After you

di Rouge_san
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il passato prima parte- dichiarazione, matrimonio ***
Capitolo 2: *** Il passato 2- La notte del battesimo ***
Capitolo 3: *** Il passato parte tre- Notizie e addi ***
Capitolo 4: *** Passato parte quattro- parto difficile, ecco a voi i gemelli! ***
Capitolo 5: *** L'incontro ***
Capitolo 6: *** Il ritorno di Soul- Incontri inaspettati ***
Capitolo 7: *** Il passato parte cinque- Arrivano i problemi ***
Capitolo 8: *** Una notte a casa Albran ***
Capitolo 9: *** Il colloquio - La foto misteriosa ***
Capitolo 10: *** Appuntamento- Litigio ***
Capitolo 11: *** Dubbi e spionaggio ***
Capitolo 12: *** Rissa e decisione ***
Capitolo 13: *** Verità svelate ***
Capitolo 14: *** Maka e Soul, cosa andrà storto al loro appuntamento? ***
Capitolo 15: *** la battaglia contro le Idre ***
Capitolo 16: *** Ritorno a Death City ***
Capitolo 17: *** I nonni ***
Capitolo 18: *** Notte di passione ***
Capitolo 19: *** Spirit e Kami- Riunione ***
Capitolo 20: *** Cade la pioggia ***
Capitolo 21: *** Attacco a sorpresa- Kid e Maka ***
Capitolo 22: *** Il secondo attacco ***
Capitolo 23: *** La fine, più o meno ***



Capitolo 1
*** Il passato prima parte- dichiarazione, matrimonio ***


                  After you

 
 

I don't mind spending everyday
Out on your corner in the pouring rain
Look for the girl with the broken smile
Ask her if she wants to stay awhile
And she will be loved
And she will be loved ( Maroon 5, She will be loved)

 

-Maka -Soul -Marie -Stein -Spirit -Shinigami

  
Capitolo 1

 

 

L’unico ricordo che avevo di lui, è in loro.
In loro, già. Il mio più prezioso tesoro…I miei due splendidi figli.
Otto anni prima…
Era poco che Soul e le gemelle erano diventati Death Schyt, mentre Tsubaki stava per diventarlo.
  Ci eravamo riuniti tutti davanti a casa di Stein e Mari, avevano un importante annuncio da fare.
 Nessuno sapeva che genere di annuncio, ma se mezza Death City si era riunita lì, allora doveva essere importante.
All’epoca io e Soul avevamo diciotto anni, e, non so come, forse per una qualche grazia divina  avevo capito di avere una cotta per la mia arma. Esatto per quel brutto deficiente  che, in un primo momento mi mette in situazioni piacevoli anche solo con una frase, e poi distrugge la magia con le sue solite battutine sceme e maliziose.
Stein e Mari finalmente uscirono dalla casa entrambi rossi fiamma, doveva essere parecchio imbarazzante, perché Stein ci mise dieci minuti buoni per prendere fiato, poi sentenziò:
«Io e Mari ci sposeremo fra due mesi, siete tutti invitati al nostro matrimonio»
 Detto senza peli sulla lingua, tutto d’un fiato. Mi voltai verso Soul che mi fissava attonito,mentre alla mia sinistra mio padre era in preda al panico. Fu Shinigami a parlare:
«Congratulazioni vivissime, miei cari!» disse il preside con la sua solita ironia
 «Ancora grazie a tutt….» ma Stein non fece in tempo a finire la frase che mio padre si infilò nel discorso, gridando a squarcia gola.
«COM’’ Ė POSSIBILE TUTTO QUESTO?!»
  «In che senso,scusa?»
«Tu non la sposi perché la ami lo fai per altri motivi, io ti conosco bene STEIN!!!»
 «Scusa Spirit, ma secondo te per cosa ci si sposa? Per amore,no? Sei veramente un idiota!»
«Ma lei non ha neanche un po’ di timore a vivere con te?!»
 «No, io lo amo e comunque lo sto tenendo a bada meglio di quanto non abbia fatto tu, Spirit »
Mio padre era rimasto a bocca aperta, si per lo stupore del matrimonio, sul fatto che Mari non avesse paura di Stein,ma soprattutto era rimasto così come un pesce lesso perché lo aveva zittito.
Dopo tutte le congratulazioni, dopo tutti gli auguri, eravamo rimasti in tre: io, Soul e mio padre.
Mari con noi non aveva ancora finito, almeno con me e Soul, a mio padre ci pensava Stein.
«Ragazzi, è molto importante e vorrei farvi una proposta…»
 «Ti ascoltiamo»
«Bè, Maka, per prima cosa vorrei chiederti se volevi farmi da damigella al matrimonio»
  «IO!? V-Volentieri! »
«Sono contenta che tu abbia accettato,ma ora passiamo alle cose serie. Vedete, il matrimonio è stato  diciamo “indirizzato”  a causa sua» disse Mari indicandosi il ventre.
 «COSA!? TU ASPETTI UN BAMBINO!?»
«Veramente, sì»
   «Congratulazioni!»
«Scusa,ma allora aveva ragione suo padre.. VOI NON VI AMATE! Voi vi sposate perchè avete combinato un casino!»
   «Eh? No,no io e lui ci amiamo eccome! Altrimenti non mi avrebbe messa incinta. Lui doveva chiedermelo,ma non ne aveva il coraggio quindi ha utilizzato la scusa del bimbo per farmi la proposta, ma  questo non vuol dire che non sia innamorato di me. Forse ora non comprendi, ma un giorno ci arriverai.»
 «Ah, certo! Tanto contenta tu contenti tutti! Stai solo in guardia a non farti dissezzionare…»
«Gli ho ritirato il bisturi fini a nuovo ordine. Comunqe, Stein non mi toccherebbe neanche con un fiore. Perchè sono così convinta vi chiederete, bè è semplice. Dovete sapere che l'amore non è nel cuore,ma nel rispetto reciproco. Una relazione non è nulla senza rispetto. Tenete a mente anche questo.
   Cambiando argomento,volevo chiedervi se volevate diventare i suoi padrini»
disse lei sempre indicandosi il ventre.
 Io ero esaltata, Soul era esterrefatto,ma felice della proposta. Entrambi accettammo più che volentieri quella responsabilità.
  Intanto Stein aveva chiesto a mio padre se poteva fargli da testimone, ma del bambino non aveva proferito parola.
Infatti solo io e Soul ( a parte i genitori) sapevamo del piccolo. Questo mistico segreto sarebbe uscito durante il ricevimento del matrimonio.
Durante la strada del ritorno non potevo fare a meno di notare che Soul era pensieroso.
«Che hai?»
  «Eh? No, niente»
«Credi di farla in barba a me? Ti conosco abbastanza bene da poter vedere che hai qualcosa che ti angoscia»
   « Ė che… Mari ha realizzato il suo sogno, si sta per sposare con l’uomo che ama, sta per avere un figlio e poi l’han messa in congedo temporaneo per il matrimonio. Insomma, è felice!»
«Perché tu allora non lo sei?»
    «Perché io non ho ancora realizzato uno dei miei sogni, forse il più importante per il futuro…»
«Sarebbe diventare un  pianista  di fama mondiale?»
    «No»
«Allora cosa scusa?»
    «Sistemarmi, esattamente come Mari. Avere figli, una casa, ma soprattutto vedere la donna che amo con la fede al dito» mentre lo diceva mi fissava intensamente, forse era il sogno di tutti. Anche il mio.
 Non era importante dal punto di vista dell’ambizione,ma importante per il futuro. Avere la certezza di non essere soli al mondo, di avere qualcuno che ci ami.
«Gli uomini  parlano di mettere su  famiglia solo quando conviene loro» Soul si era fatto serio e mi guardava in modo ancora più convinto e passionale. Quello sguardo mi metteva profondamente a disagio.
 «Però credo che tutti vogliano sistemarsi, con una persona che si ama»  Le sue labbra erano a qualche millimetro dalle mie, potevo sentire il suo respiro, il suo calore, il suo profumo.
 «Sei proprio sciocca» e in un attimo le sue labbra premevano sulle mie con  una dolcezza, che mai avrei immaginato.
Il mio primo bacio. Era riuscito a scucirmelo con una tale facilità. Non volevo che il mio primo bacio fosse così diretto, poteva almeno portarmi in un posto diverso. Quel bacio diventava sempre più passionale, e Soul non ne voleva sapere di fermarsi, non che io fossi da meno. Forse era una presa in giro, forse ero ricambiata, questo non lo potevo sapere finché il mio caro Soul non si  sarebbe staccato. Un bacio di fronte al tramonto, romantico. Un bacio sulla spiaggia, romantico. Un bacio in pieno giorno e davanti al proprio appartamento,un po’ meno romantico!
«E-E con questo bacio  vorresti farmi intendere che ti piaccio?»
  «Quello era l’intento»
«Bè, ci sei riuscito»
   «Ma tu?»
«io che?»
  «Tu  ricambi?»
L’ultima cosa che volevo in quel momento era arrossire,ma era la prima cosa che ho fatto. Volevo controllare le mie emozioni, ma la verità è che non ci ero mai riuscita. Gli saltai al collo dandogli un semplice bacio a stampo.
Forse non ero l’unica ad essere innamorata.
  Dopo due mesi da quel giorno tutto andava alla perfezione: io e Soul eravamo fidanzati ( all’insaputa di papà), Tsubaki era finalmente riuscita a diventare una Death Schyt e si era messa con Black Star ufficialmente. Le gemelle avevano concluso la preparazione e  venne loro affidato uno stato ( l’Europa, ovviamente), Kid invece, aveva  deciso di frequentare un corso di architettura. Perfino mia madre era tornata, l’avrei rivista al matrimonio di Mari.
  Tutto era perfetto.  Volevo che il mio rapporto con Soul durasse in eterno, ci amavamo e ogni volta che eravamo da soli non perdeva certo l’occasione per dimostrarlo. Mi sentivo come una principessa. Volevo veramente che durasse in eterno, ma  ora non c’è nulla di eterno, se non la morte. Se avessi potuto rimediare a quegli errori lo avrei fatto il giorno stesso in cui mi ero dichiarata. La mia vita di allora è solo un vago ricordo, la sofferenza che per colpa sua ho dovuto affrontare, solo alla fine mi ha portato gioia.
  Ma  di questo si parlerà più avanti.
 
 

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Capitolo 2
*** Il passato 2- La notte del battesimo ***


Now I've heard there was a secret chord
That David played, and it pleased the Lord
But you don't really care for music, do you?
It goes like this
The fourth, the fifth
The minor fall, the major lift
The baffled king composing Hallelujah
Hallelujah
Hallelujah
Hallelujah
Hallelujah (Leonard Cohen, Hallelujah)

 -Maka -Soul -Marie -Kami -Spirit


Capitolo 2

 
Il matrimonio di Marie arrivò in fretta.
Erano le otto del mattino, sia io che Soul eravamo pronti ad uscire,ma qualcuno citofonò.
 Era mia madre.
Quando arrivò al nostro piano spalancò la porta e non appena mi vide mi saltò al collo esaltata.
«Oh, tesoro! Mi sei mancata tantissimo! Sei cresciuta, moltissimo dall’ultima volta che ci siamo viste!»
  «Già! E comunque mi sei mancata moltissimo anche tu!»
Dietro mia madre, tutto in ghingheri, c’era mio padre. Era ben sistemato, semplice smoking nero e cravatta.
  Mia madre invece non era semplice per niente, aveva un abito beige lungo fino alle ginocchia, senza maniche.  Dal busto in su  la stoffa del vestito si radunava sulla spalla sinistra in un’enorme fiocco. Il cappello, beige anch’esso, era abnorme. Tuttavia era l’unica cosa abbastanza normale in quel completo, a parte la grandezza, era un normalissimo cappello. Eh, si! La mia  cara mamma amava i vestiti sofisticati,ma non  con tanti fronzoli. Diciamo che apprezzava le cose semplici dal profilo complesso. Poi, anche se fossero stati stracci a lei starebbero stati bene lo stesso.
 La mamma era una bellissima donna, alta, bionda, con un grosso paio di occhi verdi. I capelli le arrivavano fino alla fine della schiena, erano mossi e biondo cenere, I suoi occhi erano di un verde smeraldo brillantissimo e si lei  aveva proprio un corpo sinuoso. I seni non erano  enormi, ma nemmeno minuscoli. Il suo fisico era ben allenato e molto magro.
 In poche parole, la mamma è la mamma!
«Signor Albran, lei è stato ufficialmente nominato alla carica di “scemo del villaggio”!»
  «Ehi! Abbassa la cresta giovanotto! E poi perché dovrei essere lo scemo del villaggio, scusa!?»
«Semplice per essersi fatto scappare un a donna così bella e una figlia altrettanto meravigliosa!»
Mia madre rise per l’affermazione di Soul, facendoselo subito amico; mentre io ero imbambolata per le sue affermazioni, che mi facevano un piacere immenso. Mentre la mia arma e mia madre se la raccontavano, mio padre continuava a fissare la mamma; come se fosse la prima volta che la vedeva, come se avesse potuto avere la possibilità di ricominciare daccapo la loro relazione. Ma la loro storia era morta e sepolta?
«Ah,Maka! Ho dimenticato di dirti una cosa importante!»
  «Kami, io non so se…»
«Dimmi,mamma»
«Vedi mia cara, io andrò a vivere a casa di tuo padre per un po’, finché non avrò trovato un appartamento qui in città!»
 «Rimarrai qui?!»
«Già! Non sei contenta? Tu ti sei appena diplomata, così  se non altro potrai venire a vivere con me e…»
  «Vediamo mamma, per ora vorrei rimanere qui…con Soul»
Mia mamma si voltò stupita verso il ragazzo, che a sua volta guardava me con tanto affetto. Mia madre fece un cenno con la testa, mentre guardava me e Soul ad intervalli regolari. Una madre percepisce sempre quando  c’è di mezzo un ragazzo, o quando ti senti sconsolata. La mamma c’è sempre per me.
 I padri, invece, non capiscono un cavolo di noi ragazze e hanno la finezza di un elefante, quando ci sono di mezzo dei fatti delicati!
Stavamo andando tutti verso la chiesa, davanti a me c’erano i miei genitori e per caso ho ascoltato la loro discussione.
« Spirit, non dovresti guardarmi così»
 «Così, come?»
«Come se fossi stata io ad averti rifiutato»
«Non è vero che ti guardo così!»
  «Neanche fossi ceca Spirit! La nostra storia è morta e sepolta ormai! Non dobbiamo dare false illusioni a nostra figlia!»
«Io non le do false illusioni, chiaro? Io…Io, voglio davvero ricominciare!»
   «lo sai che non si può!»
«Lo stai dicendo perché lo vuoi o perché è un  dovere, Kami?»
  «I-I-Io, bè e-ecco…»
«Ti conosco troppo bene. Con me non sei mai stata in grado di fingere, vedevo e amavo quando ti mettevo in situazioni imbarazzanti, perché potevo vedere il tuo lato più fragile, potevo vedere e accertarmi che tu fossi sempre mia attraverso il rossore delle tue guance»
Non avevo mai visto mia madre in una situazione così. Era rossa, non sapeva come ribattere, ed era impacciata.
 Mi somigliava.  Io sono nelle sue condizioni ogni volta che Soul mi mette in imbarazzo.
 Ero entrata nella sagrestia, e Marie era lì. Era nervosa, come tutti nel giorno del loro matrimonio, credo.
Marie era bellissima, l’abito era azzurro con delle bellissime sfumature blu scuro infondo al vestito, ai fianchi aveva una fascia blu che le faceva da cintura. Il velo era di un azzurro appena accennato, anche se in fondo c’erano delle sfumature bluastre. I suoi capelli biondi erano raccolti in un una pettinatura complessa, i capelli erano arricciati a boccolo e ne cadevano alcune ciocche da sotto un  mungo elaboratissimo. Il suo bouquet  era la cosa che più la rispecchiava, un mazzo di girasoli. Quei fiori rappresentano la su allegria e la sua determinazione. Marie era una donna meravigliosa, Stein era un uomo fortunato.
 «Marie, sono qui!»
«Ah, Maka, appena in tempo! Sono nervosissima! Non so che fare, io, io »
«Calma Marie, fai un respiro profondo, okay?»
 Dopo essersi calmata,Marie mi guardava orgogliosa.
«Sapevo che saresti riuscita a farmi calmare, per questo ti ho scelta come damigella. Tu sei in grado di calmarmi senza mettermi in imbarazzo»
 Dalla chiesa incominciava a sentirsi il suono di un pianoforte. Presi il velo di Mari agli estremi e comiciai a camminare verso l’altare. Lanciai  un’occhiata al piano. A suonare era Soul. Suonava una canzone bellissima, l’Hallelujah  di Leonard Cohen. Era una musica  dolcissima e piena di significati, perfetta per quell’occasione. Davanti all’altare c’era Stein, con uno sguardo felice e innamorato. Erano una bella coppia insieme, quei due!
Abbandonai Marie non appena prese il braccio del dottore, mentre io mi ero diretta verso il mio amatissimo pianista.
«Fammi un po’ di spazio»
 «Dai, siediti qui, ma stai in silenzio finchè non finisco di suonare» Non potevo farlo distrarre per cui ero rimasta zitta ad ascoltarlo, però aveva finito poco dopo.
« Ho sentito che il prete è sbrigativo, forse  saremo ancora svegli prima del ricevimento»
 «Meno male!»
Fortunatamente Soul, aveva ragione. La messa non era durata tanto, meglio.
 Per il ricevimento Marie aveva fatto le cose in grande. Era un luogo di campagna, molto bello, ma che si poteva raggiungere solo con un’auto o con una moto.
 Anche il ricevimento era stato molto sbrigativo: un normalissimo pranzo.
Anche la notizia del bambino uscì fuori, tutti erano contenti, ovviamente tranne mio padre che iniziò a litigare con Stein per una mezz’ora buona. Nel contempo Marie stava per lanciare il bouquet. Era molto bello, ma io per non farmi ammazzare dalla folla di donne urlanti avevo preferito starmene in disparte.
«Che fai qui? Vai a prendere il bouquet! »
  «Ma no, infondo va bene così. Non voglio rompermi nulla»
«Dai, Maka io voglio vederti afferrare quel bouquet»
  «Per poi farne cosa scusa?»
«Mi sembra ovvio, per vederti mentre me lo porti e mi dici “ ti amo”»
Ero rossa, dalla punta delle ballerine sino alla punta dei capelli.
«O-Ovvio che non lo farò mai!»
  «E perché scusa?  Siamo fidanzati, non c’è nulla di cui vergognarsi»
«Lo so, ma c’è papà ed lui l’unico a non saperlo e se tu continui ad amoreggiare con me come se nulla fosse, forse lui la smetterebbe di osservarmi in modo così  opprimente!»
 Soul si voltò e vide un’aura nera che partiva da mio padre fino ad arrivare a noi, sinché mia madre non l’afferrò per il colletto dicendogli di lasciarci in pace.
 «Senti Maka, perché  non lo prendiamo insieme? Io lo afferro poi te lo porgo ci stai?»
«Eh? Lo faresti, per me?»
  «Per te questo e altro»
Allora ci dirigemmo verso Marie, che stava giusto per lanciare.
  Lo tirò.  Con tutto il mio stupore cadde nelle mie mani, nonostante Soul avesse cercato di prenderlo per me.
Mi girai verso di lui, rossa in volto, ma non mi volevo pentire per quello che stavo per dire.
«S-Soul, i-io  ti amo!» non volevo guardare, ma aprii gli occhi lo stesso.
Soul era di fronte a me con un sorriso raggiante, era felice si vedeva. Prese fra le mani il bouquet, mi porto nel posto dove avevamo parcheggiato la moto e mi baciò appassionatamente per qualche istante.
«Torniamo a casa, non abbiamo più nulla da fare qui»
 «Va bene»
Andammo nella sala dei ricevimenti, e con la scusa che io non mi sentivo molto bene  ce ne tornammo nel nostro piccolo appartamento.
   Misi il bouquet in un vaso proprio sul tavolo. Senti le braccia di Soul stringermi in un caloroso abbraccio.
«Ho sonno»
  «Allora vai a dormire»
«Non voglio andarci da solo»
   «Perché mi fai eseguire cose, che io non voglio fare?»
«Boh, chissà»
   «Tanto sono esausta anche io»
Mi prese imbraccio, come se fossi una cosa delicata, mi mise sul mio letto e cademmo entrambi in un sonno profondo.
  Era arrivato l’inverno, e con esso anche le responsabilità.
Soul continuava il suo apprendistato da Death Schyt, io avevo trovato un giornale, dove potevo curare una rubrica sugli arredi.
 Mi interessava il design. Era davvero appassionante  commentare  il design futuristico,ma questa è un’ altra storia.
Insomma, le cose giravano per il verso giusto.
 Un giorno Marie, tutta allarmata, mi telefonò per avvisarmi della nascita della bambino. No, scusate, bambina.
Eh si, quando io e Soul arrivammo all’ospedale, scoprimmo che in realtà era una femminuccia.
  Stein era al settimo cielo, tanto felice, che lui stesso aveva scelto il nome della bambina. Alexis.
Le aveva dato quel nome in onore di sua madre. La pargoletta, era minuscola, ma del tutto uguale a Stein.
  Dalla testina sbucavano dei piccoli ciuffi grigi, e Marie mi aveva detto, che quando era nata voleva prendere il bisturi del dottore. La piccola Alexis l’orgoglio del caro professor Stein.
Nemmeno due settimane dopo ci fu il suo battesimo. Non potevo crederci, stavo per diventare madrina.
 Fortunatamente Stein non era il tipo da cerimonia e aveva cercato ( di nuovo) un prete sbrigativo. Nessun ricevimento, solo la cerimonia, molto corta alla sera. L’emozione che mi aveva dato tenere quella bimba fra le mie braccia era un’emozione che anch’io un giorno, avrei voluto provare.
   Era vero che Alexis assomigliava al padre, quando apriva i sui occhioni erano dello stesso colore di quelli del padre.
 Anche il carattere era uguale, chissà gli sviluppi confermeranno quello che sta succedendo. Infondo, tutti cambiamo, prima o poi.
  Quella sera fu l’inizio di tutto. L’inizio del mio dolore, della mia tristezza, della mia consolazione, ma soprattutto l’inizio di una nuova vita.
Tornati a casa quella sera, entrambi avevamo voglia di azzardare.  
 «Voglio farti mia, ed unicamente mia» quelle parole sono state  dette con troppa leggerezza, da due diciottenni che non volevano altro, se non rimanere insieme.  Una frase, detta da due ragazzini, che volevano solo amarsi.
Sta di fatto, che a quelle parole io mi ero lasciata andare.
Quella notte le stelle splendevano e la luna non sembrava così minacciosa, per me era tutto nuovo. Seguivo solo il mio cuore.
Finalmente sentivo il mondo girare, sentivo che tutto intorno a me cambiava.  Così doveva essere, tutto doveva cambiare.
   La notte passò e al mio risveglio io ero da sola, di lui non ebbi più notizie 

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Capitolo 3
*** Il passato parte tre- Notizie e addi ***


 

Come stop your crying
It will be all right
Just take my hand Hold it tight
I will protect you
from all around you
I will be here
Don't you cry
For one so small,
you seem so strong
My arms will hold you,
keep you safe and warm
This bond between us
Can't be broken
I will be here

Don't you cry
'Cause you'll be in my heart

Yes, you'll be in my heart ( Phil Collins You’ll be in my heart)

-Maka - Kid  -Shinigami   Cambio prospettiva del racconto: ***


Capitolo 3

 
Ero sola, nessuno accanto a me. Mi sentivo abbandonata, sola al mondo, presa in giro e sconsolata.
  Mi misi nell’angolo più buio della casa, volevo solo piangere, tanto nessuno mi avrebbe vista. Potevo sfogarmi liberamente.
Passarono due settimane, di Soul nessuna notizia. Avevo lasciato la rubrica, non uscivo di casa, non mangiavo, piangevo e basta.
 Un giorno qualcuno suonò alla mia porta, non volevo vedere chi era, la risposta mi avrebbe fatta soffrire troppo. Quindi non ero andata ad aprire.  Dopo poco sentii la porta aprirsi in un enorme boato.
«MAKA!!» Non credevo, che io potessi ancora interessare a qualcuno.
  «Sono qua, Kid»
Kid, spalancò la porta della camera.
 «Guardami!»
Alzai lo sguardo, e sul viso del mio amico non c’era ne rabbia ne rancore, ma solo preoccupazione.
 «Vattene! Lasciami sola!»
« Lo so che Soul è sparito, ma  non è la fine di tutto, okay?  Poi, Tsubaki e Black Star vanno in Oceania, non li rivedremo fino al giorno del loro matrimonio»
 «Matrimonio?!»
«Già, in queste due settimane ti sei persa molto. La proposta di matrimonio di Black Star, e pensa che  Tsubaki  mi ha perfino chiesto di dirti se potevi farle da damigella. Sono giorni che ti chiama e non le rispondi. Tu neanche ti sei accorta che Blair ha cambiato casa!  Maka, la vita continua! Capisco il dolore, la disperazione, ma tu non capisci che ti stai rovinando!»
Le emozioni avevano preso il sopravvento, le lacrime scorrevano e le braccia di Kid mi stringevano forti a sé. Lui mi capiva, mi stava aiutando a risalire da quel buco immenso che io stessa mi ero scavata. Io ero la causa del mio dolore.
 Avevo appena toccato il fondo, da lì potevo solo risalire.
 «Dai, smetti di piangere.  Facciamo così, adesso chiama Tsubaki  porgile le tue scuse e ascolta ciò che ha da dirti, poi io e te andiamo a fare un bel giretto per la città. In fondo ti fa bene cambiare aria, ok?»
  «V-Va bene»
Avevo chiamato Tsubaki, le avevo chiesto scusa e avevo accettato di fare la sua damigella. Lei era tutta esaltata,e se lei era felice lo ero anche io.
Successivamente Kid mi portò in una serie di negozi per scegliere l’abito per il matrimonio.
 Io ero la damigella, lui il testimone. Kid, a differenza mia, però era un rimpiazzo. Doveva esserci Soul al posto di Kid.
«Di lui non si ha più notizie»
   «Di chi, scusa»
«Di Soul. Nessuno sa che fine abbia fatto»
Così mi aveva detto Kid, che era davvero in pensiero per lui.
 «Non mi importa»
«Scusa, non tocco più l’argomento» Tutto si era fatto silenzioso e io ruppi quel silenzio.
  «Grazie»
«E di cosa?»
  «Di tutto»
«Per gli amici questo e altro»
In quel momento, mi ero sentita mancare. Ero caduta nelle forti braccia di Kid, che con i suoi ottimi riflessi era riuscito a prendermi appena in tempo.
  Quando mi  svegliai ero all’ospedale. Kid era davanti a me preoccupato e perplesso.
«Che hai Kid?»
   «No, che hai tu»
«Io non ho nulla quello svenimento sarà stato per la stanchezza»
   «Perché non mi hai detto che eravate  arrivati a tanto»
«Kid io non capisco che intendi»
    «Dimmi che tu e Soul avete usato i preservativi! Dimmelo!»
«N-No, ora che ci penso, no»
    «Allora mia cara Maka, non è un incubo»
«Parla chiaro!»
    «Sei incinta, per l’amor del cielo! Il dottore è arrivato qui poco fa con i risultati del test!»
«Non è possibile!»
    « Oh, lo è. Ma la omanda ora è:che intendi fare?»
Scoppiai in lacrime.
«Non lo so, Kid! Non lo so!»
  «Io ti starò vicino, qualunque cosa tu sceglierai di fare»
«R-Rimarrai con me fino alla fine?»
   «Fino alla fine, lo giuro»
Lo abbracciai forte, lui era il mio unico appiglio di salvezza. Lui ora aveva nelle mani un giuramento troppo importante, che sicuramente avrebbe mantenuto.
   «Non voglio abortire, ma non voglio nemmeno che si sappia in giro»
«Okay, sarà il nostro piccolo segreto»
    «Mi odi?»
«Perché dovrei?»
    «Perché mi sono lasciata andare alle passioni, perché sono un’irresponsabile, perché sono una sgualdrina!»
« Tu non sei nulla di tutto questo, chiaro?! Ora sei molto triste e sconsolata, perché sei stata abbandonata. Ora ci sono io con te, per cui piangi quanto vuoi, perché io non ti giudicherò, finchè, il bambino non sarà cresciuto. Solo se lo alleverai bene io potrò giudicarti bene. L’abito non fa il monaco, Maka. Io ti sarò vicino, conta sempre sul mio aiuto.»
 Al matrimonio di Tsubaki,nessuno dei due era allegro. Kid per convenienza era venuto ad abitare con me, mi stava aiutando tantissimo con la gravidanza. Ormai, erano due mesi che ero in dolce attesa, ma del pancione c’era solo un accenno. Comunque per la cerimonia avevo  preso un abito in stile impero, tanto per non rischiare. L’abito era di color rosa antico, mentre sotto il seno ( che stava crescendo a vista d’occhio) una fascia di raso color vinaccia. Un vestito semplice ed elegante.
  Io e Kid non partecipammo al ricevimento, perché  Il sommo Shinigami aveva l’urgenza immediata di parlarci.
  Entrati nella camera della morte, notammo che solo Shinigami era presente. Niente falci della morte, solo lui e noi.
«Ragazzi è parecchio urgente» Shinigami raramente era serio,ma quella era una delle poche volte.
 «Che c’è padre?» disse Kid stringendomi forte a sé
«Avete mai  sentito parlare della DSSI?»
  «No, mai»
«La DSSI  è un’associazione malvagia, che credevamo di aver distrutto,ma si è riformata. Ed ora è tornata nel pieno delle sue forze»
  « Io e Maka, cosa centriamo in tutto questo?»
« La  sigla DSSI, sta per Death, Schyt, Son, Incorporeted. Questa organizzazione è stata creata per studiare i figli di Shinigami e Death Schyt»
«In che senso studiare?»
  « Nel senso, fare su di loro esperimenti atroci. Non capita tutti i giorni che una Death Schyt , o, uno Shinigami  abbiano un figlio, il lavoro non lo permette. Sta di fatto che i figli di quest’ ultimi sono più potenti  di una normale arma o di un normale meister.  Purtroppo, voi siete a rischio, più di tutti. Loro non sanno chi siete o come siete, sanno solo che vivete qui.
  Ora, Marie e Stein  si trasferiranno in Australia insieme a Tsubaki e Black Star»

«Come Anche loro sono a rischio?»
«Si, Maka-chan,Alexis è la figlia di Marie, e, quest’ ultima era una Death Schyt. Per quanto riguarda Black Star, lui è l’unico sopravvissuto del clan della stella, mi sembra ovvio che siano interessati a lui»
 «Per quanto riguarda Tsubaki, invece?»
«Bè, lei ha ereditato la Katana Demoniaca, lei è interessante per quello. Visto, però che loro di voi sanno solo che vivete qui , io vorrei, che ance voi andaste via da Death City fino a nuovo ordine»
 «Kid, io credo, che a questo punto sia meglio dirglielo»
   «Lo penso anche io»
«Dirmi cosa?»
    «Bè, ecco..»
«DUE MESI FA SOUL MI  HA MESSA INCINTA!»
 Shinigami, non so dire se era scioccato o esterrefatto, per colpa della sua maschera non si capiva.
 «Questo sì che è un bel guaio»
«C-Come non mi dici altro?»
  «Ora che lo so, vorrei che nascondeste bene anche il bambino è ESSENZIALE che di lui, o lei no si sappia ASSOLUTAMENTE NULLA!»
  «Come vuole sommo Shinigami»
« Lo terremo segreto con tutti, padre compreso, fino a nuovo avviso. Forza dai, non fate quelle facce,  si risolverà tutto»
  «Chiarissimo, padre»
Stavamo per andarcene, quando Shinigami ci fermò.
«Ah, Kid quasi dimenticavo!»
 «Che c’è ancora? Sei stato abbastanza esplicito, sai!»
«Volevo solo dirti, che vi ho lasciato la mia casa in Arizona e volevo dirti di usare il cognome di Maka, per il lavoro»
   «Sarà fatto, padre»
«Ah e un’altra cosa Kid, ma questa tra me e te in privato»
 Io me ne andai fuori dalla camera della morte ad aspettare Kid. Ero legata a Death City, ma ora non lo sono, perché quello è solo un ricordo che voglio dimenticare. Ora ricomincio da zero, con Kid.
***
Mio padre voleva parlarmi in privato. Sulle prime ero scettico, non volevo lasciare Maka  da sola.
 «Allora? Che hai di così importante da dirmi, tanto da lasciare sola Maka?»
«Volevo dirti di starle vicino, non attraverserà dei bei momenti e da sola non può farcela. Sostienila perché potrebbe esserci un risvolto pericoloso nella vicenda»
  «Risvolto pericoloso per quanto riguarda, cosa?»
«Lo scoprirai fra qualche mese. Ora vai, su!»
 «Grazie dell’avvertimento. A presto padre»
«Ah, eh Kid!»
  «Vuoi farmi andare o no?!»
«Buon compleanno figliolo! Credevi che me ne fossi dimenticato? Il tuo regalo è davanti a casa, usalo quando sei sobrio!»
 - In realtà, quello che se ne era scordato sono io!-
 Uscito dalla camera della morte di fronte a me c’era Maka. Era tutta rossa in viso, ora capivo perché Soul se ne era innamorato: era come una bambina, che tu dovevi proteggere. Era così graziosa.
«K-Kid Buon compleanno!»
Mi porse una scatola e dentro c’erano due portachiavi a forma di pistola.
«L’ho presi, perché sembravano Liz e Patty quando sono sotto le sembianze di pistole, e poi perché sono due, così sono simmetriche, no?»
 «Ė un pensiero meraviglioso, grazie, Maka»
L’abbracciai e poi insieme ci dirigemmo davanti alla mia vecchia casa. Davanti a quella villa c’era una macchina nuova di zecca! Una sportiva decapottabile, nera. UNA SIGNORA AUTO!
« Papà tu sei il mio eroe!»
  «Kid, ma è bellissima!»
«Forza andiamo al nostro appartamento, facciamo le valigie e andiamo in Arizona!»
Eravamo pronti entrambi.
 Pronti a cambiare vita.
 
 

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Capitolo 4
*** Passato parte quattro- parto difficile, ecco a voi i gemelli! ***


When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
And I've held your hand throung all of these years
But you still have all of me
You used captive me
By your resonating light
But now I'm bound by the life you left behind
Your face it haunts my once pleasant dreams
Your voice it chesed away all the sanaty in me ( My immortal - Evanescenes)

 
-Kid -Maka -Dottore -Infermiera 1 - Infermiera 2

 

Capitolo 4

Eravamo arrivati alla casa di Lord Shinigami, solo due giorni dopo la partenza.
 La casa era enorme. Aveva due piani e una soffitta. Il piano terra e il secondo, erano attraversati da un’immensa vetrata.
Entrati in casa, si apriva immediatamente il salotto e la cucina. La zona giorno e la cucina erano divise da un’isola che faceva da piano di lavoro.
 Era tutto molto luminoso, poi i colori degli arredi risaltavano la luce. Il colore principale erano il bianco e il nero, almeno in soggiorno e in cucina. Al secondo piano, in vece c’erano sei camere,ma nessuna era arredata.
All’ultimo piano prima della soffitta, c’erano  due enormi stanze divise da un’altra vetrata, anche lì tutto da arredare.
 Kid era sceso a prendere i bagagli, mentre io ero salita sino in soffitta.
La soffitta era tutta polverosa, ma una cosa aveva particolarmente attirato la mia attenzione. Un oggetto, per la precisione.
 Un piano forte. Lui mi mancava immensamente, l’unico suo ricordo ora era il bambino. Speravo che quella piccola vita che stava per nascere non mi portasse rancore. A lui o lei non averi mai parlato del padre. Avevo deciso e ora che ne ho coscienza, va bene così.
«Maka, io credo che ci siano un po’ di soldi da spendere per l’arredamento e per  la manutenzione della piscina»
  «Oh, si certo la piscina…Aspetta un secondo, DÌ CHE PISCINA PARLI?!»
«Della stessa piscina che è in giardino»
   «ANCHE IL GIARDINO?!»
«Sì, al giardino si accede tramite la vetrata che è in salotto»
«Come fai a conoscere così bene questa casa?»
  «Oh, bè era la casa di mia madre, prima che si sposasse con mio padre»
«A proposito  di tua madre, lei com’è?»
Il sorriso di Kid si spense improvvisamente, non volevo fargli domande troppo inopportune.
«Oh, lei è morta dandomi alla luce…»
 «Scusa Kid io, io non volevo..»
«Non è colpa tua, ma del dottore, che non ha voluto far effettuare alle ostetriche il parto cesario»
 «Cambiamo argomento come l’arrediamo la casa?»
«In soffitta dovrei avere il vecchio piano di mamma, magari se lo vendo potremmo farci qualche soldo…»
 
«No!»
«Eh?»
 «Tienilo, il piano… è un loro ricordo»
«Di chi?»
 «Per te di tua madre, per me è un ricordo di lui»
«Ma non è il suo piano»
  «Lo so, ma per me è importante»
«Va bene, in fono è importante anche per me. Senti, tu quando curavi quella rubrica ci avrai fatto qualche centesimo, no?»
«Bè, si»
 «Allora potremmo usare quei soldi per l’arredamento»
«Bell’idea, tanto non li ho spesi. Dovrebbero essere in banca, come tutti i soldi che ricevo alle feste»
 «Anche tu? A me mi regalano sempre soldi, a Natale o al mio compleanno dicendomi che dovevo spenderli per cose utili. Per sicurezza anche io ho messo tutto in banca, non sono uno spendaccione»
  «Finalmente un’occasione per usufruirne, in modo non superficiale»
«Già, però, credo che in questi mesi dovremmo trovare lo stesso un lavoro»
«In effetti…»
Il mese successivo io Kid lo abbiamo passato con le calcolatrici in mano.
  Io avevo trovato subito una rivista su cui potevo scrivere, mi occupavo di una  rubrica sull’arredamento, come ai vecchi tempi. Volevo, in  quel momento soprattutto, dimostrare a Kid tutta la mia devozione nei suoi confronti. Lui mi aveva aiutata e io dovevo aiutarlo ora che avevo trovato un lavoro. Si, Kid voleva cercare un posto libero, come architetto,ma non ebbe fortuna.
Quindi aveva deciso di mettere su uno studio assestante. Si lui faceva tutto da solo. Infatti il secondo piano, quello con la seconda vetrata immensa era diventato il suo studio. Io a volte lo aiutavo con i clienti gli facevo da segretaria e spesso lo aiutavo anche con l’arredamento.
 «Sei un architetto spettacolare,Kid. Tutte le tue case sono perfettamente  simmetriche»
«Già e piacciono. Tuttavia, tu mi rovini la simmetria quando arredi, fai attenzione!»
Così mi diceva, quando lo aiutavo con gli arredi,ma in fondo era felice di ricevere il mio aiuto.
 Lavoravamo entrambi come dei pazzi, almeno i primi tre mesi in quella casa.
 Direi che con uno stipendio da stimato architetto, più uno da giornalista potevamo certamente permetterci quella villa.
Alcuni dei clienti di Kid, poi pagavano il doppio: arredamento,più casa uguale doppio dei soldi.
Così, Kid si vide costretto a farmi partecipare a tutti i suoi affari.
 Erano passati ben otto mesi,e quel giorno io dovevo andare a fare un controllo. Il pancione era enorme,molto più del normale,ma ne io, ne il dottore,ne Kid ci avevamo badato.
 «Signorina, si sdrai»Il dottore, aveva iniziato a spalmarmi  l’ecografo sul pancione.
Per la prima volta,il dottore aveva dato segno di preoccupazione.
«Che succede dottore?» Chiese Kid preoccupato.
«Ė-Ė strano, c’è solo un bambino, ma la pancia è grande, forse troppo»
«Ė grave?»
«No,no, sua moglie è solo un po’ gonfia, tutto qui…»
 «Veramente lei non è mi…»
«O, il bambino anche se sembra piccolino è più grosso del previsto»
-Dì che non ne hai idea, anche perché io non mangio così tanto! Sì che ho le voglie,ma non mangio come un maiale!-
Finta la visita, io e Kid tornammo a casa tranquilli.
«Manca poco, eh?»
  «A cosa?»
«Alla nascita del piccolo!»
  «Già!»
«Dovrai darmi almeno l’onore di farmi chiamare zio da  lui o lei!»
   «Assolutamente!»
«Evvai!»
  «Kid, vorrei chiederti un ultimo favore»
«Spara»
   «Vorrei averti a fianco mentre uscirà..»
Kid era rosso fiamma, certo come poteva non esserlo! Ma i motivi per cui gli avevo chiesto di farmi quel  favore erano ben altri.
«Sì, che voglio starti vicino, ma non credi che una ragazza sarebbe più adatta?! Poi io non sono nemmeno il padre!»
  «Se non vuoi entrare fa nulla, io volevo solo che mi tenessi lontane le infermiere che dicono: “spinga! Spinga! Spinga, c’è quasi!” Mi mettono solo rabbia e ansia!»
«Ahhh! Era quello il tuo obbiettivo!»
  «Già!»
«Allora farò del mio meglio,ma adesso pensiamo ad un nome perfetto per la bimba!»
  «Per me è un maschio»
«Da cosa lo deduci?»
« Da due cose. Uno, lo sento da come scalcia. Due, sono la madre io posso!»
 «Io ti dico che è una femmina invece!»
Eravamo andati avanti così una buona mezz’ora, finchè non ci siamo messi a discutere finalmente sui loro nomi,ma ovviamente non avevamo raggiunto  un accordo
 Finalmente arrivò il giorno tanto atteso da Kid. Stavo per partorire, ma con un anticipo di ben una settimana.
 Il travaglio, durò venti minuti. Il dolore era acuto, non capivo cosa succedeva intorno a me.
  Da quel che riuscivo a sentire era la voce del  dottore e dell’ostetrica, era che il bambino era uscito,ma qualcosa non andava…. Lo sentivo. Nel mio ventre c’era ancora qualcosa, o qualcuno. Imbraccio all’ostetrica c’era un neonato che piangeva, volevo prenderlo imbraccio,ma l’infermiera mi disse che dovevo aspettare. Non volevo attendere, non sapevo nemmeno se era un maschio o una femmina. In quel momento il dottore era uscito dalla sala ed era corso da Kid, e, quest’ ultimo  era venuto immediatamente a stringermi la mano. Da lì le cose precipitarono. Il dolore era enorme e mi impedire il loro discorso.
  Ero preoccupata per il piccolo, sempre nelle mani dell’infermiera. Non mi importava di me,o del mio dolore, mi interessava solo della vita che ero riuscita a creare. Mio figlio era troppo importante, lo volevo abbracciare, volevo dargli un nome, volevo vedere se c’era una traccia di lui in nostro figlio. Ma forse non ci sarei neanche arrivata ad accarezzarlo, perché le forze mi abbandonavano, il sangue scorreva e il dolore aumentava. Non capivo cosa mi stesse succedendo, potevo solo fidarmi dei medici.
***
Il dottore era venuto da me tutto preoccupato, forse anche  in preda al panico.
«Perché è qui? Non dovrebbe essere con…»
  «Riguardo a lei, abbiamo un problema…»
«Che genere di problema?»
«Durante i controlli non ci siamo accorti che erano due i bambini..»
  «SONO GEMELLI?!» sulle prime ero  felice,magari erano simmetrici!
«Non  c’è molto di cui essere allegri»
   «E perché?»
«Il primo è un maschio, ed è uscito tranquillamente…»
    -Ah, certo! Dalle urla di Maka non mi è sembrata tanto una passeggiata al luna Park! –
«Il secondo o seconda, non si è girato. Il figlio riusciremo a farlo uscire, a fatica,ma ce la possiamo fare..»
  
«E-E la madre?»
« Mi spiace per sua moglie, ma non riuscirà a reggere dopo questo genere di parto»
Ero su tutte le furie! Non poteva essere, non avrei perso un’altra persona per colpa di un parto! Ero corso  nella sala parto, imbestialito! Quel dottore non mi era mai piaciuto, ma ora se avesse anche solo toccato Maka lo avrei ucciso!
Parte, che si era inventato che io e lei fossimo sposati, chissà poi dove l’aveva presa, però lasciar morire così una ragazzina, quella era vigliaccheria! Stringevo forte la mano della mia amica, che urlava come un’ossessa.
« Forza, non si arrenda, spinga di più!»
   Si vedeva che il dottore non aveva detto nulla alle infermiere…
«VUOLE SARE ZITTA?! Così non risolve la situazione, che è molto più complessa di quanto non immagina! Quindi aria!»
  L’ostetrica si era allontanata, circa  un metro da me.
«Si tolga signore, per loro, non c’è più nulla da fare..» lo diceva con una falsità pazzesca! Di Maka non gli interessava, non gli importava se era a rischio, ero esploso!
 «NO CHE NON MI TOLGO! LEI SI DEFINISCE UN DOTTORE, MA MI DICA… LEI STA FACENDO QUALCOSA PER LEI?!»
Nessuna risposta, come mi aspettavo.
«Lo sapevo»
«Datele dell’anestetico, proverò a dare loro una morte serena, contento?»
-BASTARDO! C-Ci deve essere un altro modo!-
«Cesario…»

  «Come hai detto, ragazzino?»
«IL PARTO CESARIO! Se l’altro gemello non riesce a girarsi basterebbe farlo nascere con il cesario, così ne madre, ne figlio subiranno danni!»
 «Dottore, il ragazzo ha ragione! La soluzione è ottima!»
«No!»
   «Bastardo! Questa è ignoranza! Lei non è in grado di svolgere il suo lavoro! Di  che ha paura? Del sangue? Delle grida? O, forse ha paura di sbagliare, perché è un inetto?»
 Il dottore uscì dalla sala lasciano tutto  nelle mani delle ostetriche.
«Qualcuna di voi, ha mai fatto un parto cesario?»
 «Sì, io!» era l’infermiera che teneva imbraccio il primo dei gemelli. Era l’infermiera più anziana, mi ispirava fiducia, anche perché potevo affidarmi solo a lei.
 «Non si preoccupi, noi abbiamo assistito a ciò che è successo, il fatto verrà denunciato, non si preoccupi»
Disse lei mettendomi fra le braccia il bambino.
«Ora sia  sua moglie che l’altro bambino, si risveglieranno domani senza problemi. Ah lei è stato molto coraggioso, dovrebbe essere fiero di lei stesso»
 Lo ero, avevo salvato la mia migliore amica. Dopo un’ora,  l’ostetrica aveva tirato fuori anche l’altra bambina. Una femmina.
«Anche la madre sta bene, domani starete tutti meglio»
Il giorno dopo, vidi Maka allattare i bambini, era provata, si vedeva, ma era sana e salva.
«Allora, quali sono i nomi?»
  «Lui, Hayate, lei Yuki»
«Perché questi nomi?»
   «Bè, sta mattina  ho visto dei ciuffetti bianchi spuntare sulla testa della piccola, e mi ricordavano la neve, così….»
«E lui?»
  «Il suo nome non ha un motivo, mi piace e basta!»
«Ahahahah! Sarai stanca, ora ti lascio in pace»
   «Aspetta Kid, Ieri  mi hanno fatto il cesario non è così?»
«Te lo racconterò,ma ora no. Riposa e goditi ENTRAMBI i tuoi figli»
Uscito di lì, mi ero messo a piangere. Le lacrime uscivano, senza un perché. Ero esausto, il giorno prima  era stato il più brutto della mia vita. Vedere la meschinità e l’ignoranza dell’uomo mi facevano capire, che dovevo dare il tutto e per tutto per proteggere chi amavo.

 Spazio autrice:
Salve! Salve! Spero che questi 4 capitoli siano stati graditi. Finalmente i gemelli!
Maka: Mamma mia che fatica
Soul: di che parlate?
Io: Tu vai via!
Soul: Ehi! Io sono il protagonista maschile della storia!
Io: E allora? Tanto con te ci vediamo nel prossimo capitolo!
Soul: Davvero? Di già?
Io: si, sai la gente si chiede che cavolo hai combinato in tutto quel tempo!
Soul: Ah,bè allora!
Io: After you, capitolo 5: che cavolo avra fatto Soul? Perchè ha abbandonato Maka? Curiosi? Allora per scoprirlo ci vediamo nel prossimo capitolo! Bye!
 

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Capitolo 5
*** L'incontro ***


Isn't anyone tryin to find me?
Won't someone please take me home
It's a damn cold night
Trying to figure out this life
Wont you take me by the hand
take me somewhere new
I dont know who you are

but I'm, I'm with you ( Avril Lavigne- I’m with you)

 
-Soul -Kid -Maka -Hayate -Yuki


Capitolo 7

 
Kid era davanti a me con uno sguardo tra lo stupito e l’arrabbiato. Dovevo dargli quella lettera,che mi aveva dato il  Sommo Shinigami.
«Kid!! Quanto tempo mi sei mancato!! Come stai, sei sposato? Loro sono i tuoi figli?»
  «Ehm, sono un po’ troppe domande, andiamo ai giardinetti così i bambini giocano e noi facciamo due chiacchere!»
«Dopo così tanto tempo, mi sembra d’obbligo!»
   «Già…»
«Kid, che ti prende?»
  «EH? No, nulla di importante…. Pensavo..»
«Non pensare ai quadri!»
  «Come vuoi, forza bambini ai giardinetti!»
  «Ok!!» Lo dissero insieme! Anche se non erano uguali, in alcune cose si assomigliavano.
I giardinetti di quella città erano veramente belli, non pensavo assolutamente che potessero essere così grandi.
«Kid, sei diventato padre, eh?»
  «Loro non sono i miei figli…»
«COME?! Ma se lei ti ha chiama..»
«LO SO COME MI CHIAMA! Le ho fatto una promessa e non mi urta essere chiamato così, anzi mi fa piacere!»
  «Allora, visto che non sono i tuoi figli, non sei sposato»
«No,non lo sono»
   «Scusa,ma di chi sono i figli allora?»
«Della mia migliore amica. Io e lei abitiamo nella stessa casa quindi…»
 «E il padre?»
Kid era rimasto perplesso riguardo alla domanda, quel suo sguardo ricolmo di rancore mi aveva quasi spaventato.
«E chi lo ha mai visto»  concluse Hayate.
«T-Tu da quanto sei qui?»
  «Da poco…» disse infine tornandosene da sua sorella.
«Ma è vero, che non conoscono il loro padre biologico?»
  «Si. Yuki mi chiama papà perché sono l’unica figura maschile che avesse di fronte»
«Il vero padre allora?»
  «Lui li ha abbandonati»
Come si poteva abbandonare, questi due? Erano un tantino strani, ma erano veramente adorabili. Se fossi stato la loro madre non so come avrei reagito. Guardando Kid, mi ero accorto di quanto li guardasse con fare paterno. Li amava proprio.
«Ah, Kid!»
  «Si?»
«Tuo padre mi ha detto di darti questa!» Gli diedi la lettera del sommo Shinigami.
 «Grazie, l’aprirò a casa»
«Figurati»
 «Dai, Soul, parlami di te! Che hai fatto in tutti questi anni?»
«Segreto!»
  «EH NO! Sei già scomparso una volta, e io ho passato questi otto anni a  studiarmi la risposta a questa domanda e tu mi dici SEGRETO?!»
«K-Kid, c-calma!  Ci guardano tutti!»
 «Oh, scusa»
«Fa niente…»
D’un tratto il cellulare di Kid squillò.
«Pronto?»
  «Ma dico sei scemo?!»
«Ma che hai ora?»
   «Hai un’idea vaga di che ore siano?!»
Kid si guardò l’orologio, e dopo qualche secondo…
«Oh, cavolo! Sono le sette di sera passate!»
  «Mavà? Guarda, non me ne ero accorta!»
«C-Chi è Kid?» pensavo fosse la sua amica, quella di cui mi parlava prima.
  «RAGAZZI!! LA MAMMA Ė FURIOSA!!»
«Oh, cielo! Yuki!! Si torna a casa!»
«Ehh? Come? Adesso?»
  «Si,mamma è arrabbiata»
La piccolina era saltata giù dall’altalena come una molla, era una scena veramente esilarante! Chissà chi era la madre, si vede che quella donna se si arrabbiava erano guai.
«Soul, ci rivedremo presto, ma ora devo letteralmente scappare!»
  «Vai pure, ci rivedremo»
«A presto!»
Lo vedevo andare via scomparire verso la folla. Volevo sapere dove viveva, volevo sapere di più. Lo avevo seguito di soppiatto fino al parcheggio, dove lui era montato in macchina. Fortuna vuole, che la mia moto fosse parcheggiata lì vicino.
  La casa di Kid era veramente lontana! Quella casa era praticamente fuori città. Kid iniziò a parcheggiare di fronte ad una villa che dava sul mare. Accostai anche io e mi diressi verso la villa.
Vedevo la piccola Yuki correre verso una donna bellissima, alta dai capelli lungi, biondi e leggermente mossi. I suoi occhi erano color smeraldo intenso. Era non solo bella anche familiare. Portava un vestito lungo fino alle ginocchia e con un paio di sandali. I capelli, invece erano sciolti al vento. Anche il fisico era niente male, era sinuoso,ma non esagerato.
  Ero assorto alla vista di quella ragazza, che era giovanissima, avrà avuto al massimo ventisei anni. Continuavo a guardarla, finchè Hayate non spuntò da dietro.
«Chi guardi?»
  «AHHH!!!!»
 «Ma che reazione esagerata!»
 «Hayate che succede?»
  «Nulla,mamma è solo un signore che passava di qua» disse facendomi l’occhiolino    
«Le chiedo umilmente scusa se mio figlio le ha fatto paura,lui ha un passo furtivo un po’ troppo silenzioso!»
  Quella ragazza, l’avevo riconosciuta non appena mi venne di fronte. Dopo tanti anni la volevo riabbracciare,Maka.
«Oh, Maka sei tu?»
***
Era davvero lui? Dopo tutti quegl’anni?  No, era solo un incubo, un brutto sogno da cui mi volevo svegliare! Però, quando i miei occhi si rilessero nei suoi, capì che era davvero lui. Smeraldo nel rubino, ancora una volta insieme. La paura prese il sopravvento.
-N-Non deve sapere che sono io altrimenti sono rovinata! Magari è ancora indeciso! Se cambio nome, sarò salva e magari se ne andrà! Si farò così!-
«Scusi,ma credo che mi abbia confusa con qualcun’altra!»

  «Ma mamma tu…»
Lanciai un occhiataccia ad Hayate senza farmi vedere da Soul.
«…Tu  hai lasciato il tuo libro sul dondolo, lo vado a riprendere!»
-Pessima scusa,ma…Hayate come sei perspicace! Ti adoro,lo sai?-
«MAKAA!!! Io ho fame dove sei finita?!» disse Kid correndo verso di me.
 -NOOO! C’era quasi cascato ora il mio piano va a monte! Kid, Per quanto ti voglia bene, sei un’idiota! –
«Allora eri tu!»
  «Scusi, non ancora capito chi è lei…» dissi io cercando di nascondere la bugia il più possibile!
«C-Come non mi riconosci? Sono io, Soul!»
   «Soul?»
Era cambiato tantissimo, era più alto, muscoloso e più magro. I suoi capelli erano rimasti spettinati come un tempo. Ero ancora innamorata di lui,ma non potevo perdonargli tutto quello che mi aveva inflitto. Infondo non era una bugia, non lo avevo riconosciuto subito.
 «Sei,sempre più bella»
-Perché? Perché mi fai sempre questo effetto! Perché non sparisci una volta per tutte dalla mia vita?! Forse, è cambiato, almeno un po’ anche caratterialmente…-
«Sei anche levitata in quanto a seno, in questi otto anni,eh?»
-Possibile che ci sia sempre l’occasione di farmi ricredere?!-
 
«Mamma guarda  ti ho portato il libro!» Disse il mio adorato figliolo comparso da chissà dove.
«”Maka-Chop”!!»
«Ahia! Non cambi mai, eh?»
  «Neanche tu se è per questo!»
«Mi sono perso qualche puntata?»
 «NO!»
   «Non importa, andiamo a mangiare, mamma che ho fame!»
 «Si, va bene!»
-Grazie, caro figliolo! Mi sbrogli da una situazione tremenda!-

«Ah! Ho una cosa da chiederti,Soul!»
   «Kid, sei stato buono e zitto per tutta la nostra conversazione, che ci sarà mai di così importante?!»
«Soul, in che albergo alloggi?»
    «Oh, in nessuno, in realtà! Stavo giusto andando a cercarlo…»
-kid questa me la paghi!-
«Mamma..»
  «Yuki, tesoro, e tu da dove sbuchi?»
«Lui mi ha aiutata a trovare papà! Perché, emh, ecco, io..»
 «Si era persa mamma!»
«Hayate!! Ci stavo arrivando!»
   «Si, ci arrivavi domani!»
«Uffa il fatto è che possiamo ospitarlo qui! Infondo mi ha aiutata!»
-Oh, bene! Ora se sta simpatico a mia figlia io come mi sbroglio da questa situazione?!  Non ho scelta…-
«No!»

 «Cosa?»
«No. Cosa non ti è chiaro della parola no?»
 «Mamma, ti prego!»
«Mamma, sta simpatico anche a me!»
 -Questa poi! Tutti quelli che ho portato a casa Hayate e Yuki li hanno fatti fuggire a gambe levate, e lui no?! –
«Ma ragazzi non abbiamo abbastanza camere…»

 «Questo non è vero!»
  
«Al massimo può dormire con me!» 
«Ragazzi basta stressare vostra madre!»
  «Vostra madre ha ragione, non posso presentarmi così e infiltrarmi a casa vostra, capite?»
-A che cosa sta mirando?-              
«Infatti! Sono affranta,ma devi sloggiare!»

  «Capito, allora, io, me ne vado..» faceva un passo ogni morte di papa!
-se crede di intenerirmi si sbaglia di grosso! Ma tutto ciò è esilarante!-
«Maka, anche io vorrei stare un po’ con Sol, dopo tutti questi anni vorrei stare un po’ con lui, mi capisci? Poi ai bambini è simpatico!»
 «Ho capito… Forza, Soul entra!»
   «Ma quanto sei ospitale!»
«Guarda che posso anche cambiare idea!»
  «Evviva!» gridarono in coro i gemelli.
Come mai ero finita in quella situazione? Avrei voluto non vederlo più!
***
Maka, era lì davanti a me! Speravo con tutto me stesso, di poter stare con lei, che quando ha detto che potevo restare, mi sono sentito un dio!  Era una frase molto alla Black Star, ma era solo la verità!
La casa era meravigliosa, enorme e ben arredata. La cena con loro era stata piacevole,ma piuttosto breve, perché Maka aveva cucinato meno del solito. Andammo tutti in sala, quando i miei occhi piombarono sulla piscina in giardino.
«Ti prego, posso?» dissi io rivolto a Maka, facendole gli occhi da cucciolo.
  «No»
«Siii! Il bagno! Hayate facciamo il bagno con Soul!»
  «No, Yuki aspett..»
«In piscina, vero? Perché potrebbe risultare ambiguo quello che dici!» Disse Hayate dalla cucina.
  «Si, in piscina!»
«Infondo siamo ad inizio Giunio, ma si facciamoci un bel bagno!»
  «Grazie! Tu sei la mamma migliore del mondo!» Disse Yuki abbracciando stretta sua madre.
«Ora non esagerare!»
«Tu, Soul?»
 «Io che?»
«Ah, è vero!»
  «Ma che c’è?»
«Hai il costume?»
«Ehm…NO! Me lo sono scordato!»
«Ma dimmi tu! Vieni in Arizona, e non pensi neanche a portarti il costume! Vieni dovrei averne uno di Kid nella lavanderia…»
Salimmo le scale, entrammo nella lavanderia ma il costume non c’era!
«Guardiamo, in camera sua!»
  «Dov’è Kid a proposito?»
«Lavora»
  «Cosa?»
«Si, lo hanno chiamato all'improvviso dicendogli che era urgente, così sarà fuori casa per alcuni giorni. Non ricordi? Eppure c'eri anche tu!»
  «Già! Ero nei miei pensieri, mi capita spesso ultimamente…»
«Oh Eccolo!» disse tirando fuori il costume.
-Il fatto è, che penso sempre a te-
Il bagno in piscina era stato bellissimo, mi ero affezionato a quelle due piccole pesti!
 Il bagno durò circa un’ora, finchè Hayate non si era messo sul dondolo a leggere un libro.
 Somigliava da morire a sua madre, i capelli dello stesso colore, stessi modi di fare,ma nel carattere c’era un’ombra di diversità. Qualcosa di familiare, però.
Arrivò anche l’ora di andare a letto.
«Yuki, tu nel tuo letto»
  «Ok,mamma»
«Hayate,anche tu!»
 «Va bene..»
«Soul dove lo metto?»
 «Dai, hai una casa gigantesca! Ci sarà pur una stanza per gli ospiti!»
«Oh, si  che c’è!  Ma dovrei cambiare le lenzuola e non ne ho voglia»
  «Ah! Però se proprio non ci sono stanze posso venire a dormire nel tuo letto…»
« Piantala di fare il malizioso, mi dai sui nervi! »
  «Stavo solo scherzando»
«Vai a dormire sul divano!»
  «Mamma non essere crudele! Ė un ospite!» disse Hayate spuntando dalla porta.
«Proprio tu mi parli di crudeltà?! Che quando viene qualcuno a dormire qui gli fate di tutto?!»
  «Le rane le ho messe sotto il suo letto per vendetta!»
«Appunto! Mai una volta che io possa invitare qui qualcuno che tu e tua sorella me ne combinate una delle vostre!»
  «Dai,mamma non fare l’acida! Magari è la volta buona che ti trovi il fidanzato!» E così anche Yuki si unì alla discussione!
«Sappiate, miei cari tesori che è solo  colpa vostra se in questi otto benedettissimi anni io non ho mai trovato un fidanzato!»
«Ma non deve piacere solo a te deve piacere anche a noi!»
Erano davvero divertenti, nonostante l’argomento fosse serio.
 «Va bene, ho capito! Vai a dormire con Hayate!»
La nottata si programmava lunga, però non sono certo che stare solo con lui sia una buona idea!
 
Spazio Autrice:
io: Grazie a tutti i coloro che leggono questa ff, che la recensiscono e che l'hanno messa fra i preferiti (facciamo una cosa generale) Vi ringrazio di cuore :D
Soul:Parliamo del prossimo capitolo, perchè non la puoi lasciare così questa ff!
Io: Agli ordini! Nel prossimo capitolo si parlerà della notte che Soul " passerà in camera di Hayate" e ci saranno prima gli incontri con gli insegnati, poi verranno consegnate le pagelle!
Hayate: Si! Vacanze!
Io: Certo! Ma il fatto è come reagirà Soul nel trovarsi costretto a raccontare una piccola bugia allle insegnanti dei gemelli?
Soul: Che bugia?
Io: After You Capitolo 8! A presto!
 

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Capitolo 6
*** Il ritorno di Soul- Incontri inaspettati ***


C'è che non finisce mai
mi manchi e non vorrei
col tempo guarirò
e metto via i lividi vedrai
stanotte dormirò
domani non ci sei
e ne uscirò
ma voglio veramente
ci proverò a perderti ci proverò.

Guardami adesso
tra un minuto vado via
alla fine del mondo
lontanissimo da te. ( Lontanissimo da te- Marco Mengoni)

 
- Soul -Spirit -Shinigami -Liz -Patty -Kid -Yuki - Hayate

Capitolo 5

 
Erano passati otto lunghissimi anni, da quando l’avevo lasciata.
  Mai avevo smesso di pensare a lei.
Ogni giorno, era il mio primo pensiero. Questi anni erano stati duri, ma pensare ai suoi occhi, al suo sorriso, alla sua voce, mi davano la carica per continuare a combattere. Perché era quello il motivo per cui l’avevo abbandonata, per combattere.
FLASHBACK…
Era  la notte più bella della mia vita, lei era diventata mia. Mia e solo mia, per sempre…O così credevo.
  La stringevo forte a me, cosa potevo desiderare? Volevo che quei momenti non finissero mai. Nel cuore della notte, però, il mio cellulare squillò.
«P-Pronto?»
  «Soul, sono Spirit»
-Maledetto! Cosa vorrà  a quest’ora di notte?! Avrà forse scoperto qualcosa? Se è così, posso considerarmi morto –
«Che  ci sarà di così importante da chiamarmi in un momento simile?» Cercavo di parlare a bassa voce, per non svegliare Maka.
  «Questo è un segreto. Tu devi venire ORA nella camera della morte»
«Io, veramente…»
   «Sono il tuo capo, abbiamo bisogno di te»
«Io sono solo un dilettante, chiedi a qualcun altro»
    «Maka, è in pericolo. Ha bisogno di te»
«Hai ragione, ha bisogno di me. Infatti io rimarrò  qui»
    «Non puoi, è troppo importante!  Tu sei necessario alla missione!»
«IO?! Ma se sono appena diventato Death Schyt»
     «Dovrai imparare prima o poi, no? Senti, in ballo, c’è la sicurezza di mia figlia, ti conviene venire tu, o verrò io a prenderti!»
«Ho capito! Ho capito, arrivo fammi solo fare una cosa va bene,maniaco?»
   «Non chiamarmi più maniaco,ma capo e ti faccio fare tutto ciò  che vuoi!»
«Va bene,va bene. Ti saluto,eh!»
Non volevo separarmi da lei neanche per un’ora. Dovevo, odiavo il lavoro! Volevo assicurarmi che almeno dormisse sonni tranquilli.
 Così prima di andare le diedi un bacio sulla fronte. Era bellissima, era così bella mentre dormiva.
-Tanto è solo per qualche ora, domani mattina sarò già a casa!-
«A dopo,Maka»

Arrivato alla camera della morte, Shinigami e il mio”capo” erano lì.
«Che è successo, per farmi venire così alla svelta?»
  «Ė  una missione della massima priorità! La tua partner potrebbe essere in grave pericolo!»
«Che genere di pericolo?»
   Il sommo Shinigami mi parlò della DSSI, del pericolo che Maka correva, e di tutto il resto.
Ero in preda al panico,  lei era tutto per me. Non potevo permettere che le succedesse qualcosa.
«Allora, sei con noi, Soul?»
  «Liz, Patty? Che ci fate qui?!»
«Esattamente per lo stesso motivo per cui Tu, sei qui»
      «Vogliamo proteggere Kid!»
«S-Site venute sin qui dall’Europa, per Kid?»
«Certo! Lui è nei guai e noi non staremo a Milano con le mani in mano. Lui, per noi viene prima di tutto!»
   «Come vedi, Soul, neanche le sorelle Thompson sono così esperte, eppure sono lo stesso qui!»
«fatemi almeno avvisare Maka che non ritornerò a casa, per favore»
   «Mi spiace, ragazzo,ma se tu la chiamassi la metteresti soltanto in agitazione»
«Il sommo Shinigami ha ragione. La missione è segreta, nessuno deve sapere»
«Soul..»
 «Lord Shinigami, io non voglio abbandonarla»
«Ragazzo, ti prometto che un giorno ti farò tornare da lei»
  «Tranquillo Soul, la rivedrai»
«Ragazzi, dovrete combattere numerose battaglie, anzi principalmente alla base farete solo quello. Spirit penserà ad allenarvi, buona fortuna e… Non morite, alcuni di loro sono più forti di quanto non crediate»
 Dovevo scegliere, o una relazione con lei o la sua sicurezza. Per lei avrei fatto qualsiasi cosa, anche morire. Che lei fosse al sicuro, era più importante di qualsiasi cosa. Andai, sentendomi l’uomo peggiore del mondo. Liz e Patty andavano a morire, per Kid. Loro non erano sicure di potercela fare,ma lo facevano per la vita del loro meister.
 La vita alla base era orribile. Combattimenti continui, sangue ovunque, feriti in ogni dove.  Ora capivo perchè ero necessario, la gente o veniva massacrata o  ferita gravemente, o rapita e utilizzarta come cavia da laboratorio. Dovevo aiutare.Shinigami, ci contattava ogni notte, lui stesso passava le sue giornate a effettuare strategie su strategie.  Lui infondo, non poteva muoversi da Death City, ma era chiaro che cercava di aiutare in ogni modo. Liz, Patty e io ci fermavamo sempre dieci minuti in più degli altri, dopo le riunioni con Shinigami. Chiedevamo sempre notizie sui nostri meister. Due mesi dopo la mia partenza, sapevo solo che Maka era viva,ma si  era trasferita in un’altra città. Mi bastava.  L’importante era che fosse sana  e salva, del resto non mi importava. Sentivo, in fondo al mio cuore che lei mi odiava. Come potevo biasimarla?  Mi ero comportato malissimo. Quel errore alcune notti mi ha impedito di dormire, altre  le ho passate torturato dagli incubi. Eppure, in battaglia, davo sempre tutto me stesso. L’unica ragione per cui io non ero ancora morto, era il ricordo di lei.  
  Il suo sorriso, i suoi occhi, le sue labbra, il modo in cui arrossiva quando la mettevo in imbarazzo…. Il mio mondo era lei. Solo lei.
Due settimane fa io e le sorelle siamo stati richiamati  a Death City. Ero tornato da solo. Patty si era gravemente ferita e Liz non se l’era sentita di venire senza Patty.
   Stavo vedere Lord Shinigami, ero in fibrillazione. Speravo che Maka fosse lì. Era una fantasia senza capo né coda.
«Salve, Soul. Tutto bene?»
  «A parte qualche graffio…Si, tutto bene»
«Se, l’importante è crederci!»
   «Vorrebbe essermi tanto grato da arrivare dritto al punto, per una volta?»
«Siamo nervosetti, oggi?»
    «Per favore…»
«Scommetto che mi ringrazierai… Ė un peccato che non  ci siano anche le sorelle, bè tanto male, vorrà dire che potrai usufruirne solo tu!»
   «DI CHE COSA?! SI SPIEGHI!»
«Di una vacanza  a tempo illimitato! Ti chiamerò quando avrò di nuovo bisogno di te sul campo!»
    «Che?!»
«Vedi, secondo i rapporti della mia falce, tu e le sorelle siete i migliori sul campo, quindi vi volevo fare un regalo…. Ti mando in Arizona, ti do lo stipendio e ti faccio rilassare un po’. Sei stato un ottimo alleato, ti meriti un po’ di riposo»
«G-Grazie, Lord Shinigami»
  «Però, avrei bisogno che tu mi facessi un favore…»
«Di che si tratta?»
 «Se nel caso, tu vedessi Kid, durante la tua vacanza dagli questa da parte mia»
«Come desidera»
  «Bene, allora buon viaggio!»
Tornai al vecchio appartamento, mio e di Maka. Non entrai in casa, presi solo la moto.
Avevo preso lo stipendio arretrato di otto anni, stavo partendo e forse avrei rivisto Kid.
  …FINE FLASHBACK
Arrivato in Arizona, ero pieno di aspettative. Rivedere il mio migliore amico, stare un po’ alla spiaggia e pensare a me anche solo per un’ora. Ero arrivato in una cittadella, che si affacciava sul mare. Una cittadina molto carina, nulla di esagerato,ma bella.
  Il giorno del mio arrivo c’era una bellissima fiera, tanta gente si era riunita lì, doveva essere un giorno speciale.
Eppure nonostante tutto il calore della gente, nonostante tutta la loro ospitalità io mi sentivo vuoto. Ero assente, la mia mente vagava per l’ignoto. A riportarmi alla realtà fu una piccola bambina, che venendomi addosso, mi aveva fatto un dolore tremendo.
Abbassai lo sguardo. Sotto di me c’erano due occhioni verdi, che mi fissavano. Era una bambina di al massimo otto anni, aveva una montagna di capelli bianchi, lunghi. Era molto graziosa, mi ricordava vagamente qualcuno, ma non sapevo chi.
« T-Ti sei fatta male piccolina?»
  Dai suoi occhioni color smeraldo, stavano uscendo delle piccole lacrime.
-OH NO! Se piange, che faccio?!-
«UUUAAAHHH!! Mi hai rapita, BRUTTO!  Voglio tornare da papà!!!»
  «N-No, dai non fare così! V-Vuoi qualcosa da mangiare? Un gelato, o uno zucchero filato?»
« La mamma mi dice sempre di non parlare con gli sconosciuti, e di non accettare mai nulla da loro! VIA SCONOSCIUTO!»
  «Io sono Soul Eater Evans, ecco, ora sai chi sono. Non ho cattive intenzioni, e non ti ho rapita»
«M-Ma se non mi hai rapita, che hai fatto?»
   «Nulla, sei tu che ti sei persa e mi sei venuta addosso»
«Ahh! Oh, bè, allora io sono Yuki Albran, piacere!»
 -A-ALBRAN?! Ė UNO SCHERZO?- Si che lo è! Il cognome si prende dal padre, lei è una femmina, tutto a posto-
 «Dove sono la tua mamma e il tuo papà?»
«Oh, mamma è a casa, deve finire entro domani un articolo importantissimo! Mentre papà e Hayate… NON LO SO! LI HO PERSI DAVANTI ALLA RUOTA PANORAMICA!  ORA CHE FACCIO?!  VOGLIO LA MAMMA!!!»
  «S-Su, su non fare così! Ti do una mano io, a cercare tuo padre e…»
«Il mio gemello,Hayate!»
  -Ah, bene! Ha un gemello! Se si perde così facilmente come lei, i genitori devono farli santi! Chissà che spaventi che gli farà prendere!-
Quella bambina, mi faceva tenerezza. Piccola, così indifesa, che la voglia di aiutarla era sorta spontaneamente.
«Dai salta su! Che così, magari riesci a scorgere tuo padre»
L’avevo fatta salire a cavalcioni sulle mie spalle, era leggera come una piuma. Sarà anche che io mi ero alzato ed ero diventato più forte, ma era una bella sensazione. La piccolina però era un po’ troppo ingenua, questo la rendeva dolcissima!
«Parlami dei tuoi, come sono?»
« Oh, bè… La mia mamma è bellissima! Lei è una donna spettacolare, oltre a essere bella è molto determinata e mi vuole un mondo di bene! Dice sempre che devo fare attenzione, perché sono molto ingenua e credulona….Ha ragione. Poi mamma è bravissima anche nello studio, lei aiuta sempre me e mio fratello nei compiti. Io vado bene, mio fratello è un disastro! Poi mamma è anche molto tenace!»
  «Adori proprio tua madre, eh?»
 «Lei è la mia eroina!  Secondo Hayate, lei ha una pazienza enorme.Perché, sopportare papà quando ha le nevrosi è impossibile!»
-NEVROSI?!-
«E li tuo papà, invece?»

  «Il mio papa…Ė là!»
Mi ero voltato e davanti a me c’era un ragazzo, di circa la mia età. Lo avrei riconosciuto fra mille! Non era stato difficile, trovarlo.
«YUUKII!»
 La piccolina era saltata giù dalle mie spalle con un’agilità pazzesca. Era corsa in lacrime verso quel ragazzo.
«Papà!!»
 «Sei un’irresponsabile! Io e tuo fratello, ti abbiamo cercato per ben due ore, DOV’ERI?!»
« Scema!»
Da dietro quel ragazzo era sbucato un bambino. Supponevo fosse il fratello della piccola Yuki,ma non le assomigliava affatto!
 L’altezza era uguale a quella della sorella, i capelli erano biondo cenere e tutti spettinati. Aveva un sorrisetto beffardo stampato in faccia, poi i suoi occhi rossi erano veramente familiari!
 «Non parlare così a tua sorella, chiaro?»
  «Appunto perché è mia sorella posso trattarla così! Poi è più piccola di me!»
«Si, di un’ora e venti! Vabbè tu sei un caso perso. Yuki, sinceramente, dov’eri finita?»
  «Oh, il signor Soul, mi ha aiutata a trovarti!» disse lei indicandomi.
 «Ehilà, Kid! Quanto tempo!»
«S-Soul? N-Non è possibile!»
 Era stato un caso? Forse. Però quella situazione era strana, Kid era sposato?  Aveva figli? Chi è la povera ragazza che doveva subire la sue nevrosi? Ero curioso, volevo sapere cos’era successo al mio amico in tutto questo tempo  .
 
Spazio Autrice:

Io: Finalmente!
Soul: Autrice di che si parlerà a grandi linee nel prossimo capitolo?
Io: Non di te!
Soul: Come?
Io: Eh già! Si farà un passo indietro!
Soul: Come un passo indietro?
Io: Si ritornerà al giorno in cui i gemelli sono nati e scopriremo perchè Yuki chiama Kid papà!
Soul: Bene! Allora al prossimo capitolo!


 

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Capitolo 7
*** Il passato parte cinque- Arrivano i problemi ***


Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.

C'è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai
quella che non sei. ( Quella che non sei- Ligabue)

-Maka -Kid -Hayate -Yuki -Signora 1 -Signora2 -Infermiera -Kai

 
 

Capitolo 6

Il parto, il dolore, la paura di non farcela, mi avevano invasa.
Al mio risveglio ero all’ospedale, dopo la nascita del bambino tutti i miei ricordi erano sfocati,per il tanto dolore.

  «Non si agiti i suoi figli stanno bene,ma prima vada a farsi una doccia e poi li vada a vedere»
«Parla con me?»
   «Si, parlo proprio con lei! Su si muova!» Disse l’infermiera spingendomi fuori dalla camera.
Ero stanca e indolenzita, una doccia mi avrebbe sicuramente rimessa a nuovo.
 Mi ero spogliata, e il mio fisico era ben diverso da come lo ricordavo. Ero più magra, il mio seno era più grande,ma il particolare che più attirava la mia attenzione era una lunga cicatrice che mi percorreva il busto.
 Parto cesario. Era l’unica spiegazione plausibile. Mentre mi lavavo, la cicatrice bruciava. Era normale, certo,ma volevo solo ricordare quando avevo fatto il cesario.
 Dopo la doccia,ero corsa a vedere. Due…Due figli!  Gemelli! Eccoli, due pargoletti con sotto scritto..Albran. Miei, sono stata io a farli nascere!
«Sono loro» disse la stessa infermiera della doccia
  «S-Sono bellissimi»
«Certo,ma deve pur dargli dei nomi»
  «Ah, bè si giusto!»
Diedi loro i nomi, entrambi mi piacevano. Per lui il nome mi era arrivato di getto, per l’altra invece ci ho messo più tempo.
  La piccola assomigliava molto a Soul, gli stessi capelli…Ma non gli stessi occhi, quelli erano come i miei. Mi ricordava la neve e così ecco la piccola Yuki.
«Lei è nata  dopo»
«Ah, non è lei la prima ad essere uscita?»
  «No»
«Scusi,ma lei come fa a saperlo?»
   «Come? Guardi che è grazie a me se lei è viva! Sono stata io a salvarla!»
«Sono leggermente confusa »
   «Bè, prima di tutto, si vada a riposare. Lei ha subito molto, cerchi di rilassarsi e di godersi i suoi figli al meglio»
«O-Ok! »
 «Probabilmente è anche frastornata,perché non si ricorda di aver partorito due figli!»
  «Ecco, appunto! Come faccio a non ricordarmi di aver fatto nascere anche un altro bambino? »
«Non se ne faccia un cruccio,non c’era molto da vedere se non lei aperta in due!»
   «Sa, lei non è molto esplicita!»
«Allora ci ragioni su una bella tazza di tè!» Se ne andò tranquilla e felice come una pasqua!
Cesario. Non volevo perdere tutto il mio tempo per uno stupido dubbio, ora quello che contava davvero erano i gemelli.
Li vidi insieme, per l’ora di pranzo. Anche i miei piccoletti dovevano mangiare! Ero felicissima, era veramente una bella soddisfazione. Mentre allattavo entrò Kid, che mi guardava con uno sguardo diverso dal solito. Era,si felice,ma di puro affetto e ammirazione, nei miei confronti.
«Allora, quali sono i nomi?»
  «Lui, Hayate, lei Yuki»
«Perché questi nomi?»
   «Bè, sta mattina  ho visto dei ciuffetti bianchi spuntare sulla testa della piccola, e mi ricordavano la neve, così….»
«E lui?»
  «Il suo nome non ha un motivo, mi piace e basta!»
«Ahahahah! Sarai stanca, ora ti lascio in pace»
   «Aspetta Kid, Ieri  mi hanno fatto il cesario non è così?»
«Te lo racconterò,ma ora no. Riposa e goditi ENTRAMBI i tuoi figli»
Ero un po’ perplessa, e stavano tutti ingigantendo la cosa, secondo me. Tre giorni dopo, io e i gemelli eravamo a casa.
Kid aveva pensato a tutto, aveva messo una culla nella mia camera, così nel caso di notte si fossero svegliati, a me sarebbe bastato alzarmi dal letto, invece che cambiare stanza. I gemelli dormivano, e io ne approfittai per chiedere a Kid del cesario.
«Kid, perché mi hanno fatto il cesario?»
  «Perché la piccola Yuki non si era girata, rischiavate di morire entrambe»
«Ma perché non me lo ricordo, allora?»
   «Perché ho chiesto di farti addormentare. Avevi perso tanto di quel sangue, e poi non c’era molto da vedere!»
«Mi sono persa la nascita di mia figlia, però»
A quelle parole, Kid mi prese e mi fece sedere sul divano e mi raccontò tutto l’accaduto per filo e per segno. Alla fine della spiegazione ero furibonda! Certo, mi ero persa la nascita di Yuki, ma ora volevo solo spedire in galera quell’ignorante!
«Capisci ora perché ho chiesto di farti addormentare? Non volevo farti soffrire più del dovuto»
 «Grazie, su di te posso sempre contare…»
«Sarà dura, ma non ti scoraggiare, insieme ce la faremo»
Kid aveva ragione, gli anni successivi furono una vera tortura. Il processo del medico si era concluso al meglio, e di questo tutti eravamo felici. In quanto ai gemelli, io e Kid ci eravamo dannati per lo svezzamento. Yuki, non era stata difficile da svezzare, ma Hayate! Lui non mangiava nulla! Se qualcosa non gli piaceva la sputava. Kid, non mollava! Era deciso a fargli assaggiare qualche verdura passata, ma il risultato era pessimo.  Diciamo che Kid si faceva due docce giornaliere.
 Poi successivamente, abbiamo scoperto le mele, e FINALMENTE, Hayate si era deciso a mangiare ( solo quello, ma  almeno era un inizio).
Arrivò anche il loro primo giorno di scuola.
  «Mamma, non voglio andare a scuola, non mi piace!»
«Dai, Hayate, scommetto che ti farai tanti amici lì»
    «Se lo dici tu, ci credo…»
Ero quasi sempre io a portare i gemelli all'asilo e successivamente anche a scuola, ed ero quasi sempre io ad andarli a prendere ( se pur in ritardo, per colpa del lavoro..) Odiavo farli aspettare. Sapevo che avevano problemi a socializzare, anche per colpa mia, le mamme dei loro "amici" dicevano che ero troppo giovane ed irresponssabile. Quando si facevano un amico e SE lo facevano, a quel bambino, interessava solo i giochi dei gemelli e che abitassero in una grande villa.
***
La mamma ci portava sempre all’asilo in passato, ma doveva sempre correre, un po’ per il lavoro e un po’ per i doveri domestici.
  Era davvero una mamma speciale, ma quando io dico che una cosa non mi piace, così è! Dovrebbe saperlo, ormai…
Vabbè! Il primo giorno di scuola era stato un incubo, per me, come per mia sorella, come per la mamma.
 In classe c’era un bullo, di nome Kai. Era grasso e grosso, una sottospecie di bullo/ maiale arrosto!
Se l’era presa con mia sorella. Mi davano davvero sui nervi gli spacconi!
«Togliti da mia sorella, scemo!»
  «Piccoletto, chi ti credi di essere?!»
«Sicuramente, qualcuno più intelligente ed astuto di te! »
Tralasciando  il pugno sul naso, ero riuscito a mordergli un’orecchia.
 Entrambi in castigo, mi sembrava più che logico. Era il mio primo giorno e già avevo scatenato una rissa, l’unica cosa che non volevo fare!  Se non altro la mia sorellina stava bene. Io ero il più grande fra i due, e stava a me proteggerla, ma soprattutto, nessuno doveva permettersi di toccare  un mio familiare!
 Quel giorno io e mia sorella eravamo rimasti per ultimi, E quando la mamma ci venne a riprendere, la maestra le fece il mazzo.
Mamma, aveva  consegnato il manoscritto quindi era libera. Aveva tutta la giornata da dedicarci!  Così, ci aveva portato ai giardinetti. Lì, io e mia sorella avevamo rincontrato Kai, che fortunatamente si era tenuto a debita distanza.
  Per errore, passai vicino alla madre di quell’imbecille…
«Quella laggiù è la madre dei due gemelli?»
  «Già! Ė Uno scandalo! Quella ragazza è giovanissima e ha già dei figli, due gemelli, per di più!»
«Ė una vergogna!»
  «Che sgualdrina! Poi oggi il maschio ha picchiato il mio piccolo angelo!»
«Cosa? Ha picchiato Kai? Ma se quel bambino è un angelo!»
-Angelo un corno!-
«Già! Pensa te come ha educato i suoi figli quella disgraziata!»
Nessuno poteva permettersi di parlare così di mia madre! Lei era giovane certo, ma non ci aveva educati male, e non ci aveva mai viziati!
«Non è vero! »
 «Chi è questo bambino?»
«Ah! Ė il figlio di quella lì!»
 «Se hai qualcosa da dire a mia madre glielo  dica in faccia!  Nessuno si permette di parlare così di mia mamma!  Lei è una donna meravigliosa, si è sempre fatta in quattro perché a me e a mia sorella non mancasse nulla! Fa due lavori per permettersi la casa!»
« Donna! Che parolona!Avrà il marito,no? Lui che fa?»
 «Mamma non è sposata!»
«Vedi, piccoletto? Non ci si può fidare di lei, è solo una sgualdrina!»
  «Lei ha lo zio Kid!»
«Ah! Innamorata di suo fratello, questa poi!»
   «Lui non è suo fratello! Lui ha aiutato la mamma in un momento orribile!»
«Allora, chi è tuo padre?»
  «Io…Io non lo so…»
«Appunto!»
«Mio figlio le provoca disturbo, signora?»
  «N-No, no!»
«Ah, capisco… Mi spiace  che sia stato maleducato, nei suoi confronti signora. Scommetto che Hayate, non voleva nemmeno mordere le orecchie a suo figlio, è stata solo una spiacevole svista»
   «Lo penso anche io!»
«Allora, chiedi scusa e facciamola finita, va bene, Hayate?»

  «Ma, mamma lei…»
Mi guardava con uno sguardo severo come mai prima, ma allo stesso tempo era uno sguardo triste e tormentato.
«Chiedi scusa, ho detto!»
  «Scusi, non volevo mi dispiace per tutto…» Che umiliazione!  Perché la mamma  doveva fare quella figura? Quella dona parlava male di lei alle sue spalle!
 «Forza, Hayate, chiama tua sorella e torniamo a casa»
«Si…»
  Tornati a casa io non ero soddisfatto, quella donna in fondo aveva ragione… Mamma non era stata del tutto sincera nei nostri confronti. Di papà non ci aveva mai parlato.
«Papà! Siamo tornati!»
 
«Hey, ragazzi! Bello il vostro primo giorno di scuola?»
«Ho fatto di meglio..»
«Sì!  Mi sono fatta anche alcune amiche!»
  «Bene, sono contento!»
«Ah, sai papà..»
 «SMETTILA!!!»
«Hayate, che ti prende?»
  «Smettila di chiamarlo papà!  Tanto non è lui! Smettila di dare quest’impressione!»
«Allora, chi è?! Dimmelo tu, visto che sei così intelligente!»
   «Non lo so, ma non possiamo più far finta che sia così!»
«E allora?! Chi mi dice niente! Lo so bene anche io che non è lui, ma non mi interessa!  Non devo dare spiegazioni a nessuno, lui per me è come se fosse papà! Dimmi la verità, secondo te al nostro vero padre interessa qualcosa di noi? No, secondo me non sa nemmeno che esistiamo!  Lo zio Kid invece ci vuole molto più bene di quanto non ce ne voglia il nostro vero padre!»
  Aveva ragione, il nostro vero padre non ci avrebbe mai amato quanto lo zio Kid. Nel contempo, mia sorella gli era saltata al collo in lacrime, e lui uscì di casa per farla calmare. Per lei, a volte le parole sono più pesanti che dei macigni.
  «Non prendertela con lei»
«Ma mamma, lo voglio sapere veramente chi è mio padre!»
  «Hayate, lo so. Ma io non me la sento di dirti chi è…»
«Perché oggi   di fronte a quella donna non hai reagito? Potevi mandarla a quel paese e non lo hai fatto! Ti sparlava dietro e non ti sei arrabbiata! Perché?!»
  «Perché non c’era  il motivo per essere adirarti»
«Si che c’era! Ti ha dato della sgualdrina! Ha detto che io e mia sorella siamo maleducati!»
  «Con gente del genere non c’è alcun bisogno di farsi del sangue marcio»
 «Ma perché non capisci che quella donna sparla di te!»
   «E ci sarà sempre gente che sparlerà di me!  Ė solo gentaglia, quella!»
Dal suo viso una lacrima solitaria era scesa dai suoi occhi, non avevo mai visto mamma piangere. Lei era sempre allegra e sorridente con tutti, era sempre determinata e forte. Vederla così, però mi ha fatto capire anche la sua fragilità.
«Mamma, io non volevo farti piangere…»
 «Non sei tu, tesoro. Ti confesso che ho sentito i discorsi di quella donna, e mi hanno fatto male. Tuttavia, se mi fossi arrabbiata, avrei confermato quello che pensava di me. Non è la prima che mi dice questo, e non sarà di certo l’ultima,ma..fa sempre male uguale!»
  «Allora, eri arrabbiata…»
«Da morire! Nessuno, anziano o meno, può venirmi a dire che i miei figli sono maleducati!  Nella mia testa pensavo:” Stai zitta, trattieni la rabbia e le lacrime!” Ho trattenuto la calma per miracolo!»
«Oh! Capisci che donna cattiva che era?!»
  «Non era cattiva Hayate, era solo pettegola!»
«Non parliamone più» andai ad abbracciarla. Mi piaceva stringerla a me, mi faceva sentire protetto. Secondo me è quello che provano tutti i bambini quando sono fra le braccia della loro mamma. Ed io amavo la mia, più di chiunque altro. Lei per me c’era sempre ed io avrei fatto altrettanto per lei.
***
La piccola Yuki piangeva a dirotto. I litigi fra fratelli sono brutti e mi dispiaceva che per una stupida parola dovessero litigare.
«Dai, è finita! Scommetto che Hayate non è più arrabbiato,anzi è pronto anche a chiederti scusa. Tu, sei ancora arrabbiata con lui?»
  «No» mi disse lei mentre cercava di smorzare i singhiozzi.
«Visto? Non c’è più nulla di cui essere arrabbiati»
  «Lui adesso crederà che io non voglia conoscere papà!»
«Non credo, che tuo fratello la pensi così»
   «Invece si!»
«No, io vi conosco molto bene! So che non durano molto i litigi fra di voi»
  «Ma perché papà ci ha abbandonati? Era arrabbiato con la mamma? Ci detestava? Dimmelo, perché tu lo sai, vero?» Disse lei piangendo.
«No, non lo so perché se ne è andato. Sono certo, però che avesse un motivo più che valido»
  «Non ci voleva bene? Non amava la mamma?»
«Per quel che ricordo, lui amava vostra madre immensamente,ma ora non ne sono poi così sicuro…»
  «Mamma, invece? Lei lo ama ancora?»
«Lo sai che non sono discorsi per una bambina, per quanto romantica e sognatrice, di sei anni?»
  «Lo so, ma questa è l’unica occasione che ho per sapere qualcosa di più sulla mia famiglia!»
«Perché con voi due sono così indulgente? Va bene, mi hai convinto!»
  «Yuppy! »
Le raccontai, l’incontro di Maka e Soul, ma non glielo descrissi fisicamente e non le dissi il nome.  
«Papà era davvero una bella persona, vero?»
  «Era un mio grandissimo amico. Non capisco perché se ne sia andato…Ma si sta perdendo parecchio!»
E mi misi a fare il solletico alla piccola Yuki, che si dimenava e scalciava ovunque, e ovviamente rideva come una forsennata!
«Ahahahahahah! Basta!»
 «Ti arrendi?»
«Si, si mi arrendo!...posso ancora chiamarti papà?»
  «Puoi chiamarmi come vuoi»
«Sai, secondo me tu ci vuoi molto più bene di papà! Quello vero, intendo!»
  «Ma il mio caso è diverso, io vi ho visti nascere e crescere. Come posso non voleri bene, scusa?»
«Ahahah! Allora tu sarai papà, finchè non conoscerò quello vero!»
  «Va bene! Ah, che rimanga fra noi, Yuki…»
«Dimmi, sono tutta orecchi!»
   «Tua madre, dovrebbe tenere una foto di tuo padre nel cassetto del suo comodino»
«DAVVERO?!»
«Si, ma non dirle che sono stato io a riferirtelo!»
  «Papà tu sei il mio angelo!»
Non ero del tutto d’accordo con quella piccolina. Era vero che  io li avevo visti nascere e crescere, spesso avevo anche aiutato Maka, ma il loro padre biologico li avrebbe sicuramente capiti meglio. Io non ho l’istinto paterno, ci sono cose che solo i veri genitori possono fare. Ormai, però mi ero affezionato ai gemelli, era come se fossero davvero figli miei. Mi era venuta paura. Se un giorno avessi rincontrato Soul, che avrei fatto? E se si fosse portato via i gemelli e Maka da questa casa, come avrei reagito? Mi sentivo immerso da un mare di nostalgia. Che avrei fatto se Soul avesse scoperto di essere il padre dei gemelli e li volesse per se? La risposta era la più ovvia,ma anche la più dolorosa…Lasciarli liberi.
Passarono due anni, e in questi due anni i gemelli solo una volta avevano provato a prendere la foto dal comodino…Senza risultati, eppure era strano, Hayate era un ottimo scassinatore ed aveva un gran bel passo felpato. Sì, aveva un talento naturale, tanto che più di una volta era riuscito a rubarmi  dieci dollari dal portafoglio. Quel giorno era arrivata in città la fiera, arrivava qui solo una volta l’anno. Come da rituale, ci dovevamo andare, assolutamente. Maka, però aveva da finire assolutamente finire un articolo in serata, così  i due giorni seguenti li avrebbe dedicati esclusivamente ai gemelli. Lei dava la vita per loro, se aveva delle vacanze le usava per stare insieme ai sui figli. Entrambi lavoriamo come matti. Io faccio l’architetto e mi tocca lavorare con tanta luce e precisione, lei è una giornalista e una desainer. Lei scrive per vari giornali, e cura varie rubriche. Scrive giorno e notte, da se stessa per quel lavoro. Inoltre mi aiuta con i design delle case. Era sicuramente un modello di donna da ammirare e seguire. Lei aveva sofferto tanto, eppure si era ripresa molto bene. Potevo finalmente darle un giudizio, ed era più che positivo.
 «bene, ragazzi! Dove volete andare?»
«Montagne russe!»  «Ruota panoramica! » Lo dissero praticamente all’unisono.
«Va bene! Prima sulle montagne russe!»
  «Evvai!»
«Uffa! A me fanno paura!»
  «Fifona! Fifona!»
«Disse colui che si è trovato paura  di Charlie Chaplin!»
  «Non mi ha fatto paura, mi metteva ansia! Poi avevamo  quattro anni! Come fai a ricordarti una cosa così vecchia?!»
«Dai, ragazzi piantatela un secondo di litigare!»
Eravamo saliti sulle montagne russe, erano molto belle e divertenti. Poi ci siamo diretti verso la ruota panoramica,ma ci eravamo persi Yuki!
«D-Dov’è tua sorella?!»
   «Era qui fino ad un secondo fa!»
«YUKI!!!!» E fu così che dopo due ore di ricerca l’abbiamo trovata sulle spalle del suo vero padre.
 Quando l’ho visto, lì per lì ho provato molta ira. Ero tentato di chiedergli che aveva fatto in tutti quegl’anni e perché aveva abbandonato Maka. Poi, però mi accorsi di come assomigliasse a Yuki fisicamente e ad Hayate, caratterialmente.
 E fu così che dalla mia bocca, non uscì neanche una parola se non:
«S-Soul? Non è possibile!»
 Avevo rivisto il mio amico e ora mi interessava sapere che diavolo era andato a fare, per abbandonare la mia migliore amica in quel modo!
 


 

Fuori scena:

Io: Finita la parte del passato gente!
Kid: autrice,ma come parli?
Io: Mi sono morsa la lingua! Ecco perchè parlo in modo strano!
Kid: Sei una causa persa!
Maka: Autrice, autrice delle mie brame, che accadrà in futuro?
Io: Ma per chi mi hai presa? Per una veggente?
Maka: In teoria e in pratica tu sei l'autrice! Tu tutto vedi, tutto sai e tutto puoi!
Kid:ha ragione Maka!
Io Vbbè, nel prossimo capitolo Maka inconterà Soul!
Hayate: Chi è questo Soul? Io l'ho visto al luna park,ma non ho ancora capito chi è!
Yuki: è un signore tanto gentile che mi ha aiutata!
Soul: Yuki io non sono così vecchio e se tu mi chiami signore io mi deprimo, ok?
Yuki: Allora ti chiamo Soul!
Soul: è il mio nome, meglio di così
Io: After You, capitolo 7.Come reagirà Maka quando incontrerà Soul? Arrivederci al prossimo capitolo!


 

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Capitolo 8
*** Una notte a casa Albran ***


Anche se non trovi le parole
hai girato il mondo dentro a un cuore...
anche se puoi perderti a cercare
hai girato il mondo dentro a un cuore
e devi dire grazie a te se resti come sei
dire grazie a te che
non ti lasci mai
anche se non riesci più a dormire
perché non ci credi che è la fine
anche se non puoi ricominciare

hai girato il mondo dentro a un cuore intero  ( Anche se non trovi le parole-Elisa)

-Maka -Soul -Hayate -Yuki

 
 

 
Capitolo 8

 
Ero in camera di Hayate,ma non avevo sonno, quindi continuato a guardare il soffitto.
 «Hai sonno?» Mi disse quel piccoletto.
«No, tu?»
  «Nemmeno…Come conosci la mia mamma?»
«Diciamo che eravamo…Compagni di scuola e di avventure»
   «Lei era una tua amica?»
«Molto di più»
    «Ah, migliore amica,allora?»
«No,non proprio…»
    «Vabbè,da quanto tempo non vi vedete?»
«Da otto anni…»
    «Oh quindi da prima che nascessi io…Mhhh, ok!»
«Quando siete nati tu e tua sorella?»
  «Il 19 Agosto,perché?»
«No,nulla…Senti Hayate, com’è tuo padre?»
«Te l’ho già detto,no? Non lo so com’è»
  «Provi rancore nei suoi confronti?»
«Non proprio, certo, c’è l’ho con lui per averci abbandonati,ma non potrei mai odiare mio padre. Mi chiedo solo se  ci vuole  bene e se non ci abbia abbandonati solo perché eravamo un peso»
  «Tua madre? Tua madre ha un suo ricordo?»
«Si quello si! Ha una foto di papà nel cassetto del suo comodino»
  «E tu e tua sorella non avete mai provato a prenderla?»
«Certo che ci abbiamo provato! Ma sono stati tutti buchi nell’acqua!»
  «Perché?»
«Perché mamma si era svegliata entrambe le volte perché aveva sete, ma quando vedeva me e mia sorella frugare nei cassetti ci riempiva di solletico!»
  «Non mi sembra una punizione tanto brutta»
«Se la vedi dagli occhi di un bambino si!! Quando si è piccoli gli adulti sono più forti, quindi mamma aveva un sacco di assi nella manica! Poi oltre al solletico ci ha riempiti di coccole! Così il giorno seguente quando a colazione ci da il bacio del buongiorno io e mia sorella siamo corsi sul divano! Due volte ci abbiamo provato, poi ci abbiamo rinunciato a prendere la foto, il nemico era troppo forte!»
«Ahahahah!»
«Contento che tu ti diverta!»
«Scusa.  Com’è invece la cosa delle rane?»
 «Oh, bè per quella ho una collezione, vieni!»
Hayate si alzò dal letto, e io lo segui. Aprì l’armadio e dietro ad un ammasso di vestiti c’era un tabellone.
Un tabellone gigantesco, con le letterine magnetiche attaccate.
«Vedi questo?»
  «Ah-Ah»
«io e mia sorella lo abbiamo ribattezzato come “lo scaccia pretendente”»
 «In che consiste?»
«Vicino ad ogni letterina magnetica, che sono tutte in ordine alfabetico, ci sono scritti i nomi dei pretendenti di mamma e il modo e il tempo in cui li abbiamo cacciati di casa»
 Era incredibile, quel ragazzino aveva le mie stesse ide, per non contare la stanza in disordine, uguale alla mia! E se i gemelli fossero i mie figli? No,impossibile! Io non sapevo neanche della loro esistenza, mentre il padre vero sì, suppongo!
«Tu e tua sorella siete dei geni!»
«Lo sappiamo,ma non rilasciamo autografi, siamo ancora troppo piccoli!»
  «Scommetto che non sai fare la tua firma!»
«Guarda che ti metto i ragni sotto il cuscino e non le rane!»
  «Allora dormo,e sai, piccolo dovresti farlo anche tu!»
«In effetti ho un po’ di sonno!»
   «Vedi?»
«Sai,mi piacerebbe che fossi tu, mio padre...Notte!» Ed in un secondo Hayate era bello che andato. Tuttavia, le sue parole mi avevano lasciato pensare. 
Se fossi davvero io loro padre? Otto anni…Io e Maka l’abbiamo  fatto giusto otto anni fa!  Agosto, ci tolgo nove mesi…OTTOBRE!! Ad Ottobre io e Maka siamo andati a letto insieme. Forse c’era una possibilità! Però avevo bisogno di una conferma, e Maka da sola non me lo avrebbe mai detto. Dovevo prendere la foto nel cassetto.
 Avevo sorpassato la camera di Yuki e quella di Kid ,anche se vuota, ad un passo più che normale.
Ero davanti a camera di Maka, entrai.
  Era una stanza, molto bella. La stanza era bianca e grigia, sulla destra c’era una vetrata che prendeva una parete. Le finestre della vetrata erano aperte, e fuori c’era un’enorme terrazzo che si affacciava sul mare. In un angolo a destra c’era un tavolinetto con una poltrona di velluto bianco. Sopra il tavolino in ebano c’era un portatile in ricarica, si vede che Maka lo usava per lavorare.
Infondo da come aveva detto Yuki, lei era una giornalista.
  In centro alla stanza c’era un letto matrimoniale, con le lenzuola grigie e i cuscini bianchi. Sulla sinistra c’era Maka che dormiva serena. Alla destra del letto c’era un mobile con sopra uno specchio a due ante, probabilmente lo utilizzava per tenerci dentro trucchi e roba varia, alla sinistra invece ecco il comodino. Mentre dietro di me ‘era una porta che portava ad un bagno.
Cercai di fare silenzio, andai alla sinistra del letto, vicino al comodino. Cercai di aprire i cassetto, quando mi sembrò che qualcosa mi osservasse. Mi voltai e vidi due smeraldi brillare senza sosta nella notte.
«Che cosa stai facendo,maniaco!»
  Si era alzata e mi aveva chiuso le mani nel cassetto.
«Ahia!!! Che dolore!!»
  «Così impari a guardare nei cassetti altrui, e ora fa silenzio e tornatene in camera o finiremo per svegliare i bambini!»
«Ecco, giusto, proprio di questo ti volevo parlare, dei Tuoi figli! Anzi,no del loro padre!»
  «Ebbene? Che vuoi sapere?»
«Chi è?»
  «Non ti interessa!»
«Oh, invece tu me lo dici! Perché se no io non me ne vado di qui!» Le ero saltato addosso come un’animale, ma volevo risposte, e le avrei ottenute!
«Togliti! Guarda che sei in una posizione favorevole per le mie gambe!»
  Guardai in basso e vidi la sua gamba destra molto vicina ad un punto molto delicato!
«Non lo farai, vero?!»
  «Oh, scommettiamo?»
Il calcio arrivò dritto e doloroso. Colpito in pieno,però! Che Dolore! Voleva la guerra? E proprio guerra avrebbe avuto!
 Dopo essermi leggermente ripreso mi diressi verso il bagno, presi il bicchiere che Maka usava per tenere gli spazzolini , lo  riempii d’acqua gelida e gli lo versai addosso!
«Ahhh! Ma sei matto?! Mi farai prendere un raffreddore, cretino!»
  «Per un po’ d’acqua tutta sta scena? Io allora? Cosa dovrei dire dopo quel calcio? Ti posso assicurare che faceva più male rispetto a due gocce d’acqua!»
  «Quanto sei noioso! Che vuoi sapere?»
«Chi è il padre dei gemelli?»
   «Non te lo posso dire, va bene non me la sento!»
«Sai vero che se non me lo dirai tu, lo scoprirò da solo»
   «Si»
«Dimmi solo perché li ha abbandonati»
  «Lui non sa di loro»
«Tu, lo ami?»
   «Immensamente. Nonostante tutte le sofferenze che mi ha causato lo amo ancora»
«Lo hai più rivisto?»
   «Si,da poco…»
Sentire quelle parole era stato come  ricevere una pugnalata al cuore.  L’avevo persa per sempre, la lontananza non rafforza per nulla l’amore,anzi lo distrugge.
«Vabbè, vado ad asciugarmi..»  dette quelle parole, Maka scivolò e si ritrovò addosso a me.  Il suo seno era lontano qualche millimetro dal mio naso. Iniziò a uscirmi qualcosa dalle narici, che mi metteva visibilmente in imbarazzo.
«Ehi, Soul ti esce il sangue dal naso!»
  «Eh, come?»
«Vieni qua»
Prese delicatamente la mia testa e la mise sulle sue gambe, e con un fazzoletto iniziò ad asciugare il sangue.
  «Sei davvero un caso perso!  Il lupo perde il pelo ma non il vizio,eh?»
«Ė perché tu sei sempre più bella che il sangue esce!»
Sul suo viso si era creato un live accenno di rossore, forse non era vero che l’avevo persa. Non so chi è il padre questo è vero,ma posso essere io come un altro. Forse avevo una possibilità!
«Perché mi dici queste cose?»
  «Che intendi?»
«Mi fai di nuovo credere di essere speciale! Mi fai sentire la  persona più felice del mondo e poi mi abbandoni!»
  «Non era mia intenzione  abbandonarti quella sera…»
«Sta di fatto che mi hai lasciata lo stesso»
 Mi sentivo l’uomo peggiore del mondo, un verme. Come avevo potuto?
 «Io ti chiedo scusa…»
  «Tu non hai alcuna colpa, sono io che..»
«No! Tu sei un’ospite e io ti sto facendo venire il latte alle ginocchia ,s-sono monotona,scusa»
«Io mi scuso con te per tutto il dolore che ti ho inflitto»
Una cosa che non credevo possibile accadde. Mi prese delicatamente il viso e lo portò al suo, baciandomi appassionatamente per qualche istante. Ero felicemente sorpreso.
«Quanto ho desiderato che mi dicessi quelle parole»
  «Perché,mi hai ba..»mi zittì con il dito.
«Non è importante. Ora voglio solo averti al mio fianco, per una volta dopo otto anni voglio averti al mio fianco»
Ci sdraiammo  sul letto e ci addormentammo l’uno tra le braccia dell’altro.
 La mattina dopo, non avevo fra le braccia la mia Maka, bensì la piccola Yuki.
«Buongiorno Soul!»
   «Che ci fate voi due qui?»
«Diciamo che volevamo fare i terzi in comodo!»
 «Ragazzi che ci fate qui?»
  «MAMMA!» Gridarono all’unisono i gemelli.
«Forza, a fare colazione!»
«Sii!!»
«Per me latte e biscotti»
  «Va bene, per te Yuki?»
«Latte e cereali!»
  «Forza,ragazzi, scendete»
«Ok,mamma!»
 «Buon giorno, Soul»
«Buon giorno,Maka»
  «Tu che vorresti per colazione?»
«Caffè,grazie»
Scendemmo anche noi in cucina, e dopo la colazione Hayate sentenziò:
«Mamma ti ricordi dei ricevimenti e delle pagelle?»
  «Ah, mamma ti ricordi che mi devi far fare il vaccino?»
«C-COME; OGGI?»
  «Si,mamma, oggi!»
«Ok, ho capito… Yuki, io e te andiamo a fare il vaccino! Hayate, tu vai con Soul a prendere le pagelle!»
«Cosa? E c-cosa dico alle insegnanti?»
  «Non lo so di loro che sei suo padre!» Disse indicando Hayate
«M-Ma Kid ? Non aveva lui quell’appellativo?»
   «Lui dice sempre di essere lo zio! Loro non hanno mai visto il padre!» Disse correndo su e giù mentre si metteva un paio di scarpe.
 «I-Io non so se…»
«Buona  fortuna! Noi vi raggiungeremo il prima possibile!» Disse mentre lei e sua figlia uscivano a prendere l’auto.
Quando uscirono dal parcheggio e svoltarono l’angolo,  capii he ero fregato. Come mi sarei comportato davanti alle loro insegnanti?
Spazio Autrice:
Io: Sapete oggi le mie cugine sono venute a trovarmi e ho fatto leggere loro la ff...
Maka: Ebbene? Che ne pensano?
Io: Soul è fara i personaggi più odiati, anzi no, mi correggo è il più detestato di tutti!
Soul: Ma come?
Io: Mentre i gemelli sono risultati più apprezzati insieme a Kid!
Kid e i gemelli: Davvero?! Che bello!
Io: Vabbè, nel prossimo capitolo vedremo Soul alle prese con gli insegnanti di Hayate, e verrà a conoscenza di un grande segreto, come la prenderà? After You capitolo 9! Non perdetevelo!



 

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Capitolo 9
*** Il colloquio - La foto misteriosa ***


How much pain has cracked your soul?
How much love would make you whole?
You're my guiding lightning strike

I can't find the words to say
They're overdue
I've travelled half the world to say
I belong to you (I belong to you-Muse)

 
- Soul – Hayate – Maka Yuki Prof di lettere –Prof di matematica Prof di scienze Prof d’inglese –Prof di storia

 
Capitolo 9
 

In casa eravamo rimasti solo io e il piccolo Hayate.
«Mamma non  poteva darti punizione peggiore!»
  «P-Perché, scusa?!»
«Sai, mi sa che delle pagelle non si era affatto scordata! Aveva programmato tutto, che furba!»
   «Continuo a non seguirti!»
«Ci arriverai finiti i ricevimenti! Ora andiamo!» E fu così che partimmo per il ricevimento.
***
Quel bacio, era da tanto che volevo dirglielo. Avevo fatto bene? Non lo potevo sapere. Però non potevo fargliela passare liscia tanto facilmente!  Quale punizione, se non subirsi gli insegnanti dei gemelli! Dopo otto anni, se la meritava!
«Mamma, delle pagelle ti ricordavi benissimo, vero?»
  «Delle pagelle si,ma del vaccino no» era vero, me ne ero totalmente scordata!
«Uffa! Se non fossi stata male, l’altra settimana avrei potuto evitare questo maledetto vaccino!»
   «Dai, dai è solo una puntura!  Non ti mangia mica!»
«Lo so! Grazie della presa in giro!»
   «Che hai? Ti sei alzata con la luna storta?»
«Pensavo, che sei stata veramente cattiva, a lasciare Soul  nelle mani dei miei insegnanti!»
  « Tranquilla,sarà ancora vivo, finiti i colloqui!»
«Ma dai, se papà  Kid  dopo esserci andato una volta, si è rifiutato categoricamente di tornarci!»
   «Povero, Kid! Bè neanche a me piace andarci!»
«Non voglio neanche immaginare….»
Eh, si! Era una punizione perfetta! Ero fiera del mio sadismo!
***
Arrivati alla scuola, io e mio “figlio” Ci dirigemmo dall’insegnante di lettere, per la consegna delle pagelle.
  «Buongiorno, Albran!»
«Professoressa … Come sta?»
  «Molto bene, grazie. Chi è il signore che sta con te?»
«Lui, bè ecco…»
  «Sono il padre. Soul Eater Evans, piacere»
«Il padre misterioso! Era ora! La sua leggenda è circolata parecchio per questi corridoi! Sono molto felice di conoscerla! Sa lei assomiglia molto a Yuki! Si, si stessi capelli! Ma gli occhi non sono gli stessi,no,no! Gli occhi di Hayate, sono simili ai suoi! Stesso colore e stesso taglio e…»
«Professoressa, io e mio PADRE non siamo qui per discutere di parentela,ma per ritirare le pagelle e per sapere come vado a scuola, ma soprattutto se  posso andare in vacanza!»
«Oh si giusto!»
Lanciai un’occhiata verso Hayate, che era già stufo di stare lì, e non era l’unico!
«Ecco a lei le pagelle dei gemelli!»
Diedi un’occhiata ad entrambe le pagelle,  Yuki era bravissima, tutti voti alti. Tale madre, tale figlia!
 Hayate, invece, tutte sufficienze, tranne inglese, che aveva un NOVE?!
«Molto bene, Albran, sei promosso, in quest’ultimo periodo ti sei dato daffare. Quindi sei stato premiato! Però devi aumentare i voti in lettere, perché puoi fare di meglio! Non mi basterà più il sei, il prossimo anno..»
«Professoressa…»
  «Sappi che devi arrivare almeno all’otto!»
«PROFESSORESSA!»
   «Si Albran?»
«Arrivederci e buone vacanze! Leggerò tutti quanti i sette libri che ci ha dato da leggere e ne farò la recensione, ora arrivederci! Hayate Albran se ne va, pace!»
  Usciti da quella stanza avevo la testa che mi faceva male. Quella aveva un interruttore?!
«Mio dio, la tua insegnante è davvero logorroica! Abbiamo sprecato una buona mezz’ora lì a parlare con lei!»
   «Puoi ben dirlo! Pensa che io mi faccio sette ore con lei in una settimana!»
«Non vorrei mai essere nei tuoi panni!»
   «Me lo ha detto anche lo zio Kid! Lui però ha rinunciato a venire dopo aver incontrato il prof di storia!»
«Allora andiamo da storia!»
«NOOO!!»
  «E perché?»
«Lui è meglio tenerselo per ultimo!»
   «Come vuoi…»
«A-Andiamo a parlare con matematica!»
  Appena entrati in quella porta, volevo già scappare!
 Dietro la scrivania, c’era una donna grassa e bassa. Aveva i capelli neri e gli occhi blu, i capelli, erano raccolti in un  mungo veramente malfatto! Dalla lontananza di un metro si sentiva già puzza di fumo, per non parlare dei denti! Erano gialli, che dico gialli?! Arancioni! Tra i denti aveva perfino dei pezzi di insalata!
Che schifo!  Ma lo spazzolino, per questa donna esisteva?! Per non parlare che sembrava la nonna brutta di dracula! Quanti anni aveva? Due secoli? Cercavo di mantenermi a debita distanza!
«ALBRAN!!!» Gridò quella vecchiaccia.
  «Si,mege…Ehm professoressa Portman?»
 «Sei stato promosso per il rotto della cuffia, eh?!» disse lei sempre gridando.
«Professoressa, io sento anche se non urla,sa?»
  «Mio caro ragazzo,credo sia ora che tu abbassi la cresta!»
«Scusi,ma siamo qui  per parlare di come mi figlio va in matematica,non per come è stato promosso o che altro!»
  «A-Aspetti, lei è il padre?!»
«Già!»
   «Suo figlio in logica se la cava, è per questo che gli ho dato sei!  Comunque, non le conviene andare dalla professoressa di scienze!» disse lei, sempre urlando.
«Grazie, è stata molto chiara e… Squillante!»
  «S-Squillante?!»
«Arrivederci e buone vacanze prof!»
Usciti dalla sala..
«Già arrivederci e a mai più! Mi servirà l’amplifon prima ancora dei sessant’anni!»
  «E qua io e mia sorella ci siamo giocati la baby-sitter!»
«Come biasimarla! Scusa,ma quella era veramente la nonna brutta di Dracula!»
«No,no! Lei è quella bella!»
  «Sono preoccupato di sapere com’è quella brutta, sai?»
Entrammo dalla professoressa di scienze,ma prima di oltrepassare la porta Hayate si girò verso di me e mi disse:
«Da qui non sono sicuro di poter garantire la tua incolumità! Lei è la sorella più piccola della prof di matematica, è veramente un mostro!»
   «Che sarà mai!» mi pentii subito delle mie parole, non appena vidi quella donna.
Era, a differenza della sorella, alta e talmente magra che dal torace spuntavano le ossa!  Portava una camicetta che le lasciava quasi scoperto il petto, perché di seno non ne aveva! Faceva schifo lo stesso!
  Anche lei fumava come una turca!  Aveva i denti gialli e storti,  aveva anche delle ciglia spropositate, piene di rimmel!
Era anche munita di monociglio, verruche e denti sporgenti! Salvatemi da quest’incubo!!
«Salve professoressa Portman!»
   «Albran? Quando sei arrivato?»
Ah, dimenticavo, non è solo brutta, è anche sorda e ceca, con un paio d’occhiali spessissimi!  Per non dire che quando parla sputa ovunque!
«Ora professoressa!» Gridò Hayate
  «Ohhh! Ci è il vecchietto che è con te?»
«Vecchietto io?! Ma parli per se!»
 «STAI ZITTO!!!!! E SPERA CHE NON TI ABBIA SENTITO!»
Quella, era davvero la nonna brutta di Dracula!
«Come ha detto tuo nonno?» disse la megera, un po’ sbigottita
  «Io non sono il nonno, ma il PADRE! P-A-D-R-E!!»
«Padre? Lei è il padre dei gemelli Albran?!»
  «SI! S-I!!»
«Quel disgraziato! Come si fa ad abbandonare quelle due povere creaturine indifese!? »
« Scusi,ma noi ci conosciamo?»
  «Ma non si vergogna?! Spuntare poi così all’improvviso! Ė veramente un infimo!»
«Ripeto, ma lei che sa di me?»
   «Tutto!»
«Eh? Mi ricorderei di averla vista signora, sa! Una faccia come la sua non si dimentica facilmente!»
   «Soul, è-è meglio andare…»
«Porta via quel disgraziato!!!!!» disse lei lanciando cose dappertutto.
Io e Hayate scappammo a gambe levate da lì! Che cavolo aveva contro di me?!  Manco la conoscevo! 
«Mio dio quella è partita di cervello! Ma non la mandano in pensione quel decesso d’antiquariato?! No,manco antiquariato, mandatela direttamente alla discarica!!!»
  «Soul,la sua reazione, è colpa mia!»
«Eh?»
  «Per farmi dare il sei ho raccontato di mio padre, e non l’ha presa tanto bene…»
«Questo l’ho intuito!»
   «Sei arrabbiato?»
«Eh? No, non sono arrabbiato. Non ne avrei motivo, anche perché non sono io tuo padre»

   «Ne sei certo, di questo? »
«No»
  «E allora? Forza andiamo dalla prof d’inglese!»
Dalla professoressa d’inglese si era cambiata totalmente musica!
 Era alta,bella e magra ( magra il giusto!) il seno era prosperoso. Era una donna molto affascinante,ma non mi faceva un grande effetto, era strano.  Mai in questi otto anni mi era mai uscito il sangue dal naso, l’unica che era riuscita a farlo uscire era stata Maka! Ora che dopo otto anni vedo un seno molto più che  prosperoso, il nulla!
«Albran, contento per il nove d’inglese?»
   «Si, al settimo cielo!» disse lui assorto. Notai che mentre la prof parlava,ad Hayate iniziava a scendere il sangue dal naso.
«Oh, povero caro! Ti esce il sangue!»
 «Eh? Come?!»
 «Tieni il mio fazzoletto!» Ed iniziò ad asciugare il sangue.
«Mi sembra preparata per certe evenienze»
  «Certo,anche a mio marito capita spesso perde il sangue dal naso» ed ecco che il piccolo Hayate aveva incominciato a deprimersi!
 «Quindi in inglese non mi devo preoccupare, vero?»
  «No,no lui va più che bene…Scusi ma lei chi è? Non mi sembra né la madre, né lo zio!»
  «Sono il padre, infatti!»
    «Finalmente!!!» Disse stringendomi la mano con foga.
«S-Si, ho capito!»
   «Era da un bel pezzo che volevo conoscerla!»
«Prof, io e mio padre dovremmo andare!»
   «Oh, certo! Arrivederci Albran e salutami tua sorella!»
«SICURAMENTE!»
Usciti di lì…
«Ė-Ė SOPSATA!!»
  «  Scusa,ma in inglese vai bene perché ti interessa la materia o chi la insegna?»
«Punti di vista»
   «Forza finiamo i professori!»
Andammo da gli ultimi tre professori, tutti nella media, fortunatamente. Infine, toccò al tanto odiato professore di storia.
  Quando io e Hayate entrammo, io non volevo credere ai miei occhi!
«La mia leggenda incomincia nel dodicesimo secolo..Vuoi sentire le mie nobili gesta, Albran?»
   «No,grazie professor Excalibur,non ci tengo!»
«Cretino! Dimmi il tuo numero preferito dall’uno al dodici!»
  «Il dodici, perché la sua leggenda prof comincia nel dodicesimo secolo»
« Giusto! Chi è il cretino vicino a te?»
  «Io sarei il padre»
«Oh, bè lei è un cretino!»
  «E perché?»
«Non c’è un perché!»
 «Professore arrivederci e buone vacanze, siamo passati solo a salutarla!»
«Al prossimo anno! Cretino!»
 Usciti dalla scuola io ero sconvolto, eravamo andati lì alle otto del mattino e siamo usciti a l’una e mezza!!
Sembrava una barzelletta. Sta di fatto che sulla strada del ritorno, io e Hayate ci fermammo in un Fast Food sulla strada.
«Che vuoi da mangiare?»
  «Sempre se questo si possa definire cibo, prendo un hamburger. Tu?»
«Semplici patatine»
  «Belli e bravi i miei insegnanti, vero?»
«Santo cielo! Spero di non doverli vedere più!»
  «Mamma delle pagelle si ricordava alla perfezione, diciamo che te la fatta pagare…per qualcosa di cui io non sono a conoscenza»
 «Questa tua madre me la paga!»
   «vedremo chi la spunterà per primo»
Tornati a casa io mi ero messo sul divano a  dormire. Le insegnanti dei gemelli mi avevano fatto venire l’emicrania. Speravo solo di non sognarmi le nonne brutte di Dracula!
***
Era stata una giornata stancante, ma mi ero divertito.
  Quando andavo con mamma non potevo mai muovere una critica  ai prof.
 Con lui, non è stato uno di quei soliti e noiosi colloqui con i prof è stato tutto molto meno pesante.
Volevo veramente che mio padre fosse lui, mi ci ero affezionato e mi era simpatico.
 Illuminazione. Mamma, Yuki e lo zio Kid non c’erano, Soul dormiva, camera della mamma era vuota, il comodino era incustodito.
 Era la volta buona per avere le risposte che mi spettavano di diritto.  Sapevo benissimo che non dovevo farlo, ma per me era troppo importante. Avevo bisogno del mio vero padre, per me era necessario. Speravo che fosse lui,ma anche se non lo fosse stato io me ne sarei fatto una ragione.
  Iniziai a frugare nel cassetto di mamma senza sosta, finchè non trovai un album di foto. Mamma e Soul erano praticamente in tutto l’album!  Notai una foto in particolare. C’era mia madre, com’era giovane! Non che adesso sia vecchia, anzi! Ha neanche ventisei anni! Il particolare che mi saltava agli occhi era il suo sorriso, così vero, sincero e raggiante.
  Non ne avevo mai visti di così belli! Vicino a lei c’era Soul che le cingeva la vita. Erano entrambi felici. Negli occhi di lui vedevo tanto affetto. Erano molto innamorati, si capiva. Voltai la pagina e c’era il vuoto. Scrollai l’album. Ed ecco la foto mancante.
«Se avessi saputo che era così semplice  l’avrei fatto molto prima!»
  La foto era caduta a rovescio, in fatti sul retro c’era una scritta: “ Tu che mi hai regalato i gemelli”
 Era la calligrafia di mamma, l’avrei riconosciuta tra mille! Anche perché una volta mi era anche capitato di dover falsificare la sua firma. Ero pronto. Volevo assolutamente scoprire chi era. Voltai la foto. Nella foto c’era un ragazzo che suonava un pianoforte, dai capelli bianchi e occhi rossi, color del rubino.
 Il mixer di emozioni che provavo in quell’istante era indescrivibile. Ero felice,ma allo stesso tempo scosso. Ero agitato,ma nel contempo sollevato. Perché nella foto c’era lui: Soul!
 Lui era mio padre! Solo ora mi venivano in mente tante somiglianze, i miei occhi erano come i suoi, il mio carattere era come il suo! L-Lui era veramente mio padre!  Ma come lo avrei trattato da quel momento in poi? Lo avrei detto anche a mia sorella che lui era nostro padre?  No, lo avrei trattato come sempre e terrò il segreto per me! Nessuno deve sapere.
 C’era solo una cosa che volevo fare, però. Misi a posto la foto di papà come l’avevo trovata, perché a mamma non venissero dei sospetti. Poi presi la foto che avevo notato prima. Volevo un ricordo di loro due insieme, senza litigi vari o separazioni altrettanto improvviso. Era troppo chiedere un ricordo di loro insieme quando erano felici insieme? Non mi sembrava.
  Tornai in camera mia a riflettere. Notai  sempre guardando la loro foto  che i loro occhi erano di due colori complementari.  Rosso e verde. Smeraldo e rubino. Negli occhi di lui c’era il fuoco, in quelli di lei la foresta.  
  Rosso e verde, una simbiosi perfetta. Come sarebbe andata a finire tutta questa storia? Solo il futuro mi avrebbe dato risposte.

 

Spazio Autrice:

 Io: Salve siamo già al capitolo 9?
Yuki:  Si proprio così!
   Io: Scusate, nelle altre anticipazioni ho messo che era Soul  a scoprire un segreto, invece era Hayate! Scusate!  Nel prossimo capitolo, Si saprà che hanno combinato Maka e sua figlia, mentre voi eravate ai colloqui, più una sorpresa!
Yuki: Che sorpresa?
 Io: Se te lo dico non è più una sorpresa, ti pare?
Yuki: In effetti…
  Io: After You! Capitolo 10! Non perdete volo!
Hayate: Autrice lo sai che da come lanci le anticipazioni sembri davvero un conduttore?
  Io: Davvero? Grazie!
Hayate: Solo in senso negativo, fai quasi paura!
 Io: Ah… ritiro ciò che ho detto prima!
 
 
 

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Capitolo 10
*** Appuntamento- Litigio ***


Un passo indietro ed io già so
di avere torto e non ho più le parole
che muovano il sole

Un passo avanti e il cielo è blu
e tutto il resto non pesa più
come queste tue parole che si muovono sole

Come sempre sei nell'aria sei
tu aria vuoi e mi uccidi
Come sempre sei nell'aria sei
tu aria dai e mi uccidi
Tu come aria in vena sei

Un passo indietro ed ora tu, tu non ridi più
e tra le mani aria stringi
e non trovi le parole
e ci riprovi ancora a muovermi il sole
Ancora un passo un altro ancora   ( Un passo indietro – Negramaro)

 
- Maka – Yuki – Soul  - Hayate - James -Pediatra

 

Capitolo 10

 
Io e Yuki eravamo andate all’ospedale, per fare il vaccino.
  «Mamma….Non amo stare qui»
«Dai, sarà solo per poco»
   «La vaccinazione, però con la coda che c’è ci metteremo vent’anni!»
«Non è vero, durerà al massimo un’ora»
  Dalla sala avevamo sentito un urlo inumano, devo ammettere che mi ero preoccupata. Finalmente,arrivò il turno di mia figlia.
«Signorina Albarn, tocca a lei»
   «Perché a me?»
«Tranquilla, sentirai solo un pizzicorino»
 La puntura durò solo qualche istante, e Yuki non se ne era nemmeno accorta.
«H-Ha finito?»
  «Esatto. Ti ho fatto male?»
«No, non era come me lo immaginavo…»
  «Non è mai così»
«Grazie dottoressa, arrivederci»
 Uscite dall’ospedale, io e Yuki siamo tornate in città.
 «Guarda mamma!!  Hai visto che bel vestito?»
   «Ė vero, è molto bello!»
«Mamma…»
  «Si?»
«Ti prego, andiamo a fare shopping? Ė tanto che non dedichi una giornata solo a me!»
 «Hai ragione, facciamo una giornata madre figlia come si deve!»
   «Evvai!!»
Avevamo girato tutta la mattina per i negozi, ma tutto quello che avevamo comperato, era un  cd  per Yuki.
   Dopo aver mangiato una pizza, io e mia figlia avevamo incontrato un mio vecchio collega.
«Maka! Quanto tempo! Come stai?»
  «James! Sto molto bene, grazie! E tu come va il lavoro? Visto che hai cambiato giornale ho pensato avessi avuto problemi ad ambientarti»
   «No, sono stati tutti gentilissimi. Poi la paga è sicuramente migliore»
«Sono contenta per te!»
 «Lei dev’essere una dei tuoi due gemelli, vero?»
  «Si, lei è Yuki»
«Mi ricordo che era piccolissima la prima volta che l’ho vista»
  «Yuki ti ricordi di James?»
«Si, lui era quello che faceva il cascamorto con te, diciottesimo nello “ scaccia pretendente” e poi avevo cinque anni,me lo ricordo alla perfezione!»
  « MA CHE FIGURE MI FAI FARE, SEMPRE?!»
«Dico solo la verità!»
  «Ti chiedo scusa!  Non so che le prenda, è da questa mattina che è particolarmente seccata»
«Fa niente, capita. Senti Maka…»
  «Si?»
«Ti va di venire a cena con me questa sera? Una cena fra vecchi amici, ti va?»
  «No!»
«CERTAMENTE! Mi fa piacere fare due chiacchiere amichevoli»
  «Allora vengo a prenderti a casa tua alle otto»
«Va bene»
  «Casa tua è sempre la stessa, no?»
«Si,si!»
  «E..Kid c’è?»
«No, è fuori per lavoro»
  «Perfetto!»
Dopo che se ne era andato..
«Forza Yuki, non ho un vestito decente, mi aiuti?»
Fece un cenno,  ma era veramente arrabbiata.
***
Quel brutto idiota! Quanto lo odiavo! Non ero l’unica, fortunatamente! Anche Kid non lo sopportava.
 L’ultima volta era stato lui a cacciarlo di casa. L’ho adorato quando lo ha sbattuto fuori dalla villa!
Sapevamo sia io che mio fratello che lui ci provava con nostra madre.
 Alla fine mamma scelse un vestito lilla più che informale. Era carino. Era lungo fino alle ginocchia,con le spalline di raso. Sul fondo, invece c’era il ricamo di una rosa.
  Perché doveva farsi bella per quello lì?! Ah, sì! Perché non voleva fare brutta figura!
La giornata non era andata affatto come volevo!
***
Avevo appena scoperto che Soul era mio padre, ero felice.
 Dopo essere stato a riflettere dieci minuti buoni, del perché della mia esistenza, sono sceso dalle scale.
   Soul era sul divano che si stiracchiava.
«Ehi Hayate, che hai?»
  
«Ti posso abbracciare?»
«Eh? S-Si certo!»
 Lo abbracciai  con foga, e mi sentivo sereno e sollevato, da un segreto inutile.
  «Che hai piccolo? Sembra quasi la prima volta che mi vedi!»
«Forse… Soul…»
  «Dimmi…»
«Potremmo, fare qualcosa insieme?»
  «Certo! Che ti va di fare?»
« Qui vicino, c’è un campo da basket, e mi chiedevo se volevi fare una partita»
   «Sicuro! Così mi sgranchisco un po’!»
Andammo al campetto, e mi sono stupito.  Era una giornata padre e figlio, solo che solo io ero a conoscenza di questo.
 Soul, era molto agile, e spesso si fermava per insegnarmi dei trucchi.
«Te la cavi,sai?»
  «Lo so, ma non ho mai voglia di iniziare sul serio a praticare questo sport»
«Bè, è un errore!»
  «Lo dice anche mamma, ma non è colpa mia se preferisco leggere!»
«Leggere? Ma se di lettere hai sei!»
  «Lo sembra strano,ma è così! A me piace leggere, mentre a mia sorella piace suonare!  Musica mia sorella ha nove invece che dieci, eppure lei ama il piano!»  
«Tu e tua sorella siete dei personaggi particolari! Forza, rientriamo!»
 ***
Incredibile, mi sentivo sempre più protettivo nei confronti dei gemelli. Tiravo fuori quell’istinto paterno che non credevo di avere.
  Tornati alla villa, le donne di casa erano già ritornate. C’era la piccola Yuki seduta sul divano con un broncio spaziale.
    «Che c’è Yuki? Hai litigato con la mamma?» Le chiese il fratello preoccupato.
«No… Ė tutta colpa di quel demente!»
  «Di chi scusa?»
«Del vecchio collega di mamma! Quel James!  Lo odio, lo odio, lo odio!»
   «Parla un po’ più chiaramente!»
 «Quell’emerito idiota l’ha invitata a uscire!»
  «Mamma che gli ha risposto? Gli ha detto di no, vero?!»
«Gli ha detto di si!»
 Chi era questo tizio? Salì le scale ed entrai in camera di Maka.
«MAKA!!»
Lei era lì, con addosso solo la biancheria intima!
 I nostri visi erano color del fuoco.
«VATTENE RIMBECILLITO!!! ALMENO BUSSA; NO?!»
  «Scusa, non volevo!»
 Rimasi in attesa qualche minuto, finchè Maka non mi diede il permesso di entrare.
«Allora, di che mi volevi parlare?»
  «Con chi è che vai a cena?»
«Con un vecchio amico…»
  «Il tuo ex?»
«Ma figurati! No! Lui era un mio vecchio collega»
«Com’è allora che ti metti tutta in ghingheri?»
  «Non sono affari tuoi»
«Si, che lo sono!»
  «No, invece!»
Avevo sbattuto Maka contro il muro. Avrei sopportato anche un altro calcio,ma piuttosto che andarmene sarei rimasto lì a fissarla.
«Volevamo fare due chiacchiere  fra amici, tutto qui!»
  «Non ti credo!»
«Guarda che io  non sono mica bugiarda ed ipocrita come qualcuno di mia conoscenza!»
  «E sarei io?! Io non sono un bugiardo, mia cara! »
«Ah, no?! Non dicevi di amarmi? Me lo hai detto,ma io in realtà per te ero solo un passatempo!  Dopo che hai ottenuto ciò che volevi te ne sei andato!  Mi hai dimostrato che io per te non ero nulla!»
 «Non è così!»
«E allora com’è? Forza, dimmelo, sono curiosa!»
   «Tu eri tutto per me! Io non volevo abbandonarti quella sera!»
«No,no! La verità è che tu ti sei divertito a giocare con me! Io che mi sono perfino..AH! Con te è tutto fiato sprecato!»
   «Cavolo,ma come te lo devo dire che me ne sono andato, per proteggerti!»
«Ah si? Se fossi rimasto accanto a me, allora mi avresti protetta!  Io avevo bisogno di te, più di chiunque altro,ma tu non c’eri!  Non ci sei mai stato!»
  «Questo non è vero!»
« Allora dimmi! Dimmi una sola volta in questi otto anni se tu per me ci sei stato! Avanti, dimmelo!»
Il silenzio.
«Come immaginavo…» Dal suo viso iniziavano a scendere lacrime solitarie.
  «io, non..,»
 «Non dire nulla per favore!» Disse lei piangendo.
« Sai una cosa? Io questo tormento lo voglio chiarire! Ti ho detto che non è stata colpa mia se ti ho abbandonata quella notte!»
 «Ah no? Sai non è nemmeno colpa mia se tu, idiota come sei ti sei dimenticato i preservativi!»
 «Cosa?»
***
Lo avevo detto davvero? La situazione stava prendendo una brutta piaga. Io non avevo alcuna intenzione di litigare,ma ero partita!
  Era un emerito idiota! Io ero un idiota!  Cercai di divincolarmi dalle sue braccia,ma era inutile!
«Ora basta! Ma non vi vergognate? Siete adulti,ma litigate come due bambini!»
  «H-Hayate? Tu da quanto sei lì?»
«Da praticamente tutta la discussione!»
  Soul aveva finalmente mollato la presa, ed io corsi da Hayate.
«Tesoro, io…»
   «NO! Non dirmi altro! Perché per una volta nella vita non vi dite la verità?! Perché non capite che questa situazione vi fa soffrire e dividere sempre di più?! Io non voglio essere un peso!»
  «Hayate, ma di che parli?»
«Lasciami!» Disse lui uscendo dalla camera furente e con le lacrime agli occhi.
  «Hayate, aspett…» Ma Soul mi fermò con il braccio.
«Ha bisogno di stare da solo…»
  «Tu che ne sai? Tu che sai di loro?! Nulla! Tu li hai appena conosciuti!»
 «Io quei due li adoro, chiaro?!  E credo di capire tuo figlio,meglio di te!»
   «Come cavolo fai a dirlo?!»
«I-Io lo sento! Lo capisco! Sono pur sempre un maschio anche io!»
  «Certo che lo capisci! Come non potresti! Non lo capisci perché sei un maschio!»
 «E allora per cosa?! Perché li amo così tanto,anche se li conosco da così poco?! Rispondimi!»
  In quel momento, suonò il campanello.
«Prova a ragionarci, vedrai che ci arrivi in un lampo!»
 Ero scesa da quelle scale, pronta per uscire. Volevo dimenticare al più presto tutta quella dannata discussione.
 
 
 
Spazio autrice:
 
Io: Molto bene, direi che questo capitolo non è dei più allegri…
  Soul: Mavà?!
Io: Su, su! Ancora  depresso?
 Soul: SI!
Io: Ti passerà! Comunque nel prossimo capitolo, Kid tornerà e si scoprirà quello che ha combinato, in più si vedrà l’appuntamento tra Maka e il suo amico James. Succederà qualcosa d’improvviso, che la nostra Maka non si aspetta.
 Soul: Ma-che- bello?
Io. Tu via! Vai a riposare la mente e a riflettere su quello che ti ha detto Maka! Testa bacata!
After You capitolo 11! Da non perdere!
 Soul: Però Hayate ha ragione, fai quasi paura!
Io: Va bene, ho capito! Provvederò!
 
 
 
 

 

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Capitolo 11
*** Dubbi e spionaggio ***


Se potessi far tornare indietro il mondo
Farei tornare poi senz'altro te
Per un attimo di eterno e di profondo
In cui tutto sembra, sembra niente è
E niente c'è...

Adesso c'è che mi sembra inutile non capirti ancora...
Se potessi far tornare indietro il mondo
Farei tornare poi senz'altro te
Per un attimo di eterno e di profondo
In cui tutto sembra, sembra niente c'è
Tenersi stretto, stretto in tasca il mondo
Per poi ridarlo un giorno solo a te
A te che non sei parte dell'immenso
Ma l'immenso che fa parte solo di te
Solo di te... (L'immenso-Negramaro)

 
- Maka – Yuki – Soul  - Hayate – James –Kid -Shinigami

 
Capitolo 11

 
«Prova a ragionarci, vedrai che ci arrivi in un lampo!»
Le sue parole, erano impresse nella mia mente.
  Ho sempre notato certe somiglianze fra me e i gemelli.  Però,  per quanto speri di essere il loro padre, Maka mi da sempre un’impressione diversa.
  Era uscita da quella stanza, Maka, era su tutte le furie.  Per non parlare di Hayate. Aveva ascoltato tutta la conversazione, ne io ne Maka ci eravamo accorti della sua presenza. 
  Dovevo ammettere però, che il ragazzo aveva ragione. Quella situazione ci avrebbe allontanati sempre di più.
Maka era appena uscita, e sua figli (sempre con il broncio) la guardava salire sull’auto di quell’uomo, attraverso la finestra.
  «Che ci fai ancora qui?» Disse lei, voltandosi misticamente verso di me.
«Che intendi?»
  «Perché non la segui?Perché te ne stai lì, come un broccolo a non fare nulla?!»
«Perché non ho speranze»
  «Ti stai arrendendo?»
«Si mi arrendo!» Dissi io esasperato.
  «Arrendersi non è solo da perdenti, ma anche da sciocchi. Non mollare ancor prima di averci provato!»
«Non posso lasciarvi soli, allora sì che non avrei più neanche una possibilità!»
  Ad un tratto la porta si spalancò in un boato pazzesco.
«Ehilà! Sono a casa!»
  «K-Kid?!  D-Dove sei stato per tutto questo tempo?!»
«Papà!» Disse la bambina saltandogli al collo.
   «Yuki! Quanto mi sei mancata, piccolina. Ah,ma dov’è Maka?»
«Kid mi consideri un secondo,per piacere?» Inutile,manco si era accorto di me.
  «Mamma è uscita con il tipo che hai sbattuto fuori di casa»
«Chi,scusa?»
  «Ma si,dai! Il vecchio collega di mamma!»
«Quello lì?! Lo stesso tizio che vi ha dato dei…»
  «Si lui!» Tagliò corto la bambina.
«Come?! Tutto ciò è inammissibile!»
  «KID!» E finalmente, si voltò verso di me.
«Ah scusa Soul, non ti avevo notato»
  «Questo si era capito. Comunque, dove sei sta..»
«Che ci fai ancora qui? Perché non segui Maka?»
  «Anche io glielo ho detto!»
«M-Ma,ma…»
  «Tranquillo, bado io ai bambini»
«Ma se abbiamo appena litigato!»
   «Piantala di piangerti addosso e corri. Non lasciartela sfuggire!» E fu così, che Kid mi sbatté fuori di casa.  
Ero curioso di spere con chi era andata Maka, ma  non volevo neanche diventare il protagonista di un film di spionaggio.
  Tuttavia, il dubbio mi corrodeva. Presi la moto dal garage e mentre stavo uscendo, trovai la piccola Yuki davanti al cancello.
«”Soupir de lune”»
   «Che?»
«”Soupir de lune”, è il nome del ristorante. Lo conoscono tutti,qui»
   «Dal nome, sembra molto raffinato»
« Lo è, infatti. Non credo che tu abbia problemi nel trovarlo»
  «Dici?»
 «Dico,dico! Di me stai pur certo, che ti puoi fidare. Allora, vai sempre dritto fino alla rotonda, poi giri a destra e dopo qualche centinaio di metri lo trovi sulla sinistra, ok?»
  « Ok, tutto chiaro»  dissi io spettinandole un po’ i capelli.
La piccola, mi prese per il colletto della camicia e mi stampò un bacio sulla guancia.
  « Questo,era per ringraziarti per tutto quello che hai fatto per noi e per mamma»
«Ti sbagli,io per voi purtroppo non ho mai fatto nulla»
  «Ė proprio qui, che casca l’asino. Ora vai, se no non la raggiungi in tempo!»
Quando stavo per uscire dal garage, Yuki bisbigliò qualcosa,ma lo aveva detto talmente piano che non avevo capito.
Cercavo di capire quello che mi aveva detto,ma non arrivavo a nessuna conclusione logica.
Cominciavo a pensare, che più che essere il protagonista di un film di spionaggio,  ero quello di un film romantico. Tuttavia la bambina aveva ragione, arrenersi senza provare, era da sciocchi.
***
 « Ciao,papà...» 
Si, avevo come la sensazione, che Soul fosse nostro padre. Se era lui, allora per noi aveva fatto tanto.
   Più di una volta l’avevo notato. Non sapevo bene cosa pensare,ma era certa che mio padre fosse lui.
   La foto, non era una grande conferma, la genetica resta sempre genetica. Gli atteggiamenti, l’aspetto fisico, sono tutti dettagli importanti.
  Io ero convinta, che mio padre fosse lui. Mi sembra, prima di tutto, molto in confidenza con mamma.
Lei non è tanto apprezzata dagli uomini ( per via del carattere, intendiamoci), infatti non ha mai più avuto storie d’amore.
  Ad un certo punto arriva il primo e, credo, l’unico ragazzo che la sappia mettere così in imbarazzo da farla sembrare stupida.
Lui somiglia molto a me e a mio fratello,mi sembra quasi..lampante. Tuttavia, credo che Soul non ci sia ancora arrivato.
  Inutile dire che vorrei che ci arrivasse da solo, ma se non gli si da una spinta,non ci arriverà mai. Adoravo Soul e volevo tanto sentir uscire dalla bocca di mia madre, che lui era mio padre. Quella sarebbe stata la vera e propria conferma, che mi avrebbe resa non poco felice, di più.
 Entrai in sala e vidi lo zio Kid, seduto comodamente sul divano.
   «Yuki chiama tuo fratello e scendete, che così mangiamo»
«Agli ordini boss!»
Andai in camera di Hayate. Era già da un po’ che mi sembrava strano, come se mi nascondesse qualcosa. Siamo gemelli, lui per me è un libro aperto. Proprio perché lo conosco così bene, sapevo benissimo che non mi avrebbe mai risposto.
Bussai alla porta.
«Entra…»
   «Cosa ti succede? Hai perso tutt’un tratto la tua spavalderia,fratello?»
«Spiritosa!»
   «Scusa se sono preoccupata per te»
«Tu non mi puoi aiutare, chiaro?! Tu non sai!»
  «Appunto io non so, ma sono la tua gemella, sento quando hai qualcosa che non va anche se me lo vuoi nascondere!»
«Non ho nulla che non va!»
  «Sai Hayate, il maggiore sei tu, ma a volte mi fai ricredere…»
«Come ti permetti?!»
  «…Altre volte, invece mi fai andare fiera di essere la più piccola. Ora smettila di fare il frignone, non ti si addice. Non fa niente se non vuoi dirmi che hai, però ora andiamo a mangiare!»
  «Ok,ma chi cucina se mamma non c’è? Soul?»
«No, Soul ha seguito la mamma»
  «Ha fatto bene»
«Lo so»
  «Aspetta, tutto ciò vorrebbe dire che siamo a casa da soli?» Disse lui esaltato. Mi dispiaceva rompergli le uova nel paniere.
«No, papà è tornato dal viaggio di lavoro, quindi siamo con lui»
  «Ė tornato lo zio Kid? Sono curioso di sapere che caspita è andato a fare, per stare fuori casa, così a lungo»
«Già, senza contare che non era mai stato via per così tanto tempo»
  «Tutto ciò, sembra sospetto solo a me?»
«No, no, anche a me la cosa puzza di bruciato»
  «A proposito di bruciato, non lo senti anche tu questo odore?»
«Mmhh…Che cavolo è?»
   «Qualunque cosa sia,non mi piace!»
Allora io e Hayate scendemmo giù per le scale, per vedere che cosa stava succedendo.
  Andammo in cucina ed ecco lo zio Kid con indosso il grembiule.
 Lo zio era alle prese con due padelle sul fuoco.
«Cosa brucia in pentola?» Chiese mio fratello.
  «Smettila di fare queste battute di pessimo gusto
«Zitta tu!» Ribatté lui.
Non feci a meno di fargli un sorriso,almeno era tornato in se.
«Sto facendo le uova, ragazzi»
   «Ma noi siamo in tre, perché due padelle?»
«Perché se no, non sarebbero state simmetriche! Io faccio sei uova in tutto e ne preparo due per uno. Se io però, avessi messo sul fuoco tre padelle non sarebbero più state simmetriche!»
   «Papà, ora di uova non ne hai più neanche una»
«Eh?»
  «Voltati…»
«Sta andando a fuoco!!»
  «Così impari a predicare, invece che tenere d’occhio io fornelli»
Spento tutto e buttato le uova bruciate, papà Kid si era messo a fare le sue solite scenate del tipo:
 «Sono l’essere peggiore della terra!  L’unico al mondo che non sa cucinare due uova come si deve!»
Hayate invece aveva preso il telefono e aveva incominciato a comporre un numero.
  Se lo conoscevo così bene come credevo, allora avrebbe chiamato la pizz..
«Pronto, pizzeria d’asporto?»
Appunto.
   «Vorrei ordinare tre pizze»
Hayate si voltò verso di me, per chiedermi che cosa volevo.
 «Margherita» risposi io al volo.
«Una margherita, Una capricciosa e per mio zio… »
  Si girò verso Kid con fare scrutatore.
«C-Capricciosa? Quella maledetta pizza tutta incasinata?!»
   «Esatto, perchè?»
«Nooo!! Non la ordinare! Ti scongiuro!»
  «Scusi,niente capricciosa, bensì… Una al salame piccante e una…»
«Una pizza senza mozzarella» disse papà Kid
  «E una margherita senza mozzarella. »
Detto l’indirizzo e compagnia bella si chiuse la discussione. La pizza arrivò mezzoretta dopo.
«Papà, perché la margherita senza formaggio?»
  «Perché quando cuoce, la mozzarella si scioglie, e forma una poltiglia totalmente asimmetrica!»
«Allora tu non avrai mai un futuro da cuoco»
   «Perché,scusa?»
«Perché nella cucina non bisogna pensare alla simmetria!»
   Dopo qualche secondo di silenzio, avevo riattaccato bottone.
«Dove sei stato per tutti questi giorni, papà?»
   Kid, iniziò a sudare freddo, e si notava.
 «Ad alcune riunioni»
   «Ahh, capisco»
Se credeva di avermela fatta bere, si sbagliava di grosso.
***
Yuki è dolce e carina, ma quando ci si mette è veramente una carogna.
  Era vero comunque, ero stato solo a delle riunioni.
FLASHBACK…
 
Soul era venuto in Arizona, dopo otto lunghissimi anni. Volevo sapere che aveva combinato, fare due chicchere come un tempo.
  Prima di cena, ero salito in camera a leggere la lettera che Soul mi aveva dato.
Era di mio padre. Dopo tutti quegli anni si era fatto finalmente vivo. Sulla lettera c’era scritto:
 
Kid, se leggi questa lettera, vuol dire che hai incontrato Soul.
  Non provare ira nei suoi confronti, perché quell’ira è solo colpa mia. Lui era importante per la missione contro la DSSI, infatti è stato fondamentale.
 Kid, vorrei che tu tornassi a Death City.  Credo che tu abbia il diritto di sapere che cosa stia succedendo, se hai letto la lettera preparati e vieni qui il prima possibile.
 
P.S : Guida la tua auto con  saggezza, Kid! Non voglio che tu abbia incidenti!
 
 
                                                     Lord Shinigami.
 
 
 
 
Dopo cena, un cliente mi aveva chiamato per ringraziarmi per l’ottimo lavoro svolto per la costruzione di una casa.
  Approfittai della situazione per andare a  Death City.
Arrivato là, le notizie non erano certo le migliori.
  Le riunioni duravano ore, anche su argomenti inutili, inizialmente.
 Poi, io e mio padre avevamo finalmente cominciato a parlare di cose serie.
«Mi hai chiamato qui, dopo otto anni, per parlare di cosa?»
  «Ah, giusto!  Allora, la base della DSSI è scomparsa»
 «Davvero?! Che bello, non dovremo più nasconderci in quella città!»
   «Ho detto che è scomparsa, non che stata eliminata»
«Cosa?»
   «Non sappiamo dove sia, ti ho chiamato qui per dirti di tenere gli occhi bene aperti»
«M-Ma è una catastrofe! Come fai a dirlo con tanta leggerezza?!»
  «Io me lo aspettavo, per questo te l’ho annunciato così. Anni fa è stato fatto così, probabilmente per far credere alla Shibusen di aver distrutto l’associazione»
   «Hai almeno una vaga idea di dove sia la DSSI?!»
«No»
 Come faceva mio padre a prendere tutto alla leggiera?! Mistero.
 «Volevi dirmi solo questo?»
   «No»
«Allora, dimmi che altro c’è!» Mi stavo spazientendo.
  «Soul, dove dimora?»
«A casa mia e di Maka, perché?»
   «Bene, invece di due occhi ne avremo sei»
«Perché sei?»
   «Due li hai tu, due Soul e due Maka. Sei occhi in tutto»
«Ah, q-quindi devo raccontare anche a loro tutto ciò?»
  «Già, già! Prima però, aspetta che le acque fra quei due si calmino»
«SE si calmano»
  «Si calmeranno, vedrai…»
«A volte, tu mi rendi impossibile comprenderti, lo sai?»
   «Ė una virtù»
«Più che virtù è una anomalia irritante!»
 «Che antipatico! Otto anni che non ti vedo e tu che fai? Mi dici tutte queste cattiverie, io, tuo padre!»
    «Piantala, guarda che mi sei mancato!»
«Bravo il mio figliolo! Sei cresciuto tanto, sono fiero di te. Maka, lei come sta?»
  «Bene, ma  ho paura per il suo rapporto con Soul»
«Sarà dura per quei due piccioncini…»
  «Piccioncini?! Ma se lei lo detesta!»
«Ne sei sicuro? L’odio a volte maschera l’amore. Lei non vuole ammettere di essere ancora innamorata di lui, perché ha paura di essere abbandonata di nuovo»
 Non aveva tutti i torti,ma chissà se era vero.
  La sera del giorno dopo ero già a casa. Non mi era piaciuto molto il fatto che il collega di Maka fosse tornato all’arrembaggio.
Soul, fortunatamente li aveva seguiti.
 
FINE FLASHBACK…
 
«Quel deficiente, ti ricordi papà?»
  «Altroché!  Lui è venuto qui credendosi chissà chi, ha fatto l’idiota quanto bastava ed infine lo abbiamo sbattuto fuori»
«L’hai sbattuto fuori» mi corresse Hayate.
  «Nessuno vi viene a dire che siete dei piccoli bastardi, anche se con i pretendenti di vostra madre è vero. Per non dire che quel giorno Maka aveva la febbre altissima e lui l’aveva fatta tornare solo alle dieci e mezza di sera! »
«Io ricordo che aveva provato a baciare mamma, io sono andato a mettergli un ragnetto nella camicia e quel tizio si era messo ad urlare come un pazzo»
   «Si, mentre papà portava la mamma malata in camera, quello lì ci rincorreva per tutto il giardino»
«Oh, si! Ti ricordi come siamo stati bravi a farlo cadere in piscina nel pieno di una nevicata?»
  «Lo so, grazie!»
«Ehi! L’idea era mia!»
  «Ma sono stata  io a metterla in pratica! »
 «Uffa,odio quando hai ragione!»
    «Ricordo che quando era arrivato papà, James ti aveva preso per il cappuccio della felpa e ti aveva tirato un ceffone. Ah, e ti aveva anche detto “ Bastardo come ti permetti?!”»
«Ė vero, ma lo zio Kid quando è arrivato lo ha riempito di botte»
  «Quel James era uscito da casa nostra ricoperto di lividi, ma avevo cercato di darglieli in modo simmetrico ed elegante, almeno all’ospedale avrebbe fatto una bella figura»
   «Bella figura per così dire!»
«Eh, già!»
Quel tipo non mi piaceva, meno male che Soul l’aveva seguita.
***
 Ero in viaggio per il ristorante da più o meno una mezzoretta.
Yuki aveva ragione, non era stato difficile trovarlo.
Era un ristorante sul lungo mare, molto raffinato.
  Entrato trovai subito quei due  in un tavolo fuori.
Ovviamente, anche io avevo preso un tavolo fuori.  C’era tanta gente,non mi avrebbe notato.
 Per tutto il primo e il secondo, lui era stato l’unico a parlare.
Era logorroico, Maka era stata ad ascoltarlo senza banfare per  un’ora e mezza.
  -Fai parlare anche lei! Ha molte più qualità di te, idiota!-
Alla fine del dessert, lei aveva detto solo qualche commento.
  Tutto ad un tratto quel “coso” si era avvicinato troppo a Maka. Essendo un uomo avevo capito alla perfezione, quello che voleva fare era off limits!  Ero saltato in piedi come una molla ed ero arrivato appena in tempo per coprire la bocca di Maka.
-Grazie al cielo, appena in tempo!-
 
«Che vuoi,non vedi che siamo occupati?» Non gli risposi.
   «Soul, che ci fai qui?» Non le risposi.
Continuavo a guardare quell’imbecille con occhi di fuoco. Ci sarebbe stata una rissa? Nessun problema! Lo avrei battuto ad occhi chiusi,non mi interessava altro che lei. Lui non aveva i miei stessi obbiettivi.Non so per cosa lo facesse,ma non per amore. Mi dava davvero sui nervi!
  Se dovevo battermi per averla, non mi sarei certo tirato indietro. Ora cominciavo a fare sul serio.
 

 
 

Spazio autrice:

Io: capitolo 11 gente!
  Yuki: Già, già!
Io: Capito perché quel “coso”, come lo chiama Soul, ce l’ha con Kid?
  Yuki: Quello non è un “coso”, lui è un catamarano!
Hayate: I catamarani sono barche!
  Yuki: Ahhh! Bè, sapeva di insulto, così…
Hayate: Chiamalo C.A.S.T.
  Yuki: Che cosa? Com’è che lo devo chiamare?
Hayate: C.A.S.T. sta per: “ cetriolo ammuffito sotto terra”
  Yuki: La sigla la evito,ma come insulto può andare.
Hayate: Già, infatti. Poi a noi non ci è permesso dire parolacce. Ne abbiamo detta una oggi,ma per ricordare  le tante belle marachelle  che gli abbiamo fatto.
 Maka: Cos’è che avete detto?!
 Yuki e Hayate: Nulla,mamma!
Io: After you capitolo 12, cosa capiterà a James dopo la scazzottata?
  Hayate: Si botte!
Io: Guardi il wrestling o cosa?
  Kid: Tranquilla, di cose del genere alla tv ne vede tante e troppe, soprattutto! Fila a letto!
Hayate. Si, ok… Ma posso solo vedere chi vince?
Kid : No! Fila!
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Rissa e decisione ***


Are you aware of what you make me feel, baby
Right now I feel invisible to you, like I'm not real
Didn't you feel me lock my arms around you
Why'd you turn away?
Here's what I have to say I was left to cry there,
waiting outside there grinning with a lost stare
That's when I decided
Why should I care
Cuz you weren't there when I was scared I was so alone
You, you need to listen I'm starting to trip,
I'm losing my grip and I'm in this thing alone (Losing Grip-Avril Lavigne)

 
- Maka Soul  James Kid

 
Capitolo 12

 
Soul? Perché era qui?
Lui aveva lasciato da soli i gemelli?!  Se lo aveva fatto lo avrei ucciso!
  Non capivo perché mi aveva seguita, ma di certo non mi ha fatto fare bella figura.
Tuttavia mi aveva “salvata” da quel maniaco.
   Non sapevo bene perché,ma ero al settimo cielo quando mi ha parato le labbra.
«Soul, che ci fai qui?»
Nessuna risposta. Quei due continuavano a guardarsi in cagnesco, senza rendersi conto che tutti li fissavano.
  Allora,mi ero alzata.
«Vado a pagare!»
  Pagai con la carta e uscii fuori dal ristorante, ma di quei due deficienti  neanche l’ombra.
Aspettai circa dieci minuti scarsi, quando entrambi uscirono.
  «Allora? Che diavolo avete combinato?»
Nessuna risposta, di nuovo! Iniziavo davvero a spazientirmi.
 «Nulla mia cara, io e questo…emh…tizio, abbiamo solo discusso»
    «Senti un po’, io  ho un nome e non è “tizio”, bensì Soul!»
«Ė uguale. Ora, per favore, potresti lasciare me e la mia ragazza in pace?»
  «Chi sarebbe la tua ragazza, scusa?!» Dissi io, furente.
Come osava dire delle cose del genere, non vere per di più!
  Mi voltai verso Soul, era più furente lui di me. In un attimo, senza che me ne accorgessi Soul gli aveva già tirato un pugno.
«Sei veramente meschino! Non ti vergogni neanche un po’?»
  «Soul, io non sono la sua..»
 «Certo che non lo sei! Le persone  squallide come lui a volte lo fanno»
- Perché cavolo ho cercato di giustificarmi?!  Non gli devo alcuna spiegazione…che cosa vado a pensare?!-
 Allora James passò al contrattacco, colpendo Soul sul naso, facendolo sanguinare.
   Era cominciata la rissa e io ero la contesa, tutto ciò non mi piaceva per nulla! Avevo paura, si.
Avevo il terrore che a Soul potesse capitare qualcosa.
***
Il pugno sul naso era forte,ma non era nulla.
 Per la prima volta, il sangue dal naso mi usciva per un motivo non legato all’erotismo.
 Ne andavo fiero.
« Ti sei fatto male?»
  La sua voce era vicina. Pensavo che parteggiasse per quel “coso”, invece era lì.
Era lì ed era preoccupata per me.
«No, non è nulla, davvero»
  «Ma ti sanguina il naso! Potrebbe essere rotto!»
«Figurati! Prima tolgo di mezzo questo demente, prima me ne torno a casa e..prima lo mando all’ospedale!»
  «Ma..»
«Non ti immischiare, per favore»
   «Allora, ti arrendi già?» Quella vocetta irritante non l’avrebbe passata liscia.
«Mi sono appena scaldato!»
  Gli corsi incontro e lo riempii di pugni neanche io so dire quanti. Spesso lo mancavo, ma altre volte mi aveva tirato dei pugni niente male ( se la vedevo da un punto di vista più oggettivo).
  Non avrei permesso a nessuno di portarmela via,nemmeno se cascasse il mondo.
Ci siamo picchiati per una mezzora buona, finchè non ero riuscito ad atterrarlo completamente.
  Giocava sporco quel “coso”, più di una volta mi aveva morso e fatto lo sgambetto.
Tuttavia, ora avevo vinto e lei era mia, solo ed unicamente mia.
 Facevo per alzarmi, quando Maka aveva  fatto da sostegno per aiutarmi ad alzarmi.
   Non mi reggevo neanche in piedi, ero ridotto ad uno scandalo.
C’era una marea di gente, ma nessuno ci aveva fermati. James si era alzato qualche minuto dopo di me, andando verso la sua auto me ne aveva gridate di tutti i colori. Poco mi importava. Continuavo a guardare Maka, che a sua volta mi fissava.
Nei suoi bellissimi occhi color dello smeraldo, vedevo solo una preoccupazione immensa. Forse era preoccupata per la brutta figura, che io, le avevo fatto fare.
«Non volevo farti fare brutta figura…»
  «Ma quale brutta figura?! Chiedi scusa al tuo povero corpo e al tuo unico neurone, idiota!»
Disse lei  furente.
  «Perché sei arrabbiata ora?!»
Eravamo davanti alla mia moto e lei iniziò a piangere come una fontana.
  «Ma dico sei scemo?  Sono arrabbiata per lo spavento che mi hai fatto prendere! Della brutta figura non mi interessa! Ma di più scemi di te a questo mondo ne esistono?!»
  Le asciugai una lacrima  con il dito, cercavo di sorriderle, ma la verità è che il viso mi faceva talmente male, che sorridere per me era stata una lotta.
  «Dai calmati, non è successo nulla»
«Ribadisco…sei cretino? No, hai ragione, non è successo nulla!  Sei  tutto gonfio, hai un occhio nero e forse ti sei rotto il naso! No, non è successo nulla,guarda!»
 «Smettila di piangere, domani sarò già come nuovo»
«Se ora andiamo all’ospedale si!»
   «Ma quale ospedale? Io non ho alcuna intenzione di andarci!»
«Il dubbio è stato confermato, di più scemi di te non ne esistono!  Cosa mi diranno i gemelli vedendoti arrivare conciato così!»
  «Non lo so e non mi importa»
«Ah, non ti importa nulla di loro, eh?»
  «Eh? No,no io non li avrei mai lasciati soli e mai non mi importerebbe di loro»
«Allora, genio, con chi sono?»
  «Sono con Kid, poi mi hanno sbattuto fuori di casa»
«Q-Quindi di loro ti importa?»
  «Certo che mi importa!»
Maka fece un grosso respiro e disse:
«Io e te dobbiamo chiarire alcune cose, non credi?»
  «Ė da quando sono arrivato qui, che lo volevo fare»
«Allora, torniamo a casa e parliamone là in privato»
 «Ti dirò, non vedevo l’ora che me lo chiedessi»
 Il viaggio verso casa per me è stato tra l’imbarazzante e il faticoso. Maka non sapeva guidare la moto quindi, nonostante avessi il corpo in fiamme, ho cercato di guidare al meglio.
 Tornati a casa, i gemelli mi guardavano alienati.
Entrambi si attaccarono alle mie game, ed entrambi avevano le lacrime agli occhi.
«Mamma, che gli è successo?»  Dissero all’unisono.
  «Nulla davver…»
«Soul non sta affatto bene. Lo porto in camera , e da voi voglio religioso silenzio!»
  «Si mamma!» dissero, sempre all’unisono.
Salimmo le scale ed incontrammo Kid.
  «S-Soul?! C-Che ti è successo?!»
«Ha avuto luogo una rissa! Non è vero mio caro?»
  «Scusa se non voglio che quel demente ti ronzi intorno!  Sappi che sono possessivo!»
«Non ricordo di essere di tua proprietà!»
Disse lei, diventando rossa come il fuoco. Sapeva di essere in torto, quella sera lei era diventata mia.
 «Kid, ti dispiacerebbe mettere i ragazzi a letto e chiuderli a chiave?»
«C-Chiuderli a chiave?!»
   «Fai come ti dico, quelle due pesti sono due spioni belli e buoni!»
«Questo lo so,ma..»
   «Niente ma! Il discorso che devo fare con Soul è-è troppo importante!»
«Hai deciso di dirgli tutto?»
  «Si»
«Capito, allora non posso fare altro che essere d’accordo»
  «Credo di essermi perso qualche puntata»
«E io credo che avrai il sunto di quelle che ti mancano»
  «Eh?»
 Troppo tardi,Maka mi aveva già trascinato in camera sua.
 Dopo essermi messo sul letto,lei iniziò a frugare tra i sui cassetti, per trovare la scatola medica.
«Guarda tu, come ti sei ridotto!»
  Non facevo a meno di guardarla e di vedere con quanta cura curava le mie ferite.
«Questa notte è meglio se dormi con me, il naso potrebbe essere rotto. Ė molto gonfio. Se nello sfortunato caso facessi fatica a respirare, sappi che io ti sveglio a son di ceffoni e ti porto dritto all’ospedale»
  «Non ci sarà una tale svista, tranquilla»
«Meglio tenersi pronti,comunque»
Era meraviglioso il modo in cui si preoccupava di me. Lei era straordinaria.
  Aveva il diritto di sapere perché quella sera l’avevo abbandonata.
***
Per otto anni avevo sperato, che questo momento non arrivasse mai.
Il mai non esiste, ma prima o poi lo avrei detto lo stesso.
La paura,però, mi corrode.
 Ho il terrore di perdere i gemelli, ho paura  che Soul, una volta rivelato tutto mi possa detestare.
  Io ho il terrore di  tutti i coloro di cui io mi fidavo.
Sono una sciocca, lo so.
  «Maka, io devo assolutamente dirti la verità su quella sera»
«Io devo dirti il seguito di quella notte,invece»
  Era arrivato il giorno da me più temuto, era giunto.
Speravo solo che non mi detestasse.

 

Spazio Autrice:

  Io: Capitolo 12 concluso.
Maka: il prossimo è il 13, ci credi?
 Yuki: Io no!
Io: Sono commossa,ragazzi!
  Yuki: A chi lo dici!
Maka: Nel prossimo capitolo io e Soul ci diremo tutto, autrice?
  Io: Già!
Maka. Non è che puoi rimandare di un capitolo?
Io: No, tu hai rimandato per otto anni. Ecco il prezzo da pagare!
  Maka: Uffa! Vorrà dire che dirò la verità
Io: Good! Farsi forza da soli è già un inizio,no?
  Maka: Più o meno…
Io: After you capitolo 13, verità svelate! Credo che non ci sia bisogno di fare annunci sul prossimo capitolo, se lo aspettano tutti,tanto!
 Kid: Hai ragione, è abbastanza scontato
  Io: Vabbè, lo dico lo stesso, tanto mi diverto!
Io e Kid: Al prossimo capitolo gente!!
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Verità svelate ***


I'm sorry for blaming you for everything I just couldn't do
And I've hurt myself by hurting you
Some days I feel broke inside but I won't admit
Sometimes I just want to hide 'cause it's you I miss
You know it's so hard to say goodbye when it comes to this

Would you tell me I was wrong?
Would you help me understand?
Are you looking down upon me?
Are you proud of who I am?
There's nothing I wouldn't do
To have just one more chance
To look into your eyes and see you looking back ( Hurt- Christina Aguilera)

 
- Maka YukiSoul  - Hayate - Kid

 
 
Capitolo13

 
Eravamo  l’una davanti all’altro a fissarsi, nessuno dei due era riuscito a farsi coraggio e parlare, fin quando Soul non proferì parola.
  « So che mi odi perché credi che io ti abbia abbandonata,ma non è così…q-quella sera io sono stato costretto a lasciarti, ma non avrei mai voluto. Tu dormivi quando il mio cellulare squillò, era tua padre che richiedeva la mia presenza in un’importante riunione…»
  «Accipicchia che riunione corta!  Ė durata circa…otto anni?»
«Spiritosa!  Non mi sembra proprio il momento di essere sarcastici!»
  «Volevo solo sdrammatizzare» dissi io smorzando una risata.
«Stavo dicendo,pensavo che la riunione potesse durare al massimo due ore,ma mi sbagliavo. Arrivato là scoprì che c’era un’associazione che ti cercava,non volevo starmene con le mani in mano quando, anche Liz e Patty, si erano date da fare per il loro meister»
  «T-Tu mi hai abbandonata per andare a combattere contro la DSSI?»
«Si, infatt..aspetta un secondo, c-come conosci l’associazione?!» Disse lui sorpreso.
 La sua faccia era davvero esilarante, sembrava un vero e proprio ebete.
  «Oh, è il motivo per cui io e Kid ci siamo trasferiti qui»
 «Mi stupisce la tranquillità con cui lo dici!»
   «Dai continua, invece che perderti in futilità che possono aspettare!»
«Quando mi sono ritrovato alla base, avevo inteso che grande aiuto potessi dare: la vita laggiù era un incubo, morti, feriti, dispersi e chi più ne ha più ne metta…» fece una breve pausa e poi proseguì la storia «…battaglie ogni due giorni, per otto anni e se in tutto questo stramaledetto tempo non sono morto è perché pensavo solo a te»
 Non ce la facevo più, le lacrime, la tristezza, il dolore avevano preso il sopravvento, non riuscivo più a controllare le mie emozioni.
La verità è che ero stufa di reprimere ogni sentimento,anche quello più futile. Le lacrime scendevano senza sosta e io non ne volevo sapere di fermarmi.
«Basta piangere, non ti si addice» disse lui, asciugandomi gli occhi, con un sorriso che solo lui sapeva farmi.
   «Ti chiedo scusa, in tutti questi anni ho sempre pensato che tu mi  avessi abbandonata apposta.  Perdonami, io ti ho trattato malissimo, ti ho nascosto i gemelli, il fatto che vivevo con Kid, ti chiedo scusa!» Dissi io fra i singhiozzi.
«Sono io che ti dovevo  delle scuse, alcune notti le ho passate in bianco a pensare che ti avevo persa per sempre»
Ora a piangere eravamo in due, tutte le emozioni, le incertezze, i dubbi, il dolore, stavano venendo fuori per lasciarci una volta per tutte.
  «Tu non hai veramente nulla di cui scusarti, io ho fatto di peggio…»
Ero pronta, dovevo liberarmi di quel fardello insostenibile, per poi sentirmi finalmente in pace con me stessa. La paura di perderli, di essere detestata non sarebbe più stata la mia ombra, io non ero il tipo da cedere al timore. Ce la potevo fare,nulla è impossibile,ma tutto viene reso impossibile dalla persona stessa, io ero il mio peggior nemico.
***
Inizialmente Maka esitava, poi il suo sguardo si era fatto profondo e determinato. Aveva un segreto che la tormentava e capivo che voleva liberarsene e sfogarsi, le avrei offerto una spalla sui cui piangere. Iniziò a parlare con un tono molto basso, per poi diventare sempre più forte.
«D-Devi  s-sapere, c-che quella sera, i-io s-sono…»fece una lunga pausa «…q-quella sera io…»
Vedevo che nei suoi occhi la determinazione la stava abbandonando, quasi avesse paura di qualcosa. Mai avrei voluto vedere Maka succube della paura,ma se le faceva così male parlarne non volevo costringerla, me ne avrebbe parlato in un altro momento.
  «Se non te la senti di dirmelo non voglio forzarti, me lo dirai quando ne avrai non solo la forza,ma anche la convinzione»
«No» la sua voce non tremava più, la sicurezza  stava tornando in lei.
 «Come?»
  «No, io te lo dico adesso! Non voglio più avere paura della tua reazione, desidero solo liberarmi di questo tormento e sistemare le cose!»
  Mi era venuta voglia di persuaderla ancora di più.
«Allora forza, fammi sapere cosa ti turba, fammi curare le tue ferite» oltre ad averlo detto con un velo di malizia, che a Maka dava visibilmente fastidio, lo avevo proferito con la mia più profonda franchezza. Volevo davvero sapere cosa la turbasse.
 «Quella sera, io sono rimasta incinta dei gemelli»
Il mio cervello doveva ancora assimilare le sue parole, ma quando riuscì finalmente a connettere, la mia reazione fu:
«Eh?»
  Sulla faccia di Maka si era formata una smorfia di stupore.
«Ma sei proprio deficiente! Io ti dico che sei il padre di Hayate e Yuki e tu mi dici “eh?”, sei veramente un tonno!»
La certezza di essere il loro padre biologico mi aveva reso non solo fiero,ma anche estasiato!
 Ecco perché ero così legato a loro, ecco perché sfoggiavo il lato paterno che non pensavo di avere, io ero davvero il padre.
«P-Perché non me la hai detto prima,scusa?»
  «Per paura»
«Paura di cosa?»
  «Avevo il terrore che tu mi odiassi per avertelo nascosto»
«Io ti amo, non potrei mai detestarti, tu mi rendi migliore, tu mi hai regalato due splendidi figli, solo tu hai saputo accendere il mio cuore»
  «Oh, Soul!»
Mi saltò al collo in lacrime, l’abbracciai più forte che mai. Era mia,mia davvero e lo sarebbe stata per tutta la vita.
 La baciai e sentivo la sua lingua unirsi alla mia in una danza senza fine, sinché Maka non si ritrasse per poi guardare la porta.
«Guarda che non c’è nessuno» dissi io.
  «Eppure…»
«”Eppure” cosa?»
  «Nulla, era solo un’impressione» Disse lei per poi alzarsi dal letto e aprire il cassetto.
Di lì tirò fuori un album di foto,pieno di foto mie e di Maka. Scorrevamo tra i ricordi e commentavamo ogni foto,mi ritornavano alla mente tutti i bei momenti trascorsi con lei ed ero certo che molti altri ce ne sarebbero stati.
  Arrivammo infine ad una pagina diversa dalle altre, era rossiccia, invece che bianca ed era decorata diversamente.
Al centro, la mia foto mentre suonavo il piano.
«Girala» disse lei porgendomela con un sorriso radioso, la presi ed una volta girata c’era una dedica scritta da lei: “ Tu che mi hai regalato i gemelli”.
«Ė-Ė bellissimo»
  «Cosa, la foto?»
«No, l’essere padre»
 Maka ebbe giusto il tempo di sorridermi per poi scattare in piedi come una molla, lasciando me alquanto interdetto.
***
Non ero affatto impazzita, lo sentivo quel maledetto rumore, la porta non poteva cigolare da sola!
  «C-Che hai?»
«Mi hanno davvero stufata!»
  «Di cosa parli Maka?»
Soul si faceva sempre più perplesso, tanto da alzarsi anche lui, fortunatamente, non c’era nulla di cui preoccuparsi. Il fatto era, che Kid non mi aveva ubbidito!
«Ragazzi basta origliare, uscite fuori, adesso!» Dissi io cercando di assumere un tono di comando.
 Tanto Soul era sempre più sbigottito,ad un certo punto ecco spuntare da dietro la porta due testoline, una bianca e una bionda.
«Come hai fatto a scoprirci?»
  «Mannaggia!»
«Sono vostra madre, io posso, non è vero Kid?» 
«Ciao,Maka…»
«Kid, dai ragazzi me lo aspettavo,ma da te no!»
  «Scusa,ma chiunque sarebbe stato curioso…e un’altra cosa, come hai fatto a scoprirmi?»
«Sei l’unico qui che puzza di uova bruciate»
Tutti scoppiammo in una sonora risata.
«Io vi lascio in pace»
  E fu così, che Kid andò a dormire.
«Mamma ce l’avete fatta!»
  «Già, era ora!»
Io e Soul eravamo rimasti sbigottiti, cosa sapevano loro che noi non sapevamo? Che cavolo di alleanza segreta avevano formato quei due?!
I gemelli corsero in braccio a Soul gridando “papà” a squarciagola.
  Quei due buttarono Soul sul letto e si erano attaccati a lui come due piccole cozze.
«Halleluja! Finalmente vi siete detti tutto!»
  «Io non ne potevo più di fingere»
«Scusate, fingere per cosa?» Chiesi io tra l’arrabbiato e lo stupito.
  «Fingere di non sapere che Soul è nostro padre» dissero i miei piccoli in coro.
«Da quanto lo sapete?!» Ora eravamo io e Soul a fare il coro.
  «Io ho preso la fotografia quando tu e Yuki eravate a fare il vaccino»
«Io l’ho capito da sola, modestamente sono più intelligente di Hayate!» disse lei tutta esaltata.
 «Può darsi, ma in quanto a furbizia tu scarseggi» disse lui per ripecca.
«Non ti azzardare!»
  «Basta, per favore! Possiamo fare come una famiglia “normale” solo per una volta?»
«Certo,Maka» Soul mi prese il braccio e mi tirò verso di sé, fino a ritrovarci tutti e quattro nel mio letto.
 Tutti abbracciati,che bella sensazione, mi ero liberata della paura, da un segreto inutile. Hayate aveva ragione, se avessi continuato a dare corda al timore, avrei detto addio all’uomo della mia vita.
 
 
Spazio autrice:
Io: ragazzi,sono commossa *piango*
  Kid: Su, su non piangere qui!
Io: Non riesco a fermare le lacrime!
 Kid: Uffa, dai le anticipazioni e piantala di lagnarti!
Io: Bene, After You capitolo 14, appuntamento tra i nostri due beniamini!
 Kid: Tutto qua?
Io: Eh si, ti piacerebbe!
 Kid: Cosa c’è ancora?
Io: Non ti voglio rovinare questo momento
  Kid: Non è il MIO momento è il loro! Avanti, dimmelo in un’orecchia!
Io: Ok!
*Bisbiglio*
Kid: Non può essere!
 Io: così è! Se lo volete sapere anche voi leggete il prossimo capitolo! Dai Kid, anche se sei sconvolto, dai l’arrivederci
Kid: arrivederci (spero) *notare, è depresso *
  Io: Piantala di fare questi musi, altrimenti la gente non legge più!
Kid: d’accordo…Arrivederci! *si sforza di fare un sorriso*
  Io: Le mie pantofole dei Simpson sono più simpatiche!
Kid: Ė colpa tua che mi hai fatto deprimere!
Io: No, è colpa tua che lo hai voluto sapere
 Kid:…Ė-Ė vero!
 

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Capitolo 14
*** Maka e Soul, cosa andrà storto al loro appuntamento? ***


Never mind, I'll find someone like you,
I wish nothing but the best for you, too,
Don't forget me, I beg,
I remember you said,
"Sometimes it lasts in love,
But sometimes it hurts instead,"
Sometimes it lasts in love,
But sometimes it hurts instead, yeah, ( Adele-Someone like you)

 
 
- Maka Yuki Soul  - Hayate - Kid

 
 
Capitolo14

 

 

Il mattino successivo, avevo fra le braccia la mia bambina.
  Inutile dire che avevo provato ad alzarmi senza fare rumore,ma i mie due gemellini mi hanno seguito fino in cucina.
«Ragazzi, vorrei fare un regalo alla mamma e…»
  «Hai bisogno di aiuto?»  disse Yuki sognate.
«Mi pare ovvio che non ci vorranno fra i piedi, mi sembra anche una buona occasione per riaccendere gli animi in camera, non ci arrivi?»
  «Si che ci arrivo,ma volevo una serata in famiglia!»
«Dai ragazzi, avremo tutto il tempo del mondo per stare tra noi, no?»
  «Vuol dire che non te ne andrai?» chiesero estasiati (e in coro) i gemelli.
«Non ci penso nemmeno ad allontanarmi di nuovo da voi!»
  «Nemmeno se ti pestassero a sangue?»
«Allegro, eh? Comunque no, non me ne andrei nemmeno se mi pestassero a sangue»
 I ragazzi mi corsero incontro per abbracciarmi, quando vedemmo un lenzuolo scendere dalle scale.
«Kid?! Stai bene?»
  «Alla grande..» disse lui con ben poca convinzione.
«Zio, hai fatto una capatina nel fil “l’esorcista”?»
  «Hayate ha ragione, hai la faccia di uno che non ha dormito»
«Ho passato la notte a disegnare una casa, sono a pezzi»
  «Ah, zio Kid!»
«Cosa?!»
  «Hai un’occhiaia più pronunciata dell’altra»
«Ė inaccettabile!!  Fondotinta!»
 Ok, mi stava preoccupando. Kid era salito ad una velocità stratosferica fino in camera di Maka.

***
Mi ero appena risvegliata, quando dalla mia porta era entrata una ventata d’aria gelida, che mi ha del tutto svegliata.
 «Fondotinta, fondotinta!»
Kid smanettava per tutto il bagno in cerca di un fondotinta, manco fosse posseduto.
«Kid, che te ne fai di un fondotinta?»
  «Occhiaie asimmetriche!»
Dal comodino tirai fuori quel poco di fondotinta che mi restava.
 «Sappi, Kid che potrebbe non essere della tonalità giusta per la tua pelle»
Inutile,mi aveva strappato di mano il trucco e se lo era già messo.
 «Come va? Un po’ meglio?»
«Senza offesa,ma eri meglio prima»
  «Cosa?!»
«Il fondotinta non è del tuo colore di pelle, il contrasto è pessimo»
  «Ma è simmetrico?»
«Più o meno si,ma sei sporco»
  «Mi conviene fare la doccia, vero?»
«Magari»
Ero scesa anche io a fare colazione,e vedere tutta la mia famiglia al completo,mi rendeva appagata.
 Placata da l’essermi liberata da un segreto inutile.
 «Buongiorno ragazzi»
«Maka»
Andai ad abbracciare Soul, come quando eravamo fidanzati. Era davvero una bella sensazione,mi sentivo di nuovo speciale, per lui.
 «Sai Soul, vorrei stare un po’ con te» ora a fare la maliziosa ero io.
«Sai già la mia risposta» disse lui con altrettanta astuzia
Un lungo ed appassionato bacio venne dopo, dopo esserci staccati guardammo i nostri figli,Yuki e Hayate ci guardavano sdegnati.
 «Perché ci guardate così?»
«Non potete farle altrove queste cose?»
 Ad un certo punto Kid arrivò di corsa e propose ai gemelli di andare con lui allo zoo,. I nostri ragazzi non se lo fecero ripetere due volte, nel giro di dieci minuti erano già in macchina. Kid li avrebbe portati allo zoo e poi sarebbero andati a mangiare una pizza la sera.
 «Noi che facciamo?»
«Se voi venire con me a fare un giro per la città, allora va bene»
  «Ė un appuntamento?»
«Se lo vuoi definire così»
Venti minuti dopo eravamo già in città.
  Avevamo fatto un giro per il parco e avevamo parlato delle cose che erano successe in quegli otto anni.
Certo che eravamo cambiati entrambi, non solo fisicamente,ma anche in quanto a pensieri. Eravamo molto maturati, ma solo ora mi rendevo conto che l’età in cui si decide di osare,ma è il tuo comportamento che determina l’essere pronti o meno.
 Si ci si prende le responsabilità delle proprie azioni e si fa  di tutto per crescere bene la vita futura, allora si è maturi.
Avevo portato Soul su e giù per negozi, lui si intestardiva a volermi comperare quello che mi piaceva.
«Non ce ne bisogno, me lo pago da sola»
  «Ma io voglio regalarteli, mi sono assentato per otto lunghi anni»
«Va bene,ma non mi viziare!»
  «Il mio compito è proprio viziarti»
Successivamente siamo andati in un bel ristorante ed è stato come tornare ai vecchi tempi, infondo siamo gli stessi ragazzini di allora: pieni di aspettative, con il loro carattere distivo, eravamo noi.
  Siamo tornati a casa solo alla sera, verso le ventuno.
«Ci guardiamo un film o facciamo qualcos’altro?» disse lui con il suo solito tono malizioso.
  «Guardiamoci il film e rimandiamo per oggi»
«Come desideri,mia cara»
  «Neanche fossimo sposati»
«Beh, a quello si può porre rimedio»
Un sorriso era comparso spontaneamente sul mio viso, speravo che mi facesse una proposta. Infatti lui si inginocchiò e stava per dire  le solite cose.
«Maka Albaran, mi vuoi..»
  Perché si era fermato? Stava andando tutto perfettamente, cosa lo aveva bloccato? Io non ero quella giusta o non era pronto per il grande passo?
«Che hai?»
  «C’è qualcuno oltre a noi»
«No, ti sbagli…»
 Soul mi abbracciò forte e mi buttò a terra, prima che qualcuno o qualcosa irrompesse dalla finestra.
Erano dei mostri. Erano grandi con dei denti aguzzi, ricoperti da una miscela che sembrava catrame. Che cos’erano, ma soprattutto cosa volevano da noi?
«Maka è ora di combattere»
  «Ma sono otto anni che non ti maneggio, mi sono arrugginita!»
«Zitta e combatti, ora non c’è tempo per il “non mi sento”!»
Ed ecco che Soul era di nuovo fra le mie mani, come falce. Cercavo di fare mente locale: gli attacchi, le parate, il Majogari…era tutto semplicissimo, anche troppo facile da eseguire sotto un punto di vista tecnico, ma sul piano fisico?
 Avevo nelle mie mani l’esperienza di una vita, avevo paura,ma il segreto è concentrarsi e vincere l’angoscia. L’ho imparato a mie spese, ora, però dovevo radunare  il coraggio per la battaglia.

 

Spazio Autrice:

Io: Torna la DSSI!
 Kid: Sei veramente..
Io: Non si dicono brutte cose in studio!
  Kid: Io non ho detto nulla…
Io: Ma lo hai pensato!
  Kid: Parlando d’altro, com’è che hai cambiato nickname?
Io: mi serve per un lavoro in collaborazione e se devo essere sincera,mi piace anche di più!
  Kid: Cos’è quello schifo di collana asimmetrica che porti al collo?!
Io: Ehi! Questo è lo Yang! Non insultare la mia collanina, sai?!
 Kid: Se no?
Io: Sicuro di volerlo scoprire? *sguardo assatanato*
  Kid: Ehm…no grazie, non oggi!
Io: Bravo, si vede che hai capito subito!
  Kid: Ma davvero, perché ci tieni così tanto?
Io: perché me l’ha regalata una persona speciale che mi ha sempre sostenuta e se non fosse per lei, io questa fic non l’avrei neanche pubblicata. Già che ci sono la ringrazio e la saluto infinitamente! Ti voglio bene e ancora grazie Minori_san!!
 Kid: Ma chi è?
Io: Ė un’autrice di efp.
  Kid: Oh, beh! Di che si parlerà nel prossimo capitolo, più o meno?
Io: Del combattimento contro la DSSI, e del ritorno a Death City.
  Kid: Ah, allora.
Io:Alla prossima, gente!
 
 
 

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Capitolo 15
*** la battaglia contro le Idre ***


I won't let you bury it
I won't let you smother it
I won't let you murder it

our time is running out
and our time is running out
you can't push it underground
we can't stop it screaming out (Time is running out – Muse)

 

 
- Maka – Soul  - Hayate - Kid

 
 

Capitolo 15

 
Era il momento, la paura c’era, ma avevamo affrontato di peggio io e Soul, o no?
 «Che cosa sono questi…”cosi”?»
   «Si chiamano Idre»
«Per me non è tutto chiaro, sai?»
  «Non è questo il momento, tu pensa solo a non farti mordere e ad arrivare al garage tutta intera»
 «Non mi sei d’aiuto»
    «Accontentati, per ora»
Tenevo Soul più forte che mai, ma  anche se sono più forte di allora,ma non nel fisico. La cicatrice che mi è stata inferta quel giorno faceva male, ma dovevo concentrarmi  e fare almeno un Majogari.
  Trasmettevo a Soul la potenza della mia anima e lui me la rispediva, sentire la scossa passare dal metallo della falce mi ha fatto capire che non ero sola, lui sarebbe stato lì a proteggermi. Quando mai  io dovevo farmi proteggere da lui? Da quando mi sono sentita debole come donna.
  «Attenta Maka, dietro di te!»
Uno di questi viscidi mostri stava per attaccarmi alle spalle, affondai la falce, e sono rimasta sorpresa, perché bastava un colpo di falce per farlo fuori.
  Mi sbagliavo,  dai pezzi che avevo distrutto erano  rinati altri due mostri, ora capivo il perché di “Idra”, rinascono.
«Che faccio?» chiesi io in preda al terrore.
  «Scappare, ecco che devi fare!»
«O-Ok!»
  Cercavo di schivare gli strani esseri come meglio potevo, erano sveltissimi!
 Non avevo il tempo di schivarne uno, che ci pensava l’altro ad attaccarmi a tradimento.
   Ero inseguita da sei di quelle Idre, ma non ero lontana dal garage… potevo prendere la scorciatoia dalla cucina.
«Che fai?»
  «Vado in garage, come tu mi hai detto di fare, solo che prendo una scorciatoia»
«Senti, le Idre, sono ceche,ma sentono il tuo odore, ti rintracceranno subito»
   «Sono anche sorde?»
«No, perché?»
  «Allora grida ancora un po’, vedrai che così ci rintracciano prima di ritrovare la scia del mio profumo»
Lampo di genio. In cucina, avevo lasciato la borsetta e i vari pacchi. Dentro un sacchetto, doveva esserci il profumo che avevo addosso. Andai in cucina di soppiatto, mi avvicinai alle buste, presi una fragranza una era quella che avevo addosso, la seconda era per mescolare il mio odore.
 Guardai in frigo e notai, che Hayate, aveva mandato a male la maionese.
-Perché vuole sempre la maionese, ma non la mangia mai?!-
Prima mi spruzzai l’altro profumo, poi mi cosparsi di maionese, braccia, gambe e decolté.
 «Ma ti sei fusa il cervello?»
«Zitto un po’!»
 Non ero sicura di essere riuscita a mascherare del tutto l’odore,ma la maionese puzzava in maniera esorbitante.
Avevo “capito” a cosa servivano quelle Idre, erano come i cani da caccia. Se dai ad un cane un pezzo di stoffa e glielo fai annusare, questo ti rintraccia la pista, con solo un odore. Tuttavia, se l’odore cambia questi non sono in grado di rintracciarti ( Se sono addestrati, naturalmente).
  Io ero il bersaglio,ma come avevano fatto a trovarmi? C’è qualcuno di cui mi sono fidata e ha giocato le mie carte contro di me?
Lo avrei scoperto, non mi volevo assolutamente tirare indietro. Le Idre erano confuse, avevano perso le mie tracce. Io e Soul eravamo corsi nella rimessa a prendere la moto, grazie al cielo avevo il cellulare per avvisare Kid di non tornare assolutamente a casa.
  Mentre Soul guidava, io avevo fatto il numero di Kid.
«Pronto,Maka?»
  «Kid, ci hanno rintracciati, dei mostri della DSSI hanno assediato la casa»
«Dove siete ora?»
  «Quasi al confine della città»
«Senti,Maka… andate a Death City, ci ritroveremo tutti là»
  «Ma i miei ragazzi?»
«Con me sono al sicuro, andremo tutti a Death City e ci ritroveremo là, d’accordo?»
  «Va bene, mi fido»
«Ah, Maka, Hayate vuole parlare con te»
  «Passamelo»
Dopo qualche secondo ecco uno dei miei angeli alla cornetta.
«Mamma…»
  «Hayate, tu e tua sorella state bene?»
«Alla grande, volevo dirti che  sono come ai cattivi alla tv, quelli del sabato mattina»
  «No, tesoro, loro non sono cattivi come quelli della tv, loro uccidono senza indugiare…»
«Ma i buoni vincono sempre, quindi tu e papà fate attenzione»
  «Certo, contaci. Io e tuo padre siamo cresciuti,ma siamo sempre noi, non ci prenderanno tanto facilmente e su questo puoi metterci la mano sul fuoco»
«Ah, non saranno come i cattivi del sabato mattina,ma se sono segugi, io ti consiglio la strada del bosco»
  «Strada del bosco? Che strada del bosco?»
Hayate aveva chiuso il telefono.
 Rovistavo la testa alla ricerca di un minimo ricordo collegato al bosco, finchè non mi era tornata in mente la passeggiata mia e di Hayate ne bosco.
  Quel giorno io e lui non sapevamo che fare, Kid era a lavoro, Yuki al corso di piano, così io e Hayate abbiamo fatto un giro nel bosco. Dopo un’oretta di cammino, avevamo trovato un sentiero fra le fronde. Era la strada principale che portava a Death City, moltissimi anni fa, forse prima ancora che diventasse la città che è oggi. Avevamo trovato un cartello, che risaliva circa agli anni ottanta, con su scritto Death City,anche se un po’ sbiadito.
 Avevo capito che intendeva Hayate, aveva sentito che dovevamo andare là e mi ha ricordato la strada abbandonata. Mio figlio è un genio!
«Allora che ti ha detto Kid?»
  «Di andare a Death City e di incontrarci là»
«Allora prendo l’autostrada ci arrivo in una giornata»
  «No, prendiamo un’altra strada invece»
«Che ti frulla in quella testolina?»
  «Giara a destra dopo la rotonda, poi ti spiego»
Come gli avevo chiesto di fare, Soul aveva girato a destra dopo la rotonda, e grazie alle mie indicazioni, siamo arrivati al sentiero che porta a Death City.
 Davanti al cartello Soul si era fermato.
  «Tutto ciò, che senso ha?»
«Hayate mi ha detto di prendere questo sentiero, nel caso ci rintracciassero è meglio prendere una strada secondaria, invece che una principale, non trovi?»
  «Questo è vero,ma si fa buio e io sono abbastanza stanco, non so se reggo tutta la notte»
«Anche questo è vero…»
  «Allora dormiremo all’addiaccio »
«Come scusa?»
 «Dormiremo  per terra, ecco come dormiremo»
«Lo so com’è dormire all’addiaccio, solo che non l’ho mai fatto»
  «Tranquilla, non è nulla di che»
«N-Non abbiamo coperte, però!»
  Soul si era sdraiato sull’erba, e mi fissava.
«Allora? Non vieni?»
Quello sguardo mi metteva in plateale imbarazzo, sapevo benissimo che mi dovevo sdraiare accanto a lui, per non prendere freddo,ma la cosa era comunque sconcertante!  Non avevo voglia di prendermi un febbrone coi fiocchi, m i ero sdraiata anch’io senza troppi indugi, ma mi ero girata di schiena, non mi andava di fargli vedere che ero imbarazzata.
 «Che belle stelle,eh?»
Alzai gli occhi al cielo, il piccolo spazio di cielo che si riusciva a scorgere era cosparso di luminose stelle.
  «Sono bellissime»
Era davvero un bel momento,ma io pensavo ai miei ragazzi,anche se erano con Kid, io avevo paura lo stesso e forse non ero l’unica.
«Sei preoccupata?» mi chiese Soul. 
Per lui ero come un libro aperto, non potevo proprio nascondergli nulla.
 «So, che non dovrei,ma si»
«Ascolta, Maka, i nostri ragazzi sono in gamba e poi c’è Kid con loro»
 «Questo è un pericolo che non ho mai affrontato, ho paura di fallire, e se li catturassero? Sono pur sempre dei bambini»
«Sono preoccupato almeno quanto te,ma è necessario non pensarci adesso»
 Mi prese il viso fra le mani, aveva ragione, la preoccupazione poteva anche starci,ma l’importante era non farsi sopprimere da quell’emozione. Dovevo essere forte, perché loro erano il mio punto debole.
 «Hai ragione…»
«Vedrai che si risolverà tutto» disse Soul abbracciandomi.
Avevo proprio bisogno di un abbraccio, mi serviva davvero. Stare fra le sue braccia mi faceva sentire protetta e forse, anche più sicura di me stessa.
« Anche se sei appiccicosa e puzzi di maionese andata a male, mi piace abbracciarti sai?»
 
« Ma tu il "tatto" sai che cos'è?..A parte questo,Soul…» 
 
«Dimmi»
  «Cosa sono davvero le Idre»
«La DSSI le usa per altro come segugi, ma sono comunque pericolose. Inizialmente, le Idre erano esperimenti di laboratorio, poi modica dopo modifica sono diventate quasi imbattibili. Devi sapere che sono incroci genetici, da una cavia umana, probabilmente un prigioniero di guerra, hanno incrociato varie specie animali, probabilmente rettili e ne sono usciti questi cosi»
  «Oh mamma, ho la pelle d’oca…»
«Mi spiace, ti sto solo dicendo la verità»
  «Ma se sono rettili, che…cos’è quella sostanza nera che hanno addosso?»
«Loro sono incrociati con una lucertola ( per la ricrescita), varie specie di serpenti ( per i veleni),ma le altre specie non le conosco. Il liquido che hanno addosso, serve per farli moltiplicare e guarire più in fretta, è un miscuglio di veleni di serpente,ma in realtà non so bene che cosa sia,ma li protegge e nasconde il loro vero aspetto»
  «C-Che aspetto hanno?»
«Nessuno lo sa, non abbiamo mai avuto l’occasione per scoprirlo»
  «Tutto ciò è davvero consolante»
«Adesso è meglio riposare, non trovi?»
  «Si, forse è meglio…»
La notte l’abbiamo passata tranquilli, l’uno abbracciato all’altra, per non prendere freddo. Non si può certo dire che il discorso non mi abbia destato qualche preoccupazione, ma non era quello il momento di pensarci, volevo solo stare con Soul e i miei ragazzi. Avere una famiglia “normale” sarebbe stato impossibile,ma almeno poter stare con loro, quello mi sarebbe bastato per tutta la vita.
 

  
 

Spazio Autrice: 


Io: Ehilà, finito anche questo capitolo, contenti?
  Yuki: Si, diamoci  alla pazza gioia!
Hayate: Voi due siete pazzi!
 Io: Allora, mi spiace non aver aggiornato tanto in fretta,ma sono contenta di averlo fatto adesso.
Yuki: Meglio tardi che mai, no?
   Io: Si, questo è vero…
Hayate: Allora, dai le anticipazioni e facci andare, per favore!
 Io: Yes! Allora nel prossimo capitolo i nostri “eroi”, torneranno a Death City e rincontreranno vecchie conoscenze e Hayate avrà qualche piccolo intoppo con il braccio,ma questo è tutto nel prossimo capitolo.  Arrivederci!
 

 
 

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Capitolo 16
*** Ritorno a Death City ***


All the crazy shit i did tonight
Those will be the best memories
I just wanna let it go for the night
That would be the best therapy for me ( Memories- David Guetta)

 
 
 
- Maka Soul  -  Yuki - Hayate - Kid  Tsubaki Black Star Shine
 

 

Capitolo 16

 

Io ero sola, non c’era nessuno accanto a me. Il buoi mi assaliva, che posto fosse non lo sapevo, ma piangevo a dirotto.
Una voce aveva fatto fermare le mie lacrime, una voce che tanto amavo, quella di Soul.
  «Soul dove sei?»
«Maka!»
 Una luce squarciò il buoi che mi opprimeva, rincorsi quel bagliore,ma arrivata dall’altra parte…ho visto Soul e i gemelli  a terra esangui.
«No!»
Avevo riaperto gli occhi, ed ero nello stesso bosco in cui mi ero addormentata.
-Era solo un incubo…grazie a dio-
 Soul era vicino a me che si stropicciava gli occhi, con quell’urlo disumano dovevo averlo erroneamente svegliato.
  «Si può sapere che ti induce a gridare come un’ossessa all’alba?» chiese Soul ancora mezzo addormentato.
«Un incubo, tutto qui…ripartiamo?» cercavo di essere la solita Maka, ma la verità era che il sogno mi aveva leggermente sconvolta.
  «Si, credo che dovremmo rimetterci in marcia»
«Allora, forza, che stai aspettando?» dissi io che ero già in piedi.
 Ci dirigemmo alla moto e nessuno dei due aveva aperto bocca, finchè dopo essere usciti dal bosco, Soul non attaccò bottone.
«Era così spaventoso quel sogno da farti dimenare come una pazza tutta la notte?»
  «Che?!»
«Beh, ti rigiravi in continuazione e poi ad un certo punto di rannicchiavi fra le mie braccia come se qualcuno dovesse proteggerti da un mostro…»
  «Ti ho fatto preoccupare?»
«All’inizio pensavo che fosse una cosa abituale per te dimenarti, quando però ti sei messa a piangere nel sonno allora sì che mi ho iniziato a tormentarmi»
  «Eri sveglio?»
«In alcuni momenti…ma non è questo il punto, se hai qualcosa che ti angoscia dimmelo, con me non hai alcun motivo di fingere»
  Mi capiva, davvero e fino in fondo, però ripensandolo un attimo a come era nel sogno, mi vengono ancora i brividi.
  «Ti voglio bene e grazie»
«Per cosa?»
  «Lascia stare…»
«Come vuoi»
 Verso mezzogiorno Kid mi aveva chiamata, dicendomi che ci saremmo ritrovati davanti alla Shibusen. Non è mancata l’occasione per salutare i gemelli, a me mi avevano sentita il giorno prima, quindi Yuki e Hayate avevano tenuto  Soul attaccato al cellulare  per mezz’ora.
 Io e Soul siamo arrivati a Death City solo verso le tre del pomeriggio, mi faceva uno strano effetto tornare,ma forse era così che doveva andare.
  Mentre salivamo quella grande scalinata che portava alla mia vecchia scuola, i gemelli ci erano corsi incontro.
«Mamma, papà!» gridavano all’unisono
  «Ragazzi, state bene?»
«Noi benissimo, voi»
  «Abbastanza bene, l’importante è che voi non vi siate fatti nulla»
«vuoi scherzare? C’era lo zio Kid versione “sterminetor” a badare a noi…mamma...»
  «Si?»
-Non fare quella domanda, ti prego!-
 
«Perché puzzi di maionese andata a male?»
-Ti pareva!  Hayate, perché sei come tuo padre, perché?-
  «Per…tanti motivi»

«Non mi interessano i tuoi motivi,ma faresti meglio a farti una bella doccia, che ne pensi?» mi propose Kid
 «Sai è una cosa intelligente quella che hai detto…secondo te il sommo Shinigami mi lascerà usare le docce della scuola?»
«Altro che! Sbrigati, però»
 Kid mi aveva dato uno shampoo, giusto in tempo
«Dove l’hai preso?»
  «Questa mattina, non ricordi? Mi hai detto tu di comperartene uno, ti sei rimbambita nel giro di qualche ora?»
«No,no, vado… e comunque, io sono molto più svelta di un certo individuo simmetrico, sotto la doccia!»
  «Non è vero! L’ultima volta ci ho messo mezz’ora!»
 «Dieci minuti, più lavaggio dei capelli…ti batto ancora, mio caro!» dissi io ormai quasi all’entrata della scuola.
Le docce erano  come le ricordavo, anzi la scuola non era per nulla cambiata, solo che era… vuota. Non c’era nessuno.
  Dopo una bella lavata, ero ritornata dagli altri davanti all’entrata.
«Dieci minuti…ci hai messo poco,ma non hai battuto il tuo record»
  «Voglio darti solo un po’ di vantaggio… hai ancora tempo per bagnarmi il naso»
 Dalle scale, ad un certo punto abbiamo sentito gridare: “Io sono una dea!” a tutto volume.
Era una ragazzina, bassina, ma con un paio di occhi vispi che facevano invidia; aveva dei lunghi capelli azzurri, tutti spettinati.
 Dietro di lei c’era un ragazzo alto e con i capelli dello stesso colore della figlia, con un tatuaggio a forma di stella su una spalla. Vicino a lui c’era una ragazza, un po’ più alta, con dei lunghi capelli neri, aveva un sorriso dolce  e comprensivo.
  «Tsubaki,  Black Star!»
Ero davvero in estasi, quanto tempo era passato? Mi erano mancati entrambi…forse Black Star un po’ meno rispetto a Tsubaki.
 «Maka, Soul, Kid e…due ragazzini che non ho mai visto!» disse Black Star con il suo solito atteggiamento.
«Il lupo perde il pelo ma non il vizio, vero Star?»
  «Ma che vai a dire, Maka? Io sono sempre il più big, lo dovresti sapere!»
«Appunto, il lupo perde…ah, ma che glielo spiego a fare?»
  «Ehi papà, non lasciarmi in disparte!» si intromise la bambina di prima
«Oh, giusto! Lei è Shine, la figlia mia e di Tsubaki» disse Star entusiasta e orgoglioso della sua bambina
  «Star, non dirmi che ti ero scordato di lui!»
«Ah, si, si! La mai Tsubaki aspetta un altro bambino!»
  «Davvero?»
 «Beh, ecco, si…»
«Da quanto?» chiesi io curiosa
  «Da circa due mesi»
Ero così felice per lei, aveva quello che voleva, tutto quello di cui aveva bisogno… aveva una vita perfetta.
 «Parlami di te Maka-chan, chi sono loro?» disse la mia amica indicano i gemelli
«Oh, loro sono…»
 Non avevo avuto neanche il tempo di rispondere, che Soul lo aveva fatto al posto mio.
«…loro sono i nostri figli» disse Soul, della serie : “to’ non siete gli unici ad esservi dati da fare!”
  «Vostri?» disse Tsubaki incredula.
«Già!» dissi io irritata, perché un certo individuo non mi lasciava parlare.
 Probabilmente lo aveva fatto perché voleva dirlo lui, forse perche gli piaceva farlo sapere al mondo, che lui era il padre dei gemelli; tuttavia non c’era alcun bisogno di sbatterlo in faccia alla mia migliore amica in quel modo!
  «Quando è successo?»
«Ott…»
  «..Otto anni fa»
-E piantala di parlare al posto mio!-
 
«Wow! Perché non me ne hai mai parlato,Maka? Avrei potuto aiutarti»
«Non ne ha parlato neanche a me!»
 «Soul, perché non vai a chiacchierare un po’ con Star, invece che entrare nei miei discorsi?»
«Perché Star dopo un po’ annoia, io sono un dio di qua, io sono il più big di là…Tsubaki, tu non ti sei rotta?»
  «No, io amo da impazzire Star,ma ora che in casa ne ho due…spero che il terzo faccia compagnia a me e non a loro!»
«Vuoi un figlio calmo e tranquillo?»
   «Sarebbe una grande agevolazione»
Mentre noi adulti parlavamo allegramente, i nostri figli avevano fatto amicizia.
  «Io sono Shine, piacere»
«Io sono Yuki e lui è Hayate»
  «…piacere»
«Puoi  sforzarti almeno un po’ di più per  essere carino?»
   «Io sono carino, no anzi fico, non alcun bisogno di dimostrarlo»
«Fico, tu? In che mondo?»
  «In quello reale»
«O in quello dei video game?»
   «Ehi, te li ho vinti tutti io quei giochi, ringrazia e stai zitta»
«Voi non supererete mai l’illustre sottoscritta a Mario Bros!»
  «10 dollari che ti sbagli»
«Dai, scommetti pure, tanto non mi fai paura, bamboccio!»
Si sono messi a giocare al ds, ma dopo qualche minuto Shine ha iniziato a farsi sentire.
  «Yahooo!! Mi spettano quei dieci dollari, amico!»
«Fottiti!» disse Hayate porgendole i dieci dollari.
 «E ora ammetti che sono la migliore»
«Quante volte hai giocato a questo video game? Ė difficile battere Hayate al primo colpo» si intromise Yuki
  «Ci ho giocato..un paio di volte» disse Shine come se fosse la cosa più palese del mondo.
 La reazione di Hayate era stata troppo divertente.
   «Che ripeti un po’ se hai il coraggio?! Io cos’è che dovrei dirti?  Non mi abbasserò mai a dire “ tu sei la migliore” e sai perché? Perché tu hai avuto una buona dose di fortuna!»
  «Ehm…Hayate, lo hai detto lo stesso»
«Mi ha fatto piacere sentirtelo dire»
Da lì Hayate ha incominciato ad arrabbiarsi sul serio, tanto da prendere Shine per il colletto della polo.
  «Hayate, non ti conviene, io sono cintura nera di karate»
Il braccio di Hayate era stato avvolto da una luce abbagliante, tanto da trasformarsi in una falce.
  «…E tu non sottovalutare il potere del mio braccio!»
Alla fine noi grandi siamo andati a calmare Hayate,ma non siamo riusciti a tranquillizzarli del tutto.
 «Per noi è meglio tornare a casa, vero Soul?»
«Si, assolutamente d’accordo»
   «Maka io  non torno con voi, rimango qui con mio padre ci rivediamo domani alle 14 per una riunione»
«Ok, Kid»
   «Soul, hai ancora le chiavi del nostro vecchio appartamento?»
«Mhh..devo rispondere?»
  «Le ho io!»
«Kid sei la mia salvezza»
  «Ti ricordi la copia che mi avevi dato? Beh, l’ho tenuta per le emergenze e credo che questa lo sia»
«Già, come questo cavolo di braccio che non  vuole saperne di tornare normale»
 Bene siamo nei guai.
 
Spazio autrice:
 Io: Allora nel prossimo capitolo Maka, Soul e i gemelli vanno nel  vecchio appartamento dei loro genitori, come credo abbiate capito Hayate è una falce, e tutti e due i gemelli si iscriveranno alla Shibusen. Torneranno anche Stein e Marie, Liz e Patty , Kami e Spirit e per concludere in bellezza Azusa!
  Hayate: Wow, e la cosa dovrebbe interessare perché?
Io: Che vuoi che ne sappia, è la storia che va avanti così
   Hayate: Spera che possa piacere e che le persone continuino a leggere.
Io: Il tuo ottimismo è andato a farsi benedire?
   Hayate: Io quella la ammazzo!
Io: Sei ancora arrabbiato per la sconfitta?
   Hayate: Fa un po’ tu!
Io:…Ok…Alla prossima gente!
 
 
 
 

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Capitolo 17
*** I nonni ***


E non vedi che sto piangendo,
chi se ne accorge non sei tu,
tu sei troppo distratto. ( Distrtto-Francesca)

 
 
- Maka   Soul  - Yuki   Hayate  Liz Patty Stein Alexis Marie Eric Spirit Kami Azusa -Kid

 

  Capitolo 17

 
«Bene noi ce ne andiamo, vero Soul?»
  «No, prima fate tornare il mio braccio normale» disse Hayate.
«Soul, fai il padre, inizia il tuo lavoro»
  «Ah, beh, è complessa come cosa per me è sempre stato naturale diventare una falce»
«Beh, mi sa che ce ne andiamo prima noi» disse Tsubaki, vedendo che Shine non riusciva a stare in piedi.
 Dopo qualche minuto eravamo rimasti soli con Hayate che continuava a guardarsi il braccio.
«Prova a concentrarti» lo spronavo io
  «Mmmhh… troppa fatica»
La concentrazione di Hayate venne interrotta da una ragazzina era corsa su per le scale della Shibusen alla velocità di una saetta.
  «Alexis! Piantala di correre con quel bisturi per tutta Death City e smettila di tormentare quel povero coniglio!»
A gridare era una voce di donna, per me tanto familiare, era Marie. La stessa identica Marie del giorno del battesimo.
  «Ma che c’è di male se la nostra Al vuole divertirsi un po’» disse Stein con in bocca la sua solita sigaretta.
«Che ho sbagliato con lei?»
  «Tranquilla,mamma, non so neanche io che passa nella testa di mia sorella» disse un ragazzino, alto almeno quanto Hayate, con dei bei capelli biondi, uguale in tutto e per tutto a sua madre,tranne che per gli occhi che erano dello stesso colore di quelli del padre.
 «Marie? Stein? »
«Maka-chan, Soul-kun?» disse Marie sorpresa
  «Accidenti, ne è passato di tempo ragazzi…vedo che avete messo su una bella famigliola... gemelli?»
«Prof è sempre così perspicace?»
   «Ė abbastanza palese»
«Sono i vostri figli?!» disse Marie scioccata
  «Eh, beh, ecco, si» concluse Maka
«Mamma, chi sono?» si intromisero tutti i nostri figli.
«Hayate, Yuki, loro erano i nostri professori delle superiori» 
  «Ah! » risposero in coro i gemelli
«Alexis, loro sono i tuoi padrini» disse Marie, con un sorriso raggiante
  «Sono loro?! Ma sono giovanissimi! Io pensavo fossero due vecchi decrepiti!» disse la ragazzina indicandoci.
Quanto tempo che non vedevo la mia figlioccia, era poco più bassa di Hayate, aveva dei lunghi capelli lisci raccolti in una bella treccia e sul tutto il corpo (tranne che in faccia) era ricoperta di cuciture, come suo padre…a proposito, che le aveva fatto? Perché era tutta rattoppata?!
   «Mi spiace deluderti, ma siamo appena ventiseienni»
«Ah, non mi dispiace, anzi preferisco così, solo che… più vecchi sono prima muoiono, prima posso utilizzare il bisturi su di loro» disse lei facendo un sorriso sadico e inquietante «ma non vi preoccupate, mamma mi vieta di toccare esseri più giovani dei 99 anni» disse lei ritornando una qualsiasi bambina di nove anni.
  «Scusatela, lo so che è inquietante,ma è fatta così» disse l’altro bambino
«Ah, lui è Eric, è il nostro secondo figlio e ha otto anni»
Hayate era tutto esaltato, tanto che si era dimenticato del braccio e gli era corso incontro.
  «Un maschio, grazie al cielo!  Qui le ragazze sono tutte fuori come dei lampioni?»
«In realtà non lo so, sono appena arrivato…com’è che prima avevi una falce al posto del braccio e adesso non ce l’hai più?»
 Hayate era così preso a fare nuove amicizie con un maschio che si era scordato del braccio, che era tornato normale.
«…Come è possibile? Papà, spiega il fenomeno occulto»
  «Semplice, pensavi più al braccio che non a quello che ti stava succedendo intorno»
«Ė come quando prendi una botta, quando cadi il dolore c’è, ma se non ci pensi poi passa tutto, perché te lo dimentichi » disse Yuki, bel ragionamento, ma me lo aspettavo da Maka, si vede che è sua figlia.
 «Ho capito,ma ora non ho voglia di starci a ragionare per ore e ore, fatemi vivere la vita in tutta tranquillità»
«Beh, anche io sono un’arma» si intromise Eric
  «Ah, davvero e di che genere?»
«Vivi nella tua ignoranza» disse Alexis a tutto volume
   «Beh, se io sono ignorante tu sei fusa!»
 «Lo so, e ne vado fiera!» disse lei  facendo uno sguardo pazzo
«Ah, benvenuto nel mio mondo» disse Eric dando ad Hayate delle pacche sulla schiena
   «Ma tu sai dirmi che sono quelle cuciture che ha tua sorella sulla pelle?»
«Oh, sono henné, tatuaggi che vanno via dopo un mesetto. Mamma le ha concesso solo quelle, dovunque,m ma non sul viso»
  «Che tipa particolare,ma…affascinante»
Dalle scale erano arrivate altre cinque  persone: Liz, Patty, Spirit, Kami e Azusa.
  Era una bella rimpatriata, mancavano solo Star e Tsubaki, peccato che loro erano andati via prima, perché Tsubaki era esausta.
Kami era come quando eravamo alla base, sempre ottimista,ma coi piedi per terra, il vecchio era sempre lo stesso e Azusa gli grida sempre dietro come alla base. Liz e Patty, invece sono subito corse ad abbracciare Kid. Ero felice di vedere che la ferita  di Patty era rimarginata, ricordo che le prendeva da sotto il petto al ventre, era un taglio netto e verticale. Tuttavia la cicatrice era rimasta.
« Kid! Stai bene? Ti prego dimmi che non sei ferito da nessuna parte!»  disse Liz tutta preoccupata
  «Tranquilla Liz,non  mi sono fatto nulla, anzi sto benissimo» disse lui abbracciandola stretta, si vedeva  che Liz le era mancata.
 «Kid, possiamo tornare nella nostra vecchia casa? Non abbiamo un posto dove poter dormire» disse Patty, dopo aver abbracciato anche lei Kid.
  «Assolutamente si, andiamo, sarete stanche e dovrete posare i bagagli,no?»
Stavano andando via tutti, prima Kid,Liz e Patty, poi Stein e Marie con i loro figli, seguiti a ruota da Azusa che era stremata per il viaggio, rimanevano solo i genitori di Maka. Avrei affrontato Spirit…ero sicuramente morto!
  «Maka-chan! » disse Kami correndole incontro
«Mamma!» altrettanto fece Maka.
  Kami dopo aver strapazzato sua figlia, era rimasta assorta a guardare i gemelli.
«Mamma, non dirci che lei è nostra nonna!» disse Hayate, mandando in crisi epilettica il povero Spirit e al settimo cielo Kami.
   «Beh, si. Loro sono i vostri nonni materni,ragazzi»
«S-Sono nonno?»
  «Sono nonna! Che bello!»  Disse Kami andando ad abbracciare i nipoti, infondo la capivo, era la prima volta che li vedeva.
«Chi è il padre che lo ammazzo!»
Spirit era dello stesso colore dei suoi capelli, da quanto era arrabbiato, la reazione più scema che potesse sorgermi spontanea, indietreggiare.
  Maka, mi aveva notato benissimo, tanto che con quel sorrisetto  sadico stampato in faccia avevo capito subito cosa voleva fare.
-Ti prego non lo dire, fammi vivere ancora qualche anno, voglio stare ancora coi miei figli, non voglio vedere la luce  a ventisei anni, è troppo presto! Ti scongiuro, se mi ami non lo dire!-
  
«Il padre dei gemelli è…» Maka stava facendo una pausa, forse non ero morto.
«…è Soul» si intromise Hayate. Allora no era Maka a volermi morto, bensì il mio stesso figlio!
 «Teppista…sei pronto a dire addio alla terra e dire buongiorno agli angeli?!» disse Spirit mentre si scroccava le dita.
«Papà, che c’è di male? Ė il loro padre e allora? Io lo amo e tu non puoi metterti in mezzo agli affari miei!» disse Maka mettendosi davanti a me.
  Kami era andata vicino a Spirit, e guardava sua figlia con orgoglio.
«Spirit, nostra figlia non è più una bambina,  è in grado di cavarsela da sola, è una donna»
  «Maka-chan, se ritieni che lui sia quello giusto non ti contraddirò,ma di loro dovevi parlarcene subito» disse indicando i gemelli
«Io…ho sbagliato, lo so,ma che avrei dovuto fare?»
   «Abortire!» disse Spirit furente.
«Kami-shoot!» il colpo di Kami arrivò dritto dietro alla nuca di Spirit, poi riprese a parlare la voce saggia di Kami «Non ascoltare quel demente di tuo padre tesoro, anche io al posto tuo avrei fatto la stessa cosa. Io ti appoggio,ma potevo aiutarti, potevo tornare dalla base e insegnarti quello che so, avrei potuto fare la nonna, oltre che la mamma»
    «Mi spiace, per una questione di sicurezza anche nei loro confronti l’ho tenuto per me»
«Ti perdoniamo tutti, noi non ti avremmo mai considerata una sgualdrina, siamo la tua famiglia, noi ti vogliamo bene qualunque sia la tua decisione, ma ora io voglio solo fare la nonna e godermi i miei nipoti dopo otto anni…e magari viziarli anche un po’!» disse Kami sorridendo amorevolmente alla figlia.
  «Maka, scusa per la mia reazione, anche io sono contento di essere nonno»
Maka abbracciò i suoi genitori dimenticandosi del rancore che provava per suo padre, lei voleva solo essere accettata.
  Gran parte della colpa è mia, ma non volevo certo esserle di peso, forse chiederle di sposarla non era una bella idea. Forse mi sto facendo tanti complessi,ma lei potrebbe anche pensare che torno da lei per obbligo, nei confronti dei gemelli, ma forse io non sono adatto. Kid le è sempre rimasto vicino per otto anni, io che ho fatto per lei? Nulla. Io dov’ero? Sui campi di battaglia a combattere per una guerra persa in partenza.
  Io non sono nulla.
Spazio autrice:
 Io: salve chiedo scusa perché ho omesso un pezzo che doveva esserci in questo capitolo, ma lo metterò nel prossimo. Intanto volevo ringraziare chi ha messo la storia fra le preferite:
 ajshy_96, bakaotaku, Baka_Girl,Chiara_Evans, ChibiOtaku4ever, Dark_Star, Edward_Elric96, ErzaTitaniaScarlet, Hiyoki, KUMA, Ladies Vampire, Minori_san, OtakuGiirl, otaku_girl, pipina97, RedPaperMoon, reirei_99, sostar, Superfufina98
 
 
Chi ha messo la storia tra le ricordate:
 BluePhantomhive, Ladies Vampire, Matryoshka
 
 
Chi tra le seguite:
 Altaria,  angel_94_,  badangel_99_,Black Knight, ChibiRoby, Edward_Elric96, farshid, JoJackson, Kaname Kiomizu, Ladies Vampire, Maya the Flamebreath,Miku18OTAKU, MISA_CHAN_MAID, PseudoAutrice, red star, RedPaperMoon, _Saki_, _Soul97_
 
Grazie a chi la recensisce e a chi la legge, un grazi enorme :D
 Beh, il prossimo capitolo…mistero, sta volta non do anticipazioni, sarà un mistero.
 Al prossimo capitolo, Rouge_san
 

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Capitolo 18
*** Notte di passione ***


And can you feel the love tonight
It is where we are
It's enough for this wide-eyed wanderer
That we got this far
And can you feel the love tonight
How it's laid to rest
It's enough to make kings and vagabonds
Believe the very best (  Can you feel the love tonight- Elton John)

 
 
- Maka   Soul  - Yuki   Hayate  
 

 
 

Capitolo 18

 
Dopo che anche i miei genitori ( grazie al cielo) se ne erano andati, anche noi ci eravamo diretti nel vecchio appartamento, mio e di Soul. Mi faceva strano tornarci, rivedere un posto così familiare e rassicurante, ma anche tanto malinconico e colmo  di ricordi, sia negativi che positivi.
  Arrivati a casa, Hayate e Yuki, si sono subito lamentati.
«Mamma ho sonno» disse una stropicciandosi gli occhi e nel contempo… «mamma, ho fame» disse l’altro  massaggiandosi lo stomaco.
  «Ho capito» andai dalla dispensa,ma Soul mi aveva presa per  il braccio.
«Mettiamo anche il caso che ci sia del cibo, sarà vecchio di ben otto anni, ovvero è scaduto»
 Odio quando ha ragione e mi fa fare la figura della demente.
   «Ok, pizza per tutti va bene?»
«Perfetto»  dissero tutti in coro. Bene, non dovevo cucinare, meglio per la sottoscritta.
Finito di mangiare, i gemelli sono andati a curiosare nelle nostre vecchie stanze.
 «Wow, papà la tua camera è davvero figa!» disse Hayate, tutto esaltato. Si buttarono entrambi sul letto di Soul, per poi iniziare a chiudere i loro occhi e dire salve al mondo dei sogni.
«Ragazzi, perché non andate a dormire nella mia camera, il materasso lì è più morbido!»
  «Oh, è vero, me lo ricordo» si intromise Soul, ma i ragazzi erano già piombati nel sonno più profondo.
«Accipicchia, mi toccherà dormire in camera mia!»
  «Che ci sarà di tanto male? Ė un letto, nulla di più»
«M-Ma q-quello è - è  i - il  le-le-letto….»ero rossa, fottutamente rossa, ma perché a me?!
   «Se balbetti, non ti capisco, anche se il rosso ti dona» disse lui maliziosamente.
Guardalo lì, ci prova gusto nel vedermi così, ma il bello è, che ci trova di così divertente in me imbarazzata?!
«Quello è il letto dove l’abbiamo fatto la prima volta, non ci sono mai più entrata in quella stanza, ho sempre dormito sul divano dopo quel  inconvenevole» dissi io guardando per terra, ovviamente imbarazzata.
  «Beh, io non voglio che tu dorma sul divano, quindi piuttosto cambia le lenzuola»
«Ma io lì non ci voglio entrare»
Ero decisa a non voler entrare là dentro, però stavo cominciando una scenata che non aveva né capo, né coda.
 ***
Ed ecco che si impuntava, ma io non volevo farla dormire sul divano, che razza di uomo sarei se no? Non avevo voglia di litigare,mi stava scoppiando la testa per colpa sua. Che dovevo fare? Chiederle di sposarmi, o non arrecare più disturbo a lei e ai nostri figli?  Magari pensava che io volessi tornare da lei per una questione di obbligo come padre, ma non era vero! Io l’amavo più di qualsiasi altra cosa, ma forse lei non la pensava alla stessa maniera.
  «Soul, che hai? Sembri pensieroso…mi rispondi? Ehi! Maka chiama Soul, rispondete!»
La frase di Maka mi aveva riportato alla realtà, come sempre d’altronde.
 «Scusa, non ti stavo ascoltando»
«Questo l’avevo notato, ma hai davvero una brutta certa, sicuro di stare bene?» disse lei accarezzandomi una guancia, le sue mani erano così calde e morbide, solo il grande Shinigami sa quanto l’amo.
  D’impulso, le avevo messo la mia mano sopra la sua e la guardavo fissa negli occhi, quanto erano belli e profondi.
«Soul, davvero, è meglio se dormi tu nel mio letto»
   «Figurati,non voglio certo farti dormire su quel divano, che per altro è scomodo»
«Ma hai una brutta faccia, se stai male io…»
  «Non sto male, ero solo pensieroso» la interruppi io.
«Come vuoi,ma non andrai di certo a dormire su quella tortura cinese»
Qualche secondo dopo eravamo in camera di Maka, tutti e due nel suo letto. Era molto più grande di quel che ricordavo,quella era stata davvero la notte più bella della mia vita.
  «Sangue» disse Maka, facendomi sobbalzare.
«Dove, scusa?»
   «La macchia di sangue che abbiamo lasciato dopo quella sera»
Abbassai lo sguardo e sotto di me c’era una chiazza di sangue, Maka era imbarazzata.
«Mi spiace averti in qualche modo costretta a dormire in questo letto» dissi io sedendomi ai bordi della branda.
   «No, fa nulla e poi sono stata io a non voler farti dormire in un giaciglio scomodo»
«Maka… posso ancora…sperare, per quanto riguarda noi?»
   «Che intendi?»
«Io posso ancora credere di avere una speranza con te?»
  Ora era seduta anche lei, mi aveva preso il viso fra le mani e mi guardava dritto negli occhi, con uno sguardo passionale che in lei non avevo mai visto.
   «Soul, ma che film ti fai?»
«Eh?»
 Mi aspettavo qualsiasi risposta, ma questa proprio no.
«Sciocco, che diavolo di viaggio ti sei fatto, per arrivare a dirmi una cosa del genere?»
  «P-Pensavo che tu non…» non mi diede neanche il tempo di finire la mia benedettissima  frase, che le sue labbra premevano contro le mie. Siamo rimasti così qualche secondo, qualche istante che volevo durasse di più.
-Maka, sono io che dovrei mettere in imbarazzo te e non viceversa!-
 
«Pensavi che io non ti amassi?»
   «Si, è così»
«Beh Evans, è la più grande cavolata che tu abbia mai sparato in vita tua»
  «Verrò punito per questo?»
«So benissimo che la vuoi e quale desideri»
 Stava davvero diventando un gioco perverso, le sue gambe, le sue labbra, non riuscivo più a controllare me stesso. Avevo iniziato a toccarla e baciarle il collo, non mi curavo neanche più di quello mi circondava, c’eravamo solo io e lei.
  «Asp-aspet…» disse Maka cercando di divincolarsi dal mio abbraccio.
«Dai, non ci dice niente nessuno» ribattei io, ma il braccio di Maka era arrivato al suo comodino, dove c’era appoggiato un libro.
   «Ho detto aspetta, razza di cretino!» Ecco uno dei suoi fantastici Maka-chop dritti in testa, avrei preferito evitare.
«Che ti prende»
  «Sveglieremo i ragazzi»
«Ah, ok…» sono sceso da quel benedetto letto ed ero diretto verso la camera dei nostri gemelli. Quando ero entrato, c’erano Yuki e Hayate l’uno sopra l’altro, senza uno straccio di coperta.
 - Prenderanno freddo, forse c’è una coperta nel mio vecchio armadio…-
Ero andato a frugare in quel che era il mio guardaroba, e c’era giusto un vecchio plaid.
  Gli misi addosso la coperta,ma prima di andare li guardavo assorto, non riuscivo a credere che loro fossero opera mia.
  -Beh, allora sono stato proprio bravo…ma è meglio non avere altri “guai” per il momento… chissà se…-
Mi ero messo a rovistare nel mio vecchio cassetto, alla ricerca di una cosa che mi ero dimenticato di usare otto anni fa.
  E meno male che me ne ero scordato, da un lato è stata una grandissima cavolata, ma anche una grande fortuna non aver usato quel preservativo.
    Era da un bel po’ che ci pensavo,ma non avevo mai creduto di poter davvero organizzare la cosa (soprattutto perchè volevo che anche lei fosse pronta), ma  grazie a Star, mi ero comperato  almeno i preservativi.
 Mentre cercavo avevo trovato anche l’anello che avevo comperato per Maka, allora era tutto più semplice. Se solo l’avessi chiesto di sposarmi prima, ora non so se ci sarebbero tutti sti casini.
Presi anche l’anello, questa volta non mi sarei fatto scappare l’opportunità di averla al mio fianco finchè morte non ci separi. Neanche la morte avrebbe potuto cancellare quello che provavo per lei, era troppo forte, non potevo più fermarlo. Chiusi la porta della mia vecchia camera a chiave, così io e Maka avremmo potuto “discutere” tranquilli.
  Entrato nella nostra camera, avevo chiuso anche quella, sempre meglio essere previdenti. Hayate è il problema, Yuki più di tanto non mi preoccupa, ma infondo dormivano come due sassi, quei due, di cosa dovevo preoccuparmi?
« Allora, dormono?»
  «Come due sassi» risposi io.
«Bene, allora, direi che possiamo continuare il discorso precedente, ti va?» disse lei mettendomi le braccia intorno al collo, santo cielo se era bella. C’è chi con gli anni diventa più bella, lei è una di queste, poi anche i seni sono cresciuti dismisura, siamo arrivati ad una bella terza… ho come l’impressione che mi godrò la mia cara Maka, sta’ notte.
«Un secondo, vorrei prima, fare una cosa» dissi io prendendo la scatoletta dell’anello.
  Non credevo di essere così galante,ma volevo fare le cose per bene.
«Maka Albarn, vuoi sposarmi?»
   Sul suo viso si era creato un bellissimo sorriso, il più bello che io le abbia mai visto in volto,non mi diede risposta, lo mise al dito e basta.
  Ci rappresentava parecchio quell’anello, era d’oro, con quattro pietre preziose incastonate al centro; due rubini e due smeraldi, per la precisione. I suoi occhi e i miei, il suo colore e il mio in un anello, noi.
  «Non mi dici nulla?»
«Ė bellissimo,grazie»
 «Non hai proprio nient’altro da dirmi?»
    «Lo voglio?» disse lei sempre con quel bellissimo e raggiante sorriso.
«Quello o devi dire davanti all’altare» risposi io ridendo.
  «Certo che voglio sposarti, scemo» disse lei baciandomi appassionatamente, sentivo la sua lingua cercare la mia, per poi unirle insieme in un’unica danza senza fine.
 Lei mi atterrò  sul letto, mettendomi quasi con le spalle al muro.
«Che intendi fare, cara la mia Maka-chan?»
  «Voglio premiarti» disse lei maliziosamente, mentre iniziava a sbottonarmi la camicia.
«Non vedevo l’ora»
***
Non aspettavo altro, dopo otto anni ce l’avevamo fatta. Sentivo le mani di Soul toccarmi ed esplorare nuovamente il mio corpo, ma si erano fermate di scatto.
  «Che hai? Perché ti sei fermato all’improvviso?»
«Che cos’hai sulla pancia?»
 Oh,no! La cicatrice del cesario. Non mi rimaneva altra scelta, alzai la maglia e gli mostrai la cicatrice.
 «Q-Quando è successo?» disse lui preoccupato.
«Yuki…non si era girata e hanno dovuto farmi il cesario, ma se non ci fosse stato Kid, forse io e Yuki ora…» mi morivano le parole in bocca, era davvero difficile parlarne anche se davanti a me c’era Soul, l’uomo che amavo.
  «Tu e Yuki ora, cosa?»
«Saremmo morte»
Lo avevo visibilmente traumatizzato,ma prima o poi lo avrebbe scoperto da se.
«Io mi sono perso tanto, eh?»
  «Troppo,ma stai rimediando bene» dissi io cercando di rincuoralo.
«Ah, sono un pessimo padre»
  «Ora che so che non mi hai abbandonata intenzionalmente, posso dirti che non è vero. Ti sei assentato nella prima fase della loro vita,ma ci sarai sicuramente per la seconda…e poi  non credo che ti considerino un pessimo padre»
  Soul appoggiò la testa sulle mie gambe.
«Sai sempre come farmi cambiare idea, eh, Maka?» disse lui guardandomi passionale.
  «Assolutamente, ma ora continuiamo»
«Sei sommersa dal piacere, tesoro?»
  «Anche se fosse non darmi nomignoli, mi irrita la cosa»
«Ironizzavo e basta»
Avevamo ripreso dal punto in cui avevamo interrotto e grazie al cielo Soul questa volta era stato previdente, preservativo, halleluja! Abbiamo scoperto l’acqua calda.
  Sentivo il calore del suo corpo sopra il mio, gli affanni di piacere e i tanti baci da togliere il fiato. La notte era stata infuocata, ma dopo aver finito io continuavo a guardare il soffitto e a pensare. Notavo che tutto era cominciato da quel letto e ora dopo otto anni era risuccessa la stessa cosa. Era assurdità meravigliosamente romantica, perché al contrario di otto anni fa io ora stavo per sposarmi.
  Il mattino seguente, io mi ero svegliata presto ed ero andata ( prima di tutto ad aprire la porta ai gemelli) a fare un salto al supermercato sottocasa, per comperare il latte e i biscotti per i gemelli. Ero tornata praticamente subito, ma tutta la famiglia era sveglia. I gemelli al tavolo e Soul intento a fare il caffè.
  «Bentornata Maka» disse Soul sorridendomi.
«Ah, mamma, che avete combinato tu e papà sta’notte? Sembravate due animali» disse il mio caro figliolo del tutto identico al padre, il  “tatto”  esiste in questa famiglia, o no?!
  Mi ero girata verso Soul, lui aveva uno sguardo tra lo scioccato e il “povero me adesso questa mi ammazza”. Esatto, era proprio quello che avrei fatto!
  Mentre ero andata a posare le borse e a prendere l’enciclopedia in sala, ci si era messa pure Yuki.
«Perché, che hanno fatto? Io non ho sentito nulla»
  «Ma tu dormivi nelle lezioni di scienze? Non mi sembrava visto che hai preso 10»
«Che c’entra adesso la strega della Portman?»
  «Rispondi al quesito, Yuki: come si fanno i bambini?»
«Oh, beh, bisogna fare…aspetta! Avremo un altro fratello?!»
Era troppo!
« Maka-chop!» dritto in testa a Soul «Dormivano come dei sassi, eh?!» Ero furiosa, aveva pure chiuso la porta a chiave!
  «Mamma, non prendertela con papà, lui ha solo seguito i suoi istinti ormonali maschili, la colpa è dell’idiota vicino a me che ha l’udito sopraffino, quando si tratta di fatti altrui»
Perfetto, dovevo resistere anche alla riunione di Shinigami…impossibile! I miei figli mi hanno traumatizzata a sufficienza, speriamo solo che non combinino guai nella camera della morte.
 
Spazio Autrice:
Io: Bene, piaciuto il capitolo? Lo spero ^^, il pezzo che avevo omesso era l’inizio, fino al cambio di prospettiva del racconto.
  Eric: Autrice non mi dovevi intervistare?
Io: Oh, giusto, bene intervisterò a turno tutti i figli dei vecchi protagonisti, cominciando da Eric.
Allora, dimmi, quando sei nato?
 Eric: 19 ottobre, segno bilancia
Io: il tuo peso?
 Eric: 32 kg
Io: Ah, però magrolino. Piatto preferito?
  Eric:…Lasagna, forse…non ho propriamente un piatto preferito.
Io:  Che tipo di arma sei?
  Eric: Se-gre-to!
Io: Ė davvero un piacere intervistarti,sai? -.-“
  Eric: Accontentati
Io: Fiore e Strumento preferito?
  Eric: Iris e basso elettrico
Io: Bene, direi che questo è tutto, il prossimo personaggio sarà Shine, nel prossimo capitolo, ovviamente.
  Eric: Ah, giusto, devi ancora anticipare
Io: Già, anche se in realtà non so cosa dire…beh, c’è la riunione con Shinigami, si scoprirà che tipo di arma è Eric e ci sarà l’anniversario della Shibusen! ^^
 Eric: E non dimenticare, ringrazia chi legge, segue e recensisce!
Io: assolutamente! Ancora grazie ragazzi :D A presto

 
 
 
 
  
 

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Capitolo 19
*** Spirit e Kami- Riunione ***


 Un'ora, un giorno o poco più,
dicevi sempre e per sempre, si però,
guarda cosa è rimasto adesso che niente è lo stesso.
Se non fa rumore l'anima,
e quando sei qui davanti non s'illumina,
è perchè non ne sento più il calore non ne vedo il colore.
E non vedi che sto piangendo,
chi se ne accorge non sei tu,
il tuo sguardo distratto.
E non vedi che sto fingendo,
e non mi guardi già più,
col tuo fare distratto.
Un'ora, un giorno o poco più,
per quanto ancora ti crederò?
Solo e perso e più confuso non avresti voluto.
Vedermi scivolare via,
fuori dalle tue mani.. che fantasia!
Fuori dalla tua vita ma mi hai preso soltanto in giro. ( Distratto - Francesca)
 
- Maka   Soul    Hayate Stein  Eric Spirit Kami – Shinigami - Black StarKid - Blair
 
 
 
 

 
Capitolo 19

 
 
Era una bellissima mattinata, ed io, mi stavo svegliando, per colpa di uno strano movimento sopra di me. Avevo aperto gli occhi e danti la mio naso c’erano due iridi color dell’oro, che mi fissavano imperterriti.
  «Buongiorno, Spirit» disse la voce, femminile e familiare della donna sopra di me.
«Chi sei?» chiesi io ancora mezzo addormentato.
  «Non mi riconosci?! Sono io, Blair!» sorrise lei.
«B-Blair!» saltai giù dal letto ad una velocità inumana.
   «Come vanno le cose?» chiese, avvicinandosi a me.
«C-Come mai sei qua?» ribattei io.
    «Sono venuta a salutarti, prima di partire per Parigi con Court» sghignazzò lei, con fare malizioso.
«Court?!»
    «Si, il mio fidanzato» ormai, era attaccata al mio petto e non voleva saperne di staccarsi.
-Il mondo sta andando a catafascio! Blair fidanzata, io che sto iniziando a provare qualcosa per la mia ex-moglie! Ammazza se il fato gioca brutti scherzi!-
Ripresi quel poco di lucidità, per fare un’ultima domanda a Blair.
  «Che ore sono?» domandai, ormai quasi del tutto sveglio.
«Oh, sono le 9:45, perché?»
Sgranai gli occhi, ero davvero in …
  «…Ritardo!» gridai io
«Nya?»
 Stavo correndo come un pazzo da una parte all’altra della mia disordinatissima stanza, alla ricerca dei vestiti, ma ero riuscito a ritrovare solo i miei pantaloni. Mentre me li stavo infilando, Blair era tornata all’attacco…
«Spirit, ti va di giocare un po’ con me prima di partire?»
 In quel momento, i miei pantaloni erano caduti e qualcuno aprì di scatto la porta. Chi se non la mia coinquilina? Mi sembrava di tornare ai tempi del liceo, da quando sembravo così idiota ( a parte quando stavo con Maka)?
  «Spirit?!»
«Kami!»
     «Nya?»
La mia ex-moglie e convivente, perfetto, ero morto.
 «I-Io tolgo il disturbo signora Albarn…»
«Si, ti converrebbe! Però se vuoi vedere del sangue è meglio se resti, se no sloggia gattaccia!»
Blair se l’era svignata non appena aveva visto lo sguardo assatanato di Kami. Quest’ ultima, nel contempo si era girata verso di me.
 «Spirit Albaran, chi era quella?!» disse lei con un tono molto, molto infuriato.
«I-Io posso spiegare!»
  «Ah, ma andiamo Spirit! Ti ho sorpreso con le braghe calate!»
«Ma è fidanzata, puoi lasciarmi spiegare come le cose sono andate  veramen…»
 Troppo tardi, le cinque dita della mia ex-moglie erano rimaste impresse come un tatuaggio nel bel mezzo della mia guancia sinistra.
 Dopo questa brutta svista mattutina, ci siamo diretti alla camera della morte per la riunione. Là, abbiamo incontrato tutti quanti i nostri amici, mia figlia, i miei nipotini e il loro benedettissimo padre, che volentieri sparerei in un cannone!
  Tornando a cose più importanti per me, Kami, quella benedetta donna mi ha ignorato per tutto il giorno. Non avevo fatto nulla di male, possibile che non sappia ascoltare?!
 «Spirit-kun, Kami-chan, tutto ok?» disse il sommo Shinigami riportandomi alla realtà.
«Noi stiamo benissimo! Perché dovrebbero esserci problemi?» si intromise la diretta interessata.
  «Come volete…bene! Sapete perché siamo qui oggi?» chiese ironicamente Shinigami
«Per parlare della DSSI?» disse Soul, con un tono altamente scazzato
  «Indovinato! (non che avessi dubbi…)»
«Ma và? Non ci avrei mai scommesso!» ironizzò Kid
  «Allora…Dopo l’attacco in Arizona, Azusa, Sid e Justin sono sulle sue tracce. Nel contempo, è meglio che voi rimaniate qui» concluse infine il sommo.
  «Bene,ma…l’anniversario ci sarà lo stesso?» chiesi io.
«Si farà, e ovviamente, siete tutti invitati» sentenziò.
 «Ah..ok..se lo dice lei…» disse Kami un po’ perplessa.
«Un’ultima cosa, se mi è permessa…» disse Stein «…vorrei iscrivere i miei figli alla Shibusen»
  «Giusto! Anche l’illustre sottoscritto ci stava pensando da un pezzo!» disse Black Star.
«Già, anche io avevo questo pensiero che mi ronzava in testa da un po’» disse la mia “bambina”, dovevo accettare che ormai fosse un’adulta, ma…l’amore di un genitore e sempre immenso e lei per me sarà sempre la mia Makuccia!!
 «Per me non c’è problema»
Tutti i ragazzi arrivarono e tutti infila, dissero la loro specialità. Yuki, Shine e Alexis erano maestri, Hayate e Eric erano armi.
 «Hayate Evans, arma di tipo falce»
«Ah..Evans? Come lo sanno già?» disse il sommo voltandosi verso i genitori, che fecero solo un cenno di testa. Hayate, a dispetto di Yuki aveva detto il cognome paterno.. Yuki aveva detto il solito cognome (…abitudine, ha detto lei in seguito)
  «Eric Stein arma di tipo..frusta»
Tutti i bambini si erano girati a guardarlo, perfino sua sorella non sapeva che arma era! Che ragazzo misterioso, come suo padre…
  «Molto bene…siete ufficialmente studenti della Shibusen!»
In conclusione, il giorno dopo ci sarebbe stato l’anniversario della Shibusen, i miei amati nipotini erano studenti della scuola e facevano coppia ed infine, per farmi perdonare, sto accompagnando Kami e Marie, mia nipote e le sue amiche, mia figlia e tutte le sue amiche (si lo so, tanta gente!) in giro per negozi, alla ricerca dell’abito adatto…io dovevo prendere le borse…incubo!
 
Spazio autrice:
 
Io: Bene, questo capitolo e la canzone sono dedicati a Spirit e Kami, chiedo scusa, per il capitolo corto, ma purtroppo non potevo fare altrimenti.Sfortunatamente mi resetteranno il computer, e non posso fare altro che spostare le mie storie sul portatile privato di mia madre ( eh già mi resettano non uno, ma ben due computer!), quindi oggi  e domani cerco di postare un capitolo per ogni storia che ho (mission impossibol! Ma tento lo stesso).  Infondo devo solo copiarle perché le ho scritte a mano, però…comunque, torniamo alla stupida intervista…Shine!
Shine: Era ora che ti accorgessi della qui presente star!
  Io: Perdono…piatto preferito?
Shine: Ovvio! Ramen!
Io:..Gruppo preferito? O cantante?
  Shine:…Greenday e…Rihanna!
Io: Ok…la tua cara mammina è in cinta speri che sia un maschietto o una femminuccia
  Shine: io non lo voglio un fratello esisto solo io! Ma se devo scegliere..maschio
Io: Perché?
   Shine: Troppe femmine, ci vuole un’altra presenza maschile
Io: Ok…finita l’intervista…quindi al prossimo capitolo (prima o poi :’( )

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Capitolo 20
*** Cade la pioggia ***


Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo e
non sa di noi
non sa di noi
non sa di noi
Cade la pioggia e tutto tace
lo vedi sento anch'io la pace
Cade la pioggia e questa pace
è solo acqua sporca e brace
c'è aria fredda intorno a noi
abbracciami se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca” ( Cade la pioggia- Negramaro)

 
 
- Maka   Soul  - Yuki   Hayate -Shinigami
 

 
Capitolo 20
 
Eravamo andati tutti alla riunione di Lord Shinigami, quando tutti erano usciti, io, mi ero fermato davanti al Sommo Shinigami.
«Grazie»
 «Te l’avevo detto che un giorno mi avresti ringraziato, ragazzo»
«Beh, aveva ragione»
La piccola Yuki, mi era corsa incontro, per dirmi che lei, Maka e le sue amiche andavano a fare compere. Non volevo neanche oppormi  al volere femminile!
Hayate era andato con Eric, Kid, Shine e Star al parco, mentre io, me ne ero tornato a casa. Che stanchezza, erano otto anni che non ero…no, aspetta, un giorno c’era… l’ultima battaglia prima di andare in Arizona, quella si che era stata una giornata sfibrante!
 Ricordo che Kami era venuta a maneggiarmi, perché il mio “ meister” era un perfetto incapace.
Mi ero sdraiato sul divano, quando mi era venuta voglia di musica. Mi ero messo a frugare fra i CD di Maka, poi ho preso un album dal titolo “la finestra”. Non mi ricordavo di avere quel CD in casa, Maka doveva averlo comperato dopo la mia partenza.  
«Negramaro…mai sentiti»     (n.d autrice scusate ma sono il mio gruppo preferito e senza la canzone seguente, dubito fortemente che sarebbe nata la storia…anche se, come “distratto” sarà riutilizzata come canzone del capitolo)
Avevo messo la prima traccia, quando una musica triste e abbastanza malinconica era cominciata. La chitarra e la batteria, aprivano la canzone con l parole di un uomo che cercava di far ricordare l’amore di una vita.
Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo e
non sa di noi
non sa di noi
non sa di noi
Cade la pioggia e tutto tace
lo vedi sento anch'io la pace
Cade la pioggia e questa pace
è solo acqua sporca e brace
c'è aria fredda intorno a noi
abbracciami se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca”

Non pensavo assolutamente che a Maka piacesse questo genere di musica, ma la canzone era piaciuta pure a me. Una strofa particolare, mi aveva colpito:
La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
scrivi tu la fine
io sono pronto
non voglio stare sulla soglia della nostra vita
guardare che è finita
nuvole che passano e scaricano pioggia come sassi
e ad ogni passo noi dimentichiamo i nostri passi
la strada che noi abbiamo fatto insieme
gettando sulla pietra il nostro seme
a ucciderci a ogni notte dopo rabbia
gocce di pioggia calde sulla sabbia
amore, amore mio
questa passione passata come fame ad un leone
dopo che ha divorato la sua preda ha abbandonato le ossa agli avvoltoi
tu non ricordi ma eravamo noi
noi due abbracciati fermi nella pioggia
mentre tutti correvano al riparo
e il nostro amore è polvere da sparo
il tuono è solo un battito di cuore
e il lampo illumina senza rumore
e la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
ma scrivi tu la fine
io sono pronto”

Era lungo, ma mi ricordava me e Maka.
 L’avevo ascoltata tutta, poi mi ero appisolato grandemente, non mi ero neanche accorto dell’arrivo di Yuki, Hayate e Maka.
«Non ci credo! Ti sei addormentato sulla tortura cinese?!»
 «No! Cioè si… senti, ero esausto, ieri notte l’abbiamo tirata per le lunghe!»
«Io non ti ho rimproverato per quello, volevo solamente dire che se eri stanco potevi andare nel letto»
 «Troppo lontano» dissi io stiracchiandomi.
Poi, mi ero messo a giocare con Yuki e Hayate alla play station.
 A tavola, sembravamo una famiglia normale ed era una bella sensazione, non mi ero mai sentito così… a casa, in vita mia. Ero parte di una famiglia normale, solo che l’avevo creata io, insieme alla donna che amavo.
 Per quasi tutto il tempo, Yuki aveva parlato delle loro spese folli e dei loro nonni  che si facevano  la guerra. Non credevo di arrivare a pensarlo, ma...povero Spirit!
Alla fine del pranzo, io e Maka ci tirammo un’occhiata, ci eravamo capiti immediatamente.
 «Ragazzi, io e vostro padre dovremmo dirvi una cosa importante»
  «Aspetta! Non avremo mica un altro fratello, vero?!» si intromise Yuki
«No, ma che fratello, ne hai già uno, non ti basta?» le disse Maka di tutta risposta
  «No, lui lo diamo in adozione e io mi prendo il prossimo che arriva, sperando che stavolta sia una bimba…»
«Che ?!»  ChEhiEhi
«Dove ho sbagliato con voi?...Vabbè, io non aspetto nessun bambino, volevamo solo dirvi che io e Soul ci sposiamo, nulla di più»
  «…Davvero?!» dissero in coro, anche Hayate, aveva miracolosamente alzato la testa dalle istruzioni di Final Fantasy, per parlare.
 «Si ci sposiamo il 30 Settembre, volevo solo sapere se per voi andava bene questa unione»
«Saremo come una famiglia normale?» disse Yuki sognante.
 «Si, vivremo tutti e quattro assieme, compreremo un’altra casa e magari io cambio anche lavoro» dissi io.
Magari potevo piantare il mio lavoro come Death Schyt e ritornare a fare il pianista, qualche soldino dovrò pur raccattarlo.
 Tutti eravamo andati a letto presto, il giorno dopo ci sarebbe stato l’anniversario della Shibusen, per cui  ci eravamo messi a dormire. Io, tuttavia, non riuscivo a prendere sonno.  Yuki e Hayate dormivano in camera mia, mentre io e Maka vabbè, insomma, si è capito.
 «Non riesci a dormire?» chiese ad un tratto Maka.
«E’ così evidente?»
 «Sei vicino a me e ti sento  girare di continuo, quindi… si è abbastanza evidente»
«…Ho ascoltato il tuo CD dei Negramaro… mi è piaciuto»
  «Davvero? Beh, quello me lo aveva regalato Kid per il mio compleanno. Ricordo ancora quel giorno, avevamo sentito una canzone alla radio, che mi aveva fatta impazzire, così Kid mi aveva regalato l’album il giorno del mio compleanno. Poi mi sono innamorata del gruppo a prescindere»
«Qual’era la canzone?» chiesi io curioso, pensavo a “Parlami d’amore” o “Via le mani dagli occhi”, invece…
  «Cade la pioggia»
«Capito, ma ora si dorme, pulce»
  «Non ero io quella che aveva problemi, sai?»
 Io mi ero già addormentato, o almeno, facevo finta di dormire.
«Soul? Dormi già?» lei si era avvicinata alla mia faccia, non di molto, ma abbastanza da potermi alzare di scatto e darle un bacio.
 Certo, ci era rimasta abbastanza di stucco, ma era prevedibile.
«Maka-chop!» disse tirandomi in testa  il tomazzo che era appoggiato sul suo comodino.
 «Ma che ti ho fatto adesso?!»
«Mi hai spaventata» poi prese fra le mani il mio viso e le nostre labbra si erano toccate nuovamente per qualche flebile istante «sarebbe meglio dormire davvero, adesso»
 Ed tutti e due  siamo catapultati nei sogni più profondi.
 
Spazio autrice:
Io: Scusate,  la canzone era importante per ricollegarla successivamente ad un altro capitolo e ancora perdono se non ho messo la scena dell’anniversario, sono indietro nella tabella di marcia…mi dispiace!!
 Alexis: Senti io sono qui per l’intervista, io se tu  continui a piagnucolarti addosso, più che volentieri torno al laboratorio.
Io: No, no ti intervisto subito!...Allora… che pensi dell’arma di tuo fratello?
  Alexis:..pft..Ahahahah!!
Eric: Non sei affatto gentile!
Alexis: Scherzi a parte, mi ispira la risonanza dell’anima…. È pur sempre una frusta demoniaca, no?
Eric: Grazie! Per la prima volta nella vita mi sembra di essere davvero  tuo fratello! Autrice si rende conto? Mi difende!
  Io: Sono contenta per te…
Alexis: Non ti ci abituare…
 Io: Allora, piatto preferito?
Alexis: Curry
 Io: Sintetica...dunque dicevamo?
Alexis: Io mi sono rotta, arrivederci!
*Alexis esce molto più che volentieri*
Io: Beh… direi che si è conclusa così la sua intervista spastica, alla prossima :D

 

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Capitolo 21
*** Attacco a sorpresa- Kid e Maka ***


I am thinking of you
Thinking of you
What you would do if
You were the one
Who was spending the night
Oh I wish that I
Was looking into your  eyes (Thinking of you-Katy Perry)

 
 Maka Soul Liz Kid Hayate Yuki –Shinigami -Patty   -Stain  

 

  
 

Capitolo 21 

 
Il mattino dopo eravamo tutti svegli e durante la giornata non era successo nulla di particolarmente interessante, erano circa le sei e mezza, e Maka si stava preparando.
 «Maka, è mezz’ora che sei in camera, si può sapere che combini? Stai facendo a botte con la zip del vestito?»
Nessuna risposta. Allora, decisi di bussare, di nuovo niente risposta.
 «Maka, guarda che entro, che u lo voglia o meno» aperta la porta, c’erano fogli spantegati  per tutta la stanza, con Maka intenta a raccoglierli.
  «Ok, cosa diamine è successo qui?»
«Avevo dei documenti sul comodino, è entrata una folata di vento e li ha sparpagliati per la camera»
  «Vuoi una mano?»
«No, tranquillo, vai dai ragazzi io ci metto poco a cambiarmi»
  «Come vuoi…»
-Mi sta forse nascondendo qualcosa?...Boh-

Dopo qualche minuto era uscita dalla camera con un abito bianco ,rivestito di pizzo nero, lungo fino alle ginocchia, con una scollatura a cuore. I capelli erano raccolti in una treccia a lisca di pesce davvero ben fatta, che lasciava cadere qualche ciuffo sulla fronte.
«C-Come sto? Sono tanto scollata?»
Non le avevo neanche risposto, la guardavo e basta.
 «H-H capito, è troppo…lo avevo detto a Liz che era esagerata» disse arrossendo. Che carina che era.
«No, non è esagerato per niente, è perfetto»
  «Tu dici?»
«Oh! Te lo dice lui e ci credi e di me non ti fidi? Grazie tante, eh!» si intromise Liz, spuntata da chissà dove con dietro il resto della brigata.
 «Da quanto siete qui?» chiedemmo io e Maka in coro.
«Li ho fatti salire io..» disse Hayate alzando la testa dal suo libro.
Ci eravamo tutti diretti alla Shibusen, per strada avevamo incontrato anche Stein, Marie, Eric, Alexis, Spirit e la sua ex consorte.
 Il Sommo Shinigami aveva fatto fare le cose in grande,  anche la musica era bella e come mi aspettavo era pieno di studenti, anche quelli vecchi.
 Abbiamo rivisto Ox e Kim, Jacqueline e Kirikù che erano i mezzo alla pista a ballare, con i quali avevamo scambiato solo qualche parola.
Era partita una canzone di Katy Perry, “Thinking of you”, perché era la canzone preferita da Tsubaki.
  Stavo per invitare Maka a ballare, quando dietro di noi spuntò Kid.
«Scusa, Soul, ma posso rubartela un secondo?» disse Kid indicando Maka.
  «Certo, fai pure»
Aveva preso la mia Maka e l’aveva portata al centro della pista…sempre il solito perfettino.
 «Papà…quando andremo a vivere in un'altra casa verrà anche lo zio Kid?» disse Yuki spuntando da chissà dove.
«Non è detto che lui voglia vivere ancora con noi » si intromise Hayate apparendo altrettanto misteriosamente.
 «Non lo so, ma dubito fortemente che lui non voglia più stare con voi»  conclusi io guardando il vuoto, o forse osservavo Kid senza neanche rendermene conto, ma  notavo che Kid, aveva un qualche problema.
 
***
 
Avevo portato Maka a ballare, era da un pezzo che avevo bisogno di stare un po’ con lei.
 «A che devo l’onore del ballo, Kid?» chiese lei.
«Perché? Non posso?»
  «No, no certo  che puoi, solo… c’è qualcosa che ti turba?»
«Speravo che tra te e Soul si risistemasse tutto e sono felice che sia successo, ma…»
 «..Ma?»
   « Ma mi mancherai, ho sempre avuto il terrore che una volta arrivato questo giorno io non sarei più potuto stare insieme a te e ai gemelli come un tempo. La verità è che sono troppo affezionato a voi»
«Anche tu mi mancherai tanto, ma rimarrai sempre il mio migliore amico e per te c’è sempre il posto in prima fila» disse lei cercando di sorridere, ma senza risultati. Una piccola e solitaria lacrima, percorreva la sua guancia rosea, forse avevo anche io, un piccolo pezzo del suo cuore.
 «Che fai? Ti metti a piangere?»
«Si, perché tu sei davvero importante per me lo sei stato per tutti questi otto anni, lo eri prima, lo sei adesso e lo sarai sempre» mi abbracciò forte, ma io non l’ho mai vista come un’amica…mai. Solo, il suo cuore apparteneva ad un altro e mi andava bene così, se lei era felice lo sarei stato pure io. Le sarei stato sempre affianco, come migliore amico, ma anche se i miei sentimenti non verranno mai ricambiati io cercherò di accettarlo, ma… un pezzo del mio cuore sarà sempre suo. Ricambiai l’abbraccio e la strinsi a me un’ultima volta, come quando eravamo soli io e lei, poi avrei messo quella speranza in un cassetto e sarei sempre rimasto il suo più grande amico e confidente.
 «Kid, so che forse è impossibile, ma…non è che potresti portarmi tu sull’altare?»
«Che?!»
 «Ti prego! Ti prego!» disse facendomi gli occhioni da cucciolo.
«Ah…sono tentato di dirti di si, ma voglio la motivazione» ero diventato, dello stesso colore del vestito di Liz, Carmine.
 «Come la motivazione? Non è già abbastanza ovvia? Non mi hai mai abbandonata anche quando erto sola tu c’eri, pronto a sostenermi e a consigliarmi. Io senza di te mi sentirei persa. Insomma, tu sei stato troppo importante»
«allora ti dico di si. Tutte queste belle cose non me lei hai mai dette quindi accetto alla velocità della luce prima che tu cambi idea» dissi abbozzando una risata.
 «Va bene allora…sai Kid, da quel giorno che mi sei venuto a raccattare nella mia camera, io ho iniziato a scrivere una specie di autobiografia»
«Che intendi?»
 «Cioè, ho scritto la storia di come ho avuto i gemelli, ma non ho ancora detto nulla a nessuno»
«Non lo sa neanche Soul?»
 «No. Io ti ho detto che per te ci sarebbe sempre stato un posto in prima fila, ho bisogno dei tuoi saggi consigli…sempre»
 «E perché non glielo dici, allora?»
«Voglio che rimanga segreto, aspetterò il momento buono per dirglielo. Oggi una folata di vento ha sparpagliato i fogli del manoscritto e Soul voleva aiutarmi a recuperarli, fortuna che non l’ha fatto!»
  «Hai paura che non sia d’accordo con la pubblicazione del libro?» Fece solo un cenno di testa.
«Ho sempre paura di fare un passo falso»
  «Sai una cosa?» lei alzò lo sguardo ed io ero rimasto catturato da quei suoi due smeraldi lucenti, che aveva al posto degli occhi. « Se Soul  ti ama davvero, non potrebbe mai odiarti solo per uno stupido errore»
«E se si arrabbiasse?»
 «Allora subentro io e lo riempio di botte fino a fargli vedere le stelle!»
Lei scoppiò un una grossa risata, che ha messo anche me in condizione di ridere.
 Ad un tratto, un vetro si ruppe sopra me e Maka, avevo fatto appena in tempo a pararla dai vetri che arrivarono Soul, Liz e Patty.
 «Che è stato sto’ rimbombo?!»  disse Patty
Gli sguardi di Soul, Liz e Patty  si erano  fatti enormemente preoccupati, quando dalla bocca di Liz era uscita una frase che avrei preferito non sentire: «Le Idre ci attaccano! Portate via i ragazzi!»
 Da quel momento si era scatenato l’inferno: le Idre vagavano per tutta la sala, mentre Ox, Kim, Jacqueline e Kirikù portavano in salvo gli studenti tramite il condotto dell’aria. Io, Maka e Star eravamo tornati ai tempi in cui davamo la caccia al Kishin.
 Anche mio padre aveva brandito Spirit, ma cosa potevamo fare? Se ad ogni affondo essi si moltiplicavano?
 Neanche Star e Stein, per quanto gli lanciassero contro l’onda dell’anima non riuscivano a stecchirli, li facevano solo perdere momentaneamente le forze. Quello di cui avevamo bisogno era un’onda particolare, ma in chi si celava?
 Io e Maka eravamo uno vicino all’altra, io con le mie pistole e lei con Soul in mano, ed  eravamo circondati. Non potevamo far intervenire Star o Stein che erano dall’altra parte della stanza dove la situazione era ben più critica.
Se solo avessi potuto riunire le “ Lines of Sanzu” come all’ultima battaglia contro Ashura, ma non ne ero ancora del tutto in grado, non avevo idea allora e anche adesso di come rifarlo.
 Mio Padre si era fatto valere per tutta la battaglia, aveva cercato di riprendere tutte le guerre mancate della base,  ma ad un tratto un’ Idra dietro di lui gli morse il collo ed io cercai di farmi spazio tra le Idre che ci circondavano, per correre in soccorso a mio padre… troppo tardi, era sdraiato, inerme davanti a me, ma non sanguinava.
Maka, mi guardava le spalle e Kami, che per tutto il tempo si era destreggiata con i coltelli delle portate, aveva preso in mano Spirit ed era andata vicino a sua figlia a “suonarle” alle Idre.
 «Padre! Padre! Vi prego rispondetemi!» lui era sveglio e mi fissava, sentivo battere il suo cuore, ma da lui non avevo alcuna risposta. Avevo le lacrime agli occhi, che gli era successo? Lui era il Sommo Shinigami, cavolo! Che cosa poteva averlo indebolito così tanto da farlo diventare incapace di compiere movimenti e di parlare?
  «K-Kid…è ..il…morso..» e si era assopito sulle mie gambe.
 Ora piangevo. Liz era tornata umana e mi era venuta ad abbracciare, lo stesso fece Patty.
«Andrà tutto bene Kid-kun» mi rassicurò Patty
 «Tuo padre è forte se la caverà»
Stavo sdraiato su di lui, e senza che me ne accorgessi la battaglia era già finita. Le Idre se ne erano andate da sole, in seguito ad uno strano rumore esterno, una specie di fischio.
 Stein e Star mi avevano staccato da mio padre a forza e lo avevano portato in infermeria, dove lo stesso Stein era rimasto per ore ad analizzare la situazione.
Io ero rimasto a passeggiare su e giù per la sala d’aspetto, nervosamente. Tutti i miei amici erano lì a confortarmi e a rassicurarmi, ma dopo tre ore che Stein non era uscito, io ero sceso a prendere un caffè e l’unica a seguirmi era stata Maka.
«Mi spiace, capisco ciò che provi»
  «No, non capisci!» Le avevo urlato, mai lo avevo fatto in quegli otto anni, ero in preda alla rabbia e allo sconforto. Lei, però, non aveva fatto una piega.
«Allora spiegamelo tu» disse sedendosi e facendomi segno di unirmi a lei.
 «Io non sono in grado di essere  un grande Shinigami come lui, non sono pronto e poi se lui se ne andasse io mi sentirei… disperso»
 -Esattamente come mi sentirei se perdessi te, Maka-
«Ho capito, ma lui è forte e resisterà, devi credermi… e tu sei suo figlio, sei forte almeno quanto lui, se non di più»
Avevo bevuto il mio caffè e mi ero alzato dalla sedia.
 «Lo pensi davvero?» dissi senza guardala
«Sai perfettamente che io come bugiarda non valgo niente»
Ed entrambi eravamo tornati nella sala d’aspetto ed in quel preciso momento Stein era uscito, con il suo solito sorriso sadico stampato in faccia.
  «Posso dirti come sta tuo padre…Kid»
 

Spazio autrice:
Io: Hello!! Sono di nuovo qui a rompere…allora… siamo quasi alla fine della storia ed ancora una volta vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito, messo la fic tra le preferite, seguite e ricordate e poi anche chi l’ ha soltanto letta. Oggi non faccio interviste, solo anticipazioni… nel prossimo capitolo ci sarà un colpo di scena ( forse anche due) peggiori di questo, di gran lunga… quindi vi chiedo già perdono in anticipo T^T
Beh concludo qui…arrivederci, Rouge-san
 
 

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** Il secondo attacco ***


 
I know there's something in the wake of your smile  I get an notion from the look in your eyes...yeah
You've Built a love but that love falls apart  Your little piece of heaven turns to dark
Listen to your heart when he's calling for you  Listen to your heart
There's nothing else you can do I don't know where you’re going, and I don’t know why
But listen to your heart before You tell him goodbye
( Listen to your heart – DHT)
 
-Maka -Soul -Kid -Liz -Patty -Stein -Black Star -Kami -Spirit -Yuki -Hayate -Shine -Alexis -Eric - Tsubaki

 
Capitolo22

 

 
«Posso dirti come sta tuo padre…Kid»  mi aveva detto Stein.
Mi ero fiondato nella camera d’ospedale di mio padre e mi ero seduto accanto a lui, in silenzio.
 «Voglio l’intera verità riguardo alla sua condizione» dico franco a Stein.
«Ovvio che tu voglia sapere tutto e ti dirò la verità: tuo padre è in coma»
 Una frase, una pugnalata.
«Ma per ora non è a rischio di morte»
Un’altra frase, un piccolo sospiro di sollievo.
  «Tuttavia, è  una situazione precaria, non ho ancora avuto il tempo  di capirci qualcosa in più»
Pugnalata.
 «Ma tranquillo, tuo padre è un uomo forte e sta lottando per uscirne al meglio. Ce la farà»
Sollievo.
 «Ah, un ultima cosa, per concludere» mi aveva detto Stein.
«Sarebbe?» domandai ormai un po’ più tranquillo.
  «Ogni volta che le tue “Lines of Sanzu” si uniscono tuo padre ha dei malori, che un giorno gli saranno fatali. In poche parole, può esistere solo un sommo Shinigami e prima o poi tu succederai a tuo padre per obbligo naturale» usci senza dire più nient’altro. Era stato chiaro, anzi, troppo.  Ero rimasto spiazzato, scioccato e forse anche inorridito da quello che mi aveva detto. Chissà se traeva piacere nel vedermi passare dal preoccupatissimo al: ok, falso allarme. Di certo Stein è l’ impersonificazione del sadismo puro, non c’è dubbio.
 Rimango tutta la notte al fianco di mio padre, detestandomi profondamente, perché io, un giorno, sarò la causa della sua morte. Forse non dovevo farmi problemi, infondo Stein sta lavorando ad una cura, ma posso fare affidamento su di lui? Non ho scelta.  Due mani calde mi avevano appoggiato una coperta sulle spalle, non mi ero voltato, avevo solo afferrato la mano della suddetta persona.
«Kid…» una voce che avrei riconosciuto tra mille.
 «Liz! Che ci fai qui a quest’ora?» le avevo domandato.
«Mi sembra ovvio, ti faccio compagnia e poi volevo dirti che su di me puoi contare, sempre» il suo sorriso, così splendente, quasi come le stelle in cielo, mi aveva rassicurato.
 «Io conto sempre su di te» l’avevo abbracciata stretta e con forza. «grazie» avevo concluso.
«Patty è andata a casa verso l’ora di cena, Soul e i gemelli sono andati a casa due o tre ore fa, mentre ho convinto Maka a tornare a casa solo qualche minuto fa»
 «Ok, perfetto, sarà stata distrutta» avevo detto in tono vago.
«Lei diceva di no, ma aveva delle occhiaie pesantissime e poi, sai com’è fatta»
 «Oh lo so, infatti hai fatto benissimo a mandarla a casa»
Il resto della nottata lo abbiamo passato a dormire come due sassi accanto a mio padre, sognando tranquilli. O almeno, per un pò.
 
***
 
Ero tornata a casa che ero indolenzita, stanca e dolorante, in una parola: distrutta. Mi ero diretta al frigo, per bere un po’ d’acqua fresca, cercando di mantenere un passo felpato per non svegliare la casa. Proprio mentre bevo le luci si accendono all’improvviso, avevo fatto un salto allucinante per lo spavento, quando in realtà era solo Soul che si stropicciava gli occhi e veniva verso di me ancora mezzo addormentato.
 «Ma dico, ti sembra l’ora di tornare? Sono le quattro e mezza del mattino!» mi aveva detto sottovoce indicandomi l’orologio della cucina.
 «Lo so, mi dispiace, ma ero preoccupata e…»
«Ah, tranquilla, anche io sono preoccupato per Kid e Shinigami. L’importante è che non l’hai lasciati soli»
 
«Non lo avrei mai fatto!»  avevo esclamato a bassa voce «L’ho lasciato nelle mani di Liz»
 «Ah, ok» 
Mentre sto rimettendo a posto la bottiglia, Soul mi aveva detto:  «Ah! Un’ ultima cosa: ho trovato nel tuo comodino, per errore sia chiaro,  un manoscritto interessante che…»
  «Senti Soul io volevo parlartene, lo giuro solo…»Mi blocca con la mano.
«Accidenti fammi finire! Che mi è piaciuto molto. Oh, alleluia, l’ho detto!»
 «D-davvero ti piace?»
«Certo è scritto bene, la trama regge e poi ho finalmente saputo tutto ciò che pensavi di me e non mi avevi mai detto»
 «Quindi se lo pubblicassi, non ti arrabbieresti?»
«E perché dovrei arrabbiarmi, scusa? Sono felice se hai trovato un passatempo che ti piace e ti stimola»
 «Davvero?»
«Perché dovrei mentirti?»
 «Era solo una mia paranoia…meno male»
«Mah! Io a volte proprio non ti capisco» disse grattandosi la testa in segno di resa.
 «E mai capirai» gli avevo risposto ridendo.
«Tralasciando scherzi e risate, è meglio se te ne vai a letto, hai delle occhiaie da paura»
 «Si notano così tanto?»
«Credo che inizino a emanare poteri malefici, se ti vedono Yuki e Hayate scappano a gambe levate» aveva detta in tono canzonatorio.
 «Soul, è stata una giornata pesante, ma ti assicuro che un Maka-chop non te lo toglie nessuno»
«Scherzavo! Non si può più abbozzare un po’ di umorismo?» aveva detto alzando le mani al cielo.
 «Farò finta di non aver sentito nulla» e mi ero diretta in letto e praticamente svenuta sopra, senza  neanche mettermi il pigiama. Ho solo avuto il tempo di sentire le calde labbra di Soul che mi accarezzavano la fronte per poi cadere nel sonno totale.
 
***
 
Liz aveva iniziato a scuotermi freneticamente.
«Kid! Kid! Svegliati subito, c’è qualcuno qui!» mi bisbigliava intimorita.
  «Liz, sono le sette del mattino, lasciami dormire, e soprattutto, se non sono le otto scoccate non mi svegliare!» le avevo detto incurante delle sue paranoie.
«Sarebbero le cinque, ma vabbè…il fatto è Kid, che non siamo da soli in questo dannato ospedale!» ora gridava.
Le cinque, ho dormito solo un’ora scarsa? Povero me, inoltre Liz mi aveva definitivamente svegliato. Tuttavia a farmi alzare è  stata la rottura di un vetro improvvisa che mi ha fatto concordare con la teoria di Liz e finalmente, per lei, a comprendere e assecondare i suoi timori.
 Liz, immediatamente  aveva assunto la forma di pistola. Non potevo usarla se Patty non è con lei, non è simmetrico! In quel momento mi sentivo un relitto umano, uno scarto sociale, ma dovevo usarla per il bene di mio padre. Ero uscito dalla camera, chiudendola a chiave, mi dirigevo cautamente verso dove mi era parso di sentire il vetro rompersi.
«Kid, dovremmo chiamare rinforzi…» comincia Liz «…Insomma, in due non possiamo farcela, se fosse un altro attacco? No, non possiamo rischiare. E poi…so quanto odi avere solo una pistola»
Mi capiva perfettamente, tra di noi c’era sempre stata una perfetta simbiosi, menti affine ( non in tutto però), in un certo senso.
«Concordo» avevo preso in mano il telefono e avevo fatto il numero di Patty, convinto che non avrebbe neanche sentito il telefono squillare, invece…
«Kid! Era ora, hai notizie?» mi aveva detto in tono parecchio preoccupato.
 «Patty?! Sei sveglia? Ah, ma cosa dico non ha importanza, ora devi venire immediatamente all’ospedale è un urgenza!»
«Sarò lì in un secondo»
Patty mi aveva risposto? Wow, era un miracolo. Poi ero passato a Black Star, altrettanto dubbioso di poter ricevere una risposta, potevo solo sperare che mi sentisse Tsubaki.
 «Chi-ha-osato- svegliare- l’illustre-sottoscritto?!» perfetto, era lui, arrabbiato nero, per di più.
«Bando alle ciance Star, vieni immediatamente all’ospedale!»
 «Mi stai pigliando per i fondelli? Sono le cinque del mattino, la mia signora riposa e mia figlia fa altrettanto»
«Lo so, ma probabilmente è un altro attacco! Devi aiutarmi, ti prego» odio supplicare, ma è l’unica cosa che posso fare per convincerlo.
 «Arrivo amico, tu attendimi»
«Ah, Star, un’ultima cosa…avverti Stein e Spirit»
 «Ok, ma bada, sarà l'ultimo favore che ti concederò!»
Mi ero affrettato a fare il numero di Maka, le mie mani tremavano, perché era ormai chiaro che era un’imboscata, era tutto programmato.
 Forse ci volevano tutti, adesso stanchi e stremati, nel momento peggiore, ma non potevo permettermi di indugiare.
«Ok, chiunque sia a quest’ora giuro che domani non ci sarà più!» era Soul.
 «Soul, sono Kid»
«Che cavolo vuoi fare? Svegliare la casa?» mi aveva domandato irritato
 «E’ un emergenza  d-devi venire qui subito, ci attaccano di nuovo»
 Mi aveva chiuso il telefono in faccia.
«Lo prenderò come un sì»
 Ero uscito dall’ospedale per aspettarli, ma dato che ero sospettoso, mi sono fermato sul ciglio della porta. Neanche un quarto d’ora dopo, eravamo tutti riuniti.
 «Che cosa è successo Kid-kun?» mi aveva chiesto dolcemente Tsubaki.
«Allora, io e Liz abbiamo sentito rompere dei vetri e li abbiamo visti infranti, in seguito abbiamo sentito vari rumori a dir poco sospetti. Abbiamo supposto ad un’imboscata»
 «Credi che ci vogliano riunire tutti per farci fuori in una volta sola?» mi aveva chiesto Maka.
«Non lo so, ma anche se fosse da solo non potrei mai farcela a tenere testa a tutti loro»
  Maka aveva annuito e mi aveva rivolto un sorriso complice.
«Io sono con te, fino alla fine» mi aveva detto infine.
 «Se ci sta lei, ci sto anche io» si era unito pure Soul, poi Tsubaki e Star, Stein e Marie e Patty.
«So che senza mio padre per te sarà più difficile Spirit-san e con la sua ex-moglie per di più» mi ero rivolto al padre di Maka e alla sua ex-moglie.
 «Non è affatto un problema ,anzi, è proprio perché tuo padre ha bisogno di me che combatto, o almeno cercherò, insieme a Kami» mi aveva risposto Spirit.
 «Come sarebbe a dire “cercherò”, buffone? Lo hai sempre fatto, anche di recente al quartier generale, grandissimo pezzo di demente!» Stava per tirargli un pugno sul naso.
 «Scherzavo! Scherzavo! Non si può?» aveva detto Spirit coprendosi con le braccia.
«No, è vietato in mia presenza»
 Mi volto verso Maka e le fiondo uno sguardo della serie “falli smettere o li ammazzo” e lei aveva afferrato al volo il concetto.
«Mamma, papà, pensate ai vostri nipotini e a quanto siate un cattivo esempio quando fate queste scenate»
Spirit e Kami si erano rizzati in piedi ed erano tesi quanto delle corde di violino. Spirit aveva distrutto il rapporto che aveva con Maka, nonostante tentasse ancora di ricostruirlo, voleva ricominciare con i nipoti e voleva dimostrare a Maka di poter essere un nonno accettabile e di poter diventare un padre migliore. Lo speravo per lui.
 «Allora Kid, che si fa?» mi aveva domandato Soul.
«Ci dividiamo: Soul, Maka l’ala nord dell’ospedale, Marie e Stein l’ala ovest, Spirit e Kami l’ala est, io e le sorelle Thompson l’ala sud, Star e Tsubaki cortile, tutto chiaro?»
 «Agli ordini boss» avevano detto a mo’ di soldato.  Da lì eravamo divisi ,ma pronti a tutto, almeno così sostenevo.
 
***
 
Io e Kami vagavamo per l’ala est dell’ospedale. Kid aveva ragione, qualcosa non quadra, io e Kami di tanto in tanto abbiamo trovato dello strano liquido nero, che avevo visto solo sulle Idre. Poteva essere scambiato per sangue nero, ma non lo era. Quella era una sostanza molto più viscosa rispetto a del comune sangue. Seguiamo uno dei rumori sospetti e lo raggiungiamo dopo un’ora, scoprendo che proveniva da uno sgabuzzino. Sentivo le mani sudate di Kami che mi stringevano con forza, le avevo lanciato uno sguardo e vedevo nei suoi occhi la parola paura a caratteri cubitali, ma ha sempre cercato di sopprimere questo sentimento ed è la stessa cosa che fa Maka. Quanto si assomigliavano, eppure le avevo perse entrambe con questo mio modo di fare.
«Mi dispiace» avevo detto riprendendo forma umana.
 «Ti sembra il momento delle scuse? Se aspettiamo ancora un po’ qui ci scappa il morto!»  le avevo afferrato il viso e l’avevo baciata per qualche secondo. Lei non aveva respinto il bacio solo, che ha rotto la magia staccandosi.
 «Perché?» mi aveva domandato semplicemente.
«Perché sono un idiota, un deficiente che non aveva idea di quanto possedesse sinchè non l’ha perso. Il fatto è che non ho mai smesso di amarti è solo che con quel mio modo di fare ho...rovinato la mia famiglia. Quella era la mia più grande avventura e io me la sono persa. Per questo ti chiedo scusa e anche se ormai tu non…»
«Oh, razza di scemo!» mi aveva afferrato la camicia e mi aveva  baciato di nuovo, più appassionatamente di prima, mescolando la sua lingua alla mia dolcemente.
 «Lo so benissimo ed era ora che ci arrivassi mio caro»
«Mi perdoni davvero? Non mi stai prendendo in giro?»
 «No, non ti prendo in giorno tontolone» mi aveva sorriso scherzosamente. «E poi, potrebbe essere l’ultima sera che passiamo insieme, era da dire, non credi?» aveva aggiunto.
«Si, anche per quello, ma io la voglio vedere in modo ottimistico, perché ho molte altre cose da fare e altri progetti da realizzare»
 Io e Kami perdiamo di vista i rumori, ma riusciamo a rintracciarli davanti ai bagni. D’un tratto, e del tutto silenziosamente, una mano si poggia sulla spalla di Kami, che sobbalza.
 «Stein, Marie, Black Star, Tsubaki, che diavolo ci fate qui?!» aveva domandato.
«Abbiamo trovato poco e niente, io e la mia stella abbiamo raccattato dei rampini, ma nient’altro»
 
«Noi del liquido nero, molto viscoso per essere sangue nero, è  lo strato viscido che ricopre l’Idra, ne sono sicuro»
Perfetto eravamo tutti ad un punto morto.
«Ascoltate» avevo detto riprendendo il mio naturale aspetto «Dobbiamo dividerci di nuovo e riunirci in un unico punto...facciamo…la sala informazioni, quella con le vetrate e i terrazzi»
 «Ok» avevano risposto in coro
«Bene, ci ritroviamo lì tra un’ora. Squadra Stein occupatevi della squadra Kid,  il team Black Star si occuperà di trovare qualche altro indizio, mentre io e la tipa qui troveremo nostra figlia e il teppista» dico serio fino ad un certo punto della frase.
 «Spirit, guarda che ci metto un attimo a cambiare idea! E poi quel “teppista” sarà il tuo futuro genero»
«Già, devo imparare ad accettare la cosa…ci riuscirò, secondo te?»
 «Oh  vedrai che ci riesci» mi aveva detto.
Allora ci siamo ridivisi tutti e siamo andati per le nostre strade, ma una volta ritrovati, si era scatenato l’inferno.
 
***
 
Ci avevano lasciati da soli! Insomma, loro se ne vanno di casa con queste “Idre” in giro, perché devono fare luce su questa storia una volta per tutte. Fosse una passeggiata! Mamma è convintissima che una spia abbia rivelato la nostra posizione, quando ci hanno attaccati in Arizona e ne ero convinta pure io, ma la domanda è: chi è costui?
«Non mi fido…li seguiamo, vero?» avevo domandato a mio fratello.
 «Mi sembra d’obbligo» aveva risposto secco lui. Senza aggiungere altro, si era diretto alla porta, aveva frugato nelle tasche qualche secondo, poi aveva estratto una forcina tutta ripiegata.
In un paio di minuti, neanche, aveva aperto la porta.
«Che cosa faresti senza di me, Yuki?» mi aveva domandato con un tono di superiorità.
 «Vivrei meglio, poco, ma sicuro» gli avevo risposto sarcasticamente e con un leggero velo di cinismo. I miei geni maligni li avevo ereditati tutti da mamma.
«A piedi ci metteremo una vita» mi aveva fatto notare Hayate. Illuminazione. Eravamo corsi in garage e avevamo preso le bici che la nonna ci aveva regalato più o meno al nostro arrivo.
 «Grazie nonna, sei un mito» aveva detto Hayate tra sé e sé.
Dopo una ventina di minuti che pedalavamo come due pazzi scatenati, eccoci all’ospedale. Ci buttiamo stremati sul prato del cortile della clinica.
 «Non credo che entrare dalla porta d’ingresso sia una buona idea» mi aveva sussurrato Hayate con il respiro rotto dal fiatone.
Mi accorgo del condotto dell’aria.
 «Entreremo da lì!» avevo esclamato indicandogli il passaggio.
«E’ un’idea eccellente, ma c’è solo un problemino…ha le sbarre in ferro!» mi aveva gridato. In effetti si, aveva le sbarre, ma era solo un piccolo incidente di percorso. Sia io, sia mio fratelli ci eravamo messi a tirare, pura sapendo quanto fosse potentemente inutile. Finchè una voce, una manna dal cielo, si era fatta sentire chiaramente.
 «Vi serve una mano?»
«Shine!» gridiamo in coto io e mio fratello esaltati. «Anche tu hai scassinato la porta?» avevo chiesto.
  «No, io sono più originale, mi sono catapultata giù dalla finestra. E poi… » incomincia «…Col cavolo che lascio la scazzottata ai miei, io me la voglio godere tutta!» risponde euforica.
«Ehi, non dimenticarti di noi!» questa era una voce maschile e ben distinta.
 «Eric e Alexis! Che bello siamo tutti qui»  avevo esultato io.
«Puoi ben dirlo, ed ora togliamo di mezzo quelle odiose sbarre» esclama Alexis. Prende la mano del fratello con grinta, quest’ultimo si trasforma in una lunga frusta con l’impugnatura d’acciaio, ricoperta da un sottile strato d’isolante.
 «Souls Resonance!» esclamano quei due in coro.
 La frusta prende fuoco . Degna figlia di Stein, riesce già a fare la "Souls Resonance"
 «Flame mode» conclude Alexis.
«Che è sta cosa del..Souls…quella roba lì?» chiedono Shine e Hayate.
 «Io sono molto avanti come maestra d’armi e riesco a mettermi in risonanza con l’anima di mio fratello. Quest’ultimo ogni volta che eseguiamo questa tecnica può assorbire uno qualsiasi degli elementi naturali e usarlo come arma, cambiando a volte anche forma fisica»
  «Wow, cool»  aveva risposto mio fratello.
«Fatevi da parte» aveva detto Eric.
 Con un solo colpo di frusta, Alexis aveva fatto cadere le sbarre. Eric era tornato normale e tutti mi avevano seguita ( si, ero entrata per prima) all’interno di quei condotti. Mi ero bloccata di scatto. Mia madre era sotto di me, la sua anima era inqueta, lo sentivo, lo percepivo chiaramente e in quel momento tutto mi è apparso chiaro, logico, se non cristallino.
Mamma e zio Kid che cambiavano i nomi e firme per lavoro, per proteggerci da questa “DSSI”, un uomo però l’ha chiamata con il suo vero nome, un uomo che era un suo collega ha capito il trucco e ci ha fatto piombare le Idre in casa. Ovvio, la  spia era lui! Lui era la mente dietro a tutte queste follie, lui era la grande mente che mandava avanti la baracca! Che rabbia immensa.
«Muoviti!» aveva detto Hayate dandomi uno spintone e facendoci cadere tutti dai condotti dell’aria, che si erano forzati per il troppo peso.
«Bravo Hayate! Sei proprio furbo!» gli avevo gridato massaggiandomi le natiche doloranti.
 «Senti tu non ti davi una mossa, logico che ti do una spintarella»
«Spintarella? Mi hai buttata giù!»
 «Ehm…ragazzi…» si era intromesso Eric.
Davanti a noi c’era mia madre ,ovviamente, furiosa con in mano una falce Rossa con uno strano occhio inquietante che intorno aveva ornamenti in oro. Noi eravamo piombati nel mezzo della battaglia.
 «Da quanto siete qui?!»  aveva gridato.
«Non da tanto» avevamo risposto io e Hayate, dato che gli altri erano tutti dai loro genitori.
 «Non mi interessa! Non sareste dovuti venire, che farei se vi perdessi?»  aveva le lacrime agli occhi. Di che parlava? Ci stava dicendo addio, forse? No, mai non lo avremmo permesso. Mentre mamma aveva ricominciato a combattere io e Hayate non potevamo fare nulla, lui aveva il braccio trasformato in falce, ma io? Io ero inutile. Un Idra veniva verso di noi da una parte e un’altra stava attaccando mamma, quest’ultima era corsa verso di noi disperatamente, però papà aveva ripreso la sua solita forma e ci aveva raccolti tutti fra le sue braccia. Quello che successe dopo io ricordo solo sfumature, avevo solo visto mio padre cadere  con le spalle insanguinate con impresso il segno di un morso.
«No! No! Non può finire così, non come in quel sogno maledetto!» mia madre gridava e piangeva come un’ossessa. Stein e Lo zio Kid sono venuti a pararci le spalle, io non riuscivo a dire nulla, ero paralizzata, distrutta. Non riuscivo  a dire nulla a parole, ma riuscivo a provarlo. Non saremmo mai dovuti venire,  Mi butto sul corpo di papà e Hayate fa lo stesso. E’ arrabbiato, lo sento. Gli prendo la mano e gliela stringo forte, riuscivo a sentire tutto ciò che mio fratello provava era un miscuglio di emozioni, ma sta di fatto, che qualcosa di grandioso accadde. Una luce bianca e calda era partita dalle mani congiunte mie e di mio fratello, una scarica di energia pura, dopo quello il nulla, quando mi sono risvegliata ero nel letto dell’ospedale, con i tubi nel naso.
 
 

 
 
 
 
 P.s: aggiungo ora lo spazio autrice. Lo so che non c'è la battaglia, infatti la scriverò nel prossimo capitolo che sarà il penultimo della storia. Eh, si, siamo agli sgoccioli. Ci tengo a ringraziare tutti quelli che l'hanno messa tra le preferite, seguite, insomma avete capito, chi ha recensito o anche soltanto chi la legge un bacione enorme e un grandissimo grazie a caratteri cubitali. Ci tengo a ringraziare la mia consigliera, colei che ascolta tutte le mie sclerate mentali, con cui in alcune storie ho collaborato, senza la quale non averei mai, e ci tengo a sottolineare mai, postato la storia. Questa ragazza è sempre pronta a correggermi e a darmi spunto nei momenti di blocco, percui, grazie alla mia Minori-san ^.^ e ancora grazie a tutti voi :D

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Capitolo 23
*** La fine, più o meno ***


Capitolo 23
 
Ero seduta accanto al letto di Soul, che dire ero devastata. Aveva la faccia lacerata e per quanto Stein ce la mettesse tutta non riusciva a curarlo. Ne lui, ne Shinigami. La battaglia era conclusa, da due giorni ormai e tutto grazie ai gemelli, che dormivano nei letti vicini beatamente. Loro grazie a Dio non si erano fatti nulla, avevano solo esaurito la energie, come non so dirlo. Avevano emanato luce propria dal momento in cui si erano tenuti per mano, poi tutto era svanito come nel nulla.  Mi afflosciai sulle calde coperte del letto di Soul e senza accorgermene mi ero addormentata. Al mio risveglio non ero più accanto a Soul. Ero nel panico più totale, dov’era? Ma soprattutto perché non ero con lui? Ero sdraiata bellamente sulle gambe di Kid, che mi accarezzava dolcemente i capelli.
«Dov’è Soul?» gli avevo domandato con riluttanza.
 «E’ in sala operatoria, ti ho portata io qui, quindi non preoccuparti. I gemelli sono ancora addormentati»
«C-Come è in sala operatoria?!» ero in preda al panico.
 «Anche mio padre è là, Stein ha deciso di provare con qualcosa di…ehm...radicale, ecco»
«Radicale in che senso?»
 «Non ne ho idea» stavo per ucciderlo, lo giuro, ma cecavo di trattenermi.
«Grazie davvero illuminante, peccato non sia servito a molto»
 «Ti ho detto quello che so Maka, ora non ci resta che aspettare e sperare»
E così abbiamo fatto. Nelle ore successive avrò bevuto almeno una decina di tazzine di caffè e continuavo a camminare avanti e indietro  a parlottare cose senza senso come una povera squilibrata.
Cosa avrei fatto senza Soul? Nulla. Mi sarei sentita a metà, forse per il resto della mia vita. E i gemelli? Ora che lo avevano conosciuto, cosa avrebbero fatto? Avrebbero superato la sua morte? Non ne avevo idea. Non tutto era perduto, dovevo pensare positivo. Continuava a riaffiorarmi alla mente il ricordo delle parole che mi aveva detto prima dell’attacco: “qualunque cosa accada, qualunque sia la nostra sorte, io ti amerò sempre e ,sempre ti sarò vicino, anche se dovessi morire. Perché per te e per i gemelli lo farei”al solo pensare quelle parole, avevano scatenato una tempesta nel mio cuore, tanto da farlo sentire a pezzi. Una lacrima scendeva leggera e calda sulla mia guancia, non credevo potesse sacrificarsi per noi, ciò è lui è sempre stato abbastanza di parola, ma io non  gli avrei mai permesso di fare una cosa del genere. Il dottor Stein irruppe nella sala con i guanti sporchi di sangue. Il sangue di Soul. Il mio cuore aveva perso un battito.
«Come stanno?» aveva domandato Kid al posto mio.
 «Ho fatto il possibile, ma non è bastato» addio ad un altro palpito.
«Cosa intende Stein sia più chiaro!» aveva urlato il mio amico, facendomi perdere un’ulteriore pulsazione.
 «Più chiaro? Benissimo, abbiamo cercato di rimuovere il veleno, le scorie e le schegge velenose dai due corpi, ma non è stato possibile, il veleno aveva già fatto effetto e troppo bene. E’ stato impossibile tenerli in vita» pugnalata. Quella frase era stata una coltellata dritta la cure.
 Ero caduta sulle ginocchia mi sentivo peggio di quando Soul mi aveva abbandonata la prima volta, solo che ora era per davvero. Che avrei detto ai gemelli? Mi spiace vostro padre è morto dobbiamo tornare alla nostra solita vita ora, quindi fate come se nulla fosse accaduto, dimenticatevi di lui. No, non lo avrei mai fatto e loro non me l’avrebbero mai perdonata, ma come glielo avrei detto?
Kid affianco a me si era lasciato cadere sulla sedia, con gli occhi persi nel vuoto, ma che comunque, facevano cadere calde lacrime di dolore e di angoscia.
«Ora dovrai prendere il posto di tuo padre ed io? Cosa farò? I gemelli cosa faranno?» avevo chiesto a Kid tutte le mie paure, gli avevo aperto il mio cuore e glielo avevo messo in mano, ora lui doveva decidere che cosa farne.
 «Ritorniamo alla nostra vita di prima, io non ho intenzione di fare il preside, non intendo neanche far finta che nulla sia accaduto, fingendo di fottermene. Io torno ai miei doveri di architetto, tu continui il tuo lavoro di giornalista e ai gemelli diremo la verità più assoluta. Sono grandi è inutile stare a mentirgli, non voglio che la loro vita sia basata su una menzogna, sono abbastanza grandi per capire» ero d’accordo con tutto quello che aveva detto.
 «Si, è la cosa migliore per tutti, credo, ma come la mettiamo con i funerali?»
«Vedremo, ogni cosa a suo tempo, ora pensiamo a dirlo ai ragazzi e nella maniera più delicata possibile»
 Siamo andati nella loro camera e c’era Yuki che si studiava attentamente i tubi che aveva nel naso, mentre Hayate si leggeva l’ultimo numero del “Ghost Rider”, il suo fumetto Marvel preferito, ci aveva messo ben cinque anni per farsi tutta la serie.
 Mi sentivo mancare, mi tremavano le ginocchia, mi mancava il respiro e sudavo freddo, ero terrorizzata. Kid mi aveva afferrato la mano e capivo che loro dovevano sentire la mia voce per essere rassicurati e se dovevo parlare lo avrei fatto.
«Ragazzi, è successa una cosa tremenda. Io non vogli spaventarvi, ne sconvolgervi, ma vi farà male comunque»
 «Cos’è successo mamma?» aveva domandato Yuki in tono preoccupato.
«Vostro padre è…» era difficile, ma dentro me dovevo trovare la forza di dire quella parola «…è morto, piccoli. Lui non c’è più»
Vedevo le loro facce sconvolte, dai loro occhini da bambini scendevano lacrime a fiotti, anche dai miei occhi, ormai però erano abituati.
«Non può essere!» aveva gridato Hayate, mentre ingoiava le lacrime, la rabbia e forse anche il rancore. Non volevo ne covasse, era troppo giovane. Sentivo dentro di me un calore per la prima volta dopo ore di dolore e avevo finalmente capito ogni cosa.
Mi ero avvicinata ad Hayate e cercando di dimostrarmi più forte di quanto non fossi in quel momento incominciai a parlare.
«Tesoro è successo, prima o dopo moriamo tutti, ma lui non andrà mai veramente via, lui rimarrà sempre qui» dissi io mettendogli una mando sul cuore «lui vive in te, ora e per sempre, Hayate. Si è sacrificato per noi perché ci amava, voleva ricostruire il rapporto con la sua famiglia, voleva riprendersi gli anni perduti, non disonorare la sua memoria provando odio e rabbia, ti rovineresti la vita e basta» mi abbracciò ed io lo strinsi più forte che potevo. Aveva capito ed io ho trovato la forza per dirglielo. Successe quello che aveva detto Kid, tornammo alla nostra vita normale. Avevamo fatto i funerali in Arizona, così saremmo potuti andare tutti i giorni a trovare Soul e Shinigami. Le esequie erano state lente e dolorose, solo allora mi resi conto delle catastrofi che erano ricadute non solo sulla mia famiglia, ma anche sui miei amici: Patty aveva perso un braccio, Black Star una gamba e mio padre un orecchio . Almeno erano sani e salvi, con la vita rovinata, ma salvi. I mesi passavano, mi sentivo tutti i giorni con Tsubaki, che poi aveva finalmente partorito un maschietto, Cory; mio padre era diventato il preside della Shibusen, mia madre aveva detto di non preoccuparmi, che ci avrebbe pensato lei se non rigava dritto, dato che si erano rimessi insieme; Patty e Liz erano tornate a Milano, da cui ci inviavano spesso delle cartoline e in quanto a noi, beh, la nostra vita non fu mai più la stessa.
 Una sera mi ero diretta da sola fino al cimitero, mi faceva sentire meno sola quando andavo a trovarlo, ero difronte alla sua tomba. L’edera era crescita su un lato della lapide, c’erano ancora le rose rosse che gli avevamo portato un mese prima e al centro della lastra di granito c’era la foto di Soul mentre suonava il piano.  Non smettevo più di alternarmi nel guardare la foto e nel leggere le intestazioni.
Soul Evans, pianista, amico e padre di famiglia”  dicevano tutto ciò che era a parer mio. Una forte folata di vento spazzo via le mie orchidee, che finirono ai piedi di un uomo, dal profumo familiare.
Avevo alzato lo sguardo e davanti a me c’era…Soul?
Esattamente come lo ricordavo: con la giacca di pelle, jeans strappati, sorriso malizioso e (permette) da bastardo cronico, ma senza ferite, senza la cicatrice sul torace. Tuttavia era lui e mi sorrideva sereno.
«Sei...vivo?» ero riuscita a biasciare.
 «No, sei tu che sogni» mi aveva detto ridendo, come se fossi appena caduta dal per. Cosa che in effetti era vera.
«C-Come sarebbe a dire? Io c’ero al tuo funerale i-io l’ho organizzato» avevo detto confusamente.
Soul mi si era avvicinato e mi aveva abbraccia, era caldo, profumato, era così…umano.
 «Povera la mia piccola Maka, non hai ancora capito che stai sognando?» mi aveva bisbigliato all’orecchio.
«Vuoi dire che sta accadendo tutto nella mia testa?» avevo domandato incredula.
 «Esatto, però direi che ti converrebbe svegliarti, ti stai perdendo parecchie cose»
«Che genere di cose?»
 «Il tuo ragazzo ti sta scrollando come un dannato, ma tu ancora non senti la sua voce, per cui…»
«Ma che dici, tusei qui!» avevo urlato, il vento si faceva più forte e in lontananza sentivo come un bisbiglio che pronunciava il mio nome.
«Oh, ma io non sono Evans, io sono  colui che ha cercato di ucciderlo, ma i tuoi dannati mostri hanno conosciuto i loro poteri proprio ora e hanno mandato in fumo i miei piani»
 «Chi sei tu?» avevo domandato terrorizzata. La voce era diventata più forte ed ora la riconoscevo chiaramente: era Soul che mi chiamava.
«Io? Io sono Mephisto, sono colui che ha creato la DSSI. Ah! Quel cretino di James, la mia spia, mi aveva detto di aspettare prima di attaccare la Shibusen e ora so perché. Non credere di avermi sconfitto Maka, mi hai solo rallentato, ma un giorno tornerò e i tuoi figli ne pagheranno le conseguenze» si era trasformato in un orribile mostro con le corna e delle zanne al posto dei denti, mi stava tirando un’unghiata e tutto si dissolse, mentre nell’aria risuonava il mio grido di terrore.
«Maka, mi hai fatto preoccupare santo cielo, non ti svegliavi più!» Soul si era avventato su di me abbracciandomi forte.
 «Ah io ti ho fatto preoccupare, e di te che mi dici incosciente?! …A proposito, com’è che sei sano come un pesce?» ero appena cascata dal pero, perché lui si stava sganasciando dalle risate.
 «Maka io sono guarito e lo è anche Shinigami, i gemelli ci hanno guariti con i loro poteri. Stein è risalito alla fonte, l’ha chiamata onda Gemini,qualcosa del genere. Hayate e Yuki insieme hanno poteri curativi che possono estendere per più di mezzo chilometro, ma dipende dall’emozione scatenante» non avevo capito una mazza, ma lui stava bene e i gemelli pure, il resto non mi importava, gli ero salta al collo e lo stavo quasi strozzando, ma continuava a non interessarmi.
 Poco dopo ci raggiunsero Yuki e Hayate che mi illuminarono meglio sulla situazione, tutti  stavano bene, anche se mal ridotti. Star aveva veramente perso una gamba, Patty un braccio e mio padre un’orecchia, ma stavano bene.
Io, Kid, Soul e i gemelli siamo tornati subito in Arizona a ricostruire la casa; mia madre e mio padre si erano rimessi insieme e lavoravano per Shinigami; Liz e Patty erano tornate a Milano come nel sogno, ma  avevano promesso di venirci a trovare il prima possibile; a Tsubaki era nato il bambino, ma non si chiamava Cory, bensì Jason. Direi tutto bene quel che finisce bene, o quasi….
 
Due mesi dopo…
 
«Scordatelo Tsubaki non voglio fare la figura dell’emerita imbecille con i tacchi alti e il vestito pomposo, ho un lavoro, ho due figli, anzi quasi tre e direi che…. Ok, va bene chiederò, ma è una botta al mio orgoglio di donna, lo sai vero? Okay, ciao, ci vediamo presto» buttai giù la cornetta.
Ero nel negozio di abiti da sposa, e lo ammetto non sapevo più da che parte girarmi mi facevano l’uno più scifo dell’altro, ma avevo promesso a Soul che avrei tentato di entrare e a Tsubaki che avrei chiesto ad una commessa dei consigli soltanto poco fa.
 Proprio  in quell’istante era passata di lì una signorina, piuttosto giovane, mingherlina, vestita in modo informale.
«Salve» iniziai «avrei bisogno di una consulenza, non è che  potrebbe darmi una mano con l’abito?»
  «Ma certamente, lei segga, che io torno subito» in quello sciagurato momento mi era squillato il telefono, ed era Liz questa volta.
 «Si? A che devo questa dannata chiamata?» avevo domandato innervosita
  «Ehi! Ho soltanto chiamato per sentire come va la prova abito, sai che adoro queste cose»
Intanto la commessa stava arrivando con un vestito pomposo di pizzo bianco pieno di volant e strass.
«Di male in peggio ecco come va, ora devo andare, mrs. zucchero filato viene da me, poi ti dico come è andata»
Mi ero diretta verso la signorina, e giuro che da dietro quel vestito sorrideva tutta contenta per la sua scelta, mi dispiaceva quasi romperle le uova nel paniere.
 «Scusi, ma non è quello che intendevo, sa ho avuto due gemelli all’età di diciotto anni, direi che il bianco come colore non mi si addica tanto» le avevo ridotto l’autostima ad un fazzoletto usato, ma ehi, io non voglio spaccarmi l’osso del collo con tutti quei pizzi.
Alla fine sono riuscita a scegliere un vestito monospalla verde, simile ad una tunica greca, era l’ideale per una donna come me, al secondo mese di gravidanza.
Il matrimonio è stato il giorno più lungo e straziante della mia vita, l’unico momento bello è stato quello delle promesse….e va bene, anche entrare in quella benedetta chiesa e vedere che non sembravo un idiota mi è piaciuto. Alla fine all’altare mi ci aveva portata mio padre, se lo meritava e poi ho capito che non era poi così male….almeno finchè non ho detto al mondo di essere incinta, allora si è scatenato l’inferno, letteralmente ci è uscito di testa, gli ho dovuto tirare il mio più forte Maka-chop per stenderlo.
Beh, direi che per ora finisce così: io e Soul siamo sposati, abbiamo due figli che amiamo immensamente (quasi tre),una bella villa e dei buoni lavori. Soul è diventato insegnante di musica nella scuola dei gemelli, ma non è il loro insegnate, ha detto che voleva farli ancora andare in giro con un briciolo di orgoglio; Yuki e Hayate continuano a venire a scuola qui in Arizona, la Shibusen non è ancora sicura; Tsubaki e Black Star si trasferiranno qui in Arizona con noi; Kid continua a fare l’architetto e in quanto a me…beh, non posso vivere nella paura. Ho rivelato il sogno e Shinigami mi ha giurato che terremo gli occhi aperti e che continueremo a mobilitare gente per formare un esercito, ogni giorno dopo la scuola io e Soul cerchiamo di insegnare ai gemelli le tattiche di combattimento che conosciamo. La mia vita è perfetta e sono felice che la morte di Soul fosse solo un sogno, anche se credo sia questo il più grande potere di Mephisto: la paura.
 Comunque io ho Soul e lui ha me ed insieme lo sconfiggeremo rispedendolo all’inferno
 
 
 
 
Ringraziamenti:
 

Grazie a tutti i coloro che mi hanno sostenuta, alla mia amica Minori-san ( che non solo ha avviato l’idea, mi ha anche aiutata nei punti cruciali), insomma un enorme bacio e un grande grazie a tutti.
 Forse ci sarà una seconda serie ( mi sembra d’obbligo), ma non prima dell’ estate. Questa serie prevedrà Yuki e Hayate come protagonisti e non i loro genitori ( anche se ci saranno anche loro), non ho messo la canzone perché vorrei sapere che canzone questo capitolo vi suscita e dato che ognuno ha le sue idee, io dico la mia e spero di sapere presto le vostre…io hop pensato a “time of dying” dei Three days Grace.
Beh, spero che la recensiate e che vi piaccia.
 Qui Rouge-san che chiude la storia a presto! :D
 

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