Monster.

di _Giuls__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***



Capitolo uno.

 
-L’abbiamo uccisa, Carl. Dannazione, quella donna è morta!- si disperò il ragazzo moro passandosi una mano tra i folti capelli neri. La sua fronte grondava di sudore stranamente freddo al tatto: non aveva mai fatto una cosa del genere in vita sua e tantomeno se lo sarebbe aspettato.
Si sentiva un mostro.
-Tieni- il biondo che gli era accanto, Carl, gli offrì una Marlboro -Devi smetterla di credere ad ogni stronzata che dicono in giro, Zayn- quest’ultimo afferrò la sigaretta offertagli, la poggiò sulle labbra e l’accese grazie ad un fiammifero sfregato contro la parete ruvida e malridotta alla quale era appoggiato.
-No Carl- cominciò -ormai tutti i telegiornali di Bradford ne parlano. Te l’avevo anche detto di non correre con quel dannato motorino!- Zayn cominciò a respirare a fatica, pensò a ciò ch’era accaduto il giorno prima: infondo avevano solo tentato di scippare la borsa ad una donna anziana.
Era un gioco da ragazzi, una ragazzata. La povera donna sembrava così vulnerabile, era proprio una facile preda secondo Carl, ma Zayn non aveva di certo intenzione di trascinarla sull’asfalto a 60 km/h.
-Quella stronza si è uccisa da sola- protestò il biondo sospirando profondamente la sigaretta ormai quasi terminata per poi liberare dalla sua bocca abbondante condensa di fumo che invase quasi tutto lo sgabuzzino. Continuò: -Se avesse mollato la presa ora sarebbe ancora viva- precisò spegnandola e lasciandone solo il filtro consumato nel portacenere.
-Non c’era bisogno di sottolinearlo. Quello avrebbe dovuto essere un semplice scippo, non un omicidio, idiota! Non posso crederci…- Zayn si passò nuovamente le mani tra il ciuffo ormai umido, poi con un movimento secco e silenzioso del braccio sbatté un pugno sul debole tavolino di legno facendolo cigolare.
Carl sobbalzò -Non fare così, se hai scelto questa strada devi saperla percorrere con facilità e devi saperti aspettare qualsiasi cosa- disse -capisco che hai almeno vent’anni in meno a me ma devi sapere, mio caro ragazzo, che non devi provare pietà neanche verso un cieco, non osare innamorarti ma soprattutto non dire nulla a nessuno di tutto questo, intesi? Ricorda: cuore duro, animo forte- il moro sembrava quasi sconvolto dalle parole del suo amico, quest’ultimo gli diede una pacca confortevole sulla spalla sperando invano di farlo tornare in sé.
Zayn aveva bisogno di cambiare, aveva bisogno di dimenticare parecchie persone che non avevano fatto altro che rovinargli l’esistenza, per questo aveva seguito le orme di Carl accettando di “lavorare” con lui.
Ormai quel ragazzo pakistano che tutti avevano sempre preso in giro era cambiato, ed aveva solo un obbiettivo: quello di diventare, grazie a rapimenti e scippi, schifosamente ricco.

*

Erano passati circa venti minuti da quando Zayn era uscito di casa.
Quella strana brezza mattutina sembrava fin troppo fresca; nonostante le porte della primavera s’erano aperte già da un bel pezzo, il freddo quasi gli si gelava nelle vene.
Il ragazzo si chiuse nelle spalle e gettò il mozzicone della sua (molto probabilmente) decima sigaretta al suolo noncurante del fatto che in quel quartiere era severamente vietato gettare rifiuti in giro.
Udì in lontananza urla di ragazzini che, ipotizzò, giocavano a football. Incuriosito, si voltò nella direzione in cui il suono quasi fastidioso creava la sua traiettoria e socchiuse leggermente gli occhi facendo così in modo da rendere più nitida la scena: una comitiva di cinque o sei ragazzini di circa undici anni maltrattava un cane. Un cane che, pensò Zayn, gli sembrava fin troppo familiare e che avrebbe giurato di aver visto giorni prima da qualche parte.
Si accigliò ed a grandi passi si avviò verso di loro.
-Hey, hey, ma sei impazzito?- urlò -Tu, Harry Potter, per caso ti manca qualche rotella?- si rivolse al ragazzino con gli strambi occhiali che proprio in quel momento punzecchiava il cucciolo con un ramo. Spaventato, questi fece segno agli altri di tagliare la corda ed un istante dopo la comitiva correva già a gambe levate.
Appena incrociò gli occhioni scuri ed indifesi del povero cucciolo, Zayn finalmente lo riconobbe: ricordò che qualche giorno prima si era imbattuto in un manifesto che recitava a caratteri cubitali “Scomparso cucciolo di dalmata di soli sei mesi” con una sua foto al centro.
Dopo averlo accarezzato e rassicurato per qualche minuto, il ragazzo incuriosito controllò se al collare del cucciolo ci fosse qualche medaglietta: non appena la trovò fece un sospiro di sollievo.
-Macchia? Hm, sai che hai proprio un bel nome?- disse sorridendo mentre leggeva i caratteri incisi sulla medaglietta d’acciaio, e dopo aver scovato anche l’indirizzo della sua abitazione decise di riportarlo a casa -strano, ma bello, dai.- concluse prima di prenderlo in braccio con molta facilità.
Nonostante le dimensioni notevoli del cucciolone, pensò Zayn, era sorprendentemente leggero come una piuma.
Macchia, appena riconobbe la sua casa, cominciò ad abbaiare ed a scodinzolare freneticamente: Zayn rimase meravigliato dalla così sviluppata memoria del dalmata nonostante avesse solo sei mesi.
Prima che il ragazzo ebbe modo di pigiare il campanello, la porta si spalancò d’un tratto facendolo trasalire.
Il suo sguardo incrociò dolci occhi a mandorla strepitosamente e meravigliosamente azzurri. Gli ricordarono tanto quelli di sua sorella minore. Occhi che, pensò, erano quasi belli quanto i suoi.


_Giuls__:
Vi presento, ragazze mie, la mia seconda fanfiction! (sono un capitan ovvio eccezionale :D)
E' un pò particolare, lo so, ma spero che proprio per questo motivo vi sembri interessante. :3
Sto leggendo le fanfiction che mi avete postato nelle recensioni di "you save me". Sono bellissime, davvero. Purtroppo sono di poche parole quindi... in pratica vi sto dicendo che non so recensire. Cioè so come si fa AHAHAH però non riesco mai a trovare le parole giuste e mi ritrovo sempre a scrivervi cose senza senso, provate a capirmi almeno un pochino. ç_ç Però prometto che ci proverò. (?)
Anyway, ho deciso di scrivere questa fanfiction perchè (ovviamente) non avevo nulla di meglio da fare e perchè mi sono stancata di tutte queste scene sdolcinate e che fanno venire il diabete. .-. Voglio provare a descrivere un amore difficile, un amore perduto e forse irrecuperabile.
Zayn Malik sarà il protagonista quindi vi lascio immaginare. u.u
Come avete capito, lui è un giovane delinquente che sceglie di lavorare con questo Carl solo ed esclusivamente per soldi. A causa delle sue origini pakistane, è sempre stato preso in giro e messo da parte ma ora vuole finalmente vendicarsi e far capire al mondo di che pasta è fatto ma soprattutto vuole dimostrare loro cosa è in grado di fare il mostro che se n'è impossessato. (?)

E' diventato proprio un cattivone, eheheheh. (?) 
Ho detto tutto, quindi credo sia arrivata l'ora di dileguarmi. Vi lascio un bacione e spero recensiate in molti. :3 
(Continuerò non appena vedrò almeno 6 recensioni u.u sono cattiva, lo so AHAHAH).

#muchlove c: <3

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***



Capitolo due


-Oh santo cielo, Macchia!- in una frazione di secondo la ragazza si fiondò sull’amato cucciolo riempiendolo di coccole: evidentemente doveva essere scomparso da un bel po’.
-Jen ma cosa ti prende?- dietro di lei spuntò una donna di almeno una quarantina d’anni che, pensò Zayn meravigliandosi, portava divinamente.
Jen, si chiama Jen. Che nome raggiante, aveva un certo stile americano.
-Grazie, grazie, grazie!- ed un attimo dopo Jen lo abbracciò quasi in lacrime. Lui rimase a bocca aperta e ricambiò la stretta con un sorriso ma non poté intrattenersi qualche minuto di più.

** 

Il suo cellulare squillò per l’ennesima volta facendolo balzare dal sonno nuovamente. Sbuffò rumorosamente e quasi gli venne voglia di bruciare quell’arnese, lo strinse tra le mani e rispose dopo interminabili squilli. Quell’idiota di Carl insisteva di brutto stavolta, eh?
-Che vuoi?- rispose secco.
-Oggi alle 16 fuori la banca, ti aspetto. Porta 2 pistole-
-No Carl, oggi non ho proprio voglia di fare nulla- disse sospirando -ecco… non mi sento tanto bene- mentì passandosi una mano tra i capelli per poi portarsela dietro la nuca.
-Ma che cazzo dici?! Oggi quell’idiota di William andrà in banca a ritirare non so quanti miliardi e tu non ti senti tanto bene? Non dobbiamo permettere che questa occasione ci sfugga!- Zayn lo sentì sbuffare -saranno tutti nostri quei soldi, Zayn- cercò di convincerlo con tono entusiasta cercando sempre di non essere sentito da nessuno.
-Ti ho detto che oggi non ne ho vo…-
-E allora va al diavolo- concluse Carl infuriandosi -ci andrò da solo e non sarò disposto a dividere il malloppo con te-
Detto ciò la telefonata s’interruppe. Al giovane pakistano scivolò tutto addosso, scaraventò il blackbarry in un punto impreciso della stanza e continuò la sua desiderosissima dormita su quello scomodo divano tanto odiato.
 
Quando si risvegliò erano circa le 17:30.
Si guardò intorno e, annoiato, decise di andare a fare una passeggiata al parco poco distante dal suo appartamento: era -come ogni giorno, del resto- stufo di vedere quelle solite, tristi e stressanti pareti grigie e di respirare nicotina.
Il sole sfoggiava i suoi raggi con un’energia fantastica, Zayn amava la sensazione che gli donavano quando questi sfioravano e riscaldavano la sua pelle -già in sé scura- accompagnati da una leggera brezza che contemporaneamente la rinfrescavano.
C’era ancora molta gente in giro: bambini strillanti su biciclette e pattini, donne che chiacchieravano sulle panchine di legno, ragazzine che speravano invano di essere notate dall’altro sesso… anche da lui, che però ignorò completamente.
Il diciannovenne sobbalzò quando sentì la sua mano destra bagnata da un qualcosa di viscido; si voltò di scatto e non poteva credere ai propri occhi: era proprio Macchia! Gli sembrò quasi la scena di un film.
-Macchia, no! Oddio mi scusi tanto!- si scusò in fretta la padrona affannata mentre raggiungeva il suo cane. Quando alzò lo sguardo e notò finalmente Zayn sbarrò gli occhi e sentì le guance avvamparsi. -Hey- seppe dire mentre cercava di tenere a bada il dalmata che gli faceva le feste.
-Mi sorprende che dopo una settimana si ricordi ancora di me-
-Già, sorprende anche me- confessò passandosi l’esile mano sulla fronte leggermente sudata -E’ davvero molto intelligente- aggiunse poi imbarazzata non sapendo che altro dire.
-Zayn- disse lui notandola grattarsi la testa con un’espressione confusa, evidentemente la ragazza stava cercando disperatamente di ricordarsi il suo nome.
-Ah, giusto- si limitò sorridendogli e stringendogli la mano -ci siamo presentati l’altro giorno, non muore nessuno se lo rifacciamo- disse facendogli alzare leggermente gli angoli della bocca -Jennifer- disse poi.
-Come stai?- le chiese invitandola a sedersi sulla panchina con lui.
-Bene, grazie- gli sorrise -e tu? Sembri stanco-
-E’ colpa dei troppi impegni- tagliò corto sospirando per poi voltandosi verso di lei con un sorriso sforzato nascondendo le preoccupazioni che aveva dentro.
-L’altro giorno non abbiamo avuto occasione di parlare, Zayn- cominciò la ragazza -dimmi, come sei riuscito a trovare questo stupidone?- scherzò riferendosi a Macchia.
-E’ stato tutto un caso…- mentre Zayn le spiegava l’accaduto in modo sintetico, Jennifer si sentì perdere negli occhi scuri e profondi di lui. Secondo lei nascondevano qualcosa.
A primo impatto le sembrava un ragazzo dall’aria sfacciata, proprio come quelli che non fanno altro che fissare donne mezze nude per tutto il tempo, quello con sempre cattive intenzioni ed un po’ asociale. Ma i suoi occhi… i suoi occhi descrivevano quel ragazzo in tutt’altro modo, se non l’opposto.
Non appena si zittì, Zayn pensò alla settimana precedente, a quando Jennifer gli piombò letteralmente addosso nonostante sapesse che lui era un perfetto sconosciuto. Pensò al suo profumo di pesca, ai suoi occhi tanto umidi quanto stracolmi di emozione. Doveva ammettere che erano davvero belli, riusciva a mettere a fuoco i piccoli filamenti ondulati nei suoi iridi, filamenti sfumati che -partendo dalla pupilla- andavano dall’acqua marina, poi all’azzurro intenso fino ad un leggero grigio caldo che faceva da cornice all’iride stesso.
-Devo andare- disse d’un tratto leggendo chiaramente la delusione sulla faccia di lei -è stato un piacere rincontrarti-
-Aspetta- si affrettò lei -vai di fretta?-
-Direi di si- concluse freddo ed un attimo dopo lui era già lontano parecchi metri.
 
Mezz’ora più tardi, quando uno Zayn Malik furioso spalancò la porta del suo appartamento, sapeva già a quale delle solite discussioni andava in contro.
Come previsto Carl era lì accanto alla piccola finestra anonima che lo attendeva -Oh, bentornato- lo accolse il biondo fingendo un sorriso ed accendendo una sigaretta -Lo sapevo, sei solo un traditore- continuò con tono tranquillo ma fulminante. 
-E tu invece quando te lo toglierai quel maledetto vizio di spiare, eh? Credi che non ti abbia visto?-
-Ma piantala razza di idiota!- si zittì per interminabili istanti, poi osservò per bene Zayn -Devo ammettere che però quella ragazza è davvero molto carina, non trovi?-
-Cos’hai in mente stavolta, Carl?- aggiunse alzando gli occhi al cielo notando con disprezzo il suo amico pensieroso.
-Oh, beh, lo saprai molto presto, mammoletto- rise di gusto -lo saprai moooooolto presto- ripeté cantilenando soffiandogli contro una quantità di fumo così elevata da coprire quasi del tutto il volto scolpito e perfetto del giovane. 


_Giuls__:
Ragaaaazze mie belle, mi scuso infinitemente per l'estremo ritardo ma ho avuto dei problemi nel continuare. Non sapevo se andare avanti o no con questa storia ma alla fine mi sono impegnata per voi. Solo ed esclusivamente per voi u.u
Aaaaaaaaaaaaaaaww, 23 recensioni! Non so come ringraziarvi, siete degli amori! 
Anyway, spero che questo capitolo vi sia piaciuto come il primo, e vi prometto che posterò il prossimo non appena vedrò almeno 10 recensioni (?) ahahahah c:
Vi lascio un bacione, siete fantastiche! *w*

Su twitter sono @_OhZayn 


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