I Dimenticati.

di LizTheStrange
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Dimenticati. Noi non dimentichiamo. ***
Capitolo 2: *** ~ 1. Atala: Il mio lavoro è prepararvi a sopravvivere ***
Capitolo 3: *** ~ 2. Aurelius: Sogni ***



Capitolo 1
*** I Dimenticati. Noi non dimentichiamo. ***


                                    


Chi sono i Dimenticati?
Sono quelle persone che ci sono, ma a nessuno importa.
Sono quei personaggi di cui ci fa piacere leggere, ma se se ne vanno non ci interessa.
Sono quelle presenze che rendono speciale il racconto, anche senza che noi ce ne accorgiamo. Persone senza le quali la storia continuerebbe, ma non sarebbe la stessa cosa.
Persone che insieme al loro corpo, muore anche il loro ricordo.
 


Cosa fanno i Dimenticati?
Loro agiscono, soffrono, amano.
Loro sono come i nostri personaggi preferiti.
Come Katniss, come Gale, come Peeta, come Prim.
Ma, al loro contrario, tendono ad essere dimenticati facilmente.
 


Chi fa parte dei Dimenticati?
Tante persone di cui, forse, a voi non importa.
La bella Glimmer. La strana Wiress. Il piccolo Rory.
La forte Enobaria. Il sensibile Flavius. La buona Hazelle.
La sorridente Delly. La saggia Mags. Il giovane Marvel.
 E ancora Octavia, Leeg, Caesar, Thresh, Chaff, Gloss, Darius, Lavinia,
la Jackson, Boggs, Venia, Beetee e persino Ranuncolo.
 


Perché qui proprio i Dimenticati?
Proprio perché nella storia, nella fantasia, nel finale non spiccano loro.
Loro sono personaggi secondari, i dimenticati.
Ma loro ci sono. Ed è giusto che per una volta sia la pioggia a brillare sul sole. 







NdLiz: Volevo precisare che non tutti questi personaggi
sono necessariamente i più dimenticati, all'interno del fandom.
Boggs, per esempio, o Delly; sono personaggi di cui ho già letto
diverse volte. Ma ci tenevo a scriverli qui perchè
nel libro di loro non se ne parla se non quando sono fondamentali
per la storia. Aggiornerò il prima possibile.

 

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Capitolo 2
*** ~ 1. Atala: Il mio lavoro è prepararvi a sopravvivere ***


                                    


1  |  Atala  |  Il mio lavoro è prepararvi a sopravvivere

 
 

« Tra due settimane,
ventitré di voi
saranno morti.
E uno sarà vivo.
Chi, dipende da quanta attenzione
presterete nelle prossime
due settimane. »


Il mio lavoro è addestrarli.
Trasformarli in pochi giorni in macchine da guerra spietate prive della benché minima traccia di paura.
Il mio lavoro è far sì che riescano a prendere in mano qualche arma, anche se piccola, e riescano a padroneggiarla. Ad essere un tutt’uno con essa.
Senza paura. Senza timore.
A far diventare il braccio l’arma e l’arma il mezzo per uccidere.
Il mio lavoro è far uscire l’assassino che sta dentro di loro.
Chiunque siano. Da qualunque distretto provengano. Ciò che devo fare è questo.
Togliere loro la paura. Aiutarli a trasformarli in campioni, in vincenti.
In appena cinque giorni.
 

‍« Posso chiedere? »
La piccola del Distretto 11.
È così innocente. Sarà complicato vederla morire
fra solo qualche giorno.
‍« Certo. »
‍« Si possono provare anche quelle attrezzature? »
indica le sbarre che salgono
snodandosi a serpentina verso il soffitto,
appena accanto alla postazione
dell’arrampicata.
Insolito che qualcuno voglia utilizzarle.
‍« Sì. L’importante è stare attenti.
È molto probabile che, cadendo da lassù, tu ti possa procurare
una gamba fratturata a nemmeno inizio partita »
Per un istante, ho l’impressione che stia sorridendo.
‍« Non cadrò. »

 
Il mio lavoro è aiutare ventiquattro giovani, giovanissimi ragazzi;
per poi vederli cadere uno ad uno in una pozza di sangue e in un dolore straziante.
Il mio lavoro è parlar loro. Spiegare a chi non lo sa o a chi non vuole saperlo cosa dovranno fare, cosa dovranno aspettarsi.
Il mio lavoro è cercare di non affezionarmi a quei ragazzi; perché non è semplice non soffrire assieme a loro, mentre muoiono di fame, di stanchezza, di freddo.
E non poter fare nulla, se non voltarti dall’altra parte per non vedere il loro sangue che tinge piano piano anche le tue ferite. E non quelle fisiche.
Perché dal momento in cui gli Hunger Games cominciano, nessuno di chi vuol loro bene può fare qualcosa. Il Distretto, la famiglia, persino i mentori in fin dei conti non possono fare nulla per salvarli se gli sponsor non arrivano.
Il mio lavoro è prepararli a sopravvivere, perché non posso fare altro. 
 

[375]







NdLiz: Il primo capitolo. Chissà se vi piacerà. Parla di Atala, quella donna di colore che appare nel film ma nel libro viene solo citata, ricordate? So di aver tirato fuori un personaggio dai meandri della memoria, dall'angolo più remoto in cui era stato spudoratamente lasciato; ma Atala è un personaggio, è una persona, una di Capitol City, ma pur sempre una persona. Come dev'essere addestrare e parlare a quei ragazzi che dopo pochi attimi potresti veder morire? Questa è Atala. Ho deciso di andare per ordine alfabetico, così i personaggi saranno mischiati; così non vi ritroverete tre o quattro miei personaggi preferiti uno accanto all'altro xD è stato un esperimento, questo capitolo. Continuerete a seguirmi? Un grazie speciale ai recensori e a chi mi segue o mi ricorda. Siete preziosi.
 

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Capitolo 3
*** ~ 2. Aurelius: Sogni ***




2  |  Aurelius  |  Sogni.

 
 

Quando si siede sulla poltrona

del mio studio, la domanda è

sempre la stessa.

“Le va di parlare, signorina Everdeen?”

E come tutte le volte,

lei non risponde.

“Lo prendo come un no.” 

  

 

Ciò di cui tutti hanno bisogno, ciò che nutre l’esistenza di ciascuno, ciò che è l’essenza stessa della vita sono i sogni.

Credo non esista niente di più bello che soddisfare il bisogno interiore di ciasuna persona, di ciascuna ambizione, rincorrendo a poco a poco i propri sogni, con le piccole vittore, le numerose delusioni, l’appoggio di chi sa che puoi esserne capace.

È una questione di principi. Perché non esiste vento favorevole al marinaio che non sa dove andare.
 

 


“Secondo lei cosa potrebbe esserle successo, dottore?”

Sono tante le domande che si accavallano sul mio tentativo di spiegare.

Tutte uguali. Tutte piene di una preoccupazione delirante,

per il modello della rivolta, per la guerra stessa, per la paura di perderla.

E come sempre, non mi resta altro che rispondere.

“Potrebbe essere un trauma emotivo.

Potrebbe aver smesso di parlare per scelta.

Essere diventata una senza-voce.”

Ammiro il coraggio di quella ragazza.

Io non riuscirei mai a fare ciò che ha fatto, nemmeno una parte.

“C’è qualche cura?”

“Dev’esserci qualche cura.”

Altre voci fastidiose, che cercano invano di attirare la mia attenzione.

“Oh, certo che c’è. Possiamo…” interviene uno degli infermieri.

E infine capisco ciò che mi ha spinto ad accettare di aiutare la ragazza che

dorme nel lettino qui accanto. Avere l’opportunità di aiutare una persona.

Poiché sin da piccolo era stato quello il mio sogno. Aiutare, salvare una vita.

Essere capace di vedere un sorriso su di essa.

“No. Non potete niente. Lasciatela in pace.

È tutto ciò che potete fare in questo momento.” 

 


Credo che tutti nella vita abbiano avuto dei sogni, grandi o piccoli che essi fossero.

Grandi per i bambini, che ancora non conoscono la vita e sperano un giorno di poter salvare il mondo come il loro eroe preferito; o diventare una principessa a cavallo di un unicorno bianco in un castello incantato. Ma a poco a poco i sogni si rimpiccioliscono; mentre invece noi cresciamo; e perdono il loro significato, il loro scopo.

E allora, un uomo di mezza età si ritrova con il desiderio più grande pari a non dover più vedere la suocera, o che il presidente della repubblica si ritiri. Non sogna più una famiglia felice, perché i suoi genitori sono separati e vede la realtà come qualcosa capace di distruggere. Non sogna più il lavoro perfetto, perché sa che è complicato al giorno d’oggi ottenerlo, soprattutto con Capitol City.

E così, i sogni diventano qualcosa di secondario nella sua vita.

Com’è accaduto a me. Nessuno sa, né probabilmente mai saprà, che avrei sempre voluto fare il pompiere.

 

[461]







NdLiz: OK! Buone notizie! Ho ufficialmente FINITO con i personaggi stra-super-iper-dimenticati, almeno per un po'. E mi scuso anche per l'enorme ritardo :( dato che avrei dovuto aggiornare la sera di Halloween. Probabilmente non c'è nessuno che si ricorda di Aurelius (XD), quindi vedrò di darvi una rinfrescatina: vi ricordate lo psicologo di Katniss dalla morte di Prim (ç__ç), che lei avrà citato due o tre volte al massimo in tutta la storia? Bene. è lui. Ma vi prometto che il prossimo sarà più conosciuto come personaggio, assolutamente. E forse anche più interessante. Spero di non avervi annoiato troppo. Ciò che racconta il dottore naturalmente è riferito alla sua esperienza (siamo prima della fine della guerra), e al fatto che si penta di non avere avuto l'occasione d'inseguire i suoi sogni. Ho riscritto questa storia diverse volte, ma ancora non mi soddisfa... non so, ditemi voi. E ora lo spazio dei ringraziamenti e dei saluti: un grazie speciale a Roxar, che con tutte le sue belle parole mi ha fatto piangere; ad Ariii, a cui presto risponderò e andrò a recensire la storia su Rotella (*______*); a Roby che mi sostiene sempre e a cui voglio tanto bene e naturalmente a tutti quelli che mi hanno messa nelle preferite, nelle seguite (quanti, ragazzi *_*!!), o semplicemente nelle ricordate. Grazie davvero. Alla prossima con la mia lettera preferita: la B.

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