will you be unmistakable?

di Angel_shanti
(/viewuser.php?uid=220003)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Si dice che bisogna sempre credere nei sogni: prima o poi diventano realtà. Eppure per me stasera è così complicato farlo.
Sono ancora qui: seduta al mio pc a buttare su un foglio virtuale frasi e pensieri; sono ancora qui a scrivere a te…e mi sento così buffa nel farlo…
Non saprei dirti che mi prende stasera, forse la cosa più assurda è che sono qui che ti aspetto forse invano, tu non ci sei in chat in questo istante e mi manchi…avrei bisogno di parlare con te…avrei bisogno di sorridere come solo tu sai farmi fare…avrei bisogno di sentirti vicino…ma cosa mi hai fatto?
Sorrido al solo tuo pensiero ascoltando la dolce melodia che mi hai inviato l’altro giorno; non avevo idea di quanto fossi bravo a suonare la chitarra…ascolto quella melodia e mi sembra di sentirti più vicino.
Tra meno di un’ora passeranno gli altri a prendermi.
Non ho molta voglia di scendere, preferirei aspettarti qui…ma Nick ha insistito tanto e ultimamente non è una buona idea contraddirlo, dovresti vederlo mi sembra un bambino viziato a volte…sembra che abbia bisogno di essere aiutato in tutto quello che fa…e a me tocca fargli da balia. Sai credo si sia preso una bella sbandata per qualcuna, ma non riesco a capire chi sia la povera vittima…ahahahah….e non fare quella faccia, non sono cattiva…è solo che dovrebbe crescere un po’ se vuole davvero riuscire a portare avanti una storia seria…e non sai quanto vorrei vederlo un po’ più sereno…
Ora è meglio che io vada…non vorrei farmi aspettare come sempre…
Buona notte mio dolce Capitan Avena…
Ti voglio bene.
Principessa Favilla.

Cerco il tuo indirizzo e-mail tra i miei contatti. Capitan Avena. Scioccamente sorrido prima di cliccare col puntatore del mouse sul tuo nome, rileggo di corsa le mie parole sullo schermo del pc: devo aver perso qualche rotella ultimamente.
Invia. Il suono del citofono mi fa sobbalzare dalla sedia. Tempismo perfetto.
“Arrivooooooooo”
Abbasso lo schermo del mio portatile.
“A domani Capitan Avena.”

---------------------------------------------------------------------- ANGOLO AUTORE
E' la prima volta che propongo una mia storia come originale, quindi vi prego siate buoni con le recensioni e non distruggetemi subito subito...insomma datemi una piccola chance :D


Edit: Non fermatevi ai primi due/tre capitoli....rispecchiano po e niente i ritmi della storia....e credo sia un peccato giudicarla, e smettere di leggerla, solo dopo le prime pagine...quasi quanto lo è giudicare un libro da una copertina...insomma provate a darle un pò di fiducia.
Grazie

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 3 ***


Finalmente a casa, ritornata da questa inutile serata tremendamente noiosa come non mai.
Ma sono sempre stati così i miei amici?
Perché solo adesso mi sento così diversa da loro, così lontana dal loro modo di vivere la vita, così estranea in mezzo a loro?
Superficiali, infantili, rozzi. Perché non hanno solo una briciola di te?
Chiudo la porta alle mie spalle tirando un lungo sospiro di sollievo, poggio la borsa sul tavolo con fare distratto e come un automa mi dirigo diretta nella mia camera da letto, ho un solo pensiero che mi frulla per la testa: ho solo voglia di parlare con te. Con il cuore accelerato accendo il pc, la velocità di caricamento delle applicazioni sembra non bastarmi, ancora pochi click e saprò se sei qui; i miei occhi scrutano voraci i vari nomi degli utenti connessi, il cuore segue il ritmo dello scroller del mouse che freme sotto le mie dita. Leggo e rileggo ancora una volta quei nomi colorati sul mio schermo cercando invano il tuo, ma non ci sei. Sento il sorriso spegnersi sul mio viso lasciando spazio a una smorfia di delusione. Tu non sei qui. Osservo ancora il lungo elenco di nomi nella vana speranza di sbagliarmi, ho troppo bisogno di parlare con te per accettare la tua assenza. Guardo l’ora impressa in fondo allo schermo: sono ormai passate le tre di notte, mio dolce Capitano dove sei?
Non riesco a dare un nome alla sensazione che mi sta dilaniando dentro la mia essenza più profonda, quella sensazione che lenta mi sta logorando dall’interno, a questo mio sentirmi di colpo persa, a questo sciocco spasmodico bisogno che ho di te. Guardo nuovamente lo schermo: ancora nulla. E’ ora di mettere fine a questa inutile attesa, il puntatore del mouse è ormai sul tasto start, manca un ultimo click per spegnere il computer quando un suono familiare desta la mia attenzione: una nuova conversazione è stata aperta. Il cuore batte forte nel mio petto, il tuo nome si illumina lentamente sulla barra del menu. Sorrido. Lentamente sento l’ansia placarsi dentro di me.

Capitan Avena: Speravo di trovarti ancora sveglia mia dolce principessa…

Principessa Favilla: Non riuscivo a prendere sonno senza la tua buonanotte…

Capitan Avena: Eh no…sono io che non mi sarei mai addormentato senza avertela augurata…

Principessa Favilla: Sei sempre dolcissimo…e stasera avevo proprio bisogno di sentirti…forse più delle altre volte…

Capitan Avena: Cosa è successo piccola?

Principessa Favilla: Serata pesante e noiosa…

Capitan Avena: Sei tornata da molto a casa?

Principessa Favilla: non da tantissimo…mi ha riaccompagnato Chris stasera, Nick ha preferito portare a casa Julie…

Capitan Avena: hai scoperto allora chi è la nuova vittima?

Principessa Favilla: a quanto pare si…

Capitan Avena: non sembri contenta…

Principessa Favilla: ma nooo….figurati…è solo che Chris era sbronzo come sempre e tanto per cambiare in macchina ha provato a baciarmi…

Capitan Avena: come ha provato a baciarti?

Principessa Favilla: con la bocca :P bhè ultimamente sembro essere entrata prepotentemente nei suoi pensieri…

Capitan Avena: non me l’avevi raccontato…

Principessa Favilla: devo essermene dimenticata…o forse…

Capitan Avena: forse?

Principessa Favilla: non volevo rovinare la nostra conversazione con stupidaggini come questa…

Capitan Avena: perché dici questo? Sai che con me puoi parlare di tutto quello che ti passa per la testa…sono sempre qui per te…

Principessa Favilla: è questo che mi spiazza…non voglio perdere anche te…

Capitan Avena:

Principessa Favilla: …come è successo con Nick…

Capitan Avena: Che ha fatto questa volta?

Principessa Favilla: meglio lasciar perdere guarda…non voglio parlare di lui…

Capitan Avena: come vuoi piccola…ma non tenerti tutto dentro…

Principessa Favilla: sai a volte mi chiedo che ci faccio ancora qui…sembra che nessuno capisca nulla di me…

Capitan Avena: Nessuno nessuno?

Principessa Favilla: Lo sai che tu sei un mondo a parte…

Capitan Avena: …un mondo a parte simile al tuo…

Principessa Favilla: …più di quanto tu possa anche solo provare ad immaginare…

Capitan Avena: …più di quanto sia possibile credere per tutti gli altri…

Principessa Favilla: Forse ti sembrerà fuori luogo ma vorrei tanto essere con te in questo momento…

Capitan Avena: Vorrei stringerti forte a me…e tenerti nel nostro mondo…vorrei vederti sorridere piccola…

Principessa Favilla: Ma come ci riesci?

Capitan Avena: A fare cosa?

Principessa Favilla: A farmi sorridere con così poco…a volte mi sembra di conoscerti da sempre…

Capitan Avena: forse è così…

Principessa Favilla: ??? ora sono io che non capisco…

Capitan Avena: credo sia ora di andare a letto principessa…

Principessa Favilla: mi lasci con i miei dubbi?

Capitan Avena: ti lascio ai tuoi dolci sogni…

Principessa Favilla: non insisto mio dolce Capitan Avena…

Capitan Avena: Non chiedo complicità a luna e stelle, ... ma a Morfeo: che mi porti in sogno da te e che mi permetta di lasciarti un tenero bacio, di sussurrarti la mia più Dolce Buona Notte e di farmi accarezzare il tuo viso mentre mi riporta via... ed al risveglio? Chiederci entrambi stupiti se, data la distanza, sia stato solo un sogno...

Principessa Favilla: ora posso dormire serena…dolce notte.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


“Hey così me lo consumi il citofono…ti ci si sei attaccato il dito sopra?”
Sorride come un bimbo colto in fragrante, si passa una mano tra i capelli e mi stampa un bacio sulla guancia.
“Aspettano solo noi. Siamo in ritardo come sempre signorina.”
Gli faccio una sciocca linguaccia mentre infilo velocemente la mia giacca.
“Io solo te aspettavo eh. Ero prontissima.”
Prende la mia mano e mi tira verso la macchina.
“Certo come nooo…come se non ti conoscessi.”
Indispettita chiudo la mano a pugno e colpisco in pieno il suo braccio, finge di colpirmi a sua volta e poi mi stringe forte a se lasciandomi senza respiro.
“Daiii Nick….piantala. Non eravamo in ritardo?”
Sbuffa indispettito e mi lascia libera.
“Ai suoi comandi….come sempre.”
Sbuffo a mia volta, odio quando ha questi sbalzi d’umore, sembra isterico. Mi metto in macchina senza fiatare forzando la mia arrabbiatura nei suoi confronti, volgo lo sguardo fuori da finestrino perdendomi nei miei pensieri, ultimamente uno straziante senso di irrequietezza accompagna le mie giornate, non riesco più a stare bene tra le persone che mi hanno sempre circondato, in ogni sguardo estraneo cerco i suoi occhi…ma come sono i suoi occhi? Agito la testa per scacciare i miei pensieri, perdermi tra i miei sogni non mi aiuterà a passare questa serata…non mi aiuterà a capire cosa passa nella testa del mio nevrotico autista.
“Nick…”
Lentamente posa il suo sguardo su di me ma non sorride più.
“…ma che hai ultimamente? Io…ecco…io non riesco più a capirti…”
E questo mi spaventa da morire, ma non ho il coraggio di dirtelo…ti sento così distante e non ne sono abituata, proprio tu che sei sempre stato un libro aperto per me adesso sei così incomprensibile e lontano dal mio mondo e non riesco a farmene una ragione.
“Magari ti scrivo una mail e te lo spiego, che ne dici? Così almeno sono certo che ascolti quello che dico.”
Colpita e affondata.
“Questo è un colpo basso, lo sai che per te ci sono sempre…”
Rispondo lamentosa.
“Certo certo…ma ora non mi va di parlarne.”
“E invece dobbiamo farlo.”
Alzo il tono della voce in maniera esagerata, i suoi occhi fissi nei miei mi scrutano increduli. Non ammetto repliche stasera.
“Chiama gli altri e digli che non li raggiungeremo stasera…abbiamo bisogno di parlare un po’ io e te, non trovi?”
Continua a fissarmi senza mutare la sua espressione.
“Non mi va Alicia. E poi stasera ci sarà Julie…”
Sento il rossore coprire il mio viso per la vergogna, credevo ci tenesse quanto me a risolvere questa stupida situazione che si è creata tra noi…mi sbagliavo. Abbasso lo sguardo e con un filo di voce mi scuso per il mio comportamento.
“Non lo sapevo…non ti avrei fatto perdere tutto questo tempo.”
Sorride distratto mentre la sua mano passa lenta tra i miei capelli. Riporto lo sguardo fuori dall’auto, lontano da noi…riporto i miei pensieri a te.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Nuovo messaggio di posta:“Sorge l'alba accarezzando il tuo viso, apri gli occhi baciata dai primi raggi di sole. Lasci liberi i tuoi sogni per abbracciare il nuovo giorno. Fammi entrare nella tua realtà, il tuo oggi sarà una favola.. buongiorno mia dolce principessa.
Buona giornata piccola mia.
Il tuo Capitan Avena.”


Ancora in pigiama sorrido alle sue parole, adoro svegliarmi e trovarmi a leggere ancora intorpidita dal sonno le sue dolci parole, a fantasticare su di lui su di noi, su questo rapporto così intenso eppure così distante dalla realtà. Resterei ore a crogiolarmi nei miei dolci pensieri ma il suono insistente del citofono mi distrae da essi. Lenta come un bradipo mi alzo e raggiungo il citofono accanto alla porta d’ingresso.
“Chi è?”
La mia voce al mattino è tutt’altro che qualcosa di soave e femminile.
“Sono io. Apri.”
“Io…chi?”
“Il principe azzurro….”
Di mattina non sono mai troppo lucida ma non mi è difficile riconoscere il tono canzonatorio della sua voce. Sospiro rassegnata, non ho molta voglia d vederlo stamane ma non posso di certo fingere di non essere in casa, almeno non dopo aver risposto ormai.
“Sali Nick.”
Apro la porta lasciandola leggermente socchiusa e mi reco in camera sperando di avere almeno il tempo di mettere su un jeans e una maglietta, non sarebbe la prima volta che mi vedrebbe in pigiama ma stranamente stamane la cosa mi infastidisce non poco.
“Hey c’è nessuno?”
“Nick entra, mi sto vestendo.”
Lo sento ridere fragorosamente mentre chiude la porta.
“Cavoli se fossi arrivato solo qualche istante fa ti avrei trovata nuda allora?”
La sua testa bionda fa capolino alla porta della mia stanza da letto, sorride dolcemente posando i suoi occhi sul mio corpo mentre finisco di sistemare la maglia infilata a volo a volo poco prima che sbucasse lui. Ignoro le sue parole.
“Che sei passato a fare?”
Nonostante il sorriso disarmante che ha messo su stamane non riesco e non voglio abbassare le difese con lui e logicamente la cosa non gli è indifferente.
“A proporti una tregua.”
Lo fisso indispettita.
“Da quando siamo in guerra?”
Non mi risponde, in silenzio si fa sempre più vicino a me che resto inerte ad osservare la scena, la sua mano sfiora il mio viso con leggerezza, i suoi occhi sorridono cercando i miei, è un solo istante e le sue braccia si stringono forti intorno al mio minuto corpo. Un profondo silenzio ci avvolge. Sorrido lievemente con il viso schiacciato al suo petto, da quando lo conosco a volte sembra essere diventato così diverso eppure a volte sembra non essere cambiato di una virgola…e oggi è una di queste ultime: un bambinone troppo cresciuto che non ha ancora imparato come si fa a scusarsi.
“Dai Nick…mi stritoli.”
Le sue labbra si posano veloci sulla mia guancia per un tenero bacio.
“Non voglio perderti peste.”
Lo scruto interdetta per pochi istanti prima di decidere di lasciar correre le sue parole e dedicarmi al riassetto almeno superficiale della stanza.
“Hey ma ti sei appena svegliata e già hai acceso il pc?”
Con la coda dell’occhio vedo Nick dirigersi deciso verso il mio computer mentre io sono alle prese con le coperte del mio lettone che ricadono ancora in maniera asimmetrica su esso, lascio di scatto la stoffa che avevo tra le mani e mi fiondo d’avanti alla scrivania interponendomi tra Nick e lo schermo del pc.
“Stavo solo controllando una cosa…”
Non ho raccontato a nessuno della mia intensa corrispondenza con questo intrigante sconosciuto che è entrato prepotentemente nella mia vita, nessuno sarebbe in grado di capire questo rapporto a dir poco unico, questo legame così viscerale che esula dalla presenza e dal contatto fisico, questo affetto così profondo e sincero che potrebbe far paura ai più che, superficialmente,finirebbero per giudicare rovinando, con le loro stupide parole, le loro sciocche illazioni e le loro ridicole costruzioni mentali, l’idillio emotivo che solo lui riesce a regalarmi.
“Sei diventata color peperone, ahahahahah fammi dare un’occhiata a cosa abbiamo qua…deve essere roba che scotta…”
Con un solo movimento del braccio Nick allontana il mio corpo spostandomi di lato avendo in pochi secondi libero accesso al computer. Sullo schermo ancora la tua mail, gli occhi di Nick scorrono veloci le tue parole sotto il mio sguardo attonito.
“E dai…smettila Nick! Non ti ho detto che puoi leggere…”
Mi dimeno come una forsennata cercando invano di spostare la sua attenzione dallo schermo, sento la rabbia montare dal profondo dei miei sensi, il sorriso divertito sul viso del mio amico non fa altro che fomentare il mio già elevato nervosismo.
“Oddio Alicia, ma che roba è questa?”
Ride divertito guardandomi con aria derisoria, senza alzare lo sguardo chiudo lesta lo schermo del portatile.
“Non è roba che ti riguarda!”
Mi osserva stizzito.
“E sta calmina, stavo scherzando…non credevo te la prendessi così tanto per una stupida e-mail…”
“Ti avevo detto di non leggere…”
“Credevo scherzassi…”
“Credevi male , Nick!”
Il tono acido della mia voce non ammette repliche: argomento chiuso. Almeno per ora.


____________________________________________ANGOLO AUTORE__________________________
Alicia non vuole condividere questa sua nuova amicizia virtuale neanche con il suo migliore amico,
si vergogna di questo legame effimero creato in un mondo che non c'è!!!
Paranoica o realista???
Come la giudicate, voi che leggete???


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 6 ***


“Sei riuscita a studiare?”
Nonostante l’espressione seria del suo viso non è difficile cogliere l’ironia della sua frase, annuisco leggermente con la testa mentre prendo posto sul divano accanto a lui.
“Cavoli, mi hai svuotato la dispensa.”
Sorride imbarazzato raccogliendo alla meno peggio le carte di ciò che ha fagocitato che ricoprono il tavolino di fronte a noi.
“E tu mi hai lasciato solo…da solo mi annoio…e…”
“…e mangi come un maiale…”
Accarezzo i suoi addominali, decisamente meno morbidi di quanto invece ricordassi e, divertita dall’espressione del suo volto, continuo a canzonarlo.
“E poi cosa offriamo a Julie? Dieci strati di morbidezza?”
Non risponde, non sorride, allarga le braccia sullo schienale del divano e sorride mestamente.
“Non le offriamo proprio nulla.”
“Ma come? Credevo che ieri…”
“…me la fossi trombato alla grande?”
Lo sguardo sbigottita, imbroncio le labbra e scuoto la testa senza smettere di fissarlo dritto negli occhi.
“Beh…”
Lascia andare la testa all’indietro poggiandola sullo schienale con fare sfinito per pochi istanti, le sue dita sfiorano il mio viso disegnandone il profilo, un dolce sorriso si fa spazio sul suo viso.
“Pensavo che un po’ mi conoscessi…almeno tu…”
Mestamente gli bisbiglio le mie scuse.
“Mi spiace io…”
La sua risata rumorosissima rompe il silenzio che era sceso violentemente tra noi.
“E non fare quella faccia…ci avevo pensato eccome a scoparmela…ma lei non ha voluto sapere di darmela…ahahahahahahah.”
Le mie mani si posano sul suo petto spingendolo lontano da me, con la mano sistemo i capelli che sono ricaduti sul mio viso e mi unisco alla sua sciocca risata.
“Ma quando ti deciderai a mettere a posto questa testolina vuota?”
Afferra il mio braccio e di scatto mi tira con forza fino a farmi cadere su di lui, le sue mani lungo il mio corpo lo scuotono solleticando i punti sensibili. Rido e mi dimena. Urlo e mi contorco. Sembro una papera ma non riesco a fare altrimenti: ho sempre sopportato male il solletico.
“Noo. Dai il solletico no. Basta.”
Ride di gusto divertito delle mille espressioni assunte dal mio viso, dei toni assurdi che la mia voce riesce a raggiungere. Lentamente lascia scemare la sua tortura. Lentamente sento il mio respiro tornare ad essere regolare eppure non riesco a smettere di ridere. Le sue braccia si stringono intorno al mio corpo, ,mi stringono forte a se quasi fino a stritolarmi. Non riesco a non regalargli un ampio sorriso.
“Hai davvero intenzione di eliminarmi, eh brutto scimmione?”
“Hai scoperto i miei piani, ma non avrei il tempo di svelarli a nessuno.”
La sua sonora risata riecheggia rumorosamente nella stanza. Mi stringe più forte per pochi istanti ancora prima di allentare la stretta e calamitare i suoi occhi nei miei. Continuo a ridere divertita. Le sue labbra si posano sulla mia guancia per un tenero bacio. Sorrido dolcemente passando una mano tra i suoi capelli.
“Pizza e dvd stasera o hai già rimediato la prossima vittima?”
Mi allontano dal suo corpo. Il suo sguardo si fa malizioso e sensuale, la sua voce roca e suadente mentre la sua mano sfiora lentamente la mia.
“Stasera mi dedico solo a te piccolina.”
Resto qualche secondo a fissarlo, il dolce tono delle sue parole mi ha quasi spiazzato…scuoto la testa scacciando quegli sciocchi pensieri che adesso mi fanno ridere quasi inebetita.
“Oddio Nick, se è così che rimorchi le ragazze ti credo che non riesci a trovare quella giusta.”
Sbuffa fingendosi arrabbiato, i miei occhi assumono la classica espressione da cerbiatta che velocemente cattura la sua attenzione, rapida gli stampo un bacio sulla guancia per farmi perdonare.
“Eh, prima mi massacri e poi vuoi corrompermi con un bacino…”
Gli faccio una linguaccia alzandomi dal divano per dirigermi in cucina a prendere qualcosa da bere per noi, lo sento brontolare qualcosa intanto che armeggio nel frigo.
“Oddio…parli anche da solo adesso?”
Mi prendo gioco di lui lasciandolo trafficare con il telefono e le ordinazioni delle pizze, senza attirare la sua attenzione vado in camera da letto per controllare la posta elettronica: è da stamane che non ho un contatto con lui e sento un profondo senso di inquietudine farsi largo dentro me. Prendo posto di fronte alla scrivania, quasi come una ladra apro lo schermo del pc e aspetto il caricamento della pagina, mordicchio il labbro inferiore con fare nervoso battendo il piede destro in terra in maniera convulsa mentre muovo velocemente il puntatore del mouse sul desktop colorato.
“Nessun nuovo messaggio di posta da leggere.”
Sospiro mestamente cercando di non farmi vincere dalla delusione che a macchia d’olio si sta espandendo dentro me. Mio dolce Capitano, dove sei?


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


“Finalmente riesco a trovare il tempo e la solitudine giusta per riuscire a scriverti… 
Non avrai mica pensato che mi fossi dimenticata di te? 
Mamma mia che giornata…e pensare che non è ancora finita…oggi Nick ha deciso di non avere alcuna intenzione di lasciarmi sola…ma si può? Penso che quando capirò quel ragazzo sarò ormai ottantenne, vecchia, piena di rughe e con molti neuroni in meno…oddio ti prego non immaginarmi così adesso :P
Stamattina quando stavo per rispondere al tuo dolce buon giorno mi è letteralmente piombato in casa…a modo suo voleva scusarsi per il suo comportamento di ieri sera, era così buffo…non gli è mai stato facile chiedere scusa, testardo e orgoglioso com’è…beh come è andata? Che risponderti? Stavamo per ricominciare a litigare…ha letto la tua mail e io…ecco…io non volevo: sono così tremendamente gelosa delle nostre parole, del nostro dolce mondo…non doveva neppure pensare di provare ad entrarci, non senza il mio lascia passare. Sono stata non poco brusca con lui ma a volte è l’unico sistema che funziona per farlo stare buono…gli voglio un bene dell’anima, è come un fratello per me ma odio quando dimentica che io non sia davvero una delle sue sorelle, quando non capisce che nella mia vita non deve interferire, quando non riesce a starne fuori come dovrebbe. 
Fortunatamente con uno sciocco pretesto è riuscito a smorzare i toni tra noi riportando un po’ di serenità…mi ha chiesto di accompagnarlo a comprare un pezzo per la sua barca, inutile dirti che avevo tutt’altro programma per la mia mattinata ma è stato vano farglielo presente…siamo stati in giro tutto il tempo, mi ha scarrozzato per tutta la città per poi finire a mangiare al Mc Donald’s..perchè lui aveva deciso così…e io mi sono ritrovata ad assecondarlo, in fondo non mi è dispiaciuto passare un po’ di tempo con lui come non accadeva da tempo…ora è stravaccato sul divano in salone, mangia patatine e guarda una partita…gli ho detto che dovevo studiare almeno un’oretta…speravo di incontrarti in chat…ma non ci sei…e non sai quanto mi renda triste questo…anche perché con sta fissa che si è preso oggi Nick non so se riuscirò a collegarmi prima di stasera…e come faccio a stare un intero giorno senza sentirti? 
La tua giornata come è stata invece? Ti sono mancata almeno un pochino? 
Ora mi sa che devo scappare…l’orangutango mi reclama. 
Mi manchi mio dolce Capitan Avena. 
Un dolce bacio. 
La tua Principessa Favilla.”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


“Nessun nuovo messaggio di posta da leggere.”
Fisso con gli occhi lucidi quest’odiosa scritta che compare ancora una volta sul mio schermo. Con l’ennesima scusa banale mi sono allontanata ancora una volta da Nick nella speranza vana di un tuo messaggio, è ormai sera e ho perso il conto delle volte che ho controllato questa sfottuta casella e-mail. Resto ancora imbambolata di fronte allo schermo, non riesco a capire che fina abbia fatto, perché ancora non ti sei fatto sentire oggi: che ti sia successo qualcosa?
“Alicia…ecco che fine avevi fatto.”
Il viso sorridente di Nick accoglie il mio sguardo smarrito, mi sento una bambina monella colta in fragrante mentre stava rubando quelle caramelle che la mamma le aveva negato, sorrido imbarazzata facendo spallucce mentre mi alzo dalla sedia per raggiungere Nick.
“Mica vogliamo perderci la fine del film?”
Poggio le mie mani con il palmo ben aperto sulle spalle del mio amico biondo e inizio a spingerlo decisa fuori dalla stanza, Nick si lascia indirizzare alla volta del divano senza fiatare per poi prendere posto morbidamente su esso. La sua mano destra picchietta sul pezzo di stoffa accanto a lui, fingo di non capire il suo chiaro invito a prendere posto e con aria svampita gli chiedo se preferisce qualcosa di fresco da bere.
“…una birra bella fresca ci starebbe proprio, eh Nick?”
Mi scruta severo: non sembra disposto ad assecondare la palese elusività dei miei gesti e delle mie parole.
“…quattro chiacchiere tra due vecchi amici ci starebbero meglio…”
Il suo braccio si tende verso me fino a che la sua mano non afferra la mia per tirarmi di scatto accanto a se, mi sistemo alla meglio sul divano, incrocio le gambe come se fossi un indiano e incrocio le braccia come una bimba dispettosa.
“Ma io volevo sapere come finiva il film…”
Inarca il sopracciglio destro, un tono rassegnato accompagna le sue parole.
“Fa esplodere quell’enorme meteorite, torna sulla terra e sposa la scienziata dai capelli rossi.”
“Non sposa la bionda?”
“No, la rossa.”
“Waw, non me lo sarei mai aspettato.”
Sbuffa in maniera vistosa, abbassa lo sguardo passandosi una mano tra i capelli.
“Nemmeno io…”
Resto in silenzio. Il tono delle sue parole si affievolisce a ogni sillaba pronunciata.
“Non credevo fossimo arrivati a questo punto…”
I suoi occhi cercano i miei per osservare la reazione scatenata dalle sue parole.
“…una volta ti fidavi di me…”
Adesso sono io ad abbassare lo sguardo, mordicchio le labbra e storco il naso per il nervoso, cerco nella mia testa qualcosa di sensato da dire ma tanto per cambiare quando servono le parole giuste sono sempre le più lontane da afferrare nella nostra testa.
“…e ora non riesci più a parlare con me…”
Senza pensarci troppo prendo la sua mano tra le mie, sento un magone tremendo formarsi in gola, tiro su col naso come una bimba frignona. La genuinità delle sue parole è a dir poco disarmante, dai suoi occhi traspare con nitidezza la delusione già palese nelle sue parole.
“Nick…”
Vorrei essere sincera ma qualcosa a cui non so dare un nome blocca il flusso delle mie emozioni che restano in gabbia dentro me lasciandomi un senso di oppressione che mi rende difficile quasi anche respirare. Non riesco più a parlare di me nemmeno con te.
“…ma non è questo, dai…è che davvero non c’è nulla da dire…”
Spero con tutto il cuore di essere stata convincente almeno un po’, quel che basta per lasciar correre il discorso ma il gelo dei suoi occhi e il freddo distacco delle sue parole mi dice che non ne sono stata capace.
“Ok. Si è fatto tardi, forse è meglio che vada adesso.”
Sfila la sua mano dalle mie, poggia le labbra sulla fronte e si allontana da me. Resto inerte, in silenzio con gli occhi fissi su di lui, vorrei fermarti…forse dovrei…ma resto immobile e non riesco a fare altrimenti.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitan Avena: Mia dolce principessa…ci sei?

I miei occhi sorridono ancor prima delle mie labbra nel vedere il tuo nome lampeggiare nella nuova conversazione che si è appena aperta sul mio schermo. Le mie dita digitano frenetiche la mia risposta.

Principessa Favilla: Certo che sono qui, aspettavo solo te.
Capitan Avena: Mi sei mancata oggi piccola mia ma non ho avuto modo di mettermi al pc…
Principessa Favilla Giornata piena?
Capitan Avena: anche di più…ma non ho fatto altro che pensare a te…rischiavo di impazzire senza sentirti oggi…
Principessa Favilla non dirlo a me…mi sentivo smarrita senza di te…
Capitan Avena: so bene cosa provi piccola mia perché è lo stesso anche per me…orami dovresti saperlo che sei parte di me…
Principessa Favilla non puoi neanche immaginare quanto sono felice di sentirtelo dire e quanto avrei bisogno di un tuo abbraccio in questo momento…
Capitan Avena:: …e tu non puoi immaginare quanto vorrei stringerti tra le mia braccia…
Principessa Favilla...vorrei poggiare la testa sul tuo petto e lasciarmi cullare dal morbido suono lento del tuo respiro…
Capitan Avena:: …perdermi nella dolcezza dei tuoi occhi e sfiorare lentamente il tuo bellissimo viso…
Principessa Favilla …incrociare le mia dita con le tue…
Capitan Avena: …sentire la tua morbida pelle sotto le mie dita…
Principessa Favilla …percepire il calore della tua pelle fondersi col mio…
Capitan Avena: …sfiorare con le labbra il tuo più dolce sorriso…
Principessa Favilla Semplicemente ti vorrei qui con me…
Capitan Avena: Semplicemente vorrei essere li con te…
Principessa Favilla eppure vorrei capire come fai a vincere tutte le mie difese…sei l’unico che ci riesce…
Capitan Avena:: …o forse sei l’unico a cui concedi di farlo…
Principessa Favilla forse è così…ma tu sei diverso dagli altri, di te mi fido…so che tu che non mi faresti mai del male, tu non saresti in grado di farmi soffrire…
Capitan Avena: e gli altri?
Principessa Favilla gli altri non lo so, gli altri non sono come te…ecco…ora ti sembrerò sciocca ma gli altri mi fanno paura oramai…mi bloccano…
Capitan Avena: …e finisci per alzare muri, per serrare porte in faccia a chi ti vuole bene, finisci per chiuderti in te stessa prigioniera delle tue stesse paure…
Principessa Favilla …e per ferire chi vuoi bene…
Capitan Avena: Perché non provi a dare loro una possibilità?
Principessa Favilla Non ci riesco! E’ meglio che lascino perdere con me…finisco solo per fare del male a chi prova a entrare nel mio mondo, a chi prova a starmi accanto offro solo delusioni su delusioni…
Capitan Avena: questa volta devo darti torto piccola mia…l’unica a cui finisci di fare del male sei tu, il vuoto che lentamente stai creando intorno a te finirà per fagocitare anche te stessa al suo interno, riuscirà a farti suo se non riesci a trovare un appiglio a cui restare aggrappata con tutta te stessa…
Principessa Favilla il mio appiglio sei tu…la mia ancora di salvezza alla vita…non so come hai fatto e non smetterò mai di chiedermelo ma so che sei arrivato nella parte più nascosta di me…
Capitan Avena: so bene come ti senti, forse per questo riesco a capirti più degli altri…purtroppo conosco benissimo quella voglia di alienarsi dalla vita, di non condividere le tue emozioni con nessun altro, di allontanarti da quel mondo bastardo che ti ha fatto solo soffrire troppo…
Principessa Favilla solo chi ha vissuto queste sensazioni in prima persona può capirle davvero fino in fondo…
Capitan Avena: Principessa…devi farmi una promessa…
Principessa Favilla che promessa?
Capitan Avena: promettimi che non farai il mio stesso errore: non smettere mai di essere quello che sei per diventare quello che gli altri vedono di te, finiresti per perderti….proprio come mi sono perso io…
Principessa Favilla non credevo ti sentissi perso anche tu…
Capitan Avena: Promettimelo!!!
Principessa Favilla: Te lo prometto :D
Capitan Avena: Ci conto piccola mia. Ora è meglio andare a letto principessa…
Principessa Favilla oddio, si è fatto tardissimo…
Capitan Avena: Stanotte quando ci addormenteremo... busserò alla tua porta, per entrare nei tuoi sogni: non mandarmi via, il mio più bel sogno... diventerebbe il mio peggiore incubo... Buona notte mia piccola principessa!
Principessa Favilla Non potrei mai cacciare via il mio sogno più bello, buona notte mio dolce capitano.


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Il sole splende alto in cielo stamattina, la fresca aria autunnale accompagna questa mia passeggiata mattutina. Dopo una notte quasi totalmente insonne ho deciso di concedermi un po’ di rilassante solitudine: insieme alle fidate cuffiette del mio i-pod e alla mia calda felpetta rosa mi sono incamminata sul lungomare per raggiungere questo posto ameno: il mio posto speciale. Adoro sedermi sulla mia roccia preferita ad osservare l’infrangersi dei flutti sulla scogliera, sentire il mare urlare il suo canto a ogni onda che arriva da lontano.
La brezza marina mi scompiglia i capelli, il mio sguardo si perde nell’infinito orizzonte portando con se tutti quegli interrogativi che mi ronzano in testa, quelle domande che mi hanno tenuta sveglia stanotte, quelle paranoie decisamente poco razionali che rasentano sempre più la più profonda follia. Mi sento così leggera, avverto i miei pensieri scivolare lentamente lontano da me regalandomi una sensazione di pace e di benessere che è proprio quello di cui più avevo bisogno in questo momento. Mi ritrovo a sorridere del vuoto improvviso della mia mente, melodicamente la musica accompagna questo mio lento annullarmi per diventare parte dell’infinito che mi circonda. Non sento più nulla e questo mi fa stare tremendamente bene. Prendo il libro che ho portato con me dalla borsa, ormai non mi separo mai da questo piccolo oggetto, è stato il mio Capitan Avena a consigliarmi questo testo:
“…hai bisogno di credere nuovamente nell’amore mia piccola principessa…non puoi vivere fingendo che questo sentimento abbia smesso di esistere per te, non puoi rinunciare ad essere felice insieme a chi ti ama e soprattutto non puoi precluderti di amare qualcuno solo per paura di farlo…solo perché hai deciso che fa troppo male per provare a crederci ancora una volta…”
Timidamente alle sue parole ho provato a spiegargli quanto fosse lontano dall’essere una mia scelta quella di non amare più, semplicemente non sono più in grado di amare o per lo meno così credevo.
“…tutti sono in grado di amare, non dire sciocchezze, bisogna solo imparare a lasciarsi andare…e tu devi smettere di avere paura di aprire il tuo cuore e le parole di questo libro ti aiuteranno a liberare il tuo cuore e la tua mente…”
Titubante ho accettato il suo consiglio, il mattino seguente sono corsa letteralmente in libreria per comprare il libro che mi aveva detto di prendere cercando curiosamente di capire, con una rapida lettura delle prime pagine, le sue parole sibilline:
“…non è un libro da leggere ma da vivere, sarà il tuo cuore a guidare pian piano la tua lettura e non i tuoi occhi o la tua mante…alla fine sarà il libro a leggere te…”
Con la mano destra sistemo una ciocca di capelli che è scesa a coprirmi l’occhio, distolgo lo sguardo dalle pagine del libro che ho tra le mani e mi abbandono all’azzurro infinito del mare. Ancora una volta mi ritrovo a fantasticare su di te: mi sembra di conoscerti da una vita eppure non so nemmeno di che colore sono i tuoi capelli, mi dici spesso che conosco il tuo cuore a fondo come nessun altro aveva fatto fino ad ora eppure il tuo volto mi è ancora sconosciuto. Le rare volte che ho azzardato a chiederti anche solo una piccola foto per vedere come sei fatto mi hai freddato dicendomi semplicemente:
“Principessa se mi vedessi non ti innamoreresti mai di me…”
Sorrido al ricordo di queste ultime parole e al mio unirmi alla sua autoironia…non gliel’ho detto mai ma potrebbe essere troppo tardi ormai.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


“Ok, perfetto…non farmi aspettare mi raccomando!”
Ripongo il telefono in borsa e a passo lento mi dirigo verso il vicino Mac Donald’s, oggi non mi andava per niente di tornare a casa per mangiare sola soletta, dopo la rilassante mattinata in completa solitudine che mi sono concessa ho sentito il bisogno di passare del tempo con Nick; l’immagine del suo viso deluso dal mio atteggiamento di ieri sera ha fatto più volte capolino nella mia mente.
Prima di telefonargli ci avrò pensato almeno mille volte, a frenarmi non era nient’altro che la paura di un suo possibile rifiuto ma adesso cammino soddisfatta di aver vinto quello sciocco timore e di aver fatto quella telefonata. Non è stato poi così difficile a pensarci bene. Nick sembrava quasi stupito di sentire la mia voce a telefono…eh si, non c’è che dire: mi conosce decisamente bene il mio caro amico: solitamente dopo una conversazione scomoda come quella di ieri avrei fatto perdere le mie tracce per qualche giorno, almeno fino a rendere meno imbarazzante e pesante un eventuale incontro…che dire? Mi piace stupire e ancora di più mi piace cambiare linea di condotta, agire come non avrei mai fatto prima; anche stavolta le parole di Capitan Avena ci hanno messo lo zampino:
“…si finge di dimenticare le parole scomode, il più delle volte di finisce per recitare una parte, per far credere che vada tutto bene…in fondo è passato del tempo, no? No, piccola principessa…non credere a chi ti dice che è così…quelle parole restano sempre li…non le smuovi facendo finta di nulla ma anche un piccolo gesto vale molto…non le cancella subito ma le lascia sbiadire lentamente fino a farle scomparire dalla memoria…ricorda che scappare però non serve a nulla…mai…”
Inconsciamente anche questa volta ho seguito il suo consiglio e ora eccomi qua, seduta su questa panchina ad attendere quel ritardatario cronico.
“Non fare quella faccia, ho fatto prima che potevo.”
La sua voce squillante mi desta dai miei pensieri, le sue labbra si poggiano morbide sulla mia guancia lasciandola umida mentre la sua mano mi scompiglia tutti i capelli. Lo guardo in cagnesco per qualche istante prima di unirmi alla sua sciocca risata.
“Sto morendo di fame, su avanti…ti vuoi muovere?”
Mi lascio tirare in piedi e poi fin dentro il Mac Donald’s senza dire nulla semplicemente alzando gli occhi al cielo; osservo Nick ordinare i nostri menù ipercalorici, la sua espressione da bambino estasiato quando entra in un fast food non è mai cambiata da quando lo conosco, ho sempre ammirato il suo ingenuo riuscire ad entusiasmarsi per poco o nulla…a volte vorrei proprio sapere come ci riesce…
“Ho qualcosa sul viso?”
“Eh?”
Deve essersi accorto che sono rimasta imbambolata a fissarlo con espressione inebetita, sento le guance colorarsi di un imbarazzante rosso acceso e l’unica cosa che riesco a fare è sorridere impacciata scuotendo la testa cercando di fare della spicciola ironia.
“Hai un qualcosa di enorme…”
Nick mi guarda conturbato passandosi una mano sul volto.
“Cosa ho?”
”Oops…scusa, è il tuo naso…ahahahahahah.”
L’espressione assunta dal suo viso è così buffa che non riesco a trattenermi dal ridere.
“Poi vienimi a dire che non è vero che sono un santo a sopportarti e che non ci vuole una pazienza infinita con te.”
Prendo il vassoio dalle sue mani e gli faccio il verso.
“Gne gne gne…sei solo uno scimmione…dal naso grosso…ahahahahahahah.”
Alza gli occhi al cielo e mi raggiunge al tavolo che ho scelto, prendiamo posto l’uno di fronte all’altro e finalmente iniziamo a mangiare, Nick divora tutto in modo vorace come se fossero secoli che non tocca cibo...è uno spettacolo guardarlo mangiare. Di colpo si blocca, interrompe l’intenso lavoro delle sua mascelle per restare imbambolato con lo sguardo fisso sull’ingresso.
“Che ti prende Nick? Stai poco bene? Hai una faccia…”
Stringe la mano a pugno e contrae il viso con fare nervoso.
“Ma come si permette di farsi vedere ancora in giro quel lurido verme…”
Mi volto verso l’ingresso per cercare di capire il cambio d’umore improvviso del mio amico, fisso nella sua stessa direzione cercando di focalizzare al meglio. Come un fragile vetro caduto a terra sento il mio cuore rompersi il mille pezzi per poi fermarsi di colpo nel mio petto quando i miei occhi scorgono la sua sagoma, deglutisco nervosamente cercando di recuperare il controllo di me, mi giro nuovamente verso Nick cercando di mascherare al meglio le forti emozioni che mi stanno sconvolgendo in questo momento. Nick sfiora appena la mia mano con la sua cercando con gli occhi il mio sguardo per capire cosa io stia pensando adesso.
“Se vuoi andiamo via…”
Sorrido…o almeno ci provo. Ostento una serenità che non ho, non credevo potesse fare ancora così male rincontrare il suo sguardo, non credevo mi facesse sentire così vulnerabile e fragile vederlo con lei, non credevo scatenasse ancora questo uragano dentro di me.
“Ma nooo…tranquillo! Non ho problemi a restare qui…ho smesso di scappare.”
Gli strizzo l’occhio portando alla bocca una patatine, non riesco a mandare giù un solo boccone ormai ma devo farlo.
“Ma che bastardo, dovresti vedere come guarda da questa parte…ho una voglia assurda di spaccargli quella faccia di culo che si ritrova…quel pezzo di…”
“Nick…”
Interrompo il fiume di parole piene di rabbia con un filo flebile di voce, sfioro la sua mano sorridendo appena.
“…sto bene, tranquillo. Non facciamoci rovinare il pranzo ok?”
Abbassa gli occhi, la sua voce diventa lieve sussurro.
“Scusami.”

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Il pranzo con Nick, nonostante l’odioso imprevisto, è letteralmente volato via tra le mille chiacchiere e le ancor più numerose risate, sapientemente ho glissato ogni argomento scomodo per me e stranamente lui me lo ha concesso evitando accuratamente ogni commento superfluo su quell’assurda situazione che si era creata. Usciti dal Mac Donald’s nessuno dei sue aveva voglia di tornare a casa e, approfittando della temperatura mite offertaci dal tiepido sole autunnale, abbiamo deciso di fare una passeggiata al parco come non facevamo da tempo.
“Mamma mia, sono pienissima…mi sento una piccola pallina.”
“Piccola?”
Chiudo la mano a pugno e colpisco con veemenza il suo braccio, finge di farsi male ridendo sotto i baffi.
“Non sai proprio come si tratta una ragazza tu!”
Accarezza il mento con le dita della mano sinistra guardandosi intorno interrogativo.
“Quale ragazza? Non ne vedo qui in giro.”
“Sei solo un cafone.”
Metto il broncio e incrocio le braccia sforzandomi di restare seria nonostante le espressioni da buffone assunte da Nick. Continuiamo a camminare per un po’ così: io sempre imbronciata che fingo di ignorare la sua presenza e lui che cerca disperatamente in tutti i modi di attirare la mia attenzione.
“Hey guarda ci sono le giostrine.”
“Non pensi di essere un po’ cresciutello per queste cose?”
Sorride malizioso afferrando con forza la mia mano e trascinandomi con veemenza verso di lui, punto i piedi in terra non rendendogli facile il cammino…è uno delle poche persone, forse l’unica, che riesce a farmi regredire in questo modo facendomi tornare a essere una bambina capricciosa.
“Sai Alicia, devo ammettere che avevi ragione.”
”Eh? Su cosa?”
“…hai mangiato troppo, sei diventata troppo pesante…”
Lo freddo con lo sguardo.
“E daaaai….non guardarmi così.”
”Ma mi spieghi perché mi hai trascinato qui?”
Mi fissa in modo strano, non riesco a capire se sia davvero deluso dal mio non intuire i pensieri della sua mente contorta o mi stia prendendo solo in giro per l’ennesima volta.
“Davvero non ti ricorda nulla?”
Mi guardo intorno scrutando con attenzione ogni cosa che ci circonda, un’enorme sequoia, un sentiero in mattoncini e una vecchia altalena proprio accanto a noi. Gli occhi di Nick sono lo specchio delle sue mille emozioni e solo adesso che osservo da vicino l’asse di legno dell’altalena ne capisco il motivo.
“Erano anni che non ci tornavamo qui…ma la scritta ha resistito al tempo!”
Sorride abbracciandomi da dietro, i suoi gesti trasudano una dolcezza che non gli avevo mai visto prima.
“Noi resistiamo al tempo.”
Mi stampa un bacio morbido sulla guancia, gli sorrido e mi libero dal sul abbraccio per sedermi sull’altalena e dondolarmi pian pianino lasciando fluire i miei ricordi.
“E’ iniziato tutto da qui…”
“Eri seduta proprio li, dondolavi lentamente tenendo la testa bassa, sembrava quasi tu fossi in trance…”
“Ero venuta qui dopo un cruento litigio con Rebecca, mi aveva trattato da schifo, non ricordo neanche più il motivo ma ero così delusa e arrabbiata per le sue parole che avevo solo uno spasmodico bisogno di starmene da sola…questo era il mio posto preferito quando i pensieri facevano troppo rumore…calmo…silenzioso…almeno fino al tuo arrivo…”
Prende posto sull’altalena accanto alla mia e lentamente si unisce al mio dondolio, sorride passandosi una mano tra i capelli al ricordo del nostro primo incontro.
“Ahahah almeno mi sono fatto notare.”
“Sarebbe stato difficile il contrario visto come sei caduto rovinosamente d’avanti ai miei piedi.”
“Vedi che non capisci nulla?”
“Ah no?”
“No! Era tutta una manovra per farti sorridere, ti avevo vista piangere e volevo fare qualcosa per te…”
“Ahahah ma sta zitto…stavi scappando da Steve che voleva pestarti di botte…”
“Tzè, sono dettagli questi.”
“Ahahahah certo dettagli…come la buca che non avevi visto e in cui sei inciampato con la bici per poi…sbababam…cadere a faccia a terra?”
Rido divertita al sorriso imbarazzato di Nick, continuo a dondolare lentamente lasciando fluire le immagini invecchiate dei miei ricordi. Sospiro rumorosamente.
“In poco tempo ci ritrovammo seduti proprio come adesso a chiacchierare come se fossimo stati amici da sempre; ti raccontai del litigio con Reby, di come ci stessi male per le sue parole e di quanto alla fine, nonostante tutto, le davo ragione: non sono mai stata brava a stare in mezzo alla gente e forse il problema ero davvero io…”
“Non fu mica facile riuscire a convincerti di quanto ti stessi sbagliando, fu impresa a dir poco ardua far capire alla tua testolina dura che le parole di Rebecca erano solo frutto della sua cattiveria gratuita e che dietro il broncio che avevi su si nascondeva qualcosa di speciale…qualcosa che però ti ostinavi a non voler vedere…qualcosa che io avevo visto non appena ti avevo conosciuta…”
Sorrido dolcemente al rossore che sento colorare il mio viso.
“Non so perché ma sapevo che di te potevo fidarmi, che potevi capirmi…non ti avevo mai visto prima ma parlare con te era una cosa così naturale…parlare con te è sempre stata la cosa più naturale del mondo per me…”
Questa volta è Nick a tirare un lungo sospiro.
“Beh almeno prima lo era…”
Fermo il mio dondolio puntando i piedi a terra.
“Nick, io…”
“Shhh…non devi giustificarti….anzi scusami, non dovevo…ecco…però voglio che tu sappia che io per te ci sono sempre proprio come quel giorno…magari per te non sono più quello giusto con cui parlare, però…”
“Il problema non sei tu…”
La voce esce flebile dalla mia bocca ma questa volta non posso commettere lo stesso errore, questa volta non posso tacere, rischierei di perdere per sempre il mio più caro amico.
“…il problema sono io…l’assurda confusione che ho dentro, non riesco più a capirmi neanche io…e non riesco a parlarne con nessuno perché parlarne significherebbe razionalizzare tutto il caos che ho dentro e so che farebbe troppo male…e non voglio stare male…preferisco il silenzio, quello lo puoi coprire con delle stupide parole che non parlano di me. Ho imparato a rispondere ‘bene, grazie’ con tanto di mega sorriso a chiunque mi chiede come stia…”
“Non credevo di essere diventato chiunque…”
“Nick, chiunque lo divento anche io stessa quando mi chiedo come mi sento…è che ormai non ha più senso dire che sto male, per quale motivo poi starei male? Sfiorerei il ridicolo e il patetico...e non voglio, almeno questo me lo voglio risparmiare…preferisco fingere che vada tutto alla grande…prima o poi andrà così, no?”
Sento la mia voce divenire sempre più flebile a ogni sillaba che pronuncio.
“Non credevo ti facesse ancora così male…”
“Non fa male, tranquillo.”
“La smetti di fingere,cazzo? Almeno con me…”
L’intonazione di Nick passa in pochi istanti dall’ira alla supplica, cerco di non perdere il controllo delle mie emozioni ma è sempre più difficile farlo.
“Cosa vuoi che ti dica?”
“Voglio solo sapere come stai…dopo oggi…dopo averlo rivisto…era tanto che non lo vedevi, giusto?”
“Già…e non pensavo neanche io che potessi sentirmi così…”
“…così?”
“…vuota…cioè vederli insieme…forse quello che mi fa più rabbia è che lui ce l’ha fatta, lui si è rifatto una vita senza di me, mi ha sostituito come se fossi una barbie fuori moda, ne ha semplicemente preso una nuova fregandosene di che fine faceva la vecchia…è come se non fossi mai esistita per lui, come se non ci fossimo mai amati tanto, come se la nostra storia non fosse mai esistita…e poi vedere lei…quello era il mio ragazzo, il mio mondo, la mia vita e ora è tutto suo…ha preso il mio posto, la sua felicità un tempo era la mia…forse lei tutto questo lo merita più di me, ha qualcosa che io non ho…vedi Nick…è lei quella speciale adesso non io…non più io…”
Sento la voce quasi rompersi in pianto, sapevo che era meglio tacere perché le mie parole riaprono ferite ancora non rimarginate dentro me. Nick afferra di scatto la catena della mia altalena e mi tira verso se, le sue mani sono fisse sulla catena tenendola ben salda alla sua, i suoi occhi cercano i miei mentre un dolce sorriso compare sul suo viso. La sua voce roca e decisa mi trapassa l’anima.
“E’ vero Alicia, lei ha preso il tuo posto ma questo non significa che lei sia migliore di te, tu sei speciale perché ti ostini a non vederlo? Quel coglione non si rende nemmeno conto di cosa abbia perso lasciando andare via te dalla sua vita e di quanto sia stato fortunato ad averti con se…di aver avuto il tuo amore incondizionato e le tue lacrime di dolore…ma da come parli sembra che non te ne renda conto neanche tu…di ragazze come te ce ne sono una su un milione…vorrei solo tu lo capissi…”
Le parole di Nick arrivano dritto al mio cuore donandomi un dolce tepore, il suo volto è vicinissimo al mio, mi perdo nell’azzurro dei suoi occhi mentre la sua mano sfiora il mio viso. Sorride dolcemente inumidendosi le labbra con la lingua, non gli ero mai stata così vicina…
“Hey Nick…sei qui ti stavo cercando…”
Ci voltiamo di scatto nella direzione della voce.
“Oops scusate ho interrotto qualcosa? È che volevo scusarmi con te, Nick, per l’altra sera…”
Mi alzo dall’altalena e prendo la borsa che avevo poggiato a terra.
“Tranquilla Julie, stavo giusto andando via.”
Strizzo l’occhio a Nick con fare complice, e mi allontano da loro.
“Mi raccomando, Nick.”

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno mio dolce raggio di sole…svegliarmi e trovare un tuo messaggio è stato il miglior risveglio che potessi desiderare…logicamente oltre a quello di trovarti accanto a me quando apro gli occhi. Mi hai scritto che non sei riuscita a dormire…come mai piccola? Troppi brutti pensieri hanno accompagnato le tue ore notturne? Spero le mie parole non abbiamo contribuito a turbarti, se è così troverò il modo di rimediare te lo giuro…beh mi auguro che almeno la passeggiata fino al tuo posto ‘magico’ ti sia servita a rilassarti…non voglio saperti triste, mi fa sentire così impotente non riuscire a regalarti i sorrisi che meriti…
Stamane anche io non ci sono tanto con la testa…ma non voglio angosciarti piccola stella…ora è meglio che vada che come al solito sono in ritardo…
A volte andiamo fino alle porte del Paradiso per vedere le stelle, senza accorgerci di quante ne abbiamo vicino...io sono stato fortunato, perché so di avere te.
Buona giornata mia dolce Principessa.
Capitan Avena”

Leggo il suo messaggio di stamattina con il sorriso sulle labbra; appena sveglia gli ho scritto una e-mail per raccontargli della mia notte insonne, non sono stata molto esaustiva sulle cause della mia insonnia, non mi andava di dilungarmi sui quei pensieri nefasti che mi hanno turbata anche troppo. Fisso lo schermo del pc: in questo momento lui non è in linea, sospiro delusa…avevo voglia di parlare un po’ con lui, ormai mi succede sempre più spesso di sentirmi quasi tradita quando non lo trovo in chat, mi sto legando in maniera morbosa all’idea della sua presenza nella mia vita che non riesco neanche a immaginare che tutto questo possa finire proprio come è iniziato: per caso…all’improvviso. Ricordo benissimo la sera del nostro incontro virtuale, io ero tornata da poco da una serata disastrosa, avevo litigato con Nick come accadeva ormai di continuo e avevo solo una voglia assurda di piangere e di non pensare; viste le ultime esperienze avevo evitato di bere e avevo optato per inebetirmi un po’ dinanzi al pc prima di mettermi a letto, ero entrata in quella chat solo per curiosità, ne parlavano tutti e sembravo essere l’unica a non utilizzarla. Scegliere un nickname non era stata una cosa semplice per me, sono sempre stata abbastanza banale in queste cose e anche quella sera avevo scelto di non smentirmi. Principessa Favilla. Il nome del mio mini pony, il mio giocattolo preferito quando ero bambina, mi era sembrato indicato allo scopo. Era già una mezz’oretta che chattavo con gente improba, mi ero già annoiata della mediocrità che avevo trovato e stavo quasi per staccare quando mi ha contattato lui. Capitan Avena. Il suo nickname mi aveva fatto sorridere e avevo deciso che sarebbe stato l’ultimo sfigato con cui avrei parlato per quella sera; la conversazione era iniziata diversamente dalle altre, avevamo saltato i soliti convenevoli per ritrovarci a parlare di come ci sentivamo quella notte, dei nostri stati d’animo e di quel bisogno spasmodico di essere capiti. Eh no, Capitan Avena non era come tutti gli altri, lui era speciale. Siamo stati almeno tre ore a parlare in chat, era notte fonda ma nessuno dei due aveva voglia di staccarsi dal pc, le sue dolci parole mi avevano aiutato a sorridere, non avevo più voglia di piangere ne di stare da sola. È iniziato tutto per caso, quando meno me lo sarei aspettato…controllo nuovamente la lista dei contatti, ancora non ci sei; ormai rassegnata decido di scriverti una mail.

Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Mio dolce Capitano, oggi siamo come il sole e la luna…non riusciamo ad incontrarci…dove sei adesso? Purtroppo stasera non riesco ad aspettarti sveglia, sono stanchissima: la giornata di oggi è stata pienissima di emozioni contrastanti…ho rivisto il mio ex con la sua nuova ragazza, ero con Nick a pranzo…è stato così devastante ma anche questa volta ho finto che andasse tutto bene…ma mi sa che come attrice faccio davvero pena…eh si, Nick aveva capito che stavo da schifo e mi ha portato nel posto dove ci siamo incontrati, non so se te ne ho mai parlato ma quel posto ha sempre avuto un valore particolare per me e lui…stare li è stato un po’ come ritrovarci, in parte sono riuscita a dirgli cosa mi passava dentro…almeno quello che sono riuscita a far uscire fuori, sai bene quanto mi sia difficile parlare in questo momento della mia vita…ti starai chiedendo come è andata…beh Nick è riuscito a stupirmi questa volta…era così dolce e comprensivo, i suoi occhi fissi su di me mi hanno fatto perdere nel loro profondo azzurro, credo di non aver mai sentito un calore dentro così forte standogli accanto…è davvero il mio migliore amico…e forse hai ragione quando dici che devo almeno provare a fidarmi di lui. Ora è con Julie, dovevi vederla quando mi ha visto con lui, oddio non oso pensare quella sua testolina cosa abbia elaborato…aveva una faccia…forse vedendoci così vicini avrà pensato che stavamo per baciarci…ahahahah ma ci pensi io e Nick? Beh logicamente mi sono dileguata lasciandoli soli, credo di aver capito che lei volesse chiedergli scusa per l’altra sera…incrociamo le dita per Nick…magari questa volta gli va bene. E tu che mi racconti? Come è stata la tua giornata? Mi sei mancato da morire…
Ora vado che sono a pezzi, notte mio dolce Capitano. Ti voglio bene.
La tua Principessa Favilla.”

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Non ho proprio voglia di alzarmi dal letto stamattina, non apro gli occhi per illudermi che stia ancora dormendo, non apro gli occhi per non vedere che ore siano ormai, non apro gli occhi per non rendermi conto che un altro inutile giorno della mia vita sia iniziato. Un senso di profonda angoscia mi attanaglia bloccandomi su questo letto, un profondo desiderio di fondermi con le coperte fino ad annichilirmi totalmente insiste nella mia testa. Oggi non voglio esistere!
Il suono squillante del mio telefonino riecheggia nella stanza ma non ho alcuna voglia di rispondere…peccato che chi è dall’altro capo del telefono non condividi la mia scelta e continui a far squillare questo dannato cellulare. Senza aprire gli occhi frugo con la mano sul comodino in cerca del telefonino, premo tutti i tasti a caso fino ad accettare la chiamata e porto il piccolo aggeggio infernale all’orecchio.
“Chi è?”
La voce esce roca e ovattata dalle mie labbra, è così rauca che somiglia molto più a quella di un trans che a quella di una ragazza.
“Ehmm…devo aver sbagliato numero.”
Lancerei il telefonino contro il muro se solo ne avessi la forza, ma è troppo presto nella mia mente anche per imprecare.
“Ok. Ciao.”
Sto per riagganciare quando sento in lontananza qualcuno pronunciare il mio nome.
“Alicia…stavo scherzando, sono io…”
“Mhmh…”
Non ho ancora capito chi sia questo io che mi sta parlando ma continuo a non avere alcuna intenzione di destarmi dal mio torpore per provare a comprenderlo.
“Dormivi ancora?”
“Mhmh…”
“Ti voglio in piedi tra mezz’ora al massimo che passo a prenderti, mi serve il tuo aiuto…”
“Mhmh…”
Finalmente silenzio…ancora col telefono in mano sto per riabbandonarmi al mondo dei sogni…
“A-L-I-C-I-A S-V-E-G-L-I-A-T-I!!!!!!!!!”
Un urlo disumano attraversa il mio timpano, questa volta è impossibile non riconoscerlo.
“Sono sveglia e ti odio.”
“Ti voglio bene anche io. Mezz’ora e sono da te.”
Lascio cadere il telefono accanto a me sul letto, non voglio alzarmi; mi concedo altri cinque minuti nel calduccio delle mie coperte, infine decido di alzarmi e apro gli occhi:
“Buongiorno mondo!”
Mi vesto a rilento prendendo le prime cose che trovo nell’armadio e mi posiziono d’avanti al mio pc per leggere la posta in arrivo: la mia giornata non può avere inizio senza le dolci parole del mio Capitan Avena.

Nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno mio dolce angelo; scusami per ieri ma sono stato poco e niente in casa, sono tornato a notte fonda ed ero troppo distrutto per mettermi al pc…ma saprò farmi perdonare… Stamattina mi manchi ancora più degli altri giorni…sarà che stanotte ti ho sognato: eravamo stesi in riva al mare, la tua testa era poggiata sul mio petto, ti facevo da morbido cuscino e le mie mani accarezzavano i tuoi capelli mentre ci scambiavamo dolci parole, stavo per baciarti quando la sveglia maledetta ha interrotto quell’idillio.
Mia piccola principessina ti è mai capitato di pensare che il mondo giri troppo velocemente per te? Di non sentirti più padrone dei tuoi gesti e di essere inevitabilmente travolta dagli eventi? È quello che sta succedendo a me in questi giorni: sto rinunciando a quello che più desidero nella mia vita, prendendo l’ennesima svolta sbagliata ma sento che è l’unica che posso prendere in questo momento.
Ora devo proprio andare piccolina, un’altra giornata piena di caos mi attende.
Sorridi piccola stella, sorridi…ti voglio bene principessa. Il tuo Capitan Avena”

Come un soldatino ubbidiente eseguo alla lettera ciò che mi dice e sorrido. Guardo l’orologio: ho meno di dieci minuti per rispondere alla sua mail prima dell’arrivo di Nick.

Scrivi nuovo messaggio di posta:
“E grazie a te stamattina sorrido al mondo!
Oddio quanto mi manca parlare con te, è solo un giorno che non riusciamo a beccarci ma mi sembra già una vita…sarà che comunicare tramite mail è molto più sterile come sistema secondo me…faccio fatica a sentirti vicino…
Spero che oggi riusciremo a incontrarci…da quel che leggo anche tu hai bisogno di parlare con qualcuno che ti capisca sul serio…qualcuno come me J
Ora scappo che ha appena citofonato Nick, non ho idea di cosa gli frulli per la testa oggi ma a quanto pare neanche oggi ho scelta: mi tocca assecondarlo. Ti adoro. La tua Principessa Favilla.”

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 15 ***


“Ora si che sei il ragazzo perfetto! Julie non potrà non innamorarsi di te .”
Nick sorride contento alle mie parole guardando la sua immagine riflessa allo specchio, è tutto il giorno che giriamo per negozi iper-costosi ma, alla fine, sono più che soddisfatta della mia opera d’arte: ho creato un principe azzurro degno della più bella delle favole romantiche. Nick non smette di rimirarsi allo specchio, osserva il suo completo scuro, indossato su una camicia bianca con la cravatta leggermente allentata che gli conferisce un’aria trasandata, rendendolo sexy e donandogli quel tocco di stile in più, modella con le mani un ciuffo di capelli ancora troppo ribelle e sorride compiaciuto.
“Sei una vera fata Turchina, anzi tu sei meglio della fata Turchina.”
Mi avvicino a lui e gli sistemo il colletto della camicia.
“Cenerentolo ora tocca solo a te, devi stregarla stasera.”
“Mi basterà un solo sguardo e cadrà letteralmente ai miei piedi!”
Nick ammicca esageratamente per poi scoppiare a ridere seguito a ruota da me.
“Direi che sullo sguardo sensuale dobbiamo lavorarci ancora un po’ su.”
“Guarda che posso fare di meglio!”
Detto questo inizia il suo piccolo show pieno di facce strambe, espressioni ridicole e versi assurdi per finire a piegarsi in due dalle risate riuscendo a coinvolgere inevitabilmente anche me.
“Sei pessimo!”
“Puoi anche ammetterlo che sono irresistibile.”
E ricomincia ad ammiccare come un deficiente, alzo gli occhio al cielo: ormai il suo cervello lo ha completamente abbandonato.
“Mr io-sono-irresistibile piuttosto hai già pensato dove portarla stasera?”
Porta le mani sul viso in maniera eclatante.
“Cazzo, non ci ho proprio pensato.”
Ne ero certa.
“Vorrei sapere tu cosa faresti senza di me…ho già prenotato il miglior tavolo del Blue Hill a nome tuo.”
Mi stringe forte a se quasi fino a stritolarmi.
“Tu sei un genio!”
Mi libero dalla sua stretta e gli dico di aspettarmi qualche minuto, esco di casa per poi ritornare con una splendida rosa rossa romanticamente confezionata.
“Bel Romeo, non puoi certo presentarti a mani vuote dalla tua Giulietta.”
Gli porgo la rosa, poggia le labbra sulla mia guancia per un tenero bacio.
“Se non esistessi bisognerebbe inventarti.”
“Sei tu che sei un disastro Nick.”
“Fortunatamente ho te.”
Mi fissa donandomi il più dolce dei sorrisi che decido di ricambiare, sembra davvero felice e questo mi riempie il cuore di gioia.
“Ora è meglio che io vada. Mi raccomando non azzardarti a ritardare di un solo minuto, sii dolce e gentile, comportati da vero cavaliere…”
“Devo fare altro signora maestra?”
La mia mano si posa sul suo viso per una leggera carezza.
“Non dimenticarti mai di essere semplicemente te stesso…perché sei stupendo così.”
Lo vedo arrossire leggermente, non dice una sola parola mentre lentamente lascio chiudere la porta alle mie spalle.
“Buona fortuna Nick.”

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


“Un attimo, arrivo!!!”
Apro la porta con la faccia annoiata di chi non aveva alcuna voglia di essere disturbata. Il suo viso raggiante compare ai miei occhi, poggia una mano sulla porta assumendo una postura da fotomodello di quarto ordine.
“Ben svegliata dormigliona.”
Accenno un sorriso che ha più la parvenza di una smorfia: sono di pessimo umore!
“Allora mi fai entrare o devo restare fuori?”
Mi sposto per lasciargli libero il passaggio.
“La seconda opzione era quella che mi attraeva di più a dirla tutta…”
“Ma piantala…”
Mi stampa un bacio sulla guancia e si getta di peso sul mio divano lasciandomi impalata sull’uscio di casa.
“Hai qualcosa di buono da mangiare?”
Chiudo la porta contando fino a dieci cercando di restare calma e vado in cucina a prendergli qualcosa da sgranocchiare: non riesce a tenere ferme quelle sue mandibole!
“Tieni…”
Gli porgo la busta con i biscotti e prendo posto anche io sul divano, Nick mi guarda come se stesse aspettando qualcosa ma non riesco proprio a capire cosa voglia da me stamattina.
“E allora?”
“Allora cosa?”
“Non mi chiedi come è andata?”
Lo scruto interrogativa per qualche istante…come ho fatto a dimenticarmene?
“Nooo che testa che ho, perdonami, sono pessima. Dai dimmi tutto, come è andata con Julie?”
“Ora non mi va più di parlare…”
Muovo le palpebre come se fossi una cerbiatta in calore, unisco le mani come se stessi pregando e mi avvicino pian pianino a lui.
“E dai Nick…”
“Dovrei lasciarti morire di curiosità adesso…”
“…ma non lo farai…”
“…giusto perché ho voglia di raccontarlo a qualcuno…”
“Allora non voglio saperlo!”
“Dai che scherzo…”
Nick mi lascia accomodare più vicino a lui e tutto sorridente inizia il suo racconto.
“Dovevi vederla, Alicia, era nera di rabbia per avermi visto con te, io logicamente ho fatto la parte del tipo a cui non ne poteva fregare assolutamente nulla delle sue parole…”
“Eh certo, Mr Wright non deve smentirsi mai!”
“Fa poco la spiritosa e ascolta che ti combina Mr Wright: Julie ha iniziato a scusarsi in ogni modo possibile per l’altra sera…ahahahah ha ammesso anche che mi desiderava da impazzire ma non voleva passarci per una facile per questo mi aveva snobbato di brutto.”
Annuisco interessata mentre osservo l’ego di Nick crescere a dismisura a ogni parola pronunciata.
“Oddio poverina, non sa che in che guaio si sta cacciando…”
“Lo sa…eccome se lo sa…”
Nick ammicca allusivo sogghignando divertito.
“Ma nooo, te la sei portata a letto?”
“Lei mi desiderava, potevo mai deluderla?”
“Certo che no!”
Sospiro rassegnata e gli chiedo di continuare il suo racconto.
“Beh mi ha invitato a prendere qualcosa a casa sua, ci siamo seduti sul divano proprio come me e te adesso, mi sono girato verso di lei avvicinandomi lentamente, ho sfiorato il suo viso con le dita…”
Nick accompagna le sue parole mimando i movimenti che con accurata attenzione descrive.
“…ho chiuso gli occhi schiudendo le labbra…”
Il suo viso si fa sempre più vicino al mio.
“…e l’ho baciata!”
Si allontana di colpo dal mio volto lasciandomi imbambolata come una cretina.
“…logicamente poi non ha saputo resistermi!”
”…logicamente…”
Non riesco a dire altro.
“Hey tutto bene?”
La sua voce mi desta dai miei pensieri sconnessi, rido come una papera per nascondere l’imbarazzo che sento farsi vivo sul mio viso.
“Ahahahah mi ero persa immaginando la scena…sai che sono debole di stomaco.”
Nick prende un cuscino e lo preme sulla mia faccia.
“So che sei cretina…”
“Mostro! Comunque mi spieghi il motivo di questa tua irruzione mattutina…”
”E’ quasi ora di pranzo…”
”Si, ok! Ma mi avevi detto che ti serviva il mio aiuto, per cosa?”
Nick sospira rumorosamente esasperando in modo teatrale i suoi gesti.
“Se mi lasci finire di parlare magari te lo dico.”
Mi limito a fargli una smorfia.
“Allora ho bisogno di una consulenza per il mio abbigliamento, stasera porto Julie a cena…è il nostro primo appuntamento…”
Non riesco a non ridere di gusto al suono delle sue parole.
“Vuoi fare colpo stasera? Ma se te la sei già portata a letto.”
Nick si alza di scatto dal divano e mi guarda deluso e nero di rabbia.
“Pensi che non possa volere qualcosa di più da una ragazza? Pensi davvero che per me vada bene sempre e solo una botta e via? A quanto pare ho sbagliato a chiederti aiuto, meglio che vada.”
A passo spedito si avvicina alla porta, faccio quasi fatica a raggiungerlo e ad afferrare il suo braccio. Nick mi fissa con disprezzo ora, cerco i suoi occhi e accenno un sorriso.
“Non volevo dire quello, scusami, sono stata sciocca e superficiale.”
Mi stringo forte a lui per un abbraccio che sembra davvero non volermi concedere.
“Sono felice che tu abbia chiesto aiuto a me, ti farò diventare un perfetto principe azzurro per la tua Julie.”
La sua braccia si stringono attorno al mio corpo.
“Grazie Alicia.”

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Finalmente a casa: sono davvero distrutta!
Chiudo la porta di casa alle mie spalle e, senza neanche accendere la luce, mi lascio cadere sul divano, il sorriso sul mio volto si è ormai spento, nella solitudine della mia casa lascio che il buio pervada anche la mia essenza. Mi sento proprio come questa stanza: vuota! La giornata frenetica con Nick mi ha fatto dimenticare per un po’ i pensieri cupi che mi hanno fatto compagnia tutta la notte ma ora sento quel senso si solitudine rifarsi vivo in me. Sorrido al mondo forzatamente da ormai troppo tempo ma fingere con me stessa diventa sempre più complicato giorno dopo giorno. Chiudo gli occhi e lascio scorrere i pensieri sperando che si allontanino da me ma so troppo bene che non accadrà…perché nulla va come io voglio che vada, perché questa l’ho capita ormai ma non riesco proprio ad accettarla, perché guardo le mie amiche e vorrei tanto essere come loro, avere una vita come la loro, avere i loro stessi problemi banali, avere le loro sciocche manie superficiali, vorrei commettere mille errori proprio come loro e poi capire che alla fine è andata meglio di quanto potessi sperare…proprio come accade a loro. Nick mi direbbe che io non sono come loro e che non devo assolutamente paragonarmi a gente così dannatamente normale e attaccherebbe con la solita storia dell’essere speciale; ecco io vorrei proprio capire cosa significa essere speciale perché mi sa che proprio non lo so, vorrei sapere da quando speciale è sinonimo di povera ragazza sfigata e sola e, soprattutto, vorrei sapere perché non posso essere maledettamente normale anche io. Ma ora Nick non c’è per porgergli tutte le mie più assurde domande e forse da stasera non ci sarà più come prima, vorrei chiamare qualcuno forse semplicemente per fare due chiacchiere, per convincere la mia mente che non sono poi davvero così sola, vorrei sentire una voce amica ma la testa scorre a memoria i nomi della mia rubrica telefonica: non c’è nessuno da chiamare, nessuno che potrebbe capire, nessuno pronto ad ascoltare…nessuno!
Apro gli occhi trattenendo quelle stupide lacrime che leste fanno capolino nei miei occhi, tiro un lungo sospiro per riprendere il controllo di me e mi alzo dal divano per andarmi a rifugiare nella mia stanza, di fronte al mio computer…per andare a rifugiarmi da te.
I miei gesti stasera sono stranamente più lenti del solito, la paura di non trovarti quasi mi blocca: non puoi deludermi anche tu, credo proprio che non lo sopporterei…non stasera. Accendo il computer cercando con lo sguardo delle piccole distrazioni come per dilatare il tempo, accedo alla solita chat e lentamente scorro i vari nickname presenti: non posso crederci…non ci sei. Mi sento morire. Mi hai abbandonato anche tu. Faccio fatica a trattenere le lacrime ormai, mordicchio il labbro inferiore nervosamente e mangiucchio le unghie come non facevo da tempo mentre rileggo nuovamente la lista dei contatti nella vana speranza di essermi sbagliata ma purtroppo non è così. Mi sento una psicopatica a stare così male per uno “sconosciuto”, ma a te ho aperto il mio cuore e adesso ho un disperato bisogno di te, perché non ci sei? Sto per staccare quando mi accorgo che o un nuovo messaggio di posta non letta, con il cuore il gola clicco sull’icona lampeggiante della busta da lettere, con le mani tremanti e gli occhi sempre più lucidi leggo il nome del mittente: tu!

Nuovo messaggio di posta:
“Sono un disastro piccola lo so, ma non riesco ad esserci nemmeno stasera…non conto di tornare presto a casa e non pretendo certo che tu mi aspetti sveglia fino a notte fonda…ti sto deludendo e questo mi distrugge ma la mia vita mi sta voracemente risucchiando e tu non puoi immaginare quanta voglia avrei di correre da te…sei l’unica con cui riesco a essere davvero me stesso, l’unica che è riuscita a penetrare la mia anima, ad entrare nel mio cuore e restarci…Principessa sei semplicemente l’unica per me…non dimenticarlo mai.
Purtroppo devo salutarti di già…indosso la mia maschera sorridente e vado a recitare la parte della mia vita…ti adoro piccola stella non dimenticarlo mai.
Il tuo Capitan Avena.

P.s.: dimenticavo di dirti che ho allegato una sorpresina per te…non potrò regalarti fiori o diamanti ma questa l’ho composta immaginando il tuo viso e il tuo dolce profumo…l’ho scritta solo per te…non è molto ma così in qualche modo sarò con te…sei troppo importante per me e non posso pensare di perderti.”

Non mi perderai perché sono io che non posso perdere anche te.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Ho perso il conto delle volte che ho ascoltato il pezzo che Capitan Avena ha allegato all’e-mail che mi ha inviato.
Romantica, seducente, dolce e malinconica. In poche parole stupenda, quella melodia mi ha stregato. Ho totalmente perso la cognizione del tempo, non so più da quante ore sono seduta d’avanti al computer come ipnotizzata dalle note che escono dalle sue casse. Ascoltando la sua musica ho come la sensazione che lui fosse qui con me e io non riesco ad allontanarmi da lui, stanotte più che mai ho bisogno di non sentire la mia solitudine, ho bisogno di lui per non sentire quel senso di assoluto abbandono. Non ho ancora risposto alla sua mail, le parole troppo confuse nella mia testa non riescono a prendere forma su questo foglio bianco virtuale che fisso da non so nemmeno io quanto; le note della sua dolce musica sono riuscite ad affievolire la mia rabbia ma non sono in grado di cancellare la delusione che aleggia ormai nel mio cuore. Non voglio che siano proprio le mie parole a ferirlo con la loro durezza e la loro acidità, non voglio che ci allontanino creando insensati muri tra noi o forse semplicemente non voglio essere sincera neanche con lui questa volta perché la paura di perderlo è così grande da paralizzare le mie dita e tenermi bloccata su questa sedia.
Ed ecco che come accade puntualmente quando lascio la mia ragione prendere il sopravvento che non riesco a non sentirmi una povera stupida: in che situazione contorta e senza senso mi sono cacciata? Mi lamento che le mie storie finiscano sempre uno schifo ma non penso mai in che situazioni strambe finisco per ficcarmi ogni volta, piango lacrime di coccodrillo quando lecco le mie ferite ma non penso mai a come evitarle quelle ferite, scappo dalle situazioni normali, dalle storie troppo piatte e banali ma finisco puntualmente per lamentarmi perché voglio un po’ di normalità nella mia vita.
L’icona di una nuova conversazione aperta lampeggia sulla barra azzurra del mio desktop salvandomi dal trip mentale in cui ero finita. Le mie labbra disegnano uno stupido sorriso sul mio viso: sei tu…e sei qui! Non aspettavo altro, tutte le paranoie e la rabbia sono scomparse di colpo alla comparsa del tuo nome e con il nodo in gola apro la finestra con la tua conversazione.

Capitan Avena:Principessa ma sei ancora qui?
Principessa Favilla: Ehmm….si…
Capitan Avena:Sono le quattro del mattino, cosa ci fai ancora al pc?

Se riuscissi ad essere un solo istante razionale troverei qualcosa di sensato da rispondergli per non sembrare completamente patetica ai suoi occhi ma quando parlo con lui dimentico totalmente il significato del termine razionale e lascio che siano le mie emozioni a parlare per me.

Principessa Favilla: Aspettavo te…
Capitan Avena: Riesci sempre a stupirmi…come fai?
Principessa Favilla: Non ho fatto nulla di eccezionale…ho detto solo la verità…
Capitan Avena: Sapevi che avevo un bisogno disperato di te stanotte?
Principessa Favilla:…forse egoisticamente ne avevo semplicemente io di te…
Capitan Avena: è successo qualcosa piccola?
Principessa Favilla: non parliamo sempre di me…mi hai scritto che ti senti risucchiato dalla vita, che stai rinunciando alla cosa che desideri di più al mondo…perchè?
Capitan Avena: per amore…
Principessa Favilla: perché “amare è volere l’altro libero, e non sedurlo, e liberarlo dai suoi lacci se ne rimane prigioniero, perché anche lui possa dire: ti amo, senza esservi spinto dai suoi desideri non domati”….
Capitan Avena: hehehe vedo che ti sta piacendo il libro che ti ho consigliato…lo vedi che alla fine è come se fossimo davvero connessi io e te, legati da qualcosa di tremendamente profondo…
Principessa Favilla: lo pensi ancora? Davvero?
Capitan Avena: perché non dovrei?
Principessa Favilla: per amore…
Capitan Avena:mmm…
Principessa Favilla: lascia stare sono una sciocca, ignora le mie parole…
Capitan Avena: non potrei mai e lo sai…anche io ho avuto una tremenda paura di perderti in questi giorni, anche io ho pensato che la vita ti stesse allontanando da me, che ci stesse portando su due isole troppo lontane ed ero in preda al panico pensando che forse il mare che ci avrebbe separato sarebbe stato troppo immenso affinché io riuscissi ad attraversarlo per raggiungerti…
Principessa Favilla: logicamente hai beccato in pieno i miei pensieri…
Capitan Avena: troppo uguali ai miei…ma ricorda che tutto quello che abbiamo è troppo importante per finire in questo modo…e spero di non sbagliarmi neanche questa volta…
Principessa Favilla: non sbagli…non riesco ad immaginare la mia vita senza te…
Capitan Avena: non faccio altro ad immaginare la mia vita con te…
Principessa Favilla: hai deciso di farmi diventare rosso peperone?
Capitan Avena: saresti semplicemente ancora più bella…ne sono certo!
Principessa Favilla: ma se non mi hai mai visto, potrei essere una befana…
Capitan Avena: non potresti mai esserlo…
Principessa Favilla: perché no?
Capitan Avena: non dimenticare che ho visto la tua anima io…
Principessa Favilla: e con ciò?
Capitan Avena: una ragazza con un’anima così bella non potrebbe mai essere orrenda…
Principessa Favilla: non sai che le ragazze belle sono senz’anima?
Capitan Avena: non sai che chi è innamorato guarda con gli occhi dell’amore?
Principessa Favilla: sei innamorato?
Capitan Avena: e tu?
Principessa Favilla: domanda complicata…
Capitan Avena: troppo…
Principessa Favilla: anche di più…
Capitan Avena:
già…beh non dobbiamo mica rispondere per forza, sai bene che spesso le parole sono dannatamente inutili… Principessa Favilla: e questo è uno di quei momenti…
Capitan Avena: il nostro rapporto è oltre le parole, oltre il tempo, oltre le distanze…
Principessa Favilla: oltre il mondo che ci è intorno?
Capitan Avena: il mio mondo non esiste se non ho te con cui parlarne…
Principessa Favilla: sai sono ore che ascolto il pezzo che mi hai mandato…
Capitan Avena: ti è piaciuto?
Principessa Favilla: è a dir poco favoloso…adoro sentirti suonare…
Capitan Avena: ora sono io che arrossisco…
Principessa Favilla: diventando ancora più bello :D imparo in fretta…
Capitan Avena: sei un fenomeno…
Principessa Favilla: ho un maestro eccezionale…
Capitan Avena: comunque sono felice ti sia piaciuta…
Principessa Favilla: credimi ho i brividi lungo la pelle per le mille emozioni che riesce a trasmettermi ogni volta che lo ascolto…
Capitan Avena: sono le mille emozioni che mi trasmetti tu…
Principessa Favilla: sei adorabile…
Capitan Avena: no, è che adoro te…
Principessa Favilla: e io adoro te!
Capitan Avena: grazie per avermi aspettato così a lungo…è stato importantissimo per me…
Principessa Favilla: non devi ringraziarmi, se non ti sentivo impazzivo…
Capitan Avena:siamo due casi clinici ormai…non possiamo fare a meno l’uno dell’altra…
Principessa Favilla: non dobbiamo farne a meno…
Capitan Avena:ora però meglio andare a letto mia piccola stella…
Principessa Favilla: è quasi l’alba…
Capitan Avena:domani non mi sveglierò, ne sono certo…
Principessa Favilla: e avrai tanti casini per questo, quindi vola a letto…
Capitan Avena:un dolce bacio della buona notte mia dolce principessa…spero che i tuoi sogni possano essere più sereni questa notte…
Principessa Favilla: ora posso andare a dormire tranquilla…ed è solo merito tuo…notte mio capitano…
Capitan Avena:ti voglio bene.
Principessa Favilla: io di più…

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


“Non dirmi che dormivi…”
“Ok, non te lo dico…”
“Alicia è quasi ora di pranzo!”
“Non ho sentito la sveglia…”
“…o non l’hai programmata proprio…”
“Può darsi, ahahahah!”
“Non c’è niente da ridere…”
“Come sei pesante mamma mia. Non dirmi che è andata male ieri…”
“Tra mezz’ora sono da te!”
“Ok, a dopo.”
Lascio cadere il telefonino di fianco a me sul letto, sto ancora morendo di sonno, Nick è ormai diventato la mia sveglia con le sue telefonate mattutine. Rassegnata guardo l’orologio: questa volta Nick non ha esagerato, è veramente quasi mezzogiorno; controvoglia mi alzo dal letto, il mio sguardo in automatico ricade sul computer ma non ho tempo adesso. Sospiro malinconica, questa volta Capitan Avena deve aspettare, la voce di Nick a telefono non prometteva nulla di buono e nell’attesa del suo arrivo voglio preparargli qualcosa di buono da mangiare, un buon pranzetto è quel che serve per riuscire a fargli tornare almeno un piccolo sorriso sul viso. Ancora in pigiama vado in cucina e mi metto ai fornelli, non sono una cuoca provetto ma conosco bene i gusti del mio amico e fortunatamente nella dispensa ho tutti gli ingredienti giusti per preparare il suo piatto preferito. Stamattina il tempo deve bastarmi; guardo per l’ennesima volta l’orologio e corro in bagno per lavarmi e vestirmi giusto in tempo per l’arrivo di Nick.
Riconoscerei tra mille il suo modo di citofonare, non ho neanche bisogno di chiedere chi sia, apro direttamente il cancello e lo attendo sull’uscio di casa.
“Buongiorno…”
Gli regalo il più dolce dei miei sorrisi, l’espressione mesta del suo viso non mente: c’è qualcosa che non va!
”Ti sei svegliata con la luna dritta stamattina?”
“C’è il sole stamattina, lo sai che mi mette di buon umore..”
”Si, lo so che sei tutta strana!”
”Resti fuori la porta?”
Mi sposto per farlo entrare in casa, Nick gironzola prima un po’ per la stanza per poi sedersi sul divano sotto il mio sguardo stranito.
“Beh come è andata ieri?”
Mi siedo accanto a lui incrociando le gambe sul divano.
“Bene.”
Storpio la bocca arricciando il naso.
“E che aspetti a raccontarmi tutto?”
Sospira mestamente.
“Julie è pazza di me! Quando sono andato a prenderla mi ha fatto aspettare un quarto d’ora prima di scendere ma non mi sono lamentato…come mi avevi detto di fare tu.”
”Bravissimo!”
La mia mano sfiora il suo viso per una leggera carezza e finalmente lo vedo sorridere.
“Siamo stati a cena nel ristorante dove hai prenotato, poi a fare una passeggiata in riva al mare e li gli ho detto tutto quello che pensavo di lei…”
”E lei?”
Sembrerebbe di star ascoltando il racconto di uno di quei film romantici e strappalacrime che mi piacciono tanto se solo ci mettesse più enfasi nelle sue parole.
“Lei si è commossa, mi ha guardato negli occhi e mi ha baciato…logicamente abbiamo concluso la serata a casa sua!”
“Non ne avevo dubbi. Ma quindi come siete rimasti?”
Si passa una mano tra i capelli sorridendo.
“Abbiamo deciso di provarci…ehmm si, direi che stiamo insieme!”
Quasi non finisco di farlo parlare che gli butto le braccia al collo per un caloroso abbraccio, rido felice stampandogli un bacio sulla guancia.
“Lo sapevo che non avrebbe potuto resistere ad un principe azzurro come te.”
Nick abbozza un sorriso, nonostante tutto sul suo viso non sembra voler scomparire quell’espressione malinconica. Resto a fissare questo suo silenzio.
“Beh e cos’è sta faccia? Non sei felice?”
“Certo che lo sono…”
Strofina nervoso le mani tra loro.
“…ma?”
“…ma devo dirti una cosa…”
Torno a sedermi composta e gli chiedo di continuare a parlare, mi sta facendo preoccupare.
“Non è facile per me dirti questa cosa, ecco, vedi…Julie è davvero una ragazza eccezionale ma è tremendamente gelosa…”
”Conoscendo il soggetto come darle torto!”
”Grazie eh! Comunque la cosa la cosa che più la manda in paranoia è il nostro legame…”
”Non ti seguo.”
“E’ gelosa dal rapporto che ho con te.”
Scoppio a ridere istericamente, non riesco a controllare la mia reazione alle sue parole.
“Oddio ma è assurda questa cosa…”
“Mi fa piacere che almeno tu riesca a riderci sopra, Julie non la trova così assurda, come dici tu, questa cosa, dice che passiamo troppo tempo insieme, che ci sentiamo troppo spesso a telefono, che abbiamo un legame morboso…”
“Morboso?”
“Lei così l’ha definito, dice che non è normale il nostro essere così legati l’uno all’altra…”
“Sei il mio migliore amico è ovvio tutto quello che dici. Ma cosa teme Julie?”
”Teme di essere sempre al secondo posto dopo di te nella mia vita!”
“Ma lei è la tua ragazza, non c’è termine di paragone con me!”
”Io lo so…ma lei no…e se voglio che le cose tra noi funzionino…”
Resta in silenzio qualche istante che a me sembra eterno, deglutisce la saliva e continua a parlare con sguardo assente.
“…dobbiamo allentare un po’ io e te…”
Non dico una parola. Non faccio alcun gesto.
“…sai quanto ci tengo a te ma…”
Prendo controllo di me e mi sforzo di sorridere.
“E’ giusto così Nick, Julie ha bisogno di sapere di essere l’unica per te e la mia costante presenza nella tua vita potrebbe incasinare la vostra storia e questo non è giusto, non voglio crearti problemi!”
Nick afferra di scatto le mie mani cercando i miei occhi con i suoi.
“Dobbiamo solo allentare un poco non perderci. Io ti voglio troppo bene!”
Mi stringe forte a se per un abbraccio da togliere il fiato, mi accoccolo sul suo petto lasciandomi vincere dalla dolcezza della sua stretta.
Il suono del suo telefonino interrompe questo momento di tenerezza tra noi. Nick risponde allontanando il suo corpo dal mio.
“Certo Julie, dieci minuti e sono da te!”
Posa il telefono in tasca e quasi imbarazzato mi dice che deve andare.
“Pranzo con Julie, sa faccio tardi chi la sente…”
“Allora è meglio che tu vada.”
“Ci si vede allora.”
“Certo.”
Sfiora appena la mia guancia con le labbra e va via lasciandomi sola. Vado in cucina e butto tutto quello che avevo cucinato nel secchio della spazzatura, ho lo stomaco chiuso e gli occhi gonfi di lacrime.
 Perchè la vita è così ingiusta con me?


________________________ANGOLO AUTORE______________________________________________
anche oggi sono stata generosa, postando ben 3 capitoli!
i personaggi iniziano a prendere forma,
svelano pian piano le loro debolezze,
si tessono storie, amicizie, legami,
se ne perdono altre!!!

Che ne pensate???
Gradirei avere una vostra opinione!


Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitan Avena: Buonasera mia dolce principessa.
Principessa Favilla: Buonasera.
Capitan Avena: tutto bene?
Principessa Favilla: insomma.
Capitan Avena: cos’è questo "insomma"?
Principessa Favilla: la mia vita…
Capitan Avena: giornata pesante?
Principessa Favilla: magari…
Capitan Avena: faccio fatica a seguirti stasera, perché non mi dici che succede?
Principessa Favilla: Perché non ha nemmeno senso parlarne…
Capitan Avena: Ha sempre senso parlarne.
Principessa Favilla: non ha senso nulla ultimamente…ed è meglio che resti tutto nella mia testa, che non ne parli…
Capitan Avena: sei proprio di umore nero stasera se ragioni in questo modo, se non vuoi parlare neanche con me…
Principessa Favilla: dimmi che senso avrebbe parlarne…
Capitan Avena: almeno non terresti tutto dentro…
Principessa Favilla: dovrei parlare con te…poi andrai via anche tu e io non saprò più tenermi tutto dentro…come farò poi?
Capitan Avena: io non andrò via, ma che dici? Perchè dovrei?
Principessa Favilla: tutti vanno via da me, non so perché succeda e mi sono rotta di chiedermelo, so solo che per qualche fottuto motivo è così e io non ho alcuna intenzione di aprirmi più con nessuno, di confidarmi più con nessuno…di legarmi più a nessuno…
Capitan Avena: nemmeno a me?
Principessa Favilla: Ho detto a nessuno!
Capitan Avena: pensavo di essere diverso dagli altri…
Principessa Favilla: sbagliavi! Non lo sei…nessuno è diverso…nessuno…
Capitan Avena: tu sei diversa…
Principessa Favilla: ti sbagli, non lo sono!
Capitan Avena: tu sei speciale.
Principessa Favilla: BASTAAAAAAAAA!! Basta…dovete finirla tutti con queste stupide cazzate, io non sono speciale e non voglio esserlo…perché non riesce a esservi chiaro? Non è difficile da capire che non voglio essere diversa dagli altri e non voglio assolutamente sentirmi ripetere che sono loro a non aver capito nulla di me, che non capiscano quanto siano fortunati a conoscermi e ad avermi nella loro vita, che mi allontanino perché si reputano inferiori a me o perché sono semplicemente invidiosi della mia inutile vita del cazzo, non voglio sentirmi dire queste stupide banalità perché non ci credo più, sono stanca…stanca di tutto…io non ce la faccio più…
Capitan Avena: vorrei riuscire a farti sentire cosa riesci a trasmettermi forse così ti renderesti conto di quanto ti sbagli a parlare così, di quanto ti conosci poco e ti sottovaluti molto e soprattutto di quanto tutti quelli che ti definiscono speciale abbiamo ragione…
Principessa Favilla: Forse è meglio che vada a dormire.
Capitan Avena: No, non andare…
Principessa Favilla: e perché mai?
Capitan Avena: io ho bisogno di te!
Principessa Favilla: non posso aiutarti…non stasera…
Capitan Avena: non puoi abbandonarmi in questo modo…
Principessa Favilla:
Capitan Avena: e io so che non lo farai…
Principessa Favilla: non ci riesco, non riesco a fregarmene delle tue parole…non riesco a voltarti le spalle…
Capitan Avena: non riesci a farlo con nessuno, è questa la tua forza…
Principessa Favilla: è questo il mio peggior difetto…io ci sono per tutti, metto da parte la mia vita e poi che mi resta? Nulla…
Capitan Avena: ti resta la persona che sei diventata col tempo…una persona stupenda…
Principessa Favilla:
una persona sola…
Capitan Avena: tu non sei sola…io ci sono e ci sarò sempre…
Principessa Favilla: sei l’unico che mi è rimasto…gli altri sono troppo impegnati a vivere per curarsi di me…
Capitan Avena: e Nick? Cosa è successo con lui? C’è sempre stato per te e in questi giorni era diventato quasi un tormento…
Principessa Favilla: lui è…
Capitan Avena: cosa?
Principessa Favilla: …felice…
Capitan Avena:
Principessa Favilla: ma per esserlo deve stare senza di me…e io non posso che mettermi da parte…
Capitan Avena: ma che stronzo!!! Gli spaccherei la faccia…
Principessa Favilla: nooo non parlare così, lui ha diritto a essere felice, chi sono io per negarglielo? non può farmi da balia per sempre…fa tremendamente male per me restare in un angolino a guardare la sua vita andare avanti senza di me, ma lui merita tutto quello che si sta costruendo e in cuor mio sono felice se lui lo è…
Capitan Avena: poi vienimi a raccontare che non sei speciale…
Principessa Favilla: che ho fatto di così eclatante?
Capitan Avena: nulla…è il tuo amore incondizionato che ti rende speciale…
Principessa Favilla: non so come tu ce l’abbia fatto questa volta…
Capitan Avena: a fare cosa?
Principessa Favilla: a fermare le mie lacrime…quasi sorrido…
Capitan Avena: allora forza, un ultimo sforzo…non andrò a dormire se non ti sentirò almeno un pochino più serena…
Principessa Favilla: hai fatto davvero tanto per me stasera…probabilmente avrei passato la notte a piangere e disperarmi, avrei voltato nuovamente le spalle al mondo…
Capitan Avena: ma non è questo il modo di reagire al dolore!
Principessa Favilla: lo so…me lo hai insegnato tu…
Capitan Avena: e tu sei un’allieva modello…
Principessa Favilla: grazie signor maestro…ora sono davvero distrutta, voglio solo che questa giornata abbia fine…
Capitan Avena: ti lascio andare a letto allora piccola mia…e ricorda che tu non sei sola…ti voglio un bene infinito, vorrei essere li con te per asciugare le tue lacrime e placare i tuoi singhiozzi…
Principessa Favilla: stanotte ti immaginerò accanto a me…sarò meno sola…
Capitan Avena: nei miei sogni sono li accanto a te piccola.
Principessa Favilla:: notte mio dolce capitano.
Capitan Avena: notte mia dolce principessa.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Sposto il cuscino e mi accoccolo sul divano con la mia tazzona di cioccolata calda ancora fumante, mi stringo nel mio felpone di pile e accendo la tv pronta ad inebetirmi con filmetti da liceale per un altro lungo pomeriggio. Avrei da studiare ma ormai ho smesso di prendermi in giro da sola aprendo il libro per poi richiuderlo poco dopo per la poca attenzione che riesco ad avere in questi giorni, ho rimandato l’esame che stavo preparando al prossimo semestre mettendo in attesa anche quest’altro aspetto della mia vita. È un mese e mezzo ormai che sono in stand-by e, nonostante la consapevolezza che così non si può andare avanti, non riesco a reagire; l’unico mio contatto con il mondo in questo periodo è stato Capitan Avena, senza di lui sarebbe stato tutto ancora più difficile di quanto non lo sia adesso.
Odio ammetterlo anche a me stessa ma Nick mi manca da morire, è da quando ci siamo conosciuti che abbiamo condiviso tutto delle nostre vite, nei momenti migliori, come in quelli peggiori, lui è sempre stato presente, quando la mia storia con James è andata a puttane è stato lui a raccogliere i pezzi di ciò che era rimasto di me, è stato l’unico a capire che i miei non erano gli sciocchi capricci di una ragazzetta innamorata, che non riusciva ad accettare che la sua storia fosse finita per sempre, ma i sintomi di una vera e propria malattia, forse la peggiore, un nemico invisibile che ti distrugge dall’interno. Eh già, proprio io che ho sempre affrontato la vita col sorriso sulle labbra mi stavo lasciando annientare dal male dell’anima: la depressione. Il ricordo di quei giorni fa ancora troppo male, avevo iniziato a non mangiare sperando di riuscire a diventare invisibile al mondo come lo ero agli occhi di James, non riuscivo a dormire la notte perché ero costantemente agitata e piena di fobie assurde. Mi ero chiusa nel grigiume del mio mondo allontanandomi da tutto e tutti per vivere a pieno il mio dolore aspettando il momento in cui tutto quel dolore avrebbe avuto fine, aspettavo con ansia il giorno della mia morte perché quello sarebbe stato il più lieto della mia vita: avrebbe avuto fine tutto e nessuno se ne sarebbe reso conto.
Mi sentivo nessuno per il mondo e nessuno volevo diventare.
Non so che fine avrei fatto se non fosse stato per la presenza di Nick nella mia vita, aveva reso vani tutti i miei tentativi di allontanare anche lui da me, senza diventare invadente riusciva sempre a trovare la scusa giusta per non lasciarmi mai da sola. Le aveva provate tutte per tornare a farmi sorridere ma il freddo vuoto del mio sguardo era l’unica risposta che ero in grado di offrirgli. Avevo bisogno di aiuto ma non ero disposta ad accettarlo persa come ero nel nero oblio dei miei pensieri contorti e cupi. Ricordo ancora con tristezza la rassegnazione delle parole di Nick nell’ammettere di non essere in grado di fare nulla più per me. Eravamo in auto, come spesso accadeva in quel periodo era passato a prendermi per portarmi fuori dal mondo in cui mi ero rinchiusa, con le mani sul volante e la testa fissa sulla strada aveva iniziato a parlarmi con voce sommessa.
“Non riesco più a vederti in questo stato, le ho provate tutte ma il tuo sguardo è sempre spento, sei con me ma è come se tu fossi sempre assente, persa in chissà quali assurdi pensieri, la tua voglia di vivere è ormai inesistente, non sorridi più, non parli più neanche con me…Alicia perché non vuoi lasciarti dare una mano? Perché non mi aiuti a portarti via da tutto questo dolore che senti?”
Senza spostare lo sguardo dalla strada gli avevo spiegato che la cosa migliore che poteva fare era lasciarmi perdere.
“Nick perché ti ostini a perdere il tuo tempo dietro a me?”
Con una brusca manovra aveva fermato la macchina sul ciglio della strada, le sue mani avevano afferrato le mie braccia e aveva iniziato a scuotermi con veemenza, nei suoi occhi riuscivo a leggere la disperazione che provava in quel momento.
“Perché io ti voglio bene, perché non vuoi capirlo? Perché ti ostini a non vedere che non sei sola? Non sono James, lo so…ma senza di te non potrei vivere, sei troppo importante per me…ti prego lasciati aiutare.”
Mi aveva stretto forte a se mentre mi lasciavo andare ad un pianto convulsivo e liberatorio, ancora abbracciato a me mi aveva chiesto di andare da uno specialista che aveva curato anche sua madre ad uscire dal tunnel in cui ero finita, la dolcezza dei suoi gesti aveva vinto le mie barriere e, accondiscendente come una bimba, avevo accettato la sua proposta, avevo accettato l’idea di avere un problema serio e di non potercela fare da sola, non questa volta che sola non ero. Nick mi è stato vicino per tutta la durata della terapia e grazie alla sua presenza sono riuscita pian piano a ritrovare il sorriso perduto.
Il suono del citofono interrompe questo angosciante viaggio nel tempo, poggio la tazza sul tavolino di fronte a me e mi avvio a rispondere.
“Chi è?”
“Sono Meredith.”
Resto titubante qualche istante prima di dire alla mia amica di salire, mi guardo intorno perplessa: ne io ne la mia casa siamo presentabili in questo momento ma non potevo di certo lasciarla giù. Apro la porta impostando un sorriso falso sul mio viso e mi ritrovo la mia amica bionda fasciata in un mini abito azzurro che tutta sorridente mi saluta amorevolmente.
“A che devo questa visita?”
Non riesco a ricambiare questa sua dimostrazione d’affetto gratuita, conosco bene la gente che frequento e diffido totalmente dalla sincerità dei loro gesti. Mentre si mette comoda sul divano senza evitare di guardare sdegnata l’ambiente che la circonda mi risponde con voce mielosa.
“E’ un po’ che non ti si vede in giro e volevo sapere come stavi. Tutto qui..”
“Tutto qui…”
Sorride felice a me che mi limito a farle il verso.
“Hey ma ti sei inacidita, si può sapere che hai?”
Mi sforzo di sorridere e mi mantengo sul vago, non mi va di raccontarle sul serio come va la mia vita in questo periodo ne tanto meno ho voglia di rispondere alle sue domande invadenti.
“Semplicemente una brutta giornata, gradisci una tazza di caffè?”
Prende le mie mani allegramente e sempre senza dimenticarsi di sorridere mi illumina su quella che definisce essere la soluzione al mio malumore.
“Hai bisogno di prendere aria, ti stai ammuffendo Alicia…dove è la tua solarità?”
Già, vorrei sapere anche io che fine abbia fatto. Mi perdo per un istante nei miei pensieri, forse Meredith non ha tutti i torti, forse dovrei davvero ricominciare a vivere e forse uscire non potrebbe farmi che bene. Sorrido accondiscendente.
“Sentiamo cosa hai in mente, perché so che se sei venuta fin qui, hai già qualcosa da propormi.”
Soddisfatta Meredith mi fissa per qualche istante prima di ricominciare a parlare.
“Esattamente, sono venuta a proporti un uscita.”
“Un’uscita?”
“Stasera mi vedo con Simon e lui porterà un suo amico, Adam…e io porterò te…perfetto direi!”
Sospiro rumorosamente.
“Ah ecco ti serviva la babysitter per questo Adam.”
Stringe forte le mie mani come una sciocca quindicenne.
“E daiii non parlare così, non avrei pensato a te…”
”…se non avessero rifiutato tutte.”
Mi guarda in cagnesco cercando di mantenere pacato il tono della sua voce.
“…se non sapessi che ne vale la pena, credimi: Adam è un figo da paura.”
I suoi occhi speranzosi sono fissi su di me, ho già preso la mia decisione ma mi diverto a gustarmi l’espressione che l’attesa disegna sul volto della mia amica.
“E va bene…ma se è un cesso me la paghi.”
“Non te ne pentirai. Ora devo scappare però.”
Mi stampa un bacio sulla guancia e si avvia con passo veloce alla porta, la apre e prima di uscire volge nuovamente lo sguardo verso di me.
“Passiamo a prenderti alle nove e mezza, mi raccomando fai uscire nuovamente la donna che è in te….sapientemente nascosta al momento.”
Mi manda un bacio con la mano e va via lasciandomi con un mezzo sorriso sul viso.
Guardo l’orologio: devo proprio darmi una mossa per rendermi presentabile stasera.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Principessa Favilla: Hey ma sei qui…
Capitan Avena: Certo. E non vedevo l’ora di collegarmi per sentirti stasera…mi sei mancata tanto, come al solito o forse sempre di più…
Principessa Favilla: anche tu mi sei mancato tanto oggi…purtroppo però posso stare poco e niente in chat…
Capitan Avena: come mai? È successo qualcosa?
Principessa Favilla: ma noo, tranquillo! È solo che tra un po’ devo uscire…
Capitan Avena: esci? E con chi? Dove andrai?
Principessa Favilla: hey quante domande…
Capitan Avena: beh è tanto che non esci…e poi lo sai che mi preoccupo per te…
Principessa Favilla: certo che lo so. Comunque esco con Meredith, una mia amica…ehmm se così la si può definire…
Capitan Avena: una delle tipe con cui uscivi prima insomma!
Principessa Favilla: esatto…alla fine deve uscire con un ragazzo che porterà un amico e quindi ha pensato di chiamare anche me…
Capitan Avena: ti ha organizzato l’uscita in definitiva…ti ha trovato il ragazzo con cui passare la serata…bene…
Principessa Favilla: ma no, alla fine per me è solo un modo per uscire da questo posto…finirei per impazzire altrimenti…
Capitan Avena: certo…poi magari la serata prende una piega buona e…bingo!!
Principessa Favilla: ma che dici? Stasera sei strano! Non sono quel genere di persona e, se lo fossi, forse non devo spiegazioni a te…
Capitan Avena: già…in fondo io resto un nessuno per te…
Principessa Favilla: sai che non è così, solo che ho bisogno di uscire,di sentirmi viva…credevo che almeno tu potessi capire davvero come mi sento…
Capitan Avena: ma io ti capisco…ed è per questo che parlo in questo modo, perché ti conosco e so che non scenderesti mai a compromessi!
Principessa Favilla: scusami per quello che ho detto, come al solito vedo il marcio in tutto ciò che mi circonda.
Capitan Avena: no, scusami tu, non dovevo, è solo che non vorrei qualcuno approfittasse della tua debolezza…non voglio vederti star male…
Principessa Favilla: non voglio stare più male!
Capitan Avena: facciamo una cosa: dimentica quello che ho scritto, pensa solo a passare una bella serata…promesso?
Principessa Favilla: ….
Capitan Avena: Principessa…promettimelo!
Principessa Favilla: è che non voglio deluderti…
Capitan Avena: non mi deluderai mai…ora prometti…
Principessa Favilla: ci proverò…
Capitan Avena: ti conosco e mi sento tremendamente in colpa per quello che ti ho detto, non lasciarti rovinare la serata da me…
Principessa Favilla: sei solo protettivo…
Capitan Avena: o semplicemente geloso…
Principessa Favilla: geloso?
Capitan Avena: piccola non sai quanto pagherei per essere li con te
stasera, egoisticamente forse è questo che mi mette sulla difensiva…
Principessa Favilla:
vorrei che ad aspettarmi stasera ci fossi tu…
Capitan Avena: purtroppo è la vita a scegliere per noi e tu non devi lasciarti condizionare da me…
Principessa Favilla: e se mi lasciassi condizionare da me stessa?
Capitan Avena: potresti non trovarmi più…
Principessa Favilla:???
Capitan Avena: non posso rovinarti la vita in questo modo, non me lo perdonerei mai…
Principessa Favilla: allora prometto…ma non giocarmi brutti scherzi..
Capitan Avena: brava piccola mia…e tranquilla io sarò qui…
Principessa Favilla: ora è meglio che vada…non voglio fare tardi. Ti adoro mio capitano.
Capitan Avena: anche io mia dolce principessa.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


“Se solo questo ciuffo si decidesse a stare fermo…”
Borbotto da sola di fronte alla mia immagine riflessa allo specchio, ritornare donna non è stata un’impresa facile, considerando la sciattezza a cui mi ero abbandonata in questo periodo, direi che il risultato è davvero soddisfacente. Sistemo l’ultima mollettina riuscendo così a domare i miei ricci ribelli, do un ultimo colpo di gloss e torno a rimirarmi allo specchio per essere sicura di essere davvero pronta. Poco dopo essere andata via Meredith mi ha telefonato per raccomandarsi del mio look per stasera, devo averle fatto veramente una pessima impressione e deve tenerci davvero tanto a questa serata da come ne ha parlato per buona un’ora entusiasta a telefono. Mi ha detto che ceneremo in uno dei più esclusivi ristoranti di Orlando, quindi il nero è d’obbligo, escluso il suo consiglio di indossare una mini da capogiro, ho optato per un paio di pantaloni dal taglio classico e un toppino con una generosa scollatura, decoltè nere dal tacco vertiginoso, manicotti per un tocco più aggressivo e, per non perdere del tutto il mio stile, giacca aderente che evidenzia la scollatura e accessori molto minimal chic. Sorrido alla mia immagine: so ancora come essere piacente; spero solo che la mia minuzia nel prepararmi sia ben ripagata e che questo Adam sia almeno la metà di quello che ha raccontato Meredith a telefono.
Il suono del citofono mi avvisa del loro arrivo, un’ultima occhiata allo specchio: sono pronta per tornare alla vita!
“Meredith scendo.”
Chiudo la porta alle mie spalle e con il cuore il gola raggiungo la mia amica in strada, ad attendermi un costosissimo mercedes nero dal quale leggiadra si muove la mano di Meredith per attirare la mia attenzione, le sorrido facendole un piccolo cenno con la mano e avvicinandomi a lei.
“Buonasera signorina.”
Volgo lo sguardo verso la voce calda che mi ha fatto vacillare, i miei occhi restano folgorati dallo sguardo penetrante del bellissimo ragazzo che con gentilezza sta aprendo la portiera della macchina per farmi entrare.
“Buonasera.”
La mia voce come un sussurro arriva flebile alle sue orecchie lasciando un casto sorriso sul suo viso.
“Io sono Adam.”
La sua mano cerca la mia per una stretta decisa.
“Alicia…”
”Incantato! Credevo che Meredith avesse esagerato nel parlarmi di te, sei ancora più bella di quanto ti avesse descritto:”
Abbasso lo sguardo imbarazzata.
“Grazie, troppo gentile.”
“Hey voi due, salite in macchina o passiamo la serata qui fuori?”
La voce squittente di Meredith interrompe i nostri convenevoli, ancora sorridendo salgo in macchina prendendo posto accanto alla mia amica che maliziosa bisbiglia al mio orecchio.
“Beh, che ti avevo detto? Ne valeva la pena, vero?”
Annuisco soddisfatta sfiorando con lo sguardo il profilo del ragazzo che si è seduto sul sedile anteriore, accanto a Simon. Questa volta ho fatto davvero bene a fidarmi della mia amica, Adam è davvero stupendo: penetranti occhi color nocciola, labbra morbide decisamente invitanti, capelli castani leggermente ribelli, fisico asciutto non palestrato e un sorriso di una dolcezza disarmante.
In auto i discorsi sfiorano il banale, gli occhi di Adam di tanto in tanto cercano i miei facendomi sorridere timidamente imbarazzata. Simon parcheggia l’auto poco distante l’entrata del ristorante , i nostri accompagnatori come perfetti gentiluomini ci aiutano a scendere dall’auto aprendo le nostre portiere, Meredith e Simon si incamminano dinanzi a noi lasciandoci soli, Adam mi sorride con tenerezza porgendomi il suo braccio.
“Posso farle da cavaliere questa sera, madame?”
“Ne sarei onorata, messere.”
“Ahahahah spero che non debba continuare a rivolgermi a te con questi toni per tutta la serata.”
“Ma mi auguro proprio di no, penso che non riuscirei a reggerti a lungo e sarei costretta a fingere un malore per poter andare via e mettermi in salvo.”
”E io finirei per darmi dell’idiota in eterno per averti lasciato scappare via!”
“Addirittura in eterno?”
Mi fissa pensieroso per un istante.
“E io che pensavo di essermi tenuto troppo basso per una principessina come te, sarai abituata a complimenti anche migliori…”
“Ma va!”
Ci guardiamo negli occhi per un istante prima di scoppiare a ridere complici attirando l’attenzione di Meredith che ci osserva compiaciuta. Ancora ridendo ci avviciniamo a lei e Simon per entrare al ristorante e sederci al tavolo riservato per noi.
“Il miglior tavolo del locale ovviamente.”
Come ha tenuto a precisare Simon tutto impettito. Da perfetti cavalieri Adam e Simon accompagnano le nostre sedie per farci accomodare per poi prendere posto a loro volta, Simon osserva con attenzione la carta dei vini mentre Adam ne imita ironicamente i movimenti per strappare l’ennesima risata divertita a me e la mia amica.
“Alicia a quanto pare hai fatto colpo - senza alzare lo sguardo dal menù Simon, essendosi accorto del piccolo show dell’amico, interviene prontamente - Adam sta dando il meglio si se!”
Adam incassa il colpo sorridendo, sfiora appena la mia mano poggiata sul tavolo e risponde a tono.
“Una ragazza del genere non poteva di certo lasciarmi indifferente, sarei stato un vero stolto a non restarne incantato.”
Sorrido imbarazzata abbassando leggermente lo sguardo senza dire una parola, sono sempre troppo impacciata quando mi si mette al centro dell’attenzione proprio come in questo momento. Adam deve essersene accorto, si avvicina al mio orecchio per bisbigliarmi delicatamente:
“Sei diventata tutta rossa in viso.”
“Sono questi i momenti che vorrei sprofondare.”
“Ma no, che sei ancora più carina così!”
“Certo, attraente come un peperone in gonnella!”
“Direi più un peperone in pantaloni.”
“Ahahahah, oddio questa era davvero pessima.”
“Ma che dici, peperone. Posso fare molto peggio.”
“Andiamo proprio bene allora…”
Come due liceali al loro primo appuntamento, io e Adam ci ritroviamo a stuzzicarci complici estraniandoci dal mondo che ci circonda.
“Perché non vi unite a noi?”
La voce di Meredith ci distoglie dal nostro gioco, io e Adam restiamo in silenzio per tornare ad essere parte del mondo fuori di noi, il mio sguardo veloce passa da Meredith ai suoi interlocutori: non posso crederci. Resto imbambolata come una scema in attesa di non nemmeno io cosa. Nuovamente è la voce della mia amica a incombere violentemente nei miei pensieri.
“Finalmente vi siete accorti che non siete soli al mondo!”
“Ti stai inacidendo bellezza mia.”
Adam non perde occasione per divertirsi a canzonare Meredith che decide di ignorare la sua provocazione.
“Visto chi c’è?”
Annuisco come incantata, osservo i loro movimenti in silenzio, ascolto le loro parole cercando di non perdermi ancora una volta nei miei pensieri. I suoi occhi si bloccano nei miei, nessuno dei due sembra riuscire a trovare qualcosa da dire, anche le parole più ovvie in questo momento sembrano essere diventate troppo difficile per essere pronunciate da uno di noi. Non so spiegarmi il turbinio di emozioni che sento dentro, rivederlo dopo così tanto tempo ha riaperto una ferita già sanguinante, una ferita che mi illudevo si stesse rimarginando almeno un pochino. Mi sforzo di sorridere e di riprendere il controllo di me stessa, ma non credevo potesse essere così complicato riuscirci.
“Non so se…”
Nick stringe più forte a se Julie mugugnando qualcosa che Meredith prontamente gli fa morire in gola.
“Ci farebbe davvero piacere, vero Alicia?”
Si volta verso di me guardandomi in cagnesco, facendomi capire senza troppi convenevoli quanto stia diventando imbarazzante il mio silenzio.
 Non puoi nemmeno immaginare quanto ti sto odiano in questo momento, mia cara Meredith…ma hai tremendamente ragione: devo dire qualcosa.
Falsa come giuda prendo parte anche io alla scena.
“Ma certo, Meredith ha assolutamente ragione, sedetevi con noi, saremmo felici di passare una serata tutti insieme come i vecchi tempi.”
Non so se sono andata troppo oltre con le mie parole e con la mia ipocrita gentilezza, Julie mi fulmina con lo sguardo per poi voltarsi con occhi da cerbiatta verso Nick.
“Dai amore, mi farebbe piacere passare una serata con Meredith e i suoi due amici…”
Brutta cagna in calore, ti staccherei la testa a morsi. Sorridi Alicia, sorridi.
“…è da molto che non succede, che ne dici amorino zuccheroso?”
Amorino zuccheroso, mi sta salendo il diabete e un’assurda voglia di scoppiarle a ridere in faccia. Nick le sfiora il viso con dolcezza, basta questo suo gesto a far svanire tutti i miei pensieri omicidi, nei suoi gesti si nota chiaramente quello che prova per questa rimbambita e questo mi basta per sopportare anche la sua presenza al mio tavolo, in fondo quel che voglio è che lui sia felice.
“Ogni tuo desiderio è un ordine per me piccola.”
Le sfiora le labbra con delicatezza per poi richiamare l’attenzione del primo cameriere di passaggio e far aggiungere i due coperti mancanti al nostro tavolo. Meredith felice come una pasqua di passare questa serata con la dolce e cara Julie da via al rito delle presentazioni.
“Lui è Simon…Nick…Julie…non so se vi ricordate che vi ho già presentato tempo…è molto che non ci vedete insieme…”
Simon ammicca seducente allungando la mano verso Nick e poi verso Julie.
“Certo che mi ricordo di lei, non potrei mai dimenticare una ragazza come lei…”
Julie sorride fintamente imbarazzata.
“Mi lusinghi, sei gentilissimo!”
“Lui è Adam, un amico di Simon.”
Meredith continua con le sue presentazioni, la mano di Nick si stringe forte a quella di Adam, i due si fissano con fare poco cordiale per qualche istante.
“Il mio nome dovreste ricordarlo!”
“Sempre di una simpatia più unica che rara tu!”
Julie con un ghigno risponde alle mie parole prendendo posto accanto a Simon, seguita da Nick che si siede tra me e lei. Adam si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi ridendo:
“Ma da dove sono usciti questi due? Penso proprio che questa cena sarà molto divertente!”
Sospiro in silenzio: penso proprio che questa cena sarà molto lunga!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


“Ti va di accompagnarmi fuori a fumare?”
Annuisco sorridendo, afferro al volo l’occasione di una pausa da tutto questo offertami da Adam. Quella che sembrava essere una serata quasi perfetta fino all’arrivo di Nick e Julie, si sta trasformando in una vera e propria tortura per il mio sistema nervoso. Non siamo neanche a metà cena e io sono già decisamente stanca di incassare, col sorriso sulle labbra, le frecciatine maligne di Julie, di mostrarmi serena allo sguardo di Nick, di essere partecipe ai discorsi vuoti di Meredith e di ridere alle battute stupide di Simon. Avevo bisogno di una boccata d’aria perché davvero ero quasi giunta al punto limite, per giunta, per aiutarmi a sopportare questa ridicola commedia, ho mandato giù qualche bicchiere di troppo e la mia testa sta iniziando ad accusare il colpo. Adam si accende la sigaretta che ha tra le labbra aspirando ampiamente, posa il suo sguardo su di me prima di iniziare a parlare con un sorriso sarcastico disegnato sul viso.
“Bella cenetta, vero?”
“La definirei: bella da paura!”
Mi avvicino alla balaustra lasciando perdere il mio sguardo nel buio della notte.
“Simpatica quella Julie.”
“Mhmh…”
“Eppure mi sono sbagliato su di te…”
Lo scruto interrogativa arricciando il naso.
“Ah si?”
“Si! Pensavo fossi una tipa tosta, una che si sa far rispettare e che, con due parole e il sorriso sulle labbra, avrebbe facilmente zittito un’ochetta come quella…evidentemente mi sono sbagliato alla grande.”
Sorrido mestamente alle sue parole.
“Normalmente funziona proprio così invece…”
La sua voce assume un tono di sfida:
“E perché stasera le permetti di trattarti in questo modo?”
Inizia a muoversi buffamente mimando satiricamente le movenze di Julie e imitandone la stridula voce e le assurde espressioni facciali.
“Oh avevo dimenticato che c’eri anche tu Alicia, è che ti mimetizzi così bene…carini questi manicotti, volevi darti al sadomaso?...Nick, amore, cucciolo, topolino, fatino, attento alla camicia Alicia potrebbe sporcartela con il sugo, è così maldestra…Oh Adam stasera ti ha detto male, sono certa che troverai qualcosa di meglio…”
“Oddio sei uguale a lei. Dieci e lode per l’interpretazione.”
“Continuo o ho reso bene l’idea?”
“L’hai resa benissimo. In una situazione diversa l’avrei distrutta quella cretina, non credere che mi sia facile incassare in silenzio e frenare l’impulso di spaccarle la faccia, ma…”
“…è la ragazza del tipo biondo…”
“Esatto!”
“Vediamo se indovino: lui è il tuo ex ragazzo…una storia non finita troppo bene, in realtà nessuno dei due sa davvero perché sia finita e lei è la sua nuova fiamma da non molto tempo…”
Rido divertita a queste sue affermazioni.
“Hai mai pensato di diventare regista? Ahahahahah sei stato fantastico.”
“Studio recitazione, ma è un’altra storia. Vorresti dirmi che mi sbaglio?”
“Alla grandissima!”
Si porta una mano sul viso con fare tragi-comico.
“Nooooo. Eppure gli indizi portavano tutti a questa deduzione, era la più logica.”
“Anche detective, sei pieno di risorse. Avevi anche i tuoi indizi...”
“Certo. E se vuoi te li illustro: che ne dici di partire dallo sguardo da pazzo omicida di Nick non appena provo ad avvicinarmi a te?”
“Dico che lo hai sognato!”
“E lo sguardo da iena di Julie se solo provi a parlare con Nick?”
“Lei mi odia a priori, è un discorso a parte.”
“E la tua gentilezza forzata?”
“Sei completamente fuoristrada, è solo che non mi va di darle adito di prendersi la ragione ecco tutto.”
Adam getta la sigaretta ormai finita e si avvicina a me, la sua mano si poggia delicatamente sul mio viso, i miei occhi calamitati dai suoi, la sua voce si fa roca e penetrante.
“Quindi non succede nulla se faccio questo?”
Lentamente le sue labbra si posano morbide sulle mie sfiorandole delicatamente, socchiudo gli occhi per gustarmi questo inaspettato contatto e le emozioni che è riuscito a scatenare dentro me.
“Avresti da accendere?”
Adam si allontana da me, entrambi ci voltiamo nella direzione da cui ci è giunta la voce.
“Scusate, forse ho interrotto qualcosa…”
Con lo sguardo colpevole Nick porta una mano dietro la testa, si vede lontano un miglio quanto sia falso il sorriso sul suo viso. Adam sfiora la mia guancia con un tenero bacio sussurrandomi appena:
“Che ti dicevo io?”
Guarda Nick avvicinandosi all’entrata e con tono pacato gli dice:
“Tranquillo, stavo giusto entrando!”
Faccio per entrare anche io ma la mano di Nick afferra con decisione il mio braccio fermandomi di scatto.
“Non resti a farmi compagnia?”
La sua voce è quasi implorante, i miei occhi gelidi cercano i suoi. Sorride forse imbarazzato senza lasciare il mio braccio.
“Preferisco tornare dentro.”
Mi libero dalla sua stretta e voltandogli le spalle entro nel locale, lo sento bisbigliare il mio nome ma non mi volto…semplicemente perché è giusto che sia così.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Nuovo messaggio di posta:
“Non dovevo lasciarti andare via stasera…dove sei piccola mia?
È notte fonda ormai, sono ore che ti aspetto al pc, che fine hai fatto?
Mi sto iniziando a preoccupare seriamente, forse sono solo paranoico, probabilmente stanca e felice starai riposando tra le braccia di Morfeo che, dolcemente, sta accompagnando, con la sua ninna nanna, i tuoi sogni più belli mentre io, come uno stupido, ti sto aspettando d’avanti ad un computer con il cuore in gola perché sono ore che non ho tue notizie…
Ti sembro un pazzo vero?
Forse lo sono, ma ero certo che mi avresti scritto come sempre prima di poggiare la testa sul cuscino, che, anche se stanca morta, non saresti riuscita a dormire serenamente senza avermi detto, anche solo frettolosamente, come è andata questa tua serata…
Il non sapere cosa stai facendo mi manda in crisi…forse egoisticamente mi sento solo messo da parte o semplicemente sono sopraffatto dalla concreta paura che la vita vera possa risucchiarti via…già…proprio io che non faccio che ripeterti quanto sia speciale e unico il nostro rapporto stasera sento vacillare le mie certezze.
Vorrei averti supplicato di restare a casa stasera…ma con che diritto poi?
Forse te lo starai chiedendo anche tu…ti sembrerò patetico e scontato…ma mi manchi da morire e ho una voglia esasperante oramai di essere li vicino a te…vorrei che fosse tutto così diverso tra me e te…tutto così uguale a ciò che abbiamo qui…
Sono ormai le cinque e mezza…resterei tutta la notte sveglio ad attendere un tuo segnale ma ormai sono rassegnato…non succederà…meglio che vada…
Scrivimi appena leggi la mia mail…ti voglio bene piccola stella mia.”

Mi sento davvero una stronza nei suoi confronti, leggere le parole della sua mail ha riempito di tristezza il mio cuore. Sono stata superficiale ed egoista nelle mie azioni ma ieri avevo realmente bisogno di staccare la spina da me stessa prima di tutto dopo quella cena assurda. Dopo la mia risposta acida a Nick sono rientrata nel locale e, con mio dispiacere, ho dovuto constatare che, per quanto fosse possibile, il clima era addirittura peggiorato, avevo passato solo pochi minuti da sola con Nick ma probabilmente erano stati troppi per Julie che aveva già iniziato la sua scena madre con Meredith, logicamente prontissima ad assecondarla nel suo delirio. Mi sono seduta al mio posto sfiorando la mano di Adam con la mia, dolcemente lui mi ha sorriso sghignazzando qualche sciocca frase sarcastica sull’espressione da faina di Julie sotto lo sguardo di disappunto di Meredith che non faceva altro che muovere la testa facendomi segno che non era corretto il mio comportamento.
Ma cosa credevano fosse successo con Nick?
I loro sguardi accusatori su di me mi stavano facendo impazzire, mi incolpavano di qualcosa di tremendamente surreale, come non riuscivano a rendersene conto? Tornato Nick al tavolo gli sguardi contrariati si erano rivolti verso di lui, l’espressione nervosa del suo viso aveva lasciato chiaramente intuire che la soluzione migliore per evitare scenate da film trash di terzo ordine e peggiorare ulteriormente la situazione sarebbe stata quella di smorzare i toni tra noi…e così è stato. Da quel momento la nostra cena si è trasformata nella sagra dell’ipocrisia e dei sorrisi fasulli rendendo il tutto ancora più pesante da reggere. Meno male che almeno il vino era ottimo.
Finita la cena, Adam mi ha chiesto di andare a fare una passeggiata per poi tornare a casa a piedi insieme, in fondo casa mia non distava che pochi isolati dal ristorante, come potevo rifiutare il suo invito?
Abbiamo chiacchierato per ore seduti al tavolino di un bar in cui ci eravamo fermati per strada non avendo alcuna voglia di tornare subito a casa, tra un cocktail e l’altro ci siamo ritrovati a raccontarci come amici di vecchia data, scoprendoci più simili di quanto a primo impatto avessimo potuto immaginare, con la sua pungente ironia e la sua voglia di vivere contagiosa è riuscito a farmi dimenticare la brutta serata trascorsa, ha cancellato dalla mia mente l’espressione severa di Nick al vederci allontanare insieme, lo sguardo di superiorità di Julie e le stupide battute di Simon e Meredith, è riuscito a far tornare il sorriso sul mio viso e farmi ridere di gusto come non accadeva ormai da troppo tempo. Insieme abbiamo atteso le prime luci dell’alba prima di salutarci con un tenero bacio.
Mi sono presa semplicemente una pausa dalla mia vita triste e piatta, non credevo questo potesse far stare in pena l’unica persona che mi è stato realmente vicino come nessun altro prima d’ora, l’unico che tiene a me al di la di tutto ciò che ci circonda. Fisso il foglio bianco sul mio computer: perché è così difficile trovare la parole da usare? Ho scritto e cancellato completamente il testo per almeno una ventina di volte, ogni cosa che metto giù sembra essere così banale e scontata. Ancora una volta mi ritrovo a destreggiarmi in una situazione al limite del paradossale, razionalmente trovo assurde queste scusa che mi sto sforzando di scrivere ma emotivamente mi sembrano la risposta più ovvia alle sue parole di delusione. Mi sento incartata, più penso a cosa sia più giusto scrivere e più sento di stare sbagliando e avverto il vuoto farsi lentamente largo nella mia testa confusa. La guerra mente-cuore non è mai stata il mio forte; cancello per l’ennesima volta le parole che avevo scritto, fisso lo schermo per qualche istante e sospiro rassegnata: deve essere il mio cuore a parlare per me.

Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Sono ore che come una cretina cerco qualcosa di sensato da scriverti, ore che rileggo le tue parole provando a convincermi che non è vero che ti ho deluso…ma so che questa volta è stato davvero così…potrei stare qui a darti mille spiegazioni plausibili per la mia scomparsa di ieri… forse dovrei…ma non lo farò…
Mio dolce Capitano….avevo voglia di vivere…puoi biasimarmi per questo?
Adoro passare il tempo a chiacchierare con te, Dio solo sa come non riuscirei più a vivere senza la tua presenza nella mia vita e non voglio neanche annoiarti ripetendoti quanto sei importante per me, ma rischiavo di impazzire chiusa tra queste quattro mura…non mi sto giustificando ne tanto meno penso che tu abbia sbagliato a scrivermi quelle cose, è solo che sto da cani a saperti in pena per me mentre io ero li fuori a provare a vivere come una normale ragazza della mia età…
La mia vita non altererà mai il nostro legame, tu per me sei e resterai sempre “quel qualcosa in più che non riesco a trovare nel mondo”…resterai sempre il mio Capitan Avena e io sarò sempre la tua Principessa Favilla, qualsiasi cosa accada…nessuno potrà mai separarci.
Spero di riuscire a parlarti stasera. Non ti voglio bene….ma di più.
La tua Principessa Favilla.”


Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Principessa Favilla:Mio dolce capitano…
Capitan Avena: Principessina…
Principessa Favilla: sei ancora arrabbiato con me?
Capitan Avena: non lo sono mai stato sciocchina, ero solo preoccupato non avendo ricevuto notizie del tuo ritorno a casa. Forse ho esagerato, sarò stato paranoico, ma se ne se sentono così tante in giro che subito ho pensato ti potesse essere successo qualcosa…
Principessa Favilla:: oddio, parli come mio padre.
Capitan Avena: solo perché mi preoccupo per te?
Principessa Favilla: non tergiversare le mie parole, era semplicemente ironica la mia frase…
Capitan Avena: scusami…sono io a essere un po’ nervoso oggi…
Principessa Favilla: tranquillo. Sei fortunato: con te la mia pazienza è illimitata, piuttosto come mai sei così nervoso? Successo qualcosa?
Capitan Avena: mah…niente tranquilla…
Principessa Favilla: ora sei tu che hai deciso di far preoccupare me?
Capitan Avena: vuoi sentirmi essere patetico fino alla fine?
Principessa Favilla: eh?
Capitan Avena: dopo una nottata insonne pensando unicamente a te, stamane il mio umore non poteva essere certo dei migliori e la giornata trascorsa non ha fatto che peggiorare il tutto, perché proprio quando sei più nero che deve convergere tutto insieme...
Principessa Favilla: le cose negative non vengono mai da sola…giornata pesante?
Capitan Avena: pesante? No…di più! Mi basterebbe soltanto che qualcuno provasse a capire cosa provo veramente io, sono stufo di avere intorno solo gente che non fa altro che riversarmi addosso i suoi inutili problemi senza fregarsene assolutamente nulla di me…
Principessa Favilla: perché non provi a parlare con queste persone? Non possono ignorare il tuo bisogno di sentirle semplicemente più vicine…
Capitan Avena: non sai quante volte ci ho provato, ma non è sempre così semplice come sembra…è da stamattina che non fa altro che brontolare, non è capace di ottenere ciò che vuole dalla vita, di capire ciò che veramente vuole, e sfoga le sue frustrazioni su di me…è così immaturo da darmi la nausea…
Principessa Favilla: di chi parli? Conosco ogni sfaccettatura del tuo carattere ma così poco della tua vita…
Capitan Avena: C’è poco e niente da sapere…l’unica cosa che so è che vorrei scappare lontano dalla mia realtà, lontano dalla mia vita…
Principessa Favilla: lontano da tutti…
Capitan Avena: non da te piccola…sei l’unica che mi capisce...l’unica che ha provato a guardare oltre quello che sembro…
Principessa Favilla: dimentichi che non posso sapere cosa sembri…non ti ho mai visto…
Capitan Avena:
credimi…è solo un bene questo…
Principessa Favilla: un bene per chi? Per me? Non riuscire a dare un volto alla persona più importante della mia vita lo definiresti un bene?
Capitan Avena: piccola dolce principessa…chiudi gli occhi e immagina il mio volto…
Principessa Favilla: ma se non l’ho mai visto?
Capitan Avena: i tuoi occhi non l’hanno mai guardato ma gli occhi del tuo cuore conoscono a memoria ogni suo lineamento…
Principessa Favilla: stai eludendo di nuovo la mia voglia di vederti…
Capitan Avena: è ora di dormire piccola…
Principessa Favilla: ok, non insisto e sono stanca morta come te; ma posso farti un’ultima domanda prima di salutarci?
Capitan Avena: certo tesoro.
Principessa Favilla: perché non mi hai chiesto nulla della serata di ieri? Perché non hai voluto sapere cosa fosse successo?
Capitan Avena: perché avevo paura della tua risposta!

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno mio dolce principino…
Come ti avevo anticipato ieri notte in chat stamattina sono stata mattiniera, che brava eh? Sto abbastanza morendo dal sonno come previsto…logicamente è tutta colpa tua che mi tieni sveglia fino a tardi…hihihihi…eh daiii…non sbuffare che lo sai che scherzo, lasciare il pc quando ci sei tu dall’altra parte è sempre una tortura…
Comunque oggi ho così tante cose da fare che se solo mi fermo a pensarci mi si forma un cerchio alla testa a dir poco enorme, ma è possibile che io non riesca mai a dire di no?
Fortunatamente ci sono le dolci note della tua musica a rendere meno traumatico il mio risveglio, mi basta ascoltare i tuoi pezzi per sorridere come una scema…e poi la compagnia del tuo pensiero basta a rendere meno pesanti le mille faccende che ho da sbrigare oggi!
Stanotte ho ripensato tanto alle tue parole di ieri, dici che prima o poi troverò quello che farà battere il mio cuore e tu resterai solo un dolce ricordo, dici che forse è giusto che sia così, che in fondo lo sappiamo entrambi che prima o poi tutto questo finirà perché in fondo non potremmo avere futuro…beh non ho avuto il coraggio di contraddirti ieri, ma io non la penso come te…dici che non ci incontreremo mai, metti dei veti a questa storia e non riesco ancora a capirne il motivo ma lo rispetto però una cosa devo dirtela, ormai non riesco più a tenermi tutto dentro: nessuno nella mia vita potrà mai e poi mai prendere il tuo posto nel mio cuore, non riuscirei mai a provare quello che ormai provo per te, forse incontrerò quel qualcuno che farà battere il mio cuore ma un mio battito sarà sempre per te…
Sperando di non averti sconvolto troppo ti saluto, se restassi ancora al pc finirei per rendere inutile il mio essermi svegliata presto.
Ti voglio benissimo.
La tua Principessa Favilla!”

Clicco sull’icona d’invio, aspetto che compaia sullo schermo la finestra che indica che la mail è stata inviata e con il sorriso stampato sulle labbra spengo il computer. Questa giornata infinita può avere inizio.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


“E anche questa è fatta!”
Carica come un mulo mi appresto a tornare finalmente a casa, non credevo avrei impiegato tutto questo tempo nello svolgere tutte le faccende che avevo in programma oggi, sono davvero distrutta e al solo pensiero che tutto questo è solo l’inizio manca poco che svenga. Chiudo meglio la zip del mio giubbino per ripararmi dall’aria che è già diventata decisamente troppo fredda per i miei gusti; è fine novembre ormai, l’autunno sembra essere volato quest’anno o semplicemente troppo presa dal caos della mia vita non mi sono nemmeno resa conto dei giorni che passavano. Quanto può cambiare la vita di una persona in poco più di un mese e mezzo? Decisamente troppo, sono pronta a rispondere io. Eh si, dal giorno in cui io e Adam ci siamo conosciuti è passato già tutto questo tempo, da quell’assurda sera sembra passata una vita; molte cose sono cambiate, alcune in meglio altre in peggio, solo una cosa è rimasta invariata nel tempo: il mio rapporto con Capitan Avena. Nonostante le sue parole di ieri e la mia confessione di stamattina so che il nostro legame non ne subirà le conseguenze semplicemente perché nessuno dei due ha ancora il coraggio di modificarlo in un senso o nell’altro, nessuno dei due è disposto a rinunciare all’altro ma un incontro spaventa troppo entrambi, forse più lui, per diventare realtà.
Un sorriso accennato fa capolino sul mio volto al solo pensiero di un nostro incontro, presa dal mio fantasticare quasi non mi accorgevo di essere arrivata a casa, dandomi della sbadata imbocco il vialetto di casa e vado da lui, il mio cuore ha un sussulto quando i miei occhi disegnano la sua sagoma, che ci fa lui qui?
Seduto sui gradini dinanzi al portone di casa mia Nick mi scruta in silenzio, è dalla cena che non ho sue notizie, che non l’ho incontrato in giro neanche per caso e adesso vederlo proprio qui mi confonde non poco.
“Hey che ci fai qui?”
Il mio tono non risuona molto cordiale e frettolosamente accenno un sorriso per smorzare la mia ostentata acidità. Nick fa spallucce e sorride imbarazzato.
“Aspettavo te!”
Le sue semplici parole rimbombano nella mie testa, la loro sincerità mi spiazza: non è un caso questo nostro incontro, è così strano quanto certi gesti normali fino a poco tempo fa assumono sfaccettature dannatamente eccezionali come sta succedendo in questo caso, quante volte tornando a casa dall’università ho trovato Nick seduto proprio come adesso ad aspettarmi eppure questa volta la cosa mi destabilizza non poco.
“Beh, cosa fai li impalato? Dammi una mano con la spesa che queste buste sono pesantissime, non ce la faccio più!”
Nick si alza e si avvicina a me sbuffando.
“Non ci vediamo da una vita e la prima cosa che fai è schiavizzarmi, bell’amica che sei!”
Lo fulmino con lo sguardo; ci mette poco a comprendere quanto fuori luogo sia stata la sua esclamazione decisamente poco felice.
“Dai entra…”
Poggio le buste sul tavolo della cucina e Nick fa lo stesso, restiamo un silenzio per un po’ mentre, sotto il suo sguardo attento, metto in ordine le cose comprate con fare meticoloso.
“Hai deciso di metterti all’ingrasso?”
“Eh?”
”Sembra che tu abbia svaligiato un supermercato…”
“Effettivamente…comunque, ma che ingrasso? Non vedi che sono dimagrita?”
Fa spallucce.
“Mhmh!”
Odia il non ricevere le risposte che cerca alle sue domande.
“Eh dai, che è quella faccia? Semplicemente avrò ospiti stasera…”
“Tipo?”
“Eh?”
Lo guardo stranita, che razza di domanda è?
“Vengono a farti visita i tuoi genitori? Tua sorella? Tuo fratello?”
Gli volto le spalle alzandomi sulle punte aprendo l’anta di un mobile posto più in altro degli altri e lascio scivolare le mie parole come un bisbiglio.
“No, nessuno di loro…verrà qualche amico.”
“Qualche amico…”
Ripete facendomi eco con voce amareggiata; mi sento come se fossi stata colta in fragrante nonostante razionalmente sia ben consapevole di non avergli fatto alcun torto non includendolo tra gli invitati.
“Il telefono…”
“Eh?”
“Ma oggi ci sei o ci fai? Sta squillando…”
Presa dai miei pensieri e dagli insensati sensi di colpa non mi ero neanche accorta che il mio cellulare avesse iniziato a squillare.
“Scusami un secondo…”
Rispondo alla chiamata allontanandomi da lui. È Meredith e la sua voce affannata riesce presto a trasmettermi ansia.
“Cambio di programma Alicia!”
“In che senso?”
“Ho sentito Adam, vuole farti una sorpresa…”
“Oddio, che sorpresa?”
“Non mi ha detto molto, naturalmente, non sentendosi preso in considerazione oggi figurati se mi raccontava che aveva in mente…comunque penso di aver capito che voglia portarti sul lago…”
“E adesso? Salta tutto?”
“Adesso tu logicamente vai con lui, lasci le chiavi del tuo appartamento in portineria ricordandoti di dire a Raphael che passerò io a prenderle più tardi. Sistemo tutto io, tu pensa a tornare a casa in tempo.”
“Perfetto capo!”
“Alicia..”
“Dimmi…”
“Mi raccomando!”
“Tranquilla tesoro.”

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


“Tutto bene?”
Poso il telefonino sul tavolo e sorridendo prendo le ultime cosa da riporre nella dispensa.
“Si, si…era solamente Meredith!”
“Capito!”
Abbozza un sorriso mestamente, conosco bene quell’espressione dei suoi occhi, c’è qualcosa che gli ronza in testa, qualcosa che lo turba, ma tanto per cambiare non riesce a trovare le parole giuste per tirarla fuori.
“Ti va una tazzona di cioccolata calda?”
Sperando che una buona dose di dolcezza lo aiuterà.
“Magari…”
Apro il frigorifero per prendere il latte per preparare la cioccolata ma le sue parole mi bloccano dal farlo.
“…ma sono a dieta. Sai com’è…a Julie piaccio magro, ben vestito, educato, pulito, serio…lei vuole un ragazzo perfetto al suo fianco…”
Le sue parola assumono una sfumatura malinconica che non riesco a non cogliere mentre un velo di tristezza ricopre i suoi occhi. Prendo due birre dal frigo e gliene porgo una sedendomi accanto a lui.
“Forse questa va meglio allora…”
“Eh si, a una bella birrozza fresca non dico mai di no!”
“Come se non lo sapessi…”
Sorride con un’infinita dolcezza sfiorando la mia mano.
“Nick, so che non sono cose che mi riguardano ma…ecco…tu sei perfetto come sei, con i tuoi pregi e anche con i tuoi difetti, non devi diventarlo cambiando te stesso per lei e lei non dovrebbe permetterti di farlo, si è innamorata di te o dell’uomo ideale che ha nella sua testa?”
Abbasso lo sguardo, forse mi sono spinta un po’ oltre con le parole, in fondo sto parlando della sua ragazza.
“Scusami se ho esagerato…è solo che…ecco…io la penso così!”
Nuovamente un sorriso triste compare sul suo viso.
“Peccato che Julie non sia tanto d’accordo!”
Nick beve a canna un bel po’ di birra per poi passare la palla a me.
“E a te come va con Adam?”
“Va bene, ci vediamo…”
“State insieme?”
“Più o meno…”
Mi scruta interrogativo.
“Più o meno? E che significa?”
“Oh Nick, si stiamo insieme però…”
“…però?”
“…però sai bene come sono le mie storie…”
“Certo che lo so, hai un copione fisso: lui è simpatico, dolce, carino, sensibile, romantico, magari anche benestante, quasi perfetto oserei dire…eppure non senti che possa funzionare. Perché? Ma perché lui non è come James! Non bacia come James, non parla come lui, non sorride come lui, non è uno stronzo pezzo di merda come lui…”
“Lo sai che non è così…”
“Ah no? E com’è? Cosa cambia questa volta?”
“E’ che..uffi, non lo so Nick, e comunque scusami tanto ma non mi va di parlarne ora…”
“…o non ti va più di parlarne con me…”
“Non mi va di parlarne e basta!”
“…in fondo non faccio più parte dei tuoi amici io…”
Il tono della sua voce cambia di colpo lasciandomi di stucco, gioca con i miei sensi di colpa e questo è dannatamente ingiusto.
“Non per colpa mia!”
Sospira lentamente volgendo gli occhi al cielo.
“Credevo avessi capito le mie ragioni, a quanto pare mi sbagliavo!”
“Non ti sbagliavi, l’ho fatto Nick: ho rinunciato ai miei spazi nella tua vita per darne a Julie e ai suoi stupidi capricci…ho provato a capire le tue ragioni, facendomi da parte solo per vederti felice…”
“Ti avevo detto di allentare non di perderci, cazzo Alicia c’è una differenza abissale tra le due cose…”
I toni della conversazione sono oramai troppo accesi per sperare di recuperare il controllo della situazione senza mietere vittime; come un vulcano che, dopo un lungo periodo di quiete, erutta lava ricoprendo la terra per chilometri e chilometri, con la stessa violenza, le parole escono dalle nostre bocche, sembriamo due furie scatenate e fuori controllo ormai.
“Sei stato tu che mi hai tagliato fuori dalla tua vita…”
“E tu cosa hai fatto per impedirlo? Cosa stai continuando a fare, eh? Me lo spieghi signorina io-non-ho-nessuna-colpa…”
“Oddio Nick, solo ora ho capito: stai facendo tutto questo perché non ti ho detto di questa sera? Mi stai sputando veleno addosso perché solo così ti sei accorto di quanto distanti siamo diventati ormai?”
Si alza di scatto posando la birra sul tavolo e fa per andare via.
“Lascia perdere va, ho sbagliato a venire qua!”
“Lascia perdere un corno Nick, non puoi venire qui e pretendere di farmi sentire in colpa perché non ti ho invitato alla festa a sorpresa per Adam, mi spiace ma non te lo permetto! Non dopo avermi lasciata completamente sola, non dopo essere sparito senza fregartene nulla di me. Mi hai chiesto di capirti Nick e l’ho fatto, mi hai chiesto di allontanarmi e l’ho fatto…che altro vuoi da me ora?”
Sento gli occhi riempirsi di lacrime e le parole uscire dalle mie labbra come un fiume in piena, vorrei riuscire a controllare la mia rabbia ma non ne sono capace, sento il sangue ribollire nelle vene e il cuore battere forte per l’agitazione, solo il suono del campanello riesce a placare le mie urla isteriche contro Nick.
Apro la porta senza neanche chiedere chi fosse e resto senza parole incontrando gli occhi di Adam con lo sguardo, le sue labbra si posano morbide sulle mie.
“Ciao piccola mia, mi ha aperto Raphael il cancello ormai credo di essere riuscito a diventargli simpatico. Piccola ti sono mancato?”
Accenno un sorriso annuendo lasciandolo entrare in casa, Adam si reca direttamente in cucina per prendersi una birra come è solito fare, lo seguo in silenzio; non appena in cucina nota Nick e con tono acido, fregandosene della sua presenza, mi chiede:
“Che ci fa lui qui?”
“Era passato per…”
Sto per inventarmi qualcosa di sensato da dire quando Nick mi interrompe alzandosi dalla sedia e fissando Adam dritto negli occhi.
“Tranquillo bello, sto andando via.”
Mi avvicino a Nick per accompagnarlo alla porta ma nuovamente mi blocca.
“Lascia stare, conosco la strada.”
“Nick…”
Si volta un solo istante verso di me.
“…ciao.”
Mi da nuovamente le spalle.
“Addio Alicia.”

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Sono una cretina!
Sono con un ragazzo stupendo e dolcissimo, passeggiando lungo le rive di questo lago che sembra incantato, con un tramonto spettacolare che ci fa da scenario, eppure non riesco a non pensare alla discussione con Nick; sarà che le volte che abbiamo litigato si possono contare sulle dita di una mano, sarà che nessuna delle volte che è successo, neanche la più accesa, abbiamo raggiunto toni come quelli di oggi, sarà che la rabbia sta già scemando e la paura di aver esagerato questa volta sta crescendo a dismisura, sarà che non ho mai desiderato così tanto tornare indietro nel tempo per poter evitare di far degenerare le cose come è successo oggi, non so bene il perché ma non riesco a godermi questo paradiso terrestre ed Adam sembra essersene accorto.
“Zuccherino si può sapere cosa hai oggi? Sei così cupa e pensierosa, cosa turba il mio dolce angelo?”
Sospiro lasciando rapire il mio sguardo dal luccichio del sole sul mare.
“Nulla.”
Mi guarda interdetto.
“Davvero Adam, nulla.”
La sua mano disegna il mio profilo portando i miei occhi all’incontro con i suoi.
“Se non mi lasci entrare nel tuo mondo e non condividi con me i tuoi pensieri, come posso starti accanto? Sai quanto ci tengo a te, non allontanarmi te ne prego!”
Le mie labbra disegnano un lieve sorriso prima di posarsi leggere sulle sue.
“Non ti sto allontanando Adam, stringimi forte e godiamoci questo tramonto stupendo, non sprechiamolo con parole inutili.”
“Parlare di ciò che ti turba non è tempo sprecato.”
Bacio nuovamente le sue morbide labbra e mi stringo forte a lui, le sue braccia cingono il mio corpo conferendomi un dolce tepore. Continuiamo a passeggiare accompagnati dal sole lentamente sta scomparendo nel mare, il braccio di Adam avvolge le mie spalle tenendomi stretta a lui come se avesse paura che potessi scappare via da un momento all’altro. La dolcezza delle sue parole, la sua voglia di vivere, la sua piangente ironia e il suo avere la battuta sempre pronta al momento giusto riescono pian piano a scacciare i pensieri cupi dalla mia testa.
Guardo l’orologio, si sta facendo tardi, Meredith avrà già finito di preparare il tutto per la festa e ben presto saranno tutti a casa mia ad aspettarci: dobbiamo rientrare!
“Si è fatto tardi tesoro, perché non torniamo a casa?”
Sfiora le mie labbra lasciando che la sua mano calda disegna il profilo del mio volto.
“Non ho voglia di tornare a casa, che ne dici di una bella cenetta nel tuo ristorante preferito?”
Sorrido mielosa alle sue parole, nonostante la sua offerta mi alletti davvero tanto in questo momento sono costretta a rifiutare e soprattutto a trovare un pretesto valido per riuscire a tornare a casa adesso.
“Che ne dici, invece, di una bella cenetta a casa mia?”
Le sue parole sono intervallate da lievi baci appena sfiorati.
“Vuoi tornare a casa? E come mai?”
Il suo sguardo malizioso cerca il mio per iniziare un intrigante gioco di seduzione fatto di occhiatine provocanti e frasi bisbigliate a voce roca.
“E’ più intimo cenare a casa mia…ma se non vuoi stare da solo con me…”
“Eh ma così mi provochi…”
“Davvero?”
“Mhmh…”
“E l’idea ti piace?”
”…da morire! Ho voglia di mangiarti tutta.”
“Beh allora cosa stiamo aspettando?”
Come una gattina gli lecco velocemente le labbra facendogli l’occhiolino e, lasciando scivolare la mia mano nella sua, lo guido verso la sua auto. Piccanti battutine accompagnano il nostro ritorno a casa, Adam stuzzica i miei sensi con audaci carezze appena accennate a cui rispondo con occhiate ammiccanti e seducenti parole. L’aria ormai è elettrica tra noi quando arriviamo sotto casa mia, Adam parcheggia di fronte al vialetto di casa mia, scende dall’auto, apre la mia portiera e mi porge la sua mano per aiutarmi a scendere, è da quando abbiamo iniziato a uscire insieme che non ha mai perso occasione per mostrami la sua galanteria. Con le mani intrecciate ci avviamo al portone d’ingresso, non appena entriamo nell’ascensore Adam stringe le mani intorno al mio corpo e mi bacia con ardente passione, mordicchio il suo labbro inferiore prima di vedere le porte aprirsi, sorride malizioso sfiorando nuovamente le mie labbra.
“Stasera mi stai facendo impazzire!”
Lo guardo soddisfatta sfiorando il suo viso con la mia mano, la sua bocca lestamente cattura le mie dita per una sensuale carezza. Infilo la chiave nella serratura, la giro, apro la porta e accendo la luce:
“Sorpresa!”
I nostri amici corrono verso di noi sommergendo Adam con baci e abbracci per porgergli gli auguri, io mi metto in disparte ad osservare divertita la scena: questa davvero non se l’aspettava, nessuno di noi da stamane ha pronunciato la parole compleanno ne tanto meno gli ha fatto gli auguri, con eleganza Adam non ha fatto notare a nessuno la dimenticanza ma ha deciso comunque di concedersi un regalo con il nostro pomeriggio passato al lago.
“E’ tutto perfetto, Meredith, complimenti!”
Abbraccio e bacio la mia amica che mi sorride compiaciuta.
“Voi che fine avete fatto? Non arrivavate più…”
“Non puoi capire quanto sia stato difficile portarlo qui…”
“Mi ha portato qui con l’inganno questa signorina…”
È la voce di Adam ad unirsi alle nostre, le sue braccia mi cingono da dietro stringendomi al suo corpo e baciando la mia guancia, sfioro il suo viso per una carezza.
“…è ancora lunga la serata tesoro mio!”

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


“Finalmente sono andati via tutti!”
Adam si lascia cadere sul divano, poggia la testa sullo schienale allargando le braccia sullo stesso e sospira rilassato; mi avvicino a lui da dietro cingendolo con le mie braccia, portando la testa accanto alla sua e sfiorando con le labbra la morbida pelle della sua guancia.
“Non ti è piaciuta la tua festa di compleanno?”
“Ma scherzi? Siete dei pazzi…è stato il compleanno più bello della mia vita. Sei stata fantastica ad organizzare tutto…”
“Ma daiii, mica ho fatto tutto da sola!”
“Ma sei fantastica lo stesso!”
“Sono felice che ti sia piaciuta la sorpresa.”
Si volta lentamente verso di me lasciando che le sue labbra trovino dolcemente le mie, le sfiora lievemente, le mordicchia pian pianino; ha imparato come stuzzicare i miei sensi e stasera sembra davvero intenzionato a giocare sporco, la sua mano carezza delicatamente la mia testa massaggiando con le dita la mia nuca.
“Ma lo sai che mi sta venendo fame, piccola?”
La sua voce roca rompe il silenzio, allontano leggermente il mio viso dal suo per guardarlo negli occhi con sguardo seducente e provocante.
“Ti preparo un panino?”
Senza lasciare un solo istante la mia mano mi guida nell’avvicinarmi a lui, mi tira leggermente verso di lui facendomi prender posto accanto a lui sul divano, la sua bocca si muove morbida sulla mia mentre la sue mani corrono lungo la mia schiena sfiorandola appena, solleticando discretamente la mia spina dorsale provocando piccoli brividi lungo il mio corpo. Le sue carezze sono morbide e delicate, denunciano palesemente tutto il suo timore di una mia reazione negativa ai suoi gesti ma non riescono a nascondere la sua crescente eccitazione. Le sue labbra scendono pian piano ad assaporare il mio collo mentre le mie mani si muovono sul suo petto, riesco a percepire il battito del suo cuore farsi sempre più intenso. I nostri corpi iniziano a muoversi smaniosi, il desiderio di diventare un corpo solo è oramai troppo grande per non essere soddisfatto. Le mie labbra giocano con il lobo del suo orecchio sinistro mentre piccoli gemiti d’approvazione provengono dalla sua bocca.
“Alicia non resisto più…non chiedermi di fermarmi questa volta, te ne prego!”
E’ quasi una preghiera la sua e non posso che capire il motivo di queste sue parole, di questo suo tono supplichevole e della sua espressione implorante: è ormai un bel po’ che usciamo insieme eppure non mi sono ancora concessa a lui; non so nemmeno io bene il motivo ma non sono mai riuscita a lasciarmi andare completamente nei nostri momenti d’intimità, anche quando sembrava essere davvero tutto perfetto finivo per bloccarmi senza una ragione precisa, persa nelle mie paranoie e nelle mie paure finivo per rovinare tutto. Adam ha sempre accettato con sorriso sulle labbra e un’infinita dolcezza i miei rifiuti, ma non mi era difficile immaginare quanto la cosa potesse infastidirlo, quanto potesse farlo sentire rifiutato…ma questa sera non sarà così…
“Andiamo di la…”
Succhio il suo orecchio, sentendo ormai il suo respiro divenire affannoso intreccio la mia mano con la sua e, camminando sinuosamente dinanzi a lui, lo conduco nella mia stanza da letto, un sorriso estasiato compare sul suo volto insieme ad un’espressione quasi incredula; deve riuscirgli complicato pensare che davvero stasera io abbia voglia di essere sua. Sorrido soddisfatta dell’effetto che i miei gesti hanno sul mio compagno, mi stendo sul letto e lentamente Adam si adagia sul mio corpo facendosi largo tra le mie gambe già semiaperte.
“Buon compleanno amore mio!”

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno principessa…
Stamane sei riuscita a svegliarti addirittura prima di me, una data da segnare in rosso sul calendario…giornata speciale o hai deciso semplicemente di ricominciare a vivere davvero?
Logicamente non ho dimenticato il motivo di questo tuo risveglio così precoce, è il compleanno del tuo Adam…e vuoi rendere speciale questa giornata per lui…so che è sbagliato dire certe cose, ma non sai quanto lo invidio…è un ragazzo troppo fortunato…
Mi sto perdendo in chiacchiere inutili…è solo che vorrei trovare le parole più giuste per dirlo senza sembrare idiota ma non esistono (o almeno io stamattina proprio non riesco a trovarle)…
Semplicemente ho perso il conto delle volte che ho letto la tua mail, i miei occhi hanno ormai ben impressa ogni singolo rigo formato dalle tue dolci parole e il mio cuore non riesce a smettere di battere più forte di quanto è solito fare.
Ho un sorriso da ebete stampato sul viso e non riesco a mandarlo via o forse non voglio davvero mandarlo via perché è un sorriso che mi parla di te…
Mi hai reso felicissimo con le tue parole…eppure non è giusto che tu ti debba precludere altre possibilità di essere felice sentendoti legata a me, non è giusto che l’ombra della mia presenza gravi sulla tua storia con Adam, io non so se lui sia davvero quello giusto per te ma non è giusto che tu riesca a scoprirlo per colpa mia…principessa il sentimento che provo per te non l’ho mai provato per nessun’altra e forse proprio per questo, anche se fa male, devo trovare il coraggio di lasciarti andare…devi provare ad essere felice sul serio con Adam, non devi concederti a lui solo a metà e l’unico modo per riuscirci è provandoci senza me nella tua vita…
Non è un addio piccola, io sarò sempre con te quando ne avrai bisogno, sarò il primo ad esseri accanto se avrai bisogno d’aiuto ma adesso devo lasciarti libera, non essere triste e non lasciare che alcuna lacrima bagni il tuo viso per me, sorridi per quello che è stato tra noi e per quello che sarà la tua vita…
Ti voglio troppo bene, non dimenticarlo mai principessa.
Tuo per sempre Capitan Avena.”


Non piango. Non sorrido. Non sento nulla dentro me. Non sono più nulla.
Fisso lo schermo con gli occhi sgranati leggo le parole della sua mail di ieri e non riesco ad avere reazioni. Dopo la notte stupenda passata con Adam le sue parole mi ricadono addosso come una doccia fredda, so bene che ormai ha deciso anche per me ma non riesco ad accettare che anche lui debba uscire dalla mia vita…non voglio ammetterlo. Come guidata da una forza misteriosa la mie dita iniziano a muoversi smanettando sulla tastiera.

Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Non puoi abbandonarmi anche tu…
Non potrei riuscire ad affrontare la mia vita senza di te…
Se davvero mi vuoi bene…
Se davvero tieni a me quanto dici:
NON LASCIARMI!!!!


___________________NOTA DELL'AUTORE______________________
E' quando crediamo che le cose finalmente iniziano a girare nel modo giusto
che il mondo ci ricorda che non bisogna mai cullarsi sugli allori...

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


E’ davvero pungente l’aria stamattina eppure non sono riuscita a resistere alla voglia di uscire di casa, nonostante il freddo non ho voluto rinunciare ad una sana e rilassante passeggiata nel parco. Questo posto in inverno assume un aspetto diverso, si spoglia dei suoi colori accesi e dei suoi suoni vivaci per coprirsi di un mistico silenzio.
Quando i pensieri si affollano troppo numerosi nella mia testa sento un irrefrenabile bisogno di prendermi una pausa dal mondo che mi circonda, di rifugiarmi in un posto tutto mio e lasciarmi avvolgere dal silenzio,  annullare i pensieri troppo rumorosi cercando di mettere un po’ d’ordine nel caos emotivo che mi travolge. Cammino lentamente osservando con minuzia tutto ciò che mi circonda: qualche vecchietto che discute sul rincaro dei prezzi in prossimità del Natale, qualche signora tutta agghindata che porta a passeggio il suo cane scambiando pettegolezzi con la vicina di casa che l’ha accompagnata in questa uscita mattutina, qualche ragazzo tenace che nonostante il freddo non ha alcuna intenzione di rinunciare al suo allenamento quotidiano. Senza accorgermene mi ritrovo alle altalene, sorrido mestamente mentre, come attratta da una calamita, mi avvicino ad esse, appoggio la borsa all’asse di legno e mi siedo iniziando a dondolarmi leggermente; prendo il libro dalla borsa e inizio a sfogliarlo per ritrovare la pagina in cui ho interrotto la mia lettura, sospiro ai pensieri che si fanno largo nella mia testa ogni volta che provo a finire di leggere questo libro, pensieri che parlano di lui: Capitan Avena. Proprio lui che mi manca da morire fa capolino nella mia mente. Il nostro rapporto è cambiato così velocemente che ancora non riesco a rendermene conto, so solo che mi mancano da morire le nostre conversazioni quotidiane in chat, le sue mail mattutine per augurarmi un buongiorno e quelle serali per la buonanotte, mi manca la quotidianità dei nostri gesti spontanei e decisamente necessari per me; non abbiamo smesso del tutto di sentirci ma ci stiamo andando molto vicino, dopo la mia mail supplichevole mi aveva chiesto di sentirci in chat per riuscire a parlare meglio e dopo una lunga chiacchierata abbiamo capito che di fondo nessuno dei due sarebbe riuscito a fare a meno dell’altro ma:
“…la vita vera è quella al di fuori di questo computer piccola ed è quella che dobbiamo provare a vivere, anche se può sembrarci assurdo è la cosa più giusta da fare adesso…dobbiamo almeno provarci…”
Con queste parole Capitan Avena ha giustificato il nostro nuovo rapporto che lentamente lo sta allontanando inesorabilmente da me.
Distolgo lo sguardo dal libro nella speranza che allo stesso modo i pensieri cupi si allontanino da me e i nostri nomi incisi sull’asse di legno risaltano ai miei occhi coprendoli con un velo di tristezza.
- NICKY & ANGEL
FOR EVER FRIENDS -

Ricordo perfettamente quanto avevo riso quando Nick tutto soddisfatto mi aveva mostrato la sua opera d’arte, gli ripetevo ridendo che non mi sarei mai aspettata una simile sdolcinatezza da parte sua.
“Ti odio, sei una strega!”
Non aveva fatto altro che ripeterlo con il viso imbronciato fino a quando non lo avevo abbracciato di slancio sussurrandogli un flebile:
“Ti voglio bene!”
Mi aveva stretta forte a se quasi fino a stritolarmi spiegandomi il significato che aveva per lui quella scritta sul legno di quest’altalena.
“…so che può sembrarti infantile ma è come se suggellassimo la nostra amicizia in questo modo, un patto di sangue senza sangue tra me e te…la nostra amicizia è destinata a durare per sempre e quando saremo vecchi guarderemo questa scritta e sorrideremo insieme su quanto avevamo ragione a pensarla in questo modo…”
Calde lacrime avevano riempito i miei occhi al dolce suono delle sue parole, non ero riuscita a dire nulla, mi ero semplicemente stretta più forte a lui lasciandomi avvolgere dalle sue forti braccia e scompigliandogli i capelli.
È passata una vita da quel giorno, o almeno così mi sembra ormai, a quanto pare le cose non erano destinate ad andare come aveva predetto lui. Sospiro rumorosamente e continuo a lasciarmi cullare dal dondolio dell’altalena perdendomi nuovamente nei miei pensieri fino a quando un sordo rumore di passi mi fa sobbalzare, mi volto di scatto verso la nuova presenza accanto a me.
“Non volevo spaventarti…”
Sorrido timidamente ai suoi occhi che cercano velocemente i miei, Nick si avvicina lentamente e prende posto sull’altalena accanto alla mia; è dal giorno del nostro litigio che non abbiamo più parlato ne tanto meno ho avuto sue notizie e adesso un gravoso imbarazzo aleggia su di noi. È lui a rompere il silenzio, senza alzare lo sguardo da terra e con voce bassa mi chiede cosa stia facendo io qui.
“Avevo bisogno di starmene un po’ da sola…”
“…e non avevi voglia di camminare fino al lungomare…”
“Già. Fa troppo freddo stamattina. E tu come mai da queste parti?”
Un lungo sospiro anticipa le sue parole.
“Avevo bisogno di staccare un po’ la spina e…”
Resta in silenzio per qualche istante mentre i miei occhi si posano su di lui.
“…e speravo di incontrarti qui…”
Sorrido lievemente senza interrompere il lento flusso delle sue parole.
“…non sono mai stato bravo con le parole ma…ecco Alicia…ho pensato molto alla nostra discussione, avevi ragione tu: non avevo nessun diritto dirti quelle cose…di accusarti in quel modo…”
“Non importa Nick, anche io ho esagerato…”
“…ero arrabbiato perché avevi dato ascolto alle mie parole: mi avevi fatto fuori dalla tua vita. Sei sempre stata tu la parte razionale tra i due e non capivo perché avevi lasciato che ti allontanassi da me, perché non mi avevi fermato facendomi capire quanto stavo sbagliando nel farlo…”
“Pensi sia stato facile per me?”
Provo a mantenere calmi i toni della conversazione ma non è affatto facile farlo.
“Credevo di si, ci sei riuscita alla grande del farlo…ma mi sbagliavo…è solo che io come al solito ci arrivo dopo…”
Nuovamente ricade il silenzio tra noi, il cigolio delle altalene che dondolano e il fruscio del vento sono gli unici rumori che ci fanno compagnia.
“Mi sei mancato tanto, Nick!”
Le parole scivolano rapide dalle mie labbra che si inarcano per un dolce sorriso, Nick esista qualche istante prima di posare i suoi occhi nei miei e con disarmante tenerezza rispondermi:
“Anche tu mi sei mancata, scema.”
Arriccio il naso e imbroncio le labbra per una smorfia che scoppiare il mio amico in una fragorosa risata.
“Riesci a rovinare ogni momento serio tu.”
“Non si può essere seri con te, non sai cosa significa…è inutile che mi guardi storto, pensi che non lo sappia che appena torni a casa vai a cercarne il significato su google?”
Si sporge in avanti fingendo di volermi prendere per farmi del male, rispondo ai suoi gesti con una linguaccia, senza togliergli per un solo istante gli occhi di dosso vedo il suo sorriso scemare lentamente dal suo viso lasciando spazio ad un’espressione mesta e placida.
“Come mai volevi startene da sola stamattina?”
Distolgo lo sguardo e ricomincio a dondolarmi togliendomi quello stupido sorriso dal viso.
“A volte fa bene starsene un po’ da soli, si ascoltano meglio i proprio pensieri e si capisce cosa si sta cercando veramente…a volte…”
“Problemi con Adam?”
“Forse…”
Nick sospira o forse sbuffa meramente annoiato.
“Capito l’antifona…non hai voglia di parlarne con me…”
“Oddio Nick, ricominciamo?”
Lo gelo con lo sguardo per poi riprendere a parlare.
“Questa volta davvero non lo so, Nick. Non ne ho idea…”
Il suo tono diventa più comprensivo quando mi chiede cosa sia successo.
“Mi ha chiamata stamattina, dice che deve parlarmi, il suo tono non prometteva nulla di buono, non ha voluto anticiparmi nulla mi ha solo chiesto di tenermi libera per stasera, andremo a cena e poi…boh…non lo so davvero.”
“Magari non è così grave come ti è sembrato.”
“Magari…e tu da cosa sei in pausa?”
Un ghigno beffardo anticipa le sua parole.
“Dalla mia vita…di solito mi metto in stand-by giocando alla play ma…”
“…ma?”
“…ma Julie me l’ha sequestrata: non è da ragazzo maturo giocarci ancora. Forse ha ragione, in fondo ho quasi ventotto anni ormai…”
Il tono della sua voce dona una sfumatura triste alle sue parole; di scatto mi alzo dall’altalena e mi piazzo di fronte al mio amico.
“Che ne dici di un bel paninozzo al Mc Donald’s? E’ quasi ora di pranzo e mi sta venendo una fame da lupo, potrei mangiare anche te…”
“Dico che sono a dieta!”
Afferro le sue mani con le mie e lo tiro verso di me fino a quando non vedo il suo corpo ergersi in piedi, gli strizzo un occhio:
“Non eri in pausa dalla tua vita?”
Le sue labbra sfiorano la mia guancia per un morbido bacio.
“Grazie!”

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Scrivi nuovo messaggio:
“A volte basta davvero poco per cambiare il corso di una giornata iniziata male: una passeggiata al parco, un incontro fortuito e quattro chiacchiere d’avanti ad un bel Big Mac con un amico ritrovato e il sorriso torna nuovamente a risplendere sul viso…la mia giornata è andata proprio così oggi.
Sarei ipocrita a non dirti che anche stamane una smorfia di delusione si è disegnata sul mio volto quando, controllando la posta, non ho trovato alcuna mail dal tuo contatto, non ho ricevuto il mio solito buongiorno…non riesco ancora a non provare quell’avvilente sensazione di abbandono quando non leggo di te, lo so che mi risponderesti ancora una volta che è normale e che prima o poi questo vuoto che sento crescere dentro si placherà…ma mi chiedo: come fai ad esserne così sicuro?
La cosa che più spaventa è che possa essere tutto inutile, che rinunciare a te sia inutile…se fossi davvero sicura che Adam sia quello giusto non dovrei avere i mille dubbi che invece mi attanagliano, non dovrei addormentarmi ogni notte pensando a te…d’altra parte però deve pur significare qualcosa quest’ansia maledetta che mi hanno lasciato addosso le sue parole stamattina.
- Ti devo parlare stasera! -
Perché rimandare a stasera una cosa che si poteva fare tranquillamente stamattina?
È da quando ero piccola che ho sempre odiato questa stupida forma di procrastinare gli eventi mettendo in attesa le persone. Dobbiamo parlare? Bene! Ti ascolto. Parla. Dialoga con me…fa qualsiasi cosa ma non tenermi in sospeso fino a stasera.
Odiavo quando, dopo un mio capriccio quando eravamo fuori casa, mia mamma diceva con voce altera:
- Alicia, ne parliamo a casa! -
Non dimenticherò mai quel miscuglio di ansia e paura che si creava dentro me al suono delle sue parole.
- Alicia ti devo parlare!-
Anche James iniziò così il discorso che ha decretato la fine della nostra storia.
Perché quando qualcuno dice di dover parlare ha solo brutte notizie da comunicarti?
Sarei stata tutta la giornata ad interrogarmi su questa cosa se non avessi incontrato Nick…abbiamo parlato, abbiamo chiarito…tra me e lui è un po’ come accade tra me e te, il mondo gira troppo strano intorno a noi ma l’unica flebile certezza è che, in fondo, non riusciamo a fare a meno l’uno dell’altro…o sbaglio?
Tornando a Nick, non mi è sembrato così felice con Julie come credevo invece fosse, sorrideva ma i suoi occhi non riuscivano a celare quel velo di tristezza che li ricopriva…vorrebbe cambiare per diventare ciò che vuole lei ma non ci riesce e questo lo rende nervoso e frustrato, non riesce a capire che lui a Julie dovrebbe andare bene così com’è…
Oggi sono più prolissa del solito, penso che si noti vero mio Capitano?
È che semplicemente quello di cui avrei bisogno adesso sarebbe una bella chiacchierata con te, vorrei condividere con te la gioia di aver fatto pace con Nick e l’ansia per ciò che deve dirmi Adam tra poche ore ormai, vorrei sapere come stai, come hai trascorso la giornata e cosa stai facendo proprio in questo momento…ma vorrei saperlo adesso e non quando riterrai più opportuno scrivermi per rispettare le regole del nostro nuovo rapporto.
È il dolce suono della tua chitarra ad accompagnare il fiume convulso delle mie parole, mi aiuta a sentirti più vicino adesso che più che mai ti vorrei qui con me, adesso che tutto ciò che desidero è soltanto un tuo caldo abbraccio.
Ora devo proprio andare, Adam sarà qui tra meno di un paio d’ore e ho ancora molte faccende da sbrigare.
Non dimenticare mai che ciò che provo per te sfiora l’infinito.
Tua per sempre. Principessa Favilla.”

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Non sono mai stata brava a camuffare i miei pensieri, il mio viso ha sempre funzionato come specchio delle mia anima , eppure stasera Adam sembrava proprio non accorgersi minimamente di quanto stessi fremendo per quell’estenuante attesa che pareva essere interminabile. Sorrideva sorseggiando dal suo fluite ostentando una calma che palesemente non possedeva, parlava del più e del meno come del resto ha fatto per il resto della cena che assomigliava sempre più a una farsa teatrale. Eravamo ormai al dolce e nessuno dei due aveva ancora tirato in ballo il motivo della nostra uscita, Adam ha sfiorato la mia mano con la sua mentre con l’altra ha preso un pezzetto di torta dal suo piatto e lo ha avvicinato alle mie labbra.
“Devi assolutamente assaggiare questa torta, amore mio.”
Avevo una voglia assurda di alzarmi, scaraventare istericamente il tavolo a terra e iniziare a urlare come se mi avesse morso una tarantola, ma ho sorriso e ho schiuso le labbra lasciando che la dolce crema al sapore di fragola ricoprisse la mia lingua.
“Davvero squisita, tesoro.”
Ha accarezzato le mie labbra con le sue sfiorandole appena con la lingua. Ho portato la mia mano sulle labbra inconsciamente.
“Ti eri sporcata…”
“Grazie allora!”
Ha pizzicato teneramente la mia guancia con due dita.
“Chiedo il conto, così andiamo a farci una bella passeggiata sul lungomare…”
“Il posto ideale per parlare…soprattutto con me!”
Imbarazzato ha portato una mano alla testa abbassandola lievemente per sfuggire al mio sguardo ormai fisso su di lui.
“Ehmm…”
Ed ora eccoci qui. La luce pallida della luna illumina i nostri volti tesi, la sua mano si stringe forte alla mia forse più per trovare coraggio per parlare nel calore di questa stretta che per trasmettere calma e sicurezza a me. Tutto scorre lento intorno a noi, anche le nostre parole risuonano ovattate alle nostre orecchie.
“E’ da quando ero bambino che ho sempre sognato di diventare un grande attore, tenevo piccoli spettacoli per vicini di casa e amici di famiglia…”
Con lo sguardo perso nell’orizzonte Adam inizia a raccontarmi di se, condivide con me i suoi sogni, i suoi rimpianti, le sue aspirazioni ma non riesco a capire cosa centri tutto questo con noi adesso.
“…ai tempi del liceo ho iniziato a fare i miei primi provini, ho partecipato a qualche rappresentazione teatrale; non era facile dividermi tra gli impegni scolastici e la recitazione ma la determinazione non mi è mai mancata…”
Ascolto attentamente le sue parole senza interromperlo in alcun modo.
“…aspettavo solo la mia grande occasione, ero certo sarebbe arrivata…e non avevo torto, ma quando frequentavo l’ultimo anno di liceo, dopo l’ennesimo provino andato male non ne ero più così sicuro e decisi di allentare un po’ e godermi la mia vita da liceale: seguivo la squadra di football, ero iscritto alle attività pomeridiane, entrai nel giro giusto di amicizie e non perdevo una sola festa…”
Camminando camminando siamo arrivati ad una panchina, Adam si siede e mi fa cenno di fare altrettanto, la sua mano si stringe più forte alla mia mentre riprende il suo racconto.
“…fu ad una di quelle feste che conobbi lei: Sarah! Era una ragazza favolosa, bionda, occhi azzurri, fisico da paura…in una parola sola: perfetta!”
Non riesco a spiegarmi le sensazioni che questo dettagliato racconto sta risvegliando dentro me, così continuo ad ascoltare in silenzio accarezzando la mano stretta alla mia.
“…fui sorpreso che una ragazza come lei si interessasse a me, iniziammo a frequentarci e dopo non molto lei divenne la mia ragazza. Era come vivere sulle montagne russe insieme a lei, per niente banale o scontata riusciva a rendere ogni giorno diverso dall’altro, era un vulcano di sorprese…non potevi mai sapere cosa ti riservasse la vita stando insieme a lei…”
Sospira sonoramente strizzando gli occhi come per cacciare le immagini ripropostagli dalla sua mente all’evocazione di questi ricordi.
“…ero così perso di lei, così preso da quella storia che avrei fatto di tutto solo per vederla sorridere. A volte vorrei sapere perché le cose accadono sempre in tempi sbagliati, perché i nostri tempi non coincidono mai con quelli che il destino ha scritto per noi: fu in quel periodo che quando mi contattarono per offrirmi una parte in un film per il cinema: sarei dovuto partire dopo qualche mese rinunciando così al ballo di fine anno, perdendomi la cerimonia di consegna del diploma…ma soprattutto avrei dovuto rinunciare a lei…”
Una nuova pausa interrompe il suo discorso, un nuovo lungo sospiro intervalla le sue parole.
“Rifiutai senza pensarci su neanche due volte, Sarah era la mia vita, non potevo rinunciare a lei, il mio sogno poteva attendere…”
“E poi cosa è successo?”
“Il film è stato un successo ai botteghini…”
“E Sarah?”
“Poche settimane dopo aver rinunciato alla grande occasione della mia vita mi ha dato il ben servito lasciandomi per il quarterback della squadra di football, un tipo alto, biondo e con gli occhi azzurri logicamente…non era poi così diversa come credevo…”
Poggio una mano sulla sua spalla per offrirgli il mio conforto, dalle sue parole traspare la commozione che questi ricordi gli provocano.
“Mi spiace che sia andata così, forse eravate troppo giovani e immaturi entrambi per fare la scelta più giusta…ma non capisco cosa centri questa storia con noi due adesso, perché era di noi due che dovevi parlarmi, o sbaglio?”
Si alza e lentamente inizia a camminare verso il mare, afferro la borsa che avevo poggiato sulla panchina e mi alzo in piedi a mia volta, Adam si gira verso di me e sorridendo mi porge la sua mano, le mie dita si intrecciano alle sue e inizio a seguirlo.
“Mi sono ripromesso che non avrei più commesso lo stesso errore: semmai la vita mi avesse concesso una seconda opportunità non avrei rinunciato ad essa per nessuna ragione al mondo…”
Non riesco a seguire a pieno il suo discorso, non riesco a intuire dove voglia andare a parare. Adam si china per raccogliere un sassolino dalla spiaggia e lanciarlo in mare seguendolo attentamente con lo sguardo.
“Mi hanno chiamato da Los Angeles, piccola…”
Sento il sangue gelare nelle vene, i pezzi di questo contorto puzzle stanno lentamente trovando la loro giusta collocazione mostrandomi il malinconico disegno.
“…mi hanno scritturato per la parte di protagonista in un nuovo telefilm della Fox…”
“Ma come? Cioè…quando?”
Borbotto parole senza senso lasciando scivolare la mia mano dalla sua. Sono a dir poco sconvolta, sento le gambe cedermi e il respiro farsi affannoso.
“Stai bene piccola?”
“Perché non me l’hai detto prima?”
“Avevo fatto il provino per questo lavoro molto tempo fa, prima che io e te iniziassimo a frequentarci, prima ancora che ti conoscessi. Era l’ennesimo tentativo, non mi avevano fatto sapere più nulla, credevo mi avessero scartato anche questa volta e invece…”
Adam inizia ad agitarsi, gesticola animatamente e di tanto in tanto balbetta dal nervosismo. Ora sono io a sospirare sonoramente, è come se si fosse rotto qualcosa dentro me ma non fa male come dovrebbe, è un dolore diverso quello che sento montare dentro di me, un senso di abbandono a cui ormai mi sto abituando mi avvolge lentamente immergendomi in un buio profondo. Ho smesso di ascoltare le sue parole adesso, sono persa nei miei pensieri e solo le mani di Adam intorno alle mie spalle riescono a riportarmi alla realtà.
“Non credevo sarebbe stato così difficile inseguire il mio sogno…non credevo di innamorarmi così tanto di te…”
Le sue parole arrivano diritte al mio cuore donandogli un dolce tepore, calde lacrime riempiono i miei occhi e, senza accorgermene, rigano il mio viso facendosi strada sul mio fondotinta lasciando dietro di se un alone grigiastro.
“Ti amo Alicia…”
Prendo le sue mani tra le mie, le sfioro con le labbra e le stringo più forte sul mio petto
“…ma non devi assolutamente rinunciare la tuo sogno per me! Ti voglio bene Adam ed è proprio per questo che non ti terrei mai legato a me, qualcuno mi ha insegnato che amare è volere l’altro libero e liberarlo dai suoi lacci se ne rimane prigioniero…stanotte tocca a me liberarti e lasciarti libero di volare!”
Sfioro le sue labbra con dolcezza mentre con la mano accarezzo lentamente il suo viso, sorride emozionato per qualche secondo per poi stringermi forte a se in un caloroso abbraccio.
“Sei una ragazza speciale Alicia…”
Sorrido mestamente. Perché tutti mi lasciano allora?

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Capitan Avena: Principessa mia…
Principessa Favilla: Non posso crederci: sei on line!
Capitan Avena: io sarò sempre con te quando ne avrai bisogno, sarò il primo ad esseri accanto se avrai bisogno d’aiuto…lo ha già dimenticato?
Principessa Favilla: forse semplicemente non ci speravo pi ormai…
Capitan Avena: donna di poca fede…ma come devo fare con te?
Principessa Favilla: non lo so…ma sono contenta che questa volta io abbia toppato…
Capitan Avena: non avrei mai potuto lasciarti sola, anche quando sentivi che ero lontano in realtà io ero sempre li accanto a te pronto a sorreggerti se ne avessi avuto bisogno…
Principessa Favilla: ed eccoti qui! Non voglio più doverti sentire lontano…promettimi che non accadrà mai più…
Capitan Avena: non chiedermi di farti promesse che so già di non poter mantenere…
Principessa Favilla: non riesco a comprendere perché parli in questo modo, abbiamo visto già che non serve a darmi una vita migliore, anzi…perché tu continui a non volerlo capire? Non è giusto…
Capitan Avena: io non capisco te invece: invece di star li a preoccuparti per il futuro cerca di vivere al meglio il tuo presente e nel tuo presente io ci sono ancora piccola…
Principessa Favilla: mi comporto come una bimba capricciosa...
Capitan Avena: la mia bimba capricciosa…
Principessa Favilla: ^_^
Capitan Avena: piuttosto dimmi un po’…come stai?
Principessa Favilla: bene…
Capitan Avena: -.- dimmi davvero come stai sciocchina…
Principessa Favilla: anche attraverso lo schermo di un pc intuisci quando mento?
Capitan Avena: dovresti saperlo…
Principessa Favilla: ci ho provato…Comunque che dirti, mi sento strana…ne bene ne male…non so definire lo stato in cui mi trovo…
Capitan Avena: come al solito non hai ancora realizzato cosa sia accaduto, hai bisogno dei tuoi tempi per metabolizzare…
Principessa Favilla: può essere…in fondo Adam è partito solo stamattina, è ancora troppo presto per me per capire davvero cosa sia successo, quanto sia cambiato nella mia vita…ancora troppo presto per sentire la sua mancanza e forse troppo presto per starci male…purtroppo funziono così…
Capitan Avena: l’ho imparato ormai…ora ti stai imponendo di fare la forte con il mondo ma non appena questo smetterà di guardare dalla tua parte ti lascerai andare e darai voce alla vera te stessa, quella che adesso tieni sopita dentro di te…
Principessa Favilla: …e mi faccio prendere dalle mie stupide crisi…
Capitan Avena: la smetti di essere sempre così severa con te stessa?
Principessa Favilla: non sono severa è la mera verità…
Capitan Avena: essere sensibile, sentirsi fragili e vulnerabili non è sinonimo di stupidità…
Principessa Favilla: se lo dici tu…
Capitan Avena: piccola so bene come ti senti…
Principessa Favilla: tutti pensate di saperlo…
Capitan Avena: …ma solo tu sai davvero cosa ti frulla per la testa…
Principessa Favilla: ora completi anche le mie frasi?
Capitan Avena: c’è qualcuno che non vuole proprio mettersi in testa che la conosco meglio di quanto creda…meglio di me stesso quasi…
Principessa Favilla: è lo stesso qualcuno che si sente tanto solo, che è stufo di storielle senza senso… lo stesso qualcuno che vorrebbe perdersi tra le tue braccia…
Capitan Avena: accetta il file che ti sto inviando!
Principessa Favilla: cos’è?
Capitan Avena: un nuovo pezzo…l’ho composto pensando a te, quando lo ascolterai fallo ad occhi chiusi…
Principessa Favilla: e perché mai?
Capitan Avena: …immagina le mia braccia che cingono il tuo corpo e ti tengono stretta al mio…immagina il mio volto vicino al tuo…tanto vicino quasi a sfiorarlo…
Principessa Favilla: sono stufa di immaginare il tuo volto…voglio vederlo!!!
Capitan Avena: ne abbiamo già parlato…rovineremmo tutto in questo modo…
Principessa Favilla: ma spiegami almeno il perché…da sola non ne capisco il motivo…
Capitan Avena: non è importante…
Principessa Favilla: lo è per me!
Capitan Avena: tu sei importante per me!
Principessa Favilla: stai cambiando discorso…come sempre del resto quando affrontiamo questo discorso…
Capitan Avena: non sei disposta a farmelo fare?
Principessa Favilla: non vorrei tu lo facessi…,a so che anche questa volta farai a modo tuo e sono troppo stanca per contraddirti…
Capitan Avena: sei arrabbiata con me adesso?
Principessa Favilla: non potrei mai…è solo che a volte sembra tu voglia nascondermi qualcosa…
Capitan Avena: io sono quello che vedi…anzi ciò che senti…
Principessa Favilla: è arrivato il file…
Capitan Avena: vuoi ascoltarlo adesso?
Principessa Favilla: se mi aiuterà a sentirti vicino…si!
Capitan Avena: allora ti lascio andare…
Principessa Favilla: tra quanto ti sentirò di nuovo adesso?
Capitan Avena: domani mattina avrai il tuo buongiorno dolce stellina…
Principessa Favilla: dici sul serio?
Capitan Avena: ti ho mai mentito?
Principessa Favilla: no…e non iniziare a farlo, ne morirei. A domani mio dolce capitano…
Capitan Avena: a domani principessina mia…ti adoro
Principessa Favilla: anche io. Dolce notte.




________________________________________________________ANGOLO AUTORE______________

Non lascio spesso commenti a fine capitolo,
credo che il modo migliore per far conoscere una storia
sia darle semplicemente tutto il suo spazio...
ma dopo 34 capitoli volevo ringraziare chi ancora ha la pazienza di leggermi,
chi è stato così gentile nel lasciare un segno del suo passaggio,
chi sarà così gentile da lasciarlo!!!
A presto

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Nuovo messaggio di posta:
“Dolce principessa…
Ho appena letto il file che mi hai inviato, sono senza parole, sei riuscita a stupirmi nuovamente mostrandomi un lato del tuo carattere che non conoscevo: non sapevo scrivessi stupende poesie! Mi hai sconvolto…non so se sia stato un segno del destino o pura fatalità ma mentre leggevo le tue dolci parole il mio lettore multimediale passava il pezzo che ho composto per te, lo stesso che ascoltavi tu mentre scrivevi…è sorprendente come le tue parole si sposino così bene con la melodia…sarebbe una canzone stupenda…
Oggi è stata una giornata un po’ piatta, avrei avuto mille cosa da fare ma non ne avevo per niente voglia, non so bene cosa mi prende in questi giorni: sono come ossessionato dal tu pensiero, mi sveglio al mattino e sei la prima che mi viene in mente…e l’ultima a cui penso quando metto la testa sul cuscino…
Alla fine per non rischiare di impazzire stando a casa ho chiamato qualche amico e sono stato un po’ in giro e ho iniziato a fare qualche acquisto per Natale…ho preso un pensierino anche per te…quando l’ho visto in vetrina non ho resistito alla voglia di comprartelo: è troppo tuo. Lo so…sono pazzo…pazzo di te…non vedo l’ora di sentirti stasera.
Ti voglio troppo bene .
Il tuo Capitan Avena.”

E come sempre mi ritrovo a sorridere di fronte allo schermo come se lui potesse vedermi; ormai ho familiarizzato talmente tanto con il computer da percepirlo quasi come umano.
Guardo l’orologio al polso: ho davvero poco tempo per rispondergli prima che Sandy passi a prendermi per uscire stasera, è stata lei a salvarmi dal consueto stato di isolamento in cui piombo dopo una delusione, tempestivamente non mi ha dato il tempo di iniziare quel tipico processo si rintana mento costringendomi quasi con forza ad unirmi al suo gruppo di amici. Senza indugiare troppo sui miei pensieri clicco sull’icona per la creazione di una nuova mail e inizio a digitare il mio messaggio.

Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Tu sei pazzo!!!
Ma come ti è venuto in mente di prendere un regalo per me?
Ora che farai? Lo scannerizzi e me lo invii per e-mail?
Ok…lo so…sono stata un po’ pungente questa volta è solo che…lasciamo stare, lo sai bene cos’è!
Purtroppo stasera non riusciremo a sentirci in chat, tra pochi minuti passerà a prendermi Sandy: ennesimo invito a cui è stato impossibile dire di no…è carinissima, fa di tutto per non lasciarmi il tempo di pensare e io non posso deluderla…non posso perdere anche lei…
Stasera andremo al Orange Club …è il locale più fashion del momento, un vero must…così almeno dice lei e io finisco per assecondarla, in fondo mi fa bene uscire di casa e i suoi amici alla fine non sono mai così male come potessi immaginare…
Non restare a casa a piangermi addosso mi fa bene, mi aiuta davvero a non pensare a quanto in realtà mi manchi Adam, a quanto mi manchi avere una presenza stabile nella mia vita, mi aiuta a non interrogarmi sul perché alla fine finisco sempre per restare sola…ecco appunto…meglio non pensarci, così non angoscio ne te ne me…
Ora però devo proprio salutarti.
Ti adoro e mi raccomando: non aspettarmi sveglio come l’ultima volta.
Un dolce bacio.
Tua Principessa Favilla.”

Clicco sul tasto d’invio e lascio che la rete, mia postina virtuale, consegni le mie parole a te. Tempismo perfetto: il suono del citofono mi avvisa dell’arrivo di Sandy, spengo il pc e con passo svelto raggiungo il citofono.
“Si?”
“Tesoro scendi!”
“Arrivo dolcezza!”
Guardo la mia immagine riflessa allo specchio un’ultima volta ancora, con le mani sistemo il vestitino per farlo scendere morbido sul mio corpo sinuoso, indosso il cappottino nero e prendo la borsa dal mobiletto d’ingresso. Un ultimo colpo di gloss: sono pronta!
Con il sorriso sulle labbra raggiungo la mia amica che mi aspetta impaziente, salgo in macchina e la saluto con due baci sulle guance.
“Come mai da sola stasera?”
Mi guarda come se avessi detto un’assurdità.
“Stasera è aperta la caccia.”
La scruto sbigottita: non ho alcuna voglia di mettermi in gioco stasera, non sono ancora pronta a sentir parlare di uomini nella mia vita…ma non è il caso di farglielo presente in questo momento. Sorrido allacciando la cintura di sicurezza.
“Ci aspetta una grande serata allora!”
“Esatto bimba!”
L’auto di Sandy sfreccia per le strade della città con sicurezza, il susseguirsi frenetico delle luci stradali fa da scenario ai nostri frugali pettegolezzi.
“Ed ecco il nostro campo di caccia!”
Ammiccando sensuale al parcheggiatore Sandy gli lascia le chiavi dell’auto per farla posteggiare mentre noi ci dirigiamo all’interno del locale. È il momento della serata che più detesto: Sandy saluta tutti con baci e lunghi abbracci e io resto in angolino in disparte ad osservare la scena sperando di incappare con lo sguardo qualche viso amico fino a quando qualcuno non riporta l’attenzione su di me dando il via all’odioso rito delle presentazioni. Ogni sera la stessa solfa: non capisco come faccia a incontrare sempre gente diversa quando mette piede fuori casa.
“Hey Alicia…”
D’improvviso sulla mia spalla un nuovo tepore, mi volto di scatto verso la mano che vedo solo con la coda dell’occhio, un lieve sorriso colora il mio viso all’incrocio del suo sguardo: finalmente un viso familiare.

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


“Steven…”
Un ragazzotto ben piazzato, ricci capelli castano chiari contornano l’ovale del suo volto dal colore ambrato, grandi occhi color nocciola, labbra carnose e sorriso ammaliatore. Simpatico e carino, senza ombra di dubbio una compagnia piacevole per allietare una serata; è stata Sandy a presentarmelo qualche sera fa in una delle nostre uscite serali, non ricordo bene in che locale, passammo la serata a ridere e parlare fino al mio glissare il suo invito a riaccompagnarmi a casa.
“”Hai la stessa espressione che avevi la sera che ci hanno presentati!”
“Inebetita e spaesata?”
“Dolcemente smarrita.”
Sorrido imbarazzata, sono una di quelle poche ragazze a cui queste smancerie lasciano ancora un lieve rossore sul viso. Sandy finalmente si è ricordata della mia esistenza e, travolgendomi completamente, inizia con il solito carosello delle presentazioni: nomi, volti, strette di mano e sorrisi si susseguono lasciando il tempo che trovano in una confusione assurda nella mia testa.
È Steven a salvarmi da questa tortura psicologica rapendomi da tutto ciò con la scusa di andare a prendere qualcosa da bere al bancone del bar.
“Stasera Sandy è ancora più iperattiva del solito.”
“Non dirlo a me, faccio fatica a starle dietro…”
Steven ordina  un sex on the beach per me e un mohito per lui al barman che ci invita a prendere posto sugli sgabelli posti di fronte al bancone.
“Posso solo immaginare, tu non sei come lei…”
“Già pensi di sapere come sono fatta?”
Sorrido con aria di sfida alzando prontamente le mie difese, il fascino di Steven riuscirebbe a rendere meno banali anche le sue frasi più scontate, se solo decidessi di lasciarmi andare e mi facessi coinvolgere un poco in più dalle sue parole.
L’alcool, che scende ruvido nella mia gola e sale lentamente nella mia testa, inizia a inibirmi un pochino sciogliendo imprudentemente l’atmosfera tra noi, in breve tempo riesce e vincere la mia totale diffidenza e ci ritroviamo a parlottare complici isolandoci quasi totalmente dalla confusione che ci circonda; di tanto in tanto la sua mano sfiora fugacemente le mia, accarezza le mie guance rosse lusingandomi con mille complimenti.
“Hoy ma sei qui? E io che ti sto cercando per tutto il locale…”
La voce di Sandy incombe prepotentemente tra di noi, la mia amica si attacca come un polipo al mio braccio e, incurante della presenza di Steven, mi trascina con impeto verso di lei.
“Sono tutti nel privè, forza andiamo…”
Per poco non mi fa ruzzolare giù dallo sgabello tanta è l’energia con cui tira il mio braccio.
“Così però non ci arrivo nel privè…o al massimo ci arrivo rotolando…”
Sorrido a Steven che, dopo aver bevuto in un sorso solo il contenuto del suo bicchiere, ci segue senza fiatare. Sandy cammina eccitata raccontandomi il suo programmino per la serata, ha già avvistato la sua vittima e ha intenzione di fare di tutto per portarselo a letto stanotte, inizia a riempirmi la testa con mille informazioni per lo più inutili sulle persone presenti nel privè fino al nostro arrivo in esso. Con discrezione io e Steven prendiamo posto su uno dei divanetti neri in pelle mentre Sandy, dopo avermi stampato un bacio sulla guancia, si muove sensuale verso la sua preda.
In poco tempo io e Steven ci troviamo nuovamente a parlottare tra noi sorseggiando un cocktail fruttato lasciandoci coinvolgere da un’intrigante gioco di sguardi, non ho intenzione di concedergli nulla di più stasera ma non posso negare a me stessa quanto questa situazione inizi a divertirmi stuzzicando la mia femminilità.
“Oh mio Dio, Steven sei proprio tu…è una vita che non ti vedevo in giro. Ma che fai non mi abbracci?”
Una stridula voce femminile alle mie spalle cattura l’attenzione di Steven distogliendola dalle mie parole, una voce che risuona nota alle mie orecchie ma a cui la mia mente si rifiuta di dare un volto. Sul viso di Steven compare un sorriso radioso, posa il bicchiere sul tavolino di fronte a noi e si alza per salutare la nuova arrivata.
“Sei sempre un incanto, tesoro.”
Con lo sguardo seguo i suoi movimenti voltandomi lentamente permettendo ai miei occhi di disegnare la sagoma della figura femminile che parla con lui, sorride sensuale spostandosi i capelli dal viso accentuando le sue movenze da gatta morta.
“Vedo che sei in dolce compagnia…”
I suoi occhi ricadono su di me mentre una smorfia di disgusto compare sul suo viso.
“…ah sei tu!”
Mi alzo in piedi mettendomi di fianco a Steven.
“Anche io sono contenta di vederti, Julie…”
Non finisco neanche di parlare che alle sue spalle fa capolino la testa bionda di Nick che, non curante della nostra presenza, sfiora le labbra di Julie lasciandole umide e gli porge un bicchiere di champagne, poi alza lo sguardo accorgendosi dalla nostra esistenza; Julie civetta languida sorseggiando dal suo fluite prima di presentare i due ragazzi. Resto in disparte fino a che non è Nick ad avvicinarsi a me per salutarmi con due baci sulle guance.
“Come stai?”
Mi sussurra sottovoce mentre il suo viso è ancora vicino al mio.
“Bene!”
Gli rispondo allo stesso modo, sorridendogli appena mentre il suo braccio si cinge alla vita di Julie che non perde occasione per tormentarmi con le sue solite battutine pregne di malignità.
“Non pensavo di vederti già in giro, pensavo fossi rintanata in casa a leccarti le ferite…”
“Pensavi male!”
Senza togliermi il sorriso dalle labbra le rispondo fissandola dritto negli occhi, fulmini e saette intercorrono nei nostri sguardi e la cosa non sfugge all’attenzione di Steven che, sfiorandomi il collo con le labbra, mi invita a ballare; accetto più che volentieri il suo invito stringendomi forte al suo braccio: non avrei resistito un minuto in più in presenza di Julie.
“Due volte in una serata, non c’è che dire…mi hai salvato di nuovo.”
Le sue labbra si posano delicate all’angolo della mia bocca lasciandomi di stucco.
“Vedi? Già non puoi fare a meno di me…”
Alzo gli occhi al cielo e mi lascio trascinare in pista, il suo corpo si muove provocante sul mio seguendo il ritmo frenetico della musica, muovo la testa facendo muovere sinuosamente i capelli e scivolare via i miei pensieri e la mia razionalità.
Forse ha ragione Sandy: stasera ho solo bisogno di distarmi un po’!

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


“Sei bellissima Alicia!”
Steven si muove sensuale al suono dell’assordante musica che le casse pompano a volume altissimo, il suo corpo si avvicina al mio per fugaci contatti pregni di vere e proprie scariche elettriche, le sue mani cingono la mia vita mentre la sua bocca è scesa ad assaporare il mio collo. Immagini confuse si fanno spazio nella mia testa che rischia quasi di scoppiare, la lingua di Steven lambisce la lattea pelle del mio collo.
La situazione mi sta sfuggendo di mano, non è questo quello che voglio: non sono per niente pronta a rimettermi in gioco…non ancora, fa tutto ancora troppo male.
Sorrido con dolcezza spostando leggermente la sua figura da me.
“Che ne dici se andiamo a prendere qualcosa da bere?”
Sfiora la mia guancia con le labbra facendo scendere la sua mano verso la mia per incrociarne le dita e camminare spedito in mezzo alla folla, sospiro sollevata senza farmi vedere da lui. Una volta nel privè prendiamo posto sul divanetto su cui eravamo prima, senza dare troppo nell’occhio, e ordiniamo da bere, Steven giocherella con le mie dita sussurrandomi dolci parole e romantiche frasi mielose, di tanto in tanto sfiora le mie guance per lievi carezze mentre i suoi occhi quasi bruciano le mie labbra per quanto sono ormai fissi su di esse. Sorseggio il mio drink, resistere alle lusinghe di questo aitante giovanotto è più difficile di quanto potessi pensare, la morbidezza delle sue labbra sembra abbia rapito i miei occhi e, senza fretta, pare stia risvegliando i miei sensi sopiti che lottano ormai con la mia ragione; la voglia di divertirmi e la paura di soffrire di nuovo sono poste sulla stessa bilancia nella mia mente, non riesco a decifrare ancora da che lato di essa penda l’ago e questo mi sta facendo impazzire.
“Basta Nickolas, stai bevendo troppo…non osare ordinare un altro cocktail altrimenti io…”
L’attenzione di tutti i presenti del privè è catturata dalla squittente voce di Julie che, rossa
in viso come un peperone, sembra essersi resa conto solo adesso di quanto sia stato alto il tono della sua voce. Nick, non curante degli sguardi attoniti dei presenti, si alza in piedi quasi barcollando, segno evidente del troppo alcool mandato giù stasera, guarda per qualche istante la sua compagna prima di domandarle con aria di sfida e occhi di ghiaccio.
“Altrimenti tu cosa?”
Lo sguardo implorante e il colorito del suo viso la dicono lunga sul tremendo imbarazzo che sta a dir poco devastando la povera Julie, il suo tono di voce è diventato quasi un sussurro ma nonostante tutto non abbandona l’alterigia dei suoi odiosi modi di fare.
“Nick, siediti, non lo vedi che ci stanno guardando tutti? Mi stai mettendo in ridicolo, ma si può sapere cosa prende? Sei impazzito o cosa?”
Le mani di Julie si aggrappano disperate alla camicia di Nick cercando invado di trascinarlo giù per farlo mettere a sedere, nell’intero privè non vola una mosca: sono tutti attenti a gustarsi la scenetta che i due fidanzatini stanno generosamente offrendo.
Una smorfia irrisoria compare sul viso del mio amico.
“Vuoi davvero sapere cosa mi prende?”
La disgraziata annuisce cercando di assecondarlo per evitare ulteriori brutte figure.
“Mi prende che mi sono rotto le palle di questa farsa. Mi sono rotto le palle della vita che mi fai vivere. Mi sono rotto le palle di te! Ecco cosa mi prende!”
Al suono delle sue parole piomba il gelo intorno a noi, sgrano gli occhi nel sentirlo parlare in questo modo mentre la povera Julie, il cui viso sta ormai assumendo tutte le tonalità possibili e immaginabili comprese tra il rosso acceso e il viola scuro, balbetta con espressione spaesata e sconcertata parole prive di alcun senso logico.
“Ma che dici amore mio? Perché parli in questo modo, io…”
“Io…io…io…non sai dire altro. Sei talmente narcisista ed egocentrica da non esserti minimamente accorta che non ti amo; non sono mai stato innamorato di te Julie. Non ti sei mai accorta che ogni volta che facevamo l’amore io pensavo ad un’altra: c’era solo il suo viso nella mia mentre con foga penetravo il tuo corpo, mentre le mie mani stringevano la tua pelle…”
All’udire le sue atroci parole Julie scatta in piedi mettendoglisi di fronte come una furia, le sua mani stringono i lembi della sua camicia scuotendolo con violenza rischiando di fargli perdere il già precario equilibrio.
“Perché mi hai fatto questo brutto figlio di puttana? Cosa volevi da me? Cosa volevi?”
“Volevo solo provare a dimenticare lei!”

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


“Sei solo un bastardo…un fottuto bastardo!”
Amare lacrime iniziano a bagnare il volto di Julie che, in breve tempo, si ritrova ad essere scossa dai suoi stessi singhiozzi.
“Sei solo un bastardo!”
Ripete ormai come un disco incantato, con entrambe le mani spinge sul petto di Nick facendolo indietreggiare bruscamente fino a cadere rovinosamente come una pera cotta. È totalmente ubriaco, tanto da non riuscire nemmeno a stare stabilmente in piedi. Un fastidioso mormorio si è intanto alzato intorno a noi, tutti parlottano, commentano, ridono, ma nessuno prova a capire cosa sia realmente accaduto, a nessuno interessa davvero se questa “divertente” scenetta stia facendo soffrire qualcuno, nessuno aiuta Nick che, ciondolando, si rialza da solo, nessuno corre dietro Julie per chiederle come stia. Nessuno fa niente per nessuno: che triste verità. Guardo Steven cercando almeno in lui una benché minima diversità, mi sorride con dolcezza stringendo più forte le mie mani tra le sue sussurrandomi teneramente di stare tranquilla: ancora una volta è stato il mio viso a parlare per me, a denunciare la mia crescente ansia ancor prima delle mie parole.
“Qualcuno dovrebbe seguirla, dovrebbe dirle qualcosa, provare a calmarla, è troppo sconvolta per tornare a casa da sola…”
Steven fa spallucce.
“Non guardare me, non saprei cosa dirle, non sono proprio in grado di fare queste cose. Dico sul serio, rischiamo di trovarcela impiccata domattina se le parlassi io…”
“Lascia perdere…”
Rispondo inacidita, alzo gli occhi al cielo e mi metto in piedi; non saprei nemmeno spiegare il motivo delle mie azioni ma sono proprio io a seguire Julie, pur non sapendo davvero che pesci pigliare. Non ho la benché minima idea di dove iniziare per parlarle, ne tanto meno dove sia più giusto andare a parare, ma non posso lasciarla in questo stato. Faccio fatica a starle dietro per quanto cammina spedita in mezzo alla gente, fortunatamente riesco a raggiungerla poco prima che varchi la porta d’uscita, afferro il suo braccio con la mano costringendola a voltarsi verso di me.
“Julie, aspetta!”
Mi guarda irata con gli occhi pieni di sangue per la furia che la devasta.
“Che cosa vuoi ancora da me? Sei venuta a darmi il colpo di grazia? Avanti…so che non aspettavi altro per poterti vendicare delle mie frecciatine pungenti…”
“Ma che dici? Io non sono così, non potrei mai. Sono venuta a chiederti se avevi bisogno di qualcosa e per dirti di non dare ascolto a Nick, è totalmente ubriaco e sta solo farneticando, so bene quanto ha sudato per farsi notare da te e quanto impegno ci mette per essere come tu vuoi che sia. Credimi, lo conosco bene. Domattina, quando ricorderà ciò che è successo, sarà sicuramente pentito di quanto ti ha detto e…”
Il palmo aperto della sua mano colpisce in pieno il mio viso costringendomi a voltarmi dall’altra parte per la forza e l’inaspettatezza del suo gesto.
“Stai zitta! Devi solo chiudere quella cazzo di bocca. Non lo conosci quanto credi…è tutta colpa tua! Lasciami in pace stronzetta.”
Porto la mano sulla guancia dolorante mentre lei si divincola selvaggiamente dalla mia stretta e esce dal locale lasciandomi come una cretina a fissare le sue spalle che si allontanano attraverso la porta.
“Hey, tutto bene Alicia? Che è successo? Oddio scusami, sono stato solo uno stupido a non darti ascolto, credimi non sono un bastardo insensibile come adesso stai pensando, sono semplicemente imbranato con le parole. Vedi anche adesso sto facendo un casino…”
Le parole di Steven si insinuano tra i miei pensieri facendo scemare quelle di Julie dalla mia testa; sorrido con tenerezza, o almeno ci provo, la mia mano accarezza il suo viso per un breve istante.
“Tranquillo. Ho esagerato anche io prima…torniamo dagli altri.”
“Sei sicura vada tutto bene?”
Annuisco in maniera poco convinta.
“Era solo molto sconvolta…”
Le sue labbra si posano morbide sulla mia guancia ancora arrossata per lo schiaffo di Julie.
“Un bacio così la bua passa prima…”
I suoi occhi cercano i miei in uno sguardo sensuale, le sue dita accarezzano le mie labbra schiudendole appena, chiude gli occhi e lentamente il suo viso si avvicina al mio. Le nostre bocche ormai vicinissime stanno quasi per sfiorarsi quando un rumore sordo ci riporta di colpo alla realtà. Le braccia di Steven mi tengono stretta al suo corpo mentre intorno a noi la gente raggiunge il povero malcapitato che è ruzzolato per terra. Risatine divertenti e commenti pungenti si sprecano senza ritegno tra i presenti ma le parole trascinate di Nick riescono a sovrastare il mormorio.
“Porca puttana, vi ho detto di lasciarmi stare. Sto bene…sono solo inciampato.”
Si dimena come un animale in gabbia cercando di restare in equilibrio, cosa che evidentemente non gli risulta essere poi così facile. Mi libero dalla stretta di Steven, che si era fatta ancora più forte intorno al mio corpo tanto da togliermi quasi il respiro, e mi intrufolo tra la folla fino a raggiungere il mio amico. I suoi occhi si abbassano di colpo all’incontro con i miei, imbarazzato sembra voler scappare da me ma non sono disposta a farglielo fare. Mi avvicino a lui e, nonostante le sue accese proteste, faccio passare il suo braccio intorno alle mie spalle per fornirgli un appoggio più o meno stabile.
“Lasciami, Alicia, voglio andare a casa!”
“Devi essere pazzo se pensi che ti lasci andare via in questo modo…”
“Non voglio il tuo aiuto. Io non voglio l’aiuto di nessuno. Voglio solo essere lasciato in pace, perché non volete capirlo?”
Si dimena infuriato rischiando di far cadere sia lui che me per la goffaggine e la violenza dei suoi gesti, Steven prontamente corre a sorreggermi cercando di convincermi a lasciar perdere questo babbeo ubriaco.
“Dai andiamo, Alicia, ma lascialo perdere questo qui. Prima ha distrutto la vita a Julie come niente fosse e ora sbraita come una checca isterica contro di te. Non hai sentito che non ha bisogno dell’aiuto di nessuno? Lascialo solo come un cane, è questo che merita.”
Le braccia di Steven nuovamente si muovono verso di me per stringere il mio corpo allontanandomi con forza da Nick, sento che potrei davvero impazzire stasera.
“Steven lasciami in pace…”
Nuovamente mi libero dalla sua morsa con fare isterico gridando come una pazza appena uscita dal manicomio sotto lo sguardo allibito di Nick.
“E tu, invece di fare il bambino lagnoso, dammi le chiavi della tua macchina…”
Solo adesso mi rendo conto di quanto stia parlando in maniera alterata e decido saggiamente di smorzare i toni se auspico anche solo a una minima collaborazione da parte di Nick. Con la mano sposto la ciocca di capelli ricaduta sugli occhi del mio biondo amico e gli sorrido con dolcezza.
“…dai ti riaccompagno io a casa.”
Le sue labbra si inarcano disegnando un tenero sorriso sul suo volto. Mi porge le chiavi dell’auto sussurrando sommessamente:
“Come vuoi tu. Alicia…”
“Dimmi.”
“Grazie.”

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


Non me la sono mai cavata male a guidare ma, tra i tacchi alti e la potenza del motore della BMW di Nick, stasera faccio fatica a destreggiarmi; premo il piede sull’acceleratore, l’auto scatta di colpo in avanti schiacciandoci entrambi contro i sedili; ci metto un po’ per prendere dimestichezza con la macchina del mio amico e rendere fluida la mia guida, Nick adagia il capo sul poggiatesta e socchiude gli occhi cercando di placare il senso di nausea che lo pervade. Sospiro sonoramente mentre seguo attentamente la curva che sto percorrendo; non è stato facile convincere Steven a lasciarmi andare via, dopo la mia sfuriata ha ammorbidito i toni e voleva a tutti i costi seguirmi con la sua auto per poi riaccompagnarmi a casa, ma non era per niente il caso, non era così che doveva finire questa serata.
Manca oramai poco per raggiungere casa di Nick, scruto dallo specchietto retrovisore la strada percorsa e, ricordandomi solo adesso di Sandy, prendo il telefonino dalla borsetta digitando il numero della mia amica.
“Alicia, ma dove diavolo sei finita?”
Urla come una forsennata per sovrastare la musica assordante: è ancora all’Orange Club.
“Sono andata via…”
Non mi lascia nemmeno terminare la frase che, agitata, mi domanda con chi mi sia dileguata.
“Sono con Nick. Non era in grado di guidare fino a casa, era troppo ubriaco lo hai visto e…”
“Non sei la sua baby-sitter…”
La sua voce si colora di un fastidioso tono di rimprovero.
“…e Steven? Pensavo ti piacesse, eravate così graziosi insieme che pensavo che…”
“Non lo so, Sandy, Steven è stato carino con me ma io non potevo ignorare Nick, aveva bisogno di me…”
Non le lascio il tempo di replicare e attacco velocemente a corto.
“…dai ci sentiamo domani, sono arrivata a casa di Nick. Non brontolare che ti sento. Ciao tesoro e divertiti mi raccomando.”
“Mi raccomando a te. Ti chiamo domani.”
Metto il telefono in borsa mentre con l’auto percorro il vialetto posteggiando il più vicino possibile alla porta d’ingresso, slaccio la cintura di sicurezza del mio amico e, lentamente, inizio a scuoterlo con delicatezza.
“Hey, sveglia, siamo arrivati…”
Nick annuisce senza però dare segno di voler aprire gli occhi, sconsolata scendo dall’auto e raggiungo la portiera dal suo lato, la apro e lo aiuto a scendere.
“Forza appoggiati a me…”
Faccio passare il suo braccio intorno alle mie spalle e, a fatica, raggiungiamo la porta d’ingresso.
“Nick, dammi le chiavi…”
Fruga nelle tasche dei suoi pantaloni, non si regge in piedi e un’espressione inebetita compare sul suo volto quando lascia cadere nelle mie mani il mazzettino con le chiavi. Apro la porta e, stando attenta a non fargli centrare in pieno il muro, lo aiuto a entrare in casa. Nick sorride senza motivo lasciandosi cadere rovinosamente sul divano trascinando di peso anche me, la sua risata rumorosa riecheggia per tutta la casa mentre le sue mani stringono al mio corpo per una lieve tortura, i suoi movimenti sono più bruschi del solito e il mio vestitino, decisamente poco adatto per ruzzolare sul divano come se fossimo due bambini un po’ troppo cresciuti, si solleva quel tanto da lasciare completamente scoperte le mie gambe; di colpo il silenzio cala nella stanza portando con se un leggero imbarazzo. Mi divincolo dalle sue braccia ricomponendomi velocemente, con le mani aiuto il vestitino a scivolare nuovamente al suo posto; Nick mi fissa con uno sciocco sorriso sulle labbra, dritta di fronte a lui afferro le sue mani e con forza lo trascino verso di me per aiutarlo a mettersi in piedi.
“Forza Nicky, mamma mia quanto pesi…”
“Fai piano Alicia, gira tutta la stanza…”
“Certo…è la stanza gira non la tua testa…”
A fatica riesco a farlo alzare, poggio i palmi sulle sue ampie spalle e lo spingo con forza verso il bagno.
“Rinfrescati il viso e togliti le scarpe…”
Annuisce poco convinto fissando il vuoto,
“Pensi di essere in grado di farlo da solo?”
“Non sono ubriaco quanto pensi…”
Dicendo questo barcolla vistosamente rischiando di cascare rovinosamente.
“Certo che non sei ubriaco quanto penso….molto di più.”
Alzo gli occhi al cielo e mi reco in camera sua per disfargli il letto, non credo di averlo mai visto in queste condizioni e mi fa davvero un effetto stranissimo, l’alcool lo ha reso ancora più imbranato e infantile, ancora più bisognoso di attenzioni.
Sbandando per la stanza Nick mi raggiunge lentamente; indossa solo la camicia e i boxer, degli altri indumenti deve essersene liberato in bagno; con sguardo sornione si avvicina a me con le movenze delicate di un elefante.
“Forza mettiti a letto ora, almeno eviti di fare danni.”
Si lascia aiutare ad adagiarsi sotto le coperte, il mio sguardo si posa tenero sul suo viso per qualche istante mentre lo vedo impacciato cercare una posizione comoda.
“Forse dovresti togliere anche la camicia…”
Annuisce muovendo ampliamente la testa e si mette a sedere, le sue mani iniziano una guerra con i bottoni cercando invano di slacciarli; mi è difficile non sorridere divertita alla scena che mi si presenta d’avanti, passo una mano tra i suoi capelli sconvolti facendola scendere fino ad accarezzare il suo viso ancora troppo rosso per l’alcool.
“Lascia, ti aiuto io…”
Le sue guance si colorano di un rosso più acceso mentre le mie mani slacciano a uno a uno i bottoni della sua camicia mostrandomi lentamente il suo petto, il respiro di Nick diviene aritmico a ogni mio movimento e il silenzio intorno a noi inizia a farsi pesante. Sento i suoi occhi posarsi su di me e istintivamente abbasso il capo per evitare il suo sguardo, non mi sento per niente a mio agio e non ne capisco il motivo: di cosa mi preoccupo? In fondo la persona che ho di fronte è semplicemente Nick, ma non riesco a reggere più tutto questo silenzio.
“Sei completamente fuori uso, bello mio…”
Parole banali. Sorride inarcando solo la parte destra delle labbra portandosi una mano dietro la testa.
“Ho esagerato stasera, eh?”
Una risatina isterica accompagna le mie parole.
“Oddio direi proprio di si, ti guardavano tutti…e poi questa sarà dura da spiegare a Julie…”
Le mie mani si muovono sulle sue spalle facendogli scivolare di dosso la camicia lasciandolo a torso nudo, lentamente le dita di Nick sfiorano il mio viso per lievi carezze, indugiano sulle mie labbra disegnandone il profilo con delicatezza. Succede tutto il un istante, un battito d’ali troppo veloce per essere fermato, le sua labbra toccano appena le mie, si ritraggono per un istante per poi accarezzarle nuovamente, la sua mano sfiora la mia testa mentre la sua lingua spinge contro le mie labbra schiudendole appena per incontrare la mia e torturarla con dolci movenze. Il tempo sembra essersi fermato di colpo per noi. Nick allontana leggermente il suo viso dal mio calamitando i miei occhi nei suoi, sento l’imbarazzo accendermi il viso.
“Non mi importa nulla di Julie, è di te che sono innamorato.”
Non mi lascia il tempo di replicare, bacia nuovamente le mie labbra e si adagia sul cuscino abbandonandosi alle braccia di Morfeo. Senza staccare gli occhi dal suo viso porto una mano sulla bocca ancora umida dal suo bacio, Nick dorme beatamente, sul suo viso si è stampato un candido sorriso…nella mia testa rimbombano pesanti le sue parole.
“E’ di te che sono innamorato.”
Imbarazzata. Sconvolta. Confusa. Spaventata. Spiazzata. Delusa. Sconcertata. Felice. Eccitata. Un cocktail letale di emozioni attanaglia la mia essenza più nascosta.
Perché mi ha baciato?
Non riesco a non darmi una risposta, i miei pensieri sono prigionieri in un intrigato labirinto da cui non riescono a uscire, non voglio pensare che sia tutto frutto della sbornia ma non voglio accettare la risposta che le sue ultime parole mi hanno offerto…fa troppa paura.
“E’ di te che sono innamorato.”
Sono stremata sia fisicamente che psicologicamente, non ho le forze per mettermi alla guida della sua auto per raggiungere casa mia, prendo una felpa dal suo armadio, la indosso e mi reso nel salone dove stanca mi lascio cadere sul morbido divano, mi accoccolo in posizione fetale rannicchiandomi su me stessa, chiudo gli occhi e aspetto che il dolce canto di Morfeo conduca anche me tra le braccia portandomi lontana da questa realtà troppo complicata per essere vissuta.


______________________________________Angolo Autore_____________________________________
lo so, lo so....stavate aspettando questo momento già da un pò,
finalmente Nick si è liberato di quel peso che si portava dietro da un pò
e grazie a tutto l'alcool bevuto ha confessato il suo amore ad Alicia!
E adesso???
Beh adesso non vi resta che attendere LUNEDI per il prossimo aggiornamento.
Finalmente ho dato un senso/organizzazione ai miei aggiornamenti ^__^

Nick e Alicia vi aspetteranno ogni Lunedi e Venerdi!!!


Se nell'attesa vi viene voglia di leggere qualcos'altro di mio,
vi consiglio di cuore di dare un'occhiata a questa storia qui:



ad attendervi troverete Angel, James e Dunkan,
sono certa che non ve ne pentirete.
Alla prossima
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


Ancora non riesco a credere che abbia accennato il mio invito, sono mesi ormai che provo senza successo a chiedergli un appuntamento e, proprio quando avevo perso ogni speranza, la sua risposta affermativa mi ha piacevolmente spiazzata.
Sono stata ore a prepararmi per apparire perfetta ai suoi occhi, mi sento fremere, al solo pensiero del suo sguardo sul mio corpo il cuore batte forte nel mio petto accelerando il mio respiro.
Non ricordo nemmeno quando è stata l’ultima volta che ho provato un’emozione così intensa, ansia ed eccitazione si mescolano in un vortice di forti sensazioni dentro di me.
Puntuale come un orologio svizzero varco la porta del bar in cui mi ha dato appuntamento e con gli occhi tento di trovare il tavolo a cui è seduto ad aspettarmi, scruto attentamente la stanza intorno a me esaminando con minuzia tutto ciò che mi circonda, cercando quel piccolo dettaglio che mi permetterà di riconoscerlo: una rosa rossa dal gambo lungo poggiata sul tavolo. Un sussulto scuote il mio corpo. Eccolo: il mio Capitan Avena. E’ seduto di spalle, non riesco ancora a vedere il suo viso, a stento scorgo la sua sagoma; ogni passo verso lui stringe il mio cuore in una morsa rendendomi difficile il respirare, le mani iniziano a sudarmi e la bocca a farsi secca sempre di più man mano che mi avvicino a lui.
“Alicia aspetta…”
Mi volto di scatto, e sono molto sorpresa nel vedere la sagoma di Steven pararsi dinanzi a me.
“Che ci fai qui?”
“Ti ho seguita…”
“Cooosa? Ma sei impazzito?”
“Alicia tu mi piaci da morire…”
“Steven ho un appuntamento…non mi sembra il caso adesso…”
“No aspetta, non puoi andare…”
“Non hai sentito che non è il momento adesso. Sparisci.”
Una voce che conosco troppo bene interviene in mia difesa, non posso credere sia proprio lui, mi sento di morire quando incrocio i suoi occhi.
“James!”
“Alicia…non potevo non provare a fermarti…”
“A fermarmi? Non capisco…”
“Non posso perderti, pensavo anche tu ci tenesse ancora a me, che anche non facevi altro che pensare a me proprio come faccio io…ti prego torniamo insieme, voglio ricominciare la nostra fantastica avventura…”
“Ma che dici? Tu mi hai lasciato perché non mi amavi più, mi hai detto che tra noi non c’era più storia ormai…”
“Non ho mai smesso di amarti!”
Mi afferra le mani tirandomi verso di se, le sue braccia mi stringono forte mentre le sue labbra decise cercano le mie, sono vicinissime, stanno per sfiorarsi quando sento una voce a me familiare urlare disperatamente il mio nome supplicandomi di non farlo. I miei occhi si riempiono in un solo istante di calde lacrime con cui lotto per non ritrovarmi a piangere come una bambina.
“Adam sei tornato…”
Mi libero dalla stretta di James e butto le braccia al collo di Adam che mi stringe forte a se sollevandomi leggermente da terra, mi fa girare vorticosamente per un pò, mi sento la protagonista di uno struggente film d’amore persa nel suo abbraccio.
“Non ce la facevo a stare senza di te, sono venuto per portarti via…trasferisciti con me a Los Angeles…ti prego non dirmi di no!”
Non aspetta la mia risposta, le sue labbra si muovono provocanti sulle mie per un bacio carico di passione.
“Non puoi farmi questo…”
La voce di Nick si insinua prepotentemente tra di noi, allontano la mia bocca da quella di Adam per voltarmi verso il mio amico. Con una spinta allontana Adam per poi prendere di sbotto le mie mani e stringermi al suo corpo caldo, non mi lascia il tempo di reagire, la sua bocca cerca la mia, la sua lingua la inumidisce sensualmente mentre le sue mani si muovono lungo il mio corpo.
“Sono innamorato di te!”
“Brutto bastardo! Lasciala…”
James trascina Nick per un braccio spostandolo da me, i due iniziano a spintonarsi, Nick chiude la mano a pugno e colpisce il mio ex in pieno viso lasciandogli un vistoso segno rosso; anche Adam si unisce a loro prendendo per i capelli Nick permettendo a James di colpirlo con una ginocchiata allo stomaco. Urlo disperata chiedendogli di fermarsi ma nessuno dai tre sembra volermi dare ascolto, le lacrime scendono copiose dal mio viso, non so cosa fare per farli smettere.
“Vi prego, basta…smettetela…ma che vi prende? Piantatela…”
Non ricevo ne una risposta ne un minimo d’attenzione, mi guardo attorno disperata, il mio sguardo viene rapito di colpo dal suo tavolo ormai vuoto: Capitan Avena è andato via. Nuovamente sento una mano poggiarsi sulla mia spalla, un sussulto mi fa sobbalzare contraendo di colpo ogni singolo muscolo del mio corpo.
“Chi è?”
Apro di scatto gli occhi che, con difficoltà, si adattano alla semiombra della stanza, mi guardo intorno disorientata mentre lentamente le immagini trovano giusta collocazione nella mia memoria. Stropiccio gli occhi con le mani mettendomi a sedere, fisso per pochi istanti il suo viso permettendo al mio cervello di elaborare tutte le connessioni necessarie per riconoscere l’esile ragazzo biondo in piedi di fronte a me.
“Scusami, non volevo spaventarti.”
Il suo dolce sorriso riesce a placare il batticuore provocatomi dal brusco risveglio.
“Devo essermi appisolata…”
“Mi spiace di averti svegliato, pensavo avessi freddo.”
Stringo con le mani la coperta che mi ha adagiato sulle spalle accennando un sorriso.
“Mi hai salvato da un incubo.”
Sorride portandosi la mano dietro la nuca in un gesto che avrò visto fare mille volte a suo fratello quando è imbarazzato.
“…e grazie per la coperta, Nate.”
“Mio fratello è pessimo come ospite, ti ha lasciato dormire sul divano invece di cederti la sua stanza e non ti ha dato né un cuscino né una coperta; a volte mi domando se non sia cresciuto in uno zoo…”
Rido divertita alla sua buffa espressione.
“Ma dai, poverino. In realtà sarei dovuta tornare a casa ma ero troppo distrutta per guidare.”
“E giustamente stavi riposando, almeno fino al mio arrivo. Che ne dici se ti preparo una bella cioccolata calda per farmi perdonare?”
Guardo l’orologio: è quasi l’alba, ormai non ho più sonno e un po’ di dolcezza non può farmi che bene.
“Direi che mi piace l’idea.”
Nate mi porge la sua mano per aiutarmi ad alzarmi e mi conduce in cucina dove prendo posto e lo osservo destreggiarsi tra i fornelli.
“Beh, cosa avete fatto di bello tu e mio fratello per tornare
a casa così distrutti?”
La sua voce non nasconde la malizia delle sue parole.
“Una serata tremenda, credimi. Tu piuttosto, piccoletto, sei tornato quasi all’alba, dove te ne sei stato in giro? Eri con qualche dolce e bella fanciulla, confessa!”
Una sciocca risatina accompagna le mie frasi, Nate sorride scuotendo la testa e, pogendomi la tazzona fumante di cioccolata, prende posto di fronte a me.
“Ero in giro con degli amici, nulla di particolare e nessuna nuova ragazza nel mio letto, come puoi ben vedere.”
“Potresti essere stato anche tu nel suo letto.”
Lo guardo maliziosa per poi scoppiare a ridere seguita a ruota da lui, passa una mano tra i miei capelli scombinandoli ancora di più.
“Passi troppo tempo con mio fratello. Decisamente troppo.”
Un velo di malinconia ricopre il mio viso.
“Forse una volta.”
“Ora c’è Julie, Nick non è mai stato in grado di gestire due cose contemporaneamente, non è capace di ragionare per priorità, non sa regolarsi.”
Non mi va di sentir parlare di suo fratello adesso, le sue parole tormentano ancora i miei pensieri e il sapore delle sue labbra è ancora troppo vivo sulle mie.
“Davvero buona questa cioccolata.”
Nate sembra cogliere al volo il mio voler cambiar discorso e mi lascia fare, era da tanto che oramai io e lui non ci incrociavamo in giro, più o meno da quando ho smesso di frequentare casa loro, o forse ancora da prima; la sua spensieratezza è così contagiosa da riuscire ad affievolire le voci confuse che riecheggiano nella mia testa e a farmi ridere di gusto. Sorseggio la mia cioccolata e mi gusto le nostre chiacchiere frivole: un epilogo più insolito per questa serata non sarei riuscita mai ad immaginarlo.


_______________________ANGOLO AUTORE_______________________________________________
Lo so, lo so...attendevate il risveglio di Nick e Alicia,
e invece....

A venerdi!!!


Non lo faccio mai ma voglio ringraziare le mie "commentatrici" di figura!!!
Vi adoro *___*


Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


Le prime luci del mattino, che si insinuano tra le persiane ancora semichiuse, illuminano i nostri visi, Nate sorride raccontandomi l’ennesimo aneddoto divertente su una delle sue sorelle, ho le mandibole doloranti per quanto ho riso per le sue storie buffe, mille smorfie si susseguono sul suo viso, il suono squillante della mia risata si unisce a quello greve della sua fino a che un rumore assordante proveniente dal salone non zittisce entrambi di colpo.
“Porca puttana!”
La voce di Nick rimbomba altisonante per tutta la casa, guardo Nate inquieta per poi seguirlo nella stanza accanto dove Nick, ancora accucciato a terra, fa venire giù il Paradiso con le sue bestemmie. Prende una scarpa da terra, la mia scarpa, e la scaraventa in fronte alla porta con violenza e rabbia, sembra non essersi accorto della mia presenza, guarda Nate con lo sguardo da pazzo criminale e, con foga, inizia ad urlargli contro.
“La prossima volta che porti una troietta a casa dille almeno di stare attenta a dove cazzo mette la sua fottuta roba, sono stato chiaro porca puttana?”
“Veramente quelle scarpe sono le mie…”
Non lascio il tempo ad Nate di rispondergli, senza alzare gli occhi per evitare l’imbarazzo di un eventuale incontro con i suoi. Nick nel vedermi ha un sussulto che gli fa sgranare gli occhi.

“Che ci fai tu qui? Anche con mio fratello vai adesso?”
Non riesco a credere alle sue parole, sembra evidente che non ricordi perfettamente nulla di ieri notte e, non tanto velatamente, mi sta dando della troia. Non riesco a rispondergli, mordicchio le labbra per respingere dentro le odiose lacrime che sento premere con forza contro i miei occhi.
“Nick, ma che cazzo dici?”
È Nate a dare voce ai miei pensieri. Nick mi scruta disperato.
“Se non sei venuta con lui, mi spieghi che ci fai qui? Che è successo ieri? Cristo Santo, se lo sapesse Julie sarei un uomo morto. Te ne rendi conto? No, che non te ne rendi conto, in fondo a te cosa importa, Julie non ti è mai andata a genio…”
Continuo a non rispondere e con lo sguardo chiedo supplichevole a Nate di fare lo stesso, quando fa così è meglio lascarlo perdere tanto non ragiona.
Nick continua a borbottare da solo imprecando come un ossesso.
“Faccio una doccia e ti riaccompagno a casa!”
Sentenzia severo, annuisco sempre in silenzio senza alzare lo sguardo, sento un nodo stringere forte la mia gola rendendomi difficile respirare.
“Lascia stare Nick, riaccompagno io Alicia a casa…”
Nate cerca i miei occhi sorridendomi.
“…se per te va bene.”
“Grazie.”
“Fate come vi pare!”
Nick ci volta le spalle e scompare dietro la porta della sua camera da letto. Prendo le mie scarpe e seguo Nate in auto cercando di non scoppiare in lacrime come una bambina, faccio di tutto per non dare spazio ai mille perché che si fanno largo tra i miei pensieri: perché non sono riuscita a rispondergli a modo come ho sempre fatto? Perché non gli ho raccontato di Julie? Perché ho saputo solo stare in silenzio come una stupida? Perché non ho accennato al suo bacio? Perché fa tutto così male?
Presa dalle mie farneticazioni mi rendo conto che siamo arrivati fuori casa mia solo quando sento ammutolirsi il motore dell’auto.
“Grazie Nate.”
Bacio le sua guancia ruvida e faccio per scendere dall’auto quando lui mi blocca afferrando il mio braccio.
“Hey tutto bene? Non hai detto una parola da casa mia a qui.”
Annuisco sforzandomi di sorridere per rendere più veritiere le mie parole.
“Sono solo stanca.”
“Sai bene come è fatto mio fratello, di mattina ragiona ancor mano del solito e poi…”
Non ho voglia di ascoltare le sue parole e prontamente lo interrompo.
“Già, meglio che vada adesso.”
Donandomi un tenero sorriso mi lascia andare.
“Ciao Alicia.”
Scendo dall’auto e, con la velocità di un bradipo, raggiungo il cancello d’ingresso del mio palazzo. Vorrei riuscire a spiegarmi queste sensazioni contrastanti che mi stanno arrovellando il cervello ma non ne sono capace, sospiro rumorosamente mentre infilo la chiave nella serratura, ho solo voglia di rintanarmi nel mio mondo aspettando che i miei pensieri trovino un po’ di pace e la smettano di fare tutto questo rumore nella mia testa. Mi lascio cadere senza forze sul divano e inizio a fissare il soffitto, il bianco del muro che mi sovrasta dona pace ai miei occhi. Senza il mio permesso nella mia mente iniziano a susseguirsi sfocate immagini della serata trascorsa, pensare che avrei voluto semplicemente prendermi una pausa dalla mia vita, non faccio altro che ripetere che non voglio mettermi in gioco ma a quanto pare inconsapevolmente ne sono stata risucchiata. Tutto ciò che chiedevo era di guardare la mia vita da osservatore per un po’ fingendo che sia quella di un’altra, ma a quanto pare proprio non si può. Ho il cervello che mi scoppia eppure non saprei dire qual è il pensiero che mi turba maggiormente, ho un caos emotivo così forte dentro da non sapere dove iniziare per venirne fuori. Lascio libere le lacrime trattenute fin troppo e mi abbandono a un pianto disperato, i singhiozzi scuotono il mio corpo e la voce esce lamentosa dalla mia bocca: sto troppo male.
Sfioro le labbra con le dita in un gesto insicuro, il ricordo della sua bocca sulla mia fa sussultare il mio cuore, le emozioni intense che quel bacio mi hanno provocato mi tolgono il respiro come un pugno dritto allo stomaco al solo ricordo.
Perché mi hai baciato Nick?
Sono arrabbiata e delusa al tempo stesso, quel bacio io non lo volevo eppure non l’ho respinto, quel bacio io non lo volevo e adesso mi sento morire perché lui non ne serba il ricordo, quel bacio io non lo volevo eppure è stato il più dolce e sensuale che abbia mai ricevuto. Continuo a piangere nella solitudine del mio appartamento stringendo tra le mani un cuscino fino a che la stanchezza non ha il sopravvento facendomi cadere in un sonno profondo.

Lentamente apro i miei occhi al mondo senza muovere alcun muscolo del mio corpo, ho dormito per ore ma non ho alcuna intenzione di muovermi da questo divano, cerco il telecomando con la mano e accendo la tv per un frenetico zapping senza senso: tutto mi riporta ai miei pensieri contorti. Sono a dir poco insofferente, passa poco e anche la televisione inizia a urtarmi, la spengo con furia gettando il telecomando sul divano e mi metto in piedi; camminando come uno zombie vado in bagno dove mi concedo una rilassante doccia calda, lascio che il mio corpo sia lentamente avvolto dal vapore, chiudo gli occhi e, nel silenzio, ascolto lo scroscio dell’acqua.
Perché non riesco a smettere di pensare a te?

 

 

_______________________________Angolo Autore__________________________

Probabilmente l’incontro tra Nick e Alicia

non è stato esattamente come lo avevate immaginato,

lo so…ma non odiatemi!!!

A lunedi!!!

 

Se avete voglia di leggere altro, passate qui e lasciatemi due paroline.

Ne sarei felice.

Si può morire di solitudine?

E’ una storia un po’ triste, ma…

 

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


Image and video hosting by TinyPic

Nuovo messaggio di posta:
“Principessina mia dove sei?
Non sai quanto ho bisogno di te in questo istante, sei l’unica che può capirmi davvero, l’unica che almeno prova ad ascoltarmi senza giudicarmi e senza darmi addosso, l’unica che può dirmi qual è la cosa giusta da fare, l’unica che forse può aiutarmi a capire cosa ho davvero dentro in questo momento…anche se in fondo mi chiedo: se le cose non sono chiare neanche a noi stessi come possono mai esserlo per gli altri?
Chiediamo agli altri di essere capiti perché non siamo capaci di farlo noi stessi, perché così è tutto molto più semplice, perché quando ci si presentano verità troppo scomode per essere accettate cosa c’è di più facile del nascondersi dietro la solita frase:
'Nessuno mi capisce!'
Io povero incompreso in questo modo di menefreghisti che non si preoccupano di guardare dentro di me…ma io mi soffermo mai a guardarci davvero? Io so davvero cosa mi passa per la testa? So cosa significa tutto quello che provo?
E tu?
Piccola principessa, tu sai davvero cosa hai dentro di te?
È che quando di colpo ti ritrovi a provare emozioni troppo forti dopo tanto tempo, forse eccessivo, rischi di perdere il controllo, è come una passeggiata ad alta quota, l’aria fresca che arriva nei tuoi polmoni è talmente pura che ti fa girare la testa, perdi quasi l’equilibrio per quanto non ci sei abituato, così pura che quasi non riesci a respirare…ma quando ti ci abitui, beh allora non puoi più farne a meno…
Sono in alta quota principessa…
…e non voglio scendere più da qui…mai più…
Purtroppo non è così facile restarci, la felicità non è mai facile, e tu lo sai bene, Principessa, è tutto fugace, tutto così precario, così improvviso…
A te come è andata poi la serata ieri? Sei riuscita a non pensare come volevi?
Non so più come dirtelo: alienarsi dalla propria vita non serve a risolvere i problemi.
Piccola dalla vita vera non si può fuggire per sempre.
Ora ti devo salutare, ti abbraccio piccolo angelo.
Il tuo Capitano Avena

Ps: queste poche righe le ho scritte solo per te …per ricordarti che io ci sarò sempre:
Se tu sapessi con quanto amore seguo i tuoi passi
Se tu sapessi con quanto amore
asciugo le tue lacrime
Se tu sapessi con quanto amore
ti prendo per mano affinché tu non cada
Se tu sapessi con quanto amore ti guardo
mentre annaspi nel caos della vita
E ogni istante, minuto, ora
della giornata ti sono accanto.

Inarco il lato destro della bocca per un sorriso smorzato , apro il media player del pc, seleziono uno dei brani che mi ha inviato il mio dolce amico virtuale e inizio a smanettare la mia mail.

Scrivi nuovo messaggio di posta:
“Perché è complicato capire se stessi?
A quanto pare oggi ci troviamo di fronte allo stesso dilemma e, a quanto sembra, nessuno dei due ha la più pallida idea di quale sia la risposta giusta.
Volevo solamente prendermi una pausa…
Chiedevo davvero così tanto?
Non ho ancora metabolizzato l’essere stata lasciata da Adam che mi ritrovo a dover affrontare qualcosa di ancora più grande e questa volta non penso di farcela.
Un bacio…un semplice bacio…un dolce e intenso bacio…
E sento che tutto è cambiato tra noi…
Pensi sia possibile nascondere così bene i nostri sentimenti? Tenerli repressi per così tanto tempo per poi lasciarli venir fuori di colpo, così improvvisamente, così senza controllo, così inopportuni da fare solo un gran terrore?
Un bacio…il suo bacio…non ho mai ricevuto un bacio così…
Si…in quel bacio c’era qualcosa di diverso, non posso negarlo, ma non saprei dirti cosa e nemmeno ho voglia di provare a chiedermelo perché in fondo quel bacio lo ricordo solo io…
Potrei davvero perdermi questa volta…
Sono troppo stanca, ho bisogno solo stendermi adesso..
Notte mio dolce capitano…
Almeno tu, non cambiare mai!!!
La tua Principessa Favilla.”

Aspetto che sullo schermo del pc compaia l’icona che mi comunichi che la mail è stata inviata con successo e torno a vegetare sul divano fino a che è il suono del citofono a disturbarmi. Lo lascio suonare per un po’ nella vana speranza che lo scocciatore desisti e vada via poi finalmente mi decido a rispondere con un filo di voce.
“Chi è?”
“Apri! Sono io.”
L’unica persona che conosco che risponde in questo modo così sciocco al citofono è lui, la sua voce mi trapassa l’anima, non voglio vederlo, non voglio ascoltarlo, non adesso.
“Nick va via, voglio restare sola.”
“Alicia, ma…”
“Vattene!”
Riaggancio la cornetta senza lascargli il tempo di replicare e torno a sedermi sul divano, lentamente le lacrime iniziano a bagnare il mio viso lasciando un’amara scia, fisso la tv ma l’unica immagine che i miei occhi mi ripropongono è il suo viso; disperata affondo la testa nel cuscino e mi abbandono ai singhiozzi che mi scuotono tutta.
Non posso continuare ad andare avanti così.

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


Non è possibile: carica come un mulo di buste della spesa sono stata sorpresa da un temporale, lampi e tuoni si susseguono senza sosta e l’acqua viene giù fitta fitta, logicamente sono senza ombrello e questa maledetta pioggia mi sta penetrando fin dentro all’intimo. Lo sapevo che non dovevo muovermi da casa stamattina, lo avevo detto che sarei dovuta restare sotto al mio tetto, almeno sarei rimasta all’asciutto. E invece no.
Mi giravo e rigiravo nel calduccio del mio letto già da un po’, la sveglia era suonata ormai da un pezzo ma non riuscivo in alcun modo a dare il buongiorno a questo nuovo giorno, volevo restare a dormire, volevo continuare a sognare, volevo stare fuori dal mondo almeno un altro poco di tempo…e avrei fatto bene a farlo. Tutto quello che volevo era godermi la solitudine della mia casa; in questi giorni ho imparato a mie spese quanto è dura averne un po’ quando la si desidera davvero,  ci si ritrova da soli sempre e solo quando l’unica cosa che si desidera è invece un po’ di compagnia, la vita è piena di contraddizioni, non c’è che dire, e tutto questo ne è un palese esempio. Sono giorni ormai che esco di casa solo se strettamente necessario, evito di rispondere a telefono e fingo di non essere in casa al suono del citofono, sono giorni ormai che per il mondo non esisto, fuggo da chi mi cerca per scappare forse dall’unica persona che davvero non vorrei incontrare almeno per un po’: Nick. Non saprei spiegare bene neanche a me stessa il motivo per cui ce l’ho così tanto con lui, non saprei se è per quel bacio con cui ha rovinato tutto ciò che avevamo, rompendo quel già precario equilibrio che avevamo trovato con l’uragano Julie, o per le sue parole offensive del giorno dopo, non saprei se la mia rabbia è dettata dal caos che quel suo bacio inaspettato ha provocato dentro di me o perché ormai sento l’imbarazzo colorare il mio viso se solo immagino i suoi occhi posarsi nei miei per un fugace sguardo.
Continuavo a rigirarmi nel letto insofferente crogiolandomi nel calore delle mie coperte. Ha provato in tutti i modi a scusarsi con me, ha intasato la mia segreteria con i mille messaggi che mi ha lasciato, voleva semplicemente parlarmi ma non gliene ho dato l’opportunità e non so se sono ancora pronta a farlo; ho bisogno di stare un po’ di tempo lontana da lui per capire perché mi sento così adesso, per trovare il coraggio di pormi quella domanda che mi paralizza al solo pensiero, quella domanda a cui sto cercando con tutta me stessa di non dare una risposta perché potrebbe essere troppo pericoloso per il mio cuore.
Lentamente ho aperto gli occhi e ho aspettato che si siano abituati alla luce della stanza.
“Buongiorno mondo.”
Senza forzare i miei movimenti finalmente mi sono alzata; per prima cosa ho acceso il computer per leggere la mail mattutina del mio Capitan Avena, come al solito mi sono ritrovata a sorridere per le sue dolci parole, ultimamente il nostro rapporto è diventato ancora più intenso, in fuga dal mondo, lui è diventato il mio unico punto di contatto con esso.

Scrivi nuovo messaggio:
“Buongiorno anche a te mio dolce angelo…
Anche stamane non avevo alcuna voglia di alzarmi dal mio lettino, e non ti nascondo quanto desideravo condividere quel calore con te…
Oggi mi sono svegliata con una strana voglia: pattinare sul ghiaccio…eh si, è una delle poche cose che ancora adoro del periodo invernale, riesce a farmi tornare bambina…è una sensazione che adoro…una sensazione che per quest’anno non penso di riuscire a concedermi…sarà per il prossimo anno…
Purtroppo tra un po’ mi tocca uscire, ho il frigo quasi completamente vuoto e, se non voglio rischiare di ritrovarmi senza cibo, devo per forza mettere piede fuori casa…
Meglio dare inizio a questa giornata!
A stasera, capitano, ti adoro.
Principessa Favilla.”

Ho cliccato sull’icona d’invio e mi sono allontanata dal pc per iniziare a vestirmi, con fare distratto ho preso i vestiti dall’armadio evitando il solito tutone, ho messo un filo leggero di trucco sul viso per non sembrare uno zombie, ho indossato il giubbino più pesante che ho e, a malincuore, sono uscita di casa; convinta mi sono diretta verso la mia auto per scoprire l’odiosa verità: ero rimasta a piedi. Eh si, proprio stamattina la mia stupida macchina ha deciso allegramente di non partire.
Ed eccomi qui: bagnata fino alle ossa sulla strada verso casa che continuo a imprecare contro il mondo intero. Mi accosto al muro non appena sento il rombo di un’auto farsi sempre più vicino, per come è iniziata questa giornata ci manca solo il solito cretino che accelera proprio sulla pozzanghera facendomi una bella doccia di fanghiglia; impegnata nel mio tentativo di mimetizzarmi con l’intonaco del muro salto letteralmente al suono del clacson alle mie spalle, di scatto mi volto verso la strada pronta a imprecare contro il povero malcapitato che ha osato urtare il mio sistema nervoso per poi bloccarmi di colpo quando scorgo i lineamenti del suo viso. Resto imbambolata come un’idiota ancora una volta senza riuscire a dire una parole. Non so se ridere o piangere per il paradosso di questa situazione, tra tanti essere umani presenti sulla faccia della terra ho incontrato proprio la persona da cui sto scappando. Nick si sporge verso il posto del passeggero abbassando il finestrino.
“Hai intenzione di continuare a bagnarti o ti decidi a salire in macchina?”
Voglio continuare a bagnarmi, tutto pur di non dover passare del tempo conte.
“Allora?”
Mando giù la saliva cercando dentro di me una forza che non sono certa di avere, apro la portiera e salgo in auto.
“Ci voleva così tanto?”
Non rispondo e volgo lo sguardo fuori dal finestrino, sento i suoi occhi posarsi su di me, avverto il suo sguardo cercare il mio per poi posarsi distrattamente sulla strada. Sospira rumorosamente prima di iniziare mestamente a parlare con voce sommessa.
“Sei bagnata come un pulcino…”
Mi costringo a voltarmi verso di lui e abbozzo un mezzo sorriso, l’atmosfera tra noi non è mai stata così pesante.
“Già…”
Faccio una piccola pausa per poi aggiungere banalmente.
“…spero davvero di non ammalarmi giusto per Natale!”
“Speriamo non succeda, sarebbe una vera sfiga.”
“Eh si…”
Nuovamente cala il silenzio tra noi, abbiamo così tante cose da dirci ma nessuno dei due sembra aver voglia di parlare adesso, nessuno dei due sembra essere capace di farlo.
La strada verso casa mia non mi è mai sembrata così lunga ma finalmente siamo arrivati, senza guardarlo, apro la portiera e scendo dall’auto.
“Grazie!”
Nick toglie le chiavi e con foga scende dall’auto senza proferir parola, si avvicina a me con espressione seria e chiude la macchina premendo il pulsante sulla chiave. Sgrano gli occhi e con espressione interrogativa osservo la scena, Nick sfila le buste della spesa dalle mie mani e, con voce altera, mi dice di muovermi a entrare nel cancello.
“Sono in grado di farlo da sola!”
Ignora le mie parole e, quasi con forza, mi spinge dentro casa, non curante della sua presenza mi reco in cucina, mi segue in silenzio, poggia nervoso le buste sul tavolo e di scatto afferra le mie spalle costringendomi a voltarmi verso di lui.
“Adesso basta Alicia, ne ho le scatole piene di questa situazione, io e te dobbiamo parlare!”
“Non c’è niente da dire…cosa vuoi?”
“Cosa voglio? Ho perso il conto delle volte che ho provato a telefonarti, non ricordo quante volte ho suonato al tuo citofono senza ricevere una tua risposta…e sapevo benissimo che eri in casa. Ti sembra tanto pretendere una spiegazione?”
“Io…”
Non mi lascia la possibilità di interrompere la sua valanga di parole.
“Volevo solo scusarmi con te per come mi sono comportato l’altra mattinata, non dovevo trattarti come ho fatto, non ricordavo nulla della sera prima, ero confuso e poi il vederti con mio fratello mi ha…ecco…io non…mi sono…”
E come un uragano che spazza via tutto ciò che incontra, le sue parole mi travolgono, la dura corazza che avevo indossato per difendermi da lui si è sgretolata come neve al sole non appena i suoi occhi disperati si sono specchiati nei miei. Sfioro la sua guancia con la punta delle dita, sorride rilassando i muscoli del viso e mi stringe forte a se.
“Rischiavo di diventare matto continuando così…”
Le lacrime bagnano ormai copiose il mio viso mentre un dolce tepore riscalda il mio cuore al contatto con il suo petto.
“…Alicia io…”
Poggio un dito sulle sue labbra.
“Shhh…è passata…”
Continua a fissarmi intensamente accarezzando con le labbra la punta del mio dito inarcando malizioso le labbra, lentamente avvicina il suo viso al mio, il cuore smette di battere nel mio petto e inconsapevolmente schiudo leggermente le labbra, la sua bocca si poggia morbida all’angolo della mia.
“E’ meglio se vai a cambiarti adesso, rischi di ammalarti…”
“Eh, già…”
Nuovamente il rossore colora il mio viso, delusa lentamente mi libero della sua stretta e faccio per allontanarmi dal suo corpo quando le sue braccia si stringono un'altra volta intorno alla mia vita.
“Hey che ti prende scimmione?”
“Mi prende che, se non lo faccio, impazzisco!”
Le sue labbra sfiorano appena le mie per poi posarsi con decisione su esse, si muovono lentamente accarezzandole con dolcezza, la sua lingua ne disegna il contorno lasciandole sensualmente umide. La sua mano inizia ad accarezzare le mia nuca mentre la sua lingua cerca la mia per una danza travolgente dal sapore infinito. Allontana il suo viso dal mio e lascia che i nostri sguardi si incrocino.
“Sarei impazzita se non lo avessi fatto!”
Nick poggia con dolcezza le sue morbide labbra sulla mia fronte destandomi dal mio sogno ad occhi aperti, nessun bacio passionale o gesto sensuale tra noi due, solo un casto bacio fraterno.
“Cerco qualcosa da mangiare mentre ti fai una bella doccia calda…poi pranziamo fuori e per il pomeriggio ho una sorpresina per te, quindi non pensare nemmeno a dirmi di no…”
Con decisione mi fa girare su me stessa indirizzandomi verso la stanza da bagno.
“E chi ci prova a contraddirti oggi…”
“Brava…e non farmi aspettare troppo che ho troppa fame e rischio di svuotarti il frigorifero, sei stata avvisata eh!”
Alzo gli occhi al cielo e sospiro rumorosamente borbottando a voce alta quel tanto per farmi sentire, distrattamente prendo degli abiti puliti dall’armadio e vado in bagno chiudendo a chiave la porta dietro di me. Nella solitudine della stanza nuovamente si fanno spazio prepotentemente le immagini con cui mi aveva ingannato poco fa, i sensi si accendono al solo ricordo delle sue labbra sulle mie colorando di imbarazzo il mio viso, non posso crederci: sto fantasticando su Nick, il mio migliore amico, è tutto così assurdo!
Scuoto la testa con veemenza cercando di allontanare questi sciocchi desideri e lascio che lo scroscio dell’acqua porti via con se le mie stupide voglie, il vapore circonda il mio corpo espandendosi nella stanza e coprendomi dalla vergogna dei miei pensieri. Mi lascio avvolgere dalla sensazione di calore che pervade il mio corpo al contatto con l’acqua che lo bagna allontanando i miei pensieri da me. Nick bussa con veemenza alla porta del bagno svegliandomi ancora una volta dalle mie fantasie.
“Ti ci sei addormentata sotto quella doccia?”
Sospiro girando la manopola del rubinetto.
“Un attimo e arrivo!”

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


“Mi dici dove stiamo andando?”
Guardo fuori dal finestrino cercando di trovare qualche indizio per orientarmi, ma è tutto inutile, io e le strade siamo due mondi a parte, riuscirei a perdermi ad un isolato di distanza da casa mia. Nick ridacchia divertito spingendomi leggermente, come per scuotermi dalla mia apparente concentrazione.
“Possibile che non hai ancora capito dove siamo? Ma sei un disastro… però ora so cosa regalarti a Natale: un bel navigatore satellitare, sai com’è? Non vorrei doverti recuperare in qualche paese sperduto della Florida quando esci per fare la spesa…”
“Ma dimmi un po’ quanto sei cretino, eh?”
“Non per niente siamo amici…”
“Pensa a guidare va.”
Accendo lo stereo cercando una canzone decente tra le stazioni radio, la musica che si diffonde dalle casse riempie il silenzio tra noi isolandoci nei nostri pensieri. Lo ammetto, questa volta ho rischiato davvero di restare impigliata nella rete delle mie turbe mentali, la mia paura di non riuscire a superare l’imbarazzo di un suo sguardo è stata ben presto sconfitta e i miei desideri prontamente placati per evitare di complicarmi la vita inutilmente, troppe volte dopo la fine della storia con James mi sono lasciata guidare nei miei gesti da ardenti passioni che finivano sempre per rivelarsi flebili fuochi di paglia, questo nessuno meglio di Nick può saperlo, sembra proprio che io non abbia ancora imparato ad ascoltare e capire i battiti del mio cuore.
“Ti sei addormentata?”
“Eh?”
Con aria svampita di chi è appena cascato dalle nuvole mi volto verso di lui.
“Eppure a volte vorrei poterti leggere nel pensiero…”
“Non sarebbe così divertente…”
Mi scruta serio qualche istante per poi tornare a guardare la strada.
“Ah no?”
“…i miei pensieri mica sono sciocchi come i tuoi, finiresti per perderti…”
“Poi toccherebbe a te venirmi a salvare…”
Il tono rauco della sua voce fa correre un brivido lungo la mia schiena, deglutisco sorridendo come una scema sperando non si accorga della mia reazione.
“Non penso proprio…non ho mica tempo da perdere io.”
“Ti odio, ringrazia Dio che siamo arrivati altrimenti ti lasciavo in strada poi volevo vedere se eri così simpatica.”
“Scimmione!”
Gli faccio una linguaccia e guardo fuori dal finestrino mentre Nick parcheggia l’auto, non posso crederci, ho gli occhi che brillano coma una bimba il giorno di Natale, porto le mani al viso come per trattenere le mie emozioni. Nick sfiora la mia testa teneramente e mi sussurra con dolcezza.
“Non sembra Natale se non si va a pattinare sul ghiaccio, ricordo bene o sbaglio?”
Gli stampo un bacio sulla guancia.
“Ti adoro, Nick!”
Si porta una mano dietro la testa e nasconde il suo imbarazzo dietro un candido sorriso.
“Beh vogliamo restare a contemplare il palazzetto dalla mia auto o entriamo per pattinare?”
Non me lo lascio ripetere due volte, in un istante sono fuori dalla macchina ad attenderlo.
“Eh dai Nick, muoviti….”
Alza gli occhi al cielo camminando verso di me, lascia scivolare la sua mano all’incrocio con la mia e ne intreccia le dita, insieme ci dirigiamo verso l’entrata; senza farmi vedere guardo le nostri mani, poi il suo profilo e mi ritrovo a sorridere del calore del nostro contatto.
Avevo dimenticato quanta gioia mi donasse il pattinare sul ghiaccio e quanto fosse divertente farlo con Nick, è così goffo quando si muove, sembra un bambino che sta imparando adesso a muovere i suoi primi passi, rido divertita vedendolo ruzzolare per l’ennesima volta sulla pista.
“Ma la smetti di ridere, eh? Come diamine fai a muoverti come fai su questi cosi malefici?”
“Semplice, non sono una balena come te…”
A fatica si mette in piedi e riesce a trovare un equilibrio decisamente troppo precario.
“Basta! Ci rinuncio! Mi metto sugli spalti seduto a guardati prima che mi rompa l’osso del collo…”
Pattino verso di lui prendendo le sue mani tra le mie.
“Noo dai. Ti aiuto io. Per prima cosa rilassati che sembri un pinguino…”
“Ma che spiritosa…”
“…non è difficile: vieni avanti con il destro…bravo, adesso il sinistro…destro…ecco, così…resta in equilibrio…guarda me e non i tuoi piedi…bravissimo, lo vedi che non era poi così difficile?”
Nick segue i miei movimenti facendosi guidare dal suono della mia voce, le sue mani avvolgono le mie mentre pian piano sul suo viso si disegna un lieve sorriso.
“Ora provo a lasciarti…”
Dicendo questo faccio scivolare lentamente le mie mani dalle sue. Mi fissa impaurito.
“Non lasciarmi…”
“Sono qui e tu ormai hai imparato: Nick sai pattinare.”
Senza rendermene conto mi ritrovo a urlare di gioia come una bimba e a gettargli le braccia al collo, il mio slancio, forse troppo focoso, fa perdere la sua già insicura stabilità al mio amico che casca a peso morto trascinando anche me con lui, restiamo a fissarci qualche istante prima di scoppiare in una fragorosa risata.
“Oddio sono distrutto…”
Mi stringo forte al suo braccio mentre facciamo ritorno alla sua auto, sfiora il mio viso con dolcezza regalandomi un tenero sorriso.
“Grazie per questo stupendo pomeriggio, scimmione.”
“Sono io che devo ringraziarti forse per troppe cose, Alicia.”

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


Scrivi nuovo messaggio:
“La luna sta nascendo ora!!!
Lentamente illumina il cielo e mi parla di te!
Le sto chiedendo di riportarti presto da me...ma lei è gelosa del tuo splendore, e tace... E io resto in silenzio ad aspettare di sentire il rumore dei tuoi passi, resto in attesa di sentirti arrivare da me per smettere di sentire tutto questo freddo nel cuore…
Sei lontano mio capitano…
Sempre più lontano da me…
Cosa ci sta succedendo? Cosa sta succedendo a te?
Sto imparando ad accontentarmi dei ritagli di tempo che puoi concedermi ma mi manchi da morire, mi manca il sentirti mio come accadeva prima o forse egoisticamente mi manca il sentire che hai bisogno di me…
So che tutto ciò che stai leggendo in questo momento ti farà arrabbiare, forse ti deluderò ma ho capito che senza di te è come se non esistessi, mi manca l'aria di cui ho bisogno che spero di respirare ancora almeno un secondo.
Mi manchi troppo... spero che tu ci sarai nel mio domani…
Sta cambiando tutto troppo velocemente nella mia vita: le mie amicizie (se così posso definirle), il mio rapportarmi al mondo, i miei sentimenti per Nick…non può cambiare anche ciò che c’è tra noi, mi ritroverei nel caos più assoluto e adesso non riuscirei proprio a sopportarlo…
Mi hai scritto che anche tu stasera non sarai on line, dove te ne vai piccolo mio?
Viviamo le nostre realtà parallele…chissà se ho mai incrociato i tuoi occhi…ci pensi mai?
In fondo non viviamo poi così lontano…potrei aver visto il tuo viso proprio ieri, potrei averti urtato e rovesciato il mio cocktail addosso, potrei aver pensato che sei troppo carino…potrei essermi persa nel tuo sguardo senza saperlo…
So che non vuoi pensarci però…
Anche stasera sarà Nick a passarmi a prendere, ormai con lui apparentemente è tornato tutto come prima…fortunatamente non sente le palpitazioni del mio cuore quando i suoi gesti si fanno più lenti e il suo respiro più vicino al mio…forse hai ragione quando dici che così non ne esco ma per adesso lascio correre…vedremo come andrà…
Ora devo salutarti, Nick passa a prendermi prima che devo dargli una mano a sistemare dei quadri a casa sua prima di raggiungere gli altri al club…sono disegni suoi che ha fatto incorniciare…dovresti vederli, sono davvero bellissimi…
Vorrei regalarti la serenità di un tramonto, la calma di un alba, ma in cuor mio so che il mar non si comanda, così impetuoso ed imprevedibile ma capace di un abbraccio dolce e magico come il tuo sorriso....
Ti voglio bene mio dolce amico.
Principessa Favilla.”

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


“Ma sei sicura che sono qui?”
Nick mi scruta interdetto spostando il cuscino del divano e rovistando sotto di esso.
“Devono essere qui, Nick, ne sono certa.”
A volte mi chiedo dove abbia la testa, sono le quattro del mattino e, invece di essere nel mio lettino a dormire come dovrei, sono qui, a casa di Nick, alla disperata ricerca delle chiavi del mio appartamento; eravamo nel vialetto d’ingresso, avevo appena salutato Nick con un bacio sulla guancia, sono scesa dall’auto, mi sono avvicinata al cancello e ho iniziato a rovistare nella borsa per prendere le chiavi, muovevo agitata le mani nonostante era ormai palese che proprio non c’erano.
“Cazzo, le chiavi…”
Ho portato una mano sulla fronte focalizzando con la mente l’ultima volta che le avevo viste: era stato a casa di Nick, prima di uscire siamo passati a casa sua per mettere i suoi disegni al muro e avevo ancora le chiavi in mano, distrattamente quando sono entrata devo averle poggiate da qualche parte…se solo ricordassi dove.
“Ancora niente?”
“Sei un disastro Alicia…qui non ci sono, vediamo in camera mia…”
“Eh si, in fondo è li che siamo stati oggi…”
Mi sorride benevolo mentre mi fa strada, mi guardo intorno disperata: non riesco a vedere le mie chiavi su nessun ripiano, inizio a rovistare nel disordine più totale della sua camera vedendo le mie speranze di ritrovarle sbiadire lentamente. Nick d’un tratto inizia a ridere in maniera rumorosa avvicinandosi pian piano a me, lo guardo sbigottita, non mi sembrava ubriaco quando siamo usciti dal locale, deve essere impazzito di colpo; poggia una mano sulla mia spalla quasi piegandosi in due dal ridere.
“Scimmione, ma che ti ridi? Sono rimasta fuori casa, sai quanto mi costerà il fabbro domani?”
“Giurami che non ti arrabbi…”
Lo guardo minacciosa.
“Sono già arrabbiata.”
Mette una mano in tasca, fruga un po’ ed estrae un mazzettino di chiavi: le mie chiavi.
“Avevo visto che le avevi dimenticate qui e le ho messe in tasca per dartele…ma poi mi sono dimenticato di averle prese…”
“Ma tu sei scemo.”
Non so se ridere o piangere, inizio a dare piccoli colpi sul braccio del mio amico che, per vendetta, inizia a farmi il solletico, mi dimeno come un’ossessa nella sua stretta scappando per tutta la stanza, Nick mi segue ridendo fino a bloccarmi tra lui e il letto.
“E ora dove scappi?”
Prontamente gli rispondo con una linguaccia e faccio per dileguarmi, Nick si fa avanti per prendermi ma inciampa cadendomi letteralmente addosso, fortunatamente è il letto ad attutire la nostra rovinosa caduta, Nick ricomincia a farmi il solletico non curante delle mie urla isteriche, non riesco a non ridere e la cosa lo fa divertire da pazzi.
“Non resisto più Nick, daiiiii….”
“Sei in mio potere ormai…”
Di colpo i suoi occhi attirano i miei come un magnete, smette di ridere e io faccio lo stesso, il tempo intorno a noi sembra essersi fermato, socchiudo gli occhi e schiudo le labbra in attesa dell’ormai inevitabile contatto con le sue che non ci mette molto ad arrivare, la sua bocca famelica cerca la mia per un bacio dolce e passionale, la sua lingua stuzzica le mie labbra per correre all’incontro con le mia, la sfiora, la cattura in una danza sensuale. Questa volte non è un sogno ad occhi aperti, sento il respiro di Nick farsi sempre più affannato mentre lentamente il suo corpo inizia a strusciarsi sul mio risvegliando i miei sensi assopiti. Sorrido sulle sue labbra che non smettono di divorare le mie. Sfiora il mio viso con le sue lunghe dita per soffici carezze, solo adesso mi accorgo di quanto io abbia desiderato questo momento e di quanto l’attesa lo stia rendendo ancora più elettrizzante. La sua mano lentamente scende ad accarezzare il mio corpo, tocca appena il lato esterno del mio seno per poi indugiare lungo i miei fianchi, dai suoi gesti trasuda desiderio e dolcezza in un mix che confonde i miei sensi. Le mie mani si muovono lente sulla sua schiena esplorandola millimetro per millimetro, mi stringo più forte a lui quando sento le sue labbra assaporare il mio collo, succhiando per gustarne a pieno la dolcezza.
Nick si stacca dal mio corpo sorreggendosi sulle braccia, cattura con lo sguardo i miei occhi che gli sorridono ancor prima delle mie labbra, sfiora appena la mia bocca una volta e un’altra ancora, con la lingua lecco fugacemente le sue morbide labbra, mi sorride malizioso cercando nuovamente i miei occhi prima di tornare famelico ad occuparsi del mio collo, piccoli morsi alternati a fuggevoli leccatine mentre le sue mani, adesso meno timide, accarezzano morbidamente il mio seno.
Il suo petto diviene ben presto il campo di battaglia delle mie mani che furtivamente si sono infilate sotto la sua camicia, le mie dita giocherellano con i suoi capezzoli donando nuovo vigore ai suoi movimenti. Gelide le sue mani si intrufolano sotto il mio abito facendomi fremere per il contatto con mio corpo ormai bollente, la sua argentea risata risuona nella stanza, sento il mio desiderio aumentare sempre più a ogni suo gesto; lentamente mi aiuta a liberarmi del vestitino, resta qualche istante a fissare il mio corpo prima di tornare alle sue dolci torture. La sua testa lentamente si allontana dalla mia scendendo verso il mio ventre, le sue mani si muovono sulla mia pelle nuda infilandosi sotto il mio reggiseno mentre con morbidi baci appena sfiorati la sua bocca si muove sulla mia pancia solleticandola. Le mie mani si perdono tra i suoi capelli, la sua lingua si muove sul mio seno e il suo bacino si fa sempre più vicino al mio. Apro gli occhi e li specchio nei suoi mentre sento la sua mano scendere verso le mie zone più nascoste, le sue dita risalgono il mio interno coscia fino a sfiorare le mia femminilità coperta solo dal sottile tessuto delle mie mutandine, sento il cuore battere più forte nel mio petto e il respiro farsi sempre più affannoso, Nick giocherella con il bordo del mio intimo prima di lasciare che le sue dita si insinuino in esso; l’altra sua mano disegna il profilo delle mie labbra violandole di tanto in tanto, ansima ormai rosso in viso posando gli occhi nei miei alla ricerca di quel lasciapassare che l’espressione estasiata del mio viso gli offre senza problemi. Le sue dita accarezzano la mia intimità accrescendo il mio piacere, le sue labbra baciano il mio collo scendendo lentamente verso il mio seno mentre le sue dita si fanno strada dentro di me facendomi gemere e contorcere di piacere. La sua bocca è scesa ad assaporare il mio ventre, la sua lingua disegna il contorno del mio ombelico per poi riprendere la sua discesa, sfila le mie mutandine e sorridendo gli lascio fare; adesso è la sua lingua a farmi tremare da piacere sostituendosi alle sue mani. Mi stringo forte a lui mentre mi lascio guidare nel giardino dell’estasi per addentare il frutto del piacere più assoluto.
Gemo come una gattina in calore e assecondo con il mio corpo i suoi movimenti. Nick ansima eccitato risalendo nuovamente il mio corpo, finalmente le sue labbra si ricongiungono nuovamente alle mie, le nostre lingue si fondono in una frenetica danza; con un movimento veloce e inaspettato inverto le nostre posizioni: adesso sono io a muovermi eccitata sul suo corpo.
Lentamente inizio a sbottonare la sua camicia assaporando il suo corpo con la lingua, stuzzico i suoi capezzoli sentendo la sua eccitazione premere contro la mia, gli sfilo la camicia e, senza staccare la bocca dal suo petto, inizio a slacciargli la cintura e a sbottonare i bottoni dei suoi pantaloni, un fremito scuote il suo corpo non appena la mia mano, insinuatasi nei suoi boxer, inizia a massaggiare le sue parti intime.
“Non ti fermare, Alicia…”
Mugugna in preda al piacere più estremo che fa vibrare il suo corpo, sorrido soddisfatta baciando le sue labbra e aumentando il ritmo delle mie carezze fino a farlo urlare di piacere, con uno slancio improvviso Nick si porta nuovamente sopra di me, si sfila i pantaloni e le mie mani lo liberano dai boxer, bacia con dolcezza la mia fronte e le mie labbra e si fa spazio tra le mie gambe, si ferma un istante, è rosso in viso, ansima, sfiora il mio viso con le dita, mordicchia le mie labbra, fissa i suoi occhi nei miei e con un colpo deciso di bacino mi penetra, sgrano gli occhi e mi stringo più forte a lui, le mie unghie quasi si infilano nella sua pelle per quanto stringo forte. Nick si ferma un attimo e con voce roca e preoccupata mi chiede:
“Ti ho fatto male?”
Sfioro il suo viso con la mano.
“Non ti fermare Nick, voglio essere tua!”
Le mie parole come una formula magica donano nuovo ritmo alle sue spinte, i suoi movimenti si alternano, le sue mani si intrecciano alle mie mentre insieme raggiungiamo ancora una volta l’apice del piacere.
Ancora ansimante Nick sfiora le mie labbra con le sue accoccolandosi di fianco a me, cinge il mio corpo con le sue braccia tenendomi stretta a lui. Non abbiamo bisogno di parole, continua a darmi piccoli bacetti mentre, stremati, ci abbandoniamo alle braccia di Morfeo.



_________________________________Angolo Autore_______________________________________

Finalmente il momento tanto atteso è arrivato!!!
ora "pretendo" di sapere cosa ne pensate!!!
Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


Un dolce tepore riscalda il mio corpo ancora accoccolato tra le lenzuola, non ho molta voglia di alzarmi, non ho alcuna intenzione di lasciar svanire questa sensazione di pace che sento dentro di me stamattina. Morbide labbra sfiorano la mia pelle ancora nuda, come fotogrammi di un bellissimo film le immagini di cosa è successo stanotte si ripropongono della mia mente, ancora avvolta dal torpore del sonno, sento lo stomaco stringersi in una morsa al ricordo della notte trascorsa e un lieve rossore colorare il mio viso: mi sono lasciata vincere dalle mie emozioni e non sono mai stata così felice di averlo fatto, ma ora ho davvero paura di affrontarne le conseguenze. Le labbra di Nick risalgono le mie spalle giungendo al mio collo, le sue effusioni stanno risvegliando lentamente i miei sensi provocandomi un inconsueto calore in mezzo alle gambe; mi muovo lievemente continuando a lasciare i miei occhi chiusi, sono schiava delle sue dolci attenzioni e questo mi piace da impazzire, Nick deve essersene accorto e lascia scivolare la sua mano lungo le mie forme di donna indugiando sulle mie cosce, le sua lingua stuzzica il lobo del mio orecchio mentre la sua mano si fa strada in mezzo alle mie gambe per sfiorare leggera il mio fiore nascosto che già pulsa di vita. Mi abbandono alle sue intime carezze e i suoi baci lascivi sempre tenendo gli occhi chiusi e fingendomi addormentata in un gioco che stuzzica le nostre fantasie; Nick sfiora le mie labbra e dolcemente sussurra al mio orecchio:
“Sembri un angelo quando dormi.”
Mugugno qualcosa rigirandomi tra le sue braccia mentre lo sento scendere a rilento verso il mio ventre, sorrido pregustando le sue intenzioni: ben presto è la sua lingua a donarmi un infinito piacere rendendomi impossibile trattenere i miei gemiti. Dolcemente Nick risale il mio corpo divorandolo di baci fino a sfiorare nuovamente le mie labbra, a questo suo contatto apro lentamente gli occhi perdendomi nell’azzurro dei suoi, Nick sorride malizioso e seducente.
“Ben svegliata piccola.”
Ancora rossa in viso per il piacere provato, sfioro le sue labbra.
“Buongiorno…è questo il risveglio che riservi alle tue ospiti?”
Mi scruta incupendosi per qualche istante, resta in silenzio sfiorando il mio volto con le dita, mi sento in imbarazzo e il suo continuo silenzio peggiora la situazione; abbasso lo sguardo evitando in questo modo il suo. Nick si sposta dal mio corpo sdraiandosi di lato a me, fissa il soffitto tenendo una mano sotto la sua testa lasciando le sue parole intrufolarsi lentamente tra noi.
“E’ tutto così strano eh…”
Seguo il suo esempio e inizio a fissare anche io distrattamente il soffitto.
“Eh già…”
“Abbiamo fatto l’amore.”
Le sue parole risuonano fredde nella stanza, mi volto di scatto verso di lui poggiando il mio volto sui gomiti e mettendomi sulla difensiva.
“Sei riuscito a portare a letto anche me, Mr Cooper.”
Mi fissa interdetto per poi sfiorare il mio viso con la mano guardandomi con dolcezza.
“Non vuoi proprio smettere di fare la cinica, eh? Ma non ti riesce così bene fingere con me…”
Abbasso lo sguardo, le sue parole hanno colto nel segno: lo stuzzico facendomi forte ma ho solo una fottuta paura di sentirmi dire che ho ragione, che tutto questo è stato solo un eccitante gioco e che io sono stata semplicemente l’ennesimo buco in più sulla sua cintura, l’ennesimo trofeo nella sua ampia collezione.
“…sei rossa in viso…”
“Non è vero!”
Le sue dita accarezzano le mie labbra lasciandole schiuse.
"Sei bellissima, Alicia.”
Avvicina il suo viso al mio e dolcemente mi bacia, mi abbandono alle movenze sensuali della sua bocca posando una mano sul suo petto, riesco a percepire il suo cuore che batte convulso e il dolce ritmo del suo respiro. Mi allontano dal suo viso lasciando il mio amico boccheggiare ancora qualche istante, sorrido della sua espressione sorniona e della dolcezza del suo sguardo.
“Che ci sta succedendo, Nick?”
“Non hai saputo resistere al mio fascino.”
Ridacchia sotto i baffi. Lotto con le lacrime che sento riempire i miei occhi e mi sforzo di sorridere.
“Nick, io…”
Poggia di nuovo le sue labbra sulle mie facendomi morire le parole in bocca.
“Ti prego non dire nulla, Alicia…non spezzare l’incanto. Ho sempre cercato troppo lontano quel tesoro che avevo così vicino, ho cercato di nasconderlo anche a me stesso perché faceva troppo paura ma stavo impazzendo, ho rischiato di perderti pur di non ammettere quanto fossi innamorato di te.”
Allontana lo sguardo dal mio posandolo sul soffitto.
“…e dovresti saperlo ormai.”
“Vuoi dirmi che ricordi…”
“…di averti baciato, di averti detto che di Julie non mi fregava nulla perché sono innamorato di te?”
“Perché non me l’hai detto? Pensavo non ricordassi quello che era successo…”
“…e forse preferivi così!”
Abbasso lo sguardo e resto in silenzio, vorrei urlargli quanto si sbaglia ma non ne trovo il coraggio e non so neanche io il perché.
“…so che non sono James, so bene il valore che dai adesso alle tue storie, so che non vuoi sentir parlar d’amore dopo Adam, ma non ce la facevo più a tenermi tutto dentro; so benissimo che non provi i miei stessi sentimenti ma…”
Le mie labbra si avvicinano alle sue per un bacio appena sfiorato, quanto riusciamo a essere complicati a volte? Tormentati dagli stessi timori stavamo rischiando di perdere forse l’unica possibilità di essere veramente felici. Ho il cuore che pulsa troppo veloce nel mio petto in una festa di emozioni, era troppo tempo che non mi sentivo così e persa nella dolcezza dei suoi occhi sento ogni dubbio svanire dalla mia mente.
Mr Cooper non so come ha fatto…ma lei mi ha stregata.”
Mi fissa incredulo mordicchiando le sue morbide labbra.
“Non so quando sia successo, e non mi importa: ma sono innamorata di te.”
Le lacrime bagnano copiose il mio viso ormai, mentre un sorriso colora il mio volto, Nick continua a fissarmi incredulo asciugando con le dita il mio pianto.
“Ti desidero da impazzire, piccola mia.”
Sorridendo malizioso mi aiuta a mettermi a cavalcioni sul suo corpo, accarezza la mia pelle con lentezza inumidendo le labbra con la lingua. Poggio un dito sulla sua bocca bloccando la sua ricerca del mio sapore, per aumentare la sua voglia. I palmi delle sua mani si poggiano aperti sulla mia schiena, spingono con forza costringendomi a stendermi sul suo petto, mi bacia con passione bagnando le mie labbra con la lingua. Non mi da il tempo di replicare, il suo corpo inizia a prendere vigore sotto di me, le sue mani si muovono frenetiche sul mio corpo esplorando ogni lembo di pelle mentre la sua bocca si impossessa della mia rendendomi quasi impossibile il respirare. Lo sento perdersi dentro di me gemendo di piacere, mi abbandono alle sue carezze e a quel desiderio che chiede solo di essere soddisfatto. Le mie mani si stringono alle sue spalle mentre tremo sul suo corpo, Nick tiene stretto il mio bacino al suo, fondendo sempre più i nostri corpi a ogni spinta. Urla il mio nome all’apice del suo piacere e cinge le sue braccia intorno alle mie spalle facendomi ricadere stremata su di lui. Sorridiamo soddisfatti stretti in un caldo abbraccio, Nick cerca i miei occhi, sfiora dolcemente la mia fronte con le labbra.
“Ora che finalmente ti ho trovata…non voglio perderti mai più.”
“Mi sa che devi lasciarmi andare però…”
Mi guarda deluso suscitandomi una tenerezza assurda, scompiglio i suoi capelli con la mano e stampo un bacio sulle sue morbide labbra.
“…non guardarmi così, devo tornare a casa, mica vorrai tenermi rinchiusa qui?”
Ci pensa un attimo prima di rispondere.
“Non posso?”
“Oddio Nick, sopportarti ventiquattro ore su 
ventiquattro, sono impazzita ma non fino ad essere masochista.”
Gli strizzo l’occhio e scivolo fuori dalle coperte in cui eravamo ancora accoccolati, raccolgo i miei vestiti e inizio a ricompormi sotto il suo sguardo felice, raccolgo il suo boxer da terra e ridendo glielo lancio colpendolo dritto in faccia.
“Questo mi sa che ti appartiene.”
“Pensavo lo volessi come ricordo.”
Indosso il mio abitino nero e mi avvicino sensuale al letto facendo fatica a non scoppiare in una sonora risata per quando mi sento buffa nel fare la sexy proprio con lui, mi siedo sul letto accanto a lui e senza dargli il tempo di capire le mie intenzioni inizio a baciargli il collo, la sua mano si poggia sulla mia schiena stringendomi sul suo corpo fino a che le sue braccia non mi avvolgono in un caldo abbraccio.
“Non voglio un ricordo Nick: voglio te. Ma se non ti alzi da questo letto sarà tutto ciò che resterà di te.”
“Sei perfida.”
“Dovresti saperlo.”
Sfioro nuovamente le sue labbra e mi alzo avvicinandomi alla porta della camera.
“Ti aspetto in cucina.”
“Ti ho messo fame, eh?”
Rido alle sue parole facendogli una smorfia ed esco dalla stanza, mi sento bene, cammino ad un passo da paradiso e non riesco a smettere di sorridere; con espressione inebetita mi reco in cucina per prendere la borsa che ieri avevo lasciato sul tavolo, mi perdo nei miei pensieri fino a che una voce calda mi fa trasalire.
“Sta diventando un’abitudine.”
Sorrido imbarazzata al giovane Nate che si avvicina al frigorifero per prendere la bottiglia di latte.
“Non si sta poi così male a casa Cooper

“Quando Nick non russa si riesce anche a dormire.”
“Parlavate di me?”
Nick compare alle mie spalle intrufolandosi tra le nostre parole, strizzo l’occhio a Nate che mi guarda complice.
“Avevamo di meglio da fare.”
“Ti odio sempre di più.”
“Lo so, dai andiamo. Ciao Nate.”
“Ciao Alicia.”
Non appena fuori dalla cucina Nick avvolge il mio corpo con le braccia stringendomi forte a se quasi togliendomi il respiro, rido divertita lasciandomi sopraffare dalla mia felicità.
“Non riuscivi a stare senza di me, ammettilo.”
Mi bacia dolcemente.
“Beccato in pieno, già mi mancavi.”

Ritorna all'indice


Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


Nuovo messaggio di posta:
“Buongiorno mia dolce principessina…
Solo stamattina sono riuscito a leggere la mail che mi hai scritto ieri sera, le tue parole hanno suscitato strane sensazioni dentro di me, un alone di tristezza è sceso a ricoprire il mio cuore che, a rilento, si è incupito.
È iniziato tutto come un gioco tra di noi, i nostri incontri virtuali sono nati come diversivo per sfuggire a una realtà che ci stava troppo stretta ma lentamente tutto questo ci ha risucchiato trasformandosi nella nostra nuova realtà, la vita di tutti i giorni è diventata solo un noioso intervallo tra le nostre conversazioni…questo gioco ci sta sfuggendo di mano piccola, sta rischiando di diventare troppo pericoloso, o forse lo è già.
Sono giorni ormai che, ogni volta che apro un nuovo file per scriverti, lotto con le mie emozioni, dico a me stesso che deve essere l’ultima volta che le mie mani digitano una mail indirizzata a te, mi ripeto che devo farmi forza e trovare il coraggio per staccarmi da te, che devo farlo perché ormai è inevitabile, perché è la cosa più giusta sia per me che per te.
Puntualmente rimando, tergiverso…spreco parole su parole cercando di procrastinare la nostra separazione, provo a trovare le parole giuste che regolarmente finisco per perdere nei meandri dei miei pensieri ogni giorno più tortuosi, cerco le parole più appropriate per rendere meno doloroso il nostro addio ma bastarde fuggono come gazzelle troppo veloci per essere catturate da un me troppo stanco e lento per continuare in questa stremante corsa.
Ho rimandato tante volte ormai, forse troppe…ma non posso più farlo.
Questa volta è giunto il momento, piccola!
Immagino i tuoi occhi tristi mentre, con un nodo alla gola, leggi queste mie parole e non sai quanto mi fa male, ma continuare a sentirci adesso finirà per farci stare peggio.
È da quando abbiamo iniziato a scriverci che ti ripeto che sarebbe arrivata la persona giusta che ti avrebbe portato via da me, quel momento è arrivato piccola mia. Hai paura di ammetterlo, ci giri intorno, parafrasi i tuoi sentimenti come se, usando parole diverse, cambiasse anche il loro valore…quel rossore sul tuo viso a ogni suo gesto, quella tua voglia di vederlo, le palpitazioni del tuo cuore a ogni suo movimento, quella tua paura infinita che lui possa ascoltare i tuoi pensieri...tutto questo ha un nome e tu lo sai…
Non si può fermare l’amore…e non posso essere io a tenerti legata a un mondo che non è il tuo…a una realtà che non esiste…
L'amore corre...scappa..non si ferma davanti a nessuno...abbatte ostacoli che nessuno può superare…ma quando ti ha incontrato ha dovuto fermarsi e mi ha permesso di vedere cose che nessuno ha mai visto prima, e forse proprio adesso che ti sto dicendo addio posso lasciare libero il mio cuore di parlare.
Ti amo, piccola principessa…e voglio solo vederti felice.
Piccola, questa volta non sarà un arrivederci il nostro…ma un addio!
Non cercarmi…non scrivermi…non aspettarmi in chat…
Questa volta non riceverai alcuna risposta!
In punta di piedi sono entrato nella tua vita e allo stesso modo ne uscirò.
Tienimi nel tuo cuore, fra i tuoi pensieri e fra le tue braccia...
Tienimi sempre anche quando il tuo cuore si allontana dal mio e la tua razionalità lotta in balia di cattivi pensieri...
Tienimi...perché in fondo la senti anche tu questa forza che ci ha unito e sempre ci unirà…
Il nostro tempo è finito piccola stella…hai ritrovato il tuo cielo…
Addio mio dolce angelo.”

Calde lacrime bagnano il mio viso, rileggo le sue parole cercando di sopraffare quel gelo che sento impossessarsi del mio cuore.
“Addio mio. dolce capitano…”
Questa volta è per sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


Manca davvero pochissimo a Natale, i frenetici preparativi e le spese pazze hanno risucchiato anche me, ho passato l’intero periodo natalizio dell’anno scorso a ripetere fino allo sfinimento che tutte queste ritualità le odio da impazzire, proprio io che scappavo dallo spirito natalizio come la preda dal cacciatore, quest’anno mi sono lasciata coinvolgere da questo clima di tepore e felicità che mi circonda in questo periodo dell’anno.
Quanto è cambiata la mia vita in questi ultimi giorni?
Se me l’avessero detto qualche settimana fa che le cose sarebbero andate proprio così avrei risposto con una sarcastica e sfacciata risata, ma la vita sa sorprenderti quando meno te lo aspetti e nei modi più insoliti e inimmaginabili.
“Amore ti va un gelato?”
Sorridendo mi volto verso il mio fidanzato con aria sorniona.
“Ma è freddissimo oggi, brr mi congelo al solo pensiero di assaggiare un gelato.”
“Allora lo prendo da solo.”
“Ok, Nick, allora ti aspetto qui.”
Sfiora le mie labbra con le sue e si inoltra nella gelateria. Eh già, io e Nick abbiamo decido di provarci seriamente, sappiamo benissimo entrambi che non sarà facile e che nessuno ci assicura che ci sarà un “e vissero per sempre felici e contenti” ma il calore dei nostri cuori quando siamo vicini e quel nodo alla gola quando non riusciamo a sentirci in tempo la dicono lunga su quanto siamo persi l’uno dell’altra.
“Nick, ma hai preso tutti i gusti presenti in gelateria?”
Sgrano gli occhi guardando il megacono che ha tra le mani, la sua lingua si muove golosa su essa e ridendo inizio a leccare anche io il dolce gelato, lasciando che la mia lingua sfiori la sua stuzzicandolo sensualmente. Nick sorride leccando del gelato dalle mie labbra.
“Così non vale: mi fai venire voglia di correre a casa.”
“Non se ne parla, devo finire di prendere i regali.”
Nick guarda deluso le mille buste colorate che gli ho costretto a portare.
“Hai svaligiato tutti i negozi del centro, che altro devi comprare?”
“Mancano ancora un paio di regalini.”
“Ma io sono stanco.”
“Oddio Nick, ma un po’ di movimento non ti fa mica male eh.”
“Preferisco un altro tipo di movimento…”
Bacia sensuale le mie labbra sorridendomi malizioso nella vana speranza di farmi cambiare idea.
“Hey, ma quello non è tuo fratello?”
“Eh si, è proprio lui.”
Urla il nome del fratello richiamando la sua attenzione, Nate si avvicina a noi canzonando Nick che continua a sbuffare per la troppa gente in giro oggi, è arrivato al limite, ormai è insofferente: ha solo voglia di tornare a casa.
“Nate, hai da fare?”
La mia voce si intrufola nei loro discorsi, si voltano entrambi verso di me con sguardo interrogativo.
“Ho ancora alcune commissioni da sbrigare.”
“Perfetto. Nick ti raggiungo a casa dai, sei sfatto e pesante da sopportare.”
Arriccia il sopracciglio destro al suono delle mie parole, prontamente sfioro le sue morbide labbra per indorare la pillola e bisbiglio al suo orecchio.
“Non vorrei finissi per addormentarti sul più bello.”
Ritorno a sorridergli aspettando le loro conferme alla mia proposta.
“Torno a casa con Nate, sempre se per te non ci sono problemi…”
Mi volto verso Nate che sembra spaesato dalla mia richiesta per poi annuire, Nick sbuffa rumorosamente conscio che non ormai ho deciso e contraddirmi è inutile.
“Fai la brava mentre sono via.”
Rido divertita sotto il suo sguardo severo.
“Non guardarmi così, lo sai che non mi sono ancora abituata a sentirti parlare in questo modo.”
Mi bacia dolcemente per poi allontanarsi da me ancora borbottando tra se e se, mi giro verso Nate sorridendo e mi stringo al suo braccio.
“Piccolo Carter, ora tocca a te sopportarmi. Devo prendere un regalo per tuo fratello ma non sapevo come liberarmene.”
Ridacchia divertito.
“Cosa ho fatto di male, Signore aiutami!”
Lo spingo leggermente facendogli una linguaccia.
“Vi ha creati con lo stampino tua mamma: odiosi entrambi.”
“Ma non riesci a fare a meno di noi.”
“Esatto, ma Shhh…non dirlo a nessuno.”
Mi guarda sorridendo per poi scoppiare a ridere della mia buffa espressione, mi scompiglia capelli e avvolge le mie spalle con il braccio riprendendo a camminare per i negozi alla ricerca del regalo perfetto.
“Andiamo va, che sento che non sarà facile accontentarti.”
Stampo un bacio sulla sua guancia ruvida.
“Grazie, Nate.”

Ritorna all'indice


Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***


“Finalmente siete tornati!”
Nick ci guarda contraddetto per un po’ senza muoversi dal divano, so bene che non è imbronciato per davvero e per questo sto al suo gioco: ha voglia di coccole e io ho voglia di fargliele. Mi avvicino da dietro facendo scendere le mie braccia sul suo petto per poi incrociarle intorno al suo collo, con le labbra solletico la sua pelle lattea sussurrandogli con dolcezza volutamente esagerata per canzonarlo un pochino.
“Ti sentivi tanto soletto, piccolo cucciolino mio.”
Non riesco neanche a terminare la frase che scoppio in una fragorosa risata, Nick si volta di scatto verso di me mettendosi in ginocchio sul divano e mi stringe forte tra le sue braccia quasi stritolandomi dandomi piccoli morsi sul viso e sul collo.
“Ma come devo fare con te?”
Mi stringe sempre più forte ma non riesco a smettere di ridere dimenandomi tra le sue braccia, placa la sua tortura assumendo un’espressione seria e accigliata.
“Basta, devi essere punita.”
“Hai ragione sono stata cattiva, devi punirmi.”
Mi muovo sensuale sul suo corpo assecondando la sua fantasia.
“E come ha in mente di punirmi, signor Carter?”
“Non provocarmi, che potrei diventare pericoloso.”
Sfioro le sue labbra fugacemente sussurrandogli all’orecchio.
“Mi fai eccitare così però…”
Sorride malizioso mordicchiando il mio labbro inferiore.
“L’intenzione era proprio quella.”
Un colpo di tosse richiama la nostra attenzione, mi sento morire dalla vergogna, presi dal nostro giochino avevamo completamente dimenticato della presenza di Nate che, stranamente acido, sentenzia:
“Meglio che vi lasci soli, non sono ancora pronto al porno dal vivo.”
“Meglio quello in tv, e pure hai ragione.”
Con una gomitata colpisco Nick in pieno stomaco, lasciandogli morire le parole in gola. Nate non risponde alla provocazione del fratello e ci lascia da soli, non appena la porta si chiude alle sue spalle Nick scoppia a ridere guardandomi divertito.
“Sembri un peperone… oddio che faccia…”
“Brutto scimmione.”
Inizio a riempirlo di pugni che, data la nostra differenza di corporatura, sono quasi carezze per lui, non smette di ridere e, non curante del mio agitarmi isterica inizia, a leccare il mio collo cercando di riprendere il discorso che avevamo lasciato in sospeso; quasi di peso mi trascina in camera da letto, mi fingo algida e indifferente alle sue carezze che si fanno sempre più sensuali ed eccitanti; come sempre la nostra guerra trova fine tra le spiegazzate lenzuola del suo letto, i nostri corpi trovano pace solo quando estasiati diventano uno solo tra mille gemiti e sospiri. Mi stringe forte a se mentre si muove con veemenza sul mio corpo pronto ancora una volta ad accoglierlo, faccio scorrere la mia mani lungo la sua schiena nuda abbandonandomi al piacere che i suoi movimenti decisi mi stanno regalando; ancora una volta stremati ci ritroviamo accoccolati su questo morbido lettone che ci fa da scenario persi nel nostro amore, ancora una volta mi abbandono a un dolce sonno stretta tra le sue forti braccia.
Non so bene quanto tempo abbia dormito, mi godo il tepore delle coperte che ricadono morbide sul mio letto rigirandomi lentamente allungando il braccio cercando Nick che a quanto pare mi ha lasciato tutta sola. Mi stiracchio coma una gattina ancora col sorriso sulle labbra, prendo la felpa di Nick e la indosso, adoro sentire il suo profumo sulla mia pelle. Ancora intorpidita mi guardo allo specchio, una nuova luce splende sul mio viso da quando ho riaperto il mio cuore all’amore; sistemo i capelli per rendermi più presentabile, il mio sguardo ricade distrattamente sul computer poggiato sulla scrivania di Nick e lesti i miei ricordi sono pronti a rapire i miei pensieri riportando alla luce quelle sensazioni che tanto sto cercando di reprimere. Ho perso il conto dei giorni che non sento Capitan Avena, è dalla sua ultima e-mail che non ho avuto il coraggio di accendere il mio computer, la sola idea di non trovare una sua mail nella mia casella di posta fa inumidire i miei occhi. Con Nick la mia vita è ormai perfetta per chi la osserva dall’esterno, ho finalmente tutto ciò di cui avevo bisogno, un bellissimo ragazzo che mi ricopre di attenzione, nuovi amici con cui uscire e anche nuova voglia di studiare, svegliarsi al mattino ha nuovamente senso eppure quando resto da sola in silenzio sento che manca qualcosa nella mia vita: lui. Non ho raccontato a nessuno come mi sento, nessuno capirebbe, Nick per primo mi direbbe sarcastico, e forse anche nervoso, che ho perso qualche rotella se gli raccontassi di questa sensazione di vuoto che mi attanaglia lo stomaco se penso a lui.
Una dolce musica accompagna i miei malinconici e contorti pensieri conciliando il mio lento perdermi, una musica di cui il mio cuore conosce ogni nota, ogni accordo, ogni paura, ogni sfumatura, una musica che mi riporta a lui, a quelle notti passate ad ascoltarla aspettando di vedere il suo nome apparire sullo schermo del mio computer per scambiarci anche solo una dolce buonanotte, una musica che non è solo frutto della mia immaginazione e dei miei ricordi. Scuoto la testa per riprendere il controllo delle mie sensazioni ma non basta per far smettere di far risuonare la dolce melodia nelle mie orecchie, mi allontano dallo specchio e lentamente mi avvicino alla porta cercando di capirne la provenienza. Sono in balia delle mie emozioni, non riesco a essere razionale in preda al panico provocato dalla mia confusione, sento il cuore balzarmi in gola ad ogni passo, il mio cuore rifiuta di accettare ciò che la mia mente ha già capito.
Apro la porta e silenziosa come una ladra mi avvicino sempre più alla fonte della melodia, le mie mani tremano per l’agitazione, la mia salivazione è praticamente azzerata e il mio cuore smette di battere nel mio petto quando una calda voce si unisce melodicamente alla musica, resto impietrita ad ascoltare il mio dolce canto, calde lacrime mi riempiono gli occhi nell’udire le parole che con amore avevo scritto per lui tramutate in una splendida canzone. Scruto con lo sguardo nella stanza fino a scorgere la sua figura, seduto sul divano con lo sguardo accarezza la chitarra che tiene tra le mani, un ciuffo biondo ricade sulla sua fronte coprendo i suoi occhi. Non riesco a credere a ciò che vedo, sono mesi che sogno questo momento, che fantastico sul nostro incontro, che provo a immaginare il suo volto ma mai avrei pensato potesse avere i suoi lineamenti, non avrei mai creduto che il mio Capitan Avena potesse essere proprio lui. Fatalità o qualcos’altro? Non so darmi una risposta, non voglio darmi una risposta. Mi sento mancare il fiato schiacciata dal peso di emozioni troppo gravose da essere sopportate, senza far rumore ritorno in camera, raccolgo i miei vestiti ancora sparsi e li indosso. Devo andare via.
La musica cessa di colpo sostituita dalla squillante voce di Nick che mi chiama per la colazione, asciugo le lacrime dal mio viso e, fingendo che non sia accaduto nulla, vado in cucina dove trovo Nick e Nate seduti al tavolo di fronte a una tazza colma di latte calde. Con aria assente sfioro le labbra di Nick che risponde al mio bacio con un tenero sorriso.
“Buongiorno piccola, come preferisci da mangiare?”
Al solo pensiero di toccare cibo in questo momento ho la nausea.
“Nulla, grazie.”
Mi guarda stranito.
“Devo scappare, avevo dimenticato di avere un appuntamento con Sandy, se faccio tardi dopo chi la sente, sai quanto sa essere pesante.”
Mento spudoratamente ma ho solo voglia di scappare da qui, in questo momento ho solo un maledetto bisogno di starmene da sola con i miei pensieri.
“Ok…aspetta un attimo solo che ti accompagno.”
Sfioro fugacemente le sue labbra e afferro la borsa che avevo lasciato sul mobile.
“Tranquillo, ho già chiamato un taxi…ciao Nick…ciao Nate!”
Chiudo la porta alle mie spalle e tiro un lungo sospiro.
Come è possibile che Capitan Avena sia proprio tu?


______________________________Angolo Autore___________________________________
Siamo quasi arrivati alla fine,
ebbene si, mancano esattamente due capitoli alla conclusione
di questa storia.
E' comparso di nuovo Capitan Avena....
...sarete state brave ad indovinarne l'identità?
Io ancora dico di no.
Xoxo


Ritorna all'indice


Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***


“Sei bellissima, amore mio!”
Un brivido corre lungo la mia schiena al suono delle sue parole che riecheggiano ancora troppo strane alle mie orecchie, un sorriso solare si fa spazio sul viso mentre apro la portiera e prendo posto in auto accanto a lui, sfioro appena le sue labbra sotto il suo sguardo estasiato, una lenta carezza sul viso per un dolce sorriso.
È la vigilia di Natale e uno dei soliti party è li ad attenderci.
“Mi sei mancata.”
Passo una mano tra i suoi capelli mentre l’auto comincia a muoversi immettendosi nelle strade trafficate della città, inarco le labbra e poso lo sguardo su di lui.
“Anche tu mi sei mancato, Nick.”
Nei giorni trascorsi sono stata decisamente molto assente, avevo bisogno di aria, dovevo starmene da sola per mettere in ordine i pensieri, in un solo istante le mie emozioni sono state sconvolte da un uragano, tutte le mie costruzioni mentali sono crollate come fragili castelli di sabbia, una folata di vento le ha distrutte. Non è stato facile avere una visione lucida della situazione, accettare che fosse lui la persona con cui ho messo totalmente a nudo la mia anima, a cui ho rivelato le mie sensazioni più nascoste, i miei segreti più intimi. Mi sono interrogata inutilmente sulla stranezza della cosa illudendomi che fosse soltanto uno strano scherzo del destino eppure troppe frasi sono tornate alla mia mente, troppe affermazioni che solo ora riesco a comprendere sul serio, per credere davvero sia stato così. Razionalmente dovrei essere arrabbiata, forse delusa e carica di rancore verso di lui ma non ci riesco e di fondo non voglio, non so dare una spiegazione logica a questa mia inaspettata razione, sarà che ripenso alle mille e più emozioni provate a ogni sua nuova mail, al batticuore provato ogni volta che mi contattava in chat, a quanto mi è stato vicino quando ne avevo più bisogno, quando mi sentivo sola e persa, a ogni sorriso che mi ha donato con le sue dolci parole, se ripenso semplicemente a quanto la sua presenza nella mia vita sia stata essenziale e a quanto mi abbia fatto stare bene il resto perde di colpo importanza.
Nick ferma l’auto poco distante dall’ingresso, scende e si avvicina alla mia portiera per porgermi con gentilezza la sua mano, mi fa una tenerezza infinita quando si comporta da gentiluomo con me che ho conosciuto i suoi lati peggiori, intreccia la sua mano con la mia e insieme ci dirigiamo all’interno del locale dove ad attenderci, avvolti da calde luci colorate, ci sono i soliti amici; baci e abbracci si susseguono nel tepore dell’atmosfera natalizia che stasera più che mai si respira nell’aria.
“Ti va qualcosa da bere?”
Annuisco seguendo Nick al bancone del bar, mi scruta stranito tenendo sempre più stretta la mia mano tra le sue.
“Due sex on the beach.”
“Fai anche tre, fratellone.”
La voce di Nate alle nostre spalle ci costringe a voltarci, sorride avvicinandosi a noi, bacia la mia guancia e da una pacca sulla spalla a Nick.
“Bella festa, eh?”
“E tu che ci fai qui?”
“Non dirmi che non sapevi che mi avresti trovato qui.”
“Mica mi ricordo cosa mi dici.”
“Simpatico…Lo sai, non potevo passare il Natale lontano dal mio fratellino…”
Come al loro solito si canzonano a vicenda sotto il mio sguardo benevolo, prendo il mio cocktail e inizio a sorseggiarlo, sono agitata e fatico a controllare la mia emotività, guardo l’orologio nervosa, manca poco ormai, non è stato per niente facile ma non potevo assolutamente rinunciare a rendere speciale questa notte per il mio Capitan Avena. Inquieta guardo verso il palco fino a quando non vedo le luci lentamente farsi più fioche e la musica scemare intorno a noi; per puro caso qualche giorno fa ho saputo che un componente del gruppo che avrebbe suonato questa sera era Jhonny, un mio vecchio compagno del liceo. È proprio lui a prendere il microfono in mano ed attirare l’attenzione di tutti i presenti.
“Manca poco ormai alla mezzanotte…quest’anno voglio aspettare il Natale rendendolo un po’ più speciale, ma per farlo ho bisogno di un aiuto…pregherei Nate Cooper di raggiungermi sul palco…”
Nate guarda Nick e me stranito, ride nervosamente probabilmente imbarazzato dell’attenzione che di colpo gli si è riversata addosso.
“La folla ti acclama, fratellino.”
“Non puoi deluderli.”
Nick e io quasi lo spingiamo di peso sul palco, Nate si muove impacciato, guarda il ragazzo con il microfono tra le mani con aria interroga vita cercando di non dimenticare di sorridere, Nick ridacchia divertito dell’imbarazzo del fratello, strofino le mani nervosamente: voglio che tutto sia perfetto per lui stasera. Un caloroso applauso accoglie Nate,  non smette di guardare interrogativo Jhonny, che in tutta risposta gli porge la sua chitarra, Nate balbetta qualcosa di poco senso, domande confuse a cui è la voce di Jhonny a dare una risposta.
“…c’è qualcuno che ha voglia di sognare e regalare sogni stasera…”
Sistema il microfono sull’asta di fronte a Nate e si allontana, i componenti della band si guardano un istante, il batterista da tre colpi di bacchette per scandire il tempo e iniziare a suonare le note della sua canzone; non è stato facile procurarmi lo spartito, prenderlo di nascosto dalla sua camera da letto, ma quando mi metto in testa qualcosa difficilmente demordo.
Nate cerca i miei occhi tra la folla, gli sorrido dolcemente annuendo con la testa, le sue dita iniziano ad accarezzare morbide le corde della chitarra, si avvicina al microfono e finalmente la sua dolce voce si propaga per il locale.

Ti ricordi quando stavamo svegli tutta la notte
A parlare fino alle prime luci dell'alba,
erano così
Quei semplici giorni
Solo tu ed io,

Io penso di sapere piccola
Che cosa c'è nella tua mente
Perché si vedeva che
Avevi qualcosa da dire

Un brivido freddo attraversa la mia schiena e gli occhi mi si riempiono di lacrime al suono della sua voce, sorrido felice ascoltando la nostra canzone.
Non ho mai detto queste parole a nessun altro
Ma può darsi che lo farò nel corso della mia strada

Tu mi chiedi se ti amo ma
Ti ricordi
Perché ho camminato sopra l'acqua per te
Ti ricordi
I miei primi passi sulla luna
Non ti sei mai chiesta perché
Ho espresso tre desideri per te
Tu mi fai la domanda
Ma la risposta si cela in te, in te,
La risposta si cela dentro di te

Nick mi avvolge da dietro in un caloroso abbraccio, faccio aderire la schiena al suo petto lasciandomi inebriare dal suo profumo.

Ti ricordi quando ridevamo e dicevamo:
Nessuna cosa si intrometterà sulla nostra strada
Quelli erano tempi
Quando volevi piangere
E venivi a bussare alla mia porta
Ed io ero lì per proteggerti

Gli occhi di Nate sono fissi nei miei, un ampio sorriso compare sul suo viso non appena si accorge che sto canticchiando anche io le parole della canzone, il suo sguardo emozionato mi riscalda il cuore.

Io penso piccola che potresti
Scacciarlo dalla mente
Fallo sembrare
come un bel giorno

La risposta ragazza
Si cela dentro al tuo cuore
Prova a guardarci dentro

In te, in te
La risposta si cela dentro di te*

Le ultime note della canzone risuonano nel locale; Nick sfiora la mia guancia con le labbra, non riesco a spostare lo sguardo dal palco, Nate si avvicina al microfono e, schiarendosi la voce, inizia a parlare emozionato cercando di sovrastare il rumore degli applausi.
“Grazie…davvero, grazie a tutti...ma soprattutto grazie a te, mia dolce principessa.”


_________________________Angolo Autore_______________________________________________
*si tratta della traduzione della canzone
"Do you remember"
di Aaron Carter.
Beh sembra proprio che finalmente l'identità del
dolce Capitano sia stata svelata.
Appuntamento a lunedi per l'epilogo della storia,
e grazie di cuore a chi ha avuto la pazienza di leggere le mie parole.

Ritorna all'indice


Capitolo 53
*** Epilogo ***


“Ti stavo cercando.”
Lentamente mi volto verso la sua voce. Approfittando dell’incontro di Nick con un suo amico di vecchia data mi sono allontanata da lui; nonostante il freddo pungente ho preferito uscire in terrazza per prendere un po’ d’aria e schiarire i miei pensieri, probabilmente attendendo proprio questo momento.
“Ti stavo aspettando.”
Le sue labbra si inarcano in un dolce sorriso mentre si avvicina a me, sento il cuore battere stranamente più forte nel mio petto. La sua mano sfiora delicatamente il mio viso indugiando su di esso, sorrido amabilmente schiava delle mille emozioni che mi attanagliano, troppe domande affollano la mia mente, troppe parole corrono leste verso la mia bocca bloccandosi nel caos dei miei pensieri; poggia un dito sulle mie labbra aiutandomi a stare zitta.
“Non chiedermi perché l’ho fatto, non chiedermi il perché non ti ho detto la verità. Non volevo prendermi gioco di te, non dovevo spingermi così oltre, non dovevi scoprirlo in questo modo…”
Il tremolio delle sua parole nasconde malamente l’agitazione che lo sconvolge. I suoi occhi si perdono nei miei.
“…volevo solo avere un contatto con te, l’unica cosa che volevo è che tu non mi vedessi più solo come il fratello minore di Nick, ero stanco di essere per te solo il piccolo Nate, era l’unico modo per entrare nel tuo mondo…”
Man mano che le parole scivolano dalla sua bocca mi rendo conto che di fondo non mi interessa conoscere il motivo dei suoi gesti, non voglio che le sue parole rischino di cancellare gli splendidi ricordi che in questi mesi ho costruito proprio grazie a lui. Adesso sono io a poggiare un dito sulle sue labbra.
“Shhh…non dire nulla.”
Rido nervosamente.
“E’ tutto così paradossale. Ancora non riesco ad associare il tuo viso a quello di Capitan Avena, è surreale tutto questo. Le mie richieste disperate di avere una tua foto, le tue dolci parole, le mie confessioni più intime…è così imbarazzante guardare i tuoi occhi adesso…”
Mi lascia parlare restando in silenzio senza togliermi gli occhi di dosso.
“…non posso credere che a suscitarmi quelle forti emozioni d’avanti ad un computer fossi proprio tu. Sei entrato in un mondo in cui a nessuno ho concesso di entrare, neanche a Nick e questo è tremendamente assurdo.Eppure non sono arrabbiata con te, non potrei mai esserlo perché senza te non ce l’avrei fatta, è solo grazie a te, grazie alle tue parole, che ho imparato ad amare nuovamente…”
Nate non mi lascia terminare la frase, sfiora il mio viso con la mano, chiude gli occhi e accarezza la mia bocca con la sua, le mie labbra si schiudono per accogliere il suo bacio dolce ma intenso, passionale ma delicato. Un fremito scuote il mio corpo al nostro contatto, come nel migliore dei miei sogni il mio Capitan Avena mi stringe forte a se, le nostre bocche si allontanano e i nostri occhi si cercano amorevolmente mentre la mia mano sfiora il suo viso.
“Alicia, io ti amo, lo sai…”
Mordicchio le labbra nervosamente, adesso più che mai mi rendo conto di quanto siano forti i miei sentimenti, non lascio che il cervello filtri quelle parole che arrivano dirette dal cuore.
“Io amo Nick.”
Accarezza il mio viso con tenerezza.
“Lo so, e siete una coppia bellissima.”
Resto in silenzio guardandolo interrogativa. Fruga con le mani nelle sue tasche estraendone qualcosa con aria soddisfatta.
“Buon Natale, principessa.”
Mi porge una busta chiedendomi con occhi sornioni di aprirla, lentamente eseguo la sua richiesta ritrovandomi a bocca aperta d’avanti al suo contenuto. Sgrano gli occhi con aria sorpresa.
“Ma sono i biglietti per il concerto…”
“…il regalo perfetto che cercavi per Nick.”
Rigiro i due biglietti tra le mani incredula, ho girato in lungo e il largo nella speranza di trovarli ma era stato tutto inutile, c’era il tutto esaurito da mesi.
“Ti saranno costati una fortuna…io non posso…”
Mi zittisce con un tenero bacio sulla fronte.
“Voglio solo vedervi felici.”
“Non so che dire.”
“Non devi dire nulla, anzi meglio non farne parola con Nick di tutta questa storia…sarà il nostro segreto.”
Annuisco sorridendogli con gli occhi.
“Ecco dove vi eravate cacciati, pensavo vi avessero rapiti gli alieni: eravate spariti.”
Nick ridendo si avvicina a noi.
“Che ci fate qui al freddo?”
“Stavo giusto rientrando, la folla acclama la grande star della serata.”
“Ahahah bravo bamboccio.”
Sorridendo Nate ci lascia soli. Nick mi fissa serio poggiandosi sulla balaustra, in silenzio mi approssimo a lui, poggio le mani sul suo petto avvicinandomi al suo corpo sperando che le sue braccia si stringano intorno al mio. Resta immobile con lo sguardo fisso nel vuoto, mi allontano quel tanto per riuscire a guardarlo negli occhi.
“Hey che ti prende? Tutto bene?”
La voce quasi trema mentre parlo.
“Dimmelo tu.”
Le sue algide parole mi gelano il sangue nelle vene, il solo pensiero che possa aver visto il bacio di Nate mi paralizza. Abbassa lo sguardo evitando nuovamente il mio e con voce sommossa continua a parlare.
“Alicia, ti conosco troppo bene per continuare a fingere di non essermi accorto che c’è qualcosa che non va tra di noi, sono giorni che quasi mi eviti, che sei distratta quando ti bacio, che trovi scuse per non fare l’amore con me…”
“Nick, io..”
“Lasciami finire, ti prego, purtroppo conosco troppo bene l’iter delle tue storie dopo James, pensavo che tra noi fosse diverso ma…ascolta, non devi sentirti obbligata a stare con me solo per evitare di farmi soffrire…”
Accenna un sorriso forzato.
“…ho le spalle forti io e non smetterò mai di volerti bene, qualunque cosa succeda ma non…”
Le mie labbra si poggiano con ardore sulle sue con la speranza che esse riescano a comunicare meglio delle parole quello che il mio cuore ormai urla disperato, mi stringo forte al suo petto fino a che lentamente non sento quel muro che aveva innalzato tra noi sgretolarsi e le sua braccia forti si stringono intorno al mio corpo.
“Scusami Nick, in questi giorni mi ero persa ma ora sono qui e credimi non voglio fare altro che restarci, la nostra storia non sarà mai come quella con James perché tu non sei lui…”
I suoi occhi si riempiono di una tristezza che rapidamente riesco a scacciare via.
“…ed è proprio per questo che voglio stare con te. Ti amo Nick. Ti amo come non ho mai amato nessuno.”
Bacia con veemenza le mie labbra stringendomi più forte a se mentre bianchi fiocchi di neve iniziano a cadere a rilento sui nostri corpi stretti quasi a diventare uno solo, alzo gli occhi al cielo e resto incantata come una bambina: è il mio primo bianco natale. Le sue labbra accarezzano il mio collo solleticando il lobo dell’orecchio. Eccitata mi allontano dal suo corpo e gli porgo la busta che ho tra le mani.
“E questo cos’è?”
“Il mio regalo di Natale.”
La sua espressione incredula all’apertura della busta fa nascere un sorriso soddisfatto sul mio viso.
“Ma come hai fatto? Erano finiti da mesi…”
“Il mio angelo custode mi è stato molto d’aiuto.”
Mi guarda stranito per un istante prima di stringermi forte a se sollevandomi da terra facendomi volteggiare ridendo divertita.
“Sei unica, piccola mia.”
Cinge il mio corpo con le braccia accarezzando il mio viso con uno sguardo pregno d’amore, i suoi occhi innamorati riscaldano il mio cuore che, impazzito, batte più forte nel mio petto per urlargli tutto l’amore che sento pulsare dentro.
“Ti amo, Alicia.”
Le mie labbra si adagiano sulle sue, le nostre bocche si schiudono permettendo alle nostre lingue di scambiarsi lente ed eccitanti carezze, ci abbandoniamo ad un bacio che sa d’infinito perdendoci in quell’amore che per troppo tempo ci siamo negati, mi lascio travolgere dal calore del suo abbraccio cullandomi tra i miei pensieri.
“Buon Natale, amore mio!”

************************************************Fine************************************

Image and video hosting by TinyPic
Angolo Autore
Siamo giunti alla fine!!!

Spero che il finale non vi abbia deluso,
odio i finali delle storie,
odio dover lasciar andare dei personaggi...
anche se Alicia e Nick li lascio andare via felici e natalosi.

Vorrei ringraziare Te,
che hai letto dal primo capitolo questa storia,
che ti sei affezionata a questi due ragazzi
o che semplicemente ti sei lasciata vincere dalla curiosità
e dalla voglia di sapere dove sarei andata a parare,
vorrei ringraziare Te che mi hai lasciato i tuoi pareri sulla storia,
e te che l'hai letta e seguita in silenzio.

Vorrei ringraziare Me,
per essermi messa in gioco,
dando una possibilità alle mie parole.


E beh se non siete ancora stufe delle mie parole
continuate a leggermi con quest'altra storia

Fallen in love with an Angel

in attesa di qualcosa di nuovo.


e visto che siamo in tema, anche se con un pò di anticipo
vi auguro un Buon Natale


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1236765