L’Attim0 fuggente
Middle
Earth: Between Life&Death
Mi sento
alquanto stordita. La testa mi gira e
ho paura ad aprire gli occhi. Non so cosa mi si potrebbe presentare
alla vista,
adesso. Sono agitata e stressata, così decido di continuare
a mantenere le mie
palpebre saldamente chiuse e di provare a concentrarmi su altri sensi
per
provare a calmarmi. Dopotutto sono appena stata … appena
stata … in effetti non
lo so. Cos’è che mi è appena successo?
Sono quasi sicura che mi sia successo
qualcosa, qualcosa che mi ha fatto provare tante sensazioni, qualcosa
che mi ha
scosso a tal punto da non volermi far vedere la verità, da
non volermi far
vedere ciò che mi circonda. Ricordo solo quegli occhi,
quegli occhi così
malvagi che sono riuscita a scorgere per pochi decimi di secondo, e che
si sono
impossessati della mia virtù. Continuo a vedere quelle
pupille marroni dietro
alle mie palpebre chiuse. Mi spaventano ma non ho il coraggio di
aprirli.
L’odore che sento in questo posto è avvolgente,
caldo e confortevole; Non sento
alcun rumore, neppure uno. E’ come se le mie orecchie fossero
coperte de uno
strato di ovatta che mi impedisce di percepire quello che mi circonda.
Questo
silenzio è stressante e allo stesso tempo mi rilassa. Le mie
mani sono posate su una massa
soffice, la sento ricoprire il mio corpo per tutto la sua altezza, mi
sembra di
essere sdraiata su di una nuvola morbida e liscia come la seta. Tutte
queste
sensazioni mi stanno circondando in una sfera di pace e di silenzio,
che ha
fatto rilassare tutto in mio corpo, quando però torna
l’immagine di quegli
occhi maligni e le mie palpebre di scatto si aprono su questo mondo di
nuvole.
***
Aprendo gli
occhi, lo spettacolo che mi si
presenta mi lascia di stucco. Bianco. Sono circondata dal regno bianco
delle
nuvole. Ovunque intorno a me, qualsiasi angolo (sempre che di angoli ce
ne
siano) è dannatamente, incredibilmente bianco, limpido,
quasi cristallino. Ma che
diavolo mi è successo? Sono morta? Oppure sono quasi morta e
mi trovo in un
regno di mezzo?? Una…terra di mezzo. Proprio come nel
Signore degli Anelli,
solo che li di pace non ce n’è stata per tredici
mesi, mentre qui tutto è puro.
Ad un certo
punto il silenzio di questo posto
comincia a riempirsi di un brusio fastidioso, che va venire i brividi e
che fa
prudere le orecchie. Sembra provenire direttamente da un film horror di
tutto
rispetto e, nonostante la mia passione per i film di questo genere,
sale la
preoccupazione che diventa quasi paura perché il bianco che
mi circondava
comincia a diventare logoro. Non ci sono più nuvole di
cristallo intorno a me,
ma è come trovarsi dentro lo schermo di una televisione,
quando va via il
collegamento della parabola. E’ tutto pieno di righe
finissime grigie bianche e
nere, lo stesso effetto che si presenta sul televisore poco prima che
Samara
Morgan faccia la sua apparizione dal pozzo in cui è morta
per uscire dalla tv e
venire ad ucciderti. Urlo dallo spavento e focalizzo i miei pensieri a
ciò che
conosco ancora di buono, intanto che il brusio continua imperterrito.
***
Non riesco a
ricordare nulla di bello che abbia
affinità con la mia vita. Ciò che sento nel corpo
è una sensazione di
disagio, è
come se tutti i miei muscoli
fossero pietrificati, congelati. Il
mio
volere va alla ricerca di calore, ed è lì che
punto con tutta me stessa. La sensazione
di calore … il sole di primavera, le calde brezze
d’estate, l’amore di due
innamorati che si scambiano un bacio sotto un albero ormai quasi del
tutto
spoglio, con ai piedi un tappeto di foglie arancioni e gialle, il
tiepido
tepore delle fiamme di un fuoco acceso nel camino in una serata
d’inverno. Il
mio pensiero si muove attorno a queste
quattro figure e sento che il brusio si sta allontanando dalle mie
orecchie.
Sento di nuovo il coraggio di riaprire gli occhi e non appena lo faccio
rimango
ancora più stupita della prima volta. Il panorama attorno a
me è cambiato
nuovamente.
C’è
una spiaggia davanti a me, con l’acqua del
mare che forma uno specchio limpido che riflette la luce dei raggi del
sole. I
miei piedi nudi sono su un prato d’erba umida che li
solletica. Alle mie spalle
si crea dell’ombra, mi giro e vedo una grande quercia, la
grande quercia che
c’è nel giardino di casa mia, ma la cosa strana,
è che galleggia. Galleggia
sull’acqua. Rimango ad osservare la pianta non so per quanto
tempo, quando mi
accorgo che le sue foglie sono di diversi colori e che il suo riflesso
nell’acqua è ancora diverso.
Questo albero è la
primavera. Questo albero è l’estate. Questo albero
è
l’autunno. E infine, questo albero è anche
inverno.
Questo albero
è tutto. “Quanto sarebbe bello
sapere che non sono sola”. Questo pensiero fa breccia nella
mia mente senza che
neppure io me ne accorga, eppure è così che mi
sento. Sola.
Bene, ho
finalmente capito in che posto sono finita. E’davvero una
terra di mezzo. E’ un
regno che riflette i miei pensieri, riflette come uno specchio
ciò che io creo
nella mia mente. Il buio quando sentivo di essere impaurita, la quercia
delle
stagioni e la spiaggia quando ero alla ricerca di calore. E’
un così bel posto
questo, non voglio andarmene da qui. E’ tutto così
magico. Sono stata in posti
che ho sempre voluto visitare. Ho fatto una passeggiata sulla lunga
muraglia
cinese, ho bevuto un bevanda fresca al sapore di mango e papaya
comodamente
sdraiata sulle bianche spiagge di Cuba, ho preso in sole su un atollo
delle
Hawaii, ho visto i fuochi d’artificio direttamente dal
balcone più alto della
Tour Eiffel e ho cantato e ballato per i sentieri di Central park. Ma
mi manca
ancora qualcosa.
***
Il tempo qui non
ha confini.
Ho fatto tanti
viaggi accompagnati solo dal
rumore dei rispettivi luoghi, nessuna parola, nessuna frase, nessuno
con cui
parlare. Mi manca un amico. Si lo so cosa state pensando …
basta che pensi di
volere qualcuno li con te e il posto in qui ti trovi te lo regala. No,
non
funziona così, ci ho già provato. Questo luogo sa
riprodurre solo scenari
paesaggi e sentimenti. Con le persone non va. E’ come la
lampada magica di
Aladino. Puoi chiedere tutto quello che vuoi, ma
c’è qualche clausola, nonché
qualche piccola postilla! Non posso chiedere di far resuscitare i morti
né di
uccidere né di far innamorare le persone! Beh, non che abbia
bisogno di queste
cose! L’unica cosa che non riesco ancora a capire
è il brusio. E’ tornato ed è
sempre presente. Non fastidioso e pauroso come prima però.
E’ come il rumore
che di tante persone che parlano l’una sopra
l’altra e ogni tanto riesco a
cogliere dei pezzi di parola ma non capisco che cosa dicano.
***
E’
possibile sapete?! Credo di esserci riuscita!
Credo di aver capito come fare ad ascoltare e capire il brusio.
L’altro giorno
(credo fosse ieri..non so come passa il tempo qui dentro) mi sono
concentrata
sul brusio e sono riuscita a cogliere il mio nome! Quello che mi ha
lasciata
più perplessa è che la voce che lo ha pronunciato
era familiare. All’inizio non
sono riuscita a capire a chi appartenesse, ma poi l’ho
sentita i nuovo e subito
l’ho associata al volto di Niall. Era la voce di mio
fratello. Non lo avevo
capito all’inizio. L’avevo associata semplicemente
ad un ragazzo biondo, tinto
tra l’altro, con gli occhi blu come due zaffiri lucenti. Solo
dopo mi sono
ricordata chi fosse. Come mi manca mio fratello. Grazie al suo ricordo,
mi sono
venute alla mente anche le immagini della mamma e del papà.
E poi anche quelle
di Lindy, la mia migliore amica, e quella di Harry, suo cugino,
nonché amico
d’infanzia. Quanto mi mancano tutti, darei tutto pur di
risentire le loro voci.
Ci sono riuscita! Mi sono messa
d’impegno e sono
riuscita a captare una conversazione nelle miriadi di frasi che
compongono il
brusio! Mi sono seduta all’ombra, sotto i rami dello specchio
delle stagioni,
in primavera, ho incrociato le gambe e ho meditato. Gli occhi chiusi,
la mente
libera da tutti i pensieri e il canto degli uccellini che accompagnava
il
tutto. Tre respiri di purificazione, come nello yoga, e poi ho atteso.
Sono
riuscita a sentire le voci di mio fratello, di mia madre, di Lindy ed
Harry e anche
quella del dottore. E poi la voce di un altro ragazzo, non
l’ho riconosciuta.
Non sapevo a chi appartenesse, ma era una voce che ero sicura di aver
già
sentito. La cosa importante è che ho scoperto alcune cose.
Primo: non sono
morta, sono in coma;
Secondo: mi
trovo in questo stato perché sono
stata stuprata;
terzo: da quello
che ho capito, ormai è passato
un mese; e per finire,
Quarto: sono
incinta.
La cosa che mi
ha fatto sentire più male non è
stata quella di scoprire di essere in coma da ormai un mese,
né quella di
scoprire di essere stata stuprata ne tanto meno quella di essere
incinta.
Quello che mi ha spaventata e sconvolta di più è
che la creatura che porto in
grembo è figlia di un uomo perverso, che ha sfogato le sue
voglie sul mio
corpo.
La conversazione
era confusa, diciamo che ho
captato vari pezzi di conversazioni diverse, che dicevano
più o meno così:
“Mamma!
Sono qui, corri!”
“La
mia bambina! Oddio cos’è successo alla mia
bambina?”
“Fermatela!
Fermatela non può entrare in sala operatoria! Siamo nel
mezzo di un
operazione!”
“Mamma non piangere, andrà tutto bene”
“Come
ormai avrete capito, la ragazza è stata violentemente
aggredita, ma devo darvi
una notizia che non credo sarà delle migliori. Vi prego,
sedetevi.”
“La
ragazza è incinta”
“Signora
Horan, lui è il ragazzo che ha portato qui sua figlia, se
non ci fosse stato
lui non so se adesso le condizioni sarebbero state queste. Ha davvero
salvato
la vita di sua figlia.”
“Tu..tu..grazie,
tu l’hai salvata, tu l’hai aiutata” poi qui la
mamma
ha cominciato a piangere, di nuovo.
“Su,
su, chiunque l’avrebbe fatto
sentendo..Stia tranquilla, resterò
qui con voi finche non si riprenderà”
“Hey,
grazie per aver salvato mia sorella. Piacere, Sono Niall Horan e ti
sarò sempre
debitore.” “Piacere
mio Niall. Io sono
Louis. Louis Tomlinson e credimi, l’avrebbe fatto chiunque al
posto mio.” “No,
non credo. Scappano tutti dalla paura,
sempre. Invece tu sei rimasto. Sarà un piacere se tu sarai
qui quando Summer si
sveglierà.” “Finche
non mi manderete via
a calci, io ci sarò.”
“Hey
fratello, voi come state?” “Ciao Harry, io sono
ancora un po’ scosso...la mamma
è KO”
“Niall!!
Ti prego dimmi che sta bene” questa era la voce di Lin, in
lacrime.
“Oh
Lindy.”
Basta non ho
voluto
ascoltare niente altro. Probabilmente il mio è stato un
pensiero egoista, ma
sapere che tutte quelle persone stanno male per me mi fa sentire ancora
peggio.
Non voglio ascoltare i loro pianti, né le loro parole di
conforto.
Non voglio.
Ma in compenso
ho
capito di chi era la voce del ragazzo che avevo sentito una volta. Era
quella
di Louis, se non ricordo male. Il mio salvatore, il mio angelo custode.
Gli
devo la vita. Gli devo tutto.
***
La notizia di
essere gravida si fa sempre più spazio nelle mia mente e
milioni di dubbi e
paure si insinuano nel mio cuore. Ho soltanto 17 anni, come
è possibile che
diventerò mamma? Sono troppo giovane, sono ancora una
bambina! Com’è
possibile che un atto di violenza si
sia trasformato in una creatura dolce e innocente?
Non voglio
più
risvegliarmi da questo incubo. Non voglio più tornare a
vivere, ma lo devo fare
per forza. Per questione di principio. Li ci sono tutte quelle persone
che mi
vogliono bene ma soprattutto c’è Louis. Lui ha
lottato per salvarmi, ha
rischiato la sua vita per salvarmi ed è grazie a lui se non
sono morta. Devo
ringraziarlo, devo dirgli quanto gli sia grata. Ma ogni cosa va fatta a
tempo
debito.
***
Mi sono calmata.
Ho
riflettuto su ciò che hanno sentito le mie orecchie
così ho deciso di dare
ascolto alle parole che sentivo presenti nel brusio. E’ Niall
che mi sta
parlando.
“Oh
Meme che cosa ti hanno fatto. Io, se solo penso che sarei potuto venire
a
prenderti ma non l’ho fatto perché ho paura di
guidare con la pioggia. Che
stupido, che stupido, che stupido! Quanto mi dispiace sorellina. Come
hanno
potuto toccarti. Ti prego Meme torna da me. Non riesco ad immaginare
una vita
senza la mia piccolina.” Mi scendono le
lacrime a
sentirlo parlare così, lacrime silenziose e lente. Era da
tanto che non mi
sentivo chiamare così. Mi chiamava in quel modo quando
eravamo piccoli e non
riusciva a dire Summer, allora diceva Meme.
Diventa un
pianto
disperato il mio quando lo sento piangere. Non lo avevo mai visto, ne
sentito
piangere. Non aveva mai pianto da che ricordo io. Invece adesso lo
sento piangere
e posare la guancia e una mano sul mio ventre per accarezzarlo, mentre
piange e
piange lacrime amare. Non posso credere che lui non odi quello che
porto in
grembo. Perché io lo odio. E’ frutto di odio e
violenza e non lo voglio.
E così Niall
si
addormenta, appoggiato al mio ventre. Il suo respiro si fa sempre
più calmo e
privo di singhiozzi. Solo quando sono sicura che stia dormendo, mi
lascio
andare anche io e chiudo gli occhi e, per la prima volta in un mese,
dormo
senza avere dei brutti sogni cullata dal dolce calore di mio fratello.
THE LONELY
Salve
Aliens!
Ho
avuto svariati problemi con il computer infatti l’ho dovuto
portare a far
riparare quindi sto usando un pc vecchissimo di mio padre! Pensate che
va
talmente piano che mi si è impallato 2 volte visto che
scrivo veloce! Ho dovuto
cominciare a scrivere alla velocità “Bradipo
incinta”! Avevo
quasi finito di ricopiare il capitolo la
prima volta quando il pc si è surriscaldato e si
è spento! Ho dovuto riscrivere
tutto di nuovo! E questa volta salvavo ogni tanto, così se
si sarebbe spento di
nuovo, sarei stata sfigata solo a meta! YEAH BUDDY!
Vi prego, questo è un capitolo molto sentito da parte mia,
quindi vi chiedo di
lasciare una piccola RECENSIONE
così
mi fate sapere che ne pensate, se vi piace, se il capitolo è
ancora troppo
corto e i prossimi li volete più lunghi ecc…
Se
state leggendo qui, scrivetemi “BRADIPO INCINTA”
nella recensione, così almeno
so se avete letto il mio spazio autrice!
Bacio
Bacio,
Alexis
PS:
ringrazio tutte coloro che hanno recensito i vecchi capitoli, chi ha
messo la
storia tra preferite, seguite o da ricordare, e in fine, anche le
lettrici
silenti!! ALLA PROSSIMA!
Adios
Passate
a leggere la mia nuova One Shot!! So
quasi sicura che vi piacerà! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1304946&i=1
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