Smiling for your sake ~ Mandarin scent

di My Pride
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #01. Sole ~ You're my sunshine ***
Capitolo 2: *** #15. Alba ~ It's not over ***
Capitolo 3: *** #12. Primavera ~ Happy Birthday, Captain ***
Capitolo 4: *** #07. Allergia ~ Cherry Blossom ***
Capitolo 5: *** #11. Rondini ~ Spring breeze ***
Capitolo 6: *** #02. Profumo ~ A simple moment with you ***
Capitolo 7: *** #13. Influenza ~ By your side ***
Capitolo 8: *** #14. Bouquet ~ Smile for me, Nami ***
Capitolo 9: *** #09. Api ~ My stupid Captain ***
Capitolo 10: *** #08. Equinozio ~ Are you angry for what? ***
Capitolo 11: *** #10. Aquilone ~ You, me, and our little child ***
Capitolo 12: *** #03. Petali ~ Just a little secret ***
Capitolo 13: *** #05. Fiori di ciliegio ~ You're the reason that make me smile ***
Capitolo 14: *** #04. Stagione degli amori ~ Mating season (I wanna give you my heart) ***
Capitolo 15: *** #06. Polline ~ A night with you ***



Capitolo 1
*** #01. Sole ~ You're my sunshine ***


You're my sunshine Titolo: You're my sunshine
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 730 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera › 01. Sole
Humanity Face 10&Lode: #01. Capelli
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto caress › Carezza timida


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Nami sbadigliò e si avvolse meglio nella pesante coperta di lana che le copriva le spalle, tentando di attenuare in quel modo gli spifferi freddi di quella notte d'inizio primavera. Quella sera le spettava il turno di guardia, ed era proprio per quel motivo che, dopo aver rassicurato Sanji mille e mille volte ed essere riuscita a convincerlo che, nay, non c'era bisogno che facesse il galante e prendesse il suo posto, dato che il compito le spettava come al resto della ciurma, se ne stava in cima alla coffa della Merry, intenta ad osservare l'orizzonte munita di cannocchiale.
    Dal mare, silenzioso e piatto come una tavola, si innalzava di tanto in tanto un venticello gelido che le faceva correre piccoli brividi dietro la schiena, però, tutto sommato, era una serata piuttosto piacevole. Nami sorrise, per la prima volta contenta della sua vita e delle sue scelte. Prima di conoscere Rufy, aveva sempre odiato i pirati a causa del suo burrascoso passato; adesso, invece, era certa che il suo sogno si sarebbe finalmente realizzato, e tutto grazie a quello strano ragazzo dal cappello di paglia, che era riuscito laddove in molti avevano fallito.
Dirlo era bizzarro, ma Rufy era stato per lei come un raggio di sole che l'aveva salvata dall'orrore di Arlong. Certo, mai e poi mai si sarebbe in seguito aspettata di diventare lei stessa un pirata, eppure, col senno di poi, era convinta che quella, per quanto potesse sembrare discutibile, fosse la miglior decisione della sua vita.
    Un rumore proveniente dabbasso la distrasse dai suoi pensieri, e fu con fare accigliato  che abbassò lo sguardo verso il ponte per controllare la situazione, vedendo un'ombra sgattaiolare svelta in direzione della cucina. E sospirò con fare fintamente arreso nel rendersi conto di chi fosse.
«Rufy!» lo chiamò, cercando di non alzare troppo la voce per evitare che sottocoperta si svegliassero. «Non azzardarti a rubare del cibo!»
    Vide la figura del Capitano fermarsi immediatamente nel sentire la sua voce, e Nami, nonostante la distanza, vide perfettamente il sorriso a trentadue denti che si era dipinto sulle labbra di Cappello di Paglia. La raggiunse in un lampo allungando il braccio destro, poggiando mani e piedi sul bordo della coffa per sorreggere il proprio peso su di essa.
«Non volevo rubare niente», borbottò poi il ragazzo di gomma, facendo sì che la navigatrice assumesse un cipiglio piuttosto scettico. Quando Rufy diceva una cosa, però, era quella, e forse il suo scetticismo era dovuto proprio al fatto che non volesse fare incursione nella cucina. «Sanji ha detto che se trova qualcosa in meno mi farà saltare il pranzo e la cena per una settimana, e io non ci tengo».
    Nami non poté fare a meno di ridere a causa del tono con cui Rufy aveva pronunciato quelle parole, come se la prospettiva di non mangiare per tutto quel tempo lo spaventasse a morte. Il che era ironico, giacché aveva affrontato pericoli che avrebbero terrorizzato qualsiasi persona normale.
«Allora che cosa ci facevi qui fuori?» le venne spontaneo chiedere, e fu solo a quel punto che il Capitano si gettò a sua volta all'interno della coffa, prendendo posto accanto a lei.
    «Venivo a farti compagnia», disse semplicemente, e la navigatrice si accigliò.
    «Non c'è bisogno che tu lo faccia», le venne spontaneo dirgli, però l'espressione di Rufy parve indurirsi, tanto che lo vide distintamente aggrottare la fronte e gonfiare le guance come un bambino.
    «Ma io voglio farlo», insistette, quasi non volesse sentir ragioni. Alla navigatrice non restò altro da fare se non scuotere il capo, sebbene l'avesse fatto con aria divertita. Era difficile che Rufy cambiasse idea rapidamente, dunque lo lasciò semplicemente fare e si strinsero entrambi all'interno della coffa, tentando goffamente di scaldarsi con il calore dei loro corpi e le timide carezze con cui, di tanto in tanto, si sfioravano braccia e viso.
    La ragazza non seppe esattamente quanto tempo passarono in religioso silenzio, gli occhi di entrambi puntati verso il mare che poco a poco cominciava a divenire ben più di una macchia sfocata grazie all'approssimarsi perlaceo dell'alba, ma fu il russare del Capitano a richiamare la sua attenzione e ad accigliarla, facendola voltare nella sua direzione solo per trovarlo placidamente addormentato. Nel vederlo, Nami abbozzò un sorriso e, accoccolandosi contro di lui, chiuse a sua volta gli occhi, con il respiro regolare di Rufy che le conciliava il sonno e le solleticava dolcemente i capelli.






_Note inconcludenti dell'autrice
Okay, allora, uhm. Cosa mi ha spinto a cominciare questa raccolta RuNami? Ebbene, non lo so nemmeno io. Ho visto la tabellina, ho visto che alcune cose erano tremendamente fluff e, puff, ecco che è venuta fuori questa idea di cominciare una raccolta RuNami di dieci piccoli capitoli.
Chiariamo un paio di cosette, intanto: il titolo di questo capitolo è, ovviamente, un richiamo alla canzone
«You're my sunshine, my only sunshine, you make me happy ecc», forse perché, boh, per questa prima flash fiction lo trovavo piuttosto azzeccato. Inutile poi chiedersi perché la raccolta abbia un titolo simile, mi sono semplicemente tornate in mente le parole di Genzo non è vero ho letto il numero proprio stanotte perché non avevo nulla da fare, lol e l'ho messo, tutto qui.
Non sono ancora abituata a scrivere RuNami - in effetti le poche volte che lo scrivo c'è sempre lo ZoSan in mezzo -, dunque perdonate in anticipo questa schifezza colossale x)
Commenti e critiche sono ben accetti, ovviamente.
Alla prossima. ♥


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Capitolo 2
*** #15. Alba ~ It's not over ***


It's not over Titolo: It's not over
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Doppia drabble
[ 291 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami ; Monkey D. Rufy ; Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera › 15. Alba
Humanity Face 10&Lode: #08. Occhi
Genere: Generale ; Sentimentale ; Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti:
Missing moment ; Thriller Bark Arc


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Dilatò gli occhi e deglutì, lo sguardo fisso insistentemente sullo Special Zombie che possedeva l'ombra di Rufy e che aveva schiacciato ad uno ad uno i suoi compagni come mosche. Era finita. Più vedeva quel mostro avanzare verso di lei e Usopp, seguendo gli ordini che Moria aveva impartito lui, più Nami non riusciva a pensare ad altro se non che ormai fosse tutto finito. Non avrebbero potuto niente contro quel colosso, per quanto avessero cercato di opporsi a lui con le forze di cui disponevano. Zoro, Sanji, Robin, Franky, Chopper, Brook... nemmeno loro erano riusciti ad avere la meglio su Odr, come avrebbero sperato, anche per un singolo istante, di riuscire ad atterrarlo prima dell'alba? I suoi fulmini erano serviti a ben poco, così come il sale lanciato da Usopp. Erano spacciati, ormai.
    Non riuscì neanche a terminare quel pensiero che il piede di quel gigante rischiò quasi di colpirla in pieno, producendo un'onda d'urto terrificante che la fece rotolare doloramente sul terreno, lasciandola momentaneamente senza fiato. Tossendo, cercò di sollevarsi, incurante del calore del sangue che le scivolava sul viso, sgranando gli occhi nel vedere quel mostro sollevare nuovamente la gamba per schiacciare sotto il suo peso il cecchino.
«Usopp!» urlò con tutto il fiato che aveva in gola, le lacrime le offuscavano l'orlo delle ciglia e minacciavano di rotolare lungo le guance. 
    Un'ombra offuscò la poca luce che aveva cominciato a diffondersi in tutta l'isola, e Nami, sollevando lo sguardo e nel vedere Odr pronto a schiacciarla come aveva fatto con tutti i suoi amici, capì che era giunta anche la sua ora.
Era... finita. Finita per sempre. Strinse le palpebre, attendendo il momento della fine, per quanto in cuor suo sperasse ancora in un miracolo. Dove sei, Rufy.



It's not over unless you let it break you.






_Note inconcludenti dell'autrice
Il titolo di questa flash (è una specie di doppia drabble, in verità, ma tant'è) è stato ispirato dalla canzone It's not over dei Secondhand Serenade, che mi sono ritrovata a sentire per caso e mi ha dato l'ispirazione per questa storia senza pretese.
Sarà che sono ancora in fase Thriller Bark - aye, ancora, questa mia fase è praticamente infinita e suppongo che continuerà anche dopo aver finito di rivedere gli episodi ed essere arrivata a Sabaody, quindi significa che al Comicon avrò lo stesso aspetto di una mummia non è vero, avrò quel cappello e quella bandana *indica avatar* -, ma c'è stato quel determinato momento qui descritto che, boh, mi ha letteralmente rapita, per quanto non sia praticamente nulla di che.
Per chi fosse interessato, inoltre, ho aggiornato la raccolta Come granelli di sabbia in una clessidra
con il ventunesimo capitolo. Ancora nove e si concluderà
Commenti e critiche, comunque sia, sono ben accetti.
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Capitolo 3
*** #12. Primavera ~ Happy Birthday, Captain ***


Happy birthday, Captain Titolo: Happy birthday, Captain
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 658 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera › 12. Primavera
Humanity Face 10&Lode: #05. Labbra
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto kiss › Bacio impacciato


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Stupire un tipo come Rufy sarebbe stato fin troppo facile e non avrebbe richiesto nemmeno molto tempo, o almeno questo era stato il pensiero che aveva stanziato nella mente della navigatrice per chissà quanto tempo. Quando si era ritrovata a non meno di un paio di settimane dal compleanno del proprio Capitano, però, si era stranamente resa conto che stupirlo non era poi così facile come si era aspettata in un primo momento.
    Aveva tergiversato non poco nel riflettere sul da farsi e nel tentativo di pensare a qualcosa con cui arebbe potuto far piacere al ragazzo di gomma, e, dopo aver fatto un po' pressione su Sanji, che non ci aveva pensato due volte ad accontentarla e a svolgere qualsiasi compito affibbiava lui - persino i più bizzarri, c'era da aggiungere -, rovistando fra i vecchi indumenti stipati in cambusa aveva trovato qualcosa che avrebbe potuto fare al caso suo.
    Erano passati altri giorni da quando quell'idea aveva cominciato a ronzarle nella testa, e aveva passato gran parte della notte a sistemare quel giaccone che aveva scovato, cucendo i risolti ormai strappati e orlando le maniche e le spalle come più la aggradava. Il risultato finale era apparso migliore di quanto non avesse creduto al principio, eppure, a meno di pochissimi minuti dallo scoccare della mezzanotte del cinque maggio, ancora non si sentiva soddisfatta di quel regalo che aveva confezionato con tanta cura. Forse era un pensiero stupido, ma voleva fare molto di più per quel ragazzo che le aveva permesso di cominciare quel viaggio per coronare il suo sogno.
    La navigatrice si stiracchiò e si sgranchì il collo, gettando una rapida occhiata all'orologio prima di prendere il giaccone sotto braccio e uscire dalla propria cabina; l'aria serale era fresca e odorava di primavera, come se il profumo dei fiori si potesse sentire persino in mezzo all'oceano, dove la salsedine la faceva da padrone. La luna piena era alta nel cielo e rischiarava le tenebre, rendendo il manto celeste più luminoso di quanto non fosse in realtà. Una serata splendida per un giorno speciale. Non c'era altro modo per descrivere quella notte.
    Con un sorriso, alzò lo sguardo verso la coffa della Merry e decise di salire le scale di corda che portavano ad essa, sicura di trovare al suo interno la persona che stava cercando. E non poté evitare di aggrottare la fronte nel rendersi conto che, per placare i morsi della fame, il Capitano non ci aveva pensato due volte ad allungare un braccio verso i suoi alberi di mandarini, per quanto sapesse fin troppo bene che non poteva toccarli per nulla al mondo.

    «Piantala di ingozzarti!» sbottò la ragazza, non risparmiandosi dal tirargli un bel pugno in testa, con il quale riuscì a richiamare la sua attenzione. Ignorando il lamento dell'altro, poi - ma non era di gomma, quel cretino? Come poteva fargli male un pugno, se nelle battaglie incassava colpi ben peggiori di quello? -, prese a sua volta posto nella coffa, guardandolo attentamente in viso
prima di poggiargli senza tanti complimenti il giaccone che si era portata dietro sulle spalle, godendo silenziosamente dell'espressione stupita che parve farsi largo sul suo viso. «Buon compleanno, Capitano».
    Nami lo vide poi osservare con estrema attenzione ogni particolare di quel regalo, dalle mostrine sulle spalle ai bottoni che abbellivano il lato della giacca, stringendo fra le dita di una mano la pesante stoffa rossa di quel vestito, simile a quello che era stato indossato dal Re dei Pirati prima della fine. 
«Grazie». Un'unica parola che per il Capitano valeva più di mille altre, alla quale la ragazza rispose abbozzando un sorriso.
    «Mi aspetto di essere ringraziata come si deve, adesso», scherzò, ridacchiando a sua volta nel sentire la risata cristallina e divertita che scaturì finalmente dalla bocca di Rufy. E gli gettò le braccia al collo qualche secondo dopo, attirandolo verso di sé per sfiorare le labbra del ragazzo con le proprie e sigillare quel momento in un bacio al sapor di mandarino.






_Note inconcludenti dell'autrice
Ma quanto sono cicci questi due insieme?
Più scrivo su di loro più non posso fare a meno di amare loro e il fluff che si portano dietro, anche se il tutto viene comunque contornato di tanto in tanto da quel pizzico di ironia che non guasta mai
Ovviamente, questa storia è stata scritta in primis per il compleanno di Rufy - tanti auguri, Capitano
♥ - e per l'iniziativa ~ A home-made present… Happy Birthday Captain! ~ indetta dal forum The New World, dove si chiedeva per l'appunto di scrivere una storia che avesse come riferimento centrale il compleanno del Capitano e un regalo per lui fatto a mano. Ecco perché, dopo aver visto l'immaginetta qui a lato, mi è venuto in mente di scrivere qualcosa in cui c'entrasse un giaccone in stile Gol D. Roger.
Sono troppo scontata, lo so... ._.
C
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Capitolo 4
*** #07. Allergia ~ Cherry Blossom ***


Cherry blossom Titolo: Cherry blossom
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot
[ 1188 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera › 07. Allergia
Humanity Face 10&Lode: #07. Naso
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto sweet › Ciambella
The season challenge: Primavera › Allergia


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Nami starnutì per l'ennesima volta nell'arco della giornata, soffiandosi il naso con il fazzoletto di stoffa che si portava dietro da quella mattina.
    Si era svegliata pimpante come al solito, e, recuperato un cesto di vimini e un cappello di paglia per proteggersi dal sole, si era diretta al di sopra del castello di prua della Merry e aveva raggiunto la sua bella piantagione di mandarini, con la ferma intenzione di potare i rami secchi e raccogliere i frutti più maturi. Aveva rimandato quel lavoro da parecchio tempo e si era sempre ripromessa di riprenderlo il prima possibile, e quel mattino gli era sembrato il momento migliore per occuparsi dei suoi mandarini. Peccato, però, che non avesse contato l'avvicinarsi ad un'isola primaverile e la conseguente allergia che l'aveva colpita non appena le era giunto un forte profumo dolciastro alle narici.
    In un primo momento la cosa l'aveva accigliata e confusa, non lo negava. Non era mai stata allergica al polline o a qualche specie di fiori e non aveva dunque saputo spiegare il perché di quell'improvviso raffreddore che l'aveva sconquassata, e sarebbe di sicuro entrata nel panico se non avesse sentito in seguito un altro paio di starnuti provenire dal ponte. Aveva dunque potuto appurare di non essere stata l'unica a subire gli effetti di quel profumo, giacché persino Zoro e Sanji si erano ritrovati ad essere le vittime di quei malefici fiori. Chopper non aveva nemmeno saputo spiegar loro cosa fosse successo, poiché lui, che di solito era quello su cui gli odori facevano più facilmente presa, aveva semplicemente fatto spallucce e detto che il profumo di quei fiori gli sembrava perfettamente nella norma, così come le analisi che aveva eseguito su di loro per essere sicuro che non fosse una specie a cui sarebbero potuti essere allergici. I misteri della Grand Line si spingevano ovunque, a quanto sembrava.
    Nami si strofinò il dorso di una mano sotto l'occhio sinistro per cancellare qualche residuo di lacrime dovuto all'ennesimo starnuto, tirando poco signorilmente su con il naso mentre si dirigeva a passi strascicati in cabina, più che decisa ad occupare il proprio tempo a fare qualcosa anziché starsene con le mani in mano come le aveva suggerito Chopper. Avrebbe dovuto mettersi a letto e smetterla di scarrozzare avanti e indietro sul ponte per controllare la rotta o dare ordini al posto del Capitano, però, e lo sapeva fin troppo bene, se avesse lasciato tutto nelle mani del resto della ciurma - in special modo di quello sconsiderato di Rufy o di quei due idioti di Zoro e Sanji, che come lei non ne avevano minimamente voluto sapere di andare a coricarsi sulle amache per riposarsi - avrebbero rischiato di finire fuori rotta e sarebbero stati di sicuro in grossi guai.
    Si passò una mano fra i corti capelli rossi e, dopo aver starnutito ancora, agguantò il diario di bordo e fece dietro front, riattraversando il corridoio di sottocoperta e salendo le scale per tornare sul ponte, venendo nuovamente investita dal fastidioso odore di quei fiori. Storse il naso e si passò un dito sulla punta di esso, cercando in qualche modo di grattarselo per evitare che quel profumo le stuzzicasse troppo le narici; in quel mentre il suo stomaco si fece sentire, e arrossì imbarazzata, guardandosi intorno come se volesse controllare che non ci fosse nessuno in giro. Di solito era Rufy quello che non si vergognava a far udire i tremendi borbottii della sua pancia, anche perché lei era sempre riuscita a ricacciare indietro i morsi della fame. Con Sanji nelle sue stesse condizioni, però, non aveva potuto purtroppo mettere sotto i denti uno dei suoi buoni manicaretti, con sommo dispiacere suo, del cuoco e di tutta la ciurma. Sanji aveva sì provato a cucinare come se nulla fosse, ma dopo aver starnutito tre volte di seguito e aver rischiato di tagliarsi un dito mentre sfilettava il pesce, era stato Chopper stesso a costringerlo seduto e ad ordinargli di non avvicinarsi alla cucina, ignorando il piagnucolio a cui il giovane cuoco aveva dato vita. Quegli stupidi fiori stavano facendo una strage, e ci sarebbero volute ancora quattro ore di navigazione per allontanarsi quel tanto che bastava per non riuscire più a sentirli.
    Un tonfo sordo proveniente da poppa la fece sussultare, tanto che stornò bruscamente lo sguardo in quella direzione come se si aspettasse di veder sbucare dall'acqua un mostro marino; sospirò di sollievo, però, nel rendersi conto che si trattava semplicemente di Zoro, che cercava di sollevare quei suoi assurdi pesi da trecento chili nonostante gli starnuti che si erano impadroniti anche di lui. Proprio non poteva fare a meno di allenarsi anche in quelle condizioni, eh?
«Che accidenti fai?» le venne spontaneo chiedergli nell'avvicinarsi, sistemandosi il diario di bordo nella tasca dei calzoncini. «Lo vedi anche tu che non riesci a sollevarlo come si deve, hai forse intenzione di distruggere il ponte?»
    Zoro le scoccò un'occhiataccia e poi, starnutendo ancora e passandosi l'avambraccio sul naso, rinserrò la presa sul manubrio, fermamente deciso a riprendere i propri allenamenti senza distrazioni. 
«Non mi lascio sconfiggere da uno stupido raffreddore», borbottò scontroso, tornando a guardare dritto dinanzi a sé come se volesse concentrarsi. «Né tanto meno da degli stupidi fiori», soggiunse, ma non riuscì nemmeno ad aggiungere altro che un nuovo starnuto lo costrinse a lasciare il peso, che si conficcò disastrosamente fra le assi del ponte, lasciando navigatrice e spadaccino più che sconcertati. Sbatterono le palpebre all'unisono e si guardarono per un lungo istante, prima che, come richiamato dalla povera nave stessa, un Usopp a dir poco incavolato facesse la sua apparizione, cominciando a sbraitare contro il Vice Capitano.
    Nami scosse il capo e decise di lasciarli alle loro questioni, riafferrando il fazzoletto per grattarsi il naso con esso, decidendo di dare ascolto al suo povero stomaco e di cercare dunque qualcosa da mangiare in cucina. E le venne stupidamente da ridere nel rendersi conto che qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea e stava adesso tentando in tutti i modi di trafugare cibo dal frigorifero, mordicchiando il lucchetto nella vana speranza di vederlo spaccarsi in due.
«Rufy?» lo richiamò, e il Capitano si ritrovò a trasalire, voltandosi lentamente verso di lei con gli occhi ingigantiti e un'espressione a dir poco comica dipinta in viso.
    «Non stavo rubando niente!» si affrettò a dire immediatamente, per quanto fosse fin troppo palese quella sua menzogna. Le tasche dei jeans straripavano persino di mandarini, quindi tentare di far finta di niente sarebbe stato assurdo. Però la navigatrice si limitò a fare spallucce e ad avvicinarsi, scansandolo dal frigo senza tanti complimenti.
    «Sappi che questa è un'eccezione, Rufy», cominciò poi, inserendo la combinazione prima di tirar fuori dal frigo quel che restava della ciambella doppio gusto che Sanji aveva preparato il giorno prima, dovendo dare uno schiaffo sulla mano del Capitano non appena la vide entrare nel suo raggio d'azione. Richiuse l'anta in fretta, così da evitare che quello scemo rubasse più del dovuto, e mise nuovamente il lucchetto, dividendo con il Capitano ciò che aveva appena trafugato lei stessa. Nemmeno si chiese perché avesse smesso di starnutire, dando semplicemente vita ad un enorme sorriso prima di unirsi a Rufy in quella cena improvvisata fatta di pane, formaggio, e mandarini.






_Note inconcludenti dell'autrice
E finalmente ritorno con un nuovo capitolo di questa piccola raccolta!
Diciamo che questa situazione è nata pensando un po' a me, dato che soffro di allergia e stanotte ho ripreso a starnutire come una pazza per ore senza riuscire a chiudere occhio a causa del polline che svolazza ovunque in qualsiasi ora del giorno, e tenere le finestre chiuse con questo caldo nemmeno a parlarne...
Anyway! Sproloquio mio a parte, spero di non essere andata troppo OOC con i protagonisti di questa one-shot, visto che devo ancora prenderci la mano quando si tratta di questa coppia... eh, purtroppo io so usare molto meglio personaggi maschili un po' rozzi, ormai sono bollata e non posso più farci niente . Ah, nella mia mente bacata, i fiori che provocano quell'allergia ai membri della ciurma si chiamano
«fiori dell'amore»: chi ha difficoltà nell'esprimere i propri sentimenti all'amato viene colpito in pieno dal profumo di quei fiori, e l'effetto, come si è potuto notare alla fine di questa flash, svanisce non appena si comprende cosa si prova per la controparte. Nel mondo dove regna la fantasia, tutto è possibile! [cit]
Okay... sto sclerando, non datemi retta 
Alla prossima. ♥


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Capitolo 5
*** #11. Rondini ~ Spring breeze ***


Spring breeze Titolo: Spring breeze
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 782 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera › 11. Rondini
Humanity Face 10&Lode: #09. Orecchie
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto caress › Carezza sulla guancia


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    «Ci stiamo avvicinando ad un'isola primaverile», esordì d'un tratto Nami, lo sguardo rivolto verso la linea azzurra dell'oceano che si stendeva oltre l'orizzonte.
    Sanji, che si trovava accanto a lei con un vassoio colmo di dolcetti e cocktail e una sigaretta fra le labbra, inclinò di poco il capo di lato, non prima di aver sbuffato fuori un po' di fumo.
«Come fai a dirlo, Nami-san?» le chiese con il suo solito fare galante, porgendole poi un bicchiere colmo fino all'orlo.
    La ragazza sorrise e lo accettò di buon grado, bevendo un piccolo sorso.
«Dal clima, tanto per cominciare», spiegò qualche istante dopo, sollevando poi lo sguardo verso il cielo per indicare con la mano libera un punto preciso fra le nuvole bianche e sfilacciate. «E per la presenza di quelle rondini, per quanto sia insolito che volino così in alto mare».
    «Rondini?» si intromise Rufy, comparso chissà quando lì sul castello di prua. I suoi occhi, in quel momento, sembravano due fari luminosi e affamati. «Ohi, Sanji!» si rivolse poi al cuoco, afferrandolo per un braccio e ignorando il modo in cui quest'ultimo cercava inutilmente di cacciarlo via da sé. «Me ne cucini una, se la catturo?»
    «Non pensarci nemmeno, brutto idiota!», esclamò con fare infuriato Nami, senza risparmiarsi dal rifilargli un pugno in testa, e Rufy fu costretto a mollare Sanji - con suo sommo piacere, c'era da aggiungere - e a puntellarsi sui calcagni con un lamento, portandosi entrambe le mani a massaggiare il punto colpito.
    «Ahia!» si lagnò, per quanto il suo corpo fosse fatto interamente di gomma. In effetti era bizzarro vedere come i pugni di Nami sortissero un certo effetto sul Capitano, o forse si trattava semplicemente di un riflesso incondizionato. «Che ho detto di male?» borbottò contrariato, rimediandoci uno sbuffo da parte della navigatrice, che non lo degnò della benché minima attenzione.
    «Rufy, se hai fame vieni dentro, è quasi pronto». Sanji decise di prendere in mano le redini della situazione per evitare che la sua dolce Nami facesse realmente a pezzi il Capitano, dato lo sguardo omicida che gli aveva lanciato. E Rufy, nel capire al volo che avrebbe potuto mettere sotto i denti qualcosa, non ci pensò due volte a seguire Sanji in cucina, trotterellandogli dietro sotto lo sguardo scettico di Nami, che si ritrovò a sospirare e a scuotere il capo. Accidenti, quello scemo era proprio un bambino. Decise di non pensarci oltre, avviandosi a sua volta in cucina al seguito degli altri membri della ciurma, che sembravano aver fiatato proprio come Rufy l'odore del cibo. Ma su che razza di nave era capitata? Nonostante tutto, però, la navigatrice si ritrovò a sorridere brevemente, accomodandosi a tavola non appena fu pronto.
    Sanji servì lei per prima come tutte le volte, rivolgendole un sorriso galante prima di poggiare con uno sbuffo il resto del pranzo dinanzi a quegli scrocconi dei suoi compagni, che si fiondarono immediatamente sul cibo senza nemmeno ringraziare. Non che fosse una novità, in fin dei conti...
scosse il capo ancora una volta e cominciò a mangiare anche lei, dovendo ammettere che il cuoco sapeva destreggiarsi davvero bene davanti ai fornelli. Un pasto come si conveniva era il massimo, prima di giungere a terra e sbarcare.
    «Hai del riso sulla guancia», ridacchiò all'improvviso Rufy, e Nami ebbe appena il tempo di girarsi verso di lui con fare accigliato prima di sentire la lingua del ragazzo leccarle il viso, facendole andare il sangue alle orecchie per l'imbarazzo di quel gesto.
    «Che cosa fai, razza di stupido!» strillò arrabbiata, colpendolo per l'ennesima volta della giornata con uno dei suoi soliti pugni, venendo ben presto aiutata da Sanji, che, dopo aver berciato un «Non fare certe cose con Nami-san!» rifilò al Capitano un calcio dritto in faccia fino a farlo volare dall'altro lato della cucina con suo forte disappunto, dato che non aveva per niente capito cosa fosse preso ai suoi due compagni di viaggio.
    Dal canto suo, la navigatrice aveva cominciato a borbottare chissà cosa fra sé e sé, rossa in viso e con la mano con cui reggeva la forchetta che tremava dall'emozione. Non sembrò nemmeno preoccuparsi delle occhiate che le stavano lanciando gli altri membri della ciurma, dovendo però ammettere a se stessa che, per quanto Rufy l'avesse fatto per prendersi del cibo, quel gesto l'aveva fatta sorridere. Chissà, forse, un giorno o l'altro, il Capitano avrebbe capito i suoi sentimenti e avrebbe compiuto quei gesti con più naturalezza di quanto non facesse adesso, e lei avrebbe potuto confessargli con il cuore in mano ciò che provava per lui.
    Ecco, doveva convincersi proprio di questo. Del fatto che gliel'avrebbe detto, prima o poi. O avrebbe continuato a riempirlo di pugni fino a che non l'avesse capito da solo, quello zuccone.






_Note inconcludenti dell'autrice
In verità questa flash fiction è un pochino stupida, ma è nata con le migliori intenzioni, lo assicuro
Dalle mie parti è raro che si veda qualche rondine - passerotti, gazze ladre e quant'altro, ma le rondini volano più verso la montagna ad est che qui -, quindi ho pensato a questa piccola flash proprio con il pensiero rivolto alle due rondini che ho visto questa mattina, a dispetto del tempo per niente buono
Insomma, tutto questo per dire che sono pazza e che non ci sto molto con la testa quando scrivo, però questa piccola raccolta RuNami mi sta facendo sorridere come una scema nonostante tutto 
Spero comunque che, per quanto semplice, la storia vi sia piaciuta :)
Alla prossima. ♥


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Capitolo 6
*** #02. Profumo ~ A simple moment with you ***


A simple moment with you Titolo: A simple moment with you
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 713 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera › 02. Profumo
Humanity Face 10&Lode: #02. Collo
Piscina dei prompt: One Piece, Rufy/Nami, "Te l'ho promesso"

Genere: Generale, Sentimentale, Fluff, Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?, Post One Piece
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto embrace › Abbraccio protettore
The season challenge: Primavera › Profumo


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Non era nemmeno sorto il sole quando Nami aveva riaperto gli occhi, sollevando debolmente il capo per guardarsi intorno.
    Nella penombra che regnava nella cabina, la navigatrice aveva potuto distinguere a fatica le sagome scure della mobilia spartana e i vestiti malamente gettati su una sedia riposta contro il muro, esattamente sotto all'oblò che affacciava sul mare lievemente smosso. Il turno di guardia quella notte spettava a Zoro, dunque aveva potuto dormire un sonno tranquillo senza preoccuparsi più di tanto, sapendo fin troppo bene quanto lo spadaccino prendesse seriamente quel lavoro. Quando non crollava addormentato a sua volta, almeno. Ormai erano anni che navigavano insieme e quello scemo riusciva ancora a stupirla in qualche modo assurdo, il più delle volte.
    Sorrise appena, scansandosi qualche ciuffo di capelli dagli occhi prima di coprirsi il seno con le lunghe ciocche rosse che le ricadevano sul corpo, abbassando lo sguardo per osservare l'uomo che dormiva al suo fianco. Ancora non riusciva a credere che, dopo tutti quegli anni trascorsi, fosse davvero riuscito a realizzare il suo sogno. Le sembrava ieri che l'aveva incontrato ad Orange Town con quello scapestrato di Zoro, restando a dir poco sorpresa dal fatto che fossero pirati e non possedessero nemmeno una nave degna di tale nome, per quanto avessero dato non poco filo da torcere a Bagy, il pirata che lei stessa aveva derubato; ricordava perfettamente il viaggio che li aveva visti uniti fino al villaggio di Shirop, l'incontro con Usopp, le avventure che avevano vissuto fino alla sua entrata nella ciurma e la nave che Kaya aveva donato loro per solcare i mari; poi il Baratie, Sanji, la sua fuga e la rivalsa contro Arlong, e tutto grazie all'aiuto di quello strambo ragazzo dal cappello di paglia. E da quel momento, per lei era cominciata una nuova vita ricca di avventure, una vita vissuta accanto a quelli che oltre suoi compagni di viaggio erano divenuti suoi amici, ed era sicura che, se le fosse stato chiesto di tornare indietro e scegliere, non avrebbe cambiato una sola virgola di quanto successo in tutto quel lasso di tempo.
    A quei suoi stessi pensieri si toccò con entrambe le mani il ventre lievemente gonfio, sentendo l'ansia assalirla nuovamente. Non avrebbe cambiato nulla, certo, ma adesso che Rufy era diventato l'uomo più ricercato del mondo, sapeva fin troppo bene che la Marina avrebbe dato loro filo da torcere. La cosa non la spaventava affatto, giacché non era la prima volta che si ritrovavano i marines alle calcagna, ma stavolta non era solo la sua stessa vita ad essere in pericolo, bensì anche quella del bambino che portava in grembo. 
    E fu proprio mentre lei era intenta in quelle sue elucubrazioni mentali che 
Rufy si mosse fra le lenzuola e alzò una palpebra a metà, distinguendo appena la sagoma della donna. «Nami?» biascicò nel dormiveglia, e lei, sussultando per essere stata colta così alla sprovvista, abbassò rapidamente lo sguardo sul Capitano, cercando di calmare il battito impazzito del proprio cuore. Immersa com'era stata nei suoi più disparati pensieri, aveva quasi dimenticato di trovarsi in compagnia dell'uomo che era ormai diventato il Re dei Pirati.
    «Dormi, Rufy», sospirò a mezza voce qualche istante dopo, e fece per mettere un piede fuori dalle lenzuola quando sentì una mano del compagno afferrarla per non permetterle di farlo, avvolgendo delicatamente le dita intorno al suo polso esile.
    «Solo se torni qui», rimbeccò lui con voce ferma, nonostante il sonno di cui sembrava essere ancora vittima. Quello stupido. Per quanti anni potessero passare, lui non sarebbe mai cambiato. Sarebbe sempre stato il solito bambinone che pretendeva che tutti facessero ciò che lui diceva, risultando spesso egoista ed egocentrico per quel suo modo di fare. Ciononostante, però, Nami trasse un lungo sospiro e, forse sentendosi rassicurata proprio da quella convinzione che a stento vedeva dipinta sul viso del Capitano a causa della penombra e dalla certezza che, qualunque cosa fosse successa, Rufy sarebbe stato sempre e comunque al suo fianco, decise di sistemarsi nuovamente sotto le coperte, venendo accolta da un braccio di Cappello di Paglia, che la attirò contro di sé con un mezzo sospiro soddisfatto.
    Nami nascose il viso nell'incavo del suo collo e sorrise, lasciando che il calore di Rufy e il suo profumo calmassero l'inquietudine che quella notte si era impossessata del suo animo.






_Note inconcludenti dell'autrice
Mi ero ripromessa che non avrei scritto niente del genere, però alla fine essa ha preso il sopravvento e mi è quasi sfuggita di mano, quasi avesse vita propria
L'idea all'inizio era un'altra, lo ammetto, ma ho cominciato a stendere la flash fiction senza pensare più di tanto, arrivando infine a scrivere questa storia introspettiva in un momento intimo fra Nami e Rufy (visto ovviamente dal mio punto di vista, dunque facilmente discutibile - oh, beh, succede, se si passa la maggior parte degli anni a scrivere su personaggi maschili e a concentrarsi sul loro punto di vista, in particolar modo se tali personaggi sono rozzi e difficilmente manovrabili o trattabili) in un altrettanto ipotetico futuro di One Piece, o, per meglio dire, in una visione della giovane navigatrice su un ipotetico futuro al fianco del suo strambo e amato Capitano. E, aye, io ho uno stranissimo debole per Rufy quando diventa d'un tratto serio e autoritario. Mi sciolgo letteralmente in brodo di giuggiole *Spupazza Rufy Strong World version*
Spero che la storia vi sia piaciuta in qualche modo :)
Alla prossima. ♥


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Capitolo 7
*** #13. Influenza ~ By your side ***


By your side Titolo: By your side
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 414 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera › 13. Influenza
Humanity Face 10&Lode: #03. Fronte
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff, Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto kiss › Bacio sul naso


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Con il respiro accelerato e le palpebre tremanti, Nami tentò di tirarsi su a sedere, sentendo le membra anchilosate e pesanti a causa dell'influenza che l'aveva colta così alla sprovvista. Un attimo prima se ne stava sul castello di prua, intenta a controllare la rotta, e un attimo dopo si era ritrovata riversa a terra sul ponte della Merry, sentendo intorno a sé l'agitazione che era corsa su tutta la ciurma per quel suo crollo improvviso.
    Sanji aveva come al solito esagerato, cominciando a piangere come uno scemo per timore che potesse morire, ed era stato cacciato a pedate da Chopper, che gli aveva intimato di smetterla di agitarsi più del dovuto, per quanto anche il piccolo medico non si fosse risparmiato dall'esclamare che avevano bisogno di un dottore fino a quando non gli era stato fatto gentilmente notare da Usopp che il dottore era proprio lui. Una ciurma di scemi, insomma.
    Quando Chopper aveva appurato che si trattava soltanto di una comune influenza e non della stessa malattia che l'aveva aggredita quando avevano lasciato Little Garden, l'equipaggio intero aveva tratto un lungo sospiro di sollievo, lasciandola alle amorevoli cure di Chopper.
    Non si era nemmeno resa conto di quando aveva chiuso gli occhi e si era addormentata, ma era stata una piacevole frescura sulla fronte a svegliarla, e solo in seguito aveva capito che si trattava di un panno bagnato che le era stato diligentemente posto sulla fronte per abbassare la temperatura. Doveva ammettere che aveva fatto un buon lavoro, quell'asciugamano. Per quanto il suo corpo sembrasse non voler rispondere, la temperatura pareva essersi abbassata, però non riusciva a capire perché non riuscisse a muovere il braccio destro come avrebbe voluto.
    Aggrottando la fronte, dunque, Nami provò ancora una volta ad issarsi a sedere, volgendo solo in quel momento lo sguardo alla sua destra; ciò che vide la lasciò perplessa e le fece spalancare la bocca in una muta esclamazione sorpresa, ma riuscì in qualche modo anche a farla sorridere, intenerita. Con il capo poggiato sul suo braccio e la mano stretta nelle sue, Rufy aveva vegliato sul suo capezzale fino al punto di addormentarsi, lasciandole in grembo il suo prezioso cappello di paglia.
    Nami non poté fare a meno di ridacchiare, stringendo le dita intorno a quelle di Rufy prima di chinarsi un po' verso di lui e dargli un bacio di ringraziamento sul naso. Un bacio leggero, appena accennato, ma bastò a far sì che il ragazzo sorridesse a propria volta. Quell'influenza era stata un incentivo per avvicinarli, a quanto sembrava
.






_Note inconcludenti dell'autrice
Esattamente come la storia scritta per la raccolta Waiting for ~ 30 Shattered Pieces che ho appena postato, anche questa flash un po' stupidina è stata scritta per la Quinta Notte Bianca di [info]maridichallenge, in particolar modo per il Pasticcino Fest, in cui mi è per l'appunto capitato il prompt incentivo
Ecco cosa succede a scegliere il pasticcino chiamato Prati Marini dal colore verde e blu, lol. Anche i pasticcini tifano ZoSan, è una cospirazione, l'ho sempre detto che ormai è canon per chiunque! *Comincia a sclerare come una pazza e viene drasticamente abbattuta*
Anyway, come già detto, questa flash non è niente di che ed è semplicissima, però ogni tanto mi piace scrivere di questi momenti un po' fluff e al tempo stesso un po' inconcludenti, forse perché la realtà non ha trama e mi piace scrivere di situazioni che possono sembrare realistiche. Ho già pronta la prossima flash, e proverò a postarla domani.
Commenti e critiche, ovviamente, sono ben accetti.

Alla prossima. ♥


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Capitolo 8
*** #14. Bouquet ~ Smile for me, Nami ***


Smile for me, Nami Titolo: Smile for me, Nami
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 581 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera › 14. Bouquet
Humanity Face 10&Lode: #04. Guance
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff, Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?
V Notte Bianca: Ce la fai a non pensare al cibo per almeno mezzo minuto? @ nemofrommars [ [info]maridichallenge ]
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto sweet › Cioccolata
The season challenge: Primavera › Fiori


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Quando avevano raggiunto un'isola, erano sbarcati e Rufy le aveva chiesto di andare a mangiare qualcosa assieme - solo loro due, non con tutta la ciurma - come se fosse una sottospecie di appuntamento, Nami era rimasta lì per lì perplessa dalla decisione presa dal Capitano.
    Forse se le avesse semplicemente detto di voler andare a pranzo l'avrebbe presa in tutt'altro modo, lasciando che quella singola richiesta scorresse come al solito senza darvi peso poi più di tanto, ma era stata proprio la parola «Appuntamento» uscita dalle labbra di Rufy a far capitolare improvvisamente il suo cuore.
    Sotto lo sguardo sconvolto di Sanji, che aveva cominciato a maledire il Capitano in tutte le lingue del mondo e a blaterare che al Raftel ce lo avrebbe fatto arrivare lui a suon di calci in culo se solo avesse osato alzare un dito su di lei, Nami aveva seguito Rufy e il suo naso, cominciando a sentirsi euforica ogni momento che passava. Era stata una novità bella e buona, quella, quindi aveva voluto per una volta fantasticare sul perché Rufy le avesse chiesto una cosa del genere. Quando avevano raggiunto la locanda e si erano seduti, però, la povera navigatrice era rimasta così di sasso dal fatto che il Capitano volesse semplicemente mangiare, che le erano quasi cadute le braccia.
    Nami strinse un pugno sul bordo del tavolino, traendo un lungo sospiro come se volesse calmarsi. Okay, lo sapeva fin troppo bene com'era fatto quello scemo, però... dannazione, erano là dentro da più di un'ora e quell'idiota aveva soltanto mangiato. «Rufy», cominciò pacatamente, sentendo una vena pulsarle pericolosamente sulla fronte e storcendo il naso nel sentire un pezzetto di carne sporcarle entrambe le guance. «Ce la fai a non pensare al cibo per almeno mezzo minuto?»
    Come se fosse stato appena svegliato da un lungo sonno, il ragazzo sollevò il capo dal piatto mezzo vuoto che aveva dinanzi, ingoiando tutto intero il cosciotto di carne che aveva sorretto con la destra fino a quel momento. «Prima ho chiesto del sake!» parve essere la sua attenuante, e fu a quel punto che la navigatrice, lasciandosi sfuggire un'esclamazione frustrata, decise di alzarsi e di mollarlo lì, andando a pagare ciò che il ragazzo aveva ingurgitato prima di uscire come una furia dalla locanda. Che finisse di mangiare da solo. Lei ne aveva abbastanza.
    «Ohi, Nami, aspetta!», la chiamò, e la ragazza ebbe appena il tempo di voltarsi verso di lui prima che dei fiori rossi e gialli le arrivasse praticamente ad una spanna dal naso, e si accigliò non poco nel rendersi conto che, con un braccio allungato verso di lei e un sorriso a trentadue denti dipinto in viso, Rufy le stava offrendo un bouquet che aveva preso da chissà dove e persino quello che aveva tutta l'aria di essere uno scatolo di cioccolatini. Nami sbatté le palpebre più volte, sorridendo a poco a poco a sua volta. «Non arrabbiarti più e fallo più spesso», soggiunse Rufy, al che la navigatrice sollevò lo sguardo dai fiori per osservare lui.
    «Cosa?»
    «Sorridere», rispose con fare ovvio. «Sei più bella quando sorridi».
    Nami avvampò, afferrando il mazzo di fiori prima di dargli le spalle e far finta di niente. «Sta' zitto e datti una mossa, torniamo alla nave», replicò, sentendo nelle orecchie la risata cristallina di Rufy. Sentì il sangue colorarle maggiormente le guance e strinse il bouquet contro il suo petto, affrettando il passo come se volesse distanziare il Capitano. Doveva però ammettere che, per una volta, quello scemo l'aveva decisamente sorpresa.







_Note inconcludenti dell'autrice
Altra piccola storia scritta di getto per la Quinta Notte Bianca di [info]maridichallenge - a quest'ora ormai conclutasi -, con il prompt gentilmente offerto da nemofrommars
Sto cominciando a prenderci un pochino la mano, con questo pairing, per quanto molto spesso non riesca a capire esattamente come muovere i personaggi e farli interagire fra loro 
Mi è più facile farlo con Zoro e Sanji, purtroppo, forse proprio perché sono abituata a muovere personaggi un po' rozzi, chiamiamoli in questo modo, ecco 
Comunque sia, spero vivamente che questa storia vi sia piaciuta e che vi abbia fatti in parte sorridere :)

Alla prossima. ♥


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Capitolo 9
*** #09. Api ~ My stupid Captain ***


My stupid Captain Titolo: My stupid Captain
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 553 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami ; Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera › 09. Api
Humanity Face 10&Lode: #06. Mento
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff 
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?
V Notte Bianca: Non c'è abbastanza spazio @ kuruccha [ [info]maridichallenge ]
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto sweet › Torta


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Nami sentì una vena pulsarle sulla fronte, stringendosi il più possibile contro il muro del ripostigio nel quale si era nascosta con Rufy per sfuggire alla marina.
    Con tutti i posti che c'erano, quello scemo di un Capitano aveva deciso di seguire il suo naso e, senza nemmeno pensarci due volte, l'aveva trascinata all'interno di un edificio di mattoni che a prima vista era apparso ai loro occhi come un semplice casinò all'interno del quale si stava svolgendo un banale ricevimento, ricevimento al quale, grazie al ragazzo, alla fine si erano imbucati per poter mangiare a sbafo e Rufy si era rimpizzato di ogni cosa, persino della torta a cinque piani - con una splendida glassa al cioccolato che era sparita in un lampo, a ben dire - che portava lo stemma del Governo Mondiale.
    Quando si erano resi conto che non era altro che un raduno della Marina, però, era stato ormai troppo tardi. Braccati come degli animali da un plotone di marines, avevano cominciato a correre trafelati per i corridoi dell'edificio nella speranza di riuscire a nascondersi da qualche parte, e la sola cosa che avevano trovato, e non grazie al pronto intervento di Rufy, era stato il ripostiglio delle scope. Stesso ripostiglio in cui si trovavano adesso e nel quale stavano cominciando a stare decisamente stretti. E tutto per colpa di quello scemo, che non la finiva di agitarsi a destra e a manca e a scansare gli scopettoni nella vana speranza di fare spazio. Come se non bastasse, poi, non vedeva ad una spanna dal naso, e imprecò a denti stretti quando sentì qualcosa - difficile dire se fosse una mano di Rufy o addirittura la mazza di una scopa - la colpì sotto il mento, facendole vedere le stelle.
    «Piantala di muoverti in quel modo, Rufy!» sbottò dunque, inviperita, non riuscendo più a sopportare quell'assurda situazione. Era da ben dieci minuti che continuava in quel modo, e non aveva intenzione di farsi male più del dovuto. «Qui dentro non c'è abbastanza spazio, e tu ne prendi decisamente troppo!»
    «Allora è meglio uscire!» esclamò con semplicità inaudita il Capitano, spalancando la porta e ruzzolando insieme a lei sul pavimento; la luce improvvisa le ferì gli occhi e la costrinse a socchiudere le palpebre nel tentativo di attenuare il disagio, ma non riuscì a rendersi pienamente conto di cosa stesse succedendo che sentì una mano di Rufy circondarle il polso e issarla da terra, costringendola a correre ancora una volta a perdifiato nonostante non vedesse assolutamente nulla.
    Nami poté trarre un respiro di sollievo solo quando si ritrovarono finalmente fuori, all'aria aperta, lontani da quel posto e in linea più ristretta fuori dalla portata di tutti i marines che si erano radunati lì. E tutto a causa di quello scemo, che aveva preferito seguire il suo naso anziché pensare anche solo per un attimo alle conseguenze. E proprio a quel pensiero, la navigatrice gettò una rapida occhiata al Capitano, che ricambiò il suo sguardo con un enorme sorriso sornione dipinto sulle labbra.
    Poco dopo, proprio nei pressi della Merry, il ronzio delle api nelle orecchie e il profumo di fiori selvatici si rivelò un vero e proprio toccasana, per Nami. Peccato che Rufy, riempito di botte fin sopra alle orecchie dalla ragazza stessa, non la pensasse esattamente allo stesso modo.







_Note inconcludenti dell'autrice
Anche questa storia, come la precedente, è stata scritta per la Quinta Notte Bianca di [info]maridichallenge
Mi è piaciuto descrivere questo piccolo lato del loro rapporto - ovvero quando Nami, innervosita, prende a schiaffi e a pugni Rufy rendendogli il viso irriconoscibile - e non ho resistito quindi ad una fine del genere, che mi ha fatta ridere come una scema e pensare al tempo stesso che Nami è l'unica che riesce a conciare davvero male Rufy x)
Scleri miei a parte, spero che la storia vi sia in qualche modo piaciuta
Da domani, inoltre, qualunque aggiornamento - raccolte, storie a capitoli e quant'altro - slitterà verso la sera, poiché me ne andrò in vacanza e vedrò il pc solo dopo le sette passate, giusto per saluti e convenevoli
Alla prossima. ♥


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Capitolo 10
*** #08. Equinozio ~ Are you angry for what? ***


Are you angry for what? Titolo: Are you angry for what?
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 521 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera › 08. Equinozio
Humanity Face 10&Lode: #10. Zigomi
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff 
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, Spoiler!, What if?
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto caress › Carezza inaspettata


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Secondo il diario di bordo era il ventuno marzo, l'equinozio di primavera. Secondo Rufy Cappello di paglia, però, quello era un giorno talmente noioso da dover essere cancellato seduta stante dal calendario.
    Non avevano un'avventura da svariate settimane, pur trovandosi nel Nuovo Mondo, e dopo Punk Hazard sembrava essere calato su di loro un sottile velo di tranquillità difficilmente digeribile, per un tipo attivo come lui. Non che qualche attimo di pace non se lo meritassero, ma era inutile mentire a se stesso: si stava maledettamente scocciando.
    Si grattò uno zigomo e sbadigliò, gettando un'occhiata al ponte della nave. Seduto sull'erba, con le braccia incrociate dietro alla testa e la schiena poggiata contro l'albero maestro, Zoro se ne stava bellamente a dormire come suo solito, russando profondamente; accoccolato contro di lui c'era anche Chopper, che, approfittando di quei momenti di quiete, aveva deciso a sua volta di schiacciare un sonnellino, usando una coscia dello spadaccino come cuscino. Gli altri membri della ciurma si trovavano negli angoli più disparati della nave, dunque la sua noia si sarebbe protratta ancora per molto.
    Rufy sbuffò e si sollevò dalla polena, stiracchiandosi prima di scendere da essa e dirigersi verso tribordo, sentendo la natura chiamare; si fermò di botto nel ricordarsi di quando tempo addietro la sessa Nami gli aveva vietato categoricamente di usare quel luogo come orinatoio, e, con una scrollata di spalle e un nuovo sbuffo, si diresse verso il bagno, fischiettando distrattamente per ammazzare il tempo. Quando aprì la porta, però, si fermò sulla soglia a causa di uno strillo che gli trapassò i timpani, lasciandolo momentaneamente stordito.
    «Che diavolo ci fai qui, razza di stupido?!» sbottò inviperita la voce di Nami, prima che quest'ultima gli lanciasse contro una saponetta che lo centrò in piena fronte. «Impara a bussare, la prossima volta!»
    Lasciandosi sfuggire un gemito doloroso - e sì che lui non avrebbe dovuto farsi male per niente, essendo di gomma, ma Nami sembrava possedere quella particolare abilità nel riuscire a pestarlo quasi a sangue -, Rufy sollevò senza volerlo lo sguardo su di lei mentre si massaggiava vigorosamente la fronte, restando lì per lì in silenzio nell'osservare il corpo della navigatrice. Si soffermò senza malizia alcuna sulla curva dei suoi fianchi e sulle sue cosce, risalendo lentamente verso il seno. Non si era mai reso conto di quanto fosse davvero cambiata la ragazza in quei due lunghi anni, capelli lunghi a parte. Anche il suo corpo era fiorito, e la cosa, probabilmente, non gli dispiaceva per niente. «Oh, le tue tette sono cresciute tantissimo!» commentò nell'allungare la mano e nel carezzarle un seno tutto d'un tratto, sinceramente stupito e con una semplicità disarmante. «Sono grandi quasi come quelle di Hancock!»
    Il sinistro rumore che sentì qualche istante dopo avrebbe dovuto almeno in parte preoccuparlo, ma si accorse troppo tardi che la navigatrice, con una vena pulsante sulla fronte che sembrava pronta ad esplodere, aveva staccato chissà come il lavello e gliel'aveva tirato addosso con uno strepito rabbioso.
    Quel giorno, oltre al dover bussare, Rufy imparò a sue spese di non dover mai paragonare il seno di Nami a quello di un'altra donna.







_Note inconcludenti dell'autrice
Il caldo della spiaggia mi sta decisamente dando alla testa, penso che si veda u_u
Non ho però resistito a scrivere una cosetta del genere, forse perché l'idea di Rufy che piomba tranquillo nel bagno quando quest'ultimo è occupato da Nami è così canon che non potevo esimermi dallo scriverci su una situazione come questa x)
Non sono mica la sola ad aver visto il Movie 3D: Mugiwara Chase, no? Dunque sapete benissimo di che cosa sto parlando, anche se questa flash con quel determinato episodio centra ben poco x)
Inserire anche Boa Hancock come paragone, poi, era dovuto, perché mi pare vagamente di ricordare che Rufy l'ha vista completamente nuda... potrei anche sbagliarmi dato che sono passati anni da quando ho guardato quell'episodio, però, bene o male, si vede benissimo anche da vestita che ce le ha grosse... x)
Comunque sia, commenti e critiche sono ovviamente accetti :3
Alla prossima. ♥


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Capitolo 11
*** #10. Aquilone ~ You, me, and our little child ***


You, me, and our little child Titolo: You, me, and our little child
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 800 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera › 10. Aquilone
La piscina dei prompt: One Piece, Rufy/Nami, "Non più solo noi due"

Genere: Generale, Sentimentale, Fluff 
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto caress › Carezza delicata


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Rufy si lasciò sfuggire un lungo sbadiglio, stiracchiandosi per bene sul manto erboso che ricopriva il ponte della Sunny.
    Un paio d'ore prima, si era seduto lì insieme a Zoro, che si era bellamente addormentato contro di lui già da un bel pezzo, e si era limitato a tenere le braccia incrociate dietro la testa e ad osservare il via vai di Sanji, che aveva provveduto a tutte le faccende e a stendere persino il bucato, fischiettando un motivetto che sembrava tanto essere Bink's sake; i restanti membri dell'equipaggio si erano goduti quegli attimi di tranquillità esattamente come aveva fatto lui, per quanto si fosse lagnato per tutto il tempo, desiderando un'avventura. Era bello starsene in santa pace, una volta tanto, però era già ka quindicesima volta in due sole settimana che si annoiava in quel modo.
    «Ohi, Rufy!» lo richiamò in quel mentre la voce di Usopp, tanto che drittò letteralmente le orecchie per gettare un'occhiata verso il cecchino, vedendolo on quello che aveva tutta l'aria di essere un aquilone. «C'è un bel venticello, ti va di provarlo un po'?» gli chiese, e Rufy non se lo fece ripetere due volte, scattando in piedi con una risatina divertita e svegliando persino Zoro quando, gridando «Arrivo, Usopp!», gli diede per sbaglio un calcio nel fianco, ignorando il lamento che lo spadaccino si lasciò sfuggire.
    Sanji, appena uscito dalla cucina con un vassoio in mano, scoccò ad entrambi un'occhiata scettica. «Rufy, dovresti cominciare a comportarti come un uomo maturo, non come un marmocchio», gli disse con fare scostante, spegnendo la sigaretta sotto la suola della scarpa prima di adocchiare la figura di Nami, comodamente seduta sul ripiano dell'albero maestro. «Oh, Nami-swan ~♥!» cantilenò immediatamente, e Usopp, che aveva ben ascoltato il suo discorso, non poté fare a meno di sollevare un sopracciglio nel vederlo volteggiare divertito verso la navigatrice prima di chinarsi a mezzo busto dinanzi a lei, porgendole amabilmente il piattino sul quale aveva riposto dei pasticcini dalla forma conica. Alla faccia del comportamento maturo. «Ecco i muffin alle fragole che madame aveva richiesto», disse galantemente, alzando il viso verso di lei per guardarla con occhi colmi d'amore. «Hanno un cuore di cioccolato ricoperto di panna, proprio come piace a te, Nami-san».
    «Oh, grazie mille, Sanji-kun!» esclamò deliziata, unendo entrambe le mani nell'osservare quella meraviglia alla panna che il cuoco era stato così carino da portarle; poi gli sorrise, forse persino un po' imbarazzata. «E scusa se ti assillo con queste mie voglie...»
    «Assillarmi? Och, mellorine, non sono mai stato così felice d'essere il tuo schiavo d'amore!» squittì Sanji, portandosi una mano al petto, quasi sentisse il cuore battere all'impazzata. «Chiedimi tutto quello che vuoi, tutto quello che ti aggrada! Sarò lieto di esaudire ogni tuo desiderio in qualunque ora del giorno e della notte!» asserì sicuro di sé, facendo ridacchiare la navigatrice.
    «Non ci sarà bisogno, sul serio», cercò di dire, sentendo una fitta allo stomaco; si portò entrambe le mani a coppa su di esso con un lamento, facendo immediatamente allarmare Sanji, che si accovacciò dinanzi a lei.
    «Nami-san! Tutto bene?» le chiese apprensivo, calmandosi solo quando Nami sollevò un angolo della bocca in un sorrisino forzato.
    «Ha scalciato», disse semplicemente, e, prima ancora che il cuoco potesse dire qualcosa - anche perché erano i suoi occhi a parlare per lui, così lucidi che sembrava sul punto di piangere -, venne immediatamente scansato da Rufy, che gli mollò fra le dita l'aquilone per sfiorare con entrambe le mani la pancia rotonda della sua compagna.
    «Ha scalciato davvero?» domandò emozionato, ottenendo un breve annuire divertito dalla ragazza, prima che entrambi abbassassero lo sguardo sullo stomaco. «Ehi, piccolino... qui c'è il tuo papà», disse poi, carezzando il ventre gonfio. E forse, sentendo le lacrime bruciare agli angoli degli occhi, cercò di camuffare il tutto in qualche modo, non volendo piangere dinanzi alla sua compagna né tanto meno davanti ai suoi amici, che si erano tutti riuniti intorno a loro, Zoro incluso. Oh, accidenti... se l'avesse visto Ace, gli avrebbe sicuramente dato dell'idiota, e poi, ridendo spensierato com'era solito fare, gli avrebbe circondato le spalle con un braccio e si sarebbe congratulato con lui, divertito. Al pensiero di Ace quasi rischiò che quelle lacrime ruzzolassero lungo le sue guance, tanto che si lasciò scappare una risata prima di alzare lo sguardo su Nami. «Certo che sei diventata parecchio grossa, però...», soggiunse, cercando in quel modo di scacciare in quel modo la tristezza che l'aveva attanagliato. E ne valse la pena, giacché la reazione di Nami riuscì a rasserenarlo e a farlo ridere maggiormente.
    «C-Come diavolo ti permetti?!» esclamò difatti la navigatrice, a dir poco inviperita; Rufy si allontanò alla svelta e cominciò a scappare inseguito da lei, con un povero Chopper che li rincorreva a sua volta, trafelato.
    «Non devi agitarti, Nami! Sei incinta!»
    Si prospettavano giorni decisamente impegnativi, nei prossimi quattro mesi.







_Note inconcludenti dell'autrice
Erano secoli che non aggiornavo questa raccolta, ma tra una cosa e l'altra, il caldo in agguato che mi scioglieva i neuroni e gli impegni della vita reale, l'ho trascurata un bel po' e me ne dispiaccio, visto che questa è una delle coppie etero che adoro in One Piece
Non so se prima o poi uscirà una raccolta anche FRobin, dipende se la mia testolina bacata decide di collaborare oppure no, però, per il momento, vediamo di finire questa, alla quale mancano ancora un bel po' di capitoletti x)
In questa flash, comunque, c'è sia il momento fluff sia quello un po' più malinconico in cui Rufy ricorda Ace, e spero sul serio di non essere andata OOC con il comportamento dei personaggi, non essendo ancora molto ferrata nelle RuNami
Non so perché, ma Nami incinta è un argomento che mi affascina, non chiedetemi perché ò_ò
Spero comunque che la storia vi sia in qualche modo piaciuta :3
Alla prossima. ♥


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Capitolo 12
*** #03. Petali ~ Just a little secret ***


Just a little secret Titolo: Just a little secret
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 660 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy, Accenni ZoSan
Tabella/Prompt: Primavera › 03. Petali
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff 
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, What if?


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Raggiungimi in cambusa appena cala la notte. Era stata quella la frase che aveva letto sul biglietto che aveva trovato, per quanto non avesse capito esattamente chi fosse stato a scriverla.
    La calligrafia era ordinata e composta, e, avendo visto unicamente quella di Robin, era certa che non fosse stata lei, anche perché non avrebbe avuto nessun motivo per invitarla in cambusa, dormendo praticamente nella stessa stanza. Le era persino balenata nella testa l'idea che fosse stato Franky a scriverlo proprio per la bella archeologa, e al pensiero che tra loro ci fosse una storia segreta, quasi aveva pensato di andare a dare realmente un'occhiata, divertita. Però, qualche attimo dopo, si era vagamente chiesta se non fosse stato Rufy a scrivere una cosa del genere, e si era ritrovata ad arrossire come una ragazzina. Era mai possibile che quello scemo d'un Capitano avesse ideato uno stratagemma simile? Och, le sarebbe davvero piaciuto che fosse realmente così.
    Aveva dunque cercato di decifrare tutti gli strani comportamenti di Rufy e l'aveva tenuto d'occhio per tutto il giorno per giungere ad una conclusione, e poco ci era mancato, una volta scesa la notte, che si mettesse ad esultare come una stupida non appena aveva visto il Capitano scomparire proprio in direzione della cambusa, mettendola in agitazione. E quasi le era mancato il fiato quando, seguendolo, aveva trovato il pavimento completamente cosparso di petali di rosa, cosa che le aveva fatto battere il cuore all'impazzata.
    Oh, accidenti... ogni tanto aveva delle idee davvero romantiche, quello scemo di Rufy. Con un sorriso a trantadue denti si era dunque affrettata a percorrere tutta la zona disseminata di petali, ritrovandosi davanti alla porta della cabina, lasciata socchiusa; dal suo interno proveniva una luce aranciastra vagamente soffusa e un profumo di rose e sake, che rendeva l'atmosfera stranamente sensuale ed eccitante. Quando aveva spinto la porta, però, Nami era rimasta a dir poco paralizzata nel vedere distesa su un futon la figura di Sanji, con addosso unicamente una coperta leggera.
    «Ce ne hai messo di tempo, marimo... ti eri perso?» ridacchiò lui nel voltarsi verso la soglia, ma alla vista della navigatrice sbiancò, balbettando confuso. «N-Nami-san?!» squittì colto dal panico, e la ragazza fu assolutamente certa che avesse anche deglutito sonoramente. Anzi, quasi le sembrava di sentire il battito frenetico del suo cuore contro la gabbia toracica.
    «S-Scusa, Sanji-kun, non volevo!» esclamò immediatamente, affrettandosi ad indietreggiare; e sarebbe anche scappata via se solo non fosse andata a sbattere contro qualcosa di duro e massiccio, sollevando il viso solo per incontrare l'espressione scettica di Zoro.
    «Fine dello spettacolo, Nami», ironizzò, spingendola lui stesso fuori con tutta la delicatezza di cui disponeva, chiudendosi poi la porta alle spalle sotto lo sguardo stralunato della navigatrice. Forse quello avrebbe preferito non saperlo, probabilmente...
Frastornata, fece dietro front e ripercorse passo dopo passo la strada che la separava dal ponte, traendo un lungo sospiro una volta raggiunto per respirare l'aria fresca della sera. Chi l'avrebbe mai detto che Zoro e Sanji... beh, che loro due avessero quel tipo di feeling. In fin dei conti litigavano sempre, dunque era alquanto difficile immaginarsi una cosa del genere.
    «Ohi, Nami?» La voce di Rufy direttamente nel suo orecchio la fece sussultare, e quasi ci mancò che si lasciasse sfuggire un grido sorpreso; si voltò rapida verso di lui e lo vide con un sopracciglio sollevato, come se non avesse compreso il perché della sua reazione. «Tutto bene?» le fu chiesto, e lei, dopo un attimo d'esitazione, decise di annuire. Anche se... non era poi così sicura di come stesse, stranuta com'era dalla scoperta appena fatta.
    «Ti va di venire con me, Rufy? Andiamo a mangiare qualcosa», volle provare a scacciare quella strana sensazione che l'aveva assalita in quel modo, e dovette ammettere che l'espressione luminosa di Rufy fu capace di farla sorridere.
    «Sul serio?! Andiamo!» l'afferrò lui stesso per un polso con delicatezza prima di trascinarla verso la cucina, allegro come un bambino.
    Non c'era niente di meglio della compagnia di Rufy per rasserenarla, certe volte.







_Note inconcludenti dell'autrice
Con oggi è esattamente un anno che sono approdata nel fandom di One Piece, ed è stato un anno assolutamente fantastico, durante il quale ho anche conosciuto un sacco di persone meravigliose con le quali sono tuttora a contatto sia dentro che fuori EFP
La voglia di scrivere mi aveva abbandonata, ma è stato proprio questo fandom a farmela tornare e a convincermi a riprendere a scrivere, e devo dire di esserne davvero contenta, adesso, perché non avevo ancora capito quanto maledettamente mi mancasse farlo
Per questo motivo voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno seguita fino a questo momento e le meravigliose persone con cui ho fatto amicizia, che a loro volta mi hanno invogliata a scrivere su qualunque cosa, non solo fanfiction, ma anche un milione di storie originali che mi hanno emozionata e hanno emozionato. A tutti voi, quindi, dico grazie di cuore
Alla prossima. ♥


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Capitolo 13
*** #05. Fiori di ciliegio ~ You're the reason that make me smile ***


You're the reason that make me smile Titolo: You're the reason that make me smile
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction
[ 716 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami ; Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera › 05. Fiori di ciliegio
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff, Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, Missing Moment
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto sweet › Muffin


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    lei l'idea di essere un pirata non era mai piaciuta.
    Era cresciuta con la convizione che i pirati fossero degli uomini meschini e crudeli che ammazzavano gli innocenti senza alcuna ragione e che la Marina non potesse fare niente per fermarli, poiché l'esperienza con Arlong le aveva insegnato che nemmeno la giustizia era in grado di porre un freno all'orrore che i pirati potevano seminare e al dolore che si lasciavano alle spalle. Era stato proprio per quel motivo che, pur essendo solo una bambina, aveva deciso di prendere in mano le redini della situazione e di combattere con le unghie e con i denti per riprendere il suo villaggio, imponendosi di sorridere per quanto la voglia di piangere, in lei, fosse maledettamente tanta. Aveva tenuto duro per otto lunghi anni, truffando, rubando e scappando come la ladra che era, tornando da Arlong ogni qual volta riusciva a racimolare una somma abbastanza consistente che, passo dopo passo, l'avvicinava sempre più al suo obiettivo finale. E aveva creduto di poter sopportare tutto fino a quando non aveva conosciuto Rufy.
    Per uno scherzo del destino, o forse per volere del fato stesso, aveva conosciuto quello strambo ragazzo dal cappello di paglia e aveva stretto con lui una bizzarra alleanza, imparando pian piano a voler bene a lui, allo spadaccino di nome Zoro e a quel bugiardo di Usopp, sentendosi finalmente... libera. Una sensazione momentanea, una sensazione che era terminata nel momento stesso in cui aveva visto l'avviso di taglia di Arlong e aveva tradito quelle care persone che l'avevano considerata sin da subito un'amica. E cosa avevano fatto quegli idioti, dopo che lei li aveva trattati in quel modo meschino? L'avevano seguita e, pur non c'entrando nulla con tutta quella maledetta faccenda, si erano immischiati nella loro lotta contro gli Uomini Pesce.
Se solo ci ripensava adesso, con le braccia incrociate sul parapetto della Merry, le veniva da piangere di gioia. Se quello stupido di Rufy non fosse stato così testardo dal volerla per forza con sé, dallo sfidare Arlong stesso per liberare lei e Kokoyashi, si sarebbe ancora trovata nelle grinfie di quel pirata, a disegnare cartine e a rubare nella vana speranza di riuscire a ricomprare da lui il villaggio, pur sapendo che fosse tutto vano.
    A quei pensieri si passò il dorso di una mano sugli occhi, sorridendo nel sollevare lo sguardo verso il cielo. Non si era mai resa conto di quanto fosse azzurro, di come navigare potesse risultare così piacevole e della splendida sensazione che dava sentire l'oscillazione della nave che cavalcava le onde, libera di poter vivere come più desiderava.
    «Ohi, Nami!» La voce di Rufy, in quel silenzio che l'aveva avvolta, fu come un fulmine a ciel sereno, e si ritrovò dunque a voltarsi nella sua direzione con fare accigliato, trovandolo seduto contro l'albero maestro insieme a Zoro; poco lontano c'era anche Usopp, a debita distanza mentre provava, sotto l'occhio critico dello spadaccino, qualche altra diavoleria che aveva tutta l'aria di essere una bomba al tabasco. «Cosa ci fai lì tutta sola? Vieni qui!»
    «Per una volta il Capitano ha ragione, mia dolce musa! Onoraci della tua presenza! Ti ho preparato anche un dolce!» cinguettò amorevolmente Sanji, uscito proprio in quel mentre dalla cucina. Sorreggeva un piatto su cui troneggiava la più bella torta-muffin che la ragazza avesse mai visto, con fragole tagliate a cubetti e cioccolato plastico dalla forma di fiori di ciliegio; il tripudio di rosa e bianco era stato studiato nei minimi particolari e persino il profumino che le giungeva alle narici era invitante, tanto che, con una scrollata di spalle, si allontanò dal parapetto e li raggiunse, divertita. Rise, poi, nel vedere come il cuoco, con il solo ausilio della gamba destra, tentava in tutti i modi di tenere Rufy lontano dal cibo, sbottando inutilmente che non era per lui e che, se proprio voleva qualcosa, avrebbe dovuto aspettare.
    Nami sorrise, prendendo posto accanto a Zoro per osservare la divertente scenetta che cuoco e Capitano stavano offrendo a tutti loro. Godersi spensieratamente quegli attimi di tranquillità, dopo tutti gli anni che aveva passato a scappare e a tentare di tener duro con le sue sole forze, era... bello. Bello, aye. Non avrebbe saputo trovare aggettivo migliore per descrivere ciò che stava vivendo.
    Rufy le aveva dato una ragione per tornare a sorridere di cuore
.






_Note inconcludenti dell'autrice
Chino il capo e mi fustigo da sola per aver scritto una cosa del genere, poiché non posso giustificarmi dicendo che è colpa dello special Episode of Nami: Le lacrime di una navigatrice e il legame tra compagni che è stato rilasciato in sub ita un paio di giorni fa da OPF. Eppure è esattamente a causa di quello special che è venuta fuori una cosa del genere, per quanto io stessa abbia cercato in tutti i modi di evitarlo
Insomma, di storie malinconiche ed angst ce ne sono a bizzeffe, dunque che senso aveva farne una anche per una raccolta che in teoria dovrebbe essere fluff? Non lo so, quindi è per questo che mi fustigo *si picchia da sola*
Comunque sia, un po' di fluff alla fine c'è, visto che in fin dei conti Nami e Rufy, quando sono assieme, mi danno proprio la sensazione di essere saccarosio puro, per quanto Nami non perda mai occasione di picchiare il caro Capitano quando qualcosa non va *rotola e ridacchia in maniera incontrollata*
Sclero mio a parte, spero che in qualche modo vi sia piaciuta
Alla prossima. ♥


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Capitolo 14
*** #04. Stagione degli amori ~ Mating season (I wanna give you my heart) ***


Mating season Titolo: Mating season (I wanna give you my heart)
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot
[ 1145 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera › 04. Stagione degli amori
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life, After Punk Hazard
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto embrace › Abbraccio inaspettato
The season challenge: Primavera › Stagione degli amori


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Nami si lasciò sfuggire un lungo sospiro afflitto e, con un gomito poggiato sul parapetto della nave e il mento abbandonato sul palmo della mano, gettò una veloce occhiata verso la città che si scorgeva attraverso il boschetto che aveva dinanzi.
    Aveva fatto decisamente male a prendere il posto di Zoro e a restare sulla Sunny per farle la guardia, rifiutando persino l'offerta di Sanji-kun di sostituirla a sua volta. Se ci pensava adesso, sola e completamente annoiata, si domandava cosa diavolo le avesse fatto venire un'idea idiota come quella, visto che Sanji era anche in debito con lei per l'aver approfittato del suo corpo quando Law li aveva rimescolati. Avrebbe potuto fare compere con Robin, provarsi vestiti costosi senza pagarne nemmeno uno e far compagnia all'amica nel fortuito caso in cui avessero trovato una libreria ben fornita, giacché i libri presenti nella biblioteca della nave li aveva praticamente divorati tutti. Era stata una vera stupida a fare a cambio con quello scemo di uno spadaccino. L'unica cosa positiva di tutta quella stramaledetta situazione era il canto degli uccelli nascosti fra le fronde degli alberi, un canto così soave da riempirle il cuore di gioia. E sorrise nel vedere due passerotti che si rincorrevano in cielo, creando archi perfetti e cinguettando allegri e pieni di vita, quasi fossero innamorati.
    Distrattamente, forse anche a causa della noia, si chiese che stagione potesse essere su quell'isola, per quanto il venticello tiepido che si era innalzato dal mare e il clima mite le facessero supporre che fosse estate. Oppure, visto il comportamento degli animali, era probabilmente primavera. La stagione degli amori, per l'appunto. Ecco anche spiegato come mai le sembrasse di avere tutto intorno a sé uno stormo di rondini in festa.
    Beh, almeno qualcuno che sfruttava quel periodo c'era
, le venne stupidamente da pensare, lasciandosi sfuggire un sorrisetto sarcastico. Le sembrava che fossero passati secoli dall'ultima volta in cui aveva potuto passare del tempo in compagnia di Rufy, vuoi per improvvisi inseguimenti della marina, vuoi perché quello scemo, il più delle volte, si fomentava anche per una sciocchezza e non vedeva l'ora di arrivare alla prossima isola solo per vivere una nuova avventura. Però, e doveva ammetterlo a se stessa, non era stato anche grazie a quella sua spensieratezza che si era sentita attratta da lui? All'inizio, quando l'aveva finalmente liberata dalla tirannia di Arlong, aveva pensato che l'affetto che la legava a Rufy fosse derivato dal debito di gratitudine che aveva nei suoi confronti, ma era stata una vera e propria sciocca nel pensarlo anche solo per un attimo. Con i suoi modi di fare e la sua perenne allegria, con la sua aria un po' stupida e la sua serietà nel momento del bisogno, Rufy riusciva a conquistare il cuore del prossimo anche con un semplice sorriso.
    Immersa com'era nei suoi pensieri, si accorse solo in un secondo momento che l'oggetto dei suoi pensieri era tornato alla nave e stava risalendo a bordo, portandosi dietro quelle che avevano tutta l'aria di essere le scorte di un intero mese. Un momento... Sanji aveva avuto il coraggio di consegnare il cibo a Rufy? E Rufy l'aveva riportato alla Sunny del tutto integro, senza nemmeno rubare qualcosa com'era solito fare? Il mondo si era decisamente capovolto.
    «Rufy!» lo chiamò nell'andargli in contro, trovando più saggio limitare i danni finché era ancora in tempo; si lasciò sfuggire un sospiro sollevato, però, quando lo vide semplicemente lasciare tutto sull'erba e sorriderle, passandosi un braccio sulla fronte per asciugarsi le goccioline di sudore. «Fa proprio caldo su quell'isola!» esclamò euforico, come se avesse visto chissà quale mirabolante meraviglia. «E poi ci sono un sacco di belle cose! Usopp ha persino trovato della polvere da sparo più utile di quella che usa adesso! Dovresti andare a vedere anche tu!»
    Per quanto l'idea fosse allettante, Nami dovette declinare l'offerta, scuotendo brevemente il capo. «Ho detto a Zoro che avrei tenuto d'occhio la Sunny».
    «Resto io», si offrì, e la navigatrice gli scoccò un'occhiata guardinga, come se temesse che il Capitano avesse in mente qualcosa. Era la seconda stranezza della giornata, quella. A quota tre si sarebbe preoccupata per la sua salute e sarebbe corsa a chiamare Chopper, anche a costo di scardinare le porte di mezza città.
    «Mi prometti che metterai questa roba in deposito e ti terrai lontano dal frigo?» volle essere sicura, non sapendo che cosa aspettarsi da un tipo imprevedibile come lui. Vedendolo annuire con fermezza, però, lasciò cadere in parte la maschera sospettosa che aveva indossato, incrociando le braccia al petto. «Okay... allora vado. Ma ricorda che se manca anche solo una misera carota, dirò a Sanji di non prepararti più niente per un mese».
    La minaccia parve sortire l'effetto sperato, poiché Nami - e ne fu maledettamente sicura - vide Rufy sbiancare alla sola idea di stare a digiuno per un periodo di tempo così lungo, e si sentì maggiormente rasserenata dalla consapevolezza di Rufy che lei faceva sul serio, quando si trattava di cose simili. Si preparò dunque alla partenza, ma venne bloccata dal Capitano prima ancora che potesse anche solo pensare di scendere.
    «Oh, aspetta!» Aprì uno dei sacchi fra la montagna di borse che aveva riposto sul ponte e, borbottando chissà cosa fra sé e sé, frugò al suo interno, esultando qualche attimo dopo quando tirò fuori da esso quello che aveva tutta l'aria di essere un ammasso di stoffa colorata legata da un nastro rosso. «Questo è per te», disse poi, porgendolo a Nami senza tanti complimenti; lei, accigliata, dapprima se lo rigirò fra le mani senza sapere che cosa farsene, però, quando Rufy la spronò a sciogliere il laccio, si lasciò sfuggire un sospiro divertito ed eseguì, curiosa di sapere che cosa si fosse inventato questa volta quello scemo di un Capitano. E rimase oltremodo senza parole quando il suo sguardo si posò sul soprabito rosso che reggeva fra le mani, carezzando la seta come se le sue dita si posassero su una stoffa simile per la prima volta. Dove diavolo aveva trovato i soldi per una cosa così costosa? «Ti piace?» le venne chiesto, e non le sfuggì la risatina divertita a cui Rufy aveva dato vita. «Visto che ho rovinato il tuo cappotto preferito, ho pensato di prenderti questo. Robin ha detto che era carino».
    La navigatrice sbatté più volte le palpebre e fece scorrere lo sguardo dal soprabito al volto del ragazzo, sollevando spontaneamente un angolo della bocca nello stringere contro il seno quel semplice pezzo di stoffa.
Certo, erano passati ben due anni da quell'avvenimento, però... accidenti, era stato proprio carino a ricordarsi di una sciocchezza simile. «Scemo... non dovevi». Ma grazie, soggiunse mentalmente, e Rufy parve leggere quelle parole nel suo sorriso, poiché si limitò a lasciarsi sfuggire un'altra delle sue risate cristalline ed abbracciarla, borbottando divertito che era una cosa da nulla, per quanto le sue guance sembrarono colorarsi vagamente di rosso.
    La stagione degli amori arrivava per tutti.






_Note inconcludenti dell'autrice
Okay, finalmente ho messo un po' da parte Unlimited Cruise 2 - ci sto in fissa da quando l'ho comprato due giorni fa, è un incubo - e sono riuscita ad aggiornare anche questa raccolta.
Credo di essere un tantinello fissata con questa stagione degli amori, vero? E anche con la storia di Arlong Park e tutto ciò che ne concerne, giusto? Stavolta, però, la colpa non è completamente mia, bensì del prompt della challenge, come potete ben vedere... anche se, conoscendomi, avrei comunque trovato il modo per inserire una cosa del genere. Sono una causa persa, già.
Anyway, dopo secoli e secoli in cui è accaduto, Rufy si ricorda ancora del giaccone preferito di Nami, del momento in cui l'ha strappato e delle botte che ha ricevuto, e non so perché io stia qui a blaterare su Drum quando la storia non è ambientata lì ma molto più avanti. Uhm *Viene pestata selvaggiamente*
L'idea che il Capitano le regalasse un sostituto della giacca, però, mi piaceva molto, forse anche troppo. Sarà che a me piacciono anche le cose semplicissime come un sorriso, chi lo sa... blatereggi miei a parte, spero vi sia piaciuta.
Alla prossima e ultima storia della raccolta ♥


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Capitolo 15
*** #06. Polline ~ A night with you ***


A night with you Titolo: A night with you
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot
[ 1189 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera › 06. Polline
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti:
Heterosexual, Slice of life
Piscina dei prompt: One Piece, Rufy/Nami, pasticci ai fornelli
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto embrace › Abbraccio impetuoso
The season challenge: Primavera › Polline


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    «Ohi, Rufy, mi spieghi che cosa diavolo ci trovi in quella strega?»
    Senza mezzi termini, e senza dar peso al resto dell'allegra combriccola che faceva casino nonostante l'ora tarda - e veniva quasi da chiedersi come mai Nami, che di solito si infuriava per un nonnulla, non li avesse ancora messi a tacere minacciandoli di aumentare i loro debiti del trecento percento -, Zoro aveva posto a Rufy quella fatidica domanda, gettando un'occhiata in direzione della sua amaca. Ed era stato proprio quel quesito a zittire tutti i presenti, che si erano voltati verso di lui con un'espressione stralunata dipinta in viso, come a chiedersi perché diavolo lo spadaccino se ne fosse uscito con una cosa del genere. Non era da lui interessarsi a idiozie simili - sue testuali parole, a quanto sembrava -, quindi era stato alquanto bizzarro sentirlo pronunciare proprio quel quesito.
    Rufy, però, sorrise divertito, issandosi a sedere sulla branda con le gambe incrociate su di essa. «Nami è come la carne», asserì semplicemente, e se per un attimo tutti gli altri se n'erano rimasti in silenzio, forse non capendo il perché di quella metafora, Zoro si ritrovò invece a sollevare un sopracciglio, sistemandosi le braccia dietro alla testa prima di sbuffare ilare.
    «Quando si raffredda diventa dura e stopposa?»
    «Che razza di analogia è per la mia splendida Nami-san?!» sbottò immediatamente Sanji, alzandosi dalla propria branda solo per rifilare un calcio ad entrambi e farli cadere dal letto, ignorando i lamenti che i due si lasciarono sfuggire. «Mettetevi a dormire e piantatela di parlare così della mia musa, chiaro?»
    Aggrottando la fronte, Rufy si calcò il cappello in testa, osservando di sottecchi il cuoco. «Ma perché ti arrabbi tanto, Sanji?» ebbe l'ardire di chiedergli, e in men che non si dica la suola della scarpa del compagno si stampò bellamente sul suo volto, e il calcio gli fece fare un volo di mezzo metro che lo mandò a sbattere letteralmente contro la porta. Per fortuna era di gomma e non si faceva nulla, visto che si era ritrovato con il capo rivolto verso il basso e le gambe dietro alla schiena. Beh, a quanto sembrava, data la reazione di Sanji, lui e Zoro avevano detto davvero qualcosa che aveva irritato il cuoco, anche se lui non riusciva ancora a capire cosa.
    Rufy si rimise in piedi e scrollò le spalle, approfittando della confusione che si era creata in quel momento per fuggire quatto quattro fuori dalla camerata dei ragazzi. Zoro aveva difatti cominciato a prendersela come sempre con Sanji e avevano dato vita ad uno dei loro soliti litigi, per quanto Usopp avesse provato in tutti i modi a sedare la rissa e ad evitare di venir coinvolto a sua volta; uscito sul ponte, Rufy trasse un profondo respiro e sorrise, dirigendosi fischiettando verso la cucina. Poteva provare a rubare qualcosa, sempre se Sanji non aveva chiuso il frigorifero con un lucchetto... cosa alquanto probabile, conoscendolo. Stava salendo le scale quando vide di sfuggita la figura di Nami, con le braccia incrociate sul parapetto e lo sguardo rivolto verso lo specchio nero che era adesso il mare. Si stava rigirando fra le mani un fiorellino e aveva le dita sporche di polline, come se fino a quel momento non avesse fatto altro che giocarci.
    «Ohi, Nami!» la chiamò allegro, vedendola sbattere le palpebre prima di voltarsi nella sua direzione e abbozzare un sorrisino.
    «Ehi, Rufy... Sanji-kun ti ha cacciato?» ridacchiò, e il Capitano inclinò il capo di lato, non capendo.
    «Eh?»
    «Vi ho sentiti, sai?»
    «Di cosa parli?»
    «Dei vostri stupidi discorsi». Scosse il capo, lasciandosi sfuggire uno sbuffo ilare prima di lanciargli uno sguardo di sottecchi, a metà tra il divertito e lo scocciato. «E così io sarei come la carne, vero?»
    Rufy rimase lì per lì in silenzio, ridacchiando qualche attimo dopo e grattandosi dietro al collo. Allungò poi una mano per prendere il fiore che Nami reggeva e glielo mise tra i capelli, lasciandola perplessa. «Ma a me la carne piace», replicò tranquillo, e per quanto a lui sembrò una frase da nulla, quella, Nami si ritrovò ad arrossire lievemente, avendo l'accuratezza di guardare altrove. Accidenti a quello scemo. Come poteva dire cose così fraintendili con quella facilità così disarmante? «E ho anche fame, a proposito», soggiunse, riuscendo a distoglierla da quei suoi catastrofici pensieri. «Però non credo che Sanji mi preparerà qualcosa, adesso...»
    «Che cosa ne dici di aiutarmi?» gli domandò immediatamente Nami, tornando a guardarlo. «Posso prepararti qualcosa io».
    Gli occhi di Rufy si illuminarono come quelli di un bambino. «Dici davvero?»
    Annuendo, Nami abbozzò un sorriso. «Certo! E non ti faccio nemmeno pagare il servizio, quindi ritieniti fortunato».
    Senza alcun preavviso, Rufy la abbracciò impetuosamente e la sollevò verso l'alto, ignorando lo strilletto che la navigatrice si lasciò scappare per quello slancio così improvviso. «Che cosa stiamo aspettando, allora?» fece poi con una risata, trascinandola lui stesso nella cucina; Nami rimase lì per lì perplessa da quella velocità, lasciandosi sfuggire uno sbuffo divertito. Tipico di Rufy. Quando si trattava di cibo non perdeva nemmeno un attimo, esattamente come quando sentiva odore di avventura.
    Una volta in cucina, Nami cominciò a guardarsi un po' intorno e diede le direttive a Rufy, ordinandogli di prendere pentole e attrezzi mentre lei si occupava del lucchetto al frigorifero. Sulla nave era l'unica, oltre a Sanji, a possedere una chiave per aprirlo, e a volte la cosa poteva rivelarsi in qualche modo utile. Peccato, però, che se durante la prima fase di preparazione era andata a buon fine, il resto si rivelò un completo disastro. Avevano fatto un bel po' di pasticci ai fornelli e non avevano rimediato nemmeno un piatto decente, per quanto tutto quel cibo non sarebbe di certo andato sprecato. L'unico problema era il caos presente in cucina, adesso.
    «Credo proprio che Sanji-kun si arrabbierà, stavolta», affermò Nami con un sospiro, incrociando le braccia al petto. Si era ripulita i capelli alla bell'e meglio, anche se avrebbe dovuto farsi una doccia per eliminare lo sporco che la ricopriva da capo a piedi.
    «Già». Rufy aggrottò la fronte, abbassando lo sguardo sul casino che avevano combinato. Oh, accidenti... tra farina, impasto buttato in ogni dove e pentole sparse un po' ovunque, Sanji stavolta l'avrebbe gettato a mare con un peso legato al collo, poco ma sicuro.
    Scuotendo il capo, Nami gettò un'occhiata al Capitano, ripulendogli il naso da una goccia di cioccolata. «Dirò a Sanji-kun che è stata colpa mia», lo rassicurò, regalandogli un sorriso. «Se sapesse che sei stato tu, potrebbe anche lasciarti a digiuno per un mese».
    Se nel sentire la parola digiuno era rabbrividito, Rufy ricambiò il sorriso nel sentire Nami affermare che si sarebbe presa tutta la colpa. «Grazie!» esclamò tutto contento, e fece quasi per andarsene dalla cucina quando, senza nessun preavviso, la navigatrice lo afferrò per un polso e gli mise in mano uno spazzolone, lasciandolo perplesso. «E questo?» domandò, vedendola sorridere maggiormente.
    «È per pulire tutto questo disastro, mi sembra ovvio», affermò tranquilla. «Ah, e mi devi duemila berry per il mio silenzio», soggiunse, sporgendosi verso di lui per poggiargli un bacio su una guancia e dargli poi le spalle, allontanandoosi in direzione della porta mentre lo salutava con un gesto allegro della mano.
    Rufy la guardò sparire oltre la soglia, la bocca spalancata e lo spazzolone stretto in una mano. Alla fine era stato bellamente fregato, accidenti
.






_Note inconcludenti dell'autrice
E con questa storia un po' assurda, siamo finalmente giunti alla conclusione di questa raccolta.
Ci ho messo molto più tempo di quanto pensassi, forse perché non mi sento del tutto ferrata con la coppia RuNami, però, alla fin fine, sono riuscita comunque a concluderla e mi sento davvero soddisfatta per aver finito una raccolta che non trattava il pairing ZoSan come coppia centrale. Non so se ci sarà un'altra raccolta RuNami oppure no, però credo proprio che qualche altra piccola flash su questa coppia verrà fuori comunque, se non qui sul mio Livejournal, dove ormai archivio più storie di quanto non abbia mai fatto in tutti questi anni sul sito di EFP *rotola*
Spero comunque che questa piccola storia vi sia piaciuta e che non sia stata una completa delusione, visto l'orario indescrivibile in cui l'ho scritta e il casino che ho dovuto fare per formattarla su questo scassone di pc
Alla prossima ♥


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