Te lo puoi immaginare un amore così?

di MidnightChaos
(/viewuser.php?uid=241803)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio. ***
Capitolo 2: *** Riflesso. ***
Capitolo 3: *** Abitudine e rimpianti. ***
Capitolo 4: *** Ricordi svaniti ***
Capitolo 5: *** Emozioni da vivere ***
Capitolo 6: *** Nostalgia ***
Capitolo 7: *** Lacrime condivise. ***
Capitolo 8: *** Io ero un fantasma ma lui era un angelo. ***
Capitolo 9: *** Umanità. ***
Capitolo 10: *** Medium. ***
Capitolo 11: *** Attraverso i tuoi occhi. ***
Capitolo 12: *** Scopo. ***
Capitolo 13: *** La mia sorellina. ***
Capitolo 14: *** Il ciondolo. ***
Capitolo 15: *** Consapevolezza. ***
Capitolo 16: *** Ricerca. ***
Capitolo 17: *** La mamma è sempre la mamma. ***
Capitolo 18: *** Vivresti, tu, quando la tua anima è nella tomba? ***
Capitolo 19: *** Fine. ***
Capitolo 20: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Come tutto ebbe inizio. ***


Guidavo con la musica a volume altissimo.
Nel silenzio del notte si poteva udire soltanto la musica proveniente dalla mia auto che sfrecciava nella grande strada che divide in due la foresta.
L’unica fonte di luce era quella della luna e dei fari della mia auto.
Una leggera pioggia rendeva scivoloso l’asfalto della strada che stavo percorrendo.
Erano le 4 di notte.
Stavo tornando da una festa di uno dei miei compagni del College.
Girava alcol.
Girava droga.
Girava fumo.
Avevo bevuto qualche bicchiere di troppo.
Non ero ubriaca. Ero solo un po’ brilla.
Comunque pensavo di essere abbastanza sobria da riuscire a tornare a casa.
Gli alberi al bordo della strana proiettavano inquietanti ombre sulla strada.
Mi mancava ancora almeno un’ora di tragitto.
L’unica cosa che scandiva il tempo era il passaggio delle canzoni alla radio.
Non era previsto che tornassi così tardi.
Ma mi ero lasciata prendere dall’euforia della festa.
 
Stavo canticchiando allegramente, nel tentativo di tenermi compagnia da sola.
Quando un animale di cui non riuscii a distinguere i contorni mi attraversò la strada.
Per lo spavento sterzai di colpo.
Cercai di frenare e di sterzare dalla parte opposta per non uscire dalla carreggiata.
Ma l’asfalto era troppo scivoloso.
Non feci in tempo a pensare a niente che finii fuori strada a tutta velocità.
Riuscii a schivare i primi alberi che mi trovai davanti.
Tentai di frenare ma il freno sembrava andato.
Un potente rombo segnò la fine della mia folle corsa.
 
Ora ero totalmente immersa nell’oscurità.
E sentivo freddo.
 
-Per i nostri nottambuli in ascolto ecco a voi la canzone dei One Direction!  “Gotta Be You”!- annunciò il tizio alla radio.
 
 
Girl I see it in your eyes you’re disappointed
Cause I’m the foolish one that you anointed with your heart
I tore it apart
And girl what a mess I made upon your innocence
And no woman in the world deserves this
But here I am asking you for one more chance

 
 
La prossima settimana sarei dovuta andare al loro concerto.
Ma non ci arrivai mai.
 
 
Buonasera popolo di Efp!
Questa è la mia seconda ff!
Mi è venuta un’illuminazione improvvisa e quindi ho deciso di iniziare  scriverla!;)
Il primo capitolo è piuttosto corto ma non posso mica svelare tutto subito!
Non sarei una buona “scrittrice” se non lasciassi le lettrici con un minimo di suspenceXD
(scrittrice poi, che parolonexD)
Comunque, questa ff la continuerò solo se avrà almeno qualche recensione.
Se vi interessa leggere l’altra mia ff andate al mio profilo :)
Grazie a tutti per l’attenzione!A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Riflesso. ***


Buio.
C’era solo del buioi intorno a me.
Tanto che mi chiesi se avessi davvero riaperto gli occhi.
Mi alzai e iniziai a camminare verso una direzione imprecisa.
Non vedevo sopra cosa camminavo e non vedevo dove stavo andando.
Sentivo freddo e un vento gelido mi scompigliava i capelli.
Mi toccai la testa per riportarli all’ordine.
Sentii qualcosa di caldo sulle mani.
Mi portai le mani davanti al volto, convinta che comunque non sarei riuscita nemmeno a vederle, immersa com’ero nell’oscurità.
E invece stavolta qualcosa vidi.
Le mie mani erano impregnate di un fluido color cremisi.
Color del sangue.
Perché di sangue si trattava.
 
Aprii gli occhi con un urlo agghiacciante.
Ero ancora in mezzo alla foresta.
Meno male era stato solo un brutto sogno.
Mi tirai su e mi misi a sedere. Mi trovai davanti la macchina che, dopo essere uscita di strada, si era finalmente fermata contro quest’ultimo grosso albero.
Nonostante lo schianto stavo bene, non avevo nemmeno un graffio.
Era un miracolo.
Lo sbalzo doveva avermi fatto volare fuori dalla macchina.
Ma allora perché non c’era un buco sul parabrezza ? o sul finestrino?
Mi alzai in piedi e mi avvicinai alla macchina.
C’era qualcuno dentro la macchina.
Com’era possibile?
Corsi alla portiera per aiutare la persona sul sedile del guidatore con la testa appoggiata al volante.
I suoi capelli erano tutti sporchi di sangue.
La situazione non aveva senso ma aprii velocemente la portiera per aiutare quella ragazza.
Con delicatezza le slaccia la cintura e la feci appoggiare con le spalle al sedile.
Rimasi impietrita quando mi ritrovai davanti…me stessa.
Cosa diavolo significava?
Io ero qui. Io ero qui, senza un graffio!
Eppure ero anche lì.
Cosa stava succedendo?
Dovevo aver picchiato la testa più forte di quanto credessi.
O magari era solo un incubo. Si, era sicuramente solo un incubo, tra poco verrà mia mamma a dirmi di alzarmi e mi sveglierò nel mio letto, in camera mia e riderò di questo sogno.
Chiusi gli occhi, contai fino a dieci e li riaprii.
Ero ancora davanti alla macchina. In mezzo al bosco.
Sbattei le palpebre più volte.
Questo doveva essere un sogno.
E io dovevo svegliarmi.
Se la ragazza in macchina ero io, io adesso cos’ero?
Iniziai a strattonare la ragazza in macchina che continuava a non dare segni di vita.
Ero così agitata che non riescivo nemmeno a capire se fosse viva o morta.
Se ERO viva o morta.
All’improvviso fu come se le mani mollassero la presa e mi ritrovai ad attraversare letteralmente la macchina fino a cadere sdraiata per terra, di faccia.
 
Ora la soluzione era palese, davanti ai miei occhi.
Ero un fantasma.
Ero morta.
La mia anima aveva lasciato il mio corpo.
 
Anche se era troppo tardi per me, dovevo almeno cercare aiuto.
Dovevo tornare a casa e dire ai miei genitori che ero morta.
Vorrano sicuramente seppellirmi.
E pure io avrei voluto un funerale.
Chissà quanto ci metterebbero a trovarmi, quaggiù, così lontana dalla strada.
 
Coprii la ragazza con una coperta che avevo lasciato nel bagagliaio.
Per non farle prendere freddo, come se fosse viva…
Come se FOSSI viva.
Non mi riusciva ancora pensarmi lì, morta.
 
A lunghi passi torno sulla strada.
Avrei fermato la prima macchina che fosse passata per chiederle aiuto.
Intanto mi era sembrato meglio avvicinarmi alla città.
Sarei entrata nel rpimo posto pubblico aperto e avrei chiesto un telefono.
 
Dei fari in lontananza proiettarono in avanti la mia ombra.
Dovevo assolutamente fermare la macchina.
Mi misi in mezzo alla strada, urlando come mai in vita mia e sbracciandomi per farmi vedere.
Non dava segno di avermi vista.
La velocità della macchina che veniva verso di me non era diminuita.
Dovetti buttarmi sul ciglio della strada per non farmi investire.
Che stronzi!
Subito dopo ecco arrivare un’altra macchina a tutta velocità.
Questa volta si sarebbero fermati o mi avrebbero investita!
Mi misi in mezzo alla strada, anche stavolta urlando e sbracciandomi per attirare la loro attenzione.
E anche stavolta la macchina non rallentò.
Questa volta però non mi sarei mossa.
 Dopo che mi avranno investito si fermeranno almeno a controllare,no?
La macchina mi investì in pieno.
Ma non fu una cosa normale.
In realtà quella macchina mi aveva attraversata in un brivido.
 
Continuai a camminare finchè finalmente non vidi le prime luci di una città.
Non era la città nella quale vivevo ma era pur sempre una città in cui potevo chiedere aiuto.
Era tutto chiuso.
Sarebbe stato strano il contrario. Non era ancora giunta l’alba.
Iniziai a correre cercando qualcosa di aperto.
Trovai una centrale di polizia e corsi dentro, senza neanche sforzarmi di aprire la porta, tanto sapevo che l’avrei attraversata e infatti così fu.
Mi indirizzai velocemente alla prima scrivania occupata da un poliziotto e inizia
a parlare. A raccontargli tutto quello che era successo, sbraitando come una matta e gesticolando.
Il poliziotto non mi degnò di uno sguardo, addirittura prese e se ne andò.
Ma che succeva alla gente di questo paese, cazzo?
Perchè nessuno aveva la minima intenzione di aiutarmi?
Perché mi ignoravano?
Inizia a lanciare oggetti da tutte le parti per attirare la loro attenzione.
Per tentare di farmi sentire.
In realtà gli oggetti mi attraversavano la mano e ricadevano immobili al loro posto.
Le persone mi passavano attraverso senza degnarmi di uno sguardo.
In preda alla rabbia più cupa presi una sedia e la lancia contro la vetrata.
Stavolta non mi era passata attraverso.
La vetrata cadde in frantumi con un boato assordante e si creò il caos più totale.
Guarda il riflesso della centrale nella parte di vetrata rimasta intatta, vedevo tutte le persone intorno a me che correvano come impazzite, cercando ci capire cosa fosse successo.
Io non mi vedevo in quel riflesso.
Gli altri non potevano vedermi.
 
 
Buonasera!
Eccomi qua col secondo capitolo!:)
Che ne pensate?
Lo so che magari per ora può risultare noiosa ma dovevo dare un minimo di spiegazione,no?XD
A presto col prossimo capitolo!
Bacio :*
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Abitudine e rimpianti. ***


Quindi era così.
Non mi stavano ignorando.
Semplicemente non mi vedevano.
Non erano in grado di vedermi.
E nemmeno di sentirmi.
E a quanto pare io non ero nemmeno capace di controllare la mia condizione.
Non sapevo quando un oggetto mi sarebbe rimasto in mano o scivolato tra le dita.
Tutto questo significava che non potevo chiedere aiuto.
Il mio corpo sarebbe rimasto a marcire in quella foresta per chissà quanto tempo.
Le cose erano due: o mi arrendevo al mio destino o imparavo a controllare il mio corpo da fantasma.
Non ero tipo da arrendermi senza prima lottare, quindi la seconda opzione mi sembrava la più giusta.

Ero così assorta nelle mie elucubrazioni che non mi ero accorta che era già sorta l'alba.
Camminavo per la città senza una meta, calciando le lattine vuote che trovavo per terra, senza riuscire mai a muoverle di un millimetro.
Stava diventando davvero frustrante.
Un pensiero andò alla mia famiglia.
Mi staranno cercando?
Si saranno accorti della mia assenza?
Non erano domande scontate visto che spesso stavo via di casa per settimane, restavo a dormire nel campus del college.
Quando scopriranno che sono morta, piangeranno?
Ammetto di non essere stata la migliore delle figlie. Non ero mai stata all'altezza delle loro aspettative.
Non avevo mai voluto esserlo. Non mi interessava.
Io volevo vivere la mia vita, non quella che loro avevano programmato per me.
La mia vita.
Quella stessa vita che si era spenta poche ore fa.
E solo ora che non potevo più rimediare ai miei sbagli, e che non potevo più parlare con loro , mi sentivo tremendamente in colpa.
In colpa per tutte le volte che con giovanile arroganza avevo rifiutato il loro aiuto.
In colpa per non essere stata, almeno un po', la figlia che avrebbero voluto.
Una figlia migliore.
Ma soprattutto mi sentivo in colpa per non aver mai detto loro "Vi voglio bene"
In fondo non mi avevano mai fatto mancare niente.
Nonostante le nostre idee fossero divergenti, mi avevano sempre lasciato fare quello che volevo.

Erano già passate un paio d'ore da quando avevo iniziato a camminare senza una meta.
L'ora della colazione era già passata da un pezzo.
Ma a quanto pare la mia situazione non prevedeva nè bisogni nè stimoli tipici della natura umana.
All'improvviso sentii delle forti urla provenienti dall'angolo opposto della strada.
C'era una folla di ragazzine urlanti che stava accerchiando cinque ragazzi. I One Direction.
Io sarei potuta essere tra di loro tra una settimana.
Se non fossi morta.
Potrebbe sembrare incredibile, visto quello che stavo passando,ma vedere quei cinque ragazzi a me così familiari, mi fece sentire un po' più umana.
Un po' più normale.
Dopotutto vedevo i loro volti tutte le mattine, appesi alle pareti di camera mia.

Mi rigirai e andai verso la folla di ragazze urlanti.
Cosa mi costava dare un'occhiata?
Non avevo comunque niente di meglio da fare.
Tranne che vagare da sola per sempre, ovvio.
Almeno avrei avuto un piccolo svago in questo inferno.
Mi misi in coda dietro le fan.
Non vedevo niente da qui.
Ma perchè mi ero messa in fila? Uno dei pochi lati positivi del non aver un corpo e di essere un'anima vagante era non dover più fare le cose da umani.
Passai attraverso i corpi delle ragazze e arrivai in cima alla folla proprio mentre Harry e Louis si giravano e mi davano le spalle per entrare in albergo.
In compenso mi ritrovai Zayn a meno di un metro di distanza.
Porca miseria. Quanto era bello.
Potrebbero sembrare dei pensieri stupidi e superficiali, vista la situazione, ma avrei avuto a disposizione  tutta l'eternità per deprimermi per la mia morte.
Anche Zayn diede un ultimo saluto alle fan ed entrò nell'hotel, seguito da Niall e Liam.
Li seguii fino alla loro suite ed entrai dentro con loro.
La faccenda dell'invisibilità stava risultando utile.
-Ehy! Ma avete visto la gnocca bionda? - chiese Zayn agli altri ragazzi
-Io una bella bottarella gliela avrei data - gli rispose Harry battendogli il cinque.
Ancora rivolgendomi le spalle, dette una pacca a Louis e si chiuse in quella che doveva essere la sua camera.
-Ragazzi io ho fame - Niall, ovviamente.
-Quando mai! - lo prese in giro Louis.
-Dai ti preparo qualcosa io - si offrì Liam con tono paterno.
Decisi di andare da Harry.
Attraversai la porta e mi fermai subito dopo. 
Era sdraiato sul letto con una mano a coprirgli gli occhi.
Mi accomodai su una sedia, più per abitudine che per reale bisogno.
Il ragazzo si tirò su a sedere e finalmente sollevò i suoi splendidi occhi verdi, che si fissarono nei miei.
Se non avessi saputo che era impossibile che riuscisse a vedermi avrei giurato il contrario.
Sembrava proprio che stesse guardando me.
Sul suo volto si disegnò un'espressione di terrore e si mise ad urlare.
Quasi come se avesse visto un fantasma.
Quasi come se avesse visto me.


Buonasera!
Cosa ne pensate di questo secondo capitolo?:)
Fatemi sapere con qualche recensione che quelle ricevute l'altra volta mi hanno fatto super piacere! :)
Se avete voglia, date un'occhiatta all'altra mi ff :) -----> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1302338&i=1
Grazie alle ragazze che hanno recensito, che hanno preferito e seguito e grazie anche a chi inizierà a seguirmi :)
A presto!
Beso :*

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Ricordi svaniti ***


Harry stava urlando perché aveva visto me.
Ma com’era possibile?
Nessuno poteva vedermi.
Era tutta la mattina che andavo a giro per la città attraversando muri e persone.
Ero sicura che nessuno potesse vedermi.
Quindi non era possibile che proprio lui potesse.
Harry continuava ad urlare come un pazzo e, non sapendo cosa fare, riattraversai il muro proprio mentre gli altri ragazzi entravano in camera per scoprire a cosa fossero dovute le sue urla.
Io intanto osservavo la scena alle loro spalle, senza farmi vedere da Harry.
-Che succede? – gli chiese Louis preoccupato
-Una ragazza era in camera mia poco fa! – gli rispose il ragazzo in preda al terrore
-E ti lamenti per questo? – intervenne ridendo Zayn
-No! Non capite! Prima c’era ed ora è sparita! – continuò Harry spaventato.
-E’ scappata? – intervenne Liam
-Se urlava così ci crede che è scappata – lo prese in giro Niall
-Noooo! Era un fantasma! – urlò il riccio in preda alla disperazione
Gli altri ragazzi si guardarono tra di loro scettici, con sguardi interrogativi.
-Harry, secondo me ti sei solo addormentato e te lo sei immaginato. Era un incubo – gli disse Louis con un sorriso di conforto.
Anche il resto del gruppo annuì e questo sembrò rassicurare Harry.
-Avete ragione, scusate. Sarà meglio che mi riposi.
-Sarà meglio… - i ragazzi uscirono dalla sua camera tornando a quello che facevano prima.
E io ora cosa dovevo fare?
Se fossi rientrata in camera sua si sarebbe messo ad urlare.
Ma come diavolo era possibile che lui riuscisse a vedermi e tutti gli altri no?
Però, se lui era l’unica persona che riusciva a vedermi era anche l’unica che poteva aiutarmi.
Dovevo assolutamente tornare da lui e parlargli.
Ma come fare senza spaventarlo ancora?

Aspettai ancora qualche minuto per lasciarlo tranquillizzare poi con estrema cautela entrai in camera sua.
Non sapevo come iniziare.
Non sapevo nemmeno se sarebbe riuscito a sentirmi.
Magari mi vedeva ma non poteva sentirmi.
Mi annunciai con un – Eh-ehm – nemmeno troppo convinto.
Alzò la testa.
Non appena mi vide fece per spalancare la bocca per urlai quindi mi lanciai su di lui a tappargli la bocca con la mia mano, sperando di non trapassare il suo corpo.
Fortunatamente non fu così.
-Shhhh! Ti prego non voglio spaventarti – gli dissi
Vidi i suoi occhi schizzare da una parte all’altra della stanza
-Non voglio nemmeno farti del male.
Finalmente riuscii a tranquillizzarlo quel minimo che bastava per farmi guardare.
-Voglio solo parlare con te. Adesso ti toltola mano dalla bocca e tu non urlerai, vero? – gli domandai
Lui annuì, più volte.

Gli tolsi la mano dalla bocca e mi spostai velocemente nella parte opposta della camera.
Non volevo spaventarlo con la mia vicinanza.
Continuava a guardarmi in silenzio.
Cos’avrei fatto io al posto suo?
Ero sempre stata attratta dal paranormale, ma penso che se avessi davvero visto un fantasma sarei morta d’infarto.
O come minimo sarei svenuta.
Quindi tenermi il più distante possibile mi sembrava la cosa più sensata da fare.
-Chi sei? – la sua voce ruppe il silenzio che durava ormai da qualche minuto.
- Mi chiamo Morgana – gli risposi a voce bassa.
Avevo paura di spaventarlo anche solo col tono della mia voce.
-Cosa sei? – mi chiese senza attendere oltre.
-Non lo so- era vero, non lo sapevo esattamente nemmeno io.
-Un anima errante, forse- non volevo dirgli “fantasma”per non spaventarlo.
-Sembri un fantasma – mi disse con semplicità
-Perché lo sembro? – gli chiesi interessata.
Non avevo idea di come potesse vedermi un essere umano.
Una specie di Casper?
Dovevo essere orribile allora.
- Perché sei grigia. Quasi trasparente a volte.
Dovevo essere una visione davvero spaventosa allora.
-Però sei normale. Cioè, sei una ragazza normale, solo in bianco e nero – disse quasi scusandosi di quello che mi aveva detto.
Gli sorrisi debolmente.
-Ah, io comunque mi chiamo Harry.
Fece per alzarsi a stringermela mano ma indietreggiai io stavolta.
-Lo so chi sei.
-E come fai a sapere chi sono? – mi chiede con un sopracciglio alzato.
-Ero una vostra fan prima di…- non concludo la frase, mi fa ancora troppo male.
-Quindi non sei morta da tanto tempo- non era una domanda la sua.
-No infatti, sono morta stanotte.
Quello che gli avevo detto doveva averlo lasciato senza parole perché mi guardo a bocca aperta.
-Mi dispiace io non…
-Non preoccuparti, tranquillo.

-Perché sei qui? – mi chiese all’improvviso
-Perché volevo parlare con te. Sarebbe bello parlare con qualcuno invece che a persone che non ti possono rispondere – gli spiegai
-Che significa?
-Che tu sei l’unico che può vedermi Harry.
-Perché? – mi chiese lui, stavolta interessato.
-Non ne ho idea…
-Sicura che gli altri non possano vederti?
-Si…guarda.
Mi incamminai verso la porta per attraversarla ma poi mi fermai.
-Senti, attraverso le cose, non spaventarti,ok?- gli chiesi un po’ preoccupata.
Lui annuì.
Attraversai la porta davanti al suo sguardo e sentii un “Cazzo!” attutito provenire da dentro la camera.
Aprì la porta per vedere cosa avrei fatto.
Andai in mezzo ai suoi quattro amici, mettendomi davanti a loro e sventolandogli una mano davanti agli occhi.
-Vedi? Non possono vedermi. Solo tu puoi e non so perché..- gli dissi pensierosa.
Tornai in camera sua e mi misi in piedi in un angolo.
-I tuoi…come l’hanno presa?
-Non so nemmeno se sanno che sono morta.
-Mi guarda sconcertato.
-Come no?
-Il mio corpo si trovo in un posto difficile da trovare e come vedi non posso chiedere aiuto- gli rispondo un po’ tristemente
-Ti aiuterò io! – si alza e si avvicina verso di me.
-Dimmi dove si trova il tuo corpo che chiamo la polizia!- mi dice tutto concitato.
-Si trova…
Lo guardo senza rispondere, con le parole che mi muoiono sulle labbra.
-Allora? Dove si trova?
Buio. Buio totale.
Com’è possibile?
-Io…non me lo ricordo…


Buonasera!
Che ne pensate di questo capitolo?
Fatemi sapere con delle recensioni se vi va che mi fanno super piacere :)
Beso :*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Emozioni da vivere ***


Com’era possibile che me ne fossi dimentica?
Non potevo essermi dimenticata di una cosa così importante.
Così essenziale.
Tentai di concentrarmi per recuperare i ricordi che sembravano scivolare via come sabbia tra le dita.
Niente.
Era il vuoto.
-Che significa che non te lo ricordi? – mi chiese Harry, non capendo.
-Significa quello che ho detto – gli risposi secca.
Continuavo a tornare indietro con la mente ma proprio non riuscivo a ricordare.
Era davvero finita.
Anche se avevo scoperto che potevo parlare con Harry ormai era tutto inutile perché non ricordavo dov’era il mio corpo.
Mi sarei messa a piangere se solo avessi potuto.
Ma immaginai che non potesse succedere con questo corpo, visto che non c’era nessuna lacrima a rigarmi il viso.
E ora come avrei fatto?
Chissà tra quanto tempo sarebbero riusciti a trovarmi.
Il mio cuore non batteva più nel mio petto di fantasma, ma se lo avessi avuto avrebbe iniziato a martellarmi in testa e sarei svenuta.
Ma i fantasmi non potevano svenire.
La gente morta non poteva svenire.
Perché era morta, appunto.
Ero morta.
Io.
 
 
Harry continuava a guardarmi in silenzio non sapendo cosa fare.
Piuttosto comprensibile.
Avevo voglia di correre da lui e farmi abbracciare.
Avevo bisogno di sentirmi protetta.
Di sentirmi serena e al sicuro.
Anche solo per qualche minuto.
Chissà se sarei riuscita a toccarlo.
Ignorai le precauzioni che avevo preso prima per non spaventarlo e avanzai verso di lui.
Allungai una mano per toccarlo ma come temevo lo trapassai.
Era straziante.
-Ti sento – mi disse lui all’improvviso.
-Come? – chiesi confusa, senza togliere la mano.
-Ti sento. Sento qualcosa dove mi stai toccando. Come il tocco fresco del vento. Ma è molto lieve.
Non mi bastava questo contatto ma non potevo avere di più.
Allontanai la mano da lui.
-Ferma.
Bloccai la mano a mezz’aria col palmo rivolto verso di lui.
Lui “appoggiò” la sua mano alla mia, palmo contro palmo.
Sembrava la scena del classico film d’amore con uno dei due innamorati che è morto.
Ma ora capivo come mai. Ne capivo il senso.
Era il gesto più confortante che noi anime erranti potevamo permetterci.
Mi sorrise e io ricambiai.
Ma il mio era un sorriso carico di sofferenza.
Un sorriso per nascondere il dolore che provavo.
 
 
-Non puoi toccare nulla?
Mi sedetti per terra a gambe incrociate prendendomi del tempo per rispondere.
-L’unica cosa che sono riuscita a toccare è stato il mio corpo la prima volta e una sedia che ho scaraventato contro la vetrata della centrale di polizia.
Non batte ciglio.
-Come mai secondo te? –
-Cosa?
-Come mai certe cose riesci a toccarle e altre no? – mi chiese Harry, interessato.
-Non penso che dipenda dalle cose. Penso che dipenda dalle emozioni.
-In che senso?
-Il mio corpo l’ho toccato mentre ero spaventatissima e cercavo di aiutarmi…per quanto riguarda la sedia era sommersa dalla rabbia. Penso che dipenda dalle emozioni, più l’emozione che provo è forte, maggiori possibilità ho di toccare qualcosa.- conclusi
Harry annuiva, guardandosi intorno pensieroso.
- A cosa pensi? – gli chiesi
- Pensavo che magari potrebbero dipendere anche dalla forza di volontà.
Si fermò e gli feci cenno di continuare a spiegare.
- Cioè, magari potrebbe essere anche questione di allenamento.
-Dovrei provare…
Sorrise, felice di essermi stato d’aiuto.
-Quanti anni hai? – mi chiese il ragazzo.
- Ventuno
Era triste che la mia vita fosse finita così presto.
Avevo solo ventun anni.
Avevo tutta la vita davanti.
Una moltitudine di esperienze da vivere.
Non avevo ancora amato.
Non avevo ancora mai provato un amore vero.
Di quelli che ti lacerano l’anima, da quanto è amore.
Adesso non potevo più amare.
Sarebbe stato un dolore troppo intenso.
Innamorarsi di qualcuno che non avrei mai potuto avere.
Non potevo permettermi di provare più nulla.
 
-Dovevi essere bellissima…- era quasi un sussurro ma riuscii lo stesso a sentirlo.
Alzai lo sguardo verso di lui.
-Morgana?
-Si…
-Stai fluttuando…
 
 
Buonasera! :D
Che dire? Questa storia mi sta davvero dando moltissime soddisfazioni!
Grazie mille per i commenti, sia pubblici che privati, grazie a mi chi ha messo tra i preferiti, ricordati e seguiti e grazie anche alle lettrici silenziose.
Quando ho visto i commenti mi sono messa a fare il ballo della gioia xD
Anche perché a quanto pare sono riuscita ad incuriosire molte di voi ;)
Se vi va ho all’attivo un’altra ff di tutt’altro genere :
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1302338&i=1
 
Va beh belle, vi saluto!
Mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo che sono davvero interessata al vostro parere ;)
Beso :*
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Nostalgia ***


-Sto fluttuando…?
Guardai verso il basso ed effettivamente ero sospesa in aria.
-Oh Cristo! – urlai in preda al panico.
Ricaddi per terra all’istante
Non riuscivo davvero ad abituarmi ai cambiamenti che stavo subendo.
Ora fluttuavo anche.
-Bene, ora sappiamo che puoi anche volare!- mi disse Harry come se fosse la cosa più fantastica del mondo.
-Già…
Sembrava che avessi dei superpoteri e poteva sembrare fantastico se non tenevi presente che per quei “poteri” avevo dato la vita.
Erano solo il premio di consolazione.
Ed essere invisibili a tutti non era un privilegio.
Era una condanna.
Ero condannata a non essere mai vista da nessuno.
A vagare per sempre da sola.
Per tutta l’eternità.
Non potevo certo stare con Harry per tutta la durata della sua vita.
Non sarebbe stato giusto né per me né per lui.
 
Chissà se c’era qualcun altro come me.
Non potevo essere l’unico fantasma esistente sulla faccia della terra.
Era anche vero che, se ci fossero state anime erranti per tutti i morti che ci sono stati nel corso dei secoli, adesso non sarebbe bastato l’intero pianeta per ospitarli tutti.
Quindi forse gli altri erano andati in paradiso.
Ma allora perchè io ero qui?
Cos’avevo fatto di sbagliato?
O cosa non avevo fatto, proprio?
 
Mi alzai e inizia a camminare avanti e indietro per la stanza pensando.
Ogni tanto mi attorcigliavo una ciocca dei miei lunghi capelli intorno ad un dito.
Non era possibile che fossi stata davvero condannata a restare da sola per sempre.
Sarebbe una punizione troppo severa anche per il peggiore degli assassini.
Ok, magari per lui no, ma per me si.
Non avevo mai fatto niente per meritarmi una simile fine.
Non avevo fatto niente nemmeno per morire così giovane, in realtà.
 
-Morgana - Harry interruppe i miei pensieri riportandomi alla realtà – perché non resti con me finchè non impari come afferrare gli oggetti e non ti ritorna la memoria?
Rimasi in silenzio.
-Se vuoi, ovvio. Sarei davvero felice di aiutarti.
Era quanto di meglio potessi chiedere al momento.
E il fatto che si fosse offerto mi rendeva incredibilmente felice.
-Mi piacerebbe molto Harry, grazie. – gli dissi alla fine sorridendogli.
Gli ero davvero grata.
- Io però ora devo uscire, devo andare alle prove con i ragazzi. Vuoi venire con noi?
- No, grazie. Ti aspetto qua se non ti dispiace.
-Non c’è problema.
Si alzò e fece per uscire dalla camera.
-Harry…
-Dimmi
Ero un po’ imbarazzata per la mia infantile richiesta.
-Mi accenderesti la televisione, per favore? – gli chiesi alla fine.
-Ma certo – mi rispose lui gentilmente, donandomi uno splendido sorriso
 
Avevo intenzione di allenarmi a spostare qualche oggetto.
Gli avevo chiesto di accendermi la tv nel caso fossero stati via molto e mi fossi annoiata.
Decisi di iniziare con una cosa semplice.
Spostare una monetina da terra.
Iniziai piena di speranze, convinta che mi bastasse poco allenamento.
Le mie speranze risultarono vane.
Dopo un’ora ero ancora seduta per terra a tentare di muovere quella dannata monetina.
Se non riuscivo a muovere nemmeno una cosa così piccola come pensavo di poter muovere anche solo una penna per scrivere ai miei genitori dove mi trovavo?
Se mi fosse tornata la memoria, ovvio.
 
Un ricordo nostalgico mi attraversò la mente.
Ero in campagna, nella casa dei miei nonni.
Camminavo su un sentiero accanto ad un albero, in mezzo ad un immenso prato.
Un luccichio attirò la mia attenzione.
La curiosità di bambina mi portò a correre verso l’origine del luccichio.
Era una piccola monetina che rifletteva la luce del sole.
Mi sembrava un tesoro incredibile da trovare lì, in mezzo al nulla.
Iniziai a fantasticare su una ragazzina, che l’aveva persa.
Ma in realtà era una principessa.
O magari proveniva da un forziere dei pirati.
Allungai una mano per toccarla.
-Ferma.
Mi bloccai impietrita.
Alzai gli occhi e vidi che c’era un bambino.
Sembrava avere la mia stessa età, o qualche anno di meno.
-Devi girarla, non è testa. Così non ti porterà fortuna.
Il bambino la rigirò, poi mi guardò.
-Ecco adesso puoi prenderla. Vedrai che ti porterà fortuna.
Mi sorrise e due splendide fossette comparvero sul suo viso paffutello.
Non vidi mai più quel bambino.
 
Ancora una volta sprofondai nella tristezza.
Volevo piangere per sfogarmi ma non mi era possibile.
In questo momento mi mancava qualsiasi cosa.
Anche sentire le lacrime salate che mi scorrevano lentamente sulle guance.
Non avrei più potuto sentire il calore del sole sulla mia pelle.
O il freddo della pioggia.
I miei capelli non sarebbe più stati scompigliati dal vento.
Non potevo più sentire la sabbia sotto ai piedi.
O la morbidezza dell’erba.
Non potevo più sentire niente.
Io stessa ero niente.
Non esistevo.
 
Quando Harry tornò, a tarda notte, mi trovò in camera sua, rannicchiata in una angolo a guardare la televisione.
-Com’è andata? – sapeva benissimo la risposta, visto che nessun oggetto era fuori posto, ma me lo chiese ugualmente, per gentilezza.
-A te come è andata? – evitai la sua domanda, rigirandogliela.
-Abbastanza bene dire, ma sono distrutto!
Venne dritto verso il letto.
Mi spostai appena prima che ci si lanciasse sopra e mi misi nell’angolo opposto della camera, seduta su una poltroncina.
-Non c’è bisogno che ti tieni a distanza da me. – mi disse guardandomi con i suoi splendidi occhi verdi
-Come?- feci finta di non capire
-Io non ho paura di te.
Come poteva non avere paura di me?
Ero pur sempre un fantasma.
Una creatura soprannaturale.
La maggior parte delle persone non avrebbe nemmeno mai creduto alla mia esistenza.
Come poteva questo ragazzo restare così tranquillo accanto a me.
Un’anima errante.
Stavo sempre ben attenta a non fare movimenti fulminei per non spaventarlo e a parlare con un tono di voce basso.
 
Si era addormentato in pochi minuti.
Era ancora vestito.
I suoi riccioli erano mossi dalla fresca brezza proveniente dalla finestra aperta.
Avrei voluto coprirlo con una coperta ma non tentai nemmeno di alzarmi, tanto era inutile.
Non ci sarei riuscita.
Era stato davvero molto gentile con me.
Mi venne voglia di andarlo ad abbracciare.
Che frustrazione.
Mi alzai comunque e mi avvicinai lentamente a lui.
Mi sedetti sulle ginocchia con i gomiti appoggiati al bordo del suo letto, proprio vicino a dove aveva la testa.
Era davvero bellissimo.
Quando ero viva avevo sognato tante volte di poterlo toccare.
Aveva un viso perfetto.
Sembrava un angelo mentre dormiva.
I raggi di luce provenienti dalla luna donavano alla sua figura un chè di etereo.
Mi venne una straordinaria voglia di accarezzargli i capelli.
E lo feci.
Lo feci sul serio.
Mi ritrovai con le mani infilate nei suoi riccioli.
Potevo sentirli.
Potevo sentire i suoi morbidi capelli scorrere tra le mie dita.
 
Buonasera!
Che ne pensate di questo capitolo? :)
Grazie ancora a tutti, davvero!
A chi ha lasciato recensioni, messo tra i preferiti, ricordato, seguito e letto in silenzio ;)
A chi avesse voglia ricordo ancora una volta l’altra mia ff :)
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1302338&i=1
Beso :*
 
 
 
ps. Scusate ma ho dovuto cancellare il capitolo e rimetterlo perchè mi dava dei problemi O.o

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Lacrime condivise. ***


[Ho scritto questo capitolo sulle note di “A drop in the Ocean” di Ron Pope http://www.youtube.com/watch?v=3lSDU48Pr_Q&feature=g-like]
 
 
Avrei voluto piangere dalla gioia.
Riuscivo a toccarlo.
Se avessi ancora avuto un cuore che mi batteva nel petto sarebbe esploso.
Iniziai ad accarezzargli i capelli con più decisione.
Forse con troppa, perché lui si svegliò e aprì gli occhi.
-Fermo – gli sussurrai.
Mi fece cenno di aver capito.
-Non ti muovere.
Gli accarezzai dolcemente una guancia.
Riuscivo a sentire il calore della sua pelle.
Era morbida e liscia.
Gli presi il viso tra le mani ed ispirai.
Mi impossessai del suo profumo e lo feci mio.
Chiusi gli occhi e appoggiai la mia fronte sulla sua.
Quanto avrei voluto essere umana in questo momento.
Quanto avrei voluto non essere morta.
Quanto avrei voluto essere carne e ossa e sangue.
E non solo aria.
Un ologramma che era solo l’ombra di quella che ero.
E stavolta avrei voluto piangere di dolore.
Restai immobile, con la fronte appoggiata a quella di Harry e le mani ancora salde sul suo viso.
Volevo spaccare a qualcosa.
Prendere a calci tutto quello che mi trovavo davanti.
Perché era capitato a me?
Perché ero dovuta morire proprio io?
Ma le lacrime rimasero dentro di me, come anche la mia sofferenza.
 
Il suo tocco era leggero, impaurito.
Sembrava avesse paura di rompermi, di mandarmi in frantumi.
O forse aveva paura di mandare in frantumi se stessa.
Ispirai il suo profumo, sapeva di erba fresca e sole.
Mi ricordava qualcosa di familiare e nostalgico.
Ad un tratto un misto di emozioni che non mi appartenevano mi investì in pieno.
C’era dolore. Tanto.
E sofferenza.
E nostalgia.
E rabbia.
La guardai, il suo viso era segnato da qualcosa che non riusciva più a contenere.
E allora capii che quelle che  mi stavano invadendo erano le sue, di emozioni.
Com’era possibile che un corpo così piccolo riuscisse a contenere tanta tristezza e frustrazione?
Come poteva sopportarlo?
 
Una goccia mi bagnò la mano.
Aprii gli occhi e allontanai il viso di qualche centimetro.
Harry stava piangendo.
-Perdonami, ti ho spaventato? – gli chiesi.
Feci per allontanare le mani e tornare nel mio angolo ma lui mi prese le mani e me le mantenne sul suo viso, riappoggiando la fronte alla mia.
-Io ti sento – mi disse mentre altre lacrime gli rigavano il viso.
-Lo so, anch’io ti sento- gli risposi sorridendo.
-No. Io ti SENTO.
Lo guardai negli occhi, in quegli occhi resi ancora più verdi dalle lacrime.
-Riesco a sentire il tuo dolore.
Accantonai tutte le mie paure e lo abbracciai forte.
Abbracciai quel ragazzo che stava piangendo per me.
Ero davvero grata a quella creatura che stava piangendo al posto mio.
Il mio viso si bagnò di lacrime che non erano le mie ma che portavano la stessa sofferenza.
 
 
 
Si riaddormentò tra le mie braccia e quando si svegliò la mattina seguente avevo ripreso il mio posto sulla poltroncina nell’angolo.
Durante la notte lo avevo perso.
Avevo attraversato il suo corpo, e pure il letto.
-Buongiorno – mi disse stropicciandosi gli occhi con la voce impastata dal sonno.
-Buongiorno a te- gli risposi sorridendo
-Smettila di starmi sempre così distante
Feci spallucce e non gli risposi.
Non potevo dirgli che più gli stavo vicino e più mi veniva voglia di toccarlo.
E non solo perché era Harry, ma anche perché era quello che io non potevo più essere.
-Ti lascio un po’ di privacy così puoi farti la doccia e cambiarti.
-Ok, grazie
Ora ero un un’anima ma non mi ero dimenticata delle abitudini umane.
 
Attraversai la porta, andai nello spazioso salotto e mi sedetti sul divano.
C’era Niall che faceva colazione canticchiando e Zayn che dormiva sul divano col cellulare in mano.
Magari si era addormentato lì perché aveva messaggiato fino a notte fonda con qualche ragazza.
Le porte delle camere di Liam e Louis erano aperte e potevo intravedere le loro figure addormentate.
Molte ragazze mi avrebbero invidiato in questo momento.
Da sola con questi cinque splendidi ragazzi.
Peccato che non potessero vedermi.
Mi alzai dal divano e iniziai a fare avanti e indietro per la stanza con le mani in tasca.
Dopo qualche minuto Harry si affacciò alla porta della camera guardandosi in giro, cercando me.
-Sono qui- gli dissi da un angolo della stanza
-Oh, eccoti
- Buongiorno Harry, mi cercavi? – gli disse Niall credendo che Harry si rivolgesse a lui.
-Oh…buongiorno Naill! Si ecco…volevo sapere come stavi! – gli disse un po’ nervoso
Doveva stare attento o avrebbero pensato che fosse pazzo.
Di solito le persone normali non parlano da sole.
Mi guardò e poi avanzò verso la cucina dove si trovava il biondino e con una mano dietro la schiena mi fece segno di seguirlo.
Ubbidii e mi sedetti al tavolo.
Prese una tazza dalla credenza e vidi che stava per prenderne un’altra per me.
-Non ce n’è bisogno. Io non mangio. E poi cosa avresti raccontato a Niall? Che preparavi la colazione anche al tuo amichetto immaginario?
Mi scappò una risata, la prima da quando ero morta, Harry era davvero buffo.
- Devi stare attento. Devi fare come se io non esistessi.
Non doveva fare come se io non esistessi.
Io non esistevo. Punto.
- Ci provo- bofonchiò quasi a se stesso, così piano che solo io riuscii a sentirlo.
-Non preoccuparti, ci sarà io a controllarti.
Si scaldo il latte e quando iniziò a fumare lo tolse dal fornello, se lo versò nella tazza e si sedette di fronte a me.
Prese un biscotto e se lo mise in bocca.
Ne prese un altro, lo guardò e poi guardò me.
Risposi alla sua domanda silenziosa.
-No, non posso mangiare e non ne sento nemmeno lo stimolo.
Sospirò e continuò a mangiare.
-E pensare che mangiare e dormire erano le due cose che preferivo fare in assoluto.
Sospirai a mia volta e Niall alzò lo sguardo verso di me e mi guardò.
-Ma tu…
 
Buonasera gioie!
Devo dire che la prima parte di questo capitolo mi piace alquanto! xD
Voi che ne pensate?;)
Nel capitolo prima avevo detto che questa storia mi dava soddisfazioni e accidenti a me che l ho detto, le recensioni sono diminuite xD
La prossima volta sto zitta xD
Scherzi a parte, ringrazio tutte, soprattutto Miri98 <3
Ringrazio come sempre chi mi legge in silenzio, chi mi segue, ricorda e preferisce!
Beso :*
Ps. Questo è il link dell’altra ff se vi interessa --à http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1302338&i=1
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Io ero un fantasma ma lui era un angelo. ***


-Ma tu come stai oggi? Hai dormito bene?
Non stava guardando me, stava solo fissando un punto impreciso alle mie spalle.
Harry e io sospirammo contemporaneamente.
-Si sto molto meglio, mi serviva una bella dormita – gli rispose tranquillamente il riccio.
-Ieri ci hai un po’ spaventato con quella storia del fantasma,sai?
Harry mi guardò.
-Naill…tu ci credi ai fantasmi?- gli chiese continuando a guardarmi
- I fantasmi esistono solo nei film horror, Harry – gli rispose Naill ridendo.
-E se ti capitasse di vederne uno?- insistette.
- Non mi capiterà mai perché non esistono e non ci credo- gli rispose Niall, stavolta serio.
-Smettila, lo stai spaventando.- intervenni io
-Harry sei sicuro che vada tutto bene? – aveva fatto preoccupare il biondo.
-Si scusa, è solo che…ho fatto un incubo- gli rispose con un sorriso falso.
 
Anche per Harry doveva essere difficile avermi intorno.
Si era ritrovato davanti un fantasma di una emerita sconosciuta e si era preso la responsabilità di aiutarla e di starle accanto.
Ma non poteva dirlo a nessuno, non poteva rivelare a nessuno questo segreto perché nessuno gli avrebbe creduto.
Avrei voluto che potesse dirlo ai suoi amici, sarebbe stato più facile per lui, ma non gli avrebbero creduto.
Certo che…se fossi riuscita a spostare qualcosa davanti ai loro occhi non avrebbero avuto motivi per non credergli.
Ero un peso per Harry.
Lo guardai mentre parlava tranquillamente con Niall.
- Harry, prometto che gli dimostreremo della mia esistenza- gli dissi sopra la voce di Niall.
Mi guardava in silenzio, facendo finta di ascoltare il biondino che continuava a parlare a macchinetta.
- Lo so che per te è difficile non condividere le cose con i tuoi migliori amici quindi mi sembra giusto che, come tu aiuti me, io faccia qualcosa per te.
Piegò la testa di lato, sempre guardandomi e mi sorrise.
Era bellissimo.
Con quelle splendide labbra rosa e quei denti bianchissimi e le fossette che gli nascevano sulle guance ad ogni sorriso.
- Te lo prometto.
Io ero un fantasma, ma lui era un angelo venuto ad aiutarmi.
 
Anche quel pomeriggio Harry mi lasciò da sola per andare con gli altri a fare delle prove.
Anche quel giorno gli chiesi di lasciare la televisione di camera sua accesa.
E anche quel giorno provai a muovere qualche oggetto.
Stavolta provai a far scivolare un bicchiere sul tavolo.
Ma come il giorno precedente i miei tentativi risultarono essere vani.
Non riuscivo a spostarlo nemmeno di un millimetro.
Eppure ieri sera ero riuscita a toccare Harry.
Ero addirittura riuscita a passargli le mie emozioni.
Quest’ultima cosa involontariamente, ma c’ero riuscita.
 Mi misi sul letto di Harry a guardare un film che passava.
Il destino volle che fosse un film con un fantasma.
Quest’ultimo riusciva ad impossessarsi dei corpi delle persone e a farli muovere e parlare come voleva lui.
Chissà se anche io ne ero capace.
Ne dubitavo visto che non ero capace nemmeno di muovere gli oggetti.
Avrei dovuto provare però.
Ma su di chi?
Su Harry?
Sarebbe stato pericoloso, non avevo idea di quello che succedeva all’anima di chi mi ospitava.
E se non fossi più riuscita ad abbandonare il suo corpo?
Non potevo provare su di lui.
Anzi, non avrei provato su nessuno.
Non avrei mai voluto che la responsabilità dell’annientamento dell’anima di qualcun altro fosse mia.
E se anche avessi voluto provare avrei prima dovuto imparare a controllarmi.
 
Mentre ero in cucina, direttamente seduta sul tavolo a tentare di spostare il bicchiere, ripensavo al film.
Lei era morta e diventava un fantasma per stare accanto a lui, ma siccome non poteva toccarlo si impossessò di un altro colpo per farlo.
Era spinta da un amore profondo, per questo c’era riuscita, forse.
Quindi emozioni e volontà.
Iniziai a fissare il bicchiere e avvicinai lentamente la mano e lo afferrai.
Stavo stringendo quel pezzo di vetro tra le mani ma non riuscivo a spostarlo.
Ma non potevano lasciarmi un manuale d’istruzioni?
Era terribile essere un fantasma.
Lo detestavo con tutto il mio essere.
Senza accorgermene afferrai il bicchiere con più forza e lo scagliai contro la credenza.
All’impatto col duro legno del mobile si ruppe e cadde in frantumi sul pavimento.
Ecco, perfetto.
E ora come lo spiegavo ai ragazzi?
In realtà, non avrei dovuto spiegare nulla, ma si chiederanno come abbia fatto un bicchiere che si trovava sul tavolo a trovarsi in frantumi per terra.
 
Quando i ragazzi tornarono, entrarono nella suite in silenzio.
Capii che c’era qualcosa che non andava, quando Liam scuro in volto, si chiuse nella sua camera.
Harry venne in camera sua e chiuse la porta.
Senza darmi tempo di chiedere spiegazioni mi chiese come fosse andata oggi.
-Bene…insomma…c’è un bicchiere rotto per terra in cucina. – gli dissi con aria colpevole
-Meglio di niente – mi disse sorridendo- rompere le cose ti riesce bene però.
- Almeno quello! Ma cos’è successo?
La bocca di Harry si piegò all’ingiù.
-Liam è stato lasciato dalla ragazza, con una telefonata.
-Ah mi dispiace..
-Da quanto stavano insieme?
-Tre anni.
Personalmente, come fantasma, ormai non potevo più condividere questo genere di drammi umani.
Dopo essere morta, tutte le cose che prima mi avrebbero mandata in crisi, mi sembravano insignificanti.
Non mi toccavano più.
Erano cose che non avrei mai più provato.
-Harry ma con chi stai parlando? – chiese Zayn con dietro Louis e Niall che guardavo il riccio con un sopracciglio sollevato.
-Ehm, con nessuno, da solo!
 
 
Mentre Harry si faceva la doccia io andai in camera di Liam.
Era seduto sul letto con la testa tra le mani.
Sembrava veramente distrutto, se la tristezza avesse avuto un volto, in quel momento, sarebbe stato il suo.
Ogni tanto fissava il cielo, ormai scuro, fuori dalla finestra.
-Non ha più senso…- sussurrò.
Che significava?
Si alzò in piedi e scrisse un bigliettino che subito appoggiò sul comodino.
Capii all’istante.
-Harryyyyyyyyyyyyyyyyyyyy – urlai sperando che facesse in tempo.
Liam prese un bel respiro e si mise a correre verso il terrazzo.
-Liam no! – urlai sperando che mi sentisse.
Ormai aveva già messo un piede sul parapetto e si era lanciato nel vuoto.
 
 
Buonasera!
Che ne pensate di questo capitolo?
Mi farebbe davvero tantissimo piacere se lasciaste una recensione per dirmi che ne pensate.
Non sapete quanto mi fareste contenta!
Un bacio a Miri98 che ormai mi segue sempre u_u
E un bacione anche a tutte le altre!
:*

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Umanità. ***


In men che non si dica mi ero lanciata dietro di lui.
Non avevo niente da perdere, avevo tutto da guadagnare.
Io non potevo morire due volte ma Liam poteva vivere.
Doveva vivere.
Sentii delle grida provenire dalla camera.
-Morgana! – urlò Harry.
Dietro di lui c’erano Louis, Zayn e Niall che erano rimasti impietriti sulla soglia.
Effettivamente la scena che gli si era presentata davanti non era delle più comuni.
C’era Liam appeso nel vuoto.
Solo Harry poteva vedere che c’ero io a tenerlo per un braccio.
Fluttuando mi avvicinai al terrazzo e vi ci scaraventai Liam.
 
Come aveva potuto compiere un gesto simile?
Perché voleva gettare via la sua vita quando c’ero io che avrei dato qualsiasi cosa per riavere la mia?
In preda alla rabbia afferrai Liam per le spalle e iniziai a strattonarlo.
-Che cosa diavolo credevi di fare?
La mia voce rimbombò nella stanza come un tuono, potente come non mai.
Sentii gli altri ragazzi trattenere il respiro mentre Liam mi fissava in uno stato confusionale.
-Come hai potuto anche solo pensare di toglierti la vita? Non hai idea di quello a cui andresti incontro! Pensi di finire in un posto migliore? Bè, ti sbagli di grosso! Ora vuoi ucciderti perché pensi di non riuscire a sopportare il dolore che ti lacera il cuore ma non hai idea della sofferenza che ti lacererà l’anima dopo!
Lo tenevo saldamente per le spalle e lui mi ascoltava mentre gli vomitavo addosso un fiume di parole.
Gli sputavo addosso tutta la mia rabbia e la mia frustrazione.
- Dopo non potrai sentire più niente! Non potrai rivedere le persone che ami, non potrai parlare con loro. Perderai tutto quello che ami e che hai sempre amato e non potrai più farci nulla. Ti sentirai morire ogni secondo, anche se sei già morto.
Ti mancherà ogni cosa e rimpiangerai il tuo gesto. Ti mancherà il calore del sole sulla pelle, ti mancherà la sensazione di un abbraccio, di una carezza o di un bacio, ti mancherà l’aria che respiri…ti mancherà addirittura piangere e sentire le lacrime scivolarti sul viso.
-Morgana… - Harry si avvicinò a noi e mi appoggiò la mano su una spalla.
-A me la vita è stata portata via e non ti permetterò di buttare via la tua!
Quando finalmente finii di urlargli contro avevo l’affanno e tremavo.
 
Mi girai e tirai un calcio ad una sedia che colpì violentemente il muro.
Non mi ero mai sentita così arrabbiata e così vicina alla vita.
Avevo ancora il braccio di Harry su una spalla e tutti mi guardavano sbalorditi.
Intravidi il mio riflesso nello specchio.
Potevo vedermi.
Esistevo.
Ero io.
I miei capelli erano tornati ad essere del loro lucente castano scuro e i miei occhi risplendevano come un cielo estivo.
Avevo le guance arrossate e le spalle mi si muovevano a ritmo irregolare per l’affanno.
Sembravo viva.
- Morgana…che ti è successo? Non sembri più un…sembri reale.- mi confermò Harry.
 
Gli altri ragazzi erano a dir poco sconvolti, non sapevo però se più per il fatto che Liam avesse tentato il suicidio o perché un fantasma si era materializzato davanti a loro per salvare la vita al loro amico e rimproverarlo.
-Che cavolo… - Louis non riuscì nemmeno a portare a termine la frase.
Non sapeva nemmeno lui cosa chiedere.
E io non sapevo spiegarmi cosa stesse succedendo.
 
-Lei è la ragazza di cui vi parlavo ieri, ed è sempre con lei che parlavo prima in camera –spiegò Harry.
Mi girai verso di lui e mi strinsi al suo petto.
Volevo godermi la mia umanità finchè potevo.
Lui mi strinse a sé mentre continuava a spiegare ai suoi amici, che ormai erano più confusi che mai.
-Lei è un fantasma.
Mi guardarono ad occhi sbarrati.
 
-Harryyyyyyyyyy!- sentii Morgana che mi chiamava.
Corsi velocemente nella camera da cui proveniva la sua voce, seguito dagli altri ragazzi che si stavano chiedendo perché stessi correndo come un matto per la suite.
Entrai nella camera di Liam giusto in tempo per vedere quest’ultimo che si lanciava giù dal terrazzo e Morgana che con un movimento fulmineo scattava dietro il moro buttandosi a sua volta.
Si ritrovarono nel vuoto entrambi ma Morgana era riuscita ad afferrare Liam per un braccio.
Iniziò ad urlargli contro, dopo averlo messo in salvo, e la sua voce rimbombò nella camera, cristallina come non l’avevo mai sentita.
E non era più una presenza grigia, adesso i suoi colori risplendevano anche nella penombra della camera.
Era bellissima.
Aveva i lunghi capelli marroni con i riflessi rossi un po’ scompigliati, gli occhi accessi dalle emozioni di uno splendido azzurro e le guance tinte di rosa per l’agitazione.
Ero un po’ geloso di lei, ora che anche gli altri potevano vederla.
 
Io continuavo a tremare tra le braccia di Harry, che mi prese in braccio e mi portò in camera.
Si mise seduto sul letto con la schiena appoggiata al muro e io stavo seduta tra le sue gambe appoggiata al suo petto.
Iniziai a singhiozzare sopraffatta dalle emozioni.
Era come se i miei sensi fossero amplificati.
Finalmente riuscii a piangere.
Un po’ per la mia morte.
Un po’ per la gioia di riuscirci.
Intanto Harry mi accarezzava i capelli e mi baciava dolcemente la fronte, lasciando che gli bagnassi la maglietta con le mie lacrime.
-Lo sapevo che eri bellissima – mi sussurrò in un orecchio.
 
Buonsalve!
Ma ragazze mie adorate, non potevo mica lasciar crepare il caro Liam XD
Che ne dite di questo capitolo?
Spero che vi sia piaciuto!
Che altro dire, qua piove e mia sorella è impazzita.
Il primo di novembre vuole trascinarmi a Milano perché i 1D saranno a XFactor…io ho i miei dubbi che riesca anche solo a vederli da lontano ma non si sa mai XD
Vi ricordo l’altra mia ff :
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1302338&i=1
Un grazie enorme a tutte voi dolcezze.
In particolare a miri98, Delia Tomlinson e Jeis che hanno recensito ma un enorme nchdbvks alle ncjrnzkjj (xD) che mi hanno messo tra i preferiti, tra i ricordati, i seguiti e che mi leggono in silenzio XD
Beso :*
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Medium. ***


Era buio intorno a me.
E faceva freddo come la prima volta.
Ma più mi guardavo intorno più i miei occhi si abituavano al buio e finalmente riuscii a distinguere degli alberi.
Mi trovavo in un bosco.
Ero sola.
Conoscevo il motivo per cui mi trovavo lì.
Sapevo di saperlo.
Ma non riuscivo proprio a ricordarmelo.
 
 
Quando mi svegliai mi ritrovai di nuovo grigia.
Ero tornata come prima.
Ero sdraiata sul letto accanto ad Harry che ormai stava abbracciando l’aria.
Provai a toccarlo ma lo trapassai.
No. Ti prego.
Non di nuovo.
Non volevo tornare a non esistere.
Non volevo tornare a non poter provare niente.
Perché il destino mi prendeva in giro in questo modo?
Prima mi faceva morire e diventare un fantasma, poi mi ridonava l’umanità e poi me ne privava di nuovo.
Non ce la facevo più.
Perché dovevo sopportare tutto questo?
Era come se l’universo volesse vedere fino a che punto resistevo prima di crollare.
 
Mi alzai dal letto e mi diressi verso l’altra stanza, lasciando Harry ancora addormentato nel suo letto.
Trovai i ragazzi che stavano facendo colazione.
Ora anche loro sapevano di me, Harry doveva avergli raccontato tutto.
Finalmente aveva un peso in meno.
 
Spostai una tazza che era sul tavolo, facendola scivolare lentamente di una ventina di centimetri per annunciare la mia presenza.
Non mi piaceva l’idea di spiarli.
Sul momento rimasero immobili, con gli occhi sbarrati, probabilmente perché non se lo aspettavano, finchè Zayn non ruppe il loro silenzio.
-Morgana…?- sussurrò con non troppa convinzione.
Stavolta presi un cucchiaino e lo picchiettai due volte contro il bordo della tazza.
Mi sentivo una scema ma non avevo molti modi per comunicare.
-Datele carte e penna- disse Louis.
Appoggiarono i due oggetti sul tavolo e rimasero a fissarli in silenzio, quasi come se avessero dovuto prendere vita da soli invece che essere mossi dalla sottoscritta.
Scrissi “Ciao” con una grafia indecisa sul foglio bianco.
-Ciao – mi risposero i ragazzi, quasi in coro.
-Harry ci ha raccontato tutto- disse Niall.
“Me lo immaginavo. Voleva dirvelo subito ma non poteva”
-Perché? – chiese Louis.
“Gli avreste creduto se vi avesse detto che parlava con un fantasma?”
Rimasero in silenzio come conferma di quello che avevo detto loro.
-Morgana…- stavolta intervenne Liam – io…ecco, volevo ringraziarti per avermi salvato la vita e per avermi detto quelle cose…e mi dispiace…
“Non preoccuparti, era il minimo che potessi fare”
Scrivevo lentamente, cercando di muovere la penna con gesti fluidi, per non spaventarli.
-Non riusciamo a spiegarci come mai solo Harry possa vederti- disse Niall.
“Non lo so nemmeno io…”
 
-Ma come mai sei qui e non…altrove?
Bella domanda.
Era quella che mi stavo chiedendo da un pezzo.
Perché ero ancora qua?
-Sai, nei documentari sui fantasmi e in molti film, le persone come te restano sulla terra perchè hanno lasciato qualcosa in sospeso – disse Harry che nel frattempo era arrivato alle nostre spalle.
Allungò una mano per accarezzarmi i capelli ma non riuscì a toccarmi e sul suo volto si dipinse una smorfia di delusione.
 
Non potevo toccarla.
Di nuovo.
La notte prima era stata incredibile.
Stringerla tra le braccia, poter sentire il suo profumo…era come se non avessi aspettato altro da tutta la vita.
Aveva portato il mio cuore a battere fortissimo, come impazzito.
Non mi era mai successo con nessuna ragazza.
Morgana era diversa, e non solo perché era un fantasma.
Volevo starle accanto, volevo proteggerla, volevo che lei avesse bisogno di me, non volevo solo “scoparmela”, come succedeva con le altre ragazze.
Ma come potevo stare accanto ad un fantasma?
Non riuscivo nemmeno a toccarla quando volevo.
Non sarebbe mai potuto accadere niente tra di noi.
Era impossibile, e questo mi faceva male.
Non potevo innamorarmi di un fantasma.
Innamorarmi…ero già arrivato a questo punto?
 
-Magari anche tu hai lasciato qualcosa in sospeso! – esclamo Niall.
Rimasi ferma a pensare, tanto ora c’era Harry che poteva vedermi e riferire ai ragazzi quello che stavo facendo.
Qualcosa in sospeso?
Avrei potuto elencare almeno un milione di cose lasciate in sospeso ma nessuna abbastanza importante da trattenermi qui.
Cosa poteva essere?
 
-Che ne pensate di una medium? –propose Louis strappandomi dai miei pensieri e riportandomi alla realtà.
-Una medium? – chiesi io.
-Una medium?- ripetè Harry per gli altri ragazzi che non potevano sentirmi.
-Si, potrebbe aiutarti! Mia nonna ne conosce una, se volete posso chiederle di mandarla qui.
Farmi aiutare da una medium non mi era mai neppure passato per l’anticamera del cervello.
L’idea un po’ mi spaventava ma non è che avessimo molte alternative.
-Va bene – annuii decisa.
-Ha detto che per lei va bene.
 
 
 
Ero spaventata perché, se la medium fosse riuscita nel suo intento, io non avrei mai più rivisto Harry.
Ero spaventato perché, se la medium fosse riuscita nel suo intento, io non avrei mai più rivisto
Morgana.
 
La medium arrivò quel pomeriggio stesso.
Era una vecchia signora con dei lunghi capelli bianchi raccolti in una morbida treccia.
Indossava un gilet marrone, sopra ad una camicia di una strana fantasia e una lunga gonna.
Aveva una faccia simpatica, era la tipica nonnina.
Si presentò ai ragazzi e inizio a vagare per la stanza.
Che non mi vedesse neppure lei?
Ma che medium era se non riusciva a vedere i fantasmi?
Vagò per la suite per almeno una decina di minuti.
I ragazzi non dicevano niente per non darle indizi della mia presenza, per controllare se fosse davvero una medium e non una ciarlatana.
 
All’improvviso la vecchia si girò verso di me.
I suoi occhi azzurri erano diventati vitrei.
Sembrava lei il fantasma.
-Bambina che cosa ci fai qui? – mi disse con una voce che non era la sua.
Sembrava che stessero parlando due persone diverse.
-Non dovresti essere qui, bambina.
La fissavamo tutti ad occhi spalancati, terrorizzati dal repentino cambiamento della vecchia.
-Non ti sei accorta….
 
Buonasera!
Eccomi col nuovo capitolo!
No, mi dispiace per chi lo avesse creduto, ma Morgana non è tornata in vita :/ xD
Sarebbe stato troppo facile u_u
Che ne pensate di questo capitolo?
Oggi rileggendo tutte le recensioni che mi avete lasciato, mi sono accorta che ce n’erano parecchie che non avevo visto, quindi vorrei davvero ringraziare di cuore le persone che hanno recensito.
Siete voi che mi spingete a continuare :)
Un grazie a tutti, a chi legge in silenzio, ricorda, preferisce e segue!
Siete tutte vnjrfnvekn *ç*
A presto!
Beso :*

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Attraverso i tuoi occhi. ***


-Non ti sei accorta….
Non mi ero accorta di cosa?
Mi mise le mani sulle spalle e me le afferrò con forza.
-Tu non dovresti essere qui.
-E dove dovrei essere? – gli chiesi in preda al panico.
Non mi rispose.
-Come mai sei qui?
-Io… non lo so, speravo me lo potesse dire lei.
Avevo la vecchia davanti ma non stava guardando me.
Sembravano gli occhi di un cieco.
Era come se guardasse qualcosa che noi non potevamo vedere.
Guardava oltre noi.
-Bambina, non hai molto tempo?
Come non avevo molto tempo?
Pensavo di dover restare qua per tutta l’eternità e lei ora mi diceva che non avevo molto tempo?
-Che significa?
-Devi sbrigarti.
Non capivo.
Come potevo capire?
Ignorava le mie domande e diceva cose senza senso.
-Devo sbrigarmi a fare cosa?
Anche stavolta non rispose
-Bambina, non ti sei accorta?
Ma di cosa diavolo dovevo accorgermi?
Stava seriamente iniziando a spaventarmi.
-Di tutto quello che hai intorno a te.
-Io non capisco…
-Non riesci a vedere?
Ma cosa dove vedere?
Mi guardai intorno e vedevo solo i cinque ragazzi che guardavano la scena senza capire niente, anche loro piuttosto sconvolti.
-Sei ancora troppo legata alla tua umanità.
Ero troppo legata alla mia umanità?
Ma se ero una fottuta morta!
-Di cosa sta parlando? Non la capisco- arrivai quasi ad urlarle in faccia.
-Bambina, davvero non riesci a vedere?
Rimasi in silenzio,non riuscivo a tradurre niente di quello che mi diceva in qualcosa che per me avesse senso.
-Ti mostrerò io.
-Come?
-Attraverso i miei occhi.
Mi sembrava di parlare con una pazza.
-Come?- gli ripetei la domanda
-Ti presterò i miei occhi.
 
Mi mise le mani sulle tempie, obbligandomi a fissare quegli occhi vitrei.
Avvertii una sensazione strana, sentivo un formicolio leggero in tutte le estremità del corpo.
E in un secondo mi sentii risucchiata.
Mi sentivo girare in un vortice e in un secondo mi trovai a fissare un muro.
-Dov’è finita Morgana? – mi chiese Harry terrorizzato.
Ma che diavolo diceva?
-Sono qui, non mi vedi?
Solo quando finii di pronunciare queste parole mi accorsi che la voce con la quale avevo parlato non era la mia.
Era la stessa voce della vecchia.
-Oddio…- Louis mi guardava ad occhi spalancati.
Niall involontariamente indietreggiò di un passo, spaventatissimo.
Mi guardai le mani.
Erano delle mani da vecchia, piene di pieghe, non erano le mie.
Mi trovavo nel corpo della vecchia.
-Che cavolo sta succedendo? – chiese Harry
-Non lo so! Lo hai visto pure tu! Primo ero lì di fronte a lei e ora…sono lei!
Fortunatamente ero un fantasma perché sennò sarei svenuta.
-Bambina, guarda- sentii una voce risuonare nella mia testa.
Mi sentii immersa da un potere che non riconoscevo.
Da un energia non mia.
-Chiudi gli occhi – mi ordinò la vecchia.
Li chiusi e quando mi disse di riaprirli li aprii.
Tirai un grido di terrore che fece fare uno scatto all’indietro a tutti i ragazzi.
C’erano delle figure terrificanti in quella stanza.
Avevano l’aspetto di veri e propri fantasmi.
Non saprei dire cosa avessero di diverso da me ma era palese che io non ero come loro.
Mi passò accanto una tizia vestita da contadina dell’800.
Mi sembrava di trovarmi nel film “Il sesto senso”.
Era una situazione assurda quanto spaventosa.
 
-Bambina, lo vedi, tu non sei come loro?
-Si ma perché? e perché non posso vederli?
-Non posso rivelartelo,potevo solo mostrarti questo.
-Ma non capisco!
-Non mi è concesso rivelarti altro.
 
In un lampo di luce mi ritrovai fuori dal corpo della vecchia.
Avevo le vertigini.
Caddi seduta per terra.
La vecchia chiuse gli occhi e quando li riaprì erano tornati del loro naturale azzurro.
-Ho fatto quello che potevo. Non mi è concesso fare di più- disse rivolto a Louis.
Il ragazzo annuì e basta non riuscendo a spiccicare parola.
Quando la donna raggiunse la porta mi guardò per l’ennesima volta.
-Bambina, per te c’è ancora speranza. Tu NON DOVRESTI  essere qui.
 
Buonasera!
Scusate se il capitolo è un po’ corto ma dovevo farlo così xD
Sinceramente, spero che ci si capisca qualcosa xD
L’ho fatto leggere a mia sorella e lei ha capito,ma possiede una mente malata come la mia quindi non so se per voi persone sane di mente sarà lo stesso XD
Ringrazio di cuore tutte quelle che hanno recensito.
Io vi amo, davvero <3
Con questo capitolo festeggio l’uscita di “Little Things” e l’annuncio del tour in Italia dei 1D!!!
Beso :*
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Scopo. ***


Ero ancora seduta per terra, non riuscivo ad alzarmi.
Non riuscivo a capire il significato delle parole della medium.
Non dovevo essere qua, ovvio.
Lo pensavo pure io che non dovevo essere qua.
Dovevo essere a casa mia.
Dovevo essere ancora viva.
Per me c’era ancora speranza.
Ma di cosa? Di andare in paradiso?
E poi perchè non riuscivo a vedere gli altri fantasmi?
La vecchia aveva detto che ero ancora troppo legata alla mia umanità.
Nel senso che non stavo ragionando come un fantasma?
Ma che differenza c’era?
Ero ancora più confusa di prima, non ci stavo capendo niente.
 
-Forse avevo ragione io – disse Harry interrompendo i miei pensieri.
-Riguardo a cosa?
-Sei qua perché hai lasciato qualcosa in sospeso.
Gli altri ragazzi stavano confabulando tra di loro, più confusi che mai.
Che cosa avevo lasciato in sospeso, tranne la mia vita?
Forse era questo il problema.
Ero qua perché volevo che qualcuno trovasse il mio corpo.
Era questo che avevo lasciato in sospeso.
Il mio corpo.
 
-Morgana, noi dobbiamo uscire per un paio d’ore, te la senti di restare da sola o preferisci venire con noi?- chiese Liam all’aria, senza guardare un punto preciso.
-Preferirei venire con voi se non vi dispiace, non mi va di stare da sola.
-Viene con noi- riferì Harry.
Era la prima volta che uscivo con loro.
Ovviamente non potevano parlarmi o sarebbero sembrati tutti dei matti ma almeno non ero da sola.
Anche se non potevo vedere gli altri fantasmi, sapere che si aggiravano intorno a noi, a nostra insaputa, mi terrorizzava.
 
Entrai in macchina con loro, tenendomi vicina al finestrino.
Fissavo assente le luci che si riflettevano sul vetro.
Mi sentivo veramente stanca.
Ovviamente non fisicamente, mi era impossibile.
Stanca mentalmente.
Avevo vissuto veramente molte emozioni nell’arco di pochi giorni.
Ad un tratto degli svolazzanti capelli biondi attirarono la mia attenzione.
Era lei,non potevo sbagliarmi.
Dovevo raggiungerla.
Mi lanciai giù dalla macchina attraversando la portiera.
 -Morgana! – mi urlò dietro Harry
-Che succede? – chiese Niall
 
Corsi più veloce che potevo.
Sembrava che volassi da quanto correvo veloce perché in pochi secondi mi trovai alle sue spalle.
Quei lunghi capelli biondi non potevano essere che i suoi.
Era la mia Lila.
-Lila! – urlai più forte che potevo.
Lila era la mia migliore amica, ci conoscevamo dai tempi dell’asilo.
Eravamo cresciute insieme in pratica.
Ora che la vedevo a pochi passi da me un’ondata di nostalgia mi travolse.
Mi mancava da morire.
Era lei la persona che più rimpiangevo di aver perduto.
Dovevo farle sapere che ero qui.
Dovevo riuscire a parlare con lei.
Riuscire a darle anche un minimo segnale della mia presenza.
-Lila! – urlai di nuovo, ancora più forte di prima.
Ma niente.
Non mi sentiva.
Intanto vidi Harry che era sceso dalla macchina e mi stava raggiungendo di corsa.
-Lila sono qui! – gridai disperata.
Non avevo più fiato.
Mi veniva da piangere.
La mia migliore amica era a pochi passi da me e io non potevo fare niente.
-Morgana cos’è successo?-mi chiese Harry a bassa voce per non farsi sentire dai passanti.
Lo ignorai completamente e compii gli ultimi passi che mi separavano dalla mia amica.
Volevo toccarla.
Dovevo toccarla.
Almeno lei doveva sapere.
Mi tuffai su di lei come per abbracciarla ma la trapassai.
Non esistevano parole per descrivere quello che stavo provando.
Ma di sicuro il sentimento che prevaleva su tutti gli altri era un’immensa tristezza.
Avevo bisogno di lei.
Lei rappresentava l’altra parte di me.
Lei era l’altra parte della mia anima.
Come poteva non percepire la mia presenza?
Lei era la prima persona da cui andavo quando mi succedeva qualcosa, l’unica che mi conoscesse davvero, c’eravamo sempre state l’una per l’altra.
Mi serviva che mi rassicurasse.
Ne avevo bisogno.
Avevo bisogno che lei mi dicesse che sarebbe andato tutto bene, che un giorno ci saremo riviste , che tutto questo era solo un terribile incubo.
Che io non ero la sua migliore amica morta.
Allungai una mano in un ultimo disperato tentativo, ma riuscii soltanto a sfiorarle i capelli, come una leggera brezza.
 
Harry prese il telefono e se lo portò all’orecchio.
-Cosa sta succedendo? – chiese evidentemente rivolto a me.
-Lei è Lila, in realtà si chiama Cecilia, ma da piccola non riuscivo a pronunciare il suo nome e la chiamavo Lila.
Mi guardò in silenzio aspettando che continuassi.
-Lei è la mia migliore amica…
Annuì, facendomi segno di avere capito.
-Scusa…ma tu sei Harry Styles?
Mi voltai ed era Lila che aveva riconosciuto Harry.
-Ehm…si, sono io – gli rispose il ragazzo, sorridendogli un po’ a disagio per la situazione in cui si trovava.
-Puoi farmi un autografo?
-Certo. Come ti chiami?
-Cecilia
Non potevo nemmeno far dire niente ad Harry perché non gli avrebbe creduto.
E non sapevo nemmeno esattamente cosa avrebbe potuto dirgli.
-Ehm, se vuoi te ne faccio un altro,per un familiare… o una tua amica!
Avrei dovuto ripagare questo angelo in qualche modo prima o poi.
Il volto della ragazza prima sorridente si fece improvvisamente triste.
-No grazie…avevo un’amica che vi adorava quanto vi adoravo io…ma ora non c’è più… - gli disse Lila con gli occhi lucidi.
Parlava di me.
E la malinconia di quella frase mi colpì come un pugno nello stomaco.
Avrei voluto confortarla.
Dirle che andava tutto bene. Che da questa parte non si stava poi così male.
Che lei avrebbe dovuto vivere la sua vita e stare tranquilla.
Perché io avrei vegliato su di lei.
-Mi dispiace, davvero…
Vidi qualche lacrima scorrerle sulle guance.
Mi voltai senza più la forza di guardarla e mi incamminai verso la direzione dalla quale ero venuta.
 
Lei sapeva che ero morta.
Se lo sapeva lei significava che lo sapevano anche i miei genitori.
Che ormai avevano trovato il mio corpo.
Significava che era tutto finito.
Significava che non avevo più uno scopo.
Non avevo più nulla in sospeso.
Ora potevo andarmene, finalmente.
E smettere di soffrire.



Happy Halloween!



Buongiorno streghette *ç*
Visto che oggi è Halloween alla fine ho deciso di aggiornare u.u
Eternity_in_love consideralo un regalo di compleanno da parte mia u_u  Happy Birthday!!xD
Che dire...non sapevo bene che verso far prendere alla storia perchè avevo due sbocchi in mente e alla fine ho scelto questo.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate con una recensione *ç*
Ringrazio le splendide fantasmine che mi recensiscono sempre e che mi leggono *ç*
Vi amo <3
A presto!
Beso :*

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** La mia sorellina. ***


Avevo detto ai ragazzi che io sarei tornato in hotel con lei e di inventarsi una scusa qualsiasi.
Non potevo lasciarla sola in questo momento.
In realtà non volevo mai lasciarla sola.
Volevo stare sempre con lei.
Perché non ero io che donavo serenità a lei, era lei che la donava a me.
Mi sentivo me stesso con lei.
Da quando arrivammo in hotel non si mosse dalla poltroncina.
Era immobile, a fissare il vuoto.
Non sapevo esattamente cosa dirle quindi mi sedetti sul divano vicino alla poltrona e rimasi in silenzio, a guardarla.
Cosa potevo dirle dopo che la sua migliore amica si era messa a piangere davanti a lei per la sua morte?
Potevo solo immaginare cosa stesse provando adesso.
O forse nemmeno quello.
Il suo volto impassibile non rivelava nessuna emozione.
Era una statua di marmo.
 
In realtà lo sconvolgimento per le parole della mia amica era durato ben poco.
Dopotutto ero preparata ormai.
Lo sapevo già che ero morta.
Quello che realmente mi turbava in questo momento era l’essere ancora qui.
Perché non ero scomparsa?
Il mio corpo era stato trovato, quindi cosa ci facevo io ancora qui?
E se non era questo quello che avevo in sospeso, cos’era?
Forse la storia di avere qualcosa in sospeso era solo una cavolata hollywoodiana, che dicono solo nei film per farsi tornare un finale.
Forse io sarei davvero rimasta qua per sempre, come pensavo all’inizio.
Ma allora non riuscivo davvero a spiegarmi le cose che mi aveva detto la medium.
Perché non potevo vedere gli altri fantasmi?
 
Un movimento di Harry mi strappò ai miei pensieri.
Mi voltai e lo guardai dopo quella che mi era sembrata un’eternità.
Aveva  l’aria preoccupata, per colpa mia.
Stavo causando veramente un sacco di problemi a questo ragazzo.
-Harry non preoccuparti – gli dissi sorridendogli debolmente.
-Come faccio a non preoccuparmi? – mi chiese guardandomi intensamente negli occhi.
-Davvero. Non sto pensando a Lila. Più o meno ero pronta a questo.
-E allora cos’è che ti turba?
-L’essere ancora qui.
-In che senso? –  mi chiese con la fronte aggrottata.
-Io pensavo che fosse il mio corpo la cosa che avevo lasciato in sospeso, cioè il mio ritrovamento…ma se l’hanno già trovato cosa ho lasciato in sospeso?
Harry mi guardava in silenzio non sapendo dare una risposta alla mia domanda.
 
Un luccichio attirò la mia attenzione.
C’era una monetina che brillava per terra.
Senza accorgermene mi alzai per andarla a prendere.
Questa scena mi era familiare.
Feci per allungare la mano per prenderla ma Harry mi bloccò.
-Ferma. Devi girarla, non è testa. Così non ti porterà fortuna.
Il ragazzo la rigirò, poi mi guardò.
-Ecco adesso puoi prenderla. Vedrai che ti porterà fortuna.
Mi sorrise e due splendide fossette comparvero sul suo viso.
Queste fossette…
Avevo già vissuto questa scena.
Nei miei ricordi.
Harry era il bambino del mio ricordo.
Io e lui ci conoscevamo già.
 
 
Avevo già vissuto questa scena.
Nei miei ricordi.
Morgana era la bambina del mio ricordo.
Io e lei ci conoscevamo già.
 
-Eri tu quel bambino…
-Eri tu quella bambina…
 
Che questo fosse legato al fatto che solo lui potesse vedermi?
Che ci fosse qualche collegamento?
 
Che questo fosse legato al fatto che solo io potessi vederla?
Che ci fosse qualche collegamento?
 
-Harry, portami a casa mia – gli dissi all’improvviso
-Perché?
-Voglio vedere la mia famiglia?
-Non mi sembra una buona idea..
Vedendo che lo guardavo in silenzio continuò a parlare.
-Non mi sembra una buona idea vedere le persone a te care piangere per te…ti farà soffrire ancora di più.
-Ma io voglio lasciargli un messaggio.
 
Come potevo negargli questo favore visto quello che stava passando?
Non potevo.
E infatti non lo feci.
Il giorno successivo partimmo diretti a casa sua.
 
Avevo passato tutta la notte a fissare Harry che dormiva.
Sarei potuta stare giornate intere a guardarlo.
Partimmo la mattina intorno alle 10 e dopo un’ora e mezzo arrivammo davanti a casa mia.
Non avevamo un piano.
Prima di tutto volevo semplicemente vederli.
Non avevo la minima idea di cosa avremmo potuto fare.
Mi sarei inventata qualcosa lì per lì.
Ma come si sarebbe presentato Harry?
Come avrebbe spiegato la sua presenza lì?
Fortunatamente non dovemmo inventarci niente perché trovammo una bambina che si dondolava sull’altalena in giardino.
Era mia sorella.
I lunghi riccioli marroni erano legati in due codine laterali e i suoi occhi, azzurri come i miei scrutavano il cielo grigio e pieno di nuvoloni.
La mia sorellina…
-Vai da lei, ti prego… - lo supplicai.
-Come vuoi- mi disse prima di incamminarsi verso di lei.
 
-Ciao piccolina – gli disse Harry sorridendo dolcemente.
-Ciao – gli rispose mia sorella distogliendo lo sguardo dal cielo.
Dio, come mi mancava.
Mi avvicinai a lei fino quasi a sfiorarla.
Mi tornarono alla mente una miriade di ricordi.
-Che fai qua tutta sola?
-I miei genitori mi hanno detto di non parlare con gli sconosciuti.
Mi scappò una risata.
-Dille che mi conosci – suggerii ad Harry.
-Ma io non sono un estraneo, io sono amico di tua sorella.
A quelle parole mia sorella gli prestò maggiore attenzione e gli sorrise.
-I miei genitori sono a trovare mia sorella – gli disse semplicemente.
Erano al cimitero.
Chissà cosa sapeva lei.
-Secondo te adesso dov’è la mia sorellona?
Era incredibile come i bambini potessero porre certe domande con tanta ingenuità.
Harry esitò, non sapeva cosa rispondere e io non sapevo cosa suggerirgli.
-Secondo me è ancora qui da qualche parte, la sento…
La piccolina rispose alla domanda al posto nostro.
E non sapeva quanto aveva ragione.
 
Buonasera a tutte!
Aggiorno la storia per festeggiare l’uscita del video LF *ç*
Ma quanto è bello?*-*
Che ne pensate di questo capitolo?
Fatemi sapere ;)
Mia sorella sta chiamando tutte le biglietterie della zona per i biglietti del concerto e mi sta mandando fuori di cervello xD
Anche se forse lo sono già °-°
Ringrazio tutte le anime che hanno recensito, seguito, ricordato e preferito.
Sono rimasta supercontenta di constatare quante mi abbiano messo tra i preferiti *ç*
Beso :*

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Il ciondolo. ***


-Che palle! Non mi lasciate mai fare quello che voglio! – Urlai anche se non era vero.
Alla fine facevo sempre quello che volevo io.
Ma per me ogni scusa era buona per litigare con i miei genitori.
Ero sempre arrabbiata.
Con chi poi?
Ero arrabbiata con il mondo e sfogavo questa rabbia su di loro, anche se non se lo meritavano.
Stavolta non volevano farmi partire per Ibiza per le vacanze estive.
Salii le scale di corsa, sbattendomi la porta alle spalle.
Mi infilai le enormi cuffie e misi l’ultima canzone che avevo ascoltato a volume altissimo.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare da essa.
Dopo qualche minuto una piccola manina mi bussò sulla spalla.
Aprii gli occhi e mi trovai davanti la mia sorellina con un biscotto.
Mi tolsi le cuffie, le sorrisi e me la misi tra le gambe.
Lei divise il biscotto a metà e me ne diede una parte, mentre l’altra la tenne per sé.
Faceva sempre così quando litigavo con i nostri genitori.
Io correvo a chiudermi in camera e lei mi raggiungeva con un biscotto.
Era piccola lei, non capiva come mai sua sorella fosse sempre tanto arrabbiata.
Pensava che con quel biscotto potesse curarmi, era magico diceva.
E forse lo era davvero, perché quando lo dividevamo io stavo sempre un po’ meglio.
 
Una serie di ricordi mi attraversò mia mente.
Talmente pieni di nostalgia che mi colpirono come schiaffi.
Avevo lasciato sola la mia sorellina.
Non avrebbe più dovuto portare il biscotto alla sorella arrabbiata.
Non avrà mai più una sorella a cui confidare la sua prima cotta, il suo primo bacio, la sua prima delusione.
Non sarei più stata parte della sua vita.
E lei non sarebbe stata più parte della mia.
Non ne avevo più una.
 
-Come ti chiami? – le chiese dolcemente Harry
-Lucilla – gli rispose mia sorella prima di raccogliere un fiore e donarglielo.
-Io la chiamavo Luce, solo io lo facevo.
Era capace di donare un sorriso a tutti e di portare un po’ di luce anche alle persone in cui era radicata più oscurità.
Era la mia Luce.
Avrei fatto di tutto per lei.
Avrei dato la mia vita per salvare la sua.
-Fatti portare in camera, devi dargli una cosa da parte mia- Harry annuì
-Lucilla, ti va di farmi vedere la camera di tua sorella?
Lucilla acconsentì, prese per mano Harry e lo portò verso casa.
 
Li raggiunsi dopo pochi secondi, incantata dall’immagine di quelle due persone che si tenevano per mano, entrambe molto importanti per me.
Arrivammo in camera mia e Luce si sedette sul mio letto.
-Questa è la sua camera.
Harry iniziò a guardarsi in giro.
Era esattamente come l’avevo lasciata, apparte il letto.
Le coperte erano sfatte, sembrava che qualcuno ci avesse dormito in mia assenza, forse mia sorella.
-Apri l’armadio- ordinai al ragazzo.
Questo annuì e aprì le ante del grande armadio bianco.
-Dietro, sul fondo c'è una piccola trave di legno, sollevala.
Harry infilò una mano in mezzo ai vestiti e fece come gli avevo detto.
C’era una specie di cassetto segreto di cui solo io conoscevo l’esistenza, e ora anche loro.
-Prendi il portagioie
Il ragazzo prese il portagioie e lo aprì.
-La collana?-chiese Luce.
Harry mi guardò e io gli feci un segno di assenso.
-Si, è per te.
Quella era la mia collana preferita.
Me l’aveva regalata mia nonna prima di morire e io la custodivo gelosamente.
Luce non era ancora nata quando accadde.
Me l’aveva vista più volte attaccata al collo e, visto le occhiate che ci dava, le avevo promesso che un giorno gliela avrei regalata.
Quel giorno era arrivato.
-Voleva che la avessi tu… - gli disse Harry
-Grazie-  rispose semplicemente mia sorella indossandola
Mi sedetti accanto a lei sul letto.
Lei stava in silenzio a rimirarsi la collana tra le mani.
La guardava affascinata e aprì l’elegante ciondolo appeso alla catenina d’argento.
Dentro c’era una foto mia e della nonna.
La fissò per qualche istante e un sorriso apparve sul suo bel visino.
Harry leggendo nei miei pensieri gli si avvicinò e le accarezzala testa.
Avrei voluto farlo io ma non mi sembrava il caso.
Non sapevo se ci sarei riuscita, ma nel caso cosa avrei potuto dire ad una bambina così piccola?
-Tua sorella ti voleva bene, sai? – gli disse il riccio
-Anch’io le voglio bene- gli rispose mia sorella.
Basta, non potevo sopportare ancora questa situazione.
Stare accanto a lei senza abbracciarla era straziante.
-Andiamo Harry- gli sussurrai alzandomi dal letto e precedendoli fuori dalla casa.
 
-Ciao Lucilla, grazie- dissi a questa splendida bambina.
Non mi stava guardando.
-Non è bellissima?- disse all’improvviso.
Non capendo a cosa si stesse riferendo seguii il suo sguardo.
Stava guardando Morgana.
Che anche lei riuscisse a vederla?
Ma allora perché non aveva detto niente prima?
Morgana era seduta sopra il tettino della macchina, dandoci le spalle.
Aveva i lunghi capelli che ondeggiavano nell’aria, mossi dal vento.
Era vero.
Era bellissima.
Lucilla mi prese la mano e ci appoggiò delicatamente la collana.
-Serve più a lei – mi disse semplicemente sorridendo verso Morgana.
La guardai stupita.
Cosa sapeva lei in realtà?
-Ciao Luce- le dissi dandole un buffetto affettuoso sulla guancia.
 
 
Buonasera ragazze!
Come vi sembra questo capitolo?
Scusatemi se il capitoloè corto e fa anche un po' schifo ma dovevo assolutamente dividerlo dal prossimo!Nel prossimo succederà una cosa un po’ particolare ;)
Anche perché ormai non mancano molti capitoli alla fine!
Ringrazio tutte le fantasmine che hanno recensito, seguito, preferito e ricordato <3
Ce l’avete fatta a prendere i biglietti del concerto?
Mia sorella no…non vi dico quanto tempo c’ho messo a nascondere ogni tipo di probabile oggetto\arma contundente che avrebbe potuto usare per suicidarsi xD
No, scherzi a parte, i biglietti non ce l’ha fatta a prenderli perché li avevano già finiti…alle 10 e 20 le telefonai dal Lucca Comics e si è messa a urlarmi al telefono nemmeno fosse stata colpa mia xD Va beh sarà per la prossimo, prendiamola con filosofiaXD
Beso  :*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Consapevolezza. ***


 
Mi misi la collana in tasca e mi avviai alla macchina.
Non gli avrei dato la collana ora.
Non era il momento adatto.
E non le avrei nemmeno detto che Luce l’aveva vista.
Dopotutto la bambina stessa non aveva detto niente a Morgana.
E forse un motivo c’era.
 
Ero contenta di aver rivisto Luce.
Almeno sapevo che stava bene ed era serena.
Anche se non avevo capito cosa le avessero detto di preciso i miei genitori.
Una rumore proveniente dalla tasca di Harry attirò la mia attenzione.
Gli era arrivato un messaggio sul cellulare.
Lo lesse e rispose velocemente, senza distogliere gli occhi dalla strada.
Si girò verso di me e feci finta di guardare fuori dal finestrino.
Non volevo che pensasse che lo stessi spiando.
-Era un’amica- disse all’improvviso con aria assente.
-Non te l’ho chiesto -  gli dissi continuando a guardare fuori dal finestrino.
Era vero, non glielo avevo chiesto ma bruciavo dalla curiosità.
 
Era incredibile.
Da quando ero diventata un fantasma non facevo che provare un’emozione dopo un’altra.
Non facevo in tempo a provarne una che subito venivo travolta da un’altra.
E non sapevo se fosse un caso o fosse dovuto alla sensibilità della mia condizione.
Ora provavo un leggero bruciore, quasi inesistente, al centro dello stomaco.
Cos’era?
 
Il messaggio era di Selene.
Mi chiedeva se potevamo vederci più tardi.
Sapevo che quella proposta celava qualcos altro.
Non mi sentii in colpa quando le risposi affermativamente.
Dovevo distrarmi con qualcosa.
Dopotutto la ragazza che volevo non potevo averla.
Era un fantasma.
Non avrei mai potuto averla.
Ovviamente non lo davo a vedere a Morgana ma dentro di me ero straziato, lacerato, diviso in due.
Tra il bisogno di lei e la consapevolezza che non sarebbe mai stata mia.
 
Arrivammo alla camera d’hotel.
Eravamo soli.
Mi tuffai sul divano ed Harry mi accese la tv, senza bisogno che glielo chiedessi.
Lui andò in camera a cambiarsi.
Dopo pochi minuti sentii bussare alla porta.
-Arrivo, un secondo! – urlò il ragazzo dalla sua camera.
Curiosa di vedere chi fosse, mi avviai alla porta d’ingresso e la attraversai.
Mi trovai davanti una ragazza con dei lunghi capelli biondi.
Era molto bella.
Ma era bella di una bellezza artificiale.
Truccata come se stesse andando in discoteca.
Aveva così tanto profumo da farmi venire il capogiro e indossava dei tacchi e un miniabito.
Chi era e cosa cavolo voleva questa?
-Eccomi! Entra prego – le disse Harry sorridendole e lanciando uno sguardo a me che fissavo la ragazza.
-Chi è? – gli chiesi, ovviamente senza aspettarmi una risposta.
La ragazza intanto si avviava in camera del ricco.
Cosa era venuta a fare qua?
 
Mi bastò poco per capirlo, perché Harry la seguì e si chiuse la porta della camera alle spalle.
Tradussi quel gesto con “ Morgana restane fuori”.
Sentii il bruciore nello stomaco aumentare.
La voglia di vedere cosa stesse succedendo mi stava uccidendo.
Lo sapevo che non avrei dovuto farlo.
Ma lo feci lo stesso.
Mi affacciai alla camera di Harry ma mi ritrassi subito.
Erano entrambi sdraiati sul letto e si stavano baciando.
 
Il bruciore mi invase violentemente tutto il corpo.
Perché mi stava facendo questo?
Davanti ai miei occhi poi?
E perché io stavo così?
Il bruciore che provavo era gelosia.
Questo ormai era chiaro.
Avevo dato per scontato che Harry ci sarebbe stato solo per me.
Ma non avevo pensato che ero io ad aver invaso la sua vita, dal nulla.
Io per lui ero solo un’estranea.
Si era offerto di aiutarmi solo per gentilezza.
Purtroppo proprio per la sua gentilezza e la sua dolcezza avevo frainteso tutto.
Dopotutto io ero morta.
Cosa mi aspettavo?
Era ovvio che per lui fossi solo una parentesi nella sua vita.
Lui per me adesso significava tutto.
Ma io per lui ero niente.
Mi facevo film mentali anche da morta.
Cosa pensavo?
Che saremmo stati insieme per sempre?
Dovevo darmi una svegliata.
Ero una fottuta morta.
Ero un fottuto fantasma.
Per me non c’era futuro.
Tanto meno con lui.
 
Ero travolta dalla gelosia.
Dalla rabbia.
Dalla malinconia.
Dalla gelosia per quella ragazza che poteva toccare Harry mentre io non potevo.
Per lei che poteva baciarlo.
Sentirne il profumo.
Sentirne il calore.
Ero gelose di lei che poteva averlo.
Gelosa perché era viva.
Gelosa della sua umanità.
Non poteva essere morta lei al mio posto?
 
L’orrore di quel desiderio mi colpì in pieno.
Come potevo averlo davvero pensato?
Non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico.
Ero una persona orribile.
Chi poteva essere così cattivo da desiderare la morte di qualcun altro?
Io non ero così.
Tutte queste emozioni insieme mi stavano facendo impazzire.
Era vero che volevo essere al suo posto.
Ma non volevo che morisse lei perché ciò potesse avvenire.
Semplicemente non avrei voluto essere morta io.
Mi immaginai una realtà diverso, in cui c’ero io a baciarlo, non quella bionda.
 
 
-Vado un secondo in bagno.
La voce ovattata della ragazza mi riportò alla realtà.
Uscì dalla camera ed andò verso il bagno.
La seguii.
Si aggiustò velocemente i vestiti e si guardò allo specchio ravvivando i capelli con una mano.
-Ho proprio bisogno di una scopata- disse a voce bassa, tra sé e sé.
Una scopata.
Era solo questo per lei Harry?
Per lei che poteva amarlo, che poteva averlo, che poteva fare tutto quello che voleva, era solo una maledetta scopata?
 
La rabbia si impossessò di me.
Allungai una mano per afferrarle i capelli.
In un secondo mi sentii risucchiare e in un flash mi ritrovai a fissare l’immagine della ragazza riflessa nello specchio.
Con un movimento della mano mi spostai una ciocca di capelli dagli occhi.
La ragazza nello specchio fece lo stesso.
Oddio.
Ero io.
La ragazza non c’era più.
 
Buonasera fantasmine!
Che ne pensate di questo capitolo?
Mia sorella non si è espressa e non so se sia un bene o un male visto che comunque le fa sempre schifo quello che scrivo xD
Tornando a noi, ringrazio tutte le anime che hanno recensito, seguito, preferito e ricordato *ç*
Ringrazio Liz e le sue recensioni chilometriche ma apprezzatissime xD e ne approfitto per ricordare a tutte che sono sempre ben accette delle critiche negative, purchè costruttive ovvio xD
Non devastatemi please xD
Beso :*

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Ricerca. ***


Oddio.
Ero entrata nel corpo della ragazza.
Proprio come mi era successo con la medium.
Solo che la volta precedente la medium sapeva come farmi uscire.
Io non ne avevo la minima idea.
Non sapevo nemmeno come avessi fatto a impossessarmi di lei.
Impossessarmi di lei.
Oddio.
 
-Ehy, bionda! – dissi al bagno vuoto.
Speravo che mi rispondesse.
Speravo che potesse parlare con me come fece la medium.
-Bionda mi senti? – chiesi disperata, aspettando una risposta che avrei potuto sentire solo nella mia testa.
Dove diavolo era finita?
Non avrò mica annientato la sua anima?
Speravo di no.
Se quella ragazza non fosse più tornata nel suo corpo sarebbe stata tutta colpa mia.
Dannazione.
E ora che potevo fare?
Non potevo tornare da Harry come se niente fosse.
Ma non potevo neanche dirgli che avevo mandato l’anima della sua amichetta chissà dove.
Forse era meglio se fossi andata a cercare la medium per farmi aiutare prima che il ragazzo scoprisse quello che era successo.
Mi tolsi le scarpe per non fare rumore e aprii lentamente la porta del bagno, cercando di non farmi sentire.
-Ehy, pensavo di dover chiamare i soccorsi, non tornavi più! – esclamò alle mie spalle Harry.
Per lo spavento sobbalzai e lancia in aria le scarpe.
-Scusa non volevo spaventarti- mi disse ridendo.
Avevo il respiro affannoso e il cuore che mi batteva all’impazzata.
E ora che facevo?
Mi fingevo la bionda o gli dicevo la verità?
Non dovetti pensare troppo alla risposta perchè il riccio mi prese in braccio e si diresse nella sua camera.
Ero immobilizzata dal terrore.
Non sapevo davvero come comportarmi.
Mi appoggiò sul letto e senza indugiare si sdraiò sopra di me e iniziò a baciarmi il collo.
Oddio.
Dal collo salì verso la bocca.
Oddio.
Non riuscivo più a reistere.
Non potei far altro che infilare le mani nei suoi ricci.
Il suo dolce profumo mi inebriava.
Inspirai a fondo per riempirmi i polmoni della sua essenza.
Sentivo il calore della sua pelle scaldare la mia.
La sua lingua si intrufolò nella mia bocca con sicurezza e si intrecciò alla mia.
Ecco cosa si provava a baciare Harry.
Ecco cosa mi ero persa finora.
-Oh… Selene.
A quella parole mi bloccai.
Io non ero Selene.
Non volevo che lui pensasse che fossi Selene.
Volevo che lui mi baciasse sapendo di baciare Morgana.
Non Selene.
Era tutto sbagliato.
Non era giusto per Harry.
Non era giusto per Selene.
E infine non era giusto nemmeno per me.
Non volevo questo.
Questo era sbagliato.
Con un movimento deciso mi tolsi di dosso Harry e lo spinsi giù dal letto. 
-Che succede? – mi chiese sconcertato.
-Niente, devo andarmene – gli risposi e mi catapultai fuori dalla camera.
 
Appena arrivai in strada tra la gente respirai a pieni polmoni l’aria fredda della sera.
Dovevo assolutamente trovare la medium.
Lei avrebbe saputo cosa fare per aiutarmi.
Cercai di ricordarmi il suo nome ma non ci riuscivo, ero troppo sconvolta.
Intanto il cellulare di Selene iniziò a squillare nella sua borsa.
Lo presi in mano e lessi sul dispaly il nome di Harry.
Buttai giù la chiamata.
Mi avrebbe chiesto spiegazioni che non avrei saputo dargli.
Mi feci sfilare davanti agli occhi i nomi in rubrica per farmi venire in mente quello della medium e trovai il numero di Louis.
Evidentemente ci sconoscevano.
L'unico modo che mi era rimasto per trovare la vecchia era chiederlo direttamente a lui.
 
-Pronto? - mi rispose la voce di Louis dall'altro capo del telefono, dopo numerosi squilli.
-Ciao! Sono Selen!
-Dimmi bellezza!
-Si, allora...mi ha detto Harry che tua nonna conosce una medium. Non è che potresti darmi un numero e un indirizzo? Sai servirebbe ad un'amica di mia madre... -  gli buttai lì.
Senza farsi pregare mi diede tutti i dati necessari.
 
Arrivata all'indirizzo datomi da Louis mi presi un momento per osservare l'abitazione.
Era una gigantesca villa, di vecchia costruzione, circondata da un altrettanto enorme giardino.
Suonai il campanello e il vecchio cancello in ferro battuto si aprì.
Procedetti a passi incerti per il sentiero che conduceva alla villa.
Arrivata davanti al portone presi un profondo respiro prima di bussare ma notai che era già aperto.
Entrai in casa guardandomi intorno.
Nella casa prevaleva l'oscurità, c'era solo qualche lampada ad olio attaccata alle pareti.
Anche l'arredamento sembrava antico, con quei polverosi tappeti e quelle pesanti tende alle finestre.
Sembrava di essere finiti in un'altra epoca.
-Signora Margareth? - chiamai la vecchia. Nessuna risposta.
Lo screpitio di un focolare attirò la mia attenzione.
Da una stanza proveniva un leggero fascio di luce.
Mi affacciai per vedere se la medium si trovasse lì ma non c'era.
Mi infilai comunque nella stanza, era un salotto.
L'attenzione veniva subito catturata dal gigantesco camino scolpito nel marmo.
Davanti ad esso c'era un divano rosso scuro e una poltrona in pelle marrone e ai loro piedi un tappeto anch'esso di colore scuro.
Le pareti erano ricoperte da scaffali pieni di libri polverosi e oggetti curiosi.
Un fruscio alle mie spalle mi fece voltare di scatto e mi scappò un grido di terrore quando mi ritrovai davanti la medium.
Con i lunghi capelli bianchi sciolti che gli ricadevano sulle spalle e gli occhi vitrei, nella penombra della stanza, sembrava un fantasma.
Era terrificante.
-Bambina... cosa hai fatto? - mi chiese con quella strana voce spaventosa che pareva tutto tranne che umana.
Aveva già capito, lei poteva vedermi.
-E' pericoloso 
-Lei deve aiutarmi! Non so come sia potuto succedere, non volevo...la prego mi aiuti ad uscire da qui! - la supplicai con la voce spezzata dall'agitazione.
La medium mi posò delicatamente la mano sulla guancia e non potei fare a meno di guardare quei suoi occhi da morto.
-Oh bambina...io non posso aiutarti, non mi è permesso.
-Ma lei deve aiutarmi! Io non so cosa fare! -le urlai con le lacrime agli occhi.
-Bambina lascia questo corpo prima che sia troppo tardi?
-Che significa? 
-Se non lascerai in fretta questo corpo, l'"io" della ragazza si annienterà.


Buonasera fantasmine!
Grazie mille per le recensioni *ç*
Un grazie davvero di cuore a tutte, sono rimasta sconvolta dal vedere quante anime avevano messo la mia storia tra i preferiti e i seguiti *ç*
Che dire? Spero che questo capitolo non vi abbia deluso!
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Beso :*

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** La mamma è sempre la mamma. ***


Non poteva aiutarmi.
Se non poteva aiutarmi lei, chi altro poteva?
Sarei rimasta per sempre in questo corpo.
E per colpa mia l’anima di questa ragazza si sarebbe dissolta.
Era come se l’avessi uccisa io.
Mi sentivo tremendamente in colpa.
Come avrei fatto a vivere tutta la vita al posto suo? Fingendomi una persona che non ero?
 
Selene non rispondeva al telefono e non c’era nemmeno più traccia di Morgana.
All’inizio pensavo fosse andata a farsi un giro ma ormai erano passate parecchie ore.
Stavo iniziando a preoccuparmi e inoltre non sapevo come contattarla.
E se fosse sparita?
Se fosse terminata anche la sua esistenza da fantasma?
No. Non volevo nemmeno pensarci.
Era vero, ero stato un idiota a far venire qui Selene e a fare quelle cose proprio davanti ai suoi occhi.
Ma ero triste.
Triste perché mi ero innamorato di una persona che non avrei mai potuto avere.
Ed ero arrabbiato.
Arrabbiato perché era apparsa all’improvviso, dal nulla, aveva invaso la mia vita e mi aveva stregato anima e corpo.
Arrabbiato perché ero riuscito a trovare la persona che avevo sempre cercato quando ormai era morta e non sarebbe più potuta essere mia.
La conoscevo da poco ma era come se ci conoscessimo da sempre.
Riuscivamo a capirci anche senza parlare.
Non servivano parole tra di noi, perché uno sguardo o un gesto erano sufficienti.
Racchiudevano un universo di emozioni.
Oh, ero stato così stupido a volerla ferire.
Non se lo meritava.
 
Ero ancora impalata fuori dalla villa quando mi squillò il cellulare.
Sul display apparve scritto “ Mamma”.
Era la madre di Selene.
Non potevo ignorare anche le sue chiamate, l’avrei fatta preoccupare.
-Pronto, mamma- risposi con la voce più serena possibile.
-Tesoro dove sei? Sono uscita ora da lavoro, posso passarti a prendere così torniamo a casa insieme!
Le spiegai dove mi trovavo e dopo cinque minuti mi ritrovai davanti un suv scuro con dentro una signora bellissima e sorridente, che mi salutò con un sonoro bacio sulla guancia.
Il tragitto fino a casa mi sembrò interminabile, non aveva fatto altro che bombardarmi di domande alle quali cercai di rispondere il più normalmente possibile.
Quando finalmente arrivammo a casa raggiunsi dopo qualche tentativo la camera di Selene e mi ci chiusi dentro.
Era rosa e piena di peluche sparsi in giro, trucchi e vestiti buttati sul pavimento.
Mi lancia sul letto sfinita e un pensiero andò ad Harry.
Chissà se si era accorto della mia assenza.
Chissà se avrebbe intuito quello che era accaduto.
Decisi di farmi una doccia veloce per calmarmi e riflettere.
Fortunatamente Selene aveva a sua disposizione un bagno privato adiacente alla camera, così non dovetti uscire col rischio di incontrare sua madre.
Mi feci una doccia veloce e mi rivestii.
Mi misi dei pantaloni della tuta e una maglietta, che probabilmente non si era mai messa, e non mi truccai, come invece avrebbe sicuramente fatto lei.
 
Mi sedetti per terra a gambe incrociate in mezzo a tutta quella confusione.
Accanto a me, seminascosto dai vestiti, c’era un album di foto.
Lo presi e lo aprii.
Inizia a sfogliarlo con l’agitazione che ormai prendeva il sopravvento.
Mi stava sbattendo in faccia tutti i suoi ricordi.
La sua vita.
Che non era la mia.
C’erano foto con gli amici, a feste, in discoteca, davanti ad una pizza, al bowling.
Le cose che facevano tutti i ragazzi della nostra età.
Cose che facevo pure io.
E poi c’erano le foto con la famiglia.
Tutti stretti intorno ad un albero di natale o a tagliare il tacchino nel giorno del ringraziamento.
Dovevo restituirle la sua vita prima che fosse troppo tardi e dovevo farmi aiutare da qualcuno.
Dovevo farmi aiutare da Harry.
Non sapevo come ma insieme ci saremo riusciti.
O almeno lo speravo.
 
Scesi le scale con attenzione, cercando di fare il minor rumore possibile.
- Tesoro dove vai?
Purtroppo sua madre mi aveva sentita lo stesso e si era affacciata dalla cucina, con un grembiule addosso e le mani piene di farina.
- Esco con gli amici mamma – le dissi con un sorriso falso.
-Va bene tesoro, ma non fare tardi che lo sai che mi preoccupo.
-Ok, ciao mamma – la rassicurai voltandomi verso la porta.
-Tesoro non ti dimentichi qualcosa? – mi chiese seria.
E ora cosa avevo dimenticato?
Se avesse scoperto che in realtà non ero la figlia?
Si avvicinò a me e mi strinse forte, in un caldo abbraccio.
Inconsciamente la abbracciai a mia volta e affonaio il viso nel suo petto.
Mi ricordava la mia mamma.
Ma non lo era.
Era la mamma di Selene, che pensava di abbracciare la sua, di figlia.
Non quella di qualcun altro.
Ma non volevo spostarmi,
Non ne avevo la forza.
Mia mamma non avrebbe più potuto abbracciarmi come stava facendo lei adesso.
Mi mancava la mia mamma.
Era sempre pronta a brontolarmi.
Ma era anche sempre pronta a fare un gesto gentile per me.
Quando ero malata mi portava in camera la cioccolata calda con i marshmallow e si metteva nel letto con me a guardare un film vecchio.
Quando vedeva che avevo qualcosa che non andava si sedeva accanto a me e restava in silenzio.
Senza dire una parola, per paura di sembrare una impicciona ai miei occhi.
Semplicemente mi stava vicina.
La mia mamma non mi avrebbe più svegliato la mattina con un bacio sulla fronte.
Non mi avrebbe più rimboccato le coperte quando mi trovava addormentata.
Possibile che mi accorgessi di tutte le cose belle proprio quando non potevo più godermele?
Perché quando ero viva non mi accorgevo mai di tutto questo?
Quanto ero stata cieca.
 
Sentii bussare alla porta e andai ad aprire.
Era Selene come non l’avevo mai vista, in tuta e struccata.
-Che fine avevi fatto? – le chiedo subito.
-Scusami…è che mi ero scordata di un impegno urgente.
-Vieni, devo dirti una cosa – le dissi precedendola verso la mia camera.
-Anch’io devo dirti una cosa…ma inizia prima tu! – mi disse evidentemente agitata.
Ci accomodammo sul letto, uno di fronte all’altra.
C’era qualcosa di strano in lei, ma non riuscivo a capire cosa.
Nei capelli arruffati forse.
Nei suoi movimenti magari.
- Selene, io…
Mi fermai.
Perché un lampo azzurro attraversò i suoi occhi marroni.
Morgana.
 
 
Adorabili fantasmine!
Oggi ho aggiornato perché è il mio compleanno e fuori piove -.-“
Grazie mille per le recensioni!
Me super contenterrima! (?)
Che ne pensate di questo capitolo?
Ovviamente non potevo non lasciarvi con un altro po’ di suspence xD
Non dormo bene la notte se non faccio almeno un’azione malvagia al giorno xD
Grazie mille a tutte di cuore *ç*
Beso :*
Ps.
anche mia sorella sta leggendo la storia come voi, non le anticipo mai niente, legge i capitoli quando li pubblico e mi sta sparando ipotesi a raffica xD
Un consiglio per tutte: leggere attentamente senza mai dare niente per scontato o per sottinteso ;) Cerco sempre di impegnarmi per lasciare intendere più cose, spero di esserci riuscita xD
Continuate pure a lanciare ipotesi nelle recensioni perché è divertente vedervi arrancare nel buio muahahaha xD
Vi nvrjfdnvjkf amo u_u

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Vivresti, tu, quando la tua anima è nella tomba? ***


[Un consiglio, leggete questo capitolo con una canzone triste in sottofondo, io l'ho scritto con questa: http://www.youtube.com/watch?v=3lSDU48Pr_Q  ]

Ci misi almeno dieci minuti prima di decidermi a bussare alla porta della suite.
Non sapevo esattamente come spiegargli quello che era successo.
Come avrebbe preso il bacio di stamani dopo che gli avessi detto che in realtà aveva baciato me?
Si sarebbe infuriato?
Dopotutto mi ero approfittata della situazione.
O magari semplicemente non gliene sarebbe importato niente.
 
Bussai e non ci mise molto per venirmi ad aprire.
Sembrò stupito di trovarmi qui.
-Che fine avevi fatto? – mi chiese subito.
-Scusami…è che mi ero scordata di un impegno urgente. – gli risposi senza pensare.
-Vieni, devo dirti una cosa – mi disse precedendomi verso la sua camera.
Cosa doveva dirmi?
Doveva confessarmi di essere innamorato di me?
Innamorato di Selene.
Non di Morgana.
Non di me.
Dovevo dirgli che io non ero Selene.
-Anch’io devo dirti una cosa…ma inizia prima tu! – gli dissi agitata torturandomi le mani.
Ci accomodammo sul letto, uno di fronte all’altra.
Feci un respiro profondo e con una mano mi portai indietro i capelli.
Speravo con tutto il cuore che non stesse per dirmi che era innamorato di Selene.
Non avrei potuto sopportarlo.
- Selene, io…
E proprio nell’istante in cui iniziò a parlare mi resi conto di quanto fosse profondo quello che
provavo per Harry.
Mi resi conto di quanto lo amassi.
Era qualcosa di viscerale.
Che ti consumava l’anima.
Era qualcosa di profondo come gli abissi dell’oceano e di splendente come il sole all’alba.
Io amavo Harry.
E avrei fatto qualsiasi cosa pur di stare con lui, ora che l’avevo capito.
Anche fingere di essere qualcuna che non ero?
Quello no, perché non sarebbe stato amore.
Sarebbe stato menzogna.
 
- Selene, io…
Mi fermai.
Perché un lampo azzurro attraverso i suoi occhi marroni.
Morgana.
Morgana era dentro il corpo di Selene?
Ecco perché stamattina è scappata.
Avevo baciato Morgana.
Mi guardava in silenzio.
Con un’espressione negli occhi tipica di Morgana, non di Selene.
L’avrei riconosciuta tra mille.
Ero così profondamente innamorato di lei che avrei riconosciuto la sua anima anche dentro altri mille corpi.
Non potevo lasciarmi sfuggire anche quest’occasione.
-…Mi sono innamorato.
 
 
L’aveva detto.
Se avessi ancora avuto un cuore che batteva, si sarebbe fermato.
Spezzato.
Andato in frantumi,
Strappato e calpestato.
Si era innamorato.
Purtroppo questo corpo rivelava le mie emozioni e stavo per mettermi a piangere.
Mi prese la mano sorridendomi.
Almeno sembrava felice.
Questo era l’importante.
Io mi sarei limitata a vegliare su di lui, da lontano.
-Aspetta Harry…
Lui mi guardava in silenzio, stavolta serio.
Iniziai a singhiozzare e a tremare.
-Mi sono innamorato e…
-Harry aspetta! – gli ordinai tra i singhiozzi.
Dovevo dirgli che ero Morgana prima che confessasse il suo amore alla persona sbagliata.
-No aspetta tu Morgana e lasciami parlare.
Lo fissai a bocca aperta.
Come aveva fatto a capire che ero io?
 
-Mi sono innamorato e sto malissimo al pensiero di non poter avere la ragazza che amo. Sto male al pensiero di non poterla toccare, di non poterla neppure sfiorare. Di non poterle accarezzare quegli splendidi capelli e di non potermi perdere nei suoi splendidi occhi. Sto male perché il destino me ne ha privato prima ancora di darmela.
Vidi delle lacrime scorrerle sulle guance.
Il cuore mi batteva all’impazzata e il cervello mi pregava di prendere fiato.
-Io sono innamorato di te Morgana e allo stesso tempo ti odio. Sei apparsa all’improvviso nella mia vita e mi hai travolto come un fiume in piena, senza che io potessi farci niente.
Ti sei fatta trovare quando ormai era troppo tardi.
Lo so che non possiamo stare insieme in maniera convenzionale.
Ma io voglio stare con te.
Non voglio nessun’altra.
Farei di tutto per stare con te.
 
Chiusi gli occhi e respirai profondamente.
Avevo paura a riaprirli.
Quando lo feci non mi ritrovai davanti Selene.
Mi trovai davanti Morgana.
I suoi splendidi occhi azzurri erano pieni di lacrime che le scorrevano sulle guance tinte di rosso dall’emozione.
La sua bocca era coperta dalla mano tremante.
Una folata di vento proveniente dalla finestra spinse i suoi capelli a solleticare il mio viso e il suo profumo mi invase.
Profumava di erba e sole.
Si tuffò tra le mie braccia già aperte, pronte ad accoglierla.
La strinsi a me e sentii il calore del suo corpo.
Le presi il viso tra le mani, cercando di asciugare le sue lacrime, sollevandolo verso il mio.
-Ti amo – le sussurrai ad un centimetro dalla sua bocca.
Annientai anche quell’ultima distanza con un bacio.
Che però non arrivò.
Mi ero ritrovato a stringere l’aria.
Morgana era svanita.

“E io ho una sola preghiera –
la ripeterò finché la mia lingua si seccherà:
possa tu non trovare mai riposo fino a che io sarò in vita!
[…]
So che ci sono stati fantasmi che vagavano sulla terra.
Sii sempre con me –sotto qualsiasi forma-
portami alla pazzia!
Ma non lasciarmi in questo abisso in cui non posso trovarti!
La mia sofferenza è indicibile!
Non posso vivere senza la mia vita!
Non posso vivere senza la mia anima!”

 
 
“Credi che voglia vivere?
Che vita sarà la mia quando tu…
Vivresti, tu, quando la tua anima è nella tomba?”
 

-Cime Tempestose

 
Boooooooooom!
Si, ho lanciato la bomba!xD
Buonsalve fantasmine mie!
Che ne pensate di questo capitolo? ;)
Ahimè,  purtroppo ormai la fine è giunta, inevitabile! T.T
Mi ero davvero affezionata a questa storia ç_ç e a voi ç_ç
Ringrazio di cuore tutte per le recensioni! Vi amo <3
Ringrazio chi ha preferito,seguito, ricordato e anche solo letto! <3
Spero di essere riuscita a lasciarvi un po’ di suspence (si scrive così?Boh!xD) anche in questo capitolo u_u Per chi volesse aggiungermi su twitter @LoivissaSvitkon
Fatemi sapere ;)
A presto,
Beso :* Ps. scusate questo commento l'ho riaggiunto in seguito XD perchè dalle recensioni ho notato che molte hanno capito che la sotria è finita cosìxD ma in teoria non sarebbe finita qui, ci sarebbe un altro capitoloxD però boh, vedo che è piaciuta finita così...xD

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Fine. ***


[Vi propongo di leggere anche questo capitolo con questa canzone : http://www.youtube.com/watch?v=3lSDU48Pr_Q ]  ;)


Era passato un anno dalla scomparsa di Morgana e io ancora non me ne ero fatta una ragione.
I ragazzi avevano cercato di tirarmi su in tutti i modi, senza riuscirci.
Morgana era l’amore della mia vita.
E mi era svanita davanti agli occhi.
Proprio quando le avevo detto che l’amavo.
Pensare che non l’avrei rivista mai più mi faceva morire giorno dopo giorno.
 
Avevo deciso di tornare in campagna.
Nella casa dei nonni.
La stessa campagna nella quale incontrai per la prima volta Morgana.
Ripercorsi lo stesso sentiero fino ad arrivare al vecchio albero, circondato da un enorme prato.
Ma c’era qualcosa di nuovo.
C’era una lapide lì vicino.
Il mio cuore perse più di un battito.
Mi avvicinai lentamente trattenendo il respiro.
Sulla pietra scura c’era scritto “Morgana Adams” a lettere eleganti.
Era lei.
C’era lei che mi sorrideva da una foto incastonata nella pietra.
Il dolore mi travolse come un’ onda.
Caddi in ginocchio e scoppia a piangere come un bambino.
Gridando al vento nella solitudine di quel prato.
Non ero pronto a questo.
Non ero pronto ad un amore così.
Non te lo dicevano cosa si provava a perdere per sempre la persona amata.
Non lo trovavi nemmeno sui libri.
Come se non potesse mai succedere.
Ma a me era successo.
E mi ero perso.
Mi ero ritrovato senza niente a cui aggrapparmi.
Dovevi sopravvivere da solo agli effetti devastanti di un amore così.
E sopravvivere era l’unica cosa da fare.
Era impossibile combattere il dolore.
 
Mi sedetti appoggiando le spalle alla lapide.
Il sole stava tramontando e l’aria si era fatta più fresca.
Infilai le mani in tasca e vi trovai la collana di Morgana.
-Piccola Luce…tu lo sapevi.
Aprii il ciondolo a forma di goccia, dentro c’era una foto di Morgana.
Altre lacrime scesero a bagnarmi il viso.
-Lo sapevi che avrei voluto qualcosa di suo, che la tenesse ancora legata a me.
Mi allacciai la collana al collo e me la infilai sotto la maglia.
Un brivido mi percorse quando il freddo ciondolo arrivò a contatto la mia pelle.
 
-Morgana… - sussurrai all’aria.
Una folata di vento mi scompigliò i capelli.
Come a significare che lei fosse davvero lì ad ascoltarmi.
Anche il vento si faceva beffe di me.
-Te lo potevi  immaginare un amore così?
Di quelli che appaiono all’improvviso e ti travolgono.
Di quelli che ti colpiscono sono una volta nella vita.
E a volte si vive una vita intera senza averlo mai trovato.
Di quelli che lacerano l’anima.
Di quelli che ti straziano il cuore.
Di quelli che diventano ossessione, senza i quali non vivi.
Di quelli che danno un significato a tutto il resto.
Di quelli che ti legano.
Di quelli senza i quali poi non riesci più a vivere.
Te lo puoi immaginare un amore così, Morgana?
Un amore che mi spingerebbe ad uccidermi per raggiungerti.
Preferirei passare anche soltanto un’altra ora insieme a te, che una vita della quale non fai parte.
Mi hai abbandonato all’improvviso.
E io ora cosa dovrei fare?
Andare avanti?
Lo sai che non ci riesco.
E non voglio farlo.
Non voglio andare avanti e dimenticarmi di te.
Voglio ricordarmi di te per sempre.
Voglio stringere i miei ricordi di te e tenerli ben stretti.
Preferisco vivere in un oceano di sofferenza.
Immerso nei tuoi ricordi fino alla nausea, piuttosto che dimenticarmi di te.
Ti prego torna da me Morgana.-
Le lacrime e i singhiozzi non mi permisero più di andare avanti.
 
Mi pulii il viso con la manica del capotto, mi alzai e mi allontanai di alcuni passi.
-Ti amo Morgana. Ti amerò sempre – sussurrai rivolto verso la lapide.
Mi rigirai e mi incamminai verso casa.
 

-Ti amo Harry – dissi al ragazzo che si allontanava.

 

Chissà se il destino un giorno li farà incontrare di nuovo.
Magari tra molti anni.
Quando Harry sarà vecchio e pronto a raggiungere Morgana.
Io me lo immagino così
La cosa certa è che Morgana veglierà su Harry per tutta la durata della sua vita.

 
 
 
Buonsalve fantasmine mie :)
Questo era l’ultimo capitolo!
Che ne pensate? Spero di non aver deluso nessuno.
Mi piacerebbe avere un parere anche da chi non l’ha ancora mai dato :)
 
Mentre tutta la storia si era scritta da sola, questo capitolo è stato un parto gemellare. Ne avevo scritti due in realtà, due finali, completamente diversi tra loro e alla fine ho scelto questo.
Mi dispiace davvero tantissimo portare a termine questa storia perché mi ci ero affezionata davvero tantissimo, dopotutto è la mia ff che concludo, e ho tentato di allungarla in tutti i modi ma se avessi continuato sarei finita nel banale ed era quello che non volevo assolutamente che succedesse.
Volevo che fosse una storia originale, come nessun altra e spero di essere riuscita nell’intento.
Detto questo ringrazio di cuore tutte le anime che mi hanno sempre recensito e che mi hanno seguito.
Vi amo!
Per chi volesse continuare a seguirmi ho iniziato un’atra ff: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=241803E
questo è il mio twitter :) @LoivissaSvitkon
 
 
Un bacione immenso.
Grazie ancora di tutto :*

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Epilogo. ***


Buonsalve a tutte mie fantasmine!
No, questa non è nè un'allucinazione nè un miraggio xD
Dopo numerose minacce, ehm, richieste xD Ho deciso di accontentarvi e ho creato un epilogo.
All'inizio non volevo farlo. Aveva paura di mandare tutto a putt....
Poi però ho iniziato a tirare giù due righe e alla fine ho "partorito" questo capitolo
.
Se mi permettete, vi consiglierei di leggerlo con "Alleluja" in sottofondo ;) ( http://www.youtube.com/watch?v=y0Jh0B6ghp4 )




Le note di una canzone sconosciuta risuonarono lievi nell’abitacolo.
Mi piaceva tenere il volume basso per riuscire a sentire lo scrosciare della pioggia. Era un suono che mi tranquillizzava.
Ero appena salito in macchina. Avevo passato la serata a casa di Zayn, insieme anche agli altri ragazzi e ora stavo tornando da mia moglie.
Stavolta si sarebbe seriamente arrabbiata, era davvero tardi.
A dire la verità non aveva più né la forza né la voglia di arrabbiarsi., e chi poteva biasimarla?
A volte era come se non avesse un marito. Parlavo solo se interpellato, in casa facevo il minimo indispensabile per dimostrare la mia presenza.
 Mi rinchiudevo nel mio studio, mi sedevo sulla comoda poltrona in pelle e fissavo per ore il fuoco scoppiettante proveniente dal camino davanti ad essa. Pensavo a tutto e a nulla. Mi ritrovavo alle quattro o alle cinque del mattino ancora su quella poltrona, non accorgendomi dello scorrere del tempo.
 
Mi spostai la cintura sotto un’ascella infastidito,provocando lo spostamento del ciondolo gelato che avevo attorno al collo.
Da più dieci anni custodivo gelosamente quel ciondolo, come fosse un tesoro.
E per me lo era.
In realtà sapevo a cosa pensavo, davanti a quel fuoco.
Rivedevo nelle fiamme i fluenti capelli di Morgana.
Il suo pensiero non mi aveva abbandonato nemmeno per un secondo della mia vita.
Ripercorrevo con la mente tutti i momenti passati con lei, per quei pochi che fossero, ipnotizzato dalla danza delle fiamme.
Mi mancava.
Mi era mancata tutti i maledetti giorni della mia vita.
Era un’assenza costante. Che mi accompagnava giorno dopo giorno e mi opprimeva il petto.
Dopo dieci anni dalla sua scomparsa mi ero sposato. Con Angela.
Come suggeriva il suo nome, quella donna era un angelo, per sopportarmi.
Non che non l’amassi, sennò non l’avrei sposata, la amavo.
Ma l’amore che avevo sempre provato per Morgana rendeva l’amore che provavo per Angela quasi insignificante e superficiale.
Era orribile da dirsi, ma era così.
Non che Angela fosse un ripiego, semplicemente non era Morgana. Era una donna tranquilla, che mi lasciava passare tutto o quasi e mi amava.
Purtroppo nessuno avrebbe mai preso il posto di Morgana nel mio cuore.
A volte avevo anche pensato di raggiungerla.
Di uccidermi.
Ma poi scuotevo la testa sorridendo. Mi avrebbe ucciso una seconda volta se lo avessi fatto.
Solo questo mi aveva bloccato dal compiere quel gesto estremo.
I ragazzi credevano che mi sarebbe passata dopo un po’.
Ma non mi era mai passata.
Tuttavia a loro avevo fatto credere che quella ragazza fosse ormai acqua passata, non volevo farli preoccupare più di quanto già non lo fossero, quindi con loro mi comportavo sempre normalmente. Con l’allegria che un tempo mi apparteneva.
L’unico che forse sospettava qualcosa era Niall. Quel ragazzo era troppo sensibile. Ogni tanto mi faceva qualche domanda alle quali rispondevo evasivamente e mi aveva beccato più di una volta imbambolato, a fissare il vuoto.
Loro erano rimasti quelli di sempre. Louis era rimasto il solito Peter Pan, anche con trentacinque anni sulle spalle sembrava ne avesse quindici. Zayn era il solito narcisista. Liam il solito ragazzo equilibrato di sempre. Niall il solito dolce mangione.
 E io…non ero più stato lo stesso.
Mi sentivo come un puzzle a cui mancava l’ultime pezzo. Proprio sul cuore.
Era un costante peso sul petto. Un costante groppo in gola.
Non potevo farci niente. Era più forte di me.
 
 
La pioggia era diminuita.
Guardai l’orario sul cruscotto. Erano le 3:00.
Tardi per tardi…
Superai un ponte e parcheggiai l’auto sul ciglio della strada subito dopo di esso.
Presi il pacchetto di sigarette dal portaoggetti dentro il bracciolo e scesi dalla macchina.
Avevo anche iniziato a fumare.
Ma dovevo farlo di nascosto. Mia moglie non lo sopportava.
In pochi passi raggiunsi il ponte e mi sedetti sul muretto di pietra, lasciando ciondolare i piedi nel vuoto.
Sotto di me sentivo lo scorrere del fiume, reso violento dalla pioggia torrenziale di prima.
Mi tirai su il colletto della giacca per evitare che le goccioline di pioggia mi bagnassero il collo.
Accesi la sigaretta e aspirai.
Lasciai che il fumo mi invadesse i polmoni.
Non feci in tempo a soffiarlo fuori che una ventata lo trascinò via.
 
Non ce la facevo più.
Ero stufo della mia vita.
Se così potevo chiamarla.
Questo non era vivere.
Era sopravvivere. Ed erano due cose ben diverse.
Mi lasciavo scorrere davanti le giornate, come sabbia tra le dita.
L’unica cosa che avrei voluto fare era lasciarmi andare.
 
Lasciai cadere la sigaretta ormai terminata nell’acqua sotto di me.
 
Ed ora sarebbe stato così facile.
Bastava che mi lasciassi cadere in avanti. Sarei finito in quelle acque ghiacciate e con ogni probabilità sarei morto in pochi minuti.
Non mi costava nulla.
E finalmente avrei messo fine alla mia misera e inutile esistenza.
 
-Harry non farlo.
 
Una ventata mi spinge leggermente indietro.
Mi era anche sembrato di sentire la sua voce, ma ero sicuro che fosse solo suggestione.
Non era la prima volta che mi succedeva.
Ogni tanto la sentivo che mi rimproverava, altre che mi dava coraggio,ma era solo la mia immaginazione.
 
Se mi fossi lasciato cadere…se mi fossi buttato, avrei risolto tutto.
Avrei potuto finalmente raggiungere la mia Morgana  e mia moglie sarebbe stata libera di farsi una nuova vita e di trovare qualcuno che la rendesse felice.
Fu un gesto veloce.
Fu un gesto semplice.
Mollai la presa delle mani sul muretto e mi detti una piccola spinta con le gambe in avanti.
Dopo un secondo venni investito dal freddo pungente dell’acqua che mi circondava e mi sopraffaceva.
Era come se il mio corpo fosse punzecchiato da un milione di spilli.
La corrente mi spinse verso il fondo, dove l’acqua se possibile risultava ancora più fredda.
In pochi secondi sarei sicuramente morto.
 
Ma ero felice.
Felice che finalmente tutto sarebbe finito.
Felice perché non mi sarei più svegliato nel cuore della notte piangendo e gridando il suo nome.
Dovevo solo aspettare che le fredde braccia della morte mi portassero via con lei.
 
- Harry cosa hai fatto…
 
Era la voce di Morgana quella che risuonò all’improvviso nella mia testa.
- Sto per raggiungerti amore mio.
 
Aprii gli occhi e me la ritrovai davanti.
Il cuore mi si sciolse e un sorriso sereno mi nacque spontaneo sul volto.
Finalmente.
Dopo quindici anni.
Era bellissima come lo era sempre stata.
 
-Non mi raggiungerai Harry.
 
Cosa? Perché?
Non voleva stare insieme a me?
Non gli mancavo come lei mancava a me?
Il sorriso mi si spense lasciando spazio ad un’espressione triste e delusa.
 
- Non è ancora giunta la tua ora Harry. Ti verrò a prendere io stessa quando sarà giunto il momento.
 
- Resta con me…- la supllicai
Mi afferrò una mano e mi sentii trascinare fuori dall’acqua.
Ero disposto a vivere se lei fosse rimasta con me.
Mi sentii trascinare sopra dell’erba e poi sentii la presa sul mio braccio allentare, fino a scomparire.
Mi rannicchiai su me stesso e iniziai a tremare.
 
-Harry!
 
Era Morgana che mi chiamava?
Non riuscivo a muovermi.
Nemmeno ad aprire gli occhi.
Ero paralizzato dal freddo.
 
- Harry! Oddio.
 
Aprii finalmente gli occhi e mi ritrovai davanti Niall, bagnato fradicio.
- Harry che diavolo pensavi di fare? Sei forse impazzito? Ti sei gettato nel fiume Harry! Perché?
Sbattei le palpebre più volte confuso e poi capii.
Non avevo davvero visto Morgana.
Era semplicemente stato uno scherzo della mia mente.
In realtà era stato Niall a trarmi in salvo.
Prima che me ne rendessi conto scoppia a piangere.
Disperatamente.
-Oh Niall…mi manca così tanto… - riuscii a dirgli tra le lacrime.
Niall mi abbracciò e si mise a piangere a sua volta.
-Non devi farlo mai più…ci sono io con te...
 
 
Da quella notte non tentai più il suicidio e Niall mi stette sempre vicino come solo un vero amico sarebbe stato capace di fare.
Quel giorno capii anche che non dovevo vivere la vita come un’attesa, restando inerme.
Cose se la vita che mi lasciavo sfuggire non fosse la mia, ma quella di qualcun altro.
Dovevo viverla davvero questa dannata vita.
E così feci.
 
Arrivato alla veneranda età di 109 anni iniziai pensare che qualcuno lassù si stesse veramente prendendo gioco di me.
Ero sopravvissuto a mia moglie e a tutti i miei amici e ormai ero rimasto solo.
Nonostante tutto vivevo tranquillo.
Aspettavo la morte come una cara amica.
Da quel giorno di tanti anni fa non avevo più rivisto Morgana,tranne che qualche rara volta, nei miei sogni.
 
-Buonasera signor Harry!- mi salutò il piccolo Ricky.
Era il figlio dei vicini di casa.
- Buonasera a te figliolo – gli risposi allegramente dandogli un buffetto sulla guancia.
- Mia mamma mi ha mandato a chiederle se aveva bisogno di qualcosa.
- Ringrazia tanto la tua mamma ma dille che per oggi non ho bisogno di niente.
Tirai fuori dalla tasca un cioccolatino e lo regalai al bimbo che corse via felice.
Aprii la porta di casa, attaccai il capotto all’attaccapanni e andai in cucina per prepararmi la cena.
 
Avevo vissuto una vita irrealmente longeva e sana.
Anche nella vecchiaia non avevo mai sofferto di nulla.
Tuttavia oggi mi sentivo più stanco del solito.
Non andai a giocare a bocce come facevo quasi tutte le sere. Mi misi il pigiama, accesi la televisione e mi infilai nel letto davanti ad essa.
Senza accorgermene mi addormentai.
 
- Harry.
 
Aprii gli occhi di colpo.
E quando me la ritrovai davanti quasi mi misi a piangere.
- Morgana…
Lei allungò le braccia per invitarmi a raggiungerla e senza esitazione lo feci.
La raggiunsi e le strinsi mani tra le mie.
Stavo per chiederle cosa ci facesse lei qui, ma mi precedette.
 
-Guarda Harry.
 
Guardai il letto e vidi un vecchio che dormiva.
Quel vecchio ero io.
E non stavo dormendo.
Il petto non si alzava e abbassava regolarmente come invece avrebbe dovuto fare.
Era giunta la mia ora.
Era stato un trapasso tranquillo. Nel sonno. Senza che me ne accorgessi.
Poi guardai me stesso.
Ero tornato ad essere il ragazzo di vent’anni.
 
-Ora possiamo stare insieme Harry- mi disse sorridendomi.
 
Le sorrisi a mia volta e la baciai.
La baciai come non mi era mai stato concesso di fare.
La baciai come sognavo di fare da quando avevo vent’anni.
Ora niente ci avrebbe più separato.
Davanti a noi c’era solo l’eternità.
 
Mi prese per una mano e iniziammo a camminare tranquillamente.
Non c’era fretta.
- Dove andiamo?
- Dai ragazzi. Anche loro ti stavano aspettando sai?
La strinsi a me di nuovo e la baciai.
La mia vita era finita.
Ma qualcosa di straordinario mi stava aspettando.



*
*
*
Spero di non essere lapidata xD
Spero davvero di non aver deluso nessuno con questo epilogo.
Ci terrei davvero a sapere cosa ne pensate quindi una recensione sarebbe davvero davvero davvero gradita, anche solo per sapere che ho scritto una merdata ç-ç
Non abbiate timore (?), non mangio nessuno (?) e so accettare critiche costruttive :)
Beh...non ho altro da dire.
Concludo ringraziando tutte le fantastiche anime che mi hanno messo tra i preferiti, tra i seguiti e tra i ricordati.
Un ringraziamento speciale per tutte le dolci fantasmine che hanno commentato. Mi ero dimenticata... mia sorella mi ha registrata su ask, quindi se volete :).... http://ask.fm/MidnightChaos e su twitter sono @LoivissaSvitkon
A presto, magari ;)
Beso :*


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1312586