The beginning of a magical adventure.

di HelenaRavenclaw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una notizia verde smeraldo. ***
Capitolo 2: *** Buone notizie da un gufo. ***



Capitolo 1
*** Una notizia verde smeraldo. ***


Hermione 1

The beginning of a magical adventure.


Capitolo primo.

Una notizia verde smeraldo.





L'aria salmastra le soffiava tra i capelli, adorava il profumo della salsedine.

In cima a quella scogliera si sentiva incredibilmente libera: sotto di lei l'oceano infinito, dietro una distesa interminabile di erba verde e profumata, era tutto per lei, solo suo.

Sentiva di poter volare anzi, ne era certa!

Stava per spiccare il salto nel...

«Tesoro svegliati!»

«Hermione è tardi!» come un fulmine a ciel sereno, la voce di sua madre si era fatta strada nella sua testa fino a far sparire ogni traccia del meraviglioso sogno che la avvolgeva.

Aprì un occhio, un filo di luce dorata penetrava dalla fessura tra le pesanti tende scarlatte.

«Sono sveglia mamma!» urlò in direzione della porta stropicciandosi gli occhi con le mani.

Mille sfere di luce le riempivano gli occhi chiusi mentre cercava di riportare alla mente l'ultima immagine del sogno... .

Niente da fare, era svanito.

Dopo qualche secondo, con un unico ed energico movimento, si alzò dal letto, tolse il lenzuolo e si stiracchiò.

Inspirò a fondo, poi andò ad aprire le tende e la porta finestra.

La sua stanza dava sul giardino sul retro della casa, una piccola oasi di pace, e aveva un bellissimo balconcino abbastanza spazioso da poter ospitare una comoda sedia e un tavolino.

Era una bellissima mattina soleggiata, d'altronde era pieno luglio e non pioveva da quasi un mese (un record per la solitamente piovosa Londra).

Rimase qualche minuto appoggiata alla ringhiera, godendosi il tepore del sole sulla pelle.

Dopo essersi infilata la leggera vestaglia di seta lilla sopra il pigiama smanicato, si incamminò fori dalla camera, poi giù dalle scale fino ad arrivare in cucina.

«Ben svegliata dormigliona!» la accolse sua madre alzandosi dalla sedia per tostarle due fette di pane.

«Dormigliona... Mi sembra esagerato» disse sedendosi e guardando l'orologio sopra il frigorifero: «Non sono neanche le 9».

Sua madre le sorrise mettendole nel piatto il pane tostato, era una bella donna, Hermione le somigliava molto: occhi chiari, labbra carnose e altezza media, tutto come la madre eccetto per i capelli che la donna aveva biondi mentre lei castani come quelli del padre.

«Di solito non scendi mai dopo le 8, non hai dormito bene?»

«Al contrario, ho dormito benissimo. Forse il mio cervello ha finalmente capito che sono in vacanza e mi ha permesso di dormire più a lungo» rispose spalmando una dose generosa di marmellata alla fragola su una delle due fette.

«Perché papà non c'è?» solitamente c'era anche lui ad accoglierla al suo risveglio domenicale.

«E' andato a prendere delle cartelle allo studio» sua madre non riuscì a nascondere lo sguardo di scusa che, puntualmente, le spuntava quando lei o il marito portavano il lavoro a casa quando invece avrebbero dovuto stare con la loro unica figlia.

Erano entrambi dentisti e avevano uno studio molto popolare, cosa che era certamente meravigliosa, ma che li teneva sempre occupati.

«Ok, ma oggi andiamo in campagna vero? Facciamo il picnic?» gli occhi di Hermione erano illuminati!

Lei adorava stare all'aperto e, specialmente, adorava farlo con i suoi genitori: era dal suo undicesimo compleanno (esattamente 10 mesi prima) che aspettava quel picnic, ma era da altrettanto che veniva rimandata per questo o quell'altro impegno.

«Certo tesoro, è già tutto preparato. Devo solo riempire il cestino» la rassicurò sua madre dandole un buffetto sulla spalla.

Finita la colazione andò a lavarsi e vestirsi, da qualche mese le piaceva particolarmente lavarsi i denti: infatti si era da poco tolta l'apparecchio fisso (che odiava) ed era una gioia passare la lingua sui denti lisci.

Tempo 20 minuti era già di ritorno in cucina tenendo tra le mani “Ragione e sentimento” di Jane Austen che aveva iniziato da poco.

«Tesoro ti ho detto che dovresti aspettare a leggere quel libro».

«Mamma non sono più una bambina! E poi sai benissimo che non contiene niente di sconveniente».

La signora Granger ogni tanto si dimenticava che aveva dato alla luce un piccolo Einstein: non solo sua figlia era risultata sempre la migliore del suo anno, ma aveva anche ricevuto svariate borse di studio e moltissime richieste da scuole private prestigiose.

Mentre sua madre riordinava la cucina, Hermione si diresse in salotto dove aprì la grande finestra facendo entrare la dolce brezza estiva, per poi immergersi nella lettura in attesa del ritorno del padre.

Aprì il libro e subito fu come se fosse entrata in un mondo parallelo: quando leggeva si estraniava totalmente dalla realtà e niente riusciva a distrarla, o quasi...

«Ecco papà» esclamò riscossa dal rumore di pneumatici sulla ghiaia del vialetto.

Gli si precipitò in contro, aprì di scatto la porta e nella fretta di raggiungerlo inciampò nel tappetino: stava per schiantarsi a terra di testa quando un'improvvisa e potente folata di vento tiepido la sollevò evitandole la caduta.

Hermione lanciò un'occhiata imbarazzata al padre.

Lui cancellò subito lo sguardo preoccupato dai suoi occhi: ormai era abituato ad veder accadere eventi strani attorno a sua figlia, inizialmente sia lui che la moglie si erano preoccupati, ma dopo qualche anno avevano accettato quelle stranezze come parte integrante della figlia.

Le sorrise incoraggiante aprendo le braccia per accogliere quel piccolo fiore.

Era un uomo alto e anello, con due occhi scuri e profondi, ma anche dolci.

«Ciao tesoro, sei pronta per la nostra scampagnata?» le chiese scompigliandole i capelli crespi.

«Certo che si!»

«Bene, allora lasciami portare questi documenti nell'ufficio e poi possiamo partire» disse allontanandosi.

«Fai presto però!» urlò lei in direzione della porta aperta.

Era troppo felice, sorridendo si voltò a guardare la tranquillità della via: il gatto rosso della vicina era acquattato sotto la siepe, probabilmente a caccia di lucertole, la signora Carter della casa difronte stava innaffiando le aiuole, due bambine giocavano a rincorrersi qualche casa più in là e dall'incrocio tra la sua via e quella accanto, si stava avvicinando un vecchietto con una lunghissima barba bianca, un abito luccicante color smeraldo lungo fino ai piedi e un cappello a punta dello stesso colore.

Aspetta un momento.

Tornò a guardare in direzione dell'uomo.

Che strano.

C'era davvero un vecchietto stravagante che si faceva strada verso di lei.

Hermione continuò ad osservarlo incuriosita: quando fu a due metri da lei si fermò estrasse un foglio dalla tasca e dopo avervi dato un'occhiata lo rimise via.

Riprese a camminare e con grande stupore della ragazza voltò nel vialetto di casa sua.

«Buongiorno, ho il piacere di conoscere la signorina Hermione Granger?» domandò gentilmente scrutandola da sopra gli occhiali a mezzaluna.

Hermione rimase a fissarlo con la bocca aperta per qualche istante prima di rispondere: «Ehm, si. Si sono io.»

«Bene. Assolutamente meraviglioso! Io sono il professor Albus Silente. Vorrei parlare con te e con i tuoi genitori. Sono in casa?»

«C-certo, vado a chiamarli».

Scattò verso la porta, poi si ricordò che non era educato e allora rallentò.

Appena ebbe oltrepassato la soglia riprese a correre.

«Mamma c'è un signore stranissimo in giardino che vuole parlare con te e papà. Oh e anche con me» disse tutto di un fiato.

La madre parve perplessa: «Strano, non aspettiamo nessuno. Ha detto come si chiama?»

«Si. Professor Albus Silente.» rispose Hermione spingendola verso l'ingresso.

«Professore hai detto?» la domanda morì sulle labbra della donna mentre vedeva per la prima volta Silente.

«Buon dì. Lei deve essere la signora Granger. Incantato» disse baciando la mano alla donna.

«S-si, ehm salve».

Silente sembrava parecchio divertito da tutta la situazione.

«Come le avrà detto sua figlia io sono Albus Silente»

«Piacere, vuole seguirmi dentro?»

«Con piacere.»

Si avviarono in casa.

«Che dimora incantevole» disse Silente facendo un leggero inchino verso la signora Granger.

«La ringrazio, Hermione andresti a chiamare tuo padre mentre accompagno il signor Silente in salotto?»

«Si mamma.»

«La prego, da questa parte.»

Quando Hermione fu di ritorno con il padre trovarono Silente seduto su una poltrona.

«Buongiorno, mia figlia mi ha detto che vuole parlare con noi. E' un professore giusto?»

Silente gli andò subito in contro per stringergli la mano: «Professor Silente per la precisione».

«La sua gentilissima moglie è andata a prendere della limonata».

Hermione si diresse in cucina per aiutarla, mentre il padre chiedeva a Silente in cosa consisteva il suo lavoro.

Ancora non sapeva perché ma quell'uomo la incuriosiva tantissimo.

Prese due bicchieri già pronti e tornò quasi correndo in salotto.

«... che genere di materia insegna?» stava dicendo suo padre.

«Oh grazie mille Hermione. Oh non insegno più in realtà, ora sono preside.» bevve qualche sorso di limonata.

«Veramente squisita, complimenti signora. Dunque ora che siamo tutti qui posso scendere un po' più nei dettagli»

«Come stavo dicendo a suo marito io sono un insegnante, o meglio lo ero ora sono preside, di Hogwarts.»

«Hogwarts? Non ho mai sentito parlare di questa scuola...» lo interruppe la signora Granger.

«Oh beh è una scuola un po' speciale in effetti. Prima di raccontarvi ancora di Hogwarts però, vorrei farvi una domanda, forse vorrai rispondermi tu Hermione.»

La ragazza arrossì immediatamente.

«Quello che voglio sapere è se ti è mai capitato di fare accadere delle cose senza sapere come. Cose particolari e quasi impossibili. Dimmi, ti è mai successo?»

Tutti e tre i Granger furono spiazzati da quella domanda.

Come faceva quell'uomo a saperlo? Forse finalmente avrebbero saputo la verità?

«Ehm, si. Si mi è capitato.»

Silente sorrise: «Ne ero certo, vedi le cose che tu fai sono magie

Cosa aveva detto? Doveva aver sentito male!

«Ma andiamo! La magia non esiste» affermò suo padre sogghignando.

«Lei dice? Eppure non credo che sia mai riuscito a spiegarsi gli strani avvenimenti che capitano a sua figlia, o sbaglio?»

Lo sguardo di Silente era gentile, ma qualcosa faceva pensare che ti potesse leggere dentro.

«No, no non sbaglia. Ma com'è possibile che sia magia?! Andiamo è così, così...»

«Così strano! Già. Ebbene è quello che è! Hermione tu sei una strega, non ho nessun dubbio in proposito.»

Una strega, lei? Più ci pensava, più la cosa prendeva forma nella sua testa: non era poi così improbabile, che altra spiegazione c'era?

Sorrise di rimando al professore.

«Molto bene! Allora tornando ad Hogwarts...» estrasse una lettera dalla veste e la porse a Hermione.

«Hogwarts è una scuola di magia, ogni anno vi si riuniscono giovani maghi e streghe da tutta la Gran Bretagna per ricevere la loro istruzione e imparare a controllare i loro poteri. Le magie che tu hai compiuto sono state frutto di emozioni particolarmente forti, tu infatti non sei ancora in grado di controllare i tuoi poteri, ma dopo qualche anno ad Hogwarts sarai una strega coi fiocchi!»

Hermione scartò la lettera, conteneva un biglietto del treno e due fogli di pergamena, su uno erano scritte tante cose insolite: titoli di libri di scuola dai nomi strani come il “Manuale di Incantesimi” o “Guida pratica alla trasfigurazione per principianti”, indicazioni sull'abbigliamento “Un paio di guanti di protezione in pelle di drago o simili” (drago?!) e una serie di accessori tra cui una bacchetta magica!

«Ma, mi scusi, com'è possibile che nostra figlia sia una strega?» esclamò la signora Granger che fino a quel momento era rimasta in silenzio.

«Ammetto di aver sempre pensato che quello che Hermione sa fare avesse a che fare con qualcosa di simile. Ma nelle nostre famiglie non c'è nessuno di magico».

«E poi se esistessero maghi e streghe lo saprebbero tutti! O no?» domando perplessa.

«In effetti, no! E' dal 1692 che la Confederazione Internazionale dei Maghi ha approvato uno statuto Internazionale di Segretezza, esso ci impedisce di praticare qualsiasi magia di fronte ai babbani, o meglio lo si può fare ma poi si viene arrestati!» ridacchiò Silente.

«E per quanto riguarda la discendenza, beh innanzitutto non possiamo sapere se qualche vostro antenato possedesse poteri magici. In secondo luogo non sono rari i casi di maghi e streghe nati in famiglie babbane, i poteri magici sono innati e si manifestano nelle persone che possiedono particolari qualità!»

«Mi scusi professore, cosa sono i babbani?» chiese Hermione.

«Ottima domanda. E' così che noi maghi chiamiamo le persone senza poteri magici»

«Tornando a noi. L'anno scolastico inizia il 1° settembre, i ragazzi possono tornare a casa sia per le vacanze di Natale che per quelle di Pasqua, per arrivare alla scuola gli studenti devono prendere l'Espresso di Hogwarts che parte alle 11 in punto dalla stazione di King's Cross al binario 9¾!

Tutte le cose necessarie per la scuola le potete trovare ad Diagon Alley, sarà necessario che per prima cosa voi vi rechiate alla Gringott (la banca dei maghi) per cambiare i soldi.»

«Se avete una cartina vi mostro come arrivarci.»

I signori Granger erano ancora molto scioccati, quindi fu Hermione ad alzarsi e andare a prendere la mappa della città.

«Molte grazie»

Dopo che ebbe mostrato la strada ai suoi genitori tornò a rivolgersi alla ragazza.

«I tuoi genitori non riusciranno a vedere il Paiolo Magico, ma tu si. Una volta entrati chiedete al barista, Tom, di farvi entrare ad Diagon Alley. Nelle due lettere che ti ho appena consegnato ci sono indicate tutte le cose di cui avrai bisogno a scuola e anche le indicazioni per arrivare a prendere il treno».

Silente continuò a sorridere gioviale.

«Quindi è tutto? Aiuto ancora non ci credo!» disse a un tratto il signor Granger.

Poi scoppiò a ridere: «Una strega! Lo sapevo che eri speciale tesoro, ma... accidenti!»

Anche la signora Granger iniziò a ridere, Silente osservava silenzioso Hermione.

Rimasero così per un po', infine Silente si alzò: «Devo dire che avete accettato tutta la faccenda più alla svelta di quello che credevo!»

«Già se ne va?» chiese Hermione con una nota di tristezza nella voce.

«Purtroppo il dovere mi chiama, ma ci vedremo il primo settembre a scuola! E poi, se non erro, avete in programma un picnic!»

Si salutarono tutti calorosamente, ma solo Hermione accompagnò il professore fin fuori.

«Io, io volevo ringraziarla! Mi ha dato la notizia più bella della mia vita» la ragazza era rossa come un pomodoro.

«Cara ragazza! Diventerai una grande strega, è già tutto dentro la tua testa!» le fece l'occhiolino e poi si incamminò verso la fine della via.

Hermione lo seguì con lo sguardo, per un momento fu coperto da un pino: Hermione si aspettava di vederlo comparire subito dopo, ma niente.

Era come scomparso.

Tornò dentro e trovò i suoi genitori in cucina.

«Che notizia è?!» le disse la madre.

«Già, è incredibile!»

«Allora andiamo?»

Hermione annuì forte.

Per tutto il viaggio verso la campagna la ragazza non proferì parola: non stava elaborando la notizia, ci aveva creduto subito, era sicura che le cose che faceva dovevano essere, in qualche modo, spiegabili razionalmente e l'esistenza della magia non la stupiva poi così tanto.

Quello che le dava da pensare era la certezza dell'infinità di cose che ancora non conosceva, provava quell'euforia che solo conoscere cose nuove sapeva darle.

Il resto della giornata proseguì tranquilla, ogni tanto qualcuno accennava a Silente e ai suoi vestiti sgargianti, per il resto passarono il pomeriggio a fare congetture su cosa avrebbe studiato a scuola.

Hermione non vedeva l'ora di andare a Diagon Alley.

Quella sera, sotto le coperte, era talmente eccitata che non riusciva a prendere sonno, si alzò e prese dei fogli dal comodino, aprì le tende e poi la finestra: la brezza notturna la invase portandole le voci dei suoi genitori provenienti dalla veranda: «...sono certa che sarà più che all'altezza, la nostra streghetta».

La ragazza sorrise sedendosi sulla sedia che in quegli anni era stata come il trampolino di lancio per le sue avventure immaginarie, lesse per l'ennesima volta le lettere della scuola.

Un nuovo capitolo della sua vita stava per iniziare...

Si, sarò all'altezza!




******************************************************************************




Ormai ho perso ogni speranza e non mi aspetto più delle recensioni!

Non per questo smetto di scrivere, assolutamente no!

E visto che al momento ho il blocco e non riesco a proseguire la storia The Marauders, mi sono dedicata a quest'ideuzza che da qualche tempo mi stuzzicava il cervelletto.

Quindi ecco a voi la nuova storia, l'idea è quella di raccontare le giornate di Hermione da quando ha scoperto di essere una strega fino al primo giorno di scuola!

Spero proprio che vi piaccia. =)



 

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Capitolo 2
*** Buone notizie da un gufo. ***


Storia di hermione 2

Capitolo secondo.

Buone notizie da un gufo.



C'era un enorme letto matrimoniale che volava sopra la campagna londinese.

Su di esso erano seduti Eglantine Price, Charlie, Paul e Carrie Rawlins e una bambina di cui non vedeva il viso, ma che aveva dei capelli ricci e cespugliosi.

Mentre volavano la signora Prince raccontava ai bambini qualcosa circa la Scuola per Corrispondenza di Stregoneria.

Loro pendevano letteralmente dalle sue labbra e quasi non guardavano il bellissimo paesaggio che gli scorreva sotto.

Stava lentamente scendendo la notte, piano piano le stelle si accesero tutto intorno a loro e il silenzio li avvolse.

Tutto era tranquillo, quando improvvisamente la scena mutò.

Erano in una classe e la signorina Prince era seduta alla cattedra, mentre i bambini sedevano a dei piccoli banchi.

Ogni cosa aveva un'aria antica, la stessa stanza sembrava un vecchio teatro.

Egalntine Prince si alzò in piedi e iniziò a fare delle domande alla ragazza dai capelli crespi: «Allora, come si fa a far volare gli oggetti?»

«Ehm...»

«Saprai certo come si prepara una pozione.»

«N-no.»

«Oh ma insomma, dimmi come far uscire un coniglio da un cilindro.»

«Mi dispiace io...» la bambina si interruppe perché gli altri cominciarono a ridere.

«E' scandaloso, verrai bocciata in tutto...»

La bambina scoppiò a piangere e in quel momento la poté vedere in faccia: quella bambina era lei.

«NOOO...!»

Hermione si svegliò di colpo tutta sudata e con il volto solcato dalle lacrime.

«Che succede? Hermione?» suo padre era arrivato correndo e aveva acceso la luce.

«S-sono stata bocciata...» singhiozzò.

«Tesoro era solo un sogno!»

«NO! Verrò bocciata in tutto! Io non so niente di quelle cose, tutto quello che ho studiato in questi anni non mi servirà dove sto andando.»

«Su, su. Non angosciarti vedrai che...»

«Tu non capisci! Non posso andare ad Hogwarts senza sapere niente. Papà dobbiamo andare subito a Diagon Alley!»

«Hermione, queste due settimane è impossibile, lo sai che...»

«Ma è già il 20 luglio. Ti prego papà...»

«Forse per adesso puoi andare a cercare in biblioteca!»

Hermione sbuffò: «Figurati se hanno dei libri di magia!»

«Beh allora... Ho trovato! Perché non mandi una lettera a Silente? Gli puoi chiedere se esiste il modo di ordinare i libri da casa. Che ne pensi?» il signor Granger la guardava di sottecchi.

«Si, si farò come dici tu!» disse con decisione asciugandosi le guance col dorso della mano.

Stava già per scendere dal letto quando suo padre la ricacciò indietro.

«Non adesso, sono le 4 del mattino!»

«Va bene pa', grazie.»

«Buona notte...» suo padre sembrava ancora sospettoso, non era da lei arrendersi così facilmente.

«'Notte!» appena suo padre si fu richiuso la porta alle spalle, Hermione si precipitò giù dal letto.

Al diavolo! Qui ne va della mia futura promozione!

Era già seduta alla scrivania con carta e biro davanti:


                       Gentile professor Silente,

                    Le scrivo perché preoccupata riguardo al mio attuale

                       livello di istruzione magica.

                      Essendo io cresciuta in una famiglia ...


Com'era quella parola?

Quello era un segno di ulteriore preoccupazione: lei non si dimenticava mai niente.

Ah già: babbani.


                    babbana non so nulla che riguardi il vostro mondo: niente

                   sulla storia, sulle magie, le pozioni e tutto il resto.

                  Devo assolutamente documentarmi, vede non è da me essere

                   impreparata quindi ho proprio bisogno di studiare!

                  Quello che le chiedo è se esiste il modo di ordinare da casa

                   qualche libro perché, purtroppo, non potrò andare presto a

              Diagon Alley e non posso aspettare.

                 So che sarà impegnato ma la prego di rispondermi presto.


Hermione Granger.                                                                                

                                                            

Prima di chiuderla nella busta la rilesse più volte finché non ne fu soddisfatta, poi prese la lettera che le aveva consegnato il professore il giorno precedente e ricopiò l'indirizzo della scuola.

Quando finalmente l'ebbe sigillata, un altro problema la fece ripiombare nello sconforto: come diavolo avrebbe fatto ad inviare la lettera alle quattro di notte e senza un postino?

Stava per rimettersi a piangere, perché doveva essere così difficile?

Ma capì che per quella notte doveva arrendersi, stava per alzarsi quando si accorse che la sua mano non stringeva più niente: la lettera doveva esserle caduta.

Guardò per terra, sotto la scrivania, dietro di essa, addirittura sotto il letto, ma niente.

La lettera era sparita!

Pensierosa, Hermione tornò verso il letto.

Faceva un caldo insopportabile, cambiò direzione e decise di aprire la portafinestra.

Mentre indugiava sul balconcino un pensiero le fulminò il cervello: devo aver fatto una magia!

Certo. Il professor Silente ha detto che avviene quando provo forti emozioni!

Con quella nuova speranza nel cuore andò a coricarsi, spero solo di averla fatta arrivare nel posto giusto!

E nel giro di qualche minuto si addormentò.


**


Si svegliò di punto in bianco, ma non all'improvviso: semplicemente un attimo prima stava dormendo e quello dopo era sveglia.

La stanza era piena di luce e una leggera brezza le carezzava la pelle.

Si domandò il perché di tanta luce, poi le tornò tutto alla mente: la bocciatura, i libri, Silente... la lettera.

La lettera!

Si alzò di slancio, se la lettera era arrivata a destinazione forse oggi le sarebbe arrivata la risposta.

Scese di corsa le scale e si precipitò in cucina stupendosi nel trovarla deserta.

Poi si ricordò che era lunedì e che i suoi genitori uscivano prima delle 7 per arrivare in centro, ma in ogni caso avrebbe dovuto trovare Bessie, la donna che due volte alla settimana andava a fare le pulizie.

Guardò l'orologio, segnava le 11 e 45, Bessie andava via alle 11.

E' impossibile.

Non aveva mai dormito così tanto in tutta la sua vita.

Si avvicinò al tavolo dove trovò un biglietto di sua madre:


                         Ben alzata tesoro,

                      Non abbiamo voluto svegliarti e abbiamo lasciato scritto a Bessie di non

                      farlo nemmeno lei.

                     Trovi il pranzo in frigorifero, non tornerò prima delle 17.00 quindi non

                     aspettarmi.

                    Con affetto,

                                                                                            Mamma.


Era ancora presto per pranzare e in ogni caso c'era una cosa che doveva fare prima di ogni altra.

Corse all'ingresso ed eccola lì, sul pianerottolo, la posta.

L'afferrò: bolletta, lettera dalla banca, pubblicità dalla compagnia farmaceutica, lettera per papà da un paziente...

Niente.

Non poté nascondere la delusione.

Tornò in cucina trascinando i piedi, era assolutamente certa che avrebbe trovato una risposta.

Si lasciò cadere su una sedia e iniziò a tamburellare con le dita sul tavolo.

Si sentiva incredibilmente inutile, il suo sguardo incrociò di nuovo l'orologio: mancavano circa 5 minuti alle 12.

Il professor Silente potrebbe essere stato impegnato tutta la mattina, si! Sicuramente non avrà ancora aperto la posta del mattino.

Rincuorata da questo nuovo pensiero, decise di accontentare il suo stomaco brontolante.

Aprì il frigorifero, il pranzo consisteva in due fette di arrosto con patate... decisamente troppo per lo spuntino che voleva fare.

Decise di mangiare qualche fetta biscottata con un po' di succo.

Aprì l'anta del pensile di fianco alla finestra per prenderle, ma quando la richiuse per poco non le venne un colpo: un enorme gufo fulvo era appollaiato sul davanzale.

Ma che...

Non osò avvicinarsi, quello fece schioccare il becco verso di lei e solo in quel momento notò il pacchetto su cui era appoggiato.

Il gufo sembrò aver capito che lei lo aveva notato perché planò dentro la stanza fino a fermarsi sul tavolo.

Hermione continuava a fissarlo allibita e quello fece schioccare di nuovo il becco, ma stavolta le sembrò impaziente.

«Cosa...?»

A quel punto il gufo picchiettò col becco sul pacco.

«E'... è per me?» chiese allungando la mano, incerta.

Quello allungò la zampa in risposta.

Ci mise un po' a slegare il nodo, un po' perché continuava a lanciare occhiate preoccupate al becco affilato dell'uccello e un po' perché il nodo era molto stretto.

Quando finalmente ci riuscì il gufo stridette e si avvicinò zampettando al bicchiere con il succo, ci ficcò dentro il becco e poi se ne volò via.

Hermione ci mise un po' a metabolizzare quello che era appena accaduto.

Wow...

Si riscosse e iniziò a scartare il pacco con mani tremanti.

La prima cosa che notò fu una lettera con un sigillo in ceralacca, era della stessa fattura di quella che le aveva consegnato Silente.

Prima di aprirla dette un'occhiata al secondo contenuto del pacco: un libro con la copertina rigida di pelle scura.

Sopra vi era inciso a fuoco un blasone contenente un leone, un tasso, un serpente e un corvo uniti da una grande H e sotto di esso c'era la scritta “Draco dormiens nunquam titillandus”.

Vi passò sopra la mano quasi in adorazione.

Il titolo del libro era Storia di Hogwarts: resistette a stento alla tentazione di iniziare a leggerlo, lo posò e riprese la lettera.

Era inequivocabilmente indirizzata a lei, il recapito sul retro diceva:


           Signorina H. J. Granger

           Terza stanza a destra

           74, Upper graund

           Londra.


Strappò la busta e iniziò a leggere, la calligrafia era stretta e sinuosa:


                               Cara Signorina Granger,

                               visto che sono le 4 del mattino e che la sua lettera è appena apparsa sulla mia scrivania,

                               immagino che lei debba essere sinceramente preoccupata.

                               Voglio tranquillizzarla: ogni anno arrivano ad Hogwarts molti bambini cresciuti in famiglie

                               babbane e apprendono qui a scuola tutto ciò che gli occorre sapere.

                               Gli stessi bambini cresciuti in famiglie magiche non sanno poi molto più di lei!

                               Non si angosci e si goda la fine delle vacanze.


Non può credere che mi accontenti di una risposta simile!

Riprese a leggere bramosa:


                               In ogni caso, se proprio non può mettere a tacere la sua sete di conoscenza, questo è l'indirizzo

                               della miglior libreria magica londinese:


                                     Il Ghirigoro
                                     First Street
                                     3, Diagon Alley
                                     Londra


                               Basterà che lei consegni la lettera al postino domattina e questa troverà il modo di arrivare a destinazione.

                               L'unico problema rimane il pagamento, non credo che la signora Calten accetti pagamenti in denaro

                               babbano.

                               Per questo motivo le ho allegato un biglietto in cui certifico che lei è una ragazza affidabile e che

                               certamente salderà il suo debito prima del 1° settembre.

                               Qui di seguito sono indicate alcune letture adatte al suo scopo:

                               -Storia moderna della magia

                               -Ascesa e declino delle arti oscure

                               -Grandi eventi magici del Ventesimo Secolo

                               Per il resto penso che troverà molto esaustivi i libri scolastici.

                               Cordiali saluti,


A. P. W. B. Silente                                                                                           


                               P.s. Dato che potrà dover aspettare qualche giorno prima dell'arrivo dei libri ho pensato di mandarle un

                               libro sulla storia della nostra cara scuola, sono sicuro che lo troverà molto interessante.

                               P.p.s. Spero che il gufo non l'abbia spaventata!


Non sapeva bene perché, ma era certa che Silente si fosse fatto due risate nello scrivere quella lettera.

Hermione era raggiante.

Dette solo un'occhiata fugace al biglietto per la proprietaria del Ghirigoro, non vedeva l'ora di darsi alla lettura.

Decise che avrebbe scritto più tardi la missiva per la libreria, in fondo il postino non sarebbe passato prima delle 8 della mattina seguente.

Prese Storia di Hogwarts, il cuore le batteva all'impazzata, senza indugi lo aprì e iniziò a leggere.


**


«... Ehi, Hermione» qualcuno le strinse la spalla.

«Oh, ciao mamma» la bambina alzò gli occhi dal libro.

«Santo cielo. Sei incredibile, ti ho chiamata tre volte dall'ingresso»

«Scusa, ero tutta presa dalla lettura»

«Si l'avevo capito. Comunque, cosa leggi?»

«Oh, è un libro che mi ha mandato il professor Silente...» si era alzata in piedi e la testa aveva iniziato a girarle pericolosamente.

«Wow...» disse ripiombando sulla sedia.

Sentiva una sensazione strana allo stomaco: «Ma tesoro, perché non hai mangiato l'arrosto?»

Hermione sentì le guance arrossarsi, si era dimenticata di pranzare!

«Ehm, credo di essermi dimenticata di mangiare!»

Sua madre alzò gli occhi al cielo: «Non so veramente cosa fare con te» sospirò.

«Vuoi mangiare adesso?»

«Direi proprio di si!»

Prese il libro e lo portò in salotto assieme alla lettera di Silente.

Quando tornò in cucina l'arrosto con le patate si stava già riscaldando nel microonde.

Prese un piatto e un bicchiere dalla credenza mentre sua madre le sistemava una tovaglietta sul tavolo.

«Allora, come mai il professor Silente ti ha mandato un libro?» le chiese sua madre mettendole il cibo nel piatto.

«Me lo ha mandato insieme alla lettera di risposta a quella che io gli ho inviato.»

«Veramente? E come hai fatto ad inviargli una lettera? Sei andata alle poste in bicicletta?»

«Mh, in realtà l'ho inviata stanotte... Non so bene come ho fatto!» rispose prima di iniziare a mangiare.

«Ah, capisco.»

Rimasero in silenzio per un po'.

Poi sua madre le chiese: «Posso leggere la lettera del professore?»

«Va bene.»

La donna andò a prenderla, evidentemente era rimasta a leggerla in soggiorno perché quando tornò, dopo qualche minuto, in mano teneva solo il libro Storia di Hogwarts.

«Non indovinerai mai come mi è stato recapitato il pacchetto!» disse Hermione tutta eccitata.

«Come?» chiese curiosa la signora Granger rigirandosi il libro tra le mani e sedendosi accanto alla figlia.

«Lo ha portato un gufo! Un gufo, mamma! Era rossiccio e enorme. Ho quasi preso un colpo quando l'ho visto sul davanzale!»

Sua madre era stupita: «Un gufo? Accidenti!»

«Se vuoi puoi leggerlo quando l'ho finito, non mi manca molto.» disse Hermione notando che sua madre continuava a sfogliare Storia di Hogwarts.

«Si, grazie. Ho letto che il professor Silente ti ha scritto l'indirizzo di una libreria...»

«Esatto, domattina consegnerò una lettera al postino con tutti i libri, anche quelli di scuola!»

Sua madre le sorrise dolcemente: «Tutti? Tienine qualcuno per la fine delle vacanze! E poi pensa al povero gufo che dovrà portarti tutto quel popò di roba!»

Hermione scoppiò a ridere: «D'accordo... .»

«Tra l'altro, come pensi che facciano i maghi a ricevere la posta dai babbani? Pensi che ce ne sia qualcuno che lavora alle nostre poste?»

«Forse, oppure c'è dietro qualche stregoneria!» disse Hermione eccitata.

Passarono il resto del pomeriggio a chiacchierare di come i maghi possano vivere senza mai farsi vedere e di altre cose simili.

Poi, quando fu arrivato anche suo padre, Hermione raccontò loro le cose incredibili che aveva letto quel pomeriggio.

Dopo cena sedettero tutti in soggiorno: mentre sua madre e suo padre discutevano di alcuni pazienti che avrebbero visitato il giorno seguente, Hermione scrisse la lettera per il Ghirigoro e poi lesse qualche altra pagina del libro che Silente le aveva mandato.

L'ora di andare a dormire arrivò in un baleno.

Salutò i suoi genitori e poi salì in camera sua, la portafinestra era ancora aperta ma la notte fuori era calda e priva di vento, così decise di non chiuderla.

Dopo essersi cambiata e lavata programmò la sveglia per le 7 e 30, voleva essere sicura di svegliarsi e visto quanto aveva dormito quella mattina non voleva correre rischi.

Si coricò, l'ultima cosa a cui pensò prima di addormentarsi furono i giardini e il castello di Hogwarts: non vedeva l'ora di vederli di persona.






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Ed ecco qui il secondo capitolo!

Come avevo un po' anticipato, vediamo la cara Hermione in tutta la sua ansia!

Spero che vi piaccia e che, in ogni caso, lascerete i vostri pareri e consigli!

Un abbraccio e un grazie!

Helena.

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