia sale frettolosamente le scale diretta verso camera sua, la raggiunge e si chiude a chiave. 
Ha paura di essere scoperta, essere vista, dal vicino, dal gatto, o peggio, da Justin. 
Così guardandosi intorno apre l'armadio e da esso ne estrae uno scatolone, lo apre leggermente e soddisfatta sorride perché ha trovato ciò che cercava. 
Siede sul letto ad una piazza e mezzo dal materasso morbido ed apre lo scatolone.
Prende in mano la prima foto, questa con rabbia, vorrebbe alzarsi e prendere l'accendino che nasconde nel cassetto e dare fuoco a quel pezzo di carta, ma non lo fa.
Lo ripone, e ne prende un altro. Questo con una scena e dei protagonisti ben differenti, differenti come i sentimenti che suscita quella foto verso Olivia.
Ripone anche questo, e senza curanza sfoglia le altre foto, una dopo l'altra, senza fare un commento, senza cambiare l'espressione in viso.
Si sofferma su una di esse, scattata nel 2009 la tocca con il palmo della mano per rivivere il momento, anche se sa benissimo che dietro non si può tornare.
Improvvisamente squilla il cellulare, così raccoglie tutte le foto e posa lo scatolone sotto al letto, in modo che nessuno possa trovarlo, di questo ne è certa.
Prende il telefonino e risponde, è Christine, la sua migliore amica. 
Lascia che i pezzi di carta, che fino a qualche minuto prima la rendevano tanto felice e triste, prendano polvere.
Si siede sulla sedia e continua la sua conversazione spensierata.
Senza dar conto che al piano di sotto c'è suo cugino, solo, con un bicchiere in mano.Senza dar conto che Justin aveva parlato.

 

**
 

Justin torna a casa, soddisfatto.
Prende il suo Iphone e si connette, vorrebbe urlare al mondo di quanto lui sia felice, felice per così poco poi. 
Felice per aver conosciuto un semplice nome, ma a lui basta così. Per lui è già tanto.
Ma rimane in silenzio, gli sembrava di aver parlato già abbastanza.
Sale anche lui in camera sua e si affaccia alla finestra, si siede e fissa la panchina.
Ha una strana sensazione, come se l'indomani succederà qualcos altro, ma scuote la testa, sta pensando troppo.










 

give little time to me, or burn this out..
salve ragazzuole.
vi prego non odiatemi se ho postato tardi, ma è un periodo piuttosto di merda
e sono successe tante di quelle cose che non ho torvato il tempo di scrivere.
Primo fra tutti la scuola , sto facendo i salti mortali per prendere voti alti, devo passare senza debito #neversaynever
ANYWAYS spero mi perdoniate, anche perchè dato che ci sono le vacanze
scriverò molto e avrò i capitoli preparati e di conseguenza pubblicherò più spesso! 
E poi in verità speravo fino infondo ad arrivare a 10 recensioni ma nulla çç
però ora ci spero sempre anche se come accennato questo capitolo fa cagare i piccioni çç
perdonatiemi, il prossimo sarà bello giuro.

martins
@xbieberspancake on twiddah

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Capitolo 4
*** a bad day ***



a bad day



Non sono mai stata una persona ricca di certezze. In verità in tutta la mia vita, di certezza ne ho avuta una sola.
La certezza che lui mi amasse.
Ma del resto, ero certa anche del fatto che lui non mi avrebbe mai lasciata, invece il destino non era d'accordo con i miei futili pensieri,
così anche la mia unica certezza scomparve.
[Halley]

 

A passo lento, ma deciso, percorre il marciapiede. Sono le 7:30 del mattino di un freddo mercoledì e per strada non c'è nessuno.
Halley stringe le mani sulle bretelle dello zaino che porta in spalle, cammina, e pensa.
Perché non c'è un giorno che Halley trascorre senza pensare. Forse, la verità, è che pensa a troppe cose, così tante che alcune volte le dimentica, per poi ripensarci su.
I capelli lunghi sono raccolti in una coda, ciò rende visibili le cuffiette che pendono dalle sue orecchie. 
Halley ascolta musica lenta come i suoi passi, per rilassarsi.
Ha un grande peso sullo stomaco, come ogni mattina, un peso che la porta al digiuno sempre più spesso.
Halley non mangia perché il dolore ha occupato tutto lo spazio nel suo stomaco. Perché lei tutto il dolore lo porta dentro, lo conserva con cura, gli offre ospitalità, e alla fine attende che vada via, perchè prima o poi deve pur andar via.
Sospira, oggi sarà una brutta giornata, se lo sente. Ha un brutto presentimento, non vuole raggiungere la scuola.
La verità è che Halley è stanca di rimanere sola tutti i giorni, stanca delle brutte parole, delle offese, delle urla, dei giudizi.
Si chiede come mai le persone si divertano a prendere in giro gli altri, a deridere, non c'è nulla di divertente.
E' come una guerra, una guerra di parole molto più dura di una guerra di armi nella quale rischi di rimanere ferito, è una guerra dove le cicatrici non si rimarginano, dove l'animo si spezza. E mentre lo pensa, guarda il cielo limpido.

 

**


"Meyers mi mancano le tue gonnelline" Gary fa scendere la sua mano fino al suo sedere, Halley si ferma e sbuffa.
Si volta velocemente e con un gesto, senza nemmeno staccare le mani dai libri che stringeva al petto, fa accasciare il ragazzo su se stesso, dopodiché si abbassa per arrivare al suo livello, ormai è a terra.
"Non credo di averti dato il permesso di toccarmi, o sbaglio?" Gary la maledice con il labiale, Halley soddisfatta si alza e si avvia nuovamente verso il cortile.
Sfoglia gli appunti di storia, ha un'interrogazione nell'ora successiva e improvvisamente non ricorda più nulla.
Va a sbattere contro qualcuno, del quale non vede il volto. Cade per terra ed alza lo sguardo, la ragazza ai suoi piedi ride. 
"Mallette"
"Meyers" Halley si alza rapidamente "Spero che alla festa del paese non abbiamo il piacere di vedere il tuo bel facchino" Olivia accenna una smorfia dispiaciuta.
"Quanto sei stronza" Halley socchiude i piccoli occhi blu pieni di rabbia e si avvicina con fare minaccioso verso l'altra ragazza "certo che ci sarò - continua - come posso perdermi la tua ridicola esibizione in minigonna? Ricorda di metterle le mutandine quest'anno, sai le hanno inventate apposta, anche perché chi sta sotto non vede un bello spettacolo" 
"Almeno io faccio la cheerleader, non la killer" a questo Halley non ci vede più, un pugno su quel visino riempito di fard e cipria non glielo toglieva nessuno, ma la sua reputazione fa già abbastanza schifo, ci manca solo il picchiare una cheerleader alla sua lista.
Josh fortunatamente interrompe quella che si sarebbe trasformata in pochi minuti in una vera e propria rissa, una cosa già presente sulla lista della ragazza bionda.
Halley sentiva che sarebbe stata una brutta giornata.

 

**
 

Arriva a casa stanca, butta per terra la borsa e guarda l'orologio, ha solo venti minuti per prepararsi.
La casa è vuota, ma lei non può prendersela comoda. Rialza la borsa e la trascina fino al piano superiore, dove è situata la sua camera. Apre la porta e nota ancora il letto sfatto, i giocattoli per terra, seguiti da un biberon e un orsacchiotto. Alza anche quelli e li ripone sul tavolo, dopodiché apre l'armadio, questa sera ha deciso, deve splendere.
Alla faccia di tutta l'Alberton High School, alla festa deve essere bellissima, per una sera si deve sentire brillare. Così prende il vestito verde smeraldo che ha usato solo una volta, ad un battesimo. Quel vestito le ricorda tanto, sgattaiola in bagno e si cambia con rapidità. Niente trucco, solo tacchi e un vestito attillato, Halley non si sente lei.
Arriva alla festa già con i piedi doloranti, ma non le importa, riconosce alcuni dei ragazzi della sua scuola che la guardano, per la prima volta, senza ridere o beffersi di lei.
Si sente, anche se per poco, estremamente felice.
Sente un rumore di foglie, dei passi che si avvicinano, ma non ci pensa due volte, è così tanto affollato quel posto che i suoi pensieri sono altrove, magari a girovagare per qualche altra bancarella, ma ritornano tutti sull'attenti quando qualcuno comincia a fischiettare una melodia a Halley molto nota, il suono si fa sempre più vicino, fino a quando lei riesce a percepire la sua presenza al suo fianco, sente gli occhi di questo qualcuno misterioso che la stanno osservando e studiando, percorrendo il vestitino color smeraldo, ma Halley non ha il coraggio di alzare lo sguardo, non è mai stata una persona coraggiosa lei. Così si limita a guardarlo con la coda dell'occhio, i capelli d'orati, gli occhi nocciola, un sorriso timido sul volto, la ragazza perde un battito, ma solo quando la sua voce riempie l'aria il cuore di Halley si arresta definitivamente. Il cuore si ferma, la terra sotto ai suoi piedi crolla così da lasciarla in bilico, e lei non ha il coraggio di voltarsi.
Halley sentiva che sarebbe stata una brutta giornata.











 

ciauz babies
como estas? e.e
finalmente succede qualcosa! quindi yay kdjfghsjdfgjdf
ho raggiunto le 10 recensioni e dfjkgsdjfhgdfjgk 
i'm happy *o*
non ho molto da dire in verità non so perchè :o
oltre al fatto che oggi mentre la prof interrogava ho scritto un capitolo :')
i'm a mito e.e
VI SALUTOZ FANZETTI
siete  bellissime sempre e grazie di tutto.
IO.VI.AMO.

martins
@xbieberspancake
vi lovvvo & peace (L)

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Capitolo 5
*** your name sounds so good ***


Your name sounds so good




Justin la vede.
Lei è lì ed indossa un vestitino verde smeraldo, che le arriva alle ginocchia, mette in risalto le sue gambe slanciate e magre, è voltata di spalle soffermata ad una bacharella che vende oggettistica per bambini. È sicuro che sia lei, la riconosce dai suoi gesti timidi, da come, puntualmente, si aggiusta il ciuffo, che le copre la visuale, dietro l'orecchio. 
In questo momento Justin ha paura, tanta paura come non ne ha mai avuta. Per un momento pensa, riesce a cogliere un unico pensiero tra i mille che gli invadono la mente, e improvvisamente si ricorda delle parole scritte sopra un bacio perugina che aveva regalato ad Olivia il giorno precedente.
"Cogli l'attimo, il treno passa una sola volta".
Da quando Justin Bieber, capitano della squadra di hockey, si affida a frasi scritte per addolcire il cuore? Non lo sa, ma a questo non pensa, ora pensa che deve farsi coraggio e
cominciare a camminare, mal che vada, sviene.
Sospira, infila le mani nelle tasche e si avvia verso la bancarella decorata con delle lucine di tutti i colori, arriva, le mani gli tremano, da una rapida occhiata alla ragazza al suo fianco, è lei.
Il suo cuore si blocca, e in quel momento Justin si sente tremendamente stupido.
Stupido perché non sa cosa dire.
Stupido perché fa caldo e porta una felpa.
Stupido perché ha paura che le parole gli si blocchino in gola.
Stupido perché non ha nessuna scusa plausibile per la quale si sia avvicinato ad una bancarella per bambini.
Stupido perché la sta osservando, e lei se n'è accorta.
Non ha tempo per pensare, non ha tempo ormai più per fare niente, sembrerebbe solo ridicolo.
"All'orsacchiotto giallo manca un occhio" improvvisamente dice con aria tranquilla.
Ma dentro di sé non è affatto tranquillo, si ricorda a malapena come si fa a respirare, è talmente fuori che solo dopo essere entusiasta per non aver sbagliato parole si rende conto dell'enorme cavolata che le sue labbra hanno pronunciato.
La sente ridacchiare, allora nulla è perduto, però poi non si volta, né si muove, rimane in silenzio.
Forse l'ha riconosciuto, forse sa chi è e non lo sopporta, forse , o forse niente, forse si è semplicemente spaventata dallo sconosciuto al suo fianco.

 

*



Halley prende un respiro profondo e si volta, lentamente rivolge lo sguardo verso il ragazzo, il suo cuore si fa pesante, ma lei non dimostra nulla e sorride disinvolta.
"Peccato, il giallo era il mio preferito" risponde toccando gli altri oggetti esposti. 
Justin alza lo sguardo, incrociando quello della ragazza, e in quel momento tutta la sua insicurezza svanisce, ha incontrato i suoi occhi, gli occhi più belli che lui avesse mai visto.
Rimane per un momento immobile, quel blu intenso l'ha letteralmente stravolto. Ma quel che l'ha stravolto ancor di più, è il profumo che la ragazza al suo fianco emana. 
Gli ha dato alla testa, totalmente, non ha mai sentito qualcosa di più buono.
Un misto tra fragola, panna, e Justin ama entrambe le cose.
"Tutto bene?" domanda Halley vedendo la sua espressione sul viso stupita, Justin scuote la testa e ridacchia.
"Suppongo di sì" Justin accenna un sorriso, poi le porge la mano.
"Comunque piacere, Justin"
"Halley" la ragazza ricambia il gesto, la sua mano è calda e morbida. 
"Come la cometa" Justin ridacchia mentre mette al proprio posto un ciondolo che aveva preso, le mani gli tremano.
"Cosa?" Halley chiede, per paura di non aver capito.
"Ti chiami Halley, come la cometa."




 

said between your lips





 

non ho molto da dire, sta facendo titanic
Jake
Rose
lacrime
avete presente penso (L)
anyway tutto ciò che ho da dire in verità,
è che...
SIETE STUPENDE.
Vabbè questo lo sapevate già, dopo 5 capitoli finalmente si incontrano eheheheheheh e.e
ma voi non sapete nulla sulla storia e io sì muahahahahhah
okay no, però non mi abbandonate che le cose si fanno interessanti *balla in modo imbarazzante*

Vabbè io vado a piangere disperatamente! 
addio chichas (L)
VE QUIERO.

martins
@xbieberspancake

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Capitolo 6
*** burning ***


 

burning



Halley sorride annuendo.
“Cosa ci fai qui Justin?” domanda poi, voltandosi completamente verso di lui. Ha riposto tutti gli oggetti che teneva tra le mani, il proprietario della bancarella deluso si alza e torna dietro lo stand a sentire la partita che la radio trasmette.
“Ho accompagnato mia cugina” risponde immediatamente, abbassa lo sguardo e con un filo di voce, quasi imbarazzato continua “e per guardare le stelle”
Halley alza il viso verso il cielo limpido e stellato, era da tempo che non vedeva un tale spettacolo. Riconosce la maggior parte delle costellazioni che illuminano la notte e mentre le osserva le viene in mente l’ultima volta che stesa sul prato ne ha ammirata una. Era prima di tutto, prima di tutti gli avvenimenti che le avevano stravolto l’esistenza, quando ancora era una bambina innocente, con tante di quelle ambizioni da dare alla testa, nessuna delle quali diventata realtà. Perché il tempo passa, trascorre così velocemente che in un batter d’occhio ti trovi ad affrontare quella che è la vita, e le scelte sono due, solo due, lasciare il mondo fantastico alle spalle e aprire gli occhi a ciò che hai davanti, o guardarsi intorno e vivere in ambedue le realtà, inseguendo i sogni, lottando per essi e credendoci, perché una cosa che Halley non ha mai smesso di fare, oltre che amare incondizionatamente, è stato credere, è sempre stata fedele, soprattutto a se stessa e nelle sue capacità, ma per questo ci vuole coraggio, ed Halley ha coraggio da vendere.
“Quella lì su è l’Orsa Maggiore” Justin alza lo sguardo e punta il dito verso il cielo.
“Ti lascia senza fiato” commenta Halley, per un momento si risente bambina, come non si sentiva da tempo, stretta nei suoi vestitini color panna e nelle sue ballerine scomode per non essere mai state usate prima.
“Esatto” Justin la guarda e sorride, non solo le stelle lo lasciano senza fiato, ma anche le comete ora.
“Come mai ti piace così tanto l’astronomia?” domanda la ragazza senza distogliere lo sguardo dal cielo per paura di incrociare i suoi occhi, Justin aggrotta la fronte e ci pensa, in verità non lo sa.
Ed ecco un altro vuoto, Justin si odia tremendamente quando non ricorda le cose appartenenti al suo passato, ma non può stare in silenzio, con Halley non può, così si limita a scrollare le spalle, almeno per farle vedere che lui è lì.
“Mi è sempre piaciuta” sorride falsamente e deglutisce.
Deve smetterla di pensare al passato.
 
**
 
Il grande momento di silenzio viene interrotto da Jason Hamberson.
Capitano di Rugby, club del libro, quarto anno, occhi verdi, capelli castani, cosa vuoi di più dalla vita se non essere anche simpatico ed intelligente?
Jason era semplicemente il sinonimo di perfezione tra tutti i ragazzi di Stratford.
Si avvicina lentamente verso i due e sorride in modo tenero ad Halley che lo nota e non si scompone, è occupata a reggere il vestito alzato dal vento.
Jason la prende per i fianchi e la porta a sé stampandole un bacio sulla guancia, sussurrandole parole per le quali Halley sorride spontaneamente.
“Piacere” allunga la mano verso l’altro ragazzo di media statura di fronte a lui “Jason” continua.
“Justin” replica semplicemente l’altro senza aggiungere parola.
“Ti dispiace se te la porto via?” Halley ragrotta la fronte non capendo mentre Jason appare convinto e sicuro di ciò che fa.
Justin alza le spalle, mentre dentro muore.
“Certo che no” accenna un sorriso poco sicuro, nel quale Halley subito riconosce il velo di tristezza nascosto tra le sue parole.
“E’ stato un piacere conoscerti Justin” sorride lei, Justin ricambia il sorriso sussurrando un semplice “Anche per me”.
Jason gli fa l’occhiolino e prendendo Halley per mano si allontanano.
“E’ successo qualcosa?” chiede la ragazza all’orecchio di Jason.
“Dopo ti spiego” le bacia la guancia e le stringe la mano, mentre lentamente si allontano dal ragazzo.
Justin li guarda da lontano, mentre sente bruciare.
Qualcosa dentro di lui, pian piano sta morendo.











LEGGETE ASSOULTAMENTE IL MYSPACE.

allora ho qualcosa da dirvi.
PRIMA COSA SCUSATEMI INFINITAMENTE.
ho questo capitolo mezzo pronto da 2 settimane e l'ho finito solo stasera, questo perchè?
sto cercando di salvarmi, in questo quasi mio mese di assenza l'ho trascorso tra compiti
i quali erano talmente importanti che dovevo dedicarmi totalmente ad essi,
fortunatamente su 3 possibili debiti, ora me ne rimane uno solo che è il latino
e devo mettermi sotto anche questo mese perchè devo uscire senza nemmeno un debito,
storia lunga.
comunque tornando a noi e la fan ficiton, penso che sia normale il fatto che ora di lettrici ne avrò penso 2
ma la scuola di merda mi impedisce anche di respirare.
Ritornando al capitolo, vi lascia col fiato sospeso zanzan e.e
continuerò al più presto, ho due se non tre interrogazioni questa settimana, vedrò quel che posso fare per postare entro domenica
la martins è tornata giuro
NON VI LIBERERETE MAI DI UN FURETTO, DONNEH.
kiiixx mu@

xbieberspancake
martinsinsins

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Capitolo 7
*** did you forget? ***


did you forget?





Justin si passa una mano tra i capelli, mentre con l’altra stringe l’erba che avvolge il suo corpo.
E’ scappato ancora una volta.
Scappato da Olivia che urlava il suo nome.
Scappato dalle immagini nella sua mente.
Scappato da tutto ciò che aveva a che fare con la realtà, perché di quella Justin ne è veramente stufo.
Ora si ritrova da solo nel bosco, con le stelle e con il buio.
Una notte che quasi spaventa, un buio profondo che lo circonda, che inghiottisce tutto ciò che trova sotto le sue mani, comprese le stelle che pian piano si fanno più offuscate e sempre più piccole e lontane.
Justin non vuole chiudere gli occhi, ha paura che i ricordi lo soffochino, ma non può evitare di pensare. Si tortura le mani che congiunge all’altezza del petto, sospira lentamente, non ha la minima idea di che ore siano, ma sente che è il momento di tornare a casa. Si volta su un fianco e strappa l’erba raccogliendo con essa anche un po’ di terriccio, si alza e lentamente apre la mano, lasciando scivolare verso il suolo tutto, lasciando che il vento porti via il vuoto dentro di lui.
Justin si sente di nuovo vuoto, è stanco di sentirsi così tutte le volte che Halley se ne va.
 

**

 
Olivia sospira, ha le braccia conserte e cammina per la stanza guardando il pavimento rivestito da vero parquet.
“Allora Justin, non hai nulla da dirmi?” domanda fermandosi vicino la finestra.
Guarda al di fuori di essa, il sole sta tramontando, ci sono poche nuove in cielo e sugli alberi cominciano a crescere verdi foglie, sta cominciando la primavera.
Olivia ama la primavera.
Ama l’aria fresca, le giornate in bici, il sole.
Ama veder svanire completamente il dolore e l’oscurità che l’inverno porta.
Justin è rincasato alle due la notte precedente e non ha aperto la porta della sua camera fino alle tre del pomeriggio successivo.
Sempre nel suo silenzio ora è seduto ai piedi del letto ad una piazza e mezzo e guarda Olivia nei suoi occhi grandi, sempre luminosi davanti gli altri.
Justin l’ammira, l’ha sempre fatto in segreto, ammira il suo comportamento durante le difficoltà, ammira con quale coraggio e felicità affronta la vita anche nei momenti dove essere felici risulta impossibile.
“No” risponde secco.
“Io – Olivia si passa una mano tra i capelli e chiude gli occhi – io non so cosa fare con te Justin”
“Ma non sei tenuta a fare qualcosa, io sto bene così” Justin si alza per gettare la carta che trova nelle tasche del pantalone.
“Ah sì? Bene così? Justin sei depresso per una persona che nemmeno conosci!”
Lo guarda ad occhi spalancati, ma il ragazzo le da le spalle.
“Almeno rispondimi, sappiamo entrambi che è così”
“Non ho nulla da dire”
Olivia alza le spalle ridacchiando “Tu non hai mai qualcosa da dire.”
Justin lascia cadere la palla di carta, che il suo pugno ha ridotto in niente, nel cestino.
“Lei non è mai stata nulla, e non sarà mai nulla, smettila di perdere tempo e di isolarti.”
Un rumore, un rumore estremamente forte, qualcosa si è rotto, un rumore seguito da un forte dolore, dentro, nel cuore.
“E sai cosa dicono gli altri? – continua Olivia ormai sull’orlo della rabbia - Che me la faccio con sfigati.”
Justin alza la testa, sbatte lentamente le palpebre e respira.
Deve respirare prima che gli venga una crisi, cosa che non puo' accadere assolutamente davanti alla cugina.
“E allora vai dai tuoi amici, gli sfigati rimangono tali e scusami se ti rovino la reputazione, sostanzialmente io non sono nessuno.”
Justin apre la porta di camera sua e si ferma sullo stipite. Olivia apre la bocca per parlare, ma il ragazzo la precede.
“Ora puoi anche uscire, tu non hai bisogno di me, questa cosa è reciproca.” Con le braccia conserte sorride ad Oliva facendole cenno con la testa, lei lo guarda sul punto di piangere, prende il giubbino di Jeans e senza aggiungere parola esce via.




that i was even alive.



 

*spacca la chitarra*
scusate sto sentendo la devonne a tutto volume con le beats
e secondo me i biscotti con i frutti rossi mi fanno leggermente male ee
MA SONO UNA DROGA QUEI COSI!
comunque.............ciao *saluta con la manina ed esce piano piano fuori*
non uccidetemi e.e
sono di 3-4 giorni di ritardo ma pppft 
dai peddonatemi çç
è che lunedi compito martedi interrogazione mercoledì interrogazione oggi compito
(e da questo compito dipenderà la mia estate quindi pregate con me che sia andato bene çç)
quindi sappiate che ho scritto questo capitolo oggi mentre quella d'italiano interrogava e io stavo al banco da sola e ho elaborato todos ee
MA SO CHE A VOI SOSTANZIALMENTE NON FREGA UN CAAA.......VOLFIORE.
un uccellino mi ha piuttosto detto che vi interessa della fan fiction e.e
mamma mia quante cose non sapete ancora çwwç
tipo che Justin....no vabbè niente non vi importa ee
bene bene finita questa settimana posterò prestissimissimo giuro!
sicuramente entro giovedì ee
e ah volevo dire che fra poco posterò anche una one shot che akjdhfgkjhfg sarà figa e.e
martins il furettos vi saluta donnole in piazza!

i always love you.

nutella.

fame.

biscotti.

e.e

@xbieberspancake
martins

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Capitolo 8
*** Kaeline ***


Kaeline




 

E' passato un mese, ed il sole non si è spento, la terra non ha smesso di girare, il vento non ha smesso di soffiare, ed il cuore di Justin non ha ancora ripreso a battere.

"Quando le parlerai di nuovo?" domanda Ryan intrecciando le dita.

Justin posa la lattina del thè sul tavolo e guarda il bancone adiacente al loro, dove la cugina è circondata da giocatori di tutte le squadre, compreso Jason, il ragazzo che fece compagnia ad Halley quella fredda sera alla fiera del paese.

Lui stringe tra le braccia Olivia e la guarda in un modo che da' a pensare, a pensare qualsiasi cosa.

E' come incantato dalla creatura che stringe a sè, e questo a Justin non torna.

"Chi è quello?" domanda il biondino ignorando completamente la domanda precedente dell'amico.

"Jason Hamberson, non conosci?" Justin annuisce.

"E' il ragazzo di Halley" gli risponde senza distogliere lo sguardo da lui.

Chaz alza un sopracciglio, ma Ryan gli da un calcio che lo impedisce di cominciare a parlare.
Lo guarda storto e Justin si chiede cosa c'è che non vada.

Ma non parla, anche per oggi ha parlato già troppo.

"Justin" Chaz deglutisce "la pensi ancora?"

Il biondo abbassa lo sguardo fissando la lattina che stringe tra le mani, la fa roteare, e non risponde alla domanda, quando vorrebbe urlarlo al mondo che la ragazza dai lunghi capelli biondi è il suo pensiero fisso la mattina, sera e pomeriggio.

La campanella suona e i tre ragazzi si alzano diretti rispettivamente in direzioni differenti. 

Chaz si avvicina a Justin.

"Sei nella merda amico, oggi pomeriggio da me alle quattro, vediamo di risolverla questa storia" gli sussurra tenendolo per un braccio.

Justin annuisce atterrito, mentre la visione dell'amico si allontana.
 

 

**


 

"Halley Meyers insomma" Chaz lancia la pallina gialla che stringe tra le mani contro il muro.

Justin è seduto ai bordi del letto di casa Somers, si tortura le mani guardando il parquet rivestito da un soffice tappeto blu.

"Chiedile di uscire" afferma l'amico, fermando la pallina. 

Justin alza di scatto la testa guardando Chaz incredulo.

"Sì, forza chiedile di uscire."

"Ryan mi ucciderà" sussurra Justin che ha già in programma di rimanere in silenzio per la restante serata.

"Nah, Ryan nemmeno lo saprà" la pallina ricomincia a sbattere dal muro al suolo, su e giù, su e giù, in un movimento non programmato, non equilibrato, un movimento che a Justin quasi quasi da fastidio.

Gli chiede di smetterla automaticamente, senza nemmeno pensarci. 

Chaz afferra la palla e la stringe nel suo pugno guardando Justin aggrottando la fronte.

"Come preferisci" risponde.
Chaz è noto fra il gruppo per essere il ragazzo silenzioso che ti lascia sempre a bocca aperta. Chaz guarda, studia, elabora, ed infine parla. 
Chaz non parla a vanvera, ciò che gli insegnò la sorella maggiore in un giorno di interminabili lacrime era appunto di riflettere prima di parlare, perchè le parole dette non tornano indietro, non si cancellano con nessuna gomma, non si nascondono dietro un bianchetto, non vengono sostituite dalla mente con altre parole. Le parole dette rimangono tali. Belle o brutte che siano, arrivano al cervello di chi le ascolta, inevitabilmente. 
Kaeline si chiamava, lunghi capelli dorati e profondi occhi marroni, tutto l'amore concentrato in una sola persona, vittima di bullismo fino alla morte.
Chaz oltre ad usare il cervello che si ritorva è anche un ottimo persuasore, se vuole metterti in testa qualcosa, ci riesce.
Nessuna cimice, nessun lavaggio del cervello, un semplice sguardo che ti fa venire le morse allo stomaco.
Ed in quel momento Justin di morse ne aveva fin troppe.

"Lo farò, dammi un po' di tempo ma lo farò." annuncia esausto dallo sguardo fin troppo convincente dell'amico che, soddisfatto, gli sorride.









 

okay è passato un mese
e sono sparita dalla circolazione
ora posso dirvelo, mi hanno  arrestata e sono uscita ieri di galera.
abbastanza convincente?
beh per farmi perdonare, care donnole letterici che ormai sarete in 2 penso
domani posto una one shot e cerco di pubblicare il prima possibile
E' FINITA LA SCUOLA QUINDI LO FARO' AL 99% 
ee
anche se le idee scarseggiano
perchè c'è una parte da BRUM
però devo vedere come arrivarci 
a presto amori miei
çç


la vostra amatissima, e per sempre, martins.






 

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Capitolo 9
*** enigma ***



 

enigma




6th December

Sospira.

Ha un respiro pensante di chi ha l'aria stanca.

Justin ultimamente è tornato a prestare silenzio verso chiunque.

Pattie lo osserva da lontano, è seduto sul davanzale della finestra da una mezz'ora fissando sempre lo stesso punto.

"Tutto bene?" domanda sostando sullo stipite della porta.

Justin si volta e finge un sorriso fin troppo evidente, congedando la mamma con un 'sì' secco e chiedendole a bassa voce di lasciarlo da solo.

Pattie non obietta, anche lei finge di sorridere, di stare bene, ma la verità è che si è arresa da tempo ai comportamenti del figlio, ai suoi 'ho bisogno di stare solo' 'sto bene qui' 'non ho bisogno di nulla'.

Pattie non lo vede mai felice, triste, arrabbiato, lui è sempre 'ok'.

Giorno, notte, pranzo, cena, si scambiano meno parole di due stranieri parlanti due lingue differenti.

Ma Pattie sa perfettamente cosa passa nella mente del suo bambino, o almeno prova ad immaginarselo, ma non lo aiuta, non puo' aiutarlo.

Non puo' perchè sa che dicendogli la verità non farebbe che peggiorare la situazione, che complicargli la vita, anche perchè ormai è troppo tardi per parlare.

Così chiude la porta bianca in legno e scende verso la cucina in silenzio, seguendo le orme del figlio.



 

27th November 

 

"Ti andrebbe di vederci una di queste sere?" la chat è aperta, lei è in linea, la frase ha senso logico, la punteggiatura è giusta, la tastiera è in ordine, la tv è accesa, la radio spenta, il piatto è sulla tavola, la luce della scrivania lo illumina, è tutto pronto, quasi tutto, all'appello manca qualcosa, il coraggio.

A Justin tremano le mani, ma non puo' aspettare a lungo, potrebbe andare via da un momento all'altro, potrebbe non connettersi o addirittura prendere appuntamento con qualche altro ragazzo.

Troppi pensieri, Justin è abituato a pensare tanto, ma non per lungo tempo, ultimamente è diventato meno insicuro rispetto a come era prima, e allora perchè tentenna tanto per inviare un semplice messaggio?

Preme invio.

Si passa le mani tra i capelli, ora arriva la parte piu' difficile.

Aspettare.

Justin non riesce ad aspettare, ora pensa il doppio di quanto stava pensando prima.

"Certo mi farebbe piacere :)" risponde lei, ha sorriso. Ha sorriso.

Justin si sente piu' leggero ora, qualcosa ha ripreso a girare in lui.

"Questo sabato ti va bene?" 

Justin guarda il calendario, è Mercoledì, sorride, è stranamente felice.





29th November

"Che cosa?" Ryan urla lanciando i fogli violentemente sul pavimento.
E' furioso, gli occhi azzurri si sono ridotti in piccole fessure, non ci vede dalla rabbia.
"Dimmi a cosa cazzo pensavi quando lo hai incitato a uscire con Halley?! A cosa?!" il suo tono di voce rimbomba nel piccolo bagno della scuola.
Le mattonelle bianche rivestono le pareti, alcune sono più scolorite altre sembrano nuove, ma già dalla polvere che ricopre il pavimento si nota che la pulizia non regna nella scuola pubblica.
Ryan sbatte i piedi a terra, mentre Chaz si porta le mani nei capelli.
"Ryan ma vedi Justin come sta? questa storia non può andare avanti a lungo, prima o poi lo verrà a sapere!" Ryan stringe i pugni, si avvicina a Chaz e lo sbatte al muro.
"Senti, non so se ti ricordi le parole del medico, per nessuna ragione al mondo Justin deve sapere la verità, per nessuna ragione al mondo Justin si deve ricordare, è chiaro?" lascia la presa, la testa gli scoppia, non ne può più.
Abbassa il capo e gira per il bagno, il respiro di Chaz è pesante ed è impaurito.
"O-Ora che facciamo?" domanda il ragazzo castano tremante, si lascia scivolare a terra.
"Ora tu esci da questo bagno e vai a dire al piccolo Justin che la sua amatissima Halley si sta vedendo con un altro ragazzo, gli farà male, ma mai quanto ricordare."




 

 






 

sono tornata! yep babies, dopo essere B2 a livello internazionale mi ritengo soddisfatta :')
anyway now that I'm here, I'm ready to write new one shots ee
okay la smetto AHHAAHAH
ho almeno 3 one shots in programma, è stata una vacanza decisamente....movimentata ee
beh tornando a noi finalmente una svolta nella storia, è arrivato il momento, ora sarà tutto più brum
coinvolgente e anche più facile per me da scrivere, niente vi lascio perchè ho fame
e ho sonno e ho l'influenza ma sono qui only for you!
Tornerò presto con il nuovo capitolo, love yaaa!

Martins :)



 

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Capitolo 10
*** empity soul ***


empity soul



“Ma io non capisco Chaz – Justin corruga la fronte perplesso – se è fidanzata, come dici tu, perché ha accettato il mio invito?” domanda poi, ormai distrutto.
Chaz non sa mentire, non l’ha mai saputo fare.

“S-Sarà una poco di buono” deglutisce sperando di essere abbastanza convincente.
“Mh” Justin acconsente continuando a giocare con la penna tra le sue mani.
“Grazie amico” sussurra poi accennando un falso sorriso, che Chaz scruta subito, sentendosi, per un’istante la persona peggiore del mondo.
”Di nulla” abbassa il capo, sospirando in modo rumoroso.
Ma Justin non presta attenzione, ormai è già immerso nei suoi pensieri, non affatto positivi.
 

**

 
Ha lo sguardo perso nel vuoto, forse il vuoto del suo animo.
In questo istante Justin chiude gli occhi e respira profondamente, li riapre e continua a fissare la mela che stringe tra le mani, sente come ronzio nelle sue orecchie il vociare degli studenti che rumorosamente pranzano nella mensa.
“Ciao” una figura si posiziona davanti alla sua visuale, ma non sembra distoglierlo dalla sua mela ancora intatta.
La ragazza tossisce “Justin?”
Justin alza il volto incrociando gli occhi blu mare di Halley.
“Ciao” sussurra, fissandola e tornando tremendamente serio.
“Tutto bene?” domanda lei perplessa posando il suo pranzo sul tavolo.
“In verità mi stavo per alzare” interrompe lui vedendo il gesto della ragazza.
“Ma non hai nemmeno iniziato a mangiare” nota lei con tono più che sorpreso, indicando il panino ancora impacchettato che sporge dalla borsa.
“In verità non ho fame” Justin ripone la mela nello zaino che si mette in spalle.
“Comunque volevo chiederti – Halley fa una pausa per fingere un sorriso spontaneo e deciso – a che ora mi passi a prendere domani?”
Justin la guarda, i capelli dorati che le scendono sul petto, gli occhi color cielo, ed improvvisamente gli viene in mente quel giorno al parco, l’inizio di tutto.
Sforza un sorriso stringendo con una mano lo zaino che tiene in spalla, e in quel micro secondo pensa.
Pensa alle parole di Chaz, ma pensa anche che la sua presenza, che in qualche strano modo, l’ha fatto cambiare, Justin non sa se è un bene o un male, ma per ora va bene così.
Quindi mentre gli occhi di Halley aspettano con ansia una risposta “Per le otto va bene?” domanda Justin.
“Per le otto, perfetto.” Sorride la ragazza raccogliendo il suo pranzo e avvicinandosi a lui, stampandogli un soffice e frettoloso bacio sulle labbra.
“Ci vediamo domani Bieber.” Commenta poi sorridendo maliziosa e avviandosi verso l’uscita.
Justin sorride, come forse, non sorrideva da tempo, poi si volta e a passo veloce si avvia anche lui verso l’uscita, quella opposta, e una volta fuori corre diretto verso il retro della mensa, uno spazio immenso dedicato solo al verde.
Il suo cuore batte maledettamente forte, Justin si nasconde dietro un albero e una volta seduto, con affanno, si passa la lingua sulle labbra per ripercorrere la sua forma, il suo sapore e poi chiude gli occhi, ancora incredulo.
C’è qualcosa, in quella ragazza, che lo fa comportare come un ingenuo ragazzino di tredici anni, ma Justin tredici anni non li ha più, ne ha quasi diciotto, e qualcosa dentro di lui, sembra rinascere.
 

**


Le luci sono accese, la televisione cambia canale ripetutamente, eppure la porta di casa Meyers non decide ad aprirsi.
Sono le otto e venticinque, e Justin, è seduto sul muretto di fronte la villetta dove abita Halley.
Decide di aspettare altri cinque minuti per poi andare a bussare alla porta, alza gli occhi al cielo e nota che è limpido e che tutte le stelle in quel momento sono visibili. Sorride per poi controllare nuovamente l’orologio, impaziente.
Otto e trentadue.
Sospira e porta le mani in faccia sbuffando.
Si alza dal muretto ed attraversa la strada, arriva al citofono della casa e decide di bussare.
Attende qualche secondo, per poi rispondere alla voce metallica.
“Signora sono Justin, Halley è pronta?”
“Vieni Justin, entra.” Sussurra aprendogli il cancelletto.
Justin sospira, questa volta, per sollievo e si sofferma davanti la porta di casa.
Una donna, sulla quarantina, apre la porta.
Ha gli occhi castani e i capelli biondi, i lineamenti molto simili alla figlia.
Un volto già conosciuto, forse incrociato in qualche supermercato.
Justin sorride, mentre la donna, lo guarda con compassione.
“Halley non è in casa, Justin.” Dice poi a mani congiunte, e Justin crede di non aver sentito bene, il sorriso sul suo volto sparisce e sorge un grande punto interrogativo.
“Come non è in casa?”
“No – la signora sospira – è uscita già da qualche ora, andava al cinema con le amiche.”
“Ah” Justin annuisce apprensivo.
“Mi dispiace – la donna socchiude i piccoli occhi e gli passa una mano sulla spalla – tu sei forte.” Gli dice con sicurezza, Justin annuisce sorridendo lievemente “Grazie signora, anche per la sincerità.”
“Di nulla, ora va a casa e divertiti guardando la partita.”
“Grazie” risponde il ragazzo voltando le spalle e uscendo dalla villetta, mentre la donna, ancora soffermata sullo stipite “il mio piccolo Justin, ce la farai” sussurra prima di chiudere la porta in legno.












WE ARE NEVER GETTING BACK TOGHETEERR
okay basta,  ieri sera, verso le 10 non avevo nulla da fare,
mi è venuta l'ispirazione e ho scritto tutto ciò TADAAH'
scusate per il ritardo, ma sono in vacanza, e ripartiò di nuovo il 18 agosto,
quindi ho voluto postare prima che mi davate per dispersa o nonsochè   ewe
ah ho postato in ritardo anche perchè mi aspettavo qualcosa in più delle 4 recensioni iniziali cc
e beh nothing, da ora la ff comincia a farsi più interessante
ma ma ma ma zanzan voi saprete  come continuerà solo a settembre
quindi non abbandonatemi ksfghsjhfdg
e continuerò se sicuro al mio ritorno trovo 10+ recensioni uu
siete il mio love, BUONE VACANZE A TUTTE c:
ah approfitto dicendovi HO SCRITTO UNA NUOVA OS, TUTTI QUI! merci c:

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Capitolo 11
*** delicate ***


delicate

 

"Justin hai un fottuto cellulare, usalo.  Ryan – "
"Buon dio, Justin dove diamine sei finito? La partita è andata malissimo. Chaz xx – "
"Ho preso seriamente in considerazione di chiamare la polizia e denunciare la tua scomparsa. Ryan – "

Justin lascia il cellulare sul comodino, e ritorna al suo letto caldo, stringendo il cuscino.
Si è rinchiuso nella sua camera per tutto il weekend, senza che qualcuno sapesse il motivo.
L’unica persona che entrava raramente nella sua stanza era Pattie, per chiamarlo per la cena, per farsi dare una mano con la lavatrice, per avvisarlo che il suo programma preferito era appena iniziato in tv, ma nemmeno lei sapeva, né Ryan, né Chaz, né Olivia sapevano, nessuno sapeva.
Justin sospira e prede a fissare il muro domandandosi il perché della sua debolezza.
Alcune volte aveva voglia di piangere, senza conoscere il preciso motivo, ma senza alcun dubbio, non c’entrava nulla con la ragazza che gli aveva dato buca, era qualcosa di più profondo, qualcosa presente infondo al suo animo.
E Justin aveva paura, sì aveva paura di se stesso, dei suoi improvvisi sbalzi di umore, dei suoi vuoti di memoria, di questa improvvisa carenza di affetto, della mancanza di qualcuno, probabilmente per la figura paterna pensò, ma come mai tutto questo peso si era presentato dopo diciassette lunghi anni? A questo non era ancora arrivata una spiegazione.
Guarda l’orologio, che segna le nove di sera, si alza e frettolosamente ripone i libri nello zaino, si sveste e si corica di nuovo sotto le coperte, chiudendo gli occhi, e dando finalmente una pausa ai suoi pensieri.
 

**

 
“Non ci credo, è vivo” urla Ryan spalancando gli occhi con fare sarcastico, Chaz ridacchia.
“Buongiorno ragazzi” Justin chiude l’armadietto e con un cenno della testa saluta gli amici.
“Dimmi che sei andato in vacanza in un posto sperduto dove il tuo cellulare non prendeva campo, oppure comincio a preoccuparmi.”
“Nessuna vacanza Ryan, semplicemente non avevo voglia.” Afferma estraendo un libro dallo zaino troppo pesante per tenerlo in mano.
“Non avevi voglia? – domanda – e di fare cosa?”
“Di fare tutto Ryan. Di fare tutto.” Sbuffa per poi sparire dietro un angolo, dove la classe di letteratura lo aspetta.
In prima fila, al centro in un banco a tre è seduta una ragazza vestita da cheerleader, sorride e scherza, e appena vede la figura di Justin superare la soglia della porta si sistema, passando la lingua sulle labbra carnose e toccandosi ripetutamente i capelli. Justin le passa davanti senza nemmeno guardarla.
“Ehy Bieber!” urla lei facendo voltare Justin che con un sorriso smagliante – probabilmente il più falso che abbia mai fatto – le alza la mano per salutarla, poi si siede al suo posto in seconda fila giocando con il cellulare fino a quando la professoressa non entra in classe.
Halley lo fissa, da tutta la lezione ormai, sbuffa e strappa un pezzo di carta dal retro del quaderno di letteratura.
“Dopo dobbiamo parlare ;)” lo accartoccia e attraverso sussurri chiede ai compagni di passarlo al ragazzino castano.
Justin acconsente con la testa e getta il pezzo di carta nel cestino, tornando a seguire la lezione.
Una volta terminata, si alza e si avvia nuovamente verso il suo armadietto, ed una volta fermo sente una mano che fa peso sulla sua spalla, così si volta.
E’ di fronte a lui, bellissima come sempre, con i suoi lineamenti un po’ orientali, con gli occhi chiarissimi e i ciuffi biondi che le incorniciano il viso.
Improvvisamente piega leggermente la testa e con occhi tristi gli chiede scusa.
“E’ successo tutto all’improvviso e sai, non trovavo il tuo numero.” Dice avvicinandosi sempre di più alle sue labbra.
“Ma sai, sono brava a farmi perdonare.” Continua poi, sentendo il respiro del ragazzo, tentenna qualche secondo prima di congiungere le sue labbra con quelle di Justin, giusto per farlo impazzire ancora un po’ di più.
Perché Halley Meyers è l’unica a sapere. L’unica che legge chiaramente negli occhi color nocciola di Justin quello che lui prova per lei, come se fossero un libro aperto, lo sa e non si stupisce di questo, lo sa e ne approfitta perché tra tutta la fila di ragazzi che le regalano i cioccolatini a San Valentino, Justin è senza alcun dubbio fra la lista dei dieci più belli.
Così si avvicina ancora di più, e assapora le sue labbra, delicatamente e lentamente.
Poi di colpo, mentre lui le sta per socchiuderle si allontana.
“Vedrai” sorride e gli fa l’occhiolino poi si allontana dal suo corpo e scappa via.
Justin chiude gli occhi e si morde il labbro, per piacere? No per rabbia.
Justin sospira e prede a fissare il muro domandandosi il perché della sua debolezza.
Così decide che è il caso di prendere una svolta e che forse riparlare con Olivia non sarebbe stato male.











ok, sinceramente credevo che due pagine di world fossero tante, ma mi sbagliavo :o
dovrei essere nel letto dato che fra qualche ora parto, ma sono qui a postare
perchè ho finito il capitolo e questo non mi sembrava così rilevante.
Tranne per la fine che vi lascia in sospeso, ora la FF sarà tutta dfkghsdkfghj
eggià ewe
e voi dovete pazientare almeno fino al 1 settembre che ritorno  at home uu
nel frattempo, nonostante non abbia avuto le mie recensioni (çç) ho postato,
quindi amatemi alla follia uu
però ora sul serio se non ho 10+ recensioni non posto, vi avviso!
Grazie di tutto sinceramente, grazie per seguirmi sempre.
La martins ORA va in vacanza uu
byebye
love ya
(L)

@xbieberspancake/ @harryscoffee (ho due account, si)
martins :)

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Capitolo 12
*** a castle of lies. ***



 a castle of lies



"Hai sentito la nuova preda della Meyers?" sussurra una ragazza bionda accanto all'amica negli spogliatoi.
"Parli del ragazzo biondo o quello di quinta?" domanda l'altra arricciando il naso e continuando a stringere i lacci delle sue nuove sneakers appena comprate.
"Quello biondo, quello strano." risponde la ginnasta "tu quanto tempo gli dai?" domanda poi.
"Mh se lo farà e poi lo scaricarà la sera stessa, è la solita Halley, non ti dimenticare." alza gli occhi al cielo, per poi raccogliere il borsone e andar via.
Olivia, che per tutto il tempo era seduta alla panchina opposta deglutisce, aspetta di essere da sola per sbattere il pugno contro uno degli armiadetti.
Immaginava sarebbe stata una cattiva giornata. Raccoglie anche lei il suo zaino e lascia la palestra, facendo si che passo dopo passo la sua rabbia salisse.
Lei e Justin erano sempre stati legati come cugini, dalla nascita, dato che la mamma del ragazzo e il papà di Olivia erano fratelli, ed abitavano nella stessa zona, era inevitabile che non crescessero insieme.
Nonostante nelle loro vene scorresse lo stesso sangue, erano totalmente differenti.
Grandi occhi verdi, capelli castano scuro che le scendevano sulle spalle con qualche ricciolo alle punte, eppure Olivia, nonostante la sua bellezza, era sempre stata insicura di lei, dopo tutto, una vittima di bullismo come poteva non esserlo?
Justin c'è sempre stato per lei quando a dieci anni lei era perseguitata dal bulletto della scuola, e da allora, Olivia si è sempre sentita debitrice nei suoi confronti, era il suo eroe e lo sarebbe sempre stato.
E cosi era, nei periodi piu' bui della vita di Justin, la sua unica ancora di salvezza era lei, Holly.
La piccola Olivia, la bambina con la passione per il pianoforte, la bambina piu' coraggiosa che Justin avesse mai visto.
 

**

 
Lancia la palla verso il soffitto, per poi riprenderla. Un movimento involontario dato che davanti ai suoi occhi scorrono immagini diverse.
La porta si apre ma Justin sembra non accorgersene, cosi non si ferma.
"cosa, cosa ci fai tu qui?" domanda la cugina entrando in camera sua.
Justin blocca la pallina tra le sue mani e guarda Olivia negli occhi, rimanendo immobile.
Olivia capisce e si avvicina a lui, Justin rapidamente scende dal letto e si fionda tra le sue braccia come un indifeso agnello.
"Scusa" le sussurra al suo orecchio, Olivia lo stringe.
"è tutto passato Justin, è tutto passato." lo rassicura avvolgendolo tra le sue braccia.
Ora non hanno piu' diciassette anni, ne hanno sei e mezzo, e Justin, dopo essersi appena sbucciato il ginocchio si rifugia a casa della cugina piangendo.
'ho avvisato tua mamma piccolo, tornerà fra poco, ora puoi riposarti qui' lo tranquillizza la zia asciugandogli le lacrime dal visino, Justin annuisce.
E velocemente sale in camera di Olivia impegnata a giocare con le bambole, porta una coda alta ed un vestitino azzurro, si volta appena vede Justin con il bermuda sporco di fango ed un grande cerotto sul ginocchio.
"Cosa è successo?" domanda correndo da lui.
"Sono caduto, mi fa malissimo." sussurra Justin con voce rotta dal pianto.
Olivia lo fa stendere sul suo lettino giallo e si accomoda accanto a lui, lasciando che lui chiuda gli occhi sul suo petto e che si tanquillizzi.
"Guarda le stelle, il dolore passerà." dice poi indicando le stelle sul suo soffitto, Justin le guarda mentre ascolta la voce soave di Olivia che gli parla nelle orecchie. Ed in quel momento si sente circondato da sicurezza, come se nulla al mondo lo potesse ferire.
Ora non hanno piu' sei anni e mezzo, ne hanno diciassette, e Justin è avvolto tra le braccia di Olivia e nonostante siano passati ben undici anni riesce ancora a sentire intorno a se quella fortezza di sicurezza che aveva costruito da bambino.
"Io non ce la faccio piu' Olivia" dice poi, nel silenzio.
La ragazza gli tocca i capelli, morbidi come sempre.
"Halley..." continua Justin, ma viene interrotto dalla cugina che lo zittisce.
"So già tutto Justin, lo so."
In quel momento, il ragazzo, non le chiede come e perchè lei lo sapesse.
"Non so cosa mi sta succedendo, mi sta facendo impazzire" sospira con voce tremante “ogni giorno mi sveglio e penso a lei, ai suoi capelli biondi, agli occhi così chiari, potrei affogare in quegli occhi” continua mentre una lacrima gli riga il viso “e poi penso al suo comportamento e non capisco, vorrei lasciar perdere ma non ci riesco, è più forte di me, qualcosa mi tiene legato a lei, ma non capsico cosa” si morde il labbro forte e si volta, rifuggiandosi tra le braccia della cugina, e silenziosamente lascia che le lacrime gli incornicino il volto.
Olivia, per la prima volta in tutta la sua vita, non parla.
Deglutisce mentre la vista si offusca e le lacrime cominciano ad invadere anche il suo di animo, stringe forte Justin per evitare di singhiozzare.
La verità è che anche Olivia è stanca, stanca delle bugie che hanno costruito intorno a lei e suo cugino, bugie nelle quali lei è costetta a vivere, bugie che hanno soffocato i suoi ricordi, ricordi che anche dopo due anni ormai riaffiorano spesso la sua mente, e Olivia non ne puo' piu' di essere cosi forte da poter sopportare tutto da sola, cosi si domanda per quale motivo non riesce ad andare avanti, eppure tutti gli altri lo hanno fatto, perchè lei no?
Si volta ed intravede il volto di Justin ormai ridotto in pezzi, le guance rosee, gli occhi stracolmi di lacrime, il labbro tremolante, e mentre gli accarezza la nuca “io mi sento vuoto” sussurra lui, stringendosi al petto della cugina.
 “Vuoto?” domanda olivia credendo di aver capito male.
“E’ come se qualcosa dentro di me fosse andato via, ma non so cosa, e mi sta distruggendo”
 

**


Justin è seduto ai bordi del grande letto nella camera di Olivia, gioca con la pallina gialla facendola rimbalzare sul pavimento mentre la cugina è scesa al piano inferiore a preparare la merenda.
Voleva stare da solo, voleva abbandonarsi al silenzio facendo in modo di riempirlo con il caos che generavano i suoi pensieri.
Il suo riflettere viene interrotto, improvvisamente. La pallina che prima stringeva tra le mani è rotolata sotto il letto e Justin si abbassa per raccoglierla, ma la mano tocca qualcosa di più rigido e più grande, così il ragazzo si piega ancora di qualche centimetro per cercare di vedere l’oggetto accanto alla sua pallina, quando poi lo afferra, è una scatola.









hola chicos!
buona sera a tutti quanti,
sono tornata da una delle vacanze più belle della mia vita.
E questo ho scritto lì, insieme a due one shots c:
avrò tanto da scrivere in questi giorni e sono soddisfatta!
Ne sono un po' di meno nel vedere che sono 5 persone hanno recensito lo scorso capitolo,
mi aspettavo qualcosa di più, ma questo non mi ferma mica!
Ritornando alla FF non ho molto da dire in verità, oltre al fatto che fra qualche capitolo finisce,
anche se ho ancora tanto da svelarvi, taaaanti secreti  che voi non sapete
*me malefica* ewe
Mi dileguo e cerco di postare il nuovo capitolo il prima possibile,
però ora voglio 7 recensioni susu, e lo posto!

un besos a tutte le mie donnole lettrici, la martins :)

@xbieberspancake
TARATATATATATA.

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