Rinascita

di EvaAinen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eravamo una famiglia... ***
Capitolo 2: *** Tempo di cambiamenti ***
Capitolo 3: *** Un cliente molto particolare ***
Capitolo 4: *** Un caso che scotta ***
Capitolo 5: *** Antiche sensazioni ***
Capitolo 6: *** Ricordi ***
Capitolo 7: *** L'udienza ***
Capitolo 8: *** Pensieri occulti ***
Capitolo 9: *** Calma apparente ***
Capitolo 10: *** Agonia e sollievo ***
Capitolo 11: *** Coinquilini a sorpresa ***
Capitolo 12: *** Convivenza ***
Capitolo 13: *** Incomprensioni e strani pensieri ***
Capitolo 14: *** Svolti e ricordi rivolti ***
Capitolo 15: *** Now, do you remember what really happened? ***
Capitolo 16: *** Lettere, documenti e troppi pensieri occulti ***
Capitolo 17: *** Impicci, pasticci e gole riarse ***
Capitolo 18: *** Ricordi, dolore e gioia ***
Capitolo 19: *** Cervelli coltelli e strane figure ***
Capitolo 20: *** Incontri segreti ***
Capitolo 21: *** L'udienza ***
Capitolo 22: *** Whiskey Incendiario ***
Capitolo 23: *** In vino veritas ***
Capitolo 24: *** Veritaserum ***
Capitolo 25: *** Polvere sotto i piedi ***
Capitolo 26: *** Lacrime, sorrisi e cuori infranti ***
Capitolo 27: *** Epilogo Because everything has an end ***



Capitolo 1
*** Eravamo una famiglia... ***


CAPITOLO 1 Eravamo una famiglia...
 
Erano passati 10 anni ed Hermione Granger era nel fior fiore dei suoi anni. Nemmeno trentenne, bella e in carriera. Una sola, orribile ombra oscurava la sua vita: era vedova. Fin dal primo anno ad Hogwarts era innamorata di Roland Weasley e a distanza di 5 anni dal loro primo bacio si erano sposati. La loro era una vita felice: lui divenne un potente Auror insieme al cognato Harry Potter, mentre lei divenne Magiavvocato. L’Idillio però si dissolse in un soffio. A 26 anni, dopo 4 anni di matrimonio, Hermione rimase vedova. Le circostanza sembravano quasi assurde: Ron ed Harry erano stati chiamati a Liverpool per catturare un mago latitante che si divertiva ad uccidere babbani, lo aveva preso senza troppi sforzi, ma qualcosa quel giorno andò storto. Mentre quattro Auror lo tenevano stretto tra le braccia, il mago riuscì a divincolarsi e a riprendere la sua bacchetta con la quale cominciò a sparare maledizioni a caso. Ron fu il terzo ad essere colpito e ne rimase ucciso. Harry quel giorno non era presente perchè sua moglie Ginny aveva un’ecografia, dal momento che era incinta di sei mesi. Fu questione di attimo. Un attimo che cambiò le loro vite per sempre.
Harry fu il primo a venirlo a sapere e ne rimase sconvolto. Ginny lo venne a sapere subito dopo dal marito e per poco non metteva a rischio la gravidanza. Hermione ne uscì distrutta, il giorno prima aveva scoperto di essere finalmente incinta e non vedeva l’ora di dirlo a Ron. Ebbe un aborto spontaneo il giorno del funerale.
 
La vita non era più quella di prima, erano distrutti. Hermione in particolare. Anche la sua carriera cominciò a risentirne, non era più il potente Magiavvocato temuto da tutti. Aveva perso diverse cause e la sua carriera era in declino. Era una donna finita a soli 26 anni. 
Passò 2 interminabili anni a crogiolarsi in se stessa. A malapena andava a trovare Harry e Ginny. Ginny era riuscita a portare a termine la sua terza gravidanza, da cui nacque una splendida bambina che chiamarono Lily Luna. Hermione era contenta per i suoi migliori amici, ma non riusciva a sopportare l’atmosfera di felicità che li circondava. Non ci riusciva. Era più forte di lei. Loro erano riusciti a costruirsi una famiglia, mentre lei era rimasta sola. Completamente sola. 
 
Cadeva sempre più in basso, finchè un giorno qualcuno non bussò alla sua porta. Una testa piena di capelli rosso fuoco entrò prepotente nel suo appartamento, prese Hermione per le spalle e le disse:
 
- Senti un po’ Herm, così non puoi andare avanti. Capisco che ti manca Ron, manca anche a me, ma non puoi continuare così. Non hai nemmeno trent’anni per Morgana, è ora di guardare avanti. Quello di Ron è stato un tragico incidente e sento Harry piangere tutte le notti perché doveva essere lì con lui. Continua a darsi la colpa di tutto, eppure va avanti. Non si da per vinto e nemmeno io. Quindi, o ti dai una svegliata o ci penso io a svegliarti –
 
Hermione guardò la sua migliore amica negli occhi, ma rimase impassibile:
 
- Ho cercato di andare avanti, ma non ci riesco. Vedo te e Harry e vorrei che Ron fosse con me. Vedo i vostri figli e non posso non pensare a mio, a SUO figlio, quello che portavo in grembo e che il dolore mi ha portato via. Non chiedermi di andare avanti Ginny, non ora. –
 
Ginny aveva il fuoco negli occhi, avrebbe risollevato la sua amica ad ogni costo:
 
- Tu andrai avanti. Mi hai sentito?! Tu andrai avanti! Purtroppo non siamo noi a decidere il nostro destino, ma tu puoi ancora cambiare il tuo! Sorridi Herm, pensa alla tua vita. Ron avrebbe mai voluto che tu ti distruggessi così. Lui ti amava come tu amavi lui e voleva solo la tua felicità. Pensaci, Herm –
 
Hermione non rispose e le lacrime scendevano copiose dal suo viso. Ginny l’abbracciò senza più dire niente. Le sue erano state parole dure, ma sapeva che l’amica ne aveva un gran bisogno.
 
- Prometti di pensarci, ok? –
 
Hermione annuì e poi accompagnò l’amica alla porta, che una volta chiusa nascose un pianto che durava da fin troppo tempo.

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Capitolo 2
*** Tempo di cambiamenti ***


CAPITOLO 2 Tempo di cambiamenti
 
Hermione era ancora stesa sul pavimento a piangere due ore dopo che Ginny se n’era andata. Non sapeva che fare, le parole dell’amica le rimbombavano nella mente come della musica ascoltata a volume troppo alto.
“Prometti di pensarci, ok?” Erano state le sue ultime parole. Ed Hermione voleva darle ascolto, almeno stavolta. Dopo due anni di lacrime, si era finalmente decisa ad alzarsi da quel pavimento.
 
La strada non sarebbe stata breve, ma un buon inizio era disfarsi di tutto ciò che le ricordava Ron. Non avrebbe buttato niente, l’avrebbe solo nascosto. Abiti, oggetti, fotografie… Avrebbe tenuto solo una foto dov’erano vicino al lago ad Hogwarts…
 
         Era appena finita la guerra e i nostri eroi volevano riposarsi un po’, lontani da tutto e da tutti. Si misero sotto ad un salice, in riva al lago. Hermione e Ron, Ginny ed Harry. Erano gli eroi di quelle guerra, e come tutti gli eroi avevano bisogno di riprendere fiato. Immersero le gambe nell’acqua gelida, ridevano e scherzavano. Erano completamente senza pensieri, sebbene già sapessero che li aspettava un periodo duro da affrontare. Ron e Ginny avevo perso un fratello, tutti loro avevano perso degli amici in quella battaglia ed il dolore era dentro di loro, sebbene in quel momento non lo dessero a vedere.
Ad un certo punto Harry prese Ginny per mano e la portò a fare una passeggiata, lasciando la riccia e il rosso da soli.
Avevano molte cose da dirsi, da chiarire. Prima di tutto: quel bacio nella tana del Basilisco. Lo volevano entrambi da anni ma nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di fare il primo passo. Nemmeno ora che erano soli riuscivano a parlare liberamente. L’imbarazzo era palpabile nell’aria ed entrambi erano arrossiti, si guardavano negli occhi senza che nessuno aprisse bocca. Poi, finalmente, Ron prese il coraggio a due mani e parlò per primo:
 
  • -Hermione… Sappi che ciò che è successo… Non è stato una cosa da niente per me… Lo desideravo da tanto –
 
Teneva gli occhi bassi, mentre lei sorrideva e gli alzò il mento perché la guardasse negli occhi:
 
  • -Ronald Bilius Weasley, sappi che sono innamorata di te da quando avevo 11 anni –
 
Lui non ci poteva credere, le prese il viso fra le mani e la baciò:
 
  • -Ti amo, Herm –
 
E riprese a baciarla.
Harry e Ginny non si erano mai allontanati, erano dietro ad un salice con una macchina fotografica in mano e fu così che quel momento rimase per sempre impresso su pellicola.
 
Ora Hermione guardava quella foto rubata e sorrideva. Erano passati 11 anni da quel momento, ma era ancora vivo nella sua mente. Un ricordo che la faceva sorridere, perché erano ancora giovani ed ignari di tutto.
 
Era ora di darsi da fare, così riprese in mano le cartelle dei suoi casi e si mise al lavoro.
Nel giro di pochi mesi riuscì a riprendere tutto il vecchio smalto e non perdeva più nemmeno una causa. I clienti se la contendevano a suon di galeoni e lei era sempre più felice.
Faceva visita sempre più spesso ai suoi vecchi amici, che erano felicissimi di vederla sorridere di nuovo dopo tanto tempo. Lei giocava con i bambini e per qualche sera fece loro da babysitter, così da far respirare i loro genitori almeno qualche sera.
 
Hermione si stava ricostruendo una vita, una carriera. Sperava di potersi ricostruire presto anche una famiglia.
Era felice. Finchè non le si presento un caso di divorzio che non voleva accettare. Una vecchia conoscenza si era presentata al suo ufficio per una consulenza, un suo famoso collega. Un Magiavvocato potente e temuto anche più di lei.
 

            NOTE DELL'AUTRICE

salve a tutti!! Allora... Come avrete già letto, questa è la mia prima FF. Spero davvero che sia di vostro gradimento e che non vi deluda :)
Spero nelle vostre recensioni :)
Avvertimento: non seguo un tempo preciso per gli aggiornamenti. Quando mi sento ispirata scrivo e poi pubblico, e vado sempre dove mi porta la storia.

P.S. chiedo scusa per eventuali riferimenti ad altre FF, vi posso assicurare che non sono intenzionali.

KissKiss

Eva

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Capitolo 3
*** Un cliente molto particolare ***


CAPITOLO 3 Un cliente molto particolare
 
Hermione era seduta nel suo studio. Stava esaminando un caso di eredità, due famiglie si contendevano un terreno lasciato da una vecchia zia. Stava controllando il testamento e le foto della proprietà, quando qualcuno bussò alla porta:
 
Toc Toc
 
- Avanti –
 
Un uomo sui trent’anni, alto, biondo e muscoloso entrò nel suo ufficio. Un paio di profondi occhi grigi si piantarono nei suoi color cioccolato. La donna sentì dei brivido lungo il corpo, cosa ci faceva lui? Non era andato a lavorare in Francia con sua moglie?
 
- Prego, si sieda pure –
 
Lui la guardò straniato, non l’aveva riconosciuto? Eppure, aveva visto la pelle d’oca sulle sue braccia…
 
- Grazie, Madame Granger –
 
La riccia lo fissava. Erano passati 11 anni dall’ultima volta che si erano visti, eppure sembrava che non fosse cambiato di una virgola.
Sapeva che si era sposato con Astoria Greengrass, la sua promessa sposa. Ma come lei e Ron, non avevano avuto figli.
 
- Draco Malfoy. A cosa devo questo onore? –
 
Draco frece un mezzo sorriso, non si era dimenticata:
 
- Bando alle ciance Granger. Sono qui per proporti un caso che potresti trovare estremamente interessante –
 
Lei era pronta:
 
- Dimmi –
- Voglio il divorzio da Astoria. So che lei mi tradisce e non mi vuole dare un erede, per questo voglio chiedere l’annullamento del matrimonio. Se vincerai la causa, mi aiuterai con un altro caso. Sarai mia socia per un caso di truffa ai danni del nostro Ministro della Magia. Che ne pensi? –
 
Non era assolutamente un’occasione da perdere. Era un boccone pregiato e poter difendere il Ministro l’avrebbe portata ai vertici dei Magiavvocati. Sarebbe stata etichettata come la migliore nel campo. Piccolo problema: avrebbe diviso il trono un certo furetto. C’era qualcosa che non andava.
 
- Perché io, Malfoy? –
 
Lui si aspettava questa domanda:
 
-Perché sei tornata ad essere la migliore e io non mi posso difendere da solo. Come non posso lavorare da solo al caso del Ministro. Fino a qualche mese fa non ti avrei contattata nemmeno per il divorzio, mentre ora ti reputo l’unica capace di stare al mio passo. –
 
Alt. Pausa. Cosa diavolo stava succedendo? Draco Malfoy, miglior Magiavvocato del mondo magico, suo nemico giurato dai tempi della scuola… Le stava offrendo di lavorare fianco a fanco.
 
-Qual è la posta? –
 
Lui la guardò senza capire:
 
- Di cosa parli? –
 - Che cosa ne avrò io? E cosa ne avrai tu? –
 -Tu avrai gloria e soldi. Potrai farmi concorrenza in tutti i tribunali della comunità magica. Ti rifarai una carriera più grande di quanto tu abbia mai avuto. Mentre io terrò alto il mio nome, sarò di nuovo single e salverò il mio patrimonio da una sanguisuga senza cuore. Allora Mezzosangue, ci stai? –
 
Non si sarebbe mai abituata a quell’appellativo. Però non voleva rinunciare solo perché doveva lavorare con un bastardo di ghiaccio, il pesce da pescare era troppo grosso per lasciarlo andare:
 
         -Va bene, Malfoy. Lo farò –
 
Lui sorrise, le strinse la mano e poi uscì dall’ufficio. Stavolta la bella vedova sarebbe caduta nelle sue braccia e si sarebbe sciolta come neve al sole.
 
 

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Capitolo 4
*** Un caso che scotta ***


CAPITOLO 4 Un caso che scotta
 
Dove diavolo si era cacciata?! Perché aveva accettato quel lavoro?! Certo, il caso Shakelbolt – Scott era un gran bel colpo per un Magiavvocato che è rimasto assente dalle scene per due anni interi. Il problema non è il caso, il problema è Malfoy. Non riusciva a capire perché uno come lui si era affidato a lei. La sua nemesi. C’era qualcosa di strano in quell’uomo, ed era intenzionata a capire cosa.
 
Si sarebbe incontrati di li a 3 giorni per discutere del divorzio, ed Hermione stava facendo una ricerca per conto suo in modo da non farsi trovare impreparata.
Scoprì che si erano sposati 3 anni dopo la guerra, per volere delle famiglie. Il contratto matrimoniale firmato dagli sposi e dalle famiglie di essi prevedeva:
 
  • fedeltà assoluta da parte dei coniugi
  • beni in comune
  • adempimento dei doveri coniugali
  • un erede maschio entro i primi 5 anni di matrimonio
 
A Hermione sembrava un caso semplicissimo, perché se anche non fosse riuscita a trovare le prove dell’infedeltà di Astoria c’era sempre la clausola dell’erede. E la Greengrass non aveva partorito nessun tipo di erede, maschio o femmina che fosse.
Era una partita già vinta. Così andò a letto tranquilla e aspettò l’incontro con la serpe.
 
Mentre la donna dormiva, un uomo si rigirava nel letto tormentato dai suoi pensieri.
 
- Stupido, stupido, stupido… Cosa diavolo credi di fare?! Tentare di riconquistarla dopo tutto quello che le hai fatto?! Povero illuso… Hai sprecato ogni chance con lei. E poi pensa ancora a quel povero martire di suo marito. Non hai speranze. Un Malfoy non potrà mai essere amato –
- Ma sta zitto… Non so nemmeno io perché l’ho fatto. Spero solo che non si sia accorta di nulla. E grazie a Dio sono riuscito a togliere il caso Shakelbolt – Scott dalle mani della Abbott all’ultimo secondo… -
 
Non dormì per tutta la notte. Due occhi castani si erano insediati nel suo cervello e nel suo cuore, senza alcuna intenzione di andarsene.
 
Nemmeno Hermione riuscì a dormire più di tanto. La sicurezza di vincere quella causa la rendeva nervosa. Non riusciva a capire perché si era rivolto a lei per una causa tanto semplice. Forse per vedere come lavorava prima di darle in mano la Shakelbolt – Scott? No, non era possibile. Il premio della vincita era proprio una collaborazione in quella causa. Cosa voleva da lei? Non riusciva proprio a spiegarselo.
 
Passò 3 giorni a studiare tutte le carte di Malfoy, scavò in tutto ciò in cui riuscì a mettere le sue mani. Poi, arrivò il giorno dell’appuntamento.
 
Si sarebbero trovati per pranzo in un ristorante della Londra babbana, lo “Skyline”, uno dei locali più rinomati della città con terrazze che davano dritte sul Tamigi.
La riccia non voleva sembrare troppo elegante, ma nemmeno sfigurare affianco ad un biondo erede. Si mise un semplice tubino nero a scollo quadrato e gonna sopra al ginocchio. Si raccolse i capelli in un morbido chignon lasciando qualche riccio ribelle, poi indossò una collana semplice in oro bianco, molto fine con un piccolo brillante a pendente. Poco trucco, solo un filo di ombretto oro, blush color pesca e rossetto nocciola. Era bella, ma non provocante. Professionale.  
Si smaterializzò nel vicolo dietro al ristorante esattamente 2 minuti prima dell’ora stabilita. Girò l’angolo ed entrò:
 
- Salve signorina, come posso servirla? –
 
Chiese il mâitre:
 - Cerco il signor Malfoy –
 
L’uomo sorrise, quella donna profumava di soldi:
 
- Prego, mi segua –
 
La portò in una sala appartata con un solo tavolo apparecchiato per due, ed un posto era già occupato.
Come si addice ad un vero gentiluomo, Draco Malfoy si alzò per salutare la sua ospite e la fece sedere nel posto vuoto rimasto.
Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, era uno schianto nella sua semplicità.
Hermione non potè fare a meno di pensarlo anche di lui: indossava uno smoking nero con cravatta in tinta e una camicia bianca perfettamente inamidata. Era di una bellezza mozzafiato.
 
Una volta riordinate le idee, fu lei a cominciare:
 
- Allora, passiamo agli affari? –
 
Lui rise:
 
- Hai fretta Granger? Ordina qualcosa prima. Sarà più facile ragionare a stomaco pieno e non voglio errori stupidi. Sempre che la mia presenza non ti metta  disagio naturalmente… -
 
L’ultima frase la disse abbassando il tono di voce, in maniera molto sensuale. A lei vennero i brividi, ma riuscì a mantenere il controllo. Doveva ammettere che era bravo:
 
- Sempre con il solito egocentrismo, vero… Furetto? –
 
Draco impallidì sentendo il vecchio nomignolo che gli era stato affibbiato al 4 anno da quello stolto di Moody:
 
- Ti ricordo che sono tuo cliente, Mezzosangue –
- Tu non mi chiamare mezzosangue e io non ti chiamerò furetto. Siamo d’accordo Malfoy? –
- Certo, Granger –
 
Era brava. Era maledettamente brava. E fottutamente bella. Ora però dovevano passare agli affari:
 
- La questione è questa: ho assunto un investigatore privato perché seguisse mia moglie Astoria e la cogliesse in fallo col suo amante. Ho delle foto molto scottanti su di lei e quel bastardo. Vedi Granger, non tutti abbiamo la fortuna di trovare qualcuno che ci ama e che possiamo amare, qualcuno che ci sia fedele per tutta la vita, senza preoccuparsi del se o del quando. Astoria non mi è mai stata fedele e non mi ha mai amato. Come non ho mai amato lei. Il nostro era un matrimonio combinato, ma avevamo dei patti da rispettare. Io le sono sempre rimasto fedele, e l’avrei perdonata se mi avesse dato un erede. Ma così non è stato. Per questo voglio il divorzio da lei e non voglio darle nemmeno un centesimo del mio patrimonio –
 
Hermione era rimasta interdetta per un attimo quando le aveva fatto quel discorso sull’amore ricambiato, perché sapeva che si riferiva a lei e Ron. Ora però, l’odio che provava per quella serpe si era leggermente attenuato. Quasi lo compativa. Secondo lei aveva molto da dare, ma non aveva trovato la persona giusta per aprirsi.
 
- Ti aiuterò, Draco. Quand’è l’udienza? –
- Tra due settimane –
- Bene. Studierò a fondo il caso e ti contatterò solo tramite lettere, chiaro? Non ci dovranno vedere per le prossime due settimane. Non voglio scandali che possano compromettere la causa –
 
Lui rimase interdetto per un secondo, ma alla fine rispose:
 
- Sono d’accordo –
 
Detto questo, si lasciarono e ognuno andò per la sua strada.

NOTE DELL'AUTRICE
Ah che giornata!! Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo questa mia piccola avventura, in particolare lia163 che ha recensito tutti i capitoli :)
volevo dire che questo non è fatto bene come gli altri, purtroppo non sono molto brava con le transizioni.
Spero non smettiate di seguirmi e che i prossimi capitoli siano sempre meglio.
KissKiss
Eva

 

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Capitolo 5
*** Antiche sensazioni ***


CAPITOLO 5 Antiche sensazioni
 
Una volta tornata a casa Hermione si sentiva strana, una nuova sensazione si era impadronita di lei. Si tolse il tubino e posò sul letto, poi si sciolse i capelli e sganciò la collana. Si fece una bella doccia calda nel tentativo di rilassarsi. Il motivo per cui non voleva incontrare il suo “cliente” fino al giorno dell’udienza non era solo per evitare scandali. Quell’uomo le lasciava addosso qualcosa che non riusciva a capire, un sentimento che sembrava esser stato nascosto per anni fino al momento giusto per rivelarsi.
Sotto l’acqua calda della doccia pensò a quegli occhi grigi, a quei capelli biondi e lisci, al profumo di vaniglia che emanava.
- Hermione calmati, per Morgana. Si tratta di Draco Malfoy. Non puoi essere attratta da lui. Non esiste. Non è che un tuo cliente. Affascinante, ma pur sempre un cliente. Oltre che essere la tua nemesi dichiarata –
- Si, giusto. Lo odio. L’ho sempre odiato e sempre l’odierò. Non esiste che io mi senta attratta da lui. –
 
Non ne era esattamente convinta…
 
Nel frattempo, a Malfoy’s Manor, un biondo di ghiaccio stava bevendo del Whisky Incendiario. Non si ubriacava da tempo e pensava fosse il momento giusto per farlo. Era disteso sulla poltrona, con i capelli arruffati e la camicia sbottonata. Una visione celestiale per chiunque, tranne sua moglie. Probabilmente quella puttana era in giro col suo amante. Ma tanto cosa poteva fregargliene a lui…
 
- L’hai lasciata. Non dormivate nello stesso letto da mesi, di che ti lamenti? Ti ha fatto un favore. Almeno adesso non dovrai più sopportare la sua presenza in giro per casa. E potrai dedicarti ad altre “presenze”… -
- Già… peccato che c’è una sola presenza che vorrei qui con me adesso. Solo che lei non vorrà mai me –
- Ne sei sicuro? L’hai colpita oggi… Aveva i brividi sulla pelle –
- Aveva solo freddo. Non ero io-
- Non ne sarei così sicuro… -
 
Odiava quell’orribile vocina nella sua testa. L’aveva sempre seguito, in ogni momento. Criticava ogni sua scelta e gli metteva in testa dubbi che poi toccava a lui toglierli, e solo in quel momento la vocina se ne andava. Solo che stavolta aveva ragione. Aveva orribilmente ragione. Oggi aveva visto la grifona emozionarsi alla sua presenza, alle sue parole. Sapeva di aver toccato le corde giuste, non restava che aspettare. Due lunghissime settimane.
 
Hermione intanto si preparava per andare a trovare i Potter; non li vedeva da qualche giorno e aveva bisogno di parlare con Ginny. Era l’unica di cui si fidava e con cui poteva confidarsi.
Si mise un paio di jeans e una camicetta azzurra, si pettinò, prese la borsa e si smaterializzò davanti alla porta di casa Potter.
Ginny l’accolse con un caloroso abbraccio e la fece entrare. Si sentivano le urla dei bambini e del padre che tentava di tenerli calmi, fino a quando non vide la sua migliore amica entrare ed allora si alzò dal pavimento e accorse a salutarla:
 
- Pensavamo ti fossi dimenticata di noi! Come stai? –
- Vacci piano Potter! Non ci vediamo da una settimana, mica da 3 anni! –
 
Harry rideva come un matto:
 
- Lo so, cara! Ma quel tuo enorme sorriso non lo vedevamo da parecchio tempo! –
 
Hermione non capiva:
 
- Che intendi? –
 
Rispose Ginny stavolta:
 
- Sei raggiante Herm, possibile che non te ne sei accorta? –
 
Hermione era sempre più confusa:
 
- Guardati allo specchio e dimmi se non è vero. Hai un sorriso addosso che illuminerebbe anche la giornata più buia –
 
Hermione si girò verso il grande specchio del salotto e si accorse di avere davvero un’aspetto diversa. Emetteva luce. Era… Radiosa. Ma perché poi? Non ne aveva motivo:
 
- Herm… -
 
Le disse Ginny a bassa voce:
 
- C’è qualcosa che devi dirmi? Sai, sono passati parecchi anni, se anche avessi trovato qualcun altro non ti biasimerei… -
 
Hermione era allarmata:
 
- Eh?! Ma cosa ti salta in mente?! No… assolutamente no! Ti devo parlare, si, ma non di quello che credi tu. Possiamo stare da sole, per cortesia? –
 
Ginny annuì e la portò in un angolo speciale del giardino, dove lei stessa si rifugiava ogni volta che ne sentiva il bisogno.
 
- Dimmi mia cara, di cosa mi devi parlare? –
 
Hermione si sedette sulla sedia pieghevole che l’amica le porgeva e disse:
 
- Sto lavorando con Draco Malfoy –
 
 
Per poco Ginny non cadde dalla sedia:
 
- Che cosa?! In che senso stai lavorando con lui?! Non vi odiavate a morte?! E poi… Lui non si era trasferito in Francia con Astoria?! –
- Lo credevo anch’io, ma è venuto da me a inizio settimana per propormi un affare. E non ho potuto rifiutare. Significa troppo per la mia carriera. –
 
Ginny si avvicinò:
 
- Di cosa si tratta? –
 
Hermione fece un respiro profondo prima di rispondere:
 
- Sono il suo legale nella causa di divorzio che ha lanciato contro sua moglie… -
- Eh?! Tutto qua?! –
- Magari… Se vinco la causa, diventerò sua socia a tempo indeterminato nel caso Shakelbolt – Scott –
 
Ginny era sconvolta:
 
- Che cosa?! Non ci posso credere… Allora sei tu la socia misteriosa! Tutto il Ministero ne parla, ma nessuno sapeva il nome! Per Morgana Herm, è un occasione imperdibile! –
- Lo so… Peccato però che sono in coppia con Draco Malfoy. Non so se rendo l’idea. Lui è… Il mio nemico giurato. Non ho idea del perché lui sia venuto da me. –
- Non lo capisco nemmeno io, non è che… -
 
Hermione la interruppe:
 
- No. Non c’è niente tra me e Draco. Non c’è più niente tra me e lui. –
 
Detto questo, le due amiche si salutarono. Hermione fece il giro della casa per salutare Harry e i bambini, con la promessa che sarebbe tornata presto a trovarli.
 Poi, si smaterializzò a casa sua.
 
- Non c’è più niente tra me e lui –
 
Da dove era saltata fuori quella frase?

NOTE D'AUTRICE
Per Morgana... Ho scritto questo capitolo tutto d'un fiato. Spero di non deludere le aspettative di chi mi sta seguendo e ringrazio tutti coloro che hanno recensito e che stanno seguendo questa storia, a cui mi sto affezionando capitolo dopo capitolo.
Nei prossimi capitoli si capirà molto di più su ciò che sta accadendo ai nostri protagonisti e forse salteranno fuori vecchi flashback e scheletri nell'armadio.
Buona serata e buona lettura
A presto :)
KissKiss
Eva

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Capitolo 6
*** Ricordi ***


CAPITOLO 6 Ricordi
 
La sensazione di ripetizione degli eventi viene chiamata “Dejà – vu”, ma non era decisamente il caso di Hermione. La sua non era una sensazione di dejà-vu, era ben altro. La sua mente scavava nelle profondità dei suoi ricordi alla ricerca di qualcosa, ma cosa? Sentiva dei sentimenti sepolti sotto strati di ricordi, ma non riusciva a percepire che tipo di sentimenti e a chi erano rivolti. C’era qualcosa che non riusciva a spiegarsi, eppure era lì davanti a lei. Ad un passo dalla soluzione. Decise di mettersi al lavoro per scacciare quei pensieri, l’udienza si avvicinava.
 
Aggiornava continuamente il suo cliente, un gufo al giorno e non usava mai lo stesso animale. Lui faceva lo stesso: non  usava mai lo stesso gufo che usava lei, così nessuno avrebbe sospettato di nulla. Non andavano nemmeno a prestito dagli amici, solo gufi ordinari della Posta.
Hermione scriveva le sue lettere con fredda professionalità e Draco rispondeva con lo stesso gelo.
Sembrava che fosse davvero solo un rapporto Magiavvocato – cliente. Allora perché quella stupida sensazione che non la lasciava dormire dal loro ultimo incontro?!
 
Mentre Hermione lavorava e ogni tanto pensava a quella strana cosa, Draco pensava costantemente a lei:
 
-Idiota, aspetti ogni giorno la sua lettera anche se già sai che è solo per lavoro. Perché non te la metti via? Lei non ti vuole. La prossima volta che v’incontrerete sarà in tribunale, e non mi pare il posto più adatto per dirle che la ami ancora –
- No… Ma caro cervello, ti ricordo che c’è ancora tutta la faccenda Shakelbolt – Scott, e non credo che si risolverà in poco tempo –
- No… Hai ragione, ma cerca di non tirarla troppo per le lunghe –
- Non lo farò –
 
Oramai erano rimasti solo lui e il suo cervello. I suoi genitori erano morti poco dopo la guerra, Astoria l’aveva tradito e ora si stavano lasciando, Blaise si era sposato con Pansy e si erano trasferiti in Australia facendo perdere le loro tracce… Non gli era rimasto nessuno. Se n’erano andati tutti. Chi prima, chi dopo.
Lì, nel salotto del Malfoy’s Manor, Draco Malfoy pensò ad una serata molto particolare al quarto anno di Hogwarts, una serata dove per la prima volta si era sentito felice, si era sentito amato. Prima di rovinare tutto con un incantesimo…
 
         Draco Malfoy era entrato nella Sala Grande con Pansy Parkinson al suo fianco. Lei era uno schianto: indossava un abito verde scuro lungo che fasciava perfettamente il suo corpo, i morbidi capelli neri erano raccolti in una crocchia sulla nuca e legati da un nastro di raso nero. Lui era la perfezione fatta persona nel suo smoking nero e i capelli biondi perfettamente pettinati. I suoi occhi grigi però non guardavano la compagna, ma si guardavano attorno come alla ricerca di qualcuno. Qualcuno che non tardò ad arrivare. Hermione Granger fece il suo ingresso al Ballo del Ceppo con Vicktor Krum. Era fasciata da un meraviglioso abito color blu pervinca e i suoi ricci erano morbidi e lucenti, non più crespi. Sembrava una fata.
Draco cercò di starle lontano tutta la sera, non voleva avvicinarsi alla splendida Mezzosangue. L’unica che potesse metterlo in soggezione. Ballò con Pansy per tutta la sera, poi vide la Granger appartarsi con Krum e non resistette più. Li seguì e lo vide mentre tentava di baciarla. Non poteva permetterlo. Non con lui:
 
- Imperio! -
Subito Krum si voltò, ma nessuno vide nulla:
 
- Scusami Hermaion, io cvedo che devo prenfere da bfere –
- Si.. si.. Certo.. –

 
Sembrava delusa, ma Draco sapeva che non lo sarebbe rimasta per molto. Doveva essere sua, ora o mai più. Aspetto che Krum si fosse allontanato, poi si avvicinò alla Grifona:
 
- Tutta sola Granger? –
 
Lei si ricompose e lo guardò stizzita:
 
- Che ci fai qui Malfoy? –
 
Lui si avvicinava sempre di più:
 
- Sono venuto a parlare con una vecchia amica, non posso? –
- Allora cerca la tua amica Furetto, non venire a rompere le palle a me –
- Ho voglia di parlare con te –
- Io no –
- Hai ragione, basta parlare. Perché non passare ai fatti invece? –
- Quali fatti? Di che stai parlando? –

 
Hermione era sempre più allarmata e indietreggiò verso il muro:
 
- Tu mi piaci Hermione. Da tanto, troppo tempo. E so che anche tu sei attratta da me. Ammettilo –
- CHE COSA?! Mi prendi in giro?! Vattene Malfoy, adesso, prima che torni Viktor! –
- Il tuo bimbetto del nord non tornerà. Siamo solo io e te. E io non me ne andrò. Non prima di un bacio, almeno –

 
Hermione sembrava schifata:
 
.- Vai a baciare ippogrifi, Malfoy –
- Con molto piacere, Granger –

 
Detto questo le si avvicinò sempre di più, lei non aveva via di scampo dal momento che si era addossata al muro. Le prese il viso tra le mani e posò un lungo bacio sulle sue labbra.
In quel momento Hermione sentì qualcosa. Le… piaceva. Ricambiò il bacio e lui continuò. Lei sentiva il suo profumo di vaniglia, quel meraviglioso profumo, e scoprì che lei era attratta da lui. Anni di sentimenti nascosti che riaffiorarono con un solo bacio. Quando lui si staccò si guardarono dritti negli occhi. Fuoco e ghiaccio uniti in una sola fiamma gelata:
 
- Sapevo che ti sarebbe piaciuto Granger –
- Vai a farti fottere Malfoy –

 
Lui la guardò negli occhi e posò un altro bacio sulle sue labbra:
 
- Oblivion! –
Lo sguardo di Hermione divenne vacuo e, con gli occhi lucidi, Malfoy disse:
 
- Hai baciato Krum e poi lui è andato a prendere da bere. Non mi hai mai visto per tutta la serata –
 
Poi se ne andò.
Tornato in Sala Comune, quella notte, Draco Malfoy pianse.
 
E se non avesse fatto l’incantesimo? E se lei l’avesse ricambiato? E se… ?
La sua vita girava attorno a quei maledetti “e se”. Perché lui l’amava ancora, l’aveva sempre amata. Solo che lei non lo sapeva. Ben presto però l’avrebbe scoperto.

NOTE D'AUTRICE
Seriamente, questo capitolo è stato un vero e proprio parto. Mi scuso per eventuali errori e per il fatto che i capitoli sono molto corti (è una mia caratteristica stilistica che sto cercando di correggere col tempo)
Spero vivamente che continuerete a seguirmi e che questo capitolo vi piaccia (io avevo i brividi mentre lo scrivevo)
Un grazie a tutti coloro che recensiscono e che hanno messo questa storia tra le seguite/preferite/ricordate!
KissKiss
Eva

 
 
 
 

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Capitolo 7
*** L'udienza ***


CAPITOLO 7 L’UDIENZA 
Il giorno dell’udienza si avvicinava veloce ed Hermione fremeva al solo pensiero di rivedere la serpe.
Si sarebbe visti un’ora esatta prima dell’inizio, in modo da sistemare gli ultimi appunti. La riccia aveva appuntamento con Ginny il giorno prima del grande evento, almeno poteva sfogarsi con qualcuno. In quelle due settimane era andata spesso a casa Potter, ma tra marito e figli non erano mai riuscite a parlarsi con calma. L’udienza era di venerdì, loro si sarebbero viste al giovedì per un giro di shopping e un pranzo fuori insieme.
Giovedì arrivò molto presto ed Hermione era parecchio agitata. Si mise un paio di jeans chiari e una canottiera bianca, tanto per stare comoda, si raccolse i capelli come al solito e poi si smaterializzò nel posto concordato con Ginny per iniziare lo shopping.
L’amica l’accolse con il solito, caloroso abbraccio, poi le due cominciarono il giro di compere nella Londra babbana.
Ginny voleva che Hermione comprasse tutto, mentre non voleva niente per lei. Si divertirono un mondo a provare abiti strani, tacchi vertiginosi e gioielli improbabili. Poi fecero le scandalizzate nel reparto di biancheria intima, sebbene i completi più succinti fossero quelli che in realtà preferivano. Alla fine della mattinata entrambe avevano fatto spese pazze: Ginny comprò tre abiti da sera, due teillur, quattro gonne, due camicette, due top, un paio di jeans e tre paia di scarpe; Hermione aveva preso due abiti da sera, quattro teillur (uno per l’udienza dell’indomani), tre paia di jeans, quattro camicette, una maglietta carina e sei paia di scarpe. E questa era solo la mattina.
A pranzo si fermarono in un bar lì vicino, ordinarono un panino e una bibita e si sedettero a mangiare. Soprattutto però, Hermione fu libera di sfogarsi:
 
- Ginny, questa situazione sta diventando insopportabile. C’è questa… sensazione, che mi attanaglia lo stomaco e mi preoccupa parecchio. Va avanti dal primo incontro con quella serpe di Malfoy –
 
Ginny fissò l’amica negli occhi:

 - Herm, magari è solo un piccolo shok. Non vi vedevate da 11 anni, poi lui è ricomparso così, senza preavviso, per offrirti il più importante caso legale dell’ultimo decennio. Non pensarci troppo. –
- Non è quello, ne sono certa. Sono emozionata per il caso, ma più di tutto sono emozionata per domani. Lo rivedrò dopo 2 settimane e sono certa che questa sensazione s’intensificherà. Io non so più che fare. Se solo sapessi cos’è, almeno potrei tentare di fare qualcosa. Il problema è che non ho la più pallida idea di cosa sento. Sembra… Hai presente quando sai di aver la risposta sulla punta della lingua eppure non riesci a dirla? Più o meno è così. Mi sento vicina alla risposta, ma non abbastanza da arrivarci –
 
Ginny la guardò perplessa:
 
- Sembrano gli effetti di un incantesimo di memoria. Ci avevi pensato? Gli incantesimi di memoria hanno durata fino a quando qualcosa non scatena il “ritorno” dei ricordi. Hanno durata infinita solo in casi estremi, come quando non c’è niente a collegare chi ha perso la memoria con la sua vecchia vita, facendo in modo che non possa più ricordare –
 
Hermione la guardò con più attenzione:
- Sinceramente non ci avevo pensato… E hai ragione. Proverò ad indagare. Grazie mille Ginny, senza di te sarei persa! –
 
Abbracciò l’amica che disse:
 
- Beh, che ne dici se ci perdiamo davvero? Magari in quel meraviglioso negozio di intimo in fondo alla strada… -
 
Hermione rise, prese l’amica sottobraccio e insieme si avviarono nell’ennesimo negozio della giornata.
 
Tornò a casa poco prima di cena, sistemò i nuovi acquisti e poi si preparò un’insalata che mangiò solo a metà, aveva lo stomaco chiuso. Decise di dare un’ultima occhiata agli appunti prima di andare a dormire, ed mandò l’ultimo gufo a Malfoy, stavolta aggiungendo “Dormi bene, Malfoy”.
 
Lui era ancora in salotto a bere quando ricevette il gufo, di certo non se lo aspettava così tardi. Il suo cuore si fermò sull’ultima frase, non se l’aspettava. Era poco, forse solo educazione, ma lo stesso ci mise un po’ a riprendersi. Le rispose subito, aggiungendo un “sogni d’oro, Granger” alla fine. Forse era più di quanto lei si aspettasse, ma non poteva farsi sfuggire l’occasione.
 
Inutile dire che nessuno dei due riuscì a chiudere occhio quella notte.
 
La mattina seguente Hermione si alzò di buon’ora, l’udienza cominciava alle 10 e lei aveva appuntamento con Draco alle 9.
Fece colazione forzatamente, poi andò in bagno per lavarsi e prepararsi. Si mise il teillur in seta grigio perla che aveva acquistato il giorno precedente, voleva fare bella figura. Il suo era un cliente di una certa rilevanza, sebbene fosse il suo più acerrimo nemico. Non poteva dimenticare l’importanza del nome.
Si truccò in maniera leggera ma d’effetto: fondotinta chiaro (che usava solo per le udienza), ombretto marrone, mascara, blush pesca e rossetto chiaro di tono naturale. Era bella. Era davvero molto bella. Finì il tutto con un paio di decolletè tacco 12 color grigio tortora e borsa in tinta.
Alle 8.55 si smaterializzò davanti al “Cafè Plaza”, il bar scelto dal suo cliente per l’incontro. Era in centro a Londra, ma abbastanza nascosto da non destare sospetti.
La donna entrò e subito vide Malfoy seduto ad un tavolo un po’ appartato, così andò da lui:
 
- Buongiorno, signor Malfoy –
- Madame Granger… Dormito bene? –
 
No. Per niente. E per colpa tua, se non bastasse altro:
 
- Certamente. E tu? –
 
No, perfida creatura. Il tuo viso mi perseguita:
 
- Naturalmente. Vuoi ordinare qualcosa? –
 
Si. Un biglietto di sola andata per l’inferno:
 
- Un caffè, se non ti dispiace. Prendi qualcosa? –
 
Le tue labbra, stronza:
 
- Un caffè anche per me. Mi scusi, cameriere? –
- Mi dica –
- Due caffè lisci, per cortesia –
- Arrivano subito –
- Grazie mille –
 
Subito dopo aver ordinato, si dedicarono agli affari:
 
- Allora, signorina Granger, come ha intenzione di muoversi? –
- Prima di tutto presenteremo le accuse: adulterio con conseguente infrangimento del contratto matrimoniale. Poi, aggiungeremo che il contratto è stato infranto su due punti, non solo uno, e per questo può essere annullato. Mi segui? –
 
So io dove vorrei seguirti…:
 
- Si, Granger. Non sono stupido. –
 
No, sei solo stronzo:
 
- Bene. A questo punto ci chiederanno le prove della prima accusa, e grazie al cielo sono riuscita a procurarmi tutti gli spostamenti di Astoria, le sue spese e ho anche delle foto che nessuno può contestare. A quel punto lei rimarrà spiazzata, non avrà più possibilità di difesa. Infine argomenteremo l’ultima accusa, e non c’è niente di più semplice visto che CHIUNQUE può confermare che non ha avuto figli –
 
Era stupito. Aveva reso una causa semplice, ancora più semplice. Aveva fatto bene a ritornare allora…:
 
- Ottimo Granger. Sono le 9.45, credo sia ora di andare –
- Molto bene –
 
Si alzarono, lui pagò per entrambi (con estremo sdegno di lei, era suo cliente per Morgana!) e poi si avviarono in Tribunale.
 
Arrivarono insieme ad Astoria ed il suo legale, ma non si degnarono di uno sguardo. Tutto si sarebbe deciso di li a pochi minuti.
Entrarono in aula e presero posto in attesa del giudice; lei e Draco, Astoria e Jack Smith, sembravano due squadre di beach volley in attesa del fischio d’inizio. E la prima battuta era di Hermione.
Il giudice entrò, fece le presentazione e poi chiese ad Hermione di esporre le accuse:
 
- Signor Giudice, sono qui oggi per muovere un’accusa da parte del mio cliente, Draco Lucius Malfoy, verso la qui presente Astoria Jane Greegrass, attuale moglie del mio sostenuto. Il mio cliente vuole ottenere l’annullamento del matrimonio dalla qui presente o, se non possibile la prima opzione, il divorzio. Le causa di tale richiesta è: adulterio, con conseguente infrangimento del contratto matrimoniale. Altro punto infranto del contratto è l’arrivo di erede, non pervenuto nei tempi stabiliti –
 
Era fiera del suo discorso. E anche lui lo era. Era stata perfetta:
 
- Bene, Magiavvocato Granger. Ora ascolteremo la difesa, poi potremo analizzare le prove di tali accuse. Avvocato Smith? –
 
Jack Smith si alzò dal banco e si avvicinò al Magigiudice; se all’inizio dell’udienza sembrava sicuro di vincere, ora era bianco di paura:
 
- Signor Giudice, la mia cliente non ha intenzione di opporsi alla richiesta di divorzio, ma vuole che siano date prove concrete della sua infedeltà e del contratto infranto. Altrimenti, procederà con l’accordo tra le parti per la divisione equa dei beni. –
 
Se la scorda la divisione equa dei beni:
 
- Molto bene. Signorina Granger, può procedere con le prove –
 
Era il suo momento:
 
- Molto bene. Ho qui con me ogni singola prova dell’infedeltà della signora Malfoy –
 
Astoria era sbiancata. Com’era possibile?! Con tutte le talpe infiltrate, come aveva fatto ad avere le prove?!:
 
- Vede signor Giudice… Ho fatto una gran fatica per avere queste prove. Deve sapere, che la signora Greegrass non ha un solo amante, ma più di uno. Ed ognuno di essi ricambiava il suo “amore” con dei favori. Tra cui nascondere le prove. Fortunatamente, non ci ho messo tanto a recuperare il tutto. Ho qui con me i tabulati di tutti gli spostamenti della signora Greengrass, tutte le spese effettuate e ho anche delle foto molto compromettenti che attestano la sua più completa infedeltà. Che, come stabilisce il contratto matrimoniale, annulla il contratto stesso. Ho finito. –
 
Draco era raggiante. Avrebbe voluto saltarle addosso e riempirla di baci. Astoria invece, aveva completamente cambiato colore. Era il turno di Smith:
 
- Avvocato Smith, ha qualcosa da aggiungere in sua difesa? Anche se dubito che possa fare qualcosa, questi dati, in particolare le foto, parlano chiaro –
- Non ho niente da aggiungere, signor Giudice –
 
Quella stronza della Granger. Un’altra causa persa per colpa sua. Ma prima o poi gliel’avrebbe fatta pagare…
 
Hermione era fiera di se stessa, sebbene fosse stata una causa facile. E poi, bastava vedere il sorriso sul volto di Draco. Non l’avevo mai visto sorridere, e non aveva mai notato quanto bello fosse il suo sorriso:
 
- La corte di ritira per deliberare –
 
Uscirono dall’aula e lui la prese per mano per tirarla in un corridoio vuoto:
 
- Granger, sei stata grande. Era una causa semplice, già vinta, ma tu l’hai affrontata in maniera superba. Sappi che hai tutta la mia stima. Ancor di più per avermi tolto di torno quella puttana di Astoria –
 
Hermione non sapeva che dire. Non si era mai comportato così con lei, era… gentile. E l’aveva ricoperta di complimenti. E poi… il contatto con la mano di lui, ghiaccio che si fondeva nella sua mano calda. Era stata una scarica elettrica:
 
- Grazie Malfoy, apprezzo molto –
Lui sorrise, poi la riaccompagnò in aula per ascoltare la sentenza:
 
- La corte ha preso una decisione: la sentenza dichiara definitivo l’annullamento del matrimonio tra Astoria Jane Greengrass e Draco Lucius Malfoy, per inadempimento del contratto matrimoniale da parte della signora Greengrass. Dichiaro conclusa l’udienza, la corte si ritira –
 
Non poterono far altro che esultare. Draco, in un attacco di gioia, abbracciò Hermione sollevandola da terra e facendole fare un giro.
Lei rimase sconvolta, ma anche piacevolmente sorpresa.
Appena si accorse di ciò ce stava facendo, Draco la mise giù. Erano entrambi rossi in volto:
 
- Beh… Mi farò presto vivo per l’altro caso, signorina Granger –
 
Lei stava riprendendo fiato:
 
- Si, certo, Malfoy. A presto –
- A presto –
 
Ed entrambi si smaterializzarono nelle proprie case. Sicuri che qualcosa non andava.

NOTE D'AUTRICE:
Buonaseeera! Mi dispiace di avervi fatto aspettare questo capitolo, spero che ne valga la pena :) Come potrete notare, è più lungo rispetto agli altri, viva me xD
Sempre un grande grazie a chi mi recensisce e chi mi mette tra i ricordati/preferiti/seguiti :)
Il vostro sostegno è molto importante per me :)
A domani (giornata di scrutini... aiutooooo)
KissKiss
Eva




 

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Capitolo 8
*** Pensieri occulti ***


CAPITOLO 8 Pensieri occulti
 
Quella sera Hermione era tutt’altro che tranquilla. La sensazione strana che l’accompagnava da giorni si faceva sempre più forte e lei si preoccupava sempre di più. Forse aveva ragione Ginny, quelli erano gli effetti di un vecchio incantesimo di memoria. Chi potrebbe averle fatto una cosa del genere? E perché? Darsi una spiegazione era impossibile.
Era seduta sulla sua poltrona in salotto, davanti al caminetto acceso, con un bicchiere di vino rosso in mano. Rifletteva su ciò che era la sua vita in quel momento: vedova, senza figli, una carriera alle stelle, due migliori amici che la rendevano felice, un cliente strano che le offriva l’occasione della sua vita, un nemico giurato che si faceva vivo dopo 11 anni di silenzio. C’era decisamente qualcosa di storto.
 
- Un bastardo figlio di papà che ritorna dopo 11 anni per romperti le scatole e rovinarti le giornate. Che cazzo vuole da te?! Herm, quel tipo non te la racconta giusta. –
- Grazie tante. Tutti i miei problemi sono iniziati quando è tornato lui.-
 
SBAM! Una lampadina si accese nella testa di Hermione: tutti i suoi problemi erano iniziato quando lui era tornato. Doveva parlare con Ginny, subito.
Erano le 10 di sera, ma Hermione si smaterializzò lo stesso a Grimmauld Place e bussò alla porta. Un Harry un po’ assonnato le aprì la porta:
 
- Herm, che ci fai qui a… -
 
Vedendo la faccia sconvolta dell’amica cambiò subito domanda:
 
- Herm, che succede? Entra dentro –
- Grazie Harry, scusa l’orario ma ho un urgente bisogno di parlare con Ginny –
- Si, certo. Te la chiamo subito, tu intanto siediti –
 
Hermione si sedette sul divano in salotto in attesa che scendesse l’amica, non appena Ginny la vide le corse incontro e l’abbraccio. Aveva già capito tutto:
 
- Si tratta di lui, vero? –
 
Hermione annuì:
 
- Me ne sono accorta prima. Tutti i miei problemi sono cominciati quando è tornato in città. Ricordi che non vogliono tornare, sensazioni che non credevo di aver mai provato… Tutto combacia con la fine di un incantesimo di memoria. Stamattina, è successa una cosa davvero strana… -
- Cosa? –
- Mentre la corte si ritirava per il verdetto noi siamo usciti e lui mi ha presa per mano per tirarmi in un corridoio vuoto e farmi i complimenti per il mio intervento. Ho sentito una scarica elettrica attraversarmi il corpo. Non era mai successo con nessuno… Nemmeno con Ron. E una volta finita l’udienza, in uno slancio di felicità, mi ha presa in braccio e mi ha fatto fare un giro in aria. Poi mi ha rimessa giù appena si era accorto di ciò che stava facendo. Io non so cosa pensare… Le sue braccia… -
- Lui è la chiave. Se tutto si è attivato con lui, allora è lui l’autore dell’incantesimo di memoria. Ne sono certa. Il problema ora è dove, quando e perché. Hai la possibilità d’indagare? –
- Lavorerò a stretto contatto con lui, quindi immagino di si –
 
Ginny le prese le mani:
 
- Molto bene allora. Cerca di saperne di più, e tienimi informata. Se ti fa del male dimmelo subito e manderò una squadra di Auror a prenderlo –
 
Sorrisero entrambe. Perchè entrambe sapevano che lui non le avrebbe mai fatto del male.
 
Anche Draco quella sera era solo con i suoi pensieri. Seduto sul divano davanti al fuoco, con un bicchiere di whisky in mano e la solita, fastidiosa vocina in testa:
                                                                                                                        
- Stai attento, Draco. Se continui così l’incantesimo si spezzerà –
- Ma è quello che voglio. Lei deve ricordare –
- Oh si… E si mangerà polpette di Malfoy per cena –
- Ma sta zitto… Le spiegherò tutto quanto. È una donna intelligente, capirà –
- Siiii… capirà che ti deve fare fuori per averle imposto un incantesimo di memoria, averle messo un ricordo che non è suo e averle cancellato quello che probabilmente è il ricordo – chiave di tutta la sua vita. Se avesse avuto quel ricordo, caro furetto, avrebbe avuto una possibilità di scelta. Probabilmente ora non sarebbe vedova e avrebbe un bel bambino biondo tra le braccia. Ci hai mai pensato? –
- SI!!! CAZZO, SI CHE CI HO PENSATO!!! MA NIENTE DI TUTTO QUESTO SI SAREBBE AVVERATO!! IO… IO NON AVREI MAI POTUTO SPOSARLA FINCHÈ I MIEI GENITORI ERANO IN VITA!!!!! –
- Giusto… Ma resta il fatto che avresti avuto una possibilità. Ti ricordo che lei ricambiò il bacio –
- E chi se lo dimentica? –
 
Già. E chi se lo dimentica?

NOTE D'AUTRICE
Comincio davvero ad affezionarmi a questa storia, sarà che Draco mi ricorda una persona che conosco...
Bando alle ciancie e andiamo ai ringraziamenti:
un GRAZIE ENORME a chi continua a seguirmi, a chi spende quei 5 minuti per lasciarmi una recensione e a tutti coloro che hanno messo questa storia tra le seguite/ricordate/preferite!!
Vi adoro
KissKiss
Eva

 

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Capitolo 9
*** Calma apparente ***


CAPITOLO 9 Calma apparente
 
Le unghie di Hermione avevano bisogno di parecchie cure. Da due giorni aspettava il gufo che avrebbe cambiato la sua carriera e probabilmente la sua vita, nel frattempo si rosicchiava le unghie in maniera assai scandalosa.
 
- Hermione datti una calmata. Punto 1: ha detto che si sarebbe fatto presto sentire una volta sistemate le ultime carte. Punto 2: se continui così ti ritroverai presto senza unghie –
 
Ok, si. Forse era meglio prenotare una bella seduta da una classica estetista babbana  e rilassarsi per almeno qualche ora. Cercò il centro estetico più vicino e fece il numero:
 
- Centro estetico “Victory Style”, come possiamo aiutarla? –
- Ehm… salve. Volevo chiedere, avete pacchetti per trattamenti completi? –
- Certo signorina, che tipo di trattamento desidera? –
- Tutti quelli in listino –
- Ottimo! Per lei è disponibile il pacchetto “British beauty” ovvero il pacchetto completo. Le va bene domani alle ore 15.00? –
- Perfetto, grazie mille. Prenoto a nome Granger –
- Granger… Grazie a lei Madame! A domani! –
- A domani… -
 
Non era mai stata in un centro estetico, si era sempre arrangiata con la magia, ma niente poteva sostituire due morbide mani esperte che ti massaggiano dalla testa ai piedi.
 
Tra attacchi nevrotici e pensieri nascosti, l’indomani arrivò. E ancora nessun pennuto si affacciava all’orizzonte.
Hermione cercò di rimanere il più calma possibile, si fece una doccia e si mise degli abiti comodi. Poi si smaterializzò all’indirizzo del centro estetico.
 
- Salve.. Mi chiamo Hermione Granger e… -
 
La ragazza al banco fece un sorriso 49359 denti:
 
- Si certo! Quella del pacchetto completo! Si accomodi pure, Madame! –
 
Hermione era rimasta un filino sconcertata. Non era abituata a questo tipo di accoglienza.
Si sedette su una delle poltroncine in sala d’attesa, dopo nemmeno 5 minuti la vennero a chiamare e la fecero accomodare in una sala dove c’erano un materassino normale e uno per massaggi. La fecero accomodare su quello normale e cominciarono a farle la ceretta. Hermione per poco non cominciava ad urlare, lei risolveva tutto con un incantesimo indolore, ma dovette resistere ed essere forte. Dopo la tortura la fecero accomodare sul lettino da massaggi, a pancia in giù, e mentre due abili mani la massaggiavano per tutto il corpo altre quattro si dedicavano alle sue mani.
 
- Questa si che è vita! –
 
Si ritrovò a pensare la Granger:
 
- Perché non l’ho mai fatto prima? La magia è più comoda, ma qui si sta divinamente… -
 
Le dispiacque quando le dissero di aver finito, ma si ripromise di tornare ogni tanto. Si sentiva rilassata e curata. Le sue mani erano una favola, le unghie dipinte di un rosso scarlatto, sia mani che piedi. Non le sembrava vero.
 
Mentre la grifona si rilassava, una serpe sudava freddo. Aveva la busta chiusa davanti a se, non doveva fare altro che spedirla:
 
- Idiota, è solo un caso! Si tratta di lavoro! Perché non spedisci quella stupida lettera?!-
- Perché non ho il coraggio di vederla –
- Scusa del cazzo –
- Sincera –
- Ma manco morto –
- Per fortuna sei il mio cervello –
- Giura?!!! –
- Ah-ha –
- Ringrazia che non sono il tuo cuore –
- Perché, è ancora vivo? –
- Simpatico –
- Spedisco? –
- Si!!! –
 
Finito il battibecco col suo cervello, Draco si decise a spedire quella maledetta lettera che avrebbe deciso la sua carriera e la sua vita. Poteva mandarlo in Paradiso come spedirlo all’Inferno. Peccato che la decisione non spettasse a lui.
 
Una volta tornata a casa, Hermione si accorse di un gufo marrone appollaiato sulla sua finestra. Davvero bisogna aggiungere che il suo si fermò?
 
Madame Granger,
sarai mia socia nel caso Shakelbolt – Scott. Ti darò il materiale raccolto di persona, non voglio che venga intercettato. Fammi sapere una possibile data e io ti comunicherò il posto.
 
A presto
Draco L. Malfoy
 
Rispose con poche righe:
 
Sig. Malfoy,
sono onorata di essere tua socia. Ti propongo di vederci per pranzo tra due giorni, se sei d’accordo.
 
A presto
Hermione J. Granger
 
Il cuore di Hermione stava facendo le capriole. E non era per il caso importante.

 
NOTE D'AUTRICE
Buoonaseraaa!! Non so voi, ma la voce nella testa di Draco mi fa morire xD
Allora, cercherò di tenere il ritmo di 2 capitoli al giorno fino alla fine, e spero che voi continuerete a recensire :P
Grazie a tutti coloro che mi sostengono e che mettono questa storia tra i ricordati/preferiti/seguiti, vi adoro :D
Grazie mille a tutti!!
 

 

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Capitolo 10
*** Agonia e sollievo ***


CAPITOLO 10 Agonia e sollievo
 
Come entrambi riuscirono a superare indenni quelle 48 ore resta tutt’ora un mistero.
La tensione uccideva Hermione, non sapeva più che fare. Si rifiutò si andare a trovare Ginny perché aveva paura che anche i muri si accorgessero dei suoi penseri.
Voleva e non voleva vedere Draco. Aveva paura di ciò che sarebbe potuto succedere: se fosse davvero lui l’autore dell’incantesimo di memoria? Cosa avrebbe fatto? Il minimo particolare avrebbe potuto spezzare l’incantesimo, cosa avrebbe ricordato? E soprattutto… Come avrebbe reagito? Nella sua testa c’erano milioni di interrogativi a cui non riusciva a dare una risposta da almeno tre settimane.
Si sa, la pazzia porta a fare le cose più intelligenti. Infatti, partì la vocina anche nel suo cervello:
 
- Herm, ti stai instupidendo. Sappilo –
- Sono solo nervosa, non stupida –
- No, no. Sei sempre più stupida. Sai benissimo che è stato lui a fare l’incantesimo, solo che non lo vuoi accettare –
- Non è che non lo voglio accettare, non ne ho le prove –
- Le prove sono nei tuoi ricordi. Nel tuo cuore. Ce le hai sottomano, devi solo imparare a cercarle –
- Forse ho troppa paura di scoprirle –
- … -
 
Da dov’era saltata fuori quella voce? Non importa, l’aveva fatta ragionare. Forse è davvero così, aveva troppa paura di scoprire dettagli che voleva rimanessero nascosti. E quindi, non restava che aspettare il fatidico incontro.
 
Draco nel frattempo cercava di vivere normalmente, senza pensare troppo. Passava la giornata a lavorare sul caso più importante della sua vita e la sera si sedeva in poltrona e si ubriacava per placare la voce nella sua testa. L’unica sera in cui non lo fece fu quella che precedeva l’incontro, non voleva presentarsi da Hermione con un dopo sbornia degno di un liceale alle prime bevute. Quindi, la vocina ne approfittò:
 
- Draco, Draco… Così non farai altro che rovinarti –
- Sai com’è, succede, soprattutto quando il tuo cervello impara a parlare –
- Spiritoso. Non è che ho imparato a parlare, ho solo capito che dovevano fare quattro chiacchiere –
- Anche se stavi zitto non mi offendevo –
- No. Ti saresti suicidato –
- Manie di grandezza, eh? –
- Ti ricordo che sono il TUO cervello –
- Giusto… Allora fa il tuo dovere e dammi una soluzione –
- Le devi parlare, grande idiota. Se lasci passare troppo tempo finirete fritti entrambi –
- E se domani le parlo finirò schiantato io –
- Meglio schiantato che morto –
- Vado a letto –
- Buona idea –
 
Andò a letto incazzato a morte col suo cervello. Possibile che dovesse avere sempre ragione lui?! E il cuore?! Dov’era finito il cuore?! Ah si. Il suo cuore è un asociale che non parla mai. Giusto.
 
La mattina dell’incontro Hermione si svegliò di buonora. Non aveva voglia di fare tardi proprio quel giorno, perciò fece le cose con calma ma senza mai perdere d’occhio l’orologio.
Problema 1: come si doveva vestire?! Com’era possibile che tra tutte le cose, si doveva dimenticare proprio di quella più importante?!
Calma.
Calma.
Calma.
CALMA.
CALMA!
PANICOOOOOOO!!!
Setacciò l’armadio da cima a fondo senza decidersi, finchè non le capitò in mano un vecchio abito rosso che non aveva mai indossato, credeva fosse troppo audace. Era senza maniche, con corpetto rigido e gonna a tubino lunga fino al ginocchio, una cintura fina nera in vita completava il tutto. Oh si, era proprio l’abito giusto.
Lo mise e si truccò. Poco trucco, non mise nemmeno il fondotinta, però osò sulle labbra con un rossetto rosso ciliegia. Tirò fuori un paio di decolletè nere lucide e una borsa enorme di pelle nera. Era uno schianto.
 
A mezzogiorno in punto si smaterializzò davanti al ristorante da lui scelto per il pranzo ed entrò:
 
- Salve, sono qui con il sig. Malfoy –
 
Il cameriere sorrise:
 
- Prego signorina, da questa parte –
 
Come al solito, Malfoy si trovava al tavolo più appartato di tutta la stanza. Si alzò per salutarla e rimase folgorato. Era una bellezza quasi indecente, l’abito fasciava perfettamente le sue curve morbide e il colore rosso le donava particolarmente. Del tutto superfluo aggiungere che cominciò a sudare, ma diede a vedere il suo tormento.
 
Anche Hermione era rimasta stupefatta: Draco indossava solo una camicia azzurro chiaro e un paio di pantaloni di cotone eri. Era assolutamente mozzafiato. E non potè fare a meno di notare che i suoi meravigliosi occhi grigi la stavano scrutando da cima a fondo.
Si sedette vicino a lui, stavolta però fu lui a cominciare il discorso:
 
- Permettimi di farti i miei complimenti Granger, questo vestito ti sta d’incanto –
 
Lei arrossì:
 
- Grazie, Malfoy. È solo una cosetta che ho ritrovato nell’armadio. In ogni caso, anche tu stai molto bene –
- Grazie madame, ma è solo una cosetta che avevo nell’armadio –
 
Sorrisero entrambi, ed il rossore sulle gote di lei era sempre più evidente:
 
- Allora, vogliamo ordinare madame? –
- Direi di si –
 

Draco chiamò il cameriere e fece portare del vino rosso per cominciare, poi lui ordinò degli spaghetti allo scoglio mentre lei del salmone alla brace. Niente di troppo pretenzioso.
Mentre aspettavano, cominciarono a parlare d’affari:
 
- Vedi Granger, questo non è un caso come tutti gli altri. Tutti sanno cosa è successo, ma nessuno sa cosa accadrà. Anche il cosa è successo non è molto chiaro al pubblico. Si tratta di sicurezza nazionale, mi spiego? –
- Certo –
- Dovremo lavorare a stretto contatto, quasi 24 ore su 24. Dovremo essere l’uno l’ombra dell’altro. Niente dovrà trapelare, o saremo nei guai fino al collo. Ora io ti darò alcuni dei documenti, voglio che tu gli dia un’occhiata e mi faccia sapere se puoi sopportare questo carico o se ti ritiri. Avrai tre giorni di tempo per decidere, poi basta. Non ti potrai ritirare una volta iniziato a lavorare o gli auror saranno costretti ad arrestarti come “persona informata sui fatti” finchè il caso non sarà chiuso. Allora, ci stai? –
- Voglio esaminare i documenti, Malfoy. Poi ti potrò rispondere. Ma se dovessi darti una risposta adesso, sarebbe si –
- Te ne sarò grato per l’eternità, lo sai? –
- Non siamo tragici, serpe. Ce ne sono migliori di me. –
- Non ne sarei così sicuro… -
 
A quel punto arrivarono i piatti e mangiarono in silenzio, ognuno immerso nei propri tormenti.
 
Si salutarono con una stretta di mano, sebbene il cervello di entrambi gridasse “ALMENO UN ABBRACCIO!”.
 
Tre giorni. Altri tre giorni di agonia. Poi, tutto avrebbe avuto inizio. Stavolta per davvero.

NOTE D'AUTRICE 
Scusate l'aumento del carattere, ma a riguardare quella robettina minuscola rischiavo la cecità xD
Allora, sempre un grazie ENORME a chi spende i 5 minuti per lasciarmi una recensione, e un grazie ASSURDO anche a chi mi mette tra ricordati/preferiti/seguiti :D
Vi adoro :D
Voglio che sappiate che questa storia era nata per una scommessa con me stessa (avete presente la vocina di Draco? Una cosa del genere) e che quindi ho la seria intenzione di portarla a termine :)

KissKiss
Eva

 
 

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Capitolo 11
*** Coinquilini a sorpresa ***


CAPITOLO 11 Coinquilini a sorpresa
 
Una volta tornata a casa, Hermione lanciò la borsa sopra al tavolo e poi si gettò sul letto. Il suo cuore ancora batteva forte se pensava agli occhi di lui che la scrutavano, alle sue mani forti e alla sua voce calda. Rimase così per qualche minuto, immobile, poi si alzò e cominciò ad esaminare le carte.
Il caso non era semplice, e lo rendeva ancora più impegnativo il fatto che si trattasse del Ministro delle Magia.
In quelle carte c’erano dettagli sconosciuti a chiunque, soprattutto alla stampa. Dettagli che ora lei poteva esaminare, a suo rischio e pericolo:
 
Due mesi premi c’erano stati tre attentati ai danni del Ministero. Un certo Joel Clide, allora impiegato al Ministero, aveva manomesso i sistemi d’allarme e aveva cercato di rubare i dossier dei dipendenti del Ministero per poterli pubblicare e mostrare al mondo che razza di persone lavoravano nel loro Governo. Clide è stato preso subito dopo il fatto e furono recuperati tutti i dossier. Peccato che fosse riuscito a duplicarne uno: quello del Ministro Shakelbolt. Il dossier è in possesso di James Scott, un uomo senza scrupoli che voleva ribaltare il Governo in suo favore e farsi eleggere Ministro. Almeno, questo era ciò che veniva raccontato alla stampa.
La verità è che Scott è solo un capro espiatorio in attesa del vero colpevole. C’era un infiltrato all’interno del Ministero della Magia, ma ancora non aveva scoperto chi era.
Nel frattempo avrebbero fatto condannare Scott (che in realtà è alleato con il Ministro e si è offerto volontario per la causa) in modo da costringere la spia a venire fuori.
Per farla breve, il caso era tutta una copertura. E lei c’era dentro fino al collo.
A dirla tutta, rimase shoccata da quelle rivelazioni. Tutto si sarebbe aspettata, tranne quello. E poi, di chi era stata l’idea? Di certo non del Ministro. E cosa conteneva di tanto segreto il dossier di Shakebolt? Era un ex membro dell’Ordine, cosa aveva da nascondere? Forse l’avrebbe scoperto presto.
 
Hermione depose le carte con tutti i dati per la “copertura perfetta” e si prese un paio d’ore per riflettere bene. Aveva 2 possibilità:
 
1 rifiutare il caso, tenere un segreto ABNORME fino alla fine della causa e forse venire uccisa se qualche sicario fosse venuto a sapere della sua quasi - partecipazione al caso
 
2 accettare e lavorare con Malfoy, uno di fianco all’altro per giornate intere. 24 ore su 24. Fidandosi l’un l’altra senza riserva.
 
Non era poi così difficile scegliere:
 
Caro Draco,
accetto il caso.
Attendo istruzioni.
 
Tua
Hermione
 
Erano passate poche ore, ma la decisione l’aveva già presa da tempo. La parte più difficile non sarebbe stata il caso, ma Malfoy. Fidarsi di lui e lasciarsi alle spalle tutti i rancori e i vecchi sapori. Ne sarebbe stata capace?
 
Nel frattempo al Malfoy’s Manor Draco non riusciva a rimanere seduto. Continuava a camminare per tutto il castello, i piedi si muovevano da soli, le mani sudavano e si tormentavano. Aveva paura. Paura che lei rifiutasse e lui perdesse ogni possibilità di averla. Poteva solo aspettare quelle maledette 72 ore, prima di scoprire la risposta. O forse meno.
Un gufo grigio si stava avvicinando alla finestra, e il cuore di Malfoy perse qualche colpo:
 
- Oddio. No. Non può essere lei. Troppo presto. Sarà pubblicità –
 
Quando aprì la busta, il suo povero cuore smise del tutto di battere:
 
- Non ci posso credere! Ha accettato! Dio mio Granger… Di questo passo mi farai morire prima del tempo –
 
Erano poche parole, ma si sentiva calore. Con cominciava più con “Gentile Sig.” e non finiva con “in attesa di una sua risposta” o simili. Aveva cominciato con “caro” e finito con “tua”.
 
- Oh si, mia cara. Tu sei mia davvero –
 
Rispose subito :
 
Cara Hermione,
sono davvero contento che tu abbia accettato il caso. Questo è pane per i tuoi denti. Le istruzioni sono queste: fai le valigie. Ti trasferirai qui fino a caso concluso. Avverti i Potter che non potrai più andarli a trovare e fai spargere la voce che sei andata in Australia per ritrovare i tuoi genitori. Mi dispiace che tu debba isolarti da tutto e da tutti, ma non c’è altra soluzione. Nessuno deve sapere chi è il mio collaboratore, soprattutto ora che sai che c’è una spia all’interno del Ministero. Non dimenticare i documenti e brucia questa lettera.
Non volermene male.
 
Tuo
Draco L. Malfoy
 
Era la soluzione migliore per non metterla in pericolo. Era L’UNICA soluzione.
 
Quando Hermione lesse la lettera per poco non fece un infarto:
 
- Io trasferirmi da Malfoy?! Ma non se ne parla nemmeno… -
 
Lesse la lettera più e più volte. Poi andò da Ginny.
L’amica era a casa da sola, i bambini erano dalla nonna mentre Harry era al lavoro. Hermione le spiegò tutto per filo e per segno, omettendo naturalmente i dettagli non condivisibili del caso:
 
- Qui, tu dovresti andare a vivere da lui per tempo indeterminato, e non potremo più vederci fino a caso concluso? –
 
Hermione era disperata:
 
- Esattamente… -
 
Ginny la guardò negli occhi:
 
- Alle voci sull’Australia ci pensiamo noi. Tu vai a fare le valigie e mi raccomando, stai attenta –
 
Hermione rimase sbalordita:
 
- Non sei arrabbiata? Insomma, andrò a vivere col nostro nemico giurato e non ci potremo vedere per mesi –
 
Ginny sorrise:
 
- Ma si. Sopravviveremo. Come dovrai sopravvivere anche tu. Quella di trasferirti è la soluzione migliore. –
 
Hermione abbracciò l’amica per l’ultima volta, le dispiaceva non essere riuscita a salutare Harry e i ragazzi.
Poi tornò a casa e preparò le valigie. Sembrava più un trasloco, e tecnicamente lo era. Cercò di non dimenticare niente, poi mandò un gufo di risposta a Malfoy:
 
Tutti gli affari sono stati sistemati. Mi presenterò da te domattina dopo colazione, se non ti dispiace.
Aspetto risposta.
 
Tua
Hermione J. Granger
 
Era sicuro che avrebbe accettato:
 
Domattina andrà benissimo. Preparo la stanza.
A domani
 
Tuo
Draco L. Malfoy
 
Questo caso cambierà la vita di entrambi. Ne era certa.

 

NOTE D'AUTRICE
Perdonate il ritardo, vi prego! :D Purtroppo ho avuto giornate parecchio impegnate e questo capitolo si è rivelato più complicato del previsto...
Spero vivamente che sia di vostro gradimento :)
Come semmpre ringrazio tutti coloro che recensiscono e quelli che mettono questa storia tra le ricordate/preferite/seguite :)
Siete la forza che mi fa andare avanti con questa storia :)

KissKiss

Eva

 
 
 

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Capitolo 12
*** Convivenza ***


And when I look into your eyes
The sky’s different blue…
(Bon Jovi – Thank you for loving me)

 
 
CAPITOLO 12 Convivenza
 
Alle otto in punto un campanello suonò al Malfoy’s Manor, fu Draco ad aprire. Perché già sapeva chi era:
 
- Buongiorno Granger. Fatto buon viaggio? -
 
Come no. Traslocare nel giro di 24 ore e svegliarsi alle 6 di mattina per viaggiare in incognito, decisamente meraviglioso:
 
- Mettiamo subito le cose in chiaro, Malfoy: pura e semplice questione lavorativa. Non l’avrei mai fatto se non fosse stato strettamente necessario. Quindi, non te ne approfittare –
 
Contaci Mezzosangue:
 
- Non è mai stata intenzione –
- Ottimo allora. Buongiorno anche a te –
 
Troia.
Stronzo.
 
- Accomodati. Vuoi unirti a me per la colazione? Doroty intanto porterà le tue cose nella tua stanza –
- Ti prego, dimmi che Doroty non è un elfo domestico –
- Tranquilla, non la tratto male. Ha la sua paga e non è trattata come una schiava –
 
Wait, what?! Draco Malfoy che tratta bene un elfo? Questa era bella:
 
- Allora va bene. Mi unisco con piacere a te –
 
Lui sorrise, le offerse scherzosamente il braccio e l’accompagnò in cucina. Hermione rimase sbalordita davanti a ciò che le si presentava:
 
- Ma… Qui c’è cibo per un intero reggimento! –
 
Draco rise:
 
- Naaa… Solo qualcosa per darti il benvenuto. Non farci l’abitudine –
 
Disse l’ultima frase ridendo, cosa che allarmò ancora di più Hermione:
 
- Beh… Non so che dire… Non era necessario, davvero… -
- Un semplice “grazie” può bastare –
- Beh… Grazie… -
- Prego collega! Ora, dal momento che la tua bocca tocca terra, che ne dici di metterci dentro qualcosa e farla lavorare? –
 
Hermione gli diede una pacca sulla spalla e poi andò a sedersi al tavolo imbandito. Nessuno dei due parlò molto, lasciarono lavorare le fauci per altri motivi.
Hermione si sentiva… Bene. Non si era più sentita così da… Beh, da quando Ron non c’era più.
 
I due piccioncini erano reduci da una notte magica. Si risvegliarono l’uno nelle braccia dell’altro, Ron diede un bacio sul collo a sua moglie per darle il buongiorno e lei si rigirò tra le sue braccia per dargli un leggero bacio sulle labbra:
 
- Buongiorno… -
 
Disse lei dolcemente, osservando le iridi blu del marito:
 
- Buongiorno principessa… -
 
La chiamava spesso così. E lei si sentiva davvero una principessa, lui era il suo principe e quello era il loro piccolo regno. Un regno che la faceva stare bene, tranquilla, felice.
Si alzarono per andare a fare colazione: lui le preparò le uova strapazzate, pane tostato e bacon. Lei preparava il caffè e metteva la marmellata sul pane. Mangiavano guardandosi negli occhi e mandandosi sorrisetti ammiccanti.
Dio quanto lo amava.
 
Quel brevissimo ricordo le fece venire gli occhi lucidi. Da tempo non pensava alla sua vita di prima, una vita che ormai era solo un dolce ricordo.
 
Malfoy si accorse subito del cambio d’umore della donna, e cominciò il solito battibecco con il suo amato cervello:
 
- Chiedile cos’à –
- No. Capirebbe che la sto osservando –
- State mangiando allo stesso tavolo, ovvio che la osservi –
- Ok si, sono uno senza palle. Ti basta? –
- Non è una scusa, signor “facciotuttoamodomio” –
- Ok ok… Ho capito –
- Bravo bambino –
- Vai a farti fottere –
- Solo quando ci vai tu –
 
Decise di abbandonare la conversazione. Il suo cervello sapeva BENISSIMO che non era stato con nessun’altra dopo Astoria. Sebbene i giornali scandalistici dicessero l’esatto contrario:
 
- Hermione… Va tutto bene? Ho visto che ti sei rattristita… -
- Sai com’è, sono lontana da casa, senza alcuna possibilità di vedere le persone che amo, vivo con quello che era il mio peggior nemico e dovrò lavorare con lui fino a tempo indeterminato. Non vedi che sono il ritratto della felicità, Malfoy? –
 
Ahia. Questo aveva fatto male.
 
Hermione si pentì quasi subito. In fondo, lui l’aveva fatto per tenerla al sicuro:
 
- Draco, scusami… Non dovevo… -
 
Lui la zittì con un gesto della mano:
 
- Non importa. Ti faccio vedere la tua stanza, così potrai riposare –
- Va bene… -
 
Lei divenne ancora più triste. Non meritava quelle parole. Lui era stato gentile con lei e aveva sempre fatto in modo di non metterla in pericolo. Doveva trovare il modo di scusarsi.
 
Lui stava pensando alle parole di lei, mentre l’accompagnava ai piani superiori per portarla nella sua stanza. Il rancore di lei era ancora lì, dopo 11 anni. Una Grifondoro non poteva andare d’accordo con un Serpeverde. Specialmente se i due in questione erano Hermione Granger, appartenente al “magico trio” che sconfisse Lord Voldemort, e lui Draco Malfoy, appartenente ad una stirpe di Purosangue Mangiamorte. Forse l’idea di coinvolgerla in questo caso non era stata così brillante:
 
- Non criticare le mie idee, Malfidato –
- Ma sta un po’ zitto… -
 
L’accompagnò davanti alla porta della camera e aspetto un secondo prima di aprire:
 
- Tieni chiusa la bocca –
 
Poi aprì la porta: un tripudio di luce si spalancò davanti ai loro occhi. Era tutto bianco avorio e panna. Un letto matrimoniale ENORME a baldacchino troneggiava al centro della stanza. Le tende erano bianche, mentre il copriletto color panna. Nella stanza c’era anche una scrivania con annessa libreria accanto. Draco le fece vedere il bagno all’interno della stanza (vasca idromassaggio in marmo bianco a sei posti, lavandino e water di marmo bianco, tutti i lavandini color oro)., poi la cabina armadio dove erano già stati messi gli abiti di Hermione. Non riempivano nemmeno un quarto della cabina. In fondo a quella che era un’altra stanza (queste erano le dimensioni della cabina) c’era una gigantesca scarpiera con già 5 paia di scarpe messe a posto. Inutile a dire che erano una formica vicino a una montagna.
Hermione era… shoccata. Completamente. Non se lo sarebbe mai aspettato da lui. Il bisogno di scusarsi era sempre più forte:
 
- Draco, io… -
 
Lui la zittì mettendole un dito sulle labbra, lei arrossì:
 
- Non dire niente. Dovere. –
 
Sti cazzi.
 
Lui fece per uscire, ma lei lo prese per un braccio e lo fece voltare:
 
- No. Non è dovere. Quindi, grazie. Di tutto. Dico davvero. –
 
Detto questo lo attirò a se lo abbracciò stretto. Lui rimase sbalordito per un attimo ma poi ricambiò l’abbraccio. Il contatto col suo corpo morbido lo fece sentire felice come non lo era da tempo. Lei si alzò sulle punte dei piedi e si avvicinò ancora di più a lui, le gambe del ragazzo tremavano. Poi si accorse che si stava accostando al suo orecchio e gli sussurrò:
 
- Grazie, Draco. Grazie davvero. E scusami davvero per ciò che ho detto prima. Non te lo meriti –
 
Lui si staccò, la guardò negli occhi e sorrise. Poi si voltò e uscì.
 
Forse non era stata una cattiva idea, infondo.

NOTE D'AUTRICE
Buonasera splendori!!
Spero davvero che questo capitolo non vi deluda... Come potrete notare, ci sono diversi sviluppi tra i due piccioncini... oltre ad un dolcissimo flash back di Hermione su Ron <3
spero proprio che quella donna si svegli... sia lei che Draco hanno bisogno d'amore <3 (Ehm... Draco.. nel frattempo... io sono libera eh xD)
Allora: un ringraziamento speciale a tutte quelle care donnine che costantemente recensiscono e mi fanno sentire tutto il loro amore, spero di farvi sentire il mio attraverso i capitoli di questa storia :)
Un altro grazie va a chi mi ricorda (4 <3) chi mi preferisce (4 <3) e a chi mi segue (43 <3)
Al prossimo capitolo gente!
KissKiss
Eva

 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Incomprensioni e strani pensieri ***


Eva sails away
Dreams the world far away
The good in her will be my sunflower field
 
(Nightwish – Eva)

 
CAPITOLO 13 Incomprensioni e strani pensieri
 
I primi giorni di “convivenza” passarono piuttosto tranquilli. Si alzavano entrambi alle 9 in punto, si preparavano, facevano colazione insieme e poi andavano nello studio di Draco per lavorare. Non parlavano quasi mai. Ogni tanto al mattino s’incrociavano fuori dalle rispettive camere (erano a pochi metri l’una dall’altra, ai lati della scalinata che portava al piano di sotto), allora si sorridevano e lui le chiedeva come aveva dormito. Naturalmente, nessuno dei due aveva il coraggio di uscire in pigiama. Erano entrambi già vestiti quando uscivano.
A colazione magari si scambiavano qualche battuta e lui si beava del sorriso di lei.
 
Hermione non era mai stata così felice. Era a casa della sua nemesi, ma stava bene. Lui la faceva stare bene come non lo era da tempo. Aveva imparato a conoscerlo. Non era lo stronzo che ricordava, era cambiato. La chiamava sempre più spesso per nome e anche lei pian piano si abituava a chiamarlo “Draco” e non “Malfoy”.
Erano davvero una coppia strana. Non parlavano per quasi tutto il giorno, lavoravano e basta, eppure nelle pause ridevano. Battutine a volte taglienti, piccole freddure che facevano dubitare dell’intelligenza di entrambi, frasi ironiche nel bel mezzo di una riflessione seria. Si davano il buongiorno tutte le mattine con una risata e si davano ogni sera la buonanotte con un sorriso. Niente di più. Per ora.
 
I problemi sorsero dopo una settimana: stavano lavorando al caso, quando a Draco venne un intuizione davvero inquietante:
 
- Hermione… Forse ho capito dov’è la spia –
- Dimmi –
- Tra gli Auror –
 
Hermione lo guardò con gli occhi spalancati:
 
- N-no… Non può essere. Il Capo Auror è Harry, lui fa tutte le selezioni, non può… -
- Hermione calmati, è solo un’ipotesi. Pensaci: quante altre volte i malfattori si sono infiltrati tra gli Auror? Non è la prima volta, probabilmente nemmeno l’ultima –
 
Hermione si stava parecchio innervosendo:
 
- Che intendi dire con questo, Malfoy?! Che Harry è un incompetente?! Che si fa fregare con niente?! Eh?! Rispondi! –
 
Ahia. Era tornata all’uso del cognome. Stavolta si era davvero incazzata:
 
- Non sto dicendo questo… Una svista può capitare a tutti. Anche al grande Harry Potter –
- Ma hai idea dei test che vengono effettuati?! Con l’entrata di Harry come Capo Auror ci sono stati sempre meno candidati perché ha messo nuove selezioni, così da evitare gente strana! –
- Lo so, lo so… Ma stiamo parlando di uno dei più grandi malfattori dell’ultimo decennio. Quell’uomo ha eluso il sistema di sicurezza del Ministero! Credi che non possa aver fregato lo Sfregiato?! –
 
Merda. Stavolta l’aveva fatta grossa. Hermione era incazzata nera. I suoi occhi sembravano braci. Draco, come suo solito, non potè fare a meno di notare quanto fosse bella da incazzata:
 
- DRACO LUCIUS MALFOY! COME CAZZO TI PERMETTI DI CHIAMARE COSÌ IL RAGAZZO CHE HA UCCISO VOLDEMORT?! SAI UNA COSA?! ME NE VADO A LETTO! E SAPPI CHE PREFERIREI PASSARE I PROSSIMI ANNI AD AZKABAN PIUTTOSTO CHE CONTINUARE QUESTO CASO CON TE! DOMANI MANDO LE DIMISSIONI! –
- Hermione… Aspetta… -
- Buonanotte furetto! –
 
Lui si zittì. Odiava quel soprannome. L’aveva chiamato così anche quella notte di 15 anni prima. Una notte che lei avrebbe presto ricordato, ora che erano così a stretto contatto. O almeno, l’avrebbe ricordata se non fosse andata in prigione entro le prossimo 24 ore. Non restava che sperare che un sonno ristoratore le facesse capire che non doveva andarsene. Non poteva andarsene.
 
Hermione era furiosa. Andò nella sua stanza e riempì l’enorme vasca con l’intenzione di rilassarsi. Aveva appena chiuso l’acqua e si stava per spogliare, quando sentì bussare alla porta. Non avrebbe aperto, ma andò comunque a controllare. Vide un foglio proprio sotto alla porta, lo raccolse e lo lesse:
 
Cara Hermione,
mi dispiace davvero. Cerca di capirmi, questa è una situazione nuova anche per me e certe abitudini sono dure a morire. Sappi che questi giorni sono stati un balsamo per me, non sono ancora a rinunciarci. Spero di non dover intervenire di persona per farti cambiare idea.
Perdonami, ti prego.
Spero ti unirai a me per la cena, stasera.
 
Tuo dispiaciutissimo
Draco
 
Hermione buttò il biglietto nel cestino e poi tornò in bagno, si spogliò e si immerse nell’acqua.
 
Draco l’aspettò per tutta la sera senza toccare cibo, poi anche lui si ritirò nella sua stanza. Quell’odiosa Mezzosangue lo avrebbe rovinato:
 
- Dio quanto era bella oggi… -
- Senti un po’ idiota, che cazzo hai detto oggi?! Possibile che non riesci a controllarti un po’?! –
- Sai com’è, il mio caro cervello non è abbastanza veloce per la mia bocca –
- Sai com’è, se tu mi dessi qualche secondo prima di parlare a vanvera, eviteresti parecchio figure di merda –
- Si si certo… Intanto lei mi odia –
- Non ti odia, è solo incazzata –
- E lo chiami poco?! –
- Vai a prenderti una camomilla, tesoro. Vedrai che la situazione si calmerà –
- Sai? Credo proprio che lo farò –
 
Mentre diceva questo, senti un’altra anima che non riusciva a dormire scendere le scale. Oh, si. L’idea della camomilla era proprio geniale.
 

NOTE D'AUTRICE

Su, da brave... Giù i forconi, fate l'amore non la guerra <3 
Si si lo so... Come capitolo è un po' corto e non dice granchè, ma era necessario per introdurre il prossimo :D
Si accettano scommesse sulle prossima reazione di Hermione quando si ritroverà Draco giù in cucina... Vi dico solo che c'è un motivo se all'inizio del capitolo ho specificato la questione "vestiti" ehm...
Un ringraziamento ENORME a quelle care donnine che pazientemente recesiscono ogni capitolo, e a tutti coloro che mi hanno inserito tra le ricordate/seguite/preferite :D
Siete... Non so... una cinquantina di pozioni rallegranti? Anche di più :D

KissKiss
Eva

 
 
 

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Capitolo 14
*** Svolti e ricordi rivolti ***


Come and take a walk on the wild side
Let me kiss you hot in the pouring rain
You like your girls insane
Choose your last words
This is the last time
‘cause you and I
We were born to die
(Born to die – Lana del Rey)


CAPITOLO 14 Svolti e ricordi rivolti
 
Hermione non riusciva a dormire. Non era la fame, ma i sensi di colpa. Se l’era presa davvero per poco e non riusciva a spiegarsi perché. Che aveva detto di poi così terribile? Ora che ci pensava bene… Niente. Aveva solo fatto un’ipotesi. Il vero problema? Aveva nominato Harry. Il suo migliore amico. Non lo vedeva da un pezzo, perché quando era andata a salutare Ginny lui non c’era. Era questo il vero motivo del suo comportamento. Doveva chiedere scusa a Draco. Di nuovo. Possibile che non ne facesse una giusta?! Per Morgana… Quell’uomo le faceva TROPPO uno strano effetto.
All’una di notte, disperata al massimo, decise di scendere per farsi un thè. Forse sarebbe riuscita a calmarsi e a fare qualche ora di sonno.
Essendo notte fonda, non avrebbe mai pensato di trovare qualcuno in piedi, perciò scese scalza con solo una striminzita camicia da notte addosso. Una specie di vestitino in raso rosa antico con bordi di pizzo nero. Diciamo che Ginny sa essere molto convincente durante lo shopping e aveva costretto Hermione a sbarazzarsi di quegli “orribili completino di cotone da verginella pudica” e le aveva fatto comprare biancheria Victoria’s Secrets. Ottimo, no?
Senza far rumore scese le scale e andò in cucina. Tirò fuori il bollitore, lo riempì d’acqua, lo mise sul fuoco e poi si sedette su uno degli sgabelli ad aspettare.
Non si era accorta che qualcuno era sceso con lei, e quel qualcuno la stava osservando nell’ombra, vicino alla porta.
 
Draco aveva sentito Hermione scendere le scale, sebbene il suo fosse un passo molto leggero. Voleva vederla, magari fare pace con lei. Anche lui non si era preoccupato di mettersi addosso una vestaglia, naturalmente.
Si era messo sulla porta ad osservare quella che ormai non era più una ragazza, ma una donna. La minuscola camicia da notte non nascondeva praticamente niente, così lui poteva ammirare le mature forme della Granger e rimase incantato dalle sue lunghissime gambe tornite. Poteva osservare quasi ogni dettaglio: i fianchi morbidi, il ventre piatto…
 
- Dio quant’è bella –
- Vai conquistala, bel maschione! –
- E te pareva… Sta zitto –
 
Il suo cervello s’intrometteva nei momenti più inopportuni, ma era il momento di far parlare qualcuno che era sempre stato zitto e in disparte. Il suo cuore.
 
L’acqua bolliva e la Granger si alzò per toglierla dal fuoco, facendo attenzione prese il bollitore e si versò un po’ d’acqua nella tazza. Stava per buttare quella che rimaneva, ma una voce la fece fermare:
 
- Aspetta. La uso io quella, voglio farmi una camomilla –
 
Hermione si girò di scatto e per poco non le cadeva la pentola di mano. Era praticamente rimasta a bocca aperta ritrovandosi Draco Malfoy mezzo nudo in cucina. Aveva addosso solo i pantaloni del pigiama e aveva tutti i suoi muscoli in bella vista. Una visione celestiale. Lui non potè fare a meno di accorgersi dello sguardo di lei, uno sguardo a dir poco… Impudico:
 
- Che c’è Granger? Non posso scendere nella mia cucina? –
 
Ei si ricompose e poi gi rispose:

- N-no… Certo che no. La casa è tua. Prenditi l’acqua prima che si raffreddi –
- Con permesso… -
 
Si avvicinò e le prese delicatamente il bollitore di mano. Il tutto senza evitare di sfiorarla il più possibile. Cosa che la fece arrossire come un pomodoro maturo sotto al sole.
 
Si sedettero uno di fronte all’altra, bevendo e basta. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare. Lei era parecchio in imbarazzo per il fatto che non aveva praticamente addosso e lui pure (il che non facilitava la proposta di scuse della donna), lui non aveva il coraggio di parlare per la paura di rovinare tutto di nuovo.
Non si sa perché, ma fu lei a cominciare (sensi di colpa?):
 
- Draco… io… -
- Non dire niente –
- Invece si. Oggi mi sono comportata malissimo, di nuovo. E tu non meriti quello che ti ho detto, visto tutto quello che fai per me. Mi dispiace davvero tanto. C’è un modo per farmi perdonare? –
 
Ok. Lui era un uomo. Lei una donna. Lui poteva fare il bastardo approfittatore della situazione, eppure non lo fece. Si limitò a sorridere:
 
- Si. Un modo c’è. Accettare le mie scuse per essere stato così indelicato e tornare a lavorare con me. Che ne dici? –
 
Sorrise anche lei:
 
- Direi che è la soluzione migliore che potevi trovare –
 
Si sorrisero. Lei s’immerse nei suoi occhi grigi, e lui ricambiava lo sguardo:
 
- Perché sei scesa? Non riesci a dormire? –
- No, stavo pensando alla mia sfuriata. Tu? –
- Idem –
 
Lei si mise a ridere:
 
- Davvero? Non sei riuscito a dormire per colpa mia? –
- Beh cara… Posso dire lo stesso di te –
- 1 a 0 per te –
- Uuuhhh… Questa la segno nel calendario –
- Mister Simpatia –
- Che dici Granger, andiamo a letto? –
 
Gliela stava servendo su un piatto d’argento, così fece il suo sguardo più sexy e sfiorandogli una mano disse:
 
- Con te, Draco? –
 
Lui sapeva che lei stava scherzando, ma qualcosa si mosse comunque e non potè fare a meno di arrossire:
 
- Perché, ci verresti Granger? –
- Fammici pensare… Assoluta-me-nte no. –
- Allora direi che abbiamo risolto tutti i nostri problemi –
 
Lei si mise a ridere e si alzò dallo sgabello, anche Draco o fece e poi la prese sottobraccio mentre salivano e scale.
Una volta arrivati davanti alle camere si diedero la buonanotte. Forse era l’eccitazione della riappacificazione, forse il thè che aveva bevuto… Fatto sta che Hermione si alzò in punta di piedi e posò un dolce bacio sulla guancia a Draco. Lui rimase di sasso per qualche secondo. Poi le diede un abbraccio, sentendo tutta a morbidezza del corpo di lei. Anche lei ci mise qualche secondo per accorgersi di ciò che stava succedendo, ma sentiva fin troppo bene le braccia della serpe che la stringevano e poteva sentire gli addominali scolpiti di lui appoggiati sul suo ventre, separati solo dalla stoffa sottile. Fu un attimo. Lui si staccò di appena qualche centimetro, abbassò la testa verso di lei, e prima che la donna potesse anche solo formulare un pensiero, le posò un delicato bacio sulle labbra:
 
- Buonanotte, Hermione –
 
Lei rimase lì imbambolata, mentre lui entrava nella sua stanza:
 
- B-Buonanotte Draco… -
 
Tornò in camera visibilmente scossa. Cosa diavolo era successo?! E poi… Perché si sentiva così strana?! Sentiva una sensazione orribile… Come se la sua testa girasse per conto suo. Decise di mettersi a letto e non pensare più a nulla.
 
A pochi metri di distanza, un uomo che mai era stato amato pensava alla dolcezza delle labbra che aveva appena baciato. Con la speranza che anche lei o stesse pensando:
 
- E bravo ragazzo! –
- Ma sta un po’ zitto… -
 
Nell’altra stanza però, qualcosa stava accadendo. Hermione si rigirava nel letto, sudava e si tormentava. Stava facendo un sogno molto, molto particolare. Sognava il suo primo, vero bacio. Il primo bacio con Draco Malfoy.
 

NOTE D'AUTRICE

Aaaahhh** Ho ancora gli occhi a cuoricino <3
Non riuscivo ad aspettare domani, così ho inserito subito questo capitolo che AMO ALLA FOLLIA <3
Avvertimento: se manca qualche L, è la mia tastiera che mi odia :D
Allora... si accettano scommesse su come andrà avanti tra i due piccioncini :DD
Passiamo alle cose serie: un ringraziamento INFINITO tutti coloro che recensiscono, donando a questa donzella qualche minuto del loro prezioso tempo <3
Grazie anche a te mi mette tra le ricordate/preferite/seguite <3
Siete come... (parlando alla babbana) pane e nutella durante il periodo premestruale <3 (so che voi donne mi capirete xD)

Buonanotte dolcezze che coronano le mie giornate <3
Alla prossima :)
KissKiss
Eva

 
 
 

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Capitolo 15
*** Now, do you remember what really happened? ***


I’m out of sight, I’m out of mind
I’ll do it all for you in time
And out of all these things I’ve done I think I love you better now
(Ed Sheeran – Lego House)

 
CAPITOLO 15 Now, do you remember what really happened?
 
Hermione si svegliò di soprassalto quando la sveglia suonò. Nella sua mente erano ancora vividi i ricordi della sera prima e del sogno che aveva fatto:
 
Era il quarto anno ad Hogwarts e Viktor Krum l’aveva invitata al Ballo del Ceppo. Hermione era di una felicità assoluta, sebbene avesse voluto che Ron la invitasse. Era già innamorata di lui, ma non aveva il coraggio di farsi avanti.
Quella sera ci mise una cura particolare per prepararsi, voleva dimostrare di poter essere anche lei come le altre: usò la Tricopozione Lisicariccio per creare dei morbidi boccoli invece del solito cespuglio crespo, poi si truccò con particolare attenzione, leggero ma d’effetto. Raccolse in capelli in uno chignon morbido dietro la testa, con qualche ciocca sfuggente. Infine s’infilò il vestito, blu pervinca, e le scarpe tacco 10 in tinta. Era splendente. Avrebbe decisamente fatto la sua bella figura.
Scese la scalinata che portava alla Sala Grande e non potè fare a meno di sorridere incontrando gli occhi del suo cavaliere, che l’aspettava trepidante. Lui indossava la divisa della scuola, solo in versione più formale.
Fecero l’entrata con gli altri campioni, ma nessuno guardava gli altri. Gli occhi erano tutti puntati sul campione bulgaro e la splendida dama al suo braccio. Tutti si stavano chiedendo chi era quella fata, nessuno sospettava che fosse la secchiona della scuola.
Lei non si era nemmeno resa conto che invece qualcuno se n’era accorto. Un paio di occhi grigi la stavano osservando e si rendevano conto di ciò che avevano perso. E forse mai conquistato.
Hermione e Krum aprirono le danze insieme agli altri, lui la guidava in maniera perfetta e lei volteggiava leggera. Era semplicemente bellissima.
Ballarono per tutta la sera, senza preoccuparsi degli altri o di qualsiasi altra cosa che non fosse divertirsi. Verso fine serata Krum la prese per mano e la portò in un corridoio vuoto, in un angolo un po’ appartato. La guardava con dolcezza negli occhi, il cuore di entrambi batteva a mille, i loro visi si avvicinavano sempre di più…
 
- Scusami Hermaion, io cvedo che devo prenfere da bfere –
- Si.. si.. Certo.. –

Hermione era delusa. Stava per dare il suo primo bacio, ma qualcosa era andato storto. Perché lui si era allontanato all’ultimo secondo? Mancava così poco…
Ad un certo punto, si rese conto di non essere sola, un ragazzo dai capelli biondi come l’oro e con due grigi splendenti la stava fissando:
 
- Tutta sola Granger? –
 
Lei si ricompose e lo guardò stizzita:
 
- Che ci fai qui Malfoy? –
 
Lui si avvicinava sempre di più:
 
- Sono venuto a parlare con una vecchia amica, non posso? –
- Allora cerca la tua amica Furetto, non venire a rompere le palle a me –
- Ho voglia di parlare con te –
- Io no –
- Hai ragione, basta parlare. Perché non passare ai fatti invece? –
- Quali fatti? Di che stai parlando? –

 
Hermione era sempre più allarmata e indietreggiò verso il muro:
 
- Tu mi piaci Hermione. Da tanto, troppo tempo. E so che anche tu sei attratta da me. Ammettilo –
- CHE COSA?! Mi prendi in giro?! Vattene Malfoy, adesso, prima che torni Viktor! –
- Il tuo bimbetto del nord non tornerà. Siamo solo io e te. E io non me ne andrò. Non prima di un bacio, almeno –

 
Hermione sembrava schifata:
 
.- Vai a baciare ippogrifi, Malfoy –
- Con molto piacere, Granger –

 
Detto questo le si avvicinò sempre di più, lei non aveva via di scampo dal momento che si era addossata al muro. Le prese il viso tra le mani e posò un lungo bacio sulle sue labbra.
In quel momento Hermione sentì qualcosa. Le… piaceva. Ricambiò il bacio e lui continuò. Lei sentiva il suo profumo di vaniglia, quel meraviglioso profumo, e scoprì che lei era attratta da lui. Anni di sentimenti nascosti che riaffiorarono con un solo bacio. Quando lui si staccò si guardarono dritti negli occhi. Fuoco e ghiaccio uniti in una sola fiamma gelata:
 
- Sapevo che ti sarebbe piaciuto Granger –
- Vai a farti fottere Malfoy –

 
Lui la guardò negli occhi e posò un altro bacio sulle sue labbra:
 
- Oblivion! –

Lo sguardo di Hermione divenne vacuo e, con gli occhi lucidi, Malfoy disse:
 
- Hai baciato Krum e poi lui è andato a prendere da bere. Non mi hai mai visto per tutta la serata –
 
Krum tornò subito dopo che Malfoy se ne fu andato e non si accorse che la sua dama era parecchio confusa. Lei si avvicinò, gli prese il viso tra le mani e lo baciò. E come tutto era arrivato, tutto se ne andò. Un ricordo latente che sarebbe tornato, prima o poi.
 
Dire che la ragazza era incazzata come una iena suonerebbe riduttivo. Si precipitò giù dalle scale senza nemmeno preoccuparsi di coprirsi o pettinarsi. Draco era già in cucina:
 
- TU! –
 
Lui si voltò, vide il viso della donna e subito capì cos’era successo:
 
- Lasciami spiegare… -
- NO! SEI UN LURIDO BASTARDO APPROFITTATORE E DOPPIOGIOCHISTA! HAI MODIFICATO LA MIA MEMORIA, LA MIA VITA! SEI SOLO UNA SCHIFOSA SERPE! PERCHÉ MI HAI AFFIDATO QUESTO CASO INSIEME A TE?! VOGLIO LA VERITÀ STAVOLTA! DIMMELA O TI FACCIO A PEZZI, ALMENO FINISCO AD AZKABAN PER QUALCOSA DI VALIDO! –
- Hermione… -
- HERMIONE UN CAZZO! RISPONDI ALLA MIA DOMANDA! –
 
Draco era con le spalle al muro, lei gli puntava la bacchetta contro e avrebbe sicuramente fatto fuoco di lì a poco:
 
- Ok, ti dirò tutto ciò che vuoi sapere. Però metti giù la bacchetta e siediti –
- NON TENTARE DI NEGOZIONARE! –
 
Detto questo la ragazza abbassò la bacchetta e si sedette, ma era sempre sull’attenti:
 
- Ti ho affidato questo caso per più di un motivo, hai ragione. Non c’entra solo il fatto che sei la migliore sul campo, ma era anche una questione personale. Volevo restituirti quel ricordo che ti avevo rubato. Per farlo avrei dovuto rimanere a stretto contatto con te e trovare la chiave che ti avrebbe aperto la mente. Negli ultimi 11, anzi, 15 anni non ho fatto altro che pensare a quel momento. Cosa sarebbe successo se non ti avessi modificato la memoria? Avrei avuto una possibilità con te? Certo che no. I miei genitori non l’avrebbe mai permesso, e comunque tu non mi avresti mai ricambiato. Sei sempre stata innamorata del Rosso, e lui di te. Non era mio diritto mettermi in mezzo. E poi, siamo la nemesi l’uno dell’altra. Cosa sarebbe potuto accadere? Per questo ti avevo modificato la memoria, ma me ne pentii presto. Così, ora che me ne se è presentata l’occasione, ho deciso di rimediare. Questo è quanto –
 
Hermione si era calmata. Sentiva che le parole del furetto erano vere, per la prima volta era sincero con lei:
 
- Era vero? –
- Cosa? –
- Quello che mi dicesti quella sera, che ti piacevo da tempo –
 
Lui abbassò gli occhi:
 
- Si. Era tutto vero –
 
Lei lo guardò:
 
- Guardami negli occhi –
 
Lui alzò lo sguardo:
 
- C’è ancora qualcosa? –
 
Lui arrossì:
 
- Forse. Non ne sono sicuro. Non dopo ieri sera. –
 
Certo. Il bacio. Nemmeno lei se l’era dimenticato:
 
- Dimenticherò questa storia. Per ora. Abbiamo un caso a cui lavorare. Ma ci atterremo solo a quello –
 
Lui si rattristò parecchio:
 
- Va bene - 
- Ma non credere che sia finita qui –
- Non lo è –
- Ora, credo sia ora di chiamare Harry. Ho deciso di prendere in considerazione la tua ipotesi –
- Gli manderò una lettera oggi stesso –
- Ottimo –
 
Freddi. Ghiaccio puro. Peccato che nessuno dei due era sicuro di mantenere ciò che avevano pattuito.

 

 NOTE D'AUTRICE 

Credo che ora molte cose si stiano chiarendo, tranne i sentimenti di Hermione l'eterna - indecisa Granger :)
Mi scuso per il ritardo di questo capitolo che doveva essere postato ancora ieri sera, ma ho avuto problemi con la connessione T___T
Spero davvero che la storia vi stia piacendo :)
Sempre un grande grazie a tutti coloro che recensiscono e a chi mi mette tra le ricordate/preferite/ seguite <3
Vi adoro
Siete... boh... Il pollo arrosto con le patate cucinate dagli elfi di Hogwarts? La torta alla melassa? A voi la scelta :)

KissKiss
Eva

 
 
 

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Capitolo 16
*** Lettere, documenti e troppi pensieri occulti ***


Per tutta la vita
Andare avanti
Cercare i tuoi occhi negli occhi degli altri
Far finta di niente,
far finta che questo sia un giorno normale
 
(per tutta la vita – Noemi)

 
CAPITOLO 16 Lettere, documenti e troppi pensieri occulti
 
Gentile Sig. Potter,
è atteso al Malfoy Manor il prima possibile, Le concedo la libertà di scelta per quanto riguarda data e ora. Io e Ms. Granger L’attendiamo per porle alcune domande di vitale importanza.
 
Vostro
Draco L. Malfoy
 
P.S la Granger ti saluta, Potter
P.P.S. Brucia la lettera
 
Draco spedì la lettera subito prima di andare nel suo studio, dove Hermione già lo aspettava con le carte in mano. Il calore che si era creato tra loro nei giorni precedenti si era dissolto, svanito. Non riusciva a capire come qualcosa che sembrava perfetto ora non esisteva più. Era deciso a riconquistarla:
 
- Sei un idiota –
- Lo so –
- Te la sei fatta scappare, bravo scemo –
- Aspetta e vedrai –
 
Odiava il suo cervello:
 
- Bene, Granger. Novità? –
- Stavo riflettendo sulla storia dell’Auror, ma non voglio fare ipotesi fino a quando non avrò parlato con Harry. Però ho pensato ad un’altra cosa… I Dipartimenti. Il Dipartimento per la Cura delle Creature Magiche ha da poco un nuovo capo. Nessuno l’ha mai visto perché non è mai in ufficio e lavora fuori sede. Il posto che occupa non è di gran rilevanza, non è in vista. Il che mi fa molto riflettere… è il posto perfetto per non farsi notare. –
- Non ci avevo pensato, hai ragione. Un posto poco visibile, possibilità di lavorare fuori sede… La perfezione per organizzare qualcosa di losco. Quando è stata l’ultima volta che si è presentato in ufficio? –
- Tutto il mese prima del colpo –
- Non vedo l’ora che arrivi Potter –
- A chi lo dici –
 
I loro sguardi erano indecifrabili. Eppure la tensione nella stanza era palpabile, si poteva tagliare con un coltello. Si leggevano nel pensiero senza bisogno della Legilimanzia, anche se sarebbe stata molto utile. Draco voleva assolutamente sapere cosa diavolo passava nella testa della Mezzosangue. Poteva rinunciare al caso e senza complicazioni. Lei non lo sapeva, ma poteva evitare Azkaban con un semplice incantesimo della memoria. Draco non glielo aveva detto perché non voleva ripetere l’errore di 15 anni prima, erano successe troppe cose in quei pochi giorni per poterle rimuovere. Anche se alla fine aveva comunque compromesso tutto quanto.
 
Hermione guardava il suo partner dall’altra parte del tavolo e si meravigliava della facilità con cui parlavano. Poteva quasi vedere il segno del pugno che gli aveva mollato al terzo anno, eppure lui non le portava rancore. Si ricordava di tutte le volte che l’aveva offesa, di tutte le volte in cui si erano urlati contro nei corridoi di Hogwarts, tutti gli incantesimi che si erano lanciati. Non riusciva a credere che ora quella peste bionda era seduta di fronte a lei, non riusciva a credere che fosse cambiato così tanto, che fosse così facile parlargli, che la sera prima ci fosse stato quel… Contatto tra loro. Non riusciva ad accettare l’idea di un Draco così diverso:
 
- Non capisci il suo cambiamento o non riesci ad accettare il fatto che lui ti piace? –
- Smettila di blaterare. Lui non mi piace –
- Non sembrava ieri sera… -
- Ieri sera è stato lui a cominciare. Io non centro. –
- Però ti è piaciuto –
- E con questo? –
- Se una persona ti bacia e ricambi, vuol dire che ti piace –
- Ti dico di no. Non volevo litigare con lui di nuovo –
- Si… Come no –
 
Draco non potè fare a meno di accorgersi che la ragazza aveva una faccia strana:
 
- Tutto bene Granger? Ti serve una pausa? –
- No, posso continuare –
 
Stupida. Stupida. Stupida.
 
Non si fermarono nemmeno a pranzo; Doroty portò loro dei panini e mangiarono in silenzio, sempre chini sulle loro carte ad esaminare tutti i dati a loro disposizione.
Alle due del pomeriggio arrivò il gufo con la risposta di Harry:
 
Gentile Sig. Malfoy
Sono disposto ad incontrarLa al più presto. Che ne dice di domani alle ore 16.00? Subito dopo il mio turno. Le sarei grato se mi permettesse di portare anche mia moglie Ginny Weasley Potter con me, saremo solo noi due senza i bambini.
 
Attendo risposte
Harry J. Potter
 
P.S Dì ad Hermione che ci manca e che non vediamo l’ora di reincontrarla
 
 
Domani alle 16.00 è perfetto, porta pure tua moglie
A domani, Potter
 
Draco
 
Poche righe, quel giorno non aveva voglia di scrivere molto. I pensieri lo attanagliavano allo stomaco, cosa aveva quella donna per ridurlo così? Non era mai stato così male per una donna. Nemmeno per Astoria. Lui non l’amava, anche se era stato male quando l’aveva lasciato. Infondo era stata sua moglie per diversi anni…
 
Erano passati 6 anni dal loro matrimonio, nessun erede in vista. Niente di niente. Lui non la cercava più e lei aveva preso l’abitudine di dormire nella stanza degli ospiti. La loro unione stava naufragando, ed era il momento di fare qualcosa:
 
- Astoria, ti devo parlare –
 
Erano a tavola, ai lati opposti, lei alzò appena lo sguardo dal suo piatto colmo d’insalata:
 
- Dimmi –
 
Lui prese il coraggio e parlò:
 
- Voglio il divorzio –
 
Le cadde la forchetta di mano. Era inevitabile, ma lei non era ancora pronta a rinunciare al lusso di quella casa, ai vestiti, ai gioielli… No:
 
- Io no –
- Accetta la realtà. Non siamo più una coppia. Perché continuare questa farsa? –
- Perché i nostri genitori ne morirebbero a saperlo. Non divorzieremo finchè non moriranno –
- Assolutamente no. Io so perché tu non vuoi… Non vuoi rinunciare al tuo tenore di vita. Spiacente Madame, dovrai farne a presto meno –

 
Lei si alzò furiosa dal tavolo e gli lanciò contro il bicchiere di cristallo colmo di vino, colpendolo al volto dove gli lasciò un profondo taglio sulla guancia e un’enorme macchia sulla camicia bianca:
 
- NO! –
 
 Detto questo si smaterializzò a casa dei suoi. Il giorno dopo Draco si presentò in Tribunale per avviare le carte. Dopo due mesi era tutto pronto e lui si avviò alla ricerca di un Magiavvocato, ma era uno solo quello che voleva. L’unico che l’avrebbe tirato fuori da quel casino. Anzi, l’unica. Ora che ne aveva la possibilità, avrebbe conquistato Hermione Jean Granger. L’unica che gli aveva rubato il cuore e non l’aveva mai lasciato andare.
 

NOTE D'AUTORE
METTETE GIU' LE MAZZE DA BASEBALL!! Su... Da brave! Ok... forse una bella menata me la meriterei, visto l'odioso ritardo con cui arriva questo capitolo. Mi dispiaaaceeeee!!! Purtroppo ero in montagna con i miei e non c'era la connessione internet...
A me questo capitolo non entusiasma, sebbene si veda qualcosina di più del caro Draco...
Beh... Buona lettura :)
Sempre un grosso ringraziamento a chi recensisce e a chi mi mette tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi adoro :)

Alla prossima
KissKiss
Eva

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 17
*** Impicci, pasticci e gole riarse ***


Ad un certo punto la verità mi si è posta davanti
 in una maniera tanto forte che non la potei rifiutare.
 
(Le Cronache del Mondo Emerso – Licia Troisi)

 
A Carmen,
la mia rossa Ginny, grazie di esistere
 

CAPITOLO 17 Impicci, pasticci e gole riarse
 
Harry era rimasto sorpreso dalla lettera, per questo ci aveva messo così tanto a rispondere, voleva parlarne con Ginny:
 
- Amore… Vieni qui un secondo. Malfoy ci ha mandato una lettera –
 
Ginny corse a sedersi sul divano, vicino al marito, e strappò la lettera dalle mani di Harry:
 
- Che cosa vuole? Tutto qua? –
- A quanto pare… -
- Voglio venire anch’io –
- Gli chiederò il permesso… -
- Con o senza permesso io verrò. Voglio vedere Hermione –
- Come vuoi cara… -
 
E se Ginny voleva qualcosa, l’avrebbe ottenuta. Per questo nel primo pomeriggio rispose alla lettera della serpe, accludendo una richiesta di permesso per la moglie. La risposta non si fece attendere:
 
Domani alle 16.00 è perfetto, porta pure tua moglie
A domani, Potter
 
Draco
 
Poche righe. Harry ne rimase stupito, non era da Malfoy essere così caloroso nelle lettere, e così breve. Merlino solo sa cosa stava accadendo in quella casa…
 
Alle 16.00 in punto dell’indomani, i coniugi Potter si presentarono alla porta del Malfoy Manor, dove vennero accolti da Mister Malfoy in persona:
 
- Buon pomeriggio, Potter, Weasley… Prego, entrate –
- Ciao, Malfoy –
 
I tre si stavano squadrando dall’alto in basso. I vecchi dissapori di certo non erano stati dimenticati:
 
- Fatto buon viaggio? –
- Certo, grazie. –
- Seguitemi, Hermione è di là che ci aspetta –
 
Aspetta un secondo. Hermione?! E da quando la chiamava per nome?! Shock.
 
Arrivarono in salotto e videro Hermione seduta su una delle poltrone, la ragazza si alzò e corse incontro ai suoi amici:
 
- Harry! Ginny! Morgana quanto mi siete mancati! E i bambini? Tutto bene a casa? –
 
Harry l’abbacciò, seguito a ruota da Ginny:
 
- Noi stiamo benissimo, i bimbi sono dalla nonna, Molly ci teneva tanto ad averli per se un pomeriggio intero. Tu come stai? –
- Io? Bene. Niente di particolare… -
 
Hermione e Ginny si scambiarono un’occhiata piena di sottintesi, mandando Harry nel pallone più completo. Un colpo di tosse li fece tornare alla realtà:
 
- Ehm ehm… Vogliamo cominciare? Siamo qui per lavoro, potrete scambiarvi le ultime notizie più tardi. Posso offrirvi qualcosa da bere? –
- No, grazie Malfoy. Meglio cominciare subito –
- Sedetevi pure, non vi mangio. Chiedete alla Granger –
 
La ragazza gli diede un’occhiataccia, ma poi fece un mezzo sorriso:
 
- Strano ma vero, è innocuo –
 
Draco prese la parola:
 
- Allora Potter, ti ho invitato qui in quanto Capo del Dipartimento Auror. Pensiamo che ci sia un infiltrato nei vostri ranghi. –
- Non sarebbe la prima volta, ma tieni da conto che sono state irrigidite le misure di sicurezza e gli esami per passare –
- Ne sono consapevole. Per questo sia io che la mia collega abbiamo ritenuto necessario consultarci con te, prima di metterla nella lista delle ipotesi. Vedi Potter, voi vi aggiornate… Ma lo fanno anche i “cattivi”, quindi non è del tutto improbabile che abbiano addestrato qualcuno per mettervelo tra i piedi. Non stiamo parlando del solito ladruncolo dilettante che tenta di entrare alla Gringott e rimane bloccato lì sotto per decenni, ma di qualcuno che è arrivato ai più nascosti dossier del Ministero –
 
Harry abbassò lo sguardo e riflettè sulle parole del biondo:
 
- Ne sono più che consapevole, Malfoy. Ho rischiato la mia posizione con quell’attacco. Avevamo una pattuglia di Auror a difesa della stanza, eppure sono riusciti ad entrare lo stesso. Abbiamo trovato gli Auror schiantati, appena un’ora dopo il colpo. Abbiamo rischiato grosso –
 
Hermione decise di parlare:
 
- Sappiamo che la colpa non è tua Harry, di certo l’infiltrato non sei tu. Però bisogna ammettere che il tizio che ha fatto il colpo non è un novellino, ma qualcuno che sa fare il suo lavoro. Potrebbe benissimo essere infiltrato. Pensi sia possibile poter fare un controllo a sorpresa col Veritaserum? –
 
Harry sgranò gli occhi, stava pensando alla domanda di Hermione, ma anche alla maniera in qui la ragazza di stava comportando. Tra lei e Malfoy sembrava esserci intesa, sebbene fossero molto freddi l’uno con l’altra. Era successo qualcosa tra quei due, ma non era quello il momento di chiedere cosa. Così tornò alla domanda di Hermione:
 
- Hermione… Non puoi chiedermi di fare questo ai miei dipendenti… -
- Lo so, Harry. Ma è l’unico modo. –
- Si possono rifiutare –
- Se non hanno nulla da nascondere, non ne avranno motivo –
 
Stavolta era stato Malfoy a parlare:
 
- Se è necessario farò preparare un mandato, ma la Granger ha ragione. Il Veritaserum è l’unico mezzo per sapere chi mente –
 
Harry rimase qualche secondo in silenzio a pensare, poi rispose:
 
- Fate fare il mandato. Non voglio essere coinvolto, dovrete sbrigarvela voi. Io posso solo darvi il permesso dentro a questa stanza e dirvi che i miei ragazzi non centrano niente –
- Noi ti crediamo Potter, ma il controllo è necessario –
- Ci sono altri sospettati? –
- Non possiamo rivelarli –
- Molto bene. Avete il mio permesso –
- Grazie, Potter –
- Grazie, Harry –
- Non c’è di che –
 
Appena ebbero finito con gli affari, Draco fece servire un aperitivo per gli ospiti, così Ginny ne approfittò per prendere Hermione in disparte e parlare. La trascinò in una stanza vuota:
 
- Hermione… C’è qualcosa che mi devi dire? –
 
La ragazza la guardò negli occhi, era disperata:
 
- Una miriade di cose. Ma non so da dove cominciare –
- Cosa c’è tra te e Malfoy? –
- ti dicessi “niente” sarebbe mentire. Il problema è che non so nemmeno io cosa sta succedendo. Andava tutto bene fino all’altro giorno, poi sono cominciati i drammi –
 
Ginny si sedette sul pavimento e fece sedere anche la sua amica, sapeva che non era semplice quello che la ragazza stava per dire, e aveva l’impressione che non sarebbe stato piacevole:
 
- Racconta –
 
E adesso? Da dove poteva cominciare?
 
- Ecco… è tutta colpa di quell’ipotesi sugli Auror. L’aveva fatta lui, dicendomi che magari Harry si era lasciato sfuggire qualcosa, e io mi sono arrabbiata da morire. Gli ho urlato contro, anche se so che non se lo meritava. Lui mi sta proteggendo e mi ha accolto in casa sua, mi fa sentire a mio agio… e io lo ringrazio urlandogli contro. –
- Ehi, vi siete odiati per anni. Tutto normale –
- Ma non è tutto… -
- Mi fai paura… -
- Non ci siamo più visti per tutta la sera, poi io sono scesa per farmi un tè. Ti giuro Ginny, pensavo di essere completamente sola. Poi, stavo per buttare l’acqua avanzata e mi ritrovo Malfoy davanti che mi dice “lascia, quella la uso io”… -
- Aspetta, aspetta, aspetta… Ti stava osservando?! –
- Credo di si… Ma è il meno peggio –
- HERMIONE! –
- Lasciami finire… Ci siamo seduti al tavolo della cucina e abbiamo parlato. Gli ho chiesto scusa e lui si è scusato per essere stato così insensibile… -
- DRACO MALFOY SI è SCUSATO?! –
- Ginny… -
- Ok, ok. Continua –
- Alla fine siamo saliti verso le camere… Non so cosa mi sia preso, ma… -
 
Ginny era sbiancata:
 
- L’ho baciato… -
 
Ginny sentì che stava per svenire:
 
- Su una guancia… -
 
La rossa riprese un po’ di colore:
 
- E l’ho abbracciato per dargli la buonanotte. Lui mi stringeva, poi si è staccato di qualche centimetro e prima che potessi fare qualcosa mi ha baciata. Niente di che… Una cosa a fior di labbra ma… Ginny? Ginny ci sei? –
 
L’amica aveva preso un colorito verdognolo e guardava l’amica con gli occhi sbarrati e la bocca aperta:
 
- Finisci il racconto. Sento che c’è qualcosa che non va –
- Hai perfettamente ragione. Pensavo fosse cambiato, avevo sentito una scossa con quel bacio. Il problema è stato dopo… sai quell’incantesimo di memoria che pensavi stesse venendo a galla? L’ho recuperato. Il mio primo bacio. Il mio primo bacio a Draco Malfoy. Al quarto anno. Non era stato Viktor il primo, ma Draco –
 
Ginny svenne.
 
- Oddio Ginny! Innerva! –
 
La rossa si alzò, era ancora più bianca del solito:
 
- IO – LO – AMMAZZO! –
 
Prima che Hermione potesse fermarla, la ragazza corse in salotto con la chiara intenzione di far del male a qualcuno. Qualcuno con i capelli biondo-oro che in quel momento parlava con Harry Potter:
 
- TU! LURIDA SERPE! COME HAI POTUTO?! LE HAI ROVINATO LA VITA! BASTARDO! –
- O cazz… -
- NON TI AZZARDARE AD APRIRE BOCCA! HAI LA MINIMA IDEA DI COSA DIAVOLO HAI FATTO? –
 
Draco si era alzato in piedi, pronto ad evitare le grinfie della Weasley, che in quel momento era più infuriata di un gigante a cui hanno dato una mazzata in testa:
 
- Ginny… Non avevo finito di parlare! –
- NON M’INTERESSA HERMIONE! HO SENTITO ABBASTANZA PER DECRETARE LA SUA MORTE! –
 
Harry era disperato. Roteava la testa da una parte all’altra senza sapere cosa fare. Non aveva mai visto sua moglie così alterata e non sapeva come calmarla. E poi… Perché era così furiosa? PERCHÉ LUI ERA SEMPRE L’UNICO A NON SAPERE MAI NIENTE?!:
 
- ADESSO BASTA! –
 
Harry stava urlando davvero. Essere il Capo Auror aiuta parecchio:
 
- Si può sapere cosa diavolo avete da urlare? Ginny, che ti è preso?! –
- Te lo racconterò a casa. Non voglio più vedere questa serpe –
 
Hermione aveva le lacrime:
 
- Ginny… Aspetta… -
- Ti scriverò Herm, lo prometto. Tu! Stagli lontano. Hai già combinato abbastanza danni –
 
Draco non seppe che rispondere. Harry si scusò, poi si smaterializzò con la moglie.
 
Hermione era a terra, in ginocchio. Stava piangendo. Poi alzò gli occhi e disse:
 
- Mi dispiace –
 
Draco le si avvicinò, poi si abbasso e l’abbracciò:
 
- No. Dispiace a me. Ha ragione. Ho rovinato tutto –
 
Lei ricambiò l’abbraccio.
 
Intanto, a Grimmauld Place 12, due coniugi stavano parlando animatamente dell’accaduto. La rossa stava sorridendo, mentre il marito era sempre più perplesso:
 
- Amore… Vuoi dire che… -
- Si, sono follemente innamorati. Ora vado a bere un po’… Urlare in quel modo mi secca la gola –
 
Prese una bottiglia di vino rosso e ne versò un bicchiere anche al marito. Oh si. Era proprio l’ora di brindare.

NOTE D'AUTRICE
Buooooongiorno gente!!
Volevo pubblicare questo capitolo ieri sera, ma ho litigato con un idiota e mi sono ritrovata senza ispirazione. Però ora ecco qui il nuovo capitolo, spero che l'immagine di Ginny che si alza da terra stile zombie prima di tentare un omicidio abbia fatto ridere anche voi, io mi sto sbellicando xD amo quella donna xD
Vi ricordo sempre che sono disponibile anche alle critiche e se trovate degli errori vi prego di segnalarli :)
Mi è stata segnalata una cosa: lettere mancanti. Io controllo sempre parola per parola, ma alcune volte non mi accorgo. Quindi, vi prego di portare pazienza per la mia povera tastiera malandata :) (devo cambiare la batteria al portatile ma costa 45 euro)
Grazie a tutti coloro che recensiscono ogni volta, a chi l'ha fatto una volta sola e un "guardate che non vi si staccano le mani se scrivete" a chi non l'ha mai fatto ;)
Grazie anche a chi mi ha messo tra le seguite/preferite/ricordate :)

Alla prossima
KissKiss
Eva

P.S. la citazione in alto l'ho scritta a memoria, quindi perdonatemi se non è correta, ma mi piace ricordarla così. Aires <3

 

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Capitolo 18
*** Ricordi, dolore e gioia ***


Kiss while your lips are still red
While he’s still silent
Rest while bosom is still untouched, unveiled
Hold another hand while the hands still without a tool
Drown into eyes while they’re still blind
Love while the night still hides the withering down
 
(Nightwish – While your lips are still red)

 
CAPITOLO 18 Ricordi, dolore e gioia
 
Lei stava piangendo come non faceva da tempo, lui la stringeva come non aveva mai stretto nessuno. Hermione si stava affidando completamente a quella serpe, si era appoggiata al suo petto e si lasciava stringere. Lui tentava di consolarla, anche se sembrava un’impresa titanica:
 
- Hermione… Ssshh… Dai… Smettila di piangere. Non è successo niente, stiamo tutti bene –
 
La voce di Draco aveva una dolcezza che non gli aveva mai sentito addosso, stava davvero cercando di consolarla. Lei però non riusciva a calmarsi:
 
- Draco… -
 
Lui la guardò:
 
- Draco… Mi manca –
 
Lui non riusciva a capire, di chi stava parlando? Della Weasley? Di Potter?:
 
- Di chi parli Hermione? Chi ti manca? –
- Ronald… Mi manca Ronald… -
 
Per Draco fu un colpo al cuore. Non se lo aspettava. Però, se ci pensava bene, era tutto normale. Ovvio che le mancasse suo marito. Era morto da due anni e lei non era ancora riuscita a superare il trauma:
 
- Ti va di parlarne? –
 
Sogno o son desta? Draco Malfoy, colui che l’aveva sempre presa in giro perché frequentava un traditore del proprio sangue, le stava offrendo di ascoltare i suoi dolori. Così lei scosse la testa:
 
- Portami da lui, ti prego. Ho bisogno di vederlo –
 
Draco ci mise un po’ prima di realizzare di cosa stava parlando. Voleva che l’accompagnasse al cimitero, a vedere la tomba di Ron:
 
- Va bene. Però smetti di piangere –
 
Lei annuì:
 
- Grazie, Draco –
 
Lui l’abbracciò stretta e poi si staccò per aiutarla ad alzarsi. La prese per mano e l’accompagnò nella sua stanza. Non parlo più, la tenne per mano e basta. Un contatto che stupì entrambi, eppure nessuno dei due avrebbe lasciato la mano dell’altro se non per estrema necessità. Avevano bisogno l’uno dell’altra, non lo potevano più negare.
Hermione andò in bagno ad asciugarsi le lacrime e a cambiarsi d’abito. Si mise un tubino nero, si raccolse i capelli e tolse ogni traccia di trucco. Era bellissima, bellissima e triste. Era vestita come al funerale, anche il vestito era lo stesso. Le ballerine che aveva indossato quel giorno e che ora si stava rimettendo portavano ancora i segni del cemento e della ghiaia su cui aveva camminato mentre accompagnava il feretro nel posto dove avrebbe riposato per l’eternità.
 
Una giovane donna vestita di nero stava piangendo vicino ad una bara di legno scuro. Aveva i capelli castani raccolti in uno chignon, ma qualche ciocca era sfuggita dalle mollette, indossava un semplice abito nero e delle ballerine ed era completamente senza trucco. Accanto a lei c’erano i suoi due migliori amici e cognati. Hermione Granger Weasley e Ginny Weasley Potter stavano piangendo forte, entrambe si tenevano ad un uomo dai penetranti occhi verdi che in quel momento erano lucidi di pianto, gli occhi di Harry Potter. Erano al funerale di colui che era stato marito, migliore amico e fratello.
La bara di Ronald Bilius Weasley era da poco stata chiusa e doveva essere portata al cimitero per essere sepolta.
Non volevano usare la magia, volevano portare in spalla il peso di quella morte. Il padre di Ron, Arthur Weasley, e i suoi figli maggiori Percy, Bill, Charlie e George, ed Harry portarono la bara “alla babbana”, senza incantesimi di levitazione. Le lacrime erano di tutti.
Arrivarono al posto scelto per la sepoltura, ognuno contribuì a ricoprire di terra quella cassa. Anche Hermione, che stava dando l’estremo saluto a colui che tanto aveva amato, e che avrebbe amato per sempre.
Finita la cerimonia salutò gli amici con un abbraccio, ma nessuno parlò.
Sarebbe tornata su quella tomba ogni giorno per un anno, prima di rinchiudersi definitivamente in se stessa.
 
Quei ricordi facevano male. Ci pensò per tutto il tempo in cui si preparò. Ci pensò anche quando Draco la prese per mano e la fece smaterializzare al centro del cimitero dei maghi. Ci penso fino a quando non arrivò davanti a quel mucchio di terra con sopra una lapide in marmo bianco. C’erano incise poche parole:
 
“a te,
ch sei stato figlio, marito, amico e fratello.
A te,
che te ne sei andato troppo presto
 
Con affetto
La tua famiglia”
 
Hermione stava tremando e Draco le mise un braccio attorno alle spalle, lei gliene mise uno attorno alla vita. Hermione aveva bisogno di sfogarsi, così cominciò a parlare:
 
- Sai… Quel giorno non doveva nemmeno essere in servizio, ma lo chiamarono lo stesso perché erano in emergenza. Harry riuscì a rifiutare perché quel giorno Ginny aveva un’ecografia, invece Ron dovette andare. Mi hanno raccontato cosa successe… Quell’uomo li aveva presi alle spalle… L’avevano preso e lui è riuscito a ribellarsi… Un solo incantesimo, Ron fu l’unico a venire colpito. Non scorderò mai quel giorno. Fu uno dei suoi colleghi a venire da Harry, io ero andata a trovarli per sapere come stava Ginny, quando l’Auror ci vide entrambi cominciò a tremare “Ronald è rimasto coinvolto in un incidente”. Queste furono le sue parole. Io mi ero catapultata da lui per chiedergli se l’avevano portato al San Mungo, se si poteva riprendere… “Hermione… Ron è rimasto ucciso nel colpo. Mi dispiace tanto”, crollai sul pavimento e dovettero portarmi in ospedale. Perdevo sangue da… da lì… -
 
Le sue parole erano interrotte dai singhiozzi, non poteva più trattenerli:
 
- Avevo… Avevo avuto… Un aborto spontaneo… Ero incinta di poche settimane… L’avevo scoperto quella mattina e non vedevo l’ora di dirlo a Ron… Ma… Dio, Draco… -
 
E gli si strinse al petto come poche ore prima:
 
- Shh… Mi dispiace davvero Hermione. Mi dispiace davvero tanto. Per te, per Ron, per il bambino… Mi dispiace. –
 
Era sincero. Lei si sentì rincuorata da quelle parole, perché sentiva che erano vere. Draco era cambiato molto in quegli anni, non era più il ragazzino arrogante che aveva conosciuto ad Hogwarts. Era diventato un uomo. Un uomo che la guardò con dei profondi occhi grigi e le disse semplicemente:
 
- Andiamo a casa –
 
Le prese la mano e si smaterializzarono al Malfoy’s Manor.
 
Se pochi anni prima qualcuno le avesse detto che un giorno si sarebbe ritrovata a casa Malfoy, a bere tè, lavorare e farsi consolare da Draco Malfoy, come minimo avrebbe Schiantato il povero malcapitati che osava fare certe congettura.
Ora però era contenta di essere lì, seduta sul divano in salotto, con la testa appoggiata al petto di Draco mentre lui le accarezza i capelli e continua a ripeterle che andrà tutto bene. Tutto passerà.
Lei si beava di quel contatto, la rendeva felice e serena. Cosa le stava succedendo?
 
Lui continuava ad accarezzarle i capelli e pensava a quello che lei gli aveva confessato. Lui ed Astoria erano sempre stati molto freddi l’uno con l’altra, non si erano mi aperti come ora stavano facendo lui ed Hermione. Draco sentiva di aver bisogno di quella ragazza, come lei aveva bisogno di lui. I sentimenti che per anni aveva represso stavano tornando a galla più forti di prima. Cosa gli stava succedendo?
 
Cosa diavolo sta succedendo?
 
Si addormentarono su quel divano. Stretti l’uno all’atra. La promessa che si erano fatti era stata infranta dopo nemmeno un giorno. Non potevano stare lontani. Era umanamente impossibile.
 
Il mattino seguente di svegliarono abbracciati, ma non erano in imbarazzo. Hermione sarebbe potuta rimanere tra quelle braccia per sempre, e Draco si era ormai innamorato del dolce profumo della Mezzosangue.
Erano distesi sul divano, così lei si girò stando attenta a non cadere, e lo guardò negli occhi:
 
- Buongiorno… -
 
Disse dolcemente, lui le fece un mezzo sorriso:
 
- Buongiorno… -
- Che dici… Andiamo a fare colazione? –
- Mmmh… Bisogna proprio? Si sta così bene qui… -
 
Erano vicinissimi. I loro nasi si sfioravano e lui le stava guardando le labbra, per poi tornare agli occhi della donna:
 
- Ora che mi ci fai pensare… Starei qui un altro po’… -
 
Lui si era avvicinato in maniera impercettibile:
 
- Hermione… -
- Dimmi –
- Quella promessa dell’altro giorno… -
- Non riusciremo mai a rispettarla –
 
Draco si era bloccato per qualche secondo, prima di rispondere:
 
- Dici? –
 
Lei lo guardò come non aveva mai fatto:
 
- Non ci riusciremo mai. Io ho bisogno di te e tu hai bisogno di me. Quella promessa si è infranta nel momento stesso in cui è stata fatta –
 
Aveva ragione. Eccome se aveva ragione:
 
- Tu hai bisogno di me? –
- Molto più di quanto credi. E tu hai bisogno di me?
- Da morire –
 
Lei era così vicina…:
 
- Draco… -
- Dimmi –
- Raccontami qualcosa di te –
- Sono un borioso figlio di papà che è stato costretto a sposare una donna che non amava e con gli ha mai dato amore né un figlio da amare. Sono un superbo che ha rovinato l’occasione della sua vita con un incantesimo. Sono un egoista che ha divorziato dalla moglie per potersi rifare una vita. Sono un bastardo che vuole riconquistare una donna che non è mai stata sua, e lo può fare solo perché il marito di lei è morto facendo il suo lavoro. Un uomo che lei amava come non potrà mai amare me. Un uomo che le aveva quasi dato un figlio, che lei ha tragicamente perso. Sono un figlio di puttana marchiato col segno dei Mangiamorte, ma che non ha mai ammazzato in vita sua. Sono uno stronzo che ora sta facendo piangere una donna con confessioni patetiche –
 
Hermione stava piangendo, in effetti. Non si aspettava quelle parole. Erano dure, anche per uno come lui. Così si fece coraggio e annullò la distanza tra loro con un leggero bacio sulle labbra dell’uomo:
 
- Non sei un rimpiazzo. Non sono contenta che Ron sia morto, ma sono contenta di essere con te ora. Non sei niente di tutto ciò che hai detto. Hai solo bisogno di sentirti amato –
 
Ora anche lui aveva gli occhi lucidi:
 
- Grazie, Hermione –
- Verità, Draco –
 
Lui non resistette più, le prese il viso tra le mani e la baciò come avrebbe voluto fare il primo giorno in cui l’aveva rivista.
Lei ricambiò il bacio. Forse ancora non lo amava, forse non lo avrebbe mai amato come aveva amato Ron, ma anche quello sarebbe stato amore.
 
Ora, non restava che risolvere quel maledetto caso.

NOTE D'AUTRICE

L'idea di questa scena mi frullava in testa da ieri sera, così stamattina mi sono fatta coraggio e l'ho messa su carta. Si si, lo so è da dibete <3 Ma ultimamente sono di una sdolcinatezza da fare schifo, sarà che è la settimana dei mega litigi...
Volevo metterci una caduta dal divano sul bacio di Draco, ma mi sembrava troppo crudele xD
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento :)
Un ringraziamento speciale a chi spende i 5 minuti per recensire e a chi mi mette tra ricordate/seguite/preferite :)
Vi adoro immensamente <3

Alla prossima
KissKiss
Eva

P.S. Credo abbiate notato il mio nuovo nickname. Voglio che sappiate che Eva e Ainen sono due personaggi di un mio romanzo intitolato "Re minore" a cui sto lavorando da un po' :) il mio vero nome non è Eva, ma è un nome d'arte che ho deciso di adottare dopo aver creato il personaggio (che alla fin fine sarei io xD) :)

 
 
 

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Capitolo 19
*** Cervelli coltelli e strane figure ***


Thank you for loving me
For being my eyes
When I couldn’t see
For parting my lips
When I couldn’t breath
Thank you for loving me
 
(Bon Jovi – Thank you for loving me)

 
CAPITOLO 19 Cervelli coltelli e strane figure
 
Draco ed Hermione lavoravano sodo. Non c’era più stato nessun contatto tra loro dalla mattina in cui si erano svegliati abbracciati, una settimana prima. Mancavano 2 settimane all’udienza, non potevano permettersi di perdere tempo.
Si alzavano al mattino, facevano colazione, lavoravano al caso, preparavano i mandati e gli ordini di Veritaserum per gli interrogatori, staccavano per cena, mangiavano e poi andavano a letto. Ogni tanto uno alzava lo sguardo verso l’altro, oppure c’era uno sfioramento (in)volontario delle loro mani. Mai niente che potesse distrarli però, non potevano. Almeno per altre due settimane.
Di lì a poco ci sarebbe stato l’interrogatorio agli Auror e loro stavano preparando i vari mandati e gli ordini per il Veritaserum a pozionisti al di fuori dell’Inghilterra, perciò ci sarebbe voluto qualche giorno per l’arrivo, ma almeno potevano tenere il tutto segreto.
Hermione non aveva più parlato né con Harry né con Ginny e se ne rammaricava, doveva parlare con l’amica assolutamente. Per il momento, dovette accontentarsi del suo cervello:
 
- smettila –
- Smettila tu –
- Stavolta l’hai baciato per prima, non te lo scordare –
- La situazione era delicata, dovevo pur rompere il ghiaccio –
- E direi che lui ne è stato ENTUSIASTA –
- Vacci piano, ti ricordo che era mattina presto e ci siamo svegliati abbracciati. Ma vestiti –
- Questo non gli ha impedito di farsi venire l’alzabandiera appena gli hai sfiorato le labbra –
- MA CHE CAZZ… -
- Non dirmi che non te eri accorta, ti prego. Se non l’hai fatto… Ti dico che le voci che giravano ad Hogwarts sono VERE –
- Sta zitto, ti prego. Mi viene da vomitare –
.- Fa pure –
 
Oddio. Oddio. Oddio. Ok, si. Se n’era accorta quella mattina. Ma non le era sembrata così una tragedia, era normale. Il suo cervello era un pervertito di dimensioni MONDIALI.
 
Nel frattempo, nella testa di Draco Malfoy, il suo cervello (che per comodità chiameremo Clementoni*) ci dava dentro di congetture nella testa del suo proprietario:
 
- Baciala –
- No –
- Fallo –
- NO –
- Lei ti ha baciato, una settimana fa –
- Stiamo lavorando al caso, non c’è tempo per i sentimenti –
- C’è sempre tempo per una sveltina –
- NON TI AZZARDARE… -
- Si si, lo so… Lei non è come tutte le altre, non è una puttana e bla bla bla. Però intanto si è alzata l’asta quando ti ha baciato –
- Era mattina presto, poteva essere anche un tronco d’albero e sarebbe capitato lo stesso –
- Convinto tu… Intanto però sbavi ogni volta che ti passa vicino –
- Sei un pervertito –
- Siamo fatti così… -
- No, tu sei fatto così. –
- Ti ricordo che sono il TUO cervello –
- Ma sta zitto… -
 
Il suo cervello era un pervertito. Molto.
 
La guardava affaccendata sulle carte, dal’altra parte del tavolo, i capelli scompigliati e le gote rosse per la concentrazione. Era bellissima. Forse poteva davvero nascere qualcosa. Era lì ad osservarla quando lei alzò lo sguardo e intercettò il suo, si sorrisero:
 
- Draco, mi stai fissando –
 
Non era una domanda, ma una semplice constatazione:
 
- Certo che no. Ho solo sollevato gli occhi e per puro caso l’hai fatto anche tu, non ti stavo affatto fissando –
 
Lei rise. Dio quanto amava quella risata:
 
- Si, certo. Avresti dovuto vedere la tua faccia. Asciugati la bava, Malfoy –
 
Lui rise e scosse la testa, poi le fece l’occhiolino, facendole arrossire. Poi, sfortunatamente, si ricordarono di avere un lavoro da finire e così tornarono chini sui loro fogli.
 
Lei pensava allo sguardo di lui. Nessuno l’aveva mai guardata in quella maniera, nemmeno (e Dio solo sa quanto le costasse ammetterlo) Ron. Nemmeno lui l’aveva mai guardata come stava facendo prima il furetto. Uno sguardo che poteva significare niente e tutto, uno sguardo che diceva “tu sei mia” e nello stesso tempo “non ti avrò mai”. Uno sguardo, come lei ben sapeva, che lui serbava solo ed esclusivamente per lei da ben 15 anni. Fu dura tornare col pensiero al lavoro.
 

#

 
 
Una figura incappucciata si avvicinò ad un uomo alto, anch’esso incappucciato, in un vicolo nascosto dietro al Ministero:
 
- Informazioni? –
 
Disse il primo uomo:
 
- So chi è il secondo avvocato, Padrone –
- Molto bene… Nome –
- Hermione Granger –
- Però… Quella sgualdrina non si da per vinto, eh? Nemmeno ammazzandole il marito sono riuscito a metterla fuorigioco… Mi sa che dovrò ammazzare lei direttamente. Altro? –
- Sospettano un infiltrato tra gli Auror, faranno fare un giro di Veritaserum a tutti. Tutti tranne uno, naturalmente –
- Ovvio ovvio… Beh, non ce ne dobbiamo preoccupare. Al momento devo solo pensare ad arrivare a Kingsley… -
- Non manca molto, mio Padrone. La prima udienza con quel ciarlatano di Scott è fissata tra tre settimane –
 
L’uomo alto fece un ghigno che avrebbe gelato l’Inferno:
 
- Sarà lì che agiremo –
 
Il secondo uomo alzò il capo e mostrò il sorrise al suo padrone, oltre ad un paio di occhi verdi:
 
- Ottimo, mio Padrone –
- Ora va. Ci vediamo qui alla stessa ora tra una settimana –
- Va bene, padrone –
 
Detto questo fece un piccolo inchino, poi si voltò e andò via. Non sentì l’uomo scagliare un Imperium (l’ennesimo) dietro alla sue spalle. Non si tolse il mantello fino a quando non uscì dal vicolo. Abbassò il cappuccio e ne uscì una testa di scompigliati capelli neri.

*per gentile concessione della carissima ArgentoSangue che ha trovato questa genialata xD


NOTE D'AUTRICE

Mamma... scusate davvero per l'anticipo, ma non ce la facevo ad aspettare fino a domani. Ho scritto questo capitolo di getto perchè mi era venuta l'ideona dell'infiltrato (hihihi... quello SI, è una bella sorpresa) , perciò ho scritto questo capitolo di transizione che è divertente ma fa anche ragionare :P
e poi... adoro i dialoghi tra cervelli xD mi diverto un sacco a scriverli xD
Grazie infinite a chi recensisce ogni capitolo (ve l'ho già detto che VI AMO ALLA FOLLIA? Beh... VI AMO ALLA FOLLIA!!) e grazie anche a chi mi ha messo tra preferite/seguite/ricordate :)

Alla prossima
KissKiss
Eva

 
 

 

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Capitolo 20
*** Incontri segreti ***


 

Il mio ricordo ti verrà a trovare
Quando starai troppo male
Quando invece starai bene resterò a guardare
Perché ciò che ho sempre chiesto al cielo
È che questa vita ti donasse gioia, amore vero infondo…
 
(Tiziano Ferro – Ed ero contentissimo)

 
CAPITOLO 20 Incontri segreti
 
Il giorno dell’udienza si stava avvicinando e finalmente arrivarono le fiale di Veritaserum e i mandati firmati.
Mancano cinque giorni al processo e Draco ed Hermione stavano preparando tutta le carte per l’accusa e la difesa. Avrebbero trovato il mandante, ne erano certi:
 
- Dove sono le fiale? –
 
Chiese Draco. Hermione non alzò nemmeno lo sguardo dai fogli:
 
- Doroty li ha portati giù nel seminterrato e l’ha stregato in modo che solo noi possiamo entrarci. Tutto è pronto per domani. –
- Ottimo –
 
Non erano freddi, ma in quelle tre settimane non si erano nemmeno più sfiorati. Arrivavano a sera talmente stanchi che nemmeno i loro cervelli avevano più voglia di scherzare o fare battutine. A malapena riuscivano a mangiare, poi si lanciavano (letteralmente) sul letto e imprecavano quando suonava la sveglia. Quel caso li stava distruggendo, non avrebbero retto a lungo.
Il mattino dell’interrogatorio si svegliarono ancora prima del solito in modo da fare tutto con calma. Inutile dire che sembravano dei bradipi dormienti. Hermione schivava le colonne e i pilastri del Manor per puro caso, Draco ogni tanto sbatteva qualche dito contro qualcosa, rischiò di farsi fuori il mignolo del piede contro lo spigolo del letto. Come arrivarono fino al Ministero vivi? Facile. Cinque caraffe e mezzo di caffè forte. A testa. Più un altro bicchiere da mezzo litro mentre erano per strada.
Entrarono al Ministero e fecero il riconoscimento, poi andarono al piano degli Auror. Harry era già lì ad aspettarli:
 
- Malfoy, Granger. Benvenuti nell’Ufficio Auror. Sono tutti nella stanza di là, senza sapere cosa li attende, proprio come avevate ordinato. Come intendete procedere? –
 
Rispose Draco:
 
- Entreranno nel tuo ufficio uno alla volta, verrà somministrata la pozione e gli faremo solo qualche domanda. Nessun tipo di violenza –
- Devo essere sottoposto anch’io? –
- No. Per il momento no –
 
Harry un impercettibile sospiro di sollievo:
 
- Molto bene. Cominciamo allora –
 
Hermione rimase stupita dalla freddezza e dalla professionalità dell’amico, non sembrava nemmeno lui. Era giustificato, erano in un posto di lavoro non alla Tana o a Grimmauld Place.
Fecero entrare tutti uno alla volta, li facevano sedere e veniva offerto loro un bicchiere d’acqua con dentro la pozione:
 
- Moon Haylie –
- Da quanto tempo lavori qui? –
- Quattro anni, 6 mesi e 15 giorni –
- Lavori per altre persone? –
- No, signore –
- Conosci qualcuno qui che serve altre persone? –
- No, signore –
- Molto bene, può andare –
- Grazie –
 
Continuarono così per due ore, senza nessun risultato. Tutte le risposte erano negative e non potevano fare domande dirette, anche se sarebbe stato più semplice. Nessuno degli Auror poteva essere un infiltrato, lavoravano lì da almeno tre anni tutti quanti. Loro cercavano qualcuno che fosse entrato da un anno o poco più nella cerchia, o anche meno:
 
- Bene, signor Potter. Noi abbiamo finito –
- Trovato qualcosa? –
- Se avessimo trovato qualcuno avresti sentito un po’ di baccano là dentro, non credi? –
- Non si sa mai a cosa possa essere dovuto il baccano… -
 
L’ultima frase la disse lanciando un’occhiatina maliziosa ai due Magiavvocati davanti a lui, facendoli arrossire:
 
- Potter, ti prego. Se proprio deve accadere, almeno non nel tuo ufficio –
 
Hermione era bianca come un lenzuolo. Non osava proferir parola:
 
- Capisco Malfoy… Quindi direi che è meglio se tornate a casa –
- Arrivederci, Potter –
- A presto, Malfoy. Ciao Herm –
- Ciao Harry… -
 
Hermione era sul punto di svenire. Ma cosa diavolo… Sentì una mano prendere la sua, poi uno strappo all’ombelico e prima che potesse completare la frase, si ritrovò a Malfoy’s Manor:
 
- Granger, abbiamo un problema –
- Sapevo che non ti era sfuggito… -
 

*

 
I due uomini incappucciati si ritrovarono di nuovo, nello stesso vicolo, alla stessa ora della settimana prima:
 
- Mio caro… Che notizie mi porti oggi? –
-Li ho fregati. Li hanno controllati tutti, uno a uno, senza trovare niente. Il piano sta andando a gonfie vele –
- Molto bene… Sospettano qualcosa di te? –
- Certo che no, padrone. Non mi hanno nemmeno fatto il controllo. Chi mai potrebbe sospettare di San Potter? –
- Già… La tua fama ti rende invulnerabile. Fortunatamente… Ci rivediamo tra quattro giorni, Potter. Ti ricordi tutto, vero? –
- Certo, padrone. A presto –
 
Detto questo si voltò. Di nuovo. Non si accorse dell’incantesimo che gli veniva lanciato. Di nuovo.
Harry Potter si tolse il cappuccio appena uscì da vicolo. Poi tornò a casa dalla moglie e dai figli.

NOTE D'AUTRICE
Uff... non mi piace questo capitolo. Oggi sono senza ispirazione, ma non volevo lasciarvi senza aggiornamenti.
Spero che mi perdoniate, prometto di fare un lavoro migliore col prossimo capitolo.
Sempre un ringraziamento speciale a chi recensisce sempre come Hollina, Argentosangue, AleJackson, titty79, lia163, evechisaro, _LenadAvena_ e l'ultima arrivata Daisyblond :)
Poi sempre grazie a chi mi ha messo tra le seguite/ricordate/preferite :)

Alla prossima
Kisskiss
Eva

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 21
*** L'udienza ***


I wanna lay you down
In a bed of roses…
(Bon Jovi – Bed of roses)

 
CAPITOLO 21 L’udienza
 
L’ora era arrivata. Hermione era appena salita dopo aver fatto colazione, entrò in bagno e si chiuse dentro per farsi una doccia calda e rilassante. I bagnoschiuma alla lavanda scorreva sulla sua pelle come i suoi pensieri scorrevano nella sua testa. Lenti e senza una direzione precisa.
Harry Potter non era più Harry Potter. O almeno, il suo corpo lo era, ma il suo cervello aveva lasciato la sua testa da un bel pezzo. Come aveva fatto a non accorgersene prima?
 
- La tua testa era un filino troppo occupata, Herm –
- Dici?! –
- Ok, ok sto zitto… -*
 
Uscì dalla doccia e si asciugò lentamente prima il corpo e poi i capelli. Non si guardò allo specchio fino a che non si mise la biancheria, odiava guardarsi nuda. Non sapeva dare un motivo di quel comportamento, non lo faceva e basta.
Legò i capelli con uno chignon sulla nuca, stando attenta a non lasciare ciocche ribelli, voleva avere un aspetto professionale. Era il processo del secolo, per Morgana!
S’infilò i collant facendo estrema attenzione a non bucarli, poi si mise il teillur nero che aveva preso prima di quell’ “avventura”, abbinandoci una camicetta bianca in cotone a cui lasciò slacciati un paio di bottoni.
Un paio di decolletè nere, tacco 10, completarono il tutto. Oltre ad un trucco semplice, quasi acqua e sapone: ombretto marrone chiaro sulla palpebra mobile, mascara, crema colorata (tipo fondotinta, ma non così coprente), un tocco di blush pesca e rossetto “nude look”. Semplice ma d’effetto. Una vera professionista.
Prese la cartellina con i documenti e si mise a ricontrollare tutto da cima a fondo, non voleva correre il rischio di lasciare a casa qualcosa.
 

*

 
Draco stava riflettendo nell’acqua calda della vasca. No, non stava pensando alla Granger. Bensì a Potter. Lo conosceva da molti anni ormai, sapeva qual’era il suo comportamento. E quello che aveva parlato con loro al Ministero non era di certo lo Sfregiato che lui si beava a prendere per i fondelli. Quando mai Potter avrebbe fatto una battuta lasciva sulla sua migliore amica? E soprattutto… Quando mai Potter permetteva battute lascive su di lui, Draco Malfoy, e sulla sua migliore amica?! Era sicuro che anche la Mezzosangue aveva colto quel particolare. Potter non era in se.
 
- Pensi anche tu quello che sto pensando io? –
- Sei il mio cervello, GENIO. Ovvio che penso quello che stai pensando tu –
- Maledizione Imperio –
- Esattamente. Credo che Hermione non ne sia convinta, glielo devo dire? –
- E da quando chiedi consigli a me tu? –
- Da quando ho capito che ti devo sopportare… Clementoni. Quindi rispondi –
- Si. Devi avvertirla –
- Ok. Appena esco da qui –
- Vestiti prima. O potrebbe svenire –
- Spiritoso –
 
Uscì dalla vasca**, prese l’asciugamano e ci si avvolse. La morbida ciniglia asciugò il suo corpo in pochi secondi, cosicchè lui potesse vestirsi senza intralci***. Aprì l’immensa cabina armadio e scelse uno dei completi che usava di solito per processi. Un completo grigio opaco gessato, da mettere con una camicia grigio chiaro e cravatta grigio perla****. Si pettinò i capelli all’indietro aiutandosi con una goccia di gel senza brillantina.
Era pronto.
Ora sarebbe sceso, avrebbe avvertito la Granger della Maledizione, poi l’avrebbe presa per mano e portata al Ministero con la smaterializzazione congiunta. Si. Tutto questo solo nella sua testa però.
Scese la scalinata che portava al piano di sotto, dove Hermione già lo stava aspettando seduta su una delle poltroncine. Lui non potè fare a meno di accorgersi che era… Diversa. Sembrava davvero una vera professionista pronta a sbranare il proprio avversario. Cosa che entrambi avevano intenzione di fare, una volta trovato il vero colpevole.
Lei si voltò e spalancò gli occhi con un movimento impercettibile a tutti, tranne che all’ego di Draco naturalmente, il quale le sorrise:
 
- Granger, non ti facevo così professionale –
- Malfoy, non ti facevo così… Grigio***** -
- Ti devo parlare –
 
Non è mai niente di buono quando un uomo pronuncia quelle tre, fastidiose parole. Perché o ti sta per fare una dichiarazione, o ti sta mollando o in ogni caso ti sta per riferire qualcosa di molto grave:
 
- Hai notato il comportamento strano di Potter, ieri pomeriggio, quando ci ha salutato? –
- Certo che si, chi non l’avrebbe notato? –
- Hai capito di cosa si tratta? –
 
Hermione ci pensò per qualche secondo, sentiva di avere la soluzione, eppure le veniva in mente un solo incantesimo che poteva dare quegli effetti:
 
- Confundus? –
 
Draco scosse la testa, possibile che non ci era arrivata? Per Merlino, è la più intelligente del suo anno! Non può aver perso lo smalto così in fretta:
 
- Imperium –
 
Hermione rimase interdetta per un momento:
 
- Imperium? Ma non può essere. Harry è capace di sconfiggere la maledizione imperium –
- Ne sei certa? –
- Il falso Moody la provò su di lui, al quarto anno. Gli aveva ordinato di saltare sul banco, ma Harry si oppose. Alla fine fece un mezzo salto poco convinto. L’aveva combattuta quasi del tutto –
 
Draco si fermò a pensare:
 
- Però con Moody sapeva che stava per essergli scagliata addosso la maledizione, no? –
- Si… -
- Quindi era psicologicamente preparato, giusto? –
- Draco… -
- Rispondi –
- Si. E ho capito dove vuoi arrivare. Lo hanno colto di sorpresa –
- Esattamente –
 
Banale e ovvio.
 

*

 
Arrivarono al Ministero mezz’ora prima dell’orario previsto, così da non avere problemi. Volevano incontrare il Ministro prima dell’udienza.
Entrarono nell’ufficio di Kingsley Shakebolt e lo video seduto alla scrivania mentre sistemava alcune carte. Kingsley alzò i suoi profondi occhi neri per incontrare prima quelli color miele di Hermione e poi quelli grigi di Draco:
 
- Benvenuti Ms. Granger, signor Malfoy, sedetevi pure. Siate brevi, non abbiamo molto tempo –
 
Draco era il portavoce, perciò fu lui a parlare:
 
- Signor Ministro, abbiamo una pista piuttosto marcata. Siamo vicini al colpevole, ma ci serve ancora tempo. Intanto, potrebbe sospendere Harry Potter dal suo incarico. Abbiamo il sospetto che non sia più idoneo a l’incarico che sta svolgendo. –
 
Kingsley rimase a dir poco shoccato da quelle parole:
 
- Aspetti… Cosa? Ms. Granger, lei è d’accordo? –
- Assolutamente –
 
Il Ministro ricadde indietro sulla sedia e si appoggiò completamente allo schienale:
 
- Perché? Voglio un motivo valido. Non posso sospendere il Capo Auror senza un vero motivo –
- Abbiamo modo di credere che sia sotto la maledizione Imperium –
 
La faccia del Ministro sembrava una maschera del terrore:
 
- Da cosa lo avete capito? –
- Strani comportamenti dopo l’interrogatorio agli Auror, ieri pomeriggio –
- Posso sapere che tipo di comportamenti? –
- Comportamento non da Potter. Mi limito a dirle questo –
- Bene… Ne riparleremo dopo l’udienza –
- Signore… -
 
La voce di Hermione era preoccupata, ma l’uomo le fece cenno di tacere:
 
- Siamo in ritardo –
 
Detto questo si alzò e si fece scortare in aula da loro.
 
Si sedettero al primo banco e si voltarono verso il povero Scott, bianco come un lenzuolo, e si scambiarono un’occhiata d’intesa con i suoi avvocati.
 
Che lo spettacolo abbia inizio.
 
Passarono un’ora interminabile tra testimonianze e arringhe varie, il Giudice era loro complice e faceva in modo da non destare sospetti. Era una strada senza via d’uscita.
 
Bum.
 
- SCAPPATE! –
 
Era stato un momento. Un decimo di secondo. Stavano discutendo sul fatto che il giorno dell’attentato Scott si era dato malato, quando ci fu l’esplosione. Draco protesse istintivamente Hermione abbassandosi sopra di lei e abbracciandola.
 
C’era gente che scappava, persone che urlavano e Auror che si guardavano intorno alla ricerca di qualcosa.
All’improvviso due figure nere incappucciate entrarono in aula:
 
- Miei cari! Perché scappare? Ormai siete nelle mie mani! Ma state tranquilli… Non ucciderò nessuno degli innocenti, a meno che non si renda necessario. Ci sono solo tre persone qui che io voglio. All’inizio doveva essere una sola, ma sapete… ogni tanto si cambia idea. Hermioneeee! Vieni fuori! Su! Non avere paura! Draco caro… Esci anche tu! E porta Kingsley con te già che ci sei… -
 
Hermione e Draco stavano respirando all’unisono e si guardavano dritti negli occhi. Kingsley era dietro ad Hermione, sconvolto. Nessuno dei tre aveva la minima intenzione di alzarsi. Gli Auror erano spariti, dov’erano finiti?!
 
L’uomo più alto fece un cenno a quello di fianco a lui, che si abbassò il cappuccio. Il tempo sembrò fermarsi.
Harry Potter osservava l’intera scena con sguardo sprezzante. Il Bambino che è Sopravvissuto stava aiutando quel Mostro a distruggere tutto ciò che era stato creato. Un Governo solido e incorrotto. Un Governo che si era fidato troppo.
 
- Harry caro… Procedi –
 
Harry prese per il braccio un signore che stava dietro di lui e lo fece alzare, gli puntò la bacchetta contro:
 
- Avada Kedavra! –
 
L’uomo si accasciò a terra.
 
Urla di terrore si dispersero.
 
L’edificio non poteva essere evacuato perché i due avevano sigillato le porte. Gli Auror non intervenivano perché erano costretti ad obbedire a Harry.
 
La disperazione regnava tra quelle mura.
 
L’uomo fece un ghigno di soddisfazione vedendo tutto quel terrore. Quegli stolti erano in trappola:
 
- Un uomo già è morto. Se non volete che altre vite innocenti vengano spezzate, alzatevi e venite da me. Ora –
 
Di nuovo uno sguardo.
 
- Rivelati –
 
Era stato Draco a parlare:
 
- Malfoy… Alzati e vieni qui. Porta anche gli altri due –
- Dimmi chi sei –
- Anche se te lo dicessi non ci crederesti. Quindi datevi una mossa e basta –
 
Draco si piegò verso Hermione e le sussurrò al’orecchio:
 
- Ti fidi di me? –
 
Lei lo guardò come non aveva mai fatto:
 
- Si –
 
Lui trattenne un sorriso:
 
- Sei pronta a seguirmi? Giuro che non ti accadrà nulla di male. Lo giuro sulla mia stessa vita –
- Sono pronta –
 
Sarà stata la situazione di vita o di morte, ma Draco non si potè trattenere: posò un lungo bacio sulle labbra della Granger, un bacio che stavolta lei ricambiò. Un ultimo sguardo d’intesa, poi Draco si rivolse al Ministro:
 
- Signor Ministro… Si fidi di me. C’è un solo modo per uscire da questa situazione, ma lei si deve fidare di me. Ok? –
- Va bene, signor Malfoy –
 
Draco prese Hermione per mano e l’aiutò ad alzarsi, poi aiutò anche Kingsley:
 
- Eccoci. Siamo qui –
 
L’uomo rise:
 
- Era ora! Non ho tutta la giornata, sai? Ora venite qui. Verrete con me –
 
I tre si avvicinarono piano. Uno sguardo d’intesa e la vera battaglia ebbe inizio:
 
Draco cominciò a duellare con l’uomo misterioso mentre Hermione combatteva con Harry.
Kingsley diede l’ordine agli Auror di combattere e due di loro lo scortarono in un posto più sicuro.
Draco e l’incappucciato erano quasi ad armi pari, ma Malfoy voleva vedere chi era il suo nemico:
 
- RIVELATI! –
- MAI! NON SAPRAI MAI CHI SONO! –
 
Il cappuccio era tenuto su da un incantesimo, per questo non cadeva, e non c’era modo di scoprire il volto all’uomo.
 
La battaglia si estese a tutto l’edificio, perché Harry ed Hermione combattevano senza esclusione di colpi in giro per i corridoi e gli Uffici. Lei tentava di liberarlo dalla Maledizione, lui tentava di uccidere la sua migliore amica.
 
Dire che stavano distruggendo ogni cosa presente è un eufemismo. Non c’era più niente di sano, tranne loro.
 
I quattro duellavano senza sosta e senza risparmi, Hermione si era tolta le scarpe mentre Draco (tra un colpo e un altro) era riuscito a far evanescere la cravatta e la giacca.
 
Fu dopo parecchio tempo che finalmente qualcuno fece un passo falso: l’uomo incappucciato non si era accorto che erano arrivati cinque Auror dietro di lui (gli altri stavano mettendo in salvo il resto della gente) che riuscirono a bloccarlo e a incatenarlo.
Draco si avvicinò all’uomo:
 
- Direi che è ora di vedere chi sei –
 
Detto questo gli abbassò il cappuccio, dove ne uscì una testa di capelli rossi e un paio di occhi azzurri:
 
- ANDATE A PRENDERE POTTER E PORTATE DEI RINFORZI! AVVERTITE LA GRANGER CHE LA VOGLIO QUI ADESSO, MA NON DITELE NIENTE! –
 
Ronald Weasley non era morto.

 
*il cervello di Hermione si chiama Sapientino, per gentile concessione di _LenadAvena_ J
 
**Volevo aggiungere “e si mise a fare l’elicottero per scaricare la tensione” ma non mi sembrava il caso xDxD
 
***mai provato ad infilarvi i jeans con le gambe umide? È IMPOSSIBILE.
 
****non si nota l’abbinamento con gli occhi, eh? xD
 
*****Simpatica
° (scusate ma non potevo mettere sei asterischi xD) cooomunque… Ho messo Ms. Perché “signora” mi sa troppo da vecchia, mentre “signorina” non era adeguato visto che è vedova

NOTE D'AUTRICE

Sono tornaaataaaaa!!! METTETE GIù QUELLE PISTOLE!! ADESSO! Oh...
Mi sono fatta aspettare eh? Chiedo perdono, ma avevo bisogno di lavorare a quel colpo di genio che mi era venuto... E che mi farà meritare parecchie bandierine arancioni xD scusateeee... ma è una Dramione! E poi Ron lo preferisco vivo e cattivo, che buono e morto. Toh.
Sapete... Fosse per me avrei aspettato un altro po' perchè non sono sicura di ciò che ho scritto, ma c'è stato un incontro recente che mi ha fatto dire "ehi, se hai convinto lui puoi farcela ad andare avanti". Spero di non deludere le aspettative :)
Ringraziamenti speciali a chi sempre recensisce e a chi ha cominciato a recensire, poi un altro enorme grazie a chi mi mette tra ricordate/preferite/seguite :)
siete sempre nei miei pensieri

Alla prossima
KissKiss
Eva

P:S per chi volesse leggersi una one-shot, ho pubblicato "stairway to heaven" :)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** Whiskey Incendiario ***


There's no one like you 
I can't wait for the nights with you 
I imagine the things we'll do 
I just wanna be loved by you 

(No one like you – Scorpions)

 
A Gabriel,
Che nemmeno sa cosa ha fatto quel 4 luglio 2012.
A lui,
che tanto agognava questo capitolo.
Grazie di tutto Gab :)

 
CAPITOLO 22 Whiskey Incendiario
 
Hermione tornò di corsa in aula, senza la più pallida idea di cosa avrebbe trovato. Gli Auror erano riusciti a schiantare Harry e l’avevano portato via.
Corse dentro, pensando che fosse successo qualcosa a Draco, ma si pietrificò quando lo vide insieme ad un uomo che lei pensava non avrebbe più rivisto.
Draco la vide, lasciò l’uomo e si avvicinò a lei:
 
- Hermione… -
 
Lei era pallida e sembrava non dare segni di vita, anche se era in piedi:
 
- Lui… Non può essere… Ho visto il suo corpo… Ho visto… La bara… Non può essere lui… -
 
Draco l’abbracciò stretta:
 
- Mi dispiace. Nemmeno io pensavo potesse essere lui –
 
Hermione stava piangendo. Draco le asciugò le lacrime con un dito, poi la prese per mano e la portò da Ron:
 
- Non toccare mia moglie, Malfoy! –
 
Draco gli diede un calcio sulle gambe:
 
- Lei non è più tua moglie! Traditore! –
 
Sentì Hermione stringergli la mano:
 
- E invece si che lo è… Io sono qui. Vivo. –
 
Hermione parve rinsavirsi:
 
- No, Ronald. Tu sei morto. E io sono vedova. E ance se non sei morto due anni fa lo sarai tra molto poco. –
 
Ron fece un falso viso triste:
 
- Ma come Herm? Non mi ami più? Ma che peccato… -
 
 
Altro calcio, stavolta allo stomaco:
 
- Bastardo! Mi stai facendo male! –
 
Calcio al viso. Stavolta però da Hermione:
 
- Tu. Non. Sei. Ronald Weasley. Sei un bastardo che si è preso il suo corpo e quello del suo migliore amico –
 
Disse quelle parole tenendo i denti serrati, trasmettevano una rabbia che fece paura anche a Draco:
 
- Harry è sotto imperius. Non ve n’eravate nemmeno accorti… -
- Oooh, invece si. Eccome. Solo che ce ne siamo accorti troppo tardi –
 
Hermione era una furia. L’avrebbe fatto a pezzi se non ci fosse stato Draco a tenerla:
 
- Hermione… Calmati. Ci penseranno i Dissennatori –
 
Lo sguardo di lei. Una tempesta color miele dorato. Non l’aveva mai vista così arrabbiata:
 
- Sta zitto Malfoy. A lui ci penso io –
 
Cazzo se era arrabbiata.
 
Ron rise:
 
- Cos’è Malfoy? Hai paura che stasera non te la porti a letto? Frigida com’è non mi stupirebbe… -
 
Hermione non resistette più. Fu questione di un secondo. Si avventò su Ron e cominciò a picchiarlo con tutta la forza che aveva in corpo e credette anche di avergli spaccato qualcosa. In effetto il naso sanguinava… Draco era rimasto pietrificato, vedendo la furia della donna, ma poi si gettò su di lei e la spinse a terra bloccandola col corpo. Lui era sopra di lei e non voleva lasciarla andare. I loro occhi s’incatenarono e lei tentò di divincolarsi, ma lui le teneva i polsi al di sopra della testa, così lei non riusciva a muoversi. I loro visi erano vicinissimi. Lui le sussurrò sulle labbra:
 
- Stai. Ferma. Granger. Così farai solo peggio. Giuro su me stesso che gliela farò pagare per tutto il male che ti ha fatto, fosse l’ultima cosa che faccio. Ma lascia fare a me. –
- Malfoy posso farcela benissimo da sola –
- No. Resta pur sempre tuo marito, su questo ha ragione. Ora è dimostrato che è vivo, quindi voi siete ancora sposati. Ti prometto di risolvere tutto, ma tu devi startene da parte –
 
Lei annuì:
 
- Grazie, Draco. Sei la mia unica salvezza –
 
Lui le diede un bacio a fior di labbra che la fece fremere. Due in un giorno: cosa diavolo stava succedendo?!
 
La fece alzare e l’accompagnò fuori dall’aula, chiamò due Auror e la fece scortare al Malfoy’s Manor da uno di loro, mentre l’altro lo aiutò a portare Weasley nella progione di massima sicurezza all’interno del Ministero, prima che fosse trasferito ad Azkaban.
Una volta messo in sicurezza Ron, Draco andò dal Ministro Shakebolt per assicurarsi che stesse bene.
Bussò alla porta dell’Ufficio, una delle poche rimaste intatte, e una voce da dentro disse:
 
- Indentificatevi –
- Draco Lucius Malfoy, Magiavvocato –
- Entra –
 
Shakebolt era visibilmente scosso. Era sempre stato un grande Auror, membro per anni dell’Ordine della Fenice, ma ora era solo un semplice uomo che aveva appena rischiato di venire ucciso:
 
- Sta bene, Ministro? –
- Solo qualche graffio, niente di grave. Lei e la Granger? –
- Scossi e stanchi, ma stiamo bene. Forse la Granger è messa un po’ peggio, ma si riprenderà –
- Si, ho saputo di Weasley. Mi chiedo come diavolo abbia fatto… E Potter! Il miglior Auror del Mondo Magico sotto Imperium! Questo Ministero è una rovina. Ho fallito –
- No, signore. Non ha fallito. Weasley ha fallito miseramente. E Potter… Chi mai avrebbe sospettato dell’eroe nazionale? Loro hanno fallito, non voi. Ci sono state vittime? –
- Solo John Perkins, l’uomo che è stato ucciso in aula. Per il resto solo qualche ferito. Nessuno di grave –
- Grazie al cielo… Ora mi scusi signor Ministro, ma ho una donna parecchio scossa che mi aspetta a casa. Con permesso… -
 
Shakelbolt annuì e Draco uscì dalla porta. Subito dopo si smaterializzò a casa sua.
 

*

 
Hermione era sconvolta.
L’Auror che l’aveva accompagnata a casa non potè fare a meno di parlarle:
 
- Ms Granger… Va tutto bene? Ha bisogno di qualcosa? –
 
Lei non lo guardò nemmeno:
 
- N-no… No. Grazie, ora puoi andare. Draco sarà qui tra poco –
 
Il mago fece un cenno col capo e poi si smaterializzò al Ministero.
Hermione si sedette su una poltrone, si tolse la giacca del trilli, aprì un paio di bottoni della camicetta e poi si versò un bel bicchierone di Whiskey Incendiario.
 
- Forse sono meglio due –
- Ottima idea, Sapientino –
 
Se ne versò un altro.
 
Draco arrivò mezz’ora dopo l’arrivo di lei.
Si sentì il crak della smaterializzazione, poi lui si guardò intorno alla ricerca della donna:
 
- Hermione? Herm…? Per Salazar! –
 
Spalancò gli occhi e non potè trattenere l’imprecazione quando vide Hermione seduta sulla poltroncina, con un bicchiere colmo di liquido ambrato in mano e una bottiglia quasi vuota davanti:
 
- Che diavolo stai facendo?! Tu nemmeno lo reggi l’alcool! –
 
Infatti Hermione era piuttosto rossa in viso, e guardò Draco ridendo:
 
- Embè? Non posso farmi qualche bicchierino ogni tanto? –
- Quello non è “un bicchierino”, Herm –
 
Lei lo guardava stranita dalla poltrona. Era ubriaca marcia:
 
- Non mi chiamare Herm, mi ricordo troppo quel schifoso verme di mio marito –
 
Detto questo si alzò e tentò di fare qualche passo barcollante, inutilmente. Draco la prese prima che crollasse a terra:
 
- Attenta… Vieni, ti porto a letto –
 
Lei si attaccò a lui e con un dito gli accarezzava il petto:
 
- Nel tuo, Malfoy? –
 
 
Era un uomo, cazzo. Certe provocazioni fatte da una donna così sexy non passavano inosservate:
 
- Non dire cose di cui ti potresti pentire… -
- Ma come Malfoy, prima mi baci per due volte nella stessa giornata e poi mi dici di no? Ma sei proprio un cattivone… -
- No. Sono solo uno che non se ne approfitta di una totalmente ubriaca. Vieni, ti porto su –
 
La prese in braccio. I loro corpi a contatto trasmettevano un calore mai provato prima. Lui sentiva il corpo morbido di lei tra le sue braccia:
 
- Tu lo sai che io ti voglio, Malfoy –
 
Lui la guardò negli occhi:
 
- Lo dici perché sei ubriaca, non perché lo vuoi davvero –
 
Lei mise il broncio, ma poi sorrise:
 
- In vino veritas, si dice –
- Dicono… -
 
La portò nella sua camera e la poggiò sul letto:
 
- Bene piccola, tu adesso ti fai una bella dormita, ok? –
- Nemmeno per sogno… -
 
La donna prese Draco per il colletto della camicia e lo attirò a se:
 
- Ma che diavolo… -
 
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Hermione gli infilò la lingua in bocca e cominciò a giocare con la sua.
 
Calma. Calma e sangue freddo.
 
Lei prese a slacciargli i bottoni della camicia e gliela tolse, poi fece lo stesso con la propria, rimanendo in reggiseno nero di pizzo davanti a lui.
 
Calma Draco. È ubriaca. Non te ne puoi approfittare.
 
Lei continuava a baciarlo con foga, mentre spogliava se stessa e lui. Sentimenti contrastanti attraversavano i pensieri di entrambi, ma alla fine uno solo era quello corretto: voglia. Voglia di stare insieme come lo volevano fin dall’inizio.
Le mani di lei scorrevano veloci sul corpo di Draco, annebbiandogli la mente.
 
Calma e… Oh, al diavolo!
 
 
E quella notte furono l’uno dell’altra per la prima volta. Si amarono come due ragazzini alla prima cotta. Lei era ubriaca, ma in quel momento completamente presente. Lui era lì e la sentiva sotto di se, dentro lei. Non si sembrava vero. Aveva aspettato quel momento per 15 anni e non gli importava se lei l’avrebbe dimenticato di nuovo, ci avrebbe pensato lui a farle ricordare quel momento. Stavolta però senza magia e senza inganni.
 
Si addormentarono stanchi e appagati. Lui l’abbraccio da dietro e si addormentò su quel letto insieme a lei. Cullati da sogni e dolci speranze.
 

NOTE D'AUTRICE

Cioè... Ho il diabete <3
So che Hermione è ubriaca, ma vi posso assicurare che lo voleva davvero. L'alcool ha solo dato la spinta :)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che non sia stato troppo "spinto". In caso, fatemi sapere così cambio rating :)
Grazie infinite a chi recensisce ogni volta e a chi mi mette tra preferite/ricordate/seguite :)
Vi adoro :)

KissKiss
Eva

P.S. nei prossimi capitoli preparatevi per una carrellata di canzoni degli Scorpions, sono 3 giorni che ascolto solo quelli xD

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 23
*** In vino veritas ***


Here I am
When you send me an angel
Here I am
In the land of the morning stars
 
(Scorpions – Send me an angel)

 
CAPITOLO 23 In vino veritas
 
Un pallido raggio di sole s’infilò tra le coltri della finestra nella camera di Hermione, illuminando timidamente i volti dei due dormienti:
 
- CHE CAZZO CI FAI TU QUI? –
 
Draco aprì un occhio e guardò il viso rosso della donna:
 
- Stavo dormendo, fino a 10 secondi fa –
 
Hermione si guardò intorno: notò abiti sparsi in giro per la stanza, biancheria intima abbandonata… Aspetta. Fermi tutti. Biancheria intima sul pavimento?! Hermione guardò sotto il lenzuolo e si accorse di essere completamente nuda. Infine notò un paio di boxer sul pavimento.
 
Un urlo a dir poco agghiacciante.
 
Draco si svegliò definitivamente:
 
- Si può sapere che hai da urlare?! –
 
Hermione lo avrebbe sbranato, se avesse potuto:
 
- Mi vuoi dire che cazzo è successo stanotte?!
 
Draco fece un sorrisino molto eloquente:
 
- Non si nota? –
 
Hermione era pallida:
 
- Vuoi dire che tu… Che io… -
- Si, Granger. Abbiamo fatto sesso. E per tua volontà, oltretutto –
- Oh, non credo proprio –
- Beh devo ammettere che eri parecchio ubriaca e io non ne volevo approfittare, ma quando mi hai tolto la camicia e ti sei spogliata ho dovuto cedere –
 
Hermione si alzò di scatto dal letto, tirando dietro il lenzuolo per coprirsi:

- Non è possibile. Tu te ne sei approfittato e basta. Io non vado a letto con gente a caso, meno che mai con te! E poi… Io non bevo!-
 
Draco si alzò, ma non si coprì:
 
- Ti sei fatta fuori un’intera bottiglia di Whiskey Incendiario, Granger. Sono tornato al Manor che t’eri scolata metà, hai buttato giù l’altra mezza dopo che sono arrivato. Eri un filino sconvolta ieri… -
 
Hermione si sedette sul letto e pensò al giorno prima. Cosa l’aveva ridotta così? E poi… Perché era a letto col suo nemico di sempre?! C’era qualcosa che non quadrava:
 
- Non è possibile… -
- E allora mi spieghi perché siamo in camera tua e non nella mia? Ti ricordo che è molto più vicina al salotto. –
- Copriti e siediti, Malfoy. Credo che dovrai spiegarmi un bel po’ di cose… Io non ricordo nulla di questa notte. –
 
Draco si mise i boxer e i pantaloni, poi si sdraiò sul letto accanto a lei. Non la guardava né la sfiorava, parlava e basta:
 
- Sono tornato dal Ministero e ti ho trovata su una delle poltroncine mentre ti scolavi l’alcool. Devo ammettere che eri uno spettacolo con i capelli spettinati, le guancie rosse e la camicetta mezza aperta… -
- Malfoy! –
- Ok, ok… Ti dissi di mettere giù la bottiglia, perché so che non sopporti l’alcool, ma tu buttasti giù l’altra mezza come fosse acqua. A quel punto mi stavo un po’ incazzando, perché avevo paura che potessi combinare qualche casino. Dopo un paio di minuti cominciasti a delirare: dicevi di volermi e poi tirasti fuori la questione del “vino veritas” quando ti ricordai di essere completamente ubriaca. Ti presi in braccio per portarti in camera e ti feci sdraiare sul letto. Stavo per andarmene quando mi prendesti per il colletto della camicia e mi baciasti, poi cominciasti a spogliare entrambi… E il resto penso tu lo possa immaginare –
 
Hermione credette di essere sul punto di svenire. Era stata a letto con Malfoy. Aiuto:
 
- Ah si… Non sei per niente male a letto, sai Granger? –
 
*SCIAFF*
 
Una candida mano bianca si abbattè sulla spalla di Draco, il quale fece un gran bel salto:
 
- Sei impazzita?! Ti ho fatto un complimento! –
 
Lei girò la testa e gli lanciò un’occhiataccia:
 
- Ok, ok… Sto zitto. Ma ora, dì qualcosa. Qualsiasi cosa. Ti prego –
 
Hermione rimase in silenzio ancora qualche secondo:
 
- Hermione… -
- Taci, Malfoy. Il problema è che non so cosa dire –
 
Lui rimase di sasso. E da quando Miss-So-Tutto-Io rimaneva senza parole?:
 
- C’è qualcosa che vorresti fare? Picchiarmi? Urlarmi dietro? Andartene? –
- Ecco… -
 
Lui fece un sospiro spazientito:
 
- Insomma, Granger! Sono pronto a tutto! Cosa mi vuoi fare?! –
 
Lei ci pensò un attimo, poi si alzò, mettendosi col viso di fronte al suo:
 
- Baciarti –
 
Lui rimase a dir poco impietrito. Pronto a tutto, tranne che a questo:
 
- Aspetta… Cos..-
 
Lei gli mise sulle labbra per farlo tacere:
 
- Hai sentito benissimo –
 
Detto questo lo baciò. Lei. E non era ubriaca. Draco era… Boh. Al settimo cielo? In Paradiso? Forse era troppo poco. Lei lo voleva. Lui la voleva.
Esplorarono le rispettive bocche per qualche minuto, poi lui le fece vedere, anzi, sentire, ciò che i suoi sensi attutiti dall’alcool si erano persi la sera prima.
Fu magico. Per entrambi, stavolta.
 
Si dovettero fermare per stanchezza. Lui la teneva abbracciata e la guardava negli occhi. In quel momento era convinto che non ci fosse cosa più bella al mondo, se non lei. L’aveva aspettata per tanto tempo, ma ne era valsa la pena.
 
Hermione era totalmente assuefatta alle nuove sensazioni che quell’uomo le dava. Non si era mai sentita così… Felice. Nemmeno con Ron. Draco la faceva sentire amata come non mai, e anche lei si stava convincendo di amarlo.
 
A malavoglia si alzarono per andare a fare colazione, scendendo le scale mano nella mano.
Si erano vestiti a vicenda, come due fidanzatini conviventi. Si erano sfiorati e accarezzati come due adolescenti alle prime armi. Si erano scambiati sguardi di fuoco e baci dolce come il miele.
 
Draco Lucius Malfoy e Hermione Jean Granger avevano una relazione. Chi l’avrebbe mai detto?
 
Una volta finita la colazione tornarono ognuno nelle proprie camere per una doccia veloce e per vestirsi. Il Ministero li stava aspettando.
 

*

 
Ginny Weasley stava piangendo. Non piangeva mai, non lo faceva dal funerale di suo fratello… Eppure quella notte pianse.
 
Erano le sei di sera, quando suonò il campanello a Grimmauld Place 12. Ginny Weasley andò ad aprire, mentre i bambini continuavano a sbucciare verdure per la cena, e si ritrovò davanti Eleonor Simmons, Auror:
 
- Signora Potter… -
- Ditemi cosa è successo a Harry! –

 
L’Auror abbassò lo sguardo:
 
- Forse è meglio se si siede signora Potter, intanto le dico che suo marito è vivo… -
 
Ginny fece un sospiro di sollievo e fece entrare la donna. Si sedettero sul divano in salotto, lontane dalle orecchie dei piccoli:
 
- Vede signora Potter, oggi c’è stato un attentato al Ministero. Due uomini sono entrati e hanno fatto esplodere l’aula, volevano il Ministro, Malfoy e la Granger… -
- Stanno bene?! Avete preso i due uomini? Harry li ha presi…? –

 
Ginny era una mitraglietta, ma la donna le fece cenno di tacere:
 
- Vede… Abbiamo preso i due uomini… -
- Grazie al cielo… -
- Il problema è che sono Ronald Weasley e Harry Potter –

 
Ginny era sul punto di svenire:
 
- N-no… Non è… Possibile… Mio fratello… Harry… Sicuri di non esservi sbagliati? –
- Li abbiamo presi, signora. Sono loro. Se può consolarla, suo marito era sotto Imperius. Ed è un’attenuante –
- E Ronald?! Anche Ronald vero?! –
- Purtroppo lui era completamente cosciente… Anzi, è lui l’attentatore –
- Ma lui è morto due anni fa… -
- Abbiamo controllato la tomba un’ora fa. È vuota –

 
Ginny trattenne le lacrime solo perché c’erano i bambini nell’altra stanza. Com’era possibile…:
 
- Quando posso vedere mio marito? –
- Tra non molto. Ci sono dei Medimaghi del San Mungo che lo stanno curando, domattina verrà interrogato da Malfoy e la Granger. Col Veritaserum. Potrebbe venire scagionato, ma c’è un problema… -
- Per morgana! Quale?! –
- Ha ucciso un uomo, ma era sotto Imperius, quindi potrebbe essere scagionato. Però sarà dimesso da Capo Auror… -

 
Ginny stava per crollare:
 
- Almeno non andrà ad Azkaban –
- Già. Ora, se mi vuole scusare, devo tornare al Ministero per fare rapporto –
- Certo… Grazie, Simmons –
- Non mi ringrazi, signora Potter –

 
Detto questo la donna si smaterializzò, lasciando Ginny in balia di se stessa.
 
Doveva parlare con Hermione, il prima possibile.
 

*

 
Hermione e Draco erano pronti per andare al Ministero, quando a lei venne in mente una cosa:
 
- Draco… Ci stiamo dimenticando una cosa –
 
Lui la guardò confuso:
 
- Di che parli? –
- Ginny –
 
Non dovette aggiungere altro. La prese per mano e la portò davanti al numero 12 di Grimmauld Place.

Hermione si avvicinò cauta alla porta, poi suonò il campanello. Si sentì un vociare all’interno, poi la porta si aprì, facendo spazio ad una spettinata chioma rossa. Non ci fu spazio per i saluti formali, Ginny saltò direttamente al collo dell’amica liberando le lacrime per l’ennesima volta.
I tre entrarono in casa e Ginny li fece accomodare in salotto. La giovane donna non riusciva più a tenere le lacrime, così Hermione tentò di parlare:
 
- Ginny… Mi dispiace davvero tanto… -
 
Ginny annuì con la testa:
 
- Almeno mio marito potrà essere scagionato. Ma il tuo Herm… Mio fratello… -
 
E scoppiò a piangere di nuovo:
 
- Ginny… Ron è morto due anni fa. Quello che c’era ieri al Ministero non era lui. Non può essere lui
- Ma la tomba… -
 
Stavolta fu Draco a prendere la parola:
 
- La tomba non centra niente. Per l’anagrafe lui è morto. Non ci pensare, Potter. Nessuno infangherà la sua memoria. A quell’impostore ci pensiamo noi. Fosse l’ultima cosa che faccio. –
 
Ginny ed Hermione erano sbalordite. Hermione stava per parlare, la Ginny fu più veloce:
 
- Non è che qualcuno si è impossessato anche di te, Malfoy? –
 
Draco rise:
 
- In effetti si. Qualcuno si è impossessato di me. Testa, cuore e anima. E lo conosci pure questo cialtrone! –
 
Hermione arrossì. Poi tutti e tre risero:
 
- E chi sarebbe, di grazia? –
- La tua amica qui di fianco –
 
Hermione sembrò essere vittima di un Petrificus Totalus. Ginny invece s’illuminò:
 
- Lo sapevò! Era ora, piccioncini! Erano settimane che aspettavo questo annuncio! Da quando state insieme? –
 
Ginny si era risollevata, mentre Hermione era ancora in uno stato a dir poco comatoso:
 
- Ehm… Hermione… Tu che dici? Stamattina? –
 
Lo guardò con gli occhi spalancati:
 
- Ehm… Si… Direi… Di si… -
- Ottimo allora! Eccoti accontentata, Weasley! –
 
Se non fosse stato per la situazione tragica, quello sarebbe potuto essere un momento di gioia per tutti.
 
Hermione e Draco si alzarono e salutarono Ginny, col la promessa di chiamarla appena Harry si fosse ristabilito.
 
Le due amiche si abbracciarono e a Weasley strinse la mano a Draco, sorridendo.
 
I due Magiavvocati si presero per mano e si smaterializzarono al Ministero, dove gli Auror già le attendevano.
 
Che la vendetta abbia inizio.

NOTE D'AUTRICE

Diabete <3 lacrime <3 felicitààààà <3
Dopo 30000 ripensamenti durante tutta la giornata della serie "scrivo o aspetto, pubblico o non pubblico" all fine mi sono decisa a scrivere e a pubblicare. 
Questo credo che sia il capitolo più lungo di tutta la storia, ma probabilmente non sarà l'unico. C'è ancora parecchio da chiarire, ma dico che siamo quasi alla fine. Fosse per me arriverei ai 100 capitoli,  ma chi li scrive altri 77 capitoli????? xD
A parte gli scherzi, questo per me è stato un vero e proprio viaggio e aver avuto voi, che mi seguite e m'incoraggiate, al mi fianco è stato fantastico.

Grazie infinite a chi sempre mi recensisce (100 recensione gente, 100 <3) e chi mi mette tra preferite/seguite/ricordate :)
Vi adoro e vi penso

Alla prossima
Kisskiss
Eva

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 24
*** Veritaserum ***


Ed io vorrei
Soltanto che la notte ora velocemente andasse
E tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse
E voglio amore
E tutte le attenzioni che sai dare
E voglio indifferenza se mai mi vorrai ferire

 

(Tiziano Ferro – Ti scatterò una foto)

 
CAPITOLO 24 Veritaserum
 
Draco ed Hermione si lasciarono la mano appena prima di entrare, non volevano far parlare i giornali ancora prima di rendere la cosa ufficiale. Davanti al portone c’erano già centinaia di microfoni pronti per le interviste, che naturalmente i due non concessero.
 
Due Auror li scortarono all’interno portandoli fino alla stanza dov’era rinchiuso Harry. Avevano deciso di sistemare prima lui, così poi avrebbero chiamato Ginny.
Entrò Moren, uno degli Auror, per assicurarsi che fosse tutto apposto prima di far entrare i due avvocati.
Harry era disteso sul letto in fondo alla stanza, con gli occhi spalancati a osservare il soffitto. L’Imperium era svanito, così ora era costretto a convivere con i tutto ciò che non riusciva a ricordare. Solo il Veritaserum avrebbe riportato a galla la verità.
L’Auror fece un cenno a Draco ed Hermione di entrare.
Draco prese la mano di Hermione e la strinse per un attimo prima di lasciarla, ma lei lo trattenne. Così lui la strinse forte e l’accompagnò dentro.
Se gli Auror trovarono strano il comportamento dei due, di certo non lo diedero a vedere.
Draco andò avanti per primo, sempre stringendo la mano di Hermione. Sapeva che lei poteva crollare da un momento all’altro, infondo Potter era il suo migliore amico.
 
Quandò sentì i passi degli avvocati avvicinarsi, Harry si sollevò dalla branda e fece loro spazio:
 
- Malfoy, Herm, sedetevi pure –
 
Due sedie comparirono:
 
- Non ti preoccupare Potter, useremo queste –
 
Harry fece un cenno d’assenso:
 
- Voglio sapere tutto. Non voglio che niente sia tralasciato. Loro –
 
Disse indicando gli Auror:
 
- Mi hanno detto che ero sotto la maledizione Imperius, ma non mi hanno voluto dire chi è il mago che ha osato tanto –
 
Hermione chiuse gli occhi per un attimo:
 
- Harry… Non è facile… -
 
Draco tenne salda la presa. Doveva essere Hermione a parlare di Ron, glielo aveva detto prima, così lui la stava sostenendo.
 
Hermione raccolse il coraggio e parlò:
 
- Harry… Ron. Ron è il mandante –
 
Harry si tirò su di colpo:
 
- NO! Io… Ron è morto Hermione! Non è possibile! Abbiamo visto tutti il suo cadavere! TU LO HAI SEPPELLITO CON ME QUEL GIORNO! –
 
Lacrime fredde.
 
Mano che ne stringeva un’altra.
 
Furia.
 
Hermione trattenne il pianto che stava salendo:
 
- Ha inscenato la sua morte, Harry. Non è mai morto –
 
Harry ricadde di nuovo sulla branda.
 
Nessuno si muoveva:
 
- Non è possibile… Qualcuno deve averlo aiutato! –
- Tu, Harry –
- NO! Non è possibile… Per quanto sono rimasto sotto imperio?! –
 
Hermione non riusciva più a parlare, così intervenne Draco:
 
- Siamo qui apposta per scoprirlo –
- E allora fatelo. Non sarò di certo io a impedirvelo –
 
Draco tirò fuori una boccetta di vetro con un liquido trasparente al suo interno:
 
- Siete sicuri che il veritaserum funzionerà? –
- Ne siamo certi –
- Procedete –
 
Draco fece comparire un bicchiere d’acqua e ci versò dentro il contenuto della boccetta, per poi darlo a Harry che lo bevve in un sorso solo.
 
Draco ed Hermione si scambiarono uno sguardo d’intesa, senza mai lasciarsi la mano.
 
Fu Draco a parlare:
 
- Dì il tuo nome –
- Harry James Potter –
- Residente a? –
- Grimmauld Place, 12. Londra –
- Stato civile? –
- Coniugato -
- Coniugato con? –
- Ginevra Molly Weasley –
- Figli? –
- Albus Severus Potter, James Sirius Potter e Lily Luna Potter –
- Per quanto tempo sei stato sotto Maledizione Imperium? –
- 3 anni e 4 mesi –
 
Hermione ebbe un sussulto.
 
- Chi è stato a metterti sotto Imperium? –
- Ronald Bilius Weasley –
 
Hermione sbiancò. Draco le strinse la mano.
 
- Perché? –
- Voleva rovesciare il governo e salire lui a capo –
- Dittatura? –
- Esattamente. Voleva rendere tutti schiavi e tenere per se pochi seguaci, naturalmente sotto Imperius. –
- Perché ha aspettato due anni dalla sua finta morte prima di agire? –
- Perché prima voleva vedere fin dove poteva spingersi. E poi, voleva assistere alla disfatta di Hermione. Ha deciso di agire quando ha visto che lei stava riguadagnando potere –
 
Hermione ebbe un mancamento.
 
- Cosa centra Hermione? –
- Lui la odia. L’ha sempre odiata. L’ha sposata perché l’amava, all’inizio. Ma poi si accorse che lui era solo “il marito di Hermione Granger”, sebbene avesse un’ottima carriera anche lui. La voleva rovesciare. Voleva farle vedere di essere lui il più forte –
 
Hermione si riprese subito. Ora la furia prese il posto di tutto.
Draco non sapeva più cosa fare. La cosa stava diventando insostenibile per lui, figuriamoci per Hermione. E sentiva la rabbia di lei che saliva.
 
- Bene Potter. L’effetto del Veritaserum dovrebbe svanire tra un’ora, così potrai rivedere tua moglie –
- Grazie, Malfoy –
- Non c’è di che, Potter –
 
Prese Hermione per una mano, sotto lo sguardo allibito di Harry che fino a quel momento non aveva notato nulla, e la portò fuori.
 
La portò in un corridoio vuoto e l’abbraccio stretta.
Lei piangeva.
Lui non parlava.
Lei si lasciava abbracciare ma non abbracciava.
Lui la strinse di più.
 
- Hermione… Sshh… Va tutto bene… -
- Draco… Non va tutto bene. Mai niente va bene. Mi ha mentito per anni. Per anni! Io lo amavo, mentre lui no. Ho pianto anni e anni per lui, e cosa ne ho avuto in cambio?! Nient’altro che tristezza –
 
Lo disse che una rabbia che mai aveva avuto. L’uomo che tanto aveva amato l’aveva solo presa in giro. Invidioso di lei.
 
Ricambiò l’abbracciò di Draco. Lui la cingeva con un braccio mentre l’altra mano le accarezzava dolcemente i capelli:
 
- Draco… -
- Dimmi Hermione –
- Dicevi davvero stamattina da Ginny? Io e te… Insieme? –
 
Lui si fermò. Si staccò da lei per guardarla dritta negli occhi:
 
- Non ho mai amato nessun’altra tranne te, Granger. Come potrebbe essere diversamente dopo questa notte? –
 
Lei si alzò sulla punta dei piedi e gli diede un bacio a fior di labbra:
 
- Mi hai salvato la vita, Draco Malfoy. Credo che mi sto innamorando di te –
 
Lui sorrise e le diede un lungo, profondo bacio.
 

*

 
Cigolio sinistro.
 
La porta si apre.
 
Una risata al buio.
 
Rumore di catene.
 
Due persone si confortano, tenendosi mano nella mano:
 
- Pronta? –
- Si –
 
Come con Harry, furono scortati dentro da un Auror, stavolta però fu Alexi ad accompagnarli:
 
- State attenti, è pericoloso –
- Non si preoccupi, è comunque disarmato –
- Molto bene –
 
Ronald Weasley era incatenato ad una sedia. A differenza di Harry, lui non era stato sotto Imperius:
 
- Ciao Weasley –
- Bastardo, Puttana, siete venuti a farmi visita? –
 
*SCIAFF*
 
Hermione non aveva potuto trattenersi. Era stata anche più veloce di Draco, che aveva già un pugno pronto. Lui si girò esterrefatto mentre Ron ghignava:
 
- Hermione Hermione… Sei caduta proprio in basso –
 
Altro volto segnato. Stavolta da parte di Draco però:
 
- Sta zitto Weasley. Non sei nelle condizioni di sfottere –
 
Ron sputò per terra stizzito:
 
- Che volete da me? Condannatemi a basta. So che avete la testimonianza di quello stolto di Harry, la mia non serve –
- Non dire cazzate. Sai come funziona, serve anche la tua –
- E allora datevi una mossa –
 
Hermione aveva una rabbia indissolubile addosso. Non sapeva se sarebbe riuscita a trattenersi dall’ucciderlo con le sue mani.
Draco sentiva quella rabbia, ma non poteva consolarla davanti a Ron. Sarebbe stato il disastro più assoluto:
 
- Bevi –
 
Disse il biondo, mettendogli il calice d’acqua sotto le labbra. Ron bevve e poi aspettarono che la pozione facesse effetto:
 
- Come ti chiami? –
- Ronald Bilius Weasley –
- Residente a? –
- Non ho più residenza –
- Stato civile? –
- Coniugato –
- Coniugato con? –
- Hermione Jean Granger –
- Figli? –
- Nessuno –
- Eri sotto maledizione Imperius? –
- No –
- Perché hai messo Harry James Potter sotto la Maledizione? –
- Perché avevo bisogno di un aiutante, ma non potevo permettere che qualcuno lo scoprisse. Harry era perfetto. –
- Perché volevi rovesciare il Governo? –
- Perché questo Paese ha bisogno di qualcuno di forte che li controlli, un dittatore che li renda tutti schiavi. Maghi e Babbani. Per un unico e forte Paese –
- Perché hai aspettato così tanto per agire? –
- Questo è un piano per cui serve tempo. In realtà dovevo aspettare altri due anni, ma ho visto che quella puttana di mia moglie si stava rialzando e non lo potevo permettere. E quando l’ho vista con te… Non ci ho più visto. Dovevo agire al più presto –
- Cosa centra Hermione? –
- La stronza si è sempre presa tutta la gloria. Lei e quel bastardo di Potter. Io sono sempre stato “l’amico di Potter” e “il marito della Granger”. Per una volta, volevo essere ricordato come il grande uomo che sono –
- Abbiamo finito –
 
Hermione era impassibile. Appena la parola “finito” uscì dalle labbra di Draco, lei si alzò e andò fuori senza nemmeno aspettare il collega.
Draco la seguì subito dopo.
La porta della cella si chiuse alle loro spalle e anni di tormenti uscirono per rimanere tra quelle mura. Hermione piangeva:
 
- BASTARDO! MI HA MENTITO PER ANNI! NON MI HA MAI AMATA! È SEMPRE STATO INVIDIOSO DI ME, DI HARRY E DI TUTTO CIÒ CHE HO OTTENUTO CON ANNI DI FATICA! HA CERCATO DI DISTRUGGERE TUTTO CIÒ PER CUI IL MONDO MAGICA AVEVA COMBATTUTO! LO VOGLIO MORTO! MA STAVOLTA MORTO DAVVERO! –
 
Draco era spaventato, non l’aveva mai vista così. Sembrava un drago. La strinse tra le braccia:
 
- Hermione, calmati. Avrà quello che si merita. Questo è poco ma sicuro. Ora, asciugati le lacrime che dobbiamo andare a portare la testimonianza al Ministro –
 
Lei tirò su col naso e si asciugò le lacrime col fazzoletto che lui le porgeva:
 
- Grazie, Draco. Ora andiamo su-
 

*

 
Una donna dai fulvi capelli rossi abbracciava il marito in prigione. Mai avrebbe pensato che proprio suo fratello avrebbe osato farle questo. Le aveva rovinato la vita e di certo lei non l’avrebbe difeso. Decise di non andarlo nemmeno a trovare, non se lo meritava. Aveva distrutto tutto ciò che lei e Harry avevano costruito, aveva distrutto una famiglia felice:
 
- Ginny… -
- Sshh… Non parlare. So già tutto –
- Volevo solo dirti che mi dispiace… Per tutto –
- Non sei tu che hai cercato di rovesciare il Mondo Magico Harry… -
- E invece si. Ero suo complice –
- Eri sotto la Maledizione Imperius –
- Non importa. Dovevo combatterla –
 
Ginny lo strinse ancora di più, facendo poggiare la testa di lui sul suo petto:
 
- Sta zitto, Harry Potter… -
 
Lacrime silenziose cadevano tra i due. Cosa sarebbe successo ora?
 

*

 
Draco bussò all’ufficio del Ministro:
 
- Avanti –
 
Entrò mano nella mano con Hermione:
 
- Signor Ministro, abbiamo le testimonianze –
- Veritaserum? –
- Esattamente –
- Molto bene. Metti i tuoi ricordi nel Pensatoio, Malfoy. Li guarderò subito.
- Molto bene –
 
Draco prese la bacchetta e un filo d’argento apparve tra i suoi capelli color oro, poi un altro. Riverso entrambi i ricordi nel Pensatoio del Ministro, poi si congedò con un cenno del capo e uscì. Nella speranza che il Ministro avesse abbastanza buon senso da condannare la persona giusta.

NOTE D'AUTRICE

Grazie. Grazie per la pazienza e perchè sopportate sempre questi miei dannatissimi ritardi. Grazie a chi non mi ha abbandonata e a chi continua a supportarmi. Se sto arrivando alla fine senza mollare è solo merito vostro.
Ormai siamo quasi alla fine, non credo ci sia molto altro da aggiungere.
Grazie sempre a chi mi recensisce e a chi mi mette tra ricordate/preferite/seguite.
Non passa giorno senza che vi pensi.

KissKiss
Eva

 

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Capitolo 25
*** Polvere sotto i piedi ***


Un gioco che non vinco mai
Il mio sbaglio più grande
Che rabbia che mi fai
Il vuoto sotto i passi miei
Sei il mio sbaglio più grande
Ma che rifarei
(Laura Pausini – Il mio sbaglio più grande)

 
CAPITOLO 25 Polvere sotto i piedi
 
Kingsley Shakebolt rimase shoccato dalle testimonianze. Vedeva la piena innocenza di uno e la tremenda colpevolezza dell’altra. Purtroppo però, Harry Potter aveva ucciso un uomo. Era sotto Imperium, ok, ma aveva ucciso.
Riguardo quei ricordi ancora e ancora, finchè non arrivò ad una soluzione
L’unica soluzione.
 

*

 
Mentre il Ministro si scioglieva il cervello tentando di essere il più giusto possibile, a qualche chilometro di distanza un uomo stava consolando la sua donna.
 
Draco era in salotto con Hermione e la teneva stretta la petto, mentre lei piangeva riversando le lacrime sulla camicia di lui.
Continuava ad urlare “Perché a me?!” da almeno un’ora.
Lui le sussurrava parole dolci all’orecchio e cercava di calmarla, senza risultati. Alla fine, sempre tenendola abbracciata, si sedette su una delle poltrone e fece sedere lei sulle sue ginocchia. Sempre tenendola stretta, facendole capire che non l’avrebbe lasciata mai. Né mai l’avrebbe ferita.
 
Alla fine lei si addormentò esausta tra le sue braccia.
Lui la prese in braccio e la portò in camera, la fece sdraiare sul letto e la spogliò. Le mise la prima camicia da notte che trovò e poi la mise sotto le coperte.
Lui scese per un bicchiere di Whiskey, poi risalì e si mise accanto a lei. Si addormentarono così. Uno di fianco all’altro. Dopo una delle peggiori giornate che fosse mai capitata loro.
 

*

 
Ginny quel giorno non voleva saperne di lasciar andare il marito, non prima di aver saputo cosa gli sarebbe successo almeno. Però i ragazzi l’aspettavano a casa, così, a malincuore, lo salutò con un lungo bacio prima di smaterializzarsi in cucina a preparare la cena.
 
Arrivata a casa si mise subito al lavoro, decisa ad evitare strani pensieri e strane domande da parte dei figli. Cosa del tutto impossibile.
La prima fu la piccola Lily, che aveva quasi tre anni:
 
- “Mamma, dov’è papà? Pecchè no casa? Pecchè no con te? –
 
Gli occhi di Ginny trattenevano le lacrime, rimase girata per evitare che la piccola la vedesse:
 
- Papà è ancora al lavoro, piccola. Vedrai che tornerà presto –
 
Si. Sarebbe tornato presto.
Dopo Lily fu il più grande, James, a chiedere. Aveva sei anni, ed era abbastanza intelligente da intuire la verità. Quando sua madre gli mentì, lui lo capì. Così piccolo, riusciva a capire quando la gente mentiva. Però non disse niente ed accetto la risposta.
Albus chiese a James dov’era il padre e quando il fratello gli disse la risposta della madre lui gli credette.
 
Ginny mangiò in silenzio e anche i bambini erano più tranquilli del solito. Una volta finito sparecchiarono senza dire una parole, senza lamentarsi per poi lasciare sola la madre.
 
Ginny si distese sul divano in salotto e ripensò a tutte le disgrazie che le erano capitate. Lei, da sempre innamorata di Harry, ricambiata solo dopo anni. Lui si mette con lei e poi si mollano perché lui doveva cercare gli Horcrux. Harry che le lascia una speranza baciandola alla Tana il giorno del suo compleanno*, per poi toglierla di nuovo andandosene. L’aveva aspettato per anni, cos’era un anno in più? E quell’anno non era rimasta con le mani in mano. Aveva fatto di tutto per togliere Hogwarts dalle mani dei Carrows e aveva riportato in auge l’ES. Poi lui era tornato. Aveva sconfitto Voldemort. Ora potevano stare insieme per sempre. Si erano sposati e poco dopo nacque James Sirius, due anni dopo James venne Albus Severus e un anno dopo Albus venne Lily Luna. Tre doni. E ora lui era in prigione. Per colpa di Ronald. Suo fratello Ronald.
Non sapeva se andare o no a trovare suo fratello. Forse l’avrebbe fatto, ma solo per rinfacciargli tutte le cazzate che aveva fatto.
Si, sarebbe andata.
 

*

 
Hermione si risvegliò in piena notte tra le braccia di Draco. Non si sentì a disagio, infondo stavano insieme ora, no? Più o meno.
Facendo attenzione a non svegliarlo si alzò, prese la vestaglia e scese in cucina. Aveva bisogno di un tè caldo per rilassarsi. Si era addormentata per stanchezza, non perché si fosse calmata. Nella sua testa le parole di Ron erano ancora vivide. Possibile che fosse stata sposata per quattro anni con uno sconosciuto? Insomma, di solito ci si accorge se la persona con cui vivi ha qualche problema con te. Non può nasconderlo per così tanto tempo. Eppure lei era stata tanto cieca da non accorgersi che l’uomo al suo fianco tramava contro di lei e contro tutto il mondo magico. Il ritorno di Voldemort, solo con naso e capelli.
Mise il bollitore pieno d’acqua sul fuoco e si sedette su uno sgabello mentre aspettava che l’acqua bollisse.
Nel frattempo, un piano più su, Draco Malfoy si svegliava.
Aprì gli occhi e allungò una mano in cerca della donna, ma la sua mano toccò un cuscino vuoto e ancora caldo. L’ultima volta che era rimasta senza di lui per più di cinque minuti si era ubriacata ed erano finiti a letto, così corse giù senza ricordarsi se aveva nascosto la bottiglia di Whiskey della sera prima.
Scese le scale quasi di corsa, senza nemmeno rendersi conto di indossare solo i boxer e nient’altro.
Tirò un sospiro di sollievo quando vide che il salotto era vuoto, e andò in cucina. Hermione era seduta sul bancone, con una tazza fumante in mano e un pacco di biscotti davanti.
Le si avvicinò piano, senza farsi sentire, poi l’avvolse con le sue braccia sussurrandole ad un orecchio:
 
- Non voglio svegliarmi mai più solo –
 
Lei sorrise e si abbandonò all’abbraccio:
 
- Me ne ricorderò… Mi sono alzata perché avevo un disperato bisogno di tè –
- Lo so che hai bisogno di me… -
 
Lei rise:
 
- Di questo tè, scemo! –
 
Lui le baciò il collo facendola rabbrividire:
 
- Come stai ora? –
- Direi molto, molto meglio –
- Di va di parlare di ciò che è successo? –
- Non ora… Sono le tre di notte. Dormiamo un altro po’ e forse domani ne parliamo –
- Forse? –
- Draco… -
- Come desidera, principessa –
 
Lei si bloccò. Principessa. Quando era stata l’ultima volta che qualcuno l’aveva chiamata così? Di certo non Ron.
Draco si era accorto che lei si era irrigidita:
 
- Hermione… Ho detto qualcosa che non va? –
- N-No… Assolutamente no… -
 
Si sciolse leggermente dall’abbraccio per poter scendere dallo sgabello, girarsi e baciare quell’uomo che mai avrebbe pensato di baciare. E che la stava rendendo felice come mai nessun’altro.
 
Erano tutti e due molto stanchi, perciò misero a cuccia gli ormoni e andare a letto per dormire quelle poche ore di sonno che rimanevano.
Alle sette e mezza si risvegliarono abbracciati:
 
- Mh… Buongiorno principessa… -
 
Principessa. L’aveva di nuovo chiamata principessa:
 
- Buongiorno principe… -
 
Lui le posò un bacio sulle labbra, che lei approfondì:
 
- Mh… Io avrei bisogno di una doccia… Ti unisci a me? –
 
C’era davvero bisogno di chiederlo?
 

*

 
Ginny non aveva dormito per tutta la notte. Doveva vedere Ron, subito.
Si alzò presto, portò i bambini dalla nonna Molly e poi si smaterializzò al Ministero:
 
- Voglio vedere Ronald Weasley –
- Lei è…? –
- La sorella Ginevra Weasley –
- Mi segua –
 
Arrivarono davanti alla cella. L’Auror sciolse catene e incantesimi, poi aprì la porta:
 
- Ciao sorellina –
- Ciao, Ronald –
 
Non riconosceva minimamente il ghigno sul viso di suo fratello. Sembrava sfotterla, prendersi gioco di lei:
 
- Come mai questa visita, Gin? Non dirmi che è una visita di cortesia al tuo caro fratellino… Mi deluderesti –
- Non è una visita di cortesia. Anzi, credo che dovranno incatenare pure me se ti vogliono vivo all’udienza di oggi pomeriggio. Si può sapere che cazzo ti è saltato in testa?! –
 
Ginny era furiosa:
 
- Cara Gin… Io posso fare cose che tu nemmeno immagini –
- Tu? Ma fammi un piacere… E allora perché hai messo Harry sotto Imperium?! Eh?! Perché?! –
- Perché lui è l’insospettabile. Lui è il Golden Boy. Il figlio che nostra madre non ha mai avuto –
- Sei… Un essere schifoso –
- Schifoso ma geniale –
- Si, certo. Infatti ho visto come sei riuscito nel tuo piano. Complimenti Ronald. Un successo su tutti i fronti –
 
Lui sputò per terra:
 
- Stronza. Sei mia sorella, dovresti essere dalla mia parte –
- No. Io non sono tua sorella. Tu non sei Ronald. Lui è morto tanto tempo fa –
 
Detto questo si voltò e uscì, lasciandosi una vita intera alle spalle. Non pianse. Aveva già pianto abbastanza al falso funerale di quel bastardo.
Non andò da Harry, si sarebbe sentita peggio.
Andò da sua madre e si sfogò con lei, mentre i bambini giocavano in giardino con i cugini. Erano lì anche Bill, Fleur, George e Angelina. Tutti l’abbracciarono e la consolarono. Nessuno prese le difese di Ron.
Per quella famiglia, Ronald Bilius Weasey era già polvere sotto i loro piedi.

*dal film Harry Potter e i Doni della Morte Parte I

NOTE DELL'AUTRICE

Che parto... Seriamente. Tra impegni, studio ed ispirazione scomparsa non riuscivo più a scrivere. Nè questa ff nè il mio romanzo. Disperazione assoluta modalità ON
Allora... Tra 6 giorni la sottoscritta compirà gli anni (eh si... Invecchio pure io) e per allora vorrei fare un mega regalo a me e a tutti e pubblicare l'ultimo capitolo di questo luunghissimo viaggio. Ce la farò? Non ce la farò? Chissà... Al massimo starò con voi qualche giorno in più :)
Un ringraziamento speciale va sempre a chi mi recensisce e a chi mi mette tra le seguite/preferite/ricordate. Un grazie va anche a chi solo legge :)

Un abbraccio
Alla prossima
KissKiss
Eva

 
 

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Capitolo 26
*** Lacrime, sorrisi e cuori infranti ***


No, I won’t give up
No, I won’t brake down
Sooner than it seems life turns around
And I will be strong
Even if life goes wrong
When I’m standing I the dark I still believe
Someone’s watching over me
(Hillary Duff – someone’s watching over me)

 
CAPITOLO 26 Lacrime, sorrisi e cuori infranti
 
Era arrivato il momento.
Non sarebbe stata una vera e proprio udienza, ma un processo a tutti gli effetti. La condanna era già stata fatta, non restava che applicarla.
 
Erano tutti riuniti in aula: Draco mano nella mano con Hermione, Molly e Arthur Weasley, George e Angelina, Bill e Fleur, che sosteneva Ginny. Gli unici assenti erano i bambini, ma era meglio così.
Dietro di loro si vedevano i parenti dell’uomo ucciso da Harry, tutti gli Auror e tutte le persone che erano state presenti all’attentato.
L’aula era piena. Tutti aspettavano.
 
Il Ministro della Magia entrò e si sedette sullo scanno del giudice. Dietro di lui, entrarono Ron ed Harry.
 
La folla cominciò a scaldarsi, urlavano e pestavano i piedi. Un solo nome veniva offeso dalle loro bocche: “Ron”. Nessuno offendeva Harry, anzi, lo volevano libero. Mentre Ron non veniva difeso da nessuno.
Entrò il Wizengamot al completo.
 
Il tempo di sistemarsi, poi tutto ebbe inizio:
 
- Silenzio in aula –
 
Tutti tacquero:
 
- Signore e signori, inizieremo ora il processo penale di condanna per gli imputati Ronald Bilius Weasley e Harry James Potter –
 
Nessuno fiatava. Nessuno piangeva. Tutti tremavano:
 
- Ronald Bilius Weasley, lei è accusato dal Wizengamot per i seguenti motivi: attentato al Ministero della Magia, tentato omicidio del Ministro della Magia, alto tradimento e inoltre sarà condannato per abuso di potere sul qui presente Harry James Potter, sottoposto per tre anni alla Maledizione Imperius. –
 
Hermione stringeva la mano di Draco, poi si voltò a guardare Ginny e la trovò con lo sguardo fisso e impassibile:
 
- Harry James Potter, lei è accusato dal Wizengamot per i seguenti motivi: attentato in concorso al Ministero della Magia, tentato omicidio in concorso del Ministro della Magia, omicidio colposo e alto tradimento. Dal momento che è stato provato l’uso della Maledizione Imperius sull’imputato, questa potrà essere valutata come attenuante che potrebbe far cadere ogni accusa –
 
Il pubblico si profuse in un applauso. Ginny stava per piangere. Però non era ancora finita.
Il Ministro battè il martelletto sul tavolo per chiedere il silenzio:
 
- La Corte si ritira per deliberare –
 
Hermione si girò confusa verso Draco:
 
- Non dovrebbero aver già deciso? –
 
Draco le accarezzò i capelli:
 
- Doveva prima esporre le accuse. Ovvio che hanno già deciso, ma devono rispettare la prassi –
 
Lei si appoggiò al petto di lui e si lasciò accarezzare.
Dopo pochi minuti il ministro e la corte rientrarono:
 
- La Corte ha deliberato la condanna –
 
Nessun respiro:
 
- Per Harry James Potter: dal momento che ogni azione è stata compiuta sotto la Maledizione Imperius, la condanna sarà di due anni ad Azkaban per omicidio colposo –
 
La folla protestò. Non era giusto. Se ad Harry avevano dato due anni allora Ron…:
 
- Silenzio in aula! –
 
Tacquero di nuovo:
 
- Per Ronald Bilius Weasley: date le accuse gravi, la condanna è la pena di morte. Verrà sottoposto al Bacio del Dissennatore tra tre giorni. –
 
Alcuni esultarono, altri applaudirono. Alcuni piansero. Ginny singhiozzava, come tutti i Weasley. Hermione piangeva tra le braccia di Draco.
Sapevano che sarebbe finita così.
 
Uscirono dall’Aula.
Draco andò a parlare con i Weasley, ma era solo per lasciare Ginny ed Hermione da sole.
Avevano bisogno di confortarsi.
Le due ragazze si abbracciavano e piangevano:
 
- Ginny… Mi dispiace. Mi dispiace davvero. –
- Due anni passano in fretta, Herm. Harry tornerà presto a casa –
- E Ron? –
- Ron era già morto –
 
Si abbracciarono.
Era vero.
 
Quando Draco Malfoy si avvicinò ai Weasley loro ebbero un attimo di risentimento, visti gli anni passati, ma le parole del ragazzo li lasciò basiti:
 
- Signori Weasley… Mi dispiace tantissimo per vostro figlio. Non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto, dico davvero. So che negli anni ci sono stati dissapori tra le nostre famiglie, ma spero che possano essere sepolti. Vi sono molto più vicino di quanto possiate pensare –
 
Arthur Weasley era rimasto immobile, con le lacrime agli occhi, basito dalla parole di Draco. Molly Weasley invece fece un piccolo sorriso e abbracciò il ragazzo. Lui la ricambiò, anche se un po’ imbarazzato. Anche Angelina e Fleur lo abbracciarono, mentre Bill e George gli strinsero la mano. Forse non tutto era perduto.
 
Hermione e Ginny si avvicinarono al gruppo. Ginny si fece abbracciare dalla madre, mentre Hermione prese la mano di Draco. Facendo schoccare i Weasley per la seconda volta in dieci minuti:
 
- Ma… Ma… Voi due…? –
 
Era stato George a parlare, ed Hermione rispose:
 
- Ehm… Si –
 
Molly sorrise di nuovo:
 
- Da quando cari? –
- Ehm… Un paio di giorni –
 
Erano arrossiti tutti e due, ma tutta la famiglia Weasley sorrideva. Ginny sbottò con un:
 
- Sinceramente, io lo sapevo da quando ti ha chiesto di lavorare per lui. Siete proprio carini, quando non tentate di ammazzarvi –
 
Risero:
 
- Beh… Devo dire che Hermione ha un gran bel caratterino… -
 
Gomitata nelle costole. Ahia:
 
- Sarà per questo che la amo… -
 
Lo disse col fiato corto e le lacrime dal dolore. Lei si fece subito perdonare con un lungo bacio, al quale la famiglia fece un gran applauso:
 
- Ehi piccioncini… Che ne dite di andare a trovare Harry? Credo che avrà bisogno del nostro sostegno –
- E Ron? –
- Se non ti dispiace, preferiamo ricordarlo come il ragazzo solare che era prima. Quello volenteroso che amava il suo lavoro. Non come un pazzo assassino che ha rovinato vite e basta –
 
Il ragionamento non faceva una piega.
Stando sempre vicino, andarono alle prigioni.
 
I due Auror di guardia aprirono la porta della cella non appena li videro arrivare, così entrarono subito tutti.
Ginny corse al collo di Harry, seguita dal resto della comitiva che però si tenne a distanza. In fondo, lei era sua moglie.
 
Harry rimase interdetto per qualche attimo, ma poi si riprese:
 
- Ginny… Signori Weasley… Che ci fate qui? –
- Harry, ma che diavolo chiedi?! Siamo qui per salutarti! –
 
Harry guardò la moglie negli occhi:
 
- Mi sembrate parecchio allegri per un addio… -
 
Ginny si trattenne dal prenderlo a sberle:
 
- Non è un addio, è un “ti aspetteremo”. Per tutto il tempo necessario –
 
Harry si commosse. Non credeva che lo avrebbero mai perdonato:
 
- Mi perdonate? Davvero? –
 
Malfoy non si trattenne:
 
- Sentì un po’ Sfregiato… TACI. Sì, sei perdonato. Punto. Smettila con le scenate lacrimevoli –
 
Forse in un’altra situazione Harry si sarebbe alzato e avrebbe picchiato Malfoy. Forse anche Hermione l’avrebbe fatto. Insieme a tutto il resto dei Weasley. Ma non stavolta.
Stavolta si profusero in una lunga, liberatoria risata. Una risata che però si interruppe con una parola di Harry:
 
- Ron? –
 
Tutti si quietarono. Non era il caso di essere così allegri. Assassino, traditore quanto si vuole, ma restava pur sempre un figlio, fratello, amico e marito. Morto per finta che stava per morire sul serio.
Potevano ripetersi miliardi di volte “per me è già morto”, ma alla fine non ci credeva nessuno. Ron stava non era morto, era qualche cella più in là VIVO. Un vivo già tre metri sotto terra.
 
Ginny parlò:
 
- Sai già che verrà sottoposto al bacio fra tre giorni… -
- Si, si. Ero presente alla sentenza. Ma… Avete intenzione di andarlo a trovare? Fare qualcosa per lui? –
 
Molly prese la parola:
 
- Io lo voglio vedere un’ultima volta. Chi viene con me? –
 
Un rumore d’assenso si profuse:
 
- Credo che andremo tutti, Molly. Ma devi sapere che non sarà piacevole, Ron non è in sé –
- Lo so. Sebbene io voglia ricordarlo come quello che era prima, voglio salutarlo un’ultima volta.
 
Draco fece un cenno d’assenso:
 
- Mi sembra giusto. Io sarò con Hermione, quindi anche con tutti voi. Non è una situazione semplice. Ovviamente, se non sono di troppo –
- No, Draco. Non sei affatto di troppo. Anzi, ti sono grata di quello che stai facendo per la mia famiglia e per Hermione. So che suona strano detto da me, ma credo che ormai fai parte anche tu di questa famiglia. Come Hermione che è per me una sorella. –
- Grazie, Ginny. Apprezzo molto –
 
Ginny annuì e gli sorrise, per poi dedicarsi di nuovo al marito:
 
- Come farò senza te per due anni interi? –
 
Harry la strinse a se, mentre un mormorio si diffondeva nella stanza:
 
- Credo che per noi sia meglio andare… -
- Giusto… -
 
Salutarono Harry con la promessa che sarebbero andati a trovarlo presto, poi lasciarono lui e Ginny da soli:
 
- Ce la farai. Ti prego però di non portare i bambini d Azkaban, spiega loro che il papà dovrà stare via per un po’ in un posto molto brutto che loro non possono vedere. Capiranno. James almeno… Poi ci penserà lui a spiegare la storia ai fratelli. Quel bambino è paurosamente perspicace… -
 
Ginny gli sorrise accarezzandogli una guancia:
 
- Avrà preso dal papà… -
 
Harry rise:
 
- Non credo proprio… Il papà non aveva nemmeno capito cosa c’era tra Malfoy ed Hermione –
 
La donna arrossì:
 
- Li hai visti, eh? –
- Impossibile non notarli. Sembrano due calamite che si respingono e si attraggono nello stesso istante, si muovono insieme. Non ci avevo mai fatto caso… Da quanto stanno insieme? –
- Teoricamente da un paio di giorni, praticamente da 15 anni –
 
Harry la guardò confuso:
 
- Eh? Spiegati –
- Eh si… James non ha proprio preso da te… -
 
E gli raccontò del Ballo del Ceppo:
 
- Aspetta… Cosa?! Draco ha… Cosa?! Wow… Questa proprio non me l’aspettavo… -
- Amore mio, nessuno se l’aspettava. Ma è successo… -
 
Bussarono alla porta:
 
- Signora Potter, deve andarsene –
 
I due sposi si guardarono negli occhi, già tristi per il pensiero di lasciarsi, si diedero un bacio e poi, senza aggiungere altro, Ginny uscì sentendo la porta chiudersi alle sue spalle.
 

*

 
Il gruppo stava aspettando Ginny davanti alla cella di Ron:
 
- Siete sicuri di volerlo fare? –
 
Era stato uno degli Auror a parlare. In coro risposero:
 
- Si –
 
Pochi minuti dopo Ginny arrivò, con gli occhi rossi. Nessuno chiese niente, intuirono tutto.
Sostenendosi l’un l’altro entrarono nella cella.
 
Ron era stato incatenato al muro, con le braccia appese in alto con delle catene. Una visione orribile:
 
- Siete venuti, alla fine… -
- Si, Ron. Siamo la tua famiglia –
- Sta zitta Gin, tu sei stata la prima ad abbandonarmi. Anzi no, la prima è stata Hermione. Puttana… -
 
Non potevano toccarlo. Ma a Draco prudevano le mani:
 
- Ron… Ronald… Perché parli così? Questo non sei tu… -
- Sai madre, tu non mi conosci proprio… Io SONO così. Da sempre –
 
Molly si stava esasperando.
Ron non mollava:
- Si può sapere che cazzo volete da me?! –
- Solo salutarti –
- Ma senti… La puttana della serpe mi vuole dire addio. Ma che gentile –
- Sta zitto, Weasley. O non rispondo delle mie azioni –
- Fatti sotto Malfoy, non aspetto altro da anni –
 
Draco stava per scagliarsi contro di lui. Hermione e Bill lo fermarono appena in tempo:
 
- Non farlo Draco… Non ne vale la pena. Lascialo strisciare nella sua terra –
 
Era stato Bill a parlare. Draco si calmo e prese Hermione tra le braccia. Si sentiva al sicuro con lei.
 
Ron aveva gli occhi spiritati e sputava per terra di continuo, guardandoli con fare di sfida.
 
Si guardarono tutti negli occhi, decidendo di uscire:
 
- Ci vediamo tra tre giorno, fratellino –
- BASTARDI! –
 
Detto questo uscirono. Lasciando Ron solo con le sue urla e i suoi insulti.
Molly, Ginny, Fleur e Angelina piangevano. George abbracciava la moglie, non aveva nemmeno avuto il coraggio di parlare vedendo il fratello in quello stato. Arthur era zitto, mentre consolava la moglie e la figlia. Bill stringeva Fleur. Hermione non piangeva, ma si stringeva a Draco:
 
- Draco… Grazie, di tutto. Te ne sarò grata in eterno –
 
L’aveva detto in un sussurro che solo lui udì:
 
Granger… Sappi che non l’ho fatto solo per te e per conquistarti. L’ho fatto prima di tutto per portare un po’ di pace tra due famiglie dove regnava la discordia. Voglio ricostruire ciò che i miei antenati hanno distrutto. –
- E per questo allora ti ringrazio ancora di più –
 
Si posarono un bacio a fior di labbra. Un bacio che valeva più di mille parole.
 
Si salutarono tutti. Poi, dopo aver ringraziato Draco ed Hermione, se ne andarono a casa.
 
Una volta che i Weasley se ne furono andati, Draco ed Hermione si presero per mano e si materializzarono al Manor.
 
Li attendevano tre, lunghi e difficili giorni.

NOTE D'AUTRICE

Ci siamo quasi. Sono in dirittura d'arrivo. Non manca molto all'epigolo. 
Non credo ci sia molto da dire su questo capitolo, tranne che ho pianto mentre scrivevo.
Ormai avrete capito che a me piace ribaltare tutto il ribaltabile, per questo scrivo Dramione ma... La situazione che ho creato non doveva essere ribaltata, all'inizio. I Weasley dovevano andare a salutare Ron solo il giorno della condanna. Però era troppo da stronza, non dite? Per quanto traditore, meritava un saluto dalla sua famiglia.
Passiamo ad una cosa più allegra: credo che nessuno abbia notato un particolare di Hermione che in questo capitolo è già più evidente.
Se lo capite... Avete capito la mia mente contorta, perchè può sembrare sottile quando invece è visibilissimo :D Fatemi sapere ;)
Sempre un grandissimo grazie a chi mi recensisce sempre e sempre, e a chi mi ha messo tr seguite/preferite/ ricordate
Senza di voi, questo capitolo non esisterebbe.

Alla prossima
KissKiss
Eva

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Capitolo 27
*** Epilogo Because everything has an end ***


Wherever you go
Whatever you do
I’ll be right here waiting for you
Whatever it takes
Or how my heart breaks
I’ll be right here waiting for you
 
(Bryan Adams – Right here waiting for you)

 
EPILOGO Because everything has an end
 
Forse molti di voi si sarebbero aspettati la descrizione dell’esecuzione di Ron, pagine e pagine di lacrime dove la disperazione regnava sovrana.
 
No.
 
Non è così che deve finire. Questa doveva essere fin dall’inizio una storia romantica, e per me lo è stata.
Perché ora parlo in prima persona? Non lo so. L’idea era di tenere segreta la mia identità fino alla fine, ma dopo tutto l’affetto dimostratomi non potevo non parlare direttamente a voi.
 
Farò una breve descrizione di ciò che successe, tornando alla terza persona:
 
Hermione pianse per tutti e tre i giorni, mentre Draco non fece altro che consolarla.
Ginny andò da Harry ogni giorno, sempre pregando di poterlo portare a casa con se.
 
Arrivò il giorno dell’esecuzione.
 
Erano tutti presenti, dai familiari all’intero Wizengamot. I Weasley, Hermione, Draco ed Harry (incatenato, naturalmente) sedevano nelle prime file, pronti ad assistere al macabro spettacolo.
 
Fecero entrare Ron e lo incatenarono alla sedia. Lui non si mosse. Non tentò nemmeno di lottare.
Quando il Dissennatore entrò, lui era calmo.
Quando l’ombra nera si calò su di lui, lui era calmo.
Quando la sua anima uscì dalla sua bocca, lui era calmo.
 
Morì nella pace più completa. Nessuno seppe mai perché.
 
Tornarono a casa, stavolta consapevoli che era finita davvero.
 

*

 
Era passato un mese dagli eventi che avevano scosso le loro vite, e Draco ed Hermione erano sempre più felici. Sembravano due adolescente innamorati in costante luna di miele. Ogni tanto litigavano, ma poi facevano pace nella maniera più dolce del mondo.
 
Erano insieme da quattro mesi, quando lui prese in mano la situazione.
Aveva organizzato tutto con Ginny: cena a lume di candela, musica romantica… Tutto ciò che piaceva ad Hermione.
 
Quella sera lui si vestì elegante e fece trovare un nuovo abito lungo sopra il letto ad Hermione.
Lui l’aspettò sotto le scale, mentre lei scendeva. Era bellissima. Il lungo abito color oro metteva in risalto i suoi splendidi occhi color miele e i boccoli castani. Lui era a bocca aperta.
Le tese la mano per farle scendere gli ultimi scalini, poi le mise la mano sul suo braccio e l’accompagnò in sala.
Cenarono tranquilli, senza fretta.
Aprirono una bottiglia di champagne e ne bevvero un bicchiere. Poi, il momento più bello di tutta la serata: Draco si alzò e fece ballare Hermione su una musica lenta e dolce, poi fece fermare tutto e la fece rimanere in piedi davanti a lui. Lui s’inginocchiò, lei divenne rossa e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Lui tirò fuori una scatoletta in velluto e l’aprì, all’interno c’era l’anello più bello mai visto: un tripudio di diamanti, topazi e smeraldi. Un inno a Serpeverde e Grifondoro. Un inno a loro due.
La guardò negli occhi tremante e sorrise:
 
- Hermione, mi vuoi sposare? –

 
Lei sorrise. Un sorriso che lui non le aveva mai visto addosso. Stava piangendo e rideva:
 
- Si! Si, Draco, si! –

 
Lui si alzò per baciarla e abbracciarla.
 
Si sposarono pochi mesi dopo.
Lei era un incanto, nel suo abito color avorio, e nessuno dimenticherà mai lo sguardo che lui le rivolse quando arrivò all’altare. Quello sguardo che si rivolge solo all’anima gemella. Quello sguardo in cui anneghi, in cui ti senti viva per almeno una volta.
 
Il bacio.
 
La prima notte di nozze.
 
Dolcezza estrema, ma non smielata. Amore ai massimi livelli che ti prende, ti tira su, ti butta giù e poi ti rialza di nuovo.
 

*

Tre anni dopo, sono seduta alla scrivania nella biblioteca di Draco. Sto scrivendo questa storia, la mia storia, per poter spiegare ciò che significa per me la parole Amore.
 
Amore per me è quando Draco mi guarda negli occhi, quando mi accarezza, quando mi bacia o quando solo mi parla. Amore è per il nostro bambino, Scorpius, nato un anno dopo il nostro matrimonio. Un bellissimo bambino identico al padre, con i capelli color dell’oro e gli occhi grigi splendenti come sole. Amore è per me Eva, la mia bimba di appena sei mesi, che ora dorme tra le mie braccia. Ha i miei boccoli, ma sono dorati come i capelli del padre. I suoi occhi sono di un colore particolare: miele misto a ghiaccio. Il connubio perfetto tra noi.
Loro sono Amore per me.
 
Dimenticavo: Harry uscì di prigione dopo pochi mesi per buona condotta. Non è più un Auror, ma insieme a Ginny ha avviato dei corsi di Autodifesa Magica. Ingegnoso, direi.
 
Draco è stato la mia rinascita. Senza lui, forse ora sarei ancora in balia dei demoni. Lui è la mia felicità più assoluta.
 
La piccola ha fame, devo andare.
 
Chissà, forse ci risentiremo di nuovo.
 

Kiss Kiss
 
Hermione

NOTE D'AUTRICE

Non so. Forse vi aspettavate un altro capitolo pieno di lacrime e tensioni. Forse un mega epilogo dove Hermione e draco si dichiaravano amore eterno per pagine e pagine. Ma non è così. Forse nessuno ci ha fatto caso, ma Hermione non ha mai detto esplicitamente "ti amo". Draco ha detto di amarla, lei no. Lei lo prendeva e lo baciava. C'è un perchè di tutto questo, ma spiegarlo sarebbe troppo complicato. Accontentatevi di sapere che nemmeno io ho mai detto "ti amo" a qualcuno. 
Spero davvero che questo epilogo non abbia deluso, ma era così che lo volevo fin dall'inizio. 
Ora, vorrei passare ai ringraziamenti veri e propri.
Ringrazio: AleJackson, ArgentoSangue, _LenadAvena_, RoseFelicis31697, Hollina, titty79, lia163, blair_87, _Lils, Gabriel Mazzi, DaisyBlond, evechisaro, Dubhe92, Razorbladekisses, tarya46, shinkoro, elieli9090 e Cate Tassorosso per le splendide recensioni. Senza di voi non sarei mai arrivata alla fine, grazie davvero per critiche, consigli e complimenti. Per quanto possa concedere un pc, sappiate che per me siete importanti.

Un grazie va anche a: 
 angiolettinolove400Avril1698BabyBaffyBlood_vampireblue eyes 97Chibime88clau91DaisyblondelenusiaHPelvira910evechisaroILOVEHARRYPOTTERJeLuna92ladyathenaLauGelsolouxMarieclairemrspaciokNichiiixDRazorbladekissesstefy89dtheclansman95usagi87 xitsrebekahzlatyna _LenadAvena_  Che mi hanno aggiunta tra le preferite. Vi ringrazio infinitamente.

Un altro grazie va a: 
Blood_vampireCherie97Daisyblonddance4everGinny_7Halfblood_princessLove_Gluna23sarinaegiorgiazlatyna. Che mi hanno aggiunta tra le ricordate. Anche io ricordo voi, sempre.

U
n grazie speciale a:  aghiAleJacksonalicetta96AngiegabsAniaSaquizzianaaranciataaurarossablair_87BlaitBlood_vampireblueseaBLUFLAMEBOBBINBrianneSixxbribry85Bulm88caostheorycate_weasleycino nerodafnedafneDesyree92Dolcenera91drhermxeverDubhe92Ecate_Enza85evechisaroexcel sanafedebianchi91finlin91fragola_di_boscofrancesca88franceschina94_giuly_bugretab91Halfblood_princess HarryPotter_fanhermHermione Claire Grengerhermione12HollinajaiaJuOnkhaty7Killerskukinalarettalia163Lily_Scorpius Lisa Pitonluna23lunachan62lysdance1mansonmaryamMary_Sophia_Spurcemicky_ mikelinamucchi_namya95nefastianightfoxnightmare123NoomiNYC and RosesodioinicknamePamphPeacegirlPoseidoniaPrincessRoryRoseFelicis31697roxie wsara300SarettaCatselliolo, shinkoroSimonaDiVaio1993Sunny Lock, tarya46theclansman95thedragontosaphirathiglattitty79tykisgirlVale17_ Wald_Aryawinchester ZuccaCielo _Holiday_  _Lils]
 Che mi hanno seguita dall'inizio alla fine. Grazie davvero per essere rimasti con me per tutto questo tempo. 

Se il mio orologio non sbaglia, questo capitolo verrà pubblicato esattamente alle 00.01. Perchè oggi, 25 luglio 2012, la sottoscritta finisce una vita per cominciarne un'altra. Perchè, tanti anni or sono, Irene nacque sotto il segno del Leone e sotto la protezione del numero 7. Eh si. 

Un mese, 12 giorni, 27 capitoli e 105 pagine dopo, anche questa storia ha avuto il suo lieto fine

Prometto di non sparire e di farmi viva ancora. Forse con altre Dramione, sicuramente migliori di questa.

Vi adorerò per sempre

Kisskiss

Non Eva, ma Irene

P.S. Ho vinto la mia scommessa
P.P.S Scusate se l'epilogo è corto, ma perchè tirarla per le lunghe quando si può far immaginare tutto a chi legge?

 

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