Torna da me.

di Davide95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Torna da me. ***
Capitolo 2: *** 'Sei tornato' ***
Capitolo 3: *** Fino all'ultimo resto di noi ***



Capitolo 1
*** Torna da me. ***


Non so perchè ho scritto, questa One-Shot
non l'ho nemmeno riletta, spero non ci siano errori.
Spero in qualche recensione, un bacio.
Se volete, passate anche qui:

un altra One-Shot 
Vale.

e

It isn't a love story.

 

 

 

 

Mi dici che non riesci nemmeno più a guardarmi in faccia, quando l'unico che dovrebbe piangere sono io.
Mi dici che tanto parlarne non ha senso perchè tu hai già preso la tua decisione.
Mi dici che fa male vedermi abbracciato a lei, quando ha fatto mille volte più male quando a ridurmi in pezzi sei stata tu.
E poi ti vedo lì a ridere con i nostri compagni di classe e mi chiedo come faccia a farti così tanto male se nemmeno ci pensi a me mentre una sera baci uno e l'altra un altro ancora. I tuoi capelli sono più biondi ora ed i tuoi occhi sono più azzurri, da quando non ci sono più sei ancora più bella, o forse mi sembri più bella perchè ora non sei più mia. Forse è proprio per la tua bellezza disarmante che tutti vogliono bene più a te che a me, forse è proprio per la tua simpatia e dolcezza che sei accerchiata sempre ed in ogni istante da persone che però non sanno di non conoscerti.
Sei entrata dentro di me ed hai lasciato la finestra aperta, ed ora sento solo freddo e ghiaccio perchè non ci sei più a riscaldarmi.
Le tue labbra si muovono velocemente, stai parlando con il tuo migliore amico che non ho mai sopportato, ho sempre detto che è innamorato di te ma tu non mi hai mai creduto; porta il suo braccio attorno alle tue spalle e tu ti stringi a lui, come non hai nemmeno mai fatto con me, ma voi siete solo migliori amici, me l'hai sempre ripetuto. Le tue labbra ora si sono fermate e si sono distese in un sorriso, carnose come sono potrebbero far sembrare ogni cosa volgare, ma si tratta di te, tu che fai sembrare ogni cosa estremamente giusta; ora ti stai mordendo quel labbro rosso e pieno, quello che una volta assaporavo io. Se avessi saputo che un giorno ti avrei perso, ti avrei assaporata meglio, anche se meglio di così non avrei potuto amarti, perchè ti ho dato tutto me stesso.
La tue mani si stanno torturando, hai freddo lo so, ma non vuoi creare disagio agli altri e quindi sopporti in silenzio, lasciando che le tue mani si scaldino a vicenda, quando io saprei scaldarti le mani, le braccia, le gambe ed il cuore solamente abbracciandoti.
Mi dici che non riesci a parlarmi, che vuoi del tempo, perchè non riesci nemmeno più a sopportare la mia presenza, quando ero l'unico che volevi accanto a te una volta.
Stai camminando, ora non ridi più e sei più seria, probabilmente qualche ricordo è venuto a galla; stai pensando a quando in quello stesso corridoio ti ho preso per la prima volta la mano o a quando quel pomeriggio ti ho preso tra le braccia e ti ho detto che ti amavo? So che ci stai pensando perchè quei ricordi son riaffiorati anche nella mia mente. Le tue labbra sono increspate tra di loro, come vorrei baciarle ancora e ancora, chiudendo gli occhi e sentendo tra le dita i tuoi capelli morbidi.
Il tuo migliore amico ti chiede che succede, ti sei irrigidita quando è uscito dalla classe quel coglione che una volta ha tentato di baciarti; lo so che ora stai pensando alla piccola cicatrice che ho sulle nocche della mano destra, quella volta ero proprio incazzato e ci sono andato giù pesante, ma non mi sono mai pentito d'averti difesa, anche se mi sono guadagnato qualche cazzotto anche io.
Aumenti il passo, insicura, sei più pallida del solito oggi, forse per questo le occhiaie sembrano solcarti il viso più profondamente, ma credimi se ti dico che sei sempre bella.
Ti ricordi quando una domenica mattina mi sono presentato da te con la colazione in mano? Mi hai aperto la porta con la faccia incazzata di chi si è appena svegliato male, poi mi hai visto e dopo avermi mandato al diavolo un bel po' di volte, ti sei coperta il viso con le mani.
'Sono brutta.' hai detto, quando tu sei la creatura più meravigliosa che io abbia mai visto. E non importava se i tuoi capelli erano arruffati, i tuoi occhi struccati e la voce ancora roca dal sonno, le tua guance si colorarono di rosso fuoco quando mi misi a ridere e ti baciai la fronte, l'unica parte che non ti eri nascosta. Tu sei corsa in bagno a sistemarti ed io ho preparato la colazione, con la preoccupazione che i tuoi genitori fossero a casa.
“Vai via.' mi hai urlato dal bagno, sembrava stessi piangendo. E piangevi, mi hai detto che non mi meritavi, che io ti portavo la colazione e tu mi mandavi al diavolo.
“Sono brutta.' hai detto, ed io ti ho risposto che da quanto eri bella mi mancava il respiro. Hai aperto la porta e mi hai baciato, ti eri lavata i denti e il gusto di dentifricio mi rinfrescò la bocca. I capelli ancora arruffati si tiravano pugni tra loro, mentre io ci infilavo le mani e li accarezzavo.
Quel giorno abbiamo fatto l'amore per la prima volta, non ci potevo nemmeno credere che la tua prima volta avevi voluto concederla a me; te che mi dici che mi ami mentre nuda ti stringi a me per scaldarti, è il ricordo che custodisco più gelosamente. Eri così speciale, vestita solo della tua pelle.
Cammini inconsapevolmente verso di me, non mi vedi nascosto dietro la colonna, ma ancora qualche passo e mi sfiorerai. Sei così magra, sei dimagrita troppo per i miei gusti, adoravo le tue guance paffute e i tuoi fianchi tondi; amavo accarezzarli e stringerli tra le mia mani.
Ora sembra che anche solo una brezza mattutina riesca a farti cadere a terra.
Torna da me.
Ed eccoti, sei esattamente davanti a me, occhi negli occhi, brividi su brividi.
Mi guardi ed io ti guardo, consapevoli entrambi dei sentimenti dell'altro. Ti stai mangiando il labbro di nuovo, come vorrei essere io a farlo. I tuoi occhi vuoti mi spaventano; dove sono finiti tutti quei sentimenti che ci nascondevi dentro?
Le tue labbra hanno un fremito, sembrano volersi allargare in un sorriso, ma poi ritornano immobili.
I tuoi occhi diventano lucidi, e per un secondo nelle tue iridi ci rivedo insieme abbracciati sul tuo letto. Poi ti giri e corri via.

È passato un altro ed io sono morto ancora.

 

È passato un altro giorno ed io ti amo ancora.

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Capitolo 2
*** 'Sei tornato' ***


'Sei tornato' mi dici, mentre sulle tue guance iniziano a farsi largo copiose lacrime.

 'Sei tornato' dici ancora, e non smetti di ripeterlo. Lo sento dalla tua voce tremante che ormai non ci speravi più, che ormai avevi iniziato a pensare che non mi avresti più rivisto. Avevi iniziato a smettere di credere che potessi essere io a bussare la porta ogni giorno, inizialmente lo facevi, ti piaceva pensare che fossi io, poi avevi capito che era solo il vento a tenerti compagnia. Il vento e la solitudine erano i tuoi migliori amici.

'Sei tornato' e piangi, piangi e non smetti mai di farlo. Pensare che tu hai pianto per tutto questo tempo mi squarcia il petto, e non posso far altro che aspettarti, come ho sempre fatto, mentre penso che sarebbe più che giusto se tu ti fossi fatta un'altra vita, se avessi scelto un altro uomo a tenerti compagnia durante le notti fredde mentre io ero a morire lontano da te, per una guerra non giusta.

Ma tu non smetti di piangere, ti tieni il petto con una mano e so che hai paura che ti scoppi, me l'hai detto una volta che quando stai male ti manca il respiro, tremi.

Mi concedo uno sguardo al tavolo, alle sedie al quadro che ti piaceva tanto che ora non c'è più.

'Faceva male' spieghi seguendo il mio sguardo.

Mi ritrovo incapace a sostenere il tuo sguardo vuoto, svuotato dall'amore stesso, bruciato, consumato.

'Dov'eri?'

Ero qui amore, ero qui, anche se ero lontano mille miglia. Sono qui.

Ma tu scoppi in singhiozzi ancora.

Fai un passo, ed ora siamo più vicini. Prenditi tutto il tempo che vuoi, io sono qui, posso aspettare secondi, ore, mesi anni, secoli. Ma ora torna tu da me.

Fai un altro passo mentre mi dici che odi piangere ma che non riesci a fare a meno di farlo.

Io faccio un passo e ti dico che mi sei mancata.

Le tue mani stringono a vuoto l'aria attorno a noi, stringi me ti dico.

E tu lo fai, mi stringi tra le tua braccia di donna, mentre le tue lacrime mi bagnano la maglia, bagna tutte le maglie che possiedo ma non smettere mai di stringermi.

Dove sono finiti i tuoi fianchi? Stringo solo ossa ora. Sei magra, consunta, piccola, rivoglio vederti donna, rivoglio i tuoi glutei sodi, non posso stringere ossa.

Stringi la mia maglia tra le dita e mi pizzichi un po' la pelle, ma non dico niente, non voglio rischiare di allontanarti. Le mie braccia ti avvolgono le spalle e ti schiacciano sul mio petto. Le ferite non ancora guarire bruciano mentre mi stringi forte, ma come faccio a lamentarmi? Quanto bruciano le tue ferite invisibili non posso saperlo, ma si stanno risanando ora, si ricuciono da sole mentre mi guardi e sorridi. Le tue labbra scarne sorridono e nonostante tu abbia le labbra rotte e mangiate e bianche, non riesco a pensare a qualcosa di più bello di te.

E te lo dico che sei bella da far male, ma piangi ancora ed io muoio di nuovo mentre le tue gambe cedono; quante volte sei caduta così, amore? Ma ci sono io a prenderti al volo ora, nessun pavimento assaggerà più le tue gambe nude, nessuno si bagnerà delle tue lacrime. Ci sarò io a prenderti al volo ogni volta tu sarai debole.

Mi dici che mi odi, che vuoi picchiarmi, che vuoi che non ti lasci più sola.

Ti dico che ti amo, che voglio fare l'amore, che starò per sempre qui.

Dov'è finita la tua sicurezza mentre le tue guance si colorano del tramonto e le tue mani corrono a coprirti il viso? Vedo l'incertezza nei tuoi occhi e mi blocco immobile pensando che forse è troppo tardi. I tuoi capelli biondi raccolti mi ricordano le mattine in cui mi svegliavo accanto a te, le tue mani appoggiate al mio petto dalla sera precedente non mi lasciavano alzare, 'così non scappi' dicevi; il tuo sorriso spento brucia nel mio cervello, non ricordo d'averlo mai visto. Sussurri qualcosa ed io non ti sento, lo ripeti 'non eri qui'. E so che hai ragione, non ero qui mentre tutto andava a rotoli, dov'ero non lo so nemmeno io, so solo che ora son dove devo essere.

E ti chiedo scusa, come se la guerra l'avessi causata io.

E mi baci, e so che non è troppo tardi.

Le tue labbra fredde le riscalderò io d'ora in poi, ogni volte ti bacerò, in ogni secondo, quando vuoi. Te lo giuro che ho pensato alle tue labbra ogni giorno, ti immaginavo come sei adesso; stretta a me, le tue braccia sul mio collo. Il tuo profumo di pesca è sempre qui, non mi ha mai abbandonato, era uno dei ricordi che più gelosamente custodivo; mi ha salvato il ricordo del tuo profumo quando stavo nelle macerie a morire.

Hai smesso di piangere, mi guardi, gli occhi ora sono pieni di me. Le tue mani stringono le mie, strette.

'non scappo' ti dico.

'lo so'

Ti sorrido dopo mesi che non riuscivo più a farlo.

'sei tornato'

'sono a casa'.

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Mi è venuta l'ispirazione mentre guardavo un film,
non so come sia venuta. Grazie d'averla letta.

Mi farebbe piacere se passaste anche qui, senza impegno, grazie in ogni caso:)


It isn't a love story.
Vale.

 

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Capitolo 3
*** Fino all'ultimo resto di noi ***


'Non ci posso credere.'

La tua voce mi blocca sul posto, non ho il coraggio di alzare lo sguardo e perdermi dopo mesi nei tuoi occhi, non voglio vederti mentre sei felice senza di me. Faccio finta di non sentire il tuo sguardo sul mio capo e continuo a fissare la mia tazza di caffè, vuota.

'Guardami.'

E lo faccio, ti guardo e le orecchie prendono a ronzarmi, potrei vomitare. I tuoi occhi sono lucidi, forse per l'emozione di vedermi dopo tanto, forse perchè hai una brutta giornata, ma nonostante ciò, son belli, chiari, luminosi. La tua bocca è distesa in un sorriso, sembri trattenere il pianto più struggente della tua vita; le tue labbra son sempre maciullate dai tuoi denti, 'non lo faccio apposta' dicevi. La tua mano corre ad accarezzarmi i capelli quasi rasati, i tuoi polpastrelli fanno un po' di pressione sulla cute, come per richiamare qualche ricordo.

'Te li sei tagliati infine.'

Certo che li ho tagliati, mica potevo convivere ogni giorno con il ricordo delle tue dita tra i miei capelli lunghi.

Non riesco a proferir parola e mi chiedo ancora perchè tra di noi sia finita così, senza una vera fine. La nostra storia è stata trascinata via con calma dal vento, non è stato un taglio netto, non sapevamo nemmeno noi se mentre il vento ci stava portando via le nostre mani erano intrecciate o no. Poi a malincuore, ricordo che la tua l'ho trovata intrecciata alla mano di un altro, mentre io con la mia stringevo il nulla. Il vuoto.

Ti siedi davanti a me ed inizi a parlare, ma non riesco a sentirti, ad ascoltarti se fai sfiorare la tua gamba con la mia, non riesco a collegare il cervello se non la smetti di toccarti i capelli biondi in quel modo.

Il tuo profumo alla pesca mi arriva al naso in un soffio e devo distogliere lo sguardo da te perchè inizio a sentirmi male.

'Sono fidanzata' dici 'ma mi manchi un sacco'.

E un moto di rabbia si fa strada in me; sei sempre stata così confusa ed incoerente che non capisci che non ha senso quello che dici. Quando una ragazza, una donna, è mia, non c'è posto per nessun altro, non mi manca nessun altro. Che poi, si può essere davvero di qualcuno? Credo di si, ma sarebbe meglio di no. Bisogna essere di se stessi e non aggrapparsi mai a nessuno.

I tuoi capelli biondi scivolano sulle tue spalle, dovevi sempre legarli quando facevamo l'amore, ricordi? Lunghi com'erano impicciavano e basta.

Mi viene in mente della tua ossessione per i capelli, quando non la smetti di accarezzarmi il capo, vorresti baciarlo lo so.

'Perchè?' mi chiedi, ed io sorrido. Un po' ti dispiace che son così corti.

Dopo che 'NOI' è sparito, mi sono arruolato, ma non te lo dico. Non ancora.

'Son cambiate certe cose nella mia vita.'

Non ti dico che mio padre è morto qualche settimana fa, non ti dico nemmeno che mia sorella ha iniziato l'università e diavolo se è brava. Non ti dico che ho una fasciatura all'altezza dell'addome perchè nell'ultima missione, a causa di una distrazione, sono stato colpito. Non ti dico che ora ho un cane e che appena comprato mi son reso conto di aver fatto uno sbaglio, non so badare nemmeno a me stesso, come faccio a prendermi cura di un cucciolo non lo so.

Ma mi scopri, dopo avermi guardato a lungo le mani, strette alla tazza. Le nocche bianche hanno delle piccole cicatrici ormai guarite, ma su, vicino al polso, lì c'è ancora quel taglio con i punti in evidenza, non ancora riassorbiti. Mi prendi la mano incriminata, la guardi, la soppesi tra le tue.

'Dove vai, domani?'

E lo vedo dai tuoi occhi che hai capito, da vivi e lucidi son diventati spenti. Allora le hai sentite anche tu quelle voci, quelle che sostenevano che fossi partito per l'Iraq e non per una vacanza come avevo detto e fatto credere a tutti. È per quello che sei qui, vero? Hai sentito anche quelle voci che sostenevano fossi tornato, e ti conosco abbastanza per pensare che hai passato tutta la mattinata a cercarmi. Sei passata per tutti i bar della zona, poi hai pensato che non avrei voluto farmi vedere soprattutto da te, e perciò sei venuta qui, al bar che avevo definito 'rozzo' e mi hai trovato. Forse effettivamente volevo vederti. Non lo so.

'Non partire' mi dici, e penso che tu ti stia per mettere a piangere.

'Non posso, non ho niente per cui restare.'

Se non il mio cucciolo, penso.

'Hai me.'

E allora inizi a piangere, mi dici che sei caduta in depressione quando hai saputo che ero a combattere, quando hai saputo che mi ero ferito all'addome e quando hai saputo che sarei tornato in città, sei tornata felice, è come se avessi respirato di nuovo dopo tanto tempo che non lo facevi.

Non è vero che sei fidanzata, lo eri ma lui ti ha lasciato perchè non ce la faceva a vederti piangere per un uomo che non era lui.

Non è vero che ti ho, nessuno ha nessuno, mai.

'Resta.'

E per un secondo, un secondo soltanto, ci vedo assieme, mano nella mano, mentre camminiamo sorridenti nella stradina di sassi che porta a casa tua. Ci vedo insieme come una volta, mi vedo caricarti sulle spalle ridendo, ti vedo lamentarti ma so che tanto stai ridendo.

'Sei tu che sei andata via, io son sempre restato.'

So di averti ferito quando sembri incassare il colpo stringendoti le spalle; le tue guance si arrossano e ti rendi conto che è vero che non sei rimasta, che sei scappata e che ti sei lasciata portar via dal vento, poi mi rendo conto che forse anche io non ti stavo tendendo abbastanza. Per farmi perdonare ti stringo di più la mano sul tavolo, e tu sai quanto mi costano certi gesti.

'Non ho nessuno' dici mentre guardi le nostre mani intrecciate.

E un po' mi viene da ridere, perchè non può esser vero, sei sempre stata accerchiata da mille amici, parenti, la tua famiglia sempre così presente, a volte soffocante.

'Sono incinta' sussurri, quasi non volessi davvero dirlo.

Le mie spalle si irrigidiscono, la mia mano scatta sotto il tavolo, lasciando la tua sola; confuso, lacerato, arrabbiato, geloso, stupito. Sono senza parole, non riesco a dirti che sono contento sapendo che porti nel grembo un bambino non mio.

I tuoi occhi sorridono, mentre ti togli il cappotto e mi lasci guardare la tua pancia gonfia, grande, anzi enorme. Ti avvicini piano, mi guardi, hai paura di quello che potrei dirti e fai bene ad averti, sento solo tanto dolore all'altezza del cuore, credo potrei morire.

Poi lo fai, mi prendi la mano e l'appoggi sulla tua pancia, e tutto dentro di me si muove, si ribalta, l'unica cosa che so ora è che sei fantastica anche con il pancione. Tutta la rabbia sparisce, e con lei anche la delusione. Non posso far altro che abbracciarti e dirti che ti aiuterò.

'Resti?'

'Fino all'ultimo resto di noi, io resto.'*

 

 

 

 

 

 

*Citazione.

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