That's what makes me happy

di lallinachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questo mondo di note ***
Capitolo 2: *** Confidenze ***
Capitolo 3: *** Novità ***
Capitolo 4: *** Fight! ***
Capitolo 5: *** Chiamate ***
Capitolo 6: *** Dopo il contratto si festeggia! ***
Capitolo 7: *** Che casino ***
Capitolo 8: *** Scelte ***
Capitolo 9: *** Change ***
Capitolo 10: *** Confusione ***
Capitolo 11: *** Taking Care ***
Capitolo 12: *** Beach e parole affini ***
Capitolo 13: *** This is where we start ***



Capitolo 1
*** Questo mondo di note ***


**Questa FF gironzola nella mia testa da ben... uhm.. non so, comunque da un bel po'...
ho letto un bel po' di FF in giro e non vorrei star rubando idee a nessuno anche se sto veramente facendo di tutto perché questo non accada...
Detto questo  posto il primissimo capitolo e spero che vi piaccia...**
-Allora? Hai studiato?- la professoressa osservò con fare seccato la ragazza che si nascondeva dietro alla cascata di capelli corvini, chiedendosi quanto tempo dovesse perdere per ottenere una risposta più che ovvia.
-Lo prenderò come un no... torna pure a posto- Alex sospirò trascinando la sedia al posto ed appoggiando la testa al banco con fare seccato.
-Un altro tre! Verrà bocciata quest'anno, ne sono sicura!- la ragazza alzò la testa dal banco solo per piantare lo sguardo in quello di chiunque avesse parlato.
-Alex! Continui a parlare?- lei sbuffò appoggiando la testa al banco ed attese la fine della giornata in silenzio, assorta dalla musica che si rincorreva nella sua mente in continuazione.
-Alex! Li stai scrivendo si o no i compiti?- sobbalzò sorpresa per poi fingere il singhiozzo per non farsi beccare, il solito trucco che usava dalle elementari.
-Certo...- la professoressa fece per avvicinarsi a controllare ma fu più veloce, chiudendo di scatto il diario e l'astuccio sull'esatto suono della campanella.
-A domani!- Alex annuì scattando verso la porta mentre finiva di fare la cartella.
-Alex! Non si corre per i corridoi! Ti si solleva tutta la gonna!- le urla del preside furono caldamente ignorate dalla ragazza che si limitò a tenersi la gonna con una mano mentre sfrecciava attraverso i corridoi.
Appena fuori si fermò di colpo davanti a sua sorella minore che la osservava in silenzio, sul viso la stessa espressione scettica che le riservavano i suoi genitori ad ogni cambio di colore di capelli, la stessa espressione che le veniva riservata da tredici anni ogni volta che chiedeva di poter seguire il suo sogno. Era sempre stata una bambina dalle idee chiare, fin da quando aveva cinque anni aveva smesso di sognare di essere una principessa o qualcosa di simile e si era innamorata della musica. A quattro anni era stata quasi obbligata a fare il corso di pianoforte e danza con sua sorella maggiore e ora era l'incubo dei suoi genitori con il suo modo di fare così diverso da come la volevano loro.
-Hai di nuovo corso per i corridoi, vero? Lo dirò alla mamma!- Alex sbuffò seccata e resse gli occhi color del ghiaccio di sua sorella che cercavano di perforarle l'anima.
-Carino da parte tua Annie... vai a casa da sola, io ho da fare...- Annie arricciò le labbra con aria seccata per sfoderare il suo miglior sguardo assassino.
-Ma... hai promesso di accompagnarmi!- la sorella maggiore fece spallucce e fece per voltarsi ma una mano le afferrò il polso.
-Che manine tozze che hai Annie! Lasciami, ho da fare ti ho detto!- Annie lasciò andare il polso della sorella come se fosse di lava e le lanciò un ultimo sguardo prima di voltarsi.
-Le mie mani sono fatte per studiare e più avanti per operare, le tue al massimo per suonare!- Alex si mise le cuffie senza nemmeno degnare la sorella di una risposta.
Annie rimase allibita a fissare la sorella che se ne andava come se non le avesse appena parlato. Era così odiosa quando faceva così, quasi più odiosa di quando non si decideva ad esprimere nemmeno un'emozione mentre i suoi genitori le strillava contro, quasi più odiosa di quando non le diceva nemmeno brava par i suoi voti. Alex era odiosa, ecco la definizione appropriata per sua sorella. Odiosa nel suo essere una delle più alte della famiglia con il suo metro e settantatré, odiosa nell'avere il fisico più atletico, formato da quattordici anni di danza, odiosa nell'avere gli occhi più azzurri della famiglia, completamente diversi sa quelli tendenti al verde del resto della famiglia e soprattutto era odiosa nell'essere la continua causa di litigi che portavano suo padre a stare il più lontano possibile da casa. Anche Alex sapeva benissimo di essere odiosa e se ne fregava, divertendosi a far innervosire chiunque le fosse accanto con il suo fare scostante e quasi sempre privo di emozioni. La ragazza alzò lo sguardo dal suo ipod giusto in tempo per non scontrarsi contro un gruppo di ragazzine che stavano ammirando un cartellone.
-Ehi! Mi hai quasi travolta!- Alex osservò la ragazzina dai boccoli castani per qualche istante.
-Hai detto bene: quasi!- la ragazzina fece per rispondere ma l'altra fu abilmente placcata da una cascata di capelli, rossi come una ciliegia.
-Aya, cosa ci fai qui, pensavo fossi già alla sala prove!- la ragazza sorrise e si sporse dall'alto del suo metro e cinquanta per raggiungere la guancia di Alex e darle un bacio.
-Ti volevo fare una sorpresa e... bella divisa, non hai freddo?- Alex sospirò stringendosi appena nella giacca.
-Giusto un pochino... hai pranzato? Finirai per dimagrire ancora... già sei minuta di tuo!- Aya sospirò mettendosi in punta di piedi e gonfiando il petto per apparire più grossa.
-Io non sono per niente minuta! E poi con questi capelli la gente mi vede e non mi travolge! Oltretutto vorrei sottolineare che sei tu quella troppo alta- Alex evitò di sottolineare che anche lei era decisamente troppo bassa, persino per la Corea fatta di donnine tutto sommato minute.
-Come vuoi, adesso andiamo, sono ben due giorni che non vado in sala prove...- l'amica sorrise divertita saltellandole al fianco ed inondando l'aria di euforia mentre l'altra la osservava con aria scettica.
-Cosa mi sono persa? Sembri un elfo!- Aya sorrise mettendole in mano un pacchettino pieno di fiocchetti e fronzoli vari.
-Vivi in Corea da un anno! Ho questo regalo da quando avevo cinque anni quindi non ti sorprendere se è un po' infantile... solo che è la prima volta da anni che rimani per così tanto tempo!- Alex sorrise aprendo il pacchettino e trovandoci dentro uno di quei giochini che andavano tanto di moda quando erano piccole.
-Grazie! A cinque anni non aspettavo altro! Magari adesso lo tengo in un cassetto, eh!- l'amica sorrise saltellandole al fianco, ancora euforica.
-Lo sai vero che oggi dobbiamo lavorare?- sboom! Alex sbatté un paio di volte le ciglia per poi voltarsi con aria sorpresa verso la rossa.
-Ecco perché non sei in sala prove! Abbiamo il turno!- Aya annuì sorridente ed aprì la porta del bar in cui lavoravano.
-Oggi truccatevi, c'è un intervista con non si sa chi e il capo vuole che tutte siano tirate a lucido!- Alex sospirò andando negli spogliatoi e mettendo giù lo zaino.
-Un'altra intervista? Con chi è oggi?- la rossa sospirò mordicchiandosi un labbro.
-Uhm... se ti dico che ho visto tua sorella entrare con un gruppo di amiche?- il mascara cadde dalle mani di Alex per la sorpresa.
-Oh, no! Oh, no!-  l'altra ghignò infilando la canottiera bianca nei corti pantaloncini a vita alta della divisa da lavoro.
-E invece sì... proprio loro. Hai più mascara sull'occhio destro!- la mora sbuffò finendo di truccarsi gli occhi e passandosi il rossetto rosso fuoco sulle labbra.
-Cambiati, se sono già tutte pronte vuol dire che arriveranno tra pochissimo... hai visto la mia ballerina destra?- Alex osservò Aya vagare per lo spogliatoio come un nano da giardino impazzito.
-Hai controllato sotto il divanetto?- la ragazza controllò alla svelta sotto il divano e dopo prese a saltellare esultante, alzando la scarpa come se fosse un trofeo.
-Perfetto, io ho finito... ma scusa, non sarebbe il caso di mettere la canottiera dentro i pantaloncini?- Alex si guardò per qualche istante, indecisa su cosa fare
-Uhm... forse hai ragione... ecco, adesso usciamo- Aya sgambettò attraverso il locale per poi andare al suo posto dietro il bancone mentre la mora si preparava a servire i tavoli e si avvicinava al tavolo di sua sorella con aria minacciosa.
-Tu, piccola lattante, se sento- -OH MIO DIO SONO LORO!- il discorso di Alex si rivelò inutile, ormai loro erano entrati e il pandemonio si stava scatenando.

**rileggendo ho notato che il capitolo non era proprio scritto benissimo... ho cercato di salvare il salvabile**

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Capitolo 2
*** Confidenze ***


Salve... ecco il secondo capitolo, la storia è ancora abbastanza contorta ma spero di essere riuscita a scriverla in modo quanto meno leggibile... ringrazio davvero tantissimo le persone che si sono prese la briga di leggere il primo capitolo, grazie mille! Posso chiedervi un favore? Mi lascereste una recensione? anche solo per dirmi che non vi è piaciuta o che scrivo male, mi fareste comunque molto felice... grazie mille e buona lettura :)


Alex sbuffò avvicinandosi all'entrata ed osservando per qualche istante i cinque ragazzi che sorridevano alle ragazzine che li avevano circondati brandendo penne e blocchetti.
-Ok, lo spettacolo è finito, non disturbate i clienti! Vi accompagno al tavolo...- Aya sorrise davanti all'epico menefreghismo che Alex aveva sviluppato in nemmeno un mese.
Se la prima volta che aveva visto qualcuno di famoso entrare era quasi svenuta, bisognava però contare che si trattava del suo idolo fin dai cinque anni, ora si limitava ad accompagnarli al tavolo e trattarli come un qualsiasi cliente, niente di più e niente di meno. La sua frase tipica era: “sono clienti come tanti altri, anzi, a volte sono anche più antipatici!”
-Siete fantastici!- la ragazza fulminò con lo sguardo un'amica di sua sorella che si stava sbracciando per farsi notare e scortò i ragazzi al tavolo, facendoli accomodare.
-Volete prendere qualcosa da bere o aspettate?- osservò per qualche istante il ragazzo dai capelli azzurri che parlottava con gli altri, cercando di ricordarsi il nome di almeno uno di loro.
-Vorremmo solo una bottiglia d'acqua naturale...- lei annuì e si voltò come se nulla fosse.
-Sorellina, ti prego, ti supplico, fai portare a noi i bicchieri!- la mora si sfilò velocemente dalla presa di sua sorella.
-Non se ne parla nemmeno, non rischierò il lavoro perché tu sei un'esaltata... fatti fare un autografo veloce e poi stai zitta e buona al tuo posto, non puoi dare fastidio a tutti i clienti!- Annie annuì seccata tornando al suo tavolo e mettendosi a parlottare con le sue amiche.
Alex invece prese l'ordinazione di un altro tavolo e servì velocemente tutti i tavoli.
-Per qualsiasi cosa chiedete pure a me...- i ragazzi annuirono con il tipico sorriso che Alex aveva imparato a classificare come il sorriso da celebrità, forzato nel suo essere perfetto.
La rossa fece cenno ad Alex di avvicinarsi e le passò un blocchetto con aria leggermente imbarazzata.
-Puoi chiedere un autografo a Taeyang? Adoro come balla!- Alex sbatté un paio di volte le palpebre con aria confusa e si voltò ad osservare i cinque ragazzi in attesa dell'intervistatore.
-Quello con i capelli rasati ai lati e la cresta in centro... Taeyang, quello che balla! Come puoi non conoscerlo?- Alex sospirò alzando un sopracciglio con aria scettica.
-Certo, io conosco ogni singolo nome di ogni singolo cantante, attore, modello o chiunque sia che è famoso in ogni singolo paese in cui ho vissuto... mi sembra ovvio- l'amica sbuffò spingendola verso il tavolo e voltandosi verso un cliente per servirlo.
La mora camminò tranquillamente verso il tavolo ed appoggiò il blocchetto sul tavolo osservandoli in silenzio per qualche istante. I nomi li conosceva ma non sapeva associarli alle facce.
-Ehm... mi serve l'autografo di Taeyang per la mia amica- indicò con la testa Aya che osservava di sottecchi la scena mentre riempiva fino all'esagerazione un bicchiere di vino.
-Sono io! Come si chiama?- Alex sospirò grattandosi la testa, imbarazzata.
-Aya... scusa per il disturbo- il ragazzo, a cui ora aveva associato il nome di Taeyang, sorrise con il sorrisetto da star e le ridiede il blocchetto con tanto di dedica.
Appena Aya lo prese in mano stampò un bacio sulla guancia di Alex e sorrise leggendole la dedica ad alta voce.
-Ad Aya, con affetto Taeyang! Non è adorabile?- Alex sospirò ripulendosi il rossetto dalla guancia con il dorso della mano e facendo spallucce.
-È il suo lavoro essere adorabile, no? Quello lì vuole da bere, l'autografo lo adori dopo...- la ragazza annuì sfoderando il suo sorriso più adorabile e si voltò verso l'uomo che la aspettava da almeno dieci minuti.
-Alex, qui vorremmo da bere!- la mora osservò l'uomo che le stava parlando, un signore di mezza età che andava a prendere un caffè al bar ogni pomeriggio ed ogni volta chiacchierava un po' con Alex, esaltato dal carattere a tratti misterioso della ragazza, identico a quello di sua figlia quando era più giovane. Ovviamente chiunque pensava male ma Alex se ne fregava e si ritagliava anche qualche secondo per chiacchierarci, pensando a come sarebbe stato se quello fosse stato suo padre.
-Arrivo Signor Shen!- l'uomo annuì e si sistemò la cravatta facendole l'occhiolino divertito.
-Cosa c'è Alex? Oggi sembri annoiata!- lei annuì prendendo nota dell'ordinazione dei colleghi del signore e poi lo osservò per qualche istante mentre attendeva che ordinasse un caffè macchiato.
-Per me un caffè macchiato bello caldo... ormai comincia a fare fresco... allora, non dici al tuo amico un po' troppo avanti con gli anni che cosa passa per la tua testolina arruffata? Se vuoi dopo ti offro una cioccolata calda, a mia figlia piaceva moltissimo- Alex segnò il caffè macchiato.
-Le manca molto, vero? Ne parliamo dopo magari, ora devo gestire un gruppo di ragazzine strillanti- il signor Shen annuì e riprese a chiacchierare con i suoi colleghi mentre la ragazza prendeva le ordinazioni degli altri tavoli ed ignorava le occhiatacce di Aya.
-Quello è troppo vecchio per te! Dovresti cercarti uno della tua età...- la mora sospirò passandole il foglio con le ordinazioni.
-Ti ho già detto che non siamo amici in quel senso, anche se nessuno ci crede- l'amica alzò un sopracciglio con aria scettica e le passò le ordinazioni in fretta, osservandola mentre le metteva sul vassoio con la stessa espressione che avrebbe avuto se avessero appena parlato del tempo per poi servire i tavoli alla svelta e appoggiarsi alla parete affianco al tavolo dell'intervista con l'aria di chi non ha la minima voglia di fare qualsiasi cosa.
-Altra acqua, veloce!- la mora si voltò di scatto verso l'intervistatore che le sventolava sotto il naso la bottiglia vuota, fulminandolo con lo sguardo, fregandosene alla grande del fatto che fosse un cliente pagante.
-Come sei educato! La mamma non ti ha insegnato a comportarti bene? Naturale o frizzante?- gli sguardi dell'intervistatore e dei cinque ragazzi erano impagabili.
-Ehm... scusa... naturale, per piacere- Alex annuì ignorando gli sguardi sorpresi e portò loro una bottiglia d'acqua.
-Ecco fatto, qualsiasi cosa chiamatemi- loro annuirono ed Alex tornò ad appoggiarsi alla parete mentre ascoltava sommariamente l'intervista, conscia che in realtà sarebbe dovuta essere a lavoro.
-Sì, saremo la giuria alle audizioni per i ballerini, siamo molto emozionati, soprattutto Taeyang che sta curando personalmente la coreografia- la ragazza si voltò di scatto cercando di darsi un contegno.
-Beh, ovviamente l'unico che non ne è entusiasta è il nostro coordinatissimo TOP che non ama molto l'idea di dover giudicare qualcuno che sarà sicuramente migliore di lui- Alex si azzannò un labbro mantenendo lo stesso sguardo distaccato e si avvicinò ad Aya, camminando rigida come un soldatino.
-Audizioni, loro saranno la giuria, ne sapevi qualcosa?- la rossa si guardò intorno con aria imbarazzata e colpevole.
-Ehm... ecco... in realtà ho già cominciato a prepararmi perfezionando tutti i passi che posso...- Alex andò all'indietro sfoderando la sua espressione più fredda ed annuì in silenzio, senza abbassare lo sguardo, semplicemente di colpo sembrava essersi congelata.
-Non te l'ho detto perché avevo paura che ti cacciassi nei guai con i tuo genitori come l'ultima volta, capisci? Non voglio vederti in un casino simile di nuovo...- Alex si passò una mano tra i capelli sospirando ed annuì.
Tutto sommato Aya aveva ragione, l'ultima volta i suoi genitori l'aveva quasi sbattuta fuori casa, forse era il caso di stare tranquilla.
-Non è nulla, tranquilla... tanto è molto probabile che non sarei andata comunque... devo cominciare a prepararmi per entrare a medicina...- Aya annuì sorpresa.
-Medicina? E la scuola di arte?- Alex fece spallucce e decise di tagliare corto per andare a vedere se qualcuno aveva bisogno di aiuto.
-I miei genitori non mi lascerebbero mai, se riesco a mettere via abbastanza soldi me la pago da sola ma per ora non sono nemmeno a metà della prima retta...- Aya annuì sorpresa osservandola camminare attraverso il bar con il sorriso più falso della terra mentre serviva i tavoli ed ascoltava i complimenti dei clienti più giovani.
Le ore passarono velocemente e si fecero le sei, la fine del primo turno.
-Aya, vai a fare le prove, io mi sa che rimango qui ancora un po', esco solo per una pausa- Aya annuì ancora leggermente scossa dalla notizia sull'università.
La mora guardò il locale per qualche istante, notando con sua sorpresa che dei cinque ragazzi era rimasto solo quello a cui aveva chiesto l'autografo, ora seduto davanti ad una ragazza che appariva piuttosto seccata. Non si era nemmeno accorta che i ragazzi se ne erano andati, non si era nemmeno accorta del bigliettino che sua sorella le aveva messo in tasca. Sospirò leggendo il bigliettino alla svelta, il solito bigliettino minatorio con su scritto di non arrivare a casa tardi o avrebbe detto alla mamma che aveva corso per i corridoi, solita amministrazione. Con un sospiro uscì sul retro, trovandosi davanti una palletta di pelo.
-Ehi, ma tu mi segui ovunque?- si sentiva leggermente idiota a parlare con un cucciolo per strada ma erano due settimane che lo trovava sempre in giro e ci si era quasi affezionata.
-Più tardi ti porto da mangiare... anzi, vieni dentro- si accovacciò lasciando che il cucciolo le annusasse la mano scodinzolando per poi prenderlo in braccio e portarlo nello spogliatoio, pregando che non facesse casino.
-Tu stai fermo qui e non fare casino...- detto questo tornò nel bar lavandosi le mani alla svelta ed osservando i pochi tavoli ancora pieni per poi avvicinarsi al tavolo del signor Shen.
-Allora, non hai nulla da raccontarmi? Nemmeno se ti offro una cioccolata calda?- si mise a sedere al tavolo ormai vuoto.
-Nulla... lei ha sentito sua figlia? Deve essere dura sapere che è così lontana...- il signor Shen annuì.
-Un po', però ho una bella notizia, probabilmente a breve avrò un incontro importante proprio a New York e la passerò a trovare... stavo pensando di farle un bel regalo, tu cosa suggerisci?- Alex ci pensò un paio di secondi, seriamente assorta.
-Secondo me le piacerebbe un bel libro... i libri sono sempre belli se sono quelli giusti!- l'uomo annuì pensando ad un titolo da regalare alla figlia.
-Oggi finisci di nuovo alle nove? Non è un po' tardi per una ragazzina della tua età?- lei fece spallucce avvicinandosi alla casa che era stata misteriosamente abbandonata.
-Sono stata per strada ad orari peggiori... cosa deve pagare signorina?- la ragazza che si era avvicinata alla cassa si asciugò gli occhi pieni di lacrime con movimenti veloci, spargendo il trucco su tutto il volto.
-Un caffè americano...- Alex annuì facendo alla svelta il conto e constatando che quelle erano decisamente lacrime di rabbia a giudicare dal profondo solco che si era formato tra le sopracciglia aggrottate della ragazza.
-Ecco il resto, grazie e arrivederci!- Alex cercò di non rispondere al medio che ricevette in tutta risposta e si avvicinò al tavolo per ripulirlo ma, con sua grande sorpresa, lo trovò occupato da un ragazzo quasi in lacrime e con le mani tra i capelli.
-Ti prego, dimmi che non ci sono fotografi- Alex si guardò intorno sorpresa e notò un paio di uomini con delle enormi Canon che cercavano di fotografare il ragazzo.
-Alzati, ti porto nella sala dello staff- il ragazzo alzò lo sguardo sorpreso e notò come lei gli stesse facendo letteralmente da scudo, impedendo ai fotografi di inquadrarlo.
-Allora? Ti muovi o devo lasciare che mi fotografino il sedere ancora a lungo?- il ragazzo sorrise appena, ancora scosso, e la seguì tirandosi il cappuccio per nascondere gli occhi già arrossati.
-Ecco qua, qui non possono fotografarti... ma che brutta bestiaccia che sei! Quelle erano le mie scarpe!- Alex sbuffò ignorando lo sguardo confuso del ragazzo ed afferrò il cucciolo, prendendolo in braccio.
-Era così necessario masticarle? Brutta belva... ehm, scusa...- si grattò la testa imbarazzata -Taeyang, vero? Vuoi una cioccolata calda? La cioccolata aiuta sempre- il ragazzo sorrise appena, uno di quei sorrisi che fai per evitare di scoppiare a piangere di colpo.
-Davvero non sai il mio nome? Comunque mi piacerebbe una cioccolata ora...- Alex annuì rimettendo il cane per terra ed andando verso il bar per preparare una cioccolata calda.
-Ti occupi tu di questo lato? Io di là ho un cliente parecchio importante- Jou annuì facendole l'occhiolino e sistemandosi la cresta che lei un tempo aveva adorato.
Ci si mise davvero d'impegno per fare la cioccolata, tanto che ci mise persino un marshmellow oltre alla panna e tutti i fronzoli, cose che aveva imparato nei sei mesi che aveva passato in America a nove anni.
-Eccoti la cioccolata... è molto calda, stai attento- il ragazzo annuì ed Alex si mise a sedere in silenzio al suo fianco sul divano.
-Non dirlo a nessuno, sarebbe un grosso problema- Alex sbatté un paio di volte le ciglia, confusa.
-Cosa? E poi a chi dovrei dirlo?- Taeyang sospirò mordicchiandosi un labbro.
-Sarebbe un problema se saltasse fuori che ho avuto la ragazza e, soprattutto, mi ha mollato... io... non credevo sarebbe finita così- Alex si massaggiò la fonte con aria imbarazzata mentre osservava il cucciolo trotterellarle intorno.
-Voi idol siete strani... mi hai appena detto di non dire nulla a nessuno e poi ti metti a raccontarmi le tue cose privare... mistero... comunque se vuoi sfogati- Taeyang aggrottò le sopracciglia continuando a sorseggiare la cioccolata bollente.
-A volte non sopporto le fan... spero tu non sia una di loro- la mora fece spallucce, totalmente indifferente all'insulto che il ragazzo credeva di averle rivolto.
-Tranquillo, seguo poco la musica di qui...- dire che Alex era persa era un eufemismo, non aveva la minima idea di che cosa stessero parlando e soprattutto le sembrava assurdo che di colpo si trovasse a dover consolare quello che in realtà era un perfetto sconosciuto.
-Non ci posso credere- la ragazza arricciò le labbra e fece per andarsene, annoiata dalla conversazione senza capo ne coda, ma ogni sua singola convinzione crollò quando vide le lacrime scorrere attraverso le dita del ragazzo.
-Oh... ehm... ecco... deve essere scema, sono pochi i ragazzi che piangono per le ragazze- il ragazzo scosse la testa mordicchiandosi un labbro e dandosi più volte dell'idiota per star perdendo il controllo come se fosse davanti alla sua famiglia e non ad una perfetta sconosciuta.
-Non è scema, ha ragione! Tra lei e le fan, lei doveva venire prima!- Alex sobbalzò sorpresa dalla piega assurda che stava prendendo la chiacchierata e rimpianse le chiacchierate molto più semplici che aveva intrattenuto un paio di volte con una certa Park Bom, decisamente più facile da gestire visto e considerato che l'unica cosa che chiedeva era una cioccolata e dove si tingeva i capelli.
-Uhm... ma è il tuo lavoro, no? E poi immagino sia tipo il sogno della tua vita- lui scosse la testa azzannandosi il labbro e continuando a darsi dell'idiota per l'autocontrollo che era andato a finire chissà dove, rimpiazzato dalle lacrime che scendevano brucianti tra le sue dita.
-Lei valeva di più...- la mora sospirò mettendosi in piedi e spostando la tazza di cioccolata per evitare che finisse a terra o sarebbe toccato a lei ripulire tutto.
-Passerà, tutto passa...- nemmeno controllò cosa stesse facendo il ragazzo, si limito a sedersi a terra e giocherellare con il cucciolo tutto arruffato.
-Anche io ho un cane- Alex abbozzò un sorriso, riuscendo solo a sembrare tremendamente falsa, una specie di maschera venuta male.
-Non è mio, mi segue da un po'...- eccolo finalmente, il primo sorriso vero che aveva visto sul volto di una persona famosa.
Era stato poco più di un istante, giusto il tempo di passare dal divano a terra per giocare con il cucciolo ma Alex l'aveva visto benissimo. Infondo lei era brava a capire cosa provavano le persona e un sorriso come quello, di quelli che li vedi una volta e speri di rivederli centinaia di volte per quanto sono puri, li aveva visti pochissime volte.
-Ti piacciono molto i cani, eh? Come si chiama il tuo?- Taeyang sorrise giocherellando con il cucciolo per qualche istante.
-Boss, è un boston terrier- Alex annuì cercando di ricordarsi come fossero fatti quei cani.
-Sono quelli con il naso schiacciato e le orecchie all'insù, vero?- lui annuì divertito, continuando a giocare con il cagnolino, ringraziandolo mentalmente per averlo distratto.
-Lo vuoi tu? Io non posso tenerlo e non mi va di lasciarlo per strada... sembra molto piccolo...- Taeyang osservò il cucciolo per qualche istante.
-Anche la mia ragazza mi voleva far adottare un altro cane, sai?- lei sbuffò afferrando il cagnolino ed appoggiandolo sulle sue gambe.
-Dovresti smetterla di pensarci, ormai è andata- il ragazzo annuì sorpreso.
-Forse hai ragione... comunque non lo vuoi tenere? È una bella razza, levriero afgano- la ragazza fece spallucce annoiata e prese ad accarezzare il cucciolo.
-Forse... tanto non sarebbe la prima volta che faccio arrabbiare i miei... comunque qual'è il tuo vero nome? Mi sento strana a chiamarti per nomignolo- Taeyang sorrise appena, divertito da una domanda così semplice eppure così rara.
-Mi chiamo Young Bae... e tu?- Alex ripeté mentalmente un paio di volte il nome prima di decidersi a dargli il suo.
-Io sono Alexia ma ti supplico di chiamarmi Alex, solo la mia famiglia mi chiama per nome, è inquietante- Young Bae annuì rimettendosi in piedi e passandosi il dorso della mano sugli occhi ancora arrossati.
-Ti prego davvero di non dire nulla a nessuno, ti ripagherò in qualsiasi modo- Alex annuì per poi elaborare alla svelta un piano malvagio nella sua mente contorta.
-Qualsiasi cosa, eh? Uhm...- si beò per un paio di secondi dello sguardo impaurito del ragazzo per poi fare spallucce -Non mi serve nulla, se non parla il cane non parlerà nessuno...- Young Bae annuì divertito, osservando per qualche istante la ragazzina.
Non doveva avere nemmeno vent'anni eppure a tratti sembrava più matura di lui, allegro venticinquenne piagnucoloso.
-Mi hai quasi fatto prendere un infarto... grazie di tutto, Alex...- fece per voltarsi ed andarsene ma la lampadina del suo cervello si accese di colpo facendolo sobbalzare.
-Aspetta... non è che tu hai parlato con Park Bom?- la ragazza sbatté un paio di volte le palpebre sorpresa per poi annuire lentamente.
-Ecco chi era Alex del bar! Dice che sei molto simpatica, non fa altro che parlare della tua cioccolata!- Alex si grattò la nuca imbarazzata.
-Le ho solo parlato un paio di volte... viene spesso qui...- Young annuì sorridendo.
-Lo so, cerca sempre di trascinarci... ora devo proprio andare, grazie mille...- Alex annuì aprendo la porta sul retro e lasciando uscire il ragazzo.
Per un paio di istanti si immaginò quanto dovesse apparire patetica la scena di cui era protagonista: lei, appoggiata alla porta sul retro, che osservava un ragazzo andarsene. Eppure le cose erano ben lontane dall'immagine che lei stava elaborando nella sua testa, reduce dalla maratona di film romantici con sua sorella. Alex non si sentiva come se stesse lasciando andare il suo amico di sempre o chissà chi, si sentiva come una povera scema che si era trovata ad uscire da lavoro alle nove perché un ragazzo era scoppiato a piangere davanti a lei e lei, come sempre, non era stata capace di essere del tutto indifferente davanti alla sofferenza del povero mal capitato. Non era suo amico, non si era innamorata di colpo e non le piaceva nemmeno, era solo l'ennesima persona di passaggio nella sua vita, niente più, niente meno. Oltretutto non ci voleva un genio per capire che quello era tutto tranne che solo, aveva centinaia di fan che gridavano il loro affetto incondizionato per il loro idolo, aveva un bel po' di colleghi che probabilmente, quanto meno, non lo volevano morto e, in fine, aveva sicuramente almeno altre due o tre ragazze pronte a rimpiazzare la sua ultima ragazza. Sbuffò rientrando di corsa nel locale, presa dai brividi di freddo causati dalle temperature polari di una Seoul che si stava preparando all'inverno. Appena entrò nello spogliatoio si cambiò alla svelta, rimettendosi la sua divisa scolastica e stringendosi nella giacca un po' troppo leggera per un ottobre inoltrato.
-Allora, brutto coso peloso, vieni a casa con me?- il cucciolo le trotterellò di fianco e lei sorrise lasciandosi seguire attraverso le strade illuminate di Seoul di notte, godendosi la vista dei giganteschi palazzi illuminati.
-Ehi, ti ho visto parlare con Taeyang, posso pagarti molto bene per uno scoop!- Alex sbatté un paio di volte le palpebre, sorpresa dall'uomo che era spuntato da un angolo come il peggiore dei maniaci, con tanto di Canon alla mano con la quale le aveva fatto una foto.
-Prima di tutto perché diavolo mi hai fotografata... secondo non ho nulla da dire- il fotografo scosse la testa prendendo a scattarle altre foto.
-Già mi vedo titoli sul giornale: Taeyang litiga con misteriosa ragazza e la sua nuova fiamma lo consola per poi lasciarsi fotografare- Alex sbuffò dando una manata alla Canon.
-Lasciami in pace, l'ho solo fatto uscire dal retro, non l'ho minimamente consolato- il fotografo scosse la testa cercando di farle un'altra foto.
-Sarò il più chiara possibile quindi prendi appunti: io non sapevo nemmeno come diavolo si chiamasse quello, non mi interessa minimamente avere dei rapporti personali con lui e l'ho fatto uscire dal retro perché il mio lavoro consiste nell'aiutare sempre il cliente, soprattutto se mi dicono che è famoso e che non vuole farsi fotografare, sono stata chiara? Ora lasciami in pace- il fotografo sbuffò fotografando anche il cane.
-Che sanguisuga... andiamo coso peloso!- il cucciolo trotterellò via seguendola.
-Come può non importarti? È famoso!- Alex sbuffò e si trattenne dal rispondere con un medio.
-Non mi importa proprio per quello e poi io non amo le relazioni interpersonali... fattene una ragione, niente scoop, hai solo le foto di una barista- Alex ignorò la replica del fotografo e continuò come se nulla fosse fino a casa sua.
-Bene coso peloso, spero per te che tu ci stia nella mia borsa, altrimenti sei morto- il cucciolo uggiolò piano e si lasciò infilare nell'enorme borsone di Alex.
Cinque piani, due stanze ed ecco che era chiusa in camera sua, salva dagli inutili strilli di sua madre, salva dalle frasi fin troppo acide di sua sorella, salva e basta.
-Bene, tu sai sotto il letto, sono stata chiara? Un solo guaito e sei morto...- il cane inclinò la testa di lato, uggiolando come se avesse capito la minaccia.
La ragazza sbuffò buttandosi sul letto e mettendosi le cuffie addosso. Eccola lì l'unica relazione interpersonale che voleva avere, l'unica cosa con cui voleva realmente relazionarsi: la musica. Altro che ragazzi, altro che cibo, altro che ossigeno, la musica era il vero motore del mondo.

**rileggendo ho notato che il capitolo non era proprio scritto benissimo... ho cercato di salvare il salvabile**

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Capitolo 3
*** Novità ***


Salve, ecco il terzo capitolo! Volevo ringraziare tantissimo chi mi sta leggendo, grazie mille ^^
In questi giorni ho riavuto il mio vecchio computer quindi ho avuto modo di giocare con photoshop e volevo farvi vedere come mi immagino (in maniera molto approssimativa perché purtroppo io e photoshop non andiamo poi così tanto d'accordo) i personaggi..
Vediamo... lei è Alex con i capelli neri e qui con i capelli blu, lei invece è Aya con i capelli rossi e con i capelli rosa
Loro sono Annmarie (la sorella minore). Elise (la sorella maggiore), Samuel (il fratello minore) e Jou (lavora con Alex, non potevo non farlo vedere, non so nemmeno perché)
Più in là dirò anche perché tutta la famiglia di Alex di Coreano non ha proprio nulla. Finito di spiattellare sul web la mia inutilità con photoshop spero che questo capitolo vi piaccia e vi chiedo di nuovo di recensire perché mi piacerebbe davvero molto sapere cosa ne pensate, grazie mille ^^





Quattro ore della sua vita passate a scaldare il banco, ecco cosa erano state le ore che Alex aveva trascorso a scuola, un'inutile spreco di tempo e oltretutto era stata una delle giornate più corte. Sapeva che serviva una cultura nella vita ma non capiva davvero perché, vivendo in Corea, lei fosse obbligata a studiare materie decisamente europee come latino e filosofia, non aveva senso. Dicevano che serviva ad ampliare la mente ed esercitarla, un po' come il sudoku e l'unica cosa che Alex riusciva a pensare era: "E allora perché io non faccio tre ore di Sudoku alla settimana e la facciamo finita?".
Il ticchettio insistente del timer della cucina le stava dando irrimediabilmente sui nervi, almeno quando le cuffie dell'ipod che erano state distrutte dalla palla di pelo con la quale ora divideva la stanza. Aveva due minuti per finire di cucinare per sua sorella minore e poi, finalmente, sarebbe andata a prendere il suo scricciolo preferito per portarselo a lavoro e poi in sala prove.
-Allora? Sto morendo di fame!- la vocina di sua sorella le giunse alle orecchie come il trillo della sveglia al mattino, obbligandola a prendere un respiro profondo per evitare di cacciare un urlo: era la centesima volta in due minuti che sua sorella le chiedeva quanto mancava per il suo cibo e no, non le era venuto in mente di fissare il timer che ticchettava insistentemente davanti al suo naso.
-Dovresti imparare a cucinare... alla tua età io cucinavo sempre da sola- Annie sospirò passandosi una mano tra i corti capelli, annoiata dalle chiacchiere inutili di sua sorella che non voleva proprio capire che lei in cucina non avrebbe mai fatto nulla.
-E allora? Tu vivevi da sola con papà, io invece vivo con la mia famiglia e ho una sorella maggiore che è obbligata a cucinare per me... veloce, ho fame!- Alex in tutta risposta si limitò ad annuire e metterle davanti un piatto fumante di ramen mentre dava una manata al timer perché smettesse di emettere l'odioso rumore metallico.
-Ma io ti avevo detto di farmi il sushi!- per la centesima volta nella sua corta vita Annie si chiese quanto potesse una sola persona darle il nervoso.
Non era una cosa così complicata distinguere la parola sushi dalla parola ramen, eppure Alex ogni singola volta le metteva davanti un piatto di ramen ed usciva di casa senza nemmeno chiederle com'era andata a scuola. Come a confermare i suoi pensieri Alex le sfilò davanti mentre finiva di raccogliersi i capelli in una coda alta ed afferrava il suo panino, ficcandolo nell'enorme borsa che emise un uggiolio. Un uggiolio?
-Cosa hai messo in quella borsa? Qualunque cosa sia appena lo scopro lo dico alla mamma, non le piacciono gli animali!- Alex diede uno scossone alla borsa e si tirò il cappuccio sulla testa.
-Fatti i fatti tuoi, Annie! Adesso mangia o giuro che domani non ti preparo nulla e ti arrangi- fece per andarsene ma un tossicchiare basso le fece capire che la sua adorabile sorellina non aveva la minima intenzione di chiudere lì la questione.
-Non dovresti usare le gonne che la mamma ti compra? O almeno i jeans attillati! Guardati, non sembri nemmeno una ragazza! Quei pantaloni hanno il cavallo troppo basso e sono troppo larghi per essere adatti ad una signorina! Per non parlare della maglia enorme e della felpa! E poi... la smetti di metterti il cappellino e il cappuccio in testa anche mentre sei in casa? Sei inguardabile!- in tutta risposta ricevette uno sguardo annoiato.
-Finito la predica? Mi vesto come mi pare, io quelle schifezze che vi mettete voi non le sopporto! Adesso mangia e taci o arriverò in ritardo- finalmente prese in mano le bacchette ed Alex fu libera di infilarsi le comode scarpe da ginnastica ed uscire per le strade di una Seoul intenta a pranzare.
Buttò un occhio all'orologio appeso davanti alla porta del negozio all'angolo e tirò fuori il cucciolo mettendolo a terra per poi prendere a correre, inseguita dalla palla di pelo. Arrivò alla scuola elementare giusto sul suono della campanella dell'una che annunciava la fine delle lezioni. Sospirò appoggiandosi alla parete per riprendere fiato, ignorando le occhiate spaventate dei genitori tutti rigorosamente in tailleur che stavano sfruttando la pausa pranzo per recuperare i loro marmocchi. Era assurdo vedere così tanta gente in tiro in un solo posto, quasi peggio delle feste che suo padre ogni tanto organizzava per stringere nuovi rapporti d'affari o cose simili. Fece per rispondere male ad una madre che la indicò mentre parlottava con una guardia ma fu distratta da una marea di bambini, anch'essi nelle loro perfettissime divise, che correvano fuori dalla scuola per raggiungere i loro genitori. Attese circa quindici minuti prima di rassegnarsi alla triste evidenza, suo fratello si era cacciato di nuovo nei guai e lei doveva salvarlo. Sospirò facendo cenno al cane di stare fermo ed entrò nella scuola dove ad attenderla c'erano una madre alquanto seccata con il suo bambino tra le braccia, il preside e suo fratello.
-Speravo fosse sua madre... questo bambino ha preso a pugni il mio bambino!- Alex alzò un sopracciglio con aria scettica, osservando il volto immacolato del bambino tra le braccia della madre per poi osservare il volto pieno di tagli di suo fratello.
-Sinceramente a me sembra il contrario... Sammy, cosa è successo?- il bambino scosse la testa mettendo il broncio e si sistemò meglio sulla sedia dove l'avevano messo a sedere.
-Non riusciamo a capire chi abbia cominciato, fatto sta che la divisa del figlio della signora è inutilizzabile ormai... oltretutto vorrei farle notare che Samuel si rifiuta ancora di indossare propriamente la cravatta- la ragazza annuì osservando la cravatta che ora era in testa al bambino, come una bandana.
-Signora, sinceramente ho molta fretta, quanto le devo per la divisa?- la signora sbuffò impettita.
-Non sono certo i soldi che mi mancano! Il problema qui è che ad ogni consiglio salta fuori che questa piccola peste- Alex emise un verso seccato -Si chiama Samuel... mi dica cosa vuole e noi ce ne andiamo- la donna divenne tutta rossa per la rabbia e le lanciò uno sguardo di fuoco.
-Volevo chiedere al preside, davanti ad un parente del bambino, che venga allontanato dalla sezione di mio figlio poiché non sono l'unica madre preoccupata per il comportamento di... Samuel- Samuel aggrottò le sopracciglia, sorpreso fa quanto schifo potessero mettere i grandi in una sola parola.
-Poteva evitare di dirlo davanti a Samuel... fate come volete, nemmeno per noi i soldi sono un problema, dovrebbe saperlo. Sammy, vieni qui- il bambino scosse la testa imbronciato e costrinse Alex a prenderlo in braccio.
-Come vuoi... non capisco perché lasciano la figlia più preoccupante ad occuparsi di un bambino- l'ennesimo sbuffo uscì dalle labbra della ragazza mentre si voltava e se ne andava, ignorando le parole farfugliate del preside.
-Ah, Sammy, io però la prima volta che ho rischiato l'espulsione di anni ne avevo tredici, non sei...- il bambino sorrise stringendosi al collo della sorella -guarda cosa c'è qui, è un nuovo amico ma deve essere un segreto...- un sorrisone si disegnò sul suo piccolo volto mentre si lanciava a terra per giocare con il cucciolo.
-Dammi la mano, devi venire con me a lavoro- Samuel annuì obbediente e si lasciò scortare attraverso le vie di Seoul fino al vicolo che stava sul retro del bar dove lavorava la sorella.
-Posso lavorare anche io oggi?- sporse il labbro inferiore sfoderando la migliore occhiata da cucciolo che aveva e prese a strusciare la testa sui pantaloni della sorella che lo osservava con aria leggermente seccata.
-Non se ne parla, tu ti siedi dietro al bancone con Aya e stai buono con la tua cioccolata calda... andiamo a cambiarci- appena entrarono nello spogliatoio tirò fuori dalla borsa una tuta per suo fratello e si cambiò alla svelta, mettendosi la solita attillatissima divisa.
-Guarda che bell'ometto! Come mai sei pieno di lividucci?- Samuel alzò gli occhi al cielo, imitando l'espressione che aveva visto fare a sua sorella un centinaio di volte quando qualcuno diceva qualcosa di noioso.
-Inizia ad essere una tua piccola fotocopia... ha fatto di nuovo a botte a scuola?- Alex annuì afferrando il blocchetto per le ordinazioni ed uscendo dallo spogliatoio, seguita da Aya che si stava divertendo a strapazzare le guance del bambino.
-Allie! Mi sta pizzicando le guance! Divertente- Aya ridacchiò mettendo il bambino a sedere dietro al bancone, divertita dal tono sarcastico che aveva usato, copiando alla perfezione la sorella maggiore.
-Diventerà un mini Alex se continua così... gli do la solita cioccolata calda?- Alex annuì passandosi una mano tra i capelli, riscoprendoli di un anonimo nero pece che di colpo le diede ai nervi.
-Più tardi andiamo a farci la tinta...- Aya annuì macchinando che colore farsi e si preparò alla lunga giornata che si stava preparando.
-Oddio, è lei! Vi dico che è lei!- una mano picchiettò sulla spalla di Alex che si voltò. trovandosi messa a confronto con una foto su internet.
-Ma tu sei la ragazza di Taeyang!- il volto su internet era decisamente quello, non c'era modo di confonderla con qualcun'altra.
-Come prego? Io starei lavorando...- la ragazza che l'aveva interpellata sorrise bonaria e le mostrò la foto che aveva trovato in un articolo su internet.
-Il numero esce domani... non vedo l'ora di saperne altro!- il vociare sommesso delle ragazze che si erano accomodate al tavolo, scortate da Jou.
In poco più di mezz'ora il bar si ritrovò pieno di ragazze con cellulari in mano che osservano Alex con sguardo di invidia e curiosità allo stesso tempo. Uno sbuffo uscì forzato dalle labbra della ragazza che scosse la testa mentre finiva di ripulire l'ennesimo tavolo per far sedere l'ennesimo gruppo di ragazze che era arrivato, armato di cellulare con connessione internet.
-Secondo me passerà a prenderla...- -No! Dopo che la notizia si è sparsa sul web? Non se ne parla! Secondo me si incontreranno in segreto da qualche parte- possibile che bastassero un paio di foto ed un articolo da esaltati per creare un pettegolezzo così enorme? Alex fece per andare in spogliatoio a cambiarsi ma un ragazzo completamente bardato la afferrò per la vita, trascinandola vers un tavolo.
-Mi molli, non ho tempo per i maniaci oggi...- il ragazzo sbuffò seccato e digrignò i denti.
-Ti avevo chiesto per favore di non dire nulla...- Alex annuì realizzando davanti a chi si trovava.
-Oh, sei Young Bae! Non ho detto nulla... c'era uno di quei pazzi furiosi fuori che ha preso a farmi foto e farfugliare frasi sconnesse su uno scoop... e comunque dovresti imparare ad essere un po' più educato- fece per alzarsi ma venne di nuovo tirata a sedere.
-Come faccio a sapere che non mi stai mentendo?- la ragazza si sistemò meglio i capelli e lo osservò con fare annoiato.
-Perché da quel poco che ho visto la stessa persona ha fotografato anche te... ora se non ti spiace vorrei evitare di finire su internet di nuovo o venir licenziata, quindi torno a lavoro- detto questo si rimise in piedi e lasciò il ragazzo nel suo brodo, conscia che, per quanto potesse impuntarsi a pensare il contrario, infondo nemmeno Young Bae aveva colpe in quell'enorme casino.


***         ***         ***         ***         ***


-Alexia Warm, hai cinque secondi per spiegarmi perché diavolo le tue foto sono su internet!- le urla di sua madre riuscirono persino a bucare l'aura di pace che Alex era riuscita a crearsi grazie alle sue nuovissime cuffie a tutto volume attaccate alle orecchie dalla sera prima, quando era rientrata a casa con fare sospetto ed il cappellino di lana ben calcato in testa.
Con uno scatto felino si sbilanciò verso la scrivania per afferrare il suo cappello di lana e coprirsi alla svelta i capelli blu elettrico, giusto in tempo per vedere sua madre entrare come una furia in camera sua con una copia dello stupido giornale che aveva pensato bene di pubblicare una sciocchezza simile.
-E io che ne so... io ero a- non finì la frase, sua madre stava fissando con sguardo omicida un ciuffo blu che era sfuggito al suo controllo, spuntando da sotto il cappello.
-Sarà meglio per te che sia una semplice ciocca colorata...- fece un paio di passi indietro, mantenendo comunque la solita espressione indifferente, e si lasciò sfilare il cappellino, rivelando una cascata di capelli blu elettrico che fecero emettere un grido di orrore a sua madre.
-Cosa diavolo significano?- Alex si guardò i capelli e fece spallucce con calma.
-Che mi sono fatta la tinta... ovvio, no?- sua madre prese a respirare profondamente per poi mostrare il suo miglior sorriso omicida mentre le si avvicinava a passo di carica.
-Io questa volta te li raso a zero i capelli!- Alex sbuffò superandola con un solo movimento e ringraziò l'intero universo per aver avuto la brillante idea di chiudere il cane a chiave nel bagno.
-Alexia Warm, ti sto parlando!- evitò di nuovo sua madre ma un paio di braccia sottili la afferrarono per la vita, bloccando la sua fuga e segnando la fine della sua giovane vita alle otto di mattina di un gelido sabato di ottobre.
-Alexia, di nuovo?- lei si limitò ad annuire, chiedendosi perché anche di sabato fosse costretta a subire gli strilli dei suoi adorabili parenti.
-Direi proprio di sì...- sua sorella maggiore sospirò lasciandola andare e si ritirò in camera per evitare di assistere all'ennesima scenata che stava causando.
-Non fate rumore, devo preparare un esame- il sussurro della figlia maggiore obbligò la donna ad amettere un verso seccato e fermarsi ad osservare la figlia di mezzo in silenzio, indecisa su cosa fare.
-Alexia, ti ho ripetuto un migliaio di volte che il tuo comportamento non è adatto ad una signorina per bene come dovresti essere! Da quanto gira questa voce?- fece mente locale velocemente ed emise un pacato -Da mercoledì- che fece sobbalzare sua madre.
-Due giorni e sei già sui giornali... avrei preferito scoprirlo in un altro modo che frequenti qualcuno... sempre meglio dei tuoi ultimi amichetti ma continuo a pensare che dovresti fare amicizia con i figli dei miei colleghi, sono tutti giovani per bene, tutti universitari... sono sicura che ti farebbero rinsavire!- lo sguardo freddo di Alex convinse la madre a desistere con un sospiro deluso.
-Sei la causa delle mie preoccupazioni... come posso fare, come posso fare?- Alex osservò impassibile la figura minuta di sua madre scomparire in cucina e tornò in camera sua, mettendosi le cuffie in testa e buttandosi sul letto matrimoniale con la grazia di un ippopotamo.
-Allie, mi porti al parco?- Samuel si guardò intorno prima di entrare e tirare la maglietta di sua sorella, impegnata ad ascoltare la musica.
-Cosa c'è Sammy? Oggi non è giornata, scusa- il bambino sospirò salendo sul letto e si accoccolò al fianco di sua sorella, ascoltando la musica che proveniva dalle cuffie.
-Allie, balliamo?- sapeva benissimo che non avrebbe ricevuto risposta quindi sgattaiolò a chiudere la porta e sottrasse l'iPod a sua sorella per poi connetterlo alle casse con un sorrisone.
-Sammy, cosa combini?- Alex osservò pacata suo fratello che cercava di imitare i passi della coreografia che gli aveva fatto vedere in sala prove e scese dal letto, unendosi al fratellino.
-Mi insegni, Allie?- lei in tutta risposta annuì e prese a spiegare con calma i passi al bambino che prendeva ogni singola parola come oro colato.
Ballarono insieme per un bel po', abbastanza da far venire il fiatone ad entrambi e costringerli a buttarsi sul letto sfiniti. Samuel sorrise fiero, tronfio del fatto che in famiglia lui fosse l'unico che riceveva così tante attenzioni da sua sorella. Non capiva proprio perché le sue sorelle strillassero sempre contro alla sua Allie, in fondo lei era buona e preparava il miglior ramen di tutta la Corea, o almeno era così dal suo punto di vista di bambino di sei anni. Oltretutto era lei che si toglieva la giacca per coprirlo quando faceva freddo ed era sempre lei a farlo dormire nel suo letto quando faceva gli incubi per colpa dei quadri inquietanti che erano stati appesi in camera sua con l'intento di sviluppare la sua capacità di osservazione. In qualsiasi caso chi faceva la cioccolata calda alle due del mattino quando aveva gli incubi non poteva essere cattivo, quindi la sua sorellona era per forza di cose una brava persona.
-Alex, c'è la tua amica strana al telefono!- con uno sbuffo Alex aprì la porta ed afferrò il telefono, attendendo che la voce di Aya le bucasse i timpani con chissà che notizia di poca importanza su chissà quale nuovo drama che stava seguendo.
-Vieni velocemente alla YG, ho già dato il tuo nome, le audizioni cominciano tra un'ora- la voce squillante di Aya le parve tremendamente surreale mentre la sentiva pronunciare quella frase.
-Scherzi, vero?- Aya dall'altro lato del telefono scosse la testa, scordandosi del fatto che Alex non era in grado di vederla.
-Non eri tu che non volevi vedermi nei guai?- Aya sospirò mordicchiandosi un labbro con aria colpevole.
-Sì, solo che mi sentivo in colpa... oltretutto io sono già all'accademia di arte e tu non sai nemmeno se potrai entrarci, non mi sembra giusto...- Alex annuì lentamente, aprendo le porte del suo armadio e facendo cenno a suo fratello di uscire.
-Arrivo- riattaccò alla svelta e mise alla svelta il necessario nel suo borsone, cucciolo compreso.
Prese un respiro profondo mentre finiva di legarsi i capelli ed uscì di casa a passo di carica, sorprendendo sua madre con un'aura di nervosismo che non le vedeva addosso dalla prima volta che l'aveva beccata a fumare.
Appena fu fuori dal palazzo mise a terra il cucciolo e prese a correre verso la YG, presa da una frenesia tremenda che le percorreva tutto il corpo, rompendo l'aura di menefreghismo che normalmente indossava. Quando si trovò davanti al palazzo prese un respiro profondo per riprendere il controllo ed entrò, notando subito la capigliatura rosa della sua amica che si stava scaldando in un angolo.
-Eccoti! Cambiati in fretta, ecco il tuo numero- si fiondò in bagno e ne uscì nel giro di pochi minuti, pronta per l'audizione, la primissima che faceva in Corea, la seconda della sua giovane vita.

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Capitolo 4
*** Fight! ***


 Ehm... ecco... beh, lo ammetto, questo capitolo non mi convince molto ma questo è tutto quello che sono riuscita a fare... spero che non vi faccia troppo schifo ma anche se fosse vi chiedo perfavooooooooore (occhi da cucciola) di lasciarmi una recensione :D
Ringrazio tantissimo tutti quelli che mi stanno leggendo in silenzio, ve ne sono davvero grata :')


-Benvenute a tutte, come sapete oggi ci saranno le nuove selezioni per le ballerine e ne sceglieremo solo dieci.... siete veramente in tantissime ma auguro buona fortuna a tutte voi- un brivido percorse Alex facendola scattare in piedi dalla spaccata che aveva raggiunto per scaldarsi.

-Alex, respira- Aya non l'aveva mai vista in quello stato, mai in vita sua.

L'aveva sentita al telefono prima dell'audizione che aveva fatto in Spagna ma non le era sembrava così tanto nervosa, anzi, era sembrata estremamente calma.

-Sono calma...- la voce pacata di Alex, in pieno contrasto con il suo corpo teso, chiarì ogni dubbio di Aya.

La primissima cosa di cui perdeva il controllo quando era nervosa era decisamente il corpo e questa teoria fu confermata dal battere frenetico di un piede sul parquet. Alex prese a mordicchiarsi nervosamente un unghia mentre si guardava intorno, notando con sua grande sorpresa che lei ed Aya erano le uniche con i capelli tinti dei colori più assurdi, almeno tra le ballerine, visto e considerato che tra gli esaminatori sedeva un ragazzo dall'aria familiare e i capelli turchesi sparati verso l'alto. Sentì distintamente la mano di Aya tirarla al suo posto nelle file ordinate in cui si erano disposte ed osservò preoccupata Young Bae mentre si metteva in piedi al centro della sala, pronto anche lui per ballare e dare inizio alle audizioni. Fu un attimo, un solo istante e la musica aveva preso possesso della stanza mentre il ragazzo cominciava a ballare, controllando chi riusciva a seguirlo e chi no. Alex non si fece ripetere due volte di cominciare e in meno di un secondo lo stava imitando, mettendoci tutto l'impegno che aveva e cercando di apparire fluida e sincronizzata nonostante ovviamente ci fosse un minimo ritardo. Sentiva il cuore battere forte nel petto, quasi a ritmo con il beat veloce della musica. Non sapeva nemmeno lei quanto ballò, sapeva solo che quando la musica si fermò per concederle almeno dieci minuti di pausa si scoprì sudaticcia e col fiatone. Si guardò intorno notando che, quantomeno, non era l'unica in quello stato e prese a fare stretching per recuperare almeno un po' di fiato senza perdere il calore dei muscoli.

-Alex, secondo te come siamo andate?- lei in tutta risposta fece spallucce, fingendo un menefreghismo che faceva decisamente a pugni con le sue sopracciglia aggrottate.

-Bene, adesso chiameremo i numeri che passano le prime selezioni... purtroppo vi siete già dimezzate e rimarrete solo in cinquanta, bravissime comunque, ho visto molto talento oggi- sapeva tanto di discorso consolatorio, di quelli che ti lasciano più amaro in bocca di un: "hai fatto schifo" detto senza giri di parole.

Furono i venti minuti più lunghi della sua vita mentre attendeva di scoprire se aveva passato almeno il primo turno. Guardò Aya, chiamata tra le prime per via del numero 015 che svettava sulla pettorina, con aria preoccupata ed emise un sospiro di sollievo quando le parole più dolci della storia giunsero alle sue orecchie
-Numero 097, Alexia Warm sei passata- se non fosse stato per il suo stoico autocontrollo si sarebbe messa a saltellare in giro per la stanza da cui altre cinquantatré ragazze stavano uscendo con aria delusa e la pettorina accartocciata tra le mani.

-Alex, ce la possiamo fare... insieme, vero?- la voce di Aya di colpo era tremendamente incerta, presa dal nervoso che l'idea di sulla buona strada aveva portato con se.

-Certo, siamo della stessa crew, in qualsiasi caso non sarai sola, tranquilla- Aya sorrise facendo l'occhiolino ad Alex mentre si disponevano nelle file che un manager stava indicando alla svelta.
Alex era l'ultima a sinistra della seconda fila, un posto tremendamente scomodo visto e considerato che a solo tre metri aveva la parete e quindi doveva per forza contenere i suoi spostamenti per evitare di doversi fermare per risistemarsi. Davanti a loro si mise un uomo che si presentò alla svelta come uno dei coreografi. Non diede loro nemmeno il tempo di vedere realmente la sua faccia perché in pochi istanti fece partire subito la musica, prendendo a ballare fin dal primissimo beat, lasciando buona parte delle ragazze a guardarsi intorno spaesate. Alex si arrischiò fino a perdere ben quattro beat per poi scattare a copiare le mosse del coreografo, fregandosene del fatto che non avesse ancora capito del tutto il ritmo della canzone. La coreografia era tremendamente veloce e complicata, abbastanza da obbligarla ad assottigliare lo sguardo per captare ogni singola mossa eseguita con una velocità ed una potenza di movimento impressionante. Dopo nemmeno dieci minuti era madida di sudore, il fiato corto che sembrava volerla obbligare a fermarsi. Alex pregò per l'apparizione di una qualsiasi posa che durasse almeno quattro tempi, giusto il tempo di prendere un respiro o due ma dopo quasi mezz'ora di coreografia tutto continuava senza la minima interruzione ed Alex per la prima volta in vita sua odiò la possibilità di mixare le canzoni per evitare la pausa tra una canzone e l'altra. Fortunatamente si rese conto che anche il coreografo sembrava allo stremo quanto lei e infatti dopo appena tre ottave la musica si fermò, lasciandola finalmente in una magnifica posa finale.

-Riprendete pure fiato, noi discutiamo un secondo- Alex crollò rovinosamente a terra, stremata.

-Alex, non ce la faccio più!- Aya gattonò fino alla sua amica e si guardò intorno per poi ridacchiare divertita alla vista di quello che sembrava più un campo di battaglia che una sala prove.

-Respira, adesso passa... vado a prendere una bottiglietta d'acqua, vuoi?- Aya annuì sdraiandosi dove fino a pochi istanti prima c'era Alex e la osservò uscire con in mano i soldi per le bottigliette d'acqua.

-Tu sei Aya Park, vero?- Aya annuì mettendosi in piedi ed osservando il manager che le si era avvicinato, preoccupata all'idea di star per essere sbattuta fuori.

-Benissimo... volevo sapere se saresti disposta a tingerti i capelli di un colore più... normale...- Aya si guardò i capelli allo specchio per qualche istante, valutando l'idea di rivederli anonimi in cambio della possibilità di ballare con una delle case che dava più sicurezza ai ballerini.

-Certamente! Posso garantire anche per Alexia Warm!- il manager annuì tornando al tavolo e lasciando Aya ad osservare il suo riflesso allo specchio nel vano tentativo di immaginarsi con i capelli castani come lo erano alla sua nascita.

-Tieni...- Alex le passò la bottiglietta d'acqua mentre finiva di scolarsi la sua, come se fosse il primo sorso d'acqua che otteneva dopo tre settimane.

-Tu ti tingeresti i capelli di nero o castano per avere questo posto?- Alex annuì senza esitazione.

-Ovvio, perché?- Aya annuì rimettendosi in piedi e sfilando la bottiglietta vuota dalle mani di Alex per poi buttare via le bottigliette.

-Nulla, lascia stare...- in tutta risposta ricevette un leggero cenno della testa che evitò il prolungarsi della conversazione che, tutto sommato, non aveva nulla da dimostrare.
-Bene... da qui in poi sarete solo in quindici e le audizioni saranno su una sola canzone, spero che tutte abbiate preparato una coreografia- Alex sbiancò di colpo mentre attendeva il suo numero che, in qualsiasi caso, sarebbe stato chiamato per ultimo.

-... e Alexia Warm, numero 097, hai preparato una coreografia?- Alex assunse un'espressione rilassata nonostante stesse morendo in quel preciso istante davanti al gruppo di esaminatori.

-No, non sapevo di partecipare all'audizione... sono brava ad improvvisare...- il manager annuì stringendo la mano alle ragazze che se ne stavano andando.

-Alex... ce la stiamo facendo! Siamo tra le ultime quindici!- il sorrisone di Aya sembrò brillare di luce propria mentre saltellava in giro per il corridoio in cui erano state messe ad attendere i turni che erano stati decisi casualmente, giusto per non dare a nessuno la possibilità di rilassarsi o prenderla con calma, giusto per torturarle un pochino.

-Per terza... Alexia Warm! Entri pure, è il suo turno- Alex prese un respiro profondo ed entrò nella sala, rendendosi conto di colpo di quanto fosse enorme e lei piccola davanti al gruppo di persone che erano lì per studiare ogni suo singolo passo.

-Bene... nella sua scheda si sono scritti solo il suo nome e cognome, come mai?- Alex si sforzò di fare un sorriso, il più falso della storia, ma pur sempre un sorriso.

-Mi ha iscritta una mia amica- il manager che aveva in mano la sua scheda aggrottò le sopracciglia con aria preoccupata e lanciò un'occhiata ai suoi colleghi.

-E come mai? Non le interessa ottenere questo posto?- di colpo ad Alex mancò il fiato.

-No! Anzi, non so cosa darei per essere tra le dieci scelte... solo che non avevo il coraggio quindi ero qui solo per accompagnare la mia amica- il manager si rilassò e guardò gli altri esaminatori con un sorriso.

-Benissimo, finiamo allora di compilare questa scheda. Data di nascita?- -4 Febbraio 1984- -Età?- -18 anni... 19, scusi... sono abituata all'Europa- -Tranquilla... da quanti anni balli?- -Quattordici anni- -Da molto! Competizioni?- -Ho partecipato a due competizioni in Spagna e tre in Francia- -Viaggi molto... immagino che tu non abbia problemi con i fuso orari- -No, so adattarmi- -Molto bene... quante audizioni?- -Una in Spagna e questa- -Perfetto... giusto per curiosità, quante lingue parla?- -Coreano, italiano, spagnolo e inglese correntemente, so difendermi in molte altre lingue- -Wow... sono parecchie per una ragazzina della tua età.. come mai?- -Ho studiato in molti stati...- -Perfetto... mi diceva che non ha una coreografia...- -No ma so improvvisare su qualsiasi pezzo...- il manager sorrise e mise il casuale sulle tracce del computer per poi far partire la musica e fare un cenno ad Alex perché cominciasse.
Non sapeva nemmeno lei quel che stava combinando, sapeva solo di essere a tempo con la musica e che gli sguardi degli esaminatori non erano schifati quindi non doveva star facendo così tanto schifo. Improvvisò tutta la coreografia, cercando di non fare troppo casino e alla fine improvvisò una giravolta, fermandosi precisamente sull'ultimo tempo della canzone con sua grande sorpresa.

-Molte grazie- Alex fece un piccolo inchino ed uscì dalla sala per poi appoggiarsi alla parete per riprendere fiato.

-Ti ho vista! Sei stata brava! Se solo avessi avuto una coreografia...- Aya si mordicchiò un labbro preoccupata.

-Tranquilla... pensa alla tua piuttosto...- la ragazza annuì lasciando l'amica ai suoi pensieri mentre attendeva il suo turno.

E se avesse perso un tempo senza accorgersene durante la canzone? Alex stava morendo dentro di se, sentiva il cuore battere all'impazzata ma fortunatamente aveva abbastanza autocontrollo e amor proprio da apparire tremendamente rilassata alle persone che la guardavano. Diede una sbirciata all'orario sul cellulare e notò con suo profondo orrore che erano le sei del pomeriggio e lei non aveva ne fatto colazione ne pranzato. A cena si sarebbe certamente scagliata su un enorme piatto di ramen, altro che le insalate dietetiche che sua madre preparava la sera dicendo che le signorine per bene devono tenersi in forma. Osservò il via vai di ragazze dalla sala e si chiese quanto mancasse per sapere se ci era riuscita o no. Quanto meno voleva sapere se poteva dire di aver appena passato la giornata più bella della sua vita. Alle sette furono tutte richiamate in sala e il manager prese a chiamare dal punteggio più alto al più basso.
Primo posto, secondo posto, terzo posto, quarto posto, quinto posto, sesto posto, settimo posto, Aya all'ottavo, nono posto, decimo posto. Era fuori. La cosa che le fece più male fu sentire il suo nome all'undicesimo posto a distanza di un punto dall'essere tra le selezionate. Un solo maledettissimo punto. Aya fece per avvicinarsi ma lei si spostò leggermente, lasciando ad intendere di voler star da sola. Andò in bagno a cambiarsi alla svelta, come se si volesse togliere di dosso il peso dell'audizione andata male, notando che non c'era poi tutto questo cambio tra come aveva ballato e come girava per strada. Infondo sua sorella un pochino di ragione l'aveva, soprattutto se si guardava intorno e notava che tutte le ragazze erano passate a jeans attillati, vestitini o gonne. Con un sospiro si mise le cuffie nelle orecchie e chiuse la zip del borsone, uscendo dal bagno ed incontrando lo sguardo entusiasta di Aya.

-Sono stata presa! Andiamo a festeggiare?- Aya non si aspettava un sorriso, decisamente, però non si aspettava neanche l'occhiata gelida che le era stata rivolta.

-Scusa Aya, non mangio da ieri sera, preferisco andare a casa a farmi la doccia... sono felice per te, davvero!- e lo era davvero, solo che la rabbia per quell'unico punto le stava corrodendo lo stomaco facendola bruciare in preda alla delusione.

-Mi spiace... da quel che ho sentito la nona e la decima hanno contatti all'interno...- alle sue orecchie suonò un po' come un contentino ma si sforzò di annuire e rivolgere uno sguardo sereno alla sua amica per poi darle un bacio sulla guancia ed uscire dalla struttura.

Appena rientrò a casa ad accoglierla ci fu sua sorella minore che prese a tartassarla di domande su dove fosse stata e cose simili finché con un gesto secco non venne appiccicata alla parete.

-Annmarie, oggi gira male, ti consiglio di tapparti la bocca e lasciarmi in pace- Annie si divincolò dalla presa di sua sorella ed emise un urletto seccato per poi entrare a passo di carica in camera della madre per lamentarsi del comportamento di sua sorella.

-Allie, mi fai del ramen?- Samuel strattonò leggermente i pantaloni di sua sorella, leggermente impaurito dalla scena alla quale aveva appena assistito.

-Certo Sammy, vieni in cucina- il bambino sorrise tirando le manine verso l'alto per farsi prendere in braccio e diede un bacio a sua sorella.

-Ti voglio bene, Allie!- Alex sorrise, ignorando l'irritante soprannome che suo fratello le aveva trovato e lo mise a sedere sull'isola della cucina per poi prendere a cucinare con calma, mentre ascoltava sommariamente il racconto del fratellino su quanto fosse stato bravo a fare un nuovo passo di danza che aveva visto in televisione.

-Allie, tu cosa hai fatto oggi? Dov'è il nostro amico?- Alex sbiancò di colpo, mantenendo però la stessa espressione impassibile.

-Uhm... è andato a fare un giretto... dopo lo vado a riprendere... cos'ho fatto oggi? Nulla, ho solo ballato con degli amici- il bambino annui cercando di imitare l'espressione fredda che sua sorella sfoggiava nella foto di famiglia appesa alla parete.

-Aggrotta di meno le sopracciglia...- il bambino sorrise osservando il ramen che veniva servito.
-L'ho fatto come piace a te...- Samuel sorrise afferrando le bacchette e cominciando a mangiare dalla ciotola, imitando come meglio poteva la sorella che stava mangiando ad una velocità impressionante.

-Avevi tanta fame, Allie? Se vuoi ti lascio il mio ramen!- Alex scosse la testa accarezzando i capelli del fratellino che le stava porgendo il suo piatto.
-Ne ho preparato un po' di più apposta...- un sorrisone illuminò la stanza mentre finivano di cenare con calma.

-Posso dormire con te?- la ragazza annuì mentre finiva di ripulire la cucina.

-Scendo a prendere il coso peloso... tu vai a farti la doccia in camera mia che tra poco arrivo a darti una mano- il bambino annuì scattando obbediente sotto lo sguardo sorpreso di sua madre.

-Cos'è il coso peloso?- Alex fece spallucce afferrando le chiavi.

-Nulla che ti interessi- la donna sospirò scuotendo la testa mentre osservava sua figlia uscire di casa sbattendo la porta.

-Hai visto anche tu? Quei due si capiscono...- sorrise passandosi una mano tra i corti capelli castani e lasciò che Elise le accarezzasse piano la schiena.

-Sai vero che non sei tu ad aver sbagliato? Alexia è fatta a modo suo e anche Samuel...- sua madre annuì appoggiandosi alla parete, giusto in tempo per far passare una trafelata Alex con in braccio qualcosa avvolto nella sua felpa.
 
***         ***         ***         ***         ***
 
-Alexia, muoviti! Non ho tempo da perdere! Come stanno i capelli? E il trucco?- Alex si limitò ad annuire, seguendo sua sorella attraverso le strade di Seoul verso il parco dove era stata organizzata una sessione di autografi dai Bigbang.
L'unica cosa buona era che avrebbe potuto rivedere Aya che era andata lì con loro per fare un po' di figura insieme agli altri ballerini.

-Eccoli!- Annie si mise in fila con uno scatto felino ed Alex superò la fila, ignorando gli strilli seccati delle altre per poi raggiungere Aya che le saltò al collo con uno strillo.

-Alex! Sei venuta! Non ci vediamo dalle audizioni! Sono passate due settimane! Cosa hai fatto intanto? Come va al bar? E la crew?- Alex aggrottò le sopracciglia nel massimo della sua espressività e prese un respiro profondo, affondando le mani nelle tasche del suo bomber blu.

-Calmati! Sono passate due settimane, non tre anni! Al bar tutto bene, c'è movimento come sempre... ti sei persa Hyuna... la crew tutto bene ma ci manchi tanto, ricordati che hai promesso di passare settimana prossima... io intanto ho trovato un nuovo lavoro come ballerina in un locale notturno vicino casa e sto pregando che non se ne accorga nessuno della scuola o i miei...- Aya sgranò gli occhi presa alla sprovvista.

-Fai la cubista?- -Quello è il termine volgare.... tecnicamente sono una ballerina un po' svestita- Aya sospirò passandosi una mano tra i capelli.

-Sei la solita, ti lascio sola un secondo e fai casino... ma almeno ti pagano bene?- lei annuì facendo un paio di conti a mente.

-Mi pagano praticamente il doppio all'ora e mi danno più da lavorare... si sta stra-bene! I tizzi della sicurezza ci tengono lontani tutti- Aya sospirò sorridendo per una foto e si voltò di nuovo verso la sua amica.

-Spero per te che nessuno ti scopra...- Alex annuì e le fece cenno di zittirsi mentre vedeva sua sorella avvicinarsi al banco dove c'erano i ragazzi.

-Voi siete così... così... così... TOP sei perfetto!- Aya trattenne a stento una risata davanti alla centesima dichiarazione che sentiva nel giro di una sola giornata ed osservò i ragazzi firmare gli autografi con un sorriso da star.

-Devo andare... ci vediamo in sala prove?- Aya scosse la testa afferrando la sua amica per il polso.

-Rimani, te li presento! Sono simpatici!- Alex scosse la testa afferrando sua sorella per un polso e mettendola sotto il naso di Aya come prova.

-Devo riportare questa qua a casa perché si deve preparare per il live di questa sera... al momento potrei solo insultarli dato che stanno facendo così tanti eventi e io devo accompagnare questa qua ad ogni singolo evento- Aya sorrise e salutò con la mano la sua amica per poi tornare al suo posto dietro ai cantanti.
Appena arrivarono a casa sua sorella si chiuse a chiave in camera, lasciandola all'entrata a fissare sua madre con in mano una rivista.

-Come mai ti vedo per la seconda volta su una rivista e questo ragazzo centra sempre?- Alex sospirò passandosi una mano tra i capelli.

-Era un'audizione e loro erano gli esaminatori, tutto qui...- sua madre sbiancò di colpo.

-Audizioni per cosa?- Alex osservò sua madre con fare annoiato.

-Non ti interessa, tanto non mi hanno presa... mi mancava un punto per essere tra le dieci selezionate...- sua madre si preparò a farle la predica del secolo ma uno sguardo gelido la bloccò, costringendola a mantenere il silenzio mentre osservava sua figlia passarsi una mano sulla fronte corrugata.
-Lasciami in pace, non ho voglia di sentir parlare di cazzate simili...- con un movimento veloce superò sua madre ed entrò in camera sbattendo la porta per poi ficcarsi le cuffie nelle orecchie in attesa del momento in cui sua sorella sarebbe piombata in camera, frignando per farsi accompagnare a vedere quei cinque cantanti che ormai le stavano facendo venire la nausea a furia di vederli e rivederli mentre facevano le stesse espressioni e dicevano le stesse cose.
Erano bravi a cantare e tutto sommato erano anche carini ma lei non sopportava le persone ripetitive e quelli sembravano sempre la stessa foto, sorridevano nello stesso modo ogni volta, ridevano in sincrono ogni volta. Ogni volta la stessa cosa e forse avrebbe anche potuto sopportare una cosa simile se non fosse stato per sua sorella che cacciava gridolini ad ogni singolo gesto del più alto con i capelli improponibili almeno quanto i suoi, era semplicemente disumano sopportare una cosa simile ma lei era costretta a farlo dato che suo padre le aveva detto chiaramente che doveva fare da balia a sua sorella come punizione per i suoi voti che non superavano mai il tre.

-Alex! Muoviti! Dobbiamo andare! L'auto aspetta!- Annie diede uno scossone a sua sorella che si limitò a rimettersi la giacca e seguirla verso l'auto che le avrebbe accompagnate allo studio dove avrebbero registrato questo benedetto live.

Dentro era un pandemonio, ragazzine che cacciavano strilletti eccitati ovunque, ragazze anche più grandi di lei che sorridevano come delle ebeti, gente che camminava in giro nervosa, staff che girava alla velocità di una trottola impazzita e cercava di far sedere tutti.

-Hai ringraziato papà? Il posto centrale in prima fila deve essere costato tantissimo...- Annie annuì inviando alla svelta un messaggino di ringraziamento a suo padre e si buttò sul suo posto con un sorriso da orecchio a orecchio.

-Togliti quelle cuffie! Tra un'ora e mezza cominciano!- Alex sbuffò svaccandosi sulla sedia e socchiuse gli occhi in attesa dei primi strilli.

Dopo un tempo non meglio definito una gomitata la fece scattare a sedere dritta e togliere le cuffie, giusto in tempo per vedere le luci del palco accendersi e la presentatrice, decisamente in abiti succinti, entrare con il solito sorriso da star.

-Oh mio dio... saranno così vicini!- Alex annuì fingendo entusiasmo e osservò i ragazzi entrare e salutare la folla con il solito sorriso da star, irritante nella sua perfezione studiata.

-Siete perfetti!- l'urlo spacca timpani che cacciò sua sorella le fece digrignare i denti mentre applaudiva svogliata.

Una mano si agitò dai lati del palco dove c'era lo staff e poi spuntò un'Aya tutta sorridente che le fece cenno di avvicinarsi velocemente mentre le telecamere facevano un primo piano ai cantanti e il pubblico non rientrava nell'inquadratuta.

-Vado da Aya, non ti muovere- sua sorella annuì in adorazione ed Alex sgattaiolò via verso la sua amica che le sorrise divertita.

-Sembrava ti stessero prendendo a calci- Alex annuì seria.

-La sensazione è quella... senza offesa per i tuoi amichetti ma io questi non li sopporto più... quand'è che vanno in pensione?- Aya ridacchiò a bassa voce.

-Lo dici solo perché li vedi solo attraverso tua sorella che è un'esaltata... ti assicuro che sono molto simpatici...- Alex annuì ascoltando sommariamente gli strilli del pubblico che li acclamava come se fossero un'apparizione divina.

-Dopo questa registrazione ti va di parlarci un po'? Davvero, dovresti provare a parlarci...- Alex sbuffò dando un colpetto alla fronte dell'amica.

-Da quando ci tieni così tanto a farmi conoscere i tuoi amichetti?- Aya sorrise divertita mentre si passava una mano sulla fronte.

-Mi sento un po' in colpa per starti lasciando sola... prima passavamo ogni singolo momento insieme e ora è già tanto se riusciamo a vederci una volta ogni due settimane... mi sento in colpa, tutto qui- Alex scosse la testa fissando il soffitto con aria assorta.

-Non serve, segui il tuo sogno anche a nome mio, ok?- Aya abbozzò un sorriso e pizzicò le guance all'amica nel tentativo di strapparle un sorriso, cosa che non riusciva a fare praticamente mai.
-Vedrai che riuscirai a seguire il tuo sogno anche tu, ne sono sicura- Alex sospirò passandosi una mano tra i capelli per poi puntare i suoi occhi color ghiaccio in quelli neri dell'amica.
-Prima non ti ho detto un'altra novità... mia madre mi ha obbligata a fare i test per medicina e sono passata... dall'anno prossimo vado all'università- l'espressione di Aya era un misto tra sorpresa, delusione e tristezza, la stessa espressione che le era apparsa sul volto quando aveva scoperto che Alex sarebbe andata a vivere con suo padre quando aveva cinque anni.

-E la danza?- Alex fece spallucce con fare disinvolto, fingendo.
-Continuerò a ballare nel tempo libero... mia madre mi ha obbligato a fare il test dopo aver scoperto delle audizioni in Spagna l'altro giorno.. la sua frase è stata: se non sei entrata allora non vedo perché dovresti entrare più avanti, è ora di prendere in mano la tua vita e farne qualcosa di utile! avresti dovuto vederla quando ha visto che sono passata, erano anni che non mi rivolgeva uno sguardo così soddisfatto- Aya cacciò un sospirone e si appoggiò alla parete, prendendo a fissare anche lei il soffitto nero.

-Continuo a pensare che non sia giusto... dovresti esserci tu al posto mio, tu sei quella che balla meglio nella crew- Alex scosse la testa.

-A quanto pare non è così... comunque con il nuovo lavoro sto riuscendo a mettere via un bel po' di soldi quindi forse riesco ad avere abbastanza soldi per pagarmi la retta dell'accademia... vedremo...- Aya scosse la testa cacciando indietro le lacrime che le pizzicavano gli occhi, facendole notare quanto poco autocontrollo avesse in confronto alla sua amica.

-Ma non ti viene voglia di scappare via?- Alex annuì semplicemente e prese un respiro profondo mentre sentiva la presentatrice annunciare la pubblicità.

-Sempre... ma cerchiamo di essere realiste: ho 19 anni, non ho finito il liceo e non ho poi tutti questi soldi da parte, dove pensi che potrei andare? A questo punto preferisco fare come ha fatto mia sorella e rassegnarmi... come lei ha scelto biologia al posto di lettere, io sceglierò medicina al posto dell'accademia... e smettila di piagnucolare, i tuoi amici stanno arrivando- Aya annuì voltandosi verso i cinque ragazzi e sorrise.

-Ragazzi, grazie mille per avermi portata... lei è Alex, la mia amica- Alex fece un cenno con la testa per salutare e fece per andarsene ma Aya l'afferrò per la maglietta rivolgendole un sorriso assassino mentre la metteva davanti ai cinque ragazzi.

-La conosco... ci siamo conosciuti al bar, vero mia nuova fiamma?- il sorriso falso del ragazzo fece irritare Alex in una maniera impressionante, costringendola a non guardarlo per non prenderlo a schiaffi e cancellare quell'espressione falsa dalla faccia della terra.

-Young Bae, giusto? Per l'amor del cielo, se devi proprio fingere un sorriso piuttosto non sorridere...- il ragazzo divenne di colpo serio e la osservò come se fosse un'aliena.

-Un po' scorbutica, eh?- Aya sorrise a G Dragon leggermente imbarazzata dal comportamento della sua amica, da quel che aveva capito nessuno osava non dar ragione ai ragazzi, chi per venerazione e chi perché voleva favori.

-Va presa dal lato giusto... non le piacciono le cose false, tutto qui- i ragazzi annuirono e si rilassarono stiracchiandosi appena.

-Ma la ragazzina in prima fila al centro che ci pedina ovunque ultimamente è tua sorella?- Alex sbuffò pizzicandosi la punta del naso e tornò ad osservare i cinque ragazzi.

-Purtroppo... è un'esaltata... e se tutto va male TOP la incontrerà più volte da solo...- Young Bae ridacchiò divertito.

-Il nostro hyung si che si divertirà!- il ragazzo con i capelli turchini sbuffò, mostrando tutta la sua noia e guadagnandosi la simpatia di Alex per via di quello sprazzo di reale umanità.

-Finalmente uno che sbuffa quando c'è da sbuffare... tu sei?- il ragazzo abbozzò un sorriso imbarazzato.

-TOP, Bingu, Tempo... quel che vuoi...- Alex sbuffò roteando gli occhi.
-Intendevo il tuo vero nome, io mica mi presento come Axel!- TOP rise divertito e le si avvicinò, abbastanza da costringerla a fare un passo indietro.

-Davvero non lo sai? Eppure con una sorella del genere... io sono Choi Seung Hyun... come mai Axel?- Alex fece spallucce sfoderando la sua espressione più strafottente.

-Perché Alex era troppo normale per le dance battle e ho deciso di chiamarmi Axel, io non ho storie fighe da raccontare sul mio nome...- Seung Hyun ridacchiò divertito ed osservò i capelli blu elettrico che spuntavano da sotto il cappuccio della felpa.

-Bei capelli comunque... blu elettrico, li ho già visti da qualche parte...- Alex prese una ciocca dei suoi capelli in mano giocherellandoci un po'.

-Ero all'audizione, ecco dove mi hai vista... belli anche i tuoi, sono un colore fico!- tutti scoppiarono a ridere ed Alex li osservò annoiata.

-Sei la prima che dice allo hyung che i suoi capelli sono belli...- Alex afferrò una ciocca blu elettrico e la sventolò con aria annoiata.

-Non so se l'avete notato ma a me piacciono i capelli colorati... ad Aya invece piacciono rossi o rosa in tutte le sue sfumature...- Aya annuì divertita.

-A te se è per questo piace soprattutto il blu!- Alex fece spallucce.

-Diciamo che non mi dispiace... comunque non ce la faccio più a dover portare mia sorella ovunque- Aya annuì divertita e spinse in avanti Daesung per far si che si presentasse.

-Io sono Kang DaeSung, piacere!- Alex osservò per qualche istante il sorriso contagioso del ragazzo e gli strinse la mano.

-Lui è il più tenero di tutti! Vero Dae?- il ragazzo si passò una mano tra i capelli platinati e sorrise leggermente imbarazzato.

-Certo che avete tutti dei capelli fighi...- un'altra risatina percorse il gruppo mentre un ragazzo dello staff annunciava che la pausa stava per finire.

-Lui è Seungri, meglio conosciuto come PandaRi, il suo vero nome è Lee Seung Hyun e lui invece e G Dragon o GD, come preferisci, il suo vero nome è Kwon Ji-Yong- Alex mosse appena la mano per salutarli e li osservò risalire sul palco.

-Allora? Sono così antipatici?- Alex sbuffò pizzicandosi il naso.

-Magari non del tutto, comunque ci siamo solo presentati, sembrava più una conferenza di parrucchieri che una chiacchierata- Aya annuì divertita mentre le urla del pubblico si facevano sentire, eccitate da chissà che battuta stupida.

-Sono ripetitivi...- Aya sospirò lisciandosi i capelli con una mano e sorrise.

-Sei un'esagerata, guarda che se li ascolti ogni tanto dicono anche cose interessanti!- Alex annuì tornando a fissare la parete in attesa della fine di quel supplizio.

Non voleva nemmeno immaginare la sofferenza che sua sorella le avrebbe causato in quel periodo. Grazie alla punizione ai limiti del legale di suo padre sarebbe stata costretta per tre mesi ad ascoltare sua sorella fare la gallina, ignara del fatto che undici anni di differenza non potevano scomparire come se nulla fosse solo perché lei voleva così. La frase era sempre e comunque la stessa: "quando i nostri sguardi si incontreranno i nostri cuori si fermeranno per un attimo e cominceranno a battere in sincrono, diventando la colonna sonora del nostro amore!" Ogni volta le poche conversazioni che aveva avuto con sua sorella su quel gruppo di ragazzi erano finite così, in una delle frasi più sdolcinate e stupide che una persona poteva dire. Eppure sua sorella era intelligente, infondo avere la media del nove a scuola non era una cosa da gente stupida, non del tutto almeno. Aya si mordicchiò un'unghia indecisa su come dar voce ai pensieri che le vorticavano per la testa, indecisa su come far accettare il suo aiuto ad Alex, talmente testarda da rifiutare l'aiuto di chiunque in qualsiasi caso.

-Vieni a stare da me... con il nuovo lavoro potrei anche darti una mano per l'accademia...- Alex scosse la testa rivolgendole un'occhiata fredda.

-Lascia perdere, è una cosa mia...- non aveva poi così tanta voglia di dirle che non si sarebbe arresa per così poco, non aveva poi così tanta voglia di spiegare ad Aya che, infondo, le aveva mentito quando aveva detto che la danza sarebbe stata relegata solo al tempo libero.

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Capitolo 5
*** Chiamate ***


Saaalve :D
Ho appena realizzato che tre personcine adorabili hanno inserito questa storia tra le preferite, le ricordate e le seguite... volevo quindi ringraziare Vipsmonster, lil_monkey e glo91 che mi hanno seriamente fatta commuovere :') Ringrazio tantissimo anche chi continua a leggermi in silenzio, grazie mille :D detto questo vi chiedo di nuovo di lasciarmi anche solo un salutino perché mi farebbe molto piacere e vi lascio al capitolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Signorina Warm, credevo di essere stato chiaro, se vuole tenere i capelli di questi colori li deve tenere raccolti!- Alex sospirò osservando il preside che le si era letteralmente buttato davanti mentre cercava di passare il cancello scolastico inosservata.
-Tanto in classe li sciolgo...- il preside divenne rosso di rabbia davanti a tanta strafottenza.
-Lo so benissimo! In consiglio d'istituto si discute molto sul suo comportamento!- Alex annuì osservandolo in silenzio, in attesa del permesso per entrare.
-Signorina, si leghi i capelli!- le prime gocce di pioggia colpirono le sue gambe nude per colpa della divisa ai limiti del film per minori facendola sbuffare seccata mentre osservava le altre ragazze entrare e mettersi al riparo.
-Non ho un elastico- il preside osservò l'elastico azzurro che spiccava sul suo polso e glielo indicò con fare seccato, chiedendosi quando mai aveva accettato l'iscrizione di quella ragazza.
-Si leghi i capelli o sarò costretto a chiamare i suoi genitori!- Alex sbuffò giocherellando con l'elastico e cercò di elaborare una scusa plausibile per il cerotto che nascondeva il nuovo tatuaggio esattamente dietro l'orecchio o per non legarsi i capelli.
-Non posso... è una questione di religione, capisce? Ho giurato di non legarmi mai più i capelli fino alla morte per... per... passare l'anno!- il preside sbuffò seccato e le afferrò il polso per poi trascinarla verso il suo ufficio mentre Alex si dava dell'idiota pera aver elaborato una scusa così tanto stupida.
-Sono stufo delle sue storielle! Mi aspetti qui, io chiamo i suoi genitori!- Alex annuì sedendosi con fare disinvolto sulle sedie del corridoio antecedente alla presidenza ed attese con calma che il preside entrasse.
Appena lo vide richiudersi la porta alle spalle scattò in piedi sistemandosi la tracolla sulla spalla e corse fuori dalla scuola, evitando per un soffio la presa di sua sorella. Appena fuori fischiò facendo arrivare il cane che la stava pedinando da un mese e prese a correre all'impazzata verso la scuola di suo fratello, per il semplice motivo che era il posto più vicino a lei dove poteva entrare per ripararsi dalla pioggia. Appena dentro però vide suo fratello venir trascinato fuori dall'aula dal preside che farfugliava parole sconnesse sulla cattiva educazione del bambino.
-Salve, cosa succede?- il bambino sorrise grato e le saltò in braccio, sfilandosi dalla presa del preside con un solo movimento veloce, lo stesso che aveva visto fare più volte ad Alex quando sfuggiva alla presa delle sue sorelle o di sua madre.
-Succede che questa piccola peste ha detto alla professoressa di matematica delle parole decisamente non appropriate!- Alex sospirò mordendosi la lingua per aver parlato della sua prof di matematica davanti al fratellino.
-Immagino che abbia detto qualcosa sulla mancanza di compagni della professoressa e sulla sua isteria...- il preside annuì sorpreso ed indicò il bambino.
-Non è la prima volta che si comporta in modo inappropriato!- Alex annuì afferrando il portafogli dalla tracolla e osservò il preside con aria assorta.
-Sa, la mia famiglia stava giusto pensando di fare una donazione a favore della scuola, lei quanto crede che sia necessario?- il preside annuì cambiando di colpo espressione e le fece cenno di passare con un sorriso smagliante.
-Avevamo giusto bisogno di nuove attrezzature per la palestra...- Alex annuì afferrando il libretto degli assegni che suo padre le aveva lasciato per occasioni simili, già firmato e solo da compilare.
-Capisco... immagino che questa cifra basti anche per ottenere un goccio di clemenza per il mio fratellino- il preside annuì osservando ammirato la cifra che Alex aveva scritto sul post-it.
-Oh, non ce ne sarebbe stato bisogno ma di certo saremo molto grati alla sua famiglia per una simile donazione- Alex annuì finendo di compilare l'assegno e porgendolo al preside.
-Con questo immagino che anche le voci sull'espulsione di mio fratello cesseranno, non è vero?- il preside annuì sorridente.
-Oh, non si preoccupi, mi premurerò personalmente di far sparire queste voci! Vuole portarlo a casa, oggi sembra un po' stanco, non vogliamo mica che il piccolo si stressi troppo!- il bambino fece per fare la linguaccia ma la lieve pressione che sentì sulla gamba lo fece desistere.
-Penso di sì... grazie mille per il suo tempo, arrivederci- il preside annuì sorridendo di nuovo mentre osservava la ragazza uscire dalla stanza.
Appena fuori mise giù Samuel e gli fece cenno di prendere le sue cose, chiedendosi perché diavolo quel bambino la venerasse così tanto. Appena lo vide tornare indietro, lo zainetto in spalla e il sorrisone stampato sul volto, la noia per l'essere l'esempio di quella piccola pulce non fu così potente e gli passò la sua giacca sulla testa per proteggerlo dalla pioggia.
-Dove andiamo?- Alex fece spallucce uscendo sotto la pioggia battente ed osservando il cane che scodinzolava come uno scemo.
-Andiamo a casa a cambiarci e poi ci pensiamo, ok?- il bambino sorrise da sotto la giacca e si lasciò portare fin dentro la sua stanza dove si ritrovò a terra, ancora avvolto dalla giacca che l'aveva protetto dalla pioggia battente.
-Cambiati, poi vediamo dove andare- il bambino annuì osservando la sorella uscire dalla stanza ed afferrò la maglietta e la felpa più grande che aveva per poi indossarle insieme ad un paio di jeans.
Alex nella sua stanza sospirò cercando di non tremare per il freddo che i vestiti zuppi le stavano causando. Quando finalmente si mise addosso i soliti vestiti larghi e comodi cominciò a riprendere un po' di calore e notò la piccola testa corvina che la osservava da dietro la porta.
-Cosa c'è, Sammy?- il bambino sorrise entrando in camera con un cappellino calcato in testa.
-Ci sono i pantaloni come i tuoi anche per me?- Alex fece spallucce confusa.
-Non so... allora, dove vuoi andare?- i dentini perfetti si mostrarono in un sorriso raggiante mentre guidava la sorella fuori dal palazzo e verso la destinazione da lui scelta.
Dopo dieci minuti sotto la pioggia battente, protetti dalle grosse giacche a vento, Alex sbuffò seccata e si fermò di colpo, afferrando il fratellino per una spalla.
-Allora? Dove stiamo andando?- Sammy sorrise di nuovo facendo addolcire lo sguardo della sorella.
-Al parco davanti al tuo lavoro!- Alex annuì prendendolo per mano e guidandolo attraverso le viuzze strette e deserte, lungo la scorciatoia che aveva imparato i primi giorni di lavoro per non arrivare in ritardo a casa.
-Eccoci qua, ora cosa vuoi fare?- Sammy sorrise cominciando ad improvvisare passi in mezzo alla pioggia, ignorando i clienti che lo osservavano dalla vetrina del bar con aria sorpresa.
-Sei venuto fin qui per ballare?- lui annuì con un sorrisone e riprese a ballare, osservato dalla sorella.
-Vuoi che ti insegni?- Sammy annuì di nuovo ed osservò sua sorella mentre gli mostrava con calma dei passi, beandosi delle attenzioni che riusciva ad ottenere almeno da lei.
-Allie, io diventerò mai bravo come te?- Alex fece spallucce e continuò a mostrargli i passi mentre macchinava una risposta.
-Non so, sta a te decidere quanto puoi diventare bravo! Secondo me dovresti puntare più sul rap, sei bravino quando rappi con i miei amici!- il bambino scosse la testa continuando a copiare la sorella.
-No, io voglio essere come te! Anche tu sei brava rappare ma ti piace di più ballare quindi io voglio ballare!- Alex annuì, osservando suo fratello che di colpo sembrava essere distratto da qualcosa.
-Che succede?- Samuel fece per rispondere ma il gigante dai capelli turchesi che si era fermato mentre usciva dal bar gli fece cenno di fare silenzio.
-Nulla- Alex sorrise continuando a spiegargli i passi con calma, ignara degli occhi che le si erano incollati alla schiena dopo aver riconosciuto i ciuffi blu che spuntavano dal cappuccio.
-Allie, tu hai un amico con i capelli turchesi?- per tutta risposta si voltò di scatto, puntando lo sguardo in quello nascosto dalle lenti scure del ragazzo che li stava osservando.
-Diciamo che lo conosco... vieni, Sammy!- il bambino annuì afferrando la mano della sorella e si lasciò guidare verso quello che a lui sembrava un gigante dall'aria misteriosa.
-Cosa vuoi?- il ragazzo fece spallucce preso alla sprovvista.
-Nulla, balli bene- Alex sbuffò seccata.
-Non abbastanza a quanto pare...- il ragazzo annuì, preso alla sprovvista per la seconda volta di seguito, cosa abbastanza rara visto e considerato che era abituato ad avere a che fare con i giornalisti addestrati a fare domande fatte per prenderlo alla sprovvista.
-Non sempre si viene apprezzati fin da subito...- Alex fece spallucce e sobbalzò sentendo il naso gelato del cane premerle contro il palmo della mano.
-Ma che... ah!- ci mise qualche secondo a realizzare che era il suo “animale domestico”.
-Bello...- il cane scodinzolò leccando la mano di quella che aveva scelto come padrona.
-Se lo vuoi prendilo!- un mugugnare seccato attirò l'attenzione dei due ragazzi che si trovarono ad osservare il bambino avvinghiato al cane.
-NO! Lui è il mio amico!- Alex sbuffò annoiata.
-Come non detto... comunque la mamma non ti ha insegnato che è inquietante fissare le persone?- una risata roca si liberò nell'aria.
-No, mi spiace... non mi aspettavo di incontrarti... non dovresti essere a scuola?- Alex annuì.
-Hai detto bene, dovrei! Ma come vedi sono per strada e non a scuola... e tu? Non dovresti essere a far svenire qualche ragazzina o roba simile?- Seung Hyun sorrise divertito.
-No, ho appena finito un'intervista e ho un'oretta libera prima di dover andare a provare una nuova coreografia...- l'espressione quasi sofferente del ragazzo si intravedeva persino attraverso i vari strati di travestimento.
-Non ti piace ballare?- la voce di Alex era scettica, come se fosse impossibile che qualcuno odiasse davvero ballare o potesse trovarlo anche solo noioso.
-Non è che perché canto devo amare ballare... e poi non tutti nascono con i piedi giusti, io ho due piedi sinistri- Sammy lasciò andare il cane e si avvicinò alle gambe del gigante, osservando i piedi con fare attento.
-Allie, ma lui non ha due scarpe sinistre!- Alex annuì accarezzando la testa del fratellino.
-È un modo di dire!- il bimbo sorrise divertito.
-Ah! Allie, me la compri la cioccolata?- la ragazza scosse la testa prendendo il bimbo in braccio.
-No, a casa te la preparo... comunque dovresti almeno provare a ballare con un po' più di entusiasmo, no? Adesso vado, ciao- la ragazza fece per avviarsi sotto la pioggia battente ma una mano le prese il polso delicatamente.
-Sta diluviando... finirà per ammalarsi... vuoi un passaggio?- Alex guardò il suo fratellino per qualche istante, indecisa e poi scosse la testa.
-No grazie, ce la caviamo da soli... Sammy, saluta!- il bimbo agitò la manina ed afferrò la mano della sorella per poi prendere a camminare con calma, ignorando i goccioloni che gli stavano entrando nel collo senza tregua.
-Allie, oggi il papà viene?- Alex annuì facendo un paio di conti a mente.
-Sì, è passato un mese dall'ultima volta che è venuto... dici che ci dobbiamo far belli?- il bambino ghignò divertito e si sporse verso l'alto per aprire da solo il portone del palazzo.
-Bravissimo! Andiamo a farci questa cioccolata calda-
La giornata passò leggera, abbastanza da sorprendere i due fratelli quando videro la loro madre rientrare con lo stesso sguardo che probabilmente i peggiori serial killer avevano sfoggiato prima di uccidere le loro vittime senza la minima remora.
-Stiamo scherzando spero...- con una spinta leggera Samuel venne indirizzato in camera dove si chiuse a chiave, lasciando la sorella maggiore da sola alle prese con la madre in modalità omicidio.
-Spiegami- non sapeva nemmeno cosa dire, di colpo il tatuaggio dietro l'orecchio bruciava come un dannato.
-Non ho nulla da dire, non mi andava di legarmi i capelli...- con un movimento veloce sua madre le tirò su i capelli e vide il cerotto candido, posto a proteggere il tatuaggio ancora fresco.
-Un altro?- si limitò ad annuire con calma per poi togliere il cerotto e mostrare il logo della loro crew.
-Non c'è nemmeno Aya, che senso ha ormai questa cosa? Pensa a passare l'anno, così potrai andare all'università e potrei incontrare persone per bene!- con un sonoro sbuffo fece una giravolta su se stessa per sfuggire alla presa di sua madre ed andò a rispondere al telefono che aveva preso a squillare insistentemente, interrompendo momentaneamente la sua esecuzione.
-Alex, ho dato il tuo numero di cellulare a una persona importante, va bene?- la voce di Aya appariva eccitata come poche e prese Alex alla sprovvista, obbligandola a prendere un respiro profondo per non farsi prendere a sua volta dalla felicità che non sapeva perché la stava raggiungendo.
-Uhm... ok... spero per te che non mi facciano scherzi telefonici...- Aya annuì dall'altro lato della cornetta e buttò giù senza neanche salutare, lasciando Alex sempre più stranita.
-Chi era?- la voce di sua madre le fece scorrere un brivido di fastidio lungo la schiena.
-Aya... dove sono Annie e Ellie?- sua madre si guardò intorno con aria confusa e prese in mano il cellulare, dimenticandosi del litigio che fino a pochi istanti prima stava prendendo piede.
-Siamo qui, smettila di chiamare... Annie voleva dei vestiti nuovi e l'ho accompagnata...- sua madre annuì e tutte di colpo si ritrovarono a guardare l'orologio con aria nervosa per poi scrutare i vestiti di Alex con fare seccato, facendole notare la differenza tra i suoi pantaloni a cavallo basso e i vestitini eleganti che avevano addosso le sue sorelle e il tailleur di sua madre.
-Cambiati, papà sta arrivando e sai che ti vuole vedere con dei vestiti da signorina!- Ellie sospirò davanti all'occhiata scettica di Alex e la trascinò in camera sua, aprendo l'armadio.
-Vediamo se ti stanno i miei vestiti- -Non mi stanno, io ho più muscoli di te quindi ho anche più spalle...- -Ti farai stare le mie camicette o i miei vestiti! Adesso muoviti ad indossare questo vestitino se non vuoi che perda la pazienza! Mettiti queste ballerine- -Ma mi staranno piccole!- -Non dire cavolate, abbiamo la stessa taglia!- -Elise, sono più alta di te di almeno dieci centimetri, ti assicuro che tra un 38 e un 42 c'è una certa differenza- -Non importa, ora ti dovrai adattare- Alex sbuffò afferrando il vestito e se ne andò in camera sua con fare seccato.
Appena in camera buttò il vestito sul letto e prese ad osservarlo nella vana speranza di riuscire a dargli fuoco con la forza dello sguardo. La parte superiore sembrava una canottiera rosa scuro e la gonna invece era un tripudio di insulse macchie colorate non meglio identificate, stampate su una gonna bianca che le sarebbe arrivata appena a metà coscia, decisamente troppo corta per i suoi standard, cosa che la fece deprimere almeno quanto la cintura color jeans con tanto di fiocco che era stata posta in vita. Il bussare insistente di sua sorella maggiore la convinse però ad indossare il vestito ed infilarsi le uniche ballerine che aveva nell'armadio, un anonimo paio nero senza nessun fronzolo che si era trovata nell'armadio solo perché le aveva usate una volta in Spagna, niente di più e niente di meno.
-Ecco! Non vedi come stai bene? Dovresti vestirti così più spesso...- uno sbuffo le uscì dalle labbra automaticamente mentre andava a sedersi in sala.
-Alexia, sorridi!- -Non sono capace...- Annie scosse la testa con aria rassegnata e scattò in piedi appena suonò il campanello, facendo entrare suo padre che le rivolse un sorriso affettuoso.
-Ciao piccolina! Ti ricordi che mi avevi chiesto un regalo speciale? Beh, guarda chi ha i biglietti per il prossimo concerto dei suoi cantanti preferiti?- la ragazzina saltò al collo del padre con un sorrisone e si lasciò portare in giro in braccio.
-Elise, non saluti il tuo papà?- era tutto così surreale, solo con le sue sorelle si comportava così, forse perché ci aveva passato pochissimo tempo e voleva sfruttarlo il più possibile.
-Papà, mi sei mancato!- il padre sorrise abbracciando anche la figlia maggiore, ignaro del fatto di essere osservato da Alex e Samuel.
-Voi due, avete causato di nuovo problemi- eccola la voce fredda che Alex aveva imparato ad imitare, quella che le veniva rivolta ogni singola volta che parlava con suo padre.
-Ciao anche a te, papà...- in tutta risposta suo padre annuì per poi voltarsi e dare un bacio a fior di labbra a sua madre.
-Ti ho preso dei pendenti in diamante... spero ti piacciano... Elise! Mi dimenticavo! Tra poco potrebbe arrivarti una macchina ma magari è solo una mia idea- la ragazza sorrise abbracciando di nuovo il padre che si scostò per poi mettersi a sedere a tavola in attesa della cena.
Se c'era una cosa che non si poteva dire di suo padre era che faceva brutti regali. Con tutti i soldi che spendeva in regali avrebbe potuto aprire l'ennesima filiale della sua enorme azienda di cui Alex non capiva ancora la reale funzione. L'unica cosa che aveva capito in tredici anni di convivenza era che suo padre amava la sua azienda e continuava ad inglobarne altre, ampliando il mercato.
-Tesoro, hai fatto le valige di Samuel come ti avevo chiesto?- la donna annuì mentre osservava l'espressione di Alex cambiare radicalmente: aveva sentito la stessa identica frase quando era stata portata via lei, circa alla stessa età.
-Porterai via Sammy come hai fatto con me?- il padre si limitò ad annuire mentre continuava a chiacchierare amabilmente con le altre figlie.
-Come puoi farlo? Scusate, io non ho fame- Alex fece per alzarsi ma suo padre la afferrò per un polso con uno scatto veloce, facendole quasi male.
-Tu non vai da nessuna parte. Adesso siediti e cena con la tua famiglia.- con un gesto secco Alex si rimise a sedere sotto gli sguardi stupefatti delle sue sorelle, del tutto estranee a tutta quella docilità la sorella di mezzo stava dimostrando con il padre.
-Domani sera ho una cena di gala e pretendo che ci siate tutte, sarà in maschera in onore della serata di halloween- Alex scosse la testa.
-Non posso, ho un altro impegno...- suo padre annuì sorridendo a sua moglie mentre serviva la cena, fatta di piatti tipici italiani come piaceva a lui: diceva che gli ricordava la vacanza in cui si erano conosciuti.
-Perfetto, un problema in meno a cui pensare...- l'ennesimo sbuffo della serata sfuggì dalle labbra di Alex e fu accompagnato dai pugni di suo padre che sbattevano sul tavolo.
-Alexia, vai a farti un giro, non ho intenzione di avere a tavola una persona che si comporta come te- non rispose nemmeno, si limitò a mettersi in piedi ed uscire con addosso solo quello stupido vestitino nonostante ormai la neve non fosse così lontana.
Con un sospiro prese a camminare per le strade allagate di Seoul, chiedendosi perché diavolo tutto dovesse andare per forza di cose a puttane. Non che chiedesse la famigliola felice, però quanto meno voleva non rischiare la vita ogni singola volta che suo padre la veniva a trovare a casa. Non lo odiava, quando era piccola ci era quasi andata d'accordo, però non gli perdonava di averla letteralmente strappata alla sua terra natia per portarla in giro per tutto il mondo per ben tredici anni della sua vita, abbastanza tempo da distruggere ogni minima possibilità di avere una vita normale. La cosa più normale che aveva nella sua vita erano le estati che passava con i suoi nonni, sempre e comunque da sola dato che quando lei era in Italia la sua famiglia andava in Spagna e viceversa. Quantomeno ora erano obbligati a portarla in vacanza con loro. Probabilmente erano anche i continui viaggi che le avevano deformato un po' il carattere, Alex sapeva benissimo di avere un bel po' di difficoltà a fare amicizia e l'unica scusa decente che trovava era che, molto semplicemente, non ne aveva mai avuto il tempo. Quando le andava bene rimaneva nello stesso stato per un mese, giusto il tempo di conoscere un paio di nomi e litigare con qualche prof, giusto il tempo di prendersi qualche leggera cotta che aveva imparato a gestire a quattordici anni. Era tremendamente difficile per lei immaginare di poter avere un'amicizia stabile, figurarsi una relazione. L'unico motivo per cui non era totalmente inesperta in materia era il suo amore per le serate in discoteca durante le quali qualche compagno di classe del momento si faceva sempre avanti. Alex sospirò continuando a ragionare sulla sua vita mentre camminava attraverso le gelide strade di Seoul, in attesa di un'illuminazione divina su dove andare a stare o chissà cosa. Ora che ci pensava tutto sommato una relazione stabile l'aveva avuta ed era durata un anno intero, peccato solo per il fatto che di quell'anno dieci mesi fosse stata lontana dal suo ragazzo e di conseguenza aveva compresso tutto quello che poteva vivere in un anno in due mesi scarsi, bruciando così una tappa dietro l'altra. Non se ne pentiva, quella relazione compressa le era fruttata un bel po' di amici sparsi per il mondo, ottenuti grazie all'idea che tanto, peggio della sua prima volta, non potesse esserci nulla. Già perché non c'era niente di peggio che farlo la prima volta con una persona che non vedevi da dieci mesi, almeno dal suo giovane punto di vista. I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dalla voce di Eminem che si esibiva in “I'm not afraid” per farle da suoneria. Chi diavolo poteva chiamarla alle otto di sera con un numero privato?
-Pronto, con chi parlo?- la voce dall'altro lato del telefono era tremendamente seria.
-Parlo con Alexia Warm? La ragazza che ha partecipato alle audizioni per la YG ed è stata esclusa per un punto?- le sopracciglia di Alex si inarcarono in una smorfia sorpresa mentre si appoggiava ad una parete per ripararsi dalla pioggia che stava cominciando a cadere.
-Sì, sono io... con chi parlo?- l'uomo dall'altra parte del telefono batté le mani soddisfatto.
-La chiamo dalla TS entertainment. Volevamo convocarla a colloquio; uno dei nostri CEO era presente alle audizioni e l'ha notata: è un mese che cerchiamo un modo di contattarla, fortunatamente abbiamo ottenuto il suo contatto dalla sua amica, spero non le dispiaccia- troppe cose in un colpo solo.
Alex non era abituata a sentirsi dare del lei e questo normalmente sarebbe bastato a farla confondere ma una notizia simile le aveva letteralmente dato alla testa, lasciandola senza fiato, in silenzio. Fortunatamente l'uomo era paziente ed attese con calma che il respiro di Alex tornasse normale.
-Ehm... un colloquio... per un lavoro?- l'uomo sorrise divertito.
-Certamente! Quando è libera?- Alex si mordicchiò un'unghia con fare nervoso.
-Quando vuole, sarei capace di venire anche ora...- la risata roca dell'uomo raggiunse le orecchie di Alex facendole realmente temere che quello fosse solo un magnifico sogno.
-Allora, domani è sabato, può venire da noi alle dieci?- Alex annuì lentamente per poi ricordarsi che l'uomo dall'altro lato del telefono non poteva vederlo.
-Certo... mi può dire l'indirizzo?- l'uomo le dettò l'indirizzo e le disse di vestirsi comoda perché l'avrebbero fatta ballare.
-Non è uno scherzo, vero?- l'uomo ridacchiò divertito.
-Assolutamente no, saremmo molto felici di prenderla con noi- un sorriso apparve per poco più di un istante sulle labbra di Alex.
-Grazie mille per l'opportunità, ci sarò!- l'uomo la salutò cordialmente, cosa che nessuno aveva mai fatto, e riattaccò lasciandola sola con i suoi pensieri e un barbone che la fissava con un sorrisetto ebete.
-Cosa ti guardi?!- il barbone ghignò avvicinandosi traballante, sintomo di una bevuta di troppo.
-Ti sta bene questo vestito! Staresti meglio senza!- uno sbuffo le uscì dalle labbra e lanciò uno sguardo gelido al barbone che rimase un secondo interdetto mentre Alex lo studiava.
Il cappotto vecchio e logoro copriva un maglione infeltrito e dei pantaloni sporchi e grandi, abbinati a delle scarpe ormai consunte. La barba incolta e i denti gialli non erano di certo più invitanti, almeno quanto la puzza di sudore misto a alcol e altri odori nauseabondi. Quando il barbone si sporse in avanti per afferrarle il polso Alex reagì d'istinto, torcendo il polso all'uomo con tutta la forza che aveva per poi farlo cadere a terra, ringraziando i corsi di autodifesa che aveva seguito in alcune scuole e la forza che i suoi muscoli insieme all'adrenalina le fornivano. Quando realizzò di essere riuscita a buttare l'uomo a terra tirò fuori il cellulare e chiamò un'ambulanza per poi appoggiarsi alla parete di nuovo, in attesa dei soccorsi che fortunatamente arrivarono in fretta.
-Cosa è successo signorina?- Alex indicò il barbone.
-Mi stava aggredendo ed ho reagito d'istinto, non vorrei avergli fatto male sul serio... io sto bene- l'uomo scosse la testa caricando il barbone sull'ambulanza per poi controllare Alex alla svelta.
-Sa vero che la sua temperatura è bassissima? Vuole una coperta, qualcosa?- Alex scosse la testa rivolgendo uno sguardo tranquillo al paramedico.
-Non è nulla, ora torno a casa...- detto questo si avviò, fregandosene delle offerte dei medici su come aiutarla.
Non ne aveva bisogno, non dopo la telefonata più bella della sua vita, non dopo aver scoperto che il mondo era fantastico. Nemmeno la quasi aggressione del barbone sarebbe riuscita a rompere la sua bolla di felicità, nemmeno la faccia arrabbiata di suo padre che la osservava mentre passava attraverso i corridoi di casa sua gocciolando ovunque, nulla di nulla avrebbe rotto l'incantesimo. Nemmeno l'imminente partenza di suo fratello, forse.

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Capitolo 6
*** Dopo il contratto si festeggia! ***


Ciaoooooo :D

Chiedo perdono perché questo capitolo non mi convince più di tanto, spero vi piaccia lo stesso :)

Waaa! Volevo ringraziare anche ciaciachan e haven che hanno aggiunto la mia storia tra le seguite, grazie mille :') vi lascio al capitolo, alla prossima :D

 

 

 

Il cuore batteva veloce nel petto di Alex mentre si avvicinava all'edificio dove era stata convocata per un colloquio. Non poteva ancora crederci, doveva essere una presa in giro, cose simili non succedevano per caso, mai, non nella vita reale almeno. Appena mise un piede nell'enorme struttura una nuvoletta di riccioli biondi le si schiantò contro, facendola crollare a terra mentre cercava di trattenere le varie imprecazioni che le premevano contro le labbra.

-Scusa!- il biondino le sorrise per poi rimettersi in piedi.

-Nulla- doveva comportarsi bene, non poteva strillare contro a un ragazzino solo perché era stata travolta, non lì almeno, avrebbe avuto tutto il tempo di cercarlo e strillargli contro poi.

-Sei la nuova ballerina? Devi ballare con me!- Alex annuì studiando il ragazzino alto che le sorrideva, osservandola come se fosse un alieno.

-Io sono Alex... immagino di essere io... spero- il ragazzino annuì.

-Beh, io sono Zelo, molto piacere, ora devo scappare o gli hyung mi- non finì la frase, cinque ragazzi lo avevano placcato, facendolo crollare al suolo.

-Maknae, adesso ci dici com'è la nuova ballerina e perché non ce ne hai parlato prima- la voce profonda del ragazzo richiamò l'attenzione di Alex che prese ad osservarlo in silenzio.

-Sto per morire!- Alex sospirò afferrando la mano del ragazzino e tirandolo fuori con un unico gesto dalla montagna di corpi che gli si erano riversati addosso.

-Immagino di essere io la nuova ballerina... qualcuno sa dov'è l'ufficio del CEO- non poté nemmeno dire il nome dell'uomo che una donnina dai capelli scuri a caschetto sui quaranta la prese per mano e la spinse fuori dalla porta.

-Per la centesima volta, i fan non posso entrare!- Alex sbatté un paio di volte le palpebre e si abbassò per essere all'altezza della donnina che era, addirittura, più bassa di Aya.

-Non sono una fan! Sono una ballerina! Ha presente? Quelle che si muovono a tempo insieme ai cantanti sul palco?- la donna prese una ciocca blu tra le dita e li sventolò in faccia alla ragazza come se fossero chissà che prove.

-Le ballerine sono castane, non blu! Quindi sei una fan, ora vai via o chiamo la sicurezza, sei la quinta ragazza che devo cacciare questa settimana, sparisci!- fine della pazienza di Alex.

-Cercherò di essere il più gentile possibile nel dirlo... SONO UNA BALLERINA E SE NON MI LASCIA ENTRARE ED ANDARE AL COLLOQUIO LA PRENDO A CALCI! Sono stata chiara?- lo strillo della ragazza aveva fatto impallidire la donna che si era limitata ad annuire e lasciarla rientrare con aria leggermente terrorizzata.

Appena riuscì a rimettere piede nell'edificio si ritrovò davanti il ragazzino con la nuvoletta in testa che le sorrideva divertito.

-Cosa diavolo vuoi?- si morse la lingua dandosi dell'idiota, possibile che fosse bastata quella donna a farle saltare i nervi?

-Hai un bel caratterino! Vieni, ti accompagno io- presero a camminare lungo i corridoi dell'edificio fino all'ufficio del CEO con cui doveva parlare.

-Uhm... grazie mille- il ragazzino sorrise e fece per parlare ma Alex entrò direttamente nell'ufficio senza dargliene il tempo, ritrovandosi in una stanza riempita di foto di famiglia appiccicate a mobili lucidi e moderni.

-Salve... io sono Alexia Warm, mi ha chiamato ieri sera- l'uomo sorrise facendole cenno di sedersi ed estrasse da un cassetto una cartellina blu scuro.

-Benvenuta Alexia, che ne pensi dell'edificio?- Alex sgranò leggermente gli occhi, colta alla sprovvista da una domanda che centrava così poco con il lavoro.

-Ehm... è molto... grande, spero di non perdermici, se potrò lavorare qui- l'uomo annuì sorridendo.

-Ti spiace se ti do del tu?- Alex boccheggiò per un paio di secondi.

-No, non è un problema...- l'uomo le sorrise bonario

-Benissimo... allora, noi di te sappiamo che balli da quando hai quattro anni e questo ci sembra molto importante ma dobbiamo anche capire quanto sei alta, il tuo tipo di fisico e quanto sei disposta ad allenarti al giorno- Alex annuì cercando di capire cosa doveva fare.

-Mettiti pure in piedi- appena si mise in piedi l'uomo prese a girarle intorno con fare assorto.

-Allora, immagino tu sia più alta di 1.70, vero?- -Sì, sono 1.73- l'uomo annuì di nuovo avvicinandosi di un paio di passi per studiare i suoi occhi, facendola sentire un po' come una cavia da laboratorio.

-Occhi azzurri, molto d'impatto... immagino che dopo tutti questi anni di danza tu abbia un fisico atletico...- la ragazza annuì di nuovo, sentendosi di nuovo come un maledetto topo da laboratorio.

-Perfetto... seguimi pure, il gruppo con cui lavorerai di più aveva giusto bisogno di una ballerina e grazie alla tua altezza tutto dovrebbe risultare più armonico- l'uomo mentre parlava annuiva, come per darsi manforte da solo, tanto che Alex cominciava realmente a pensare che fosse impazzito di colpo.

-Oh! Allora sei tu! Ciao!- la nuvoletta le si avvicinò con un sorrisone e le afferrò un polso, trascinandola verso le altre cinque ballerine che la osservavano con gli occhi a palla.

-E lei? È troppo alta rispetto a noi!- il ragazzino sorrise mettendosi di fianco ad Alex.

-Però non mi arriva all'ombelico!- -Oppa! Come sei cattivo!- le voci piagnucolose delle ragazze fecero sbuffare Alex che si limitò ad osservarle.

-Oppa? Non è un po' piccino?- il ragazzino arrossì leggermente.

-Ho diciassette anni, non due!- -E loro ne hanno minimo minimo venti... comunque piacere, io sono Alex... voi siete?- le ragazze misero di piagnucolare e sorrisero divertite.

-Noi siamo Chiaki, Hyuri, Minjong, Yurim e Sandara, balliamo qui da due anni...- erano tutte alte al massimo 1.63 e sembravano avere tutta l'intenzione di conquistare qualche cantante, visti e considerati gli striminziti shorts e top che indossavano.

Alex pregò di non essere obbligata ad indossare un'eresia simile, già quelli che le facevano indossare alla discoteca bastavano ed avanzavano, figurarsi se doveva usarli anche lì. Mentre si faceva tutti i film mentali possibili ed immaginabili si lasciò trascinare verso il centro della sala da cui il ragazzino la osservò con un ennesimo sorrisetto.

-Bene, cerca di seguire la coreografia, è semplice- detto questo fece partire la coreografia e prese a ballare.

Alex sospirò passandosi una mano tra i capelli e prese a cercare di imitare i passi che facevano le altre ballerine, riuscendoci anche bene finché, di colpo, il ragazzino non l'afferrò per un polso facendole fare una piroetta e cominciando a fare una parte che probabilmente lo vedeva come solista.

-Uhm.....- il ragazzino sorrise e continuò a ballare, osservato da Alex che riprese appena ricominciò la coreografia di gruppo.

Ballarono solo per un'oretta, abbastanza per dare ad Alex il tempo di prendere familiarità con il ragazzino e i passi ma non abbastanza per stancarla. Era persino riuscita ad imparare buona parte delle ottave in cui ballava solo con il ragazzino.

-Senti, ti va di andare a prenderci qualcosa da bere, così ci conosciamo un po', infondo dobbiamo ballare insieme! Le ballerine sono già andate quindi ecco... non puoi con loro... cioè se vuoi te le chiamo ma...- l'espressione leggermente imbarazzata di Zelo convinse la ragazza che annuì per poi avvicinarsi al CEO armato di penna.

-Bene, da oggi lavori con noi, il contratto non è vincolante quindi potrai cambiare lavoro quando vuoi...- Alex annuì di nuovo, leggendo alla svelta il contratto per poi firmare ed abbozzare un sorriso leggermente forzato per via del nervosismo causato dalla consapevolezza di aver appena firmato una lama a doppio taglio e dall'idea di essere tremendamente vicina al suo sogno, abbastanza da non pensare nemmeno a cosa avrebbero detto i suoi genitori o il resto dell'universo in generale.

-Perfetto! Allora, dove vuoi andare? Ecco... se vuoi chiamo un taxi, io non posso guidare...- Alex annuì tirandosi su il cappuccio sulla testa.

-Vieni, ti faccio vedere il bar dove lavoravo prima... comunque qual'è il tuo vero nome?-

-Choi Jun Hong... ma tu quanti anni hai?- -Diciannove... ma puoi uscire così o ti riconoscono?- il ragazzino annuì sorpreso e si avvolse intorno al collo una sciarpa per poi infilarsi un berretto e gli occhiali da sole.

-Ecco, infatti... andiamo?- non ricevette risposta, semplicemente cominciarono a camminare mentre parlottavano del più e del meno.

Strano ma vero, per qualche motivo parlare con quel ragazzino era abbastanza facile, probabilmente perché non faceva altro che fare domande sulla provenienza di Alex o sui viaggi che aveva fatto nella sua vita. Alex si limitava a dare risposte il più corte possibile, niente di troppo complicato, tanto Jun Hong sembrava divertirsi parecchio a chiederle di tutto e di più. Appena entrarono nel bar una ragazza si avvinghiò al collo di Alex con un sorrisone.

-Alex! Allora? Ti hanno presa? Chi è il tuo amichetto? È altissimo!- la voce di Aya era di tre ottave più acuta del normale, cosa che fece letteralmente rabbrividire Alex.

-Sì, ho appena firmato il contratto... lui è un cantante con cui lavoro, lascialo perdere ha sei anni in meno di te!- Aya annuì e sorrise al ragazzino per poi afferrare la sua amica per un polso e trascinarla al tavolo dove era seduta con gli altri cinque ragazzi.

-Chiama il tuo amichetto, è imbambolato sulla porta!- un leggero sbuffo uscì dalle labbra della ragazza.

-Jun Hong, vieni a sederti con noi... mi spiace, ti offrirò una cioccolata da soli la prossima volta- la nuvoletta bionda si mise a sedere con un sorriso.

-Oh! La ragazza con i gusti strani sui capelli! Ciao!- Alex assottigliò lo sguardo cercando di ricordare il nome del ragazzo dalle grosse occhiaie.

-Uhm... Lee Seung Hyun?- il ragazzo annuì con un sorrisetto divertito.

-Proprio io! Certo che mi offendi, sei l'unica che non impara subito il mio nome appena mi vede!-

-Beh, scusa se ho meglio da fare che studiarmi la storia della tua vita!- Aya sobbalzò sulla sedia come se avesse preso la scossa e si sporse in avanti, afferrando Alex per il cappuccio della felpa per tirarla a se.

-Tu! Hai studiato per la verifica di filosofia? Guarda che lo so che mercoledì hai la verifica! Io so tutto!- una risata divertita si sparse per il tavolo.

-Certo che no! Ho di meglio da fare...- -Ma dai! Giuro che ti picchio se non prendi la sufficienza!-

-Oh! Parlando di mercoledì! Lo hyung fa gli anni questo mercoledì vuoi venire con noi? Ti veniamo a prendere a scuola, così Aya la smette di dire che non cerchiamo nemmeno di conoscerti!- lo sguardo della ragazza passò velocemente sui ragazzi mentre cercava di capire chi diavolo fosse lo hyung del gruppo.

-Choi Seung Hyun è il più grande, capelli turchesi! Non sai proprio nulla, eh?- Jun Hong di colpo sgranò gli occhi e si sporse in avanti.

-Ma voi siete i Bigbang! Non vi avevo riconosciuti da dietro tutte queste sciarpe!- tutti annuirono divertiti mentre Alex sperava si dimenticassero dell'invito che le avevano fatto.

-Allora? Non rispondi? Non vuoi entrare nell'edificio della YG? Saremo solo noi della famiglia! Park Bom dice che vuole la tua cioccolata calda!- qualcuno si schiarì la gola con fare seccato, obbligando Alex a non controbattere.

-Alex! Come mai da queste parti? Ah, giusto! Tu oggi avevi il turno!- la voce di Jou era tremendamente arrabbiata, abbastanza da attrarre l'attenzione di mezzo bar.

-Scusa Jou!- -Se non fosse perché io e te siamo stati ins...- -inseriti nello stesso lavoro, Jou, impara a stare zitto!- Jou sbuffò passandosi una mano tra i capelli perfettamente pettinati.

-Dimmi che ho sentito male...- la voce di Aya era di nuovo acuta, presa dal nervoso per l'aver scoperto una notizia “così importante” da Jou e non da Alex.

-Hai capito benissimo, tanto lo so che hai capito... ne parliamo dopo, ok? Jou, sparisci- il ragazzo scosse la testa e se ne andò velocemente, conosceva fin troppo bene Alex per rischiare di prendersi un suo calcio sulle costole, ne aveva già presi anche troppi a suo tempo.

-Cosa ci siamo persi?- Alex sbuffò lanciando un'occhiataccia al leader che la osservava con aria confusa, come se non fosse ovvio quello che stava succedendo, almeno per lei.

-Non sono fatti tuoi... comunque va bene, ci sarò... può venire anche lui?- Jun sobbalzò sulla sedia.

-Certo! Però basta battutine con Taeyang, chiaro? Non è stata colpa di nessuno se vi hanno fotografato- non si era nemmeno accorta della sua presenza e aveva quasi dimenticato quello che era successo quindi alzò un sopracciglio con aria sorpresa.

-Ok, ok... comunque cosa ci fate qui?- Aya sorrise maligna.

-Aspettavamo te! Volevamo invitarti al compleanno e... 'sta sera esci con noi!- e la cosa più sensata da fare fu avvinghiarsi al braccio del ragazzino e inventarsi una scusa.

-Non posso... esco col dongsaeng!- il sorrisetto divertito che apparve sulle labbra del ragazzino la smascherò velocemente.

-Oh, ma allora può venire anche lui, non c'è problema!- eccola la sua condanna, Aya non ci era cascata, non andava bene.

-Va bene... ci sarò, ma niente cose strane o vestiti- il sorrisetto sornione dell'amica non la mise di buon umore ma con un sospiro si limitò a bere qualcosina con i ragazzi, chiedendosi cosa diavolo ci facesse lei in mezzo a gente che aveva fan sparse ovunque.

 

*** *** *** *** ***

 

-Allie, perché non posso venire con te? Aya, di alla mia sorellona di farmi venire con lei!- Aya sorrise al bambino che stava allegramente passeggiando per la stanza nonostante entrambe fossero in intimo.

-Non me li metto quei cosi! Arrenditi!- uno sbuffo uscì dalle labbra della più bassa mentre osservava la sua amica imprecare contro i vestiti.

-Non puoi andare in discoteca con il cappuccio in testa! Come ci vai in discoteca di solito?- Alex fece spallucce indicando la sua tuta da hip-hop ed Aya si ritrovò a chiedersi per la centesima volta nella serata quando mai l'aveva lasciata uscire da sola.

-Pazzesco... ti lascio andare in discoteca da sola e tu combini questi casini... quanta pazienza! Sam, convinci la tua sorellona a mettersi questi!- il bambino osservò per qualche secondo i pantaloni neri ed aderenti e prese a ridacchiare divertito.

-Non li metterà mai! Ellie non si mette queste cose!- Aya sospirò delusa e tirò fuori dalla borsa l'ennesimo vestito, lanciandolo in faccia all'amica.

-Questo lo metti! Sono stufa, voglio vestirmi anche io, sai?- un sonoro sbuffo uscì dalle labbra di Alex mentre si infilava il vestito alla svelta, giusto per far contenta l'oca starnazzante.

Sul davanti era parecchio semplice, un semplicissimo vestito nero, niente di più e niente di meno, scendeva avvolgendo il corpo di Alex, mostrandone le braccia di cui, alla fin fine, non andava poi così fiera, e metteva in evidenza la sua vita sottile. Dietro invece aveva la schiena coperta solo da un teschio in pizzo che lasciava intravedere completamente la pelle candida, facendola leggermente rabbrividire all'idea di essere così esposta, cosa a cui non era minimamente abituata nonostante il suo lavoro. Non amava esporre il suo corpo, preferiva di gran lunga dei vestiti larghi che nascondevano per bene il suo fisico a degli shorts striminziti o dei vestiti. Le manine di Samuel si posarono sulla schiena della sorella facendola rabbrividire per il contatto con le dita congelate.

-Allie, perché la mamma non mi vuole più in casa?- Aya sospirò finendo di mettersi la canottiera bianca con su un teschio nero e spettinò il bambino con fare affettuoso.

-Guarda la tua sorellona, lei è stata con vostro padre per tantissimo tempo e guarda com'è ora, vedrai, sarete uguali!- il bambino sorrise e si attaccò alla gamba della sorella mentre lei cercava di convincere la sua amica che non era necessario mettere i tacchi, ignorando la conversazione che non aveva voglia di affrontare.

-Ballerine, la cosa finisce qui!- Aya fece per rispondere ma il campanello suonò interrompendole.

-Se va mia sorella siamo morte!- mentre parlava spostò malamente il fratellino e partì di corsa verso la porta mentre Aya tagliava la strada a Annie che era uscita dalla sua stanza per aprire.

-Alexia, chi è che viene a casa alle otto e mezza di sera? Non sapevo che la mamma avesse ospiti! Aya, levati! Sarà l'autista per la cena di papà a cui TU non sei stata invitata perché TU fai troppi casini!- Aya sogghignò appena continuando a sbarrare la strada alla ragazzina.

Intanto Alex era rimasta a fissare il ragazzino davanti alla porta, sorpresa da un cambiamento così grande nel giro di poche ore. La nuvoletta di capelli era stata domata e sistemata, i vestiti larghi che non lasciavano minimamente intendere la reale stazza del ragazzino erano stati sostituiti da dei pantaloni leggermente aderenti, una maglietta bianca e una giacca di cuoio borchiata. Tutto si sarebbe aspettata tranne ritrovarsi a dubitare la reale età del ragazzino.

-Posso entrare?- Alex annuì prendendolo per mano e trascinandolo di corsa in camera sua, dando il tempo a sua sorella di vedere solo una macchia gialla che si muoveva a velocità impressionante lungo il corridoio.

-Scusa Jun... se mia sorella ti vede o ti riconosce e sviene o non ti riconosce e rompe...- Jun sorrise di nuovo sistemandosi appena la giacca ed osservò il vestito della ragazza, arrossendo leggermente.

-Ehm... ti sta bene questo vestito... in sala non sembravi così... così... eri diversa!- Alex annuì divertita e prese una giacca di cuoio dal suo armadio per coprirsi almeno un po'.

-Immagino sia un complimento... grazie- Jun annuì di nuovo ed osservò Aya entrare in camera.

-Oh, ciao! Sembri un'altra persona vestito così, sai? Andiamo? Tua sorella sta per dare di matto...- Alex annuì afferrando la borsa ed uscì di casa, seguita a ruota dagli altri due.

Appena furono per strada Aya cominciò a saltellare esaltata all'idea di passare una serata in discoteca con delle persone famose, cosa che Alex non comprendeva. Per lei le persone famose erano ancora delle semplici persone che spesso e volentieri credevano di avere il mondo ai loro piedi, tronfi del loro avere ragazzine urlanti sparse per il mondo.

-Vuoi sapere una cosa? Sono persone!- a questa affermazione Jun trattenne appena una risatina ed Aya smise di saltellare per fulminare con lo sguardo la sua amica.

-Uff... non mi dai mai soddisfazioni tu! Zelo, almeno tu, esaltati!- Alex sfoderò la sua migliore espressione da poker face e si fermò davanti al punto di incontro dove una limousine le stava aspettando per farli entrare con calma dal retro del locale.

-Dei, mi sembra di essere una fuggitiva! Comunque si chiama Jun Hong, non Zelo!- mentre parlava fu agguantata da un Lee Seung Hyun parecchio esaltato che la tirò a sedere al suo fianco con un sorrisetto divertito.

-Seung Hyun, mollami!- il ragazzo sporse appena il labbro lasciandola andare ed agguantò Aya che lo lasciò fare con un'espressione divertita.

-Che ho fatto io?- il più grande di tutti sembrava essersi risvegliato da un coma profondo e guardò Alex come se fosse stata una manifestazione paranormale.

-Non parlavo con te, parlavo con baby Hyun!- -Non mi piace come nome! Non puoi chiamarmi Panda Ri come tutte le fan? È più carino!- -No, io non do nomignoli a nessuno, punto! Questa è stata un'eccezione- la conversazione continuò finché non furono obbligati a scendere dall'auto per entrare nel locale affollatissimo.

Non riuscirono nemmeno a fare due passi che il vocalist della serata cominciò ad ululare per far eccitare la folla. Si stava preparando ad annunciarli, non ci voleva molto a capirlo. Aya sospirò afferrando la mano dell'amica e la trascinò via verso il tavolo che avevano prenotato. Alex afferrò appena in tempo la mano del ragazzino ed in pochi istanti si ritrovarono in un cerchio di divanetti ben più tranquillo dove riuscirono addirittura a sedersi con calma, protetti dalle guardie del corpo che tenevano lontane le varie fan che avevano riconosciuto Jun Hong.

-Say yeah! Siete carichi? Siete pronti? Sono qui con noi i cinque ragazzi più amati di tutta la Corea! Say oh! Siete pronti? Siete carichi? Su le mani, su! Fatevi sentire per i Bigbang!- le urla si diffusero per la sala mentre i ragazzi passavano attraverso la folla per poi sedersi finalmente al tavolo, agitando le manine con il solito sorriso da star stampato in faccia.

Alex e Aya dal canto loro si limitarono a coprirsi i volti con le mani per non essere riconosciute mentre osservavano un Jun divertitissimo che firmava un paio di autografi insieme ai Bigbang. Oltretutto, perché diavolo Alex aveva deciso di uscire con quel bambino? Non aveva senso! Alex ci metteva secoli a fare amicizia con qualcuno, le poche volte in cui era uscita durante i suoi vari viaggi era per andare in discoteca e lì aveva incontrato, per puro e semplice caso, i suoi compagni di scuola ma mai nella sua giovane vita aveva accettato un invito a uscire lo stesso giorno in cui aveva conosciuto qualcuno, mai. Dovevano essere stati i riccioli e l'espressione da cucciolo, o forse semplicemente l'euforia interna per il contratto appena firmato le aveva mandato in brodo di giuggiole il cervello.

-Non ho mai visto un vocalist più esaltato... quindi hai trovato un lavoro alla TS? Sono felice per te!- il sorriso di Ji-Yong non convinse particolarmente Alex che si limitò ad annuire per poi voltarsi verso il ragazzino, rendendosi conto di colpo di quanto fosse piccolo rispetto a loro.

-Ehi, tu hai il permesso di bere?- il ragazzino annuì sorridendo.

-Te l'ho detto, ho diciassette anni, non due!- lo hyung del gruppo alzò un sopracciglio con aria scettica e si sporse verso Alex per parlarle all'orecchio, inondandola con la colonia che si era messo.

-Non farlo bere troppo, è piccolo- Alex annuì come se fosse ovvio ed osservò il ragazzo avvicinarsi di nuovo, un po' per parlarle un po' perché voleva sentire meglio il profumo dolce della ragazza che non riusciva ad identificare del tutto.

-Non bere nemmeno tu, sei piccina anche tu!- uno sbuffo seccato uscì dalle labbra della ragazza.

-Sono grande e vaccinata!- il ragazzo annuì poco convinto, passandosi una mano tra i capelli ed osservando gli altri per qualche istante per poi fare cenno ad uno della sicurezza di avvicinarsi.

-Facci avere due bottiglie di vodka liscia, per favore!- l'omone annuì andandosene per la sua strada.

-Hyung, ma perché ci portiamo sempre dietro la ballerina?- lui in tutta risposta indicò con il mento Taeyang che di colpo sembrava completamente preso dalla conversazione con la ragazza, come se stessero parlando del significato della vita.

-E la sua amica?- -Perché è compresa nel pacchetto e non rompe... ora stai buono, Ri- la conversazione finì così, con un Ri che faceva i capricci e lo hyung che osservava Tae in attesa della vodka.

La serata passò veloce, tra un bicchiere e l'altro e Alex si ritrovò a ballare pressata contro un Jun parecchio alticcio che ridacchiava appoggiato alla sua spalla. Non sapeva bene nemmeno lei come era finita così ma guardandosi intorno notò che gli unici ancora sobri erano Young Bae e Aya che erano ancora presi dalla stessa conversazione di chissà quante ore prima, con ancora lo stesso bicchiere con dentro la stessa vodka. Con una spinta leggera fece crollare il ragazzino sui divanetti e fece per sedersi a sua volta ma un altro paio di mani la afferrarono per la vita. Con uno sbuffo si voltò di scatto, notando la capigliatura azzurra del suo nuovo compagno di ballo e sentendone la colonia che, complici i vari bicchieri di vodka, di colpo le sembrava molto sexy.

-Come mai balli con me?- -Non fai male alla vista, non strilli, non dici di essere una mia grande fan, non parli di quanto sia sexy la mia voce e sono quasi sicuro di essere brillo- una risatina scappò ad Alex che lasciò fare il ragazzo, decisamente ubriaco fradicio.

-Se vuoi ti dico che hai una voce molto sexy, così ti siedi e la smetti di umiliarti, sembra che tu abbia le convulsioni!- Seung Hyun sbuffò stringendo appena la presa sui fianchi della ragazza mentre cercava di collegare i pensieri che girovagavano per la sua testa.

-Io non capisco nemmeno perché Aya ci tiene così tanto a farci conoscere... non sei nemmeno una nostra fan, sembri essere allergica alle persone e, soprattutto, sei sempre incazzata! A me non piacciono le persone incazzate, sono noiose! Se sono ragazze poi non ne parliamo... sto divagando, vero? Che parola forte, divagando! Ok, sto zitto- lei fece spallucce continuando ad ondeggiare a tempo, ignorando gli insulti non troppo velati che le stava rivolgendo e il discorso leggermente sconnesso, troppo presa dal cercare di riprendere del tutto la lucidità per ascoltare sul serio.

-Non so, Aya deve avere qualcosa in mente, lei ha sempre qualcosa in mente... che occhi che hai! Sai che sei più truccato di me? Non è normale! I ragazzi non si dovrebbero truccare, dovrebbe essere una cosa da ragazze, no?- quello sì che era un discorso sensato, se non fosse stata una cosa idiota si sarebbe data il cinque da sola per aver messo così tante parole di fila mentre era mezza ubriaca, però non si poteva quindi si limitò a ridacchiare appena.

-E allora? Io devo truccarmi per lavoro ma tu che sei una ragazza, non ti trucchi mai... sai che ogni tanto penso seriamente che tu sia un ragazzo in incognito?- Alex sbuffò seccata pizzicando il collo del ragazzo. Come ci erano finite le sue mani sulle sue spalle? Quando avevano accorciato le distanze? Doveva essersi distratta, doveva starci più attenta.

-Sei proprio antipatico! Dici tutto direttamente! Mi stai simpatico!- non aveva senso, per niente, ora non si poteva più dare il cinque.

-Anche tu! Però davvero, se non fosse perché ti ho vista al bar e ora avrei seri dubbi sul tuo sesso! Ti sei mai truccata almeno una volta nella tua vita?- ma era scemo o cosa?

-Ma che dici! Ho la faccia da ragazza! Anche i capelli! E poi al bar io ero truccata, idiota! Al bar eravamo tutte truccate! Secondo te io avevo le labbra rosse di natura? Erano rosso ciliegia credo, a me piacciono le ciliegie, una volta in Italia dai miei nonni mi sono mangiata una ciotola enorme di ciliegie in una sola volta!- Seung Hyun ridacchiò divertito, sbilanciando la testa all'indietro e rischiando di perdere l'equilibrio.

-Non mi ricordo se mi piacciono le ciliegie... i capelli da femmina? Ma se li tieni sempre sotto il cappuccio o un berretto? Comunque come mai quel ragazzino è la tua ombra? Non è un po' piccino? Beh, in realtà anche tu non sei molto grande... sai che prima che me lo dicesse Aya pensavo avessi almeno vent'anni o qualcosa del genere? Non sono molto bravo a capire le età... però so calcolare le calorie in pochissimo! E so rappare! Sai che so rappare davvero bene? Ah, so anche recitare! E cantare, sì sì so anche cantare! Dicevamo? Ah, giusto... il ragazzino ombra, che ci fa con te?- Alex fece spallucce, rendendosi conto per la seconda volta che sì, quello era davvero diventato la sua ombra in meno di un giorno, cosa davvero assurda dal suo punto di vista.

-Che ne so io! È simpatico, sorridente... mi piace la gente che sorride sul serio! E poi secondo te ora ho voglia di ragionare sul perché frequento un ragazzino? Non so nemmeno perché ho bevuto così tanto! Comunque i capelli sotto al cappuccio sono più comodi, tutto qui! Ma a te non stanno scomodi i capelli tutti strani? Da quel poco che ho visto per colpa di mia sorella li hai sempre tutti pieni di gel e schifezze varie... io darei di matto! Come diavolo fai? Voglio dire, li hai sempre perfetti e cose varie, io non so nemmeno usare la spazzola ancora un po'- -Ci fai l'abitudine- Alex annuì rendendosi conto di quanto il ragazzo stesse realmente traballando e ridacchiò divertita.

-Hai un bel sorriso, sai?- -Lo vedrai solo quando sono alticcia... non sorrido spesso, non mi piace il mio sorriso... e poi non mi piace parlare di quello che penso o esprimerlo!- -Ho notato!- con un gesto leggero fece sedere il ragazzo al fianco dell'altro e si mise a sedere in mezzo, lasciando che usassero le sue spalle come cuscini.

-Sai che hai un buon profumo?- e questa da dove gli usciva? Seung Hyun si diede dell'idiota per poi alzare appena lo sguardo sulla ragazza.

-Uhm... grazie... tu ora invece puzzi solo di vodka...- il ragazzo mugugnò qualcosa per poi sistemarsi meglio sulla spalla della ragazza che stava cercando di riprendere lucidità.

-Eppure ho messo la colonia, te lo giuro! Era anche buona, tutte dicono che è buona-

-Tutte vogliono farsi una persona famosa, per tua sfortuna io non sono così- risero divertiti ed Alex ringraziò di avere ancora abbastanza lucidità da tenere i suoi pensieri contorti per se, la maggior parte almeno.

-Vorrai dire per mia fortuna! Sei un po' troppo piccola per me, non ti pare?- Alex fece spallucce facendo perdere l'equilibrio a Jun che crollò sulle sue gambe in uno stato di sonno profondo.

-Jou è un anno in meno di te e me lo sono fatto, l'età non è un problema... aspetta, cosa mi stai facendo dire?! No! Avevo giurato di non dire a nessuno di me e Jou!- Seung Hyun ridacchiò divertito e si sporse per baciare il collo della ragazza, spinto da qualche idea malsana che l'alcol gli aveva messo a forza in testa che ora non riusciva ad identificare, semplicemente in quel momento quel collo candido sembrava davvero invitante.

-Stai buono, domani ce ne pentiremo entrambi!- Seung Hyun annuì e si staccò controvoglia.

-Non so se sei più noiosa tu o le fan urlanti quando ho mal di testa...- -Probabilmente io... comunque io sono ubriaca, tu pure e probabilmente ci sono fan armate di fotocamere ovunque quindi stai buono- -Mm... hai ragione... comunque hai un tatuaggio dietro l'orecchio- Alex annuì appoggiando la testa al divanetto.

-Lo so... mia madre mi ha quasi uccisa per questo- circa, più che altro aveva strillato.

-Fico! Fa male farseli?- -Un po'...- l'alcol faceva miracoli, Aya ne era convinta mentre osservava Alex, sorrisino idiota stampato in faccia, che chiacchierava amabilmente con TOP. Alex non chiacchierava mai così, da quel che aveva visto rispondeva a monosillabi anche al ragazzino che le ronzava intorno quel giorno e lei ci aveva messo ben cinque anni per riuscire a convincerla a chiacchierare come si deve con lei. La cosa più sorprendente però era il fatto che nonostante tutto l'alcol ingerito non si fosse ancora avvinghiata a nessuno, cosa che a quanto pare faceva fin troppo spesso dato il suo amore per la vodka e i bei ragazzi. Taeyang continuava a parlarle di cose di poco conto, cosa che non la emozionava come aveva sperato quando aveva cominciato a frequentare quei ragazzi ma, tutto sommato, almeno lui era lui e le stava dedicando tutta la sua attenzione. Alex aveva ragione, le persone famose non erano poi così emozionanti, almeno non quando erano ubriachi o stranamente in voglia di chiacchiere. Quando erano con le fan invece erano tutto uno spettacolo: i sorrisi perfetti, le espressioni piazzate sempre al momento perfetto, le voci modulate a seconda della situazione. Quello si che era uno spettacolo di rara bellezza. Ora invece, ridacchianti per il troppo alcol in circolo, non erano poi questo spettacolo, sembravano i soliti ragazzi ubriachi che incontrava in discoteca, solo che loro erano ancora tirati a lucido.

-Alex, sono quasi le tre, forse è il caso di andare!- la ragazza annuì mettendosi in piedi con fatica e obbligò anche gli altri due a mettersi in una posizione da bipede e non da bradipo collassato.

-Andiamo... Tae, li porti tu a casa loro? Io devo portare a casa Alex e Zelo...- Taeyang si avvicinò velocemente alla ragazza e sorrise con il sorriso che Alex catalogò come il sorriso da star.

-Vi diamo un passaggio...- cinque minuti dopo erano tutti accasciati sui sedili della limousine, diretti verso casa di Alex.

Quando la limousine si fermò si scatenò un pandemonio fatto di ragazzi urlanti e capricciosi e di uno Zelo che continuava a dormire indisturbato. C'era persino Ri che si sbracciava come un'idiota per attirare l'attenzione di uno degli hyung.

-Tae, non abbiamo voglia di aspettare ancora!- la voce di Ji-Yong era un balbettio unico, reso incomprensibile dai troppi bicchieri di vodka che gli erano stati offerti dalle fan.

-Devo andare in bagno!- Seung Hyun più piccolo suonava piagnucoloso all'ennesima potenza, abbastanza da ledere i nervi di una Alex immobilizzata per via di Jun che le si era tranquillamente addormentato sulle gambe.

-Dei! Salite ma state zitti, di sicuro staranno tutti dormendo a quest'ora...- -Alex, posso dirti una cosa?- -Dimmi, Daesung completamente ubriaco- -Ti vedo le mutande da qui!- -Bene... il vestito non lo posso abbassare e non posso accavallare le gambe quindi tu guarda fuori!- il ragazzo, seduto esattamente davanti a lei, scoppiò a ridere divertito per poi crollare giù dal sedile.

-Salite...- mentre parlava spostò il ragazzino dalle sue gambe e lo scosse leggermente, osservandone l'espressione da cucciolo.

-Ehi, Jun, svegliati!- il ragazzino biascicò qualcosa di incomprensibile e si trascinò fuori dall'auto, afferrando il cellulare per chiamare i suoi hyung.

-Mh... shono shtanco! Mh... ssh! Non gridate- uno sbuffo uscì dalle labbra della ragazza che afferrò il telefono di scatto mentre vedeva la banda di ubriachi uscire dall'auto facendo un casino bestiale mentre si gridavano a vicenda di fare silenzio.

-Sono Alex, abbiamo bevuto e Jun è più morto che vivo, penso che lo farò dormire da me, per voi va bene?- la voce leggermente impastata della ragazza fece sbuffare lo hyung dei B.A.P.

-Va bene- Alex annuì sentendosi di colpo parecchio divertita e chiuse la chiamata per poi avvicinarsi al portone ed aprire con non poche difficoltà.

Quando finalmente i sei piani di ascensore finirono la banda di ubriachi si riversò nel corridoio ed Alex ringraziò il fatto di avere un intero piano solo per casa sua o i vicini si sarebbero lamentati.

-Ma c'è una sola porta!- Jun si lamentò appena, accasciato sulla spalla di Alex che stava facendo di tutto per non crollare a terra, visto e considerato che gli unici due sobri del gruppo ne avevano già uno per spalla.

-La mia famiglia ha un piano solo per noi... venite!- appena aprì la porta si ritrovò davanti sua madre, incazzata nera, che la osservava con fare scettico.

-E questi chi sono? Ti sembra un orario decente per rientrare? Sono le quattro di mattina!-

-Ssh! Se li fai uscire dal coma strillano... torna a dormire, ho bevuto troppo per litigare con te!- una risatina accompagnò le sue parole ed Alex fece cenno ad Aya di mostrare le stanze degli ospiti ai ragazzi e, soprattutto, indicò il bagno al Seung Hyun più giovane e saltellante. Dopo pochi secondi però Aya tornò con una l'espressione di chi deve comunicare a un bambino che no, Babbo Natale non esiste.

-C'è un problema... una stanza è occupata, ne rimangono solo cinque...- Alex annuì piano per poi voltarsi verso i suoi ospiti e contarli. Sette.

-Non ti preoccupare, io dormo con Dae- -Sì!!!!- l'urletto divertito del ragazzo fu bloccato da Young Bae che gli mise una mano sulla bocca.

-Ok... Aya, tu dormi con me?- Aya fece per annuire ma Jun si rimise in piedi e la osservò con aria supplichevole.

-Non mi piace dormire da solo! Non voglio dormire da solo! Nuna, non farmi dormire da solo!- uno sbuffo uscì dalle labbra di Alex che decise di immolarsi per la sua amica, complice l'alcol.

-Ok, tu dormi con me ma niente scherzi... Aya, sistema Seung Hyun e Ji-Yong nelle altre due stanze e prenditi la stanza che vuoi, io cerco di mettere a letto questo qui senza crollare a terra- Aya annuì per poi avviarsi lungo il corridoio della zona notte, seguita dai cinque ragazzi che emettevano rumorosi ssh! mentre si buttavano sui letti che gli erano stati assegnati.

La notte passò tutto sommato tranquilla, i ragazzi dormivano tranquilli, Alex era a distanza di sicurezza dal ragazzino e nessuno vagava per casa strillando. Il mattino forse sarebbe stato un po' più caotico, visto e considerato che verso le quattro un Choi Seung Hyun ancora mezzo brillo si era alzato per andare in bagno ed aveva poi sbagliato porta, finendo per infilarsi nell'ampio letto matrimoniale con Alex e Jun. Il problema più grande era che al mattino uno dei due si sarebbe accorto di certo che la ragazza, ora appoggiata al petto dello hyung, era in biancheria intima. Avevano davanti una lunghissima mattinata.

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Capitolo 7
*** Che casino ***


SALVE!!!
prima di tutto chiedo scusa per il mega ritardo ma sono stata fuori casa e il computer non l'ho visto nemmeno in fotografia, mi spiace tanto!
Adesso passo ai ringraziamenti perché questa volta solo ancora più commossa del solito ç_ç io vi amo! ok, basta... volevo ringraziare ils95, ssilen e Klaudia_95 per le recensioni, grazie mille *si inchina* volevo ringraziare anche  
Kibummie_ ssilen per aver messo questa storia tra le preferite, Klaudia_19 e MonkeyCrys per averla messa tra le seguite... grazie mille, sono felicissima :D
finito il discorso che sa tanto da discorso per la premiazione (eh, per me è stato un premio ipermegasuper *w*) vi lascio al capitolo che è un po' più lungo del solito e, chiedo perdono in ginocchio, senza capo ne coda... giuro che nel prossimo recupererò tutto per bene, lo giuro solennemente! bene, vi lascio alla lettura e grazie di nuovo :D




Uno sbuffo uscì dalle labbra di Alex mentre si rendeva conto di un naso gelido che le annusava il piede e due manine che le tiravano l'altro. Con un sonoro sbuffo si sfilò dalla presa calda ed accogliente di chiunque si fosse fatta la sera prima e scese dal letto, osservando il display luminoso della sua sveglia che le segnalava le otto di mattina. Solo quattro ore, aveva dormito solo quattro maledettissime ore e suo fratello pretendeva anche che si svegliasse?

-Allie, portiamo fuori il cane?- Alex annuì osservando la porta spalancata in silenzio.

-Papà e gli altri?- Samuel fece spallucce avvicinandosi al cane e cominciando a giocare con le orecchie.

-Allie, perché dormi con due maschi in mutande?- la ragazza fece per annuire ma di colpo realizzò il reale contenuto di quella frase.

Chi diavolo era che la stava abbracciando quella mattina? I suoi occhioni azzurri, con il trucco ancora colato, si posarono sulle due figure ben avvolte nel letto. Cosa aveva fatto la sera prima? Una mano andò a massaggiare la fronte corrucciata per il mal di testa mentre ricostruiva con calma la sera. Era andata a ballare, aveva bevuto molto, non abbastanza da perdere il controllo per fortuna, poi? Ah, era tornata a casa e i Bigbang erano venuti a dormire da lei insieme a Jun e Aya e fin lì tutto quadrava e spiegava perché Jun fosse nel suo letto, almeno in parte, poi avrebbe insultato Aya per averla lasciata dormire con un ragazzino. Il vero problema era capire cosa diavolo ci facesse Seung Hyun e, soprattutto, perché diavolo la stava abbracciando. Sì perché le braccia ancora protese verso un fianco, come ad abbracciare una figura immaginaria, non lasciavano dubbi, soprattutto perché l'altro invece aveva una mano sotto il cuscino e l'altra sotto la guancia, completamente sbavata per via del sonno profondo. Dopo qualche secondo di osservazione si riprese e si guardò la pancia scoperta, arrossendo di colpo e prendendo a frugare nel cassetto dei vestiti. Appena riuscì a mettersi addosso una maglia abbastanza lunga da coprirle il sedere osservò il fratellino in silenzio e si avviò verso la cucina con aria assorta.

-Cosa vuoi per colazione?- il bambino osservò per qualche istante i capelli blu della sorella, completamente spettinati e si passò una mano tra i suoi per renderli spettinati a sua volta.

-Voglio il latte magico!- Alex sospirò sporgendosi in avanti per afferrare la caffettiera grande, un po' perché una bella tazza di caffè nero era l'unico modo per riuscire a stare sveglia e un po' perché doveva prepararne per tutti quindi di certo non sarebbe bastata la solita caffettiera per una sola persona, quella invece bastava per almeno dodici persone grande com'era. Chissà se tutti bevevano il caffè? Per sicurezza mise a scaldare anche dell'acqua per fare il tè e del latte, tanto ora che finiva di scaldare quella quantità industriale di roba a fuoco bassissimo sarebbero state minimo le tre.

-Allie! Voglio il latte magico! Ti prego!- l'ennesimo sbuffo della giornata uscì dalle labbra della ragazza che si voltò ad osservare il fratellino con aria scettica.

-Latte magico? E come si fa questo latte magico?- il bimbo sorrise divertito, osservando l'espressione della sorella.

-Non lo so, io non sono un mago! L'ho visto in televisione! È un latte alla fragola e al cioccolato! Prima sa di latte, poi lo agiti e sa di tutto!- doveva far schifo, almeno dal punto di vista della più grande.

-Va bene, ti faccio un frullato di fragole e cacao?- -No! Deve essere il latte magico!- che cosa complicata accontentare anche il fratellino.

-Ma il mio frullato è magico, oppure non credi alla tua sorellona?- il bimbo si portò un dito alle labbra e osservò la sorella con fare assorto per poi sfoderare un sorrisone.

-Allora fai il latte buono, quello che fa la nonna!- e ora dove le trovava le banane?

-Va bene...- il bimbo sorrise e scese dal bancone per giocare con il cane.

-Sorellona, ma come si chiama il nostro amico?- bella domanda. Alex si voltò per osservare i due che giocavano, pensando ad un nome ed annotandosi mentalmente di far lavare le mani a Sam.

-Uhm... Tizio Peloso- che nome idiota, era decisamente il capolavoro delle cavolate.

-Non mi piace come nome... come si dice nella lingua della nonna?- -In spagnolo? Tio peludo...- il bimbo sorrise divertito e afferrò il muso del cane.

-Tio Peludo! Posso chiamarti Tio P?- Alex annuì come per rispondere al bambino ed afferrò il tagliere, cominciando a tagliare la banana per fare il benedetto frullato mentre il bambino sgambettava allegramente per casa, ignaro di una presenza totalmente rimbambita che li osservava.

Alex, vista con addosso solo una maglietta, era decisamente carina, a prescindere dai capelli completamente spettinati. Oltretutto stava preparando il caffè, cosa che le faceva guadagnare tutti i punti del mondo visto il mal di testa pulsante che affliggeva il povero osservatore. Chissà se poteva fargli un caffè latte. Doveva chiedere.

-Alex, me lo fai il caffè latte?- Alex sobbalzò, rischiando di affettarsi un dito.

-Ma che... Seung Hyun! Ci credo che hai le occhiaie se dormi così poco anche dopo una sbronza...- Seung Hyun annuì, osservandola mentre alzava il fuoco dei fornelli per far uscire prima la colazione, o almeno quello era l'alibi che si era dato visto che in realtà le stava fissando le gambe nude.

-Cosa prendete voi a colazione? Cornetti, biscotti, smettila di fissarmi le gambe- il ragazzo sbuffò appoggiandosi alla parete e prendendo a guardare il soffitto.

-Vediamo... io mangio i cornetti al cioccolato, GD prende le fette biscottate con la marmellata di arance, Dae i cornetti alla crema, Tae i biscotti col miele di cioccolato e TOP i donut...- sorrise divertito all'idea del casino in cui l'aveva messa, sicurissimo che lei non avesse tutte quelle cose in casa.

-Uhm... fammi controllare, dovrei avere tutto- con un sospiro la ragazza aprì l'armadietto per la colazione e ne tirò fuori di tutto e di più, persino due tipi di cornetti al cioccolato, cosa che fece sbrilluccicare gli occhi del ragazzo che si avventò sui cornetti più dolci.

-Tutta questa emozione per una colazione... allora, Aya prende... uhm... trovato!- con un gesto veloce afferrò una scatola di biscotti al burro e la mise sul bancone insieme alle altre cose.

-Sammy! Vieni qui un secondo! Porta queste cose di là per favore...- il bimbo annuì prendendo a fare avanti indietro dalla cucina ed Alex osservò in silenzio l'acqua che si preparava a bollire per poi voltarsi verso il ragazzo che sembrava aver deciso di diventare parte del muro.

-Senti, voi siete abituati a fare colazione insieme? Se si ti conviene cominciare a sve- un urlo interruppe il suo discorso e svegliò tutti.

-Ma che diavolo?- con uno sbuffo si diresse in camera sua, da dove proveniva l'urlo e osservò la scena con la stessa espressione di chi ha visto un asino volante.

Sul letto c'era Jun che si copriva il petto con la coperta come se fosse stato una donnina nuda sorpresa con l'amante invece di un ragazzino in jeans e maglietta sorpreso a sbavarsi su una mano. Nell'angolo più lontano da lui invece c'era un Seung Hyun che lo fissava con aria inorridita, la bocca ancora spalancata come se stesse ancora cacciando l'urlo disumano che aveva svegliato tutta la casa che ora si stava raggruppando in stanza.

-Io che diavolo ci facevo a letto con lui?- -Io non ci sono venuto a letto con te! Perché non sono con gli altri? Che ci faccio qui? Alex, che ci fai tu qui?- perfetto, ora doveva calmare due ex ubriachi che si erano trovati a letto con un uomo.

-Calmi! Seung Hyun, non hai cambiato di colpo le tue preferenze... non so perché ma sta notte hai pensato bene di infilarti nel MIO letto invece di tornare nella camera che ti ho prestato... Jun, ieri sera hai fatto storie sul fatto che non volevi dormire da solo e io da brava idiota più brilla che nulla ti ho detto di dormire con me, non ti preoccupare, sei ancora giovane ed innocente...- i volti dei due ragazzi si distesero leggermente, sfoderando un'espressione imbarazzata.

-Io ho dormito con te... in maglietta...- Alex si guardò le gambe scoperte per qualche secondo e poi osservò il volto del ragazzino, ora rosso come un peperone.

-No, veramente ero in mutande...- il ragazzino annuì imbarazzato, osservandosi i jeans.

-Senti... io... non pensare male! Non volevo fare nulla, credo di essermi perso... quando sono ubriaco non mi oriento così bene... davvero non...- con un gesto zittì i vaneggiamenti del ragazzo più grande e tornò in cucina, seguita dai sette ospiti che la osservavano come se fosse un alieno.

-Cosa c'è?- sguardi da cucciolo, sguardi da cucciolo ovunque.

-Ci fai la colazione?- le voci cantilenanti le bucarono i timpani, obbligandola ad annuire.

-Tio P! Vieni qui!- il ragazzo più grande sobbalzò voltandosi verso il bambino, convintissimo di essere stato chiamato. Le sue convinzioni crollarono quando il bimbo si lanciò sul cane con una risata, lodandolo per la sua obbedienza.

-Ok... questo è inquietante... hai chiamato il tuo cane come me?- Alex rivolse uno sguardo sorpreso al ragazzo, smettendo di tirar fuori tazze dalla credenza.

-Come... ah! Vero! No, si chiama Tio Peludo ma mio fratello ha deciso di chiamarlo Tio P...- tutti annuirono con la stessa espressione che si usa quando si becca un uomo a fare le corna alla moglie e si ascoltano le scuse idiote, dando sui nervi alla ragazza che valutò seriamente l'idea di mettere un po' di cianuro nelle tazze dei sei ragazzi.

-Aya, porta il branco in sala da pranzo che io adesso porto le tazze e la roba da bere...- le sembrava di essere una povera badante disastrata con tutti quegli idioti in giro per casa.

Con dei gesti veloci mise tutto su un vassoio e portò la roba in sala da pranzo, per poi toccarsi il punto in cui di solito teneva il libretto delle ordinazione, sentendosi una povera cameriera. Con quelli in casa sarebbe finita in un manicomio con delle crisi di identità.

-Alex, siediti, ti abbiamo lasciato a capotavola!- e ora come spiegava a quel ragazzino dal sorriso luminoso che no, lei non era abituata a far colazione con qualcuno e quindi preferiva mangiare da sola.

-Ehm... io preferirei mangiare da sola...- ed ecco di nuovo gli occhi da cucciolo.

Ma l'avevano presa per una fan pronta a strapparsi i capelli davanti a uno sguardo? Non si sarebbe decisamente lasciata convincere così! O almeno così pensava finché non incrociò l'unico sguardo serio del tavolo, lo sguardo dello hyung che si limitava ad osservarla in silenzio, valutandone l'espressione.

-Dei... va bene... oh cacchio! Il frullato!- con uno scatto tornò in cucina e finì di preparare alla svelta il benedetto frullato, mettendolo in un bicchiere di plastica e mettendolo davanti al fratellino che aveva l'espressione da capricci stampata in faccia.

-Sorellona, perché con loro in giro non pensi a me? Non mi piacciono! Allie, falli andare via, non mi piacciono!- perfetto, ora oltre che degli idol ancora rincoglioniti dalla sbronza della sera prima, doveva anche avere a che fare con un bambino capriccioso.

-Sei come la mamma! Non mi vuoi più! Sei cattiva!- Aya si mordicchiò il labbro imbarazzata osservando Alex che stringeva i pugni con l'aria di chi ha dei seri istinti omicidi.

-Samuel, smettila di strillare, ora!- il bimbo smise di strillare come un ossesso e continuò a piangere, stendendo le braccia per farsi prendere in braccio.

-Mai una volta che mi lasci fare colazione in pace, vero Sammy?- lo hyung alzò la testa di scatto, colpito dalla voce tremendamente dolce che aveva sentito, puro miele.

Osservò in silenzio la ragazza sollevare il bambino, stringendolo in un abbraccio protettivo e lasciandolo piangere sulla sua spalla, dandogli piccole pacche sulla schiena come per calmarlo. Era assurdo, aveva visto Alex prendersi cura del fratellino ma vederla così era una sorpresa. Gli altri non sembravano tanto rapiti quanto lui ma non poteva farci nulla, si sarebbe aspettato di tutto da quella ragazza scontrosa tranne che vederla così dolce e protettiva, in quel momento le sembrò bella da star male ma si disse che probabilmente era solo passato troppo tempo dall'ultima volta in cui era uscito con una ragazza, senza contare che Alex era decisamente piccola, anche volendo non ci avrebbe mai provato, questione di principio.

-E questa è la mia amica Alex, tremendamente scorbutica con tutti tranne che con il suo adorabile fratellino a cui fa praticamente da mamma- Aya aveva in mano un biscotto e lo brandiva come se fosse un microfono mentre indicava la sua amica che le rivolse un'occhiataccia, continuando ad accarezzare la testa del fratellino che sembrava non volersi calmare.

-Aya, tu devi imparare a stare zitta! Sammy, perché non ti calmi e bevi il tuo frullato?- il bimbo annuì stropicciandosi gli occhi con una manina mentre Alex lo metteva a sedere e si sedeva a sua volta, versandosi del caffè.

-Ma dai! Guarda che se fai sempre la cattiva non lo troverai mai il principe azzurro! Che ne sai, magari il tuo principe è turchese e ti vede sempre incazzosa!- lo hyung si toccò i capelli con aria imbarazzata, concentrandosi di colpo sulla sua tazza di caffè.

-Aya, non dire cacchiate e mangia, sai che non ho tempo per cavolate simili!- Aya fece per dirle che in realtà aveva solo paura ma si rese conto che forse stava esagerando, infondo non erano fatti suoi.

-Buono il caffè, grazie...- Alex annuì sorseggiando con calma il suo caffè, sentendosi decisamente a disagio con così tanta gente intorno.

-Fino a che ora devo avervi tra i piedi?- -ALEX! Almeno fai finta di essere educata!- entrambe le ragazze sbuffarono, afferrando le tazze in sincrono.

-Sembri mia madre... comunque potete rimanere quanto volete, ogni stanza ha un bagno quindi potete sistemarvi lì, Jun può usare il bagno principale, è la terza porta a destra...- i ragazzi annuirono mettendosi in piedi e dirigendosi verso i bagni, mollando le ragazze e il bambino da soli.

-Si può sapere cosa diavolo hai in mente? Scommetto che sei tu che li obblighi ad invitarmi ovunque, se tu te la fai con uno di loro io non ci tengo!- Aya sbattè le ciglia un paio di volte.

-Dei, sei proprio scema quando vuoi, lo sai, vero? Dai, tu e TOP stareste così bene insieme!- Alex strabuzzò gli occhi, finendo di sparecchiare.

-Ma che idee malate hai? Non se ne parla minimamente, ho già abbastanza casini senza pensare a una storia con un deficiente dai capelli azzurri!- Aya sbuffò annoiata.

-Ma lui è diverso! Ti giuro che non andrà come con Jou, non lo conoscevo bene!-

-E guarda in che casino mi stavi cacciando! Non ho tempo per una storia, meno per una in cui devo stare a pensare a nascondermi, se proprio mi devo fare qualcuno me lo faccio in discoteca come e quando mi pare, non un deficiente che se lo guardo mi fa finire in prima pagina! Sammy, vai a giocare in salotto con Tio P, questi sono discorsi da grandi- il bimbo obbedì andando a giocare in salotto, ignorando i mormorii che provenivano dalla cucina dove ora Alex stava ripulendo le tazze.

-Ma dai! Ma che discorsi sono? Tu non sei una da una botta e via, ti conosco!-

-Anche se fosse non avrei il tempo materiale per una storia, ok? E con questi idol c'è poco da star tranquille, se li rifiuti ti piantano una scena madre! Altro che storia seria, questi sono abituati ad avere parecchie amichette, non capisco come fai ad avere una mente così contorta da concepire una storia seria con quello là!- Aya avvampò, sentendosi colta nel vivo da un discorso che non aveva minimamente preso in considerazione ma che ora le calzava a pennello.

-Ma lui- -Ma lui nulla, la cosa finisce qui, smettila di cercare di farmi uscire con loro, usciamo noi due come ai vecchi tempi, fine- Aya annuì appoggiandosi al bancone ed osservando in silenzio l'amica che finiva di risistemare la casa.

-Vai a lavarti, puoi prendere i miei vestiti... Sammy, io vado a farmi la doccia, tu fai il bravo e riporta Tio P in camera così se rientrano non abbiamo problemi- il bimbo annuì seguendo la sorella verso la stanza ed riprendendo a giocare con le guance del povero animale.

Alex proprio non la capiva la sua amica, ci era andata pesante ma era ora che cominciasse a fare due più due. Da quando girava con quei cinque ragazzi vedeva più arcobaleni del solito e la cosa era pericolosa vista la già rosea prospettiva della vita che aveva. Per lei l'amore vero si incontrava al primo sguardo e non erano bastate nemmeno le varie delusioni per farle cambiare idea. Alex invece la pensava diversamente e ora, sotto il getto caldo della doccia, si sentiva in dovere di darsi ragione da sola. I ragazzi a lei portavano solo un problema dietro l'altro, era abbastanza certa che da qualche parte nel mondo ci fosse la persona adatta a lei ma era altrettanto certa che, anche volendo, il tempo non le sarebbe mai bastato per dedicarsi come si deve ad una cosa delicata come una storia seria. Non avrebbe avuto tempo a prescindere, figurarsi poi se doveva stare a pensare di uscire ad orari impensabili, finendo in capo al mondo perché l'altro non poteva finire in copertina con una ragazza. No, non aveva proprio voglia di ficcarsi in una storia seria, molto meglio qualche amico in discoteca, molto più semplice da gestire, meno cuori spezzati alla fine. Aya non doveva ritirare fuori la storia di Jou, lei aveva già perso troppo tempo a darsi dell'idiota per quello che era successo, figurarsi se aveva voglia di ripensarci proprio ora che l'aveva superata. No, lei dell'amore non ci capiva nulla, non avrebbe mai capito nulla e, soprattutto, non avrebbe mai avuto il tempo di studiarlo. Il bussare insistente alla porta la obbligò a finire il circolo contorto dei suoi pensieri, uscendo dalla doccia dopo praticamente un'ora e mezza. Erano le undici, forse era il caso di cominciare a capire chi sarebbe stato in casa per pranzo e preparare qualcosa. In camera si scontrò contro il soggetto secondario dei suoi pensieri, finendo a terra e rischiando seriamente di rimanere nuda davanti allo hyung.

-E tu cosa ci facevi davanti alla porta del mio bagno? Tio P, entra!- il cane entrò di corsa e lei lo chiuse dentro, continuando a fissare con aria scettica il ragazzo che era rimasto ad osservarla manco fosse apparsa la madonna.

-Ehm... ho bussato io... Dae voleva sapere se ti davamo fastidio a pranzo... sei... nuda...- Alex annuì stringendosi nell'asciugamano.

-Nah, io mi faccio la doccia in costume, sai? Certo che sono nuda, mi faresti un favore se prendessi ed uscissi dalla mia stanza, chiaro? Comunque no, potete rimanere ma mettetevi d'accordo con Sammy sul pranzo- il ragazzo annuì ed uscì dalla stanza scuotendo la testa.

Era una ragazzina, una maledettissima ragazzina di sette anni in meno, non poteva vederci una donna era una cosa da depravato trovare decisamente attraente una ragazzina con addosso solo un asciugamano. No, forse quello era normale. Però era da depravato continuare a fissarla come un ragazzino delle medie con gli ormoni a mille. Aveva quasi ventisei anni, non tredici. Oltretutto quella non era nemmeno così carina, aveva tutto il trucco colato per la doccia e i capelli completamente spettinati. No, ne aveva viste di ragazze più belle. Poi non è che avesse visto chissà cosa, era avvolta in un asciugamano così enorme da rendere inutile qualsiasi tentativo di scoprirne le forme. Oltretutto, cosa poteva importare a un ragazzo di venticinque anni, quasi ventisei, di una ragazzina di diciannove anni, scorbutica e col trucco colato. Non si vestiva nemmeno da ragazza, aveva sempre addosso dei vestiti enormi, come quelli che usava lui ai tempi del suo debutto. Quella non era il suo tipo di ragazza e ora che ci pensava non capiva nemmeno perché ci stava ragionando, forse doveva farsi i fatti suoi ed evitare di origliare la prossima volta.

-Allora, possiamo rimanere? Questo posto è così fico! Hanno una televisione più grande della nostra!- lo hyung sospirò inginocchiandosi per essere all'altezza del bambino.

-Tua sorella ha detto di chiedere a te per il pranzo...- il bimbo annuì continuando la sua partita con Daesung a Mario Kart.

-Voglio il ramen, con tanta carne! Tutta la carne della casa!- il ragazzo annuì svaccandosi sul divano giusto in tempo per vedere Alex passare, i capelli ancora fradici.

-Allora? Cosa si mangia?- -Ramen! Con tanta carne come lo fai tu! Allie, giochi con me a Mario Kart?- -No, sai che non mi piacciono quei giochi... guardo e basta- detto questo si mise a sedere di fianco allo hyung, ignorando alla grande l'espressione estasiata dell'amica.

-Aya, sta sera ci si trova con quelli della crew, ci sei?- -No, Aya oggi esce con me, vero Tae?- la voce di Ji-Yong fece venire i brividi a Young Bae.

-Oh, certo...- Ji sorrise soddisfatto, osservando l'espressione da cucciolo bastonato di Young Bae.

Gli aveva rovinato i piani, decisamente. Così imparava a non ascoltarlo quando gli diceva di darsi una mossa, ora il treno era passato e a prenderlo ci aveva pensato lui, Bae era fuori dai giochi. Altro che chiacchierate per conoscersi meglio, ora Ji avrebbe fatto vedere all'innocentone del gruppo come si faceva ad ottenere tutto e subito da una ragazza.

-GD, sta sera quindi dove andiamo?- abboccato, era a metà dell'opera.

-Uhm... vieni a casa mia a bere qualcosa?- -Ok...- ed ecco che la preda era nel sacco.

-Allie, ma perché le ragazze vanno a casa dei ragazzi?- Alex sospirò sporgendosi in avanti per aiutare il fratellino a curvare mentre macchinava una risposta.

-Per fare cose da grandi... richiedimelo tra sette o otto anni...- il bimbo annuì continuando la partita che stava vedendo Daesung perdere miseramente contro un bimbo di sei anni.

-Alexia, siamo a casa! Spero per te che i tuoi amici strani se ne... OH MIO DIO SONO I BIGBANG!- la calma apparente di casa fu interrotta dallo strillo disumano di sua sorella che ora si era piantata esattamente davanti allo hyung, osservandolo con tanto di bava alla bocca.

-Oh mio dio... TOP in casa mia... oh mio... oh mio... svengo... TOP! Voglio dire, sei tu! Sei così... così... MAMMA! VIENI A VEDERE! Sei perfetto! Oh mio... oh santo... SEI TOP!-

-Annie, stai zitta e siediti!- -No che non sto zitta! Come ti è venuto in mente di non avvisarmi? Mi sarei fatta carina... TOP, non trovi che mia sorella sia completamente diversa da me? Io sono molto più bella, vero?- l'espressione del ragazzo era impagabile, tanto che Aya non riuscì a trattenersi e gli scattò una foto di nascosto.

-Ehm... sei una ragazzina carina...- -Più di mia sorella, vero? Vero?- -Annie, lo stai terrorizzando, perché non vai a farti truccare da Ellie?- la ragazzina annui fiondandosi verso la stanza della sorella maggiore.

-Ehm... io a questo punto andrei- -Hyung, non vorrai mica fuggire da una fan! Resta hyung, magari siete anime gemelle!- la risatina di Dae riempì il salotto, facendo saltare i nervi a Seung Hyun che tirò un calcio al ragazzo.

-Zitto, altrimenti ti rifaccio il naso a gratis!- il malcapitato emise un grugnito di disappunto mentre si massaggiava la schiena con fare addolorato.

-Sei cattivo, hyung! Aya, fai qualcosa! Difendimi!- Aya ridacchiò divertita, sistemandosi meglio tra le braccia di Young Bae.

-Alex, vuoi una mano per il pranzo o fai da sola? Io quasi quasi uso Tae come cuscino e mi faccio un pisolino...- Alex osservò Aya per qualche secondo, indecisa su come insultarla.

-Fai pure... io vado a domare mia sorella...-

 

*** *** *** *** ***

 

-Aya... c'è un problema... ehm... ti ricordi che ora lavoro per la TS, vero?- la ragazza dall'altro lato del telefono annuì, continuando a scrutare i segni rossi che l'idiota del leader le aveva lasciato la sera prima.

-Sì, e allora?- Alex prese un respiro profondo, preparandosi alla filippica di dimensioni epiche che Aya le avrebbe riversato contro.

-Ecco... può darsi che io debba lavorare oggi e non potrò venire alla festa di Seung Hyun... i B.A.P. hanno un concerto e io non posso mancare...- tre, due, uno.

-COME? Hai idea della fatica che hanno fatto per farti mettere in lista? No, davvero, ci hai minimamente pensato? E poi, come ti viene in mente di fare il bidone a un idol? Non si fa, è contro natura! Se un idol ti invita alla sua festa di compleanno tu ci vai, punto! Cosa vuoi che sia un concertino di questo gruppetto emergente in confronto alla festa di compleanno del grande TOP? Ecco, anche GD è incazzato ora, sei felice? Tanto me lo devo sorbire io GD incazzato! Hai idea dei capricci che può fare un idol? Che casino, che casino!- gli strilli della ragazza attirarono l'attenzione dei B.A.P. che stavano pacificamente facendo una pausa nella caffetteria della TS.

-Aya, hai le tue cose al cervello o cosa? Primo: non sono un gruppetto emergente, anzi! Secondo: no, non ho idea dei capricci degli idol proprio perché io di norma non mischio lavoro e vita privata, al contrario di qualcuno che non riesce nemmeno a capire per chi si è presa la cotta...-

-E Jun? Jun passa tantissimo tempo con te! Alcuni tabloid cominciano a parlarne, sai? Sai che sul suo twitter ha pubblicato ben cinque foto tue con lui, da sola e con il cane? Lo sapevi? Sai che dicono che sei una sfruttatrice e ti avvali della sua fama per sfondare?- Aya aveva le sue cose, non c'era altra spiegazione.

-Aya, stai divagando... Jun mi sta simpatico, per questo passiamo il tempo insieme... in questi tre giorni sarei uscita con te ma sai, qualcuno era troppo impegnato nel letto del leader per ricordarsi della crew o delle amiche quindi passo il tempo con lui... quanto alle foto provvederò a staccargli la testolina riccioluta a morsi appena ti lascio... il punto ora è che non posso venire alla festa questa sera, il regalo è nell'armadio della mia stanza, un cd di Usher, scusati per lo schifo ma io non ho tutti questi soldi, i miei cominciano a sentire puzza di bruciato e non mollano nemmeno un soldo...-

-Sei... sei... sei... sei... AAAH! Ok, basta, arrangiati, io andrò a prendere questo cd e glielo darò, se perdi l'opportunità della tua vita saranno solo e solamente fatti tuoi! Chiaro? Comunque come farai con il tour? Ho sentito che tra due settimane partono per un tour...- Alex annuì lentamente, presa alla sprovvista.

-Ehm... penso che partirò con loro... non so, mi inventerò una scusa con i miei, tanto non è che a loro importi più di tanto della mia presenza per le feste... ora vado, devo tornare in sala prove, salutami Ji-Yong- Alex mise giù di colpo e si voltò verso Jun che era assorto a fissare la sua tazza di caffè.

-Perché ti prendi il caffè se non ti piace? Andiamo?- Jun annuì buttando giù il caffè come se fosse una medicina e seguì Alex fino alla sala prove dove tutte le ballerine stavano aspettando solo loro.

-Oh, eccovi finalmente! Allora, portate noi al tour, vero?- che domanda stupida, erano le uniche sei ballerine che conoscevano tutte le coreografie, ovvio che portavano loro.

-Non solo... verranno altre sei per farvi da spalla ma tranquille, voi sarete le fisse come sempre... adesso però proviamo o questa sera sarà un casino...- tutte annuirono convintissime, lanciandosi verso le loro postazioni.

Alex dal canto suo si sentiva decisamente nervosa, era la sua primissima apparizione su un palco dopo solo cinque quattro giorni alla TS, una vera eresia di tempo per imparare tutte le coreografie eppure era stata presa per la serata e in qualche modo era riuscita ad impararle tutte, per quanto complicate ed interminabili fossero.

La giornata passò veloce, anzi, come un razzo. Prima che potesse farsi prendere dal panico era in costume da scena, immobile sul palco, i capelli raccolti per dissimularne il colore. La musica assordante le riempì i timpani insieme agli strilli dei fan riuniti per vedere il gruppo. Non capiva NULLA, capiva solo che doveva ballare. Era un batticuore unico, vedeva i fan fotografare i B.A.P., vedeva loro cantare in giro per il palco, vedeva le luci che puntavano dritte sul palco per illuminare i volti dei cantanti. Era tremendamente impressionante. Non capiva nulla di nulla, si sentiva come una barchetta in mezzo a uno tsunami. Il suo lavoro però lo sapeva fare eccome, non mancò nemmeno un passo, nemmeno mezzo errore, com'era giusto che fosse. Quando finirono lo spettacolo Alex recuperò il suo cellulare, trovando tre chiamate perse, giusto in tempo per ricevere la quarta da un numero che non aveva in rubrica.

-Chi è?- -Sono TOP! Ciao! Come va? Mi hai dato buca! Bello il CD! Non l'avevo ancora preso!-

-Primo: perché diavolo hai il mio numero! Secondo: non dovresti essere con gli altri a festeggiare? È solo mezzanotte... terzo: sei ubriaco fradicio, vero?- -Ho bevuto solo un pochino...- ecco, questo spiegava molte cose.

-Aya ha bevuto?- -Sì! Mi ha dato lei il tuo numero perché avevo voglia di parlare con qualcuno che non mi parli della mia brillante carriera! Alla YG parlano solo del lavoro ultimamente, sai?-

-Commovente... hai ventisei anni, non ti senti un po' idiota a chiamare da ubriaco una diciannovenne?- -Un po'... cosa facevi? Davvero eri sul palco, la prima volta è grandioso! Io la prima volta per poco non vomito prima di salire sul palco, sai? Forte, eh? Tu, hai vomitato? Io ora ho la nausea... tu non hai la nausea... sai cos'è buono contro la nausea? Un bicchiere di vodka! QUALCUNO MI PASSA LA VODKA? Ah, giusto, sono da solo in sala registrazioni... aspetta, cosa ci faccio qui? Ah! Sì, dovevo chiamarti... dicevamo? Bello il CD ma potevi anche fare di meglio, no? Sai fare rap? Io da quando ho dieci anni!- Alex alzò gli occhi al cielo chiedendosi quanto parlasse quel ragazzo da ubriaco.

-Sì, ho appena finito di ballare, è stato pazzesco ma immagino che ora non ti importi... scusa per il regalo, appena posso te ne faccio uno migliore- -Alex...- -Dimmi...- -Hai qualche amica più grande da presentarmi? Le mie di amiche non rispondono più al cellulare... e poi l'ultima mi ha lasciato un succhiotto enorme!- -Che discorsoni che fai da ubriaco... dovrei registrarti e vendere la registrazione a qualcuno, ci farei un po' di soldi! Comunque no, non ho molte amiche io... Aya è l'unica...- -Oh, ma lei già se la dividono GD e Tae, non posso prendermela anche io, capisci? Dae è completamente ubriaco, prima si è messo a saltellare sul divano gridando what the fuck...- -Oh, scommetto che non sarà l'unico a fare cavolate sta sera... Aya quindi non è più adatta a te... allora ti dovrai arrangiare!- -No! Non ho voglia di chiamare qualcun'altra, tu parli solo lo stretto necessario, è cosa buona e giusta!- Alex annuì lasciandolo delirare al telefono mentre lei si cambiava, tornando alla sua fantastica tuta da hip hop e struccandosi per bene.

-...quindi adesso Aya è zuppa di vodka perché GD si è arrabbiato quando lei ha ballato con Tae... Tae praticamente non conta come ragazzo, non ci sa fare con le ragazze, è sempre impacciato- chissà cosa aveva detto mentre lei non lo stava ascoltando.

-Oi, ma mi stai ascoltando? Ma se hai finito vieni da me, no? Tanto qui avremo da fare ancora per tre ore almeno... se vuoi ti trovo la vodka! QUALCUNO HA DELLA VODKA? Ah, giusto... sala registrazioni... devi avvisarmi, se qualcuno mi sente mi prende per ritardato!- dove diavolo era la YG? Doveva recuperare l'idiota di Aya prima che si facesse mettere incinta da una persona non meglio indentificata.

-JUN! FERMO!- il ragazzino si fermò di colpo, sorpreso dallo strillo della ragazza.

-Dov'è la YG? Devo andare a prendere Aya...- -Ti accompagno...- Alex fece cenno di sì con la testa, continuando ad ascoltare le chiacchiere senza senso del ragazzo. Ci vollero solo quindici minuti a piedi per arrivare.

-Seung Hyun, a che piano è la festa?- -Io sono al quinto! Vieni al quinto!- uno sbuffo uscì dalle labbra della ragazza.

-Va bene, arrivo... adesso però stai zitto e fermo!- il ragazzo annuì chiudendo la chiamata e si sdraiò sul divano con la netta sensazione di star per vomitare.

-Jun, io devo andare al quinto piano da Seung Hyun, non mi chiedere perché... tu puoi andare a cercare Aya?- -Certo... a dopo- Jun sorrise dando un bacio sulla guancia ad Alex e si avvicinò alla reception, lasciando che Alex entrasse in ascensore, diretta verso il quinto piano.

Non ci voleva un genio per trovare il ragazzo, era nell'unica stanza illuminata e con la musica di tutto il piano. Quando Alex entrò l'odore di alcol la colpì forte facendole arricciare il naso.

-Dei... ma quanto hai bevuto... ora che sono qui mi dici cosa diavolo vuoi da me?- il ragazzo mugugnò qualcosa di indistinto ed Alex fece appena in tempo a passargli un cestino prima di beccarsi l'immagine dell'idol in fin di vita.

Alla faccia della perfezione, quello di perfetto non aveva proprio nulla, almeno non mentre vomitava l'anima in un cestino come un poveraccio ubriaco fradicio qualunque.

-Ehi, sei vivo?- il ragazzo scosse la testa strizzando gli occhi mentre pregava di non dover vomitare di nuovo.

-Dei, ero venuta per badare ad Aya, non a te... non c'è nessuno che si prenda cura del festeggiato?-

-No, oggi sono tutti a festeggiare... e poi io me la cavo da solo- Alex annuì rendendosi conto di aver detto la stessa frase più volte nella sua vita.

-Vedo come te la cavi... senti festeggiato, lasciami fare e cerca di non vomitarmi addosso o ti strozzo, chiaro?- Seung Hyun annuì assecondando la ragazza mentre lo faceva sdraiare sul divanetto e gli metteva di fianco il cestino.

-Quindi ogni volta finisci così, eh?- -No, solo ultimamente... è Aya che porta sfiga, anche se non sembra continua a riempirti il bicchiere finché non crolli a terra!- la ragazza annuì conscia che non stava dicendo una bugia, Aya era fatta così, riempiva i bicchieri di tutti fino a farli ubriacare.

-E allora non farti riempire il bicchiere da Aya! Cosa direbbero le tue millemila fan se ti vedessero così?- -Mi troverebbero sexy comunque, io sono sempre sexy!- quanta autostima in solo umano.

-Oh, sei proprio in carenza di autostima, eh? Comunque ti assicuro che ora non hai proprio nulla di sexy... ti si è pure sbavato il trucco... hai bisogno di un passaggio a casa?- -Uhm... no... immagino che si ricorderanno della mia esistenza gli altri- -c'era qualcuno di sobrio tra il tuo gruppo?- -no... anche Tae era ubriaco, lui dice di no ma ondeggia e ride come un idiota quindi è ubriaco...- un ubriaco che chiama ubriaco un altro vuol dire solo una cosa: l'altro è ubriaco fradicio.

-Capito... adesso troviamo un modo per farti andare a casa... altro che altre tre ore, tu non sopravvivi nemmeno mezz'ora secondo me!- -Non è- Alex emise un verso di disgusto quando vide il ragazzo interrompersi nel bel mezzo della frase per fare di nuovo conoscenza con il cestino.

-Sei ubriaco fradicio, peggio del 31... e ora hai 26 anni quindi dovresti essere un po' più responsabile! JUN! L'hai trovata?- il ragazzino annuì spingendo dentro la stanza Aya, appiccicosa per la vodka e ridacchiante.

-Perfetto... due ubriachi... Seung Hyun, come va? Passata un po' la nausea?- il ragazzo annuì accoccolandosi sul divano.

-E se lo lascio a dormire qui?- -Non puoi... ormai sei qui e devi tirarlo fuori dai guai, gli amici fanno così...- Alex rivolse uno sguardo scettico all'amica e si avvicinò allo hyung, aiutandolo a mettersi in piedi.

-E va bene... andiamo a casa di questo idiota, ce l'hai la macchina?- il ragazzo annuì tirando fuori un mazzo di chiavi dalla tasca e lo mise in mano ad Alex.

-Un solo graffio e appena sono sobrio ti uccido, chiaro?- come poteva essere un idiota di ventisei anni minaccioso?

-Chiarissimo... andiamo, è l'ultima volta che ti salvo così, questo sta accadendo solo e solamente perché devo anche occuparmi di Aya...-

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Capitolo 8
*** Scelte ***


-Alexia, concentrati, devi recuperare moltissimi esami, se non li recuperi ti dovremo bocciare- adorabile.

Aveva ancora il fuso orario americano ma era a scuola a recuperare i tre mesi di assenza per via del tour, decisamente adorabile. Per lavorare si era persa Natale e Capodanno ma non era poi una grave perdita, in fondo stava facendo quello che amava e non si sarebbe minimamente accorta di aver perso le festività se non fosse stato per i messaggini minatorii di sua sorella minore che la avvertivano di aver deluso suo padre. Adorabile. Ora però doveva concentrarsi, il test di matematica era su tutti gli argomenti dei tre mesi che aveva perso e lei aveva solo ascoltato alla cavolo le ripetizioni di una maestra che le avevano assegnato alla TS mentre la truccavano o provava le coreografie. Però sembrava star funzionando, il foglio non era bianco come al solito ma c'erano scritti un'infinità di numeri. Ovviamente questo non implicava che i numeri fossero giusti ma andava bene anche così, almeno così era sicura di non prendere 0. Un ultimo esercizio e aveva ben quindici minuti di pausa prima del test di scienze. Quindici minuti dopo tre ore di matematica, una vera eresia. Con uno sbuffo Alex completò alla svelta l'ultimo esercizio ed allungò il foglio all'insegnante per poi alzarsi per uscire nei corridoi deserti della scuola. Erano tutte a lezione ai piani inferiori, solo lei a altre tre o quattro alunne erano a fare i recuperi e solo lei li aveva tutti.

-Vai pure in corridoio a fare la pausa, io preparo il tuo test di scienze- adorabile.

Adorabile era la parola del giorno. Adorabile quanto la sorpresa che si trovò davanti quando uscì dalla stanza. Cinque ragazzi appoggiati alla parete, praticamente addormentati e una ragazza bella pimpante e saltellante, armata di cellulare che in cinque secondi le fece dieci foto.

-Maknae! Come ti è andato il test di matematica?- Alex sbatté un paio di volte le lunghe ciglia, sorpresa dall'abbraccio da panda che Lee Seung Hyun le stava regalando.

-Ciao anche a te... non lo so, io ho fatto gli esercizi poi vedremo... voi cosa ci fate qui? Se vi vede qualcuna rischiate l'assalto- la risata idiota del ragazzo con le occhiaie fece venire i brividi alla ragazza che si sfilò alla svelta dall'abbraccio fin troppo stretto.

-Volevamo vedere la nostra maknae preferita! E poi ti dovevamo ringraziare per aver salvato la vita allo hyung al suo compleanno, noi ci siamo svegliati la mattina dopo a casa nostra e non sapevamo nemmeno dov'era... TOP, ringrazia!- il ragazzo dai capelli turchesi sospirò mettendosi in piedi e si avvicinò ad Alex, abbassandosi per essere esattamente alla sua altezza e poterla guardare negli occhi, facendole venire i brividi lungo la schiena.

-Grazie, non so cosa ho detto ma, per la seconda volta, qualsiasi cosa sia mi spiace- Alex annuì cercando di ricordare cosa le aveva detto Seung Hyun.

Non si ricordava nulla di particolare, aveva parlato per tutto il tragitto di una canzone su una sua ex che doveva cantare al prossimo concerto, roba da piangere diceva, forse una volta aveva pianto mentre la cantava e Ji adesso voleva che la ricantasse. Che noia, nemmeno un segreto su cui prenderlo in giro.

-Tranquillo, non hai detto nulla di così grave... però dovresti davvero smetterla di bere così tanto, se qualcuno ti avesse fatto un video saresti nella merda, non so se capisci- certo che capiva, lo capiva benissimo.

Stava seriamente ringraziando il mondo da tre mesi per essersi fatto beccare ubriaco da far schifo da Alex, l'unica ragazza abbastanza menefreghista da non dire nulla di nulla in giro. Ji l'aveva tormentato per quasi un mese con questa storia, sempre la stessa storia: una ragazza così non la trovi ovunque, sai? Se l'era sentito dire decisamente troppe volte. Certo che una così non la trovava ovunque, quella era una mutazione genetica di ragazza, unica nel suo contorto genere. Se al mondo ci fossero state altre ragazze come lei sarebbe stato un vero problema per gli idol, niente più fan urlanti sparse per tutto il mondo, niente più gente che riempiva i concerti. Oltretutto ora che ci pensava non capiva perché da quando Ji e Aya erano amichetti allegri anche Ji continuava a parlargli di Alex come se fosse un angelo sceso in terra. Lui in quella ragazzina ci vedeva al massimo un angelo della morte, troppo contorto per essere avvicinato più dello stretto necessario, senza contare poi la differenza stratosferica di età. Ora che ci pensava, da quando doveva pensare a quella ragazzina se non come ballerina più o meno utile alla YG. Da quel che aveva sentito tirava aria di tormenta sul contratto con la TS, pareva che il presidente non fosse così felice dell'amicizia speciale che Jun aveva sviluppato con lei, troppe foto su twitter, praticamente più foto con lei che con gli altri. I fan cominciavano a pensare seriamente ad una storia d'amore nascosta e i tabloid chiacchieravano senza più finire. Ormai Alex era “l'amichetta di Jun” senza nome per fortuna ma il suo volto cominciava ad essere abbastanza conosciuto, cosa che dava sui nervi alla ragazza. Aveva sentito dire che si era anche tolta da twitter ma Aya aveva borbottato che lei non aveva mai avuto un account. Fatto sta che rischiava di essere tagliata fuori a breve, soprattutto per l'amicizia con Jun un po' troppo stretta.

-...quindi hai studiato sì o sì per scienze?- a furia di pensare si era perso le chiacchiere idiote di Aya.

-Circa... avevo da fare... ho incrociato il signor Shen, mi ha offerto una tazza di te e mi ha dato una mano a ripassare per fisica...- Aya sbatté un paio di volte le ciglia, rivolgendole uno sguardo deluso.

-Il signor Shen? Ancora? È troppo grande per te! Avete... quarant'anni di differenza! Anche di più! Sono troppi!- -Zitta, poi se ti sentono ti credono... ti ho già detto mille volte che è come un padre... è molto gentile con me, credo mi abbia presa un po' come sostituta di sua figlia... comunque sta sera passo a riprendermi il cane- Aya annuì con l'aria di una che la sa lunga ma non disse più nulla, dando modo a Lee Seung Hyun di risaltare al collo della ragazza.

-Mi stai simpatica! Con te in giro non sono più io il maknae! Aya crede di essere la mia nuna!- Alex annuì lentamente, cercando di sfilarsi dall'abbraccio stritolatore del ragazzo.

-Tu mi stai molto più simpatico quando non mi abbracci, sai? Non mi piacciono gli abbracci...- il ragazzo sporse in avanti il labbro, sfoderando uno sguardo da cucciolo bastonato.

-Non ti piacciono nemmeno gli abbracci di PandaRi?- lei in tutta risposta scosse la testa, cercando ancora di divincolarsi dall'abbraccio che stava facendo venire un formicolio fastidioso allo hyung.

-Hyung, cosa succede? Hai una faccia! Sembra che ti abbiano investito Charlie!- il ragazzo sobbalzò preso alla sprovvista, nemmeno lui sapeva cosa gli prendeva.

-Io? Nulla, sono solo stanco... preferirei andare a dormire che stare qui ad aspettare i risultati del test della scorbutica- Alex gli fece la linguaccia, un gesto infantile ma che congelò il sangue a praticamente tutti, Aya compresa.

Quando aveva visto Alex fare una cosa simile l'ultima volta? Forse prima di partire quando aveva cinque anni, era davvero tantissimo tempo che non la vedeva scherzare così. Aya annuì presa dai suoi ragionamenti, ignara di star seguendo il filo comune dei pensieri di tutti, vedere Alex così era una novità per tutti. Passarono altri due minuti di imbarazzante silenzio prima che Alex venisse richiamata in classe per il test. Cosa diavolo le era passato per la testa? Lei non faceva cose simili, non era da lei, lei era molto più controllata e, soprattutto, non le sarebbe mai venuto in mente di fare una cosa simile normalmente. Doveva essere lo stress dei test, non centrava assolutamente chi le aveva fatto la battuta, non era nemmeno una possibilità. Con uno sbuffo prese a leggere le domande di scienze, ignara del fatto che in uno studio televisivo in quel momento la sua carriera stesse per prendere una pessima piega. Jun l'aveva fatta grossa, non solo aveva postato sue foto su twitter in continuazione ma ad un concerto le aveva messo in mano il microfono, obbligandola a cantare al posto suo il suo pezzo da solista, una vera eresia ma lei non aveva potuto fare nulla, aveva provato a dire di no ma il genio le aveva letteralmente lanciato il microfono addosso, annunciando la sua parte giusto due secondi prima. Cosa passasse per la mente di quel ragazzino era una vera incognita, forse aveva bisogno di un bravo psichiatra o qualcosa del genere, in qualsiasi caso non era normale, per niente. Jun intanto stava saltellando sulla sedia, spiattellando davanti alla presentatrice e al pubblico che la sua amica era a fare dei test di recupero e ci teneva a farle gli auguri. Non si poteva tagliare, come non si poteva tagliare la domanda che ne era seguita, ovvia.

-Ma Zelo, dicci un po', lei è un'amica molto speciale per te, vero?- il ragazzino annuì recependo il senso nascosto della domanda in ritardo, quando ormai il pubblico era perso in esclamazioni di sorpresa.

-No! Non intendevo quello! Le voglio bene ma non in quel senso! Voglio dire, è solo una amica, niente di più! Lo giuro! Non c'è nulla tra me e lei! Giuro!- troppe negazioni, troppi tentativi di difendersi.

-Zelo, sbaglio o sembri punto nel vivo? Per caso la tua amica ti piace? Non è che lei ti piace ma non glielo vuoi dire? Magari ora sarebbe il momento giusto! Comunque moltissime fan si chiedono come mai all'ultima tappa del vostro tour l'hai fatta cantare, lei non sembrava molto d'accordo-

-Oh, Alex sa cantare molto bene, è veramente brava, sa anche rappare bene ma preferisce ballare di solito quindi ho pensato che era il caso di darle una spintarella... con una voce simile farebbe strada secondo me...- tutti si erano accorti di come aveva evitato la domanda.

-Non mi hai risposto, ti piace o no la tua amica, che ora sappiamo chiamarsi Alex!- era morto, Alex l'avrebbe reso carne da macello ora.

-Alex è molto carina secondo me ma non deve piacermi una persona per ammetterlo... semplicemente non sono del tutto cieco...- ed ecco che il sipario stava calando sulla carriera di Alex, solo tre mesi e mezzo e stava per essere tagliata fuori senza nessuna remora per colpa di un ragazzino che parlava decisamente troppo.

Nello stesso momento sua sorella minore stava saltellando sulla sedia, estasiata dalle notizie che le sue amiche le stavano riferendo. Doveva assolutamente pubblicarle sul suo blog, il prima possibile. Sua sorella era praticamente la migliore amica di Zelo dei B.A.P. e questo andava rivelato al mondo via internet, già che c'era magari poteva metterci qualche dettaglio piccante, tanto non sarebbe stata poi una tragedia.

 

*** *** *** *** ***

 

-Quindi... non lavori più con me? Scusa, ho fatto un casino!- Alex annuì ripetendosi che l'omicidio era ancora un reato.

-Non è nulla Jun, tornerò alla vita di sempre, io il mio sogno l'ho assaporato, è stato fantastico, si vede che non era destino, tutto qui- Jun annuì con i lacrimoni agli occhi, osservando la sua amica che se ne stava tranquillamente appoggiata alla parete.

-Jun, non piagnucolare, mica muoio solo perché smetto di ballare per lavoro! Tornerò a lavorare al bar, tanto ho sentito che il mio posto è ancora vacante... ho messo via un bel po' di soldi, ho tutto il primo anno di accademia pagato quindi va benissimo così, ci sono tanti modi per lavorare con la musica, no?- lui però non sembrava della stessa idea, si sentiva tremendamente in colpa per il casino che aveva combinato, se lui avesse ascoltato di più i suoi hyung, stando più attento a cosa pubblicava e cosa diceva, Alex non avrebbe avuto il minimo problema a lavoro.

Invece ora era stata tagliata fuori per la poca professionalità, cosa tremendamente falsa. Alex da quando era entrata alla TS aveva lavorato sodo per mantenere il suo posto, tanto che aveva imparato tutte le coreografie in solo quattro giorni. Sul palco non sbagliava mai nemmeno un passo, se lui per errore si confondeva lei improvvisava, facendo sembrare la cosa voluta. Oltretutto aveva accettato tutti i suoi capricci senza fare una piega, compresa la boiata di farla cantare sul palco. Lei era brava a cantare ma quello non era decisamente il modo di farlo capire agli altri. Era stato scemo e ora ci rimetteva lei che se ne stava andando con calma a casa, tranquillissima sotto la neve di fine febbraio. Una pacca sulla spalla dallo hyung lo fece ritornare alla realtà.

-Hyung, ho fatto un casino, vero?- lo hyung annuì scortandolo dentro.

-Sì, dovresti stare più attento, non hai messo nei guai solo lei, anche noi altri siamo stati sgridati... la prossima volta devi ascoltarci, chiaro?- il ragazzino annuì rientrando alla TS.

Alex intanto aveva preso a correre verso il bar, rischiando più volte di scivolare per colpa del ghiaccio. Quando entrò per poco non fece cadere a terra Jou che stava ripulendo i tavoli per cominciare il turno del pomeriggio.

-Jou, devo tornare qui a lavorare...- Jou annuì passandosi una mano tra i capelli pieni di gel.

-Finito il sogno, eh? Vieni dai, puoi cominciare anche ora ma da adesso farai anche i turni di Aya quindi dalle due alle nove, chiaro?- lei si limitò ad annuire avvicinandosi al bancone e firmando il contratto, almeno quello sicuro.

-Cambiati, le tue cose sono ancora lì... sai già cosa fare, no?- ovvio che sapeva cosa fare, aveva lavorato per un anno lì, non era scema.

Con uno sbuffo prese a lavorare, non era per niente bello tornare a lavorare al bar dopo aver sfiorato così da vicino il suo sogno. Si sentiva scorbutica, abbastanza da guardare male i clienti, ignorandoli fino all'ultimo. Alle nove era esausta, ai limiti dell'umana sopportazione. Aveva passato tutta la mattina a fare le prove per un MV a cui non avrebbe mai preso parte e poi aveva lavorato per sette ore di fila al bar, muovendosi velocemente tra il bancone e i tavoli. Prima era Aya o Jou a preparare le ordinazioni ma ora le toccava gestire da sola le ordinazioni sue, di Jou e del bancone. Ora oltretutto doveva anche andare a ballare con la crew, era troppo tempo che non andava a ballare con loro, ben tre mesi di lontananza, ben tre mesi in cui la crew era rimasta senza la ballerina del gruppo. Con uno sbuffo si caricò in spalla l'enorme zaino con il cambio per ballare per poi avviarsi verso la sua vecchia sala prove. Sarebbero stati tutti lì, l'MC, lo scratcher, il vocalist e ora sarebbe arrivata anche lei, la b-girl del gruppo. Mancava solo Aya, la painter ma le avevano detto che non si era mai fatta vedere negli ultimi mesi, non una sola volta. Aveva praticamente abbandonato la crew quindi ora bisognava trovare una nuova painter, cosa abbastanza complicata visto che nessuno di quelli rimasti era bravo quanto Aya. Aya a fare i graffiti era una scheggia e ogni volta trovava un'idea nuova. Era stata lei a disegnare il logo della crew, quello che ora era un marchio indelebile dietro l'orecchio sinistro di Alex. Ed ecco che era arrivata alla sala, i ragazzi scattarono in piedi dalle loro flessioni con dei sorrisoni, correndo ad abbracciarla e dirle quanto era stata brava nei concerti in giro per il mondo.

-Sei stata bravissima, maknae! A quando il prossimo concerto?- Alex si grattò la testa con aria imbarazzata, notando allo specchio l'inquietante ricrescita che le stava spuntando. Doveva rifarsi il colore, o almeno tornare al nero. No, voleva di nuovo i capelli blu elettrici, erano fantastici per lei.

-Mai più... mi hanno sbattuta fuori perché il ragazzino ha fatto troppi casini e loro devono curare l'immagine dei cantanti... solite storie- i ragazzi annuirono rimettendosi a terra e ricominciando a fare le loro flessioni.

Alex aveva tre anni di differenza con il più giovane del gruppo e per questo tutti si divertivano a spupazzarla come se niente fosse. Appena si mise giù a fare le flessioni Dae Hyun le salì sulla schiena gridandole di impegnarsi e lavorare sodo.

-Oppa, scendi! Mi farai morire! Oppa!- il ragazzo scese ridacchiando come un idiota.

-Sei ancora forte, pensavo che dopo aver sperimentato la vita dei famosi non saresti più riuscita a sollevarmi mentre facevi le flessioni, ero convintissimo che saresti crollata a terra- lei si limitò ad annuire fiera.

-Ti pare? Sono o non sono la b-girl? Nessuno è più allenato di me qui!- tutti ridacchiarono, crollando a terra di colpo.

-Senti, balliamo un po' ora, sì? Settimana prossima potrebbe esserci una battaglia nel quartiere e dobbiamo essere pronti! Alex, per te va bene, vero? Non puoi mancare, cominciano a credere di poterci battere, capisci?- lei si limitò ad annuire, facendo partire la musica.

-Avete montato una coreografia o devo fare tutto io come sempre?- gli sguardi imbarazzati dei tre ragazzi furono una vera e propria conferma per lei.

-Va bene, seguite i passi e cercate di evitare di travolgermi- detto questo chiuse gli occhi e si lasciò guidare dalla musica.

La musica continuò a scorrere velocemente sotto i suoi passi, lasciandola assolutamente ignara del cellulare che la stava registrando. Ogni volta era la stessa cosa, lei nemmeno si rendeva conto delle registrazioni che poi gli altri si passavano per imparare i passi. Il bussare leggero alla porta interruppe la creazione delle nuove coreografie, facendo uscire Alex dal suo piccolo mondo.

-Ragazzi, sono le undici! Devo chiudere... Alex, sei tornata, eh? Ti ho vista su internet... ah, mi ricordo ancora quando hai cominciato a ballare qui... non eri alta nemmeno un metro! E ora guardati, sei una donna fatta e finita... ah, i miei cuccioli crescono... bei tempi quelli, io avevo tutti i capelli!- tutti ridacchiarono divertiti, cominciando a raccogliere le loro cose.

-Che dici, ricomincerai a venirci a trovare tutti i giorni ora che sei tornata tra noi comuni mortali?-

-Cholsu, ti devo tirare uno schiaffo o cosa? Che discorsi sono? Non ho mai smesso di pensarvi, always in the beat, ricordi?- il ragazzo si limitò ad annuire, osservandola andare via sotto la neve che sembrava decisa ad imbiancare la città nel giro di una sola giornata ed era già a buon punto.

 

*** *** *** *** ***

 

-Mamma! Alex non vuole dirmi cosa c'è tra lei e Zelo! Potrei farci un grandissimo business! Sai quanta gente leggerebbe il mio blog?- l'espressione confusa di sua madre non era nemmeno lontanamente paragonabile all'espressione di puro terrore di Alex.

-Annie! Sei ritardata?- -Alexia, cosa devi dirmi? Sai, io ancora non ho capito dove diavolo sei stata da novembre a febbraio! Per poi non parlare delle tue foto in giro per internet...- Alex cambiò del tutto espressione.

Davvero sua madre non aveva ancora capito nulla? Possibile che se ne fosse fregata altamente fino a quella giornata ancora gelida di marzo? L'espressione spaesata della donna confermò i dubbi di Alex. Lei poteva benissimo essere stata rapita che sua madre se ne sarebbe fatta un baffo.

-Lei ha lavorato alla TS come ballerina! È praticamente la ragazza di Zelo! Poi non si sa perché è stata sbattuta fuori e ora pare che Zelo sia di pessimo umore e insieme al calo del suo umore sono calate le foto che pubblica... Alex centra qualcosa e se io avessi l'esclusiva sarebbe grandioso! Mamma, digli di parlare!- l'omicidio era un reato, l'omicidio era un reato.

-Come prego? Alexia, dimmi che sta mentendo, dimmi che non hai davvero perso tempo in quella stupidaggine del ballo... musica, è la forma più vile di guadagnarsi soldi! PENSA A STUDIARE!- un'idea tremendamente pericolosa balenò nella mente della ragazza mentre usciva di casa a passo di carica.

Aveva messo via un bel po' di soldi, mancavano quattro mesi alla fine della scuola e poi poteva benissimo lavorare tutti i giorni dal mattino alla sera. Con un sospiro si avvio al bar per tenersi occupata, macchinando come fare per realizzare l'idea assolutamente malsana che le stava balenando in testa. Sua madre sarebbe morta d'infarto appena l'avesse scoperto, non c'era il minimo dubbio.

-Alex, come mai passi così tanto tempo qui ultimamente? Di solito di domenica non uscivi con... ah, giusto... si sta preparando per il tour... quindi? Straordinari o perdi i soldi?- lei in tutta risposta entrò nello spogliatoio e timbrò il suo cartellino, cambiandosi alla svelta per poi tornare a servire il tavolo.

Era fatta così, quando era nervosa o aveva qualche idea in testa doveva tenersi impegnata, di solito lavorando o ballando come un'ossessa. Quel giorno aveva deciso di lavorare, in fondo un po' di soldi in più avrebbero fatto solo bene al suo piano malvagio. Continuò a servire i tavoli per tutto il giorno, senza nemmeno fare una pausa finché non incontrò il signor Shen che era passato a fare merenda.

-Oh, bambina mia, riposati un po', hai l'aria stanca!- Alex arrossì leggermente all'appellativo affettuoso che le era stato rivolto e si mise a sedere, tanto aveva da sfruttare in tutto un'ora di pausa.

-Cosa sta macchinando il tuo cervellino, eh?- lei abbassò lo sguardo, osservando la tazza fumante di cioccolata che si era trovata davanti.

-Oh, niente di che... voglio dire, circa... in realtà è una cosa molto pesante ma... non so se ci riuscirò...- l'uomo le sorrise dolcemente per poi riprendere a mescolare il suo te con il cucchiaino.

-Ho visto che hai cominciato a ballare professionalmente, come mai sei qui?- la ragazza fece spallucce con aria leggermente ferita.

-Nulla, ho vissuto il mio sogno, l'ho assaporato e poi è finito, come tutto nella vita...- l'uomo annuì prendendo un sorso della sua tazza di the verde, osservando in silenzio la ragazza.

-Senta, lei per caso conosce qualcuno che abbia una casa da dare in affitto ad un prezzo molto ma molto basso? Va benissimo anche un monolocale... ci devo stare solo io e il cane...- l'uomo annuì ragionando per un paio di secondi.

-Non sei un po' troppo piccina per andare a vivere da sola?- forse aveva ragione, forse.

-Non troppo... tanto io vivo praticamente da sola da sempre... beh, non importa cercherò da sola qualcosina...- l'uomo scosse la testa con aria nervosa.

-Facciamo così: io ho una casa nel quartiere di Gangnam ma nessuno la usa e non mi va di affittarla a sconosciuti... te la posso lasciare praticamente a gratis però tu la devi risistemare perché sono anni che non ci entra nessuno e sarà sicuramente un po' distrutta... tu ti assumi la responsabilità di portarla al vecchio splendore e io te la lascio a pochissimo per tutto il tempo che vuoi... i mobili sono moderni quindi non sarà un problema ripulirli- se non fosse stata una cosa imbarazzante lo avrebbe abbracciato, soprattuto dopo aver letto il prezzo irrisorio scritto sul foglietto.

Le stava chiedendo di pagare praticamente una colazione al giorno e in cambio aveva una casa nel quartiere di Gangnam. Era assurdamente perfetta come situazione, doveva esserci qualcosa sotto. Non faceva parte del suo DNA essere così fortunata, per niente, non per l'idea che si era fatta lei per lo meno. Se una cosa le poteva andare storta sarebbe andata storta, ora invece le cose sembravano star per prendere una bella piega. Le cose ovviamente cambiarono quando alle dieci riuscì a vedere la casa. Erano le dieci di sera, lei era stanca morta, il signor Shen continuava a parlare al telefono di affari mentre le faceva fare il giro della casa e lei più stanze vedeva più le veniva voglia di piangere. Quella casa non era stata lasciata a se stessa, era stata fatta esplodere più volte, usata come campo da calcio e poi come deposito per la polvere di tutta Seoul. Il bagno era pieno di calcare e quando provò ad aprire il rubinetto l'acqua che ne uscì era marroncina, segno che andava ripulito anche il rubinetto, come probabilmente la doccia. Con un sospiro studiò in silenzio la casa, chiedendosi quanto ci avrebbe messo a ripulirla. Era enorme, aveva un enorme salotto che un tempo doveva essere stato arredato con un bellissimo divano di pelle bianco, un grosso televisore al plasma ora completamente impolverato e un impianto audio che aveva tutta l'aria di dover essere rimesso a nuovo. Il tappeto nero ai piedi del divano era pieno di macchie la cui provenienza era ignota persino al padrone di casa e il mobile che sosteneva l'enorme televisore era pieno di vecchi libri ingialliti e aveva un'anta da rimettere a posto. La sala da pranzo e la cucina erano a pochi metri dall'enorme divano ormai giallastro, le sedie un tempo rosse e laccate ora erano completamente opache per la polvere, così come il tavolo che un tempo doveva essere stato nero. Al signor Shen dovevano piacere molto le linee pulite per i mobili perché non c'era una sola curva nell'arredamento, tutti i mobili sembravano usciti da un momento di follia di insegnante di disegno tecnico armato di squadra e righello. La cucina aveva tutte le ante e i cassetti laccati di rosso, così come le sedie, e il piano cottura bianco, ovviamente da ripulire viste le macchie di sporco sparse ovunque. Con uno sbuffo si lasciò guidare in quella che sarebbe stata la sua stanza, scoprendo con suo grande orrore che era piena di ragnatele e quindi di ragni, al solo pensiero le veniva da piangere. Il materasso era appoggiato ad una parete, avvolto dal cellofan quindi c'erano buone probabilità che almeno quello fosse a posto, le doghe del grosso letto matrimoniale erano da rimettere a posto ma sembravano tutto sommato pronte a resistere al suo peso, forse anche se lasciava dormire Tio P con lei. La grossa scrivania aveva i cassetti cigolanti e pieni di polvere e ragnatele ma almeno non c'era nulla da riattaccare, persino la sedia lì era stata avvolta nel cellofan. La stanza era ancora vivibile, sarebbe bastato ripulire per bene i mobili, il pavimento e scacciare gli infimi ragni. Magari per i ragni poteva chiedere aiuto a qualcuno, affrontarli da sola, senza nemmeno una bomba nucleare a disposizione, non era nei suoi piani. Oltre alla sua stanza da letto c'erano uno studio in cui era rimasta solo una libreria piena di vecchi libri ingialliti e una sedia a dondolo, quella la voleva rimettere assolutamente a nuovo, e due stanze vuote. Con un sorrisone Alex si rese conto che la parete opaca di una delle stanze era una parete completamente ricoperta da specchi, decisamente ottima per ballare. Aveva davanti un'intera settimana di lavoro, poco ma sicuro. Senza contare poi il trasloco e tutto il resto. Il signor Shen, dopo ben un'ora durante la quale Alex aveva vagato allegramente in mezzo ai gatti di polvere, chiuse la chiamata e rivolse un sorriso imbarazzato alla ragazza.

-Gli ultimi inquilini erano molto sporchi, per questo non mi sono più fidato a farci entrare nessuno... allora, accetti il compito?- non ci pensò su per nemmeno un secondo, semplicemente afferrò le chiavi che l'uomo le stava porgendo e firmò il contratto d'affitto.

Ormai ne stava firmando un po' troppi di contratti nella sua vita, non era una poi così bella cosa. Con un sospiro si avviò verso casa sua, afferrando il cellulare per chiamare Aya che le rispose dopo due squilli.

-Cosa vuoi? Qui siamo impegnati con una coreografia che QUALCUNO non vuole proprio mettersi in testa...- la voce roca di Seung Hyun rimbombò in sottofondo mentre sciorinava qualche scusa.

-Ciao anche a te Aya... ho bisogno di aiuto per ripulire la mia nuova casa...- la ragazza drizzò le antenne mettendola in viva voce e facendo cenno agli altri di avvicinarsi.

-Ci sono dei ragni, vero?- il verso di terrore che emise Alex suonò come una conferma.

-Allora fai proprio al caso nostro... Gaho, Jolie, Boss e Charlie non hanno nessuno con cui restare durante il tour perché i genitori dei ragazzi sono troppo impegnati... tu tieni i cani in questi mesi e io ti mando lo hyung ad aiutarti, così intanto noi possiamo provare in pace senza rischiare di travolgerlo...- i lamenti dello hyung continuarono a fare da sottofondo alla telefonata mentre gli altri si mettevano d'accordo su come e quando farle arrivare i cani senza nemmeno aspettare la sua risposta.

-Ma voi con tutti i soldi che avete non potete pagarvi una maledetta dog-sitter? Io ho già Tio P a cui pensare, cosa ci faccio con altri quattro cani? Avete una minima idea del casino che ci sarebbe in casa mia?- ci fu un secondo di pausa durante il quale tutti meditarono in silenzio- Aya... ma siamo sicuri che Seun Hyun può cacciare tutti tutti tutti i ragni? Anche gli altri insetti? Sai che non mi piacciono quei cosi...- la voce piagnucolosa di Alex fece ridacchiare Aya che si sentì di colpo in dovere di spiegare la situazione alla telecamere che stava riprendendo i Bigbang per la loro tv o qualcosa del genere.

-Alex una mia carissima amica e conosce abbastanza bene anche i ragazzi... solo che ha il terrore degli insetti quindi ha bisogno di qualcuno di abbastanza grande da poterle fare da scudo umano, per questo ho proposto TOP... ma perché sto parlando io? Questa non è la mia tv, è la vostra! Spiegate voi!- la ragazza dall'altro lato del telefono sobbalzò davanti alla scoperta di starsi umiliando davanti a chissà quanta gente.

-Uhm... va bene andrò ad aiutarla ma solo perché mia madre non può tenermi Charlie... tutto qui- detto questo Alex chiuse la telefonata, mentre entrava in camera sua e cominciava a prepararsi di nascosto al trasloco.

 

 

 

Salveeeeee :D

oggi ho spostato i saluti in fondo perché mi sentivo molto trasgressiva u.u

allora, prima di tutto volevo ringraziare ScleroTimeGirl, ssilen e Klaudia_19 per le recensioni, grazie mille, non avete idea di quanto mi faccia piacere ricevere i vostri pareri :3

Infatti essendo che ho scoperto di avere delle recensioni da pochissimo oggi ero di un umore grandioso e ho passato tutto il giorno a scrivere (sorvoliamo su storia dell'arte che mi guarda male da un angolino) e ora ho questo capitolo da postare, spero vi piaccia :D

un bacione e grazie mille anche a chi continua a leggermi in silenzio, grazie mille <3

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Capitolo 9
*** Change ***


Stava per dare di matto e lei di certo non sarebbe intervenuta per farlo calmare, anzi, con ogni probabilità l'avrebbe uccisa durante il suo scatto d'ira. Era in quel maledetto appartamento con quella maledetta ragazzina dalle sette di mattina e quella ancora strillava come un'aquila ogni volta che una povera ed innocente formica passava di lì. Come se non bastasse la nuvola di insetticida che aveva avvolto la casa, ormai linda e pinta all'alba delle nove di sera, gli stava facendo venire un mal di testa incredibile. Come poteva una sola maledetta ragazzina essere così fifona e arrogante allo stesso tempo? L'aggettivo del giorno per quell'essere dai capelli azzurri era arrogante. Quella ragazzina non aveva fatto altro che strillargli contro per tutto il giorno cosa fare. Forse non aveva proprio strillato ma prendere ordini da una ragazzina non era il massimo della vita, soprattutto per un idol abituato a darli gli ordini. Alex dal canto suo stava allegramente meditando su come dar fuoco al maledetto tappeto che dopo due giri in lavatrice sembrava ancora appena uscito dall'allegra riunione della famiglia facocero.


-Abbiamo finito o devo stare qui a perdere tempo ancora a lungo?- l'occhiata omicida che si scambiarono lasciava poche vie di fuga, tanto da obbligarla a fare la persona matura e offrirgli la cena mentre caricava di nuovo la lavatrice.


-Senti, vuoi qualcosa per cena?- eccome se aveva fame, però non aveva nessunissima voglia di stare ancora con quella fifona.


-Veramente io ne farei anche a- la sua frase fu interrotta dal cellulare di lei che prese a squillare, diffondendo “Invaders Must Die” in tutto il salone.


-Ascolti i Prodigy?- -Perché, tu hai idea di chi siano? Ehm... pronto, Aya?- l'ennesimo problema della giornata si presentò quando dall'altro lato della linea arrivò la voce di un ragazzo.


-Ciao, sono Taeyang... Aya dice che dobbiamo venire da te a cena per festeggiare... ti abbiamo preso un po' di cose- ed ecco che di colpo le persone famose potevano essere sopportabili, forse poteva addirittura evitare di ringhiare davanti ai loro sorrisoni da palco scenico.


-Oh... capisco... ehm... venite pure, Aya conosce l'indirizzo...-con uno sbuffo chiuse la chiamata e si voltò verso il ragazzo dai capelli turchesi che intanto si era spaparanzato sul suo divano.


-I tuoi amichetti vengono qui... cosa diavolo cenate voi di solito?- Seung Hyun si passò una mano sulla faccia nel disperato tentativo di scacciare il mal di testa e ricordarsi cosa mangiavano quegli idioti dei suoi amici.


-Non so... tu fai il ramen, l'altra volta è piaciuto a tutti- lei in tutta risposta si avvicinò alla cucina, tirando fuori le pentole che il signor Shen le aveva gentilmente lasciato in casa.


-Davvero tu non ci ascolti?- Alex annuì lentamente, sorpresa dalla domanda.


-Mia sorella mi ha reso insofferente verso la vostra musica...- lui fece per risponderle ma si ritrovò ammutolito quando la sentì canticchiare, completamente dimentica del ragazzo che la osservava dal divano con l'aria di chi ha appena visto passare un fantasma.


-Tu canti?- quella voce non centrava nulla con la ragazzina dai vestiti larghi che aveva davanti.


-Oh... scusa...- lui cominciò ad agitare le mani per fermarla prima che arrivasse alla conclusione sbagliata.


-No, hai capito male! Hai preso lezioni di canto?- Alex alzò un sopracciglio con aria scettica, osservando il ragazzo per qualche istante, valutando quanto fosse serio.


-No... per lo meno non mi ricordo...- -Canta ancora...- l'espressione della ragazza era un misto incredibile tra sorpresa e nostalgia, quella stessa frase le veniva rivolta ogni volta dal suo fratellino.


-Sei strano... lo sai, vero?- -Certo che lo so... io sono strano praticamente per professione: se fossi una persona normale non sarei interessante, no?- come ragionamento non faceva una piega.


-Allora? Hai intenzione di cantare o ce ne staremo immersi in un silenzio imbarazzante ancora a lungo?- -Perché non canti tu... tra noi due sei tu il cantante, non io!- la discussione andò avanti fin quando una banda di idioti fece irruzione in casa sua, sventolando pacchetti a destra e manca.

-Eccoci! Ti abbiamo portato un po' di cose!- sembravano tutti parecchio allegri, soprattutto Aya che se la rideva tra le braccia di GD.

L'unico triste era Taeyang, che silenzioso, appoggiato alla porta, osservava la ragazza dai capelli castani fare l'idiota con il leader. Possibile che quella fosse così idiota da non rendersi nemmeno conto che GD la stava usando per un mero scopo sessuale? Uno sbuffo uscì dalle labbra del ragazzo, ignaro di essere osservato da due occhioni glaciali che avevano captato benissimo lo stato d'animo del ragazzo.

-Seung Hyun, mi dai una mano?- il ragazzo annuì annoiato, avvicinandosi ai fornelli.

-Senti... ma a Taeyang piace così tanto Aya?- lui si limitò ad annuire, continuando a cucinare con finta nonchalance.

-Allora? Non apri i tuoi regali di benvenuto alla nuova casa?- con uno sbuffo lei si avvicinò ai cinque grossi pacchetti e li aprì, ignorando le espressioni felici dei ragazzi.

-Oh, fico! Dovevo proprio comprarmi una playstation... la mia è nell'altra casa...- Lee Seung Hyun in tutta risposta le si lanciò al collo, gongolando come un idiota per quella frase buttata lì a caso.

-Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta! Visto? Sono il più fantasticissimo ideatore di regali! Sono miticissimo!- con uno sbuffo se lo staccò dal collo, seccata dalle continue manifestazioni di affetto.

-Te l'ho detto, sei ancora più simpatico quando non mi abbracci... OH MIO DIO! È bellissimo!- tra le mani tremanti di Alex c'era un cappellino con il logo di Batman.

-Prego...- Young Bae alzò appena la mano, giusto per render noto da chi proveniva il cappellino che era già stato messo sulla testa della ragazza.

-E il mio? Il mio non lo apri?- la voce di Daesung fece sobbalzare la ragazza che era ancora in stato di profonda adorazione verso il cappellino.

-Oh... certo, certo! Vediamo... è una... saliera... a forma di Doraemon?- il ragazzo annuì tutto sorridente e l'unica via d'uscita da quella situazione assurda fu andare a sistemare la saliera sul bancone.

-Seung Hyun... grazie per avermi dato una mano oggi... dici che si offende se la metto nell'armadietto?- il ragazzo la guardò per un paio di secondi sorpreso.

-Ehm... prego... meglio se la lasci fuori, Dae è un po' permaloso su queste cose... senti... cosa devo fare?- certo che quel ragazzo era proprio impedito in cucina.

-Fatti più in là... aprili tu i regali al posto mio e ringraziali tanto, io finisco di cucinare per voi- eccome se era impedito, aveva fatto un pasticcio impressionante con quel ramen.

Con un sospiro si mise a lavoro per salvare il salvabile mentre in sala un pacchetto con gli album dei Bigbang e un set di trucchi venivano aperti.

-Oh... immagino che i cd siano da Ji-Yong e i trucchi da Aya, vero?- lei annuì continuando a strusciarsi allegramente sul suo amichetto.

-Capisco... la cena è pronta...- i ragazzi saltarono in piedi come molle, radunandosi intorno al tavolo dove sette scodelle di ramen stavano venendo appoggiate al tavolo.

-Young Bae... non mangi?- il ragazzo sobbalzò smettendo di fissare la nuca di Aya.

-Ehm... non ho fame...- che noia, quello ogni volta aveva un motivo nuovo per deprimersi.

-Bae, vieni un attimo in camera mia che ti voglio far vedere un cappellino- quando lui esitò lo afferrò letteralmente per il collo della maglietta, trascinandolo a forza verso la sua stanza, chiudendolo dentro a forza.

-Tu, smettila di andare dietro a quell'idiota di Aya, ora ha una cotta per quello che sembra essere il suo nuovo scopamico e tu non sei nel suo raggio... devi aspettare che si stanchi e lei non si stanca, mai... si stancherà prima Ji-Yong e solo a quel punto potrai anche solo pensare di avere una possibilità ma dovrai fare le mosse giuste...- la voleva prendere a schiaffi ed abbracciare allo stesso tempo.

-Fai schifo a consolare le persone, lo sai, vero?- -Certo che lo so... ma io non ti stavo consolando, io stavo cercano di farti ragionare- ma quella non aveva dei filtri quando parlava.

-Adorabile... comunque a me non piace Aya...- -E Babbo Natale l'altro giorno è passato da casa mia a regalarmi un panda gigante...- intanto in sala Aya si stava divertendo a torturare un po' lo hyung.

-Ehi... TOP-ssi, ti sei divertito oggi con Alex?- il ragazzo sbiancò di botto, rischiando di farsi andare di traverso l'acqua.

-No, per niente! Quella strilla per ogni maledettissimo insetto!- la risata di Aya lo fece sentire un idiota di dimensioni epiche con la sua risatina da so tutto io.

-Cosa ridi?- -Alex è terrorizzata dagli insetti, una volta da piccola era venuta a dormire da me e ha visto un ragno... ha passato tutta la notte sul tavolo piangendo... ora sei praticamente il suo eroe!-

-Non ci tenevo così tanto ad essere un eroe...- -Che bugiardo! Non lo sai che Alex ti da un bacio se glielo chiedi? ALEX! ALEX! ALEX! VIENI A DARE UN BACINO A SEUNG HYUN!- un tonfo dalla stanza della ragazzina fece ridacchiare tutti che la videro uscire con sguardo omicida, seguita da uno Young Bae ancora indeciso su come ucciderla.

-Ma sei completamente scema? È imbarazzante!- -Oh! Non hai detto di no! Dai! Dagli un bacino!- che discorsi idioti che stava facendo quella.

-No, è imbarazzante!- -E perché? Mica hai tre anni! Ormai non sei più giovane ed innocente, eh! Perché dovrebbe essere imbarazzante? Non è che Seung Hyun ti piace?- ed ecco che Aya aveva beccato il suo punto debole, l'orgoglio.

-Seung Hyun, non mi uccidere...- detto questo gli afferrò il volto e gli schioccò un bacio.

-Ecco, contenta ora?- -Eccome! Siete tutti e due rossi come dei pomodori! Che carini!- e di colpo entrambe le ragazze erano da uccidere.

TOP si sentiva completamente stordito, soprattutto perché aveva sperato che quel contatto durasse un po' di più di un semplice bacio a stampo. Con uno sbuffo scosse la testa cercando di sembrare indifferente e si disse che doveva assolutamente trovare qualcuna con cui divertirsi un po', ormai era sull'orlo della pazzia. Sperare in un bacio di quella era ai limiti della sanità mentale, soprattutto vista e considerata la mattinata da film horror che gli aveva fatto passare. Dovevano essere gli insetticidi a fargli quell'effetto, quelli e l'assenza di una ragazza nel suo letto da decisamente troppo tempo. Alex dal canto suo si sfiorò le guance sentendole bollenti, finendo per arrossire di più. Cos'era diventata? Una bambina delle medie? Era un semplicissimo bacio a stampo, niente di che, non aveva sento diventare rosse per una cosa simile. Forse stare con Jun e sentire i suoi discorsoni sull'amore, dal punto di vista di un ragazzino con esperienza praticamente nulla, non era stata precisamente una buona idea.

 

*** *** *** *** ***

 

-Ciao! Questa è Bigbang TV e in esclusiva vi faremo vedere chi curerà i nostri cani... è una nostra grande amica, nonché la mia maknae preferita... allora Gaho, Jolie, Charlie e Boss, siete pronti a conoscere Alex? Ora che ci penso... perché mandano sempre e solo me a fare le commissioni? No! Che tristezza- Seungri davanti alla telecamera era assurdo almeno quanto nella vita reale.

-Oh... Taeyang! Mi accompagni a lasciare i cani da Alex?- il ragazzo ridacchiò divertito.

-No, hai perso la scommessa con lo hyung e ora vai tu!- Ri prese a sbattere le palpebre confuso.

-Aspetta... ma io avevo vinto! Io ho svegliato Ji-Yong in cinque minuti e lui in quindici! Avevo vinto io!- la sua voce piagnucolosa gelò il sangue allo hyung che intanto stava cercando di sparire velocemente.

-Hyung! Come mai adesso salta fuori una nuova versione dei fatti? Ji-Yong, chi ci ha messo meno a svegliarti? Ri ieri o TOP oggi?- il ghigno malefico del leader fece venire i brividi allo hyung

-Seungri ci ha messo pochissimo... TOP ci ha messo tre ore praticamente... ma avevate scommesso? Allora tocca allo hyung portare i cani a casa di Alex!- come mai di colpo toccava a lui portare i cani? In quel momento si sentiva un po' come il cattivo in Scooby Doo, se non fosse stato per Ji-Yong l'avrebbe passata liscia.

-Ehm... io... avrei da fare... sapete... delle... foto... per...- -Zitto! Eccoti i guinzagli! Anzi, GD, accompagnalo, così siamo sicuri che farà il suo compito... tanto tu hai tante raccomandazioni da fare su Gaho, no?- il ragazzo annuì saltando in piedi e sorridendo alla videocamera, trascinando, letteralmente, lo hyung verso l'auto.

Durante tutto il viaggio GD prese ad intrattenere la telecamera, cominciando ad elencare le tappe del tour di due mesi che li aspettava. Appena a casa di Alex prese a fare battute idiote, entrando nel palazzo grazie alla portinaia che ormai li aveva visti passare più volte per andare a rompere ad Alex o scroccarle un piatto di ramen o sushi, qualsiasi cibo commestibile insomma. Sul suo pianerottolo una voce femminile rimbombava potente, rappando su una base non meglio definita. GD fece cenno al cameraman di fare silenzio ed aprì la porta della casa, trovandosi davanti una Alex in tuta da hip hop che girava per casa con in mano una spazzola mentre cantava allegramente su una base mai sentita prima. Di colpo la telecamera smise di registrare i ragazzi e i cani ed inquadrò la schiena della ragazzina che continuava a rappare ignara di essere osservata da due idol, due cameraman e quattro cani.

-Tu... mi servi, assolutamente...- la spazzola sfuggì di mano alla ragazza che si abbassò il cappuccio con aria imbarazzata, rivelando una chioma blu elettrica nuova della giornata.

-Oh... buongiorno! Entrate, prego...- con un piccolo inchino si fece da parte per farli passare ed osservò i quattro cani che stavano allegramente correndo in giro per la casa inseguiti da un Tio P esaltato dai nuovi compagni.

-Telecamere?- -Oh... sì... è per Bigbang TV... non hai presente, vero? Ti sei rifatta la tinta, eh? Comunque non stavo scherzando, tu mi servi, quando a giugno torno a Seoul tu vieni con me allo studio, chiaro?- Alex annuì sorpresa, ignorando il suo cane che faceva il giro della casa trascinandosi dietro Charlie per la coda.

-Charlie! Tu, brutto coso, molla il mio Charlie!- il ragazzo dai capelli ora platinati si lanciò verso il suo cane, salvandolo dalle grinfie del malvagio ed agguerrito levriero afgano.

-Oh, che cosa tenera... proteggi pure il tuo cane, tanto Tio P ha due mesi interi per staccargli la coda a morsi, no? Vero Charlie?- il cane si dimenò tra le braccia del padrone, deciso a riprendere a correre in giro.

-Comunque non capisco a cosa ti potrei servire però va bene... tanto non ho nulla di meglio da fare a giugno, finisco gli esami e poi a luglio ho il test per entrare in accademia- Ji-Yong annuì lentamente e sorrise divertito.

-Top, saluta velocemente il tuo cane che dobbiamo finire di fare le valige e a lei sta suonando il cellulare da mezz'ora- il ragazzo annuì accarezzando il cane e facendo un cenno per salutare la ragazza che chiuse fuori tutti gli altri, rimanendo sola con i cinque cani e il cellulare che squillava.

-Pronto?- -Alexia, sono tua madre... non pensi sia il caso di discutere di questo tuo capriccio?- che bel tempismo.

-Non è un capriccio... comunque se vuoi vieni pure... ti mando l'indirizzo-

Mezz'ora dopo sua madre era seduta al tavolo, una tazza di te davanti e un'espressione sorpresa in faccia. Sua figlia sembrava diversa. La casa era stranamente impersonale, tutto ordinato in una maniera surreale, quasi come se fosse una casa da esposizione.

-Vedo che riesci a tenere bene la casa... tutti questi animali?- Alex guardò per un paio di secondi i cani che scorrazzavano allegramente in giro.

-Oh, degli amici mi hanno chiesto di curarli... cosa vuoi?- tanto sapeva già dove sarebbe andata a parare.

-Devi tornare a casa... la gente mormora... le signorine non vivono da sole! Oltretutto gira voce che cinque ragazzi continuino ad entrare ed uscire da questa casa agli orari più disparati... non sta bene... per poi non parlare del fatto che pare che un ragazzino sia qui praticamente ogni giorno... non sta bene, non sta bene! E poi cosa sono questi capelli? Non ti avevo detto di tingerteli di nero come ogni signorina per bene?- era sempre divertente avere persone come lei intorno.

-La gente può parlare come vuole, i miei amici hanno orari particolari a lavoro quindi non è un problema... quanto al ragazzino è un mio amico e quando ha tempo viene a trovarmi... i capelli me li faccio del colore che voglio, sono fatti miei- sua madre strinse le labbra sull'orlo di una crisi di nervi.

-Signorinella... sarò chiara, tu devi seguire le MIE regole perché IO ti ho dato da mangiare per tutta la tua vita, IO ti pago la scuola, IO ti ho fatto entrare a medicina e IO posso toglierti tutto! Le MIE regole DEVONO essere anche le tue!- ed ecco che la terza guerra mondiale si stava preparando.

-Sarò il più chiara ed educata possibile... le TUE regole non le sopporto più! La scuola a cui mi hai iscritta a forza fa schifo, non ho nemmeno una sola maledetta amica perché sono tutte maledette figlie di impresari, medicina non mi piace, non mi è mai piaciuta e non mi piacerà mai, se la farò sarà solo e solamente perché almeno avrò uno stipendio decente e NO, tu non puoi togliermi tutto per il semplice motivo che tu non mi hai dato nulla se non quello che volevi tu, quindi sinceramente te le puoi anche tenere le cose che dici di avermi dato! Io odio le cene di gala a cui mi costringi ad andare, io odio quei maledetti figli di papà che mi presenti ogni volta come se fossero i migliori uomini sulla terra, io non sarò mai come Annie o Ellie, io non ci sto! Io non ho vissuto solo qui, non ho visto solo questo mondo, so cosa c'è nel resto del mondo, so che possibilità ho, le mie sorelle conoscono solo questa cultura, conoscono solo la sottomissione ai genitori, io non ci sono mai stata e non ci starò mai, è ora che tu te ne faccia una maledetta ragione!- lo schiaffo che le arrivò la fece ammutolire per un paio di secondi.

-Tu! Questa vita è quella di una persona per bene secondo te? La vita che io ti offro è quella che tutte le ragazze vorrebbero avere! Le mie regole sono solo per il tuo bene! Pensi che un ragazzo potrebbe mai innamorarsi di una ragazza come te? No! Tu hai bisogno di essere guidata, tu hai bisogno di qualcuno che ti faccia capire cosa è giusto perché in quella tua mente malata non entra proprio l'idea di una persona per bene! Tu per prima cosa dovrai essere una buona moglie, dovrai saper cucinare, dovrai saper passare su qualsiasi errore di tuo marito, dovrai saper sorridere sempre e comunque!- che concezione medievale della vita.

-Non siamo più nel medioevo e io in qualsiasi caso non mi sposerò mai... non ho la minima intenzione di accettare un vincolo simile...- sua madre fece per darle un altro schiaffo ma lei con un movimento veloce le parò la mano, evitando ad entrambe di farsi del male.

-Sei venuta qui sono per prendermi a schiaffi e ricordami quando io non faccia parte del tuo standard di figlia perfetta? Non ho la minima intenzione di stare ad ascoltarti, la porta è quella...- sua madre fece per ribattere ma si ritrovò ad osservare la schiena di sua figlia che lavava velocemente le tazze nel lavello, ignorandola persino mentre se ne andava di casa sbattendo la porta.

Un lieve tremito attraversò le spalle di Alex mentre le lacrime le premevano dolorose contro gli occhi. Non avrebbe pianto, non per sua madre, non ne valeva la pena. Al diavolo lei e la sua concezione medievale della vita, al diavolo lei e la sua cultura chiusa, al diavolo tutta la gente dai sorrisi falsi che le aveva messo intorno. Non ce la faceva più, era semplicemente stufa di avere a che fare con quella gente, per una maledetta volta nella sua vita voleva fare le cose a modo suo senza rischiare la musica, per una volta in vita sua voleva poter ballare in salone senza sentirsi gridare che quello non era di certo il comportamento di una signorina. E allora al diavolo le convenzioni sociali che sua madre le voleva imporre; ballare hip hop a quel punto era diventata una scelta perché la danza classica era maledettamente studiata per farla sembrare una signorina per bene, cosa che lei non voleva essere. Non se significava sorridere a qualsiasi stupidaggine dicesse il ragazzo di turno che sua madre voleva come genero, non se significava dover poi passare il resto della vita a servire e riverire un idiota solo perché maschio. Eppure sua madre era spagnola quindi di cultura occidentale, una cultura decisamente più aperta della cultura coreana. Sua nonna lo diceva sempre quando andava stavano insieme durante l'estate, sua madre sembrava essere nata per sottostare ad una cultura rigida, sembrava essere programmata per imporre le regole più rigide. Se sua madre fosse stata anche solo un poco più simile a sua nonna forse sarebbero andate d'accordo. In fondo per sua nonna aveva ballato più volte danza classica e aveva addirittura indossato dei vestiti da sera senza fare troppe storie. La netta differenza stava nel dopo perché sua nonna non le avrebbe mai detto di comportarsi da signorina quando si metteva a rappare nel salone della grossa villa di campagna, sua nonna al massimo sorrideva e batteva le mani dicendole di continuare. Le sue nonne erano due perle, erano state assolutamente indispensabili per la sua crescita. Al contrario dei suoi genitori fissati con lo schema della persona per bene, loro l'aveva incoraggiata a seguire il suo sogno, tanto che in Spagna era stata la sua stessa nonna ad iscriverla alle gare. Per un secondo si chiese perché diavolo la sua vita facesse così schifo ma si diede dell'idiota prima ancora di finire la frase. La sua vita non faceva schifo, la sua famiglia sì, ma la sua vita no. In fondo poteva fare ciò che amava: sapeva cantare e poteva farlo quando voleva, sapeva ballare e ora poteva farlo quando voleva, stava riuscendo ad entrare all'accademia, la scuola cominciava ad andare bene, complice l'idea di portare la media più alta possibile all'accademia, e ultimamente aveva scoperto di avere persino dei rapporti umani simili all'amicizia. Perché tutto sommato ormai poteva sicuramente dire di essere amica di Jun che ogni volta che aveva anche solo un'ora libera si catapultava da lei per fare una partita alla playstation e, strano ma vero, poteva persino dire di essere quasi amica di quei cinque assurdi ragazzi che sembravano dei morti di fame da quanti pasti le scroccavano, o almeno poteva dire di essere una loro persona di fiducia visto che ormai era la confidente, contro la sua volontà ma erano dettagli, di Young Bae nelle sue pene d'amore e visto che le avevano lasciato quelle quattro palle di pelo che da quel che aveva capito erano molto importanti per loro. Con un sospiro si liberò dalla malinconia pressante che sua madre le aveva infuso a forza nell'animo, nascondendola dietro la solita facciata fredda, ed afferrò la spazzola cominciando a rappare come un'idiota davanti al computer nel quale aveva le tracce che i ragazzi della crew le avevano passato. Ecco un altro punto a favore per dimostrare che la sua vita non faceva schifo: ormai la crew si allenava a casa sua, sfruttando la stanza con lo specchio per ballare, cosa che le permetteva di avere sempre tutte le canzoni che ballavano e le tracce che gli altri si divertivano a remixare.

 

 

Ciaooo!
Prima di tutto volevo ringraziare Alvis Raven per aver messo questa storia tra le seguite :) poi volevo ringraziare ScleroTimeGirl, ssilen e Alvis Raven per aver recensito, grazie mille, mi avete reso molto felice :D
Detto questo ora devo proprio scappare, un bacione e spero vi piaccia il capitolo :)

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Capitolo 10
*** Confusione ***


Ciao! :D

Scusate per il ritardo ma ho fatto un viaggio lunghissimo e l'ispirazione scarseggia quando si è ancora sotto l'effetto del jet lag  :s

Comunque volevo ringraziare ScleroTimeGirl, Alvis Raven e Klaudia_19 per aver recensito, grazie mille davvero :)

Volevo ringraziare anche B1A4ever per aver inserito la storia tra le seguite, kuronekoTOP per averla inserita tra le preferite e tinabolu per averla inserita sia tra le seguite che tra le preferite... grazie mille, davvero :')

detto questo vi lascio al capitolo che spero vi piaccia, grazie mille ancora e alla prossima :)

 

 

 

 

-Seung Hyun! C'è il tuo amore al telefono!- le imprecazioni di Alex si sparsero potenti nell'aria mentre Aya la metteva in vivavoce per farla parlare con gli altri.

-Aya, sei ritardata o cosa? Per la centocinquantesima volta quel coso non è e non sarà mai il mio amore! Chiaro? Comunque ciao- certo, adesso lo salutava dopo avergli dato del coso.

-Quanta stima in così poche parole... ciao anche a te... come sta Charlie? Lo stai portando a spasso? Mangia? Gioca? Dorme?- -Sì mamma chioccia, il tuo cane è vivo e vegeto e sta cercando di strappare le orecchie del mio...- il maknae alzò gli occhi al cielo e si avvicinò al telefono, sfoderando il suo sorriso più idiota.

-Maknae, ti manco? Appena torno ti vengo a trovare, ok? Mi farai trovare un po' di cioccolata calda? Quella buona che fai tu con tutte le cose strane!- la ragazza si passò una mano tra i capelli blu e alzò gli occhi al cielo.

-Certo, la cioccolata calda a giugno... mi sembra ovvio... e poi io tecnicamente, ora che ci penso, dovrei partire subito per l'Italia, torno solo per fare il provino per l'accademia...- ed ecco che la testolina del maknae stava macchinando davvero troppo.

-Italia? Perché? Posso venire anche io? Veniamo tutti! Dai! Ti prego! Per favore!- certo, e magari li invitava a stare in casa di sua nonna.

-Mia nonna vive lì... mio padre credo che abbia un bisnonno italiano... o qualcosa del genere... fatto sta che mia nonna è andata a vivere lì e io passo un'estate sì e una no con lei...- come osava non dargli una risposta? Lui era il grande Panda Ri, nessuno gli negava una risposta.

-Lo prenderò come un sì, in che città dobbiamo andare?- tutti smisero di punzecchiare lo hyung che sembrava essersi offeso per essere stato messo in secondo piano così facilmente e prestarono attenzione al telefono.

-Ehm... penso che quest'estate andrà alla casa di Porto Cervo... non credo che ci sia posto, sai, non è una villa così gr- -Alex, non si dicono le bugie! Ti ricordi? Mi hai mandato le foto di quella casa una volta! Avrà minimo minimo sette camere da letto, no?- colpita ed affondata.

-Ehm... sì ma...- -Allora è deciso, a giugno veniamo con te a... Porto Cervo?- la ragazza cercò di non ridere davanti alla pronuncia impacciata.

-Dovete proprio? Non credo che mia nonna sarà così tanto felice di avere intorno così tanta gente...- che situazione del cavolo, sua nonna come minimo averebbe sfoderato un sorrisone ebete e avrebbe cominciato l'interrogatorio per scoprire chi di loro era il suo ragazzo.

-Non è vero, tua nonna adora stare in compagnia! Tuo nonno poi... non ne parliamo! Non hai scampo!- -Aya, zitta! No, seriamente, non credo sia una buona idea...- tutti si zittirono per un paio di secondi, ragionando su come convincere la ragazza.

-Dai Alex, fallo per Seung Hyun! Non vuoi passare l'intera estate a tubare con lui? Sarebbe così romantico!- -Ed ecco che ora sono sicura che non verrete con me in Italia... quel coso non mi interessa! Chiaro?- Aya ridacchiò divertita, osservando l'espressione piccata dello hyung.

-Guarda che così lo offendi! Non puoi chiamarlo coso! Lo dovresti chiamare tesoro o qualcosa del genere!- Alex dall'altro lato della chiamata alzò gli occhi al cielo.

-Il giorno in cui chiamerò qualcuno così sarò sotto stupefacenti, chiaro? Adesso devo andare, tra dieci minuti Jun passa a prendermi perché dice che devo vedere a nuova coreografia...-

-Uff... ma tu non frequenti mai gente della tua età? Jun ha quanto? Uno, due anni in meno di te... il signor Shen ha tipo cento anni in più di te...- -Questi altri scemi invece hanno la mia età, vero? In fondo ho solo cinque anni di differenza con il maknae, cosa vuoi che sia...- -L'età è solo un numero in certi casi! E poi il maknae ha l'età mentale di un lattante...- Seung Ri emise un verso seccato.

-Io sarei ancora qui, sai Aya? Maknae, difendimi almeno tu!- la voce piagnucolosa del maknae fece storcere il naso alla ragazza.

-Quando la smetterai di tormentarmi?- -Mai! Ormai sei la mia maknae e niente e nessuno potrà farmi cambiare idea! Ti proteggerò io dagli assalti di quel pervertito dello hyung, non ti preoccupare! Il tuo Seung Ri è pronto a difenderti!- se avesse visto l'espressione seria del ragazzo probabilmente Alex sarebbe scoppiata a ridere ma non potendola vedere l'unica reazione possibile fu passarsi una mano sul volto con l'aria di chi sta ascoltando un idiota parlare.

-Ehm... grazie... ora vado, ci sentiamo poi e dite a mamma chioccia che il suo cane arriverà vivo a giugno e quindi non deve scassare, ciao!-

 

*** *** *** *** ***

 

-Alex sarà felicissima di liberarsi dei cani! Figurarsi poi quando le dirò cosa deve fare! Già mi immagino la sua espressione!- mentre parlava Ji-Yong diede una spallata alla porta del grosso appartamento e si ritrovò davanti un'Alex con addosso una camicia enorme che cercava di farsi ridare dei vestiti non meglio definiti da Boss.

-Ehm... ciao- lei si voltò di scatto tirandosi la camicia il più possibile sulle cosce.

-Ciao... cosa ci fate qui?- -I cani... hai la camicia ancora mezza aperta- Alex sobbalzò osservando l'ampia scollatura della camicia e chiuse alla svelta due bottoni mentre correva verso la sua stanza.

-Jou, vestiti decentemente, sono venuti a trovarmi degli amici...- il ragazzo si rotolò nelle coperte sfatte del letto e la osservò per qualche istante.

-La mia camicia, grazie...- -Dimmi dove hai tirato il mio reggiseno e te la ridò!- -Sotto il letto...- la ragazza annuì sfilandosi la camicia e mettendosi i suoi vestiti, decisamente più coprenti.

-Alex, si può?- -No! Aspetta un attimo Daesung... Jou, muoviti!- il ragazzo sbuffò finendo di chiudersi la camicia ed uscì dalla stanza, dirigendosi in cucina sotto lo sguardo sorpreso dei cinque ragazzi.

-Ehm... caffè?- l'espressione imbarazzata della ragazza era impagabile.

-Alex... non avevi chiuso con Jou?- -Non avevamo niente di meglio da fare... Jou, tra quanto ti levi dalle balle?- -Il tempo di un caffè e devo andare da Minji... sono tre settimane che le do buca...- ed ecco che gli sguardi confusi di tutti si posarono su Alex che si sentì decisamente all'angolo.

-Cosa? Non mi direte che pensavate davvero che mi fossi messa con questo deficiente! Volete anche voi il caffè sì o no?- -Sì, grazie... bel succhiotto comunque, eh!- lei in tutta risposta si passò una mano sul collo mentre metteva la caffettiera sul fornello.

-Jou, ti muovi a levare le tende? Ji doveva parlare ad Alex...- -Che ci parli pure... Alex, mi sa che il caffè lo prendo con Minji... ciao!- appena il ragazzo uscì Alex fu allegramente atterrata da Aya che le era saltata sulla schiena con fare omicida.

-Avevi promesso di non fare cazzate! Ti odio!- -Non sono incinta, non ho malattie... direi che non ho fatto niente di male! Il caffè è pronto...- la più grande sbuffò mettendosi a sedere con in mano una tazza di caffè.

-Allora... prima di tutto, dove sono i cani?- la voce di Young Bae era roca, forse per il troppo sforzo a cui era stata sottoposta negli ultimi mesi.

-Sono chiusi nella stanza dello specchio, sta notte hanno abbaiato tutto il tempo... Tio P, vieni qui!- con un rumore tremendo la porta della stanza dello specchio si aprì e i cani cominciarono a correre in giro per la casa, abbaiando come degli ossessi.

-Ecco i vostri cani... comunque cosa volevi, Ji-Yong?- -Ti ricordi? Devi venire agli studio! Ci serviva una voce diversa dal solito per il sottofondo di una canzone e tu... beh, tu sei la voce!- il ragazzo sorrise pronto a sentirsi ringraziare in tutte le lingue del mondo.

-Se ci tieni... Tio P, la ciotola! Dov'è andata la tua ciotola?- il cane partì come una freccia, correndo in giro per la cucina mentre Alex finiva di ripulire la cucina e tirava fuori il mangime, facendo saltellare tutti e quattro i cani.

-Ma hai dato da mangiare a questi cani negli ultimi mesi? Sembrano dei morti di fame! Gaho è dimagrito! E anche Boss... guarda Jolie! Hai cercato di farli morire di fame, vero?- -Lasciate stare la mia maknae! Povera piccola, se la prendono con te! Non ti preoccupare, c'è qui il tuo hyung che ti proteggerà da tutto e tutti!- lei annuì lentamente mentre si sfilava dalla presa di Lee Seung Hyun.

-Grazie per l'aiuto ma credo che posso affrontarli da sola... comunque... quand'è che devo venire a fare questa cosa?- -Adesso... prendi le chiavi e vieni con noi a registrare, via il dente via il dolore!-

 

Al diavolo, era davanti a quel microfono da tre ore e Ji-Yong ancora non si decideva a darle l'ok perché era indeciso sul timbro da usare. Capriccioso di un cantante.

-Alex, riprova un po' più acuta... vediamo così- Ji-Yong ghignò davanti all'espressione seccata della ragazza mentre si preparava a cantare per l'ennesima volta.

Quella voce era tutta da scoprire, tu le dicevi cosa fare e lei ci riusciva come se fosse una cantante con millenni di esperienza. Forse al posto della ballerina era meglio farle fare la cantante, doveva parlarne con YG che, intanto, se ne stava tranquillo sul divanetto ed ascoltava, ignaro del fatto che quella voce non era ancora stata contrattata.

-Ehi, stai ancora tenendo Alex lì dentro? Muoviti che noi dobbiamo andare ad allenarci!- come si permetteva lo hyung di interromperlo durante il suo personalissimo provino?

-Zitto e ascolta! Alex, falla il più acuta possibile ora...- -Ji-Yong, come mai hai tirato giù questa tenda?- -Per farti concentrare... non vorrai stonare, vero? Se stoni devi rifarla!- la ragazza annuì stringendosi le cuffie sulla testa.

In pochi secondi la voce della ragazza si diffuse nella sala, toccando note altissime mentre cantava per l'ennesima volta lo stesso identico pezzo. Lo hyung sgranò appena gli occhi, voltandosi verso YG per studiarne l'espressione mentre continuava ad ascoltare con calma la voce, ignaro dell'identità della cantante.

-Ok, esci pure, più tardi riprendiamo- la testa blu di Alex spuntò dalla porta della sala registrazioni e si fermò per qualche secondo ad osservare i tre spettatori.

-Uhm... posso andare a casa?- -No, tra un'ora devi tornare qui e continuiamo a registrare... hyung, di agli altri che per oggi non vado, devo vedere un po' lei...- ed ecco che il YG aveva realizzato che quella voce non era sotto il suo contratto.

-Tu chi sei?- -Alexia Warm... scusi, non volevo disturbare ma Ji- -Sh! Con che casa lavori?- la ragazza sbatté un paio di volte le palpebre mentre cercava di capire la domanda.

-Come prego?- -Con chi hai un contratto?- -Un bar?- ed ora erano in due ad essere confusi.

-Mai sentita prima... è nuova?- -YG credo che tu non abbia capito... lei lavora in un bar, non canta, fa la cameriera...- -Oh! Allora potremmo prenderla, voi che dite?- i ragazzi si guardarono per un paio di secondi e poi sorrisero alla ragazza che si stava stringendo nella felpa nel tentativo di sparire nel nulla.

-Perché no... ma ora come ora non ci sono altre trainee con cui farle fare un gruppo...- -Come solista... cominciamo a farle fare più featuring possibili e mettiamola nei video... tu balli, no? Credo di averti vista a dei concerti della TS... ecco, la usiamo come ballerina e modella per il video, tanto il volto c'è... il fisico non riesco a dirlo ma immagino che essendo una ballerina abbia un fisico tonico... vediamo... possiamo usarla con Se7en... uhm, Tablo! Poi alle 2ne1 una ballerina in più non farà male... sì, per ora facciamo così... anzi, usiamola anche per PSY! Sì, così va bene... quindi, la teniamo come vocalist e per i video...- -Sa anche rappare...- -Fantastico! Ok, adesso devi solo firmare il contratto, per due anni non potrai avere relazioni, chiaro?- fermi tutti.

-Un secondo... cosa?- ma cosa si aspettavano? Che lei di colpo cambiasse la sua vita perché un pazzo rabbioso aveva deciso che era brava a cantare? Poi la cosa delle relazioni non le andava affatto bene, per niente! Lei non aveva la minima intenzione di darsi alla castità per due anni, era assolutamente fuori discussione.

-Due anni senza relazione, ti dovrai dedicare solo al lavoro... andiamo! Chiedi agli altri, gli altri hanno avuto minimo cinque anni, tu solo due, mi sembra molto equo!- che fare?

-Potrò ballare?- -Tutto il tempo che vuoi...- -Sarà un contratto serio o di quelli che quando vi annoiate strappate?- -Serissimo, almeno dieci anni, poi vedremo!- dieci anni, dieci anni sicuri con la sua passione.

-E... potrò frequentare lo stesso l'accademia?- -Un po' a rilento ma ce la farai...- Alex sorrise decisamente grata, attirando su di se gli sguardi sorpresi dei due ragazzi.

Alex era semplicemente bella, non bellissima, si era fatto ragazze anche più belle di lei ad essere sincero ma come lei mai. Non di quel tipo di bellezza, non del tipo di bellezza che ti rimane stampato a fuoco nella mente una volta che la provi. Non l'avrebbe mai ammesso ma da quando l'aveva baciato quelle labbra erano diventate la sua nuova ossessione. Al diavolo la differenza di età, in fondo un bacio non era una cosa poi così grave, poteva benissimo strappargliene un altro senza diventare il pervertito che molesta le ragazzine. Solo che rubarle un bacio dopo aver visto quel sorriso sembrava davvero un reato, era sporcare un maledetto angelo. Che poi, a dirla tutta, quell'angelo era già abbastanza sporco di suo, bastava guardarle il collo per capirlo. Era un angelo nero, materiale per le storie più tristi del mondo, tanto la fine non era mai buona. Forse il rischio era proprio quello di sporcarsi più che sporcarla. Oltretutto le intrusioni di quell'idiota di Aya cominciavano a dargli sui nervi, quella non sapeva proprio quando stare zitta, mai e lui pur di non darle ragione non si sarebbe messo con lei nemmeno se fosse stata l'ultima ragazza sulla terra. Da quando era l'amichetta preferita di GD rompeva e le varie minacce non erano bastate perché tanto sapeva che alla peggio a proteggerla c'era comunque Taeyang. Aveva intorno due bombe a mano, una più pericolosa dell'altro. Una era irrimediabilmente radicata nel suo cervello, solo farsela l'avrebbe liberato e l'altra, l'altra era assolutamente ed irrimediabilmente appiccicata alla sua vita senza via di scampo. Almeno Alex non gli faceva venire mal di pancia quando la vedeva, Aya era arrivata a fargli venire mal di testa alla sola vista di quella nana dalla voce acuta. Cosa ci trovasse Ji-Yong era un vero mistero, non aveva nemmeno il genere di voce che volevi sentirti all'orecchio mentre ti facevi qualcuno. Tae lo capiva un po' di più, Aya aveva tutta l'aria del cucciolo smarrito in cerca di protezione, qualità non da trascurare in una ragazza, senza contare il fatto che sapeva ballare. Alex invece era il perfetto contrario, era difficile vederla come una persona da proteggere, a meno che non si trattasse di insetti, quindi era più difficile trovarla carina e femminile, complici anche i vestiti oversize che adorava usare. C'era però da dire che le poche volte in cui aveva avuto il piacere di vedere le sue gambe aveva avuto poco da lamentarsi, toniche, lunghe, candide. Però se pensava alle sue gambe rischiava si sforare in pensieri di troppo, decisamente più rischiosi di un bacio. Con uno sbuffo tornò a guardare il volto sorridente della ragazza e si diede dell'idiota: aveva perso di nuovo il filo dei suoi pensieri, maledetto sorriso tanto raro quanto bello, odioso.

-Hyung, ci sei? Andiamo in sala prove così loro firmano il contratto?- Seung Hyun si limitò ad avviarsi verso la sala prove con l'aria di chi ha appena visto un fantasma.

-Bel sorriso, eh?- e ora cosa voleva?

-Non ti basta Aya?- GD ridacchiò divertito dandogli un pizzicotto sulla guancia ed entrando in sala prove.

-Cosa c'è hyung, sei geloso? Guarda che anche io sono un uomo e quel sorriso era da dieci e lode! Fossi in te mi fare avanti perché se lavora qui il suo umore migliorerà di certo e con lui arriveranno più sorrisi e quindi più ragazzi che le correranno dietro... senza contare poi che YG fa scoprire parecchio le ballerine di solito, non credo proprio che quelle gambe siano abbinate a una pancia sporgente o un seno piatto...- odioso, decisamente odioso.

-E allora? Non mi interessa minimamente la sua vita sentimentale e poi da ora dovrà fare voto di castità... e poi che ne sai? Magari ha solo le gambe decenti! Che poi non sono nemmeno tutte queste gambe... credo che Bom le abbia più lunghe...- -Certo, con i tacchi! Te lo dico io che di gambe ne ho viste parecchie, quelle gambe sono decisamente belle, non le più belle del mondo ma io un pensierino ce lo fa- -Non ci pensare nemmeno!- GD ghignò di nuovo, scansando Aya che gli si stava accollando.

-Calmo! Aya, non oggi, oggi ho un'altra- -Come?- TOP ghignò beandosi del ribaltamento della situazione.

-Te l'ho detto, ho un'altra oggi perché tu cominciavi ad annoiarmi... magari domani, sì?- -Ma io credevo che noi...- questo sì che era uno spettacolo per la mente sadica dello hyung.

-Come? Non mi pare di averti mai detto che eri la mia ragazza, mi sa che ci siamo capiti male... scusa ma non sei il mio tipo, nessuna ragazza è il mio tipo in quel senso...- lo hyung fece per scoppiare a ridere davanti all'espressione sofferente di Aya ma si ritrovò a dover scattare in piedi per spostare Tae da GD.

-Stronzo! Come puoi parlarle così?- con uno strattone secco trascinò via Taeyang ringraziando la sua altezza ed osservò il naso sanguinante di GD.

-Sei ritardato? Mi hai praticamente rotto il naso per questa qua?- certo che anche GD si voleva male.

-Lei ha un nome e tu la devi trattare bene altrimenti ti trasformo quella faccia da ratto che ti ritrovi!- -Ridillo se hai il coraggio! Vieni qui che ti faccio vedere come si fa a botte!- l'espressione di Aya era impagabile ma non aveva tempo per apprezzarla, era troppo occupato a trattenere Taeyang per lascialo andare.

-Maknae, prendi GD!- il maknae si fiondò a trattenere GD giusto in tempo per evitare che scattasse verso Tae e li lasciasse senza un vocalist.

-Dae, Ri, portate GD da qualsiasi altra parte. Aya, sparisci!- la ragazza fece per ribattere ma l'urlo disumano dei due ragazzi la fece correre via a gambe levate.

Era stata stupida, credere che Kwon Ji-Yong, il leader dei Bigbang, fosse innamorato di lei, era una vera eresia. Era stata stupida anche a sfruttare il suo legame con lui per farsi ascoltare da tutti, ora come minimo TOP avrebbe avuto via libera per cacciarla, soprattutto ora che Tae sarebbe stato confinato a casa per evitare risse. Con un singhiozzo si lanciò verso Alex che stava passando per di lì in compagnia del CEO e scoppiò a piangere tra le braccia della sua statuaria amica.

-Aya, cosa succede?- la voce del CEO le gelò il sangue, facendola smettere di singhiozzare.

-Alex, vai nella sala prove dei Bigbang, hanno bisogno di te... scusi ma credo che oggi andrò a casa prima- non attese nemmeno la risposta, ricominciando a correre verso l'uscita e lasciando Alex nel corridoio.

-Ehm... se non le spiace io andrei a controllare... grazie mille ancora per il contratto, sarà un onore lavorare con lei!- -Certo, ti aspetto a settembre allora!-

 

*** *** *** *** ***

 

-Ciao nonna! Siamo arrivati!- la donnina sgattaiolò giù per le scale, sfoggiando un sorrisone felice e la strinse in un abbraccio.

-Oh, sei venuta con tanti amici! Per fortuna che la signora delle pulizie ha ripulito tutto! Allora? Chi è il fortunato? Scommetto che è il ragazzo alto! Gran bel ragazzo! Eh, ai suoi tempi tuo nonno era così! Allora, volete andare in spiaggia o andate nella piscina sul retro?- Alex abbassò appena lo sguardo.

-Nessuno di loro è il mio ragazzo, nonna... parlano solo Coreano e Inglese, direi che con quello te la cavi, no?- -Certo! Sono venuta a vivere in Italia da vecchia ma i miei anni migliori li ho passati in America! Ma come! Quel ragazzo ti fissa!- -Non è il mio ragazzo... sistematevi dove volete...- con un sospiro salì in camera sua dove ad attenderla c'erano ancora i suoi video di gare di ballo e la sua vecchia chitarra.

-Nonna, il piano?- -Salotto! Io vado in spiaggia con tuo nonno, tu divertiti con i tuoi amici, fate i bravi!- lei in tutta risposta si buttò sul suo letto, beandosi dell'aria condizionata che sua nonna aveva fatto mettere in ogni stanza.

-Alex, ti va di parlare?- Bae era una cozza, una maledettissima cozza.

-Entra pure, Bae! Sai se e quando arriverà Jun?- il ragazzo si sdraiò al suo fianco sul letto, rimanendo un paio di secondi a deliziarsi dell'aria fresca.

-Credo settimana prossima... come mai da una settimana non parli con lo hyung? Dalla serata in discoteca per essere esatti...- un brivido di freddo percorse il corpo di Alex che si strinse nella felpa.

-Causa forza maggiore... come va con Aya?- adesso fu il turno di Bae di sentirsi a disagio.

-Secondo te? Non mi parla, dice che ho picchiato il suo vero amore o qualcosa del genere... comincio ad odiarla, mi sta complicando la vita... comunque cosa vuol dire causa forza maggiore?- forse aveva diritto a vuotare il sacco, almeno un po'.

-Se ti dico una cosa, prometti che non ti arrabbi con nessuno...- -Devo?- -Se vuoi sapere sì altrimenti vivi nell'ignoranza...- -Va bene- -Io e lo hyung l'abbiamo fatto...- aveva bisogno dei sottotitoli, non poteva aver capito bene.

-Scherzi, vero? Lo hyung non ti toccherebbe mai, sei ancora piccina!- -E invece l'abbiamo fatto... nel bagno della discoteca per essere esatti... avevamo bevuto un po' troppo e lui ha farfugliato qualcosa sul voler fare rock, ballare, fare tutto con me... cinque minuti dopo eravamo in bagno...- Young Bae annuì lentamente, cercando di assimilare l'informazione.

-E allora? Con Jou non mi pare ci siano problemi...- -Certo, infatti il problema non sono io! Il problema è lui: il giorno dopo mi ha presa da parte e mi ha detto che è stato solo sesso e per me sarebbe tornato tutto normale ma lui mi evita come la peste... non ci capisco nulla e poi ormai lo trovavo un pochino simpatico...- -Non solo visto che te lo sei fatto...- -Beh, è carino ma non ho altro da dire... resta comunque il fatto che l'idiota non mi vuole nemmeno parlare perché chissà che seghe mentali si sta facendo... magari pensa che mi sono innamorata perdutamente o cose simili... bah...- Bae scoppiò a ridere divertito.

-Non penso che nessun essere umano con un minimo di cervello assocerebbe te e l'amore... proverò a parlarci, bastiamo già io e Ji a complicare le cose nel gruppo... comunque quand'è che ti deciderai a cantare anche con noi? Per ora hai cantato solo con PSY e lui non vuole proprio farci sentire la tua voce...- -Ji mi ha registrata appena siete tornati dal tour... chiedi a lui... comunque non capisco perché YG ha le mie chiavi, non mi sembra giusto... ah, ringrazia ancora tua madre per starmi tenendo Tio P...- il ragazzo annuì prendendo a stiracchiarsi lentamente sul letto, obbligando Alex a farsi piccina piccina nello spazio che le rimaneva.

-Sai che papà YG dice che hai la voce più versatile che ha mai avuto tra le mani? Quando parla di te sparge arcobaleni per tutta la stanza... però sul serio, con noi fin'ora hai solo cominciato a ballare...- -Succede, la vita è dura...- Seung Hyun si fermò a pochi passi della stanza di Alex, indeciso sul da farsi.

Doveva fare l'uomo, entrare e dirle che era una maledetta frottola perché lui tutto sommato si era preso decisamente una bella sbandata per quella ragazzina dai capelli blu e non aveva poi tutta questa voglia di rispettare il suo contratto con la YG, tanto il CEO era facile da convincere per quel genere di cose ed Alex era la sua nuova pupilla. Aveva la mano sulla maniglia quando la voce di Tae arrivò alle sue orecchie, congelandolo per qualche istante. Cosa ci faceva quell'idiota nella stanza di Alex? Con uno sbuffò sbirciò velocemente e li intravide sdraiati a letto con l'aria di chi è decisamente in confidenza. Cosa ci faceva quell'idiota sul letto di Alex, con Alex? Aveva perso, aveva perso senza la minima ombra di dubbio e a strappargliela via proprio quando stava cominciando a capirci qualcosa era stato il verginello del gruppo. Forse cominciava a capire perché GD andasse così poco d'accordo con lui.

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Capitolo 11
*** Taking Care ***


Ciao! Rieccomi con un nuovo capitolo :)
Ringrazio moltissimo Appler_Girl e thaiswiss per aver inserito la mia storia tra le seguite, volevo ringraziare anche Appler_Girl, kuronekoTOP e Alvis Raven per avermi recendito :D Ringrazio tantissimo anche chi mi sta leggendo in silenzio e mi scuso per non avervi ringraziato prima, mi rendete davvero felice :)
detto questo vi lascio al capitolo che spero vi piaccia, grazie mille ancora e alla prossima :)

 

 

Era una mera tortura. Una pura e semplice tortura. Lui, Choi Seung Hyun, si era ridotto ad osservare con fare omicida la ragazza per cui si era preso una sbandata mentre ballava appiccicata a Taeyang, con tanto di sguardo ammiccante rivolto allo specchio della grossa sala che avevano affittato dall'unica palestra abbastanza isolata da non essere ghermita di paparazzi. Sorvolando sul fatto che lo sguardo ammiccante di Alex era più una smorfia mal riuscita, restava comunque una tortura e lui non aveva intenzione di sopportarla ancora a lungo.

-Facciamo a cambio di ballerine?- le tre ragazze che Alex aveva reclutato si fermarono ad osservarlo con sguardo confuso.

-Te l'ha detto che non parlano coreano... comunque perché vuoi fare a cambio?- la voce fastidiosa di Aya aumentò il suo senso di nausea.

-Perché sono lo hyung e ho diritto a prendere delle decisioni anche io, al leader sta bene, vero?- GD sorrise spingendo via Aya che gli si era stampata addosso e si avvicino ad una biondina abbronzata ed ammiccante.

Alex si allontanò da Young Bae abbozzando quello che probabilmente doveva essere un sorriso ma assomigliava di più a una smorfia e si avvicinò ad Aya con fare cospiratorio, tirandola per la maglietta verso un angolo della sala, il più lontano possibile dallo hyung.

-So dove vuole andare a parare Seung Hyun e non ho voglia di stare ad ascoltare i suoi capricci... ballaci tu, io ballo col maknae...- Aya sorrise facendole l'occhiolino e fece per avvicinarsi allo hyung ma al suo posto si era già piazzata una rossa.

Alex la osservò per qualche secondo mentre lasciava che il Seung più giovane la stringesse a se. Quella era bella da far male, una di quelle bellezze che fanno male da quanto sono perfette, probabilmente opera di un chirurgo o due ma decisamente perfetta. Non c'era un solo tratto di quella ragazza che stonasse con il resto, i vestiti la fasciavano alla perfezione, mettendone in mostra le curve da modella che di colpo fecero sentire Alex fuori posto. Lei invece com'era vestita? Lei aveva addosso dei pantaloni alla turca fino al ginocchio, grigio topo, leggermente distrutti dalle troppe ore di utilizzo, nonostante i soli due mesi di vita, e tanto per migliorare la situazione aveva una maglietta da uomo XXL bianca migliorata dai suoi capelli blu elettrici raccolti in una coda tutta sudaticcia e spettinata, in netto contrasto con la messa in piega perfetta delle tre ragazze che chiamato. Come facessero quelle tre ragazze ad essere così perfette era un'incognita, non sembravano nemmeno sudare. Forse doveva smettere di frequentare solo bellezze da copertina, la facevano sentire tremendamente fuori posto a volte e quella, a quanto pareva, era una di quelle volte. Con uno sbuffo si tirò i bordi della maglietta verso le ginocchia e guardò Jun, arrivato quella stessa mattina alle cinque, con aria supplichevole. Con un sospiro uno Zelo decisamente accaldato fece ripartire a musica ed osservò Alex strusciarsi come se nulla fosse su un alquanto divertito Seung Ri che ogni tanto guardava uno dei suoi hyung e faceva l'occhiolino.

-Seung Hyun! Ma ti impegni? Sembri in preda alle convulsioni! Sei una cosa inguardabile! Mi chiedo come faccia uno come te ad essere arrivato così in alto! Non te lo meriti, non ballando così! Fai proprio schifo!- con un grugnito lo hyung spinse via la rossa ed uscì dalla stanza, non prima però di fare un bel medio ad Aya che rimase ad osservarlo con aria attonita.

-Aya, questa volta hai esagerato! Scusa Seung, vado a recuperare l'altro idiota...- Ri annuì lanciando un'occhiataccia ad Aya che stava ancora agitando le mani in aria con fare frustrato e mollò la presa sui fianchi della ragazza dai capelli blu.

Alex sospirò correndo velocemente attraverso i corridoi dell'enorme palestra finché non si ritrovò nell'unica sala relax in cui c'era solo un ragazzo appiccicato alla macchina del caffè. Tutto il corpo sembrava teso all'ennesima potenza, come se stesse resistendo ad uno sforzo incredibile. Si avvicinò a passo felpato ed accarezzò piano le spalle del ragazzo, osservando come lentamente smetteva di stringere i pugni e le nocche tornavano di un colore normale.

-Tutto bene?- lo sguardo gelido che le venne rivolto non la sfiorò nemmeno, sapeva benissimo che in fondo, molto in fondo, era arrabbiato con la sua amica e non con lei.

-Certo, in fondo è solo tutta la mattina che Aya mi insulta, quelle tre oche si strusciano su qualsiasi cosa abbia un pacco e tu ti strusci su qualsiasi cosa non sia io, mi sembra ovvio che va tutto bene! Tanto è colpa mia se io sono nato completamente impedito per il ballo! Non dovrei essere arrivato dove sono, no? L'ha detto anche la tua amichetta!- Alex annuì lentamente, versando del caffè in una tazza e porgendogliela, ignorando gli strilli da primato e le mani che si agitavano.

-Prendi un po' di caffè e calmati... Aya questa volta ha esagerato, te ne do atto...- -Questa volta? È da quando è entrata alla YG che mi tortura! Sinceramente da quando conosco quella la cosa più sensata che ho pensato è mollare tutto e lavorare solo come attore... davvero, non la sopporto più!- la ragazza alzò gli occhi al cielo, sedendosi sul divanetto e lasciando che l'altro si sedesse al suo fianco ed appoggiasse la testa sulla sua spalla mentre sorseggiava il caffè.

-E vuoi mollare per così poco? Aya è persino la versione ridotta di una persona, figurarsi se ti deve importare di quello che ti dice! Con te è anche gentile, dovevi vedere quanto mi ha fatto la vita impossibile l'anno scorso quando ho cercato di entrare nella crew... non ho mai creduto di fare così schifo a ballare! Quando sono entrata nella crew le ho rubato il posto di ballerina e lei ha fatto di tutto per farmi uscire: mi sono rotta due volte la caviglia destra per fare le sue coreografie assurde...- -Non era tua amica da sempre?- -Certo che lo è ma la crew per lei contava tantissimo a quei tempi e vedersi togliere il posto non era cosa da niente... ragion per cui io ho passato quattro mesi con il gesso grazie a lei... se mi fossi fermata a quel punto a quest'ora sarei a casa di mia madre a prepararmi per entrare a medicina, probabilmente mi sarei fidanzata con qualche figlio di papà e non sarei qui a sudare sette camice per accontentare quella matta...- non ci stava capendo nulla.

-Perché sforzarsi tanto, a cosa serve?- Alex ricambiò lo sguardo del ragazzo e sorrise.

-Forse a trovare un sollievo momentaneo al terrore del vivere!- un ghigno le si dipinse sul volto mentre constatava che tutto sommato, ogni tanto, sembrava persino una filosofa.

-Ah, sì.... come?!- l'aria confusa del ragazzo la fece ridere di gusto.

-Mi fa sentire felice, che altra ragione devo avere?- ecco perché si era affezionato, Alex faceva sempre di testa sua, nel bene e nel male.

-Quindi io devo continuare a cantare a prescindere da tutto e tutti perché è ciò che mi rende felice?- Alex annuì accarezzando piano i capelli del ragazzo che intanto rimuginava in silenzio sulla piccola perla di saggezza che quella ragazzina le aveva donato.

I capelli di quel ragazzo erano sorprendentemente morbidi, con tutte le torture a cui li sottoponeva se li sarebbe aspettati quantomeno rovinati e invece erano ancora morbidissimi. Era piacevole sentirli scorrere sotto le dita, abbastanza da farle mettere da parte qualsiasi barriera idiota e continuare ad accarezzargli i capelli, completamente dimentica del fatto che in realtà lui la stava evitando. Ci mise ben quindici minuti per ricordarsene.

-Ehi, ma tu non mi stavi evitando?- il ragazzo sobbalzò spostandosi dalla spalla di Alex e la osservò per qualche istante mentre sentiva le guance colorarsi.

-Ehm... ecco... a dire il vero... ieri ero venuto a cercarti ma eri con Tae quindi ho lasciato perdere...-

-Oh! Vero che ieri Tae sì è infilato in camera mia...- lo hyung annuì sistemandosi sul suo posto sul divano e pensando che non si era infilato solo in quella probabilmente.

-Già... quindi ora esci con Tae?- idiota, era un idiota, che domanda stupida! In quel momento avrebbe gradito molto che la terra si aprisse e lo inghiottisse.

-Direi proprio di no, stavamo solo chiacchierando... ti va di andare in piscina?- per quanto fosse un'idea allettante con quel caldo, soprattuto visto e considerato che lui aveva addosso dei pantaloni e una felpa il più coprenti possibile, si disse che era meglio rifiutare, nonostante una felicità di cui preferiva non scoprire la provenienza lo stesse invadendo.

-Ehm... preferirei evitare...- -Con questo caldo? Tu sei matto! Io vado, almeno vieni con me?- mentre parlava si mise in piedi ed uscì per le strade soleggiate di Porto Cervo, dirigendosi verso il retro della sua villa dove la aspettava una magnifica e freschissima piscina.

-Io entro, tu rimani pure a bollire nel tuo sudore- ed ecco che sotto gli occhi attoniti dello hyung Alex si tolse tutti i vestiti, rimanendo in un costume a fascia.

Aveva un fisico maledettamente perfetto. Di colpo osservarla era diventata una dannata necessità, almeno quanto lo era il togliersi quei vestiti pesanti in quella afosa giornata di fine giugno. Quella ragazza aveva persino le fossette di Venere. Forse, forse, poteva almeno restare in maglietta, almeno per superare il caldo che l'estate e tale visione le stavano causando. Con un sospiro si sfilò la felpa, rimanendo in una maglietta bianca leggermente attillata. A quel punto però fu Alex a rimanere stordita mentre entrava in acqua. Quella maglietta metteva in mostra un fisico scolpito, non pompato come quello di Taeyang o Daesung che vagavano sempre e comunque in costume per casa, ma decisamente scolpito. Sotto quella maglietta candida ogni muscolo doveva essere ben delineato a giudicare da come la maglietta scendeva sul torso del ragazzo. Chissà perché restava così poco in maglietta, persino le braccia sembravano fatte per essere esposte eppure le teneva sempre nascoste.

-Allora, non entri? Guarda che l'acqua è perfetta e nessuno ti fotograferà qui, i muri alti sono stati fatti apposta...- -Non è quello... non mi piace stare a petto nudo... io preferisco coprirmi...- mentre lo ascoltava lei prese a spostarsi con calma attraverso la piscina.

-Ho notato, cos'è, devi farti la ceretta?- il ragazzo avvampò di colpo stringendosi nella maglietta.

-N...no! Non è quello! Non mi va di spogliarmi, tutto qui... non capisco perché alla gente fa così strano...- forse perché girava in piena estate con felpa, jeans lunghi e cappotto? Nah, era solo un'idea di Alex, niente di più e niente di meno.

-Secondo me un giorno prenderai troppo caldo e ti verrà un febbrone da cavallo... fai come vuoi, io continuo a nuotare- -Io non mi ammalo mai!- le ultime parole famose.

 

-Ma dov'è lo hyung? È da quando siete fuggiti insieme che non si vede! Non è che l'hai ucciso?- Alex si guardò intorno con aria confusa mentre si passava un asciugamano sulla testa per finire di asciugarsi i capelli dopo la doccia.

-Ehm... non lo so, mentre ero a nuotare ha detto di essere stanco ed è andato in stanza... andate voi a controllare?- -No... vai tu, noi stiamo aspettando le lasagne di tua nonna!- lei annuì appoggiandosi l'asciugamano in testa come un velo e salendo e scale velocemente.

-Sei vivo?- un mugugnare sorpreso le arrivò da sotto le coperte mentre saltava dentro la stanza fregandosene alla grande del fatto che quella non fosse vuota.

-Lo prendo come un no... cos'hai?- un altro mormorio la raggiunse da sotto le coperte da cui spuntava solo un piede.

-Davvero interessante... se ti passo l'accendino sotto al piede esci dalle coperte?- -No, lasciami morire in pace!- Alex scoprì il ragazzo, ritrovandosi davanti ad un ragazzo di ventisei anni rannicchiato su se stesso, madido di sudore con addosso abbastanza vestiti da sopravvivere ad una nottata all'aperto al polo nord.

-Te l'avevo detto che ti saresti preso la febbre... togliti almeno tre di quelle quattro felpe che hai addosso...- -No, ti prego! Sto morendo di freddo!- la voce piagnucolosa del ragazzo fece alzare gli occhi al cielo alla ragazza mentre gli posava una mano sulla fronte e constatava che aveva la febbre alta.

-Idiota, così morirai di caldo... se non rimani in maglietta giuro che ti spoglio io! Muoviti!- con un gemito lo hyung si mise a sedere e si sfilò con calma le quattro felpe e due dei tre pantaloni che aveva addosso.

-Dei... ma come diavolo hai fatto a metterti addosso tutti questi vestiti? Sdraiati per bene, su... adesso ci penso io ad evitare che tu muoia che se lo scopre mia nonna chiama l'ambulanza...-

-Lasciami stare! Voglio morire in pace!- -Non morirai, ventiseienne frignone... adesso sotto le coperte che ti porto una pezza bagnata, sei fradicio- il ragazzo annuì infilandosi sotto le coperte ed Alex sospirò sgattaiolando nel cucinino secondario in cerca di una bacinella da riempire di acqua fresca.

-Che succede?- la voce di Young Bae la fece sobbalzare, facendole sfuggire la bacinella di plastica dalle mani.

-Ehm... Seung Hyun ha la febbre... come mai sei qui?- -Aya si sta mangiando GD- le sopracciglia della ragazza si inarcarono in un'espressione confusa.

-Come?- -Si stanno baciando... e sinceramente non ho intenzione di starli a guardare- l'espressione sofferente del ragazzo fece passare un brivido lungo la spina dorsale alla ragazza mentre raccoglieva la ciotola e la riempiva d'acqua fresca.

-Non la odiavi?- -Non puoi chiedermi di odiare la stessa persona che quasi un anno mi fa sorridere con un gesto, non ci riesco, mi sforzo, ce la metto tutta ma non ci riesco lo stesso...- ed ecco che per la seconda volta nella loro corta conoscenza vide il ragazzo con le lacrime agli occhi.

-Vai in camera tua adesso, ok? Finisco con lo hyung e arrivo... scusa Bae...- detto questo sgattaiolò verso il bagno per prendere un asciugamano piccolo e poi tornò nella stanza dello hyung.

-Tra te e l'altro idiota ho a che fare con un asilo... guardati, sei zuppo di sudore...-

-Senti, sto morendo di mal di testa, ho la nausea, ho le vertigini e sto morendo di sete, stai zitta!- tenero, davvero tenero.

-Sei proprio un simpaticone, eh?- il ragazzo fece per rispondere ma un asciugamano bagnato gli crollò in faccia, lanciato da Alex con tutta la sua grazia.

-Zitto ora, pensa a riposare un po'... ti sei messo persino il piumone- un bambino, aveva a che fare con un bambino.

Suo fratello non ne faceva così tante di cavolate, decisamente. Con un sonoro sbuffo gli tolse il piumone lasciandolo solo con il lenzuolo e prese a passargli l'asciugamano bagnato sul volto per togliergli il sudore e rinfrescarlo un po'.

-L'acqua è gelida!- gli occhi della ragazza si assottigliarono mentre osservava il volto contratto del ragazzo, illuminato solo dalla poca luce che filtrava dalle tapparelle.

-Quanto ti lagni! Certo che è fredda, non puoi mica friggerti il cervello!- -Oh! Che carina! La mia maknae si occupa dello hyung in maniera così amorevole!- l'intrusione dell'altro Seung Hyun fece sobbalzare entrambi.

-Amorevole? Sta cercando di farmi morire di ipotermia!- -Hai la febbre, idiota!- -Che dolci!!!- forse era il caso di controllare che anche il maknae non si fosse preso l'influenza.

-Da carie... tu non stavi mangiando la lasagna?- -N...non... r...respiro!- la ragazza annuì lentamente spostando l'asciugamano dal naso dello hyung.

-La prossima volta ti lascio soffocare se non stai zitto e buono... Seung Hyun, scendi a mangiare le lasagne e non rompere...- il maknae scosse la testa e si appollaiò sulla sedia girevole della stanza dello hyung.

-Voglio vedere come lo curi! Siete così carini!- -Almeno stai zitto, dice di avere mal di testa...- il ragazzo annuì sistemandosi meglio sulla sedia.

Voleva dei popcorn, quella sì che era una scena da film. Non smisero di bisticciare nemmeno per un secondo eppure dai gesti di Alex, per quanto sgraziati, trasudava una dolcezza infinita e naturale che aveva visto solo in sua madre quando lo curava. Ecco, Alex sembrava una mamma in quel momento, o almeno sembrava qualcuno che si occupava della cosa più importante del mondo. Magari era una mamma un po' annoiata visto e considerato che non faceva altro che dire allo hyung di tapparsi la bocca però dimostrava comunque una grande pazienza visto che nonostante continuasse a minacciarlo ancora non gli aveva rovesciato la bacinella d'acqua in testa.

-Grazie per avermi rubato la sedia Seung Hyun... scendi ora, io vado da Tae e lascio questo scemo a riposare... qualsiasi cosa chiamami, capito?- il ragazzo annuì lentamente per non far scivolare l'asciugamano dalla fronte ed osservò Alex uscire.

Aveva fatto il diavolo a quattro apposta, solo per farle perdere più tempo, tanto per godersi un po' la voce seccata della ragazzina che gli strillava di stare zitto e buono. Infondo, molto infondo, non gli dispiaceva avere le sue attenzioni, se pur contorte. Oltretutto ora che ci pensava dopo il suo passaggio stava meglio, almeno un po'. Magari poteva tartassarla ancora un po', giusto per averla intorno per qualche minuto in più. Da quando erano arrivati in quella città profumava di fragole, era una vita che non sentiva quell'odore su una ragazza, da prima che entrasse alla YG. Magari sarebbe bastata una sola chiamata e poi avrebbe potuto bisticciare almeno per un'altra mezz'oretta, niente di che. Alex intanto si era infilata nella stanza di Young Bae e lo stava osservando mentre piangeva come un bambino.

-Quanta mascolinità in un solo ragazzo... sempre a piangere tu, eh?- con un sospiro si mise a sedere sul letto, prendendo ad accarezzare piano la schiena del ragazzo.

-Così però ti fai solo del male, lo sai, vero?- il ragazzo annuì piano, prendendo a stropicciarsi gli occhi nel tentativo di frenare le lacrime.

-Prima c'è stata la mia ex e ora lei... perché non posso fregarmene come fa GD? No, io non riesco mai a non farmi coinvolgere! Ho venticinque anni e ancora niente perché le ragazze o vengono con me per la fama o mi mollano perché non ho tempo!- la ragazza annui macchinando qualcosa di rassicurante da dire.

-Aspetta.... non l'hai mai fatto?!- no, quella non era decisamente una cosa rassicurante da dire.

-Ma che domande sono?- il ragazzo avvampò di colpo, nascondendo la faccia tra le mani.

-Ma se hai cominciato tu!- Bae annuì abbozzando un sorriso.

-Mi spieghi perché ti occupi di me? La prima volta neanche mi conoscevi e ora il ragazzo che ti piace è di là con la febbre...- -Lui non mi piace! Non proprio... è guardabile ma finisce lì, te l'ho detto... e comunque sei mio... amico... diciamo...- era la prima volta in vita sua che doveva dire una cosa così imbarazzante.

-Ah, grazie...- imbarazzante.

Alex si mordicchiò il labbro con aria imbarazzata mentre continuava ad accarezzare la schiena dei Young Bae nel tentativo di calmarlo, cosa che a quanto pare non era così facile. Dopo quasi mezz'ora il ragazzo si sdraiò sul letto con l'aria di chi ha visto un fantasma, osservando in silenzio il soffitto. La ragazza rimase ad osservarlo in silenzio, gli occhi rossi e gonfi per il troppo pianto, le guance ancora bagnate e il labbro inferiore incastrato tra le labbra. Si sentiva nervosa, non sapeva come fare, con suo fratello era più facile, bastavano delle caramelle e smetteva di piangere. Con Bae però era più complicato perché lui da bravo idiota si era innamorato, cosa che lei personalmente sconsigliava a chiunque. Con un sospiro si sdraiò al suo fianco e si mise ad osservare il soffitto con lui perché era arrivata alla conclusione che forse era più facile stare zitta e fargli compagnia. O almeno così avrebbe voluto fare prima che la voce di Seung Hyun rimbombasse per i corridoi chiamandola.

-Il frignone chiama... vieni con me? Così non resti solo con i tuoi pensieri...- non aspettò nemmeno la risposta, semplicemente si mise in piedi e sgattaiolò verso la stanza dello hyung.

-Cosa vuoi?- -Nulla... era per darti fastidio!- -Sei... sei... antipatico!- il ragazzo fece per risponderle a tono ma l'intrusione di Bae gli bloccò la voce.

-Oh, ciao hyung... stai meglio?- -Stavo meglio prima di vederti!- il più giovane aggrottò le sopracciglia sorpreso, ignaro del perché di colpo lo hyung fosse arrabbiato con lui.

-Cosa succede, hyung?- -Ah, lo chiedi anche? Mi dai fastidio, per non parlare del fatto che sei la nuova ombra di Alex a quanto pare...- un sonoro sbuffo interruppe il battibecco.

-Seung Hyun, tappati la bocca, ti stai comportando da idiota... se non mi dici cosa diavolo volevi io torno di là con Bae...- lo hyung digrignò i denti.

-Devo parlare con Bae... tutto qui...- la ragazza annuì uscendo dalla stanza e lasciandoli da soli.

-Cosa succede, hyung?- -Non fare il gentile o mi faccio passare al volo la febbre e ti strozzo... cosa vuoi da Alex?- -Ti piace?- -Non fare domande idiote! Certo che non mi piace! Però non le devi ronzare intorno!- non aveva senso, lo hyung doveva star dando di matto per la febbre.

-Alex è mia amica, niente di più... hyung, hai la febbre, forse è il caso di parlarne quando starai meglio...- -Sì, così puoi passare altro tempo a letto con Alex, vero?- Young Bae annuì, collegando di colpo un paio di cose.

-Oh, ci hai visti ieri! Non stavamo facendo nulla...- -Però tu le stai troppo intorno lo stesso...inizio a capire perché tu e GD avete litigato, sei proprio un'idiota!- -BENE! Bae, vai a guardare la tv con gli altri, io mi occupo di questo idiota...- il ragazzo annuì schioccando un bacio sulla guancia alla ragazza che aveva fatto irruzione giusto in tempo per evitare una rissa.

-Oh, adesso ti bacia anche? Davvero una bella notizia!- -Stai delirando... domani ti pentirai di aver detto tutte queste cavolate! Adesso zitto e riposa...- il ragazzo fece per controbattere per farla restare ancora un po' ma lei trascinò una sedia vicino al suo letto e ci si rannicchiò.

-Come va il mal di testa?- -Male...- con un sospiro la ragazza si mise in piedi e tirò fuori dal cassetto una pastiglia.

-Prendi... ti farà passare il mal di testa...- mentre parlava gli allungò una bottiglietta d'acqua e lo osservò ingoiare la pastiglia.

-Se mi hai ucciso sappi che ti perseguiterò dall'oltretomba...- la ragazza annuì appollaiandosi di nuovo sulla sedia, osservando in silenzio il ragazzo che dormicchiava.

Mentre dormiva aveva un'aria tremendamente innocente, abbastanza da convincerla a restare a controllare che stesse bene. Era una cosa un po' idiota da fare e il giorno dopo avrebbe avuto delle occhiaie non da poco ma tutto sommato, alla fin fine, voleva che quell'idiota si riprendesse in fretta e se per ottenere ciò doveva passare tutta la notte ad asciugargli il sudore che così fosse.

Seung Ri si alzò dal divano ancora pieno come un uovo, le lasagne di quella donna erano le migliori del mondo, a prescindere dal fatto che fuori ci fossero quasi trentacinque gradi e lui avesse mangiato solo un'altra volta le lasagne, doveva essere le migliori, non era umano farne di migliori. Le aveva mangiate anche mentre si erano appollaiati sul divano a vedere un film in italiano che nessuno aveva capito ma che tutti avevano seguito. Tanto erano tutti concentrati sulle lasagne e gli occhi rossi di Tae. Chissà cosa gli era successo. Con un sospiro si avviò verso la sua stanza, magari poteva salutare lo hyung prima di andare a dormire. Quando aprì lentamente la porta si ritrovò davanti una scena da foto. Alex se ne stava rannicchiata sulla sedia a sonnecchiare, il corpo e il volto completamente orientati verso lo hyung che invece se ne stava tranquillamente sotto le coperte a dormire, ignaro della guardia silenziosa che Alex aveva messo in atto. La ragazza socchiuse lentamente gli occhi ed osservò il maknae con aria intontita.

-Ciao... che ci fai qui?- la ragazza si guardò i piedi, muovendo piano le dita per comprovarne la funzionalità. Si sentiva tutta indolenzita.

-Controllo che Seung Hyun non muoia... come sta Bae?- il ragazzo si grattò i corti capelli neri ed abbozzò un sorriso nel buio.

-Boh, non parla... rimarrai qui tutta la notte?- -Forse... vedremo... magari passo anche a controllare come sta Bae- mentre parlava si stiracchiò lentamente, scendendo dalla sedia ed appoggiandosi alla parete.

-Oh, grazie... noi non siamo tanto bravi con queste cose... ti abbiamo lasciato delle lasagne... in realtà mi hanno obbligato a lasciartele, io me le sarei mangiate tutte!- Alex annuì abbozzando un sorriso nell'ombra, riuscendo solo a sfoggiare una smorfia.

-Grazie... vai a dormire, è tardi... cosa avete fanno fino alle due?- -Abbiamo guardato un film! In italiano! Non abbiamo capito nulla... però era fico! C'erano tante cose che saltavano in aria... adesso dormo, non farti venire le occhiaie, eh!- con una specie di grugnito l'altra si appollaiò di nuovo sulla sedia mentre asciugava un po' di sudore dal volto dello hyung.

Se solo avesse potuto Seung Ri avrebbe scattato una foto, decisamente. Era una scena tremendamente tenera, con tanto di quel pizzico di romanticismo che non faceva mai male. Con un sospiro entrò nella sua stanza e si buttò sul letto, crollando nel mondo dei sogni.

Alex invece quasi non chiuse occhio per tutta la notte, impegnata com'era a fare avanti indietro tra la stanza dello hyung e quella di Bae, dove ogni tanto si fermava a controllare che non stesse facendo incubi o cose simili. In realtà però passò più che altro tutta la notte a controllare lo hyung, osservandolo mentre dormiva come una fan impazzita o una mamma preoccupata. L'idea tanto era sempre quella, stava fissando una persona tremendamente importante per lei e lei non voleva nemmeno rendersene conto.

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Capitolo 12
*** Beach e parole affini ***


In questi giorni mi sono sentita ispirata, sarà che è tutta la notte che scrivo o che finalmente sono uscita di casa e parlo quasi come un essere umano, boh! Comunque ecco il mio nuovo capitolo, lasciato nelle vostre mani alle 3:03 ora locale quindi non picchiatemi se fa schifo ç_ç

Volevo ringraziare tantissimo chi ha letto il capitolo, BeautifulNight96 per aver inserito questa storia tra le preferite e le seguite e vanessa__ per averla inserita tra le seguite, grazie mille :) detto questo vi lascio al capitolo che spero vi piaccia :D

 

 

-Alex, bambina mia! Come mai tutte queste occhiaie?- Alex osservò con aria assorta sua nonna per qualche secondo per poi voltarsi verso l'enorme tazza di caffè nero che si era servita.

-Non ho dormito molto 'sta notte... avevo altro a cui pensare...- la donnina, che poi donnina non era vista la sua mole, annuì porgendole delle fette di pane già ricoperte di burro e marmellata di fragole.

-Ah, bambina mia... come deve fare la nonna con te? Mangia tutto eh! Sei proprio magrolina! Mangia, mangia! A cosa pensavi?- il maknae si sporse sulla sedia prendendo ad agitarsi per attirare l'attenzione.

-Io lo so, io lo so!- -Dimmi, caro- il maknae sorrise grato dell'attenzione e fece una pernacchia a Jun che intanto aveva cercato di rubargli una brioche al cioccolato.

-Alex ha vegliato tutta la notte su TOP e Taeyang! Lo so perché io ogni tanto mi sveglio di notte e la sentivo camminare per i corridoi...- la ragazza inclinò la testa, facendo in modo che i capelli le coprissero le guance arrossate per l'imbarazzo.

-Oh, la mia bambina è sempre stata premurosa... 'sta sera dei nostri cari amici danno una festa, verrete tutti, vero?- -Abito da sera?- -Certo bambina mia, come sempre...- la ragazza annuì mentre beveva il suo caffè, il volto nascosto per metà dalla tazza.

-Oh, finalmente vedrete Alex con un abito da sera! Dovreste vederla, è bellissima!- ora si ricordava cosa doveva fare.

-Giusto! Aya, io e te dobbiamo parlare...- la ragazza aggrottò le sopracciglia con aria preoccupata e finì di bere il suo latte macchiato per poi sgattaiolare in camera ad attendere l'altra.

Dopo nemmeno dieci minuti era lì, seduta sul suo letto in tutta la sua sciatteria mattutina. I capelli blu sembravano non aver mai conosciuto una spazzola, completamente fuori controllo come le idee che si agitavano nella testolina della ragazza.

-Senti, tu sei innamorata di GD?- Aya sobbalzò presa alla sprovvista dalla domanda fin troppo diretta.

-No, però mi fa piacere stare in sua compagnia quindi non voglio perderlo... conosci la differenza, il mio mondo non ruota intorno a lui, ruota intorno a quello che sa combinare in privato, è diverso...- molto maturo come discorso, se Aya avesse avuto almeno sette anni in meno.

-Capisco... e Young Bae? Non ti piace?- la testa della ragazza più grande si inclinò di lato, sfoggiando un'espressione confusa.

-No... lui è troppo... innocente... io preferisco i “bad boy”!- mentre parlava prese ad agitarsi, imitando la coreografia della canzone.

-Capisco... però credi nel vero amore...- -Certo! Però ti immagini il riuscire a cambiare un bad boy solo perché lui ti ama? Sarebbe grandioso!- ed ecco che Aya tornava a vomitare arcobaleni.

-Non ha senso, i maschi non cambiano, lo sai!- -Non è vero! Lo hyung per esempio è diventato molto scorbutico da quando gli piaci...- -Prima di tutto non cambiare argomento e poi io non gli piaccio...- ora erano tutte due messe all'angolo.

-Sì che gli piaci, se ne sono accorti tutti! E a te piace lui, io lo so, ti conosco! Comunque perché mi parli di Tae?- perché Alex si sentiva in imbarazzo di colpo?

-Non mi piace, è carino, questo sì ma la cosa finisce qui... comunque... ti parlo di lui perché, boh, vi vedo bene... meglio di mister succhiotto...- la più grande avvampò sfiorandosi il collo con aria colpevole.

-Ma almeno GD sa come comportarsi... Tae sembra sempre così... impacciato... basto già io ad essere impacciata nelle relazioni, se poi devo anche pensare a non ferire i sentimenti di uno alle prime armi...- quello era più un discorso da lei che da Aya.

-Tu mi ascolti troppo... sinceramente penso che dovresti prendere in considerazione Bae...- ed ecco che la lampadina nella testa di Aya era scattata e un sorriso maligno le si stava dipingendo sul volto.

-Io uscirò con Tae se tu uscirai con TOP... potremmo cominciare dal portarli come nostri accompagnatori alla festa di 'sta sera, no?- era per una buona causa.

-Mi prometti che comincerai ad uscire con Bae se io uscirò con Seung Hyun?- -Certo! Parola di Aya!-

 

*** *** *** *** ***

 

-Alex, ti dai una mossa?- certo, la faceva facile lei.

In fondo era lei che si era dovuta mettere un orrendo abito da sera, lottare con sua nonna per non farsi mettere le scarpe col tacco e si sarebbe dovuta truccare. Per scendere a tale compromesso si era dovuta infilare un maledettissimo abito a sirena nero che le stava fin troppo aderente su fin troppe parti del corpo ma che era abbastanza lungo da coprire le sue comodissime ballerine.

-Alex, scendi a farti truccare o no? Non ho tutto il giorno, devo vestirmi anche io e tu devi anche chiedere quella cosa a quella persona, io ho già fatto!- certo, era facile per lei.

Lei era andata semplicemente da Young Bae e gli aveva detto: “mi fai da accompagnatore alla serata di oggi? Non voglio andarci da sola e mi farebbe più piacere uscire con te che con GD”. L'altro genio in tutta riposta era quasi svenuto ai suoi piedi, farfugliando un'infinità di sì e qualche frase su quanto sarebbe stato bello passare con lei la serata, con lui non c'era nemmeno stato bisogno di dare troppe spiegazioni. Seung Hyun invece avrebbe sicuramente chiesto tutti i perché di questa terra e lei si sarebbe trovata a dover risolvere una situazione imbarazzante in meno di mezz'ora visto che sarebbero usciti in un'ora e Aya ci avrebbe messo mezz'ora buona a truccarla. Con un sospiro scese lentamente le scale nel disperato tentativo di non inciampare in quell'improbabile vestito. Appena arrivò nella sala dove Aya aveva allestito la zona trucco per truccare sia lei che sua nonna, incrociò lo sguardo sorpreso di Seung Hyun. Era bellissima, quel vestito metteva in risalto ogni sua singola forma. Era perfetta, persino i capelli raccolti in uno chignon disordinato erano perfetti. Con un grugnito il ragazzo si rese conto che anche Zelo e Taeyang la stavano fissando, cosa che gli diede parecchio sui nervi. Cosa volevano quelli da Alex?

-Ps! TOP, smettila di sbavare!- lo hyung sobbalzò, colto alla sprovvista dalla voce di GD.

-Non sto sbavando... comunque tu non dovresti pensare alla tua bella che ti è stata rubata dal verginello?- -Non chiamarlo così, in fondo grazie alla mossa di Aya ora non può ronzare troppo intorno alla tua di bella... comunque Aya è una come le altre, non mi sarà un problema trovarne un'altra...- certo che lo chiamava così, lo chiamava così perché quel verginello aveva posato gli occhi sulla ragazza sbagliata, era cento volte meglio quando piangeva per Aya.

-Bambina mia, c'è poco da fare, quando una ragazza è bella, è bella... su, su, fatti truccare, non fare i capricci!- quelli non erano capricci, quella era una scena madre ora che lo hyung ci prestava attenzione.

Alex se ne stava lì, lo sguardo truce, a schivare abilmente l'eyeliner che Aya le voleva mettere, emettendo versi degni di un cane rabbioso. In più come se non bastasse era riuscita a piantare un piede sullo stomaco di Aya, tenendola così lontana e facendo scendere la lunghissima gonna del vestito fino a poco più giù delle sue mutande, sfoggiando in tutta la loro interezza le gambe candide. Al diavolo, Alex sembrava carina anche mentre ringhiava e teneva lontana la gente con un piede, comportamento più adatto ad un camionista che ad una ragazza in abito da sera.

-Stammi lontana con quel coso! Eravamo d'accordo, solo mascara...- -Oh, andiamo! Staresti così bene con l'eyeliner! Abbi un po' di pietà, non tutti hanno i tuoi occhioni, sai?- che scusa stupida, ovvio che non avevano gli occhi grandi e azzurri come i suoi, loro erano coreani.

-E che centra? Tortura qualcun'altra!- -Bambina mia, non fare i capricci! Su, su! Non vorrai che la nonna si arrabbi?- in tutta risposta l'altra sbiancò di colpo e diventò docile come un agnellino, lasciandosi truccare da Aya.

Sua nonna quando si arrabbiava emanava persino un'aura pericolosa, roba che anche i vicini dicevano di aver sentito un brivido di terrore quando Alex si rifugiava al mare e li incrociava. Era di una malvagità raffinata, di quelle che la vendetta la preparano alla perfezione, facendolo sembrare addirittura un atto di bontà. Sua nonna per esempio aumentava di colpo le serate mondane e le affibbiava un ragazzo dietro l'altro, dicendo di voler sistemare sua nipote. Perfida, estremamente perfida. La conosceva fin troppo bene per non conoscere i suoi punti deboli, quando si arrabbiava la obbligava persino ad usare i tacchi alti, un vero dramma.

-Mi sono fatta truccare, non essere cattiva!- la nonna sorrise bonaria e si accomodò al posto di sua nipote sulla sedia, lasciando che Aya si divertisse a truccarla, come una bimba piccola.

Alex intanto si avvicinò a passi rapidi a Seung Hyun, rischiando ogni due passi di inciampare nel vestito.

-Come stai oggi?- gli occhi.

Era cotto, cotto all'ennesima potenza, abbastanza da pensare che quegli occhi, truccati in quel modo, fossero semplicemente perfetti. Li aveva visti al naturale e si era convinto che una cosa più bella non potesse esistere e poi lei aveva deciso di rendersi ancora più eterea, truccandosi in quel modo. Al diavolo, era un angelo nero sul serio quella e doveva togliersela dalla testa, tanto lei in lui non ci vedeva nulla.

-Mi faresti da accompagnatore sta sera?- o forse no? Seung Hyun avvampò di colpo e prese a fissarsi i piedi.

-E perché dovrei?- ecco, nemmeno se avesse avuto la palla di cristallo avrebbe potuto prevedere il futuro con maggior precisione e la risatina di Aya non l'aiutava di certo a mantenere la calma.

-Perché te lo sto chiedendo io- Aya sfoderò un'espressione da facepalm vivente, non era una risposta appropriata, avrebbe dovuto dire una cosa tipo perché mi piaci o cose simili non perché te l'ho chiesto io.

-E perché me l'hai chiesto?- e ora cosa si inventava?

-Perché non fai male alla vista e terresti lontani molti ragazzi visto che sei un gigante...- quella sembrava una ragione valida.

-Non faccio male alla vista?- -Alex, dillo!- la voce divertita di Aya arrivò alle orecchie della ragazza come una coltellata, obbligandola a lanciarle un'occhiata assassina.

-Zitta tu! Non fai male alla vista, tu capisci quel che vuoi... se vuoi vieni con me altrimenti sopravviverò... Jun, che ne d- -Verrò... anche tu non fai male alla vista- Aya scosse la testa delusa dal poco romanticismo.

Tutto qui? Nessuno sguardo significativo? Nessun balbettio imbarazzato? Nessuna dichiarazione? Il tutto si era risolto con un mezzo complimento e due ghigni compiaciuti. C'era di buono però che Alex da quando aveva così spesso intorno Seung Hyun cominciava a fare la sua pessima imitazione di sorriso più spesso, il che implicava che tutto sommato, un pochino, in fondo, non le era del tutto indifferente.

-Maknae!- certo, un maknae che chiama maknae un'altra maknae, perfetto, era una cosa da Ri.

-Dimmi Seung Hyun- -Non temere di proteggerò io dai malvagi! Ti proteggerò anche dallo hyung, ok? Sono il tuo oppa, no?- -Al massimo sei il mio seonbae... grazie comunque per la protezione- l'altro sorrise tutto contento schivando per un millesimo di secondo il coppino che lo hyung gli stava tirando.

-Oh, lo hyung è geloso!- li avrebbe uccisi, uno dopo l'altro e molto lentamente.

-Alex, usciamo?- l'altra in tutta risposta si lisciò il vestito e si avviò verso la porta, afferrando Jun per la cravatta.

-Jun, tu mi farai da guardia, vero?- il ragazzino rabbrividì per il contatto del suo orecchio destro con le labbra della ragazza.

-Certo, sempre!- detto questo tornò con gli altri ragazzi e lasciò che Alex si avvicinasse allo hyung.

-Odori di fragole...- sembrava un insulto detto così.

-Il mio shampoo qui è alle fragole...- -Oh...- era la seconda volta che sentiva una frase simile, perché proprio ora ci stava pensando?

-Come mai di cattivo umore Seung Hyun... se non volevi venire con me non era un problema, davvero...- -Non è quello... sono le fragole...- era un idiota.

Aveva l'opportunità della storia tra le mani e lui la sprecava crogiolandosi nel passato. GD da bravo osservatore silenzioso l'avrebbe preso a schiaffi. Tutto per una cosa successa anni prima. Ormai erano passati dieci maledetti anni e lui ancora ci pensava, come un povero idiota. Seung Hyun era ritardato e appena fossero tornati a Seoul se ne sarebbe assicurato con un bel po' di visite mediche.

-Allergico?- -Ricordi... amari...- l'altra si limitò ad annuire e GD ringraziò il cielo del fatto che Alex fosse di così poche parole, un'altra avrebbe scavato fino a scoprirne il motivo.

Forse era il caso di acculturarla un po' prima di lasciarle tra le mani quello scarto umano dello hyung. L'unico deficiente che pensava ancora ad una storia dopo dieci anni, proprio un idiota. Fragole, erano bastate le fragole. Però era vero che ultimamente Alex odorava di fragole e a dirla tutta anche a lui le fragole ricordavano l'ex di TOP. Quella ragazza profumava sempre e comunque di fragole, le uniche volte in cui l'aveva vista, le prime settimane da trainee di TOP, lei veniva a trovarlo e spargeva odore di fragole per tutta l'aria. Senza contare poi l'onnipresente collanina con il ciondolo a forma di fragola, lo stesso che aveva poi visto volare contro il petto del suo amico quando si erano mollati. Quella era stata tanto dolce quanto spietata, c'era poco da fare. Non era da tutte fare una domanda simile e poi avere il coraggio di sparire come se niente fosse. No, doveva educare Alex, andava addestrata ad evitare di portare a galla troppi ricordi nello hyung ora tutto scombussolato per via della sbandata. Non era cosa da tutti i giorni per degli idol prendersi una cotta, quindi ogni volta implicava un certo sforzo superare la fase sarà giusto.

-Oh, che piacere rivederti! Oh... e lui? Non mi dirai che finalmente tua nonna è riuscita a sistemarti? Che bel ragazzo! Non è italiano, vero?- no, tutti gli italiani hanno gli occhi a mandorla, ovvio.

-Oh, la mia bambina ha pensato da sola a sistemarsi! È coreano! È uno parecchio importante là! Eh, la mia bambina ha proprio scelto bene!- -Nonna, non dare idee sbagliate! È solo un mio caro amico, non mi sono sistemata e non penso proprio di aver intenzione di pensarci per ora... comunque non è carino parlare in altre lingue... Seung Hyun, chiedevano se siamo fidanzati e ho fatto notare che non lo siamo, tutto qui- il ragazzo al suo fianco annuì sentendosi un novellino in quella festa allestita sul retro di una grossa villa.

C'erano ragazze ovunque, due tipi per l'esattezza, quelle di “buona famiglia” e quelle che erano entrate per miracolo e volevano i soldi, o almeno così credeva lui. Le distingueva dai vestiti. Quelle che i soldi li avevano già sfoggiavano al massimo il polpaccio, le altre usavano vestitini striminziti e lanciavano occhiate languide qua e là in attesa di essere rimorchiate. Ovviamente l'altro Seung Hyun si era già lanciato al rimorchio con un ghigno, osservando con attenzione quale preda scegliere. Il maknae era bravo in quelle cose, ne sceglieva una e dieci minuti dopo l'altra avrebbe dato la vita per un suo bacio, doveva avere dei poteri sovrannaturali. Lo show era partito. Alex reggeva nella mano destra una coppa di champagne e sorrideva falsamente a chiunque la incrociasse, intavolando conversazioni che lui non riusciva a capire. Tutti italiani o russi ed Alex sembrava star parlando anche in russo, sempre che di colpo l'italiano non subisse vari cambi di pronuncia. In qualsiasi caso per lui erano la stessa cosa, non avevano senso. Seung Ri invece si era avvicinato a passo lento ad una ragazza, sfoderando occhiate da playboy degne di lui e leccandosi ogni tanto le labbra. L'altra, una russa decisamente di bell'aspetto, ormai pendeva dalle sue labbra. Si notava da come le occhiate lascive che aveva lanciato in giro per tutto il tempo di colpo si erano concentrate solo sul maknae che ora aveva intorno un bel gruppo di ragazze, almeno sei. Ora che lo notava lui era l'unico idiota che non stava rimorchiando, persino quel lattante di Jun aveva intorno due ragazze. E dire che in Italia sembravano non conoscerli dato che potevano girare tranquillamente a volto scoperto senza che nessuno svenisse. Solo lui e Tae non stavano rimorchiando, anzi, solo lui. Tae si era lanciato in una conversazione fitta con la sua bella e ogni tanto si mordicchiava il labbro inferiore, unica tecnica seduttiva a sua disposizione nonostante le centinaia di video in cui faceva il figo. Venticinque anni e un ragazzino di diciassette anni ci sapeva fare più di lui. Che storia. Con un sospiro tornò a guardare Alex che intanto aveva preso a parlare con un vecchio che al posto di guardarla in faccia si stava mangiando con gli occhi la sua leggera scollatura. Non si vedeva nemmeno così tanto, il che era una manna dal cielo visto che a giudicare dal vestito Alex doveva avere una terza decisamente piena. Ecco, si era di nuovo messo a fare il pervertito, si sarebbe preso a schiaffi da solo. Alex invece continuava a parlare in quello che doveva essere italiano con il vecchio guardone. Aveva un fare così da donna di alta classe che non era nemmeno così sicuro che fosse ancora lei. Possibile che la ragazza dal collo allungato verso l'alto e una coppa di champagne nella mano destra fosse la stessa ragazzina che girava con dei vestiti larghissimi durante il resto dell'anno. Non era normale un cambio simile: di colpo Alex sembrava una principessa o qualcosa di simile, quanto meno sembrava decisamente una persona di classe, molta classe. Lui invece? Lui sembrava solo il povero sfigato che era stato ficcato lì per caso e che ora se ne stava appiccicato al braccio della sua “ragazza” perché non aveva niente di meglio da fare. Con uno sbuffo si decise a lasciare il fianco di Alex, ora impegnata in una conversazione con una donna totalmente tirata da un chirurgo plastico, e si avvicinò al tavolo dove servivano i drink. Ora che ci pensava, come l'aveva avuto Alex il suo drink? Forse era stato il terzo ragazzo a portarglielo. Un gruppetto di ragazze del secondo gruppo si avvicinò al povero sfigato in ora libera e lo braccò mentre attendeva una coppa di qualsiasi cosa avesse detto il barista.

-Ciao bello, che lingua parli?- Seung Hyun sbatté un paio di volte le ciglia sorpreso e cercò di decifrare le parole contorte che gli erano state rivolte in italiano.

-C...come?- ecco, quello aveva capito come dirlo.

-Oh... inglese? Ci offri da bere? Io e le mie amiche siamo in cerca di divertime- -Cercate da qualche altra parte, lui sta con me...- le ragazze squadrarono Alex con sguardi omicida e scomparirono tra la folla, lasciando Seung Hyun a chiedersi se le aveva insultate.

-Seung Hyun, scusa, avevi tutta l'aria di non starci capendo nulla... quelle sono ragazze da... compagnia che alcuni invitati portano... di solito ne girano parecchio a queste feste, bisogna starci attenti...- -Per questo ti comporti in maniera strana? Per distinguerti da quelle?- che segugio.

-Certo... non hai idea di quanto sia stancante comportarsi bene in queste occasioni, io non ne posso già più... e siamo solo a metà serata! Queste cose finiscono minimo alle quattro...- con un sospiro sottrasse dalle mani del suo accompagnatore il drink che gli era stato appena servito e lo scolò tutto d'un sorso, non senza aver prima controllato di non essere osservata.

-Che schifo! Ti sei chiesto un bloody Mary? Che gusti... vieni, andiamo a ballare un po', ti va?- -Veramente io non ballo...- -Ok, problema tuo... rimani vicino alla pista però...- ed ecco che Seung Hyun si pentì amaramente di aver rifiutato.

Appena Alex mise piede sulla zona adibita al ballo tre ragazzi le si avvicinarono sorridendo.

-Stavamo aspettando solo te! Balli ancora bene come sempre, vero?- Alex ci mise qualche secondo a tradurre dal russo al coreano, giusto il tempo di fingere un sorriso e ricollegare i nomi alle facce.

-Anatoliy, sono due anni che non ti vedo e tu mi accogli così? Che delusione! Dimitriy, Borislav, quanto tempo! Come vanno le cose nella gelida russia?- -Bene, andrebbero meglio se tu potessi farci compagnia e scaldarci ogni tanto... con chi balli?- fece spallucce e si guardò intorno con aria assorta, notando lo hyung al bordo della pista che osservava la scena con sguardo truce.

-Borislav, tu ballavi bene, vero?- -Certo, bellissima!- che viscido. Alex sorrise falsamente e lasciò che l'altro le cingesse la vita, cominciando ad ondeggiare a tempo.

Erano talmente vicini che poteva sentire distintamente i profumi delle ragazze che gli si erano appiccicate addosso durante la serata. Un profumo di Armani, un Versace, un Bulgari e uno che non distingueva. Il contatto cominciava ad essere davvero troppo ravvicinato e quell'idiota di Seung Hyun era troppo impegnato a mangiarsi le mani per trarla in salvo.

-Ehi, è la mia ragazza- mai frase inglese farfugliata fu più apprezzata.

-Jun, io credo di amarti ora!- il ragazzino sorrise ballando come se niente fosse.

-Chi erano quelli? All'inizio mi erano sembrati tuoi amici...- -Oh, lo sono... ma non nel senso che pensi tu... i russi sono parecchio viscidi, non dimenticano facilmente...- l'altro annuì stringendola un po' a se, giusto per marcare il territorio davanti ai russi.

-Amici con benefici? Come quel Jou... a proposito... esci ancora con quello?- non si ricordava.

-Boh, lo scoprirò quando tornerò a Seoul... ora che ci penso però non potrò combinare nulla... uff, che tristezza...- -Alex, credo che il tuo accompagnatore non sia così contento di vederti tra le braccia di un altro...ha praticamente ringhiato ad un cameriere che gli stava offrendo dello champagne...- l'altra si limitò ad annuire e si fece scortare da Seung Hyun che aveva osservato tutta la scena con sguardo omicida.

-Allora, mi accompagni a fare un giro in spiaggia?- -Con quel vestito?- in tutta risposta lei si avviò da sola verso il cancello oltre il quale una candida e fresca distesa di sabbia la attendeva.

Con dei movimenti veloci Alex depositò le sue ballerine sul muretto che faceva da recinto all'ampia villa e si slegò i capelli, lasciandoli liberi alla brezza marina. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e si sfilò a sua volta le scarpe, rimanendo scalzo sulla sabbia fresca. Erano anni che non camminava sulla spiaggia di notte, forse dieci anni. L'unica luce a guidarli era quella della luna, le sdraio abbandonate sulla sabbia sembravano inquietanti scheletri con quella luce ed Alex mentre si muoveva sinuosa tra di loro, sembrava sul serio un angelo nero. Inquietantemente bella.

-Hai mai fatto il bagno di notte?- -Una volta con un'amica...- Alex annuì divertita.

-La stessa delle fragole immagino... quanto?- -Come scusa?- -Quanto tempo siete stati insieme, tu e la tua amica... prima che lei ti spezzasse il cuore...- quanto diavolo poteva essere diretta?

-Un anno... e non mi ha spezzato il cuore...- -No, basta solo il suo profumo per farti venire il magone... l'amavi, eh?- -Certo...- il sorriso di Alex brillò per un paio di secondi nell'oscurità in tutta la sua bellezza, il primo sorriso vero della serata.

-Com'era?- -Cinque anni più grande... amica di mia sorella, bella da star male... adorava le fragole...- -Sarà cosa buona e giusta cambiare shampoo allora... come mai vi siete lasciati?- doveva lasciargli tempo, si sentiva annegare in quella marea di domande quindi decise di mentire.

-Nhg... non mi piaceva più e l'ho mollata ma poi me ne sono pentito e lei non c'era più...- interessante ma in quel momento il mare lo era molto di più.

-Per fortuna che mi sono messa il costume sotto...- con un movimento veloce si sfilò il vestito e si buttò in mare con la grazia di un elefante.

-L'acqua è perfetta!- Seung Hyun annuì, trascinando una sdraio il più vicino possibile al mare e sedendosi.

-Immagino... tu sempre in acqua, eh?- -Certo! Sono acquatica io! Oh, guarda! Cominciano ad arrivare gli evasi!- -I che?- -I ragazzi che hanno scelto l'accompagnatrice e cercano un po' di privacy... si infilano negli spogliatoi e appendono la giacca alla maniglia, così nessuno entra-

-Emozionante...- -Vuoi provare?- per un secondo Seung Hyun temette davvero di avere cotanta opportunità davanti, poi si accorse del ghigno divertito di Alex e lasciò perdere.

-Ho già dato in discoteca... scusa ancora...- -Nah, mi sono divertita...- tutto sommato era un buon compromesso.

 

-Maknae...- -Ji-Yong, non ti ci mettere anche tu... sono le quattro di mattina, cosa vuoi?- -Tieni il mio iPod e ascolta Like nothing happened di TOP... domani mattina ti spiego davanti ad una bella tazza di caffè... le russe bevono peggio di me, mi hanno prosciugato il portafogli!- -C'erano anche italiane e altre che non mi ricordo da dove spuntano... giusto per informarti...- -Le russe sono bionde...- -Anche le italiane...- -Sta sera ho conosciuto solo russe... e una che non ho capito da dove veniva...- Alex ghignò divertita dalla battuta idiota che le era saltata in mente e si chiuse in camera sua con l'iPod.

Con un sospiro si fece una doccia veloce per togliersi il sale di dosso e si infilò il suo enorme e distrutto pigiama, insieme alle cuffie. Cinque minuti dopo aveva gli occhi lucidi, cosa che a lei non capitava quasi mai. Con un sospiro si scrisse velocemente su una mano il titolo della canzone e la lasciò in ripetizione, addormentandosi con la voce di TOP nelle orecchie che le chiedeva se doveva fingere che andasse tutto bene.

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Capitolo 13
*** This is where we start ***


Le parole di Ji-Yong scorrevano veloci nella mente tediata di Alex mentre osservava il volto assorto del ragazzo che esponeva i fatti per filo e per segno, a suo dire. Cosa potesse fregare a lei della ex di Seung Hyun era un mistero che non osava risolvere, non dopo aver parlato per tre ore al telefono con Sammy senza nemmeno una tazza di caffè a farle compagnia.

Erano le undici del mattino e lei sentiva gente parlare da ben quattro ore, era ai limiti dell'umano, soprattutto contando che, nel migliore dei casi, doveva essersi addormentata alle quattro del mattino.

Era un'ora che si sentiva raccontare l'adorabile storia d'amore di Seung Hyun, con tanto di ragazza che all'inizio gli diceva di seguire il suo sogno e poi quando lui doveva scegliere lo mollava con una scena madre con tanto di collanine volanti, tanto per far passare il mal capitato cantante come il cattivo del momento.

Aveva capito solo una cosa da quel contorto racconto di un'ora da cui aveva appreso l'ossessione della ragazza per le fragole e l'esistenza di un ciondolo porta(s)fortuna che lo hyung si teneva sempre in tasca: quella come minimo prima di fare una scenata come quella descritta da GD doveva essersi fumata qualcosa di veramente buono.

Perché tutto sommato, nei luoghi più nascosti del suo cuore, Alex aveva capito abbastanza chiaramente che Seung Hyun non era poi così stronzo come sperava. Anzi, a giudicare dal tortuoso film mentale in cui Ji-Yong la stava trascinando a forza, quello era proprio un “ragazzo per bene”, di quelli che ti chiedevano di aspettarli mentre si costruivano un futuro per poi servirtelo su un piatto d'argento, corredato da frasi sdolcinate e occhioni da cucciolo.

Invece il genio di Haerin aveva rifiutato il roseo futuro del rapper perché voleva averlo tutto per se ora e per sempre. Oltretutto non aveva nemmeno capito se quello era il nome della ragazza o dell'amica che aveva scritto a Seung Hyun per un finto appuntamento.

Come se non bastasse, oltre a chiedergli di abbandonare il suo sogno per stare appiccicato a lei, quando lui aveva detto, testuali parole di Ji Yong, non posso, lo faccio per te... lei in tutta risposta era scoppiata in strilli degni di un soprano, capaci di attirare l'attenzione di mezza YG, e aveva lanciato contro il famigerato, e sì, era famigerato date le trecento volte in cui Ji l'aveva nominato, ciondolo a forma di fragola contro il petto del cantante che, sempre parole di Ji Yong, l'aveva sentito sbattere sul petto come un colpo di cannone.

Alex dubitava molto che le cose fossero andate così, ci doveva essere per forza un motivo per cui la ragazza aveva fatto una tale scenata, però doveva adattarsi alle poche e assolutamente annodate informazioni che il leader le stava fornendo a spiccioli, quasi si trattasse di un'estimabile tesoro. Un serafico impiccati le sfuggi dalle labbra quando il maledetto ciondolo venne nominato per l'ennesima volta, interrompendo l'accorato racconto di Ji Yong.


-Ehi, mi hai fatto perdere il filo! Adesso dovrò ricominciare da capo!- un brivido di terrore trapassò la ragazza.


-Per l'amor del cielo, no! Ho capito... niente fragole, niente ciondoli a forma di fragole e niente canzone che mi hai fatto sentire, ok... ora però lasciami vivere! Mia nonna mi stava chiamando mezz'ora fa...- -Oh, ma è solo per la tua festa di compleanno di domani- ed ecco che era stata pesantemente scoperta.


-Ti prego, dimmi che l'ha detto solo a te...- il ragazzo sorrise divertito mentre la osservava massaggiarsi le tempie con aria sofferente.


-L'ha detto solo a me ma non ti preoccupare, ho mandato subito un messaggio agli altri per informarli, adesso sappiamo tutti che compi gli anni il 28 giugno, domani... sono tutti fuori a comprarti i regali...- un'imprecazione biascicata uscì dalle labbra della ragazza mentre si alzava dalla sdraio e rientrava in casa, incurante dello sguardo di GD che le scrutava le gambe lasciate nude dalla lunga maglietta che aveva indossato come copricostume.


-Io ti prenderò dell'intimo, così fai felice anche lo hyung!- -IMPICCATI!- il rumore del leader che si buttava in acqua interruppe la conversazione, lasciando Alex libera di buttarsi sotto il getto gelato della doccia nel disperato tentativo di sedare la rivolta che il suo mal di testa aveva organizzato.

 

 

-Allora, ti ha chiamata?- Alex scosse la testa seccata continuando a sfogliare una rivista che sua nonna le aveva comprato, ignorando alla grande la sua allergia per il gossip. Però, alla fine, sua nonna poteva farlo.

-Se non mi ha chiamata dieci minuti fa non mi ha chiamata nemmeno ora, non credi? E poi tu non eri mica per Seung Hyun?- Aya agitò le mani in aria nel tentativo di frenare subito i dubbi dell'amica.

-Certo che sono per lui! Per questo ti sto facendo notare che Jou non ti ha ancora chiamata nonostante prima della partenza abbia detto che voleva provarci davvero con te!- la più giovane fece spallucce chiedendosi quanto stupida la dovesse ritenere Aya se credeva che con due paroline dolci Jou avesse il suo cuore in mano.

-Lascia perdere, tanto non mi interessa nessuno dei due... comunque cosa si fa sta sera? Sono già le sei del pomeriggio, sono in vacanza e non so cosa fare...- -Se chiedo a Tae di uscire tu esci con TOP?- la più giovane si prese qualche secondo per valutare la sua situazione.


Poteva uscire con Seung Hyun, sfuggendo così alla furia omicida di sua nonna che non era ancora stata informata su che torta voleva, o poteva uscire con Jun, sfuggendo sì alla furia di sua nonna ma rischiando di sorbirsi il racconto dettagliato della serata precedente dal ragazzino che, a giudicare dal continuo saltellare in giro per casa, qualcosa doveva aver combinato.


-Va bene... però voglio vedere come inviti Bae a uscire... e il mio NON sarà un appuntamento, chiaro?- -E chi ha mai parlato di appuntamento! Hai la coda di paglia? Non è che in realtà lo vuoi un appuntamento con il bel principe tur- un cuscino interruppe il discorso della ragazza facendola cadere dal letto.


-Cambia spacciatore, io con quello non lo vorrò mai un appuntamento! Ancora una settimana e poi dovranno tornare a Seoul e io potrò starmene qui tranquilla tranquilla a fare quello che voglio...- anche se, in fondo, non era così brutto avere qualcuno con cui stare a parlottare la sera a bordo piscina invece di avere sempre intorno un gruppo di ragazzi pronti a saltarle addosso non appena si distraeva.

Seung Hyun per esempio era molto bravo a dire cavolate mentre se ne stavano a bordo piscina, lei con i piedi a mollo e lui comodamente svaccato su una sdraio. Parlava di qualsiasi stupidaggine, una volta le aveva parlato per quasi due ore della sua moto e lei, con sua grande sorpresa, si era ritrovata a pensare che tutto sommato sentirlo parlare anche di cose così stupide per ore non era affatto noioso, anzi. Per qualche strano motivo con quell'idiota intorno la noia la avvolgeva con molta più difficoltà ultimamente, tanto che ormai passava buona parte delle sue serate a chiacchierare del più e del meno con lui, limitandosi la maggior parte delle volte ad ascoltarlo e rispondendo solo alle domande dirette.

-Sai che andranno a Seoul a provare le vecchie coreografie per inserirti, vero?- ovvio che lo sapeva, come sapeva che le sarebbero mancati tutti, persino l'idiota che la chiamava maknae. Però non era da lei ammettere una cosa simile quindi si limitò a fare l'intrattabile come sempre.

-E allora? Io mi farò il culo dopo... a ognuno il suo... andiamo a chiedere a Bae di uscire... dov'è Seung Hyun?- -Al cellulare con Bom...- l'espressione seccata di Alex non sfuggì agli occhi dell'amica che l'accolse con un sorrisetto divertito mentre le sfilava dalle mani la rivista.


-Cosa c'è, sei gelosa del tuo oppa? Fossi in te mi preoccuperei di più di Dara, tra loro due c'è decisamente qualcosa... anche se da quando parlate di più lui aver perso interesse...- ed era vero, prima quei due mangiavano sempre insieme e lui stava sempre a messaggiare con la ragazza, poi Alex aveva deciso di passare le sue serate in giardino con lui e Dara era praticamente sparita dalla sua rubrica.

-Come potrei essere gelosa di quel coso? Dara se lo può tenere, le faccio il pacchetto regalo, l'altro Seung Hyun è compreso, così non mi può più chiamare maknae!- come piano non faceva così schifo. In un colpo solo si sarebbe liberata del ragazzo occhiaie e dell'idiota non troppo noioso ma pur sempre idiota.

-No! Non puoi lasciare a Dara il tuo principe turchese! Non puoi, capisci? È assolutamente sbagliato... non... no! Uff... andiamo da Tae, su!- come se lei avesse scelta, non poteva mica rischiare di far capire all'idiota che lo trovava, addirittura, non noioso.

Se c'era una cosa che non capiva era che lei era assolutamente allergica a cose stupide come fare i complimenti o ammettere che, in fondo, lo trovava carino. E solo carino, non bellissimo, non fantastico e non perfetto, carino. Carino poteva essere tante cose, carino poteva essere un ragazzo che incontravi al bar e che poi ti rimaneva in testa per una settimana come una tortura, carino poteva essere un ragazzo che si incantava sotto la pioggia a fissarti mentre ballavi al parco con tuo fratello e poi ti offriva un passaggio. Carino, volendo, era un ragazzo che decideva di ballare con te nonostante nello stesso locale altre venti ragazze fossero pronte ad offrirgli un drink e non solo. Carino, soprattutto, era un ragazzo decisamente guardabile e abbastanza gentile da non ucciderti nonostante dopo un'intera mattinata passata ad uccidere qualsiasi insetto ti stesse a meno di sei chilometri di distanza.

-Oi, vieni o no? Dai, non te la prendere, Dara non ha possibilità! Andiamo o Tae si addormenta sul divano e salta tutto...- a passi veloci si ritrovarono in sala dove un Bae mezzo addormentato sullo stomaco dello hyung mentre guardava la ricetta dei ravioli di zucca in televisione.

-Oi, Tae! Possiamo parlare un secondo?- il ragazzo sobbalzò sorpreso rischiando seriamente di finire a terra mentre annuiva nervosamente.

-Aya! Certo... dimmi tutto!- Alex ghignò malefica mentre notava le guance di entrambi colorarsi.

-Ieri io mi sono divertita molto, tu?- -Certo che mi sono divertito! È stata una bella serata...- e poi Aya aveva anche la presunzione di darle consigli sui ragazzi? Dopo una scena così patetica?

-Oh, grandioso! Allora sta sera ti va di...- -Uscire? Noi due?- -Sì... esattamente...- -Certo!- la più giovane si disse più volte di non ridere davanti ad una scena così tanto patetica.

-Alex, tu non avevi qualcosa da dire a qualcuno?- un ghigno divertito si dipinse sul volto di Aya mentre vedeva Alex alzare gli occhi al cielo e dare uno spintone allo hyung per farlo uscire dal suo stato di meditazione.

-Seung Hyun, svegliati!- -Sono sveglio! Come potrei non esserlo dopo la tua grazia?- lei in tutta risposta gli diede un altro spintone prima di prendere a torturarsi un labbro mentre macchinava un modo non compromettente per chiedergli di uscire.

-Sta sera hai da fare?- non era precisamente un buon inizio ma era molto meno compromettente delle frasette smielate di Aya.

-Come vedi avevo in programma di vegetare sul divano... perché?- ma doveva fare tutto lei per forza? Non poteva accendere quel cervello bacato che si ritrovava e fare due più due?

-Allora sta sera usciamo?- -Con loro due?- già si immaginava la scena, occhiate imbarazzate, Aya che squittiva ad ogni singola mossa dell'amico, Tae che tossicchiava imbarazzato appena lei si muoveva e Alex che, in tutta la sua adorabile presenza, si limitava a fissare la scena con sguardo scettico, completando il patetico quadretto.

-Per l'amor del cielo, no! Andiamo a farci un drink e basta, loro facciano quel che vogliono, basta che non mi stiano intorno...- -Grazie, eh!- la maggiore venne zittita con un gesto della mano mentre l'altra attendeva una risposta con l'aria di chi non sa bene se ridere o piangere.

-Va bene... sarà sicuramente più divertente di sentir Tae russare... mi faccio una doccia e arrivo...- Aya ridacchiò divertita mentre si avviava in camera a cambiarsi.

Alex invece dal canto suo prese il posto dello hyung sul divano osservando l'esaltata cuoca che strillava quanto i ravioli fossero buoni.

-Alex, ti stai preparando, vero?- -Certo... come no!- -Muoviti, altrimenti il bel principino potrebbe annoiarsi ad aspettarti, sai?- in tutta risposta Alex si lancio verso la sua stanza, evitando così Aya e decidendosi a mettersi quantomeno dei pantaloni sotto all'enorme maglietta/copricostume.

-Non farlo, non farlo!- -E tu quando saresti entrata qui?- -Mentre eri girata... non uscire così! Ti prego!- cosa diavolo voleva ora?

-Perché? Cos'ho di strano, sono vestita come sempre!- -Appunto!- la più giovane si guardò allo specchio confusa, cercando di capire cosa ci fosse di così sbagliato nei pantaloni che si era messa.

Erano i soliti, semplicissimi e comodissimi, pantaloni alla turca al ginocchio, niente di più e niente di meno. Come doveva vestirsi secondo quella matta? Magari Aya stava addirittura macchinando di farle indossare un obbrobrio simile al coso con il teschio in pizzo.

-Illuminami... cosa dovrei indossare per andare a bere un drink con Seung Hyun?- -Un vestito! Magari uno bello scollato, così finalmente qualcuno potrà vedere che bel fisico che ti ritrovi!- certo, come no.

-Guarda che io giro sempre con solo la maglietta qui! E poi Seung Hyun mi ha vista anche in costume!- -Oh! E cosa ti ha detto? Che ha fatto? Oddio! Ha visto il tatuaggio?- ma perché doveva fare così tante domande mentre lei continuava a chiedersi cosa diavolo ci fosse di sbagliato nei suoi pantaloni.

-Non credo... mi sono sciolta i capelli apposta... ma cosa c'è di male nei miei pantaloni?- -Usa almeno dei jeans, no? E poi non hai una maglietta della tua taglia?- in tutta risposta una maglietta enorme piombò sul naso arricciato di Aya.

-Questa è la mia taglia, le magliette più piccole mi stanno scomode...- -Aish! Va bene, esci! Faccio io...- la ragazza sbatté un paio di volte le ciglia mentre osservava la porta della sua stanza chiudersi.

-AYA! Fammi entrare, ti prego!- -Tutto bene?- proprio ora doveva apparire? Come se non le bastasse essere stata sbattuta fuori dalla sua stanza ora si trovava ad osservare un Seung Hyun in tuta la sua sgocciolante guardabilità, imbacuccato in un accappatoio abbastanza grande da lasciare scoperte si e no le dita dei piedi.

-Secondo te? Aya mi ha chiusa fuori...- -Esagerata! Entra!- l'ultima cosa che vide lo hyung prima della porta chiusa fu una macchia blu che veniva trascinata a forza dentro la stanza.

-No!- -Ma sono solo degli shorts! Allora questi jeans?- l'espressione speranzosa di Aya era quasi comica.

-Tu sei matta! Sono un regalo di Borislav, non li metterò mai, puoi anche bruciarli... e se mi metto questi?- i pantaloni bianchi della NY vennero brutalmente lanciati via.

-Questo vestito è- -Di una delle mie sorelle... deve essere finito qui per caso... dai fuoco pure a questo...- la maggiore scosse la testa affranta continuando a pescare abiti dall'armadio nella speranza di trovare un compromesso.

-Diventerò vecchia di questo passo! Seung Hyun probabilmente è già pronto e non si sta facendo tutte 'ste seghe mentali...- -Ah, ma lui è un idol! Sa di star bene con tutto! Tu invece sei Alex e stai andando ad un app...uscita con un idol quindi devi essere carina per forza, capisci?- per un secondo Alex vide distintamente i neuroni di Aya suicidarsi all'interno del suo cranio.

-Ho trovato! Facciamo così...- con gesti veloci Alex tirò fuori dall'armadio un paio di jeans e una maglietta che sembrava addirittura della sua taglia.

-Vediamo... jeans larghi... e cosa cambia da questi pantaloni?- -Sei proprio noiosa, sai? Per prima cosa sono jeans e poi sono stretti sul polpaccio... dato che sembri ossessionata dalle cose aderenti troviamo un compromesso...- la maggiore osservò per qualche secondo i jeans per poi immaginarseli addosso all'amica.

-Bene, ti staranno benissimo sul sedere! Cambiati, cambiati! Guarda quanto ci hai messo!- certo, ora era colpa sua, ovvio.

Cinque minuti dopo un'Alex tanto a disagio quanto incazzosa uscì dalla stanza con addosso i famigerati jeans. Jeans che vennero accolti con fischi sorpresi dai ragazzi radunati sul divano, obbligandola a rifilare loro un amabile dito medio mentre si chiedeva quando mai si era conciata in quel modo. Oltretutto non erano vestito poi così particolari, il problema di base erano decisamente le taglie, decisamente troppo piccole, tanto da passare ad un'enorme XL da maschio ad una semplicissima M da donna.

-Nuna, sei proprio carina vestita così!- -Jun, ringrazia il cielo di essere il mio dongsaeng o saresti già morto... Seung Hyun, an....diamo?- le parole le si bloccarono in gola come pochissime volte era successo in vita sua.

Di colpo degli shorts e una canottiera erano decisamente una priorità, soprattutto se pensava che quel ragazzo sarebbe stato il suo accompagnatore per la serata. Jeans neri leggermente aderenti, maglietta bianca che fasciava alla perfezione il fisico snello e giacca jeans borchiata a completare il tutto. Era dannatamente bello, abbastanza da farla avvampare mentre si sistemava una ciocca di capelli dietro l'orecchi nel disperato tentativo di darsi un contegno, abbastanza da obbligarla a prendere un respiro profondo per riprendere il controllo delle sue emozioni. Emozioni che, da quando aveva intorno quel ragazzo, facevano sempre le bizze.

-Bella maglietta... andiamo al bar sulla spiaggia?- mentre annuiva cercando di non sembrare troppo tesa notò le guance del ragazzo imporporarsi e le sue labbra incresparsi in un sorriso imbarazzato.

Lei si limitò ad uscire di casa nella speranza di distrarsi. Ragionamenti fin troppo spaventosi stavano prendendo forma nella sua mente, obbligandola a non prenderli sul serio.

-Anche la tua maglietta è carina...- o forse sarebbe stato più corretto dire che era carino il modo in cui fasciava il suo fisico, visto e considerato che quella era una semplicissima maglietta bianca.

-Grazie... come mai volevi uscire con me?- -Perché non mi dispiaci...- un sorriso gli increspò le labbra mentre con un gesto fluido le cingeva le spalle con un braccio.

-Nemmeno tu mi dispiaci...- e avrebbe volentieri aggiunto una battuta idiota ma per qualche motivo non gli sembrò il caso, semplicemente continuò a camminare verso il bar che aveva scelto, osservandola di sottecchi.

Lei dal canto suo si limitò a cercare di sembrare indifferente nonostante quel contatto così ravvicinato le stesse infondendo un senso di imbarazzo pressante, assurdamente mescolato alla sensazione di essere al posto giusto.

-Allora? Nessuna frase da rubacuori consumato con cui hai fatto piangere di gioia centinaia di ragazzine?- la risata roca del ragazzo si liberò nell'aria mentre la spingeva verso l'enorme tendone sotto il quale era stato allestito il bar per l'estate.

-Accomodati, mia diletta!- la ragazza scoppiò a ridere mentre si sedeva sulla sedia che Seung Hyun, in tutta la sua galanteria, le aveva spostato.

-Oh, che galante! Senti gentiluomo, li conosci i nomi dei drink in italiano o ordino io per te? Magari questa volta evitiamo di bere troppo- -Guarda che sei tu quella che beve come una spugna!- -Ma non dire cavolate! Sei tu quello che mi ha chiamata tipo trecento volte perché era ubriaco fradicio! Ehi, mi fai due Long Island?- -Arrivano!- Seung Hyun la osservò confuso dalle poche parole italiane, incapace di riprendere il filo del discorso.

 

-Sei brilla...- -Bugiardo! Sto benissimo! Non è che se tu dopo due drink non sai nemmeno qualè il tuo nome allora la stessa regola vale per me, eh! Che dicevamo?- -Stavi parlando da mezz'ora di tua sorella che ti fa sparire le cuffie... ora dimmi di nuovo che non sei brilla...- la ragazza sbuffò passandosi una mano tra i capelli mentre sorseggiava il quarto Long Island della serata.

-Guarda che è un argomento di vitale importanza! Se scopro che è stata lei a farmi sparire le cuffie blu elettrico la strangolo con queste mani, lo giuro!- in tutta risposta ridacchiò divertito, osservando le labbra della ragazza arricciarsi a seconda del contenuto del racconto.

-Con quelle manine che ti ritrovi? Ti manca la forza!- -Guarda che io sono forte!- il ragazzo annuì osservandola mentre trangugiava l'ultima goccia di drink e ne ordinava un altro.

-Ti sei truccata? Hai le labbra rossissime!- -Sì guarda... mi sono fatta bella solo per te! Ma fammi il piacere!- forse aveva ragione, in fondo nell'ultima ora si era morsa le labbra in continuazione.

-Ehi, sono così rosse? Continui a fissarle!- sporse un labbro mentre un'espressione confusa si impossessava del suo viso.

-No... tranquilla... mi ero incantato...- e il termine giusto era proprio incantato.

Non voleva sapere se erano i tre drink che avevano deciso di prendere a calci il suo autocontrollo o era stato il suo autocontrollo stesso a decidere di andare in vacanza ma quella sera quelle labbra erano maledettamente invitanti. Senza contare poi che lei, dall'alto del suo emanare sesso da tutti i pori, continuava a leccarsi le labbra e mordicchiarle in una danza alla quale lui avrebbe preso parte più che volentieri ma che sembrava decisamente troppo pericolosa. Una cosa era fantasticare, un'altra era agire. Agire richiedeva una certa dose di coraggio e, soprattutto, una certa dose di fortuna. Lui poteva benissimo decidere di prendere possesso di quelle labbra arrossate, su cui ora lei stava passando la lingua per rimuovere le ultime gocce di uno shot, ma questo non gli avrebbe di certo garantito la sua approvazione. Poteva benissimo beccarsi uno schiaffo e poi tanto, ma veramente tanto, imbarazzo oppure poteva ritrovarsi di nuovo in uno squallido bagno, o nel caso specifico in una minuscola cabina, con lei che ci capiva ancora meno di lui. Perché l'alcol di coraggio ne poteva anche portare ma il buon senso, quello andava decisamente a farsi benedire.

-Allora? Non lo bevi il tuo shot? Guarda che ce l'hanno offerto, non lo devi neanche pagare!- -Come? Ah... scusa, ero distratto...- lo buttò giù tutto d'un sorso, pentendosene poi amaramente.

-Ma che schifo è?!- -Unicum! Mai provato?- certo che no, lui non beveva certe schifezze.

-Per mia fortuna no! Fa proprio schifo!- Alex alzò gli occhi al cielo seccata mentre lo osservava digrignare i denti.

-Sei proprio un bambino... vuoi una tequila? Con il limone il sapore ti passa di sicuro...- certo, altro alcol da aggiungere a quello che già aveva in corpo, così il suo autocontrollo poteva andare in vacanza del tutto.

-Sì, ho ancora sete...- ma perché diavolo ragionava se poi dalla sua bocca usciva il perfetto contrario di quello che pensava?

Il ragazzo si incantò di nuovo a fissare le labbra che si muovevano veloci mentre ordinava gli shot. Sarebbe bastato sporgersi un po' in avanti e poi sarebbe cominciato quel gioco al massacro che portava o a un bacio o a una fuga imbarazzante ma il poco di buon senso che gli rimaneva stava lottando per ricordargli che non poteva saltarle addosso per sport, doveva quantomeno trovare un motivo valido e no, le labbra rosse non lo erano, non del tutto almeno.

-Ma ci sei? Bevi che voglio andare a ballare!- lui annuì buttando giù tutto d'un sorso e la seguì sulla sabbia, fregandosene del fatto che il giorno dopo quelle scarpe sarebbero state da buttare.

Con un gesto veloce le braccia di Alex cinsero il collo del ragazzo mentre cominciavano ad ondeggiare a tempo.

Seung Hyun la attirò a se delicatamente, lasciando che fosse lei a stringere di più la presa sul suo collo ed incatenare lo sguardo glaciale al suo. Un brivido percorse la schiena di entrambi mentre accorciavano le distanza.

Quelle labbra erano talmente vicine che poteva sentirne il calore, volendo poteva persino immaginarsi il sapore. Una scossa gli percorse la schiena mentre il briciolo di buonsenso che gli era rimasto andava a farsi benedire, in fondo poteva benissimo dire che era ubriaco fradicio, cosa non poi così falsa.

Alex sospirò chiedendosi quanto un solo ragazzo potesse essere lento. Non le era mai capitato di dover aspettare così tanto, in nessun caso. Al massimo aveva atteso per due minuti, poi aveva ottenuto quel che voleva e se n'era andata. Seung Hyun invece ci stava mettendo una vita e lei non ce la faceva più, quello sguardo affilato, quelle labbra talmente pressate da diventare pallide, tutto di quel ragazzo la stava mandando ai pazzi, persino quei suoi capelli platinati in quel momento sembravano tremendamente seducenti. Le labbra le tremarono leggermente quando accorciò ancora le distanze, tanto che le loro labbra si stavano decisamente sfiorando. A quel punto fu troppo, era davvero troppo. Dopo tantissimo tempo si ritrovò a fare la prima mossa, sporgendosi in avanti per prendere possesso delle labbra del ragazzo, interrompendo così quella tortura. Lo aveva baciato altre volte e non solo ma quella volta ci fu qualcosa di diverso, sentì distintamente le sue guance avvampare e il suo cuore prendere a battere veloce mentre stringeva tra le dita i capelli del ragazzo che intanto aveva preso ad accarezzarle la schiena. In quel momento avrebbe giurato che i polpastrelli del ragazzo fossero di fuoco ma forse era solo lei.

Un ghigno le si dipinse sul volto mentre sentiva la mano del ragazzo scendere fino al sedere, mettendo così a tacere tutti i suoi spaventosi ragionamenti. Perché quello era un segnale universale, una volta che ti toccavano il sedere era ovvio dove volessero andare a parare e questo era confortante. Forse Seung Hyun non era poi così diverso, forse era solo lei che si stava lasciando prendere troppo.

-OMO! Tae, guarda! Sono Alex e Seung Hyun!- una smorfia annoiata si dipinse sul volto della ragazza mentre si staccava dalle sue labbra e lanciava un'occhiata gelida all'amica saltellante.

-Cosa diavolo vuoi?- -Omo, scusa, non volevo disturbare! Scusa, scusa... voi continuate pure! Noi ce ne stiamo buoni!- per un secondo Alex si chiese seriamente se era bipolare, cinque secondi prima era completamente presa da pensieri poco consoni e cinque secondi dopo aveva serissimi istinti omicida.

-Certo... come no... Seung Hyun, andiamo a fare un giro nel vialone?- -Come vuoi... ciao!- aya ghignò facendo l'occhiolino all'amica mentre la osservava andarsene con un braccio del ragazzo intorno alle spalle.

-Alex...- -Mmm?- -Tu hai il contratto, no?- la ragazza annuì stringendo appena le spalle mentre vedeva l'ennesimo ragionamento complicato avvicinarsi a passi da gigante.

-Quindi noi due non ci dobbiamo mettere insieme- -Ovviamente no... non mi dirai che- -No, ma ti pare?- per un momento entrabi si chiesero come potessero intrattenere un discorso simile dopo aver trangugiato abbastanza alcol da mandare a farsi benedire le loro menti.

-E allora perché lo chiedi?- -Così...- poteva sentire distintamente il rumore delle rotelline che lavoravano sotto quella chioma platinata.

-Senti... e se noi... come dire...- -Amici?- il ragazzo annuì sentendo già l'amaro della sconfitta in bocca ma un sorrisetto furbo si dipinse sul volto della ragazza mentre gli faceva l'occhiolino.

-Amici con benefici?- Seung Hyun avrebbe giurato di aver sentito le campane a festa con tanto di fuochi d'artificio in quel momento.

-Certo!- Alex sorrise divertita e fece per ricordargli che questo implicava la sua completa libertà ma poi si disse che forse non era una buona idea informarlo della sua “amicizia” con quell'ingellato di Jou.

 

*** *** *** *** ***

 

-Come devo tornare a Seoul con loro?- la voce di Alex rimbombò fino nella stanza dove gli altri si stavano allenando, facendo zittire tutti e obbligando lo hyung ad uscire per controllare che quella ragazzina non facesse casino.

-Hai sentito benissimo, non darmi problemi da subito, sì? Devi tornare per allenarti, se vuoi restare puoi tranquillamente trovarti un altro lavoro...- simpatico il CEO.

-No, scusi... arriverò con loro... da quando devo farmi trovare alla YG?- -Arrivate di martedì sera... giovedì mattina alle sette meno un quarto devi essere in sala prove, chiaro? Ti lascio un giorno per riprendere il fuso orario... chiaro?- -Cristallino...- la chiamata si concluse senza insulti solo grazie all'intervento dello hyung che le tappò la bocca con una mano giusto in tempo per soffocare le varie invettive che stava per sparare.

-Stavo parlando al telefono, sai?- -Stavi per insultare il CEO, sai? Datti una mossa, anche noi dobbiamo tornare a lavorare e se torniamo impreparati ci uccide...- mostrando tutta la sua maturità si mise a fargli il verso mentre lo seguiva

-AAAAW! Che carini che siete insieme, fate proprio una bella coppia!- -Perché vuoi morire giovane Aya, perché? Chiudi quella bocca o te la faccio chiudere io!- le due ragazze si scambiarono sguardi di fuoco per qualche istante per poi scoppiare a ridere divertite mentre Jun faceva partire la musica e si divertiva a fare il cretino allo specchio, ignorando gli altri che cercavano di essere seri.

-Allora, cosa si fa sta sera per il tuo compleanno?- -Boh, discoteca... quando passo il compleanno qui vado sempre alla stessa discoteca, mi aspettano tutti lì...- Bae sorrise scompigliandole i capelli mentre faceva una giravolta.

-Perfetto... allora ti portiamo i regali lì?- -Non li voglio i regali... se voi mi fate un regalo poi io devo farlo a voi e io non sono brava a scegliere i regali- la risata rauca di Seung Hyun risuonò sotto la musica.

-Io lo so benissimo! Un semplice cd per il compleanno di un idol... queste fan con poche idee!- -Non sono una tua fan, ficcatelo in quella testa platinata, chiaro?- -Tu sei l'ultima che può criticare, testa blu con la ricrescita!- uno sguardo gelido perforò la schiena del ragazzo mentre con un movimento fluido Alex gli faceva lo sgambetto facendolo cadere a terra di sedere.

-Molto matura, davvero...- -Zitto, non puoi insultarmi il giorno del mio compleanno, meno quello del ventesimo, chiaro?- aveva maledettamente ragione ma come piccola vendetta lo hyung si diede il permesso di tirarla a terra, facendola crollare sul pavimento di ginocchia.

-Io ti strozzo! Jun, difendimi o sarà l'ultima cosa che non farai...- il ragazzino ridacchiò aiutandola a rialzarsi.

-Non mi uccidere, nuna! Sono ancora troppo giovane e bello!- -Jun, sei ancora un cucciolo, non obbligarmi a smontarti in maniera così brutale, ok?- il ragazzino le fece la linguaccia mentre la osservava ballare.

 

-Giù! Giù! Giù! Giù! Giù!- con un tonfo la bottiglia di Vodka venne messa sul tavolo dove Alex, circondata da tutti i suoi “amici” di lunga data, si era accomodata a inizio serata.

-Dai, dai, non sei ancora del tutto ubriaca! Ancora qualche sorso e poi ci si diverte!- la ragazza ridacchiò per non sibilare un'insulto dietro l'altro.

-Alex, vieni a ballare un po' con me, dai...- Seung Hyung di colpo le sembrò un'ancora di salvezza davvero irrinunciabile mentre i cinque ragazzi, che stavano cercando di farla ubriacare per fare a gara a chi la portava prima in bagno, continuavano a cercare di ficcarle la bottiglia in bocca.

-Quelli l'unica cosa che vogliono è darmi una botta! Non è che sia una cosa così assurda però ora sono in troppi... io al massimo li gestisco uno per volta!- -Emozionante...- una risata roca si liberò a due millimetri dall'orecchio di Alex, ormai stretta al corpo del ragazzo mentre ondeggiavano a tempo.

-Vero? Credo che non riuscirò a dormire 'sta sera dopo essermi ricordata una cosa così emozionante! Questa festa però mi annoia...- -E perché? Non sei felice di avere vent'anni?- la ragazza fece spallucce mentre giocherellava con un'orecchino dello hyung.

-Sì però di solito a quest'ora o sono su un tavolo a ballare con Aya, che ora sta cercando di stamparsi su Bae, o sono in bagno in compagnia...- Seung Hyun improvvisò un'espressione da latin lover dei poveri.

-Se vuoi ci vengo io in bagno...- -Ecco, dovremo lavorare sulle tue doti seduttive... e dire che mia sorella dice che sei capace di mettere incinta una con un'alzata di sopracciglia... sei veramente sopravvalutato!- un grugnito seccato anticipò la risata di Alex che cominciava a sentire i due terzi di bottiglia di vodka circolare nel suo corpo.

-Oh! Ma che canzone figa! Seung Hyun, ti devo dire un segreto... io cerco sempre di non ubriacarmi perché inizio a parlare a raffica e mi tolgo i vestiti alla minima cosa... controlli tu che mi tenga i vestiti addosso?- e, per quanto il rum gli stesse gridando di istigarla a togliersi quell'inguardabile canottiera nera con su scritto a stampe cubitali e gialline “invaders must die”, si ritrovò ad annuire e prestarle la sua cintura, legandogliela stretta in vita.

-Voglio vedere se da ubriaca riesci a slacciarti la cintura per toglierti la maglietta!- -Ma così non ti cadono i pantaloni?- il ragazzo si fece violenza per non morderle quelle labbra arricciate in un sorrisetto strafottente.

-Mi stanno giusti...- fece per aggiungere qualcosa ma fu interrotto dalla vista alquanto esilarante di Alex che si staccava da lui e cominciava a saltellare in giro come una molla, esaltata dalla musica potente che rimbombava in quelle quattro mura.

-Sembri un'esaltata!- -Solo un pochino! Questa musica è stra bella!- e giustamente lui si ritrovò a fare da babysitter ad Alex.

 

 

* appare da dietro un muro in armatura *

Chiedo scusa mille e mille volte per non aver postato in così tanto tempo... oltretutto non ho nemmeno una scusa plausibile, semplicemente avevo un po' il blocco dello scrittore e un po' la noia da scuola però una vita e passa di ritardo è un po' troppo... scusateeeee! * si butta a terra in ginocchio *

comunque questo è ciò che la mia mente malata ha partorito in un mesi di ripensamenti, spero non faccia troppa pena... davvero, scusate ç_ç

E dopo questa supplica per ottenere la vostra pietà volevo ringraziare SorryImBadBoyBB per aver inserito questa storia tra le preferite e le seguite, Haru_ per averla inserita tra le preferite, quelle da ricordare e le seguite, vanessa__, BeautifulNight96, kumikoinoue, LeLe_Sun, MinRo12 e chiara__05 per averla inserita tra le seguite, ringrazio tantissimo chi continua a leggere in silenzio e SorryImBadBoyBB e Alvis Raven per aver recensito questa storia, grazie mille :D

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