Una nuova vita

di _Simmiu_Zoe_Jackson_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Elizabeth Spancer ***
Capitolo 2: *** Succede una cosa strana ***
Capitolo 3: *** Scopro una cosa pazzesca ***
Capitolo 4: *** Vengo riconosciuta ***
Capitolo 5: *** La mia vita cambia ***
Capitolo 6: *** Conosco mio padre e scopro di avere un fratello ***
Capitolo 7: *** Mio fratello sembra un bambino ***
Capitolo 8: *** Strani Sogni ***
Capitolo 9: *** Convocazione sull'Olimpo ***
Capitolo 10: *** Sull'Olimpo ***
Capitolo 11: *** La Partenza ***
Capitolo 12: *** Visita inaspettata, sogni e attacchi. ***



Capitolo 1
*** Elizabeth Spancer ***


Ciao.
Sono  Elizabeth  Spancer  .
Mi svegliai verso le sette ma dato che faceva freddo (ci credo eravamo in pieno inverno) rimasi un altro po’ sotto le coperte, Mi piaceva dormire, soprattutto quando fuori faceva freddo e quindi si stava al caldo dentro casa. A me piaceva l’inverno, mi piaceva stare rinchiusa in casa a non fare niente.
Verso le sette e una quarto alla fine decisi di alzarmi e andarmi a preparare, guardai il calendario  e mi accorsi che era il mio compleanno, il 19 gennaio, avrei compiuti 17 anni. Non ho mai festeggiato il mio compleanno  dato che non ne abbiamo la possibilità, la maggior parte delle volte io e mia madre noleggiamo un film e festeggiamo con quello, giusto per passare un po’ di tempo insieme. Mio padre non l’ho mai conosciuto, mamma dice che non voleva lasciarci da sole ma che è stato costretto a farlo. Io non ci ho mai creduto veramente perché se non voleva abbandonarci non l’avrebbe fatto.
‘Naturalmente neanche quest’anno andrà diversamente dai soliti’ pensai mentre stavo per uscire.
Arrivai  a  scuola tutta infreddolita e congelata, Quando entrai in classe non feci in tempo a mettermi seduta che arrivarono le “ochette” della scuola, come le avevo soprannominate io. Naturalmente non le sopportavo, ma prima che potessero aprire bocca me ne andai vicino alla mia migliore amica: Annabeth Chase . E’ una ragazza alta, capelli lunghi e biondi , con occhi grigi tempestosi. Era più grande di me di un anno ma non mi interessava.
“Tutto a posto Liz??” mi chiese
“Sisi tutto a posto, solo che non credo che quell’ochette arrivino all’orario d’uscita tutte intere se continuano così” Risposi sbuffando
Lei in tutta risposta rise.
“Ellì!” Oh no, sono una persona mi chiamava così, Kensy  Brought, l’ochetta più odiosa di tutte accompagnata dalle sue due migliori amiche: Betty McGee e Abby White.
“Come sta il tuo ragazzo?” Mi chiesero.
Ma mi prendono in giro?  Lo sanno benissimo che non ce l’ho e mi vengono a chiedere come sta?
Basta, non le sopportavo più. Annabeth vedendo la mia espressione provò a fermarmi ma invano, ero già partita e in meno di cinque secondo quell’ochetta si ritrovò con un occhio nero. Per mia sfortuna in quel momento era appena entrata la professoressa Gibbs, la professoressa di matematica. Quando la vidi alzai gli occhi al cielo e prima che potesse dire qualcosa risposi io cercando di imitare la sua voce:
“Spancer subito in presidenza! Lo so, Lo so …”
Ormai ci avevo fatto l’abitudine, tanto mi trovavo sempre lì. Mi subii per circa venti minuta la solita ramanzina del preside che alla fine mi congedò. Evviva aveva finito.  Non ne potevo più, finivo la dentro anche solo per aver fatto cadere una penna.. Bhà.
Tornata in classe mi sedetti accanto ad Annabeth che nel frattempo scriveva gli appunti di storia.
Quando finì di scrivere si voltò verso di me
“Come è andata in presidenza?”
“Bhà come al solito: Non lo devi fare, così ti farai sospendere, così rischierai l’anno scolastico e bla bla bla..”
Mi guardò in  modo strano per poi tornare ai suoi appunti di storia.
La giornata passò molto lentamente, tra la lezione di Storia, Arte, Francese, Matematica e Inglese non so quale sia stata peggio, forse quella di Matematica visto che ha passato la maggior parte del tempo a riprendermi.
Quando suonò l’ultima campanella ci riversammo tutti fuori, io naturalmente, una volta fuori, dovetti aspettare Annabeth perché era sempre l’ultima a uscire. Dopo circa 15 minuti la vedo uscire, gli corro incontro
“Come mai ci hai messo così tanto ad uscire oggi?”
“Niente, mi a fermato il prof di greco per chiedermi una cosa” rispose.
Dopo di che tornammo a casa insieme  e lei mi fece studiare per tutto il pomeriggio.’ Ma perché devo avere una secchiona come migliore amica??’ Pensavo mentre  studiavamo matematica, chi ci capisce qualcosa di quella roba è bravo.
Verso le sette finimmo i compiti e lei mi diede il suo regalo, neanche mi ricordavo di avergli detto quando era il mio compleanno. Lo aprii e... Mi aveva regalato un libro?? Lo sa benissimo che sono dislessica e che fa? Mi regala un libro. Non mostrai a vedere che ero abbastanza scocciata però …
“Grazie, è davvero bello” Gli dissi
“Prova a leggerlo, fallo per me” mi disse lei.
Ma mi stava prendendo in giro o cosa? Comunque provai a leggerlo lo steso e con mia grande sorpresa lo leggevo facilmente, senza nessun problema! Non mi era mai capitata una cosa del genere,  gli volevo chiedere spiegazioni, ma prima che potessi parlare disse che si era fatto tardi e che doveva scappare.
Mamma per quella sera  aveva noleggiato un film: ‘I tre moschettieri’. No l’avevo mai visto quindi decisi che andava bene, ma poi quando scoprii che c’era Logan Lerman cominciai a gridare che quel film era bellissimo  Anche se lo era davvero ma con Logan lo era ancora di più.
Verso mezzanotte andammo a dormire e feci un sogno veramente strano.



Angolo autrice
Scusate se prima non faceva leggere il capitolo ma non capisco il prechè, non me lo aveva caricato. Adesso ho modificato e spero che possiate leggerlo tranquillamente.
Questa è la mia prima fanfiction e spero che non sia una totale schifezza, spero recensirete.

Con affetto

_Simmiu_

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Capitolo 2
*** Succede una cosa strana ***


Mi  ritrovai in una grotta, una grotta stupenda, al centro della qualche c’era un salice piangente bellissimo. Ammiravo l’albero quando sentii delle voci provenire da un tunnel lì vicino. Mi nascosi perché non ero sicura che essendo in un sogno non mi potessero vedere. Vidi due persone, un uno e una donna, o almeno così mi sembravano dato che lì dentro  era tutto buio. Parlavano di non so quale piano per far risorgere non so chi, ma poi ad un certo punto, l’uomo si fermò di colpo
“Qui c’è qualcuno” disse
“Ma che dici, questo posto non lo trova nessuno” Rispose la donna
L’uomo gli fece segno di stare zitta e si diresse verso di me. Il mio cuore iniziò a battere velocemente e sentii i passi sempre più vicini stava per trovarmi quando mi svegliai di colpo, sudata e ansimante.

Guardai l’orologio e  mi accorsi che erano le sette quindi decisi di iniziare a prepararmi.
Verso le sette e quaranta esco e durante il tragitto incontro Annabeth, così ci dirigemmo insieme verso la scuola.

Quando entrammo in classe la prof non era ancora arrivata, ma naturalmente non feci in tempo a sedermi che la professoressa Gibbs entrò e mi riprese, anche senza un motivo … Uff …  Non la sopportavo  proprio.
La mattinata iniziò proprio male quando la professoressa di matematica decise di interrogarmi e come al solito presi 4.

Verso le nove e mezza bussarono alla porta ed entrò un ragazzo altro, capelli scuri, occhi verdi come il mare, un sorriso smagliante ed un fisico atletico. Insomma, il ragazzo perfetto. Allora iniziai a pensare al mio di aspetto e non mi piacque per niente: bassa, capelli scuri, lunghi e mossi, occhi neri. Non mi piaceva il mio aspetto, certo non mi aspettavo di essere come una di quelle fotomodelle però neanche così brutta!
Quando Annabeth lo vide si aprì in un enorme sorriso, uno di quello che non gli avevo mai visto fare, solo nelle foto che riportava quando usciva con dei suoi amici. Lui ricambiò il sorriso e continuò a fissarla.
Si presentò come Percy Jackson e si andò a sedere al primo banco, dato che era l’unico libero. Da quel momento in poi, lui ed Annabeth continuavano a scambiarsi sguardi fugaci, di chi la sapeva lunga. Ok mi ero ripromessa di capire cosa succedeva tra i due, ma prima era meglio che  seguivo a lezione visto che matematica non perdeva un’occasione per mettermi un 4. Naturalmente riuscii a seguire per i primi 10 secondi perché poi mi addormentai. Dormii per un po’ senza sognare niente fino a quando Annabeth non mi scrollò per un braccio dicendomi che la lezione era finita e che la prof mi aveva messo una nota. Eh ti pareva.
Il resto della mattinata passò velocemente e al suono della campanella uscii subito fuori. Aspettai Annabeth, ma quando la vidi uscire mano nella mano con quello nuovo capii che sarei tornata a casa da sola.

Mentre tornavo mi fermai al bar per prendere qualcosa, quando uscii vidi in lontananza Annabeth e Percy  parlare allegramente e a quella vista sorrisi.

Stavo per aprire la porta di casa quando qualcuno mi spinse a terra, era pronta per una rissa ma quando mi girai vidi una cosa spaventosa: Una specie di pipistrello gigante, però non era una pipistrello,   è difficile da spiegare ma vi auguro di non incontrarlo mai.
“Mezzosangue è la tua fine!!“ Iniziò ad urlare
‘Mezzosangue, che roba è?' pensavo tra me, ma non feci in tempo a chiederglielo che si avventò su di me iniziano a graffiarmi con i suoi artigli, capii che era la mia professoressa di matematica, ma la cosa che mi chiedevo era una sola: Che diamine di creatura era?
 Ero indifesa.Quando non riuscii neanche più a muovermi, vidi che  dallo stomaco della creatura uscì, non so che cos’era, una spada? Si una spada, e quella si trasformò in cenere.
Dopo mi accorsi che era stato Percy a ucciderla e vicino a lui c’era Annabeth con in mano un pugnale.
“Alecto mi hai propri stancato, è mai possibile che non riesca ha passare un pomeriggio tranquillo con la mia ragazza?” Disse mentre  ripuliva l’arma.
Ecco quello che erano, fidanzati, ora avevo capito tutto.
“Non fa niente Percy, passeremo un pomeriggio tranquillo al Campo” Rispose lei.
Dopo di che iniziarono a parlare come se io non ci fossi:
“Chiamiamo il taxi delle Sorelle Grigie?” Chiese lui
“Sei matto? Dopo l’ultima volta non vorranno più aiutarti” rispose lei.
Lui ci pensò su e poi rispose:
“Allora come facciamo?”
“Chiami Blackjack e gli altri, cosa vorresti fare?”
“Io sono qui! Non sono invisibile!!” Sbottai io, mi dava fastidio quando qualcuno mi ignorava.
“Non gliel’hai ancora detto?” Chiese lui rivolto ad Annabeth
“No, avevo intenzione di dirglielo oggi, ma poi sei arrivato tu e…”
“E va bene Annie, allora le spiegherà tutto Chirone, per adesso limitiamoci a portarla al Campo” Disse.
“Dove mi dovete portare?” chiesi, ma non ricevetti alcuna risposta.
Dopo di che lui fece un fischio  e nel cielo, in lontananza si stagliarono tre figure, una nera e due bianche, da lontano sembravano uccelli, ma quando si avvicinarono … Erano dei cavalli alati!!!
Quando atterrarono chiesi:
“Cosa sono?”
“Pegasi” mi rispose Annabeth
“Wow” era tutto ciò che riuscii a dire

Percy disse che quello nero si chiamava Blackjack ed era il suo pegaso personale, mentre gli altri due si chiamavano Guido e Timballo suoi amici.
Alla fine mi fece salire su Guido,  Annabeth su Timballo mentre lui saliva su Blackjack e poi spiccammo il volo.


Angolo autrice

Questo è il secondo capitolo e spero che vi piaccia.
Aspetto vostre recensioni e Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere il primo capitolo :)
Ringrazio anche Ailea Elisewin per le sue recensioni ^_^

Con affetto
_Simmiu_

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Capitolo 3
*** Scopro una cosa pazzesca ***


Durante il viaggio non parlai molto,  continuavo a pensare a ciò che era accaduto e continuavo a ripetermi che era solo un sogno, sicura che da un momento all’altro mi sarei svegliata durante la lezione della Gibbs per l’ennesima nota.  Una parte di me, però, mi diceva che era tutto vero e che dovevo fidarmi di loro, ma come poteva fare?  In un certo senso mi avevano rapita, certo io non avevo opposto resistenza, ma era pur sempre un rapimento, no?

Persa tra i miei pensieri non mi accorsi che Percy ci avvertiva che eravamo quasi arrivati, ma dopo diverse volte che il ragazzo mi chiamò, mi risvegliai dalla mia trance e guardai verso il basso. Non riusciva a capire dove volessero  portarmi, sotto di noi vidi solamente una collina con in cima un enorme pino, al di sotto del quale si trovava un cane, e in fondo alla valle una fattoria. Bha, non riuscivo proprio a capire dove ci avremmo dovuto  trovarci.

Avvicinandoci un po’ di più, mi accorsi che quello sotto l’albero non era un cane, ma bensì un semplice drago. Aspettate un attimo! Un drago? Come faceva ad essere un drago, non esistevano!!
“Ma quello è un drago? Come è possibile?” Chiesi spaventata
“Si, è un drago. Si chiama Peleo”  mi rispose tranquilla Annabeth.

Come si fa a stare tranquilli se ti stai avvicinando ad un drago?

“Atterreremo direttamente nell’arena” avvertì Percy

Arena? Dove l’aveva vista l’arena non lo so, io vedevo solamente una fattoria.

Mentre ci stavamo abbassando, iniziai a sentire diversi rumori, suoni di flauti, spade che si scontravano, urla di ragazzi… Non capii ciò che accadeva finchè, al posto  della fattoria, scorsi una grande casa azzurra. Mi accorsi anche della presenza di altre strutture e luoghi: un’arena, un laghetto, un bosco, un enorme campo di fragole, un’arena piena di bersagli, uno spiazzo per un falò, una spiaggia che dava sul lato orientale di Long Island (si, alla fine riuscii a capire che ci trovavamo a Long Island), una specie di enorme cortile con molte case, dodici delle quali erano più grandi delle altre, ognuna aveva caratteristiche diverse tra loro, non ce n’erano due uguali, poi  una stalla e una specie di enorme ripostiglio.

Atterrammo in quella che identificai come ‘arena’ e, quando scendemmo dai pegasi, una marea di ragazzi e ragazze si riversarono intorno a noi. Non mi piaceva essere osservata, soprattutto da persone sconosciute con in mano armi letali.
“Lasciatela stare ragazzi, ancora non sa niente” disse Percy.
Ma cosa dovevo sapere?
“Vieni, ti porto da Chirone” mi disse Annabeth.
Chirone?Ma non era  l’addestartore di tutti quegli eroi greci?

Annabeth mi portò davanti alla casa azzurra che avevo visto prima.
 “Non provocare il Signor D, non rispondergli male e non parlare senza il suo premesso, se ci tieni alla vita” mi disse Annabeth prima di aprire la porta.
Seduti ad un tavolo c’erano due uomini che giocavano a carte: uno era sulla sedia a rotelle, aveva una lunga barba scura e capelli lunghi anch’essi scuri. L’altro era grassoccio, indossava una camicetta tigrata e dei pantaloni viola, aveva capelli corti e neri e guardava annoiato le carte.
“Chirone, Signor D” chiamò Annabeth e si girarono entrambi, interrompendo la loro partita.
“Un’ altra ragazzina, bene benvenuta, non combinare guai a ciao” disse l’uomo grassoccio.
“Benvenuta, io sono Chirone direttore delle attività del campo, tu sei?” mi chiese l’uomo sulla sedia a rotelle.
“Io mi chiamo Elizabeth Spancer, chiamatemi Liz” risposi.
Chirone mi sorrise poi si voltò verso Annabeth
“Non sa ancora niente vero?” gli chiese e lei scosse la testa.
“Sarà meglio fargli vedere il filmato d’orientamento” disse sorridendomi.
“Filmato d’orientamento?” chiesi confusa.
“Si, è un filmato con il quale spighiamo hai nuovi arrivati il perché si trovino qui” mi rispose Chirone.
Il Signor D sbuffò e fece cadere le carte.
“Vado a farmi un giro tra i campi di fragole, continueremo dopo la partita” disse rivolto a Chirone.
“Vieni con me Elizabeth”
“Preferisco essere chiamata Liz”
“Certamente, un’ultima cosa, Annabeth, è arrivata una lettera da tua madre: ti vuole vedere. Poi se vedi Percy digli che gli devo parlare e anche che lo cercava Grover. Grazie”
“Certo Chirone, ma la lettera è arrivata stamattina?”
“Si, è sul tuo comodino”
“Grazie” disse Annabeth prima di uscire dalla stanza per poi lasciarmi da sola con Chirone.

Mi fece entrare in una stanza dove c’era un divanetto ed un televisore.
“Prima di vedere il filmato, forse è meglio che ti dica un po’ di più. Hai presente tutta la mitologia greca, gli deì, i semidei, gli eroi, i mostri..” Io annuii.”Bene, sono reali”.

A quella affermazione volevo ridergli in faccia ma vedendo la sua espressione seria mi trattenni.
 
“E io cosa centrerei con tutto questo?” gli chiesi confusa.
“Tu sei una semidea, ecco perché ti abbiamo portato qui”.


Angolo autrice

Eccomi qui con un nuovo capitolo.
Mi dispiace, ultimamente ho un po' di problemi con il computer, quiindi mi dispiace se a volte non riuscite a leggere i capitoli. Cerco sempre di modificare il prima possibile, ma a volte non ci riesco. Mi dipiace.
Ringrazio
Ailea Elisewin che recensisce e mi da consigli.
Aspetto sempre vostre reconsioni.

Con affetto

_Simmiu_

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Capitolo 4
*** Vengo riconosciuta ***


Quella vita cominciava a piacermi. All’inizio non credevo a nessuna parola di quello che mi dicevano, ma quando vidi Percy alzare un’onda anomala bagnando così Clarisse, iniziai a ricredermi e a pensare che fosse tutto vero.

Mi sistemarono nella casa di Ermes, non sapendo ancora quale fosse il mio genitore divino. I semidei che abitavano lì erano simpatici, soprattutto i capicabina: Travis e Connor Stoll.
Mi trovavo lì da solo una settimana, ma mi sentivo a casa, come se ci vivessi da sempre.
Dopo aver scoperto tutto avevo subito avvertito mia madre che di sicuro era preoccupatissima, ma quando gli dissi dove mi trovavo si rattristò chiedendomi quindi se avevo scoperto tutto. Naturalmente io gli dissi di si e lei allora cambiò argomento.
Dovevo ammeterlo, mi piaceva stare lì, e anche tanto. Mi piaceva cavalcare i pegasi, combattere con la spada, tirare con l’arco. L’unica cosa che non riuscivo a fare era dormire… Da quando mi trovavo lì non facevo altro che incubi e come  se non bastasse, era un’impresa dormire con i fratelli Stoll che russavano a tutto spiano.

Una mattina mi svegliai di buon ora e decisi di andare un po’ in giro. Mi misi una tuta, presi il mio I-Pod e uscii fuori. Mi misi le cuffiette e iniziai a correre. Mentre correvo cantavo, sperando di non farmi sentire da nessuno, San Sebastian dei Sonata Arctica:

Sun of San Sebastian eighteen years young today
She's all I ever dreamed, but now my skies are turning gray
It was good I got to know her well, because it made me see
That the sun of San Sebastian is just too hot for me..
 

Ad un certo punto  sobbalzai sentendo una mano posarsi sulla mia spalla. Ormai i miei riflessi erano diventati moto scattanti, infatti mi girai immediatamente e diedi un cazzotto al mio potenziale aggressore. Pronta per sferrare anche un calcio, iniziai a preoccuparmi quando vidi che si trattava di Connor.
“Scusa!!!! No pensavo fossi tu!!” Iniziai a tirare fuori un sacco di scuse
“Non ti preoccupare, capisco. Sono i riflessi, non ci puoi fare niente” Mi rispose sorridendo
“Si ma adesso hai un bell’occhio nero” Risposi scoppiando a ridere
Fece una faccia stara e io risi ancora di più. Continuammo a ridere e scherzare ancora un po’, fino a quando iniziarono a svegliarsi anche gli altri semidei e allora ci alzammo per dirigerci verso il padiglione.
 
Dopo colazione ci dirigemmo verso l’arena per allenarci insieme alla casa di Demetra.
Disarmai tutti i semdei che mi si paravano davanti e alla fine della lezione ero esausta, così decisi di andare a riposarmi un po’. Quando aprii la porta della cabina pensavo di non trovare nessuno, invece c’era anche Connor. 
Sembra strano  lo conoscevo solo da due settimane, ma mi sembrava di conoscerlo da sempre. Quando stavo con lui ero felice, anche se avevo passato una giornata da schifo  se incontravo il suo sguardo passava tutto e diventavo felice come non lo ero mai stata.
“Tutto a posto Liz?” Mi chiese e solo allora mi accorsi che lo stavo fissando.
“Eh? Sisi.. Tutto a posto” riuscii a rispondere abbassando lo sguardo arrossendo.
“Se lo dici tu. Che ne dici di andare a fare una passeggiata?”
“Emh, si perché no” risposi
Allora mi prese la mano facendomi arrossire e ci dirigemmo verso i campi di fragole.


Passammo il resto della mattinata a ridere e scherzare come dei bambini, ma quando sentimmo il corno di Chirone risuonare, capimmo che era ora di pranzo e ci dirigemmo nuovamente mano nella mano verso  la mensa.
Quando mi trovavo con lui il tempo sembrava passasse in un secondo, ci divertivamo scherzavamo e io non potevo evitare di pensare a quanto fosse bello.. Aspettate un attimo, io non volevo dire questo.. lasciamo perdere.
 
Durante il pranzo rimasi in silenzio sotto lo sguardo stranito degli altri figli di Ermes, non era da me stare in silenzio, poi in quel modo: fissando il piatto e non toccando cibo.
 
Finito il pranzo mi diressi verso il poligono di tiro con l’arco, per distrarmi un po’: da quella  mattina, non facevo altro che pensare a Connor.
 Nel tiro con l’arco non ero il massimo, ma neanche una totale frana quindi non mi potevo lamentare. Passai il pomeriggio torturandomi di allenamenti fino a quando risuonò il corno per l’ora di cena.
A cena mi comportai esattamente come mi ero comportata a pranzo:non toccai cibo e non parlai.
 
“Prima di congedarvi, avrei alcuni annunci da fare” disse il centauro “Prima cosa, vi ricordo che stasera si terrà il falò in spiaggia. Seconda cosa, venerdì sera si terrà la caccia alla bandiera e le squadre saranno formate a sorte. E’ tutto, potete andare.”
 
Entrai in cabina e mi cambiai per il falò, non avevo voglia di andarci, ma le figlie di Afrodite non accettarono scuse.
Presi un vestito verde, lungo appena sopra le ginocchia e senza spalline e poi mi diressi verso la spiaggia.
Durante tutto il tempo rimasi in disparte, ad osservare l’oceano.
Non mi accorsi che stava arrivando qualcuno fino a quando non mi posò una mano sulla spalla. Ero pronta a tirargli un pugno ma prima che potessi reagire disse:
“Ti prego non di nuovo!! Me ne hai già dato un questa mattina!!”
“Ahahahah vabbè, ti avrei fatto tutti e due gli occhi uguali, non sarebbe stata una cattiva idea, Connor” risposi io girandomi verso di lui.
 
Restammo in silenzio ascoltando i figli di Apollo suonare e gli altri cantare, fino a quando non si fermarono tutti di colpo. Mi girai per vedere cosa succedeva e mi accorsi che stavano fissando me, o meglio sopra di me. Mi voltai verso Connor e anche lui fissava quel punto indefinito sopra la mia testa, così alzai anch’io lo sguardo e quello che vidi mi scandalizzò: sopra di me c’era una ologramma che rappresentava un teschio avvolto dalle fiamme: il simbolo di Ade.
 
In quel momento arrivò Chirone che disse:
“Elizabeth Spacer, determinata, figlia del divino Ade: dio degli Inferi e dei morti” dopo di che si inchinò, seguito da tutti gli altri.

Angolo Autrice


Eccomi con un altro capitolo, spero sempre che questa storia non sia una totale schifezza. Ringrazio Ailea Elisewin che recensisce, ringrazio chi legge e aspetto sempre vostre recensioni.

Con affetto
_Simmiu_

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Capitolo 5
*** La mia vita cambia ***


Non credevo a quello che vedevo. Mio padre era Ade? Mi aspettavo di tutto, ma non questo.
Tutti mi fissavano sbalorditi. Perfino Connor stava indietreggiando, lasciandomi sola.
Ma perché si comportavano così? Cosa c’era che non andava in me? Mio padre era Ade e allora? Questo cosa cambiava?
Avevo un sacco di domande.
 
 Chirone fu il primo a riprendersi e mi disse che era meglio seguirlo: doveva spiegarmi una cosa.
Annuii tristemente e lo seguii.  Sentivo gli occhi di tutti puntati addosso e non riuscivo a capire il perchè. In quelle settimane che avevo passato lì, avevo visto diversi ragazzi essere riconosciuti, ma nessuno si era mai comportato così.
 
Quando ci fummo allontanati dal resto del campo, Chirone si fermò e mi disse:
 
“Devi sapere, che dopo l’ultima guerra contro i Titani, i tre fratelli, ovvero Zeus, Poseidone e Ade, sciolsero il loro patto di non avere più figli con i mortali, visto che fu infranto due volte.” Si fermò per fare una pausa.
 
“Questo lo so già” dissi io “Ma quello che non riesco a capire, è il perché tutti mi fissavano in quel modo, come se fossero impauriti, spaventati”
 
Mi guardò tristemente prima di riprendere a raccontare:
“Il fatto è che, dopo  ciò, Percy  chiese  a tutti gli dei d riconoscere tutti i loro figli, per evitare altre guerre, ma anche che gli dei passassero più tempo con loro” fece una pausa per poi riprendere “ Dopo circa un anno, i Tre Pezzi Grossi decisero di sancire un nuovo patto: Non avrebbero mai più avuto figli con i mortali. Si lo so a cosa stai pensando: non aveva funzionato prima, come potrebbe funzionare ora?
Questa volta, hanno decretato che per chi infrangerà il giuramento la punizione sarebbe ricaduta sul semidio in questione: sarebbe stato maledetto e costretto a una vita solitaria, senza amici ne famiglia, senza compagnia, solo. Se il semidio si trova degli amici, una famiglia, chi gli starà vicino, sarà punito con la morte.” Mi guardava con una tristezza che non gli avevo mai visto. Non mi diede neanche il tempo di ribattere che disse velocemente:
“Ora ti accompagno alla tua nuova cabina” poi si voltò, incitandomi a seguirlo.
 
Quella notte non riuscii a dormire, continuavo a pensare a ciò che mi aveva detto Chirone e anche a Connor

Ecco perché si era allontanato appena visto il simbolo, con lo sguardo pieno di terrore, sapeva  ciò che sarebbe successo!
 
Con questi pensieri che mi tormentavano la mente decisi di alzarmi e di andare a fare due passi, per schiarirmi le idee.
Arrivai in spiaggia dove mi sedetti per guardare le stelle. Erano sempre luminose, anche se a me sembrava una cosa ingiusta: la prima volta che vidi le stelle al campo le vidi assieme a Connor e adesso che non potevo neanche parlarci mi sembrava un’ingiustizia. Ma perché mio padre non mi ha riconosciuto  prima, perché cosa gli ho fatto io di male per meritarmi questo?
Ormai le lacrime si facevano strada sulle mi guance e tra un singhiozzo e l’altro non mi accorsi che vicino a me si era seduto qualcuno.
 
“Piangere non ti servirà a niente” disse una voce alla mia destra
Mi voltai di scatto e davanti a me trovai un uomo con un’aria familiare, assomigliava molto a qualcuno che conoscevo.
“Lei chi è scusi?” Chiesi senza pensare “Come ha fatto ad arrivare fin qui?”
“Entrare nel campo dici? Oh non è mai stato un problema, posso materializzarmi ovunque, e poi avendo un minuto di pausa ho deciso di venire qua pensando di trovare solo qualche mi figlio che andava in giro, ma non pensavo che avrei trovato te, figlia di Ade.”
 
Come faceva a conoscermi? Come aveva detto? Pensavo di trovare qualche mio figlio che andava in giro.
 
Non riuscii ad aprire bocca che dalla sua tasca uscì un serpentello, appena lo vidi feci un urlo degno di una figlia di Afrodite
“Tranquilla, non fa niente: Martha  saluta Liz” 
“Ciao Liz” disse una voce femminile
“Ehi, ci sono anche io” rispose una voce maschile “Ciao Liz” ed uscì un altro serpentello dalla sua tasca e, io, feci uscire un altro gridolino.
“Ma vuoi farti scoprire per caso?” mi chiese l’uomo
“Ehm.. io.. io.. no..”balbettai.
“Bene meglio così. Allora Martha cosa volevi dirmi?”
“Oh si certo: c’è Persefone sulla due, vuoi che te la passi?” rispose il serpentello che identificai come Martha
“Dille che la richiamo dopo io”
“Ok capo”
“Ehm, mi scusi ma lei.. E’ il divino Ermes?”
“Certo, chi credevi che fossi, Apollo per caso?” mi rispose sarcastico lui.
Io sorrisi timidamente.
“Comunque ero venuto qui per parlare di te e di mio figlio Connor” mi disse
A quel nome il mio cuore ebbe un sussulto
 
Ma perché reagivo così ogni volta che lo sentivo nominare?
 
“Non c’è nulla da dire” risposi secca
“Invece si che c’è, non sopporto più Afrodite che continua a parlare di voi due, certo non come parla di Percy e Annabeth, ma è pur sempre fastidiosa.” Rispose.
 
Afrodite parlava di noi due?? Non vorrà mica pensare che.. si insomma.. Ma no, sarà solo uno scherzo..
 
Rimasi in silenzio
“Oh andiamo, non penserai che dopo quello che è successo non vi potrete più vedere, vero?”
“E cosa dovrei pensare” risposi io
“ Oh ma andiamo! Senti, io non ho mai visto mio figlio così felice come quando è con te, non lo mai visto scattare non appena qualcuno nomina il nome di una ragazza come quando qualcuno nomina il tuo, quindi quello che è successo non vi impedirà di vedervi.” Mi rispose costringendomi a guardarlo negli occhi.
“Sarà anche come dice lei, ma io non posso e non voglio permettere che gli succeda qualcosa, quindi non lo vedrò mai più” Risposi io dopo qualche attimo di silenzio. “Ora se vuole scusarmi io sarei stanca e vorrei andare a letto” risposi decisa.
“Se è questo che vuoi, ma ricorda ciò che ti ho detto, ti tornerà utile prima o poi” disse prima di sparire in un raggio di luce.
 
Tornai nella mia cabina e mi misi sotto le coperte: dopo l’incontro con il dio iniziai a sentire freddo.
Non riuscii a dormire, come avevo previsto, ma quando verso le sei il sole iniziò a sorgere riuscii ad addormentarmi  e, per una volta, non feci incubi.


Angolo Autrice

Eccomi con un nuovo capitolo!!!
Ringrazio
  bertuccia95   e   fanff    per aver messo la storia tra le seguite.
Ringrazio
Erica25 per aver messo la storia tra le preferite
E, infine, ringrazio
Ailea Elisewin che recensisce sempre ^_^
A presto con un nuovo capitolo

Con affetto

_Simmiu_

                

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Capitolo 6
*** Conosco mio padre e scopro di avere un fratello ***


Intanto sull’olimpo
 
P.V.  ADE
 
Mio fratello continuava ad urlarmi contro:
 
“Cosa ti è saltato in mente?” disse. “Per quale motivo non l’hai riconosciuta prima di sancire il patto?”
 
“Perché ancora non era pronta a conoscere la verità” risposi io secco.
 
“Cosa intendi dire con questo?”  intervenne allora Poseidone.
 
“Esattamente quello che ho detto” risposi.
 
“Lo sai almeno che, adesso, chi ne risentirà sarà Elizabeth, vero?” disse nuovamente Zeus seccato.
 
“Certo che lo so, ma non farò accadere quello che avevamo deciso. La sua vita non dev’essere decisa dagli altri e non la lascierò sola!” detto questo sparii in una nuvola di fumo.

 
Campo Mezzosangue
 
P.V.  LIZ
 
Sognai di essere a casa mia, in quell’appartamento di  New York sulla quinta strada, insieme a mia madre, mentre  guardavamo un film, ridendo e commentandolo insieme.
Ad un certo punto la scena cambiò: Mi ritrovai in un parco giochi, pieno di bambini, mi girai da una parte  all’altra cercando mia madre e la vidi seduta su una panchina mentre mi sorrideva  e mi  incoraggiava di andare a giocare con gli altri: ero tornata bambina, quando  mamma mi portava al parchetto sotto casa.
La scena cambiò ancora: mi ritrovai lì al Campo Mezzosangue, insieme a tutti i miei amici, scherzando e ridendo insieme.
 
Un tuono risuonò nella stanza facendomi svegliare si colpo. Sicuramente Zeus era arrabbiato.
 Mi rimisi sotto le coperte e iniziai a pensare a ciò che avevo sognato. 
 
Avrei mai potuto abbandonare tutti i miei amici, mia madre?   Pensai prima di riaddormentarmi.
 
Mi risvegliai verso le nove con un gran mal di testa. Mi alzai barcollante e mi diressi verso la scrivania dove avevo riposto un po’ di ambrosia. Ne mangiai un pezzetto e mi sentii subito meglio.  
 Mi vestii con calma e uscii dalla cabina.
Una volta abituatami alla luce del sole, mi accorsi che chiunque mi passava vicino si allontanava per evitarmi.   
 
Ma io che colpa ne avevo io?         
 
 E immersa nei miei pensieri mi diressi verso l’arena.
Nell’arena c’era solamente Connor, stava camminando avanti e indietro con lo sguardo basso, infatti non si accorse del mio arrivo.
Mi sedetti sulle gradinate, aspettando che Connor si accorgesse di me.
Restai così per almeno un’altra mezz’ora prima che alzasse lo sguardo e, quando si voltò verso di me, sorrise venendomi incotro.
 
“Ciao Liz!” disse appena fu abbastanza vicino.
“Ciao” risposi tristemente, ricordando quello che mi aveva spiegato Chirone.
“Cos’hai?” mi chiese preoccupato.
“Niente, sto solo pensando che mi devo preparare a restare sola.”
“Che intendi dire?”
“Bhè,  gli dei hanno sancito un patto, quindi va rispettato” risposi.
A quelle parole scoppiò a ridere
“Che c’è di tanto divertente?” chiesi scocciata.
“Secondo te gli dei lo rispetteranno? Si, insomma, ne hanno mai rispettato uno?”
“La pensavi diversamente ieri sera quando hai visto l’ologramma” risposi freddamente.
“In quel momento ero sorpreso e non sapevo cosa fare” mi rispose lui.
“Tu pensala come vuoi, ma io non ho intenzione di farti correre rischi” risposi decisa, prima di alzarmi e andare via.
 
Entrai nel bosco per schiarirmi un po’ le idee.  Arrivai fino al Pugno di Zeus, ai piedi del quale mi sedetti a pensare. Pensai al sogno che avevo fatto quella notte, alle parole di Ermes, a quelle di Chirone e soprattutto al patto sancito da mio padre, da Zeus e da Poseidone.
 
Come si faceva a sancire un patto del genere?
 
Sentii una mano posarsi sulla mia spalla. Feci un balzo per lo spavento e poi mi voltai a vedere di chi si trattasse: era un uomo alto, capelli neri come la pece e dagli occhi dello stesso colore; indossava un paio di jeans, una maglietta nera e un giubbotto di pelle. Non lo avevo mai visto ma in qualche modo sapevo chi fosse: mio padre Ade.
 
“Padre” dissi voltandomi dell’altra parte.
“Ciao Liz” disse. “Come stai?”
“Come vuoi che stia? Tutti mi evitano, non mi parla più nessuno, hanno paura anche solo a incontrare il mio sguardo, come dovrei stare?” risposi arrabbiata.
“Hai ragione, ma non potevo riconoscerti prima.”
“E per quale motivo, scusa?”
“Non eri ancora pronta” rispose solamente.
“Si certo, come no” risposi secca.
“Io però ero venuto anche per un altro motivo” disse.
“Cioè?” chiesi per niente curiosa.
“Volevo presentarti una persona, visto che  passerete un sacco di tempo assieme, d’ora in poi”.
“Chi sarebbe?” chiesi adesso con un poco di curiosità in più.
 Non ottenni risposta, ma da dietro alcuni cespugli, sbucò un ragazzo alto, abbastanza pallido,capelli corti neri e occhi dello stesso colore.
“Chi sei? Quando sei arrivato?”
“Ciao, io sono Nico di Angelo, figlio di Ade” rispose. “Ciao sorellina! E comunque sono arrivato proprio adesso.” disse facendomi l’occhiolino, prima di girarsi a salutare Ade.

Angolo dell'autrice


Eccomi qui con un nuovo capitolo!
Spero che non sia una schidezza (come sempre xD)
Allora che ve ne pare?

Ringrazio
Bertuccia95 e Fanff che hanno inserito la storia tra le seguite!
Ringrazio anche
Erica25 che ha inserito la storia tra le preferite e che recensisce!
Ringrazio infine 
Ailea Elisewin che recensisce sempre!
Ringrazio, naturalmente, anche chi legge solamente!

Ora vi lascio e a presto con un nuovo capitolo!


Con affetto
_Simmiu_

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Capitolo 7
*** Mio fratello sembra un bambino ***


“Ciao, io sono Nico di Angelo, figlio di Ade” rispose. “Ciao sorellina! E comunque sono arrivato proprio adesso.” disse facendomi l’occhiolino, prima di girarsi a salutare Ade.
 
Lo guardai stupefatta.
 
Quello lì è mio fratello?!  Pensai
 
“C..C..Ciao..” riuscii a balbettare
 
Un momento! Perché sto balbettando?
 
‘Come fai a non balbettare? Hai visto quant’è figo oppure no? La tua unica sfortuna è che sia tuo fratello..’ Mi rispose una strana vocina nella mia testa
 
‘Oh ma stai zitta’  risposi bruscamente
 
Venni  interrotta durante il mio litigio interiore da mio fratello:
“Tutto a posto Liz? Perché mi stavi fissando?” mi disse.
Arrossii di botto
“Emh niente stavo solo pensando” riuscii a dire.
Mi sentivo la faccia come un peperone.
“Ah ok, vieni usciamo dal bosco” mi disse porgendomi la mano.
Solo in quel momento mi ricordai di papà (non chiedetemi quando iniziai a chiamarlo così, perché non lo so proprio), così mi girai per  salutarlo, ma non lo vidi da nessuna parte.
“E’ già andato via” mi disse Nico “Ora andiamo”
E ci incamminammo così verso il campo.
 
 
Dopo circa quindici minuti arrivammo e ci dirigemmo verso la nostra cabina.
Mentre comminavamo tutti ci osservavano bisbigliando: ‘E’ arrivato Nico’ ‘E’ qui’ ‘Non ci posso credere’ ‘Erano due anni che non si faceva vedere’
E altri commenti così.
Io camminavo guardando il terreno: non volevo incontrare gli sguardi degli altri ragazzi del campo, specialmente il suo: quello di Connor.
Pensavo continuamente a lui, a come me ne fossi andata mentre parlavamo quella mattina. Continuavo a vedere il suo sguardo deluso fisso su di me.
 
Persa nei miei pensieri non mi accorsi che ci eravamo fermati, alzai lo sguardo e vidi Nico fissare un punto imprecisate davanti a lui. Allora mi voltai da quella parte e vidi Percy a meno di una decina di metri da noi.
Tutti si erano accorti di ciò e si fermarono a guardare.
Nico e Percy si fissavano in un modo starno, come se si stessero studiando a vicenda e passarono quindici minuti buoni fissandosi  prima che si aprissero in un sorriso. Tutti, che si erano fermati ad osservare la scena, tirarono un sospiro di sollievo.  Io, al contrario, non riuscii a capire niente di quello che stava succedendo. Vidi Percy avvicinarsi e Nico andargli incontro, lasciando così la mia mano. Poi si abbracciarono, si diedero uno di quegli abbracci tra maschi, non so se capite.
 
“Ma che fine avevi fatto! Quando mi sono svegliato tu non c’eri più! Che ti è successo?” chiese Percy rivolto a mio fratello.
“Niente sto bene, avevo bisogno di stare un po’ da solo. Non avevo intenzione di stare via così tanto tempo, sono andato a trovare mio padre e ho passato la maggior parte del tempo a nascondermi da Demetra che voleva farmi mangiare i cereali. Aspettavo che se ne andasse ma non c’era verso! Così sono dovuto rimanere nascosto per un sacco di tempo, con Persefone che mi portava da mangiare senza dire niente alla madre!” rispose tutto d’un fiato Nico.
“Wow” commentò  Percy prima di cambiare argomento.“Beh, vedo che già sai di Liz”
“Si sono tornato a posta, se papà non fosse riuscito a mandare via Demetra sarei ancora lì!Nascosto ad aspettare!”
A quel punto tutti ridemmo, a parte i pochi figli di Demetra che stavano osservando la scena.
“Beh io ora vado a dormire che sono stanco morto, arrivo da Los Angeles  e i viaggi nell’ombra sono particolarmente stancanti”  disse mio fratello
“Ok allora ci vediamo a cena” disse Percy. “ E tu Liz? Vieni ad allenarti un po’?”
“No grazie non ne ho voglia”riposi
“Va bene come vuoi tu” detto questo salutò nuovamente Nico con una pacca sulla spalla e se ne andò, facendo disperdere la folla che si era creata intorno a noi.
 
Arrivati davanti la cabina Nico aprì la porta e si fiondò dentro, cercando non so cosa.
“Cosa cerchi?” gli chiesi
“Niente, niente” rispose
“Come sarebbe a dire ‘Niente’? Stai mettendo a soqquadro la casa, quindi stai cercando per forza qualcosa” ribattei io.
“E va bene, sto cercando le mie carte”
“Carte? Di che carte stai parlando?”
“Delle mie carte di Mitomagia, ovvio!”
Ha diciotto anni e gioca ancora con le carte?Pensai
“Ma dove sono!” disse “Ah eccole!”
Si alzò allora da terra con una scatoletta in mano, sventolandola (Se si può dire così visto che è una scatola) con aria trionfante
“Si può sapere a che ti servono?” gli chiesi curiosa
“Ma come, non è ovvio? Ci devo giocare!”
Cosa?!
“Eh??” feci io stupefatta
“Non puoi capire”mi disse, per poi uscire dalla cabina.
 
Decisi allora di andare a farmi una doccia, per scaricare la tensione. Così presi i panni e mi diressi in bagno.
Aprii  l’acqua e mi contemplai allo specchio: avevo un aspetto orribile: sembravo un cadavere.
‘Bel paragone pensando che tuo padre è il dio dei morti’  disse una vocina nella mia testa
 ‘Oh ma sta zitta’  risposi di rimando, entrando nella doccia.
Sotto il getto dell’acqua riuscii a pensare: devo rinunciare a tutti? Adesso che mi sono fatta degli amici, adesso che io tengo a qualcuno e che qualcuno tiene a me?
‘Non per forza’  mi disse sempre quella vocina
‘Come dovrei fare, allora?’  gli chiesi
‘Abbi fiducia in tuo padre e in tutti gli altri e vedrai che si sistemerà tutto’ mi rispose prima di sparire
Sospirai chiudendo l’acqua e uscendo dalla doccia.
 
Quando uscii dal bagno, trovai Nico ad aspettarmi. Lo guardai con aria interrogativa e lui mi disse:
“Sei uscita finalmente! Forza dobbiamo giocare!”
“Eh??” gli chiesi
“Uff.. dobbiamo giocare a Mitomagia!” rispose.

Angolo dell'autrice
Eccomi, scusate il ritardo, ma la mia ispirazione era andata a farsi fottere XD
Che dire, questo capitolo non mi piace tanto, e so anche che non succede nulla di emozionante, ma mi farò perdonare con il prossimo capitolo dopo accadranno un po' di cose.
Ora passiamo ai ringraziamenti:
Ringrazio
bertuccia95, fanff, PseudoAutrice per aver messo la storia tra le seguite.
Ringrazio
Erica25 per aver messo la storia tra le preferite e per tutte le recenzioni che mi lascia
E infine ringrazio anche chi legge solamente!!
A presto!

Con affetto
_Simmiu_

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Capitolo 8
*** Strani Sogni ***


Strani Sogni

Mi svegliai con un mal di testa tremendo: la sera prima, Nico mi aveva tenuta sveglia fino a tardi per farmi capire le regole di quel gioco.
Ancora assonnata mi diressi verso il bagno, mi feci una doccia e mi cambia.
Decisi di uscire a fare due passi, sperando che fosse ancora troppo presto per far si che il resto del campo stia ancora dormendo, e quando uscii, fortunatamente, era così: non c’era anima viva in giro.

Mi avviai verso la spiaggia per pensare un po’, almeno finchè non si fosse svegliato qualcuno, in quel caso sarei tornata nella mia cabina.
Il problema si presentò qualche ora dopo.

Non vedendo nessuno uscire dalla propria cabina mi preoccupai così mi avvicinai alla cabina di Percy per vedere se stava ancora dormendo e, non trovandolo al suo interno, mi diressi verso le altre cabine e trovai lo stesso spettacolo: niente, non c’era nessuno all’interno delle cabine.
Corsi verso la Casa Grande per chiedere aiuto a Chirone o al Signor D, ma non trovai neanche loro. Ero nel panico più totale, ERO SOLA.
Iniziai ad urlare come una pazza, chiamando i nomi di tutti i miei amici, poi una risata riecheggiò nell’aria, una risata cavernosa e molto spaventosa.
 
Mi svegliai di colpo, in una pozza di sudore.
Quindi era solo un sogno? Mi chiesi
Non ero sicura di essermi svegliata veramente così corsi verso la parte della cabina riservata a Nico per assicurarmi che ci fosse ancora. Ebbi un’enorme sollievo nel vederlo dormire.
Era solo un sogno? Oppure voleva dire che è quello che sarebbe successo se non mi fossi allontanata da tutti?
Ancora persa nei miei pensieri decisi di andai a farmi una doccia, una vera.
 
P.V.  NICO
 
Mi trovavo in una grotta al cui centro si trovava un enorme salice piangente…
Mentre mi guardavo intorno sentii delle voci provenire da dietro il salice, così mi avvicinai per sentire meglio..
“Allora? Come è andata?” chiese una voce maschile
“Benissimo, il sogno ha funzionato benissimo.. Sono certa che sarà nelle nostre mani molto presto” rispose una donna
“Speriamo”
“Andrà tutto bene, non ti preoccupare. E’ così spaventata che non vorrà rischiare di stare vicino alle persone a cui vuole bene. Ha troppa paura che si facciano male per colpa sua.”
“Quindi, la convinceremo che stare dalla nostra parte è la cosa migliore per far si che i suoi amici siano al sicuro e poi ci serviremo di lei per i nostri scopi.. Bene,bene..”
E poi una risata riecheggiò nell’aria: era una risata maligna e cavernosa..
 
Mi svegliai di colpo. Non poteva essere vero, insomma, per una volta questi sogni non potevano essere solo sogni e basta? Lo speravo ardentemente: solo una volta avevo sentito una risata del genere e poteva provenire solo da un individuo: Crono. Si speravo veramente di essermi sbagliato.
 
P.V. LIZ
 
Uscita dal bagno decisi di andare a fare una passeggiata, giusto per schiarirmi un po’ le idee.
Arrivai in spiaggia e mi sedetti sulla riva, per far si che l’acqua mi bagnasse i piedi.
Chiusi gli occhi e, facendomi cullare dal suono delle onde, mi immersi nei miei pensieri.
Quel sogno era davvero reale? Oppure no? Cosa voleva significare? Che se non mi fossi allontanata da tutti sarebbe stato quello il destino dei miei amici? Sparire senza lasciare traccia?
Non sapevo più cosa pensare.. La testa stava per scoppiarmi: non ce la facevo più.
All’improvviso sentii una mano posarsi sulla mia spalla, così sobbalzai e pronta per sferrare un pugno, mi fermai appena in tempo per non colpire Connor in pieno viso.
“Che cosa vuoi?!” chiesi brusca
“Volevo solo sapere come stai” rispose
“Sto bene. Ora puoi andartene”
“No”
“Come sarebbe a dire ‘No’?”
“Ho detto che non me ne vado”
“E sentiamo, perché mai?”
“Perché tu non stai bene, fai solo finta che sia così”
“E anche se fosse? Cosa te ne importa?”
“Mi importa perché tu sei mia amica e perché.. ti voglio bene”
Mi bloccai di colpo: non mi ero mai aspettata che qualcuno mi dicesse una cosa del genere, beh, a parte mia madre. Non so perché, ma mi addolcii di colpo e riposi, più dolcemente possibile:
“Anche io, Connor. Anche io ti voglio bene.”
“Allora perché mi continui ad evitare?”
“Proprio perché per questo, se mi stai vicino poi la maledizione si riverserà su di te e io non voglio che accada. Non voglio farti male.”
“Ma non capisci?”
“Cosa dovrei capire scusa?”
“Che più tu continui ad evitarmi più mi fai soffrire.”

 

Angolo Autrice
Scusate tantissimo il ritardo! Ma sono sucesse un sacco di cose! Prima non arriva l'isprirazione, poi quando arriva e inizi a scrivere il capitolo sparisce la chiavetta USB e non la trovi per 3 settimane! Insomma, io li dentro tengo salvata l'intera storia compreso questo capitolo! L'ho recuperata ieri da casa di mia nonna e appena in tempo! Stava per buttarla.. l'ho salvata per un pelo... La prima cosa che ho fatto oggi è stata rileggere e modificare un po' il capitolo per poi pubblicarlo immediatamente!
Ora mi scuso veramente per il ritardo e spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo!
Ora ringrazio tutti quelli che leggono/recensiscono/seguono/preferiscono e ricordano la storia e a presto con un nuovo capitolo!

Con affetto

_Simmiu_ <3

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Capitolo 9
*** Convocazione sull'Olimpo ***


Convocazione sull'Olimpo

“Se mi stai vicino la maledizione si riverserà su di te e io non voglio che accada. Non voglio farti male.”
“Ma non capisci?”
“Cosa dovrei capire scusa?”
“Che più tu continui ad evitarvi più mi fai soffrire.”
Quell’ultima frase mi lasciò interdetta: non riuscivo a capire cosa volesse significare. Ma prima che potessi ribattere mi ritrovai con le sue labbra posate sulle mie. Era un bacio dolce come mai mi sarei immaginata: avevo pensato spesso a come sarebbe stato un suo bacio ma non pensavo che sarebbe stato così.
Dopo un attimo di sorpresa risposi al bacio mettendogli le braccia intorno al collo.
“Emh-Emh”
Ci staccammo di colpo al suono di quella voce: Nico.


P.V NICO
 
Stavo cercando Liz, nella cabina non c’era quindi ero uscito a cercarla. La trovai in spiaggia e con lei c’era Connor. Mi stavo avvicinando quando vidi che si baciavano. Rimasi impietrito. Nessuno può toccare mia sorella, nessuno. Pensai prima di avvicinarmi. Visto che nessuno dei due avvertiva la mia presenza mi schiarii la voce ed entrambi sobbalzarono, staccandosi subito.
“Ciao Nico, come va?” mi chiese Connor un po’ imbarazzato.
“Bene” risposi con freddezza “che stavate facendo?” chiesi puntando gli occhi su Connor: se con uno sguardo si potesse uccidere, lui sarebbe già morto.
“Niente di che, non ti preoccupare” mi rispose sempre lui, iniziando ad allontanarsi da me per la paura.
Perché parla solo lui? Perché non risponde anche lei?
“ Sarà meglio per te, e ora fuori dai piedi: devo parlare da solo con Liz” gli dissi bruscamente.
“Si certo. Ci vediamo dopo” disse l’ultima frase voltandosi verso mia sorella e lei annuì.
Continuai a fissare il ragazzo che si allontanava e solo dopo che fu lontano abbastanza mi girai verso mia sorella.
“Cosa stavate facendo?!” chiesi arrabbiato tanto che vidi Liz sussultare. “Rispondi!”
“Cosa stavamo facendo secondo te?!” mi rispose con altrettanta rabbia.
“Vi baciavate!”
“Visto che lo sai? Allora perché lo chiedi?!”
“Sono preoccupato per te, Liz” dissi io con molta più calma.
“E perché?” anche lei aveva un tono più calmo, ma ancora si sentiva un po’ di rabbia nella sua voce.
“Non voglio vederti soffrire.”
“Nico, io sto già soffrendo, con tutta questa storia della maledizione non riesco più neanche a stare vicino a qualcuno senza avere paura che gli possa accadere qualcosa. Poi ci sono i sogni che non mi aiutano per niente. Anche Connor avevo allontanato: lo evitavo in continuazione, infatti stamattina mi ha raggiunto per sapere cosa mi prendeva. Io non ce la faccio più Nico, non ce la faccio più..” mi disse lei tutto d’un fiato iniziando a singhiozzare.
Così mi precipitai vicino e lei e l’abbracciai.
“Tranquilla, alla fine tutto si risolverà.” Gli dissi.

 
P.V.  CHIRONE
Mi era appena arrivata una convocazione sull’Olimpo per il giorno seguente, ultimamente me ne arrivavano diverse, ma questa aveva qualcosa di strano: era stata convocata anche Elizabeth.
Perché è stata convocata anche lei? Cosa vorranno fare?
I miei pensieri furono interrotti da Percy.
“Chirone, mi avevi chiamato?”
“Si Percy, avrei bisogno che mi andresti a chiamare Nico e Elizabeth. Preferisco che a chiamarli fossi tu.”
“Si certo, vado subito.

 
P.V. LIZ
Ero ancora in spiaggia con Nico quando Percy ci venne a chiamare.
“Ragazzi, vi cerca Chirone” disse il figlio del dio del mare.
“Ok, andiamo subito” risposi.
Perché ci aveva fatto chiamare? Cosa succede?
Ci dirigemmo verso la Casa Grande e una volta lì entrammo.
“Eccovi ragazzi, vi stavo cercando” disse il centauro.
“Dicci Chirone, cosa c’è che non va?” chiese Nico.
“Elizabeth è stata convocata sull’Olimpo”
“Cosa? E perché mi hanno chiamata?” chiesi.
“Non lo so, mi hanno solo detto che sei stata convocata insieme a me: dobbiamo recarci sul’Olimpo domani.”
Rimasi spiazzata. Non sapevo che fare, certo, sarei andata, ma non capivo cosa volessero da me, era forse per via della maledizione?
Decisi di smettere di pensarci e che avrei scoperto tutto l’indomani.
Mi congedai da Chirone, mentre Nico rimase li: disse che voleva chiedergli una cosa in privato. Non protestai e mi allontanai di corsa.
Decisi di andare da Connor e raccontargli tutto, così mi diressi verso la cabina 11, ma non lo trovai li. Così cominciai a vagare per tutto il Campo e alla fine lo trovai nel campo di fragole, seduto per terra.
Lo raggiunsi e mi sedetti affianco a lui.
“Cosa ha detto Nico?” mi chiese prima che potessi dire qualunque cosa
“Niente, spera solo che io non  soffra.” Gli risposi.
Lui sorrise e si girò verso di me.
“Posso darti un altro bacio?” mi chiese.
Rimasi un stordita: quando sorrideva era come se tutto il resto non avesse senso. Ma prima che potessi rispondere si avvicinò a me e mi baciò.
Fu un bacio lungo e dolce. Ci staccammo solo quando dovemmo riprendere fiato. Gli sorrisi e anche lui fece lo stesso.  Ok, se continua così finirà per uccidermi.
Ma cosa mi sta succedendo? Pensai  Perché mi comporto così?
D’un tratto ricordai perché ero andata a cercarlo e il mio sorriso si spense.
Lui se ne accorse e mi chiese:
“Cosa succede Liz?”
“Gli dei mi hanno convocato sull’Olimpo: dovrò andarci domani.”


Angolo Autrice
Scusate tantissimo il ritardo. So che non aggiorno da mesi, ma con la scuola, le gite,lo studio, gli esami e l'ispirazione che non veniva, non ho mai avuto tempo di scrivere..
Cercherò di aggiornare almeno una volta ogni due settimane.
Ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordate. 
Spero di ricevere qualche recenzione :)
A presto con un altro capitolo!


Con affetto
_Simmiu_

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Capitolo 10
*** Sull'Olimpo ***


Sull’Olimpo

Quella notte non riuscii a dormire: continuavo a pensare a cosa volessero gli dei da me. Così, quando fu l’ora di partire ero già pronta.
Mi diressi verso la collina Mezzosangue dove mi aspettava Chirone, nella sua sedia a rotelle, e Argo che ci avrebbe scortato fino all’Empire State Building.
Non avendo dormito durante la notte ero molto stanca, così, durante il viaggio, mi addormentai.
Inizialmente fu un sonno senza sogni, ma poi vidi una figura lontana.
Non la riconobbi subito, ma appena si avvicinò capii chi era: Ade, mio padre.
“Padre che ci fate qui?”
“Volevo parlarti prima del consiglio” rispose.
“Sapete cosa succederà?”
“No, non ancora. Non ho idea di cosa decideranno di fare: io ho provato a distoglierli  dalla maledizione, gli ho chiesto di annullarla, ma non vogliono ascoltarmi. Hanno indotto questo consiglio per decidere le tue sorti. Non so altro.” Spiegò lui.
“Cosa intendi con ‘decidere le tue sorti’?” chiesi, mentre vedevo la figura iniziare ad allontanarsi.
“Non posso dirti altro. Ora svegliati, siete arrivati.” Rispose prima di sparire del tutto.
 
Quando mi svegliai, sentii Chirone dire che eravamo arrivati ed era ora di scendere.
Così mi alzai e mi diressi verso l’entrata con Chirone al mio seguito.
Una volta entrati nell’ascensore ci mettemmo circa cinque minuti a salire.
Quando le porte si aprirono, mi trovai davanti ad uno spettacolo meraviglioso: c’erano rigogliosi giardini dove potevi vedere le ninfe che giocavano, poi c’erano le muse che suonavano nel loro parco, trovavi anche satiri, Naiadi. Erano tutti allegri. Le costruzioni erano di marmo bianco, e ricordavano l’Antica Grecia. Quel posto era meraviglioso.
Chirone mi riscosse e mi disse di seguirlo, e così feci, senza però smettere di guardarmi intorno. Ero tanto presa dal paesaggio che non mi accorsi che il centauro si era fermato finte non gli caddi addosso.
“Scusa” gli dissi imbarazzata.
Si era fermato davanti all’edificio più grande. Era alto circa dieci metri, quando guardai verso l’alto mi sentii minuscola di fronte a quella costruzione.
Chirone mi disse di aspettare li e che mi sarebbe venuto a chiamare lui quando dovevo entrare e, subito dopo sparì dietro la porta.
Non sapevo che fare, così iniziai a pensare a ciò che avevo sognato. Cosa intendeva dire mio padre con quelle parole? Cosa sarebbe successo a quell’udienza?  
A interrompere i miei pensieri fu il centauro che mi chiese di entrare. Così feci e ciò che mi trovai davanti mi lasciò senza fiato: dodici troni erano disposti a omega. Su ogni trovo vi era una figura alta circa tre metri. Mi sentii osservata e, visto che mi trovavo davanti agli dei, mi inchinai(per evitare che si arrabbiassero).
“Elizabeth Spancer, alzati.” Mi disse Zeus.
“Ti abbiamo convocato qui per comunicarti la nostra decisione in merito a te e alla tua maledizione.” Continuò “Abbiamo votato e siamo giunti ad una conclusione: sei stata esiliata dal Campo Mezzosangue a tempo indeterminato. Tornerai li adesso e domani mattina partirai.”
A suo di quelle parole io mio cuore si bloccò
Mi stavano mandando via dal Campo? Da casa mia? Dai miei amici? Dalla mia famiglia?
Iniziai a piangere silenziosamente e uscii. Non aspettai nemmeno che finissero di parlare: volevo solo allontanarmi da li.
E adesso cosa avrei fatto?



AN
GOLO AUTRICE
Salve a tutti! So che questo capitolo è corto, ma volevo aggiornare il prima possibile e poi volevo lasciarvi un po' suelle spine. ;)
Ora ringrazio i 12 che hanno inserito la storia tra le seguite, i 5 che l'hanno inserita tra le preferite e i 2 che l'hanno messa trra le ricordate!
Ringrazio anche chi ha recesito e chi recensirà! Perchè spero che lo farete ;)

Con affetto
_Simmiu_

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Capitolo 11
*** La Partenza ***


La Partenza

P.V. CONNOR

Ero maledettamente in ansia. Liz era partita quella mattina e io non ero riuscita a salutarla.
Per far passare il tempo feci tutto il giro del campo correndo, sperando così che i pensieri se ne andassero. Funzionò, ma appena intravidi Chirone davanti alla Casa Grande tutti i miei sforzi furono vani.
“Chirone!” urlai correndogli incontro.
“Connor, che bello vederti, come stai?” mi chiese.
“Bene, bene. Ma dov’è Liz? Mi aveva detto che sareste andati insieme sull’Olimpo”
Lo sguardo del centauro si incupì.
“Forse è meglio che la lasci un po’ da sola, comunque se ti interessa è corsa nella sua cabina”
Non lo lasciai neanche finire di parlare che corsi in quella direzione.
Arrivato davanti alla cabina bussai, ma non ricevetti alcuna risposta, così riprovai, ma ottenni lo stesso risultato.
Alla fine entrai comunque, tanto so che non si sarebbe arrabbiata.
“Liz! Sono io dove sei?” urlai.
Nessuna risposta.
Continuai ad urlare finchè non sentii dei singhiozzi.
Corsi in camera di Liz e la trovai rannicchiata in un angolo a piangere.
“Liz! Che succede? Perché stai piangendo? Liz rispondi!”
Non smise di piangere, anzi iniziò a piangere più forte.
“Liz ti prego, parlami.”
Gettai uno sguardo alla stanza: era un disastro. La scrivania era stata rovesciata e con lei tutto quello che era poggiato sopra, l’armadio era vuoto e i panni era sparsi per terra, lo stereo era a terra rotto, la libreria era ribaltata e libri e cd era sparsi ovunque.
“Liz che è successo qui? Hai fatto tutto tu?”
“Connor..” era strano non mi aspettavo che parlasse.
“Liz, dimmi, ti ascolto.”
“Noi non..” fu interrotta da un singhiozzo.
“’Noi non..’ cosa?”
“Noi non.. possiamo più vederci..” quelle parole mi colpirono direttamente al cuore.
“C-c-cosa? Liz che stai dicendo?”
“Non possiamo più vederci”
“Ma perché? Cosa è successo?”
Non rispose
“Cosa ti hanno detto gli dei? Liz ti prego..”
“Mi hanno.. mi hanno esiliata..”
“Stai scherzando?”
“No: domani mattina devo lasciare il campo, da sola.”
Non ci capii più niente, così iniziai ad urlare:
“Liz no! Tu non te ne andrai, non ti lascerò da sola non se ne parla: verrò con te.”
“Connor, mi dispiace, ma è così non ci possiamo fare niente, lo sai”
“Ma non può andare così.. io.. io ti amo, non puoi andartene” non so con che coraggio lo dissi, ma era vero.
A quel punto anche io inizia a piangere.
“Anche io ti amo, Connor.” Sentii dire da lei qualche tempo dopo.
Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi, neri come la pece. Non resistetti: avvicinai il mio viso al suo e la baciai.

 
P.V. LIZ
 
Dopo che Connor mi ebbe detto che mi amava, non capii più niente. Passai diversi minuti in silenzio cercando di capire cosa provavo anche io e alla fine capii: lo amavo anche io.
Così risposi:
“Anche io t amo, Connor.”
Appena lo ebbi detto alzò lo sguardo e mi baciò.
Questo bacio mi era sembrato diverso dagli altri due che ci eravamo già dati, sembrava pieno di sentimenti.
Quando ci staccammo, rimanemmo abbracciati fino a quando non suonò il corno ad avvertirci che era ora di cena.
Arrivati alla mensa ci separammo: lui si diresse al tavolo di Ermes mentre io a quello di Ade. Ero sola: Nico era partito quella mattina per andare da papà e non sarebbe tornato prima di una settimana. Non avrei potuto salutarlo.
Passai la cena in silenzio e non toccai cibo.
Poco dopo mi diressi di corsa verso la mia cabina: Chirone mi aveva ricordato che dovevo preparare la borsa e, anche se controvoglia, così feci.
Presi un borsone e infilai dentro qualche vestito, un po’ di dracme d’oro, un sacco a pelo e un po’ di denaro normale. Non sapevo cos’altro portare.
Poi pensai: un’arma. Stavo per uscire dalla cabina e dirigermi nell’armeria quando
Un luccichio catturò la mia attenzione: mi diressi verso la scrivania (Si, quando tornai dalla cena trovai la stanza in ordine) e sopra vi trovai un bracciale. Era un bracciale nero, in acciaio, e sopra vi erano disegnati dei teschi e al centro si trovava una ‘L’.
All’interno invece era incisa un’altra parola, in greco stavolta: σκιά,  ‘Ombra’ pensai mentalmente.
Trovai anche un biglietto:
‘Usala quando ne avrai bisogno
-Papà’
 
Non capivo, come avrei potuto usarla?
Vidi che la ‘L’ era rialzata rispetto al bracciale così provai a premerla. Incredibile: mi ritrovai in mano una spada, era completamente nera e sulla lama, vicino l’elsa, era inciso il suo nome (σκιά) in d’orato. Era splendida, l’elsa era molto lavorata: aveva la forma di un drago che sembrava stava per spiccare il volo.
Era perfetta. La feci tornare alla sua forme originaria e la misi al polso.
Così, senza più dover andare in armeria mi addormentai.
 
La mattina dopo mi svegliai presto. Avevo la testa che scoppiava e poi quelli erano gli ultimi tempi che passavo al campo.
Mi alzai e feci una doccia. Dopo di che presi la borsa e mi diressi verso la Casa Grande:  Chirone mi aveva spiegato che Argo mi avrebbe accompagnato fino a Manhattan, poi da li avrei dovuto pensarci da sola.
Arrivata lì, salutai Chirone e il Signor D, per poi dirigermi verso la Collina Mezzosangue dove Argo mi stava aspettando. Mi guardai un’ultima volta alle spalle e sospirai: mi sarebbe mancato quel posto.
Non avevo detto a nessuno della mia partenza. Solo Connor, Chirone e gli dei ne erano a conoscenza: non volevo dover dire addio a così tante persone.
Così prima che le lacrime iniziassero a scendere, salii sul pulmino, usato dal Campo per il trasporto delle fragole, e partii.

Angolo Autrice
Prima di uccidermi lasciatemi parlare!
Allora, ho cercato di fare questo capitolo un po' più lungo per rimediare a quello precedente che era cortissimo xD
Poi vorrei dirvi che già dal prossimo capitolo si dovrebbero iniziare a capire un po' più di cose.
Insomma, questo diciamo che più che altro è un capitolo di passaggio per collegare quello precedente al prossimo, perchè, ora che Liz è partita, succederanno un po' di cose che metteranno chiarezza ;)
Spero che lascierete una recensione.

A presto!

Con affetto
_Simmiu:

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Capitolo 12
*** Visita inaspettata, sogni e attacchi. ***


Visita inaspettata, sogni e attacchi.

P.V CONNOR

Mi svegliai con una strana sensazione in corpo: sapevo di aver sognato qualcosa di importante, ma non riuscivo a ricordare cosa.
Ormai era una settimana che Liz non era più al Campo. Nessuno seppe che sarebbe partita fino a quando non si vide più in giro. Solo che nessuno, a parte me, Chirone e gli dei, sapeva realmente il motivo della sua partenza.
Mi alzai a fatica: mi sentivo vuoto, non volevo fare niente, non facevo neanche più scherzi insieme a Travis. Si direi che ero messo proprio male..
La capanna era già tutta vuota quindi non ebbi problemi. Dopo esservi lavato e vestito uscii. Appena ebbi varcato la porta, mi ritrovai a terra con una spada puntata alla gola. Alzai lo sguardo e vidi che si trattava di Nico.
“Dov’è mia sorella?” chiese freddo.
“I-io non lo so” risposi balbettando.
“Non dire idiozie, sono andato alla nostra capanno e non l’ho trovata, non c’è neanche in giro per il campo; quindi l’unico che può sapere dov’è sei tu.” Disse con una punta di rabbia nella voce.
Io ero stupito: quindi lui non sapeva cosa avevano decretato gli dei?
“Nico mi dispiace, ma io non lo so davvero: l’ultima volta che l’ho vista è stato dopo la sua convocazione sull’Olimpo. Da quel momento in poi nessuno ha saputo più niente. Se vuoi saperne di più ti conviene andare da Chirone.”
Mi stavo sentendo male, continuavo a farmi la solita domanda: perché l’ho lasciata andare?
Senza rispondermi, rinfoderò la spada e si diresse verso la Casa Grande, mentre io mi dirigevo verso il bosco: volevo stare solo.
Una volta entrato mi diressi a passo spedito verso una radura che avevo scoperto qualche tempo prima. Era una radura circolare, c’era una masso nel mezzo dove potersi appoggiare e qualche fiore qua e la. Da lì potevi vedere solo gli alberi che la circondavano, ma a me stava bene: era un posto difficile da trovare, almeno potevo rimanere solo.
Mi persi nei miei pensieri tanto che non mi accorsi di qualcuno che si avvicinava, finchè non sentii una mano sulla mia spalla. Inutile dire che sobbalzai. Quando mi resi conto di chi era, non mi rilassai per niente, anzi, mi agitai ancora di più.
“Divino Ade, come mai qui?” chiesi.
“Connor, vedi, ho visto come ti sei comportato con mia figlia; prima di parlarti volevo vedere se ciò che gli avevi detto fosse vero o solo una cosa detta sul momento” disse mentre io arrossivo “ma, vedendo come sei cambiato dopo la partenza di mia figlia mi sono convinto. Connor, come te, anche io tengo molto a Liz, per questo la controllo continuamente, ma non potrà durare per sempre. Bisogna trovare il modo di far cambiare idea agli altri dei.” Finì.
Ero spiazzato. Insomma, perché non ci ha pensato prima che la esiliassero? Insomma è un dio anche lui o sbaglio?
Non so perché ma glielo dissi:
“Perché non li ha fermati? Perché non ha impedito che la cacciassero?” urlai, senza rendermene conto.
“Credi che non ci abbia provato?” disse, iniziando ad alzare la voce a sua volta “ C’è stata una votazione: gli unici a non essere d’accordo siamo stati io e tuo padre, ma visto che è mia figlia il mio voto non è stato valutato.” Continuò “Ci ho provato e, quando mi accorsi che non potevo fare più niente l’ho avvertita. Ora, l’unica cosa che posso ancora fare è quella di portarla a vivere con me, negli Inferi.”
“C-cosa? No!” risposi io.
“Hai un’altra idea? E’ meglio così, almeno per il momento. Oppure preferisci lasciarla  lì fuori, con tutti quei mostri?”
Effettivamente era vero, ma se l’avrebbe portata lì, io non avrei più avuto l’occasione per rivederla.
C’era solo una cosa da fare: trovare il modo di far cambiare idea agli dei.
Quando stavo per parlare, mi accorsi che Ade non c’era più: se ne era andato.

 

P.V. LIZ

Dopo due giorni senza dormire, passati a respingere continui attacchi, mi pare normale essere stremata. Avevo passata le ultime quattro ore ad allontanarmi dalla radura dove mi ero accampata, visto che un paio di dracene erano venute a farmi visita. I il cibo, come i soldi iniziavano a scarseggiare. Così decisi di andare a fare visita a mia madre: so che era rischioso, ma sarebbe stato solo per u paio d’ore, magari i mostri mi avrebbe lasciato in pace per quell’arco di tempo, no?
Quando arrivai davanti alla porta dell’appartamento, mi accorsi realmente di quanto fosse avventata come cosa. Stavo per scendere nuovamente le scale, quando la porta si aprì, rivelando la figura esile di mia madre.
“Liz, sei veramente tu?” mi chiese.
Non potevo più scappare, così sospirai.
“Si mamma, mi sei mancata”.
“Vieni dentro” una volta entrata continuò “Ma come sei combinata? Hai tutti i vestiti strappati e sporchi di sangue, stai bene?”
“Si mamma, diciamo..” non volevo dirle tutta la verità, ma neanche mentirgli.
“Cosa è successo?”
“Sono stata attaccata da alcuni mostri durante il tragitto, nulla di troppo preoccupante”
“Liz, non ci casco, come mai sei qui? Cosa è successo?” non potevo più mentirgli, così gli raccontai tutto: gli dissi tutto gli che avevo passato, senza risparmiare nulla.
Quando ebbi finito di raccontare mia madre mi abbracciò. Era una delle cose che preferivo di lei: sapeva quando non avevo bisogno di parole, ma solo di sentire qualcuno vicino.
Dopo un paio di minuti sciolse l’abbraccio e disse:
“Vado a preparare qualcosa da mangiare: resti a cena e anche per la notte”
Stavo per ribattere, ma lei era già sparita nell’altra stanza, così sospirai.
Sprofondai sul divano e mi addormentai subito.
Sognai nuovamente quella grotta, il salice era sempre lì e anche le due figure.
“Come procede il piano?” chiese l’uomo.
“Direi perfettamente: gli dei l’hanno esiliata come previsto e adesso è esausta, continua ad essere attaccata, non resisterà ancora a lungo.” Rispose la donna.
“Bene, quando sarà abbastanza debole entrerai in gioco tu: abbiamo bisogno di lei per portare a termine il nostro scopo.”
“Si, ne sono consapevole.”
“Bene allora vedi di non fallire.”
Poi la scena cambiò: mi trovavo in una caverna con una voragine al centro. Dal fondo della voragine proveniva una risata cavernosa, sembrava che fermasse il tempo, una voce riecheggiò:
“Sarai tu a farmi tornare in forze, semidea. Vedi di non deludermi”
E tornò la risalta.
Mi svegliai di soprassalto e mi trovai un Minotauro in salotto: non era un buon segno. 

Angolo autrice
Sono tornata con un nuovo capitolo! Allora, dal prossimo capitolo si inizierà a capire un po' meglio la situazione. Spero che questo vi piaccia.
Ne approfitto anche per ringraziare i 5 che hanno messo la storia tra le preferite, i 2 tra le ricordate e i 13 tra le seguite!
Ringrazio anche tutti quelli che recensiscono: non sapete quanto mi rendono felice le vostre recensioni!
E adesso vi lascio.

A presto!

Con affetto
_Simmiu_ 

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