Eutopia

di starmoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** è un sogno, vero? ***
Capitolo 3: *** Il ballo ***
Capitolo 4: *** Primi frammenti del passato ***
Capitolo 5: *** AVVISO ***
Capitolo 6: *** Sono un mostro ***
Capitolo 7: *** Fratelli ***
Capitolo 8: *** La leggenda ***
Capitolo 9: *** Una cosa sola ***
Capitolo 10: *** Notte folle ***
Capitolo 11: *** Nuove consapevolezze ***
Capitolo 12: *** La tua paura ***
Capitolo 13: *** Ritorno sulla Terra ***
Capitolo 14: *** Avviso 2 ***
Capitolo 15: *** Eutopia non ti abbandona ***
Capitolo 16: *** Il segno ***
Capitolo 17: *** La prima battaglia ***
Capitolo 18: *** Di nuovo a casa ***



Capitolo 1
*** prologo ***


So cold- Ben Cocks

EUTOPIA

 

PROLOGO 

 

 

"Correvo,disperatamente, era la mia unica possibilità,in fondo ormai, in quel castello non mi era rimasto nulla, sapevo che mi stavano seguendo e questo mi spingeva ad andare più veloce.

Non avevo più forze,ma dovevo continuare a correre,non potevo fermarmi,mi avrebbero preso, la mia vita iniziò a passarmi davanti,non riuscivo a capire cosa l'avesse spinta a fare tutto questo, cose le avesse suscitato tutto questo odio verso la mia famiglia,l'unico rimpianto che avevo era quello di non essere riuscita a proteggere la mia famiglia, spero che non gli abbia fatto del male e che siano ancora vivi. 

Caddi su qualcosa di morbido e sentii una voce dirmi - ei stai attenta - realizzai che fosse un uomo incappucciato,anche se dalla voce sembrava un ragazzo,ma non si vedeva il volto, mortificata gli chiesi scusa e mi rialzai velocemente, sentii i passi dei segugi di quell'arpia farsi sempre più vicino, strinsi forte il mio medaglione, chiusi gli occhi, quell'uomo incappucciato cominciò a lottare, li sconfisse facilmente, io invece non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi, mi sentivo troppo stanca, lui mi guardò e io scorsi due occhi azzurri, non ebbi la forze nemmeno per ringraziarlo, lui si allontanò piano. 

Il medaglione si staccò dal collo alzandosi in aria, guardai stupita tutta la scena, fin quando una luce abbagliante mi impedì la vista, davanti ai miei occhi apparve una ragazza, era strana, indossava vestiti strani e mi guardava confusa, si massaggiò la testa, evidentemente aveva sbattuto, si guardò intorno e con tono scettico mi disse…

-dove diamine mi trovo?" 




Questa storia ci è venuta in mente a me e alla mia amica durante un ora di scuola che adesso non ricordo xD, abbiamo deciso così di scriverla, spero vi piaccia, scusate se non ho continuato le altre storia,ma l'ispiarazione mi aveva davvero abbandonato, per ora voglio dedicarmi a questa storia, spero che vi abbia incuriosito e che vi piaccia. 

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Capitolo 2
*** è un sogno, vero? ***


Ecco il primo capitolo della storia, spero che piaccia quanto il prologo e di non aver deluso le aspettative che vi siete fatti, scusatemi per la marea di errori che potreste trovare xD 
adesso vi lascio...non mi resta che augurarvi...BUONA LETTURA 






è un sogno, vero?

"Era una noiosissima giornata qualunque, nella mia vita non succedeva niente di che ormai, scuola, casa, un giro con amiche e poi di nuovo a casa, tutti i giorni erano sempre uguali,ma di certo non mi immaginavo minimamente che le cose prendessero questa piega"

 

- Layla oggi vieni al karaoke con noi ci saranno anche i ragazzi

La mia amica era veramente elettrizzata 

- cosa ci trovi di divertente se vengono pure loro?

 ed ecco l'altra mia amica, suo opposto, era come camminare con una santa e un demonio. 

- verrò ma prima devo andare da mio padre, quel donnaiolo da strapazzo vuole vedermi 

- tuo padre è però…

- Aley non iniziare…- dissi per zittirla 

- ci vediamo più tardi ok?- disse lei ancora felice, sorrisi al pensiero che nonostante la mia vita fosse noiosa, ameno le tragedie erano finite. 

- papà ci sei?

- non è ancora tornato 

mio fratello maggiore Jason, se ne stava a leggere uno dei suoi soliti libri da intellettuale, sbuffai

- vado a farmi una doccia ed esco peggio per lui

entrai in camera di mio padre, dovevo aver lasciato una borsa con dei vestiti 

- deve essere nell'armadio

Ok può sembrare una pazzia,ma quel maledetto armadio mi ha letteralmente divorato, stavo cercando la borsa quando sprofondai nel buio, quando mi alzai dopo la bella caduta da decidente, mi ritrovai in un posto totalmente diverso dalla camera di mio padre, c'erano degli alberi,sembrava un bosco. Vidi una ragazza, vestita stile principesco.

ero convinta di stare sognando,ma la botta che ho preso era chiaramente segno che quello non fosse un sogno. 

- dove diamine mi trovo?

 

 

 

 

 

pov Principessa 

Quella strana ragazza continuava a fissarmi spaesata, poi la vidi lentamente cadere a terra e perdere conoscenza, e successivamente mi sentì stanca pure io, non riuscivo a tenere gli occhi aperti.

 

pov Layla 

Non vedevo niente, ho forse avevo ancora gli occhi chiusi, seriamente cosa stava succedendo?, aprì lentamente gli occhi e vidi duo occhietti azzurri vispi che mi fissavano, sobbalzai per lo spavento. 

- dove mi trovo? - chiesi a quello che avevo scoperto fosse un bambino 

- siamo nel rifugio

- cosa?

- hai dei strani vestiti, e poi si vede tutto…- disse diventando rosso e indicandomi le gambe, io non capì, non c'era niente di male ad indossare la gonna corta, che poi fosse l'uniforme della scuola la rendeva ancora più lunga. 

- ma che dici? per delle ginocchia?- dissi sarcastica 

- non è vero!! - era così carino che mi venne voglia di accarezzargli i morbidi capelli

- d'accordo per farti felice indosserò qualcosa che ti piace ok? - disse sorridendomi, forse inconsciamente speravo ancora che fosse solo un sogno. 

 

 

pov Principessa 

- ti sei svegliata sorellona

Mi alzai di botto appena vidi la figura della mia sorellina, corsi subito verso di lei per abbracciarla. 

- diamine non hai idea di quanto sono felice di vederli Elly 

- Noel non sono riuscita a salvali, non ho idea di dove sono- disse lei in lacrime, l'abbracciai più forte

- li troveremo… insieme 

-a proposito principessa, chi era quella ragazza?

- ah Dacy ci sei pure tu? non lo so è uscita dal medaglione

- dal medaglione ha detto? - il saggio reale si fece avanti tra la gente - incredibile,non credevo che sarebbe mai arrivato questo giorno, quella ragazza non fa parte di questo mondo,ma dal pianeta Terra, cioè un mondo parallelo al nostro dove la magia non esiste…

 

 

pov Layla 

Mi guardai allo specchio, mi aveva dato dei vestiti strani, mi sembravano un po' stile principesco, anzi veramente non avevano nemmeno quell'aspetto, ma era lungo e questo faceva piacere al piccoletto, che non so perché mi ispira fiducia.

- posso entrare?- domanda nervoso

- si…allora come sto?- dico girando su me stessa, lui sorrise

- vuoi essere la mia sorellona ? - mi domandò improvvisamente 

- cosa? - alla mia reazione si incupii di colpo, mi sentii una stupida 

- ci sto, a patto che mi spieghi quello che sta succedendo 

- posso farlo io! - disse il vecchio saggio - tu vieni dalla Terra vero?

Mi limitai ad annuire 

- come sospettavo, sei stata richiamata, evidentemente hai dei legami con questo mondo se sei uscita dal medaglione 

- aspetti che intende dire, io stavo solo cercando i vestiti nell'armadio di quello screanzato di mio padre…

- chi è tuo padre?- chiese il vecchio con tono intimidatorio, i suoi occhi erano diventati due piccole fessure, mi faceva venire i brividi 

- Blake, Gerard Blake- il vecchio spalancò gli occhi e la bocca 

- VATTENE…VATTENE IMMEDIATAMENTE 

feci dei passi indietro,ma che gli era preso, conosceva forse mio padre? cosa improbabile e poi anche se fosse un tizio come lui che corre dietro ad ogni gonna cosa potrebbe fare di tanto pericoloso??

- ei che le prende

- HO DETTO VATTENE 

- signor saggio…- Noel provò a calmarlo - non mi sembra il caso e poi non credo sia pericolosa

- tu non sai chi hai evocato 

- d'accordo d'accordo me ne vado quante storia…- spero solo di svegliarmi presto, si sta trasformando in un incubo 

- aspetta - il ragazzino biondo mi venne di dietro

-aspetta un attimo…perché mi hai seguito?- chiedo sorpresa

-non voglio restare da solo

-ma li ci sono tutti i tuoi amici no?

- non li conosco io vengo da un altro regno 

- regno?

- posso venire con te?

- ma i tuoi genitori?…va bene tanto questo è solo un sogno- dico girandomi per camminare, lui mi segui

- aspetta 

- adesso chi è?

 

 

pov Noel 

Era mio dovere aiutarla, ero stata io a portarla qua e quindi devo aiutarla a tornare a casa, non posso immischiarla in una guerra che non ha niente a che fare con lei, potrebbe rischiare la vita e io non posso permettere che accada

- vengo con voi- affermai decisa, lei fece una faccia confusa, fece spallucce e mi disse…

- fa come vuoi 

- principessa aspetti, non può andare da sola verrò con voi 

- Dacy no è pericoloso 

- non importa 

La ragazza aveva già intrapreso a camminare 

-sbrighiamoci 

 

 

pov Layla 

mi hanno seguito tutti, sbuffo impazientita 

- va bene che è una principessa, ma non c'è bisogno che le tieni il vestito 

-potrebbe bagnarsi 

- non ci fa niente- dice la principessa

Mi girai verso il ragazzino, era l'unico che non mi dava problemi, lo visi attraversare il fiume, gli scivolò il piede e cadde in acqua, si aggrappò al masso dove prima stava attraversando, era pericoloso, la corrente era abbastanza forte e anche se tutto mi sembra un sogno non posso restare a guardare corsi verso di lui, lui mi guardò serio 

- posso farcela da solo 

io non lo ascolto e lo prendo dal busto, finisco per cadere sul grande masso 

- non dire sciocchezze, se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai anche se è un sogno 

Lui mi strinse, evidentemente stava piangendo 

-  va tutto bene 

-no…io non volevo essere d'intralcio sono io che ti ho seguito…voglio essere come lui- disse nascondendo il suo viso tra le mie braccia, mi scostai un attimo per guardarlo in faccia

- non mi sei d'intralcio,anzi la tua compagnia mi fa piacere- dico sorridendo, con lui mi veniva tutto così naturale, mi ricordava molto me da bambina, tentavo in tutti i modi di voler fare tutto da sola

- adiamo insieme  gli prendo la mano e con l'altra gli asciugo le lacrime 

- tutto bene?- chiese Noel 

 

 

pov Noel

corsi verso di loro 

- si tutto bene e solo scivolato andiamo avanti - la vedo prendergli la mano e sorridergli, sembrano fratello e sorella, un fruscio provenire da dietro mi distrae, nessuno se ne accorto, vedo qualcosa di nero, sembrava quasi… 

l'incappucciato, la persona che mi a salvato 

- principessa?

- si andiamo 

mi voltai di nuovo ma lui era sparito

 

 

 

 

Nel frattempo sulla Terra 

- voglio sapere quello che diamine è successo… e voglio che mia figlia ritorni qui 

- Gerard calmati 

- non dirmi di stare calmo Henry 

l'uomo ebbe un brivido appena vide lo sguardo feroce del padre, per un attimo gli era sembrato di avere davanti quell'uomo, quello che era stato in passato

- PAPA'!!!! ho cercato al dormitorio ma non c'è…non sarà scappata di casa 

il padre lo guardò serio, se fosse così sarebbe stato più facile 

- Jason dobbiamo parlare 

Jason ebbe paura, per un attimo gli sembrò di avere davanti un estraneo al posto del padre, non aveva mai visto questo suo lato e soprattutto questo suo sguardo

- cosa è successo a Layla?- chiese, la rabbia e la paura percorrevano ogni singola parte del suo corpo 

il padre si girò dall'altro lato 

- è ora che tu conosca la verità! 

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Capitolo 3
*** Il ballo ***


Il ballo 

 

Layla aprì gli occhi lentamente, si erano fermati per la notte nel bosco, era notte, per quanto ci pensasse le sembrava tutto sempre più assurdo, per un attimo pensò che fosse una sorta di punizione per aver pensato che la sua vita fosse noiosa, quando già avevano affrontato molto, per via dell'abbandono di sua madre tutto era cambiato, suo padre sfogava il suo dolore nell'alcol, c'erto non era uno di quelli che da ubriachi diventano aggressivi, al contrario, diventava buffo, anche se già lo era di suo, suo fratello invece metteva anima e corpo nello studio. 

- voglio arrivare in alto…dice sempre questa frase, io non lo mai capito- Layla si girò di lato, tutti stanno dormendo beatamente, il bambino però non sembra molto tranquillo

-avrà freddo- pensò, si tolse la giacca e gliela appoggiò di sopra

-così dovrebbe andare meglio 

- fra…fratellone….non andare via…- Layla si voltò di scatto, stava parlando nel sonno, il piccolo incominciò ad agitarsi 

- tranquillo - si sdraiò accanto a lui e lui si calmò, poi piano piano anche lei si addormentò. 

Era ormai mattina, Noel si alzò, tutti erano già in piedi.

-dove si va?- domandò ancora mezz'addormentata 

voi conoscete questo posto-disse Layla 

un rumore strano distrasse i ragazzi, si voltarono e uno strano tizio, sembrava un uomo travestito da giullare

- udite udite, sta sera al grande ballo Madame Violet farà il suo ingresso 

l'uomo passo vicino ai ragazzi 

- ei - lo richiamò Layla 

- chi è?- domandò il piccoletto

- Madama? non la conoscete? è un indovina 

- perfetto quello che ci vuole- disse Layla battendo il cinque con il bambino 

- senti piccoletto potrei sapere il tuo nome, perché è un po' strano chiamarti piccoletto o ragazzino…

- sono Alan 

- d'accordo Alan sta sera si va ad un ballo 

- aspetta Layla non possiamo intrufolarci 

- principessa i balli sono aperti a chiunque basta che ci si presenti con vestiti appropriati - disse Dacy 

- vestiti?- Layla temeva il peggio 

 

-bene siamo pronti- disse Noel ammirando il suo capolavoro, tutti avevano un vestito stupendo, Layla di un rosso scarlatto, le spalle scoperte e alcuni decori alla fine del vestito ampio, Dacy ne aveva uno verde con le spallucce gonfie, Neol uno azzurro simile a quello di Layla, mentre Alan un completino da principino.

- non mi sento molto a mio agio- si lamentò Layla 

- a te piacciono i vestiti da strega - disse Dacy facendo infuriare la ragazza 

- senti nel mio mondo questo stile è più che vecchio e millenario 

- andino?- disse Alan 

- si andiamo che è meglio - dissa Layla infastidita 

il castello era enorme, arrivarono alla porta principale, Layla sentii dei rumori strani, si voltò alla sua sinistra e vide un ragazzo arrampicarsi in un albero

-sbrigati

-si arrivo- Layla distolse lo sguardo un attimo e il ragazzo era già sparito 

La sala da ballo era enorme, i candelabri, le musiche, tutto riportava in epoche passate, Layla girava su se stessa, non sapeva dove guardare, dove andare

- di qua- disse Noel - non è quella la veggente? 

Una donna sulla trentina era posizionata in un angolo, non aveva nessun intorno a lei, indossava vestiti strani e una sfera nella mano destra. Si avvicinarono a lei

- siete Madame Violet?- chiese cortesemente Noel 

- volete una predizione?

- no voglio sapere come posso tornare a casa- intervenne Layla 

- che strana sensazione, sei potente- disse guardando negli occhi Layla - nei tuoi occhi scorre il potere- disse non smettendo di fissarla - se ha casa vuoi tornare il tuo cuore devi cercare- la donna si dileguò nel nulla 

- ei aspetta…ma che diamine…

- be visto che ci siamo che ne dite se ci divertiamo?- disse Noel, Layla non rispose 

- Layla balliamo?- chiese Alan 

- ok 

 

Layla e Alan andarono al centro della sala e incominciarono a ballare 

Noel sentii delle voce provenire dal piano di sopra, salì le scale, arrivò fino all'ultimo gradino,ma quelle voci si traforarono in piani

- ti prego papà non voglio 

- devi fare quello che ti dico io, tu sposerai quell'uomo che ti piaccia o no 

- ma io amo Jeffry 

- sei una nobile come puoi amare uno stalliere?

- tu non puoi capirmi non hai mai amato la mamma 

- tua mamma è morta 

- lei non l'avrebbe permesso 

- perché lei che ha fatto, mi ha sposato, non mi amava e lo stesso avverrà per te 

- no ti prego 

L'uomo scese le scale non curandosi di Noel 

- state bene?

la ragazza si accasciò a terra 

- io voglio solo essere felice 

- mi dispiace

aveva lunghi capelli biondi e occhi azzurri 

- posso aiutarvi?- una voce maschile fece voltare le ragazza, la bionda si fiondò tra le sue braccia 

- mi dispiace, non vuole sentire ragioni 

- non preoccuparti Amelì scapperemo insieme 

- Jeffry non lo permetterà 

- potrei aiutarvi, ora che ci penso somiglio molto a Layla se non fosse per gli occhi

-potremmo metterle una maschera suo padre non se ne accorgerà ma ci aiuterà?

- non credo che dirà di no, seguitemi

Layla era intenta a scegliere cosa mangiare, non vedeva niente che potesse quanto meno assomigliare a qualcosa di commestibile 

-Layla!! 

- cosa vuoi?- disse lei ancora arrabbiata 

- ho bisogno che ti fingi la contessa Amelì per un po' il tempo che loro scappano 

- ma dico ti senti? come dovrei fare? non abbiamo parrucche o ora del genere 

- tranquilla pensò a tutto io- disse Amelì nel suo sguardo Layla leggeva la felicità e non seppe dire di no, la portò nella sua camera e le fece indossare il suo vestiti, una parrucca, il problema restavano gli occhi 

- possiamo fare un incantesimo, non sono brava quindi non so per quanto duri l'effetto 

- magia? scusa non vengo da questo mondo 

- chiudi gli occhi 

Layla sentì gli occhi caldi, quando li riapri il colore era azzurro 

- fantastico 

- sono una maga dei colori 

- ok ci capisco sempre meno,ma adesso andiamo all'azione 

Scesero dalle scale 

 

Love Story - Taylor Swift.

 

Jeffry uscii velocemente dalla sala

- e ora- disse Layla facendo segno di uscire ad Amelì

improvvisamente le finestre si sgretolarono in mille pezzi

- piratiii - la gente urlava e scappava da ogni via d'uscita libera 

- dannazione - Layla nella confusione aveva perso di vista gli altri del gruppo 

- rag…- non finii nemmeno di parlare che una mano le si parò in bocca e le bloccò le mani 

- tutti giù ho la vostra contessina morirà - la voce era quella di un ragazzo, davanti a Layla apparse un ragazzo biondo, due occhi azzurri profondi, uno sguardo magnetico, qualcosa di cui non riusciva a liberarsi. Ma Layla non era di certo una di quelle ragazze che si faceva impressionare tanto facilmente, diede un morso alla mano che le impediva di parlare 

- in fin dei conti è solo un sogno- prese la spada che il pirata dietro di lei aveva e si liberò velocemente, saltò in aria facendo una capriola 

- dicevo che era un sogno- uno dei pirati la stava per attaccare, d'istinto porto la mano destra avanti, l'uomo fu scaraventato sul tavolo del buffè 

Layla si fissava la mano 

- incredibile 

- Amelì!!- il padre della ragazza si fece avanti tra la massa di gente pietrificata dalla paura 

Layla si trovò il pirata biondo a bloccarle i polsi 

- contessina dove vuole scappare?- il tono di voce era basso, la sua calma irritava di più la ragazza 

- Non portatemela via senza di lei sono spacciato, non risanerò mai i miei debiti - a quelle ultime parole il cuore di Layla si fermò, come poteva essere tanto insensibile, sua figlia poteva rischiare la vita, morire. Si tolse la parrucca, l'incantesimo agli occhi svanii…

- non sono la vostra contessina,ma se posso permettermi lei non è degno di farsi chiamare conte, un uomo che vuole con se la figlia solo per soldi, un uomo così mi fa schifo- disse con le parole piene di disprezzo, si strappo il lungo vestito porpora e mostrò i suoi vestiti da liceale. 

- crede davvero che vi lascerò fermare vostra figlia?- 

- adesso basta - la voce di Amelì si sentiva da lontano, evidentemente era tornata indietro 

- papà 

l'uomo la fissava, era pietrificato 

- mi dispiace- lei corse e l'abbracciò sotto gli occhi increduli di tutti 

- non sono la figlia che desideravi- la ragazza scoppiò in lacrime 

- non ci credo - disse Layla 

- ha un cuore enorme- disse Noel 

- finite le scenette noi avremmo un lavoro da svolgere- il biondo cerco di attaccare Amelì e il padre,ma Layla si mise in mezzo 

- non così di fretta tesoro- il biondo scoppiò a ridere e poi posò la spada 

- sei davvero testarda…ci si vede- stava per allontanarsi

- ERIC!!!- Alan corse verso di lui,ma si fermò due passi prima di raggiungerlo - perché? perché te ne sei andato? 

il pirata fece un sorriso 

- sei troppo piccolo per capire 

-Alan allontanati - disse Layla mettendolo dietro di lei, sentiva un grande istinto di protezione riguardo quel ragazzino 

- prenditi cura di lui - disse il biondo a Layla, lei si stupii, mentre sotto ai suoi occhi ancora increduli tutti i pirati sparirono dalla sala

- Layla- Noel e Dacy li raggiunsero 

- figlia mia mi dispiace di averti fatto del male- i ragazzi si girarono verso quell'uomo orribile 

- papà 

- Jeffry puoi sposare mia figlia- tutti spalancarono gli occhi, persino Amelì non credeva a quelle parole, ma il padre la sine fra le braccia del ragazzo 

- lei è un uomo strano - disse Layla 

- sai siete stata voi ha farmi capire l'importanza di una figlia, vostro padre deve essere un uomo eccezionale- Layla pensò a suo padre che per quanto buffo non l'avrebbe sostituito mai con nessuno 

 

 

i ragazzi si dirigevano verso il bosco 

-alla fine non abbiamo concluso nulla 

- di che ti lamenti hai salvato una meravigliosa storia d'amore- disse Nole 

-  se ha casa vuoi tornare il tuo cuore devi cercare… che vorrà dire 

- Alan chi era quel ragazzo?- chiese Dacy 

- mio fratello 

le tre ragazze si fermarono di colpo 

- stai scherzando?- disse Noel 

- per niente 

- quante cose che non sappiamo di te eh? - disse Layla accarezzandogli i capelli - comunque farò come mi ha chiesto- gli disse sorridendo. 

Alan sorrise a sua volta 

- grazie… grazie a te lo rivisto ancora una volta 

- aspettate un attimo- disse Noel - questa sera Layla hai combattuto in maniera innaturale, cioè hai usato la magia e ti muovevi come un guerriero 

- vero ora che mi ci fai pensare…- Layla si osservò la meno 

" forse non è un sogno, forse sono solo io che continuo a sperare che lo sia" 

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Capitolo 4
*** Primi frammenti del passato ***


Primi frammenti del passato




Jason se ne stava sdraiato nel suo letto, le rivelazioni che gli aveva fatto suo padre erano shoccanti, conoscere questo lato delle cose non era nei suoi programmi.
Aveva sempre amato questo genere di storie, ma viverle in prima persona era diverso. Sua sorella era stata mandata in un mondo paralello e cosa ancora più shoccante la sua stessa famiglia proveniva da questo mondo.
 Flashback
“ io è tua madre proveniamo da li, quel luogo è la nostra casa,ma siamo stati costretti a fuggire, il nostro era un amore proibito”
“cosa intendi? Non ci sto capendo più nulla”
“ in questo mondo noi manteniamo una forma umana e quindi questo non ci permette di far emergere i nostri poteri, in pratica questo funge da sigillo, soprattutto per voi, siete delle creature mai esistite nel nostro mondo per questo siamo stati costretti a venire qui, non potevano rischiare”
“ non spiega perchè mia sorella sia li... questo però”
“ il problema figliolo...è che non me lo spiego nemmeno io”
“come facciamo a riportarla qui?” il padre chiuse gli occhi e appoggio la schiena sul divano di pelle bianco.
“ voglio che tu ne resti fuori Jason, già è in pericolo Layla, per favore ascoltami”
“ mia sorella è stata rapita e io devo stare con le mani in mano? Non puoi chiedermi questo”
“ tua sorella non è stata rapita prima di tutto dobbiamo capire il perchè si trova li, non possiamo catapultarci li e cercarla in tutto quell'immenso mondo, sai è dieci volte più grande della terra, credi che riusciremmo mai a trovarla, quello è un luogo pericoloso” il padre si alzò di colpo arrabbiato, Jason non l'aveva mai visto cosi.
“ anche se ci volessero cinqusnt'anni io continuerei a cercarla”
Jason si alzò dalla sedia e si diresse verso la sua stanza
“ voglio solo proteggervi”
fine flashback
http://www.youtube.com/watch?v=CalSgtwQktg
Jason si alzò dal letto, sempre più confuso, non riusciva a crederci, era tutto cosi assurdo, si tenne la testa con le mani, era come se stesse per esplodergli, voleva salvare sua sorella, voleva fare qualcosa per aiutarla. Il loro era sempre stato un rapporto di amore odio,ma in momenti come questi si erano sempre aiutati
flashback
Jason dov'è la mamma?- il piccolo era seduto in un angolo della sua stanza, la testa tra le ginocchia,non aveva alzato lo sguordo, non voleva che la sorellina più piccola lo vedesse piangere
jason dov'è andata? Lo cercata dapper tutto, aveva detto che oggi avrebbe fatto i biscotti,ma non li ho trovati- Layla girava intorno alla stanza mentre spiegava la situazione al fratello maggiore
ei papà ti ha comprato il nuovo gioco? - chiese innocentemente
la bambina notò che il fratello non si era mosso completamente, poi senti la voce del padre, era furioso, Layla ebbe paura, si avvicinò alla porta e ascoltò la discussione
“ non può essere vero, ditemi che non sta succedendo”
le urla del padre fecero spaventare sempre di più la bambina che corse a sedersi accanto al fratello e iniziò a piangere
ei Jason la mamma non farà i biscotti vero? La mamma non viene a casa, non viene più- il fratello si asciugò le lacrime
c'è la faremo, anche senza di lei- la sarello lo abbracciò
promettimi che noi staremo sempre insieme, promettimelo
te lo prometto...- il piccolo si guardo attorno, poi si alzò, si diresse verso il suo cassetto e lo aprì
tieni questo,io ne ho uno uguale, cosi anche quando saremo lontani in realtà saremo sempre insieme- il piccolo le porse quella collanina d'acciaio, la sorella lo prese e gli sorrise
fine flashback
Jason guardò il suo riflesso nella finestra, fuori pioveva davvero forte, sollevò la mano e strinse il laccetto
te lo promesso



Layla guardava il fuoco, tutti già si erano addormentati
“ non riesco proprio a dormire, sento freddo,nonostante questo fuoco, sento freddo dentro, voglio tornare a casa, voglio vedere ancora la mia famiglia, perchè non mi sveglio, perchè non ci riesco, forse sono in coma? Ma che vado a pensare, questo posto mi fa impazzire, non ho mai chiesto nulla del genere, quindi perchè mi hanno catapultato in questo mondo, la magia, io che mi muovo come un soldato, che sta succendeno?”
layla si osservò la mano
ho davvero dei poteri? È incredibile
trascinò la mano al collo e prese il laccio, le dava conforto, sentii una strana sensazione, come qualcosa di caldo dentro se, nel cuore, si sentiva più tranquilla.
me l'hai promesso.




Erano passati ormai giorni, Layla e i suoi nuovi amici avevano raggiunto in piccolo villaggio del regno del fuoco.
principessa come mai ci troviamo qui?
Vorrei parlare con il re, chiedere aiuto, la situazione con mia sorella è un disastro, se non facciamo qualcosa per fermarla potrebbe diventare una minaccia per tutto il regno
capisco,ma dove sono finiti quei due??

guarda questo Alan- disse Layla indicando un piccolo gattino bianco con le zampette baige.
È adorabile
che dici?
Lo prendiamo?
Sii non posso resistere
che state combinando?- Dacy gli spuntò alle spalle
AHHHH
oddio mi hai spaventato- disse Layla spaventata
meglio...comunque seriamente che combinate?
Guarda- disse contento Alan
è un gatto?
È ancora un cucciolo non è adorabile?- Layla era davvero entusiasta, sembrava una bambina, con Alan e con gli animali si comportava da angioletto, solo a lei torturava.
Non posso crederci quel gatto è trattato meglio di me
ragazzi il palazzo è vicino, andiamo? Aspettate cos'è quello??- disse scandalizzata
non lo vedi? È un micettto
toglitemelo davantiii
Noel non mi dirai che hai paura?- disse Layla incredula
da piccola un gatto ha graffiato la principessa da quel momento ne è terrorizzata
be dovrà farsi passare la paura perchè d'ora in poi sarà nostro compagnio di avventure- disse Layla saltellando lontano seguita da Alan
quella ragazza soffre di doppia personalità- disse Dacy
credo che ne abbia ancora di più- commentò Noel
principessa con loro non credo che potremmo andare a palazzo, il re nemmeno ci riceverebbe, dovremmo tenerli occupati
ma come?
Ho un idea...LAYLA ALAN – i due la sentirono e si voltarono
che vuoi cameriera?- chiese scortese Layla
come mi hai chiama...comunque perchè non andate a cercare qualcosa da mangiare al gatto, tenete queste monete dovrebbero bastare, il mercato è poco più avanti nel frattempoi noi sbrigheremo alcune faccende, ci vediamo qui tra un ora esatta
Layla e Alan erano un po' titubanti,ma poi ci rifletteromo un momento e accettarono
idea geniale- disse Noel
niente di che, quella ragazza devi sono saperla prendere, però quella volta al ballo sembrava un'altra, sai credo che ci siano ancora molte cose da scoprire su di lei, per esempio i suoi poteri, il vecchio ha detto che era pericolosa
appena ha sentito il nome del padre è andato fuori di se, in effetti è stato molto maleducato
cosa insolita per il vecchio saggio, insomma è sempre tranquillo e pacato
credi che suo padre fosse un traditore o roba del genere
molto peggio, credo che suo padre sia un Demone
avevo sentito parlare di loro
sono esseri potenti, se vorrebbero potrebbero spazzarci via tutti molto facilmente
ma ci sono gli angeli no?
Credi davvero che possano fermarli?
Io sapevo che avevano stipulato un patto, per quanto forti i demoni avranno anch'essi un punto debole no, credo che abbiano giocato quella carta
tornando al discorso su Layla se è davvero la figlia di un Demone i suoi poteri sono oscuri, e cresceranno ogni giorno di più potrebbe diventare un pericolo
ma lei non ne è cosciente
per ora sono solo supposizioni,ma se cosi fosse non credo che dovremmo continuare in viaggio insieme a lei
no non la penso come te, in fondo è colpa mia se lei è qui
principessa...
sai Dacy Layla è una persona diversa da noi, non si preoccupa di mostrarsi, non le importa se deve trasgredire le regola, lei fa quello che le passa per la testa,in un certo senza la invidio, è libera, nel suo mondo è libera e credo che le manchi anche la sua famiglia no?
Dacy si fermò di colpo
siamo arrivate
il castello era enorme, per primo il grande cancello che portava ad un ponte, due draghetti di guardia si fecero avanti
-voi siete
sono la principessa Nole Queen
la principessa d'aria come facciamo a sapere che siete voi
Noel alzò la manica del braccio sinistro, un'aspirale simile ad un tatuaggio era stampato sulla sua spalla
ogni membro reale ha dalla nascita questo segno giusto?- disse Noel
entrate- disse uno dei due draghi


-Ey Layla credi che questo vada bene?- domandò Alan indicando un enorme pesce
non è un po' troppo grande?
Forse hai ragione sono n fallito- disse disperato
ei ei che ti prende? Che ne pensi di questo?- indicò la ragazza un pesce piccolo
è perfetto- il bambino si riprese subito
sei parecchio lunatico tu
gli piace
già lo vedo


-a cosa devo la vostra visita principessa
sire come sapete il mio regno è andato in rovina
vostra sorella ha fatto un po' di scompiglio ho notato,ma non posso risolvere i vostri problemi ho già i miei da sistemare
ma sire se mia sorella prende pieno controllo del regno potrebbe essere pericoloso anche per gli altri regni, per giunta il regno della terra è sparito da secoli ormai, ci vorrà poco prima che si impossessi del resto
non sottovalutarci principessa
non sottovalitate mia sorella, come crede che abbia fatto a conquistare il trono,non di certo con normali soldati, ha evocato demoni, trasgredendo ogni patto
il re si alzò dal suo trono, la regina entrò nella grande sala
-mi stai dicendo che quella ragazza sta usando magio oscura?- domandò la donna
-esattamente
-questo va contro ogni regola
-io non so cosa posso fare
sta tranquilla tra due giorni verranno i sovrani del regno dell'acqua insieme troveremo una soluzione.
Sire c'è un'altra cosa che vorrei chiederle?
Dite
cosa sapete dei demoni caduti?- a parlare era stata Dacy
l'uomo spalancò gli occhi
è una domanda azzardata la tua signorina,ma se proprio ci tieni: gli demoni caduti non sono poi diversi dagli angeli caduti, solitamente vengono spediti sulla mondi dove non esiste la magia in modo da non far utilizzare i poteri, se non ricordo male l'ultimo è stato circa diciannove anni fa,quello fu un caso particolare però
credo che fosse il principe giusto?- disse la regina
esattamente, il principe dei demoni diventò un caduto e fu spedito su un mondo chiamato Terra, dovete sapere che non ne sappiamo molto, in fin dei conti gli affari dei Demoni non ci riguardano, loro sono sotto di noi, provocarli non è nei nostri interessi, quindi vi pregherei di fare attenzione.
Grazie per la risposta – la principessa era sempre più sorpresa e la teoria di Dacy si faceva sempre più veritiera



Gerard guardò la pioggia
“ piove proprio come quel giorno”
flashback
“ la mia permanenza sulla Terra è finita Gerard”
“ non vorrai dire che ti hanno chiamato?” Gerard guardò la moglio incitandola a continuare a parlare
“ mi dispiace Gerard hanno bisogno di me”
“ hanno bisogno di te Livia ci hanno esiliati”
“ se non l'avessero fatto i nostri figli non sarebbero mai nati e in caso lo fossero li avrebbero uccisi”
“ mio padre li avrebbe protetti”
“ tuo padre avrebbe voluto i loro poteri”
“ ma sarebbero ancora vivi” Gerard era furioso, se fosse stato nel loro mondo avrebbe già perso il controllo da un pezzo,ma quel mondo lo tratteneva.
Fine flashback
spero solo che quando ti troverà vada per il meglio Livia, sai porta ancora molto rancore nei tuoi confronti- l'uomo osservava la foto della moglie sul domodino del suo studio.




Layla era indecisa, non sapeva che scegliere
-che ne dici di Paki?- disse Alan, anche lui non ne aveva idea
possibile che ci mettiate tanto per trovare un nome?- disse Dacy mentre faceva andare più veloci i cavalli, il re li aveva donati ai ragazzi per il loro viaggio, erano due con una carrozza aperta, Noel e Dacy erano avanti mentre Alan, Layla e il piccolo gattino dietro.
Leon!!- disse Alan – sa di nobile
hai ragione e poi è un felino certo sarebbe Lion ma Leon mi piace
allora è deciso
vi ci è voluto mezza giornata per decidenrlo?
Ne è valsa la pena
è solo un gatto
zitta non puoi capire
erano ormai passate tre ora, era sera e Alan e Layla si erano addormentati insieme al gatto
credi che dovremmo dirglielo?- disse Noel
non siamo ancora sicuri che sia suo padre
se cosi fosse starebbe a dire che lei è...
la nipote del re dei Demoni
è inquetante solo al dirlo
eppure sembra cosi buona
principessa lei non l'ha osservata abbastanza, non dico sia cattiva ma si vede che ha atteggiamenti non umani
solo perchè ti prende in giro...
non mi riferisco a questo, quella volta al ballo, non solo i suoi poteri, ma non so se ci avete fatto caso ma i suoi occhi tendenvano ad un colore bel diverso da quelli comuni
eh?
rossi, certo non posso dire di esserne certa,ma credo che sia proprio chi temo che sia
che facciamo?
L'avete detto voi aiutiamola a tornare a casa, se c'è una cosa sicura per noi è proprio che lei ritorni da dove è venuta
e Alan?
Quel bambino è simile a lei è avvolto nel mistero.




Una donna con un cappuccio nero si dirigeva all'interno di un castello, salì veloce le scale fino ad arrivare ad una stanza, dove si trovava un libro al centro di essa. Si diresse verso esso e la aprì, la pagina aperta raffigurava due persone, una donna alata e un uomo con delle ali nere, ali simili a quelle dei pipistrelli.
La donna tolse il cappuccio, il suo volto era idendico a quello raffigurato nel libro.

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Capitolo 5
*** AVVISO ***


Non ho ancora terminato di revisionare il prossimo capitolo così ho pensato di mettervi L'indirizzo dove troverete tutti personaggi presentati fin ora e anche alcuni che ancora non conoscete. Non so mettere il link xD ( lo so sono una frana) però vi darò l'indirizzo della pagina facebook dove potrete trovarli. Sono sia in versione anime che come attori, la scelta dei personaggi spero sia gradita e che non ho rovinato l'immagine che vi eravate fatti suoi personaggi. 
 
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.291351007648875.70308.203699906413986&type=1

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Capitolo 6
*** Sono un mostro ***


Finalmente dopo tanto sono riuscita a concludere il capitolo, non mi convince molto, ma ho voluto postarvelo lo stesso, spero che vi piaccia. Vi consiglio di ascoltare anche la canzone che da un idea più o meno della situazione.



  Sono un mostro 

Sulla Terra

 

Jason era appena ritornato da scuola, sentiva delle strane voci,ma non capiva di chi fossero, solitamente suo padre aveva molti amici,ma era sicuro di riconoscerli, entrò nella sua stanza e si buttò sopra il letto, con poca grazia, chiuse gli occhi e poi sentii un botto, corse verso l'ufficio di suo padre e lo vide per terra con tutti i libri sopra di lui.

-che stai facendo, e poi chi c'era con te?

- lo hai sentito?- suo padre era stupito

Jason lo guardava senza capire

- ti senti bene?- chiese al padre 

- si si stavo solo cercando un modo per attraversare il portale senza che nessuno se ne accorga 

- te lo detto devi chiedere aiuto a quell'uomo-Jason scattò 

- no questa volta ne sono sicuro ho sentito una voce 

- sono io- Jason si guardava intorno, ma non vedeva niente

- qui sotto

Il ragazzo abbassò lo sguardo, davanti a lui c'era un gatto, nero. 

- si sono io - Jason non disse nulla, non si mossa da dov'era.

- Jason stai bene?- suo padre si stava preoccupando, il figlio non dava nessun cenno 

-AHHHHHHHHHHHH 

- ecco dovevo aspettarmelo - Gerard si mise la mano sul volto. 

Appena Jason si calmo, Gerard gli spiegò la situazione, quel gatto non era altro che un suo compagno di avventure ad Eutopia, ma Jason non ci voleva credere, nonostante avesse visto con i suoi occhi, non si capacitava di quello che aveva davanti. 

- Lui non è un propriamente un gatto, è stato punito per aver infranto la legge

- in quel luogo hanno uno strano senso di punizione - Jason evidentemente si riferiva anche alla loro situazione - ma questo non spiega perché hanno richiamato Layla 

- deve essere stato il ciondolo di Aria, la regina di quel regno, era molto amica di vostra madre, prima di andare via le regalò quel ciondolo, in caso di pericolo l'avrebbe evocata, ma non mi spiego perché abbia richiamato la ragazza

Tutti e tre stavano cercando una soluzione, ma niente spiegava quello che fosse successo. 

- non ne ho idea, ma giuro che la riporterò a casa- Gerard aveva uno sguardo deciso, da esso si poteva scrutare tutta la sua preoccupazione, Jason si stupiva ogni giorno di più, nella sua mente incominciavano a farsi largo grandi dubbi, conosceva davvero suo padre? 

 

 

Eutopia 

L'atmosfera era davvero pesante, si intravedeva a mala pena la strada, un giovane dai capelli scuri, vestito in stile medievale, si dirigeva verso una nave, salì a bordo.

- finalmente dove ti eri cacciato?- un uomo enorme si avvicinò a lui, il suo sguardo era sadico, quasi come se volesse farlo a pezzi in quell'istante, nonostante fossero tutti li. 

- non sono affari tuoi Knox, il capitano?

- nella sua stanza 

Il ragazzo si diresse verso la stanza più lontano da tutte, era un lungo corridoio, solitamente ognuno di loro aveva una stanza semplice, un letto, un comodino e un armadio per i vestiti, quella del capitano invece sembrava una reggia, forse dipendeva dal suo modo di vivere, o per il semplice fatto che fosse il capitano. Il ragazzo bussò, ricevuto il permesso entrò.

- ho fatto le ricerche che mi avevi chiesto

- e allora?

- Layla Blake, figlia di Gerard Blake, ricercata con una grossa ricompensa. 

- perfetto

Eric avevano uno sguardo entusiasta, aveva in mente un piano, il ragazzo castano lo guardava impassibile, ormai non si stupiva più di niente.

 

 

Noel stava osservando l'orizzonte di fronte a se, la sua mente era perseguitata dal suo passato, immagini terrificanti, le urla, chi cercava disperatamente aiuto, chi correva il più lontano possibile, tra tutti lei se ne stava immobile, al centro della stanza, il terrore non la faceva muovere, le impediva qualsiasi movimento. Il fiato era come prosciugato. 

- NOEL!!!- Layla la interrompe dai suoi innumerevoli pensieri 

- ti eri imbambolata a fissare il lago

- scusa, ma è davvero splendido

-si direi di si- Layla era scettica, solitamente Noel non si incantava per osservare i paesaggi, fece finta di niente e raggiunse gli altri per accamparsi 

- proprio qui?- disse Dacy 

- siamo stanchi, sono giorni che non facciamo che camminare, sinceramente non ho la più pallida idea di che fare 

- Layla Blake che non ha idea, mi stupisci 

- Dacy Donvan tu che mi suggerisci vediamo? 

- smettetela di litigare e ascoltate? - Alan si era accorto di uno strano rumore 

- sembrano dei cavalli

- non ci sono dubbi è un armata 

Dacy riprese tutto, quello che avevano sistemato, all'interno del carro.

- dobbiamo nasconderci 

- perché mai?

- questa zona è famosa per i mercenari, noi abbiamo una bella taglia sulla testa, non voglio andare in gatta buia o morire quindi adesso noi prendiamo le nostre cose e ce la filiamo 

- non abbiamo molto tempo- disse Noel 

Layla si sentiva strana, come se il richiamo di quei passi la invitassero a raggiungerli, aveva un brutto presentimento, smise di sistemare le cose 

- andate avanti senza di me, io li distraggo voi avanzate

- ma che stai dicendo?- Dacy la prese per le spalle e la strattono - vuoi forse morire 

- non lo so sto solo seguendo il mio istinto- Dacy allontano le mani, decise di fidarsi di lei

- ma non possiamo lasciarti qui?- Noel era decisamente contraria 

- principessa Layla se la sa cavare benissimo da sola- Dacy aveva un sorriso strano in volto, guardò Layla che la ricambio, sembravano due complici, poi lo sguardo della ragazza si posò su Alan- anche tu vai con loro, prometto che tornerò

Alan la guardò negli occhi 

- è una promessa 

Layla sorrise e annuii, appena sparirono dal suo raggio visivo, il cuore incominciò a farle male, si accasciò a terra, non sapeva che le stesse succedendo. 

- ei ragazzina che ci fai a quest'ora nel bosco 

- aspetta Gin ha un volto familiare

- ma si ha ragione, l'abbiamo vista nella tabella dei ricercati 

Layla era nel panico, quel dolore non voleva abbandonarla, strinse con le mani al petto

- DANNAZIONE - urlò talmente forte che i cavalli quasi non impazzirono spaventati 

- ei che ti prende hai paura- un uomo di avvicinò a lei, indietreggiò, poi il dolore si faceva sempre più lieve, ma allo stesso tempo la sua vista si offuscava sempre di più, fino a perdere i sensi. 

 

Sulla Terra 

-c'è una persona sulla Terra che può aiutarvi- il gatto era seduto sul tavolino del soggiorno, mentre padre e figlio erano seduti sul divano - nella tua scuola c'è una ragazza, è la figlia di un ex soldato del regno d'acqua- Gerard prestava molto attenzione alle parole dell'amico, mentre il figlio si stupiva ogni attimo di più, altre persone di quel luogo vivevano sulla Terra. 

- aspetta un attimo anche lui è stato punito?

-no è stata una sua scelta, Eutopia non è un luogo paradisiaco come puoi immaginare, lo è stato, ma quando gli uomini hanno scoperto di poter evocare demoni il delirio si scatenò

- noi siamo demoni?- Jason fece questa domanda al padre, era terrorizzato dalla risposta.

- non del tutto, tu e tua sorella siete un misto, creature mai esistite, per questo dobbiamo affrettarci 

- sicuramente, ragazzo mio, tua sorella è in serio pericolo, l'essere umano ha sempre paura di ciò che è nuovo, ma allo stesso tempo ne è affascinato. 

 

 

Eutopia 

Noel si guardò indietro

- siamo sicuri di aver fatto la cosa giusta 

- per nient, ma voglio fidarmi di lei

- voi due nonostante vi odiate siete molto legate

- non dica scemenze, scusi il termine, ma io è quella ragazza non andremo mai d'accordo- Noel sorrise 

- non mi piace- disse Alan - c'è troppo silenzio

 

IRIDESCENT- LINKIN PARK 

Layla si sentiva stordita, non capiva cosa stava succedendo, non ricordava nulla di quello che era successo, aprì gli occhi lentamente, un odore fastidioso la inondò, era sangue, si alzò, ciò che vide era raccapricciante, tutti quegli uomini a terra agonizzanti, era come vedere un lago di sangue. Continuava a girare su se stessa, ad ogni lato lei si voltasse, c'erano decine di uomini mezzi morti.

-cos'è successo???

- t..tu…sei st..sta..ta tu!- un uomo le aveva preso la caviglia, si guardò le mani, erano ricoperte di sangue, era paralizzata, non riusciva a muoversi, continuava a guardarsi attorno disorientata e terrorizzata da se stessa.

Gli altri tre ragazzi del gruppo continuava la loro corsa disperata, Noel si sentì tirare il braccio, era uno dei mercenari, Dacy gli tirò uno pietra, ma l'uomo si riprese 

- vi prego aiutatemi…- il suo volto era sconvolto 

- li ha uccisi tutti, è stata LEI- incominciò a sbraitare, i ragazzi non sapevano che fare, avevano paura a chiedergli di chi stesse parlando, paura di sapere che fosse stata lei. 

Layla si accasciò a terra, non ci credeva, continuava a guardarsi le mani, diede dei pugni al terreno, così forte da farsi uscire sangue, non ricordava nulla, non sapeva cosa avesse fatto ne come, ma sapeva di non voler essere un assassina. Strinse gli occhi, non riusciva a guardare l'oscenità cha aveva davanti. Si strinse a se, così come se si abbracciasse, sentiva freddo, non solo per via della notte, si sentiva fredda, il suo corpo, la sua temperatura era cambiata, dentro si sentiva vuota e spaventata, tremava e non dava cenno di voler smettere. 

- cosa è successo?- era la voce di un ragazzo, si voltò e vide un ragazzo che la fissava, non sembrava ne spaventato ne tanto meno sorpreso. 

- sono un mostro - Layla era terrorizzata, lui le porse la mano per alzarsi

Layla si stava facendo il bagno nel grande lago, i suoi vestiti messi ad asciugare, guardava il suo corpo, così umano, così vero. La convinzione che fosse tutto un sogno stava incominciando a vacillare, pian piano si stava rendendo conto di quanto assurdo, ma vero, fosse.Lei era un assassina? era un mostro? se tutto questo fosse vero, come sarebbe riuscita a tornare alla sua vita di sempre? come avrebbe potuto guardare in faccia suo padre e suo fratello? e le sue amiche ? poteva stare vicino ai suoi amici? Alan le vorrebbe ancora bene?! Tutte queste domande tormentavano la sua mente. Chiuse gli occhi e andò sott'acqua, quella sensazione di vuoto, dove niente può raggiungerti, dove senti solo i tuoi pensieri. Uscì e riprese a respirare, alzò la mano destra al cielo, quella mano era capace di usare la magia, quella mano aveva ucciso, non ci credeva ancora, la riportò giù lungo i fianchi, un senso di malinconia le pervase tutto il corpo. Portò la stessa mano a stringere il ciondolo. Doveva tornare, voleva vederli ancora e ancora, le buffe facce del padre, i suoi comportamenti da effeminato incallito, le lunghe litigate con i fratello, le risate in famiglia, non le erano mai sembrate tanto lontane. La paura non l'abbandonava, strinse gli occhi per evitare le lacrime. 

- hai finito?- il ragazzo era voltato 

- si- lei prese i suoi vestiti e se li rimise 

- mettiti questo- lui le porse un mantello 

- chi sei?- le chiese 

- mi chiamo Layla Black

Il ragazzo cambiò espressione 

- ora si spiega tutto.

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Capitolo 7
*** Fratelli ***


FRATELLI 

 

Layla era coperta con un lenzuolo o qualcosa del genere, si svegliò di botto, si guardò attorno, era in una strana casa, stile antico, forse in pietra.

- ti sei svegliata finalmente- la ragazza fece mente locale 

- che ore sono?

- ore? più o meno è moto che è passata l'alba 

- dimentico sempre che non sapete cosa sono gli orologi- Layla si alzò a fatica, tutti i muscoli le facevano male, aveva persino una ferita lungo il braccio sinistro

- dovresti riposare, le prime trasformazioni sono sempre dolorose, specialmente per chi come te è sempre stata bloccata

- bloccata?- il ragazzo fece un sospiro, si sentiva come se stesse insegnando ad un bambino 

- sei stata sulla Terra per diciassette anni i tuoi poteri sono rimasti trattenuti per tutto questo tempo, quindi sei esplosa, questo spiega la strage di ieri

Layla si incupì, le aveva fatto tornare in mente il suo orrore.

- come sai tutte queste cose?

- sono come te- Layla lo guardò negli occhi, non le sembrava cattivo, forse triste, ma non cattivo, gli occhi verdi di lui si posarono su di lei nel preciso istante in cui lei si voltò, ma sapeva che lui la stava osservando e in qualche modo si sentiva a disagio. 

 

 

 

Noel e Alan erano seduti sul carro, mentre Dacy dava da mangiare al cavallo

- cosa faremo adesso?

- dobbiamo cercarla- affermò Alan 

- Alan è pericolosa

- non ci farà del male 

- non ne sarei tanto sicura 

- ci ha salvato la vita 

- ha costo di quella di centinaia di persone- Dacy aveva alzato la voce

- sei cattiva, quell'uomo ha detto che non era in se

- quell'uomo mi ha confermato che lei è un demone 

- io vado a cercarla

- dove credi di andare 

- dove voglio, non sono venuto con voi- Alan era davvero furioso, a lui non importava cosa fosse, lui la conosceva per la ragazza che è, non le importava di niente, lei non l'aveva fatto di proposito è questo era quello che contava per lui adesso. 

 

 

 

ONE MORE NIGTH 

Un ciuffo ribelle sul volto, si guardava allo specchio ammirandosi

- già in pieni capitano?- una donna si avvicinò a lui, aveva solo il lenzuolo addosso, lo strinse da dietro, lui non si mosse ne cambiò il suo lavoro, continuò a sistemarsi

- ho del lavoro da fare- disse osservando il ritratto di Layla appoggiato sul suo comodino, la donna lo prese tra le mani

- una preda facile

- facile? dolcezza nulla al mondo è facile- le prese il foglio dalle mani e uscii dalla sua stanza, attraversò il corridoio, con la sua aria da re, camminava lento, sul volto un sorriso soddisfatto, l'ennesima notte con una tizia di cui non ricordava il nome. Il ragazzo dai capelli castani si avvicinò a lui.

- tutto pronto 

- bene 

- che farete con vostro fratello?

- Alan se la caverà 

- da quello che ho sentito in giro le va sempre dietro

- fidati di me- il capitano prese una mela dal cesto, la morse lentamente. 

- preparati Black vengo a prenderti- gettò la mela, che fini tra le mani di uno dei pirati alle sue spalle, mentre lui si allontanava per andare al suo posto. 

 

 

 

 

Layla si stava cambiando, quei vestiti, macchiati di sangue, ormai non erano più buoni, osservò quelli che le aveva offerto il ragazzo, non erano molto diversi da quelli precedenti, anche se avrebbe preferito la sua divisa scolastica, fece un sospiro, avrebbe dovuto accontentarsi. 

- un demone eh?- ancora non credeva alle parole del ragazzo, le aveva detto di essere come lei, di essere un demone. 

Aprii la porta e lo vide tagliare qualcosa. 

- perché mi hai portata qui?

- non credo che tu voglia vedere i tuoi compagni 

- voglio vederli, ma sarebbero in pericolo con me- lui fece un sorriso beffardo. 

- non ridere, spiegami cosa dovrei fare adesso?

- adesso dai una pulita a questa catapecchia, in fondo mi devi un favore- si era avvicinato a lei, aveva puntato i suoi occhi su quelli della ragazza, Layla lo scrutò per bene. 

- per essere un demone ci tieni alle pulizie

- mia madre era umana, credi che me ne starei qui se fossi un demone completo?

- mi stai confondendo sempre di più

- perfetto per ora non ti dirò più niente 

- lunatico

- lamentosa 

lei lo fulminò con gli occhi 

- avanti con cosa devo pulire?- lui le indicò con lo sguardo, una scopa vecchissima e una pezza, lei lo guardò scettica e poi ripose nuovamente il suo sguardo sugli attrezzi

 

 

 

 

Noel era seduta sul carro, mentre Dacy era andata a cercare Alan, nonostante non volesse ammetterlo era preoccupata per lui. 

Dacy era tornata nel luogo dove si erano separati con Layla

-ALAN- urlò il suo nome, solo dopo notò che era appoggiato all'albero 

- ha fatto tutto questo?- i suoi occhi quasi in lacrime le imploravano di dirgli di no 

- no è stata lei, solo che non può controllare il suo potere, in quel momento è come se fosse un'altra persona 

- allora perché non è tornata, me l'aveva promesso 

Dacy si sedette accanto a lui 

- non so perché sia sparita, ma sono sicura di una cosa, non vuole farci del male, forse non è tornata per questo, come credi che si sentisse dopo aver visto tutto questo- disse indicando tutti quegli uomini

- ti prometto che vi rivedrete, ma adesso devi venire con noi

- tutti promettono, ma nessuno è..

- Layla tornerà ok? te la promesso e lo farà, dalle il suo tempo, deve ritrovare se stesse, ne sono sicura, me lo sento, lei ritornerà ok?- Dacy fece un sorriso, non stava mentendo, nel profondo lei lo sapeva, quella ragazza era troppo onesta per poter infrangere la sua promessa e poi non se ne sarebbe mai andata senza salutare soprattutto il piccolo Alan. 

Noel stava ancora aspettando gli altri, finalmente avrebbero lasciato il bosco, non ne poteva più, non che lo detestasse, ma come Layla anche lei era abituata ad un altro stile di vita. Per un attimo fu presa dalla malinconia, i suoi pensieri però vennero interrotti dall'apparizione, di fronte a lei, del bel pirata. 

Noel incredula scese dal carro 

- dov'è Black? 

Dacy e Alan spuntarono da dietro di lui, che si girò, poco sorpreso di rivedere suo fratello, dal tronde sapeva che viaggiava con loro. 

- Eric- la voce di Alan era spezzata, quasi sul punto di piangere, non avere accanto Layla per lui era troppo, rivedere suo fratello ancora peggio. 

- Alan- fece un cenno col capo per salutarlo e poi si rivolse alla ragazza bionda, che le sembrava la più sveglia

- dove la ragazzina che viaggiava con voi?

- l'abbiamo persa di vista ieri e poi perché la cerchi?

- è un bel bottino 

- Eric non ti fidare a toccarla con un solo dito altrimenti io…

- tu che pulce?- disse al fratello 

- provaci se ne hai il coraggio, credo che hai notato la massa di cadaveri lungo il lago 

- questo cosa centra 

- indovina il responsabile- lo sguardo di Dacy si fece furbo, aveva colpito nel segno e messo in difficoltà il ragazzo, ma subito dopo si stupii di vedere nel suo sguardo una scintilla. 

- e con questo?- il pirata incominciò ad allontanarsi, Alan gli andò incontro 

- che vuoi?

- stai cercando Layla giusto?

- Alan che vuoi fare?- disse Noel preoccupata 

- portami con te!- Dacy e Noel si guardarono in volto spaventate, quel bambino non si fermava davanti a niente 

- sei impazzito- disse il fratello 

- voglio andare da lei

- sai che la consegnerei comunque

- te lo impedirò, fuggirò con lei- i suoi occhi erano disperati, avrebbe fatto di tutto - è l'unica cosa vicino a una famiglia che ho- quelle parole colpirono Eric, non poteva credere che suo fratello pensasse davvero quelle cose, in effetti lui l'aveva abbandonato, i suoi erano rigidi e severi, forse aveva visto in quella ragazza quello che lui non era riuscito ad essere. 

- ci tieni davvero tanto a lui- il piccolo annuii deciso 

- ti aiuterò a trovarla, ma ad una condizione

- farò tutto quello che vuoi

- una volta finito dei ritornare a casa- Alan indietreggiò di qualche passo 

- non voglio! - strinse gli occhi per trattenere le lacrime 

- non voglio tornare nel palazzo, non voglio - il fratello si chinò verso di lui e gli tolse le mani che gli coprivano il volto. 

- tranquillo ti ho solo messo alla prova, come vedo abbiamo qualcosa in comune- disse arruffandogli i capelli. Le due ragazze si guardarono ancora una volta, non capendo. 

- delle due ragazze cosa ne facciamo?- disse il suo subordinato numero uno, era il ragazzo dai capelli castani che gli aveva portato le informazioni. 

- che ne dite di una piccola avventura piratesca?- chiese il biondo 

- accettiamo- disse Noel senza pensarci, Dacy la guardava shoccata, non capendo dove volesse arrivare. 

- tutto questo è per colpa mia, io ho evocato Layla e io la riporterò a casa. 

 

 

 

 

Layla si lasciò cadere pesantemente su quello che apparentemente sembrava un letto, era strano però, Layla notò solo dopo che era fatto con della paglia, non ci badò molto, era più preoccupata di cosa sarebbe successo nei giorni avvenire, non poteva restare li, ma nemmeno tornare dai suoi amici, non poteva metterli in pericolo. Sentii un rumore di porta, uscii da quella stanza e andò in quella accanto, dove si trovava un tavolo, un camino antico e alcuni attrezzi di cui non ne capiva l'utilizzo. Il ragazzo dagli occhi verdi la scrutò attentamente, notò i suoi vestiti sporchi di polvere, a stento trattene una risata. 

- non credevo l'avresti fatto veramente 

- cosa? stavi solo scherzando??- Layla era shoccata, non solo era in stato quasi depressivo, ci si metteva pure lui con i suoi scherzi. 

- bastardo potevi dirmelo prima- si buttò a terra esausta 

- su su, come ricompensa prendi questo - le lanciò un anello, Layla pensò al peggio 

- è un sigillo, per il momento dovrebbe bastare in caso di pericolo toglilo, rilascerà il tuo vero potere. 

- succederà di nuovo quello di ieri vero?- lui non le rispose, si limito a non guardarla, ma le bastò per capire. 

Sentirono il rumore della porta cigolare e poi si spalancò mostrando una ragazza più o meno sulla ventina. 

- lei è Ronda, mia sorella! - il ragazzo non disse più nulla, mentre la sorella le faceva un enorme sorrise, sicuramente aveva frainteso tutto. 

Dopo aver spiegato tutto a Ronda, si sedettero tutti a tavola, la ragazza era molto brava in cucina, nonostante ci fosse del cibo che Layla non aveva mai visto in vita sua. 

- quindi sei la famosa figlia di Black e Miranda- la ragazza annuii 

- li conosci?

- tutti li conoscono, Miranda è la regina del cielo- Layla posò la sua posata, incredula dalla rivelazione 

- la che…?

- tua madre era la figlia dell'angelo re, lui governa i cieli, mentre tuo nonno puoi immaginare 

- gli inferi

- esattamente

- ma non capisco cosa c'entra un angelo con un demone 

- beh la leggenda narra che si siano innamorati

- mi pare difficile visto che la vostra regina se le svignata dopo sette anni

- altre fonti dicono che è stato a causa di un incantesimo d'amore

- quindi noi saremmo il frutto di un inganno

- noi?

- io e mio fratello

- fratello??- i due ragazzi si alzarono dal tavolo 

- cosa c'è che problemi avete 

- hai un fratello?

- si che problemi ci sarebbero

- questo complicate le cose, evidentemente tuo padre la tenuto nascosto 

- aspettate fatemi capire bene, mi state dicendo che tutti sanno di me, ma nessuno sa di mio fratello 

- un discende maschio è la cosa a cui tutti aspirerebbero, demoni e angeli compresi

- ma mia madre ne sarebbe a conoscenza non credo che fosse tanto idiota da non accorgersi del sesso di suo figlio 

- tua madre è solo una facciata chi comanda sono i saggi- disse il ragazzo 

- Ron devi portare Layla in quel luogo

- cosa ma sei impazzita?

- per niente non c'è posto più sicuro per lei che la sua casa 

- che casa intendi?- disse Layla titubante 

Ron le tirò addosso un mantello nero 

- si va a fare una passeggiata negli inferi- Layla prese al volo il mantello, guardo i duo i ragazzi di fronte a lei, ultimamente gliene stavano succedendo di tutti i colori, ma adesso ci mancava un viaggio negli inferi. 

Roteo gli occhi, ormai si era rassegnata, tutto quello che l'aspettava l'avrebbe affrontato, se poi era per proteggere suo fratello ancora meglio. 

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Capitolo 8
*** La leggenda ***


Ciaooo sono riusccita a mettere l'immagine, quindi eccovi la copertina di Eutòpia, presto farò anche quella in versione anime. 
Buona lettura! :) 






La Leggenda

 

 

 

pov Layla 

 Quel luogo mi stupiva ogni giorno di più, ero sempre più incredula, pensando a tutte queste cose, mi ero completamente dimenticata degli altri, ma cosa avrei potuto dirgli, hey ciao ragazzi sono un assassina, dannazione avevo ancora la scena davanti ai miei occhi, tutti quegli uomini morti, per mano mia. Feci un respiro profondo, Ron mi scrutò dalla testa fino ai piedi. 

- vestita così non esiste- avvicinò le mani al suo mento, come se stesse per escogitare qualcosa

- posso prestarle alcuni dei miei vestiti- Ronda sparii nella sua camera da letto, che poi non era altro quello dove io avevo dormito, lei è davvero strana, ma mi sta simpatica, ha un aria frizzante che ti mette a tua agio, al contrario Ron è più cupo, per certi aspetti mi ricorda molto me. 

- eccoti- era un vestito scuro, con una fascia al seno, una cordicina rossa sotto, e poi andava a scendere, un cappuccio lunghissimo, in modo da coprire anche il mio viso. 

- con questo non dovrebbero darti fastidio, come Ronda hai un aspetto umano a tutti gli effetti

- e questo che vuol dire?

- voi donne mezzi-demoni attraete molto più facilmente, non voglio farti anche da balia- feci il broncio e le mani conserte, certo che per farmi irritare era il massimo, per questo mi ricordava Jason. 

- quindi questa passeggiata agli inferi a cosa mi serve?

- sai chi è il grande demone, praticamente colui che comanda tutti?- Ronda sembrava entusiasta, non vedeva l'ora di dirmelo

- è tuo nonno- tagliò corto il fratello, Ronda fece le mie stesse mosse precedenti, lui sorrise maligno

- sei cattivo

- sono un demone

- mezzo 

- già- gli occhi di Ron si fecero immediatamente tristi, Ronda abbassò gli occhi in basso, quasi come se si sentisse colpevole. 

Dopo dieci lunghissimi minuti di cena silenziosa, Ron mi disse che dovevamo andarcene, salutai Ronda, ma sapevo che l'avrei rivista e questo mi dava speranza, una persona come lei, davvero era ciò che avrei voluto essere io, ma io sono più dura, sono quel tipo di persona che in un momento come questo, al posto di piangere e disperarsi, cerca di aggrappassi il più possibile ad ogni piccola possibilità di fuga, già io voglio fuggire, ciò che questo posto mi sta trasformando non mi piace, uccidere, non mi piace, combattere, non fa per me. Ad interrompere il flusso dei miei pensieri e la grande porta rossa che mi ritrovai davanti, avevo camminato senza nemmeno accorgermi dove stavo andando, seguivo Ron in maniera totalmente meccanica. 

- è questa?

- si è la porta- Ron non sembrava molto entusiasta di entrarci

- mi devi fare un favore

- certo tutto quello che vuoi, in fin dei conti te ne devo tanti - dissi con imbarazzo, ma era vero, nonostante il suo strano carattere, mi aveva aiutata molto, anche se non ne sapevo il motivo. 

- quando saremo dentro, non allontanarti da me

Quelle parole mi stupirono, soprattutto il tono, era triste, forse l'avevo giudicato male, credo che ci sia qualcosa che lo faccia stare male e mi sorprendo di me stessa, ma vorrei poterlo aiutare, sento come una forza che mi spiante a farlo. Lui aprì l'enorme porta, la vista che avevo di fronte era la cosa più sgradevole che avessi mai visto in vita mia, sangue, ovunque, uomini che combattevano, uomini che bevevano, donne mezze nude che gli giravano attorno, appena entrammo tutti si voltarono, il silenzio calo in quel luogo schifoso.

- guarda chi è tornato…hai ancora quella puzza di umano vero?- un uomo si avvicinò dicendo quelle parole, come si permetteva, dire che puzzava, di umano, ma perché noi umani mica puzziamo, sentivo il sangue bollire nelle vene, Ron sicuramente se ne accorse e mi prese il braccio avvicinandomi a lui, era per questo che era triste? era discriminato perché mezzo-demone, allora questo aspettava anche a me, poi però mi ricordai le sue parole, noi donne attraiamo demoni come questi? ma se io sono veramente un mezzo-demone allora mio padre era così? non voglio pensarci, lui che è sempre così gentile, certo la parte da donnaiolo è sempre stata sospetta, ma lui non è neanche lontanamente simile a questi esseri. Ron era rigido, quasi come se da un momento all'altro gli avrebbe tirato un pugno, ma io non potevo biasimarlo, ero la prima che voleva farlo. Lo trattenni per un braccio, se fossi stata io a colpirlo non credo che mi avrebbero fatto qualcosa, in caso contrario sicuramente si sarebbe attivata la modalità cattiva, mi fermai un attimo, volevo davvero ridiventare quell'essere?

- levati dalla strada demone- Ron era furioso, lo capivo dal suo tono di voce

- altrimenti bamboccio che mi fai, sei patetico- dopo quello scoppiai, non potevo sentire altro, lui era infelice di andare li, ma l'aveva fatto per me, lui strinse i pugni, avevo intuito le sue intenzioni, ma lo precedetti, tirai un pugno con tutta la mia forza umana a quell'essere, lui si massaggiava la guancia dolorante, non credevo che fosse così facile ferire un demone, ma forse ero io quella che sbagliava teoria, visto che tutti mi guardavano stupiti, eppure non aveva usato nessuna forza sovrumana, solo dopo mi accorsi che guardavano dietro di me, tutti si inginocchiarono, compreso Ron, quello che invece non feci io, mi girai a testa alta, ma feci lo sbaglio più grosso della mia vita. 

Era spaventoso, simili a quei demoni dei film horror, la sua pelle era rossa, le due corna che gli spuntavano dalla testa erano affilate e curve, i suoi occhi mi mettevano terrore, si ero terrorizzata, mi scrutava con quei occhi neri, neri come il buoi, sembrava di guardare l'oblio, il nulla assoluto, il resto del corpo era nascosto da un manto, sembrava di qualche animale, mi venne da rimettere solo al pensiero di quei poveri animali su di lui. 

- inginocchiati di fronte al grande demone- a parlare era stato un uomo sulla trentina, aveva i capelli lugli legati ad una coda, aveva un non so che di familiare, più lo osservavo più mi sembrava di averlo già visto. Il demone si avvicinò a me

- togliti il cappuccio- Ron si era mosso, evidentemente era contrario,ma sapeva che dovevo eseguire gli ordini, ma io non mi volevo di certo far comandare da un tizio rosso, per quanto terrificante fosse. 

- togliti il cappuccio- ripete quelle parole con più enfasi, quasi come fosse un minaccia, lentamente portai le mani verso l'alto, ma Ron mi prese i polsi e mi fermò. 

- volete sapere chi è questa ragazza?- parlava forte, come se stesse per svelare un grande mistero

- ve lo dirò ad una condizione- non capivo che cosa gli passasse per la testa

- credi che abbiamo bisogno di te per farlo?- disse il tizio con la coda, Ron gli mostrò l'anello che mi aveva dato 

- un sigillo, perché c'è la questa ragazza? un sigillo è per una persona dai poteri incontrollati, non una semplice demone…- Ron sorrise, evidentemente tutto stava andando secondo i suoi piani

- ragazzo accetto la tua condizione

- bene, voglio che tutti i demoni le stiano lontani- ancora una volta pensava a me prima di lui, avrebbe potuto benissimo dire di non importunarlo più, ma perché lo faceva, perché mi proteggeva?

Si avvicinò a me, il suo volto era triste, come dispiaciuto, ed ecco che io entro di nuovo in confusione, un momento prima sembra soddisfatto, il momento dopo è triste. Mi toglie il cappuccio lentamente, quasi non volesse farlo, poi si sposta in modo che quell'essere veda il mio volto, la reazione che fece mi sorprese, quasi come se mi conoscesse. 

- tu…- si avvicinò a me, io invece indietreggiai, nonostante sembrassi così spavalda, avevo paura. 

- Layla- pronunciò il mio nome, mi sorrise, ma sembrava più un ghigno. Mi ricordai le parole di Ron, che adesso non facevano altro che rimbombarmi nella testa " è tuo nonno". Spalancai gli occhi, se così fosse, lui sarebbe il padre di mio padre? lui è mio nonno?? troppe domande alla quale solo questo essere, poteva rispondere. 

 

 

 

 

 

Gerard aveva un brutto presentimento, solitamente quando succedeva, qualcosa di catastrofico avveniva, sulla terra ormai era mattina, le chiacchiere ormai, in quella casa non esistevano più, non esistevano le canzoni di Layla, che ogni mattina si ostinava a cantare e poi si fermava stupidamente perché non ricordava il continuo, non c'era Jason a giocare alla play, ne il cane che scodinzolava per la casa in cerca di qualcuno che giocasse con lui e poi puntualmente si avvicinava a Gerard, mancavano le litigate fra i fratelli, la casa era diventata totalmente vuota. Gerard prese il giornale fuori, quando rientrò, vide Jason prendere la sua cartella. 

- sai quello che devi fare- il figlio annuii, le divergenze tra i due erano inutili adesso, se Jason voleva rivedere sua sorella, doveva collaborare con lui. 

Il ragazzo si dirigeva verso il corridoio della scuola. 

Pov Jason

Il corridoio era pieno di gente, certa talmente confusione che facevo fatica a riconoscere le persone, un ragazzo si avvicina a me, mi saluta dandomi una pacca sulla spalla, ma io non capisco niente, ho in mente solo il mio obbiettivo, devo trovare quella ragazza, cammino veloce, ma il mio passo è interrotto, qualcuno mi tira per la giacca.

- dannazione amore non ti fai sentire da una settimana è così che si tratta la tua ragazza?- il suo viso imbronciato, mi facevano capire che si sentiva ferita non perché non mi facevo sentire, ma perché la trattavo proprio come faceva lei con gli altri. Certo dopo mesi insieme un po' mi ero affezionato a lei, ma la situazione di mia sorella mi aveva fatto dimenticare tutto. 

- Jason- un'altra voce, un'altra ragazza, l'amica di mia sorella si avvicina a me con passo svelto, so già cosa vuole chiedermi, ma non so che risponderle, cosa dovevo inventarmi? Salutai la mia ragazza con un bacio a stampo e mi allontanai velocemente. La campanella suonò, non ci voleva, dovevo trovarla, ma non la conoscevo bene, non avevo idea di dove potesse trovarsi, poi ebbi un flashback, mi ricordi che una volta venne a casa nostra e disse a Layla che se voleva trovarla prima delle lezioni lei sarebbe stata in sala danza. Mi diressi immediatamente li, era vero, era proprio li. Mi stupii del fatto che me ne ricordassi. Ballava a ritmo di Someone Like You.

Non mi avvicinai, rimasi incantato a guardarla dal vetro, si muoveva leggera, non sapevo che facesse danza classica, ma aveva un non so che di pop, evidentemente era uno stile tutto suo. E più lei si muoveva più io non volevo fermarla. 

Ma non fu necessario visto che fu lei ad accorgersi di me, smise immediatamente di ballare e mi guardò sorpresa, prese un asciugamano e si pulì il volto, bevve un sorso d'acqua e dopo aver riposto tutto nel suo zaino si avvicinò a me.

- hai bisogno di qualcosa?- mi stupii del fatto che non mi chiese niente di Layla

- mio padre mi ha chiesto di riferire un messaggio a tuo padre- non mi sembrava per niente stupita.

- non vogliamo avere niente a che fare con questa storia- lei lo sa, sa tutto, quindi perché si comporta così?! L'afferrai per il polso destro, doveva ascoltarmi, almeno quello me lo doveva. 

- senti mia sorella è in pericolo chiaro e io voglio fare di tutto per salvarla

- se la caverà benissimo sapendo cosa sia 

- cosa credi che sia? come credi che sta? tu che diamine ne puoi sapere? nemmeno la conosci in fondo, per parlare così!

- no io la conosco lei è forte 

- se diventerebbe quel mostro che dici, pensi davvero che sarebbe poi così forte?- dissi quelle parole con tono spezzato, quasi non riuscendo a pronunciarle, lei mi osservava con uno sguardo incredulo.

- non ti sto chiedendo il tuo aiuto, devi solo riferirlo a tuo padre, noi vogliamo solo riportarla a casa- lei mi scrutò per bene, quasi come se non mi riconoscesse, in effetti non parlavo mai con le ragazze più piccole o quelle di cui non me ne fregava niente, ma era una situazione di vitale importanza. 

- ci proverò

- DAFNE!!- l'altra amica di mia sorella si avvicinò a noi, io mi voltai di scatto e  me ne andai, non riuscivo a mentire, come posso dirgli che Layla non è più qui?!!

 

 

Pov Dafne 

Era prevedibile che avessero chiesto aiuto a mio padre, ma non mi aspettavo che venisse Jason, non mi hai mai calcolata, mi stupisco addirittura che si ricordi della mia faccia, Aley mi guardava shoccata, sapevo cosa pensava, era prevedibile anche lei.

- Jason Black che ti parla, il ragazzo più fico della scuola ti ha appena rivolto la parola…

- e quindi?

- e quindi? cosa ti ha detto? di che avete parlate? e poi perché ti ha rivolto la parola lui non parla mai alle ragazzine come noi

- ragazzine?- la guardai scettica, se ci fosse Layla l'alerebbe rimproverata di brutto, molte volte aveva litigato con Jason per questa sua brutta abitudine, al dire il vero non avevano mai parlato a scuola, se non fosse per lei che ce la detto, noi non l'avremmo mai saputo. Mentre in casa sono come il cane e il gatto, a scuola diventano due ghiaccioli freddi, se si incontrano per strada nemmeno si guardano in faccia, non ho mai capito il motivo del loro comportamento, ma mi ricordo che Layla una volta mi ha accennato qualcosa.

flashback 

- tuo fratello non ci rivolge mai la parola, cattivo- Aley si lamentò sdraiandosi sul suo enorme letto

- fa così con tutte

- anche con te, cattivo 

- se mi parlerebbe mi farebbe odiare da metà istituto scolastico. 

fine Flashback 

Ora capivo il senso di quelle parole, in questa scuola non guardano niente, anzi esistono ancora le discriminazioni, come per Aley che non riusciva ad ambientarsi per via del suo rendimento economico basso, ma era sempre stata Layla ad incoraggiarla, dal primo giorno che si sono conosciute non hanno fatto altro che coinvolgermi nelle loro strane idee. Dev'essere stata dura per Layla non parlare con suo fratello, non rimproverarlo ogni qual volta lo vedeva freddare una ragazza, le snobbava così, senza preoccuparsi, non credevo che il motivo fosse quello di proteggersi, le ragazze sono tutte infatuate di lui, e se ci penso bene se si venisse a sapere che lui mi ha rivolto la parola, scatenerei l'ira delle sue fan, ma seriamente in questa scuola avevano qualche rotella fuori posto. Il fiume dei miei pensieri venne interrotto da Aley che mi sventolava la mano davanti per catturare la mia attenzione.

- ti sei imbambolata

-Aley devi promettermi che non dirai niente a nessuno- mi affrettai a dire 

- perché?

- come perché? se la gente lo scopre sarò il bersaglio di tutte, soprattutto della sua ragazza

- giusto non ci avevo pensato, in questi casi ci voleva Layla, quella volta gliela suonate per bene

- cosa? ma se non si rivolgevano mai la parola

- che dici? quello con cui non parla mai è il suo compagno di classe, non so perché forse non si possono vedere, comunque con Jason succedeva spesso che non si parlavano, ma litigavano spesso, una volta lo ha rimproverato perché ha fatto finta di non conoscerla 

Ora ricordo, davvero credo di avere problemi con la memoria. Eppure ero convinta che fosse andata così. Improvvisamente non sentii nessun rumore, mi voltai verso la mia amica, ma lei si muoveva rallentatore, le sue parole non mi raggiungevano, i miei ricordi erano tutti distorti. Poi, come tutto iniziò, finii.

- ei ti senti bene?

- scusa credo che andrò in infermeria.

 

 

 

 

 

Pov Layla 

 

Cosa dovevo fare adesso? Quell'essere si avvicinò a me, il suo sguardo metteva paura, ma io non lo lasciavo trasparire, lui si mise a ridere, una risata sadica, il terrore aumentava. Ma la sua risata mi irritava, no non era possibile, mio padre era figlio di questo mostro.

- così sei tu la figlia di quello stolto di mio figlio- mi scrutò ancora una volta, prima di girare le spalle e allontanarsi

- assicurati che non le succeda niente- questa volta era rivolto a Ron, la sua voce era autoritaria e profonda. 

Ron e tutti gli altri si rialzarono, gli altri demoni mi guardavano, quasi a non credere che la nipote fossi io, forse per il mio corpo del tutto umano, non ne avevo idea, ma più ci pensavo, più non volevo esserlo, Ron mi prese per il polso e mi trascinò verso l'uscita, adesso ci capivo meno di prima, perché eravamo andati in quel posto?

- Ron aspetta

- zitta e cammina le spiegazioni a dopo- mi zitti subito, la sua voce mi ordinava di farlo, solitamente mi sarei opposta, ma esercitava su di me non so quale potere. 

Finalmente uscimmo da quel luogo orrendo. La strada per tornare a casa era lunga, salimmo addirittura una montagna, possibile che io prima non mi fossi accorta di niente.

- ci sono varie uscite in tutti le parti di questo mondo se ti stai chiedendo se è la strada giusta- il tono della sua voce era apatico, non trasmetteva nulla.

- adesso basta dimmi che senso ha tutto questo??- ero furiosa

- dovevo avere l'ordine di proteggerti

- perché?

- perché se lo avessi fatto di mia spontanea volontà quelli non avrebbero perso un secondo di più a farti del male, e per male non indento ucciderti ok? tu non sai come è orribile quel luogo

- smettila, se me lo dici posso cercare di capire, ma smettila di nascondermi le cose, credi che non sia in grado di capire?

- no non puoi hai vissuto una vita normale, sei sempre stata privilegiata mentre…

- mentre?

Ad un certo punto si sedette vicino ad una casa, su delle scale che non sapevo nemmeno dove portavano.

- sai perché io ho il compito di proteggerti? ovvio che no…io e te…- ok ora ero nel panico, spero non se ne esca con qualcosa tipo siamo destinati, dobbiamo sposarci, solitamente in queste epoche è così. 

- siamo nati nello stesso giorno

- eh? - è questo che cavolo centra? certo sempre meglio del matrimonio, ma non capivo dove voleva andare a parare.

- tuo padre era… era il migliore amico di mia madre…e mia madre mi ha fatto promettere che ti avrei protetta a tutti i costi, dovevo mantenere la mia promessa, se il Grande Demone non ti avesse vista, per gli altri saresti una comune mezzo demone e avrebbero fatto di te quello che volevano, e non puoi pensare di difenderti senza controllo, uccidere degli uomini è completamente lontano dall'uccidere dei demoni- rimasi ferma davanti a lui, non sapevo che dirgli, lo avevo attaccato senza conoscere la verità, che stupida che sono.

- adesso che facciamo?- chiesi ancora un po' presa dal suo discorso

- adesso devi imparare a controllarti e a difenderti, se non prima sai come difendere te stessa non potrai mai difendere chi vuoi bene, fidati ne so qualcosa- si alzò e si incammino facendomi segno di seguirlo. 

 

 

 

Pov Dafne

 

Ero ancora a scuola, nonostante fossero le tre del pomeriggio, senza accorgermene mi ero addormentata nella stanza dell'infermeria.

-finalmente ti sei svegliata!- quella voce la conoscevo, ma ero ancora mezza addormentata, mi voltai verso la figura seduta nella sedia accanto al mio letto. 

- J-JASON!!!- urlai spaventata, ma lui mi mise una mano alla bocca per non farmi parlare, che intenzioni aveva?

- voglio solo parlarti- mi tolse la mano e abbasso il capo

- ti prego sono disperato- vedere quel ragazzo in quelle condizioni era strano, lo avevo sempre visto come lo spaccone di turno della scuola, ma a quanto pare tiene davvero tanto alla sua sorellina. Ebbi una specie di capogiro tanto che Jason si affrettò a prendermi, mentre ero tra le sue braccia, immagini confuse mi apparvero davanti, c'era lui privo di sensi e c'era anche Layla che non so cosa stava facendo, poi altre ancora, figure sconosciute, immagini confuse. Quando sparirono dalla mie mente mi accorsi che ero ancora attaccata a lui, mi scostai bruscamente.

- scusa ho avuto un capo giro

- tranquilla- non sapevo se quello che ho visto era vero, ma mi ero accorta di un leggero rossore sul suo viso. Poi si voltò di lato, aspettava una mia risposta. 

- voglio aiutarti, in fin dei conti è la mia migliore amica, sarei egoista se non lo facessi, scusa per la reazione di prima, ma le cose che ho sentito su di voi, non sono così facili da digerire- Jason abbassò il capo evidentemente anche lui era a conoscenza della storia. 

- io non posso andare ad aiutarla, per me è proibito, quindi mio padre vuole contattare il tuo per sapere se c'è un modo per farlo passare 

- tu non puoi?

- in baso a ciò che ha detto mio padre se dovessero venire a conoscenza della mia esistenza mi ucciderebbero all'istante.

- cosa? per quale motivo?- stranamente ero allarmata 

- perché secondo una leggenda il primogenito nipote del Grande Demone lo ucciderà per prendersi il suo posto- questa storia mi era sconosciuta, da quello so Jason non sarebbe capace di fare del male ad una mosca, ma forse la sua parte demoniaca si, ero confusa, ma questo non mi avrebbe fermato, adesso ero ancora più motivata, non dovevano far del male a Layla, e cosa più assurda avevo paura, paura per lui, questo però mi allarmava molto. Ma non avevo tempo di pensare ad alcun tipo di sentimento, ciò che mi stava succedendo era strano, quei ricordi errati, le visioni, dovei parlare con mio padre e anche il più presto possibile.

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Capitolo 9
*** Una cosa sola ***


UNA COSA SOLA


pov Layla 

 

 

Hurricane- Thirty Seconds to Mars

Respiri profondi, controllo dei miei pensieri, chiudi gli occhi…Stavo facendo tutto quello che Ron mi aveva detto, erano giorni che ci provavo, ma non succedeva mai niente.

" devi rilassarti, entra in contatto con il tuo demone e solo allora potrai dominarlo, ma devi stare attenta anche dopo anni di pratica si può sempre perdere il senso del bene e del male in quei momenti"

Le sue parole mi invogliano a fare sempre meglio, volevo domare questo mio demone e ci sarei riuscita, adesso ero più determinata che mai, respiri profondi, tutto era silenzioso intorno a me, anche troppo, aprì gli occhi, ero circondata dal buio, la paura si impossessò di me, ma erano sempre le parole di quel ragazzo a tranquillizzarmi " per nessun motivo devi mostrarti debole"

- eccoti- lei era li di fronte a me, il mio stesso viso mi stava fissando, era inquietante, ma allo stesso tempo mi attraeva, i suoi capelli neri mi ricordano il buio, il vuoto, mentre i suoi occhi sono come il colore del sangue, quel rosso scarlatto che io odio più di me stessa, ma che allo stesso tempo lei brama con tutta se stessa. 

- quindi sai tu la Dark Layla- mi misi a scherzare, ma il suo volto mi faceva capire che non gradiva queste cose, ma io non smisi di schernirla, solo io potevo avere il comando del mio corpo, nessun demone poteva prenderlo, uccidere al mio posto, ridevo sadicamente, ero incontrollabile.

- vuoi morire?- era seria, la sua voce era identica alla mie, era tremendamente inquietante.

- non puoi uccidermi- dissi sicura di me 

- posso sopprimerti

- provaci- dissi a testa alta, lei sorrise, come ho fatto prima io

- per essere un umana te la cavi 

- tu sei me, non mi definirei tanto un umana

- ma hai dimenticato che una parte di te è incompatibile con la mia 

- non so a cosa ti riferisci

- arriverà il giorno in cui dovrai fare una scelta

- la vita è piena di scelte 

- essere un'assassina o una salvatrice è questo ciò che ti aspetta- non avevo capito che parlava della mia parte angelica, stranamente non avevo mai avvertito niente del genere, forse gli impulsi demoniaci erano più forti, e per adesso non mi importava, la cosa primaria era domare questa belva.

- d'ora in poi agirai solo con il mio consenso e io ne sarò cosciente 

- saprai domarmi?

- sono un demone- lei sorride malignamente, ma era un sorriso che mi diceva che accettava, ci ero riuscita

- bene, preparati il cammino che ti aspetta è lungo 

- lo so- dissi queste parole chiusi gli occhi e li riapri, mi ritrovavo sola, la campagna a farmi compagnia, i fiori a profumare l'aria, sostituivano l'odore di morte che c'era pochi secondi prima. Ron si avvicinò a me.

- allora?- io sorrisi 

- non poteva andare meglio- lui alzò la mano, e io feci lo stesso, battemmo il cinque entusiasti.

- festeggiamo allora- Ronda salii la collinetta a pochi passi dalla loro casa.

- presto dovrai raggiungere i tuoi amici

- esatto ho una promessa da mantenere

Ron sorrise, in fin dei conti eravamo più simili di quanto mi immaginassi. Guardai il cielo, era così infinito, mi mancava la mia terra, i miei paesaggi, i miei amici, la mia famiglia.

- tornerai a casa ne sono sicura- Ronda mi mise una mano sulla spalla, io sorrisi, era una persona meravigliosa, mi dispiaceva non vederla più, ma il mio viaggio era appena cominciato.

 

 

 

 

 

Pov Noel 

 

Erano giorni che giravamo in barca con questi pirati, io non mi trovavo affatto bene, mentre Dacy sembrava esserne indifferente, anzi direi che si divertiva, aiutava ogni giorno a fare qualcosa, Alan passava il suo tempo correndo dito a suo fratello, ma come potrei biasimarlo anch'io se potessi farei lo stesso, ma a me è stato strappato via. I pensieri, i ricordi facevano male, se solo ripenso al suo viso, eppure questo pirata strafottente me lo ricorda, il suo modo di fare, il suo essere il leader, erano tutte qualità che appartenevano al suo essere, cosa ha fatto di tanto malvagio per essere punito. I miei occhi si fermarono su una particolarità della porta del capitano, c'era uno stemma che mi era familiare, mi avvicinai di più, ma una mano mi prese per le spalle e mi spinse piano a indietreggiare.

- non dovreste avvicinarvi così tranquillamente alla stanza di un ragazzo, gli occhi azzurri del principe mi fissavano, in un certo senso mi mettevano in soggezione, indietreggiai per allontanarmi, ma era curiosa di sapere.

- quello stemma- indicai 

- lo riconosci?- nel suo tono di voce si capiva che non era una cosa di cui andava felice

- mi stupisco come una principessa non abbia riconosciuto ne me ne mio fratello

- cosa intendi dire?

- voglio dire non riconosce i discendenti del regno dell'acqua è una cosa abbastanza grave, principessa dell'aria- il suo sguardo era di rimprovero, ma allo stesso tempo si prendeva gioco di me, era irritante.

- comunque ero venuto a cercarvi, voglio sapere cosa sapete su quella ragazza- non capivo a chi si riferiva, lui mi guardò scettico.

- parlo di Black 

- ah Layla, cosa volete sapere?

- chi è? o cos'è?- era davvero determinato, non avevo mai visto una persona del genere, cambiava umore come il tempo.

- Layla è la famosa figlia di Gerard Black e in base alla leggenda la madre dovrebbe essere la Regina dei cieli, anche se si dice sia solo una leggenda, per quello che so vive senza sua madre, si è occupato di tutto suo padre, non mi ha mai detto di avere altri parenti, ma so che c'è qualcuno che lei vuole rivedere a tutti i costi oltre suo padre, ma non le ho mai chiesto chi sia…

- cos'è?- questa volta era serio

- un mezzo demone e forse un mezzo angelo

- un ibrido?

- esattamente, non controlla la sua forza ed è pericolosa, ecco perché non è con noi,ma…

- ma mio fratello è ostinato e vuole trovarla 

- non so spiegarti come ma quei due hanno un rapporto tutto loro, si capiscono al volo, si vogliono davvero bene, sono come..

- fratelli? lo so, vedo come è contento quando parla di lei 

- ma voi siete suo fratello- non capivo il suo comportamento 

- lo abbandonato quando avevo solo cinque anni, potrei definirmi fratello?

Non sapevo che rispondere, non sapevo nemmeno perché mi stava raccontando tutte queste cose.

- lo conoscevo

- cosa?

- vostro fratello- Un colpo al petto, doloroso e pungente, non solo i miei ricordi si erano riaccesi, ma sentire parlare di lui era ancora troppo doloroso.

- sai che è proibito parlare di lui 

- lui era un mio amico, aveva chiesto il mio aiuto, ma non sono arrivato in tempo, era stato già giustiziato

Non reggevo più, le lacrime erano incominciato a scorrere senza freno.

- mi dispiace- disse lui 

- non è colpa vostra, non ho mai realmente pianto per la sua morte- mi asciugai le lacrime, senti una mano calda prendermi la mano, alzai lo sguardo Dacy mi sorrideva, che sciocca doveva essere lei quella a piangere, era lei che aveva perso l'amore, si amavano così tanto, e il loro amore è appassito prima ancora di sbocciare. 

- mi dispiace- mi gettai letteralmente sulle sue braccia. Notai che il capitano aveva preso Alan e si era allontanato, evidentemente per lasciarci sole. Mi strinsi ancora più forte a lei.

- scusa

- di che ti scusi? lui non vorrebbe vederti così- davvero era cosi forte? lei era come Layla, riusciva a rialzarsi sempre, trovava soluzione in ogni cosa, eppure si insultano e litigano ogni volta che ne hanno l'occasione, e pure sono così simili.

- sei davvero come lei- disse tra le lacrime 

- forse è per questo che non andiamo d'accordo- mi sorrise, ma scorsi una lacrima sul suo viso. 

 

 

 

 

 

Pov Alan 

Io e Eric eravamo nella parte più alta della nave, era stupendo viaggiare su quella enorme barca, guardai mio fratello, era così grande, irraggiungibile, ma era felice, il suo sguardo era sereno. Si accorse che lo guardavo.

- che c'è?

- perché hai scelto di fare il pirata?

- il mare… è la cosa che amo di più, così pieno di misteri, e poi la vita da principe non  mi si addice 

- sei felice vero?- il mio tono era veramente triste, lui se ne accorse. 

- vorresti venire con me?

Ero titubante, non sapevo se era una domanda a tranello o era sincero, ma poi mi ricordai che anch'io avevo la mia missione. Scossi la testa.

- io voglio ritrovare Layla- lui sorrise convinto, evidentemente si aspettava questa risposta 

- cos'ha di speciale?

- lei è…- rimasi in silenzio per una paio di secondi - come te! 

Le mie parole sembravano averlo scosso. 

- scherzi?

- è coraggiosa, forte, determinata e speciale- mio fratello mi guardò stupido, perché mentre facevo la descrizione di Layla, stavo facendo anche la sua.

- quindi vuoi stare con lei perché mi assomiglia?

- non proprio, so che lei deve tornare a casa, ma il mio cuore dice che la devo seguire perché lei qui è sola. 

 

pov Eric

E' davvero attaccato a quella ragazza, la persino paragonata a me, chissà chi è veramente, c'è chi la descrive un mostro, mentre mio fratello la difende con le unghie e con i denti, qual'è la verità, chi sei Layla Black?

 

 

 

 

 

pov Layla 

 

Finalmente il mio allenamento non prevedeva solo lunghe riflessioni interiori, adesso si passava all'attacco, per prima cosa dovevo battermi con Ron, non l'avevo ancora visto nella sua modalità demone, era di fronte a me, se ne stava in silenzio a fissare il vuoto.

- lui deve fare molta concentrazione, come te il suo potere è instabile- mi aveva spiegato Ronda

- cosa devo fare esattamente?

- devi combattere con le unghie e con i denti, quello che cade a terra per primo a perso- Ronda aveva assunto un espressione seria, cosa che non avevo mai visto sul suo volto. 

- sono pronto- la sua voce era leggermente diversa, mi voltai verso di lui, i suoi capelli divennero neri, e gli occhi rossi che adesso mi fissavano bramavano vittoria, non ci penso due volte, non ero nemmeno pronta, non avevo nemmeno idea di quello che stava succedendo, fini a terra senza pensarci, avevo già perso, ma c'era qualcosa che mi spaventava, quando ho visto il suo volto avvicinarmi mi ha terrorizzato, perché mi ha ricordato che occhi simili hai suoi hanno ucciso, non era il fatto che fossi debole, il problema stava che il mio corpo si rifiutava di combattere. 

- stai bene?- mi domandò il ragazzo 

- non capisco perché il mio corpo non si muove, perché non ne ho il comando?- erano tutte domande rivolte a me. Diedi un pugno al terreno, con grande sorpresa si spacco creando molteplici crepe.

- il problema non sta nella tua forza, bensì nella tua mente, avrai anche accettato si avere un demone, ma non lo consideri parte di te, dico bene?- Ronda aveva centrato il punto, lo sapevo, ma non volevo ammetterlo. Mi alzai sconfitta, mi diressi verso Ron.

- sta sera ci riproverò, se fallirò abbandono tutto- lui mi guardò sorpreso, mentre mi allontanavo. 

 

 

 pov Ron 

 

Ma che le prende? arrendersi così? 

- lasciala sola per tutto il giorno sono sicura che risolverà il suo problema

-ma..

- abbi più fiducia in lei

 

 

pov Layla 

 

-maledizione, come cavolo faccio ad accettare di essere un assassina,  per giunta dove diamine sono finita- non conoscevo ancora il villaggio, la gente mi fissava in modo strano, credo che ormai la gita era finita dovevo tornare a casa, ma come? non avevo idea di dove andare. Mentre cercavo una via, qualcuno mi urta.

- ei sta attento a dove metti i piedi- il ragazzino mi guarda spaventato, ma non avevo l'impressione che si riferisse a me, mi voltai, degli energumeni lo fissavano, i loro occhi, erano spaventosi, ma erano diversi da quelli dei demoni, bramavano sangue, ma erano diversi, quelli dei demoni hanno un non so che mi rasserena, come se potessi rifuggirai in essi, sono sia cattivi che buoni, o forse solo quelli di noi mezzi demoni, me ne sono accorto dopo aver visto gli occhi di Ron, che sembravano chiedermi aiuto, non ho idea di cosa abbia passato, ma non intendo rinunciare, voglio mantenere la mia promessa, e voglio aiutarlo. 

- ragazzina levati che abbiamo un lavoretto da finire- il ragazzo poteva avere qualche anno in meno di me, forse 14 anni non so, ma si era nascosto dietro di me, solitamente sono gli uomini che proteggono le ragazze, ma forse io sono l'unica eccezione al mondo, è un po' deprimente, ma si tanto non avevo nemmeno idea di dove andare.

- perché lo state inseguendo?- chiedo tranquillamente 

- non sono affari tuoi

- non mi importa lo stavate seguendo, cosa vi ha fatto?

- ha rubato il nostro pane- mi voltai verso di lui, aveva l'aria colpevole, ma allo stesso tempo il suo sguardo mi implorava di perdonarlo. 

- cos…- non fini nemmeno di parlare che l'energumeno pelato mi diede un pugno facendomi finire per terra con il viso dolorante, poi l'altro mi did e un calcio facendomi sbattere al muro, per giunta quel luogo era isolato rispetto a dove mi trovavo prima. Non riuscivo più a muovermi, cosa dovevo fare? ero nuovamente paralizzata da me stessa. 

Li vidi avvicinarsi al ragazzo, gli diedero un calcio, poi un altro, e un altro ancora, non ce la facevo a guardare, chiusi gli occhi.

" vuoi davvero lasciarlo morire" 

Questa voce, era… la mia? Aprii gli occhi di scatto, aveva ragione, non potevo lasciarlo morire

- prestami il tuo potere

- cosa cavolo vai dicendo io sono te non devo prestarti nulla

Spalancai gli occhi, mi sentivo proprio patetica, io volevo solo proteggere la mia promessa, ma non mi accorgevo di quello che mi circondava. Strinsi i pugni e mi alzai.

- EI VOI- urlai di rabbia, sentivo il potere fluire per tutto il mio corpo

- che diamine ha quella?- disse uno all'altro 

- non è un umana- l'altro era terrorizzato, mi voltai verso una pozzanghera vicina ai miei piedi, i miei occhi erano rossi, i miei capelli erano neri, ero davvero io? si ero io e dovevo accettarlo, solo io, non esisteva alcun demone al di fuori di me. Se ho fatto del male, non posso cancellarlo, ma se devo salvare delle vite, lo farò. Con velocità sovrumana corsi verso di loro, con le mani afferrai i loro colli alzandoli in aria. 

- siete ancora convinti che volete fargli del male- i loro occhi non avevano niente a che fare con quelli di noi demoni, loro erano diventati cattivi, noi ci siamo nati, ecco la differenza. Li scaraventai sul muro.

- perché non ci uccidi?

- ho già fatto troppe vittime- mi voltai verso il ragazzino, aveva paura anche di me? 

- grazie- il suo gesto è stato improvviso, abbracciarmi in quel modo, era davvero così aggrappato alla vita. 

- Non volevo rubare, ma la mia sorellina aveva fame- le sue parole spezzate dal pianto mi strinsero il cuore. Lo osservai bene, non aveva vestiti simili a quelli di Ron o gli altri, anzi sembravano stracci rattoppati, anche il questo mondo la povertà non manca. 

- tranquillo ti accompagno a casa non si sa mai che quei cretini tornino a farsi vivi

- non ce bisogno- il suo viso era rosso, adesso che succedeva, si vergognava?

- insisto andiamo- lo presi per un braccio 

- allora dove si trova? 

Dopo un quarto d'ora arrivammo davanti ad una sottospecie di casa, era ridotta malissimo. Una donna corse verso di noi, era disperata. 

- Mike credevo ti avessero ucciso- la donna era in lacrime, suppongo fosse sua madre. 

- mi ha salvato

La donna mi osserva bene.

- grazie, grazie infinite- si inginocchiò a me 

- emm.. non c'è bisogno, si figuri, e poi io non sono una santa

- ma hai salvato mio figlio, per il resto potrai essere anche un assassino o una ladra, ma nulla cambia il fatto che tu abbia salvato mio figlio- le sue lacrime erano di meno, e io suo volto era adornato da un meraviglioso sorriso, da dietro di lei spuntò una bambina dai capelli biondi, i capelli arruffati, le guance rosse, le lacrime le ricoprivano il viso. 

- ei piccola cosa succede?- mi abbassai alla sua altezza.

- il fratellone si è fatto male per colpa mia

http://www.youtube.com/watch?v=aExE0mL3TYc&feature=autoplay&list=HL1353164485&playnext=9
Non sapevo come comportarmi. 

 

-Layla!- Ron? che ci faceva qui?

- Ron? scusa mi ero persa e nel frattempo ho aiutato questo ragazzo- mi voltai verso di loro, avevano paura di lui. 

- che succede? Ron?

Lui non mi rispose, era triste, il suo sguardo era veramente triste. 

- quel ragazzo ha ucciso il mio papà- le parole di Mike mi trafissero come una lama, Ron? aveva fatto davvero questo? per quale motivo? può essere che…

 

 

 

 

 

Pov Jason 

 

Questa casa è enorme, ho insistito tanto per venire anch'io, ma non credevo che mi avrebbero fatto aspettare fuori.

- vuoi qualcosa?- Dafne era fredda, lo è sempre stata da quando abbiamo parlato di Eutòpia. La osservo attentamente, ha gli occhi azzurri e i capelli biondi, il suo sguardo è severo, anche in una situazione così tragica lei mantiene la calma, mi chiedo come cavolo ci riesce. 

- no, grazie…cosa credi che si staranno dicendo? 

- non ne ho idea, mio padre mi parla poco di quel luogo 

- quindi lui te ne ha parlato?

- già, a voi no? 

- no, Layla è li senza sapere niente

- vuoi dire che non sapeva nemmeno di essere un demone?- era allarmata, era la prima volta che la vedevo preoccupata

- esatto, per di più se è vero che, come ha detto mio padre, mia madre si trova li, sarà un problema- la vedevo sempre più confusa

- Layla ha sempre odiato nostra madre.

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Capitolo 10
*** Notte folle ***


NOTTE FOLLE

pov Noel 

 

La nave finalmente si era fermata, non avevo idea in che terra ci trovassimo, ma Eric era convinto che avrebbe trovato delle risposte. Il cielo era sereno qui, mi chiedo cosa stia facendo Layla in questo momento, dove si trovasse quel misterioso ragazzo che una volta mi salvò. Dacy si avvicinò a me.

- cosa pensate di questa storia?- le chiesi 

- dobbiamo trovarla- Dacy era determinata, non credevo che ci tenesse tanto 

- non fraintendermi, voglio solo che tutto questo finisca il più presto possibile- il suo volto però mi diceva tutto il contrario, anche se non lo ammetteva, si era affezionata anche lei. 

- ragazze!- Alan arrivò veloce da noi

- guardate- indicò un punto dietro di noi, era un isola, era meravigliosa, il tramonto la rendeva ancora più bella. 

- siamo arrivati- Eric ordinò a tutti di salpare

- dove siamo diretti?- disse Dacy

- da una mia vecchia amica- Eric fece un sorriso beffardo, non ci misi molto per capire che doveva essere una delle sue donne d'avventura. Stare per giorni in una nave con dei ragazzi, ti fa capire molto. 

 

 

 

pov Layla 

 

- Ron?

- torniamo a casa- mi trascinò per un braccio, il suo sguardo era perso, cosa era successo, volevo saperlo.

- Ron aspetta- strattonai il suo braccio per liberarmi

- dimmi! anche tu hai perso il controllo?- il mi sguardo era serio e determinato, non lo volevo rimproverare, non ero la persona adatte per poter giudicare

- anche quando credi di essere riuscito a controllarti… lui è sempre un passo più avanti di te

Le sue parole erano dure, ma evidentemente, maledettamente vere.

- è quello che mi aspetta vero?- ormai stavo perdendo le speranze di tornare ad essere una normale liceale. 

- tu hai molta più forza di me- mi sorrise, ma dietro di esso si nascondeva tanta solitudine, per un breve istante ebbi la sensazione di volerlo abbracciare. 

- non conta la forza, quello che io volevo non è nulla a confronto, una vera vita, mi lamentavo di quanto fosse monotona, ma sono davvero un idiota

- lo siamo tutti quando non ci accorgiamo di ciò che abbiamo 

- io non li rivedrò mai più- le lacrime non venivano fuori, come se il dolore non fosse paragonabile ad esse. 

- tu appartieni a questo mondo… ma ti senti esclusa, sei davvero un mezzo demone 

- eh?

- noi mezzi demoni siamo disprezzati sia che dai demoni che dagli umani, in pratica non ci accetta nessuno… se tu non fossi la nipote del grande demone saresti già vittima di qualche demone, per quanto tu sia forte non riesci ancora a controllare i tuoi poteri e per giunta hai appena iniziato ad accettarti come demone, mi chiedo che sarà altrettanto difficile accettare la tua metà di angelo- fece un sorriso malinconico 

- per me- fece un pausa - è più difficile accettare quella parte che mi ha trasmesso quella donna-  le mia parole uscirono sprezzanti, quasi vomitate. 

- normalmente dovrebbe essere al contrario, io amo la mia parte umana, mi rende più vivo di qualsiasi demone

- forse il fatto che sia andata via, mi ha davvero segnato, non sono mai riuscita a perdonarla- ancora una volta mi stupivo di me stessa, mi stavo aprendo con lui, gli stavo parlando di mia madre, cosa che non accadeva nemmeno con le mie migliori amiche.

- eppure lei è viva, mia madre è morta cinque anni fa

- mi dispiace

- ormai lo accettato

Ron fissava il paesaggio davanti a lui, il tramonto rendeva davvero l'atmosfera romantica, ma non mi crea nessun problema, sento che tra me e lui non c'è altro che rispetto e amicizia, già il mio primo amico maschio, la sensazione è totalmente differente rispetto a quando mi trovo con un ragazzo che mi piace, il cuore non corre all'impazzata ne mi sento in imbarazzo, anzi sono davvero in sintonia con lui, forse la nostra natura ci permette di capirci meglio. 

 

-allora siete pronti?- Ronda aveva alzato la mano, una volta scesa avrebbe segnato il via. 

Ci avviammo uno verso l'altro velocemente, una velocità che l'occhio umano non può nemmeno lontanamente immaginare.

 

 

 

pov Eric

 

Quella taverna non cambia mai e sicuramente Marie sarà ancora li. Entrammo senza esitare, era molto silenziosa, solitamente c'erano un mucchio di gente, tra pirati e mercenari.

- cosa ci facciamo qui?- Noel era sempre più spaventata, mi chiedo come faccia a camminare con una come quella. Alan ha lo sguardo deciso, non si lascerebbe spaventare nemmeno da un demone.

-principessa non era meglio se aspettavate sulla nave?- Dacy era sempre preoccupata per lei, mi chiedo se abbia almeno una sua vita. 

L'odore di vino era forte, i tavoli di legno vuoti, il bancone aveva si e no due clienti appoggiati ad esso, nel lato opposto la vidi, cappelli biondi e due occhi smeraldo, riusciva a scavarti dentro fino a trovare tutto ciò che c'era nella tua mente. Con il mio sorriso sfacciato mi avvicinai a lei, che mi guardò esausta.

- cosa vuoi sta volta?

- che ne dici di una notte di follia?- scherzavo ovviamente, ma a quanto pare lei non l'avevo colpo ed era arrossita di colpo, mi misi una mano sul volto e l'altra la poggiai sul bancone.

- scherzavo bellezza, per quanto mi piacerebbe ho altro da fare… voglio che mi trovi una persona

- chi sono quelle?- mi stava davvero ascoltando?

- la principessa del regno d'aria e la sua cameriera, gelosa?

- tks comunque chi vuoi che trovi?

- una ragazza

La sua faccia divenne cupa, onestamente non la capivo, le ho proposto mille volte anche solo di uscire una sera e adesso si comportava così. 

- chi?

Feci un sorriso malizioso, ogni volta che pronunciavo il suo nome mi sentivo strano, come quasi a nominare qualcosa di importante - Layla Blake - il suo volto si incupii nuovamente mentre prendeva le sue carte. 

Iniziò a muovere le mani con estrema velocità, i suoi occhi erano diventati gialli, sistemò le carte in fila tra loro, una fila da cinque, solitamente la prima era quella dove ci trovavamo noi, mentre l'ultima era dove si trovava lei.

- si trova nel villaggio di Horrow??- ero sorpreso, quel luogo era il covo di tutti i demoni, evidentemente si era riunita alla sua razza, se così si può dire.

- aspetta…- Marie rimase a fissarmi un istante, con gli occhi di quel colore, probabilmente stava avendo una delle sue visioni.

Quando riaprii gli occhi tremava

- quella ragazza… è un mostro… è la nostra rovina e la nostra salvezza

- ma che stai blaterando?- disse Dacy 

- Eric devi trovarla a tutti i costi ha bisogno di te

- ma di che parli?

- lei sarà la donna che…- stava per dire qualcosa, ma io la interruppi

- Layla è solo la mia missione non sarà niente….

- sciocco, tu non puoi vederlo- mi disse ridendo sarcasticamente - lei è la tua rovina, il tuo futuro è già scritto

- perché devo aiutarla se sarà la mia rovina?

- perché sarà lei la donna che ti rovinerà, che ti porterà via da tutte noi- mi sussurrò queste parole all'orecchio in modo che nessun altro potesse sentirci. Rimasi colpito, ma ci credevo poco, davvero poco, risi al pensiero che una donna potesse incatenarmi a se. 

- capitano dobbiamo andare prima che faccia buoi- Knox, l'energumeno che dava sempre fastidio al braccio destro di Eric gli disse queste parole bevendo il suo boccale di birra.

- si andiamo

Uscimmo dalla taverna, adesso so dove ti trovi Layla, sorrisi in modo strafottente, mi dispiaceva per Alan, ma non potevo lasciare correre, se Layla era così preziosa sicuramente avrebbero pagato profumatamente. 

 

 

 

pov Layla 

 

- è incredibile- disse Ronda avvicinandosi a Ron per aiutarlo ad alzarsi 

- alla fine hai vinto- mi disse sorridendo il ragazzo mentre io mi limitavo ad annuire 

- che ne dite di cenare?- chiese Ronda 

Quella fu una delle poche sere tranquille, i giorni a venire furono davvero pesanti, il mio addestramento era davvero duro, per la forza non c'erano problemi, ma avevamo scoperto che se usavo troppo i poteri senza controllo il mio corpo ancora non abituato, non reggeva, adesso mi trovo sdraiata a letto, non mi hanno permesso nemmeno di alzare per andare a fare una passeggiata, stranamente sento qualcosa di strano, un odore che io ho già sentito, mi rigiro tra le lenzuola, era impossibile, il proprietario di quel profumo non si trovava in quel mondo. 

- Layla io vado al mercato ci vediamo per l'ora di pranzo

- ok…Ron?

- credo sia uscito sta mattina presto…senti mi ha raccontato di quello che è successo l'altro giorno, lui anche se non lo da a vedere soffre per quello che ha fatto

- lo so, non è molto diverso da quello che ho fatto io

- tutti noi mezzi demoni ci poniamo questi problemi, ci sentiamo colpevoli e…

- vorremmo porre fine alla nostra esistenza

- ma la nostra metà umana è attaccata alla vita

- credi che un giorno si potrà vivere senza sensi di colpa?- Ronda non mi rispose, guardava a terra per non affrontare il mio sguardo. 

La giornata fu tranquilla, a parte tutti i pensieri negativi, Ron è appena entrata, si avvicina da questa parte, sento bussare.

- avanti

- posso?- lui si siede accanto a me

- c'è qualcosa che voglio dirti- il suo sguardo mi scruta fino dentro l'anima 

- cosa?

- da quando sei arrivata qui mi sento molto meglio, insomma fino a ieri ero li a piangermi addosso per il mio passato…ma vedendo come tu hai affrontato tutto, mi rendo conto di quanto sono stato patetico

- non è vero 

- lo è, mi dispiace se non posso esserti d'aiuto più di così

-ma dico scherzi, se non fosse per te… io non saprei cosa fare, sarei ancora in quella pozza di sangue a disperarmi…mi hai salvato la vita te ne rendi conto- presi il suo volto tra le mani tremanti, mi faceva uno strano effetto averlo così vicino, forse non ero abituata ad avere amici maschi, senza che me ne rendessi conto mi ritrovai tra le sue braccia, mi stringeva forte, quasi come se non volesse che io andassi via, non so cosa mi sia preso, ma in quel momento un senso di malinconia mi pervase, in fin dei conti sapevo che non potevo restare per sempre li, ma più restavo più mi affezionavo a quella famiglia, chiudere i ponti ora era la cosa migliore.

- quindi sei decisa?

- si, devo trovare Alan- mi staccai dall'abbraccio, quasi come se stessi rompendo un incantesimo.

- tornerai?

- lo vorrei tanto, ma devo tornare a casa semmai troverò una via d'uscita….ma

- ma?

- se dovessi rimanere incastrata in questo luogo tornerò a trovarti, sei il mio migliore amico- lo abbracciai, senti il suo cuore accelerare, i miei poteri mi permettevano di percepirlo in maniera incredibile. 

- ti batte forte il cuore- disse nell'abbraccio, non volevo staccarmi, il suo corpo era caldo e emanava un profumo rassicurante, dolce, quasi come i fiori d'estate. 

- non è vero- risi tra me, quei momenti li avrei ricordati per sempre, anche se sarei tornata nel mio mondo. 

 

 

 

Savage Garden-Truly Madly Deeply Pov Eric

 

La sera era davvero fredda, nemmeno nella mia stanza riuscivo a stare bene, presi la mia giacca e decisi di scendere prima rispetto agli altri, avevo dato ordine che nessuno si muovesse prima dell'alba, ma io non riuscivo a prendere sonno, volevo uscire. Senza fare rumore scesi dalla nave, l'acqua scura metteva terrore, ma per uno del regno dell'acqua come me, sarebbe patetico temerla. Mi strinsi a me per via del freddo e mi lasciai trasportare dai miei piedi, non sapevo dove andare, percorsi quasi tutto il villaggio, probabilmente erano passate ore, ma poco importava, non mi sentivo stanco, anzi, era come se più camminavo più mi avvicinavo a qualcosa, non saprei nemmeno spiegare tutto ciò, quindi mi limitai a camminare. 

Tra le tante case, ne notai una illuminata, mi avvicinai senza pensarci. 

 

 

Pov Layla 

 

Questa notte è davvero fredda, il camino evidentemente è spento, mi alzo per dare un occhiata, come immaginavo era spento, decisi di accenderlo e mi sedetti su la sedia a dondolo di Ronda, il silenzio di quella notte mi metteva soggezione, dalla finestra notai che stava per nevicare, fino a ieri era estate, che diamine succede in questo posto?? Mi avvicinai per vederci meglio, pulii il vetro che impediva la mia vista.

Probabilmente stavo avendo un'allucinazione, in effetti ritrovarmi quel pirata arrogante di fronte a me che mi guardava con aria sorpresa, non poteva essere altro. Ma io testarda come sono, esco fuori, per un attimo mi soffermo sui suoi occhi azzurri, che dannazione, non potevo fare altro che ammettere che fossero stupendi. 

- tu- dissi con voce spezzata - che diamine ci fai qui?

- bella domanda- lo stupore dal suo viso sparii

- rispondi- insistetti io 

- è stata una fortuna beccarti prima di mio fratello 

- Alan mi stava cercando?

- vedo che non te la passi male, mentre lui soffre- lui guardò la casa, sicuramente aveva capito male, il freddo si fece più fitto, notai che era vestito completamente leggero, la giacca per guanto pesante non avrebbe coperto il suo volto, mi avvicinai a lui e lo tirai per un braccio, la spinsi fino a dentro la casa.

- che stai facendo?

- ti spiego come stanno le cose- lo liberai dalla presa solo quando lui si sedette, sotto mio comando ovviamente.

- io sono un mezzo demani e forse qualcosa simile ad un angelo…comunque sono qui per controllarmi, ho ucciso delle persone senza rendermene conto, quindi dovevo fare qualcosa prima che potessi fare loro del male

- e sei venuta qui?

- mi ci ha portato un ragazzo

- e cosa mi impedisce di non consegnarti all'insaputa di mio fratello?- lui si alzò venendo verso di me, si avvicinò talmente tanto, che il suo profumo mi soffocava, non era dolce come quello di Ron, era forte, piccante e in certo senso, seducente, quasi a far venir voglia di assaggiarlo, istintivamente mi allontanai, mi vergognavo di aver pensato quelle cose. 

- non pensi ad Alan?

- Alan si dimenticherà di te

- sei crudele

- lo so

- anche sincero vedo

- già e non ti dico che non mi dispiacerebbe divertirmi con te prima di consegnarti- mi sussurrò queste parole all'orecchio, un brivido mi percorse tutto il corpo.

- cosa ti fa pensare che io mi lasci catturare?

- semplice, ci sono molti modi per catturare una donna

- cos…- non mi resi conto di niente, so solo che mi ritrovai a terra, sotto di lui e le sue labbra premevano contro le mie, i polsi bloccati.

- adesso non puoi più scappare- si alzò da me, mi resi conto di essere legata, come aveva fatto?

- che succede qui?- Ron e Ronda si precipitarono da me

- che intenzioni hai?- disse Ron 

- la porto via con me

Mi prese sulle spalle e aprii la porta 

- non te lo permetterò- Ron si era piazzato davanti, ma Ronda lo tirò lontano

- non lo riconosci Ron? i tuoi poteri su di lui non funzionano, i membri reali ne sono immuni, dovresti averlo riconosciuto ormai… Eric Strong il principe esiliato.

 

 

 

 

Mi buttò sopra ad un letto, mentre lui si sedette dall'altro lato, il capo chino verso il basso. 

- che vuoi fare adesso?

Non mi rispose, sembrava turbato, cercai di richiamarlo, ma fu tutto inutile, arresa mi girai dall'altro lato.

- credi nel destino?

La sua domanda mi 

cogli di sorpresa

- perché me lo chiedi?

- rispondi e basta 

- non ci ho mai pensato, ma credo che il destino siamo noi a costruirlo, certo se una certa persona non mi avrebbe legato come un salame, forse potrei costruirmelo- lui rise, rise di gusto, mi voltai verso di lui, serbava un bambino, il suo sorriso mi spiazzava, era qualcosa di indescrivibile, non avevo mai visto qualcuno come lui, istintivamente pensai a come mi intrappolò, era inutile negarlo, mi avevo intrappolato con un bacio, le sue labbra erano morbide, mentre il suo bacio era furente, impaziente quasi. Chiusi gli occhi e sospirai.

- quindi mi nascondi nella tua stanza?

- per questa notte

- cosa?

- domani deciderò dipende da te- mi guardò malizioso, avevo capito che aveva in mente, nonostante ero legata, alzai i piedi per tentare di dargli un calcio, ma lui mi bloccò i piedi e si buttò letteralmente su di me.

- eppure sei diversa da come ti immaginavo

- eh?

- sei diversa…speciale- le ultime parole furono più come un sussurro, alzai lo sguardo di poco per vedere che cavolo stava combinando appoggiato al mio petto. Lo trovai addormentato, l'espressione corrucciata, quasi come se stesse facendo un brutto sogno, la sua mano era appoggiata al mio polso, evidentemente era talmente stanco che non è riuscito a trattenersi, ma poteva evitare di buttarsi sopra di me. Istintivamente assaporai il suo profumo, lo osservai meglio, era decisamente bello, quando dorme sembra un angelo.









Ciaooo a tutti, scusate il ritardo, questo capitolo non mi piace molto, ma era un passaggio fondamentale, spero che vi piaccia! :) 

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Capitolo 11
*** Nuove consapevolezze ***


NUOVE CONSAPEVOLEZZE

 

 

 

Dafne era in cucina, poggiata sull'isolotto, una tazza di thè fumante, il padre entro nella stanza.

- sei già in piedi?

- non riuscivo a dormire quindi…- la ragazza si morse il labbro, c'erano tante cose che voleva chiedergli.

- papà…l'altro giorno i miei ricordi si erano fatti confusi, non riesco a capire come possa succedere- Il padre si avvicinò alla figlia, le sorrise teneramente.

- sei identica a tua madre…lei era come dire…- fece una breve pausa- quello che ho da dirti ti sembrerà assurdo, sai in quel mondo esistono tante specie, ti spiego meglio- il padre si allontanò alzò le braccia e prese qualcosa dalla mensola, era una scatola. 

- aprila

Dafne la osservò attentamente, aveva paura di aprirla, paura della verità. 

- la portava sempre con se, ti aiuterà a controllare i tuoi poteri- L'uomo uscii dalla stanza lasciando Dafne sola con un medaglione e forma di goccia d'acqua.

 

 

Layla si svegliò, più leggera rispetto la sera prima, si rese conto di essere sola nella stanza. Si avvicinò alla porta, non sentiva più nulla, uscii senza pensarci alla ricerca di qualcuno. 

Girò per le varie stanze della nave. 

- cosa ci fai qui?- La voce di Eric era leggera, quasi a non voler parlare.

- come cosa ci faccio tu… - si guardò in torno, tutti erano li, seduti su un enorme tavolo a fare colazione

- LAYLA- una voce piccola e piccante, due braccia intorno al collo della ragazza. 

- Alan- Layla ricevette uno sguardo di riproverò dal capitano che le fece segno di voler parlare con lei. Si allontanarono di poco. 

- credevo che fossi scappata 

- sei scemo o cosa, ho promesso a tuo fratello che sarei tornata

- Layla, io devo riportarlo a casa… anche se sono un esiliato tengo alla vita di mio fratello 

- lo capisco e non posso impedirlo. 

- se ci sarai tu per lui sarà ancora più difficile- Eric aveva ragione ed Layla lo capiva perfettamente.

- parlerò io con lui- Eric sgranò gli occhi.

 

 

 

Dafne entrò a scuola, l'entrata principale era enorme, in quell'istante si ricordò di quando aveva conosciuto Layla. 

Flashback 

Dafne se ne stava seduta sul cortile della scuola, il prato tagliato e verde, dava una sensazione di freschezza rigenerante. Si accorse che tutti i ragazzi si diressero verso l'entrata della scuola,si alzò pigramente, tra la folla notò una ragazza, portava i capelli lunghi legati ad una coda, erano di un color castano chiaro, nei suoi occhi c'era lo smarrimento, guardava ovunque non capendo dove andare. Si avvicinò a lei. 

- sei nuova?- la ragazza la fissava incredula e poi annuii

- già questa scuola è troppo grande- la ragazza aveva un aria apatica, quasi ad annoiarsi, poi si girò sorridendo per ringraziare, aveva un sorriso stupendo, da togliere il fiato, qualcosa che vedi raramente, perché era sincero. Si incamminò insieme a lei. " fu quel sorriso che mi fece capire che tu saresti stata un amica meravigliosa" 

fine flashback 

 

-Dafne aspettami- una voce la distrasse dai suoi pensieri, la sua migliore amica era li davanti a lei che la richiamava.

- questi giorni sei sparita, sai che odio quando fai così..soprattutto ora che…

- tranquilla lei tornerà a casa- si sistemò meglio lo zaino osservando in lontananza Jason che parlava con dei suoi amici, improvvisamente un sorriso apparse sul suo volto e una consapevolezza si fece spazio in lei, smise di sorridere capendo quello che stava succedendo in lei. Jason dal canto suo si accorse dello sguardo della  ragazza su di lui, ma venne distratto dalla voce dell'amico che lo richiamava. 

 

 

Layla si avvicinò ad Alan

- possiamo parlare?- lui notò lo sguardo poco rassicurante della ragazza, annuii solamente seguendola

- cosa volevi dirmi?

- Alan sai perché io sono qui e qual'è il mio scopo giusto?

- devi tornare a casa

- esatto… presto ci dovremo separare e vorrei che non ti accadesse niente quindi…- fece un breve pausa - dovresti tornare a casa- quelle parole le facevano male e sapeva che lo stesso dolore lo stesse provando lui.

- NO non puoi dirmi questo non è giusto- lui le diede una spinta, era furioso, ma allo stesso tempo triste. Piangeva, mentre con i piccoli pugni colpiva Layla, che se ne stava immobile, non si difendeva, voleva lasciarlo sfogare. Il quell'istante si avvicinò Eric, fissò la scena incredulo, non credeva che avrebbe avuto una reazione simile, sapeva che era capriccioso, ma non così tanto. 

- io voglio stare con te, perché tu sei l'unica che mi da ascolto- quelle parole dette tra le lacrime ferirono immensamente il biondo, che senza accorgersene si era avvicinato ancora. Prese il fratello dal braccio allontanandolo da Layla. 

- così non vuoi tornare con le buone, non mi restano che le cattive- lo trascinò verso la cabina che gli aveva affidato come stanza.

- rimarrai qui tutto il giorno, sta sera ti farò lasciare la cena, salperemo verso casa oggi stesso…davvero non ci arrivi Alan? lei lo sta facendo per te, il suo cammino non è facile, credi che il consiglio resterà con le mani in mano, se le stai vicino dovrebbe preoccuparsi anche di te, saresti il bersaglio più facile- Chiuse la porta appoggiandosi ad essa, era stato duro, ma voleva che lui capisse. 

- mi dispiace di avervi dato così tanti problemi- Layla era arrivata in quel momento.

- è colpa mia! me ne sono andato via senza pensarci

- perché l'hai fatto?- il suo tono non era accusatorio, anzi forse solo curioso. 

- volevo esplorare il mondo… sai la vita di un principe non è bella se non puoi stare con la persona che ami- semplici parole, che stranamente fanno un certo effetto su Layla.

- sei innamorato?- lui la guardò, per un attimo esitò a rispondere, se prima ne era sicura, adesso le sue certezze erano crollate. 

- credo- si stupii lui stesso della sincerità di quelle parole, con lei lo era stato fin dall'inizio, non le nascose che voleva rapirla, ne che voleva divertirsi con lei e nemmeno i suoi sentimenti. Con lei era tutto più naturale. 

- sei un tipo strano- Lei si voltò, un sorriso a circondarle il volto, ne era felice, non se lo spiegava, ma sentiva di essere sollevata, quando le cose sono incerte sono sempre le prime a cedere. E lei lo sapeva bene.

 

 

Noel era nella sua camera, osservava il suo ciondolo, quello che aveva portato qui Layla. E di nuovo fu presa dai ricordi, ricordi che facevano male. 

 

Solitamente il mondo di Eutopia è un luogo meraviglioso, con paesaggi bellissimi, ma a ciò si contrappongono i luoghi demoniaci. Il regno di Aria si era trasformato in un cimitero vivente, la gente usciva poco e quella volta che accadeva lo faceva per andarsene. Da quando Mel aveva preso il trono le cose erano diventate irreparabili. Il castello aveva perso il suo splendore, il giardino era abbonato con alberi morti, l'odore di putrefazione era così forte che nessun umano avrebbe osato metterci piede. Ma per una donna assettata di potere come lei questo non aveva nessun problema. I suoi capelli biondi e gli occhi scuri, indicavano quanto realmente fossero diverse le sue principesse, ciò era anche naturale considerando il fatto che erano figlie di madri diverse. Inizialmente al trono doveva esserci lei, prima che suo padre decidesse di ripudiare la madre per sposare l'altra moglie. Si credeva che fosse per invidia, gelosia, che la principessa Melody avesse iniziato una guerra, ma ben presto capirono che c'era altro dietro di ciò, Mel era una persona ragionevole e composta, una cosa insolita per una assassina senza scrupoli. 

Se ne stava seduta sul suo trono, quando uno dei suoi demoni richiamati si inginocchiò a lei chiedendo udienza. 

- cosa vuoi?- i suoi occhi freddi, gelavano anche il sole arido del deserto.

- vostra sorella si trova sulla nave del principe Eric

- capisco…che mi dite di quella ragazza?

- ci è stato ordinato di non toccarla

- quindi è protetta dai demoni

- è la nipote del Grande Demone- la ragazza si alzò di scatto dal suo trono.

- cosa hai detto?

- la figlia di Gerard Black vostra maestà

- come mai ne sei così preoccupata Mel? - un ragazzo, dal volto nell'ombra, le domandò. 

- Joker dovevi informarmi che la tua famiglia era venuta a farti visita- la donna parlò con sarcasmo in modo da ferirlo. Lui si avvicinò, uscendo dall'ombra e scoprendo il suo volto, identico a quello di Jason.

- allora per cosa mi avevi chiamato?

- inizialmente volevo semplicemente che mi portassi la testa della mia adorata sorellina- si avvinghiò a lui con fare adulatorio - ma adesso voglio che mi porti la tua nuova sorellina- il ragazzo fissava avanti a se, nel suo sguardo una scintilla di odio, per la donna che aveva davanti, per il mondo intero e soprattutto per la famiglia che l'aveva abbandonato. 

 

 

avril lavigne innocence

Jason era seduto al suo posto, tra pochi minuti la scuola sarebbe finita, si avvicinò a lui una ragazza, la riconosce solo dopo, era la sua ragazza, si era addirittura dimenticato il nome. 

- sei sparito

- senti credo che sia meglio finirla

- come scusa?

- non c'è niente fra noi due

- è per via di quella ragazzina vero?

Lui sorrise, forse senza che se ne accorgesse le aveva dato ragione. La campanella suonò, scese le scale lentamente, si accorse  che lei era proprio la sotto, tra la folla che tentava di uscire, e tra tutte quelle persone lei era riuscita a notarlo, Jason le sorrise, lei si fermò senza rendersene conto, lui scese le scale, passarono minuti infiniti, poi rimasero soli, continuando a guardarsi negli occhi. 

- ti accompagno a casa?- Jason fu il primo a rompere quel silenzio che si era formato. 

- ok 

 

 

Layla bussò alla porta della stanza si Alan, non ottenne nessuna risposta.

- Alan so che sei arrabbiato con me, ma non puoi startene veramente li per tutto il giorno… Alan- si accorse che la porta era aperta, la aprii con un bruttissimo presentimento. 

-ALAN- quando non vide il volto del piccolo ragazzino biondo, incominciò a correre per le lunghe vie di quella nave, corridoio immensi, fino ad arrivare alla stanza più lontana, la aprii senza indugi. Eric era mezzo nudo, probabilmente si era appena fatto il bagno, a coprirlo solo un asciugamano. Layla divenne rossa, non lo guardò in volto, ma si limito a ispirare profondamente. 

- Alan..- il respiro ancora affaticato per la corsa - non c'è- Eric sgranò gli occhi, come lei era preoccupato e spaventato. 














angolo autrice.
Salveee...scusate tanto l'attesa, ma pultroppo il capitolo che avevo scritto in precedenza per un inconveniente è andato perso, quindi lo dovuto riscrivere, anche per questo è un pò più corto del previsto, ma mi rifarò nel prossimo. Volevo anche ringraziare di cuore Ahlia che mi segue sempre grazie di cuore :) e mi scuso di non aver risposto al commento, ma ultimamente ho davvero poco tempo. Alla prossima.

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Capitolo 12
*** La tua paura ***


La tua paura 

 

 

Layla prese un altro respiro, erano ore che correvano per le vie affollate della città. Dacy domandò a tutti i mercanti, ma nessuno lo aveva visto. Noel corse verso una piccola taverna, entrò senza pensarci, era pieno di uomini, non ci fece caso e si diresse verso il bancone. 

- mi scusi per caso avete visto un bambino biondo aggirarsi da solo per queste vie

Un uomo sulla cinquantina la guardò incuriosito, poi scosse il capo.

- ne passano tanti, mi dispiace ma non saprei risponderle

- io lo visto

Noel si girò verso la sua destra, da dove proveniva la voce.

- voi siete?

- Noel, Noel Queen

L'uomo si avvicinò a lei - siete una principessa quindi? chi cercate?- disse l'uomo 

- il principe Alan, come vedo lei è ben informato sul mio conto

- sono un viaggiatore solitario conosco quasi tutti i regni e i vostri nomi sono piuttosto rari- Noel lo seguiva attentamente, ogni parola che l'uomo diceva. Si accorse che aveva l'aspetto un po' malandato, gli occhi scuri la scrutavano, come a scavarle l'anima. 

- era insieme ad un ragazzo, più specificatamente il Cavaliere- Noel fece un passo indietro.

- il Cavaliere?- la paura nella sua voce tremante, il cuore tremante non voleva smettere di martellare così forte-

- si dirigevano verso il porto di Hossian

- vuole portarlo via?- Noel non attese che l'uomo rispondesse, corse fuori dalla taverna, gli altri erano nei paraggi, non fu difficile trovarli. Notò poco lontano da li Eric, corse da lui, era giusto che lo dicesse prima a lui.

- capitano!!- correva senza sosta, nella fretta si imbatte in qualcuno.

- stai attenta- non vide chi fosse, ma ebbe una strana sensazione, poi un flash, era la stessa scena di tempo fa, questa volte però intraviste due occhi azzurri, freddi. Uno scambio di sguardi, il mare freddo del polo Nord con il prato verde di speranze. 

- Noel che succede?- Eric si avvicinò a lei

- per niente… hanno visto un bambino biondo insieme al…Cavaliere- Eric divenne pallido, si era già scontrato con lui e aveva imparato a non sottovalutarlo.

Layla correva per le vie di quella città. Si sentiva incapace, si dava la colpa di tutto, credeva che poteva fare tutto, credeva che fosse la soluzione migliore, lui non doveva essere intromesso nelle sue sofferenze. Una lacrima, nel suo volto, la prima dopo anni. Si bloccò di colpo, i suoi occhi erano fissi davanti a se, le mani bloccate, il cuore perse un battito. Alan era di fronte a lei, ma non era solo, insieme a lui cera qualcuno, ed era proprio quello che spaventava la ragazza, perché quel qualcuno era Jason.

-…Jason?- lui fece un sorriso maligno

- hai sbagliato non sono Jason- Layla non capiva, era identico a lui, ogni cosa, occhi, labbra,  lineamenti, persino la voce. 

- chi sei tu?- chiese, più convinta, aveva capito che non era il fratello, i modi di fare erano totalmente differenti. 

- il tuo incubo- quello che successe dopo, Layla non lo capii, vide solo una luce rossa, probabilmente del fuoco, attaccarla per poi perdere i sensi. 

Eric, Noel e Dacy cercarono ovunque,ma non trovarono nessuno.

- adesso è sparita pure Layla- Dacy si mise le mani ai capelli biondi.

- questa situazione si fa sempre più complicata- Eric era terribilmente preoccupato.

- aspettate un attimo..- Dacy teneva ancora le mani ai capelli, ma adesso in maniera più morbida, aveva una teoria, lo si leggeva nei suoi occhi azzurri. 

- cosa hai capito?- chiese Noel intuendo le intenzioni dell'amica.

- il Cavaliere è amico di Melody

Noel collego le cose - dannazione perché non ci ho pensato prima, voleva arrivare a lei e la via più facile era Alan

- ma adesso sono spariti entrambi- Eric non tollerava più quella situazione

- capitano? - tutta la sua ciurma si presentò dietro di lui

- non li abbiamo trovati

- al castello di Fring è quello più vicino ed è abbandonato- Noel conosceva quasi tutti i regni a memoria, questo era incluso nella sua educazione per essere una principessa, e non avrebbe mai pensato che potesse essere utile.

- AVETE SENTITO ANDIAMO- Eric incominciò ad incamminarsi, era impaziente, adesso il suo odio verso quel ragazzo era cresciuto di più. 

 

Layla cadde a terra, o meglio fu spinta a terra, sentii il rumore del ferro trascinato, aprii gli occhi, era dentro una prigione in stile medievale. si aggrappò alle grade.

- cosa vuoi da me?

- mi è stato solo chiesto di portarti qui

- Alan?

- tranquilla sta bene non mi serve più, forse potrei sbarazzarmene- il ragazzo si avvicinò ad una porta aprendola mostrando il ragazzino. Alan assunse uno sguardo apatico, non mostrava niente.

-cosa gli hai fatto?

- non conosci ancora i tuoi poteri vero? lo solo manipolato in modo che facesse quello che gli ordinassi io

- sei meschino lui non ti ha fatto niente e nemmeno io- lui assunse uno sguardo assassino, vedere quell'espressione su un volto identico a quello di suo fratello la faceva stare male.

- perché…perché sei identico a lui?- la sua voce era lieve ,quasi spezzata, la testa china e le mani aggrappate ancora alle grate. 

- non ci sei ancora arrivata?

Layla alzò lo sguardo. 

- chi sei tu in realtà?

- sono tuo fratello. 

Un sorriso sadico e senza sincerità, un qualcosa che Layla non aveva mai visto prima. 

 

 

Nel frattempo nel mondo della Terra Gerard era pronto per passare ad Eutopia. Si trovava a casa del padre di Dafne, suo nonno stava facendo un rito, per aprire il passaggio.

- papà sei sicuro che vuoi andare da solo?- Jason fino alla fine sperò che il padre lo portasse con te. 

- voglio che almeno tu sia al sicuro- l'uomo sorrise, Jason ebbe una fitta al cuore, perché quello sembrava tanto un addio. 

-è pronto- l'anziano lo richiamo, Gerard guardò le piccole luci di fronte a lui,  si voltò verso suo figlio per l'ultima volta.

- salutami Layla 

- torneremo- Gerard sorrise ancora una volta prima di entrare in quel vortice di luci. 

Dafne si avvicinò a Jason.

- sono sicura che torneranno- gli prese la mano. 

In quel preciso istante senti un brivido, non era il solito, sapeva che c'era dell'alto, infatti pochi secondi dopo delle immagini apparvero nella sua mente. Jason aveva gli occhi rossi, un colore forte, come quelli dei demoni, ma i suoi occhi erano colmi di lacrime, tra le sue braccia c'era una ragazza, ma non riusciva a vederla, aveva solo visto i suoi capelli, ma erano come il resto, offuscati.

-Tutto bene?- Jason vide la paura negli occhi della ragazza. 

- non lo so- lo osservò, non ne aveva paura, ma aveva paura per ciò che aveva visto, doveva parlare con suo padre e anche al più presto possibile. 

 

 

Gerard si trovò di fronte direttamente la sua casa, almeno per lui era ciò, ma per il resto dei demoni era la dimora del Grande Demone. Non bussò entrò senza curarsi degli sguardi increduli di tutti. 

- dove sei vecchiaccio??

- cos'è tutto questo baccano?- un uomo della sua stessa età e molto simile a lui gli apparse davanti

- oh sei venuto per far visita a nostro padre

- non credermi così sentimentale Coonor 

Gerard sentiva ogni parole che i demoni dicevano, essendo il principe e avendo sangue reale aveva poteri che andavano ben oltre. 

- cosa sei venuto a fare? sei in esilio o sbaglio

- non sbagli voglio solo riportare a casa mia figlia

- oh quella ragazzina, ha fegato, si vede che è tua- l'uomo gli fece senno di seguirlo.

 

 

 

Layla cercava in tutti i modi di distruggere quelle sbarre. 

- cosa pensi di fare?? sono incantate a meno che tu non mi superi non potrai mai distruggerle

- hai detto di essere mio fratello allora perché mi hai rapito?

- non fraintendermi non voglio unirmi alla tua famigliola felice, francamente non me ne frega niente- Layla poté notare una punta di dolore nelle sue parole

- mi odi così tanto?- le parole le uscirono spontanee, anche lui si sorprese. 

- non ti odio mi sei indifferente

- questo è ancora peggio- era disperata, la confusione si era presa possesso di lei, non le permetteva nemmeno di usare i suoi poteri demoniaci. 

- la tua adorata famigliola mi ha abbandonato alla nascita preferendo l'altro gemello, per quale motivo dovrei riunirmi a voi?- Layla sgranò gli occhi, i suoi genitori avevano fatto davvero una cosa così crudele?

- non ne sapevo niente- Sbatte forte contro le grade - ma questo non è un motivo per cui prendertela con Alan lascialo andare e farò tutto ciò che vuoi- adesso che conosceva la verità  poteva almeno capire un po' come si sentisse. 

- per quale motivo ci tieni tanto non fa parte nemmeno della tua famiglia?

- non contro che abbiamo lo stesso sangue o meno, se vuoi bene ad una persona non conta- aveva alzato il tono della voce.

- giusta osservazione- quella voce fu come un toccasana per Layla. Quando alzò lo sguardo trovo tutti i suoi compagni e il capitano che aveva messo al collo del demone la sua fidata spada. 

- dimentico sempre che con te questa modalità non funzione principe- in un lampo i suoi capelli divennero biondi e gli occhi azzurri, come il cielo, assunse un aura completamente angelica, con tanto di ali alle spalle. 

- modalità angioletto quindi- Eric non ne aveva paura ne era stupito, conosceva ogni tecnica del suo rivale. 

Layla era sempre più sconvolta, ma ciò che vedeva non poteva negarlo, evidentemente lui aveva preso anche i poteri della madre, per un attimo una fitta al cuore la pervase. Non aveva capito nulla della sua famiglia. 

 

 

 

pov Layla

 

Non ne posso più, guardo avanti, Eric è in difficoltà, il suo cuore batte forte, posso sentirlo, Alan e un burattino nelle sue mani, questo ragazza chi è in realtà? mio fratello? un bugiardo? un assassino? La confusione si sta impossessando di me, la mia mente non riesce a controllarmi, sento che sto perdendo il controllo. Mi aggrappò con forza a quelle ringhiere, le vedo sgretolarsi sotto i miei occhi prima di perdere conoscenza. 

 

 

Eric si voltò verso la ragazza, il rumore di ferro che sbatte, un energia oscura. Joker la guarda, è riuscita a distruggere la sua barriera, è stupito, non credeva che ne sarebbe stata capace, ma il solo fatto che avesse perso il controllo dimostrava quanto ancora strada avesse da fare. 

 

- mi avete stancato tutti quanti- la sua voce non trasmette che sete di potere e di controllo, vuole essere l'unica a controllare quel corpo. Si avvicina lenta ai due, alza le braccia ficcandoli nella loro gola, soffocandoli. Non riescono a respirare, stava quasi per ucciderli. Ma qualcosa la spinge vie, scaraventandola a terra, facendola tornare normale. Layla alza il volto, Joker è sparito, Eric guarda la sua figura spaventato, i suoi occhi non trasmettono che paura, Alan corre verso di lei, ma il fratello lo blocca. 

- stalle lontano- era odio, solo odio. Layla si sentii morire dentro. Delle parole così dolorose non le aveva mai sentite nei suoi confronti. Alzò di poco lo sguardo, i suoi occhi si illuminarono. La figura che aveva davanti era un ancora di salvezza, per un attimo pensò che fosse solo un illusione, ma quando corse tra le sue braccia, lo sentii, il calore, il suo profumo da dopo barba, lo sguardo preoccupato di suo padre posarsi su di lei. 

- papà - Layla lo stringeva forte a se, le era mancano, talmente tanto che le lacrime scesero dal suo volto involontariamente, nemmeno se ne accorse. 

- voglio tornare a casa- quelle parole spazzate dal pianto le uscirono con tutto il cuore. 

- tuo fratello ci aspetta- lui parlava con un tono sollevato, non vedeva l'ora di riabbracciare sua figlia. 

Layla di ricordò di Eric e Alan, si voltò verso di loro, Eric se ne stava andando, lei corse e lo fermò per un braccio. 

- mi dispiace per quello che hai visto- Eric non la guardava, era impassibile. 

- anche tu- Layla rise in modo sarcastico

- credi che l'abbia scelto io?- Layla lo costrinse a voltarsi verso di lei

- hai davvero paura di me?- lui la fissava senza dire una parola. 

- ho capito- lasciò andare il braccio - di alle altre che continuo il mio viaggio da sola, se sono un pericolo è meglio che mi stanno lontano. 

Suo padre si avvicinò, le accarezzo i capelli, proprio come quando era piccola. 

- andrà tutto bene, adesso c'è ne torniamo a casa

Layla si voltò a abbracciò nuovamente il padre. - portami via- lui la strinse a se. La famiglia era di nuovo riunita. 

 

Passarono le ora, Layla e suo padre si trovavano nella sala del Grande Demone, il passaggio era aperto. 

- non vuoi salutare nessuno?- domandò il padre

- più gli sto lontano e meglio è 

L'uomo abbassò il capo, conosceva quella sensazione di rifiuto, l'aveva provata anche lui. 

Entrarono in una porta, tutto era bianco, la luce era talmente accecante che era impossibile tenere gli occhi aperti. Dopo svariati minuti tutto cessò, una stanza comparve davanti ai loro occhi.

- LAYLA- due braccia si impossessarono di lei, abbracciandola fino a non farle toccare per terra. Conosceva quella voce, quel volto, quel calore. 

- Jason- lo abbraccio a sua volta. Non credeva che li avrebbe rivisti, non ci credeva davvero di essere tornata a casa. 

- bentornata Layla- una voce femminile si contrappose a quelle dei maschi di famiglia.

- Dafne- la ragazza si sciolse dall'abbraccio e corse dall'amica abbracciandola.

- cosa è successo mentre ero via?- Dafne divenne rossa, ma non disse nulla.

- avrai tutto il tempo che vuoi per fare gossip adesso è ora di tornare a casa. Layla si guardò intorno riconoscendo la casa di Dafne. Notò suo padre parlare con un uomo, forse lo stava ringraziando, poi spostò il suo sguardo verso suo fratello che la fissava felice, nei suoi occhi riconosceva quella scintilla che lo aveva sempre caratterizzato. 

- devi raccontarmi tutto- Layla si stupii delle parole del fratello, se lo aspettava, ma non si aspettava che potesse farle del male solo ricordare la storia. L'immagine di quel pirata, il suo sguardo spaventato guardandola, la sua indifferenza quando se ne andò via da lei. 

- certo- i suoi occhi si spostarono verso la finestra,guardava il paesaggio notturno della città, ma in realtà non vedeva niente, la sua mente era offuscata da tutti i suoi pensieri. Poi un flash le tornò in mente. 

-papà chi era quel ragazzo?- Gerard sobbalzò. - ne riparleremo dopo Layla, per adesso voglio solo essere felice di riaverti a casa- il padre si avvicinò accarezzandole la guancia. 

 

 

 

Eric era solo nella sua stanza. 

- dannazione- diede un pugno al muro, dove affianco si trovava la finestra, oserò il cielo stellato, le ricordava maledettamente il suo viso, ogni cosa glielo ricordava. 

- perché diamine devo interessarmi ad un mostro del genere??- era furioso con se stesso. L'immagine ferita della ragazza non voleva abbandonarlo, si sentiva un idiota. 

- Eric?- la voce di Noel lo interruppe, sembrava disperata,aprii la porta ritrovandosela davanti. 

- che succede?

- i demoni… le truppe cii stanno attaccando- piangeva, poi la vide perdere i sensi e cadere a terra. 

-avete fatto davvero male a lasciare andare la principessina dei demoni- gli occhi scuri di Mel si posero su di Eric.

- ci si rivede tesoro- un sorriso crudele apparse sul suo volto. Eric si sentii impotente, i poteri di una come lei erano troppo per un semplice pirata come lui. 

- stavi aspettando che lei se ne andasse per attaccare posso capire la tua paura- il ragazzo la prese in giro, il sorriso scomparve sul volto della ragazza. 

- prendetelo- due uomini con un simbolo sulla fronte si avvicinarono e lo presero dalle braccia, dondolio un pugno in pancia facendolo svenire. 

- adesso cosa vuoi fare?- Joker apparse da dietro di lei. 

- adesso si conquista Eutopia. 

 

 

 

 

 

 

Layla si trovava nel salotto di casa sua, Jason dormiva sul divano, suo padre guardava fuori dalla finestra. 

- non ho idea di chi sia quel ragazzo

Layla sgranò gli occhi, si alzò dal divano.

- ha detto di essere mio fratello, ha detto che lo avete abbandonato

Gerard abbassò il capo. 

- quando tuo fratello nacque… io non c'ero…non avevo idea che tua madre fosse incinta.

- papà cosa è successo alle nostra famiglia? cosa sta succedendo adesso?

- non lo so cosa è successo in passato, io ero un semplice viziato che voleva tutto, voleva tutto ciò che era impossibile, inclusa tua madre.

- non l'amavi?

- oh si eccome se l'amavo, ma eravamo sbagliati e non ce ne siamo mai accorti. 

- lo avete fatto troppo tardi

- ce ne siamo accorti quando sei nata tu

-cosa?

- il tuo potere era talmente grande che quando sei nata avevi messo in pericolo l'ospedale dove eravamo, li ci siamo accorti del peccato che abbiamo fatto, lei non riuscii mai a sostenere questo fardello.

Layla di sentii morire per la seconda volta nella sua vita. I suoi la vedevano come un peso, un errore. 

- ma voglio puntualizzare una cosa, non importa se tu sia uno sbaglio per il mondo intero, se dovessi tornare indietro lo farei lo stesso, perché tu e Jason siete la cosa che amo di più al mondo, posso accettare che vostra madre se ne sia andata via. Ma Mai potrei accettare di perdervi. - Layla corse verso di lui. 

- hanno tutti paura di me- era scoppiata, tutto quello che si era tenuta dentro, tutto il dolore che la stava mangiando viva, lo stava buttando fuori, non voleva essere ciò che era, non voleva essere cattiva, non voleva uccidere ne fare del male a qualcuno. 

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Capitolo 13
*** Ritorno sulla Terra ***


Ritorno sulla Terra 



 

Layla era nel suo letto, le coperte la coprivano fin sopra la testa. La sveglia suonò. Layla alzò la testa.

- di già?- diede un colpo forte all'aggeggio e poi si rigetto sul letto. 

- Layla svegliati è tardi- la voce penetrante di Jason la fece trasalire, si alzò in piedi. 

- allora non è un sogno sono tornata veramente?!- Layla aveva un enorme sorriso stampato in volto. Aprii la porta correndo giù. Arrivò in cucina dove trovò il padre indaffarato con i preparativi per il lavoro. Jason che mangiava un tost di fretta. Layla sorrise, i due uomini di casa la fissarono increduli.

- che c'è?- chiese lei preoccupata

- vuoi andare a scuola conciata così?- Layla si guardò, indossava ancora il pigiamo.

- aaaaa ero abituata ad avere sempre quei vestiti- salii di corse le scale.

La ragazza entrò nella stanza accese la radio mettendolo a tutto volume. Si muoveva a ritmo di musica. Prese la sua divisa scolastica. Il colore blu non le stava per niente bene, secondo lei. Mise le scarpe e poi si precipitò davanti allo specchio.

- adesso si che ho un aspetto normale- prese i trucchi e incominciò a prepararsi. Solitamente usava un trucco pesante, ma ormai si era abituata anche senza. Quindi mise solo un po' di mascara per risaltare le ciglia e la cipria per nascondere le piccole ferite dovute alla sua ultima trasformazione. Mentre le nascondeva sentiva un senso di angoscia. Si alzò dalla sedia e spense la radio, prese la cartella. 

- credi davvero di esserti sbarazzata di me?- Layla si voltò verso la sua stanza, ma non vide nessuno, eppure era sicura che quella fosse la sua voce. Rimase a fissarla per minuti, fin quando suo padre la richiamò. 

 

Tutta la famiglia salì in macchina.

- che ne dite se oggi facciamo una piccola deviazione?- propose Jason

- non se ne parla tua sorella ha fatto già troppe assenze.. a proposito abbiamo detto che sei andata da tua madre

- una bugia più credibile no?

- per quanto ancora odierai tua madre?- Gerard era furioso

- la cosa che mi sorprende è che tu non sia arrabbiato

- ha i suoi motivi

- dimmeli- l'uomo tacque

- come mi aspettavo- Layla si appoggiò con forza alla schienale nel sedile posteriore. Mentre Jason la fissava, in parte, capendo i suoi sentimenti. 

- siamo arrivati- Layla si girò verso destra, la sua scuola, forse l'unica cosa che non l'era mancata. Scese dell'auto sbattendo la portiera. Guardò davanti a se, non era cambiato nulla, i soliti idioti. La prima cosa che vide fu una ragazza bionda che si strusciava ad un ragazzo che invece che dare intesa alla ragazza fissava Layla. 

- è tornata la badgirl - il ragazzo si avvicinò a lei

- vuoi morire ora o dopo

- wo wo ooo è tornata più cattiva di prima- lui scherzò con lei e poi l'abbraccio

- seriamente dov'era finita la mia ragazzaccia?- il ragazzo la fisso preoccupato. 

- waaoo ora sei preoccupato? fino a due secondi fa ti strusciavi la stronzetta

- gelosa?

- di te? scherzi sono pazza di te ovvio che lo sono- la vena di sarcasmo che utilizzò fece morire dal ridere il ragazzo che le diede un bacio sulla guancia.

- ci vediamo a pranzo- lui si allontanò, Layla lo guardò andare via, non si era mai accorta che lui tenesse a lei così tanto, quel sentimento che le ricordava tanto quello con Ron. Già amicizia vera, Ron era stato il primo vero amico, ma questo perché non si era mai resa conto di chi aveva intorno a lei. 

- tu non farlo mai più- due braccia la strattonarono in un abbracciò. 

- Aley…mi stai stritolando

- scusa ma non potevo farne a meno- Layla di sciolse dall'abbraccio

- puoi stare tranquilla non ci tornerò mai più li.

- ne sei sicura?- Layla sentii nuovamente quella voce, si voltò da tutti i lati ma non vide nessuno se non studenti come lei. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una guardia, o meglio un demone i suoi occhi gialli spiccavano nel buoi di quel lungo corridoio. Si avvicinò ad una delle celle. 

- eccoti la tua cena- mise il vassoio all'interno di essa e poi la richiuse, appena fu lontano, una figura prese forme nell'ombra. Era Eric. Il viso ricoperta da ferite, di polvere e possedeva uno sguardo furioso. 

 

 

Ormai Layla non era più abituata ai ritmi frenetici della sua città. Osservava dalla finestra della scuola la montagna che apparentemente sembrava così lontana. Il professore continuava a spiegare, ma non riusciva a stare concentrata, c'erano troppe cosa a cui pensare, ogni singolo istante Eutopia era al centro dei suoi pensieri. Si chiedeva se fosse stato giusto aver abbandonato tutto così improvvisamente, anche se fin dall'inizio l'unica cosa che lei voleva era tornare a casa. Ma si domandava se non avesse potuto fare di più. Odiava il modo in cui lei ed Eric si erano lasciati. Quel brivido lungo la schiena che continuava a tormentarla ogni volta che pensava a lui. Chiuse gli occhi per immaginarselo li con lei. Ciò che vide la mise in agitazione. Eric era ferito, morente. Si alzò dal banco sbattendo le mani sul banco.

- signorina Black che le prende?

- non mi sento bene posso uscire?

Il prof annuii notando il suo pallore, Layla uscii di corsa dall'aula. 

- cosa sta succedendo?- la voce di Dafne la distrasse.

- non ne ho idea, quando ho chiuso gli occhi ho visto una persona che ho conosciuto su quel mondo che stava… stava morendo- parla tutto d'un fiato. 

Dafne la guardò, uno sguardo comprensivo, sapeva di cosa parlava, la paura che provava. Poggiò una mano su quella dell'amica. 

- dopo la scuola vieni a casa mia, ne parleremo con mio padre… se c'è qualcosa che è accaduto mentre eri via è il fatto che anch'io ho delle strane visioni e lui è l'unico che può darci delle risposte

Layla annuii, poi riprese a parlare. 

- perché non mi hai mai detto niente del fatto che tu vieni da Eutopia?

- non volevo avere niente a che fare con questa storia

- lo capisco 

- siamo degli alieni quindi?- scherzò Dafne 

- qualcosa del genere- Layla sorrise e poi abbracciò l'amica.

- non eri mai stata così affettuosa prima d'ora 

- quando scoprirai cosa mi è successo sono sicura che mi odierai- Layla ripensò alla sua prima trasformazione, alla sensazione di vuoto, al volto di quegli uomini morti ai suoi piedi, alle sue mani sporche di sangue.

- Layla cosa ti è successo veramente in quel luogo. 

Layla si appoggiò a uno dei tanti armadietti, prese fiato, non era facile parlarne, ma lei non era il tipo da tenersi le cose dentro, se aveva dei problemi lo urlava al mondo intero. 

- ho ucciso- le parole senza sentimento le disse in una maniera talmente meccanica che si stupii lei stessa del poco sentimento che ci mise. 

- non volevo- i suoi occhi si fecero rossi, ma non quelli di un demone, erano rossi per via delle lacrime che stavano per scendere dal suo viso.

- Jason non lo sa, non deve saperlo, lo deluderei solamente e io non voglio che lui mi odi… posso accettare che Eric mi odi che tu mi odi che lo faccia chiunque,ma davvero morirei se mi lo facesse Jason

Dafne se ne stava li immobile, non sapeva come agire, aveva un assassina di fronte a se, ma non la vedeva, vedeva sola la sua amica, fragile, spaventata da se stessa. Gli occhi incominciarono a pizzicargli, una lacrima scese dal suo volto accompagnando l'amica. 

- mi dispiace non so come comportarmi in una situazione del genere

- forse avrei dovuto lasciare che mi uccidessero- Layla si lasciò cadere a terra, Dafne si mise le mani agli occhi, non voleva farsi vedere così fragile, mentre Layla se ne fregava, piangeva voleva liberarsi di tutto il dolore accumulato nel tempo, quel luogo l'aveva resa fragile e pericolosa allo stesso tempo, odiava se stessa e piangeva non le importava più se qualcuno la vedeva, voleva solo cancellare dalla sua mente i suoi ricordi. 

Dafne si asciugò le lacrime, mentre Layla si alzava. 

- non ti chiedo di capirmi, in fin dei conti non potrai mai farlo, perdere il controllo, non sapere di aver fatto un orrore del genere, lasciare che qualcuno prenda il sopravvento su di te non puoi capirlo- Layla si allontanò lentamente, in quelle circostanze le mancava Ron, lui la capiva, lui sapeva cosa dire e cosa fare, lui era come lei, gli stessi dolori le stesse speranze. 

- perché non mi sono innamorata di te anziché di lui? 

 

 

 

 

Nelle celle del castello del regno d'aria le cosa erano piuttosto affollate, aver catturato un demone procurava scalpore e odio. Ron era trascinato dai soliti segaci di Mel, verso una delle celle, una della quale era buia. 

- contento ti ho trovato la compagnia- Ron venne buttato in modo violento per terra, i demoni sbatterono le grate con estrema violenza. 

- tu- Ron alzò gli occhi notando la figura di Eric davanti a se, si alzò pulendosi le ferite dalla terra, strinse gli occhi quando tocco la ferita sul braccio destro. 

- non credevo che un demone si lasciasse abbattere tanto facilmente

- non ho portato a termine il mio compito e questo è anche colpa tua- Ron lo guardava con odio, gli aveva portato via una delle cose più preziose della sua vita. 

- Layla ha scelto di andarsene da sola

- dovevo proteggerla invece è stata rapita un errore imperdonabile

- com'è la situazione la fuori?

- com'è mi chiedi? un inferno… quella pazza sta attaccando tutti i regni contemporaneamente… sia il Grande Demone che il consiglio degli angeli non stanno facendo completamente niente per fermarla

- cosa può averle fatto fare tutto questo?

- era la tua promessa sposa se non lo sai tu?

- cerco che gli affari dei reali fanno il giro del mondo

- già…ma a quanto pare non ha gradito la tua risposta

- non credo che sia per colpa mia, avrebbe ucciso solo me- Eric si sedette sul quel letto scomodo e piccolo. 

- perché non ti sei ancora ribellato?

- ha preso mio fratello in ostaggio nel caso lei dovesse tornare

- non lo farà

Eric lo guardò, per un attimo si sentii ferito, ma poi una strana sensazione di pace lo invase, una tranquillità, un senso di quiete che non sentiva da tanto tempo. La fiducia, per un attimo gli sembrò di averla accanto, per un secondo sentii la sua voce tranquillizzarlo, in quel breve attimo ebbe la sua conferma. Lui sapeva che lei sarebbe tornata, perché lei non poteva stare senza aver salutato Alan, senza aver chiarito con lui. Si sentii un verme nel ricordare il modo in cui lui la trattò.

- sarebbe tutto più facile se lei fosse innamorata di te- le parole di Eric uscirono spontanee

Ron lo guardò non capendo dove il ragazzo volesse andare a parare.

 

 

 

 

Ormai era sera, la giornata era stata tranquilla, Layla era tornata direttamente a casa dopo le lezioni, aveva trascorso tutto il pomeriggio a pensare a tutto quello che le era successo. Nella sua mette passarono tutti i momenti trascorsi ad Eutopia: la prima volta che vide quel luogo, quando incontrò Noel, il viso di Alan appena si risvegliò, la prima volta che si accorse di possedere dei poteri, quella sensazione di potere, ma paura allo stesso tempo, i litigi insieme a Dacy, la prima volta che vide Eric, il suo profumo che ancora le sembrava di avere a dosso. Il giorno in cui diventò un mostro, ma anche quando incontrò Ron che la salvò da se stessa. Ma la cosa che le procurava più dolore era lo sguardo di Eric, l'ultimo che vide prima di andare via. Non era un sorriso, non era tristezza. Era paura, dolore, freddezza. La odiava lei se lo sentiva. Poi di nuovo quella sensazione di vuoto, di essere fuori posto, di sbagliare sempre. Si guardò le mani, quelle stesse che avevano tolto la vita a delle persone che nemmeno lei conosceva. Si alzò dal letto, l'ora di cena era arrivata, sentii i passi di suo padre fare avanti e indietro dalla stanza accanto. Si alzò curiosa di sapere cosa fosse successo. 

- papà ma che succede?

L'uomo la guardò triste. 

- devo andare ad Eutopia

- cosa?- Layla fece un passo indietro, credeva che ormai facesse parte del passato. 

- perché?- disse aggrappandosi alla sua camicia bianca, non voleva. 

- perché devo sapere chi è quel ragazzo, devo sapere se Miranda mi ha mentito ancora..- l'uomo urlò furioso. Layla si tirò indietro, negli occhi del padre riconobbe il colore del demone. Quel rosso che aveva visto troppe volte ultimamente. 

- papà…- Layla sentii una sensazione di paura. Lo sguardo furioso del padre coronato da quegli occhi, i capelli dello stesso colore della notte. Ora capiva come si sentissero gli altri ad avere rivolto quello sguardo. 

- perché sei un demone qui?

Gerard si riprese, come se si fosse appena svegliato. 

- è successo di nuovo maledizione- sbatte i pugni sulla porta. Layla lo osservava capendone sempre di meno. 

- i demoni troppo forti fanno maggior fatica a nascondere la loro potenza, specialmente noi che siamo discendenti diretti del Grande Demone

- perché tutti lo chiamate così? non ha un nome?

- ha nessuno è dato saperlo- L'uomo si allontanò nella stanza e prese una scatola da sotto il letto. 

- voglio che tu tenga questo- il padre le porse un anello. Anello che lei aveva già visto.

- cos'è?

- ti aiuterà a controllare i tuoi poteri…io non posso sfruttarlo

Layla lo osservò meglio, ricordava di averlo visto da qualche parte.

- era della mamma vero?

- già, voleva che lo avessi tu

- perché se io la odio

- perché lei ti vuole bene, se se ne andata un motivo ci deve essere, non hai mai pensato alle possibilità?

Layla non rispose, era ovvio che non sapeva rispondere alla domanda del padre, ma allo stesso tempo era curiosa, forse ancora una speranza c'era, ma rivederla non sarebbe facile per lei. 

La casa era silenziosa, troppo silenziosa. 

- dov'è Jason?- chiese la figlia, improvvisamente. Gerard la guardò senza sapere rispondere. Corsero nella sua stanza, ma la trovarono vuota. Si guardarono in faccia preoccupati. Poi un rumore di porta chiusa fortemente. Scendono dalle scale arrivando in cucina. Jason traballa, si regge in pieni a stento, il sangue delle sue ferite è evidente anche dalla sua maglietta. 

- cosa diamine ti è successo?- suo padre si avvinca cercando di guardare le ferite per guarirlo, gli prende un braccio, ma lui si scansa, il viso è ricoperto da lividi. 

- lasciami in pace

Layla guarda suo fratello, da quello ce ha capito ha fatto a botte con qualcuno. Lo guardò semplicemente e lui fece lo stesso. La connessione tra loro era forte, erano sempre stati legati da qualcosa di speciale. 

- voglio solo andare a fare una doccia- Jason salì le scale, ma si fermò a metà, la testa gli girava, non riusciva nemmeno più a guardare avanti, le gambe non reggevano, dopo pochi secondi perse i sensi, cadendo dalle scale. L'unica cosa che si sentii fu il botto che provocò il suo corpo inerme cadere al suolo. Le urla di Gerard e Layla erano soffocati da quel rumore, che sembrava rimbombare per tutta la casa. 

Gerard corse dal figlio. 

- Jason JASON- non rispondeva, non accennava a svegliarsi. Layla era pallida. Se c'era qualcuno a cui teneva di più al mondo quello era lui, suo fratello. 

Si sentì morire dentro, ma dentro di lei si instaurò una certezza. Non era finito nulla, anzi era solo l'inizio. 

 

 

 

Quel luogo era sempre luminoso, i cancelli che portavano a quel palazzo enorme, erano altrettanto enormi. L'odore di fresco che si sentiva, rilassava e i colori tenui del luogo trasmettevano tranquillità. 

Entrando nel palazzo si ha sempre quella sensazione di sicurezza e purezza. Tutto è bianco, pareti, pavimenti e persino le porte, tutto era esattamente bianco. Nella stanza centrale si teneva una riunione. Delle persone vestite di bianco, in cerchio, discutevano:

- quale credete che sia la sua prossima mossa vostra altezza?- un'uomo dalla lunga barba grigia si rivolse ad una donna. Una donna bella, dai capelli biondi e gli occhi dello stesso colore del cielo. I lineamenti fini e delicati. 

- credo che ormai non abbiamo scelta, le sue intenzioni mi sembrano abbastanza chiare

- ma se intervenissimo dovremmo infrangere il contratto con i demoni.. e a quel punto i vostri tre figli sarebbero in pericolo- la donna osservò l'uomo, dal suo sguardo si intravedeva un misto di preoccupazione e dolore. 

- i miei figli sono al sicuro 

- Layla e Jason si, ma Joker?- questa volta era stato un uomo a parlare, sulla trentina. Biondo come la donna e bello come il sole. 

- Allora la prima mossa da fare è quella di mettere al sicuro mio figlio, senza che i demoni ne siano a conoscenza, poi vedrò cosa possiamo fare, siete d'accordo con me?- la donna assunse uno sguardo serio e decisivo, nulla le avrebbe fatto cambiare idea e di certo nessuno avrebbe potuto decidere per lei. 

- il consiglio non vi darà il consenso- intervenne un uomo

- e chi ha detto che lo sapranno?!- la donna si alzò sciogliendo la riunione, rimasero lei e il giovane biondo. 

- sei sicura di quello che stai facendo?

Lei annuii - ho bisogno che tu mi faccia un favore… voglio che tu vada sulla Terra e proteggi i tuoi nipoti

- mi chiedi l'impossibile…sorella

La donna rise - niente è mai stato impossibile per te. 

- non c'è già tuo marito?

- Gerard non resterà a guardare…sicuramente l'avranno richiamato qui sciogliendo l'esilio

- ha visto Joker

- cosa?

- il giorno che è tornato il consiglio mi ha chiesto di osservarlo e li ho visti, non ho detto niente ha nessuno perché quel ragazzo è parte della mia famiglia, anche se nessuno può saperlo. E posso assicurarti che lui la visto.

La donna sbianchii in volto, un capogiro, si aggrappò alla sedia che aveva vicino. 

- mi stai dicendo che Gerard sa di avere un altro figlio? Brian devi fermarlo assolutamente. Se i demoni sanno della sua esistenza lo uccideranno. 

- perché non hai mai detto nulla alla tua famiglia?

- non mi avrebbero permesso di proteggere mio figlio

- hai sacrificato loro per lui

- loro avevano Gerard lui era solo

- è cresciuto comunque da solo Miranda, ti rendi conto che lui non può vederti, non conosce chi è suo padre i suoi fratelli? e crede che lo abbiano abbandonato? 

La donna lo guardò negli occhi e gli disse delle semplici parole. 

- lo so- i suoi occhi scrutarono quelli del fratello. 

- proteggerò i miei nipoti, ma porterò con me Joker

La donna lo guardò come se fosse un pazzo. 

- voglio che quel ragazzo viva la sua vera vita, con la sua vera famiglia. 

- non lo convincerai mai

- ricordi che io sono il suo tutore, dove vado io deve venire lui. 

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Capitolo 14
*** Avviso 2 ***


Allora visto che siamo in periodo natalizio ho pensato di farvi un regalino :) 
Se aprite questo link troverete una sottospecie di Trailer della storia Eutòpia. 
Spero che vi piaccia! 

http://www.youtube.com/watch?v=VG_vSa6FPpQ&list=UUaWWn6HQbtiD3IX-WzkBUmg&index=1

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Capitolo 15
*** Eutopia non ti abbandona ***


Eutopia non ti abbandona

 

 

Layla camminava da ore avanti e indietro per quei lunghi corridoio bianchi. Una figura si fece avanti. 

- signorina se vuole può entrare a vedere suo fratello, ma non lo svegli

- certo- Layla chiamò il padre che ormai si era ripreso dallo spavento. Era stato un capogiro dovuto allo stress, evidentemente in quel periodo dormiva poco e ambiava altrettanto. Gerard si alzò da quella sedia scomoda e seguii la figlia nella stanza dove era ricoverato il figlio. Entrarono in silenzio. 

- come si è ridotto…- Layla si avvicinò al volto di suo fratello, pieno di graffi, profondi. I lividi ora vivibili sulla sua pelle, il sangue pestato.

- credi che abbia fatto a botte?

- probabile, ma come si sia ridotto uno come lui così non me lo spiego- suo padre stava ancora cercando di capire cosa possa essere successo. Layla accarezzo il fratello, sentiva al sua pelle fredda, il corpo di Jason era totalmente freddo. 

- papà!! qualcosa non va…

- che vuoi dire?

- è freddo…troppo freddo 

Gerard si avvicinò confermando che la figlia avesse ragione. 

- i macchinari!!!! sono scollegati!!- Layla urlò al padre prima di uscire dalla stanza. Non vide nessun dottore e nonostante corse per tutto il piano non trovò comunque nessuno. 

Gerard dal canto suo era paralizzato dalla paura. Non voleva perdere suo figlio, doveva fare qualcosa, ma cosa?

Layla corse ancora, poi un flash nella sua mente, l'odore della dottoressa era diverso da quello della gente normale. Sentii come un allarme dentro di se, le diceva di correre dal fratello. 

Gerard stava rimettendo le macchina al suo posto, ma una botta in testa lo fece cadere a terra. La figura della dottoressa apparse sopra di lui. In quel medesimo istante Layla entrò nella stanza, il fiato corto per la corsa, il cuore in gola dalla paura. 

- tu non sei umana

- nemmeno tu

La donna alzò la mano e con un movimento semplice fece uscire da esse un alone nero, con esso tanti insetti schifosi, che circondarono su tutto il corpo Layla. 

Layla si dimenava su se stessa, era una sensazione orribile. Ma quello che le faceva più male era vedere le persone ce amava in pericolo. Si sentii rallentare, tutto intorno a se era più lento. Poi sentì un battito del suo stesso cuore, era forte, come un richiamo. 

- vuoi davvero lasciarli morire? 

Era la sua parte demoniaca, era ancora li, non era rimasta ad Eutopia, era sempre con lei, anche adesso. Per un attimo Layla si ritrovò a sorridere, forse il suo male per una volta sarebbe servito a qualcosa. 

Come le altre volte i suoi occhi si tinsero di rosso, lo stesso rosso del sangue. I capelli che solitamente sono di color miele si ricoprono di nero. Le unghie si affilano, come artigli. I suoi muscoli sono più sciolti e i movimenti più leggeri. Si sente bene, nessun dolore fisico. La potenza, la sensazione che da. Erano queste le cose che temeva Layla, ma se per salvare la sua famiglia doveva essere un mostro. Allora lo sarebbe stato. 

- sta lontano dalla mia famiglia- si avventò sulla donna, che dal canto suo opponeva resistenza, era una lotta dura. Layla finì scaraventata sul macchinario che regolava i battiti del cuore. Si riprese in fretta. L'odio che provava per quella donna era immenso, per un attimo ebbe la stessa sensazione dell'altra volta, quella di perdere il controllo. 

- Layla fermati- la voce del padre era ancora un po' scossa. Si alzò in piedi.

- ci penso io- disse avanzando verso la donna, che però lo scaraventò a terra senza problemi. 

- non sei più abituato a combattere- Layla approfittò della distrazione della donna e le conficco una mano sulla schiena, fino al cuore. Poteva sentire il cuore pompare, ma ancora per poco. Lo strinse talmente forte da non avere più niente nelle mani. Il corpo senza vita cadde a terra, ai suoi piedi. La mano destra  era piena di sangue, che gocciolava ancora sul pavimento. Gli occhi di Layla erano spaventati, ma allo stesso tempo consapevoli, Gerard la fissava, non avrebbe creduto mai che un giorno avrebbe visto quella scena. Quell'attimo di tensione finì presto, perché entrambi si precipitarono da Jason. -

- Layla sta per cedere ho bisogno del tuo aiuto

- cosa devo fare?

- attiva i tuoi poteri da angelo

Layla fissava il padre proprio con lo stesso sguardo in cui si guarda un pazzo. 

 

Ad Eutopia Noel era separata da tutti gli altri, si trovava in una stanza più buia delle altre. Si vedeva poco, solo la luce proveniente dal fuoco del corridoio. Era stremata, non mangiava da giorni e non dormiva più.

- vedo che ti stai divertendo- la voce della sorella, oltre le sbarre, le fece riprendere quel poco di lucidità che le era rimasta. 

- perché stai facendo tutto questo?

- perché mi chiedi?- rise di gusto prima di diventare seria - questo mondo ha ucciso mio fratello ricordi?- Noel sentii una fitta al petto, non riusciva a dargli torto, quel ragazzo dal cuore d'oro, l'unica cosa che univa le sorelle era stata spazzata via da Eutopia stessa. 

- e poi è anche un piccola rivincita personale 

- vuoi a tutti costi il trono? prenditelo, ma lascia andare i miei amici…

- oh Noel Noel quanto sei sciocca…amici? quelli non sono minimamente tuoi amici, una principessa non ha amici

- questo è quello che pensi tu

- vedrai come ti salveranno senza la loro arma dalla loro parte

- Layla non è un arma

- tutti quelli come lei lo sono 

- quindi anche il tuo alleato 

- Joker? perché ha questo nome secondo te? Lui è l'asso del governo, lui è colui che distruggerà Il Grande Demone…

- …la profezia- Noel non poteva crederci, era tutto vero, Layla, la sua storia, la profezia. 

- se dovesse essere vera come dici tu, moriremo tutti

Mel fece un sorriso di compassione, finta sempre. 

- La profezia vera non è quella che conosci tu

Noel fissava negli occhi la sorella, aveva lo stesso sguardo di suo fratello, i movimenti che faceva, lui era sempre stato più vicino a Mel, per questo in parte, poteva capire il dolore di quella ragazza. 

 

 

Layla posò le mani sul petto di Jason. 

- adesso fai dei respiri profondi

- non succede niente 

- non ti allarmare

- non dovrei? qui non succede niente 

- non ti agitare che è peggio

- non ci riesco- Layla incominciò a piangere, dalle sue mani non usciva una luce pure, bensii un alone nero, con piume del medesimo colore. 

- sposta le mani sbrigati- Gerard le gridò 

Layla lo fece e quell'alone si sparse per tutta la stanza prima di rientrare nel corpo di Layla. 

- cos'era quello?

- il tuo potere…. è miscelato, non si può separare 

-cosa intendi?

- intende dire che il potere del demone si è fuso con quello dell'angelo, al contrario di Joker non puoi usarli separatamente. 

Un ragazzo, sulla trentina, biondo, fece la sua comparsa nella stanza, dietro di lui, Joker. 

- sono vostro zio e lasciate che me ne occupi io- lui si avvicinò a Jason e posizionò le mani come aveva fatto Layla, ma dalle sue mani, uscii una luce abbagliante, pura e bianca. Dopo un minuto Jason aprii gli occhi, ogni ferita dal suo corpo era svanita. Layla fissava quello che aveva detto di essere suo "zio". 

- Angel da quanto tempo

Gerard lo salutò con un abbraccio, evidentemente si conoscevano da prima. 

- cosa ci fa lui qui?- Layla focalizzò la figura di Joker. 

- è vostro fratello, precisamente il gemello di Jason e primogenito. 

- aspetta un attimo- Gerard si era perso un passaggio - lui è mio figlio?

- esattamente…andiamo via da qua, se ci vedranno con quel cadavere saranno problemi

Si spostarono a casa di Gerard. Angel si sedette sul divano. 

- sono passati anni dall'ultima volta che sono venuto su questo pianeta, inizialmente non volevo venire, ma è un ordine di Miranda. Layla si strinse nella poltrona, solo sentire nominare quel nome la rabbia si impossessava di lei. 

- in breve…il regno è stato attaccato, il consiglio non si sta muovendo e nemmeno i demoni, evidentemente vogliono evitare fin che possono

- se mio padre non si muove vuol dire che sta tramando qualcosa

- esattamente per questo Miranda mi ha mandato qui per proteggere tutti e tre i suoi figli

- parlando di lui…- Gerard spostò lo sguardo su quel ragazzo identico a suo figlio. 

- giusto…il parto era gemellare, ma nessuno lo sapeva, il dottore è stato manipolato dal consiglio a far credere a Miranda di averlo perso, così scese con te in questa terra per crescere Jason e successivamente Layla. Il problema fu che mio padre morii lasciando il posto a Miranda essendo maggiore in età di me. Ma lei non voleva accettare così usarono Joker e li lei scopri che suo figlio era vivo, se non aveva mai detto niente di averlo perso era per paura sai tutta quella storia della profezia, credeva che avrebbero preso Jason al suo posto. Joker sa da quando era piccolo di essere stato abbandonato, non ha mai visto sua madre al contrario di voi. 

Layla sentiva molta empatia nei confronti del nuovo fratello. 

- quindi adesso che si fa?

- prima di tutto c'è una cosa che devi sapere…i tuoi compagni sono stati presi tutti, nessuno e riuscito a distruggere le barriere, il regno dell'acqua è preoccupato per il principino e nonostante abbia mandato tutte le truppe non sono riusciti a combinare niente

- ed Eric? cioè anche lui fa parte di quella famiglia

- un esiliato resta esiliato da tutto…mi dispiace ma le regole di Eutopia possono essere davvero dure

- sono cavolate dimmi come devo fare per tornare in quel luogo- Gerard si alzò dal divano. 

- sei impazzita tu li non ci metti più piede 

- sono l'unica lo capisci, nessuno può entrare i miei amici sono in pericolo e io non me ne resto ferma ad aspettare

- sei così convinta di battere Mel?

- tu sai i suoi punti deboli giusto?- Layla si riferiva a Joker. 

- cosa ti fa pensare che io la tradirò?

- perché altrimenti di strappo quelle alucce che ti spuntano dalla schiena

Joker la fissò serio. 

- se proprio ci tieni ti posso solo accompagnare, ma per il resto dovrai vedertela tu, Mel è impossessata da un demone richiamato, solo che la sua mente è lucida il demone è situato nel cuore. 

- come fai a saperlo?- chiese lo zio 

- perché quel demone è lo spirito di sua madre

Tutti nella stanza erano rimasti shoccati dalla rivelazione. 

 

 

Eric e Ron erano rimasti in silenzio per due lunghi giorni. Avevano perso le speranze. 

Fu Ron il primo a rompere quel silenzio

- dobbiamo trovare un modo

- che vuoi che faccia?- Eric urlò senza rendersene conto 

- shii 

Ron si avvicinò alle sbarre per controllare. Quando tolse la mano dalla dalla sbarra di ferro si accorse che sgretolava. 

- c'è molta umidità- disse 

Eric si alzò dal lettino e lo guardò come se avesse detto qualcosa di importantissimo. 

- ma certo l'umidità- disse Ron 

- forse c'è una speranza- disse Eric con lo sguardo pieno di energia, nonostante non mangiasse ne bevesse, era la speranza a fargli pensare positivo e poi una piccola parte di esso credeva ancora nel suo ritorno. 

 

 

Angel aprii un varco, era simile a quello del nonno di Dafne, ma molto più luminoso. 

- andiamo- Angel la incitò a seguirla. 

- vado con loro- disse Jason 

- no tu resti qua - ordinò il padre 

- state andando tutti non è giusto che io ne rimanga fuori e poi visto le circostanze non sono più io l'uomo della profezia- il suo era un tono da sfida che il padre accolse. 

- muoviamoci e che sia una cosa in fretta

with great power

Passarono tutti, quando si ritrovarono nuovamente a toccare terra, la scena che gli si presentò era ancora peggio di quello che si aspettavano. 

- sembra l'Apocalisse- disse Jason avvicinandosi alla fine della montagna, si trovavano sopra ad un dirupo. La città posta sotto era pieno di fiamme. Nel cielo un alone nero che copriva il sole e il mare era completamente nero. Il castello posto in alto nella collina di fronte era completamente ricoperto da quell'alone. Jason fissava la scena impietrito, non riusciva a fare un muscolo.

- Eutopia sta morendo- disse Angel 

- Il fratello di Mel è morto a causa di questo mondo che non ha creduto alle sue parole, adesso ha sta avendo la sua vendetta.  

Layla si avvicinò al fratello, sembrava di vedere l'inferno, Joker si fece avanti e si posizionò vicino a loro. I tre fratelli erano posizionati in maniera allineata. 

Gerard guardava la scena, gli ricordava quando aveva combattuto lui. Angel si girò verso di lui. 

- ce la faranno

Gerard sforzò un sorriso. 

- lo so

 

 

Ron e Eric si concentrarono il più possibile per distruggere quelle barriere. Eric risucchiava tutta l'acqua che si trovava nel loro interno, mentre Ron con il potere distruttivo del demone pian piano non lo faceva sgretolare. 

- possiamo farcela

- dobbiamo farcela- disse Ron 

Dacy era in stanza insieme a Alan. Il bambino si era addormentato il giorno prima e non dava segni di volersi svegliare. Dacy provò in tutti i modi a chiamarlo, ma non ci concludeva niente. Chiamò una guardia implorandolo di fare qualcosa, ma tutto quello che ottenne fu un insulto e qualche commento sul suo aspetto. 

- cosa posso fare?- Dacy era disperata, in quei momenti le veniva in mente solo una persona, se per Noel e Mel il dolore era immenso allora per Dacy lo era in doppio. Aveva perso la persona che amava davanti ai suoi occhi, e vedere di nuovo morire qualcuno la spaventava, se poi si trattava di Alan, di un bambino la cosa la terrorizzava ancora di più. 

- Layla muoviti- era quasi come un preghiera, la voce spezzata dal pianto che nessuno poteva udire. 

 

Layla si voltò in direzione del castello, quasi come richiamata. Le era sembrato di udire il suo nome, la voce era lieve e bassa, ma era sicura di aver sentito qualcosa. 

- che succede Layla?- domandò il fratello. 

- dobbiamo andare nel castello. 

- come lo sai?

- non ne ho idea

Jason guardò la sorella, era cambiata, quel posto l'aveva resa una vera donna, in grado di decidere per se e di saper badare a se stessa. Per un attimo si sentii inferiore, ma poi Layla gli sorrise. 

- questa volta siamo insieme

Layla avrebbe voluto mostrargli i lati positivi di quel luogo, i laghi, il mare, una natura sconfinata, ma che adesso stava per essere uccisa per la sete di vendetta di una persona. 

- sbrighiamoci- disse Gerard richiamando i figli. Si avviarono verso l'altra collina. 

- faremo più veloce così- Angel spalancò le sue ali bianche e a sua volta lo fece anche Joker. 

- Gerard!- lo incitò Angel

Gerard si tolse la maglietta, mostrando il fisico scolpito, sembrava quello di un palestrato. 

- ho fatto un po' di ginnastica- i figli lo guardavano sconcertati. Gerard si concentrò, poi un urlò straziante, il dolore alla schiena era forte, talmente forte che si accasciò a terra tenendo stretta l'erbetta. 

- fa sempre male- disse Angel

Pian piano delle piccole piume nere uscirono dalla schiena del padre, fino a formare delle ali imponenti, nere e maestose. 

- e noi?- disse Jason 

- voi ci aspettate qui- disse Gerard.

- fin dall'inizio questo era il tuo piano?- disse Layla capendo le intenzioni del padre, che abbassò il capo pur di non rispondere.

- andremo a piedi- disse Layla sottovoce al fratello, mentre gli altri si erano allontanati. 

- ci metterà in punizione 

- ormai siamo in gioco non mi importa 

- sei davvero cambiata sorellina 

- e tu sei sempre lo stesso ed è la cosa fondamentale per me- Layla prese la mano del fratello. 

- credimi tu sei l'unica cosa che mi mantiene ancora umana- Layla strinse la mano del fratello, Jason capii dalla stretta che stava soffrendo. Un dolore che lui non poteva capire. 

 

 

Gerard e gli altri atterrarono sulla cima del castello. 

- credi che ci saranno delle guardie?

- ovvio- rispose secco Joker

- se vuoi puoi andare- gli disse Angel

- è una scelta tua, ma ti dico solo una cosa, non avrai altre occasioni di conoscere la tua famiglia…- Joker fissava lo zio, il suo unico punto di riferimento, aveva imparato tutto da lui, lo ha cresciuto lui, forse era più padre lui di quell'uomo della quale non sapeva niente. Ma non poteva più dargliene una colpa, se era vero che lui non sapeva nemmeno della sua esistenza. Pensò ai fratelli che adesso si ritrovava, al male che aveva fatto a sua sorella volontariamente. Si sentiva in colpa una sensazione a lui prima sconosciuta. 

- no resto, in fondo anch'io vorrei che Mel tornasse quella di prima. 

flashback 

 

Joker stava tagliando la legna per il camino, si trovava nel bosco, vicino alla cosa di suo zio. 

- Jok!! Jok!!

Una ragazza bionda si avvicina a lui, prendendolo da un braccio e facendolo andare nella direzione da dove veniva. 

- che ti prende?- Joker era scocciato, era sempre così, solo che con lei si manteneva un po', in fondo Mel era qualcosa di speciale per lui. 

- questo uccellino è caduto, puoi portarlo su?- Mel gli fece gli occhi dolci e Joker non seppe resistergli, si alzò in volo, in mano il piccolo uccellino. Lo mise nel suo nido scendendo. 

- grazie- Mel gli fece un sorriso, un sorriso bellissimo, che era comparabile a quello degli angeli. 

- ne valeva la pena- Mel non ha mai capito che quelle parole erano riferite al suo sorriso e non all'uccellino. 

fine flashback

Joker guardò la porta che portava ad una delle tante stanze. 

- entriamo da qua, dovrebbe portarci nella stanza centrale da li ci divideremo per cercare gli altri. 

Joker si sentiva un traditore, aveva tradito Mel senza esitazioni, aveva messo al primo posto la sua famiglia, si sentiva un verme, nonostante odiasse ciò che Mel era adesso si era sempre ripromesso che le sarebbe stato accanto sempre e comunque. 

Avanzò rispetto agli altri, conosceva quel luogo a memoria. 

 

 

Layla e Jason stavano affrontando il fuoco infernale della città. La gente urlava dal dolore o dalla paura. Tutti erano in agitazione, chi tentava di spegnere il fuoco, chi piangeva un caro perduto. 

- dobbiamo fare qualcosa

- come possiamo fermare queste fiamme?- disse Jason 

- LAYLA- una voce, inconfondibile. 

- RONDA- Layla si precipitò dalla ragazza, che era ricoperta di fuliggine.

- hanno preso Ron- Ronda si aggrappava alle spalle di Layla. Layla fissava la ragazza, era in preda alla disperazione, poteva leggerglielo negli occhi. Ronda fissava implorante la ragazza, Ron era tutto ciò che aveva non poteva perderlo. 

- ok…mio padre sta andando a liberarli, ma noi dobbiamo occuparci di questo fuoco, quindi mi servi calma- Layla parlava seria, scandendo bene le parole. Ronda la fissava, era una leader nata, riusciva a mantenere la calma in una situazione così difficile e disperata. 

- cosa possiamo fare?- si intromise Jason. Ronda solo dopo si accorse della presenza del ragazzo. 

-tu!- gli occhi di Ronda si tinsero di rosso. Layla si piazzò davanti a Jason afferrando il colpo di Ronda al suo posto. 

- Layla come puoi difenderlo

-…lui è mio fratello!- Layla si pulì il sangue dal labbro con la mano destra - è non è quello che ha preso tuo fratello, quello è andato a liberarli- Ronda la fissava senza capirci. 

- poi pensiamo a queste cose adesso dobbiamo aiutare questa gente- Jason porse un fazzoletto a sua sorella e osservava tutta quella gente. 

- ok ho un idea- disse Ronda - tu sei un mezzo demone come me quindi insieme possiamo assorbire tutto il fuoco… devi solo trasformarti e pensare di assorbirlo in te…certo questa è una quantità che  potremmo anche non reggere. 

Layla si guardava da ogni lato, il fuoco era ovunque. 

- facciamolo

Layla si concentrò, svuotò la mente, era rilassata e non sentiva più nulla. Era il momento. I suoi occhi di rosso scarlatto guardavano il fuoco di fronte a se, un sorriso crudele stampato sul suo volto, si stirò il collo da destra e sinistra. 

- era da tempo che non uscivo- incominciò a camminare verso le fiamme, senza timore. Jason la guardava impietrito. Mentre Ronda faceva il suo stesso procedimento, ma con più fretta. Layla mise una mano verso l'alto e mentre camminava il fuoco entrava in lei. Si sentiva bruciare da ogni parte, il dolore era talmente forte, che nonostante non avesse nessuna ustione, credette veramente di bruciare.

Layla cadde a terra per lo sforzo eccessivo, Jason corse verso di lei. 

- stai bene?- gli occhi di Layla tornarono del suo colore naturale sotto gli occhi celesti del fratello. 

Si alzò e Ronda li raggiunse. 

- ce l'abbiamo fatta

- si mi è sembravo di bruciare

- questo perché la tua parte angelica non sopporta le fiamme infernali

The Verve-Bittersweet Symphony

 

Layla era assorta da qualcosa dietro di loro. Si avvicinò senza esitare. Corse verso la figura che veniva dalla loro parte. 

Due sguardi, due sensazioni, emozioni, Layla rimase a un metro di distanza. L'atmosfera era tesa. Si sentiva strana, non sapeva come comportarsi. Ma non ebbe molto tempo per pensarci, che due braccia calde l'abbracciarono. 

- Eric- disse Layla stringendosi a lui. Si sentiva la persona più felice del mondo. Le sue braccia erano forti, sentiva il suo cuore palpitare proprio come il sue. Lo strinse ancora più forte, non voleva che andasse via nuovamente. 

- mi dispiace per come ti ho trattata- Eric si allontanò da lei di pochi centimetri e le prese il volto tra le mani. Guardava i suoi occhi castani pieni di vita, li aveva visti tingersi di rosso, li aveva visti incutere terrore, ma gli erano sempre sembrati splenditi. Eric si avvicinò lentamente a lei, Layla non si tirò indietro. Era tutto ciò che volevano, si desideravano, la loro attrazione era palpabile persino a chi ne era vicino. Gli altri li guardavano straniti, soprattutto Jason. 

Eric era quasi sul punto di baciarla, pochi centimetri li separavano. 

Ma una scossa, potente, fece traballare tutti. Layla si aggrappò alle spalle forti del pirata. Jason, Ronda e Ron si avvicinarono a loro. 

- come siete usciti?- chiese Ronda 

- abbiamo unito le nostre risorse- disse Eric, che adesso incominciava a provare una certa stima per il ragazzo. Eric spostò il suo sguardo su Jason, Layla se ne accorse. 

- lui è Jason mio fratello, quello buono. 

- cosa?- Ron e Eric non ci capirono niente. 

- storia lunga…Alan?

- nelle segrete siamo usciti per cercare aiuto…

- mio padre è li dentro

- è stato catturato come tutti gli altri

Layla si sentii morire, se una attimo fa si sentiva in paradiso adesso era sprofondata negli abissi dell'inferno. 

- Layla non preoccuparti ci siamo noi no? li porteremo indietro- Jason prese il volto di Layla tra le mani, proprio come faceva da bambino per tranquillizzarla.

Layla sentiva la testa pesante, tutto ciò che sentiva le sembrava un eco. Vedeva tutte le persone girargli attorno. Cadde tra le braccia del fratello, priva di sensi. 

- e questo cos'è?- Eric prese il braccio della ragazza. Uno strano simbolo o una scritta, non si capiva bene, era sfocato, ma sembrava prendere sempre più forma, fino a mostrare un codice. 

Jason guardò la sorella e poi il segno. Era in preda al panico, non sapeva gestire quella situazione e Layla era tutto ciò che poteva aiutarlo a muoversi il quel mondo a lui sconosciuto. 

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Capitolo 16
*** Il segno ***


Il segno 

 

Pov Layla 

 

Buio… tutto ciò che percepivo era il vuoto, mi sentivo vuota e non riuscivo a percepire nulla con i miei sensi, eppure riuscivo ancora a ragionare. Tentai più volte di aprire gli occhi, ma erano sforzi inutili, muoversi non mi era possibile. Mi sentivo come in un limbo, dove tutto ciò che hai attorno è il vuoto assoluto. Apro gli occhi di scatto. Riconosco la stanza, quella di Ronda, mi guardo attorno sono sola. Mi alzò dal letto con fare cauto, cammino piano, come una ladra. Mi avvicino alla porta e sento delle voci. Il braccio mi brucia, lo guardo, uno strano segno è inciso su di esso. Apro la porta. Tutti mi guardano con un sorriso rincuorato. 

- Layla- Jason corre verso di me e mi abbraccia. Io non capisco nulla, tutto ciò che faccio mi sembra rallentato, i miei movimenti sono più lenti del solito, la mia vista è offuscata, ma non sto male, la testa non mi gira, sembro come se fossi dentro ad un armatura e non mi potessi muovere liberamente. Uno tra gli sguardi che ricevo mi colpisce, quello di due occhi chiari che mi scrutano, come se mi volessero leggere dentro l'anima. Lo guardo a mia volta, il mio sguardo è confuso, mi sento debole, troppo debole. La gola è secca e le parole non vogliono uscire, solo qualcosa di bagnato sui miei occhi. Le sento, calde e bagnate, scorrere lungo il mio viso, fino ad assaporarne il gusto involontariamente, tento di aprire bocca, ma la voce non arriva, vedo la gente di fronte a me muoversi verso di me, ma sono lenti, due braccia forti mi abbracciano e no, non sono quelle di mio fratello. Il calore di Eric mi arriva fino al cuore e mi sento più leggera, ma so che le cose sono messe male, so che mio padre è stato catturato, piangersi addosso è inutile. 

- lasciateci soli per un po'- la sua voce non mi era mai sembrata tanto bella e profonda. 

Nella salottino rimaniamo soli noi due, quel salotto dove mi ha rapito, dove mi ha baciata. 

- stai bene?- le sue mani sono sul mio viso, dal suo sguardo traspare preoccupazione. 

Io scuoto la testa e indico la gola. 

- non hai voce 

Scuoto nuovamente la testa. Mi sentivo impotente, un demone senza parola, un mostro senza la sua voce. 

- ok allora parlo io…mi dispiace ti ho trattata malissimo….ma non ti ho mai pensata come un mosto avevo solo paura di ciò che eri, ma sapevo che in fondo eri sempre tu

Lo guardavo, non ascoltavo più da mi dispiace. Ero talmente assorta nei suoi occhi, che per un attimo mi dimenticai di ogni dolore. Lo vidi abbassare le sguardo, come un cane che si sente in colpa di aver morso il suo padrone. Io mi mossi in una maniera autonoma, senza che il mio cervello mi ordinasse cosa fare. Alzai la mano destra facendola arrivare fino al suo viso. Lo accarezzai e poi lo costrinsi a guardarmi. Due secondi e poi, poi avvicinai il mio volto al suo. Rimasi ferma li, con un centimetro di distanza alle sue labbra. Non fui io a eliminare quella distanza, ma lui. Il sapore delle sue labbra mi ricordava le fragole, dolci e rosse di passione. Era un bacio, uno di quelli che ti fa tremare le grame e fermare il cuore.

Mi staccai, necessitando ossigeno. Lui era immobile, senza parole, eravamo uno di fronte all'altro, consapevoli di quello che era successo. Abbassò nuovamente lo sguardo, questa volta però lo rialzò subito con un sorriso sul volto. Mi rese felice vedere di nuovo quel sorriso da stronzo che aveva. Ma tutta quella felicità era per poco, la testa riprese a girare e il braccio faceva sempre più male, lo stronco forte per fermare il dolore o almeno per non sentirlo. Eric lo prese tra le mani, ma bruciava talmente forte che mi sentivo soffocare dal non poter urlare dal dolore. 

- VENITE

Eric richiamò gli altri, mostrando il mio braccio. 

- dannazione che cavolo è?- Jason si precipito da me. 

- è il segno- disse Ronda avvicinandosi - il segno che indica il fatto che fa parte dei guardiani

Jason la guardò stupito e sempre più preoccupato

- cosa diamine sono?

- prescelti… fino dalla nascita si decide chi deve mantenere l'ordine tra angeli e demoni per la sopravvivenza degli esseri umani, in modo che la guerra tra le due specie non crei danni

- come fai a saperlo?- chiese Ron 

- perché ne faccio parte anch'io

Ronda alzò la manica del braccio, aveva lo stesso segno. 

- essere un demone o un angelo non conta in questo caso, esistono guardiani anche umani… il punto è che vengono scelti in base hai valori Layla ha sempre ritenuto di non essere nessuno dei due, ma che lei fosse umana questa convinzione fa parte della sua natura, tu Ron invece hai sempre avuto paura di essere un umano, hai sempre detto di voler essere uno di loro, ma la tua parte di demone te lo ha sempre impedito…. 

Vedevo Ron stringersi nelle spalle, capendone i motivi, ma non accettandoli. Ronda si avvicinò a me, prendendo il mio braccio. 

- con questo il dolore dovrebbe sparire e la tua voce tornare….è sangue sacro

La guardai pietrificata, come tutti in quella stanza. 

- so che è una cosa disgustosa, ma noi siamo demoni e i demoni interi si nutrono di sangue, noi possiamo astenerci, ma Layla se non lo bevi potresti morire

Guardai tutti in quella stanza per avere almeno un supporto. Jason mi incitò a berlo, lo leggevo nei suoi occhi. 

- fallo!- mi era sembrato più un ordine che un consiglio quello di Eric. 

Guardai la boccetta, rosso, sempre rosso, quel rosso era la mia persecuzione. Chiusi gli occhi e la presi, lo portai fino alla bocca, non avevo il coraggio per farlo. Poi sentii la fredda boccetta sulle mie labbra e un liquido che mi ricordava tanto il ferro. Aprii gli occhi di scatto, Jason stava mi stava forzando a bere. Mi sentii immediatamente meglio, ma quella sensazione di ferro non voleva andarsene dalla mia bocca. 

- non posso perdere anche te

-parla- mi suggerii Ronda 

- cosa vuoi che dic…- Un sorriso enorme si allargò sul mio volto

- funziona- abbracciai la rossa contenta. Ma poi mi ripresi. 

- mio padre…dobbiamo salvare mio padre

- una cosa alla volta, sei una guardiana adesso il tuo compito è mantenere l'ordine, ma prima che tu combatta devi allenarti e questa volta io non posso aiutarti.. Mel è troppo potente anche per te il suo spirito è impregnato di malvagità. 

- cosa devo fare

- devi chiedere aiuto

- cosa?

- Tua madre

-cosa?- io e Jason parlammo all'unisono. 

- possiede la conoscenza giusta per sconfiggerla e poi lei era una guardiana e lei che mi ha addestrato

- io non voglio avere niente a che fare con quella donna

- Layla ne va del futuro di tuo padre 

La guardai indecisa. Ma cosa dovevo decidere, ero una stupida, mettere il mio orgoglio davanti alla vita di mio padre? ma non c'era nemmeno da pensarci. 

- andiamo da lei

Mi alzai dalla sedia di scatto. 

- perfetto. 

 

Il tragitto fu ancora peggio che scalare una collina, mi sembrava di stare salendo su l'Everest. Le mie gambe non c'è la facevano più. Presi un po' di respiro e mi fermai un attimo. 

- stanca?- Eric era alle mie spalle, potevo sentire i suoi pettorali appoggiati sulla mia schiena, mi girai con fatica. 

- non sono di certo una scalatrice 

- andiamo so che puoi farcela- quelle parole sussurrate all'orecchio, valevano cento volte di più una bibita energetica. Arrivarti sulla cima Ronda si posizionò sul centro di essa, non capivo cosa volesse fare, ne dove volesse arrivare, on fondo io non vedevo altro che una montagna. 

- in alto- ci ordinò di guardare il cielo. Se non lo stessi vedendo con i miei occhi non ci avrei mai creduto. Delle scale bianche, che andavano verso il cielo e sembravano non avere fine, si stavano avvicinando a noi. 

-saliamo. 

Non bastava la fatica a salire la montagna, ma adesso anche le scale. Sbuffai un paio di volte per tutto il tragitto. Quando arrivammo a destinazione, vidi solo un portone, sempre bianco. Ronda lo aprii facendomi spazio per entrare.

- qui voi siete i benvenuti- una voce meccanica si sentii nell'aria. Tutto era bianco, prima vedevo tutto nero adesso tutto bianco, la mia pazienza stava andando a farsi benedire. Lungo il corridoio erano mostrati dei quadri che ritraevano guerre. Tra tutte ne notai una, al centro della battaglia due figure erano nel mezzo, in braccio della donna un bambino.

- quelli erano i miei genitori- Ronda mi rispose alla domanda che stavo per fargli. Ron si avvicinò. 

- tua madre lo fece mettere qui per ricordare le oscenità delle guerre, sono morti dopo la nascita di Ron e quel bambino e lui, se io non fossi stata ad allenarmi al castello sarei morta pure io

Fissavo quel quadro immobile, non sapevo cosa dire. 

- bello vero? il pittore di corte ha fatto un capolavoro- Una donna, bionda, occhi color cielo. Era impossibile non riconoscerla. Mi voltai verso mio fratello, era pallido, forse paralizzato. Mi voltai di nuovo, lei era veramente li. Bella come sempre. Se prima non avevo parole, dopo un fiume di parole orribili stavano per fuoriuscire da me…

- so cosa stai pensando, ma siamo qui per salvare tuo padre giusto?

Non volevo sprecare nemmeno una parola con quella donna.

- esatto- Ron rispose al posto mio. 

- perfetto…seguitemi- lei si incamminò per avanti, tutti la seguirono, mentre io me ne rimango ferma, non riesco a muovere un muscolo, rabbia, in me scorreva solo rabbia. 

- vieni…per un secondo, metti da parte il tuo rancore- la voce calda di Jason era un po' troppo tremante per essere convincente, ma lui ci stava provando, almeno lui ci provava. 

- quella donna non sarà mai mia madre- affermai convinta 

- ascoltami bene Layla quello che mi interessa adesso e che io, tu e papà, ce ne torniamo a casa…poi affronteremo la questione mamma o non mamma di Joker, tutto quello che vuoi, adesso papà è la nostra priorità

- ti ammiro…tu e lui non fate altro che litigare e adesso stai facendo di tutto pur di salvarlo 

- nonostante tutto lui resta sempre mio padre, come quella donna sarà sempre mia madre, non li abbiamo scelti noi Layla, ma possiamo cambiare le cose

I suoi occhi erano pieni di speranza. Speranza che io dentro di me non riuscivo a trovare. 

 

Ci portò in una stanza, era piena di bersagli e sacchi simile a manichini. 

- cosa dobbiamo fare qui?- chiese Eric impaziente

- caro capitano tu te la cavi bene con le spade…quello che devi fare e migliorare le tue capacità so benissimo che non usi più i tuoi poteri da anni… Ron devi controllare le tue emozioni

Eravamo tutti in fila, lei si avvicinava ad ognuno ordinando ciò che doveva fare. 

- Ronda tu devi solo migliorare le tue prestazioni fisiche… Jason…- si bloccò, come se non sapesse cosa dire - non sappiamo ancora cosa tu sia in grado di fare, quindi il mio amico ti aiuterà a trovare le tue potenzialità- un uomo sulla cinquantina entro in nella stanza, aveva un aria severa, ma anche saggia. 

- e tu…ti allenerai con Ron avete poteri simili e dovete imparare a gestirvi- odiavo il suo modo di atteggiarsi da capo. 

 

 

Gli scontri tra me e Ron erano sempre con risultato a pareggio, una volta cadeva lui, una volta cadevo io. 

- prendete queste- l'uomo di prima ci lanciò due archi e delle frecce. 

- che vuoi che facciamo?- disse Ron 

- vedete quei bersagli quando li centrerete potete uscire da questa stanza

Io e Ron ci guardammo in faccia non sapendo cosa dire. 

 

Una freccia e un'altra ancora, ne tiravamo una dopo l'altra, ma non riuscivamo nemmeno ad avvicinarci a bersaglio. 

 

Pov Eric 

 

Sentivo l'acqua scorrermi in tutto il corpo, il problema era controllarla, non usavo seriamente i miei poteri da almeno cinque anni, gli anni che ho abbandonato il mio regno. La madre di Layla si avvicinò a me. Era una donna bella dal portamento fiero. 

- devi avere più fiducia in te stesso… prova a considerare l'acqua come se fosse la tua energia focalizza un punto e sprigionala

Feci esattamente quello che mi disse. La mia energia era la mia acqua. Come anni fa vidi l'acqua apparire sulle mie mani, ma prima che potessi mandarla in qualche direzione, si riversò tutta su di me. 

- è un passo avanti vedrai che ce la farai- guardai quella donna cercando di decifrare i suoi pensieri, nonostante non si assomiglino per niente, possiedono lo stesso sguardo. Stava per andarsene, quando si voltò di nuovo verso di me…

- ah un ultima cosa…non farla soffrire! 

Ero confuso, quella donna sapeva tutto di tutti. 

 

 

 

Pov Jason 

 

- non sai ancora cosa sei capace di fare quindi ti eserciterai su tutto

Lo guardai shoccato, questo tizio era impazzito. Guardai in direzione di mia madre. Il tempo sembrava non averla sfiorata per niente. Poi ritornai con lo sguardo verso il mio "istruttore pazzo". Se continuavo con questa storia era solo per salvare mio padre. Tutto questo non mi apparteneva, mi sentivo un pesce fuor d'acqua. Questo mondo non mi apparteneva. 

 

Pov Layla

 

Il tempo scorse lentamente, anche se ormai nel nostro mondo e anche nel regno di Eutopia era notte inoltrata. Continuavo a tirare frecce, questa volta si avvicinavano sempre di più al centro. In quella stanza eravamo rimasti io e Ron, lui era appoggiato al muro bianco e mi guardava allenarmi. 

- secondo te che senso a tutto questo?-mi chiese, io lanciai una freccia. 

- credo che voglia farci concentrare solo in un obbiettivo, senza distrazioni 

Mi girai verso di lui, lui fece un sorriso forzato. 

- la cosa che mi piace di te è la tua determinazione

Sorrisi per il complimento, ero un po' in imbarazzo. 

- tieni!- gli porsi la mia ultima freccia, lui si alzò e si avvicinò a me, si mise in posizione e tirò la freccia con l'arco. 

- quasi centro- dissi io

Lui rise divertito. Riprese la freccia dal bersagli e questa volta usò le mani per lanciarla. Usa talmente forza che il bersaglio andò in frantumi e fu li che ebbi l'illuminazione, evidentemente il nostro era stato tutto tempo sprecato. 

- aspetta un attimo

Presi una freccia e mi allontanai il più possibile dal bersaglio. Chiusi gli occhi e non feci nulla, il vuoto attorno a me, poi li aprii di scatto, in quell'istante la freccia partii da sola, con una velocità disumana. Colpii il bersaglio in una maniera violenta. Il bersaglio andò a pezzi. 

- ci faranno pagare per distruzione di attrezzi- rise Ron. 

Risi alla battuta. 

Quando uscimmo da quella stanza quell'uomo era ancora li ad aspettarci.

- vi vedo soddisfatti

- abbiamo rotto due bersagli

L'uomo sorrise divertito. 

- l'importante e che ci siete arrivati

Io e Ron ci guardiamo in faccia ridendo. 

 

Mi sdraiai in un letto, l'uomo ci aveva accompagnato ognuno nelle nostre stanze, questa a differenza delle altre non era bianca, era l'unica a possedere un minimo di colore. Mi guardai a torno, le pareti era di un rosa chiaro e il lettino aveva le lenzuola del medesimo colore. Una finestra che si affacciava al mondo, mi avvicinai, vedevo solo nuvole intorno a me. Un piccolo comodino e una scrivania posta sotto la finestra. Mi sedetti li e poi presi uno dei fogli che erano posti sopra essa. Incomincia a scrivere, scrissi di me, della mia avventura, della storia di Eutopia, l'incontro con Noel, Eric, Alan… Dovevo sfogarmi. Sentii bussare la porta. Esitando mi avvicinai alla porta e l'aprii, Eric era di fronte a me. 

- possiamo parlare 

Quelle parole mi misero in agitazione, sentirle non è mai piacevole. 

- volevo parlarti di quello che è successo questa mattina

- pentito?- una sola parola, ma era ciò che volevo sapere, avevo bisogno di conferme, sicurezze. 

- no- una risposta secca, prima di baciarmi con foga. Era li, mio. In quel mondo di disperazione io avevo lui e questo mi bastava per il momento. Si staccò da me. 

- ero passato per dirti che quello che è successo oggi per me è importante, non voglio che sia come le mie solite avventure, la nostra storia è scritta nel destino, non possiamo evitarla…- mi sussurrava queste parole a un centimetro dal mio volto. Tutto questo mi rendeva tremendamente felice, sentivo le gambe fragili per la tensione, tremavano e il cuore palpitava troppo forte, non ero solita a essere attratta da un ragazzo, ma Eric non era uno qualunque, lui trasmetteva passione da ovunque, mi persi nei suoi occhi, così belli e profondi, notai una scintilla, qualcosa di astratto che solo io sapevo cogliere. Dietro a quello sguardo profondo sapevo che si nascondeva dolore. La sua storia era sconosciuta, non sapevo nulla di lui ne di Alan. Ma ne ero curiosa, tutto di lui mi incuriosiva. Era un pirata, un principe, un ragazzo. Era qualcosa di cui io non riuscivo a comprendere. 

Eric mi diede un bacio a stampo e poi mi sorrise, spostandosi verso la porta. Mi sorrise. 

- buona notte 

Si allontanò chiudendo la porta. Rimasi immobile a fissare quella porta, con un sorriso sulle labbra. 

 

 

Pov Dacy 

 

Quella stanza era sempre più deprimente e opprimente. Alan si era svegliato per un paio di minuti, il tempo di mangiare e poi era crollato nuovamente. Era debole e senza forza. Chiusi gli occhi e cercai di addormentarmi. Un rumore di catene che strisciavano si fece sempre più forte. Alzai la testa e poi mi alzai dal letto. 

- hai compagnia dolcezza

Un giovane uomo venne sbattuto a terra. 

- stai bene?- mi precipitai da lui, era tutto insanguinato, gli occhi era aperti a stento e la bocca si muoveva, come se cercasse di dire qualcosa. Poi chiuse gli occhi e non li riaprii più. Controllai immediatamente il suo polso, non era morto, sorrisi per il pericolo scampato. Lo guardai bene, non l'avevo mai visto. 

 

Pov Gerard

 

Le catene erano strette, ma potevo sopportarlo, ciò che non capivo era perché avesse appeso in aria me e Joker. La terra era a pochi centimetri, Tutto il peso dei nostri corpi era sulle nostre braccia. Lei ci osservava dal suo trono. Il suo sguardo era furioso, lo scontro era stato duro e lei aveva subito una notevole perdita del suo esercito. 

- a cosa stai mirando?- gli domandai sprezzante. 

- la mia vendetta Gerard, non ti ricordi? questo mondo ha giustiziato mio figlio

La mia faccia sicuramente era indescrivibile. Ero shoccato, ma non mi ci volle molto per collegare la situazione. 

- Elle sei tu! 

Lei sorrise malignamente. 

- chi non muore si rivede

- tu dovresti essere morta!

- io sono morta… ma sai mia figlia era molto vulnerabile, il suo cuore oscillava tra bene e male, cosa credi? anche lei era in preda all'ira, ma per il bene di questo ragazzi si conteneva, io le sto solo permettendo di dal libero sfogo alla sua ira. 

- mi dispiace per tuo figlio

Era strano parlare ad una ragazzina di cose così importanti e dolorose, ma quello sguardo era lo stesso di tanto tempo fa. Aveva lo sguardo omicida. 

- verserai sangue inutile

- sei un demone sai quanto appaghi il sangue

- non bevo quella roba 

- già dimenticavo tu sei quello buono

Lei si avvicinò a me. 

- dovresti averlo capito ormai Gerard…la guerra tra angeli e demoni non è ancora finita…io sto dando solo la spinta per farli auto distruggere, questa volta non mi fermerete. 

 

 

 

Layla era sdraiata nel letto, dormiva profondamente, era stanca della giornata faticosa. Nel suo braccio apparse nuovamente il segno, questa volta non era nero, come un tatuaggio, ma rosso, come se fosse stato marcato col sangue. 

 

- Miranda cosa vuoi fare adesso? hanno preso anche tuo fratello 

- dobbiamo avere fiducia in loro 

- tua figlia non credo ne abbia in te 

- lo farà…quando scoprirà la verità!

Miranda osservava le stelle dalla grande finestra, mentre la sua interlocutrice se ne stava lontano in disparte. 

- sei troppo ottimista. 

 

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Capitolo 17
*** La prima battaglia ***


La prima battaglia 



Caro diario… mi chiami Layla Black, la storia che voglio raccontarvi ha inizio più o meno un mese fa, stavo cercando dei vestiti nell'armadio quando questi mi ha risucchiato, trascinandomi in un luogo diverso, un altro mondo, chiamato Eutopia, esso è popolato da ogni tipo di essere, e io a quanto pare sono una di essi, secondo la gente di qui, sono la figlia di un demone e di un angelo, qui ho conosciuto Noel una principessa in fuga dalla sorellastra cattiva, mi è già nota questa storia, ma queste non sono le solite favolate raccontate alle bambine. Qui c'è una guerra. Nel mio viaggio ho incontrato tante persone, Alan per esempio, adoro quel bambino e adesso è nei guai, ho conosciuto suo fratello, del quale non posso negare di esserne attratta. Ho conosciuto Ron, un demone che è subito diventato mio amico, ha un passato difficile, ma tutti quelli che ho incontrato hanno situazioni simili alle sue. Di Dacy non so nulla, è la cameriera di Noel, ma si comporta come se fosse sua amica. Con lei litigo spesso, ma la rispetto, questo non glielo dirò mai, altrimenti si monta la testa. Quando ho scoperto di essere un demone non ci credevo per niente, ma poi mi sono macchiata le mani di sangue, qualcosa che non avevo immaginato nemmeno nei miei incubi più nascosti. Avevo il sapore del sangue intriso nella bocca, le mie mani erano sporche di quel rosso che da quel giorno divenne la mia persecuzione, non mi abbandonò nemmeno quando tornai sul mio mondo. Ho anche scoperto di avere un altro fratello, Joker, lui è come dire: il fratello cattivo di Jason, probabilmente quello della profezia, dovrebbe uccidere il Grande Demone, che altri non è che nostro nonno. Quando ritornai nel mio pianeta scoprii che i miei compagni erano stati rapiti, tornai qui ad Eutopia, ma mio padre, Joker e un nostro zio, sono stati catturati da una pazza che si è impossessata del corpo della figlia. Da un lato posso capire il dolore che quella donna abbia provato, la considero più madre lei della mia attuale. A visto morire il proprio figlio davanti a se. Non ha potuto fare nulla contro un mondo che non le credette. Ho conosciuto Ronda una ragazza saggia e molto solare, lei è stata salvata da quella che tutti chiamano mia madre. Ci ha condotti in questo castello nel cielo. Siamo qui da una settimana e sono già esausta, sono stanca si aspettare, voglio andare a salvare mio padre, a liberare i miei amici. Chiudo perché sta bussando qualcuno, ma continuerò a raccontarti di questo strano posto…sempre se ne esco viva! 

 

Apro la porta della stanza, Ronda entra senza dire niente, si gira e rigira più volte su se stessa, come se non sapesse come fare. 

- scusami ma non ho potuto intervenire…hanno ordinato di lasciarci qua andranno solo le truppe reali alla missione

Lo guardo shoccata, quella donna mi dava sempre più suoi nervi, esco dalla stanza furiosa, è difficile orientarmi con tutto questo bianco, ma mi fido del mio olfatto, l'odore di un angelo era più tosto gradevole e distinto. Arrivai in una sala con un enorme tavolo rotondo con delle sedie, era vuoto se non per la donna che mi fissava con uno sguardo serio. 

- credi davvero che me ne starò qui con le mani in mano 

- sei mia figlia ed è giusto che io ti protegga 

- ah bene adesso giochi questa carta bene…dovevi pensarci dieci anni fa li ne avresti il diritto, adesso non sei altro che un estranei in un mondo che non mi appartiene 

Esco furiosa in cerca di qualcosa su cui sfogarmi, sento le mani pizzicarmi, notò le mie unghie essere più affilate, stavo per trasformarmi. Sentivo il sangue diventare caldo, il mio corpo era troppo preso dalle mie emozioni per trattenersi. 

Chiusi gli occhi respirando profondamente. 

- Layla 

La voce di mio fratello arrivò alle spalle. 

- cosa succede?

- vuole tenerci qui mentre vanno a salvare papà 

Jason fece una smorfia evidentemente nemmeno lui era d'accordo. 

- ragazzi ci sono delle guardie alla porta del cancello che significa?- Ron e Eric si avviarono verso di noi. 

- vogliono segregarci qui- sbottò mio fratello

- io esco lo stesso

- Layla calmati- Ronda mi prese da un braccio 

- non cercare di fermarmi sai quanto tengo alla mia famiglia

- lo so benissimo ma non possiamo uscire da qui

Negli occhi di Ronda notai una scintilla, era un genio, questo si sapeva, ma che fosse anche una manipolatrice e pianificatrice non me lo aspettavo, le sorrisi fiera. 

- guidaci tu

Ronda mi sorrise di rimando e poi ci fece cenno di seguirla, camminammo in silenzio e piano. Pochi minuti dopo arrivammo in una specie di cucina. 

- che ci facciamo qui?- chiese Eric basito. 

- qui c'è la porta che usano i dipendenti- Ronda aprii una porta che mostrava delle scale. 

- è la parte meno sorvegliata…io distraggo le guardie mentre voi scappate

- ma così avrai dei casini con quella- le dissi preoccupata 

- tranquilla le sono riconoscente per avermi salvato, ma non è un mio capo, ricordi sono un demone

Sorrisi felice per la prima volta di appartenere alla razza dei demani, liberi da ogni impegno d'obbligo.

Corremmo per le scale, il più veloce possibile. 

 

Dopo un ora ci trovammo nuovamente nel luogo dove eravamo partiti. Feci il primo passo e gli altri mi seguirono. 

 

Pov Jason 

 

Camminavano tutti a passo svelto, furiosi e pronti a tutto pur di rivedere le persone che ci sono care. Tutto sembrava un illusione, quasi un incubo. Ma ne ero certo, io avrei salvato mio padre, non mi importava se non fossi un demone o un angelo, la mia famiglia andava oltre a questo. 

 

Pov Layla

 

Arrivammo dopo un lungo tragitto alla sommità della montagna, di fronte alla porto principale e maestosa del castello. Ron liberò dalle mani un alone nero, che internamente aveva delle scosse elettriche, la lanciò con precisione verso la porta, che cadde a pezzi. Ron aveva lo sguardo fiero. Eric gli diede una spallata scherzando. 

- non montarti la testa 

Ron rise alla battuta e poi ci incamminammo all'interno del castello. L'atmosfera era spettrale, ragnatele ovunque e un maledetto odore di putrefazione, distorsi il naso schifata. Mi passò un topo davanti e urlai per lo spavento. 

- andiamo sei un demone non dovresti avere paura…- sbottò Eric divertito. Il lo guardai furiosa e poi proseguii il mio cammino. 

Il corridoio era lungo e stretto. 

- che strano per un castello- affermò Jason

- ah proposito hai scoperto in cosa sei utile?- chiese Eric. 

Jason abbassò il capo, io lo notai e cambiai subito discorso. 

- guardate c'è un quadro

Ci avvicinammo, Eric prese una torcia, una di quelle antiche di cui ora non ricordo il nome. Ron accese il fuoco e lo avvicinò al quadro.

- è la famiglia reale del regno dell'aria prima della nascita di Noel- disse Ron, il quadro raffigurava un uomo alto e fiero, una donna bella e aristocratica, con una classe unica, aveva una bambina in braccio, già vestita da piccola principessa, poi in basso c'era un bambino. 

- è il fratello?- chiesi a Ron 

- è stato giustiziato…aveva tentato di uccidere il padre, lui aveva sempre dichiarato di essere innocente…

- la realtà è che fu impossessato da un demone proprio come Mel…lui se n'è liberato, ma… Eutopia non glie ha mai creduto- continuò Eric 

- era tuo amico?- gli domandai

- già- il tono che Eric usò era molto triste, se in quel momento fossimo stati da soli, sarei corsa ad abbracciarlo. 

- quindi sua madre è impazzita usando il corpo della figlia- finii Ron 

- qua c'è qualcosa di strano- ci fece notare Jason - c'è troppo silenzio

Guardai dalla parte di Jason che stava guardando il continuo del corridoio verso destra.

Mi avvicinai a lui, aveva ragione, per essere un posto pieno di demani era troppo silenzioso. 

Sentii il terreno sotto ai piedi tremare. 

- cos'è un terremoto?- disse Jason 

- ne dubito questa zona è abbastanza sicura- disse Ron 

D'un tratto il muro dietro di noi incominciò a sgretolarsi, nel buoi di quel muro, notai due luci rosse, che poi scoprii non essere affatto delle luci, erano occhi, occhi rossi che mi fissavano. Quegli occhi mi avevano paralizzato dalla paura, non riuscivo a muovere un muscolo. 

 

Pov Eric 

 

Ci stavano attaccando, erano in troppi, incominciammo a scappare, ma mi girai e vidi che Layla era ancora li ferma, tornai indietro e la tirai per un braccio, fu costretta a seguirmi. 

- ma dico sei impazzita?

- scusa mi ha…lascia perdere continuiamo a correre- disse superandomi, le corsi dietro e poi raggiungemmo una stana enorme piena di porte ad arco. Eravamo arrivati al centro della stanza, evidentemente quella usata per i balli. Ci giravamo da ogni lato. 

- non ci rimane che affrontarli

- se li affrontiamo ci faranno a pezzi- le dissi preoccupato

- devi fidarti di me

- come prima?- gli dissi arrabbiato

Sentimmo un rumore provenire dalla porta a sinistra, vidimo uno di loro, la sua pelle era rossa, gli occhi del medesimo colore, portava due corna sulla testa e aveva un sorriso maligno stampato in volto. 

- no devi fidarti e basta- Layla mi diede un bacio a stampo e poi sparii dalla mia vista, mi voltai verso il mostro e la vidi correre veloce verso di lui. Con una mano lo scaraventò al muro e poi gli strappò il cuore. 

- prima di giudicarmi devi vedermi a l'opera

- fai sempre così?

- è l'unico modo che conosco anche se è sempre schifoso

- uccidi esseri della tua stessa razza

- o muore lui o moriamo noi decidi?

- meglio lui- dissi ridendo e guardando in che modo lo aveva ridotto. 

 

Pov Jason 

 

- ok ci siamo divisi questo non mi piace- dissi camminando ancora per quel lungo corridoio

- conosco questo posto- disse Ron cercando di fare mente locale - ma certo da qui di va verso le celle, ci siamo quasi andiamo

 

Pov Joker 

 

Le mie braccia erano diventati pesanti, il mio peso era tutto su loro. Misi a fuoco l'immagine che avevo davanti. Vedevo solo un trono vuoto e le mura di mattoni del castello. 

- Joker riprenditi, muoviti prima che torna- la voce di un uomo, mi voltai verso la mia destra. Era Gerard. 

- cos-sa?

- sbrighiamoci- quell'uomo mi stava togliendo le catene alle mani. 

- come hai fatto?

- solo una donna è riuscita a incatenarmi a vita e te lo assicuro non è lei- Gerard fece a pezzi le catene. Finalmente mi sentii i polsi liberi e il corpo più leggero. 

- dobbiamo muoverci per adesso è concentrata nell'ala est del castello, credo sia entrato qualcuno

- perché siamo qui e non con gli altri?- gli chiedo mentre corriamo. 

- perché siamo quelli più vicino a lei…

- conoscevi quella donna?

- era una mia vecchia amica

Lo guardai un attimo e poi ripresi la mia corsa affannata, da lontano vidimo una luce, ma il colore non prometteva nulla di buono. 

 

 

Pov Layla 

MONSTER- SKILLET (canzone)

La ricerca era più difficile di quello che pensassi, nel nostro cammino non abbiamo fatto altro che combattere contro demoni. Finalmente vidimo una via d'uscita, era una stanza chiusa. Come Ron lanciai un area negativa distruggendo quella porta. La luce rossa accecante non ci permetteva di vedere bene. Ma tra quelle fiamme riconobbi il volto di Noel. Era appena in aria con delle catene, al centro della stanza. 

- toglierò al mondo la loro principessa adorata…proprio come loro hanno mi hanno tolto il mio adorato figlio 

Mel le girava attorno accentuando le fiamme. Dall'altra porta spuntarono Joker e mio padre, feci per correre verso di lui, ma Mel mi scaraventò, con un energia negativa, verso il muro infuocato della stanza. Prima che mi bruciassi, usci velocemente da li, per fortuna noi deboli non siamo così soggetti al fuoco. 

- Layla- disse Noel con un briciolo di speranza negli occhi. 

- cosa hai intenzione di fare? credi che questo ti riporti tuo figlio?- urlò mio padre

- non intrometterti Gerard chi meglio di te può sapere cosa vuol dire perdere un figlio? ah rispondimi Gerard! 

- di cosa sta parlando papà?- gli chiesi preoccupata. Lui abbassò lo sguardo. 

- mi dispiace ti ho mentito…sapevo di Joker sapevo di tutto, che tua madre aspettava due gemelli, ero li quando sono nati, ma eravamo sicuri che forse morto, avevo il suo corpo morto tra le mani…capisci! quindi quando lo rivisto mi è sembrato un miracolo…

- perché mi hai mentito ancora?

- perché come avresti reagito se ti avessi detto che tu hai un altro fratello?

- forse non bene ma lo avrei accettato- dissi prima di scaraventarmi su Mel e ferendola al braccio sinistro, ero furiosa, sfocavo la mia ira su di lei, ma lei non era certo così debole come gli altri demoni. 

- cosa credi di fare mocciosa- mi disse, prima di scaraventarmi nuovamente al muro, questa volta persi veramente la pazienza. Sentivo il mio corpo richiamare di essere liberato, a differenza delle altre volte lo lasciai fare. I miei capelli si tinsero di nero, i miei occhi di quel maledetto rosso e il mio fisico diventò più agile. Mi avvicinai lentamente a essa e la presi per il collo. 

- a chi hai dato della mocciosa? vecchia!

Lei non si fece stringere ancora di più e con una strana mossa si liberò. Mi diede un calcio in pieno stomaco, facendomi piegare in due, mi rialzai subito ridandole il favore. Un pugno e poi un altro calcio, continuavamo all'infinito senza che nessuno delle due desse segni di cedimento. Mi allontanai il più possibile da lei, ero talmente lontano che se avessi lanciato un aura probabilmente non l'avrebbe presa, ma io cocciuta come sono ci provo. Prendo bene la mira e immagino che lei sia come uno dei bersagli con cui mi sono allenata per una settimana, metto tutta la mia forza nel mio braccio destro. Sento l'energia scorrermi nelle vene, una sensazione fantastica che mi dava la carica giusta per affrontarla. La lanciai e la colpii o almeno credevo, ma poi una folata di nebbia si alzò per via del mio colpo, non vedevo nulla, ma appena la nebbia si dissolse mi accorsi che quello ferito era Joker. Si era messo in mezzo!

- non ti permetto di farle del male- era mal ridotto e convinto delle sue parole.

- sei impazzito quella è un assassina 

- è mia amica 

- un amica non ti lega come un salame imbecille- gli urlò per intimarlo a spostarsi, ma lui si ostinava a starsene li immobile a farle da scudo. 

- oh che caro ragazzo- disse Mel.

Vidi il volto di Joker che dal sorriso passò ad una faccia sorpresa e delusa e anche dolorante, abbassai lo sguardo nella sua pancia e vidi la una punta argentata. Lo aveva colpito con un pugnale, Joker cadde a terra, con gli occhi sgranati. Mio padre urlò per la rabbia e si scaraventò sulla ragazza, era talmente veloce che non vedevo i suoi movimenti, poi vidi il viso insanguinato di Mel e pensai che mio padre stesse avendo la meglio, ma poi lo vidi accasciassi a terra tenendosi il braccio destro con la mano sinistra. 

- papà!!!!

- non hai più la forza Gerard gli anni sulla Terra ti hanno indebolito- la ragazza lo prese per i capelli, io le lanciai un altra della ma aura. Avevo il braccio destro indolenzito, il passaggio di troppa energia cause degli effetti collaterali. 

- ancora tu

- sarò il tuo incubo peggiore- Mi tolgo il sangue che mi scolava sul viso a causa di una ferita. Feci segno a Eric di correre a liberare Noel non appena io la distraessi. 

- Voglio vedere

- ti accontento subito

Mi avventai su di lei e raccolsi il fuoco nella stanza nella mia mano, era meno doloroso e rischioso, le diedi un pugno in pieno petto. In quel momento il suo corpo cadde a pezzi. Al suo interno una figura oscura si stava formando, era uno scheletro tutto ricoperto da un tessuto nero. 

- hai distrutto la mia copertura 

Io rimasi immobile di fronte a quell'essere. Eric e Noel erano dietro di me, pronti a combatterlo insieme. 

Io feci dei passi indietro e mi misi con loro. Eravamo tutti e tre in posizione parallela a quell'essere. 

- adesso non hai chance- disse Eric

Grazie al suo lavoro da pirata Eric era molto più abile di noi e il suo padroneggiare l'acqua spense del tutto il fuoco, Noel creava barriere di vento per proteggerci, mente io con ripetuti attacchi tentavo di uccidere quel mostro. Le diedi un pugno in faccia, talmente forte che l'osso sotto l'occhio, si ruppe. 

Il mostro mi guardo negli occhi e poi sorrise malignamente. 

- ci rivedremo Black 

Poi svanì nel nulla. Ci precipitammo dai feriti. 

 

Pov Joker 

 

Sentivo un dolore allucinate allo stomaco, aprii leggermente gli occhi, mi alzai guardando confuso la foresta in cui mi trovavo. 

- Joker - mi voltai di scatto riconoscendo la voce di Melody

- Melody- corsi da lei. Lei sorrise, quel sorriso fresco che non le vedevo da anni. 

- mi dispiace per tutto quello che ti ha fatto, ma adesso tu devi lottare, non sei ancora pronto per questo, non è ancora il tuo momento

- aspetta di cosa stai parlando?

- non l'hai ancora capito Joker? io sono morta…nel momento esatto che lei si è impossessata di me mi ha ucciso…

- non può essere tuo fratello…

- lui non era posseduto Joker lui era stato incastrato ha inventato quella storia per difendersi

- capisco…ma se tu sei qui vuol dire che vi siete ritrovati

Mel mi guardò con uno sguardo strano, non capivo cosa volesse dire. 

- Joker lui non è nel regno dei morti…- Stava per dirmi qualcosa, ma sentii delle voci richiamarmi, voci confuse, tutto il paesaggio incominciò a girare. 

 

 

Pov Layla 

 

- svegliati Jok- Joker aprii gli occhi, si alzò a fatica e mi guardò sconcertato e spaventato. 

- dobbiamo portarlo via da questo posto. 

 

Pov Ron 

 

Riconoscerei questo posto ad occhi chiusi. Arrivammo in fondo al corridoio pieno di celle, tra le tante vuote ne vidimo una con delle persone, ci avvicinammo e a stento riconobbi un ragazza bionda, che ero sicura di aver già visto. 

- Tu!- la ragazza guardò in cagnesco Jason, evidentemente lo aveva scambiato per suo fratello. 

- calmati lui non è Joker 

La ragazza si rilassò un attimo e poi abbassò lo sguardo nell'uomo che era a terra.

- sta male se non esce di qua non ce la farà a superare la notte mentre Alan si sta riprendendo

Sembrava che ne sapesse molto di medicina, ma forse era la mia impressione. 

- come rompiamo questi affari?- mi chiese Jason toccando una sbarra. 

- ci vorrebbe Eric 

- posso provarci io- Alan si alzò traballante dal letto duro su cui era sdraiato. 

- sei debole è impossibile- gli disse, inquadrai bene la situazione, cercando una soluzione. 

 

Pov Jason 

 

Notai che quel luogo era pieno di ferri vecchi, mi accasciai prendendo quello che mi sembrava più robusto. 

- che ne dici di questo?

Ron lo prese nelle mani e si concentrò, trasportando l'energia dal braccio al ferro. Diede un colpo secco, che ruppe tre colonne. La ragazza trascinò mio zio fuori dalle sbarre. Il ragazzino usci pure lui. Io e Ron ci caricammo sulle spalle mio zio e iniziammo a cercare una via d'uscita. 

 

 

 

Il giorno dopo 

 

Layla guardò fuori dalla finestra, il paesino era ancora distrutto, ma la gente stava facendo di tutto per metterlo in sesto. Chiuse la finestra per non essere osservata da occhi indiscreti. 

- allora avete qualche idea di cosa gli sia successo?- chiese impazientita. Joker era seduto su una sedia al lato del salotto, non aveva detto una parola, se ne stava immobile a guardare un punto specifico davanti a lui. Ronda prese un bicchiere d'acqua dalla cucina e glielo porse, ma lui non lo prese, non faceva nulla. 

- cosa volete fare di questo assassino?- disse Dacy con odio. 

- sarà pure un assassino ma ci ha aiutato in qualche modo- disse Gerard, mentre si fasciava le ferite. 

- dobbiamo tornare sulla Terra?- chiese Jason 

- no…se scappiamo chi salverà questo mondo- intervenne Layla

- Layla capisco il suo altruismo, ma non voglio che ci rimetti la vita chiaro

- mi hai visto papà so cavarmela benissimo da sola 

- so di cosa sei capace, ma quella donna è solo una dei demoni più deboli

Layla rimase in silenzio, non trovando nulla da ribattere. 

- quindi dobbiamo trovare un piano per difenderci, non dobbiamo dividerci, ma non possiamo viaggiare sulla terra. 

- possiamo usare il mio vascello- disse Eric 

- mi sembra un ottima idea- disse Ron. Ultimamente quei due avevano iniziato a rispettarsi e forse stava nascendo una buona amicizia.

- non è morto- tutti si girarono verso Joker 

- chi?- disse Layla 

- lui non è morto- mentre diceva queste parole, guardava fisso negli occhi di Noel - lui non è morto- era disperato, come se avesse visto qualcosa che lo aveva traumatizzato. Noel sgranò gli occhi, capendo di chi stava parlando. 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Di nuovo a casa ***








 

Di nuovo a casa

 

Noel era seduta su una roccia, fissava il panorama, era di un colore rossastro, tutto in quel posto ricordava sempre il rosso. Noel lo fissava immobile e impietrita, la sua mente viaggiava da un ricordo all'altro. I suoi pensieri si sovrapponevano fra di essi. Non si mosse di li per ore intere, quella sua reazione preoccupava tutti gli altri. Distante da lei, Dacy la fissava, nel suo sguardo lo stesso sgomento di Noel, ma Decy aveva imparato a controllare le sue emozioni, con il tempo, si era costruita una corazza. Layla le si avvicina. 

- credi che sia vero? che sia possibile?

Dacy la guardò, come se l'avesse risvegliata da un sogno. 

- non so cosa dire…ma i morti sono morti

Layla fissò la figura di Noel, poi ripose il suo sguardo su Dacy che però si era allontanata, anche lei a fissare un punto impreciso di quel posto. 

Layla si girò verso quella casetta in legno. Suo padre stava tagliando la legna con l'aiuto dei ragazzi, mentre Ronda era in casa che preparava la cena. Layla la raggiunse. 

- non so che fare nessuno delle due accenna a dirmi qualcosa…

- devi dargli tempo Noel ha appena scoperto che suo fratello è vivo…come vuoi che reagisse!

- io sarei felice…anche se fossi shoccata, ma sicuramente felice

Ronda la guarda, con un sorriso comprensivo sul volto.

- noi lo siamo perché li abbiamo con noi

Layla non capii le sue parole, ma annuii osservando da quel grezzo vetro la figura di Jason che tagliava la legna. Sorrise nel vederlo li, con lei. 

- tu sei fortunata…hai delle persone che ti vogliono bene. 

 

Sulla Terra le cose, invece, procedevano tranquilla. Dafne continuava al sua vita, nella speranza che Jason e la sua amica tornassero al più presto possibile. Quella mattina si era risvegliata particolarmente triste, la malinconia era il sentimento predominante della sua giornata. Camminava, con il tramonto alla sua destra, lungo la riva di quel fiume, che giungeva quasi vicino la sua dimora. Dafne si sentiva sempre più pesante, come se le sue forze piano piano, la stessero abbandonando. Osservò il colore arancione che l'acqua tendeva a prendere. Sorrise per la bellezza del paesaggio. Sentii dentro di se un qualcosa, come un richiamo: dall'acqua. Si avvicino cautamente, si sentiva una stupida per quello che stava facendo, ma allo stesso tempo era dettata da qualcosa che andava al di fuori della sua portata. Toccò l'acqua, come se le stesse dando una carezza. Tolse la mano e l'osservo, sobbalzò indietro, appena vide le squame di pesce sulla sua mano. Spaventata cadde a terra, impietrita. 

 

La cena per Gerard era sempre qualcosa di importante. Aveva preteso che tutti ci fossero, parenti o meno. Ma a differenza delle sue aspettative, Jason mancava. Layla colse lo sguardo di disappunto del padre. Fini di mangiare in fretta, sotto gli occhi attenti di tutti. Noel girava il cucchiaio nel piatto senza alcuna voglia di mangiare, così come Dacy. 

 

 

 

Oasis Stop crying your heart out 

 

Layla si aggirava per i corridoio lunghi, di quella casa, dall'apparenza piccola. Notò che nel portico di essa, vi era seduto Jason. Osservava le stelle. Si avvicinò cauto a lui, sedendosi vicino.

- pensi che torneremo alla nostra vita di sempre

Layla lo fissava, sapeva quanto per lui fosse difficile. Jason dal canto suo si sentiva debole, in un mondo dove tutti possono proteggersi, lui non aveva nulla. Osservava il cielo, quel piccolo pezzo che lo univa al suo mondo. 

- alla fine sono l'unica cosa che è sempre con noi 

Layla alzò lo sguardo. Sorrise inconsapevolmente. 

- sai aspettavi sempre la notte per parlare di cose importanti… quando eri piccolo, ti affacciavi alla finestra e io incantata credevo che fossi peter pan e che saremmo volati via nell'isola che non c'è

- davvero pensavi queste cose?

- avevo sette anni che ti aspettavi… ma sai la cosa che mi è rimasta più impressa? la luce nei tuoi occhi quando parlavi del futuro, facevi grandi progetti e io rimanevo li ferma ad ascoltarti…

- sul serio… eppure credevo che tu odiassi le mie confessioni

- scherzi vero? volevi progettare una nave di caramelle…

Jason rise imbarazzato. 

- ero fuori 

- lo sei ancora per questo di adoro, tu sei sempre fuori dall'ordinario, tu sei lo stronzo che ferisce e allo stesso tempo il genio della situazione, come farei a vivere senza il mio fratello incasinato? 

- Layla dove vuoi arrivare?

Layla rimase per qualche secondo in silenzio, poi abbassò lo sguardo, per paura della sua reazione.

- credo che sia meglio se tu torni sulla Terra

Jason la guardò, ferito. 

- non posso credere che tu mi chieda una cosa del genere

Jason si alzò furioso, Layla si alzò a sua volta spaventata. 

- Jason io non voglio perderti ok?

- non succederà

- non succederà? e tu che ne sai? questo posto è troppo pericoloso

- e per te non lo è? andiamo Layla i tuoi poteri non ti salveranno per sempre…tendi sempre a tenere fuori la gente dalla tua vita… lo hai sempre fatto, hai paura che la gente entri nella tua vita. 

Layla rimase immobile, ascoltando sempre le parole del fratello che le rimbombavano nella testa. 

 

 

Noel era sdraiata sul letto di paglia che le avevano preparato, era scomodo, soprattutto perché lei era abituata ai letti privilegiati del castello, ma non si lamentava. Erano poche le parole che uscivano dalla sua bocca. improvvisamente si alzò. aprì la porta e uscii fuori. Corse, corse per la foresta, corse per gli alberi, corse tra la natura, un tutt'uno con essa. Un modo per capire che non stava sognando. Sentiva il vento accompagnarla nella sua fuga da se stessa. Chiuse gli occhi fermandosi sul precipizio che si trovava di fronte a se. Aprii le mani, allargando le braccia, abbracciando il vento, quello stesso che faceva parte di lei. Quel vento che la guidava. Aprii gli occhi, il paesino che si trovava sotto, sembrava un cielo stellato, le luci di ogni casa, davano quella sensazione che provi quando osservi le stelle. Noel era sola nel bosco, non si era accorta di essere osservata. 

- mi sembri diversa dall'ultima volta che ti ho visto

Noel si girò di scatto, sperò nel profondo del suo cuore che si trattasse di suo fratello, ma appena vide il manto nero e il viso coperto, un senso di delusione si fece largo in lei. 

Ma le sensazioni che provò erano contrastanti, non sapeva come rispondere a quello sconosciuto che una volta le aveva salvato la vita. 

- cosa ci fai qui?- domandò la ragazza infine. 

- passavo- lui si avvicinò, non si vedeva il volto, ma Noel riconobbe quell'azzurro profondo dei suoi occhi. Rimase incantata per svariati secondi. 

- cosa ci facevi sulla cima di questo posto? un suicidio?- scherzò lui. Noel non rise per niente, nemmeno un mezzo sorriso. 

- cosa ne puoi sapere tu?

Lui cambiò tono, divenne serio e un po' irritato. 

- non giudicare le persone che non conosci

- allora dovresti farlo anche tu- lui le si avvicinò ulteriormente, questo volta Noel intraviste un volto, ma era difficile riconoscere un volto nel bel mezzo della notte, solo con la luce della luna a illuminare. Un rumore li distrasse, era un semplice animale probabilmente. Noel fece un sospiro di sollievo e si rigirò verso il suo interlocutore. Ma non vide nessuno. Si guardò attorno, cercandolo con lo sguardo. 

Quando tornò nella sua stanza trovò Dacy di fronte al camino, lo osservava con lo stessa intensità con cui solitamente lei osservava le cosa. 

- ancora sveglia?

- dove sei stata?- il tono di Dacy non era di rimprovero, stranamente, pensò Noel. 

- dovevo uscire avevo bisogno di pensare

- capisco

- tu perché non vai a dormire

- Noel… parliamo seriamente 

- Dacy non credo che sia un buon…

- no Noel non è una questione di idee è una questione vitale…l'uomo che amo potrebbe essere vivo e io per anni ho perso una parte di me…cosa ne sai di come ci si sente quando una parte ti viene portata via… io amavo tuo fratello ed ero in prima fila quando lo hanno giustiziato, ero la tua cameriera dovevo esservi per portarti i maledetti fazzoletti, mentre in quel momento con lui stavo morendo pure io!!- Dacy era furiosa e Noel non le diede torno, non disse nulla. Ma sapeva che lei aveva ragione. 

 

Layla entrò nella sua stanza, frustata e scossa. Suo fratello era sempre stato protettivo, ma adesso era lei che si comportava così nei suoi confronti. Non poteva decidere per lui, questo lo sapeva bene, ma voleva che lui stesse al sicuro. La realtà era che si sentiva incapace dio proteggerlo, non si sentiva forte abbastanza. Bussarono alla porta. Layla aprii. Eric entrò nella stanza senza aspettare il consenso della ragazza. 

- che ti succede?

- cosa?

- da quando siamo qui non ci siamo scambiati nemmeno un buon giorno

Layla si sentii mortificata. 

- scusa ho avuto delle giornate pesanti

- beh ricordati che ci sono anch'io- Eric sembrava irritato. 

- mi dispiace ok? non credevo di essere un idiota totale! non credevo di dover fuggire o nascondermi per via di un fantasma con la smania della persecuzione….mi dispiace ok…- il tono di Layla stava cambiando, diventava più rauco e debole ad ogni parola, tratteneva le lacrima. Non voleva farsi vedere debole, non da lui. Eric l'abbracciò e non disse nulla. Layla lo strinse a se, pensando che quell'abbraccio era l'unica cosa di cui aveva bisogno. 

 

 

 

Il giorno dopo. 

 

Layla si svegliò nel suo letto, sentiva rumori provenire da fuori. Uscii velocemente, coprendosi con una vestaglia. Si diresse verso la cucina, dove trovò Alan che trafficava con le pentole. 

- che combini?

- cerco di fare una colazione decente

- Alan non dovresti pensarci tu 

- voglio essere utile

Layla si sedette su uno sgabello vicino al caminetto. 

- cosa farai adesso?

- non sono pi io a decidere da quando mio padre è qui è peggio di quando eravamo sulla Terra

Alan sembrava essere interessato alla conversazione, nei suoi occhi Layla lesse una luce di curiosità che non aveva mai vista. Dal canto suo lui, era curioso di sapere come era quel mondo, a lui sconosciuto. 

- com'è?

- cosa?

- il tuo mondo?

Layla sorrise. 

- beh è come questo mondo ma molti secoli avanti, dove predominai la tecnologia, dove non esistono re e regine che comandano, dove la libertà e ciò che viene messa al primo posto

- sembra bello 

- sembra Alan…sembra…il mio mondo può essere all'apparenza bello, ma si va consumando lo stesso per mano dell'uomo. 

Alan non capiva il senso delle parole della ragazza, ma ne comprendeva la grandezza. 

Dall'arco che separava cucina da salotto entrò Ron, ancora preso dal sonno. 

- come ti senti?'- domandò ad Alan

- bene Dacy mi ha guarito totalmente

- è una brava dottoressa- scherzò Layla. Ron si sedette vicino a lei. 

- tuo padre vuole che tu e tuo fratello torniate a casa?

Layla ci pensò su. 

- è possibile- fece un sospiro - in fondo è sempre stato il mio scopo…però…

- però?

- però non posso lasciare che un mostro vi dia la caccia anche per causa mia

- non è colpa tua

- dovevo finirla è questa la verità 

- saresti diventata un assassina

- è qui che ti sbagli…io lo sono già

Ron non disse nulla, conoscendo i sentimenti contrastanti, nei confronti dei demoni, della ragazza. 

 

 

Dacy se ne stava ancora a letto, i raggi del sole le infastidivano gli occhi. Li aprii piano piano, per un attimo le era sembrato di avere qualcuno davanti, che la osservasse. Si alzò di colpo, ma non vide nessuno. Si guardò attorno, ma non vide nessuno. Si diresse verso la finestra. In quel preciso istante, gli occhi incominciarono a pizzicare. Una lacrima, solitaria, le rigò il volto. L'asciugò subito. Si girò verso la porta e si diresse verso di essa. La casa era tutta in legno, non aveva quadri o altre cose del genere, era sicuramente poco abitata, Dacy camminava verso la cucina, doveva sentiva le voci di tutti. Si accorse che la stanza di Ronda era aperta. Notò che la ragazza era assente, entrò nella cucina e la cercò con gli occhi. 

- dove Ronda?

Layla fece spallucce. 

- non ne ho idea 

- lo vista uscire presto questa mattina- disse Ron 

Noel se ne stava seduta su una poltroncina, a riscaldarsi dal freddo, vicino al camino. La temperatura era scesa velocemente. Gerard stava mostrando una mappa ai ragazzi. 

- bene quello che dobbiamo fare adesso è escogitare un piano per arrivare qui!

Layla osservò il punto indicato dal padre, si guardò negli occhi con Ron e poi li rivolsero a Gerard. 

- ma quel posto…

- lo so è la dimora di mio padre, ma abbiamo bisogno del suo aiuto

- ma Jason?

- lui tornerà a casa 

Jason si irrigidì al solo sentire pronunciare quelle parole. 

- non ci sto perché devo essere l'unico?

- oh non sarai l'unico, anche tuo sorella verrà con te

Layla si innervosii immediatamente. 

- non esiste

- tu fai quello che ti dico io fino a prova contrario sono tuo padre

Layla stava per rispondere, ma si frenò, consapevole che non l'avrebbe avuta vinta contro suo padre. Ma qualcosa avrebbe fatto, non poteva starsene con le mani in mano. 

- allora porto Alan con me

Eric la guardò stranito, come tutti gli altri. 

- sei pazza?- disse il ragazzo

- no per niente, credete che sia un bene per lui intraprendere questo viaggio?- disse sicura la ragazza. 

Eric ci pensò, gli venne in mente il combattimento, tutti i sacrifici, la vita di Alan in pericolo. Abbassò il capo consapevole che le parole di Layla erano vere. 

- d'accordo…Alan preparati andrai con lei- ordinò al fratello, che non esitò a andare nella sua stanza a preparasi. Gli altri uscirono dalla stanza per prepararsi al viaggio, nella stanza rimasero Layla e Jason, con il padre che stava per uscire. 

- papà aspetta…- disse Layla 

- come torniamo?

-da qui è più facile mi basta un incantesimo…non preoccupatevi e vi raccomando- il padre uscii dalla stanza. 

- mi dispiace per ieri…io non sono tua madre non ho il diritto di dirti quelle cose…

- fa niente ormai è deciso torniamo a casa

Layla lo guardò negli occhi, si vedeva benissimo che anche lui voleva aiutare, come lei. 

 

Eric entrò nella stanza che condivideva con Alan e Ron. Ron lo vide e uscii, capendo la situazione. 

-sei sicuro di volermi mandare?- chiese Alan 

- quel posto è certamente più sicuro per te

- ma tu?

- io sono pur sempre un pirata Alan me la caverò- Eric gli scompigliò i capelli. 

- allora marmocchio tienimi d'occhio quella pazza

Alan sorrise. Era una sensazione bella, quella di avere un rapporto così con il fratello, Eric era stato per molto tempo via e riaverlo a prendersi cura di lui, era la cosa più importante per Alan. E da un lato gli dispiaceva doversi separare nuovamente. 

 

Quella era l'ultima sera che avrebbero passato insieme, cenarono in silenzio, senza scambiarsi nessuno sguardo. Ronda era appena entrata nella stanza. 

- scusate ragazzi, ma sono andata al palazzo…

Gerard si alzò da tavola, mentre gli altri la ascoltavano con interesse. 

- eh niente tutto a posto 

Gerard la guardò fisso negli occhi, sapeva che mentiva. Lo riconosceva, perché quello sguardo lo aveva già visto in passato. 

- bene allora credo che sia arrivato il momento- Gerard si voltò verso i suoi figli. 

Layla lo guardò scongiurante, voleva rimanere glielo si leggeva negli occhi. Ma Gerard era ferreo e nessuno lo avrebbe distolto dalle sue decisioni. Tutti si alzarono dalla tavola e ad uno ad uno salutarono i ragazzi. Noel si avvicinò a Layla. 

- devo ringraziarti per tutto

- non devi 

- devo invece grazie a te posso dire di avere ancora una speranza- Noel le sorrise, mentre Layla si rendeva conto di quanta gente avesse a torno che le era riconoscente. Dacy le fece nu sorriso forzato. 

- quindi per un po' non ci vedremo non sai quanto sono contenta

Layla rise. 

- non contarci troppo

Dacy rise, felice di sapere che l'avrebbe rivista. 

 

Cool - Gwen Stefani 

Ron l'abbracciò. Eric salutò Jason con una pacca sulle spalle e Ron gli strinse la mano. Tutti avevano salutato tutti, tranne Layla e Eric, che si fissavano negli occhi senza dire una parola. Non fecero nulla, era difficile, pensare che la persona della quale sei attratta non è quella che avresti visto l'indomani. Layla si avvicinò di poco, non fece nulla, erano tutti li a guardare, si vergognava, ma se fossero stati da  soli sicuramente sarebbe corsa tra le sue braccia, si sentiva stranamente insicura e persa, aveva paura che non l'avrebbe più rivisto, aveva paura che lui si dimenticasse di lei. Ma tutte queste paure erano le stesse che affliggevano anche lui. I loro occhi erano incantati gli uni agli altri. Eric le sorrise, per rassicurarla. Le parole non servivano, in questo caso erano inutili. Gerard capendo la situazione, si fece avanti abbracciando la figlia e poi il figlio. 

- adesso tutti e tre mettetevi in fila. Chiudete gli occhi e contate fino a dieci al resto ci penso io, quando li riaprirete sarete di nuovo nel nostro mondo

- perché non ci riesci a casa?- domandò Gerard

- al contrario di Layla io non riesco a gestire i miei poteri sulla Terra per questo non posso usarli. 

Jason annuii e poi chiuse gli occhi. 

- buona fortuna- disse Layla ai suoi compagni, tutti si sentivano malinconici, ma nessuno si lamentò.

 

Pov Layla 

 

Chiusi gli occhi, sentivo mio padre pronunciare strane cose, poi d'un tratto il silenzio assoluto, avevo perso il conto immediatamente, avevo in testa solo il volto di Eric, lo vedevo allontanarsi nella mia mente. Per un secondo mi sembrò di non respirare. Una mano calda si appoggiò al mio braccio. Aprì gli occhi di scatto. 

- siamo a casa- disse Jason. Layla si guardò attorno, confusa. Era tremendamente confusa. Come Alan che si guardava attorno senza capacitarsi di dove si trovasse.

- è totalmente differente

Layla aprii la porta di casa. Era tutto come lo avevano lasciato, per un attimo un senso di nostalgia si fece largo in lei, quella casa era il suo nido, il rifugio. Entrò a passi lenti, seguita da Jason. Alan rimase fuori ancora confuso da quel luogo. 

- Alan entra- Layla gli sorrise capendo come si sentisse il bambino. Era la stessa sensazione che aveva provato lei la prima volta che era andata ad Eutopia. 

 

 

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