And you stole my heart with just one look

di raawruhl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Holmes Chapel ***
Capitolo 2: *** A beautiful day ***
Capitolo 3: *** He open his arms ***
Capitolo 4: *** Moments ***
Capitolo 5: *** You make me happy ***
Capitolo 6: *** Rain ***
Capitolo 7: *** The most beautiful day of rain ***
Capitolo 8: *** A little party ***
Capitolo 9: *** Trip. ***
Capitolo 10: *** Conversations. ***
Capitolo 11: *** Changes ***
Capitolo 12: *** The return to home ***
Capitolo 13: *** The audition ***
Capitolo 14: *** In London ***
Capitolo 15: *** My birthday ***
Capitolo 16: *** The beach ***



Capitolo 1
*** Holmes Chapel ***


Holmes Chapel, Cheshire. Cloe Atkin, quindici anni.
Mi ero appena trasferita qui perché i miei genitori avevano trovato lavoro in un hotel. A Bradford avevo dovuto lasciare le mie amiche e il mio ragazzo, e già mi mancavano un sacco.
Mia madre aveva già conosciuto i vicini, Harry e Gemma, e mi aveva iscritto alla loro stessa scuola. Da subito ero andata a scuola, ed ero in classe con Harry, perché Gemma era più grande di me. Harry era simpatico e divertente.
Dopo scuola eravamo tornati a casa insieme, ed era stato bello perché ci eravamo conosciuti meglio e avevamo parlato dei nostri gusti e di quello che ci piaceva fare. Mi aveva detto che l’anno prossimo voleva partecipare a Xfactor; aveva una voce fantastica.
 
Anne, la mamma di Harry e Gemma, il pomeriggiò mi aveva chiamato per chiedermi se potevo aiutare Harry con i compiti, dato che non era un ragazzo a cui piaceva studiare molto. Andai a casa loro e iniziammo a fare i compiti.
Dopo un po’ mi chiamò Zayn, il mio fidanzato, e lasciai Harry a provare a fare degli esercizi da solo.
Parlammo per un quarto d’ora, ma poi mi accorsi che dovevo finire i compiti e così riattaccai.
 
Harry: “Chi era al telefono?”
Io: “Zayn”
Harry: “Chi sarebbe?”
Io: “Il mio ragazzo”
Harry: “Ah..”
Io: “Hem...finito?”
Harry: “No, non ci riesco. Mi aiuti?”
Io: “Si, è semplice”
 
Gli spiegai l’esercizio e dopo averlo finito andammo insieme a prendere un gelato con Gemma e alcuni suoi amici.
Avevo già iniziato a fare amicizia con molti della città, e già mi ero adattata abbastanza.
 
Il giorno dopo mi arrivarono alcune lettere da parte di Zayn e della mia migliore amica, Nicole.
Nicole diceva che mancavo a tutti, e che dovevo tornare, ma non potevo…
Quella di Zayn invece diceva che un giorno sarebbe venuto a trovarmi, il più presto possibile.
Ero felicissima perché io e lui siamo molto legati, e anche se la distanza ci separa continuiamo ad amarci, anche se siamo ancora dei ragazzini.
Quando lessi la sua lettera sprizzai di gioia e lo andai a dire ai miei, poi lo raccontai a Gemma, che ormai eravamo già diventate buone amiche.
Gli mandai un messaggio, dicendo che avevo ricevuto la sua lettera, e mi disse che già aveva organizzato la partenza.
Sarebbe rimasto massimo tre giorni, solo quelli di festa, perché poi doveva tornare a scuola.
 
La sera stessa c’era un party nella nostra scuola, ma non volevo andarci. Non avevo un’accompagnatore, e poi ero nuova lì, quindi non conoscevo bene la gente e pensavo che non era una buona idea quella di andarci. Gemma mi costrinse, ma comunque non avevo l’accompagnatore, che diciamo era “obbligatorio”. Chiesi all’organizzatrice se potevo chiamare Zayn e farlo venire, e mi disse di si.
Lo chiamai e subito accettò, così si mise in viaggio e dopo tre ore arrivò. Io ero già pronta e mi feci trovare davanti casa. Quando arrivò ero felicissima e subito gli andai incontro saltandogli addosso. Venne prima a salutare i miei a casa e poi andammo alla festa.
C’erano un mucchio di persone e io cercavo di rimanere un po’ vicino a Gemma dato che non sapevo orientarmi.
Volevo presentare Harry a Zayn, ma non c’era. Chiesi di lui a Gemma e mi disse che era rimasto a casa perché non sapeva con chi venire.
Dopo la festa Zayn mi riportò a casa e Harry era fuori, così glielo presentai. Alla fine, prima di andarsene mi baciò. Potevo rivederlo dopo al massimo due settimane, e già mi mancava. Harry rimase lì a vedere tutto.

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Capitolo 2
*** A beautiful day ***


Rimasi sveglia fino alle tre di notte, dato che poi il giorno dopo era sabato, e non andavamo a scuola. Avevo iniziato a messaggiare con alcuni compagni di classe per tutta la notte ed erano davvero simpatici.
Mi svegliai alle dieci e mezza e avevo ancora sonno. Appena mi affacciai alla finestra notai che la mia camera affaccia a quella di Harry. Era seduto alla scrivania, a fare un non so cosa. Appena mi vide mi salutò e ricambiai, poi andai giù a fare colazione e dopo dovevo portare Holly (il mio cane) a spasso. Vidi che mia madre non stava tanto bene, e chiesi che aveva. Mi rispose con un semplice “niente”, ma si vedeva che stava male, aveva la faccia bianca.
 
Uscii a fare una camminata con Holly. Dopo un po’ incontrai Harry e andammo insieme fino al parco. Era bello parlare con lui, era davvero un ragazzo d’oro, ma continuavo ad amare Zayn.
Arrivati al parco iniziammo a parlare di tutto quello che avremmo voluto fare in futuro. Lui mi disse che voleva continuare il suo sogno, quello di cantare. Già faceva parte di una band: i White Eskimo. Una volta li avevo sentiti cantare a scuola, Harry era il cantante ed erano davvero bravi. Mi disse che al provino di X factor però si sarebbe esibito da solo, perché voleva presentarsi come solista.
 
Si erano fatte le dodici…il tempo era passato in un batter d’occhio. Dovevo tornare  a casa.
Appena entrai mi ritrovai i miei davanti la porta.
Papà: “Abbiamo una notizia da darti”
Ero spaventata perché avevano una lettera in mano, e pensavo che era qualcosa di grave.
Io: “Ditemi, mi state facendo impaurire”
Mamma: “Non devi preoccuparti, è una cosa bella”
Io: “Cioè?”
Mamma: “Aspetto un bambino”
Io: “Eh?”
Papà: “Avrai un fratellino o una sorellina, è incinta”
 
Urlai per la felicità. Avevo sempre desiderato un fratello o una sorella.
Mi fecero vedere l’ecografia, era una cosa stupenda, finalmente potevo realizzare questo sogno di non essere più figlia unica e di prendermi cura di una persona più piccola di me.
Adesso si spiegava perché in quei giorni mia madre si sentiva poco bene e aveva sempre la faccia bianca, ma almeno era una cosa bella.
Lo dissi subito a Nicole e Zayn, erano felici per me e fecero gli auguri a mia madre. Poi lo dissi anche a Gemma, che di conseguenza lo disse alla madre e a Harry.
Anne dopo aver saputo la notizia ci venne a trovare portando vari dolci fatti in casa. Erano buonissimi. Lei lavorava in una panetteria e Harry la aiutava, quindi quelli erano anche merito suo.
 
Chiamarono i genitori di Nicole e anche altri amici per fare le congratulazioni. Ormai la notizia si era sparsa dappertutto. Ero davvero felice.
 
Il pomeriggio, per la gioia, andai ad aiutare Anne e Harry alla panetteria e mi insegnarono a fare il pane. Harry mi buttò la farina in faccia, lo fece apposta, e così ricambiai. Fecimo una lotta di farina, finchè non entrò Anne e ci vide bianchi. La sua prima reazione fu quella di una persona che ha appena visto una catastrofe, poi si arrabbiò un po’, anche se da Harry se lo aspettava perché faceva così anche con Gemma. Riordinammo tutto e continuammo a fare il pane, poi, appena finito uscimmo tutti insieme, le due famiglie, e andammo a cenare in un ristorante.
 
Finito di mangiare iniziarono dei balli, ma a me non andava di ballare, così rimasi a tavola. Harry fece coppia con Gemma, mio padre con Anne e Robin con mia madre.
Chiamai Zayn, ma non rispondeva. Gli scrissi milioni di messaggi dicendo che mi mancava e che avevo bisogno di lui, ma niente. Non poteva essere andato a dormire perché era ancora abbastanza presto, e di solito andava a dormire sempre tardi, quindi non sapevo cosa pensare.
 
 Harry mi vide un po’ triste.
Harry: “E quella faccia? Vieni a ballare”
Io: “Non mi va..”
Harry: “Dai, vieni che ti tiro un po’ su di morale”
Io: “Si vede così tanto?”
Harry: “Nah, ma io l’ho capito”
Mi prese per mano e mi portò a ballare. Io ero ancora triste e cercò di tirarmi su e mi chiese cosa avevo. Con quella musica non riuscivamo a parlare e uscimmo un po’ fuori.
Gli spiegai cosa era successo e mi disse che poteva essere da qualche parte o forse aveva una festa o un qualcosa. Mi fece un po’ ridere sparando delle cavolate assurde. Dopo un po’ rientrammo, lasciai il telefono in borsa e iniziammo a ballare. Era riuscito a tirarmi su di morale, ed ero abbastanza felice, non volevo rovinarmi la giornata per Zayn.

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Capitolo 3
*** He open his arms ***


Ci avviammo per tornare a casa all’una e mezza di notte. Eravamo tutti stanchi e io non riuscivo nemmeno più a reggermi inpiedi. Io, Harry e Gemma ci addormentammo in macchina, e per non disturbarci ci lasciarono lì con un po’ di finestrini aperti. La mattina però mi ritrovai nel letto, e appena scesi sotto chiesi chi mi ci aveva portato.
Io: “Pa’, sei stato tu?”
Papà: “No no”
Io: “Mamma nemmeno…”
Mamma: “Di certo non ti ci ha portato il cane. È stato Harry”
Io: “Ah…ok”
Mamma: “Ed è anche rimasto un po’ per vedere se ti svegliavi…ti ha accarezzato i capelli…”
Io: “MAMMA?”
Mamma: *rise* “Credo che stia aspettando che porti Holly a spasso. Vai”
Diventai rossa all’istante. Lei sapeva che le cose con Zayn non andavano più tanto bene, già da  prima di trasferirci. Con lei potevo confidarmi, sempre e comunque, e di me sapeva tutto…era come una sottospecie di migliore amica, sorella, che però svolgeva il suo ruolo.
 
Mi affacciai alla finestra, e stava ancora dormendo, in macchina. Mi chiedevo perché mi aveva riportato a letto e lui fosse rimasto in macchina.
Erano già le dieci e un quarto e appena scesi cercai di svegliarlo, con scarsi risultati. Dormiva ancora, era molto più stanco di me ieri sera.
Portai a spasso Holly,  poi arrivò il postino, e c’erano varie lettere per mia madre. La maggior parte erano di congratulazioni, poi una era del dottore, che diceva che erano già due settimane da quando era rimasta incinta.
Avevo lasciato il telefono a casa, così tornai subito. Zayn mi aveva chiamato appena mattina, quando ancora dormivo, poi mi aveva lasciato vari messaggi di scuse per la sera scorsa, e poi ne lessi uno che diceva che tra meno di una settimana, circa cinque giorni, veniva. Ero contenta, ma non più come lo ero prima. Stava succedendo qualcosa tra di noi che non sapevo.
Chiesi a Nicole se sapeva qualcosa e mi rispose con “Non so niente, ciao”. Volevo tornare a Bradford, per sapere cosa era successo, cosa stava succedendo e rivedere tutti quanti.
Mi mancava.
 
Ero di nuovo giù di morale, chiamai Zayn e parlammo un po’.
Zayn: “Perché ti sento così? E’ successo qualcosa?”
Io: “No…niente. Non vedo l’ora che vieni”
Cercai di mettere un sorriso, ma non ci riuscivo, e aveva capito che era a causa sua.
Zayn: “Ancora scusa per ieri…ero ad una festa”
Io: “Quale?”
Zayn: “Una di scuola…”
Stava continuando a inventarsi scuse. Prima mi aveva detto che aveva avuto impegni familiari, poi una festa a scuola, non ce la facevo più a sentire le sue bugie.
Io: “Ok…”
*mi affacciai alla finestra*
Io: “Mi aspetta”
Zayn: “Chi?”
Io: “Harry. Ciao”
 
Gli riattaccai il telefono in faccia. Non lo sopportavo più, era davvero troppo. Non vedevo l’ora che venisse per chiarire, dovevo dirgli tutto quello che veramente pensavo di lui e quello che mi stava facendo passare.
 

Scesi di corsa e appena lo vidi lo abbracciai. Lui mi strinse ancora più forte e mi scese una lacrima. 

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Capitolo 4
*** Moments ***


Palrai tutto il tempo con lui, gli raccontai di cosa era successo e mi ero sfogata. Mi abbracciò e mi disse che dovevo stare tranquilla e se continuava a farmi soffrire dovevo lasciarlo, ma non ce la facevo.
La notte, prima di andare a dormire, iniziai a scrivere tutto quello che mi succedeva. Harry si affacciò alla finestra, e mi vide. Scrisse su un foglio “Ciao :)”. Appena lo vidi iniziai a scrivere anche io, e così avviammo una specie di conversazione.
Io: “Ciao”
Lui: “Cosa stai facendo?”
Io: “Scrivo”
Lui: “Cosa?”
Io: “Niente di che”
Lui: “Ok…”
Io: “Vado”
Lui: “Notte”
Io: “Ciao, notte”
 
Andai a dormire presto, perché il giorno dopo avevamo scuola, e dovevo svegliarmi prima per ripetere.
Appena mattina aprii la finestra e incominciai a ripetere. Dopo andai a fare colazione e uscii di casa.
Questa volta andai con Gemma perché Harry si era svegliato tardi, ma riusciva ad arrivare in orario.
Parlammo un po’ finchè non arrivammo a scuola. Aspettai un po’ per vedere se arrivava Harry, ma non c’era.
Entrai in classe e iniziammo la lezione.
Entrò più tardi.
Per la pausa pranzo ci fecero stare per un’ora fuori, nel giardino della scuola. Poi ricominciammo di nuovo le lezioni, fino alle quattro e mezza del pomeriggio.
Non tornai direttamente a casa, ma andai in panetteria da Anne, con Harry e Gemma, per aiutarli. Io servivo i gelati mentre Gemma e Harry aiutavano Anne con le torte. Fecimo i compiti lì, aspettando che si cuocessero le torte e che venisse qualche cliente.
Tornai a casa tardi, verso le otto e mezza, e i miei erano ancora a lavoro. La casa era vuota e non sapevo cosa fare.
 
Mi feci i pop-corn e iniziai a vedere dei film, fino a tardi. I miei erano ancora in hotel, e per una settimana dovevano lavorare anche la notte. Mia madre era in gravidanza, ma non ci voleva molto a lavorare in un hotel, quindi lo faceva volentieri, anche se tornava a casa sempre stanca.
Andai a dormire per le undici. Poi all’una sentii la porta di casa sbattere. Era mia madre che era tornata per dormire almeno un po’.
 
Mi svegliai tardi, dato che la sveglia non era partita. Ero un fulmine a prepararmi e quindi non ci misi molto. Harry era sotto che mi aspettava. Andammo a scuola insieme, e fu uno dei giorni più belli perché dovevamo cucinare noi. Ogni settimana, una coppia cucina per gli altri, e questa volta toccava a noi.
Fecimo dei piatti semplici, ma tutti ci vennero a fare complimenti. Era divertente cucinare per i propri compagni.
 
Faceva un caldo mortale quel giorno. Presimo un tavolino e iniziammo a fare i compiti fuori casa, con Holly che cercava di mangiare i libri. Ad un certo punto mi chiamò Zayn. Risposi. Mi disse che venerdì, dopo scuola, sarebbe venuto. Ero contenta, ma non più come prima.
Lo dissi a mia madre e iniziammo a preparare la mia stanza, con un altro letto, dato che rimaneva anche la notte.
La sera mi richiamò Zayn per chiedermi come stavo. Mi disse che le cose tra di noi stavano cambiando e che sentiva sempre di più la mia mancanza.
Non riuscivo a capire quello che lui provava per me. Un giorno era freddo, gli altri faceva il ragazzo dolce e carino di cui mi ero innamorata… era tutto confuso.
Ormai avevo perso fiducia anche in Nicole, dato che anche con lei le cose non funzionavano bene. Sembrava quasi che la colpa fosse la mia, solo perché mi ero trasferita. Si erano fatti nuovi amici, una nuova vita, dimenticandosi di me. Io mi trovavo bene qui, e di certo la gente era meglio.
 
Andai a dormire con la voce di Harry nelle orecchie, sentendo le sue cover.

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Capitolo 5
*** You make me happy ***


Quando venne Zayn ci lasciammo. Mi disse che non provava più lo stesso per me e che si era innamorato di Nicole, che quando io me ne ero andata lei gli era stata vicino, e si innamorarono.
Non volevo che tra di noi finisse in quel modo. Volevo che rimanessimo amici, e lui accettò. Dovevo cercare di dimenticarlo come fidanzato, ma era difficile.
 
Raccontai tutto a Harry dato che era l’unica persona con cui potevo confidarmi, e mi disse che era meglio così.
 
La mattina dopo mi svegliai presto perché non volevo incontrare i miei genitori e parlare di quello che era successo con Zayn. Non feci nemmeno colazione e uscii di casa. Harry era fuori ad aspettarmi con un pacco di cornetti in mano. Sembrava quasi che sapeva che non avevo fatto colazione.
Mangiammo per strada.
Mancavano la maggior parte dei professori, così vennero dei supplenti e non sapendo che fare iniziammo a fare dei giochi stupidi.
 
Come un’idiota avevo anche dimenticato di farmi la merenda.
Harry: “Tieni. Panino al formaggio con mortadella, ti piace?”
Io: “Si, grazie. Come facevi a sapere che non avevo fatto colazione e mi ero scordata la merenda?”
Harry: “Istinto”
Io: “Fatto tu?”
Harry: “Si”
Io: “Buono”
Harry: “Lo so. Mangia e zitta”
 
Finimmo di mangiare e ricominciammo a fare quello di prima. Il nostro piano era deserto perché erano in gita e così uscimmo tutti fuori per il corridoio.
Harry mi prese e mi mise a cavallo, dietro la schiena. Corse per tutto il corridoio, finchè non mi riportò in classe perché avevo paura di cadere, infatti urlai tutto il tempo.
Poi venne un altro compagno di classe, e fece lo stesso. Stavamo quasi per cadere.
 
Unimmo i banchi e iniziammo a fare il gioco dell’obbligo. Hannah obbligò Harry di baciarmi sulla guancia. Per fare lo scemo rimase attaccato per venti secondi.
Matt: “E nasce l’amore tra i vicini di casa”
Harry: “Eh si…”
*mi mise il braccio sulla spalla*
Poi si sentì un “Oooh” contemporaneo di tutti quanti. Io mi feci un po’ rossa, ma ridevo.
 
Hannah: “Si, però adesso staccati”
Harry: “Oh, sei gelosa?”
Hannah: “Gne gne”
Harry: “Si, lo sei. Lo so che piaccio a tutte, lo so”
Alice: “Io non ne sarei così sicura”
Hannah: “Ecco appunto”
Harry: “Pf..”
 
Fecimo degli obblighi stupidi finchè non arrivò la professoressa di matematica. Un’ora e poi ce ne andammo.
Ci fecero uscire prima, perché mancavano gli altri professori che erano andati in gita, e al posto di fare otto ore ne avevamo fatte quattro, passate così in fretta  a non fare niente, come se fossero state due.
 
Anne mi fece mangiare da loro perché avevano chiamato i miei e avevano detto che non potevano tornare a pranzo.
Dopo aver mangiato tornai a casa e iniziai a fare i compiti, finchè non iniziò a piovere e dovetti portare Holly dentro.
Lei voleva giocare, ma non potevamo uscire perché era tutto bagnato. Cercai di farla stare calma ma correva da un piano all’altro senza fermarsi. Poi ad un certo punto si mise sul letto e iniziò a dormire.
Si erano già fatte le nove, senza che mi accorgessi di niente. Chiamai all’hotel per sapere dei miei e poi andai a dormire.

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Capitolo 6
*** Rain ***


Il giorno dopo mi svegliai presto, a causa di Harry che tirava la prima cosa che si ritrovava davanti alla mia finestra. In camera mi ritrovai penne, gomme e matite, tutte sue.
Erano le sei e mezzo del mattino.
 
Io: “CHE C’E’?”
Harry: “Ho dei cornetti appena sfornati, preparati, muoviti, vieni a casa e mangia”
Io: “E tu mi svegli a quest’ora per farmi mangiare?”
Harry: “Si”
Io: “Idiota!”
Harry: “Muoviti! Dobbiamo andare a scuola prima”
Io: “Perché?”
Harry: “Perché mi va”
Io: “Ti odio”
Harry: “Oh, ti voglio bene anch’io”
 
Chiusi la finestra e le tende.
Harry: “CLOE”
*riaprii la finestra*
Io: “Che c’è?”
Harry: “Vieni?”
Io: “Mi fai vestire? O devi vedermi anche mentre mi vesto?”
Harry: “Si, magari”
 
Scrissi su un foglio “Ti odio” e lo attaccai alla finestra.
Dopo essermi vestita scesi e andai a casa sua. Mangiammo i cornetti, poi mi prese per mano e iniziammo a correre per arrivare a scuola.
Tutta questa voglia di andarci non gli era mai venuta.
 
Io: “Ti sei svegliato dall’altro lato del letto?”
Harry: “Perché?”
Io: “Come mai tutta questa voglia di scuola?”
Harry: “Non lo so”
Io: “Certo che sei strano tu eh. Ho le tue cose”
Harry: “Quali?”
Io: “Quelle che stamattina mi hai buttato dalla finestra”
Harry: “Aah…”
 
Eravamo gli unici idioti lì, aspettando il suono della campanella.
Stavamo ancora fuori quando di botto iniziò a piovere. Mancava circa mezz’ora all’apertura della scuola, e nessuno di noi due aveva un ombrello.
 
Eravamo bagnati fradici, poi trovammo una panchina, sotto a un balcone, e ci sedemmo lì.
Avevo tutta la divisa bagnata e Harry mi coprì con la sua giacca.
Quella mezz’ora, sotto la pioggia, non passava più.
 
Ad un certo punto Harry disse che dopo doveva parlarmi.
Io: “Fallo ora”
Harry: “Sicura?”
Io: “Si, che devi dirmi?”
Harry: “Niente, non devo parlare”
Io: “E allora che devi fare?”
Harry: “Questo”
 
Mi guardò negli occhi e mi baciò. 

Fu il bacio più bello e più vero che un ragazzo mi avesse mai dato. Non immaginavo che potesse succedere, eppure stava accadendo tutto ciò.
Si fermò, pensando che a me non fosse piaciuto.
Si mise le mani nei capelli, dicendo che aveva fatto una stupidagine.
Gli alzai il viso e lo baciai.

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Capitolo 7
*** The most beautiful day of rain ***


Successe tutto così lentamente. Solo quando sentimmo il suono della campanella ci staccammo.
Gemma era lì ad aspettarci, e noi non ci eravamo accorti di niente.
Aveva immaginato che ci eravamo bagnati e così ci aveva portato altre divise.
 
Andai con lei in bagno a cambiarmi.
Gemma: “Te lo sei sbaciucchiato per bene il mio fratellino eh?”
Io: “No…è stato solo un errore…”
Gemma: “Errore? E tu l’amore lo chiami errore? Harry mi veniva a dire quando tu gli parlavi di Zayn e ci rimaneva sempre male. Mi diceva tutto. Adesso non puoi dire che quello che provate, entrambi, è un errore”
Io: “No, davvero. Ho sofferto tanto, e adesso non voglio ripetere tutto quello che ho passato”
Gemma: “Ma Harry è diverso”
Io: “Lo so...senti, ho finito, adesso possiamo andare”
Gemma: “Non esci finchè non mi dici che intenzioni hai”
Io: “Non ho intenzione di fare niente. Non posso fare niente”
Gemma: “Si che puoi, è che non vuoi”
Io: “Si, per questo”
Gemma: “Non farlo soffrire, ti prego”
Io: “No…”
 
Per fortuna davanti scuola non c’era nessuno e solo Gemma aveva assistito a quella scena.
Entrai in classe, avevo ancora tutti i capelli bagnati e il sapore di Harry.
Il professore mi richiamò varie volte perché ero confusa e avevo la testa tra le nuvole.
Non riuscivo a non pensarci, a pensare a cosa sarebbe successo dopo e a cosa dovevo dirgli.
Forse dovevo lasciare tutto com’era o forse dovevo lasciarmi andare, ma non sapevo cosa fare.
 
Finita la scuola iniziai a correre subito per tornare a casa. Pioveva ancora.
 
Gemma: “CLOE!”
Sentii la sua voce da dietro. Mi fermai.
Gemma: “Perché corri? Affrontalo, fregatene di quello che è successo prima”
Io: “Non ci riesco…non so cosa dirgli, non so cosa fare”
Gemma: “Dì tutto quello che pensi, tutti i tuoi sentimenti, ma parlagli”
Io: “No, aspe...”
Già me lo ritrovai davanti. Rimasi immobile guardandolo negli occhi, i suoi bellissimi occhi.
Non sapevo più che fare, ero paralizzata.
 
Rimasimo fermi, a guardarci per secondi che sembravano minuti. La strada era diventata deserta e c’eravamo solo noi due, lì, fermi, ad aspettare che succedesse qualcosa.
 
Harry: “Non devi dirmi niente?”
Io: “No…”
Harry: “Allora posso andare?”
Io: “No…cioè…si”
*iniziò ad incamminarsi*
Io: “HARRY!”
Harry: “Si?”
Io: “Ma tu mi ami?”
Harry: “Più di quanto tu possa immaginare”
Io: “Non te ne andare, ti prego”
 
Non ce la facevo più. Alzai le punte e lo baciai.

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Capitolo 8
*** A little party ***


Avevo le farfalle nello stomaco. Eravamo lì, sotto la pioggia, la strada era deserta e noi ci stavamo baciando.
Non avevo mai provato questa sensazione con Zayn, eppure lo amavo, tanto.
 
Harry: “Dimmi che non sono solo un rimpiazzo”
Io: “No, non lo sei”
Harry: “Prometti di non lasciarmi mai?”
Io: “Si, prometto”
Lo amavo davvero.
 
Ognuno tornò a casa propria e quando entrai vidi che c’era una lettera sul tavolo. Era di mia mamma e c’era scritto che doveva andare in un ospedale fuori città per fare degli accertamenti e che papà era partito con lei. Quindi ero sola, per un po’ di giorni.
Non ero una da festa, ma almeno potevo invitare degli amici. Invitai Hannah dato che anche lei era sola in casa. Dopo pranzo guardammo dei film horror. Ad entrambe facevano molta paura ma volevamo comunque vederli. Urlammo come pazze per tutta la casa, e per sbaglio avevo lasciato le finestre aperte, e il vicinato ci aveva sentito.
Harry corse a casa per vedere cosa era successo. Aveva una faccia scandalizzata e noi, sentendo il rumore della porta, urlammo ancora di più.
 
Si mise ad urlare anche lui e spaventammo i gatti che subito corsero dietro i cespugli.
Harry subito spense la televisione.
 
Hannah: “COSA CI FAI TU QUI?”
Harry: “Ma lo sai che le urla si sentono fino a Oxford?”
Hannah: “E se tu entri così è logico che urliamo ancora di più”
Harry: “Tu stai bene?”
Io: “Si si, grazie”
Harry: “Niente. Torno a casa?”
Io: “No no, resta”
Hannah: “Perché dovrebbe rimanere?”
Harry: “Ti da fastidio? E poi sono il suo ragazzo”
Hannah: “Si, mi da….che?”
Harry: “Io e Cloe stiamo insieme”
Io: “Harry…”
Harry: “Non è così?”
Io: “Si, ma per il momento volevo che rimanesse segreto”
Harry: “Voglio che tutto il mondo sappia che ti amo”
Hannah: “Oh…piccioncini”
Io: “Okay basta. Tu rimani”
Harry: “Okay”
Hannah: “Babbuino”
Harry: “Pappagallo”
Hannah: “Idiota”
Harry: “Stupida”
Io: “Ma la finite? Non vi ammazzate, vado a prendere gli altri popcorn”
 
Andai in cucina e preparai i popcorn da mettere nel fornetto. Poi tornai dentro, in salone, e iniziammo a vedere film tranquilli. Io accarezzavo i riccioli a Harry e Hannah era sulla poltrona a guardarci con la faccia più strana del mondo e poi nel bel mezzo del silenzio ha detto: “Che pezzo di babbuino che ti sei presa”. Harry si girò di scatto verso di lei e aveva uno sguardo da “adesso ti ammazzo”.
Si alzò, andò vicino Hannah e iniziò a farle il solletico. Dopo mi guardò e venne subito a farlo anche a me. Fecimo una lotta di solletico, e logicamente quella che subiva di più ero io, dato che lo soffro molto.
Poi iniziammo con i cuscini. Per fortuna avevo quelli vecchi pronti per questa specie di utilizzo e alla fine la casa era piena di piume. Holly si era persa lì sotto.

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Capitolo 9
*** Trip. ***


Riordinammo tutta la casa, per bene. Dopo si fece tardi. Harry tornò a casa e Hannah rimase a dormire da me, ma andammo a letto più tardi perché nessuna delle due aveva sonno.
La mattina dopo, per fortuna ci svegliammo presto. Fecimo colazione e poi andammo a scuola con Gemma e Harry.
Hannah sapeva che doveva starsi zitta, ma ormai già lo sapevano tutti perché la maggior parte, senza che noi ce ne eravamo accorti era lì, a guardarci quando ci stavamo baciando.
 
Quando entrammo mano nella mano tutti ci fecero delle congratulazioni, anche se mi alcuni mi dissero che faceva così con tutte, stavano insieme un po’ di tempo e poi se ne trovava un’altra, ma non gli davo importanza.
Non potevo credere che già era passato mezzo anno che mi ero trasferita a Holmes Chapel e mi trovavo così bene. La mia vita era completamente cambiata da quando ero lì. A Bradford era tutto così diverso, anche alcune usanze, pensieri e comportamenti. Era così bello qui.
Il giorno dopo dovevamo andare in gita, per le vie di Londra, e così i professori ci fecero tutte le raccomandazioni possibili e immaginabili, e poi ci darono alcune mappe su come orientarci.
Dovevamo rimanere tre o quattro giorni, dipendeva dal pullman, dato che non era del tutto disponibile.
I miei non c’erano e quindi dovevo preparare tutto da sola. Per fortuna chiamarono ad Anne e Robin e gli chiesero se potevo stare da loro. Ormai mi trattavano come se fossi una figlia, e quando annunciammo che io ed Harry eravamo fidanzati erano rimasti contenti.
Anne mi disse che l’avrebbe desiderato da quando ero arrivata, e che quando ci eravamo conosciute aveva subito pensato che un giorno tutto questo sarebbe successo. Ero davvero felice che pensavano questo di me.
 
Dopo pranzo andammo in panetteria. Io servivo i gelati insieme ad Harry, Gemma infornava il pane e la pizza ed Anne faceva tutto il resto.
Era bello aiutarli quando non c’era niente da fare, diventò una specie di passatempo lavorare nella loro panetteria. Ogni volta ci divertivamo un sacco.
Tornati a casa iniziai a prendere tutto quello che mi serviva per la gita e andai a fare la spesa perché mancavano alcune cose. Presi bottigliette d’acqua, merendine e altro da bere per il viaggio, dato che comunque ci voleva tempo per arrivare a Londra. Poi tornai a casa di Harry dato che la notte rimanevo lì, e ci svegliammo prestissimo perché dovevamo partire alle sette.
 
Solo per preparare gli zaini ci impiegammo un’ora e si fecero le sei e mezza, così ci avviammo subito per la scuola, senza fare rumore perché gli altri dormivano. Avevamo lasciato un biglietto sul frigorifero dicendo che già eravamo andati a scuola per prendere il pullman.
Cercammo di andare il più veloce possibile per arrivare in tempo, dato che ormai già erano le sette meno un quarto. Arrivammo in tempo per fortuna. Io ed Harry eravamo seduti vicini e davanti a me c’erano Alice e Hannah. Alcuni si addormentarono invece altri non riuscivano a dormire perché c’erano troppe curve e troppi dossi. Io, Hannah ed Harry dormimmo per un po’ perché eravamo davvero stanchi, poi ci svegliò una frenata. Eravamo arrivati.
 
Chiamai i miei e gli dissi che eravamo appena scesi dal pullman e che stavamo andando a fare colazione da Starbucks, erano già le nove.
Presi solo un frappè e poi mangiai quello che mi ero portata per il viaggio. Avevamo una specie di guida turistica, ma non serviva a niente perché la professoressa sapeva già tutto. Arrivammo in hotel e lì ci assegnarono le stanze. Per fortuna la scelta era libera. Ovviamente scelsi di stare con Hannah dato che con lei mi trovavo benissimo.
C’erano due letti sulla stessa fila così li unimmo. L’armadio era grandissimo e da subito iniziammo a disfare le valige, e già la camera era quasi un disastro. Davanti a noi c’era la stanza di Harry che aveva diviso con Matt, poi vicino c’era la stanza di Alice e Eleanor e poi dall’altra parte, più in fondo al corridoio c’era una stanza dove alloggiavano altri turisti.
Volevamo vedere chi erano perché erano certi ragazzi venuti per lo stesso motivo, cioè una gita. Le stanze dei professori per fortuna erano sotto e la notte restavamo sveglie fino alle quattro con Eleanor e Alice a fare le stupide. Avevamo anche un televisore gigante che era nascosto dietro una porta scorrevole che si apriva con un telecomando. Poi scoprimmo che c’era anche una cabina armadio dove si accendevano le luci da sotto ed era gigantesco, tipo da Hannah Montana. Era fighissimo stare lì.
Eravamo sedute dentro la cabina armadio, nel buio più totale, quando ad un certo puntò si aprì la porta e c’erano Matt e Harry con una maschera in faccia. Noi urlammo così forte che si affacciarono alcune dell’altra scuola. Per fortuna al piano di sotto non si era sentito niente.
 
Io e Harry andammo a fare un giro per il corridoio con delle torce, anche loro erano svegli ed erano le due di notte. Bussammo nella stanza delle ragazze, ci fecero entrare e parlammo un po’. Dopo cinque minuti riconobbi Taylor.
Io: “Tay!”
Taylor: “Cloe?”
Io: “Oddio!”
Ci abbracciammo. Lei era la mia migliore amica delle elementari e medie. Era la scuola di Bradford. Non potevo ancora crederci.
Taylor: “Dio quanto ci manchi”
Io: “Anche voi mi siete mancati. E gli altri?”
Taylor: “Dipende da chi cerchi”
Io: “Nicole…”
Taylor: “Nicole è là, nella stanza davanti”
Io: “Grazie, come va, tutto bene?”
Taylor: “Si, a te?”
Io: “Benissimo”
Taylor: “E lui chi è?”
Io: “Harry”
Taylor: “Oh ciao”
Harry: “Ciao. Quindi voi siete della ex scuola di Cloe?”
Taylor: “Si, ma andavamo in classi diverse”
Harry: “Ah, okay”
Taylor: “E tu invece?”
Io: “Lui viene in classe con me, siamo anche vicini di casa”
Harry: “E f…”
Io: “Ssh, stai zitto”
Taylor: “F?”
Harry: “Quasi come fratelli”
Taylor: “Aaah”
Io: “Posso andare da Nicole?”
Taylor: “Hem…si, credo di si, ti conviene bussare prima”
Io: “Okay, allora noi andiamo”
Taylor: “Ciao, ci vediamo per l’hotel”
Harry: “Ciao!”
 
Bussai.
Nicole: “Si? Entra”
Appena entrai rimase scandalizzata, poi di colpo mi abbracciò fortissimo, non respiravo quasi.
 
Nicole: “No, aspetta, dammi un pizzico…anzi no che tu fai male”
*risi*
Nicole: “No, dai, non ci credo”
Io: “Ma se sono qui”
Nicole: “Oddio, oddio, oddio. Cazzo quanto mi sei mancata”
Io: “Anche tu, tantissimo”
Nicole: “No, aspetta…non riesco ancora a crederci. Abbracciami”
La abbracciai.
Mi mancava davvero, dopo tutto quello che era successo senza di lei non riuscirei mai a sopravvivere. Nemmeno io riuscivo a crederci che per pura casualità eravamo lì, nello stesso hotel, stesso piano. Era davvero stupendo.
Feci segno ad Harry di andarsene e tornò in camera mia, dove c’erano gli altri.
Dopo un po’ che parlammo e chiarimmo alcune cose la presentai alle altre, poi tornò in camera perché era stanca.
 
Dato che nella cabina armadio c’era spazio e avevamo trovato un sacco a pelo Eleanor e Alice vennero nella stanza con Hannah, io e Harry andammo nella stanza di El e Ali e invece Matt restò da solo.
Mentre io e Harry ci baciammo si aprì la porta.

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Capitolo 10
*** Conversations. ***


Si accese la luce, ma noi ce ne accorsimo un po’ dopo. Sentii un verso di tosse ironica.
 
X: “Disturbo?”
Aprimmo gli occhi.
Rimasi scandalizzata. Avevo gli occhi che tra un po’ uscivano dalle orbite. Harry anche era rimasto scandalizzato, ma non più di tanto. Zayn era lì. Aveva visto il bacio.
Zayn: “Si può o interrompo qualcosa?”
Io: “No, vieni”
Zayn: “Un saluto, abbraccio, niente?”
Corsi ad abbracciarlo e mi sussurrò nell’orecchio “Mi sei mancata”. Mi feci rossa, ma in quel momento ero confusa. Non avevo sue notizie da quasi tre settimane e non ci eravamo nemmeno sentiti. Guardai Harry e mi staccai da lui.
Zayn: “Vedo che già mi hai rimpiazzato”
Lo dissi un po’ a bassa voce, ma risposi.
Io: “Almeno lui non mi fa soffrire”
Zayn: “Harry giusto?”
Harry: “Si, sono io”
Zayn: “Ah, bene”
Harry mi prese per il fianco e mi appoggiò a lui.
Zayn: “Vedo che hai le mie stesse tecniche”
Harry: “Tecniche?”
Io: “Hem…okay, adesso si è fatto tardi quindi noi andiamo a dormire”
Zayn: “Dormite anche insieme?”
Io: “Come vedi i letti sono separati”
Zayn: “Ma puoi sempre unirli”
Io: “Si, okay, hai ragione. Adesso siamo davvero stanchi e abbiamo bisogno di dormire”
Zayn: “Tutte queste scuse per dirmi di andarmene”
Harry: “Hem…se dovete litigare è meglio che vada”
Zayn: “No no, rimani pure, sono io quello che deve andarsene, tanto ormai è tutta tua”
Harry: “Ecco, appunto”
 
Sbattè la porta.
Harry: “Che hai?”
Io: “Niente, mi fa male la testa e ho bisogno di dormire”
Harry: “Okay. Posso unire i letti?”
Io: “Si, certo”
 
Nel frattempo che univa i letti andai in bagno a rinfrescarmi un po’, poi mi addormentai tra le sue braccia.
 
Il mattino dopo ci venne a svegliare Eleanor e andammo a fare colazione di sotto. Mi chiamò Anne chiedendo come fosse andato il viaggio e tutto. Era strano che chiamava me e non Harry.
Harry: “Chi era?”
Io: “Tua mamma”
Harry: “Perché ha chiamato te? Mi ero sentito con Robin due secondi fa”
Io: “Non lo so, forse per mia mamma, boh”
Harry: “Strano”
 
Dopo aver fatto colazione ci portarono per i centri commerciali. Comprai un mucchio di roba, era tutto fantastico lì. Andammo anche sul bus a due piani, quello grande, rosso. Ogni tanto ci fermavamo quando eravamo a piedi perché la professoressa vedeva le vetrine dei gioielli. Poi comprai una cosa per quando doveva nascere il nuovo arrivato e un po’ di cose a mamma e papà.
 
Comprai anche un cappellino a panda per Harry, era così carino che dovevo compraglierlo.
Tornammo all’hotel per mezzogiorno e ognuno si ristabilì nelle proprie stanze.
A mezzogiorno e mezzo andammo a pranzare. Era figo perché c’era il nostro tavolo con tutti gli studenti, un tavolo un po’ più in là con i professori e in fondo c’era il tavolo dei miei ex compagni.
Harry faceva il cretino e le cose che non gli andavano me le imboccava. Ci guardavano ma non me ne fregavo.
Mi arrivò un messaggio di Nicole: “Ma che coppietta felice!”. La guardai come per dire “Tu sei pazza” e lei rideva.
Tornammo su e in camera eravamo io e El. Bussarono alla porta, le dissi di andare ad aprire.
Era Zayn.
Io: *a bassa voce* “Digli che mi sto facendo la doccia”
Aprii l’acqua della vasca per far capire che mi stavo lavando, poi se ne andò. Non volevo discutere in quel momento.
Eleanor: “Perché lo dovevo far andare via? Chi è?”
Io: “Hem…storia lunga ma se hai tempo e voglia di ascoltare te la racconto”
Eleanor: “Si, dimmi”
 
Le raccontai tutto e capì.
Erano le tre del pomeriggio. Ormai Eleanor si era trasferita nella mia stanza perché noi affacciavamo sul prato ed entrava troppo polline che ad Hannah faceva allergia. Guardammo un po’ la tv, poi bussarono.
Eleanor: “Chi è?”
Zayn: “Zayn”
Eleanor: “Lo faccio entrare?”
Io: “Si si”
Eleanor: “ENTRA!”
Zayn: “Hem…Cloe, possiamo parlare?”
Io: “Di cosa?”
Zayn: “Vieni fuori”
Io: “Puoi parlare qui, tanto Eleanor sa tutto”
Io continuavo a parlargli alle spalle. Mi prese il telecomando e mi portò fuori.
Io: “Che vuoi?”
Zayn: “La smetti di trattarmi in questo modo?”
Io: “Cosa c’è? Muoviti”
Zayn: “Se non la smetti non parlo”
Io: “Okay, allora ciao”
Zayn: “No, aspetta”
Io: “Parla”
Zayn: “Con Nicole non è andata. Non ci siamo fidanzati ne niente”
Io: “E quindi?”
Zayn: “Quindi quello che ho fatto è stata solo una cazzata”
Io: “Lo so…”
Zayn: “Hem…pensi che tra noi potrà mai riesserci qualcosa?”
Io: “Credo di no…sto bene con Harry, mi rende felice e lo amo”
Zayn: “Come puoi dire di amarlo se ti ho lasciato tre settimane fa?”
Io: “Come posso dire di amarti dopo quello che mi hai fatto?”
Harry: “Che sta succedendo qui?”
 
Non sapevo che era rimasto in camera. Forse aveva sentito tutta la conversazione.
Zayn: “Succede che…”
Io: “Non succede niente”
Harry: “Andiamo?”
Io: “Si, andiamo”
Mi prese per mano e andammo di sotto a prendere da bere.

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Capitolo 11
*** Changes ***


Harry: “Ho sentito tutto”
Io: “Mh...”
Harry: “Perché abbassi lo sguardo? Sei strana”
Io: “No, non succede niente, è solo che ero venuta qui per una gita, non per rivedere il mio ex che viene a dirmi quelle cose”
Harry: “Lo so, ma non permetterò mai che ti faccia soffrire di nuovo”
Io: “Non capiterà perché sono con te”
Mi baciò. Le sue labbra sapevano di granita alla menta. Erano fredde.
Harry: “Andiamo?”
Io: “Si, quante ore abbiamo di libertà?”
Harry: “Due, adesso avviso che usciamo”
Io: “Okay, ti aspetto qui”
 
Stavo guardando fuori quando qualcuno venne da dietro e con le mani mi coprì gli occhi. Mi girai, pensando che era Harry, e mi baciò. Di scatto aprii gli occhi. Era Zayn.
Staccai subito le mie labbra dalle sue, gli tirai uno schiaffo. Harry era lì, aveva visto tutto.
Lo presi subito per un braccio e gli dissi di andarcene. Lui era arrabbiato, ma non se l’era presa con me. Non cercava liti, ma voleva che Zayn la smettesse e in un modo o nell’altro doveva capirlo.
Mi stava rovinando la vita.
 
Per fortuna riuscimmo a distrarci. Harry si fermò in una gioielleria e mi disse di aspettare fuori. Voleva comprare un anello per Anne.
Tornammo a casa e io volevo vedere quello che le aveva comprato. Aprì la scatoletta.
Era un anello con il segno dell’infinito, era stupendo.
Harry: “Ti piace?”
Io: “Si, è bellissimo. Le piacerà di sicuro”
Harry: “Mettitelo”
Io: “Perchè devo metterlo io?”
Harry: “E’ per te”
Io: “No, oddio, non ci credo”
Harry: “Dai, mettitelo”
Era il ragazzo più dolce del mondo, aveva speso chisà quanti soldi per comprarmi quell’anello e io mi ero presentata solo con quel cappellino di lana.
Io: “E’…wow. Sai che non me lo merito”
Harry: “Ti meriti questo e altro”
Io: “Ma n…”
Mi baciò di botto. Si aprì la porta.
Hannah: “Ops”
Io: “Vieni pure”
Hannah: “Ciao babbuino”
Harry: “Ciao scema”
Io: “GUARDA QUI”
Hannah: “Ma che ti urli?”
Io: “Boh. Guarda! Ti piace?”
Hannah: “Si, è bellissimo”
Harry: “Indovina chi gliel’ha regalato?”
Hannah: “Non mi dire che sei stato tu?”
Harry: “Io in persona”
Hannah: “Qualcosa di decente allora la fai, eh”
Io: “Lo faccio vedere anche a Eleanor e Alice”
Harry: “Okay, io vado da Matt. L’ho lasciato solo come un cane in quella stanza”
Io: “Si, ci vediamo dopo”
Harry: “A cena. Ciao scema”
Hannah: “Ciao babbuino”
 
Corsi nell’altra stanza per farlo vedere alle altre due. Rimasero stupite perché quell’anello valeva tanto ed era fantastico.
 
Eleanor: “Dopo devo parlarti”
Io: “Okay…è successo qualcosa?”
Eleanor: “No no…niente”
Quando le altre se ne andarono mi disse che Zayn era venuto a cercarmi, di nuovo.
Io: “Oddio, ti giuro che non ce la faccio più”
Eleanor: “Ho anche assistito a ciò che era successo prima…quando ti ha baciata”
Io: “Oddio no. In questo preciso momento vorrei ammazzarlo”
Eleanor: “Vai a parlarci, sia tu che Harry”
Io: “Secondo me è meglio di no, si scatenerà solo una rissa”
Eleanor: “Conosco Harry da quando ero piccola, non è il tipo”
Io: “Ma Zayn si, a meno che non sia cambiato”
Eleanor: “Appunto, provaci”
Io: “Vado a chiamare Harry”
Andai da lui e appena aprii la porta Zayn era già lì.
Io: “Hem…cos’è che succede qui?”
Zayn: “Ero venuto a chiedere scusa”
Io: “Ah…”
Harry: “Abbiamo chiarito, lui è pentito e adesso stiamo cercando di andare d’accordo”
Io: “Mi fa piacere”
Zayn: “Bene, allora io vado. Scusa ancora, non so che mi era preso”
Io: “Non ti preoccupare, tutto dimenticato”
 
Ero stupita dal fatto che Zayn avesse reagito in quel modo. Insomma, non me l’aspettavo.
Chiarii anche con Harry e mi disse di cosa avevano parlato. Uscii la cosa che anche Zayn il prossimo anno faceva i provini per x Factor  e questa fu la cosa che mi colpì di più. Anche lui era molto bravo a cantare, ma tutti lo vedevano meglio come attore. Era cambiato.
 
Dissi a Eleanor quello che era successo e poi andammo a cenare. Andai a dormire il più presto possibile perché non sapevo che fare sveglia, dato che nessuno aveva avuto l’idea di fare le solite cacchiate notturne.

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Capitolo 12
*** The return to home ***


Erano le sette e mezzo quando sentii una cosa toccarmi i capelli. Mi alzai di scatto. Era Harry.
Il pomeriggio dovevamo ripartire, così iniziai a mettere tutto apposto. La cabina armadio era un disastro e per fortuna finimmo in tempo per andare a fare colazione. Dopo aver fatto colazione ritornammo sopra e poi uscimmo per fare un ultimo giro a Londra. Era tutto bellissimo lì, anche con il brutto tempo. La cosa più bella che eravamo riusciti a vedere era lo studio di x Factor. Harry era eccitatissimo.
Tornammo presto in hotel perché dovevamo ancora finire di fare i bagagli. Dato che avevamo fatto la maggior parte del lavoro la mattina non fu poi così tanto difficile fare il resto e quindi finimmo in tempo per le tre. Dovevamo prendere il pullman alle quattro e mezza e quell’oretta la passai a salutare i miei amici di Bradford. Quando andai a salutare Zayn lui mi chiese se tra noi potesse riesserci qualcosa, come amici. Gli dissi che si, potevamo essere amici, buoni amici, ma nient’altro.
Lui disse che gli andava bene così, che stava cercando di dimenticarmi e che, dato che il prossimo anno doveva andare a x Factor, con Harry, voleva provare ad essergli amico.
Ero molto contenta di quello che mi aveva detto. Lo dissi a Harry e anche lui ne rimase contento perché non voleva ritrovarsi persone contro.
Lo andò a trovare, parlarono per un po’ e poi si scambiarono i numeri di telefono. Ero davvero contenta.
 
Arrivò l’ora della partenza. Salutai ancora una volta Nicole e poi partimmo. Loro invece dovevano partire il giorno dopo.
In autobus l’unica cosa che facemmo fu quella di ascoltare musica e chiacchierare, finchè finalmente non arrivammo.
 
Trovai mamma e papà davanti casa che mi stavano aspettando, non vedevo l’ora di rivederli.
Alle otto uscimmo tutti insieme, anche con Anne, Robin, Gemma e Harry. Andammo a cenare al solito ristorante.
Dopo aver ballato annunciai ai miei che io e Harry ci eravamo fidanzati e feci vedere l’anello che mi aveva regalato. Erano tutti contentissimi, ed io ero davvero felice di essere stata così fortunata ad aver trovato Harry.
Ci ritirammo a mezzanotte, e noi il giorno dopo avevamo scuola e dovevamo andarci perché erano gli ultimi giorni.
 
Mi svegliai alle sette e mezza e non so come ma riuscii ad arrivare in tempo. Parlammo solo della gita e quindi le ore furono rilassanti. Era il terzultimo giorno di scuola e non vedevo l’ora che finisse, dato che poi Harry, dopo alcune settimane, avrebbe fatto i provini.
Quando suonò l’ultima campanella uscimmo di corsa da scuola. Andai a mangiare a casa di Eleanor dato che mi aveva invitato. Ci fecimo un bagno nella sua piscina e poi andammo in giro per i negozi. Era bello passare le giornate con lei perché era davvero simpatica e sapeva tutto di me. Eravamo quasi come migliori amiche.
 
Hannah: “CLOE!”
Sentii la sua voce strillante da dietro.
Io: “Che ti urli se stiamo a tre passi di distanza?”
Hannah: “E che ne so se sei sorda o meno”
Io: “Non sono sorda”
Hannah: “Okay, che fate qui?”
Eleanor: “Cerchiamo qualcosa di carino”
Hannah: “Interessante”
Io: “E tu?”
Hannah: “Lo stesso motivo”
Eleanor: “Bene. Io vado a provarmi questo, se dopo vuoi venire con noi siamo nei camerini”
Hannah: “Okay, vado a vedere se c’è qualcosa di decente che mi vada bene”
Io: “Okay, ti aspettiamo lì”
 
Ero fissata con un vestitino blu, ma non potevo prenderlo perché costava troppo. Era semplice, ma mi piaceva un casino. Ogni volta che passavo con Harry davanti a quella vetrina ci restavo appiccicata per circa mezz’ora.
Dopo che Eleanor si provò alcune magliette andammo anche con Hannah in giro per il centro commerciale.
Io non comprai niente, Hannah solo un paio di orecchini e un jeans e invece El due magliette e delle Converse.
Alle sette tornammo a casa e terminai di disfare le valige, poi papà aveva comprato un tavolo grande da mettere fuori in estate e così mangiammo in giardino. Vedevamo tutta la strada illuminata e il cielo era pieno di stelle. Avevamo deciso di mettere una piscina sul retro ed io ero contentissima. Per la fine del mese sarebbe già stata pronta.
Notai che il pancione della mamma si faceva più grande e infatti era appena finito il primo mese. Sarebbe dovuto nascere dopo Natale dato che era già Giugno.
 
 
Erano già passati gli ultimi giorni di scuola e mi mancavano i miei compagni. Abitavamo tutti vicini, ma non era più lo stesso. Per fortuna rimasi sempre in contatto con Hannah e Eleanor che erano le due con cui avevo legato tantissimo. Una sola settimana e Harry avrebbe fatto i provini.
Io ero eccitatissima, ma lui aveva paura che non ce l’avrebbe fatta. Ogni giorno mi faceva venire a casa e mi cantava “Isn’t she lovely” di Stevie Wonder. Avrebbe cantato quella ai provini. 

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Capitolo 13
*** The audition ***


Mancava solo un giorno ai provini. Harry era agitatissimo, non l’avevo mai visto in quel modo. La giornata passò così in fretta che quando arrivò la notte non voleva andare a dormire perché aveva paura di non passare. Ci siamo svegliati alle quattro e siamo pariti per Londra ed erano venuti con noi anche i cugini di Harry.
Eravamo lì e io andai subito dentro a prendere i posti, mentre Harry aspettava ancora fuori.
Dopo un’oretta entrò Zayn. Non sapevo che facessero i provini lo stesso giorno. Cantò “Let me love you” di Mario. Passò.
Ero contentissima e non vedevo l’ora di sentire Harry.
Arrivò il suo momento. Ero più agitata di lui. Avevamo tutti le dita incrociate e quando dissero che era passato mi emozionai. Corsi subito nel back stage per abbracciarlo. Era felicissimo.
Sapevo che questo portava alla nostra lontananza, ma non m’importava, ero così felice. Andai anche da Zayn per congratularmi e poi, quando venne Harry si abbracciarono.
Volevo trasferirmi a Londra per stargli accanto, ma non era una cosa così fattibile. Tornai nel Cheshire e vidi che Eleanor stava partendo.
 
Io: “Hey, dove vai? Non mi dici niente?”
Eleanor: “Torno a Manchester, dove sono nata”
Io: “Cosa?”
Eleanor: “Si, torno lì…mi mancherai”
L’abbracciai forte.
Io: “Ma..tornerai vero?”
Eleanor: “No..rimarrò lì”
Io: “Ma come? Così di botto?”
Eleanor: “Si..lì ci sono tutti i miei parenti e abbiamo deciso di ritornarci”
Io: “E io? Sei diventata la mia migliore amica e non voglio lasciarti”
Eleanor: “Ci sentiremo tutti i giorni, promesso. Ah…i provini di Harry?”
Io: “Sono andati benissimo. E’ passato!”
Eleanor: “Che bello! Dagli le congratulazioni da parte mia”
Io: “Si certo”
Eleanor: “Okay…adesso devo andare”
Io: “Ciao, mi mancherai”
Eleanor: “Anche tu”
 
Chiuse la porta e partì. Non volevo che se ne andasse così, non avevo nemmeno avuto il tempo di salutarla per bene.
Tornai a casa, cenai e andai a fare un giro con Harry. Il giorno dopo sarebbe ritornato a Londra, dato che poi si trasferiva lì. Quando tornammo a casa c’era Anne che parlava con mia mamma.
Mamma: “Sorpresa!”
Io: “Un’altra? Mica aspetti dei gemelli?”
Mamma: “No no”
Io: “E allora?”
Anne: “Prepara le valigie”
Harry: “Che?”
Anne: “Domani parti con Harry”
Io e Harry: “COSA?”
Mamma: “Si, muoviti”
 
Io e Harry ci guardammo scandalizzati. Poi gli saltai addosso e lui mi baciò. Fu il giorno più bello della mia vita, se non era perché Eleanor era partita. Quella notizia mi aveva rovinato la giornata.
Corsi in camera a fare le valigie e le feci così in fretta che dopo circa un quarto d’ora erano già pronte.
Scesi le scale come un razzo, tanto che travolsi mio padre.
Papà: “Dove stai andando?”
Io: “Da Harry”
Papà: “E’ tardi, state sempre insieme!”
Io: “Caro Tom, lo so che sei geloso”
Papà: “Lou è lì?”
Io: “Si. Mi lasci andare ora?”
Papà: “Se mamma è lì allora vai”
Io: “Ecco, ciao”
 
Io: “Ma non gli hai detto niente a papà?”
Mamma: “No, perché ora l’abbiamo deciso”
Io: “Ecco, è meglio che glielo dici subito perché già rompeva che passavo troppo tempo con Harry”
Harry: “Dobbiamo andare a parlargli?”
Mamma: “Si, andate voi che è meglio”
Io: “Okay”
 
Tornammo a casa e dissi tutto a papà. Era felice che partivo con lui ma era un po’ preoccupato perché loro sarebbero rimasti lì e io ero a Londra per tutto quel tempo. Per fortuna lì c’erano i miei ziie quindi erano abbastanza tranquilli perché dopo un po’ di tempo sarei andata da loro.
Mancavano solo sei ore e poi sarei partita. Ero così felice.
 
Mi svegliai alle cinque e in cucina c’era la luce accesa. Scesi e vidi che c’era mia madre.
Io: “Perché sei sveglia a quest’ora?”
Mamma: “Ti devo salutare almeno no?”
Io: “Giusto”
Mamma: “Le valigie già sono pronte. Che ti manca?”
Io: “Niente, devo solo vestirmi”
Mamma: “Mh”
Io: “Non parto mica per l’Australia mà, tornerò”
Mamma: “Maddai? No, pensavo che volevi rimanere lì per tutta la vita”
Io: “Vabè, per me”
Mamma: “Vatti a vestire va”
 
Mi vestii, svegliai mio padre, lo salutai e poi andai alla fermata del treno con Harry, Anne e mia mamma.
Salutammo tutti e partimmo.

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Capitolo 14
*** In London ***


Eravamo in treno e pioveva. La pioggia mi rendeva triste perché mi faceva pensare al mio passato e a quanto avevo sofferto. Mentre guardavo le gocce di pioggia scorrere sul vetro accarezzavo quei riccioli di Harry che tanto amavo. Erano così morbidi.
Lui si era addormentato, invece io rimasi sveglia per tutto il viaggio, pensando a quello che avremmo fatto quando saremmo arrivati.
Arrivammo alle sette e mezza e andammo subito in hotel. La stanchezza si faceva sentire, così ci addormentammo.
Sognai che Harry non era stato preso al Bootcamp, ma che poi l’avevano ripescato e si era unito a una band, i One Direction. Era strano, sembrava tutto così reale.
Mi svegliai, ero su un letto bianco e vicino a me c’era Eleanor.
 
Io: “ELEANOR! Ma cosa ci fai tu qui? Dove sono?”
Eleanor: “Dottore, dottore! Si è svegliata!”
 
Non capivo niente, c’erano persone che correvano…non poteva essere un sogno perché Eleanor mi strinse il braccio. Dopo circa un’ora mi risvegliai. Vedevo Harry, quattro ragazzi, i miei genitori e Eleanor che piangevano. Riuscivo a vedere solo le facce.
Ero in ospedale.
Non so cos’era successo, non mi ricordavo niente. Cercai di alzarmi ma non ci riuscivo. Entrò la mamma, e poi papà.
 
Mamma: “Oddio, ti giuro, non riuscivo più a stare senza di te”
Papà: “Piccola mia”
*mi abbracciarono*
Io: “Cosa mi è successo? Da quanto tempo sono qui? Non ricordo niente”
Mamma: “Tranquilla. Sei andata sull’autobus per andare a trovare gli zii e avete fatto incidente, un grave incidente”
Io: “C’erano anche altri feriti?”
Papà: “Si, ma si sono ripresi subito”
Io: “Posso vedere Harry?”
Mamma: “Certo. Lo vado a chiamare e vi lasciamo soli”
 
Harry entrò. Scoppiò in lacrime. Aveva cambiato aspetto, era cresciuto.
Nemmenò mi fece dire “Hei” che subito mi baciò. Non sapevo quanto tempo era passato, ma i suoi baci mi mancavano a morte.
Harry: “Non vedevo l’ora che arrivasse questo momento”
Io: “Quanto tempo è passato?”
Harry: “Molto, moltissimo tempo. Siamo nel 2012”
Io: “COSA?”
Harry: “Non urlare che sforzi la voce”
Io: “Ma..com’è possibile? Tutto questo tempo?”
Harry: “Si…eri in coma”
Io: “In coma? Oh mio dio”
Harry: “Sai, ogni giorno venivo qui e ti dicevo quello che era successo”
Io: “Cioè?”
Harry: “Dopo il Bootcamp mi hanno unito con altri e quattro ragazzi in una band. I One Direction. Sono come dei fratelli per me, migliori amici”
Io: “E come si chiamano?”
Harry: “Louis, Liam, Niall e...Zayn. Sono lì fuori, dopo conoscerai gli altri”
Io: “Zayn? Sei in una band con Zayn? E’ la notizia più bella che potessi darmi. Continua”
Harry: “Si. Abbiamo già fatto un’album, Up all night,  e stiamo facendo un tour. Tua mamma ora lavora per noi, mentre tuo padre ha smesso con l’hotel e ha iniziato a fare il tatuatore. Poi…c’è una persona nuova, che devi conoscere”
Io: “Chi?”
Harry: “Aspetta, la vado a prendere”
 
Entrò con una carrozzina. Non riuscivo a crederci. Scoppia a piangere. Avevo una sorella, Lux, Lux Atkin. Quel nome l’avevo scelto io, quando la mamma mi disse di aspettare un bambino. La presi in braccio, poi entrarono anche tutti gli altri. Era un momento bellissimo.
Aveva solo un anno, era così piccola e così bella.
Sorrideva, aveva degli occhioni stupendi e un nasino così patatoso.
 
Uscii dall’ospedale dopo tre giorni. Tornai a casa, la mia bellissima casa. Restai una settimana papà mi portò a Londra, dalla mamma e dai ragazzi. Harry me li presentò, erano molto simpatici, specialmente Niall.
Facemmo colazione allo Starbucks, poi andammo nell’hotel. Chiamai Eleanor e le dissi che la mamma aveva comprato una casa a Londra, con delle stanze in più per lei, così poteva trasferirsi da noi. Dopo dieci minuti mi disse che i genitori avevano acconsentito e che il pomeriggio sarebbe arrivata. Mentre la mamma lavorava io dovevo badare a Lux ed era bellissimo, poi quando arrivò Eleanor ci divertimmo un mondo a farla giocare. Era bellissimo.
Nella nuova casa c’erano due stanze con due letti, una per me e Eleanor e l’altra per chi si voleva aggiungere. Poi una gigante per mamma papà e Lux, cucina, tre bagni, un salone e una camera a parte per Lux, quando sarà un po’ più grande. Poi fuori c’era un giardino enorme con una piscina. Era solo un po’ più grande della nostra casa e si stava benissimo.
La sera Harry venne a dormire da noi, così andai nell’altra stanza e dormii con lui.
 
Il mattino dopo andammo a fare colazione da Starbucks, e vennero anche gli altri. Quando parlai con Zayn mi accorsi che era molto cambiato, in meglio però, e di questo ne ero felice.
Louis e Eleanor stavano appiccicati, apparte che già si conoscevano, ma per me erano innamorati.
 
Non pensavo che fosse passato così tanto tempo, eppure era il primo Marzo del 2012. Ancora non riuscivo a crederci. Il 16 era il mio compleanno, e non vedevo l’ora di fare una festa.
 
Niall: “Oggi è il compleanno di Justin!”
Liam: “No, ti prego, non iniziare”
Niall: “Ma che c’è?”
Io: “Ti piace Justin Bieber?”
Niall: “Si, perché?”
Io: “Lo amo”
Harry: “Oh, ricordati che ci sono prima io”
Io: “Si, ma lui è il mio idolo”
Harry: “Lo diventerò anch’io, così amerai anche me”
Io: “Ma io già ti amo”
Harry: “Lo diventerò lo stesso”
Louis: “Niall è un bieberboy”
Niall: “E tu sei innamor..”
Louis: “Stai zitto”
 
Eleanor rise e Louis la guardò con degli occhi che brillavano. 

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Capitolo 15
*** My birthday ***


Io e Eleanor stavamo facendo i preparativi per il mio compleanno, mancavano pochi giorni. Eravamo in cerca di un posto dove festeggiare quando vidi che sui giornali già c’era scritto che ero guarita e che stavo con “Harry Styles degli One Direction”.
Mentre ero in un negozio per comprare i palloncini una fan viene vicino a noi e ci fa: “Sei Cloe? La ragazza di Harry? Sei così carina”. Ero felice che ad alcune piacevo, ma non volevo avere problemi.
 
Quando tornammo a casa avevamo le buste piene di roba. Avevamo comprato un mucchio di roba, ma non sapevamo dove festeggiare. Io avevo pensato di tornare a Holmes Chapel, ma per una festa era meglio la casa che avevamo a Londra. Decisi di festeggiare in casa, tanto c’era moltissimo spazio. Chiamai Hannah ed era molto felice del fatto che fossi guarita del tutto. Le chiesi se voleva venire al mio compleanno insieme ad Alice, ma mi disse che Alice era andata in Spagna, però lei poteva venire. Harry e Matt non si erano sentiti più molto spesso, dopo che era diventato famoso, così decisi di invitare anche lui, mi sembrava una cosa carina. Invitai i miei parenti, i cugini di Harry, Anne, Robin, Des (il padre di Harry), Gemma, i ragazzi, Eleanor, Hannah e tante altre persone.
 
Dopo un po’ arrivarono Harry e Niall. Niall mandò un messaggio a Justin da parte mia, facendoli gli auguri di compleanno. Lui rispose: “Grazie mille Cloe :)”. Ero scioccata per la felicità.
Arrivò la mamma e mi disse di badare un po’ a Lux perché lei doveva fare delle compere, così restammo noi quattro a casa. Faceva caldo così facemmo un bagno in piscina. Non volevo portare Lux in acqua perché avevo paura, ma dato che Harry aveva già fatto un bagno con lei, prendemmo il salvagente e la feci entrare in acqua. Fu un pomeriggio stupendo.
Dopo un’oretta andammo a farci la doccia ed eravamo già pronti per uscire.
Tornammo a casa alle quattro e mezza ed eravamo un po’ ubriachi. Niall e Harry tornarono in Hotel, mentre io e Eleanor andammo dritte a letto.
 
La mamma ci venne a svegliare alle nove e mezza ed io ero ancora distrutta, ma lei e papà erano impegnati e quindi dovevamo stare con Lux. Per fortuna non era capricciosa, non piangeva quasi mai e quindi eravamo felici di badare a lei. Era sveglia e noi stavamo crollando dal sonno, così la portai a letto e cercammo di dormire.
Ci svegliammo alle dodici.
I miei non c’erano e a casa eravamo sole. Lux aveva fame ma io ero ancora alle prime prese e quindi non sapevo cosa fare. Chiamai mamma e mi disse di darle l’omogenizzato. Mi facevano schifo quei cosi, puzzavano. Non capivo come facevano a piacerle quelle cose spappolate, mi veniva il voltastomaco solo a pensarci. Si era sporcata tutta.
Io le feci il bagno e Eleanor cercava di lavare la maglietta. Dopo che finalmente avevamo finito andammo a mangiare al Mc Donald’s.
 
Louis: “ELEANOR!”
Ci girammo. Louis era a tre tavoli di distanza da noi.
Louis: “Hei”
Io: “Solo?”
Louis: “Si, gli altri sono rimasti a casa perchè volevano mangiare lì, ma ero un po’ stufo di mangiare sempre lo stesso”
Io: “Okay”
Louis: “Porto Lux ai giochi”
Eleanor: “Ti seguo”
Io: “E io faccio la forever alone. Okay”
 
Mi lasciarono come una fessa a mangiare da sola e li vedevo dal vetro che si divertivano. Appena finii pagai il conto e andai da loro. Louis e Eleanor stavano parlando da soli e Lux stava giocando con le palline. Presi Lux e andai da loro. Sembrava che volessero baciarsi.
 
Io: *tossii* “Siete inaffidabili, l’avete lasciata sola come un cane”
Louis: “Ma si divertiva”
Eleanor: “Ham…”
Io: “Okay, andiamo va”
 
Girammo per i negozi e in ogni negozio c’era qualche fan che voleva fare una foto o voleva un autografo. Sapevo cosa significasse essere fan, ma loro erano molto fortunate ad averli nella stessa città, e potevano incontrarli ovunque. Alcune giocavano anche un po’ con Lux, erano così carine e simpatiche.
C’era il 1D Store, entrammo e comprammo delle magliette. Tutte le ragazze che erano lì erano tipo sotto schock perché c’era Louis e stavano prima che sclerassero andammo via.
 
Tornammo a casa per le quattro, misi Lux a dormire e poi guardai un film con i miei e Eleanor.
Dopo che Lux si svegliò arrivarono delle ragazze che volevano farsi dei tatuaggi. Papà li faceva anche a casa perché tanto non era un problema.
Io e Eleanor andammo dai ragazzi che stavano facendo le prove. Non avevo mai visto cinque ragazzi provare nel modo più assurdo in tutta la mia vita. Si buttavano a terra, scherzavano, Niall che ogni tanto faceva uno dei suoi salti e ballava la danza irlandese, Liam che ogni tanto prendeva la pistola d’acqua e bagnava tutti…Erano cinque idioti.
Io e Eleanor stavamo ridendo così tanto che ci faceva male la pancia. Erano qualcosa di impossibile, non so Paul come faceva a gestirli.
 
Passarono due settimane e mezzo a non far niente, ed era il mio compleanno. Mi svegliai prestissimo e già milioni di persone mi chiamavano per farmi gli auguri.
Iniziai già dalle nove a mettere tutto apposto per la festa. C’erano palloncini ovunque, fuori avevamo messo dei tavoli per qualche stuzzichino e per le bibite, sopra avevamo chiuso ogni porta a chiave perché anche se non c’erano bevande alcoliche ci sono sempre i furbi che combinano qualcosa e poi, dopo un’oretta arrivarono Hannah e Matt.
Harry corse subito ad abbracciare Matt e io e Eleanor fecimo lo stesso con Hannah.
Mi chiamò Nicole per farmi gli auguri. Mi ero completamente scordata di lei e di Taylor. Rimediai in due secondi e per le cinque dovevano essere da me. Arrivarono anche i ragazzi, gli zii, i familiari di Harry… Pranzammo tutti quanti e mangiammo la torta.
 
Dopo aver finito di pranzare aprii i regali. Eleanor mi aveva regalato il cd di Justin, il dvd e il libro; Liam, Zayn, Louis e Niall mi avevano regalato i biglietti per il loro prossimo concert. Mamma e papà mi fecero uscire fuori casa e c’era una Rang Rover con un fiocco rosso davanti al cancello.
Ero felicissima.
Aprii per ultimo il regalo di Harry. Era il vestito blu che avevo sempre voluto. Non riuscivo a crederci, ero così felice!
 
Si fece subito sera e Harry mi disse che dovevo indossare quel vestito e così feci. Era fantastico.
Arrivarono tutti gli invitati e poi c’erano alcune fan fuori che mi fecero gli auguri, però dopo un po’ se ne andarono. Erano le undici e mezza e così ci fermammo tutti perché dovevamo mangiare l’altra torta. Io ero davanti al tavolo ad aspettare che papà portasse il carrellino con la torta, ma vidi che papà era davanti alle scale e dopo due secondi arrivò il regalo più bello che potessero farmi.
Justin Drew Bieber. Justin Bieber era alla mia festa e mi stava portando la torta.
Anche gli altri erano scioccati, ma a me mancava il fiato. Appena arrivò davanti a me iniziò a cantarmi “Buon compleanno” e mi abbracciò.
Io: “E’ un sogno”
Justin: “No, sono a casa tua”
Io: “Ma Justin Bieber non può essere a casa mia il giorno del mio compleanno. Sto sognando”
Justin: “Non stai sognando” *mi abbracciò di nuovo* “Vedi?”
Io: “Oh mio dio”
 
Non riuscivo a crederci. Iniziai a piangere per la gioia e lui mi disse che non era finita qui. Andò in
cucina, tornò.
Justin: “Vedi questa busta?”
*annuii*
Justin: “In questa busta ci sono quattro biglietti per il mio concerto e in più quelli del meet & greet"
Io: "OH MIO DIO. Questo è il compleanno più bello della mia vita, grazie di tutto. Oddio, ho realizzato il mio sogno! Justin è qui con me. Oh mamma, ancora non ci credo"
Justin: "Devi ringraziare solamente il tuo fidanzato"
Io: "Cosa?"
Harry si avvicinò e mi strinse.
Io: "Hai fatto tutto questo per me?"
Harry: "Si. Lo sai che ti amo e volevo farti passare il compleanno più bello della tua vita"
*lo baciai*
Io: "Grazie, grazie, non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza"
Justin: "Ah, ultimo regalo...firmerò tutto quello che vuoi"
Io: "Oh mamma"

Presi ciò che mi aveva regalato Eleanor, gli altri cd che avevo già, i poster e poi feci moltissime foto insieme a lui che infine firmò. Avevo scritto sulla parete della mia camera il "Never Say Never". Lui lo vide e scrisse di sotto "Ora il tuo sogno si è realizzato". Non riuscivo ancora a crederci, avevo le farfalle nello stomaco ed ero ancora sotto schock.
Mangiammo e infine se ne andarono tutti. Rimasi un altro po' a parlare con Justin e mi disse che sapeva che ero stata in ospedale e che gli dispiaceva molto. All'una se ne andò. 
Appena uscì di casa corsi da Harry e lo ringraziai un milione e passa di volte. Aveva reso un semplice compleanno nel giorno più bello della mia vita.

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Capitolo 16
*** The beach ***


Harry: “Vai sul balcone”
Io: “Perché? Cosa c’è?”
Harry: “Niente. Stai lì, chiudi gli occhi e aspetta”
Io: “Okay”
Harry: “APRILI!”
 
I ragazzi erano sotto che mi cantavano What Makes You Beautiful. Era il compleanno più bello della mia vita.
Non riuscivo nememno a dormire, restai sveglia ad accarezzare i riccioli di Harry fino alle quattro, poi però si accorse che ero ancora sveglia e mi obbligò a dormire.
Mi svegliai all’una e mezza. Andai subito a scaricare tutte le foto del mio compleannno e dopo le attaccai una ad una sulla parete. Era tutto magnifico.
Eleanor non era in casa, forse era andata al bar. C’erano solo papà, Lux ed Harry. Tutti gli altri erano decisamente scomparsi.
 
Chiamai Eleanor, per fortuna era andata a pranzare con Hannah allo Star Bucks. Appena Eleanor mi vide fece tipo una faccia spaventata.
Io: “Buongiorno”
Hannah: “Com’è essere diciottenni ora?”
Io: “Figo”
Eleanor: “TU. IERI. JUSTIN BIEBER. CASA TUA. IL TUO COMPLEANNO”
Io: “Si..a proposito…tu dove caspita eri?”
Eleanor: “Hem…vado a prendere una coca cola”
Io: “Ma…”
Eleanor: “Faccio subito”
Io: “Che le prende?”
Hannah: “Meglio che te lo fai dire da lei”
Io: “Allora?”
Eleanor: “Bevi bevi”
Io: “Si, ma rispondimi. Dov’eri? Ti aveva risucchiato il pavimento?”
Eleanor: “Non il pavimento…”
Io: “Come non il pavimento? Non ci sto capendo niente”
Eleanor: “Louis…”
Io: “Louis che?”
Hannah: “LEI E LOUIS SI SONO BACIATI!”

Sputai tutta la cocacola.
 
Hannah: “E ma che schifo”
Io: “COSA?”
Eleanor: “Mi ha baciata…”
Io: “E tu che hai fatto?”
Eleanor: “Ho continuato, ovvio”
Io: “Quindi ora?”
Eleanor: “Quindi ora credo che stiamo insieme”
Io: “Oh god”
 
Ero felice per lei. Adoravo Louis, era sempre così carino e simpatico. Sapevo che prima o poi si sarebbero baciati.
 
Io: “Ora lo chiamo”
Eleanor: “Cosa? Ma sei scema?”
Io: “Faccio venire anche gli altri, eddai”
Eleanor: “Okay…”
 
Andammo in giro per tutta Londra, era stupendo stare insieme agli altri, ormai sembrava come se ci conoscessimo da una vita.
Svaliggiammo negozi, andammo al cinema, cantammo a squarciagola per tutta la via. Infine andammo in spiaggia e facemmo una specie di falò. Accendemmo il fuoco, prendemmo la chitarra e cantammo tutta la sera. Poi c’eravamo io e Harry che ogni tanto ci baciavamo e Louis e Eleanor quasi in disparte che cercavano di non farsi vedere tanto mentre si baciavano, ma alla fine si vedeva tale e quale, tanto che Niall gli arrivò dietro e iniziò a cantare ad altissima voce per farli staccare.
 
Dormimmo in spiaggia, con le coperte da mare addosso e con i rumori dei gabbiani e le onde che sbattevano sull’acqua. Ci svegliammo presto per vedere l’alba, era tutto così stupendo.
 
…Da una semplice accampata sulla spiaggia ad una casa in riva al mare.
Erano passati dieci anni, dieci anni di felicità, gioia, dolori…Dieci anni in cui moltissime cose cambiarono.
I One Direction, uniti fino alla fine. Anche dopo il matrimonio di due della band.
Niall. Avevo avuto una storia con Niall, ma sapevo che non funzionava.
Harry, si, lui. Il mio unico vero amore, l’unico ragazzo che ho amato in tutte le situazioni, anche quando litigavamo.
Lux, mia sorella, ormai era grande.
Eleanor, la mia migliore amica, quella che ci era sempre stata, sempre.
Louis, lui che ogni volta mi faceva sorridere.
Zayn, colui con cui mi confidavo.
Mamma, la parrucchiera della band, fedele confidente.
Papà, l’unico uomo che ho amato dopo di Harry.
 
Tutto ciò finì con un matrimonio. Anzi, due.
Harry Styles e Cloe Atkin. Louis Tomlinson e Eleanor Calder.
Si, due matrimoni.
Vivevamo in una casa unica, sulla spiaggia. Sulla spiaggia dai mille ricordi.
 
Poi arrivò Lia. Nostra figlia. 

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