Make Your Choice

di Lost_Mind93
(/viewuser.php?uid=108372)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gelo ***
Capitolo 2: *** Squadra AS ***
Capitolo 3: *** Bus Station ***
Capitolo 4: *** Black WoodLand ***
Capitolo 5: *** L'Arena ***
Capitolo 6: *** My Name Is ***
Capitolo 7: *** Per Tutte le Cavallette! ***
Capitolo 8: *** New Queen ***
Capitolo 9: *** Nascosto ***
Capitolo 10: *** Caffeina ***
Capitolo 11: *** Giochiamo ***
Capitolo 12: *** Pioggialandia ***
Capitolo 13: *** Rancore & Verità ***
Capitolo 14: *** Raccontami ***
Capitolo 15: *** Ti sono mancata? ***
Capitolo 16: *** Il Messaggero ***
Capitolo 17: *** Sprinkle ***
Capitolo 18: *** Black Poison ***
Capitolo 19: *** Guilty ***
Capitolo 20: *** Snap Decisions ***
Capitolo 21: *** Matter of Fact ***
Capitolo 22: *** Your... Wand?! ***
Capitolo 23: *** Expectations ***
Capitolo 24: *** Boring Day ***
Capitolo 25: *** Liberazione ***
Capitolo 26: *** Illusione ***
Capitolo 27: *** It Was Only Just A Dream ***
Capitolo 28: *** Consapevole ***
Capitolo 29: *** Sorry For Party Rock ***
Capitolo 30: *** Essere Democraticamente Nella... ***
Capitolo 31: *** Bingo! ***



Capitolo 1
*** Gelo ***


HTML... Fanculo

Il divenire, seppur inarrestabile,

concede frammenti d'inerzia

(Ciro Palamide)



<<  Make Your Choice - Gelo >>

 

 


 

Occhi di ghiaccio... freddi come il metallo e magnetici come due buchi neri, attenti nello scrutare la tempesta che imperversava attorno a lei.

Di lei si notavano principalmente due cose: la spada di Pietra Nera che stringeva tra le mani e i suoi capelli rosso fuoco che furono scompigliati dal vento.

Attese con ansia il momento in cui il suo avversario, finalmente stufo di giocare a nascondino, si fosse rivelato: aveva voglia di combattere.

Le era ormai fin troppo chiaro che il nemico stava utilizzando uno speciale incantesimo in grado di renderlo invisibile al suo sguardo. I suoi sensi rimasero in allerta, pronti a captare ogni movimento o rumore sospetto che potessero indicare l’effettiva posizione del nemico.

Poteva trovarsi davanti a lei, come magari alle sue spalle... O perchè no, proprio sopra la sua testa.

Erano entrambi possessori e sapevano bene quanto fossero ridotti i limiti di chi, come loro, poteva vantare dei poteri magici autonomi.

Con la coda dell’occhio individuò delle macchie nere, ormai era un dato certo, il loro scontro non sarebbe durato a lungo ed era giunto il momento di ritornare dal resto dei Sigma.

I suoi movimenti furono rapidi come un soffio di vento, strinse l’elsa della spada e con un affondo preciso colpì qualcosa di corporeo.

Una goccia di sangue nero cadde sulla neve mentre una risata agghiacciante si diffuse nella vallata dove stavano combattendo senza sosta ormai da ore. Dopo essersi allontanato con uno scatto fulmineo, il demone era tornato visibile.

Erano identici.
Stessa voce chiara e limpida, stessi capelli, stesso ghigno divertito stampato sul volto.

Si trattava di un demone mutaforma, uno di quelli che prendono le tue sembianze, ti uccidono e si nutrono del tuo corpo vivendo con la tua faccia fino a quando, costretti dalla fame, ricominciano a cacciare.
I demoni di quel tipo non rientravano tra le sue preferite ma era suo dovere, in quanto cacciatrice, rispedire quegli esseri nella loro dimensione. Aveva conosciuto molte persone che avevano iniziato quel tipo di lavoro per scelta ma a lei non era stata data la possibilità di rifiutare.

Era nata come una leggenda ed era stata cresciuta come tale: c'era una storia che parlava di lei, raccontata in uno dei libri più antichi del mondo, uno di quelli che il consiglio teneva sotto chiave per via dei segreti che conteneva.

Fu separata dai suoi genitori neanche mezz’ora dopo essere venuta al mondo: l’avevano affidata alle cure dell’associazione, dove l’avrebbero istruita al meglio, insegnandole come difendersi e come usare i suoi poteri, per contrastare i membri della Mezzaluna Spinata e impedire che la profezia del libro di Alekos si realizzasse.

Come avessero scoperto che fosse proprio lei la reincarnazione della Dea Avres era un mistero. Nessuno si era mai preoccupato di indagare a fondo nella faccenda.

L’unica certezza dell’intera faccenda erano i poteri di quella bambina e purtroppo per lei non c’era nessuna via di scampo: era destinata a compiere una profezia scritta millenni prima… Dio solo sapeva quanto avrebbe fatto a meno di quella fastidiosa eredità.

 

 

Quando era più piccola provava un forte sconforto sentendo il giudizio di qualche sconosciuto che, senza conoscere la sua storia, si permetteva il lusso di chiamarla “mostro”.

Pur di non mostrarsi debole davanti a quelle persone si costringeva a corse chilometriche nella foresta dietro l’accademia dove, finalmente sola, poteva scaricare la sua ira contro un enorme masso di pietra.

Damastair era il suo maestro, sapeva tutto di lei ed era sempre stato in grado di capirla, le medicava le mani in silenzio e dopo cena le ripeteva che era da stupidi ascoltare quei discorsi: nessuno, a parte lei, poteva permettersi un giudizio su ciò che aveva affrontato in quegli anni.

Nei suoi anni all’accademia aveva sentito fin troppi di racconti sul suo conto: i più ridicoli la descrivevano come un sanguinario mostro a due teste, alto più di due metri, che brandiva una spada imbrattata del sangue dei suoi nemici… Di certo i pettegolezzi sul suo conto non mancavano.

 

 

Per chiunque non fosse abituato a trattare con quelle creature era praticamente impossibile distinguere l’originale dal falso. Un solo dettaglio differiva tra le due figure: il colore degli occhi.

Le iridi della ragazza mantenevano costantemente un'incredibile sfumatura blu attraversata da venature dorate.

Erano impossibili da imitare e forse fu proprio quella consapevolezza a spingere il demone a non modificare l'innaturale giallo delle sue iridi: probabile, a scontro concluso e in caso di vittoria, il demone si sarebbe limitato a strapparle i bulbi oculari sovrapponendoli ai propri… 

- Sei qui per uccidermi giusto? - quelle parole furono poco più di un sussurro ma sul volto del demone non c’era più traccia del sorriso ironico di qualche attimo prima - Che cosa stai aspettando? - . Non ottenendo una risposta la ragazza decise di attaccare, riuscendo in poco tempo a mettere alle strette il demone, con la lama della sua spada premuta contro la giugulare nemica la ragazza riacquistò sicurezza e si avvicinò al volto del demone: - Chi ti manda. –

Il demone solo per un attimo parve confuso e intimorito da lei ma riprese ben presto la sua spavalderia.

- Credi di essere tanto importante per il mondo umana? – le rispose il mutaforma affondando la sua arma verso la ragazza, riuscì a piegare la guardia della rossa e la ferì nello stesso punto dove a sua volta esibiva un lungo taglio - E con questo siamo pari cuccioletta. –

La rossa non sembrò apprezzare le sue parole e, con gli occhi ridotti a due fessure, si portò alle spalle del demone con una velocità decisamente superiore rispetto a quella dei comuni esseri umani: - Non mi è mai piaciuto essere allo stesso livello di un parassita. – , con un movimento aggraziato quanto letale aveva reciso la gola del mutaforma lasciando che questo crollasse al suolo con un tonfo prima di dissolversi.

La rossa si calò il cappuccio in testa, ritrovandosi ormai sola rispose ugualmente all’unica domanda che il demone le aveva posto: - Tu non puoi sapere quanto siano disposti ad offrire per avere me. -

È così che comincia questa storia.

Parla di Penelope, una cacciatrice, una piccola Dea… Una leggenda.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Squadra AS ***


HTML... Fanculo

Se abbiamo bisogno di leggende che queste leggende

abbiano almeno l’emblema della verità!

(Voltaire)



<<  Make Your Choice - Squadra AS >>

 

 


Sei Mesi Prima:

Il tenente Muller era un uomo nerboruto e freddo, con una barba leggermente incolta che gli conferiva un aspetto trasandato, soltanto i suoi occhi azzurri facevano intuire che dentro a quel corpo più simile ad una macchina da guerra che ad un umano si nascondesse un animo gentile.

Al suo fianco camminava Nerida Thyris, una mezz’elfa che sin dal primo istante aveva saputo dimostrato il proprio valore e meritando il ruolo di comandante della squadra sperimentale degli Andromeda Sigma.

- Parlami un po’ dei tuoi ragazzi Nerida… Sono davvero curioso di scoprire se le voci che circolano sui Sigma sono vere o se sono soltanto pettegolezzi gonfiati. – tra le sue mani si materializzò una cartellina di plastica su cui, ordinatamente, erano comparse otto schede di valutazione.

Oltre un vetro di protezione c’era una stanza quasi totalmente immersa nel buio se non fosse per un unico punto illuminato in cui, una ragazza dai lunghi capelli biondi, si stava allenando con arco e frecce.

- Lei è Erin Majer. È stata reclutata sette anni fa insieme a suo fratello gemello. I cacciatori che li hanno scoperti sono rimasti colpiti dal fatto che due undicenni fossero stati in grado di mettere alle strette un Esiliato. – spiegò lei, appoggiandosi contro lo stipite della porta ad osservare la ragazza.

Il tenente si mostrò particolarmente incuriosito da quella scoperta, sapeva bene quanto fosse difficile contrastare l’attacco diretto con un demone e sapere che due bambini fossero riusciti nell’impresa l’aveva particolarmente sorpreso ma c’era ancora una questione da analizzare: - Cosa ne pensano i genitori? Sono d’accordo sulla loro permanenza qui? –

- I supervisori hanno indagato sul loro conto: all’epoca sono stati trovati a vagare per i sobborghi di San Pietro Burgo ma la loro residenza fissa era un orfanotrofio di Praga. – spiegò lei rivolgendo un occhiata divertita alla ragazza dall’altra parte del vetro che, una volta riaccese le luci, aveva mostrato una certa soddisfazione nel notare che intorno a lei non era rimasto un solo bersaglio libero dalle sue frecce – Erin è in grado di leggere nel pensiero di chiunque nel raggio di duecento metri e come avrai notato è un vero asso nel tiro con l'arco. –

Muller prese qualche appunto frettoloso sul foglio di valutazione davanti a lui prima di seguire Nerida nella stanza successiva.

In un’altra stanza, decisamente più luminosa della precedente, si trovava un ragazzo dai capelli castani i cui occhi brillavano come rubini.

Nerida spiegò al tenente ciò che nessuno sarebbe stato in grado di comprendere dando una semplice occhiata ai movimenti del ragazzo: - Lui è Declan Summers, può sembrare che se ne stia semplicemente immobile lì dentro ma non è così: è in grado di controllare il fuoco provocando la combustione spontanea di qualunque oggetto… Durante l’ultima missione è rimasto gravemente ferito ma vedo che nonostante i miei rimproveri continua ad allenarsi. –

Declan si voltò in direzione dei due e, come se l’avesse sentita parlare, disse che il suo sguardo di rimprovero non avrebbe sortito alcun effetto: era determinato a riprendere i suoi allenamenti ed infatti, pochi secondi dopo, l’auto di fronte a lui era esplosa sorprendendo il tenente in maniera più che evidente.

Percorsero un lungo corridoio e raggiunsero l’ennesima porta, Nerida indicò un punto distante dalla loro posizione e mostrò all’uomo una ragazza dai capelli neri che con una rapidità sorprendente stava parando gli attacchi di un demone Silf. In una mano la ragazza teneva uno scudo in ossidiana mentre nell’altra stringeva una spada di Soladìa incandescente, una potente arma termica in grado di fondere il corpo del demone.

- Bisogna essere dei veri esperti per maneggiare armi di quel genere. Per non parlare dell’incredibile capacità magica che quella ragazza deve possedere per mantenere costante il calore della spada. – Muller parlò senza nemmeno rendersene conto, quella ragazza poteva sicuramente vantare un afflusso magico invidiabile, non era difficile intuirlo - Chi è quella ragazza? –

- Conoscerai sicuramente Jacopo e Dana Brigante dell'unità ventitre di Los Angeles. Clarissa ha sedici anni ed è la minore tra i loro figli. – Nerida guardò con orgoglio la ragazza che stava sicuramente dimostrando un abilità tecnica degna dei più alti gradi dell’associazione – Quando è entrata nel progetto aveva dodici anni ma solo di recente ci siamo accorti del fatto che è in grado di controllare l’acqua. –

Nella stanza successiva c’era un ragazzo bendato che stringeva tra le mani un fucile: ad intervalli irregolari alcuni piattelli erano liberati verso l’altro e, solo grazie al suo udito, il ragazzo era in grado di individuare la posizione del bersaglio che puntualmente veniva abbattuto.

- Lui è David Sherazad, ha diciassette anni ed è molto fiero delle sue origini siriane. – spiegò lei avvicinandosi ad un pannello elettrico su cui era possibile selezionare le modalità di allenamento – Lo hanno reclutato a Damasco durante una gita scolastica presso la sede dei cacciatori. Ha partecipato ad un duello con due novizi ed è riuscito a stenderli grazie ad un perfetto uso della telecinesi. -

Non appena la mezz’elfa finì di digitare qualcosa sulla tastiera, la velocità a cui erano liberati bersagli era cresciuta, il giovane restò spiazzato per qualche istante ma riuscì a recuperare il ritmo in meno di un minuto.
Soddisfatta per il risultato di David, scortò Muller verso un’altra zona della sede, spiegandogli che ognuno dei suoi ragazzi era sottoposto a quel genere di allenamenti quotidianamente.

Il movente? Puntavano a migliorare la loro prontezza di riflessi.

Attraversarono vari corridoi prima di raggiungere una palestra in cui si stavano allenando due ragazzi: - Lei è Nadia Olivera, ha sedici anni e arriva da San Paolo ed è riuscita a create una tecnica basata sugli incantesimi acustici. In pratica sfrutta onde elettromagnetiche a diversa frequenza per immobilizzare il nemico, volendo potrebbe interromperne le funzioni vitali ma è troppo tenera per pensare di eliminare qualcuno. Il ragazzo lì è il figlio di Aaron Shuster. Daniel è un esperto in strategia militare ma non è ancora bravo ad affrontare gli imprevisti. Fortunatamente possiamo contare sull’aiuto di Amy per queste situazioni. -

Sul volto del tenente comparve un espressione sorpresa, erano ore che si stava domandando se, in quell’occasione, gli sarebbe stato concesso un incontro con la piccola fiamma: - Stai parlando di Amy Halliwell? -

La mezz’elfa alzò gli occhi al cielo cercando di sedare l’entusiasmo del tenente, ogni volta che si faceva menzione della piccola fiamma si tendeva a dimenticare l’abilità del resto del gruppo e questo non le piaceva: - La vedremo più tardi e se si degnerà di uscire dalle sue stanze ma fino a quel momento intendo parlarti di lui. Tutti i miei ragazzi hanno delle abilità innate in un certo senso mentre Daniel ha ottenuto i suoi poteri grazie al continuo allenamento. Ora è in grado di usare la telecinesi e ha ottenuto il giusto stato mentale per potersi definire un custode del fulmine. –

Muller disse a Nerida che se fosse stato al suo posto si sarebbe sentito fiero di quel ragazzo: l’ultimo custode del fulmine era nato più di trecento anni prima ed aveva manifestato poteri straordinari.

Raggiunsero l’ultima postazione di osservazione del palazzo principale: dava su un enorme palestra e si poteva facilmente intuire che, sotto di loro, si stava svolgendo un comune allenamento a squadre.

Qualcuno lanciò un fumogeno riducendo la visibilità al minimo per qualche secondo: ci vollero un paio di secondi prima di rivelare che, intorno ad una delle due squadre, si era materializzata una barriera in grado di bloccare gli attacchi degli avversari. Fu in quel momento che Nerida riprese con le presentazioni: - Lui è Liam, il gemello di Erin. Riesce a creare delle illusioni talmente reali da uccidere l’avversario e quando è insieme a sua sorella riesce a creare delle barriere impenetrabili. I miei ragazzi sono la fine del mondo… Non puoi negarlo tenente! –

 

Per vedere l’ultimo membro dei Sigma furono costretti ad abbandonare l'edificio principale; il laboratorio che cercavano era protetto dai militari e la porta per accedervi richiedeva l’ausilio di una chiave elettronica.

Le porte si aprirono su un’enorme stanza, una decina di persone erano sedute davanti a degli enormi pannelli di controllo mentre tre ragazzi attraversavano freneticamente la stanza portando ai vari tecnici dei fogli con le impostazioni per le varie macchine.

- Stiamo a vedere cosa succede… Posso avere un caffè per favore? – domandò la mezz'elfa e nel giro di due secondi una tazza di liquido nero fumante le fu portata. I due supervisori si accomodarono su delle comode poltrone che si affacciavano sull'enorme vetrata che permetteva di osservare la stanza dell'allenamento per sfiancamento, come l'avevano gentilmente soprannominata gli strutturati.

Una ragazza con i capelli del colore del fuoco era perfettamente immobile all’interno della stanza: indossava una maglietta a mezze maniche bianca, dei pantaloni mimetici ed un paio di anfibi ai piedi, infilato in un orecchio portava un auricolare che la collegava direttamente alla stanza dove si trovavano i due supervisori e i vari tecnici che stavano sistemando gli ultimi dettagli.

La rossa era stata circondata dai cyborg, perfettamente immobili ed in attesa della sua prima mossa che giunse inattesa e devastante: quando aprì gli occhi, tutti i robot furono scagliati contro le pareti ad una velocità impressionante, andando in pezzi… Nuove macchine dall’aspetto più resistente comparvero dal nulla e la attaccarono con le semiautomatiche di cui erano dotati.

La ragazza saltò verso l’alto, scomparve dal campo visivo dei presenti e i sistemi di localizzazione dei cyborg ci impiegarono qualche secondo per individuare la sua nuova posizione: era appesa al soffitto e tra le mani teneva due pistole.

Quando le macchine ripresero la loro offensiva non ci fu un singolo proiettile in grado di sfiorarla, tutto andava a cozzare contro una barriera che rispediva i colpi al mittente ed abbatteva i cyborg, lasciando illesa la ragazza.

Muller aveva atteso a lungo quel momento e ne era stato ripagato abbondantemente. Quella ragazza era un portento, era impossibile negarlo e fu una gioia per lui vederla combattere dal vivo: - È lei vero? È la piccola fiamma quella lì sotto. -

- Ci hai preso tenente… - a Nerida sfuggì una risata, vedere quell’espressione meravigliata sul volto di un veterano la divertì profondamente, sapeva bene quanto Muller avesse agognato quell’incontro e vedere Amy combattere in quel modo la fece sentire orgogliosa del suo operato - Lei è Amy Halliwell, ha quindici anni e il nostro giro termina qui. –

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Bus Station ***


HTML... Fanculo

Non siamo noi a stabilire le nostre traiettorie

sono i ricordi che tracciano i confini.

(Giulia Carcasi)


<<  Make Your Choice - Gelo >>

 


 

- Mai fidarsi dei babbani… Quell’idiota si è scordato uno dei miei bagagli in albergo! – un ragazzo dai capelli castani si precipitò alle spalle di Ryan e la squadrò da capo a piedi e cominciò a spingere in là l’amico – Scusa tanto bimba ma prima che lo arrestino per pedofilia nei tuoi confronti me lo porto via. Se non avete altro da dirvi… -

- Io non ti conosco ma lascia che ti dia un consiglio: prova a ricordarti, soltanto per un attimo, che sei un mago e pensa a cosa potresti usare per far arrivare qui la tua valigia. – Amy sorrise vedendo l’espressione sorpresa del ragazzo accanto a Ryan, trovò estremamente divertente l’idea di sorprendere un ragazzino spocchioso dunque rincarò la dose - Incantesimi d’appello, questi sconosciuti. Va beh, vi lascio alle vostre chiacchiere, è stato un piacere. –



s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Dopo il rimprovero che la rossa fece a tutti i Sigma, dal momento che nessuno di loro si era preoccupato di controllare la bimba, ci furono un paio di minuti di silenzio totale.

Erin decise di interrompere quell’innaturale silenzio con una chiara provocazione nei confronti della rossa: - Sei stata in spiaggia tutta la mattina e hai trascorso gli ultimi dieci minuti ad amoreggiare con uno sconosciuto… Nemmeno tu hai saputo tenere d’occhio tua nipote. –

Amy comprese immediatamente le intenzioni di Erin.

Volevano farle passare definitivamente l’incazzatura, così da non dover subire il suo malumore per tutto il giorno.

Li avrebbe accontentati più che volentieri, era in vena di cazziatoni e loro si erano appena offerti volontari per subirne un paio: - C’è una sottile differenza… Mentre ieri sera voi siete usciti a divertirvi io ho catturato i vampiri assegnati al trio meraviglia(*), ho rimediato ai casini burocratici dei due principini(**) e gli orecchini di madreperla sono già stati consegnati ai loro legittimi proprietari, come richiesto da Mr. e Mrs. Smith(***). –

Daniel le riservò un’occhiata dispiaciuta, non era stata una gran scelta quella di farla sfogare, ora si sentiva uno schifo: - Potevi dirci di no… Avremmo recuperato il lavoro in arretrato in un altro momento. -

Amy sorrise al cugino, gli scompigliò la zazzera già incasinata di capelli che gli stavano in testa e guardando il resto del gruppo disse: - Non dico mai di no a chi mi guarda le spalle sul campo ogni giorno… Ma la prossima volta tenete d’occhio quella mocciosa! –

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Amy ebbe qualche problema con il controllo dei bagagli, all’interno del pullmino si trovava un enorme albergo e in mezzo alla folla perse totalmente di vista i suoi compagni.

Un uomo sulla quarantina si presentò davanti a lei con un sorriso falso tanto quanto una moneta da tre euro e le chiese se poteva esserle utile.

- Dipende. Lei dovrà chiamare qualcun altro prima di dirmi qual è il problema con il mio cane? – il fatto che stessero facendo tutte quelle scenate perché si era rifiutata di mettere la museruola a Kira era a dir poco ridicolo.

- La politica dell’albergo m’impone certe norme per la sicurezza degli altri clienti. Non possiamo agire altrimenti signorina…? –

Amy alzò gli occhi al cielo e decise di ricorrere alle maniere forti.
Frugò nelle tasche del giubbotto e ne estrasse il suo distintivo: sull’oro bianco era inciso un
Restan con un drago dalle ali spiegate e definite da decine di scintille rosse. Il suo nome e il suo numero di matricola erano incisi appena sopra il nome dell’associazione.

Il signor “giacca e cravatta”, nel leggere il suo nome era impallidito visibilmente e Amy aggiunse quel momento ai ricordi soddisfacenti della giornata: - Mi perdoni signorina Halliwell, non avevo idea di chi lei fosse… La prego di accettare le mie scuse più sentite. –

“Sentite un corno…”

Le porte dell’ascensore si aprirono e davanti a lei comparve un ragazzo biondo, con gli occhi di un blu particolarmente intenso, che non perse tempo in inutili presentazioni: - Sei nuova vero? Mi ricorderei di un bel faccino come il tuo. –

Amy alzò gli occhi al cielo ma non riuscì a trattenere il divertimento: provocò il ragazzo, riferendosi all’esuberanza dei giovani australiani di cui tanto le avevano parlato.

Il biondo le afferrò il polso, strattonandola, mentre con un tono provocante le aveva sussurrato a un orecchio che non poteva permettersi di fare l’altezzosa con lui.

Proprio in quel momento le porte dell’ascensore si spalancarono rivelando la figura, per un attimo sorpresa e poi infuriata, di Daniel: - Non ti azzardare a toccarla! –

Al biondo sfuggì una risata, ignorò totalmente Daniel e diede una manata sul sedere della rossa che scattò in avanti, uscendo dall’ascensore con un urlo sorpreso: - Sei una proprietà privata. Che peccato… Bel sedere però! –

Fu Amy stessa a riportare il suo sguardo sul simpaticone e, soltanto per un attimo, i suoi occhi furono attraversati da una pericolosissima scintilla rossa che fece preoccupare Daniel… Contro ogni previsione del ragazzo, la rossa si limitò ad alzare il medio in direzione del biondo, suggerendogli di andare a quel paese, in toni meno garbati.

Il viaggio fu tranquillo e dopo un paio di ore giunsero a destinazione.
La Holy Grail School era un enorme villa Vittoriana, costruita a meno di duecento metri dalla spiaggia, difficile contare gli incantesimi di disillusione lì intorno… Con i babbani non si è mai tranquilli.

- Questo posto è fantastico! – Carter osservò affascinato il sistema di illuminazione esterno, in grado di conferire alla scuola un aria ancora più imponente e teatrale.

- È una scuola Carter, non ci trovo nulla di fantastico. – Nadia raccattò le sue valigie e seguì i due prefetti che stavano lentamente radunando i nuovi arrivati intorno a loro – Che tu ci creda o no Halliwell, credo proprio che tu abbia fatto colpo… Il ragazzo della stazione non ti toglie gli occhi di dosso! –

Il contatto visivo, tra Amy e Ryan, fu interrotto dagli uomini-Sigma che si sentirono profondamente infastiditi dal fatto che Amy fosse in grado di attirare l’attenzione di tutti quei ragazzi.

Gli unici lì intorno a portare la divisa erano due prefetti, un maschio e una femmina, che richiamarono l’attenzione dei presenti: - Sappiate che alle otto in punto si attivano delle barriere protettive della scuola… Cercate di essere puntuali perché se vi beccano fuori il nostro custode ha l’obbligo di scortarvi dalla preside. –

Cominciarono a far entrare gli studenti dell’ultimo anno, con un appello che sembrò essere infinito, gli ultimi a essere chiamati furono gli iscritti del primo anno e Sigma.

I due prefetti proseguirono con l’appello.

Amy confermò la sua presenza, abbandonò Kira oltre i cancelli della scuola e notò che, a qualche metro di distanza, si trovava il suo accendino… Non si era accorta della sua mancanza fino a quel momento.

Si allontanò dal resto del gruppo per recuperarlo ma fu immediatamente ripresa dal giovane prefetto: - Dove stai andando Halliwell? Se non ti dai una mossa a rientrare rischi di restare bloccata lì! -

- Sai dove puoi infilartela quella cavolo di barriera? - Amy ignorò le sue parole e sbuffò infastidita: tutte quelle manie di controllo le davano sui nervi… E ancora non aveva messo piede dentro la scuola!

Con la coda dell’occhio vide un abbagliante lampo azzurro e capì di essersi fregata con le sue stesse mani.

Imprecò tra se e se ma non le fu nemmeno possibile ascoltare i rimproveri divertiti dei suoi compagni perché la sua attenzione fu totalmente catalizzata da un urlo proveniente dalla foresta alle sue spalle.

Amy scambiò un’occhiata preoccupata con Daniel ma quando un secondo urlo riecheggiò nella foresta, voltò le spalle ai suoi compagni e s’inoltrò nella foresta.

Corse per un centinaio di metri e si ritrovò al limitare di una radura, di fronte a lei vide una ragazza accasciata al suolo: era terrorizzata, con i capelli arruffati e aveva i jeans strappati allaltezza delle ginocchia ma prima ancora che potesse avvicinarsi alla ragazza, una seconda figura entrò nel suo campo visivo.

- Ti ho trovato finalmente. -

Non c’era umano in grado di reggere il confronto con quelle creature… Il fascino dei vampiri non era certo una novità.

La mente della rossa fu riportata alla realtà dai mugolii spaventati della ragazza che, ancora inginocchiata al suolo, scongiurò il suo aguzzino: - Per piacere… Lasciami andare. Per l’amor di Dio Ti prego non farmi del male!

Il ragazzo scoppiò a ridere rivelando una dentatura bianchissima e perfetta, solo i canini rovinarono quello sfoggio di perfezione, mostrando la loro tipica forma lunga e appuntita.

- Dio? Io non credo in Dio piccola e nemmeno tu dovresti farlo… Non adesso che sai di essere vicina alla fine. – la afferrò per il mento, costringendola a guardarlo negli occhi e con tono accattivante le disse – Dimmi bambolina… Moriresti sperando nella punizione di un Dio che non ascolta o preferiresti essere tu a punirmi? -

Lo sguardo della ragazza s’illuminò di una luce divertita, solo per qualche istante si concesse la libertà di far vagare la mente e rispose alla provocazione del notturno con un sorriso soddisfatto sulle labbra: - Tu sarai punito per ciò che fai. Che sia io o qualcun altro a farlo non è importante.

- Hai ritrovato il coraggio vedo… È stato divertente giocare con te ma direi che possiamo finirla qui. – glielo mormorò mentre ispirava il suo odore, con le labbra a pochi millimetri dalla giugulare, pronto ad affondare i denti nella sua tenera carne… In quel preciso istante, approfittando della distrazione del notturno, Amy lanciò un potente schiantesimo che fu in grado di scagliare il vampiro lontano dalla ragazza.

 

---

 

 

NDA, solo per precisare:

- (*)il trio meraviglia è comporto da Erin, Liam e Nadia

- (**)i due principini sono David e Declan

- (***)Mr. e Mrs Smith sono Daniel e Clarissa

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Black WoodLand ***


Bisogna trovare il proprio sogno perché la strada diventi facile

 ma non esiste un sogno perpetuo; ogni sogno cede il posto ad

un sogno nuovo e non bisogna volerne trattenere alcuno.

(Hermann Hesse)

 

<< Make Your Choice – Black WoodLand >>

 

- Che palle, non mi sono ancora arrivate le valigie! Mai fidarsi dei babbani… Cos’è questa novità Rey? – Alex, appena vide una ragazza dai capelli rossi accanto all’amico, aveva creduto in un abbaglio: a giudicare dal suo abbigliamento, Ryan stava davvero parlando con una comune e lui non era il tipo da mischiarsi con certi soggetti. – Scusa ragazzina ma se non te l’hanno spiegato lui passa per pedofilo se ti parla quindi, prima che lo arrestino, me lo porto via. Se non avete altro da dirvi. - ed iniziò a spingere in là l'amico.

- Quanti anni credi che abbia? Scusa se mi sono messa a chiacchierare con il tuo ragazzo ma mi ha ritrovato la nipote. – e guardò Ryan ghignando, se quel tipo intendeva provocarla aveva fallito miseramente anche se, a giudicare dal rossore comparso sul volto dell’ultimo arrivato, lei ci era riuscita divinamente.

- Non è il mio ragazzo! –

- Certo, certo… Dovresti ricordare la tua natura di possessore ed usare un semplice aggancio: i tuoi bagagli sarebbero qui e tu non dovresti nemmeno spendere i soldi per il “taxi”. La magia è un dono Alex, dovresti essere abbastanza grande da sapere quando usarla. – e si allontanò salutando i due con un cenno della mano mentre alle sue spalle il povero Alex aveva le guancie arrossate e Ryan era scoppiato a ridere.

Una volta raggiunti i suoi compagni, Amy lanciò un ultimo sguardo in direzione del moro: - E’ stato un piacere rivederti Ryan. - ; se non fosse stato per lo sguardo, altero ed allegro allo stesso tempo del ragazzo, probabilmente non l’avrebbe nemmeno riconosciuto.

Il ragazzo, quasi l’avesse sentita, si voltò verso di lei: - Ci vediamo a scuola Penelope. -.

 

- Ti sembra il momento adatto per flirtare con qualcuno? –

La risata di Erin riportò i pensieri di Amy sulla terra: vedere il figlio di Gareth l’aveva scombussolata non poco.

- Anziché sfottere non potevi controllare la bambina? – era parecchio infastidita dalla leggerezza con cui i suoi compagni trattavano la missione: nelle ultime due settimane non avevano fatto altro che passare il tempo a divertirsi, trascurando completamente i loro doveri di cacciatori in terra straniera… Forse l’accudire Juliet non faceva parte dei loro compiti ma il fatto che fossero tutti concentrati a fare altro la mandava in bestia.

Erin abbassò lo sguardo, Amy era davvero arrabbiata per quella situazione e non sembrava voler ammettere repliche, tuttavia… Fu più forte di lei e rispose: - Scusa. Credevo ci stesse pensando qualcun altro. –.

La rossa alzò gli occhi al cielo sentendo quelle parole: - A quanto pare la pensavate tutti allo stesso modo. –

Erin la guardò e nonostante si capisse che il nervosismo della rossa non era ancora scemato del tutto, decise di provocare un po’ la rossa: - Sbaglio oppure la piccola Juliet ti ha appena rimediato un ragazzo? E dove sei stata fino ad ora? –

Per qualche istante la rossa rimase in silenzio, senza sapere cosa rispondere: avrebbe dovuto raccontare del suo incontro con l’erede di Gareth o sviare il discorso su altri orizzonti?

 

Meglio optare per la seconda.

- Ci tengo a sottolineare che Dimitri non sarebbe affatto contento di sentirti parlare in questo modo. – si avvicinò alla gabbia di Kira osservando il piccolo lupo che la guardava assonnato, - E poi non è necessario che voi sappiate come ho trascorso la mia mattinata. Abbiamo un pullman da prendere e dovremmo darci una mossa. –

Stavolta Erin non si trattenne e sbuffò: - Mai una volta che ti lasci andare! Di questo passo non troverai nessuno disposto a scambiare due parole con te una volta arrivati laggiù! –.

La rossa alzò gli occhi al cielo, - Sai bene che se fosse per me vivrei rintanata nel mio appartamento per i prossimi due decenni. Ma mi è stato affidato questo compito e non posso trasgredire agli ordini. In ogni caso, come ho già detto, non è il momento adatto per parlarne. Radunate le vostre cose e cominciate a salire sul pullman. – si appoggiò a terra, frugando nello zaino in cerca del suo amato iPod, mentre i suoi compagni eseguivano l’ordine.

- Amy, vorrei scambiare quattro parole con te. - disse Aaron, avvicinandosi a lei con un espressione seria ed impassibile mentre Liam e Declan ridacchiavano indicandola.

 

- La preferita di Aaron sta per essere sgridata. Non credevo di vivere tanto a lungo da poter vedere una scena simile! – Liam, per quelle parole, ottenne un doloroso pugno sul braccio da parte della sorella, - Silenzio ameba e prendi la tua roba. Non mi va di passare tutto il viaggio in piedi perché voi siete stati troppo lenti… E voi due finitela! - alle spalle dei due ragazzi, Daniel e Carter avevano iniziato a fare la lotta attirando l’attenzione dei passanti sul gruppo; pur cercando di nascondere agli altri quanto la scena la divertisse, Lara si mise in mezzo ai due rimproverandoli per il loro comportamento immaturo, ricordandogli che erano in missione ed avevano dei compiti da assolvere.

Nell’esatto istante in cui l’ultimo dei ragazzi Sigma era salito sul pulmino, Aaron aveva iniziato a parlarle: - Devo chiedertelo Penelope: sei proprio sicura di quello che stai facendo? – le aveva fatto quella domanda tante di quelle volte da averne perso il conto ormai ma non si era ancora convinto della risposta.

- Te l'ho detto Aaron , sono sicura della mia decisione e non intendo tirarmi in dietro proprio adesso. – spiegò lei, il suo tono esprimeva tutta la sicurezza che aveva in quel momento e anche l’uomo, seppur con rammarico, dovette cedere pur non nascondendo le sue preoccupazioni: - Sai bene che non sono affatto d’accordo con il tuo piano. E' rischioso e non... – ma la ragazza non gli permise di finire, sapeva dove voleva andare a parare e conosceva la risposta a tutti gli interrogativi del suo tutore, - Capisco che tu possa preoccuparti per me ma sappiamo entrambi che senza questo piano tutto di ciò per cui abbiamo lavorato io e i ragazzi sarebbe stato inutile. Devo provarci. Se andrà male potrò dire di aver tentato. –

- Mi dispiace che il tuo destino sia già stato scritto Penn... Vorrei davvero che non fosse andata in questo modo. - aggiunse lui, sospirando, mentre abbracciava la ragazza.

Penelope non era mai stata portata per le scene tristi ed infatti, con un ghigno stampato sulle labbra, aveva iniziato a prenderlo in giro: - Signor ministro non mi dirai che ti sei affezionato proprio a ME, vero? Sono pur sempre la persona che ha distrutto per metà il Louvre di Parigi ed ho quasi ucciso le Erinni. Ricordi il Cerbero di Berlino? Ci abbiamo messo ore per cancellare la memoria di tutti quei comuni. A volte vorrei aver inventato io quell’affare che si vede nel film dei Men in Black! Hai presente quello che cancella istantaneamente la memoria? Potrei provare a crearne uno… Del resto avrò molto tempo libero ora che avete deciso di mandarmi scuola. -, sentendo quelle parole Aaron non riuscì a reprimere una risata.

- Di solito i ragazzi normali pensano alla loro media scolastica, non a creare congegni per un associazione segreta. – la voce di Lara arrivò chiara alle loro orecchie, a pochi metri da loro appoggiate ad una colonna c’erano Juliet e sua madre che li guardavano, palesemente divertite dall’abbraccio che si stavano scambiando i due, - Non ti facevo così smielata Penelope, insomma da mio marito dovevo aspettarmelo ma tu… Sono sinceramente sorpresa! –.

La rossa si liberò dall’abbraccio dell’uomo e, sorridendo alle due, tentò di spiegare la situazione: - Signor giudice, mi dichiaro innocente! Suo marito ha rischiato di aprire le cateratte mentre ci salutavamo e, non ho bene capito la dinamica degli eventi ma mi sono trovata qui in mezzo. Non è stata colpa mia! -.

Gli Shuster sentendo le sue parole erano scoppiati a ridere: sapevano che entro breve Penny avrebbe ammesso con se stessa che tutti loro le sarebbero mancati ma non si aspettavano alcun tipo di dimostrazione d’affetto.

Il modo con cui la rossa comunicava il suo stato d’animo era proprio l’ironia, non si perdeva certo in frasi dolci e smielate!

- Va bene signorinella, fingerò di crederti. Parlando della tua partenza piuttosto, che fine hai fatto fare ai tuoi bagagli? Hai lasciato soltanto Kira a casa. – Lara era davvero confusa dal momento che la rossa era solita lasciare a qualcun altro il compito di portare le sue valigie fino all’aeroporto o in stazione, mentre lei si occupava di altro; quella volta, invece, Lara non aveva trovato nulla che portasse la trischele che Amy era solita incidere sui suoi oggetti.

La rossa alzò le spalle con noncuranza prima di rispondere alla domanda della donna: - Stavolta ho fatto da sola. Ho ridotto le valige e le ho appese alla collana, insieme agli altri ciondoli, così nessuno dovrà portare massa in più per colpa mia. Sono stata brava vero? –

- La mia bimba sta crescendo! - Lara la guardò con ammirazione, prima di abbracciarla.

Stavolta fu Aaron a ridere…

- Lara... soffoco! – disse la rossa con un filo di voce, mentre la donna la liberava e con le lacrime agli occhi le scompigliava la frangia.

La rossa alzò gli occhi al cielo: - Ti prego, non anche tu! Non potete piangere! Ho esaurito la scorta di allegria del giorno per la mocciosa e il “bello-ma-biondo” che ti sei sposata. Non saprei cosa fare con te con te… Questo, non è affatto un addio! Se tutto va come ho previsto per natale posso venire a trovarvi. –

 

Aaron le sorrise, spingendola in direzione del pulmino che la avrebbe portata fino a scuola, sussurrandole all’orecchio: – Noi ti aspettiamo, ci sarà sempre un posto per te a casa nostra e lo sai. -

La rossa si fermò sul primo gradino del pullman, voltandosi a guardare Aaron, Lara e Juliet: - Non sapete quanto vi sia riconoscente. Praticamente nessuno avrebbe accettato di fare tutto questo per una sconosciuta. Sono in debito con voi. -

Lara iniziò a piangere, - N-non lo dire n-neanche per sogno! –, Aaron le strinse un braccio intorno alle spalle ridacchiando: - Anche se non lo dimostro con altrettanta gioia, sono d'accordo con mia moglie. Ci hai reso fieri di te sin dal primo giorno. -, Amy si sentì rincuorata da quelle parole.

Le porte dell’autobus si chiusero davanti a lei… E con un ultimo saluto ai tre, si voltò per iniziare la ricerca dei suoi compagni.

 

La porta chiusa alle sue spalle era la fine di un capitolo della sua vita e il gradino di fronte a lei era la prima riga di quello nuovo.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Nonostante all’esterno sembrasse un comunissimo pulmino giallo delle scuole, al suo interno si trovava un vero e proprio albergo.

Alcuni ragazzi erano seduti sulle poltrone nella hall mentre altri erano in piedi accanto all’ascensore in attesa di poter raggiungere le loro stanze.

Conoscendo i Sigma le sarebbe toccato indagare per ore alla ricerca della stanza che avevano sicuramente deciso di occupare.

Tentò di chiamare Daniel ma la voce dall’altro capo del telefono le diceva che al momento l’utente era impegnato in un'altra conversazione, invitandola a richiamare in un secondo momento. Tentò con Erin e Declan ma il cellulare suonava a vuoto.

Stava iniziando a spazientirsi e per evitare di frantumare il cellulare all’ennesima chiamata fallita, si diresse al bancone dell’albergo: magari alla reception le avrebbero detto in quale stanza si trovavano i suoi compagni di squadra, - Scusi, volevo un informazione. Sto cercando alcuni amici ma non conosco il numero della loro stanza e volevo sapere se lei poteva aiutarmi a trovarli. –, il ragazzo dietro al bancone la squadrò per un attimo, indeciso se acconsentire o meno a quella richiesta ma alla fine le disse che non era possibile darle quell’informazione per via del regolamento dell’albergo. - Andiamo, non voglio mica ucciderli! – più andava avanti a parlare con quel tale e più il suo nervosismo aumentava.

- Sono spiacente ma non posso proprio farlo. Il regolamento è molto chiaro a riguardo e non vedo perché dovrei fare un eccezione proprio per lei. – il tono usato da Jack, così c’era scritto sulla spilla che portava al petto, era lievemente sarcastico e a quel punto Amy era certa di aver raggiunto il suo limite massimo di sopportazione.

- E va bene, ho provato con le buone ma tu non mi dai altra scelta. - si frugò nelle tasche dei Jeans ed estrasse il distintivo dell’associazione, mostrandolo al ragazzo dall’altra parte del bancone, – Lo vedi questo affarino luccicante? Sappi che mi dà l’autorità di guardarti anche nelle mutande se credo che ci sia qualcosa di importante e nessuno potrebbe impedirmelo. Quindi se io ti chiedo di dirmi in quale stanza sono, tu rispondi “lo faccio subito”. Ti è chiara la situazione? –, poteva leggere la paura sul volto di Jack, probabilmente da quel momento la sua situazione poteva solo migliorare o…

- Vado a chiedere ad un mio superiore. –

O peggiorare ulteriormente.

Amy si passò stancamente una mano sul volto pensando che di quel passo sarebbero arrivati a scuola prima che lei capisse dove fossero gli altri: - E te pareva… Questo posto mi sta già sulle scatole! – sbuffò ed attese che quell’idiota tornasse in fretta, possibilmente con qualcuno in grado di rispondere alla domanda che la tormentava da parecchi minuti: dove diavolo erano finiti i Sigma?

 

Un uomo sulla quarantina si presentò davanti a lei con un sorriso falso tanto quanto la giacca di Armani che indossava e le chiese se poteva esserle utile.

Amy lo squadrò, per quanto il bancone e la sua statura glielo permettessero, e con un tono del tutto sarcastico aveva risposto all’uomo: - Dipende. Lei dovrà chiamare qualcun’altro prima di darmi una risposta? – il sorriso che fece quell’uomo in risposta, provocò un ghigno spontaneo sulle labbra della rossa.

- Il giovane Jack mi ha parlato di un distintivo che non ha riconosciuto, posso chiederle di mostrarmelo? –, Amy alzò gli occhi al cielo e mostrò nuovamente la piastrina all’uomo: sull’oro bianco era inciso un Restan, un simbolo celtico che rappresenta la protezione e il sostegno, con un drago dalle ali spiegate definito da decine e decine di scintille rosse. A intervalli regolari la scritta del dipartimento scorreva, presentando il suo nome e il suo numero di matricola.

Il signor “giacca e cravatta”, nel leggere il suo nome, era impallidito visibilmente e lo stesso Jack gli aveva domandato se si sentisse male, - Mi perdoni signorina Halliwell. Io non avevo idea di chi lei fosse… La prego di accettare le mie, o meglio, le nostre scuse.  – , lo sguardo perplesso di Jack  valse più di mille parole: non ci stava capendo niente!

La rossa scrollò le spalle, spostando una ciocca di capelli che le era finita davanti agli occhi, - Bene, ora potete rispondere alla mia domanda o ci sono altri problemi? Cerco quattro ragazzi e tre ragazze, l’accento è straniero… –.

In quel momento il volto del giovane Jack si era illuminato e prese a digitare freneticamente sulla tastiera che aveva davanti: - Mi risulta una camera a nome di Daniel Shuster. È la trecentoventinove del quinto piano. Vuole che la faccia accompagnare da un fattorino? –, la rossa si rimise il distintivo in tasca e si allontanò in direzione dell’ascensore: - Lo farò da sola ma grazie per l’offerta. –

 

Le porte dell’ascensore si aprirono e, davanti a lei, comparvero i volti di due ragazzi: uno era biondo e con gli occhi verdi, l'altro aveva la pelle leggermente più abbronzata, era moro ed aveva degli occhi di un blu molto intenso.

- Wow… Sei nuova di qui vero? Mi ricorderei di un bel faccino come il tuo. - ridacchiò il biondo squadrandola da capo a piedi con uno sguardo malizioso. Amy alzò gli occhi al cielo ma non riuscì a trattenere il divertimento: provocò il ragazzo, riferendosi all’esuberanza dei giovani australiani di cui tanto le avevano parlato mentre sul suo volto era comparso un ghigno carico di sarcasmo.

Il biondo le afferrò il polso, strattonandola, mentre con un tono provocante le aveva sussurrato ad un orecchio che non poteva permettersi di fare l’altezzosa con lui… Per quanto bella potesse essere nessuno poteva rivolgersi così a lui.

Ma proprio in quel momento le porte dell’ascensore si spalancarono, rivelando la figura, per un attimo sorpresa e poi arrabbiata, di Liam: - Non ti azzardare a toccarla! –.

 

Amy si voltò in direzione dell’amico e lo avvertì con lo sguardo di non fare cavolate prima di rimarcare il concetto a parole: - Stai calmo. Non è successo niente. - .

Nonostante l'istinto omicida che il russo provò verso il ragazzo di fronte a lui, Liam decise di ascoltare la rossa e di lasciar perdere.

- Non sapevo fossi proprietà privata bambolina… In questo caso, complimenti per la scelta amico. È un vero schianto! – il biondino non sembrava aver sviluppato il cosiddetto “istinto di sopravvivenza”, altrimenti avrebbe smesso di bloccare le porte dell’ascensore per allontanarsi il più in fretta possibile da quel piano.

- Piantala Walter… - lo riprese l’altro, convincendo l’altro a mollare il colpo e a lasciarli in pace ma prima che le porte si richiudessero il biondo non riuscì a trattenere le ultime battutine sarcastiche: - Oh beh… Il dovere mi chiama. È stato un piacere bollore e ricordati che sono sempre disponibile per una cavalcata! –

Stavolta fu Amy a voltarsi in direzione del simpaticone: per un attimo i suoi occhi erano stati attraversati da una pericolosissima scintilla rossa che fece istintivamente stringere la presa di Liam sulla sua mano ma contro ogni sua previsione Amy si era limitata ad alzare il medio in direzione del biondo, suggerendogli di andare a quel paese… Non in toni così gentili ovviamente.

Appena entrata in camera la rossa si era chiusa la porta del bagno alle spalle… Gli sguardi dei Sigma si puntarono immediatamente sul povero Liam che fu praticamente costretto a spiegare cosa avesse innervosito a quel modo la rossa.

Una volta spiegata la situazione, Liam sospirò esasperato: - Dovreste spiegarle che alcuni ragazzi non sono esattamente dei galantuomini quando si trovano davanti una bella ragazza. –  

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Il viaggio era stato tranquillo e dopo un paio di ore giunsero a destinazione: probabilmente quella zona era stata avvolta da decine e decine di incantesimi di disillusione dal momento che la Holy Grail Shool si presentava dinnanzi a loro come un enorme villa Vittoriana, costruita a meno di duecento metri dalla spiaggia… Difficile non farla vedere ai babbani senza usare la magia!

- Questo posto è fantastico! – Carter contemplava la scuola con gli occhi sbarrati per la sorpresa.

I ragazzi del primo anno sembravano impazienti di poter usare il pontile per tuffarsi in mare, quelli più grandi invece non vedevano l’ora di tornare a sfidarsi a calcio, rugby e quiddich.

- È una scuola Carter, non ci trovo nulla di fantastico. – sbuffò Erin, raccogliendo alla meno peggio le sue valigie seguendo due ragazzi in bermuda e canottiera che richiamavano i nuovi e quelli del primo anno, - Guarda Amy, il ragazzo della stazione ti sta fissando. Credo proprio che tu abbia fatto colpo! –.

Poco lontano da loro Ryan stava ascoltando come i suoi compagni avessero trascorso le vacanze, senza però evitare di rivolgerle qualche occhiata incuriosita.

Amy fece una linguaccia ad Erin e rispose sarcastica: - Come se potesse importarmi di uno così… Ricordate il mio genere no? Se non tenta di mangiarmi la testa o di uccidermi non fa per me! – e gli altri, ricordando i trascorsi “amorosi” della rossa, non riuscirono a trattenere le risate.

Amy notò che praticamente tutti i presenti li stavano osservando: probabilmente erano loro stessi la “novità” più interessante di quell’anno.

 

- Per chi non fosse informato intorno alla scuola si attivano delle barriere protettive, alle otto in punto, quindi vedete di non fare tardi. Nel malaugurato caso in cui non rientraste in tempo, sappiate che il nostro custode ha l’obbligo di scortarvi dalla preside e che, nella maggior parte dei casi, il venire scoperti comporta quasi sempre una punizione quindi state attenti alle lancette! –

Gli unici lì intorno a portare la divisa erano i due prefetti, un maschio ed una femmina, che presero a fare l’appello di tutti gli iscritti.

Cominciarono dall’ultimo anno e procedettero a ritroso fino a quando i soli rimasti all’esterno delle mura furono i primini, i non ammessi dell’anno precedente e i sigma che se ne stavano seduti vicino all’ingresso, intenti a farsi platealmente i cavoli loro.

- Amy Halliwell. – la voce della ragazza, chiamò il suo nome e lei rispose meccanicamente, confermando la sua presenza ai due supervisori, - I professori parlano di te come un prodigio sai? Eppure credo si aspettassero qualcuno di meno giovane… –, lo sguardo della ragazza sembrava severo ma soddisfatto.

- Spero di essere ugualmente all’altezza delle loro aspettative. – il suo tono era lievemente ironico ma entrambi i supervisori la ignorarono, tornando a svolgere il loro compito.

Mentre il resto dei Sigma venivano chiamati lei si accorse del suo accentino finito a terra qualche metro più in là: probabilmente le era caduto quando si era accesa una sigaretta, dieci minuti prima.

- Hei! Dove vai Halliwell, non hai sentito cosa ho detto sulle barriere? – il ragazzo la rimproverò senza però muoversi di un passo mentre tutti gli altri studenti varcavano le mura della scuola. Amy alzò gli occhi al cielo, tutte quelle manie di controllo e nemmeno era entrata!

Mentre si chinava a raccogliere il suo accendino, borbottò infastidita: - Sai dove puoi infilartele quelle barriere? -.

Quando si rialzò, un lampo azzurro si alzò dal suolo proprio davanti a lei: - Cavolo. -.

I suoi compagni scoppiarono a ridere, mentre i supervisori si dividevano per andare a chiamare qualcuno che fosse in grado di recuperarla, poi Amy sentì un urlo talmente acuto da provocarle un brivido: sembrava provenire dalla foresta che aveva alle spalle.

Le risate cessarono e la preoccupazione comparve sui volti di tutti i presenti.

La rossa esitò per un secondo, indecisa sul da farsi ma quando lurlo tornò a farsi sentire, stavolta più forte di prima, decise di intervenire: voltò le spalle agli altri e si inoltrò nella foresta, ignorando i richiami dei suoi compagni.

Sentì l’ennesimo grido, stavolta più forte: era vicina.

Si guardò intorno e la prima cosa che vide fu una figura accasciata al suolo: solo dopo qualche secondo, con la poca luce che filtrava attraverso le piante, si accorse che si trattava di una ragazza. Aveva lunghi capelli scuri, che le cadevano spettinati e sporchi di terra e foglie sul volto, indossava dei jeans ed una maglietta, entrambi strappati e sporchi allaltezza delle ginocchia: probabilmente era caduta mentre scappava da qualcosa.

Prima che però potesse avvicinarsi una seconda figura era comparsa nel suo campo visivo: - Ti ho trovato finalmente. -.

Dal timbro della voce aveva capito che a parlare era stato un uomo.

 

Amy rabbrividì letteralmente nelludire quella voce: era fredda ma allo stesso tempo divertita ed il suo proprietario era lincarnazione perfetta della seduzione.

Era un ragazzo alto e snello, aveva i capelli di una tonalità castano-bionda che gli sfioravano appena le spalle ed indossava dei pantaloni che gli avvolgevano alla perfezione le gambe mentre il petto era completamente scoperto rivelando una pelle lattea e perfetta.

Le labbra erano di un rosso scuro ed intenso ma furono gli occhi a colpirla: erano di un blu incredibilmente scuro ma le pupille trasmettevano uno sguardo penetrante ed affascinante che ricordò ad Amy un gatto, anche per la forma che possedevano.

La mente annebbiata della rossa fu riportata alla realtà dai mugolii spaventati della ragazza ancora inginocchiata al suolo.

- Per piacere. - la voce era spezzata dai singhiozzi spaventati, si percepiva lontano un miglio che era terrorizzata, - Per piacere lasciami andare. Per l’amor di Dio, ti prego non… - ma la giovane non riuscì a finire la frase, scoppiando in un pianto disperato.

Luomo nel guardarla sorrise, rivelando una dentatura bianchissima e perfetta… Solo i canini rovinavano quello sfoggio di perfezione.

Erano lunghi e appuntiti. Dunque si trattava di un vampiro.

- Dio? - mormorò annoiato quello avvicinandosi alla sua prede, - Io non credo in Dio piccola e nemmeno tu dovresti visto la fine che stai per fare.  - concluse lui ridendo, per poi prenderle il mento ed alzarle dolcemente il viso, facendo incontrare i loro sguardi.

- Ti puniranno per questo. – balbettò lei, la paura la invadeva completamente ma il coraggio di rispondere non le mancava.

L’uomo rise platealmente di lei e delle sue parole, allontanandosi di qualche passo: - Sai bambina, sono secoli ormai che la mia punizione mi perseguita. La morte e l’inferno sarebbero solo una consolazione per me. - le parole non furono più di un sussurro ma furono sufficienti a provocare una nuova crisi di pianto nella ragazza di fronte a lui; - Questa sera sono stato fortunato. Di solito mi tocca accontentarmi di piccoli animali che girano in questo schifo di posto… - mormorò con voce roca, spostandole con una mano affusolata i capelli dal collo, pronto per affondare i canini – È stato divertente giocare a rincorrerti ma non mi va più di perdere tempo. - e detto questo, si avvicinò con le labbra alla gola della ragazza.

Amy, rimasta ipnotizzata dalle movenze del vampiro fino a quel momento, sentendo gli ennesimi mugolii spaventati della ragazza si riscosse e lanciò un incantesimo che scagliò il notturno lontano dalla giovane umana.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** L'Arena ***


HTML... Fanculo

Non possiamo vincere una sfida contro noi stessi.

L'avversario ci conosce troppo bene, e non è mai leale.

(G.P.Lepore)


<<  Make Your Choice - L'Arena >>

 


 

- Non so tra quanto si riprenderà. - mormorò la rossa avvicinandosi alla ragazza, ancora immobile davanti a lei e con lo sguardo puntato sulla figura immobile del vampiro - Dovresti andartene… Riesci a correre o ti fa male qualcosa? -

- Sto bene. Non sono messa così male. - borbottò l’altra, ringraziandola, senza però distogliere lo sguardo dal vampiro. – Mi hai salvato la vita. Sono in debito con te. Sono Ania. -

Amy notò che il vampiro iniziava a recuperare le forze, quell’incantesimo non sarebbe durato ancora a lungo e lei doveva far allontanare Ania prima che il notturno si liberasse: - Che ne dici di rimandare le presentazioni a un altro momento? Sono felice che tu stia bene ma te ne devi proprio andare adesso… Cerca gli insegnanti e stai lontana dalle zone d’ombra. Io lo terrò occupato ok? -

Dopo un’ultima occhiata rivolta alla sua salvatrice, Ania eseguì gli ordini e si allontanò correndo nella direzione indicatale dalla rossa.

Amy sentì un fruscio alle sue spalle e istintivamente si chinò verso il basso evitando l’attacco del notturno… Quando l’albero alle sue spalle andò in frantumi, pensò che se il vampiro fosse riuscito a colpirla avrebbe potuto dire addio ad almeno due costole.

La rossa sfuggì alla presa del vampiro e, una volta fuori dalla sua portata gli rivolse un’occhiata divertita: - Non ti hanno detto che è da codardi attaccare alle spalle? –

Non fece nemmeno in tempo a mettersi in posizione di difesa che le braccia del notturno la strinsero in una morsa ferrea.

Il vampiro aveva approfittato della posizione per strofinare il naso sul suo collo, non riuscì a trattenere un brivido quando questo le parlò con le labbra a pochi centimetri dal suo volto: - Credevi che ti avrei lasciato attaccare ancora dopo quel giochetto? –

Cogliendo il vampiro di sorpresa Amy trasfigurò la sua pelle in una superficie incandescente che lo costrinse a mollare la presa, poi evocò la sua spada di pietra nera e si mise in posizione d’attacco: - Amo giocare… Specialmente con chi non rispetta le norme del codice di Valad. –

Amy si spostò velocemente evitando l’ennesimo attacco del notturno ma non ottenere l’effetto sperato. Il vampiro riuscì a incastrare la lama appena comparsa al suo fianco con quella sguainata di lei e con un elegante movimento del polso le fece perdere la presa sull’elsa della spada prima di afferrarla al volo con la mano libera. 

Gli occhi azzurri di Amy rispecchiavano tutto il suo stupore: non le era mai successo di subire una sconfitta così rapida ed inesorabile.

- Come cavolo ha fatto? -

Lui le mostrò un sorriso divertito, le puntò alla gola entrambe le spade e le girò intorno squadrandola dalla testa ai piedi: - Sei brava… Ma io lo sono di più. – poi le rilanciò la spada e la sfidò a fare di meglio.

Ripresero a scambiarsi colpi e proseguirono per più di mezz’ora… Era una danza in cui nessuno dei due sembrava prevalere sull’altro, un incantesimo infrangibile che sembrò isolarli dal resto del mondo fino a quando entrambi, ormai esausti crollarono ansanti al suolo. 

- Se il mio capo sapesse che sto parlando con te senza tentare di ucciderti mi licenzierebbe. – il tono usato da Amy era divertito ma i suoi occhi fecero capire al notturno che non stava affatto scherzando. Lei gli tese una mano e lo aiutò a rialzarsi in piedi, facendo evanescere definitivamente la sua spada poi gli chiese il suo nome.

Lui fece un galante inchino, con un baciamano e rispose alla sua domanda: - Il mio nome è Alexander… Lieto di fare la vostra conoscenza lady Halliwell. – il vampiro notò l’espressione sorpresa della ragazza che, probabilmente, si stava domandando come conoscesse il suo nome, quindi le riconsegnò il distintivo dell’organizzazione – L’ho preso quando ti ho attaccato alle spalle, non è stato difficile, eri troppo concentrata sui miei denti per accorgerti di dove fossero le mie mani. –

Amy scoppiò a ridere rigirandosi tra le mani la piastrina e gli rivolse uno sguardo divertito: - Come siamo finiti a parlare di queste cavolate? –

Lui le diede un bacio sulla fronte, le accarezzò una guancia e la salutò, sparendo nella foresta: - Il tempo delle chiacchiere è finito milady ma spero che le nostre strade s’incrocino di nuovo. –

 

Il suo sguardo vagò alla cieca nell’ombra cercando la figura del misterioso Alexander ma la sua attenzione fu attirata dalla voce di qualcuno che, probabilmente, stava cercando lei.

- C’è qualcuno lì? – quella voce apparteneva sicuramente a James White… Per quale motivo si trovava alla Holy Grail School?

- L’ha morsa? – domandò una donna, titubante nel tono di voce, senza avvicinarsi troppo… Sembrava terrorizzata da quell’eventualità.

Amy sentì due mani tiepide abbassandole il colletto e istintivamente tentò di divincolarsi da quella stretta ma la voce di suo padre tentò di rassicurarla: - Non voglio farti del male. Sto soltanto controllando che non ti abbia morso. –

- Non mi ha fatto niente. - Le sue parole furono totalmente ignorate e James continuò a scrutarle il collo, in cerca di un qualunque segno che potesse smentire o confermare l’ipotesi del morso e soltanto dopo un paio di minuti comunicò al resto del gruppo che la ragazza non presentava alcun segno. Amy sbuffò spazientita e si sistemò il colletto: - Questo, se non ve ne foste accorti, l'avevo già detto. –

- Signorina Halliwell, lascia che te lo dica, sei stata molto coraggiosa stasera. – a parlare era stato uno degli uomini accorsi nella foresta per cercarla, le sorrise scompigliandole la frangia prima di incamminarsi verso il cancello principale. Mentre attraversavano le porte della mensa poi, James posò una mano sulla sua spalla e la trattenne: - Mi sono scordato di dirti una cosa… Benvenuta alla Holy Grail School. –

Amy si guardò intorno e si accorse di aver appena infranto la regola numero uno della missione: non attirare l’attenzione…

Come inizio non era stato un gran che.

La voce di Alissa Hamilton, neopreside della HGS a malapena trentenne, non la sorprese per niente: - Sei dunque tu, Amy Halliwell, la coraggiosa ragazza che ha salvato la signorina Corvace dal vampiro che si aggira nel bosco di Smeraldo? –

- Il vampiro è scappato… Non ho fatto nulla di eccezionale. – si sentì frustrata al solo ricordo di com’era andata a finire la serata.

Era sempre riuscita a resistere al fascino dei vampiri, non riusciva proprio a spiegarsi come avesse fatto Alexander ad ammaliarla, senza lasciarle l’opportunità di dimostrarle realmente ciò che era in grado di fare.

Fu costretta ad ammettere con se stessa che tutta quell’attenzione iniziava a essere fastidiosa, zittì le risate dei Sigma con un'unica occhiata e parlò rivolta soprattutto agli insegnanti: - Potreste lasciar stare i miei istinti suicidi e concentrarvi sugli altri per favore? Inizio ad avere fame sa… –

La preside le rivolse un sorriso soddisfatto e decise che per il momento poteva concederle un po’ di libertà: - E va bene… Direi che te lo sei meritato. –

La Hamilton spiegò il regolamento ai nuovi arrivati e si dilungò in ulteriori raccomandazioni con i nuovi arrivati prima di arrivare finalmente al punto.

- Come tutti voi sapete gli smistamenti nelle quattro torri avvengono dopo cena. Consiglio ai nuovi arrivati di mettere qualcosa sotto i denti. Nessuno di noi vi vuole vedere svenuti al primo giorno. – e dopo questa raccomandazione la preside riservò uno sguardo intenso a un pallido ragazzino della prima fila che sembrava essere sul punto di svenire.

Mentre i più piccoli cercavano di raggiungere amici e parenti, i Sigma trovarono un tavolo più isolato rispetto agli altri e si accomodarono. 

- Che fine ha fatto il concetto di privacy? – domandò Erin sarcastica, mentre tutti gli altri si sedevano, notando i ragazzi seduti al tavolo più vicino che non smettevano di fissarli.

- Direi che ora come ora è l’ultimo dei nostri problemi. Dite che sarà una cosa difficile? La prova intendo. Io non ho la minima idea di cosa possa succedere. – domandò Nadia, iniziando a riempirsi il piatto con del pollo fritto e delle patate al forno, sotto lo sguardo disgustato di Erin che invece si limitò a un semplice piatto d’insalata.

Fu David il primo a rispondere alla domanda dell’amica, al contrario degli altri che liquidarono la cosa con una semplice scrollata di spalle, lui non sembrava intenzionato a sottovalutare la prova: - Io dico solo che c’è un motivo se la maggior parte degli studenti di questa scuola sono stati costretti a ripetere almeno due volte. Capacità o meno siamo stranieri in terra straniera e non dovremmo prenderla così alla leggera. –

Erin tuttavia non era d’accordo con il compagno e gli disse che, in tutti quegli anni, avevano affrontato cose ben più pericolose dei draghi e che, sicuramente, se la scuola fosse stata provvista di creature più pericolose lo avrebbero saputo.

Daniel sbuffò spazientito, quel discorso lo avevano fatto almeno tre volte quella mattina e lui ne aveva piene le scatole: - Avete ragione entrambi ma la verità è che non sappiamo nulla di quell’incantesimo. Per quanto ne sappiamo, potremmo anche ritrovarci faccia a faccia con una Valchiria. Stiamo con i riflessi pronti e stop. –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Quando tutti finirono di mangiare alcuni studenti dell’ultimo anno, furono incaricati di scortare i nuovi arrivati all’arena. Gli fu spiegato che sul limitare del campo da gioco erano state messe delle spesse grate il cui scopo era quello di impedire la fuga delle creature magiche che sarebbero comparse nel corso della prova e che l’unico modo che avevano per difendersi era dato dagli scudi e dalle “bacchette lampo” sparse lungo tutto il perimetro.

La prova si rivelò più confusa e imprevedibile di quanto avessero previsto: non c’era modo di sapere chi di loro avrebbe partecipato al round successivo o di capire quale creatura magica gli sarebbe toccato affrontare.

I primi Sigma a essere estratti furono Daniel, Nadia e Clarissa: si ritrovarono ad affrontare con un gigante delle caverne.

Mentre Nadia si occupava di distrarre la creatura con i suoi incantesimi sonori Clarissa e Daniel recuperarono le bacchette lampo e lo immobilizzarlo con due simultanei “incarceramus”.  

David, Erin e Declan affrontarono un Cerbero.

Adottarono la tecnica del sonno per tentare di ammansire il “cucciolo” ma ci impiegarono molto più tempo del previsto: furono costretti a correre per l’arena in cerca delle bacchette lampo con cui trasfigurare un oggetto qualunque in arpa e, una volta raggiunto il loro obiettivo primario, gli toccò aspettare per dieci minuti che la musica soporifera di Erin facesse effetto sul gigantesco bestione.

Liam si guardò intorno: oltre a lui e Amy erano rimasti soltanto altri cinque ragazzi del primo anno, visibilmente spaventati e sul punto di cadere in piena crisi di “panico da palco scenico”.

- Questa situazione mi convince sempre di meno. – borbottò tra se e se mentre lui e tutti gli altri furono trasportati all’interno dell’arena.

Amy si guardò intorno e afferrò uno scudo nelle vicinanze: - Hai notato anche tu che le creature più rare sono comparse con noi? Agli altri sono capitati Berretti Rossi e Doxi… Capisco il “calibrato sulle nostre possibilità” ma così non è un tantino esagerato? –

Liam scrollò le spalle e si voltò in direzione dei più piccoli: - Vi consiglio di recuperare qualunque oggetto possiate usare in combattimento. Non abbiamo idea di cosa comparirà… Se fossi in voi, non mi farei sorprendere a mani vuote. –  

Dal nulla erano comparse decine di Acromantule che li attaccarono con violenza. I più piccoli tentarono di allontanarle lanciando loro contro schiantesimi e qualche pietra trovata lì intorno.

Liam si concentrò sulle creature comparse sopra le loro teste: Arpie.

Fece affidamento sulla sua memoria e ricordò che le arpie erano legate tra loro da un incantesimo: bastava colpirne una per indebolirle tutte.

Non gli restava che decidere quale fosse la più debole.

Recuperò una bacchetta lampo e la puntò contro la creatura alata più distante e con uno schiantesimo la spedì al suolo.

Le due arpie rimaste, spostarono la loro attenzione verso di lui: nessun mortale poteva permettersi un simile affronto.

Uno dei più grandi afferrò le due arpie per le caviglie, lanciandole verso la parte opposta ma ciò che tutti udirono in seguito non furono parole cariche di rabbia ma soltanto urla.

 

Le Arpie stavano gridando per il dolore e tutte le Acromantule si erano dissolte concedendo un attimo di tregua ai più giovani.

Per comprendere la situazione bastò a tutti seguire gli sguardi sofferenti delle due creature. Poco dietro di loro si apriva una scena a dir poco sorprendente: una lama nera era macchiata dal sangue della creatura, piantata proprio all’altezza del cuore.

Le urla dell’arpia colpita si fecero sempre più strazianti mentre lentamente si sbriciolava, riducendosi a semplice polvere.

- Consiglio a voi altre di scomparire. - il volto di Amy fu rivelato dal chiarore della luna mentre la lama si dissolveva lasciando un solco nella roccia che si trovava alle sue spalle.

- Tu… Come hai osato! Morirai per quest’affronto! – accecate dall’ira per la perdita della compagna presero a volare in direzione della rossa con gli artigli ben in vista e i loro volti deformati dall’odio.

Amy ghignò: se lo aspettava. Era pronta a sferrare un altro attacco… Eccome se lo era.

Doveva stare attenta alle due creature, le Arpie dovevano essere assolutamente certe di averla in pugno prima di colpirle ed eliminarle definitivamente.

Vide i sorrisi sul volto delle due espandersi e poi attaccò, sfruttando il suo controllo degli elementi.

Con l’acqua presente nell’aria di quell'umida sera creò due lame di ghiaccio e le conficcò nei petti delle due Arpie... svanirono, semplicemente.

Soddisfatta per il risultato ottenuto, spostò lo sguardo verso l'alto, in direzione della tribuna degli insegnanti:

- Direi che abbiamo finito qui. –

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** My Name Is ***


HTML... Fanculo

La buona educazione consiste nel nascondere quanto bene

pensiamo di noi stessi e quanto male degli altri.

(Mark Twain)

 


<<  Make Your Choice - My Name Is >>

 


 

Dopo qualche minuto, passato nel silenzio più totale, un boato scoppiò dagli spalti… La gabbia intorno all’arena si dissolse, i “sopravvissuti” alla prova si allinearono ordinatamente davanti agli insegnanti ed attesero il verdetto della preside: - Siete stati in grado di affrontare una prova molto difficile oggi, dimostrando di possedere coraggio e follia da vendere, proprio come ci si aspetta da ogni studente di questa scuola. Non ci resta che determinare quale sia la torre che vi rispecchia maggiormente… Revelio anime. –

Un lampo azzurro li investì e furono praticamente obbligati a chiudere gli occhi per non restare abbagliati da quell’intensa luce che, soltanto qualche secondo dopo, materializzò sopra le loro teste delle forme colorate.

Tigre Bianca, Lupo Nero, Panda Rosso e Aquila Reale…

Queste erano le torri a cui potevano aspirare di appartenere gli studenti.

Il Lupo Grigio rappresentava coraggio e fedeltà, analogo al Grifondoro di Hogwarts e vi furono assegnati Daniel, Erin e Clarissa.L’Aquila Reale era il simbolo dell’intelligenza. Declan e David non riuscirono ad evitare appezzamenti su quella creatura che, sopra le loro teste, dibatteva le ali in un impeto di pura libertà.Il Panda Rosso rappresentava l’equilibrio, la curiosità e la bontà d’animo. Nadia e Liam adorarono sin dal primo momento quel tenero orsetto che, sopra di loro, con ponderata lentezza si muoveva nel vuoto.

La Tigre Bianca rappresentava l’astuzia e la grinta.Amy fu affidata a quella torre e sogghignò notando la tigre placidamente sdraiata sopra la sua testa… Combattiva ma con ponderazione.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Le fu assegnata una stanza singola.

Spalancò le finestre, quella camera puzzava di chiuso, si soffermò ad ammirare la vista che il balcone le offriva.

Sganciò i suoi bagagli dal passante dei pantaloni e li riportò alle loro originarie dimensioni: accanto al letto comparve il suo armadio su cui aveva personalmente applicato un incantesimo di espansione, la libreria fu occupata da alcuni dei suoi libri preferiti e il bagno fu riempito da mille bagnoschiuma profumati.

Sistemò le ultime cose e si concesse un rilassante bagno. Parlò al telefono per più di un ora con Meiko, la sua corrispondente giapponese, che le raccontò le ultime novità dell’organizzazione.

Nell’ultimo mese l’attività dei notturni era scesa oltre la soglia media degli ultimi dieci anni ma c’era stata un’evidente migrazione da parte dei notturni: i ribelli si stavano muovendo verso le coste orientali.

Il motivo era ancora da stabilire.

Durante la colazione, il giorno seguente, ad ogni studente fu recapitato l’orario delle lezioni.

Fu Liam il primo a commentare l’orario mentre, in maniera molto poco dignitosa, iniziò a dare testate al bordo del tavolo sotto lo sguardo stranito dei suoi compagni: - È il primo giorno del mio ultimo anno e mi toccano due ore di erbologia, una di trasfigurazione, due di pozioni e una di Linguaggi Antichi… Ragazzi questo è un incubo! –

Amy aprì la sua lettera e non riuscì a trattenere uno sbuffo infastidito: - Questi australiani iniziano a starmi sulle scatole… Non mi hanno ammesso al sesto perché ho sempre studiato da privatista. -

Liam notò il ghigno comparso sul volto della compagna e capì immediatamente a cosa stesse pensando: - Non stai davvero pensando di fare il lavaggio del cervello alla Hamilton… Giusto? –

Gli sguardi del resto della compagnia si puntarono sulla rossa: avevano un che di scettico ed accusatorio.

- Non guardatemi così! So bene che accontentare il mio ego non è un valido motivo per mandarle il cervello a puttane… - recuperò al volo la sua tracolla, rivolse un ultima occhiata divertita ai suoi compagni e correndo fuori dalla mensa disse - Ma se usassi soltanto un piccolo “confundus” non ci sarebbero problemi giusto? –

I Sigma risposero a quell’affermazione con un indignato “Amy!” che fece voltare più di una persona nella sua direzione.

Non attirare l’attenzione… Certo. Come no!

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Amy raggiunse rapidamente l’aula di Cura delle Creature Magiche.

Osservò con attenzione l’enorme casa, accanto alle serre, in cui si sarebbero tenute le lezioni e ricordò che per tutto il primo mese sarebbero stati occupati nella cattura e nell’osservazione delle ninfe dei boschi…

Decisamente niente male come inizio!

Il professore entrò frettolosamente: con una mano tentava di mantenere in equilibrio una pila di fogli, alta almeno venti centimetri, mentre con l’altra reggeva un libro dalla dubbia integrità che di tanto in tanto minacciava di far cadere qualche pagina.Arrivò in prossimità della cattedra prima di inciampare.

Tutto il pavimento fu inondato di fogli.

La classe scoppiò a ridere per la pessima dell’insegnante mentre una ragazza della prima fila si era prodigata in un incantesimo che aveva rimesso tutto a posto.

- La ringrazio signorina Price. – si sedette sulla cattedra e sorrise calorosamente ai suoi vecchi studenti - Voglio dare il bentornato a tutti voi ragazzi, lieto che ce l’abbiate fatta, e dare il mio sincero benvenuto alla signorina Halliwell che trascorrerà con noi questo nuovo anno. Io sono il professor Axel Tanaka… Vuole presentarsi alla classe? – poi le rivolse un sorriso affabile che la fece sentire vagamente a disagio.

Sostenne lo sguardo dell’insegnante ma non era certa di poter dissimulare il rossore sulle sue guancie, prese un grosso respiro e domandò all’insegnante “cosa” esattamente dovesse dire alla classe

- Quello che vuole… - si avvicinò dicendole di raggiungere la cattedra e di cominciare con la sua presentazione; notando quanto la rossa si sentisse in imbarazzo aggiunse: - Non sia timida! Nessuno è qui per giudicarla. -

“Certo, come no… mi stai praticamente gettando nella fossa dei leoni armata di una forchetta!”lo pensò davvero ma si limitò a sbuffare e a raggiungere la cattedra.

 

- Facciamo questa pagliacciata… - si alzò in piedi e raggiunse la cattedra in poco tempo, ci si sedette sopra e cominciò ad osservare con attenzione le schede descrittive appese alle pareti - Amy Halliwell. Quindici anni. Mi piace fotografare cose. Sono in questa scuola perché… Boh, mi hanno detto di venirci. Domande? No? Bene, posso tornarmene al mio posto. –

- Come hai fatto a sconfiggere il vampiro? – domandò un ragazzo seduto in seconda fila, le rivolse un occhiata carica di ammirazione e soltanto per un attimo si sentì spaventata da quello sguardo.

- Era un codardo. Mi ha mollato nel bosco quando ha sentito i prof avvicinarsi… Non l’ho sconfitto, è soltanto scappato. –  al pensiero delle chiacchiere tra lei ed Alexander le venne quasi da ridere, il suo sguardo divertito non passò inosservato e la curiosità crebbe notevolmente all’interno della classe – Ma non è questo che volete sentirvi dire giusto? Volete sapere come sono sopravvissuta prima che arrivasse qualcuno. –

Si alzò dalla cattedra, infastidita per la piega che stava prendendo la lezione e decise di liquidare in fretta quella situazione: - Spiacente, non vi darò la soddisfazione di sapere tutta la storia. Da me saprete soltanto che sono brava con gli incantesimi selettivi e sono riuscito a tenerlo a bada il tempo necessario a farmi trovare.

Dopo qualche secondo Tanaka decise che aveva visto abbastanza. Riportò l’attenzione dei suoi studenti su se stesso e cominciò a spiegare.

Ad Amy toccò rincorrere la sua ninfa dei boschi per dieci minuti buoni prima di riuscire ad afferrarla ma soltanto dopo un morso riuscì a renderla innocua: le bastò mettere uno specchio sul tavolo per attirare definitivamente l’attenzione della piccola Glanys che trascorse il resto dell’ora a rimirarsi le ali.

Dopo divinazione, che fu un concentrato di baggianate e risate mal trattenute, agli studenti fu concesso un breve intervallo della durata di venti minuti.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Appoggiò la schiena contro il tronco di un pino, quasi nascosto all’interno dell’enorme cortile interno e si accese una Black Flame facendo vagare il suo sguardo tra le fronde dell’albero.Si infilò le cuffie nelle orecchie, chiuse gli occhi e fece partire la musica estraniandosi dal resto del mondo…

La pace non durò più di qualche minuto: una mano si posò sulla sua spalla, facendola sussultare per la sorpresa e si ritrovò faccia a faccia con tre ragazze… Se non ricordava male seguivano con lei sia cura delle creature magiche che divinazione.

Fu una ragazza dai capelli castani, con un sorriso vivace sulle labbra a rassicurarla sedendosi di fronte a lei: - Scusa… Non volevo spaventarti. –

Amy ridacchiò tra se e se dandosi della stupida, quel vampiro le aveva completamente scombussolato i riflessi, non era da lei reagire in quel modo per un semplice tocco: - Scusate, ero con la testa tra le nuvole. Posso esservi utile in qualche modo? –

- Volevamo solo darti il benvenuto e presentarci… Io sono Lily Pendragon, lieta di fare la tua conoscenza. – le tese una mano con fare amichevole e, dopo che lei la strinse, continuò con il giro delle presentazioni - Lei è Abigayle Tompson, è molto timida quindi non fare caso al fatto che diventerà un pomodoro nel giro di qualche secondo. –

Abigayle tirò una gomitata all’amica, le sussurrò a mala pena un “ciao” e arrossì… Proprio come aveva come predetto Lily.

Amy non riuscì a trattenere un sorriso intenerito nel vedere l’innocenza celata dietro lo sguardo attento di quella ragazza dai capelli castani.

Dopo che Abby fu finalmente liberata dall’abbraccio di Lily, quest’ultima, continuò il suo discorso: - Ultima ma non per importanza è Althea Petros o come preferisco chiamarla io “punk-old-style”. –

La terza ragazza fece una linguaccia all’amica e le strinse la mano di Amy con vigore: i capelli neri esibivano alcune striature blu elettrico, le conferivano un aria accattivante e sbarazzina allo stesso tempo e qualcosa fece intuire ad Amy che, specialmente loro due, sarebbero andate più che d’accordo.

- Posso sapere cosa vi ha spinto a rivolgermi la parola? Credevo di essere stata definitivamente bollata come quella da evitare. C’era scritto così sulla mia porta. – sogghignò tra se e se ricordando la scena a cui aveva assistito quella mattina; i ragazzi del settimo avevano obbligato un primino a scriverle sulla porta la parola “belva” con una bomboletta spray rosso sangue… Si congratulò con il piccolo per il coraggio dimostrato e, dopo qualche ritocco personale, impresse la scritta sulla porta con un incantesimo permanente.

- Ho smesso di ascoltare le stronzate che girano per la nostra torre da tanto tempo… Non mi va proprio di entrare nel club delle ochette di Evangeline. – Althea alzò gli occhi al cielo, estrasse un pacchetto di patatine dalla sua tracolla e continuò il discorso – Se vuoi mantenere un minimo di dignità cerca di starle il più lontano possibile. So per certo che la stupidità è contagiosa da queste parti. -

- Chi è Evangeline? – domandò Amy incuriosita, non capendo a chi si stesse riferendo la ragazza con il ciuffo blu

- È la ragazza più egocentrica e in vista di questa schifosa scuola. – Althea approfittò di un attimo di distrazione di Lily per rubarle un sorso di coca cola e continuò la sua spiegazione, indicando un gruppo a pochi metri da loro – Si è praticamente autoincoronata “regina” della scuola e tutti le danno retta per il semplice fatto che è la concubina fissa di Fray. Praticamente le solite cazzate da telefilm americano… Bleah. –

 

Notando lo sguardo sconvolto di Amy, Lily tentò di convincerla che non tutti a scuola soffrivano del Morbo di AC(azzeramento cerebrale) e citò alcuni degli esempi più lampanti della scuola: - Non prendere tutto ciò che dice Althea per verità assoluta. Come ho già detto c’è gente che riesce a salvarsi dal morbo, gente come Lucas White, che non considera nemmeno per sbaglio le spacconate dei membri della Cricca. –

Quando lo sguardo di Lily fu però intercettato da un ammiccante Lucas, tutto divenne più chiaro agli occhi della rossa, in pratica stava parlando in quel modo per colpa di una strana “deformazione ormonale”.

In ogni caso, che quei due avessero o meno una storia, non le importava…

Fu Abigayle a concludere il discorso dal momento che, entrambe le sue amiche, sembravano troppo prese dai loro pensieri per rispondere alle domande della rossa. Le indicò un altro gruppo, a qualche metro da loro e le spiegò chi altri rientrasse nel club di coloro che non andavano particolarmente d’accordo con la Cricca: – C’è anche Walter Carrow che punta i piedi ogni volta che quelli tentano di prendersela con i più piccoli ma non è un elemento molto raccomandabile… E poi sembra avercela particolarmente con noi Tigri. –

La campanella suonò e alle quattro ragazze della Tigre Bianca non restò che abbandonare il cortile per raggiungere l’aula di Storia della Magia.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Per Tutte le Cavallette! ***


HTML... Fanculo

E' sempre facile essere gentili

con le persone di cui non ci importa nulla.

 (Oscar Wilde)

 


<<  Make Your Choice - Per Tutte le Cavallette! >>

 


 

Il chiacchiericcio degli studenti restò costante fino all’arrivo dell’insegnante. Il professor Green entrò sorridendo, spalancò totalmente le finestre ed annunciò che era da pazzi rinunciare alla brezza di fine estate per una comune lezione di storia dopo di che si accomodò sul bordo della cattedra e avanzò una proposta: - È la prima lezione dell’anno quindi direi di cominciare con qualcosa di “soft”… Che ne dite di un giochetto sulla storia babbana? Per esempio… Lei, signorina Petros, mi sa dire la data del famoso scontro avvenuto a Perl Arbur? –

- Hem… - Althea cercò di temporeggiare, non aveva la minima idea di cosa stesse parlando Green ed aspettò di carpire informazioni da chiunque, quando sentì una data alle sue spalle la prese per buona e la disse ad alta voce – Forse è successo nel 1850… No? –

I figli di babbani presenti scoppiarono in classe insieme al professore che, sorridente come al solito, le spiegò che aveva mancato la data di almeno un centinaio di anni.

- 7 dicembre 1941. - Amy lo disse a bassa voce ma il professore la udì ugualmente e si complimentò con lei dal momento che aveva azzeccato sia il giorno che il mese - Ho studiato per qualche tempo in America: ci sono date che non si possono dimenticare lì. Tipo l’Indipendence Day, il ringraziamento e altre festività di dubbia utilità… – ricordò i tempi in cui, quando era ancora troppo piccola per cominciare il suo allenamento speciale, era stata spedita oltre oceano.

- E se le chiedessi l’anno della caduta del muro di Berlino saprebbe rispondermi? – le riservò un occhiata divertita, conscio del fatto che la rossa non avrebbe avuto alcun problema a rispondere alle sue domande.

- Questa è facile. 1989 signore… Non li guardate i documentari da queste parti? – Amy si accomodò meglio sulla sedia, immaginò che per il resto dell’ora il professore si sarebbe concentrato sulle sue conoscenze, proprio come avevano fatto gli altri insegnanti.

Sul volto di Green si materializzò un sorriso divertito.

Tra se e se fu costretto ad ammettere che quella era la miglior risposta che avesse mai ricevuto all’interno di quelle quattro mura: - Da queste parti preferiamo ancora l’uso dei metodi classici ma apprezzo la sincerità… Chi di voi sa dirmi in quale anno l’Italia Fascista entra in guerra al fianco della Germania? –

 

Una volta terminata l’ultima lezione della mattina, le ragazze decisero di rilassarsi nel cortile più vicino all’aula di storia.

- Quelle piante hanno il fastidioso pregio di attirare sciami interi di api… - spiegò Abby che, per la prima volta in tutta la mattinata, abbandonò la sua espressione timida per sostituirla con una decisamente più infastidita - Mi chiedo cosa abbia spinto tutta questa gentaglia a piazzarsi qui… Se mi distruggono il giardino li faccio secchi sia chiaro. –

Stavano camminando verso una delle panchine quando, per puro caso, Amy si scontrò con un ragazzo dai capelli scuri che non si dimostrò affatto comprensivo nei suoi confronti.

- Guarda dove vai novellina. –

Sul volto della rossa comparve un espressione lievemente sorpresa, tutta quell’accidia prima di pranzo non faceva bene, forse era giunto il momento di spiegare un paio di punti ai suoi nuovi compagni di scuola: - Chiedo venia mister simpatia ma il tuo ego mi ha coperto la visuale.  -

Prima di risponderle a tono il moro gettò un occhiata alle sue spalle, dove stavano i suoi compagni, si stampò sul volto un ghigno carico di superbia e le disse: - Osi anche rispondermi? –

Amy trattenne una risata, posò una mano sul petto del ragazzo e gli sorrise affabile, pregustando l’espressione allibita del suo avversario verbale: - Sei un omuncolo petulante a tutte le ore o ti sei perso i gioielli di famiglia a poker? –

- Non vorrei interrompere questo simpatico scambio di battute pungenti ma prima che il muro venga ricoperto dal sangue di qualcuno vorrei fare le presentazioni ufficiali. - Abby si frappose tra i due, allontanando la rossa dal moro, prima che scoppiasse definitivamente il finimondo - Amy ti presento Walter e viceversa… Lieta di vedere che, come sempre, sai essere fin troppo gentile con i nuovi arrivati della mia casa Carrow. –

I ragazzi scoppiarono a ridere.

- Dopo tutto questo tempo dovresti esserci abituata Tompson. - il moro si avvicinò a Abigayle, le scostò una ciocca dal viso e le diede un bacio sulla guancia che la fece arrossire, poi riportò il suo sguardo sulla nuova arrivata - Al massimo posso accettare qualche critica da parte della nuova arrivata. –

Amy accolse la provocazione, quel ragazzo sapeva giocare bene le sue carte ma lei non era certo da meno: - Mi aspettavo un atteggiamento diverso da colui che si professa “difensore dei più deboli”… Sparare sentenze a zero sul prossimo non è il genere di cose che fa la Cricca? –

- Forse dovrei rivalutare il mio piano d’azione… - il sorriso sul volto si aprì ulteriormente: la nuova arrivata doveva essere molto sicura di se, tanto da ignorare la fama legata al suo nome, apprezzò davvero tutta quella sfacciataggine - Potremmo riparlarne davanti ad un caffè… Che dici? - 

Sul volto di Amy comparve un ghigno divertito, lo superò, tirandogli una debole spallata e disse: - Non contarci troppo Carrow. –  

 

Durante l’ora di pranzo Amy conobbe altri ragazzi appartenenti alla Tigre Bianca: Ian Williamson, Drew Kobe e Riley Jhonson. Dopo cinque minuti di disagio, passati nel silenzio più totale, furono proprio i ragazzi a dimostrare una curiosità smodata nei suoi confronti: la riempirono di domande per più di un ora.

Fu un impresa per Althea convincerli che forse era meglio trascorrere il pomeriggio in spiaggia anziché rimanere lì al chiuso: iniziava a non sopportare più l’odore di broccoli della mensa e le continue occhiate incuriosite delle ragazze sedute al tavolo accanto… Dopo cena Amy propose agli altri un “tour” privato nel suo appartamento: bastarono la parola “idromassaggio” e “x-box” a convincerli.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Trascorse un mese da quel giorno.

I primi tempi alla HGS furono un dramma per Amy.

I compiti si accumulavano. Le missioni per i Sigma “piovevano” a pacchi.

Era stata presa di mira da Evangeline Brown, la “reginetta”

della HGS, che l’aveva ufficialmente nominata sua vittima preferita;

Ryan assisteva alle loro frecciatine senza intervenire, limitandosi a qualche sorriso

 di tanto in tanto, senza schierarsi dalla parte di nessuno.

 Carrow si dimostrò più simpatico di quanto avesse immaginato: n

onostante provasse una sincera avversione per la Cricca,

fu costretto ad ammettere che non tutte le Tigri Bianche seguivano i dettami imposti dai “finti-reali”.

Lucas Withe mostrò in più di un occasione il suo interesse nei

confronti di Lily che, pur trovando quella situazione decisamente intrigante, tentò di ignorare le sue attenzioni.

I voti dei primi compiti in classe erano stati restituiti e nonostante la sua media fosse più che dignitosa

iniziava davvero a capire la voglia di vacanze dei suoi amici.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Holy Grail School – Sala Mensa

 

- Quante volte ancora mi toccherà ripetervelo? Dobbiamo prepararci per i G.U.F.O. e non potete assolutamente iniziare l’anno con delle insufficienze! -  Lily scoccò scoccando un occhiata di rimprovero a Drew, era un chiaro riferimento ai suoi mancati successi scolastici ma il ragazzo non sembrò preoccuparsene, ignorò la sua invettiva e continuò a sfogliare la sua copia del “Fattucchiere”. 

Amy scoppiò a ridere sentendola parlare in quel modo.

- Mi ricordi molto una mia amica inglese. – sentì lo sguardo curiosi degli altri puntarsi su di lei, rivolse un sorriso divertito a Lily e continuò il suo discorso – Anche lei ama ripetere che “uno studio continuo è la chiava per il successo scolastico”. –

Amy ignorò i musi lunghi dei suoi amici e tornò a concentrarsi sulla sua copia dell’ Informatore, il giornale più famoso della Russia magica, dove lesse un articolo sull’ennesimo attacco dei licantropi: stavolta avevano attaccato la periferia nord di Anapa.

- Quei bastardi… Se la prendono sempre con i babbani! aveva sbattuto la tazza del suo caffè con poca grazia sul tavolo, per di più parlando in russo, attirando definitivamente l’attenzione dei suoi amici su di se – C'era un insetto... Dicevo che Hermione, per quanto possa essere totalmente assuefatta dai libri, sa dare ottimi consigli. Fossi in voi darei retta a Lily e proverei quantomeno a strappare la sufficienza in ogni materia. –

Ad Althea si illuminarono gli occhi, scansò la sua colazione e guardò intensamente la rossa: - Hermione… Granger? L’amica di Potter? – , quando ottenne un cenno positivo dalla rossa cominciò ad urlare in preda alla gioia.

- La nostra Althea ha una venerazione praticamente assoluta per quella donna. – le spiegò Drew; il ragazzo rise a gran voce notando Lily e Abby che, disperate, cercavano di calmare Althea senza ottenere risultati - Ora che le hai detto di conoscerla sono sicuro che rimpiangerai l’interrogatorio che ti abbiamo fatto noi tre all’inizio... Sarà anche peggio. –

 

Amy spiegò ad Althea che, purtroppo, non sapeva molto sul conto di Hermione: erano trascorsi mesi dal loro ultimo incontro. A parte qualche dettaglio in più sulla battaglia di Hogwarts e sul fatto che avesse rinunciato ad uno stage al Ministero della Magia inglese per continuare gli studi, non aveva molto altro da raccontare: – L’ultima volta che ci siamo viste era molto occupata a cercare i suoi genitori… Se non sbaglio li ha trovati qui in Australia qualche mese fa. Ho passato quasi un anno in Inghilterra ma devo ammettere di aver trascorso molto più tempo con Harry e Draco. –

- Aspetta. – Riley la interruppe, rischiò di strozzarsi con il suo stesso toast imburrato, le rivolse uno sguardo sorpreso – Hai appena chiamato Harry Potter solo… Harry?! –

- C’è una nuova legge che mi impone di non usare il suo nome? – notando l’espressione sconcertata appena comparsa sui volti dei suoi amici Amy scoppiò a ridere – Vorrei avere una macchina fotografica solo per immortalare le vostre facce! –

Nella mensa non volava una mosca e tutti gli studenti della scuola avevano puntato lo sguardo nella loro direzione. Amy si avvicinò a Riley, seduto alla sua destra e gli chiese: – Perché ci guardano tutti? –

Il ragazzo indicò un punto alle sue spalle, senza perdere la sua espressione sorpresa e soprattutto senza dire una parola.

Gli rivolse un occhiata confusa ma puntò il suo sguardo nella direzione indicatagli dall’amico.

Alle sue spalle c’era un ragazzo, inginocchiato e con le braccia incrociate lungo lo schienale della sua sedia. Le rivolse uno sguardo divertito e disse: - Non mi sentivo chiamare “solo Harry” da più di otto anni... Ma da te potrei anche accettarlo Halliwell. –

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** New Queen ***


HTML... Fanculo

Tra due mali,

scelgo sempre quello che non ho mai provato prima. 
(Mae West)

 


<<  Make Your Choice -  New Queen >>

 


 

Restò di stucco nel ritrovarsi faccia a faccia con quel paio di occhi verdi accompagnati dalla solita massa incasinata di capelli scuri.

Con un misto di rabbia e gioia si alzò in piedi, puntandogli un dito sul petto con fare accusatorio: - Per Morgana e Circe Potter! Che diavolo ci fai in questo emisfero del pianeta!? –

Il moro scoppiò a ridere con gusto pensando al fatto che, quella piccola furia dai capelli rossi, aveva reagito esattamente nel modo che si era aspettato: - Ti preferisco in modalità spensierata sai? Quel “solo Harry” di prima era sicuramente più amichevole. –

Amy ammise con se stessa di essere rimasta totalmente sorpresa dalla presenza di Harry alla HGS… Le sarebbero serviti almeno un paio di minuti per metabolizzare la notizia: erano pur sempre le otto del mattino!

Lo guardò negli occhi senza togliersi dal volto un’espressione severa, ignorò le occhiate allibite dei suoi compagni di scuola e gli disse: - Devo prendere a calci il tuo delizioso fondoschiena o ti decidi a rispondere alla mia domanda? –

Dopo sei mesi, trascorsi al fianco di Amy all’accademia per auror, Harry si ritenne sufficientemente preparato ad affrontare la sua sfuriata. Si limitò a sorriderle e a scompigliarle la frangia con fare fraterno: - Devo prendere a calci il TUO delizioso fondoschiena per farmi salutare decentemente? –

Amy ignorò la frecciata del moro e si riaccomodò al suo posto: - Ti presenti qui senza uno straccio di preavviso e pretendi che ti saluti con un sorriso e una pacca sulle spalle? –

Harry annuì appena, sperò nella “clemenza” della rossa.

Al fianco della rossa c’era Riley che, in quel momento, si sentì lo spettatore accanito di una sitcom televisiva di cui Amy e Harry erano i protagonisti.

La rossa sbuffò infastidita e tornò a sorseggiare il suo caffè; non riuscì a credere che ciò che stava vivendo in quel preciso istante corrispondeva alla realtà: - Non ci contare troppo… Lo zio Voldie deve averti rincoglionito più di quanto pensassi. –

- In questo momento ho un’irrefrenabile voglia di prenderti a pugni sai? –Harry la abbracciò da dietro e le scoccò un rumoroso bacio sulla guancia che fece sgranare gli occhi al resto dei ragazzi seduti a quel tavolo.

Harry si accorse che, continuando di quel passo, non sarebbe mai riuscito ad ottenere una risposta decente da Amy quindi cominciò a spiegarle la situazione: fino al giorno prima nemmeno lui era al corrente del fatto che sarebbero stati trasferiti in un altro continente. Il responsabile dell’accademia per Auror aveva informato lui e altri suoi compagni che se voleva diventare a tutti gli effetti Auror abilitati, dovevano prima conseguire i loro M.A.G.O. , possibilmente lontano dall’Inghilterra dove gli sarebbe stato impossibile ottenere delle valutazioni imparziali visti i cognomi che portavano

- Avremo delle nuove facce famose tra noi. Sai che novità. Quindi… – fece mente locale per ricordarsi l’ultimo esame che aveva dato in Inghilterra, soltanto otto reclute su ventitré avevano superato quella sessione e, a parte i volti di qualcuno, non riuscì a ricordarne in nomi – Tutti quelli che sono passati alla selezione di maggio sono stati spediti qui? -

 

- Hai finito di berciare Potter? – fu Draco Malfoy a interromperli. Un concentrato di rotture di scatole in un metro e ottantacinque di statura, condito da capelli biondissimi e occhi grigi… insomma una gran bella scocciatura!

- Guarda un po’ chi si rivede. - Amy ghignò in direzione dell’ex serpeverde, a giudicare dal suo sguardo sorpreso, non si era accorto del fatto che Harry stesse parlando proprio con lei – Speravo di non vederti più dopo il nostro ultimo duello e invece sei di nuovo qui Malfoy. –

Sul volto del biondo era comparso un sorriso divertito. Draco pensò a quanto fosse felice di poter contare sul sarcasmo della Halliwell. Non ne poteva più di fare discorsi “filo-grifondoro”…

- Che Merlino mi fulmini se quella nana rossa non è Amy Halliwell. – si avvicinò al suo tavolo e, dopo aver liquidato con un’occhiata priva d’interesse gli altri ragazzi seduti al suo tavolo, tornò a rivolgersi a lei – Che ci fai a questo tavolo? Non mi sembra gente al tuo livello. –

Amy alzò gli occhi al cielo. Draco non era cambiato di una virgola e come sempre si era dimostrato un portatore sano di “grane fastidiose”, notò lo sguardo di fuoco che Drew rivolse al biondo e cercò di ridurre al minimo l’attrito: - Questa è vecchia Malfoy… Non rinnovi mai il repertorio? Adesso abbiamo lezione ma se volete, possiamo incontrarci dopo. –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Quella mattina Aslan Piket, non che professore di pozioni, aveva deciso di valutare la preparazione dei suoi studenti con una verifica a sorpresa sulle pozioni anfibie… L’insegnante aveva dimostrato sin dal primo giorno quanto adorasse mettere alla prova Amy: non passava lezione senza che le fosse assegnato qualche compito extra per punizione.

Amy si sentì particolarmente messa alla prova quel giorno: nella sua verifica c'erano ben due schede da completare.

In una comparvero le domande a cui dovevano rispondere tutti quanti mentre nell’altra c’era una piccola sorpresa che il professore aveva preparato apposta per lei: “spiega l’uso della radice di mandragola in almeno cinque pozioni. Spiega gli effetti, la preparazione e il tempo di maturazione delle stesse”…

- Amy… è la A o la C? – al suo fianco Althea la stava praticamente pregando in ginocchio di passarle la verifica che avevano in comune.

- Se mi becca ti uccido… È la A ma abbassa la voce Abby! – la rossa si guardò intorno senza perdere di vista il professore che, del tutto incurante dei bigliettini che si stavano scambiando il resto dei suoi compagni, le rivolgeva di tanto in tanto qualche occhiata severa.

Amy consegnò il suo compito, sicura delle risposte che aveva dato, con più di dieci minuti di anticipo ed attese che Piket, come era solito fare, lo correggesse davanti ai suoi occhi.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

La lezione di trasfigurazione fu molto divertente: il professor Alec Dumas introdusse gli incantesimi di trasfigurazione parziale e gli studenti del quinto anno trascorsero le successive due ore a trasfigurarsi a vicenda.

Per tutta l’ora di pranzo Amy restò apatica e non partecipò ai discorsi degli alti che, straniti dal suo mutismo, le domandarono cosa avesse. C’era un dubbio che le ronzava in testa da un po’ ma solo il giorno prima aveva avuto le prove del “misfatto”: – Credo ci sia qualcuno che si diverte a frugare tra le mie cose. Mi sono sparite delle foto e non trovo neanche i miei rullini delle vacanze ai Caraibi. -

Gli altri le ricordarono che i suoi scontri con Evangeline stavano diventando una cosa seria: magari la bionda aveva semplicemente intenzione di “scagliare la prima pietra”.

Riley arrivò con il fiatone al loro tavolo, borbottando qualcosa su un foglio appeso in bacheca e altre parole che nessuno comprese. Ian gli diede un bicchiere d’acqua per farlo riprendere: - Ti sei dato all’agonismo e non ci dici nulla? Te l’ho detto, non hai il fisico per queste cose. –

Riley lo mandò a quel paese e parlò agli altri di uno strano volantino comparso in bacheca: - Non ci credereste mai… Non ho mai visto tutta quella gente in fila per un foglio di carta! –

La prima ad avventurarsi oltre quel mare di folla, che contro ogni loro previsione occupava interamente la parete della bacheca, fu Althea che non si trattenne certo dallo spintonare/insultare chiunque si frapponesse tra lei e il suo obiettivo cartaceo. Quando “riemerse” a stento dalla folla, non riuscì a trattenere le risate.

Amy, stufa di aspettare, decise di verificare in prima persona cosa ci fosse di così interessante.

Iniziò a spingere gli ultimi arrivati ma non ottenne risultati quindi preferì una via alternativa: s’inginocchiò e attraversò la folla passando semplicemente tra le gambe di quelli che la precedevano fino a quando non raggiunse la bacheca, si alzò in piedi e cercò la fonte di tutto quel chiasso.

Dal principio trovò soltanto vecchi annunci su scope in vendita ma poi lo vide: era una semplice pergamena, su cui compariva la scritta “Per la VERA regina della HG” seguito da una frase “Anche tu ti sei stufato delle manie di protagonismo di EVA-LA-STREGA? Ti offriamo l’opportunità di scegliere qualcuno di migliore e di più autentico. Entra anche tu nel fan club di Amy Halliwell!”.

La cosa peggiore era l’infinita lista di nomi che dimostrava in quanti fossero d’accordo con quella stramba iniziativa… Dal canto suo Amy non aveva idea di come prendere la notizia e si ripeté mentalmente di mantenere la calma.

Si voltò pronta a spintonare chiunque si frapponesse tra lei e la libertà ma, contro ogni sua aspettativa, la folla si era fatta da parte per farla allontanare.

Ringraziò gentilmente i presenti e si allontanò.

Cercò di mantenere la calma e ostentò un’espressione rilassata che, ne era certa, non le apparteneva per niente in quel momento. Afferrò Riley per il colletto e se lo portò a pochi centimetri dal viso: - Chi cazzo ha attaccato quel foglio!? –

Mantenere sempre la calma… Come no.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Nascosto ***


HTML... Fanculo

Il cattivo umore è l'evadere dalla realtà;

il buon umore è l'accettarla.
(Malcolm Muggeridge)

 


<<  Make Your Choice -  Nascosto >>

 


 

Riley si limitò a fissarla senza fiatare.

Sapeva fin troppo bene che ogni sua parola non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione: Amy, in quel momento, sembrava una bomba alla glicerina pronta a scoppiare al minimo urto.

La rossa mollò la presa sulla sua camicia, si passò stancamente una mano sul viso e cercò di controllare il nervosismo che l’aveva invasa nel giro di pochi secondi: - Sigaretta, ho decisamente bisogno di una sigaretta per schiarirmi le idee. –

Abby frugò nella sua tracolla e, senza avvicinarsi di un passo, le lanciò pacchetto ed accendino… Faceva quasi paura in quello stato. 

Carrow sentì la notizia del misterioso volantino quasi per caso: di ritorno da un allenamento a quiddich, aveva sentito due ragazze del quarto anno parlarne. Come altri prima di lui era pronto a sfidare la folla per capire come avesse fatto un banale pezzo di carta ad attirare l’attenzione di tutta la scuola.

Non si avvicinò nemmeno al muro incriminato: la sua attenzione era stata totalmente attirata dalla Halliwell che, incavolata nera, gettava occhiatacce a chiunque le rivolgesse uno sguardo.

Si avvicinò al resto degli amici della rossa e domandò ad Althea cosa fosse capitato alla rossa: non l’aveva mai vista così nervosa.

La ragazza dai capelli blu gli spiegò la storia del volantino incriminato, omise volontariamente la parte in cui lei e Riley erano praticamente scoppiati a ridere davanti ad Amy, terminò il suo discorso spiegando al moro ciò che quella reazione poteva voler dire secondo lei: - È evidente che la storia non le piace… Guardala: è praticamente sul piede di guerra e non fa altro che guardare male chiunque le passi accanto. –

Dopo la spiegazione della ragazza Walter, se possibile,  si ritrovò ancora più confuso: - Forse sono io ma non mi è chiaro il problema… Cos’è che le da tanto fastidio? –

Fu proprio in quel momento che Amy abbandonò il suo stato di “trance-aggressiva” per spiegare, finalmente, cosa non le piacesse di tutta quella situazione: - Sono stata paragonata ad un’ochetta sculettante nota per la sua qualità di “scarica sperma scolastico”. – lanciò uno sguardo omicida ad Evangeline e Ryan, seduti insieme al resto della loro combriccola sotto al SUO salice, prima di riprendere il discorso – Forse a questa manica di sfigati non è chiaro il concetto che io ho già i cazzi miei a cui pensare e che questa pagliacciata potevano benissimo risparmiarsela. Siamo seri, ti sembro interessata a questo genere di stronzate? – ; dopo lo sfogo recuperò la sua tracolla dalle mani di Abby, annunciò al resto dei presenti che necessitava di un bagno rilassante e se ne andò, ignorando le occhiate incuriosite e confuse del resto dei presenti.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Sotto il salice – la Cricca

 

- Avete letto anche voi quel volantino sulla Halliwell? – la voce nasale di Katia Ilovich destò dal dormiveglia più di un membro della Cricca che, approfittando della frescura offerta dall’albero, si stava concedendo un po’ di riposo dopo la stressante mattinata scolastica.

Kurt Rivers scoppiò a ridere, riservò alla compagna un occhiata divertita e replicò alle sue preoccupazioni con un commento sarcastico: - Ti facevo più intelligente Katia… Non starai pensando anche tu che quella nanerottola possa cambiare le cose qui dentro, vero? –

La Ilovich tirò in testa al ragazzo il libro che aveva tra le mani e replicò immediatamente: - Certo che no ma sono sicura che nessuno di voi ha letto in quanti hanno già firmato quello stupido foglietto. Siamo già a quota quattrocento e la voce si è sparsa soltanto mezz’ora fa! –

- Io non mi preoccupo. – fu questo il commento di Fray che, quando ancora non era diventato un “fenomeno mediatico”, era stato tra i primi a leggere il contenuto di quella pergamena.

Evangeline, come sempre del resto, era d’accordo con le parole del principe e non capiva tutta quella preoccupazione: - È già successo che tentassero di sfidarmi. In quante ci sono riuscite? –

Jenna Price, l’eterna migliore amica di Eva, era ovviamente d’accordo con lei e le diede man forte: - Ha ragione Eva. Sapete bene che nessuno è mai riuscita a “spodestarla”. State campando castelli per aria e sono tutte paranoie inutili tra l’altro! -

- Stavolta è diverso. – fu Arcan a centrare il punto della situazione – Tutte quelle che hai fatto scappare erano indipendenti, non avevano l’appoggio dei nostri compagni di scuola ed è per questo hanno fallito. – e le lanciò un occhiata abbastanza eloquente.

Poi fu Joshua ad esporre i suoi pensieri: - Con la Halliwell è tutto diverso. Se l’hanno scelta è perché sanno che può tenerti testa. – e persino Kurt fu costretto ad ammettere che non avevano tutti i torti.

- Da quando in qua una bimba del quinto anno può tenermi testa? – sbottò la bionda, liquidando le parole dei compagni, con un gesto stizzito della mano mentre replicava - E poi mi sembrava di aver capito che avevamo qualcosa da poter usare contro di lei. Che fine hanno fatto quelle foto? –

- Sei seriamente convinta che un paio di foto basteranno a sistemarla? Devo essere io a ricordati come ha conciato i suoi compagni di classe dopo quello che le hanno fatto la prima settimana di scuola? – ancora una volta fu Ryan ad intervenire, bloccò l’eccesso di boria della sua eterna concubina rivolgendole un occhiata severa e continuò il suo discorso – Non mi sembra proprio il tipo che si fa fermare da queste bambinate. –

Evangeline rispose che stavano ugualmente parlando di una bambina, insolente e fastidiosa tra l’altro, che ancora non aveva capito come sopravvivere nella LORO scuola.

Ryan, esasperato da quel discorso che secondo lui era durato anche troppo, decise di porvi fine: - Quindi vuoi usare le foto? Bene, vedremo come si comporterà ma fino a quel momento non facciamoci ulteriori paranoie ok? -

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Ufficio della Preside – Colloqui con gli aspiranti Auror

 

- Dunque è deciso, frequenterete le lezioni con i normali studenti della scuola e verrete smistati nelle quatto torri. Dalle nostre parti usiamo un incantesimo che svolge lo stesso compito del vostro cappello parlante e non permette di farvi imbrogliare… Vero signor Potter? – la Hamilton scoccò ad Harry un occhiata divertita ma eloquente che lo fece arrossire proprio sotto lo sguardo confuso di Draco - Bene… Direi che possiamo procedere con l’incantesimo. –

La preside pronunciò l’incantesimo e il tipico alone verde di quella formula investì i ragazzi: come era successo un mese prima, gli animali simbolo delle quattro torri comparvero sopra le loro teste e smistarono i nuovi arrivati.

La casa di Lupo Grigio accolse tra i suoi membri Harry Potter e i gemelli O’Connor, Lucas e Marika; alle Pantere Nere si unirono Nicole Verve e Vania Montreal mentre Draco Malfoy fu l’unico acquisto delle Tigri Bianche… Non che qualcuno ne fosse rimasto sorpreso vista la precedente casa del biondo ad Hogwarts.

- Direi che abbiamo concluso… Una volta usciti da qui alcuni dei nostri insegnanti vi scorteranno nei vostri nuovi alloggi. – sorrise affabile ai ragazzi e lì congedò, notando la curiosità nei loro sguardi, eppure i suoi compiti non si erano ancora conclusi - Potter e Malfoy, vorrei scambiare due parole con voi, intanto i vostri compagni possono andare. –

Una volta rimasti soli la preside si premurò di offrire ai due una tazza di the, che entrambi accettarono di buon grado, poi cominciò il suo discorso: – Ho sentito molte voci sul vostro conto. Non nego che la rivalità possa essere un tocca sana alla vostra età ma non voglio vedere niente di simile nella mia scuola. Se così non sarà, farò in modo di trasformare la vostra permanenza qui nella peggiore esperienza della vostra vita… Sono stata abbastanza chiara? –

Il fatto che per tutto il discorso avesse mantenuto un sorriso gentile sulle labbra non fece altro che terrorizzare ulteriormente i due ragazzi.

I casi erano due: o la Hamilton era affetta dalla sindrome di Dr. Jekyll e Mr. Hyde oppure potevano tranquillamente candidarla per i prossimi Oscar come miglior attrice… In ogni caso entrambi capirono che non era un bene sfidare quella donna e si limitarono ad annuire.

- Mi serviva proprio una chiacchierata con voi due! Vi auguro una buona permanenza alla Holy Grail School signori… Potete andare. – ma prima ancora che potesse concludere la frase, vide i due scattare in piedi e sparire oltre la porta con una velocità di una Firebolt – Beati giovani: sono sempre così pieni di energie! –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Concilio dei Maghi – Russia

 

La voce di Patrik Andersen risultò essere un’eco dei suoi anni migliori tra le forze segrete dell’associazione. Il tono formale, il volto impassibile e la divisa ornata di medaglie erano forse le ultime tracce rimaste del suo glorioso passato: - Abbiamo controllato i vostri rapporti dell’ultimo mese. È risultato che l’attività dei notturni sul suolo australiano è cresciuta del dodici percento da quando siete arrivati. –

- Com’è possibile? – domandò Daniel sentendo quelle parole come un’accusa al loro operato in terra straniera. Come potevano essere loro la causa di quei problemi?

Malika Hoppelbound era l’opposto del generale Andersen, guardò i ragazzi allineati di fronte a lei e non si trattenne dal fare una battuta: - Sembrerebbe che vi seguano… È un po’ strano non credete? – gettò un occhiata alle carte che le stavano di fronte e, come se si fosse ricordata solo in quel momento di un dettaglio importantissimo, proseguì con la sua “indagine” - È possibile che tutto questo via vai di notturni sia provocato dalla presenza della piccola fiamma, o meglio, Amelia in Australia? –

I Sigma erano confusi: si trattava di una domanda diretta ma non capivano proprio di chi stesse parlando la Hoppelbound.

Notando che quel silenzio stava decisamente irritando Karen Blixen, altro membro del consiglio noto per la sua poca pazienza, Liam si fece aventi e domandò chi fosse questa “Amelia” di cui stesse parlando.

- È il nome completo di Amy. Amelia Fenora Halliwell. – fu Nerida a rispondere a quella domanda e non riuscì a trattenere un affermazione sdegnata nel comprendere che nessuno dei Sigma conoscesse il nome completo della rossa – La conoscete da sette anni e nessuno di voi si è preso la briga di chiederle il suo nome completo?! – 

Ma la spiegazione a quell’interrogativo arrivò da un altro membro del consiglio, Aaron Shuster, che si prese la briga di intervenire per sedare la collega: - È normale che non sappiano nulla… Su tutti gli elenchi in cui compare ha sempre insistito per potersi firmare come Amy Halliwell. Persino all’iscrizione a scuola ha preteso di essere segnata come tale e io non gliel’ho certo impedito. –

Erin aveva borbottato che anche lei avrebbe preteso tale cambiamento visto il nome orribile che avevano scelto i genitori della loro amica.

- Comunque non è questo il problema fondamentale. – fu Donna Rael ad interrompere quel discorso, avevano altro di cui discutere in quella riunione e il nome di uno dei membri della squadra non rientrava certo tra i punti da affrontare - Se c’è davvero la possibilità che l’attività dei notturni sia legata alla sua presenza siamo nei guai… Questo vorrebbe dire raddoppiare le forze sul campo. –

 

Stavolta fu Declan a replicare, la piega che stava prendendo quel discorso non gli piaceva per niente e men che meno gli piacevano le insinuazioni dei consiglieri: - Da quando è in squadra ha ucciso più notturni ostili lei di tutti noi messi insieme… La state accusando di qualcosa o è soltanto una mia impressione? –

La voce di Damastair, uno degli ultimi elfi liberi rimasti in contatto con gli umani e maestro di Amy, riecheggiò tra le spoglie mura della sala: - Non gliel’hai ancora detto Nerida? –

Nerida sospirò affranta, quel rimprovero era valso come mille pugnalate alla schiena per la maestra di spade dell’accademia per i giovani, e rispose con rammarico a quell’accusa: - Non ne ho mai avuto l’occasione… Lei me l’ha sempre impedito. –

Declan e Carter parlarono allo stesso momento, come se si fossero letti la mente, e pronunciarono la stessa domanda: - Cosa, esattamente, non ci è stato detto? –

Aaron sospirò affranto, forse avevano fatto male ad introdurre quella notizia… L’equilibrio del gruppo, probabilmente, non sarebbe stato più lo stesso dopo. Damastair si alzò dalla sua poltrona e si posizionò di fronte ai Sigma, troneggiando sulle loro figure, dall’alto dei suoi due metri di statura: - È di vitale importanza che facciate un giuramento prima di uscire da questa stanza. Questa informazione è di livello A, praticamente nessuno al di fuori del consiglio ne è a conoscenza, quindi dovrete stare attenti a ciò che direte una volta usciti da qui. – guardò negli occhi i ragazzi, scorgendo nei loro sguardi il dubbio e la paura che si insinuavano ogni secondo di più nelle loro giovani menti.

Clarissa, stufa di quel silenzio carico di nervosismo, fece un passo avanti e fronteggiò il capo del consiglio: - Io parlo a nome mio ma non credo di essere la sola a pensare che ci state spaventando. Cosa sapete che noi ignoriamo? Tagliamo la testa al toro e dateci questa notizia. -

L’elfo ridacchiò, apprezzò il fegato della ragazza che fino a quel momento era stata la sola a non distogliere lo sguardo dai suoi occhi ma non la elogiò affatto per questo, anzi: - Non essere così frettolosa Clarissa Night. Questa non è una notizia piacevole per nessuno e una volta appresa questa informazione pretendo che il vostro atteggiamento nei confronti di Amy non subisca alcun mutamento. Nella maniera più assoluta. È dalla nascita che sta pagando il prezzo di una cosa che non ha potuto scegliere. Siete davvero pronti a sopportare sulle vostre spalle il peso di una responsabilità simile? –

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Caffeina ***


Quando siete pronti per una cosa,

l'opportunità di utilizzarla si presenta da sé.

(Edgar Cayce )

 

<< Make Your Choice - Caffeina >>

 

Holy Grail School – Torre Nord

 

- Credo di averle detto tutto signor Malfoy… Se ha domande sulla posizione delle aule, sugli orari della biblioteca o dei campi da gioco i suoi compagni sapranno risponderle in maniera più esaustiva di me. –

Aslan Piket, insegnante di pozioni e capo della torre Nord aveva appena scortato il biondo alla torre spiegandogli in che modo vi si accedeva: al contrario di Hogwarts, dove ogni mese c’era una parola d’ordine da memorizzare, per accedere alle sale comuni si usava un incantesimo di riconoscimento che a contatto con uno speciale pannello spalancava i portoni delle torri.

- La tua stanza è la trecentosettantadue… E vedi di non combinare strani scherzi al tuo piano sono stato chiaro? – le parole del professore volevano essere un avvertimento ma il biondo non capì a cosa si stesse riferendo - Due porte dopo la tua c’è la stanza della Halliwell, ho visto che vi conoscete ma ancora non ho inquadrato bene la vostra situazione quindi sappi che vi tengo d’occhio. –

Ci mancò poco che il biondo scoppiasse a ridere…

La Halliwell?

Certo, come no.

- Non deve preoccuparsi professore. Non siamo due amici di vecchia data, anzi… Potrei quasi dire che tra me e lei c’è lo stesso rapporto che ho con Harry Potter signore. – rispose all’insegnante, osservando con curiosità il nuovo ambiente, senza però nascondere la sua espressione dubbiosa… Cosa aveva fatto credere a Piket che tra lei e la rossa ci fosse qualcosa?

Stavolta fu Piket a ridere… Non gli mancavano proprio i tempi della scuola!

- Per ora ti credo Malfoy ma ti tengo d’occhio… Ora, ho duecento test da correggere per domani e credo di averti già rotto abbastanza le scatole. – si allontanò verso il portone ma prima di uscire si voltò un ultima volta verso il biondo - La tua classe ha lezione con me alla prima ora, vedi di essere puntuale, non mi piacciono i ritardatari. -

- Lo terrò a mente. – borbottò quello, una volta che la figura dell’uomo era scomparsa dietro al portone, prima di lanciarsi su uno dei divanetti presenti nell’enorme sala – Che strazio… Non bastavano Potter e gli amici dell’allegra compagnia, ci dovevano pure essere una preside psicopatica ed un professore visionario qui dentro! –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

America – Periferia Nord di Manhattan, Bronx

 

Amy aveva lasciato la scuola senza dire niente a nessuno: se qualcuno l’avesse cercata in camera sua, un incantesimo che aveva fatto alla maniglia della porta avrebbe riportato alla memoria di questo “qualcuno” un impegno improrogabile e da svolgersi assolutamente dalla parte opposta della scuola… Difficilmente qualcuno avrebbe varcato la porta della sua camera quella sera!

Si trovava di fronte ad una vecchia villa, le pareti esterne erano coperte dai graffiti delle numerose bande del quartiere e come sempre Amy, senza farsi troppi problemi su dove si trovasse, decise di addentrarsi all’interno dell’edificio.

 

- Noto con piacere che hai deciso di mostrarti al pubblico… Non dovresti essere, che so io, in mezzo ai canguri? – a parlare era stato un ragazzo sulla ventina, portava un taglio di capelli “militare” ed aveva una cicatrice all’altezza della tempia che terminava sotto al mento.

- E tu Nate? – disse lei appoggiandosi al cofano di una macchina su cui era rappresentata una fenice stilizzata – Dove hai lasciato la tua tutina arancione da detenuto? L’ultima volta che ti ho visto ne portavi una che ti stava davvero bene. –

Il ragazzo ridacchiò appena prima di avvicinarsi alla rossa: - Sono uscito su cauzione, non che ci sia voluto molto… L’ultima volta che sei stata qui Daniel ha detto che era troppo pericoloso per te. Hai deciso di disubbidire al tuo amato cuginetto? – dal suo metro e ottanta di statura, si poteva dire che la sovrastava di almeno una trentina di centimetri ma ne l’uno ne l’altra sembravano più farci caso da tempo.

Lei scoppiò a ridere e gli domandò se ricordasse una sola occasione in cui aveva davvero ascoltato quello che diceva suo cugino e la risposta del ragazzo non tardò ad arrivare: - Che io ricordi non è mai successo… Quindi non è questo il giorno in cui comincerai a farlo giusto? –

Parlarono del più e del meno fino a quando Amy chiese a Nate se avesse qualcosa da farle fare… Non sarebbe rientrata alla Holy Grail prima delle otto e doveva pur impegnarsi in qualcosa!

 - Che domande fai, sai che abbiamo sempre qualcosa da fare qui dentro… Vieni, questa l’ho tenuta apposta per te. – e la condusse in un’altra stanza dove, sotto ad un enorme lenzuolo bianco, si trovava una Audi R8.

 

- Non ne avevi mai vista una così da vicino, vero? – le chiese lui, accendendo le luci, notando con quando interesse la ragazza stesse esaminando la macchina.

- Se la pensi così ti sbagli di grosso. Mi è capitato spesso di guidarne una ma non sono una patita delle Audi quindi ho lasciato perdere l’acquisto. - disse lei mentre si avvicinava al cofano della macchina prima di voltarsi verso il moro – Perché me lo chiedi? –

Nate scrollò le spalle e le disse che la sua era semplice curiosità: - Quindi sono vere tutte le voci che circolano sul tuo conto? – ed attese con impazienza una risposta dalla rossa che però, ghignando tra se e se, lo liquidò con un banalissimo “forse” che lo confuse ancora di più… Tuttavia, in quel momento, avevano entrambi altro a cui pensare: - Credi di poterla sistemare? -

Amy spostò lo sguardo, dal magnifico cilindro del motore al ragazzo, che continuava ad osservarla con attenzione mentre metteva le mani un po’ dappertutto in cerca del problema.

– Credo di poterla finire entro stasera. - ed iniziò a frugare nella cassetta degli attrezzi in cerca di una torcia con cui poter illuminare meglio le parti interne del motore - Ora dovresti andare, no? Ti ho visto parecchio indaffarato di là. E poi qui ho tutto quello che mi serve. -

- Va bene… - rispose lui avviandosi verso la porta – Ti mando uno dei miei per darti una mano. – ed uscì, lasciando la ragazza da sola con la macchina.

Si voltò chiudendo il cofano: se quella macchina aveva un problema sicuramente non era colpa del motore.

 

Poco dopo un ragazzo sui vent’anni si fermò a pochi passi da lei e si presentò: - Hei… Ciao, io sono Tyler. Nate ha detto che ti devo aiutare a sistemare questo gioiellino. – e si infilò le mani in tasca, in attesa di sentire cosa voleva sapere da lui la ragazza che Nate gli aveva presentato come “la Volpe di Manhattan”…

Se era la stessa ragazza di cui parlavano ultimamente era davvero fortunato anche solo a trovarsi nella sua stessa stanza!

Amy non perse tempo in ulteriori chiacchiere e cominciò subito a parlare di “lavoro” con il moro: - Allora Tyler, puoi darmi con precisione i danni di questa? Ho dato un occhiata al motore ma non mi sembra avere problemi di quel tipo quindi… Sono nelle tue mani: dimmi tutto quello che sai! –

- Certo. – e prontamente, il ragazzo, fece il giro dell’auto - Come prima cosa, le sospensioni sono saltate. – e mentre parlava, l’auto fu sollevata verso l’alto, permettendo alla rossa una visione migliore del danno.

Con la torcia riuscì ad individuare praticamente subito la rottura della molla secondaria: - Ecco qua… Dimmi una cosa, stavate scappando e non avete visto i dossi o avete pensato bene di darvi al fuori strada? –

Tyler ridacchiò per le parole della rossa ma non diede una risposta certa  a quella “mezza domanda” prima di riprendere la sua spiegazione: - Non ne siamo sicuri ma crediamo che ci sia il condotto terziario intasato. Potrebbe essere sabbia? –

- Non credo, macchine così sono abituate a sopportare certa rena… Anche se visto come sono conciate le sospensioni non sono più sicura di nulla. – e cercò qualcosa tra gli attrezzi che le potesse servire a sostituire il pezzo… Afferrò chiave inglese e cacciavite da un cassetto ed insieme al ragazzo smontò la ruota.


- Potesti accendere qualche altra luce? Non vedo niente qui sotto. – gli chiese Amy, stesa sopra una tavola di legno con le ruote, mentre allentava qualche bullone… Tyler cliccò sugli interruttori fulmineo e gli sfuggì una risata nel notare che lei aveva il viso sporco di grasso.

Probabilmente quando si era passata la manica della tuta sulla fronte non si era accorta di tutto il grasso che le era finito addosso e non aveva fatto altro che peggiorare il danno.

- Sicura che non ti servo a nulla? – chiese lui, ad un certo punto, notando che la rossa non gli aveva ancora chiesto niente fino a quel momento.

- Il silenzio basterebbe. – rispose lei mentre lavorava al livello della terza asse di sospensione, allentando e stringendo alcuni componenti.

Tyler si allontanò e prese a giocare con un cubo di Rubik… Aveva capito che il suo aiuto non serviva affatto alla “Volpe” quindi preferì lasciarla lavorare in santa pace.

 

Le servirono quasi tre ore per ricompattare le sospensioni della ruota destra anteriore, fortunatamente la sinistra era a apposto… Ma doveva ancora controllare lo scarico.

I meccanismi interni erano ben visibili dalla vetrata che dava bellezza e spettacolo sulla parte superiore dell’auto… ma era tutto finto; il vero motore era complesso, ruvido, dispersivo e nascosto bene.

Con altre tre ore di lavoro, in cui stavolta l’aiuto di Tyler fu necessario, finirono il lavoro… entrambi decisamente esausti.

Amy era seduta al posto di guida: il piede premuto sull’acceleratore mentre provava lo scarico con potentissimi rombi assordanti.

Tyler ascoltava il ruggito della macchina seduto al posto del passeggero, il suo cubo irrisolto ancora tra le mani, mentre ad ogni rombo borbottava tra se e se un “che figata”.

- Siamo stati proprio bravi. - la ragazza scese sorridente dalla macchina e chiuse la portiera notando che l’attenzione del moro, una volta finita l’attrattiva del lavoro andato bene, era stata nuovamente catalizzata dal rompicapo.

Amy controllò il suo orologio: alla Holy Grail erano ormai le 23.30 passate… Si era persa la cena e almeno fino a mezzanotte c’erano i prefetti in giro per la villa a controllare i corridoi quindi niente rientro; tanto valeva mangiare una pizza in compagnia prima di rientrare.

Si avvicinò al ragazzo e gli sottrasse il gioco: con quattro abili mosse aveva completato i sei lati del cubo, sorprendendo completamente il povero Tyler.

- Ma come hai fatto!?! –

- Adesso andiamo… Il mio corpo reclama del “cibo-spazzatura” per arrivare a domani. – e gli rilanciò il gioco tra le mani, allontanandosi.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Holy Grail School – Torre Nord

 

Senza bene sapere come, Amy non era rientrata alla HGS prima delle otto meno venti e una volta oltrepassata la porta della sua camera si era fiondata in bagno: era certa che l’unico rimedio che aveva per riprendersi dal devastante pomeriggio passato al garage di Nate fosse una bella doccia bollente.

* Merda, merda, merda! Speriamo che nessuno si sia accorto della mia assenza di ieri sera. Dio che sonno… Sono in straritardo e non posso nemmeno chiudere occhio per cinque minuti! Spero soltanto di non addormentarmi in classe altrimenti oggi una punizione non me la leva nessuno. * e mentre la rossa si rilassava temporaneamente, sotto al getto caldo dell’acqua, un incantesimo materializzava i libri della giornata nella sua tracolla. Nel giro di cinque minuti si asciugò i capelli, indossò la divisa e raggiunse la mensa per bere quanto più caffè possibile.

Dopo la quarta tazza di caffè gli ammonimenti di Lily cominciarono: – Se vai avanti a bere tutto quel caffè ti verrà un infarto prima dei trent’anni! – e mentre distoglieva lo sguardo dalla sua copia del Fattucchiere, le caraffe di caffè presenti sul loro tavolo furono rispedite alle cucine, per impedire alla rossa di berne ancora.

Amy alzò la testa dal tavolo, due occhiaie marcate erano comparse sotto i suoi occhi, persino la voce era ridotta a poco più di un sussurro: - Se non fosse per questo… – ed indicò la sua tazza - Sarei già svenuta per il sonno da un pezzo quindi ti pregherei di lasciarmi trangugiare caffè fin che morte non sopraggiunga. – e strinse a se la sua tazza, scoccando un occhiata non troppo amichevole all’amica – Ne tu, Lily Pendragon, ne nessun’altro riuscirà ad allontanarmi dal caffè! –

Althea ed Abigayle si scambiarono uno sguardo preoccupato… Amy era forse uscita di senno?

Althea le suggerì che forse sarebbe stato meglio per lei tornare in camera dal momento che non sembrava in grado di sostenere le lezioni ma la rossa non sembrava d’accordo: rispose che sarebbe andato bene e che quello sarebbe stato un altro noioso mercoledì scolastico.

Abby però decise di rincarare la dose: - A me sembri un filino paranoica stamattina… Sicura di stare bene? –

Una strana risata uscì dalle labbra della rossa, aveva un “che” di lievemente isterico che non fece presagire nulla di buono alle altre tre: - Io? Certo che si… È tutto nella norma! – ma quando una mano si posò sulla sua spalla, questa, con uno scatto fulmineo aveva bloccato il povero Ian: una mano lo obbligava a tenere il volto premuto contro il tavolo mentre l’altro gli bloccava un braccio dietro la schiena – Oddio… Scusa Ian! Credevo fosse qualcun altro! – e liberò immediatamente dalla “scomoda posizione” l’amico che aveva ammesso di non volersi mai trovare nei panni di quel qualcun altro… Anche solo per evitare i suoi scatti d’ira mattutina.

- Sei convinta adesso? Tornatene a letto e riposa, in questo stato sei più pericolosa che utile. Ti copriamo noi con i professori… Non sarà difficile inventarsi una scusa. – la riprese Abigayle, raccogliendo le sue cose, pronta ad affrontare le due ore di trasfigurazione che le aspettavano – Un ultima cosa: dal momento che ti devo coprire pretendo di sapere dove sei sparita per tutto il giorno. –

Amy scrollò le spalle: - Io non sono scomparsa nel nulla… Ho solamente trovato qualcosa di più interessante da fare. Sapete che dopo un po’ i pettegolezzi mi annoiano quindi mi sono data ad attività alternative. – e notando gli sguardi dei suoi compagni, che sembravano impazienti di scoprire “cosa” esattamente l’avesse costretta ad entrare in modalità eremitica, spiegò in cosa era consistito il suo pomeriggio alternativo – Non c’è poi molto da dire… Sono andata nel Bronx a riparare macchine rubate, ho sfidato una banda di malavitosi a basket e ho mangia una pizza con degli ex detenuti. Tutto qui. -

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Giochiamo ***


HTML... Fanculo

La calunnia disdegna i mediocri

e si afferra ai grandi.

(Francesco Crispi)

 


<<  Make Your Choice -  Giochiamo >>

 


 

Holy Grail School – Sala Mensa

 

- Ti avevo chiesto di non tornare in quel posto. – la voce di Daniel la fece sobbalzare. Non li aveva sentiti arrivare… Amy chiese ai suoi compagni di squadra da “quanto” esattamente stessero ascoltando la loro conversazione e fu Erin a risponderle.

- Abbastanza da sapere cos’hai fatto mentre NOI subivamo le sfuriate del consiglio. – prese posto accanto alla rossa, si versò una tazza di cioccolata fumante ed elogiò il servizio della scuola – Adoro questo posto. Per quanto riguarda il “fattore cibo” sono ineguagliabili. -

Nadia si voltò verso gli amici della rossa e disse: - Scusate tigrotti… Possiamo chiedervi il monopolio su Amy? –

La campanella della prima ora suonò e i ragazzi della Tigre Bianca abbandonarono il tavolo, salutando i russi, pronti a subire la prima ora di lezione di quel venerdì.  

- Che mi dovete dire di bello? Sappiate che ho tutta la giornata libera… Dalla regia hanno suggerito una giornata di vacanza e intendo dargli retta alla grande! – spiegò lei agli amici, sorseggiando con avidità il suo caffè sotto lo sguardo sbigottito di Carter.

L’ultima cosa che si sarebbe aspettato di vedere, quella mattina, era Amy in modalità caffeinomane!

- Si può sapere da quanto non fai una dormita decente? – le domandò Nadia, sequestrando ufficialmente il termos del caffè di Amy, senza che quest’ultima se ne accorgesse – Prima che tu me lo chieda: si, intendo comportarmi come una mamma premurosa fino a quando non sarai tu stessa ad accorgerti di quanto ti fa male tutta questa robaccia! –

Amy non la ascoltò nemmeno: la sua attenzione era stata catturata da alcuni ragazzi del sesto anno che, fermandosi a pochi metri da loro, la indicavano e ridacchiavano prima di allontanarsi.

- Fammi pensare… L’ultima ricognizione è stata giovedì scorso giusto? –seguì con lo sguardo i “ridenti osservatori” mentre tentava di dare una risposta coerente alla domanda che la mora le aveva appena fatto – Direi che è da quel giorno che non riesco a farmi un’intera nottata di sonno. -

- Sono passati quasi cinque giorni! – Erin posò violentemente la tazza sul tavolo, riportando l’attenzione della rossa sul discorso, dopo di che le domandò cosa le avesse impedito di dormire.

- C’è un fastidiosissimo gufo che si diverte a tormentarmi nel bel mezzo della notte. Sospetto ci sia lo zampino di Evangeline ma non ho le prove per accusarla. – Amy cercò con lo sguardo il suo termos pieno di caffè senza però trovarne traccia, scoccò un occhiata ai suoi compagni di squadra, sapendo fin troppo bene che la scomparsa del contenitore era sicuramente colpa loro ma continuò la sua spiegazione – Quindi mi tengo il gufo rompi balle e mi accontento di qualche dormita in classe sperando nell’apprendimento subliminare. Fuori il termos gente… Sono assonnata e pericolosa. –

Fu il turno di Declan per replicare, in quella situazione c’erano ancora due punti da chiarire: - Se continuerai a bere tutto questo caffè non arriverai al metro e sessanta… Scusa la domanda ma ce l’hai con Evangeline o è semplicemente diventata l’ultimo dei tuoi passatempi? –

- Cinquanta e cinquanta direi… – ed iniziò a frugare nella tracolla di Erin che era la più vicina tra i suoi compagni senza però trovare ciò che cercava – Non è un mistero per nessuno quanto poco le vada a genio e direi che entrambe ci divertiamo ad esasperarci a vicenda, abbiamo semplicemente colto la palla al balzo per importunarci a vicenda. –

La loro conversazione fu interrotta dall’arrivo di Shaun Brown e Sharoona Parker, due ragazzi del terzo anno alla Tigre, che si avvicinarono a loro stringendo tra le mani un biglietto: - Scusate l’interruzione ma pensiamo che questo la debba vedere Amy al più presto. Crediamo sia l’ennesima trovata della Cricca. –

Sul foglio incriminato, il secondo di quella settimana, c’era una foto: Amy sdraiata su un lettino, un semplice asciugamano bianco a coprirle il corpo e una decina di ragazzi che la servivano e riverivano al meglio; quattro le stavano massaggiando il corpo, due le passavano a turno degli acini di uva ed altri due la sventolavano con enormi ventagli…

- Non è la foto che ti ho scattato ai Caraibi? – le domandò Erin mentre, sotto al suo sguardo, la rossa ammiccava verso l’obbiettivo esponendo un cartello su cui compariva la scritta “adoro essere coccolata”.

 - Aspetta… C’è dell’altro. – la interruppe Sharoona.

 La foto fu sostituita da un'altra immagine: stavolta Amy stava ballando tra due ragazzi e a commentarla fu Nadia: - Questa l’ho scattata io al tuo compleanno… Come cavolo le hanno avute?! –

- Ho il presentimento che non sia ancora finita… – ed infatti nell’ultima immagina c’era lei con un ghiacciolo in mano, tra una risata e l’altra leccò il dolce in maniera decisamente provocante e ricordò divertita il momento in cui era stata scattata - Ho perso una scommessa con Neithiri e questa è stata la mia punizione. –

– “Chi è la vera puttana Halliwell?” – lesse Erin ad alta voce, trattenendo a stento una risata, sotto lo sguardo sorpreso dei suoi compagni – Credo sia una domanda retorica: non sono un paio di scatti su di te a provare il fatto che sei una puttana. –

Amy ridusse il foglio in tanti piccoli pezzi, sospirò soddisfatta poiché da quel momento non si sarebbe fatta scrupoli, da quel momento in poi sarebbe stata lei a condurre il gioco: - È indubbio il fatto che resti lei la numero uno in piazza… Grazie per avermi avvertito ragazzi. –.

- È stato un piacere. – borbottò Shaun, arrossendo vistosamente, spostando lo sguardo altrove per non incrociare gli occhi azzurri della rossa… Sharoona iniziò a spingere il compagno verso la porta: - Non dirlo neanche per scherzo! Ora scusateci ma dobbiamo arrivare all’aula di pozioni in tempo per la prossima ora. –

Sharoona scomparve in poco tempo oltre la porta ma Shaun restò accanto a loro per augurarle un “in bocca al lupo” e per assicurarle che tutti quelli del terzo anno erano dalla sua parte.

 I Sigma, una volta che il ragazzo fu scomparso dalla loro vista, scoppiarono a ridere nel vedere l’espressione stupita e vagamente infastidita comparsa sul volto di Amy…

Dopo di che, la rossa li avvertì riguardo i propri impegni e si volatilizzò, sotto lo sguardo perplesso dei compagni.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Aula di Trasfigurazione – Settimo anno, Classe 7B

 

Il professor Dumas spiegò ai suoi alunni del settimo anno gli incantesimi di trasfigurazione parziale: di tanto in tanto fu costretto ad interrompersi per dettare qualche appunto o sedare gli animi euforici dei suoi studenti che, quella mattina in particolare, non sembravano molto concentrati.

- Quindi, nel caso in cui voi decideste di ricorrere a questo tipo di incantesimi, ricordate che la detrasfigurazione è un processo più complesso dell’incantesimo di partenza. – spiegò Dumas, indicando le conseguenze di un incantesimo errato, scritte con cura alla lavagna - Al contrario di quello che pensa la maggior parte di voi, persino trasfigurazione può diventare una materia pericolosa se usata senza le dovute precauzioni quindi vi pregherei di non fare esperimenti senza la supervisione di un adulto. – attese che gli studenti finissero di ricopiare le sue formule alla lavagna e decise che, l’unico modo per svelare il mistero legato a quel “volantino” di cui aveva tanto sentito parlare, era dato dall’uso della cara e vecchia leggilmanzia.

Si guardò intorno, in cerca degli studenti più disattenti e quindi facilmente eludibili: notò con sorpresa che, i soli a fare resistenza alla sua intrusione, furono Fray e la Bronx.

Approfittò della mente di Jenna Price, seduta tra i due, per capire meglio la situazione: trovò un ricordo che faceva proprio al caso suo e si prese tutto il tempo per dargli uno sguardo.

 

 

- Direi che è stato geniale. – aveva borbottato Jenna, trattenendo a stento le risate, mentre parlava con i ragazzi al suo fianco della loro ultima bravata a danno della Halliwell - L’abbiamo proprio messa con le spalle al muro con questa storia delle foto! – ed indicò una pergamena su cui si susseguivano delle foto provocanti della rossa seguita da una frase che, senza mezzi termini, era un modo arrogante con cui rispondere ai velati attacchi che la ragazza scambiava con Evangeline.

Ryan era scoppiato a ridere: rifletté ad alta voce sul fatto che, per come erano abituati a vedere la rossa, non sarebbero state certamente un paio di fotografie a metterla ko.

– Io dico che ha fatto effetto. – a parlare fu Evangeline, in quel momento mostrò ai suoi amici lo schermo del suo cellulare, sembrava particolarmente soddisfatta in quel momento - Joshua mi ha scritto: dice che non si è presentata a lezione stamattina! –

 

 

Fu costretto ad uscire dalla mente della ragazza quando un’altra delle sue studenti al settimo anno si avvicinò chiedendo chiarimenti.

Continuò a tenere sott’occhio il gruppo e proprio in quel momento Kurt Rivers attirò l’attenzione della classe sulla lavagna.

 

 

§ Bella mossa Evangeline… Con questa ti sei giocata tutto.

Ora si gioca alle mie regole. Non c’è bisogno che mi firmi, giusto? §

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Lago Merlin – Riva Ovest

 

Il professor Shima spiegò per un paio di ore le sirene: il settimo anno aveva osservato le creature dalla riva ovest del lago.

Parlò loro della pericolosità del loro canto, di come in passato le sirene si mostrassero ai babbani per semplice vanità e dei miti in cui erano comparse proprio per questo motivo. Nell’ultima mezz’ora aveva chiesto ai ragazzi di osservare le creature e di riportarne le caratteristiche principali su una scheda completa di disegno.

Era stata una lezione tranquilla e se non fosse stato per un ragazzo delle Aquile, finito poco elegantemente nel lago, non ci sarebbe stato nulla di interessante da raccontare in giro.

Harry si fermò a scattare alcune foto delle ammaliatrici: erano così diverse da quelle che aveva affrontato durante il torneo Tre Maghi che, senza la spiegazione del professor Shima, non sarebbe stato in grado di dire con certezza che si trattava delle stesse creature.

Gli era stato detto che l’aspetto delle sirene era gradevole soltanto durante un attacco e che, molto probabilmente, Potter le aveva viste nella loro forma reale proprio perché durante il torneo dovevano sorvegliare i “tesori” e non procurarsi del cibo.

Hermione gli aveva regalato una macchina fotografica per immortalare le differenze tra Hogwarts e la Holy Grail ma da quando era arrivato lì Harry aveva scattato foto soprattutto al paesaggio e alle creature che vagavano in libertà nei giardini della scuola.

Stava per mettere via la macchina fotografica quando percepì un rumore alle sue spalle. Si guardò intorno, cercando di capire cosa avesse prodotto quel suono e quando intravide uno scintillio tra gli alberi estrasse istintivamente la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni e si addentrò nella foresta.

Scostò le foglie di un cespuglio e si ritrovò a pochi metri da due creature la cui forma gli ricordò molto le volpi di campagna. Tuttavia c’erano alcune nette differenze con gli animali di cui parlava: le code erano avvolte dalle fiamme e il loro manto brillava, come se fosse rivestito da migliaia di piccoli cristalli, ogni volta che il sole le investiva.

Non aveva mai visto nulla di così bello…

 

Cercando di fare meno rumore possibile, iniziò a scattare foto ai sue cuccioli, notando con stupore che le foglie sotto di loro prendevano fuoco istantaneamente senza provocare però danni notevoli alla foresta.

Dopo l’ennesimo scatto percepì un violento spostamento di aria alle sue spalle seguito da un ringhio e, voltandosi, si ritrovò faccia a faccia con un esemplare decisamente più grande e meno amichevole dei due esemplari ora alle sue spalle.

- Buono bello. Non voglio fare del male a nessuno. – cominciò ad indietreggiare, inconsapevolmente in direzione dei cuccioli, provocando un rabbioso sbuffo da parte dell’animale che interpretò la sua ritirata come un attacco ai piccoli.

La creatura più grande gli ringhiò contro mentre uno strano fumo nero iniziava ad uscirgli dalle branchie che aveva sul dorso, la fiamma sulla sua coda si intensificava e il suo manto si scurì…

Decisamente non era un buon segno.

Harry cercò di mantenere la calma pur sapendo di trovarsi faccia a faccia con qualcosa che non conosceva. Mantenne il contatto visivo con la volpe ma inciampò nella radice di una pianta e crollò al suolo.

La creatura si lanciò correndo contro Harry che, inconsapevolmente, chiuse gli occhi sentendosi ormai spacciato…

Contro ogni sua previsione non sentì nessun dolore lancinante e quando riaprì lentamente gli occhi non riuscì ad evitare di sgranare gli occhi per la sorpresa: Amy Halliwell, a pochi metri da lui, stava accarezzando dolcemente il muso della creatura che aveva tentato di trasformarlo in uno spiedino affumicato.

- Dovresti saperlo anche tu Potter. - la rossa diede un bacio sulla fronte della volpe e questa con un ultimo verso, simile ad un lamento, richiamò a se i cuccioli prima di sparire nell’ombra - Gli abitanti del bosco sanno essere spietati con chi non rispetta i confini. –

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Pioggialandia ***


HTML... Fanculo

Hai un problema? Fai quello che puoi,

lì dove sei, con quello che hai a disposizione
(Theodore Roosevelt )

 


<<  Make Your Choice - Pioggialandia >>

 


 

Lago Merlin – Riva Ovest

 

- Ricordavo bene il fatto che ti piacesse finire nei guai ma affrontare un demone al tuo secondo giorno qui, senza avere idea di come difenderti, non è un po' esagerato? – rivolse ad Harry uno sguardo indagatore.

Si vedeva lontano un meglio che non si sentiva bene: era forse giunto il momento in cui anche il grande Harry Potter avrebbe iniziato a seguire le regole come tutti i comuni esseri mortali? 

Harry si ritrovò a sospirare stremato, seguì la rossa fino alla riva e si appoggiò stancamente ad un masso: – Che diamine… Possibile che tutto quello che ho passato fino ad ora non mi sia servito a nulla? Per fortuna sei arrivata tu o sarei morto… Di nuovo. –

Sul volto di Amy si materializzò un sorriso divertito, ripensò a quante volte avevano scherzato sulla fine della guerra nei mesi trascorsi all'accademia per auror ma ben presto la sua mente gli ricordò cosa avesse evitato solo cinque minuti prima: - Harry... Perchè eri da solo in riva al lago? Ci sono delle regole ferree da rispettare. Qui non c'è nessuno disposto a farti passare qualche effrazione. Questa non è Hogwarts, spero tu te ne renda conto. –

L’espressione sul volto della rossa ricordò ad Harry il cipiglio severo che la McGranit assumeva durante i suoi rimproveri, sul volto di una quindicenne faceva tutto un altro effetto e il ragazzo non riuscì a reggere il suo sguardo: - Sono stato stupido… Lo so. –

- Hai vinto una guerra ma questo non ti rende immortale Harry. Non dovresti sottovalutare nulla di questo posto… Ci sono ancora tante cose che non conosci. – si levò le ballerine dai piedi e si immerse fino alle caviglie nel lago, dopo di che gli sorrise serafica – Non dimentichiamoci un dettaglio importante: hai sempre vissuto in Inghilterra Potter... Non ci sono demoni a pioggialandia! -

Ad Harry tornarono in mente gli sguardi ammirati di alcuni ragazzi all’associazione. Ricordò lo sguardo duro di Amy quando l'ennesimo ministro si presentò davanti a lui, facendogli i complimenti per le sue gesta eroiche, elogiando pubblicamente la sua avventatezza.

Amy semplicemente se ne infischiò del suo nome e del suo passato: gli disse chiaramente che se davvero credeva di poter affrontare tutto il resto contando solamente sul suo cognome non sarebbe sopravvissuto mezzo secondo nel mondo reale.

Tutti sapevano quando la Halliwell si divertisse a sminuire il prossimo.

I "rumors" dicevano che, se solo avesse voluto, gli uomini più potenti del mondo(quelli che a detta di molti avevano il potere di stringere il mondo nel palmo della propria mano) si sarebbero inginocchiati per lustrarle le scarpe. Era una stronza di prima categoria... Ma sapeva fare il suo lavoro e nessuno poteva negarlo.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Aula di Pozioni – 7A

 

Mentre l’acqua all’interno del suo calderone raggiungeva l’ebollizione, David si concentrò sul resto degli ingredienti necessari alla preparazione della miscela: lavorò con calma, cercando di rispettare il più possibile l indicazioni del libro, restò concentrato e mantenne costante il contatto visivo con la pozione, attento ad ogni minima variazione… Come tutti gli altri del resto.

Piket era stato chiaro: entro la fine della lezione dovevano consegnare un perfetto distillato della morte vivente, li informò inoltre che quell’esercitazione valeva più di un terzo del loro voto di fine trimestre.

Il suo fagiolo sopoforoso non ne voleva sapere di collaborare ed ogni volta che tentava di affettarlo gli sgusciava via dalle mani. Imprecò tra se e se, raccattò per l’ennesima volta il fagiolo e tornò a parlare con i suoi compagni delle novità ottenute il giorno precedente dal gran consiglio: - Non fategliene una colpa… Ci sarà sicuramente un buon motivo che l’ha spinta a non dirci nulla. –

- Non fingere che la cosa ti stia bene. – replicò Erin stizzita, cominciò a sfogliare con rabbia il libro in cerca del metodo più efficace per affettare il maledetto fagiolo sopoforoso ignorando l’occhiata confusa di Declan al suo fianco – Ma perché non c’è scritto come affettare questo maledetto affare!? –

Declan era molto indietro rispetto ai due compagni, stava ancora triturando la radice di asfodelo quando decise di prendere parte alla conversazione: - In un certo senso capisco perché non ci ha detto nulla. Non mi piacerebbe essere la causa di tutti questi problemi… E forzarla non farà altro che peggiorare la situazione. –

- Mayer, Summer, Sherazad! Volete condividere con il resto della classe le vostre chiacchiere? – Piket scoccò ai tre un’occhiata di rimprovero ma quando sentì per l’ennesima volta il rumore di un contenitore andato in frantumi riportò il suo sguardo verso Chuck Russel. Il fautore di tutto quel chiasso era inciampato su un fagiolo mandando in frantumi il contenitore delle radici di asfodelo. Piket sistemò il danno, minacciando senza mezzi termini di punire chiunque avesse alimentato tutta quella confusione all’interno della sua aula, poi riprese il suo discorso: – Guardi dove mette i piedi signor Russel. E per quanto riguarda voi tre io sto ancora aspettando la vostra risposta. –

- Abbiamo qualche problema a dire il vero. – intervenne David, con il suo solito fare diplomatico, sostenendo con facilità lo sguardo irritato del professore - Sul libro di testo c’è scritto che per il Distillato della Morte Vivente è necessario tagliare il fagiolo sopoforoso ma nessuno di noi ci riesce. Non fa altro che scivolare via… Cosa dobbiamo fare? –

- Vi sembrerà strano ma la maggior parte di voi è dotata di una mente pensante… Iniziate a sfruttarla! – si allontanò e si accomodò alla cattedra rivolgendo occhiate divertite ai suoi studenti.

Dopo qualche secondo qualcuno bussò alla porta.

La prima ad entrare fu Amy, sotto lo sguardo sorpreso sia dei Sigma presenti che del professore, al suo fianco c’era un Harry Potter particolarmente trafelato.

- Giorno prof… Che state facendo di bello? – Amy sorrise all’insegnante, salutò con un cenno alcuni ragazzi della sua torre ed entrò in classe, occupando uno dei pochi banchi rimasti vuoti dell’aula.

- Non ha delle lezioni da seguire Halliwell? – lo sguardo che le rivolse fu abbastanza eloquente ma lei sembrò ignorarlo.

Amy gli spiegò che la professoressa Hook aveva trattenuto Harry per alcuni chiarimenti sugli argomenti trattati in erbologia a Hogwarts: - Non è colpa di Potter. È stato trattenuto… Nora voleva che glielo riferissi. –

- Da quando la professoressa Hook è diventata “Nora”? – con quella frase accantonò per un secondo la presenza della ragazza del quinto anno ancora nella sua classe, concentrandosi sul “bambino che è sopravvissuto”, ancora in piedi in fondo all’aula in attesa di una sua parola - Siediti di fianco alla tua amica Potter ed inizia a preparare il Distillato della Morte Vivente. Dovresti essere già in grado di… Cosa diavolo si è fatta al braccio Halliwell! –

Ancora una volta, l’attenzione della classe, si spostò dal compito assegnato per soffermarsi sulla macchia di sangue che si stava lentamente espandendo sul tessuto della camicetta.

La rossa non si era accorta di nulla fino a quel momento e persino Harry si ritrovò a guardare con sorpresa il braccio sanguinante della rossa: fino a poco prima non c’era nessuna ferita sul suo braccio… Ne era una prova l’integrità stessa della manica.

- Cavolo… Non l’avevo visto. – la sua mente lavorò febbrilmente per trovare una risposta allo sguardo del professore che sembrava volesse a tutti i costi capire “come” si fosse procurata quella ferita; ripensò all’incontro che lei ed Harry avevano avuto poco prima con la professoressa di erbologia e si ricordò di cosa aveva visto nell’aula di erbologia - Alla serra del settimo stanno usando le Rose Mordax. Avrò preso una delle foglie senza accorgermene… Sarà meglio che vada a farmi sistemare. –

- Non muova un muscolo. Non la farò uscire senza prima essermi accertato delle sue reali condizioni fisiche, mi ha capito? - il professore alzò gli occhi al cielo e la guardò con rimprovero prima di allontanarsi in direzione del suo studio. La porta era situata proprio dietro la lavagna e, mentre borbottava tra se e se un “ragazzini piantagrane”, Amy non riuscì a trattenere una risata…

Nell’attesa Amy fece vagare il suo sguardo per la classe.

Le parve strano che tutti, a parte Harry, sembrassero in difficoltà con il fagiolo sopoforoso… Possibile che nessuno avesse ancora cambiato quella parte sui vecchi libri di testo?

- Il mio è solo un consiglio ma dovreste provare a spremere quel fagiolo con il coltello d’argento… Cercare di tagliuzzarlo è del tutto inutile. – spiegò lei, scrollando appena le spalle, ottenendo in risposta degli sguardi poco convinti.

Piket rientrò in aula e le disse senza mezzi termini di chiudere la bocca, confermando al resto dei presenti che le parole della rossa erano un suggerimento più che veritiero ed affidabile: - Scusi prof… Mi era soltanto venuto un dubbio. –

L’uomo alzò per gli occhi al cielo per l’ennesima volta: - Non voglio più sentire la sua voce per la prossima mezz’ora. - appellò a se uno sgabello e si sedette accanto alla ragazza  - Adesso beva questo, è un antidolorifico, deve prenderlo se non vuole scoppiare a piangere davanti a tutti. –

- Piangere per un paio di punti? Sta scherzando vero? – Amy recuperò il disinfettante, se lo versò sul braccio e con l’altra mano disinfettò l’ago sfruttando la fiamma accesa sotto al calderone di Harry – Mi crede così debole? – avvicinò la punta dell’ago al braccio ma il professore le bloccò il polso chiedendole cosa avesse in mente di fare.

- Mi ricucio. Non è abbastanza evidente? – rispose la rossa con tono ovvio, scatenando gli sguardi allibiti dell’intera classe al settimo anno…

Era così impossibile vederla agire come se fosse una normale tredicenne e non come un alieno proveniente da un altro impassibile pianeta?

Aslan le scoccò un occhiata di rimprovero e prese l’ago dalle mani della rossa: - Dia qui e la smetta con questo atteggiamento. Sa bene quanto mi dia sui nervi questo atteggiamento da impavida rompiscatole. –  

Iniziò a metterle i punti, stando attento a non farle troppo male mentre ormai la classe era troppa concentrata su quello storico momento di “umanità” mostrato dall’insegnate per tornare a pensare alla pozione.

Amy ridacchiò, stando attenta a non muoversi troppo, senza riuscire a trattenersi oltre: - Sappiamo entrambi che è proprio questo lato del mio carattere a piacerle… Non provi a negare prof! -

Non sopportando più quella sceneggiata dalla dubbia moralità Erin decise di tirare una librata in testa all’amica: - Amelia Fenora Halliwell! Ti sembra questo il modo di rivolgersi ad un tuo professore!? –

La dolcezza dello sguardo divertito di Amy era stata sostituita da un ondata di cieca furia che aveva scurito le sue iridi in maniera più che evidente: - Sta zitta Majer… Dovresti evita quel nome in pubblico. È deleterio per il mio umore. -

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Rancore & Verità ***


HTML... Fanculo

Per mantenere il proprio equilibrio è

bene che molti non si guardino dentro.

(Giovanni Soriano)

 


<<  Make Your Choice - Rancore & Verità >>

 


 

Aula di Pozioni – 7°A

 

La tensione tra le due era palpabile: i loro sguardi non avevano nulla di rassicurante. Il silenzio era calato nell’aula.

Fu Piket ad intervenire per sedare l’animo delle due.

Sul momento quella più “sul piede di guerra” sembrava Erin quindi la riprese: - Ha già terminato la sua pozione Majer? – le scoccò uno sguardo di rimprovero e tornò ad occuparsi del braccio ferito della rossa – Se ritiene di aver concluso il suo lavoro in maniera dignitosa può anche uscire dalla mia aula. -

La bionda distolse lo sguardo dalla compagna di squadra e si concentrò sul professore; non si sarebbe mai immaginata una simile risposta da parte di Piket e non avrebbe mai accettato di essere buttata fuori per colpa di una scaramuccia con Amy: - Scusi professore. Non volevo interrompere la lezione. – poi il suo sguardo ritornò prepotentemente sul volto della rossa - A differenza di qualcuno io non irrompo nelle aule altrui senza motivo. –

Sul volto di Amy comparve un sorrisetto infastidito ma distolse lo sguardo per evitare altri casini: l’ultima cosa che voleva ottenere quel giorno era una punizione dall’unico prof che la trattava come se fosse una normalissima studentessa, non aspettandosi chissà quale prodigio da lei.

- Se permette credo spetti a me decidere cosa è, o meno, opportuno fare nella mia classe. – il tono di voce dell’insegnante non ammetteva repliche di nessun tipo e ad Erin non restò altro da fare che risedersi e completare il suo lavoro.

Il professore portò la rossa alla cattedra e la fece sedere il più lontano possibile dalla compagna.

Non voleva altre interruzioni per quel giorno.

- Me ne vado appena ha finito di ricucirmi. – la voce della rossa aveva assunto un tono abbattuto che, solo per un attimo, aveva lasciato perplesso il professore… Ma Piket non era noto in tutta la scuola solo per il suo carattere odioso: era anche uno dei più famosi doppiogiochisti della HG e se voleva fregarti, ci riusciva.

- Non creda di potermi ingannare in questo modo Halliwell. – un ghigno era comparso sulle labbra dell’uomo mentre la ragazza gli riservava un’occhiata vagamente confusa - Ha saltato abbastanza ore per oggi. Tanto vale che si renda utile e mi aiuti a correggere i compiti degli studenti del biennio. –

Amy cercò di rifiutare dicendo che nessuno meglio di lui poteva assegnare tutte quelle S senza sentirsi vagamente in colpa ma l’uomo non desistette: - Imparerà in fretta… Ma se preferisce posso semplicemente scortarla dalla preside. – Aslan ammise con se stesso che non si sarebbe mai stufato di vedere l’espressione sorpresa e confusa della Halliwell, era quasi soddisfacente vedere quel piccolo genietto in difficoltà, se poi era lui a farlo la cosa gli sembrava anche divertente - Non mi guardi in quel modo. Ha saltato volontariamente una giornata scolastica senza alcun motivo e dovrebbe essere punita per… -

Amy aveva capito perfettamente dove sarebbe andato a parare e quindi lo interruppe: - Va bene! Lo farò… È un fottuto manipolatore! –

Mezz’ora più tardi, la campanella suonò.

I ragazzi del settimo si precipitarono alla cattedra con le loro pozioni etichettate all’interno delle provette, pronti a correre schivando gli altri studenti nei corridoi, diretti alla lezione successiva.

Mentre Piket sistemava il caos lasciato dai ragazzi del settimo, Amy aveva abbandonato la correzione dei compiti per sbattere la fronte contro la cattedra, in una maniera tutt’altro che elegante, attirando su di se lo sguardo perplesso dell’insegnante.

Come se non bastasse quel compito si rivelò essere una vera noia ed Amy rivelò al professore i suoi pensieri: - Non ha niente di meglio da farmi fare? Preferirei sistemare gli archivi anziché azzerarmi i neuroni leggendo le cavolate prodotte dai suoi studenti! –

Un risolino sfuggì dalle labbra del professore: - Ora sa cosa si prova ad insegnare la mia materia ad un branco di decerebrati. –

Amy osservò la pila di fogli che le stava di fronte con sguardo critico prima di lanciare un occhiata abbastanza eloquente al professore: - Mi sembra strano che dopo tutto questo schifo lei sia ancora in grado di fare dell’ironia… Ne ho corretti soltanto una settantina e devo dire che mi è completamente passata la voglia di ridere. –

Prima di uscire dalla classe, diretta alla mensa, Amy si ritrovò un bigliettino in tasca… Erin?

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Holy Grail School – Club dei Duellanti

 

Amy entrò apparentemente tranquilla, nascondendo alla perfezione il nervosismo che le aveva completamente chiuso lo stomaco una volta letto il bigliettino della bionda.

Se aveva usato quel nome, in pubblico per di più, era ormai chiaro il fatto che fossero stati messi al corrente della leggenda. 

- Non fingere di non saperlo. – il tono della bionda era freddo e distante, nessuno dei Sigma si sarebbe aspettato di sentirla parlare in quel modo con Amy – Andiamo al dunque: Il nome “Avres” ti dice niente? -

La rossa sospirò: sapeva che quel momento sarebbe arrivato ma, in cuor suo, aveva sperato che accadesse il più tardi possibile: - Ve ne hanno parlato… Era anche ora direi. Vi hanno raccontato la leggenda di Avres? Mostrato il libro di Alekos? Raccontato i piani di Gareth l’Oscuro? –

Stavolta fu Liam ad intervenire: - A sentire loro sarebbe stato compito tuo metterci al corrente della situazione... Anni fa. -

Alla rossa sfuggì soltanto una risata amara. Si allontanò da loro, gli voltò le spalle e la sua voce assunse un tono tetro: - Ma certo… Avrei dovuto dirvi prima che i vostri genitori sono stati uccisi per causa mia, che hanno sacrificato la loro esistenza per proteggere me, un’insulsa mocciosa piagnucolante di un anno che nascondeva dietro due guanciotte rosse un'arma per lo sterminio di massa. Pensavo vi avessero detto tutto ma è evidente che non è così… I soliti stronzi che lasciano le cose a metà. Oh beh, in poche parole Gareth ha questo piano malefico che, grazie a qualche strana reliquia, gli permette di manipolare quella parte del mio cervello che contiene Avres. Ma non preoccupatevi: l’unico modo che ha per liberarla consiste nel ficcarmi un pugnale maledetto nel cuore… Che guarda caso possiedono gli Shadow da tre quarti di millennio. – si accomodò sul bordo del tavolo adibito ai duelli e notò con una certa soddisfazione le espressioni stupefatte dei suoi compagni di squadra – Proprio così gente, potrete liberarvi di me tra pochissimo e da quel momento in poi non ci sarà più nessun cazzutissimo demone rompipalle a… -

Uno schiaffo le colpì violentemente il volto.

- Stupida… Sei proprio una stupida Amy! - la voce di Erin risuonò nella stanza e la sorpresa sul volto dei presenti fu palese tanto quanto la rabbia sul volto della rossa – Non puoi averlo pensato. I nostri genitori si sono sacrificati per te... Che senso avrebbe lasciarti andare con tanta facilità? -

- Tu hai il terrore del mio potere. La sento sapete? La paura che emanate è così... confortante. Voi tutti avete il terrore che io possa perdere il controllo su Avres. Avete il terrore che possa ferirvi, che possa abusare di ciò che posso ottenere con i suoi poteri, infondo è già successo... Vi vedo tremare ancora al ricordo di quella notte. Fate bene, io stessa ho il terrore che tutto questo possa ripetersi. – Amy li guardò, uno per uno, gli trasmise la tristezza che quelle parole le stavano provocando ma non riuscì a trattenersi oltre, quella storia era durata anche troppo a lungo - La speranza che io non vi ferisca si è dissolta nel momento stesso in cui vi hanno raccontato la leggenda. Vi conosco… Non potreste mai lavorare con qualcuno di cui non vi fidate. Ci abbiamo già provato e non è andata bene. –

- Sarà diverso… Con te sarà diverso. – borbottò Daniel, avvicinandosi a lei per stringerla in un abbraccio che però fu prontamente deviato dalla rossa che si allontanò in direzione della finestra.

Amy si accomodò sul bordo della finestra, le gambe oltre il bordo e lo sguardo perso all’orizzonte: - E perché mai dovrebbe esserlo? Nelle vostre menti, nei vostri sguardi, leggo in continuazione la parola mostro e tutto per il semplice fatto che non avete idea di come neutralizzare il mio potere… Siete come gli altri. Temete ciò che non potete comprendere, è giusto, è normale. Non posso che darvi ragione. – si buttò nel vuoto sotto di lei trasformandosi in un drago ed abbandonò le mura della Holy Grail School sotto lo sguardo ammutolito di quelli che, fino a quel momento, aveva considerato i suoi migliori amici.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Flash Back – Consiglio dei Maghi

 

Damastair aveva parlato: - Siete davvero pronti a sopportare sulle vostre spalle il peso di una responsabilità simile? –

I sigma si guardarono: la preoccupazione li stava lentamente inondando ma come se le loro menti fossero inesorabilmente collegate risposero con un deciso “SI” che sorprese il consiglio.

Damastair iniziò a pronunciare un incantesimo di evocazione ma Karen si infervorò immediatamente, opponendosi con una certa enfasi alla sua decisione di portare il libro lontano dal luogo in cui era custodito: - Non ti azzardare a portarlo qui. Conosci le regole elfo: il libro non uscirà dalla camera per nessun motivo. –

- Vorrei ricordarti che io stesso ho scritto quelle regole quando la semplice idea della tua esistenza non sfiorava nemmeno le previsioni dei tuoi avi Karen. – Damastair non sembrava decisamente il tipo di persona, o elfo che dir si voglia, che perdeva le staffe con facilità ma in quel momento un brivido corse lungo le schiene dei presenti rimasti intimoriti soltanto per un attimo - Cosa ti ha fatto credere che prenderò in considerazione gli ordini impartiti da un essere così immaturo? –

Gli altri consiglieri restarono in silenzio.

Damastair, senza perdersi il ulteriori chiacchiere, terminò la sua evocazione e con il libro stretto tra le mani si avvicinò ai ragazzi domandando: - Quanti di voi conoscono gli Shadow e dei Light? –

Dei robusti rami si scavarono un varco attraverso il pavimento, intrecciandosi tra loro per poi formare un elegante leggio in grado di sostenere il pesante tomo rilegato con cura nella pelle di un drago Neozelandese.

Daniel sgranò gli occhi, la sua mente gli aveva appena fornito una descrizione degna di un’enciclopedia a riguardo ed iniziò immediatamente ad esporre le sue conoscenze al resto del gruppo: - Quello è il libro del leggendario Alekos. Al suo interno sono elencate le ubicazioni di alcune tra le più antiche e potenti reliquie del mondo magico tra cui il calice della vita e dello scudo dell’invincibilità. Inoltre è raccontata la leggenda di Avres l’oscura con dovizia di dettagli riguardo le guerre di quel tempo. –  

Clarissa sbuffò, per il momento i loro dubbi non erano stati colmati e nessuno sembrava voler porre la fatidica domanda quindi fu lei la prima a parlare: - Tutto questo è davvero molto interessante ma cos’ha a che fare con Amy tutto questo? –  

Damastair la scrutò con attenzione: le domandò se davvero fosse così curiosa di scoprire cosa legasse Amy a quel libro prima di comprendere il ciò che univa tutti loro nella storia del mondo magico.

Clarissa si chiuse in un ostinato mutismo. In quel momento, l’ultimo dei suoi problemi, era dato dal legame che poteva avere con il resto del mondo: - Chiedo scusa ma al resto del mondo non è mai importato un gran che della nostra esistenza. Agiamo nell’ombra, accettiamo cose che il resto del mondo consapevolmente ignora, affrontiamo gli incubi di qualcun altro… con tutto il rispetto ma ora come ora mi importa solo di capire cosa c’entra Amy in tutto questo. –

Damastair accolse le parole della ragazza con sorpresa: mille anni prima aveva ricevuto una risposta simile da un’altra prescelta. La storia stava per ripetersi e ancora una volta il peso di quelle parole si sarebbe riversato sulle spalle di sei ragazzi dai poteri straordinari…

- E va bene Clarissa… Arriviamo al punto. - prese un lungo respiro nel notare l’elegante scrittura di Mirime ed iniziò a raccontare la storia più antica del mondo - Conoscete tutti la storia dei tre reggenti. Sapete come si concluse la quarta era della magia, vi è stata insegnata e conoscete a memoria ogni sua interpretazione ma il resto della storia è stato nascosto per secoli, a livelli che non potete neanche immaginare… Ciò che conoscete non è altro che un frammento della verità. –

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Raccontami ***


HTML... Fanculo

Viaggio intriso della più sottile curiosità ed ogni piccolo,

impercettibile passo è il percorso che creerà la mia leggenda.

(Paola De Castro)

 


<<  Make Your Choice - Raccontami >>

 


 

Era il 1238 dopo la nascita della magia.

La pace di Nivea, durata più di cinquecento anni, si era bruscamente interrotta con la sanguinosa battaglia di Mytril che coinvolse Figli della Notte e figli della Luna.

Le due fazioni lottarono per mesi e la battaglia portò a numerose perdite, concludendosi con la schiacciante vittoria dei vampiri: erano numericamente superiori e, al contrario dei licantropi, sempre al pieno delle loro forze.

Una volta dichiarata la sconfitta, i figli della luna si dispersero per l’Europa e crearono le loro colonie altrove, nell’attesa di un nuovo scontro in cui potersi riscattare.

In seguito fu stipulato il trattato di Hata che stabiliva, senza possibilità di replica, che ogni conflitto andava necessariamente risolto soltanto dalle parti prese in causa. Nessun’altra razza doveva interferire con le guerre per la supremazia tra le cinque razze. 

Tuttavia nel 1398 d.m. molti licantropi abbracciarono il pensiero degli Shadow. Erano spinti dal malcontento e dalle pessime condizioni in cui vivevano nel nord della Russia.

Numerosi branchi di licantropi attaccarono i villaggi umani: gli unici in grado di fermare le loro avanzate erano gli alchimisti, in grado di manipolare l’argento, che con strategia e prontezza riuscirono a respingere gli attacchi.

La furia dei figli della luna tornò ad imperversare sull’Europa meno di trent’anni dopo. La battaglia era impari e, sfidando il trattato di Hata, molte altre creature vi presero parte.

Elfi, maghi e vampiri si allearono contro licantropi e demoni.

Questa fu la prima grande guerra tra le cinque razze.

 

 

Damastair interruppe la sua lettura, si prese qualche secondo per osservare le reazioni dei ragazzi di fronte a se.

- Fino a prova contraria storia della magia è una materia scolastica a cui non si può sfuggire… Questa roba la sanno anche i bambini di due anni, se non altro in chiave fiabesca. – borbottò Liam, sedendosi al suolo con le gambe incrociate, presagendo che sarebbe stata una cosa lunga – Il trattato di Hata ha perso la sua valenza praticamente subito. Si sono sterminati a vicenda fino a quando non è arrivata Avres che si è messa a fare piazza pulita di Shadow e Light. –

- In pratica ha riportato tutto a prima che ci fossero le due grandi fazioni… - fu il turno di David di commentare, ricordava benissimo quella storia poiché era suo zio in persona a raccontargliela ogni sera - Poi è impazzita e ha iniziato a uccidere gente a caso. Anche Alekos, suo padre, ha combattuto contro di lei tentando di riportarla sulla via della luce ma Avres lo ha sconfitto e gli ha rubato i poteri… Niente di nuovo sotto il sole. Queste cose le sanno tutti. -

Sul volto di Nerida comparve un sorriso, i suoi piccoli avevano fatto i compiti ed avevano sorpreso il gran maestro, niente male per un branco di rumorosi teenager: - E se vi dicessi che la storia che conoscete non è uguale a quella che è contenuta in questo libro? Che qualcuno, per secoli, ha tentato di infangare la memoria di Avres? –

- Direi che per nascondere una simile notizia dovete aver sguinzagliato i migliori guerrieri del mondo… E che la cosa non mi sorprende affatto. – commentò Erin, prendendo posto accanto al gemello, curiosa come il resto dei suoi compagni di sentire il resto della storia.

 

 

Dopo la grande guerra i condottieri delle cinque razze riportarono la pace nel mondo. Per suggellare la loro alleanza Alekos, ultimo erede del Dio Crono a capo delle forze elfiche, prese in sposa Mirime, la più potente strega di quel tempo e nobile condottiera del popolo umano.

Dalla loro unione nacquero Eleu ed Avres.

A entrambi fu affidata una dote: al primo fu concesso il controllo dei due regni e divenne il custode della spada di luce, simbolo della nobile casata da cui discendevano sia la madre che il padre mentre alla seconda fu affidata la natura stessa. Avres divenne la guardiana dei cinque elementi.

I due giovani furono cresciuti nel rispetto delle tradizioni e per anni furono addestrati nell’arte del combattimento dai migliori esponenti della fazione dei Light.

Una volta raggiunti i tredici anni furono definitivamente ammessi nel mondo degli adulti. Presero parte alle battaglie e divennero i protagonisti incontrastati di centinaia di leggente che dipingevano le loro gesta con eleganza trasformandoli in eroi agli occhi della gente.

Per anni Eleu ed Avres affrontarono gli Shadow con onore, portando la loro fama ai confini del mondo, fino a quando capitò un fatto imprevisto.

La battaglia di Arata si rivelò un imboscata: i Light furono circondati dagli Shadow e nonostante il potere dei due figli di Alekos fosse superiore a quello di molti generali oscuri, i soldati della luce soccombevano sotto gli attacchi dei demoni e dei licantropi.

I gemelli furono separati ed Avres fu circondata dai nemici. Intorno a lei non restò altro che terra bruciata: era sola e nessuno era in grado di aiutarla in quel frangente.

Quando ormai la giovane sembrava sul punto di soccombere sotto i colpi del nemico successe che Heru, uno Shadow con cui la mezz’elfa si era scontrata in più di una battaglia, si frappose tra lei e i compagni.

Sacrificò la sua posizione di rilievo per difenderla dai suoi stessi compagni e quando la battaglia si dichiarò conclusa di loro non c’era più traccia… Heru e Avres erano scomparsi.

Le genti di tutto il mondo raccontano che Avres ed Heru, quella notte stessa, iniziarono uno scontro senza precedenti che durò dieci lune. I due si affrontarono in un duello senza esclusione di colpi e quando entrambi, ormai allo stremo delle forze, crollarono al suolo si dice che entrambi avessero ormai deciso di abbandonare gli ideali delle reciproche famiglie per dare vita ad una nuova alleanza: non ci sarebbero stati ne Shadow ne Light tra loro, si sarebbero riuniti sotto un unico credo che andava contro l’antico ideale perseguito dagli antichi…

Il tempo trascorse e la voce che Avres e Heru fossero morti in battaglia si diffuse nel mondo… Le battaglie tra i due schieramenti si susseguirono e, ancora una volta, Shadow e Light non persero l’occasione per fronteggiarsi sul campo di battaglia. 

Fu durante l’ennesima battaglia tra i due schieramenti che Avres e Heru decisero di mostrare la loro nuova potenza al resto del mondo.

Al loro fianco circa diecimila rinnegati li seguivano come bestie fedeli. Chiunque non trovasse conforto nei dettami delle due grandi potenze poteva trovare conforto tra le file del nel nuovo esercito dei Traditori.

Chiunque vi prendesse parte era deciso a porre fine a quegli inutili spargimenti di sangue: promettevano la purificazione grazie alla magia della luce e proclamavano la difesa dei più deboli, abbandonando la politica dell’odio intrinseca in entrambi gli schieramenti.

Si racconta che durante la battaglia di Erika, in Babilonia, Avres e il suo esercito si ritrovarono ad affrontare l’esercito Light di Alekos.

La decisione fu ardua per entrambi: ritirarsi in nome del legame di sangue che li univa o perseverare nelle proprie convinzioni? Fino a dove, entrambi, erano disposti ad arrivare per difendere ciò in cui credevano?

I due si sfidarono.

Alekos vide negli occhi di sua figlia una luce che mai prima di quel momento gli era capitato di vedere sul volto della sua piccola Avres.

La bambina degli elementi si era trasformata in una donna, sicura delle proprie capacità e con degli ideali… Era dunque giunto il momento di cedere il passo alle nuove generazioni.

Fu con un sorriso e un augurio verso un futuro migliore che l’ultimo erede di Crono decise di donare i propri poteri alla figlia minore.

Tutto avvenne sotto lo sguardo inferocito di Eleu: geloso per i nuovi poteri acquisiti dalla sorella, si sentì tradito dalla volontà del padre e dipinse le loro azioni con disprezzo.

Raccontò ai suoi sottoposti che in realtà Alekos era l’innocente vittima dei sortilegi dell’Oscura Avres e che nulla di ciò che era successo davanti ai loro occhi era stato dettato dalla pura volontà di suo padre… Riportò il corpo senza vita di Alekos dinnanzi agli occhi stanchi di Mirime che ascoltò le sue parole con attenzione prima di abbandonarsi ad un pianto liberatorio. Aveva perso contemporaneamente il marito e l’amata figlia.

Si sentì distrutta dalla consapevolezza che la guerra le aveva strappato via due delle cose che più amava al mondo.

Mirime celebrò il funerale del marito. Sulla lapide di Alekos giurò di vendicarsi: sua figlia avrebbe pagato con la vita quell’affronto. 

Fu in una notte di luna piena, dopo mesi di ricerche, che lei ed alcuni dei più fedeli guerrieri dell’esercito di Alekos riuscirono a trovare il nascondiglio dei Traditori.

Si introdussero nella grotta dove i sovversivi si erano creati un rifugio, lontano dagli sguardi dei nemici ma pur sempre sotto gli occhi di tutti, come se volessero prendersi gioco delle autorità che per anni li avevano oppressi…

All’interno della grotta erano state costruite delle vere e proprie case in grado di ospitare sia i membri della resistenza che le loro numerose famiglie. Heru ed Avres convivevano da tempo, non sarebbe stato un problema sistemarli senza che nessuno se ne rendesse conto.

Approfittando delle ombre concesse dalla notte, i guerrieri Light si introdussero nelle loro stanze e uccisero Heru colpendolo al petto con un pugnale. Colto di sorpresa, il guerriero arpionò tra le dita la mano della dea prima di esalare il suo ultimo respiro…

Avres si svegliò di soprassalto.

Non comprese cosa fosse capitato sino a quando, al suo fianco, non trovò il corpo senza vita del suo compagno. Tentò di comprendere come i Light li avessero raggiunti senza insospettire le sentinelle e soprattutto perché la madre avesse ordinato agli uomini di suo padre di compiere quell’azione.

Tentò di chiedere spiegazioni ma i Light, che per secoli si erano vantati del loro senso di giustizia, non esitarono a ridurla in fin di vita. Mirime non le lasciò alcuna possibilità di replica: la guardò in volto per tutto il tempo osservando impassibile i suoi uomini che trattavano sua figlia come la peggiore delle bestie e non mosse un muscolo per impedire che ciò avvenisse.

La storia narra che Mirime, poco prima che sua figlia morisse, lanciò una potente maledizione sulla ragazza: la condannò a risorgere ogni mille anni.

Avrebbe visto soffrire i propri cari, sarebbe stata la causa di numerose disgrazie e, pur detenendo il potere incontrastato sulla natura, sarebbe stata incapace di porre fine alla guerra.

Avrebbe osservato la storia ripetersi, sotto gli occhi inerti di chi portava sulle spalle il peso della sua pesante eredità, sapendo che l’unico modo per porre fine a quello scempio era dato dalla scelta stessa delle sue eredi.

Gli era stato donato il libero arbitrio.

Potevano scegliere se sacrificare la propria vita riportando finalmente la pace tra le cinque razze o sperare che il sangue dell’amato fosse un sufficiente sacrificio agli occhi degli Dei del passato…

Avres, sino al momento in cui questa storia fu finalmente scritta, sarebbe stata l’unica testimone della realtà celata dietro quelle parole.

La seconda scelta altro non era che un tranello: nascondeva mille anni di dubbi e tensioni tra le cinque dominanti che, pazientemente, attendevano l’ascesa della Dea per sfidarsi in un nuovo imponente scontro.

 

 

I membri del consiglio attesero con ansia le reazioni dei giovani Sigma, la curiosità era una maschera di vetro sui loro volti… I giovani si sentirono oppressi dagli sguardi del consiglio ma, al contempo, restarono sbalorditi per l’incredibile ondata di misticismo che la lettura di quelle parole aveva provocato in tutti loro.

Fu Daniel il primo ad esprimere la propria opinione a riguardo, si sentì strano per aver interrotto quell’innaturale silenzio ma c’era una domanda che gli frullava in testa da qualche minuto ed era intenzionato a sentire il parere degli altri: - Forse sono strano io ma… Cosa c’è da scegliere infondo? L’unica opzione da scegliere è anche la sola che prenderei in considerazione ed è quella che riguarderebbe la mia morte. -

Aaron percepì una certa ostilità nel tono di voce di Daniel.

Era evidente che suo figlio non avesse preso in considerazione l’idea che, secondo il suo ragionamento, la prossima a dover rinunciare alla propria vita sarebbe stata Amy: - Hai provato soltanto per un secondo a domandarti il perché di quella doppia scelta? Credete che sia facile prendere una scelta del genere? Provate a mettervi nei panni della vostra amica e riflettete accuratamente: sacrifichereste la vostra vita per qualcuno che vi ha sempre disprezzato? –

 

  

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Giardino - Campo da Quiddich n°7

 

– Maledetto White! Grazie al tuo brillante lampo di genio siamo senza un cacciatore! Me lo dici come vinciamo il torneo senza un fottuto cercatore? –

Tutti si resero conto del fatto che Carrow, in quel momento, era decisamente poco calmo e molto nervoso. Questa strana “novità” fece ridere alcuni ragazzi seduti sugli spalti mentre i membri della squadra tentavano di mantenere una certa serietà… Quelli che lo conoscevano erano al corrente del fatto che sfidare il suo carattere lunatico non rientrava nella classificazione delle “decisioni sagge”.

Lucas White, fin troppo abituato a quella nota particolarmente “bipolare” nel carattere del suo migliore amico restò indifferente alle sue accuse e gli domandò semplicemente quale fosse il problema: mancavano ancora due settimane all’inizio del torneo ed erano ancora in tempo per trovare un sostituto degno di Raja.

Walter alzò gli occhi al cielo e gli diede una mazzata in testa. L’atteggiamento menefreghista di Lucas lo spazientì, per l’ennesima volta aveva combinato un danno senza preoccuparsi delle conseguenze ed ora sarebbe toccato a lui porvi rimedio: - Mi dici dove lo troviamo un cercatore in grado a tenere testa a Jocelin Murdock? Le Vespe giocano duro, dovresti averlo capito da un pezzo ormai! –

Cercarono di fare una lista dei migliori candidati ma all’interno della scuola non c’era nessuno in grado di sostenere un allenamento a pieno regime senza crollare… Per non parlare del fatto che, anche con un nuovo cercatore in squadra, gli sarebbero servite più di due settimane per preparare la recluta ad uno scontro vero e proprio.

I loro ragionamenti furono interrotti dalle risate di alcuni ragazzi del quinto anno che, con scarso successo, cercavano di acciuffare la Halliwell che in sella alla scopa più veloce del momento evitava le loro prese con abilità dribblando ogni presa.

Era piccola e veloce… Esattamente quello che stavano cercando.

Walter si voltò verso il suo battitore migliore e gli ordinò di scagliare un bolide contro la rossa.

- Sei impazzito del tutto Carrow? La stai praticamente condannando a morte! – Lucas cercò di far desistere il loro battitore facendo leva sulla pericolosità di quell’azione – Sei pronto ad averla sulla coscienza Thompson? Se cade da quell’altezza per non finirà bene per nessuno dei due, non c’è bisogno che sia io a dirtelo! -

- Spiacente White. – fu questa l’inespressiva risposta del battitore che intercettò uno dei bolidi ancora liberi per il campo e ne deviò la traiettoria scagliandolo contro la rossa ad una velocità folle…

Quando videro la rossa compiere un salto verso l’alto e, con una certa abilità, evitare la palla incantata prima di atterrare nuovamente sul suo manico di scopa restarono tutti a bocca aperta.

- L’abbiamo trovata. -

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Ti sono mancata? ***


HTML... Fanculo

Non esistono innocenti:

tutti abbiamo passato un raffreddore a qualcuno.

(Marcello Marchesi)

 


<<  Make Your Choice - Ti sono mancata?  >>

 


 

Torre Nord – Sala Comune

 

Amy si abbandonò stancamente sul sofà più isolato della sala comune: aveva un braccio piegato dietro la testa, l’altro era appoggiato sopra gli occhi e tra le gambe stringeva un polveroso cuscino.

Un risolino beffardo interruppe la sua quiete, le parole di un certo biondino di sua conoscenza la destarono dal dormiveglia e la riportarono tristemente alla realtà: - Carina la maglietta con gli orsacchiotti Halliwell. Hai dimenticato di fare il bucato? –

- Malfoy… Ci mancavi solo tu. – sbuffò lei, spostò il braccio posato sugli occhi e riservò a Draco uno sguardo vagamente divertito.

- È da venerdì che non ci vediamo e questo è tutto quello che hai da dirmi? – aveva un che di ironico nella voce, le lanciò la felpa che aveva tra le mani in testa e le scompigliò i capelli - Sposta questi calzini puzzolenti e fammi un po’ di posto Halliwell… Possiamo starci entrambi qui. –

Amy gli fece un po’ di posto, gli tirò una cuscinata in testa per vendicare i suoi poveri capelli e gli disse: - Cos’è Malfoy… La fama del gelido lord inglese non fa effetto sulle ragazze locali e ripieghi sulla compagnia dei vecchi amici? –

- Quanto sei spiritosa fiammetta. – replicò lui, accavallando le gambe sul tavolino prima di circondare le spalle dell’amica con un braccio – Cos’è, Potter ha tentato di baciarti? –

Amy alzò gli occhi al cielo, gli riservò un occhiata che sembrava voler dire “sei davvero convinto di quello che hai appena detto?” e gli diede un pizzicotto sulla gamba: - Nonostante l’ultima cazzata che hai detto sei l’unico con cui posso fare una conversazione quasi decente qui dentro. –

Draco ridacchiò e si fece pensoso.

Soltanto poche ore prima aveva visto la rossa piena di vita eppure, in quel preciso istante e sotto i suoi occhi, non vedeva altro che la pallida imitazione dell’enfatica Amy Halliwell che conosceva.

La rossa si alzò dal divano con una lentezza insolita ed ebbe un giramento di testa che la costrinse a passarsi stancamente una mano sulla fronte.

Quell’insolita reazione suscitò la preoccupazione nel giovane Malfoy che le domandò come si sentisse; quando non ottenne una risposta da parte della rossa si decise a prenderle il volto tra le mani: notò quanto fossero dilatate le sue pupille e quanto fosse calda in realtà la sua pelle…

Aveva preso una bella influenza.

Quando glielo comunicò Amy gli disse che, con un po’ di riposo, sarebbe tornata in forma in meno di ventiquattro ore ma ancora prima che potesse muovere un passo verso i dormitori, Draco se la ritrovò tra le braccia.

Svenuta.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Cortile Intergno - Holy Grail School

 

Nonostante i Sigma si fossero riuniti per discutere insieme sulle ultime novità nessuno dei presenti sembrava essere in vena di chiacchiere.

Il primo a parlare fu David.

Restò sdraiato sul prato, con la testa appoggiata sulle ginocchia di Erin, mentre fumava tranquillamente la sua sigaretta: - Sono il solo a credere che Amy ci sta evitando? –

Erin sbuffò, passò una mano tra i capelli del suo fidanzate e gli tirò qualche ciocca prima di rimproverarlo: - Di cosa ti sorprendi… È sempre stata esagerata. –

- Se non ti fossi presa la briga di schiaffeggiarla senza motivo non saremmo qui a parlare di quanto sia giustamente arrabbiata. - il commento di Nadia fu strano… Erano trascorsi più ci cinque anni dall’ultima volta in cui l’avevano sentita usare quel tono così distaccato e, specialmente in quell’occasione, non si sarebbero mai aspettati di vederla manifestare così apertamente il suo disappunto – L’hai trattata come se fosse una bambina capricciosa, hai ignorato totalmente il fatto che ha altro a cui pensare in questo momento e che, nella maniera più assoluta, non siamo noi il suo problema più grande. –

- Credi che non lo sappia? Ho fatto una stronzata e mi dispiace ma ormai è successo. Non posso cambiare ciò che è stato. - Erin realizzò solo in quel momento di aver usato delle parole totalmente sbagliate parlando con Amy… Forse quel riferimento del tutto innocente sui suoi genitori aveva scatenato in Amy qualcosa che non era in grado di comprendere – Una cosa è certa… Dopo cena andrò a parlarle e cercherò di chiarire la situazione. Non voglio che si faccia un idea sbagliata. -

- Alicia! Dakota! Avete sentito l’ultima sulla Halliwell? – una ragazza si avvicinò, praticamente urlando, alle due ragazze sedute accanto al loro gruppo…

I sigma erano ancora increduli nel notare che, all’interno della scuola, Amy fosse l’unica fonte di novità. Lei che ripudiava qualunque modalità di gossip era diventata la persona più “famosa” nel raggio di cinque chilometri

La moretta si accomodò tra le due amiche e, involontariamente, i russi furono costretti ad ascoltare ciò che l’ultima arrivata stava dicendo: – Qualche minuto fa ho sentito Evangeline ridere come una scema perché la Halliwell è collassata nella comune delle Tigri. Fuori dall’infermeria c’è la Pendragon che piange come una disperata e nemmeno il resto della truppa sembra troppo in vena di scherzi. –

- Spero non sia troppo grave… Dopotutto mi sta simpatica e il fatto che tenti di rimettere al suo posto quella troietta di Evangeline mi sta bene. – dopo di che Alicia domandò, più per curiosità che per reale preoccupazione, chi l’avesse trovata in quello stato.

- Ho sentito che con lei c’era Draco Malfoy… Non ha esitato un attimo a portarla in infermeria. – spiegò Raja rubacchiando qualche patatina dal pacchetto delle amiche – Avreste dovuto vederlo in faccia ragazze: aveva un espressione così preoccupata quando l’ho visto davanti all’infermeria! -

- Quest’anno la scuola si è riempita di eroi… – domandò divertita Dakota, in pochi secondi legò i suoi capelli in una elegante treccia, dopo di che rivolse uno sguardo serio alle sue amiche – Secondo voi c’è del tenero tra quei due? –

Le ragazze si guardarono per qualche secondo…

Dopo di che scoppiarono a ridere.

Alicia e Raja si alzarono in piedi e, continuando a ridere tra loro, si allontanarono sotto lo sguardo confuso di Dakota che fu costretta a rincorrerle pretendendo una risposta.

Daniel si allontanò comunicando al resto del gruppo che avrebbe indagato sulla faccenda, un crescente senso di angoscia lo invase e prima di imboccare il corridoio principale disse: - Lei non sta mai male. –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Infermieria - Holy Grail School

 

- C-che… - balbettò lei, tra se e se, pensando che qualunque cosa le avessero dato l’aveva decisamente ridotta ad uno straccio.

I suoi tentativi (falliti) di comunicare furono prontamente interrotti da Miss LaRogue, l’infermiera della HG, che la tranquillizzò porgendole un bicchiere pieno di uno strano e immobile liquido azzurro.

Amy tentò di rispondere dicendole che non si sarebbe mai avvicinata a quel liquido inquietante ma dalle sue labbra non uscì altro che un borbottio incomprensibile… Sbuffò.

Si sentì infastidita dalla totale mancanza di controllo che aveva sulle sue capacità di comunicazione quindi tentò di manifestare con un’eloquente sguardo il suo disappunto alla donna.

– Non fare quella faccia: so che ha un aspetto orribile ma ha il sapore dei mirtilli. Ti farà stare meglio… Credimi. – la incoraggiò a bere prima di sedersi accanto al suo letto e le spiegò la situazione – Hai preso una bella influenza sai? Sei svenuta tra le braccia del signor Malfoy che ti ha immediatamente portato qui. Ha detto che negli ultimi tempi ti sei un po’ strapazzata… Ti ho dato un ricostituente e ti ho lasciato dormire. –

Amy ringraziò la donna con un sorriso: erano settimane che non poteva prendersi una pausa e, nonostante l’influenza, poteva finalmente prendersi una pausa da tutto e tutti… Ma non durò a lungo poiché Amily le domandò e si sentisse pronta ad incontrare i suoi amici.

Amy socchiuse gli occhi annuendo. Poteva dire addio all’ipotetica pace.

I ragazzi della torre delle Tigri furono i primi ad accerchiare lei ed il suo comodo letto… Inutile dire che le loro voci preoccupate le ruppero i timpani, sovrapponendosi irrimediabilmente le une sulle altre, mentre tentavano di capire come si sentisse.

Questo ovviamente scatenò l’ira di Emily che, senza mezzi termini, li avvertì del fatto che non ci avrebbe messo più di due secondi a sbatterli fuori dalla sua infermeria se quel fastidioso rumore provocato dalle loro “squillanti vocine” non fosse cessato all’istante.

Lily e Drew le raccontarono, con dovizia di dettagli, quello che era successo quella mattina: uno squadrone di auror si era presentato davanti ai cancelli della scuola con un mandato di cattura per Alexander. La voce della sua presenza era arrivata fino al consiglio regionale che aveva ritenuto troppo pericolosa la sua presenza in quella zona.

Dopo ore di insuccessi le ricerche furono abbandonate e gli auror furono costretti ad andarsene in attesa di nuove direttive.

Amy ridacchiò tra se e se spiegando agli altri che se Alexander non voleva farsi trovare nessuno, tanto meno quegli auror, sarebbe stato in grado di rintracciarlo…

L’infermiera uscì dal suo ufficio e comunicò ai ragazzi che l’orario di visita era quasi terminato. I “tigrotti” salutarono l’amica uscendo dalla stanza nella maniera più rumorosa possibile ottenendo un altro rimprovero da parte dell’infermiera.

Emily avvertì la rossa del fatto che c’erano altre persone che aspettavano di vederla finalmente sveglia ma che aveva ancora bisogno di riposare quindi non le avrebbe concesso più di un quarto d’ora per le visite.

Amy annuì con scarso interesse osservando disperata il plico di compiti ed appunti che Lily le aveva “gentilmente” fornito…

Trattenne a stento qualche imprecazione nel notare quanto “imponente” fosse la mole di compiti di pozioni che, come di consueto, Piket aveva preparato apposta per lei.

Sul volto dell'infermiera comparve un ghigno, che Amy non notò poichè troppo concentrata sulle improbabili richieste della professoressa di divinazione, Emily sistemò alcune pozioni rimpolpasangue in un armadietto e parlò: - Volevo farti i miei complimenti ragazza… A quanto ne so i Malfoy sono ossi duri. Farli capitolare in maniera così palese è lodevole. –

Con quelle parole aveva decisamente riottenuto l'attenzione di Amy che, finalmente, alzò lo sguardo dagli appunti che stava leggendo e domandò alla donna di cosa, accidenti, stesse parlando.

- Draco Malfoy. – rispose Emily con semplicità, come se quel nome fosse una sufficiente spiegazione per l'interrogativo posto dalla ragazza, non nascose un certo divertimento nel continuare poi il suo strampalato discorso - Ho dimenticato di avvertirti forse? Sono almeno due giorni che il tuo amichetto si presenta davanti alla porta della mia infermeria chiedendo di te e della situazione fisica. Se non è amore questo… -

- Le tue affermazioni sono tendenziose e basate su prove del tutto circostanziali. – lo sguardo di Amy si abbassò istantaneamente sugli appunti di Lily e per lei, il discorso, fu chiuso lì.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Il Messaggero ***


Il male principale dell'uomo è l'inquieta

curiosità delle cose che non può conoscere

e per lui è peggio trovarsi in questa

inutile curiosità che nell'errore.

(Blaise Pascal)

<< Make Your Choice – Il Messaggero >>

 

 

Infermeria – Letto n°13

 

Dopo l’incessante predica di Nerida alla quale la rossa fu sottoposta, venne l’ora di pranzo; Amy non fu per niente felice quando davanti a lei comparvero un brodino di pollo, qualche foglia d’insalata e un bicchiere di succo d’arancia. Lo sguardo schifato della rossa fu abbastanza eloquente: - Credevo di aver chiesto il pranzo per me, non per la nonna di Merlino… Questa schifezza non la mangio. –

- Miss LaRogue sa quello che sta facendo. – rispose la donna dai lunghi capelli neri, sfogliando con non curanza una rivista mondana mentre riservava qualche occhiata annoiata all’allieva.

Amy sbuffò girando il cucchiaio nel suo piatto, mollò il tutto e riservò a Nerida un’occhiata abbastanza sarcastica: - Anche Voldemort sapeva quello che stava facendo ma, come avrai notato, non tutte le sue decisioni sono state condivise dal mondo. -

La risata di miss LaRogue fu inaspettata per entrambe, Nerida era già pronta a sgridare la rossa ma non ne ebbe il tempo: - Mi stai paragonando a “colui-che-non-deve-essere-nominato” Halliwell? –

- Per quanto riguarda il regime dittatoriale ci siamo. - la rossa sbuffò appena – Non è proprio possibile avere un po’ di pizza e qualche patatina fritta al posto di questa brodaglia inconsistente? –

- Fossi in te, non ci spererei troppo. –

 

- La speranza è l’ultima a morire Emily. – dinanzi alla rossa il piatto di minestra lasciò il posto a un fumante cartone di pizza – E le speranze danno sempre i loro frutti. Signore, bon appétit! –

- Dammi quella robaccia! –

- Giammai! – la rossa saltò dal suo letto sfuggendo all’agguato delle due donne; Nerida ed Emily furono sul punto di strapparle l’adorata pizza dalle mani per ben due volte ma con la velocità tipica di chi è abituato a scappare e affrontare più nemici contemporaneamente Amy riuscì ad allontanarsi da entrambe, mantenendo il suo “bottino di guerra” al sicuro.

La porta della stanza fu spalancata e Daniel, che entrò sicuro di se e pronto a chiarire la faccenda del litigio con la rossa, si trovò completamente sconcertato quando vide cosa stava succedendo all’interno della stanza: Amy era in un angolo con Nerida e miss LaRogue pronte ad atterrarla al minimo movimento…

Il ragazzo arrossì lievemente quando gli sguardi delle tre si portarono su di lui: indietreggiò di qualche passo, si scusò e chiarì che sarebbe tornato in un altro momento.

Quando Amy scomparve dalla vista dei tre, Nerida fu la prima a dire a Daniel di chiudere la porta… Ma era già troppo tardi: la rossa ricomparve al fianco del cugino, lo ringraziò per avergli concesso quell’occasione di fuga e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Foresta Leggenda – Holy Grayl School

 

Amy si fermò alla torre giusto qualche istante: indossò un paio di jeans, una maglietta e delle comode scarpe da tennis, recuperò la sua macchina fotografica e fu di nuovo fuori dalle mura della HG.

A quanto aveva sentito il bosco pullulava di Ritmi ultimamente e non voleva perdersi l’occasione di immortalarli: quei piccoli demoni così simili alle farfalle avevano l’incredibile capacità di mutare il colore delle loro ali in base alle emozioni che gli suscitavano le canzoni. Era incredibilmente curiosa di scoprire cosa avrebbero pensato quelle creature ascoltando la sua playlist… Infantile forse ma non aveva molto altro da fare e se quello che le aveva detto Emily era vero, strapazzarsi con qualcosa di più impegnativo era del tutto controproducente.

Camminò per qualche minuto fino a quando non raggiunse una radura abbastanza isolata e poi estrasse dal suo zaino il suo Ipod.

Essere membri di una delle più importanti organizzazioni del mondo aveva certamente i suoi vantaggi: poteva tranquillamente dire di avere  alcune tra le più innovative macchine del suo tempo, in anticipo di quasi un decennio sul resto del mondo.

Accese il piccolo riproduttore multimediale, selezionò la riproduzione casuale e attese che i primi Ritmi si facessero vivi.

 

- Che diavolo stai combinando rossa? –

La voce del vampiro le arrivò chiara e forte mentre un sorriso le comparve spontaneamente sulle labbra, portò l’obbiettivo della sua macchina fotografica sul volto del vampiro e scattò la prima di una lunga serie di foto.

‘Click’

- Ho sentito che sei diventato piuttosto “ricercato”. – Amy riguardò lo scatto appena fatto e ridacchiò nel vedere il volto sorpreso del vampiro sullo schermo sulla sua macchina fotografica - Mi toccherà prendere un appuntamento per vederti la prossima volta? –

Il vampiro le riservò un’occhiataccia prima di fare una considerazione sul suo stato: - Sei strana oggi… Anche il tuo odore è strano. –

La rossa spiegò al vampiro ciò che le era successo negli ultimi giorni, omettendo la parte sulla sua “evasione” dall’infermeria e gli spiegò cosa ci facesse in quell’angolo così remoto della foresta.

- E sei venuta qui per vedere un paio di farfalline colorate? – le domandò lui, incrociò le braccia al petto e le riservò un occhiata incuriosita.

Lei scrollò le spalle: - Non ho molto da fare ultimamente. –

I Ritmi, attirati dalla musica dei The Verve, cominciarono a svolazzare intorno ai due: Bittersweet Simpohony donò alle loro ali delle sfumature che andavano dall’azzurro più tenue al giallo più splendente in un incredibile combinazione colorata in continua trasformazione.

Amy scattò decine di foto quel giorno ma con l’inizio della sesta canzone avvenne una cosa strana: ci fu un rumore secco, di qualcosa che andava in frantumi, a qualche metro da loro e i piccoli Ritmi si diedero alla fuga, come presagendo un pericolo imminente.

- Non muoverti. – le disse il vampiro che si portò davanti a lei mentre il rumore di alcuni passi andò intensificandosi - Resta dietro di me. –

- Amici tuoi? – domandò lei con un certo sarcasmo.

Ricordò il party a cui il vampiro l'aveva trascinata un paio di settimane prima: lì in mezzo erano pochissimi i notturni che avevano mantenuto una parvenza di legalità durante il loro periodo di "non-vita"… Molti altri invece si erano dati diligentemente alla fuga notandola tra la folla.

Una risata mal trattenuta sfuggì dalle labbra del vampiro: - Una sola a dire il vero e definirci amici è un parolone. – c’era un che d’ironico nella sua voce - Neferet… Qual buon vento ti porta qui? –

- La curiosità mi ha sopraffatto Alexander. - sul volto della donna comparve un sorriso spocchioso che infastidì parecchio la rossa – È davvero stupefacente che un comune essere umano sia riuscito ad attirare l’attenzione dei nostri reali. –

Quelle parole sembrarono un vero e proprio attacco al suo operato… Ed Amy fu subito pronta a replicare: - Evidentemente non sono così comune come crede lei. –

La vampira si avvicinò ai due, non nascose affatto il divertimento che la reazione della rossa provocò in lei e rincarò la dose con l’ennesima sfida alla piccola umana: - La responsabilità che ti ha affidato il mondo è grande Amy, sei sicura di poter reggere questo peso sulle tue gracili spalle? –

- Le mie spalle sono più resistenti di quanto sembrano… Neferet. – le sfuggì una risata, quindi scostò gentilmente il braccio di Alexander e si avvicinò alla donna, non avrebbe assolutamente accettato quelle parole senza replicare – Ci terrei a sottolineare che, se realmente tu fossi degna di giudicare me, ti ritroveresti seduta su una di quelle bellissime poltrone che appartengono ai tuoi signori. O forse sono io che sbaglio… mezzosangue? –, Amy notò lo sguardo della vampira incattivirsi… Aveva toccato un tasto dolente: le sue origini erano un peso troppo grande da sopportare o in mancanza d’argomenti non poteva replicare?

 

Si soffermò sull’aspetto della vampira e notò che era di pochi centimetri più alta di lei e, soltanto per un secondo, si fermò a studiarla. Non sarebbero potute essere più diverse di così: dal fisico minuto e spigoloso della notturna al suo che, sebbene per poco, mostrava delle curve appena accennate… Il colore degli occhi poi, non poteva essere più differente: il gelido colore delle notti senza luna di Neferet contrastava nettamente con le sue iridi, così particolari da essere inimitabili persino ai demoni mutaforma.

Alexander si sentiva in trappola.

Da un lato c’era Neferet, forse la più brillante stratega dei vampiri dell’est con migliaia di omicidi su commissione alle spalle e una vera e propria predilezione per la tortura mentre dall’altro c’era Amy, in grado di far saltare in aria qualunque oggetto nel raggio di due chilometri solo con la forza del pensiero, un elevato numero di nemici in tutto il mondo e un numero di omicidi intorno al miliardo.

Se c’era una cosa di cui era sicuro era il fatto che nessuna delle due avrebbe “ritirato gli artigli” senza un piccolo incoraggiamento dunque le provocò laddove sapeva entrambe erano più suscettibili: l’orgoglio.

- Vi comportate come due mocciose… Dovreste smettetela. Entrambe. - sibilò il vampiro con un tono duro che non sembrava voler ammettere alcuna replica.

- È divertente giocare con te Amy Halliwell ma i metodi del regno non sono mai piaciuti a mio fratello. - ribatté lei e si chinò a sfiorare il viso di Amy, che ricambiò il suo sguardo senza tentennare come la vampira si aspettava – Affrontare una ragazza megalomane è meno pericoloso che sfidare l’ira di un vampiro millenario e rovinare il rapporto che ho con Alexander per te non mi sembra corretto quindi rimanderemo ad un'altra occasione il nostro scambio di opinioni… Farò in modo che nessuno ci interrompa piccola umana. – poi voltò le spalle ai due, raggiunse la parte più fitta del bosco e scomparve.

- Non vedo l’ora mezzosangue. – borbottò tra se e se la rossa, senza trattenere un ghigno divertito.

Neferet era dunque stata inviata lì per una sfida diretta dei principi: se fosse stata in grado di sconfiggere un millenario si sarebbero schierati dalla sua parte durante la guerra a Gareth… Fu un sollievo per Amy scoprire che, a breve, sarebbe giunto l’invito del cancelliere per lei.

L’unico modo per ottenere il rispetto dei principi era sconfiggere e torturare i traditori nella maniera più crudele possibile e lei avrebbe dato sfoggio delle sue capacità, senza filtri o remore di alcun tipo.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Sala Riunioni – HGS

 

Nerida riunì i Sigma e cercò di farsi spiegare come mai nessuno di loro avesse avvertito il comando delle condizioni fisiche in cui si trovava Amy fino a qualche ora prima… Scoppiò un putiferio quando la donna fu messa al corrente del litigio avvenuto tre giorni prima.

- Eravamo stati chiari con voi: vi era stato chiesto di non farle pesare in alcun modo la sua situazione. – il tono della donna non ammetteva repliche, era molto delusa dal comportamento dei suoi allievi e cercò di farglielo capire – Sono cinque anni che la conoscete ed ancora non avete capito che sarebbe venuta lei stessa a spiegarvi la situazione? – restò in silenzio per qualche istante, guardò i volti dei ragazzi in attesa di una risposta ma non ottenne nulla… Sospirò e  decise che era giunto il momento di approfondire il vero motivo che l’aveva portata alla HG: - Ma non sono qui per rimproverarvi, c’è una nuova missione che richiede tutte le vostre capacità… Nessuno escluso. –

Clarissa si fece avanti e si offrì volontaria per andare alla ricerca della dispersa Amy ma Declan, seduto sul bordo della finestra, indicò la ragazza in mezzo alla folla: - È proprio lì. Seduta su una delle panchine del cortile esterno e con lei c’è anche quel vampiro biondo… -

Nerida si affacciò dalla stessa finestra e, senza nascondere una certa reticenza nei confronti del vampiro accanto alla rossa, disse: – Chi diavolo è quel tizio che distrae la mia allieva dai suoi allenamenti? -

- Sai bene che ha sempre avuto una vera e propria predilezione per i notturni… - fu Liam a parlare, riservò alla coppia in questione una strana occhiata che Nerida non fu in grado di interpretare poi continuò il suo discorso – La cosa strana è che con questo sembra andare particolarmente d’accordo… Capita spesso che si vedano per discutere di Merlino solo sa cosa e si rinchiudono in biblioteca per ore. –

Sul volto della donna comparve un espressione dubbiosa: possibile che nessuno si insospettisse vedendo un vampiro per la scuola?

A Clarissa sfuggì una risata che non passò affatto inosservata: - Nessuno può sperare di vederlo se Amy ci mette lo zampino. -

Nerida rimase in silenzio per qualche attimo contemplando da lontano la figura del bel vampiro seduto accanto alla sua allieva migliore e poi, di punto in bianco, si incamminò verso la porta e con tono imperativo disse: - Questo Alexander… Voglio conoscerlo. Adesso. –

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Sprinkle ***


djide

Non c'è libertà senza infedeltà,

né sincerità senza disobbedienza.

(Jerome Garcin)

<< Make Your Choice– Sprinkle >>

 

Cortile Esterno – Holy Grayl School

 

- Ti ha chiamato “fratello”… - borbottò la rossa, tra se e se, sedendosi sulla prima panchina che le capitò a tiro stando ben attenta a non attirare troppo l’attenzione di alcuni studenti lì vicino - Vuol dire che siete consanguinei o che sei un nobile? -

- La seconda. – rispose lui, occhieggiando con interesse una ragazza lì vicino, quello sguardo gli costò un coppino ben assestato da parte della rossa – Stavo solo guardando… Ho notato solo ora quante cose sai sulla mia razza. Posso chiederne il motivo? –

Ad Amy sfuggì una risata, incrociò le braccia dietro la nuca e spostò lo sguardo verso l’alto: - Questa, amico mio, è una di quelle domande che resteranno senza una risposta. –

Il vampiro sbuffò insoddisfatto dalle parole della ragazza: Alexander si ritrovò a pensare che, ultimamente, la rossa non gliene dava vinta una e la cosa iniziava davvero a stancarsi.

- Sigaretta? –

Il vampiro scrollò le spalle: - Va bene. Io, del resto, non devo pensare al problema del cancro… - la guardò con biasimo e scoccò un’occhiata eloquente al pacchetto che la rossa si stava rigirando tra le mani - Tu invece dovresti seriamente smettere. Ti farà male alla lunga. –

Ad Amy sfuggì una risata, si stiracchiò lungo la panchina e rispose al vampiro: - Non saranno certo queste a uccidermi… Oh Cristo. –

- Guai in vista? –

- Direi un cataclisma di dimensioni bibliche… Hai mai volato Alexander? – lo sguardo che le rivolge il vampiro è un misto di confusione e sorpresa – Vorrà dire che avrai oggi il tuo battesimo di volo. – lo afferrò per un polso, sotto lo sguardo perplesso di Nerida e dei Sigma, iniziarono a correre nella direzione opposta e in poco tempo scomparvero oltre le mura del castello.

 

A pochi metri dal cancello nord si trova una

scogliera in cui soffia un vento gelido e perenne,

è ripida e scoscesa, alta più di venti metri e nessuno ci va mai…

Il posto ideale per mostrare ad Alexander

l’ennesimo trucco del suo repertorio.

 

Lo sguardo di Amy osservò con minuzia l’oceano: gli scogli erano appuntiti come lame ma non se ne preoccupò ed infatti sul suo volto si materializzò un ghigno.
- Ricordi ciò che ti ho detto prima? –

Alexander sembrò parecchio preoccupato: non si sentiva per niente tranquillo nel vedere la piccola umana a pochi metri dallo strapiombo e le domandò cosa avesse in mente.

- Fidati di me… Niente domande. – borbottò lei, guardando il vampiro con tranquillità, si tolse la giacca di pelle e continuò il suo discorso - Conta fino a tre e poi buttati ok? –

Il vampiro sgranò gli occhi: - Sei diventata matta Halliwell?! –

- Fallo e basta. – Amy iniziò a correre e nemmeno con la sua “velocità vampiresca” Alexander riuscì a impedirle di saltare… Il notturno restò immobile per qualche secondo, pensò che Amy fosse davvero fuori di testa e poi, una volta passati tre secondi, seguì l'esempio della rossa e si buttò… Ed atterrò su qualcosa di rigido e squamoso.

Sul costone della scogliera c’era un bellissimo esemplare di Nero delle Ebridi che lo afferrò e se lo posò delicatamente sul suo dorso: * Piaciuto lo scherzo Alex? *

Il vampiro sgranò gli occhi quando quel messaggio telepatico oltrepassò le sue difese mentali; quelle parole gli invasero la mente, lo confusero come una violenta ondata e, soltanto per un secondo, gli fece perdere lucidità… Soltanto dopo qualche istante si rese conto di chi fosse il misterioso mittente di quel beffardo messaggio silenzioso: - Devi iniziare a usare un esfoliante Halliwell… Queste squame non ti donano per niente. –

Sul muso del drago comparve un sorriso sarcastico e l’ennesimo messaggio telepatico gli arrivò alla mente, stavolta con meno violenza del precedente: * Spiritoso come sempre… Scusa la botta in testa di prima. È un po’ che non mi trasformo e non è facile usare la telepatia quando hai le sembianze di un tenero lucertolone di trecento chili. * ma ancora prima che il vampiro potesse replicare alle parole del “drago”, questo spiccò il volo e lui non riuscì a trattenere un urlo sorpreso nel vedere la draghessa buttarsi a capofitto verso l'oceano per poi riprendere abilmente quota.

Trascorsero il pomeriggio così, risero e chiacchierarono, volando lungo le coste dell’Australia nascosti dal sottile strato di nuvole che la rossa aveva “creato” apposta per l’occasione…

Quella sera quando Amy rientrò alla HG si trovò a pensare che il suo comportamento, specie nelle ultime settimane, aveva rasentato i massimi storici dell’immaturità.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Sala Mensa – Tavolo della Cricca

 

Evangeline appoggiò il vassoio con al sua cena sul tavolo, si sedette accavallando le gambe ed attirò l’attenzione dei suoi compagni: - Avete sentito? La Halliwell ha litigato con i suoi amichetti. – le sfuggì una risata poi continuò il discorso – Direi che siamo a cavallo. Ora non c’è più nessuno a spalleggiarla… Abbiamo il via libera con il piano. –

- Il via libera per cosa? – domandò confusa Jenna, mentre rigirava la forchetta nel piatto, riportando la sua attenzione a ciò che la sua migliore amica stava dicendo.

- Il piano Jenna, il piano… - sbuffò annoiata Eva, alzando gli occhi al cielo, la sua amica aveva una soglia dell’attenzione davvero bassa - Te ne ho parlato ieri sera. Come puoi essertene già dimenticata? –

Jenna abbassò lo sguardo, dispiaciuta per il rimprovero che la sua amica le aveva fatto davanti a tutti e borbottò delle scuse.  

- In cosa consiste esattamente questo piano? – le domandò Joshua, sgranocchiando le sue patatine fritte, curioso di sapere cos’altro si sarebbe inventata Evangeline per sistemare la Halliwell.

Sul volto della ragazza era comparso un ghigno: - Niente che ti debba interessare… Sappi soltanto che se tutto va secondo i piani ce la toglieremo dalle palle una volta per tutte. – Eva lanciò uno sguardo in direzione della rossa, che intercettò prontamente il suo sguardo, poi sollevò il suo bicchiere pieno di vino rosso e propose un brindisi sotto lo sguardo confuso di tutti i presenti: - Voglio brindare alla Halliwell, l’unica persona qui dentro che ha avuto le palle per sfidarmi. Goditelo mocciosa perché questo sarà l’unico che avrai qui dentro. –

La rossa scoppiò a ridere, prese a sua volta il bicchiere, lo alzò al cielo e replicò divertita: - Brindo alla tua sicurezza Brown e che la nostra sfida sia ricca di colpi di scena, così da non annoiarmi troppo… Alla salute. –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Torre Nord – Dormitori (ore 02.45)

 

Amy si avvicinò alla porta con un diavolo per capello: chiunque stesse producendo quei fastidiosissimi suoni si trovava sul suo pianerottolo e le stava impedendo di dormire. Uscì dalla sua camera brandendo la bacchetta, come se si trattasse di una pistola con un colpo in canna, pronta a colpire i rumorosi vicini.

Vide una coppietta decisamente troppo occupata a fare “altro” per accorgersi della sua furia e, dalla sua posizione, Amy non riuscì a capire se la ragazza stesse divorando la faccia del biondo a cui era aggrappata o se lo stesse semplicemente baciando… Nel giro di due secondi un pensiero le invase prepotentemente la testa: quei due l’avevano svegliata, non le interessava affatto sapere cosa stessero facendo.

Alzò la bacchetta in direzione dei due e li innaffiò con un Aguamenti prima di partire con una predica degna di Nerida: - Se non ve ne siete accorti, siete in un corridoio che permette l’accesso a ben cinque stanze occupate e c’è gente qui che sta cercando di dormire! Entrate in quella maledetta camera e date sfogo alla vostra libido altrove! - il suo sguardo infastidito restò puntato sui due che, inzuppati da capo a piedi, la guardarono con rabbia - Auguro una buona serata ad entrambi… e fate sesso sicuro! Ci manca solo un moccioso urlante in questa torre e siamo a posto. – poi voltò le spalle a entrambi, rientrò in camera e fece per chiudere la porta quando una mano le impedì di completare l’azione.

La ragazza con cui si stava intrattenendo Fray fino a pochi secondi prima entrò nella camera del biondo lasciando i due soli.

Ryan la afferrò Amy per un polso e, a pochi millimetri dal suo volto, le sussurrò: - Credevo che avresti capito che non è un bene intromettersi negli affari dei grandi, bambina. Cosa ti fra credere di avere voce in capitolo sulle mie scopate? –

- Punto primo: interrompere la tua rumorosa sveltina del mercoledì è diventato qualcosa su cui HO voce in capitolo nel momento stesso in cui hai iniziato a scopartela in corridoio impedendomi di dormire. Punto secondo: non hai nemmeno idea di cosa voglia dire intromettersi nelle faccende dei “grandi”. – poi abbassò lo sguardo sul suo polso, dove la mano del biondo era ancora stretta in una presa ferrea e la strattonò per liberarsi - Punto terzo: toglimi le mani di dosso. Secondo le idee di tuo padre non sei così importante da meritarti questo lusso. – .

Amy rientrò in camera sbattendosi la porta alle spalle; il biondo restò a fissare la porta in silenzio poi rientrò nella sua stanza ed andò a sfogare i suoi istinti con la ragazza di turno.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

- Dove sono andati Elenoire e Tom?- a parlare era stata Penelope, aveva circa quattro anni nel sogno e mentre una mano stringeva saldamente un piccolo orsetto di peluche, l'altra strofinava gli occhi, piccoli e arrossati, per la stanchezza e l'ora in cui era stata svegliata .

Diana, la sua tata e "zia" americana, era seduta su una poltrona intenta a sfogliare un libro, la guardò sorridendo prima di assumere un aria severa: - E tu cosa ci fai sveglia a quest'ora? Se i tuoi scoprono che sei ancora sveglia si arrabbieranno. -

Penny guardò la donna ed alzò gli occhi al cielo: - Non prendermi in giro. Se tu sei qui vuol dire che loro sono usciti quindi non lo verranno a sapere. -

La donna le fece segno di avvicinarsi e la prese in braccio: - Chissà da chi hai ereditato tutta questa sfacciataggine. –

- Elly dice che è colpa degli amici di Tom... Zio Luc compreso. -  rispose lei, come se fosse abituata a sentire quella frase ed avesse imparato la risposta a memoria – Comunque non hai risposto. So che stanno combattendo contro i cattivi, io li ho visti ma non so dove sono. Non voglio che si facciano male, anche a costo di andare lì a proteggerli io stessa! – Diana la guardò in silenzio: quando faceva così le ricordava incredibilmente Damastair, era certa che il comportamento della piccola fosse stato largamente influenzato dal suo maestro ed ogni volta che durante l’estate la piccola Penelope tornava in America la cosa era sempre più evidente.

- Cosa vuol dire che li hai visti? -

Penelope scese dalle gambe della donna ed iniziò a camminare avanti e in dietro per il salotto, sembrava quasi che quel gesto riuscisse a calmarla e dopo qualche secondo la bimba si decise a rispondere alla romanda: - Li ho sognati… So che è strano ma ho visto Tom attaccare due licantropi e lo zio Luc atterrarne un terzo ma Elenoire è in difficoltà ed ha rischiato di essere morsa. Non voglio che si facciano male proprio mentre sono qui. – sembrò sul punto di scoppiare a piangere - E se fosse più di un sogno? Se quello che ho visto è reale e Elenoire fosse davvero in pericolo? –

- Stanno bene, credimi. Ci avrebbero già avvertito no? C’è anche mio marito là in mezzo te lo ricordi? – le sorrise e la riportò in camera sua dove le rimboccò le coperte augurandole una buona notte.

 

Quando i passi di Diana furono ormai lontani, Penelope scostò le coperte ed iniziò a frugare nel suo baule dei giochi dove aveva nascosto tutte quelle cose che Tom e Elenoire non volevano usasse: i libri di magia, la sua bacchetta, le sue pozioni e soprattutto la sua passaporta personale.

Diana non le aveva creduto ma lei non era certo il tipo da restarsene ad aspettare che gli altri rientrassero... Sempre che l'avessero fatto. Quindi prese la sua passaporta e si legò la collana con il ciondolo a forma di caramella al collo e sperò con tutta se stessa che funzionasse.

Non passarono neanche due secondi che le sue orecchie furono invase dalle urla dei generali che sbraitavano ordini ai loro subordinati e da quelle dei notturni che, proprio in quel momento, stavano attaccando in massa le truppe dei guardiani.

Intorno a lei non c’era nessuno, a parte i membri delle due fazioni, tutto lì sembrava distrutto e disabitato da tempo.

 

Poco più in la, i suoi tutori combattevano fianco a fianco seguiti dallo zio Luc: insieme, riuscirono a sistemare quanti più sovversivi fossero sotto tiro ma poi lo vide. C’era un notturno armato, aveva sottobraccio un fucile a pompa, non molto moderno ma decisamente efficace contro gli umani e sembrava pronto a colpire Elenoire.

Nessuno si era accorto della sua presenza quindi riuscì, tramite il suo controllo degli elementi, ad evocare alcune radici che disarmarono ed intrappolarono il notturno all’interno di una stretta gabbia che quasi gli impediva i movimenti.

Il rumore dei continui colpi esplosi era a dir poco assordante ma era abituata a cose peggiori quindi ignorò semplicemente quei suoni fastidiosi e creò una barriera invisibile tra i notturni e i guardiani, in grado di rispedire ogni attacco a distanza al mittente e di intrappolare qualunque notturno vi entrasse in contatto. 

- E tu che ci fai qui moscerino? – una voce la colse di sorpresa e voltandosi Penelope si trovò faccia a faccia con un lupo mannaro.

Ne aveva affrontati di ben più spaventosi quindi non si fece problemi a rispondere: - Potrei fare la stessa domanda a te notturno… Tu e i tuoi compagni non siete un po’ fuori dai vostri confini? –

Al lupo sfuggì una risata e si avvicinò di qualche passo: - Parli troppo per essere un affarino così piccolo. –  

Poi fu la bambina a replicare, senza trattenersi dall'esprimere un certo divertimento, mentre sfotteva il notturno: - Peccato non avere nessun bastoncino da tirarti... Ho sentito che a voi cagnacci piacciono questo tipo di giochi. –. Fu proprio in quel momento che il lupo decise di attaccarla ma mentre si accovacciava per sferrare meglio l'attacco un proiettile lo colpì all'altezza del cuore e lo uccise in pochi secondi.

- Che cosa ci fai qui Penelope? – il tono che Tom stava usando non sembrava affatto amichevole ma la piccola trovò ugualmente il coraggio di spiegarli la situazione.

Tom sbuffò spazientito e la rimproverò: - Quindi hai pensato di presentarti qui senza nessun’arma con cui difenderti? –

- Se non c’è la luna piena il fuoco basta a spaventarli e a farli scappare. – borbottò lei, senza alzare lo sguardo dalle sue pantofole a forma di mucca, preoccupata dal tono severo che stava usando l'uomo con lei – Almeno puoi dirmi se state tutti bene? Poi vado via, giuro. –

Elenoire e Luc si avvicinarono a loro, la prima preoccupata e il secondo sorpreso dalla presenza della piccola in mezzo a quel pandemonio, entrambi ansiosi di capire come la piccola fosse giunta fino a lì. Tom riassunse in breve la faccenda e scompigliò i capelli della bambina: - Deve essersi presa da qualcuno la sindrome dell’eroina e non so quando possa essere un bene. –

Gli altri guardiani stavano trasportando i ribelli nelle prigioni, liberando il campo di battaglia dai corpi dei caduti e dagli eventuali feriti senza risparmiare occhiate incuriosite alla bambina che si trovava sul campo di battaglia, circondata da tre dei loro migliori generali.

Erano certi che fosse merito suo se a nessuno di loro fosse rimasto più di qualche livido addosso ma non gli era affatto chiaro il “come”… Ovviamente nessuno si sarebbe presentato dai generali per chiedere spiegazioni.

Luc la guardò senza riuscire a nascondere un sorriso soddisfatto, quella piccola peste sarebbe diventata una persona importante con il tempo, ne era sicuro: - Non ci hai ancora detto come sei arrivata fino a qui. –

- Non saprei… Magia forse. – il tono ironico della bimba fece ridere un paio di guardiani lì vicino, prontamente interrotti da un eloquente occhiata di Elenoire, mentre lo stesso Lucas riprendeva la bambina: - Basta giocare... Rispondi alla domanda Penelope. -

- E va bene. – sbuffò lei, sedendosi sulle macerie , prevedeva una lunga serie di rimproveri -  Ho creato una passaporta un paio di mesi fa ed ho usato quella per raggiungervi. È un po’ particolare e mi permette di raggiungere chiunque, indipendentemente dal luogo in cui si trova quindi è molto comoda. – poi il suo sguardo vagò lì intorno ed osservò lo sfacelo creatosi sul campo di battaglia – Solo io ho notato che questi tizzi sono delle mezze calzette? In Russia non basta così poco per stendere un branco di lupi mannari. –

Tom la guardò sorridendo e la prese in braccio, le scoccò un bacio sulla guancia e le disse: - E secondo te per quale oscuro motivo Damastair ti manda qui per le vacanze? –

- Non ne ho idea. – ma poi le sfuggì un rumoroso sbadiglio.

Elenoire ridacchiò e le scoccò un occhiata divertita: - Qualcuno qui è stanco. –

- Prendimi pure in giro ma ho catturato tanti ribelli stasera ed ho impedito che quello ti mordesse. – si fregò gli occhi, appoggiò la testa sulla spalla di Tom e si addormentò nel giro di qualche secondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Black Poison ***


djide

Arde nei suoi occhi la fiamma della disperazione

ma egli non si arrende mai

(Franz Kafka)

<< Make Your Choice –Black Poison >>

 

Ala Sud – Holy Grail School

 

Quel giovedì mattina Amy si premurò di spedire a Evangeline un piccolo bigliettino tramite uno dei tanti gufi della scuola; si presentò a colazione con qualche minuto di ritardo rispetto al solito e ricordò che la professoressa di Linguaggi Antichi non sarebbe stata presente.

Per le successive due ore si sarebbe data all’esplorazione dell’ala sud.

Era l’unica zona della scuola che non avesse ancora visitato ed era davvero curiosa di scoprire quante stanze in disuso ci fossero in quella parte della scuola così lontana dalla sua torre.

Restò incuriosita dalle continue occhiate che gli studenti dell’ala est le rivolsero, superandola, quindi optò per la leggilmanzia e scoprì finalmente cosa aveva turbato in quel modo il resto dei suoi compagni di scuola.

Le zone “divertenti” della HG si trovavano tutte tra la torre Ovest e la torre Nord: nessuno sano di mente si sarebbe sparato cinque piani di scale a piedi ed un’infinità di corridoi identici soltanto per noia.

Insomma, si stavano tutti chiedendo cosa avesse portato la piccola Lupo Grigio, eterna rivale di Evangeline, in quella parte così isolata della scuola.

La risposta a quel quesito era semplice: Amy era semplicemente curiosa di sapere come trascorressero le loro giornate gli abitanti della Est ed il modo migliore per farlo era introdursi nel territorio “nemico”.

Mentre imboccava l’ennesimo corridoio deserto, la sua attenzione fu attirata dal suono lento e cadenzato di un pianoforte; seguì la melodia con attenzione e, sempre più vicina all’emissario di quelle dolci note, si accorse di conoscere benissimo quella canzone: era una cover di Bittersweet Symphony dei The Verve… Constatò che, se suonata al pianoforte, non rendeva quanto la versione integrale ma restava ugualmente il suo motivo preferito.

Spalancò silenziosamente la porta che la separava dal “misterioso pianista” e sul suo volto si materializzò un’espressione a dir poco sorpresa: seduto compostamente di fronte al pianoforte a coda, stava suonando con eleganza e delicatezza il caro Fray.

La rossa si appoggiò allo stipite della porta e restò in ascolto osservando silenziosamente il moro: notò l’abilità con cui le dita del ragazzo scorrevano sui tasti e si accorse dell’espressione concentrata sul suo volto… Si augurò che niente e nessuno lo disturbassero.

Eppure qualcosa la turbò: nonostante conoscesse la musica praticamente a memoria alcune note le sfuggivano, o meglio, era come se alcune parti della canzone si rifiutassero di essere ascoltate da lei impedendole di capire quale sentimento stesse provando il moro durante l’eseguzione del pezzo… Attese con impazienza l’ultima nota, dopo di che si avvicinò al moro.

 

- Ti sei decisa Halliwell? – lo disse con tono ironico e si voltò a guardarla, senza nascondere un ghigno sarcastico.

- Sei bravo Fray, volevo farti i miei complimenti ma non montarti la testa. - sbuffò lei, posò le dita sui tasti e sedendosi improvvisò un paio di note – Io sono più brava di te. –

Ryan le riservò uno sguardo sorpreso e scettico allo stesso tempo: - Stai dicendo che potresti fare di meglio? –

Sul volto della rossa comparve un sorriso carico di superbia e, trattenendo una risata, replicò: - Anche a occhi chiusi principino ma oggi non ho proprio voglia di suonare per qualcuno. –

Al ragazzo sfuggì una risata, le riservò una strana occhiata, ammaliatrice quasi e parlò: - Sarebbe un onore ascoltarti Penelope. –

- Un’opera di lecchinaggio degna di te. – lei sorrise, suonò un pezzo del Chiaro di Luna di Beethoven poi chiuse il coperchio con delicatezza - Purtroppo, per via dell’odio che nutro nei tuoi confronti, tutto questo non ha sortito alcun effetto… Spiacente. –; sui loro volti comparvero due ghigni gemelli, mentre i loro sguardi s’incrociavano un gufo entrò dalla finestra e si posò su un leggio lì vicino.

Ryan, il più vicino tra i due, notò che l’animale aveva una lettera legata alla zampa quindi recuperò la missiva e scacciò con poca delicatezza il pennuto che, arruffando le piume, abbandonò la stanza.

Ryan lesse il mittente e consegnò la pergamena alla rossa: - I tuoi amici ti cercano Penelope… È solo una mia impressione o questi Sigma non si muovono di un passo senza di te? –

Amy aprì la busta, ignorando il commento del moro e si ritrovò a sfogliare l’ennesimo fascicolo: doveva partire per nuova missione.

Scoprì che si trattava del recupero di un antico medaglione appartenente al popolo elfico che alcuni mercenari al servizio di Gareth avevano rubato e nascosto nei pressi di Perth qualche settimana prima.

I trovatori incaricati dell’avvistamento avevano rintracciato il medaglione e classificato il recupero come un livello 5: si parlava di affrontare una trentina di goblin e di disinnescare qualche trappola lungo il perimetro… Nulla di troppo complicato.

Sbuffò annoiata, scrisse un paio di appunti sull’angolo di un foglio e incenerì il fascicolo sotto lo sguardo sorpreso di Ryan.

- Vedo che gli uomini di tuo padre non hanno ancora perso il vizio di rubare gli oggetti altrui. – si alzò in piedi e mentre s’incamminava verso l’uscita, chiese un favore al ragazzo: doveva semplicemente riferire a Evangeline un messaggio.

Sul volto del moro comparve l’ennesimo ghigno, ovviamente non avrebbe certo buttato al vento quell’occasione così ghiotta per beffarsi di lei, quindi la provocò: - Un favore? Ti costerà parecchio Penny. -

Lei sbuffò, con quel ragazzo l’unico modo per ottenere qualcosa era trattare e in quel momento non ne aveva certo voglia: - Dille soltanto di non perdere di vista la sua borsa. Oggi potrebbe succedere qualcosa di davvero interessante. –

Uscì dall’aula, salutò il moro con un cenno della mano e si allontanò, diretta verso i cancelli più esterni della scuola.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Periferia di Perth – Grotta della Mezza Luna

 

Non riuscirono a mettere un piede all’interno della grotta che il primo gruppo di demoni Verbatim si avventò contro di loro.

 

- I soliti lavori fatti alla cazzo dei trovatori. – sbuffò la rossa che contò mentalmente i demoni presenti nella grotta; per l’ennesima volta le informazioni arrivate al consiglio erano sbagliate e sarebbe toccato a lei fare rapporto. Con un nervosismo crescente la rossa scagliò una violenta tromba d’aria contro gli avversari che cozzarono al muro disintegrandosi ed estrasse la sua spada dalla lama nera, iniziando a colpire qualunque cosa “non-umana” ci fosse nella grotta.

- Per stavolta ti do ragione. – fu Liam a risponderle, sfruttò il suo potere e incenerì un demone appena comparso alle spalle della ragazza e continuò a esporre il suo ragionamento all’amica – Ci sono i goblin nelle missioni di livello cinque… Persino un cieco si accorgerebbe della differenza tra un demone e un goblin. Come hanno fatto a sbagliare in questo modo?! –

Amy sorrise soltanto per un attimo, parlare con Liam le era mancato parecchio nell’ultimo periodo ma in quel momento le loro priorità erano altre quindi tornò a concentrarsi sui demoni e si liberò della prima coppia di fastidiosi Verbatim.

- Ma quanti ce ne sono? - sbuffò lei, pulendosi la guancia sporca del sangue nero dei demoni con il dorso della mano. Non l’avrebbe mai detto ad alta voce ma sperò con tutta se stessa che almeno Liam le rivolgesse la parola… Da quando si era riunita agli altri, davanti ai cancelli della scuola, nessuno le aveva rivolto la parola a parte Daniel che fu incaricato di aggiornarla sulle modalità di recupero del medaglione e sulle strategie che avevano deciso di usare sul campo.

Un demone agguantò Liam alle spalle e approfittando della distrazione del ragazzo gli agguantò il collo, stringendolo in una presa ferrea, che gli tolse sin da subito il respiro.

Amy che notò la scena a distanza scatenò l’elemento che in quel luogo prevaleva sugli altri: una violenta luce argentea investì il demone e il tranello del diavolo appena evocato si strinse intorno al Verbatim in una morsa letale, soffocando le inutili grida disperate della creatura, mentre la padrona dell’incantesimo tornò a concentrarsi sul resto dei demoni presenti nella grotta. 

Erin colpì un demone alla testa e bloccò definitivamente gli attacchi dell’avversario: - Carter e Declan? Come vanno? – chiese lei che evitò per un soffio il colpo d’ascia di un Verbatim; approfittò dell’instabilità del demone per tagliargli la gola, con un movimento deciso e netto, mandandolo definitivamente KO.

A qualche metro di distanza, i due appena nominati, sfruttarono un incantesimo di levitazione combinata per scagliare i loro avversari contro le stalattiti più vicine.

Duncan e Samantha furono costretti a schivare l’attacco dei compagni dal momento che si ritrovarono sulla traiettoria di “lancio” e non si risparmiarono un paio di imprecazioni.

Liam fu colpito ancora e rovinò al suolo ma proprio mentre il suo assalitore si preparava a finirlo con un potente colpo di mazza, Amy lanciò un pugnale contro il demone e una volta eliminato il Verbatim si avvicinò al biondo per constatarne lo stato fisico. Gli chiese come si sentiva e mentre aspettava la risposta del ragazzo, iniziò a osservarlo con attenzione.

 

- Non lo so… Mi gira la testa e mi fa male lo stomaco. - era talmente confuso che non si chiese nemmeno cosa stesse facendo la rossa.

Amy gli puntò la piccola torcia che portava sempre con sé nell’occhio destro e osservò con attenzione la pupilla del biondo, del tutto dilatata. Per sicurezza controllò anche il battito cardiaco e si accorse che era del tutto irregolare… Se si consideravano poi i sintomi appena descritti dal compagno la soluzione era una sola.

Amy frugò nel suo marsupio, recuperò una boccetta di plastica piena di pastiglie e la consegnò al biondo: - Sei stato avvelenato Ly. Prendi due di queste ed aspetta che facciano effetto. –

La rossa si guardò intorno: le serviva qualcuno in grado di aiutare il biondo in caso di necessità ma si accorse che anche gli altri erano parecchio in difficoltà contro i demoni. I Sigma erano visibilmente provati dai continui attacchi dei demoni che sembravano aumentare a vista d’occhio…

Qualcosa le stava sfuggendo ma non riuscì a realizzare “cosa” fino a quando, a seguito dell’ennesimo demone mandato a cozzare contro le pareti della grotta, non vide una manciata di polvere e detriti crollare dal soffitto.

- Il veleno è qui… È nella grotta. – prese una decisione in fretta, le continue ondate di demoni non facevano altro che confonderla quindi agì d’istinto e materializzò una barriera che si estese fino al limite della grotta, eliminando qualunque demone vi entrasse in contatto.

Una volta liberi dai Verbatim la rossa eseguì un altro incantesimo che purificò l’aria da ogni tossina e vaporizzò un antidoto per i veleni più comuni.

 

- Eravamo in difficoltà da un pezzo. Questa barriera… – Erin aveva il fiatone e a malapena riusciva a tenere la sua balestra in mano - Perché non l’hai usata prima? -

- Abbiamo affrontato di peggio in passato… - Amy abbassò lo sguardo, si sentì colpevole per un attimo ma spiegò le sue ragioni agli altri - Non l’ho ritenuta necessaria fino a quando non mi sono accorta della tossina che sta girando in questa grotta. Perdonatemi. –

- Hai fatto bene… - Duncan mosse un paio di passi verso il fondo della grotta e continuò il suo discorso - Ora dobbiamo soltanto recuperare il medaglione e potremo tornarcene a casa. –

La rossa gli appoggiò una mano sul petto e gli sbarrò la strada: - Ci penserò io al medaglione. Andate all’associazione e dite a Nathan di iniettarvi il 14P17, dovrebbe essere sufficiente a neutralizzare qualunque tossina sia stata assorbita dal vostro organismo in questo lasso di tempo. –

Amy si voltò verso Liam e gli chiese di raggiungerli ma non ottenne una risposta quindi lo richiamò ancora una volta: - Liam… Smettila di fare il cretino e rispondimi! – ma il biondo non disse nulla e questo non fece altro che far preoccupare ulteriormente la rossa che si avvicinò a lui correndo, gli si accovacciò accanto e lo scrollò con poca delicatezza: - APRI GLI OCCHI MALEDIZIONE! – .

Liam si svegliò dal tepore che lo stava avvolgendo fino a poco prima e restò sorpreso quando vide la rossa chinarsi su di lui e stringerlo in un abbraccio: non l’aveva mai fatto prima.

Le accarezzò il capo e sospirando disse: - Sto morendo… Veramente? –

 

Erin fu scossa dai singhiozzi mentre ripeteva quanto fosse ingiusto che proprio suo fratello si trovasse in quella situazione, cercò di convincersi del fatto che si trattasse soltanto di un orrido incubo ma tutto quello che stava accadendo apparteneva alla cruda realtà. Carter cullò la ragazza dolcemente e la strinse a se cercando di darle un conforto che, in quel momento, non apparteneva nemmeno a lui… O a Declan e Duncan che, in rispettoso silenzio, gli stavano accanto incapaci di mostrare qualunque sentimento diverso dalla tristezza.

Daniel guardò l’amico stritolato nell’abbraccio di Amy e cercò di non piangere davanti agli altri: l’orgoglio gli impediva di cedere ai suoi sentimenti ma al suo fianco, Clarissa e Samantha, versarono lacrime anche per lui.

 

- Non dirlo davanti a noi, ti prego. – fu poco più di un borbottio ma tutti udirono le parole della rossa che, a parte Erin, era forse la più legata a quello scapestrato biondino - Non voglio perderti hai capito… Nessuno di noi lo vuole. Questo lo sai vero? – poi si strappò un lembo di stoffa dal mantello e cominciò a pulire il sangue rappreso sulla fronte del biondo.

Al ragazzo sfuggì una risata che, nonostante tutto, era carica di allegria e con un certo sarcasmo rimproverò la rossa: - Sai che non porta bene parlare di morte nelle vicinanze di un ferito vero? Mi sembra di avertelo ripetuto migliaia di volte. –

- Non ci riesco… Non riesco a non pensare che stai così per colpa della mia disattenzione Ly… Con quale coraggio posso guardarti? – in preda alla frustrazione Amy tirò un pugno alla parete che stava alle sue spalle, lasciò una vistosa crepa nel muro poi iniziò ad arrabbiarsi con se stessa: - Mi dispiace… Come ho fatto a non accorgermene prima… Se non fosse per questa fottuta situazione del cazzo mi sarei resa conto del veleno e tu non saresti ridotto così… È tutta colpa mia. –

Continuò a borbottare scuse all’amico sotto lo sguardo preoccupato del resto dei suoi amici: non avevano mai visto la rossa in quello stato.

- Non è solo colpa tua. Nessuno di noi se n’è accorto in tempo… - le parole di Erin furono un evidente tentativo per tranquillizzare la rossa, nonostante il litigio e la situazione in cui si trovavano, non riuscì a trattenersi e cercò di rassicurare l’amica.

- No! Dovevo accorgermene Erin… - la frangia le coprì gli occhi, soltanto Liam riuscì a scorgere le due lacrime gemelle che sfuggirono al controllo della rossa e le scivolarono lungo le guance - Non riesco nemmeno a guardarvi… So che è tutta colpa mia. Cercare di negarlo non migliorerà la situazione. –

- Smettila… Smettila di prendertela con te stessa perché non è affatto colpa tua. – la voce di Liam era debole, poco più di un sussurro ma espresse la forza di un vero guerriero – È una fortuna che tu sia qui. Se così non fosse avrebbero fatto tutti la mia fine. Hai fatto il possibile per proteggerci ma questa volta è andata così… Non puoi salvare tutti Amy. –

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Guilty ***


djide

Un guerriero sa che i suoi migliori maestri

sono gli uomini con cui divide il campo di battaglia.

(Paulo Coelho)

 

<< Make Your Choice – Guilty >>

 

Periferia di Perth – Grotta della Mezza Luna

 

La disperazione la travolse come un fiume in piena: la mente lavorò rapidamente in cerca di una soluzione, cuore e corpo tremarono per la paura di essere sopraffatta dalle emozioni.

Non c’era una sola parte di lei realmente consapevole di ciò che era accaduto… Ma fu proprio in quel momento, nel bel mezzo di quel “black-out” mentale, che trovò una soluzione.

Si ricordò di un incantesimo studiato anni prima, uno di quelli che reputò inutili perché applicabile solo in circostante del tutto improbabili e sul quale, lei stessa, non avrebbe puntato un singolo galeone prima di quel giorno ma poteva funzionare… No. Doveva funzionare.

Sorrise come nessuno l’aveva mai vista fare prima e senza trattenere le lacrime, di gioia questa volta, strinse il biondo a se: - Si che posso. –

Sui volti dei presenti si materializzò un’espressione confusa ma fu proprio Liam a domandarle cosa intendesse.

- So come salvarti. – lo disse con una tale sicurezza che, soltanto per un istante, fu in grado di destabilizzare i presenti.

Erin più di tutti restò sorpresa da quel rapido cambiamento nella rossa: un attimo prima era in lacrime e ora sorrideva come se le fosse stata offerta la migliore opportunità della sua vita.

- Ne ho combinate tante ultimamente. So di non avere nessun diritto per chiederti di affidarti ai miei poteri… – guardò Liam negli occhi; fu intenso e strano, come se quell’incrociarsi di occhi valesse più di mille spiegazioni e al ragazzo non restò che rimanere in silenzio, mentre ascoltava rapito le parole della rossa – Senza domande, senza compromessi o spiegazioni di nessun tipo… Fidati soltanto di me. Puoi farlo un ultima volta? -

 

Il silenzio li avvolse mentre una sola la domanda, come un tuono nella notte, rimbombò nelle menti di tutti i presenti: si fidavano di lei al punto da affidargli la vita di un loro compagno?

Fino a qualche settimana prima la risposta sarebbe stata più che ovvia ma in quel momento… Tutto era differente.

Quanti segreti gli erano stati nascosti?

Quante cose ancora non sapevano sul suo conto?

 

- Che razza di discorsi… - ancora una volta la voce di Liam risuonò tra le pareti della caverna e l’attenzione di tutti fu catalizzata dal biondo - Certo che mi fido di te scricciolo. Ti sembrano domande da fare? –

Sul volto della rossa comparve un sorriso radioso, si asciugò le lacrime e, sotto lo sguardo confuso del biondo e degli altri presenti, si apprestò a posargli le labbra sulla bocca…

Dall’esterno la situazione fu facilmente fraintesa ma nessuno si azzardò a interrompere quel momento.

Liam invece percepì sin da subito il freddo respiro dell’amica invadergli i polmoni e poi, come se una mano esperta guidasse i suoi sospiri, si diffuse per tutto il corpo facendolo sprofondare nuovamente nel tepore; si sentì strano: nonostante l’iniziale sensazione di freddo fu come se dentro stesse bruciando ma non fu affatto spiacevole.

I due restarono in quella posizione per qualche altro secondo e quando Amy si staccò, Liam si ritrovò a tossire come se gli fosse mancato il fiato per troppo tempo… Il biondo si mise seduto e arrossì in evidentemente imbarazzo per quel bacio del tutto inaspettato.

Le labbra di Amy assunsero una pericolosa sfumatura blu eppure su di loro comparve un sorriso soddisfatto: - Adesso starai bene. E manterrò la parola data. –.

- Cos'hai fatto? – domandò confuso il biondo, sentendosi anche più in forma di prima, si sgranchì le articolazioni mentre si rialzava in piedi e non riuscì a trattenere un sorriso divertito quando la gemella gli corse incontro, aggrappandosi al suo collo con vigore.

- In un certo senso ho… aspirato il veleno. – si rialzò in piedi, osservò per qualche istante i suoi compagni mentre abbracciavano il biondo e recuperò le sue cose sparse per la grotta in silenzio.

Come se non fosse altro che una spettatrice esterna a tutta quella situazione e non ne volesse fare parte.

- Sono questi i tuoi poteri? – le domandò Erin, una volta finito di stritolare il gemello, riportando la sua attenzione sulla rossa – È questo che intendevano i membri del consiglio? -.

- Qualcosa del genere.  - raccolse la sua spada e la pulì dal sangue dei demoni usando il suo mantello ormai da buttare come uno straccio poi la rimise nel fodero e s’incamminò verso il fondo della grotta - Ora tornate a scuola. Ho un medaglione da recuperare e non mi va di ripetere l’esperienza di stasera con qualcun altro di voi… Senza offesa. –

- Non dovremmo rimandare? – le domandò Declan, non mancò di ostentare un certo scetticismo nella voce, fu tentato di trascinarsi dietro anche la rossa vista l’espressione stanca che aveva sul volto - Quell’incantesimo ti avrà sicuramente stancato e poi non sappiamo quante altre diavolerie ci siano qui intorno. –

Amy riservò ai compagni un sorriso rilassato, ruotò su se stessa e chiese se davvero sembrasse così stanca da non essere in grado di completare una missione di recupero da sola.

Daniel la tartassò con mille raccomandazioni, i gemelli le dissero di non cacciarsi nei guai, Clarissa e Samantha la obbligarono a bere tutte le pozioni ricostituenti che avevano portato, Duncan e Declan le passarono ciò che gli era rimasto delle loro munizioni…

Se ne andarono e lei restò sola.

- Che abbiano inizio i giochi. –  

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Sala Mensa – Holy Grail School

 

Ryan posò la sua cena sul tavolo, accanto ad Evangeline, assaggiò una patatina fritta e le domandò se avesse fatto come gli aveva chiesto.

La ragazza annuì e disse che non aveva perso di vista la sua borsa per tutto il giorno: - Ma che ti ha detto la Halliwell esattamente? –

Ryan scrollò le spalle, masticò un paio di penne all’arrabbiata e le riferì ciò che la rossa aveva detto quella mattina… Non accennò minimamente al fatto che avesse chiacchierato con la rossa per più di un’ora nella solitaria e isolata aula di musica dell’ala Est.

- Stamattina mi è arrivato uno strano bigliettino. – lo sguardo di Evangeline vagò distrattamente oltre il suo bicchiere pieno di succo di zucca - C’era scritto un numero in rosso… Il trenta se non ricordo male. Hai idea di cosa possa significare? –.

In risposta dal moro ottenne un cenno negativo, scrollò le spalle e nascose oltre la sua solita maschera di fredda altezzosità quella lieve preoccupazione che la stava invadendo: - In ogni caso non sono preoccupata: oggi non si è fatta vedere e i suoi stupidi leccapiedi non osano avvicinarsi senza di lei… -.

Il piatto della bionda restò pieno per gran parte del tempo e solo una forchetta contro il bordo di porcellana le ricordò che, per quanto poco invitante sembrasse l’insalata che aveva scelto, il suo stomaco reclamava cibo ed era giunto il momento di accontentarlo.

- Che ne dici, mangiamo un boccone e poi andiamo da me? –il moro le riservò un occhiata maliziosa mentre una mano scendeva a sfiorarle con delicatezza la coscia – È un po’ che non stiamo insieme. -

Sul volto di Evangeline comparve un sorriso soddisfatto - Come vuoi mio principe. – poi si avvicinò al volto del ragazzo e gli posò un bacio, che di velato aveva ben poco, sulle labbra.

- Sera gentaglia. – li salutò Arcan, il suo solito sorriso soddisfatto sul volto e il vassoio carico di “cibo spazzatura” – Anche voi adorate il “giovedì del fast food”? Io inizio ad adorarlo. –

- Io per niente. Sono stanca di tutta questa robaccia, puzza e fa ingrassare alla velocità della luce. - lo rimproverò Katya riservando un occhiata disgustata al vassoio dell’amico prima di sedersi accanto alla Brown – La mia taglia trentotto me la devo sudare sai? –

 

- Tutta invidia Kat. - Arcan si beffò di lei masticando con gusto il suo trancio di pizza, la ragazza non gli risparmiò uno sguardo arrabbiato ma l’attenzione del ragazzo si spostò sulla figura di Evangeline - Hai qui il tema di difesa? Non so come finirlo. –

- Te lo passo adesso? – domandò lei, già pronta a recuperare il tema in fondo alla borsa – Ce l’ho qui dentro. –

Ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere un mamba nero, di due metri, uscire dalla borsa. Il serpente scivolò sul pavimento e iniziò a sibilare minacciosamente in direzione della bionda che, spaventata, si alzò in piedi e indietreggiò lentamente.

Ryan suggerì alla bionda di non fare movimenti bruschi, lui si portò alle spalle del serpente e ne attirò l’attenzione, sbattendo un vassoio sul tavolo più vicino, poi estrasse la bacchetta e scagliò un paio di incantesimi contro l’animale… Scoprì ben presto che non era un comune mamba, era stato evocato e dei banali incantesimi non sarebbero bastati.

Il serpente scattò in avanti ma, grazie alla sua prontezza di riflessi, Ryan riuscì a parare il colpo con lo stesso vassoio che aveva usato poco prima: i denti del serpente bucarono la plastica e il veleno cominciò a sgocciolare lungo il vassoio.

- Hem… Qualcuno potrebbe darmi una mano? – domandò il biondo, cercando di contrastare i movimenti fulminei del serpente, sotto lo sguardo allibito dei presenti.

Arcan si avvicinò al mamba che, ancora incastrato nel vassoio, si dibatteva energicamente ma ancora prima che potesse agguantarlo il rettile svanì nel nulla, lasciando come unica prova della sua presenza alcune gocce di veleno colate sul pavimento.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Periferia di Perth – Grotta della Mezza Luna

 

Camminò a lungo e restò sorpresa quando, dopo aver spalancato un gigantesco portone di legno, si trovò in un santuario scavato nella pietra e illuminato da centinaia di candele.

Vide il medaglione: era esposto in un elegante teca di vetro, incastonata nella pietra della grotta e illuminata ad arte con del fuoco fatuo.

Aprì la teca e infilò il medaglione nel suo marsupio prima di richiudere tutto; si allontanò di qualche passo, senza distogliere lo sguardo dal contenitore, aspettandosi che da un momento all’altro qualcosa scattasse.

Fu il recupero più semplice della sua vita, per questo i suoi sensi restarono in allerta e la sua guardia doppiamente alta.

Pensò che sicuramente gli uomini di Gareth si fossero inventati qualcos’altro per proteggere il tesoro che il loro signore gli aveva affidato… E non sbagliava affatto: quando si voltò verso l’enorme cancello da cui era entrata vide due enormi guerrieri di pietra dall’aria poco amichevole.

- Sarebbe stato troppo facile se fosse finita così. - borbottò la rossa tra se e se stringendo con più forza l’elsa della spada, posata lungo il suo fianco, in attesa dell’attacco nemico – Andiamo sassolini… Che state aspettando? –

Il guerriero a destra si mosse nella sua direzione: stringeva tra le mani una lancia, che strisciò sul pavimento della grotta producendo alcune scintille che brillarono nell’ombra mentre gli si piazzava di fronte.

Per qualche istante nessuno dei due si mosse ma quando la rossa cercò di estrarre la spada dal fodero, il gigante scattò e la colpì con un violento calcio che la scagliò contro l’altare al centro del santuario distruggendone una parte. Amy restò ansante e immobile per un secondo cercando di riprendersi dal colpo ma il gigante non le diede tregua e saltò, pronto per un nuovo attacco.

Solo grazie ai suoi riflessi Amy riuscì a schivare la punta della lancia nemica. Ciò che era rimasto dell’altare crollò sotto il potente colpo del colosso di pietra che non perse tempo e tornò a sferrare nuovi affondi a suo danno.

Riuscì a estrarre la spada e parò i colpi del gigante con straordinaria abilità, evitò un paio di affondi con degli agili salti ma giunta con le spalle al muro non le restò altro da fare se non contrastare i colpi diretti del suo avversario che andavano aumentando sia in forza sia velocità…

Si accorse che il solo modo per stendere quei due giganti era attaccarli alla gola, proprio dove risiedeva la fonte dell’incantesimo che gli aveva donato la vita, quindi mentre l’enorme statua caricava l’ennesimo attacco lei gli passò tra le gambe e sfruttando la temporanea sorpresa dell’avversario gli si arrampicò lungo la schiena.

Una volta giunta alla meta, con un colpo netto e deciso, recise la gola e pose fine allo scontro: il colosso crollò al suolo e finì in pezzi sotto lo sguardo divertito della rossa.

- Spero tu sappia fare di meglio. -

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Snap Decisions ***


scemo

Io sono responsabile di tutto.

Tranne che della mia stessa responsabilità.
(Jean Paul Sartre)

 

<< Make Your Choice- Snap Decisions >>

 

Dormitori Torre Nord - Holy Grail School

 

Amy arrivò a scuola soltanto alle tre del mattino.

Per rientrare sfruttò la passaporta fornitale dalla preside e, una volta raggiunta la sua camera, si posizionò davanti allo specchio per costatare i danni: lungo le braccia c’erano lividi di una pericolosa sfumatura violacea, al centro della schiena un’evidente lacerazione faceva bella mostra di se oltre la maglietta strappata e insanguinata e sopra l’occhio sinistro c’era un taglio da cui continuava a scorrere un lieve rivolo di sangue… Non era stata sicuramente la sua miglior performance.

- Sono stata picchiata da due menhir… E le ho anche prese. - un sorriso amaro le attraversò il volto – Che serata del cazzo. –

Qualcuno bussò alla sua porta, aveva già una mezza idea di chi potesse essere quindi recuperò la sua vestaglia, si ripulì con un incantesimo ed andò a verificare che la sua intuizione fosse corretta.

Sul suo volto si materializzò un'espressione soddisfatta.

- So che la lettura di un orologio non rientra tra le tue capacità ma ti sembra normale venire a rompermi le scatole alle tre del mattino? –

Ryan ignorò completamente le sue parole ed entrò nella sua stanza: - Volevi ucciderla per caso?! –

Amy sospirò stremata: le fu fin troppo chiaro che, anche quella notte, non avrebbe dormito più di due ore quindi si chiuse la porta alle spalle e si accomodò sul bordo del suo letto, con la viva speranza che Ryan finisse di urlarle contro nel minor tempo possibile... dal momento che un fastidioso mal di testa le stava impedendo di mantenere la concentrazione sulle sue parole.

Di tutta l’invettiva carpì soltanto poche parole tra cui “serpente”, “vassoio” e “scomparso”; non era un gran che su cui ragionare.

- Smettila di gridare… Sveglierai mezza torre se continui di questo passo. – Amy si passò stancamente una mano sulle tempie, appellò a se il posacenere e si accese una sigaretta - Sei il figlio del nuovo Signore Oscuro. Da te ci si aspetta un minimo di controllo emotivo sai? –

- Le hai messo un Mamba nella borsa solo per uno stupido gioco. – sul volto del moro si materializzò un'espressione infuriata, coprì la breve distanza che li separava e la afferrò per le spalle avvicinando i loro volti con decisione – Non puoi comportarti in questo modo solo perché ne hai la facoltà! –

- Avresti il coraggio di metterti contro di me? Proprio tu che sai "chi" sono? - Amy represse una smorfia dolorante all'ennesima stretta del moro e lo spinse, costringendolo a mollare la presa sulle sue spalle, continuò ben presto con le repliche alle accuse che Fray gli aveva mosso: - Non sono io quella nel torto. Inoltre mi sembrava di essere stata chiara l'ultima volta… Adesso si gioca alle mie regole. –

- Non puoi fare sempre di testa tua... - il biondo sospirò stremato, ragionare con lei sembrava essere del tutto inutile quindi si sdraiò accanto alla rossa e le domandò - Fare un discorso razionale con te è impossibile vero? –

- Sei venuto qui soltanto per rimproverarmi? – sbuffò lei e dopo l’ennesima boccata di fumo, soffiò volontariamente sul volto del moro senza trattenere un ghigno divertito - Avevo in mente altri programmi per la nottata. Se hai finito con la paternale… Posso concentrarmi su altro. -

- Davvero? - stavolta fu il turno di Ryan per ghignare, la spinse sul letto e si mise cavalcioni su di lei - Posso unirmi anche io a questo "altro" o è una cosa privata? –

Le sfuggì una risata, incrociò le braccia dietro la nuca ed il suo sguardo si spostò verso la finestra: - So che gli ormoni ti danno alla testa perchè sei su un letto da più di tre minuti ma ti consiglio vivamente di tenere a freno gli ormoni… Non siamo soli. –

- Non mi importa, che guardino. Mi piace avere un pubblico, sono un esibizionista. – borbottò lui, guardandola con audacia ma ancora prima che potesse succedere qualunque cosa tra loro, una voce li interruppe spezzando quel sottile equilibrio appena creato.

- Tu guarda… Gli umani si sono fatti audaci negli ultimi tempi! – la risata cristallina di un certo biondino si propagò per la stanza e ai due non restò altro che voltare lo sguardo verso la poltrona a pochi metri da loro.

- Ciao Alexander. –

- Amy… Tizio seduto sopra la mia amica. - il vampiro riservò uno sguardo divertito a Ryan - Se non vi è di troppo disturbo, potreste tornare in posizione verticale? –

Ryan si alzò in piedi e riservò al vampiro un'occhiata infastidita, pensò a cosa potesse volere uno come lui da Penelope ma non trovò nessuna risposta: - Che ci fa lui qui. –

- Tranquillo Rey… - alla rossa sfuggì un sorriso, posò una mano sul petto di Ryan e lo rassicurò con uno sguardo prima di riportare la sua attenzione sul vampiro - Alexander si comporterà come un bravo bambino, vero? -

- Certo, certo… Ora dimmi: si può sapere cosa stai aspettando a farti sistemare quelle ferite? – sbottò il biondo, sembrava parecchio infastidito dalla situazione e la guardò con apprensione - Si sente l’odore del tuo sangue da chilometri! –

- Evviva, altri rimproveri in arrivo… Sareste una bella coppia voi due. Dico sul serio. – sbuffò lei, accendendosi l’ennesima sigaretta della serata prima di abbandonarsi stancamente sulla poltrona lasciata libera dal vampiro - E comunque sta arrivando il mio medico personale. -

- Quindi non sei soltanto ricoperta di lividi. – Ryan le riservò un'occhiata indagatrice; solo in quel momento si accorse della vistosa macchia scura comparsa sulla sua vestaglia all'altezza delle scapole e delle numerose contusioni che la rossa aveva cercato di nascondere con le maniche dell'abito che portava – Come hai fatto a ridurti in questo stato? -

- Ottimo spirito di osservazione umano… Se fossi stato meno concentrato sul tuo divertimento, ti saresti accorto della sua condizione fisica molto prima del mio arrivo. – il tono usato da Alexander fu strano, come se fosse infastidito dalla sola presenza del giovane umano in quella stanza e non riuscisse ad evitare di dimostrarlo ad Amy – Gli ormoni fanno un brutto effetto sui giovani, posso comprendervi ma la salute non è mai da trascurare. –

- Ma che scenetta commuovente. – quel genere di discorsi potevano provenire soltanto dalla sua adorata dottoressa.

- Ciao Duchessa, vedo che ti sei portata la scorta. – ridacchiò Amy, voltando lo sguardo oltre le spalle del vampiro dove incrociò lo sguardo di alcune sue vecchie conoscenze - È un po’ che non ci si vede Sylar. –

- In terra straniera non ci si muove mai da soli. – il demone, si capiva dallo strano colore giallo delle sue iridi, recuperò un bicchiere e del whiskey dalla vetrina personale della rossa e le riservò un'occhiata divertita - Credevo conoscessi la tiritera dell’organizzazione. –

- Vale solo per chi non è in grado di affrontare il mondo con le sue sole forze… - sul volto di Amy era comparso un ghigno sarcastico, si avvicinò a Sylar e gli rubò il bicchiere bevendo in un sorso ciò che era rimasto del liquido amaro - Credevo vi avessero detto anche questo all’organizzazione. –

Duchessa scoppiò a ridere e lanciò un'occhiata divertita al suo compagno: Sylar era rimasto ammutolito.

- Mi stai dando dell’incapace? – sbottò l’uomo, guardando la rossa con rancore, la spinse e la rimproverò giocosamente - Sei mesi senza vederci e diventi cattiva? Che storia è mai questa? -

Sul volto della rossa comparve un sorriso soddisfatto, restituì all’amico la spinta e rispose divertita: - Io non sono cattiva Sylar… È che mi disegnano così. –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Ufficio Controllo ed Eliminazione Notturni Sovversivi(CENS) – Russia

 

Nerida rientrò nel suo ufficio più stanca che mai.

Si abbandonò totalmente sulla sua poltrona di pelle, gettò uno sguardo depresso alle scartoffie che giacevano impilate sulla sua scrivania e, mentre scarabocchiava la sua firma sui fascicoli da archiviare, la sua mente tornò a un paio di ore prima…

 

*Flash Back*

 

Fu avvertita del ritorno dei Sigma e restò sorpresa nell’apprendere che nessuno sapeva cosa li avesse riportati a “casa”.

Quando, qualche minuto dopo, sulle loro cartelle mediche comparve un ricovero per avvelenamento di cui non sapeva nulla, abbandonò la sua affollata scrivania e si precipitò in infermeria per verificare in prima persona come stessero i suoi ragazzi.

Restò sorpresa quando le raccontarono ciò che era successo nella grotta: le parlarono di come Amy avesse salvato Liam grazie ai suoi poteri e di quanto avesse insistito per farli rientrare alla base mentre lei si occupava del recupero il medaglione.

- Anche voi ve ne siete accorti vero? - Liam, sdraiato sul suo letto, parlò agli altri di un dettaglio che lo aveva lasciato parecchio confuso e immediatamente l’attenzione dei presenti si catalizzò si di lui - Amy ha fatto un discorso strano prima. –

La gemella, seduta sul bordo del suo letto, gli domandò cosa intendesse e restò in attesa, insieme agli altri, di capire cosa lo stesse tormentando.

Il biondo sospirò, si sentì stupido per i suoi stessi pensieri ma non esitò nell’esporre il problema agli altri: - Ha parlato di fiducia ma… Era come se fosse preoccupata per qualcosa. -

- Magari è stata solo una tua impressione. – gli rispose Declan, il suo sguardo vagò per la stanza in cerca del sostegno degli altri poi rivolse un ultimo sorriso rassicurante all’amico - In mezzo a quel trambusto chissà cosa hai pensato. –

 

*Fine Flash Back*

 

Afferrò l’ennesima pila di fogli, pensò che quell’inutile ammasso di cartacce sarebbe presto finito in qualche camino ma la sua firma era richiesta e dunque non poté sottrarsi in alcun modo a quell’ingrato compito. Qualche minuto più tardi si rese conto che, in un remoto angolo della sua scrivania, giaceva una busta sigillata che mostrava chiaramente l’intestazione tipica di Amy.

Al suo interno vi trovò il medaglione appena recuperato e il rapporto completo di tutta la missione.

Lesse il rapporto con attenzione e non riuscì a trattenere la sorpresa mentre le righe si susseguivano sotto il suo sguardo attento: scoprì cosa fosse accaduto nella grotta e un moto di apprensione la travolse in pieno.

Non restò particolarmente turbata quando lesse la descrizione dello scontro tra la rossa e i due colossi di pietra perchè Amy aveva affrontato cose ben peggiori in quegli anni, nemmeno la critica mossa ai trovatori e l’accurata relazione sulle “inesattezze” comunicate dalla squadra 18 fu un'inaspettata novità.

Ciò che la lasciò perplessa fu un unico bigliettino, piegato in due e dall’aria parecchio vissuta, infondo al fascicolo. Lo aprì e lesse con attenzione l'unica frase che c’era scritta sopra:

 

Lascio i Sigma.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Matter of Fact ***


scemo

Perchè una realtà non ci fu data e non c'è

ma dobbiamo farcela noi se vogliamo essere

e non sarà mai una per sempre

ma di continuo e infinitamente mutabile.

(Luigi Pirandello)

<< Make Your Choice- Matter Of Fact>>

 

CENS - Russia

 

Il tempo le sembrò scorrere a rilento mentre si rigirava quel foglietto spiegazzato tra le dita: ragionò a lungo, cercò in ogni modo di spiegare a se stessa cosa avesse convinto Amy a prendere una decisione simile ma non trovò nessuna spiegazione valida così affidò i suoi dubbi all’unico essere in grado di comprendere la rossa con un solo sguardo.

Si accorse della presenza di Damastair solo quando questo si sedette all’altro capo della sua scrivania.

- Leggi questo. – borbottò lei consegnandogli quel piccolo pezzo di pergamena e ne enunciò il mittente - L’ha lasciato Amy nel rapporto dell’ultima missione. –

Sul volto dell’elfo comparve un'espressione confusa… Quelle tre parole, scritte frettolosamente e con una calligrafia quasi illeggibile rispetto agli standard della rossa, furono in grado di innestare in lui un senso d’inquietudine mai provato prima: - Perché me lo stai mostrando? -

Nerida sospirò debolmente, tutto in quella situazione le sembrò strano e surreale ma parlò con decisione e confessò all’elfo il motivo della sua chiamata: - Tu la conosci meglio di me… Speravo fossi in grado di spiegarmi questa situazione. -

- Cos’è successo oggi? Durante la missione intendo. – l’elfo la guardò, il suo volto era una maschera d’impassibilità ma qualcosa, forse nel tono della voce, fece capire a Nerida quando anche lui fosse preoccupato.

- Credo sia stata la peggior missione affidataria della storia. Informazioni sbagliate, imprevisti e inadeguatezza nelle comunicazioni… Erano preparati ad affrontare quaranta troll e si sono ritrovati faccia a faccia con più di un centinaio di Verbatim armati fino ai denti. – spiegò lei, stringendo i pugni con forza contro i braccioli della sua poltrona per sfogare, seppur in parte, la sua rabbia; riservò un’occhiata ammirata al fascicolo inviatole dalla rossa qualche ora prima e continuò il suo discorso – Amy ha fatto una scoperta enorme stasera… Gli Shadow hanno iniziato a giocare con il DNA dei loro demoni, trasformando il loro sangue in una potente tossina, letale per gli esseri umani se non debellata in tempo. Devono aver pensato di sfruttare i miei ragazzi come cavie ma non hanno tenuto in conto Amy… Una manciata di secondi in più e Liam non sarebbe stato più tra noi se lei non si fosse accorta della tossina. –.

- Come l’ha capito? – domandò l’elfo sorpreso; sfogliò con attenzione il fascicolo riguardante le scoperte fatte dalla rossa e riportò lo sguardo sulla donna, in attesa di una risposta.

- Inizialmente nemmeno lei ha pensato a questa eventualità… Credeva ci fosse qualcosa di strano nell’aria ma in quel caso i sintomi si sarebbero manifestati anche su di lei. – spiegò lei mentre si rigirava una penna tra le dita - Dopo aver recuperato il medaglione, ha fatto un paio di test sul sangue dei demoni ed è giunta a questa conclusione. –

- Il solito piccolo genietto… Credo di aver capito cosa l’ha portata ad abbandonare i Sigma. – il suo sguardo vagò sugli appunti lasciati da Amy nel fascicolo e spiegò a Nerida cosa ne pensasse di tutta quella situazione - Le circostanze devono aver intensificato un’idea preesistente e purtroppo credo di essere stato io ad aver insinuato il dubbio nella sua mente. –

Sul suo volto comparve un’espressione sorpresa e non riuscì a trattenere la domanda che, come un fulmine a ciel sereno, le balenò nella mente non appena udì quelle parole: - Le hai consigliato di lasciare i Sigma? –

- Le ho consigliato di tenere gli occhi aperti da simili pericoli. – Damastair si sentì in colpa, seppur involontariamente, le sue parole avevano condizionato le scelte della sua protetta - Mancano soltanto sei mesi all’allineamento dei pianeti e sono quasi sicuro che Gareth aumenterà la portata dei suoi attacchi, anche solo per ridurre la portata dei nostri alleati… Posso vedere il medaglione? –

Nerida gli consegnò la busta in silenzio; era ancora sorpresa dalla rivelazione del gran maestro: soltanto sei mesi e la guerra sarebbe cominciata. C’erano squadre da organizzare, censimenti da fare, patti da stabilire, alleanze da riconfermare… Perchè mai Damastair si stava preoccupando per il medaglione?

Uno stupido gingillo non gli sarebbe servito ad affrontare gli Shadow.

All’elfo sfuggì una risata: - Chiami “stupido gingillo” uno degli oggetti essenziali per la risoluzione del grande enigma? – ; si divertiva a leggere i pensieri nascosti dalla mente umana ma con Nerida non c’era gusto: lei “urlava” i suoi pensieri e, da quella distanza, non fu affatto difficile captarli - Sono solo supposizioni ma è possibile che qualcuno abbia manomesso il libro di Alekos e abbia nascosto alcune informazioni fondamentali. –

- Se qualcuno lo avesse rubato lo avremmo saputo. A meno che non sia successo prima che il libro entrasse in nostro possesso. - la sua mente si concentrò su tutti quei particolari che avevano sempre avuto poco a che fare con la sua idea di “antichità”, dettagli a cui non aveva mai prestato la dovuta attenzione ma che, in quel caso, erano di vitale importanza – In questo modo si spiegherebbero parecchie cose... Tutte quelle parti riscritte, il fatto che la numerazione dei fogli non coincida con l’impaginazione, le pagine mancanti e quelle semplicemente cancellate, il fatto che persino la leggenda di Avres si interrompa in maniera così brusca. Non sono tutti dei chiari segni di manomissione? –

- Ci abbiamo lavorato parecchio negli ultimi mesi, Amy ed io intendo... Abbiamo concluso che chiunque abbia messo le mani sul libro di Alekos ha vissuto nel periodo della grande guerra tra Shadow e Light del 1523. - Damastair si alzò dalla poltrona e afferrò uno dei tomi presenti nella libreria di Nerida, sfogliò alcune pagine con interesse e continuò il suo discorso – Quest’estate abbiamo girato in lungo e in largo per identificare i talismani necessari al ritrovamento delle pagine rubate. L’anello di Varalan è stato nascosto su Hooker Island mentre l’occhio di Eleu di cui abbiamo bisogno è nelle mani di Gareth. –

- Sarà difficile recuperarlo… Ma non impossibile. – sul volto di Nerida comparve un sorriso soddisfatto, conosceva le potenzialità dei suoi ragazzi ed era certa che non avrebbero avuto problemi tuttavia c’era ancora una questione da discutere - Possiamo recuperare tutti i talismani di cui avete bisogno ma sai bene quanto me che abbiamo bisogno di TUTTI i Sigma, nessuno escluso. –

- Se c’è una persona che può far cambiare idea ad Amy… No aspetta, nessuno può farle cambiare idea. – ridacchiò tra se e se, pensando a quanto fosse testarda la sua adorata allieva e si allontanò in direzione della porta - Li ha abbandonati per una sua scelta e sarà una sua scelta a farla tornare. –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Dormitori Torre Nord – Holy Grail School

 

- Ho finito. Mi raccomando: almeno per i prossimi tre giorni cerca di evitare i movimenti bruschi. – si raccomandò la donna, facendo svanire le bende avanzate o sporche, prima di spostare il separé di fronte al letto della rossa.

- Credo che questo non sia proprio possibile. – borbottò Amy, le sue dita si mossero con rapidità allacciando le asole dei bottoni sulla sua camicia da notte, si alzò in piedi e raggiunse gli altri sedendosi di fronte al caminetto - Tra poco meno di trentotto ore devo incontrare i reali e viste le premesse dubito che mi riserveranno una calda accoglienza. –

– Sono il solo a pensare che sia una pazzia presentarsi davanti ad una schiera di vampiri? - Ryan le riservò un’occhiata severa, tipica di chi non ammette repliche alle proprie affermazioni e senza distogliere lo sguardo da lei, neanche per un istante, si versò dell’altro whiskey incendiario – Sei ridotta a una grattugia, ti sei appena ripresa da chissà quale virus e Merlino sa solo come stanotte tu sia sopravvissuta. -

- Si chiamano rischi del mestiere Fray. - sul volto della rossa si materializzò un sorriso divertito, appellò a se la sua bottiglia di Baileys sotto lo sguardo severo di Duchessa e continuò il suo discorso – È da quando ho cinque anni che mi allenano a subire attacchi senza poter rispondere. Chiedi a loro… Mi hanno visto conciata anche peggio di così. –

Il vampiro si parò dinnanzi a lei e le disse che, addestramento o meno, sarebbe dovuta passare sul suo cadavere prima di abbandonare le mura della Holy Grail School… Era del tutto contrario a quell’incontro.

Lo era stato sin dal principio, quando Neferet si era presentata davanti a loro, conosceva bene i tre principi e poteva solo immaginare a quale prova impossibile avrebbero sottoposto la rossa: - Non sto scherzando bambina. Sei conciata da fare schifo e non saranno certo due pozioni ricostituenti a sistemarti in tempo per quell’incontro. –

- Ho aspettato per quattordici anni questa occasione… Mi presenterò davanti ai principi soprattutto perché è un mio dovere. – tutti riuscirono a captare l’intensità dietro alle parole sue parole, la caparbietà di Amy era degna di chi è sempre stato costretto a sacrificarsi per ottenere qualcosa e l’intensità con cui difendeva le sue scelte era a dir poco straordinaria per una ragazza della sua età – Sareste davvero così stupidi da consigliarmi di non presentarmi a un incontro così importante soltanto per delle stupide ferite superficiali? – 

- Sei una stupida… Una stupida testarda Halliwell. – sbottò Ryan guardandola con rabbia, la testardaggine di Penelope era una delle poche cose in grado di mandarlo in bestia e non si trattenne dal rimproverarla per l’ennesima volta – Smettila di comportarti come se fosse un obbligo… Sembri una mocciosa viziata a cui non importa di nient’altro che non sia se stessa. Sei davvero così stupida da credere che sia una cosa che riguarda soltanto te? –

Amy era sempre stata abile nel nascondere i suoi pensieri ma fu convinta che, almeno in quell’occasione, le fosse concesso uno sfogo: - L’erede di Avres sono io. La scelta che trasformerà questo pianeta in un campo di battaglia deve essere presa da me. La vita che andrà sacrificata in nome di questa causa è la mia… Ora ti chiedo: chi altro potrebbe dare giudizi su questa storia a parte la sottoscritta? –

Ryan si ritrovò a pensare alle parole che suo padre gli ripeteva sin dalla più tenera infanzia: esistevano due modi di raccontare una storia; la storia raccontata dai vincitori e quella detta dai vinti.

Era venuto il momento di far conoscere a Penelope la parte “nera” dei Light in quella storia: - Sai quante persone sono morte aspettando il ritorno della Dea? Quanti bambini sono stati sacrificati dai Light nell’attesa della tua rinascita? Quante guerre sono state combattute per un nome scritto sulla carta? –; l’attenzione di Amy fu totalmente catalizzata dal moro di fronte a lei, qualcosa nel suo sguardo la fece sentire una formica schiacciata da un peso troppo grande ma il suo orgoglio, ancora una volta, le impedì di voltare lo sguardo – Dovrebbero averti insegnato che lottare per un ideale è nobile tanto quanto è sbagliato… Ma la verità è un'altra. Qui non si parla di te Penelope, si tratta di tutto il mondo che aspetta la decisione di una ragazzina sciocca ed egoista!

Si sentì insicura per la prima volta dopo anni e domandò: - Quindi… Di cosa mi stai accusando esattamente? –

- Sei l’erede di Avres! -

Si diede immediatamente dell’idiota sentendo le parole del moro: - Ho lottato per tutta la vita in nome di una causa per cui non credo la valga la pena morire… E tu mi accusi per il semplice fatto di essere nata? - , Ryan era il nemico e lo sapeva bene, la persona di fronte a lei era tra quelle meno adatte per farle una critica e non avrebbe dovuto assecondare i suoi discorsi, per nessun motivo… Ma non ci riuscì perché, dopotutto, lui le aveva detto in faccia ciò che lei aveva sempre pensato: - Se credi che sia questo il problema, possiamo rimediare facilmente Fray. Uccidimi e sarà tutto finito… È questo che ha preteso Mirime. Credo ci tocchi accontentarla una volta per tutte. – .

Ryan la guardò, freddo e stupito contemporaneamente, incredulo per ciò che lei aveva appena detto davanti a tutti. Non si mosse di un solo passo, limitandosi a guardarla come aveva fatto fino a poco prima, in attesa della prossima “mossa” di Penelope.

- Fallo. Uccidimi. – Amy afferrò freneticamente la bacchetta dalla scrivania lì accanto, la mise in mano a Ryan e se la puntò verso il petto, sotto lo sguardo sbigottito di tutti i presenti – Non sarà difficile. Promesso. -

- Che cosa stai dicendo? – restò sbigottito per qualche istante poi si arrabbiò, cercò di liberarsi dalla stretta della rossa che lo fissava con quello sguardo ostinato e sbottò – Sei impazzita per caso? -

- No Ryan. Non sono pazza. Vuoi porre fine a tutta questa stronzata giusto? Provvedi tu. – la semplicità delle sue parole fu disarmante - Basta un Avada… O qualche altra maledizione dolorosa. Mi accontento. – ; Ryan guardò la bacchetta come se stesse davvero prendendo in considerazione l’idea di usarla contro di lei. Fu l’indecisione nel suo sguardo a convincere Penelope a insistere, senza un vero e proprio motivo: - Che stai aspettando? Sono due parole e tutto questo finirà, tu avrai la tua vita perfetta ed io non sarò più un peso per nessuno… Cos’è? Non ci riesci? -

- Smettila… - man mano che le parole della rossa si susseguivano, il suo tono di voce si alzava; la guardò con attenzione e scorse nelle sue iridi un lampo di follia che lo convinsero definitivamente a porre fine a quella situazione surreale.

- Dovrai uccidermi comunque e lo sai! - gli prese la mano e gli ficcò tra le dita la bacchetta con la forza, puntando la bacchetta contro il suo cuore e rincarò nuovamente la dose - C’è un solo modo con cui puoi farmi smettere e sappiamo entrambi qual è Ryan! FALLO! -

- TI HO DETTO DI SMETTERLA! – Ryan lo urlò con un tono forte e maligno, afferrò la bacchetta e la scagliò lontano, liberando il suo petto da quell'oppressione forzata con una sola ed energica manata poi la schiaffeggò… Non fu uno schiaffo dato per fare male, servì per farle provare un dolore tale da risvegliarla da quel delirio mentale e fisico che la immobilizzò davanti a lui. Penelope si posò una mano sulla guancia offesa, lentamente, in un riflesso involontario per placare il dolore senza distogliere lo sguardo dal volto di lui, sorpreso tanto quanto lei per il gesto appena compiuto.
Una nuova freddezza si materializzò sul volto del moro, nella sua voce stavolta c’era la convinzione di chi vuole ferire e mandare al tappeto il proprio rivale. Non servirono lunghi discorsi o parole d’altri tempo per mandarle un messaggio chiaro e diretto: - Sei fuori di testa. – .

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Your... Wand?! ***


History Phases  

 Se cambi il tuo atteggiamento verso le cose,

finisci per cambiare le cose. 

(Giovanni Allevi)


<< Make Your Choice - Your... Wand?!>>


 

Dormitori Torre Nord – Holy Grail School

 

- Non sono pazza, sono soltanto troppo codarda per togliermi la vita da sola. - Amy scoppiò a ridere, c’era una “che” d’isterico nella sua voce ma non durò più di un paio di secondi, riportò il suo sguardo verso il ragazzo di fronte a lei e disse: - Errore mio. Pensavo di poter contare sul tuo aiuto ma è evidente che non sei la persona adatta. –

Ryan spalancò gli occhi per la sorpresa… Quella era l’ultima risposta che si sarebbe aspettato di sentire: - Come hai detto? -

- Hai capito benissimo. - Amy appellò a se la bacchetta, senza bisogno di essa per scagliare un incantesimo, poi voltò le spalle a tutti i presenti e disse: - Per la cronaca, sappi che questa è l’ultima volta che mi tocchi restando illeso Fray. Ora fuori di qui… Tutti quanti. –

Duchessa e Sylar si scambiarono uno sguardo preoccupato, la guardarono con preoccupazione ma senza aggiungere una parola si smaterializzarono.

Alexander tentò di avvicinarsi ma qualcosa gli ringhiò contro. A pochi metri da lui c'era un piccolo elementare dall’aria parecchio furiosa e per evitare attacchi di ogni sorta decise di indietreggiare lentamente: - Che diavolo ci fa un demone nella tua stanza? –

- È il mio custode. - s’inginocchiò al suolo e il piccolo lupo colorato si avvicinò a lei guaendo impaurito, le leccò il viso e riuscì a strapparle un debole sorriso – Non ti avevo parlato di Kira? –

- Pensavo fosse un cane Amy… – borbottò Alexander senza distogliere lo sguardo dalla creatura seduta davanti alla rossa che, incurante delle occhiate sorprese dei due, continuava a coccolare il suo demone – Sicuramente non mi aspettavo un elementare che gioca a travestirsi da Husky. -

- Questo affarino sarebbe un demone? - a Ryan sfuggì una risata divertita, si avvicinò al piccolo ma anche lui, come il vampiro, non ottenne altro che un ringhio furioso.

- Buono piccoletto… non può farti nulla. – una volta acquietato il cucciolo ritornò in piedi e rivolse un’occhiata gelida ai due - Devo prendervi a calci per convincermi a uscire da questa stanza? Sono dell'umore giusto per farlo d'avvero, non vi conviene affidarvi alla buona sorte questa stasera. – ; fI due si lanciarono l'ennesimo sguardo di fuoco ma ascoltarono le sue parole e se ne andarono, lasciandola sola come aveva chiesto.

Amy si chiuse la porta dell’armadio alle spalle con foga.

Si chiuse in palestra cercando di sfogare la rabbia contro un inerte sacco da box ma non si sentì per niente soddisfatta... Evocò una sua copia, il vero allenamento era appena iniziato e non si sarebbe fermata prima di aver finito tutte le energie che le erano rimaste. Erano davvero rapide negli attacchi.

Non restò sorpresa accorgendosi che lei e la sua copia avevano adottato la stessa strategia: attacchi ripetitivi e precisi in ogni punto scoperto dalla difesa.

I volti sanguinanti, i muscoli indolenziti e la schiena a pezzi…

Soltanto dopo tre ore di quel massacrante sfogo, crollarono entrambe al suolo, completamente distrutte.

- Ti senti meglio? – le domandò la sua copia trattenendo le risate – Domanda retorica… So benissimo come ti senti. –

Dopo quelle parole la copia svanì e Penelope si sentì anche peggio di prima: aveva un bel problema da non sottovalutare... Ma non lo avrebbe ammesso, né con se stessa, né con qualcun altro.

Morfeo la colse di sorpresa e la trascinò nel suo mondo nel giro di un paio di secondi… Anche lei, dopo tutto, meritava un po’ di riposo.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

- Porco mondo… Ma quanto ho dormito? – domandò la rossa, tra se e se, risvegliandosi al centro del ring con un incredibile mal di testa.

Capì di non essere in grado di muovere un singolo muscolo quindi, andando contro ogni suo più ferreo principio, decise di appellarsi all’unica presenza in grado di aiutarla: – Ok Avres, è venuto il momento di pagare l’affitto. Che ne dici di prestarmi un po’ dei tuoi poteri? –

Una violenta raffica di vento la sollevò dal suolo, nel medesimo istante un’intensa fiammata la circondò e furono alcune gocce di acqua condensata a spegnere il fuoco.

Sotto ai suoi piedi, alcuni fili d'erba erano germogliati creando un morbido manto verde che la solleticò.

- Volevo un po’ di energia, non uno spettacolo pirotecnico. – sbuffò infastidita la rossa; Amy raccattò qualche vestito pulito e si precipitò in bagno, dove si concesse un lungo e rilassante bagno mentre continuava la sua invettiva contro la Dea – Margherite su un ring da box. Sul serio: stai cercando di trasformarmi in una figlia dei fiori per caso? – l’acqua all’interno della vasca si scaldò all’istante e gli insulti furono temporaneamente interrotti, a Penelope non restò altro da fare che chiedere perdono alla sua coinquilina, anche se non credeva per niente di essere in torto - Potresti anche concedermi un paio di battute pungenti ogni tanto… Tutto questo casino è colpa tua infondo. – borbottò lei, insaponandosi i capelli mentre sullo specchio di fronte alla vasca compariva la scritta “mi dispiace”, Amy raccolse un po’ di acqua tra le mani e la lanciò contro lo specchio - Non me ne faccio niente delle tue scuse. Dovresti aiutarmi, non sparire proprio mentre due statue tentano di staccarmi la testa dal resto del corpo. –

Era domenica mattina… Aveva dormito per più di ventiquattro ore consecutive senza rendersene conto.

Recuperò le sue sigarette e uscì dalla stanza: aveva voglia di fare qualche casino, come ogni ragazzo della sua età e se ci aveva visto giusto, aveva già una mezza idea di chi coinvolgere.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Biblioteca – Holy Grail School

 

- Uscite immediatamente dalla mia biblioteca! - urlò la donna in preda alla rabbia puntandogli contro la bacchetta – Come osate! Siete dei vandali! -

Draco ebbe appena il tempo di recuperare la sua roba perchè Amy, correndo, lo afferrò per la manica della giacca e lo trascinò in corridoio mentre alle loro spalle quella squilibrata della bibliotecaria li minacciava di usare dolorose fatture per punirli dell’affronto subito.

Scapparono per più di dieci minuti, attraversando solo i corridoi più affollati ed evitarono ogni zona in cui il tono di Madama Bore diventasse qualcosa di fastidiosamente vicino ma alle loro spalle potevano sentire chiaramente il rumore dei suoi passi. Al biondo parve anche di sentire la voce annoiata di Piket… Tutto quel trambusto doveva averlo convinto ad abbandonare il suo amato ufficio.

Non provarono nemmeno ad avvicinarsi alle scale: le trappole della Bore erano note in ogni angolo della HG e finire in qualche strana gabbia non rientrava affatto nei loro piani!

L’unico luogo sicuro, isolato e deserto che trovarono sul piano era rappresentato dall'aula di Linguaggi Antichi... Draco si chiuse la porta e ci si appoggiò contro. Aveva il respiro affannato per la corsa e un sorriso divertito sul volto: - Quella donna è pazza… Credevo che Madama Price fosse fuori ma quella donna la batte alla stragrande! -

La rossa annuì sedendosi sulla cattedra, appellò un libro a caso tra quelli ammassati in fondo alla classe e ridacchiò ripensando a ciò che aveva combinato: - Tutto questo chiasso per un paio di animaletti liberati… Sarebbe stato peggio se avessi appiccato il fuoco a tutta la biblioteca no? -

Il biondo le riservò un’occhiata sorpresa: Amy non era solita occupare le sue giornate con degli scherzi. Inoltre era quasi certo di essersi perso qualche passaggio perché lui, stando in biblioteca, non aveva visto nessun'animale in libertà: - Credevo se la fosse presa perché stavamo ridendo ad alta voce… Che hai combinato Halliwell?! -

- Ho sempre pensato che le immagini animate dei libri di Cura delle Creature Magiche fossero molto tristi. - la rossa scrollò le spalle con noncuranza, la sua attenzione fu totalmente catalizzata da alcuni dei tomi presenti sugli scaffali privati del professor Brom; lesse con interesse i titoli mentre spiegava a Draco ciò che aveva combinato – Ho soltanto pensato di liberarne qualcuna… Deve essersi accorta di me mentre staccavo dal libro qualche folletto della Cornovaglia ma non capisco cosa avesse da urlare: ho anche alzato uno scudo per salvare i suoi stupidi libri. –

 Draco spalancò gli occhi sorpreso: da quando Amy si era presentata davanti alla sua porta quella mattina aveva capito che c’era qualcosa di strano ma non aveva fatto domande. Tentò un approccio diretto con l'amica ma ancora prima che potesse fare delle domande alla rossa la voce infuriata di madama Bore li fece sussultare.

Ciò che li spavento realmente fu la risposta pacata di Piket, quell'uomo doveva averli sentiti perchè propose immediatamente di guardare nelle aule: - Ci sono alcune delle aule libere da questa parte. Potremmo iniziare a cercarli da lì. –

Lo sguardo di Draco si illuminò, la sua era un'idea talmente stupida da essere considerata geniale: - E se ci nascondessimo nell’armadio? – ; ovviamente la sua proposta non fu accolta con molto entusiasmo da parte della rossa che lo mandò letteralmente a quel paese tornando a concentrarsi.

- Si starà stretti certo ma preferisco essere circondato da qualche mantello impolverato piuttosto che essere messo in punizione da Piket. – Draco notò che la rossa non era ancora del tutto convinta ma non avevano tempo per perdersi in chiacchiere, si avvicinò all’armadio nell’angolo e aprì le ante - Tu fai come ti pare… Io entro. -

Amy non sapeva cosa fare: non era da lei nascondersi ma non era da lei nemmeno combinare cavolate del genere; Draco le aveva raccontato del suo passato a Hogwarts e sapeva quanto fosse sempre stato più esuberante di lei in passato, in un certo senso era quello più preparato su come comportarsi dopo uno scherzo…

Amy mandò a quel paese il suo orgoglio, imprecò tra se e se per qualche secondo e spalancò le ante dell’armadio incontrando lo sguardo divertito del biondo: - Non dire una parola Malfoy.  Questo armadio è microscopico! -.

Il biondo la afferrò per la mano dicendole che non avevano tempo per eventuali incantesimi di espansione e fu un’impresa titanica trovare una posizione comoda per entrambi. La poca illuminazione rendeva ogni movimento un azzardo e in un paio di occasioni i due si calpestarono i piedi a vicenda.

 

A un certo punto Draco scoppiò a ridere: - T’immagini se Potter ci scoprisse qui dentro insieme? –

Amy gli tirò uno schiaffo sulla nuca e cercò di muoversi tentando di recuperare la bacchetta che, grazie alla risata del ragazzo, le era sfuggita dalla tasca atterrando tra le loro gambe: - Non credo che Harry apprezzerebbe… E neanche i miei amici ne sarebbero particolarmente contenti. Non so se qualcun'altro te l'ha detto ma sai essere facilmente detestabile Malfoy. –

Lo sentì irrigidirsi improvvisamente, come se qualcosa lo avesse sorpreso, immobilizzandolo sul posto: - Come se me ne fregasse qualcosa… Smettila di muoverti Halliwell: inizi ad essere fastidiosa. -

Dopo quello scatto improvviso e apparentemente immotivato da parte del biondo, Amy decise di lasciare la bacchetta dov’era: l’armadio era una protezione più che sufficiente e se proprio doveva usare la magia, avrebbe sfruttato gli elementi. L’unico rischio, arrivati a quel punto, era ribaltare il mobile.

Dopo qualche minuto, passato nel silenzio più totale, a Draco sfuggì uno starnuto che fece tremare le ante dell’armadio.

Amy lo rimproverò con un rumoroso e prolungato “Shhh”.

- Il tuo profumo. - Draco tentò di spiegare la situazione ma un secondo starnuto lo interruppe – È quello che mi fa starnutire, devo esserne allergico. -. Più il tempo passava, più gli starnuti aumentavano e la situazione diventava scomoda: erano praticamente incollati l’uno all’altra.

Amy si mosse a disagio: tutta quella vicinanza con Draco stava iniziando a essere snervante e il pensiero che, a pochi millimetri dalle sue labbra, si trovasse la bocca del biondo non fece altro che innervosirla ulteriormente…
Fu il biondo stesso ad afferrarla per le spalle e a ripeterle ancora una volta che i suoi movimenti erano pericolosi tanto quanto i suoi starnuti e che dovevano limitare al minimo ogni loro mossa.

Lo mandò a quel paese e disse la prima cosa che le passò per la mente: - Non mi piace l’idea di avere i tuoi microbi spalmati in faccia… E se mi girassi di spalle? –

Non attese nessuna risposta da parte del biondo e, cercando di non precipitare fuori dall’armadio, si girò lentamente, cercando di limitare il rumore al minimo.

Si accorse del gemito abbastanza forte di Draco... Decise di ignorarlo, sperando di avergli soltanto pestato un piede senza accorgersene, continuò la sua manovra evasiva e ritrovò una certa stabilità una volta date le spalle al biondo.

- Draco… - Amy spalancò gli occhi, un dubbio si fece largo nella sua mente e la domanda che gli avrebbe permesso di svelare l’arcano le sgusciò via dalle labbra sin troppo spontaneamente: - Potresti confermare se ciò che sento sulla schiena è la tua bacchetta o qualcos’altro di naturalmente meno rigido? –

- Hem, veramente… - Malfoy non fece in tempo a finire perché Amy, in preda ad un attacco di panico, lo spinse via.

La sua mossa li fece crollare al suolo, ben oltre le ante dell’armadio, proprio davanti agli occhi sconvolti di Madama Bore, Piket e Fray.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Expectations ***


HTML... Fanculo

Le azioni erano mostruose ma chi le fece era pressochè normale,
né demoniaco ne mostruoso.

(Hanna Arendt)


<< Make Your Choice - Expectations >>


 

Aula di Linguaggi Antichi – Holy Grail School    

 

Madama Bore non si astenne dal commentare e disse che da una coppia simile non si sarebbe aspettata niente di diverso, Ryan non riuscì a nascondere un certo disappunto mentre Piket restò particolarmente sconcertato da quella visione: - Signorina Halliwell, potrebbe gentilmente spiegarmi cosa stavate facendo, chiusi in un armadio, lei e il signor Malfoy? –

Amy guardò Draco per qualche secondo, sicuramente il fatto che entrambi avessero i capelli arruffati e i volti di una pericolosa sfumatura vermiglia dovevano aver suggerito al resto dei presenti una scena del tutto incongruente con ciò che era realmente successo: - Non è come sembra. –

In quel preciso istante la bibliotecaria additò la rossa e disse: - Sono loro ad aver messo a soqquadro la mia biblioteca, ne sono sicura! –

- Cos’è successo in biblioteca? Quando siamo usciti era tutto nella norma. – lo sguardo di Amy era davvero credibile, persino Draco non riuscì a trattenere uno sguardo sorpreso nel vedere con quanta convinzione avesse espresso quella palese menzogna dunque si convinse a darle una mano e rincarò la dose: – Cosa ci siamo persi? –

- Sono state liberate delle creature magiche all’interno della biblioteca - lo sguardo della signora Bore sembrava tutto fuorché amichevole, era certa di poter indicare la ragazza come colpevole ma non aveva prove che riguardassero il coinvolgimento del ragazzo – Lei signorina, non provi a negare il suo coinvolgimento in questa faccenda, l’ho vista chiaramente trafficare con quei libri! -

Le sopracciglia di Amy scattarono verso l’alto, era mentalmente preparata a ricevere quell’accusa ma si aspettava sicuramente qualcosa di più diretto e meno sconclusionato. Il discorso di quella donna faceva acqua da tutte le parti, con una sola affermazione avrebbe potuto probabilmente smontare le accuse e pensò che probabilmente, grazie all’ingenuità della Bore, il suo brillante piano non sarebbe apparso poi così brillante.

Decise ugualmente di dimostrare ai presenti quando la sua menzogna sapesse essere più credibile della realtà e con un tono palesemente sarcastico si rivolse alla bibliotecaria: - Se posso chiedere… Sono stata accusata di aver consultato dei libri in biblioteca? –

La donna boccheggiò per qualche istante, incapace di trovare una qualunque frase con cui controbattere ma ci pensò Piket a interrompere quel “diverbio”.

 - Fino a quando la sua posizione in questa faccenda non sarà chiarita, le consiglio vivamente di evitare battute di spirito signorina Halliwell. – le rivolse un’occhiata severa, dopodiché condusse la donna nuovamente in corridoio e le assicurò che si sarebbe occupato in prima persona di stabilire chi avesse commesso quel pasticcio.

Madama Bore rivolse un’ultima occhiata alla ragazza: a giudicare dal sorriso appena comparso sulle sue labbra, sembrava soddisfatta da ciò che aveva ottenuto.

Amy si divertì parecchio nel notare quanto poco ci fosse voluto per convincere la donna del fatto che, il resto degli insegnanti, la reputasse una parte “importante” del personale scolastico.

Ovviamente nessuno, a parte quella donna probabilmente, la pensava così e infatti Amy non si risparmiò un commento sarcastico: - Il potere logora chi non ce l’ha. - sia Draco che Ryan risero divertiti prima di ricevere una botta in testa dal professore di pozioni.

- Lieto che la situazione vi diverta signori. Voi due tornerete ai vostri dormitori, senza fiatare e cercate di non farvi trovare in giro prima dell’ora di cena dal sottoscritto. – i due annuirono, vagamente intimoriti dall’espressione severa dell’uomo e abbandonarono l’aula, lasciando la rossa al suo “triste” destino – Veniamo a noi Halliwell. - .

 


s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Infermeria - CENS, Russia

 

 - Duchessa? – domandò sorpreso Daniel, non aspettandosi una visita da parte di quella donna che aveva sempre dimostrato una certa reticenza nel lavorare con “tutti” i Sigma - Che ci fai qui? –

La donna agitò la mano, come chiunque altro avrebbe fatto per scacciare un insetto fastidioso e ignorò le parole del ragazzo: - Che cosa diavolo avete fatto a Penelope! –

- Forse sarebbe stato meglio informare prima Nerida di quello che abbiamo sentito. – fu il gelido commento di Sylar, una volta riacquistata una certa lucidità, lontano da colei che era stata in grado di impensierirli al punto da fargli dimenticare il normale protocollo – Rifletti Duchessa: come poterebbero avere le informazioni che cerchi? –

Erin si rivolse direttamente a Sylar: nessuno lì fu in grado di capire cosa avesse ridotto Duchessa in quello strano stato di nervosismo quindi domandò al demone cosa li avesse spinti a tornare all’associazione.

- Amy non sta bene… – rispose così il demone, rivolgendo un’intensa occhiata alla bionda. Duchessa, ancora immobile vicino al letto di Daniel, si limitò a far vagare lo sguardo per la stanza intercettando di tanto in tanto le occhiate confuse dei Sigma. Era giunto il momento di sganciare la “bomba” quindi, senza ulteriori preamboli, la demone raccontò la scena a cui avevano assistito poco meno di dieci minuti prima: - Speravamo foste in grado di spiegarci che cosa ha spinto la piccola fiamma a chiedere la morte… Ad un anonimo ragazzino della vostra scuola per giunta. Chi è Ryan Fray? –

- Ryan è il figlio legittimo di Gareth l’Oscuro. – la voce di Nerida li colse di sorpresa, i presenti si voltarono verso di lei, rispose alla muta domanda che tutti si stavano probabilmente ponendo sul conto di quel ragazzo con franchezza – Nonostante le sue origini è un ragazzo a posto ed Amy ha insistito affinché nessuno di noi intervenisse nel loro rapporto. –

- Nerida… Da quanto sei qui? – le domandò Duchessa, quell’incursione del tutto imprevista aveva fatto vacillare la sua solita sicurezza e mostrato al resto dei Sigma che tutti, in un modo o nell’altro, erano intimoriti dalla loro insegnante – La preoccupazione mi ha fatto agire in maniera inadeguata, avrei dovuto passare prima ma… -

- Ho ascoltato abbastanza Duchessa. – la interruppe la donna, rivolgendole un’occhiata severa prima di sospirare, quella serata si stava dimostrando più sfiancante di quanto avesse previsto - Purtroppo questa non è l’unica brutta notizia della giornata. –

- Cos’altro è successo? – Liam provò un sentimento confuso, un misto tra consapevolezza e timore… Si sentì strano perché qualcosa, dentro di lui, gli suggerì la risposta che Nerida avrebbe dato alla sua domanda: - Amy ha davvero lasciato i Sigma? - , quando la mezz’elfa annuì alle sue parole nella stanza si diffuse uno strano silenzio.  

Nerida formulò alcune ipotesi sullo strano comportamento della ragazza e riferì ciò che le aveva detto il gran maestro: - Damastair pensa che sia terrorizzata dall’idea di mettervi in pericolo. –

- Perché proprio adesso? Sono anni che lavoriamo insieme. – replicò Carter confuso, cercando il supporto dei suoi compagni di squadra, non poteva essere davvero lui l’unico ad essersi fatto quella domanda.

- Da quando Amy è tra noi, ti sembra di ricordare una sola occasione in cui qualcuno ha davvero corso il rischio di morire? – la risposta giunse da Clarissa; lo sguardo della ragazza s’illuminò mentre le parole sconclusionate che Amy le aveva riferito qualche mese prima acquistavano un nuovo significato. Con qualche nuovo tassello a completare il suo puzzle mentale riuscì a comprendere finalmente cosa avesse spinto la rossa a prendere quella decisione – Nerida… Quanto manca al rito? –

La sorpresa si materializzò sul volto della donna, fino a qualche istante prima non avrebbe mai pensato di sentire qualcuno dei Sigma pronunciare una simile affermazione, possibile che Amy avesse davvero rivelato qualcosa a qualcuno… Di sua spontanea volontà?

- So cosa stai pensando e no, non credo nemmeno che si ricordi di avermene parlato. – Clarissa ridacchiò tra se e se pensando a quanto le mancassero realmente quei momenti, quando tutto era più semplice e nessuno tentava di ucciderli per ottenere qualcosa – L’avreste mai detto di Amy? Quando beve troppo, diventa una chiacchierona. – fu quel commento ironico ad alleggerire la tensione, sui volti dei Sigma comparvero dei sorrisi distesi che non durarono però più di qualche secondo.

- Tra sette mesi… Il rito si compirà il due maggio a mezzanotte. – fu la laconica risposta di Nerida che, nonostante ritenesse l’attitudine di Amy per gli alcolici assai pericolosa(visti gli esiti), era assolutamente determinata a preparare psicologicamente i suoi ragazzi al peggio.  

Tuttavia c’erano ancora parecchie cose in sospeso e la maggior parte dei presenti non aveva idea di cosa stessero parlando Nerida e Clarissa; fu Daniel ad interrompere quel discorso per cercare di capire cosa fosse questo “rito” e in cosa consistesse.

Erin alzò gli occhi al cielo e sbuffò spiegando la situazione all’amico: - A quanto ho capito tra sette mesi esatti, se non riusciamo a impedirlo, Amy sarà usata come vittima sacrificale dagli uomini di Gareth. -.

Nerida sorrise pensando al fatto che, che certe volte, Daniel sapeva essere più ingenuo di quanto ci si aspettasse dal grande stratega dei Sigma poi continuò la spiegazione: - Sacrificando il contenitore della Dea potranno richiamare gli antichi demoni della prima dimensione. Il problema fondamentale con questo tipo di creature sta nel fatto che non esiste libro in cui siano definiti i loro poteri… Se la situazione dovesse degenerare, saremmo totalmente impreparati. –

Sul volto di Declan comparve un sorriso mesto, il solo pensiero di ciò che avrebbero fatto alla sua amica lo fece rabbrividire eppure comprese perfettamente quale fosse l’obbiettivo degli Shadow: - Baseranno la loro offesa su questo. Sanno benissimo che se non abbiamo la minima idea di “cosa” stiamo per affrontare li colpiremo alla cieca, i nostri alleati scenderanno e non avremo più i mezzi per resistere. –

A quel punto fu Samantha a interrompere il compagno, conosceva la sua storia e poteva comprendere cosa l’avesse spinto a fare un ragionamento del genere eppure non le fu chiaro il motivo fondamentale di quel metodo così invasivo: - Loro cosa ci guadagnano esattamente? E poi, parliamone, credono davvero che nessuno farà nulla per fermarli? –

Il volto di Declan si materializzò un’espressione insolitamente seria, lui stesso non riuscì a credere a quello che avrebbe detto di lì a poco ma il tempo dei giochi era finito, dovevano affrontare seriamente l’argomento prima che la situazione gli sfuggisse definitivamente di mano: - Atti terroristici, eliminazione fisica degli oppositori, la possibilità di creare una nuova società elitaria… Questo è il paradiso dei cattivi Sam, hanno aspettato quattromila anni per raggiungere i loro scopi, credi davvero che rinunceranno per un paio di imprevisti? –

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Boring Day ***


HTML... Fanculo

Un castigo spesso implica che facciamo a noi stessi
quello che abbiamo fatto ad altri.

(Eric Holfer)


<< Make Your Choice - Expectations >>


 

Aula di Pozioni – Holy Grail School

 

- Hai quasi distrutto la biblioteca scolastica per puro diletto. - Piket si sentì incredulo nel dover pronunciare quel discorso proprio con Amy, nonostante il suo carattere esuberante era tra le migliori studentesse della scuola e fino a quel momento, non si sa bene come, era riuscita a mantenere la sua condotta impeccabile - Devo pensare che tu sia del tutto impazzita o puoi giustificare le sue azioni? –

- Mi dispiace professore. – fu tutto ciò che disse, senza distogliere lo sguardo dall’insegnante, senza perdere la sua impassibilità.

Notando che da parte della ragazza non ci sarebbe stata altra risposta continuò con le domande, quel comportamento non era da lei e avrebbe fatto di tutto per scoprire cosa l’avesse portata ad agire in quel modo del tutto sconsiderato, a costo di riempirla con suoi rimproveri: - Che cosa credeva di fare liberando quelle creature in biblioteca? –

- Ho fatto in modo che niente andasse distrutto. - fu la laconica risposta della rossa che, vagamente a disagio dopo lo sguardo eloquente dell’insegnante, iniziò a torcersi le dita dietro la schiena – Sicuramente non avevo previsto tutto questo. -

Piket sospirò affranto, capì che era del tutto inutile parlare con lei e si limitò a definire la situazione: - Dovrò metterla in punizione… E finirà tutto nel suo fascicolo scolastico. Se ne rende conto? –

Amy si limitò a sospirare, si abbandonò stancamente sulla poltrona posta dall’altro lato della scrivania e capì che probabilmente l’unico modo per uscire quasi pulita da quella faccenda era dimostrarsi accondiscendente: - Credo di meritarlo in effetti. Ho contravvenuto volontariamente al regolamento scolastico e… -

- Non avrei mai pensato di vedere proprio lei usare la tecnica “capisco i miei errori e me ne pento”. Non crede sia banale? – l’uomo incrociò le mani sotto il mento, appoggiandosi alla scrivania, prima di rivolgerle un’occhiata divertita – Sappia che non mi farò problemi ad usare del Veritaserum per comprendere cosa l’ha spinta a commettere un simile atto di pura idiozia. –

- Non gliel’hanno detto? Il “magico siero della verità” non ha effetto su Amy Halliwell. – le sfuggì una risata amara, arrivati a quel punto era inutile nascondere le apparenza, accavallò le gambe sopra uno dei sue braccioli della poltrona e guardò il professore con aria di sfida – Credevo che certi metodi fossero stati aboliti in questa scuola. Dopo tutta questa tiritera mi sembra strano che proprio lei pensi di commettere una simile effrazione del regolamento. –  

Aslan Piket la guardò nascondendo un sorriso soddisfatto, ancora una volta la piccola fiamma era riuscita a rigirare la situazione a suo favore, non che ne fosse particolarmente sorpreso: - Lei è furba Halliwell, gliene devo dare atto… Cosa ne pensa del contrappasso? –

Amy restò in silenzio per qualche istante, non riuscì a capire dove volesse andare a parare l’insegnante quindi rispose con una certa cautela, tentando di non mostrare la sua perplessità: - Che sia sadismo puro. –

Stavolta l’uomo non fece nulla per nascondere il suo divertimento, recuperò al volo uno dei pensanti tomi sulla sua scrivania e rivolgendole un’ultima occhiata disse: - Allora è perfetto. Da domani fino a mercoledì prossimo, weekend incluso, dalle quindici alle diciotto si recherà in biblioteca per svolgere i compiti che le affiderà madama Bore. –

Amy restò ammutolita per qualche istante e comprese che Piket era riuscito a incastrarla per bene, tentò di replicare pur sapendo che non sarebbe cambiato niente: - Quella donna mi ucciderà… Oppure mi metterà ai lavori forzati! -

- Non sia melodrammatica adesso… Vedremo se dopo un po’ di manovalanza sarà ancora incline ad azioni così sconsiderate. – la liquidò, riservandole un’ultima occhiata divertita prima di tornare al suo libro e la congedò senza altri giri di parole - Può tornare nelle sue stanze adesso… E le auguro una buona serata signorina Halliwell. –

- Buona serata un corno! – Amy si sentì infastidita dall’ultimo commento sarcastico del professore quindi si alzò e se ne andò sbattendo la porta.


s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

Dormitori, Torre Nord – Holy Grail School

 

Amy sperò che dopo l’orribile serata trascorsa, sommersa dai compiti in arretrato e distratta dalle diecimila chiamate deviate dei suoi ormai ex compagni di squadra, le sarebbe stata concessa una mattinata quantomeno gradevole… E invece no. Quella giornata cominciò nella maniera peggiore.

Non sentì suonare la sveglia, fu costretta a saltare la colazione e arrivò in ritardo alla lezione di trasfigurazione perché, nonostante avesse superato ogni record umano e non di velocità, qualche “genio” aveva deciso di trasformare l’unico corridoio che portava all’aula in un lago con annessa cascata.

Bussò alla porta ed entrò in aula, bagnata come una trota di fiume, sotto lo sguardo allibito dei presenti. Il professor Dumas la asciugò con un incantesimo, pretendendo una spiegazione più che dettagliata sul “come” si fosse ridotta in quello stato e dopo una “divertente” battuta di Joshua sul fatto che finalmente Amy si fosse fatta una doccia, quest’ultima riuscì finalmente a prendere posto, in prima fila, sola come sempre… Meglio così.

Il ricordo di quando, due settimane, prima un ragazzo semi-sconosciuto sedutole accanto era quasi riuscito a far saltare in aria l’aula di pozioni era ancora indelebile e da quel momento si era imposta una regola ferrea: niente compagni di banco sconosciuti, a costo di guardare male chiunque tentasse di avvicinarsi a lei o al suo banco, soprattutto per materie pericolose quali potevano essere pozioni, difesa e trasfigurazione!

Per due ore il professor Dumas si divertì a osservare il primo approccio dei suoi studenti con la trasfigurazione totale: ne vennero fuori parecchi animali dalla dubbia esistenza.

Jenna Price fu una delle poche a ottenere un risultato decente ma quando si trasformò in un piccolo topolino, fu presa di mira dal falco del professore. Se Amy non si fosse messa in mezzo molto probabilmente Jenna sarebbe divenuta la preda perfetta del rapace.

Una volta terminata la lezione Amy aspettò che Lily, Ian, Althea e Drew la raggiungessero fuori dall’aula. Destinazione comune: l’aula di divinazione. Per la successiva ora e mezza, oltre a raggiungere i picchi massimi della noia o del divertimento a seconda dei casi, i cinque furono costretti ad ascoltare per l’ennesima volta la spiegazione della professoressa Rogue sulla “meravigliosa arte del Woodoo”.

Amy cercò davvero di prendere appunti sulla materia cercando di trattenere i suoi commenti sarcastici ma dopo l’ennesima esaltazione di quella pratica del tutto inutile, non riuscì a trattenere un commento che fu udito da tutti, insegnante compresa, poiché fatto in uno di quei rarissimi momenti di assoluto silenzio: - Se questa roba funzionasse davvero, avrei posto fine a questo strazio tempo fa. -

Inutile dire che trascorse l’ultima mezz’ora della lezione a bighellonare per i corridoi: la prof l’aveva sbattuta fuori dall’aula seduta stante.


s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

Aula DCAO – Holy Grail School

 

Durante l’ultima lezione di difesa contro le arti oscure, il professor White aveva proposto un torneo a eliminazione tra duellanti. Si era accorto, ormai a poche settimane dalla consegna delle pagelle, che nella loro classe i voti nella parte pratica scarseggiavano dunque aveva proposto quell'alternativa per osservare in diretta la preparazione dei suoi studenti.

L’unica pecca di quell’esercitazione? Il tempo a loro disposizione non era stato sufficiente a decretare il vincitore assoluto del torneo. 

Riley e Abby di ritorno dall’aula di babbanologia furono subito informati di ciò che era successo durante l’ora di divinazione tra Amy e la Rogue. La rossa ridacchiò insieme agli altri ripensando all’espressione sconcertata dell’insegnante.

Amy riportò la sua attenzione sul libro di difesa: quel giorno avrebbero parlato dei Domati, umani assoggettati a demoni minori che con il tempo sviluppavano un attaccamento morboso nei confronti dei loro “padroni”; ne aveva incontrato qualcuno in passato e ricordava bene quanto si fossero dimostrati fastidiosi e ostili mentre lei e il resto dei Sigma tentavano di catturare qualche demone.

Quando la rossa vide James White entrare in classe seguito da un fluttuante baule in mogano, capì che neanche quella volta suo padre si sarebbe attenuto al programma: - Oggi doveva cominciare la spiegazione sui Domati… Quell’affare non è nemmeno contemplato nel programma. -

Sul volto dell’uomo comparve un sorriso divertito, quella ragazza aveva un acume sorprendente, si appoggiò alla cattedra e disse: - Per quanto ne so, è nei miei diritti scegliere cosa affrontare durante le mie lezioni signorina Halliwell ma la ringrazio per aver espresso il suo parere. –

Sul volto della rossa comparve un’espressione vagamente infastidita, appoggiò una mano sul mento e spostò lo sguardo verso la finestra più vicina, tentando di ignorare la vocina dentro di lei che gli stava suggerendo di mandare suo padre a quel paese.

James restò sorpreso quando la rossa distolse lo sguardo senza fare nulla per tentare di convincerlo a tornare sulla “retta via” dettata dal programma della sua materia; di solito ci voleva almeno un quarto d’ora per farla tacere invece quella mattina Amy Halliwell gli era sembrata fin troppo arrendevole nei suoi confronti: - Capisco che la natura abbia il suo fascino ma io sono da questa parte signorina Halliwell. Sa anche dirmi cosa c’è qui dentro o intendeva semplicemente dare aria alla bocca poco fa? –

- È un demone appartenente alla famiglia dei mollicci. – Amy sbuffò annoiata riportando il suo sguardo su suo padre, ci mancava soltanto lui a romperle le scatole quel giorno, cercò di dimostrargli quanta poca voglia avesse di partecipare alla sua lezione e concluse con un’insolita risposta acida – Un divoratore. Soddisfatto? -

Sul volto di James comparve un ghigno divertito, rinunciò all’idea di ottenere una risposta più garbata e lasciò correre, dopo tutto Amy aveva dato la risposta giusta: - Più che soddisfatto… Qualcun altro sa dirmi che tipo di demone è? –

Un innaturale silenzio piombò nell’aula: da quando si era iscritta alla HGS, Amy ne era certa, non c’era mai stata tutta quella calma nell’aula di difesa. Possibile che nessuno volesse azzardare una risposta?

White avrebbe accettato anche una barzelletta pur di interrompere quel silenzio che, francamente, lo infastidì parecchio: - Nessuno? Andiamo ragazzi, almeno fate un tentativo! –

Ad Amy sfuggì una risata che, come nell’ora precedente, non passò inosservata ed attirò l’attenzione del resto della classe: - Ecco cosa succede ad uscire dal programma. –

La frecciata era palesemente rivolta all’insegnante che, sorpreso da quell’uscita, tentò di richiamarla all’ordine: - Ha detto qualcosa signorina Halliwell? -

- È un “mangia paura”. Siccome è un demone, riesce a rendere ancora più realistico ciò che terrorizza il mago che lo avvicina. Il loro aspetto è spesso paragonato a un’ombra ma sono in pochi quelli che li hanno visti prima della trasformazione vera e propria quindi è un dato approssimativo. – un ghigno spontaneo nacque sulle labbra di Amy, si sentì soddisfatta nel vedere l’espressione sorpresa comparsa sul volto di suo padre, quindi terminò la sua spiegazione - In un certo senso sono più furbi dei mollicci. Affrontano un solo nemico per volta fino a quando non individuano l’elemento più debole, isolano l’avversario con una barriera impenetrabile e massimizzano il loro potere.

James la guardò restando in silenzio per qualche secondo: dal primo istante aveva capito quanto Amy fosse preparata sull’argomento ma furono soprattutto le ultime parole che aveva detto a sorprenderlo.

- È corretto. Forza ragazzi, spostate i banchi e mettetevi in fila. – voltò le spalle ai suoi studenti, perdendosi per un attimo nei suoi pensieri, era sicuro del fatto che nessun libro scolastico affrontasse in maniera diretta la dinamica dell’attacco di un Divoratore. Soltanto chi ne aveva affrontato uno poteva conoscere quei dettagli.

Amy lesse chiaramente la preoccupazione sui volti dei suoi compagni di classe: dopo la sua spiegazione era molto probabile che la maggior parte di loro avesse il terrore di affrontare quel demone.

- L’incantesimo che dovete usare è Arcet Inimicus(*). – spiegò l’insegnante facendo lievitare il baule fin sopra la cattedra prima di voltarsi, ancora una volta, verso Amy e le domandò: - Oggi ce l’ho con lei Halliwell, che ne dice di spiegare ai suoi compagni gli effetti dell’incantesimo? –

Amy si era seduta su uno dei banchi addossati alla parete, tra le mani stringeva un piccolo block notes e una pratica Bic nera, spostò lo sguardo sull’insegnante e con un’espressione palesemente annoiata rispose: - La traduzione è “respingi l’avversario” (*). Sul piano pratico è un’onda che priva il demone dei suoi poteri anche se per pochi secondi. –

- Mi darà mai la soddisfazione di dirle che ha sbagliato? – sul volto di James comparve un sorriso divertito e mentre tornava a concentrarsi sul baule gli sembrò di sentire la replica divertita della rossa, un “non credo proprio” neanche troppo silenzioso. Controllò un ultima volta che tutti i suoi studenti fossero muniti di bacchetta e liberò le sicure del baule - Direi che possiamo cominciare. -

 

 

* ( Prendete questa cosa con le pinze, non faccio latino e mi affido al tradizionale dizionario online che spesso produce più cavolate che cose sensate!!! :D )

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Liberazione ***


HTML... Fanculo

E' meglio essere vigliacchi per un minuto

 che morti per il resto della vita.

(Woody Allen)

 


<<  Make Your Choice -  Liberazione >>

 


 

Infermeria – Holy Grail School

 

Si risvegliò in infermeria… di nuovo.

Stava diventando un’abitudine, una di quelle che non piace nemmeno a chi è costretto (inconsapevolmente) a ripeterle nel tempo.

- Che diavolo è successo?! – sbottò infastidita mentre controllava di avere ancora tutti gli arti attaccati al corpo. Durante “l’ispezione” trovò una fascia elastica. In prossimità della clavicola sinistra c’era una benda, sicuramente imbevuta di pozione cicatrizzante, che le rendeva difficili i movimenti – Questa scuola sta fisicamente diventando dannosa per la mia salute! –

- Se evitassi di metterti in situazioni pericolose non finiresti sempre qui. – la rimproverò l’infermiera, le porse un bicchiere fumante di pozione rimpolpasangue e le sistemò le coperte.

La rossa non aveva idea di come rispondere a quelle parole: la sua memoria le stava giocando qualche brutto scherzo probabilmente.
Ricordava soltanto l’ingresso del professore di difesa contro le arti oscure, il fatto che avessero parlato del divoratore e poi… Più nulla ma fu lo stesso James White a riservarle dapprima un’espressione incredibilmente sollevata e poi un’occhiata severa: - Sei stata avventata. Hai agito senza preoccupati della tua salute. Hai affrontato un divoratore nel modo peggiore che si potesse immaginare… Ma se non fosse stato per te, oggi non sarei qui a rimproverarti quindi grazie. –

Emily, notando lo sconcerto sul volto della rossa, si premurò di informare l’insegnante del fatto che Amy non ricordasse nulla: - La botta deve averle causato qualche problema alla memoria. Probabilmente ricorderà tutto nel giro di qualche ora ma per il momento non sa niente di cosa è successo durante la sua ultima lezione. –

White e l’infermiera si allontanarono dal suo letto.

Per quello che riuscì a sentire, la loro conversazione verteva sulle sue condizioni fisiche, in pratica non l’avrebbero fatta uscire prima di altri sette giorni.

Notò solo in quel momento il braccialetto che aveva al polso destro: c'era scritta la data di ricovero e d’istinto il suo sguardo si spostò sul calendario più vicino.

Erano trascorse più di tre settimane.

Recuperò la sua cartella clinica e decifrò con difficoltà la calligrafia di un medico che, dopo l’intervento d’urgenza effettuato sul suo cuore a causa di un trauma non specificato, riferiva passo per passo i trattamenti a cui sarebbe stata sottoposta durante la riabilitazione.

Amy si domandò come fosse stato possibile, per lei, dimenticare un’intera giornata e soprattutto quale arcaico metodo avesse usato Emily LaRogue per tenere lontani da lì i curiosi.

Frugò nella sua tracolla in cerca di qualcosa che fosse in grado di sbloccarle la memoria e, primo tra tutti, controllò il suo taccuino.

Bastarono le prime righe a far scattare qualcosa nella sua mente…

 

 

*flashback*

 

 

Il primo che decise di sottoporsi alla prova fu Arcan Berry che, sprezzante come al solito, si pavoneggiò davanti al resto della classe sminuendo la creatura ancora sigillata all’interno del baule.

James fu costretto a sedare l’entusiasmo del giovane al suo fianco, gli bastò un’occhiata per far intendere a Berry che non tollerava quell’atteggiamento durante le sue lezioni, quindi gli consigliò vivamente di riportare l’attenzione sul suo avversario.

Amy riservò un’occhiata divertita a entrambi: suo padre era famoso in tutta la scuola per il suo carattere solare ma era anche risaputo che James diventasse la persona più pignola e ligia al dovere della scuola durante un’esercitazione; Arcan era il suo esatto opposto, si dimostrava serio durante le lezioni di teoria ma durante la pratica il suo animo era totalmente sconvolto dall’adrenalina e si trasformava in uno sconsiderato esemplare della razza umana.

- Scommetto cinque galeoni che te la fai sotto prima di cinque minuti. – fu la divertita provocazione di Amy che, seduta in fondo all’aula tra i suoi amici della tigre bianca, si limitava semplicemente a scoccare qualche occhiata incuriosita alle spalle del giovane.

Arcan si limitò a sogghignare divertito. Il tempo in cui le parole della Halliwell lo infastidivano era finito da un pezzo… Amy era diventata la sua rivale scolastica ufficiale e quella non era altro che l’ennesima tra le loro giocose sfide interdisciplinari.

Arcan fu praticamente estromesso dalla cricca il giorno stesso in cui ammise, con il resto del gruppo, che la rossa non era così male come Eva volesse dipingerla. Nessuno lo vide più camminare al fianco dei “reali” ma questo non sembrò turbare il giovane che nel giro di un paio di settimane acquistò maggior sicurezza nei rapporti interpersonali.

Trovò facilmente un nuovo gruppo di amici più sereno e unito di quanto mai potesse diventarlo la cricca con la regina dei dittatori al comando.

- Prepara i soldi Halliwell. – senza distogliere lo sguardo dalla rossa, strinse meglio la bacchetta tra le dita e le fece un occhiolino divertito – Stavolta sono determinato a vincere. – appena il ragazzo si decise a voltarle le spalle, la sua espressione mutò totalmente. Davanti a lui si era materializzato un enorme cerbero e, almeno in apparenza, Arcan non aveva idea di come affrontarlo…

- Hai già finito di vantarti Berry? – notando che il compagno era in difficoltà Amy tentò di fare leva sul suo orgoglio per smuoverlo, non le venne in mente altro per tentare di farlo reagire, possibilmente prima che quell’amabile bestione decidesse di usarlo come nuovo giocattolo – Non avrei mai detto che fossi un codardo. La prossima volta ricordami di scommettere un po’ di più… Le vittorie facili mi piacciono. –

Arcan, sentendo quelle parole, non trovò altra soluzione che reagire. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e riacquistando il suo solito sorriso strafottente puntò la bacchetta contro il demone pronunciando l’incantesimo trasformando l’enorme cane a tre teste che lo aveva terrorizzato fino a poco prima in uno squittente chiwawa vestito di tutto punto con un improbabile un tutù rosa.

L’intera classe scoppiò a ridere e al demone non restò altro che indietreggiare prima di affrontare un nuovo avversario… White si congratulò con lui e chiamò un altro dei suoi studenti per l’esercitazione.

Quando raggiunse la postazione della rossa, a cui diede un sonoro cinque, le risate del resto del gruppo lo contagiarono mentre il resto della classe si sottoponeva all’esercitazione.

- Bella prova Lily, sei stata molto brava, adesso tocca a… Amy Halliwell. Forza e coraggio ragazza, sei l’ultima! – James riservò alla rossa uno sguardo entusiasta, tra se e se fu costretto ad ammettere che non vedeva l’ora di osservare il divoratore della “ragazza di ghiaccio” ma restò deluso sentendo la risposta di Amy disse di non essere particolarmente interessata all’esercitazione e che per nessun motivo al mondo avrebbe mostrato ai suoi compagni la sua paura più grande.

- Se non farai la prova sarò costretto a metterti un insufficienza… A questo punto dell’anno non gioverebbe affatto alla tua media. – tentò di convincerla facendo leva sulla sua incredibile voglia di primeggiare in ogni materia ma, ancora una volta, restò deluso…

Amy fu irremovibile, sottoporsi a quella prova voleva dire abboccare in pieno a una trappola a dir poco evidente, non sarebbe stata così stupida da accettare: - Un’insufficienza mi abbasserà la media solo di un paio di punti … E poi c’è sempre il secondo quadrimestre! –

- Chiariremo questo punto a fine lezione Halliwell. Bene, direi che abbiamo finito per oggi, siete liberi di… - ma prima ancora che gli studenti potessero accalcarsi verso l’uscita successe qualcosa di strano, o meglio, d’imprevisto.

Il demone si liberò dall’incantesimo, Amy percepì la magia del notturno crescere, come se qualcosa (o qualcuno) stesse alimentando il suo potere illusorio.

La rossa vide il divoratore usare la magia per immobilizzare il resto della classe lungo le pareti e, approfittando della sua sorpresa, la intrappolò all'intero di una barriera... Non male come inizio.

James sgranò gli occhi per la sorpresa e dichiarò tra se e se che sicuramente sarebbe uscito pazzo da quella lezione: Amy Halliwell, nel corso del tempo, si era rivelata un vero e proprio enigma.

In più di un’occasione aveva notato sul volto della ragazza un’espressione disattenta eppure non era ancora riuscito a coglierla in fallo. Conosceva le risposte di ogni sua domanda e, pur impegnandosi al minimo, riusciva a raggiungere dei risultati stupefacenti.

Riemerse dai suoi pensieri quando notò il divoratore muoversi: sguainò a sua volta la bacchetta, si frappose tra Amy e gli altri studenti, preoccupato a sua volta per la forma che avrebbe assunto il divoratore.

Successe tutto nel giro di pochi secondi…

James fu disarmato dal demone ancora nascosto nell’ombra e Amy si parò dinanzi a lui urlando alla creatura che il suo unico bersaglio era lei, il resto non era importante, per nessuno dei due.

Davanti a loro si materializzò l’imponente figura di un uomo dai capelli corti e ingrigiti dal tempo…

Nel complesso era un uomo affascinante e se non fosse stato per quel lampo di follia, sempre presente nel suo sguardo, nessuno avrebbe trovato qualcosa d’inquietante in quella figura.

Amy non riuscì a trattenere un sorriso mesto notando che a distanza di anni la sua paura più grande non era cambiata, il volto Gareth era rimasto indelebilmente impresso nella sua memoria: - Guarda un po’ chi si rivede… È molto che non cerchi di torturarmi. –

- Ricordare i tempi andati come fossimo amici di vecchia data… Sarebbe bello sai? Ma sappiamo entrambi che la verità è un’altra bambina… - il divoratore si concesse una lunga risata mentre, rigirandosi tra le dita un lungo pugnale dal manico d’argento, le riservava un’occhiata carica di superbia – La tua incapacità nell’affrontarmi è evidente. Il mio ricordo è ancora in grado di farti tremare e proprio come l’ultima volta sarai tu a farti male. –

- Vedo che l’esilio ti ha trasformato in un filosofo… Voglio essere onesta con te: a nessuno, me compresa, interessano le tue stupide chiacchiere. – Amy sorrise soddisfatta notando l’espressione sorpresa del demone e si limitò a puntargli contro la bacchetta, sotto lo sguardo confuso dei suoi compagni che si domandarono come riuscisse affrontare la sua paura più grande mantenendo costantemente il suo sorriso.

Il divoratore mascherò la propria sorpresa con una risata, le riservò un’occhiata divertita e iniziò a camminare per l’aula interessandosi a ciò che lo circondava: - Vedo che non hai perso la tua lingua lunga… Del resto ho iniziato a giocare con te prima che mammina e papino potessero insegnarti a moderare i termini. –

Quelle parole fecero perdere alla rossa il sorriso… Amy conosceva il “modo superandi” dei divoratori: sfruttavano le paure delle loro vittime e risalivano a ogni pensiero legato a esse per attaccare.

Tutto ciò che aveva sentito dire dal demone negli ultimi cinque minuti corrispondeva a ciò che, per anni, lei stessa aveva immaginato.Una cosa era certa, non avrebbe accettato quelle parole da un insulso demone di bassa lega, si decise a interrompere quell’inutile sproloquio intrapreso dal divoratore: - Non ti conviene scherzare… Hai il suo aspetto, non i suoi poteri. –

- Adesso la colpa sarebbe mia? La situazione ti sta sfuggendo di mano e tutto quello che sei in grado di dire è che “non sono lui”? Mi aspettavo qualcosa di meglio dalla piccola fiamma. – il demone la sfidò a reagire, aveva libero accesso ai suoi pensieri e alle sue emozioni, poteva leggere il turbamento invadere la mente di quella giovane anche da quella distanza, avrebbe ceduto… Come molti altri prima di lei.

- Non voglio perdere tempo con te… Finiamola qui. – fu la piccata risposta della rossa che si avvicinò di qualche passo al demone per porre finalmente fine a quell’insensata esercitazione.

- Tempo da perdere? Tu non hai più tempo per giocare. Non dimenticartelo. – senza indugiare ulteriormente il divoratore si decise a scagliare il pugnale che stringeva tra le dita contro il suo obiettivo.

Amy si ritrovò a sgranare gli occhi per la sorpresa quando vide il pugnale superare la sua spalla e seguire una traiettoria differente da quella che aveva immaginato. Non era mai stata lei il bersaglio del divoratore.

Sarebbe toccato a James pagare per la sua inefficienza…?

Qualcuno la vide scomparire nel nulla e riapparire, come se niente fosse, davanti all’uomo cui fece da scudo…

Uno schizzo scarlatto macchiò il pavimento.

Alcuni trattennero a stento le urla vedendo il sangue della ragazza colare dall’elsa del pugnale e riversarsi sul pavimento.

- Per qualche strano motivo… Vi ricordavo più onesti. Errore mio: non si tratta con i demoni di bassa lega. – furono le sue parole, una divertita provocazione quasi, a convincere il divoratore a continuare con il suo attacco… L’avrebbe sfinita. Avrebbe vinto lui.

Il divoratore usò la magia per attrarre la ragazza a se, la afferrò per una spalla e le osservò scrupolosamente il volto.

- Guardati… Potresti morire da un momento all’altro eppure riesci ancora a fare dell’ironia. – le passò un dito sulle labbra, ripulendole dal sangue e ne saggiò la consistenza senza trattenere un mugolio soddisfatto – Più dolce del miele… È un peccato non poter continuare questo nostro gioco bambina. Sappiamo entrambi che la fatidica data si sta avvicinando, dovrai scegliere, fallo con giudizio stavolta. –

Aveva paura… Paura di morire prima del tempo.

Con le poche forze rimaste Penelope decise di mandare a quel paese tutto ciò che, per anni, l’aveva rappresentata e per una volta decise che sarebbe toccato alla sua coinquilina vendicarla.

Sarebbe stato il richiamo del suo stesso sangue a punire il divoratore: Avres si sarebbe divertita a ripagare il demone con mille anni di esilio nella trentaduesima dimensione.

Quando la Dea prese il controllo i cambiamenti più evidenti si manifestarono sul suo volto.

I suoi occhi cambiarono colore, sul suo volto comparvero gli antichi simboli di guerra del popolo elfico e sul suo volto si materializzò un ghigno sadico che la trasformò definitivamente nell’antico terrore delle leggende: - Ciao, ciao bastardo. Divertiti all’inferno. –

L’ultima cosa che vide fu l’espressione agonizzante del divoratore di fronte a lei che, prima di svanire tra le fiamme, le riservava un occhiata terrorizzata.

 

 

*******

 

 

Amy si passò stancamente una mano sugli occhi pensando a ciò che era successo. James aveva ragione: era stata avventata, sconsiderata e stupida… Aveva messo in pericolo più di una persona e Damastair non gliel’avrebbe fatta passare liscia quella volta.

- Porco mondo… Ho fatto un casino. –

 

 

ND Lady_T93:

Buon salve persone folli che avete il coraggio di leggere la mia storia malandata.

Mi è giunta voce che anche a Pasqua, come a Natale, bisogna essere tutti più buoni quindi ho pensato di ripagare la vostra pazienza con questo nuovo prodotto della mia follia.
Spero che vi sia piaciuto e mi auguro di non avere più ripensamenti su ciò che ho prodotto fin ora!

Alla prossima... Speriamo puntualmente(o quasi!).

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Illusione ***


HTML... Fanculo

Tradire per un preciso motivo

significa già quasi essere fedele.

 (Arthur Schnitzler)

 


<<  Make Your Choice - Illusione >>

 


 

Corte delle Fiere – Nascondiglio Shadow

 

Gareth entrò frettolosamente nel suo studio e sorrise compiaciuto nel notare che tre dei suoi migliori informatori si erano inchinati al suo cospetto, in attesa di ricevere un segno che gli permettesse di riferire le informazioni raccolte: - Bentornati fratelli. Spero le vostre ricerche vi abbiano condotto a buone notizie. -

- Il messaggio è stato recapitato mio signore. – fu la breve spiegazione di uno degli uomini che, senza trattenere una risata di scherno, proseguì con il suo discorso – Abbiamo perso il divoratore ma la piccola fiamma avrà sicuramente compreso che non basteranno quattro mura a fermare la vostra avanzata sire. –

L’oscuro sorrise soddisfatto rivolgendo al devoto un cenno solenne prima di rivolgere la propria attenzione al secondo informatore: - Veniamo a noi Brenin. Il tuo è un compito difficile ma confido nelle tue capacità... Dimmi, come procede il piano? –

- La piccola fiamma ha abbandonato i Sigma ma è ancora in contatto con alcuni membri dell’associazione… In questo momento Amy è debole e non ricomincerà la ricerca delle pagine rubate prima di essersi ristabilita. – il ragazzo rispose allo sguardo del fondatore con una sicurezza invidiabile; con il tempo Brenin era entrato nelle grazie del suo signore, riuscendo ad ottenere qualche privilegio, in cambio di qualche insignificante sacrificio – Ho giocato un po' con la sua mente in questi giorni e se l’incantesimo che ho usato su di lei farà effetto, portò influenzare i suoi pensieri… Mi basterà qualche minuto per allontanarla dal suo prezioso maestro in maniera definitiva. –

- Magnifico… Tutto procede per il meglio. – sul volto di Gareth si materializzò un sorriso soddisfatto, ripensò al giorno in cui scelse Brenin all’orfanotrofio di Tolosa e capì che quel ragazzo tra tutti era stato uno dei suoi migliori esperimenti – Hai avuto difficoltà ad attuare il piano? –

- Ci sono voluti mesi prima che fossi in grado di eludere i suoi schermi mentali… L’hanno addestrata bene. - spiegò lui raccontando ai presenti come la rossa avesse reagito ad alcune delle sue intrusioni notturne senza che fosse, tuttavia, in grado di identificare in lui la fonte degli attacchi - Deve aver usato qualche diavoleria dell’associazione per bloccare gli incantesimi esterni ma non può fare nulla adesso che è così debole. -

- La prima volta che l’ho vista in azione aveva sette anni. Ha affrontato da sola un "hybrid" che le ha rotto un braccio e l'ha scaraventata contro un inferriata. Aveva un pezzo d'acciaio che le trapassava una gamba eppure lo ha eliminato… Credi che basti una coltellata per rallentarla come dici? – fu la risposta divertita di Hayden che, incaricato da anni di seguire gli spostamenti della piccola fiamma, si sentì in dovere di smontare l’entusiasmo del più giovane – Ti consiglio di non abbassare la guardia quando sei in sua compagnia Brenin. Quella ragazza è un portento, non hai idea di cosa possa fare quando è in difficoltà e a giudicare dalle azioni di Damastair neanche i Light ne hanno un’idea ben precisa al momento. –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Cortile Interno – Holy Grail School, Sigma

 

- Ho Saputo che Damastair è venuto per incontrarla. Dite che tenterà di convincerla a tornare con noi? – Erin tra tutti era quella preoccupata per Amy, si accorse che dalla loro missione alla Grotta della Mezza Luna non avevano trovato un solo istante in cui chiarire definitivamente quali fossero le sorti del loro gruppo… Tutto era rimasto in sospeso.

- Certo che Damastair farà un tentativo ma Amy è una zuccona e non gli darà retta… Probabilmente toccherà a noi intervenire su quel fronte e dovremo lavorare tutti insieme per convincerla. – David si limitò a rispondere con un tono fin troppo rilassato per gli standard del resto del gruppo, pensò di essere il solo ad aver analizzato la situazione in modo obiettivo e non gli restò altro da fare che spiegare agli altri il suo piano – Con la mia telecinesi e le illusioni di Liam possiamo almeno fare un tentativo ma ci servirà l’aiuto di tutti. -

- È una bastardata e lo sai benissimo… Non dovremmo essere noi i primi a parlare chiaro senza tenderle degli stupidi trabocchetti? - Clarissa restò allibita sentendo la proposta di David, si trattava di attaccare alle spalle una loro amica e di approfittare del fatto che non li avrebbe colpiti a sua volta – Sai che non risponderà ai nostri attacchi. Sarebbe un attacco immotivato e distruttivo. Dovremmo starle vicino, ora più che mai eppure la tua soluzione migliore è quella di spingerla a rivoltarsi contro di noi. -

- Hai frainteso tutto Cla… Voglio darle una svegliata, farle capire che è venuto il momento di far tornare quella parte di Amy che abbiamo imparato a sopportare nel corso degli anni... Ci serve quella piccoletta con le palle che non si faceva mettere sotto da nessuno. - David sospirò rammaricato capendo che un po’ tutti quanti, a giudicare gli sguardi del gruppo, avevano frainteso le sue parole quindi si premurò di spiegare meglio il suo piano - Ci serve una Amy combattiva e fiera di essere una guerriera del mondo nascosto, non una persona debole e facilmente manovrabile dal nemico. Con un elemento del genere non possiamo avere nulla su cui lavorare. -

- Capisco le tue ragioni ma non approvo il metodo. – l’ultimo commento apparteneva a Nadia che, colpita dal discorso dell’amico ricordò immediatamente uno dei momenti fondamentali dei Sigma e ci tenne particolarmente a ricordarlo insieme agli altri – Per non parlare del fatto che stai violando apertamente il codice dei Sigma… Abbiamo fatto un patto di sangue, devo essere io a ricordartelo? –

Sul volto del siriano comparve un sorriso divertito, gli tornò alla mente quell'evento e ricordò la serietà con cui lui e i suoi compagni avevano scritto quel giuramento: - Avevamo dodici anni… Ma ricordo ancora a memoria quelle cavolate e so che, questa volta, Amy sarebbe d'accordo con me e mi permetterebbe di violare il patto. –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Infermeria – Holy Grail School

 

- Porco mondo… Ho fatto un casino. – Amy sospirò, stremata dal pensiero di ciò che aveva combinato e si rimproverò da sola, maledicendo la propria impulsività.

- Puoi dirlo forte ragazzina. – la voce di Damastair, alle sue spalle, la colse totalmente di sorpresa.

Sobbalzò per lo stupore ed una lancinante fitta al petto le ricordò che, grazie alla sua azione sconsiderata, non poteva più contare sull’efficienza del suo cuore: - Mi hai fatto venire un colpo! Ho avuto qualche problemino a livello cardiaco sai? Non c’era bisogno di una delle tue entrate ad effetto… A meno che tu non fossi venuto qui per ultimare l’opera. –

L’elfo le riservò un occhiata severa, non comprese le emozioni nascoste dietro la sua risposta ironica ma gli sembrò necessario chiarire sin da subito il perché della sua visita: - Mettere a rischio altre vite… Ti sembra una cosa su cui scherzare? –

- Chiedo venia messere, sono stata così egoista da voler salvare la mia vita prima di tutelare quella degli altri. – riservò a Damastair un occhiata inflessibile, ripensò a quegli istanti e un brivido le scivolò giù per la colonna vertebrale costringendola a distogliere lo sguardo - Ho avuto paura ed ho agito di conseguenza… Se ti farà stare meglio potrai mettermi in castigo. –

Damastair si passò stancamente una mano sulle tempie. Il lato infantile di Amy, dopo tutti quegli anni, era ancora in grado di metterlo a disagio: - Cosa dovrei fare con te? –

Amy si adagiò più comodamente contro il suo cuscino, incrociò le braccia dietro la nuca e sorridendo beffardamente all’elfo disse: - Da quando è compito del problema suggerire la soluzione all’ascoltatore? –

Sul volto di Damastair comparve un espressione confusa: fu costretto ad ammettere che, Amy con i suoi giri di parole, era ancora in grado di confonderlo quindi, approfittando della “vittoriosa” distrazione della ragazza, si fece avanti per attaccarla con il solletico.

Trascorsero soltanto pochi minuti prima che sul volto del gran maestro si materializzasse un espressione severa, Damastair si accorse di aver temporaneamente perso di vista il motivo della sua venuta, da quel momento non si sarebbe concesso un solo attimo di distrazione.

- Alexander si è preso l’incarico di spiegare la situazione ai reali… Si occuperà lui stesso di regolare i vostri incontri futuri. – l’elfo si alzò e fece vagare il suo sguardo al di fuori della finestra più vicina, sentì lo sguardo curioso di Amy contro le sue spalle e si premurò di informarla sul resto - Sono rimasto colpito quando l’ho visto difenderti a spada tratta davanti ai tre principi. –

- Sei stato alla corte? – domandò immediatamente Amy, preoccupata per il giudizio espresso dai reali e curiosa di sapere cosa si fossero detti durante il consiglio d’emergenza - Che hanno detto di me? Si sono arrabbiati per la mia assenza? Sanno che non… –

- I principi hanno compreso la situazione. Hanno accettato di incontrarti non appena le tue condizioni saranno tornate stabili. – dopo di che Damastair le riservò un’occhiata severa, avevano ancora un punto da chiarire prima di concludere quella chiacchierata – Credi di cavartela anche questa volta? Hai trasgredito ad un centinaio di regole in meno di un ora, non potrò fare nulla se mi chiederanno di punirti. –

Amy sospirò affranta: la sua mancanza aveva probabilmente scatenato il panico. Il fatto che non fosse riuscita a contenere i poteri della Dea poteva voler dire solo una cosa: si stava indebolendo.

- Non avranno il coraggio di avvicinarsi a me adesso che sanno della mia instabilità. – borbottò lei stancamente, schiacciandosi il cuscino sul volto per qualche secondo prima di concludere il discorso – Prima che inizi a farmi la paternale sul fatto che sto evidentemente trascurando gli allenamenti, sappi che tornerò ad allenarmi il prima possibile, riacquisterò il controllo e non le permetterò più di combinare casini ok? -

Sul volto dell’elfo si materializzò un espressione rammaricata.

Nonostante tutto era ancora in grado di comprendere cosa passasse per la mente della sua bambina che, in preda all’auto commiserazione, non faceva altro che addossarsi ulteriori compiti: - Non sono venuto qui per questo motivo. James ha spiegato a Nerida la situazione, sappiamo che non è stata colpa tua… Non del tutto almeno. –

L’attenzione della rossa fu nuovamente catturata dalle parole dell’elfo.

I suoi occhi, finalmente liberi dalla morbida presenza del cuscino, vagarono in cerca del volto di Damastair. Dalle sue labbra uscì un’unica parola: - Spiegati. –

 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** It Was Only Just A Dream ***


HTML... Fanculo

Un sogno è come un microscopio attraverso il quale

osserviamo gli avvenimenti nascosti della nostra anima.

 (Erich Fromm)

 


<<  Make Your Choice - It Was Only Just A Dream  >>

 


 

Infermeria – Holy Grail School

 

- Merda… - borbottò la rossa, passandosi le mani sulle tempie, improvvisamente doloranti.

- Che c’è? – le domandò l’elfo, avvicinandosi con cautela, quasi temesse di farle del male semplicemente raggiungendola - Non ti senti bene? –

- Qualcuno sta giocando con la mia testa. – spiegò lei, lo disse come se fosse abituata a subire quel genere di attacchi e la cosa spaventò a morte Damastair, non era assolutamente preparato a scoprire quale fosse realmente la condanna della sua rampolla - Sono influenze negative… E indovina? Puntano dritto verso di te. Credo vogliano farci litigare. –

Restò in silenzio per qualche istante, arrovellandosi su cosa potesse aver convinto gli Shadow a fare una mossa così palese ed azzardata nei suoi confronti ma non trovò nessuna risposta che lo soddisfacesse a pieno: - Perché mai dovrebbero farlo? –

Amy scrollò le spalle, con una semplicità disarmante, si stropicciò gli occhi e rilassò i muscoli delle spalle accasciandosi contro i morbidi cuscini dell’infermeria: - Senza la tua imponente figura che mi dice come agire in ogni situazione sarebbe più semplice manipolarmi… è plausibile. Sei la mia guida dopo tutto e loro lo sanno. –

- Non sei facilmente manipolabile, dovrebbero averlo capito da un pezzo ormai. – Damastair continuava a gettare uno sguardo distratto alla porta dietro cui, ormai da mezz’ora, si erano rifugiati James e Emily – Penso che il nostro tempo sia quasi scaduto. Dovremo rimandare la nostra conversazione. -

- È così importante che lui non ti veda al mio fianco?! – gli domandò lei, di punto in bianco, sorprendendola con il suo tono arrabbiato - Santi numi… è più forte di quanto pensassi. Fatto sta che non sarebbe un problema poi così grande fargli sapere che sua figlia è viva, a mezzo metro da lui. -

L’elfo sospirò affranto: nella vita di Amy l’unico spiraglio a cui aveva, da sempre, avuto accesso illimitato era ciò che lei pensava della sua mancata famiglia… Ogni volta era difficile convincerla del fatto che non fosse sua la colpa di quel forzato allontanamento ma ora che lei si trovava a così poca distanza dai suoi famigliari, la situazione poteva diventare insostenibile: - So bene quanto sia difficile per te ma… –

- È questo il problema. Tu supponi di saperne qualcosa ma non capisci la differenza sostanziale che c’è tra me e te… – sul volto di Amy si dipinse un sorriso mesto, non poteva realmente dargli colpa per ciò che stava facendo ma in quel momento l’unica cosa di cui aveva bisogno era uno sfogo e Damastair era lì, ancora più vicino di suo padre - La tua specie ha visto secoli interi sorgere e tramontare. La morte per te è un miraggio con cui non devi fare i conti prima di… quanto? Altri duecento anni forse ma per me è tutto diverso. Lo sai? Soltanto per una volta mi piacerebbe abbracciare mio padre senza che il suo sguardo confuso mi marchi a fuoco, additandomi inconsciamente come una fuori di testa. –

Damastair fece per controbattere ma la serratura della porta accanto scattò… Le riservò uno sguardo rammaricato, le carezzò debolmente il capo e sparì, diretto chissà dove. 

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Torre Nord – Dormitori

 

Erano stati categorici con lei: niente lezioni e sforzi di nessun tipo per altri sette giorni ma poteva andarsene.

Niente soggiorno obbligatorio. Le diedero un ricostituente ma non sembrò farle effetto ed ancora una volta usò su se stessa i poteri di Avres, accelerando il processo di guarigione…

Si rintanò nella sua stanza, riposò ad occhi chiusi, con la testa appoggiata al fresco del cuscino sul suo morbido letto ma non durò a lungo…

Accanto a lei percepì alcuni passi che si erano fermati proprio accanto a lei, costringendola ad aprire gli occhi e ad alzare lo sguardo.

- Liam… Che ci fai qui? – domandò perplessa, ripensando all’ultima occasione in cui l’aveva visto e a ciò che gli era capitato.

Probabilmente era lì per quello, avrebbe tentato di convincerla a tornare nei Sigma e nel farlo avrebbero certamente discusso.

- Quando sei arrivata da noi nessuno ti voleva. Poi ci siamo ricreduti… Avevi otto anni ma ci hai dimostrato che potevi farcela. – il suo sguardo era indifferente, a giudicare dalle mani tremanti lungo i fianchi stava trattenendo la rabbia ma poteva percepire chiaramente il suo stato d’animo dal suo tono di voce – Pretendo una spiegazione. E fa che sia valida… Non voglio credere che proprio tu abbia ceduto alla paura. –

Amy sospirò, si sentì debole e sconfitta ancor prima di iniziare quella discussione che, ne era certa, le avrebbe portato via l’intero pomeriggio e non avrebbe risolto niente: - Non è così semplice. –

La voce di Liam si affievolì improvvisamente, come se tutto d’un tratto le sue energie fossero venute a meno, lasciandolo in balia della delusione: - A me sembra quasi banale: ti sei arresa, hai smesso di credere nella tua stessa causa… Proprio tu poi. È quasi paradossale! –

- Ci mancava soltanto la predica adesso. - replicò lei aspra, le mancavano soltanto le paturnie mentali dell’amico per concludere “in bellezza” la giornata, si accese una sigaretta, spalancò le finestre e rispose nervosamente all’amico – Io sto solo cercando di proteggervi… Cosa c’è di difficile da capire? -

- Ti sei sempre vantata di essere una che non si arrende… - la voce di Erin la colse alla sprovvista, se la ritrovò improvvisamente accanto e le riservò un occhiata stranita mentre la bionda continuava il suo discorso – Ma la tua paura di ferirci ti ha trasformato in una debole! -

- Quando sei arrivata? – la voce di Amy tremò impercettibilmente, odiava ammettere i suoi difetti ma la stessa idea che fossero i suoi amici a dirle quelle cose la terrorizzava…

- Tu non sei la Amy che conosciamo. – a qualche metro dal suo letto comparve David; sul suo volto c’era la tipica espressione di chi non sa trattenere il proprio disappunto e quello, per Amy, fu l’ennesimo schiaffo al’orgoglio - Sei debole, incapace di concludere le missioni, spaventata da te stessa… Un peso per tutti noi. -

- Si può sapere perché mi state aggredendo in questo modo? – sbottò lei, improvvisamente infastidita dalla discussione, non voleva affatto litigare con loro ma arrivati a quel punto non aveva altra scelta - Odio questa situazione quanto voi ma non posso fare altrimenti. –

- Sei la reincarnazione di una Dea della guerra… Puoi fare qualunque cosa e lo sai bene. – Daniel comparve sul divano, tra le mani stringeva un bicchiere ricolmo di whiskey incendiario, fece oscillare il liquido ambrato e le rivolse uno sguardo stizzito – Vuoi davvero vederci morire? Resterai a guardare mente loro ci attaccheranno? –

Amy gli strappò il bicchiere dalle mani e lo lanciò contro il muro, afferrò il volto di Daniel tra le mani e lo obbligò a guardarla negli occhi: - Questo non lo permetterei mai e lo sapete. Dovete stare lontani da me… Dovete andarvene o vi troveranno! –

Improvvisamente si ritrovò al centro della stanza, i suoi compagni l’avevano accerchiata e tra le mani stringevano pistole di calibri differenti, gliele puntarono contro e premendo i grilletti dissero: - Ci hai deluso. –

Amy spalancò gli occhi di scatto trovandosi seduta, ancora prima di aver elaborato un pensiero, scoprendosi con il fiatone e il cuore che batteva a mille.  

Accanto a lei c’era Liam, le rivolse uno sguardo confuso e si avvicinò al bordo del suo letto: - Scusa… Non volevo svegliarti. –

Amy ancora boccheggiante, lo fissò ad occhi sbarrati tentando di riacquistare la calma e si passò una mano sulla fronte trovandola imperlata di sudore: - Un sogno… era soltanto un sogno. -

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Consapevole ***


HTML... Fanculo

Nel momento più buio della sconfitta
la vittoria potrebbe essere più vicina.
(William McKinley)

 


<<  Make Your Choice - Consapevole >>

 


 

Torre Nord – Dormitori

 

Liam la osservò per qualche istante e notò che il suo volto era incredibilmente pallido, per non parlare poi del respiro accelerato… Ne era certo, qualcosa non andava.
- Era solo… - Amy restò immobile nel notare la posizione del biondo, era la stessa del suo sogno. Un brivido le percorse la schiena… Dopo ciò che aveva visto, per qualche strano motivo, non poté fare a meno di stare in guardia: - Non fa niente. Devi dirmi qualcosa? –
La rossa non mosse un muscolo, studiò semplicemente Liam e si diede della stupida notando che niente era diverso dal solito: il biondo aveva le mani in tasca e l’aria più inoffensiva del mondo… Era soltanto Liam.
- Ho saputo che hai deciso di mollare la squadra. – Liam schioccò le dita e la bottiglia del whiskey incendiario versò il suo contenuto in un bicchiere che gli finì “magicamente” tra le dita – In effetti l’abbiamo saputo tutti. -

Le cose stavano prendendo la stessa piega del sogno e la cosa non le piacque affatto. Aveva un pessimo presentimento… Distolse lo sguardo, recuperò qualche vestito pulito e si rinchiuse in bagno borbottando tra se e se qualche frase sconclusionata che Liam non riuscì a capire.

- Nessuno avrebbe mai immaginato di vedere Nerida firmare il foglio delle tue dimissioni. - aggiunse il biondo, riservandole un’occhiata severa, stava cercando di instaurare una conversazione ma da quando l’aveva raggiunta non aveva ottenuto più di qualche monosillabo - Ti va di prendere una boccata d’aria? –
Amy alzò lo sguardo sull’amico: questa non se l’aspettava… Annuì semplicemente, si sentì quasi sollevata, sulle sue labbra si materializzò spontaneamente un sorriso: - Forse mi farebbe bene… Sono rimasta al chiuso per così tanto tempo da aver dimenticato il profumo della terra. -
Liam sorrise a sua volta ma quando lei gli diede le spalle tutto cambiò: la sua espressione si trasformò da serena a seria e minacciosa, la stessa che aveva mostrato a David quando gli aveva chiesto di aiutarlo con Amy… Era disposto a qualunque cosa pur di riottenere la sua migliore amica.

Il vento le scompigliò i capelli. Ridacchiò tra se e se mentre l’antica lingua degli elfi le uscì dalle labbra quindi salutò la natura, o meglio, colei che a suo tempo l’aveva imbrigliata: - § Ok Avres, ho capito il messaggio… mi sei mancata anche tu. § -

- Devo prendermi una vacanza. – ammise la rossa, incrociando le braccia dietro la schiena mentre lei e Liam attraversavano il corridoio che li avrebbe portati al cortile esterno – Lo stress mi sta distruggendo e non sono più in grado di gestire la situazione come vorrei… -
Si immobilizzò, restando a qualche passo di distanza dall’amico: a pochi metri da loro, appoggiato a una colonna, c’era David.
Amy puntò il suo sguardo verso Liam, indietreggiò di qualche passo sentendo il proprio battito cardiaco accelerare mentre le immagini del suo sogno tornavano ad affollarle la mente, confondendola e spaventandola: - Che cosa state facendo? –
- Siamo qui per il tuo problema… - Liam cercò di rassicurarla, le rivolse uno sguardo disteso ma vide chiaramente il terrore negli occhi dell’amica prendere il sopravvento – Vogliamo soltanto farti passare la paura. -
Una goccia di sudore freddo scese lenta lungo la tempia di Amy, non poteva davvero credere ai suoi occhi, il sogno stava diventando realtà ed il terrore la invase: - Un problema… La paura… Ma di cosa stai parlando? –
La rossa deglutì a vuoto e spostò immediatamente lo sguardo su David accorgendosi che aveva abbandonato la sua “posa statuaria” per dedicarsi probabilmente a qualcosa di più preoccupante…
Come un fulmine a ciel sereno gli ultimi istanti del sogno le tornarono alla mente: l’insofferenza sui volti dei suoi compagni, la delusione che traspariva da ogni fibra del loro essere ed infine quell’ultimo scioccante atto che l’aveva riportata alla realtà.

Una paura del tutto irrazionale la fece scattare di lato, cercò di scappare lungo il portico schivando all’ultimo secondo una delle tecniche di telecinesi con cui David era solito bloccare i nemici in battaglia… Liam le bloccò la ritirata e la costrinse a fermarsi a qualche metro da lui.
Cercò di raggiungere il portone che l’avrebbe condotta fuori dal castello, pochi metri e nessuno l’avrebbe più importunata, sarebbe tornato tutto alla normalità… ma due ombre le tagliarono la strada.
Indietreggiò, girando su se stessa e si trovò circondata: da una parte Liam e David, dall’altra Daniel e Declan.
La sua unica via di fuga era il tetto, stava per spiccare un salto verso l’alto quando un’intensa vampata di calore la investì, tremò sentendo la ferrea morsa della tecnica di David immobilizzarla… Aveva fallito.
- Grazie amico. - disse allora il principe persiano, sorridendo in direzione dell’altro prima di portare definitivamente il suo sguardo su Amy, immobile a qualche metro da lui - Con te ci vuole una terapia d’urto tesoro… Vediamo cosa possiamo inventarci. Qualche suggerimento Liam? -
Nello sguardo di Amy non c’era più la paura di poco prima.
Ammise tra se e se il proprio fallimento, li avrebbe semplicemente lasciati fare perché se lo meritavano.
Non aveva assolutamente previsto le fitte di dolore che la scossero da capo a piedi, come se mille aghi le stessero trapassando il cranio diffondendosi per tutto il corpo.

- Che stai facendo?! – gli gridò Daniel, terrorizzato dalla reazione della cugina che a qualche metro da loro si contorceva, in preda agli spasmi – Non era questo il patto! -
Liam annullò istantaneamente l’illusione, si avvicinò ad Amy e le posò le dita sulla giugulare ascoltandole il battito cardiaco, accelerato ma regolare e si accorse dell’elevata sudorazione.
Riservò ai compagni uno sguardo preoccupato, gli spiegò che non era la prima volta in cui gli capitava di assistere ad una reazione del genere: - Questo genere di reazioni si hanno in soggetti a cui è stato applicato un blocco… Quando ti strappano via buona parte dei ricordi, diventa difficile gestire qualsiasi tipo di memoria a lungo termine. Il “cut and paste” è stato bandito proprio per questo motivo. –
- Che facciamo adesso? – domandò Declan guardando con preoccupazione la rossa, svenuta tra le braccia di Liam che la sollevò con cura.
- La portiamo dentro… Le ragazze sapranno cosa fare. – David voleva vederci chiaro, come tutti i presenti del resto, quella situazione era strana anche per una ragazza con il passato di Amy; sapevano esattamente a chi rivolgersi per trovare una risposta ma l'unico a pronunciarne il nome fu Daniel.

– Ci serve Damastair. –

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Sorry For Party Rock ***


HTML... Fanculo

Esagerare fa bene, è un esercizio delle passioni, dalle quali

veniamo sempre più allontanati dalla realtà in cui viviamo.
(Oliviero Toscani)

 

 


<<  Make Your Choice - Sorry For Party Rock >>

 


 

Torre Nord - Dormitori

 

Amy si svegliò nella sua camera.
Si sentì strana, come se qualcosa in lei volesse riscattarsi di un’azione fallita. Aveva voglia di divertirsi e qualcuno dei suoi compagni di casa l’avrebbe probabilmente aiutata a trovare un’interessante alternativa…
Si fece una doccia, indossò qualche vestito carino e abbandonò la sua stanza, uscendo in corridoio dove si scontrò con Draco. Il biondo le riservò un’occhiata sorpresa, restò ammutolito per qualche secondo e guardandola intensamente disse: - Amy… Sei davvero tu? -
- No, sono Merlino in incognito… Certo che sono io idiota! – sbuffò lei, riservando all’amico un’occhiata confusa.
Cosa c’era di strano nell’uscire dalla propria camera?
- Devi uscire? – gli domandò lui, sorpreso, squadrandola da capo a piedi.
Amy si osservò e non trovò nulla di strano nei suoi vestiti, spostò lo sguardo sul biondo di fronte a lei e gli riservò uno sguardo preoccupato: - Non so se te l’hanno spiegato, ma le persone indossano sempre dei vestiti quando escono dalla propria camera. E poi il mio pigiama non piacerebbe a Piket. Direbbe che non è consono all’ambiente scolastico. -
Draco arrossì appena, dissimulò il tutto alzando gli occhi al cielo e s’incamminò verso la sala comune: - Non che mi dispiaccia vederti in piedi ma vuoi davvero uscire stasera? –
- Il mio corpo ha bisogno di patatine fritte… Non ne posso più di roba salutista o endovena. – gli spiegò lei salutando, mentre attraversavano la comune, alcuni ragazzi del suo anno – Parla chiaro Malfoy: cosa stai cercando di nascondermi? –
Il biondo le riservò un’occhiata altezzosa, una di quelle che era solito riservare soltanto a Potter, in pratica si tradì da solo e infatti ottenne uno sguardo annoiato da parte della rossa.
- E va bene, c’è una festa stasera e dubito che ti abbiano invitato. – spiegò lui, incrociando le braccia dietro la nuca, osservando Amy con la coda dell’occhio.
- Presumo sia un’idea della cricca. – rispose lei scrollando appena le spalle, agli occhi del resto della scuola quella poteva essere l’ennesima dimostrazione di rivalità tra lei e la “presunta” regina - E sentiamo, dove avreste intenzione di fare questa festa? -
Draco scosse vigorosamente la testa, un conto era rivelarle qualche particolare ma raccontare l’intera faccenda poteva rivelarsi pericoloso, insomma non ne voleva sapere: - Non ti dirò nient’altro ok? E prima che ti venga in mente di usare quale trucco mentale me ne vado. Cerca di restare fuori dai guai almeno per un po’! –

- Non penso proprio Malfoy. – borbottò lei tra se e se raggiungendo i suoi compagni di casa, non prima di aver riempito il vassoio con schifezze di ogni genere – I’m alive people! –
Althea ridacchiò tra se e se, le regalò un sorriso di benvenuto e dandole una lieve pacca sulle spalle disse: - Ma tu guarda chi ha portato il gatto! –
Ian rubò il ketchup dalle mani di Amy, se ne versò una generosa dose nel piatto, le rivolse uno sguardo ammirato e disse: - Guardatela, trasuda energia da tutti i pori… non eri in fin di vita? –
- Mi sei mancato anche tu Ian. – gli scoccò un rapido bacio sulla guancia e assaggiò la prima, unta e deliziosa patatina - Mi è venuta una mezza idea per animale la serata. Vi va di darmi una mano? –
- Dicci tutto rossa! Questo posto iniziava a essere noioso senza di te! –Drew le rispose con entusiasmo, si avvicinò per ascoltare cosa aveva da dire la rossa ma nemmeno per un secondo abbandonò il suo piatto pieno di ali di pollo.
- Mi è arrivata la voce di una festa a numero chiuso… - spiegò lei, gettando un’occhiata rancorosa al tavolo della cricca, non poteva credere al voltafaccia di Draco - E se ne organizzassimo una anche noi? –
- Credo che le pozioni rimpolpasangue ti abbiano dato alla testa. – Riley scosse la testa, comprendeva l’entusiasmo della rossa ma era altrettanto conscio del fatto che fosse un’impresa irrealizzabile – Non puoi organizzare una festa in due ore! –
- Hey… Io posso fare tutto. – gli rispose la rossa, puntandogli un dito sul petto riservandogli uno sguardo estremamente serio ma nel giro di qualche secondo riacquistò il suo solito sorriso sereno – Dovete solo aiutarmi a spargere la voce, al resto penserò io… Ho un amico che mi deve un grosso favore a Helsinki, non mi dirà di no, fidatevi di me. –

 


                                                                             s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 


Sala Comune - Torre Nord

 

La voce si sparse a macchia d’olio. Bastarono quindici minuti per informare l’intera scuola della festa organizzata da Amy Halliwell… Nel complesso il ricordo dell’evento, si fa per dire, organizzato dalla Cricca fu totalmente dimenticato.
La cosa non fu facile da digerire per Evangeline che, ovunque voltasse lo sguardo, vedeva orde di studenti saltellare per l’emozione al solo pensiero di partecipare alla festa organizzata dalla rossa.
- L’ha fatto apposta! Quella… Quella stronza. Vuole rovinarmi! – sbottò Eva, battendo i piedi come una bambina cui era stato negato un nuovo giocattolo, notando il volantino colorato che Althea le aveva consegnato – Fate qualcosa per l’amor di Morgana! -
- Non ti preoccupare Eva, vedrai, ci andranno solo gli sfigati. – tentò di rincuorarla Jenna, guardando supplichevole i ragazzi, nella speranza che le dessero man forte e prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
Purtroppo non ottenne l’effetto desiderato.
La location era abbastanza lontana da proteggere gli incauti ubriachi dall’ira degli insegnanti, il free bar era attivo fino alle due del mattino, era compreso un comodo servizio di “navetta” in grado di eludere le potenti barriere della scuola…
Joshua lesse il volantino e fu costretto ad ammettere la bravura dimostrata dalla Halliwell, aveva pensato a ogni cosa: - Io ci vado. Sono curioso di vedere se riesce a mantenere la parola data… –
Sul volto di Evangeline si materializzò un’espressione totalmente sconvolta, un conto era perdere il favore degli “sfigati” ma se persino i suoi cosiddetti amici iniziavano a preferire la novellina a lei la situazione era grave: - Ryan… Ti prego dì qualcosa! -
- Verrò anch’io. Sono curioso di vedere cosa si è inventata. Il mio è solo un consiglio Eva: cancella la festa o sarà un completo flop. – fu l’eloquente risposta del biondo chiamato in causa, anche lui come molti altri era curioso di vedere cosa fosse riuscita a fare Amy con così poco preavviso – Non guardarmi in quel modo… Sai bene come andrà a finire questa volta. Ha vinto lei. Non possiamo farci niente. -

 


                                                                             s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 


Midnight Blue – Helsinki

 

- Passate con me vero? È presto ma conosco i buttafuori. – dichiarò, tutta sorridente la rossa indicando la chilometrica fila davanti all’ingresso.
I ragazzi le sorrisero, divertiti da tutto quell’entusiasmo… Abituati com’erano a convivere con una ragazza sarcastica e, il più delle volte, vagamente distaccata non poterono che apprezzare quell’atteggiamento così solare ed energico.
Ian le passò un braccio intorno alle spalle e le strizzò l’occhio: - La fortuna di essere amici del capo eh? –
- Certo che no tesoro… Ho i miei trucchetti io! - puntualizzò lei, fingendosi altezzosa e sfoderando un sorrisetto furbo, lo superò percorrendo strada al resto del gruppo e una volta dentro, saltando la chilometrica fila con un solo cenno di saluto a uno degli energumeni accostati all’ingresso, la rossa sussurrò – Ho la fortuna di aver baciato la maggior parte dei buttafuori di questo posto… Chiamatemi scema. -
Un guizzo divertito illuminò gli occhi delle ragazze che sorrisero più apertamente, le scoccarono un’occhiata d’intesa e di piena approvazione, poi le proposero un patto: - Visto che ci hai convinto a seguirti, offrendoci uno spettacolo di rara bellezza maschile per di più, ti offriremo da bere per tutta la serata! –
- Non ve l’ho detto? Non abbiamo bisogno di pagare per bere. - rispose Amy togliendosi la giacca che mostrò alle altre un semplice abito azzurro perlato che, sotto le luci al neon, la trasformò in una macchia fosforescente… Elegante ma vagamente appariscente.
- Non dirmi che ti sei fatta anche tutti i barman! – le domandò sorpresa e divertita Lily, sfoggiando un vestito di seta rossa e bianca, ornata da fini girigogoli dorati.
- No. - borbottò la rossa arricciando le labbra dispiaciuta, si guardò in torno per accertarsi che nessuno le stesse guardando e s’infilò una mano nel reggiseno, ne estrasse una carta oro con sopra impressa la scritta “VIP CARD” e si affrettò a spiegare la situazione – Questa volta è tutto merito della mia amicizia con il capo. –
Le quattro risero insieme e si diressero al piano superiore, dove i ragazzi avevano fatto amicizia con Einari, il proprietario del locale.

Nel giro di mezz’ora il locale si riempì di studenti Australiani entusiasti, incuriositi non solo dall’ambiente sconosciuto ma anche dall’intrigante “fauna locale”. Amy si affacciò dal prive e richiamò l’attenzione di tutti i presenti: - Signore e signori gioite: stanotte questo posto è tutto per noi! Possiamo bere, fumare e mangiare in piena libertà, perciò diamo inizio alla festa, nella speranza che domani mattina i necrologi di metà dei presenti non compaiano sui bollettini locali! –
Un urlo entusiasta partì dalla folla che, all’unisono, alzò i bicchieri ricolmi di cocktail per brindare alla salute della rossa.
Fu una festa memorabile… Anche se, arrivati a fine serata, quelli ancora sobri si potevano contare sulle dita di una mano.
Sfortunatamente Amy non rientrava in quella categoria.

 


                                                                             s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 


Dormitori  – Torre Nord

 

- Santa merda… Quanto cazzo ho bevuto?! –
Fu la prima cosa che disse Amy quella mattina: aveva un tale cerchio alla testa che persino il fruscio delle coperte le dava fastidio.
Al suo fianco percepì una risata divertita, un’altra dolorosa fitta la colse alla testa mentre riconosceva amaramente la voce di Fray: - Abbastanza da ballare mezza nuda su un tavolo con un totale sconosciuto… Come ti senti? –
Amy nascose la testa sotto al cuscino, tentò di ignorare l’effettiva presenza del biondo al suo fianco e borbottò appena la descrizione del suo malessere: - Come se un branco di elefanti indiani mi stessero ballando il tango tra i neuroni… E ti assicuro che non è piacevole! –
Ryan rise nuovamente, si inginocchiò al fianco del suo letto e le porse una pozione, strappandola al candore delle sue coperte: - Forza bella addormentata, è ora di uscire dal letargo, prendi questa. Dovrebbe farti stare meglio. –
La rossa si liberò dall’incasinata matassa di coperte che le avevano annodato le gambe, guardò ammirata il ragazzo e gli prese il bicchiere dalle mani: - Ti amo sai? –
Ryan boccheggiò per qualche istante, di tutte le frasi che si era immaginato di sentire al risveglio della ragazza, quella era l’unica a cui non aveva proprio pensato. Si ritrovò ad arrossire senza nemmeno rendersene conto: - Come… Cos’hai detto scusa? -
- In senso metaforico! Mi riferisco al fatto che sei venuto a portarmi questa… - spiegò lei, arrossendo appena, prima di riottenere la sua solita espressione distaccata - Non credere che questo cambi le cose tra noi! Resti pur sempre il figlio di Gareth e il fidanzato di Evangeline… Nessuna delle due cose ti fa onore, sappilo. -
- Certo, certo, avevo capito! – rispose il biondo frettolosamente, tirò un sospiro di sollievo nell’appurare che era stato tutto un enorme malinteso, si accomodò sulla poltrona più vicina e tentò di regolarizzare il battito cardiaco. Amy l’aveva quasi ucciso con quell’affermazione.
- Un ultima cosa… - borbottò lei, svuotando il bicchiere in un solo sorso, prima di rivolgergli un occhiata allucinata - Posso sapere che ci fai mezzo nudo nella mia stanza!? -
Ryan sospirò affranto: sarebbe stata una domenica stancante.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Essere Democraticamente Nella... ***


MementoAudereSemper

C'è una linea sottile che divide lo sbagliato dal visionario.

Sfortunatamente, devi essere un visionario per poterla vedere.

(Sheldon Cooper)

<< Make Your Choice - Essere Democraticamente Nella... >>

 

Dormitori Torre Nord – Holy Grail School

 

Amy gli riservò l’ennesimo sguardo incuriosito e al contempo preoccupato, stranamente avrebbe preferito scoprire da lui ciò che aveva combinato durante la serata anziché origliare qualche frecciatina per i corridoi.

Ryan sospirò annoiato.

- E va bene. Cercherò di essere sintetico… Dopo il sesto giro al bar hai iniziato ad accusare i primi sintomi di una sbronza pazzesca. Ti basti sapere che ti sei dilettata in uno striptease “osé” ma il tuo amico biondo, Williams credo, ti ha fermato… Non appena i tuoi amici sono scomparsi, probabilmente attratti dai “nordici” presenti, un biondino ti ha portato in un privè. Il tizio sopracitato ha allungato troppo le mani ed è stato schiantato da un buttafuori. – il biondo fece una pausa per vedere la reazione della rossa, la vide per la prima volta con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta, in un certo senso la trovò carina ma cancellò in fretta quel pensiero dalla sua mente e riprese il discorso - Ti ho recuperato verso le quattro, in mezzo a tutto quel casino era difficile seguirti, quindi ti ho riportato a scuola. Una volta arrivati qui mi hai vomitato addosso l’anima e sappi che ti manderò il conto della lavanderia. Ti ho ripulito e messa a letto. –

- Fantastico… Davvero fantastico. – sbuffando, raccattò alcuni vestiti puliti e si chiuse in bagno. Si spogliò velocemente, concedendosi un lungo bagno rilassante, con gli occhi chiusi, un broncio appena accennato sulle labbra e mille pensieri per la testa…

Uscì quando l’acqua era ormai fredda, si vestì in fretta, per non concedere a Ryan altro tempo per frugare tra le sue cose.

Rientrò nella camera da letto e si accorse che non c’era più traccia del ragazzo… Probabilmente se n’era andato per la noia. Scrollò le spalle e si avvicinò allo specchio per gli ultimi ritocchi: notò che il suo volto aveva ormai perso l’abbronzatura ottenuta durante l’estate e che stava finalmente riottenendo la sua naturale tinta.

Le labbra erano scure, come potevano esserlo solo dopo una nottata passata a rincorrersi tra le strade di Helsinki con addosso soltanto gli abiti da discoteca. I capelli, stranamente ordinati, ricadevano in esili boccoli sulle sue spalle.

La vera sorpresa fu notare il suo sguardo: i suoi occhi nascondevano una sfumatura di gioia mescolata ad altre emozioni confuse, alcune erano positive e altre negative ma c’erano altre cose che proprio non riusciva ad identificare. Era una sensazione strana… che non provava da un tempo.

- Perché voi donne avete questa fissa per gli specchi? – Ryan la riprese bonariamente divertito, Amy notò che era ricomparso accanto all’ingresso, appoggiato allo stipite della porta, con le braccia conserte e il capo inclinato per poterla guardare meglio.

Amy si legò i capelli in una coda alta e gli mostrò, tramite il riflesso nello specchio, una linguaccia mentre tentava di sistemare i ciuffi più corti.

- Io non sono fissata… Più che altro spero di non romperlo! Di sfiga ne ho già in abbondanza, altri sette anni così non potrei proprio sopportarli! - esclamò sarcastica, con un sorriso appena accennato sulle labbra, rivolgendo uno sguardo ricco di sottintesi al ragazzo accanto a lei… A Ryan sfuggì uno sbuffo che, tuttavia, sembrò avere il sapore di una risata.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

CENS - Russia 

 

Damastair si ritrovò circondato dai ragazzi Sigma, era più che evidente quanto fossero sconvolti all’idea del blocco apposto alla mente della loro amica ma si premurò affinché nessuno di loro fraintendessero le sue intenzioni: - So che è difficile da comprendere ma è stato necessario. –

- Perché farla soffrire ulteriormente? – domandò istantaneamente Liam, il più vicino all’elfo, sul suo volto una maschera di preoccupazione e delusione che non si curò di nascondere davanti ai propri compagni – Si sta sacrificando anche troppo… E per cosa? Mancano sei mesi al rito e ancora non abbiamo niente da usare contro gli Shadow! –

- Su questo ti sbagli. – lo interruppe preventivamente Duncan ricordando le ultime conversazioni avute con la rossa, se c’era una cosa di cui non aveva mai smesso di parlare con l’amica erano proprio le armi – Dovreste fare un giro nell’appartamento di Amy, c’è roba che farebbe impallidire un Terminator, ve lo posso assicurare. –

- Vi dispiace tornare al problema principale? – Daniel si frappose tra i suoi compagni, si erano lasciati distrarre ancora una volta dalla consapevolezza che Amy non li avesse informati ma in quel momento erano lì per affrontare un discorso ben più importante - Ancora non ci è stato spiegato il motivo del blocco. - 

Damastair abbandonò la sua poltrona, si avvicinò alla bottiglia di vino elfico posta con cura sopra una delle mensole alle sue spalle sospirando, ripensò a tutte le volte in cui aveva pregato Amy di informare i suoi compagni di ciò che faceva ma mai aveva ottenuto una riposta: - Non vi annoierò ulteriormente con inutili giri di parole, cercherò di essere diretto… Amy ha già visto come si concluderà lo scontro. -

David scoppiò a ridere, attirò gli sguardi confusi dei presenti e si premurò di spiegare la sua reazione, non poteva essere il solo ad aver notato quell’incongruenza palese: - Ma dai… Come fate a credergli? Amy non è affatto una veggente! -

- Credo di essermi spiegato male. – sul volto dell’elfo si materializzò un espressione vagamente divertita, seppur inconsapevolmente il giovane Sherazad aveva centrato il punto, chiunque sentendo le sue parole avrebbe pensato ad una soluzione simile eppure… c’era un “ma” che era intenzionato a puntualizzare – Amy era presente allo scontro, non ha semplicemente “visto” la battaglia nella maniera più tradizionale, vi ha partecipato. –

- Ha viaggiato nel tempo…? – sul volto di David si materializzò la sorpresa, fu costretto ad ammettere con se stesso di non aveva affatto preso in considerazione quella, seppur assurda, eventualità – Credevo fosse illegale aprire un portale. –

- Una giovane strega che scopre il mondo della magia non è limitata dalle leggi della società… - fu la risposta che l’elfo diede ai Sigma, prima di ritornare alla scrivania dove prese a sfogliare un enorme manuale sulla cura delle chimere.

Damastair fu costretto ad ammettere con se stesso quanto, nonostante la gravità della situazione, fosse estremamente divertito all’idea di rivelare cosa avesse portato Amy tra le file dei Sigma.

- Allora, una volta per tutte, perché usare un blocco? – domandò per l’ennesima volta Daniel, stanco degli infiniti giri di parole dell’elfo che sembrarono affascinare totalmente i suoi compagni.

- Ricordate i primi giorni di Amy alla confraternita? – domandò Damastair puntando lo sguardo negli occhi del giovane Shuster che sembrò capire immediatamente di cosa stesse parlando – Era distaccata, scontrosa e aggiungerei fastidiosamente altezzosa… Vi siete mai chiesti il perché? –

Daniel si passò stancamente una mano sul volto, capì fin troppo in fretta cosa l’elfo stesse cercando di dirgli e si premurò di informare il resto dei compagni: - Pochi giri di parole… Qui siamo tutti democraticamente nella merda! –

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Holy Grail School - Terzo Piano 

 

- Dove mi stai trascinando Halliwell? – borbottò annoiato il moro, incrociando le mani dietro la testa, erano già passati dieci minuti da quando lui e la rossa avevano abbandonato la sala comune eppure Amy non gli aveva ancora rivelato quale fosse la sua meta.

- Nessuno ti ha chiesto di seguirmi. – sbottò la rossa riservandogli un’occhiata altrettanto annoiata, sicuramente la compagnia del biondo era l’ultima di cui avrebbe voluto approfittare, soprattutto dopo le scottanti rivelazioni che Ryan le aveva gentilmente riferito - Devo vedere qualche insegnante per capire come rimettermi in pari con il programma… Piket mi ucciderà se non mi presento da lui entro stasera! –

- Sanno tutti che il “grande pozionista” ti ha fissato una verifica su teoria e pratica per mercoledì. – sbuffò spazientito Ryan, meritandosi uno sguardo incuriosito dalla rossa che non aveva capito come mai “tutti” fossero a conoscenza dei fatti suoi – Devi sapere che a nessuno era mai stata data la possibilità di recuperare un test con lui… La notizia ha fatto il giro della scuola in meno di dieci minuti. Hai un nuovo soprannome, adesso ti conoscono tutti come la “Master Cocca”. –

- Chi ha due pollici e se ne frega? – rispose lei sarcastica, sorridendo al moro che restò immobile, sorpreso e confuso dall’affermazione della rossa.

Quando Amy bussò alla porta dell’aula di Storia della Magia, udì chiaramente il moro scoppiare a ridere, la sua risata riecheggiò nel corridoio ma quando si voltò per incrociare lo sguardo con Ryan, non lo trovò...

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Bingo! ***


jhgfd

Le cose accadono anche grazie alla fortuna…

Se riesci a farle durare è perché hai talento.

 (Whoopi Goldberg)



<<  Make Your Choice - Bingo >>

 


 

Sala Mensa – Holy Grail School

 

La sera incontrò i suoi amici della torre, insieme commentarono i ricordi frammentari della serata a Helsinki e cercarono di ricordare cosa fosse effettivamente successo a ognuno di loro quella sera ma non ottennero risultati soddisfacenti.

Il resto della scuola aveva trascorso il fine settimana a commentare i particolari più piccanti del Midnight Blue e, strano a dirsi, l’atteggiamento di Amy era stato parecchio gradito: per la prima volta da quando aveva messo piede alla Holy Grail School la rossa si era comportata come una normalissima sedicenne abbandonando la maschera, così dicevano, da “inavvicinabile risolutrice del problema Evangeline”.

Amy non fu la sola a notare che, da dopo la festa, il numero di persone che la salutavano per i corridoi era cresciuto in maniera esponenziale…

Alcuni erano curiosi di sapere quando ci sarebbe stato un nuovo evento.

Altri, suoi compagni di classe con cui non aveva mai scambiato più di qualche parola, si sedevano al suo tavolo e scambiavano quattro chiacchiere.

Fino a quel momento con Lily, Abby e Althea non erano mai state accolte dal resto della scuola per via dei loro caratteri vagamente bizzarri ma dalla sera del Midnight tutto era cambiato… Lily la chiamava “popolarità di riflesso”, per Amy si trattava di “lecchinaggio spudorato”.

- Io non ci vedo niente di buono in questa storia. – disse Althea, puntando la punta della sua forchetta in direzione di Lily, esponendo il suo punto di vista al resto dei compagni - Credi che tra qualche tempo non vorranno qualcosa in cambio? Ricordati che la popolarità non è gratis. –

- Non vi sembra di esagerare? – fu la laconica risposta di Drew che, improvvisamente attirato dagli sguardi ammiccanti di una ragazza del sesto, rischiò quasi di strozzarsi con la sua insalata – Credo di essere appena stato agganciato da una più grande… Ritiro tutto: questa storia mi piace, continua così Amy! -

- Ditemi: ho per caso un cartello con la scritta “scema” attaccato in fronte? Oppure è la mia faccia a suggerire questa idea a quel branco di zotici approfittatori? – sbottò improvvisamente la rossa lanciando occhiate di fuoco a chiunque stesse guardando nella loro direzione e provocò un mezzo infarto a un paio di ragazzini del secondo che, in preda al panico, abbandonarono a metà la cena fuggendo terrorizzati oltre le porte della mensa - Da queste parti v’insegnano anche cos’è la privacy o vi spiegano soltanto come catturare una stupida fatina?! –

- Cerca di non farti saltare i punti ok? Non mi va di vederti ancora sdraiata in una pozza di sangue. – Lily rabbrividì al solo ricordo, poteva ancora vedere e sentire l’odore del sangue di Amy se ripensava a ciò che aveva visto quel giorno - Non ci ho dormito la notte! –

Amy le scoccò un’occhiata ironica e, sogghignando appena, le disse: - Scusa se non ho pensato agli effetti benefici del tuo sonno ristoratore… Ero troppo impegnata a non far uccidere White dal mio Divoratore! –

- Acida! – sbottò l’altra, facendole una linguaccia prima che sul suo volto si materializzasse l’espressione tipica di chi si è appena ricordato di qualcosa - A proposito… chi diavolo era quel tizio? L’ho trovato semplicemente inquietante! –

- Segreto. – sogghignò nuovamente la rossa, inforcando le ultime penne all’arrabbiata rimaste nel suo piatto, sotto lo sguardo deluso della moretta seduta di fronte a lei.

- Ho fatto qualche ricerca sui Divoratori… Dopo l’incidente ero curiosa di capirci qualcosa. – li interruppe Abby, sentendo già le guance ardere per l’imbarazzo mentre gli altri catalizzavano la propria attenzione su di lei – Ho letto che un divoratore molto antico può rievocare interi ricordi se ritenuti terrificanti dalla vittima in questione. –

Sui volti dei presenti si materializzò un’espressione terrorizzata, se ciò che avevano visto era un ricordo allora era molto probabile che Amy fosse rimasta sconvolta da ciò che le era successo.

Di punto in bianco la rossa si alzò e annunciò agli amici che doveva tornare in infermeria… Si era improvvisamente ricordata di un dettaglio che, sino a quel momento, aveva stupidamente trascurato.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Infermieria – Holy Grail School

 

Amy arrivò in infermeria con il fiatone… Maledisse se stessa per aver trascurato gli allenamenti a quel modo: non le era mai capitato di ridursi in quello stato per un paio di scalinate fatte di corsa.

Si ripromise di riprendere gli allenamenti con il resto dei Sigma il prima possibile. Aveva comunque una guerra da vincere.

Spalancò la porta, senza curarsi di bussare e sorprese Emily alle prese con l’inventario delle pozioni.

La donna le riservò un’occhiata sorpresa, la osservò per qualche istante e quando vide che a occhio e croce non aveva niente di strano, abbandonò il suo compito per avvicinarsi alla rossa: - Che ci fai ancora qui? Sei l’unica persona che, anche da sana, vuole trascorrere il suo tempo… -

- Devo vedere il pugnale. – replicò immediatamente Amy, senza perdere altro tempo, interrompendo la frase all’infermiera che le riservò l’ennesimo sguardo stralunato – Adesso Emily! -

- È stato consegnato alle autorità… cosa te ne fai di quel coso? – domandò l’altra tornando a svolgere i propri compiti, incuriosita visibilmente dalla strana richiesta della ragazza, quindi puntò nuovamente lo sguardo sulle sue scorte di pozioni curative ed attese pazientemente la risposta della rossa.

- Dovevo verificare una cosa. - rimuginò a lungo sul da farsi, riempì Emily di domande per chiarire ogni dubbio, quindi decise di recuperare quell’affare usando ogni mezzo a sua disposizione – Mi toccherà oliare qualche ingranaggio… Quel pugnale deve essere mio.–

Com’era arrivata, Amy se n’era andata, nel giro di qualche minuto.
Emily scosse la testa sorridendo, borbottò tra se e se qualche frase sull’esuberanza giovanile e scoppiò a ridere pensando a quanto Amy le ricordasse se stessa appena qualche anno prima.

 

 

s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s

 

 

Serra n°5, Cortile Interno – Holy Grail School

 

Amy era certa di trovare nelle serre la calma e la quiete di cui aveva bisogno in quel momento: doveva riflettere a lungo su come agire, non poteva combinare altri disastri, soprattutto per dimostrare a se stessa che non era più l’incapace che si era dimostrata negli ultimi tempi.

Recuperò al volo il suo cellulare e compose al volo il numero di un suo fidato compagno del MIT, dopo un paio di squilli a vuoto, la voce del suo vecchio amico le rispose vagamente assonnata: - Hey Sky… Scusa l’ora ma ho un disperato bisogno dei tuoi favori! -

Dall’altra parte, Amy udì chiaramente la risata del ragazzo che si fece sfuggire un ultimo sbadiglio mentre accendeva al volo il computer: - Dimmi tutto ragazza. -

La rossa recuperò al volo carta e penna.

Si sarebbe scritta i punti salienti del rapporto e avrebbe atteso, cercando di contenere al meglio l’emozione, il rosso che le riferiva per filo e per segno la descrizione dell’oggetto in questione: - Qualcuno ha tentato di uccidermi mentre ero in classe… Mi serve la descrizione al volo del pugnale che hanno usato per colpirmi e qualche dettaglio riguardo le indagini. –

- Ed ovviamente nessuno deve sapere che tu lo vuoi giusto? – ridacchiò il ragazzo dall’altra parte della cornetta, Amy poteva chiaramente sentire le dita del ragazzo digitare freneticamente sulla tastiera del pc – Strano… Hanno secretato i documenti. –

- Per un incidente scolastico? – replicò la rossa sorpresa, al MIT avevano accesso praticamente a qualunque file presente negli archivi di tutte le organizzazioni mondiali, - Va beh, prova ad accedere con il mio account. Tango, India, Foxtrot, Oscar, Victor, Romeo, Alfa, Tango, Sierra, Alfa, Victor, Uniform, Lima, Tango, Uniform, Romeo, Echo, Sierra. –

Sky scoppiò a ridere, digitò con cura la password dell’account della rossa ed attese la risposta dal server: - Tifo Vratsa Voltures? Originale come password… Ma niente da fare. –

- E che cavolo… – sbottò infastidita la rossa, Amy ritenne quell’inutile contrattempo uno spreco per la sua già poca pazienza, avrebbe fatto un ultimo tentativo, dopo di che entrambi avrebbero iniziato ad usare l’artiglieria pesante – Prova con Phedra Jhons e “Vivaldi’s Requiem”. –

- Chi sarebbe questa Jhons? Non credo di conoscerla. - dopo un paio di click, l’agente del MIT sembrò soddisfatto nel dichiarare che era entrati nel sistema ed ogni documento presente nel dossier era stato copiato e secretato nuovamente.

- È uno dei miei innumerevoli alias. – spiegò lei, tagliando corto sulla questione, non avevano tempo da perdere in chiacchiere – Quindi? Cosa dicono? -

- Non poi molto… Hanno raccolto qualche testimonianza e dopo il tuo scherzetto interdimensionale con il divoratore non sono riusciti ad identificare il mandante. – decretò il moro dopo qualche secondo, con un vago tono di rimprovero che la rossa riuscì vagamente a cogliere - In compenso il regalino che ti hanno fatto i cattivi è rimasto in Austarlia per “accertamenti vari”. –

Amy sospirò rincuorata, almeno non le sarebbe toccato fare il giro del mondo per recuperare quell’affare, segnò un paio di parole sul foglio che aveva davanti poi gli chiese se erano state scattate delle foto.

- Te la sto mandando proprio adesso. – replicò il moro soffermandosi per qualche istante sulla forma del pugnale - Bell’oggettino, peccato per quell’affare incastonato nel manico… Lo trovo inquietante. –

- Bingo! – replicò Amy soddisfatta, non appena fu in grado di vedere chiaramente l’immagine apparsa sullo schermo del suo telefono, iniziò a saltare per l’euforia e rise per il colpo di fortuna che aveva avuto - È esattamente ciò che stavo cercando! -

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=714295