Last Year

di November Rain_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Inghilterra ***
Capitolo 2: *** Nuovi incontri. ***
Capitolo 3: *** Festa? ***
Capitolo 4: *** Vuoto ***
Capitolo 5: *** Ricordo! ***
Capitolo 6: *** Non conta nulla. ***
Capitolo 7: *** Per fortuna. ***
Capitolo 8: *** Organizzazione. ***
Capitolo 9: *** Al divertimento! ***
Capitolo 10: *** It's my life. ***
Capitolo 11: *** Protetta. ***
Capitolo 12: *** Cambiamento. ***
Capitolo 13: *** Confusione. ***
Capitolo 14: *** Vischio. ***
Capitolo 15: *** Capodanno. (parte 1) ***
Capitolo 16: *** Capodanno. (parte 2) ***
Capitolo 17: *** Imbarazzo. ***
Capitolo 18: *** Happy Birthday Zayn. ***
Capitolo 19: *** Cattiva giornata. ***
Capitolo 20: *** Morto. ***
Capitolo 21: *** Mettere la testa apposto. ***
Capitolo 22: *** Confessioni. ***
Capitolo 23: *** Buio. ***
Capitolo 24: *** Non tutto è come sembra. ***
Capitolo 25: *** Sveglia. ***
Capitolo 26: *** Casa. ***
Capitolo 27: *** Discussione. ***
Capitolo 28: *** Riavvicinamenti. ***
Capitolo 29: *** 17. ***
Capitolo 30: *** Arrivederci. ***



Capitolo 1
*** Prologo - Inghilterra ***


Prologo
Inghilterra 


Il pullman si fermò. «Susu, muovetevi a scendere, siamo arrivati» disse il ragazzo con gli occhiali da sole, nonché uno degli accompagnatori. Presi le valigie, la borsa e mi diressi verso l’uscita, ormai eravamo rimasti in quattro tutti gli altri erano già arrivati nelle case delle loro famiglie ospitanti, “Chissà come sarà la mia” pensai scendendo. «Fanculo» bofonchiai sottovoce, perché non mi ero portata appresso qualcosa di più pesante come un maglione? Avrei dovuto pensarci, d'altronde si sa com’è il clima in Inghilterra. “Meglio non pensaci ora” mi ordinai mentre mi accostai al resto del gruppo.
«Ci siete tutti? Bene, voi abiterete più o meno tutti vicini. Iniziamo dal primo che abiterà proprio in questa casa davanti a noi!» esclamò indicandola.
Tutti fissammo la casa indipendente, era molto carina “Tipico stile inglese, chissà se sarà questa la mia” pensai.
«Salvatore? Giada Salvatore?» domandò.
Alzai subito la mano «Sì, sono io» risposi subito.
«Seguimi» mi ordinò voltandosi e incamminandosi verso la porta. subito raccolsi tutto e lo seguì trascinando tutto. Lui stava già parlando con una donna con i capelli castani, molto giovanile ed aggraziata; appena vuoi vicino a loro l’uomo mi presentò e si allontanò.
«Prego, entra» mi invitò sorridente mentre si spostò di lato.
«Grazie» risposi ricambiando il sorriso. Mi guardai attorno, la casa si rivelò proprio come pensavo, era tutto molto accogliente. Su un mobile c’erano delle foto di due bambini, mi soffermai lì a guardare ma una voce richiamò la mia attenzione.
«Scusi non l’ho sentita. Può ripetere?» chiesi cortesemente.
«Oh certo. Dicevo che se vuoi posso mostrarti la tua stanza, così puoi iniziare a disfare le valigie» rispose la donna.
«Sarebbe fantastico!» esclamai, almeno mi sarei potuta riposare dopo il viaggio. “Oddio come ha detto di chiamarsi?” mi domandai. “Mary? Kate? Lisa? Mmm… no, forse era con l’A. Ashley? A… Anne! Sì, ora dovrò solo ricordarmelo e stare attenta quando mi parleranno” mi raccomandai. Io non sono mai andata d’accordo con l’inglese, per quanto si possa andare d’accordo con una lingua, diciamo che è sempre stato un rapporto di amore e odio. Per questo ho deciso di passare l’anno fuori, così avrei potuto migliorare.
Anne mi venne e prese una valigia «Questa la prendo io» dichiarò poco prima di salire le scale, subito la seguì. Altre foto appese, sempre dei due bambini di prima.
«Sono sui figli?» non potei non domandare, dopotutto preferivo sapere con chi avrei vissuto.
Lei si fermò «Sì, lei è Gemma non è qui, è partita ma la incontrerai presto; e lui è Harry»
«Anche lui non è in casa?»
«Già, ora è con gli amici. Conoscerai anche loro, vengo spesso qui» mi informò «A proposito di Harry, tu avrai la camera accanto alla sua qui a destra».
Ci addentrammo nel corridoio, passammo vicino alla prima porta «Qui c’è il bagno» disse indicando la porta.
Continuammo verso la seconda «Questa è la camera di Harry» continuò, poi arrivammo all’ultima porta, Anne l’aprì «E qui c’è la tua stanza» annunciò sorridente.
«Ok, grazie» portai le valigie dentro.
«Bhe, prenditi il tempo che ti serve. Per qualunque cosa mi trovi giù, a dopo» mi salutò accarezzandomi un braccio.
«A dopo» risposi, subito dopo lei sparì nel corridoio.
«Bene». Mi guardi attorno, era ovviamente carina come tutto in quella casa. Mi misi davanti al letto, era da una piazza e mezzo “Wow un letto più grande!”. Iniziai ad aprire i bagagli e sistemare i vestiti nei cassetti, il pc sul comò, attaccai alcune foto allo specchio. Andai alla porta e ricontrollai tutto “Beh, non sembra mia. È ancora troppo ordinata” pensai ridendo, mi venne automatico pensare a mia madre. Lei era sempre la prima a lamentarsi, secondo me non c’era nessun motivo, dopotutto trovavo sempre subito ciò che cercavo, ma lei non la pensava così.
“A proposito, forse è meglio chiamare” presi il cellulare e composi subito il numero.
Ovviamente volle sapere com’era stato il viaggio, come mi trovavo e com’era la famiglia. Le spiegai che per il momento avevo conosciuto solo la madre, poiché i figli non erano in casa. Mi raccomandò di stare attenta e di chiamarla ogni giorno. Mentre parlavo mi ero seduta sul letto davanti allo specchio, avevo un aspetto terribile ma per il momento non era la mia preoccupazione principale. L’indomani avrei iniziato la scuola, è detto chiaramente io ho un carattere di merda sono gentile raramente, come per esempio lo sono stata e lo sarò con Anne, ma è una cosa che mi riesce difficilmente, non so controllarmi. Sentì un rumore alla porta, allora scesi giù. Sicuramente era Anne che stava facendo qualcosa e poi dovevo chiederle a che ora sarebbe stata la cena.
Feci le scale di corsa giù «Anne?» domandai.
Gli occhiali da sole che portavo in testa caddero a terra, mi inchinai per raccoglierli, sentì dei passi verso di me. “Eccola” pensai, ma nel momento in cui sollevai lo sguardo capì che non era lei. Infatti mi ritrovai a pochi passi da me un ragazzo riccio con due occhi verdi e un sorriso magnifico.
«Ciao» mi salutò.
«Ciao… Ehm… Io stavo cercando Anne. Sai dov’è?» domandai.
«Eccomi!» esclamò facendo ingresso dalla cucina «Cara mi cercavi?»
«Sì, volevo sapere a che ora è la cena» mi portai una mano sulla nuda e grattai.
«È verso le sei» poi passò il suo sguardo da me al riccio e tornò a me. «Vedo che hai appena conosciuto mio figlio».
“Suo figlio? Ma non era un bambino?” mi domandai.
«Sì, diciamo di sì» affermò lui ridendo.
“Che figura di merda, non mi sono nemmeno presentata!”
«Quindi è lui Harry? Scusa, non mi sono presentata» feci una risatina nervosa. «Sono Giada, piacere».



E riccomi qui con una nuova fan fiction!
Oddio non sapete da quanto non mi connettevo qui! 
Per riprendere a scrivere ho scritto questa cosuccia, spero che vi piccia.
Appena avrò tempo metterò anche un banner.
Che dire alla prossima!
Ah, se volete e avete tempo da perdere provate a leggere le altre mie ff Always e Wonderwall.
Ciao :)

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Capitolo 2
*** Nuovi incontri. ***


Capitolo 1
Nuovi incontri


La mattina arrivò con estrema velocità, mi alzai prima per prepararmi, non dimenticare nulla e soprattutto arrivare prima a scuola. Non volevo di certo essere in ritardo il primo giorno o perdermi. Per prima cosa mi alzai e andai al bagno, mi docciai e tornai in camera per prepararmi.
Aprì le ante dell’armadio e fissai i vestiti immobile “Mmm… Cosa potrei mettermi per il primo giorno? Sportiva o qualcosa di carino?”. Rimasi li ferma per una ventina di minuti, alla fine optai per qualcosa di carino, forse sarebbe stato meglio così per il primo giorno. Quindi indossai dei pantaloni neri a sigaretta, una maglietta a maniche corte a righe nere e bianche con scollatura a V e un paio di ballerine, mi piastrai i capelli e scesi giù. Anne era già in piedi con il marito, stavano preparando la colazione, ma io ero troppo agitata per poter mandare giù qualcosa, ormai l’ansia si faceva sempre più intensa.
«Non ho molta fame». Non appena sentirono le mie parole ebbero da obiettare.
«Prenderò qualcosa a scuola» li rassicurai «Ora però è meglio che vada, a più tardi» li salutai avviandomi verso l’uscita. Cercarono di dirmi qualcosa ma non riuscì a sentirli poiché in quel momento chiusi la porta di casa, ma appena feci un paio di passi in avanti intuì cosa cercavano di dirmi. Faceva freddo e pioveva. Non era qualche goccia così, no. Pioveva a dirotto, nel giro di due secondi mi ritrovai completamente fradicia, così fui costretta a rientrare in casa per cambiarmi.
Ovviamente trovai Harry già pronto per andare a scuola, appena mi vide scoppiò a ridere e si avviò.
«Stronzo cos’hai da ridere?» chiesi sottovoce.
Salì di corsa in camera, non c’era tempo da perdere o sarei davvero arrivata in ritardo. Mi tolsi i vestiti e li lanciai sulla sedia, presi un paio di jeans e la prima felpa che trovai, appena mi girai verso lo specchio notai che la piastra che mi ero fatta accuratamente un’ora prima era sparita, infatti i capelli bagnati presero il suo posto ed ovviamente stavano spuntando fuori i boccoli. Io odio i miei capelli, così presi un elastico e li legai. Corsi giù per le scale, ed ovviamente in quel momento persi il bus appena partito, così dovetti farmi una corsa fino a scuola.
Appena arrivai incontrai gli altri che conobbi il giorno prima, per fortuna c’erano anche Lena e Daniela, con loro ci fu subito intesa. La prima era tedesca, aveva i capelli rossi lisci e gli occhi azzurri; la seconda era italiana come me, capelli mossi nero corvino e gli occhi cangianti.
«Ciao Giada!» esclamarono all’unisono.
«Ciao!» ricambiai il saluto avvicinandomi a loro.«Tutto bene?» domandai.
«Sì, com’è la vostra famiglia?! La mia è stupenda, hanno una figlia più grande ieri ho passato tutta la serata a parlare con lei!» iniziò Lena.
«Nella mia invece hanno una figlia di un anno più piccola di me e due bambini stupendi!» rispose la mora. «Tu invece?» domandò voltandosi verso me.
«Beh, Anne, ovvero la madre, è molto simpatica e premurosa, lo stesso il marito. Hanno una figlia che ora non c’è e un figlio con cui ho fatto una figura di merda» mentre iniziavo a raccontare Lena mi bloccò.
«Giada c’è un tipo che ti fissa» mi informò. «Guarda agli armadietti vicino al bagno»
Mi girai facendo finta di niente, oddio no. Non sapevo che fosse nella mia stessa scuola, a pensarci bene non sapevo niente di lui visto a parte il nome. Incrociò il mio sguardo, prese dei libri sottobraccio e iniziò a camminare verso di noi con altri tre ragazzi, dovevano essere gli amici.
«Ce l’hai fatta alla fine ad arrivare in orario» disse nel momento in cui mi passò accanto.
«Già» risposi voltandogli le spalle per tornare alla mie due nuove amiche.
Mi sentì tamburellare sulla spalle così fui costretta a rigirarmi ed eccolo li; il riccio era tornato indietro e mi stava fissando. Lo fissai di rimando «Sì?» domandai.
«Non mi presenti le tue amiche?»
«Lena e Daniela, lui è Harry. Il mio “fratello” ospitante» enfatizzai il tutto mimando le virgolette con le mani.
«Piacere!» esclamò subito, poi si girò verso gli amici. «Loro sono i miei amici Liam, Niall e Louis.» presentò gli amici indicandoli, erano tutti belli, dio come facevano ad essere così? Tornai a prestare attenzione alle parole di Harry «Ne manca uno, vabbè lo conoscerete presto! Se vi serve aiuto siamo qui in giro.»
La campanella suonò. «Ci si becca dopo» disse Harry salutandoci con la mano mentre si avviava verso la sua classe.
«Che fighi!» esclamò Lena «Meno male che oggi mi sono vestita bene!»
«Idem!» commentò l’altra.
«Non si può dire lo stesso di me» scoppiai a ridere. «Chissene, in fondo non cambia nulla.» convinsi me stessa.
«Meglio avviarsi in classe, siamo tutte in classe insieme ora!» ci informò Daniela.
«Muoviamoci!» dissi incamminandomi.
Per fortuna i primi giorni non si fa nulla, passammo la mattinata a parlare, conoscere i professori e ovviamente i compagni. Allora di pranzo mi ritrovai con lo stomaco che brontolava, dopotutto non mangiavo dal giorno prima quindi era una cosa normale. Alla mensa presi un piatto di pasta, un piatto di insalata e una coca cola; dopo che prendemmo tutte qualcosa ci guardammo intorno per decidere dove andare a sederci.
Un ragazzo biondo con il vassoio colpo di cibo si avvicinò a noi, aveva un’aria familiare.
«Ehy, sei Giada, giusto?» chiese il ragazzo.
«Sì…» risposi un po’ titubante.
«Sono Niall, l’amico di Harry. Perché non venite nel tavolo con noi?» ci propose.
Guardai le mie due amiche ed entrambe mi dicevano con lo sguardo”Sì, accetta”.
«Ok, Niall» accettai.
Così lo seguimmo tra folla, mentre camminavamo mi guardavo intorno cercando di vedere dove fossero. Ed eccoli li, nell’ultimo tavolo. «Guarda chi ho trovato, Harry!» esclamò mentre appoggiava il vassoio e si accomodava vicino a lui.
«Ciao! Com’è andata? Tutto bene?» mi domandò subito.
«Sìsì, tutto bene. Non abbiamo fatto nulla, quindi…» risposi mentre mi mettevo a sedere.
«Anche voi tutto bene?» il riccio questa volta si rivolse alle altre.
«Sì, per il momento è andato tutto liscio!» rispose Daniela.
«Hai detto bene, per il momento» puntualizzò Lena scherzando.
«Scusate, ma non ricordo i vostri nomi» ammisi arrossendo «Tranne te ovviamente» dissi ad Harry «E Niall che abbiamo appena incontrato».
«Io Louis!» si ripresentò il ragazzo con gli occhi azzurri.
«Io invece sono Liam Payne! Piacere di conoscervi..» l’altro iniziò a parlare a raffica, molto rapidamente, non riuscì infatti a capire molto di quello che disse e per questo risero.
«La prossima volta parla più lentamente» lo implorai unendomi alle loro risate.
Che dire tutto stava procedendo bene, no? Stavo riuscendo ad essere il più civile possibile ed a non essere acida, o almeno è quello che credevo. D’un tratto si avvicinò un ragazzo con il ciuffo. «Hey» salutò tutti i ragazzi.
«Che fine avevi fatto?» domandò Liam.
«Beh sai come sono le ragazze, si attaccano come cozze, ma che vuoi farci?» disse con un sacco di arie, poi notò la nostra presenza «E questi tre bocconcini chi sono?» chiese con un sorrisetto che avrei voluto togliergli volentieri a suon di calci in culo.
E poi bocconcini? Che cazzo siamo? Cibo? No, non mi pare.
«Lei è la ragazza che Harry ospiterà a casa per un anno» lo informò Louis facendo un cenno verso me «Le altre due sono sue amiche e anche loro passeranno un anno qui».
«Interessante» disse sottovoce. Poi sorrise «Io sono Zayn» si presentò «E se volete divertirvi venite a cercarmi» aggiunse facendoci l’occhiolino.
A quel punto capì che non sarei mai andata d’accordo con quel ragazzo. MAI.


Za zan! Eccomi qui anche oggi qui con il secondo capitolo, e
ingrazio chi l'ha già letto e mi ha costretto (?) a pubblicare. 
Come ho già scritto ieri, se volete potete leggere 
Always e  Wonderwall.
Grazie per la lettura x

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Capitolo 3
*** Festa? ***


Capitolo 2

Festa?

I primi giorni furono i più difficili, però per mia fortuna riesco sempre ad abituarmi alle diverse situazioni abbastanza in fretta. Non fu difficile nemmeno abituarsi alla pioggia, anzi mi piaceva.
Anche se a causa di essa mi ogni volta mi passava la voglia di vestirmi decentemente e indossavo le prime cose che mi capitavano. Stavo sviluppando anche un buon autocontrollo, non pensavo di potercela fare, ma fu così, infatti ormai avevo dei nuovi amici oltre ovviamente agli amici di Harry, Daniela e Lena. Harry era diventato protettivo, scherzavamo e certe notti le passavamo a parlare fino a tardi come due ragazzine, ormai era un fratello. L’unico con cui il rapporto non era cambiato era Zayn. Non lo tolleravo, la sua voce mi dava ai nervi e soprattutto aveva una faccia da prendere a schiaffi, era già troppo se ci dicevamo “Ciao”. Quella mattina non mi andava molto di mangiare, così presi solo una bottiglia d’acqua e raggiunsi gli altri. In quel momento sentì la voce di Louis «Siete pronti per la festa di stasera?».
Mi sedetti li accanto «Che festa c’è stasera?» li guardai confusa.
«“Che festa c’è?” Chiede lei tzè» rispose un’altra voce da lontano.
Capì subito di chi si trattasse, tutti lo salutarono subito, ovviamente io rimasi ferma e non lo degnai nemmeno di uno sguardo.
Lui ricambiò i saluti, prese una sedia, la girò e si sedette a cavalcioni sopra. Poi prese una sigaretta, la mise in bocca e l’accese «Parlano ovviamente della festa che darò io» spiegò.
«Ah» mi limitai a rispondere. È vero avevo sentito nei giorni precedenti che Zayn avrebbe dato una festa, ma ovviamente non ero stata invitata. Forse ero stata l’unica del gruppo, quindi avrei dovuto trovare qualcosa da fare quella sera; erano tutti presi e non vedevano l’ora che arrivasse il momento.
Daniela e Lena si sarebbero dovute incontrare prima per prepararsi e invitarono anche me, ma dovetti declinare l’invito, preferivo così. La campanella suonò, raccogliemmo tutte i nostri oggetti e ci avviammo verso la classe.
«Però io voglio un tuo parere!» esclamò la rossa.
«Tanto non cambierò idea» risposi.
«Ma perché?!» chiese lei.
«Perché… ho un sacco di commissioni da sbrigare» dissi in fretta. “Come se studiare e passare la serata davanti alla tv o al pc lo fossero” pensai.
«Ma uffaaaa!» si lamentò anche la mora.
Mi fermai davanti al mio armadietto e mi girai verso di loro. «Facciamo così, potete chiamarmi, ok?».
«Sì!» esclamarono.
«Allora ci sentiamo dopo» dissero prima di andare via.
«Sì, ok» sorrisi.
Mentre mi girai per mettere i libri andai sovrappensiero e una voce mi fece sobbalzare.                   
«Giada?».
Mi girai «Ciao Malik. Che vuoi?» risposi sbuffando.
«Senti so che te lo sto dicendo all’ultimo momento, comunque sei invitata anche tu alla festa».
«Oddio non ci credo! Zayn Malik mi sta invitando alla sua festa! Ora si che la mia vita ha un senso!» esclamai sarcasticamente. «E comunque non so se avrò tempo».
«Sì, vabbè come vuoi» iniziò a dire allontanandosi «Se vuoi divertirti, sempre se sai come si fa vieni».
«Vedrò se avrò tempo» risposi prima che sparisse dietro l’angolo.
 
«Io vado» mi avvisò Harry affacciandosi alla porta con la testa.
Lo guardai dal basso verso l’alto, visto anche la posizione in cui mi trovavo.
«Ok, divertiti» gli sorrisi.
«Attenta, hai già tutto il viso rosso! Perché sei a testa in giù?» chiese entrando in camera.
Subito mi sollevai. «Niente volevo vedere tutto da un’altra prospettiva» gli spiegai.
Lui rise «Certe volte sei buffa».
«Harry vai, altrimenti farai tardi e dopo questa tua frase potresti arrivare tutto spettinato» lo minacciai.
«Okok, vado. Basta che non ti avvicini ai miei meravigliosi ricci» disse scherzando «Fai un salto però dopo, ok?»
«Non ti prometto niente, ora porta le tue chiappe fuori di qui» dissi spingendolo fuori.
Tornai in camera e mi lancia sul letto. Cosa avrei potuto fare? Non avevo intenzione di andare alla festa. In quel momento pensai che le mie due amiche non mi avevano chiamata, vabbè si saranno dimenticate. Meglio per me, visto che io odio parlare al telefono.
Stavo per addormentarmi quando il citofono squillò, così mi alzai e scesi giù.
«Chi è?» chiesi.
«Noi!» esclamarono due voci femminili familiari.
Aprì la porta e mi ritrovai davanti le due. «Che ci fate voi qui?»
«Siamo passate a prenderti!» esclamò Lena entrando dentro casa.
Mi girai verso di lei. «Ho detto che non verrò da nessuna parte» risposi decisa.
«Sì, questo prima che il nostro caro Malik il figo ti invitasse. Quindi ora decidi o vieni di tua spontanea volontà o ti trascineremo noi. A costo di portarti vestita così» mi minacciò la seconda.
“Beh, in effetti che ci facevo a casa da sola?” pensai. «Va ben, ci sto. Datemi il tempo di cambiarmi e arrivo» decisi stare li a pensarci troppo. Corsi su per le scale e aprì l’armadio, presi una minigonna a ruches in jeans e una maglietta nera aderente, con scollo a V e le maniche a pipistrello. “Perfetto” pensai “Ora mancano le scarpe!”. Presi i decolté con plateau e tacco 12 cm nere con gli strass e scesi giù per le scale. Trovai le due ragazze sedute sul divano che mi fissarono.
«Come siamo fighe eh?» disse Daniela.
«Non voglio commenti! Alzate quei culi e andiamo.» risposi uscendo fuori.
Arrivate alla festa subito ci separammo, loro si avvicinarono subito a dei ragazzi per i quali si presero una cotta, io invece decisi di andare alla ricerca degli altri; così presi un bicchiere e andai in giro per la casa. Alcune persone sembravano già fuori, mentre camminai nel corridoio andai quasi a sbattere contro una ragazza barcollante che usciva da una stanza, allora girai per evitare lo scontro ma andai a sbattere contro qualcun altro.
«EHY!» urlò.
«Ma tra tutti dovevo incontrare proprio uno stupido beduino?» domandai.
«Suvvia non fare così Giada! C’è una festa in corso, non rovinarla. Divertiti come stanno facendo tutti!» esclamò Zayn.
Lo guardai storto. «Beduino sei già fuso?»
Lui mi fisso negli occhi facendosi serio. «Cos’è non sai divertiti?» chiese
Alzai il sopracciglio «Cos’è una sfida? Perché se è così l’accetto» risposi sollevando il bicchiere a mo’ di brindisi prima di tracannarlo tutto d’un fiato, quello non sarebbe stato l’ultimo bicchiere.
Zayn mi guardò sorridente e mi fece l’occhiolino.

Bonjour bonjour mon chéri bonjour (?)
Nuovo capitolo! La fortuna di incontrare beduini (?)
Ok, sto dicendo cose senza senso, spero che questo
capitolo sia di vostro gradimento!

Lasciate qualche recensione giusto per farmi sapere che ne pensate.
che altro dire, oggi dovrei pubblicare un altro capitolo di una mia ff,
ovvero
Wonderwall, se volete dategli una lettura. 
A presto, baci :)

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Capitolo 4
*** Vuoto ***


Capitolo 3
Vuoto


Aprii gli occhi, appoggiai subito una mano sul mio volto. La testa mi martellava, anzi, era proprio come se avessi un tamburo in testa; stavo iniziando a formulare dei pensieri sensati e subito sentii qualcosa attorno alla vita, abbassai lo sguardo e vidi un braccio.
Una serie di domande si scatenarono nella mia testa, dov’ero? Chi era quella persona? E soprattutto perché ero in intimo?
Cercai di girarmi piano e…Zayn Malik? Che diavolo ci facevo con Malik?!
Subito mi allontanai da lui «BRUTTO BEDUINO CHE MI HAI FATTO?!» iniziai ad urlare istericamente.
Lui aprì gli occhi «Che hai tanto da urlare? C’è gente che dorme la mattina, sai?» rispose girandosi dall’altra parte e riprendendo a dormire.
Presi il cuscino e glielo tirai sopra «Cosa. Mi. Hai. Fatto.» ripetei.
Zayn girò il viso verso di me «Semmai cosa abbiamo fatto, tesoro» disse facendomi l’occhiolino.
Rimasi pietrificata davanti a quella sua affermazione «Come scusa? Credo di non aver capito» domandai d’un fiato.
«Piccola, cosa non ti è chiaro?»
Oddio, io e Zayn… no, non poteva essere successo sul serio. No, no e no.
«Credo di dover vomitare» lo avvisai mentre corsi in bagno in preda ad un conato.
Dopo essermi liberata cacciando letteralmente l’anima, mi rinfrescai e mi guardai allo specchio, non poteva essere successo davvero, non con Zayn Malik.
Andai in giro per casa alla ricerca del mio abito, che trovai sulle scale, lo raccolsi ed infilai, presi le scarpe, la borsetta e uscii di fretta da quella casa. Il ticchettio dei tacchi risuonava per tutta la strada deserta, prima di aprire la porta di casa sfilai le scarpe in modo da poter camminare senza svegliare nessuno e farmi notare, sperando che non si fossero accorti della mia assenza. Raccattai i primi vestiti che trovai in camera e mi diressi in bagno, aprii l’acqua della doccia fredda, dovevo pensare e ricordarmi ciò che accadde la notte precedente. “Stupida! Questo è perché hai bevuto più del dovuto, stupida!” sgridai me stessa.
Quella mattina decisi che avrei evitato tutti, dal primo all’ultimo; così mi diressi a scuola senza aspettare Harry. Salutai Anne, che nel frattempo si era svegliata e si era diretta in cucina per preparare la colazione, e mi diressi a scuola.
Sfortunatamente non andò come speravo, infatti vidi vicino agli armadietti Liam, Niall e Lena, forse avrei dovuto fingermi malata e non presentarmi a scuola ma ormai mi trovavo li ed ero già stata avvistata, così mi trascinai verso loro.
«Buongiorno Giada!» esclamò il biondino.
«Ciao…» risposi in un sussurro.
«Che hai?» domandò subito Lena.
«Niente, sono solo stanca e ho mal di testa» dissi.
«Beh, dopo tutto quello che hai mandato giù ieri…» intervenne Liam.
Sentì una mano poggiarsi sulla mia spalla «Possiamo dire che si è data abbastanza da fare» commentò il nuovo arrivato.
Mi allontanai subito da lui fulminandolo con lo sguardo. «Stammi lontano, essere» sussurrai in modo che potesse sentirmi solo lui.
Fece un passo indietro sollevando le mani in alto, quanto avrei voluto prenderlo a calci in culo, ma la campana della prima ora richiamò la nostra attenzione.

A pranzo non presi nulla se non solo una bottiglia d’acqua e una mele, così mi avvicinai al tavolo. Mancavo solo io; mi feci coraggio, dopotutto la mattina era andata bene tranne per l’arrivo di Zayn, e mi sedetti tra Harry e Daniela.
Non mi intromisi nelle loro discussioni, ma diedi un primo morso alla mela rifugiandomi tra i miei pensieri e ricordi della serata trascorsa il giorno precedente, passando così la maggior parte del pranzo.
Sobbalzai vedendo una mano passarmi davanti al viso «Ehy?» domandò preoccupato Harry «Che hai?»
«Nulla, nulla. Stavo solo pensando…» risposi.
«A cosa?» chiese curioso.
«Oh, niente di che» scossi la testa sorridendogli.
Zayn si appoggiò con un braccio sul tavolo facendosi più vicino «Stavi pensando alla bella serata di ieri eh?» chiese ammiccando.
«Smettila» sibilai.
«Che c’è tesoro, non ti è piaciuto?» continuò lui.
Sbattei le mani sul tavolo mentre mi sollevai, facendomi più vicino a lui. «Babbuino, porta il tuo grosso culo fuori da qui. Dobbiamo parlare. Ora.»
Mi allontanai dal tavolo seguita da lui, appena fummo fuori e Zayn chiuse la porta mi girai di scatto verso di lui sbraitando. «Sentì io non so che è successo ieri ok? Non me lo ricordo, ho bevuto troppo e a quanto pare solo tu sai. Sai che ti dico? Non mi interessa! Sì, non mi interessa. Tanto in ogni caso tra me e te non succederà mai niente, o nient’altro»
Mi fisso con uno sguardo infuriato, prese il mio viso tra le mani con non curanza e lo avvicino al suo.
Assottigliai lo sguardo «Chiaro?»
Avvicinò le sue labbra alle mie ma riuscii a spingerlo via. «Non proverò mai nulla per te. Mettitelo in testa Malik»
Depose le mani nelle sue tasche continuando a fissarmi «Ne sei così sicura?»
«Al 100%» risposi subito.
Lui sorrise «Io non ne sarei così sicuro se fossi in te. Salvatore.» disse mentre si girò per tornare indietro dagli altri.


E rieccomi qua! Dopo tanto tempo, scusate il ritardo.
Beh che dire, spero che vi piaccia e di poter continuare presto!
Ciao xxx

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Capitolo 5
*** Ricordo! ***


Capitolo 4
Ricordo!

Durante il rientro a casa mi sedetti sul bus vicino alle mie due amiche, mentre i ragazzi andarono via in macchina con Louis. Avevo deciso che non avrei mai più ripensato a ciò che accadde la sera prima con Zayn, fino a quando non uscì fuori nel discorso l’argomento “festa”.

«È stato divertente!» iniziò Lena.
«Sì, soprattutto quando ti sei attaccata a quel ragazzo sconosciuto oltretutto più grande» la riprese Daniela.
«Si chiama Nathan! E poi non sono io quella che si è data alla pazza gioia con gli alcolici!»
«A proposito…» si intromise la mora girandosi verso me «Che fine hai fatto con Zayn?»
La fissai, come faceva a sapere di Zayn?
«Chi? Zayn? Cosa dovrebbe essere successo scusa?» chiesi facendo finta di non sapere nulla. Anche se in realtà non ricordavo che fosse successo, apparte il fatto di essermi svegliata al fianco di lui, a casa sua.
«Ehm… Non ti ricordi?» domandò di rimando.
«No…» confessai.
«Come no?!» urlò Lena «Ma se è stato lui a port…» non le lasciai terminare la frase che le saltai sopra mettendole una mano sulla bocca per farla stare zitta.
«Parla sottovoce!» le dissi allontanando la mano «Ora ripeti piano.»
«Ma se è stato lui a portarti via!» ripeté.
«Quando scusa?»
«Non ti ricordi proprio nulla! Dopo che hai iniziato a bere un bicchiere dietro l’altro, sei… come dire… andata un po’ fuori di testa, diciamo. Hai iniziato a ballare con tutti, sei salita a ballare sul tavolo e ti stavi per togliere il vestito li» mi raccontò Daniela.
Spalancai gli occhi «Come scusa?» domandai con voce stridula.
«Già… E l’avresti anche fatto se non fosse arrivato Zayn! Ci ha detto che avrebbe pensato lui a te. E ora tu non ti ricordi nulla!» riprese Lena.
Rimasi in silenzio fissando fuori dal finestrino, ero arrivata alla fermata davanti casa.
«Sono arrivata, a domani ragazze» le informai avviandomi verso le portiere.
«Ciao, a domani!» mi salutarono.
«E se ti ricordi chiamaci!» urlò la rossa facendomi ridere.
 
Lasciai lo zaino sulla scrivania e mi sdraiai sul letto facendo scorrere i miei pensieri come un fiume in piena.
«Ehm… Non ti ricordi?»
«Semmai cosa abbiamo fatto, tesoro»
«Che fine hai fatto con Zayn?»
«Ma se è stato lui a portarti via!»
Presi un cuscino e lo avvicinai al petto mentre mi rannicchiai.
« Appena ti ha visto li così si è fatto spazio tra la folla, ti ha fermata e portata via.»
Che era successo dopo? Mi ha allontanato dalla festa per farmi evitare certi comportamenti, ma… poi?
Le scale! Doveva essere successo qualcosa li, altrimenti non avrei ritrovato le mie cose là.
In effetti avevo un vago ricordo, chiusi gli occhi e cercai di sforzarmi a ricordare; ed eccoci li.
«Scimmione lasciami stare!» mi lamentai tirando il braccio verso me.
«Perché dovrei? Guardati, sei in condizioni…» lasciò cadere la frase.
Alzai sfrontatamente il viso «Io sto benissimo! E ora te lo dimostro!» affermai togliendomi le scarpe e iniziando a camminare sulle scale, tutto si muoveva e stavo iniziando a vedere tutto di lato così agitai le braccia. Stavo cadendo, ma due mani mi afferrarono per la vita impedendomelo. «Sì, ora che l’hai dimostrato lasciati aiutare»
Feci un passo indietro «Lasciami! Stavo facendo amicizia io» notai il vestito mezzo tolto e lo sfilai via lasciandolo per terra.
«Sì, belle amicizie che fai. Ma che fai così? Vestiti Giada» iniziò a ordinarmi lanciandomi sopra il vestito.
«No» mi lamentai «E non lanciarmi il vestito sopra!» urlai lanciandoglielo in faccia e correndo via.
«Fermaaaa!» urlò inseguendomi e afferrandomi «Credo che dovresti fare un bel pisolino»
«No…»
Mi prese di peso e mi portò in camera poggiandomi sul letto, fece per allontanarsi ma gli presi la mano e nel momento in cui si girò verso di me lo guardai dritto negli occhi.
«Non lasciarmi sola» lo implorai.


Eccomi qua! La febbre mi ha dato ispirazione ahahahah
Lasciate qualche recenzione, voglio sapere se vi piace oppure no!
A presto xxx

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Capitolo 6
*** Non conta nulla. ***


Capitolo 5
Non conta nulla


«Sono a casa!» urlò Harry.
«Sono in camera!» risposi.
«Sei presentabile?» domandò affacciandosi alla porta suscitando le risa degli altri.
«No, sono nuda» scherzai «Chi c’è con te?» domandai camminando più avanti in ginocchio sul letto per vedere bene.
«Noi!» rispose Liam entrando in camera seguito subito dagli altri.
«Cos’è una invasione?» domandai usando un’espressione preoccupata.
«Ahahahah dai, noi andiamo a giocare giù. Tu che fai?» chiese Harry.
«Vi raggiungo tra poco» risposi sorridendo.
Zayn rimase in silenzio per tutto il tempo fissandomi, strano che non avesse fatto battute.
«Ok, ti aspettiamo!» disse Louis iniziando a scendere giù seguito a ruota dagli altri, l’ultimo fu Malik.
«Zayn?»
Lui si girò «Sì?»
«Sei un deficiente» sorrisi.
«Come scusa?»
«D-e-f-i-c-i-e-n-t-e» ripetei più lentamente.
«Che avrei fatto ora?» domandò corrugando la fronte cercando di capire.
«Beh, per esempio mi hai fatto credere di aver fatto qualcosa che in realtà non è successo!» esclamai.
«E che avrei detto? Sentiamo» rispose subito.
«Semmai cosa abbiamo fatto, tesoro» lo scimmiottai imitandolo.
Rilassò la fronte «E quindi? Io non ti ho mica detto che l’abbiamo fatto, poi se tu hai capito male son affari tuoi» affermò sorridendo.
Lo fissai «La prossima volta non lasciare frasi sospese in questo modo. Anzi mi correggo, non ci sarà proprio una prossima volta!»
«Se ne sei così sicura» sospirò.
Scesi dal letto sbraitando avvicinandomi a lui «Senti Malik, io non sono una delle tante e soprattutto non succederà mai nulla!»
«Lo so. L’hai già detto» avvicinò il suo viso al mio.
«Prendimi sul serio quando ti parlo!» esclamai isterica.
Appoggiò le mani sui miei fianchi avvicinandomi a lui e non appena le nostre labbra si sfiorarono disse «Ti sto prendendo sul serio tesoro» posando le labbra definitivamente.
Rimasi ferma, immobile mentre lui muoveva sinuosamente le sue labbra sulle mie. Dovevo fare qualcosa per fermalo subito, così misi le mani sul suo petto e lo spinsi via.
«A me non sembra che tu mi stia prendendo sul serio. Vattene!» urlai spingendolo fuori dalla porta e richiudendomela subito alle mie spalle. Mi appoggiai contro essa e mi lasciai scivolare giù, fino a ritrovarmi seduta per terra “Che diavolo passa in mente a quel demente?!” pensai mettendo le mani sul mio viso.
Dopo un paio di minuti mi alzai e scesi giù dagli altri.
«Eccoti!» esclamò Louis.
«Perché ci hai messo tanto?» chiese Niall intento a giocare con l’x-box.
Passai una mano tra i capelli «Stavo facendo una chiamata» mentii «Ma Harry dov’è?»
«E dillà in cucina con Zayn» rispose Liam sbucando fuori dalla porta.
«Ah, ok. Grazie»
Mi avviai verso la cucina ma quando fui fuori dalla porta decisi che forse sarebbe stato meglio parlare dopo ad Harry. Sì, dopotutto non avevo tutta questa urgenza ed in ogni caso l’avrei scoperto nel giro di poco se Anne fosse partita davvero il giorno o no. Mi girai per tornare indietro ma in quel preciso istante vidi un’ombra alle spalle.
«Giada» sentì pronunciare il mio nome dall’unica persona che avrei preferito evitare di incontrare, dopo l’accaduto di pochi minuti prima.
«Orangotango» dissi acidamente.
Ormai non potevo tornare indietro, entrai in cucina per parlare con Harry ma lui non era li.
«Ma Harry?» domandai a Zayn senza guardarlo.
«E’ in giardino» rispose avvicinandosi minacciosamente mentre presi un bicchiere dalla credenza.
«Bene… Credo che andrò fuori a cercarlo» lo informai allontanandomi dall’altra parte della cucina per evitare ogni tipo di contatto.
 «Che fai? Scappi?» sorrise Zayn appoggiandosi sull’isolotto al centro della stanza.
«Scappare? Io? E da cosa?» mi fermai e lo fissai.
Si sollevò sollevando le spalle «Me, per esempio»
Iniziai a ridere e sollevai un sopracciglio «Scappare da te. Non ha senso ciò che dici Malik, te ne rendi conto almeno?»
«Hai la memoria corta? Ti sei già dimenticata quello che è successo poco fa?» chiese appoggiandosi al mobile.
Subito mi avvicinai a lui puntandogli un dito contro «Quello che è successo non conta nulla, mettitelo in testa. Non puoi avere tutto ciò che vuoi!» esclamai.
Assottigliò lo sguardo facendo dei passi verso di me fino a fammi scontrare con il muro, prese una ciocca dei miei capelli. «Non conta nulla eh?»
Ripresi la ciocca e la sistemai dietro l’orecchio «Quante volte dovrò ripeterlo?»
«Finché non mi convincerai, il che non accadrà mai» disse secco «Te ne accorgerai prima o poi dolcezza» si allontanò da me e uscì lasciandomi li come una cretina.
Sul frigo c’era un biglietto, era quello di Anne… ricordavo bene.
Presi il cellulare e mandai un messaggio a Lena:
Stasera si esce? xx
Meglio cambiare aria, visto che i ragazzi sarebbero rimasti li tutta la serata, anzi nottata, dopotutto con la partenza della madre di Harry, era normale che occupassero casa così.


Altro capitolo! Appena sfornato (?)
Buona lettura, spero vi piaccia.
Bye  x

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Capitolo 7
*** Per fortuna. ***


Capitolo 6
Per fortuna

 

Vibrò il cellulare, subito lo presi, doveva essere Lena che finalmente si degnava di darmi una risposta.
Scusa, ma oggi proprio non posso! C’è una specie di riunione di famiglia e devo essere presente per forza. Mi dispiace, ci sentiamo più tardi xx.
“Non ci voleva, mi tocca stare qui” pensai.
Passeggiai avanti e indietro per la stanza, che potevo fare? Non dovevo uscire e in casa stava quello la. Presi il mio iPod, mi sdraiai chiusi gli occhi e pigiai su play lasciandomi tutto alle spalle ed entrando in un modo solo mio, un mondo in cui non avrei dovuto pensare a nulla e soprattutto non sarei stata disturbata da nessuno. Il tempo scorse velocemente e senza sosta, aprì gli occhi e controllai l’ora. “PORCA PUZZOLA!” si erano fatte già le otto e per cena non era stato ancora organizzato nulla, portai la mano sullo stomaco che in quel preciso istante si lamentò. Era arrivato il momento di scendere, così mi stiracchiai e mi alzai dirigendomi al bagno quando li udì cantare. Subito scesi piano per le scale per non farmi notare e mi sedetti li a pochi gradini e li ascoltai in silenzio, erano davvero bravi, non li avevo mai sentiti cantare ognuno di loro aveva una caratteristica diversa e un tono differente, riuscivano a creare un mix perfetto. Appena finirono battei le mani «Bravi, non immaginavo che sapeste cantare così!» esclamai facendomi notare.
«Grazie!» rispose Liam.
«Beh, ecco non cantiamo spesso quindi è normale che tu non lo sapessi» continuò Harry.
«Dovresti sentirci anche quando suono!» si lamentò Niall.
«Che strumento?» domandai.
«La chitarra, peccato che non l’abbia portata con me!» sbuffò.
Sorrisi «Sai, a questo posso rimediare io. Torno subito».
Corsi su per le scale diretta in camera mia, presi la mia chitarra e tornai giù. La porsi a Niall «Basta che tratti bene la mia bambina» gli feci la linguaccia.
«Allora non siamo gli unici ad aver avuto un piccolo segreto, chi si aspettava che tu suonassi?» disse Louis.
«A ognuno il suo» gli risposi.
Niall si sedette e iniziò a intonare Viva la vida dei Coldplay, cantarono tutti in perfetta sintonia, non me lo sarei mai aspettata che potessero essere così. Li fissavo incantata, quando arrivò il momento di Zayn lo guardai un po’ più del dovuto, la sua voce aveva un non so ché che mi attirava o forse attraeva proprio, cercai di distogliere lo sguardo, forse tra tutti era quello da cui mi aspettavo meno questo.
«Allora ti è piaciuto?» chiese Harry appena finirono.
«Assolutamente sì!» gli sorrisi.
«Io ho una proposta!» si intromise Niall «Ora mangiamo e poi sentiamo Giada suonare!»
«Sì!» esclamarono gli altri.
«Sul mangiare ci sto, ma sulla seconda no! No e no!» mi rifiutai.
«Perché no? Dai! Dopotutto tu ci hai sentiti cantare!» si lamentò il biondo.
«Uffa! Pensiamo a mangiare ora, dopo vedremo».
«Giada, manca solo la tua pizza, come la vuoi?» domandò il riccio
«Peperoni e salsiccia!» risposi senza pensarci due volte.
Harry guardò Zayn e ridacchiò «Quindi due peperoni e salsiccia, che coincidenze» sospirò «Ehhh, la vita».
Lo guardai «Perché chi altro la prende?»
«Io» disse Zayn avvicinandosi «Visto tesoro? Abbiamo anche gli stessi gusti» mi fece l’occhiolino.
Rabbrividì e mi girai dall’altra parte «Malik, non farmi venire già il ribrezzo, voglio almeno mangiare la pizza!» mi lamentai.
«Oh, ma lo sappiamo tutti che ti provoco tutto tranne quello e poi l’ho notato prima che mi hai fissato sai?» sorrise soddisfatto.
«Senti, ho fissato te come tutti, il fatto che hai una bella voce non significa niente rispetto al fastidio e all’irritazione che mi provochi!» chiarì subito.
Fece un passo verso di me, ma subito gli squillò il cellulare, lo prese e guardò il display «Proprio ora?» fece una smorfia «Scusa, tesoro ma è quella con cui me la faccio» mi informò allontanandosi.
Sospirai felice nel vederlo andare, almeno per il momento l’aveva smessa, così ringraziai tra me e me quella ragazza, chiunque essa fosse.

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Capitolo 8
*** Organizzazione. ***


Capitolo 7
Organizzazione.

 

Feci una smorfia «Come fate a definire questa» sollevai lo spicchio «Pizza?!» domandai.
Niall rise.
«Beh, non ne abbiamo mai assaggiata altra. Qua la pizza è così» fece spallucce Liam.
«Se è così… Vi porterò io a mangiare la pizza! Promettetemi che verrete a trovarmi e vedrete!» esclami.
«MAGARI!» urlò Louis «Mi piacerebbe un sacco venire in Italia!»
«Allora ti aspetto» gli sorrisi e sollevai la scatola dell’unica pizza rimasta.
«Che ne facciamo di questa? La conserviamo?» domandai ad Harry.
«Sìsì, lasciala qui sul tavolo. Avrà fame Zayn quando tornerà» replicò lui.
Sollevai un sopracciglio «Tornerà? Perché tornerà qua?».
«Sì, i ragazzi rimarranno qua a farci compagnia. Facciamo sempre così, quando i genitori di qualcuno non ci sono rimaniamo insieme. È una prassi ormai, e come spesso accade Zayn si allontana per suoi “affari”, sai che intendo» finì la frase avviandosi per buttare la spazzatura.
Perché non ci avevo pensato prima? Era una possibilità che non avevo messo in conto, eppure dovevo aspettarmelo da quei ragazzi, erano come dei fratelli.
 
La mattina seguente, quando scesi giù pronta per fare colazione, trovai appunto Zayn sdraiato sul divano. Mi preparai una scodella con cereali, per fortuna Anne si preoccupava per me e mi faceva mantenere le mie abitudini comprandomi ciò che mi piace, mi appoggiai allo stipite della porta fissando Zayn.
«Che guardi?» domandò mantenendo gli occhi chiusi.
«Ma allora sei sveglio!» esclamai «Ho quasi creduto fossi morto, che peccato. Mi hai illusa» feci un viso triste.
Appoggiò il viso sul braccio guardandomi «Ammetti che mi guardavi perché sono irresistibile» disse con tono sensuale.
«In effetti… hai sempre quell’affascinante faccia da culo» risposi rivolgendogli le spalle e avvicinandomi al lavabo della cucina per appoggiare la scodella.
Mi voltai e ritrovai Zayn mentre era intento ad appoggiare sul tavolo il bicchiere dal quale aveva appena bevuto. «Sei così sexy quando fai così» disse.
«Oh sì, dimmelo ancora così riuscirai a farmi tua» risposi con un tono sarcastico «Vado a svegliare gli altri» lo informai passandogli accanto.
«Beduino»  borbottai.
Non feci in tempo a salire le scale che li ritrovai pronti per scendere, uno dietro l’altro nemmeno fosse una sfilata.
«Buongiorno» mi salutarono uno dietro l’altro.
«Buongiorno, ma cos’è una sfilata?» domandai sorridendo.
Loro risero e Harry mi si affiancò dandomi un bacio sulla guancia. «Sorella!» esclamò con sorriso a trentadue denti.
«Che ti serve Harry?» chiesi subito notando una sua prossima richiesta sul viso.
«Ecco, pensavo… siccome saremo tutti qui dopo scuola e tu sei l’unica ragazza potresti invitare le tue amiche! Anche Lou porterà la sua ragazza. Dopotutto sono un po’ anche amiche nostre ormai»
«Allora perché chiedi a me e non direttamente a loro?»
«Perché a te non diranno sicuramente no» intervenne ovvio Liam.
Chiusi gli occhi in due fessure «Non è che a qualcuno di voi piace qualche mia amica, vero?» domandai.
«Diciamo che a quanto sembra non è solo Zayn quello interessato a qualcuna» rispose Louis facendo notare l’entrata di Zayn nel salotto.
«Diciamo che se qualcuno spezzerà a qualcuna il cuore lo picchio» gli avvertì sorridendo.
«Ok, faremo i bravi. Basta che le porti!» disse Liam.
«Così saremo comunque con una ragazza in meno» si lamentò Zayn.
Mi girai verso di lui «Ci sarai anche tu? Giorno libero allo zoo?»
«Ci sarò solo per te» disse passandomi una mano tra i capelli.
«Non mi toccare orangotango. Perché non porti una delle tue “amichette”» dissi.
«Perché quelle servono solo per una cosa, ovviamente. Ma tu non sai cosa voglia dire divertirsi» mi rispose uscendo dalla porta accendendosi una sigaretta.
Guardai l’ora. «Sarà meglio sbrigarsi»  fu Niall a parlare questa volta.
Zayn stava aspettandoli fuori sulla sua moto. Ovviamente nessuno andò con lui in quanto essa è “santa, guai a chi la sfiora!”, così noi altri andammo con la macchina di Louis.
 
Appena ci fermammo agli armadietti vicino a Lena e Daniela Harry mi diede un colpetto.
«Calmo» sussurrai.
In quel momento suonò la campana così fummo costretti a separarci per andare a seguire le lezioni. Quando fu il momento del pranzo arrivai per prima al tavolo, la prima domanda dei ragazzi fu se avessi chiesto alle ragazze di venire. Quando risposi che esse accettarono con piacere loro gioirono e si batterono il cinque. Eravamo tutti li meno uno. Ora che ci pensavo era sparito da stamattina. Poco prima che suonasse di nuovo la campana fece il suo ingresso sistemandosi i vestiti e subito tutti fecero allusioni.
Al posto di salutarlo mi limitai a chiedere «Nuove conquiste Malik?»
«Gelosa?»
«Perché dovrei?»
«Perché in realtà non puoi resistermi» mi fece l’occhiolino, poi rispose alla mia prima domanda «Che vuoi farci? Sono come una calamita per tutte»
Risi a quella sua affermazione. «Sei solo un montato Malik».
Nel frattempo i ragazzi discutevano per conto loro non considerandoci.
«Allora è deciso! Oggi ci divertiremo: Festaaaa!» urlò improvvisamente Louis battendo il cinque a Harry.
«Ma tua madre è d’accordo?» chiesi.
Il mio fratello ospitante sorrise «Ovvio, l’importante è che sia tutto apposto quando lei tornerà e tenendo conto di quanti staremo a casa dopo il tutto sarà perfetta.» disse sicuro di se.
«Festa sia» sorrisi.
 
Dopo scuola andammo direttamente tutti a casa Styles per organizzare tutto e passare anche il pomeriggio insieme. Io e le ragazze preparammo il pranzo mentre gli altri facevano una lista su tutto ciò che ci sarebbe servito per la serata.
«È pronto!!!» urlai mentre iniziai a versare la pasta nei piatti.
Arrivarono tutti subito, scegliendosi i posti e lasciando ovviamente l’unico posto libero vicino a Zayn.
Mi sedetti e iniziammo a pranzare, ovviamente era diverso dal loro modo di cucinare, ciò nonostante piacque molto. Ovviamente io e Zayn battibeccammo tutto il tempo, non poteva essere altrimenti. Una volta ripulito in cucina ci dividemmo i compiti: io, Niall e Louis preparammo le canzoni, Harry e Daniela fecero una lista sul cibo e le bibite, Liam e Lena sistemarono i mobili, spostandoli da una parte all’altra facendo varie prove e cercando di sistemare gli oggetti fragili al sicuro, mentre Zayn andò a recuperare l’impianto per la musica.
Sistemammo tutte le bevande in frigo e il cibo in vari contenitori sul tavolo, mentre i ragazzi collegarono le casse e controllarono il volume.
«Sono le otto, è meglio prepararsi. Potrebbero iniziare ad arrivare tra mezz’ora» affermò Harry.
A quel punto ci dividemmo ragazzi in camera di Harry e ragazze nella mia.
Mentre ci preparavamo sentivamo le risate e le urla dei ragazzi, frugai nell’armadio per decidere cosa mettere ma ero indecisa, quindi rimasi li davanti a fissarlo.
«Non so che mettere!» mi lamentai girandomi verso le ragazze che avevano già optato per due vestiti.
«Facciamo così, scegliamo noi!» esclamò Lena.
Ci pensai un attimo «Non voglio vestiti, quindi è meglio che non faccia decidere a voi» risi.
Alla fine indossai dei pantaloncini corti in jeans scuro, rovistai in tutta la camera in cerca di una maglietta.
«Giada dove sono i trucchi?» domandò Daniela.
«Controlla sul mobile» risposi.
«Non ci sono» mi avvertì.
«Fanculo, sono in bagno allora» esclamai.
Indossai una maglietta blu, legata al collo da un fascio di paillettes con una scollatura lungo tutta la schiena e scarpe con tacco dello stesso colore. Recuperai in fretta i trucchi e finimmo di prepararci. Nel frattempo di sotto la festa stava iniziando.

 


Dopo vent'anni rieccomi qui!
Spero che qualcuno legga e commenti, anche perché
questo è solo l'inizio. xx

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Capitolo 9
*** Al divertimento! ***


Capitolo 8
Al divertimento!

La festa era già vivificata, così non facemmo altro che unirci alla folla. Iniziammo a ballare tra di noi ridendo e scherzando, quando poi Harry riuscì a farsi avanti prese Dani tutta per se. Louis faceva da dj affiancato da una ragazza molto graziosa così lasciai Lena tra la folla in preda ad un ragazzo che tentava di ballare con lei dall’inizio.
«Hey Lou! Non mi presenti?» domandai facendogli una linguaccia.
Lui sorrise e gesticolò «Eleanor, lei è Giada. Giada lei è Eleanor»
«Piacere» sorrise cordiale porgendomi la mano,
«Il piacere è mio» ricambiai il sorriso stringendo la mano «Ho sentito parlare tanto di te, finalmente ti conosco!»
Lei rise «Anche io ho sentito parlare di te. Sei italiana giusto?» domandò
«Sì»
«Allora devi insegnarmi assolutamente a cucinare qualcosa un giorno»
«Quando vuoi» risposi, poi mi rivolsi di nuovo a Louis «Miraccomando non tenerla ferma qui e farla divertire eh»
«Ovvio» disse subito facendomi l’occhiolino.
«Vado a prendermi qualcosa da bere, a più tardi» li salutai.
Volgendomi ritrovai Lena non più con il ragazzo di prima ma con Liam. “Che mi sono persa?” pensai. Avrei saputo di più dopo, ma ora era meglio lasciarli un po’ soli così approfittai della mia sete per prendere qualcosa da bere.
Presi una coca-cola, tolsi i tacchi e mi sedetti sull’isola al centro della cucina per sorseggiarla e osservai la varia gente che passava per li, alcuni erano già sbronzi, altri arrapati come dei dannati, per questo ringraziai la brillante idea che ebbi di chiudere la porta a chiave.
Appena intravidi Zayn entrare dalla porta che da al giardino girai la faccia con la speranza che non mi notasse, ovviamente non fu così.
«Che bocconcino abbiamo qui?» domandò avvicinandosi.
«Malik.» mi limitai a rispondere riprendendo a sorseggiare dalla lattina.
Si appoggiò al mobile di fronte e la fissò «Coca-cola? Dai mi prendi per il culo?»
«Come scusa?» chiese sollevando un sopracciglio.
«L’ultima volta che ti ho visto ad una festa non bevesti di certo una “coca-cola”»
«Ma visto com’era finita preferirei evitare. Sai com’è.» sollevai le spalle.
«E quindi non hai intenzione di divertirti?»
«Ci si può sempre divertire Malik. Non bisogna per forza ubriacarsi» risposi.
«Non intendo arrivare ad ubriacarsi tesoro» iniziò avvicinandosi «Lascia che ti mostri come ci si diverte qui» continuò avvicinandosi troppo arrivando a passarmi una mano tra i capelli sorridendo.
Gli appoggiai subito il piede sul petto allontanandolo «Che fai? Sei troppo vicino Orangotango»
Lui rise «stavo solo ammirando i tuoi capelli. Non li porti mai così» mi fece notare «Mi piace» affermò infine.
«Però nessuno ti ha chiesto un parere»
«Non hai risposto comunque» affermò prendendo il piede tra le mani.
Appoggiai la lattina «Non sono la troietta di turno. Dillà ce ne sono tante che verrebbero con te, vai e scegli»
«Perché pensi così male di me? Non credo esista solo il sesso. Permettimi di farmi conoscere e fai la stessa cosa con te. Sciogli quegli occhi di ghiaccio, abbatti quel muro negli occhi».
In effetti mi hanno sempre detto di avere uno sguardo “bastardo” da stronza, forse non aveva tutti i torti oppure sì? Però che avevo da perdere? Mentre pensavo a tutto ciò lasciò il mio piede, si leggeva chiaramente nel viso che si stava chiedendo per quale motivo fossi senza scarpe.
Così risposi direttamente «Cos’è non si può essere liberi di camminare scalzi per casa propria?» chiesi scendendo da sopra il marmo e le infilai, poi lo fissai incrociando le braccia.
«Allora hai intenzione di rimanere qui fermo così o di mostrarmi come ci si diverte?» sorridendogli forse per la prima volta.
Ricambiò il sorriso e prese subito due birre dal frigo, le aprì e me ne offrì una, appena la presi mi afferrò per la mano e portò nell’altra stanza trascinandomi al centro della pista.
Sollevò il suo bicchiere «Al divertimento!»  esclamò facendolo scontrare contro il mio.
«Al divertimento!» ripetei.
Dopodiché fece un inchino allungando la mano verso di me «Mi concede questo ballo?» domandò.
Risi e feci un piccolo inchino porgendogli la mano «Con molto piacere» risposi.
Lui subito afferrò la mano e mi tirò a sé iniziando a ballare.
Inizialmente rimasi un po’ di ghiaccio per quella vicinanza, lui mi fece girare appoggiandomi le mani sulla vita e il mento sulla spalla «Lasciati andare» sussurrò all’orecchio.
Così annuì e chiusi gli occhi, lui mi afferrò la mano e mi fece fare un giro su me stessa, tornando così alla posizione iniziale. Ci scatenammo così tanto che dovetti togliermi i tacchi per il dolore ai piedi, quando tornai però un ragazzo mi afferrò da dietro e iniziò a ballare strusciandosi sopra di me. Lo spinsi via, ma si riavvicinò.
Vidi una mano appoggiarsi sulla sua spalla «Sta con me» lo avvertì Zayn allontanandolo.
«Grazie» gli urlai all’orecchio per farmi sentire sovrastando la musica.
In quel momento però la musica cessò, feci così la figura della cretina davanti a tutti.
Lui scoppiò a ridere insieme agli altri,  guardò verso la parte del DJ dove per mia sorpresa non si trovava più Louis, ma Liam.
Così partì una canzone lenta, feci finta di niente cercando di sgattaiolare via, ma fui subito fermata. Mi accarezzò le braccia e le portò sulle sue spalle, poi continuò carezzandomi dalle spalle alla vita cingendomi con le sue braccia.
Fu così che mi ritrovai stretta a lui, allora non potei far altri che stringere le braccia intorno al suo collo, dopotutto che altro potevo fare? Ormai gli avevo dato la possibilità di passare la serata con me.
«Perché sei così scontrosa?» domandò all’improvviso.
Sollevai le spalle «Son fatta così, è più forte di me. meglio prevenire che curare no?»
Corrugò la fronte «Curare cosa?»
«Le ferite che possono procurare le persone» sorrisi e guardai da un’altra parte.
La musica cambiò di nuovo ritmo e riprendemmo a ballare sfrenatamente, si avvicinarono anche gli altri, così ne approfittai e ballai con loro allontanandomi un attimo da Zayn.
La festa continuò così tra scherzi e balli fino a notte tarda.
 
«E con questa è l’ultima busta!» disse Harry chiudendo la porta e sollevando le braccia a mo’ di trionfo.
«YEEEEAAAAH» urlammo tutti felici.
«Ora che si fa?» domandò Lena.
«Che vorresti fare rossa?» chiese il biondo.
«OBBLIGO O VERITÀ!»  esclamò Louis.
«Inizio io!» fu Harry il primo «Louis! Obbligo o verità?»
«Verità» rispose senza pensarci due volte.
«È vero che ce l’hai di 5 cm?» domandò il riccio ridendo e guardò Eleanor «Forse dovremo chiedere a lei!»
Tutti iniziarono a ridere mentre la mora gli tirò un cuscino in faccia.
«Falso» rispose Louis che iniziò a guardarsi intorno cercando la sua prossima vittima.
«Giada!» mi indicò «Obbligo o verità?»
«Obbligo» risposi senza pensarci.
«Bacia Zayn» disse guardandomi con aria di sfida «Ma non un semplice bacio, con la lingua.»
Lo fissai «Tu sei fuori» risposi ridendo-
Allargò le braccia «Tu hai scelto obbligo cara»
«Bene» mi alzai e mi diressi verso Zayn. Mi misi in punta di piedi, gli presi il viso avvicinando le mie labbra alle sue e non appena si scontrarono infilai la mia lingua nella sua bocca muovendola sinuosamente contro la sua.
«Uhhhhhhhh» commentarono tutti.
Così gli appoggiai una mano sul petto per allontanarlo e mi diressi di nuovo verso il divano con non curanza sentendomi i suoi occhi puntati addosso.

 


Nuovo capitolo dopo due giorni!
Sincermente voglio continuare con questo ritmo
e spero di riuscirci, ormai devo assolutamente finire questa storia.
Spero vi piaccia e grazie per la lettura! xx

 

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Capitolo 10
*** It's my life. ***


Capitolo 9
It's my life

Mi diressi verso Zayn. Mi misi in punta di piedi, gli presi il viso avvicinando le mie labbra alle sue e non appena si scontrarono infilai la mia lingua nella sua bocca muovendola sinuosamente contro la sua…

«Giada?» sentì una voce chiamarmi, stavo ancora sognando forse? Nel dubbio mi girai dall’altra parte.
Una mano si posò sul mio braccio agitandomi «Giada! Svegliati e che cazzo!».
Aprì gli occhi e saltai subito in piedi. «Che ci fai in camera mia?! Sparisci!» gli tirai un cuscino addosso.
«Ehy ehy, calma! Ti stavo solo svegliando, o non farai in tempo ad arrivare in orario a scuola».
«Come scusa? Che ore sono?» domandai confusa.
«Sono già le otto, sono tutti già usciti. Sono rimasto per darti un passaggio» affermò lui.
«Oh, ma che gentile. A che devo questa piccola attenzione?» domandai civettando.
Posò una mano sulla mia guancia accarezzandola «Bisogna aiutare le belle ragazze in difficoltà» disse cercando di riprendere dal punto in cui fu interrotto la notte prima.
Misi una mano tra il mio viso e il suo per fermarlo «E a quante hai già detto sta stronzata? Beduino, davvero non capisci quando ti prendo per il culo?» lo spinsi fuori dalla porta.
«Ora prendi le tue cose e vai a scuola senza aspettarmi, ciao» chiusi la porta alle mie spalle e mi precipitai a prepararmi. Presi i vestiti e corsi in bagno. Malik non si fece trovare in giro per casa, almeno per una volta mi aveva dato ascolto grazie al cielo.
Corsi giù dalle scale e uscì di casa, trovandomi di nuovo Zayn davanti.
Camminai dritta senza guardarlo «Ancora qui?»
Sentì i passi dietro di me, evidentemente mi stava seguendo.
«Dai Giada, non fare la bambina. Non arriverai mai in tempo se non in moto con me» mi prese per il braccio.
«Pazienza, non arriverò in tempo. È una questione di principio. Con te non ci vengo, mettitelo in testa e vai» tirai indietro il braccio e ripresi per la mia strada.
«Cazzo, Giada!»
«Cazzo, Malik. Vattene o farai tardi» dissi continuando a camminare.
«Farò tardi allora» affermò.
«Fai quello che credi» affermai continuando a camminare.
Sentì il rumore del motore della moto “Finalmente si è deciso” pensai, ma non fece ciò che pensai, infatti sentì la moto avvicinarsi e affiancarmi.
«Malik, perché hai così tanta voglia di perdere il tuo tempo?» domandai senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
«Sai che hai bisogno di me in questo preciso momento, non vorrai mica arrivare in ritardo»
Sbuffai e mi fermai. «Non ho bisogno di te, sei solo uno strumento per poter arrivare in orario.»
Sorrise e mi passò il casco.
Lo presi «Non fiatare» dissi infilandolo e sedendomi dietro di lui.
Prese le mani e se le mise intorno al petto «Ti conviene tenerti» affermò partendo.
Il cuore iniziò a battermi più forte. Subito ripensai a ciò accaduto solo poche ore prima durante e dopo la festa, anche se non ero sicura al cento percento di aver fatto quello che probabilmente era accaduto. Questa volta ero stata io a baciarlo per uno stupido gioco.
Ma che mi era passato per la testa? Pensai nel tragitto, durante il quale non ci rivolgemmo la parola. Appena arrivammo gli restituì il casco e scappai dentro scuola con la paura di poter avere il viso rosso come un peperone.
«Dove scappi?» domandò Zayn affiancandomi.
«Non sto scappando, sto andando al mio armadietto» risposti fermandomi e aprendolo «Come puoi notare» continuai iniziando a rovistare dentro.
Si appoggiò di spalle in quello affianco e guardò le ragazze passare.
Lo guardai «Malik, che ci fai fermo qui invece che andare dietro a quelle che passano?» domandai.
Lui alzò le spalle «Nah, non mi va» spostò il suo sguardo su di me «Vorrei farti una domanda»
«Dimmi»
«Perché eri rossa?» chiese.
«Niente, è lo sbalzo tra freddo e caldo» risposi chiudendo di scatto l’armadietto. «E’ meglio che andiamo in classe ora. A dopo Malik.» dissi.
Mi prese per la mano e mi fece voltare «Come mai ieri mi hai baciato così?» chiese.
Strinsi i libri al petto «Cos’è ti ho messo in imbarazzo? O forse non mi credevi capace Orango»
«Più che altro mi hai colto alla sprovvista» rispose corrugando la fronte.
«Diciamo che tra l’alcool e il “divertiamoci” l’ho finita allegra e mi son fatta trascianare. Tanto era solo un gioco no?» cercai di essere indifferente «Ora posso andare?»
«Ok, vai. Non divertirti troppo senza di me» scherzò lasciandomi il braccio.
«Sìsì certo» risposi girandomi e incamminandomi verso Dani e Lena che passarono in quel momento nel corridoio.
«Allora siamo amici» domandò Zayn in lontananza.
«Forse» risposi senza voltarmi raggiungendo le due ragazze. «Buongiorno!» esclamai affiancandomi al loro.
«Buongiorno, cos’è tutto questo buon umore?» domandò Lena.
«Buon umore?» ripetei corrugando la fronte.
«Non hai visto? Stava vicino a Zayn, dev’essere questo!» esclamò Daniela.
«Assolutamente no!» obbiettai «Sono felice di essermi allontanata semmai».
Le due si guardarono «Sarà» dissero infine mentre ci avvicinavamo alla classe.
 
Vidi Harry sedersi al tavolo con gli altri, stranamente ne mancava uno, chissà chi.
Ci avvicinammo tutte insieme e salutammo, guardai Harry «Potevi aspettarmi stamattina, o venire a svegliarmi tu invece che quel babbuino!» lo aggredì subito.
Sentì qualcuno parlare mettendosi al mio fianco «Intanto quel babbuino ti ha accompagnato in tempo a scuola» mi sentì fissare «Non mi sembra che ti sia dispiaciuto visto come sei diventata rossa» sussurrò in modo da farsi sentire solo da me.
Mi voltai e lo guardai «Era lo sbalzo di temperatura, quante volte dovrò ripeterlo?»
«Vedremo» si limitò a rispondermi intromettendosi nel discorso degli altri sui programmi per la sera.
«Vedremo?» domandai sottovoce girando leggermente la testa verso di lui.
Fece finta di non sentirmi continuando a discutere con gli altri, da momento non parlai più per il resto della mattinata con Zayn.
 
Ovviamente vennero tutti e quattro i ragazzi a casa con noi, però mentre loro stavano giù in salotto io andai in camera per studiare. Raccolsi i capelli in una coda, presi il libro e iniziai a ripetere senza sosta. Dovevo migliorare la lingua, dovevo riuscire a parlare l’inglese senza pensare troppo a ciò che dovevo dire, per questo avevo voluto fare l’anno fuori. Come prova per me stessa, ma soprattutto per migliorare il mio inglese, senza avere distrazioni.
Dopo un’ora e mezza passata così decisi di ascoltare un po’ di musica, così misi la mia playlist in ripetizione casuale a tutto volume. Mi stiracchiai alzandomi e allungai le braccia in alto per poi iniziare a mettere in ordine la camera, quando vidi la spazzola sul comò non riuscì a trattenermi, l’afferrai e iniziai a cantare davanti allo specchio.
 
This ain't a song for the broken-hearted 
No silent prayer for the faith-departed 
I ain't gonna be just a face in the crowd 
You're gonna hear my voice 
When I shout it out loud 



Sciolsi i capelli e iniziai ad agitare la testa continuando a cantare saltando ovunque
 
IT’S MY LIFEEEE
IT’S NOW OR NEVEEER
I AIN’T GONNA LIVE FOREVEEER!

Girai verso la porta e notai Zayn li davanti ridendo. Mi fermai e mi ricomposi.
«Ehm…» riuscì solo a dire dall’imbarazzo.
«Nono, continua pure come se io non ci fossi» disse subito cercando di non ridere.
Gli lancia la spazzola contro «Che ridi? Nessuno è libero di fare ciò che vuole nella propria camera?!» sbraitai.
«Sì, ma dovevi vederti» disse continuando a ridere.
«FUORI DI QUIIIIII!!!» urlai avanzando verso alla porta.
Appoggiò le sue mani sulle mie spalle «Calma Giadina, calma» sospiro accarezzandomi il viso.
Gli spostai la mano e lo spinsi fuori chiudendomi la porta alle spalle.
“Nessuna distrazione” ripetei tra me e me portando una mano all’altezza del cuore.
Era meglio prepararsi per andare dalle altre.


 
Rieccomi qui!
Volevo assolutamente continuare la storia
nonstante i problemi che mi sta dando sto dannato pc!
Spero vi piaccia e niente, a presto xx

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Capitolo 11
*** Protetta. ***


Capitolo 10
Protetta.

Indossai le prime cose che mi capitarono sotto tiro, non mi andava di truccarmi, non che fosse una novità, così guardai l’ora e mi accorsi che ero in anticipo. Sbuffai e mi buttai sul letto e iniziai a dar spazio ai miei pensieri.
Erano dei giorni difficili per me per vari motivi: prima di tutto sentivo la mancanza della mia famiglia e dei miei amici, si stavano anche avvicinando le vacanze natalizie quindi sentivo il tutto il doppio; poi ogni tanto mi trovavo in difficoltà con l’inglese e mi venivano in mente solo parole in italiano… già l’italiano, mi mancava parlarlo sinceramente ma dovevo evitarlo per forza con mio rammarico; infine l’ultimo dei miei problemi aveva pure un nome: Zayn Malik. Che avevo fatto di male per ritrovarmi con quel problema? Io non lo volevo assolutamente, però ultimamente mi ritrovavo a pensarci così senza farci caso.
Dovevo togliermelo dalla testa quello stupido beduino, anche se ciò non era molto semplice, visto che me lo ritrovavo sempre in giro. Sobbalzai all’improvviso quando il cellulare iniziò a vibrare.
«Pronto?»
«Sono io Giada! Stiamo uscendo ora di casa, muoviti anche tu!» disse velocemente Daniela.
«Calmati! Ora esco. A tra poco bella» risposi alzandomi e infilando il telefono nella tasca del jeans.
Scesi giù dalle scale di corsa e afferrai la borsetta.
«Escooo» urlai per avvisare Harry.
Non controllai chi fosse con lui, viste le voci che si sentivano ci dovevano essere i ragazzi e poi non volevo di certo fargli sapere dove mi stavo recando o con chi.
L’indomani infatti aveva il suo primo appuntamento con Daniela, quindi avevamo deciso di andare a fare shopping e consigliarla. L’appuntamento a Piccadilly Circus, davanti all’Angelo della Carità Cristiana, appena arrivai le ritrovai sedute sui gradini. Mi vennero incontro ed iniziammo la nostra ricerca. Daniela aveva un sorriso a trentadue denti, era così felice quel giorno, così buttai la mia tristezza da una parte e vestì le parti da felice amica quale dovevo essere.
Iniziammo la nostra ricerca per tutti i negozi, nonostante non sapevamo cosa cercassimo di preciso, tutto quello che ci poteva sembrare adatto lo prendevamo e glielo facevamo provare. Sì ok, certe volte i capi erano orrendi, ma almeno ci facevamo qualche risata!
«Mi piace un sacco questo!» esclamò l’italiana uscendo fuori dal camerino.
Io e Lena inclinammo contemporaneamente la testa verso destra e la fissammo.
«Mah» iniziò la rossa.
«Non saprei» terminai io.
In realtà la stavamo solo prendendo in giro, stava benissimo vestita in quel modo.
Non appena sentì le nostre parole fece il broncio, istintivamente io e Lena ci guardammo e scoppiammo a ridere.
«Stiamo scherzando stupida! Corri alla cassa e compra!» la esortai.
«Sììì!!!» esclamò lei entusiasta dirigendosi direttamente alla cassa.
«Dani?» la chiamai.
Si girò e mi guardò «Sì?»
«Forse dovresti cambiarti prima» risposi indicando i vestiti che aveva indosso.
Così scoppiammo a ridere tutte insieme.
«Forse hai ragione» disse portandosi una mano in testa e facendomi la linguaccia.
Ricambia la linguaccia «Facciamo così, io vi aspetto fuori, fa troppo caldo qui» le informai alzandomi.
In effetti gli inglesi erano esagerati con il riscaldamento, va bene che fuori si gela ma dentro gli edifici ci si scioglie. Mentre aspettavo Daniela fuori dal negozio vidi Zayn passare nel marciapiede di fronte, così mi girai prima che potesse vedermi. Ma non fui così tanto veloce, poco dopo infatti sentì una mano sulle spalle, mi girai e vidi Zayn con affianco quella.
«Ciao!» salutò per primo.
«Ciao» risposi controvoglia e mi rigirai.
Non so perché nella mia mente la chiami così, forse mi dava fastidio? No, non poteva essere così.
Immersa nei miei pensieri un’altra volta riuscì a sentire in sottofondo la voce di lui mentre parlava con quella. “E ci risiamo!” pensai dopo averla chiamata in quel modo. Sentì Zayn affiancarmi solo.
«Compere?» domandò.
«Già» mi limitai a rispondere.
«Che hai?»
«Oh, niente che ti interessi» mi sporsi di poco per guardare accanto a lui. «Dov’è andata quella li?» domandai. Fanculo a me! mi era scappato a voce alta.
Lui assottigliò gli occhi fissandomi «Quella li?» chiese interrogatorio.
“Merda! Fai che non pensi che…”
«Gelosa Salvatore?» riprese lui.
«Io?» chiesi di rimando. «Di una troietta da quattro soldi? Andiamo Malik, sii realista una volta tanto».
Prese una sigaretta e l’accese rimanendo li accanto a me. «Eppure così si direbbe. Vorresti uscire tu con me, ammettilo sono il centro dei tuoi pensieri» affermò facendo un sorriso malizioso.
“Beccata! E bravo Malik... ma che dico? Maledetto Malik! Sì, ora suona meglio. Decisamente.” pensai soffermandomi ad osservare le sue labbra chiedendomi che gli passasse per la testa.
«Sogna beduino. Non potresti mai entrare nei pensieri te l’ho già detto» mentì.
«Così dici tu» tolse la sigaretta e la guardò «Ma vedrai tesoro, cambierai idea… o forse l’hai già fatto?»
Mi morsi il labbro e vidi Daniela dentro il negozio che afferrava la busta e si dirigeva fuori, così mi girai verso di lui.
«Contaci. Anzi sai che ti dico? Sei solo un beduino, montato, narcisista e fastidioso! Ora se permetti, me ne vado» conclusi fingendo un sorriso.
«A presto tesoro» rispose lui.
Ma feci finta di non sentirlo continuando a camminare.
«Ora si va a prepararsi!» iniziò Daniela battendo le mani felice.
«Ma dimmi tu se questa doveva perdere la testa per mio “fratello”» finsi di lamentarmi girandomi a guardare Lena mentre digitava qualcosa velocemente al cellulare.
«E tu a chi scrivi ehhhh? Lena, cara nostra Lena, parla!»
«Ecco… rispondo a Liam» confessò imbarazzata.
«OH BENE!» urlai in mezzo alla folla «LE HO PERSE ENTRAMBE! SIGNORE PERCHÉ?!»
«Abbassa la voce e non fare la melodrammatica!» mi zittì la mora portandomi una mano alla bocca.
«Ok, basta che mi mandi una foto appena sei pronta e che mi faccia sapere tutto quello che succederà!» contrattai porgendole la mano.
Lei rise e l’afferrò «Ci puoi contare!»
«Ora vado a vedere che combina quel riccio» le informai girando a destra mentre le facevo la mano per salutarle.
 
Camminando per tornare a casa sentivo dei passi dietro di me, diciamocelo ho sempre avuto paura che mi potessero seguire mentre stavo sola, così accelerai il passo. Ma la sensazione non cambiò. Dopo poco quando la gente si faceva sempre meno in quelle vie sentì pure fischiare alle mie spalle.
«Bocconcino dove vai tutta sola?» disse la persona alle mie spalle continuando a seguirmi.
L’ansia si impossessò di me, feci finta di non sentirlo e continuai a passo spedito verso la strada di casa. “Fa che incontri qualcuno. Fa che incontri qualcuno” continuai a ripetermi nella mia testa sperando.
La via sembrava infinita, più camminavo più sembrava lontana la fine. Ma perché non passava nessuno?
Accelerai il passo, ma lui fece lo stesso.
«E dai aspettami! Voglio solo divertirmi con te!» riprese a dire.
Ormai ero nel panico più totale.
«Vattene!» urlai senza voltarmi.
«Dai farò velocemente, te lo prometto» rispose sghignazzando.
In quel momento avrei tanto voluto che fosse un incubo, così mi sarei svegliata e sarebbe finita li. Invece no, sono nella realtà e maledetta me che avevo preso quella strada! Chissà che sarebbe successo se avessi detto a Zayn di uscire e non l'avessi lasciato per tornare dalle altre. Zayn, quanto rimpiangevo la sua compagnia in quel momento. I miei pensieri furono interrotti quando una mano mi afferrò il braccio obbligandomi a fermarmi.
«Presa» disse con voce roca passandomi una mano sulla mia guancia.
Gli diedi subito un colpo per allontanarla, ma lui strinse la presa al braccio costringendomi a guardarlo: il ragazzo in questione sembrava quasi un barbone, jeans rotti, maglietta sporca e barba lunga, dall'atteggiamento e dall'odore che emanava non ci misi molto a capire che fosse ubriaco. Dovevo cercare di scappare subito, così i miei occhi saettarono dalla figura del ragazzo alla fine della strada per due volte, non mancava molto, dovevo solo muovermi.
«LASCIAMI» urlai dandogli colpi contro e spingendolo via.
Lui indietreggiò e io iniziai la mia corsa urlando chiedendo aiuto con tutta l'aria che disponevano i miei polmoni.
«Torna qua!» continuava a urlare lui.
In quell'istante una persona apparve in fondo alla strada, doveva aver sentito ciò che stava accadendo, più mi avvicinavo più mi sembrava famigliare, lo riconobbi.
«Troietta tanto non mi sfuggirai!» urlò quell'essere.
«Zayn!» esclamai nel pieno panico fermandomi davanti a lui.
Fissò i miei occhi terrorizzati ed io non potei non notare che i suoi erano indecifrabili.
«Stai qui» mi ordinò serrando la mascella, superandomi e andando verso quello.
«Come hai osato chiamarla?! Che le hai fatto bastardo?!» iniziò Zayn dandogli un pugno in piena faccia facendolo accasciare a terra.
«Rispondi!» continuò dandogli calci.
Poi si abbassò verso di lui «Non provarci mai più lurido bastardo» esclamò infine Zayn lasciandolo li a terra tornando verso me,mi guardò un'altra volta negli occhi, questa volta li trovò lucidi, stavo per scoppiare in lacrime. Mi mise un braccio intorno alle spalle e mi sussurrò all’orecchio «Tranquilla, ci sono io ora. Non avere paura»
In quel momento la paura sparì mi sentivo come se fossi a casa… protetta, così mi feci più vicina a lui. Mi portò fino alla sua moto e mi diede il casco, salimmo e andammo via da li.
 
«Eccomi» informai Harry varcando la porta di casa seguita da Zayn.
«Finalmente! Devi darmi un tuo parere» esclamò entrando nel soggiorno.
«Stai benissimo! Daniela sarà felicissima!» finsi entusiasmo per non preoccuparlo.
«Beh, lo spero! Ora è meglio che vada, o faccio tardi» ci informò battendo il pugno a Zayne dandomi un bacio sulla fronte uscendo poi di casa.
Buttai la borsa sul divano e mi girai verso Zayn che non smetteva di fissarmi.
«Tutto bene?» chiese.
Io annuì.
«Allora io vado» sembrava più una domanda che un’affermazione.
Guardai per terra «Zayn, non è che rimarresti con me?» domandai imbarazzata e probabilmente rossa in viso.
Lui sorrise e si avvicinò a me «Ci penso io a te» si limitò a dire accogliendomi tra le sue braccia.
Ricambiai l'abbraccio stringendolo e qualche lacrima scese giù bagnando la maglietta del moro, che iniziò a carezzarmi la schiena.
«Shhhh, va tutto bene» disse sottovoce.
Sollevai il viso e lo guardai «Ti ho bagnato la maglietta, scusa...»
«Macchè non è nulla, perché non riposi un po'? Tanto ci sono io a casa» domandò accennando un sorriso.
Annuì e mi voltai verso le scale, ma ci ripensai, gli presi la mano e lo portai in camera con me. Mi sdraiai tra le sue braccia con il viso sul suo petto rimanendo in silenzio.
«Zayn?» domandai.
«Sì?»
«Grazie per esserci»
«Non devi ringraziare, ci sarò sempre per te. Ora riposa» ordinò con un tono dolce, fraterno ed io obbedì.
Passai dal non volerlo nemmeno vedere al passare tutta la sera con lui per di più abbracciata.
Eh no, non era il modo migliore per non avere distrazioni ma sinceramente poco me ne importava al momento, si stava così bene tra le braccia di Malik, ero protetta.

 


Ciao! Sì questo capitolo l'avevo già scritto, ma non mi convinceva
così l'ho ripreso e ora eccolo qua. Grazie per aver letto xx

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Capitolo 12
*** Cambiamento. ***


Capitolo 11
Cambiamento.


Finalmente potevo affermare con sicurezza di stare bene. Londra stava diventando la mia seconda casa, stava entrando sempre di più nel mio cuore, certo mi ha sempre affascinato come a tutti, ma non mi ero mai sentita così bene in un altro paese. Stavo bene con tutti, persino con Malik. Nonostante tutte le divergenze iniziali ora passavamo gran parte del tempo insieme, ovviamente non mancavano le nostre discussioni altrimenti non saremo più noi due. Lo osservai mentre appoggiava sul tavolo la busta Starbucks.

«Cos'è? Cos'è? Cos'è?» domandai curiosa.
Lui sorrise e l'aprì togliendo fuori un muffin al cioccolato. Mi si illuminarono gli occhi alla sola vista e ebbi subito l'acquolina in bocca.
«Questo» iniziò a dire muovendo il muffin «non è per te!» concluse fingendo di dargli un morso.
Subito frignai e feci il musino incrociando le braccia sotto il seno.
«Sei cattivo!» esclamai uscendo fuori dalla cucina fingendomi arrabbiata.
Il moro mi afferrò da dietro bloccandomi e mise il muffin davanti ai miei occhi, senza pensarci due volte lo addentai.
«Mio!» urlai strappandolo dalle mani di lui fuggendo via.
«Sei peggio di una bambina quando si parla di dolci!»
Tornai indietro e gli feci la linguaccia. «Tu sei un coglione quando si parla di altro invece, quindi sai che dico? Meglio sembrare una bambina» risposi a tono dando un altro morso, appena la mia bocca fu invasa dal cioccolato sciolto sospirai godendo.
Zayn sollevò il sopracciglio «Nemmeno stessi facendo sesso» fu il suo commento.
«Non esagerare orango, per quello ci sei già tu che fai abbastanza per entrambi, no?» risposi.
«Se vuoi provare sono sempre disponibile» mi informò delineando un sorriso malizioso sulle labbra.
«Sempre il solito coglione, vedi?» chiesi retorica lanciandogli il cuscino in faccia.
«Chi è coglione?» domandò Harry facendo la sua entrata mano per la mano con Daniela.
Il moro si indicò prima che riuscissi ad aprire bocca io, generando la risata del riccio.
«Ohhhhh la nostra cara coppietta ha deciso di farci compagnia!» mi limitai a commentare.
Ormai erano diventati inseparabili quei due, sapevamo che sarebbe finita così tra loro, si capiva chiaramente già dall'inizio che sarebbero stati così già dal primo incontro, ma in fin dei conti erano adorabili insieme, avevano tante premure l'uno per l'altro. Insomma erano la coppia ideale.
«Finiscila sorella, sappiamo benissimo che toccherà anche a te prima o poi» rispose Harry.
«Suvvia Harry, non essere così scontato. Sai che potrebbe anche non essere così, i ragazzi di oggi sono tutti uguali» iniziai ma venni interrotta.
«Non dire così Giada!» esclamò Daniela.
«Che scarsa considerazione che hai del genere maschile» commentò Zayn appoggiando una sigaretta tra le labbra.
«Eh beh, vedi un po' tu. La maggior parte puttanieri, stronzi e coglioni. Dove sono finiti i ragazzi seri? Hanno ragione a dire che la cavalleria è morta. E per favore fuma fuori casa» conclusi fissandolo.
Rise e si alzò «Troverai qualcuno che ti farà cambiare idea»
«Oh magari hai già trovato quel qualcuno, solamente deve farsi avanti e convincerti» commentò Harry schioccando la lingua tra i denti. Immediatamente lui e lei fissarono il babbuino che si allontanava verso il giardino scuotendo la testa ed io li fulminai con lo sguardo.
Dani diede un colpo al braccio di Harry sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
«Ah già! Noi andiamo, ricordatevi l'appuntamento stasera al pub! A dopo!» salutò lui spingendo la ragazza fuori per muoversi.
Mi guardai attorno, sola bene! Per fortuna il telecomando sul divano mi era sempre fedele. Così accesi la tv e guardai i programmi in tv, su MTV facevano “Sedici anni e incinta”.
«MALIIIIIIIIIIIIIIIIK QUESTO POTREBBE SERVIRTI!» urlai ridendo.
Curioso di capire ciò che intendevo tornò per controllare.
«Simpatica stronzetta» disse sdraiandosi dall'altra parte del divano.
Cambiai canale.
«NON CI CREDO! DOCTOR WHO!» ripresi a urlare battendo le mani e i piedi sul divano.
Zayn mi fissò e rise «Io dormo va, svegliami tra un'oretta» 
Detto fatto. Non fece in tempo a finire quelle parole che subito crollò nel mondo dei sogni. Ed io rimasi li come una cretina a fissarlo e subito i miei pensieri vagarono nel tempo.

 

 

Dormire lì accanto a lui che mi teneva stretta era rassicurante. Da una parte avrei voluto che non finisse mai quel momento, ma ovviamente così non fu.
Appena mi svegliai lo fissai. Chissà che pensava il giorno prima quando la ritrovò in quella strada, sola ed impaurita, nel momento del bisogno era apparso come se fosse destino che lui dovesse trovarsi in quel momento. Continuai a fissarlo, sembrava così innocente, un angelo. Ma tutti sappiamo che la verità non era quella. Normalmente infatti potrebbe essere scambiato più per un diavolo che un angelo.
Aprì gli occhi e mi trovò li davanti a lui, ero pronta a qualsiasi sua battuta di pessimo gusto, ma così non fu, si limitò a sorridermi.
«Ehm... buongiorno» dissi sottovoce imbarazzata. Probabilmente ero diventata di chissà quale tonalità di rosso in viso.
«Buongiorno» sussurrò Zayn passandomi una mano fra i capelli, mi baciò la fronte per poi alzarsi.
Rimasi li immobile a fissare la sua figura che sparì dietro la porta e buttai la testa indietro sul cuscino.
Cazzo. Harry!” pensai catapultandomi fuori dalla stanza, chissà che avrebbe pensato nel vedere il suo amico uscire dalla mia camera. Conoscendolo si può benissimo immaginare di che tipo potesse essere il suo pensiero nel caso.
Corsi giù per le scale. In soggiorno non c'era nessuno, allora avanzai verso cucina ed entrai. Notai subito qualcosa di diverso, sul tavolo c'erano due scodelle con latte, cereali ed un bricco di succo, vicino al lavabo, in piedi, c'era il moro intento a fare non so cosa.
«Che fai Malik?» chiesi affiancandolo.
Lo feci sobbalzare «Ti preparo la colazione, non vedi?» disse ovvio indicando il tutto.
«Noto» risposi sorridendo «Sai nessuno l'ha mai fatto» lo informai andando a sedermi.
«Beh, in realtà questa è la prima volta che lo faccio. Volevo portartela in camera, ma eccoti qua» confessò.
«Certo! Ti immagini che avrebbe pensato Harry trovandoti qui così?»
«Cos'è Harry?» domandò il riccio facendo il suo ingresso in cucina.
«Pensavamo non ti volessi alzare» rispose subito Zayn.
«Invece eccomi qui!» esclamò prendendo il succo di frutta.
Poi tornò a guardare Zayn «Ma tu che ci fai già qui?»
Sollevò le spalle «Non ti ricordi che ieri mi hai detto di passare oggi, così andavamo a scuola insieme e potevi aggiornarmi sui fatti accaduti ieri?» si affrettò a dire.
«Oh, giusto. Mi preparo e arrivo» ci informo andando via.
Zayn mi guardò mettendomi in soggezione, mi affrettai a mangiare tutto sentendo il mio stomaco lamentarsi e mi alzai.
«Sarà meglio che mi prepari anche io» lo informai avviandomi alla porta, ma mi fermai e lo fissai «Grazie Malik»
«Sai, mi potrei abituare ai tuoi ringraziamenti» affermò soddisfatto.
«Vaffanculo stronzo»
Rise «Sembra dolce il mio tesoro, comunque grazie a te»
«Per cosa?» domandai confusa.
«Non so cucinare e per fortuna non ce n'è bisogno per prepararti la colazione» confessò estraendo una sigaretta dal pacchetto.
«Magari un giorno ti insegno io» proposi.
«Magari. Muoviti o faremo tardi» mi avvertì sorridendo.
Ricambiai e corsi su a prepararmi per la scuola. Quella fu la prima volta che pensai che qualcosa stava cambiando.



 

Eravamo tutti li, pronti a decidersi il da farsi per Capodanno. Buffo come possa sembrare lunga l'attesa delle vacanze e poi 'puff' ti ritrovi proprio alla fine di queste.
«5 birre, 2 mojito e una tequila liscia» ordinò Louis mentre noi prendevamo posto al tavolo.
Ovviamente la tequila era per me. L'unica a prendere qualcosa di diverso dagli altri, strano no? Senza che me ne rendessi conto mi ritrovai posta tra il moro e il biondo.
«Tequila eh?» chiese il primo.
Feci spallucce «Che ci posso fare io se mi piace?»
Mi cinse le spalle con braccio sotto gli occhi degli altri come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma ormai si stavano abituando al nostro rapporto di amore-odio.
«Guardali come si comportano da innamorati» commentò Louis indicandoci.
«Smettila di dire stronzate Tommo» disse Zayn.
«Piccioncini» continuò facendo uno sguardo languido.
Lo guardammo entrambi male.
«Accontentatemi dai!» ci pregò.
«Sei esasperante, abbiamo detto no» posi fine così alla discussione «Parliamo di fatti seri, che si fa?»
«Festa, ovvio» esclamò Harry.
«Grazie Harry, molto utile» intervenne Niall.
«Il punto è dove possiamo?» domandò Liam facendo riflettere tutti.
«A casa vostra?» chiese Lena guardando prima me e poi Harry.
«No, c'è mia madre» rispose il riccio.
E il silenzio calò su di noi, fin quando Louis batté la mano sul tavolo.
«Io lo so!» esclamò.
«Dove?» chiedemmo tutti quasi in coro.
«Casa in montagna dei miei. Loro staranno qui quest'anno, me la lasceranno tranquillamente» ci informò.
«Perfetto!» dissi.
«Ora passiamo al cibo» iniziò Niall.
«E dai Niall, è ovvio che ci sarà» lo riprese Liam portandosi una mano sul viso.
«Io chiamo i miei, così possiamo già organizzarci» disse Louis allontanandosi da noi.
«Quindi, quanti saremo?» chiese la rossa.
«Noi, Eleanor e Hanna» rispose Zayn lanciando un'occhiata verso Niall.
«Hanna?» domandai confusa quanto le altre due ragazze. Ormai pensavamo di conoscere tutti ed ecco qui che spunta fuori un'altra.
«Perché non chiedi direttamente all'interessato. Vero Niall?» rispose il babbuino mettendo in ballo il tinto.
«Nessuno, è solo un'amica» si limitò a dire leggermente rosso in viso.
Li capimmo, non ci voleva un genio per capire che a Niall piaceva questa ragazza. Così annuì e bevvi il mio bicchiere di tequila.
«La casa è nostra!» esclamò Louis esultando tornando tra noi.
A quel punto organizzammo quando e come partire e parlammo del più e del meno. Tra una risata e un'altra vidi una ragazza che non faceva altro che fissare Zayn e mangiarselo con gli occhi, così facendo finta di nulla mi appoggiai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia. La ragazza mi fulminò con lo sguardo e si incamminò verso di noi.
«Attenzione: troietta ore due che si avvicina pericolosamente verso di noi. Sarà sicuramente amica tua» dissi sottovoce facendo un cenno a Zayn.
Tutti la fissarono e risero sotto i baffi, beh in fondo faceva al quanto ridere.
«Ciao Zayn» lo salutò l'ochetta.
«Ciao» ricambiò lui.
«Non mi hai più chiamata» iniziò «possiamo parlare?»
«Sì, sono stato occupato. Ora non posso non vedi che sono in compagnia?» rispose freddo.
«Lo vedo da come questa qui» mi indicò «ti sta avvinghiata!»
«Gelosia...» commentò piano Louis per non farsi sentire ridacchiando.
«Questa qui ha un nome, cara. Non sono avvinghiata a lui e anche se fosse, non trovo come la cosa ti possa riguardare. Non mi sembra che tu sia la sua ragazza» ribattei subito.
«Troia!» mi urlò contro.
«Come scusa? Ma ti sei vista? A me sembrerebbe che qui la troia sia tu e dal tuo comportamento non stai facendo una bella figura sai? Io al tuo posto me ne andrei per non fare altre brutte figure ed eviterei di aggredire le persone che non conosco» risposi a tono. 
Lei gettò un altro urlo e se ne andò.
«Babbuino, solo tu conosci certa gente. Come fai?» domandai fingendomi scandalizzata.
«Basta girare e fare nuove conoscenze» disse lui tranquillo.
Vidi Louis sollevare la mano furtivamente dietro di noi, ma non feci in tempo a vedere
«Ragazzi sollevate lo sguardo» disse già ridendo Liam seguito da tutti.
Feci come disse e non potevo crederci.
«Ti uccido Tomlinson» sputai tra i denti aumentando la risata degli altri.
«Che ci posso fare? Sai che succede quando c'è il vischio» si giustificò lui.
Non feci in tempo a ribattere che Zayn mi prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo facendo sfiorare le nostre labbra «Non puoi rifiutarti» soffiò sulle labbra prima di farle incontrare definitivamente. Non mi apposi e ricambiai tranquillamente il bacio, stranamente mi sentivo a mio agio in quel momento, come se fosse la cosa più normale al mondo.
«Coglioni» borbottai unendomi poi alla loro risata.
E quello fu il momento in cui capì che qualcosa non stava cambiando ma forse era già cambiato, non ci saremmo più odiati.




 

Ciao un'altra volta da me!
Ecco un capitolo appena sfornato,
spero vi sia piaciuto, a presto xxx

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Capitolo 13
*** Confusione. ***


Capitolo 12
Confusione


«E questa è l'ultima valigia!» esclamai impilandola sopra le altre nel cofano.
«Dai muoviti a salire» si lamentò Zayn.
«Ti calmi?» gli domandai «Devo controllare se ho preso tutto» dissi in fretta rientrando in casa.
Ripercorsi la strada fatta dove prima si trovavano i bagagli. “Perfetto” pensai constatando di non aver dimenticato nulla.
«Anne, io vado» la informai raggiungendola in cucina.
«Va bene tesoro, puoi dare questo ad Harry? L'ha lasciato qui, mi chiedo dove abbia la testa a volte quel ragazzo» disse portandosi la mano sulla fronte e porgendomi una borsa.
«Certo» risposi ridendo per la sua affermazione.
«Beh, buon viaggio» mi augurò baciandomi sulle guance.
«Grazie mille, ora corro fuori oppure Malik mi ucciderà» la informai dirigendomi fuori.
Mi lancia dentro la vettura.
«Sìsì, lo so. Siamo in ritardo, ora parti» dissi velocemente.
«Meno male che lo ammetti» sbuffò infastidito.
Accesi la radio per controllare le canzoni passavano.
«Pensavo che non avrei mai conosciuto una tua macchina. Anzi, pensavo non ne avessi nemmeno una» lo informai.
«Come vedi invece ti sbagliavi ed ora ci sei proprio dentro» rispose.
Iniziai a picchiettare la mano sulla gamba senza rendermene conto.
«Uhhhh questa canzone mi entra in testa ogni volta!» esclamai aumentando il volume.
«I don't care! I love it! I don't care!» canticchiai facendo ridere il moro.
«Che ridi?»
«Nulla» rispose cercando di trattenersi.
Lasciai perdere. «Se ci pensi però non ha un vero significato questa canzone. È senza senso alla fine»
«Già» commentò lui.
Ok, constatai che non aveva molta voglia di parlare così mi appoggiai al sedile e mi appisolai.


Qualcosa mi stava scuotendo. Due mani forse?
«Giada siamo arrivati» sussurrava, ma io non ero intenzionata a muovermi.
«Muoviti o ti butto sulla neve» mi minacciò.
Non risposi.
«Oppure» continuò «Posso sempre baciarti»
Nel sentire quelle parole mi alzai subito, preferivo evitare al momento situazioni di quel tipo e poi eravamo solo amici, no?
«Non pensarci minimamente, brutto beduino!» dissi avanzando a grandi passi verso la casa con la borsa per il riccio e una valigia.
Il luogo era davvero bellissimo. Attorno neve, neve e l'ho detto neve? Sì, c'erano anche degli alberi, ma erano pur sempre ricoperti di neve alla fine!
Qualcuno aprì la porta, una bionda mai vista. Doveva essere sicuramente Hanna. Così la squadrai da testa a piedi. Era molto carina capelli chiari all'altezza delle spalle mossi, occhi chiari, magra e alta.
«Piacere, Giada» salutai subito porgendo la mano.
«Hanna, piacere mio» si affrettò a dire sorridendo, lasciandomi lo spazio per poter entrare.
«Babbuino muoviti!» urlai fuori dalla porta prima di addentrarmi.
Misi le valigie insieme alle altre e lanciai la borsa ad Harry appena lo vidi.
«Ringrazia tua madre, scemo»
«Anche io ti voglio bene» rispose.
Mi guardai attorno, si stava bene li dentro. Il camino era già acceso, infatti c'era un bel calduccio in tutta la casa, davanti ad esso era presente un enorme divano. Era ben arredata ed erano presenti abbastanza quadri e foto della famiglia Tomlinson; la casa era a dieci minuti di macchina dalla piccola cittadina.
Sentì delle voci, così mi girai.
«Eccola lì la traditrice! Mi hai lasciato portare tutto solo!» si lamentò Zayn.
«Ehy, sei tu il ragazzo mica io!» ribattei, poi notai Liam che stava portando le ultime nostre valigie «E poi ti ha aiutato cucchiaino, che vuoi di più?» chiamai Liam in quel modo per sfotterlo un po', vista la sua “paura” per i cucchiai.
«Eccoci tutti qui!» esclamò Louis con il suo solito timbro di voce da cretino. Ovviamente inteso in senso buono.
«Eleanor!» le corsi incontro per salutarla. Ci abbracciammo.
«Perché non ci sistemiamo nelle camera prima di tutto?» chiese Niall.
«Già, quante sono?» chiese Lena.
«Una matrimoniali e quattro doppie» ci informò Louis.
«Quindi come ci dividiamo?» domandò Hanna.
«La matrimoniale ovviamente la prende Lou» disse ovvio Harry.
«Con Eleanor» aggiunse Louis tirando la ragazza a sé.
«Scriviamo i nomi su questi pezzi di carta e vediamo che esce» propose Niall.
Tutti prendemmo i foglietti e scrivemmo i nomi, ovviamente dividemmo ragazzi e ragazze.
Daniela estrasse il mio nome, questo voleva dire che potevamo parlare tranquillamente in italiano nella nostra stanza, finalmente! Quindi Hanna andò in camera con Lena, del gruppo forse era quella con meno problemi nel stringere nuove amicizie.
Poi toccò ai ragazzi: Liam e Zayn finirono in camera insieme, ergo Harry con Niall.
Salendo le scale la prima stanza era quella di Niall e Harry, più in là la matrimoniale, quella delle ragazze e davanti alla nostra quella del beduino e il cucchiaino. La camera manteneva lo stesso stile del resto della casa, i mobili erano quasi tutti in legno, nella nostra camera c'era un balcone abbastanza grande con tanto di sedie.
Sistemammo subito tutti i nostri effetti personali e ci radunammo davanti al caldo camino.
Zayn mi fece spazio accanto a lui, come sempre ormai, allora mi accomodai.
«Che vogliamo fare oggi?» domandò Lena.
«Secondo me dovremmo rimanere qui, tanto domani passeremo la serata fuori» feci notare.
«Già, hai ragione» affermò Daniela.
«Allora che si fa?» chiese Niall.
«Cantiamo canzoni natalizie!» propose Harry.
Niall corse subito a prendere la sua chitarra. Nel frattempo Liam attaccò con una delle canzoni più famose.

«I don't want a lot for Christmas
There's just one thing I need» iniziò lui.

«Baram baram» si intromise Louis ridacchiando.
«I don't care about presents
Underneath the Christmas tree» riprese Liam.
«I just want you for my own
More than you could ever know» continuò Zayn.
«Make my wish come true...
All I want for Christmas
Is youuu» terminarono cantando tutti insieme.
“Essì, hanno proprio una voce stupenda” pensai. Mi rivenne in mente la prima volta che li sentì cantare, quando ancora non li conoscevo molto bene. Mi ricordavo ciò che provai sentendo la voce di Zayn, anche perché era sempre la stessa. “Che bello sarebbe addormentarsi tra le due braccia mentre canta” pensai guardandolo, forse un po' troppo visto che se ne accorse. Feci finta di nulla e mi girai verso Niall che iniziò a suonare. Tutti cantammo insieme divertendoci ed iniziammo anche a farci delle foto per immortalare i momenti.
Quando lasciammo il divano fu per correre fuori a giocare con la neve.
«Voglio un pupazzo di neve!» esclamai iniziando a fare una palla con la neve, anche se sembrava più un uovo che una palla.
«Certo che se continuai così non credo ti uscirà» commentò Zayn ridendo.
«Non ridere!» urlai guardandolo male.
Nonostante la mia frase lui aumentò la sua risata. Così senza pensarci due volte gli lanciai una palla di neve in piena faccia.
«Ahahahahah ora chi è che ride beduino eh?» dissi appoggiando le mani sulla vita.
«Brutta stronzetta, questa me la paghi!» mi informò lui iniziando a seguirmi.
Corsi via ridendo, ma lui mi afferrò facendomi cadere sulla morbida e fredda neve sedendosi sopra di me.
«Sei una cattiva bambina!» mi sgridò guardandomi dritto negli occhi.
Cercai di muovermi per scappare, ma non ebbi nessun risultato visto che il suo peso mi bloccava del tutto. Dovevo escogitare qualcosa e subito.
Così gli carezzai il viso e lo guardai più intensamente avvicinando il mio viso al suo, subito acconsentì al mio gesto abbassando la guardia, così afferrai la neve e gliela tirai sui capelli riprendendo a ridere e strisciando via. Lui scosse la testa e mi afferrò per la gambe impedendomi di poter andare via.
Mi bloccò le mani contro la neve e assottigliò lo sguardo.
«L'hai voluto tu» affermò poggiando le sue labbra sulle mie.
Questa cosa stava accadendo un po' troppo spesso, così lo spinsi e rientrai dentro.
La notte, quando dovemmo andare a dormire, io e Daniela iniziammo a parlare in italiano così se qualcuno avesse origliato non avrebbe capito nulla.
«Cosa pensi di Hanna?» le chiesi.
«Sembra una brava ragazza, ma ancora non ho un'opinione... Vedremo questi giorni come si comporterà» rispose.
«E con Harry come va?»
Lei arrossì «Tutto bene...»
La fissai «Parla.»
«Ecco...» iniziò titubante «Vorremmo fare... Ohhh capiscimi!»
«ODDIO!» urlai «Quando?»
«Non sappiamo, uno di questi giorni» ammise.
«Sai che vorrò sapere tutto, vero?»
«Sìsì, ma ora passiamo ad altro. Tu e Zayn?» chiese lei questa volta.
«Cosa? Siamo amici» risposi.
Sollevò un sopracciglio scettica «Amici?»
«Sì, cosa dovremmo essere scusa?»
«A me sembra più di una semplice amicizia» disse sdraiandosi.
Sbuffai «Senti non lo so nemmeno io» mi lamentai alzandomi «Vado a bere qualcosa» la informai uscendo fuori dalla porta.

Aprii il frigo e presi la bottiglia dell'acqua, mi girai e vidi un'ombra sul divano che mi fece sobbalzare spaventandomi.
«Che ci fai qui?» gli chiesi nascondendomi dietro il tavolo per non mostrare le gambe nude.
«Non ho sonno» disse avvicinandosi.
Girai intorno al tavolo per tenerlo lontano.
«Capisco, io avevo sete» mostrai la bottiglia.
«In effetti anche io avrei sete. Mi passi la bottiglia?» domandò con voce innocente.
Come gli porsi la bottiglia mi afferrò il braccio e mi tirò verso di lui, girammo velocemente e nel giro di un secondo mi ritrovai intrappolata tra lui e il tavolo.
«Come mai sei scappata via prima?» mi chiese passandomi una mano sulla schiena.
«Perché sì» risposi.
«Non è una risposta»
«Lo è» ribattei io.
Fece un sorriso sghembo e mi accarezzò la guancia sospirando sulla mia fronte.
Non mi piaceva quella situazione, per niente, non ero in grado di capire nulla.
Lui avvicinò un'altra volta le sue labbra alle mie, ma questa volta trovò la mia mano a tenerle separate.
«Non ti capisco» sbottai fissandolo.

 

Ciao a tutti!
Ecco qui un altro capitolo
fresco fresco! Dovrei riuscire
a pubblicare il prossimo entro domenica
(nel caso interessasse a qualcuno).
Grazie per la lettura, a presto! :) x


http://www.youtube.com/watch?v=Y2RGB0wqGmI

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Capitolo 14
*** Vischio. ***


Capitolo 13
Vischio.



Indossai un vestito verde smeraldo in pizzo, con una scollatura a V sulla schiena, mi truccai insieme alle altre ragazze. Il verde è uno dei colori, insieme al blu, con cui mi piace truccarmi perché fa un bel contrasto con i miei occhi castani chiari. Avevamo deciso di andare in un locale proposto da Hanna tutti insieme, così ci munimmo tutti di giubbotto per poterci proteggere dal freddo all'esterno e ci avviammo.
Il locale era strapieno di gente, all'entrata c'era una massa enorme di gente. Rimanemmo tutti uniti fino a quando alcuni decisero di lanciarsi in pista, i primi furono Harry e Daniela, seguiti a ruota da Eleanor e Louis, che ovviamente non poteva non fare il cretino, come al suo solito si mise a ballare a modo suo facendomi ridere. Io rimasi vicino ad Hanna che si guardava intorno.
«Che cerchi?» domandai.
«Un mio amico» rispose sorridendo.
«Se vuoi posso provare ad aiutarti anche se non lo conosco» mi resi disponibile iniziando a guardarmi intorno anche io. Ahimè i miei occhi caddero proprio su Zayn che stava appiccicato ad una ragazza mai vista. Lui guardò a sua volta verso di me, fissandomi negli occhi e iniziò a muoversi strusciando sempre di più con quella ragazza, come se lo stesse facendo apposta. “Sii superiore” dissi a me stessa fingendomi disinteressata e dandogli le spalle tornando a parlare con Hanna, anche se in realtà sarei andata volentieri a prendere quella lì per i capelli pur di allontanarla.
«Come lo conosci questo locale?» domandai alla bionda.
«COME?!» rispose urlando.
«Ho detto come conosci questo locale» ripetei alzando il tono di voce per farmi sentire.
«Ahhhhh, in realtà non ci sono mai venuta, ma qua lavora un mio amico. Seguimi» sorrise indicando avanti a noi e facendomi strada.
Ci fermammo davanti al bancone.
«Hanna!!» esclamò una voce dall’altra parte.
«Zack!» cinguettò al ragazzo di fronte a noi.
Iniziarono a parlare del più e del meno senza badare a me, che mi feci subito da parte fino a quando non sentì che si rivolsero a me.
«Lei è Giada, una mia amica! E sarà meglio darle solo della coca-cola da quello che mi hanno detto» rise scherzando.
Lui mi fisso con i suoi occhi azzurri e senza dar peso alla sua ultima frase porse la sua mano «Piace Giada, mi chiamo Zachary ma… Puoi chiamarmi tranquillamente Zack» fece l’occhiolino.
«Ok… Zack» sorrisi. Era davvero un bel ragazzo, alto, muscoloso al tanto giusto, due occhi che ricordavano il mare e castano.
«Dai, preparami un mojito» si intromise Hanna.
«Subito signorina!» le fece la linguaccia e iniziò a preparare il cocktail, era davvero velocissimo.
Appena le consegnò il bicchiere lei si allontanò unendosi agli altri. Lui si girò verso di me e riprese a parlare, riempiendomi di domande su qualunque cosa gli passasse per la mente. Di solito non sopportavo quando qualcuno mi tempestava di domande in quel modo ma questa volta era diverso, mi sentivo bene ed a mio agio.
Fino a quando non iniziò «Cosa posso offrirti? Coca-cola, drink di qualunque tipo, birra, vodka…» assottigliò lo sguardo «…me».
Sentì subito un nodo alla gola, mi ritrovai all’improvviso senza riuscire a formulare frasi, parole, niente; il vuoto. Ma subito una mano si posò sulla mia spalla.
Guardai prima la mano, poi percorsi il braccio fino ad arrivare al suo viso. Zayn.
Mi scrollai la mano di dosso.
«Forse vuole essere servito prima il mio “amico”» dissi tagliente.
«In realtà volevo parlare con te» rispose.
«Che maleducato! Sto parlando con il mio nuovo amico Zack, non vedi?» domandai.
«Giada» disse con tono fermo.
«Abbiamo già parlato ieri, no? Torna dalle tue puttanelle, ti aspettano» sbottai acida indicando verso il gruppetto di ragazze che aspettavano.
Lui rimase a fissarmi serio.
«Vai a “divertirti”» feci le virgolette con le dita e fingendo un sorriso gli diedi le spalle.
Già. A divertirti.

 

«Non ti capisco» sbottai fissandolo.
«Perché?» chiese confuso.
«Questo.» risposi indicando prima lui e poi me «Non lo capisco»
«Cioè?»
«Beduino, intendo che non capisco che c'è tra noi. Prima ci insultavamo e basta, poi ci siamo avvicinati e ogni volta che ti si presenta l'occasione mi baci. Non lo capisco» parlai velocemente.
Alzò le spalle «Ci divertiamo?»
«Ci divertiamo?» ripetei a voce più alta infastidita.
Annuì con la testa.
«Sei coglione o cosa? Ti ho sempre detto che non sono come le troiette che conosci tu. E io non mi diverto così!» esclamai lanciandogli la bottiglia e il cuscino del divano.
Dopo quella discussione ci evitammo per tutto il giorno, fino a quel momento.

 

 

Lo lasciai perdere e ripresi a parlare con il barman.
«Sta per finire il mio turno» mi informò guardando l'ora.
«Quindi vai via?» chiesi.
«Se non ti va di ballare con me sì» rispose sorridendo.
Sorrisi a mia volta e aspettai che servisse l'ultimo drink. Quando lo fece salutò i suoi colleghi e mi raggiunse.
Mi prese per mano e mi portò in mezzo alla folla, iniziando così a ballare, scherzando e ridendo. Cercai comunque di mantenere le distanze, dopotutto l'avevo appena conosciuto e non mi sembrava il caso, ero già incasinata con Zayn, forse avevo un tantino esagerato con lui, in fin dei conti dovevo aspettarmi una risposta del genere. Certo non è ciò che si spera normalmente, o sono io che penso troppo?
A proposito del beduino, se ne stava seduto con una mora sopra di lui, che si strusciava, a fissarmi.
Non capivo che volesse. Il suo sguardo era infastidito, aveva la mascella serrata, dura.
“Che ha da fissare?” pensai.
Ci stavamo divertendo entrambi no? Anche se in modo diverso, cioè io mi limitavo a ballare, lui si faceva strusciare addosso da chiunque capitasse sotto tiro.
Partì all'improvviso una canzone lenta, così Zack poggiò le mani sulla mia vita ed io appoggiò le braccia sulle sue spalle.
Per la seconda volta Zayn si avvicinò, picchiettò sulla spalla.
«Scusa» disse al ragazzo e mi trascinò via.
«Che fai?» domandai mentre mi trascinava fuori.
«Ti porto via»
«Perché?» domandai ribellandomi alla sua presa.
«Mi infastidisci» rispose fissandomi arrabbiato.
Facemmo il tragitto di ritorno in silenzio, quando arrivammo aspettai che scendesse prima lui, non mi andava di parlarci. Ma anche lui aspettò.
«Non scendi?» chiese.
Così scesi dalla macchina senza rispondergli e sbattei forte lo sportello dirigendomi verso casa.
Subito Zayn mi seguì e mi fermò per il braccio.
«Lasciami» parlai a denti stretti.
«Dobbiamo parlare» ribadì mentre entrammo in casa.
«No, non credo!» sbraitai.
«Aspetta!» quasi urlò, così mi girai verso lui.
«Cosa? Illuminami, cosa dovrei aspettare?» domandai sollevando un sopracciglio.
«Non mi sembra il caso che tu debba reagire così. Sei esagerata» rispose.
«Oh, io sarei l'esagerata?» domandai retorica «Prima mi dici “ci divertiamo”, poi tu puoi fare il cretino strusciandoti con chissà chi e io non posso ballare e semplicemente parlare con un ragazzo?» lo spinsi indietro.
Fece per parlare, ma Lou si mise in mezzo «Non vorrei dire nulla, ma guardate dove state» ridacchiò indicando sopra le nostre teste.
Vischio? Ancora no, non è possibile.
«Tomlinson!» urlai.
«Non c'entro nulla io, siete finiti voi» si giustificò dileguandosi.
Zayn si avvicinò.
Lo indicai con un dito «E tu, Malik. Non provare ad avvicinarmi o pensare di baciarmi!»
«Non sopporto quando mi chiami per cognome. E comunque se preferisci agisco direttamente» disse velocemente afferrandomi il viso e avvicinando il suo.
Lo spinsi e gli diedi uno schiaffo.
«Non. Ci. Provare.» ribadì.
«Come vuoi tu» mi prese di peso, a mo' di sacco di patate e mi lanciò sul divano, sedendosi sopra per bloccarmi.
«Vedi che sei un orangotango? Cazzarola, lasciami!» lottai per cercare di liberarmi, inutilmente.
«No, fino a quando non chiariremo rimarrai qui. Anche se ci vorrà tutta la notte» affermò.
Sbuffai e girai il viso verso il camino. «Parla» mi limitai a dire.
«Ieri mi hai preso alla sprovvista, anche tu però non potevi aspettarti chissà quale risposta. In realtà non so cosa c'è tra noi, passiamo tempo insieme e a volte ci baciamo» prese il mio viso e lo girò verso il suo «Preferisco stare con te anche solo per insultarci invece che andare dalle mie amiche “troiette” come le chiami tu. Giada mi piaci» concluse tenendo i suoi occhi fissi sui miei.
In quel momento, quando ritentò di baciarmi non fui in grado di respingerlo, così lasciai che le nostre labbra si scontrarono unendosi tra loro.




 


Za zan! Sono riuscita a pubblicare prima!
Spero vi piaccia il capitolo e che qualcuno commenti ahahah
A presto! xx

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Capitolo 15
*** Capodanno. (parte 1) ***


Capitolo 14
Capodanno
(parte 1)

 




Appoggiai le mani sulle spalle di Zayn «No» sussurrai sgattaiolando via. Raggiunsi in fretta la stanza e chiusi piano la porta piano per non svegliare la mora. Mi abbandonai sul letto senza cercare di pensare, volevo spegnere il mio cervello, ormai era in tilt.

 

 

Quando ci svegliammo era già tardi, tutta colpa dell'ora piccola della giornata precedente, ormai era ora di pranzo. Quel giorno iniziò lentamente, almeno per me. Mi alzai piano e scesi le scale lentamente per fare colazione. Il tavolo era apparecchiato, identico a come fece Zayn la volta a casa mia, cercai di non badare a ciò e mi sedetti per mangiare.
«Eccoti qui!» esclamò Lena facendo il suo ingresso nella cucina.
«Buongiorno» dissi sorridendo alla rossa.
«Iniziavamo a pensare che non ti saresti alzata fino a stanotte» mi informò appoggiandosi con le braccia sul tavolo.
«Vi sarebbe piaciuto liberarmi di me eh?» domandai scherzando.
Lei rise «Dai scema, muoviti che dobbiamo sistemare. Abbiamo già dato la lista ai ragazzi e li abbiamo mandati una decina di minuti fa a fare le compere»
“Perfetto” pensai. Non avrei visto Zayn, dopo ieri avrebbe cercato di parlare ancora e ne aveva tutto il diritto per come mi sono comportata, ma non mi andava. Preferivo evitare il problema al momento.
Lavai ed asciugai tutto ciò che fu usato in cucina la mattina e raggiunsi le ragazze che spettegolavano davanti al camino, sedute sul grande tappetto.
«Buongiorno» salutai anche le altre sdraiandomi per terra.
«Buongiorno a te» ricambiò Hanna.
«Eccola qui» iniziò Eleanor «Parlavamo giusto di te!»
«Ah sì? E di cosa paravate esattamente?» domandai curiosa.
«Beh, delle urla di ieri notte per esempio?» si intromise Daniela.
«Vi prego non parliamone» le supplicai poggiando le mani sul viso per coprirmi.
«Perché?» domandò la bionda.
«Preferisco evitare l'argomento per ora...» sussurrai «E poi dobbiamo pensare a come sistemare!» affermai.
«Ok, ma quando vuoi parlarne noi siamo qui. Ricordatelo» disse Eleanor con tono calmo e rassicurante.
«Tranquille» mi misi seduta e sorrisi.
Non ero la tipa da confidarsi e sfogarsi subito con chiunque, ma più quella che si tiene tutto dentro e quando scoppia parte in quarta senza fermarsi, diciamo come una bomba ad orologeria.
Alla fine, quando trovammo il coraggio di alzarci ci mettemmo all'opera. Iniziammo con pulire la casa, anche se dopo la festa sarebbe stata in condizioni peggiori. Alla fine i ragazzi fecero ritorno con tutto l'occorrente per l'occasione. Sistemammo le bevande in frigo e appendemmo striscioni e altri simili, tutto per rendere “speciale” il Capodanno. Dopotutto sarebbe stato il primo e forse l'unico che avremo passato insieme, però chissà cosa potrà riservarci la vita.
Infine arrivò il momento di prepararci, non mancava molto all'arrivo degli invitati. Ci dividemmo nei due piani della casa, ragazzi giù e ragazze su.

 

 

La festa fu da subito scatenata. Avevamo indossato tutte degli abiti e rigorosamente i tacchi: Hanna indossava un vestito a tubino nero, con la parte sulle spalle trasparente, Lena indossava un vestito rosso , come i suoi capelli, stretto alla vita e lungo nella parte della gonna, Eleanor indossava un vestito al ginocchio, con brillantini nella scollatura a V, Daniela, invece, indossava un vestito stretto con le maniche a pipistrello. Infine io indossavo un vestito con la parte superiore stretta a fascia, mentre dalla vita fino a metà coscia era a palloncino, tutto argentato, sembrava brillante secondo la tonalità di luce, così come le scarpe.
La musica era a tutto volume e la casa piena di gente. Eravamo tutti divisi per controllare come si svolgesse la situazione, una volta fatto ciò iniziammo a darci al divertimento.
Fino a quel momento ero riuscita ad evitare Zayn, grazie all'organizzazione di tutto, ma per mia sfortuna non sarei riuscita a continuare così in eterno. Lo vidi dall'altra parte della stanza che guardava verso la mia mettendomi in imbarazzo. Chissà che pensava in quel momento, doveva aver preso per una fuori di testa. Al momento però non dovevo pensarci, avevo deciso di non rovinarmi il Capodanno e così sarebbe stato, mi sarei goduta quella festa.
Mi avvicinai a Lena che aspettava Liam.
«Ti va ti aspettare con me?» chiesi.
«Certo!» rispose annuendo.
La presi per mano e la trascinai in mezzo alla folla ed iniziammo a ballare tra noi e nel momento in cui la canzone si fece movimentata iniziammo ad agitare la testa scompigliandoci i capelli. Per quello non era un gran problema, infatti i miei capelli essendo boccolati tornavano subito al loro posto, bastava passare la mano in mezzo alla chioma.
Ad un certo punto non potemmo non notare Harry e Daniela che si davano alla pazza gioia tra bicchieri di alcolici e balli sfrenati, con tanto di palpate di qua e di là. A quella vista scoppiammo a ridere, fino a quando Liam si fece finalmente avanti e mi rubò la ragazza.
«Scusa» mimò con le labbra.
«Divertitevi!» gli urlai dirigendomi nella cucina a prendere da bere.
Li colsi Niall ed Hanna sul fatto. Si baciavano, finalmente oserei dire. Da quando eravamo arrivati il biondo tinto le andava dietro come un cane va dietro al suo osso preferito.
Mi schiarì la voce facendo notare la mia presenza. Subito si staccarono.
«C-ciao Giada» balbettò il ragazzo.
Risi «Ciao Niall, invece che stare qui andatevene dillà a godervi la festa o altro» dissi maliziosamente.
«Hai ragione!» intervenne la bionda prendendolo per mano e portandolo verso il soggiorno.
Gli battei il cinque di nascosto «Vai così!» gli sussurrai in modo che potesse sentirmi solo lui alzando in alto il pollice.
Sorrisi andando a prendermi un bicchiere d'acqua pensando a quel timido ragazzo che era riuscito a raccogliere il suo coraggio. Tutti erano in compagnia a parte me, ma non me ne feci un problema.
Come feci per girarmi mi scontrai contro qualcuno.
«Cazzarola!» esclamai appena sentì l'acqua cadere nei piedi bagnandoli.
Alzai lo sguardo e trovai quello ipnotico, chiaro ma scuro, di Zayn.
“Merda” pensai.
Mi spostai e presi un pezzo di scottex per asciugarmi, per fortuna l'avevo quasi bevuta tutta.
«Scusa» disse il moro seguendomi.
«Tranquillo, non è niente» mi limitai a dire.
«È strano, anche alla scorsa festa ti trovai in cucina. Le coincidenze!» pensò a voce alta.
«Già... Ora se non ti dispiace vado» dissi velocemente dirigendomi nel soggiorno senza dargli il tempo di poter parlare e mi infiltrai tra la gente.
Tutti erano in coppia, non solo i miei amici.
Sbuffai e salì su, diretta in camera mia. Più mi avvicinavo più sentivo rumori e versi strani, il che mi stava preoccupando, parecchio. Aprii la porta e trovai Harry coperto solo grazie al lenzuolo su Daniela, che fissavano verso la mia direzione.
«ODDIO!» urlai coprendomi gli occhi con la mano «Non ho visto niente, fate come se non mi aveste visto, con calma. Oh e auguri» farfuglia in fretta chiudendo la porta alle mie spalle.
Guardai verso le scale e vidi Malik avanzare. “No, ti prego no!” pensai. Dovevo trovare un posto e alla svelta. Corsi dentro la prima camera vicina e chiusi la porta a chiave, lasciandomi cadere a terra appoggiata ad essa.
Qualcuno bussò alla porta.
«Sì?» domandai facendo finta di niente.
«Apri Giada» rispose il ragazzo serio.
«No! Vattene!» mi rifiutai.
«Questa è la mia stanza» disse pacato.
Mi guardai intorno «Oh»
«Per favore, puoi lasciarmi qui da sola?» domandai esasperata con velo di tristezza alla porta.
«Io aspetto qui» mi informò.
Ed in quel momento sentì qualcosa appoggiarsi dall'altra parte della porta.
«Che fai?»
«Aspetto qui seduto» rispose «Ti va di dirmi che hai?»
Ci pensai su rimanendo in silenzio.
«Dai Gi...»
«Mi sento sola» lo interruppi.
«Sola? Ma che dici? Ci siamo tutti noi!» affermò.
«Tutti in coppia, Malik dai. Sii realista»
«Continua» sembrò più un ordine.
«Ieri...» iniziai ma poi ci pensai, come potevo dirglielo? Pensai alle parole e ripresi con tono freddo.
«Non puoi fare così, litighiamo e mi baci. O mi baci per divertirti. Ho sbagliato a lasciare che mi baciassi, non dovevo permetterlo, per quello sono scappata via. Forse sarebbe stato meglio parlarne subito invece che andarmene così» rimasi di nuovo in silenzio e lui fece lo stesso.
«Zayn?»
«Sì?»
«Se ti piaccio davvero dovresti dimostrarmelo, far in modo che io mi fidi di te» questa volta parlai con calma.
«Tu però mi devi dare la possibilità di farlo, invece che fare così» rispose.
«Hai ragione» girai la chiave.
Quando riaprì la porta lui si alzò di scatto.
«Mi dai la possibilità di dimostrarti tutto?» domandò tenendomi gli occhi puntati addosso.
Annuì e sorrisi lasciando che mi prendesse per mano.
«Zayn» iniziai titubante «Questa volta evitiamo gli alcolici, ok?» domandai scatenando così la sua risata.
«Fidati di me» rispose trascinandomi giù per le scale.
E così feci.

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Capitolo 16
*** Capodanno. (parte 2) ***


Capitolo 15
Capodanno. (parte 2)

La musica batteva a tempo esattamente come il mio cuore ed ogni volta che il mio sguardo incontrava quello Zayn perdevo un battito. Mi stringeva forte accanto a lui, ovunque mi spostassi tra la folla mi seguiva e nel caso fosse stato lui a doversi spostare mi trascinava con sé.
Il tempo passava e la mezzanotte si avvicina, eravamo tutti li, il nostro gruppo, la nostra amicizia, che in quel momento ci sembrò non potesse mai finire.
Gli unici assenti erano Harry e Daniela, sicuramente stavano ancora in camera, per questo Lena era andata a chiamarli, in modo da poterci godere l’inizio del nuovo anno tutti insieme.
«Eccociiiiii!» urlò Harry alzando le mani in alto, ancora sotto l’effetto dell’alcool.
«Ohhhhhhh!» urlarono a loro volta i ragazzi sfottendoli.
Daniela si avvicinò a me imbarazzata e chiedendo scusa. L’abbracciai rassicurandola.
Eleanor si aggiunse al nostro abbraccio, così come Hanna e Lena si lanciò sopra di noi, facendo così una rovinosa caduta tutte insieme. Iniziammo a ridere e dopo circa cinque minuti ci alzammo.
Zayn prese lo spumante dal frigo, mentre Louis si mise in piedi sul tavolo del soggiorno, tirando su Eleanor e chiedendo silenzio.
«Ragazzi, ci siamo quasi!» ci informò tenendo lo sguardo puntato sull’orologio.
«Che il conto alla rovescia iniziiii!» urlò Niall.
A quel punto tutti in coro urlarono a squarciagola «10, 9, 8, 7…»
Zayn passò lo spumante a Louis.
«5, 4…»
Zayn si stava avvicinando a me.
«3, 2, 1…»
Il moro appoggiò una mano tra i miei capelli, mi prese tra le sue braccia ed io appoggiai le mani sulle sue spalle, mi fece fare un piccolo caschè e mi baciò come mai prima, il tutto nel giro di un paio di secondi.
«BUON ANNOOOOOO!!!!» urlarono il resto degli invitati in momenti diversi.
Nel frattempo noi ci baciammo con un’intensità un’unica, le mia mani passarono dalle spalle al suo viso, mentre chiese con la lingua il permesso di incontrare la mia. Io acconsentì e nel momento in cui le nostre lingue si intrecciarono una serie di sensazioni mai sentite prima d’ora.
Avrei voluto che quel momento non finisse, avrei voluto continuare a baciarlo per il resto della mia vita. Ma, ahimè lo spumante arrivò su di noi bagnandoci, costringendoci ad interrompere, accompagnato da un «BUON ANNO!» fu Louis a parlare.
«Scusatelo» chiese perdono Eleanor in parte sua ridendo «Buon anno!» augurò abbracciando entrambi. Nel frattempo il bambino, ovvero Louis armeggiava con la bottiglia, bagnando chiunque si trovasse sul suo cammino urlando «Ehhhhhhhh».
«Buon anno, cretino!» dissi affettuosamente.
Si avvicinò e mi mise un braccio sulla spalla «Non avrò più bisogno del vischio, vero?» domandò riferendosi a ciò accaduto poco prima.
Io alzai le spalle «Chissà» risposi lasciandogli il dubbio ed andando a dare gli auguri al resto della combriccola.
Il tutto si svolgeva tra baci, abbracci e risate. La musica ripartì ed iniziammo a ballare tutti insieme, scatenati, passando la bottiglia da una persona all’altra. Liam e Louis abbassarono da dietro i pantaloni ad Harry e scapparono via, il riccio li rincorse per tutta la casa lanciando gavettoni, creando maggiormente il caos.
«Sai, non ci siamo fatti gli auguri» dissi avvicinandomi improvvisamente a Malik.
«Pensavo fosse sott’inteso con il bacio» rispose sorridendo.
Alla vista del suo sorriso mi sentì sciogliere il cuore.
«Beh, buon anno» sussurrai.
«Buon anno, tesoro» rispose a sua volta carezzandomi la schiena.
«Hai visto che non ci siamo dati ad alcolici?» domandò retorico.
«Eggià» sospirai «Credo che oggi sarò cacciata dalla mia stanza» risi indicando Daniela e il riccio che risalivano velocemente le scale.
Zayn si unì alla mia risata e mi strinse a sé.
«Se hai bisogno di ospitalità ci sono io» mi informò con voce roca e un po’ di malizia
«Eddai!» sbuffai.
Lui mi carezzò le braccia e mi baciò la fronte, poi si rivolse agli altri.
«Voi non scappate nelle camere?» domandò facendo riferimento alla coppietta da fuochi d’artificio del giorno.
«Siamo ancora in tempo per rimediare» fece notare Louis.
«Ma che avete oggi?» domandai «Sembrate un branco di arrapati!»
«Hai ragione» ammise Liam.
Nonostante ciò che pensammo della coppia, essa si rifece viva.
«Già, forse è meglio allontanarci da voi…» dissi fingendo un tono spaventato tirando Eleanor e Daniela che a loro volta tirarono Hanna e Lena.
Corremmo dall’altra parte della stanza, togliemmo i tacchi lanciandoli via e iniziammo a ballare tra di noi, prendendoci le mani e girando velocemente sia in due, che tre, che tutte e cinque.
Ad un certo punto ci mettemmo in fila, poggiando le mani sulle spalle delle altre e ballammo il can can, anche se ci mettemmo un po’ a prendere bene il ritmo tutte insieme.
Nel frattempo i ragazzi bevevano tra loro e ci fissavano.
«Perché non balliamo un lento?» propose Lena.
«E come facciamo?» chiese in risposta Hanna.
«Mettetevi in cerchio» intervenni io.
Ci abbracciammo e iniziammo a ballare lentamente insieme, lanciando qualche occhiata ai ragazzi per vedere che combinassero.
La mia attenzione fu attratta dalla nuova canzone che partì. L’avrei riconosciuta tra mille, come tutte le canzoni che amo.
«Sìììì!!!» urlai alzando le braccia al cielo girandomi verso l’altra parte.
Le ragazze mi fissarono senza capire. Le feci l’occhiolino, mandai giù un bicchiere di spumante e mi avvicinai a Zayn.
«I saw him dancin' there by the record machine, 
I knew he must have been about seventeen. 
The beat was goin' strong playin' my favourite song. 
And I could tell it wouldn't be long till he was with me» iniziai a cantare andando a tempo.
«Yeah me» si intromisero le ragazze raggiungendomi
«and I could tell it wouldn't be long till he was » ripresi io.
«With me. Yeah me – singin I love rock'n'roll 
so put another dime in the juke box, baby. 
I love rock'n'roll 
so come on take your time and dance with me» cantammo tutte in coro saltando e avvicinandoci pericolosamente ai ragazzi.
«He smiled so I got up and asked for his name» ripresi passando un dito sul petto di Zayn.
«That don't matter he said 'cos it's all the same. 
I said can I take you home where we can be alone  
Next we were movin' on and he was with me» mi interruppe lui
«Yeah me» questa volta furono i ragazzi ad intervenire.
«Next we were movin' on and he was with me» riprese il moro.
«yeah me, singin
I love rock'n'roll 
so put another dime in the juke box, baby. 
I love rock'n'roll 
so come on take your time and dance with me»
«I said can I take you home, where we can be alone, 
Next we were movin' on and he was with me» ripeté solo lui portandomi un braccio intorno alla vita stringendomi. Io risi e lo spinsi
«Yeah me 
And we'll movin' on and singin' that same old song, 
Yeah with me, singin' 
I love rock'n'roll 
so put another dime in the juke box, baby. 
I love rock'n'roll 
so come on take your time and dance with me. 
I love rock'n'roll 
so put another dime in the juke box, baby. 
I love rock'n'roll 
so come on take your time and dance with me. 
I love rock'n'roll 
so put another dime in the juke box, baby. 
I love rock'n'roll » cantammo il coro tutti insieme.
«So come on take your time and dance with me» terminai io prendendolo per una mano e trascinandolo in pista.
Lui mi seguì mentre mi facevo strada tra la folla. Mi strinse la mano e mi tirò indietro, facendomi girare verso di lui nel momento in cui partì una canzone lenta. Appoggiò le sue mani sui miei fianchi e mi fissò negli occhi con grande intensità. Mi avvicinai e mi strinsi a lui, appoggiando la testa al suo petto. Sentivo il battito del suo cuore accelerato e sorrisi al pensiero che potesse essere per me. “Ma che pensi?” chiesi a me stessa pensando che sarebbe stato meglio uccidermi invece che pensare cose di quel tipo.
«Potevi dirmelo chiaramente che volevi ballare con me invece che fare tutta quella scena» disse sorridendo.
«Nah, troppo normale. Che gusto ci sarebbe stato poi scusa?» domandai.
Rimase in silenzio e continuò a ballare stringendomi.
«Questo è il secondo lento che balliamo» affermò.
Annuì «Il primo fu alla scorsa festa» sorrisi al ricordo.
E poi di nuovo silenzio, ci godemmo il momento senza l’uso di futili parole.
«Adoro stringerti tra le mie braccia» confessò a fine ballo.
«Beh, io ado..» fui interrotta a causa di Harry e Louis che avevano deciso di dare spettacolo, attirando l’attenzione di tutti, spogliandosi in mutande e correndo fuori sulla neve.
Niall prese subito la macchina fotografica ed immortalò il momento. Anche se mi rimase il dubbio che qualche foto non fosse uscita sfocata, visto per come si muoveva ridendo il tinto.
La festa si prolungò fino alle sei del mattino, quando tutti gli invitati decisero di tornare a casa.
Non avevamo molta voglia di pulire al momento, così andammo direttamente a letto.
«Ti dispiace se Harry dorme in camera?» chiese Dani sussurrando.
“Come immaginavo” pensai. «Tranquilla» le risposi infilandomi il “pigiama”, ovvero un paio di pantaloncini corti e una maglia larga, ed uscì dalla camera.
«HARRY, DANI TI ASPETTA» urlai per informarlo.
Ed eccolo li il riccio corse subito per raggiungere la sua amata.
«Grazie!» disse sparendo dietro la porta della camera.
Io sorrisi e avanzai nel corridoio diretta alle scale.
«Pssss» sentì alle mie spalle.
Mi voltai e vidi Zayn con la testa fuori dalla sua camera chiamarmi, così mi avvicinai.
«Che c’è?» chiese confusa.
«Se vuoi puoi dormire davvero qui, Liam è in camera di Lena e Hanna da Niall, visto che ary sta nella tua» mi informò.
“Bene, niente divano” pensai. Il che era una gioia, visto la condizione in cui si trovava il piano terra.
«Ok» risposi entrando dentro.
«In quale dormo?» domandai al ragazzo appena chiuse la porta.
Lui in risposta mi abbracciò da dietro e appoggiò la testa sulla mia spalla «Con me» disse ovvio.
Così mi portò nel letto da una piazza e mezzo e ci sdraiammo.
«Cosa mi stavi per dire prima giù?» chiese accarezzandomi il viso.
«Che… Io adoro quando sto tra le tua braccia» confessai facendolo sorridere.
Mi abbracciò «Meglio stare così allora» disse.
Io mi strinsi a lui e chiusi gli occhi.
«Giada?»
«Sì?» rimasi con gli occhi chiusi.
«Quindi hai intenzione di darmi una possibilità?» domandò insicuro.
«Malik, quante volte dovrò ripeterlo? Ho detto di sì» risposi aprendo improvvisamente.
«Bene, allora è ufficiale» concluse.
«Cosa?» non capì che intendesse.
«Che sei la mia ragazza»
Mi girai verso di lui, rimanendo abbracciata e lo baciai.
«Buonanotte orangotango» gli augurai sorridendo.
«Buonanotte mio tesoro» disse lui in risposta.
Ed in quel momento ci addormentammo sapendo di appartenerci a vicenda.




 
Ciao! Ecco qui il nuovo capitolo :3
E come è successo a noi, anche il loro è terminato.
Grazie per la vostra lettura, spero vi sia piaciuto.
A presto! xx

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Capitolo 17
*** Imbarazzo. ***


Capitolo 16
Imbarazzo.



Aprì gli occhi e vidi quelli di Zayn a pochi centimetri dai miei. Li richiusi in fretta sperando non mi avesse visto, ma capì che non fu così nel momento in cui mi avvolse tra le sue braccia e sentì il suo fiato sul collo, facendomi così il solletico. Appoggiai la mano su di esso per proteggermi e lo fissai. «Buongiorno!» dissi sorridendo. Lui ricambiò il sorriso e posò le sue labbra sulla mia fronte «Buongiorno». «Come hai dormito?» gli chiesi subito accarezzandogli la guancia. «Benissimo» rispose posando un braccio su di me, per cercare a tastoni sul comodino qualcosa. Appena lo trovò esclamò «Ecco!» ritraendo il braccio. Guardai curiosa tra le sue mani per controllare che ci fosse. Il pacchetto di sigarette. Quando vidi quale fosse il suo intento, ovvero fumarne una, glielo presi e lanciai per terra, lontano. Ovviamente mi guardò subito in cagnesco. «Ti fanno male» giustificai così il mio atto e mi misi a sedere sul letto. Due mani mi afferrarono e mi tirarono indietro. «Dove credi di andare?» domandò posando le sue labbra sul mio orecchio, prima di sentire un tremendo schiocco. Portai subito le mie mani all’orecchio in questione, non sentivo più nulla. Zayn mi fissava divertito facendomi infuriare ancora di più. «Come osi?! Brutto scimmione, me la pagherai!» urlai afferrando il cuscino e riempiendolo di colpi con esso. Lui continuava a ridere e cercava di prendermi i polsi in tutti i modi, così gli lanciai il cuscino in pieno viso e portai le braccia indietro in modo da evitarlo. Subito cercai di scendere giù dal letto, ma lui non lo permise. Infatti le sue mani si trovavano già sulle mie cosce per impedirmi ogni movimento, con uno scatto improvviso ribaltò la situazione, così mi ritrovai sotto di lui. Passò la mano tra i miei capelli tenendo il suo sguardo sul viso e posò le labbra sulle mie. Il bacio inizialmente casto, divenne più passionale quando la sua lingua cercò la mia e finalmente dopo delle esitazioni la trovò e si unirono. Le sue mano facevano su e giù lungo i miei fianchi ed io gli misi le braccia intorno al collo stringendolo di più a me. Dopo una decina di minuti si scostò da me e si alzò, recuperò da terra il pacchetto. «Aspettami qui» mi ordinò aprendo la porta. «Zayn?» lo chiamai. «Sì?» chiesi. «Non fumare» risposi. Lui rise e richiuse la porta alle sue spalle. Io rimasi li sul letto come disse lui, dopo poco fece ritorno. «Ti va di fare colazione?» domandò sedendosi sul letto. «Mmm» feci finta di pensarci «Sì!» esclamai lanciandogli le braccia intorno al collo e posandogli un bacio sulla guancia. Ci alzammo e andammo in cucina, dove incontrammo gli altri. La prima cosa che facemmo subito dopo fu riordinare tutta la casa e pulire ovunque, eliminando ogni traccia estranea. Per fortuna non fu rotto nulla e non ci furono grandi disastri.
«Non ce la faccio più» fissi esausta lasciandomi cadere sul divano.
«Dai, abbiamo finito» mi rassicurò Eleanor.
«Ma dobbiamo tornare davvero oggi?» chiese Hanna sedendosi sul grande tappeto davanti a me.
Sollevai le spalle «Così dice Louis»
«Stavate parlando di me?» chiese facendo il suo ingresso.
«Partiamo oggi, giusto?» domandai.
«Oh, sì. I miei hanno deciso che verranno qui, quindi è meglio andare oggi» ci informò.
«Perfetto, ora dunque sarà meglio preparare le valige» feci notare alzandomi dal comodo e soffice divano, trascinandomi nel piano superiore.
Al contrario di quando le preparai per andare, questa volta buttai, letteralmente, tutto dentro. Così fui costretta a dovermi sedere sopra per riuscire a chiuderla. Una volta fatto ciò osservai il letto, mi sarei fiondata subito li se non fosse per il dubbio che mi assalì, ovvero chi mi assicura che Harry e Daniela non fossero “passati” pure li?
Cambiai le coperte e misi quelle a lavare, non mi andava di sdraiarmi sul letto e poi lasciarlo trovare con le lenzuola già usate ai genitori di Louis, quindi presi la valigia, il resto della roba e scesi giù. Mi guardai attorno e non vidi nessuno. Poggiai tutto vicino alla porta e finì di sistemare le ultime cose dentro la borsa.
«Dovrei farla pure io, sai?»
Sussultai e mi girai. Eccolo di nuovo, appoggiato al muro con una sigaretta spenta tra i denti.
«Falla allora, no?» risposi retorica.
«Dopo» si limitò a rispondere avvicinandosi a me.
Automaticamente mi avvicinai a lui e ci abbracciammo.
«Dove sono gli altri?» chiesi.
«È l’ora del pupazzo di neve» mi informò.
Subito i miei occhi si illuminarono.
«Anche iooooo» urlai tirandolo per la mano, spalancando la porta e trascinandolo fuori.
Raggiunsi subito gli altri.
«Potevate avvisare!» gli sgridai.
«Ehy, noi l’abbiamo detto a Zayn di avvisarti!» si lamentò Niall.
Mi girai verso Zayn e lo fulminai con lo sguardo.
«Alla fine l’ho detto» si difese.
Lo lasciai perdere ed aiutai il resto della combriccola a creare il nostro bellissimo pupazzo di neve.
Una volta assemblate le due parti di palle di neve, gli mettemmo, prima di tutto, una sciarpa tra esse, poi due bastoni come braccia, una carota come naso e due bottoni che Louis prese dal barattolo della madre.
Una volta fino tutto ciò prendemmo ci abbracciammo e decidemmo subito di fare una foto, per immortalare il momento. In realtà, non fu fatta solo una foto, ma diverse, tra le quali in una Louis si scese i pantaloni mostrando il culo e i ragazzi gli tirarono delle palle di neve su quest’ultimo.
«È ora di partire» ci informò Liam.
Così tutti prendemmo i nostri effetti personali dalla casa e ci sistemammo nelle macchine, questa volta con me e Zayn, si trovavano anche Harry e Daniela.
Nel momento in cui Malik mise in moto la macchina, io fissai la casa fino al momento in cui non sparì dalla mia visuale. Ormai anche li erano presenti dei ricordi, chissà se sarei mai tornata in quel posto. Ma non volli più pensarci, così accesi la radio come all’andata.
Zayn sembrava assorto dai propri pensieri, Harry e Daniela discutevano sul da farsi una volta arrivati e su altri fatti loro, così controllai il cellulare, scorsi tra la rubrica e chiamai mia madre.
La chiamata durò una buona mezzora. Io di solito odio parlare al telefono, ma lo odio ancora di più se qualcuno ascolta ciò che dico, ma tanto i due ragazzi non capivano l’italiano, e Daniela era troppo presa a litigare con Harry per poter sentire.
 
 
 
«Eccoci qui» ci informò parcheggiandosi davanti a casa.
Scendemmo tutti e portammo le valigie dentro casa, salutando Anne e il marito. Poi tornammo sulla vettura per accompagnare Daniela. Abitava abbastanza vicino, cinque/dieci minuti di macchina.
«Dai, ragazzi io rimango qui con lei, voi divertitevi e non fate troppo tardi o dei problemi» disse ambiguo.
«Quelli stai attento a non crearli tu» gli risposi subito senza pensarci.
A volte il mio cervello funziona così, do la risposta subito, senza nemmeno pensarci un attimo.
Zayn rise.
«Dai vado, a dopo Giada» poi si rivolse all’amico «Attento a mia “sorella” eh»
Io sorrisi nel sentire quell’affermazione, perché in effetti era così. Ci sentivamo davvero come un fratello ed una sorella, solo che in realtà ci conosciamo solo da dei mesi invece che da anni.
«Beh, che facciamo?» domandai curiosa al moro.
«Prima di tutto devo portare ancora le mie cose a casa mia» mi informò mettendo nuovamente in moto la macchina.
“Casa sua? Ma è pazzo?” pensai.
«Dai Malik, seriamente» ripresi.
«Sono serio Giada» rispose lanciandomi un’occhiata.
«Spero non ci sia nessuno» sospirai dando sfogo ai miei pensieri.
«Se l’avessi saputo sarei rimasta a casa» sbottai.
«È per questo che non l’ho detto» mi informò facendomi la linguaccia.
 
 
Aprì la porta di casa ed entrò dentro posando la valigia nel lungo andito, poi mi fece cenno di seguirlo ed entrò nel soggiorno.
«Sono tornato» informò.
Subito una bambina molto graziosa si lanciò in braccio, era tutta sorridente e gli posò un bacio sulla guancia, fu seguita da una donna con i capelli castani, occhi scuri e altezza media che immediatamente lo abbracciò e gli chiese come stava e se si fosse divertito. Poi entrambe si voltarono verso di me e mi fissarono.
«Un’amica?» domandò la donna sorridendomi.
Lui mi prese la mano e la strinse.
«Mamma, Safaa, lei è Giada» mi presentò titubante e pensieroso «La mia ragazza» aggiunse alla fine.
Poi si rivolse a me «Loro sono, mia madre Tisha e la mia sorella minore Safaa»
Porsi la mano alla madre «Piacere» dissi timidamente.
«Piacere mio» rispose la donna stringendomi la mano, continuando a sorridermi.
Poi mi inchinai e diedi un bacio alla sorella.
«Accomodatevi» disse la donna indicando il divano.
«Dove sono gli altri?» domandò Zayn.
«Tuo padre e Waliyha sono usciti un attimo, staranno tornando» lo informò.
E in quel momento il campanello squillò e la madre corse ad aprire, sparendo nell’andito.
Ero tesa come una corda di un violino e Zayn se ne accorse, così mi accarezzò il braccio.
«Stai calma» sussurrò «Mica ti mangiano» aggiunse ridacchiando.
«Non lo trovo divertente» sussurrai a mia volta mentre ci alzammo quando gli altri due fecero il loro ingresso in casa. Tutti e tre arrivarono sorridendo e Zayn fece le ultime presentazioni.
Ci mettemmo nuovamente comodi nel divano.
Rimasi a fissare Yaser, il padre, assomigliava così tanto a al ragazzo da lasciarmi senza parole.
«Ho sentito parlare di te» mi informò la donna «Ma raccontami un po’ tu. Non sei di qui, giusto?»
«No, io sono italiana. Quest’anno però sto studiando qui» risposi sorridendo.
«E come ti trovi?» questa volta fu la sorella, Waliyha a chiedere.
«Molto bene, certo ci sono differenze rispetto all’Italia, ma sono del parere che quando ci si trova in un’altra località non si dovrebbe tenere le proprie abitudini, ma provare ad ambientarsi e rispettare le abitudini delle persone del luogo» risposi sorridendo.
«Il cibo com’è rispetto all’Italia?» domandò di nuovo la donna.
«La state riempiendo di domande» si intromise Zayn divertito.
«Senti, per una volta che porti una ragazza a casa, per di più straniera, lasciami la possibilità di parlarci!» rispose la donna.
«Tua madre non ha tutti i torti» fu il padre a parlare questa volta.
«Sì, ma avrai tanto tempo per parlarci, ora dobbiamo andare» ci informò il ragazzo.
Io lo guardai confusa.
La donna sbuffò.
Io mi alzai e salutai tutti.
Ci dirigemmo fuori dalla casa, la madre ci accompagnò fino alla porta.
«Torna presto cara. Anche senza mio figlio se vuoi» disse.
Io risi sotto i baffi «Lo farò» risposi salutandola con la mano.
Subito ci mettemmo comodi sui sedili dell’auto e ci guardammo e scoppiammo a ridere.
«Che imbarazzo!» urlai.
«Non crede che sia stato così solo per te» sbottò lui.
«Io non ho avuto scelta, tu sapevi a cosa andavi incontro!» mi lamentai io.
«Ormai il danno è fatto» rispose lui carezzandomi il viso.
Mi morsi il labbro. «Quindi non hai portato mai nessuna ragazza in casa eh?» domandai.
«Questo non avrebbe dovuto dirlo» disse tra i denti «Comunque sì»
«Interessante, nessuna puttanella è mai entrata a casa Malik!» osservai.
«Già, però se avessi voluto avrei avuto un’ampia scelta» disse lui facendomi ingelosire.
Così gli diedi un colpo e lui in risposta mi baciò.
«Non ti sembra troppo presto avermi presentata?» domandai sulle sue labbra.
«Nah, ti avrei presentato anche appena ti ho conosciuta» rispose lui aggredendo nuovamente le mie labbra.
«Ma non è presto presentarmi come la tua ragazza? Cioè stiamo insieme da ieri in pratica» gli feci notare.
«È quello che sei, no? Quindi perché avrei dovuto mentire?»  domandò lui fissandomi e sorridendomi.
Sollevai le spalle «Non so»
Prese il mio viso tra le sue mani «Di te non ho dubbi, sono sicuro» mi informò.
Sorrisi e lo baciai.
«Che si fa ora?» chiese lui cambiando argomento.
«Mmm…» ci pensai su «Pizza?» domandai.
«E pizza sia» rispose lui, mettendo in moto l’auto e iniziando a guidare fin dove eravamo diretti.





 
Ciao a tutti!
Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
A presto xx

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Capitolo 18
*** Happy Birthday Zayn. ***


Capitolo 16
Happy Birthday Zayn.



La settimana passò velocemente, a tal punto da ritrovarci già al rientro da scuola. Quella fu la settimana più noiosa e stressante di sempre, infatti appena rientrati i professori avevano fissato subito i compiti in classe e i vari recuperi. Anche se per me e il resto degli alunni che studiavano per un anno li non era un problema così grande. Infatti quando sarei tornata in Italia sarei stata ammessa direttamente in quinta, però all’inizio dell’anno avrei dovuto portare all’interrogazione alcune materie per dimostrare ai professori di essere al pari passo con i miei compagni.
Il problema quindi si poneva solo ai ragazzi, che non avevano molto tempo libero.
Però come arrivò velocemente quella settimana, arrivò velocemente anche il compleanno di Zayn.
Quella mattina infatti decisi di svegliarmi prima del solito ed andare a casa sua per fargli una sorpresa.
Mi alzai prima di tutti e corsi in bagno per prepararmi, indossai dei jeans e un maglione dorato a girocollo, leggermente largo tra il busto e le maniche, ma stretto al polso. Misi un po’ di spuma sui capelli per rendere i boccoli più definiti, presi il regalo e la borsa di scuola e mi diressi a casa Malik. Per fortuna quando arrivai Zayn dormiva ancora, Trisha fu contenta di vedermi e che avessi deciso di partecipare al loro “rito” di compleanno. Mi fece appoggiare la borsa sul divano, prese la torta e mi fece cenno di seguirli in silenzio in camera del figlio. Yaser aprì la porta e iniziammo a cantare tanti auguri a te tutti insieme, in modo di svegliarlo. Trisha mi fece prendere la torta, mentre lei accese la candelina e mi fece avanzare al letto del figlio insieme alle due sorelline, che cantavano battendo le mani felici.
Non appena il moro sentì la canzone sorrise e quando capì che qualcuno si avvicinava al letto aprì gli occhi, ma rimase sorpreso di trovare anche me.
«Esprimi un desiderio» lo incitò Safaa.
Lui annuì ed obbedì senza pensarci due volte, in quel momento un flash ci fece sobbalzare accecandoci. Ebbene sì, la madre aveva iniziato a scattare foto.
Tutti si misero in coda per fargli auguri, mentre io rimasi li ferma come un ebete con la torta in mano. Per fortuna il padre me la tolse dalle mani quando decisero di uscire tutti dalla stanza.
«Buon compleanno» gli augurai sedendomi sul letto affianco a lui.
«Grazie» rispose mettendo le sue braccia intorno alla mia vita e stringendomi a lui sorridendo.
Gli accarezzai il viso e lo baciai.
«Ormai sei vecchio» gli sussurrai all’orecchio scherzando.
«Eh già» confermò lui rimanendo al gioco.
«Sarà meglio cercarmi un ragazzo più giovane» continuai io sempre scherzando.
Ma lui non rise. «Questa non faceva ridere» si limitò a rispondermi serio.
«Ma scherzavo!» ribattei dandogli un colpetto.
Così mi afferrò il viso e lo avvicinò al suo dandomi un leggero bacio.
«Zayn sbrigati, o farete tardi» si sentì la voce della donna al piano di sotto.
Il ragazzo sbuffò e si alzò.
«Faccio in fretta, tu aspettami giù» mi informò prima di dirigersi al bagno.
Scesi le scale trovai Trisha alla porta con le figlie.
«Io vado ad accompagnarle a scuola, fai come se fossi a casa tua. A presto cara» mi salutò baciandomi sulla guancia, mentre le figlie mi salutarono con la mano sorridendo ed io ricambiai.
Mi sedetti sul divano aspettando che Zayn si desse una mossa. Dopo una quindicina di minuti guardai l’orologio e sbuffai, ma quanto ci metteva?
Appoggiai la testa sul bracciolo del divano continuando ad annoiarmi e dopo una buona mezz’ora Zayn fece il suo ingresso in soggiorno.
«Alla buon’ora!» esclamai io spazientita.
Lui mi tirò su «Muoviti o arriveremo in ritardo ritardataria» disse ridacchiando.
«Ah certo, ora sarei io la ritardataria!» tirai il braccio indietro «Quindi non lo vuoi questo?» domandai tirando su la busta con all’interno il suo regalo.
Gli si illuminarono gli occhi. «Sì!» esclamò come se fosse un bambino che riceveva in regalo il giocattolo tanto atteso.
Glielo porsi, lui lo prese ed aprì subito, estraendo fuori dalla busta il giubbotto in pelle che gli era piaciuto tanto al centro commerciale.
«È quello che volevo!» disse felice abbracciandomi.
«Grazie amore» sussurrò.
«Prego» risposi io carezzandogli il viso, sapevo che gli sarebbe piaciuto.
«Ora andiamo davvero però» disse prendendomi la mano, portandomi fuori dalla casa per dirigerci a scuola.
 
 
Arrivati a scuola trovammo tutti i ragazzi ad aspettarci davanti all’armadietto di Zayn.
«Auguri!» esclamarono tutti abbracciandolo e baciandolo sulle guance.
«Quindi sei sicuro che non vuoi una festa?» domandò Liam.
«Vi ho già detto che per quest’anno voglio festeggiare solo con voi, niente gente stupida e che non conosco in mezzo» rispose scuro il ragazzo.
«Come vuoi tu» disse Niall.
In quel momento suonò la campana per avvisarci dell’inizio delle lezioni, così ci avviammo tutti insieme. Zayn prese i miei libri sotto braccio e con l’altra afferrò la mia mano, si poteva leggere tranquillamente nei suoi occhi la felicità che provava.
Mentre camminavamo tranquillamente tutti insieme, una voce si sentì alle nostre spalle.
«Auguri Zayn» disse la voce dell’ochetta.
Così ci girammo. L’avevo già vista da qualche parte, ma dove?
«Grazie» si limitò a rispondere ridandole le spalle.
«Niente festa quest’anno?» domandò speranzosa la cosa.
«No» rispose lui.
«Peccato…» disse con un filo di tristezza nella voce «L’anno scorso mi era divertita così tanto» continuò maliziosa.
Improvvisamente sentì i nervi a fior di pelle e strinsi più forte la mano di Zayn.
Capì subito il mio cambiamento di umore, così lasciò perdere la troietta.
Lasciò la mia mano e portò il suo braccio sulle mie spalle. «Non pensarla, dice solo stronzate» mi rassicurò.
Io annuì e mi sforzai a sorridere come se niente fosse, anche se non era esattamente così.
Appena arrivammo davanti alla classe presi i miei libri, lo baciai nell’angolo delle labbra ed entrai in classe con Daniela. Mentre lei seguiva tranquillamente tutte le lezioni, io rimasi a cercare di ricordare dove avessi visto quella specie di cosa di poco prima.
Iniziai a ripensare a tutto ciò che feci da quando misi piede sul suolo inglese e un ricordo, recente, si fece più vivido nella mia mente.
«Attenzione: troietta ore due che si avvicina pericolosamente verso di noi. Sarà sicuramente amica tua» dissi sottovoce facendo un cenno a Zayn.
Tutti la fissarono e risero sotto i baffi, beh in fondo faceva al quanto ridere.
«Ciao Zayn» lo salutò l'ochetta.

Ripensai a quella scena e subito collegai. Ecco dove l’avevo vista, era la famosa troietta del pub!
Ricordo che voleva parlargli, ma lui non volle. Ricordo che era gelosa del fatto che stesse in mia compagnia. Ricordo il momento in cui mi offese ed io in tutta risposta la zittì. Doveva essere stata una delle tante e sicuramente non le andava giù.
 
 
Quando la campana suonò buttai i libri dentro la borsa, la misi a tracolla e mi diressi verso la porta. Esattamente davanti, appoggiato agli armadietti con un piede contro uno di essi, c’era Zayn ad aspettarmi. Appena incontrò il mio sguardo sorrise, ricambiai i mi avvicinai a lui.
«Beh com’è andata?» chiesi.
«Tutto bene, tu?»
«Bene, anche se non ho seguito nulla» risposi sincera afferrandogli la mano e trascinandolo verso la mensa.
«Come no?» chiese lui tirandomi in modo da farmi rallentare il passo.
«No, stavo pensando a dove avessi visto quella di prima» risposi nuovamente in tutta sincerità.
«E…?»
«E niente. La volta al pub» risposi scrollando le spalle.
Lui sospirò, come se fosse stato sollevato.
Così lo guardai «Non devo essere gelosa, no?»
«No» rispose lui cingendomi i fianchi con le braccia.
«Mi sto fidando di te eh» gli ricordai.
«Lo so, e non te ne pentirai» rispose lui sicuro baciandomi la guancia.
E così ci avvicinammo agli altri, unendoci ai loro discorsi.
 
Dopo scuola andammo direttamente tutti a casa Malik per festeggiare, a noi si aggiunsero anche Hanna ed Eleanor ovviamente.
La casa era vuota, così prendemmo un paio di pacchi di pop-corn e mettemmo un film a caso, era una commedia: 21 Jump Street. Passammo tutto il film tra una risata e l’altra. Dopo quello si passò ai giochi. Harry e Louis accesero la Wii senza dire nulla e misero un gioco delle sorelle, ovvero Just Dance.  Furono proprio loro ad iniziare: Louis ballò “It’s Raining Man” (se quello si può chiamare ballare), stavamo ridendo tutto il tempo durante la sua “performance” ma quando arrivò il punteggio ci ritrovammo piegati in due dalle risate. Ebbene sì, aveva guadagnato la bellezza di 397 punti. Harry invece decise di ballare “Tik Tok”, lui non solo si limitò a ballare, sempre per modo di dire, ma si mise pure a cantare, e per fortuna almeno quello sapeva farlo. Anche lui in quanto punti fece abbastanza schifo, facendoci così ridere ancora di più.
Ovviamente dopo loro costrinsero Zayn a ballare, ritenendo che quello fosse il suo turno visto e considerato che essendo il festeggiato non poteva rimanere in disparte. Così lo buttarono in pista e misero “When I Grow Up”. All’inizio era talmente imbarazzato che si mosse pochissimo, poi si lasciò andare, divertendosi e riuscì a raggiungere 405 punti.
Così si girò da Louis ed Harry «Alla faccia vostra!» gli rinfacciò gioendo.
«Ora faccio io!» esclamai alzandomi dal divano.
«Anche io!» si intromise Niall raggiungendomi.
«Oh no!!! voglio fare questa!» urlai notando “My First My Last My Everything «Altri due!» dissi.
Nessuno si mosse così con Niall ci guardammo e annuimmo capendoci.
Io tirai Eleanor e lui Liam. Così iniziammo ridendo già dall’inizio.
Ovviamente mentre ballavamo ci davamo colpi di bacino scherzando e accentuavamo i movimenti ridendo. Alla fine però io ed Eleanor riuscimmo a prendere cinque stelle, mentre i due ragazzi rispettivamente tre e quattro.
Quella sera ci divertimmo un mondo tutti insieme come sempre e quando gli altri andarono via io rimasi con Zayn, accoccolati sul divano aspettando il ritorno del resto della famiglia. Stavo così bene con lui, dovevo ammettere a me stessa, che al contrario di quanto pensassi, stare con Zayn Malik fu la scelta più giusta che potessi fare nella mia vita. Con lui mi divertivo, stavo bene, adoravo parlare con lui, confidarmi e fare tutto ciò che fanno le coppie.



 
Ciao a tutti! 
Ecco un nuovo capitolo fresco fresco.
Allooora, ho deciso di dedicare il capitolo a chi ha messo
questa ff tra i seguiti o preferiti e tutti voi che avete letto.
Spero di poter pubblicare entro breve tempo,
quindi a presto! xxx

 

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Capitolo 19
*** Cattiva giornata. ***


Capitolo 18
Cattiva giornata.


«Buongiorno…» dissi sulla soglia della cucina.
«Buongiorno!» esclamò Harry staccandosi dal suo bicchiere di latte.
Entrai, trascinai la sedia e mi sedetti buttando le braccia sul tavolo e appoggiando la testa sopra.
«Voglio morire» borbottai lamentandomi.
«A cosa devi tutta questa vitalità oggi?» chiese Harry ridendo tra i baffi.
«Motivi che non puoi sapere» risposi velocemente senza nemmeno guardarlo.
«Calma, calma» ribatté il riccio.
Sentì i suoi passi, seguiti dal rumore dell’acqua, si era alzato ma io non avevo ancora intenzione di farlo.
«Giada? Devi muoverti se vuoi arrivare in orario» disse lui.
Sollevai la testa per un attimo e lo guardai «Sto aspettando che la morte venga a riscuotere la mia anima» risposi.
«Devi ancora cambiarti» commentò lui senza far caso alla mia frase.
Gli indicai i jeans e la felpa «Pronta».
«Andiamo susu» mi incoraggiò ad alzarmi sorridendomi, ma io non ne volevo sapere.
Lui mi fissò con i suoi occhi verdi rimproverandomi.
Sbuffai e feci finta di alzarmi, così lui andò a prendersi la giacca. In quel momento mi rimisi sulla sedia.
«GIADA!» lo sentì urlare dall’altra stanza «MUOVITI SE NON VUOI CHE TI TRASCINGA FINO A SCUOLA!» mi minacciò.
«Uffa» fu il mio commento.
Presi il mio giubbotto, la borsa e lo raggiunsi. Voglia di vivere saltami addosso.
Arrivati a scuola mi avviai al mio armadietto salutando tutti con un cenno della mano e basta.
Non sembravano molto felici ciò, ma di certo non era colpa mia se la mattina oltre ad essermi svegliata di cattivo umore, avevo trovato una bella sorpresa al mio risveglio, ovvero il problema di tutte le donne di questo mondo.
Mentre frugavo cercando i libri vidi una mano appoggiarsi accanto al mio armadietto.
«Buongiorno» mi salutò Zayn soffiando sul mio orecchio, provocandomi dei piccoli brividi.
«’Giorno» risposi io chiudendo l’armadietto e girandomi verso di lui.
Mi circondò la vita con le sue braccia e mi strinse a sé.
«Brutto risveglio?» domandò.
«Orribile» risposi.
«Eh beh, non c’ero io a darti il buongiorno. È ovvio che sia stato brutto» commentò lui.
Mi fece sorridere.
«Era un sorriso quello?!» chiese Harry facendo il finto stupito «Non ci posso credere!»
«Ha visto me, la luce della sua vita, colui che le illumina la giornata. Come può non sorridere?» domandò Zayn ovvio.
«Vattene in classe Styles» risposi al riccio irritata.
Poi guardai Zayn «Malik non sarai un po’ troppo convinto di te?» gli chiesi inarcando un sopracciglio.
Fece finta di pensarci «Nah, tesoro» rispose mettendomi un braccio intorno alle spalle mentre prendemmo a camminare verso l’aula.
Appoggiai la testa sulla spalla di lui. Fuori dalla classe, come se ci volesse aspettare, c’era l’ochetta che ci fissò. Prima squadrò me da capo a piedi, poi fu il turno di Zayn. In quel momento si leccò le labbra. Ero già fuori di me.
«Cazzo guardi?» le domandai non troppo gentilmente.
«Che scurrile. Ora non si possono ammirare nemmeno i bei ragazzi» disse lei entrando in classe.
Con la coda dell’occhio vidi Zayn sorridere. Sicuramente per quel “Bei ragazzi”.
Così gli diedi un colpo «E tu che sorridi?» chiesi infastidita.
Lui fece per ribattere.
«Devo andare, ciao.» lo bloccai entrando in classe, lasciandolo così li fuori.
Sì, me ne sarei dovuta rimanere a casa. Sarebbe stato meglio per vari motivi: prima di tutto non avrei visto quella zoccola lì, secondo non avrei trattato male gli altri. Anche se non era colpa mia, mi infastidivo per tutto e puntualmente finiva che rispondevo adirata e scorbuticamente a tutti.
Decisi così di rimanermene in classe durante l’ora di pranzo. Sola con me stessa, così mi sarei risparmiata un sacco di cose. Mentre pensavo a tutto ciò guardavo l’albero fuori dalla finestra.
«Salvatore?» la voce del professore richiamò la mia attenzione?
«Sì?» domandai confusa.
«Lei sa la risposta alla mia domanda?» chiese.
Oh merda. Chissà che aveva chiesto, mannaggia a me che non ero stata attenta.
In quel momento suonò la campanella, il che significava la fine della lezione. “Di già?” pensai.
Forse rimasi con la testa fra le nuvole per molto tempo senza rendermene conto.
«Sarà per la prossima volta. Arrivederci» disse lui.
«Salvata in corner» sussurrai tra me e me.
 
 
Feci come detto, alla ricreazione non mi mossi dall’aula. Rimasi li, sola, nella stessa posizione in cui mi trovavo la mattina a casa. Stavo morendo dai dolori alla pancia.
Il cellulare non smetteva di vibrare, così lo controllai: 5 chiamate senza risposta e vari messaggi.
Misi il cellulare in tasca e mi diressi in bagno, l’unico posto dove ero costretta ad andare, di certo non volevo sporcarmi. Feci in tempo ad entrare, chiudere la porta a chiave, che sentì delle voci di altre ragazze entrare dentro.
Una stava ridendo la riconobbi subito, era la troietta.
Sollevai i piedi in alto per non farmi notare.
«State a vedere, succederà» disse proprio lei.
«Ma se nemmeno ti guarda!» commentò un’altra ragazza.
«O fa finta… che ne sai? È pur sempre il vecchio e solito Zayn Malik» riprese lei.
«Ma ora e fidanzato» intervenne un’altra.
«Sì, con quella li… come si chiama? Vabbè avete capito. È poco insignificante. Oggi sembra una barbona vestita, no?» rispose sempre quella la.
“Se esco da qui ti faccio vedere io, brutta zoccola in calore che non sei altro” pensai.
«Vedrete, riuscirò nel mio intento» finì di dire sempre lei mentre uscirono da li dentro.
Dovevo tornarmene direttamente a casa. Sì, sarebbe stato meglio così.
Uscì da li e andai a prendere le mie cose, ma appena entrai in classe trovai Zayn seduto al mio posto.
“Ops”
«Che ci fai qui?» chiesi facendo finta di nulla avvicinandomi.
Sollevò le spalle «Ci stavamo preoccupando, sai com’è sembravi sparita» disse serio.
«Esagerato» commentai infilandomi il giubbotto e afferrando la borsa.
Lui mi fissò. «Dove vai?» chiese.
«Me ne torno a casa, non si vede?» risposi acida.
«Ma che ti ho fatto?» chiese lui fissandomi.
«Nulla Malik, nulla. Lasciami stare» supplicai allontanandomi da lui e da quella scuola.
Arrivata a casa feci una bella doccia rilassante, presi una pastiglia e mi rifugiai sotto le coperte nel mio bellissimo e comodissimo letto. Iniziai a pensare a ciò accaduto a scuola, al discorso di quella troietta, a cui avrei spaccato volentieri il “bel” visino e poi pensai a Zayn. Il modo in cui l’avevo trattato, ero stata un grande stronza, ma in quel momento dovevo starmene sola, calmarmi e poi l’avrei chiamato per scusarmi. Abbracciai forte il cuscino e mi addormentai.
 
 
Quando mi svegliai non aprì gli occhi, non mi andava e poi si stava così bene li, così strinsi più forte il cuscino. Ma qualcosa non tornava, il cuscino non era soffice come sempre e in più emanava calore. No, qualcosa decisamente non tornava. Aprì gli occhi e vidi una figura maschile sdraiata accanto a me.
«Ben svegliata» disse sorridendomi.
Sorrisi e lo strinsi più forte senza dire nulla, così poggiò un braccio intorno a me e mi strinse a lui. Rimanemmo li così, in silenzio. Appoggiai la testa sul suo petto e lui iniziò a carezzarmi lentamente la schiena.
«Come mai sei qui?» chiesi.
«Siamo venuti qui a casa con Harry e così ho pensato di salire e vedere come stavi» rispose lui.
«Capito… Zayn?»
«Sì?»
«Scusa per prima» sussurrai.
Lui rafforzò la stretta e posò un bacio sui miei capelli.
«Va tutto bene, capita a tutti» mi tranquillizzò lui.
Sollevai il viso e lo fissai, era così bello e sempre perfetto. C’è chi afferma che le persone che hanno gli occhi marroni non trasmettono emozioni, che hanno gli occhi “piatti”. Beh chi la pensa così si sbaglia di grosso e sicuramente non ha mai visto gli occhi del mio ragazzo. In quel momento erano così caldi e pieni d’amore…
Lo baciai e mi riappoggiai sul suo petto.
«Ora mi dici che hai?» chiese lui.
«Te l’ho detto, mi sono svegliata male» risposi prendendogli una mano e iniziando a giocare con le sue dita.
«Sì, ma c’è altro. O vorrai dire che mi sbaglio?» domandò lui.
«Problema mensile» sussurrai senza mollare le sue dita.
Lui ci pensò un attimo «Oh» fu la sua risposta quando capì.
«Ora va meglio, vero?» chiese lui.
«Sì» risposi.
Lui si alzò di scatto «Bene, allora so io che ci vuole per il tuo buonumore!» esclamò.
Lo guardai confusa.
«Preparati che usciamo» mi informò uscendo dalla camera.
Mi alzai, misi dei jeans a sigaretta, una maglia con lo scollo a V e gli stivali coni tacchi.
Raccolsi i capelli in uno chignon e raggiunsi Zayn al piano di sotto.
Salutai tutti come si deve, al contrario della mattina e diedi un bacio sulla guancia ad Harry per scusarmi delle risposte poco carine.
«Noi usciamo» gli informò Zayn.
«A più tardi» salutai sorridendo.
Sì, ero completamente diversa rispetto a stamattina.
«Dove andiamo? Dove andiamo? Dove andiamo?» continuavo a domandare al moro senza ricevere nessuna risposta.
«Qui» rispose lui sorridendomi «Come ti può far stare bene se non un muffin al cioccolato?» chiese lui.
Ebbene sì, mi aveva direttamente portato da Starbucks.
«Un muffin al cioccolato!» esclamai io battendo le mani, stile bambina piccola.
«Appunto» disse lui portandosi una mano in faccia facendo finta di vergognarsi per il mio comportamento.
Così entrammo dentro e presi due muffin al cioccolato e un frappuccino. Sapete com’è, era in gioco il mio buon umore.
Uscimmo fuori e addentai subito il dolce sporcandomi tutte le labbra.
Zayn mi guardò e iniziò a ridere «Sei tutta sporca!»
Lo fulminai con lo sguardo.
«Per colpa tua ingrasserò» lo accusai.
«Per colpa mia?» chiese confuso.
«Sì, ogni volta che qualcosa non va mi porti questo» risposi mettendogli il muffin davanti al viso e lui in tutta risposta lo addentò.
LO ADDENTÒ.
«COME OSI?» gli urlai contro.
«Ne hai un altro!» ribatté.
«CHE C’ENTRA?» continuai ad urlare.
«Guardai li» Zayn indicò dietro di me.
«Non mi incanti Malik, l’hai morso!»
Lui mi afferrò e mi fece voltare. C’era un vetrina piena di peluche, al centro un orso gigante.
Rimasi li incantata a fissarlo.
«È bellissimo» sussurrai continuando a guardare in quella direzione.
Mi prese la mano e mi portò dentro il negozio.
«Aspettami qui»  mi ordinò entrando nel negozio.
E così feci, rimasi li fuori a mangiare il mio secondo muffin.
Zayn riuscì fuori con l’enorme orso in braccio.
«Tutto tuo» disse sorridendomi.
«Non dovevi» lo rimproverai con lo sguardo.
«Senti, sei la mia ragazza, quindi sono libero di regalarti quello che voglio quando voglio» ribatté.
Sbuffai e poi lo guardai negli occhi.
«Grazie» dissi avvicinandolo a lui, posando le mie labbra sulle sue.





 
Ed eccomi qui dopo una settimana!
Ok, forse è passato un po' troppo tempo, ma non è sta colpa mia.
Non so voi, ma è stata una settimana strapiena e stressante!
Detto ciò spero che il capitolo vi piaccia :)
Ah sì, vorrei ringraziare dedicando anche il capitolo 
The Dimples e io e te styles
che hanno recensito il capitolo precedente
Detto ciò. a presto! xx

 

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Capitolo 20
*** Morto. ***


Capitolo 19

Morto.



Finalmente era arrivato il fine settimana, questo voleva dire: DORMIRE DI PIÙ!
In realtà non ero mai riuscita a dormire fino a tardi, a parte quando la serata proseguiva fino a notte tarda, però al posto di alzarmi preferivo di gran lunga rimanere lì al calduccio a pensare o sognare ad occhi aperti. Ormai però, quando si faceva una certa ora, prendevo il cellulare e chiamavo Zayn svegliandolo. Così guardai l'ora. Erano le 10:30, ora perfetta.
Afferrai il cellulare ma questa volta fui anticipata.

Buongiorno amore, sei già sveglia? Xx

Lessi il messaggio e composi velocemente la risposta.

Buongiorno anche a te! Beh, tu che dici? Xx

Il cellulare vibrò nuovamente.

Bene, tra più o meno un'ora arrivo piccola

Automaticamente sorrisi e risposi.

Ti aspetto :P

Mi alzai e mi rifugiai nel bagno, riempì la vasca con l'acqua e il bagnoschiuma. Misi il mio cd “This Left Feels Right” dei Bon Jovi e mi rilassai, godendomi quell'attimo di tranquillità. Senza rendermene conto era già passata una cinquantina di minuti, il cd finì e qualcuno suonò alla porta.
Cazzarola!
«Harry! Alza quel grosso culone che ti ritrovi e vai ad aprire!» urlai da dentro il bagno, afferrando un asciugamano per legarmelo attorno.
Nessuna risposta.
«HARRY EDWARD STYLES.» urlai più forte.
Niente. Non aveva intenzione di muoversi. Il campanello squillò nuovamente.
“Fanculo” pensai aprendo la porta e scendo giù per le scale.
Aprì di poco la porta sporgendo la testa per controllare chi fosse. Era arrivato in perfetto orario, wow.
Mi nascosi dietro la porta e lo feci entrare. Sembrava abbastanza confuso di questo mio comportamento. Normalmente gli sarei saltata addosso per salutarlo, ma in quel momento non mi sembrava un atteggiamento molto consono, visto com'ero conciata.
Non appena i suoi cercarono i miei per capire, notò ciò che indossavo.
Si leccò le labbra «Ma buongiorno!» esclamò lui contento per la vista.
«Buongiorno. Non chiedere nulla.» sorrisi imbarazzata. Sicuramente le mie guance erano già avvampate colorandosi di rosso.
Istintivamente lui portò la mano su una di esse e la carezzò.
«Dovresti farti trovare più spesso vestita così» mi informò lui facendosi più avanti, per abbattere la distanza che avevo creato.
Rimasi lì, imbambolata e imbarazzata allo stesso tempo fissandolo. Lui ne approfittò e fece scontrare i nostri corpi lasciando i nostri visi a pochi centimetri di distanza.
Fece scorrere la sua mano dalla guancia ai capelli, infilandola tra essi. I nostri respiri iniziavano a mescolarsi tra loro e alla fine neutralizzò definitivamente la distanza tra le nostre labbra, posando le sue soffici e carnose labbra contro le mie. Istintivamente portai le braccia intorno al collo del ragazzo stringendolo a me, dimenticandomi per un momento che indossavo solo un asciugamano.
Le nostre lingue si intrecciarono. Sentì la mano passare dai capelli fino alla schiena, la carezzo e poi cercò di far cadere l'unica cosa che indossavo. Subito portai le mani su di esso lasciando Zayn e lo strinsi giusto in tempo.
«Non ci provare Malik» lo rimproverai con lo sguardo.
Lui alzò le mani in segno di pace.
«Non è colpa mia. Se tu vieni ad aprire così...» si bloccò fissandomi un'altra volta da capo a piedi mordendosi il labbro. «Sei così dannatamente sexy! Mi istighi tu così» cercò di giustificarsi.
«Bene, allora sarà meglio che vada ad indossare qualcosa di più consono» affermai dirigendomi verso le scale.
«Ma ma ma» cercò di protestare.
«Non è colpa mia se non ti sai controllare» puntualizzai continuando a salire i gradini.
«Tu mi provochi!» mi accusò.
«Ringrazia che ti ho aperto, se avessi aspettato Styles saresti ancora fuori» dissi sparando dietro l'angolo. Lo sentì borbottare qualcosa, ma non riuscì a capire la frase.

Quando scesi nuovamente giù, questa volta completamente vestita, trovai Harry in piedi parlando con il moro.
«Alla buonora!» esclamai rivolta al riccio.
Lui sorrise. «Zayn mi ha ringraziato per non essere andato ad aprire, sai?» chiese malizioso mio “fratello”.
Io arrossì imbarazzata «Pensa a fare colazione senza affogarti» risposi acida.
Il riccio rise e si rivolse al moro «Quanto mi vuole bene? Secondo me tantissimo» affermò abbracciandomi.
Gli diedi un colpo sulla spalla.
«Vado a chiamare gli altri per stasera. Voi ci state, vero?» domandò.
«Ovvio» rispose Zayn.
«Perfetto» esclamò l'altro uscendo dalla cucina.
Il moro continuava a fissarmi con quei occhi pieni di desiderio. Cercai di non farci caso e presi il succo dal frigo, presi un bicchiere dalla credenza e in quel momento mi ritrovai in trappola tra essa e Zayn.
Mi baciò la guancia e poi scese giù lungo il collo, lasciando tanti piccoli baci su di esso facendomi rabbrividire. Mi accarezzò i fianchi ed io piegai il collo di lato lasciandolo fare.
Appena notò quella reazione sorrise e afferrò un lembo di pelle tra le labbra iniziando a succhiare piano, poi si lasciò prendere dalla foga e continuò più forte. Quando lo lasciò, posò un leggero bacio e mi fece girare per baciarmi.
Fissò il punto soddisfatto.
«Così impari a provocarmi» disse lui indicando il punto.
«No, non dirmi che...» quasi urlai correndo allo specchio per controllare.
Esattamente ciò che avevo immaginato, sul mio collo era presente un grande macchia. Mi aveva fatto un succhiotto.
«MALIK!» urlai rientrando in cucina infuriata.
Lui nel frattempo si era seduto su una sedia, armeggiando il suo cellulare e fece il finto tonto.
«Cos'ho fatto ora?» chiese lui con finta aria innocente.
«Questa!» sbraitai indicando il suo lavoro di poco prima.
«Cose che capitano piccola» sorrise facendomi l'occhiolino.
Avanzai a grandi passi verso di lui e gli puntai il dito contro.
«Questa me la pagherai, tesoro» enfatizzai sull'ultima parola.
Me l'avrebbe pagata, eccome.

 

«Giada, muoviti» sbuffò Zayn.
«Calmati!» urlai dalla mia stanza.
Scesi giù velocemente.
«Allora?» chiesi facendo un giro su me stessa.
Lui rimase lì a fissarmi.
«Troppo corto. Vai a cambiarti.» disse lui con tono duro.
«Secondo me è perfetto! E poi siamo in ritardo, no?» obiettai io.
«No, siamo in perfetto orario» sorrise lui.
«Bugiardo! Tanto non mi cambio» risposi con tono fermo, incrociando le braccia sotto il seno e imbronciandomi.
Sbuffò e alzò gli occhi al cielo. «Ti devo cambiare io?» chiese.
«Che ha che non va?!» domandai.
«Ti guarderanno tutti.» disse arrabbiato.
Ohhh geloso?
«Dai, starò attaccata a te e non parlerò con nessuno» promisi baciandogli l'angolo delle labbra.
Lui sorrise e mi baciò.
«E così sia, ma ti avviso: nel caso spaccherò la faccia a qualcuno» mi informò a denti stretti.
«Ok ok» tagliai corto io dirigendomi fuori dalla casa.

Appena arrivammo al locale cercammo tutti i ragazzi. Louis si trovava al bancone con Ele, Lena e Liam; Niall e Hanna ballavano al centro della pista come forsennati; ed Harry con Daniela, beh dovevano essere sa qualche parte ad amoreggiare come loro solito.
Mentre camminammo verso il gruppo per prenderci qualcosa da bere sentì Zayn dire «Cazzo guardi?» ad un biondino che mi fissò.
Lo presi sottobraccio e lo baciai «Dai amore non dargli penso» sorrisi e lo trascinai via.
«Ciao a tutti!» esclamai baciandoli uno ad uno.
«Ehy Zayn, che hai?» chiese Louis, notando la sua espressione incazzata.
«Nulla» risposi io sorridendo.
«Oggi farò a pugni» disse lui sicuro.
Ed io sbuffai.
«Lasciate perdere queste sue affermazioni» affermai guardando i ragazzi preoccupati.
Presi un Aperol Spritz e cercai Zayn mentre lo sorseggiavo.
Fissava una ragazza sorridendo. Subito mi affiancai a lui e gli diedi un colpo.
«Che c'è?» chiese lui.
«Che sorridi?» domandai di tutta risposta gelosa.
Se ne accorse subito.
«Gelosona» mi prese in giro abbracciandomi.
«C'è mia sorella» mi informò.
«Ma non è troppo piccola per venire in un posto del genere?» chiesi io sbalordita.
«Non lei! Un'altra, è l'unica che non hai conosciuto» affermò prendendomi la mano. «Te la presento» mi informò.
Lo seguì senza obbiettare.
Tamburellò sulla schiena della ragazza che non appena lo vide, lo abbracciò stringendolo.
«Zayn!» esclamò lei felice. «Anche tu qui eh?» chiese lei sorridente.
«Sono con i ragazzi» rispose lui, poi riprese «Ti presento Giada» disse tirandomi più vicino a lui.
«Tu sei Giada!» quasi urlò lei.
«Ehm... sì» risposi timidamente.
«Io sono Doniya, la sorella maggiore» si presentò. «Ho sentito parlare di te da tutti. Ero l'unica a non conoscerti ancora! Ed adesso finalmente ti vedo!»
Qualcuno la richiamò.
«Devo andare ora, scusate. Ci vediamo presto eh!» disse salutandoci.
«A presto» risposi sorridendo a quella ragazza.
Come facevano ad assomigliarsi così tanto in quella famiglia? Mah, mistero.
Visto che ci trovavamo nel bel mezzo della pista iniziammo a ballare tra noi, tra baci, strusciamenti e cose varie. Alla fine quando ci trovammo di nuovo con le labbra che si sfioravano tra loro parlò.
«Mi vuoi morto oggi» affermò convinto.
«Come?» chiesi facendo finta di non capire.
«Mi fai impazzire» si lamentò lui avvicinando le sue labbra.
Io mi allontanai «Ma se non faccio niente» ribattei facendogli la lingua.
Il moro mi afferrò per il braccio, stringendomi nuovamente a sé.
Guardò il mio collo e corrugò la fronte.
«Dov'è?» chiese.
«Sai com'è, il trucco funziona sempre» risposi con un sorriso trionfante.
«Era proprio per farlo vedere! Sei solo mia» si lamentò lui.
«Come se ci fosse bisogno di un segno così per saperlo» mi lamentai.
«Hai ragione» mi afferrò la mano e infilò qualcosa nel mio anulare sinistro.
Appena la lasciò controllai subito. Un anello. Zayn mi aveva regalato un anello, per far capire a tutti che non ero libera, ma stavo con lui.




 

Buongiorno e buona domenica!
Anche voi vi siete svegliati bene? Io sto studiando stamattina,
però ho deciso di fare una pausa e pubblicare questo capitolo.
Grazie per l'attenzione e a presto! xx

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Capitolo 21
*** Mettere la testa apposto. ***


Capitolo 20.
Mettere la testa apposto.



La Mi Re Mi.
La Mi Re Mi.
«Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi
le tue calzette rosse
e l'innocenza sulle gote tue
due arance ancor più rosse
e la cantina buia dove noi
respiravamo piano»
La mia domenica era iniziata così. Io, la mia chitarra e la prima canzone che imparai a suonare. Era da un po' che ormai non suonavo più, ciò mi mancava terribilmente. Mi bloccai quando mi sentì osservata, così mi girai verso la porta e trovai Zayn intento a fissarmi.
«Non volevo disturbarti, scusa. Continua come se non mi avessi visto» disse sedendosi accanto a me.
Sorrisi e lo baciai, poi ripresi a suonare.
Lui continuò a fissarmi tutto il tempo.
«... oh mare nero» terminai e rimisi la chitarra al suo posto, tornando poi a sedermi vicino a Zayn e lo abbracciai.
«Non vi ho più sentito cantare» dissi guardandolo.
«Hai ragione, non lo facciamo da un po'» sorrise carezzandomi il braccio.
«Secondo me dovreste riprendere» ricambiai il sorriso.
«Forse hai ragione, sarebbe bello. Tu da quanto non suonavi?» chiese cambiando discorso.
«Da un bel po'» confessai «Sai, quella è la prima canzone che ho imparato a suonare»
«Era in italiano, vero?»
«Sì, si chiama “La canzone del sole” di Lucio Battisti. Oltre ad avere degli accordi facili era uno dei cantanti preferiti di mio padre» sorrisi, ma gli occhi ormai erano diventanti lucidi e Zayn se ne accorse, così mi strinse a lui.
«Tranquilla» mi sussurrò all'orecchio.
Annuì «Mi mancano così tanto» singhiozzai.
Lui mi baciò la fronte.
Io sorrisi.
«Sai, mi ero messa in testa di impararla entro il suo compleanno e così feci. Appena tornò a casa il giorno lo costrinsi a sedersi sul divano e la suonai. Ero così contenta quando mi disse che gli era piaciuto e che ero stata brava»
«Mi immagino. Mi piace quando parli in italiano, sai?» chiese baciandomi.
«Come mai?» chiesi curiosa.
«È eccitante» confessò tenendo le labbra a pochi centimetri delle mie.
«Interessante... e che altro ti eccita?» domandai leccandogli le labbra.
«Beh...» iniziò lui.
«Giada? Zayn?» lo interruppe Harry entrando in camera.
«Dicci Harry» risposi io.
«Ohhh. Ho interrotto qualcosa?» domandò malizioso.
«Parla» gli dissi ignorando la sua domanda.
«Mamma chiede se rimani a pranzo o hai da fare» mi informò il riccio.
«No, oggi viene a pranzo da me» rispose al mio posto il moro.
Io ed Harry lo guardammo contemporaneamente.«Davvero?» chiesi io.
«Attenzione, Zayn Jawaad Malik fa sul serio!» esclamò ridacchiando mentre usciva dalla mia camera.
«Jawaad?» domandai continuando a fissarlo.
«È il mio secondo nome» sorrise imbarazzato.
«Non lo sapevo!» mi lamentai girandomi dall'altra parte facendo la finta arrabbiata.
Lui mi abbracciò da dietro e appoggiò le sue labbra sul mio collo baciandolo.
«Non fare così, lo sanno in pochi» confessò.
«Io dovrei saperlo tzè» sbottai con tono infantile.
«Ora lo sai» affermò lui riprendendo a baciarmi il collo. «Ora preparati o faremo tardi»
Annuì «Tu vai da Harry, io mi preparo» dissi spingendolo fuori dalla stanza.
«Se vuoi posso farti compagnia» propose mordendosi le labbra.
«Fuori!» ordinai chiudendogli la porta in faccia scherzando.
Indossai dei jeans a sigaretta, una camicia blu e bianca a quadri con il colletto alla coreana. Girai tutta la casa in cerca degli stivali, ma non li trovavo da nessuna parte. Dove diavolo li avevo lasciati?
«Anne?» iniziai a chiamarla girando per tutta la casa.
«Sì?» chiese dalla cucina.
«Sai dove sono gli stivali?» le chiesi avvicinandomi.
«In bagno cara» rispose sorridendomi.
«Grazie» dissi ricambiando il sorriso correndo su per le scale.
Mi diressi in bagno ed indossai gli stivali, andando poi alla ricerca dei ragazzi.
«Zayn?» lo richiamai affacciandomi dalla porta della camera di Harry.
«Pronta?» chiese.
«Sì» risposi facendogli la lingua.
Salutammo Harry e scendemmo giù.
«Salutami tua madre» disse Anne a Zayn.
«A dopo» la salutai dandole un bacio sulla guancia.
«A dopo, divertitevi» disse salutandoci.

 

 

Il moro aprì la porta di casa e mi fece entrare.
«Siamo arrivati» informò mentre ci dirigemmo verso il soggiorno.
Subito arrivò Doniya.
«Ehy! Finalmente siete arrivati!» esclamò.
«Ciao» la salutai.
«La mamma è in cucina, sta finendo di preparare» ci informò.
«Ok, vieni» mi disse Zayn afferrandomi la mano.
«Buongiorno» salutai sorridendo.
«Ciao cara» disse la signora Malik avvicinandosi per salutare.
Mi baciò sulle guance e poi si rivolse al figlio.
«Inizia a chiamare tuo padre e le tue sorelle» gli ordinò.
Lui obbedì subito.
«Come va?» chiese continuando a sorridermi.
«tutto bene, grazie. Lei?»
«Anche io tutto bene. Sono contenta che tu sia venuta oggi, finalmente Zayn sta mettendo la testa apposto» rispose Trisha «Ha anche quasi smesso di fumare!» continuò contenta.
In effetti era da un po' che non sentivo più l'odore del tabacco e lo vedevo fumare molto raramente, quando era molto stressato per la precisione. Però non avevo chiesto nulla.
«La saluta Anne» la informai, tanto Zayn se ne sarebbe dimenticato sicuramente.
«Oh, è da un sacco che non la vedo! Sta bene, vero?»
«Sìsì.» risposi guardandola mentre era alla presa con i fornelli.
«Le serve aiuto? Se vuole posso apparecchiare» chiesi per rendermi utile.
«Sì, grazie. La tovaglia sta sul tavolo» mi fece notare, così iniziai a sistemare prima quella.
Nel frattempo arrivarono tutte e tre le sorelle, così salutai anche Safaa e Waliyha, ed aiutarono anche loro. Mentre sistemavo i bicchieri la più piccola mi guardò la mano e notò l'anello al dito, subito cercò i miei occhi e sorrise avvicinandosi alle altre due sorelle, dicendole qualcosa.
Subito cercarono le mie mani.
«Ohhhhhhhhhh!!!» esclamò la più grande.
«Cos'è successo?» chiese subito Trisha facendo catapultare nella stanza anche il signor Malik e Zayn.
«Ha un anello!» continuò Safaa.
«Nella mano sinistra, anulare!» finì Waliyha.
Subito sentì prendere fuoco in viso e Trisha prese la mia mano guardandolo. Poi guardò il figlio con un sorriso enorme.
Subito mi venne in mente la reazione delle mie amiche la notte prima.

 

«Ahhhhhhhhhhhhhh!!!!» esclamò Lena mentre Eleanor teneva la mia mano.
Tutte fissavano l'anello in oro bianco, tutto lavorato con dei diamanti incastonati sopra.
«Oddio!» questa volta fu Hanna.
«Non ci credo!» continuò Daniela.
Io mi limitavo a sorridere imbarazzata.
«Sono così felice per voi!» affermò Ele «Finalmente mette la testa apposto!»
«Dai ragazze, nemmeno mi avesse chiesto di sposarlo!» dissi io.
«Ma così bello! È comunque un simbolo, si sta impegnando seriamente con te! Ti vuole solo per sé» ribatté Lena.
«Vogliamo vedere anche noi!» esclamò Louis, rubando la mia mano da quella della ragazza.
Tutti non facevano altro che congratularsi ed a ripetere “Finalmente mette la testa apposto”.

 

Durante il pranzo non facevano altro che chiedere quando me l'aveva regalato, chiedendo ogni minimo particolare. Erano così gentili, mi sentivo a casa con loro. Parlavamo tranquillamente di ogni cosa, scherzavamo, il tutto si svolgeva come se mi conoscessero da molto tempo.
Quando il pranzo terminò andai di sopra con Zayn, mentre gli altri sistemavano in cucina.
«Beh, ci vedono già sposati» dissi buttandomi sul letto.
Il moro rise «Non mi dispiace l'idea» rispose mettendosi accanto a me.
«Jawaad, vorresti dirmi altro?» chiesi guardandolo di sottecchi.
«Per il momento no» rispose appoggiando la mano sulla mia pancia.
«E non chiamarmi Jawaad» aggiunse poi.
«Ok, c'è altro che non so?»
«Mmm... In realtà Zayn è con la “i”, ma lo preferisco scritto con “y”» mi informò.
«Come mai?»
«Fa più figo» sbottò.
Io risi.
«Noi usciamo» urlò il padre di Zayn dal piano di sotto.
«Ok» rispose il ragazzo, sempre urlando.
Mi diede un bacio sul naso e si alzò.
«Vado in bagno» mi informò avviandosi fuori dalla porta.
Mi guardai attorno e mi misi a pancia in giù chiudendo gli occhi.
Il cellulare di Zayn non smetteva di vibrare, così lo presi e guardai.
“Lizzie”.
In quel momento arrivò Zayn, così gli porsi il cellulare.
«È Lizzie, non rispondi?» chiesi sollevando un sopracciglio.
«Ah» si limitò a dire chiudendo la chiamata.
«Ah?» gli feci l'eco «Dice solo “Ah”» mi lamentai infastidita.
«Che hai?» chiese.
«Che ho chiede» feci una risatina nervosa «Sempre e solo ragazze. Ovunque. Sei circondato che ovaie!» sbraitai alzandomi.
Gli scappò un sorrisino e mi si avvicinò. «Gelosa?»
«IO?!» quasi urlai.
«È solo una vecchia amica» si giustificò.
«Una vecchia amica che ti chiama semplicemente cinque volte, ripetutamente senza sosta» mi allontanai.
«Dico sul serio» affermò avvicinandosi e posando le mani sulle mie braccia.
«Vecchia amica o vecchia troietta?» chiesi fissandolo negli occhi.
Non rispose.
«Chi tace acconsente. Bene, toglimi le mani di dosso. Voglio tornare a casa» affermai spingendolo indietro.
«Giada, non fare così» chiese in un sussurro avvicinandosi nuovamente.
«Ah no? E cosa dovrei fare? Sentiamo. Illuminami Jawaad.» dissi enfatizzando il nome.
Lui mi guardò male.
«Piccola, lo sai che non contavano prima ed ora contano ancora meno»
«E perché le senti allora?» domandai.
«Pensano che sia ancora il vecchio Zayn» si scusò.
«Alla fammi la cortesia di avvertirle di questo» dissi mostrando la mano «Se non vogliono un nuovo taglio di capelli o finire all'ospedale» finì acida.
Rise e mi prese per il braccio tirandomi a lui. «Io voglio solo te amore» affermò.
«Bene, dimostralo» risposi sollevando le spalle.
Iniziò ad accarezzarmi la schiena tenendo gli occhi fissi su di me.
«Tu ti fidi di me, no?»
Annuì.
«Allora lasciale perdere, non litighiamo per colpa loro» disse iniziando a baciarmi il viso.
Trattenni un sorriso, sapeva benissimo che se avesse fatto così avrei ceduto in poco tempo.
«Ti credo, ma stai attendo a te» lo minacciai.
Lui sorrise e mi mordicchiò il lobo dell'orecchio.
«Mi ecciti quando fai così» confessò iniziando poi a baciarmi il collo e facendomi indietreggiare verso il letto, dove infine cademmo.
A quel punto iniziammo a baciarci senza freni, accarezzandoci i nostri corpi avvicenda e lasciando le nostre lingue libere di muoversi insieme, di congiungersi come desideravano.


 

Za zan!
Nuovo capitolino, certo che ste troie stanno
sempre in mezzo alle ovaie.  Non trovate anche voi?
Dedico il capitolo ad una persona a cui voglio molto bene
Grazie per la lettura.
A presto xxx

 

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Capitolo 22
*** Confessioni. ***


Capitolo 20
Confessioni.



Aprì gli occhi e vidi le braccia di Zayn che mi stringevano la vita, immediatamente sorrisi e mi girai dalla sua parte. Stava ancora dormendo, era così dolce, sembrava piccolo cucciolo indifeso.
Lo abbracciai e iniziai a sbaciucchiarli il viso per svegliarlo.
Lui sorrise e aprì piano gli occhi per guardarmi.
«Sveglia dormiglione» lo presi in giro dandogli un bacio a stampo.
«Altri cinque minuti» chiese stringendomi di più a lui.
«Zayn, non vorrai che i tuoi ci trovino qui quando tornano» dissi.
«Non succede niente, stiamo solo dormendo» rispose.
«Bugiardo! Sei sveglissimo!» esclamai iniziando a fargli il solletico.
Lui iniziò ad agitarsi e cadde giù dal letto.
Scoppiai in una sonora risata, puntandogli il dito contro, buttandomi indietro sul letto.
«Cosa ridi?!» domandò lui lanciandosi sopra di me.
«Ora ti faccio ridere io» disse con tono minaccioso iniziando a farmi il solletico lui sta volta.
«Nononononononono» continuavo a ripetere agitandomi.
Il moro però non ne voleva sapere di smetterla.
Afferrai il viso e lo baciai infilandogli la lingua in bocca.
Lo presi alla sprovvista. Smise e ricambiò il bacio, continuava a tenermi stretta, così passai una mano sulla sua coscia, salendo più su lentamente. Lui si lasciò scappare un gemito e mollò la presa.
Risi e lo spinsi via «Fregato!» urlai correndo via dalla stanza.
«Dove credi di andare?!» chiese furioso.
Scesi le scale di corsa e andai verso il bagno, quando mi girai per chiudere la porta alle mie spalle trovai un piede già in mezzo per impedirmelo.
Lasciai la porta ed indietreggiai.
Lui l’aprì e si avvicinò minaccioso.
Mi guardai intorno, cercando qualcosa per difendermi. Notai affianco a me la doccia, così aprì il rubinetto ed iniziai a bagnare Zayn, puntandogli l’acqua contro.
Nonostante ciò, mi sbarrò ogni via d’uscita e si avvicinò di più.
«Tu n-non puoi!» ribattei balbettando.
«Tu dici?» domandò.
«Sì! Non ho cambio io!»
Lui in tutta risposta mi schizzò a sua volta, cercai di dargli le spalle per proteggermi, così ne approfittò per chiudere il rubinetto e mi prese di peso.
«Mettimi giù Malik!» obbiettai mentre mi trascinava come un sacco di patate al piano superiore.
«Te la sei cercata tu» rispose lanciandomi sul letto.
Lo fissai e iniziai a ridere «Sei tutto bagnato» dissi ridendo.
«Chissà come mai» rispose chiudendo gli occhi in due fessure.
«Il tuo ciuffo» ridacchiai fissandolo.
Mi fulminò con lo sguardo e si girò offeso.
«Amore?» chiesi dolcemente smettendo di ridere.
Nessuna risposta. Mi alzai e andai vicino a lui.
«Amore?» riprovai, ma niente.
«Stavo scherzando…» gli appoggiai la mano sul braccio.
Lui si girò di scatto afferrandomi e lanciandosi sul letto.
Lo ritrovai su di me, così gli passai una mano tra i capelli.
I nostri visi erano abbastanza vicini da far sfiorare le nostre labbra, ma nessuno dei due si decideva a muoversi. Rimanevamo li a fissarci accarezzandoci.
Alla fine si decise ad eliminare la distanza tra di noi. Il bacio fu da subito passionale, le nostre lingue si cercarono subito, mentre le sue mani scorrevano sul mio corpo, facendosi largo sotto la camicia. Gli feci spazio tra le mie gambe, per farlo stare più comodo ed iniziai a passargli le mani su tutta la schiena.
All’improvviso si staccò poco dalle labbra.
«Ti amo, Giada» confessò.
Mi morsi le labbra e lo fissai negli occhi. «Ti amo» risposi in italiano.
Il moro sorrise e riprese a baciarmi, lasciandosi trasportare sempre di più.
Dalle labbra, passò poi a posare tanti piccoli baci sul mento, scendendo sempre più fino al mio collo. Le sue labbra succhiarono avidamente il mio collo, facendomi così ansimare.
Gli tolsi la maglietta e gli morsi le labbra tirandolo a me. Zayn iniziò a sbottonare la camicia, strusciando tutto il suo corpo contro il mio.
«Ti voglio» sussurrai sulle sue labbra.
Nel sentire quelle parole il moro sorrise.
«Sei sicura?» domandò.
«Mai stata più sicura» affermai.
Iniziammo a spogliarci delicatamente ed a buttare gli abiti per la stanza.
«Non ti ho detto una cosa» dissi mentre le mie labbra gli lasciavano tanti piccoli baci sparsi sul collo e sul petto.
«Cosa?» chiese mentre appoggiò le mani sul mio intimo per sfilarlo.
«Ecco… Non ho mai…» lasciai cadere li la frase.
Subito capì e mi fissò negli occhi.
«Tranquilla, fidati di me» sussurrò sorridendo mentre sfilava via l’ultimo indumento.
Annuì e chiusi gli occhi ribaciandolo. In quel momento lui fece scontrare le nostre intimità ed iniziammo ad amarci anche fisicamente.
 
 
Ero li stesa sul letto con Zayn a coccolarci senza smettere di sorridere.
«Ti amo» sussurrò all’orecchio mentre gli carezzavo il petto.
«Ti amo anche io» risposi sollevandomi per guardarlo meglio.
Mi carezzò il viso e mi strinse a sé.
«Sarà meglio vestirci» affermai.
«Hai ragione» disse.
Ci staccammo controvoglia e andammo alla ricerca dei nostri indumenti per vestirci.
«Sarà meglio cambiare le lenzuola» feci notare il sangue su di esse.
«Sarà meglio farlo velocemente» rispose lui.
Mi avvicinai al letto e lo disfai, mettemmo le lenzuola pulite appena in tempo.
«Pericolo scampato» esultò sottovoce il ragazzo quando sentì le voci dei genitori.
«Appena in tempo» confermai sorridendo.
«È stato bellissimo» iniziò a baciarmi tutto il viso.
«Anche per me» lo informai stringendomi a lui.
«Zayn? Giada?» Trisha ci stava cercando.
«Arriviamo!» urlò lui prendendo la mia mano per dirigerci al piano inferiore.
«Rimani anche a cena?» chiese la donna sorridente.
«Oh no, ho un appuntamento con le mie amiche. Mi dispiace» risposi.
«E sarà meglio andare» si intromise Zayn.
«Oh, vabbè sarà per un’altra volta!» esclamò Trisha.
Salutai tutti uscendo fuori dalla casa. Questa volta Zayn prese la sua moto e tornammo a casa mia, o meglio casa Styles, dove trovammo già le ragazze li.
«Alla buon’ora!» si lamentò Lena.
«Scusate il ritardo» esclamai felice abbracciandole.
«Possiamo andare» disse Eleanor.
«Sìsì» mi avvicinai a Zayn «A dopo amore» lo salutai dandogli un bacio.
Hanna mi prese per il braccio staccandomi dal mio ragazzo.
«Ciao ciao Zayn, tanto sarà di nuovo tutta tua dopo» disse.
«Riportatemela sana e salva» scherzò su lui.
«Tranquillo Zayn» lo conformò Daniela facendo l’occhiolino.
 
 
Eravamo sedute al tavolo di un locale. Oggi era la serata “solo ragazze”.
«Tu non ce la racconti giusta!» esclamò Eleanor dando sfogo ai pensieri di tutte.
La coca-cola mi andò di traverso.
«Che vorreste dire?» chiesi io.
«Tu e Zayn… Si insomma… Che avete fatto oggi?» domandò Lena.
«Oh… Nulla. Abbiamo pranzato dai suoi e poi…» lasciai cadere la frase.
Subito loro capirono e strabuzzarono gli occhi.
«Avete fatto l’amore!» quasi urlarono in coro.
«Ehhhh già» ammisi io riprendendo a sorseggiare la bevanda.
«Oddio! Non ci credo!» fiatò Daniela «E tutti quei discorsi da “brava ragazza” sul fatto del matrimonio etc etc?» domandò curiosa.
«Ecco, ho pensato… Stiamo insieme, no? Ci amiamo e quindi che male c’è? Ci sono un sacco di coppie sposate che poi divorziano. Non dico che bisogna darla così a tutti, però avete capito che intendo!» sbraitai io.
«Perfettamente!» esclamò Eleanor sorridendo.
«Momento, vi siete detti che vi amate?» domandò Hanna.
«Sì!» esclamai sorridendo a millemila denti.
«Diciamocelo, hai completamente cambiato il nostro caro e vecchio Zayn Malik!» disse Dani.
«Tu cambiano prima o poi, no?» risposi io.
«Sono così felice per voi!» Lena esternò la sua felicità abbracciandomi.
«Festeggiamo!» urlò Eleanor alzandosi e trascinandoci tutte in pista.
Il tempo passava velocemente tra un ballo e l’altro, una risata e l’altra. Adoravo quelle ragazze con il quale passavo praticamente tutto il tempo, eravamo inseparabili e molto spesso ci capitava persino di leggerci nel pensiero e capirci con uno sguardo.
Verso le undici decidemmo di tornare a casa visto che l’indomani ci aspettava la scuola a porte aperte. Accompagnarono prima me, così salutai tutte ed entrai in casa.
«Sono già le undici e dieci!»
«Dai, starà tornando»
«Lo spero»
«Ti manca ehhh?»
«Terribilmente»
Sentì quelle voci provenienti dal giardino, così mi avvicinai.
«Buonaseraaa!» salutai i due avvicinandomi a loro.
«Oh eccoti» mi salutò Harry con un bacio sulla guancia «Inizio ad entrare io, non perdete troppo tempo voi due» ci ammonì scherzosamente il riccio.
«Tranquillo, fratellino» risposi io.
Appena si allontanò mi avvicinai al mio ragazzo.
«Ehy» mi salutò allargando le braccia.
Mi fiondai subito tra esse. «Mi sei mancato» confessai dandogli un bacio sulla guancia.
«Anche tu. Ti sei divertita?» chiese passandomi una mano sulla schiena.
«Sì, tanto» risposi felice.
Vidi la sigaretta spenta nel posacenere.
«Hai fumato?» chiesi guardandolo.
«Sì, poco fa… Non tornavi!» si giustificò.
Risi e gli diedi un leggero bacio.
«Sarà meglio andare, domani ci aspetta una luuunga giornata» gli rammentai.
«Hai ragione» confermò alzandosi.
Lo accompagnai alla porta e ci salutammo, aspettai che la sua figura, in sella alla moto, sparisse in lontananza e salì su in camera mia. Indossai il pigiama ed entrai nel caldo e morbido letto abbracciando il mio orsone. Presi in mano il cellulare ed in quel momento vibrò.
Buonanotte principessa :)
Ti amo xxx
 
Sorrisi e composi la risposta.
Ti amo anche io, amore mio xxxx
Chiusi gli occhi ripensando, felice, alla giornata passata e mi addormentai.




 

Eeee ciao!
Come state? Spero tutto bene!
Come avete visto ho messo questo nuovo capitolo
spero vi sia piaciuto,
non nascondo il fatto che mi piacerebbe sapere qualche vostro commento...
Coooooomunque dedico il capitolo ad una persona importantissima per me,
molto critica, a cui spero sia piaciuto questo piccolo capitolino.
Detto ciò, a presto bella gente! xx
 
 
 

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Capitolo 23
*** Buio. ***


Capitolo 22
Buio.

Sentivo delle voci in lontananza. Avrei voluto aprire gli occhi, muovermi, fare qualunque cosa. Ma niente, non riuscivo a fare nulla di ciò. A volte le voci erano più chiare, mentre altre non le sentivo. Nonostante ciò non volevo arrendermi. Non volevo farlo, avrei combattuto e avrei vinto. Come sempre.


«Che bella giornata!» urlò Daniela appoggiandosi all'armadietto accanto al mio.
«Buongiorno» la salutai con non curanza.
Mi fissò «Sei proprio di buonumore eh?» chiese retorica.
«Già» mi limitai a rispondere chiudendo l'armadietto, girandomi verso di lei.
«Lena non viene oggi» cambiò discorso per mia fortuna.
«Sta bene?» domandai preoccupata.
«Niente, solo un po' di influenza» mi informò.
«Spero le passi presto» commentai prendendo la mia amica sottobraccio.
«I ragazzi dove sono?» si guardò attorno.
«Che ne so io?» sbuffai.
«Come che ne sai? Stai con uno di loro e con un altro ci vivi!» sbottò lei.
«Senti anche tu stai con uno di loro» mi lamentai.
Ci fermammo appena davanti alla nostra classe, notando Harry che ci veniva incontro insieme agli altri. Tutti tranne uno. “Strano” commentai acida tra me e me.
«Ciao» salutai in generale e mi rifugiai dentro l'aula.
Con Zayn ultimamente stavo vivendo un periodo con alti e bassi.
Gli ultimi si verificavano più frequentemente però. Se prima stavamo attaccati a coccolarci e sussurrarci dolci parole, il momento dopo prendevamo a litigare urlandoci contro. C'erano anche i momenti in cui ci evitavamo, tipo poco fa. Io però a differenza sua lo facevo solo quando ero estremamente incazzata, mentre lui non so per quale motivo lo faceva anche altre volte.
«Che succede?» domandò Dani prendendo posto nel banco accanto a me.
Sollevai le spalle «Non lo so»
«Come no?»
«No. Non so che succeda con Zayn, non capisco il motivo del suo comportamento. Oggi mi sono pure svegliata con un cattivo presentimento. Che palle!» mi lamentai.
«Vedrai che è solo un periodo così» cercò di tranquillizzarmi lei.
«Lo spero, visto che ormai è solo una questione di pochi mesi alla nostra partenza» feci una smorfia al solo pensiero rabbuiandomi.
«Io cerco di non pensarci» ci confessò lei sorridendomi.
«Fai bene» confermai.
Quella fu l'ultima frase che ci rivolgemmo, in modo da seguire tutta la lezione senza distrazioni.

 

«Vi siete divertiti oggi?» chiesi ai ragazzi, che come sempre, avevano un culo assurdo.
Oggi infatti dovevano vedere un film, invece che fare lezione normale.
«Mah, non era molto interessante» rispose Liam.
Niall annuì senza staccarsi ovviamente dal suo amato cibo, come poteva finire altrimenti in tempo quel vassoio strapieno?
Mentre tutti conversavano tranquillamente io giocavo con il cibo nel mio piatto grazie alla forchetta.
«Ehy? Ehy Giada, parlo con te» la voce di Louis mi richiamò dai miei pensieri.
«Sì?»
«Non mangi?» chiese preoccupato.
«Oh» guardai prima lui e poi il piatto, per poi tornare su di lui «Non ho molta fame in realtà» risposi.
«Ultimamente sei sempre così» si lamentò Harry.
Sbuffai e alzai lo sguardo verso il riccio, ma in quel momento vidi Zayn, alle sue spalle con l'ochetta.
Sentì ribollirmi il sangue, così piegai in due la forchetta in plastica dalla rabbia.
«Vado fuori» dissi alzandomi.
Presi il vassoio ancora pieno, camminai verso il moro e l'ochetta troietta. Feci finta di non vederli e mi, contro essa, rovesciandole sopra tutto.
«Cos'hai fatto?!?!?!» urlò l'isterica, andando in iperventilazione.
«Ops, scusa. Non ti avevo visto» finsi di essere dispiaciuta, le sorrisi e passai oltre, senza degnare il mio ragazzo di uno sguardo.
Mi catapultai fuori, nel giardino per prendere una boccata d'aria. C'erano molti fumatori in quel momento, talmente tanti dal persuadermi nel provare a fare un tiro, ma qualcosa dentro di me mi bloccò.
Rientrai dentro e finì di seguire le lezioni insieme agli altri, che riuscirono a sollevarmi l'umore con le loro stupide battute ed i loro abbracci.

 

Quando fummo a casa presi la chitarra e strimpellai un po' in compagnia di Niall.
I miei pensieri però erano sempre rivolti allo stesso ragazzo. Perché si comportava in questo? Perché non mi considerava più di tanto? Perché non mi chiamava o mandava messaggi? Perché mi stava lentamente abbandonando a me stessa così?
Volevo semplicemente delle risposte, non mi sembrava di chiedere o pretendere troppo.
«Harry?» lo richiamai poggiando il bicchiere nel lavabo.
«Dimmi» rispose guardandomi.
«Senti... ma per caso...» mi interruppi.
Forse era meglio lasciar perdere.
«Continua. Sai che con me puoi parlare» mi incoraggiò lui sorridendo.
Mi feci coraggio. «Ecco, sai che succede a Zayn?» domandai abbassando lo sguardo.
«Ah» si avvicinò a me «Giada senti, non so bene e Zayn è uno dei miei migliori amici. Se c'è qualcosa che non va te lo dirà lui. Tranquilla, si risolverà tutto» rispose abbracciandomi.
Ne approfittai per rifugiarmi tra le sue braccia per avere un po' di conforto.
«Hai ragione tu» sussurrai staccandomi da lui.
Salì su in camera e controllai il cellulare. Niente.
All'improvviso iniziò a squillare, così risposi.
«Pronto?»
«Giada?»
«Sì?»
«Sono io, Dani. Vieni subito a Picadilly Circus. È un ordine, non puoi sapere» disse velocemente con tono dispiaciuto.
«Arrivo» la informai.
Chiusi la chiamata e corsi giù per le scale.
«Harry, mi serve un passaggio» lo buttai giù dal divano «Subito.» aggiunsi con tono duro.
Corrugò la fronte e fece ciò che gli chiesi.
Nel giro di poco tempo arrivammo li. Cercai Daniela, era in compagnia di Hanna, le raggiunsi.
«Eccomi» dissi d'un fiato.
Loro mi fissavano con uno sguardo preoccupato, triste e incredulo allo stesso tempo.
Sentì anche Harry arrivare al mio fianco, anche lui era confuso e non capiva. Come me del resto.
«Giada, ci dispiace che tu lo venga scoprire così...» si fermò Hanna.
«Ma devi vedere con i tuoi occhi» terminò Daniela indicando un punto ben preciso tra la folla.
Zayn.
Zayn con una ragazza.
Zayn, con una ragazza mentre si baciavano.
Fissavo la scena incredula. Com'era possibile tutto ciò? Stavo forse sognando? O meglio, facendo un incubo?
Andai a passo svelto verso di loro.
Mi schiarì la voce «Complimenti.»
Il ragazzo si girò verso di me e sgranò gli occhi.
«E questa chi è?» domandò quell'altra.
«La sua ragazza» risposi «O forse, è meglio dire la sua ex ragazza. Che dici tu, Zayn?» pronunciai il suo nome con disprezzo.
Non proferiva parola.
«Per caso hai preso l'uso della parola?» chiesi alzando un sopracciglio.
«P-posso spiegare» farfugliò lui.
«Mmm... No, io non credo!» esclamai secca.
«Giada... Io...»
«Io un par di ovaie Malik. Ecco perché eri strano ultimamente. Sei soltanto uno stronzo, un lurido bastardo. Cazzo, mi hai illusa. Ti ho amato, in tutti i sensi. E tu ora che
fai? Rovini tutto così. Sai che c'è? Mi fai schifo. Spero di non vederti più, ti odio» gli urlai contro.

Cercai di sfilarmi l'anello con poco successo. Però alla fine riuscì a stracciarlo via e glielo lanciai contro.
«Riprenditelo, non so che farci io» dissi infine allontanandomi il più velocemente possibile da quei due.
Sentivo come se qualcuno avesse preso il mio cuore e l'avesse schiacciato con forza, riducendolo in poche e misere briciole.
La mia corsa fu fermata da una mano che mi afferrò e strattonò, costringendomi a girarmi verso di lui.
«Ti prego... non fare così. Possiamo risolvere...» mi pregò il moro.
«Lasciami Malik. Ho già detto ciò che penso. Ora lasciami andare» gli urlai contro con tutta la rabbia che avevo nel mio corpo.
Ma Zayn non ne voleva sapere di lasciarmi stare, così lo spinsi con forza indietro, allo stesso tempo persi però l'equilibrio, barcollai indietro.
Ero scombussolata, non capivo che stesse succedendo. Sentì un clacson all'improvviso.
«GIADAAAA» urlò qualcuno.
Nel giro di un secondo mi sentì prima in aria e poi subito dopo contro qualcosa di molto duro.
Poco dopo finì tutto, il buio mi travolse, trascinandomi con sé.



 

Ok, questo capitolo mi mette un po' di tristezza
mi dispiace per la nostra Giada...
Che dite, ora che potrà mai succedere?
Siamo positivi però, dai!
Vi aggiornerò con il prossimo capitolo.
A presto xxx

 

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Capitolo 24
*** Non tutto è come sembra. ***


Capitolo 23
Non tutto è come sembra.

 

“Ti odio”. Due parole, sei lettere, che se pronunciate dalla persona che ami possono letteralmente mandarti a pezzi. Ora lei è qui, davanti a me, su quel letto, inerme. Tutto per causa mia. Sento divorarmi l'anima dal profondo. Dovrei esserci io al suo posto, lei non se lo merita, mentre io sì. L'unica ragazza che io abbia mai amato e che per colpa mia ora si trova in queste condizioni. 
Finì l'ennesimo pacchetto di sigarette. Tutti continuano a ripetermi che non devo fumare così, ma è l'unico calmante. Secondo loro dovrei andare a casa, riposarmi, ma non posso. Sento che non devo allontanarmi da lei, ogni parte del mio corpo mi impedisce di allontanarmi oltre la sala d'attesa.
Sono stato un coglione, uno stronzo, un bastardo. Non avrei mai dovuto accettare quella scommessa, che ormai aveva distrutto la mia vita. L'unica cosa che posso sperare, è che possa capirmi e perdonarmi. Prima o poi.

 

«Ehy Zayn, hai visto le straniere?» chiese una delle tante con cui me la facevo.
«Sì Lizzie?» risposi.
«Quella sembra la più difficile» annunciò indicando alle mie spalle.
Mi girai per osservare. Era una ragazza davvero bella, indossava dei jeans stretti ed una felpa. Teneva i capelli in uno chignon disordinato, dal quale ricadevano alcuni ciuffi boccolati.
«Nessuna è difficile con Zayn Malik» affermai sicuro di me.
«Ah sì? Ne sei sicuro?» domandò lei.
«Sì» sorrisi.
«Scommetto 25 sterline che non ci riesci» propose lei.
«Tutte cadono ai miei piedi prima o poi. Preparati a darmi i soldi Lizzie» sbottai allontanandomi da lei.

Durante l'ora di pranzo vidi nuovamente quella ragazza, era in fila. La seguì con lo sguardo per controllare i suoi movimenti e notai che prese posto vicino ai miei amici. “Perfetto” pensai avviandomi verso loro.
«Hey» salutai tutti i ragazzi.
«Che fine avevi fatto?» domandò Liam.
«Beh sai come sono le ragazze, si attaccano come cozze, ma che vuoi farci?» risposi, volgendomi poi verso le ragazze «E questi tre bocconcini chi sono?» chiesi con un sorrisetto malizioso.
«Lei è la ragazza che Harry ospiterà a casa per un anno» mi informò Louis facendo un cenno verso di lei «Le altre due sono sue amiche e anche loro passeranno un anno qui».
«Interessante» dissi sottovoce. Poi sorrisi «Io sono Zayn» mi presentai «E se volete divertirvi venite a cercarmi» aggiunsi facendole l’occhiolino.
Perfetto, l'avrei incontrata spesso grazie ad Harry.
Giada, così si chiamava la ragazza, aveva un bel caratterino. La risposta pronta era sempre pronta, eppure nonostante ciò, alcune volte sembrava così piccola e fragile. In quei momenti avrei voluto stringerla tra le mie braccia. Anche se, quei pensieri, erano del tutto estranei a me. Non mi era mai capitata una situazione di questo tipo. Ciò che non misi in conto durante quella scommessa fu proprio questo: io stavo cambiando; e lei era la causa.
Strano ma vero, Zayn Jawaad Malik si stava innamorando sul serio, di una ragazza che nemmeno lo considerava, così almeno dava a vedere all'inizio.
Continuando a stare a contatto insieme però anche lei iniziava ad assumere comportamenti diversi, per esempio le sue guance si arrossavano quando mi stava vicino, oppure quando avevo certe attenzioni per lei.
Il giorno in cui la vidi in quella strada, sola ed impaurita, ringraziai Dio di avermi fatto trovare in quel momento li. Non potevo credere che potesse incontrare un mostro del genere e pensare che avrebbe potuto alzare quelle luride mani su di lei, mi mandò su tutte le furie. Così assalì subito quel bastardo e la portai via. Quella fu la notte in cui dormì con lei per la prima volta, la tenetti tra le mie braccia per la prima volta e, da quel momento, tutto cambiò. Giada mi faceva letteralmente impazzire, in tutti i sensi. Un attimo prima rispondeva a tono, e quello successivo accettava l'obbligo di darmi un bacio come si deve.
Ero perso per quella ragazza, riuscì finalmente ad avere una ragazza, tanto che la presentai alla mia famiglia. Stavo bene con me stesso, con lei e con tutti, ero un'altra persone.
Ma la felicità, come arriva, scompare.
Tutto a causa di Lizzie. Non riusciva ad accettare questa situazione, tanto che mi minacciò di rivelare tutto a Giada se non fossi uscito con lei. Non volevo di certo perderla per colpa di una ragazza di quel tipo, così accettai. Quel periodo era abbastanza difficile per la nostra relazione, non avevamo bisogno di complicazioni, non volevo perderla. Che male avrebbe fatto un'uscita? Così accettai.
Mentre passeggiavamo, si buttò su di me, all'improvviso, e mi baciò.
«Cazzo fai?» sbottai allontanandola.
La fissai con sguardo indagatore.
Qualcuno si schiarì la voce «Complimenti.»
Mi girai e sgranai gli occhi.
«E questa chi è?» domandò la troia.
Giada era davanti a me, con uno sguardo sofferente.
«La sua ragazza» rispose «O forse, è meglio dire la sua ex ragazza. Che dici tu, Zayn?» pronunciò il mio nome con disprezzo.
Non riuscivo a formulare nessuna frase di senso compiuto.
«Per caso hai preso l'uso della parola?» chiese alzando un sopracciglio.
«P-posso spiegare» cercai di parlare.
«Mmm... No, io non credo!» esclamò secca.
«Giada... Io...» ritentai.
«Io un par di ovaie Malik. Ecco perché eri strano ultimamente. Sei soltanto uno stronzo, un lurido bastardo. Cazzo, mi hai illusa. Ti ho amato, in tutti i sensi. E tu ora che fai? Rovini tutto così. Sai che c'è? Mi fai schifo. Spero di non vederti più, ti odio» mi urlò contro.
Si sfilò l'anello e lo lanciò contro di me. Lo afferrai subito.
«Riprenditelo, non so che farci io» disse allontanandosi velocemente.
Speravo con tutto il cuore che quello fosse solo un incubo e non la realtà. Volevo svegliarmi, andare da Giada, dirle che per me non conta nessun'altra a parte lei e che l'amo con tutto il cuore. Non potevo lasciarla andare così. Non potevo perdere l'unica cosa che conta nella mia vita. Così la inseguì e le afferrai il braccio.
«Ti prego... non fare così. Possiamo risolvere...» la pregai.
«Lasciami Malik. Ho già detto ciò che penso. Ora lasciami andare» urlò con un'intensa rabbia.
Ma non lo feci, non potevo. Nonostante la mia forte presa, lei riuscì a spingermi via e lei indietreggiò. Un'auto che arrivava ad alta velocità l'urtò.
«GIADAAAA» urlai disperato.
Nessuna risposta. Lei giaceva a terra, priva di sensi. Mi sentivo morire, il mio cuore si bloccò.
Mi catapultai verso di lei, fui raggiunto da Harry, Daniela ed Hanna, che avevano già chiamato l'ambulanza.
Non sapevo da dove fossero usciti fuori e in quel momento era l'ultimo dei miei pensieri.

 

«Zayn, vai a casa...» provò a convincermi il mio amico riccio.
Scossi la testa e subito sentì gli occhi pizzicare, dando spazio alle lacrime.
«Se succede qualcosa ti chiamo subito» ritentò lui.
«Harry, non posso. È tutta colpa mia. Mia e di nessun altro» dissi in lacrime.
«Dovevi dirglielo» sussurrò.
«Già, ma non l'ho fatto per paura di perderla. E guarda ora che ho combinato. Cazzo sono un fottuto coglione. Ho fatto un casino, lei sta così a causa del cazzone che ero. Non posso vederla in queste condizioni...» mi buttai sulle ginocchia.
Era vero, avevo perso tutto per una fottuta scommessa.
«Non parlare così Zayn, si riprenderà. Vedrai, lei è forte» cercò di rassicurarmi tenendo gli occhi fissi su di lei.
«Ti prendo un caffè» annunciò uscendo fuori.
Mi ripresi e mi avvicinai al letto. Le carezzai il viso e le presi le mani.
«Torna da me, non posso vivere senza di te» confessai.
Non dava nessun segno.
Andai vicino alla finestra fumando la prima sigaretta del nuovo pacchetto.
Ricordavo che lei adora quando canto, sentire la mia voce le piace. Così decisi di provare, magari riusciva a sentirmi, allora iniziai ad intonare.
 «You know I'll be
Your life, your voice your reason to be
My love, my heart
Is breathing for this

Moment in time
I'll find the words to say
Before you leave me today

Close the door
Throw the key
Don't wanna be reminded
Don't wanna be seen
Don't wanna be without you
My judgement is clouded
Like tonight's sky

Undecided
Voice is numb
Try to scream out my lungs
But it makes this harder
And the tears stream down my face

If we could only have this life for one more day
If we could only turn back time

You know I'll be
Your life, your voice your reason to be
My love, my heart
Is breathing for this
Moment in time
I'll find the words to say
Before you leave me today

Flashes left in my mind
Going back to the time
Playing games in the street
Kicking balls with my feet
Dancing on with my toes
Standing close to the edge
There's a part of my clothes at the end of your bed
As I feel myself fall
Make a joke of it all

You know I'll be
Your life, your voice your reason to be
My love, my heart
Is breathing for this
Moment in time
I'll find the words to say
Before you leave me today

You know I'll be
Your life, your voice your reason to be
My love, my heart
Is breathing for this
Moment in time
I'll find the words to say»

Appena pronunciai l'ultima parola mi girai nuovamente verso il letto. Aveva gli occhi aperti, puntati sui miei. Si era svegliata, era tornata. In quel momento tirai un lungo respiro di solievo.





 

Ed eccoci qui!
Abbiamo il punto di vista di Zayn
che ci svela come si sono
svolti realmente i fatti. Nonostante ciò
bisogna vedere come si comporterà Giada,
ignara di tutto questo.
Che altro posso dire... Vi aggiornerò breve
Byeee xx

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Capitolo 25
*** Sveglia. ***


Capitolo 24
Sveglia.
 

Stavo iniziando a sentire delle voci che si facevano sempre più vicine, non capivo le parole, ciò nonostante mi sembravano famigliari. Improvvisamente tutto cessò.
Qualcosa però mi fece tornare a galla, la voce iniziava a farsi sempre più chiara, era bellissima, stava cantando. Quella voce. Sapevo benissimo a chi appartenesse, nella sua voce c'era tristezza, volevo riuscire con tutto il cuore a capire le parole, così mi sforzai.

Don't wanna be without you

But it makes this harder
And the tears stream down my face

If we could only turn back time

You know I'll be
Your life, your voice your reason to be
My love, my heart
Is breathing for this
Moment in time
I'll find the words to say
Before you leave me today.

Furono quelle le uniche frasi sparse che riuscì a capire. Mi sentì mancare l'aria nel realizzare il senso di quelle parole. Dovevo aprire gli occhi, ora.
Riuscì ad aprirli in due fessure, ed eccola lì la sagoma del ragazzo che cantava. Non feci caso ad altro se non a lui. Affianco ad esso, si trovava un posacenere strapieno di sigarette consumate.
Aprì di più gli occhi per osservare meglio, ma in quel momento si girò e il mio sguardo incontrò il suo.
Quegli occhi, che io amavo, erano tristi, circondati da delle grandi occhiaie per la stanchezza e rossi, come se non avesse fatto altro che piangere. Nel momento in cui realizzò che ero sveglia sgranò gli occhi, si mosse in avanti verso di me titubante, era insicuro, ciò nonostante continuò ad avanzare.
Si appoggiò sul mio petto iniziando a singhiozzare. Tutto mi rivenne in mente: lui con quell'altra. No, non doveva continuare così.
«Zayn» mormorai piano con poche forze «Vattene» ripresi dopo aver preso un sospiro profondo.
Lui alzò lo sguardo incrociando nuovamente il mio. Era distrutto, non riuscivo a tenere il suo sguardo, odiavo vederlo soffrire, così distolsi lo sguardo ed aspettai.
Si passò una mano sugli occhi ed annuì rialzandosi. Posò le sue labbra sulla mia fronte e si avviò alla porta sussurrando qualcosa che mi sembrò un “aspetterò”, tirando poi fuori il cellulare dalla tasca.
Non potei non guardarlo un'ultima volta di spalle.
In realtà era l'unica persona che avrei voluto al mio fianco, ma se mi ritrovavo in quella situazione era per colpa di ciò che avevo visto. Ciò che avevo scoperto.
Poco dopo nel corridoio avvertì dei rumori, non erano dei passi, ma più una corsa.
Harry corse fino alla mia camera e non appena entrò mi guardò sorridente.
«Finalmente ti sei svegliata» affermò avvicinandosi al mio letto, sedendosi accanto.
«Perché da quanto ero così?» chiesi ingenuamente.
«Quasi tre giorni» rispose lui carezzandomi la mano.
«Davvero? A me sembrava di aver appena chiuso gli occhi» dissi.
«Tra poco arriveranno tutti, ne sono sicuro. Za» si bloccò su quel nome «Sì insomma, saranno stati avvisati tutti» concluse evitando di nominare il suo amico.
Sorrisi leggermente «Harry, non mi da fastidio se lo nomini. Tranquillo...»
«Sicura?» chiese aggrottando le sopracciglia.
«Sì» confermai.
«Ma allora perché l'hai mandato via dalla stanza?» domandò confuso.
«È meglio per entrambi» risposi dopo aver pensato.
Lui annuì e terminò li il discorso, forse per non farmi pensare e distrarmi.
Ovviamente dopo l'arrivò del riccio, si presentò il medico per controllare le mie condizioni. Per fortuna andava tutto bene, però decisero di tenermi in osservazione un altro giorno.
In poco tempo arrivarono davvero tutti.
«Giada!» urlò Eleanor camminando a grandi passi facendo il suo ingresso nella camera.
«Ehy» ricambiai il sorriso.
«Ci hai fatti preoccupare!» mi sgridò Lena.
Mentre Daniela si fermò davanti al mio letto, era al telefono con mia madre, la stava rassicurando.
«Dice che vuole sentirti dopo che riposerai un po'» mi avvertì chiudendo il telefono.
«Sono così felice che stai bene!» esclamò Niall abbracciandomi piano.
«Non sai quanto lo sia io» sussurrai cercando di nascondere la tristezza. Infatti non è che stessi proprio bene, mi mancava qualcosa.
«Devi mangiare tanto per rimetterti in forze» ordinò con tono paterno Liam.
«E se non riuscirai a finire tutto il cibo, potrai sempre chiamare me!» si offrì Niall facendo ridere tutti.
Ogni tanto lanciavano occhiate verso la porta, ma non mi davano risposte quando chiedevo che ci fosse lì fuori.
«Meglio portare via questo» sussurrò Louis ad Harry per non farsi sentire da me.
«Cosa?» chiesi io curiosa. Avevo un radar al posto delle orecchie.
«N-nulla» balbettò Louis, colto alla sprovvista.
Harry tuttavia prese il posacenere, così capì che si stavano riferendo ad esso.
«No, lascialo lì» protestai io.
Lui mi fissò «Sicura?»
Mi limitai ad annuire. Era sicuramente di quel maledetto ragazzo, però non mi sentivo di lasciarglielo portare via, era l'unica cosa sua. Che cretina che sono a ragionare in questo modo, però proprio non potevo lasciarglielo fare.
«Dovete andare via» li informò un'infermiera facendo il suo ingresso «La paziente ha bisogno di riposo, se ci sarà bisogno di qualunque cosa, verrà informato il ragazzo qui fuori» annunciò.
I ragazzi sbuffarono.
«Ti sei appena svegliata e già dobbiamo andare...» si lamentò Louis.
«Appena uscirò recupereremo il tempo perso» risposi facendogli l'occhiolino.
«Ci contiamo!» disse Hanna lasciandomi un bacio sulla guancia.
«E dovrai divertiti» mi ammonì Niall.
«Ma sempre nei limiti consentiti» aggiunse Liam.
«Dai, ora andiamo» affermò Lena.
«Tanto messaggeremo» mi rassicurò Daniela.
«Starò bene, tranquilli» borbottai.
Dopo i baci e gli abbracci dei ragazzi, arrivò il turno di mio fratello.
«Domani parleremo di tutto, ok?» chiese.
«Ok» risposi senza chiedere spiegazioni su quel tutto.
«Verrà sicuramente anche mamma, non vede l'ora di vederti sveglia» confessò abbracciandomi.
«Dalle un bacio da parte mia» gli ordinai ricambiando l'abbraccio.
«Ovvio» rispose salutandomi con la mano dalla porta.
Così mi ritrovai sola, in quella stanza triste. Mi girai su un fianco, verso la finestra per guardare fuori.
Io odiavo gli ospedali, non li ho mai sopportati ed ogni volta che mettevo piede dentro uno di essi sentivo il ribrezzo. Ma ora stavo io li, dovevo sopportarlo un giorno e basta, dai alla fine cos'è un giorno? Passa velocemente, no?
Mi sentivo a disagio, come se qualcuno mi stesse osservando dalla porta. Mi girai per controllare e mi sembrò di vedere Zayn lì, fuggire prima che potessi vederlo.
Dovevo essere messa abbastanza male per immaginare una cosa del genere, era meglio riposare.
Mi misi comoda e chiusi gli occhi, scacciando via tutti i brutti pensieri e ricordi, così mi addormentai nel modo più tranquillo possibile. "Chissà che stava facendo Zayn in quel momento" fu il mio stupidissimo ultimo pensiero.





 

Ciao bella gente!
Ecco qui il risveglio della nostra Giada!
So che il capitolo non è molto lungo, ma 
preferivo andare avanti con la storia quindi....

Eccolo qui! Grazie per la lettura x

 

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Capitolo 26
*** Casa. ***


Capitolo 25
Casa.

Quella mattina mi svegliai sentendo inebriarmi dal profumo del cioccolato. Com’era possibile sentire l’odore del cioccolato lì dentro? L’immaginazione stava continuando a farmi brutti scherzi. Quanto avrei pagato per avere qualunque dolce al cioccolato, il mio umore sarebbe salito alle stelle solo grazie ad una briciola di cioccolato.
Passai il dorso della mano sugli occhi per aprirli di più e mi stiracchiai. Mai l’avessi fatto, mi sentì tirare la schiena. “Maledetta macchina” borbottai tra me e me, mettendomi a sedere sul letto.
«Buongiorno!» salutò qualcuno dall’altra parte della stanza.
Mi girai e sorrisi. «Buongiorno a te, fratello» ricambiai il saluto allargando le braccia alla ricerca di un abbraccio. Subito capì e si avvicinò a me, esaudendo la mia richiesta.
«So che ti hanno mandato un sacco di messaggi, farai bene a rispondere» mi informò indicando verso il comodino.
«Hai ragione» concordai girandomi per afferrare il cellulare.
In quel momento notai il muffin al cioccolato, il mio preferito.
«Grazie!» quasi urlai afferrandolo per dare il primo morso «Ci voleva proprio!»
Lui rise e poi si fece serio. «Prego, ma non l’ho portato io» mi informò.
«Come no?» chiesi io.
«No» ribadì lui.
«Non capisco» borbottai passandomi una mano sulla fronte.
«Pensa a finirlo ed a rispondere ai messaggi» disse subito lui.
«Giusto!»
Presi il cellulare e controllai i messaggi. Aprì la cartella per controllare, rispondendo subito ad ogni messaggio.
Daniela.
Svegliaaaaa!!! Sei una dormigliona! Cercami appena ti svegli!
 
Stai calmina eh! Sono sveglia se ti interessa!
Eleanor.
Buongiorno G! :) Come stai?
Notai un altro messaggio più sotto di El, così decisi di rispondere direttamente a tutto dopo.
Lena.
È una noia qui a scuola senza te!
 
E capirai, come se ci fosse qualcosa di divertente senza di me!
Mia madre.
Appena ti svegli chiamami piccolina. Sono molto in pensiero per te, per fortuna quel tuo amico mi ha tenuta informata in ogni momento. Voglio sentirti presto, baci.
 
Appena lessi il messaggio, composi il messaggio e la chiamai.
«Pronto?»
«Ciao mamma, sono io» risposi.
«Piccola mia! Ciao! Oddio, finalmente ti sento. Come stai? Tutto bene, vero? Sei sola o c’è qualcuno li con te?» iniziò a parlare a raffica.
«Calmati mamma!» mi lamentai.
«Sìsì, basta che rispondi» si zittì lei dandomi il tempo di parlare.
«Sto bene, oggi mi faranno tornare a casa. Non era niente di grave, tranquilla. Non sono sola, ora c’è Harry a farmi compagnia» dissi con calma.
«Harry è il figlio della donna che ti ospita?» chiese per avere una conferma.
«Sì, proprio lui»
«Oh bene. Non ho ancora ringraziato quel ragazzo che mi teneva informata. Ora non mi ricordo… Sai che sono una frana con i nomi…» si fermò sicuramente cercando di ricordare.
«Ragazzo o ragazza? Non era Daniela a tenerti informata?» domandai.
«Ieri ho parlato con lei, ma di solito era un ragazzo» rispose sempre pensando.
In quel momento me la immaginai, con la sua solita faccia pensante che mi faceva sempre sorridere. Di solito corrugava la fronte e camminava a vanti e indietro guardando ovunque.
«Aiutami invece che stare zitta!» si lamentò.
«Niall? Liam? Louis? Zayn? Harry?» iniziai io facendo la lista. Avevo nominato il suo nome senza pensarci. Perché non riuscivo a togliermelo dalla testa? Stupida!
«Sì, lui!» esclamò lei.
«Vabbè, mamma te li ho detti tutti! Come faccio a sapere chi intendi?» sbuffai ridendo sotto i baffi. Era sempre la stessa.
«Quello con la Zeta! Zaqualcosa!» esclamò lei lasciandomi a bocca aperta.
«Zayn?» chiesi io girandomi verso Harry che fece finta di non ascoltare.
«Sì» confermò lei.
«Ah» fu l’unica cosa che riuscì  a dire.
«Perché sembri sorpresa? Non ci vai d’accordo?» domandò preoccupata.
«Nono, tutto bene» dissi velocemente «Quindi è stato lui. Mistero risolto!» continuai facendola ridere.
«È stato proprio un tesoro! Ringrazialo da parte mia. Ora ti lascio preparare tutto, fammi sapere quando sei a casa» mi ammonì.
«Ok, mamma. Ti voglio bene» sorrisi guardando fuori dalla finestra.
«Anche io ti voglio bene, bambina mia. A più tardi»
Ci salutammo e chiusi la chiamata.
«Harry.» lo chiamai con tono duro riprendendo a rispondere ai messaggi.
 
Louis.
Oggi esci, vero? Vero? Vero?
 
Sì, carotone!
Eleanor.
Scusa di nuovo, ma oggi possiamo venire a casa di Harry?
 
Ciao El! Tutto bene, grazie. Certo che potete venire!
Niall.
Preparati per una bella scorpacciata di cibooo!
 
Ahahahah sei il solito!
Zayn.
Zayn mi aveva mandato un messaggi? Non avevo intenzione di leggerlo, almeno non in quel momento, così chiusi.
«Harry?» ripetei.
«Sì?» domandò.
«Zayn teneva informato mia madre?» chiesi.
Lui annuì.
«P-perché?» chiesi titubante.
«Beh ecco, perché lui sta…» lo interruppi.
«Ho cambiato idea, non voglio saperlo» mi alzai dal letto e mi chiusi nel bagno.
«Non potrai scappar per sempre» sussurrò Harry.
 
Quando uscì dal bagno Anne era già arrivata. Mi abbracciò subito stringendomi.
«Che bello che stai bene e che torni a casa con noi» confessò rimanendo attaccata a me.
«Sono contenta anche io» risposi.
«Ormai sei come una figlia, fai arte della famiglia» annunciò sorridendo.
«Uscivamo di qui, vi prego. Non vedo l’ora di andarmene» dissi avviandomi alla porta.
I due risero e mi seguirono fuori dalla stanza, appena girai mi ritrovai faccia a faccia con la persona che il giorno prima avevo cacciato via, ovvero quella con cui non volevo. Quella a cui non volevo pensare e non volevo affrontare. Incontrai i suoi occhi per una frazione di secondo incontrarono i miei, ma ebbi la prontezza di abbassare lo sguardo e passargli accanto ignorandolo.
Non sopportavo questa situazione, ma proprio non cela facevo a parlargli. Ero ferita dal suo comportamento, dopotutto mi aveva tradita, dopo avermi detto che mi amava e che io mi donassi completamente a lui.
«Scusala, passerà» sentì pronunciare da Harry sottovoce.
«Non ce la faccio Harry…» fu la risposta del ragazzo in sussurro.
Non volevo sentire altro, non mi interessava. Volevo tornare semplicemente a casa.
 
 
«Eccoci qui!» esclamò Anne aprendo la porta di casa facendomi entrare.
«Casa dolce casa!» affermai io contenta.
«Mamma, guarda che devono venire tutti tra poco» la informò Harry.
«Oh, allora facciamo così: Giada tu vai a rinfrescarti e cambiarti; Harry, tu sistemerai qui; io metto via queste cose di lei» ordinò la donna.
Noi due scattammo sull’attenti scherzando e ci dirigemmo ai nostri rispettivi “doveri”.
Mi feci un bagno rilassante, continuando a non pensare. Il mio cervello era in modalità standby, o almeno io avevo deciso così. Indossai dei leggings ed una canottiera a righe blu e bianche abbastanza lunga da coprirmi il fondoschiena.
Scesi giù e trovai tutti i ragazzi, e quando dico tutti, intendo tutti.
«Ciao» salutai tutti mezzo imbarazzata, non facevano altro che fissarmi tutti.
Mi abbracciarono forte uno ad uno, eccetto uno. Che per mia fortuna non si avvicinò nemmeno, ma rimase in disparte.
«Ma chi gli ha detto di venire?» sbuffai chiedo sotto voce ad El.
«Bella, non fare così… È stato Harry a dirgli di venire» confessò lei facendo finta di nulla.
«Ma perché?!» sbottai io.
«Shhh» disse lei tenendomi «Non farti sentire! Dovresti parlarci e chiarire» affermò Eleanor.
«No, io non credo» protestai «Non se lo merita»
«Gì, tu non sai come stanno realmente le cose…» iniziò lei sempre sottovoce.
«Ehy! Che fate voi due in disparte?» fu Louis ad interromperci.
«N-nulla» balbettai poco convinta.
«Parlate!» esclamò Niall.
«Non era niente, davvero» intervenne El, con voce più sicura.
«Ok» riprese Lou «Però non parlate solo tra di voi!» obbiettò.
«Signorsì capitano!» scherzai io scattando sull’attenti.
«Sei sicura che eri all’ospedale? A me non sembra che tu sia stata male» disse Liam.
In tutta risposta gli feci una linguaccia. Tra una chiacchiera e l’altra, spostavo senza dare nell’occhio lo sguardo su Zayn, che stava in silenzio in un angolo del salotto a fissarmi per la maggior parte del tempo.
«Perché non andiamo un po’ in giro?» propose Niall «Così mangiamo qualcosa, ho fame!» aggiunse.
«Sei il solito» commentai portandomi una mano sul viso.
«Sì, dai usciamo!» concordò Daniela.
Tutti iniziarono ad alzarsi, ma io non mi sentivo di uscire.
«Io passo» gli informai rimanendo seduta.
«Come no?» protestarono gli altri.
«Allora può rimanere Zayn a farti compagnia!» propose subito Harry «Non ha voglia di uscire nemmeno lui» aggiunse.
Lo fulminai con lo sguardo.
«Harry, potresti venire un attimo dillà? Devo chiederti una cosa» finsi un sorriso trascinandolo via.
«Sei impazzito?!?!» urlai stridula appena raggiungemmo la cucina.
«No, Giada. Devi affrontarlo, quale occasione migliore?» domandò lui.
«Non puoi decidere per me!» protestai.
«Senti ora tu rimarrai con lui. Volente o nolente!» affermò.
Sbuffai. «No»
«Ricordi che ti dissi quel giorno?» domandò lui.
 
«Harry?» lo richiamai poggiando il bicchiere nel lavabo.
«Dimmi» rispose guardandomi.
«Senti... ma per caso...» mi interruppi.
Forse era meglio lasciar perdere.
«Continua. Sai che con me puoi parlare» mi incoraggiò lui sorridendo.
Mi feci coraggio. «Ecco, sai che succede a Zayn?» domandai abbassando lo sguardo.
«Ah» si avvicinò a me «Giada senti, non so bene e Zayn è uno dei miei migliori amici. Se c'è qualcosa che non va te lo dirà lui. Tranquilla, si risolverà tutto» rispose abbracciandomi.

 
Ripensai subito a quella discussione ed annuì.
«Bene, avresti dovuto ascoltarmi. Ora noi usciremo e tu parlerai con lui» esclamò uscendo dalla cucina.
Sbuffai e lo raggiunsi.
Tutti indossavano i giubbotti, pronti per andare. Le ragazze mi si avvicinarono.
«Fai la brava, mi raccomando» mi ammonirono.
«O te la vedrai con noi» disse El per ultima.
«Perché fate tutti gli stessi discorsi? Siete pesanti» commentai.
«Muovetevi ragazze!» urlò Niall brontolando.
«Divertitevi» li salutai sorridendo.
Tutti uscirono e chiusero la porta alle loro spalle. Mi girai verso Zayn. Eravamo rimasti da soli. Io e il mio problema numero uno. Che dovevo fare ora? Ascoltarlo, oppure no?


 




Rieccoci qua!
Finalmente si torna a casa ed ora dovrà
affrontare Zayn... Oppure no?
Voi che ne pensate?
Vi lascio con questo dubbio fino al prossimo capitolo! xx
ps. Ringrazio chi segue questa ff ed
Emily_Chaimae24 che commenta sempre i capitoli!

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Capitolo 27
*** Discussione. ***


Capitolo 26
Discussione.

Mi sentivo a disagio lì, sola con lui. Mi andai a sedere sul divano ignorandolo e iniziai a giocare con le mani dall’agitazione.
«Mi parlerai prima o poi?» chiese Zayn con un filo di voce.
Alzai le spalle «Chissà» sussurrai.
«L’hai appena fatto» constatò sorridendomi cercando di sdrammatizzare.
Sbuffai passandomi le mani sulle tempie.
«Hai letto il messaggio stamattina?» domandò, interrompendo nuovamente i silenzio.
Scossi la testa.
«Perché no?»
Rimasi in silenzio.
«Cazzo, parlami Giada! Che potremmo ottenere se continui a comportarti così, invece che parlare!» sbottò lui alzando la voce.
«Come se fosse mia la colpa di questa situazione che si è creata!» ribattei alterandomi.
«Ma tu non fai altro che evitare, senza dare l’opportunità di spiegare ciò che è successo!» continuò lui.
«Forse perché mi basta aver visto con i miei occhi?» chiesi retoricamente.
Il tono delle nostre voci si alzava sempre di più.
«Non è andata come credi!» urlò più forte.
«Ah certo! Peccato che io ci veda benissimo! Zayn, la stavi baciando, cazzo! Non puoi negarlo!» alzai ancora di più la voce ormai infuriata, rivedendo nella mia mente quella scena.
«Non è andata così! Se avessi aspettato due secondi avresti visto c…»
«Non mi interessa, sei solo uno stronzo!» lo interruppi alzandomi di scatto, avviandomi verso di lui che fece altrettanto.
«Hai rovinato tutto. Tutto!» gli urlai in faccia spingendolo indietro.
«L’ho respinta! Fammi parlare!» sbottò afferrandomi per i polsi, impedendomi di poterlo colpire ancora.
Lo fissai negli occhi, ancora quei occhi spenti, tristi, non erano i suoi.
«Sentiamo» lo incitai a parlare alzando un sopracciglio.
«Mi è saltata sopra! Io l’ho spinta via, ma tu eri già partita per venirci incontro e non l’hai visto!» mi informò.
«Certo, certo. E come mai eri con lei?» chiesi.
«Mi ha minacciato, per questo mi chiamava in continuazione» abbassò lo sguardo titubante.
«Minacciato per…?» volevo che parlasse fino infondo.
«Mi aveva detto che, se non fossi uscito con lei, ti avrebbe rivelato della scommessa» si bloccò e mi diede le spalle.
«Zayn, che scommessa avevi fatto?» domandai poggiandogli una mano sulla spalla per farlo rigirare verso di me.
«Quando sei arrivata, avevamo notato il tuo caratterino e avevo scommesso che ti avrei fatta cadere ai miei piedi… Per 20 sterline» confessò cercando i miei occhi.
Mi sentì crollare tutto.
«Tu avevi scommesso questo?» ripresi ad urlargli contro «Ma che razza di persona sei?!» lo spinsi.
I suoi occhi diventarono lucidi, così come i miei.
«Non conta nulla quella scommessa, non lo capisci?» il moro alzò la voce.
«Come posso crederti ora? Prima di vedo con un’altra, poi mi vieni a dire di questa scommessa. Come posso crederti?» urlai.
«Perché ti amo, non lo capisci?!» urlò a sua volta.
«Tu non mi ami» ribattei facendolo infuriare.
«Come puoi dirlo, proprio tu» urlò più forte afferrandomi per le braccia.
«Lasciami, mi fai male» sbottai cercando di spingerlo.
«No» rispose secco.
«Ho detto di lasciarmi» ringhiai tra i denti.
Ma lui non mi ascoltò e strinse la presa, fissandomi le labbra.
«Non ci provare, se non vuoi ritrovarti senza denti» lo minacciai.
«Fermami allora» dichiarò lui posando le sue labbra sulle mie.
Spalancai gli occhi e cercai di spingerlo via, senza successo. Avrei voluto allontanarlo da me, ma sentivo che stavo per cedere. Lui continuava a muovere sinuosamente le sue morbide labbra contro le mie, mi erano mancata, lui mi era mancato. Mi strinse più forte a sé e senza rendermene conto mi ritrovai a ricambiare il bacio buttandogli le braccia intorno al collo. In tutta risposta mi afferrò per le cosce prendendomi in braccio a cavalcioni. Così il bacio di pura necessità, di sentirci, si tramutò in passione. Continuavamo a baciarci freneticamente, io continuavo ad accarezzarlo, mentre le nostre lingue si cercavano, si accarezzavano, come se non si fossero mai lasciate.
Quando riuscì a riacquistare un po’ di lucidità parlai.
«Non possiamo» sussurrai sulle sue labbra.
Lui aprì gli occhi e mi guardò confuso.
«È sbagliato tutto questo» affermai allontanandomi e passandomi una mano tra i capelli.
«Ci amiamo, non può essere sbagliato» disse lui sicuro.
«Zayn, mi hai mentito. Saresti dovuto venire da me e confessarmi tutto, invece che farti ricattare così, continuando a mentirmi» risposi senza guardarlo.
«Io avevo paura di perderti» farfugliò con voce tremante.
«E guarda che hai ottenuto in quel modo» ribattei.
Lui non proferì parola. Mi girai verso il moro e mi avvicinai prendendogli il viso tra le mani.
«Io ti amo, su questo non devi nemmeno dubitare. Però non so se stare insieme sia la cosa giusta ora. Dopotutto quello che è successo io sono confusa» confessai sentendo pizzicare gli occhi.
«Forse hai ragione…» sussurrò carezzandomi la guancia «Ti amo, te lo dimostrerò» promise accennando un sorriso, dirigendosi verso il divano, afferrando la giacca in pelle.
Si diresse verso la porta e l’aprì.
«Z-Zayn» balbettai per attirare la sua attenzione.
Il ragazzo si girò verso di me velocemente, guardammo un’ultima volta e poi uscì. Nel momento in cui distolse lo sguardo, un attimo prima di sparire chiudendosi la porta alle spalle, vidi una lacrima sul suo viso.
Subito corsi alla porta e l’aprì e lo vidi partendo via sulla sua moto.
Tornai dentro casa e mi trascinai in camera mia. Mi lancia sul letto e mi sfogai in un lungo pianto, che terminò solo nel momento in cui mi addormentai.
 
 
 
«Ma che hai fatto?!» urlò Daniela trascinandomi in bagno con Lena.
Avevo le occhiaie giganti e gli occhi gonfi a causa del pianto.
«Stai tranquilla, ci penso io» mi rassicurò Lena prendendo la sua trousse.
«È andata così male?» chiese Dani.
Io annuì.
«Ma come… L’hai fatto parlare?» domandò Lena, intenta a nascondere i difetti del giorno.
«Sì» sussurrai «Però sono insicura. Cioè ora non so…» mi zittì.
«Stai tranquilla» disse Daniela, passandomi affettuosamente la mano sul braccio.
«Ecco fatto!» esclamò Lena battendo le mani, soddisfatta per il suo lavoro.
Mi guardai allo specchio e sorrisi «Grazie, per essermi vicine» dissi abbracciandole.
«Non si nota nulla, sei bellissima» si complimentò Dani.
«Comunque, Zayn ha detto che mi ama e che me lo dimostrerà» le informai.
«Beh, secondo me sarà così» affermò Lena convinta.
«Ci siamo anche baciati…» sussurrai.
«Come?!» urlò stridula sempre la rossa.
La campanella suonò.
«Vi racconto tutto dopo, sarà meglio sbrigarci ora» dissi tirandole fuori dal bagno.
Alla prima ora avevamo educazione fisica, così ne approfittai per raccontare tutto ciò che successe il giorno prima tra me e Zayn.
«Secondo me però hai fatto una cazzata» ribadì Daniela.
«E il messaggio l’hai letto?» domandò Lena curiosa.
«Ehm… No» confessai.
«Fallo ora» mi ordinò prendendomi il cellulare dal giubbotto e consegnandomelo tra le mani.
Sbuffai e cercai tra i messaggi.
Da: Zayn.
Ciao principessa… Vorrei tanto poterti parlare
Ma tu non vuoi. Spero che il muffin sia stato buono.
Ti amo e mi sento morire senza di te.
A presto xxx
 
Lo feci leggere anche alle altre due senza dire nulla.
«Ci sta davvero male» sussurrò Daniela.
«Povero… Non potete continuare così» commentò Lena.
Io non parlai e buttai la testa indietro, guardando il cielo.
 
 
Quando arrivò l’ora di pranzo, sapevo che avrei dovuto vedere anche Zayn, ma non ci pensai.
Presi qualcosa da mangiare e mi avvicinai con le ragazze al tavolo.
«Finalmente sei tornata!» esclamò Louis felice.
«Ehhh già!» risposi io sorridendo.
Liam non parlò, ma mi abbracciò semplicemente, seguito a ruota da Niall.
«Se non finisci tutto ci sono io eh» mi informò il tinto lanciando un’occhiata al mio vassoio, facendo ridere tutti.
«Harry e Zayn?» domandò Daniela.
«Oh staranno arrivando, tranquilla» accennò un sorriso Liam.
«Già, tutte stanno andando dietro Zayn, da quando hanno saputo che è tornato single» annunciò Louis.
Mi irrigidì sulla sedia nel sentire quelle parole.
«Ahi! Sei pazza?!» urlò isterico verso Lena che lo fissava incazzata.
Poi Lou ci pensò su «Scusa, Gì.. Non volevo… Ecco mi è sfuggito» farfugliò imbarazzato per la sua gaffe.
«Tranquillo Lou. Ormai sono fatti suoi» risposi stringendo un pugno sotto il tavolo.
«Eccovi!» Niall salutò i due che arrivarono.
«Ciao a tutti!» salutò Harry, baciando Daniela e sedendosi tra noi due.
Gli sorrisi.
«Che facevate?» chiesi con non curanza.
«Nulla, parlavamo e Zayn era occupato a rifiutare delle ragazze» rispose il riccio apposta per tenermi informata.
Il moro si sedette davanti a me e mi fissò, il mio cuore iniziò a battere velocemente appena intravidi la sua figura.
Una ragazza si avvicinò al nostro tavolo.
«Zayn?» chiese con voce stridula.
«Mh?» fu la sua risposta senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
«Non è che ti andrebbe di andare un attimo…» iniziò lei cercando di mettere in mostra il davanzale.
Che troietta del cazzo, quanto le avrei voluto darle un pugno. Magari le avrei migliorato il viso.
«No, non mi interessa» la fece zittire.
«Ah, sapevo che eri single ormai» disse lei portando il suo sguardo su di me.
“Cogliona, anche se non sta più insieme a me, non devi osare guardarlo” pensai.
Però rimasi in silenzio e mi girai verso Lena che si lamentava del cibo, facendo finta non sentire ciò che si dicevano.
«E quindi? Non ho intenzione di soddisfare le vostre stupide voglie. Non mi interessate» la liquidò così, rubandomi un pezzo di pane.
«Le stai deludendo, Zayn» lo provocò Louis ridacchiando.
«Non mi interessa, io non devo deludere qualcun altro» rispose prontamente lui, riportando il suo sguardo su di me.
Voleva dimostrarmi seriamente che mi amava? Beh, questa situazione era interessante. Ero curiosa di vedere come si sarebbe comportato.
 
 
 


Boromborò!
Eccoci qui, dopo la discussione "animata"
dei nostri due protagonisti!
Che brutto problema l'incertezza, non trovate anche voi?
Chissà cosa combineranno ora i due...

Spero vi sia piaciuto, a presto! :) xx

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Capitolo 28
*** Riavvicinamenti. ***


Capitolo 27
Riavvicinamenti.


Nei giorni successivi il rapporto con Zayn non era cambiato. Ogni tanto ci scambiavamo qualche parola, molti sguardi, ma cercavo di mantenere sempre una certa distanza. Uscivo molto spesso solo con le ragazze, ma finivamo sempre per incontrare i ragazzi, certe volte mi assaliva il dubbio che si mettessero d’accordo apposta.
Anche scuola andava bene, le ragazze continuavano a provarci spudoratamente con Zayn, ma lui non considerava le loro attenzioni; mentre per quanto riguarda me, beh anche io avevo qualcuno dietro. Uno stupido ragazzo senza cervello, continuava a seguirmi per scuola, di nome Lucas. Era alto, castano e con gli occhi neri. Per fortuna non aveva il coraggio di avvicinarsi, dopo che l’avevo già rifiutato una volta, a causa dei ragazzi e soprattutto agli sguardi minacciosi di Zayn.
La mattinata passava lentamente, stranamente non avevo ancora visto Zayn passare nei corridoi e tantomeno in classe. Allora di pranzo dissi alle ragazze di avviarsi alla mensa, dirigendomi verso l’armadietto per appoggiare i libri.
Quando chiusi l’armadietto sussultai ritrovandomi quel ragazzo davanti.
«Giada» disse.
“Che palle” pensai.
«Dimmi Lucas» risposi.
«Sola soletta oggi eh?» domandò schioccando la lingua contro il palato.
«Se devi dirmi qualcosa fallo in fretta, sai com’è devo andare a pranzo. Mi aspettano» affermai ignorando la sua domanda.
«Ti va di fare un giretto insieme? Sai che intendo» propose con fare malizioso.
«No, mi sembra di avverti già risposto. Scordatelo. Ora se vuoi scusarmi vado» dissi dandogli le spalle avviandomi per raggiungere gli altri.
Lui mi afferrò per il braccio, facendomi girare verso di sé. Alzai un sopracciglio fissando la sua mano nel mio braccio.
«Lasciami» ringhiai tra i denti.
«Un’uscita?» ritentò.
«Ho detto di no!» dissi esasperata.
«Faremo in fretta vedrai» promise leccandosi le labbra continuando a fissarmi il corpo.
«Ma che problemi hai?» sbraitai tirando il braccio indietro.
Lui strinse la presa. «Non ci sentiranno»
Che voleva fare quel depravato?
«Ti conviene lasciarmi in pace» lo minacciai.
«Nah» si avvicinava di più a me.
Stavo per tirargli un pugno in quel visino del cazzo, se non fosse stato per un’altra mano, ambrata, che si posò sul braccio di quel ragazzo.
«Ha detto di no» disse con voce alterata il nuovo arrivato.
Subito mi girai per poter vedere chi fosse, incontrando così i due occhi scuri di Zayn.
«Che vuoi Malik?» chiese Lucas lasciandomi il braccio.
«Che la lasci stare, semplice» affermò il moro.
«Non sono affari tuoi» sbottò l’altro ragazzo.
«Eccome se lo sono. Se non vuoi ritrovarti all’ospedale, ti conviene non girarle più intorno. Capito Hale?» lo minacciò Zayn dandogli due buffetti sul viso, anche se sembrò più un ordine.
Quello annuì.
«Bravo ragazzo» gli sorrise il moro, prendendomi per la mano e portandomi via.
Sentivo prendere fuoco a quel contatto, non volevo che la sua mano non lasciasse la mia, ma questo era un male; dovevo tenerlo a distanza.
Mi fermai e lasciai la sua mano, costringendolo a girarsi.
«Non serviva che intervenissi» affermai.
«Sì, certo Giada. Prego» rispose fingendo che l’avessi ringraziato.
«Sono seria Malik» sbottai esaltando il cognome.
I suoi occhi leggermente infastiditi mi fissavano chiudendosi in due fessure.
«Sai benissimo cosa voleva» dichiarò il moro.
«E quindi?» chiesi io alzando un sopracciglio.
«Sei impazzita?»
«No, e non credo ti riguardi» risposi fingendo un sorriso «Stavo per tirargli un pugno comunque»
Sentendo quell’affermazione si rilassò ed iniziò a ridere.
«Sei sempre la solita tesoro» si lasciò sfuggire avvolgendomi tra le sue braccia.
Per un attimo impietrì. Non poteva fare così. Per me era difficile respingerlo sempre, l’aveva forse capito?
Non potei non godermi quel piccolo momento abbracciandolo, annusai il suo profumo. Non era cambiato per niente. Mi ero già abituata a quell’odore senza sigaretta.
«Mi manchi…» confessò stringendomi più forte «La mia famiglia era preoccupata per te, sai? Tutti continuando a darmi dell’idiota per ciò che è successo e mi dicono che le cose si aggiusteranno. Ma più di tutti sono io ad odiarmi. Ho permesso che ti allontanassi da me per colpa di com’ero. Ma sono cambiato per te. Sono cambiato grazie a te» terminò baciandomi la fronte.
Io rimasi senza parole, avrei voluto dirgli di stare tranquillo, che non mi aveva persa e confessargli che sarei stata accanto a lui per sempre. Ma non lo feci.
Lo tenni stretto a me e gli carezzai il viso, lo sentì sorridere. Così senza pensarci sollevai lo sguardo per poterlo vedere. I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza. I respiri si amalgamavano tra loro. Istintivamente mi morsi il labbro fissandolo.
Lui capì ciò che pensavo e fece sfiorare le labbra, come per provocarmi. A quel punto non seppi controllarmi e le premetti contro. Il tutto durò pochi secondi, ma quel contatto scatenò un piacere immenso in me.
«F-forse è meglio andare» balbettai arrossendo, guardandomi attorno.
«Sì, hai ragione. Ci vediamo dopo» posò un bacio sulla mia guancia e si allontanò.
Lo guardai camminare.
«Zayn?» lo richiamai.
«Mia madre ha detto di ringraziarti» dissi velocemente.
«Era mio compito farlo» rispose sorridendomi.
In quel momento le nostre strade si divisero, ed io andai a pranzare dal resto della combriccola.
 
 
«Susu, cantate!» esclamai io ai cinque ragazzi.
Erano in piedi davanti a noi, nel bel mezzo del salotto. Io presi posto davanti a loro sul divano, accanto alle altre ragazze.
«Cosa cantiamo?» chiese Niall.
«Non lo so, ma dovete essere pronti per l’audizione. Dovete spaccare di brutto, così diventerete famosi ed io potrò vantarmi di conoscervi» sbottai ovvia.
Finalmente ero riuscita a convincerli di presentarsi ad X-factor, perché come si suol dire, loro hanno il fattore x. Io ero sicura di ciò che avevo appena detto, era anche il loro sogno, quindi se si fosse avverato sarebbero stati non felici, ma di più.
Alla fine decisero di cantare Torn, di Natalie Imbruglia.
Nel momento in cui iniziarono a cantare, mi venne la pelle d’oca e un sorriso, spontaneo, comparve sulle mie labbra. Zayn sapeva che adoravo la sua voce così, oltre ad averlo li davanti che mi fissava, cantò con tutto se stesso.
A fine canzone partì un applauso da parte di noi, giovani spettatrici.
«Così dovrete essere!» affermò Daniela.
«Dai, è ovvio che vi prenderanno» commentò Lena.
«Siete bravissimi!» esclamò Eleanor baciando Louis.
«Allora è deciso» disse Liam.
«Già, questa sarà la canzone!» urlò Niall.
«X-factor stiamo arrivando!» urlò a sua volta Harry saltando sugli altri due.
Arrivò anche Hanna con le pizze, così i ragazzi fecero il biss.
«Ora pizzaaaa!!!» urlò Niall fiondandosi in cucina.
Risi di cuore, era così spontaneo e mangione quel ragazzo. Sarebbe stato di finire in poco tempo un’intera dispensa.
«Quando diventerete famosi e verrete a trovarmi in Italia, vi farò mangiare io la vera pizza» promisi addentando uno spicchio.
«Davvero?» chiese il tinto con gli occhi illuminati.
Io annuì.
«Sempre se ci riusciamo» fu Zayn ad intervenire.
«Oh, ma io son sicura che voi ci riuscirete. Non avrete più tempo per noi» feci il musino guardandolo.
«E perché mai?» chiese lui.
«Avrete così tante fan scatenate, che non penserete più alle vostre amiche» risposi facendogli la lingua.
«Che stiano attente a non avvicinarsi troppo però!» si fece minacciosa Daniela «Harry è solo mio!» esclamò abbracciandolo.
Tutti ci mettemmo a ridere ed io inevitabilmente guardai Zayn. Pensavo la stessa cosa, non avrei voluto che qualcun’altra si avvicinasse a lui, a parte sua madre e le sorelle.
Dopo mangiato misero “Le pagine della nostra vita”. Adoravo quel film e soprattutto trovavo bellissima la storia d’amore tra Noah ed Allie, perché nonostante tutte le avversità, i litigi, la loro separazione ed infine le malattie della vecchiaia, tornavano sempre l’uno dall’altra. Il loro amore vinse contro tutto e li tenne uniti per sempre.
Questo è il tipo d’amore che mi sarebbe piaciuto vivere.
Senza rendermene conto passai tutto il film a mano presa con Zayn. Lo notai nel momento in cui la lasciò per andare fuori in giardino da solo, evitandosi il dibattito sul prossimo film.
Non so esattamente perché, ma poco dopo lo raggiunsi.
Mi appoggiai allo stipite della porta e lo osservai.
«Che ci fai tutto solo qui?» domandai facendogli notare la mia presenza.
Era seduto sulla panchina e stringeva in mano un pacchetto di sigarette.
«Penso» disse guardando il cielo ricoperto di stelle.
Presi coraggio e mi sedetti accanto a lui. «A cosa? Se non sono troppo invadente» aggiunsi subito dopo la domanda.
«Al film, non l’avevo mai visto. È molto bello, tutti dovrebbero provare un amore di quel tipo» diede parola ai suoi pensieri.
«La penso come te» sospirai alzando lo sguardo.
Le stelle erano così luminose quella notte, erano magiche. Illuminavano i nostri visi, posai il mio sguardo sul moro, che mi stava già guardando, e presi l’iniziativa dandogli il secondo bacio di quel giorno. Mentre le nostre labbra si muovevano sinuosamente, le mie mani si posarono sul suo viso, per carezzarlo, mentre lui passavano lentamente lungo tutta la schiena. Le sue labbra erano sempre così morbide e vogliose e, soprattutto, erano sempre mie.
«Abbiamo sceltooo» urlò Harry per informarci.
«Arriviamooo» risposi urlando a mia volta, staccandomi dal moro per tornare dagli altri.




 
Continuiamo!
Beh, tutto bene? Io abbastanza e
direi che anche per i nostri cari protagonisti
non vada così tanto male alla fine,
non trovate anche voi?
Spero vi piaccia il capitolo e vorrei che vi facciate sentire,
per sapere esattamente che ne pensate.
Detto ciò, spero vi piaccia. A presto! xx

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Capitolo 29
*** 17. ***


Capitolo 28
17. 



Tristezza. Ecco cosa provavo quel giorno. Per tutta la settimana avevo provato a non pensarci, a distrarmi, a non farlo capire agli altri e godermi quegli ultimi giorni con loro. Ma eravamo giunti al termine di quell’anno pieno di emozioni. Quell’anno indimenticabile, che conserverò sempre nel mio cuore, con tutte le gioie ed i dolori. L’anno in cui conobbi delle persone meravigliose, degli amici speciali, ed un ragazzo a cui avrei lasciato per sempre un posto nel mio cuore.
 
 
«Che bello stare a poltrire senza andare a scuola!» esclamò Louis per l’ennesima volta.
«È da una settimana che continui a ripeterlo!» sbuffai. Non che avesse tutti i torti, ma ciò significata la mia eminente partenza.
«Sì, ma non posso farne a meno! Finalmente niente più scuola!» urlò alzandosi, mettendosi a “ballare” passi inventati da lui, che ormai conoscevamo tutti.
Così ci alzammo e ci unimmo a lui, tutti in fila e perfetta sincronia.
«Domani, dobbiamo ripetere questo. Di fronte a tutti!» propose Harry.
«Non ho intenzione di mettermi in ridicolo davanti a tutti, quindi passo» disse Zayn allontanandosi dal salotto. Prontamente lo seguì.
«E dai Zaynuccio, fallo per me» provai a convincerlo facendo gli occhi dolci.
Mi fissò, distolse subito lo sguardo «No, questo non vale» si oppose.
«Ma è il mio compleanno! Non puoi dire di no alla festeggiata!» feci il broncio riportando il mio viso davanti al suo.
Lui sbuffò rumorosamente. «Solo perché sei tu» si arrese alla fine.
Gli saltai sopra abbracciandolo e gli diedi un bacio sulla guancia.
Poi corsi dagli altri battendo le mani «Ho convinto Malik!» esultai.
«Yeeeaaaah!» si unì a me Louis.
«Sei il suo punto debole!» commentò Liam.
«Giada!» urlò il moro ritornando da noi «Richiamami Malik e giuro che mi rimangio ciò che ho detto!» mi minacciò.
Gli feci la linguaccia e corsi via.
«Ma dove vai?» chiese lui afferrandomi per la vita.
«Sinceramente non lo so» confessai ridendo.
«È tardi Zayn!» urlò Niall.
Il moro nel sentire quelle parole mi prese di peso e mi riportò nell’altra stanza.
Vidi l’ora, dal grande orologio appeso al muro.
«Ma sono solo le 20!» mi lamentai io. «Dovevo aspettare la mezzanotte!» affermai offesa.
«Non fare così Giada, abbiamo impegni fino a domani sera» cercò di scusarsi Louis, a nome di tutti.
L’ultima speranza che rimaneva era Zayn. Così lo fissai come mio solito per ottenere qualcosa da lui. Dopotutto come dicevano anche i ragazzi, a me non sapeva dire di no.
«Non attacca ora Giada» fu la sua risposta posando un bacio sulla mia fronte.
«Stronzi!» gli urlai contro, dirigendomi verso le scale senza salutarli.
Non ero offesa, ma di più.
Presi il mio iPod ed ascoltai tutta la mia playlist, senza interruzioni. Ero talmente assonnata e stanca, che non riuscì ad alzarmi per metterlo via, lo lasciai sul letto accanto al mio e mi addormentai.
 
 
 
«Shhhhhhh» sentì dire qualcuno sottovoce.
Fermamente convinta di essere ancora addormentata non mi mossi.
Sentì il letto muoversi, ma sicuramente era una mia impressione.
«AUGURIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!»
Fu l’urlò, di più persone, che mi svegliò di soprassalto.
Aprì gli occhi e li vidi tutti lì, le prime che mi assalirono furono le ragazze, ma furono seguite a ruota dai ragazzi.
«N-non respiro» cercai di dire.
«E queste furono le prime parole della nostra festeggiata, che ormai ha compiuto bene 17 anni!» Sentì la voce Zayn.
«Parli da solo?» domandai, non vedendolo, schiacciata dal resto del gruppo.
«Oh no, parlo con lei» rispose il moro, facendomi scorgere, tra i vari corpi, una videocamera.
«Cosa?!» urlai cercando di nascondermi «Pazzi, spegnetela!»
«Come vedete, è sempre gentile e dolce di primo mattino» continuò imperterrito il moro inquadrandosi.
Tutti iniziarono ad alzarsi.
«Passala a me» questo Louis.
Appunto, aveva preso lui in mano l’aggeggio; mentre Zayn si lanciò accanto a me.
«Buon compleanno principessa» mi augurò ad un soffio dalle mie labbra sorridendomi.
«Questo si che è interessante!» commentò Harry facendo prestare attenzione a Louis.
Prontamente si avvicinò, per inquadrarci meglio.
«Bacio! Bacio! Bacio!» iniziarono tutti a ripetere all’uniscono, battendo le mani a tempo.
«Sentito?» chiese Zayn.
«Vogliono il bacio» dissi io.
«E tu?» chiese lui malizioso avvicinandosi.
«Ohhhhhhhhhhhhhh» continuarono quelli.
«Oh! Ma perché dovete com…» la mia lamentela fu bloccata dalle labbra del ragazzo.
Improvvisamente sentì l viso bollire, dovevo essere diventata di chissà quale tonalità di rosso.
«Finalmente ti sei stata zitta» disse Daniela ridendo.
Quando Zayn lasciò le mie labbra. Afferrai un cuscino e lo lanciai contro quella ragazza.
Lei non riuscì ad afferrarlo, così fu colpita, per mia grande soddisfazione. Notai che quella videocamera era ancora accesa, passava da una mano all’altra.
«Volete spegnerla?» domandai infastidita.
«Che antipatica che sei!» disse Niall.
«Per farmi perdonare, ti darò tutte le fette di torta che vorrai» proposi.
«Assolutamente sì! Ci sto!» esclamò.
«Non avevamo dubbi» commentò Liam ridendo.
«Allora che si fa oggi?» domandai fissando tutti i ragazzi.
«Tu niente, devi goderti questa giornata!» mi informò Harry.
«Ora per prima cosa, andremo a fare colazione disotto» annunciò Zayn, tirandomi giù dal letto.
 
 
La mattinata passò velocemente, tutti si alternavano nello stare con me, in questo modo potevano sbrigare le varie commissioni. Ovviamente quella videocamera era tutto il giorno in funzione, i ragazzi avevano deciso di regalarmela, visto che avevo sempre detto che mi sarebbe piaciuto averne una per immortalare tutto ciò che accadeva. E loro cosa avevano fatto? Mi avevano preso alla lettera, come sempre. Non sapevano trovare una via di mezzo; o tutto o niente.
«Bene, dobbiamo prepararci» mi comunicò Eleanor.
Daniela mi prese una mano, Lena l’altra e Hanna mi spingeva da dietro.
Tutti avevano un ruolo.
Mi lanciai sul letto. «Almeno posso decidere io cosa indossare?» chiesi sbuffando.
«Ehm…» iniziò Lena.
«In realtà…» continuò Daniela.
«Cosa?» domandai alzando la testa per guardarle.
«Diciamo che è come se avessi scelto tu» intervenne in loro aiuto Hanna.
Alzai un sopracciglio. «Spiegatevi»
«Zayn ti ha comprato questo» affermò Eleanor prendendo un vestito, per mostrarmelo «Ha detto espressamente di fartelo indossare»
Spalancai gli occhi fissando quel vestito. Non ci potevo credere.
 
«Che bello quel vestito!» esclamai attaccata alla vetrina.
«Quale?» domandò Zayn.
«Quello»risposi indicando un abito corto, senza spalline con dei volant in vita, il corpetto impreziosito da perline e gonna in tulle, color blu royal.
«Ti starebbe benissimo» commentò appoggiando un braccio intorno alle mie spalle «Perché non lo provi?» chiese.
«Nah» risposi allontanandomi, a malincuore, da quella vista.
 
«Non ci posso credere che l’abbia preso» riuscì a dire dopo un po’.
Le ragazze risero. «Su preparati» disse incitandomi Hanna.
Io annuì e mi preparai.
Indossai l’abito, misi i tacchi, sempre blu, lasciai i capelli liberi nei loro boccoli ed infine mi truccai con uno smoking eyes blue bianco.
«Sei perfetta!» commentò subito El.
Daniela corse fuori e ritornò con le videocamera accesa.
«Ecco la festeggiata pronta per la sua festa» informò inquadrandomi.
Io risi e gliela rubai per riprendere anche loro. Dopotutto era mia, no?
«Ed ecco, invece, le amiche della festeggiata. Splendide come sempre» dissi.
Ci mettemmo tutte davanti allo specchio, così riuscì a riprenderci tutte insieme.
«Uno degli nostri ultimi momenti» mi lasciai sfuggire, abbozzando su sorriso.
«Siete pronte?» domandò Niall, fuori dalla porta.
«Sì, perché?» domandai.
«La festa è iniziata, mancate solo voi!» ci informò il tinto.
Spensi il mio regalo nuovo e lo consegnai a Lena.
«Iniziate ad andare se volete, arrivo subito» affermai tornando per un attimo al bagno.
Ecco l’ultimo tocco, il lucidalabbra.
Uscì fuori dalla stanza e trovai solo El ad aspettarmi.
«Sono già scese, andiamo?» chiese sorridendo, ed io annuì.
Scendemmo giù per le scale ed eccoli lì. Gli invitati si stavano già divertendo, le ragazze ballavano, Niall pensava solo a mangiare, Harry e Louis si preparavano per il balletto e Zayn ovviamente era ad occupare il posto da DJ.
Quando lo trovai lì, nella sua postazione, i nostri occhi si incontrarono, ed il suo viso si aprì in un enorme sorriso che ricambiai.
El mi trascinò fino dalle altre, così iniziai a ballare con loro. Solo noi, come all’inizio di quest’avventura, ma con due ragazze in più, che non avrei mai ringraziato a abbastanza per la loro amicizia.
«Voglio ballare anche io con lei!» si intrufolò Louis tra noi, unendosi al ostro ballo.
«Ehy, voglio ballare anche io con mia sorella!» intervenne Harry.
«Dai, non siate gelosi. C’è un ballo per tutti!» scherzai io.
«Spero che per me ce ne se sia più di uno» affermò un ragazzo alle mie spalle.
Mi girai verso di lui, ed eccolo lì. Zayn in tutto il suo splendore.
Indossava una camicia bianca che contrastava il colore delle sua pelle, dei jeans stretti ed i capelli erano impeccabili come sempre. Conclusione? Perfetto come sempre.
«È arrivato per rubarcela!» commentò Niall che ci aveva raggiunto da non so quanto.
«Basta che qualunque cosa facciate siate prudenti!» ordinò papà Liam.
«Non preoccuparti, papino» scherzai su pizzicandogli una guancia.
«Bene, dopo questa piccola “riunione”, posso prendere la festeggiata?» riprese Zayn, chiedendo al gruppo.
«Tutta tua» disse Lena spingendomi verso il moro.
«Grazie» rispose prendendomi per la mano, portandomi via.
Ci fermammo prima sulla pista e ballammo noi due, scatenandoci come due cretini, fregandocene degli altri. Lui mi guardò da capo a piedi e poi si decise a parlare.
«Avevo ragione» iniziò.
«Su cosa?» chiesi curiosa.
Indicò il vestito «Ti sta benissimo»
«Grazie» farfugliai imbarazzata.
«Ti va se usciamo un attimo?» chiese.
«Ok» annuì.
«Dove volete fuggire?» domandò Daniela raggiungendoci.
«Un attimo fuori» giustificai io.
«Aspetterete, prima la torta» affermò lei, trascinandomi davanti ad essa.
Tutti iniziarono a cantare “tanti auguri”, facendomi imbarazzare. I miei amici erano tutti attorno a me cantando a squarciagola e abbracciandomi, o meglio stritolandomi.
Una volta che tagliai il primo pezzo di torta, lasciai continuare a Liam, così presi Zayn e finalmente uscimmo fuori.
«Dicevamo?» chiesi sorridendo.
«Dobbiamo chiarire, non credi?» disse nervoso, cercando le sigarette.
«È qualcosa di grave ciò, che devi dirmi?» chiesi preoccupata.
«No… Solo che tu domani sera partirai e vorrei parlare con te. Chiarendo la nostra situazione» rispose tutto d’un fiato.
«Sì, hai ragione. Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento» dissi triste.
Lui cercò una cosa nella tasca, poi appoggiò qualcosa sulla mia mano.
«Quello è tuo, sempre e comunque» mi informò imbarazzato.
Io guardai sulla mia mano. Rieccolo lì, il mio anello. Quello che gli avevo lanciato addosso la volta che litigammo. Non l’avevo perso o buttato, l’aveva tenuto per riconsegnarmelo.
Sorrisi ricordando il momento in cui me lo regalò.
«Sai Zayn, tu avrai sempre un posto importante nel mio cuore. Io ti amo e…» mi bloccai per cercare le parole giuste.
Lui mi fissava, fumando la sua sigaretta. Aveva già capito il senso del mio discorso.
«Non funzionerà, giusto?» chiese una conferma, per sapere se ciò che intendevo fosse quello.
Annuì «Per questo non sono tornata con te. Anche se ci comportiamo come due fidanzati. Come ho detto ti amo, sarai sempre importante per me e sono felice di averti incontrata»
«Anche io ti amo, so che cin incontreremo di nuovo. Sei stata la prima ragazza a rubarmi il cuore e sarà per sempre tuo, nonostante tutto» disse sicuro «Il nostro non è un addio, vero?»
Gli accarezzai la guancia «No, è un arrivederci» risposi.
«Se mi ricapiterà di avere un’occasione con te, non la manderò a puttane» affermò abbracciandomi.
Ricambiai l’abbraccio e sollevai il viso per poterlo guardare.
I nostri sguardi si incatenarono tra loro. «Ricorderò tutto di quest’anno» lo informai.
«Ricorderò di quando mi hai insegnato ad amare» confessò lui posando le sue labbra sulle mie.
Quel bacio fu disperato, continuavamo a desiderarci, a volerci. Ma ormai era questione e sarei stata lontano da ogni suo gesto, dalle sue labbra, dalla sua protezione, da lui.
Così quando chiese l’accesso, nella ricerca della mia lingua, l’accolsi senza lasciar passare un attimo e perdere tempo inutilmente. Rimanemmo attaccati, intrecciando le nostre lingue, assaporando i nostri respiri, godendoci quel momento che non sarebbe più tornato.



 
Rieccomi qui!
Che giorni stressanti! Finalmente 
ho scritto il capitolo! La partenza di avvicina
così come la fine di questa ff.
Ebbene sì, il prossimo capitolo, sarà probabilmente l'ultimo.
Ma niente paura, perché ci sarà un seguito!

Spero vi sia piaciuto xxx

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Capitolo 30
*** Arrivederci. ***


Capitolo 29.
Arrivederci.



Quella mattina mi svegliai controvoglia, sapendo ciò che mi aspettava. Mi girai verso l’altra parte del letto e trovai lì Zayn addormentato, era così tenero. Lottai contro me stessa, indecisa se svegliarlo oppure lasciarlo lì. Ma decisi per la prima opzione, anche perché con la seconda si sarebbe sicuramente infuriato, ed essendo l’ultimo giorno, non mi andava di litigarci. Rimasi li a guardarlo un attimo e ripensai alla notte prima.

«Ora possiamo tornare dentro a divertirci e non passare questo tempo tristi?» chiesi afferrandogli la mano.
«Certo, tutto quello che vuoi» abbozzò un sorriso e mi seguì dentro la casa.
Louis si trovava alla console, ed approfittando di quel momento, mise un lento.
Zayn mi afferrò subito per la vita.
«Sembra fatto apposta» commentai mettendogli le braccia intorno al collo.
Lui alzò le spalle «Forse. Se è così non mi dispiace, sai?» chiese stringendomi a sé.
Per tutta la canzone rimanemmo attaccati, fuori dal mondo. Solo io e lui, nessun altro.
«Zayn?» lo richiamai a fine ballo.
«Sì?»
Abbassai lo sguardo imbarazzata «Ti andrebbe di rimanere e dormire con me stanotte?» chiesi titubante.
Il moro sorrise nuovamente ed avvicinò le labbra al mio orecchio «Se mi chiedessi di seguirti in capo al mondo lo farei, piccola»
Che voleva dire? Dovevo chiedergli di seguirmi? Non potevo essere così egoista, la sua vita era qui.
Rimasi nel dubbio della sua frase e rimasi in silenzio senza domandare.

Era ora di svegliarlo, così mi avvicinai a lui e gli baciai la guancia.
«Zayn» sussurrai piano accarezzandogli il viso.
Si lamentò, ma non si mosse.
«Dai Zayn, svegliati» riprovai sempre dolcemente.
Niente.
«Ok, mi alzo» dissi girandomi dall’altra parte per scendere dal letto.
Prontamente mi afferrò con il braccio, riportandomi indietro contro lui.
«Non osare» disse con voce roca.
Io sorrisi e mi rigirai verso di lui.
«Ma come sono minaccioso di prima mattina» lo presi in giro imitando la sua voce.
In tutta risposta mi strinse di più ed io gli passai una mano tra i capelli. Mentre continuavo a guardarlo, sentì gli occhi pizzicare, ma non volevo che ciò che stava per succedere, accadesse davanti a lui o agli altri. Così sotterrai le lacrime, lottando con me stessa e respirai il profumo di Zayn.
«Devo preparare l’ultima valigia» lo informai picchiettando le dita sul suo braccio.
«No» obbiettò a si mise di peso su di me.
Provai a muovermi senza successo e risi.
«Dai Zayn…» dissi fissandolo negli occhi.
Lui ricambiò lo sguardo, posò un bacio sulla mia guancia e si tolse sbuffando.
«Grazie, appena finisco mi porti a prendere la mia ultima colazione?» chiesi alzandomi.
«Giada, non dirlo così, sembra che tu debba morire» si lamentò.
«Che melodrammatico! Sto solo dicendo che non farò più colazione qui, magari anche per sempre» affermai. Pensare ciò mi fece male, io non volevo andarmene.
«Muoviti» fu la sua unica risposta nascondendo il viso nel mio cuscino.
«Zayn, vuoi muoverti?» urlai aspettando che il miro uscisse dal bagno.
«No» rispose.
«Non sei divertente! Finisce che non riesco a mangiare nulla!» mi lamentai battendo un piede a terra
«Calma, calma. Arrivo» disse lui scendendo dalle scale.
Lo presi per la mano e lo trascinai fuori.
Il tragitto fu silenzioso, eravamo solo noi, presi per mano, tristi ma felici per quei pochi attimi che ci rimanevano.
«Muffiiiiiiiiiin!» quasi urlai, seduta al tavolino dello Starbucks, intenta ad addentare il dolce.
«Non cambierai mai» commentò Zayn portandosi, una mano sul volto.
«Tu credi, Malik!» risposi «Tutti cambiano, prima o poi»
«Così dicono» affermò prima di portare il suo bicchiere alle labbra, per gustarsi il caffè.
«Bingo!» esclamò Louis schioccando la lingua contro il palato.
«Dove mai poteva essere Zayn oggi?» domandò Liam.
«Con Giada» rispose Harry.
«E dove mai poteva essere Giada oggi?» chiese Lena.
«Qui da Starbucks» affermò Daniela.
«Con il suo frapuccino» intervenne Hanna.
«E il suo amato muffin, al cioccolato» terminò Eleanor.
«Io condivido a pieno la sua scelta!» commentò Niall.
«Vi odio quando fate così» dissi dando l’ultimo morso al mio muffin, mentre tutti prendevano posto.
«Così come?» chiese Harry.
«Quando iniziate le frasi e le continuate a turno!» borbottai.
Zayn sorrise guardandomi «Sei tutta sporca di cioccolato»
«Oddio!» urlai passandomi un fazzoletto su tutto il viso «Ancora?» chiesi.
«No, sei perfetta» rispose lui accarezzandomi la mano da sopra il tavolo.
«Ohhhh» ci fu un coro.
«Fanno i piccioncini» disse Louis.
«Lasciateli stare» intervenne Liam.
«E perché mai? Tra poco non potremmo più!» si lamentò il castano.
«Appunto» rispose l’altro lanciandoci un’occhiata.
Io mi sforzai a sorridere per non dare nell’occhio, ma dentro sentivo già la loro mancanza.
«È solo un arrivederci» commentai io.
«Cazzooooooo!» urlò Daniela.
«Cosa?» chiese El.
«Siamo in ritardo!!!» continuò ad urlare lei, trasportata dal panico.
Strabuzzai gli occhi e deglutì tutto in una volta la mia bevanda.
«Corriamo, corriamo!» fu Lena ad urlare questa volta.
Tutti ci alzammo e ci mettemmo a correre via, dividendoci per prendere le rispettive valigie.
Ci saremo ritrovati tutti all’aeroporto.

 

«Oh, eccovi qua» disse con tono infastidito il nostro accompagnatore.
«Scusa, scusa» il ritardo dissi.
«L’importante e che siate arrivate…» si bloccò guardando alle nostre spalle «Solo voi due dovete partire, sì?» chiese ridendo nel vedere tutti i ragazzi dietro di noi.
«No, anche lei» rispose Daniela indicando la rossa.
Lui la fissò un attimo «Germania?»
Lei annuì.
«Muoviti, stanno per partire!» la informò.
Lena sbiancò e salutò tutti frettolosamente, soffermandosi su me e Daniela.
«Fai buon viaggio!!!» urlammo tutti insieme quando lei fu lontana.
«Ci sentiremo tanto!» continuai ad urlare io da sola.
Mi sedetti sulla valigia aspettando il nostro turno e sorrisi.
«Che sorridi?» chiese Niall curioso.
«Ripenso a quando vi ho conosciuto e alle figure di merda che ho fatto» risposi sovrappensiero.
«Ne hai fate parecchie!» commentò Harry ridendo, sicuramente si sarà ricordato il nostro incontro.
«Non ho salutato tue sorelle!» affermai cercando lo sguardo del moro. Mi venne in mente al momento, forse troppo in ritardo.
«Le saluterò io, tranquilla» mi tranquillizzò.
Era strano, i suoi occhi non erano gli stessi di sempre. C’era tristezza e malinconia.
Mi alzai e gli andai accanto. «Zayn?»
«Mh?»
«Non essere triste» dissi guardandolo negli occhi.
«È difficile non esserlo» rispose.
«Lo so, ma dobbiamo essere forti. No?» chiesi puntando il mio sguardo dritto nei suoi occhi.
Lui annuì.
«Ricordati sempre il discorso che ci siamo fatti» gli sussurrai.
«Anche tu, piccola mia» sussurrò a sua volta, carezzandomi il viso.
«Giada? Daniela?» sentì l’accompagnatore.
Mi girai verso di lui.
«È ora di salutare» ci informò.
Cercai subito la mano di Zayn. Nel sentire quelle parole, il mio cuore si bloccò. Non poteva essere già ora. Avevo appena detto a Zayn che dovevamo essere forti, ed ora che facevo? Stavo per andare nel panico, lasciando che la tristezza prendesse il via.
Il moro si mise davanti a me e mi strinse forte.
«Non ti dimenticherò mai» sussurrò al mio orecchio.
Lo strinsi forte «Anche io, Zayn» stavo per crollare.
I ragazzi si avvicinarono a noi e crearono un abbraccio di gruppo, facendo sorridere tutti.
«Il gruppo migliore di sempre!» esclamò Louis.
Quando l’abbraccio si sciolse, iniziai ad abbracciare tutti uno alla volta, poi li guardai.
«Siete stati gli amici migliori che potessi incontrare, spero di riuscire a rincontrarvi presto. So che non è il momento dei discorsi, visto che c’è un aereo che mi sta aspettando, ma ci tengo a dirvi che vi adoro e che siete tutti importanti per me. Dal primo all’ultimo» mi bloccai e guardai Hanna ed El «Con voi due ci sentiremo sempre, se sparite tornerò solo per picchiarvi!» le minacciai, poi mi girai verso i ragazzi «Per voi è lo stesso! Mi raccomando, fate il culo a tutti durante x-factor e fate quello per cui siete nati, ovvero cantare. Vi voglio bene» terminai così, prendendo la valigia a mano, pronta per partire.
«Anche noi ti vogliamo bene!» urlarono loro, mentre iniziavo a incamminarvi via, mi girai verso di loro e sorrisi salutandoli con la mano.
Incrociai lo sguardo di Zayn, che in quel momento si mise a correre verso di me.
Mi bloccai ed allargai le braccia per stringerlo un’ultima volta.
«Ti amo, Malik» dissi appena mi sollevò per stringermi.
«Ti amo, mio tesoro» rispose posando le sue labbra sulle mie.
Ci lasciammo prendere dal momento, riunendo le nostre lingue, stringendoci, come se il tempo si fosse fermato solo per noi. Per farci stare insieme quell'attimo prima della separazione, per goderci il nostro ultimo bacio.
Le sue mani scivolavano lungo tutta la mia schiena, mentre le mie mani gli carezzavano il viso e si insinuavano tra i suoi capelli.
«Muoviti Giada!» urlò quel rompipalle di un accompagnatore.
Le nostre labbra furono costrette a dividersi per chissà quanto, forse per sempre.
«Spero che Doctor Who venga a trovarmi, così posso tornare indietro» dissi facendolo ridere, prima di lasciargli un ultimo bacio.
Mi allontanai via da lui a fatica, continuando a girarmi di tanto in tanto, fino a quando la visuale me lo permise.
Salì sull’aereo senza parlare con nessuno. Ero legata ormai a quella terra, era la mia seconda casa e come si sa, a nessuno piace andare via di casa.
Mi misi seduta accanto al finestrino, per poter guardare fuori e nel momento in cui l’aereo iniziò la sua corsa, cedetti e le lacrime corsero sul mio viso.
Non avrei mai dimenticato quell’anno piene di esperienze, di amici e del mio primo e speciale amore.



 

Ed eccoci qui, alla fine...
L'annosi è concluso, triste no?
No! Perché eccovi già il Prologo della
nuova ff "Return". Oggi ho fatto un doppio lavoro
e questo, è ciò che è uscito fuori.
Beh, allora ci vediamo nei nuovi capitoli?
Spero di sì! Ci vedremo presto lì! xx

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