will you be unmistakable? di Angel_shanti (/viewuser.php?uid=220003)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Si dice che bisogna sempre credere nei sogni: prima
o poi diventano realtà. Eppure per me stasera è
così complicato farlo.
Sono ancora qui: seduta al mio pc a buttare su un foglio virtuale frasi
e pensieri; sono ancora qui a scrivere a te…e mi sento
così buffa nel farlo…
Non saprei dirti che mi prende stasera, forse la cosa più
assurda è che sono qui che ti aspetto forse invano, tu non
ci sei in chat in questo istante e mi manchi…avrei bisogno
di parlare con te…avrei bisogno di sorridere come solo tu
sai farmi fare…avrei bisogno di sentirti
vicino…ma cosa mi hai fatto?
Sorrido al solo tuo pensiero ascoltando la dolce melodia che mi hai
inviato l’altro giorno; non avevo idea di quanto fossi bravo
a suonare la chitarra…ascolto quella melodia e mi sembra di
sentirti più vicino.
Tra meno di un’ora passeranno gli altri a prendermi.
Non ho molta voglia di scendere, preferirei aspettarti
qui…ma Nick ha insistito tanto e ultimamente non
è una buona idea contraddirlo, dovresti vederlo mi sembra un
bambino viziato a volte…sembra che abbia bisogno di essere
aiutato in tutto quello che fa…e a me tocca fargli da balia.
Sai credo si sia preso una bella sbandata per qualcuna, ma non riesco a
capire chi sia la povera vittima…ahahahah….e non
fare quella faccia, non sono cattiva…è solo che
dovrebbe crescere un po’ se vuole davvero riuscire a portare
avanti una storia seria…e non sai quanto vorrei vederlo un
po’ più sereno…
Ora è meglio che io vada…non vorrei farmi
aspettare come sempre…
Buona notte mio dolce Capitan Avena…
Ti voglio bene.
Principessa Favilla.
Cerco il tuo indirizzo e-mail tra i miei contatti. Capitan Avena.
Scioccamente sorrido prima di cliccare col puntatore del mouse sul tuo
nome, rileggo di corsa le mie parole sullo schermo del pc: devo aver
perso qualche rotella ultimamente.
Invia. Il suono del citofono mi fa sobbalzare dalla sedia. Tempismo
perfetto.
“Arrivooooooooo”
Abbasso lo schermo del mio portatile.
“A domani Capitan Avena.”
----------------------------------------------------------------------
ANGOLO AUTORE
E' la prima volta che propongo una mia storia come originale, quindi vi
prego siate buoni con le recensioni e non distruggetemi subito
subito...insomma datemi una piccola chance :D
Edit: Non fermatevi ai primi due/tre capitoli....rispecchiano po e niente i ritmi della storia....e credo sia un peccato giudicarla, e smettere di leggerla, solo dopo le prime pagine...quasi quanto lo è giudicare un libro da una copertina...insomma provate a darle un pò di fiducia.
Grazie
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Capitolo 2 *** Capitolo 3 ***
Finalmente a casa, ritornata da questa inutile serata
tremendamente
noiosa come non mai.
Ma sono sempre stati così i miei amici?
Perché solo adesso mi sento così diversa da loro,
così lontana dal loro modo di vivere la vita,
così estranea in mezzo a loro?
Superficiali, infantili, rozzi. Perché non hanno solo una
briciola di te?
Chiudo la porta alle mie spalle tirando un lungo sospiro di sollievo,
poggio la borsa sul tavolo con fare distratto e come un automa mi
dirigo diretta nella mia camera da letto, ho un solo pensiero che mi
frulla per la testa: ho solo voglia di parlare con te. Con il cuore
accelerato accendo il pc, la velocità di caricamento delle
applicazioni sembra non bastarmi, ancora pochi click e saprò
se sei qui; i miei occhi scrutano voraci i vari nomi degli utenti
connessi, il cuore segue il ritmo dello scroller del mouse che freme
sotto le mie dita. Leggo e rileggo ancora una volta quei nomi colorati
sul mio schermo cercando invano il tuo, ma non ci sei. Sento il sorriso
spegnersi sul mio viso lasciando spazio a una smorfia di delusione. Tu
non sei qui. Osservo ancora il lungo elenco di nomi nella vana speranza
di sbagliarmi, ho troppo bisogno di parlare con te per accettare la tua
assenza. Guardo l’ora impressa in fondo allo schermo: sono
ormai passate le tre di notte, mio dolce Capitano dove sei?
Non riesco a dare un nome alla sensazione che mi sta dilaniando dentro
la mia essenza più profonda, quella sensazione che lenta mi
sta logorando dall’interno, a questo mio sentirmi di colpo
persa, a questo sciocco spasmodico bisogno che ho di te. Guardo
nuovamente lo schermo: ancora nulla. E’ ora di mettere fine a
questa inutile attesa, il puntatore del mouse è ormai sul
tasto start, manca un ultimo click per spegnere il computer quando un
suono familiare desta la mia attenzione: una nuova conversazione
è stata aperta. Il cuore batte forte nel mio petto, il tuo
nome si illumina lentamente sulla barra del menu. Sorrido. Lentamente
sento l’ansia placarsi dentro di me.
Capitan
Avena: Speravo di trovarti ancora sveglia mia dolce
principessa…
Principessa
Favilla: Non riuscivo a prendere sonno senza la tua
buonanotte…
Capitan
Avena: Eh no…sono io che non mi sarei mai
addormentato senza
avertela augurata…
Principessa Favilla: Sei sempre
dolcissimo…e stasera avevo proprio bisogno di
sentirti…forse più delle altre volte…
Capitan Avena: Cosa è successo
piccola?
Principessa Favilla: Serata pesante e
noiosa…
Capitan Avena: Sei tornata da molto a casa?
Principessa Favilla: non da
tantissimo…mi ha riaccompagnato Chris stasera, Nick ha
preferito portare a casa Julie…
Capitan Avena: hai scoperto allora chi
è la nuova vittima?
Principessa Favilla: a quanto pare
si…
Capitan Avena: non sembri
contenta…
Principessa Favilla: ma
nooo….figurati…è solo che Chris era
sbronzo come sempre e tanto per cambiare in macchina ha provato a
baciarmi…
Capitan Avena: come ha provato a baciarti?
Principessa Favilla: con la bocca :P
bhè ultimamente sembro essere entrata prepotentemente nei
suoi pensieri…
Capitan Avena: non me l’avevi
raccontato…
Principessa Favilla: devo essermene
dimenticata…o forse…
Capitan Avena: forse?
Principessa Favilla: non volevo rovinare
la nostra conversazione con stupidaggini come questa…
Capitan Avena: perché dici
questo? Sai che con me puoi parlare di tutto quello che ti passa per la
testa…sono sempre qui per te…
Principessa Favilla: è questo
che mi spiazza…non voglio perdere anche te…
Capitan Avena: …
Principessa Favilla: …come
è successo con Nick…
Capitan Avena: Che ha fatto questa volta?
Principessa Favilla: meglio lasciar
perdere guarda…non voglio parlare di lui…
Capitan Avena: come vuoi
piccola…ma non tenerti tutto dentro…
Principessa Favilla: sai a volte mi chiedo
che ci faccio ancora qui…sembra che nessuno capisca nulla di
me…
Capitan Avena: Nessuno nessuno?
Principessa Favilla: Lo sai che tu sei un
mondo a parte…
Capitan Avena: …un mondo a
parte simile al tuo…
Principessa Favilla:
…più di quanto tu possa anche solo provare ad
immaginare…
Capitan Avena: …più
di quanto sia possibile credere per tutti gli altri…
Principessa Favilla: Forse ti
sembrerà fuori luogo ma vorrei tanto essere con te in questo
momento…
Capitan Avena: Vorrei stringerti forte a
me…e tenerti nel nostro mondo…vorrei vederti
sorridere piccola…
Principessa Favilla: Ma come ci riesci?
Capitan Avena: A fare cosa?
Principessa Favilla: A farmi sorridere con
così poco…a volte mi sembra di conoscerti da
sempre…
Capitan Avena: forse è
così…
Principessa Favilla: ??? ora sono io che
non capisco…
Capitan Avena: credo sia ora di andare a
letto principessa…
Principessa Favilla: mi lasci con i miei
dubbi?
Capitan Avena: ti lascio ai tuoi dolci
sogni…
Principessa Favilla: non insisto mio dolce
Capitan Avena…
Capitan Avena: Non chiedo
complicità a luna e stelle, ... ma a Morfeo: che mi porti in
sogno da te e che mi permetta di lasciarti un tenero bacio, di
sussurrarti la mia più Dolce Buona Notte e di farmi
accarezzare il tuo viso mentre mi riporta via... ed al risveglio?
Chiederci entrambi stupiti se, data la distanza, sia stato solo un
sogno...
Principessa Favilla: ora posso dormire
serena…dolce notte.
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
“Hey così me lo consumi il
citofono…ti ci si sei attaccato il dito sopra?”
Sorride come un bimbo colto in fragrante, si passa una mano tra i
capelli e mi stampa un bacio sulla guancia.
“Aspettano solo noi. Siamo in ritardo come sempre
signorina.”
Gli faccio una sciocca linguaccia mentre infilo velocemente la mia
giacca.
“Io solo te aspettavo eh. Ero prontissima.”
Prende la mia mano e mi tira verso la macchina.
“Certo come nooo…come se non ti
conoscessi.”
Indispettita chiudo la mano a pugno e colpisco in pieno il suo braccio,
finge di colpirmi a sua volta e poi mi stringe forte a se lasciandomi
senza respiro.
“Daiii Nick….piantala. Non eravamo in
ritardo?”
Sbuffa indispettito e mi lascia libera.
“Ai suoi comandi….come sempre.”
Sbuffo a mia volta, odio quando ha questi sbalzi d’umore,
sembra isterico. Mi metto in macchina senza fiatare forzando la mia
arrabbiatura nei suoi confronti, volgo lo sguardo fuori da finestrino
perdendomi nei miei pensieri, ultimamente uno straziante senso di
irrequietezza accompagna le mie giornate, non riesco più a
stare bene tra le persone che mi hanno sempre circondato, in ogni
sguardo estraneo cerco i suoi occhi…ma come sono i suoi
occhi? Agito la testa per scacciare i miei pensieri, perdermi tra i
miei sogni non mi aiuterà a passare questa
serata…non mi aiuterà a capire cosa passa nella
testa del mio nevrotico autista.
“Nick…”
Lentamente posa il suo sguardo su di me ma non sorride più.
“…ma che hai ultimamente?
Io…ecco…io non riesco più a
capirti…”
E questo mi spaventa da morire, ma non ho il coraggio di
dirtelo…ti sento così distante e non ne sono
abituata, proprio tu che sei sempre stato un libro aperto per me adesso
sei così incomprensibile e lontano dal mio mondo e non
riesco a farmene una ragione.
“Magari ti scrivo una mail e te lo spiego, che ne dici?
Così almeno sono certo che ascolti quello che
dico.”
Colpita e affondata.
“Questo è un colpo basso, lo sai che per te ci
sono sempre…”
Rispondo lamentosa.
“Certo certo…ma ora non mi va di
parlarne.”
“E invece dobbiamo farlo.”
Alzo il tono della voce in maniera esagerata, i suoi occhi fissi nei
miei mi scrutano increduli. Non ammetto repliche stasera.
“Chiama gli altri e digli che non li raggiungeremo
stasera…abbiamo bisogno di parlare un po’ io e te,
non trovi?”
Continua a fissarmi senza mutare la sua espressione.
“Non mi va Alicia. E poi stasera ci sarà
Julie…”
Sento il rossore coprire il mio viso per la vergogna, credevo ci
tenesse quanto me a risolvere questa stupida situazione che si
è creata tra noi…mi sbagliavo. Abbasso lo sguardo
e con un filo di voce mi scuso per il mio comportamento.
“Non lo sapevo…non ti avrei fatto perdere tutto
questo tempo.”
Sorride distratto mentre la sua mano passa lenta tra i miei capelli.
Riporto lo sguardo fuori dall’auto, lontano da
noi…riporto i miei pensieri a te.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Nuovo messaggio di posta:“Sorge
l'alba accarezzando il tuo viso, apri gli occhi baciata dai primi raggi
di sole. Lasci liberi i tuoi sogni per abbracciare il nuovo giorno.
Fammi entrare nella tua realtà, il tuo oggi sarà
una favola.. buongiorno mia dolce principessa.
Buona giornata piccola mia.
Il tuo Capitan Avena.”
Ancora in pigiama sorrido alle sue parole, adoro svegliarmi e trovarmi
a leggere ancora intorpidita dal sonno le sue dolci parole, a
fantasticare su di lui su di noi, su questo rapporto così
intenso eppure così distante dalla realtà.
Resterei ore a crogiolarmi nei miei dolci pensieri ma il suono
insistente del citofono mi distrae da essi. Lenta come un bradipo mi
alzo e raggiungo il citofono accanto alla porta d’ingresso.
“Chi è?”
La mia voce al mattino è tutt’altro che qualcosa
di soave e femminile.
“Sono io. Apri.”
“Io…chi?”
“Il principe azzurro….”
Di mattina non sono mai troppo lucida ma non mi è difficile
riconoscere il tono canzonatorio della sua voce. Sospiro rassegnata,
non ho molta voglia d vederlo stamane ma non posso di certo fingere di
non essere in casa, almeno non dopo aver risposto ormai.
“Sali Nick.”
Apro la porta lasciandola leggermente socchiusa e mi reco in camera
sperando di avere almeno il tempo di mettere su un jeans e una
maglietta, non sarebbe la prima volta che mi vedrebbe in pigiama ma
stranamente stamane la cosa mi infastidisce non poco.
“Hey c’è nessuno?”
“Nick entra, mi sto vestendo.”
Lo sento ridere fragorosamente mentre chiude la porta.
“Cavoli se fossi arrivato solo qualche istante fa ti avrei
trovata nuda allora?”
La sua testa bionda fa capolino alla porta della mia stanza da letto,
sorride dolcemente posando i suoi occhi sul mio corpo mentre finisco di
sistemare la maglia infilata a volo a volo poco prima che sbucasse lui.
Ignoro le sue parole.
“Che sei passato a fare?”
Nonostante il sorriso disarmante che ha messo su stamane non riesco e
non voglio abbassare le difese con lui e logicamente la cosa non gli
è indifferente.
“A proporti una tregua.”
Lo fisso indispettita.
“Da quando siamo in guerra?”
Non mi risponde, in silenzio si fa sempre più vicino a me
che resto inerte ad osservare la scena, la sua mano sfiora il mio viso
con leggerezza, i suoi occhi sorridono cercando i miei, è un
solo istante e le sue braccia si stringono forti intorno al mio minuto
corpo. Un profondo silenzio ci avvolge. Sorrido lievemente con il viso
schiacciato al suo petto, da quando lo conosco a volte sembra essere
diventato così diverso eppure a volte sembra non essere
cambiato di una virgola…e oggi è una di queste
ultime: un bambinone troppo cresciuto che non ha ancora imparato come
si fa a scusarsi.
“Dai Nick…mi stritoli.”
Le sue labbra si posano veloci sulla mia guancia per un tenero bacio.
“Non voglio perderti peste.”
Lo scruto interdetta per pochi istanti prima di decidere di lasciar
correre le sue parole e dedicarmi al riassetto almeno superficiale
della stanza.
“Hey ma ti sei appena svegliata e già hai acceso
il pc?”
Con la coda dell’occhio vedo Nick dirigersi deciso verso il
mio computer mentre io sono alle prese con le coperte del mio lettone
che ricadono ancora in maniera asimmetrica su esso, lascio di scatto la
stoffa che avevo tra le mani e mi fiondo d’avanti alla
scrivania interponendomi tra Nick e lo schermo del pc.
“Stavo solo controllando una cosa…”
Non ho raccontato a nessuno della mia intensa corrispondenza con questo
intrigante sconosciuto che è entrato prepotentemente nella
mia vita, nessuno sarebbe in grado di capire questo rapporto a dir poco
unico, questo legame così viscerale che esula dalla presenza
e dal contatto fisico, questo affetto così profondo e
sincero che potrebbe far paura ai più che,
superficialmente,finirebbero per giudicare rovinando, con le loro
stupide parole, le loro sciocche illazioni e le loro ridicole
costruzioni mentali, l’idillio emotivo che solo lui riesce a
regalarmi.
“Sei diventata color peperone, ahahahahah fammi dare
un’occhiata a cosa abbiamo qua…deve essere roba
che scotta…”
Con un solo movimento del braccio Nick allontana il mio corpo
spostandomi di lato avendo in pochi secondi libero accesso al computer.
Sullo schermo ancora la tua mail, gli occhi di Nick scorrono veloci le
tue parole sotto il mio sguardo attonito.
“E dai…smettila Nick! Non ti ho detto che puoi
leggere…”
Mi dimeno come una forsennata cercando invano di spostare la sua
attenzione dallo schermo, sento la rabbia montare dal profondo dei miei
sensi, il sorriso divertito sul viso del mio amico non fa altro che
fomentare il mio già elevato nervosismo.
“Oddio Alicia, ma che roba è questa?”
Ride divertito guardandomi con aria derisoria, senza alzare lo sguardo
chiudo lesta lo schermo del portatile.
“Non è roba che ti riguarda!”
Mi osserva stizzito.
“E sta calmina, stavo scherzando…non credevo te la
prendessi così tanto per una stupida
e-mail…”
“Ti avevo detto di non leggere…”
“Credevo scherzassi…”
“Credevi male , Nick!”
Il tono acido della mia voce non ammette repliche: argomento chiuso.
Almeno per ora.
____________________________________________ANGOLO
AUTORE__________________________
Alicia
non vuole condividere questa sua nuova amicizia virtuale neanche con il
suo migliore amico,
si vergogna di questo legame effimero creato in un mondo che non c'è!!!
Paranoica o realista???
Come la giudicate, voi che leggete???
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Capitolo 5 *** Capitolo 6 ***
“Sei riuscita a studiare?”
Nonostante l’espressione seria del suo viso non è
difficile cogliere l’ironia della sua frase, annuisco
leggermente con la testa mentre prendo posto sul divano accanto a lui.
“Cavoli, mi hai svuotato la dispensa.”
Sorride imbarazzato raccogliendo alla meno peggio le carte di
ciò che ha fagocitato che ricoprono il tavolino di fronte a
noi.
“E tu mi hai lasciato solo…da solo mi
annoio…e…”
“…e mangi come un maiale…”
Accarezzo i suoi addominali, decisamente meno morbidi di quanto invece
ricordassi e, divertita dall’espressione del suo volto,
continuo a canzonarlo.
“E poi cosa offriamo a Julie? Dieci strati di
morbidezza?”
Non risponde, non sorride, allarga le braccia sullo schienale del
divano e sorride mestamente.
“Non le offriamo proprio nulla.”
“Ma come? Credevo che ieri…”
“…me la fossi trombato alla grande?”
Lo sguardo sbigottita, imbroncio le labbra e scuoto la testa senza
smettere di fissarlo dritto negli occhi.
“Beh…”
Lascia andare la testa all’indietro poggiandola sullo
schienale con fare sfinito per pochi istanti, le sue dita sfiorano il
mio viso disegnandone il profilo, un dolce sorriso si fa spazio sul suo
viso.
“Pensavo che un po’ mi conoscessi…almeno
tu…”
Mestamente gli bisbiglio le mie scuse.
“Mi spiace io…”
La sua risata rumorosissima rompe il silenzio che era sceso
violentemente tra noi.
“E non fare quella faccia…ci avevo pensato eccome
a scoparmela…ma lei non ha voluto sapere di
darmela…ahahahahahahah.”
Le mie mani si posano sul suo petto spingendolo lontano da me, con la
mano sistemo i capelli che sono ricaduti sul mio viso e mi unisco alla
sua sciocca risata.
“Ma quando ti deciderai a mettere a posto questa testolina
vuota?”
Afferra il mio braccio e di scatto mi tira con forza fino a farmi
cadere su di lui, le sue mani lungo il mio corpo lo scuotono
solleticando i punti sensibili. Rido e mi dimena. Urlo e mi contorco.
Sembro una papera ma non riesco a fare altrimenti: ho sempre sopportato
male il solletico.
“Noo. Dai il solletico no. Basta.”
Ride di gusto divertito delle mille espressioni assunte dal mio viso,
dei toni assurdi che la mia voce riesce a raggiungere. Lentamente
lascia scemare la sua tortura. Lentamente sento il mio respiro tornare
ad essere regolare eppure non riesco a smettere di ridere. Le sue
braccia si stringono intorno al mio corpo, ,mi stringono forte a se
quasi fino a stritolarmi. Non riesco a non regalargli un ampio sorriso.
“Hai davvero intenzione di eliminarmi, eh brutto
scimmione?”
“Hai scoperto i miei piani, ma non avrei il tempo di svelarli
a nessuno.”
La sua sonora risata riecheggia rumorosamente nella stanza. Mi stringe
più forte per pochi istanti ancora prima di allentare la
stretta e calamitare i suoi occhi nei miei. Continuo a ridere
divertita. Le sue labbra si posano sulla mia guancia per un tenero
bacio. Sorrido dolcemente passando una mano tra i suoi capelli.
“Pizza e dvd stasera o hai già rimediato la
prossima vittima?”
Mi allontano dal suo corpo. Il suo sguardo si fa malizioso e sensuale,
la sua voce roca e suadente mentre la sua mano sfiora lentamente la
mia.
“Stasera mi dedico solo a te piccolina.”
Resto qualche secondo a fissarlo, il dolce tono delle sue parole mi ha
quasi spiazzato…scuoto la testa scacciando quegli sciocchi
pensieri che adesso mi fanno ridere quasi inebetita.
“Oddio Nick, se è così che rimorchi le
ragazze ti credo che non riesci a trovare quella giusta.”
Sbuffa fingendosi arrabbiato, i miei occhi assumono la classica
espressione da cerbiatta che velocemente cattura la sua attenzione,
rapida gli stampo un bacio sulla guancia per farmi perdonare.
“Eh, prima mi massacri e poi vuoi corrompermi con un
bacino…”
Gli faccio una linguaccia alzandomi dal divano per dirigermi in cucina
a prendere qualcosa da bere per noi, lo sento brontolare qualcosa
intanto che armeggio nel frigo.
“Oddio…parli anche da solo adesso?”
Mi prendo gioco di lui lasciandolo trafficare con il telefono e le
ordinazioni delle pizze, senza attirare la sua attenzione vado in
camera da letto per controllare la posta elettronica: è da
stamane che non ho un contatto con lui e sento un profondo senso di
inquietudine farsi largo dentro me. Prendo posto di fronte alla
scrivania, quasi come una ladra apro lo schermo del pc e aspetto il
caricamento della pagina, mordicchio il labbro inferiore con fare
nervoso battendo il piede destro in terra in maniera convulsa mentre
muovo velocemente il puntatore del mouse sul desktop colorato.
“Nessun nuovo messaggio di posta da
leggere.”
Sospiro mestamente cercando di non farmi vincere dalla delusione che a
macchia d’olio si sta espandendo dentro me. Mio dolce
Capitano, dove sei?
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
“Finalmente
riesco a trovare il tempo e la solitudine giusta per riuscire a
scriverti…
Non avrai mica pensato che mi fossi dimenticata di te?
Mamma mia che giornata…e pensare che non è ancora
finita…oggi Nick ha deciso di non avere alcuna intenzione di
lasciarmi sola…ma si può? Penso che quando
capirò quel ragazzo sarò ormai ottantenne,
vecchia, piena di rughe e con molti neuroni in meno…oddio ti
prego non immaginarmi così adesso :P
Stamattina quando stavo per rispondere al tuo dolce buon giorno mi
è letteralmente piombato in casa…a modo suo
voleva scusarsi per il suo comportamento di ieri sera, era
così buffo…non gli è mai stato facile
chiedere scusa, testardo e orgoglioso
com’è…beh come è andata? Che
risponderti? Stavamo per ricominciare a litigare…ha letto la
tua mail e io…ecco…io non volevo: sono
così tremendamente gelosa delle nostre parole, del nostro
dolce mondo…non doveva neppure pensare di provare ad
entrarci, non senza il mio lascia passare. Sono stata non poco brusca
con lui ma a volte è l’unico sistema che funziona
per farlo stare buono…gli voglio un bene
dell’anima, è come un fratello per me ma odio
quando dimentica che io non sia davvero una delle sue sorelle, quando
non capisce che nella mia vita non deve interferire, quando non riesce
a starne fuori come dovrebbe.
Fortunatamente con uno sciocco pretesto è riuscito a
smorzare i toni tra noi riportando un po’ di
serenità…mi ha chiesto di accompagnarlo a
comprare un pezzo per la sua barca, inutile dirti che avevo
tutt’altro programma per la mia mattinata ma è
stato vano farglielo presente…siamo stati in giro tutto il
tempo, mi ha scarrozzato per tutta la città per poi finire a
mangiare al Mc Donald’s..perchè lui aveva deciso
così…e io mi sono ritrovata ad assecondarlo, in
fondo non mi è dispiaciuto passare un po’ di tempo
con lui come non accadeva da tempo…ora è
stravaccato sul divano in salone, mangia patatine e guarda una
partita…gli ho detto che dovevo studiare almeno
un’oretta…speravo di incontrarti in
chat…ma non ci sei…e non sai quanto mi renda
triste questo…anche perché con sta fissa che si
è preso oggi Nick non so se riuscirò a collegarmi
prima di stasera…e come faccio a stare un intero giorno
senza sentirti?
La tua giornata come è stata invece? Ti sono mancata almeno
un pochino?
Ora mi sa che devo scappare…l’orangutango mi
reclama.
Mi manchi mio dolce Capitan Avena.
Un dolce bacio.
La tua Principessa Favilla.”
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
“Nessun nuovo
messaggio di posta da leggere.”
Fisso con gli occhi lucidi quest’odiosa scritta che compare
ancora una volta sul mio schermo. Con l’ennesima scusa banale
mi sono allontanata ancora una volta da Nick nella speranza vana di un
tuo messaggio, è ormai sera e ho perso il conto delle volte
che ho controllato questa sfottuta casella e-mail. Resto ancora
imbambolata di fronte allo schermo, non riesco a capire che fina abbia
fatto, perché ancora non ti sei fatto sentire oggi: che ti
sia successo qualcosa?
“Alicia…ecco che fine avevi fatto.”
Il viso sorridente di Nick accoglie il mio sguardo smarrito, mi sento
una bambina monella colta in fragrante mentre stava rubando quelle
caramelle che la mamma le aveva negato, sorrido imbarazzata facendo
spallucce mentre mi alzo dalla sedia per raggiungere Nick.
“Mica vogliamo perderci la fine del film?”
Poggio le mie mani con il palmo ben aperto sulle spalle del mio amico
biondo e inizio a spingerlo decisa fuori dalla stanza, Nick si lascia
indirizzare alla volta del divano senza fiatare per poi prendere posto
morbidamente su esso. La sua mano destra picchietta sul pezzo di stoffa
accanto a lui, fingo di non capire il suo chiaro invito a prendere
posto e con aria svampita gli chiedo se preferisce qualcosa di fresco
da bere.
“…una birra bella fresca ci starebbe proprio, eh
Nick?”
Mi scruta severo: non sembra disposto ad assecondare la palese
elusività dei miei gesti e delle mie parole.
“…quattro chiacchiere tra due vecchi amici ci
starebbero meglio…”
Il suo braccio si tende verso me fino a che la sua mano non afferra la
mia per tirarmi di scatto accanto a se, mi sistemo alla meglio sul
divano, incrocio le gambe come se fossi un indiano e incrocio le
braccia come una bimba dispettosa.
“Ma io volevo sapere come finiva il
film…”
Inarca il sopracciglio destro, un tono rassegnato accompagna le sue
parole.
“Fa esplodere quell’enorme meteorite, torna sulla
terra e sposa la scienziata dai capelli rossi.”
“Non sposa la bionda?”
“No, la rossa.”
“Waw, non me lo sarei mai aspettato.”
Sbuffa in maniera vistosa, abbassa lo sguardo passandosi una mano tra i
capelli.
“Nemmeno io…”
Resto in silenzio. Il tono delle sue parole si affievolisce a ogni
sillaba pronunciata.
“Non credevo fossimo arrivati a questo
punto…”
I suoi occhi cercano i miei per osservare la reazione scatenata dalle
sue parole.
“…una volta ti fidavi di me…”
Adesso sono io ad abbassare lo sguardo, mordicchio le labbra e storco
il naso per il nervoso, cerco nella mia testa qualcosa di sensato da
dire ma tanto per cambiare quando servono le parole giuste sono sempre
le più lontane da afferrare nella nostra testa.
“…e ora non riesci più a parlare con
me…”
Senza pensarci troppo prendo la sua mano tra le mie, sento un magone
tremendo formarsi in gola, tiro su col naso come una bimba frignona. La
genuinità delle sue parole è a dir poco
disarmante, dai suoi occhi traspare con nitidezza la delusione
già palese nelle sue parole.
“Nick…”
Vorrei essere sincera ma qualcosa a cui non so dare un nome blocca il
flusso delle mie emozioni che restano in gabbia dentro me lasciandomi
un senso di oppressione che mi rende difficile quasi anche respirare.
Non riesco più a parlare di me nemmeno con te.
“…ma non è questo,
dai…è che davvero non c’è
nulla da dire…”
Spero con tutto il cuore di essere stata convincente almeno un
po’, quel che basta per lasciar correre il discorso ma il
gelo dei suoi occhi e il freddo distacco delle sue parole mi dice che
non ne sono stata capace.
“Ok. Si è fatto tardi, forse è meglio
che vada adesso.”
Sfila la sua mano dalle mie, poggia le labbra sulla fronte e si
allontana da me. Resto inerte, in silenzio con gli occhi fissi su di
lui, vorrei fermarti…forse dovrei…ma resto
immobile e non riesco a fare altrimenti.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Capitan Avena: Mia dolce
principessa…ci sei?
I miei occhi sorridono ancor prima delle mie labbra nel vedere il tuo
nome lampeggiare nella nuova conversazione che si è appena
aperta sul mio schermo. Le mie dita digitano frenetiche la mia
risposta.
Principessa Favilla: Certo che sono qui, aspettavo
solo te.
Capitan Avena: Mi sei mancata oggi piccola mia ma
non ho avuto modo di mettermi al pc…
Principessa Favilla Giornata piena?
Capitan Avena: anche di più…ma
non ho fatto altro che pensare a te…rischiavo di impazzire
senza sentirti oggi…
Principessa Favilla non dirlo a me…mi
sentivo smarrita senza di te…
Capitan Avena: so bene cosa provi piccola mia
perché è lo stesso anche per me…orami
dovresti saperlo che sei parte di me…
Principessa Favilla non puoi neanche immaginare
quanto sono felice di sentirtelo dire e quanto avrei bisogno di un tuo
abbraccio in questo momento…
Capitan Avena:: …e tu non puoi immaginare
quanto vorrei stringerti tra le mia braccia…
Principessa Favilla...vorrei poggiare la testa sul
tuo petto e lasciarmi cullare dal morbido suono lento del tuo
respiro…
Capitan Avena:: …perdermi nella dolcezza
dei tuoi occhi e sfiorare lentamente il tuo bellissimo viso…
Principessa Favilla …incrociare le mia
dita con le tue…
Capitan Avena: …sentire la tua morbida
pelle sotto le mie dita…
Principessa Favilla …percepire il calore
della tua pelle fondersi col mio…
Capitan Avena: …sfiorare con le labbra il
tuo più dolce sorriso…
Principessa Favilla Semplicemente ti vorrei qui con
me…
Capitan Avena: Semplicemente vorrei essere li con
te…
Principessa Favilla eppure vorrei capire come fai a
vincere tutte le mie difese…sei l’unico che ci
riesce…
Capitan Avena:: …o forse sei
l’unico a cui concedi di farlo…
Principessa Favilla forse è
così…ma tu sei diverso dagli altri, di te mi
fido…so che tu che non mi faresti mai del male, tu non
saresti in grado di farmi soffrire…
Capitan Avena: e gli altri?
Principessa Favilla gli altri non lo so, gli altri
non sono come te…ecco…ora ti sembrerò
sciocca ma gli altri mi fanno paura oramai…mi
bloccano…
Capitan Avena: …e finisci per alzare
muri, per serrare porte in faccia a chi ti vuole bene, finisci per
chiuderti in te stessa prigioniera delle tue stesse paure…
Principessa Favilla …e per ferire chi
vuoi bene…
Capitan Avena: Perché non provi a dare
loro una possibilità?
Principessa Favilla Non ci riesco! E’
meglio che lascino perdere con me…finisco solo per fare del
male a chi prova a entrare nel mio mondo, a chi prova a starmi accanto
offro solo delusioni su delusioni…
Capitan Avena: questa volta devo darti torto piccola
mia…l’unica a cui finisci di fare del male sei tu,
il vuoto che lentamente stai creando intorno a te finirà per
fagocitare anche te stessa al suo interno, riuscirà a farti
suo se non riesci a trovare un appiglio a cui restare aggrappata con
tutta te stessa…
Principessa Favilla il mio appiglio sei
tu…la mia ancora di salvezza alla vita…non so
come hai fatto e non smetterò mai di chiedermelo ma so che
sei arrivato nella parte più nascosta di me…
Capitan Avena: so bene come ti senti, forse per
questo riesco a capirti più degli altri…purtroppo
conosco benissimo quella voglia di alienarsi dalla vita, di non
condividere le tue emozioni con nessun altro, di allontanarti da quel
mondo bastardo che ti ha fatto solo soffrire troppo…
Principessa Favilla solo chi ha vissuto queste
sensazioni in prima persona può capirle davvero fino in
fondo…
Capitan Avena: Principessa…devi farmi una
promessa…
Principessa Favilla che promessa?
Capitan Avena: promettimi che non farai il mio
stesso errore: non smettere mai di essere quello che sei per diventare
quello che gli altri vedono di te, finiresti per
perderti….proprio come mi sono perso io…
Principessa Favilla non credevo ti sentissi perso
anche tu…
Capitan Avena: Promettimelo!!!
Principessa Favilla: Te lo prometto :D
Capitan Avena: Ci conto piccola mia. Ora
è meglio andare a letto principessa…
Principessa Favilla oddio, si è fatto
tardissimo…
Capitan Avena: Stanotte quando ci addormenteremo...
busserò alla tua porta, per entrare nei tuoi sogni: non
mandarmi via, il mio più bel sogno... diventerebbe il mio
peggiore incubo... Buona notte mia piccola principessa!
Principessa Favilla Non potrei mai cacciare via il
mio sogno più bello, buona notte mio dolce capitano.
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Il sole splende alto in cielo stamattina, la
fresca aria autunnale accompagna questa mia passeggiata mattutina. Dopo
una notte quasi totalmente insonne ho deciso di concedermi un
po’ di rilassante solitudine: insieme alle fidate cuffiette
del mio i-pod e alla mia calda felpetta rosa mi sono incamminata sul
lungomare per raggiungere questo posto ameno: il mio posto speciale.
Adoro sedermi sulla mia roccia preferita ad osservare
l’infrangersi dei flutti sulla scogliera, sentire il mare
urlare il suo canto a ogni onda che arriva da lontano.
La brezza marina mi scompiglia i capelli, il mio sguardo si perde
nell’infinito orizzonte portando con se tutti quegli
interrogativi che mi ronzano in testa, quelle domande che mi hanno
tenuta sveglia stanotte, quelle paranoie decisamente poco razionali che
rasentano sempre più la più profonda follia. Mi
sento così leggera, avverto i miei pensieri scivolare
lentamente lontano da me regalandomi una sensazione di pace e di
benessere che è proprio quello di cui più avevo
bisogno in questo momento. Mi ritrovo a sorridere del vuoto improvviso
della mia mente, melodicamente la musica accompagna questo mio lento
annullarmi per diventare parte dell’infinito che mi circonda.
Non sento più nulla e questo mi fa stare tremendamente bene.
Prendo il libro che ho portato con me dalla borsa, ormai non mi separo
mai da questo piccolo oggetto, è stato il mio Capitan Avena
a consigliarmi questo testo:
“…hai bisogno di credere nuovamente
nell’amore mia piccola principessa…non puoi vivere
fingendo che questo sentimento abbia smesso di esistere per te, non
puoi rinunciare ad essere felice insieme a chi ti ama e soprattutto non
puoi precluderti di amare qualcuno solo per paura di
farlo…solo perché hai deciso che fa troppo male
per provare a crederci ancora una volta…”
Timidamente alle sue parole ho provato a spiegargli quanto fosse
lontano dall’essere una mia scelta quella di non amare
più, semplicemente non sono più in grado di amare
o per lo meno così credevo.
“…tutti sono in grado di amare, non dire
sciocchezze, bisogna solo imparare a lasciarsi andare…e tu
devi smettere di avere paura di aprire il tuo cuore e le parole di
questo libro ti aiuteranno a liberare il tuo cuore e la tua
mente…”
Titubante ho accettato il suo consiglio, il mattino seguente sono corsa
letteralmente in libreria per comprare il libro che mi aveva detto di
prendere cercando curiosamente di capire, con una rapida lettura delle
prime pagine, le sue parole sibilline:
“…non è un libro da leggere ma
da vivere, sarà il tuo cuore a guidare pian piano la tua
lettura e non i tuoi occhi o la tua mante…alla fine
sarà il libro a leggere te…”
Con la mano destra sistemo una ciocca di capelli che è scesa
a coprirmi l’occhio, distolgo lo sguardo dalle pagine del
libro che ho tra le mani e mi abbandono all’azzurro infinito
del mare. Ancora una volta mi ritrovo a fantasticare su di te: mi
sembra di conoscerti da una vita eppure non so nemmeno di che colore
sono i tuoi capelli, mi dici spesso che conosco il tuo cuore a fondo
come nessun altro aveva fatto fino ad ora eppure il tuo volto mi
è ancora sconosciuto. Le rare volte che ho azzardato a
chiederti anche solo una piccola foto per vedere come sei fatto mi hai
freddato dicendomi semplicemente:
“Principessa se mi vedessi non ti innamoreresti mai
di me…”
Sorrido al ricordo di queste ultime parole e al mio unirmi alla sua
autoironia…non gliel’ho detto mai ma potrebbe
essere troppo tardi ormai.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
“Ok, perfetto…non farmi
aspettare mi raccomando!”
Ripongo il telefono in borsa e a passo lento mi dirigo verso il vicino
Mac Donald’s, oggi non mi andava per niente di tornare a casa
per mangiare sola soletta, dopo la rilassante mattinata in completa
solitudine che mi sono concessa ho sentito il bisogno di passare del
tempo con Nick; l’immagine del suo viso deluso dal mio
atteggiamento di ieri sera ha fatto più volte capolino nella
mia mente.
Prima di telefonargli ci avrò pensato almeno mille volte, a
frenarmi non era nient’altro che la paura di un suo possibile
rifiuto ma adesso cammino soddisfatta di aver vinto quello sciocco
timore e di aver fatto quella telefonata. Non è stato poi
così difficile a pensarci bene. Nick sembrava quasi stupito
di sentire la mia voce a telefono…eh si, non
c’è che dire: mi conosce decisamente bene il mio
caro amico: solitamente dopo una conversazione scomoda come quella di
ieri avrei fatto perdere le mie tracce per qualche giorno, almeno fino
a rendere meno imbarazzante e pesante un eventuale
incontro…che dire? Mi piace stupire e ancora di
più mi piace cambiare linea di condotta, agire come non
avrei mai fatto prima; anche stavolta le parole di Capitan Avena ci
hanno messo lo zampino:
“…si finge di dimenticare le parole
scomode, il più delle volte di finisce per recitare una
parte, per far credere che vada tutto bene…in fondo
è passato del tempo, no? No, piccola
principessa…non credere a chi ti dice che è
così…quelle parole restano sempre
li…non le smuovi facendo finta di nulla ma anche un piccolo
gesto vale molto…non le cancella subito ma le lascia
sbiadire lentamente fino a farle scomparire dalla
memoria…ricorda che scappare però non serve a
nulla…mai…”
Inconsciamente anche questa volta ho seguito il suo consiglio e ora
eccomi qua, seduta su questa panchina ad attendere quel ritardatario
cronico.
“Non fare quella faccia, ho fatto prima che
potevo.”
La sua voce squillante mi desta dai miei pensieri, le sue labbra si
poggiano morbide sulla mia guancia lasciandola umida mentre la sua mano
mi scompiglia tutti i capelli. Lo guardo in cagnesco per qualche
istante prima di unirmi alla sua sciocca risata.
“Sto morendo di fame, su avanti…ti vuoi
muovere?”
Mi lascio tirare in piedi e poi fin dentro il Mac Donald’s
senza dire nulla semplicemente alzando gli occhi al cielo; osservo Nick
ordinare i nostri menù ipercalorici, la sua espressione da
bambino estasiato quando entra in un fast food non è mai
cambiata da quando lo conosco, ho sempre ammirato il suo ingenuo
riuscire ad entusiasmarsi per poco o nulla…a volte vorrei
proprio sapere come ci riesce…
“Ho qualcosa sul viso?”
“Eh?”
Deve essersi accorto che sono rimasta imbambolata a fissarlo con
espressione inebetita, sento le guance colorarsi di un imbarazzante
rosso acceso e l’unica cosa che riesco a fare è
sorridere impacciata scuotendo la testa cercando di fare della
spicciola ironia.
“Hai un qualcosa di enorme…”
Nick mi guarda conturbato passandosi una mano sul volto.
“Cosa ho?”
”Oops…scusa, è il tuo
naso…ahahahahahah.”
L’espressione assunta dal suo viso è
così buffa che non riesco a trattenermi dal ridere.
“Poi vienimi a dire che non è vero che sono un
santo a sopportarti e che non ci vuole una pazienza infinita con
te.”
Prendo il vassoio dalle sue mani e gli faccio il verso.
“Gne gne gne…sei solo uno scimmione…dal
naso grosso…ahahahahahahah.”
Alza gli occhi al cielo e mi raggiunge al tavolo che ho scelto,
prendiamo posto l’uno di fronte all’altro e
finalmente iniziamo a mangiare, Nick divora tutto in modo vorace come
se fossero secoli che non tocca cibo...è uno spettacolo
guardarlo mangiare. Di colpo si blocca, interrompe l’intenso
lavoro delle sua mascelle per restare imbambolato con lo sguardo fisso
sull’ingresso.
“Che ti prende Nick? Stai poco bene? Hai una
faccia…”
Stringe la mano a pugno e contrae il viso con fare nervoso.
“Ma come si permette di farsi vedere ancora in giro quel
lurido verme…”
Mi volto verso l’ingresso per cercare di capire il cambio
d’umore improvviso del mio amico, fisso nella sua stessa
direzione cercando di focalizzare al meglio. Come un fragile vetro
caduto a terra sento il mio cuore rompersi il mille pezzi per poi
fermarsi di colpo nel mio petto quando i miei occhi scorgono la sua
sagoma, deglutisco nervosamente cercando di recuperare il controllo di
me, mi giro nuovamente verso Nick cercando di mascherare al meglio le
forti emozioni che mi stanno sconvolgendo in questo momento. Nick
sfiora appena la mia mano con la sua cercando con gli occhi il mio
sguardo per capire cosa io stia pensando adesso.
“Se vuoi andiamo via…”
Sorrido…o almeno ci provo. Ostento una serenità
che non ho, non credevo potesse fare ancora così male
rincontrare il suo sguardo, non credevo mi facesse sentire
così vulnerabile e fragile vederlo con lei, non credevo
scatenasse ancora questo uragano dentro di me.
“Ma nooo…tranquillo! Non ho problemi a restare
qui…ho smesso di scappare.”
Gli strizzo l’occhio portando alla bocca una patatine, non
riesco a mandare giù un solo boccone ormai ma devo farlo.
“Ma che bastardo, dovresti vedere come guarda da questa
parte…ho una voglia assurda di spaccargli quella faccia di
culo che si ritrova…quel pezzo di…”
“Nick…”
Interrompo il fiume di parole piene di rabbia con un filo flebile di
voce, sfioro la sua mano sorridendo appena.
“…sto bene, tranquillo. Non facciamoci rovinare il
pranzo ok?”
Abbassa gli occhi, la sua voce diventa lieve sussurro.
“Scusami.”
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Il pranzo con Nick, nonostante l’odioso
imprevisto, è letteralmente volato via tra le mille
chiacchiere e le ancor più numerose risate, sapientemente ho
glissato ogni argomento scomodo per me e stranamente lui me lo ha
concesso evitando accuratamente ogni commento superfluo su
quell’assurda situazione che si era creata. Usciti dal Mac
Donald’s nessuno dei sue aveva voglia di tornare a casa e,
approfittando della temperatura mite offertaci dal tiepido sole
autunnale, abbiamo deciso di fare una passeggiata al parco come non
facevamo da tempo.
“Mamma mia, sono pienissima…mi sento una piccola
pallina.”
“Piccola?”
Chiudo la mano a pugno e colpisco con veemenza il suo braccio, finge di
farsi male ridendo sotto i baffi.
“Non sai proprio come si tratta una ragazza tu!”
Accarezza il mento con le dita della mano sinistra guardandosi intorno
interrogativo.
“Quale ragazza? Non ne vedo qui in giro.”
“Sei solo un cafone.”
Metto il broncio e incrocio le braccia sforzandomi di restare seria
nonostante le espressioni da buffone assunte da Nick. Continuiamo a
camminare per un po’ così: io sempre imbronciata
che fingo di ignorare la sua presenza e lui che cerca disperatamente in
tutti i modi di attirare la mia attenzione.
“Hey guarda ci sono le giostrine.”
“Non pensi di essere un po’ cresciutello per queste
cose?”
Sorride malizioso afferrando con forza la mia mano e trascinandomi con
veemenza verso di lui, punto i piedi in terra non rendendogli facile il
cammino…è uno delle poche persone, forse
l’unica, che riesce a farmi regredire in questo modo
facendomi tornare a essere una bambina capricciosa.
“Sai Alicia, devo ammettere che avevi ragione.”
”Eh? Su cosa?”
“…hai mangiato troppo, sei diventata troppo
pesante…”
Lo freddo con lo sguardo.
“E daaaai….non guardarmi
così.”
”Ma mi spieghi perché mi hai trascinato
qui?”
Mi fissa in modo strano, non riesco a capire se sia davvero deluso dal
mio non intuire i pensieri della sua mente contorta o mi stia prendendo
solo in giro per l’ennesima volta.
“Davvero non ti ricorda nulla?”
Mi guardo intorno scrutando con attenzione ogni cosa che ci circonda,
un’enorme sequoia, un sentiero in mattoncini e una vecchia
altalena proprio accanto a noi. Gli occhi di Nick sono lo specchio
delle sue mille emozioni e solo adesso che osservo da vicino
l’asse di legno dell’altalena ne capisco il motivo.
“Erano anni che non ci tornavamo qui…ma la scritta
ha resistito al tempo!”
Sorride abbracciandomi da dietro, i suoi gesti trasudano una dolcezza
che non gli avevo mai visto prima.
“Noi resistiamo al tempo.”
Mi stampa un bacio morbido sulla guancia, gli sorrido e mi libero dal
sul abbraccio per sedermi sull’altalena e dondolarmi pian
pianino lasciando fluire i miei ricordi.
“E’ iniziato tutto da qui…”
“Eri seduta proprio li, dondolavi lentamente tenendo la testa
bassa, sembrava quasi tu fossi in trance…”
“Ero venuta qui dopo un cruento litigio con Rebecca, mi aveva
trattato da schifo, non ricordo neanche più il motivo ma ero
così delusa e arrabbiata per le sue parole che avevo solo
uno spasmodico bisogno di starmene da sola…questo era il mio
posto preferito quando i pensieri facevano troppo
rumore…calmo…silenzioso…almeno fino al
tuo arrivo…”
Prende posto sull’altalena accanto alla mia e lentamente si
unisce al mio dondolio, sorride passandosi una mano tra i capelli al
ricordo del nostro primo incontro.
“Ahahah almeno mi sono fatto notare.”
“Sarebbe stato difficile il contrario visto come sei caduto
rovinosamente d’avanti ai miei piedi.”
“Vedi che non capisci nulla?”
“Ah no?”
“No! Era tutta una manovra per farti sorridere, ti avevo
vista piangere e volevo fare qualcosa per te…”
“Ahahah ma sta zitto…stavi scappando da Steve che
voleva pestarti di botte…”
“Tzè, sono dettagli questi.”
“Ahahahah certo dettagli…come la buca che non
avevi visto e in cui sei inciampato con la bici per
poi…sbababam…cadere a faccia a terra?”
Rido divertita al sorriso imbarazzato di Nick, continuo a dondolare
lentamente lasciando fluire le immagini invecchiate dei miei ricordi.
Sospiro rumorosamente.
“In poco tempo ci ritrovammo seduti proprio come adesso a
chiacchierare come se fossimo stati amici da sempre; ti raccontai del
litigio con Reby, di come ci stessi male per le sue parole e di quanto
alla fine, nonostante tutto, le davo ragione: non sono mai stata brava
a stare in mezzo alla gente e forse il problema ero davvero
io…”
“Non fu mica facile riuscire a convincerti di quanto ti
stessi sbagliando, fu impresa a dir poco ardua far capire alla tua
testolina dura che le parole di Rebecca erano solo frutto della sua
cattiveria gratuita e che dietro il broncio che avevi su si nascondeva
qualcosa di speciale…qualcosa che però ti
ostinavi a non voler vedere…qualcosa che io avevo visto non
appena ti avevo conosciuta…”
Sorrido dolcemente al rossore che sento colorare il mio viso.
“Non so perché ma sapevo che di te potevo fidarmi,
che potevi capirmi…non ti avevo mai visto prima ma parlare
con te era una cosa così naturale…parlare con te
è sempre stata la cosa più naturale del mondo per
me…”
Questa volta è Nick a tirare un lungo sospiro.
“Beh almeno prima lo era…”
Fermo il mio dondolio puntando i piedi a terra.
“Nick, io…”
“Shhh…non devi giustificarti….anzi
scusami, non dovevo…ecco…però voglio
che tu sappia che io per te ci sono sempre proprio come quel
giorno…magari per te non sono più quello giusto
con cui parlare, però…”
“Il problema non sei tu…”
La voce esce flebile dalla mia bocca ma questa volta non posso
commettere lo stesso errore, questa volta non posso tacere, rischierei
di perdere per sempre il mio più caro amico.
“…il problema sono
io…l’assurda confusione che ho dentro, non riesco
più a capirmi neanche io…e non riesco a parlarne
con nessuno perché parlarne significherebbe razionalizzare
tutto il caos che ho dentro e so che farebbe troppo male…e
non voglio stare male…preferisco il silenzio, quello lo puoi
coprire con delle stupide parole che non parlano di me. Ho imparato a
rispondere ‘bene, grazie’ con tanto di mega sorriso
a chiunque mi chiede come stia…”
“Non credevo di essere diventato
chiunque…”
“Nick, chiunque lo divento anche io stessa quando mi chiedo
come mi sento…è che ormai non ha più
senso dire che sto male, per quale motivo poi starei male? Sfiorerei il
ridicolo e il patetico...e non voglio, almeno questo me lo voglio
risparmiare…preferisco fingere che vada tutto alla
grande…prima o poi andrà così,
no?”
Sento la mia voce divenire sempre più flebile a ogni sillaba
che pronuncio.
“Non credevo ti facesse ancora così
male…”
“Non fa male, tranquillo.”
“La smetti di fingere,cazzo? Almeno con
me…”
L’intonazione di Nick passa in pochi istanti
dall’ira alla supplica, cerco di non perdere il controllo
delle mie emozioni ma è sempre più difficile
farlo.
“Cosa vuoi che ti dica?”
“Voglio solo sapere come stai…dopo
oggi…dopo averlo rivisto…era tanto che non lo
vedevi, giusto?”
“Già…e non pensavo neanche io che
potessi sentirmi così…”
“…così?”
“…vuota…cioè vederli
insieme…forse quello che mi fa più rabbia
è che lui ce l’ha fatta, lui si è
rifatto una vita senza di me, mi ha sostituito come se fossi una barbie
fuori moda, ne ha semplicemente preso una nuova fregandosene di che
fine faceva la vecchia…è come se non fossi mai
esistita per lui, come se non ci fossimo mai amati tanto, come se la
nostra storia non fosse mai esistita…e poi vedere
lei…quello era il mio ragazzo, il mio mondo, la mia vita e
ora è tutto suo…ha preso il mio posto, la sua
felicità un tempo era la mia…forse lei tutto
questo lo merita più di me, ha qualcosa che io non
ho…vedi Nick…è lei quella speciale
adesso non io…non più io…”
Sento la voce quasi rompersi in pianto, sapevo che era meglio tacere
perché le mie parole riaprono ferite ancora non rimarginate
dentro me. Nick afferra di scatto la catena della mia altalena e mi
tira verso se, le sue mani sono fisse sulla catena tenendola ben salda
alla sua, i suoi occhi cercano i miei mentre un dolce sorriso compare
sul suo viso. La sua voce roca e decisa mi trapassa l’anima.
“E’ vero Alicia, lei ha preso il tuo posto ma
questo non significa che lei sia migliore di te, tu sei speciale
perché ti ostini a non vederlo? Quel coglione non si rende
nemmeno conto di cosa abbia perso lasciando andare via te dalla sua
vita e di quanto sia stato fortunato ad averti con se…di
aver avuto il tuo amore incondizionato e le tue lacrime di
dolore…ma da come parli sembra che non te ne renda conto
neanche tu…di ragazze come te ce ne sono una su un
milione…vorrei solo tu lo capissi…”
Le parole di Nick arrivano dritto al mio cuore donandomi un dolce
tepore, il suo volto è vicinissimo al mio, mi perdo
nell’azzurro dei suoi occhi mentre la sua mano sfiora il mio
viso. Sorride dolcemente inumidendosi le labbra con la lingua, non gli
ero mai stata così vicina…
“Hey Nick…sei qui ti stavo
cercando…”
Ci voltiamo di scatto nella direzione della voce.
“Oops scusate ho interrotto qualcosa? È che volevo
scusarmi con te, Nick, per l’altra sera…”
Mi alzo dall’altalena e prendo la borsa che avevo poggiato a
terra.
“Tranquilla Julie, stavo giusto andando via.”
Strizzo l’occhio a Nick con fare complice, e mi allontano da
loro.
“Mi raccomando, Nick.”
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno mio dolce raggio di sole…svegliarmi e
trovare un tuo messaggio è stato il miglior risveglio che
potessi desiderare…logicamente oltre a quello di trovarti
accanto a me quando apro gli occhi. Mi hai scritto che non sei riuscita
a dormire…come mai piccola? Troppi brutti pensieri hanno
accompagnato le tue ore notturne? Spero le mie parole non abbiamo
contribuito a turbarti, se è così
troverò il modo di rimediare te lo giuro…beh mi
auguro che almeno la passeggiata fino al tuo posto
‘magico’ ti sia servita a rilassarti…non
voglio saperti triste, mi fa sentire così impotente non
riuscire a regalarti i sorrisi che meriti…
Stamane anche io non ci sono tanto con la testa…ma non
voglio angosciarti piccola stella…ora è meglio
che vada che come al solito sono in ritardo…
A volte andiamo fino alle porte del Paradiso per vedere le stelle,
senza accorgerci di quante ne abbiamo vicino...io sono stato fortunato,
perché so di avere te.
Buona giornata mia dolce Principessa.
Capitan Avena”
Leggo il suo messaggio di stamattina con il sorriso sulle labbra;
appena sveglia gli ho scritto una e-mail per raccontargli della mia
notte insonne, non sono stata molto esaustiva sulle cause della mia
insonnia, non mi andava di dilungarmi sui quei pensieri nefasti che mi
hanno turbata anche troppo. Fisso lo schermo del pc: in questo momento
lui non è in linea, sospiro delusa…avevo voglia
di parlare un po’ con lui, ormai mi succede sempre
più spesso di sentirmi quasi tradita quando non lo trovo in
chat, mi sto legando in maniera morbosa all’idea della sua
presenza nella mia vita che non riesco neanche a immaginare che tutto
questo possa finire proprio come è iniziato: per
caso…all’improvviso. Ricordo benissimo la sera del
nostro incontro virtuale, io ero tornata da poco da una serata
disastrosa, avevo litigato con Nick come accadeva ormai di continuo e
avevo solo una voglia assurda di piangere e di non pensare; viste le
ultime esperienze avevo evitato di bere e avevo optato per inebetirmi
un po’ dinanzi al pc prima di mettermi a letto, ero entrata
in quella chat solo per curiosità, ne parlavano tutti e
sembravo essere l’unica a non utilizzarla. Scegliere un
nickname non era stata una cosa semplice per me, sono sempre stata
abbastanza banale in queste cose e anche quella sera avevo scelto di
non smentirmi. Principessa Favilla. Il nome del mio mini pony, il mio
giocattolo preferito quando ero bambina, mi era sembrato indicato allo
scopo. Era già una mezz’oretta che chattavo con
gente improba, mi ero già annoiata della
mediocrità che avevo trovato e stavo quasi per staccare
quando mi ha contattato lui. Capitan Avena. Il suo nickname mi aveva
fatto sorridere e avevo deciso che sarebbe stato l’ultimo
sfigato con cui avrei parlato per quella sera; la conversazione era
iniziata diversamente dalle altre, avevamo saltato i soliti convenevoli
per ritrovarci a parlare di come ci sentivamo quella notte, dei nostri
stati d’animo e di quel bisogno spasmodico di essere capiti.
Eh no, Capitan Avena non era come tutti gli altri, lui era speciale.
Siamo stati almeno tre ore a parlare in chat, era notte fonda ma
nessuno dei due aveva voglia di staccarsi dal pc, le sue dolci parole
mi avevano aiutato a sorridere, non avevo più voglia di
piangere ne di stare da sola.
È iniziato tutto per caso, quando meno me lo sarei
aspettato…controllo nuovamente la lista dei contatti, ancora
non ci sei; ormai rassegnata decido di scriverti una mail.
Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Mio dolce Capitano, oggi siamo come il sole e la
luna…non riusciamo ad incontrarci…dove sei
adesso? Purtroppo stasera non riesco ad aspettarti sveglia, sono
stanchissima: la giornata di oggi è stata pienissima di
emozioni contrastanti…ho rivisto il mio ex con la sua nuova
ragazza, ero con Nick a pranzo…è stato
così devastante ma anche questa volta ho finto che andasse
tutto bene…ma mi sa che come attrice faccio davvero
pena…eh si, Nick aveva capito che stavo da schifo e mi ha
portato nel posto dove ci siamo incontrati, non so se te ne ho mai
parlato ma quel posto ha sempre avuto un valore particolare per me e
lui…stare li è stato un po’ come
ritrovarci, in parte sono riuscita a dirgli cosa mi passava
dentro…almeno quello che sono riuscita a far uscire fuori,
sai bene quanto mi sia difficile parlare in questo momento della mia
vita…ti starai chiedendo come è
andata…beh Nick è riuscito a stupirmi questa
volta…era così dolce e comprensivo, i suoi occhi
fissi su di me mi hanno fatto perdere nel loro profondo azzurro, credo
di non aver mai sentito un calore dentro così forte
standogli accanto…è davvero il mio migliore
amico…e forse hai ragione quando dici che devo almeno
provare a fidarmi di lui. Ora è con Julie, dovevi vederla
quando mi ha visto con lui, oddio non oso pensare quella sua testolina
cosa abbia elaborato…aveva una faccia…forse
vedendoci così vicini avrà pensato che stavamo
per baciarci…ahahahah ma ci pensi io e Nick? Beh logicamente
mi sono dileguata lasciandoli soli, credo di aver capito che lei
volesse chiedergli scusa per l’altra
sera…incrociamo le dita per Nick…magari questa
volta gli va bene. E tu che mi racconti? Come è stata la tua
giornata?
Mi sei mancato da morire…
Ora vado che sono a pezzi, notte mio dolce Capitano. Ti voglio bene.
La tua Principessa Favilla.”
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Non ho proprio voglia di alzarmi dal letto
stamattina, non apro gli occhi per illudermi che stia ancora dormendo,
non apro gli occhi per non vedere che ore siano ormai, non apro gli
occhi per non rendermi conto che un altro inutile giorno della mia vita
sia iniziato. Un senso di profonda angoscia mi attanaglia bloccandomi
su questo letto, un profondo desiderio di fondermi con le coperte fino
ad annichilirmi totalmente insiste nella mia testa. Oggi non voglio
esistere!
Il suono squillante del mio telefonino riecheggia nella stanza ma non
ho alcuna voglia di rispondere…peccato che chi è
dall’altro capo del telefono non condividi la mia scelta e
continui a far squillare questo dannato cellulare. Senza aprire gli
occhi frugo con la mano sul comodino in cerca del telefonino, premo
tutti i tasti a caso fino ad accettare la chiamata e porto il piccolo
aggeggio infernale all’orecchio.
“Chi è?”
La voce esce roca e ovattata dalle mie labbra, è
così rauca che somiglia molto più a quella di un
trans che a quella di una ragazza.
“Ehmm…devo aver sbagliato numero.”
Lancerei il telefonino contro il muro se solo ne avessi la forza, ma
è troppo presto nella mia mente anche per imprecare.
“Ok. Ciao.”
Sto per riagganciare quando sento in lontananza qualcuno pronunciare il
mio nome.
“Alicia…stavo scherzando, sono
io…”
“Mhmh…”
Non ho ancora capito chi sia questo io che mi sta parlando ma continuo
a non avere alcuna intenzione di destarmi dal mio torpore per provare a
comprenderlo.
“Dormivi ancora?”
“Mhmh…”
“Ti voglio in piedi tra mezz’ora al massimo che
passo a prenderti, mi serve il tuo aiuto…”
“Mhmh…”
Finalmente silenzio…ancora col telefono in mano sto per
riabbandonarmi al mondo dei sogni…
“A-L-I-C-I-A S-V-E-G-L-I-A-T-I!!!!!!!!!”
Un urlo disumano attraversa il mio timpano, questa volta è
impossibile non riconoscerlo.
“Sono sveglia e ti odio.”
“Ti voglio bene anche io. Mezz’ora e sono da
te.”
Lascio cadere il telefono accanto a me sul letto, non voglio alzarmi;
mi concedo altri cinque minuti nel calduccio delle mie coperte, infine
decido di alzarmi e apro gli occhi:
“Buongiorno mondo!”
Mi vesto a rilento prendendo le prime cose che trovo
nell’armadio e mi posiziono d’avanti al mio pc per
leggere la posta in arrivo: la mia giornata non può avere
inizio senza le dolci parole del mio Capitan Avena.
Nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno mio dolce angelo; scusami per ieri ma sono stato
poco e niente in casa, sono tornato a notte fonda ed ero troppo
distrutto per mettermi al pc…ma saprò farmi
perdonare…
Stamattina mi manchi ancora più degli altri
giorni…sarà che stanotte ti ho sognato: eravamo
stesi in riva al mare, la tua testa era poggiata sul mio petto, ti
facevo da morbido cuscino e le mie mani accarezzavano i tuoi capelli
mentre ci scambiavamo dolci parole, stavo per baciarti quando la
sveglia maledetta ha interrotto quell’idillio.
Mia piccola principessina ti è mai capitato di pensare che
il mondo giri troppo velocemente per te? Di non sentirti più
padrone dei tuoi gesti e di essere inevitabilmente travolta dagli
eventi? È quello che sta succedendo a me in questi giorni:
sto rinunciando a quello che più desidero nella mia vita,
prendendo l’ennesima svolta sbagliata ma sento che
è l’unica che posso prendere in questo momento.
Ora devo proprio andare piccolina, un’altra giornata piena di
caos mi attende.
Sorridi piccola stella, sorridi…ti voglio bene principessa.
Il tuo Capitan Avena”
Come un soldatino ubbidiente eseguo alla lettera ciò che mi
dice e sorrido. Guardo l’orologio: ho meno di dieci minuti
per rispondere alla sua mail prima dell’arrivo di Nick.
Scrivi nuovo messaggio di posta:
“E grazie a te stamattina sorrido al mondo!
Oddio quanto mi manca parlare con te, è solo un giorno che
non riusciamo a beccarci ma mi sembra già una
vita…sarà che comunicare tramite mail
è molto più sterile come sistema secondo
me…faccio fatica a sentirti vicino…
Spero che oggi riusciremo a incontrarci…da quel che leggo
anche tu hai bisogno di parlare con qualcuno che ti capisca sul
serio…qualcuno come me J
Ora scappo che ha appena citofonato Nick, non ho idea di cosa gli
frulli per la testa oggi ma a quanto pare neanche oggi ho scelta: mi
tocca assecondarlo. Ti adoro. La tua Principessa Favilla.”
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Capitolo 14 *** Capitolo 15 ***
“Ora si che sei il ragazzo perfetto!
Julie non potrà non innamorarsi di te .”
Nick sorride contento alle mie parole guardando la sua immagine
riflessa allo specchio, è tutto il giorno che giriamo per
negozi iper-costosi ma, alla fine, sono più che soddisfatta
della mia opera d’arte: ho creato un principe azzurro degno
della più bella delle favole romantiche. Nick non smette di
rimirarsi allo specchio, osserva il suo completo scuro, indossato su
una camicia bianca con la cravatta leggermente allentata che gli
conferisce un’aria trasandata, rendendolo sexy e donandogli
quel tocco di stile in più, modella con le mani un ciuffo di
capelli ancora troppo ribelle e sorride compiaciuto.
“Sei una vera fata Turchina, anzi tu sei meglio della fata
Turchina.”
Mi avvicino a lui e gli sistemo il colletto della camicia.
“Cenerentolo ora tocca solo a te, devi stregarla
stasera.”
“Mi basterà un solo sguardo e cadrà
letteralmente ai miei piedi!”
Nick ammicca esageratamente per poi scoppiare a ridere seguito a ruota
da me.
“Direi che sullo sguardo sensuale dobbiamo lavorarci ancora
un po’ su.”
“Guarda che posso fare di meglio!”
Detto questo inizia il suo piccolo show pieno di facce strambe,
espressioni ridicole e versi assurdi per finire a piegarsi in due dalle
risate riuscendo a coinvolgere inevitabilmente anche me.
“Sei pessimo!”
“Puoi anche ammetterlo che sono irresistibile.”
E ricomincia ad ammiccare come un deficiente, alzo gli occhio al cielo:
ormai il suo cervello lo ha completamente abbandonato.
“Mr io-sono-irresistibile piuttosto hai già
pensato dove portarla stasera?”
Porta le mani sul viso in maniera eclatante.
“Cazzo, non ci ho proprio pensato.”
Ne ero certa.
“Vorrei sapere tu cosa faresti senza di me…ho
già prenotato il miglior tavolo del Blue Hill a nome
tuo.”
Mi stringe forte a se quasi fino a stritolarmi.
“Tu sei un genio!”
Mi libero dalla sua stretta e gli dico di aspettarmi qualche minuto,
esco di casa per poi ritornare con una splendida rosa rossa
romanticamente confezionata.
“Bel Romeo, non puoi certo presentarti a mani vuote dalla tua
Giulietta.”
Gli porgo la rosa, poggia le labbra sulla mia guancia per un tenero
bacio.
“Se non esistessi bisognerebbe inventarti.”
“Sei tu che sei un disastro Nick.”
“Fortunatamente ho te.”
Mi fissa donandomi il più dolce dei sorrisi che decido di
ricambiare, sembra davvero felice e questo mi riempie il cuore di
gioia.
“Ora è meglio che io vada. Mi raccomando non
azzardarti a ritardare di un solo minuto, sii dolce e gentile,
comportati da vero cavaliere…”
“Devo fare altro signora maestra?”
La mia mano si posa sul suo viso per una leggera carezza.
“Non dimenticarti mai di essere semplicemente te
stesso…perché sei stupendo
così.”
Lo vedo arrossire leggermente, non dice una sola parola mentre
lentamente lascio chiudere la porta alle mie spalle.
“Buona fortuna Nick.”
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 ***
“Un attimo, arrivo!!!”
Apro la porta con la faccia annoiata di chi non aveva alcuna voglia di
essere disturbata. Il suo viso raggiante compare ai miei occhi, poggia
una mano sulla porta assumendo una postura da fotomodello di quarto
ordine.
“Ben svegliata dormigliona.”
Accenno un sorriso che ha più la parvenza di una smorfia:
sono di pessimo umore!
“Allora mi fai entrare o devo restare fuori?”
Mi sposto per lasciargli libero il passaggio.
“La seconda opzione era quella che mi attraeva di
più a dirla tutta…”
“Ma piantala…”
Mi stampa un bacio sulla guancia e si getta di peso sul mio divano
lasciandomi impalata sull’uscio di casa.
“Hai qualcosa di buono da mangiare?”
Chiudo la porta contando fino a dieci cercando di restare calma e vado
in cucina a prendergli qualcosa da sgranocchiare: non riesce a tenere
ferme quelle sue mandibole!
“Tieni…”
Gli porgo la busta con i biscotti e prendo posto anche io sul divano,
Nick mi guarda come se stesse aspettando qualcosa ma non riesco proprio
a capire cosa voglia da me stamattina.
“E allora?”
“Allora cosa?”
“Non mi chiedi come è andata?”
Lo scruto interrogativa per qualche istante…come ho fatto a
dimenticarmene?
“Nooo che testa che ho, perdonami, sono pessima. Dai dimmi
tutto, come è andata con Julie?”
“Ora non mi va più di
parlare…”
Muovo le palpebre come se fossi una cerbiatta in calore, unisco le mani
come se stessi pregando e mi avvicino pian pianino a lui.
“E dai Nick…”
“Dovrei lasciarti morire di curiosità
adesso…”
“…ma non lo farai…”
“…giusto perché ho voglia di
raccontarlo a qualcuno…”
“Allora non voglio saperlo!”
“Dai che scherzo…”
Nick mi lascia accomodare più vicino a lui e tutto
sorridente inizia il suo racconto.
“Dovevi vederla, Alicia, era nera di rabbia per avermi visto
con te, io logicamente ho fatto la parte del tipo a cui non ne poteva
fregare assolutamente nulla delle sue parole…”
“Eh certo, Mr Wright non deve smentirsi mai!”
“Fa poco la spiritosa e ascolta che ti combina Mr Wright:
Julie ha iniziato a scusarsi in ogni modo possibile per
l’altra sera…ahahahah ha ammesso anche che mi
desiderava da impazzire ma non voleva passarci per una facile per
questo mi aveva snobbato di brutto.”
Annuisco interessata mentre osservo l’ego di Nick crescere a
dismisura a ogni parola pronunciata.
“Oddio poverina, non sa che in che guaio si sta
cacciando…”
“Lo sa…eccome se lo sa…”
Nick ammicca allusivo sogghignando divertito.
“Ma nooo, te la sei portata a letto?”
“Lei mi desiderava, potevo mai deluderla?”
“Certo che no!”
Sospiro rassegnata e gli chiedo di continuare il suo racconto.
“Beh mi ha invitato a prendere qualcosa a casa sua, ci siamo
seduti sul divano proprio come me e te adesso, mi sono girato verso di
lei avvicinandomi lentamente, ho sfiorato il suo viso con le
dita…”
Nick accompagna le sue parole mimando i movimenti che con accurata
attenzione descrive.
“…ho chiuso gli occhi schiudendo le
labbra…”
Il suo viso si fa sempre più vicino al mio.
“…e l’ho baciata!”
Si allontana di colpo dal mio volto lasciandomi imbambolata come una
cretina.
“…logicamente poi non ha saputo
resistermi!”
”…logicamente…”
Non riesco a dire altro.
“Hey tutto bene?”
La sua voce mi desta dai miei pensieri sconnessi, rido come una papera
per nascondere l’imbarazzo che sento farsi vivo sul mio viso.
“Ahahahah mi ero persa immaginando la scena…sai
che sono debole di stomaco.”
Nick prende un cuscino e lo preme sulla mia faccia.
“So che sei cretina…”
“Mostro! Comunque mi spieghi il motivo di questa tua
irruzione mattutina…”
”E’ quasi ora di pranzo…”
”Si, ok! Ma mi avevi detto che ti serviva il mio aiuto, per
cosa?”
Nick sospira rumorosamente esasperando in modo teatrale i suoi gesti.
“Se mi lasci finire di parlare magari te lo dico.”
Mi limito a fargli una smorfia.
“Allora ho bisogno di una consulenza per il mio
abbigliamento, stasera porto Julie a cena…è il
nostro primo appuntamento…”
Non riesco a non ridere di gusto al suono delle sue parole.
“Vuoi fare colpo stasera? Ma se te la sei già
portata a letto.”
Nick si alza di scatto dal divano e mi guarda deluso e nero di rabbia.
“Pensi che non possa volere qualcosa di più da una
ragazza? Pensi davvero che per me vada bene sempre e solo una botta e
via? A quanto pare ho sbagliato a chiederti aiuto, meglio che
vada.”
A passo spedito si avvicina alla porta, faccio quasi fatica a
raggiungerlo e ad afferrare il suo braccio. Nick mi fissa con disprezzo
ora, cerco i suoi occhi e accenno un sorriso.
“Non volevo dire quello, scusami, sono stata sciocca e
superficiale.”
Mi stringo forte a lui per un abbraccio che sembra davvero non volermi
concedere.
“Sono felice che tu abbia chiesto aiuto a me, ti
farò diventare un perfetto principe azzurro per la tua
Julie.”
La sua braccia si stringono attorno al mio corpo.
“Grazie Alicia.”
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Finalmente a casa: sono davvero distrutta!
Chiudo la porta di casa alle mie spalle e, senza neanche accendere la
luce, mi lascio cadere sul divano, il sorriso sul mio volto si
è ormai spento, nella solitudine della mia casa lascio che
il buio pervada anche la mia essenza. Mi sento proprio come questa
stanza: vuota! La giornata frenetica con Nick mi ha fatto dimenticare
per un po’ i pensieri cupi che mi hanno fatto compagnia tutta
la notte ma ora sento quel senso si solitudine rifarsi vivo in me.
Sorrido al mondo forzatamente da ormai troppo tempo ma fingere con me
stessa diventa sempre più complicato giorno dopo giorno.
Chiudo gli occhi e lascio scorrere i pensieri sperando che si
allontanino da me ma so troppo bene che non
accadrà…perché nulla va come io voglio
che vada, perché questa l’ho capita ormai ma non
riesco proprio ad accettarla, perché guardo le mie amiche e
vorrei tanto essere come loro, avere una vita come la loro, avere i
loro stessi problemi banali, avere le loro sciocche manie superficiali,
vorrei commettere mille errori proprio come loro e poi capire che alla
fine è andata meglio di quanto potessi
sperare…proprio come accade a loro. Nick mi direbbe che io
non sono come loro e che non devo assolutamente paragonarmi a gente
così dannatamente normale e attaccherebbe con la solita
storia dell’essere speciale; ecco io vorrei proprio capire
cosa significa essere speciale perché mi sa che proprio non
lo so, vorrei sapere da quando speciale è sinonimo di povera
ragazza sfigata e sola e, soprattutto, vorrei sapere perché
non posso essere maledettamente normale anche io. Ma ora Nick non
c’è per porgergli tutte le mie più
assurde domande e forse da stasera non ci sarà
più come prima, vorrei chiamare qualcuno forse semplicemente
per fare due chiacchiere, per convincere la mia mente che non sono poi
davvero così sola, vorrei sentire una voce amica ma la testa
scorre a memoria i nomi della mia rubrica telefonica: non
c’è nessuno da chiamare, nessuno che potrebbe
capire, nessuno pronto ad ascoltare…nessuno!
Apro gli occhi trattenendo quelle stupide lacrime che leste fanno
capolino nei miei occhi, tiro un lungo sospiro per riprendere il
controllo di me e mi alzo dal divano per andarmi a rifugiare nella mia
stanza, di fronte al mio computer…per andare a rifugiarmi da
te.
I miei gesti stasera sono stranamente più lenti del solito,
la paura di non trovarti quasi mi blocca: non puoi deludermi anche tu,
credo proprio che non lo sopporterei…non stasera. Accendo il
computer cercando con lo sguardo delle piccole distrazioni come per
dilatare il tempo, accedo alla solita chat e lentamente scorro i vari
nickname presenti: non posso crederci…non ci sei. Mi sento
morire. Mi hai abbandonato anche tu. Faccio fatica a trattenere le
lacrime ormai, mordicchio il labbro inferiore nervosamente e
mangiucchio le unghie come non facevo da tempo mentre rileggo
nuovamente la lista dei contatti nella vana speranza di essermi
sbagliata ma purtroppo non è così. Mi sento una
psicopatica a stare così male per uno
“sconosciuto”, ma a te ho aperto il mio cuore e
adesso ho un disperato bisogno di te, perché non ci sei? Sto
per staccare quando mi accorgo che o un nuovo messaggio di posta non
letta, con il cuore il gola clicco sull’icona lampeggiante
della busta da lettere, con le mani tremanti e gli occhi sempre
più lucidi leggo il nome del mittente: tu!
Nuovo messaggio di posta:
“Sono un disastro piccola lo so, ma non riesco ad esserci
nemmeno stasera…non conto di tornare presto a casa e non
pretendo certo che tu mi aspetti sveglia fino a notte
fonda…ti sto deludendo e questo mi distrugge ma la mia vita
mi sta voracemente risucchiando e tu non puoi immaginare quanta voglia
avrei di correre da te…sei l’unica con cui riesco
a essere davvero me stesso, l’unica che è riuscita
a penetrare la mia anima, ad entrare nel mio cuore e
restarci…Principessa sei semplicemente l’unica per
me…non dimenticarlo mai.
Purtroppo devo salutarti di già…indosso la mia
maschera sorridente e vado a recitare la parte della mia
vita…ti adoro piccola stella non dimenticarlo mai.
Il tuo Capitan Avena.
P.s.: dimenticavo di dirti che ho allegato una sorpresina per
te…non potrò regalarti fiori o diamanti ma questa
l’ho composta immaginando il tuo viso e il tuo dolce
profumo…l’ho scritta solo per te…non
è molto ma così in qualche modo sarò
con te…sei troppo importante per me e non posso pensare di
perderti.”
Non mi perderai perché sono io che non posso perdere anche
te.
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Ho perso il conto delle volte che ho ascoltato il
pezzo che Capitan Avena ha allegato all’e-mail che mi ha
inviato.
Romantica, seducente, dolce e malinconica. In poche parole stupenda,
quella melodia mi ha stregato. Ho totalmente perso la cognizione del
tempo, non so più da quante ore sono seduta
d’avanti al computer come ipnotizzata dalle note che escono
dalle sue casse. Ascoltando la sua musica ho come la sensazione che lui
fosse qui con me e io non riesco ad allontanarmi da lui, stanotte
più che mai ho bisogno di non sentire la mia solitudine, ho
bisogno di lui per non sentire quel senso di assoluto abbandono. Non ho
ancora risposto alla sua mail, le parole troppo confuse nella mia testa
non riescono a prendere forma su questo foglio bianco virtuale che
fisso da non so nemmeno io quanto; le note della sua dolce musica sono
riuscite ad affievolire la mia rabbia ma non sono in grado di
cancellare la delusione che aleggia ormai nel mio cuore. Non voglio che
siano proprio le mie parole a ferirlo con la loro durezza e la loro
acidità, non voglio che ci allontanino creando insensati
muri tra noi o forse semplicemente non voglio essere sincera neanche
con lui questa volta perché la paura di perderlo
è così grande da paralizzare le mie dita e
tenermi bloccata su questa sedia.
Ed ecco che come accade puntualmente quando lascio la mia ragione
prendere il sopravvento che non riesco a non sentirmi una povera
stupida: in che situazione contorta e senza senso mi sono cacciata? Mi
lamento che le mie storie finiscano sempre uno schifo ma non penso mai
in che situazioni strambe finisco per ficcarmi ogni volta, piango
lacrime di coccodrillo quando lecco le mie ferite ma non penso mai a
come evitarle quelle ferite, scappo dalle situazioni normali, dalle
storie troppo piatte e banali ma finisco puntualmente per lamentarmi
perché voglio un po’ di normalità nella
mia vita.
L’icona di una nuova conversazione aperta lampeggia sulla
barra azzurra del mio desktop salvandomi dal trip mentale in cui ero
finita. Le mie labbra disegnano uno stupido sorriso sul mio viso: sei
tu…e sei qui! Non aspettavo altro, tutte le paranoie e la
rabbia sono scomparse di colpo alla comparsa del tuo nome e con il nodo
in gola apro la finestra con la tua conversazione.
Capitan Avena:Principessa ma sei ancora qui?
Principessa Favilla: Ehmm….si…
Capitan Avena:Sono le quattro del mattino, cosa ci
fai ancora al pc?
Se riuscissi ad essere un solo istante razionale troverei qualcosa di
sensato da rispondergli per non sembrare completamente patetica ai suoi
occhi ma quando parlo con lui dimentico totalmente il significato del
termine razionale e lascio che siano le mie emozioni a parlare per me.
Principessa Favilla: Aspettavo te…
Capitan Avena: Riesci sempre a
stupirmi…come fai?
Principessa Favilla: Non ho fatto nulla di
eccezionale…ho detto solo la verità…
Capitan Avena: Sapevi che avevo un bisogno disperato
di te stanotte?
Principessa Favilla:…forse egoisticamente
ne avevo semplicemente io di te…
Capitan Avena: è successo qualcosa
piccola?
Principessa Favilla: non parliamo sempre di
me…mi hai scritto che ti senti risucchiato dalla vita, che
stai rinunciando alla cosa che desideri di più al
mondo…perchè?
Capitan Avena: per amore…
Principessa Favilla: perché
“amare è volere l’altro libero, e non
sedurlo, e liberarlo dai suoi lacci se ne rimane prigioniero,
perché anche lui possa dire: ti amo, senza esservi spinto
dai suoi desideri non domati”….
Capitan Avena: hehehe vedo che ti sta piacendo il
libro che ti ho consigliato…lo vedi che alla fine
è come se fossimo davvero connessi io e te, legati da
qualcosa di tremendamente profondo…
Principessa Favilla: lo pensi ancora? Davvero?
Capitan Avena: perché non dovrei?
Principessa Favilla: per amore…
Capitan Avena:mmm…
Principessa Favilla: lascia stare sono una sciocca,
ignora le mie parole…
Capitan Avena: non potrei mai e lo
sai…anche io ho avuto una tremenda paura di perderti in
questi giorni, anche io ho pensato che la vita ti stesse allontanando
da me, che ci stesse portando su due isole troppo lontane ed ero in
preda al panico pensando che forse il mare che ci avrebbe separato
sarebbe stato troppo immenso affinché io riuscissi ad
attraversarlo per raggiungerti…
Principessa Favilla: logicamente hai beccato in
pieno i miei pensieri…
Capitan Avena: troppo uguali ai miei…ma
ricorda che tutto quello che abbiamo è troppo importante per
finire in questo modo…e spero di non sbagliarmi neanche
questa volta…
Principessa Favilla: non sbagli…non
riesco ad immaginare la mia vita senza te…
Capitan Avena: non faccio altro ad immaginare la mia
vita con te…
Principessa Favilla: hai deciso di farmi diventare
rosso peperone?
Capitan Avena: saresti semplicemente ancora
più bella…ne sono certo!
Principessa Favilla: ma se non mi hai mai visto,
potrei essere una befana…
Capitan Avena: non potresti mai esserlo…
Principessa Favilla: perché no?
Capitan Avena: non dimenticare che ho visto la tua
anima io…
Principessa Favilla: e con ciò?
Capitan Avena: una ragazza con un’anima
così bella non potrebbe mai essere orrenda…
Principessa Favilla: non sai che le ragazze belle
sono senz’anima?
Capitan Avena: non sai che chi è
innamorato guarda con gli occhi dell’amore?
Principessa Favilla: sei innamorato?
Capitan Avena: e tu?
Principessa Favilla: domanda complicata…
Capitan Avena: troppo…
Principessa Favilla: anche di
più…
Capitan Avena:
già…beh non dobbiamo mica rispondere per forza,
sai bene che spesso le parole sono dannatamente inutili…
Principessa Favilla: e questo è uno di
quei momenti…
Capitan Avena: il nostro rapporto è oltre
le parole, oltre il tempo, oltre le distanze…
Principessa Favilla: oltre il mondo che ci
è intorno?
Capitan Avena: il mio mondo non esiste se non ho te
con cui parlarne…
Principessa Favilla: sai sono ore che ascolto il
pezzo che mi hai mandato…
Capitan Avena: ti è piaciuto?
Principessa Favilla: è a dir poco
favoloso…adoro sentirti suonare…
Capitan Avena: ora sono io che arrossisco…
Principessa Favilla: diventando ancora
più bello :D imparo in fretta…
Capitan Avena: sei un fenomeno…
Principessa Favilla: ho un maestro
eccezionale…
Capitan Avena: comunque sono felice ti sia
piaciuta…
Principessa Favilla: credimi ho i brividi lungo la
pelle per le mille emozioni che riesce a trasmettermi ogni volta che lo
ascolto…
Capitan Avena: sono le mille emozioni che mi
trasmetti tu…
Principessa Favilla: sei adorabile…
Capitan Avena: no, è che adoro
te…
Principessa Favilla: e io adoro te!
Capitan Avena: grazie per avermi aspettato
così a lungo…è stato importantissimo
per me…
Principessa Favilla: non devi ringraziarmi, se non
ti sentivo impazzivo…
Capitan Avena:siamo due casi clinici
ormai…non possiamo fare a meno l’uno
dell’altra…
Principessa Favilla: non dobbiamo farne a
meno…
Capitan Avena:ora però meglio andare a
letto mia piccola stella…
Principessa Favilla: è quasi
l’alba…
Capitan Avena:domani non mi sveglierò, ne
sono certo…
Principessa Favilla: e avrai tanti casini per
questo, quindi vola a letto…
Capitan Avena:un dolce bacio della buona notte mia
dolce principessa…spero che i tuoi sogni possano essere
più sereni questa notte…
Principessa Favilla: ora posso andare a dormire
tranquilla…ed è solo merito tuo…notte
mio capitano…
Capitan Avena:ti voglio bene.
Principessa Favilla: io di più…
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
“Non dirmi che
dormivi…”
“Ok, non te lo dico…”
“Alicia è quasi ora di pranzo!”
“Non ho sentito la sveglia…”
“…o non l’hai programmata
proprio…”
“Può darsi, ahahahah!”
“Non c’è niente da
ridere…”
“Come sei pesante mamma mia. Non dirmi che è
andata male ieri…”
“Tra mezz’ora sono da te!”
“Ok, a dopo.”
Lascio cadere il telefonino di fianco a me sul letto, sto ancora
morendo di sonno, Nick è ormai diventato la mia sveglia con
le sue telefonate mattutine. Rassegnata guardo l’orologio:
questa volta Nick non ha esagerato, è veramente quasi
mezzogiorno; controvoglia mi alzo dal letto, il mio sguardo in
automatico ricade sul computer ma non ho tempo adesso. Sospiro
malinconica, questa volta Capitan Avena deve aspettare, la voce di Nick
a telefono non prometteva nulla di buono e nell’attesa del
suo arrivo voglio preparargli qualcosa di buono da mangiare, un buon
pranzetto è quel che serve per riuscire a fargli tornare
almeno un piccolo sorriso sul viso. Ancora in pigiama vado in cucina e
mi metto ai fornelli, non sono una cuoca provetto ma conosco bene i
gusti del mio amico e fortunatamente nella dispensa ho tutti gli
ingredienti giusti per preparare il suo piatto preferito. Stamattina il
tempo deve bastarmi; guardo per l’ennesima volta
l’orologio e corro in bagno per lavarmi e vestirmi giusto in
tempo per l’arrivo di Nick.
Riconoscerei tra mille il suo modo di citofonare, non ho neanche
bisogno di chiedere chi sia, apro direttamente il cancello e lo attendo
sull’uscio di casa.
“Buongiorno…”
Gli regalo il più dolce dei miei sorrisi,
l’espressione mesta del suo viso non mente:
c’è qualcosa che non va!
”Ti sei svegliata con la luna dritta stamattina?”
“C’è il sole stamattina, lo sai che mi
mette di buon umore..”
”Si, lo so che sei tutta strana!”
”Resti fuori la porta?”
Mi sposto per farlo entrare in casa, Nick gironzola prima un
po’ per la stanza per poi sedersi sul divano sotto il mio
sguardo stranito.
“Beh come è andata ieri?”
Mi siedo accanto a lui incrociando le gambe sul divano.
“Bene.”
Storpio la bocca arricciando il naso.
“E che aspetti a raccontarmi tutto?”
Sospira mestamente.
“Julie è pazza di me! Quando sono andato a
prenderla mi ha fatto aspettare un quarto d’ora prima di
scendere ma non mi sono lamentato…come mi avevi detto di
fare tu.”
”Bravissimo!”
La mia mano sfiora il suo viso per una leggera carezza e finalmente lo
vedo sorridere.
“Siamo stati a cena nel ristorante dove hai prenotato, poi a
fare una passeggiata in riva al mare e li gli ho detto tutto quello che
pensavo di lei…”
”E lei?”
Sembrerebbe di star ascoltando il racconto di uno di quei film
romantici e strappalacrime che mi piacciono tanto se solo ci mettesse
più enfasi nelle sue parole.
“Lei si è commossa, mi ha guardato negli occhi e
mi ha baciato…logicamente abbiamo concluso la serata a casa
sua!”
“Non ne avevo dubbi. Ma quindi come siete rimasti?”
Si passa una mano tra i capelli sorridendo.
“Abbiamo deciso di provarci…ehmm si, direi che
stiamo insieme!”
Quasi non finisco di farlo parlare che gli butto le braccia al collo
per un caloroso abbraccio, rido felice stampandogli un bacio sulla
guancia.
“Lo sapevo che non avrebbe potuto resistere ad un principe
azzurro come te.”
Nick abbozza un sorriso, nonostante tutto sul suo viso non sembra voler
scomparire quell’espressione malinconica. Resto a fissare
questo suo silenzio.
“Beh e cos’è sta faccia? Non sei
felice?”
“Certo che lo sono…”
Strofina nervoso le mani tra loro.
“…ma?”
“…ma devo dirti una cosa…”
Torno a sedermi composta e gli chiedo di continuare a parlare, mi sta
facendo preoccupare.
“Non è facile per me dirti questa cosa, ecco,
vedi…Julie è davvero una ragazza eccezionale ma
è tremendamente gelosa…”
”Conoscendo il soggetto come darle torto!”
”Grazie eh! Comunque la cosa la cosa che più la
manda in paranoia è il nostro legame…”
”Non ti seguo.”
“E’ gelosa dal rapporto che ho con te.”
Scoppio a ridere istericamente, non riesco a controllare la mia
reazione alle sue parole.
“Oddio ma è assurda questa
cosa…”
“Mi fa piacere che almeno tu riesca a riderci sopra, Julie
non la trova così assurda, come dici tu, questa cosa, dice
che passiamo troppo tempo insieme, che ci sentiamo troppo spesso a
telefono, che abbiamo un legame morboso…”
“Morboso?”
“Lei così l’ha definito, dice che non
è normale il nostro essere così legati
l’uno all’altra…”
“Sei il mio migliore amico è ovvio tutto quello
che dici. Ma cosa teme Julie?”
”Teme di essere sempre al secondo posto dopo di te nella mia
vita!”
“Ma lei è la tua ragazza, non
c’è termine di paragone con me!”
”Io lo so…ma lei no…e se voglio che le
cose tra noi funzionino…”
Resta in silenzio qualche istante che a me sembra eterno, deglutisce la
saliva e continua a parlare con sguardo assente.
“…dobbiamo allentare un po’ io e
te…”
Non dico una parola. Non faccio alcun gesto.
“…sai quanto ci tengo a te
ma…”
Prendo controllo di me e mi sforzo di sorridere.
“E’ giusto così Nick, Julie ha bisogno
di sapere di essere l’unica per te e la mia costante presenza
nella tua vita potrebbe incasinare la vostra storia e questo non
è giusto, non voglio crearti problemi!”
Nick afferra di scatto le mie mani cercando i miei occhi con i suoi.
“Dobbiamo solo allentare un poco non perderci. Io ti voglio
troppo bene!”
Mi stringe forte a se per un abbraccio da togliere il fiato, mi
accoccolo sul suo petto lasciandomi vincere dalla dolcezza della sua
stretta.
Il suono del suo telefonino interrompe questo momento di tenerezza tra
noi. Nick risponde allontanando il suo corpo dal mio.
“Certo Julie, dieci minuti e sono da te!”
Posa il telefono in tasca e quasi imbarazzato mi dice che deve andare.
“Pranzo con Julie, sa faccio tardi chi la
sente…”
“Allora è meglio che tu vada.”
“Ci si vede allora.”
“Certo.”
Sfiora appena la mia guancia con le labbra e va via lasciandomi sola.
Vado in cucina e butto tutto quello che avevo cucinato nel secchio
della spazzatura, ho lo stomaco chiuso e gli occhi gonfi di lacrime.
Perchè
la vita è così ingiusta con me?
________________________ANGOLO
AUTORE______________________________________________
anche
oggi sono stata generosa, postando ben 3 capitoli!
i personaggi iniziano a prendere forma,
svelano pian piano le loro debolezze,
si tessono storie, amicizie, legami,
se ne perdono altre!!!
Che ne pensate???
Gradirei avere una vostra opinione!
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
Capitan Avena: Buonasera mia
dolce principessa.
Principessa Favilla: Buonasera.
Capitan Avena: tutto bene?
Principessa Favilla: insomma.
Capitan Avena: cos’è questo
"insomma"?
Principessa Favilla: la mia vita…
Capitan Avena: giornata pesante?
Principessa Favilla: magari…
Capitan Avena: faccio fatica a seguirti stasera,
perché non mi dici che succede?
Principessa Favilla: Perché non ha
nemmeno senso parlarne…
Capitan Avena: Ha sempre senso parlarne.
Principessa Favilla: non ha senso nulla
ultimamente…ed è meglio che resti tutto nella mia
testa, che non ne parli…
Capitan Avena: sei proprio di umore nero stasera se
ragioni in questo modo, se non vuoi parlare neanche con me…
Principessa Favilla: dimmi che senso avrebbe
parlarne…
Capitan Avena: almeno non terresti tutto
dentro…
Principessa Favilla: dovrei parlare con
te…poi andrai via anche tu e io non saprò
più tenermi tutto dentro…come farò
poi?
Capitan Avena: io non andrò via, ma che
dici? Perchè dovrei?
Principessa Favilla: tutti vanno via da me, non so
perché succeda e mi sono rotta di chiedermelo, so solo che
per qualche fottuto motivo è così e io non ho
alcuna intenzione di aprirmi più con nessuno, di confidarmi
più con nessuno…di legarmi più a
nessuno…
Capitan Avena: nemmeno a me?
Principessa Favilla: Ho detto a nessuno!
Capitan Avena: pensavo di essere diverso dagli
altri…
Principessa Favilla: sbagliavi! Non lo
sei…nessuno è
diverso…nessuno…
Capitan Avena: tu sei diversa…
Principessa Favilla: ti sbagli, non lo sono!
Capitan Avena: tu sei speciale.
Principessa Favilla: BASTAAAAAAAAA!!
Basta…dovete finirla tutti con queste stupide cazzate, io
non sono speciale e non voglio esserlo…perché non
riesce a esservi chiaro? Non è difficile da capire che non
voglio essere diversa dagli altri e non voglio assolutamente sentirmi
ripetere che sono loro a non aver capito nulla di me, che non capiscano
quanto siano fortunati a conoscermi e ad avermi nella loro vita, che mi
allontanino perché si reputano inferiori a me o
perché sono semplicemente invidiosi della mia inutile vita
del cazzo, non voglio sentirmi dire queste stupide banalità
perché non ci credo più, sono
stanca…stanca di tutto…io non ce la faccio
più…
Capitan Avena: vorrei riuscire a farti sentire cosa
riesci a trasmettermi forse così ti renderesti conto di
quanto ti sbagli a parlare così, di quanto ti conosci poco e
ti sottovaluti molto e soprattutto di quanto tutti quelli che ti
definiscono speciale abbiamo ragione…
Principessa Favilla: Forse è meglio che
vada a dormire.
Capitan Avena: No, non andare…
Principessa Favilla: e perché mai?
Capitan Avena: io ho bisogno di te!
Principessa Favilla: non posso
aiutarti…non stasera…
Capitan Avena: non puoi abbandonarmi in questo
modo…
Principessa Favilla: …
Capitan Avena: e io so che non lo farai…
Principessa Favilla: non ci riesco, non riesco a
fregarmene delle tue parole…non riesco a voltarti le
spalle…
Capitan Avena: non riesci a farlo con nessuno,
è questa la tua forza…
Principessa Favilla: è questo il mio
peggior difetto…io ci sono per tutti, metto da parte la mia
vita e poi che mi resta? Nulla…
Capitan Avena: ti resta la persona che sei diventata
col tempo…una persona stupenda…
Principessa Favilla: una persona sola…
Capitan Avena: tu non sei sola…io ci sono
e ci sarò sempre…
Principessa Favilla: sei l’unico che mi
è rimasto…gli altri sono troppo impegnati a
vivere per curarsi di me…
Capitan Avena: e Nick? Cosa è successo
con lui? C’è sempre stato per te e in questi
giorni era diventato quasi un tormento…
Principessa Favilla: lui è…
Capitan Avena: cosa?
Principessa Favilla: …felice…
Capitan Avena: …
Principessa Favilla: ma per esserlo deve stare senza
di me…e io non posso che mettermi da parte…
Capitan Avena: ma che stronzo!!! Gli spaccherei la
faccia…
Principessa Favilla: nooo non parlare
così, lui ha diritto a essere felice, chi sono io per
negarglielo? non può farmi da balia per sempre…fa
tremendamente male per me restare in un angolino a guardare la sua vita
andare avanti senza di me, ma lui merita tutto quello che si sta
costruendo e in cuor mio sono felice se lui lo è…
Capitan Avena: poi vienimi a raccontare che non sei
speciale…
Principessa Favilla: che ho fatto di così
eclatante?
Capitan Avena: nulla…è il tuo
amore incondizionato che ti rende speciale…
Principessa Favilla: non so come tu ce
l’abbia fatto questa volta…
Capitan Avena: a fare cosa?
Principessa Favilla: a fermare le mie
lacrime…quasi sorrido…
Capitan Avena: allora forza, un ultimo
sforzo…non andrò a dormire se non ti
sentirò almeno un pochino più serena…
Principessa Favilla: hai fatto davvero tanto per me
stasera…probabilmente avrei passato la notte a piangere e
disperarmi, avrei voltato nuovamente le spalle al mondo…
Capitan Avena: ma non è questo il modo di
reagire al dolore!
Principessa Favilla: lo so…me lo hai
insegnato tu…
Capitan Avena: e tu sei un’allieva
modello…
Principessa Favilla: grazie signor
maestro…ora sono davvero distrutta, voglio solo che questa
giornata abbia fine…
Capitan Avena: ti lascio andare a letto allora
piccola mia…e ricorda che tu non sei sola…ti
voglio un bene infinito, vorrei essere li con te per asciugare le tue
lacrime e placare i tuoi singhiozzi…
Principessa Favilla: stanotte ti
immaginerò accanto a me…sarò meno
sola…
Capitan Avena: nei miei sogni sono li accanto a te
piccola.
Principessa Favilla:: notte mio dolce capitano.
Capitan Avena: notte mia dolce principessa.
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
Sposto il cuscino e mi accoccolo sul divano con
la mia tazzona di cioccolata calda ancora fumante, mi stringo nel mio
felpone di pile e accendo la tv pronta ad inebetirmi con filmetti da
liceale per un altro lungo pomeriggio. Avrei da studiare ma ormai ho
smesso di prendermi in giro da sola aprendo il libro per poi
richiuderlo poco dopo per la poca attenzione che riesco ad avere in
questi giorni, ho rimandato l’esame che stavo preparando al
prossimo semestre mettendo in attesa anche quest’altro
aspetto della mia vita. È un mese e mezzo ormai che sono in
stand-by e, nonostante la consapevolezza che così non si
può andare avanti, non riesco a reagire; l’unico
mio contatto con il mondo in questo periodo è stato Capitan
Avena, senza di lui sarebbe stato tutto ancora più difficile
di quanto non lo sia adesso.
Odio ammetterlo anche a me stessa ma Nick mi manca da morire,
è da quando ci siamo conosciuti che abbiamo condiviso tutto
delle nostre vite, nei momenti migliori, come in quelli peggiori, lui
è sempre stato presente, quando la mia storia con James
è andata a puttane è stato lui a raccogliere i
pezzi di ciò che era rimasto di me, è stato
l’unico a capire che i miei non erano gli sciocchi capricci
di una ragazzetta innamorata, che non riusciva ad accettare che la sua
storia fosse finita per sempre, ma i sintomi di una vera e propria
malattia, forse la peggiore, un nemico invisibile che ti distrugge
dall’interno. Eh già, proprio io che ho sempre
affrontato la vita col sorriso sulle labbra mi stavo lasciando
annientare dal male dell’anima: la depressione. Il ricordo di
quei giorni fa ancora troppo male, avevo iniziato a non mangiare
sperando di riuscire a diventare invisibile al mondo come lo ero agli
occhi di James, non riuscivo a dormire la notte perché ero
costantemente agitata e piena di fobie assurde. Mi ero chiusa nel
grigiume del mio mondo allontanandomi da tutto e tutti per vivere a
pieno il mio dolore aspettando il momento in cui tutto quel dolore
avrebbe avuto fine, aspettavo con ansia il giorno della mia morte
perché quello sarebbe stato il più lieto della
mia vita: avrebbe avuto fine tutto e nessuno se ne sarebbe reso conto.
Mi sentivo nessuno per il mondo e nessuno volevo diventare.
Non so che fine avrei fatto se non fosse stato per la presenza di Nick
nella mia vita, aveva reso vani tutti i miei tentativi di allontanare
anche lui da me, senza diventare invadente riusciva sempre a trovare la
scusa giusta per non lasciarmi mai da sola. Le aveva provate tutte per
tornare a farmi sorridere ma il freddo vuoto del mio sguardo era
l’unica risposta che ero in grado di offrirgli. Avevo bisogno
di aiuto ma non ero disposta ad accettarlo persa come ero nel nero
oblio dei miei pensieri contorti e cupi. Ricordo ancora con tristezza
la rassegnazione delle parole di Nick nell’ammettere di non
essere in grado di fare nulla più per me. Eravamo in auto,
come spesso accadeva in quel periodo era passato a prendermi per
portarmi fuori dal mondo in cui mi ero rinchiusa, con le mani sul
volante e la testa fissa sulla strada aveva iniziato a parlarmi con
voce sommessa.
“Non riesco più a vederti in questo stato, le ho
provate tutte ma il tuo sguardo è sempre spento, sei con me
ma è come se tu fossi sempre assente, persa in
chissà quali assurdi pensieri, la tua voglia di vivere
è ormai inesistente, non sorridi più, non parli
più neanche con me…Alicia perché non
vuoi lasciarti dare una mano? Perché non mi aiuti a portarti
via da tutto questo dolore che senti?”
Senza spostare lo sguardo dalla strada gli avevo spiegato che la cosa
migliore che poteva fare era lasciarmi perdere.
“Nick perché ti ostini a perdere il tuo tempo
dietro a me?”
Con una brusca manovra aveva fermato la macchina sul ciglio della
strada, le sue mani avevano afferrato le mie braccia e aveva iniziato a
scuotermi con veemenza, nei suoi occhi riuscivo a leggere la
disperazione che provava in quel momento.
“Perché io ti voglio bene, perché non
vuoi capirlo? Perché ti ostini a non vedere che non sei
sola? Non sono James, lo so…ma senza di te non potrei
vivere, sei troppo importante per me…ti prego lasciati
aiutare.”
Mi aveva stretto forte a se mentre mi lasciavo andare ad un pianto
convulsivo e liberatorio, ancora abbracciato a me mi aveva chiesto di
andare da uno specialista che aveva curato anche sua madre ad uscire
dal tunnel in cui ero finita, la dolcezza dei suoi gesti aveva vinto le
mie barriere e, accondiscendente come una bimba, avevo accettato la sua
proposta, avevo accettato l’idea di avere un problema serio e
di non potercela fare da sola, non questa volta che sola non ero. Nick
mi è stato vicino per tutta la durata della terapia e grazie
alla sua presenza sono riuscita pian piano a ritrovare il sorriso
perduto.
Il suono del citofono interrompe questo angosciante viaggio nel tempo,
poggio la tazza sul tavolino di fronte a me e mi avvio a rispondere.
“Chi è?”
“Sono Meredith.”
Resto titubante qualche istante prima di dire alla mia amica di salire,
mi guardo intorno perplessa: ne io ne la mia casa siamo presentabili in
questo momento ma non potevo di certo lasciarla giù. Apro la
porta impostando un sorriso falso sul mio viso e mi ritrovo la mia
amica bionda fasciata in un mini abito azzurro che tutta sorridente mi
saluta amorevolmente.
“A che devo questa visita?”
Non riesco a ricambiare questa sua dimostrazione d’affetto
gratuita, conosco bene la gente che frequento e diffido totalmente
dalla sincerità dei loro gesti. Mentre si mette comoda sul
divano senza evitare di guardare sdegnata l’ambiente che la
circonda mi risponde con voce mielosa.
“E’ un po’ che non ti si vede in giro e
volevo sapere come stavi. Tutto qui..”
“Tutto qui…”
Sorride felice a me che mi limito a farle il verso.
“Hey ma ti sei inacidita, si può sapere che
hai?”
Mi sforzo di sorridere e mi mantengo sul vago, non mi va di raccontarle
sul serio come va la mia vita in questo periodo ne tanto meno ho voglia
di rispondere alle sue domande invadenti.
“Semplicemente una brutta giornata, gradisci una tazza di
caffè?”
Prende le mie mani allegramente e sempre senza dimenticarsi di
sorridere mi illumina su quella che definisce essere la soluzione al
mio malumore.
“Hai bisogno di prendere aria, ti stai ammuffendo
Alicia…dove è la tua
solarità?”
Già, vorrei sapere anche io che fine abbia fatto. Mi perdo
per un istante nei miei pensieri, forse Meredith non ha tutti i torti,
forse dovrei davvero ricominciare a vivere e forse uscire non potrebbe
farmi che bene. Sorrido accondiscendente.
“Sentiamo cosa hai in mente, perché so che se sei
venuta fin qui, hai già qualcosa da propormi.”
Soddisfatta Meredith mi fissa per qualche istante prima di ricominciare
a parlare.
“Esattamente, sono venuta a proporti un uscita.”
“Un’uscita?”
“Stasera mi vedo con Simon e lui porterà un suo
amico, Adam…e io porterò te…perfetto
direi!”
Sospiro rumorosamente.
“Ah ecco ti serviva la babysitter per questo Adam.”
Stringe forte le mie mani come una sciocca quindicenne.
“E daiii non parlare così, non avrei pensato a
te…”
”…se non avessero rifiutato tutte.”
Mi guarda in cagnesco cercando di mantenere pacato il tono della sua
voce.
“…se non sapessi che ne vale la pena, credimi:
Adam è un figo da paura.”
I suoi occhi speranzosi sono fissi su di me, ho già preso la
mia decisione ma mi diverto a gustarmi l’espressione che
l’attesa disegna sul volto della mia amica.
“E va bene…ma se è un cesso me la
paghi.”
“Non te ne pentirai. Ora devo scappare
però.”
Mi stampa un bacio sulla guancia e si avvia con passo veloce alla
porta, la apre e prima di uscire volge nuovamente lo sguardo verso di
me.
“Passiamo a prenderti alle nove e mezza, mi raccomando fai
uscire nuovamente la donna che è in
te….sapientemente nascosta al momento.”
Mi manda un bacio con la mano e va via lasciandomi con un mezzo sorriso
sul viso.
Guardo l’orologio: devo proprio darmi una mossa per rendermi
presentabile stasera.
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
Principessa Favilla: Hey ma
sei qui…
Capitan Avena: Certo. E non vedevo l’ora
di collegarmi per sentirti stasera…mi sei mancata tanto,
come al solito o forse sempre di più…
Principessa Favilla: anche tu mi sei mancato tanto
oggi…purtroppo però posso stare poco e niente in
chat…
Capitan Avena: come mai? È successo
qualcosa?
Principessa Favilla: ma noo, tranquillo!
È solo che tra un po’ devo uscire…
Capitan Avena: esci? E con chi? Dove andrai?
Principessa Favilla: hey quante domande…
Capitan Avena: beh è tanto che non
esci…e poi lo sai che mi preoccupo per te…
Principessa Favilla: certo che lo so. Comunque esco
con Meredith, una mia amica…ehmm se così la si
può definire…
Capitan Avena: una delle tipe con cui uscivi prima
insomma!
Principessa Favilla: esatto…alla fine
deve uscire con un ragazzo che porterà un amico e quindi ha
pensato di chiamare anche me…
Capitan Avena: ti ha organizzato l’uscita
in definitiva…ti ha trovato il ragazzo con cui passare la
serata…bene…
Principessa Favilla: ma no, alla fine per me
è solo un modo per uscire da questo posto…finirei
per impazzire altrimenti…
Capitan Avena: certo…poi magari la serata
prende una piega buona e…bingo!!
Principessa Favilla: ma che dici? Stasera sei
strano! Non sono quel genere di persona e, se lo fossi, forse non devo
spiegazioni a te…
Capitan Avena: già…in fondo io
resto un nessuno per te…
Principessa Favilla: sai che non è
così, solo che ho bisogno di uscire,di sentirmi
viva…credevo che almeno tu potessi capire davvero come mi
sento…
Capitan Avena: ma io ti capisco…ed
è per questo che parlo in questo modo, perché ti
conosco e so che non scenderesti mai a compromessi!
Principessa Favilla: scusami per quello che ho
detto, come al solito vedo il marcio in tutto ciò che mi
circonda.
Capitan Avena: no, scusami tu, non dovevo,
è solo che non vorrei qualcuno approfittasse della tua
debolezza…non voglio vederti star male…
Principessa Favilla: non voglio stare più
male!
Capitan Avena: facciamo una cosa: dimentica quello
che ho scritto, pensa solo a passare una bella
serata…promesso?
Principessa Favilla: ….
Capitan Avena: Principessa…promettimelo!
Principessa Favilla: è che non voglio
deluderti…
Capitan Avena: non mi deluderai mai…ora
prometti…
Principessa Favilla: ci
proverò…
Capitan Avena: ti conosco e mi sento tremendamente
in colpa per quello che ti ho detto, non lasciarti rovinare la serata
da me…
Principessa Favilla: sei solo protettivo…
Capitan Avena: o semplicemente geloso…
Principessa Favilla: geloso?
Capitan Avena: piccola non sai quanto pagherei per
essere li con te
stasera, egoisticamente forse è questo che mi mette sulla
difensiva…
Principessa Favilla: vorrei che ad aspettarmi stasera ci
fossi tu…
Capitan Avena: purtroppo è la vita a
scegliere per noi e tu non devi lasciarti condizionare da me…
Principessa Favilla: e se mi lasciassi condizionare
da me stessa?
Capitan Avena: potresti non trovarmi
più…
Principessa Favilla:???
Capitan Avena: non posso rovinarti la vita in questo
modo, non me lo perdonerei mai…
Principessa Favilla: allora prometto…ma
non giocarmi brutti scherzi..
Capitan Avena: brava piccola mia…e
tranquilla io sarò qui…
Principessa Favilla: ora è meglio che
vada…non voglio fare tardi. Ti adoro mio capitano.
Capitan Avena: anche io mia dolce principessa.
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 ***
“Se solo questo ciuffo si decidesse a
stare fermo…”
Borbotto da sola di fronte alla mia immagine riflessa allo specchio,
ritornare donna non è stata un’impresa facile,
considerando la sciattezza a cui mi ero abbandonata in questo periodo,
direi che il risultato è davvero soddisfacente. Sistemo
l’ultima mollettina riuscendo così a domare i miei
ricci ribelli, do un ultimo colpo di gloss e torno a rimirarmi allo
specchio per essere sicura di essere davvero pronta. Poco dopo essere
andata via Meredith mi ha telefonato per raccomandarsi del mio look per
stasera, devo averle fatto veramente una pessima impressione e deve
tenerci davvero tanto a questa serata da come ne ha parlato per buona
un’ora entusiasta a telefono. Mi ha detto che ceneremo in uno
dei più esclusivi ristoranti di Orlando, quindi il nero
è d’obbligo, escluso il suo consiglio di indossare
una mini da capogiro, ho optato per un paio di pantaloni dal taglio
classico e un toppino con una generosa scollatura, decoltè
nere dal tacco vertiginoso, manicotti per un tocco più
aggressivo e, per non perdere del tutto il mio stile, giacca aderente
che evidenzia la scollatura e accessori molto minimal chic. Sorrido
alla mia immagine: so ancora come essere piacente; spero solo che la
mia minuzia nel prepararmi sia ben ripagata e che questo Adam sia
almeno la metà di quello che ha raccontato Meredith a
telefono.
Il suono del citofono mi avvisa del loro arrivo, un’ultima
occhiata allo specchio: sono pronta per tornare alla vita!
“Meredith scendo.”
Chiudo la porta alle mie spalle e con il cuore il gola raggiungo la mia
amica in strada, ad attendermi un costosissimo mercedes nero dal quale
leggiadra si muove la mano di Meredith per attirare la mia attenzione,
le sorrido facendole un piccolo cenno con la mano e avvicinandomi a
lei.
“Buonasera signorina.”
Volgo lo sguardo verso la voce calda che mi ha fatto vacillare, i miei
occhi restano folgorati dallo sguardo penetrante del bellissimo ragazzo
che con gentilezza sta aprendo la portiera della macchina per farmi
entrare.
“Buonasera.”
La mia voce come un sussurro arriva flebile alle sue orecchie lasciando
un casto sorriso sul suo viso.
“Io sono Adam.”
La sua mano cerca la mia per una stretta decisa.
“Alicia…”
”Incantato! Credevo che Meredith avesse esagerato nel
parlarmi di te, sei ancora più bella di quanto ti avesse
descritto:”
Abbasso lo sguardo imbarazzata.
“Grazie, troppo gentile.”
“Hey voi due, salite in macchina o passiamo la serata qui
fuori?”
La voce squittente di Meredith interrompe i nostri convenevoli, ancora
sorridendo salgo in macchina prendendo posto accanto alla mia amica che
maliziosa bisbiglia al mio orecchio.
“Beh, che ti avevo detto? Ne valeva la pena, vero?”
Annuisco soddisfatta sfiorando con lo sguardo il profilo del ragazzo
che si è seduto sul sedile anteriore, accanto a Simon.
Questa volta ho fatto davvero bene a fidarmi della mia amica, Adam
è davvero stupendo: penetranti occhi color nocciola, labbra
morbide decisamente invitanti, capelli castani leggermente ribelli,
fisico asciutto non palestrato e un sorriso di una dolcezza disarmante.
In auto i discorsi sfiorano il banale, gli occhi di Adam di tanto in
tanto cercano i miei facendomi sorridere timidamente imbarazzata. Simon
parcheggia l’auto poco distante l’entrata del
ristorante , i nostri accompagnatori come perfetti gentiluomini ci
aiutano a scendere dall’auto aprendo le nostre portiere,
Meredith e Simon si incamminano dinanzi a noi lasciandoci soli, Adam mi
sorride con tenerezza porgendomi il suo braccio.
“Posso farle da cavaliere questa sera, madame?”
“Ne sarei onorata, messere.”
“Ahahahah spero che non debba continuare a rivolgermi a te
con questi toni per tutta la serata.”
“Ma mi auguro proprio di no, penso che non riuscirei a
reggerti a lungo e sarei costretta a fingere un malore per poter andare
via e mettermi in salvo.”
”E io finirei per darmi dell’idiota in eterno per
averti lasciato scappare via!”
“Addirittura in eterno?”
Mi fissa pensieroso per un istante.
“E io che pensavo di essermi tenuto troppo basso per una
principessina come te, sarai abituata a complimenti anche
migliori…”
“Ma va!”
Ci guardiamo negli occhi per un istante prima di scoppiare a ridere
complici attirando l’attenzione di Meredith che ci osserva
compiaciuta. Ancora ridendo ci avviciniamo a lei e Simon per entrare al
ristorante e sederci al tavolo riservato per noi.
“Il miglior tavolo del locale ovviamente.”
Come ha tenuto a precisare Simon tutto impettito. Da perfetti cavalieri
Adam e Simon accompagnano le nostre sedie per farci accomodare per poi
prendere posto a loro volta, Simon osserva con attenzione la carta dei
vini mentre Adam ne imita ironicamente i movimenti per strappare
l’ennesima risata divertita a me e la mia amica.
“Alicia a quanto pare hai fatto colpo - senza alzare lo
sguardo dal menù Simon, essendosi accorto del piccolo show
dell’amico, interviene prontamente - Adam sta dando
il meglio si se!”
Adam incassa il colpo sorridendo, sfiora appena la mia mano poggiata
sul tavolo e risponde a tono.
“Una ragazza del genere non poteva di certo lasciarmi
indifferente, sarei stato un vero stolto a non restarne
incantato.”
Sorrido imbarazzata abbassando leggermente lo sguardo senza dire una
parola, sono sempre troppo impacciata quando mi si mette al centro
dell’attenzione proprio come in questo momento. Adam deve
essersene accorto, si avvicina al mio orecchio per bisbigliarmi
delicatamente:
“Sei diventata tutta rossa in viso.”
“Sono questi i momenti che vorrei sprofondare.”
“Ma no, che sei ancora più carina
così!”
“Certo, attraente come un peperone in gonnella!”
“Direi più un peperone in pantaloni.”
“Ahahahah, oddio questa era davvero pessima.”
“Ma che dici, peperone. Posso fare molto peggio.”
“Andiamo proprio bene allora…”
Come due liceali al loro primo appuntamento, io e Adam ci ritroviamo a
stuzzicarci complici estraniandoci dal mondo che ci circonda.
“Perché non vi unite a noi?”
La voce di Meredith ci distoglie dal nostro gioco, io e Adam restiamo
in silenzio per tornare ad essere parte del mondo fuori di noi, il mio
sguardo veloce passa da Meredith ai suoi interlocutori: non posso
crederci. Resto imbambolata come una scema in attesa di non nemmeno io
cosa. Nuovamente è la voce della mia amica a incombere
violentemente nei miei pensieri.
“Finalmente vi siete accorti che non siete soli al
mondo!”
“Ti stai inacidendo bellezza mia.”
Adam non perde occasione per divertirsi a canzonare Meredith che decide
di ignorare la sua provocazione.
“Visto chi c’è?”
Annuisco come incantata, osservo i loro movimenti in silenzio, ascolto
le loro parole cercando di non perdermi ancora una volta nei miei
pensieri. I suoi occhi si bloccano nei miei, nessuno dei due sembra
riuscire a trovare qualcosa da dire, anche le parole più
ovvie in questo momento sembrano essere diventate troppo difficile per
essere pronunciate da uno di noi. Non so spiegarmi il turbinio di
emozioni che sento dentro, rivederlo dopo così tanto tempo
ha riaperto una ferita già sanguinante, una ferita che mi
illudevo si stesse rimarginando almeno un pochino. Mi sforzo di
sorridere e di riprendere il controllo di me stessa, ma non credevo
potesse essere così complicato riuscirci.
“Non so se…”
Nick stringe più forte a se Julie mugugnando qualcosa che
Meredith prontamente gli fa morire in gola.
“Ci farebbe davvero piacere, vero Alicia?”
Si volta verso di me guardandomi in cagnesco, facendomi capire senza
troppi convenevoli quanto stia diventando imbarazzante il mio silenzio.
Non puoi
nemmeno immaginare quanto ti sto odiano in questo momento, mia cara
Meredith…ma hai tremendamente ragione: devo dire qualcosa.
Falsa come giuda prendo parte anche io alla scena.
“Ma certo, Meredith ha assolutamente ragione, sedetevi con
noi, saremmo felici di passare una serata tutti insieme come i vecchi
tempi.”
Non so se sono andata troppo oltre con le mie parole e con la mia
ipocrita gentilezza, Julie mi fulmina con lo sguardo per poi voltarsi
con occhi da cerbiatta verso Nick.
“Dai amore, mi farebbe piacere passare una serata con
Meredith e i suoi due amici…”
Brutta cagna in calore, ti staccherei la testa a morsi. Sorridi Alicia,
sorridi.
“…è da molto che non succede, che ne
dici amorino zuccheroso?”
Amorino zuccheroso, mi sta salendo il diabete e un’assurda
voglia di scoppiarle a ridere in faccia. Nick le sfiora il viso con
dolcezza, basta questo suo gesto a far svanire tutti i miei pensieri
omicidi, nei suoi gesti si nota chiaramente quello che prova per questa
rimbambita e questo mi basta per sopportare anche la sua presenza al
mio tavolo, in fondo quel che voglio è che lui sia felice.
“Ogni tuo desiderio è un ordine per me
piccola.”
Le sfiora le labbra con delicatezza per poi richiamare
l’attenzione del primo cameriere di passaggio e far
aggiungere i due coperti mancanti al nostro tavolo. Meredith felice
come una pasqua di passare questa serata con la dolce e cara Julie da
via al rito delle presentazioni.
“Lui è
Simon…Nick…Julie…non so se vi
ricordate che vi ho già presentato
tempo…è molto che non ci vedete
insieme…”
Simon ammicca seducente allungando la mano verso Nick e poi verso
Julie.
“Certo che mi ricordo di lei, non potrei mai dimenticare una
ragazza come lei…”
Julie sorride fintamente imbarazzata.
“Mi lusinghi, sei gentilissimo!”
“Lui è Adam, un amico di Simon.”
Meredith continua con le sue presentazioni, la mano di Nick si stringe
forte a quella di Adam, i due si fissano con fare poco cordiale per
qualche istante.
“Il mio nome dovreste ricordarlo!”
“Sempre di una simpatia più unica che rara
tu!”
Julie con un ghigno risponde alle mie parole prendendo posto accanto a
Simon, seguita da Nick che si siede tra me e lei. Adam si avvicina al
mio orecchio per sussurrarmi ridendo:
“Ma da dove sono usciti questi due? Penso proprio che questa
cena sarà molto divertente!”
Sospiro in silenzio: penso proprio che questa cena sarà
molto lunga!
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 ***
“Ti va di accompagnarmi fuori a
fumare?”
Annuisco sorridendo, afferro al volo l’occasione di una pausa
da tutto questo offertami da Adam. Quella che sembrava essere una
serata quasi perfetta fino all’arrivo di Nick e Julie, si sta
trasformando in una vera e propria tortura per il mio sistema nervoso.
Non siamo neanche a metà cena e io sono già
decisamente stanca di incassare, col sorriso sulle labbra,
le frecciatine maligne di Julie, di mostrarmi serena allo
sguardo di Nick, di essere partecipe ai discorsi vuoti di Meredith e di
ridere alle battute stupide di Simon. Avevo bisogno di una boccata
d’aria perché davvero ero quasi giunta al punto
limite, per giunta, per aiutarmi a sopportare questa ridicola commedia,
ho mandato giù qualche bicchiere di troppo e la mia testa
sta iniziando ad accusare il colpo. Adam si accende la sigaretta che ha
tra le labbra aspirando ampiamente, posa il suo sguardo su di me prima
di iniziare a parlare con un sorriso sarcastico disegnato sul viso.
“Bella cenetta, vero?”
“La definirei: bella da paura!”
Mi avvicino alla balaustra lasciando perdere il mio sguardo nel buio
della notte.
“Simpatica quella Julie.”
“Mhmh…”
“Eppure mi sono sbagliato su di te…”
Lo scruto interrogativa arricciando il naso.
“Ah si?”
“Si! Pensavo fossi una tipa tosta, una che si sa far
rispettare e che, con due parole e il sorriso sulle labbra, avrebbe
facilmente zittito un’ochetta come
quella…evidentemente mi sono sbagliato alla
grande.”
Sorrido mestamente alle sue parole.
“Normalmente funziona proprio così
invece…”
La sua voce assume un tono di sfida:
“E perché stasera le permetti di trattarti in
questo modo?”
Inizia a muoversi buffamente mimando satiricamente le movenze di Julie
e imitandone la stridula voce e le assurde espressioni facciali.
“Oh avevo dimenticato che c’eri anche tu Alicia,
è che ti mimetizzi così bene…carini
questi manicotti, volevi darti al sadomaso?...Nick, amore, cucciolo,
topolino, fatino, attento alla camicia Alicia potrebbe sporcartela con
il sugo, è così maldestra…Oh Adam
stasera ti ha detto male, sono certa che troverai qualcosa di
meglio…”
“Oddio sei uguale a lei. Dieci e lode per
l’interpretazione.”
“Continuo o ho reso bene l’idea?”
“L’hai resa benissimo. In una situazione diversa
l’avrei distrutta quella cretina, non credere che mi sia
facile incassare in silenzio e frenare l’impulso di spaccarle
la faccia, ma…”
“…è la ragazza del tipo
biondo…”
“Esatto!”
“Vediamo se indovino: lui è il tuo ex
ragazzo…una storia non finita troppo bene, in
realtà nessuno dei due sa davvero perché sia
finita e lei è la sua nuova fiamma da non molto
tempo…”
Rido divertita a queste sue affermazioni.
“Hai mai pensato di diventare regista? Ahahahahah sei stato
fantastico.”
“Studio recitazione, ma è un’altra
storia. Vorresti dirmi che mi sbaglio?”
“Alla grandissima!”
Si porta una mano sul viso con fare tragi-comico.
“Nooooo. Eppure gli indizi portavano tutti a questa
deduzione, era la più logica.”
“Anche detective, sei pieno di risorse. Avevi anche i tuoi
indizi...”
“Certo. E se vuoi te li illustro: che ne dici di partire
dallo sguardo da pazzo omicida di Nick non appena provo ad avvicinarmi
a te?”
“Dico che lo hai sognato!”
“E lo sguardo da iena di Julie se solo provi a parlare con
Nick?”
“Lei mi odia a priori, è un discorso a
parte.”
“E la tua gentilezza forzata?”
“Sei completamente fuoristrada, è solo che non mi
va di darle adito di prendersi la ragione ecco tutto.”
Adam getta la sigaretta ormai finita e si avvicina a me, la sua mano si
poggia delicatamente sul mio viso, i miei occhi calamitati dai suoi, la
sua voce si fa roca e penetrante.
“Quindi non succede nulla se faccio questo?”
Lentamente le sue labbra si posano morbide sulle mie sfiorandole
delicatamente, socchiudo gli occhi per gustarmi questo inaspettato
contatto e le emozioni che è riuscito a scatenare dentro me.
“Avresti da accendere?”
Adam si allontana da me, entrambi ci voltiamo nella direzione da cui ci
è giunta la voce.
“Scusate, forse ho interrotto qualcosa…”
Con lo sguardo colpevole Nick porta una mano dietro la testa, si vede
lontano un miglio quanto sia falso il sorriso sul suo viso. Adam sfiora
la mia guancia con un tenero bacio sussurrandomi appena:
“Che ti dicevo io?”
Guarda Nick avvicinandosi all’entrata e con tono pacato gli
dice:
“Tranquillo, stavo giusto entrando!”
Faccio per entrare anche io ma la mano di Nick afferra con decisione il
mio braccio fermandomi di scatto.
“Non resti a farmi compagnia?”
La sua voce è quasi implorante, i miei occhi gelidi cercano
i suoi. Sorride forse imbarazzato senza lasciare il mio braccio.
“Preferisco tornare dentro.”
Mi libero dalla sua stretta e voltandogli le spalle entro nel locale,
lo sento bisbigliare il mio nome ma non mi
volto…semplicemente perché è giusto
che sia così.
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 ***
Nuovo messaggio di posta:
“Non dovevo lasciarti andare via stasera…dove sei
piccola mia?
È notte fonda ormai, sono ore che ti aspetto al pc, che fine
hai fatto?
Mi sto iniziando a preoccupare seriamente, forse sono solo paranoico,
probabilmente stanca e felice starai riposando tra le braccia di Morfeo
che, dolcemente, sta accompagnando, con la sua ninna nanna, i tuoi
sogni più belli mentre io, come uno stupido, ti sto
aspettando d’avanti ad un computer con il cuore in gola
perché sono ore che non ho tue notizie…
Ti sembro un pazzo vero?
Forse lo sono, ma ero certo che mi avresti scritto come sempre prima di
poggiare la testa sul cuscino, che, anche se stanca morta, non saresti
riuscita a dormire serenamente senza avermi detto, anche solo
frettolosamente, come è andata questa tua serata…
Il non sapere cosa stai facendo mi manda in crisi…forse
egoisticamente mi sento solo messo da parte o semplicemente sono
sopraffatto dalla concreta paura che la vita vera possa risucchiarti
via…già…proprio io che non faccio che
ripeterti quanto sia speciale e unico il nostro rapporto stasera sento
vacillare le mie certezze.
Vorrei averti supplicato di restare a casa stasera…ma con
che diritto poi?
Forse te lo starai chiedendo anche tu…ti sembrerò
patetico e scontato…ma mi manchi da morire e ho una voglia
esasperante oramai di essere li vicino a te…vorrei che fosse
tutto così diverso tra me e te…tutto
così uguale a ciò che abbiamo qui…
Sono ormai le cinque e mezza…resterei tutta la notte sveglio
ad attendere un tuo segnale ma ormai sono rassegnato…non
succederà…meglio che vada…
Scrivimi appena leggi la mia mail…ti voglio bene piccola
stella mia.”
Mi sento davvero una stronza nei suoi confronti, leggere le parole
della sua mail ha riempito di tristezza il mio cuore. Sono stata
superficiale ed egoista nelle mie azioni ma ieri avevo realmente
bisogno di staccare la spina da me stessa prima di tutto dopo quella
cena assurda. Dopo la mia risposta acida a Nick sono rientrata nel
locale e, con mio dispiacere, ho dovuto constatare che, per quanto
fosse possibile, il clima era addirittura peggiorato, avevo passato
solo pochi minuti da sola con Nick ma probabilmente erano stati troppi
per Julie che aveva già iniziato la sua scena madre con
Meredith, logicamente prontissima ad assecondarla nel suo delirio. Mi
sono seduta al mio posto sfiorando la mano di Adam con la mia,
dolcemente lui mi ha sorriso sghignazzando qualche sciocca frase
sarcastica sull’espressione da faina di Julie sotto lo
sguardo di disappunto di Meredith che non faceva altro che muovere la
testa facendomi segno che non era corretto il mio comportamento.
Ma cosa credevano fosse
successo con Nick?
I loro sguardi accusatori su di me mi stavano facendo impazzire, mi
incolpavano di qualcosa di tremendamente surreale, come non riuscivano
a rendersene conto? Tornato Nick al tavolo gli sguardi contrariati si
erano rivolti verso di lui, l’espressione nervosa del suo
viso aveva lasciato chiaramente intuire che la soluzione migliore per
evitare scenate da film trash di terzo ordine e peggiorare
ulteriormente la situazione sarebbe stata quella di smorzare i toni tra
noi…e così è stato. Da quel momento la
nostra cena si è trasformata nella sagra
dell’ipocrisia e dei sorrisi fasulli rendendo il tutto ancora
più pesante da reggere. Meno male che almeno il vino era
ottimo.
Finita la cena, Adam mi ha chiesto di andare a fare una passeggiata per
poi tornare a casa a piedi insieme, in fondo casa mia non distava che
pochi isolati dal ristorante, come potevo rifiutare il suo invito?
Abbiamo chiacchierato per ore seduti al tavolino di un bar in cui ci
eravamo fermati per strada non avendo alcuna voglia di tornare subito a
casa, tra un cocktail e l’altro ci siamo ritrovati a
raccontarci come amici di vecchia data, scoprendoci più
simili di quanto a primo impatto avessimo potuto immaginare, con la sua
pungente ironia e la sua voglia di vivere contagiosa è
riuscito a farmi dimenticare la brutta serata trascorsa, ha cancellato
dalla mia mente l’espressione severa di Nick al vederci
allontanare insieme, lo sguardo di superiorità di Julie e le
stupide battute di Simon e Meredith, è riuscito a far
tornare il sorriso sul mio viso e farmi ridere di gusto come non
accadeva ormai da troppo tempo. Insieme abbiamo atteso le prime luci
dell’alba prima di salutarci con un tenero bacio.
Mi sono presa semplicemente una pausa dalla mia vita triste e piatta,
non credevo questo potesse far stare in pena l’unica persona
che mi è stato realmente vicino come nessun altro prima
d’ora, l’unico che tiene a me al di la di tutto
ciò che ci circonda. Fisso il foglio bianco sul mio
computer: perché è così difficile
trovare la parole da usare? Ho scritto e cancellato completamente il
testo per almeno una ventina di volte, ogni cosa che metto
giù sembra essere così banale e scontata. Ancora
una volta mi ritrovo a destreggiarmi in una situazione al limite del
paradossale, razionalmente trovo assurde queste scusa che mi sto
sforzando di scrivere ma emotivamente mi sembrano la risposta
più ovvia alle sue parole di delusione. Mi sento incartata,
più penso a cosa sia più giusto scrivere e
più sento di stare sbagliando e avverto il vuoto farsi
lentamente largo nella mia testa confusa. La guerra mente-cuore non
è mai stata il mio forte; cancello per l’ennesima
volta le parole che avevo scritto, fisso lo schermo per qualche istante
e sospiro rassegnata: deve essere il mio cuore a parlare per me.
Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Sono ore che come una cretina cerco qualcosa di sensato da
scriverti, ore che rileggo le tue parole provando a convincermi che non
è vero che ti ho deluso…ma so che questa volta
è stato davvero così…potrei stare qui
a darti mille spiegazioni plausibili per la mia scomparsa di
ieri… forse dovrei…ma non lo
farò…
Mio dolce Capitano….avevo voglia di vivere…puoi
biasimarmi per questo?
Adoro passare il tempo a chiacchierare con te, Dio solo sa come non
riuscirei più a vivere senza la tua presenza nella mia vita
e non voglio neanche annoiarti ripetendoti quanto sei importante per me,
ma rischiavo di impazzire chiusa tra queste quattro mura…non
mi sto giustificando ne tanto meno penso che tu abbia sbagliato a
scrivermi quelle cose, è solo che sto da cani a saperti in
pena per me mentre io ero li fuori a provare a vivere come una normale
ragazza della mia età…
La mia vita non altererà mai il nostro legame, tu per me sei
e resterai sempre “quel qualcosa in più che non
riesco a trovare nel mondo”…resterai sempre il mio
Capitan Avena e io sarò sempre la tua Principessa Favilla,
qualsiasi cosa accada…nessuno potrà mai
separarci.
Spero di riuscire a parlarti stasera. Non ti voglio bene….ma
di più.
La tua Principessa Favilla.”
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Capitolo 25 *** Capitolo 25 ***
Principessa Favilla:Mio dolce
capitano…
Capitan Avena: Principessina…
Principessa Favilla: sei ancora arrabbiato con me?
Capitan Avena: non lo sono mai stato sciocchina, ero
solo preoccupato non avendo ricevuto notizie del tuo ritorno a casa.
Forse ho esagerato, sarò stato paranoico, ma se ne se
sentono così tante in giro che subito ho pensato ti potesse
essere successo qualcosa…
Principessa Favilla:: oddio, parli come mio padre.
Capitan Avena: solo perché mi preoccupo
per te?
Principessa Favilla: non tergiversare le mie parole,
era semplicemente ironica la mia frase…
Capitan Avena: scusami…sono io a essere
un po’ nervoso oggi…
Principessa Favilla: tranquillo. Sei fortunato: con
te la mia pazienza è illimitata, piuttosto come mai sei
così nervoso? Successo qualcosa?
Capitan Avena: mah…niente
tranquilla…
Principessa Favilla: ora sei tu che hai deciso di
far preoccupare me?
Capitan Avena: vuoi sentirmi essere patetico fino
alla fine?
Principessa Favilla: eh?
Capitan Avena: dopo una nottata insonne pensando
unicamente a te, stamane il mio umore non poteva essere certo dei
migliori e la giornata trascorsa non ha fatto che peggiorare il tutto,
perché proprio quando sei più nero che deve
convergere tutto insieme...
Principessa Favilla: le cose negative non vengono
mai da sola…giornata pesante?
Capitan Avena: pesante? No…di
più! Mi basterebbe soltanto che qualcuno provasse a capire
cosa provo veramente io, sono stufo di avere intorno solo gente che non
fa altro che riversarmi addosso i suoi inutili problemi senza
fregarsene assolutamente nulla di me…
Principessa Favilla: perché non provi a
parlare con queste persone? Non possono ignorare il tuo bisogno di
sentirle semplicemente più vicine…
Capitan Avena: non sai quante volte ci ho provato,
ma non è sempre così semplice come
sembra…è da stamattina che non fa altro che
brontolare, non è capace di ottenere ciò che
vuole dalla vita, di capire ciò che veramente vuole, e sfoga
le sue frustrazioni su di me…è così
immaturo da darmi la nausea…
Principessa Favilla: di chi parli? Conosco ogni
sfaccettatura del tuo carattere ma così poco della tua
vita…
Capitan Avena: C’è poco e
niente da sapere…l’unica cosa che so è
che vorrei scappare lontano dalla mia realtà, lontano dalla
mia vita…
Principessa Favilla: lontano da tutti…
Capitan Avena: non da te piccola…sei
l’unica che mi capisce...l’unica che ha provato a
guardare oltre quello che sembro…
Principessa Favilla: dimentichi che non posso sapere
cosa sembri…non ti ho mai visto…
Capitan Avena: credimi…è solo un bene
questo…
Principessa Favilla: un bene per chi? Per me? Non
riuscire a dare un volto alla persona più importante della
mia vita lo definiresti un bene?
Capitan Avena: piccola dolce
principessa…chiudi gli occhi e immagina il mio
volto…
Principessa Favilla: ma se non l’ho mai
visto?
Capitan Avena: i tuoi occhi non l’hanno
mai guardato ma gli occhi del tuo cuore conoscono a memoria ogni suo
lineamento…
Principessa Favilla: stai eludendo di nuovo la mia
voglia di vederti…
Capitan Avena: è ora di dormire
piccola…
Principessa Favilla: ok, non insisto e sono stanca
morta come te; ma posso farti un’ultima domanda prima di
salutarci?
Capitan Avena: certo tesoro.
Principessa Favilla: perché non mi hai
chiesto nulla della serata di ieri? Perché non hai voluto
sapere cosa fosse successo?
Capitan Avena: perché avevo paura della
tua risposta!
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Capitolo 26 *** Capitolo 26 ***
Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno mio dolce principino…
Come ti avevo anticipato ieri notte in chat stamattina sono stata
mattiniera, che brava eh? Sto abbastanza morendo dal sonno come
previsto…logicamente è tutta colpa tua che mi
tieni sveglia fino a tardi…hihihihi…eh
daiii…non sbuffare che lo sai che scherzo, lasciare il pc
quando ci sei tu dall’altra parte è sempre una
tortura…
Comunque oggi ho così tante cose da fare che se solo mi
fermo a pensarci mi si forma un cerchio alla testa a dir poco enorme,
ma è possibile che io non riesca mai a dire di no?
Fortunatamente ci sono le dolci note della tua musica a rendere meno
traumatico il mio risveglio, mi basta ascoltare i tuoi pezzi per
sorridere come una scema…e poi la compagnia del tuo pensiero
basta a rendere meno pesanti le mille faccende che ho da sbrigare oggi!
Stanotte ho ripensato tanto alle tue parole di ieri, dici che prima o
poi troverò quello che farà battere il mio cuore
e tu resterai solo un dolce ricordo, dici che forse è giusto
che sia così, che in fondo lo sappiamo entrambi che prima o
poi tutto questo finirà perché in fondo non
potremmo avere futuro…beh non ho avuto il coraggio di
contraddirti ieri, ma io non la penso come te…dici che non
ci incontreremo mai, metti dei veti a questa storia e non riesco ancora
a capirne il motivo ma lo rispetto però una cosa devo
dirtela, ormai non riesco più a tenermi tutto dentro:
nessuno nella mia vita potrà mai e poi mai prendere il tuo
posto nel mio cuore, non riuscirei mai a provare quello che ormai provo
per te, forse incontrerò quel qualcuno che farà
battere il mio cuore ma un mio battito sarà sempre per
te…
Sperando di non averti sconvolto troppo ti saluto, se restassi ancora
al pc finirei per rendere inutile il mio essermi svegliata presto.
Ti voglio benissimo.
La tua Principessa Favilla!”
Clicco sull’icona d’invio, aspetto che compaia
sullo schermo la finestra che indica che la mail è stata
inviata e con il sorriso stampato sulle labbra spengo il computer.
Questa giornata infinita può avere inizio.
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Capitolo 27 *** Capitolo 27 ***
“E anche questa è
fatta!”
Carica come un mulo mi appresto a tornare finalmente a casa, non
credevo avrei impiegato tutto questo tempo nello svolgere tutte le
faccende che avevo in programma oggi, sono davvero distrutta e al solo
pensiero che tutto questo è solo l’inizio manca
poco che svenga. Chiudo meglio la zip del mio giubbino per ripararmi
dall’aria che è già diventata
decisamente troppo fredda per i miei gusti; è fine novembre
ormai, l’autunno sembra essere volato quest’anno o
semplicemente troppo presa dal caos della mia vita non mi sono nemmeno
resa conto dei giorni che passavano. Quanto può cambiare la
vita di una persona in poco più di un mese e mezzo? Decisamente
troppo, sono pronta a rispondere io. Eh si, dal giorno in cui io e Adam
ci siamo conosciuti è passato già tutto questo
tempo, da quell’assurda sera sembra passata una vita; molte
cose sono cambiate, alcune in meglio altre in peggio, solo una cosa
è rimasta invariata nel tempo: il mio rapporto con Capitan
Avena. Nonostante le sue parole di ieri e la mia confessione di
stamattina so che il nostro legame non ne subirà le
conseguenze semplicemente perché nessuno dei due ha ancora
il coraggio di modificarlo in un senso o nell’altro, nessuno
dei due è disposto a rinunciare all’altro ma un
incontro spaventa troppo entrambi, forse più lui, per
diventare realtà.
Un sorriso accennato fa capolino sul mio volto al solo pensiero di un
nostro incontro, presa dal mio fantasticare quasi non mi accorgevo di
essere arrivata a casa, dandomi della sbadata imbocco il vialetto di
casa e vado da lui, il mio cuore ha un sussulto quando i miei occhi
disegnano la sua sagoma, che ci fa lui qui?
Seduto sui gradini dinanzi al portone di casa mia Nick mi scruta in
silenzio, è dalla cena che non ho sue notizie, che non
l’ho incontrato in giro neanche per caso e adesso vederlo
proprio qui mi confonde non poco.
“Hey che ci fai qui?”
Il mio tono non risuona molto cordiale e frettolosamente accenno un
sorriso per smorzare la mia ostentata acidità. Nick fa
spallucce e sorride imbarazzato.
“Aspettavo te!”
Le sue semplici parole rimbombano nella mie testa, la loro
sincerità mi spiazza: non è un caso questo nostro
incontro, è così strano quanto certi gesti
normali fino a poco tempo fa assumono sfaccettature dannatamente
eccezionali come sta succedendo in questo caso, quante volte tornando a
casa dall’università ho trovato Nick seduto
proprio come adesso ad aspettarmi eppure questa volta la cosa mi
destabilizza non poco.
“Beh, cosa fai li impalato? Dammi una mano con la spesa che
queste buste sono pesantissime, non ce la faccio
più!”
Nick si alza e si avvicina a me sbuffando.
“Non ci vediamo da una vita e la prima cosa che fai
è schiavizzarmi, bell’amica che sei!”
Lo fulmino con lo sguardo; ci mette poco a comprendere quanto fuori
luogo sia stata la sua esclamazione decisamente poco felice.
“Dai entra…”
Poggio le buste sul tavolo della cucina e Nick fa lo stesso, restiamo
un silenzio per un po’ mentre, sotto il suo sguardo attento,
metto in ordine le cose comprate con fare meticoloso.
“Hai deciso di metterti all’ingrasso?”
“Eh?”
”Sembra che tu abbia svaligiato un
supermercato…”
“Effettivamente…comunque, ma che ingrasso? Non
vedi che sono dimagrita?”
Fa spallucce.
“Mhmh!”
Odia il non ricevere le risposte che cerca alle sue domande.
“Eh dai, che è quella faccia? Semplicemente
avrò ospiti stasera…”
“Tipo?”
“Eh?”
Lo guardo stranita, che razza di domanda è?
“Vengono a farti visita i tuoi genitori? Tua sorella? Tuo
fratello?”
Gli volto le spalle alzandomi sulle punte aprendo l’anta di
un mobile posto più in altro degli altri e lascio scivolare
le mie parole come un bisbiglio.
“No, nessuno di loro…verrà qualche
amico.”
“Qualche amico…”
Ripete facendomi eco con voce amareggiata; mi sento come se fossi stata
colta in fragrante nonostante razionalmente sia ben consapevole di non
avergli fatto alcun torto non includendolo tra gli invitati.
“Il telefono…”
“Eh?”
“Ma oggi ci sei o ci fai? Sta
squillando…”
Presa dai miei pensieri e dagli insensati sensi di colpa non mi ero
neanche accorta che il mio cellulare avesse iniziato a squillare.
“Scusami un secondo…”
Rispondo alla chiamata allontanandomi da lui. È Meredith e
la sua voce affannata riesce presto a trasmettermi ansia.
“Cambio di programma Alicia!”
“In che senso?”
“Ho sentito Adam, vuole farti una
sorpresa…”
“Oddio, che sorpresa?”
“Non mi ha detto molto, naturalmente, non sentendosi preso in
considerazione oggi figurati se mi raccontava che aveva in
mente…comunque penso di aver capito che voglia portarti sul
lago…”
“E adesso? Salta tutto?”
“Adesso tu logicamente vai con lui, lasci le chiavi del tuo
appartamento in portineria ricordandoti di dire a Raphael che
passerò io a prenderle più tardi. Sistemo tutto
io, tu pensa a tornare a casa in tempo.”
“Perfetto capo!”
“Alicia..”
“Dimmi…”
“Mi raccomando!”
“Tranquilla tesoro.”
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Capitolo 28 *** Capitolo 28 ***
“Tutto bene?”
Poso il telefonino sul tavolo e sorridendo prendo le ultime cosa da
riporre nella dispensa.
“Si, si…era solamente Meredith!”
“Capito!”
Abbozza un sorriso mestamente, conosco bene quell’espressione
dei suoi occhi, c’è qualcosa che gli ronza in
testa, qualcosa che lo turba, ma tanto per cambiare non riesce a
trovare le parole giuste per tirarla fuori.
“Ti va una tazzona di cioccolata calda?”
Sperando che una buona dose di dolcezza lo aiuterà.
“Magari…”
Apro il frigorifero per prendere il latte per preparare la cioccolata
ma le sue parole mi bloccano dal farlo.
“…ma sono a dieta. Sai
com’è…a Julie piaccio magro, ben
vestito, educato, pulito, serio…lei vuole un ragazzo
perfetto al suo fianco…”
Le sue parola assumono una sfumatura malinconica che non riesco a non
cogliere mentre un velo di tristezza ricopre i suoi occhi. Prendo due
birre dal frigo e gliene porgo una sedendomi accanto a lui.
“Forse questa va meglio allora…”
“Eh si, a una bella birrozza fresca non dico mai di
no!”
“Come se non lo sapessi…”
Sorride con un’infinita dolcezza sfiorando la mia mano.
“Nick, so che non sono cose che mi riguardano
ma…ecco…tu sei perfetto come sei, con i tuoi
pregi e anche con i tuoi difetti, non devi diventarlo cambiando te
stesso per lei e lei non dovrebbe permetterti di farlo, si è
innamorata di te o dell’uomo ideale che ha nella sua
testa?”
Abbasso lo sguardo, forse mi sono spinta un po’ oltre con le
parole, in fondo sto parlando della sua ragazza.
“Scusami se ho esagerato…è solo
che…ecco…io la penso così!”
Nuovamente un sorriso triste compare sul suo viso.
“Peccato che Julie non sia tanto
d’accordo!”
Nick beve a canna un bel po’ di birra per poi passare la
palla a me.
“E a te come va con Adam?”
“Va bene, ci vediamo…”
“State insieme?”
“Più o meno…”
Mi scruta interrogativo.
“Più o meno? E che significa?”
“Oh Nick, si stiamo insieme
però…”
“…però?”
“…però sai bene come sono le mie
storie…”
“Certo che lo so, hai un copione fisso: lui è
simpatico, dolce, carino, sensibile, romantico, magari anche
benestante, quasi perfetto oserei dire…eppure non senti che
possa funzionare. Perché? Ma perché lui non
è come James! Non bacia come James, non parla come lui, non
sorride come lui, non è uno stronzo pezzo di merda come
lui…”
“Lo sai che non è
così…”
“Ah no? E com’è? Cosa cambia questa
volta?”
“E’ che..uffi, non lo so Nick, e comunque scusami
tanto ma non mi va di parlarne ora…”
“…o non ti va più di parlarne con
me…”
“Non mi va di parlarne e basta!”
“…in fondo non faccio più parte dei
tuoi amici io…”
Il tono della sua voce cambia di colpo lasciandomi di stucco, gioca con
i miei sensi di colpa e questo è dannatamente ingiusto.
“Non per colpa mia!”
Sospira lentamente volgendo gli occhi al cielo.
“Credevo avessi capito le mie ragioni, a quanto pare mi
sbagliavo!”
“Non ti sbagliavi, l’ho fatto Nick: ho rinunciato
ai miei spazi nella tua vita per darne a Julie e ai suoi stupidi
capricci…ho provato a capire le tue ragioni, facendomi da
parte solo per vederti felice…”
“Ti avevo detto di allentare non di perderci, cazzo Alicia
c’è una differenza abissale tra le due
cose…”
I toni della conversazione sono oramai troppo accesi per sperare di
recuperare il controllo della situazione senza mietere vittime; come un
vulcano che, dopo un lungo periodo di quiete, erutta lava ricoprendo la
terra per chilometri e chilometri, con la stessa violenza, le parole
escono dalle nostre bocche, sembriamo due furie scatenate e fuori
controllo ormai.
“Sei stato tu che mi hai tagliato fuori dalla tua
vita…”
“E tu cosa hai fatto per impedirlo? Cosa stai continuando a
fare, eh? Me lo spieghi signorina
io-non-ho-nessuna-colpa…”
“Oddio Nick, solo ora ho capito: stai facendo tutto questo
perché non ti ho detto di questa sera? Mi stai sputando
veleno addosso perché solo così ti sei accorto di
quanto distanti siamo diventati ormai?”
Si alza di scatto posando la birra sul tavolo e fa per andare via.
“Lascia perdere va, ho sbagliato a venire qua!”
“Lascia perdere un corno Nick, non puoi venire qui e
pretendere di farmi sentire in colpa perché non ti ho
invitato alla festa a sorpresa per Adam, mi spiace ma non te lo
permetto! Non dopo avermi lasciata completamente sola, non dopo essere
sparito senza fregartene nulla di me. Mi hai chiesto di capirti Nick e
l’ho fatto, mi hai chiesto di allontanarmi e l’ho
fatto…che altro vuoi da me ora?”
Sento gli occhi riempirsi di lacrime e le parole uscire dalle mie
labbra come un fiume in piena, vorrei riuscire a controllare la mia
rabbia ma non ne sono capace, sento il sangue ribollire nelle vene e il
cuore battere forte per l’agitazione, solo il suono del
campanello riesce a placare le mie urla isteriche contro Nick.
Apro la porta senza neanche chiedere chi fosse e resto senza parole
incontrando gli occhi di Adam con lo sguardo, le sue labbra si posano
morbide sulle mie.
“Ciao piccola mia, mi ha aperto Raphael il cancello ormai
credo di essere riuscito a diventargli simpatico. Piccola ti sono
mancato?”
Accenno un sorriso annuendo lasciandolo entrare in casa, Adam si reca
direttamente in cucina per prendersi una birra come è solito
fare, lo seguo in silenzio; non appena in cucina nota Nick e con tono
acido, fregandosene della sua presenza, mi chiede:
“Che ci fa lui qui?”
“Era passato per…”
Sto per inventarmi qualcosa di sensato da dire quando Nick mi
interrompe alzandosi dalla sedia e fissando Adam dritto negli occhi.
“Tranquillo bello, sto andando via.”
Mi avvicino a Nick per accompagnarlo alla porta ma nuovamente mi
blocca.
“Lascia stare, conosco la strada.”
“Nick…”
Si volta un solo istante verso di me.
“…ciao.”
Mi da nuovamente le spalle.
“Addio Alicia.”
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Capitolo 29 *** Capitolo 29 ***
Sono una cretina!
Sono con un ragazzo stupendo e dolcissimo, passeggiando lungo le rive
di questo lago che sembra incantato, con un tramonto spettacolare che
ci fa da scenario, eppure non riesco a non pensare alla discussione con
Nick; sarà che le volte che abbiamo litigato si possono
contare sulle dita di una mano, sarà che nessuna delle volte
che è successo, neanche la più accesa, abbiamo
raggiunto toni come quelli di oggi, sarà che la rabbia sta
già scemando e la paura di aver esagerato questa volta sta
crescendo a dismisura, sarà che non ho mai desiderato
così tanto tornare indietro nel tempo per poter evitare di
far degenerare le cose come è successo oggi, non so bene il
perché ma non riesco a godermi questo paradiso terrestre ed
Adam sembra essersene accorto.
“Zuccherino si può sapere cosa hai oggi? Sei
così cupa e pensierosa, cosa turba il mio dolce
angelo?”
Sospiro lasciando rapire il mio sguardo dal luccichio del sole sul
mare.
“Nulla.”
Mi guarda interdetto.
“Davvero Adam, nulla.”
La sua mano disegna il mio profilo portando i miei occhi
all’incontro con i suoi.
“Se non mi lasci entrare nel tuo mondo e non condividi con me
i tuoi pensieri, come posso starti accanto? Sai quanto ci tengo a te,
non allontanarmi te ne prego!”
Le mie labbra disegnano un lieve sorriso prima di posarsi leggere sulle
sue.
“Non ti sto allontanando Adam, stringimi forte e godiamoci
questo tramonto stupendo, non sprechiamolo con parole
inutili.”
“Parlare di ciò che ti turba non è
tempo sprecato.”
Bacio nuovamente le sue morbide labbra e mi stringo forte a lui, le sue
braccia cingono il mio corpo conferendomi un dolce tepore. Continuiamo
a passeggiare accompagnati dal sole lentamente sta scomparendo nel
mare, il braccio di Adam avvolge le mie spalle tenendomi stretta a lui
come se avesse paura che potessi scappare via da un momento
all’altro. La dolcezza delle sue parole, la sua voglia di
vivere, la sua piangente ironia e il suo avere la battuta sempre pronta
al momento giusto riescono pian piano a scacciare i pensieri cupi dalla
mia testa.
Guardo l’orologio, si sta facendo tardi, Meredith
avrà già finito di preparare il tutto per la
festa e ben presto saranno tutti a casa mia ad aspettarci: dobbiamo
rientrare!
“Si è fatto tardi tesoro, perché non
torniamo a casa?”
Sfiora le mie labbra lasciando che la sua mano calda disegna il profilo
del mio volto.
“Non ho voglia di tornare a casa, che ne dici di una bella
cenetta nel tuo ristorante preferito?”
Sorrido mielosa alle sue parole, nonostante la sua offerta mi alletti
davvero tanto in questo momento sono costretta a rifiutare e
soprattutto a trovare un pretesto valido per riuscire a tornare a casa
adesso.
“Che ne dici, invece, di una bella cenetta a casa
mia?”
Le sue parole sono intervallate da lievi baci appena sfiorati.
“Vuoi tornare a casa? E come mai?”
Il suo sguardo malizioso cerca il mio per iniziare un intrigante gioco
di seduzione fatto di occhiatine provocanti e frasi bisbigliate a voce
roca.
“E’ più intimo cenare a casa
mia…ma se non vuoi stare da solo con
me…”
“Eh ma così mi provochi…”
“Davvero?”
“Mhmh…”
“E l’idea ti piace?”
”…da morire! Ho voglia di mangiarti
tutta.”
“Beh allora cosa stiamo aspettando?”
Come una gattina gli lecco velocemente le labbra facendogli
l’occhiolino e, lasciando scivolare la mia mano nella sua, lo
guido verso la sua auto. Piccanti battutine accompagnano il nostro
ritorno a casa, Adam stuzzica i miei sensi con audaci carezze appena
accennate a cui rispondo con occhiate ammiccanti e seducenti parole.
L’aria ormai è elettrica tra noi quando arriviamo
sotto casa mia, Adam parcheggia di fronte al vialetto di casa mia,
scende dall’auto, apre la mia portiera e mi porge la sua mano
per aiutarmi a scendere, è da quando abbiamo iniziato a
uscire insieme che non ha mai perso occasione per mostrami la sua
galanteria. Con le mani intrecciate ci avviamo al portone
d’ingresso, non appena entriamo nell’ascensore Adam
stringe le mani intorno al mio corpo e mi bacia con ardente passione,
mordicchio il suo labbro inferiore prima di vedere le porte aprirsi,
sorride malizioso sfiorando nuovamente le mie labbra.
“Stasera mi stai facendo impazzire!”
Lo guardo soddisfatta sfiorando il suo viso con la mia mano, la sua
bocca lestamente cattura le mie dita per una sensuale carezza. Infilo
la chiave nella serratura, la giro, apro la porta e accendo la luce:
“Sorpresa!”
I nostri amici corrono verso di noi sommergendo Adam con baci e
abbracci per porgergli gli auguri, io mi metto in disparte ad osservare
divertita la scena: questa davvero non se l’aspettava,
nessuno di noi da stamane ha pronunciato la parole compleanno ne tanto
meno gli ha fatto gli auguri, con eleganza Adam non ha fatto notare a
nessuno la dimenticanza ma ha deciso comunque di concedersi un regalo
con il nostro pomeriggio passato al lago.
“E’ tutto perfetto, Meredith,
complimenti!”
Abbraccio e bacio la mia amica che mi sorride compiaciuta.
“Voi che fine avete fatto? Non arrivavate
più…”
“Non puoi capire quanto sia stato difficile portarlo
qui…”
“Mi ha portato qui con l’inganno questa
signorina…”
È la voce di Adam ad unirsi alle nostre, le sue braccia mi
cingono da dietro stringendomi al suo corpo e baciando la mia guancia,
sfioro il suo viso per una carezza.
“…è ancora lunga la serata tesoro
mio!”
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Capitolo 30 *** Capitolo 30 ***
“Finalmente sono andati via
tutti!”
Adam si lascia cadere sul divano, poggia la testa sullo schienale
allargando le braccia sullo stesso e sospira rilassato; mi avvicino a
lui da dietro cingendolo con le mie braccia, portando la testa accanto
alla sua e sfiorando con le labbra la morbida pelle della sua guancia.
“Non ti è piaciuta la tua festa di
compleanno?”
“Ma scherzi? Siete dei pazzi…è stato il
compleanno più bello della mia vita. Sei stata fantastica ad
organizzare tutto…”
“Ma daiii, mica ho fatto tutto da sola!”
“Ma sei fantastica lo stesso!”
“Sono felice che ti sia piaciuta la sorpresa.”
Si volta lentamente verso di me lasciando che le sue labbra trovino
dolcemente le mie, le sfiora lievemente, le mordicchia pian pianino; ha
imparato come stuzzicare i miei sensi e stasera sembra davvero
intenzionato a giocare sporco, la sua mano carezza delicatamente la mia
testa massaggiando con le dita la mia nuca.
“Ma lo sai che mi sta venendo fame, piccola?”
La sua voce roca rompe il silenzio, allontano leggermente il mio viso
dal suo per guardarlo negli occhi con sguardo seducente e provocante.
“Ti preparo un panino?”
Senza lasciare un solo istante la mia mano mi guida
nell’avvicinarmi a lui, mi tira leggermente verso di lui
facendomi prender posto accanto a lui sul divano, la sua bocca si muove
morbida sulla mia mentre la sue mani corrono lungo la mia schiena
sfiorandola appena, solleticando discretamente la mia spina dorsale
provocando piccoli brividi lungo il mio corpo. Le sue carezze sono
morbide e delicate, denunciano palesemente tutto il suo timore di una
mia reazione negativa ai suoi gesti ma non riescono a nascondere la sua
crescente eccitazione. Le sue labbra scendono pian piano ad assaporare
il mio collo mentre le mie mani si muovono sul suo petto, riesco a
percepire il battito del suo cuore farsi sempre più intenso.
I nostri corpi iniziano a muoversi smaniosi, il desiderio di diventare
un corpo solo è oramai troppo grande per non essere
soddisfatto. Le mie labbra giocano con il lobo del suo orecchio
sinistro mentre piccoli gemiti d’approvazione provengono
dalla sua bocca.
“Alicia non resisto più…non chiedermi
di fermarmi questa volta, te ne prego!”
E’ quasi una preghiera la sua e non posso che capire il
motivo di queste sue parole, di questo suo tono supplichevole e della
sua espressione implorante: è ormai un bel po’ che
usciamo insieme eppure non mi sono ancora concessa a lui; non so
nemmeno io bene il motivo ma non sono mai riuscita a lasciarmi andare
completamente nei nostri momenti d’intimità, anche
quando sembrava essere davvero tutto perfetto finivo per bloccarmi
senza una ragione precisa, persa nelle mie paranoie e nelle mie paure
finivo per rovinare tutto. Adam ha sempre accettato con sorriso sulle
labbra e un’infinita dolcezza i miei rifiuti, ma non mi era
difficile immaginare quanto la cosa potesse infastidirlo, quanto
potesse farlo sentire rifiutato…ma questa sera non
sarà così…
“Andiamo di la…”
Succhio il suo orecchio, sentendo ormai il suo respiro divenire
affannoso intreccio la mia mano con la sua e, camminando sinuosamente
dinanzi a lui, lo conduco nella mia stanza da letto, un sorriso
estasiato compare sul suo volto insieme ad un’espressione
quasi incredula; deve riuscirgli complicato pensare che davvero stasera
io abbia voglia di essere sua. Sorrido soddisfatta
dell’effetto che i miei gesti hanno sul mio compagno, mi
stendo sul letto e lentamente Adam si adagia sul mio corpo facendosi
largo tra le mie gambe già semiaperte.
“Buon compleanno amore mio!”
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Capitolo 31 *** Capitolo 31 ***
Nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno principessa…
Stamane sei riuscita a svegliarti addirittura prima di me, una data da
segnare in rosso sul calendario…giornata speciale o hai
deciso semplicemente di ricominciare a vivere davvero?
Logicamente non ho dimenticato il motivo di questo tuo risveglio
così precoce, è il compleanno del tuo
Adam…e vuoi rendere speciale questa giornata per
lui…so che è sbagliato dire certe cose, ma non
sai quanto lo invidio…è un ragazzo troppo
fortunato…
Mi sto perdendo in chiacchiere inutili…è solo che
vorrei trovare le parole più giuste per dirlo senza sembrare
idiota ma non esistono (o almeno io stamattina proprio non riesco a
trovarle)…
Semplicemente ho perso il conto delle volte che ho letto la tua mail, i
miei occhi hanno ormai ben impressa ogni singolo rigo formato dalle tue
dolci parole e il mio cuore non riesce a smettere di battere
più forte di quanto è solito fare.
Ho un sorriso da ebete stampato sul viso e non riesco a mandarlo via o
forse non voglio davvero mandarlo via perché è un
sorriso che mi parla di te…
Mi hai reso felicissimo con le tue parole…eppure non
è giusto che tu ti debba precludere altre
possibilità di essere felice sentendoti legata a me, non
è giusto che l’ombra della mia presenza gravi
sulla tua storia con Adam, io non so se lui sia davvero quello giusto
per te ma non è giusto che tu riesca a scoprirlo per colpa
mia…principessa il sentimento che provo per te non
l’ho mai provato per nessun’altra e forse proprio
per questo, anche se fa male, devo trovare il coraggio di lasciarti
andare…devi provare ad essere felice sul serio con Adam, non
devi concederti a lui solo a metà e l’unico modo
per riuscirci è provandoci senza me nella tua
vita…
Non è un addio piccola, io sarò sempre con te
quando ne avrai bisogno, sarò il primo ad esseri accanto se
avrai bisogno d’aiuto ma adesso devo lasciarti libera, non
essere triste e non lasciare che alcuna lacrima bagni il tuo viso per
me, sorridi per quello che è stato tra noi e per quello che
sarà la tua vita…
Ti voglio troppo bene, non dimenticarlo mai principessa.
Tuo per sempre Capitan Avena.”
Non piango. Non sorrido. Non sento nulla dentro me. Non sono
più nulla.
Fisso lo schermo con gli occhi sgranati leggo le parole della sua mail
di ieri e non riesco ad avere reazioni. Dopo la notte stupenda passata
con Adam le sue parole mi ricadono addosso come una doccia fredda, so
bene che ormai ha deciso anche per me ma non riesco ad accettare che
anche lui debba uscire dalla mia vita…non voglio ammetterlo.
Come guidata da una forza misteriosa la mie dita iniziano a muoversi
smanettando sulla tastiera.
Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Non puoi abbandonarmi anche tu…
Non potrei riuscire ad affrontare la mia vita senza di te…
Se davvero mi vuoi bene…
Se davvero tieni a me quanto dici:
NON LASCIARMI!!!!
___________________NOTA DELL'AUTORE______________________
E' quando crediamo che le
cose finalmente iniziano a girare nel modo giusto
che il mondo ci ricorda che non bisogna mai cullarsi sugli allori...
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Capitolo 32 *** Capitolo 32 ***
E’ davvero pungente l’aria
stamattina eppure non sono riuscita a resistere alla voglia di uscire
di casa, nonostante il freddo non ho voluto rinunciare ad una sana e
rilassante passeggiata nel parco. Questo posto in inverno assume un
aspetto diverso, si spoglia dei suoi colori accesi e dei suoi suoni
vivaci per coprirsi di un mistico silenzio.
Quando i pensieri si affollano troppo numerosi nella mia testa sento un
irrefrenabile bisogno di prendermi una pausa dal mondo che mi circonda,
di rifugiarmi in un posto tutto mio e lasciarmi avvolgere dal
silenzio, annullare i pensieri troppo rumorosi cercando di
mettere un po’ d’ordine nel caos emotivo che mi
travolge. Cammino lentamente osservando con minuzia tutto
ciò che mi circonda: qualche vecchietto che discute sul
rincaro dei prezzi in prossimità del Natale, qualche signora
tutta agghindata che porta a passeggio il suo cane scambiando
pettegolezzi con la vicina di casa che l’ha accompagnata in
questa uscita mattutina, qualche ragazzo tenace che nonostante il
freddo non ha alcuna intenzione di rinunciare al suo allenamento
quotidiano. Senza accorgermene mi ritrovo alle altalene, sorrido
mestamente mentre, come attratta da una calamita, mi avvicino ad esse,
appoggio la borsa all’asse di legno e mi siedo iniziando a
dondolarmi leggermente; prendo il libro dalla borsa e inizio a
sfogliarlo per ritrovare la pagina in cui ho interrotto la mia lettura,
sospiro ai pensieri che si fanno largo nella mia testa ogni volta che
provo a finire di leggere questo libro, pensieri che parlano di lui:
Capitan Avena. Proprio lui che mi manca da morire fa capolino nella mia
mente. Il nostro rapporto è cambiato così
velocemente che ancora non riesco a rendermene conto, so solo che mi
mancano da morire le nostre conversazioni quotidiane in chat, le sue
mail mattutine per augurarmi un buongiorno e quelle serali per la
buonanotte, mi manca la quotidianità dei nostri gesti
spontanei e decisamente necessari per me; non abbiamo smesso del tutto
di sentirci ma ci stiamo andando molto vicino, dopo la mia mail
supplichevole mi aveva chiesto di sentirci in chat per riuscire a
parlare meglio e dopo una lunga chiacchierata abbiamo capito che di
fondo nessuno dei due sarebbe riuscito a fare a meno
dell’altro ma:
“…la vita vera è quella al di
fuori di questo computer piccola ed è quella che dobbiamo
provare a vivere, anche se può sembrarci assurdo
è la cosa più giusta da fare
adesso…dobbiamo almeno provarci…”
Con queste parole Capitan Avena ha giustificato il nostro nuovo
rapporto che lentamente lo sta allontanando inesorabilmente da me.
Distolgo lo sguardo dal libro nella speranza che allo stesso modo i
pensieri cupi si allontanino da me e i nostri nomi incisi
sull’asse di legno risaltano ai miei occhi coprendoli con un
velo di tristezza.
- NICKY & ANGEL
FOR EVER FRIENDS -
Ricordo perfettamente quanto avevo riso quando Nick tutto soddisfatto
mi aveva mostrato la sua opera d’arte, gli ripetevo ridendo
che non mi sarei mai aspettata una simile sdolcinatezza da parte sua.
“Ti odio, sei
una strega!”
Non aveva fatto altro che ripeterlo con il viso imbronciato fino a
quando non lo avevo abbracciato di slancio sussurrandogli un flebile:
“Ti voglio
bene!”
Mi aveva stretta forte a se quasi fino a stritolarmi spiegandomi il
significato che aveva per lui quella scritta sul legno di
quest’altalena.
“…so
che può sembrarti infantile ma è come se
suggellassimo la nostra amicizia in questo modo, un patto di sangue
senza sangue tra me e te…la nostra amicizia è
destinata a durare per sempre e quando saremo vecchi guarderemo questa
scritta e sorrideremo insieme su quanto avevamo ragione a pensarla in
questo modo…”
Calde lacrime avevano riempito i miei occhi al dolce suono delle sue
parole, non ero riuscita a dire nulla, mi ero semplicemente stretta
più forte a lui lasciandomi avvolgere dalle sue forti
braccia e scompigliandogli i capelli.
È passata una vita da quel giorno, o almeno così
mi sembra ormai, a quanto pare le cose non erano destinate ad andare
come aveva predetto lui. Sospiro rumorosamente e continuo a lasciarmi
cullare dal dondolio dell’altalena perdendomi nuovamente nei
miei pensieri fino a quando un sordo rumore di passi mi fa sobbalzare,
mi volto di scatto verso la nuova presenza accanto a me.
“Non volevo spaventarti…”
Sorrido timidamente ai suoi occhi che cercano velocemente i miei, Nick
si avvicina lentamente e prende posto sull’altalena accanto
alla mia; è dal giorno del nostro litigio che non abbiamo
più parlato ne tanto meno ho avuto sue notizie e adesso un
gravoso imbarazzo aleggia su di noi. È lui a rompere il
silenzio, senza alzare lo sguardo da terra e con voce bassa mi chiede
cosa stia facendo io qui.
“Avevo bisogno di starmene un po’ da
sola…”
“…e non avevi voglia di camminare fino al
lungomare…”
“Già. Fa troppo freddo stamattina. E tu come mai
da queste parti?”
Un lungo sospiro anticipa le sue parole.
“Avevo bisogno di staccare un po’ la spina
e…”
Resta in silenzio per qualche istante mentre i miei occhi si posano su
di lui.
“…e speravo di incontrarti
qui…”
Sorrido lievemente senza interrompere il lento flusso delle sue parole.
“…non sono mai stato bravo con le parole
ma…ecco Alicia…ho pensato molto alla nostra
discussione, avevi ragione tu: non avevo nessun diritto dirti quelle
cose…di accusarti in quel modo…”
“Non importa Nick, anche io ho
esagerato…”
“…ero arrabbiato perché avevi dato
ascolto alle mie parole: mi avevi fatto fuori dalla tua vita. Sei
sempre stata tu la parte razionale tra i due e non capivo
perché avevi lasciato che ti allontanassi da me,
perché non mi avevi fermato facendomi capire quanto stavo
sbagliando nel farlo…”
“Pensi sia stato facile per me?”
Provo a mantenere calmi i toni della conversazione ma non è
affatto facile farlo.
“Credevo di si, ci sei riuscita alla grande del
farlo…ma mi sbagliavo…è solo che io
come al solito ci arrivo dopo…”
Nuovamente ricade il silenzio tra noi, il cigolio delle altalene che
dondolano e il fruscio del vento sono gli unici rumori che ci fanno
compagnia.
“Mi sei mancato tanto, Nick!”
Le parole scivolano rapide dalle mie labbra che si inarcano per un
dolce sorriso, Nick esista qualche istante prima di posare i suoi occhi
nei miei e con disarmante tenerezza rispondermi:
“Anche tu mi sei mancata, scema.”
Arriccio il naso e imbroncio le labbra per una smorfia che scoppiare il
mio amico in una fragorosa risata.
“Riesci a rovinare ogni momento serio tu.”
“Non si può essere seri con te, non sai cosa
significa…è inutile che mi guardi storto, pensi
che non lo sappia che appena torni a casa vai a cercarne il significato
su google?”
Si sporge in avanti fingendo di volermi prendere per farmi del male,
rispondo ai suoi gesti con una linguaccia, senza togliergli per un solo
istante gli occhi di dosso vedo il suo sorriso scemare lentamente dal
suo viso lasciando spazio ad un’espressione mesta e placida.
“Come mai volevi startene da sola stamattina?”
Distolgo lo sguardo e ricomincio a dondolarmi togliendomi quello
stupido sorriso dal viso.
“A volte fa bene starsene un po’ da soli, si
ascoltano meglio i proprio pensieri e si capisce cosa si sta cercando
veramente…a volte…”
“Problemi con Adam?”
“Forse…”
Nick sospira o forse sbuffa meramente annoiato.
“Capito l’antifona…non hai voglia di
parlarne con me…”
“Oddio Nick, ricominciamo?”
Lo gelo con lo sguardo per poi riprendere a parlare.
“Questa volta davvero non lo so, Nick. Non ne ho
idea…”
Il suo tono diventa più comprensivo quando mi chiede cosa
sia successo.
“Mi ha chiamata stamattina, dice che deve parlarmi, il suo
tono non prometteva nulla di buono, non ha voluto anticiparmi nulla mi
ha solo chiesto di tenermi libera per stasera, andremo a cena e
poi…boh…non lo so davvero.”
“Magari non è così grave come ti
è sembrato.”
“Magari…e tu da cosa sei in pausa?”
Un ghigno beffardo anticipa le sua parole.
“Dalla mia vita…di solito mi metto in stand-by
giocando alla play ma…”
“…ma?”
“…ma Julie me l’ha sequestrata: non
è da ragazzo maturo giocarci ancora. Forse ha ragione, in
fondo ho quasi ventotto anni ormai…”
Il tono della sua voce dona una sfumatura triste alle sue parole; di
scatto mi alzo dall’altalena e mi piazzo di fronte al mio
amico.
“Che ne dici di un bel paninozzo al Mc Donald’s?
E’ quasi ora di pranzo e mi sta venendo una fame da lupo,
potrei mangiare anche te…”
“Dico che sono a dieta!”
Afferro le sue mani con le mie e lo tiro verso di me fino a quando non
vedo il suo corpo ergersi in piedi, gli strizzo un occhio:
“Non eri in pausa dalla tua vita?”
Le sue labbra sfiorano la mia guancia per un morbido bacio.
“Grazie!”
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Capitolo 33 *** Capitolo 33 ***
Scrivi nuovo messaggio:
“A volte basta davvero poco per cambiare il corso di una
giornata iniziata male: una passeggiata al parco, un incontro fortuito
e quattro chiacchiere d’avanti ad un bel Big Mac con un amico
ritrovato e il sorriso torna nuovamente a risplendere sul
viso…la mia giornata è andata proprio
così oggi.
Sarei ipocrita a non dirti che anche stamane una smorfia di delusione
si è disegnata sul mio volto quando, controllando la posta,
non ho trovato alcuna mail dal tuo contatto, non ho ricevuto il mio
solito buongiorno…non riesco ancora a non provare
quell’avvilente sensazione di abbandono quando non leggo di
te, lo so che mi risponderesti ancora una volta che è
normale e che prima o poi questo vuoto che sento crescere dentro si
placherà…ma mi chiedo: come fai ad esserne
così sicuro?
La cosa che più spaventa è che possa essere tutto
inutile, che rinunciare a te sia inutile…se fossi davvero
sicura che Adam sia quello giusto non dovrei avere i mille dubbi che
invece mi attanagliano, non dovrei addormentarmi ogni notte pensando a
te…d’altra parte però deve pur
significare qualcosa quest’ansia maledetta che mi hanno
lasciato addosso le sue parole stamattina.
- Ti devo parlare stasera! -
Perché rimandare a stasera una cosa che si poteva fare
tranquillamente stamattina?
È da quando ero piccola che ho sempre odiato questa stupida
forma di procrastinare gli eventi mettendo in attesa le persone.
Dobbiamo parlare? Bene! Ti ascolto. Parla. Dialoga con me…fa
qualsiasi cosa ma non tenermi in sospeso fino a stasera.
Odiavo quando, dopo un mio capriccio quando eravamo fuori casa, mia
mamma diceva con voce altera:
- Alicia, ne parliamo a casa! -
Non dimenticherò mai quel miscuglio di ansia e paura che si
creava dentro me al suono delle sue parole.
- Alicia ti devo parlare!-
Anche James iniziò così il discorso che ha
decretato la fine della nostra storia.
Perché quando qualcuno dice di dover parlare ha solo brutte
notizie da comunicarti?
Sarei stata tutta la giornata ad interrogarmi su questa cosa se non
avessi incontrato Nick…abbiamo parlato, abbiamo
chiarito…tra me e lui è un po’ come
accade tra me e te, il mondo gira troppo strano intorno a noi ma
l’unica flebile certezza è che, in fondo, non
riusciamo a fare a meno l’uno
dell’altro…o sbaglio?
Tornando a Nick, non mi è sembrato così felice
con Julie come credevo invece fosse, sorrideva ma i suoi occhi non
riuscivano a celare quel velo di tristezza che li
ricopriva…vorrebbe cambiare per diventare ciò che
vuole lei ma non ci riesce e questo lo rende nervoso e frustrato, non
riesce a capire che lui a Julie dovrebbe andare bene così
com’è…
Oggi sono più prolissa del solito, penso che si noti vero
mio Capitano?
È che semplicemente quello di cui avrei bisogno adesso
sarebbe una bella chiacchierata con te, vorrei condividere con te la
gioia di aver fatto pace con Nick e l’ansia per
ciò che deve dirmi Adam tra poche ore ormai, vorrei sapere
come stai, come hai trascorso la giornata e cosa stai facendo proprio
in questo momento…ma vorrei saperlo adesso e non quando
riterrai più opportuno scrivermi per rispettare le regole
del nostro nuovo rapporto.
È il dolce suono della tua chitarra ad accompagnare il fiume
convulso delle mie parole, mi aiuta a sentirti più vicino
adesso che più che mai ti vorrei qui con me, adesso che
tutto ciò che desidero è soltanto un tuo caldo
abbraccio.
Ora devo proprio andare, Adam sarà qui tra meno di un paio
d’ore e ho ancora molte faccende da sbrigare.
Non dimenticare mai che ciò che provo per te sfiora
l’infinito.
Tua per sempre. Principessa Favilla.”
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Capitolo 34 *** Capitolo 34 ***
Non sono mai stata brava a camuffare i miei
pensieri, il mio viso ha sempre funzionato come specchio delle mia
anima , eppure stasera Adam sembrava proprio non accorgersi minimamente
di quanto stessi fremendo per quell’estenuante attesa che
pareva essere interminabile. Sorrideva sorseggiando dal suo fluite
ostentando una calma che palesemente non possedeva, parlava del
più e del meno come del resto ha fatto per il resto della
cena che assomigliava sempre più a una farsa teatrale.
Eravamo ormai al dolce e nessuno dei due aveva ancora tirato in ballo
il motivo della nostra uscita, Adam ha sfiorato la mia mano con la sua
mentre con l’altra ha preso un pezzetto di torta dal suo
piatto e lo ha avvicinato alle mie labbra.
“Devi assolutamente assaggiare questa torta, amore
mio.”
Avevo una voglia assurda di alzarmi, scaraventare istericamente il
tavolo a terra e iniziare a urlare come se mi avesse morso una
tarantola, ma ho sorriso e ho schiuso le labbra lasciando che la dolce
crema al sapore di fragola ricoprisse la mia lingua.
“Davvero squisita, tesoro.”
Ha accarezzato le mie labbra con le sue sfiorandole appena con la
lingua. Ho portato la mia mano sulle labbra inconsciamente.
“Ti eri sporcata…”
“Grazie allora!”
Ha pizzicato teneramente la mia guancia con due dita.
“Chiedo il conto, così andiamo a farci una bella
passeggiata sul lungomare…”
“Il posto ideale per parlare…soprattutto con
me!”
Imbarazzato ha portato una mano alla testa abbassandola lievemente per
sfuggire al mio sguardo ormai fisso su di lui.
“Ehmm…”
Ed ora eccoci qui. La luce pallida della luna illumina i nostri volti
tesi, la sua mano si stringe forte alla mia forse più per
trovare coraggio per parlare nel calore di questa stretta che per
trasmettere calma e sicurezza a me. Tutto scorre lento intorno a noi,
anche le nostre parole risuonano ovattate alle nostre orecchie.
“E’ da quando ero bambino che ho sempre sognato di
diventare un grande attore, tenevo piccoli spettacoli per vicini di
casa e amici di famiglia…”
Con lo sguardo perso nell’orizzonte Adam inizia a raccontarmi
di se, condivide con me i suoi sogni, i suoi rimpianti, le sue
aspirazioni ma non riesco a capire cosa centri tutto questo con noi
adesso.
“…ai tempi del liceo ho iniziato a fare i miei
primi provini, ho partecipato a qualche rappresentazione teatrale; non
era facile dividermi tra gli impegni scolastici e la recitazione ma la
determinazione non mi è mai mancata…”
Ascolto attentamente le sue parole senza interromperlo in alcun modo.
“…aspettavo solo la mia grande occasione, ero
certo sarebbe arrivata…e non avevo torto, ma quando
frequentavo l’ultimo anno di liceo, dopo l’ennesimo
provino andato male non ne ero più così sicuro e
decisi di allentare un po’ e godermi la mia vita da liceale:
seguivo la squadra di football, ero iscritto alle attività
pomeridiane, entrai nel giro giusto di amicizie e non perdevo una sola
festa…”
Camminando camminando siamo arrivati ad una panchina, Adam si siede e
mi fa cenno di fare altrettanto, la sua mano si stringe più
forte alla mia mentre riprende il suo racconto.
“…fu ad una di quelle feste che conobbi lei:
Sarah! Era una ragazza favolosa, bionda, occhi azzurri, fisico da
paura…in una parola sola: perfetta!”
Non riesco a spiegarmi le sensazioni che questo dettagliato racconto
sta risvegliando dentro me, così continuo ad ascoltare in
silenzio accarezzando la mano stretta alla mia.
“…fui sorpreso che una ragazza come lei si
interessasse a me, iniziammo a frequentarci e dopo non molto lei
divenne la mia ragazza. Era come vivere sulle montagne russe insieme a
lei, per niente banale o scontata riusciva a rendere ogni giorno
diverso dall’altro, era un vulcano di sorprese…non
potevi mai sapere cosa ti riservasse la vita stando insieme a
lei…”
Sospira sonoramente strizzando gli occhi come per cacciare le immagini
ripropostagli dalla sua mente all’evocazione di questi
ricordi.
“…ero così perso di lei,
così preso da quella storia che avrei fatto di tutto solo
per vederla sorridere. A volte vorrei sapere perché le cose
accadono sempre in tempi sbagliati, perché i nostri tempi
non coincidono mai con quelli che il destino ha scritto per noi: fu in
quel periodo che quando mi contattarono per offrirmi una parte in un
film per il cinema: sarei dovuto partire dopo qualche mese rinunciando
così al ballo di fine anno, perdendomi la cerimonia di
consegna del diploma…ma soprattutto avrei dovuto rinunciare
a lei…”
Una nuova pausa interrompe il suo discorso, un nuovo lungo sospiro
intervalla le sue parole.
“Rifiutai senza pensarci su neanche due volte, Sarah era la
mia vita, non potevo rinunciare a lei, il mio sogno poteva
attendere…”
“E poi cosa è successo?”
“Il film è stato un successo ai
botteghini…”
“E Sarah?”
“Poche settimane dopo aver rinunciato alla grande occasione
della mia vita mi ha dato il ben servito lasciandomi per il quarterback
della squadra di football, un tipo alto, biondo e con gli occhi azzurri
logicamente…non era poi così diversa come
credevo…”
Poggio una mano sulla sua spalla per offrirgli il mio conforto, dalle
sue parole traspare la commozione che questi ricordi gli provocano.
“Mi spiace che sia andata così, forse eravate
troppo giovani e immaturi entrambi per fare la scelta più
giusta…ma non capisco cosa centri questa storia con noi due
adesso, perché era di noi due che dovevi parlarmi, o
sbaglio?”
Si alza e lentamente inizia a camminare verso il mare, afferro la borsa
che avevo poggiato sulla panchina e mi alzo in piedi a mia volta, Adam
si gira verso di me e sorridendo mi porge la sua mano, le mie dita si
intrecciano alle sue e inizio a seguirlo.
“Mi sono ripromesso che non avrei più commesso lo
stesso errore: semmai la vita mi avesse concesso una seconda
opportunità non avrei rinunciato ad essa per nessuna ragione
al mondo…”
Non riesco a seguire a pieno il suo discorso, non riesco a intuire dove
voglia andare a parare. Adam si china per raccogliere un sassolino
dalla spiaggia e lanciarlo in mare seguendolo attentamente con lo
sguardo.
“Mi hanno chiamato da Los Angeles,
piccola…”
Sento il sangue gelare nelle vene, i pezzi di questo contorto puzzle
stanno lentamente trovando la loro giusta collocazione mostrandomi il
malinconico disegno.
“…mi hanno scritturato per la parte di
protagonista in un nuovo telefilm della Fox…”
“Ma come? Cioè…quando?”
Borbotto parole senza senso lasciando scivolare la mia mano dalla sua.
Sono a dir poco sconvolta, sento le gambe cedermi e il respiro farsi
affannoso.
“Stai bene piccola?”
“Perché non me l’hai detto
prima?”
“Avevo fatto il provino per questo lavoro molto tempo fa,
prima che io e te iniziassimo a frequentarci, prima ancora che ti
conoscessi. Era l’ennesimo tentativo, non mi avevano fatto
sapere più nulla, credevo mi avessero scartato anche questa
volta e invece…”
Adam inizia ad agitarsi, gesticola animatamente e di tanto in tanto
balbetta dal nervosismo. Ora sono io a sospirare sonoramente,
è come se si fosse rotto qualcosa dentro me ma non fa male
come dovrebbe, è un dolore diverso quello che sento montare
dentro di me, un senso di abbandono a cui ormai mi sto abituando mi
avvolge lentamente immergendomi in un buio profondo. Ho smesso di
ascoltare le sue parole adesso, sono persa nei miei pensieri e solo le
mani di Adam intorno alle mie spalle riescono a riportarmi alla
realtà.
“Non credevo sarebbe stato così difficile
inseguire il mio sogno…non credevo di innamorarmi
così tanto di te…”
Le sue parole arrivano diritte al mio cuore donandogli un dolce tepore,
calde lacrime riempiono i miei occhi e, senza accorgermene, rigano il
mio viso facendosi strada sul mio fondotinta lasciando dietro di se un
alone grigiastro.
“Ti amo Alicia…”
Prendo le sue mani tra le mie, le sfioro con le labbra e le stringo
più forte sul mio petto
“…ma non devi assolutamente rinunciare la tuo
sogno per me! Ti voglio bene Adam ed è proprio per questo
che non ti terrei mai legato a me, qualcuno mi ha insegnato che amare
è volere l’altro libero e liberarlo dai suoi lacci
se ne rimane prigioniero…stanotte tocca a me
liberarti e lasciarti libero di volare!”
Sfioro le sue labbra con dolcezza mentre con la mano accarezzo
lentamente il suo viso, sorride emozionato per qualche secondo per poi
stringermi forte a se in un caloroso abbraccio.
“Sei una ragazza speciale Alicia…”
Sorrido mestamente. Perché tutti mi lasciano allora?
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Capitolo 35 *** Capitolo 35 ***
Capitan Avena: Principessa
mia…
Principessa Favilla: Non posso crederci: sei on
line!
Capitan Avena: io sarò sempre
con te quando ne avrai bisogno, sarò il primo ad esseri
accanto se avrai bisogno d’aiuto…lo ha
già dimenticato?
Principessa Favilla: forse semplicemente non ci
speravo pi ormai…
Capitan Avena: donna di poca fede…ma come
devo fare con te?
Principessa Favilla: non lo so…ma sono
contenta che questa volta io abbia toppato…
Capitan Avena: non avrei mai potuto lasciarti sola,
anche quando sentivi che ero lontano in realtà io ero sempre
li accanto a te pronto a sorreggerti se ne avessi avuto
bisogno…
Principessa Favilla: ed eccoti qui! Non voglio
più doverti sentire lontano…promettimi che non
accadrà mai più…
Capitan Avena: non chiedermi di farti promesse che
so già di non poter mantenere…
Principessa Favilla: non riesco a comprendere
perché parli in questo modo, abbiamo visto già
che non serve a darmi una vita migliore,
anzi…perché tu continui a non volerlo capire? Non
è giusto…
Capitan Avena: io non capisco te invece: invece di
star li a preoccuparti per il futuro cerca di vivere al meglio il tuo
presente e nel tuo presente io ci sono ancora piccola…
Principessa Favilla: mi comporto come una bimba
capricciosa...
Capitan Avena: la mia bimba capricciosa…
Principessa Favilla: ^_^
Capitan Avena: piuttosto dimmi un
po’…come stai?
Principessa Favilla: bene…
Capitan Avena: -.- dimmi davvero come stai
sciocchina…
Principessa Favilla: anche attraverso lo schermo di
un pc intuisci quando mento?
Capitan Avena: dovresti saperlo…
Principessa Favilla: ci ho
provato…Comunque che dirti, mi sento strana…ne
bene ne male…non so definire lo stato in cui mi
trovo…
Capitan Avena: come al solito non hai ancora
realizzato cosa sia accaduto, hai bisogno dei tuoi tempi per
metabolizzare…
Principessa Favilla: può
essere…in fondo Adam è partito solo stamattina,
è ancora troppo presto per me per capire davvero cosa sia
successo, quanto sia cambiato nella mia vita…ancora troppo
presto per sentire la sua mancanza e forse troppo presto per starci
male…purtroppo funziono così…
Capitan Avena: l’ho imparato
ormai…ora ti stai imponendo di fare la forte con il mondo ma
non appena questo smetterà di guardare dalla tua parte ti
lascerai andare e darai voce alla vera te stessa, quella che adesso
tieni sopita dentro di te…
Principessa Favilla: …e mi faccio
prendere dalle mie stupide crisi…
Capitan Avena: la smetti di essere sempre
così severa con te stessa?
Principessa Favilla: non sono severa è la
mera verità…
Capitan Avena: essere sensibile, sentirsi fragili e
vulnerabili non è sinonimo di
stupidità…
Principessa Favilla: se lo dici tu…
Capitan Avena: piccola so bene come ti
senti…
Principessa Favilla: tutti pensate di
saperlo…
Capitan Avena: …ma solo tu sai davvero
cosa ti frulla per la testa…
Principessa Favilla: ora completi anche le mie
frasi?
Capitan Avena: c’è qualcuno che
non vuole proprio mettersi in testa che la conosco meglio di quanto
creda…meglio di me stesso quasi…
Principessa Favilla: è lo stesso qualcuno
che si sente tanto solo, che è stufo di storielle senza
senso… lo stesso qualcuno che vorrebbe perdersi tra le tue
braccia…
Capitan Avena: accetta il file che ti sto inviando!
Principessa Favilla: cos’è?
Capitan Avena: un nuovo
pezzo…l’ho composto pensando a te, quando lo
ascolterai fallo ad occhi chiusi…
Principessa Favilla: e perché mai?
Capitan Avena: …immagina le mia braccia
che cingono il tuo corpo e ti tengono stretta al
mio…immagina il mio volto vicino al tuo…tanto
vicino quasi a sfiorarlo…
Principessa Favilla: sono stufa di immaginare il tuo
volto…voglio vederlo!!!
Capitan Avena: ne abbiamo già
parlato…rovineremmo tutto in questo modo…
Principessa Favilla: ma spiegami almeno il
perché…da sola non ne capisco il
motivo…
Capitan Avena: non è
importante…
Principessa Favilla: lo è per me!
Capitan Avena: tu sei importante per me!
Principessa Favilla: stai cambiando
discorso…come sempre del resto quando affrontiamo questo
discorso…
Capitan Avena: non sei disposta a farmelo fare?
Principessa Favilla: non vorrei tu lo
facessi…,a so che anche questa volta farai a modo tuo e sono
troppo stanca per contraddirti…
Capitan Avena: sei arrabbiata con me adesso?
Principessa Favilla: non potrei
mai…è solo che a volte sembra tu voglia
nascondermi qualcosa…
Capitan Avena: io sono quello che
vedi…anzi ciò che senti…
Principessa Favilla: è arrivato il
file…
Capitan Avena: vuoi ascoltarlo adesso?
Principessa Favilla: se mi aiuterà a
sentirti vicino…si!
Capitan Avena: allora ti lascio andare…
Principessa Favilla: tra quanto ti
sentirò di nuovo adesso?
Capitan Avena: domani mattina avrai il tuo
buongiorno dolce stellina…
Principessa Favilla: dici sul serio?
Capitan Avena: ti ho mai mentito?
Principessa Favilla: no…e non iniziare a
farlo, ne morirei. A domani mio dolce capitano…
Capitan Avena: a domani principessina
mia…ti adoro
Principessa Favilla: anche io. Dolce notte.
________________________________________________________ANGOLO
AUTORE______________
Non lascio spesso commenti
a fine capitolo,
credo che il modo migliore per far conoscere una storia
sia darle semplicemente tutto il suo spazio...
ma dopo 34 capitoli volevo ringraziare chi ancora ha la pazienza di
leggermi,
chi è stato così gentile nel lasciare un segno
del suo passaggio,
chi sarà così gentile da lasciarlo!!!
A presto
|
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Capitolo 36 *** Capitolo 36 ***
Nuovo messaggio di posta:
“Dolce principessa…
Ho appena letto il file che mi hai inviato, sono senza parole, sei
riuscita a stupirmi nuovamente mostrandomi un lato del tuo carattere
che non conoscevo: non sapevo scrivessi stupende poesie! Mi hai
sconvolto…non so se sia stato un segno del destino o pura
fatalità ma mentre leggevo le tue dolci parole il mio
lettore multimediale passava il pezzo che ho composto per te, lo stesso
che ascoltavi tu mentre scrivevi…è sorprendente
come le tue parole si sposino così bene con la
melodia…sarebbe una canzone stupenda…
Oggi è stata una giornata un po’ piatta, avrei
avuto mille cosa da fare ma non ne avevo per niente voglia, non so bene
cosa mi prende in questi giorni: sono come ossessionato dal tu
pensiero, mi sveglio al mattino e sei la prima che mi viene in
mente…e l’ultima a cui penso quando metto la testa
sul cuscino…
Alla fine per non rischiare di impazzire stando a casa ho chiamato
qualche amico e sono stato un po’ in giro e ho iniziato a
fare qualche acquisto per Natale…ho preso un pensierino
anche per te…quando l’ho visto in vetrina non ho
resistito alla voglia di comprartelo: è troppo tuo. Lo
so…sono pazzo…pazzo di te…non vedo
l’ora di sentirti stasera.
Ti voglio troppo bene .
Il tuo Capitan Avena.”
E come sempre mi ritrovo a sorridere di fronte allo schermo
come se lui potesse vedermi; ormai ho familiarizzato talmente tanto con
il computer da percepirlo quasi come umano.
Guardo l’orologio al polso: ho davvero poco tempo per
rispondergli prima che Sandy passi a prendermi per uscire stasera,
è stata lei a salvarmi dal consueto stato di isolamento in
cui piombo dopo una delusione, tempestivamente non mi ha dato il tempo
di iniziare quel tipico processo si rintana mento costringendomi quasi
con forza ad unirmi al suo gruppo di amici.
Senza indugiare troppo sui miei pensieri clicco sull’icona
per la creazione di una nuova mail e inizio a digitare il mio
messaggio.
Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Tu sei pazzo!!!
Ma come ti è venuto in mente di prendere un regalo per me?
Ora che farai? Lo scannerizzi e me lo invii per e-mail?
Ok…lo so…sono stata un po’ pungente
questa volta è solo che…lasciamo stare, lo sai
bene cos’è!
Purtroppo stasera non riusciremo a sentirci in chat, tra pochi minuti
passerà a prendermi Sandy: ennesimo invito a cui
è stato impossibile dire di no…è
carinissima, fa di tutto per non lasciarmi il tempo di pensare e io non
posso deluderla…non posso perdere anche lei…
Stasera andremo al Orange Club …è il locale
più fashion del momento, un vero
must…così almeno dice lei e io finisco per
assecondarla, in fondo mi fa bene uscire di casa e i suoi amici alla
fine non sono mai così male come potessi
immaginare…
Non restare a casa a piangermi addosso mi fa bene, mi aiuta davvero a
non pensare a quanto in realtà mi manchi Adam, a quanto mi
manchi avere una presenza stabile nella mia vita, mi aiuta a non
interrogarmi sul perché alla fine finisco sempre per restare
sola…ecco appunto…meglio non pensarci,
così non angoscio ne te ne me…
Ora però devo proprio salutarti.
Ti adoro e mi raccomando: non aspettarmi sveglio come
l’ultima volta.
Un dolce bacio.
Tua Principessa Favilla.”
Clicco sul tasto d’invio e lascio che la rete, mia postina
virtuale, consegni le mie parole a te.
Tempismo perfetto: il suono del citofono mi avvisa
dell’arrivo di Sandy, spengo il pc e con passo svelto
raggiungo il citofono.
“Si?”
“Tesoro scendi!”
“Arrivo dolcezza!”
Guardo la mia immagine riflessa allo specchio un’ultima volta
ancora, con le mani sistemo il vestitino per farlo scendere morbido sul
mio corpo sinuoso, indosso il cappottino nero e prendo la borsa dal
mobiletto d’ingresso. Un ultimo colpo di gloss: sono pronta!
Con il sorriso sulle labbra raggiungo la mia amica che mi aspetta
impaziente, salgo in macchina e la saluto con due baci sulle guance.
“Come mai da sola stasera?”
Mi guarda come se avessi detto un’assurdità.
“Stasera è aperta la caccia.”
La scruto sbigottita: non ho alcuna voglia di mettermi in gioco
stasera, non sono ancora pronta a sentir parlare di uomini nella mia
vita…ma non è il caso di farglielo presente in
questo momento. Sorrido allacciando la cintura di sicurezza.
“Ci aspetta una grande serata allora!”
“Esatto bimba!”
L’auto di Sandy sfreccia per le strade della città
con sicurezza, il susseguirsi frenetico delle luci stradali fa da
scenario ai nostri frugali pettegolezzi.
“Ed ecco il nostro campo di caccia!”
Ammiccando sensuale al parcheggiatore Sandy gli lascia le chiavi
dell’auto per farla posteggiare mentre noi ci dirigiamo
all’interno del locale. È il momento della serata
che più detesto: Sandy saluta tutti con baci e lunghi
abbracci e io resto in angolino in disparte ad osservare la scena
sperando di incappare con lo sguardo qualche viso amico fino a quando
qualcuno non riporta l’attenzione su di me dando il via
all’odioso rito delle presentazioni. Ogni sera la stessa
solfa: non capisco come faccia a incontrare sempre gente diversa quando
mette piede fuori casa.
“Hey Alicia…”
D’improvviso sulla mia spalla un nuovo tepore, mi volto di
scatto verso la mano che vedo solo con la coda dell’occhio,
un lieve sorriso colora il mio viso all’incrocio del suo
sguardo: finalmente un viso familiare.
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Capitolo 37 *** Capitolo 37 ***
“Steven…”
Un ragazzotto ben piazzato, ricci capelli castano chiari contornano
l’ovale del suo volto dal colore ambrato, grandi occhi color
nocciola, labbra carnose e sorriso ammaliatore. Simpatico e carino,
senza ombra di dubbio una compagnia piacevole per allietare una serata;
è stata Sandy a presentarmelo qualche sera fa in una delle
nostre uscite serali, non ricordo bene in che locale, passammo la
serata a ridere e parlare fino al mio glissare il suo invito a
riaccompagnarmi a casa.
“”Hai la stessa espressione che avevi la sera che
ci hanno presentati!”
“Inebetita e spaesata?”
“Dolcemente smarrita.”
Sorrido imbarazzata, sono una di quelle poche ragazze a cui queste
smancerie lasciano ancora un lieve rossore sul viso. Sandy finalmente
si è ricordata della mia esistenza e, travolgendomi
completamente, inizia con il solito carosello delle presentazioni:
nomi, volti, strette di mano e sorrisi si susseguono lasciando il tempo
che trovano in una confusione assurda nella mia testa.
È Steven a salvarmi da questa tortura psicologica rapendomi
da tutto ciò con la scusa di andare a prendere qualcosa da
bere al bancone del bar.
“Stasera Sandy è ancora più iperattiva
del solito.”
“Non dirlo a me, faccio fatica a starle
dietro…”
Steven ordina un sex on the beach per me e un mohito per lui
al barman che ci invita a prendere posto sugli sgabelli posti di fronte
al bancone.
“Posso solo immaginare, tu non sei come
lei…”
“Già pensi di sapere come sono fatta?”
Sorrido con aria di sfida alzando prontamente le mie difese, il fascino
di Steven riuscirebbe a rendere meno banali anche le sue frasi
più scontate, se solo decidessi di lasciarmi andare e mi
facessi coinvolgere un poco in più dalle sue parole.
L’alcool, che scende ruvido nella mia gola e sale lentamente
nella mia testa, inizia a inibirmi un pochino sciogliendo
imprudentemente l’atmosfera tra noi, in breve tempo riesce e
vincere la mia totale diffidenza e ci ritroviamo a parlottare complici
isolandoci quasi totalmente dalla confusione che ci circonda; di tanto
in tanto la sua mano sfiora fugacemente le mia, accarezza le mie guance
rosse lusingandomi con mille complimenti.
“Hoy ma sei qui? E io che ti sto cercando per tutto il
locale…”
La voce di Sandy incombe prepotentemente tra di noi, la mia amica si
attacca come un polipo al mio braccio e, incurante della presenza di
Steven, mi trascina con impeto verso di lei.
“Sono tutti nel privè, forza
andiamo…”
Per poco non mi fa ruzzolare giù dallo sgabello tanta
è l’energia con cui tira il mio braccio.
“Così però non ci arrivo nel
privè…o al massimo ci arrivo
rotolando…”
Sorrido a Steven che, dopo aver bevuto in un sorso solo il contenuto
del suo bicchiere, ci segue senza fiatare. Sandy cammina eccitata
raccontandomi il suo programmino per la serata, ha già
avvistato la sua vittima e ha intenzione di fare di tutto per
portarselo a letto stanotte, inizia a riempirmi la testa con mille
informazioni per lo più inutili sulle persone presenti nel
privè fino al nostro arrivo in esso. Con discrezione io e
Steven prendiamo posto su uno dei divanetti neri in pelle mentre Sandy,
dopo avermi stampato un bacio sulla guancia, si muove sensuale verso la
sua preda.
In poco tempo io e Steven ci troviamo nuovamente a parlottare tra noi
sorseggiando un cocktail fruttato lasciandoci coinvolgere da
un’intrigante gioco di sguardi, non ho intenzione di
concedergli nulla di più stasera ma non posso negare a me
stessa quanto questa situazione inizi a divertirmi stuzzicando la mia
femminilità.
“Oh mio Dio, Steven sei proprio tu…è
una vita che non ti vedevo in giro. Ma che fai non mi
abbracci?”
Una stridula voce femminile alle mie spalle cattura
l’attenzione di Steven distogliendola dalle mie parole, una
voce che risuona nota alle mie orecchie ma a cui la mia mente si
rifiuta di dare un volto. Sul viso di Steven compare un sorriso
radioso, posa il bicchiere sul tavolino di fronte a noi e si alza per
salutare la nuova arrivata.
“Sei sempre un incanto, tesoro.”
Con lo sguardo seguo i suoi movimenti voltandomi lentamente permettendo
ai miei occhi di disegnare la sagoma della figura femminile che parla
con lui, sorride sensuale spostandosi i capelli dal viso accentuando le
sue movenze da gatta morta.
“Vedo che sei in dolce compagnia…”
I suoi occhi ricadono su di me mentre una smorfia di disgusto compare
sul suo viso.
“…ah sei tu!”
Mi alzo in piedi mettendomi di fianco a Steven.
“Anche io sono contenta di vederti,
Julie…”
Non finisco neanche di parlare che alle sue spalle fa capolino la testa
bionda di Nick che, non curante della nostra presenza, sfiora le labbra
di Julie lasciandole umide e gli porge un bicchiere di champagne, poi
alza lo sguardo accorgendosi dalla nostra esistenza; Julie civetta
languida sorseggiando dal suo fluite prima di presentare i due ragazzi.
Resto in disparte fino a che non è Nick ad avvicinarsi a me
per salutarmi con due baci sulle guance.
“Come stai?”
Mi sussurra sottovoce mentre il suo viso è ancora vicino al
mio.
“Bene!”
Gli rispondo allo stesso modo, sorridendogli appena mentre il suo
braccio si cinge alla vita di Julie che non perde occasione per
tormentarmi con le sue solite battutine pregne di malignità.
“Non pensavo di vederti già in giro, pensavo fossi
rintanata in casa a leccarti le ferite…”
“Pensavi male!”
Senza togliermi il sorriso dalle labbra le rispondo fissandola dritto
negli occhi, fulmini e saette intercorrono nei nostri sguardi e la cosa
non sfugge all’attenzione di Steven che, sfiorandomi il collo
con le labbra, mi invita a ballare; accetto più che
volentieri il suo invito stringendomi forte al suo braccio: non avrei
resistito un minuto in più in presenza di Julie.
“Due volte in una serata, non c’è che
dire…mi hai salvato di nuovo.”
Le sue labbra si posano delicate all’angolo della mia bocca
lasciandomi di stucco.
“Vedi? Già non puoi fare a meno di
me…”
Alzo gli occhi al cielo e mi lascio trascinare in pista, il suo corpo
si muove provocante sul mio seguendo il ritmo frenetico della musica,
muovo la testa facendo muovere sinuosamente i capelli e scivolare via i
miei pensieri e la mia razionalità.
Forse ha ragione Sandy: stasera ho solo bisogno di distarmi un
po’!
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Capitolo 38 *** Capitolo 38 ***
“Sei bellissima Alicia!”
Steven si muove sensuale al suono dell’assordante musica che
le casse pompano a volume altissimo, il suo corpo si avvicina al mio
per fugaci contatti pregni di vere e proprie scariche elettriche, le
sue mani cingono la mia vita mentre la sua bocca è scesa ad
assaporare il mio collo.
Immagini confuse si fanno spazio nella mia testa che rischia quasi di
scoppiare, la lingua di Steven lambisce la lattea pelle del mio collo.
La situazione mi sta sfuggendo di mano, non è questo quello
che voglio: non sono per niente pronta a rimettermi in
gioco…non ancora, fa tutto ancora troppo male.
Sorrido con dolcezza spostando leggermente la sua figura da me.
“Che ne dici se andiamo a prendere qualcosa da
bere?”
Sfiora la mia guancia con le labbra facendo scendere la sua mano verso
la mia per incrociarne le dita e camminare spedito in mezzo alla folla,
sospiro sollevata senza farmi vedere da lui. Una volta nel
privè prendiamo posto sul divanetto su cui eravamo prima,
senza dare troppo nell’occhio, e ordiniamo da bere, Steven
giocherella con le mie dita sussurrandomi dolci parole e romantiche
frasi mielose, di tanto in tanto sfiora le mie guance per lievi carezze
mentre i suoi occhi quasi bruciano le mie labbra per quanto sono ormai
fissi su di esse. Sorseggio il mio drink, resistere alle lusinghe di
questo aitante giovanotto è più difficile di
quanto potessi pensare, la morbidezza delle sue labbra sembra abbia
rapito i miei occhi e, senza fretta, pare stia risvegliando i miei
sensi sopiti che lottano ormai con la mia ragione; la voglia di
divertirmi e la paura di soffrire di nuovo sono poste sulla stessa
bilancia nella mia mente, non riesco a decifrare ancora da che lato di
essa penda l’ago e questo mi sta facendo impazzire.
“Basta Nickolas, stai bevendo troppo…non osare
ordinare un altro cocktail altrimenti io…”
L’attenzione di tutti i presenti del privè
è catturata dalla squittente voce di Julie che, rossa in
viso come un peperone,
sembra essersi resa conto solo adesso di quanto sia stato alto il tono
della sua voce. Nick, non curante degli sguardi attoniti dei presenti,
si alza in piedi quasi barcollando, segno evidente del troppo alcool
mandato giù stasera, guarda per qualche istante la sua
compagna prima di domandarle con aria di sfida e occhi di ghiaccio.
“Altrimenti tu cosa?”
Lo sguardo implorante e il colorito del suo viso la dicono lunga sul
tremendo imbarazzo che sta a dir poco devastando la povera Julie, il
suo tono di voce è diventato quasi un sussurro ma nonostante
tutto non abbandona l’alterigia dei suoi odiosi modi di fare.
“Nick, siediti, non lo vedi che ci stanno guardando tutti? Mi
stai mettendo in ridicolo, ma si può sapere cosa prende? Sei
impazzito o cosa?”
Le mani di Julie si aggrappano disperate alla camicia di Nick cercando
invado di trascinarlo giù per farlo mettere a sedere,
nell’intero privè non vola una mosca: sono tutti
attenti a gustarsi la scenetta che i due fidanzatini stanno
generosamente offrendo.
Una smorfia irrisoria compare sul viso del mio amico.
“Vuoi davvero sapere cosa mi prende?”
La disgraziata annuisce cercando di assecondarlo per evitare ulteriori
brutte figure.
“Mi prende che mi sono rotto le palle di questa farsa. Mi
sono rotto le palle della vita che mi fai vivere. Mi sono rotto le
palle di te! Ecco cosa mi prende!”
Al suono delle sue parole piomba il gelo intorno a noi, sgrano gli
occhi nel sentirlo parlare in questo modo mentre la povera Julie, il
cui viso sta ormai assumendo tutte le tonalità possibili e
immaginabili comprese tra il rosso acceso e il viola scuro, balbetta
con espressione spaesata e sconcertata parole prive di alcun senso
logico.
“Ma che dici amore mio? Perché parli in questo
modo, io…”
“Io…io…io…non sai dire
altro. Sei talmente narcisista ed egocentrica da non esserti
minimamente accorta che non ti amo; non sono mai stato innamorato di te
Julie. Non ti sei mai accorta che ogni volta che facevamo
l’amore io pensavo ad un’altra: c’era
solo il suo viso nella mia mentre con foga penetravo il tuo corpo,
mentre le mie mani stringevano la tua pelle…”
All’udire le sue atroci parole Julie scatta in piedi
mettendoglisi di fronte come una furia, le sua mani stringono i lembi
della sua camicia scuotendolo con violenza rischiando di fargli perdere
il già precario equilibrio.
“Perché mi hai fatto questo brutto figlio di
puttana? Cosa volevi da me? Cosa volevi?”
“Volevo solo provare a dimenticare lei!”
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Capitolo 39 *** Capitolo 39 ***
“Sei solo un bastardo…un
fottuto bastardo!”
Amare lacrime iniziano a bagnare il volto di Julie che, in breve tempo,
si ritrova ad essere scossa dai suoi stessi singhiozzi.
“Sei solo un bastardo!”
Ripete ormai come un disco incantato, con entrambe le mani spinge sul
petto di Nick facendolo indietreggiare bruscamente fino a cadere
rovinosamente come una pera cotta. È totalmente ubriaco,
tanto da non riuscire nemmeno a stare stabilmente in piedi. Un
fastidioso mormorio si è intanto alzato intorno a noi, tutti
parlottano, commentano, ridono, ma nessuno prova a capire cosa sia
realmente accaduto, a nessuno interessa davvero se questa
“divertente” scenetta stia facendo soffrire
qualcuno, nessuno aiuta Nick che, ciondolando, si rialza da solo,
nessuno corre dietro Julie per chiederle come stia. Nessuno fa niente
per nessuno: che triste verità. Guardo Steven cercando
almeno in lui una benché minima diversità, mi
sorride con dolcezza stringendo più forte le mie mani tra le
sue sussurrandomi teneramente di stare tranquilla: ancora una volta
è stato il mio viso a parlare per me, a denunciare la mia
crescente ansia ancor prima delle mie parole.
“Qualcuno dovrebbe seguirla, dovrebbe dirle qualcosa, provare
a calmarla, è troppo sconvolta per tornare a casa da
sola…”
Steven fa spallucce.
“Non guardare me, non saprei cosa dirle, non sono proprio in
grado di fare queste cose. Dico sul serio, rischiamo di trovarcela
impiccata domattina se le parlassi io…”
“Lascia perdere…”
Rispondo inacidita, alzo gli occhi al cielo e mi metto in piedi; non
saprei nemmeno spiegare il motivo delle mie azioni ma sono proprio io a
seguire Julie, pur non sapendo davvero che pesci pigliare. Non ho la
benché minima idea di dove iniziare per parlarle, ne tanto
meno dove sia più giusto andare a parare, ma non posso
lasciarla in questo stato. Faccio fatica a starle dietro per quanto
cammina spedita in mezzo alla gente, fortunatamente riesco a
raggiungerla poco prima che varchi la porta d’uscita, afferro
il suo braccio con la mano costringendola a voltarsi verso di me.
“Julie, aspetta!”
Mi guarda irata con gli occhi pieni di sangue per la furia che la
devasta.
“Che cosa vuoi ancora da me? Sei venuta a darmi il colpo di
grazia? Avanti…so che non aspettavi altro per poterti
vendicare delle mie frecciatine pungenti…”
“Ma che dici? Io non sono così, non potrei mai.
Sono venuta a chiederti se avevi bisogno di qualcosa e per dirti di non
dare ascolto a Nick, è totalmente ubriaco e sta solo
farneticando, so bene quanto ha sudato per farsi notare da te e quanto
impegno ci mette per essere come tu vuoi che sia. Credimi, lo conosco
bene. Domattina, quando ricorderà ciò che
è successo, sarà sicuramente pentito di quanto ti
ha detto e…”
Il palmo aperto della sua mano colpisce in pieno il mio viso
costringendomi a voltarmi dall’altra parte per la forza e
l’inaspettatezza del suo gesto.
“Stai zitta! Devi solo chiudere quella cazzo di bocca. Non lo
conosci quanto credi…è tutta colpa tua! Lasciami
in pace stronzetta.”
Porto la mano sulla guancia dolorante mentre lei si divincola
selvaggiamente dalla mia stretta e esce dal locale lasciandomi come una
cretina a fissare le sue spalle che si allontanano attraverso la porta.
“Hey, tutto bene Alicia? Che è successo? Oddio
scusami, sono stato solo uno stupido a non darti ascolto, credimi non
sono un bastardo insensibile come adesso stai pensando, sono
semplicemente imbranato con le parole. Vedi anche adesso sto facendo un
casino…”
Le parole di Steven si insinuano tra i miei pensieri facendo scemare
quelle di Julie dalla mia testa; sorrido con tenerezza, o almeno ci
provo, la mia mano accarezza il suo viso per un breve istante.
“Tranquillo. Ho esagerato anche io prima…torniamo
dagli altri.”
“Sei sicura vada tutto bene?”
Annuisco in maniera poco convinta.
“Era solo molto sconvolta…”
Le sue labbra si posano morbide sulla mia guancia ancora arrossata per
lo schiaffo di Julie.
“Un bacio così la bua passa
prima…”
I suoi occhi cercano i miei in uno sguardo sensuale, le sue dita
accarezzano le mie labbra schiudendole appena, chiude gli occhi e
lentamente il suo viso si avvicina al mio. Le nostre bocche ormai
vicinissime stanno quasi per sfiorarsi quando un rumore sordo ci
riporta di colpo alla realtà. Le braccia di Steven mi
tengono stretta al suo corpo mentre intorno a noi la gente raggiunge il
povero malcapitato che è ruzzolato per terra. Risatine
divertenti e commenti pungenti si sprecano senza ritegno tra i presenti
ma le parole trascinate di Nick riescono a sovrastare il mormorio.
“Porca puttana, vi ho detto di lasciarmi stare. Sto
bene…sono solo inciampato.”
Si dimena come un animale in gabbia cercando di restare in equilibrio,
cosa che evidentemente non gli risulta essere poi così
facile. Mi libero dalla stretta di Steven, che si era fatta ancora
più forte intorno al mio corpo tanto da togliermi quasi il
respiro, e mi intrufolo tra la folla fino a raggiungere il mio amico. I
suoi occhi si abbassano di colpo all’incontro con i miei,
imbarazzato sembra voler scappare da me ma non sono disposta a
farglielo fare. Mi avvicino a lui e, nonostante le sue accese proteste,
faccio passare il suo braccio intorno alle mie spalle per fornirgli un
appoggio più o meno stabile.
“Lasciami, Alicia, voglio andare a casa!”
“Devi essere pazzo se pensi che ti lasci andare via in questo
modo…”
“Non voglio il tuo aiuto. Io non voglio l’aiuto di
nessuno. Voglio solo essere lasciato in pace, perché non
volete capirlo?”
Si dimena infuriato rischiando di far cadere sia lui che me per la
goffaggine e la violenza dei suoi gesti, Steven prontamente corre a
sorreggermi cercando di convincermi a lasciar perdere questo babbeo
ubriaco.
“Dai andiamo, Alicia, ma lascialo perdere questo qui. Prima
ha distrutto la vita a Julie come niente fosse e ora sbraita come una
checca isterica contro di te. Non hai sentito che non ha bisogno
dell’aiuto di nessuno? Lascialo solo come un cane,
è questo che merita.”
Le braccia di Steven nuovamente si muovono verso di me per stringere il
mio corpo allontanandomi con forza da Nick, sento che potrei davvero
impazzire stasera.
“Steven lasciami in pace…”
Nuovamente mi libero dalla sua morsa con fare isterico gridando come
una pazza appena uscita dal manicomio sotto lo sguardo allibito di
Nick.
“E tu, invece di fare il bambino lagnoso, dammi le chiavi
della tua macchina…”
Solo adesso mi rendo conto di quanto stia parlando in maniera alterata
e decido saggiamente di smorzare i toni se auspico anche solo a una
minima collaborazione da parte di Nick. Con la mano sposto la ciocca di
capelli ricaduta sugli occhi del mio biondo amico e gli sorrido con
dolcezza.
“…dai ti riaccompagno io a casa.”
Le sue labbra si inarcano disegnando un tenero sorriso sul suo volto.
Mi porge le chiavi dell’auto sussurrando sommessamente:
“Come vuoi tu. Alicia…”
“Dimmi.”
“Grazie.”
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Capitolo 40 *** Capitolo 40 ***
Non me la sono mai cavata male a guidare ma, tra
i tacchi alti e la potenza del motore della BMW di Nick, stasera faccio
fatica a destreggiarmi; premo il piede sull’acceleratore,
l’auto scatta di colpo in avanti schiacciandoci entrambi
contro i sedili; ci metto un po’ per prendere dimestichezza
con la macchina del mio amico e rendere fluida la mia guida, Nick
adagia il capo sul poggiatesta e socchiude gli occhi cercando di
placare il senso di nausea che lo pervade.
Sospiro sonoramente mentre seguo attentamente la curva che sto
percorrendo; non è stato facile convincere Steven a
lasciarmi andare via, dopo la mia sfuriata ha ammorbidito i toni e
voleva a tutti i costi seguirmi con la sua auto per poi riaccompagnarmi
a casa, ma non era per niente il caso, non era così che
doveva finire questa serata.
Manca oramai poco per raggiungere casa di Nick, scruto dallo
specchietto retrovisore la strada percorsa e, ricordandomi solo adesso
di Sandy, prendo il telefonino dalla borsetta digitando il numero della
mia amica.
“Alicia, ma dove diavolo sei finita?”
Urla come una forsennata per sovrastare la musica assordante:
è ancora all’Orange Club.
“Sono andata via…”
Non mi lascia nemmeno terminare la frase che, agitata, mi domanda con
chi mi sia dileguata.
“Sono con Nick. Non era in grado di guidare fino a casa, era
troppo ubriaco lo hai visto e…”
“Non sei la sua baby-sitter…”
La sua voce si colora di un fastidioso tono di rimprovero.
“…e Steven? Pensavo ti piacesse, eravate
così graziosi insieme che pensavo che…”
“Non lo so, Sandy, Steven è stato carino con me ma
io non potevo ignorare Nick, aveva bisogno di me…”
Non le lascio il tempo di replicare e attacco velocemente a corto.
“…dai ci sentiamo domani, sono arrivata a casa di
Nick. Non brontolare che ti sento. Ciao tesoro e divertiti mi
raccomando.”
“Mi raccomando a te. Ti chiamo domani.”
Metto il telefono in borsa mentre con l’auto percorro il
vialetto posteggiando il più vicino possibile alla
porta d’ingresso, slaccio la cintura di sicurezza del mio
amico e, lentamente, inizio a scuoterlo con delicatezza.
“Hey, sveglia, siamo arrivati…”
Nick annuisce senza però dare segno di voler aprire gli
occhi, sconsolata scendo dall’auto e raggiungo la portiera
dal suo lato, la apro e lo aiuto a scendere.
“Forza appoggiati a me…”
Faccio passare il suo braccio intorno alle mie spalle e, a fatica,
raggiungiamo la porta d’ingresso.
“Nick, dammi le chiavi…”
Fruga nelle tasche dei suoi pantaloni, non si regge in piedi e
un’espressione inebetita compare sul suo volto quando lascia
cadere nelle mie mani il mazzettino con le chiavi. Apro la porta e,
stando attenta a non fargli centrare in pieno il muro, lo aiuto a
entrare in casa. Nick sorride senza motivo lasciandosi cadere
rovinosamente sul divano trascinando di peso anche me, la sua risata
rumorosa riecheggia per tutta la casa mentre le sue mani stringono al
mio corpo per una lieve tortura, i suoi movimenti sono più
bruschi del solito e il mio vestitino, decisamente poco adatto per
ruzzolare sul divano come se fossimo due bambini un po’
troppo cresciuti, si solleva quel tanto da lasciare completamente
scoperte le mie gambe; di colpo il silenzio cala nella stanza portando
con se un leggero imbarazzo. Mi divincolo dalle sue braccia
ricomponendomi velocemente, con le mani aiuto il vestitino a scivolare
nuovamente al suo posto; Nick mi fissa con uno sciocco sorriso sulle
labbra, dritta di fronte a lui afferro le sue mani e con forza lo
trascino verso di me per aiutarlo a mettersi in piedi.
“Forza Nicky, mamma mia quanto pesi…”
“Fai piano Alicia, gira tutta la stanza…”
“Certo…è la stanza gira non la tua
testa…”
A fatica riesco a farlo alzare, poggio i palmi sulle sue ampie spalle e
lo spingo con forza verso il bagno.
“Rinfrescati il viso e togliti le
scarpe…”
Annuisce poco convinto fissando il vuoto,
“Pensi di essere in grado di farlo da solo?”
“Non sono ubriaco quanto pensi…”
Dicendo questo barcolla vistosamente rischiando di cascare
rovinosamente.
“Certo che non sei ubriaco quanto penso….molto di
più.”
Alzo gli occhi al cielo e mi reco in camera sua per disfargli il letto,
non credo di averlo mai visto in queste condizioni e mi fa davvero un
effetto stranissimo, l’alcool lo ha reso ancora
più imbranato e infantile, ancora più bisognoso
di attenzioni.
Sbandando per la stanza Nick mi raggiunge lentamente; indossa solo la
camicia e i boxer, degli altri indumenti deve essersene liberato in
bagno; con sguardo sornione si avvicina a me con le movenze delicate di
un elefante.
“Forza mettiti a letto ora, almeno eviti di fare
danni.”
Si lascia aiutare ad adagiarsi sotto le coperte, il mio sguardo si posa
tenero sul suo viso per qualche istante mentre lo vedo impacciato
cercare una posizione comoda.
“Forse dovresti togliere anche la
camicia…”
Annuisce muovendo ampliamente la testa e si mette a sedere, le sue mani
iniziano una guerra con i bottoni cercando invano di slacciarli; mi
è difficile non sorridere divertita alla scena che mi si
presenta d’avanti, passo una mano tra i suoi capelli
sconvolti facendola scendere fino ad accarezzare il suo viso ancora
troppo rosso per l’alcool.
“Lascia, ti aiuto io…”
Le sue guance si colorano di un rosso più acceso mentre le
mie mani slacciano a uno a uno i bottoni della sua camicia mostrandomi
lentamente il suo petto, il respiro di Nick diviene aritmico a ogni mio
movimento e il silenzio intorno a noi inizia a farsi pesante. Sento i
suoi occhi posarsi su di me e istintivamente abbasso il capo per
evitare il suo sguardo, non mi sento per niente a mio agio e non ne
capisco il motivo: di cosa mi preoccupo? In fondo la persona che ho di
fronte è semplicemente Nick, ma non riesco a reggere
più tutto questo silenzio.
“Sei completamente fuori uso, bello mio…”
Parole banali. Sorride inarcando solo la parte destra delle labbra
portandosi una mano dietro la testa.
“Ho esagerato stasera, eh?”
Una risatina isterica accompagna le mie parole.
“Oddio direi proprio di si, ti guardavano tutti…e
poi questa sarà dura da spiegare a
Julie…”
Le mie mani si muovono sulle sue spalle facendogli scivolare di dosso
la camicia lasciandolo a torso nudo, lentamente le dita di Nick
sfiorano il mio viso per lievi carezze, indugiano sulle mie labbra
disegnandone il profilo con delicatezza. Succede tutto il un istante,
un battito d’ali troppo veloce per essere fermato, le sua
labbra toccano appena le mie, si ritraggono per un istante per poi
accarezzarle nuovamente, la sua mano sfiora la mia testa mentre la sua
lingua spinge contro le mie labbra schiudendole appena per incontrare
la mia e torturarla con dolci movenze. Il tempo sembra essersi fermato
di colpo per noi. Nick allontana leggermente il suo viso dal mio
calamitando i miei occhi nei suoi, sento l’imbarazzo
accendermi il viso.
“Non mi importa nulla di Julie, è di te che sono
innamorato.”
Non mi lascia il tempo di replicare, bacia nuovamente le mie labbra e
si adagia sul cuscino abbandonandosi alle braccia di Morfeo. Senza
staccare gli occhi dal suo viso porto una mano sulla bocca ancora umida
dal suo bacio, Nick dorme beatamente, sul suo viso si è
stampato un candido sorriso…nella mia testa rimbombano
pesanti le sue parole.
“E’ di te che sono innamorato.”
Imbarazzata. Sconvolta. Confusa. Spaventata. Spiazzata. Delusa.
Sconcertata. Felice. Eccitata.
Un cocktail letale di emozioni attanaglia la mia essenza più
nascosta.
Perché mi ha baciato?
Non riesco a non darmi una risposta, i miei pensieri sono prigionieri
in un intrigato labirinto da cui non riescono a uscire, non voglio
pensare che sia tutto frutto della sbornia ma non voglio accettare la
risposta che le sue ultime parole mi hanno offerto…fa troppa
paura.
“E’ di te che sono innamorato.”
Sono stremata sia fisicamente che psicologicamente, non ho le forze per
mettermi alla guida della sua auto per raggiungere casa mia, prendo una
felpa dal suo armadio, la indosso e mi reso nel salone dove stanca mi
lascio cadere sul morbido divano, mi accoccolo in posizione fetale
rannicchiandomi su me stessa, chiudo gli occhi e aspetto che il dolce
canto di Morfeo conduca anche me tra le braccia portandomi lontana da
questa realtà troppo complicata per essere vissuta.
______________________________________Angolo
Autore_____________________________________
lo so, lo so....stavate
aspettando questo momento già da un pò,
finalmente Nick si è liberato di quel peso che si portava
dietro da un pò
e grazie a tutto l'alcool bevuto ha confessato il suo amore ad Alicia!
E adesso???
Beh adesso non vi resta che attendere LUNEDI per il prossimo
aggiornamento.
Finalmente ho dato un senso/organizzazione ai miei aggiornamenti ^__^
Nick e Alicia vi
aspetteranno ogni Lunedi e Venerdi!!!
Se nell'attesa vi viene
voglia di leggere qualcos'altro di mio,
vi consiglio di cuore di dare un'occhiata a questa storia qui:
ad attendervi troverete Angel,
James e Dunkan,
sono certa che non ve ne pentirete.
Alla prossima
XOXO
|
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Capitolo 41 *** Capitolo 41 ***
Ancora
non riesco a credere che abbia accennato il mio invito, sono mesi ormai
che provo senza successo a chiedergli un appuntamento e, proprio quando
avevo perso ogni speranza, la sua risposta affermativa mi ha
piacevolmente spiazzata.
Sono stata ore a
prepararmi per apparire perfetta ai suoi occhi, mi sento fremere, al
solo pensiero del suo sguardo sul mio corpo il cuore batte forte nel
mio petto accelerando il mio respiro.
Non ricordo nemmeno
quando è stata l’ultima volta che ho provato
un’emozione così intensa, ansia ed eccitazione si
mescolano in un vortice di forti sensazioni dentro di me.
Puntuale come un
orologio svizzero varco la porta del bar in cui mi ha dato appuntamento
e con gli occhi tento di trovare il tavolo a cui è seduto ad
aspettarmi, scruto attentamente la stanza intorno a me esaminando con
minuzia tutto ciò che mi circonda, cercando quel piccolo
dettaglio che mi permetterà di riconoscerlo: una rosa rossa
dal gambo lungo poggiata sul tavolo. Un sussulto scuote il mio corpo.
Eccolo: il mio Capitan Avena. E’ seduto di spalle, non riesco
ancora a vedere il suo viso, a stento scorgo la sua sagoma; ogni passo
verso lui stringe il mio cuore in una morsa rendendomi difficile il
respirare, le mani iniziano a sudarmi e la bocca a farsi secca sempre
di più man mano che mi avvicino a lui.
“Alicia
aspetta…”
Mi volto di scatto, e
sono molto sorpresa nel vedere la sagoma di Steven pararsi dinanzi a
me.
“Che ci fai
qui?”
“Ti ho
seguita…”
“Cooosa? Ma
sei impazzito?”
“Alicia tu mi
piaci da morire…”
“Steven ho un
appuntamento…non mi sembra il caso
adesso…”
“No aspetta,
non puoi andare…”
“Non hai
sentito che non è il momento adesso. Sparisci.”
Una voce che conosco
troppo bene interviene in mia difesa, non posso credere sia proprio
lui, mi sento di morire quando incrocio i suoi occhi.
“James!”
“Alicia…non
potevo non provare a fermarti…”
“A fermarmi?
Non capisco…”
“Non posso
perderti, pensavo anche tu ci tenesse ancora a me, che anche non facevi
altro che pensare a me proprio come faccio io…ti prego
torniamo insieme, voglio ricominciare la nostra fantastica
avventura…”
“Ma che dici?
Tu mi hai lasciato perché non mi amavi più, mi
hai detto che tra noi non c’era più storia
ormai…”
“Non ho mai
smesso di amarti!”
Mi afferra le mani
tirandomi verso di se, le sue braccia mi stringono forte mentre le sue
labbra decise cercano le mie, sono vicinissime, stanno per sfiorarsi
quando sento una voce a me familiare urlare disperatamente il mio nome
supplicandomi di non farlo. I miei occhi si riempiono in un solo
istante di calde lacrime con cui lotto per non ritrovarmi a piangere
come una bambina.
“Adam sei
tornato…”
Mi libero dalla stretta
di James e butto le braccia al collo di Adam che mi stringe forte a se
sollevandomi leggermente da terra, mi fa girare vorticosamente per un
pò, mi sento la protagonista di uno struggente film
d’amore persa nel suo abbraccio.
“Non ce la
facevo a stare senza di te, sono venuto per portarti
via…trasferisciti con me a Los Angeles…ti prego
non dirmi di no!”
Non aspetta la mia
risposta, le sue labbra si muovono provocanti sulle mie per un bacio
carico di passione.
“Non puoi
farmi questo…”
La voce di Nick si
insinua prepotentemente tra di noi, allontano la mia bocca da quella di
Adam per voltarmi verso il mio amico. Con una spinta allontana Adam per
poi prendere di sbotto le mie mani e stringermi al suo corpo caldo, non
mi lascia il tempo di reagire, la sua bocca cerca la mia, la sua lingua
la inumidisce sensualmente mentre le sue mani si muovono lungo il mio
corpo.
“Sono
innamorato di te!”
“Brutto
bastardo! Lasciala…”
James trascina Nick per
un braccio spostandolo da me, i due iniziano a spintonarsi, Nick chiude
la mano a pugno e colpisce il mio ex in pieno viso lasciandogli un
vistoso segno rosso; anche Adam si unisce a loro prendendo per i
capelli Nick permettendo a James di colpirlo con una ginocchiata allo
stomaco. Urlo disperata chiedendogli di fermarsi ma nessuno dai tre
sembra volermi dare ascolto, le lacrime scendono copiose dal mio viso,
non so cosa fare per farli smettere.
“Vi prego,
basta…smettetela…ma che vi prende?
Piantatela…”
Non ricevo ne una
risposta ne un minimo d’attenzione, mi guardo attorno
disperata, il mio sguardo viene rapito di colpo dal suo tavolo ormai
vuoto: Capitan Avena è andato via.
Nuovamente sento una mano poggiarsi sulla mia spalla, un sussulto mi fa
sobbalzare contraendo di colpo ogni singolo muscolo del mio corpo.
“Chi è?”
Apro di scatto gli occhi che, con difficoltà, si adattano
alla semiombra della stanza, mi guardo intorno disorientata mentre
lentamente le immagini trovano giusta collocazione nella mia memoria.
Stropiccio gli occhi con le mani mettendomi a sedere, fisso per pochi
istanti il suo viso permettendo al mio cervello di elaborare tutte le
connessioni necessarie per riconoscere l’esile ragazzo biondo
in piedi di fronte a me.
“Scusami, non volevo spaventarti.”
Il suo dolce sorriso riesce a placare il batticuore provocatomi dal
brusco risveglio.
“Devo essermi appisolata…”
“Mi spiace di averti svegliato, pensavo avessi
freddo.”
Stringo con le mani la coperta che mi ha adagiato sulle spalle
accennando un sorriso.
“Mi hai salvato da un incubo.”
Sorride portandosi la mano dietro la nuca in un gesto che
avrò visto fare mille volte a suo fratello quando
è imbarazzato.
“…e grazie per la coperta, Nate.”
“Mio fratello è pessimo come ospite, ti ha
lasciato dormire sul divano invece di cederti la sua stanza e non ti ha
dato né un cuscino né una coperta; a volte mi
domando se non sia cresciuto in uno zoo…”
Rido divertita alla sua buffa espressione.
“Ma dai, poverino. In realtà sarei dovuta tornare
a casa ma ero troppo distrutta per guidare.”
“E giustamente stavi riposando, almeno fino al mio arrivo.
Che ne dici se ti preparo una bella cioccolata calda per farmi
perdonare?”
Guardo l’orologio: è quasi l’alba, ormai
non ho più sonno e un po’ di dolcezza non
può farmi che bene.
“Direi che mi piace l’idea.”
Nate mi porge la sua mano per aiutarmi ad alzarmi e mi conduce in
cucina dove prendo posto e lo osservo destreggiarsi tra i fornelli.
“Beh, cosa avete fatto di bello tu e mio fratello per tornare
a casa così
distrutti?”
La sua voce non nasconde la malizia delle sue parole.
“Una serata tremenda, credimi. Tu piuttosto, piccoletto, sei
tornato quasi all’alba, dove te ne sei stato in giro? Eri con
qualche dolce e bella fanciulla, confessa!”
Una sciocca risatina accompagna le mie frasi, Nate sorride scuotendo la
testa e, pogendomi la tazzona fumante di cioccolata, prende posto di
fronte a me.
“Ero in giro con degli amici, nulla di particolare e nessuna
nuova ragazza nel mio letto, come puoi ben vedere.”
“Potresti essere stato anche tu nel suo letto.”
Lo guardo maliziosa per poi scoppiare a ridere seguita a ruota da lui,
passa una mano tra i miei capelli scombinandoli ancora di
più.
“Passi troppo tempo con mio fratello. Decisamente
troppo.”
Un velo di malinconia ricopre il mio viso.
“Forse una volta.”
“Ora c’è Julie, Nick non è
mai stato in grado di gestire due cose contemporaneamente, non
è capace di ragionare per priorità, non sa
regolarsi.”
Non mi va di sentir parlare di suo fratello adesso, le sue parole
tormentano ancora i miei pensieri e il sapore delle sue labbra
è ancora troppo vivo sulle mie.
“Davvero buona questa cioccolata.”
Nate sembra cogliere al volo il mio voler cambiar discorso e mi lascia
fare, era da tanto che oramai io e lui non ci incrociavamo in giro,
più o meno da quando ho smesso di frequentare casa loro, o
forse ancora da prima; la sua spensieratezza è
così contagiosa da riuscire ad affievolire le voci confuse
che riecheggiano nella mia testa e a farmi ridere di gusto. Sorseggio
la mia cioccolata e mi gusto le nostre chiacchiere frivole: un epilogo
più insolito per questa serata non sarei riuscita mai ad
immaginarlo.
_______________________ANGOLO
AUTORE_______________________________________________
Lo so, lo so...attendevate il
risveglio di Nick e Alicia,
e invece....
A venerdi!!!
Non lo faccio mai ma voglio ringraziare le mie "commentatrici" di
figura!!!
Vi adoro *___*
|
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Capitolo 42 *** Capitolo 42 ***
Le prime
luci del mattino, che si insinuano tra le persiane ancora semichiuse,
illuminano i nostri visi, Nate sorride raccontandomi
l’ennesimo aneddoto
divertente su una delle sue sorelle, ho le mandibole doloranti per
quanto ho
riso per le sue storie buffe, mille smorfie si susseguono sul suo viso,
il
suono squillante della mia risata si unisce a quello greve della sua
fino a che
un rumore assordante proveniente dal salone non zittisce entrambi di
colpo.
“Porca puttana!”
La voce di Nick rimbomba altisonante per tutta la casa, guardo Nate
inquieta
per poi seguirlo nella stanza accanto dove Nick, ancora accucciato a
terra, fa
venire giù il Paradiso con le sue bestemmie. Prende una
scarpa da terra, la mia
scarpa, e la scaraventa in fronte alla porta con violenza e rabbia,
sembra non
essersi accorto della mia presenza, guarda Nate con lo sguardo da pazzo
criminale e, con foga, inizia ad urlargli contro.
“La prossima volta che porti una troietta a casa dille almeno
di stare attenta
a dove cazzo mette la sua fottuta roba, sono stato chiaro porca
puttana?”
“Veramente quelle scarpe sono le mie…”
Non lascio il tempo ad Nate di rispondergli, senza alzare gli occhi per
evitare
l’imbarazzo di un eventuale incontro con i suoi. Nick nel
vedermi ha un
sussulto che gli fa sgranare gli occhi.
“Che
ci fai
tu qui? Anche con mio fratello vai adesso?”
Non riesco a credere alle sue parole, sembra evidente che non ricordi
perfettamente nulla di ieri notte e, non tanto velatamente, mi sta
dando della
troia. Non riesco a rispondergli, mordicchio le labbra per respingere
dentro le
odiose lacrime che sento premere con forza contro i miei occhi.
“Nick, ma che cazzo dici?”
È Nate a dare voce ai miei pensieri. Nick mi scruta
disperato.
“Se non sei venuta con lui, mi spieghi che ci fai qui? Che
è successo ieri?
Cristo Santo, se lo sapesse Julie sarei un uomo morto. Te ne rendi
conto? No,
che non te ne rendi conto, in fondo a te cosa importa, Julie non ti
è mai
andata a genio…”
Continuo a non rispondere e con lo sguardo chiedo supplichevole a Nate
di fare
lo stesso, quando fa così è meglio lascarlo
perdere tanto non ragiona.
Nick continua a borbottare da solo imprecando come un ossesso.
“Faccio una doccia e ti riaccompagno a casa!”
Sentenzia severo, annuisco sempre in silenzio senza alzare lo sguardo,
sento un
nodo stringere forte la mia gola rendendomi difficile respirare.
“Lascia stare Nick, riaccompagno io Alicia a
casa…”
Nate cerca i miei occhi sorridendomi.
“…se per te va bene.”
“Grazie.”
“Fate come vi pare!”
Nick ci volta le spalle e scompare dietro la porta della sua camera da
letto.
Prendo le mie scarpe e seguo Nate in auto cercando di non scoppiare in
lacrime
come una bambina, faccio di tutto per non dare spazio ai mille
perché che si
fanno largo tra i miei pensieri: perché non sono riuscita a
rispondergli a modo
come ho sempre fatto? Perché non gli ho raccontato di Julie?
Perché ho saputo
solo stare in silenzio come una stupida? Perché non ho
accennato al suo bacio?
Perché fa tutto così male?
Presa dalle mie farneticazioni mi rendo conto che siamo arrivati fuori
casa mia
solo quando sento ammutolirsi il motore dell’auto.
“Grazie Nate.”
Bacio le sua guancia ruvida e faccio per scendere dall’auto
quando lui mi
blocca afferrando il mio braccio.
“Hey tutto bene? Non hai detto una parola da casa mia a
qui.”
Annuisco sforzandomi di sorridere per rendere più veritiere
le mie parole.
“Sono solo stanca.”
“Sai bene come è fatto mio fratello, di mattina
ragiona ancor mano del solito e
poi…”
Non ho voglia di ascoltare le sue parole e prontamente lo interrompo.
“Già, meglio che vada adesso.”
Donandomi un tenero sorriso mi lascia andare.
“Ciao Alicia.”
Scendo dall’auto e, con la velocità di un bradipo,
raggiungo il cancello
d’ingresso del mio palazzo. Vorrei riuscire a spiegarmi
queste sensazioni
contrastanti che mi stanno arrovellando il cervello ma non ne sono
capace,
sospiro rumorosamente mentre infilo la chiave nella serratura, ho solo
voglia
di rintanarmi nel mio mondo aspettando che i miei pensieri trovino un
po’ di
pace e la smettano di fare tutto questo rumore nella mia testa. Mi
lascio
cadere senza forze sul divano e inizio a fissare il soffitto, il bianco
del
muro che mi sovrasta dona pace ai miei occhi. Senza il mio permesso
nella mia
mente iniziano a susseguirsi sfocate immagini della serata trascorsa,
pensare
che avrei voluto semplicemente prendermi una pausa dalla mia vita, non
faccio
altro che ripetere che non voglio mettermi in gioco ma a quanto pare
inconsapevolmente ne sono stata risucchiata. Tutto ciò che
chiedevo era di
guardare la mia vita da osservatore per un po’ fingendo che
sia quella di
un’altra, ma a quanto pare proprio non si può. Ho
il cervello che mi scoppia
eppure non saprei dire qual è il pensiero che mi turba
maggiormente, ho un caos
emotivo così forte dentro da non sapere dove iniziare per
venirne fuori. Lascio
libere le lacrime trattenute fin troppo e mi abbandono a un pianto
disperato, i
singhiozzi scuotono il mio corpo e la voce esce lamentosa dalla mia
bocca: sto
troppo male.
Sfioro le labbra con le dita in un gesto insicuro, il ricordo della sua
bocca
sulla mia fa sussultare il mio cuore, le emozioni intense che quel
bacio mi
hanno provocato mi tolgono il respiro come un pugno dritto allo stomaco
al solo
ricordo.
Perché mi hai baciato Nick?
Sono arrabbiata e delusa al tempo stesso, quel bacio io non lo volevo
eppure
non l’ho respinto, quel bacio io non lo volevo e adesso mi
sento morire perché
lui non ne serba il ricordo, quel bacio io non lo volevo eppure
è stato il più
dolce e sensuale che abbia mai ricevuto. Continuo a piangere nella
solitudine
del mio appartamento stringendo tra le mani un cuscino fino a che la
stanchezza
non ha il sopravvento facendomi cadere in un sonno profondo.
Lentamente
apro i miei occhi al mondo senza muovere alcun muscolo del mio corpo,
ho
dormito per ore ma non ho alcuna intenzione di muovermi da questo
divano, cerco
il telecomando con la mano e accendo la tv per un frenetico zapping
senza
senso: tutto mi riporta ai miei pensieri contorti. Sono a dir poco
insofferente,
passa poco e anche la televisione inizia a urtarmi, la spengo con furia
gettando il telecomando sul divano e mi metto in piedi; camminando come
uno
zombie vado in bagno dove mi concedo una rilassante doccia calda,
lascio che il
mio corpo sia lentamente avvolto dal vapore, chiudo gli occhi e, nel
silenzio,
ascolto lo scroscio dell’acqua.
Perché non riesco a smettere di
pensare a
te?
_______________________________Angolo
Autore__________________________
Probabilmente
l’incontro tra Nick e Alicia
non
è
stato esattamente come lo avevate immaginato,
lo
so…ma non odiatemi!!!
A
lunedi!!!
Se
avete voglia di leggere altro, passate qui e lasciatemi due paroline.
Ne
sarei felice.
Si
può morire di
solitudine?
E’
una storia un po’ triste, ma…
|
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Capitolo 43 *** Capitolo 43 ***
Nuovo messaggio di posta:
“Principessina mia dove sei?
Non sai quanto ho bisogno di te in questo istante, sei
l’unica che può capirmi davvero, l’unica
che almeno prova ad ascoltarmi senza giudicarmi e senza darmi addosso,
l’unica che può dirmi qual è la cosa
giusta da fare, l’unica che forse può aiutarmi a
capire cosa ho davvero dentro in questo momento…anche se in
fondo mi chiedo: se le cose non sono chiare neanche a noi stessi come
possono mai esserlo per gli altri?
Chiediamo agli altri di essere capiti perché non siamo
capaci di farlo noi stessi, perché così
è tutto molto più semplice, perché
quando ci si presentano verità troppo scomode per essere
accettate cosa c’è di più facile del
nascondersi dietro la solita frase:
'Nessuno mi capisce!'
Io povero incompreso in questo modo di menefreghisti che non si
preoccupano di guardare dentro di me…ma io mi soffermo mai a
guardarci davvero? Io so davvero cosa mi passa per la testa? So cosa
significa tutto quello che provo?
E tu?
Piccola principessa, tu sai davvero cosa hai dentro di te?
È che quando di colpo ti ritrovi a provare emozioni troppo
forti dopo tanto tempo, forse eccessivo, rischi di perdere il
controllo, è come una passeggiata ad alta quota,
l’aria fresca che arriva nei tuoi polmoni è
talmente pura che ti fa girare la testa, perdi quasi
l’equilibrio per quanto non ci sei abituato, così
pura che quasi non riesci a respirare…ma quando ti ci
abitui, beh allora non puoi più farne a meno…
Sono in alta quota principessa…
…e non voglio scendere più da qui…mai
più…
Purtroppo non è così facile restarci, la
felicità non è mai facile, e tu lo sai bene,
Principessa, è tutto fugace, tutto così precario,
così improvviso…
A te come è andata poi la serata ieri? Sei riuscita a non
pensare come volevi?
Non so più come dirtelo: alienarsi dalla propria vita non
serve a risolvere i problemi.
Piccola dalla vita vera non si può fuggire per sempre.
Ora ti devo salutare, ti abbraccio piccolo angelo.
Il tuo Capitano Avena
Ps: queste poche righe le ho scritte solo per te …per
ricordarti che io ci sarò sempre:
Se tu sapessi con quanto amore seguo i tuoi passi
Se tu sapessi con quanto amore
asciugo le tue lacrime
Se tu sapessi con quanto amore
ti prendo per mano affinché tu non cada
Se tu sapessi con quanto amore ti guardo
mentre annaspi nel caos della vita
E ogni istante, minuto, ora
della giornata ti sono accanto.
Inarco il lato destro della bocca per un sorriso smorzato ,
apro il media player del pc, seleziono uno dei brani che mi ha inviato
il mio dolce amico virtuale e inizio a smanettare la mia mail.
Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Perché è complicato capire se stessi?
A quanto pare oggi ci troviamo di fronte allo stesso dilemma e, a
quanto sembra, nessuno dei due ha la più pallida idea di
quale sia la risposta giusta.
Volevo solamente prendermi una pausa…
Chiedevo davvero così tanto?
Non ho ancora metabolizzato l’essere stata lasciata da Adam
che mi ritrovo a dover affrontare qualcosa di ancora più
grande e questa volta non penso di farcela.
Un bacio…un semplice bacio…un dolce e intenso
bacio…
E sento che tutto è cambiato tra noi…
Pensi sia possibile nascondere così bene i nostri
sentimenti? Tenerli repressi per così tanto tempo per poi
lasciarli venir fuori di colpo, così improvvisamente,
così senza controllo, così inopportuni da fare
solo un gran terrore?
Un bacio…il suo bacio…non ho mai ricevuto un
bacio così…
Si…in quel bacio c’era qualcosa di diverso, non
posso negarlo, ma non saprei dirti cosa e nemmeno ho voglia di provare
a chiedermelo perché in fondo quel bacio lo ricordo solo
io…
Potrei davvero perdermi questa volta…
Sono troppo stanca, ho bisogno solo stendermi adesso..
Notte mio dolce capitano…
Almeno tu, non cambiare mai!!!
La tua Principessa Favilla.”
Aspetto che sullo schermo del pc compaia l’icona
che mi comunichi che la mail è stata inviata con successo e
torno a vegetare sul divano fino a che è il suono del
citofono a disturbarmi. Lo lascio suonare per un po’ nella
vana speranza che lo scocciatore desisti e vada via poi finalmente mi
decido a rispondere con un filo di voce.
“Chi è?”
“Apri! Sono io.”
L’unica persona che conosco che risponde in questo modo
così sciocco al citofono è lui, la sua voce mi
trapassa l’anima, non voglio vederlo, non voglio ascoltarlo,
non adesso.
“Nick va via, voglio restare sola.”
“Alicia, ma…”
“Vattene!”
Riaggancio la cornetta senza lascargli il tempo di replicare e torno a
sedermi sul divano, lentamente le lacrime iniziano a bagnare il mio
viso lasciando un’amara scia, fisso la tv ma
l’unica immagine che i miei occhi mi ripropongono
è il suo viso; disperata affondo la testa nel cuscino e mi
abbandono ai singhiozzi che mi scuotono tutta.
Non posso continuare ad andare avanti così.
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Capitolo 44 *** Capitolo 44 ***
Non è possibile: carica come un mulo
di buste della spesa sono stata sorpresa da un temporale, lampi e tuoni
si susseguono senza sosta e l’acqua viene giù
fitta fitta, logicamente sono senza ombrello e questa maledetta pioggia
mi sta penetrando fin dentro all’intimo. Lo sapevo che non
dovevo muovermi da casa stamattina, lo avevo detto che sarei dovuta
restare sotto al mio tetto, almeno sarei rimasta
all’asciutto. E invece no.
Mi giravo e rigiravo nel calduccio del mio letto già da un
po’, la sveglia era suonata ormai da un pezzo ma non riuscivo
in alcun modo a dare il buongiorno a questo nuovo giorno, volevo
restare a dormire, volevo continuare a sognare, volevo stare fuori dal
mondo almeno un altro poco di tempo…e avrei fatto bene a
farlo. Tutto quello che volevo era godermi la solitudine della mia
casa; in questi giorni ho imparato a mie spese quanto è dura
averne un po’ quando la si desidera
davvero, ci si ritrova da soli sempre e solo quando
l’unica cosa che si desidera è invece un
po’ di compagnia, la vita è piena di
contraddizioni, non c’è che dire, e tutto questo
ne è un palese esempio. Sono giorni ormai che esco di casa
solo se strettamente necessario, evito di rispondere a telefono e fingo
di non essere in casa al suono del citofono, sono giorni ormai che per
il mondo non esisto, fuggo da chi mi cerca per scappare forse
dall’unica persona che davvero non vorrei incontrare almeno
per un po’: Nick. Non saprei spiegare bene neanche a me
stessa il motivo per cui ce l’ho così tanto con
lui, non saprei se è per quel bacio con cui ha rovinato
tutto ciò che avevamo, rompendo quel già precario
equilibrio che avevamo trovato con l’uragano Julie, o per le
sue parole offensive del giorno dopo, non saprei se la mia rabbia
è dettata dal caos che quel suo bacio inaspettato ha
provocato dentro di me o perché ormai sento
l’imbarazzo colorare il mio viso se solo immagino i suoi
occhi posarsi nei miei per un fugace sguardo.
Continuavo a rigirarmi nel letto insofferente crogiolandomi nel calore
delle mie coperte.
Ha provato in tutti i modi a scusarsi con me, ha intasato la mia
segreteria con i mille messaggi che mi ha lasciato, voleva
semplicemente parlarmi ma non gliene ho dato
l’opportunità e non so se sono ancora pronta a
farlo; ho bisogno di stare un po’ di tempo lontana da lui per
capire perché mi sento così adesso, per trovare
il coraggio di pormi quella domanda che mi paralizza al solo pensiero,
quella domanda a cui sto cercando con tutta me stessa di non dare una
risposta perché potrebbe essere troppo pericoloso per il mio
cuore.
Lentamente ho aperto gli occhi e ho aspettato che si siano abituati
alla luce della stanza.
“Buongiorno mondo.”
Senza forzare i miei movimenti finalmente mi sono alzata; per prima
cosa ho acceso il computer per leggere la mail mattutina del mio
Capitan Avena, come al solito mi sono ritrovata a sorridere per le sue
dolci parole, ultimamente il nostro rapporto è diventato
ancora più intenso, in fuga dal mondo, lui è
diventato il mio unico punto di contatto con esso.
Scrivi nuovo messaggio:
“Buongiorno anche a te mio dolce angelo…
Anche stamane non avevo alcuna voglia di alzarmi dal mio lettino, e non
ti nascondo quanto desideravo condividere quel calore con te…
Oggi mi sono svegliata con una strana voglia: pattinare sul
ghiaccio…eh si, è una delle poche cose che ancora
adoro del periodo invernale, riesce a farmi tornare
bambina…è una sensazione che adoro…una
sensazione che per quest’anno non penso di riuscire a
concedermi…sarà per il prossimo anno…
Purtroppo tra un po’ mi tocca uscire, ho il frigo quasi
completamente vuoto e, se non voglio rischiare di ritrovarmi senza
cibo, devo per forza mettere piede fuori casa…
Meglio dare inizio a questa giornata!
A stasera, capitano, ti adoro.
Principessa Favilla.”
Ho cliccato sull’icona d’invio e mi sono
allontanata dal pc per iniziare a vestirmi, con fare distratto ho preso
i vestiti dall’armadio evitando il solito tutone, ho messo un
filo leggero di trucco sul viso per non sembrare uno zombie, ho
indossato il giubbino più pesante che ho e, a malincuore,
sono uscita di casa; convinta mi sono diretta verso la mia auto per
scoprire l’odiosa verità: ero rimasta a piedi. Eh
si, proprio stamattina la mia stupida macchina ha deciso allegramente
di non partire.
Ed eccomi qui: bagnata fino alle ossa sulla strada verso casa che
continuo a imprecare contro il mondo intero. Mi accosto al muro non
appena sento il rombo di un’auto farsi sempre più
vicino, per come è iniziata questa giornata ci manca solo il
solito cretino che accelera proprio sulla pozzanghera facendomi una
bella doccia di fanghiglia; impegnata nel mio tentativo di mimetizzarmi
con l’intonaco del muro salto letteralmente al suono del
clacson alle mie spalle, di scatto mi volto verso la strada pronta a
imprecare contro il povero malcapitato che ha osato urtare il mio
sistema nervoso per poi bloccarmi di colpo quando scorgo i lineamenti
del suo viso. Resto imbambolata come un’idiota ancora una
volta senza riuscire a dire una parole. Non so se ridere o piangere per
il paradosso di questa situazione, tra tanti essere umani presenti
sulla faccia della terra ho incontrato proprio la persona da cui sto
scappando. Nick si sporge verso il posto del passeggero abbassando il
finestrino.
“Hai intenzione di continuare a bagnarti o ti decidi a salire
in macchina?”
Voglio continuare a bagnarmi, tutto pur di non dover passare del tempo
conte.
“Allora?”
Mando giù la saliva cercando dentro di me una forza che non
sono certa di avere, apro la portiera e salgo in auto.
“Ci voleva così tanto?”
Non rispondo e volgo lo sguardo fuori dal finestrino, sento i suoi
occhi posarsi su di me, avverto il suo sguardo cercare il mio per poi
posarsi distrattamente sulla strada. Sospira rumorosamente prima di
iniziare mestamente a parlare con voce sommessa.
“Sei bagnata come un pulcino…”
Mi costringo a voltarmi verso di lui e abbozzo un mezzo sorriso,
l’atmosfera tra noi non è mai stata
così pesante.
“Già…”
Faccio una piccola pausa per poi aggiungere banalmente.
“…spero davvero di non ammalarmi giusto per
Natale!”
“Speriamo non succeda, sarebbe una vera sfiga.”
“Eh si…”
Nuovamente cala il silenzio tra noi, abbiamo così tante cose
da dirci ma nessuno dei due sembra aver voglia di parlare adesso,
nessuno dei due sembra essere capace di farlo.
La strada verso casa mia non mi è mai sembrata
così lunga ma finalmente siamo arrivati, senza guardarlo,
apro la portiera e scendo dall’auto.
“Grazie!”
Nick toglie le chiavi e con foga scende dall’auto senza
proferir parola, si avvicina a me con espressione seria e chiude la
macchina premendo il pulsante sulla chiave. Sgrano gli occhi e con
espressione interrogativa osservo la scena, Nick sfila le buste della
spesa dalle mie mani e, con voce altera, mi dice di muovermi a entrare
nel cancello.
“Sono in grado di farlo da sola!”
Ignora le mie parole e, quasi con forza, mi spinge dentro casa, non
curante della sua presenza mi reco in cucina, mi segue in silenzio,
poggia nervoso le buste sul tavolo e di scatto afferra le mie spalle
costringendomi a voltarmi verso di lui.
“Adesso basta Alicia, ne ho le scatole piene di questa
situazione, io e te dobbiamo parlare!”
“Non c’è niente da dire…cosa
vuoi?”
“Cosa voglio? Ho perso il conto delle volte che ho provato a
telefonarti, non ricordo quante volte ho suonato al tuo citofono senza
ricevere una tua risposta…e sapevo benissimo che eri in
casa. Ti sembra tanto pretendere una spiegazione?”
“Io…”
Non mi lascia la possibilità di interrompere la sua valanga
di parole.
“Volevo solo scusarmi con te per come mi sono comportato
l’altra mattinata, non dovevo trattarti come ho fatto, non
ricordavo nulla della sera prima, ero confuso e poi il vederti con mio
fratello mi ha…ecco…io non…mi
sono…”
E come un uragano che spazza via tutto ciò che incontra, le
sue parole mi travolgono, la dura corazza che avevo indossato per
difendermi da lui si è sgretolata come neve al sole non
appena i suoi occhi disperati si sono specchiati nei miei. Sfioro la
sua guancia con la punta delle dita, sorride rilassando i muscoli del
viso e mi stringe forte a se.
“Rischiavo di diventare matto continuando
così…”
Le lacrime bagnano ormai copiose il mio viso mentre un dolce tepore
riscalda il mio cuore al contatto con il suo petto.
“…Alicia io…”
Poggio un dito sulle sue labbra.
“Shhh…è passata…”
Continua a fissarmi intensamente accarezzando con le labbra la punta
del mio dito inarcando malizioso le labbra, lentamente avvicina il suo
viso al mio, il cuore smette di battere nel mio petto e
inconsapevolmente schiudo leggermente le labbra, la sua bocca si poggia
morbida all’angolo della mia.
“E’ meglio se vai a cambiarti adesso, rischi di
ammalarti…”
“Eh, già…”
Nuovamente il rossore colora il mio viso, delusa lentamente mi libero
della sua stretta e faccio per allontanarmi dal suo corpo quando le sue
braccia si stringono un'altra volta intorno alla mia vita.
“Hey che ti prende scimmione?”
“Mi prende che, se non lo faccio, impazzisco!”
Le sue labbra sfiorano appena le mie per poi posarsi con decisione su
esse, si muovono lentamente accarezzandole con dolcezza, la sua lingua
ne disegna il contorno lasciandole sensualmente umide. La sua mano
inizia ad accarezzare le mia nuca mentre la sua lingua cerca la mia per
una danza travolgente dal sapore infinito. Allontana il suo viso dal
mio e lascia che i nostri sguardi si incrocino.
“Sarei impazzita se non lo avessi fatto!”
Nick poggia con dolcezza le sue morbide labbra sulla mia fronte
destandomi dal mio sogno ad occhi aperti, nessun bacio passionale o
gesto sensuale tra noi due, solo un casto bacio fraterno.
“Cerco qualcosa da mangiare mentre ti fai una bella doccia
calda…poi pranziamo fuori e per il pomeriggio ho una
sorpresina per te, quindi non pensare nemmeno a dirmi di
no…”
Con decisione mi fa girare su me stessa indirizzandomi verso la stanza
da bagno.
“E chi ci prova a contraddirti oggi…”
“Brava…e non farmi aspettare troppo che ho troppa
fame e rischio di svuotarti il frigorifero, sei stata avvisata
eh!”
Alzo gli occhi al cielo e sospiro rumorosamente borbottando a voce alta
quel tanto per farmi sentire, distrattamente prendo degli abiti puliti
dall’armadio e vado in bagno chiudendo a chiave la porta
dietro di me. Nella solitudine della stanza nuovamente si fanno spazio
prepotentemente le immagini con cui mi aveva ingannato poco fa, i sensi
si accendono al solo ricordo delle sue labbra sulle mie colorando di
imbarazzo il mio viso, non posso crederci: sto fantasticando su Nick,
il mio migliore amico, è tutto così assurdo!
Scuoto la testa con veemenza cercando di allontanare questi sciocchi
desideri e lascio che lo scroscio dell’acqua porti via con se
le mie stupide voglie, il vapore circonda il mio corpo espandendosi
nella stanza e coprendomi dalla vergogna dei miei pensieri. Mi lascio
avvolgere dalla sensazione di calore che pervade il mio corpo al
contatto con l’acqua che lo bagna allontanando i miei
pensieri da me. Nick bussa con veemenza alla porta del bagno
svegliandomi ancora una volta dalle mie fantasie.
“Ti ci sei addormentata sotto quella doccia?”
Sospiro girando la manopola del rubinetto.
“Un attimo e arrivo!”
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Capitolo 45 *** Capitolo 45 ***
“Mi dici dove stiamo
andando?”
Guardo fuori dal finestrino cercando di trovare qualche indizio per
orientarmi, ma è tutto inutile, io e le strade siamo due
mondi a parte, riuscirei a perdermi ad un isolato di distanza da casa
mia. Nick ridacchia divertito spingendomi leggermente, come per
scuotermi dalla mia apparente concentrazione.
“Possibile che non hai ancora capito dove siamo? Ma sei un
disastro… però ora so cosa regalarti a Natale: un
bel navigatore satellitare, sai com’è? Non vorrei
doverti recuperare in qualche paese sperduto della Florida quando esci
per fare la spesa…”
“Ma dimmi un po’ quanto sei cretino, eh?”
“Non per niente siamo amici…”
“Pensa a guidare va.”
Accendo lo stereo cercando una canzone decente tra le stazioni radio,
la musica che si diffonde dalle casse riempie il silenzio tra noi
isolandoci nei nostri pensieri. Lo ammetto, questa volta ho rischiato
davvero di restare impigliata nella rete delle mie turbe mentali, la
mia paura di non riuscire a superare l’imbarazzo di un suo
sguardo è stata ben presto sconfitta e i miei desideri
prontamente placati per evitare di complicarmi la vita inutilmente,
troppe volte dopo la fine della storia con James mi sono lasciata
guidare nei miei gesti da ardenti passioni che finivano sempre per
rivelarsi flebili fuochi di paglia, questo nessuno meglio di Nick
può saperlo, sembra proprio che io non abbia ancora imparato
ad ascoltare e capire i battiti del mio cuore.
“Ti sei addormentata?”
“Eh?”
Con aria svampita di chi è appena cascato dalle nuvole mi
volto verso di lui.
“Eppure a volte vorrei poterti leggere nel
pensiero…”
“Non sarebbe così divertente…”
Mi scruta serio qualche istante per poi tornare a guardare la strada.
“Ah no?”
“…i miei pensieri mica sono sciocchi come i tuoi,
finiresti per perderti…”
“Poi toccherebbe a te venirmi a salvare…”
Il tono rauco della sua voce fa correre un brivido lungo la mia
schiena, deglutisco sorridendo come una scema sperando non si accorga
della mia reazione.
“Non penso proprio…non ho mica tempo da perdere
io.”
“Ti odio, ringrazia Dio che siamo arrivati altrimenti ti
lasciavo in strada poi volevo vedere se eri così
simpatica.”
“Scimmione!”
Gli faccio una linguaccia e guardo fuori dal finestrino mentre Nick
parcheggia l’auto, non posso crederci, ho gli occhi che
brillano coma una bimba il giorno di Natale, porto le mani al viso come
per trattenere le mie emozioni. Nick sfiora la mia testa teneramente e
mi sussurra con dolcezza.
“Non sembra Natale se non si va a pattinare sul ghiaccio,
ricordo bene o sbaglio?”
Gli stampo un bacio sulla guancia.
“Ti adoro, Nick!”
Si porta una mano dietro la testa e nasconde il suo imbarazzo dietro un
candido sorriso.
“Beh vogliamo restare a contemplare il palazzetto dalla mia
auto o entriamo per pattinare?”
Non me lo lascio ripetere due volte, in un istante sono fuori dalla
macchina ad attenderlo.
“Eh dai Nick, muoviti….”
Alza gli occhi al cielo camminando verso di me, lascia scivolare la sua
mano all’incrocio con la mia e ne intreccia le dita, insieme
ci dirigiamo verso l’entrata; senza farmi vedere guardo le
nostri mani, poi il suo profilo e mi ritrovo a sorridere del calore del
nostro contatto.
Avevo dimenticato quanta gioia mi donasse il pattinare sul ghiaccio e
quanto fosse divertente farlo con Nick, è così
goffo quando si muove, sembra un bambino che sta imparando adesso a
muovere i suoi primi passi, rido divertita vedendolo ruzzolare per
l’ennesima volta sulla pista.
“Ma la smetti di ridere, eh? Come diamine fai a muoverti come
fai su questi cosi malefici?”
“Semplice, non sono una balena come te…”
A fatica si mette in piedi e riesce a trovare un equilibrio decisamente
troppo precario.
“Basta! Ci rinuncio! Mi metto sugli spalti seduto a guardati
prima che mi rompa l’osso del collo…”
Pattino verso di lui prendendo le sue mani tra le mie.
“Noo dai. Ti aiuto io. Per prima cosa rilassati che sembri un
pinguino…”
“Ma che spiritosa…”
“…non è difficile: vieni avanti con il
destro…bravo, adesso il
sinistro…destro…ecco,
così…resta in equilibrio…guarda me e
non i tuoi piedi…bravissimo, lo vedi che non era poi
così difficile?”
Nick segue i miei movimenti facendosi guidare dal suono della mia voce,
le sue mani avvolgono le mie mentre pian piano sul suo viso si disegna
un lieve sorriso.
“Ora provo a lasciarti…”
Dicendo questo faccio scivolare lentamente le mie mani dalle sue. Mi
fissa impaurito.
“Non lasciarmi…”
“Sono qui e tu ormai hai imparato: Nick sai
pattinare.”
Senza rendermene conto mi ritrovo a urlare di gioia come una bimba e a
gettargli le braccia al collo, il mio slancio, forse troppo focoso, fa
perdere la sua già insicura stabilità al mio
amico che casca a peso morto trascinando anche me con lui, restiamo a
fissarci qualche istante prima di scoppiare in una fragorosa risata.
“Oddio sono distrutto…”
Mi stringo forte al suo braccio mentre facciamo ritorno alla sua auto,
sfiora il mio viso con dolcezza regalandomi un tenero sorriso.
“Grazie per questo stupendo pomeriggio, scimmione.”
“Sono io che devo ringraziarti forse per troppe cose, Alicia.”
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Capitolo 46 *** Capitolo 46 ***
Scrivi nuovo messaggio:
“La luna sta nascendo ora!!!
Lentamente illumina il cielo e mi parla di te!
Le sto chiedendo di riportarti presto da me...ma lei è
gelosa del tuo splendore, e tace...
E io resto in silenzio ad aspettare di sentire il rumore dei tuoi
passi, resto in attesa di sentirti arrivare da me per smettere di
sentire tutto questo freddo nel cuore…
Sei lontano mio capitano…
Sempre più lontano da me…
Cosa ci sta succedendo? Cosa sta succedendo a te?
Sto imparando ad accontentarmi dei ritagli di tempo che puoi concedermi
ma mi manchi da morire, mi manca il sentirti mio come accadeva prima o
forse egoisticamente mi manca il sentire che hai bisogno di
me…
So che tutto ciò che stai leggendo in questo momento ti
farà arrabbiare, forse ti deluderò ma ho capito
che senza di te è come se non esistessi, mi manca l'aria di
cui ho bisogno che spero di respirare ancora almeno un secondo.
Mi manchi troppo... spero che tu ci sarai nel mio domani…
Sta cambiando tutto troppo velocemente nella mia vita: le mie amicizie
(se così posso definirle), il mio rapportarmi al mondo, i
miei sentimenti per Nick…non può cambiare anche
ciò che c’è tra noi, mi ritroverei nel
caos più assoluto e adesso non riuscirei proprio a
sopportarlo…
Mi hai scritto che anche tu stasera non sarai on line, dove te ne vai
piccolo mio?
Viviamo le nostre realtà
parallele…chissà se ho mai incrociato i tuoi
occhi…ci pensi mai?
In fondo non viviamo poi così lontano…potrei aver
visto il tuo viso proprio ieri, potrei averti urtato e rovesciato il
mio cocktail addosso, potrei aver pensato che sei troppo
carino…potrei essermi persa nel tuo sguardo senza
saperlo…
So che non vuoi pensarci però…
Anche stasera sarà Nick a passarmi a prendere, ormai con lui
apparentemente è tornato tutto come
prima…fortunatamente non sente le palpitazioni del mio cuore
quando i suoi gesti si fanno più lenti e il suo respiro
più vicino al mio…forse hai ragione quando dici
che così non ne esco ma per adesso lascio
correre…vedremo come andrà…
Ora devo salutarti, Nick passa a prendermi prima che devo dargli una
mano a sistemare dei quadri a casa sua prima di raggiungere gli altri
al club…sono disegni suoi che ha fatto
incorniciare…dovresti vederli, sono davvero
bellissimi…
Vorrei regalarti la serenità di un tramonto, la calma di un
alba, ma in cuor mio so che il mar non si comanda, così
impetuoso ed imprevedibile ma capace di un abbraccio dolce e magico
come il tuo sorriso....
Ti voglio bene mio dolce amico.
Principessa Favilla.”
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Capitolo 47 *** Capitolo 47 ***
“Ma sei sicura che sono qui?”
Nick mi scruta interdetto spostando il cuscino del divano e rovistando
sotto di esso.
“Devono essere qui, Nick, ne sono certa.”
A volte mi chiedo dove abbia la testa, sono le quattro del mattino e,
invece di essere nel mio lettino a dormire come dovrei, sono qui, a
casa di Nick, alla disperata ricerca delle chiavi del mio appartamento;
eravamo nel vialetto d’ingresso, avevo appena salutato Nick
con un bacio sulla guancia, sono scesa dall’auto, mi sono
avvicinata al cancello e ho iniziato a rovistare nella borsa per
prendere le chiavi, muovevo agitata le mani nonostante era ormai palese
che proprio non c’erano.
“Cazzo, le chiavi…”
Ho portato una mano sulla fronte focalizzando con la mente
l’ultima volta che le avevo viste: era stato a casa di Nick,
prima di uscire siamo passati a casa sua per mettere i suoi disegni al
muro e avevo ancora le chiavi in mano, distrattamente quando sono
entrata devo averle poggiate da qualche parte…se solo
ricordassi dove.
“Ancora niente?”
“Sei un disastro Alicia…qui non ci sono, vediamo
in camera mia…”
“Eh si, in fondo è li che siamo stati
oggi…”
Mi sorride benevolo mentre mi fa strada, mi guardo intorno disperata:
non riesco a vedere le mie chiavi su nessun ripiano, inizio a rovistare
nel disordine più totale della sua camera vedendo le mie
speranze di ritrovarle sbiadire lentamente. Nick d’un tratto
inizia a ridere in maniera rumorosa avvicinandosi pian piano a me, lo
guardo sbigottita, non mi sembrava ubriaco quando siamo usciti dal
locale, deve essere impazzito di colpo; poggia una mano sulla mia
spalla quasi piegandosi in due dal ridere.
“Scimmione, ma che ti ridi? Sono rimasta fuori casa, sai
quanto mi costerà il fabbro domani?”
“Giurami che non ti arrabbi…”
Lo guardo minacciosa.
“Sono già arrabbiata.”
Mette una mano in tasca, fruga un po’ ed estrae un mazzettino
di chiavi: le mie chiavi.
“Avevo visto che le avevi dimenticate qui e le ho messe in
tasca per dartele…ma poi mi sono dimenticato di averle
prese…”
“Ma tu sei scemo.”
Non so se ridere o piangere, inizio a dare piccoli colpi sul braccio
del mio amico che, per vendetta, inizia a farmi il solletico, mi dimeno
come un’ossessa nella sua stretta scappando per tutta la
stanza, Nick mi segue ridendo fino a bloccarmi tra lui e il letto.
“E ora dove scappi?”
Prontamente gli rispondo con una linguaccia e faccio per dileguarmi,
Nick si fa avanti per prendermi ma inciampa cadendomi letteralmente
addosso, fortunatamente è il letto ad attutire la nostra
rovinosa caduta, Nick ricomincia a farmi il solletico non curante delle
mie urla isteriche, non riesco a non ridere e la cosa lo fa divertire
da pazzi.
“Non resisto più Nick,
daiiiii….”
“Sei in mio potere ormai…”
Di colpo i suoi occhi attirano i miei come un magnete, smette di ridere
e io faccio lo stesso, il tempo intorno a noi sembra essersi fermato,
socchiudo gli occhi e schiudo le labbra in attesa dell’ormai
inevitabile contatto con le sue che non ci mette molto ad arrivare, la
sua bocca famelica cerca la mia per un bacio dolce e passionale, la sua
lingua stuzzica le mie labbra per correre all’incontro con le
mia, la sfiora, la cattura in una danza sensuale. Questa volte non
è un sogno ad occhi aperti, sento il respiro di Nick farsi
sempre più affannato mentre lentamente il suo corpo inizia a
strusciarsi sul mio risvegliando i miei sensi assopiti. Sorrido sulle
sue labbra che non smettono di divorare le mie. Sfiora il mio viso con
le sue lunghe dita per soffici carezze, solo adesso mi accorgo di
quanto io abbia desiderato questo momento e di quanto
l’attesa lo stia rendendo ancora più
elettrizzante. La sua mano lentamente scende ad accarezzare il mio
corpo, tocca appena il lato esterno del mio seno per poi indugiare
lungo i miei fianchi, dai suoi gesti trasuda desiderio e dolcezza in un
mix che confonde i miei sensi. Le mie mani si muovono lente sulla sua
schiena esplorandola millimetro per millimetro, mi stringo
più forte a lui quando sento le sue labbra assaporare il mio
collo, succhiando per gustarne a pieno la dolcezza.
Nick si stacca dal mio corpo sorreggendosi sulle braccia, cattura con
lo sguardo i miei occhi che gli sorridono ancor prima delle mie labbra,
sfiora appena la mia bocca una volta e un’altra ancora, con
la lingua lecco fugacemente le sue morbide labbra, mi sorride malizioso
cercando nuovamente i miei occhi prima di tornare famelico ad occuparsi
del mio collo, piccoli morsi alternati a fuggevoli leccatine mentre le
sue mani, adesso meno timide, accarezzano morbidamente il mio seno.
Il suo petto diviene ben presto il campo di battaglia delle mie mani
che furtivamente si sono infilate sotto la sua camicia, le mie dita
giocherellano con i suoi capezzoli donando nuovo vigore ai suoi
movimenti. Gelide le sue mani si intrufolano sotto il mio abito
facendomi fremere per il contatto con mio corpo ormai bollente, la sua
argentea risata risuona nella stanza, sento il mio desiderio aumentare
sempre più a ogni suo gesto; lentamente mi aiuta a liberarmi
del vestitino, resta qualche istante a fissare il mio corpo prima di
tornare alle sue dolci torture. La sua testa lentamente si allontana
dalla mia scendendo verso il mio ventre, le sue mani si muovono sulla
mia pelle nuda infilandosi sotto il mio reggiseno mentre con morbidi
baci appena sfiorati la sua bocca si muove sulla mia pancia
solleticandola. Le mie mani si perdono tra i suoi capelli, la sua
lingua si muove sul mio seno e il suo bacino si fa sempre
più vicino al mio. Apro gli occhi e li specchio nei suoi
mentre sento la sua mano scendere verso le mie zone più
nascoste, le sue dita risalgono il mio interno coscia fino a sfiorare
le mia femminilità coperta solo dal sottile tessuto delle
mie mutandine, sento il cuore battere più forte nel mio
petto e il respiro farsi sempre più affannoso, Nick
giocherella con il bordo del mio intimo prima di lasciare che le sue
dita si insinuino in esso; l’altra sua mano disegna il
profilo delle mie labbra violandole di tanto in tanto, ansima ormai
rosso in viso posando gli occhi nei miei alla ricerca di quel
lasciapassare che l’espressione estasiata del mio viso gli
offre senza problemi. Le sue dita accarezzano la mia
intimità accrescendo il mio piacere, le sue labbra baciano
il mio collo scendendo lentamente verso il mio seno mentre le sue dita
si fanno strada dentro di me facendomi gemere e contorcere di piacere.
La sua bocca è scesa ad assaporare il mio ventre, la sua
lingua disegna il contorno del mio ombelico per poi riprendere la sua
discesa, sfila le mie mutandine e sorridendo gli lascio fare; adesso
è la sua lingua a farmi tremare da piacere sostituendosi
alle sue mani. Mi stringo forte a lui mentre mi lascio guidare nel
giardino dell’estasi per addentare il frutto del piacere
più assoluto.
Gemo come una gattina in calore e assecondo con il mio corpo i suoi
movimenti. Nick ansima eccitato risalendo nuovamente il mio corpo,
finalmente le sue labbra si ricongiungono nuovamente alle mie, le
nostre lingue si fondono in una frenetica danza; con un movimento
veloce e inaspettato inverto le nostre posizioni: adesso sono io a
muovermi eccitata sul suo corpo.
Lentamente inizio a sbottonare la sua camicia assaporando il suo corpo
con la lingua, stuzzico i suoi capezzoli sentendo la sua eccitazione
premere contro la mia, gli sfilo la camicia e, senza staccare la bocca
dal suo petto, inizio a slacciargli la cintura e a sbottonare i bottoni
dei suoi pantaloni, un fremito scuote il suo corpo non appena la mia
mano, insinuatasi nei suoi boxer, inizia a massaggiare le sue parti
intime.
“Non ti fermare, Alicia…”
Mugugna in preda al piacere più estremo che fa vibrare il
suo corpo, sorrido soddisfatta baciando le sue labbra e aumentando il
ritmo delle mie carezze fino a farlo urlare di piacere, con uno slancio
improvviso Nick si porta nuovamente sopra di me, si sfila i pantaloni e
le mie mani lo liberano dai boxer, bacia con dolcezza la mia fronte e
le mie labbra e si fa spazio tra le mie gambe, si ferma un istante,
è rosso in viso, ansima, sfiora il mio viso con le dita,
mordicchia le mie labbra, fissa i suoi occhi nei miei e con un colpo
deciso di bacino mi penetra, sgrano gli occhi e mi stringo
più forte a lui, le mie unghie quasi si infilano nella sua
pelle per quanto stringo forte. Nick si ferma un attimo e con voce roca
e preoccupata mi chiede:
“Ti ho fatto male?”
Sfioro il suo viso con la mano.
“Non ti fermare Nick, voglio essere tua!”
Le mie parole come una formula magica donano nuovo ritmo alle sue
spinte, i suoi movimenti si alternano, le sue mani si intrecciano alle
mie mentre insieme raggiungiamo ancora una volta l’apice del
piacere.
Ancora ansimante Nick sfiora le mie labbra con le sue accoccolandosi di
fianco a me, cinge il mio corpo con le sue braccia tenendomi stretta a
lui. Non abbiamo bisogno di parole, continua a darmi piccoli bacetti
mentre, stremati, ci abbandoniamo alle braccia di Morfeo.
_________________________________Angolo
Autore_______________________________________
Finalmente il
momento tanto atteso è arrivato!!!
ora "pretendo" di sapere cosa ne pensate!!!
Alla prossima.
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Capitolo 48 *** Capitolo 48 ***
Un dolce tepore riscalda il mio corpo ancora
accoccolato tra le lenzuola, non ho molta voglia di alzarmi, non ho
alcuna intenzione di lasciar svanire questa sensazione di pace che
sento dentro di me stamattina. Morbide labbra sfiorano la mia pelle
ancora nuda, come fotogrammi di un bellissimo film le immagini di cosa
è successo stanotte si ripropongono della mia mente, ancora
avvolta dal torpore del sonno, sento lo stomaco stringersi in una morsa
al ricordo della notte trascorsa e un lieve rossore colorare il mio
viso: mi sono lasciata vincere dalle mie emozioni e non sono mai stata
così felice di averlo fatto, ma ora ho davvero paura di
affrontarne le conseguenze. Le labbra di Nick risalgono le mie spalle
giungendo al mio collo, le sue effusioni stanno risvegliando lentamente
i miei sensi provocandomi un inconsueto calore in mezzo alle gambe; mi
muovo lievemente continuando a lasciare i miei occhi chiusi, sono
schiava delle sue dolci attenzioni e questo mi piace da impazzire, Nick
deve essersene accorto e lascia scivolare la sua mano lungo le mie
forme di donna indugiando sulle mie cosce, le sua lingua stuzzica il
lobo del mio orecchio mentre la sua mano si fa strada in mezzo alle mie
gambe per sfiorare leggera il mio fiore nascosto che già
pulsa di vita. Mi abbandono alle sue intime carezze e i suoi baci
lascivi sempre tenendo gli occhi chiusi e fingendomi addormentata in un
gioco che stuzzica le nostre fantasie; Nick sfiora le mie labbra e
dolcemente sussurra al mio orecchio:
“Sembri un angelo quando dormi.”
Mugugno qualcosa rigirandomi tra le sue braccia mentre lo sento
scendere a rilento verso il mio ventre, sorrido pregustando le sue
intenzioni: ben presto è la sua lingua a donarmi un infinito
piacere rendendomi impossibile trattenere i miei gemiti. Dolcemente
Nick risale il mio corpo divorandolo di baci fino a sfiorare nuovamente
le mie labbra, a questo suo contatto apro lentamente gli occhi
perdendomi nell’azzurro dei suoi, Nick sorride malizioso e
seducente.
“Ben svegliata piccola.”
Ancora rossa in viso per il piacere provato, sfioro le sue labbra.
“Buongiorno…è questo il risveglio che
riservi alle tue ospiti?”
Mi scruta incupendosi per qualche istante, resta in silenzio sfiorando
il mio volto con le dita, mi sento in imbarazzo e il suo continuo
silenzio peggiora la situazione; abbasso lo sguardo evitando in questo
modo il suo. Nick si sposta dal mio corpo sdraiandosi di lato a me,
fissa il soffitto tenendo una mano sotto la sua testa lasciando le sue
parole intrufolarsi lentamente tra noi.
“E’ tutto così strano
eh…”
Seguo il suo esempio e inizio a fissare anche io distrattamente il
soffitto.
“Eh già…”
“Abbiamo fatto l’amore.”
Le sue parole risuonano fredde nella stanza, mi volto di scatto verso
di lui poggiando il mio volto sui gomiti e mettendomi sulla difensiva.
“Sei riuscito a portare a letto anche me, Mr
Cooper.”
Mi fissa interdetto per poi sfiorare il mio viso con la mano
guardandomi con dolcezza.
“Non vuoi proprio smettere di fare la cinica, eh? Ma non ti
riesce così bene fingere con me…”
Abbasso lo sguardo, le sue parole hanno colto nel segno: lo stuzzico
facendomi forte ma ho solo una fottuta paura di sentirmi dire che ho
ragione, che tutto questo è stato solo un eccitante gioco e
che io sono stata semplicemente l’ennesimo buco in
più sulla sua cintura, l’ennesimo trofeo nella sua
ampia collezione.
“…sei rossa in viso…”
“Non è vero!”
Le sue dita accarezzano le mie labbra lasciandole schiuse.
"Sei bellissima, Alicia.”
Avvicina il suo viso al mio e dolcemente mi bacia, mi abbandono alle
movenze sensuali della sua bocca posando una mano sul suo petto, riesco
a percepire il suo cuore che batte convulso e il dolce ritmo del suo
respiro. Mi allontano dal suo viso lasciando il mio amico boccheggiare
ancora qualche istante, sorrido della sua espressione sorniona e della
dolcezza del suo sguardo.
“Che ci sta succedendo, Nick?”
“Non hai saputo resistere al mio fascino.”
Ridacchia sotto i baffi. Lotto con le lacrime che sento riempire i miei
occhi e mi sforzo di sorridere.
“Nick, io…”
Poggia di nuovo le sue labbra sulle mie facendomi morire le parole in
bocca.
“Ti prego non dire nulla, Alicia…non spezzare
l’incanto. Ho sempre cercato troppo lontano quel tesoro che
avevo così vicino, ho cercato di nasconderlo anche a me
stesso perché faceva troppo paura ma stavo impazzendo, ho
rischiato di perderti pur di non ammettere quanto fossi innamorato di
te.”
Allontana lo sguardo dal mio posandolo sul soffitto.
“…e dovresti saperlo ormai.”
“Vuoi dirmi che ricordi…”
“…di averti baciato, di averti detto che di Julie
non mi fregava nulla perché sono innamorato di te?”
“Perché non me l’hai detto? Pensavo non
ricordassi quello che era successo…”
“…e forse preferivi così!”
Abbasso lo sguardo e resto in silenzio, vorrei urlargli quanto si
sbaglia ma non ne trovo il coraggio e non so neanche io il
perché.
“…so che non sono James, so bene il valore che dai
adesso alle tue storie, so che non vuoi sentir parlar d’amore
dopo Adam, ma non ce la facevo più a tenermi tutto dentro;
so benissimo che non provi i miei stessi sentimenti
ma…”
Le mie labbra si avvicinano alle sue per un bacio appena sfiorato,
quanto riusciamo a essere complicati a volte? Tormentati dagli stessi
timori stavamo rischiando di perdere forse l’unica
possibilità di essere veramente felici. Ho il cuore che
pulsa troppo veloce nel mio petto in una festa di emozioni, era troppo
tempo che non mi sentivo così e persa nella dolcezza dei
suoi occhi sento ogni dubbio svanire dalla mia mente.
“Mr Cooper
non so come ha fatto…ma lei mi ha stregata.”
Mi fissa incredulo mordicchiando le sue morbide labbra.
“Non so quando sia successo, e non mi importa: ma sono
innamorata di te.”
Le lacrime bagnano copiose il mio viso ormai, mentre un sorriso colora
il mio volto, Nick continua a fissarmi incredulo asciugando con le dita
il mio pianto.
“Ti desidero da impazzire, piccola mia.”
Sorridendo malizioso mi aiuta a mettermi a cavalcioni sul suo corpo,
accarezza la mia pelle con lentezza inumidendo le labbra con la lingua.
Poggio un dito sulla sua bocca bloccando la sua ricerca del mio sapore,
per aumentare la sua voglia. I palmi delle sua mani si poggiano aperti
sulla mia schiena, spingono con forza costringendomi a stendermi sul
suo petto, mi bacia con passione bagnando le mie labbra con la lingua.
Non mi da il tempo di replicare, il suo corpo inizia a prendere vigore
sotto di me, le sue mani si muovono frenetiche sul mio corpo esplorando
ogni lembo di pelle mentre la sua bocca si impossessa della mia
rendendomi quasi impossibile il respirare. Lo sento perdersi dentro di
me gemendo di piacere, mi abbandono alle sue carezze e a quel desiderio
che chiede solo di essere soddisfatto. Le mie mani si stringono alle
sue spalle mentre tremo sul suo corpo, Nick tiene stretto il mio bacino
al suo, fondendo sempre più i nostri corpi a ogni spinta.
Urla il mio nome all’apice del suo piacere e cinge le sue
braccia intorno alle mie spalle facendomi ricadere stremata su di lui.
Sorridiamo soddisfatti stretti in un caldo abbraccio, Nick cerca i miei
occhi, sfiora dolcemente la mia fronte con le labbra.
“Ora che finalmente ti ho trovata…non voglio
perderti mai più.”
“Mi sa che devi lasciarmi andare
però…”
Mi guarda deluso suscitandomi una tenerezza assurda, scompiglio i suoi
capelli con la mano e stampo un bacio sulle sue morbide labbra.
“…non guardarmi così, devo tornare a
casa, mica vorrai tenermi rinchiusa qui?”
Ci pensa un attimo prima di rispondere.
“Non posso?”
“Oddio Nick, sopportarti ventiquattro ore su ventiquattro,
sono impazzita ma non fino ad essere masochista.”
Gli strizzo l’occhio e scivolo fuori dalle coperte in cui
eravamo ancora accoccolati, raccolgo i miei vestiti e inizio a
ricompormi sotto il suo sguardo felice, raccolgo il suo boxer da terra
e ridendo glielo lancio colpendolo dritto in faccia.
“Questo mi sa che ti appartiene.”
“Pensavo lo volessi come ricordo.”
Indosso il mio abitino nero e mi avvicino sensuale al letto facendo
fatica a non scoppiare in una sonora risata per quando mi sento buffa
nel fare la sexy proprio con lui, mi siedo sul letto accanto a lui e
senza dargli il tempo di capire le mie intenzioni inizio a baciargli il
collo, la sua mano si poggia sulla mia schiena stringendomi sul suo
corpo fino a che le sue braccia non mi avvolgono in un caldo abbraccio.
“Non voglio un ricordo Nick: voglio te. Ma se non ti alzi da
questo letto sarà tutto ciò che
resterà di te.”
“Sei perfida.”
“Dovresti saperlo.”
Sfioro nuovamente le sue labbra e mi alzo avvicinandomi alla porta
della camera.
“Ti aspetto in cucina.”
“Ti ho messo fame, eh?”
Rido alle sue parole facendogli una smorfia ed esco dalla stanza, mi
sento bene, cammino ad un passo da paradiso e non riesco a smettere di
sorridere; con espressione inebetita mi reco in cucina per prendere la
borsa che ieri avevo lasciato sul tavolo, mi perdo nei miei pensieri
fino a che una voce calda mi fa trasalire.
“Sta diventando un’abitudine.”
Sorrido imbarazzata al giovane Nate che si avvicina al frigorifero per
prendere la bottiglia di latte.
“Non si sta poi così male a casa Cooper”
“Quando Nick non russa si riesce anche a dormire.”
“Parlavate di me?”
Nick compare alle mie spalle intrufolandosi tra le nostre parole,
strizzo l’occhio a Nate che mi guarda complice.
“Avevamo di meglio da fare.”
“Ti odio sempre di più.”
“Lo so, dai andiamo. Ciao Nate.”
“Ciao Alicia.”
Non appena fuori dalla cucina Nick avvolge il mio corpo con le braccia
stringendomi forte a se quasi togliendomi il respiro, rido divertita
lasciandomi sopraffare dalla mia felicità.
“Non riuscivi a stare senza di me, ammettilo.”
Mi bacia dolcemente.
“Beccato in pieno, già mi mancavi.”
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Capitolo 49 *** Capitolo 49 ***
Nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno mia dolce principessina…
Solo stamattina sono riuscito a leggere la mail che mi hai scritto ieri
sera, le tue parole hanno suscitato strane sensazioni dentro di me, un
alone di tristezza è sceso a ricoprire il mio cuore che, a
rilento, si è incupito.
È iniziato tutto come un gioco tra di noi, i nostri incontri
virtuali sono nati come diversivo per sfuggire a una realtà
che ci stava troppo stretta ma lentamente tutto questo ci ha
risucchiato trasformandosi nella nostra nuova realtà, la
vita di tutti i giorni è diventata solo un noioso intervallo
tra le nostre conversazioni…questo gioco ci sta sfuggendo di
mano piccola, sta rischiando di diventare troppo pericoloso, o forse lo
è già.
Sono giorni ormai che, ogni volta che apro un nuovo file per scriverti,
lotto con le mie emozioni, dico a me stesso che deve essere
l’ultima volta che le mie mani digitano una mail indirizzata
a te, mi ripeto che devo farmi forza e trovare il coraggio per
staccarmi da te, che devo farlo perché ormai è
inevitabile, perché è la cosa più
giusta sia per me che per te.
Puntualmente rimando, tergiverso…spreco parole su parole
cercando di procrastinare la nostra separazione, provo a trovare le
parole giuste che regolarmente finisco per perdere nei meandri dei miei
pensieri ogni giorno più tortuosi, cerco le parole
più appropriate per rendere meno doloroso il nostro addio ma
bastarde fuggono come gazzelle troppo veloci per essere catturate da un
me troppo stanco e lento per continuare in questa stremante corsa.
Ho rimandato tante volte ormai, forse troppe…ma non posso
più farlo.
Questa volta è giunto il momento, piccola!
Immagino i tuoi occhi tristi mentre, con un nodo alla gola, leggi
queste mie parole e non sai quanto mi fa male, ma continuare a sentirci
adesso finirà per farci stare peggio.
È da quando abbiamo iniziato a scriverci che ti ripeto che
sarebbe arrivata la persona giusta che ti avrebbe portato via da me,
quel momento è arrivato piccola mia. Hai paura di
ammetterlo, ci giri intorno, parafrasi i tuoi sentimenti come se,
usando parole diverse, cambiasse anche il loro valore…quel
rossore sul tuo viso a ogni suo gesto, quella tua voglia di vederlo, le
palpitazioni del tuo cuore a ogni suo movimento, quella tua paura
infinita che lui possa ascoltare i tuoi pensieri...tutto questo ha un
nome e tu lo sai…
Non si può fermare l’amore…e non posso
essere io a tenerti legata a un mondo che non è il
tuo…a una realtà che non esiste…
L'amore corre...scappa..non si ferma davanti a nessuno...abbatte
ostacoli che nessuno può superare…ma quando ti ha
incontrato ha dovuto fermarsi e mi ha permesso di vedere cose che
nessuno ha mai visto prima, e forse proprio adesso che ti sto dicendo
addio posso lasciare libero il mio cuore di parlare.
Ti amo, piccola principessa…e voglio solo vederti felice.
Piccola, questa volta non sarà un arrivederci il
nostro…ma un addio!
Non cercarmi…non scrivermi…non aspettarmi in
chat…
Questa volta non riceverai alcuna risposta!
In punta di piedi sono entrato nella tua vita e allo stesso modo ne
uscirò.
Tienimi nel tuo cuore, fra i tuoi pensieri e fra le tue braccia...
Tienimi sempre anche quando il tuo cuore si allontana dal mio e la tua
razionalità lotta in balia di cattivi pensieri...
Tienimi...perché in fondo la senti anche tu questa forza che
ci ha unito e sempre ci unirà…
Il nostro tempo è finito piccola stella…hai
ritrovato il tuo cielo…
Addio mio dolce angelo.”
Calde lacrime bagnano il mio viso, rileggo le sue parole
cercando di sopraffare quel gelo che sento impossessarsi del mio cuore.
“Addio mio. dolce capitano…”
Questa volta è per sempre.
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Capitolo 50 *** Capitolo 50 ***
Manca davvero pochissimo a Natale, i frenetici
preparativi e le spese pazze hanno risucchiato anche me, ho passato
l’intero periodo natalizio dell’anno scorso a
ripetere fino allo sfinimento che tutte queste ritualità le
odio da impazzire, proprio io che scappavo dallo spirito natalizio come
la preda dal cacciatore, quest’anno mi sono lasciata
coinvolgere da questo clima di tepore e felicità che mi
circonda in questo periodo dell’anno.
Quanto è cambiata la mia vita in questi ultimi giorni?
Se me l’avessero detto qualche settimana fa che le cose
sarebbero andate proprio così avrei risposto con una
sarcastica e sfacciata risata, ma la vita sa sorprenderti quando meno
te lo aspetti e nei modi più insoliti e inimmaginabili.
“Amore ti va un gelato?”
Sorridendo mi volto verso il mio fidanzato con aria sorniona.
“Ma è freddissimo oggi, brr mi congelo al solo
pensiero di assaggiare un gelato.”
“Allora lo prendo da solo.”
“Ok, Nick, allora ti aspetto qui.”
Sfiora le mie labbra con le sue e si inoltra nella gelateria. Eh
già, io e Nick abbiamo decido di provarci seriamente,
sappiamo benissimo entrambi che non sarà facile e che
nessuno ci assicura che ci sarà un “e vissero per sempre
felici e contenti” ma il calore dei nostri cuori
quando siamo vicini e quel nodo alla gola quando non riusciamo a
sentirci in tempo la dicono lunga su quanto siamo persi l’uno
dell’altra.
“Nick, ma hai preso tutti i gusti presenti in
gelateria?”
Sgrano gli occhi guardando il megacono che ha tra le mani, la sua
lingua si muove golosa su essa e ridendo inizio a leccare anche io il
dolce gelato, lasciando che la mia lingua sfiori la sua stuzzicandolo
sensualmente. Nick sorride leccando del gelato dalle mie labbra.
“Così non vale: mi fai venire voglia di correre a
casa.”
“Non se ne parla, devo finire di prendere i regali.”
Nick guarda deluso le mille buste colorate che gli ho costretto a
portare.
“Hai svaligiato tutti i negozi del centro, che altro devi
comprare?”
“Mancano ancora un paio di regalini.”
“Ma io sono stanco.”
“Oddio Nick, ma un po’ di movimento non ti fa mica
male eh.”
“Preferisco un altro tipo di movimento…”
Bacia sensuale le mie labbra sorridendomi malizioso nella vana speranza
di farmi cambiare idea.
“Hey, ma quello non è tuo fratello?”
“Eh si, è proprio lui.”
Urla il nome del fratello richiamando la sua attenzione, Nate si
avvicina a noi canzonando Nick che continua a sbuffare per la troppa
gente in giro oggi, è arrivato al limite, ormai è
insofferente: ha solo voglia di tornare a casa.
“Nate, hai da fare?”
La mia voce si intrufola nei loro discorsi, si voltano entrambi verso
di me con sguardo interrogativo.
“Ho ancora alcune commissioni da sbrigare.”
“Perfetto. Nick ti raggiungo a casa dai, sei sfatto e pesante
da sopportare.”
Arriccia il sopracciglio destro al suono delle mie parole, prontamente
sfioro le sue morbide labbra per indorare la pillola e bisbiglio al suo
orecchio.
“Non vorrei finissi per addormentarti sul più
bello.”
Ritorno a sorridergli aspettando le loro conferme alla mia proposta.
“Torno a casa con Nate, sempre se per te non ci sono
problemi…”
Mi volto verso Nate che sembra spaesato dalla mia richiesta per poi
annuire, Nick sbuffa rumorosamente conscio che non ormai ho deciso e
contraddirmi è inutile.
“Fai la brava mentre sono via.”
Rido divertita sotto il suo sguardo severo.
“Non guardarmi così, lo sai che non mi sono ancora
abituata a sentirti parlare in questo modo.”
Mi bacia dolcemente per poi allontanarsi da me ancora borbottando tra
se e se, mi giro verso Nate sorridendo e mi stringo al suo braccio.
“Piccolo Carter, ora tocca a te sopportarmi. Devo prendere un
regalo per tuo fratello ma non sapevo come liberarmene.”
Ridacchia divertito.
“Cosa ho fatto di male, Signore aiutami!”
Lo spingo leggermente facendogli una linguaccia.
“Vi ha creati con lo stampino tua mamma: odiosi
entrambi.”
“Ma non riesci a fare a meno di noi.”
“Esatto, ma Shhh…non dirlo a nessuno.”
Mi guarda sorridendo per poi scoppiare a ridere della mia buffa
espressione, mi scompiglia capelli e avvolge le mie spalle con il
braccio riprendendo a camminare per i negozi alla ricerca del regalo
perfetto.
“Andiamo va, che sento che non sarà facile
accontentarti.”
Stampo un bacio sulla sua guancia ruvida.
“Grazie, Nate.”
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Capitolo 51 *** Capitolo 51 ***
“Finalmente siete tornati!”
Nick ci guarda contraddetto per un po’ senza muoversi dal
divano, so bene che non è imbronciato per davvero e per
questo sto al suo gioco: ha voglia di coccole e io ho voglia di
fargliele. Mi avvicino da dietro facendo scendere le mie braccia sul
suo petto per poi incrociarle intorno al suo collo, con le labbra
solletico la sua pelle lattea sussurrandogli con dolcezza volutamente
esagerata per canzonarlo un pochino.
“Ti sentivi tanto soletto, piccolo cucciolino mio.”
Non riesco neanche a terminare la frase che scoppio in una fragorosa
risata, Nick si volta di scatto verso di me mettendosi in ginocchio sul
divano e mi stringe forte tra le sue braccia quasi stritolandomi
dandomi piccoli morsi sul viso e sul collo.
“Ma come devo fare con te?”
Mi stringe sempre più forte ma non riesco a smettere di
ridere dimenandomi tra le sue braccia, placa la sua tortura assumendo
un’espressione seria e accigliata.
“Basta, devi essere punita.”
“Hai ragione sono stata cattiva, devi punirmi.”
Mi muovo sensuale sul suo corpo assecondando la sua fantasia.
“E come ha in mente di punirmi, signor Carter?”
“Non provocarmi, che potrei diventare pericoloso.”
Sfioro le sue labbra fugacemente sussurrandogli all’orecchio.
“Mi fai eccitare così
però…”
Sorride malizioso mordicchiando il mio labbro inferiore.
“L’intenzione era proprio quella.”
Un colpo di tosse richiama la nostra attenzione, mi sento morire dalla
vergogna, presi dal nostro giochino avevamo completamente dimenticato
della presenza di Nate che, stranamente acido, sentenzia:
“Meglio che vi lasci soli, non sono ancora pronto al porno
dal vivo.”
“Meglio quello in tv, e pure hai ragione.”
Con una gomitata colpisco Nick in pieno stomaco, lasciandogli morire le
parole in gola. Nate non risponde alla provocazione del fratello e ci
lascia da soli, non appena la porta si chiude alle sue spalle Nick
scoppia a ridere guardandomi divertito.
“Sembri un peperone… oddio che
faccia…”
“Brutto scimmione.”
Inizio a riempirlo di pugni che, data la nostra differenza di
corporatura, sono quasi carezze per lui, non smette di ridere e, non
curante del mio agitarmi isterica inizia, a leccare il mio collo
cercando di riprendere il discorso che avevamo lasciato in sospeso;
quasi di peso mi trascina in camera da letto, mi fingo algida e
indifferente alle sue carezze che si fanno sempre più
sensuali ed eccitanti; come sempre la nostra guerra trova fine tra le
spiegazzate lenzuola del suo letto, i nostri corpi trovano pace solo
quando estasiati diventano uno solo tra mille gemiti e sospiri. Mi
stringe forte a se mentre si muove con veemenza sul mio corpo pronto
ancora una volta ad accoglierlo, faccio scorrere la mia mani lungo la
sua schiena nuda abbandonandomi al piacere che i suoi movimenti decisi
mi stanno regalando; ancora una volta stremati ci ritroviamo
accoccolati su questo morbido lettone che ci fa da scenario persi nel
nostro amore, ancora una volta mi abbandono a un dolce sonno stretta
tra le sue forti braccia.
Non so bene quanto tempo abbia dormito, mi godo il tepore delle coperte
che ricadono morbide sul mio letto rigirandomi lentamente allungando il
braccio cercando Nick che a quanto pare mi ha lasciato tutta sola. Mi
stiracchio coma una gattina ancora col sorriso sulle labbra, prendo la
felpa di Nick e la indosso, adoro sentire il suo profumo sulla mia
pelle. Ancora intorpidita mi guardo allo specchio, una nuova luce
splende sul mio viso da quando ho riaperto il mio cuore
all’amore; sistemo i capelli per rendermi più
presentabile, il mio sguardo ricade distrattamente sul computer
poggiato sulla scrivania di Nick e lesti i miei ricordi sono pronti a
rapire i miei pensieri riportando alla luce quelle sensazioni che tanto
sto cercando di reprimere. Ho perso il conto dei giorni che non sento
Capitan Avena, è dalla sua ultima e-mail che non ho avuto il
coraggio di accendere il mio computer, la sola idea di non trovare una
sua mail nella mia casella di posta fa inumidire i miei occhi. Con Nick
la mia vita è ormai perfetta per chi la osserva
dall’esterno, ho finalmente tutto ciò di cui avevo
bisogno, un bellissimo ragazzo che mi ricopre di attenzione, nuovi
amici con cui uscire e anche nuova voglia di studiare, svegliarsi al
mattino ha nuovamente senso eppure quando resto da sola in silenzio
sento che manca qualcosa nella mia vita: lui. Non ho raccontato a
nessuno come mi sento, nessuno capirebbe, Nick per primo mi direbbe
sarcastico, e forse anche nervoso, che ho perso qualche rotella se gli
raccontassi di questa sensazione di vuoto che mi attanaglia lo stomaco
se penso a lui.
Una dolce musica accompagna i miei malinconici e contorti pensieri
conciliando il mio lento perdermi, una musica di cui il mio cuore
conosce ogni nota, ogni accordo, ogni paura, ogni sfumatura, una musica
che mi riporta a lui, a quelle notti passate ad ascoltarla aspettando
di vedere il suo nome apparire sullo schermo del mio computer per
scambiarci anche solo una dolce buonanotte, una musica che non
è solo frutto della mia immaginazione e dei miei ricordi.
Scuoto la testa per riprendere il controllo delle mie sensazioni ma non
basta per far smettere di far risuonare la dolce melodia nelle mie
orecchie, mi allontano dallo specchio e lentamente mi avvicino alla
porta cercando di capirne la provenienza. Sono in balia delle mie
emozioni, non riesco a essere razionale in preda al panico provocato
dalla mia confusione, sento il cuore balzarmi in gola ad ogni passo, il
mio cuore rifiuta di accettare ciò che la mia mente ha
già capito.
Apro la porta e silenziosa come una ladra mi avvicino sempre
più alla fonte della melodia, le mie mani tremano per
l’agitazione, la mia salivazione è praticamente
azzerata e il mio cuore smette di battere nel mio petto quando una
calda voce si unisce melodicamente alla musica, resto impietrita ad
ascoltare il mio
dolce canto, calde lacrime mi riempiono gli occhi nell’udire
le parole che con amore avevo scritto per lui tramutate in una
splendida canzone. Scruto con lo sguardo nella stanza fino a scorgere
la sua figura, seduto sul divano con lo sguardo accarezza la chitarra
che tiene tra le mani, un ciuffo biondo ricade sulla sua fronte
coprendo i suoi occhi.
Non riesco a credere a ciò che vedo, sono mesi che sogno
questo momento, che fantastico sul nostro incontro, che provo a
immaginare il suo volto ma mai avrei pensato potesse avere i suoi
lineamenti, non avrei mai creduto che il mio Capitan Avena potesse
essere proprio lui. Fatalità o qualcos’altro? Non
so darmi una risposta, non voglio darmi una risposta. Mi sento mancare
il fiato schiacciata dal peso di emozioni troppo gravose da essere
sopportate, senza far rumore ritorno in camera, raccolgo i miei vestiti
ancora sparsi e li indosso. Devo andare via.
La musica cessa di colpo sostituita dalla squillante voce di Nick che
mi chiama per la colazione, asciugo le lacrime dal mio viso e, fingendo
che non sia accaduto nulla, vado in cucina dove trovo Nick e Nate
seduti al tavolo di fronte a una tazza colma di latte calde. Con aria
assente sfioro le labbra di Nick che risponde al mio bacio con un
tenero sorriso.
“Buongiorno piccola, come preferisci da mangiare?”
Al solo pensiero di toccare cibo in questo momento ho la nausea.
“Nulla, grazie.”
Mi guarda stranito.
“Devo scappare, avevo dimenticato di avere un appuntamento
con Sandy, se faccio tardi dopo chi la sente, sai quanto sa essere
pesante.”
Mento spudoratamente ma ho solo voglia di scappare da qui, in questo
momento ho solo un maledetto bisogno di starmene da sola con i miei
pensieri.
“Ok…aspetta un attimo solo che ti
accompagno.”
Sfioro fugacemente le sue labbra e afferro la borsa che avevo lasciato
sul mobile.
“Tranquillo, ho già chiamato un
taxi…ciao Nick…ciao Nate!”
Chiudo la porta alle mie spalle e tiro un lungo sospiro.
Come è possibile che Capitan Avena sia proprio tu?
______________________________Angolo
Autore___________________________________
Siamo quasi arrivati alla fine,
ebbene si, mancano esattamente due capitoli alla conclusione
di questa storia.
E' comparso di nuovo Capitan Avena....
...sarete state brave ad indovinarne l'identità?
Io ancora dico di no.
Xoxo
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Capitolo 52 *** Capitolo 52 ***
“Sei bellissima, amore mio!”
Un brivido corre lungo la mia schiena al suono delle sue parole che
riecheggiano ancora troppo strane alle mie orecchie, un sorriso solare
si fa spazio sul viso mentre apro la portiera e prendo posto in auto
accanto a lui, sfioro appena le sue labbra sotto il suo sguardo
estasiato, una lenta carezza sul viso per un dolce sorriso.
È la vigilia di Natale e uno dei soliti party è
li ad attenderci.
“Mi sei mancata.”
Passo una mano tra i suoi capelli mentre l’auto comincia a
muoversi immettendosi nelle strade trafficate della città,
inarco le labbra e poso lo sguardo su di lui.
“Anche tu mi sei mancato, Nick.”
Nei giorni trascorsi sono stata decisamente molto assente, avevo
bisogno di aria, dovevo starmene da sola per mettere in ordine i
pensieri, in un solo istante le mie emozioni sono state sconvolte da un
uragano, tutte le mie costruzioni mentali sono crollate come fragili
castelli di sabbia, una folata di vento le ha distrutte. Non
è stato facile avere una visione lucida della situazione,
accettare che fosse lui la persona con cui ho messo totalmente a nudo
la mia anima, a cui ho rivelato le mie sensazioni più
nascoste, i miei segreti più intimi. Mi sono interrogata
inutilmente sulla stranezza della cosa illudendomi che fosse soltanto
uno strano scherzo del destino eppure troppe frasi sono tornate alla
mia mente, troppe affermazioni che solo ora riesco a comprendere sul
serio, per credere davvero sia stato così. Razionalmente
dovrei essere arrabbiata, forse delusa e carica di rancore verso di lui
ma non ci riesco e di fondo non voglio, non so dare una spiegazione
logica a questa mia inaspettata razione, sarà che ripenso
alle mille e più emozioni provate a ogni sua nuova mail, al
batticuore provato ogni volta che mi contattava in chat, a quanto mi
è stato vicino quando ne avevo più bisogno,
quando mi sentivo sola e persa, a ogni sorriso che mi ha donato con le
sue dolci parole, se ripenso semplicemente a quanto la sua presenza
nella mia vita sia stata essenziale e a quanto mi abbia fatto stare
bene il resto perde di colpo importanza.
Nick ferma l’auto poco distante dall’ingresso,
scende e si avvicina alla mia portiera per porgermi con gentilezza la
sua mano, mi fa una tenerezza infinita quando si comporta da gentiluomo
con me che ho conosciuto i suoi lati peggiori, intreccia la sua mano
con la mia e insieme ci dirigiamo all’interno del locale dove
ad attenderci, avvolti da calde luci colorate, ci sono i soliti amici;
baci e abbracci si susseguono nel tepore dell’atmosfera
natalizia che stasera più che mai si respira
nell’aria.
“Ti va qualcosa da bere?”
Annuisco seguendo Nick al bancone del bar, mi scruta stranito tenendo
sempre più stretta la mia mano tra le sue.
“Due sex on the beach.”
“Fai anche tre, fratellone.”
La voce di Nate alle nostre spalle ci costringe a voltarci, sorride
avvicinandosi a noi, bacia la mia guancia e da una pacca sulla spalla a
Nick.
“Bella festa, eh?”
“E tu che ci fai qui?”
“Non dirmi che non sapevi che mi avresti trovato
qui.”
“Mica mi ricordo cosa mi dici.”
“Simpatico…Lo sai, non potevo passare il Natale
lontano dal mio fratellino…”
Come al loro solito si canzonano a vicenda sotto il mio sguardo
benevolo, prendo il mio cocktail e inizio a sorseggiarlo, sono agitata
e fatico a controllare la mia emotività, guardo
l’orologio nervosa, manca poco ormai, non è stato
per niente facile ma non potevo assolutamente rinunciare a rendere
speciale questa notte per il mio Capitan Avena. Inquieta guardo verso
il palco fino a quando non vedo le luci lentamente farsi più
fioche e la musica scemare intorno a noi; per puro caso qualche giorno
fa ho saputo che un componente del gruppo che avrebbe suonato questa
sera era Jhonny, un mio vecchio compagno del liceo. È
proprio lui a prendere il microfono in mano ed attirare
l’attenzione di tutti i presenti.
“Manca poco ormai alla
mezzanotte…quest’anno voglio aspettare il Natale
rendendolo un po’ più speciale, ma per farlo ho
bisogno di un aiuto…pregherei Nate Cooper di raggiungermi
sul palco…”
Nate guarda Nick e me stranito, ride nervosamente probabilmente
imbarazzato dell’attenzione che di colpo gli si è
riversata addosso.
“La folla ti acclama, fratellino.”
“Non puoi deluderli.”
Nick e io quasi lo spingiamo di peso sul palco, Nate si muove
impacciato, guarda il ragazzo con il microfono tra le mani con aria
interroga vita cercando di non dimenticare di sorridere, Nick ridacchia
divertito dell’imbarazzo del fratello, strofino le mani
nervosamente: voglio che tutto sia perfetto per lui stasera. Un
caloroso applauso accoglie Nate, non smette di guardare
interrogativo Jhonny, che in tutta risposta gli porge la sua chitarra,
Nate balbetta qualcosa di poco senso, domande confuse a cui
è la voce di Jhonny a dare una risposta.
“…c’è qualcuno che ha voglia
di sognare e regalare sogni stasera…”
Sistema il microfono sull’asta di fronte a Nate e si
allontana, i componenti della band si guardano un istante, il
batterista da tre colpi di bacchette per scandire il tempo e iniziare a
suonare le note della sua canzone; non è stato facile
procurarmi lo spartito, prenderlo di nascosto dalla sua camera da
letto, ma quando mi metto in testa qualcosa difficilmente demordo.
Nate cerca i miei occhi tra la folla, gli sorrido dolcemente annuendo
con la testa, le sue dita iniziano ad accarezzare morbide le corde
della chitarra, si avvicina al microfono e finalmente la sua dolce voce
si propaga per il locale.
Ti ricordi quando stavamo svegli tutta la notte
A parlare fino alle prime luci dell'alba,
erano così
Quei semplici giorni
Solo tu ed io,
Io penso di sapere piccola
Che cosa c'è nella tua mente
Perché si vedeva che
Avevi qualcosa da dire
Un brivido freddo attraversa la mia schiena e gli occhi mi si
riempiono di lacrime al suono della sua voce, sorrido felice ascoltando
la nostra canzone.
Non ho mai detto queste parole a nessun altro
Ma può darsi che lo farò nel corso della mia
strada
Tu mi chiedi se ti amo ma
Ti ricordi
Perché ho camminato sopra l'acqua per te
Ti ricordi
I miei primi passi sulla luna
Non ti sei mai chiesta perché
Ho espresso tre desideri per te
Tu mi fai la domanda
Ma la risposta si cela in te, in te,
La risposta si cela dentro di te
Nick mi avvolge da dietro in un caloroso abbraccio, faccio
aderire la schiena al suo petto lasciandomi inebriare dal suo profumo.
Ti ricordi quando ridevamo e dicevamo:
Nessuna cosa si intrometterà sulla nostra strada
Quelli erano tempi
Quando volevi piangere
E venivi a bussare alla mia porta
Ed io ero lì per proteggerti
Gli occhi di Nate sono fissi nei miei, un ampio sorriso
compare sul suo viso non appena si accorge che sto canticchiando anche
io le parole della canzone, il suo sguardo emozionato mi riscalda il
cuore.
Io penso piccola che potresti
Scacciarlo dalla mente
Fallo sembrare
come un bel giorno
La risposta ragazza
Si cela dentro al tuo cuore
Prova a guardarci dentro
In te, in te
La risposta si cela dentro di te*
Le ultime note della canzone risuonano nel locale; Nick
sfiora la mia guancia con le labbra, non riesco a spostare lo sguardo
dal palco, Nate si avvicina al microfono e, schiarendosi la voce,
inizia a parlare emozionato cercando di sovrastare il rumore degli
applausi.
“Grazie…davvero, grazie a tutti...ma soprattutto
grazie a te, mia dolce principessa.”
_________________________Angolo
Autore_______________________________________________
*si tratta della traduzione
della canzone
"Do you remember"
di Aaron Carter.
Beh sembra proprio che finalmente l'identità del
dolce Capitano sia stata svelata.
Appuntamento a lunedi per l'epilogo della storia,
e grazie di cuore a chi ha avuto la pazienza di leggere le mie parole.
|
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Capitolo 53 *** Epilogo ***
“Ti stavo cercando.”
Lentamente mi volto verso la sua voce. Approfittando
dell’incontro di Nick con un suo amico di vecchia data mi
sono allontanata da lui; nonostante il freddo pungente ho preferito
uscire in terrazza per prendere un po’ d’aria e
schiarire i miei pensieri, probabilmente attendendo proprio questo
momento.
“Ti stavo aspettando.”
Le sue labbra si inarcano in un dolce sorriso mentre si avvicina a me,
sento il cuore battere stranamente più forte nel mio petto.
La sua mano sfiora delicatamente il mio viso indugiando su di esso,
sorrido amabilmente schiava delle mille emozioni che mi attanagliano,
troppe domande affollano la mia mente, troppe parole corrono leste
verso la mia bocca bloccandosi nel caos dei miei pensieri; poggia un
dito sulle mie labbra aiutandomi a stare zitta.
“Non chiedermi perché l’ho fatto, non
chiedermi il perché non ti ho detto la verità.
Non volevo prendermi gioco di te, non dovevo spingermi così
oltre, non dovevi scoprirlo in questo modo…”
Il tremolio delle sua parole nasconde malamente l’agitazione
che lo sconvolge. I suoi occhi si perdono nei miei.
“…volevo solo avere un contatto con te,
l’unica cosa che volevo è che tu non mi vedessi
più solo come il fratello minore di Nick, ero stanco di
essere per te solo il piccolo Nate, era l’unico modo per
entrare nel tuo mondo…”
Man mano che le parole scivolano dalla sua bocca mi rendo conto che di
fondo non mi interessa conoscere il motivo dei suoi gesti, non voglio
che le sue parole rischino di cancellare gli splendidi ricordi che in
questi mesi ho costruito proprio grazie a lui. Adesso sono io a
poggiare un dito sulle sue labbra.
“Shhh…non dire nulla.”
Rido nervosamente.
“E’ tutto così paradossale. Ancora non
riesco ad associare il tuo viso a quello di Capitan Avena, è
surreale tutto questo. Le mie richieste disperate di avere una tua
foto, le tue dolci parole, le mie confessioni più
intime…è così imbarazzante guardare i
tuoi occhi adesso…”
Mi lascia parlare restando in silenzio senza togliermi gli occhi di
dosso.
“…non posso credere che a suscitarmi quelle forti
emozioni d’avanti ad un computer fossi proprio tu. Sei
entrato in un mondo in cui a nessuno ho concesso di entrare, neanche a
Nick e questo è tremendamente assurdo.Eppure non sono
arrabbiata con te, non potrei mai esserlo perché senza te
non ce l’avrei fatta, è solo grazie a te, grazie
alle tue parole, che ho imparato ad amare
nuovamente…”
Nate non mi lascia terminare la frase, sfiora il mio viso con la mano,
chiude gli occhi e accarezza la mia bocca con la sua, le mie labbra si
schiudono per accogliere il suo bacio dolce ma intenso, passionale ma
delicato. Un fremito scuote il mio corpo al nostro contatto, come nel
migliore dei miei sogni il mio Capitan Avena mi stringe forte a se, le
nostre bocche si allontanano e i nostri occhi si cercano amorevolmente
mentre la mia mano sfiora il suo viso.
“Alicia, io ti amo, lo sai…”
Mordicchio le labbra nervosamente, adesso più che mai mi
rendo conto di quanto siano forti i miei sentimenti, non lascio che il
cervello filtri quelle parole che arrivano dirette dal cuore.
“Io amo Nick.”
Accarezza il mio viso con tenerezza.
“Lo so, e siete una coppia bellissima.”
Resto in silenzio guardandolo interrogativa. Fruga con le mani nelle
sue tasche estraendone qualcosa con aria soddisfatta.
“Buon Natale, principessa.”
Mi porge una busta chiedendomi con occhi sornioni di aprirla,
lentamente eseguo la sua richiesta ritrovandomi a bocca aperta
d’avanti al suo contenuto. Sgrano gli occhi con aria
sorpresa.
“Ma sono i biglietti per il concerto…”
“…il regalo perfetto che cercavi per
Nick.”
Rigiro i due biglietti tra le mani incredula, ho girato in lungo e il
largo nella speranza di trovarli ma era stato tutto inutile,
c’era il tutto esaurito da mesi.
“Ti saranno costati una fortuna…io non
posso…”
Mi zittisce con un tenero bacio sulla fronte.
“Voglio solo vedervi felici.”
“Non so che dire.”
“Non devi dire nulla, anzi meglio non farne parola con Nick
di tutta questa storia…sarà il nostro
segreto.”
Annuisco sorridendogli con gli occhi.
“Ecco dove vi eravate cacciati, pensavo vi avessero rapiti
gli alieni: eravate spariti.”
Nick ridendo si avvicina a noi.
“Che ci fate qui al freddo?”
“Stavo giusto rientrando, la folla acclama la grande star
della serata.”
“Ahahah bravo bamboccio.”
Sorridendo Nate ci lascia soli. Nick mi fissa serio poggiandosi sulla
balaustra, in silenzio mi approssimo a lui, poggio le mani sul suo
petto avvicinandomi al suo corpo sperando che le sue braccia si
stringano intorno al mio. Resta immobile con lo sguardo fisso nel
vuoto, mi allontano quel tanto per riuscire a guardarlo negli occhi.
“Hey che ti prende? Tutto bene?”
La voce quasi trema mentre parlo.
“Dimmelo tu.”
Le sue algide parole mi gelano il sangue nelle vene, il solo pensiero
che possa aver visto il bacio di Nate mi paralizza. Abbassa lo sguardo
evitando nuovamente il mio e con voce sommossa continua a parlare.
“Alicia, ti conosco troppo bene per continuare a fingere di
non essermi accorto che c’è qualcosa che non va
tra di noi, sono giorni che quasi mi eviti, che sei distratta quando ti
bacio, che trovi scuse per non fare l’amore con
me…”
“Nick, io..”
“Lasciami finire, ti prego, purtroppo conosco troppo bene
l’iter delle tue storie dopo James, pensavo che tra noi fosse
diverso ma…ascolta, non devi sentirti obbligata a stare con
me solo per evitare di farmi soffrire…”
Accenna un sorriso forzato.
“…ho le spalle forti io e non smetterò
mai di volerti bene, qualunque cosa succeda ma
non…”
Le mie labbra si poggiano con ardore sulle sue con la speranza che esse
riescano a comunicare meglio delle parole quello che il mio cuore ormai
urla disperato, mi stringo forte al suo petto fino a che lentamente non
sento quel muro che aveva innalzato tra noi sgretolarsi e le sua
braccia forti si stringono intorno al mio corpo.
“Scusami Nick, in questi giorni mi ero persa ma ora sono qui
e credimi non voglio fare altro che restarci, la nostra storia non
sarà mai come quella con James perché tu non sei
lui…”
I suoi occhi si riempiono di una tristezza che rapidamente riesco a
scacciare via.
“…ed è proprio per questo che voglio
stare con te. Ti amo Nick. Ti amo come non ho mai amato
nessuno.”
Bacia con veemenza le mie labbra stringendomi più forte a se
mentre bianchi fiocchi di neve iniziano a cadere a rilento sui nostri
corpi stretti quasi a diventare uno solo, alzo gli occhi al cielo e
resto incantata come una bambina: è il mio primo bianco
natale. Le sue labbra accarezzano il mio collo solleticando il lobo
dell’orecchio. Eccitata mi allontano dal suo corpo e gli
porgo la busta che ho tra le mani.
“E questo cos’è?”
“Il mio regalo di Natale.”
La sua espressione incredula all’apertura della busta fa
nascere un sorriso soddisfatto sul mio viso.
“Ma come hai fatto? Erano finiti da
mesi…”
“Il mio angelo custode mi è stato molto
d’aiuto.”
Mi guarda stranito per un istante prima di stringermi forte a se
sollevandomi da terra facendomi volteggiare ridendo divertita.
“Sei unica, piccola mia.”
Cinge il mio corpo con le braccia accarezzando il mio viso con uno
sguardo pregno d’amore, i suoi occhi innamorati riscaldano il
mio cuore che, impazzito, batte più forte nel mio petto per
urlargli tutto l’amore che sento pulsare dentro.
“Ti amo, Alicia.”
Le mie labbra si adagiano sulle sue, le nostre bocche si schiudono
permettendo alle nostre lingue di scambiarsi lente ed eccitanti
carezze, ci abbandoniamo ad un bacio che sa d’infinito
perdendoci in quell’amore che per troppo tempo ci siamo
negati, mi lascio travolgere dal calore del suo abbraccio cullandomi
tra i miei pensieri.
“Buon Natale, amore mio!”
************************************************Fine************************************
Angolo Autore
Siamo giunti alla fine!!!
Spero che il finale non vi abbia deluso,
odio i finali delle storie,
odio dover lasciar andare dei personaggi...
anche se Alicia e Nick li lascio andare via felici e natalosi.
Vorrei ringraziare Te,
che hai letto dal primo capitolo questa storia,
che ti sei affezionata a questi due ragazzi
o che semplicemente ti sei lasciata vincere dalla curiosità
e dalla voglia di sapere dove sarei andata a parare,
vorrei ringraziare Te che mi hai lasciato i tuoi pareri sulla storia,
e te che l'hai letta e seguita in silenzio.
Vorrei ringraziare Me,
per essermi messa in gioco,
dando una possibilità alle mie parole.
E beh se non siete ancora stufe delle mie parole
continuate a leggermi con quest'altra storia
Fallen in love with an Angel
in attesa di
qualcosa di nuovo.
e visto che siamo in tema, anche se con un pò di anticipo
vi auguro un Buon Natale
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