Hearts Flying High

di MediumDripKlaine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Parte prima ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Parte Seconda ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Prima Parte ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12 - Seconda Parte ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti! A parlare non è MediumDripKlaine bensì Ottavia e Rose (rispettivamente Willbeyoungforever e Merilwen). Questa è la nostra prima traduzione, una Klaine fluffosissima con una giusta dose di Angst...speriamo che appreziate il nostro lavoro!



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al capitolo originale



Capitolo 1
 
Il venticinquenne Kurt Hummel in una fredda mattina di ottobre entrò nella famigliare cabina dell’aereo, pronto per iniziare la solita noiosa routine che era costretto ad affrontare ogni giorno. Si aggiustò il suo cappello e velocemente attraversò il corridoio della prima classe dell’aereo per assicurarsi che tutti i vassoi fossero al loro posto e non ci fosse nessuna cartaccia rimasta dal volo precedente. Controllò l’orologio prima di lasciarsi scappare uno sbadiglio. 6.45 del mattino. Il suo primo volo del giorno era alle 7.35, questo voleva dire che aveva ancora un po’ di tempo per sedersi prima che i passeggeri iniziassero ad imbarcarsi. Ingoiò il suo caffè quasi freddo prima di gettare il bicchiere nell’immondizia e iniziare ad aiutare ad imbarcare le ultime valigie sull’aereo.
Essere lo steward della prima classe aveva i suoi alti e bassi. Sicuramente la cabina era più spaziosa, il cibo migliore, i posti più comodi, tutti i comfort erano a portata di mano, ma la maggior parte dei passeggeri erano uomini e donne d’affari convinti di essere migliori di tutti gli altri perchè avevano uno stipendio alto e ricoprivano una posizione importante in una grande azienda.
Anche molte donne d’alta classe, la maggior parte mogli di questi uomini d’affari, volavano in prima classe. Non c’era nulla che Kurt disprezzasse di più di una donna altezzosa che si lamentava perchè il suo posto era troppo piccolo, il suo caffè troppo caldo o perchè la lattuga nella sua insalata non era abbastanza croccante.
Nonostante tutto quello che era costretto a subire ogni giorno, Kurt riusciva a stamparsi un sorriso sulla faccia e affrontare le richieste di tutti i passeggeri.
Comunque non tutti i passeggeri erano scontrosi e antipatici.
Occasionalmente riusciva a trovare qualcuno che faceva lo sforzo di scambiare qualche parola o che sorrideva ed evitava di lamentarsi per qualsiasi cosa.
Questi erano i passeggeri preferiti di Kurt. Questi erano i passeggeri che sperava di incontrare più spesso.
 
Kurt finì con le valigie e tornò nella cabina sostando vicino alla porta d’ingresso e aspettando l’arrivo dei passeggeri.
Nell’esatto momento in cui il primo passeggero mise piede sull’aereo, Kurt capì che quella giornata sarebbe stata molto dura.
Un uomo, molto probabilmente sulla quarantina, dopo essersi seduto iniziò subito a lamentarsi della temperatura troppo fredda a bordo e di una corrente d’aria.
Kurt roteò gli occhi e prese un respiro profondo prima di avvicinarsi all’uomo.
“Mi scusi sono Kurt Hummel lo steward di questo volo. Posso aiutarla in qualche modo?”
L’uomo squadrò Kurt dall’alto in basso con disprezzo prima di dire “Sento una corrente d’aria sul collo. Sarebbe il caso che facesse qualcosa”.
Kurt quasi inciampò nella grande valigia dell’uomo mentre cercava di farsi più vicino. Trattenendo gli insulti, sollevò la valigia sopra la sua testa sistemandola nell’apposito scomparto, prima di rivolgersi nuovamente all’uomo “Posso chiudere la ventola se desidera” propose
“Beh, in questo modo non ci sarebbe più lo spiffero, non le pare? Questo è quello che voglio, quindi chiuda
quella maledetta ventola”.
Kurt era abituato agli uomini sgarbati come questo che si trovava di fronte. Era il lato peggiore del suo lavoro, ma quest’uomo in particolare stava mettendo a rischio la sua calma. Dopo essersi stampato sul viso un sorriso fintissimo, si sporse sopra di lui e chiuse il bocchettone.
“Fatto. Questo dovrebbe sistemare il problema della corrente d’aria e della temperatura troppo fredda. Posso fare altro per lei?” chiese in modo esageratamente gentile.
L’uomo prima di rispondere si passò una mano tra i capelli grigi “Si, gradirei un caffè e portami anche dello zucchero e un cucchiaino”.
Kurt notò i modi bruschi dell’uomo, ma si allontanò ignorandoli.
Tornò dopo 5 minuti con una tazza di caffè in mano che posò sopra il tavolino davanti all’uomo.
“Era ora” bofonchiò quello prendendo il cucchiaino e lo zucchero dalla mani di Kurt iniziando ad aprire la bustina “Per ora è tutto. Puoi andare”.
Kurt fece come richiesto tornando nel retro della cabina dove sarebbe rimasto fino a quando qualcun altro non avesse avuto bisogno d’aiuto.
 
Dopo aver notato che erano quasi le 7.30, prese il microfono e iniziò a ripetere il suo discorso nell’interfono:
“Buongiorno signori e signore, potrei avere la vostra attenzione? Il mio nome è Kurt Hummel e sarò il vostro assistente di volo questa mattina. Benvenuti a bordo del volo 740 American Airlains diretto da New York a Los Angeles, California senza scali. Vi pregherei di prestare attenzione allo schermo davanti a voi per la dimostrazione delle norme di sicurezza. I depliant illustrativi sono situati nelle tasche di fronte a voi.”
Kurt schiacciò il tasto play e attese un paio di minuti mentre i passeggeri fingevano di prestare attenzione al filmato.
Finito il video il ragazzo prese ancora il microfono in mano e continuò a parlare “Vi prego di assicurarvi che la vostra cintura di sicurezza sia allacciata. Per allacciarla inserite la parte libera dentro la fibbia di metallo e tirate per assicurandola così intorno alla vita. Sarò da voi a momenti per aiutare chi dovesse avere problemi.
Controllate anche che tutti i vostri oggetti personali siano negli scompartimenti sopra di voi o sotto il sedile di fronte a voi”.
Kurt fece una pausa per assicurarsi che nei corridoi non ci fossero bagagli prima di continuare
“Vi invito ad osservare dove sono localizzate le quattro uscite di emergenza su questo aereo. Una si trova in cima all’aereo, dove vi siete imbarcati, una sul retro e una su ogni ala. Ogni uscita è equipaggiata con uno scivolo di sicurezza che potrà essere usato in caso di atterraggio di emergenza. Vi prego di individuare l’uscita di emergenza più vicina a voi che potrebbe anche essere dietro di voi. In caso di problemi di visibilità, delle insegne luminose sul pavimento vi condurranno all’uscita più vicina. Vi ricordo che le uscite sono
contrassegnate da luci rosse”.
Kurt prese un respiro profondo prima di attraversare nuovamente il corridoio per controllare che tutti avessero le cinture allacciate e avessero localizzato la loro uscita di emergenza.
A quel punto tornò ancora al suo posto in fondo all’aereo per finire il suo discorso “In caso di una perdita di pressione dovete utilizzare le maschere gialle per l’ossigeno che sono localizzate nello scompartimento sopra la vostra testa. Per usarle, mettete la maschera davanti al vostro viso e assicurate l’elastico dietro la testa in moda che vi copra bocca
e naso. Respirate normalmente e assicuratevi di aver indossato correttamente la vostra maschera prima di aiutare gli altri.
In caso di atterraggio in acqua i giubbotti di sicurezza sono localizzati sotto ai vostri sedili.
Per indossarli fateli passare dalla testa e chiudeteli da entrambi i lati, per gonfiarli tirate la maniglia rossa o gonfiateli a fiato attraverso il tubicino rosso. Ricordate: mai infilare il giubbotto quando siete ancora sull’aereo.
Una luce di salvataggio si illuminerà appena entrerete in acqua.
Assicuratevi di aver letto attentamente il volantino per la sicurezza.
Mentre verrò a fare gli ultimi controlli per i corridoi, assicuratevi che la vostra cintura sia allacciata correttamente, il vostro sedile non sia reclinato, il tavolino sia alzato e il vostro bagaglio a mano sia nell’apposito posto. Vi ringrazio per la vostra attenzione e vi auguro un piacevole viaggio a bordo dell’American Airlains”.
Kurt sbucò da dietro la tenda per fare gli ultimi controlli prima di dare l’ok al pilota.
Erano pronti per partire.
 
Il ragazzo tornò a sedersi nella sua postazione sul retro, allacciandosi la cintura.
Non importava quante volte avesse volato in vita sua, non c’era nulla che Kurt amasse di più della sensazione di vuoto che si prova alla partenza. Il veloce cambiamento di velocità gli agitava lo stomaco in modo positivo e nel momento in cui le ruote dell’aereo si staccavano da terra, si sentiva una persona diversa. Si sentiva più potente quando era in volo. Lasciava tutti i suoi problemi a terra e l’unica cosa di cui doveva preoccuparsi erano i problemi dei passeggeri.
 
Raggiunta la giusta altezza schiacciò il tasto per spegnere la luce che indicava l’obbligo di tenere le cinture allacciate, slacciò la sua e si alzò.
Si diresse verso la cima dell’aereo per assicurarsi che tutti i passeggeri fossero a posto.
Non ci mise molto e controvoglia domandò anche a quell’uomo scortese, con cui aveva parlato in precedenza, se avesse bisogno di qualcosa. L’uomo rispose con un veloce e scontroso “No”. Kurt andò oltre e mentre stava passando davanti alla piccola porta del bagno, questa si aprì con forza sbattendogli addosso e spingendolo contro la parete.
Si guardò intorno notando che un ragazzo più o meno della sua età si stava avvicinando
“Oh mio dio! Mi spiace così tanto” disse quello. Kurt sentì la mano del ragazzo afferrarlo per l’avambraccio aiutandolo a recuperare l’equilibrio “Sta bene?” Kurt fece un cenno con la testa prima di guardarlo negli occhi. Immediatamente rimase incantato dal dolce color caramello delle sue iridi, e il modo in cui le luci dell’aereo si riflettevano nei suoi occhi, facendoli brillare.
Ci mise qualche secondo per rendersi conto che lo stava fissando. A quel punto Kurt spostò lo sguardo velocemente “Si” rispose, abbassando gli occhi.
Dopo poco tempo Kurt alzò ancora lo sguardo notando che il ragazzo si stava sistemando i capelli pieni di gel. Dopo averli sistemati allungò la mano e Kurt l’afferrò un po’ titubante.
“Sono Blaine Anderson” disse sorridendo.
Blaine, Kurt ripetè nella sua testa.
Blaine era il nome del ragazzo che era di fronte a lui.
Blaine, il ragazzo con i capelli perfettamente acconciati e uno sguardo da far perdere la testa.
“Kurt Hummel” rispose agitando la mano e soffermandosi un po’ troppo a lungo prima di lasciare la presa.
Lo steward giocherellò nervoso con il bordo della sua uniforme mordendosi il labbro, mentre cercava di evitare di fissare gli occhi di Blaine.
“E’ una cosa strana? Mi spiace. Non avrei dovuto farlo” Blaine rise nervoso.
“Cosa è strano?” chiese Kurt confuso.
“Il fatto che mi sono presentato. Non so come funzionano queste cose, di solito rimango seduto al mio posto
per tutto il volo ignorando gli assistenti di volo...” Blaine spostò il viso prima che Kurt potesse guardarlo bene ma lo steward potè giurare di averlo visto arrossire.
“Oh, umm no...è carino da parte tua. E’ qualcosa di diverso dalle domande scortesi che sono solito ricevere”. Blaine guardò di nuovo Kurt e potè constatare che stava veramente arrossendo.
“Voli spesso?” chiese.
“Si. Passo da lunedì a venerdì a New York e sabato e domenica a Los Angeles”.
“Non penso di averti mai visto prima. Mi ricorderei di te. Tendo a ricordare i rari passeggeri che non cercano di sputarmi in faccia” Kurt smise subito di parlare, pentendosi per aver detto troppo e cercò di recuperare un
tono professionale. Tuttavia ogni volta che Blaine apriva la bocca, rendeva il tutto più difficile.
“Di solito volo di notte ma se l’assistente di volo del venerdì mattina sei sempre tu, dovrei iniziare a cambiare i miei orari”.
 
Kurt dimenticò momentaneamente come fare a respirare.
Blaine ci stava provando?
Era uno di quei passeggeri che flirtavano con lui?
Kurt si sentì accaldato e prima che potesse accorgersi stava arrossendo di fronte a Blaine.
Cercò di rimanere il più professionale possibile, ma non potè evitare le parole che gli uscirono di bocca poco dopo “Dovresti farlo. E solo per informazione, sono anche lo steward del volo di ritorno delle 12.00 da New
York la domenica”. Kurt fece l’occhiolino e subito maledì Blaine per avere il potere di fargli dimenticare il suo lavoro.
“Sarà la prima cosa che farò una volta atterrato” Blaine sorrise e Kurt si innamorò immediatamente di quel caldo sorriso; il ragazzo non ci mise molto a notare le fossette che apparvero sulle sue guance nel momento in cui i suoi occhi si assottigliarono.
Poteva decisamente abituarsi nel vedere un volto conosciuto ogni settimana, ancora di più se fosse stato il volto dell’affascinante Blaine Anderson.
“Scusa ancora per averti tirato la porta addosso. Starò più attento la prossima volta” disse ridendo e Kurt non potè evitare di sorridere con lui. “Ti lascio tornare al tuo lavoro. Ci vediamo domenica, Kurt”. Blaine posò la sua mano sul braccio di Kurt ancora una volta e gli fece l’occhiolino prima di voltarsi per tornare al suo posto.
Grande pensò Kurt. Ora come posso pretendere di rimanere concentrato?
Si nascose dietro la tenda per permettere al suo viso di tornare del suo colore normale.
 
Ma quello che successe per tutto il resto del viaggio non riuscì a distrarlo dal pensare a quell’affascinante uomo che era Blaine Anderson.

 
***
 
Quella sera Kurt rimase a letto senza riuscire a smettere di pensare al ragazzo che aveva incontrato in aereo.
C’era qualcosa in Blaine che aveva attirato la sua attenzione più di qualsiasi altro uomo che avesse mai incontrato.
Kurt aveva avuto qualche storia dopo il liceo, ma niente di serio. Ogni volta che iniziava a sentirsi particolarmente solo, andava in qualche bar gay e sceglieva un nuovo ragazzo. Uscivano per uno o due appuntamenti fino a quando Kurt non era soddisfatto, e allora smetteva di rispondere alle telefonate di questo.
Non aveva paura di impegnarsi, ma di rimanere ferito. Aveva paura che quel ragazzo un giorno si sarebbe svegliato rendendosi conto che Kurt non era ciò che voleva.
Kurt era solo un’assistente di volo, qualcuno che non ha gli stessi obbiettivi o le tipiche ambizioni di un classico ragazzo gay. Amava la moda ma non voleva diventare un designer. Non era estremamente espansivo in pubblico e tendeva a mostrare le sue emozioni solo nelle mura del suo appartamento.
Il suo piccolo monolocale rifletteva la sua vita sentimentale, una piccola cucina, un salottino e la camera da letto (dove aveva appena sostituito il suo letto da una piazza a una piazza ammezza).
Non c’era spazio per un’ altra persona, a malapena ci stava Kurt stesso.
Non era mai uscito con un uomo con l’intenzione di instaurare una relazione seria. Non aveva mai presentato uno di questo ragazzi alla sua famiglia e raramente ai suoi amici. Non si aspettava di avere quella stessa persona nella sua vita due settimane dopo, men che meno 6-7 mesi dopo. Kurt era felice della sua vita. Aveva un lavoro che gli piaceva abbastanza, uno stipendio modesto che gli permetteva di vivere decentemente.
Per anni si era abituato a tornare a casa da una giornata stancante e sedersi sul divano, sfogliando l’ultimo numero di Vogue o guardando le repliche di Project Runway. Si preparava la cena, indossava il pigiama e si accoccolava sotto una coperta sul divano, contento di essere lontano dal caos dell’aeroporto.
 
Kurt amava lo stile di vita di New York. Amava le strade affollate, i grattacieli e il fatto di trovarsi in una città che non dormiva mai.
Da quando si era trasferito a New York, Kurt si sentiva al suo posto. Amava il fatto di poter essere se stesso, indossare tutto cioè che voleva, non importava quanto i suoi outfit fossero folli perché si sarebbe comunque confuso tra la folla. Tutti erano eccentrici e unici a loro modo e questo era l’importante.
Si era addirittura abituato agli aspetti meno sofisticati della città, autisti impazienti che suonavano continuamente il clacson, il traffico perenne, senzatetto ad ogni angolo che imploravano per avere cibo e soldi e le strade sovraffollate.
Gli piacevano anche questi aspetti di New York.
Gli piaceva il fatto che ci fosse sempre qualcosa di nuovo da scoprire, che non era la città perfetta e ideale che molte persone ritenevano.
Quindi, dire che Kurt Hummel non fosse felice, sarebbe stato come dire che il cielo non fosse blu e che i soldi crescano sugli alberi. Semplicemente questa parola non era adatta a descrivere la vita di Kurt.
 
Aveva alcuni conoscenti, colleghi con i quali saltuariamente usciva per un caffè, ma nessuno con cui aveva veramente legato. Non aveva nessuno da invitare a cena quelle sere che non lavorava, o qualcuno da poter chiamare per uscire nei suoi giorni liberi.
Anche se non aveva molti amici a New York, per Kurt era ok stare da solo.
Questo almeno fino a prima di aver incontrato Blaine Anderson.
 
Una breve conversazione con Blaine aveva sconvolto tutti i piani di Kurt.
Blaine era qualcosa che Kurt nemmeno sapeva di desiderare fino a quel momento. Il ragazzo adorava la personalità timida ma allo stesso tempo confidenziale di Blaine e il modo in cui era riuscito a fargli perdere il respiro semplicemente dicendo una semplice frase.
Blaine aveva risucchiato tutti i pensieri coerenti di Kurt, lasciandolo senza parole.
Dire che era attratto da Blaine sarebbe stato riduttivo. Blaine racchiudeva esattamente tutto ciò che Kurt ricercava in un uomo.
Nonostante fosse più basso di lui, Blaine aveva un portamento dignitoso e posato che
lo facevano sembrare più alto di quello che in realtà era.
Il suo sguardo profondo aveva immediatamente catturato l’attenzione di Kurt, che aveva dovuto impegnarsi con tutto se stesso per evitare di fissarlo.
I capelli di Blaine erano perfettamente acconciati, e questa era una dimostrazione di come fosse una di quelle persone che ci tiene all’apparenza.
Ci teneva a far colpo sulle persone ma nello stesso tempo non voleva sembrare troppo eccessivo.
 
Kurt sorrise pensando a quel piccolo ricciolo che aveva visto spuntare sulla sua fronte, perdendosi ad immaginare come sarebbe stato incontrare Blaine fuori dal suo contesto lavorativo; senza giacca e cravatta, senza tutto quel gel e vestito più casual.
Sì, Kurt stava fantasticando su un uomo che aveva incontrato solo una volta e questo lo spaventava.
 
Si stese a letto accovacciandosi sotto le coperte, fantasticando su come sarebbe potuto essere il suo futuro se Blaine avesse fatto parte della sua vita.
Kurt poteva benissimo immaginarsi Blaine volare da Los Angeles a New York, scendere dall’aereo e aspettarlo mentre finiva il suo turno, sarebbero tornati a casa insieme nell’appartamento di Kurt e per una volta il ragazzo non avrebbe cenato da solo. Avrebbe avuto qualcuno con cui dividere il pranzo discutendo della sua giornata.
Kurt amava l’idea che Blaine potesse essere qualcuno con cui parlare al di fuori del lavoro, di argomenti che potevano interessare entrambi.
 
In base al modo un cui era vestito Blaine, Kurt poteva immaginare che in qualche modo fosse interessato alla moda.
Iniziò ad emozionarsi al solo pensiero di poter condividere opinioni sugli ultimi trend o sulla possibilità di andare a fare shopping per cercare un nuovo outfit.
Kurt desiderava passare del tempo con Blaine e questo era un pensiero totalmente nuovo per lui.
 
Non sapeva esattamente cosa avesse fatto Blaine per fargli cambiare così tanto opinione sul suo modo di vivere e non sapeva nemmeno se fosse felice di quello che gli stava succedendo.
Kurt si rigirò nel letto per due ore prima di riuscire ad addormentarsi. Il suo ultimo pensiero fu Blaine.
Doveva trovare un modo per conoscerlo al di fuori del lavoro.
 
Chi lo sà, magari Blaine era semplicemente un ragazzo a cui piaceva flirtare e non aveva nessun interessa per Kurt.
Sì, dev’essere così pensò Kurt. E’ impossibile che un ragazzo come lui si interessa a uno come me.
Finalmente chiuse gli occhi e si abbandonò al sonno, sognando un uomo in particolare.

 
***
 
Kurt cercò di tenersi occupato il giorno successivo per cercare di non pensare all’affascinante uomo incontrato il giorno precedente, ma fallì miseramente. Aveva il sabato libero, di solito lo passava pulendo il suo appartamento e occupandosi di tutte le commissioni arretrate.
Questo sabato invece Kurt si ritrovò a vagare per la città obbligandosi a pensare a tutto tranne che a Blaine.
 
Non passò molto tempo prima che incontrò un ragazzo più o meno alto come Blaine e con i capelli ingellati e immediatamente si ritrovò a pensare a lui.
Per tutte le ore successive, ogni volta che Kurt vedeva un ragazzo in giacca e cravatta, un ragazzo con un bel sorriso, un ragazzo con i capelli perfettamente acconciati iniziava a domandarsi cosa stesse facendo Blaine in quel preciso istante.
Si rendeva conto di quanto fosse inquietante pensare così tanto a qualcuno, tenendo conto che si trattava di uno sconosciuto incontrato sull’aereo, ma non poteva farci nulla.
 
Sull’aereo. Mentre stavo lavorando pensò Kurt. E’ sbagliato. E’ sbagliato da tutti i punti di vista e non è nemmeno professionale.
Ma non poteva farci nulla. Kurt sperava che Blaine sentisse la stessa cosa per lui, che si stesse domandando cosa stesse facendo in quel preciso momento o in generale nel suo tempo libero.
 
Kurt non sapeva bene che lavoro facesse Blaine - naturalmente dato che volava in prima classe doveva ricoprire una posizione importante- ma immaginava che non avesse molto tempo libero.
Era luogo comune che gli uomini d’affari fossero delle persone molto occupate.
Avevano sempre incontri di lavoro, situazioni stressanti a cui far fronte, scadenze da rispettare...
Supponendo quindi che Blaine stesse pensando anche solo in parte a lui, era impossibile che riuscisse a trovare spazio per Kurt nella sua vita, per lo meno non tanto quanto Kurt avrebbe voluto.
 
Kurt cercò ancora una volta di allontanare il pensiero del suo futuro con Blaine e prima di rendersene conto si ritrovò a vagare per Central Park.
L’autunno in città, soprattutto a Central Park, era il periodo preferito di Kurt. Le foglie sugli alberi avevano cambiato i loro colori dal verde a tutte le sfumature di rosso, arancio, giallo. Il ragazzo iniziò a camminare tra le foglie cadute e ad ogni respiro, il famigliare odore autunnale era un’ottima distrazione.
 
Central Park era un posto dove Kurt riusciva a dimenticarsi di tutti i suoi problemi per alcune ore mentre si godeva semplicemente la natura. Si divertiva a guardare gli scoiattoli che correvano di qua e di la indaffarati a raccogliere noccioline per l’inverno. La maggior parte degli uccellini erano già volati a sud ma i pochi rimasti lo deliziavano con i loro cinguettii.
 
Eppure nemmeno la pace di Central Park riuscì a tenere la mente di Kurt lontana dal pensiero di Blaine per molto tempo. Molte volte finì per chiudere gli occhi e ritrovarsi a pensare a come sarebbe stato trovarsi li con Blaine. Kurt fantasticò di girovagare con Blaine mano nella mano sussurrandosi qualcosa nell’orecchio, sorridendo e ridacchiando ogni volta che le loro spalla si sarebbero sfiorate.
Sperò che Blaine fosse quel tipo di persona che ama vivere, che apprezza le cose che lo circondano e non dia nulla per scontato. Kurt desiderava qualcuno con cui potersi coccolare sul divano mentre fuori pioveva, dimenticandosi il lavoro per qualche ora mentre si beavano uno della compagnia dell’altro.
Non gli interessava avere un compagno con uno stipendio alto o che gli portasse la colazione a letto tutti i giorni, quello che voleva Kurt era qualcuno che fosse in grado di guardare un semplice viale alberato e vedere la bellezza della vita.
 
Se avesse finalmente permesso a qualcuno di entrare nella sua vita e nel suo cuore, quel qualcuno avrebbe dovuto capirlo ad un livello molto profondo come nessun altro aveva mai fatto.
 
Kurt sospirò rumorosamente quando si rese conto da quanto tempo stava pensando a Blaine, poi si voltò e tornò al suo appartamento. Aveva rinunciato nel cercare di allontanare il pensiero di Blaine dalla sua mente.
Così decise di tornare a casa e guardare uno dei suoi film preferiti, immaginando che Blaine fosse affianco a lui.
 

 *** 

Sabato mattina si rivelò una delle mattine più lunghe della vita di Kurt. La sera prima non era riuscito ad addormentarsi fino a tardi e ora si era svegliato 45 minuti prima che la sveglia suonasse.
Lanciò un’occhiata all’orologio scoprendo che erano solo le 4.15 e cercò di tornare a dormire, 15 minuti dopo si tolse le coperte e si alzò definitivamente dal letto.
Prese una salvietta dal suo armadio e si diresse in bagno, relativamente spazioso considerando il suo piccolo appartamento, accendendo l’acqua della doccia. Appese la salvietta e iniziò a spogliarsi, prendendosi tutto il tempo necessario prima di entrare in doccia.
 
Kurt ogni mattina cercava di trovare il tempo per fare una lunga doccia. Amava sentire l’acqua calda scorrere su tutto il suo corpo. Il calore lo aiutava a sciogliere tutta la tensione accumulata il giorno precedente.
Rimase sotto l’acqua per cinque minuti prima di iniziare a massaggiarsi i capelli con lo shampoo. Dopo non molto tempo la sua mente iniziò a vagare e le sue mani furono immediatamente sostituite con quelle di Blaine.
Kurt iniziò ad immaginarsi le dita di Blaine massaggiargli i suoi capelli bagnati, prima di scendere fino alla base del suo collo. Il ragazzo tornò presto nel mondo reale, rendendosi conto che Blaine non era li con lui, e che probabilmente non lo sarebbe mai stato.
 
Dopo essersi sciacquato dall’ultimo residuo di shampoo si versò un’abbondante quantità di balsamo tra i capelli. Rimase sotto l’acqua per non più di cinque minuti permettendo al balsamo di penetrare bene nei suoi capelli; prima di sciacquarli ancora una volta.
Prese il sapone e se lo passò su tutto il corpo riponendolo poi sulla mensola alle sue spalle.
 
Una volta finito tuttavia non trovò le forze per uscire dalla doccia, così decise di rimanere li ancora per 15 minuti, permettendo alla sua mente di ripercorrere i suoi piani giornalieri. Come al solito si sarebbe imbarcato sul suo volo per Los Angeles delle 7.40 e sarebbe arrivato nel famigliare aeroporto.
Comunque non gli importava molto del suo primo volo, tutta la sua attenzione era rivolta al volo di ritorno per New York. Il volo dove avrebbe potuto incontrare ancora Blaine.
 
Una parte di lui non poteva evitare di pensare che Blaine fosse solo un ragazzo che amava flirtare, e che non fosse serio quando aveva detto che avrebbe cambiato il volo. Ma un’altra - grande - parte di Kurt sperava che Blaine avesse veramente cambiato il volo.
Il modo un cui Blaine l’aveva guardato mentre diceva quelle parole e il tono della sua voce erano assolutamente sinceri.
Cambiare il volo era sempre un po’ problematico la prima volta, ma Kurt immaginò che Blaine l’avesse già fatto parecchie volte. La compagnia aerea era abbastanza cooperativa e cercava di venire incontro ai bisogni dei suoi passeggeri. Non sarebbe stato impossibile per Blaine prendere il volo delle 12.00 per New York invece di quello che prendeva solitamente, e comunque prendendo il volo delle 12.00 sarebbe stato a New York per le 8.45 - tenendo conto del fuso orario - e sarebbe comunque riuscito a occuparsi delle ultime cose.
 
Kurt spense l’acqua e iniziò a rendersi conto che l’unico modo per scoprire su che volo fosse Blaine era andare a lavoro.
Prese la salvietta e se la mise attorno alla vita prima di uscire al freddo. Attraversò il bagno
dirigendosi verso il lavandino dove preso lo spazzolino e ci mise sopra il dentifricio. Non appena le sue labbra toccarono la plastica dello spazzolino sentì il telefono squillare nell’altra stanza. Scocciato, poggiò lo spazzolino sul lavandino e afferrò il telefono, notando un nome molto famigliare comparire sullo schermo.
 
“Pronto?” disse, con un tono un po’ scocciato.
 
Ehilà coso. Non potresti essere un pochino più carino con tuo fratello?” rispose Finn.
 
“Scusa, è colpa del poco sonno” rispose Kurt con uno sbadiglio.
 
Tutto bene?” chiese l’altro, in tono preoccupato.
 
“Sì. E’ solo che ho molte cose per la testa” Kurt fece una pausa, domandandosi per quale ragione avesse chiamato Finn a quell’ora di mattina “Tu tutto ok? E’ un po’ presto per una semplice chiacchierata”.
 
Kurt nelfrattempo si avvicinò al suo guardaroba, prendendo un paio di boxer.
 
Sì, tutto bene, solo che Rachel è in travaglio, l’abbiamo portata in ospedale 20 minuti fa. Ho pensato che volessi saperlo, dato che è la tua prima nipotina” la voce di Finn era un mix di emozioni.
 
“Sul serio?” il tono scontroso di Kurt fu immediatamente sostituito da uno gioioso in seguito alle parole di Finn “Grandioso! Come sta Rachel?”
 
Sta abbastanza bene. E’ un po’ nervosa e non sa cosa aspettarsi, ma è normale. Non ci posso credere che è arrivato finalmente il momento. La nostra piccola Elizabeth” Kurt poteva quasi vedere il sorriso sul viso diFinn.
 
Kurt incastrò il telefono tra l’orecchio e la spalla mentre si toglieva la salvietta e indossava i boxer “Vorrei essere li. Saluta Rachel da parte mia e assicurati di mandarmi una foto di vostra figlia il prima possibile. Voglio essere tenuto al corrente di tutto”.
 
Lo farò. Rachel ne sarà felice”. Kurt si infilò la canottiera sopra la testa cercando di fare due cose contemporaneamente.
 
Tutto ok coso?” chiese Finn incuriosito.
 
“Cosa? Oh, si, tutto ok, mi sto solo vestendo per andare a lavoro”. Il ragazzo cercò di sistemarsi la camicia
prima di prendere i pantaloni e infilarci lungo una gamba.
 
Vuoi che ti lasci andare?” propose Finn.
 
“No, non devi, ma probabilmente è meglio se torni da Rachel. Dovresti stare al suo fianco. Ha bisogno di te” gli fece notare Kurt mentre infilava un braccio nella camicia e chiudeva i bottoni.
 
Oh. Giusto. Rachel. La bambina...ti chiamo non appena Elizabeth sarà tra le nostre braccia
 
“Grazie Finn. A dopo”
 
Ciao Kurt”.
 
Kurt chiuse la conversazione e lanciò il cellulare sul letto prima di tornare in bagno e lavarsi finalmente i denti.
Dopo essere tornato di nuovo in camera guardò l’ora, 5.15. Aveva ancora più di 30 minuti prima di dover uscire di casa ma nulla da fare a parte mettersi giacca e cravatta.
La sua mente era così libera di pensare ancora a Blaine. Aveva dei dubbi che Blaine fosse già sveglio a quell’ora, contando che in California erano solo le 2.15 di mattino, ma una piccola parte di lui sperava di essere in qualche modo nei pensieri di Blaine o perlomeno nei suoi sogni.
 
La mezz’ora successiva Kurt la passò preparandosi una tazza di caffè, mangiando una i cereali mentre guardava la sezione d’arte del New York Times.
Gli piaceva la sezione artistica perchè era dove trovava le cose più interessanti. Le storie raccontate avevano significati diversi e poteva interpretarle a sua piacimento. Non erano i soliti drammi politici o insiemi di numeri. Quelle storie raccontavano qualcosa di molto più
legato alla vita e ai desideri di ognuno. Kurt poteva leggere ogni articolo e vederci la realtà. Poteva riconoscersi in quelle storie, rivivere i suoi sogni musicali, artistici, teatrali etc.
Poteva riuscire a sentire le emozioni degli autori, e l’eccitazione che questi avevano riposto in quelle storie.
 
Nel momento in cui voltò l’ultima pagina della sezione dell’arte, aveva ormai finito il suo caffè. Dopo aver riposto la tazza, si sistemò la cravatta e indossò il cappotto incamminandosi verso l’attaccapanni dove aveva appeso il suo berretto.
Diede un’ultima occhiata al suo appartamento prima di prendere il suo cellulare, le
chiavi e il portafoglio dal tavolino e lasciare il suo appartamento, consapevole che avrebbe avuto la possibilità di vedere Blaine in poco più di sette ore.

Free Talk

Cosa ve ne pare di questo primo capitolo? Vi ispira la storia? A noi è piaciuta molto, per questo abbiamo deciso di condividerla con voi!
I capitoli sono parecchio lunghi, però cercheremo comunque di fare degli aggiornamenti abbastanza regolari!

Ottavia ringrazia taaaantissimo Claudia che ha battuto il capitolo al pc, perchè senza di lei non avreste mai letto questo incipit, a meno che qualcuno di voi si fosse seduto affianco a me in metropolitana e avesse letto quello che stavo traducendo da sopra la mia spalla!!!

Se vi va, questi sono i nostri account originali e le nostre pagine FB autrici, dove comunque avviseremo degli aggiornamenti anche di questa traduzione!
Siamo aperte a qualsiasi commento/critica o altro! L'importante è avere un vostro riscontro!

Ottavia: Willbeyoungforevr - Fb
Rose: Merilwen - Fb

A presto


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Dopo essere atterrato a LAX* Kurt si sistemò la cravatta e scese dall’aereo, più nervoso del solito. Era un po’ imbarazzante il fatto che continuasse a guardarsi attorno. Solitamente si fermava a prendere un boccone da mangiare prima di volare di nuovo a New York, ignorando tutti i turisti impazienti, gli uomini, le donne d’affari, e le famiglie frettolose, cercando solo di muoversi tra di loro senza sembrare troppo infastidito. Oggi, invece, era diverso. Kurt teneva la testa alta guardando negli occhi ogni possibile persona, sperando segretamente che uno dei tanti volti nella folla si rivelasse quello di Blaine. Non sapeva cosa avrebbe fatto se si fosse davvero imbattuto in lui, ma in ogni caso continuava a guardare.
 
In coda al bar non era ancora riuscito a trovato una singola persona che somigliasse all’uomo che stava cercando.
Estrasse il portafoglio per pagare il commesso dietro al bancone prima di prendere il suo cibo e sedersi ad un tavolo piccolo e rotondo abbastanza vicino, mandando giù il suo sandwich il più velocemente possibile, attento a non sporcare l’uniforme. Nemmeno cinque minuti dopo si rimise in piedi e iniziò ad avviarsi verso il terminal, convincendosi che Blaine potesse comunque essere da qualche parte tra la folla dell’aeroporto.
 
Kurt sbrigò la sua solita routine, pregando affinché l’ora successiva scorresse il più velocemente possibile. Non ebbe nemmeno il tempo di farsi prendere dall’ansia per conoscere l’ identità dei nuovi passeggeri, perché appena mise piede sull’aereo, venne cacciato a gettare i rifiuti e ad aiutare con i bagagli. Solo nel momento in cui i passeggeri iniziarono ad imbarcarsi, Kurt fu in grado di posizionarsi davanti alla porta, salutando tutte le persone mentre entravano per prendere posto. Sorrise gentilmente ad ogni passeggero che gli passava davanti, aspettando l’unico uomo che avrebbe reso il suo sorriso sicuramente meno forzato. L’unica persona che sarebbe stato veramente felice di vedere, l’unico che, anche volendo, non sarebbe riuscito a renderlo triste.
 
Il flusso dei passeggeri iniziò a diminuire fino a fermarsi completamente, e Kurt sentì il cuore sprofondare quando realizzo che Blaine non c’era. Potrebbe ancorapresentarsi. Potrebbe essere un po’ in ritardo, cercò di convincersi. Diede un’occhiata al suo orologio, notando che l’aereo avrebbe dovuto decollare in poco più di cinque minuti, questo dava a
Blaine davvero poco tempo per arrivare.
Alle 11:55 circa, chiuse lo sportello riluttante affrettandosi verso il retro della cabina, tirando la tenda dietro di sé. Ad ogni respiro era come se un migliaio di aghi gli trafiggessero la gola, poteva sentire l’aria lottare a fatica per arrivare ai polmoni. Mentre salutava gli ultimi passeggeri si era accorto di aver la voce tremante, e sapeva anche che la situazione sarebbe solo peggiorato se avesse provato a parlare per un lungo periodo di tempo. Non fidandosi della sua voce per fare un discorso completo, schiacciò il pulsante per il messaggio di sicurezza pre-registrato e si sedette al suo posto, dando un po’ di tregua alle sue gambe molli.
Fece un respiro per cercare di riprendersi prima di uscire nuovamente.
 
È solo un estraneo. Io sono solo io. Non aveva alcuna ragione di cambiare il suo volo  per me.
Kurt era avvilito perchè aveva sperato che Blaine volesse vederlo ancora,anche solo per un viaggio di cinque ore da Los Angeles. Si sentiva stupido adaver permesso a quel ragazzo di entrare così profondamente in ogni suo pensiero dello scorso fine settimana. Blaine era solo un passeggero che amava flirtare, oppure aveva sentito il bisogno di essere eccezionalmente gentile con Kurt dopo averlo quasi fatto sbattere contro il muro. Kurt non sapeva perché fosse così tanto coinvolto. Prima d’allora non aveva mai avuto bisogno di qualcuno nella sua vita, persino quando qualche uomo aveva cercato di stargli accanto. Era sempre stato felice vivendo da solo e seguendo i suoi programmi senza doversi preoccupare di qualcun’altro, quindi per quale motivo si sentiva male per aver perso qualcosa che in realtà non aveva mai avuto?
 
Quando si accorse che l’altoparlante aveva finito il discorso, si alzò lentamente e spostò la tenda, sostando nel corridoio per completare le ultime precauzioni. Stava per tornare indietro quando una voce profonda ruppe il silenzio. Si voltò e si trovò immediatamente faccia a faccia con l’arrogante uomo della settimana precedente. Nell’istante in cui quello lo riconobbe, gli sorrise “Mi piacerebbe avere di nuovo il mio caffè. Questa volta, per favore, portalo un po’ più velocemente rispetto all’altra volta.”
Quello tirò fuori un giornale dalla sua borsa e iniziò a leggerlo, aspettando che Kurt si allontanasse.
“Fantastico,” borbottò Kurt, senza preoccuparsi se l’uomo l’avesse sentito o no. Non c’è Blaine, ma invece c’è quest’ uomo. Percorse la strada verso il retro, preparandosi mentalmente per quelloche credeva sarebbe stato uno dei peggiori voli della sua vita.
 

***

 
I due giorni successivi si stavano dimostrando tra i più duri che Kurt riuscisse a ricordare, secondi solo al periodo delle superiori, dove veniva granitato, respinto per ogni assolo che voleva, gettato nei cassonetti e spinto contro gli armadietti.
Ora, ovviamente, non aveva nessun tipo di ferita fisica, ma il dolore emotivo che stava provando era sufficiente da fargli tornare in mente il suo passato.
Anche alle scuole superiori era emotivamente distrutto – prima si era preso una cotta per il suo compagno di classe etero che poi era diventato suo fratello, poi era passato attraverso una serie di indesiderabili episodi, come quando suo padre era finito in ospedale per un attacco di cuore, o quando era stato abusato verbalmente dal massiccio giocatore di football del McKinley.
Le superiori non erano un periodo che Kurt avrebbe voluto rivivere. Stava provando a superare e a dimenticare quegli anni, e ci stava riuscendo abbastanza. Aveva un lavoro fantastico e viveva in una città tollerante. Aveva tutto ciò che desiderava, se non di più.
 
Comunque Kurt non poteva evitare di pensare a quello che era successo in passato. Sapeva che quei giorni erano finiti, e lui poteva finalmente essere se stesso senza la minaccia di essere picchiato, o peggio, ucciso. Sapeva di essere fisicamente più al sicuro nella città che non dorme mai, ma improvvisamente sentiva di non essere più salvo emotivamente. Incontrare Blaine, lasciarsi trasportare così dall’idea di quel ragazzo, gli aveva fatto realizzare che si stava perdendo esperienze che non pensava nemmeno di volere.
Si stava perdendo gli appuntamenti mentre era giovane; mentre la sua vita era ancora spensierata e non doveva preoccuparsi così tanto di essere un adulto responsabile. Era consapevole che stava crescendo e lo stava facendo velocemente, ma in lui esisteva ancora la speranza che prima o poi sarebbe stato in grado di esaudire alcuni dei desideri sulla sua lista di “cose da fare prima di morire o prima di essere troppo vecchio”. Voleva sperimentare la vita fintanto che era giovane, eppure fino a quel momento si era chiuso in se stesso, impedendosi di condividere esperienze con qualcun altro. Qualcuno che
importasse veramente.
 
 
Kurt sapeva che doveva dimenticare Blaine.
Era attratto da lui? Sì.
Si era immaginato una vita con lui? Sì.
Ma Kurt sapeva che quel tipo di vita non era prevista nel suo futuro. Nonostante non potesse stare con Blaine e invecchiare con lui, incontrarlo l’aveva aiutato a realizzare che
in realtà lui voleva qualcuno nella sua vita. Voleva qualcuno da cui tornare a casa, qualcuno con cui andare al cinema o a cena, o solo qualcuno con cui passeggiare. Kurt voleva semplicemente un fidanzato.
Il suo problema, tuttavia, era collegato al luogo dove Kurt aveva da sempre rimorchiato i ragazzi. Si era sempre accontentato di ciò che era semplice, non di ciò che gli avrebbe probabilmente fatto conoscere un uomo interessante. Era facile rimorchiare un ragazzo che era già mezzo ubriaco in un gay bar, offrirgli un altro paio di drink, e poi portarlo a casa, sapendo che quello difficilmente si sarebbe ricordato della notte passata insieme. Non era mai finito a letto con uno di questi sconosciuti, anche perché tendevano a svenire non appena arrivavano in casa. Ma questo non era sempre il motivo per cui Kurt poneva un freno a tutte le proposte che gli venivano fatte.
Ogni volta che uno di questi cercava di baciarlo o faceva vagare le mani in territorio poco confortevole, a Kurt veniva in mente suo padre. Si ricordava la conversazione che aveva avuto con lui durante il suo penultimo anno di scuola.
Non voleva che la sua prima volta con un ragazzo fosse un rapporto occasionale. Poteva essere una visione incredibilmente sciocca o romantica, ma Kurt voleva che significasse qualcosa. Non voleva fare sesso. Lui voleva fare l’amore.
 
A causa della mancanza di una relazione stabile nella sua vita, Kurt trovava difficile rimorchiare un uomo sobrio, temendo sempre di essere rifiutato non potendo nascondersi dietro una maschera di alcol.
C’era una ragione per cui non aveva mai avuto una relazione. Era socialmente impacciato: non appena pensava di aver trovato il coraggio di fare la prima mossa, finiva per tirarsi indietro. In molteplici occasioni, aveva provato a convincere se stesso che semplicemente non era il periodo adatto della sua vita o quella che aveva davanti non era la persona giusta.
Quando l’uomo della sua vita si sarebbe presentato, l’avrebbe semplicemente saputo.
Con quella persona avrebbe desiderato qualcosa di più di una notte.
Ed era questo che riusciva ad immaginarsi con Blaine.
Kurt riusciva a vedere un futuro con lui.
Questo tipo di pensiero era abbastanza vivido nella mente di Kurt e il ragazzo ormai si era abituato a fantasticare continuamente su questo genere di cose.
Quello che invece non si aspettava proprio era l’uomo contro cui, girato l’angolo, andò a sbattere il venerdì mattina successivo, facendo volare la sua tazza di caffè in aria e la sua borsa per terra.
 
“Oh. Scusami. Mi disp-“ Kurt sentì una voce familiare e alzò lo sguardo immediatamente, e un paio di occhi caldi e nocciola si fissarono nei suoi. Kurt si ritrovò perso in un turbine color caramello riuscendo solo dopo qualche secondo a uscire dalla trance in cui era caduto.
 
“Kurt” mormorò Blaine, la sua voce appena superiore ad un sussurro, ma così vellutata che Kurt si sentì immediatamente sciogliere. “Ciao” esalò quello, prima di mostrare un piccolo sorriso.
 
“C-ciao,” balbettò Kurt, ancora sconvolto per aver incontrato di nuovo Blaine proprio quando si era convinto che non sarebbe più successo. “Ti ricordi il mio nome.”
Poteva sentire le sue guance iniziare ad arrossire, per questo guardò immediatamente in basso verso la sua manica macchiata di caffè.
Blaine seguì lo sguardo di Kurt, quindi fece qualche passo per recuperare una manciata di
tovaglioli, prima di ritornare da lui.
 
“Ti dispiace...” Disse affievolendo la voce , indicando la manica di Kurt.
 
“N-no.” Kurt si maledì per non essere in grado di formare una frase completa e coerente. Ogni pensiero razionale che aveva sparì subito non appena Blaine prese gentilmente la mano di Kurt nella sua, avvicinando il suo braccio e sfiorando la manica color blu navy con la mano libera.
Quando la mano di Blaine si posò sulla sua, Kurt riuscì quasi a sentire il sangue del ragazzo pulsargli velocemente nelle vene. Notò anche come la calda pelle di quello fosse morbida come raso.
Dovette far ricorso a tutta la sua buona volontà per non curvare ulteriormente le sue dita intorno alla mano di quello, stringendola.
Blaine ripulì la divisa di Kurt prima di spostare il tovagliolo, facendo attenzione a non sporcare il ragazzo ulteriormente.
 
“Ecco. Va meglio,” disse, buttando il tovagliolo inzuppato di caffè nel cestino.
 
“Grazie.”
 
“Di nulla. Ti abitui a questo dopo aver volato per così tanto tempo. Non sto nemmeno a dirti quante volte ho avuto un piccolo guaio col caffè a causa delle terribili turbolenze sull’aereo,” disse il moro ridendo. “Inoltre, è stata in un certo senso colpa mia se il tuo caffè ti è finito addosso.”
 
“Non è stata colpa tua, non stavo guardando la strada. Forse dovrei iniziare a
prestare più attenzione invece che badare solo ai pensieri che mi urlano nella testa.”
 
“A cosa stavi pensando di così coinvolgente da distrarti in questo modo?”
 
A te.
“Solo... Lavoro, soprattutto. Stavo pensando a cosa devp fare tra pochi minuti,” mentì.
 
“Devi andare subito o ti posso offrire un altro caffè?” Blaine sembrava speranzoso mentre
suggeriva di trascorrere più tempo con l’adorabile assistente di volo, e Kurt si ritrovò a pensare che il ragazzo non stesse solo cercando di essere cortese per averlo fatto quasi cadere per la seconda volta, ma volesse parlare con lui ancora un po’.
Kurt distolse lo sguardo timidamente prima di tornare a focalizzarsi su Blaine. “Ho qualche minuto, ma non c’è bisogno che mi compri un altro caffè. Posso prenderlo gratis sull’aereo.”
 
“Voglio farlo.” Blaine sorrise e raccolse la borsa di Kurt prima di passargli davanti. “Allora vieni?” Chiese, fermandosi per guardare indietro verso il ragazzo che stava aspettando, sperando che lo seguisse al bancone.
 
“Sa, dovrebbe davvero guardare dove sta andando, signor Anderson. Questa è la seconda volta che mi viene a sbattere contro,” scherzò Kurt raggiungendo Blaine. A dire il vero si sorprese da solo quando quelle parole uscirono così facilmente dalla sua bocca. Stava davvero flirtando con Blaine? Lo stesso Blaine a cui aveva pensato per tutta la settimana passata?
 
“Vedo che anche tu ti ricordi il mio nome,” fece notare Blaine.
 
“Certamente. Ne avevo bisogno per motivi assicurativi. Se mi avessi ferito gravemente avrei dovuto mettermi in contatto con te tramite il mio avvocato.” Kurt cercò di prendere la sua borsa, ma Blaine allontanò ulteriormente le mani, appena fuori dalla portata di Kurt.
“Devi sapere che di solito non mi scontro sempre con le persone. Ci dev’essere qualcosa che ci fa incontrare in questo modo, Kurt. Cosa pensi che sia?”
 
Quello rimase in silenzio, non sapendo come rispondere alla domanda spudoratamente provocante.
“Io penso che tu sia solo un imbranato,” rispose alla fine, “ stai solo cercando di convincermi del contrario. Vuoi farmi credere che sei un uomo d’affari super composto, ma la tua copertura è già saltata, Blaine. Ti ho beccato.”
Finalmente raggiunsero il bancone del bar, mettendosi in coda dietro la lunga fila. Blaine si voltò esitante verso Kurt e chiese, “è troppo lunga questa coda? Non so quando devi tornare indietro, ma ci vorranno almeno venti minuti prima che tocchi a noi .”
 
“Per me non c’è problema. Ho abbastanza tempo. Mi presento apposta a lavoro in anticipo.” Dicendo questo si mise in coda dietro ad una anziana signora grassottella con due bambini piccoli, molto probabilmente i suoi nipoti. La bambina le stava tirando la borsa, chiedendo attenzioni con i suoi biondi ricci che rimbalzavano su e giù, mentre il piccolo ragazzo stava girando in cerchio e la donna cercava di farlo calmare e di tenerlo vicino.
 
“Per la cronaca, non avrei mai potuto dimenticare il suo nome, Signor Kurt Hummel, assistente di volo dell’aereo 740 diretto a Los Angeles, California,” Blaine distolse l’attenzione di Kurt dalla famiglia davanti a lui.
 
“O-Oh?” domandò.
 
“Um, so che questo può sembrare raccapricciante, ma...” La sua voce si affievolì e voltò lo
sguardo verso il trio che Kurt stava guardando. “In realtà ti ho pensato per tutta la settimana passata.”
 
Il cuore di Kurt accelerò nel suo petto, battendo così veloce che si sentiva come se stesse
decollando senza di lui. Blaine aveva appena ammesso di aver pensato a Kurt, e anche se
probabilmente non tanto quanto Kurt, era comunque felice. Una parte di lui si sentì sollevato di non essersi montato tutta quella storia nella sua testa.
 
“Kurt?” Blaine agitò una mano in fronte alla sua faccia, cercando di ottenere la sua attenzione.
 
“Cosa? Oh. S-scusa,” rispose Kurt.
 
“Diamine, no. Mi dispiace. Merda. Non avrei dovuto dirti questo. Probabilmente pensi che sono un qualche stalker psicopatico e ora sono anche sul tuo stesso aereo dato che ho cambiato l’orario del mio volo e sarà tutto imbarazzante e tu alla fine chiederai un ordine restrittivo e ora probabilmente pensi che mi piaci e probabilmente tu non sei nemmeno gay e-“
 
“Blaine!” Lo interruppe Kurt posizionando una mano sul suo braccio, obbligando Blaine a girarsi verso di lui. “Stai divagando.” Una piccola risata uscita dalla bocca di Kurt fu tutto ciò che gli servì per sentire Blaine rilassarsi sotto al suo tocco.
 
“Per la cronaca, anch’io ho pensato a te. E sono gay, Blaine. Pensavo che almeno questo fosse ovvio.”
 
“Oh.” Ora era il turno di Blaine di essere senza parole.
 
“Hai davvero cambiato l’orario del tuo volo?” chiese Kurt mentre avanzavano nella coda.
 
“Um, sì. Scusa se questo è strano. Ma quando l’ho accennato mi sembrava che ti potesse far piacere. Diamine, probabilmente sto incasinando tutto,” Blaine distolse di nuovo lo sguardo, ma non prima che Kurt potesse vedere le sue guance arrossate.
 
“Non è strano, Blaine. Son-sono contento. Ma... Perché non c’eri sul volo dello scorso lunedì?”
 
“Non sono riuscito a cambiare il mio volo in tempo. Credimi quando dico che ci ho provato con tutto me stesso. Ho fatto tutto ciò che ho potuto, ma tutti i posti erano prenotati e non sono stato in grado di ottenere un biglietto.”
 
“Beh, tu sai sicuramente come sorprendermi. Ho passato tutta la settimana pensando di essermi costruito tutto nella mia testa, che ti piacesse solo flirtare, e che in realtà non volessi davvero un fantastico assistente di volo come me.”
 
Blaine sogghignò. “E cosa ti fa pensare di essere migliore di ogni mio precedente assistente di volo?”
 
“Perché sono più attraente di loro, ho una migliore personalità, e se mi prendi per il verso giusto, posso farti avere uno o due biscotti in più,” ammiccò.
 
“Lo terrò a mente. Dimmi, sono tra i tuoi passeggeri preferiti? Posso avere uno biscotto in più già da questo volo?”
 
“Non posso fare promesse. Non ti conosco così bene, Blaine. Dobbiamo solo vedere quanto positivamente mi colpirai nei prossimi cinque minuti.” I due si avvicinarono al bancone e Kurt si voltò verso la commessa, perdendosi così l’espressione stupita di Blaine. “Per me un latte macchiato scremato, grazie.”
 
“È tutto?” Chiese la ragazza mentre scriveva l’ordine di Kurt sul lato del bicchiere con un pennarello nero.
 
“Um, no.” Intervenne Blaine, muovendosi più vicino al bancone e accidentalmente anche più vicino al fianco di Kurt.
Il ragazzo notò il modo in cui il braccio di Blaine sfiorò impercettibilmente il suo e il profumo della sua colonia proveniente dal suo completo ben stirato. “Pago io. Per me un
cappuccino medio, per favore.”
 
La ragazza posò due tazze sul bancone accanto a lei prima di battere alla cassa il loro ordine. “Sono 8,25 dollari.”
Blaine tirò fuori alcune banconote e delle monete porgendoli alla ragazza prima di spostarsi di lato. Kurt lo seguì e si sedette al piccolo tavolo più vicino al bancone.
 
“Grazie. Non c’era davvero bisogno di comprarmi un altro caffè.”
 
“Hey, se voglio avere quel biscotto in più, ho bisogno di fare tutto ciò che posso per farti credere che me lo merito.” Spostò una sedia e si sedette di fronte a Kurt.
 
“Oh, penso che tu ti sia già guadagnato questo biscotto solo per il fatto di essere affascinante come tuo solito.”
 
“Pensi che io sia affascinante?” domandò Blaine. “Come il Principe Azzurro*?”
 
Kurt nascose la sua faccia tra le mani. “Per favore, dimmi che non sei un di quelle persone di venti...” s’interruppe sull’ultima parola.
 
“Sei.” Suggerì Blaine.
 
“Una persona di ventisei anni che è dipendente dai film della Disney.”
 
“Sono dei classici, Kurt. Come possono non piacerti? Voglio dire, il Principe Azzurro è attraente soprattutto nei cartoni animati, in più le colonne sonore di quei film è migliore di qualsiasi cosa tu possa sentire alla radio al giorno d’oggi, e non farmi nemmeno iniziare a parlare di quanto piango ogni volta che vedo Bambi.”
 
“Vuoi ancora quei biscotti, Blaine?” Chiese Kurt con una voce atona, sebbene chiaramente
divertito dalla leggera ossessione di Blaine per la Disney.
 
“Sto zitto. Labbra serrate.” Blaine fece il gesto di chiudere le labbra e gettare un’immaginaria chiave da sopra la sua spalla mentre i loro ordini furono posati sul bancone.
 
“Li prendo io,” offrì Kurt, alzandosi e recuperando le loro bevande prima di sedersi di nuovo.
 
“Grazie,” disse Blaine quando Kurt gli consegnò una tazza. “Quindi, Kurt, dimmi qualcosa di te. Quanti anni hai?”
 
“Ne ho anch’io ventisei.”
 
“Fantastico. Già stiamo andando bene.”
 
“Davvero?” Rise Kurt.
 
“Sì, davvero. Quindi, Kurt, assistente del volo di New York dell’età di ventisei anni, quando
devi tornare a lavoro?” Blaine mescolò una bustina di zuccherò nel suo caffè prima di leccare il bastoncino e porre nuovamente il coperchio su di essa.
 
Kurt controllò l’orologio. “In verità, dovrei probabilmente ritornare ora. E tu quasi certamente hai bisogno di passare il check-in per poterti sistemare. “ Si alzò, allungando la sua mano verso quella di Blaine. “Comunque è stato bello. Grazie.”
 
Blaine prese la mano di Kurt. “Di nulla. Mi sono divertito, anche se è stato troppo breve per i miei gusti.” Si strinsero le mani per qualche secondo più del necessario, guardandosi negli occhi come se tutte le parole non dette si stessero muovendo tra di loro prima che Kurt potesse lasciare la mano di Blaine e riportare il braccio al suo fianco.
 
“Ci vediamo sull’aereo?” Kurt raccolse la sua borsa e gettò la tracolla sulla spalla.
 
“Sì.”
 
Kurt sorrise a Blaine ancora una volta prima di voltarsi e allontanarsi.
 
Era improvvisamente molto più emozionato per l’imminente volo rispetto a quanto lo era un’ora prima.

***

 
Kurt non si sarebbe dovuto stupire che il primo passeggero a mettere piede sull’aereo fosse Blaine, ma nonostante ciò ne era gradevolmente sorpreso. Portava con sé una valigetta nera di cuoio e, nel tempo trascorso da quanto Kurt l’aveva lasciato, si era tolto la giacca che ora aveva appeso sul braccio. Per la prima volta, Kurt fu in grado di vedere quanto Blaine fosse muscoloso. Le maniche della sua camicia celeste si avvolgevano intorno al profilo dei muscoli delle sue braccia e Kurt si ritrovò a prestare un po’ troppa attenzione all’attraente uomo davanti a lui. Si schiarì la gola prima di sorridere impazientemente. “Ciao. Benvenuto a bordo,” disse in tono professionale, spostandosi di lato per permettere a Blaine di superarlo. “Hai bisogno di aiuto per trovare il tuo posto?”
Blaine con un sorrisino abbassò lo sguardo verso il suo biglietto, facendo finta di essere confuso. Kurt sapeva che non c’era possibilità che lui avesse davvero problemi nel trovare il suo posto a sedere, dato che era abituato a viaggiare in aereo, ma fece comunque quella consueta domanda. Blaine arricciò un po’ il naso in un modo che Kurt trovò piuttosto carino, più carino di quanto avrebbe dovuto visto che non si trovava di fronte a un bambino di sei anni.
 
“In realtà, penso di si. Sono nuovo su questo aereo. Di solito viaggio ad un’ora più tarda, ma sa, ci sono stati dei problemi con il mio precedente volo. Le dispiacerebbe aiutarmi a trovare il mio sedile?”
 
Blaine fece un sorriso a Kurt e lui gli si avvicinò, dando un’occhiata sopra la sua
spalla fingendo di controllare quale fosse il posto assegnato. Fingendo di star
realmente aiutando il suo primo passeggero, si avvicinò a lui e prese il biglietto dalla sua mano, cercando di non dare troppo peso al modo in cui le sue dita sfiorarono quelle dell’altro quando questo gli consegnò il biglietto. “Posto 16A. E’ nella parte posteriore. Mi segua.” Iniziò a camminare e non passò molto tempo prima che l’uomo d’affari lo seguì lungo il corridoio verso il fondo dell’aereo. Kurt si fermò nella penultima fila e si spostò per permettere a Blaine di scivolare nel suo posto. “Eccoci. C’è qualcos’altro che posso fare per lei?”
 
Blaine ingoiò le parole che volevano fuoriuscire dalla sua bocca e invece biascicò un semplice “Grazie.” Si sedette nella sedia semi-comoda e sistemò la valigetta sul grembo. “Va bene così.”
 
Kurt cercò di mascherare la sua delusione, ma Blaine stava solo cercando di essere professionale. Sapeva che sarebbe stata una pessima idea se uno dei loro capi avesse
scoperto che si conoscevano fuori dal lavoro, specialmente se avessero continuato a flirtatre come durante il loro appuntamento al bar.
Che poi, quello di prima era da considerarsi un appuntamento?
Erano andati a prendere un caffè di comune accordo. Avevano flirtato un po’. Avevano avuto modo di conoscersi. Blaine aveva pagato, ma aveva insistito solo perché aveva rovesciato la prima tazza di Kurt.
Comunquesembrava una specie di appuntamento.
Kurt riportò i suoi pensieri al lavoro che avrebbe dovuto fare. “Posso sistemarti il bagaglio a mano, o ne hai bisogno?”
 
Blaine aveva bisogno della sua valigetta dato che aveva programmato di fare un po’ di lavoro durante le sei ore circa di viaggio per Los Angeles, ma annuì e gliela passò comunque, sapendo che quando ne avrebbe avuto bisogno, Kurt avrebbe avuto un motivo per tornare ad aiutarlo.
Blaine guardò il fianco di Kurt quando questo sollevò la borsa nel compartimento dell’aereo osservando come una piccola porzione di pelle candida gli spuntasse dalla divisa nel momento in cui allungò le braccia sopra la testa.
Distolse l’attenzione dal ragazzo prima di essere colto sul fatto e Kurt abbassò di nuovo le braccia, appoggiando la mano sinistra sul sedile di fronte a Blaine.
 
Sia Kurt che Blaine si sentivano nervosi, non sapendo come agire o cosa dire. Kurt aveva provato a farsi venire in mente qualcosa che non sembrasse troppo sfacciata o provocante, ma ogni volta che guardava Blaine, tutto ciò a cui riusciva a pensare era quanto gli piacesse.
“Kurt,” iniziò Blaine, ma si fermò quando udì mormorii sommessi provenire dal fondo. Sospirò prima di indicare in quella direzione e Kurt si voltò per guardare i passeggeri che stavano iniziando ad imbarcarsi. “Immagino che tu debba andare a lavorare adesso.”
 
Kurt sorrise caldamente, decidendo di rischiare e appoggiare una mano sopra quella di Blaine ferma sul suo grembo. “Fammi sapere se hai bisogno di qualsiasi cosa, okay?” Blaine non poté trattenere la risata che sfuggì dalle sue labbra.
 
“È il mio lavoro,” chiarì Kurt.
 
“Mhm.” Blaine non se la bevve. “Beh, allora vai a fare il tuo lavoro. Io non andrò da nessuna parte, Signore, e mi piacerebbe avere il mio caffè il prima possibile,” scherzò, comportandosi come uno dei numerosi passeggeri bisognosi ed esigenti che Kurt disprezzava. “Mi è anche stato promesso qualche biscotto.”
 
Kurt fece roteare i suoi occhi prima di rimuovere la sua mano e aggiustare la sua giacca. “Dovrò scambiare due parole con chiunque le abbia promesso questa cosa. Non dovremmo distribuirne più di uno a ciascun passeggero.”
 
“Vada a svolgere il suo lavoro, Signor Hummel.” Blaine si voltò dall’altra parte e afferrò il giornale di fronte a lui, aprendolo per poter iniziare a leggere la sezione d’arte fingendo di non aver altro da dire a Kurt.
Dopo aver fissato Blaine per qualche minuto, Kurt si voltò rivolgendo l’attenzione necessaria ai passeggeri in arrivo, accogliendoli gentilmente sul volo e aiutandoli quando qualcuno ne aveva bisogno. Qualche volta si voltava verso Blaine, trovandolo a studiare con attenzione il giornale, notando come corrugava la fronte quando, Kurt suppose,
leggeva qualcosa su cui non era d’accordo. Blaine non alzò lo sguardo verso di lui neppure una volta durante tutti i quindici minuti, almeno Kurt non se ne accorse, ma il ragazzo trovò comunque che la profonda concentrazione di Blaine era una caratteristica interessante.
 
L’aereo decollò al solito orario, le 7:35, e tutto stava andando in modo regolare. Kurt rimase nel retro della cabina per la maggior parte del tempo, attraversando occasionalmente il corridoio per essere sicuro che tutti fossero soddisfatti del volo. Quando raggiungeva Blaine, sorrideva semplicemente e chiedeva se lo potesse aiutare in qualche modo, e Blaine rispondeva con un tranquillo “no” prima di ricambiare il sorriso.
 
Erano circa le 8:35 quando Kurt decise di aver fatto aspettare Blaine abbastanza a lungo per uno - o due - biscotti e lentamente spinse il carrello fuori dal retro dell’aereo e nella cabina piena di passeggeri impazienti. Blaine si voltò quando udì le ruote cigolanti del carrello di metallo e la sua faccia s’illuminò quando notò il vassoio con i biscotti sopra di esso. Kurt fece roteare gli occhi quando lo sguardo di Blaine incrociò il suo e passò all’ultima fila di passeggeri il loro biscotto prima di avvicinarsi a Blaine.
“Buongiorno, Signore. Posso offrirle un biscotto oggi?” Chiese Kurt mentre posizionava un biscotto su un piccolo piatto di plastica.
 
“Sì, grazie,” Rispose Blaine mentre guardava Kurt aggiungere un biscotto in più.
 
“Ecco. Do al mio passeggero preferito un piccolo regalo extra. Non lo dica agli altri. Sarebbero gelosi.” Kurt passò il piatto a Blaine e spinse il carrello leggermente avanti.
“Beh, grazie, Signore. Lo apprezzo molto.” Sghignazzò Blaine mentre mordeva uno dei biscotti. “Mmm. Li ha fatti lei?” Chiese con la bocca ancora piena.
 
“Non conosciamo le buone maniere, non è vero, Signor Uomo d’Affari?” Scherzò Kurt.
 
Blaine ingoiò prima di rispondere. “Scusi. Normalmente le conosco. I biscotti sono il mio punto debole.”
 
“Lo terrò a mente. E mi dispiace deluderla, ma, no. Non li ho fatti io.”
 
“Sa cucinare?” Chiese Blaine.
 
“Forse un giorno lo scoprirà.” Prima che Blaine avesse il tempo di rispondere con uno sbuffo, un passeggere dietro Kurt si schiarì la gola e chiese un biscotto. Kurt si volto riluttante dall’altra parte e prestò attenzione agli altri passeggeri.
 
Le ore successive trascorsero troppo velocemente rispetto a quanto avrebbe voluto Kurt. Era riuscito ad avere qualche breve interazione con Blaine, ma era stato attento a non prolungare la loro conversazione più del necessario in caso qualcuno diventasse sospettoso.
 
Prima di rendersene conto, stava facendo uscire ogni persona dall’aereo, ringraziandoli per aver scelto America Airlines. Kurt alzò lo sguardo per vedere il suo ultimo passeggero avvicinarsi verso l’inizio dell’aereo.
“Grazie per aver volato con me.” Kurt modificò leggermente le parole da lui usate. “Spero che sceglierà di nuovo American Airlines.”
“Penso che lo farò.” Blaine tirò fuori la sua mano per stringere quella di Kurt.
Quando il palmo di Kurt toccò quello dell’altro, sentì un piccolo foglietto di carta impedire alla loro pelle di toccarsi. Quando Blaine lo lasciò andare, gli fece scivolare la carta nel palmo, sorridendo e uscendo dall’aereo.
Kurt lo osservò allontanarsi, e non appena uscì dalla sua vista, guardo in basso verso
il foglio nelle sue mani, aprendolo. Vide una parola scritta in modo chiaro sulla carta, seguite da 10 numeri.
Chiamami.
 



*LAX= L’aeroporto di Los Angeles
* Prince Charming = Gioco di parole intraducibile. In inglese il nostro Principe Azzurro tradotto alla lettera è Principe Affascinante. Blaine gioca con il doppio significato di questa parola.


Free Talk

Salve ragazzi! Eccoci qui con il secondo capitolo! Siamo contente che la traduzione vi piaccia! Speriamo seriamente di riuscire a mantenere il ritmo di un aggiornamento a settimana, ma come potete vedere i capitoli sono davvero lunghi, quindi non è mai detto!

Comunque per qualsiasi ritardo vi rimandiamo sempre alle nostre pagine FB
Ottavia - Willbeyoungforever
Rose - Merilwen

Per questo capitolo ringraziamo Rose che l'ha tradotto e Claudia per averlo betato (ringraziamento speciale anche a sua sorella Alessia che ci ha messo del suo!!).
Se vi va, fateci sapere cosa ne pensate della traduzione o della trama in generale!
A presto
Ottavia & Rose

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Con tutte le cose da preparare per il volo di ritorno a New York, si fecero le 5.45 di sera prima che Kurt trovò il tempo anche solo di pensare di chiamare Blaine. In pausa pranzo, mentre stava mangiando la sua insalata, aveva pensato di chiamarlo, ma forse era il caso di dargli un po’ di tempo per uscire dall’aeroporto e tornare all’hotel.
 
Si avvicinò alla sua macchina aprendo la portiera e lanciando il suo cappellino da qualche parte sul sedile  posteriore e dopo essersi slegato la cravatta, cercò nella tasca quel bigliettino che significava tutto per lui.
Dopo aver tolto le mani dalle tasche senza trovarlo, iniziò a preoccuparsi, pensando che forse gli fosse caduto per sbaglio. Iniziò a guardarsi attorno agitato - sul sedile - a terra - tra I sedili - fuori dalla macchina - e poi nell’altra tasca, senza nessun risultato. Dopo essersi calmato abbastanza per iniziare a pensare più chiaramente, si sentì sollevato quando infilando la mano nella tasca delle sua giacca lo trovò, ricordandosi di averlo messo lì per non perderlo.
Iniziò ad aprire il foglio di carta e fissando il numero prese il suo cellulare. Sentiva le mani tremare e le farfalle nello stomaco. Fece un respiro profondo, compose il numero e molto lentamente si portò il cellulare all’orecchio mentre inoltrava la chiamata.
Squillò un po’ di volte prima che una voce famigliare parlò all’altro capo.
 
Pronto?” domandò Blaine.
 
Quando Kurt si rese conto che Blaine non poteva sapere il suo numero, rispose velocemente
 
“Ciao sono Kurt”.
 
Oh Kurt” rispose subito quello con un tono particolarmente entusiasta.
 
“Scusa forse è un brutto momento. Non sapevo bene quanto tempo aspettare prima di chiamarti...” rispose il ragazzo emozionato.
 
No, non è un brutto momento. Io...in realtà sono contento che tu abbia chiamato”.
 
Kurt non sapeva bene cosa dire. Non era mai stato molto bravo a flirtare o comunque a condurre una conversazione per molto tempo. Questo era il lato positivo dell’uscire con qualcuno senza aver intenzioni serie.
Se le cose si facevano strane o se diceva la cosa sbagliata incasinando tutto, non era poi un problema grave. Quel tipo, prima o poi, sarebbe comunque uscito dalla sua vita, aveva solo velocizzato le cose.
 
Ma con Blaine, Kurt aveva paura di dire la cosa sbagliata. Aveva paura che conoscendolo, quello si sarebbe accorto che lui non era ciò che desiderava, e l’ultima cosa che Kurt voleva fare era incasinare le cose.
 
“Sul serio?” rispose finalmente Kurt.
 
Sì. La tua voce...è...è bella. Mi piace ascoltarla”. Blaine era felice che l’altro ragazzo non potesse vederlo arrossire, ma un pochino era consapevole che anche la faccia di Kurt fosse rossa.
Scusa, sto probabilmente esagerando”.
 
“No” disse Kurt velocemente “Non lo stai facendo”.
 
Sicuro?” chiese Blaine seriamente preoccupato.
 
“Sicuro” Kurt lo rassicurò “Quindi, quali sono i tuoi programmi solitamente il venerdì sera alle 6:45?”
 
Cenare. C’è questo fantastico posticino vicino al mio hotel dove cerco di andare ogni volta che posso. Dovresti provarlo qualche volta.
 
“Purtroppo non ho tempo di lasciare l’aeroporto. Sono quasi cinque mesi che volo avanti e indietro da Los Angeles e non sono ancora riuscito a visitarla una volta”.
 
Non c’è molto da vedere. Un sacco di traffico e le strade sono sporche, ma alcuni negozietti sono carini. Ti potrei portare qualche volta” suggerì Blaine.
 
Kurt iniziò a torturare il biglietto che aveva tra le mani, stropicciandolo. Lo poggiò nel sedile affianco al suo cercando di ignorare la sensazione che gli si stava creando nello stomaco al solo pensiero di esplorare la città con Blaine “Mi piacerebbe molto”.
 
Mmmmm. E’ così buono, Kurt. Te lo assicuro! Hanno il pollo migliore del mondo qui!” la voce di Blaine quasi si sciolse al telefono, facendo ridere Kurt “Stai parlando con me al telefono mentre mangi?”
 
Blaine fece una pausa di qualche secondo finendo di masticare “Forse”. Non poteva evitare di sorridere ogni volta che sentiva la risata cristallina di Kurt.
 
“Posso lasciarti alle tue cose, lo sai. Non ho intenzione di interrompere la tresca amorosa con la tua cena”.
 
Non è una tresca amorosa. E’ solo che potrei essere un pochino inamorato di questa cena.”.
 
“Per lo meno sei solo? Non vorrei che ci fossero altre persone ad assistere ai tuoi appuntamenti”
 
Non sono appuntamenti” Blaine roteò gli occhi anche se Kurt non poteva vederlo “Ma sì, sono solo”.
 
Kurt non era convinto “Blaine, mi stai mentendo?”
 
Più tre persone del mio ufficio” borbottò quello.
 
“Blaine!” Kurt praticamente urlò!
 
Scusa, scusa! Mi sto allontanando dal tavolo. Ti fa stare meglio questo?” Kurt sentì una sedia strisciare sul pavimento e un “Scusate” in lontananza.
 
“Un po’. Comunque posso benissimo riattaccare e chiamarti dopo” si offrì.
 
No. Sono già fuori. Parliamo” si sentì il suono di una porta chiudersi e poi le voci dall’altro lato della linea scomparvero a parte quella di Blaine.
 
“Ok, eri a una cena di lavoro?”
 
No, solo qualche collega, come ti ho detto prima. Usciamo a mangiare spesso quando siamo a Los Angeles. Prendiamo in giro il capo, facciamo un po’ di gossip sul lavoro, il solito”.
 
“Nessuno di questi ragazzi è interessato a te?” Kurt domandò curioso.
 
Perchè lo chiedi?
 
“Nessun motivo”
 
Mhm” Blaine mormorò, sapendo che Kurt si stava probabilmente appuntando tutto. “Per dir la verità, tutti.
Mi hanno chiesto di uscire più volte. Ho addirittura pomiciato con due di loro e fatto sesso con un altro. Del sesso fantastico. E nel retro di un taxi”.
 
Kurt non colse il sarcasmo nella voce di Blaine “Sul serio?” il suo cuore si fermò per un attimo.
 
No, Kurt. Sono tutti etero” spiegò Blaine “Due di loro sono anche sposati e uno sta aspettando un figlio. Non devi preoccuparti di loro”.
 
“Chi ha detto che sono preoccupato?”
 
Non lo sei?
 
“Hai appena detto che non ho motivo per esserlo” sentì Blaine sospirare dall’altro lato del telefono.
 
Kurt, posso invitarti ad uscire settimana prossima?” domandò Blaine senza mezzi termini.
 
Kurt rimase senza parole, non molto sicuro di aver capito bene. Quella era l’ultima cosa che si aspettava di sentire durante la loro prima telefonata, e dovette concentrarsi molto per non urlare “Si”. Invece cercò di misurare i respiri, prima di chiedere “Cosa?” all’altro, avendo paura di aver frainteso.
 
Voglio vederti, Kurt, in un luogo diverso dall’aereo o dall’aeroporto. Possiamo...possiamo magari uscire a cena o una cosa del genere quando torno a casa?
 
“Sì, ad una condizione” acconsentì Kurt.
 
E quale sarebbe?” domandò Blaine con cautela.
 
“Organizzerò io tutta la serata. Non dovrai fare domande su dove stiamo andando o su cosa stiamo facendo. Tutto quello che devi fare è dirmi quando sei libero e al resto penserò io”.
 
Kurt poteva sentire la risata di Blaine dall’altro lato del telefono “Affare fatto. Cosa ne dici di martedì sera?
 
“Penso che potrebbe andare bene”
 
Ottimo. A che ora?
 
Kurt fece una pausa per qualche minuto ragionando sul programma che la sua mente stava organizzando.
Aveva già un’idea abbastanza chiara su cosa voleva fare e su dove voleva portare Blaine, ma sapeva di aver tempo nel weekend per organizzare gli ultimi dettagli. “Conosci lo Starbucks tra la Broadway e la Reade street?”
 
Sì, ci sono stato un paio di volte
 
“Ottimo. Ti va bene se ci incontriamo li per le 7.00? Mangia qualcosa di leggero prima”
 
Avremo un appuntamento a base di caffè?
 
“No, questo è solo un buon posto di ritrovo. E ora basta domande, ok? Fidati di me” in quel momento Kurt sentì un bip provenire dal telefono, che segnalava un’altra chiamata in arrivo. Velocemente spostò il telefono dall’orecchio e vide il nome di Finn lampeggiare sullo schermo “Blaine odio doverti lasciare, ma mio fratello mi sta chiamando” disse sospirando.
 
Oh. Oh. Va bene. Posso chiamarti domani?” domandò Blaine, e Kurt potè cogliere il disappunto nella sua
 
voce.
Kurt avrebbe sicuramente parlato con Finn del suo pessimo tempismo. La cosa che desiderava di più era potersi sedere e parlare con Blaine tutta sera “Sicuramente. Ti prego di farlo”
 
Ottimo. Allora ci sentiamo verso domani sera” confermò Blaine “Notte, Kurt
 
“Ciao, Blaine”.
 
Dopo che quello ebbe chiuso la conversazione, Kurt schiacciò il tasto verde rispondendo a Finn “Pronto?”
 
E’ qui” disse Finn in tono super emozionato.
 
“Cosa?” Kurt si sentì un po’ meno dispiaciuto per aver chiuso la conversazione con Blaine “Elizabeth?”
 
Sì! Kurt, sono spaventato. E’ così piccola! E se le faccio male?
 
“Tranquillo Finn. Andrà tutto bene. Lei com’è?”
 
Beh, ha i capelli scuri come Rachel, la mamma dice che ha i miei stessi occhi. Pesa poco più di 3,2 kg. Il dottore dice che è in salute e che il parto è andato bene, non ci sono state complicazioni, che penso sia una cosa buona. E’ solo che non posso credere che sia finalmente qui!
 
“Nemmeno io. Dì a Rachel che sono già sul primo volo per l’Ohio. Sarò li domani mattina, okay?”
 
Bello, stai venendo qui? Non sarà un problema con il tuo lavoro?
 
“No, domani è il mio giorno libero e chiederò di stare a casa anche domenica e lunedì. Non ho mai chiesto ferie, non dovrebbe essere un problema. Non ho intenzione di perdermi questa cosa. Non vedo l’ora di vederla. Aspetta e vedrai quanto adorerà lo zio Kurt”
 
Sarai la sua persona preferita
 
“Questo è il piano” rispose Kurt ridendo.
 
Scusa ma devo scappare. Rachel si è svegliata e immagino voglia tenere in braccio la piccola. Parleremo bene quando verrai qui. Hai bisogno un passaggio dall’aeroporto? Posso venire io o mandare mamma o papà...
 
“Prenderò un taxi. Voi ragazzi state pure in ospedale con Rachel ed Elizabeth, me la caverò”
 
Ok, ci sentiamo domani Kurt
 
“Ciao Finn”.
Kurt chiuse la chiamata e lanciò il cellulare sul sedile del passeggero, vicino al numero di Blaine. Non riusciva a capire come fosse possibile che la sua vita fosse diventata così meravigliosa tutto d’un tratto, ma con Blaine ed Elizabeth sentiva come se avesse tutto quello che poteva desiderare.
 

***

 
Kurt entrò dalla porta dell’ospedale il mattino successivo, dopo aver preso il primo volo da New York per l’Ohio. Non vedeva l’ora non solo di vedere la sua nipotina, ma anche la sua famiglia.
Abitando a New York il tempo a disposizione da trascorrere con i suoi cari era poco, quindi si assicurava di godersi ogni secondo in loro presenza. In più con la nuova arrivata in famiglia Kurt era determinato a tornare in Ohio un po’ più spesso di quanto avesse fatto negli anni precedenti. Non sapeva se in un futuro avrebbe
avuto un figlio suo, e non voleva perdersi Elizabeth crescere.
 
Grazie all’aiuto delle infermiere, Kurt riuscì ad arrivare nella stanza di Rachel. Dopo aver bussato leggermente un paio di volte per assicurarsi di poter entrare, aprì la porta e sbirciò attraverso la fessura.
La prima cosa che notò fu il fagotto gioioso tra le braccia di Rachel. Finn era seduto vicino a lei sul letto e Kurt sospirò all’immagine della famiglia felice.
 
“Hey” sussurrò, facendo attenzione a non svegliare la piccola che dormiva.
 
“Hey Kurt” rispose Rachel senza preoccuparsi di tenere la voce bassa “Elizabeth ti stava aspettando”.
 
“Non vede l’ora di conoscere suo zio” Kurt guardò a destra e vide Carole e Burt seduti sul divanetto nell’angolo.
 
“Puoi prenderla in braccio” propose Finn.
 
“Posso?” Kurt attraversò la stanza e tese le braccia mentre Rachel lentamente gli passava la bimba. La strinse forte e sorrise guardandola. Aveva le ciglia più lunghe e belle che avesse mai visto in un bimbo, e i capelli erano scuri proprio come si era immaginato.
Kurt liberò una mano per far scorrere le sue dita lungo le sue piccole manine e la piccola immediatamente gli afferrò un dito. Kurt non poteva smettere di guardarla. Tutte le cose brutte nel mondo sembravano scomparse nel momento in cui il ragazzo osservava quella perfetta piccola creatura. Kurt capì di essersi inamorato di lei non appena la prese in braccio. Sapeva che non era possibile non adorare quella piccolo bambina, così innocente in un mando tanto corrotto.
 
“E’ bellissima” disse finalmente.
 
“Vero? Non posso credere di poterla finalmente guardare dopo tutti questi mesi di attesta” disse Rachel in un sussurro guardando la sua bimba mentre si accoccolava tra le braccia di suo marito.
 
“14 ottobre. Il giorno in cui le vostre vite sono cambiate definitivamente” disse Kurt ridendo “Basta appuntamenti serali, sesso selvaggio o seratine tranquille solo per voi due”.
 
“Come se le facessimo spesso...” Finn rispose scherzoso “Beh, le seratine tranquille solo per noi due forse si, ma il ses-”
 
“Finn! Kurt! Smettetela!” li sgridò Rachel e dopo aver fatto un sorriso di scuse verso Burt e Carole cambiò argomento “Com’è andato il tuo volo?”
 
“Esattamente come tutti gli altri” rispose il ragazzo senza togliere gli occhi dalla piccola.
 
“Penso che avrai un problema Rachel. Dubito che Kurt ti darà indietro tua figlia” scherzò Burt.
 
“Oh, ma non cambierò nessun pannolino te lo dico subito. Non esiste che questa piccola bambina rovini in qualche modo uno dei miei abiti firmati. Non importa quanto sia carina”. In quel momento, una giovane infermiera entrò nella stanza incamminandosi verso Rachel e la bambina.
 
“Mi spiace interrompervi ma devo portare via la piccola per un pochino, il tempo di farle dei test, se per voi è ok” –
 
“Naturalmente” Kurt diede un po’ riluttante Elizabeth all’infermiera, guardandola mentre gli portava via una delle cose migliori della sua vita.
 

***

 
“Elizabeth è una bella bimba, no? Già adora lo zio Kurt più di chiunque altro! Vero Lizzie?” disse Kurt mentre cullava la bimba avanti e indietro.
 
“Oddio Kurt no! Non la vorrai mica soprannominare Lizzie?” lo sgridò Rachel “Il suo nome è Elizabeth!”.
 
“Rach, si stancherà di scrivere il suo nome per intero” Kurt guardò la bimba addormentata tra le sue braccia e le sue ciglia che iniziavano a muoversi perchè si stava svegliando. “Oh, guarda questi meravigliosi occhioni! Sembrano proprio quelli del tuo papà! Proprio così Lizzie!”
 
“Kurt!” disse Rachel arrabbiata.
 
“Oh, scusa” il ragazzo tornò ad occuparsi di Elizabeth, posandole un bacino sul naso “Sarai comunque sempre Lizzie per me, okay splendore?” disse sussurrandole nell’orecchio - in modo che Rachel non sentisse – e poi le baciò anche la guancia. Si perse nel profumo della sua pelle, un mix perfetto tra bambino e creme.
Elizabeth era tutto quelle che poteva immaginare.
Quello che non poteva certo immaginare era quanto si sarebbe affezionato a lei in così poco tempo. Quando si rialzò stringendola un po’ di più a se, il suo cellulare iniziò a suonare. Seccato, lo tirò fuori dalla tasca e lesse il nome sullo schermo: Blaine.
Trattenendo il fiato, si alzò in piedi e consegnò la piccola al nonno. “Wow, la stai abbandonando così facilmente? Dev’essere una chiamata importante” lo prese in giro Burt mentre prendeva in braccio la bambina.
 
“Torno subito e mi aspetto che tu mi ridia Elizabeth non appena rimetterò piede in questa stanza” lo ammonì Kurt sorridendo, mentre rispondeva alla chiamata di Blaine lasciando velocemente la stanza.
 
“Pronto?”
 
Ciao
 
“Ciao” Kurt iniziò ad incamminarsi verso la sedia vicino all’ingresso sedendosi, cercando di ignorare la sporcizia.
 
Ciao
 
Kurt ridacchiò sentendosi una tredicenne alla sua prima cotta, portandosi le gambe al petto e appoggiando I piedi al bordo della sedia “Abbiamo intenzione di andare avanti così tutta la sera?”
 
Scusa
 
“E’ okay” nessuno dei due disse niente per alcuni secondi godendosi il silenzio, consapevoli di essere molto lontani ma comunque in qualche modo connessi “Sono in Ohio in questo momento” disse finalmente Kurt.
 
Ohio? Sul serio? Per quale motivo?
 
“E’ dove abita la mia famiglia, dove sono cresciuto. Lima per l’esattezza. La mia miglior amica, quasi sorella, rivale del liceo, in qualsiasi modo tu la voglia chiamare” Kurt rise pensando a tutti i bei momenti che avevano passato insieme lui e Rachel “Ha appena partorito la sua prima bambina, l’altra sera. Sono venuto a
vederla”
 
Oh, i bambini sono fantastici. Se mio padre non fosse stato così esigente avrei voluto fare l’insegnante”.
 
Kurt notò il tono di dissappunto e di tristezza con cui Blaine parlava del suo lavoro, come se desiderasse altro dalla sua vita, ma lasciò correre, non volendo entrare in un territorio troppo personale, non ancora.
 
Sarà una bambina fortunata. E’ la sua prima figlia?
 
“Sì. Si chiama Elizabeth” disse “E’ perfetta”
 
Beh, congratulazioni, zio Kurt. Sarai emozionato
 
“Lo sono. L’attesa è sembrata infinita” Kurt sorrise a una giovane coppia che passava di li, più che altro per il loro aspetto. Lei doveva essere ai primi mesi, ma aveva una luce negli occhi tipica di ogni nuova madre, la stessa che aveva l’uomo affianco a lei. Questo era quel qualcosa che Kurt desiderava vedere in un future nello sguardo di suo marito quando avrebbero stretto tra le braccia il loro primo bambino o bambina.
 
Dovresti mandarmi una foto di voi due. Se lei è bella anche solo la metà di te, non avrà nessun problema nell’ottenere tutto quello che desidera
 
Kurt iniziò ad arrossire sentendo il complimento di Blaine e si morse il labbro inferiore. Parlare al telefono con Blaine era forse più imbarazzante che essere di fronte a lui, sebbene fosse felice di sentirsi così connesso nonostante la lontananza “Non ne sono tanto sicuro. E’ sicuramente più carina di me”.
 
Kurt, io...” Blaine smise di parlare, pentendosi subito del suo scarso filtro dei pensieri.
 
“Si Blaine?”
 
Kurt poteva notare l’esitazione di Blaine dall’altro lato del telefono “Io...dovrei lasciarti tornare da loro?
Non voglio trattenerti...
 
“No, staranno bene. E’ bello poter allontanarsi dalla stanza d’ospedale per un po’” Kurt poggiò il mento sulle sue ginocchia “Non vedo l’ora di martedì sera. Uscire dal mio appartamento per fare qualcosa di diverso che andare a lavoro o girovagare sarà divertente”
 
Penso che non sarai il mio assistenza di volo domani, giusto?” Kurt notò un pizzico di tristezza nel tono di voce di Blaine.
 
“Starò in Ohio fino a martedì mattina, ma ho chiesto a Kassie di sostituirmi. Ti piacerà, è una delle migliori hostess della compagnia”.
 
Ma non è te. Non mi darà un biscotto extra e non mi intratterrà ogni volta che mi passerà affianco. Come pensi che possa resistere senza la mia dose extra di zuccheri e di conversazione, Kurt? Morirò
 
“Qualcuno sta facendo il melodrammatico. Sei sopravvissuto per tutti i viaggi precedenti” Kurt non riuscì a contenere un sorriso. Blaine era il mix perfetto tra maturo e immaturo. Tra giocoso e serio, tra quello che Kurt cercava in un uomo e quello di cui aveva bisogno da un partner.
 
Non la penserai ancora così quando stramazzerò al suolo morto
 
“Senti qui. Comprerò un biscotto in più e lo darò a Kassie per te. Pensi che possa funzionare?”
 
Blaine borbottò, ma accettò comunque l’offerta di Kurt “Immagino che dovrò farmelo andar bene. Dovrai comunque farti perdonare martedì!
 
“Sarà un piacere. Potrei fare un po’ dei miei biscotti speciali per te se Kassie mi dirà che hai fatto il bravo”
 
Cucini?” domandò Blaine incuriosito.
 
“Naturalmente. Quindi tu comportati bene con Kassie e potrai scoprire quanto sono bravo in cucina proprio martedì”.
 
Sembra una proposta interessante” rispose Blaine con la voce impastata, come se stesse masticando qualcosa.
 
“Blaine stai mangiando ancora?”
 
Cosa te lo fa pensare?
 
“Mangi sempre!” Kurt agitò la testa sconsolato “Sono stupito che hai questo aspetto nonostante tutto quello che mangi”
 
Mi conosci a malapena” gli fece notare Blaine come se questo cambiasse le cose “Non conosci le mie abitudini alimentari
 
“Ti conosco abbastanza per sapere che mangi così tanto cibo che sarebbe sufficiente a sfamare quattro persone. Non penso di aver mai parlato con te in un momento in cui tu non stessi bevendo o mangiando qualcosa”
 
Non è vero” Blaine si trovò in disaccordo.
 
“I biscotti in ogni volo, il caffè quando abbiamo parlato in aeroporto, quando ti ho chiamato l’altra sera stavi mangiando, e ora la tua bocca è piena di...”
 
Torta” intervenì Blaine.
 
“Torta?” domandò Kurt “Mangi mai qualcosa di salutare?”
 
Mangio l’insalata qualche volta
 
“Sul serio?”
 
Sì, con i tacos
 
“Blaine, un po’ di lattuga sui tacos non si può considerare un’insalata” ridacchiò Kurt “Comunque perchè stai mangiando adesso? Sono le 4.00 di pomeriggio!”
 
Le 4.00 da te! Ma qui sono solo le 2.00. Sono in pausa, sdraiato sul mio divano a mangiucchiare un po’ di torta al cioccolato” disse Blaine con la bocca piena.
 
“In questo momento sto avendo dei ripensamenti su dove portarti martedì. Devo farti mangiare qualcosa di decente”
 
Mi vuoi portare in qualche posto poco salutare, Kurt?
 
“Non dovresti essere così emozionato”
 
E’ un sì?
 
“Non ti darò altri indizi. Devi solo aspettare e poi vedrai”
 
La loro conversazione fu interrotta dal rumore di una porta alle spalle di Kurt dalla quale apparve Burt.
 
“Mi spiace interromperti, ma Elizabeth vuol suo zio. Non so cos’hai fatto a quella ragazza, ma è già inamorata di te”
 
“E’ il fascino di Kurt Hummel”
 
Cosa?
 
“Oh niente, stavo parlando con mio padre. A quanto pare Elizabeth non può fare a meno di me”
 
Voglio vedere quanto può essere affascinante Kurt Hummel
 
“Martedì” disse Kurt sottovoce mentre lanciava un’occhiata a suo padre “Scusa, non voglio lasciarti, ma...” si interruppe non volendo concludere la frase.
 
Vai dalla tua famiglia. Ci vediamo martedì
 
“Non vedo l’ora. Ciao Blaine” concluse il ragazzo, chiudendo la chiamata e mettendo via il cellulare.
 
“Chi era?” domandò Burt curioso.
 
“Solo un collega di lavoro. Mi sostituisce per i prossimi giorni mentre sono qui e stavamo solo ricontrollando gli orari e altre cose”. Kurt odiava mentire a suo padre, l’unica persona che l’aveva sempre accettato ed era sempre stato al suo fianco, ma non era pronto per parlare di Blaine.
Non ancora.
Blaine era appena entrato nella sua vita, e nonostante risultasse egoista, Kurt non era ancora pronto a condividerlo con nessuno.
Voleva ancora un po’ di tempo per conoscerlo meglio prima di sentire il parere della sua famiglia.
 
“Giusto, comunque è meglio se torni subito dentro. Non penso che la piccola ce la farà ad aspettarti ancora per molto”. Kurt si precipitò dentro e prese subito in braccio Elizabeth, Burt subito dietro di lui. Il ragazzo non era ancora riuscito a nascondere il sorriso che Blaine gli aveva causato ma fortunatamente poteva fingere che fosse opera della bimba che stringeva tra le braccia.
 
Burt scattò una foto di loro due con il cellulare di Kurt e poi il ragazzo la mandò a Blaine come questo gli aveva chiesto. Rimase sorpreso quando nemmeno un minuto dopo l’altro rispose:
 
La bellezza dev’essere di famiglia. La bambina comunque non è l’unica cosa magnifica in questa foto
 
Kurt sorrise e poi mandò una veloce risposta prima di mettere via il suo cellulare in conflitto tra l’idea che martedì arrivasse in fretta e che il tempo da trascorrere con la sua famiglia non finisse mai.
 

***

 
“Ci chiamerai appena atterrato?” domandò Carole martedì mattina a Kurt in aeroporto. Sembrava quasi che la donna si fosse dimenticata che Kurt era solito volare avanti e indietro da New York per lavoro.
 
“Naturalmente” la rassicurò comunque. Poi si voltò verso suo padre abbracciandolo “Assicurati di mandarmi tante foto di Lizzie”
 
“Hai ancora intenzione di chiamarla così?” Burt si sciolse dall’abbraccio e passò una mano attorno alla vita di Carole.
 
Kurt ridacchiò “Se Rachel non verrà a saperlo, non sarà un problema”
 
“Puoi sempre tornare a casa e vederla con i tuoi occhi, lo sai questo vero?” disse Burt dandogli una gomitata sul braccio.
 
“Lo so. Cercherò di tornare a casa più spesso” promise Kurt. L’altoparlante chiamò gli ultimi passeggeri ad imbarcarsi sul volo per New York e Kurt prese la sua valigia, estrasse il suo biglietto dalla tasca anteriore e poi la richiuse “Devo andare”.
 
“Dì a quel tipo, Blaine, grazie per averti sostituito” gli ricordò Burt.
 
“Cos-oh, s-sì. Lo farò papà!” si mosse per abbracciare Carole e Burt per l’ultima volta prima di salutarli e andare verso il terminal.
 
Le ore successive furono confuse per Kurt. Era ansioso di vedere Blaine quella sera; di poter finalmente passare del tempo con il ragazzo che era stato un pensiero fisso nella sua testa per gli ultimi giorni.
 
Una volta a casa, si cambiò velocemente, poi andò in cucina a fare i biscotti che aveva promesso a Blaine - al burro d’arachidi e gocce di cioccolato, i suoi preferiti. Non ci mise molto tempo a farli - solo 45 minuti - quindi si mise sul divano non avendo altro da fare se non guardare l’orologio ticchettare.
 
Dopo un’agonizzante ora d’attesa, arrivarono finalmente le 6.00 e Kurt si alzò dal divano. Se per le 6.15 si fosse messo il cappotto e fosse uscito di casa, sarebbe arrivato alle 6.45 al caffè, un’orario ragionevole,pensò Kurt.
Il ragazzo fece passare le mani lungo la sua giacca attillata e avvolse una sciarpa attorno al collo, prima di lasciare velocemente l’appartamento.
 
Combattè con le chiavi, mentre l’ansia iniziava a farsi sentire, ma riuscì comunque a chiudere la porta e a precipitarsi in mezzo alla strada. Fu sorpreso nel momento in cui raggiunse lo Starbucks e ci trovò Blaine al suo interno, i suoi capelli senza gel lasciavano i suoi ricci liberi e il suo completo elegante era stato sostituito da un cardigan grigio chiaro e un paio di jeans che gli avvolgevano i fianchi in un modo che Kurt trovava mozzafiato. Il ragazzo notò come un riccio cadeva sulla sua fronte e il modo in cui il cardigan attillato accentuava i contorni del suo petto.
Era incredibile.
 
Kurt rimase immobile sulla porta fissandolo, fino a quando Blaine non alzò gli occhi dal suo giornale e gli sorrise. Kurt velocemente lo raggiunse e si sedette di fronte a lui, posando la borsa a terra, vicino alla sua sedia.
 
“Hey” disse dopo essersi allentato la sciarpa.
 
“Ciao. Sei in anticipo” gli fece notare Blaine.
 
“Anche tu. Non vedevi l’ora di incontrarmi?” scherzo Kurt. Non si aspettava certo che Blaine dicessi di sì.
 
“Io...è solo che...volevo essere sicuro di trovare il posto”
 
“Avevi detto di essere già stato qui prima” Kurt si appoggiò allo schienale della sedia, mettendosi comodo.
 
“Molto tempo fa. Vivo dall’altra parte della città, non vengo qui molto spesso. E’ molta strada a piedi”
 
“Hai camminato fino a qui? Avresti dovuto dirmelo! Avrei potuto scegliere un posto più vicino!” Kurt cercò di scusarsi.
 
“E’ okay, mi piace tenermi in forma” rispose Blaine senza dare troppa importanza. “Prenderò un taxi per tornare a casa” Blaine si sporse lungo il tavolo posando la sua mano sopra quella di Kurt, ed entrambi si concentrarono immediatamente sulle loro mani intrecciate.
 
Blaine spostò la sua mano dicendo “Scusa”.
 
Kurt era dispiaciuto per la perdita di contatto, ma cercò di non darlo troppo a vedere. Si allungò verso la sua borsa estraendo la scatola piena di biscotti “Kassie mi ha detto che ti sei comportato bene durante il volo, quindi come ricompensa, tu ho cucinato questi stamattina presto”.
 
La faccia di Blaine si illuminò mentre prendeva la scatola “Mi hai veramente cucinato dei biscotti?”
 
“Ovvio. Avevo detto che l’avrei fatto, no?” si sporse verso il tavolo per togliere il coperchio e rivelare così il contenuto della scatola.“Sono i miei preferiti. Quindi dovrai farmi sapere cosa ne pensi”
 
Blaine si avvicinò al contenitore per prenderne uno, ma Kurt gli schiaffeggiò la mano.
 
“Perchè l’hai fatto?”
 
“Non ora! Vogliamo andare adesso? Sento che amerai questo posto” Kurt richiuse la scatola e se la rimise in borsa.
 
“Sei solo un tentatore” disse Blaine giocoso, tirando fuori la lingua.
 
Kurt si bloccò a metà strada mentre si stava alzando, incapace di trattenere la risata che gli stava sfuggendo dalle labbra “Mi hai seriamente fatto una linguaccia?”
 
“Cosa posso dirti? Mi hanno detto che sono maturo come un bambino di cinque anni. Penso che sia il mio modo di compensare la mia professionalità in ufficio tutti i giorni” Blaine si alzò indossando la giacca “Non hai intenzione di dirmi dove stiamo andando?”
 
“Assolutamente no. Voglio vedere la tua faccia sorpresa quando vedrai il posto” Kurt andò affianco a Blaine e si incamminarono verso la porta.
 
“E se ci sono già stato? Se è un posto con tanto cibo spazzatura, è molto probabile che lo conosca”
 
“Hai detto che non hai molto tempo per uscire, e questo posto è relativamente nuovo. Ha aperto questa estate”.
 
Il sorrisino di Blaine scomparve e Kurt lo rimbeccò “Esatto. E ora andiamo. E’ a pochi isolati da qui”.
 
I due vagarono per le strade illuminate da centinaia di luci, dando l’impressione che fosse pomeriggio invece che le 7.00 di sera. Kurt guardò i grattacieli sopra le loro teste, come se fosse la prima volta che li vedesse. Forse perchè vederli con il ragazzo di cui era invaghito al suo fianco era diverso. Quello sembrava essere il suo primo vero appuntamento da secoli.
 
La città sembrava diversa perchè finalmente aveva qualcuno con cui condividerlo. Aveva qualcuno che capiva il traffico continuo, le strade sporche, l’odore nauseante dei fast food. A differenza dei suoi famigliari, Blaine sapeva come gestire i pedoni maleducati, i senzatetto, e tutte quelle persone che erano periodicamente situate in mezzo alla strada (quelle che cercano di rifilarti volantini o ti chiedono di ascoltarli per qualche minuto).
 
Kurt indicava a Blaine i suoi ristoranti preferiti, faceva qualche appunto mentale su qualcosa che voleva comprare, o gli mostrava i graffiti (che preferiva chiamare esposizioni artistiche) che erano suoi lati degli edifici. Kurt amava aver qualcuno con cui parlare al di fuori dei colleghi di lavoro, qualcuno di diverso dalle persone che vedeva tutti i giorni perchè doveva vederle, non perchè desiderava passarci del tempo.
 
I due ragazzi continuarono la loro passeggiata; ogni tanto Kurt prendeva qualche scorciatoia o imboccava qualche vialetto lungo il parco, fino a quando non arrivarono a destinazione. Per lo meno, Kurt sapeva di essere arrivato. Si bloccò improvvisamente e l’altro gli andò a sbattere contro, facendolo quasi cadere.
Fortunatamente, Blaine allungò una mano e lo afferrò per un braccio, evitando così che cadesse a terra e si rovinasse la sua giacca costosa, e di questo Kurt ne fu molto grato.
 
“Beh, eccoci” disse Kurt aprendo la porta per Blaine che aveva lo sguardo alzato verso l’insegna luminosa dell’ingresso.
 
“E’ il mio negozio preferito di Frozen Yogurt. Hanno una cosa come venti diversi gusti e una quantità spropositata di decorazioni”.
 
Blaine entrò e immediatamente capì perchè Kurt, o chiunque altro, amava così tanto quel posto. Non sembrava una normale gelateria con tavolini bianchi e pareti neutre. Anzi, sembrava di essere entrati nella Fabbrica di Cioccolato di Willy Wonka. Le pareti erano blu con righe verdi verticali, il soffitto era rosa e il pavimento arancio. I mobili non erano i tipici mobili, ma erano molto più tondeggianti e colorati. I disegni sui tavoli rappresentavano tanti piccoli fuochi d’artificio e nelle sedie viola scuro erano intagliate tante spirali. Non aveva mai visto una cosa del genere.
 
Kurt sembrò soddisfatto nel vedere l’espressione di Blaine, che confermava che a gli piacesse quel posto.
 
“Questo posto...” Blaine disse, guardandosi attorno estasiato.
 
“Oh, se pensi che l’aspetto sia bello, aspetta di assaggiare il Frozen Yogurt. Dai, ti aiuto a scegliere”.
 
Senza pensarci troppo Kurt gli porse la mano. Blaine esitò inizialmente ad accettarla, perchè non voleva correre troppo, ma il suo desiderio di sentirsi il più possibile vicino a Kurt ebbe la meglio. Blaine gli prese la mano, permettendo a Kurt di guidarlo verso quello che sembrava l’inzio di una catena di montaggio.
 
“Hai qualche preferenza sui gusti? Ne hanno parecchi” disse Kurt dopo aver preso due tazze e averne passata una a Blaine, che l’afferrò con la mano libera.
 
“Qualche suggerimento?” rispose Blaine poteva sentire la sua voce tremare e sperò che Kurt non capisse quanto l’agitava il fatto che fossero così vicini, con le mani addirittura intrecciate.
 
“Beh, io personalmente preferisco i gusti fruttati alle creme. Sono un maniaco salutista, a differenza di qualcuno”
 
Kurt gli diede una leggera gomitata prima di continuare “Mango e frutti di bosco sono i miei preferiti.
Ma visto che da quello che ho capito sei più un tipo da crema ti raccomando, a malincuore, quello allo zucchero filato, alla red velvet, al burro d’arachidi o al choccolate swirl. Oppure puoi sempre optare per il classico vaniglia o cioccolato”. Kurt lasciò la mano di Blaine e inziò a dirigersi verso una delle macchinette fai da te, riempiendo la sua tazza con il gusto frutti di bosco prima di tornare da Blaine.
 
“Non ti sei ancora deciso?”
 
“Sembrano tutti così buoni” Blaine continuava a fissare le macchinette senza sapere bene cosa decidere. “Penso che sceglierò vaniglia”
 
“Vaniglia? Tra tutti i sapori più assurdi, tu scegli il più classico?” Kurt si finse incredibilmente scioccato.
 
“Mi divertirò da pazzi con le guarnizioni. In più, ho anche i biscotti che mi hai preparato” Blaine tirò la leva della macchinetta più vicina a lui riempiendo così la sua tazza di Frozen Yogurt.
 
“Pronto a proseguire?” domandò Kurt una volta finito. Blaine annuì e lo seguì verso un espositore giallo
 
“Questa è la parte divertente”.
 
Blaine guardò di fronte a se. Stipati in contenitori di diversi colori, si potevano trovare tutti i tipi possibili ed immaginabili di decorazioni: frutta (fragole, more, lamponi, frutti di bosco, ciliege, mirtilli, banana, kiwi etc), dolci (reeses peanut butters, m&m’s, butterfinger, snickers...*), cereali (captain crunch, cocoa puffs, riso soffiato, cookie crisp*), muslei, diversi tipi di frutta secca come mandorle - pistacchi e noccioline, le decorazioni standard come le codette colorate e molto altro.
 
“Mi sento un po’ oppresso da tutti questi gusti” disse Blaine.
 
“Eh, può succedere. Ma sono qui per aiutarti. Intanto, ti sconsiglio banana o riso soffiato. Ma mandorle e lamponi sono ottimi sulla vaniglia, soprattutto se ci aggiungi anche il cioccolato bianco” disse Kurt aggiungendo un po’ di pezzettini di cioccolato sul suo.
 
“Conosci molto bene gli abbinamenti”.
 
Kurt rise “Beh vengo qui una volta a settimana da quando ha aperto. E’ la mia unica soddisfazione” il ragazzo prese una manciata di lamponi con la paletta “Posso?” domandò, porgendoli a Blaine.
 
“Sicuro”
 
Il ragazzo voltò il cucchiaio e poi continuò a cospargere il gelato di Blaine con mandorle e cioccolato bianco come aveva detto prima.
 
“Non te ne pentirai” lo assicurò Kurt .
 
“Se dovesse succedere, prenderò il tuo” scherzò Blaine.
 
“Devi solo provarci. Ti sfido” ridacchiò Kurt mentre finiva di mettere le decorazioni sul suo gelato.
 
Entrambi presero un cucchiaio e si incamminarono verso la cassa. Blaine fece per tirar fuori il portafogli, ma Kurt gli bloccò la mano “No, ti ho invitato io qui, quindi pago io”.
 
Il fatto che Kurt volesse offrirgli il gelato metteva Blaine un po’ a disagio, ma cercò di non badarci troppo.
Non riusciva nemmeno a ricordare l’ultima volta che qualcuno gli avesse offerto il pranzo, a parte per le sue solite cene di lavoro.
 
“Grazie mille, ma non dovevi”
 
“Ma è un piacere. Ora lo so che ti piacerebbe stare qui a mangiare, ma c’è un posto dove ti vorrei portare. E’ vicino, prometto, qui non dovrai camminare molto”
 
“Dove sarebbe?” domandò Blaine.
 
“Lo vedrai” Kurt uscì dalla porta senza nemmeno aspettare che l’altro lo seguisse.
 
Blaine corse fuori dal negozio di Frozen Yogurt saltellando per recuperarlo. Perdersi per New York non era esattamente il suo piano ideale per la sua serata e non conosceva molto bene quella zona della città.
 
Dopo cinque minuti di camminata senza nemmeno rivolgersi una parola o prendere una cucchiaiata del suo dolce, Kurt si fermò voltandosi verso Blaine “Sono sicuro che sei già stato qui prima, ma voglio portarti a farti fare un vero tour di Central Park. Questo è uno dei miei posti preferiti di New York”.
 
Blaine si guardò attorno “Wow, beh non mi aspettavo certo questo” disse ripassando mentalmente quello che era successo fino quel momento rendendosi conto che era diverso da tutto quello che si poteva immaginare.
 
Iniziarono a camminare per il sentiero, con le luci della città che filtravano dagli alberi dietro le loro teste. Comunque il sentiero era pieno di lampioni su tutti i lati.
 
“Ti va di sederti così possiamo mangiare?” domandò Kurt dopo aver notato che Blaine non aveva ancora toccato il suo yogurt.
 
“Sì, è un’ottima idea”. Si incamminarono verso una panchina sul lato del sentiero e si sedettero. Blaine assaggiò il suo gelato e immediatamente se ne innamorò “Oh mio dio. E’ fantastico Kurt”
 
“Te l’ho detto che ti sarebbe piaciuto” rise il ragazzo.
 
Questa era una cosa che Blaine aveva notato di Kurt. Nonostante fosse un tipo serio e maturo non aveva problemi a lasciarsi andare. Sembrava ridere per qualsiasi cosa, non in modo ansioso, ma in un modo quasi rigenerante. Era una qualità innata di Kurt. Potevi dire che era felice con la sua vita e non aveva paura di darlo a vedere.
 
“Questo è...orgasmico”
 
Kurt bloccò il cucchiaino a mezz’aria e guardò dubbioso Blaine “L’hai detto sul serio?”
 
“E’ come se stessi facendo sesso, ma con la mia bocca, sì. Non che io me ne intenda molto di sesso, ma non è questo il punto” Blaine cercò di stare zitto quando si rese conto di quello che stava dicendo, sperando che Kurt non lo prendesse alla lettera. Kurt continuava a guardarlo come se fosse l’uomo più interessante che avesse mai visto, e per essere sinceri era vero.
 
“Cosa?” Blaine mangiò un’ altra cucchiaiata di gelato, questa volta più grande.
 
“E’ solo che tu...non so mai cosa aspettarmi da te. A volte mi sembra di parlare con un ragazzo di cinque anni e altra volte con un adolescente. Ma non in modo negativo. Alla fine riesci comunque a dimostrarti un tipo maturo. E’ strano” Kurt rise nervoso spostando lo sguardo. Sentì una mano fredda sopra la sua e abbassò lo sguardo notando come la mano di Blaine era posata gentilmente sulla sua.
Questo provocò un brivido lungo il corpo di Kurt e il suo stomaco fece un salto. Blaine era così vicino che le loro ginocchia si toccavano e il ragazzo doveva concentrarsi per non spostarsi agitato.
 
Cercò di ignorare la vicinanza di Blaine e continuò a parlare “Sei tipo il mix perfetto tra un clown felice e scherzoso e un vecchio uomo d’affari”.
 
“Aspetta un secondo” Blaine posò la tazza di yogurt sulla panca affianco a lui “Mi hai appena paragonato a un clown?”. Blaine scosse la testa scoppiando a ridere “E poi sono io quello imprevedibile. Questa è la prima volta che qualcuno mi paragona ad un pagliaccio! I clown vengono spesso presi in giro, lo sai” disse sporgendo il labbro inferiore fingendosi offeso.
 
“Hai appena paragonato il tuo gelato con un orgasmo. Te lo meriti” Kurt si alzò prendendo la mano di Blaine “Ora andiamo. E’ ora di fare il giro del parco” Blaine saltò in piedi prendendo lo yogurt.I due iniziarono a camminare per il sentiero, tenendosi per mano, nessuno dei due intenzionato a lasciare quella dell’altro.



 
* Marche di cereal e snack Americane, come i nostril Mars, Ringo, Kellog’s. Ho tradotto solo quelli che ci sono anche da noi…

Free Talk

Salve a tutti. Puntuale il terzo capitolo della FF. So che essendo una traduzione non avete molto da commentare sulla trama, ma mi farebbe piacere sapere comunque i vostri pareri sulla storia! 
Solo un'informazione di servizio, Rose per problemi universitari non può più continuare a tradurre questa storia, quindi ora è tutto in mano mia. Mi scuso in anticipo per qualche eventuale ritardo (il capitolo 4 è già pronto quindi non temete) o errore di traduzione, ma come vedete i capitoli sono lunghissimi e io faccio del mio meglio.
Grazie ancora a Claudia per tutto il lavoraccio che si fa.
A settimana prossima
Baci
Ottavia (Willbeyoungforever)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
Un ora e mezza dopo Kurt e Blaine erano usciti dal sentiero e stavano vagando tra i prati di Central Park. Le loro mani erano ancora intrecciate e le loro spalle quasi incollate insieme. Kurt aveva indicato il suo posto preferito del parco e Blaine aveva dato il suo parere.
Blaine ad un certo punto si fermò obbligando Kurt a fare lo stesso “Ti va di sederti?” suggerì.
 
“Qui?” Kurt si guardò attorno osservando il paesaggio che li circondava - gli alberi erano quasi totalmente spogli essendo metà ottobre, gli arbusti avevano perso il loro colore, e l’erba stava lentamente morendo.
Tuttavia Kurt non riusciva a credere a quanto fosse bella la natura attorno a lui.
“Ok”.
 
Blaine si inginocchiò sul prato sedendosi e allungando poi le gambe davanti a lui, Kurt fece lo stesso tenendo però le gambe sotto il corpo “Sei fortunato che mi piaci. Mi riempirò di macchie d’erbe e mi rovinerò i vestiti”.
 
Blaine girò la testa verso Kurt “Ti piaccio?” disse curioso.
 
Kurt arrossì ma continuò a guardare Blaine “Pensavo che questo fosse ovvio”. Il ragazzo strappò nervosamente qualche filo d’erba dal terreno gettandolo lontano.
 
Blaine incominciò a fissarlo intensamente “Posso farti una domanda? Non devi rispondere per forza”
 
“Farò del mio meglio”
Blaine fece un respiro profondo prima di stendersi sui gomiti “Perchè hai deciso di diventare un’assistente di volo? Sembri un ragazzo così intelligente, piacevole, motivato. Perchè non hai deciso di fare altro? Perchè ti piace così tanto volare?”
Kurt si sdraiò sul prato, osservando il cielo e rimanendo in silenzio. Blaine su sdraiò a fianco a lui con una mano sullo stomaco, dando a Kurt un po’ di tempo.
 
Il ragazzo non sapeva come rispondere alla sua domanda. C’erano così tanti aspetti della sua vita passata di cui non era soddisfatto e non riusciva a parlarne con nessuno. Voleva essere onesto con Blaine, ma non era pronto a dirgli tutto. Kurt aveva paura di aprirsi nuovamente al dolore che aveva provato. Aveva paura di mostrarsi vulnerabile di fronte a Blaine, ma soprattutto aveva paura di realizzare che, se Blaine fosse stato nella sua vita da liceale, non gli avrebbe mai permesso di fare tutto quello che aveva fatto.
 
“Volare non è mai stata una cosa che facevo spesso da piccolo. Sono cresciuto solo con mio padre. Doveva sempre stare al negozio, anche nei weekend quindi non avevamo molto tempo per viaggiare. Mia madre morì quando ero ancora piccolo. Non ricordo molto di lei, ma mi diceva che dovevo sempre vedere quanto è bella la vita. Mi abbracciava ogni notte e mi diceva quanto la sua esistenza fosse migliorata dopo il mio arrivo. Una delle poche cose che riesco a ricordarmi di lei sono i venerdì che passavamo insieme. Veniva a prendermi a scuola e mi portava al parco. Fin da piccolo non amavo correre e sporcarmi, così invece di giocare sullo scivolo o sull’altalena, camminavo e basta. Camminavo su e giù lungo i sentieri del parco, probabilmente è nato così il mio amore per la natura.
 
Adorava fare fotografie ai fiori e alle piante, agli uccellini nel cielo, a qualsiasi cosa affascinante che avrebbe potuto ricordare nel tempo. Ai suoi occhi tutto diventava bello, anche le cose che si solito le persone normali evitavano.
Una delle cose che ricordo più chiaramente è uno degli ultimi venerdì che abbiamo passato insieme prima che morisse. Se ci ripenso è come se in qualche modo sapesse che era arrivato il suo momento.
Mi fece stendere nel prato, come noi in questo momento, e mi avvolse in un abbraccio”.
Blaine si concentrò su Kurt notando una piccola lacrima che stava rigando la guancia del ragazzo.
Senza pensarci si sporse asciugandola e poi gli prese la mano.
 
“Lei...lei mi disse di ricordarmi sempre di questi momenti. Di ricordarmi le cose importanti della vita e le creature di Dio. Io non so-sono un tipo molto credente, ma mia mamma lo era. Andava in chiesa ogni domenica e ogni mercoledì. Insegnava in una scuola domenicale e suonava inni al piano ogni sera. Quel giorno al parco mi disse che dovevo andarmene dall’Ohio e vedere il mondo, cosa che lei non era mai riuscita a fare. Le promisi che l’avrei fatto.
Quel giorno ho fatto una promessa a lei e a me stesso: sarei scappato da Lima. Mia madre voleva che visitassi altri paesi e mi immergessi in altre culture. Mia madre era la persona più importante della mia vita. Era la mia ispirazione, la persona a cui tenevo di più e la mia migliore amica. So che sembra una cosa strana, ma è così. Mi manca così tanto. Quando le cose si fanno difficili, penso a lei. Magari è lassù in paradiso e mi osserva, o magari il paradiso non esiste nemmeno. Non lo so. Ma ovunque lei sia, so che mi sta guardando ed è felice per le mie scelte di vita. Fare l’assistente di volo mi permette di viaggiare, di visitare parti del mondo che lei non ha mai potuto vedere. Sto facendo questo non solo per me, ma anche per lei. Mia madre è con me ovunque io vada; è come se potessi sentire la sua presenza. Mi piace essere libero di andare dove voglio. Non sono fatto per stare in ufficio seduto tutto il giorno a compilare carte o rispondere al telefono e alle mail. Sto vivendo la mia vita. La sto vivendo sul serio, e lo sto facendo per lei”.
 
Kurt sentì Blaine stringergli la mano e avvicinarsi a lui.
“Non sono molto bravo con le parole, forse questa è un’altra ragione per cui amo così tanto le arti, la natura, le bellezze della vita. Sono in grado di esprimere quello che io non so fare. Quello che è dentro di me, posso ritrovarlo in qualcosa di semplice come un petalo di un fiore o un uccellino nel cielo. Non sono mai stato un tipo in grado di dire la cosa giusta. Non sono un abile poeta o comunicatore. Quando parlo, è solo un’ ammasso di parole. Ma la vita. Guardare tutte le cose attorno a me, è già di per sè una forma poetica. E’ bellissimo”.
 
In quel momento, dopo aver sentito Kurt dire tutto quello, aprirsi a lui in quel modo, Blaine sapeva che si stava innamorando.
Kurt era qualcuno con cui poteva immaginarsi per il resto della vita, e il solo pensiero lo spaventava. Non era pronto all’amore; non sapeva come si amava. Ma amare Kurt sembrava facile.
Quel sentimento sembrava scorrergli per tutto il corpo in modo semplice e inevitabile.
 
Senza pensarci troppo, avvicinò la testa lentamente e poggiò le sue labbra con gentilezza su quelle di Kurt, accarezzandogli una guancia dolcemente. Kurt sorrise nel bacio facendo scorrere un braccio sopra il fianco di Blaine.
Quando si staccarono, nessuno dei due disse una sola parola, ma entrambi sapevano che stava succedendo. In qualche modo, nel suo inconscio, Kurt sapeva che si stava innamorando di Blaine e che per lui fosse lo stesso.
Non era la prima volta che baciava un ragazzo, ma era la prima volta che baciava un ragazzo che gli piaceva sul serio. Sapeva che Blaine faceva già parte della sua vita, Kurt non voleva svegliarsi fra una settimana e scappare da lui come aveva fatto in passato. Il legame che aveva con Blaine era profondo e non l’aveva mai avuto con nessuno. Anche senza bisogno di dirsi una parola, sapevano di essere tutto per l’altro. Anche i loro pensieri venivano condivisi semplicemente guardandosi negli occhi.
 
Kurt si avvicinò al fianco di Blaine e affondò il viso nel suo petto. Rimasero così per qualche minuto; Kurt si beava del dolce profumo dei vestiti di Blaine, mentre Blaine guardava il cielo oltre le luce dei lampioni. Blaine incosciamente iniziò a massaggiare il braccio di Kurt stringendolo di più a se per scaldarsi a vicenda. Quella sera di ottobre non era poi così fredda se erano insieme, ma da soli, sarebbe stata gelida. Blaine avrebbe voluto rimanere così per tutta la sera. Anche se sapeva che non era possibile, sentiva che avrebbe potuto addormentarsi a Central Park con Kurt tra le sue braccia. In quel momento, Kurt mosse la testa poggiando il mento sulla spalla di Blaine e guardandolo con i suoi luminosi occhi blu “Hey Blaine?”
 
“Sì?” Blaine inclinò la testa di lato, ritrovandosi così a pochi centimetri da quella di Kurt.
 
“Ti va di venire da me domani sera? Potremmo cenare e poi andare da qualche parte” le sue braccia erano avvolte attorno al torso di Blaine “Se non ti va non devi venire, ho solo pensato che potrebbe essere carino...” aggiunse veloce.
 
“A che ora posso arrivare?” Blaine rispose e Kurt si rilassò.
Blaine prima di alzarsi lo strinse forte e poi gli porse una mano per aiutarlo. Ilmoro esitante guardò il suo orologio e poi lanciò un’occhiata a Kurt con un sorriso spento “Non vogliomettere fine a questa sera ma si sta facendo tardi, e domani mattina devo lavorare”
 
“Oh, okay. Sicuro” disse il ragazzo alzandosi.
Quando Kurt abbassò lo sguardo verso il prato, Blaine gli mise un dito sotto il mento obbligandolo a guardarlo.
 
“Posso accompagnarti a casa e poi prendere un taxi da li?”
 
“Penso che starò qui ancora un po’. E’ una notte pacifica senza troppi turisti. Posso comunque accompagnarti a prendere il taxi”
 
“No, è okay” la mano di Blaine cercò quella di Kurt, allacciandola con quella.
 
“Ci vediamo domani. Esco da lavoro alle 4.00, quindi per le 5.00 sono da te, okay?”
 
Se fosse per Kurt non avrebbe mai lasciato Blaine “Perfetto”.
 
“Grande. Ti chiamo domani prima di uscire così mi dai le direzioni per raggiungere casa tua”. Blaine si avvicinò posando un bacio sulla guancia di Kurt stringendogli ancora una volta la mano prima di allontanarsi lentamente.
 
“Grazie per la serata. E’ stata la più divertente che abbia passato da anni”
 
“Lo stesso vale per me. Non riesco nemmeno a ricordarmi l’ultima volta che sono stato così felice”
 
“Mi fa piacere. Fammi sapere quando arrivi a casa sano e salvo, okay?”
Kurt fece un cenno d’assenso.
 
“Notte Kurt” disse Blaine camminando per il sentiero scomparendo, lasciando Kurt nel parco da solo e senza parole.
 

***

 
Dopo una lunga giornata di lavoro, Blaine si ritrovò finalmente a camminare per le strade di New York diretto verso l’appartamento di Kurt. Le direzioni erano semplici e prima che se ne rendesse conto, era di fronte all’appartamento 218, senza però riuscire a bussare.
Le sue nocche erano strette così tanto dall’ansia che stavano iniziando a perdere la sensibilità. Aveva paura della possibilità di perdere l’amicizia di Kurt una volta attraversata quella porta.
Anche se aveva delle esperienze, si sentiva come un’amante che esce per la prima volta con una persona occupata, in più aveva paura di dire la cosa sbagliata o di andare troppo veloce.
 
Ma poteva anche non trattarsi nemmeno di un appuntamento. Magari Kurt voleva solo qualcuno con cui uscire per non passare la serata da solo, e Blaine era proprio la persona adatta, non avendo molta vita sociale al di fuori del lavoro.
Finalmente tirò fuori il coraggio e bussò velocemente la porta, sapendo che Kurt lo stava aspettando. Nemmeno dieci secondo dopo Blaine lo stava guardando in faccia.
 
“Ciao” disse Kurt per primo. Blaine non potè evitare di guardarlo dall’alto in basso, notando i suoi pantaloni incredibilmente stretti e la maglietta viola che accentuava abbastanza i muscoli delle sue braccia. Blaine cercò di distogliere lo sguardo prima che quello notasse che lo stava fissando.
 
“Entra” Kurt aprì la porta facendo un passo di lato.
L’appartamento era abbastanza diverso da come si aspettava. La sala era a destra, ed aveva un solo divano e un piccolo tavolino. Dietro il salotto si poteva vedere quella che sembrava una cucina.
 
“Hey” dopo che ebbe osservato tutto iniziò a fissarsi le mani.
 
“Tutto ok?” domandò Kurt stupito.
 
“Sì, sono solo nervoso” Blaine decise che essere sincero fin da subito fosse la cosa migliore. Dopo tutto anche per Kurt tutto quello era abbastanza nuovo, quindi era meno imbarazzante condividere le sue preoccupazioni.
 
“Perchè sei nervoso?” Kurt fece un passo avanti mantenendo però sempre le distanze.
 
“E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ho fatto una cosa del genere”.
Kurt afferrò la sua mano “Hey, rilassati. Non rovinerai nulla se è questo che ti preoccupa”.
Blaine non riusciva a capire come fosse possibile che Kurt fosse così calmo. Così a suo agio. Così bravo in tutto questo. “Hai fame? Spero tu non abbia mangiato molto oggi”
 
“Sto morendo. Ho saltato il pranzo. Dovevo sbrigare delle pratiche e vedermi con delle persone”
 
“Allora andiamo a preparare la cena. Ho tutti gli ingredienti per la pizza che puoi immaginare”
 
“Le acciughe?” domandò il ragazzo scherzando.
 
“Umm...fammi fare una corsa al negozio” rispose Kurt ridendo, e quella risata era una delle cose più belle che Blaine avesse mai sentito. La risata di Kurt era il suono che riusciva a calmare subito i suoi nervi e a fargli dimenticare tutto quello che era successo in quella giornata.
Blaine rise a sua volta “Sono felice di essere qui”
 
“Ottimo. Sono felice anche io di averti qui” Kurt lo tirò per una mano “Forza! Andiamo in cucina. Puoi raccontarmi della tua giornata a lavoro mentre cerchiamo di fare la pizza”.
Entrarono in cucina e Blaine si posizionò contro al lavandino ai lati della stanza per non dare fastidio.
 
“Hai mai fatto la pizza?”
 
“Vale quella surgelata?” Blaine fece qualche passo più vicino a Kurt
 
“Ti divertirai un sacco se non l’hai mai fatto prima. Mio padre non era un tipo che amava cucinare, così ero sempre io a preparare il pranzo, e la pizza è sempre stata una delle mie specialità. Sono in grado di prepararla da sempre. Mi passi la farina?”
Quando Blaine gli passò il contenitore della farina, notò una serie di ciotole con diversi ingredienti.
 
“Non sapevo come ti piaceva la pizza. Io personalmente la amo con i peperoni verdi e i pomodori, sembra disgustosa ma in realtà è molto buona”
 
“Beh allora potrei provarla” Blaine osservava Kurt disporre i vari ingredienti in una terrina iniziando a creare quella che sembrava una palla.
 
“Vieni qui e aiutami con questa. Teoricamente dobbiamo farla insieme” Kurt mosse la testa verso Blaine invitandolo ad avvicinarsi.
 
“Okay, ma se verrà fuori qualcosa di disgustoso, non dire che non ti avevo avvisato” disse Blaine eliminando la distanza che li separava. Erano così vicini che Blaine poteva sentire il profumo di Kurt ogni volta che quello si muoveva o quando la sua pelle calda si scontrava contro quella dell’altro.
Era un contatto sufficiente a mandare una scarica elettrica lungo tutto il corpo di Blaine.
 
“Stai andando alla grande. Ora dammi le mani...” Blaine fece come richiesto e Kurt gli spruzzò un po’ di farina su ogni mano “In questo modo non ti si attaccherà l’impasto”
Senza pensare troppo alle conseguenze Blaine posò entrambe le mani sulle guance di Kurt, sperando di non pentirsi delle sue azioni.
Kurt si immobilizzò per qualche secondo, in stato di shock, prima di immergere la mano nel sacchetto di farina e lanciarla in faccia a Blaine.
 
“Quindi è così che ti piace giocare?” domandò Blaine mettendolo alla prova.
Il ragazzo interpretò il sorriso di Kurt come un permesso per continuare, così prese una manciata di formaggio e gliela rovesciò in testa. Kurt ricambiò il favore versandogli tutta la scodella di olive sui suoi ricci. Per i successivi minuti, i due ragazzi non fecero altro che correre per la cucina, lanciandosi il cibo addosso. Blaine riuscì infine a bloccare Kurt contro il muro con le mani ai lati opposti del suo corpo. Non sapeva bene cosa stava per fare, perché nessuno dei due era armato e se si fosse mosso, Kurt sarebbe sicuramente scappato.
Rimasero così per qualche secondo, vicinissimi, con i corpi che praticamente si scontravano.
Blaine spostò la mano destra verso il basso, iniziando a fare il solletico su un fianco di Kurt. Blaine realizzò subito quanto il ragazzo soffrisse il solletico, perchè quello si accasciò al suolo.
Proprio nel momento in cui Blaine pensava di aver vinto il duello, sentì una mano afferrarlo per le ginocchia e le sue gambe cedettero.
Il ragazzo atterrò sul pavimento tra le gambe di Kurt, e quando si voltò per guardarlo, il suo viso sporco di farina era distante pochi centimetri.
 
Sentì Kurt avvolgere le sue braccia attorno al suo corpo “Direi che è meglio arrendersi e dichiarare un accordo”.
Blaine poteva sentire il respiro caldo dell’altro ragazzo contro le sue labbra.
 
“Ti va ancora di fare la pizza? Ho altri condimenti...”. Blaine fece un cenno con la testa, incapace di parlare con Kurt così vicino.
Si guardarono negli occhi per un momento, prima che Kurt si avvicinò posando un casto bacio sulle labbra dell’altro.
 
Blaine non sapeva ancora esattamente cosa fossero. Si erano baciati, due volte ora.
Kurt ovviamente si fidava di lui abbastanza per raccontargli del suo passato, una parte della sua vita molto importante. Flirtavano continuamente e si divertivano a passare del tempo insieme, ma non avevano ancora parlato di quello che stava succedendo tra loro.
Erano amici ma non avevano ancora stabilito altro. Blaine avrebbe voluto di più da Kurt ma era terrorizzato che Kurt non fosse pronto per una relazione.
 
“Sono ancora affamato dopotutto. Dovremmo sbrigarci”. Blaine si alzò e porse una mano a Kurt per aiutarlo ad alzarsi. Kurt la prese ma dopo essersi alzato non la lasciò “Penso che il nostro impasto sia sopravvissuto alla lotta”
 
“E’ meglio se stai all’erta d’ora in poi, ho intenzione di colpirti alle spalle quando meno te lo aspetti”.
 
Kurt mise le mani di Blaine dentro la terrina e i due iniziarono a impastare, le loro dita ogni tanto si scontravano.
 
“Quindi...com’è andata la tua giornata a lavoro? Tra l’altro non mi hai ancora detto cosa fai...”
 
“Mio padre è a capo di un’agenzia assicurativa. Ha sede a New York ma c’è anche un ufficio a Los Angeles. Io sono a capo della compagnia proprio come lui, per questo devo volare tra New York e Los Angeles ogni settimana. Ho dei meeting con i clienti, devo supervisionare gli altri impiegati, occuparmi di vari documenti, e firmare più carte di quante tu ti possa immaginare. E’ un lavoro decente, comunque. Ho un buon stipendio ed è un posto fisso. Tutti hanno bisogno di un assicurazione e mio padre non mi licenzierà anche se dovessi fare qualche cavolata”
 
“Ma non sei felice”. Non era una domanda.
 
Blaine si strinse nelle spalle “Tutti pensano che mio padre sia una cattiva persona. Tutti i suoi dipendenti lo credono. A nessuno piace lavorare per lui perchè può essere un tipo molto esigente, ma è in questo modo che tutti lo rispettano. A lui non interessano le cavolate degli altri.
Mi sarebbe piaciuto diventare un insegnante, ma mio padre disse che se avessi voluto perseguire quella carriera avrei dovuto pagarmi gli studi da solo, e all’epoca non avevo i soldi. Ero un povero liceale che stava cercando lavoro. Il college non era un opzione per me”.
 
Kurt fece rotolare l’impasto e poi lo posizionò nella teglia, iniziando ad appiattirlo “Perchè non voleva che insegnassi? Cosa c’è di così disdicevole nel voler educare gli altri?”
 
“Pensavo che non avrei sfruttato tutto il mio potenziale. In più pensava che fosse una professione stupida per un ragazzo di quell’età. Avrei dovuto competere con tante persone per un lavoro di poco conto. Le scuole hanno così tanto insegnanti, in più lo stipendio è basso”.
 
Una volta che Kurt fu pronto, Blaine dispose la salsa sull’impasto, spandendola con un cucchiaio.
“Quindi invece ha voluto che lavorassi per lui?”
 
“Penso fosse una cosa pianificata da sempre. Fino a quando avevo otto anni lavorava per un’altra agenzia assicurativa, poi si licenziò e si mise in proprio. Lui...ehm...era l’uomo sull’aereo il giorno che ci siamo conosciuti. Quello scortese che si lamentava del suo caffè”
 
“Stai scherzando” rispose Kurt con la bocca aperta e gli occhi spalancati.
 
Blaine dispose un po’ di formaggio sulla pizza “Ehm no. In realtà non è così male. Lo so che è difficile da credere, ma si preoccupa molto per me e questo è importante. E’ sempre presente per la sua famiglia. E’ solo che si aspetta troppo dalle persone, per questo risulta un po’ stronzo”
 
“Parli di lui in modo rispettoso e sembri giudicarlo in modo obbiettivo. Ti credo se dici che è una brava persona”
 
“Penso che ti disapproverebbe” ammise Blaine “Questo probabilmente è il motivo per cui ti ha trattato così male. Mio padre pensa che le persone come te sono quelle che hanno fallito al college o non hanno trovato un lavoro serio dopo il diploma. Pensa che il tuo lavoro sia un segno di fallimento nella tua vita e tutto quello che sei in grado di fare è eseguire gli ordini degli altri”.
 
Blaine posizionò ancora un po’ di pomodoro sulla pizza e Kurt la mise poi nel forno.
 
“E tu non la pensi così?”
 
“Io non giudico le persone. Sono stato già giudicato abbastanza nella mia vita per essere gay. Non spetta a me dire agli altri come vivere la propria vita o cosa fare per essere felici. Mi hai spiegato perchè sei volute diventare assistente di volo. Mio padre non è in grado di capire che nella vita ci sono cose più importanti dei soldi o del successo, ma io sì. Penso che quello che fai sia grandioso, Kurt”.
 
Kurt si avvicinò abbracciando Blaine attorno alla vita “Grazie Blaine, significa molto per me. Io...io non parlo molto di lei. Di mia madre. Fa troppo male ricordarmi quei tempi ma è bello parlare con qualcuno che capisce”
 
“Dovresti parlare di lei più spesso. Il tuo viso si illumina quando ne parli. E’ ovvio che ti rende felice”
 
“Mi fido di te. Per essere totalmente onesto. Non avevo mai detto a nessun altro quello che ti ho raccontato nel parco, neppure a mio padre. Non è una cosa che mi va di condividere con chiunque”.
 
Sul viso di Blaine comparve un’espressione colpevole “Oh Kurt. Non era obbligatorio che melo raccontassi. Era qualcosa di privato tra te e tua madre e -”.
 
Kurt mise un dito sulle labbra di Blaine per farlo stare in silenzio “Ma lo voglio. Voglio che tu sappia di lei. Le saresti piaciuto. Le piacevano le persone che si prendevano cura del suo unico figlio; chiunque riuscisse a farmi sorridere”.
 
Blaine arrossì e spostò lo sguardo “Sono contento che tu mi abbia raccontato di lei. Mi sarebbe piaciuto incontrarla. La descrivi come una donna straordinaria”
 
“Lo era” Kurt prese un respiro profondo, allontanandosi da Blaine “Sei pronto a sederti?”.
 
Blaine fece un cenno con il capo “Sono pronto” si presero per mano dirigendosi in salotto. Mentre la loro pizza cuoceva, Kurt continuava a parlare, mentre Blaine ascoltava attentamente il suono della sua voce, domandandosi se esistesse suono più bello di quello che stava ascoltando.
 

***

 
“Cosa ti piacerebbe fare ora? Questa serata è sia tua che mia” Kurt prese una fetta di pizza e la morse “Sei un fantastico pizzaiolo. Sul serio. Provala!”.
 
Blaine prese una fetta mordendola. Avevano optato per quella ai peperoni verdi e pomodoro “E’ buonissima! Hai un’ottimo gusto per il cibo!”
 
“Intendi con I condimenti? Te l’avevo detto. Sapevo che ti sarebbe piaciuto” Kurt aprì il bidone della spazzatura e gettò i suoi avanzi e quelli di Blaine “Un gioco? Parlare? Cosa ti piacerebbe fare? Abbiamo tutta la sera”.
 
Blaine si guardò attorno per cercare di decidersi. Notò così una serie di film vicino alla tv. Ce n’erano molti ma una serie in particolare saltò all’occhio di Blaine “Cosa penseresti di me se ti dicessi che non ho mai visto un film di Harry Potter?” il ragazzo ridacchiò, consapevole che per ogni fan di Harry Potter era una cosa assurda.
 
“Tu...non hai mai?” Blaine scosse la testa e Kurt si alzò e si diresse deciso verso la mensola.
 
“Sei consapevole che non avrei mai parlato con te se avessi saputo che eri vergine di Harry Potter”.
Il panico si impossessò di Blaine che temeva di aver già combinato un casino. Kurt notò la sua espressione e sorrise “Hey, tranquillo. Sto scherzando” dopo aver infilato il primo film nel lettore, tornò affianco a Blaine con due telecomandi in mano “Pronto per andare ad Hogwarts?” domandò.
 
“Si parte” disse Blaine.
 
Dopo che Kurt ebbe schiacciato play, la sua mano sinistra si allacciò con la destra di Blaine, le dita intrecciate. A metà film, Kurt mise un braccio attorno a Blaine e i loro corpi si fecero sempre più vicini. Blaine posò la testa sulla spalla sinistra di Kurt mentre le loro mani libere di unirono.
Blaine doveva ammetterlo: il film era molto più bello di quanto si aspettasse. Tutto il fenomeno gli era sembrato un po’ portato all’eccesso e non era mai stato un tipo che amava seguire le mode, ma aveva un presentimento che se avesse continuato ad uscire con Kurt le cose avrebbero potuto cambiare. Non in modo negativo naturalmente, ma Kurt lo faceva sentire più a suo agio con se stesso. La trama del film coinvolse totalmente Blaine, a partire dalla sceneggiatura ben scritta, ai personaggi particolari fino al mondo fantastico creato dalla Rowling.
 
Quando i titoli di coda iniziarono a scorrere sullo schermo Blaine ci rimase un po’ male.
 
“Sono solo le 7.00” Blaine guardò verso Kurt quando questo parlò “Sei pronto per il secondo anno?” la sua voce era un po’ emozionata
 
“Sì, assolutamente” Blaine sospirò soddisfatto, sapendo che avrebbe potuto rimanere abbracciato sul pavimento con Kurt ancora un po’.
 
“Ti sta piacendo?”
 
“Forse...” disse sottovoce un po’ colpevole
 
“Ho...ho un idea. Non devi accettare se non ti va. Ti piacerebbe” Kurt fece una pausa “Ti piacerebbe...magari passare qui la notte?” Blaine prese un respiro profondo e sentì l’aria penetrargli in ogni centimetro del corpo.
 
“E’ solo che pensavo che sarebbe bello vedere i prossimi tre film e tu postresti tornare a casa domani. Potremmo poi organizzare un’altra serata per finire la saga” Kurt distolse lo sguardo e Blaine notò come le sue guance si fossero tinte di rosso.
 
“Mi piacerebbe molto” disse Blaine, stringendogli la mano. Kurt si tranquillizzò e si avvicinò a Blaine il più possibile.
 
“Penso che sia arrivato il momento di mettere il prossimo dvd” disse il ragazzo alzandosi contro voglia, e Blaine osservò il menù di Harry Potter e la Camera dei Segreti comparire sullo schermo.
Dopo essere tornato sul pavimento e recuperato la sua posizione iniziale, Kurt voltò il viso, le sue labbra così vicine che quasi toccavano quelle di Blaine.
 
“Sono davvero felice che tu abbia deciso di rimanere stanotte”.
 
Blaine sorrise, concentrandosi poi nuovamente sullo schermo e guardando il film cominciare.
 

***

 
Quando Blaine si svegliò il mattino successivo si ritrovò sdraiato su un divano con una coperta arrotolata attorno al corpo. Gli ci volle qualche minuto per ricordarsi dove fosse e quando realizzò gli ci volle ancora più tempo per capire come avesse fatto esattamente a finire sul divano.
Harry Potter e il Calice di Fuoco era terminato verso le 2.00, così avevano deciso di andare a dormire, Kurt nella sua stanza e Blaine sul divano. Nonostante avesse dormito scomodo, era contento di essersi svegliato nell’appartamento di Kurt e di poterlo vedere ancora.
Si alzò cercando di dare un senso al suo ammasso di capelli e si guardò attorno.
 
“Hey” sentì la voce di Kurt provenire da qualche parte in cucina. Qualche secondo dopo il ragazzo comparve sulla porta indossando un grembiule sopra un paio di pantaloni della tuta della Nike e una t-shirt grigia chiara.
Blaine si rese conto che probabilmente questo era un lato di Kurt che non tutti conoscevano “Spero di non averti svegliato. Ho pensato che ti sarebbe piaciuta la colazione...”
 
“Cosa stai cucinando?”
 
“Pancakes. Spero ti piacciano. Non conosco molte persone che rifiutano una deliziosa cialda...”
 
Blaine rise “Oh, sì. Sono ottimi. Posso aiutarti in qualche modo?” il ragazzo si tolse la coperta e si alzò.
 
“No! Non muoverti! Ci penso io! Torno subito” dicendo questo Kurt scomparve oltre il muro, tornando poco dopo con un vassoio pieno di cibo. Sistemò il vassoio sul tavolino e si sedette affianco a Blaine sul divano
 
“Abbiamo i pancakes, il burro d’arachidi, lo sciroppo, le fragole, le banane, i mirtilli, il bacon e il succo d’arancia. Scegli quello che vuoi” disse dandogli un piatto.
 
“Wow. Ancora una volta hai pensato a tutto” Blaine decise di optare per le fragole come guarnizione per I suoi pancakes e li sistemò sul piatto “Non dovevi preoccuparti così tanto, sono contento anche con una tazza di Captain Crunch o Rice Crispies*”
 
“Lo so, ma non è un problema. Mi piace cucinare se ne ho l’opportunità e volevo farti una colazione degna di nota per una volta” disse, riferendosi alle scelte riguardo i cereali di Blaine.
 
“Beh, allora grazie. Questi pancakes sono squisiti” disse Blaine, prendendo il suo terzo morso.
 
“Ottimo. Sono felice che ti piacciono”.
 
Ci furono alcuni minuti di silenzio durante i quali i due mangiarono, osservandosi di soppiatto quando pensavano di non essere visti, ogni tanto fissandosi negli occhi.
 
“Sono contento di essere rimasto. E’ stata una delle migliori serate che abbia mai avuto”
 
“Si?”
 
“Sì” Blaine finì l’ultimo morso del suo pancakes “Anche se non voglio, ma devo proprio andare, devo essere a lavoro per le 11.00”
 
“Oh, giusto. Mi ero dimenticato che lavori. Mi spiace” Kurt si alzò andando ad impilare i piatti, mettendoli ancora sul vassoio.
 
“E’ okay. Dovremmo...dovremmo rifare anche questa cosa. Ma la prossima volta ti ospito a casa mia” Blaine si avvicinò e diede a Kurt un bacino veloce “Grazie ancora Kurt” disse prima di lasciare la stanza e chiudersi la porta alle spalle.
 

***

 
Essere seduto su un taxi di lunedì sera non era esattamente quello che immaginava Blaine quando Kurt aveva acconsentito ad andare a cena in uno dei suoi ristoranti preferiti.
Ma se in qualsiasi città ci sarebbe voluto non più di dieci minuti per districarsi da tutto quel traffico, a loro ci vollero più di trenta minuti per uscire dal traffico di New York.
Ma non gli importava molto, perchè questo permetteva a loro di passare altro tempo insieme, cosa che non riuscivano a fare in settimana. Non stavano parlando molto, ma il silenzio non era per niente imbarazzante. Kurt si alzò un pochino quando il taxi finalmente si fermò e mugugnò in disappunto quando Blaine spostò la mano dalla sua schiena per prendere il portafoglio. Prese i soldi e pagò il tassista.
 
“Grazie” disse mentre pagava. Afferrò la mano di Kurt e iniziò ad uscire dalla porta “Andiamo, si mangia”.
 
Kurt lo seguì per le strade affollate di New York e immediatamente entrarono oltre la porta d’ingresso del ristorante italiano.
Era un posto molto largo con candele accese ad ogni angolo. Il posto era molto spazioso, permettendo ad ogni tavolo di avere la loro intimità e la maggior parte degli ospiti parlavano in modo composto. Sembrava tutto uscito da un film romantico e in base alle decorazioni e allo stile dei camerieri, Kurt era abbastanza sicuro che il ristorante non fosse economico.
 
“Un tavolo per?” domandò l’accompagnatrice.
 
“Due” rispose Blaine
 
“Da questa parte” la giovane donna li portò ad un tavolo vicino al muro, posizionò i loro menù e riempì I loro bicchieri d’acqua fredda.
 
Kurt rimase sorpreso quando Blaine gli spostò la sedia per farlo sedere.
 
“Il vostro cameriere sarà qui presto” disse la ragazza, tornando vicino alla porta d’ingresso.
 
“Questo posto sembra davvero carino” disse Kurt “Ma non so se posso per-”
 
Blaine lo interruppe “Non dirlo nemmeno per scherzo. Non devi preoccuparti di nulla. Prendi tutto quello che vuoi, offro io. Sono solo felice di avere qualcuno che mi abbia accompagnato qui” disse ridendo.
 
Kurt aprì il menù dando un’occhiata. Realizzò presto che quel posto aveva più o meno tutto quello che si poteva desiderare, dagli spaghetti classici, ai micotti e le lasagne.
 
“Qualche suggerimento?” Kurt era confuso dalla moltitudine di cibo offerto.
 
“Di solito io prendo l’alfredo, ma anche i tortellini sono molto buoni”.
 
In quel momento un cameriere comparve al loro tavolo “Il mio nome è Matt, salve. Sarò il vostro cameriere stasera. Possiamo partire ordinando da bere?”
 
Entrambi optarono per il thè freddo, e quando questo tornò con le bevande, i due ordinarono da mangiare. Come suggerito da Kurt entrambi presero qualcosa di diverso per poterlo condividere - Kurt prese i tortellini e Blaine gli alfredo, come suo solito.
 
“Quindi com’è andata al lavoro questa settimana? Qualche cliente scontroso?”
 
“Oh, non saprei? Qualche passeggero scontroso?” Blaine domandò a sua volta.
 
“C’era questo tizio che continuava a domandarmi un altro biscotto. A parte lui, gli altri erano tutti fantastici” scherzò Kurt.
Blaine finse di essersi offeso, ma velocemente passò oltre “Los Angeles è peggio di New York. Penso sia dovuto al fatto che la maggior parte dei nostri clienti li siano privati, proprietari di grandi case, invece a New York abbiamo a che fare soprattutto con piccole aziende. A questi non sembra importare molto dei tuoi soldi o della tua posizione”
 
“Ma comunque tu hai una buona posizione. Sei a capo della compagnia”
 
“Solo perchè è di mio padre” Blaine iniziò a giocherellare con il tovagliolo.
 
“Non dire così” Kurt sporse un braccio sul tavolo posando una mano su quella di Blaine “Credo molto in te, saresti riuscito ad arrivare ugualmente a questa posizione anche se avessi lavorato per un’altra compagnia. Forse non così velocemente, ma sarebbe successo”
 
“Grazie per la fiducia, ma se non avessi lavorato per la compagnia di mio padre, non sarei nemmeno entrato nel mondo delle assicurazioni”
 
“Beh, allora saresti diventato l’insegnante migliore e più pagato dello stato”
 
Kurt ruotò gli occhi togliendo la mano da quella di Blaine, perchè gli suonò il telefono. Lo prese dalla tasca e si bloccò quando lesse l’email. Prese un respiro profondo e rispose velocemente prima di metterlo via.
 
“Tutto okay?” domandò Blaine quando notò l’espressione nervosa dell’altro.
 
“Sì, solo...Rachel. Mi ha mandato una foto della bambina. Lo fa almeno cinque volte al giorno” disse ruotando gli occhi, cercando di scacciare l’ansia dell’email che aveva appena mandato.
 
“Oh, posso vederla?” domandò Blaine.
 
Kurt non sapeva se aveva usato quel discorso come scusa o perchè volevo semplicemente giocare un po’ con Blaine.
Comunque prese il suo telefonino e aprì una mail che Rachel gli aveva mandato quella mattina, passando poi il telefono lungo il tavolo.
Blaine osservò la piccola bimba addormentata con il suo vestitino rosa e le guanciotte morbide.
 
“E’ adorabile. A chi somiglia di più? Mamma o papà?”
 
“Un po’ ad entrambi, in realtà. Finn, il mio fratellastro, continua a dire che sembra Rachel, ma non è mai stato un tipo sveglio quando si parla di qualsiasi cosa che non sia lo sport o il cibo”
 
“Hai idea di quando la potrai rivedere?”
 
“No” rispose Kurt triste “Spero presto. Voglio che le sue prima parole siano zio Kurt”
 
Blaine sorrise “Se solo sapesse cos’è meglio per lei sono sicuro che sarebbero quelle” prese un sorso dal suo drink prima di proporre qualcosa a Kurt “Ho una domanda: ti andrebbe di conoscere i mie amici? Verranno da me mercoledì a cena e mi stavo domandando se fossi impegnato o se ti piacerebbe venire”
 
“Incontrare i tuoi amici? Oh...s-sì. Sicuro. A che ora?”
 
“Mio padre mi ha dato il giorno libero, per dimostrarmi di essere felice che per una volta non sto facendo l’associale, quindi stavo pensando che potresti tipo venire da me verso mezzogiorno così possiamo andare a fare la spesa? Sembri più esperto di me in cucina e potrei sfruttare il tuo aiuto”
 
“Beh, non ho mai rifiutato una possibilità di far bella figura con le miei doti culinarie. Ci sto”.
Il cameriere arrivò con il loro cibo e i due iniziarono a parlare degli amici, del lavoro, dei dettagli minori della loro vita, gustandosi il tempo che avevano a disposizione per conoscersi meglio.
Alla fine della serata Kurt insistette affinchè prendessero due taxi diversi, visto che andavano in due direzioni diverse.
Blaine lo baciò sulla guancia prima di salire sul taxi e patire in direzione opposta a quella di Kurt.
 

***

 
Due giorni dopo, Kurt si ritrovò a vagare per la cucina di Blaine, affrettandosi affinchè l’ultima portata cuocesse in tempo, mentre Blaine stava pulendo la sala. Gli amici di Blaine - alcuni colleghi con cui usciva anche fuori dal lavoro - sarebbero dovuti arrivare in 15 minuti.
Kurt era in ansia perchè stava per entrare a far parte del mondo privato di Blaine.
Era nervoso ma allo stesso tempo emozionato di stabilire una relazione con le persone che Blaine conosceva da più tempo rispetto a lui.
 
Kurt aveva appena preso in mano l’insalata quando sentì il campanello suonare e bussare alla porta.
Ci siamo, pensò. Posizionò il contenitore dell’insalata al centro del tavolo mentre Blaine entrava in sala seguito da due uomini, una donna e una bimba di circa tre anni.
La donna sorrise dolcemente mentre la bimba nervosa si toccava la coda di cavallo.
Kurt si inginocchiò di fronte a lei e la piccola nascose la faccia dietro le gambe della donna.
 
“Hey tesoro. Sono Kurt” si presentò alla bambina che era diventata tutta rossa “Come ti chiami?”.
 
Fece spuntare un pochino la testa da dietro la gamba, tenendosi sempre stretta alla madre “Carla” disse in tono innocente.
 
“Bene. Ciao Carla. Sono felice di conoscerti” disse dolcemente alzandosi poi mentre Blaine si avvicinava a lui.
Blaine rimase impressionato da quanto Kurt fosse dolce con Carla. Lei non si fidava facilmente di nessuno, ma dopo qualche minuto la sua timidezza era scomparsa. Vedere Kurt con Carla confermava il fatto che non solo il ragazzo sarebbe stato un ottimo zio per Elizabeth, ma anche un ottimo padre.
 
“Kurt questo è Jonah e questa è Stacy, sua moglie, e la loro bimba” Blaine fece le presentazioni.
Kurt fece un passo avanti stringendo le loro mani “E’ un piacere conoscervi”.
 
L’altro uomo parlò “E io sono Luke. Blaine a quanto pare non ha intenzione di presentarmi” questo allungò la mano, stringendo quella di Kurt.
 
Blaine alzò gli occhi al cielo “Ci stavo arrivando, Lucas”. Kurt ridacchiò quando video l’espressione di Luke.
 
“Amici, questo è il mio fidanzato Kurt”. Il ragazzo si immobilizzò sentendo quella presentazione; quella parola di nove lettere che era appena scappata fuori dalla bocca di Blaine. Fidanzato. Non avevano ancora discusso della loro relazione, di come si sarebbero dovuti presentare agli altri, come chiamare quella cosa che stavano condividendo.
Non che a Kurt non piacesse il modo in cui quella parola suonasse pronunciata dalle labbra di Blaine, ma era qualcosa di totalmente nuovo per lui. Non era mai stato considerato come il fidanzato di qualcuno e nessuno aveva mai tenuto abbastanza a lui per chiamarlo così.
 
Blaine non sembrò notare che Kurt fosse pensieroso. Continuò a parlare e Kurt venne risvegliato dalla sua trance solo quando sentì un braccio attorno alla sua vita che lo invitava ad entrare in cucina.
 
“Ha cucinato Kurt, è uno chef molto più bravo di me” Blaine notò come Kurt si stesse noscondendo dietro di lui, come aveva fatto Carla qualche minuto prima.
 
“Sembra delizioso” si complimentò Stacy. Prese in braccio Carla e le spostò la mano quando la piccola cercò di prendere delle fragole “Non ancora, Carla”.
 
Kurt sorrise verso la madre e la figlia. Aveva sempre amato i bambini e la loro vita meravigliosa. Erano tutti così innocenti, non avevano preoccupazioni. Vedevano il bene in tutto. Amava la loro immaginazione, che però sembrava scomparire con il passare degli anni.
Se c’era una cosa che spaventava Kurt era la paura di non riuscire ad avere un figlio tutto suo un giorno. Una piccola bimba con boccoli biondi e guanciotte rosa, o un bimbo con i capelli scuri e le mani cicciotte e le ginocchia sporche e sbucciate. Voleva un bimbo da poter crescere senza nessun pregiudizio verso gli altri, un po’ come l’aveva cresciuto sua madre. Voleva crescere un bimbo in grado di notare le piccole, meravigliose cose della vita nonostante tutto il materialismo del mondo.
 
I sei iniziarono ad incamminarsi in sala, Stacy aiutò Carla con il seggiolone, e poi tutti sedettero ai loro posti. La sala da pranzo di Blaine non veniva usata molto spesso. Quando era solo non aveva bisogno di sedersi a tavola per mangiare la cena. Era molto più semplice cuocere nel microonde il cibo preconfezionato e mangiarlo in un piatto di plastica o nei contenitori take away seduto sul divano davanti al suo tavolino da caffè. Un paio di sere al mese non usciva nemmeno dal suo ufficio per cena, ma non succedeva molto spesso.
 
“Quindi Kurt, stai trattando bene il mio uomo?” domandò Luke dopo avergli tirato una pacca ed essersi infilato un pezzo di pollo in bocca.
 
“Io...io...” Kurt iniziò a balbettare, forse perchè Luke aveva chiamato Blaine il “mio uomo” o perchè stave ancora processando il fatto del fidanzato, non lo sapeva bene.
 
“Devi scusarlo” Blaine si avvicinò sussurrandogli nell’orecchio “A volte è un po’ schietto” poi guardò le labbra ricoperte di salsa barbecue dell’amico “E anche un po’ sciatto” aggiunse massaggiando un po’ la gamba di Kurt per cercare di calmarlo.
 
“Non posso farci nulla. Conosci tuo padre. Se dovessi comportarmi così in ufficio, mi avrebbe già licenziato. Devo lasciar uscire il vero me stesso ad un certo punto” Luke si difese ma pulì comunque la salsa dalla bocca con il palmo della mano.
 
“Quindi, Kurt, che lavoro fai?” Stacy cambiò argomento e Kurt la guardò sollevato “Io...ehm...” improvvisamente si ricordò la conversazione avuta con Blaine la settimana precedente quando gli aveva detto che suo padre avrebbe disprezzato il suo lavoro, ed esitò nel rispondere.
Ma questi erano gli amici di Blaine, potevano lavorare nella compagnia di suo padre, ma questo non significava che la pensassero allo stesso modo.
 
“Sono un assistente di volo. E’ così che io e Blaine ci siamo conosciuti”.
 
“Sembra un lavoro emozionante” disse Johan cercando di fare del suo meglio per includere Kurt nel gruppo “Ti piace?”
 
“Le persone non sono sempre gentili, e mi sto annoiando a vedere sempre la stessa cosa - ossia l’aeroporto di Los Angels - ma è un buon lavoro. Ma è sempre una sorpresa positiva quando mi mandano in qualche posto nuovo”
 
“Hanno mai provato a cambiarti tratta definitivamente?” domandò Stacy.
 
“Non spesso, ma...” Kurt guardò verso Blaine “Ehm, la mia compagnia mi ha recentemente chiesto se voglio provare a volare avanti e indietro in Ohio invece che a Los Angeles, ma non ho accettato” Kurt nascose il viso dallo sguardo di Blaine e prese una cucchiaiata di patate con nonchalance.
 
“Perchè hai rifiutato?” domandò Blaine dopo un lungo momento di silenzio.
 
Kurt rispose “L’aumento dello stipendio non era poi tanto grande. Mi-mi piace Los Angeles e...”
 
“C’era un aumento?” lo interruppe Blaine, facendo cadere il cucchiaio che risuonò per tutta la cucina quando colpì il piatto “La tua famiglia è in Ohio!” la voce del ragazzo stava aumentando di tono.
 
“Oh, la tua famiglia? Raccontaci qualcosa di loro” Stacy cercò di cambiare argomento, sentendosi in colpa per aver causato tutto quello.
 
“Non sarei stato comunque in grado di vederli. Ho a malapena il tempo di mangiare tra un volo e l’altro”
 
“L’email dell’altro giorno, era riferita a questo? Sapevo che qualcosa non andava e mi hai mentito dicendo che era una foto da parte di Rachel, non è vero? Non volevi che sapessi cosa stesse succedendo. Qual è il vero motivo per cui hai rifiutato di cambiare i tuoi voli, Kurt? L’Ohio è più vicino e a Los Angeles non c’è niente di speciale. Ti prego, dimmi che non l’hai fatto per me”.
 
“Tu hai cambiato l’orario del volo per me!” gli fece notare Kurt.
 
“Si ma questo non ha influito sulla possibilità di guadagnare più soldi o di vedere la mia famiglia! Kurt, non avresti dovuto farlo, non sappiamo nemmeno se la nostra -”
 
“Cosa? La nostra storia non funzionerà? Non staremo insieme a lungo? Questa è un mia scelta Blaine, e ho fatto quello che volevo fare. Sono felice con i miei orari e il modo in cui mi vanno le cose”
 
“Non puoi essere felice! Non sei mai in grado di passare del tempo con la tua famiglia, e avresti potuto avere più soldi per fare quello che ti piace”
 
“Pensavo che mi avessi detto che non tutto ruota intorno ai soldi”
 
“Esatto, ma-”
 
“No. Niente ma. Ho bisogno di aria. Scusate” Kurt si alzò e spostò la sedia indietro “E’ stato bello conoscervi” disse alle tre facce sconvolte che lo stavano guardando, prima di uscire sul balcone, chiudendosi la porta alle spalle.
 



*Marche Americane di cereali



Free Talk

Ecco a voi il nuovo capitolo! Spero che vi piaccia e che appreziate il mio lavoro di traduzione!
Se vi va lasciate un segno del vostro passaggio!

Per qualsiasi dubbio vi rimando alla mia pagina FB autrice: qui 

A settimana prossima
baci
Ottavia

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Kurt sapeva di essere rimasto sul bancone di Blaine per più di un ora, ma non poteva tornare dentro ad affrontare i suoi amici che aveva incontrato da poco.
Tuttavia non era completamente colpa sua, aveva incasinato una serata che era così importante per Blaine. Una serata nella quale due diverse parti della vita di Blaine dovevano incontrarsi e diventare una cosa sola. Si sentiva in colpa per aver messo in imbarazzo lui e se stesso di fronte agli ospiti, ma una parte di lui sapeva che doveva dire quello che aveva detto.
 
Il sole stava tramontando e l’aria stava iniziando a diventare fredda quando sentì la porta di vetro aprirsi dietro di lui e una coperta avvolgergli le spalle. Guardò di lato e vide Blaine inginocchiarsi sul pavimento affianco a lui. Rimasero seduti per alcuni minuti prima che Blaine iniziò a parlare “Jonah e Stacy sono dovuti tornare a casa per mettere Carla a letto e Luke è andato con loro, ma mi hanno detto di dirti che è stato bello conoscerti. Sperano di poterlo fare ancora qualche volta. Cena e tutto il resto”
 
Kurt non rispose fece semplicemente un cenno con la testa. Affondò il viso nelle ginocchia che erano vicino al suo corpo. Blaine si avvicinò lentamente e avvolse un braccio alla spalla di Kurt tirandolo a se. “Mi spiace, Blaine. Io – Io non dovevo farlo. Parlarti in quel modo. Non era il momento giusto”.
 
“Shhh. E’ anche colpa mia. Non avrei dovuto reagire così. Hai ragione è la tua vita non la mia. Non ho diritto di dirti cosa farne o come viverla, è solo che mi preoccupo per te. Voglio solo essere sicuro che tu faccia tutto quello che ti possa rendere felice perchè io voglio che tu lo sia. Ti meriti tutta la felicità del mondo. Kurt guardami per favore”. Quando gli occhi di Kurt incontrarono ancora i suoi Blaine continuò “Kurt la tua famiglia è in Ohio e un aumento sarebbe stato ottimo per te. Avresti avuto un po’ più di soldi per tornare a casa e vederli. Avresti potuto vedere crescere tua nipote. Non ci conosciamo da molto, ma so quanto è importante per te la tua famiglia, e non voglio che tu perda questa opportunità per essere il mio assistente di volo”.
 
“Blaine, non è così. L’aumento è l’unica cosa buona del lavoro in Ohio, ma non è così importante. Sono felice dove sono. Lavoro solo tre giorni a settimana, a volte quattro o cinque, e in più posso trascorrere il mio tempo sui voli con te. Per favore devi capire che ci ho pensato molto. Ho anche fatto una lista dei pro e contro e i pro erano molto più numerosi”. Kurt si strofinò lungo il fianco di Blaine e il calore del suo corpo in contrasto con l’aria fredda che lo circondava lo fece stare bene. “E non scusarti per avermi dato la tua opinione. A volte è esattamente quello che qualcuno a bisogno di sentirsi dire. Non avrei dovuto arrabbiarmi così tanto dato che ti stavi solo preoccupando per me. E’ solo che non ci sono abituato”.
 
Blaine affondò il viso nei capelli Kurt e gli baciò la fronte “Non intendevo questo, comunque. Riguardo al fatto che non staremo insieme per molto. Voglio solo che tu pensi prima a te stesso e non ti preoccupi di me. Potresti non essere abituato alle persone che tengono a te, ma io non sono abituato a lasciar andare le cose”.
 
“Mi spiace che i tuoi amici abbiano dovuto assistere a questo”.
 
“E’ okay sono abituati. Luke litiga sempre con i suoi fidanzati; ecco perché è ancora single”.
 
“Ah perché è gay?” domandò Kurt, scioccato, sentendosi un po’ in ansia ora che sapeva che Blaine era così amico con qualcuno che avrebbe potuto portarglielo via.
 
Blaine semplicemente scosse le spalle “Sì, man mano che lo conosci diventa sempre più ovvio”.
 
“Prima quando me lo hai presentato, mi hai chiamato il tuo fidanzato” Kurt inclinò la testa così da vedere meglio Blaine.
 
“Oh. E’ – è okay per te? Io – io non intendevo niente di particolare. Ho semplicemente pensato che…Nel senso, ci siamo baciati e siamo usciti insieme” Blaine stava balbettando, parlava velocemente senza fare pause per respirare. “Pensavo che ti piacesse stare con me più che da semplici amici. Mi spiace. Non avrei dovuto dire niente. Possiamo dimentica –“
 
Kurt mise un dito sulle labbra di Blaine per zittirlo “Vuoi che sia il tuo ragazzo?”. Blaine annuì lentamente. “Bene perché io voglio che tua sia il mio, Signor Anderson”.
 
Il sorriso di Blaine era così grande da illuminare tutta la città “Mi sento onorato di poter uscire con il Signor Kurt Hummel”.
 
“E fai bene. Non lascio questo onore a tutti”. Kurt si lasciò scappare un sospiro. “Non penso che dobbiamo dirlo in giro, almeno non ancora. Ho solo paura che i miei capi non siano contenti se mi vedo con qualcuno dei miei passeggeri. Sembra una specie di film scandalistico”. Rise.
 
“Se è questo quello che vuoi. Come ho detto, voglio solo che tu sia felice” Blaine strinse Kurt il più vicino possibile e iniziò a baciarlo, questa volta senza preoccuparsi di essere gentile o dolce. Il bacio era passionale, trasmetteva tutte le emozioni che Blaine aveva cercato di tenere dentro di sé. Le labbra di Kurt si muovevano contro le sue in un modo che non aveva mai sperimentato con nessuno e dei brividi gli percorsero la schiena. Le loro lingue si trovarono iniziando ad esplorarsi mentre le loro dita si allacciarono e la mano libera di Blaine andò ad accarezzare il viso di Kurt. Blaine si sentiva intossicato e fece molta fatica a separarsi.
 
Kurt guardò attraverso la porta di vetro in cucina, notando l’ammasso di piatti e di pentole vicino al lavandino. “Ti va di pulire? Ti posso aiutare”.
 
Blaine lasciò Kurt e prese la coperta mentre si alzava, aiutandolo a mettersi in piedi “Grazie per stasera. Le cose forse non sono andate come pianificato, ma gli sei veramente piaciuto”.
 
Kurt non disse una parola, ma invece entrò in cucina lasciando Blaine perdutamente innamorato sul balcone.
 

***

 
Più tardi quella sera si ritrovarono abbracciati sul divani, finalmente in grado di finire la loro maratona di Harry Potter-  Kurt aveva portato con sé i dvd per l’evenienze. Il ragazzo guardò le familiari scene che scorrevano sullo schermo della televisione di Blaine, e si rese conto di essere veramente stanco solo quando poggiò il capo sulla spalla di Blaine. I suoi occhi si chiusero involontariamente ma li riaprì in fretta.
 
“Stanco?” domandò Blaine. Il ragazzo aveva il suo braccio destro avvolto attorno al corpo di Kurt e le dita della sua mano che giocavano sul palmo aperto della mano sinistra di Kurt.
 
Kurt alzò la testa a sufficienza per guardarlo negli occhi “Non ho dormito molto nelle ultime notti. Ma non è un grande problema”.
 
“Tutto ok?” domandò Blaine preoccupato.
 
“Sì, non preoccuparti. Ho solo molti pensieri per la testa”
 
Blaine si avvicinò e prese il telecomando per mettere in pausa il film “Vuoi parlarne?”.
 
Kurt si sollevò lentamente appoggiandosi ai suoi gomiti “Stavo pensando a te” la bocca di Blaine formò un “Oh” ma nessuna parola fuoriuscì dalle sue labbra “Posso farti una domanda?”
 
“Naturalmente” Blaine gli diede un bacio sulla tempia.
 
“Quante relazioni hai avuto? Serie, intendo”
 
Blaine si mosse a disagio spostando lo sguardo. Non si aspettava che quella domanda uscisse dalla bocca di Kurt, almeno non ancora. Sapeva che ne avrebbero dovuto parlare, che sarebbe saltato fuori prima o poi in una delle loro conversazioni; argomenti di questo genere non si potevano tacere. Ma non era ancora pronto per parlarne. Non andava fiero del suo passato e non gli piaceva parlarne spesso, in più aveva paure che scoprendo la verità a Kurt sarebbero venuti dei ripensamenti. “Una” finalmente disse iniziando a fissare l’immagine sulla televisione.
 
Kurt iniziò a parlare delle sue esperienze personali, dato che aveva capito che Blaine non voleva raccontare delle sue relazioni passate. “Non ho mai avuto una storia seria. Sono uscito con dei ragazzi ma mai più di qualche settimana. Non era una cosa di cui sentivo il bisogno, almeno fino a quando non ti ho incontrato. Forse può sembrare sciocco pensare ad un futuro con qualcuno che conosci solo da un paio di settimane, ma mi sembra come se nuove possibilità mi si siano aperte davanti. Possibilità che non sapevo neanche di volere”.
 
“Hai – hai intenzione di scappare anche da questa relazione?” Blaine era preoccupato di ritrovarsi con il cuore spezzato perdendo per sempre il ragazzo che gli stava insegnando ad amare, ad amare veramente.
 
“Cosa? No!” Kurt si sedette “Blaine non devi preoccuparti di questo. Quei ragazzi con cui sono uscito, semplicemente non erano giusti per me. Ecco perché non sono mai andato a fondo. Li ho scelti appositamente perché sapevo a prescindere che una volta conosciuti meglio si sarebbero rivelati esattamente l’opposto di quello che desideravo. E’ stato facile lasciarli andare. Invece sarebbe davvero difficile permetterti di andartene dalla mia vita. Tu sei esattamente quello di cui ho bisogno. Mi spaventa a morte, ma mi sembra così giusto. Quindi per favore, non preoccuparti di questo okay?”.
 
Blaine obbligò Kurt a tornare sdraiato di fianco a lui e lo baciò velocemente “Oggi è stata una bella giornata per noi, non pensi? Questa è tipo la nostra prima vera conversazione, per lo meno riguardo alle relazioni e al nostro futuro”
 
“Sì. E’ stato bello. Mi sento meglio ora che le cose sono chiare” Kurt sorrise nella maglietta di Blaine.
 
“Siamo pronti per finire il film?”
 
“Stanco” sbadigliò Kurt e chiuse di nuovo gli occhi.
 
Blaine schiacciò play comunque, consapevole che ci sarebbero voluti pochi minuti prima che Kurt si addormentasse tra le sue braccia.
 

***

 
“Che cos’è?” Kurt era seduto sul divano di Blaine dopo il lavoro la sera successiva, quando il ragazzo uscì dalla sua stanza con una scatola. Quando Kurt notò il logo familiare lo guardò come se fosse pazzo.
 
“Twister” aprì la scatola sul tavolino togliendo il coperchio “Su dai! Non hai mai giocato quando eri piccolo? Sarà divertente”. Aprì il tappeto di plastica sistemandolo sul pavimento. Dopo aver preso lo spinner*, si tolse le scarpe e salì sul tappeto girando la freccia di plastica “Piede sinistro sul blu” guardò Kurt e aspettò che si alzasse.
 
“Ma sei serio?” Kurt rise.
 
“Non scherzerei mai riguardo ad una cosa del genere. Ora alzati e vieni qui”. Kurt seguì il consiglio mettendo il suo piedi sinistro sul cerchio blu affianco a quello di Blaine. Il moro fece altri cinque turni prima di passare lo spinner a Kurt “E’ il tuo turno”.
 
Kurt sospirò, ma lo prese comunque dalle mani di Blaine e girò la freccetta nera “Mano destra sul rosso”. Blaine immediatamente raggiunse il cerchio rosso davanti a Kurt e ci mise sopra la mano “Hey! Hai rubato il mio cerchio!”.
 
“Cosa intendi con il mio cerchio?”
 
“Intendo che quello è il mio cerchio. Se tu stai qui, è impossibile che io riesca a raggiungerne un altro”
 
“Non è impossibile. E’ solo una sfida. Puoi sempre strusciarti sopra di me” Kurt lo guardò annoiato. “Hey, io sono qui per vincere”
 
“Se cado, cadrai con me”
 
“Questo è tutto da vedere” disse Blaine mentre Kurt iniziava ad arrampicarsi sulla schiena del moro. Prima che il ragazzo riuscì a mettere la mano sul tappeto sentì qualcosa pizzicarlo sul fianco. Squittì e prima di riuscire a realizzare che erano le dita di Blaine era già troppo tardi. Perse l’equilibrio a causa del solletico, cadendogli addosso “Penso che sia un pareggio” dichiarò Blaine.
 
“Penso che tua sia un imbroglione!” Kurt gli fece la linguaccia, ma si sedette tra le sue gambe appoggiando la schiena contro il suo petto. Blaine avvolse le braccia attorno allo stomaco di Kurt stringendolo forte a sé.
 
“Pensi veramente che non sia stato divertente” gli sussurrò Blaine nell’orecchio sollevando le mani e accarezzandogli i capelli “Te l’ho già detto quanto amo i tuoi capelli?”
 
“Non mi pare” disse Kurt tranquillamente lasciandosi andare al suo tocco.
 
“Beh, allora lo faccio adesso. Non cambiarli mai. Mi piace il modo in cui si arricciano dietro le tue orecchie. E’ carino, proprio come te” questa semplice frase fece sciogliere Kurt e un milione di farfalle svolazzarono nel suo stomaco. Era da un sacco di tempo che desiderava sentirsi chiamare così. “Adesso sei pronto per Willy Wonka?”.
 
“Willy Wonka? Questo è il tuo grande piano per la serata? Guardare un gruppo di Oompa Loompa ballare nella fabbrica di cioccolato?” ridacchiò Kurt appoggiando il capo sulla spalla di Blaine “Ottima idea. Lo sai, quando ero piccolo volevo essere un Oompa Loompa. Oppure sposarne uno, non sapevo decidermi”.
 
“Veramente? Beh allora sono un po’ offeso. Non sono un Oompa Loompa”
 
“Eh ma le cose cambiano. Un giorno ho scelto te invece di un Oompa Loompa” Kurt si alzò allungando la mano a Blaine. Una volta aiutato ad alzarsi, si sedette sul divano aspettando che Blaine inserisse il dvd “Sai, non ho nemmeno visto il nuovo film di Willy Wonka - Charlie e la Fabbrica di Cioccolato. Non si dovrebbero rifare mai i classici. E’ come se qualcuno cercasse di rifare Sound of Music o Dirty Dancing. Semplicemente è sbagliato”.
 
Blaine si sedette affianco a Kurt sdraiandosi sul divano, il più vicino possibile cercando comunque di rimanere comodi “A volte sei così buffo, ma ti do ragione. Non ti sei perso niente comunque, Johnny Depp è un po’ sopravvalutato”.
 
“Già. Poi non è neanche così bello” fece notare Kurt mentre Blaine ruotava gli occhi “Cosa c’è?”
 
“Niente. Non posso crederci che lo hai detto. Comunque non posso darti totalmente torto. Il mio tipo è più uno come Chris Pine”
 
“Ha dei bei occhi” disse Kurt “Non belli come i tuoi comunque. Se a te piacciano i miei capelli, io amo i tuoi occhi. Non mi stancherei mai di guardarli”
 
“Sei perfetto lo sai?” Blaine iniziò a fare dei cerchi con la mano sul suo fianco.
 
“Non è vero” rispose Kurt. Blaine gli baciò la fronte prima di tornare a guardare il film. Non c’era nient’altro che avrebbe voluto fare.
 

***

 
“Ho un idea” Kurt disse quando Blaine rientrò in sala con due bacinelle di popcorn. A film finito i due erano rimasti abbracciati sul divano con una coperta avvolta intorno ai loro corpi. Dopo circa dieci minuti di silenzio dove i due si erano beati semplicemente della loro presenza, Blaine si sedette facendo fare lo stesso a Kurt. I due avevano sete per questo il moro era andato velocemente in cucina.
 
“Che idea è?” domandò mentre si sedeva sul divano vicino a Kurt guardandolo e incrociando le gambe. Blaine gli passò una coca prima di berne un sorso dalla sua. Anche Kurt incrociò le gambe mettendo le mani sulle ginocchia “Dovremmo andare in un pub stasera” suggerì “Nel senso, non voglio ubriacarmi ma voglio semplicemente uscire. Non riesco neanche a ricordami l’ultima volta in cui mi sono lasciato andare per una notte. Comunque…non dobbiamo farlo se non vuoi”
 
“Naturalmente possiamo andare. Conosco anche il posto perfetto” disse mettendo una mano sopra a quella di Kurt.
 
“Conosci i posti giusti? Dovrei preoccuparmi?” scherzò Kurt.
 
“Non bevo quindi non penso che tu ti debba preoccupare”
 
“Mai?”
 
“Non più”
 
Kurt capì che c’era qualcos’altro ma scacciò la sensazione. “Smetti di darmi motivi per pensare che tu sia perfetto. Nessuno dovrebbe esserlo”
 
“Non lo sono. Ora andiamo. Dobbiamo attraversare Central Park per arrivare. Ti porterò in questo pub, ma voglio passare un po’ di tempo con te mentre sei sobrio.” Disse Blaine alzandosi e dirigendosi verso l’armadio.
 
“Non mi lamento di passeggiare con te per Central Park, ma te l’ho già detto che non voglio ubriacarmi. Sono solo le 7.00. Prenderò solo un drink e poi ce ne andremo”
 
“Ora dici cosi ma aspetta e vedrai” lo contraddì Blaine. Il ragazzo mise le sue scarpe e afferrò le loro giacche mentre Kurt si allacciava gli stivali alti.
 
“Hai così poca fiducia in me!” Blaine gli porse la giacca e Kurt ci infilò dentro le braccia. Le loro mani si unirono e i due uscirò dall’appartamento, fermandosi solo per chiudere la porta.
 
Quando finalmente arrivarono in strada, Blaine mugugnò in disappunto. Kurt guardò in cielo notando delle nuvolone scure e alcune goccioline di pioggia gli bagnarono il viso “Mi sa che dovremo prende un taxi”
 
“No” Kurt lo prese per un braccio spingendolo verso la strada e stringendosi a lui il più possibile “Andiamo a piedi lo stesso. Quando è stata l’ultima volta che hai camminato sotto la pioggia? Nel senso, le persone lo fanno sempre quando sono piccole ma mai da adulti. C’è qualcosa di magico per me nel camminare insieme per Central Park. Mi sembra sempre di condividere con te una parte di me stesso che solo tu sei in grado di capire. Sarà divertene, cosa ne dici?”
 
Blaine avvolse le sue braccia intorno alla vita di Kurt, i loro corpi erano talmente vicini che Kurt poteva sentire il cuore di Blaine battere, nonostante i numerosi strati tra di loro. Si immaginò che anche Blaine potesse sentire il suo, dato che aveva la capacità di farlo sentire nervoso e a sua agio nello stesso tempo.
 
“Penso che sia un ottima idea. Ma è meglio che ci sbrighiamo comunque. Abbiamo una lunga serata davanti a noi”.
 
Nel momento in cui raggiunsero Central Park, la pioggia era aumentata. La giacca di Kurt era fradicia e poteva sentire l’acqua fredda entrargli nei pantaloni. Saltarono in ogni pozzanghera e Blaine lo tenne per mano per tutto il tempo, nel frattempo il sole era calato all’orizzonte e le uniche luci nel parco erano quelle dei lampioni situati periodicamente ai lati del sentiero.
Quando finalmente smisero di correre, Blaine tirò Kurt più vicino a sé “Grazie per aver giocato sotto la pioggia con me” gli sussurrò questo nell’orecchio con un grande sorriso sul volto.
 
Blaine lo guardò negli occhi come se gli stesse chiedendo il permesso – temendo che Kurt avesse paura di baciarlo in pubblico. Kurt poggiò la sua fronte contro quella di Blaine e avvolse le sue braccia intorno a lui il più stretto possibile, intrecciando le dita dietro la schiena del ragazzo. Blaine si avvicinò e posò le sue labbra contro quelle di Kurt. Kurt poteva sentire la pioggia sulle loro bocche quando le labbra di Blaine si aprirono continuando il bacio. Il moro portò la mano destra sul viso del ragazzo approfondendo il bacio. Ma non appena le loro lingue si trovarono, Kurt si allontanò. Il bacio fu dolce, non troppo passionale ma per Kurt era perfetto.
Quando i due si separarono a sufficienza per guardarsi negli occhi nessuno di loro disse niente, ma non ce n’era bisogno. I loro sorrisi erano la conferma di quanto fossero felici in quel momento. Erano insieme, e per la prima volta, Kurt aveva qualcuno con cui mostrarsi in pubblico senza aver paura di essere additato. Aveva qualcuno che si sarebbe battuto per lui, il suo cavaliere dall’armatura scintillante, anche se poteva suonare smielato. Non era più a Lima, e soprattutto non era con qualcuno che lo cercava solo per una notte, come era abituato di solito.
 
Blaine finalmente ruppe il silenzio “Sei pronto per ubriacarti?”
 
“Sono pronto per un drink” rispose Kurt ruotando gli occhi.
 
“Penso proprio che questo drink avrà molto più effetto su di te di quanto tu possa immaginare” si allontanò un pochino di più prendendogli le mani e portandosele verso il viso baciandone i palmi.
 
“Lo vedremo” lo sfidò Kurt.
 

***

 
“Kurt, sbrigati, entra nel taxi”. Kurt sentì Blaine prenderlo per un braccio, obbligandolo a salire sulla macchina gialla. “Dobbiamo tornare a casa”
 
Kurt inciampò nel marciapiede, quasi cadendo a terra, ma Blaine lo afferrò e gli passò un braccio lungo il fianco sostenendolo. “Non vooooooglio andare a casa. Voglio giocare con la piooooggia” disse allungando le parole.
 
“La pioggia è finita. Andiamo. Entra” fece sedere Kurt sul sedile e lo seguì all’interno del taxi. Kurt sentì la mani di Blaine toccargli il fianco, spingendolo un pochino per riuscire a sedersi affianco. Disse al guidatore l’indirizzo dell’appartamento mentre chiudeva la portiera.
 
“Stanco” disse Kurt poggiando la testa sul petto di Blaine.
 
“Saremo a casa presto” rispose.
 
“-Ono ‘briaco?”
 
“Shhh. Solo un pochino. Ti passerà in poco tempo” disse massaggiando il braccio di Kurt e appoggiandosi al finestrino. A Kurt sembrarono solo pochi minuti prima che Blaine lo fece entrare in casa. “Vai a sederti sul letto, sarò li tra poco”. Kurt andò incontro alla porta mentre cercava di togliersi il cappotto e si sedette sul letto. Nemmeno un minuto dopo Blaine apparve di fronte a lui slacciandogli le scarpe “Sdraiati per un momento okay? Riposati un po’, io sono in cucina se hai bisogno”.
 
Una volta lasciata la stanza, Kurt poggiò la testa su uno dei cuscini. Le ore successive furono molto confuse, non sapeva nemmeno quanto aveva bevuto e quanto erano rimasti al pub. Tutto quello che sapeva era il fatto che fosse un pochini brillo.
 
Kurt si sdraiò per dormire risvegliandosi due ore dopo quando Blaine entrò nella stanza per cambiarsi ed indossare una tuta. Il ragazzo si avvicinò al letto e Kurt lo guardò “Oh, mi spiace per averti svegliato” disse indossando velocemente dei pantaloni sopra i boxer e sedendosi sul bordo del letto.
 
“E’ okay. Mi spiace di aver bevuto così tanto”
 
“In realtà hai preso un solo drink. Ma era molto grosso ed hai chiesto doppia tequila. Sapevo che avrebbe avuto molto più effetto di quanto tu avessi potuto immaginare” rise.
 
“Avrei dovuto ascoltarti”
 
“E’ tutto okay. TI stavi divertendo ed io ero li per tenerti d’occhio. Questo è quello che conta” Blaine si sdraiò sul letto appoggiandosi sul cuscini di fianco a Kurt “Stavo per venire a letto ma se vuoi fare altro, posso stare sveglio”
 
“Non preoccuparti ho un gran mal di testa ora. Dovrei cercare di dormire”
 
“D’accordo. Beh se cambi idea svegliami pure”. Quando Blaine alzò la coperta e si infilò sotto Kurt iniziò a muoversi ma l’altro lo fermò “Perché…perché non ehm…stai qui stanotte?”
 
Kurt lo guardò, cercando di capire quello che gli stesse dicendo “Con te?”
 
“Sì nel senso, sei già qui, e questo letto è molto più comodo del divano” Blaine fece una pausa “Ma nel senso, se ti mette a disagio dimentica pure quello che ti ho detto”
 
“No” Kurt si avvolse sotto le coperte vicino a lui “Grazie per la serata” disse avvicinandosi per dargli un bacino sulle labbra.
 
“Prego, è stata definitivamente una delle miei preferite. Almeno per la prima metà”
 
“Cosa? Vuoi dire che non ti piace prenderti cura della mia sbronza?”
 
“No, mi piace prendermi cura di te. Mi riferivo al fatto che hai cercato di pomiciare con me nel mezzo del bar. Anche se eravamo in un locale gay, non sono mai stato un tipo che ama ostentare la propria relazione in pubblico”
 
Kurt arrossì “Sul serio? Mi spiace”
 
“Sì. Ecco perché è stato così difficile farti salire sul taxi. Dovevo aiutarti a stare in piedi, ma ogni volta che mi avvicinavo cercavi di infilarmi la lingua in bocca, e questo rendeva difficile camminare”
 
“Oh mio dio. Non berrò mai più” disse Kurt coprendosi la faccia e affondando nel petto di Blaine.
 
“Puoi bere ancora. Solo che non devi prendere la tequila in pubblico”
 
“Hai veramente intenzione di venire ancora in un pub con me? Ti rendi conto che sei pazzo?”
 
“E’ stato divertente. Oltretutto non era tanto male. Se non fossimo stati nel bel mezzo di una stanza piena di gente, non penso ti avrei fermato”
 
“Sul serio?” disse Kurt mettendosi in una posizione più comoda “Non siamo in pubblico ora…” disse e un sorrisetto spuntò sul suo volto.
 
Blaine si avvicinò e Kurt sentì le loro labbra scontrarsi “Hai ragione non lo siamo” mugugnò Blaine. Kurt in realtà non si aspettava che lui seguisse il suo consiglio, ma Blaine afferrò il suo viso e il ragazzo sentì la sua lingua accarezzare i contorni delle sue labbra. Quando Kurt aprì la bocca, Blaine infilò la lingua succhiandogli il labbro inferiore. Il bacio era umido e il fatto che Kurt fosse ancora mezzo ubriaco non aiutava affatto. Blaine a fatica si separò da lui e i suoi occhi incontrarono quelli di Kurt come per chiedere il permesso per continuare. Kurt poggiò di nuovo le sue labbra contro quelle di Blaine, ma questa volta infilò la sua lingua nella bocca dell’altro. Le loro gambe si intrecciarono e Kurt affondò la sua mano destra tra i ricci del ragazzo. Blaine si staccò prima che qualsiasi altra cosa potesse succedere, ma lasciò la sua fronte contro quella di Kurt “Potrei abituarmi a questo” disse, dando a Kurt un altro bacio molto più casto di quello di prima.
 
“Lo penso anche io”. Queste furono le ultime parole che si scambiarono quella notte prima di addormentarsi.
 

***

 
“Merda!” Blaine si alzò sentendo imprecare Kurt “Merda merda merda”.
 
Il ragazzo afferò Kurt per un braccio e lo portò vicino a sé sul letto “Che problema c’è?”
 
“Blaine sono le 5.45 e devo lavorare oggi. Devo essere in aeroporto in 45 minuti e devo passare da casa a prendere la divisa”
 
“Sei adorabile con quel cappellino” disse Blaine ammiccando e godendosi il pensiero di questa immagine nelle sua testa.
 
“Non cercare di farmi sentire meglio” si avvicinò baciandolo “Prendo un taxi per andare a casa e ci vediamo più tardi”
 
“Aspetta” Blaine lo fermò “Fammi cambiare che vengo con te”
 
“Blaine io –“
 
“Dammi cinque minuti okay?”
 
Kurt annuì silenziosamente e Blaine scomparve nella cabina armadio. Kurt impaziente tamburellava le dita sulle ginocchia senza togliere gli occhi dalla porta fino a quando Blaine non comparve vestito. Nel momento in cui raggiunsero il taxi avevano ancora 37 minuti per essere in aeroporto. Arrivarono all’appartamento di Kurt ad un orario ragionevole e il ragazzo lanciò le chiavi della macchina a Blaine.
 
“Cosa servono?” domandò Blaine ispezionando le piccole chiavi argento nella sua mano.
 
“Puoi prendere la mia macchina mentre mi cambio? E’ nel mio solito parcheggio” saltò fuori dal taxi ma infilò la testa oltre il finestrino “Puoi venire a prendermi di fronte all’appartamento e portarmi all’aeroporto mentre io mi vesto”
 
“Ma io –“
 
“Ti prego? Dobbiamo essere in aeroporto in 25 minuti”
 
“O – Okay. Ti aspetto qui” si arrese Blaine consapevole che avrebbe fatto qualsiasi cosa gli avrebbe chiesto il ragazzo. Odiava il fatto che avesse ancora paura che Kurt scappasse, che gli chiedesse di andarsene perché non era abituato ad una relazione, e sapeva che se queste parole fossero uscite dalla sua bocca non avrebbe potuto fare altro che obbedire. Kurt non era abituato a far affidamento su qualcuno e a dirla tutta Blaine aveva paura a fidarsi degli altri.
 
“Grazie” disse Kurt in riposta salendo le scale dell’appartamento.
 
Blaine pagò il taxi e uscì dalla vettura per cercare la macchina di Kurt. Non ci mise molto – erano nell’esatto posto in cui Kurt l’aveva parcheggiata nelle ultime due settimane. Infilò la chiave nel quadro accendendola. Non era la prima volta che guidava la macchina di qualcun altro, ma non aveva mai guidato quella di Kurt, in più era da tempo che non guidava a New York – era più comodo prendere i taxi – e tutto quello che sperava era di arrivare in aeroporto senza problemi.
 
Girò la macchina sotto l’appartamento di Kurt e vide che quello lo stava aspettando vestito con i suoi pantaloni e la camicia bianca, le scarpe ancora slacciate, la giacca e il cappellino in mano.
 
“Grazie mille Blaine” Kurt si infilò nel sedile del passeggero, iniziando ad allacciarsi le scarpe “Abbiamo 18 minuti. A meno che troviamo traffico, dovremmo farcela”
 
Blaine mise una mano sulla gamba di Kurt “Devi ammettere che abbiamo dormito bene stanotte”
 
“Sì, perché io era ubriaco e mi sono addormentato profondamente” disse infilandosi la giacca ed abbottonandosela.
 
“Quindi non ha niente a che fare con il fatto che hai dormito insieme a me?” disse Blaine con i suoi grandi occhi da cucciolo.
 
“Forse un pochino” Kurt lo raggiunse spostandogli un ricciolo dalla fronte “Lo sai non sei così elegante oggi, Signor Anderson. Le persone in ufficio potrebbero domandarsi cosa sta succedendo”
 
“Gli dirò loro che ho incontrato questo terribile assistente di volo che mi ha fatto talmente impazzire da farmi infilare le mani nei capelli”
 
Kurt ruotò gli occhi e prese la mano di Blaine poggiandola sul cambio “Se mio padre sapesse che mi vedo con un tipo così scontroso, mi obbligherebbe a lasciarti”
 
“Aspetta, nemmeno tuo padre sa di noi?” Blaine spostò un momento gli occhi dalla strada per guardare Kurt, volendo vedere il suo viso a quella risposta.
 
“Beh no. Eravamo d’accordo di non dirlo a nessuno”
 
“Ma è tuo padre. I miei amici lo sanno!”
 
“Sì, ma l’hanno saputo prima di me. Mi hai presentato come tuo fidanzato ancora prima di dirmelo”
 
“Ma i tuoi famigliari non sono persone qualunque. Cosa succederebbe se venissero a New York per farti visita? Mi chiuderesti da qualche parte mentre loro sono con te? Non ho diritto ad incontrare le persone che sono più importanti per te? Ti vergogni di me?”
 
“Cosa? Perché dovrei vergognarmi?” Kurt strinse la mano di Blaine ma questo la spostò velocemente “Blaine, non pensavo che fosse così importante per te. Glie lo avrei detto se lo avessi saputo. E’ solo che…mio padre può essere iperprotettivo. Non abbiamo mai veramente parlato di ragazzi e non gli ho mai portato a casa un fidanzato. Sono solo preoccupato di come potrebbe reagire”
 
“Beh l’ultima volta che ho incontrato i genitori di qualcuno, non gli sono piaciuto e mi hanno quasi buttato fuori di casa. Non può andare peggio” gli occhi di Blaine si incupirono ma immediatamente si pentì di aver menzionato quella piccola parte del suo passato.
 
“Cosa intendi? Cos’è successo?” Kurt allungò la mano con il palmo verso l’alto, ma la ritirò, dato che Blaine non la prese.
 
“Niente, non avrei dovuto dire niente”
 
“Blaine, cosa fai il giorno del Ringraziamento?” domandò Kurt infine.
 
Blaine lanciò qualche sguardo a Kurt prima di scuotere la testa “Non lo so. Mio padre ci da una settimana di vacanza ma lui lavora comunque. Solitamente uso quei giorni per portarmi avanti con il lavoro”
 
Kurt allungò la mano ancora una volta, Blaine lo guardò per alcuni secondi prima di afferrarla “Ti va di venire a casa mia? Non al mio appartamento a New York, ma in Ohio. Voglio farti conoscere mio padre, Elizabeth, Rachel e Finn. Incontrerai anche Carole, si innamorerò di te” Blaine strinse la mano di Kurt. “Oh gira a sinistra qui. Dobbiamo parcheggiare nei posto riservato agli impiegati” disse Kurt quando notò che erano arrivata all’aeroporto “Quindi cosa dici? Ti va di passare la settimana con me?”
 
Il respiro di Blaine gli si bloccò in gola, ma quando riuscì a respirare e ad allentare la presa nella mano di Kurt rispose “Non devi”.
 
“Ma voglio” si avvicinò per posare le testa sulla spalla di Blaine e sorridendo disse “Per favore?”
 
Ecco ancora quello sguardo: quello a cui Blaine non sapeva resistere. Sapeva che non sarebbe riuscito a contraddirlo “Mi piacerebbe”.
 
“Grande. Prenoterò il volo quando arriverò a casa” baciò Blaine sulla guancia prima di tornare composto “Devi mostrargli la mia carta d’identità quando entri nel parcheggio dipendenti”.
 
Entrarono nel parcheggio e Blaine trovò un posto abbastanza vicino all’ingresso. Si slacciò la cintura e fece per aprire la portiera.
 
“Cosa stai facendo?” domandò Kurt.
 
“Sto aprendo la porta” rispose Blaine come se Kurt fosse impazzito.
 
“Non puoi ancora entrare. Non possiamo farci vedere insieme. Vado prima io, tu potrai venire tra qualche minuto okay?” Blaine tolse la mano dalla maniglia e fece un cenno col capo “Grazie” si avvicinarono per un bacio “Ci vediamo sul volo. Ti aspetterò”.
 




 
* Ho lasciato la parola in inglese perché non sapevo come si chiamava in Italiano. Si tratta del cartoncino con la freccetta di plastica che serve per giocare a Twister.  Se sapete il nome esatto ditemelo che lo correggo.
Kurt e Blaine giocano in modo particolare (almeno diverso da come giocavo io!): a ogni turno si muovono entrambi sul tappeto, per questo motivo Blaine ruba il cerchio più vicino a Kurt per dispetto.


Free Talk

Anche questa settimana puntualissima! Brava Ottavia, Brava! :-)
Grazie a tutti quelli che seguono la traduzione, la recensiscono o la leggono e basta!
BUON NATALE E CI SENTIAMO SETTIMANA PROSSIMA!
Bacioni
Otty

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Link al capitolo originale


Capitolo 6
 
“Papà. Ciao. Sono io. K-Kurt”
 
Sì. Ti sento figliolo. Sei già arrivato?
 
“Ehm, sì. Sono sceso dall’aereo qualche minuto fa”
 
Oh. Hai bisogno che ti venga a prendere? Posso venire se è necessario
 
“No, non preoccuparti papà. Prendo un taxi” Kurt condusse Blaine nel famigliare aeroporto verso i bagagli. Quello rimase in silenzio, permettendo a Kurt di parlare con il padre che ancora non si immaginava di avere un ospite in più per il giorno del ringraziamento. Era il martedì prima della festività ed erano appena atterrati a Columbus con il volo di metà mattina da New York.
 
Quando pensi di arrivare?
 
“Uhm, verso le 2.30 all’incirca”. Le nostre valige mimò Kurt con la bocca a Blaine, quando i loro bagagli passarono sul nastro. Blaine mise a tracolla la borsa di Kurt e iniziò a trascinare la sua.
 
Perfetto. Spero che tu sia affamato. Carole ti sta preparando una cena di bentornato enorme solo per te
 
“Cena? Il ringraziamento è tra due giorni papà. Lo sai che non era necessario”
 
Ma è Carole. E’ felice di vederti proprio come lo sono io e penso che questo sia il suo tentativo di convincerti a tornare a casa più spesso
 
“Perfetto. Effettivamente siamo affamati. Non abbiamo fatto colazione”
 
Siamo?”. Burt pensava di aver capito male.
 
“Oh. Ehm, sì. Io-io ho portato qualcuno con me. Spero che non sia un problema” Kurt osservò Blaine che camminava paziente affianco a lui.
 
Uscirono dall’aeroporto e Blaine chiamò un taxi, sistemando le loro valigie all’interno, mentre Kurt si sedeva.
 
Kurt, se è un altro gatto, è meglio che Rachel non lo veda. Ti ricordi l’ultima volta -
 
“Papà” lo interruppe il ragazzo mentre Blaine si sedeva affianco a lui “Non è un altro gatto. Lui, ehm...si chiama Blaine” si sporse, prendendolo per mano accoccolandosi al suo fianco “Scusa se ti ho avvisato solo adesso, ma volevo che lo incontrassi”
 
E questo tipo, Blaine, chi è?
 
Kurt esitò. Questa era la conversazione che voleva fare di persona con suo padre. Gli avrebbe presentato Blaine come il suo ragazzo, e Burt avrebbe visto personalmente quanto fosse fantastico. Kurt non voleva dire telefonicamente a suo padre che il suo unico figlio stava portando a casa il suo prima ragazzo, ma sembrava non avesse altra scelta.
 
“Blaine è il mio...fidanzato” disse finalmente, lasciandosi sfuggire un profondo respiro.
 
Burt rimase in silenzio dall’altro capo e a Kurt sembrò che passasse un eternità, prima che il padre dicesse “Il tu-tuo fidanzato
 
“Sì. Il mio fidanzato” ripetè Kurt questa volta con un po’ più di sicurezza.
 
E...ti rende felice?
 
Kurt sorrise verso Blaine che gli stava gentilmente accarezzando il braccio. Il ragazzo stava guardando fuori dal finestrino la città sconosciuta, e Kurt osservò le sue lunghe ciglia scure, le sue labbra formare un piccolo sorriso e lo sentì mentre lo stringeva a sè con il braccio che aveva avvolto attorno alla sua vita “Sì papà”
 
Bene. Ti lascio...andare. Ehm, ci vediamo tra qualche ora?” Burt improvvisamente desiderò che Kurt avesse portato a casa un gatto. Sarebbe stato molto più semplice prepararsi ad un animale che ad un fidanzato. Fidanzato. La parola sembrava
così strana se associata a Kurt. Il suo Kurt. Il Kurt con cui prendeva il thè, a cui aveva insegnato ad andare in bicicletta. Lo stesso Kurt che aveva organizzato mini concerti nel loro salotto. Burt non pensava che Kurt avesse altri interessi nella vita come per esempio, l’amore.
 
“Perfetto. Ti voglio bene papà”
 
Anche io, Kurt”. Il figlio non si perse il modo in cui il tono di voce di suo padre si ruppe verso l’ultima parola.
 
“Ciao” Kurt chiuse la chiamata, mise via il cellulare in tasca e sbadigliò.
 
“Sei stato sveglio tutta la notte a preparare le valige e hai a malapena dormito. Perchè non ti riposi durante il tragitto in auto?” suggerì’ Blaine.
 
“Non voglio lasciarti solo per due ore”
 
“Starò bene. Mi sto godendo il paesaggio. E’ qualcosa di nuovo e diverso da New York” lo invitò a poggiare la testa sul suo petto e gli baciò i capelli, annusando il dolce sapore dello shampoo naturale al cocco di Kurt. Il ragazzo chiuse gli occhi e si accoccolò contro la maglietta di Blaine.
 
“Alla fine la parte peggiore è passata - hai detto a tuo padre di me”.
 
Kurt ridacchiò tranquillo “Se pensi che questa sia la parte peggiore, non sai cosa ti aspetta”.
 

***

 
Quando il taxi si fermò davanti a una delle tante case sconosciute per Blaine, il ragazzo baciò la fronte di Kurt e lo accarezzò su un fianco, consapevole delle due persone che li stavano osservando oltre le tende. Kurt si mosse e si lamentò un pochino, ma aprì gli occhi a sufficienza per dimostrare che fosse sveglio.
 
“Siamo arrivati dolcezza” Blaine lo obbligò a sedersi - nel corso delle due ore di viaggio, si era sdraiato con la testa sulle sue gambe. A Blaine naturalmente non dava fastidio, anzi aveva la possibilità di giocherellare distrattamente con le sue ciocche di capelli mentre guardava fuori dal finestrino.
 
Kurt si sedette guardando la casa “Siamo arrivati” sorrise improvvisamente molto più sveglio. “Andiamo. Dovrai incontrarli prima o poi”. Prese per mano Blaine e lo portò fuori dal taxi. Blaine pagò mentre Kurt prendeva i bagagli. Allungò il braccio con la mano aperta aspettando che Blaine la afferrasse e poi lo avvicinò a sè.
 
Kurt lo condusse lungo il vialetto superando alcune siepi di cespugli ben curati; il suo sorriso diventava sempre più ampio ad ogni passo che faceva verso la casa. Blaine stava diventando sempre più nervoso e il ragazzo sperò che Kurt non notasse quanto il suo palmo fosse sudato o che i suoi battiti erano accelerati. Incontrare i genitori di qualcuno era un passo importante per ogni relazione, ma per Blaine era sempre una delle esperienza che mettevano più a dura prova i suoi nervi.
 
Blaine era ferito. Era perseguitato dalle esperienze, dagli errori e dai rifiuti del suo passato.
Aveva paura che la famiglia di Kurt, anche se era d’accordo con le sue scelte sessuali, potesse non accettarlo, perchè desiderava di più per il figlio.
 
“...che è esattamente lo stesso che piantò mia mamma quando ero piccolo” Kurt smise si parlare realizzando che Blaine non stava prestando attenzione. “Blaine. Tutto okay?”
 
“Cosa? Oh, sì” Blaine si sentì in colpa per essersi isolato quando si rese conto che Kurt stava parlando di sua madre, cosa che non faceva spesso perchè non si sentiva a suo agio “Scusa. Ero distratto, è tutto così nuovo. Cosa stavi dicendo su tua mamma?”
 
“Stavo solo raccontando che -”
 
“Kurt!” Carole aprì la porta principale entrando nel portico, avvolgendo Kurt in un abbraccio “Che bello vederti caro!”
 
Burt comparve sulla porta alle spalle di Carole e subito squadrò Blaine, come se il suo aspetto fosse l’unica cosa necessaria per farsi un’opinione.
 
Blaine goffamente spostò il peso da un piede all’altro, cercando di osservare Kurt e Carole. Quando Kurt lo guardò, Blaine gli diede un’occhiata disperata, come se lo stesse pregando di aiutarlo, e quello comprese subito.
 
“Papà, questo è Blaine” Kurt riprese la sua posizione al fianco del ragazzo passando una mano attorno alla sua vita per confortarlo. “Blaine. Questo è mio padre, Burt, e sua moglie, Carole”
 
Blaine si avvicinò e porse la mano sperando che l’uomo fosse abbastanza gentile da stringerla. Invece Burt lo avvolse in un abbraccio “Non c’è bisogno di essere formali. Ci piace abbracciarci da queste parti” disse liberando il ragazzo “Vero Kurt?”
 
“Naturalmente” rispose con un sorriso.
 
Blaine sospirò tranquillizzandosi, sentendosi accettato da Burt.
 
I tre uomini entrarono in casa e si sedettero sul divano, mentre Carole preparava il thè. Blaine non voleva tirare troppo la corda, non voleva che Burt si pentisse di avergli dato una chance. Tenne così un po’ di distanza sul divano tra lui e Kurt, ma quest’ultimo non capì le sue intenzioni. Il ragazzo si avvicinò, accoccolandosi al fianco di Blaine.
 
“A papà piace guardare lo sport con Finn” spiegò Kurt “Mio fratello e Rachel saranno qui tra pochi minuti quindi questa è la nostra unica occasione per scappare”.
 
Blaine osservò Burt che era seduto sulla sua poltrona intento a guardare la tv “E’ okay. Posso guardare la partita con loro, il football non è così male! Potrebbe piacerti” pensò di aver sentito Burt sogghignare, ma si convinse di esserselo immaginato.
 
Kurt non puntualizzò che fosse quasi impossibile che si potesse divertire guardando una partita, a meno che non ci fosse Blaine in uniforme in campo a giocare. Comunque, tenne il capo posato sulla spalla del suo ragazzo e le gambe accavallate sopra le sue ginocchia, fingendo di guardare la televisione.

 
***

 
Non molto dopo l’arrivo di Finn - Rachel aveva optato per andare in macchine separate e lei ed Elizabeth non erano ancora arrivate - Kurt si rifugiò in cucina con la speranza di sfuggire alla partita.
 
Fu una sorpresa per Kurt, ma Blaine sembrava divertirsi sul serio. Sapeva molto più di quanto Kurt potesse immaginare sul football, e questo gli permetteva di interagire più facilmente con Finn e suo padre. Parlarono delle diverse squadre dei vecchi giocatori, delle strategie di gioco, e facevano versi contemporaneamente dopo ogni passaggio incompleto.
 
Kurt era felice di vedere che Blaine si stava adattando così bene con la sua famiglia.
Sembrava quasi che ne facesse parte da molto tempo, non da qualche ora.
 
“Ehy, caro. La partita non è interessante?” Carole domandò mentre tagliava della frutta per la macedonia.
 
“Non molto. E’ solo che non capisco questo sport e cos’ha di così interessante per riuscire a mantenere viva l’attenzione delle persone per così tanto tempo” Kurt si sedette prendendo un coltello da dietro il bancone per tagliare le fragole.
 
“Hai provato a giocarci, Kurt” rise Carole “Non ti sei divertito almeno un pochino?”
 
“Carole!” la riprese Kurt guardando in salotto dove i tre ragazzi stavano esultando per qualcosa, naturalmente qualcosa di positivo “Blaine potrebbe sentirti!”
 
“Non vuoi che lo sappia?” lo guardò con cautela
 
“E’ solo...non sa molto del mio passato al liceo, almeno non ancora, non sono pronto a spiegargli tutto quello che è successo”.
 
Carole fece un cenno con il capo ma rimase in silenzio. Continuarono a tagliare la frutta e una volta finito, Kurt si alzò dirigendosi verso la dispensa. “Posso fare un dessert?” domandò mentre apriva le antine.
 
“Certo. Hai già qualche idea?”
 
“Dipende da cosa trovo. A Blaine piace tutto quello che è dolce, e anche se non dovrei incoraggiare le sue pessime abitudini alimentari, voglio farlo sentire a suo agio” prese una scatola di cereali misti.
 
Carole mise una mano sulla braccio di Kurt e gli mostro cosa stava succedendo in salotto. Kurt guardò in quella direzione osservando i tre uomini, seduti sull’orlo del divano incredibilmente vicini alla tv in ansia per la mossa successiva. Notò il sorriso di Blaine e il fatto che sembrasse abbastanza rilassato per essere seduto affianco a Burt.
 
“Penso che andrà tutto bene” disse Carole dolcemente.  Alzò gli occhi per osservare il modo in cui Kurt stava guardando Blaine, le cose che aveva appena detto su di lui, il modo in cui si comportava quando erano insieme “Ti piace sul serio”.
 
Kurt arrossì e spostò lo sguardo Blaine. Prese un paio di ciotole dalla mensola e optò per una cheescake al lampone “Sì. E’ comparso dal nulla quando meno me l’aspettavo, ma è esattamente ciò di cui ho bisogno” sorrise innamorato a Blaine prima di prendere gli ingredienti necessari dal frigo. “E’ divertente perchè prima di conoscerlo non avevo idea di cosa mi stessi perdendo. Ero convinto di essere felice con la mia vita e della mia indipendenza, ma ora non riesco a capire come fosse possibile”
 
“Da quanto vi conoscete? Insomma, da quanto tempo vi frequentate?” Carole aveva interrotto quello che stava facendo per concentrare tutta la sua attenzione su Kurt. Era una cosa che il ragazzo amava di lei. Anche se stava facendo qualcosa di importante, aveva sempre tempo per Kurt. Era pronta ad ascoltarlo, confortarlo, era un amica su cui contare quando non aveva nessun altro. Si fidava molto della sua matrigna e anche se non era la sua vera madre, Carole era sicuramente la miglior alternativa che si potesse desiderare.
 
“Ci siamo incontrati poco più di un mese fa, ma stiamo insieme solo da un paio di settimane. Anche se sembra molto più tempo” il ragazzo misurò gli ingredienti e poi versò in una ciotola. Carole prese il misurino e lo sciacquò mettendolo poi via. “E’...è assurdo quanto mi sento legato a lui. gli ho raccontato cose che non aveva ma detto a nessuno, su mia madre e conversazioni che ho avuto con lei. Erano cose che custodivo così privatamente perchè erano cose su di lei che conoscevo solo io. Erano ricordi che non avevo mai condiviso con nessun altro. Ma a Blaine voglio raccontare tutto di lei. Voglio fargliela conoscere perchè era importantissima per me. Io...” continuò ad agitare gli ingredienti nella terrina mentre una lacrima scappava dai suoi occhi “Scusa. Non avrei dovuto iniziare questo discorso. Non voglio farti sembrare meno speciale di lei, o farti credere che la sua opinione sia più importante della tua”.
 
Carole lo raggiunse fermandogli la mano con cui stava mescolando. Quando il ragazzo alzò lo sguardo, sorrise “Kurt so quanto tua madre sia importante per te. Ti voglio bene, ma lei avrà sempre un posto speciale nella tua vita. Non devi preoccuparti di questo”
 
“Ti piace? Intendo Blaine...”
 
“Sì. E’ dolce. Non lo conosco ancora abbastanza, ma posso dire che è un bravo ragazzo con buone intenzioni”
 
“E a mia madre, pensi che sarebbe piaciuto?”
 
“Naturalmente. Eri tutto il suo mondo Kurt. Se so una cosa di tua madre, è che la sua priorità era quella di vederti felice. Blaine ti rende felice, e questo è tutto quello che le sarebbe importato” Carole asciugò le lacrime dalle guance di Kurt “Posso aiutarti? Solo mentre aspetto che il pollo finisca di cuocere”
 
“Certo”.
 
No, Carole non era la mamma di Kurt, ma c’erano momenti come questo in cui non sapeva cosa avrebbe fatto senza di lei.
 

***

 
“Touchdown!” gridò Finn saltando sulla sedia.
 
La partita andò in pubblicità, segnando la fine di un altro tempo “Vado a prendere qualcosa da mangiare e a chiamare Rachel. Voi ragazzi avete bisogno di qualcosa?”
 
“No grazie” rispose Blaine educatamente.
 
Burt scosse la testa. Una volta che Finn ebbe lasciato la stanza, Blaine iniziò a sentirsi a disagio. Tutte le sue paure tornarono ad impossessarsi di lui.
 
Okay. Burt l’aveva accettato subito, ma questo non significava che l’uomo non potesse cambiare opinione una volta conosciuto meglio. Burt poteva aver finito per soddisfare Kurt, cercando di convincere il figlio che fosse d’accordo riguardo tutta quella situazione quando, in realtà, non era vero.
Blaine si irrigidì e si sedette dritto sul divano, prima di incrociare lo sguardo di Burt.
 
“Quindi ti piace il football?” domandò l’uomo. Era ancora seduto sulla sua poltrona in modo comodo, qualcosa che rendeva Blaine un po’ meno intimidito.
 
“Sì signore. Abbastanza” rispose “Mio fratello lo guardava quando eravamo piccoli ed ho imparato le regole base del gioco” si rese conto che quella era la prima volta che menzionava suo fratello. Non aveva mai parlato nemmeno con Kurt di Cooper Anderson, il fratello insolente che un giorno scappò da casa e non si fece più vedere, una cosa che Blaine non sarebbe mai stato in grado di fare.  Ci parlava raramente, non perchè lo odiasse, ma perchè suo padre non glielo permetteva.
 
E’ vero Blaine era un adulto e suo padre non era in grado di impedirgli di fare qualcosa, ma parlare con Cooper era una cosa che non riusciva a fare. Era invidioso della sua vita e di quanto fosse stato coraggioso. Cooper era più forte di Blaine, abbastanza da lasciare casa quando lui aveva solo 14 anni.
 
“Se solo Kurt fosse così accondiscendente come te. Ha sempre da ridire quando guardiamo la partita. Magari stando con te potrebbe cambiare idea” disse Burt ridendo ma Blaine non rise.
 
Il suo tono era serio “Non lo farei mai. Non voglio che Kurt cambi nulla di sè stesso. Almeno, non a causa mia. E’ perfetto” la voce del ragazzo era poco più alta di un sussurro.
 
Burt strofinò le mani e guardò Blaine. Raggiunse il telecomando e mise il televisore su muto, mentre c’era ancora la pubblicità “Quali sono le tue intenzioni con Kurt?”
 
Ecco la domanda che Blaine temeva. Non era ancora pronto ad avere una conversazione seria con il papà di Kurt. Voleva che Burt lo conoscesse, che si facesse un’idea positiva di lui prima di affrontare qualsiasi tipo di discorso che riguardasse la loro relazione “Cosa intende?”
 
Burt si appoggiò nella poltrona e bevve un sorso di soda “Voglio solo assicurarmi che non ferirai Kurt. Sei il suo prima ragazzo, il primo fidanzato che ci abbia mai presentato, quindi dev’esserci qualcosa di buono in te. Non sto dicendo che non sia vero. Penso che tu sia una bella persona e ti interessi molto a lui, ma voglio sentire cosa pensi tu, voglio sapere quali sono le tue intenzioni con Kurt”
 
Blaine fece un profondo respiro mentre le parole di Burt penetravano dentro di lui.
Ci mise qualche secondo per decidere come incominciare e scegliere cosa dire per convincere Burt che lui era davvero coinvolto in questa relazione “Kurt mi rende felice. Mi sta insegnando a...è la persona che mi sta aiutando ad aprirmi nuovamente. Quando sono con Kurt è come se tutto il resto del mondo scomparisse. Tutte le preoccupazioni, le paure, i problemi, quando sono con lui, l’unica cosa che importa, l’unica cosa che sono in grado di vedere, l’unica persona con cui voglio stare è Kurt. Nessun altro. E’ come se non ci fosse nessun altro al mondo perchè nient’altro ha importanza. Io sono in questa relazione con le migliori intenzioni e non voglio ferire Kurt. Non voglio mai vedere scomparire il sorriso dal suo volto o la luce dai suoi occhi perchè sono bellissimi”.
 
Burt studiò Blaine mentre questo parlava. Ascoltò attentamente tutte le parole di questo e il modo in cui le stava dicendo. Osservò come gli occhi di Blaine comunicassero tutte le emozioni che c’erano dietro le sue frasi. C’era una cosa che però Blaine non aveva detto. Una cosa che Burt voleva ancora sapere “Lo ami?”.
 
Blaine si immobilizzò. Il suo cuore iniziò a battere più velocemente, strinse forte le mani e i suoi vestiti sembravano diventati improvvisamente stretti e bollenti.
 
Dopo tutto quello che gli era successo in passato, l’amore era qualcosa a cui Blaine non credeva. Si era convinto che non si sarebbe mai più innamorato, ma poi Kurt era entrato nella sua vita. Sapeva che si stava innamorando di lui, nonostante cercasse di convincersi che non fosse così. Innamorarsi di Kurt non era una cosa che poteva controllare. Forse perchè sembrava così giusto. Non era forzato. Non era qualcosa che aveva voluto che accadesse. Era semplicemente successo.
 
Blaine infine guardò Burt, voleva convincerlo che il suo amore per Kurt era reale, qualcosa che gli scorreva nelle vene “Sì” disse finalmente. Una volta detto, non potè evitare di sorridere. Era la prima volta che ammetteva davanti a qualcuno come si sentiva. Per la prima volta Blaine aveva detto una cosa del genere ad alta voce “Sono totalmente innamorato di suo figlio. In questo momento, è tutto per me”.
 
Burt sorrise e posò una mano sul ginocchio di Blaine “Benvenuto in famiglia” sentì il ragazzo rilassarsi sotto la sua mano “E chiamami Burt. Signore mi fa sentire vecchio e Mr Hummel è troppo formale”.
 
Burt si voltò nuovamente verso la tv, lasciando in Blaine la sensazione di aver finalmente trovato un posto da chiamare casa.
 

***

 
“Indovinate chi è arrivato” canticchiò Rachel mentre entrava in cucina con Elizabeth nel seggiolino e una borsa sulla spalla. Kurt immediatamente posò il piatto che stava lavando e si precipitò verso di loro. “Scusate il ritardo. Ho sfruttato il fatto che la piccola stesse dormendo per pulire casa”
 
“Non sei in ritardo tesoro. Non avevamo stabilito un orario” disse Carole seguendo Kurt.
 
“Posso prenderla in braccio?” domandò Kurt emozionato saltellando su e giù. Rachel ruotò gli occhi e posò il seggiolino sul tavolo
 
“Si è addormentata in macchina. Se la svegli te la dovrai vedere con lei”.
 
Kurt la stava a malapena ascoltando, mentre slacciava Elizabeth e la prendeva in braccio. Avvolse una copertina attorno alla bimba e la strinse forte, guardando la piccola creaturina che aveva tra le braccia. Era già cresciuta tantissimo dall’ultima volta che l’aveva vista, anche i suoi capelli erano già più lunghi. Si immobilizzò per un attimo quando si rese conto della velocità con cui era cresciuta, mentre lui non era a casa per vederla.
 
Dopo qualche minuto passato ad osservarla, facendo scorrere le sue mani dolcemente lungo il profilo del suo naso, tra i capelli, giocando con le sue delicate manine, Kurt si voltò verso Rachel “Rachel c’è qualcuno che voglio presentarti”. Si voltò e si incamminò verso la sala, mentre la ragazza si voltava verso Carole per delle spiegazioni. Carole si limitò a sorridere muovendo la testa verso il salotto.
 
Kurt entrò in sala e vi trovò Finn, Blaine e Burt seduto molto più rilassati di prima.
 
“Blaine voglio presentarti una persona” disse sedendosi sul divano affianco al fidanzato “Anzi, due persone” si corresse quando notò Rachel sulla porta “Questa è Elizabeth”.
 
“L’unica e sola” scherzò il ragazzo. Blaine non poteva mentire, adorava la vista di Kurt con in braccio la piccola bambina. Sembrava come uscito da un giornale, il modo in cui sorrideva verso la bambina e l’abbracciava protettivo sembrava quasi impossibile. Sembrava felice e il suo viso era luminoso, come se abbracciare Elizabeth fosse la cosa che preferisse di più al mondo “E’ carina”
 
“Vuoi provare a tenerla?”
 
Blaine fece un cenno con il capo e Kurt con attenzione gli passò la bambina tra le braccio. Posò poi il mento sulla sua spalla e si avvicinò a lui il più possibile “Sei bellissimo mentre tieni in braccio un bimbo” disse, sorridendo verso Blaine.
 
“Dovresti vedere te stesso” rispose Blaine.
 
I due guardarono Elizabeth e Blaine iniziò a giocare con le sue ditina. La piccola aprì la manina e avvolse le piccola dita attorno all’indice del ragazzo.
 
“Penso che gli piaci” disse Kurt sorridendo. Rachel si schiarì la gola dal suo angolo sulla porta, riportando così Kurt al mondo reale.
 
“Blaine questa è mia cognata miglior amica Rachel”.
 
La ragazza si avvicinò al divano “Rachel, questo è il mio fidanzato, Blaine”.
 
Rachel sorrise consapevole, come se avesse già capito tutto “Felice di conoscerti, Blaine” disse porgendogli la mano ma la ritirò quando si rese conto che non poteva muoversi visto che aveva Elizabeth in braccio.
 
“Il piacere è mio” disse il ragazzo gentilmente. Kurt baciò la guancia di Blaine, avvicinandosi ancora di più al suo fianco. Avvolse il braccio attorno alla sua vita, sfregando il naso contro il collo del fidanzato. Rimase un po’ stupito di quanto si stava dimostrando coccoloso in presenza dei suoi famigliari, ma non gli importava. Voleva mostrare loro cosa sentiva e quanto tenesse al ragazzo che aveva portato a casa.
 
“Ehy Rachel, mi sa che ora hai due persone che dovrai staccare a forza da Elizabeth” scherzò Burt.
 
“Elizabeth ci adora, papà. La vizieremo tantissimo. Vero Lizzie?” disse Kurt. La piccola iniziò a muoversi tra le braccia di Blaine, aprendo lentamente gli occhi, mostrando le sue iridi blu.
 
“Kurt, devi smetterla di chiamarla così. Ti ho già detto che il suo nome è Elizabeth”.
 
Kurt ignorò quel tentativo di correzione e la accarezzò sulle guancie “Sei molto più morbida dello zio Blaine. Le sue guancie sono tutte ruvide come la carta vetrata” alzò la mano accarezzando con un dito la mascella del fidanzato.
 
“Ehy. Non ho avuto tempo di farmi la barba prima di partire. Non è una cosa molto carina zio Kurt, vero Lizzie? Neanche lui si è raso stamattina!”
 
Blaine ti prego non anche tu!” disse Rachel annoiata.
 
“Sa cos’è meglio per lui” rispose Kurt scherzando. “Aspetta, hai detto zio Blaine” gli fece notare.
 
“Sei sicuro che vuoi competere con me per la posizione di zio preferito?”
 
”Non c’è nemmeno da competere, perchè sarò io “ rispose Kurt sicuro di sè.
 
“Sì! Touch down!” gridò Finn, ovviamente senza accorgersi di tutto quello che stava accadendo attorno a lui. Guardò verso le altre persone nella stanza e disse “Scusate”
 
“Quando finisce la partita? Riesci solo a parlare di questo!” lo rimproverò Kurt.
 
Rachel si sedette vicino a Kurt sul divano “Oh non far finta che non ti interessi. Dovrebbe farti tornare in mentre quei giorni in cui ci giocavi”
 
“Rachel!” gridò Kurt
 
“Giocavi a football?” domandò Blaine alzando un sopracciglio incuriosito.
 
Kurt sospirò prima di spiegare “Solo una partita al mio secondo anno. Stavo cercando di nascondere la mia sessualità e venni preso come kicker. A dirla tutta ho pure aiutato a vincere la partita”
 
“Wow. Non avrei mai potuto immaginarlo” rispose Blaine impressionato.
 
“Cerco di non pensarci troppo. Non è stata la parte migliore della mia adolescenza”.
 
Elizabeth iniziò ad agitarsi tra le braccia di Blaine “Probabilmente vuole che la culli. Si calma solo in questo modo” Rachel si alzò e prese la piccola dalle braccia di Blaine.
 
“La cena è pronta se avete fame” disse Carole uscendo dalla cucina “Kurt, Blaine perchè voi ragazzi non andate a lavarvi e mani mentre Finn mi aiuta ad apparecchiare” disse guardando il figlio che era troppo concentrato nella partita per realizzare che stessa parlando con lui.
 
Kurt aiutò Blaine ad alzarsi dal divano e lo condusse su per le scale “Puoi usare questo bagno per lavarti le mani. Io vado un attimo nella mia stanza” baciò Blaine sulla guancia prima di andare in stanza.
 
Blaine si lavò velocemente le mani, godendosi il modo in cui il sapone stava facendo profumare la sue mani come Kurt.
 
Vagò nel corridoio cercando la stanza di Kurt, fermandosi quando notò varie foto di diverse forme appese al muro. Le studiò - foto di Kurt e Finn a scuola, una di Kurt con suo padre, un ritratto di famiglia con quella che doveva essere la madre di Kurt, alcune foto di Carole e Burt al matrimonio, foto di Finn che giocava a football - e si fermò quando ne notò una di Kurt e Finn sul palco entrambi con una divisa nera e sembrava come se si stessero per esibire dato che poteva vedere altre persone sullo sfondo vestite nello stesso modo.
Kurt e Finn erano sorridenti, e le loro bocche erano aperte. Blaine ipotizzò che stessero cantando; anche se Kurt non aveva mai detto di aver mai fatto parte di un coro.
 
“Cosa stai guardando?” domandò Kurt spuntando dalla sua stanza
 
“Uh, questa foto tua e di Finn”.
 
Kurt si avvicinò guardando la foto a cui si stava riferendo Blaine. Si immobilizzò quando i suoi occhi videro la famigliare camicia nera coordinata con un papillon e delle bretelle oro. La mano di Blaine trovò quella di Kurt e la strinse forte.
 
“Non...non è nulla. Solo una stupida foto. Non so nemmeno perchè la tengono ancora appesa al muro”. Kurt cercò di fingere che non fosse nulla, ma Blaine non lasciò perdere
 
“E’ una gara di canto corale?”
 
Kurt cercò di andare via, ma Blaine lo trattenne notando tutta la sua esitazione “Ehy non devi dirmelo se non te la senti, ma...voglio solo farti sapere che puoi parlare di tutto con me”
 
“Non mi hanno accettato” disse improvvisamente il ragazzo. Blaine inclinò la testa mentre l’altro continuava “NYADA sono arrivato alle finali, ho fatto l’ultimo provino ed ero così sicuro di avercela fatta, ma non fu così. Mi hanno rifiutato e in quel momento ho sentito tutto il mondo cadermi addosso. Tutto quello per cui avevo lavorato in tutti quegli anni non aveva più importanza. Tutte le gare del glee, tutti gli allenamenti, tutti i miei assoli, tutte le volte in cui avevo combattuto per avere una parte...niente di quello importava più. Era
come se non ci fosse più niente per me. La NYADA mi avrebbe potuto far uscire dall’Ohio. Mi sarei dovuto trasferire a New York per seguire il mio sogno ma anche per fare ciò che desiderava mia mamma. Avrei visto il mondo e sperimentato cose che lei non aveva potuto fare”.
 
Kurt guardò la foto al muro “Queste erano le regionali del mio ultimo anni, molto prima del mio provino per la NYADA. In quel periodo avevo pianificato tutto il mio futuro. Io e Rachel ci saremmo trasferiti a New York insieme, avremmo vagato per la città e alla fine saremmo diventati delle star. Saremmo entrati a Broadway e avremmo vissuto le nostre vite facendo quello che amavamo”
 
“Lei ce l’ha fatta?” domandò Blaine parlando per la prima volta da quando Kurt aveva cominciato.
 
“No, e questa è stata l’unica cosa che mi ha permesso di andare avanti. Eravamo li per supportarci. L’estate successiva al nostro diploma Rachel ha partecipato a qualche spettacolo locale e poi è entrata alla Julliard con un’ammissione tardiva. Mi ha implorato affinchè mi iscrivessi ma alla fine, non riuscivo più ad immaginarmi come un performer. Il glee club era tutto per me. Era il posto dove finalmente ero accettato e li c’erano i miei migliori amici. Le prima persone con cui ho fatto coming out” si interruppe e prese un respiro profondo prima di continuare “Ma ormai non faceva più parte di me, e così ho deciso di diventare un’assistente di volo. Ho fatto tutto il necessario mandano curriculum alle compagnie aeree, e seguito vari corsi ed ho ottenuto il lavoro. Per la prima volta dopo la non ammissione alla NYADA era come se mi sentissi ancora in possesso del mio futuro”.
 
Blaine abbracciò Kurt attorno alla vita e lo strinse al petto. Poggiò le labbra contro quelle di Kurt e non perse tempo prima di approfondire il bacio. Blaine voleva convincere Kurt di quanto fosse importante per lui che il suo ragazzo fosse così aperto e che si fidasse così tanto di lui per raccontargli tutte queste cose del suo passato. Fece scorrere le mani tra i capelli di Kurt alla base del suo collo prima di staccare le labbra. Rimasero con le fronti poggiate una contro l’altra mentre riprendevano il respiro per parlare. A Blaine sembrava quasi il momento perfetto per dire a Kurt quanto lo amasse. Ma era troppo presto. Non voleva spaventarlo, soprattutto non ora che si stavano avvicinando così tanto.
 
“Penso che tua sia un cantante eccezionale” sussurrò Blaine
 
“Come fai a saperlo?” domandò Kurt tranquillo
 
“Perchè hai la voce di un angelo”.
 
Kurt rise e poi posò un bacino sulla punta del naso di Blaine “Sul serio?”
 
“Sì”
 
“Cosa ne dici se andiamo a fare un giro di Lima domani? Posso mostrarti la mia scuola e i posti dove io e Rachel andavamo di solito. Ti piacerebbe?”
 
Blaine fece un cenno con la testa “Sì mi piacerebbe”
 
“Ok, allora faremo questo” Kurt lo baciò ancora “Andiamo a mangiare? Ci staranno aspettando tutti” Blaine acconsentì e seguì Kurt giù in cucina.

Free Talk

Salve a tutti! Spero che abbiate passato un felice Natale!
Nonostante le feste e le vacanze questa traduzione non si ferma (per ora!) e quindi ecco a voi il nuovo capitolo!
Come al solito se vi va fatemi sapere quello che ne pensate della storia!
Ringrazio come al solito Claudia che ricopia pazientemente i capitoli al pc


Se vi va questa è la mia pagina FB: Willbeyoungforever

E questa è la storia originale a cui sto lavorando: Kurt&Blaine Make a Porno

Felice anno nuovo, ci sentiamo settimana prossima
Bacioni
Otty

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Link al capitolo originale


Capitolo 7
 
Il mattino successivo Kurt bussò piano sulla porta della stanza degli ospiti prima di sbirciare dentro, trovandoci ancora Blaine profondamente addormentato. Si diresse verso il lato del letto dove Blaine era sdraiato cercando di evitare accuratamente la valigia che era sul pavimento. Osservò come il lenzuolo poggiato sulla schiena di Blaine si alzasse e abbassasse ad ogni suo respiro e il modo in cui il suo viso era infossato nel cuscino, tanto che Kurt riusciva a vedere solo i suoi occhi e parte del suo sorriso inconscio.
 
Si inginocchiò sul letto e si abbassò per baciare la tempia di Blaine, accarezzandogli dolcemente la guancia. Blaine si mosse un pochino iniziando a parlottare incoerentemente, ma i suoi occhi rimasero chiusi.
 
“Sveglia dormiglione. Abbiamo una giornata importante davanti a noi” quando Blaine girò la faccia, Kurt ne approfittò per baciargli le labbra.
 
“Mmm ‘uon giorno. Bel modo di svegliarsi” Blaine avvolse le braccia attorno a Kurt e lo tirò vicino a sè.
 
Kurt poteva sentire il calore del suo corpo e sapeva che la presa salda di Blaine gli stava probabilmente rovinando i vestiti, ma non gli importava. Si sciolse nell’abbraccio di quello e rimase accoccolato al suo ragazzo per qualche minuto, prima di obbligarsi ad allontanarsi. “Blaine, dobbiamo alzarci”
 
“‘ncora un minuto. Profumi così di buono” Blaine affondò il viso nel collo di Kurt baciandolo leggermente lungo tutta quella porzione di pelle.
 
“Questo perchè sono un paio di livelli davanti a te. Mi sono già lavato e vestito.”
 
Blaine si staccò e lo guardò dall’alto in basso “Come?”
 
“Non è tanto difficile. Devi solo svestirti, aprire l’acqua ed entrare in doccia. Sbrigati, ti faccio vedere” Kurt si alzò ed afferrò il braccio libero di Blaine.
 
“Sai cosa intendo” rise Blaine “Quando ti sei alzato?”
 
“Un paio di ore fa” Kurt lo disse con non curanza, ma lanciò un’occhiata a Blaine che stava guardando l’orologio. 8:57.
 
“Ti sei svegliato alle 7:00?”
 
“Ci impiego molto per essere così impeccabile. Ti ho lasciato dormire un po’!. Posso cucinarti la colazione mentre ti prepari. Mio padre e Carole sono già usciti”
 
“Non ce ne bisogno. Posso mangiare solo i cereali o qualcos’altro”.
 
Kurt scosse la testa “No. Carole compra solo cereali integrali per via dei problemi di cuore di mio padre e so per certo che non li mangeresti neppure se li immergessi nel latte e zucchero. Vado a farti la colazione, tu intanto entra in doccia”.
 
Blaine si alzò posizionandosi di fronte a Kurt “Hai detto che mi avresti mostrato come ci si fa una doccia” disse provocante, guadagnandosi una pacca scherzosa sul braccio da Kurt.
 
“Penso che puoi riuscirci da solo. Sono al piano di sotto se hai bisogno di qualcosa” Kurt lo baciò sulla guancia prima di voltarsi e uscire.
 
Blaine iniziò la sua routine mattutina mentre Kurt si teneva occupato in cucina facendo un french toast e delle salsiccie. Quando il ragazzo lo raggiunse in cucina per mangiare la sua deliziosa colazione, erano circa le 10:30.
 
Una volta finito e sistemato tutto, i due si diressero verso la scuola - a piedi, sotto richiesta di Kurt, ma anche perchè non avevano la macchina.
Camminando per Lima, Kurt indicò alcuni dei suoi ristoranti preferiti e una libreria che a quanto pare era la più esclusiva dello stato. Blaine prese mentalmente nota dei posti preferiti di Kurt sperando di poterci andare con lui in un futuro. A un certo punto Kurt indicò un teatro alla loro destra “Li è dove mi sono esibito per la prima volta”.
 
Dopo circa mezz’ora di camminata, i due arrivarono finalmente al McKinley, posto dove Kurt era sicuro che non avrebbe mai più messo piede. Tuttavia, come per altre cose, Blaine era stato in grado di trasformare le sue convinzioni senza nemmeno provarci.
 
Kurt lo portò a fare un giro - mostrandogli la caffetteria, le classi, il suo armadietto, i corridoi tranquilli e le diverse aule che erano nuove anche per lui. Le aveva viste centinaia di volte nel corso della sua carriera scolastica, ma non erano più la stessa cosa. Infatti, per una volta, si sentì al sicuro ad attraversare i corridoi mano nella mano con Blaine. Non aveva paure di essere sbattuto contro gli armadietti da un giocatore di football che lo insultava. Era una bella sensazione e Kurt era contento di aver visitato la scuola un’ultima volta. Gli dava una sorta di connessione che non aveva mai avuto prima.
 
L’ultima cosa rimasta da mostrare a Blaine era il luogo doveva aveva passato gran parte del suo tempo da liceale.
 
“Questo è l’auditorium dove la magia di Kurt Hummel ha avuto inizio”. I due attraversarono la porta e le tende.
 
Blaine si guardò attorno. Sembrava un classico auditorium, a parte per il ragazzo bellissimo che si trovava in centro “Quindi questo è il luogo dove cantavi tutti i tuoi assoli con il glee club?”
 
“Non molti. Era sempre Rachel ad ottenerli. Io ero un cantante di fila come tutti gli altri. Il mio talento non era apprezzato a sufficienza”
 
“Pensi che mi mostrerai mai questo tuo talento?” domandò Blaine.
 
“Vuoi che canti?” rispose Kurt per essere sicuro di aver capito bene.
 
“Lo faresti?”
 
“Non c’è la base”
 
“Non hai bisogno della musica. Mi distrarrebbe solo dalla tua voce”.
 
Kurt si mosse nervoso. Era in ansia all’idea di cantare per Blaine. Si trovava su un palco per la prima volta dopo otto anni ed era già abbastanza difficile, aveva paura che cantare sarebbe stato troppo.
 
In ogni modo, Blaine aveva questa magica aura che era riuscita a far rilassare Kurt nel momento in cui aveva messo piede nella scuola. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare le sue paure e sconfiggere i demoni del suo passato, e se non fosse riuscito a farlo in presenza di Blaine, allora non ce l’avrebbe mai fatta.
 
“Cosa ti piacerebbe sentire?” domandò finalmente.
 
“Qualsiasi cosa che ti piace. Non sono esigente” Blaine saltò giù dal palco e si sedette.
 
Kurt lo guardò e i suoi pensieri immediatamente si indirizzarono verso il loro possibile futuro insieme. Si immaginò come sarebbe potuto essere cantare su un grande palco a Broadway e trovare Blaine in prima fila sorridente. Sapeva che l’avrebbe supportato dal prima all’ultimo show. Si sorprese quando si rese conto che stava immaginando quel tipo di futuro, che aveva abbandonato molti anni prima.
 
“Ti piacciono i musical?” Blaine sentì Kurt domandargli questo.
 
“Ovvio. Ci sono persone a cui non piacciono?”.
 
Kurt rise “Sfortunatamente” si mosse al centro del palco e prese un profondo respiro prima di iniziare a cantare le prime frasi della canzone che aveva scelto.
 
Blaine la riconobbe subito. L’aveva sentita un sacco di volte sul suo ipod. Aveva guardato quel film ogni volta che ne aveva avuto occasione dal momento in cui era uscito. Era uno dei musical che desiderava di più vedere dal vivo.
 
Anche se solitamente era cantata da una voce maschile più profonda, Kurt riuscì a farla sua. La sua voce delicata riempì l’intero auditorium. Blaine chiuse gli occhi per un minuto dimenticandosi così di trovarsi nell’auditorium di una scuola superiore dell’Ohio. La voce che sentiva provenire da quel palco, la voce che stava riempiendo la stanza e lo stava avvolgendo poteva benissimo essere quella di una famosa star di New York. La voce di Kurt era ancora meglio di quanto Blaine avesse potuto immaginare e il suo talento meritava di essere condiviso con molto più persone, non solo con Blaine.
 
Softly, deftly, music shall surround you, feel it, hear it, closing in around you, open up your mind, let your fantasies unwind, in this darkness which you know you cannot fight, the darkness of the music of the night.
 
Blaine aprì gli occhi e vide Kurt in piedi nello stesso punto. Sembrava essersi rilassato un po’ e gli stava facendo segno di raggiungerlo sul palco.
 
“Let your mind start a journey through a strange new world, leave all thoughts of the world you knew before, let your soul take you were you long to be.”
 
Kurt continuò a cantare mentre Blaine saliva sugli scalini laterali e si univa a lui.
 
“Canti con me?” domandò quello prima di ricominciare.
 
“Floating, falling, sweet intoxication, touch me, trust me, savor each sensation.”
 
Kurt lo raggiunse e gli prese le mani, intrecciando le dita e appoggiandosi al suo corpo. Si sentì molto più a suo agio quando Blaine iniziò a cantare con lui e poteva sentire il suo petto vibrare ad ogni nota.
 
“Let the dream begin, let your darker side give in to the power of the music that I write, the power of the music of the night, you alone can make my song take flight, help me make the music of the night”
.
Quando Kurt sentì l’ultima frase della canzone si unì a Blaine in un dolce bacio, uno di quelli che Kurt aveva sempre sognato. Un bacio su un palco, uno dei posti più importanti per lui. Con Blaine era come se tutti i suoi sogni stessero tornando a galla.
 
“Music of the night. Una della miei canzoni preferite” disse Blaine una volta che i due si separarono “Come lo sapevi?”
 
“Non lo sapevo. E’ solo che è anche una della mie preferite. Le parole sono incredibili così come la musica” lo baciò di nuovo, questa volta in modo molto più intimo. Sentì le mani di Blaine poggiarsi su entrambe le sue guance e Kurt fece scorrere le sue lungo la schiena di questo. Le sue dita si intrufolarono sotto la sua maglietta accarezzandogli dolcemente la pelle.
 
“Ehy voi, cercate di comportarvi bene a scuola”.
 
Kurt si stacco da Blaine e si girò, vedendo Mr Shue entrare in auditorium.
 
“Mr Shue” esclamò.
 
“Hey Kurt. E’ bello vederti di nuovo” gli diede un veloce abbraccio prima di rivolgersi a Blaine “Chi è lui? Qualcuno di speciale immagino”.
 
Kurt tornò affianco a Blaine “Sì. Qualcuno di molto speciale” guardò verso il ragazzo che era intento a osservare lo sconosciuto di fronte a lui.
 
“Mr Shuester, questo è Blaine il mio ragazzo. Blaine questo è Mr Shue, il direttore delle Nuove Direzioni e insegnante di spagnolo al Mckinley”
 
“Hey Blaine. Sei fortunato a stare con Kurt. Era uno dei miei studenti migliori” Kurt sorrise al complimento.
 
“Sono molto fortunato. Essere qui a Lima mi sta solo aiutando a capirlo sempre di più”
 
“Sia io che Blaine abitiamo a New York adesso” spiegò Kurt.
 
“Oh, già. Rachel mi ha detto qualcosa l’ultima volta che ci siamo visti. Immagino quindi che sta andando tutto bene”
 
“Sì molto bene. New York è fantastica”
 
“Ottimo. Ragazzi vi meritate tutto quello che volete” Mr Shue guardò l’orologio “Mi piacerebbe restare a chiacchierare ancora un po’ ma devo andare alle prove del glee. Le ultime prima delle gare di settimana prossima. Siete invitati ad unirvi a noi se vi va”
 
“No grazie. Voglio far vedere ancora un paio di cose a Blaine e poi dovremmo anche andare a mangiare” toccò il fidanzato in un fianco per attirare la sua attenzione.
 
“Bene è stato un piacere vederti. Dovresti tornare più spesso”
 
“Farò del mio meglio”
 
“E’ stato bello conoscerti Blaine, prenditi cura di Kurt”
 
“Lo farò”
 
“A presto ragazzi”
 
“A presto” risposero all’unisono mentre Mr Shue usciva dall’auditorium.
 
“Ti va di andare a mangiare un boccone? So che sei affamato” la mano di Kurt tornò sotto al maglietta di Blaine toccandogli lo stomaco, prendendo nota dei muscoli ben scolpiti.
 
“Al contrario di quello che credi, non ho sempre fame. Mi hai solo beccato in alcuni momenti sbagliati”
 
“Come vuoi, tesoro. Andiamo. E’ il momento di scoprire il fantastico Lima Bean”.
 

***

 
“Cammini sempre quando sei in Ohio?” domandò Blaine. Lui e Kurt stavano passeggiando lentamente verso quello che Kurt aveva definito come il miglior locale di tutto l’Ohio, o per lo meno, di Lima.
 
“Non solitamente, ma a New York non hai molte altre scelte. Mi ci sono abituato” Kurt fece ondeggiare avanti e indietro la mano che aveva intrecciata con quella di Blaine e si avvicinò ancora di più al suo fianco “In più non abbiamo molto altro da fare oggi quindi abbiamo un po’ di tempo solo per noi, primo di tornare a casa”.
 
Casa. La casa di Kurt. Una casa in cui Blaine era stato accolto così facilmente. Non era la prima volta in cui Kurt l’aveva chiamata casa*. Non aveva mai detto la mia casa o la casa di mio padre. Non c’era un senso di possesso ma solo d’appartenenza. Blaine già si sentiva parte della famiglia di Kurt: dopo solo una notte passata con loro si sentiva molto più accolto che quando tornava dalla sua famiglia. Amava i suoi genitori, ma il supporto e l’affetto che gli Hummel gli avevano dimostrato così apertamente era qualcosa di nuovo per lui. Qualcosa di diverso e rigenerante. Qualcosa a cui poteva abituarsi.
 
“Beh, non mi posso certo lamentare di questo” Blaine lasciò la mano di Kurt e lo abbracciò per la vita. Sentì Kurt avvolgere entrambe le mani attorno ai suoi fianchi e il modo in cui erano abbracciati stretti uno affianco all’altro rendeva impossibile camminare. Kurt inciampò un pochino ma continuò a ridere e gli posò un
bacino sul mento.
 
“Eccoci” Kurt si staccò da Blaine solo per aprire la porta e i due entrarono lasciandosi alle spalle l’aria fredda.
 
“Quindi questo è il Lima Bean” Blaine si guardò attorno. Doveva ammetterlo, era più grande di quello che si aspettava ed era pieno di gente, proprio come aveva detto Kurt.
 
“Esatto. Qui è dove ho passato metà della mia carriera scolastica”. Blaine lo guardò male e Kurt si corresse “Okay, forse sto esagerando un po’ ma sono venuto qui abbastanza spesso”
 
“Almeno il caffè è buono?” Blaine sapeva già la risposta, ma aveva una fama da lupi. Non voleva dirlo a Kurt, naturalmente, perchè avrebbe solo incrementato le sue convinzioni riguardo il suo insaziabile appetito.
 
“Ovvio. Dai, ti offro qualcosa da bere” Kurt spinse Blaine verso il bancone mentre quello scuoteva la testa
 
“Non se ne parla. Hai offerto a New York e mi hai portato qui questa settimana. Lasciami almeno pagare il caffè” prese il portafogli mentre Kurt ordinava un latte macchiato scremato.
 
“E per lei signore?” domandò la barista a Blaine
 
“Per me un cappuccino medio” Blaine consegnò la carta di credito e la riprese una volta finito il pagamento.
 
Presero le loro ordinazioni e Kurt rimase a braccetto con Blaine, sorridendo verso la donna dietro il bancone. Blaine immaginò che Kurt la conoscesse, probabilmente dal liceo.
 
“Posso vedere la sua carta d’identità?” domandò la ragazza dopo aver dato un occhiata alla firma sua carta di credito.
Quello la tirò fuori per mostrargliela, ma non fu abbastanza veloce a metterla via.
Kurt l’afferrò dalle sue mani e iniziò ad ispezionarla “Che foto carina che abbiamo qui” disse scherzoso.
 
Gli occhi di Kurt lessero velocemente i dettagli del documento - il n° della patente, altezza, peso - fino a quando non notò la data di nascita. 22 novembre. Dopo aver fatto dei calcoli mentali veloci, Kurt realizzò che il 22 novembre cadeva proprio nel giorno del ringraziamento - ossia domani. Si domandò perchè Blaine non l’avesse detto, ma decise di non fare domande, almeno non in quel momento.
 
Kurt gli ridiede il documento e prese le loro bevande dal bancone.
 
“Quindi, cos’altro abbiamo in programma oggi?” Blaine prese posto di fronte a Kurt in un piccolo tavolino rotondo.
 
“Beh, pensavo che una volta finito qui, potremmo andare a fare un giro, se c’è qualcosa che vuoi vedere, posso portarti” Kurt bevve un sorso del suo caffè e fece una faccia disgustata. Tolse il coperchio e ci versò un paio di bustine di zucchero “Vuoi andare in qualche posto in particolare?”
 
“In realtà non saprei. Nel senso, sei tu l’esperto qui. Per me è tutto nuovo” Blaine guardò verso Kurt che stava leccando il cucchiaino del caffè e notò un po’ di panna nell’angolo della sua bocca “Hai...un po’ di...” disse indicandosi le labbra
 
“Cosa?” Kurt inclinò il capo, cercando di capire cosa gli stesse dicendo Blaine.
 
Invece di spiegarsi meglio, il ragazzo si avvicinò a Kurt e gli pulì le labbra prima di posargli un bacio proprio in quel punto “Ecco. Molto meglio” disse sorridendo.
 
La faccia di Kurt divenne rossa mentre si guardava attorno, come se si aspettasse che i suoi bulli del passato comparissero da un momento all’altro o che la coppia anziana affianco a lui scuotesse la testa in segno di disapprovazione. Forse Lima stava migliorando dopo tutto: o forse era solo un raro giorno in cui le persone nella caffetteria
erano come quelle di New York - rispettose e che accettavano il loro amore.
 
Kurt guardo Blaine - i suoi capelli senza gel (come Kurt aveva chiesto quel mattino presto) la sua polo azzurro chiaro, il modo in cui i suoi occhi si increspavano ai lati mentre guardava in adorazione negli occhi Kurt. Gli ci volle tutto se stesso per non avvicinarsi e baciarlo di nuovo “Non ne ho idea”
 
“Hm?” borbottò Blaine mentre prendeva un sorso di caffè.
 
“Perchè...perchè non smettiamo di vagare qui in giro? Abbiamo tutto il weekend per esplorare. Non ti va... magari di tornare a casa a stare insieme? Carole deve lavorare quindi non sarà a casa fino a cena e mio padre si sta occupando di alcune cose in negozio. Avremmo la casa tutta per noi” Kurt cercò di non far risultare le sue parole troppo dubbie, ma uno sguardo al viso scioccato di Blaine gli fece capire che non c’era riuscito
 
“Nel senso, stavo solo pensando che potremmo guardare un film o qualcos’altro e poi preparare da mangiare per mia mamma e mio papà”.
 
Blaine non si lasciò sfuggire la parola “mamma” e prese nota mentalmente di domandarglielo più avanti.
 
“Sembra un piano molto interessante e comunque non mi importa cosa facciamo basta che ho la possibilità di conoscerti meglio al di fuori della chiassosa New York”
 
“O-ottimo” balbettò Kurt nervoso e si maledì per essere così ansioso riguardo a quello che sarebbe potuto succedere quella sera. Anche se non aveva nessun piano in programma quando aveva suggerito di passare il pomeriggio in tranquillità, non riusciva a non pensare a cosa sarebbe potuto succedere stando da soli.
 
Sapeva che era sciocco - avevano entrambi un appartamento a New York quindi il tempo da soli era qualcosa a cui erano abituati - ma passare del tempo insieme nel luogo dove era cresciuto era qualcosa di diverso. Sperava che Blaine potesse sentire l’amore che sprigionava la sua casa. Ma soprattutto, essere in casa con Blaine ricordava a Kurt quello che avrebbe voluto che gli accadesse al liceo. Se avesse trovato qualcuno gay, splendido e semplice come Blaine ai tempi del liceo, i pomeriggi tranquilli tra di loro sarebbero stati una classica routine.
 
Una volta finito al Lima Bean, Kurt e Blaine tornarono a casa dove si afflosciarono sul divano. Kurt si massaggiò la pancia dicendo “Mi sembra di aver mangiato tre pranzi in una volta sola”.
Blaine si mosse verso il fianco di Kurt e gli spostò le mani. Gli sollevò la maglietta e iniziò a tracciare dei cerchi sullo stomaco “Non hai nemmeno mangiato” Blaine rise ma la sua voce era preoccupata.
 
“E’ normale. A volte i latticini mi sconvolgono un pochino lo stomaco” Kurt accarezzò la schiena di Blaine in risposta.
 
“Bene” Blaine si avvicinò e posò una serie di baci lungo lo stomaco di Kurt, prima di baciarlo sulle labbra
 
“Dovremmo sdraiarci sul divano e guardare un film fino a quando il tuo pancino non si sentirà meglio” si avvicinò di nuovo, ma questa volta lo baciò con più passione e intensità.
 
“Sei fantastico, lo sai?” Kurt guardò Blaine negli occhi incapace di distogliere lo sguardo.
 
Blaine fu il primo a rompere quel contatto, alzandosi.
 
“Dove stai andando?” Kurt lo afferrò per il braccio in un fallimentare tentativo di riportarlo sul divano.
 
“Vado in cucina per un minuto. Stai qui e sdraiati” Blaine si abbassò baciando la fronte di Kurt, prima di scomparire in cucina.
 
Kurt sentì un paio di ante aprirsi e chiudersi e il bip del microonde, ma cercò di non pensare troppo a quello che stava facendo Blaine.
 
Ripensò invece alle ultime 24 ore in Ohio. La sua famiglia si era subito innamorata di Blaine e come diceva il sorriso sul volto del ragazzo sembrava che anche lui si trovasse molto a suo agio. Anche se portare Blaine in Ohio era stato un passo difficile per Kurt, sentiva di aver fato la scelta giusta. Vedere Blaine nei luoghi dov’era cresciuto era così naturale. Sembrava quasi che Blaine avesse fatto da sempre parte della sua vita.
 
Invece tutte le volte che era stato gettato in un cassonetto, contro un armadietto, a terra insieme a tutte le sue cose Blaine non c’era. Ma Kurt in qualche modo sapeva che il ragazzo l’avrebbe capito. Sapeva che se Blaine fosse stato con lui in quel periodo non l’avrebbe solo protetto, ma avrebbe anche affrontato quei bulli.
 
Kurt fu riportato alla realtà quando Blaine lo raggiunse con una tazza fumante e un piatto con un toast. Lo guardò e aspettò una spiegazione, che non arrivò. Invece il ragazzo poggiò la tazza e il piatto sul tavolino di fronte a loro e si sedette sul bordo del divano vicino a Kurt, obbligandolo a sdraiarsi. Kurt poggiò la testa sulle gambe di Blaine e lo guardò “Hai intenzione di dirmi perchè ti è venuta improvvisamente voglia
di fare un toast?”.
 
Blaine si allungò per riprendere il piatto “Mia madre mi faceva sempre un toast al burro d’arachidi quando ero piccolo e avevo mal di stomaco. Il toast e il thè caldo ti aiuteranno a sentirti un po’ meglio” sistemò meglio Kurt sulle sue gambe e prese un pezzo di toast dal piatto “Vuoi provare?”.
 
Senza dire una parola, Kurt aprì la bocca e attese che Blaine lo imboccasse. Masticò il pezzettino e lo ingoiò, prima di affondare il capo nella pancia di Blaine “Mi sento già meglio ma non so se è per merito tuo o del toast”
 
“Il toast naturalmente. E’ magico”
 
“A meno che tu non abbia trovato un modo per collegare Hogwarts a Lima - Ohio, se no questo è semplicemente un pezzo di pane” mugugnò Kurt contro Blaine.
 
Blaine poggiò il piatto sul tavolino e abbracciò Kurt prima di sdraiarsi con lui sul divano. Rimasero sdraiati uno affianco all’altro mentre Blaine continuava a massaggiare dolcemente lo stomaco di Kurt e nello stesso tempo lo riempiva di bacini sul naso, sulle labbra, sulle guance, sulla fronte, in ogni posto che riusciva a raggiungere. Kurt sorrise contro il suo petto e si intrufolò sotto l’orlo della sua maglietta. Le mani fredde di Kurt contro il corpo caldo di Blaine gli fecero uno strano effetto inizialmente, ma non durò molto. In meno di dieci minuti, Blaine stava stringendo Kurt al petto; a malapena ebbero il tempo di coprirsi con la coperta che i due si addormentarono profondamente.

 

***

 

“Cosa facciamo?” Burt sussurrò a Carole di fronte a suo figlio e al suo ragazzo addormentati.
 
Carole e Burt erano entrambi arrivati a casa nello stesso momento, trovando Kurt e Blaine addormentati sul divano.
 
“Lasciamoli riposare. Ne hanno bisogno” Carole avvolse un braccio attorno a Burt accompagnandolo in cucina. Burt si sedette al tavolo e si avvicinò alla ciotola di caramelle, sbuffando quando Carole gli schiaffeggiò via la mano “C’è qualcosa che non va?” la donna si sedette affianco a lui.
 
“E’ così strano. Kurt, il mio bambino. Non avevo previsto che crescesse, almeno, non così velocemente. Ora è li sul divano, il mio divano, nella mia casa, addormentato con il suo ragazzo. E non un ragazzo qualsiasi. Qualcuno che è profondamente innamorato di lui, e viceversa” Burt poggiò i gomiti sul tavolo, affondando il viso tra le mani.
 
“Formano una bella coppia, lo sai. Da quel poco che ho visto posso dire che Blaine ha un cuore d’oro e farebbe qualsiasi cosa per Kurt. E so per certo che Kurt è totalmente pazzo di lui”
 
“Ti ha parlato? Durante la partita di ieri è rimasto in cucina per un po’”.
 
Carole prese un respiro. Sapeva che Kurt si fidava di lei e voleva che la loro conversazione rimanesse privata, ma non riuscì a evitare il sorriso che le comparve sul volto. Una piccola e vaga informazione non avrebbe fatto male a nessuno “L’ha fatto. E in base al modo in cui Kurt mi ha parlato di Blaine e il modo in cui il suo viso si è illuminato al solo pensiero, penso proprio che Blaine sia una delle cose migliori che gli siano mai
successe. Dovresti esserne felice”
 
“Non dico che non lo sono. Blaine...mi ha detto che è innamorato di Kurt”.
 
Carole massaggiò il braccio di Burt cercando di tranquillizzare il suo debole cuore “E gli credi?”.
 
Burt non esitò “Sì. Gli credo” guardò verso il salotto, ma non riuscì a vedere i due ragazzi addormentati “Per qualche ragione, credo a ogni parola che mi ha detto”
 
“Allora non vedo motivo di preoccuparti. So bene che Kurt vede sempre il buono nelle persone e tende a evitare i cattivi pensieri, ma sembra quasi che da quando sta con Blaine, non c’è poi così tanta tristezza in lui” si alzò spostando in là la sedia “Forza. Perchè non mi aiuti a preparare la cena così è pronta quando i due si sveglieranno?”.
 
Burt rimase pensieroso per qualche secondo prima di raggiungere Carole ai fornelli. Sapeva che aveva ragione su tutto, quello che non sapeva era come avesse fatto a trovare qualcuno come lei, qualcuno di così importante per lui e sperava che anche Blaine potesse essere quel qualcuno per Kurt.
 

***

 
“Burt!” urlò Carole, inseguendo il marito che aveva approfittato del fatto che si fosse voltata a mettere il pollo nel forno per scappare dalla cucina “Torna qui!” disse togliendosi le presine e poggiandole sul tavolo.
 
Burt ignorò le sue parole e continuò a camminare verso il salotto “Sto solo andando a sedermi nella mia sedia per guardare un po’ di tv prima di cena!” disse senza nemmeno fingere di tenere la voce bassa.
 
“Stai spiando Kurt e Blaine!” sussurrò arrabbiata.
 
“Bhe, qualcuno deve assicurarsi che non combinino niente” si sedette sulla poltrona guardando la moglie “Oh, cosa c’è?”
 
“Lo sai cosa! Forza, lasciali stare” lo afferrò per il braccio e lo obbligò ad alzarsi “Anche se Kurt volesse fare qualcosa con Blaine, sarebbe una sua scelta. Ha 26 anni ed è innamorato. Non c’è molto che puoi fareper evitarlo”.
 
Burt la guardò terrorizzato dal solo pensiero “Non in casa mia”.
 
Carole lo tirò ancora “Bene, comunque non devi preoccuparti che facciano nulla ora. Stanno dormendo sul divano, in salotto” spostò lo sguardo dal marito quando notò che Kurt si stava muovendo e sussurrando qualcosa a Blaine che ancora dormiva. “Oh tesoro. Mi spiace che ti abbiamo svegliato” disse Carole guardando male Burt.
 
Kurt sbadigliò e allentò un pochino l’abbraccio da Blaine, che però non dava segno di volersi svegliare “Non è ‘iente. Scusate voi per esserci addormentati”
 
“Non ti scusare caro” si voltò di nuovo verso Burt “Tuo padre aveva appena finito di dire che mi avrebbe aiutato con la cena. Sarà pronta in meno di un’ora se avete fame”
 
“Non si sente bene” parlò finalmente Blaine. Voltò il capo baciando il braccio di Kurt e poi aprì gli occhi.
 
“Il mi-mio stomaco era un po’ scombussolato, ma Blaine mi ha aiutato. Ora sto bene” si sentiva a disagio a parlare con suo padre e la sua matrigna stando sdraiato, così si sedette trascinando con sè anche Blaine.
 
“Sei sicuro? Non devi mangiare nulla se non te la senti. Posso metterti via qualcosa per dopo”
 
“No, sono sicuro” Kurt la rassicurò “Poi sento un odorino delizioso. In realtà Blaine e io avevamo in programma di preparavi la cena, ma mi sono addormentato”
 
“Puoi fare quei fagottini di zucca così buoni che fai tutti gli anni che mi piacciono tanto” suggerì Burt “Potresti iniziare a preparare i tuoi solito dolci del ringraziamento con un giorno di anticipo”
 
“Papà, non puoi più mangiarli. Non voglio rischiare con il tuo cuore”
 
“Sono passato otto anni, figliolo. Ora sto bene”.
 
Kurt scosse la testa “Stai bene perchè continuo a controllare quello che mangi. E quando non lo faccio io, ci pensa Carole. Potremmo farti un dessert di frutta senza zuccheri come alternativa”.
 
Burt arricciò il naso in disappunto, ma Carole lo spinse in cucina prima che potesse dire qualsiasi cosa “Vi aspettiamo di là quando siete pronti” sorrise verso di loro prima di girare l’angolo. Kurt la sentì discutere con Burt su quali verdure cucinare.
 
“Ti senti veramente meglio?” Blaine lo tirò di nuovo a sè, prendendogli una mano e baciandola.
 
“Sì. Sul serio. Grazie di tutto” si avvicinò per un bacino veloce, ma presto si lasciò coinvolgere dal momento - la sensazione delle labbra morbide di Blaine contro le sue, il modo in cui quello aveva iniziato ad accarezzargli lo stomaco, i suoi riccioli tra le sue dita, il fremito che sentì in tutto il corpo quando le loro lingue si incontrarono. Sussultò un poco quando Blaine gli morse il labbro cercando però di non fare rumore. Non voleva certo che suo padre o Carole li trovassero in quel modo. Comunque non si aspettava certo di
essere interrotto da nessun altro.
 
“Ehy, non di fronte ai bambini. Non voglio che veda già queste cose”.
 
Kurt velocemente si allontanò da Blaine passandosi una mano sulle labbra quando sentì la voce di Finn. Blaine si lasciò cadere sul divano, ma non potè evitare lo sguardo di Finn.
 
“Cosa succede qui?” domandò Burt tornando in salotto proprio mentre Rachel stava entrando in casa.
 
Finn diede il passeggino a Rachel e alzò le spalle mentre andava a sedersi “Kurt e Blaine si stava solo...”
 
“Finn, basta così” Kurt tornò a rivolgere l’attenzione verso suo padre “ A quanto pare Finn non riesce a vedere due persone che parlano in modo amorevole” le ultime parole erano molto accentuate e rivolte direttamente verso Finn.
 
Burt si limitò ad annuire prima di scomparire, lasciando Kurt sul divano con Blaine, Finn
e Rachel che stavano discutendo su chi dovesse cambiare Elizabeth.
 
“Vado fuori per un attimo prima di cena. Pensi di cavartela da solo per qualche minuto?” Kurt allungò la mano verso Blaine poggiandola sopra di lui.
 
Blaine annuì in risposta “Vuoi che venga con te?”
 
“No, è okay” disse Kurt un po’ troppo velocemente “Non dovrei metterci molto. Puoi stare tranquillamente qui e assicurati che Elizabeth venga cambiata” guardò nella direzione della coppia che stava litigando prima di alzarsi.
 
“Okay. Stai attento” Blaine alzò il capo e Kurt si avvicinò baciandolo.
 
“Lo sono sempre. Tornerò prima che tu te ne accorga” baciò ancora Blaine prima di scomparire oltre la porta.
 

***

 
Il resto della serata trascorse ancora meglio di quanto Blaine avrebbe potuto immaginare. Una volta che Kurt fu tornato a casa, tutta la famiglia Hudson-Hummel si sedette al tavolo per la cena, una cosa che Blaine non era abituato a fare a parte nei pranzi di lavoro, che era obbligato a tenere. Ma la cena a casa Hummel era diversa. Non c’era niente di formale nel modo in cui stavano seduti al tavolo, l’ordine in cui ricevevano le portate, o le conversazioni che facevano durante la cena. Tutto era molto rilassato e Blaine si divertì molto in loro compagnia. Kurt lo prese in giro dicendo che Blaine sarebbe stato contento in qualsiasi stanza con del cibo, ma non era vero. Si stava divertendo sul serio a condividere con gli altri quello che aveva fatto quel giorno.
 
Carole si era interessata non solo della vita di Blaine, ma anche del suo passato, qualcosa di cui Blaine parlava con molto cautela. I sei rimasero a tavola per molto tempo anche dopo la cena continuando a parlare - domandando a Blaine della sua carriera e a Kurt delle cose interessanti nel suo lavoro. Carole raccontò di un fatto drammatico che le era accaduto in ospedale, Rachel e Kurt bisticciarono a proposito di quale artista fosse più meritevole di vincere un Grammy, e naturalmente Finn biascicò qualcosa a proposito
del football.
 
Quando l’attenzione non era su di lui, Blaine si sedeva comodo rilassandosi, osservando la famiglia di Kurt interagire, e dovette ammettere a sè stesso che avrebbe voluto farne parte in futuro.
 
Finn e Rachel dovettero andarsene subito dopo cena - Elizabeth stava facendo i capricci, e questo voleva dire che bisognava metterla a letto - ma Blaine e Kurt si sistemarono comodi sul divano guardando un film con Burt e Carole. Blaine era ancora a disagio a stare così vicino a Kurt, ma questo ben presto si rilassò tra le sue braccia e tutte le preoccupazioni vennero scacciate. Era bello stare così vicino a Kurt, sapendo di non
dover andare da nessuna parte e che il ragazzo di cui era innamorato era qualcuno con cui riusciva ad immaginarsi per tutta la vita. Poteva immaginare Kurt sdraiato con lui, ma invece di esserci Burt e Carole nella stessa stanza, vedeva i loro bambini. Era una vita che Blaine sapeva di volere, ma si era concretizzata solo da quando aveva incontrato Kurt.
 
L’unico pensiero che lo tenne sveglio quella notte fu la paura che Kurt non voleva tutto quello. Almeno non con lui.
 
Una volta finito il film, Kurt e Blaine si diressero al piano di sopra, in due stanze separate. Erano d’accordo che Blaine sarebbe rimasto nella stanza degli ospiti durante la visita, per lo meno per i primi giorni, giusto per assicurarsi che suo padre si abituasse all’idea. Blaine avrebbe mentito se avesse detto che non desiderava poter addormentarsi tra le braccia di Kurt nel suo letto, affondando il viso nelle lenzuola che avevano il profumo del suo ragazzo, ma sapeva anche che era meglio stare in stanze separate. Blaine adorava la
famiglia di Kurt e non voleva fare nulla per compromettere l’opinione che si era fatti su di lui.
 
Blaine era rimasto a letto per qualche ora vagando con i pensieri – al lavoro fino ai suoi giorni a Lima – ma tutti i suoi pensieri sembravano sempre tornare al ragazzo che in quel momento si trovava sulla porta della sua stanza.
 
“Blaine” Kurt sussurrò. Il ragazzo girò il viso per guardarlo meglio e Kurt entrò lentamente chiudendo la porta alle sue spalle “Hey, non riesci a dormine neppure tu?”
 
Blaine non fece neanche lo sforzo di sedersi “Non proprio. Ho troppi pensieri per la testa”.
 
Kurt si avvicinò al letto, cercando di evitare le parti scricchiolanti del pavimento per non svegliare i suoi genitori “A cosa stai pensando?”
 
Blaine si spostò su un lato del letto allungando una mano “Vieni qui”. Kurt fece come richiesto e si sdraiò affianco a Blaine
 
“Cosa stiamo facendo?” chiese sorridendo.
 
Le loro mani si trovarono e si strinsero prima di posizionarle tra i loro corpi.
 
“Guardando il soffitto” disse Blaine come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
“E perché lo stiamo facendo?” Kurt voltò il viso verso Blaine che però continuava a fissare l’alto.
 
“Chiudi gli occhi” Kurt fece come chiesto “Sono chiusi?”
 
“Sì, sì”
 
“Okay, ora immaginati il tuo futuro, una vita senza nessun problema, nessun pentimento, solo amore. Sei nel giardino della tua casa in Ohio, New York o dove preferisci, sdraiato di schiena a guardare le stelle. Le vedi?”
 
“Mmm è bello”
 
“Ora, mentre le stelle risplendono, senti un corpo caldo affianco a te e senza togliere gli occhi dal cielo, sai già chi è. Sai chi è in base al modo in cui le sue mani si uniscono alle tue. Il suo profumo fantastico si impossessa subito di te. Il modo in cui il tuo corpo reagisce al suo tocco, le farfalle che senti nel tuo stomaco. Anche se tutto questo ti spaventa a morte, sai che non puoi farci niente perché sei totalmente innamorato di lui. Sai che faresti qualsiasi cosa per lui perché in questo momento è la cosa più importante
che esiste per te. Riesci a vederlo?”.
 
Kurt annuì. Poteva immaginare perfettamente tutto quello che gli stava dicendo Blaine “Sì, riesco”
 
“Pensa alla vita perfetta. Non devi preoccuparti di cosa gli altri penseranno di te se dovessi baciare il tuo ragazzo in pubblico. Tutto quello che importa è mostrargli tutto il tuo amore. Non devi combattere per il diritto a sposare l’amore della tua vita. Il tuo matrimonio per la società ha lo stesso significato di quello tra un uomo e una donna. Stai promettendo di essere al fianco di una persona, nonostante tutto. Puoi andare a lavoro senza preoccuparti di guadagnare tanti soldi. Non ti penti di nulla nella tua vita e non desideri nulla di
diverso”.
 
Kurt ruotò sul fianco e si accovacciò contro Blaine. Avvolse una mano attorno al suo fianco, ma continuò a guardare il soffitto con gli occhi chiusi “E’ una vita davvero bella. La vorrei sul serio”.
 
Blaine iniziò ad accarezzare dolcemente il braccio di Kurt continuando a parlare “Ora penso a queste stelle. Pensa a come ognuna di loro è unica per forma e luminosità. Immagina di aver la possibilità di stare qui fuori tutta la notte con qualcuno che ami. Con la persona con cui vuoi passare il resto della tua vita. E proprio nel momento in cui pensi che tutto sia perfetto e stai per addormentarti, vedi una stella cadente e vorresti esprimere un desiderio, anche se non sai cosa. Hai già tutto quello che desideri. L’uomo affianco a te inizia a sussurrarti qualcosa nell’orecchio e dopo un attimo capisci che è una canzone. La sta cantando per te” Blaine spostò il viso dal soffitto per guardare Kurt. Rimase qualche secondo ad ammirare il suo bellissimo profilo prima di avvicinarsi e sussurrare nel suo orecchio.
 
Kurt riconobbe subito la canzone. Era una melodia che riassumeva perfettamente tutti i suoi giorni passati con Blaine.
 
Without you the ground thaws, the rain falls, the grass grows, without you the seeds root, the flowers bloom, the children play
 
Kurt finalmente voltò il suo viso per guardare Blaine, trovandolo molto più vicino di quello che si aspettasse. Sfruttando il poco spazio che li separava si avvicinò baciandolo, dapprima delicatamente, con le labbra che si sfioravano appena. Ma non ci volle molto prima che Blaine portò la sua mano sul collo dell’altro, tirandolo più vicino a sé.
La lingua di Blaine si fece strada nella bocca dell’altro, accarezzandogli i denti. Kurt gli morse un labbro, ricevendo un gemito in risposta.
 
“Blaine” sussurrò Kurt. La sua voce era roca e faceva addirittura fatica a respirare, cosa che succedeva spesso in presenza del fidanzato. Kurt sentì il suo corpo venire spinto da un lato e quando aprì gli occhi si ritrovò Blaine sopra di sé. Spostò il viso da un lato mentre il ragazzo si faceva strada lungo la sua guancia, la sua mascella, il suo collo. Kurt baciò i muscoli scolpiti del braccio di Blaine e gemette quando sentì una serie di baci caldi e umidi sulla porzione di pelle lasciata libera dal collo del suo pigiama. Blaine spostò le braccia e prima che Kurt ebbe il tempo di fare qualsiasi cosa, il moro iniziò a muovere i fianchi, facendoli scontrare, causando così una serie di gemiti di piacere ad entrambi.
 
“Sei bellissimo” sussurrò Blaine contro la pelle candida dell’altro ragazzo.
 
“Blaine…i miei genitori….” Kurt era totalmente perso sotto il tocco di Blaine per riuscire a formulare pensieri concreti.
 
Sospirando in disappunto Blaine baciò ancora qualche volta Kurt sulle labbra, prima di rotolare giù dal suo corpo e posizionarsi vicino a lui, sempre con un braccio attorno al suo corpo “Adoro quando ci coccoliamo** in questo modo”.
 
Kurt rise e lasciò un bacio tra i ricci ribelli di Blaine “Anche se ci sono i miei genitori nell’altra stanza?”
 
“Anche se ci sono i tuoi genitori nell’altra stanza” annuì Blaine, avvicinandosi a Kurt con la sua bocca socchiusa per baciarlo ancora una volta, ma il ragazzo lo bloccò con la mano.
 
“Non possiamo fare niente qui…Non – non voglio che mio padre ci trovi in atteggiamenti intimi” disse Kurt insoddisfatto. Blaine era sempre molto attento e restio in queste cose. La sua tendenza nel procedere con calma era una delle qualità che Kurt amava di più. Avevano entrambi avuto un passato turbolento che aveva lasciato cicatrici nei loro cuori e ricordi dolorosi, ma era anche vero che Kurt era un ragazzo di 26 anni con un bellissimo fidanzato. Sarebbe stata una bugia sostenere che non aveva mai fatto dei  pensieri riguardo a Blaine, ma sapeva anche che era troppo presto. Si conoscevano solo da poco più di un mese. Baciarsi nel letto, quando entravano o uscivano da casa, qualche bacio meno casto come saluto era più che sufficiente per Kurt. Almeno per il momento.
 
Blaine si avvicinò di nuovo, questa volta baciandogli l’angolo della bocca, prima di poggiare la testa sul cuscino. Ti amo. Voleva dire queste tre parole a Kurt, ma aveva paura. Temeva che Kurt non provasse lo stesso e gli si sarebbe spezzato il cuore. Aveva paura di dirgli ti amo, solo per scoprire che Kurt non ricambiava. Blaine temeva di non sapere cosa fosse l’amore, e che si era convinto di essere innamorato di Kurt solo perchè in realtà si sentiva solo. Blaine anni prima si era ripromesso che non avrebbe detto a nessuno ti amo fino a quando non ne fosse stato certo. Non voleva farsi spezzare di
nuovo il cuore o causare questo tipo di sofferenza ad un’altra persona.
 
Quindi invece, rispose semplicemente “Grazie”
 
“Per cosa?”
 
“Per essere venuto qui a parlarmi. Mi mancavi” Blaine sorrise.
 
“Non siamo stati divisi nemmeno per due ore” Kurt roteò gli occhi ma non riuscì a trattenere il sorrisino che gli comparve sul volto.
 
“Questo non significa che non puoi mancarmi. Questa settimana è stata fantastica e mi ha fatto capire quanto sono fortunato ad averti incontrato…” Blaine baciò la spalla di Kurt
“…quanto sei dolce” poi il collo “…quanto mi fido di te” l’orecchio “e quanto mi rendi felice” le labbra.
 
Kurt guardò di nuovo il soffitto e chiuse gli occhi, tornando ad immaginare quello che gli aveva descritto Blaine. Il moro guardò un momento il fidanzato e poi fece lo stesso “Quindi è questo che fai quando non riesci a dormire? Pensi al futuro?”
 
“A volte. Era quello che facevo da piccolo. Fissavo il soffitto bianco immaginando di essere qualcun altro. Mi aiutava molto anche quando dopo il liceo stavo attraversando dei brutti momenti. Era bello immaginarmi in un posto diverso a vivere una vita senza problemi”
 
“Cos’è successo? Dopo che ti sei diplomato intendo”.
 
Blaine voltò il viso e tornò a fissare il soffitto “Ho fatto solo un paio di cose che avrei dovuto evitare. Di per sè non cose brutte. Solo che mi pento di alcune decisioni che ho preso. Ho un fratello, non penso di avertene mai parlato”
 
“No mai” rispose Kurt scioccato.
 
“Bhe, si chiama Cooper. Non parlo molto di lui perchè a volte è difficile pensare alla vita che ha. E’ stato in grado di rompere tutti i contatti con la nostra famiglia da dopo il liceo e ora vive per i fatti suoi. Non ha dovuto lavorare per mio padre o seguire i suoi ordini e io ero invidioso. Quando mi sono diplomato, non lo sentivamo da otto mesi. Mio padre era così arrabbiato con lui che mi disse che non potevo nemmeno invitarlo al mio diploma. Non aver mio fratello al mio fianco quel giorno mi ferì molto, Coop è sempre stato un mio punto di riferimento. Per me era tutto quello che sarei voluto diventare. Penso che questo è un po’ all’origine del problema. Non sono stato abbastanza coraggioso da rompere tutti i contatti con la mia famiglia come ha fatto lui. Non sono riuscito ad affrontare mio padre dicendogli che non volevo lavorare per lui. Quindi, ho fatto quello che ho potuto per tenere la mia vita sotto controllo. Ho preso alcune decisioni che non sono state le migliori che potessi fare, e anche se alla fine si è risolto tutto bene, continuo a pentirmi di quello che ho fatto”
 
Blaine rimase in silenzio e l’unico rumore nella stanza era il ritmo monotono dei loro
respiri “Scusa. Non volevo coinvolgerti in questo tipo di discorso”.
 
Kurt si avvicinò per dargli un bacio sulle labbra “E’ okay. Sarò sempre qui quando vorrai parlarmi. Dimmi, quand’è l’ultima volta che hai parlato con tuo fratello?”
 
“Un paio di mesi fa. Poco prima di incontrarti a dir la verità. A mio padre non piace il fatto che ci sentiamo di tanto in tanto. Non sono in ottimi rapporti come puoi capire”
 
“Ma non devi ascoltare tuo padre”
 
“No, ma devo lavorare per lui. Non può prendere decisioni per me, ma se faccio qualcosa di sbagliato, sbagliato per i suoi standard, dovrò sorbirmelo per le settimane successive”
 
“Mi piacerebbe incontrare Cooper un giorno, sempre se ti va” disse Kurt con cautela.
 
“Sare-sarebbe bello. Lo vorrei incontrare di nuovo, ma non da solo. Sono passati anni dall’ultima volta che ci siamo visti di persona e siamo entrambi cambiati. Ho paura che non gli possa piacere la persona che sono diventato. Non sono uno spirito libero e indipendente come lui. Posso sembrarlo, ma non lo sono”
 
“Sei diventato una persona fantastica. Non è possibile che tuo fratello ti disprezzi”
 
“Sì, immagino che sia vero. Nel senso, tu mi trovi irresistibile”
 
“Cosa te lo fa pensare?”
 
“Stai dicendo che non è così?”
 
“No, sei particolarmente irresistibile” disse Kurt baciandolo ancora una volta “Pensi che possiamo dormire ora?”
 
“Penso di sì”. Kurt si sedette, ma Blaine lo trascinò indietro “Ti va di stare qui stanotte?”. Kurt non perse tempo a rispondere, si accoccolò tra le braccia del fidanzato addormentandosi.
 
 




*In inglese c’è differenza tra house e home. Il secondo è più personale, e Blaine si stupisce che Kurt usa Home invece di House, che di solito si riferisce all’abitazione in generale.
 
**Il verbo è makeout, la traduzione esatta è pomiciare, limonare ma stanno malissimo quindi ho usato coccolare
con una sorta di malizia in Blaine.
 
Free Talk

A volte mi dimentico i giorni della settimana, specialmente quando sono in vacanza, quindi di conseguenza non mi ricordo di aggiornare! Non so come ho avuto l'illuminazione, Oh ma oggi è venerdì!
Quindi ecco a voi il capitolo!
Il prossimo è immenso, quindi verrà diviso in due parti! Lo faccio per voi lettori, ve lo assicuro!
Grazie a chi segue la storia, a chi la legge e chi ci spende 5 minuti per un commento!
Grazie anche a Claudia per ricopiare la storia a pc!
A settimana prossima

baci Ottavia

Mi trovate qui: Willbeyoungforever

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Parte prima ***


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Capitolo 8 - Parte prima
 
Blaine si svegliò il mattino successivo a causa di un palloncino che gli sfiorò leggermente il braccio. Lo spostò di lato, ma ne sentì un altro contro le dita. E un altro ancora.
 
Con gli occhi chiusi allungò il braccio vicino a lui scoprendo che il corpo di Kurt in realtà era stato sostituito da altri palloncini. Sul pavimento, nell’armadio, sulla sedia, sulla scrivania, sul comodino. Erano ovunque.
 
Girò la faccia quando sentì qualcuno schiarirsi la gola dall’altro lato del letto e Kurt saltò sul materasso affianco a lui, con in mano un palloncino bianco con scritto “Happy Birthday”.
 
“Co-cosa?” Blaine si guardò attorno di nuovo, non sapendo cosa pensare della sorpresa che si era ritrovato al suo risveglio.
 
“Tanti auguri, Blaine” disse Kurt facendo scontrare le loro labbra dopo aver visto spuntare un sorriso sulle labbra del fidanzato.
 
“Ma...come?”
 
“Ho visto la data sul tuo documento ieri quando stavi pagando, quindi l’altra sera prima di cena sono andato al negozio e ho comprato i palloncini. Ho passato l’ultima ora a gonfiarli*. Sai quanto impegno ci vuole per gonfiare 127 palloncini? Un sacco”
 
“Beh, per lo meno hai fatto un bel po’ di pratica*” borbottò Blaine sarcastico.
 
“Cosa?”
 
“N-niente” rispose Blaine rosso in viso usando i palloncini come scusa “I rapporti tra i palloncini blu e neri sono un po’ sproporzionati”
 
“Questo perchè ci sono 100 palloncini neri e 27 blu. Uno per ogni anno in cui hai degnato la terra con la tua adorabile presenza”.
 
Blaine rise e trascinò Kurt sopra di sè. Kurt fu felice di obbedire, e una volta a cavalcioni del ragazzo si avvicinò per un altro bacio “Buon compleanno Mr Anderson”. Si sdraiò addosso a Blaine con le braccia contro il suo petto, poggiando il capo su di lui.
 
“Non posso credere che hai fatto tutto questo. Perchè?” Blaine guardò i palloncini sul letto affianco a lui, ancora sorpreso da tutto quello che aveva fatto Kurt, e fece scorrere le dita sul palloncino bianco.
 
“Perchè no? Perchè non mi hai detto del tuo compleanno?”
 
Blaine scosse le spalle meglio che potè, avendo ancora Kurt sopra di lui “E’ il giorno del ringraziamento, la giornata in cui sei grato per le cose che hai e in cui passi del tempo con la tua famiglia. Non volevo privarti da tutto questo per celebrare il mio compleanno e poi ho ancora un sacco di compleanni”
 
“E ci saranno ancora un sacco di giorni del ringraziamento” Kurt toccò la punta del naso di Blaine con un dito mentre i lati dei suoi occhi iniziarono ad assottigliarsi “E poi, non so te, ma io sono molto grato della tua esistenza. Voglio festeggiare il tuo compleanno, okay? Me lo permetti?”
 
“E questo cosa comporta?” Blaine era ancora un po’ scioccato da tutti i palloncini attorno a lui.
 
“Solo una torta in più e uno o due regali”
 
Blaine esitò “Che tipo di regali? Non voglio nie-” venne zittito di nuovo dalle labbra di Kurt. Le mani del ragazzo trovarono i muscoli ben delineati dei fianchi di Blaine e si spinse contro di lui lentamente, rilassandosi e sistemandosi poi tra le sue gambe.
 
“Beh, penso che potremmo divertirci e giocare un pochettino” disse Kurt facendo l’occhiolino.
 
Blaine iniziò a balbettare, le guance arrossate “O-okay” afferrò il volto di Kurt e lo trascinò in un altro bacio.
 
“Grande. Andiamo” Kurt scese dal corpo di Blaine e lanciò un paio di palloni.
 
“Aspetta, dove stiamo andando?” Blaine si sedette ma non scesa dal letto.
 
“In cucina. Ho detto che ci saremmo divertiti un po’, no? Cucinare con te sarà sicuramente fantastico” Kurt sapeva di aver fatto credere a Blaine che avrebbero passato ancora qualche ora assieme a letto, per rilassarsi e godersi insieme il compleanno, ma non era sua intenzione “Andiamo a fare la tua torta di compleanno”.
 
Quando Kurt allungò la mano, Blaine la prese, consapevole che non avrebbe potuto far nulla per fermare Kurt dal cucinare. Lo tirò a sè per un altro bacio, prima di seguirlo fuori dalla stanza.
 
“Fai sempre la torta per i compleanni?” Blaine scese le scale dietro Kurt, facendo ondeggiare le loro mani allacciate, e avvicinandole per baciargli le nocche.
 
Kurt si appoggiò al suo fianco e mise il capo sulla sua spalla, prima di baciarlo sulla guancia
 
“Così finiremo per cadere**”
 
“Tu sei caduto nella mia trappola? Ti sei innamorato di me?” scherzò Kurt, ma si zittì quando sentì Blaine irrigidirsi sotto di lui.
“Comunque faccio torte di compleanno per i miei amici e familiari da oltre dieci anni, è diventata una specie di tradizione”.
 
Si fermarono in cucina e si lasciarono le mani, mentre Kurt entrava e iniziava a cercare gli ingredienti e i piatti di cui aveva bisogno.
 
Blaine si sedette sullo sgabello vicino al piano cottura e guardò Kurt che si destreggiava in cucina. Il ragazzo poggiò la farina sul tavolo e ordinò a Blaine si misurarne due tazzine e mezzo, prima di andare verso il frigo e cercare le uova.
 
“Che torta hai intenzione do fare?” domandò Blaine curioso, mentre versava i primi ingredienti nella bacinella di fronte a lui.
Noi stiamo per fare una torta triplo cioccolato. Torta al cioccolato, ripieno al cioccolato e sopra la glassa al cioccolato” rispose Kurt. Poggiò il contenitore con il cacao di fronte a Blaine e rise quando notò che gli occhi del fidanzato erano diventati ancora più brillanti di quanto fosse possibile “Ti piace l’idea?” Kurt picchiò via la mano di Blaine che aveva iniziato a fare disegni nella farina.
 
Serio Blaine si alzò e camminò verso Kurt. Un sorrisino gli comparve sul volto quando afferrò il sedere di Kurt e lo trascinò più vicino a sè “Amo questa idea”
 
Blaine” disse Kurt sconvolto “Le tue mani sono sporche di farina”
 
“Mi stai cucinando una torta al cioccolato. Al triplo cioccolato. Non posso controllare le mie azioni quando sono in questo stato”
 
Noi” enfatizzò Kurt “Noi stiamo cucinando una torta. E in che stato saresti in questo momento?”
 
“Bhe, per cominciare” Blaine si mosse iniziando a baciare il collo di Kurt, facendo scorrere la lingua lungo la sua pelle “Qualsiasi cosa che comprenda del cioccolato mi rende felice, e poi mi stai incoraggiando a mangiare cose non salutari” alzò il viso, baciandogli la mascella.
 
Blaine” mugugnò Kurt “Dovremmo cucinare, ed è il tuo compleanno. Posso fare un eccezione con la tua terribile dieta”.
 
Blaine si mosse verso l’alto, baciando le labbra di Kurt, tenendolo il più vicino possibile, mentre le sue mani si infilavano nelle tasche posteriori dei suoi jeans. Kurt rispose al bacio avvolgendo le braccia attorno a Blaine e stringendolo a sè. Tutti i suoi piani riguardo la torta di Blaine e i diversi dolci che doveva preparare per la serata scomparvero quando sentì il corpo di Blaine schiacciato contro il suo, la lingua di quello che si faceva strada nella sua bocca e il ritmo del suo cuore battere contro il petto dell’altro.
 
Rimasero in cucina esplorandosi l’un l’altro, fino a quando un colpo di tosse proveniente dalla porta li risveglio: Blaine si spostò velocemente, tornando al suo posto.
Kurt ruppe un uovo con nonchalance nella terrina mentre Burt e Carole entravano in cucina.
 
“Hey, siete affamati? Posso cercare di fare qualcosa per colazione”
 
“No, siamo a posto caro” Carole baciò Kurt sulla guancia e approfittò della vicinanza per sussurrargli nell’orecchio “Hai un po’ di farina sul sedere” Kurt arrossì e si pulì i pantaloni.
 
Lanciò un’occhiata a Blaine, che stava sorridendo.
 
“Cosa stai facendo, figliolo?” Burt si avvicinò al ripiano, guardando sempre Blaine mentre parlava.
 
“E’ il compleanno di Blaine, quindi gli sto facendo una torta” rispose Kurt sorridendo.
 
“Il tuo compleanno? Perchè non ce l’hai detto?” disse Carole al fianco di Kurt con un cartone di succo d’arancia e un paio di bicchieri.
 
“Perchè Blaine non l’ha detto nemmeno a me”.
 
Blaine decise di ignorare la conversazione e casualmente iniziò a sbattere l’impasto. Kurt gli bloccò la mano e lo obbligò a guardarlo. Il ragazzo sospirò prima di parlare “Sai perchè l’ho fatto”
 
“Questo non significa che apprezzo la tua decisione. Metti una tazzina di cacao nell’impasto” Kurt si avvicinò al fidanzato facendo sfiorare le loro labbra, prima di lasciargli la mano.
 
“Siete sicuri che non volete nulla da mangiare? Blaine mi può aiutare”.
 
Blaine smise di mescolare l’impasto e i suoi occhi divennero seri “Spero che non ti aspetti tanto da me. Dobbiamo anche mangiarla questa torta. E’ questo il tuo piano? Fare un dolce immangiabile così non finisco per rovinarmi lo stomaco con questo cibo poco salutare?”
 
“Stai ammettendo che non è sano, stiamo facendo progressi”. Blaine roteò gli occhi mentre misurava il cacao.
 
“Come ti ho già detto, posso cucinarvi qualcosa se volete”
 
“Siamo a posto. Il succo di Carole è sufficiente e ho appena mangiato uno di quei muffin che aveva lasciato Finn”
 
“Non quello al cioccolato papà! Spero tu abbia preso quello ai mirtilli con pochi grassi”
 
“Mi ucciderai, Kurt”
 
“No. Ti sto aiutando a rimanere in vita e in salute”.
 
Burt si voltò verso Blaine scuotendo la testa “Non so come fai a stare con uno come lui”
 
“E’ facile. Mangio comunque quello che voglio” disse Blaine scoppiando a ridere; il fatto che Burt lo stesse includendo nei suoi bisticci con Kurt, lo faceva sentire ancora più benvenuto. Lo faceva sentire incluso nel nucleo familiare. Riusciva addirittura ad immaginarsi in quella stessa cucina dieci anni dopo mentre Kurt insegnava alla loro figlia come preparare una torta, mentre lui stava seduto con l’altro loro figlio in grembo mangiando caramelle e ricevendo occhiatacce dagli altri due.
 
“Tornerò tra poco per aiutarti con il dolce” disse Carole passando a Burt un paio di muffin e trascinandolo fuori dalla cucina.
 
Blaine li guardò lasciare la stanza prima di voltarsi di nuovo verso Kurt. Si avvicinò a lui lentamente con un sorrisetto malizioso “Quindi, dov’eravamo rimasti?”
 
“Sei pazzo” disse Kurt lanciandogli della farina sul viso
 
“Ma è per questo che mi ami” disse Blaine prima di rendersene conto. Non voleva rendere le cose strane tra loro quando stava andando tutto così bene. Certo, sentire Kurt dirgli quelle due parole sarebbe stato un perfetto regalo di compleanno, ma non voleva forzarlo. Non voleva che Kurt si sentisse in obbligo di dire che lo amava.
Blaine sapeva di amare Kurt, ma questo non significava che Kurt provasse lo stesso.
 
Prima che Kurt potesse dire qualsiasi cosa, parlò di nuovo “Quindi, qual è il prossimo ingrediente di questa delizia?” il sorriso sul volto di Kurt gli confermò che non aveva incasinato niente. Le cose non sarebbero diventate strane tra loro e forse, ma solo forse, Kurt poteva provare lo stesso.
 

***

 
“Sei sicuro? Non voglio rovinare la vostra cena di famiglia” Blaine scese dalla macchina, ma non si mosse verso la casa dei nonni di Kurt.
 
Kurt si avvicinò e gli prese le mani “Sei nervoso da quando abbiamo lasciato la casa, stai tranquillo, okay? Ti ameranno” perchè io ti amo aggiunse mentalmente. Si avvicinò per aggiustargli il farfallino e baciarlo
 
“Ma sono d’acc-”
 
“Blaine, fidati di me, okay?” gli fece un sorriso d’incoraggiamento e gli strinse le mani per rassicurarlo.
 
“Ragazzi, siete pronti?” Blaine prese la teglia con il tacchino dal sedile posteriore mentre Kurt afferrò il dolce “Pronto per la tua torta, festeggiato”?
 
“Non l’hai detto a nessun altro che è il mio compleanno, vero?” Blaine domandò esitante, mentre prendeva la torta al cioccolato dalle mani del fidanzato.
 
“Naturalmente no. Comunque questo non vuol dire che non lo capiranno”
 
Blaine guardò verso il dolce e lesse “Happy Birthday Blaine” scritto con la glassa blu e mugugnò
 
“Kurt!”
 
“Cosa? Hai detto che potevamo festeggiare”
 
“Sì. Noi. Io e te, soli”.
 
Kurt gli diede la mano e lo obbligò a camminare, dietro Burt e Carole.
 
“La mia famiglia adora avere occasioni per festeggiare. E io e te avremo un po’ di tempo più tardi per il nostro piccolo party, se ti va. Possiamo stare a letto e mangiarci la torta o il gelato mentre ci guardiamo un film”
 
Blaine sussultò “Mangeresti davvero tutta quella roba?”
 
“E’ un occasione speciale. Lo farei solo per te”.
 
Burt finse di cadere, ricevendo una sberla da Carole e Kurt su entrambe le braccia, mentre Blaine si limitava a sorridere alle loro spalle. La porta principale si aprì e due anziane signore - le nonne di Kurt, suppose Blaine - comparvero di fronte a loro. Si fecero da parte e avvolsero Kurt in un abbraccio, non appena questo mise piede in casa. Burt e Carole vennero subito trascinati lontano da alcuni bambini senza nemmeno avere il tempo di salutare.
 
“Kurt sei cresciuto così tanto” disse una delle due signore.
 
“Ha ragione. Non ti vediamo abbastanza” aggiunse l’altra.
 
“Ora potete dare la colpa a Blaine” scherzò Kurt, ma il fidanzato si immobilizzò, fissandolo. L’ultima cosa che voleva in quel momento era che i nonni di Kurt pensassero che lui fosse il motivo per cui il ragazzo non tornava mai in Ohio.
 
“Ha reso New York un posto migliore” aggiunse poi, cercando di tranquillizzare Blaine.
 
Dalla cucina si sentì il suono del timer e una delle due donne si scusò, prima di allontanarsi.
 
“Quindi, tu sei Blaine” disse l’altra donna
 
“Sì, piacere”.
 
Kurt non potè evitare di sorridere notando quanto fosse formale il fidanzato. Anche se era un uomo d’affari, non l’aveva mai visto così rigido.
 
“Sono solo una nonna” disse la signora abbracciandolo cercando di evitare attentamente la torta che aveva in mano. Il ragazzo restituì l’abbraccio in modo goffo. A parte Kurt o Carla, il ragazzo non era abituato a persone così aperte ai contatti fisici.
 
“Questa è la mia nonna materna” disse Kurt guardando entrambi.
 
“Forza. Voglio conoscere tutto di te e come ve la passate a New York. Ogni giorno dev’essere un avventura, no?” spinse entrambi verso la cucina.
 
Sapere che la nonna aveva accettato immediatamente il suo fidanzato era un altro passo che avvicinava Blaine a sua madre, era come se tutto ciò che aveva di più importante nella sua vita si trovasse sotto lo stesso tetto.
 

***

 
La cena del ringraziamento fu deliziosa. La tavola era imbandita con numerosi piatti contenenti verdure, involtini, frutta e molto altro. C’era più cibo di quanto Blaine ne avesse mai visto in tutti i suoi ringraziamenti, e qualcosa gli diceva che la passione per la cucina non era una virtù solo di Kurt, ma di tutta la famiglia.
 
Kurt si offrì di lavare i piatti e Blaine si propose di aiutarlo, nonostante le proteste del fidanzato. Iniziarono la loro classica routine - Blaine asciugava e Kurt lavava. Circa a metà del lavoro, Kurt iniziò a canticchiare le parole di “Whataya want from me”. Blaine ridacchiò tra sè nel momento in cui Kurt iniziò a cantare il ritornello. Il fidanzato lo toccò dentro con il gomito “Forza,
unisciti a me. Rende tutto più divertente”
 
“Lascio il, ehm, divertimento a te. E’ già molto interessante guardarti” il sarcasmo di Blaine non era difficile da cogliere.
 
“Aspetta e vedrai quando farò la lavatrice stasera sentirai un vero concerto”
 
“E quali saranno le canzoni di questo concerto?” domandò Blaine prendendo il piatto dalle mani di Kurt e asciugandolo.
“E’ una sorpresa” rispose facendo l’occhiolino. Kurt girò il viso notando sua nonna alla porta “Oh, ciao nonna”.
 
La donna entrò in cucina “Il nonno ti sta aspettando di là. C’è una cosa di cui vorrebbe parlarti”
 
“Oh, finisco qui e poi vado”
 
“No è okay. Posso aiutare io Blaine” si offrì prendendo il piatto dalle mani del nipote.
 
Blaine guardò Kurt e poi la donna, e sentì il suo stomaco contrarsi. “Ti va bene?” domandò il fidanzato. Il moro annuì lentamente e Kurt prima di andarsene lo baciò sulla guancia.
 
Blaine si concentrò totalmente sui piatti, aveva paura a parlare con la nonna di Kurt. Aveva bisogno dell’approvazione della signora quasi quanto quella di Burt. Era come se il giudizio della donna fosse pari a quello della madre si Kurt che però non avrebbe mai ricevuto.
A parte lo stesso fidanzato, i suoi parenti erano le persone più vicine alla donna che aveva cresciuto Kurt facendolo diventare l’uomo di cui si era innamorato.
 
La donna si schiarì la gola e poi finalmente parlò “Quindi, ti stai divertendo qui in Ohio?”
 
Blaine si avvicinò nervosamente “S-sì. Sta andando bene. Tutti i familiari di Kurt sono così gentili, li adoro”
 
“Bhe noi adoriamo te”. Blaine si limitò a passare lo strofinaccio sui piatti di ceramica senza parlare, così la donna lo avvolse per la vita con un braccio “Ehy, rilassati, okay?”
 
“Mi scusi, sono solo un po’ agitato. Ci sono così tante persone qui che non ho mai visto prima e ho paura di fare la mossa sbagliata. Voglio che la giornata di oggi sia perfetta per Kurt” poggiò il piatto asciutto sopra gli altri prima di iniziare con le posate.
 
“E cosa mi dici di te? E’ il tuo compleanno giusto? Non dovrebbe essere un giorno perfetto anche per te?”
 
“Lo è già. Kurt è qui ed è tutto quello di cui ho bisogno”.
 
La donna studiò l’uomo che aveva di fronte e sorrise. Continuò a lavare gli ultimi piatti, ma la sua mente era altrove “Come hai fatto a far cantare Kurt di nuovo?”
 
Blaine si bloccò e la osservò confuso “Cosa intende?”
 
“Stava cantando quando sono entrata. Come ci sei riuscito?”
 
“Io...ha fatto tutto da solo”.
 
La donna bloccò ilo braccio a mezz’aria proprio mentre stava per sistemare una tazza “Blaine, Kurt non canta più. Mai, da quando non è stato ammesso alla NYADA, si rifiuta di cantare. L’abbiamo implorato senza successo per anni. Non ha più cantato neanche una volta “Happy Birthday” o le carole di natale per i bimbi negli ospedali. Pensa che una volta verso pasqua è venuto con me e suo padre in ospedale, ma si è rifiutato di cantare quando gli è stato chiesto. Si è semplicemente seduto tra i bambini a disegnare o a leggere storie. Ha una voce così bella ma l’ha tenuta nascosta per così tanto tempo, e ho sempre temuto che non sarei mai riuscita a sentirla di nuovo. Ma poi sei comparso tu nella sua vita e ti ha portato qui. E’ la prima volta da quando ha 17 anni che l’ho sentito cantare in questa casa”.
 
Blaine ricominciò ad asciugare i piatti, almeno per fare qualcosa. Aveva ascoltato quello che la donna aveva detto, ma non sapeva cosa rispondere.
Non aveva obbligato Kurt a cantare, giusto? Gli aveva dato questa opzione e Kurt aveva accettato. Gli era sembrato un po’ esitante, ma alla fine aveva cantato
 
“Io...io non ho fatto niente. Siamo andati al McKinley ieri e gli ho chiesto di cantarmi qualcosa in auditorium, e l’ha fatto. Non sapevo che era una cosa che si rifiutava di fare”.
 
La nonna riprese a lavare i piatti quando notò che Blaine aveva finito di asciugare i suoi “Sai...il modo in cui guardi Kurt...Ho visto quello sguardo solo un’altra vola”
 
“Quando?”
 
“Quando Burt guardava Elizabeth” Blaine non riuscì a trattenere il sorriso che gli comparve sulle labbra
 
“Dal primo momento in cui l’ho visto, nel modo in cui la guardava, da come si comportava quando era attorno a lei, sapevo che un giorno si sarebbero sposati. Anche se era molto pauroso ammettere che la mia bambina era innamorata, dovevo pur farlo. Quando erano insieme, nient’altro aveva importanza. Burt era totalmente concentrato su di lei ed Elizabeth non smetteva di sorridere. Ha tirato fuori il meglio di lei”
 
“Avrei voluto conoscerla”
 
“Ti avrebbe adorato. E so che forse è un po’ presto da dire, ma lo farò lo stesso perchè non so quando ci rivedremo la prossima volta. Non lasciartelo scappare okay? Anche se dovesse aver paura e si convincesse di lasciarti, non permetterglielo. Combatti per lui perchè fino a oggi non avevo più visto due persone così innamorate come voi da quando mia figlia è morta” Blaine aprì la bocca per interromperla, ma lei lo interruppe
 
“Non ti sto chiedendo se lo ami o se lui è innamorato di te. Solo voi potete sapere cosa provano i vostri cuori. Ma io so quello che vedo e posso dirvi che c’è qualcosa di speciale tra voi, e poi voglio che Kurt sia felice. Dopo tutto quello a cui è andato incontro nella sua vita - la perdita di sua madre da giovane, gli atti di bullismo, il suo tentativo di suicidio, dover abbandonare i suoi sogni - si merita di avere qualcuno che gli dimostri tutti i giorni cosa vuol dire essere amato”.
 
Blaine quasi fece cadere il piatto dalle mani quando sentì la parola suicidio. Il viso diventò pallido e la gola diventò secca “Co-cosa...nel senso...Kurt. Cosa intende?”
 
“Hmm?” la donna alzò lo sguardo, senza rendersi conto di aver detto qualcosa di nuovo.
 
“Ha detto che Kurt...che lui...qualcosa riguardo al suicidio” lo stomaco di Blaine era sottosopra. Non riusciva ad immaginare che Kurt, l’uomo che sorrideva sempre e sembrava così felice e grato per la sua vita, avesse cercato di uccidersi. Tutto quello che voleva fare in quel momento era correre da lui e abbracciarlo. Voleva baciarlo e stringerlo forte e non lasciarlo mai andare.
 
“Non te l’ha raccontato?” la donna si portò una mano alla bocca pentendosi di averne parlato. Blaine scosse il capo “Oh caro. Mi spiace. Non avrei dovuto dire niente. Solo...quando sarà il momento giusto te ne parlerà, okay? Non è un argomento facile per lui. E’ stato un periodo buio della sua vita, ma le cose vanno molto meglio ora. E’ solo che pensavo te ne avesse parlato”
 
 
“E’...è okay. Probabilmente non sapeva come fare a dirmelo” Blaine poteva sentire il suo respiro diventare irregolare, ogni secondo sempre di più. Stava avendo problemi ad assumere la giusta quantità di ossigeno e le sue nocche erano diventate bianche per quanto stava stringendo il lavandino.
 
“Bene. Penso che abbiamo finito. Perchè non vai a cercare Kurt, sistemo io le ultime cose” Blaine annuì “E’ stato bello parlare con te, spero di rivederti presto”
 
“Lo spero anch’io” fece un sorriso forzato e uscì a cercare il fidanzato.
 

***

 
Erano circa le 08:30 quanto tornarono finalmente a casa, e Blaine era così stanco da far fatica a muoversi. A causa dell’enorme quantità di cibo mangiato, la conversazione importante che aveva avuto con la nonna di Kurt, e i bambini che l’avevano trascinato per la casa, riusciva a malapena a tenere aperti gli occhi. Mentre tornava a casa Kurt gli aveva fatto poggiare il capo sulle sue gambe e stava giocherellando con i suoi ricci.
 
Burt e Carole non si erano persi tutta quella loro dolcezza e sorrisero per tutto il viaggio di ritorno.
 
“Andiamo a dormire papà”.
 
Blaine si poggiò al fianco di Kurt facendosi sostenere, mentre affondava il volto nel collo del fidanzato e gli dava qualche bacino sulla pelle candida.
“Blaine, tesoro, andiamo di sopra. Sei stanco” massaggiò la schiena del ragazzo mentre lo conduceva in stanza
 
“Se si addormenta subito ma tu non hai ancora sonno, vieni pure giù con noi” propose Burt
 
“Okay” disse Kurt ma sapeva che, anche Blaine si fosse addormentato prima di lui, non l’avrebbe lasciato per nessun motivo al mondo. Sarebbe stato felice anche solo stando sdraiato vicino a lui, abbracciato al suo fianco anche se la sua mente avesse vagato attraverso pensieri che avrebbe preferito non fare.
 
Iniziò ad aiutare Blaine semi addormentato a salire le scale “Buon ringraziamento papà”
 
“Anche a te, figliolo. E’ bello riaverti a casa”
 
Kurt sorrise al padre e poi scomparve al secondo piano “Blaine, dove vuoi dormire stanotte?”
Blaine mugugnò incoerentemente in risposta.
 
“Piccolo, devi parlare ad alta voce non riesco a capirti”
 
“Con te” Blaine poggiò di nuovo il viso dov’era prima, nel collo di Kurt e iniziò a mordicchiargli la pelle.
 
“Blaine” lo rimproverò il ragazzo “Fermati, così mi lasci tutti i segni”
 
Blaine spostò il viso e sorrise consapevole “Era questo il piano”
 
“Forza. Puoi dormire con me in camera mia stanotte. E’ molto più comodo”
 
“Ti stai comportando gentilmente con me perchè è il mio compleanno?”
 
“Probabilmente”.
 
I due entrarono in stanza e Blaine cercò di svegliarsi perlomeno per riuscire a togliersi i vestiti eleganti e mettere una tuta. Non badò nemmeno al fatto che non indossasse una maglietta, ma si infilò subito sotto le coperte.
 
Sospirando, Kurt abbandonò sul pavimento la sua maglietta del pigiama e lo seguì sotto le coperte.
 
Sentì immediatamente le braccia calde di Blaine attorno a lui e i loro petti nudi premuti uno contro l’altro.
 
“Hey, Kurt?”
 
“Si?”
 
“Perchè non mi hai mai detto che non cantavi più dal liceo? Non dovevi farlo per forza ieri quando te l’ho chiesto se non te la sentivi” Blaine sentì Kurt respirare contro il suo braccio.
 
“Come hai fatto a saperlo?”
 
“Tua nonna mi ha parlato quando stavamo lavando i piatti. Mi ha raccontato che hanno cercato per anni di farti cantare, ma ti sei sempre rifiutato. Ma tu hai cantato per me - in auditorium e in casa dei tuoi nonni. Perchè?”
 
“Io...io volevo solo vederti sorridere” Kurt si alzò sui gomiti “Blaine, ci sono alcune cose che solo tu sai di me. Ti ho già detto che non ho mai condiviso i ricordi riguardanti mia madre con nessun altro. Sei stata la prima persona in assoluto a cui l’ho detto, e per questo sei speciale. Significhi tantissimo per me, e mi fido di te. Quando sono con te è come se potessi essere finalmente me stesso. Non devo nascondere la mia personalità. E’ come se la parte di me che avevo perso da quando mia madre è morta, è tornata di nuovo. Cantare per te sembrava semplicemente giusto. Forse perchè tu non eri nel mio stesso liceo quanto tutto quello stava accadendo, o forse non centra, mi piace cantare per te. Adoro il sorriso sul tuo viso quando canto”
 
Blaine si avvicinò per dargli un bacio leggero contro le sue braccia e quasi si lasciò scappare quelle due parole. Ti amo. Ma non poteva. Aveva ancora troppa paura di dire a Kurt quelle parole così importanti, qualcosa che avrebbe cambiato la loro vita. Dire “ti amo” era una cosa importantissima per Blaine e non voleva sprecarle in un’occasione qualsiasi come se non avessero nessun significato. Voleva essere sicuro che Kurt fosse pronto a sentire quelle parole. Voleva essere sicuro di essere pronto a dire quelle parole.
 
“Di cos’altro avete parlato tu e mia nonna” domandò Kurt curioso.
 
Blaine pensò a quella domanda che gli ronzava per la testa da tutta la notte. Il tentativo di suicidio. Voleva sapere i dettagli, anche se sarebbe stato doloroso. Voleva capire perchè Kurt si fosse sentito così a disagio con sè stesso da arrivare a pensare di non avere altre opzioni se non la morte e che tipo di persone erano riuscite a farlo stare così male. Chi poteva guardare quel bellissimo ragazzo che era al suo fianco e non vedere quanto fosse incredibile sia dentro che fuori? Blaine voleva che Kurt condividesse tutto con lui, ma non era pronto a sentirla, non ancora. Quindi, si limitò a dire “Non molto”
 
“Bhe, gli piaci” Kurt disse, tornando ancora tra le braccia di Blaine
 
“E a me lei piace. Ho capito come hai fatto a crescere così bene. Sono sicuro che anche tua madre era una persona meravigliosa”
 
“Lo era. E so per certo che ti avrebbe adorato. Mi ha sempre parlato del tipo di persona che gli sarebbe piaciuto che fosse stata al mio fianco. Se ripenso a quelle conversazioni, realizzo che non ha mai parlato al femminile, non ha mai indicato il genere. Forse addirittura in quei giorni, già sapeva chi sarei diventato una volta adulto. Penso che avesse già idea che fossi gay prima ancora che lo sapessi io. Ha sempre avuto un talento nel sapere le cose che gli altri non sapevano”
 
“Per lo meno, sai che ti avrebbe accettato”
 
“Sì, è vero” Kurt sorrise
 
“Hey, pensavo volessi fare il bucato stasera” fece notare Blaine
 
“Dovevo, ma può aspettare fino a domani. Preferisco stare qui con te” il ragazzo affondò il viso nel petto del fidanzato e sospirò felice “Buon compleanno. Mi spiace che non abbiamo potuto festeggiare bene come avrei voluto”
 
“E’ tutto okay. Come ho detto a tua nonna sei l’unica cosa che ho bisogno per rendere il mio compleanno perfetto”
 
“Hai detto davvero alla nonna una cosa del genere?”
 
“Ovvio. Stava mettendo in dubbio l’effetto che avevi per la mia felicità” Blaine fece scorrere una mano lungo il petto nudo di Kurt, causando una “scossa” lungo la spina dorsale del ragazzo.
 
“Hey, anche se non hai intenzione di fare il bucato stasera, posso avere una canzone?”
 
“Se ti va” rise Kurt. Guardò Blaine che chiuse gli occhi e poi iniziò a cantare la canzone che aveva sentito cantare a Blaine la sera precedente.
 

***

 
“Sveglia, sveglia!” Kurt ripetè più volte pizzicando Blaine sul fianco per farlo alzare.
 
“Co-cosa?” Blaine roteò su un fianco strofinandosi gli occhi. Notò che la stanza era ancora buia e il sole non era nemmeno sorto. Perchè Kurt era già così arzillo? Si allungò per afferrare il braccio del fidanzato e farlo sdraiare di nuovo, ma Kurt non lo assecondò.
 
“Forza! Shopping del venerdì nero***” Kurt stava sorridendo, ma si bloccò quando notò che Blaine aveva chiuso di nuovo gli occhi e affondato il viso in grembo al fidanzato.
 
“Non mi avevi detto niente di questa storia” mugunò udibile a stento
 
“No, perchè se l’avessi fatto, non saresti venuto con me”
 
Blaine spostò il capo dalle gambe di Kurt e lo guardò dritto nei suoi meravigliosi occhi azzurri “Non potevi saperlo. Avrei potuto farlo per te”
 
“Sono le 04:30 di mattina” fece notare l’altro.
 
“Okay. Avrei detto: Col cavolo!” affondò di nuovo il viso nel grembo di Kurt.
 
Kurt scoppiò a ridere e gentilmente accarezzò la schiena del moro “Lo sapevo. Ma ora sei sveglio quindi sbrigati! Puoi dormire in macchina per tutta la strada”.
 
Blaine si mosse per baciare lo stomaco di Kurt dove la sua maglietta era leggermente alzata e avvolse le braccia attorno al suo corpo dolcemente “Ho un sacco di altre idee migliori su come passare la nostra mattina, e tutte prevedono che tu torni a letto”
 
Kurt spostò le mani di Blaine dai suoi fianchi e si alzò, trascinando il fidanzato con lui “No. Non oggi. Blaine, sbrighiamoci. Ho già scelto i tuoi vestiti al posto tuo. Vuoi fare una doccia?”.
 
Blaine si alzò senza però muoversi. Guardò Kurt per qualche secondo prima di borbottare “Dammi dieci minuti per lavarmi i capelli. Immagino che non hai intenzione di unirti a me?”.
 
Kurt rimase ammutolito dalla domanda di Blaine. Aprì la bocca per rispondere, ma non trovò le parole. Non avevano mai parlato di qualcosa di così intimo come fare la doccia insieme e per ora tutto quello che avevano fatto era baciarsi.
 
Era ovvio, voleva molto di più da Blaine, ma visto tutte le barriere che si era creato negli ultimi anni non era sicuro di essere già pronto al passo successivo.
 
Gli occhi di Blaine si addolcirono e il suo viso diventò tutto rosso “Scu-sa, Kurt. Io-io non intendevo quello. E’ solo...tu...E’ presto e non riesco a controllare tutto quello che dico”.
 
Kurt fece un paio di passi eliminando la distanza che li separava. Poggiò una mano sul suo viso e gli diede un bacino veloce “E’ tutto okay. Vai a farti la doccia. Ti aspetto di sotto tra venti minuti, d’accordo? Nel frattempo mi assicurerò di farti trovare la colazione meno salutare possibile”
 
“Stai incoraggiando ancora le mie cattive abitudini alimentari? Non è più il mio compleanno. Non sei obbligato a farlo”
 
Kurt scosse le spalle “Sei in vacanza. Chiuderò un occhio” diede a Blaine i vestiti che aveva scelto e lasciò la stanza.
 
Blaine aveva il presentimento che non importava quanto Kurt si potesse lamentare delle sue cattive abitudini alimentari, non sarebbe mai riuscito a farlo mangiare sano.
 
 
 


 
*Gioco di parole intraducibile. Gonfiare in inglese è to blow. Ma blow si riferisce anche a blow job – ossia pompino - , Blaine si riferisce a questo.
 
**Gioco di parole intraducibile. Blaine dice fall intendendo cadere, Kurt invece intende cadere innamorato (to fall in love).
 
*** Il giorno dopo il Ringraziamento in America si ha il Black Friday e ci sono grandi saldi.

Free Talk

Per motivi di lunghezza ho preferito dividere il capitolo in due parti...per la seconda parte dovrete aspettare settimana prossima, ma non temete, è già pronta quindi non ci saranno ritardi.
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, anche perchè qui si scopre una cosa abbastanza importante del passato di Kurt...

Per dubbi e/o informazioni di vario tipo, mi trovate qui: Willbeyoungforever

Ottavia

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Parte Seconda ***


Capitolo 8 Parte 2
 
“Cosa ne pensi di questo colore?” domandò Kurt mostrando una polo viola scuro a Blaine, che annuì. Era ovviamente soddisfatto della sua scelta.
 
Erano circa le 03:00 di pomeriggio, e la maggior parte dei saldi del venerdì nero erano finiti. Tuttavia, Kurt non aveva ancora ultimato il suo shopping. Aveva trascinato Blaine per il centro commerciale, fermandosi in ogni negozio che poteva essere vagamente interessante. Verso le 13:30, Blaine aveva smesso di lamentarsi. La verità era che nonostante le sue scarpe scomode, gli occhi
stanchi e tutte le borse pesanti che stava trasportando, si stava divertendo a trascorrere del tempo con Kurt. Seguiva il fidanzato che si faceva largo tra la pila di vestiti, alla ricerca dell’outfit perfetto.
 
Kurt si avvicinò a un bancone con i cardigan “Cosa te ne pare?” domandò mostrandogliene uno blu insieme ad una maglietta grigia “Penso che questo abbinamento ti starebbe bene” Kurt se lo poggiò sulla spalla, perdendosi Blaine che roteava gli occhi.
 
“Non devi comprarmi un guardaroba nuovo. Mi piacciono i vestiti che ho” al ragazzo piacevano le cose che Kurt stava scegliendo per lui, ma non il fatto che non lo lasciasse pagare.
 
“Blaine. Hai una polo di tutti i colori, dio solo sa quanti completi eleganti, e più o meno 15 paia di pantaloni della tuta. Oltre a questo, il tuo guardaroba è davvero povero” Kurt trovò un tavolo con dei papillon e li ispezionò con cura prima di passarne qualcuno al fidanzato. I suoi occhi vagarono per il negozio semivuoto, prima di avvicinarsi a baciarlo “Se sul serio non vuoi che ti compro tutti questi vestiti, dimmelo. Però io voglio farlo. E’ una scusa per fare shopping”.
 
Blaine si avvicinò baciandolo di nuovo “Grazie” prese un altro farfallino dal tavolo e sorrise quando notò lo sguardo soddisfatto del ragazzo “Approvi?”
 
“Ottima scelta, Anderson”
 
“Cosa posso dire? Ho un ottimo insegnante”
 
“Bene. Andiamo a pagare e poi ti offro il gelato”
 
“Con questo mi hai conquistato” Blaine non riuscì a trattenersi. Si avvicinò per baciarlo ancora una volta, ma questa volta non erano soli.
 
“Hummel, chi è questo?”.
 
Kurt saltò indietro quando sentì il suono della voce famigliare. Voce che aveva raramente sentito dal liceo ma che avrebbe fatto fatica a dimenticare “Ka-karofsky...cosa ci fai qui?”
 
“Sfruttando questi saldi per rimpolpare il mio guardaroba. E tu?”
 
“Giusto” Kurt mugugnò “Come se tu potessi indossare qualcosa che si trova in questo negozio”
 
“Non sai niente di me”
 
“Indossi gli stessi vestiti di otto anni fa”
 
“Bhe, il mi-mio” Dave si ammutolì guardando a terra
 
“Il tuo?” Kurt lo incitò. Guardò di lato quando vide arrivare un ragazzo sconosciuto.
 
“Hey, ho trovato dei saldi fantastici laggiù e starei divinamente in questa t-shirt” il ragazzo si bloccò quandovideo Kurt e Blaine “Oh, ciao. Chi sareste voi?”
 
“Questo è Kurt e...” Karofsky guardò verso Blaine
 
“Blaine, il mio ragazzo” rispose Kurt passando un braccio attorno alla sua vita e tirandolo stretto a sè.
 
Karofsky non sembrò molto sorpreso che Kurt avesse trovato qualcuno. Dopo tutto quello che gli aveva fatto passare al liceo, si meritava di avere una persona al suo fianco. Kurt meritava di essere felice.
 
“Kurt, Blaine, questo è il mio ragazzo Sebastian”.
 
Kurt allungò il braccio e Sebastian lo accettò un po’ esitante “Piacere di conoscerti”
 
“Ci siamo incontrati allo Scandals” aggiunse Dave
 
“Lo Scandals è il bar gay alla periferia di Lima” spiegò Kurt al fidanzato
 
“Lo so” rispose Blaine “Ci sono stato una volta quando ero al liceo”
 
“Aspetta, sei stato a Lima?” durante uno dei loro primi appuntamenti, Blaine aveva accennato alla Dalton, ma non aveva spiegato molto, e Kurt aveva pensato che il liceo non fosse un periodo di cui Blaine aveva piacere di parlare.
 
“S-sì. Non te l’ho già accennato?”
 
“Avremmo potuto esserci incontrati senza saperlo”
 
“Dubito. Mi sarei ricordato i tuoi occhi, sono incredibili”.
 
Sebastian fece una battuta e rise contro la spalla di Karofsky “Voi due siete peggio di quei film da ragazzina che mia sorella mi obbligava a vedere da piccoli”.
 
Kurt non sapeva se prenderlo come un complimento o un insulto. Optò per la prima “Beh è meglio se andiamo. Ho promesso a Blaine un gelato. E’ stato un soldato oggi”
 
“Oh, bene...E’ stato bello vederti di nuovo. Mi spiace per...”
 
“lo so Dave. Lo so. Pensavo fossimo d’accordo che non dovessi scusarti tutte le volte che ci vediamo”.
 
Il ragazzo arrossì e prese per mano Sebastian “Scusa, ah! Scusa. Um, vi lasciamo andare. Magari qualche volta possiamo andare a cena...cosa ne dici?”
 
“Sarebbe bello, ma viviamo a New York. E’ solo una visita per le vacanze” Kurt pensò di aver visto il viso di Dave intristirsi “La prossima volta che sono qui mi assicurerò di contattarti così potremmo uscire, okay?”
 
“Ok. Ottimo” sorrise un’ultima volta a Blaine prima di uscire dal negozio con Sebastian.
 
Kurt prese il papillon della mani del fidanzato e si avvicinò alla cassa per pagare, tornando poi al fianco di Blaine.
 
“Quindi...chi era?”
 
“Dave Karofsky” rispose Kurt spostandosi senza davvero realizzare cosa stesse facendo.
 
“Di cosa si stava scusando?” quando Kurt non rispose, Blaine parlò di nuovo “Kurt, sono a conoscenza di alcune cose successe al liceo, e se quel ragazzo ne è la causa, voglio saperlo”.
 
Kurt si bloccò voltandosi guardandolo “E di quali cose stai parlando Blaine” era evidentemente scocciato.
 
“Tentativo di suicidio” rispose Blaine subito. Il viso del ragazzo sbiancò e il fidanzato sentì qualcosa cadere a terra. Abbassò lo sguardo trovandoci un sacchetto che era scivolato dalle mani di Kurt
 
“Co-come lo sai?”
 
Blaine si abbassò raccogliendo la borsa “Tua nonna se l’è lasciato scappare per sbaglio l’altra sera”
 
“Mi avevi detto che non aveva parlato d’altro” sussurrò.
 
Blaine lo preso a braccetto e lentamente lo condusse verso una panchina fuori dal grande magazzino
 

***

 
“Kurt non voglio obbligarti a raccontarmi nulla. Voglio solo che tu sappia che io sono qui e non me ne andrò da nessuna parte. E a giudicare dal fatto che non hai negato nulla, devo presumere che quel Dave è stato la causa di tutto”
 
“Io...è-è cambiato. Non è più lo stesso ragazzo di otto anni fa, proprio come io non sono lo stesso di otto anni fa”
 
“Non è quello che ho chiesto” Blaine lo avvicinò a sè, senza badare al fatto che fosse in mezzo alla folla. Aveva bisogno di confortarlo dai mostri del suo passato, questo era tutto ciò che importava.
 
“Avevo 17 anni” quando Kurt iniziò a parlare la sua voce era fragile e talmente bassa che Blaine faceva fatica a sentirlo “Ero vittima di bullismo tutti i giorni. Sono stato minacciato di morte da Dave. Non volevo che succedesse, non volevo morire per causa sua. Così decisi che se doveva succedere, sarebbe stato a causa mia. A nessuno sembrava importare comunque. Tutti i miei amici erano stati ammessi nelle scuole dei loro sogni, le loro storie sentimentali andavano sempre meglio, stavano andando avanti con le loro vite. E io? Ero solo. Non avevo nessuno che mi aiutasse ad alleviare il dolore. Non avevo più nemmeno i mie amici. Mi rimaneva solo il glee club, ma anche quello si sgretolò sotto i mie occhi quando non venni accettato alla NYADA. Mi sentivo come se non avessi nessuna ragione di vita, così l’ho fatto. Ho cercato di uccidermi... ma Finn mi ha trovato in tempo”.
 
Blaine non si era reso conto che stava trattenendo il respiro, fino a quando Kurt iniziò a singhiozzare nel petto. Alcune lacrime rigarono anche le sue guance, ma riuscì comunque a dire “Kurt”
 
“Shhh. Ti prego, solo...non dire niente, okay? Solo...non ce la faccio a parlarne” il ragazzo sentì Blaine dire okay prima che la sua memoria lo riportò indietro a uno dei peggiori momenti della sua vita.
 

***

 
Kurt alzò la testa dalla sua rivista quando sentì bussare alla porta. Vide Dave in piedi con un mazzo di fiori tra le mani “Hey, posso entrare?”.
 
Kurt gelò, ma fece comunque un cenno con la testa solo dopo essersi assicurato che il padre dormisse nella poltrona nell’angolo. Con Burt nella stessa stanza e un centinaio di persone nell’ospedale, Dave non poteva fare molto. Tornò a guardare la rivista non appena Karofsky entrò nella stanza.
 
Kurt sentì il rumore della sedia trascinata sul pavimento di linoleum e Dave si sedette affianco al letto d’ospedale di Kurt. Nessuno dei due disse nulla per i primi dieci minuti. La stanza era silenziosa a parte il battito veloce del cuore di Kurt e il mormorio di qualche infermiera nei corridoi. Quando finalmente Kurt finì la rivista la chiuse sistemandola sul comodino “Perchè sei qui Dave?”
 
David affondò il volto nelle mani e Kurt rimase scioccato quando lo sentì piangere “Mi spiace così tanto cazzo” alzò il viso e si avvicinò al fragile corpo di Kurt. C’erano alcuni tubi lungo il braccio di Kurt, probabilmente per monitorargli i battiti cardiaci. Ma Kurt sarebbe stato bene.
 
 
“Ti spiace per cosa?” domandò il ragazzo stizzito. Non gli importava che Karofsky avesse fatto lo sforzo di andare a trovarlo in ospedale. Era per colpa sua se si trovava lì. Non gli importava che stesse piangendo o si stesse scusando “Per aver reso la mia vita un inferno? Per avermi trattato di merda? Mi hai gettato nei cassonetti ogni giorno degli ultimi due anni. Mi hai chiamato “frocio” e “fatina” quando tu non sei per niente diverso. Mi hai fatto sentire come un disadattato in tutta la scuola. Hai minacciato di uccidermi, Dave. Ti rendi conto? E mentre tutto questo stava succedendo, nessuno a scuola se nè reso conto. Nessuno ha mai realizzato cosa mi stessi facendo. Non posso più farcela, non posso tornare in quella scuola e non sentirmi al sicuro tra quelle mura. Non capisco quale sia il tuo problema comunque!”
 
“Mi spiace” ripetè Karofsky di nuovo, questa volta molto più sottovoce. Sembrava sconfitto. Sapeva che le parole di Kurt erano vere, ma sentirsele dire direttamente in faccia dal ragazzo che aveva preso di mira per così tanto tempo lo stavano mandando in panico. Si odiava per quello che aveva fatto e sperava di essere lui sul letto d’ospedale al posto di Kurt.
 
“Se gli altri sapessero i tuoi gusti sessuali, mi avresti chiamato comunque con tutti quei soprannomi? Mi hai spinto contro gli armadietti perché non sei abbastanza coraggioso di essere te stesso? Io sono orgoglioso di me. Sono gay proprio come te, ma non sembra importartene. Pensi che rimanere nell’anonimato e picchiare una delle poche persone che avrebbe potuto stare al tuo fianco, che avrebbe potuto capire quello che stai passando, ti renda una persona migliore? Dave, ho già passato quello che stai passando tu. Hai troppa paura di fare coming out e perdere tutto quello che hai. Non vuoi che i tuoi genitori arrivino a dire che avrebbero preferito che tu non fossi mai nato. Non vuoi che i tuoi amici ti guardino in modo diverso, o che pensino che tu non possa più giocare a football” Kurt non sapeva perchè stessa facendo quello, la sua testa gli stava dicendo di non farlo.
 
Quello di fronte a lui era l’uomo che l’aveva minacciato, che l’aveva mandato in depressione tanto da tentare il suicidio. Ma non poteva farci niente. Nonostante tutto quello che gli aveva fatto Dave, Kurt capiva la battaglia interiore che stava attraversando. Così si allungò e lo prese per mano “Dave, se fossi venuto da me fin dal principio e mi avessi detto la verità invece di insultarmi e
spingermi contro gli armadietti, avrei potuto aiutarti, avrei potuto essere tuo amico, qualcuno su cui avresti potuto contare. Come ho già detto, ti avrei aiutato”
 
“Ma non possiamo provarci ora?” Karofsky allontanò la mano mentre diceva questo, ma Kurt non lo lasciò.
 
“Mi hai minacciato di morte. Ho bisogno di un po’ di tempo per superare questa cosa. E comunque anche se riuscissi a perdonarti non penso che mio padre mi lascerebbe vederti”
 
“Ma tra un po’ di tempo, pensi che le cose si sistemeranno?”
 
Kurt sorrise guardando verso suo padre “Sì. Penso che si sistemeranno”.
 

***

 
Otto anni dopo Kurt e Dave non erano ancora riusciti a lasciarsi tutto alle spalle, ma Kurt non voleva arrendersi.
 
Sapeva che c’era la possibilità di instaurare una buona amicizia.
 
“Vuoi andare a prendere il gelato adesso?” domandò Blaine forse con un po’ troppo entusiasmo vista la situazione.
 
Kurt comunque non ci badò. Si alzò in piedi e allungò una mano “Andiamo”
 

***

 
“Non posso crederci che è il nostro ultimo giorno completo qui a Lima” Kurt si sentì afferrare per la schiena e si lasciò andare nell’abbraccio di Blaine.
 
“Stai dicendo che ti piace Lima?” domandò Kurt mettendo la crema sul viso. Poteva vedere il sorriso di Blaine dallo specchio del bagno e stava esprimendo tutti i suoi pensieri in quel momento.
 
“Sto dicendo che amo Lima” poggiò il mento sulla spalla di Kurt e affondò il viso nel suo collo “Il tuo profumo è fantastico” non si perse il rossore dalle guance di Kurt “Cosa si fa oggi?”.
 
Kurt chiuse la confezione di crema e la sistemò nel mobiletto prima di girarsi tra le braccia di Blaine “Andiamo a scegliere l’albero di Natale e poi torniamo qui a decorarlo. E’ una cosa che facciamo sempre il sabato dopo il Ringraziamento. C’è questo posticino fuori città dove puoi scegliere l’albero e tagliarlo tu. Mia mamma l’ha scoperto quando avevo tre anni e da allora andiamo sempre li. Vagavamo insieme tra le piante fino a quando non trovavamo quello perfetto e poi mio padre lo tagliava. E’ diventata una specie di tradizione anche dopo che lei è venuta a mancare”
 
“Non abbiamo mai avuto un vero albero a casa nostra. Mia mamma ha questo fantastico albero di plastica già decorato. Non ha mai significato molto per me e mio fratello. A me e a Coop sarebbe piaciuto fare le decorazioni, come tutti gli altri bimbi alle elementari, ma anche se le avessimo portate a casa, mia mamma le avrebbe buttate senza nemmeno guardarle. Penso che avesse paura di rovinare il suo albero”
 
“Oh Blaine. Bene allora dobbiamo fare le decorazioni”
 
“Cosa?”
 
“Mi hai sentito” Dobbiamo fare delle decorazioni di carta e metterle dove vogliamo”
 
“Non ho più 7 anni. Non devi fare tutto questo per farmi stare meglio”
 
“Smettila. Non si è mai troppo vecchi per celebrare il Natale. E poi possiamo sempre portarle a New York con noi e decorare il mio albero” Kurt si avvicinò lentamente facendo incontrare le loro labbra senza riuscire a smettere di sorridere. Blaine sollevò Kurt facendolo sedere sul ripiano del bagno e lo strinse forte, prima di staccarsi dalle sue labbra.
 
“A volte vorrei aver cambiato il mio volo molto tempo prima”
 
“L’importante è che l’abbia fatto” Kurt saltò giù e prese il cellulare “Sei pronto per andare?”
 
“Devo fare io Babbo Natale?”
 
“Sicuramente mangi tanti biscotti quanto lui” Kurt scompigliò i capelli di Blaine - senza gel proprio come piacevano a lui - e lo condusse in macchina dove la sua famiglia li stava aspettando.
 
Kurt parcheggiò nel negozio di alberi di Natale venti minuti dopo. Blaine doveva ammetterlo, il posto sembrava davvero accogliente, ed era pieno di famiglie. Alcuni erano anziani, altri molto più giovani. Kurt prese per mano Blaine e seguì Burt, Carole, Rachel e Finn tra gli alberi.
 
“Quindi cosa rende un albero perfetto?” sussurrò Blaine nell’orecchio di Kurt.
 
“Non c’è una lista di criteri” rise Kurt “Devi solo scegliere quello perfetto per te. A mio padre piacciono quelli alti. Io preferisco quelli cicciottelli. Carole adora quelli carini mentre a Finn non è mai realmente importato e Rachel, beh a lei interessa solo mettere la stella in cima” si voltò per guardare il fidanzato e iniziò a camminare al contrario, sperando che Blaine lo avvisasse se ci fosse stato qualche ostacolo.
 
Prese le mani di Blaine tra le sue “Quindi, cosa ti piace di un albero?”
 
Il moro ci pensò un attimo “Mi piacciono quelli con un buon profumo”
 
Kurt sogghignò “Bene, allora dobbiamo solo assicurarci di sceglierne uno che profuma proprio come dici tu”
 
Blaine lo abbracciò stretto e lo fece voltare tra le sue braccia “Sai quale tipo di albero metterò nel mio appartamento?”
 
“Quale?” Era difficile per Kurt guardare Blaine in viso nella posizione in cui erano messi, ma ci tentò comunque.
 
“Un alberello come quello di Charlie Brown*”
 
“Hai un appartamento bellissimo dove ci può stare un albero gigante, ma vuoi metterci un ramoscello che al massimo riesce a tenere una sola pallina?”
 
“E’ solitario. Nessuno vuole mai gli alberi piccoli, ma io sì”
 
“Hai ragione. Grandi cose possono uscire dai pacchetti piccoli” Kurt tirò una gomitata scherzosa a Blaine ridacchiando.
 
“Ecco che iniziano le battutine sulla mia altezza”
 
“Mi spiace. E’ solo che è così semplice farle. Ma pensaci, ora ho finalmente qualcuno da accompagnare sulle giostrine nei parchi divertimento” Kurt si staccò da Blaine e iniziò a correre non appena notò l’espressione sul viso del più basso.
 
“Kurt!” Blaine lo seguì, ma le sue gambe corte erano uno svantaggio per lui.
 
“Scusa Blaine, ma ho sempre desiderato salire sulle tazze che girano ma non ho mai potuto!” Kurt superò Burt e Carole che si erano bloccati a guardarli che zigzagavano tra gli alberi correndo. Blaine finalmente lo raggiunse e lo afferrò da dietro, spaventandolo e facendolo cadere a terra
 
“Questo significa che non vuoi salirci con me?”
 
“So per certo che tutti possono salire sulle tazze” Blaine gli baciò la guancia e lo aiutò ad alzarsi da terra
 
“Hai qualcosa sul sedere”. Kurt si guardò alle spalle mentre Blaine gli puliva i jeans.
 
“Hey. Pensala in questo modo. Ora stai con qualcuno che riesce a prendere gli oggetti nei piani alti dei supermercati”
 
“Vado a cercare il mio arbusto di Charlie Brown. Ha bisogno di un sacco di amore in questo momento”
 
“Sì, vedi che ti senti così vicino a lui...” gli urlò Kurt. Guardò Blaine allontanarsi per un po’ unendosi ai suoi famigliari. Realizzò che averlo portato con lui era stata un’ottima idea. Allontanarsi dallo stress della città gli aveva fatto scoprire un lato di Blaine totalmente nuovo, che Kurt sperava rimanesse invariato una volta tornati a New York il giorno successivo.
 
Raggiunse Blaine e lo prese per mano mentre continuavano la ricerca dell’albero perfetto.
 

***

 
“Fatto. Perfetto” Blaine mise il suo alberello in un vaso e lo sistemò sul tavolino di fronte a lui.
 
“Non posso crederci che hai veramente comprato quel coso, anzi non ci credo che te l’hanno venduto” Kurt fissò il rametto striminzito di fronte a lui mentre si sedeva sul divano di fronte al fidanzato. Il moro gli passò una tazza di cioccolata e biscotti di Natale.
 
“Ehy non insultare Wilma. Ha dei sentimenti”
 
“Wilma. Hai chiamato l’albero Wilma?” Kurt roteò gli occhi e bevve un sorso di thè. Sentì Burt ridacchiare mentre sistemava l’albero nell’angolo.
 
“Kurt ogni albero ha bisogno di un’identità. Te l’ho detto, voglio essere sicuro che quest’albero riceva amore extra e che si senta speciale proprio come tutti gli altri alberi”
 
“Blaine, hai 27 anni. Te ne rendi conto?”
 
Il moro lo osservò impassibile. “Okay. Wilma può tornare a casa con noi, ma sarà il tuo bagaglio a mano. E sei un pazzo, sappilo”
 
“Wilma ti ringrazia tanto”
 
“Hey Kurt, tu e Blaine volete sistemare le luci o occuparvi delle ghirlande?”
 
“Tra poco iniziamo con le ghirlande”
 
“Wilma può avere una ghirlanda?” Blaine finì il biscotto e poggiò la tazza di cioccolata sul tavolino affianco al suo alberello.
 
“Blaine, anche un solo pezzettino di decorazione farebbe crollare il tuo albero”
 
“Non è vero! E’ più forte di quello che pensi!”
 
“Momento foto!” canticchiò Rachel, entrando in stanza con la macchina in mano e scattando subito alcune foto a Kurt e Blaine.
 
“Rachel, puoi almeno avvisarci?” si lamentò Kurt.
 
Blaine si avvicinò e passò entrambe le braccia attorno a Kurt, stringendolo a sè. Avvicinarono le guance sorridendo “Siamo pronti”
 
“Okay. Uno, due, tre” scattò ma Blaine non si allontanò dal fidanzato.
 
“Blaine devi lasciarmi andare ad un certo punto” Kurt girò il viso per dargli un bacino veloce e Blaine finalmente lo lasciò.
 
Kurt doveva ammettere che era abbastanza felice di quanto si sentisse a suo agio Blaine con la sua famiglia. Non c’era nessun tipo di vergogna nel dimostrarsi affetto e addirittura i loro atteggiamenti scherzosi erano incoraggiati da Finn e Burt. A Kurt sembrava che potesse sul serio passare tutta la vita con Blaine. Riusciva ad immaginarsi una famiglia con lui. I suoi bimbi avrebbero decorato l’albero con Burt e Blaine li avrebbe aiutati a mettere la stessa in cima - nonostante le proteste di Rachel. Ma era una cosa assurda da pensare. Stavano insieme solo da un mese e non si erano ancora detti ti amo.
 
Kurt osservò Finn intento a mettere sull’albero mezzo decorato un ornamento che aveva fatto in seconda elementare. Poggiò la testa sulla spalla di Blaine e lo guardò “Vuoi venire con me a preparare i popcorn o vuoi rimanere ad aiutare mio padre?”
 
“Vengo con te” Blaine prese la sua tazza vuota dal tavolino e seguì Kurt in cucina. La mise nel lavandino e poi cercò una bacinella per i popcorn.
 
“Cosa si prova a decorare un vero albero? Il profumo è come ti immaginavi?” domandò Kurt prendendo un sacchetto di mais.
 
“Molto più buono. E’ bello stare con la tua famiglia. In ufficio possiamo decorare, ma nessuno lo fa più. Io decoro ancora un po’ il mio, ma ultimamente era come se non ne capissi il motivo. Nessuno lo vede. A nessuno importa. Quando ero bambino c’erano luci e ghirlande in ogni ufficio. Le persone indossavano maglioni di Natale e tutte le segretarie avevano un piccolo alberello sulla scrivania”
 
“Come il tuo di Charlie Brown?” scherzò Kurt
 
“Non proprio. I loro avevano più rametti di Wilma” rispose “Il fatto è che mi mancano quei tempi. Ma qui, con la tua famiglia mi sento bene”
 
Bene. Blaine con la famiglia di Kurt si sentiva bene.
Kurt ci mise alcuni secondo per assorbire quel concetto. Blaine pensava le stesse identiche cose che Kurt aveva pensato poco prima. Era possibile? “Bhe, lo sai che sei sempre il benvenuto. Spero solo che non ti sfruttino troppo. Dobbiamo ancora decorare il mio appartamento”
 
“Oh non vedo l’ora” Blaine si spostò per lasciar passare il fidanzato.
 
“Potrei addirittura avvolgerti nelle luci di Natale”
 
“Potremmo decorare i biscotti di Natale”
 
“E indossare maglioni con stampe in rilievo di renne”
 
“Ascoltare musiche natalizie super sdolcinate”
 
“Costruire una casetta di marzapane”
 
“Aprire i regali”
 
“Guardare il Grinch” Kurt si avvicinò a Blaine abbracciandolo “Sono felice di non essere da solo questo Natale. E’ bello avere finalmente qualcuno da trascinare per negozi a fare shopping”.
 
“Pensi veramente che dopo ieri io abbia intenzione di accompagnarti ancora?” domandò fingendosi scioccato.
 
“Hey business man, ti sei divertito anche tu. A volte sei troppo composto. Penso che stare in ufficio ti faccia male” Kurt si allontanò da fidanzato e iniziò a scaldare un po’ di olio. Una volta caldo, mise una manciata di mais nella pentola, coprendola “Hai mai passato il Natale con qualcuno di speciale?”
 
“Uh, sì un anno” Blaine si voltò iniziando a sciacquare la tazza della cioccolata, senza dare troppo dettagli
 
“La metto in lavastoviglie?” domandò.
 
“Ehm, sì, si okay” balbettò Kurt. Non capiva perchè Blaine continuava ad evitare i discorsi sul suo passato. Non parlava mai delle sue relazioni passate e Kurt non voleva forzarlo. Quando quel determinato argomento saltava fuori, Blaine deviava sempre il discorso, lasciando Kurt con poche informazioni. Kurt sapeva che Blaine stava nascondendo qualcosa, ma non sapeva cosa.
 
Si avvicinò a lui e prese la tazza dalle sua mani, la mise nel lavandino e poi lo abbracciò “Ti va di tornare a decorare la sala con gli altri o magari la mia stanza?”
 
“Possiamo rimanere in salotto con gli altri? E’ la nostra ultima sera qui e io...vorrei passarla con tutti gli altri se per te è okay”
 
“Ovviamente. Perchè non inizi ad andare di la con gli altri mentre io finisco con i popcorn?” lo baciò sulla guancia e lo guidò fuori dalla cucina.
 
Kurt non era pronto ad andarsene il giorno successivo. Non voleva salutare di nuovo Burt o Carole. Non voleva lasciare la sua assurda miglior amica e tornare a New York. Kurt non voleva separarsi dalla sua nipotina, consapevole che la prossima volta che sarebbe riuscito a vederla sarebbe sicuramente stata molto più grande. Ma soprattutto Kurt non voleva lasciarsi alle spalle questo lato di Blaine. Non voleva che Blaine dicesse addio alla famiglia che non aveva mai avuto. L’unica cosa che lo rendeva ugualmente felice era la consapevolezza che sarebbero passate solo alcune settimane prima che lui e Blaine avrebbero potuto rivedere la sua famiglia.
 
 
 Free Talk


Abbiamo finalmente fatto luce sul passato di Kurt, è stata dura per lui, ma alla fine si è aperto con Blaine anche per questo argomento difficile come il tentato suicidio.
Qui vi metto il link dell'alberello scelto da Blaine
http://www.amazon.com/Charlie-Brown-Christmas-Blanket-Non-Musical/dp/B001MMSWGO
https://www.blimegreen.com/blog/2012/11/real-or-fake-tree-which-is-greener/charlie-brown-christmas-tree1/


Grazie a tutti quelli che seguono questa storia! Sono molto soddisfatta di essere riuscita a mantenere un ritmo di aggiornamento regolare nonostante la lunghezza dei capitoli! Speriamo di riuscire a continuare così fino alla fine!

Per qualsiasi problema/dubbio o altro mi trovate qui: Willbeyoungforever

A settimana prossima
Ottavia

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Link al capitolo originale


Capitolo 9
 
Kurt aveva appena finito di sistemarsi il piumone attorno a sè per proteggersi dall’aria fredda che stava entrando nel suo appartamento chissà da dove, quando sentì bussare alla porta. Borbottando, controllò l’ora dal cellulare che era sul comodino: 05:15. Chi poteva essere sveglio e fuori casa a quell’ora? Chi poteva bussare alla suaporta prima delle sei di mattina?
Passò mentalmente le persone che avrebbero potuto essere – ma la lista era molto corta visto che non conosceva poi tanta gente a New York - e riluttante si tolse le coperte scendendo dal letto. Si infilò un paio di pantaloni della tuta sopra i boxer e si stropicciò gli occhi, cercando di abituarsi alla luce della lampada che aveva appena acceso.ù
 
 La piccola cucina era illuminata solo dalla luce della luna che filtrava dalla finestra ma era sufficiente per non inciampare tra le sedie o il tavolo. Si passò una mano tra i capelli per cercare di sembrare per lo meno decente e allungò la mano verso la maniglia intenzionato ad insultare la persona oltre la porta. Martedì era uno dei suoi giorni liberi e adorava dormire fino a tardi senza essere interrotto dalla sua famiglia o dal lavoro. Tuttavia, l’unica cosa che riuscì a fare una volta aperta la porta fu sorridere scordandosi di tutta la rabbia di pochi secondi prima.
 
“Hey” disse l’uomo di fronte a lui prima di passare attorno a Kurt ed entrare in casa.
 
Blaine era già vestito, con un bel paio di jeans e una delle t-shirt che Kurt aveva scelto per lui durante il loro venerdì nero. Kurt era orgoglioso del suo lavoro perchè quell’outfit lo rendeva ancora più sexy del solito, se possibile.
 
“Cosa ci fai qui?” disse Kurt, cercando di sembrare scocciato, ma fallendo miseramente a causa del sorriso che aveva sul viso. Decise di fingere uno sbadiglio, ma in realtà finì per sbadigliare sul serio, e Blaine fece lo stesso “Sembri stanco”
 
“Al contrario” disse con una luce particolare negli occhi “Prendi il tuo cappotto e andiamo”
 
Blaine guardò nell’appartamento e individuò la giacca del fidanzato poggiata su una sedia. La prese insieme a una sciarpa e la sollevò per permettere a Kurt di infilarci le braccia.
 
“E se non volessi venire? Se volessi tornare a letto?” Kurt sapeva che stava facendo i capricci, ma se Blaine voleva trascinarlo sul serio in qualsiasi posto assurdo che aveva in mente doveva meritarsi la compagnia di Kurt “Torneresti a letto con me? Ti prometto che ti abbraccerò per tutti il tempo. So quanto ti piace. Potrei addirittura prepararti la colazione domani mattina”
 
“No” rispose Blaine scuotendo la testa “Non stamattina. Verrai con me anche a costo di portarti in braccio”
 
il ragazzo agitò il cappotto un paio di volte prima che Kurt si arrese e ci infilò le braccia. Quando prese la sciarpa dalle mani di Blaine e iniziò ad avvolgersela attorno al collo il moro scomparve in camera lasciando Kurt confuso alla porta.
 
“Blaine?” lo chiamo Kurt. Camminò verso la camera e infilò la testa oltre la porta per vedere cosa stava succedendo ma Blaine aveva già preso un paio di coperte dall’armadio e stava tornando indietro.
 
Una volta raggiunto Kurt gli chiuse la cerniera del cappotto e lo baciò, dandogli poi la mano, che l’altro prese felice. Kurt adorava il modo in cui la sua mano combaciava con quella di Blaine. Le mani del moro erano forti e le sue dita si intrecciavano immediatamente a quelle di Kurt, i loro palmi ben stretti uno all’altro.
 
Tenersi per mano era una di quelle cose che Kurt non avrebbe mai immaginato di voler fare fino a quel momento.
 
“Pronto?” chiese Blaine mentre spingeva Kurt verso la porta aspettando che il ragazzo chiudesse l’appartamento. Si avvicinarono alle scale, ma quando Kurt si mosse per scendere, Blaine lo spinse nella direzione opposta e i due iniziarono a salire in cima all’edificio.
 
“Blaine, dove mi stai portando? Se questo è uno di quegli omicidi premeditati in cui prima mi hai portato a fidarmi di te solo per potermi uccidere nel bel mezzo della notte, non voglio farne parte, ma preferisco tornare nel mio appartamento a dormire”
 
“Ti vuoi calmare? Non ho intenzione di ucciderti” Blaine alzò le mani di Kurt portandole verso il viso e baciandole cercando di rassicurarlo “Ti piacerà, te lo prometto”.
 
Raggiunsero la cima delle scale e il moro spinse la porta di metallo. Entrarono e si ritrovarono sul tetto dell’edificio di Kurt con la visuale di tutta la città. Kurt si allontanò da Blaine ma le loro mani rimasero allacciate. Si girò su stesso, cercando di assorbire tutto
quello che lo circondava, ma c’era troppo da vedere. In sei anni che aveva vissuto li, non aveva mai pensato di godersi la città da quel punto di vista. Era molto bello, diverso, qualcosa di nuovo.
 
Blaine fece poggiare Kurt a un muro mentre distendeva una coperta a terra. Si sedette e poi invitò Kurt ad unirsi a lui. Il ragazzo si posizionò tra le sue gambe, poggiando la schiena contro il fidanzato, e il capo contro la sua spalla “Hai intenzione di spiegarmi cosa ci facciamo qua su di prima mattina?”.
 
Blaine allungò un braccio e Kurt si stupì quando lo vide prendere un thermos e due tazze.
 
“Cosa servono?”.
 
Senza dire una parola, Blaine aprì il thermos e versò il liquido caldo in ogni tazza, porgendone poi una a Kurt.
 
“Hai portato il caffè”
 
“So come puoi diventare senza la tua dose mattutina” Blaine accarezzò il collo del fidanzato con il naso abbracciandolo e intrecciando insieme le sue dita. Kurt poggiò a terra la sua tazza e mise le mani sopra quelle di Blaine “Hai pianificato tutto questo?”
 
“Ovviamente. L’avevo in mente da un po’. Volevo solo aspettare fino al mio giorno libero e al tuo giorno di pausa”
 
“E’ carino. La vista della città. Non era mai stato qui sopra prima, ma c’è così tanto da vedere. Non aveva nemmeno mai notato quel palazzo laggiù” Kurt indicò un complesso di appartamenti non molto alto nascosto tra altri grattacieli “Come facevi a sapere che questa visuale sarebbe stata così bella?”
 
“Quando mi sono trasferito nel mio primo appartamento, andavo spesso sul tetto. I miei vicini all’epoca erano dei grandi fan dell’Heavy metal e la musica mi disturbava molto spesso. Così invece di andare in biblioteca o in un caffè o nel mio ufficio, andavo lassù con il mio computer e i miei documenti a fare il mio lavoro. Divenne una specie di abitudine per un lungo periodo fino a quando i miei vicini non si sono trasferiti lasciando il posto a una coppia di anziani signori che rispettava di più la mia privacy” Blaine bevve un
sorso del suo caffè e avvolse una coperta attorno a loro “Sei abbastanza coperto?”
 
“Sì grazie”
 
“Ti va di sapere cosa faremo quassù?”
 
“Ora che sono sicuro che non mi ucciderai, penso di poter aspettare di scoprirlo da solo. Ma sappi che sonomolto curioso”
 
“Bhe, pensavo di guardare l’alba insieme. L’alba e New York City insieme sono fantastiche. Hai mai visto il sole sorgere su questa città?”
 
“N-no. E’ un’altra cosa a cui non ho mai pensato”
 
“E’ un’altra cosa che ho imparato ad apprezzare stando sul tetto del mio appartamento. Una sera aveva una scadenza e avevo paura di non riuscire a rispettarla, ero talmente concentrato che non mi sono reso conto dell’ora tarda. L’unica cosa che sapeva era che c’era un raggio di sole, ho alzato gli occhi ed era mattino. Ho chiuso il pc e messo via il lavoro, ma sono rimasto sveglio a guardare il paesaggio. Era così bello che per tutta la settimana successiva sono tornato a vederlo”
 
“L’alba in Ohio è davvero bella. Una volta in estate, mia mamma mi ha svegliato prestissimo dicendomi di non fare rumore per non disturbare mio padre, mi ha portato al parco, ci siamo seduti su una panchina mangiando ciambelle e bevendo latte al cioccolato mentre sorgeva il sole. Mi disse che era una delle più belle creature di Dio. Mi spiegò che il cielo era la tela di Dio e i colori dell’alba erano le sue pennellate”
 
“Tua madre era un tipo davvero creativo”
 
“Lo era. Uno dei suoi più grandi desideri era pubblicare un libro di poesia. Era un’insegnante di inglese prima che io nascessi, ed era anche molto brava. Mio padre mi ha raccontato che gli studenti la adoravano. Dopo la mia nascita si è presa un periodo di paura ma non è mai tornata al lavoro. Mi sono sempre domandato come sarebbe stato essere in una sua classe ed averla come insegnante. Non mi sarei mai stancato di ascoltarla parlare di cose che adorava. Sarebbe stata la mia insegnante di inglese preferita”
 
“Hai comunque questi ricordi. E’ qualcosa che nessuno ti potrà mai portare via e il tempo che hai passato con lei è ancora più speciale, perchè nessuno te lo potrà portare via. Tu sei stato uno dei pochi, anzi l’unico, a condividere con lei queste cose. A vedere la sua passione”
 
“Immagino che tua abbia ragione. Quel mattino in cui mi ha portato a vedere sorgere il sole è una dei miei ricordi preferiti. Non sono mai più andato a vedere l’alba da quel giorno. Molto probabilmente perchè non avevo nessuno con cui condividere questa esperienza”
 
“Quando salivo sul tetto a vedere sorgere il solo, l’unica cosa che mi mancava era proprio la compagnia di qualcuno. Stare soli può essere rilassante, ma è come se ti mancasse qualcosa! Ho sempre desiderato qualcuno con cui condividere questa esperienza, proprio come stiamo facendo noi ora. Qualcuno con cui stringermi e coccolarmi. Qualcuno in grado di apprezzare la bellezza della semplici cose proprio come me”
 
“Stai attento Mr Anderson. Stai iniziando a parlare come me” scherzò Kurt.
 
“Non è poi una cosa negativa. Hai un punto di vista sulla vita così positivo, fantastico e unico, che adoro”
 
“Come ho già detto, l’ho presa da mia mamma. Vorrei tanto che avessi potuto conoscerla. Le mie opinioni e i miei punti di vista sono nulla rispetto ai suoi”
 
“Lo dubito” Blaine gli baciò la tempia “Mi sembra quasi di conoscerla. Adoro stare con te in questo modo. Forse un giorno sarai in gradi di parlare di lei ad altri oltre che a me. Forse un giorno anche le altre persone riusciranno a vedere l’impatto che ha avuto su di te in così poco tempo, e quanto eravate vicini”
 
“Lo spero anche io”.
 
Blaine si spostò così da poter vedere meglio Kurt “Quindi dimmi qualcosa di te. Quali sono i più grandi desideri di Kurt Hummel?”
 
“I miei grandi desideri” ripetè il ragazzo, pensando alla risposta.
 
“Sì. Qualcosa che hai sempre desiderato fare, ma non l’hai mai fatto. Qualcosa che in pochi sanno”
 
Era una domanda strana, pensò Kurt. C’erano così tante cose, così tanti strati della sua personalità che nessuno a parte Blaine aveva mai visto. Era davvero bizzarro a pensarci. Pure Rachel, la sia miglior amica da una vita, non era a conoscenza del suo rapporto con la madre. Invece Blaine sì. Il ragazzo che aveva conosciuto due mesi prima, sapeva più cose di lui di chiunque altro.
 
“Vorrei essere a Times Square l’ultimo giorno dell’anno quando la palla* si abbassa” sussurrò ad un certo punto. Non sapeva nemmeno perchè aveva tenuto segreta quella cosa, tra le tante non era poi così importante.
 
Un sacco di persone avrebbero potuto vedere il pallone abbassarsi, era una cosa che tutti guardavano, sia di persona che ai party o sul divano di casa. Ma quello che rendeva il desiderio di Kurt diverso, rendendolo più una confessioneera il fatto che Kurt voleva qualcuno al suo fianco, nonostante tutto quello che aveva detto. Aveva sempre raccontato ai suoi amici e parenti che gli andava bene trascorrere il capodanno da solo o con qualche amico intimo. Ma in fondo all’animo sapeva che stava mentendo a sè stesso.
 
Quando l’orologio batteva mezzanotte, quando il pallone si abbassava in tv e tutti attorno a lui facevano il brindisi, non riusciva a evitare di pensare che gli mancasse qualcosa. Si guardava attorno: i suoi amici, Burt e Carole si scambiavano baci. Iniziavano tutti il nuovo anno con qualcuno di speciale. Qualcuno che desideravano avere attorno ancora per un anno, se non di più. Ma Kurt, non aveva nessuno. Non aveva nessuno con cui andare a Times Square, da baciare con passione a mezzanotte.
 
Quando finalmente Kurt guardò Blaine, notò che il fidanzato era un po’ scioccato.
 
“Tu non hai mai...nel senso, vivi qui da sei anni, e non sei mai stato a Times Square a capodanno?”
 
Kurt scosse la testa “Per alcuni anni sono tornato in Ohio, mentre le volte che ero qui, rimanevo nel mio appartamento e guardavo lo spettacolo alla tv. Era molto meglio che essere da solo tra una folla di sconosciuti a Times Square che non avrei rivisto mai più. Ci sei mai stato tu?” non che avrebbe potuto pensare di vederlo nel bel mezzo di tutte quelle persone, ma era carino pensare che ci sarebbe potuta essere una possibilità di incontrarlo anni prima.
 
“No, mai. Ho sempre partecipato al party del mio ufficio. Mio padre ha sempre voluto che facessi almeno una comparsata, ma una volta lì, non mi permetteva mai di andarmene” prese un altro sorso di caffè finendolo
 
“Quindi c’è solo questo sulla tua lista dei desideri o vuoi condividere altro con me?”
 
Kurt voleva chiedere a Blaine quale fosse il suo grande desiderio, ma decise di tenere quella domanda per un’altra volta.
 
“Bhe, ci sono altre cose che sono abbastanza sicuro non si avvereranno mai. Vuoi sentire comunque?”
 
“Ovviamente. Sono interessato a tutto quello che fa parte di te”
 
“Okay. Allora la prima suppongo sia un’altra cosa che ho preso da mia madre. Parlava spesso di quando i suoi genitori l’hanno portata a vedere l’aurora boreale a 10 anni. Mi ha sempre raccontato che era uno spettacolo bellissimo, descrivendomi quelle luci splendenti e colorate danzare sul terreno illuminando la neve. Quindi questa è una delle cose che vorrei fare” Kurt spostò lo sguardo sentendo le guance arrossarsi “Forse questa idea si è sviluppata nella mia mente anche guardando Phil dal futuro”.
 
Blaine non riuscì a trattenersi. La risata che gli uscì fu molto sonora e di gusto e risuonò per tutto il terrazzo.
 
“Scusa” disse “Ma, Phil dal futuro?”
 
“Non ridere. C’era un episodio in cui Phil voleva -”
 
“Portare Keely a vedere l’aurora boreale” concluse Blaine “Lo conosco. L’ho visto un paio di volte. E c’è ancora qualcosa che Phil da futuro ti ha ispirato?”
 
“No. Ma vorrei andare a fare un safari in Africa”
 
“Questi sogni non sono impossibili Kurt. Puoi realizzarli volendo, lo sai”
 
“Sì” rispose sospirando “Devo solo trovare qualcuno disposto a venire con me. Forse aspetterò fino a quando non troverò quella persona disposta a fare tutto con me”.
 
Sarò io quella persona, volevadire Blaine ma non lo fece! Era troppo presto. Non conosceva Kurt da abbastanza tempo per fare quella proposta. Non voleva dirgli che desiderava essere la persona con cui avrebbe potuto condividere ogni cosa.
 
Kurt girò di nuovo il viso e lo baciò dolcemente. Blaine ricambiò e i due rimasero così per alcuni minuti, con Kurt avvolto tra le braccia di Blaine, e le loro labbra premute insieme.
Verso le 06:30, il sole iniziò a fare capolino oltre l’orizzonte e lo guardarono insieme. Kurt doveva ammetterlo, si trattava di una delle migliori albe che avesse mai visto.
Non sapeva se questo era dovuto al modo in cui il sole stava lentamente comparendo sulla città, o il modo in cui si rifletteva sulle finestre degli edifici circostanti, o il fatto che la luce facesse risplendere il viso di Blaine, rendendolo ancor più bello del solito, o semplicemente era tutto dovuto al fatto che fosse tra le braccia dell’uomo che amava.
 
Rimasero seduti insieme, nessuno dei due parlava, a volte si scambiavano un bacio, mentre il solo sorgeva completamente. Verso le 07:15, i due ragazzi recuperarono le coperte e le loro tazze di caffè vuote e ritornarono nell’appartamento, si accoccolarono insieme sotto le coperte del letto di Kurt e si riaddormentarono velocemente.
 
Solo fino a quando Kurt non ebbe un incubo in cui l’aereo di Blaine aveva un incidente precipitando, che il ragazzo realizzò che per una volta la realtà era meglio dei suoi sogni.
 
Il telefono di Kurt suonò qualche ora più tardi, svegliandolo. Fece del suo meglio per non svegliare Blaine e fece scivolare fuori il braccio giusto per afferrare il suo cellulare dal comodino accettando la chiamata e avvicinandolo all’orecchio senza guardare chi fosse
 
“Pronto?” sussurrò, con la voce roca.
 
Kurt? Stai bene ragazzo?
 
Kurt guardò il suo orologio - le 10:15 di mattina - prima di dire “S-sì. Tutto bene”
 
Sei sicuro? Di solito non dormi così tanto” fece notare Burt “E perchè stai sussurrando?
 
Kurt sapeva che il padre aveva ragione. Anche quando era a casa in vacanza si svegliava sempre verso le 09:00 massimo “Uhm, Blaine è qui con me. Io...io non voglio svegliarlo”
 
Kurt si sentì arrossire a quella confessione.
 
Oh” disse Burt rimanendo poi in silenzio, non sapendo bene cosa aggiungere “Vuoi che ti lasci solo, o...” si interruppe
 
“No, stai tranquillo. Ci siamo svegliati presto per guardare l’alba e poi ci siamo riaddormentati” Kurt abbassò lo sguardo verso l’uomo addormentato al suo fianco e gli accarezzò dolcemente la guancia “Hai bisogno di qualcosa?”
 
No. Volevo solo sapere come stava andando. Non abbiamo parlato questa settimana e mi stavo domandando se avessi scoperto se puoi tornare a casa per Natale o no”.
 
Kurt poteva sentire chiaramente Burt camminareavanti e indietro in cucina e sperò che per lo meno stesse rispettando la dieta che gli aveva appeso sulfrigo.
 
“Posso, ma solo la Vigilia e Natale. Sono riuscito ad avere questi due giorni liberi, ma vogliono che lavori dal giorno successivo” Kurt continuò a tenere la voce bassa mentre si accoccolava di nuovo al fianco del fidanzato “Se per voi è Okay verrebbe anche Blaine con me”
 
Ovviamente per me va bene figliolo. E’ il tuo fidanzato, e se lo vuoi sapere penso che sia quello giusto per te
 
“Bhe, sono contento che t-”
 
E’ Kurt?”. Il ragazzo sentì la voce di Rachel interrompere il discorso.
 
Oh, sì è lui” disse il padre. E questa fu l’ultima cosa che gli sentì dire. Rachel gli aveva rubato il telefono
 
Ciao, Kurt. E’ il momento di parlare. Sei scappato via da qui dopo il Ringraziamento senza darmi la possibilità di passare del tempo con il mio amico gay preferito”.
 
Kurt scoppiò a ridere. Doveva ammetterlo. Gli era mancata la sua voce drammatica “Sai, avresti potuto benissimo chiamarmi”
 
Kurt, ho un marito e una figlia, se ti ricordi, ed entrambi hanno bisogno di cure individuali. Non ho il tempo di chiamarti e sperare addirittura che tua sia lontano da Blaine il tempo sufficiente per rispondere alla mia telefonata”.
 
Kurt sentì Blaine muoversi vicino a lui e lo guardò quando aprì gli occhi “Scusa, non volevo svegliarti”
 
E’ li con te in questo momento? Oh mio dio, Kurt. Avete finalmente concluso?
 
“Rachel” Kurt la interruppe, sperando che Blaine non avesse sentito.
 
Kurt, devi darmi tutti i dettagli, anche quelli sporchi. E’ così eccitante
 
“Non è come pensi Rachel”
 
Blaine iniziò a baciare la spalla di Kurt risalendo fino al collo e dandogli un bacio sulle labbra.
 
“Vado a fare il caffè e dei pancakes…con o senza gocce di cioccolato?”
 
Kurt spostò il telefono dall’orecchio coprendolo mentre Rachel continuava a borbottare che era l’ora che Kurt facesse queste esperienze.
 
“Mmm ‘enza” rispose contro le labbra di Blaine “Ma con le fragole, per favore”
 
“Raggiungimi quando hai finito di parlare” Blaine spostò le coperte alzandosi dal letto.
 
“Ovviamente. Grazie tesoro” dopo un ultimo bacio, Blaine lasciò la stanza e Kurt tornò a parlare con Rachel
 
“Okay. E’ andato via e non stavamo facendo nient’altro se non coccolarci nel mio letto. Non era mia intenzione addormentarmi”
 
Bhe, come ho detto prima, non ho avuto la possibilità di parlarti quando eri qui almeno, non da soli
 
Kurt iniziò a distendere il bordo della sua coperta, cercando di prepararsi per quello che sarebbe arrivato tra poco. Era abbastanza sicuro che Rachel apprezzasse Blaine, ma la sua opinione significava tutto per lui. Rachel Berry-Hudson non tollerava tutti “Di cosa vuoi parlare?”
 
Lo sai” quando Kurt non rispose, aggiunse “Blaine
 
“Cosa riguardo lui?”
 
Ti rende felice, lo vedo. Solo che...come tua migliore amica, voglio sapere se sei sicuro. Ti conosco. Ti spaventi quando le cose ti vanno troppo bene e scappi via. Blaine...non si merita questo, e nemmeno tu. Ti meriti un po’ di felicità. E voglio essere sicura che tu sei in questa relazione tanto quanto lo sembra essere lui
 
“Rachel, io lo amo” rimase sconvolto da quanto facilmente quelle parole gli uscirono di bocca, ma gli piaceva come suonavano. Ammettere il suo amore per Blaine era una di quelle cose che sapeva non si sarebbe mai stancato di fare.
 
E lui lo sa?
 
“No” rispose Kurt “Non sono ancora pronto per dirglielo. Le cose per ora vanno bene, e non voglio spaventarlo. Io...non sono molto bravo in queste cose. Sono sempre stato spaventato da avvicinarmi troppo a qualcuno e ho paura di fare proprio quello che hai detto. Non voglio ferirlo o spezzargli il cuore a causa delle mie insicurezza. Solo che...voglio procedere con calma, per il bene di entrambi” fece una paura, non sapendo se continuare, ma decise di farlo. Era Rachel dopotutto, e si fidava di lei. Aveva bisogno della sua opinione e del suo supporto, e per questo aveva bisogno di sapere cosa gli passasse per la testa “Penso che abbia avuto dei problemi riguardo questi argomenti nel passato. Non me ne ha ancora parlato, ma non penso sia pronto ad andare troppo veloce. E’ la cosa migliore per tutti e due. Me lo sento”
 
“Solo non aspettare troppo per dirglielo, okay? Possono succedere un sacco di cose se ti tieni un sentimento del genere per te stesso
 
“Come fai a saperlo? Sei stata innamorata di Finn dal primo giorno in cui l’hai visto e lui l’ha sempre saputo. Non l’hai mai tenuto nascosto”
 
No, ma ho guardato i miei amici attraversare situazioni del genere. Essere onesti è la cosa migliore, e poi lui potrebbe provare lo stesso per te” fece una pausa “Ma per ora penso che tua sia felice di sapere che io approvo ed è un bravo ragazzo. Hai fatto una bella scelta per essere il tuo primo fidanzato
 
Kurt rise “Grazie, Rach” guardò attraverso la porta quando sentì qualche antina aprirsi e chiudersi “Scusa, ma devo andare ad aiutare Blaine con la colazione. Sta diventando più bravo a fare i pancakes ma ho ancora paura a fargli usare i miei pentolini”
 
Okay, okay. Vai dal tuo fidanzato e fai il coccoloso. Io devo controllare Elizabeth
 
“Dai a Lizzie un bacino da parte mia”
 
E’ Elizabeth, Kurt
 
“Sì, sì. Ti voglio bene Rach”
 
Anche io”.
 
Chiuse la telefonata e lanciò il telefono sul letto prima di andare in cucina ad aiutare Blaine.
 

***

 
“E’ uno dei miei rari giorni liberi. Non posso credere che sei riuscito a portarmi a fare shopping con te, ancora” Blaine disse divertito mentre lui e Kurt vagavano per il centro commerciale di Staten Island quel pomeriggio.
 
“Lo stai facendo perchè stare con me è meglio che stare seduto da solo nel tuo appartamento, anche se questo prevede fare shopping. E poi, è lo shopping di Natale. Non ti piace comprare le cose per gli altri?” Kurt prese in mano un bel maglione dal tavolo del negozio “Delia”, senza nessuna stampa di animali - dato che da dopo il liceo Kurt era riuscito a convincere Rachel a vestirsi in modo più adatto alla sua età - e ispezionò
taglia e prezzo prima di lanciarlo sopra la spalla.
 
“Ovvio che mi piace, ma non mi stai facendo comprare nulla per nessuno dei tuoi familiari” mentre Kurt non stava guardando, Blaine riuscì a prendere una sciarpa che si abbinava con il maglione di Rachel. Doveva trovare un modo per comprare qualcosa per ognuno, anche se questo prevedeva distrarre Kurt.
 
“Non voglio che ti senti in obbligo di comprargli qualcosa. Non è importante e poi il mio regalo può essere da parte di entrambi”
 
“Pensi che non sia in grado di comprargli qualcosa che gli possa piacere?” disse Blaine un po’ deluso.
 
“Ma no caro!” Kurt si voltò e gli diede un bacio, senza badare alle persone che erano nel negozio. Questa era una delle cose che amava di New York. Poteva stare con Blaine in pubblico - tenerlo per mano, baciarlo, abbracciarlo - e a nessuno interessava. Era rilassante per uno che era cresciuto in un paesino come Lima.
 
“Qualsiasi cosa che sceglierai, l’adoreranno. Solo non voglio che tu spenda soldi per quei pazzi dei miei familiari”
 
“Ma voglio” disse Blaine “I soldi non sono un problema, e voglio spenderli per loro. Quindi ti prego, lasciami comprare qualcosa!” gli mostrò la sciarpa che aveva preso “Questa si abbina con il maglione per Rachel, vero?”
 
Kurt sorrise e annuì “Penso che l’adorerà” lo baciò ancora prima di dargli il maglione “Tieni. Le ho già preso un sacco di regali. Dovresti farle questo outfit completo”
 
“Sicuro?” domandò il moro prendendo titubante il maglione
 
“Assolutamente” Kurt condusse Blaine alla cassa e lo osservò mentre pagava il suo primo regalo. Non riusciva a capire perchè per il ragazzo fosse così importante comprare a tutti dei regali, ma Kurt non riuscì a non notare il sorriso che comparve sul viso del fidanzato quando aggiunse anche una collanina e pagò 60 dollari alla cassiera.
 
“Vedrai che lo adorerà sul serio” lo rassicurò di nuovo Kurt una volta fuori dal negozio.
 
“Lo spero. Mi sa che per Finn e tuo padre sarà più difficile trovare qualcosa”
 
“Finn è facile. Prendigli qualsiasi cosa legata al football o al cibo ed è fatta. Una giftcard per qualsiasi fast food va bene”
 
“Non voglio fargli una cosa qualunque. E’ tuo fratello, e se devo essere onesto, sono abbastanza sicuro che mi tiene d’occhio. Se non mi dovesse approvare, non penso di avere molte chance di arrivare a festeggiare il nostro primo anniversario”.
 
Kurt era felice di sentir parlare Blaine del loro futuro insieme “Finn non ti disapproverà solo perchè non gli farai il più bel regalo di Natale, quindi rilassati. Gli piaci. E’ di Rachel che ti dovresti preoccupare”
 
“Perchè” domandò Blaine con cautela “Ti ha detto qualcosa stamattina?”
 
“Solo che ti adora e che non vede l’ora di rivederti. Se ottieni la sua approvazione puoi diventare membro della mia pazza famiglia”
 
“Ho una domanda riguardo il regalo per Burt e Carole”
 
“Hmm? Dimmi”
 
“Beh, cosa ne pensi se...gli potrebbe piacere una serata fuori? Solo loro due? Conosco un posto fantastico a Columbus vicino a dove vivevo io, e pensavo di prendergli una giftcard e i biglietti per qualche spettacolo o altro. Magari anche un completo per Carole o una borsa e a Burt un orologio nuovo per l’occasione...”.
 
Kurt non rispose ma aumentò il passo e si posizionò affianco a Blaine.
 
“E’ una brutta idea? Lo sapevo. Non importa. Penserò a qualcos’altro” il moro si guardò i piedi.
 
“Hey, no. Guardami” smisero di camminare e si spostarono a bordo della strada per permettere agli altri di continuare a camminare “Penso che sia perfetto. L’adoreranno, ma penso anche che sia troppo. Nel senso, non voglio farti spendere tutti questi soldi”
 
“Ti ho detto che i soldi non sono un problema. Guadagno di più di quanto mi serve. Voglio far loro qualcosa di speciale. Se lo meritano visto che hanno cresciuto un figlio speciale come te”
 
“Stai facendo sembrare tutta questa cosa incredibilmente sdolcinata” disse Kurt
 
“Scusa. Quindi pensi che vada bene?” Blaine sembrava speranzoso
 
“E’ perfetta”
 
“Ottimo. Ora devo solo trovare qualcosa per te e per mio padre”
 
“No, no. Non devi prendermi niente” ribattè Kurt
 
“Tu mi hai comprato qualcosa?”
 
Kurt rimase in silenzio per un attimo.
 
“Esattamente come pensavo. Possiamo dividerci tra un po’ così ti prendo il regalo, okay?”
 
“D’accordo. Ma è meglio che tu non spenda di più per me che per tutti gli altri” lo ammonì il ragazzo. Si guardò attorno cercando il negozio che faceva per lui. Quando lo individuò, prese Blaine per mano e lo trascinò.
 
“Dove stiamo andando?” domandò il moro inciampando dietro Kurt
 
“Costruisci - l’orso. Voglio comprare a Lizzie il suo primo pupazzo in questo negozio e lo adorerà” entrarono e dopo aver detto gentilmente di no all’aiuto di una commessa, si diressero verso la selezione degli animali di peluches.
 
“Kurt hai già speso circa 200 dollari per lei al Toys R Us, senza contare le lenzuola personalizzate che hai ordinato online settimana scorsa. Ha solo pochi mesi, non le può interessare”
 
“Come ho già detto in precedenza, voglio sbaragliare la concorrenza per diventare la sua persona preferita”
 
Blaine roteò gli occhi e lo abbracciò da dietro “Come se potesse scegliere qualcun’altro. Mi piace quello li”
 
il ragazzo indicò un orsetto marrone chiaro molto peloso con una macchina nera attorno all’occhio.
 
“Vuoi prenderglielo tu come regalo?”
 
“Pensavo che volessi essere il primo a regalarle un orso di peluche” fece notare il moro prendendo uno degli animali non confezionati e agitandolo di fronte al fidanzato.
 
“Lo voglio. Ma se ti va puoi prendere tu”
 
“Sei sicuro?”
 
“Sì. Da ora vai a scegliere gli accessori”
 
Blaine si diresse verso il reparto successivo e una volta finito - la commessa non gli permise di ballare per il locale, ma non riuscì ad impedirgli di baciare il piccolo cuore di seta prima di metterlo nell’orso. Una volta ultimato scelse una semplice magliettina rosa - una adatta ad una bimba piccola come Elizabeth - e pagò. Gli sembrava di essere quasi pronto. Aveva un regalo per Rachel ed Elizabeth, un idea per Burt e Carole. Gli mancavano solo Finn e Kurt.
 
“Vuoi che ci separiamo ora? Ci vediamo per la cena, c’è un Applebee vicino alle scale e so che adori la loro pasta”
 
“Sai come prendermi, vero?”
 
“Naturalmente”
 
“Ci vediamo verso le 06:00?”
 
“Okay” rispose Kurt. Si baciarono e poi presero due strade diverse.
 

***

 
“Posso aiutarla in qualche modo signore?”. Blaine alzò lo sguardo trovandosi Kurt di fronte che ammiccava, con la sua uniforme e un thermos di caffè caldo e un piatto con i biscotti. Blaine accettò volentieri i dolci - continuava a ricevere la doppia porzione come gli aveva promesso il ragazzo al loro primo incontro – e sollevò la tazza vuota per farsela riempire
 
“Grazie. I suoi biscotti sono deliziosi”
 
“Non sono i miei biscotti, ma grazie comunque”.
 
Ogni volta era sempre la solito routine - Blaine ringraziava Kurt e questo spiegava che non doveva complimentarsi con lui per quei biscotti. Dopo un po’ era diventato quasi noioso, ma almeno evitava che gli altri passeggeri si insospettissero.
 
“E il caffè?”
 
“Direttamente dalla macchinetta. Io ho solo mischiato la giusta dose di acqua e miscela” riprese il piatto vuoto dalle mani di Blaine, agitando la testa in disappunto per la velocità con cui mangiava i biscotti “Vuole qualcos’altro?”
 
“No, grazie. Sono a posto per ora, ma torni pure più tardi e sono sicuro che ci sarà sicuramente qualcosa in cui potrà aiutarmi” disse facendo l’occhiolino.
 
Kurt roteò gli occhi e si dovette trattenere dal scompigliare i capelli di Blaine. Da quando Kurt gli aveva detto quanto amava i suoi ricci, Blaine cercava di tenerli liberi dal gel. Indossava ugualmente il suo completo, la sua camicia e la cravatta elegante ma aveva la giacca nel sedile affianco al suo.
 
Nemmeno dieci minuti dopo, Kurt sbucò dal retro quando sentì la porta del bagno chiudersi violentemente e qualcuno che stava chiaramente vomitando all’interno.
Il suo lavoro lo obbligava ad assicurarsi che tutti i passeggeri stessero bene e di aiutarli a passare il viaggio più comodi possibili. Questo prevedeva anche prendersi cura di chi stava male. Si avvicinò alla porta e l’aprì lentamente, sbirciando con la testa. Non si aspettava certo di vedere Blaine. Non ci mise nemmeno due secondi nel riconoscere il fidanzato accovacciato a terra.
 
Kurt aprì un po’ di più la porta ed entrò chiudendola alle spalle. Blaine non alzò lo sguardo, ma si rilassò non appena il ragazzo lo toccò e gli massaggiò la schiena. Kurt si inginocchiò vicino a lui e gli spostò i riccioli notando il sudore che gli imperlava il volto.
 
“Piccolo, stai bene?”
 
“Kurt?” Blaine voltò la testa e lo guardò, ma immediatamente si rituffò sul water quando sentì un altro conato. Kurt spostò il viso per l’odore, ma continuò a massaggiargli la schiena.
 
“Non scotti” disse il ragazzo dopo avergli toccato la fronte.
 
“Mi sa che è colpa del pollo di ieri sera. Lo sapevo che non dove-”
 
Lo stomaco di Kurt si stringeva ogni volta che vedeva Blaine vomitare. Odiava vederlo stare male. Kurt si ricordava bene quelle volte che aveva avuto l’influenza o la nausea. Sua mamma lo faceva rimanere a letto e gli dava la medicina per farlo riprendere. Ma Kurt sapeva che in volo non poteva fare molto per aiutarlo. Si allungò per prendere un po’ di carta da sopra di lui e lo aiutò a sollevarsi. Gli pulì la bocca e poi gettò la carta.
 
“Dovresti andare” disse Blaine
 
“Voglio stare qui a prendermi cura di te fino a quando non ti sentirai un po’ meglio”
 
“Kurt il tuo lavoro è assicurarti che tutti i passeggeri stiano bene”
 
“E’ esattamente quello che sto facendo” cercò di tranquillizzarlo
 
“Bhe, non voglio che tu stia qui. Stai solo dando alle persone una scusa per sospettare qualcosa”
 
“Blaine questo è il mio lavoro. Nessuno sospetterà nulla, quindi starò qui”
 
“Vai Kurt” Blaine iniziò ad alzare la voce ma poi tornò a vomitare nel water
 
“Almeno mi avvisi se hai bisogno di qualcosa? Promesso?”
 
“Lo farò”. Kurt si alzò ma non riuscì ad andare molto lontano prima che Blaine lo bloccò per una gamba.
 
“Scusa. Solo che non voglio crearti problemi”
 
“E’ tutto okay piccolo. Voglio solo che ti senta meglio” si abbassò di nuovo posandogli un bacino sul retro del collo prima di uscire di nuovo in corridoio.
 
 
 
 
* http://www.americaoggi.info/files/imagecache/home_primo_piano/files/Palla5_1325227865.jpg ---> a capodanno a Times Square c’è una palla che cade verso il basso allo scoccare della mezzanotte (se avete visto il film con la Michele "Capodanno a New York" sapete di cosa si sta parlando...)

Free Talk

Capitolo un po' di passaggio, però fluffoso al massimo, no? La scena finale nel bagno dell'aereo è un po' fine a se stessa, nel senso che non avrà risvolti negativi sul lavoro di Kurt, però l'autrice ha detto che ha voluto inserirla per riprendere un po' l'atmosfera generale della ff, ossia l'ambiente dell'aereo. 
Grazie come al solito a tutti quelli che leggono la storia, che recensiscono e che l'hanno aggiuinta tra le seguite, ricordate o preferite.
Grazie a Claudia che come al solito ha ricopiato il capitolo al pc.

Mi manca solo l'ultimo capitolo e l'epilogo da tradurre, quindi a parte qualche meteorite dovrei riuscire a mantenere gli aggiornamenti regolari!
Vi lascio come al solito la mia pagina FB: Willbeyoungforever
A settimana prossima
Ottavi

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Link al capitolo originale


Capitolo 10
 
Le settimane successive volarono. Con le vacanza che si avvicinavano molte persone volevano assicurarsi che le loro assicurazioni fossero pronte prima che partissero e il numero dei biglietti aerei venduti continuava ad aumentare. Per questo motivo Kurt era stato chiamato a lavorare due giorni in più a settimana. Blaine era occupato in ufficio e Kurt viaggiava avanti e indietro più del solito e questo gli impediva di vedersi molto spesso per passare del tempo insieme. Quindi erano entrambi emozionati di potersi finalmente trovare sul volo per l’Ohio, felici di scappare dallo stress dei loro lavori anche se solo per un paio di giorni.
 
Burt li aveva recuperati in aeroporto, ed erano finalmente arrivati a casa verso le 08:30 della Vigilia di Natale. Non passò molto tempo prima che Blaine si ritrovò un grembiule addosso e al fianco di Kurt iniziando a preparare i perfetti biscotti Natalizi con gli stampini. Non li guarnirono con la glassa - l’avrebbero fatto il giorno successivo una volta raffreddati - e lentamente salirono le scale verso le 11:30. Kurt questa volta trascinò direttamente Blaine nella sua stanza, lasciando la stanza degli ospiti immacolata.
 
A Blaine piaceva essere di nuovo a Lima, il paese natale di Kurt, con la sua famiglia. Adorava guardare Kurt sgridare Burt ogni volta che cercava di mangiare qualcosa che andava fuori dalla sua dieta e amava vedere quanto il ragazzo volesse bene al padre. Al moro piaceva il tono materno di Carole, che usava non solo nei confronti di suo figlio, ma verso tutti. La conosceva da poco più di un mese, ma non appena l’aveva visto l’aveva
abbracciato e baciato sulla guancia. Vicino a Carole si sentiva già parte della famiglia Hummel. Blaine adorava anche i commenti sarcastici di Kurt nei confronti di Finn, e addirittura stava iniziando ad apprezzare i toni drammatici di Rachel. In Ohio tutto sembrava perfetto. Il suo mondo era immacolato.
 
Lui e Kurt si addormentarono quasi subito sotto le coperte, e quando il moro si svegliò il giorno successivo, lo spazio affianco al suo era vuoto. Si allungò un po’, sperando che Kurt fosse da qualche parte pronto ad abbracciarlo, ma si accorse che il letto non era caldo. “Non può essersene andato da molto” pensò Blaine.
 
Roteò su sè stesso e indossò una felpa prima di scendere al piano di sotto.
 
“Hey eccoti dormiglione” Kurt si alzò dal suo posto vicino all’albero avvicinandosi. Si abbracciarono e Blaine affondò il viso nel collo di Kurt, annusando il suo profumo - sempre particolarmente dolce, ma questa volta era mischiato all’odore di pino.
 
“Buongiorno” Kurt gli baciò la punta del naso e poi lo prese per mano portandolo in cucina.
 
“Hey coso, finalmente ti sei alzato. Siamo qui seduti da quasi un’ora” si lamentò Finn dal suo angolo sul divano.
 
“Cosa?” rispose Blaine confuso
 
“Kurt ci ha obbligato ad aspettarti” spiegò Rachel
 
“Cosa?” si voltò verso Kurt “Perchè? Mi avresti potuto svegliare”
 
“Finn è sopravvissuto all’attesa. Non volevo svegliarti, non penso tu abbia dormito bene stanotte. Hai parlato tutta notte nel sonno e ti se svegliato un paio di volte. Hai fatto qualche brutto sogno?” Kurt gli strinse la mano.
 
“Uhm...n-no. Penso che sia stata solo una di quelle notti” in verità aveva avuto gli incubi, ma stava cercando di eliminare tutti i ricordi del suo aereo che si schiantava, stampandosi un sorriso forzato sul volto. Dopo tutto era Natale, e raccontare di aver sognato di morire in aereo non era il modo migliore per celebrare.
 
“Perchè non ti siedi figliolo?” disse Burt indicando il posto libero sul divano. Kurt si sedette trascinando Blaine sulle sue gambe, dato che con Finn e Rachel seduti non c’era molto spazio.
 
I successivi 45 minuti trascorsero aprendo a turno i regali. Rachel per poco non fece cadere a terra Blaine quanto tutta eccitata per il suo regalo gli si lanciò addosso per
ringraziarlo. Finn mangiò i biscotti per tutto il tempo. Carole e Burt ringraziarono Blaine per il regalo, dicendogli che non doveva spendere così tanto (anche se Carole mostrava orgogliosa il suo nuovo vestito). Kurt prima aprì tutti gli altri regali poi quello di Blaine,
scoprendo che il fidanzato aveva speso decisamente troppo per lui. Gli aveva comprato un completo di una nuova collezione che il ragazzo aveva visto in vetrina all’inizio del mese, per un totale di 1500 dollari. Kurt si fece una nota mentale di riportare indietro qualche cosa, ma sapeva che Blaine non glielo avrebbe permesso.
 
Kurt diede il suo regalo a Blaine in cambio, un costoso portafogli di pelle che avevano visto insieme, pieno di giftcard per negozi di cibo spazzatura o poco salutare come quello del Frozen Yogurt in cui erano andati al loro primo appuntamento e la pasticceria preferita di Blaine in tutta New York.
 
Blaine si divertì nel notare le espressioni di tutti quando aprivano i suoi regali. La mattina di Natale con la famiglia di Kurt era totalmente diverse rispetto alle mattina che aveva trascorso con i suoi familiari. L’atmosfera era piena d’amore, gratitudine e genuina felicità.
Anche se ogni tanto finiva inevitabilmente per pensare al suo sogno facendosi prendere dal panico.

 
***

 
Una volta scartati tutti i regali sotto l’albero, Blaine si scusò con tutti perchè doveva andare a farsi una doccia e Kurt lo seguì al piano di sopra. Chiuse gentilmente la porta alle sue spalle e diede finalmente a Blaine il bacio del buongiorno che aveva trattenuto per tutta la mattina.
 
“Buon Natale” disse contro le labbra di Blaine
 
“Bbbbuon ‘atale a te” Blaine lo baciò con trasporto, con il sorriso sulle labbra.
 
“Non avresti dovuto spendere tutti quei soldi per me. E’ troppo, e non posso accettarlo”
 
Blaine lo zittì con un dito sulle labbra e gli baciò la fronte “In realtà il tuo vero regalo e ancora qua su” Blaine si diresse verso l’armadio di Kurt e aprì l’anta superiore, spostando qualche vecchia t-shirt e prendendo il pacchetto. Lo diede a Kurt con un sorriso nervoso sul viso “Bhe, aprilo” disse Blaine indicando il regalo.
 
Kurt iniziò a scartarlo gettando la carta da pacco alle sue spalle, scoprendo così un libro. La collezione completa di Shakespeare. Non proprio quello che si aspettava.
“Il mio...il mio vero regalo è un libro?” cercò di sembrare entusiasta, come se gli piacesse sul serio leggere Shakespeare. Non voleva deludere Blaine, soprattutto perchè sembrava così emozionato per quel regalo.
 
Il ragazzo rise scuotendo la testa “Non proprio. Penso di conoscerti abbastanza per sapere che non sei proprio il tipo da Shakespeare. Aprilo”. Kurt lo fece scoprendo che il libro in realtà era una scatola e al suo interno c’era un piccolo oggetto incartato. Lo prese e se lo fece scorrere fra le dita prima di aprirlo. Una piccola chiave argento “Per - per cos’è?”
 
Blaine si avvicinò a Kurt “So che è un clichè, ma è la chiave del mio appartamento e anche di qualcosa di meno tangibile. Il mio cuore. Non sto dicendo che sei obbligato ad usarla. Nel senso, se ti va puoi, ma è più un simbolo. Una promessa. Voglio che tu sappia che non importa cosa succederà, io ci sarò sempre per te. Anche se ti sembrerà di non avere più un posto dove andare, voglio che tu sappia che io sarò comunque al tuo fianco” si sedette sul bordo del letto, battendo la mano sulla coperta affianco a lui, per invitare Kurt a sedersi
 
“Ad essere sinceri, pensavo che sarei finito per scappare. Pensavo che avrei avuto talmente tanta paura di sentire così tanto affetto nei tuoi confronti da scappare via ferendoti, ma non voglio...io...io non sono spaventato perchè non sono mai stato così felice in tutta la mia vita. So che sembra stupido perchè stiamo insieme solo da pochi mesi, ma voglio solo farti sapere che questa relazione per me è reale e non potrei mai desiderare qualcosa di diverso da te”.
 
Blaine finalmente trovò il coraggio di guardare il fidanzato negli occhi e notò che Kurt era sull’orlo di una crisi di pianto. I suoi bellissimi occhi erano colmi di lacrime. Alzò la mano per asciugarle prima che potessero rigargli il viso “Perche stai piangendo?” domandò dolcemente.
 
Kurt scosse il capo sorridendo “E’ solo...nessuno mi aveva mai regalato una cosa con tutto questo significato. Di solito ricevo gift card per andare a comprare vestiti” strinse forte la chiave tra le dita “Grazie Blaine. Non hai proprio idea di quanto questo significhi per me” si avvicinò per dargli un bacino “Prima che tu salissi su quell’aereo, che mi tirassi la porta del bagno addosso, avevo pochissime speranze di trovare qualcuno con cui avrei voluto stare. Una relazione non faceva per me e non era qualcosa che desideravo. O almeno così credevo, ma tu hai cambiato tutto. Non riuscivo a smettere di pensarti e forse questo era il primo segno che qualcosa stava cambiando in me e che volevo qualcosa di più. Qualcosa di più di qualche appuntamento con dei ragazzi sconosciuti...io voglio tutto con te e cercherò di fare tutto quello che posso per far funzionare questa storia. So che è difficile. Non puoi parlare di noi alla tua famiglia perchè rischieresti il lavoro. Non posso dirlo ai miei colleghi perchè sarebbe scandaloso. Ma questo non importa. Perchè un giorno, noi saremo in grado di dirlo a tutti. Ci sarà un giorno in cui tu salirai su quell’aereo e io ti bacerò e poi tu prenderai il tuo posto. E a nessuno importerà. Nessuno rimarrà sconcertato o ci guarderà con disgusto. Questo è quello che voglio raggiungere”.
 
Non erano in grado di dire chi dei due fece la prima mossa, ma si baciarono nuovamente. Le loro labbra rimasero unite per qualche minuto, fino a quando Blaine si staccò, i respiri di entrambi erano instabili.
 
“Kurt, io...” fece una pausa cercando la forza per continuare “Io t-”
 
Improvvisamente furono interrotti dal cellulare di Kurt. Il ragazzo si scusò velocemente prima di mettere il silenzioso “Solo un numero sbagliato, credo” lo sistemò sul comodino e poi tornò vicino a Blaine “Cosa stavi dicendo?”
 
“Ecco...niente” sospirò il ragazzo. Il momento perfetto se n’era andato. Era troppo tardi e questi gli stava iniziando a far credere che forse non era ancora il momento giusto per dire quello che provava a Kurt.
 

***

 
Un paio di ore più tardi, dopo che entrambi si erano lavati e Blaine aveva dato ancora un po’ di tempo a Kurt per prepararsi, i ragazzi scesero le scale. Kurt non disse a Blaine dove stavano andando, e il moro non lo domandò. Da qualche parte, in profondità, Blaine lo sapeva.
 
“Hey papà. Possiamo rubarti la macchina per qualche ora?”
 
Burt sapeva dove stava andando il figlio, ma rimase molto sorpreso dalla parola “possiamo”. In dieci anni era sempre andato da solo, non aveva mai portato nessuno con lui. Ne Rachel, ne Finn, ne Carole, nemmeno lui che era il padre.
 
“Okay figliolo. Fai pure con comodo. Le chiavi sono sul tavolo vicino alla finestra”
 
“Grazie papà”.
 

***

 
Era passato solo qualche mese da quando Elizabeth era morta. Non sapevano come comportarsi. Era troppo presto per sorridere? Era giusto che Kurt si divertisse con i suoi amici? Poteva andare al cinema senza la madre o buttare gli shampoo che le appartenevano?
 
 Burt cercò di essere il miglior padre per Kurt. Cercò di mostrargli che la vita andava ancora avanti e che fosse giusto viverla ugualmente nonostante tutto quello che era successo, ma a volte era più difficile di quanto potesse sembrare.
 
Era Natale. Kurt aveva già aperto i regali di Babbo Natale - non ci credeva più da tempo, ma non aveva il coraggio di dirlo al padre. I due erano seduti insieme in salotto. Kurt fingeva di divertirsi scegliendo i vestiti per le sue bambole di carta che gli aveva preso la madre a settembre “Puoi provare a chiedere a Babbo Natale se te le porta” aveva detto prima di metterle nel carrello mentre Kurt stava guardando da un'altra parte.
 
“Tutto okay, figliolo?” Burt chiuse il libro sportivo che stava leggendo - un regalo che Kurt aveva scelto con l’aiuto della nonna - e si avvicinò per vederlo meglio. Kurt posò a terra uno dei vestiti di carta delle sue bambole e si avvolse le manine nel petto “La mamma mi aveva detto che mi avrebbe aiutato a scegliere l’outfit perfetto”
 
A Burt si spezzò il cuore. Avvolse il figlio tra le braccia e iniziò a pensare a un modo per aiutare il figlio, ma non sapeva niente di moda. Avrebbe probabilmente abbinato le righe con i quadretti peggiorando solo le cose. Rimase abbracciato al suo bambino per qualche minuto, mentre quello si abbandonava alle lacrime. Burt cercò di trattenersi. Voleva essere forte, voleva che il loro primo Natale senza Elizabeth fosse il più normale possibile.
 
“Vai a prendere il cappotto e i guanti” disse il padre liberandolo dall’abbraccio e indirizzandolo verso la porta.
 
“Perchè?” domandò il figlio mentre faceva quello che gli era stato detto.
 
“Usciamo per un po’”.
 
E fu così che si trovarono davanti alla tomba di Elizabeth per la prima volta da quando era morta. Avevano cercato di visitarla un paio di volte prima di quel giorno, erano riusciti ad attraversare il cancello d’ingresso, ma poi Burt aveva girato i tacchi e portato il figlio a mangiare un gelato.
 
“Cosa ci facciamo qui papi?” Kurt riusciva a leggere il nome della madre sulla lapide di fronte a lui.
 
Riusciva a riconoscere la sua firma, perchè era uguale a quella che scriveva sui permessi che dava alle maestre per poterlo mandare a casa con Rachel e i suoi papà. Era la stessa scrittura che si poteva trovare sulle etichette delle scatole che erano in casa, o sui bigliettini che gli lasciava nel pranzo ogni giorno.
 
 Burt si inginocchiò a terra davanti alla lapide e fece fare lo stesso al figlio. I due rimasero così, in silenzio per qualche minuto prima che Burt riuscisse a parlare “Kurt, so che questa cosa è difficile per te. So che vorresti che tua madre fosse qui con te, e lo è. Sarà sempre con te, qui dentro” disse prendendo la piccola mano di Kurt e poggiandola sul suo cuore “La mamma veglierà sempre su di te, e so che questa è la prima volta che le facciamo visita, ma voglio che tu sappia che quando avrai bisogno di parlare con qualcuno, quando
le vorrai dire qualcosa, quando ti mancherà, potrai venire qui. Non smetterà mai di essere tua madre” fece una pausa cercando di sorridere per far sentire Kurt un pochino meglio “Voglio che tu mi prometta una cosa. La prossima volta che sentirai la sua mancanza, dovrai dirmelo. Non importa cosa starò facendo o dove sarò. Se vorrai vederla, smetteremo di fare qualsiasi cosa e verremo qui, okay? Me lo prometti?”
 
Kurt fece un cenno e poi poggiò il capo contro il petto di Burt.
 
“Mammina?” Kurt guardò prima la pietra e poi il padre, aspettando che quello gli facesse un segno per continuare. “Mammina, mi manchi. Papà non è tanto bravo a cucinare”
 
Burt rise stringendo il figlio a sé.
 
“L’altro giorno mi ha fatto i maccheroni e si è quasi dimenticato di mettere il formaggio. Non sa nemmeno come fare gli involtini alla cannella, quelli con doppio zucchero”.
 
Kurt si morse il labbro abbracciando il padre “Ma mi ha dato le mie bambole di carta oggi. Quelle che ti avevo detto che volevo. Ho chiamato uno dei maschi Carl e sta uscendo con un altra bambola maschio. Si sposeranno proprio come avete fatto tu e papà. Vero che possono? Due maschi possono sposarsi proprio come un maschio e una femmina? Ne abbiamo parlato una volta, ma non riesco a ricordarmi se mi avevi detto che era okay”.
 
Burt gelò sentendo quelle parole. Non aveva mai sentito suo figlio parlare di matrimonio tra un maschio e una femmina, men che meno tra due maschi. Solo sentendo Kurt parlare con la tomba di Elizabeth si rese conto di conoscerlo davvero poco. In tutti questi anni avevano comunicato troppo poco. Burt non era bravo con le parole. Quella era una cosa che faceva Elizabeth. Era lei che sapeva affrontare i discorsi di Kurt, non lui.
 
“Mamma, mi sa che io voglio fidanzarmi con un maschio. La mia amica Rachel dice che va bene perchè lei ha due papà e nessuna mamma. I suoi papà sono bravi. Io voglio essere un papà con un altro maschio”.
 
Burt si schiarì la gola cercando di cambiare argomento, non perchè fosse a disagio, ma perchè non sapeva cosa rispondere “Perchè non racconti alla mamma quello che Mrs. Collins ha detto del tuo disegno di Natale?” suggerì, e Kurt iniziò a raccontare: parlò di scuola, dei suoi amici, e di casa.
 
I due rimasero al cimitero per più di un ora prima di essere finalmente pronti ad andare, ma non prima di aver promesso di tornare il prima possibile. E Kurt mantenne la sua promessa. Ma in quel lontano freddo Natale Burt non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno Kurt sarebbe andato alla tomba di Elizabeth con qualcuno diverso da lui. Non si sarebbe mai aspettato che 18 anni dopo Kurt avrebbe portato l’uomo di cui era innamorato proprio lì.
 

***

 
Kurt rimase in macchina lasciando il motore acceso. Il riscaldamento gli soffiava direttamente in faccia, ma non gli importava. Di per se non era difficile fare visita a sua madre. Non più. I primi anni faceva fatica a uscire dalla macchina perchè scoppiava subito a piangere, ma adesso erano passati 18 anni, sapeva che sua madre non sarebbe mai tornata, ma farle visita era un po’ come se la sentisse vicino a se, e questo era tutto quello che poteva chiedere.
 
Quello che lo stava trattenendo dallo spegnere il motore e uscire tra a neve era l’uomo che lo stava fissando dal sedile del passeggero. L’uomo che avrebbe incontrato per la prima volta sua madre. L’unica persona che Kurt avesse mai portato con lui al cimitero, a parte suo padre, ovviamente.
 
Blaine era paziente, comunque. Si allungò per afferrare la mano di Kurt e la strinse forte, sorridendogli dolcemente. Dopo circa 10 minuti, Kurt tolse la chiave e aprì la portiera della macchina, incontrandosi con Blaine dall’altro lato. Dopo aver preso un respiro profondo, sentì le braccia del fidanzato attorno al suo corpo che lo sostenevano fermamente e con il suo supporto camminò verso la tomba di sua madre. La tomba stava iniziando a risentire degli anni. Le lettere erano un po’ scolorite, gli angoli della pietra erano smussati, le incisioni erano sporche, e c’erano alcune crepe sui lati. Kurt si inginocchiò di fronte alla tomba e Blaine non si perse il fatto che il fidanzato spostò immediatamente il viso perchè le lacrime avevano iniziato a scorrergli dai suoi meravigliosi occhi azzurri.
 
“Mamma” disse sottovoce, toccando il nome sulla lapide “Buon Natale”.
 
Blaine rimase un po’ distante, non volendosi intromettersi tra Kurt e sua madre, ma Kurt allungò la mano e lo tirò vicino a se. Anche Blaine si inginocchiò e iniziò a massaggiare la schiena al fidanzato, cercando di resistere al bisogno di baciare le sue labbra pallide.
 
“Mamma, voglio presentarti qualcuno. Questo...questo è il mio ragazzo Blaine.” si strinse al fianco di Blaine e poggiò la testa sulla sua spalla “So che lo avresti adorato. E’ la cosa migliore che mi sia mai successa”.
 
Blaine non riuscì più a trattenersi. Si avvicinò e lo baciò sulle labbra, unendosi in un dolce bacio. Amo suo figlio, voleva dire. Invece si limitò a “Anche suo figlio è la cosa migliore che mi sia mai capitata, e ho intenzione di fare tutto il possibile per dargli tutta la felicità che si merita. Ha fatto un ottimo lavoro nel crescere un ragazzo così compassionevole”
 
Blaine si sorprese, ma gli piaceva parlare con la mamma di Kurt in quel modo, anche se si sentiva incredibilmente sdolcinato. Continuò a parlare perché era consapevole che quello
era l’unico modo che aveva per sentirsi vicino alla donna, e in qualche modo, gli sembrava di incominciare a conoscerla. Per l’ora emmezza successiva, Blaine vide Kurt nel suo momento più vulnerabile. Cosa che in pochi avevano avuto l’opportunità di vedere. Il ragazzo parlava con sua madre come se quella fosse proprio di fronte a lui. Fu in quel momento che Blaine si ripromise di fare tutto il possibile per essere sicuro che Kurt non soffrisse mai più per un dolore così grande nella sua vita.
 

***

 
“Hey ragazzi, siamo a casa” disse Kurt.
 
Blaine mise le chiavi di Burt sul tavolino - aveva guidato lui per poter dare a Kurt un po’ di tempo per pensare. Era stato bello, comunque. Kurt aveva poggiato la testa sulla spalla del fidanzato e intrecciato le mani con le sue per tutto il viaggio e quel senso di appartenenza aveva reso Blaine felicissimo.
 
Entrarono in salotto, felici di trovarvi ancora Rachel, Finn ed Elizabeth
 
“Hey dolcezza” Kurt si avvicinò per baciare il faccino sorridente della bambina, faticando a credere che avesse già due mesi. La gente non scherzava quando diceva che il tempo vola, e non era nemmeno sua figlia. Non sapeva se era pronto a vederla crescere così velocemente. La sollevò dal lenzuolino prendendola tra le braccia.
 
“E’ l’ora della pappa, vado a prepararle il biberon” disse Rachel
 
“Ci penso io” si offrì Blaine
 
“Sei sicuro?” disse Kurt senza distogliere gli occhi da Elizabeth
 
“Sì. Ho fatto il babysitter a Carla quando era piccola” baciò Kurt sulla guancia e si incamminò in cucina.
 
Burt e Finn erano fuori a controllare la macchina di Finn e Carole era andata con loro, quindi Rachel e Kurt erano soli.
 
“Facciamo il piano della situazione” Rachel si abbandonò sul divano poggiando così la testa sulla spalla di Kurt “Hai trovato un uomo con un buon lavoro, un ottimo stipendio, che vive a New York, è gay, sa prendersi cura dei bambini ed è totalmente innamorato di te. Te l’avevo detto che prima o poi sarebbe arrivato quello giusto o no? Dovevi solo aver pazienza”
 
“Rachel, non penso che sia inna-”
 
“Kurt è impossibile che non ti rendi conto che quel ragazzo ti adora. Perchè pensi che sia venuto con te dalla tua famiglia a Natale invece di stare con la sua?”
 
“Gli...gli piace di più qui. Si sente bel voluto”
 
“Mhhmm” Rachel si voltò e prese il suo maglione dal tavolino “L’hai aiutato tu a sceglierlo?”
 
“Solo il maglione. La sciarpa e la collana sono opera sua. Sono rimasto colpito pure io” sospirò Kurt. Blaine si interessava davvero alla sua famiglia, e a volte Kurt pensava di darlo troppo per scontato “In realtà io volevo mettere i nostri due nomi sui miei regali, ma ha insistito per farvi qualcosa lui”
 
“E’ davvero un ragazzo d’oro. Sono felice che tu l’abbia trovato. Te lo meriti”
 
“E’ piombato nella mia vita” Kurt guardò verso la cucina “Ma sono felice che l’abbia fatto. A volte è dura, non possiamo vederci nei weekend come le coppie normali, e dobbiamo tener nascosta la nostra relazione ai colleghi. Ha paura che se suo padre venga a sapere di noi, lo accuserebbe di essere poco prefessionale e non voglio causargli nessun tipo di problema”
 
“Ma lo ami” non era una domanda
 
“Sì. Molto”.
 
Blaine scelse proprio quel momento per entrare, il biberon di latte caldo in una mano e nell’altra un biscotto. Mise il latte sul divano vicino a Kurt dicendo “Ecco qui, il lattino per la nostra signorina Lizzie”
 
“Blaine” disse Rachel duramente
 
“Scusa. Elizabeth” si corresse
 
“Vedo che hai preso anche qualcosa per te” Kurt tirò Blaine vicino a sè per baciarlo, e un po’ di briciole di biscotto gli rimasero sulle labbra.
 
“Mhm. Vuoi assaggiare?” Blaine si avvicinò e baciò di nuovo Kurt, cercando di farsi strada con la lingua nella bocca del fidanzato.
 
Kurt lo spinse via “Blaine, questo è volgare!”
 
Rachel rimase in silenzio, con un espressione disgustata “Non voglio vedere queste cose, soprattutto quando c’è Elizabeth in giro”
 
Blaine prese un altro morso del suo biscotto “Sei solo geloso perchè ho preso io l’ultimo biscotto alle m&m’s” disse con la bocca piena
 
“Blaine, tesoro, mastica con la bocca chiusa, ti prego” Kurt pulì le briciole dal mento del fidanzato e lo baciò all’angolo della bocca.
 
Blaine si accoccolò a Kurt e fissò Elizabeth “Quindi, avete intenzione di sfamarla, o cosa?” il ragazzo allungò il latte e guardò Elizabeth succhiare compiaciuta.
 
“Vado a guardare gli altri, voi due starete bene qui?”
 
“Naturalmente, vai pure” Kurt avvolse un braccio attorno a Blaine e lo strinse a sè. Elizabeth era tra le bracca di Kurt e Blaine teneva il biberon. Rachel uscì dalla stanza ma si fermò sulla porta. Guardò quei tre - Kurt, Blaine ed Elizabeth - e non riuscì ad evitare di pensare che un giorno li avrebbe guardati allattare la loro bimba.
 

***

 
“Veloce Blaine. Veloce, veloce, veloce!” Kurt stava praticamente saltellando su e giù per Times Square, mentre Blaine si allacciava le scarpe “Ti perderai lo spettacolo”
 
“Kurt abbiamo ancora tre minuti” disse il moro ridendo e alzandosi, prendendo il fidanzato per mano.
 
“E’ che non posso crederci che sta succedendo. Siamo a Times Square a capodanno. Stai realizzando un mio sogno e io ti adoro per questo” Kurt si lanciò tra le braccia di Blaine.
 
Tutti attorno a loro erano stretti come sardine. Erano incapaci di muoversi, molti erano ubriachi e la puzza di sudore delle persone vicine era nauseante, ma a Kurt non importava. Finalmente stava per realizzare una delle cose della sua lista, e non voleva
passare quella serata con nessun altro.
 
“Sei felice?” Blaine lo allontanò giusto un poco per guardarlo negli occhi.
 
“Me lo stai davvero chiedendo?” Kurt si avvicinò per un bacio e Blaine lo assecondò con piacere. Non gli interessava delle migliaia di persone attorno a loro. Era a New York, e bastava solo un’occhiata in giro per notare che non erano l’unica coppia gay in piazza.
 
“Non dovresti ancora baciarmi, non è mezzanotte” scherzò Blaine
 
“Guardami” lo baciò ancora molto velocemente e poi si allontanò quando iniziò il conto alla rovescia.
 
Kurt guardò l’enorme schermo, notando che mancavano solo 53 secondi all’anno nuovo. 53 secondi prima che l’anno in cui aveva incontrato l’amore della sua vita finisse.
53 secondi prima di poter iniziare a vivere il nuovo anno con questa stessa persona al suo fianco.
 
“E questo cosa pensi che mi significhi?”
 
“Shhh. Perchè non stai facendo il conto alla rovescia? 38 secondi” Kurt sentì le braccia di Blaine avvolgerlo da dietro. Ma questo non gli impedì di guardarsi continuamente attorno.
 
“26 secondi prima che ti posso baciare di nuovo” sussurrò Blaine nel suo orecchio, mandando brividi lungo la colonna vertebrale di Kurt “E questa volta saranno tutti intenti a baciarsi, e te ne potrò dare uno vero
 
“19 secondi prima di poter vedere la palla cadere di persona” disse Kurt emozionato.

10

9

8

7

6
 
Blaine poggiò il mento sulla spalla di Kurt e lo strinse a sè. Guardarono il cielo mentre la palla iniziava a brillare.
 
5

4

3

2

1
 
La palla scese verso il basso e Blaine potè sentire il sorriso di Kurt sul suo viso. Sentiva le sue orecchie muoversi e il suo stomaco contrarsi dall’eccitazione. Sentì il fidanzato trattenere il fiato mentre guardava la palla cadere prima di voltarsi e abbracciare il fidanzato.
 
“Buon anno nuovo” disse Blaine con un sorrisino.
 
“Buon an-” ma Kurt non riuscì a finire la frase perchè le labbra di Blaine erano già sulle sue, le sue dita tra i suoi capelli ormai da tempo scompigliati.
 
Blaine premette i loro corpi il più possibile vicini mentre continuava a baciarlo, gemendo tra le sue labbra.
 
“Blaine” Kurt cercò di staccarsi
 
“Mmmm - ‘on parlare” cercò di infilare nuovamente la lingua tra le labbra di Kurt, ma quello lo allontanò velocemente. Si avvicinò di nuovo e gli prese la mano che aveva tra i suoi capelli e lo trascinò tra la folla.
 
“Kurt, dove stiamo andando?”
 
Kurt si voltò guardando il fidanzato negli occhi “Stiamo andando a casa, dato che ho un divano che è molto più adatto per pomiciare rispetto a questa folla di persone” baciò ancora Blaine, e questo fu sufficiente per convincerlo a seguirlo.
 

Free Talk

http://www.youtube.com/watch?v=GKpRXswgDwU
Verso il minuto 4.40, si vede la Palla che scende…comunque se avete visto il film con Lea Michele Capodanno a New York dovreste sapere di cosa si sta parlando.
Ancora puntualissimi con l'aggiornamento! Anche questa volta abbiamo scoperto ancora qualcosa su Kurt e poco niente su Blaine...ma non preoccupatevi perchè tra poco è anche il suo turno!
So che questo capitolo è tutto così immerso nell'atmosfera Natalizia e noi siamo a febbraio però spero che vi sia piaciuto lo stesso!
Fatemi sapere e grazie a tutti quelli che leggono e commentano la storia!
Come al solito mi trovate qui: Willbeyoungforever 

A presto
Otty 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Link al capitolo originale


Capitolo 11
 
Solo dopo qualche settimana dall’inizio dell’anno le cose si tranquillizzarono al lavoro. Le famiglie avevano finalmente finito di viaggiare da uno stato all’altro, e tutti erano meno preoccupati delle loro assicurazioni. Durante le prime settimane Kurt e Blaine non ebbero molto tempo per vedersi - a Kurt era stato aggiunto qualche volo extra durante la settimana, e anche quando Blaine non andava in ufficio aveva un sacco di lavoro da fare a casa.
 
Due mercoledì dopo capodanno i due erano finalmente in grado di passare un intera serata insieme senza interruzioni.
 
“Hey” Kurt trascinò Blaine attraverso la porta principale del suo appartamento nemmeno dieci secondi dopo che quello aveva bussato “Mi sei mancato l’altra sera”
 
“Si?” domandò Blaine scherzando, baciandolo e avvolgendo le sue braccia attorno al fidanzato “Tu invece mi sei mancato tutta la settimana”
 
“Sì, ho preso troppo cibo d’asporto e il mio letto era un pochino freddo” Kurt lo spinse sul divano così che si potessero sedere
 
“Lo sai il riscaldamento avrebbe potuto aiutarti” Blaine trascinò Kurt tra le sue braccia
 
“Oppure averti di fianco a me”
 
“Penso di starti viziando un po’ troppo. Cosa facevi prima durante la settimana quando io non c’ero?”
 
“Ecco vedi perchè avevo intenzione di comprare un cane. Un grande morbidoso cane con il pelo ricciolino proprio come te” Kurt fece passare la sua mano attraverso i capelli di Blaine per dimostrare la sua tesi.
 
“Beh se ti aiuta mi sei mancato anche tu” lo baciò sul collo.
 
“Cos’è successo così all’ultimo minuto?”
 
“Io...solo cose di lavoro. Soprattutto problemi di ufficio. Ho dovuto vedermela con alcuni clienti che hanno dato alcuni problemi. Niente di che comunque” Blaine si sedette e trascinò Kurt vicino a lui “Quindi cosa c’è per cena?”
 
“Mmm...ho appena tirato fuori la lasagna dal forno” continuò a guardare Blaine “Sei sicuro che è tutto okay?”
 
“Sì. Va tutto bene. Ora andiamo a mangiare” Blaine gli diede un bacio sulla fronte prima di
scomparire in cucina.
 
Kurt si prese un po’ di tempo prima di seguirlo, cercando di capire quale fosse il problema di Blaine. Mentre mangiavano, Kurt cercò di fare conversazione, ma Blaine rispondeva a monosillabi. Continuvano a cambiare argomento dopo momenti imbarazzanti di silenzio.
Blaine si scusò appena finito di mangiare e tornò in cucina a lavare il piatto. Kurt rimase sul divano finendo la sua lasagna e notò che il cellulare di Blaine stava vibrando sul tavolo. Vide che gli era arrivato un sms da Luke, così lo aprì, pensando già a una risposta a tono da dargli.
 
Tuttavia quello che lesse non era proprio ciò che si aspettava.
 
Hey. Bell’appuntamento l’altra sera. La prossima volta posso almeno darti un bacio della buonanotte prima che mi scappi via?
 
Kurt congelò e rimase a fissare il messaggio fino al ritorno di Blaine. Strinse il cellulare tra le mani, voltando il viso di lato e cercando di trattenere le lacrime. Blaine si avvicinò a lui e allungò il braccio totalmente ignaro “Hai finito? Posso portarti il piatto in cucina”
 
“Penso che te ne debba andare” sussurrò Kurt, appena udibile.
 
“Co-cosa?” Blaine si immobilizzò per alcuni secondi, ma riuscì poi a sedersi al suo fianco e a mettergli una mano sulla schiena, che Kurt velocemente scansò via.
 
“Per favore” disse senza voce.
 
Blaine sapeva che stava piangendo, ma non ne capiva il motivo. Kurt stava bene fino a pochi minuti prima.
 
“Kurt, cos’è successo? Ti prego dimmelo”
 
“Siamo saltati in questa cosa troppo velocemente, vero? Ci conosciamo solo da qualche mese, ma viviamo uno nell’appartamento dell’altro. Passiamo tutto il nostro tempo libero insieme; tu hai già conosciuto la mia famiglia. Tutto troppo veloce. Troppo veloce. Non ti sto dando la possibilità di sperimentare relazioni con altri uomini, e lo stesso vale per me. Io...io...forse stiamo sbagliando. Forse abbiamo solo bisogno si spazio per capire cosa vogliamo veramente” prese un profondo respiro “Vai, okay? Ti sto dando l’opportunità di vedere altre presone. Non sei più legato a me”
 
“Kurt, da dove ti escono queste cose?” Blaine cercò ancora una volta di abbracciarlo, ma fallì quando Kurt lo guardò in faccia, piangendo.
 
Kurt gli mise il cellulare tra le mani e poi si incamminò verso la porta “Vattene ora” disse aprendo la porta.
 
“Kurt non devi farlo. Io non voglio nessun altro” disse Blaine debolmente, sull’orlo del pianto.
 
Quando Kurt non rispose, si alzò e si incamminò verso l’ingresso, baciò Kurt sulla fronte e uscì “Ti chiamo più tardi, okay? Spero che mi vorrai parlare”.
 
Blaine sapeva che non avrebbe risolto nulla stando di fronte a Kurt aspettando che rispondesse. Non l’avrebbe fatto. Kurt si teneva tutto dentro e Blaine poteva solo dargli spazio. Solo qualche settimana prima al cimitero si era ripromesso di non farlo soffrire in nessun modo, e se un quel momento voleva essere lasciato solo, Blaine doveva farlo.
La sua mente gli stava gridando di rimanere e domandargli cosa fosse successo, ma non poteva. Amava Kurt, e anche se suonava strano, questo amore era quello che lo aveva condotto sul pianerottolo e non lo stava facendo lottare per avere delle spiegazioni.
 

***

 
Dire che Blane era sconvolto sarebbe riduttivo. Non aveva ancora capito cosa fosse successo a Kurt per farlo reagire in quel modo, e una parte di lui non sapeva perchè si trovasse seduto da solo nel suo freddo appartamento invece che tra le braccia del suo ragazzo. Tuttavia, in profondità, una parte di lui sapeva perchè aveva fatto quello che Kurt gli aveva chiesto.
 
Era già stato in una situazione del genere prima: qualcuno che gli aveva chiesto di andarsene perchè non lo voleva lì. Aveva obbedito allora e anche adesso. Il passato di Blaine lo aveva segnato indelebilmente, e non ci sarebbe voluto molto prima che Kurt lo scoprisse e lo lasciasse.
Solo che Blaine non si aspettava accadesse così in fretta.
 
Blaine rimase a letto tutta la notte fissando il soffitto e ripensando a quando aveva fatto lo stesso con Kurt a Lima. Voltò il capo di lato iniziando a piangere quando non vide i familiari occhi azzurri affianco a sè o la mano morbida tracciare cerchi sul suo stomaco. Cercò di chiudere gli occhi, obbligandosi a dormire, ma era praticamente impossibile senza Kurt.
 
Aveva gettato il cellulare sul comodino appena tornato a casa, ignorando tutte le chiamate. Non era la suoneria che aveva impostato per Kurt, quindi non gli importava. Non gli interessava il suo lavoro o i suoi amici, o nient’altro della sua vita. Tutto quello che voleva era Kurt, ed era l’unica cosa che non aveva.
 
Prese il cuscino e lo strinse al petto, affondandovi il viso e annusando il profumo di Kurt. Fu grazie a questo che riuscì a rilassarsi abbastanza da addormentarsi.

 
***

 
Kurt era grato di avere il volo il mattino preso il giorno successivo. Il martedì era sempre pieno di scontrosi uomini d’affari, ma aveva bisogno di distrarsi. Voleva dimenticare di come Blaine gli avesse mentito, e di come era andato ad un appuntamento con Luke invece di passare la serata abbracciato a lui sul divano guardando un film.
 
Durante il volo non cercò nemmeno di essere gentile con i passeggeri e controllare se tutti stessero bene. Fece il minimo indispensabile e rimase poi nascosto dietro la tenda per la maggior parte del tempo, piangendo. Non sapeva come avrebbe fatto a volare ogni settimana sapendo che era proprio su quell’aereo che aveva incontrato Blaine. Era proprio qui che era cominciata quella che aveva ritenuto la miglior parte della sua vita, ma in realtà era solo un altra parte delle infinite cose che lo avevano ferito. Prima che se ne rendesse conto, stava scendendo dall’aereo, a New York e non era per niente ansioso di dover tornare a casa. Era combattuto se prendere un volo per l’Ohio, ma non era ancora pronto per parlare con la sua famiglia di quello che era accaduto. Com’era possibile? Tutto sembrava procedere per il meglio tra lui e Blaine, e invece no.
 
Si tolse il cappellino e lentamente attraversò il corridoio degli impiegati. Non voleva affrontare tutta la folla nel parcheggio. L’unica cosa che voleva fare era sdraiarsi a letto e piangere fino ad addormentarsi, anche se suonava patetico. Aprì la porta a vetri e quasi andò addosso a qualcuno “Mi scusi, non stavo guardando do-Blaine”
 
“Kurt”
 
“Non dovresti essere qui” Kurt cercò di scansarlo, ma Blaine glielo impedì.
 
“Non vado da nessuna parte. Non oggi” mise la mano in tasca e tirò fuori il cellulare, mostrandolo a Kurt
 
“E’ tutta colpa di questo messaggio?”. Kurt rimase in silenzio e Blaine ebbe la conferma “Non ho controllato il telefono fino a stamattina, non ho passato una delle mie serate migliori senza un certo assistente di volo al mio fianco. Ho ignorato le chiamate perchè non erano della persona che mi interessava. Quando ho finalmente controllato i miei sms stamattina ho trovato un messaggio di Luke già aperto che però non avevo letto” Blaine alzò il mento di Kurt così che potesse guardarlo negli occhi. “Kurt, non so cos’hai pensato da quel messaggio, ma non è niente. Voglio solo che tu sappia che non ti tradirei mai, perchè non c’è nessuno al mando che mi rende più felice di te. Avrei davvero voluto che mi avessi spiegato cosa stava succedendo ieri sera cosicché avrei potuto spiegarti tutto subito. Ti ho dato quella chiave per un motivo. E’ una promessa di stare sempre nella tua vita fino a quando non mi vorrai più. Ecco perchè ieri me ne sono andato, non posso starti attorno se non mi vuoi, ma non posso permetterti di allontanarmi per colpa di uno stupido messaggio”.
 
Kurt abbassò lo sguardo e Blaine quasi non si accorse che stava parlando “Non ti voglio allontanare” alzò ancora gli occhi “Ma perchè mi hai mentito? Perchè Luke ha detto che avete avuto un appuntamento?”.
 
Blaine spostò Kurt dalle porte perchè un paio di impiegati dovevano uscire. Tenne la mano sul gomito di Kurt. “Luke...è un idiota. Un coglione e sono abbastanza irritato con lui al momento. Lui...okay, lo sai che è gay. Io sinceramente non ho mai pensato fosse un problema fino a ieri. Non è il mio tipo e io non sono il suo. Siamo sempre stati amici intimi, e questo è tutto. Non c’è mai stato niente di più” Blaine aspettò che Kurt lo scansasse, ma questo non accadde “Non ti ho mentito. Sono davvero andato in ufficio per affrontare dei
clienti. Anche Luke era li e siamo usciti a cena per parlare di lavoro. Quando stavamo andando via lui...io...ha tentato di baciarmi. Ma non gliel’ho permesso. Dio non voglio baciare nessun altro se non te per tutta la mia vita. Tutto quello che voglio sono le tue labbra sulle mie, su ogni centimetro del mio corpo, solo le tue. Ha iniziato a dire brutte cose su di te, del fatto che non mi meriti e che posso avere molto meglio. Come lui per esempio. E un quel momento me ne sono andato. Volevo venire a casa tua per vederti, ma non potevo, dovevo prima chiarirmi le idee e mi sono detto che in meno di 12 ore ti avrei visto e ci saremmo abbracciati. Ti prego dimmi che mi credi quando ti dico che non è successo nulla, era una cena di lavoro fino a quando non ha cercato di mettermi le mani addosso”.
 
Kurt fece un cenno con la testa “Ti credo”.
 
Ci fu un minuto di silenzio prima che Blaine parlò di nuovo. Erano forse un po’ troppo vicini per due persone che non si conoscevano e basta, ma non si spostarono “Quello che hai detto su di noi, riguardo esserci gettati troppo in fretta in questa cosa; ci credi sul serio?”
 
Kurt scosse la testa “No. Mi piace passare tutto il tempo possibile con te e non sono mai stato più contento di presentare qualcuno alla mia famiglia. Non voglio che tu vada da nessuna parte, o che ti veda con altre persone. Mi spiace di aver detto quelle cose”
 
“No, non devi scusarti. E’ tutta colpa mia. Avrei dovuto raccontarti tutto, solo che non sapevo come fare”
 
“Immaginati se ci fossimo lasciati per colpa di questa storia per più di 24 ore...non so come avrei fatto a sopravvivere un’altra notte senza di te” rise Kurt.
 
“Non facciamolo succedere mai. E poi io non considero questa come una rottura. E’ stato solo un malinteso”
 
Blaine abbracciò Kurt e nascose il viso nel suo collo “Voglio baciarti così tanto, ma non posso farlo qui in mezzo all’aeroporto. Possiamo andare a casa?”
 
Kurt sorrise. Casa. “Ottima idea”.
 

***

 
Blaine il mattino dopo entrò in camera di Kurt con due tazze di caffè e le mise sul comodino “Buongiorno meraviglia” baciò Kurt sulla fronte sperando di svegliare un po’ quel dormiglione.
 
“Mmm, mi stavo domandando dove fossi finito” Kurt rotolò su se stesso e affondò il viso nel cuscino mentre Blaine si sdraiava di nuovo “Che ore sono?”
 
“09:00. Hai ricevuto una chiamata che ti avvisava che tutti i tuoi voli erano cancellati per oggi” Blaine rimase al fianco di Kurt sopra le coperte.
 
“Pe-perchè? Cos’è successo?”
 
Blaine indicò la finestra “Gurda fuori”.
 
Kurt si voltò dall’altra parte e notò la neve fuori dalla finestra. Blaine lo abbracciò e Kurt si strinse a lui.
 
“Sembra che stia nevicando oggi. Cosa ne dici di fare i pigroni?”
 
“Sai cosa? Mi sembra un idea magnifica”.
 
Blaine si avvicinò a Kurt porgendogli una tazza di caffè “Ti ho portato una cosa per svegliarti un pochino”.
 
Kurt annusò il caffè e ne bevve un sorso prima di offrirlo a Blaine “Quindi, cosa faremo per prima cosa?” domandò sistemando la tazza sul comodino affianco a lui.
 
“Bhe, pensavo, possiamo fare colazione e poi rimanere a letto a guardare uno di quei film che hai comprato l’altro giorno”
 
“Sembra un’idea adorabile” Kurt rotolò sul fianco, per guardare Blaine in faccia “Ma c’è una cosina che vorrei fare per prima cosa” si avvicinò e mordicchiò il labbro di Blaine, baciandogli poi la mascella fino ad arrivare al suo orecchio. Lasciò cadere poi il capo contro il suo petto e ascoltò il ritmo accellerato del suo cuore “Blaine ti a-”
 
Il timer in cucina suonò, e Blaine si alzò “Aseptta un secondo, devo andare a girare i pancakes” si avvicinò baciando velocemente Kurt sulle labbra prima di allontanarsi. Kurt affondò il viso nel cuscino e si riaddormentò.
 
Quando Blaine tornò non lo svegliò questa volta. Invece si accoccolò sotto le coperte e lo abbracciò da dietro, prima di addormentarsi con lui.
 

***

 
“Non posso credere che abbiamo dormito fino alle 13:30 e poi guardato film per tutto il pomeriggio. Non sono mai stato così pigro da quando ho avuto lo streptococco in terza elementare”
 
“Bhe” disse Blaine “A volte fare i pigroni può essere rilassante, ti può togliere tutto lo stress”
 
“Ho sentito che anche il sesso fa bene in questo senso, ma non ho mai avuto la possibilità di sperimentare questa teoria”
 
Blaine quasi si ingozzò “Ho sentito che anche il cioccolato è un buon sostituto” sollevò la maglietta di Kurt e iniziò a disegnargli dei cerchi con le dita su quella porzione di pelle vicino all’elastico dei suo pigiama.
 
“E’ completamente fuori luogo, ma ho un idea”
 
“Quale?” Blaine si alzò sul gomito e prese un po’ di uva dalla bacinella sul comodino.
 
“Bhe, lo sai che sono un assistente di volo...”
 
“Già, è saltata fuori questa notizia un paio di volte nei nostri discorsi”
 
Kurt ignorò il sarcasmo “Cosa ne dici di un viaggio questa estate? Solo noi due. Muoio dalla voglia di andare in Francia da un sacco di tempo, ma non ho mai avuto nessuno che mi accompagnasse. Pensavo che magari ti piacerebbe passare 10 giorni o due settimane lontano dall’ufficio. Non la trovi un idea ottima per scaricare tutto lo stress della vita quotidiana, in più Parigi è una delle città più romantiche del mondo”
 
“Francia” ripetè Blaine.
 
“Ho degli ottimi sconti sui biglietti aerei. Pagheremmo pochissimo e avremmo degli ottimi posti. So parlare la lingua abbastanza bene, quindi non dovresti preoccuparti, e il cibo è fantastico. Ho volato li un paio di volte ma non sono stato fuori dall’aeroporto” Kurt si rese conto che stava parlando troppo e si calmò “Comunque, non sei obbligato se non ti va. Posso trovare qualcun’altro, oppure non andare proprio. Non voglio che ti senta obbligato a dire sì”
 
“Non è questo. Sto solo cercando di capire come fare a dire a mio padre che voglio qualche settimana di vacanza per visitare la città più romantica del mondo” diede un bacio sul collo a Kurt “Con” le sue mani scivolarono sotto la maglietta di Kurt e la sollevò sopra la sua testa “Il mio” Blaine baciò lo stomaco di Kurt mentre gettava l’indumento in un angolo della stanza “Bellissimo” si mosse mettendosi a cavalcioni sopra di lui, baciandogli il petto, prima di raggiungere finalmente le labbra “Fidanzato”. Blaine lo baciò, lasciando le sue emozioni prendere il controllo. Era come se sia la sua mente che il suo corpo fossero una cosa sola, il
tutto dominato dal suo cuore. Voleva Kurt. Voleva tutto da lui.
 
Kurt sorrise sotto di lui avvicinandosi, mentre il loro bacio diventava sempre più scomposto “Mi sembra che ti sia piaciuta la mia idea” disse tra i baci.
 
Blaine si sollevò cercando di controllarsi per un attimo “Non c’è nemmeno da chiederlo”
 
“Ottimo. Ora baciamoci” Kurt trascinò Blaine ancora vicino, sempre sopra di lui, ma mugugnò in disappunto quando questo rotolò giù e si mise al suo fianco. “Torna qui” Kurt iniziò a muoversi, ma Blaine mise una mano sul suo petto, bloccandolo.
 
“Possiamo parlare ancora per qualche minuto?” Blaine iniziò ad arrossire, ma sperò che la penombra che c’era in stanza riuscisse a mascherare il rossore sulle sue guance.
 
“Blaine posso farti una domanda? Sei...sei pronto per questo? Per andare fino in fondo?” Kurt si morse il labbro, temendo di incasinare le cose tra loro con quella domanda. Non era mai stato in quella situazione prima. Non c’era mai stato un momento nella sua vita in cui si era sentito pronto a condividere se stesso con un altro uomo come voleva fare in quel momento con Blaine.
 
Blaine era pronto a tutto con Kurt; ma voleva fare l’amore con Kurt. Non voleva solo far sesso. Voleva che Kurt sapesse quanto lo amasse mentre condividevano tutto. Voleva che la loro prima volta insieme fosse perfetta in tutti i sensi. Blaine non voleva che ci fosse nessun segreto tra loro.
 
“Sono pronto a condividere tutto con te, ma questo non vuol dire che oggi sia il momento giusto”
 
“Fammi indovinare. Sei un tipo romantico che crede che ci sia bisogno di un centinaio di petali di rose e una dozzina di candele attorno a noi, è esatto?”
 
“Non proprio” rise Blaine “Al massimo 200 petali di rose”.
 
Entrambi voltarono lo sguardo, arrossendo.
 
“No, sto scherzando. Voglio solo che il momento sia quello giusto. Non voglio che sembri una cosa programmata”. E non voglio farlo fino a quando non ti ho detto che ti amo e tu hai fatto lo stesso con me.
 
“Allora, di cosa vuoi che parliamo” Kurt guardò l’orologio sulla parete “Sono le 10:40. Abbiamo ancora uno o due ore prima di andare a dormire”
 
“A cosa stavi pensando?” Blaine si sedette contro il muro, mentre Kurt rimase sdraiato.
 
“Bhe, uhm...se-sei vergine Blaine?” Kurt sentì le guance andargli in fiamme.
 
“No” Blaine mormorò in risposta.
 
Kurt si aspettava una risposta diversa “Tu...no? Io...ehm, mi era sembrato avessi detto che non sapevi cosa di provasse a fare sesso. Una delle prima volte che ci siamo incontrati, o giù di li” l’aveva detto vero? Kurt non si era immaginato tutta la conversazione.
 
“Infatti non lo so, non sul serio. Non considero assecondare i nostri bisogni come fare l’amore. Non hai idea di quanto vorrei poter tornare indietro nel tempo e cancellare quella parte della mia vita. Ma è impossibile” iniziò a giocherellare con le dita per cercare di non badare troppo allo sguardo fisso di Kurt “Ho mentito a me stesso per tutto quel tempo. Pensavo di sapere cosa fosse l’amore, ma non era così. Mi ero convinto di amare quella persona, ma in realtà non mi piaceva poi nemmeno così tanto”
 
“Era...era un ragazzo, giusto? Non hai avuto un periodo di sperimentazione?”
 
“Cosa? No!” Blaine rise “Era un ragazzo. Siamo stati insieme per un paio di anni, ma eravamo tutte e due troppo giovani. Mi ero appena diplomato e non sapevo ancora chi ero”
 
“Chi era?”
 
Blaine strizzò gli occhi e voltò il viso da Kurt. Sperava che Kurt non gli facesse quella domanda, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto spiegare tutta, ma sperava che succedesse più avanti. Kurt meritava di sapere la verità e forse Blaine avrebbe dovuto essere onesto fin da subito, ma aveva paura di quello che Kurt avrebbe potuto pensare. Non voleva che il suo passato fosse un ostacolo alla loro relazione, ma non c’era un modo semplice per spiegare come aveva incasinato la sua vita perchè era giovane e immaturo.
 
Quando sentì Kurt raggiungerlo e stringergli la mano, si sentì un po’ più a suo agio “Hey, è tutto okay. Non devi dirmelo se non te la senti. Possiamo parlare di altro”
 
“Era il mio ex-marito” sputò fuori Blaine tutto d’un fiato. Eccola, la verità. Non c’era nulla che poteva fare per rimangiarsi le parole. Blaine tenne gli occhi chiusi e aspettò che Kurt gli dicesse di andarsene, ma non fu così.
 
Invece Kurt si alzò a sedere contro il muro e prese il viso di Blaine tra le mani girandolo verso il suo.
 
“Mi spiace di non avertelo detto prima” sussurrò “Avevo paura che una volta scoperto non avresti voluto aver più nulla a che fare con me. Ho solo 27 anni, non sono abbastanza vecchio per essere già sposato e divorziato”
 
“Hey, nulla mi farà allontanare da te, okay? Soprattutto quello che è successo nel tuo passato. Sei qui con me ora e questo è tutto quello che mi importa. Tutto fanno errori, tutti hanno qualcosa nel loro passato di cui non sono fieri e che vorrebbero cambiare, ma è il modo in cui affronti le cose che fa andare tutto meglio. Io non conosco quel ragazzo, ma è stato fortunato ad essere sposato con te, anche solo per poco tempo. Se è stato lui a volere il divorzio, è un pazzo, ma anche se può suonare egoista, sono felice che vi siate lasciati. Se fossi stato ancora spostato, non avrei potuto fare questo” Kurt si avvicinò per baciarlo, e quel bacio fu tutto quello che servì a Blaine per rilassarsi. Sarebbe andato tutto bene. Incredibilmente, Blaine aveva trovato uno dei ragazzi più comprensivi al mondo.
 
Blaine riprese a parlare “I nostri genitori sono sempre stati contrari alla nostra relazione. La sua famiglia non accettava che fosse gay e la mia non pensava che avesse una buona influenza su di me. Hanno sempre cercato di tenerci separati usando come scusa che eravamo minorenni ed era loro compito controllarci. Naturalmente più si comportavano in questo modo e più noi volevamo stare insieme. Ho fatto 18 anni a novembre ma lui li faceva il maggio successivo. Il suo compleanno era due giorni dopo il diploma, così come segno di celebrazione e ribellione abbiamo fatto le valigie, preso i pochi soldi che avevamo e siamo partiti senza dirlo a nessuno. Erano naturalmente furiosi. Ci chiamarono così tante volte che spegnemmo i cellulari ignorandoli. Volammo a Las Vegas con i biglietti più economici che trovammo. Lui aveva prenotato un piccola hotel fatiscente, ma non ci importava molto perchè eravamo finalmente insieme. Facemmo una passeggiata per la città e fu molto semplice comprare alcolici nonostante i nostri 18 anni. Eravamo ubriachi prima di mezzanotte, e finimmo in una cappella ai confini della città. Per l’una di mattina eravamo sposati.
Questo è il motivo per cui non bevo più. Sono terrorizzato da quello che potrebbe succedere. Comunque siamo dovuti tornare in Ohio e nel momento in cui mise piede in casa, i suoi lo cacciarono. Non aveva un posto dove andare, e sapevo che i miei erano furiosi della nostra scappatella, quindi decidemmo di affittare un appartamento. Non sapevamo come avremmo fatto con i soldi. I miei non ci volevano aiutare. Mi dissero solo che quando mi sarei reso conto che quello non era l’uomo giusto per me avrei potuto lavorare per l’assicurazione di mio
padre”
 
“E ora infatti lavori per lui” fece notare Kurt.
 
Blaine strinse ancora la sua mano “Sì. Vivere con Eliott - questo era il suo nome - all’inizio era okay. Naturalmente avevamo già fatto sesso, ed eravamo anche usciti qualche volta. Ma solo passando tanto tempo con lui mi sono reso conto che non era la persona con cui volevo trascorrere tutta la mia vita. Non avevo le farfalle nello stomaco quando ci baciavamo, non volevo passare tutto il mio tempo con lui, e mi sono ritrovato a condividere più cose con i miei amici che non con mio marito stesso. Mi resi conto che nonostante quello che credevo, non lo amavo. Ho cercato a quel punto di dirglielo, che non sapevo quanto quella cosa avrebbe potuto continuare, che non era colpa sua, ma non volle ascoltarmi. Tutto quello che recepì era il fatto che non lo amavo e mi disse di andarmene. Tutto quello che so è che mi ritrovai davanti alla porta di casa dei miei aspettando che mi aprissero. Ho fatto come mi avevano detto. Sono tornato suoi miei passi, e sono andato a lavorare per mio padre. Ho firmato le carte del divorzio qualche mese dopo e questo è tutto. Era fuori totalmente dalla mia vita. La cosa strana era che non mi mancava per niente. Kurt, se metto insieme tutto il dolore che ho provato quando mi hai lasciato, non potrebbe nemmeno iniziare ad essere comparato con quello che provai quando mi disse di andarmene. Quelle farfalle di cui stavo parlando non le sento solo quando ti bacio, ma tutte le volte che ti vedo” Blaine lo abbracciò e lo fissò negli occhi.
 
Era sicuro di non aver visto mai niente di più bello nella sua vita “Vuoi sapere perchè mi sento così quando sono con te? Ho combattuto con me stesso per così tanto tempo. Dopo Eliott ho iniziato a dubitare su cosa fosse l’amore e ho pensato che non sarei stato in grado di innamorarmi di nessuno. Questa è stata la cosa che mi ha impedito di iniziare una relazione con qualcuno, fino a quando non sei arrivato tu”.
 
Kurt mise il capo sulla spalla di Blaine e lo strinse forte “Ti meriti tutto l’amore di questo mondo Blaine”
 
Kurt voltò il viso verso lo schermo della tv dove il menù del dvd continuava a ripartire “Cosa ne dici di guardare un altro film? Mi sa che Mamma ho perso l’aereo è il titolo giusto visto il tempo”
 
“Ti alzi tu a metterlo?”
 
Kurt mugugnò “Mi rimangio tutto. Direi di dormire” scivolò nel letto e affondò il viso nel cuscino. Blaine ridacchiò e saltò fuori dal letto per spegnere luci e dvd. Quando tornò a letto strinse Kurt tra le braccia. Non ci volle molto prima che questo si addormentasse lasciando Blaine con i suoi pensieri che gli attraversavano la testa.
 
“Vuoi sapere un piccolo segreto?” sussurrò Blaine. Sapeva che stava parlando da solo perchè Kurt stava dormendo, ma forse era proprio per questo che ebbe il coraggio di dirlo. Prese un bel respiro, totalmente consapevole di quello che stava per fare, ma non aveva ripensamenti. “Mi sono innamorato di te. Dio Kurt, ti amo così tanto” Blaine trattenne il fiato prima di ripetere di nuovo a se stesso, questa volta un po’ più lentamente “Ti amo Kurt. So che può suonare strano, ma so già che l’uomo con cui voglio passare il resto della mia vita sei tu” diede un bacino sulla fronte a Kurt e si immobilizzò quando notò che un paio di occhi azzurri erano fissi nei suoi nocciola “K-kurt, pensavo stessi dormendo”.
 
Kurt sorrise e lo baciò dolcemente “Ti amo anche io” sussurrò contro le labbra di Blaine. I loro occhi erano a pochi centimetri di distanza e i loro corpi il più vicini possibili, le loro labbra ancora una contro l’altra.
 
“Blaine, vuoi fare l’amore con me stanotte?”.
 
Kurt non dovette chiederlo ancora una volta, perchè Blaine lo baciò con tutto l’amore e il trasporto che Kurt avesse mai immaginato.
 
Ci vollero pochi minuti prima che Kurt si perdette totalmente sotto il tocco di Blaine.


Free Talk

SCUSATE se aggiorno a quest'ora, ma sono tornata adesso a casa e prima non sono proprio riuscita a connettermi!
Comunque io se devo dire una cosa che non mi piace di questa storia è (a parte la scelta dell'autrice di non inserire le scene smut) il modo in cui inserisce l'angst, perchè secondo me lo risolve troppo velocemente, e questo capitolo ne è una dimostrazione palese. Il litigio iniziale è un po' fine a se stesso, non trovate?
Comunque per il resto questo capitolo è importante perchè abbiamo finalmente il racconto del passato di Blaine! Cosa ne pensate? Vi immaginavate questa cosa oppure siete state colte di sorpresa?
E la richiesta finale di Kurt?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e per la cronaca la storia è tutta tradotta, quindi non penso ci saranno ritardi con gli aggiornamenti!
Se avete qualche idea per una possibile futura traduzione fatemela sapere qui: Willbeyoungforever

A settimana prossima
baci
Otty
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Prima Parte ***


Link al capitolo originale


Capitolo 12
 
“Ti rendi conto che abbiamo una routine?” domandò Kurt prendendo un po’ del suo Frozen Yogurt. Nonostante l’aria fredda di Febbraio era riuscito comunque a convincere Blaine ad andare in uno dei suoi posti preferiti a New York - il negozio di Frozen Yogurt dove avevano avuto il loro primo appuntamento.
 
“Una routine?” ripetè Blaine prendendo un po’ del suo yogurt. Aveva iniziato a sperimentare un po’ con i gusti e le guarnizioni. Alcune delle sue combinazioni facevano storcere il naso a Kurt, ma Blaine le trovava sempre squisite.
 
“Sì. Tu voli a casa domenica sera, passiamo insieme la notte tra lunedì e martedì. Il venerdì andiamo insieme all’aeroporto e il ciclo ricomincia”
 
“Ti stai lamentando del nostro tempo insieme? Perchè puoi uscire con i tuoi altri amici, lo sai”
 
“Cosa? No!” Kurt prese a braccetto Blaine mentre camminavano per la strada. Così allacciati era un po’ più difficile mangiare, ma gli piaceva stare così vicino a Blaine. Il calore dei loro corpi lo faceva stare bene “Mi piace passare tanto tempo con te, ma non voglio che ti senti obbligato a venire da me tutte le sere o invitarmi a casa tua. Io non ho dei veri amici a New York, ma tu si”
 
“Sono solo colleghi di lavoro” disse Blaine scuotendo le spalle. Kurt prese il cucchiaio di Blaine e assaggiò il suo yogurt “Ti piace?”
 
“E’ un pochino meglio della combinazione bubble gum/lamponi/m&m’s dell’altro giorno. Quella era pessima” prese il suo cucchiaio e imboccò Blaine, che aprì immediatamente la bocca.
 
“Hey” iniziò a dire con la bocca piena “Quello era decisamente buono”
 
“Blaine, hai mischiato lo yogurt al bubble gum con la crema ai lamponi e le m&m’s. Non c’è nulla di appetitoso nemmene all’idea”
 
“Forse non per te, ma per me era...che frase avevo usato? Fare sesso con la bocca?”
 
“Ora però puoi parlare con cognizione di causa” scherzò Kurt
 
“Preferirei avere il tuo pene in bocca che questo Frozen Yogurt, se è quello che stai suggerendo” Blaine buttò la coppetta vuota nel cestino “Vuoi andare a casa a mettere in pratica questa idea?” guardò Kurt che era rimasto basito “Cosa c’è? Non puoi aspettarti di fare del fantastico sesso con me e non pretendere che poi io non lo voglia fare in ogni momento” abbracciò Kurt per le spalle facendolo rallentare, ma non gli importava. “Si da il caso che tu sia particolarmente affascinante, sia con i vestiti che senza”
 
“Non male. Ma faremo sesso quanto te le meriterai. Per ora” Kurt prese Blaine per mano, sciogliendosi dal suo abbraccio e spingendolo in un negozio “Ci limiteremo a comprarti un nuovo cellulare, uno con cui potrai fare tutto e non solo chiamare”
 
“Posso anche mandare messaggi!”
 
“Sì, ma con questo” Kurt mostrò il cellulare come una delle veline di quei programmi a premi televisivi “Puoi parlare con me, messaggiare, mandarmi mail, usare skype, fare tutto quello che vuoi con me”
 
Tutto quello che voglio?” Blaine domandò con un ghigno, avvicinandosi di più a Kurt.
 
“Blaine concentrato” gli disse Kurt
 
“Scusa stavi dicendo?”
 
“Con questo potresti parlare con me su skype in qualsiasi momento”
 
“Posso usare già skype in qualsiasi momento, ho la webcam sul pc”
 
“E se un giorno fossi al ristorante senza wifi o pc o nel bel mezzo di un negozio?”
 
“Vorresti veramente che usassi skype nel bel mezzo di un negozio o di una cena di lavoro? Nel senso, posso scappare in bagno se proprio insisti, ma-”
 
Blaine!” piagnucolò Kurt
 
“Scusa! E’ colpa tua che indossi questi pantaloni. Non posso pensare a nient’altro”
 
“Li hai scelti tu!”
 
“E questo è il motivo!”
 
Kurt roteò gli occhi “Comunque, stavo dicendo, se fossi nel bel mezzo di un negozio e avessi bisogno di un mio consiglio su qualcosa?”
 
“A: potrei mandarti una foto perchè il mio cellulare ha la macchina fotografica, non è così vecchio. B: non vado più a fare shopping senza di te, quindi non mi serve”
 
“Non mi stai aiutando. Questo telefono sarebbe ottimo anche per il tuo lavoro. Puoi mandare le email e scaricare le applicazioni, potremmo giocare uno contro l’altro. Così anche quando sei a Los Angeles saremmo comunque vicini”
 
“Sei sempre con me Kurt, anche se non lo sai”
 
“Rischi di diventare più sdolcinato di me se non stai attento” Kurt chiamò un commesso
 
“Salve, vorrebbe comprare questo telefono”
 
“Kurt” Blaine lo fissò ma immediatamente si ammutolì quando Kurt gli lanciò un occhiataccia. I due comprarono il telefono, se lo fecero impostare dal commesso e tornarono a casa. Kurt si sedette sul letto a pancia in giù, senza preoccuparsi di muoversi, nemmeno quando Blaine corse in camera e saltò affianco a lui.
 
“Posso farti notare che se un uomo di 27 anni che è appena saltato sul mio letto” borbottò Kurt, appena udibile.
 
“Kurt, questo cellulare è spettacolare. Lo sai che fa delle foto fantastiche? Ne ho fatte un po’ alla tua cucina, al panorama che si vede dalla finestra e anche al pianerottolo”
 
Kurt voltò la testa da un lato, ma solo perchè così la sua voce fosse più udibile e potesse far sapere a Blaine che era pazzo “Hai sul serio scattato foto alla mia cucina?”
 
“Cos’altro avrei dovuto fotografare?” domandò
 
“Um, avresti potuto aspettare qualcosa che valesse la pena di essere catturato per sempre”
 
“Non per sempre. Solo per il tempo in cui avrò questo telefono” alzò il telefono e scattò una foto alla faccia di Kurt “Ecco. Perfetta. Questa sarà il mio nuovo sfondo”
 
“Blaine, questa foto non è adatta per uno sfondo. Sono solo io annoiato dal mio ragazzo malato di mente”
 
“Eppure mi ami” si avvicinò per baciare velocemente Kurt
 
“Esatto” sussurrò Kurt
 
“Viene qui” Blaine gli indicò di alzarsi
 
“Cosa?”
 
“Se quella foto non è abbastanza per il mio sfondo, ne voglio fare un’ altra. Quindi sistemati i capelli come meglio credi e sorridi”
 
“Perchè non facciamo una foto insieme?”
 
Blaine si mosse per sedersi affianco a Kurt “Naturalmente”. Alzò il cellulare verso di loro e scattò la foto.
 
“Perfetta” approvò Kurt
 
“Grande. Bene, ora che ho fatto il bravo e ti ho portato nel tuo negozio preferito di Frozen Yogurt e ho comprato un cellulare nuovo contro il mio volere e fatto una foto che ti piace, possiamo...” si zittì un attimo, ma non c’erano dubbi su quello che stava per domandare.
 
“Oh mio dio. Facciamo sesso, basta che stai zitto”
 
“Non so se riuscirò a star zitto, perchè so per certo che possiamo essere molto rumorosi, ma non vo-”
 
“Ti amo così tanto” ridacchiò Kurt “Vieni qui” disse iniziando a togliergli la maglietta.
 

***

 
“Cosa fai domani?” domandò Blaine passando un dito sul petto di Kurt, segnando i contorni del suo corpo per la centesima volta quella notte.
 
“Domani è martedì” fece notare Kurt, senza rispondere esattamente alla domanda
 
“E’ anche San Valentina” Blaine diede un bacio sulla spalla a Kurt
 
“Lo so...io...io stavo cercando di eliminare questo pensiero dalla testa. Nel senso, non so a che ora uscirai dal lavoro, o se io avrò tempo per andare al ristorante quindi non voglio pianificare nulla”
 
“Bhe, comunque vorrei portarti fuori, posso?”
 
“Ovviamente, ma vorrei essere io a portare fuori te
 
“Potrai il prossimo San Valentino...io ho già dei piani per domani”
 
Kurt si sollevò sui gomiti “Hai organizzato qualcosa? Perchè non me l’hai detto prima?”
 
“Non volevo crearti aspettative perchè non sapevo se mi sarei liberato da lavoro ma la mia segretaria mi ha chiamato sta mattina dicendomi che mi avrebbe coperto così mio padre non lo verrà a scoprire. In un giorno qualsiasi gli avrei semplicemente chiesto un giorno libero, ma potrebbe sospettare qualcosa trattandosi di San Valentino”
 
“Ma hai fatto tutto questo per stare con me?”
 
“Naturalmente. Non volevo perdermi il primo San Valentino con il mio fidanzato”
 
“Sei sempre il migliore” disse Kurt, rotolando sopra Blaine e avvolgendo le braccia attorno al suo collo.
 
“Kurt” mugugnò Blaine quando i loro corpi nudi si scontrarono
 
“Scusa” rispose Kurt in un tono che lasciava intendere che non era per niente dispiaciuto. Baciò Blaine velocemente e si mosse contro di lui per cercare di stare un po’ più comodo
 
“Secondo round?” domandò speranzoso
 
“Secondo round” rispose con gioia Blaine annuendo.
 

***

 
“Ti rendi conto che ti stai preparando da due ore e hai iniziato solo ora a sistemarti i capelli? Io sono sveglio da trenta minuti e sono già lavato e pronto”
 
“Blaine, per essere impeccabile ci vuole tempo. Non so cosa faremo oggi, quindi voglio assicurarmi che i miei capelli siano pronti a tutto”
 
“Ma sono così sexy quando sono tutti scompigliati”
 
“E’ lo stesso che penso dei tuoi capelli, ma tu continui a insistere a metterci il gel”
 
“E se ti dicessi che al massimo dovrai affrontare un po’ di umidità?”
 
“A New York, a metà febbraio?”
 
“La tua macchina fotografica è nella sua custodia?” domandò Blaine cambiando argomento e tornando in camera. Kurt diede un tocco finale ai capelli priam di lasciare il bagno e sedersi sul bordo del letto “Dovrebbe, ma devi anche prendere una nuova memory card. Quella dentro è piena” prese una scarpa e iniziò ad allacciarla “Perchè prendiamo la macchina fotografica? Pensavo che fossi già diventato un’esperto con il tuo cellulare nuovo”
 
“Non è per me, ma per te. Ho pensato che ti sarebbe piaciuto fare delle foto”
 
“Anche il mio telefono ha la macchina fotografica”
 
Blaine iniziò ad esplorare l’armadio di Kurt “Sì” si mese in punta di piedi per raggiungere la mensola più alta “Ma questa è una bella macchina fotografica”
 
Kurt si alzò e lo raggiunse dentro l’armadio “Non hai ancora intenzione di dirmi dove andiamo?”
 
“No. Sei pronto?”
 
“Sei già andato in salotto?”
 
“No...” rispose Blaine curioso
 
“Vai allora, vai!” Kurt lo spinse, chiudendo l’armadio alle spalle.
 
Blaine si bloccò quando vide cosa c’era sul tavolino del caffè “Kurt...”
 
“Ti piacciono?”
 
Blaine camminò verso il tavolino e prese in mano un bouquet di lillà “Sono stupendi”
 
“Sono felice che ti piacciano. Prima che ti svegliassi sono scappato a comprarli. Le rose erano finite, ma trovo carini pure questi”
 
“Lo sono. Grazie” Blaine mise entrambe le mani ai lati del viso di Kurt e lo baciò “Ti amo”
 
“Ti amo anche io. Buon San Valentino”.
 
Si baciarono ancora, separandosi solo qualche minuto dopo “C’è un po’ di quel cioccolato che ti piace in cucina. Quando torniamo a casa ne potrai mangiare un po’”
 
“Mi vizi”
 
“E’ un giorno speciale” diede un paio di pacche allo stomaco di Blaine prima di allontanarsi
 
“Forza. Il taxi ci starà aspettando”.
 

***

 
“Dobbiamo prima fermarci al mio appartamento”
 
“Mmm” solo quando Kurt posò la testa sul petto di Blaine si rese conto di quanto era stanco. I suoi occhi iniziarono a chiudersi, ma li riaprì velocemente.
 
“Stanco?” domandò Blaine. Aveva il braccio destro attorno al corpo di Kurt e le dita della sua mano accarezzavano il palmo aperto del fidanzato.
 
Kurt sollevò la testa un poco per guardare Blaine negli occhi “Non ho dormito molto l’altra notte”
 
“E’ tutta colpa mia” rispose con non curanza “Mi spiace. Forse non avremmo dovuto darci così dentro”
 
“Imparerò a vivere con le conseguenze”
 
Blaine lo strinse forte fino a quando non arrivano all’appartamento “Mi aspetti qui? Ci metto un minuto”
 
“Okay”. Blaine saltò giù dal taxi e tornò subito dopo con un piccolo cestino.
 
“Cosa serve?” domandò Kurt
 
“Lo scoprirai più tardi” Blaine lo posò sul sedile vicino a loro e poi tornò in macchina. Diede un foglietto con l’indirizzo al guidatore e poi si poggiò al sedile.
 
“Brooklyn?” chiese il tassista
 
Blaine annuì e il taxi iniziò a muoversi.

 
***

“Siamo arrivati Kurt” Blaine lo toccò dentro mentre il taxi si fermava.
 
I due saltarono giù e Kurt lesse le lettere incise nella pietra all’ingresso mentre Blaine pagava il guidatore. Giardino Botanico di Brooklyn.
 
“Mi hai portato al giardino botanico? Non sapevo nemmeno che fossero aperti a febbraio. Non è ancora fiorito nulla”
 
“Hanno aperto un po’ prima quest’anno” disse Blaine con non curanza “Sei già stato qui prima?”. Kurt scosse il capo.
 
“Ottimo. Non ne avevi mai parlato, quindi non ne avevo idea”
 
“Ho passato tutto il mio tempo a Central Park. Non ho mai pensato di andare da qualche altra parte, e le poche volte che l’ho fatto, ero comunque solo”
 
“Non sembri il tipo che da peso al fatto di fare le cose per conto suo, dato che qui l’atmosfera è così rilassante”
 
“C’è differenza tra stare per conto proprio ed essere da soli. Alcune cose...Ho voluto tenerle per quando avessi trovato qualcuno”
 
“Bhe, comunque non sarai più solo, nemmeno io” Blaine si piazzò di fronte a Kurt e lo baciò sulle labbra “Ti amo”
 
Kurt lo abbracciò stretto “Lo sai che sei perfetto?”. Blaine rise e Kurt si allontanò un poco
 
“Ti amo anche io. A volte mi domando cosa ho fatto per meritarti. Tra tutte le persone nel mondo, hai scelto di fidarti di me, hai scelto di amare me”
 
“Non è stata una scelta, Kurt, e per questo è così giusto. Ora, andiamo. Possiamo essere seri dopo. Voglio che ci divertiamo ora”
 
“Hai ancora la mia macchina fotografica?” domandò Kurt, trotterellando dietro Blaine con le dita intrecciate
 
“E’ nella borsa”.
 
Passarono l’ora successiva vagando tra i diversi giardini - Osborne, Lilac, Cranford Rose. Nonostante fosse febbraio e quindi non era ancora sbocciato nulla, Kurt trovava quel posto fantastico. Non era colorato come sarebbe stato in estate. Gli alberi erano spogli e i colori predominanti erano le diverse tinte di marrone, ma Kurt era in grado di trovare tutto quello bello. Fece foto ai diversi paesaggi, catturando immagini dei giardini in un periodo in cui non tutti avevano la possibilità di vederli. Occasionalmente, trascinava Blaine su
una panchina parlando animatamente delle cose che aveva visto e facendo qualche foto a loro due - a volte facendo facce buffe - e poi passavano al giardino successivo.
Kurt sapeva che a Blaine non piaceva molto guardare le piante, ma nonostante questo non si lamentò mai, nemmeno quando si fermò a guardare una pianta semi morta per 10 minuti, facendo foto da tutti gli angoli e da diverse distante. Il giardino giapponese fu il preferito di Kurt, e poteva solo immaginarsi quanto fosse bello in primavera. Si fermò a fare foto a ogni piccola statua, a ogni panchina attorno ai prati e alle cascate.
 
Kurt trascinò Blaine con se per guardare i riflessi nell’acqua e gli uccellini rimasti a New York. Dovette ammettere che amava trovarsi li in quel periodo dell’anno. Il posto non era affollato e non doveva vedersela con i turisti e i bambini. Poteva godersi il paesaggio e fare foto senza aspettare che la gente si spostasse. In realtà, non aveva visto nemmeno una persona da tutta la mattina.
 
“Perchè non c’è nessuno qui intorno?”
 
“Forse fa troppo freddo...” disse Blaine con non curanza
 
“In realtà si sta abbastanza bene oggi” fece notare Kurt
 
“Allora avranno avuto altri piani. Hey perchè non andiamo da questa parte?” Blaine si voltò a destra dirigendosi verso un gruppo di costruzioni.
 
Kurt lo seguì velocemente “Perchè stai cercando di cambiare discorso? C’è qualcosa che non mi vuoi dire?”
 
Blaine si fermò, indeciso se dire o no a Kurt la verità “Io...non è niente di che. Sii solo felice di avere tutto il posto per te”
 
“Sei sicuro che siamo totalmente soli? Non c’è una persona nel parco?” Kurt domandò in tono seducente, avvolgendo le mani attorno a Blaine
 
“No, a parte qualche operaio, ci siamo solo noi qui”
 
“Ah!” Kurt lasciò Blaine spostandosi un po’ indietro, felice di essere riuscito a far dire parte della verità a Bliane “Ora dimmi come fai a saperlo, anzi dimmi perchè ci siamo solo noi qui”
 
Blaine spostò lo sguardo “Perchè tecnicamente il parco non è aperto” mormorò
 
“Scusami? Devo chiederti di ripetere”
 
Blaine tornò a fissare il fidanzato “Il parco non è ancora aperto al pubblico”
 
“Come...quindi ci siamo intrufolati di nascosto?” Kurt lo guardò impanicato
 
“Non essere sciocco. Mi hai visto pagare all’ingresso il ragazzo” Blaine disse abbracciando Kurt
 
“Come faccio a sapere che non è un tuo amico o un tuo complice che ti sta aiutando a infrangere la legge?”
 
“Ti sembro uno che infrange la legge?”
 
“Cosa vuol dire? Non sembri nemmeno uno che mangia 4000 calorie in dolci al giorno.
L’aspetto può ingannare”
 
“Dai Kurt”
 
“Dimmi solo come facciamo ad essere qui”
 
Blaine prese un respiro profondo prima di parlare “Questo posto è un nostro cliente per l’assicurazione così sono stato in grado di farlo aprire solo per noi due proprio oggi”
 
“Noi...tu hai chiesto di aprire il poco solo per noi due?”. Blaine annuì. “Ma perchè?”
 
Blaine scosse di nuovo le spalle “Non lo so. Pensavo che ti sarebbe potuto piacere vedere tutte queste cose. Hai sempre dimostrato interesse nel trovare la bellezza anche dove solitamente tutti gli altri non la vedono. Quando eravamo a Central Park, la notte che ci siamo baciati per la prima volta, non mi hai mica detto che era una delle cose che faceva sempre tua mamma? Riuscire a far sembrare tutto un posto adatto all’arte. Per questo ho pensato che ti sarebbe potuto piacere stare qui. Non sei obbligato a farlo, ma se vuoi puoi pensare di essere qui per lei. Potrebbe essere un’altra cosa che fai e che l’avrebbe resa felice perchè entrambi sappiamo che sta vegliando su di te ed è orgogliosa di suo figlio. Anche io sono fiero della persona che sei”
 
Kurt nascose la faccia per evitare che Blaine lo vedesse piangere “Hai fatto tutto questo per me” sussurrò
 
“Farei qualsiasi cosa per te, Kurt. Mi piace vederti sorridere” Blaine si mosse per asciugargli le lacrime dalle guance “E ora invece ti ho fatto piangere”
 
“E’ un bel pianto” Kurt sorrise “Sono lacrime di gioia. Ora mi sento stupido perchè ti volevo portare fuori a cena, ma non è nulla in confronto a questo”
 
“Come ho già detto, puoi organizzare il San Valentino dell’anno prossimo, a parte che non ho bisogno che tu organizzi grandi cose. Tutto quello che voglio sei tu. Non mi importa dove siamo o cosa stiamo facendo, l’importante è che siamo insieme”
 
“Tu hai organizzato tutto questo”
 
“Sì, ma è il nostro primo San Valentino insieme e volevo che fosse assolutamente perfetto”
 
“Lo è” Kurt prese entrambe le mani di Blaine e sorrise
 
“Sai che fanno anche i matrimoni qui?” fece notare Blaine quando si fermarono di fronte a Pal House. Kurt guardò la costruzione di vetro e notò le file di tavoli all’interno e i suoi occhi si spalancarono, ma Blaine non lo notò “Oh, Kurt. Nel senso...l’ho detto così solo per dire. L’ho letto sul sito quando stavo cercando informazioni su questo posto. Non stavo suggerendo nulla di strano”
 
“Sei carino quando sei nervoso” Kurt gli strinse la mano
 
“E’...nel senso...e se volessi sposarti? Non ora ovviamente, ma...come reagiresti se ti dicessi che ci ho pensato?”
 
Blaine non riusciva a nascondere il nervosismo nella sua voce
 
“Siamo insieme solo da quattro mesi” fece notare Kurt, cercando di reprimere il sorriso che aveva sulle labbra
 
“S-si scusa. Non avrei dovuto dire una cosa del genere”
 
Kurt tirò Blaine per fermare “Hey. Non ho mica detto che è una cosa brutta” mise le braccia attorno al collo di Blaine e lo tirò a se “Tu...dopo quello che mi hai raccontato sono solo rimasto un po’ sorpreso di sentirti parlare del matrimonio, ancora”
 
“Non voglio spingerti a fare nulla Kurt, ma è come se già sapessi che sei quello giusto per me. Non voglio sposarmi ora, e nemmeno fidanzarmi seriamente così presto. Mi piace andare per gradi, ma questo non significa che non posso pensare a come le cose possono svilupparsi in un futuro. Ti sto probabilmente spaventando con questi discorsi”
 
“Blaine, anche io ho pensato a queste cose, lo sai. Probabilmente anche molto prima di te, quindi se c’è qualcuno di spaventoso, quello sono io” disse ridacchiando “So cosa intendi, comunque. Non voglio buttarmi a capofitto in questa relazione, dato che si tratta della mia prima storia seria, ma ti amo anche io. Per me questo è tutto quello che conta come ora. E il mio ragazzo mi ha appena portato in uno dei miei nuovi posti preferiti in tutta New York, quindi lo voglio ringraziare”
 
“Come hai intenzione di farlo?” Blaine alzò un sopracciglio.
 
Kurt si guardò attorno, scordandosi che erano soli e non era necessario, poi trascinò Blaine fuori dal sentiero, dietro ad un albero “In questo modo” Kurt iniziò a baciare Blaine. Le loro labbra si mossero una contro l’altra come se fossero state create per stare insieme. Blaine iniziò a gemere nel bacio, e lasciò cadere a terra la piccola borsa di plastica che stava reggendo per poter infilare le dita tra i capelli di Kurt, cosa che in quel momento non poteva assolutamente infastidire il ragazzo. “Kurt” Blaine mugugnò e lo trascinò a se per un altro bacio “Ti amo così tanto. Non voglio usare queste parole senza dargli importanza ma ti amo sul serio e non voglio smettere di dirtelo”
 
“Ti amo anche io. Ma, ora andiamo” Kurt gli prese le mani e gliele abbassò “Da quello che ho capito, abbiamo una giornata molto piena da affrontare”
 
“Esatto. Abbiamo finito qui, o vuoi girare ancora un po’?”
 
“Possiamo andare a prendere qualcosa da mangiare? E’ quasi l’1:00 e non abbiamo fatto colazione”
 
“Non so di cosa stai parlando. Mi hai saziato particolarmente stamattina” disse Blaine a mezza voce
 
“Ti sto lasciando qui” Kurt lasciò la mano e iniziò a camminare di fronte a lui, assicurandosi di ondeggiare i fianchi proprio davanti al suo fidanzato. Non c’è nemmeno da dirlo, ma dopo nemmeno un minuto Kurt sentì la mano di Blaine infilarsi nella tasca posteriore dei suoi jeans, e i due uscirono dal parco.
 

***

 
“Questo non sembra un posto adatto per un pranzo” Kurt fissò il laghetto davanti a lui, consapevole che si trovavano nel bel mezzo di Centra Park.
 
“E’ il laghetto delle tartarughe” spiegò Blaine. Si sedette sull’erba iniziando ad aprire il suo zaino, tirando fuori una tovaglia e sistemandola a terra “Siediti” disse indicando il posto affianco a lui.
 
Kurt fece come richiesto ma continuò a guardare Blaine interrogativo “Non ti seguo”.
 
Blaine si avvicinò e lo baciò sorridente. Kurt aveva smesso di chiedere a Blaine cosa aveva in mente, quindi si era arreso e tranquillizzato un pochino. “Lo sai, è incredibilmente caldo per essere febbraio”
 
“Anche New York ha i suoi alti e bassi”
 
“Questo rientra nei tuoi piani?”
 
“E’ meglio per noi in realtà. Ora” Blaine si voltò verso la sua borsa e iniziò a prendere un po’ di contenitori  “Stiamo per mangiare un pranzo freddo” Blaine posizionò tre diversi contenitori tra loro e poi tornò a prendere il resto “Pasta fredda, carote, pane prese in uno dei miei panettieri preferiti, fragole, melone a fette e per dessert una cheescake al triplo cioccolato”. Kurt fissò la torta davanti a lui, domandandosi se Blaine fosse consapevole che non l’avrebbe mai mangiata. “Okay, la torta è per me” tornò al suo zaino e prese un ultimo contenitore “Per te ho preso una cheescake alla cigliegia senza grassi”
 
“Molto meglio” Kurt rise “Non posso ancora crederci che hai fatto tutto questo per me. Mi sarebbe andato comunque bene un ristorante”
 
“Ma quello è per stasera. Ho una prenotazione in uno dei migliori ristoranti di New York”
 
“Non so nemmeno cosa dire: sei fantastico” Kurt si avvicinò e lo baciò “Grazie”
 
“Prego” Blaine sorrise e lo baciò di nuovo “Pronto per mangiare?”
 
“Sì, sono affamato” i due presero i contenitori iniziando ad aprirli “Quando hai trovato il tempo per preparare tutto questo?”
 
“Eh, questo è il mio piccolo segreto. Non ho intenzione di divulgare a te i miei misteri”
 
“Hai ragione. Sto con te solo per il tuo fascino misterioso”
 
“Oooh, ed ecco che finalmente la verità viene a galla. Mi stai usando solo per il sesso e la mia reputazione da cattivo ragazzo”
 
Kurt rise “Cattivo ragazzo?”
 
“Cosa? Posso essere un cazzone quando voglio” Blaine prese una carotina e la intinse nella salsa prima di mangiarla
 
“Tesoro, se un uomo d’affari. Non voglio rovinare le tue aspettative, ma il tuo lavoro non ha niente di misterioso o audace”
 
“Oh si? Ho sentito dire che posso essere particolarmente audace a letto”
 
Kurt si sentì arrossire “Questa non è una cosa che tutti possono sapere”
 
“Sei sicuro?” scherzò Blaine, ma Kurt lo guardò scioccato.
 
“Hey lo sai che sto scherzando” prese la mano di Kurt e glie la strinse “Sei l’unico con cui passo volentieri il mio tempo fuori dal lavoro” Blaine portò una fragola verso le labbra di Kurt che ne prese volentieri un morso. Pulì un po’ di succo dal mento di Kurt prima di abbandonare le mani sulla sua maglietta.
 
“Sai non aveva mai pensato che tu fossi uno sciupa uomini fino a poco tempo fa”. Blaine posò la fragola mezza mangiata nel contenitore e lo guardò in silenzio. “Blaine, lo sai che sto scherzando, vero?”
 
“Sì”
 
“Hey, cosa c’è che non va?” Kurt si avvicinò e obbligò Blaine a guardarlo.
 
“Io...è solo...non voglio che tu pensi male di me. Tu...la tua opinione significa tutto per me. A volte posso scherzare, ma spero che tu non creda sul serio a queste cose su di me”
 
“Questa cosa riguarda il fatto che ami fare sesso con me? Perchè se è per questo, ti capisco in pieno, nel senso, sono fantastico” Kurt rise ma Blaine no “Blaine, scusa. Io...sei la miglior persona che io abbia mai conosciuto e nulla mi farà cambiare opinione su di te”
 
“Non è solo per il sesso, Kurt. Nel senso, adoro fare...queste cose con te perchè mi fido. Mi sento come se fossimo una cosa sola e non due diverse persone quando stiamo facendo l’amore. Noi non siamo Kurt e Blaine, ma KurteBlaine. Voglio solo che tu capisca che non ho gli ormoni impazziti come un adolescente. Ma questo sono io al 100%, totalmente e ridicolmente innamorato di te, e voglio darti tutto. Voglio darti me stesso. Voglio darti qualcosa che non ho mai voluto condividere con nessun altro”
 
“Blaine, basta ti prego”
 
“Cosa, mi spiace...è solo...”
 
“Non scusarti. Voglio solo che tu smetta di parlare, così che ti possa baciare” si avvicinò e unì le labbra con quelle del fidanzato, obbligandolo a sdraiarsi sulla tovaglia. Blaine seguì il suggerimento di buon grado rispondendo al bacio, fino a quando Kurt non mise una gamba sul corpo di Blaine facendo scontrare i loro fianchi.
 
“Kurt, le persone-”
 
“Non mi interessa, Blaine. Non mi interessa” disse scuotendo la testa “E’ San Valentino. Voglio poter baciare il mio ragazzo senza preoccuparmi di nulla” lo baciò di nuovo, questa volta leccandogli il labbro inferiore e mordendolo un pochino.
 
“Fottiti, Kurt” mugugnò Blaine
 
“Penso che dovremmo tornare nel mio appartamento così lo puoi fare tu direttamente”
 
Blaine si staccò “Questo è il piano per la serata” immediatamente sentì la mancanza delle labbra di Kurt sulle sue, ma sapeva che se non si fosse fermato in quel momento, non ci sarebbe più riuscito “Finiamo di mangiare. Possiamo anche andare a vedere se ci sono le tartarughe nel laghetto, prima di andare a fare la prossima cosa nella lista”
 
“Che sarebbe?”
 
“Vedrai”

Free Talk

Ok, se qualcuno di voi Klainers è sopravvissuta alla puntata di ieri sera, Ciao. Altrimenti ci vediamo tutte nell'oltretomba!

No a parte gli scherzi, non siamo qui per commentare la 4x14 (anche se...) ma per parlare di questo capitolo...l'ho diviso in due parti perchè è veramente lunghissimo...la parte seconda ve la posto o domenica o lunedì, ok??
Qui siamo ancora immersi nel fluff, ma poi il capitolo prenderà una piega diversa...per ora affogate in tutta questa dolcezza senza farvi venire troppe carie, e se vi va fatemi sapere cosa ne poensate!
A presto
Otty

Pagina FB: Willbeyoungforever


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Capitolo 14
*** Capitolo 12 - Seconda Parte ***


Capitolo 12 - Seconda Parte

“Mi vuoi almeno dire perchè stiamo camminando lungo il fiume?” Kurt stava facendo ondeggiare avanti e indietro le loro mani mentre si guardava attorno. Stava prendendo nota delle altre persone che camminavano lungo il molo, sembravano tutti felici quanto lui e Blaine.
 
“C’è qualcos’altro che puoi fare nel fiume Hudson oltre il Kayak?” domandò Blaine. Sentì la mano di Kurt lasciare la sua e il ragazzo bloccarsi, non dando segno di volersi muovere.
 
“Non stiamo per andare in acqua. Ti prego, dimmi che non stiamo andando in acqua” Kurt scosse la testa velocemente, e Blaine notò che i suoi occhi erano pieni di paura.
 
“Hai paura dell’acqua?” Blaine tornò verso Kurt che stava evitando il suo sguardo e aveva gli occhi rivolti verso il fiume, in panico “Hai paura, vero?” si portò le mani alla bocca, pentito.
 
“Io...”
 
Blaine gli prese le mani e le baciò dolcemente “Hey. Guardami. E’ tutto okay. Troveremo...Troveremo qualcos’altro da fare fino a cena”
 
“Ne sei sicuro?”. Blaine si avvicinò e baciò Kurt sulle labbra. Kurt lo considerò come un sì
 
“Mi spiace ma...l’acqua non è una cosa che amo. Mr Shue ha fatto una dichiarazione a sua moglie Emma al liceo, ha chiesto al Glee Club di aiutarlo ma dovevamo cantare in piscina con un numero di nuoto sincronizzato e ho quasi avuto un attacco di panico”
 
“Posso chiederti perchè hai così paura?”
 
“Non lo so. Non sono mai stato molto a mio agio fin da piccolo e non ho mai imparato a nuotare*. La mia pelle chiara non va molto d’accordo con il sole così mentre gli altri bambini andavano in piscina, io stavo in casa a guardare musical e a giocare con mia mamma”
 
“Non sembra poi tanto male”
 
“No, ma quando hai 26 anni e non sai nuotare, questo può essere un problema, non pensi?” la voce di Kurt era ironica
 
“Tu...oh” Blaine rimase in silenzio
 
“Lo so” Kurt si mosse per sedersi sulla panchina “Un 26enne che non sa nuotare. Sono proprio un perdente” la sua voce era rotta dall’imbarazzo.
 
Blaine si sedette affianco a lui “Vuoi sapere un segreto?” toccò dentro Kurt con la spalla “Sono totalmente innamorato di questo perdente”
 
La bocca di Kurt formò un sorriso e voltò la sua attenzione verso l’acqua “Dovremmo farlo”
 
“Cosa?”
 
“Andare a fare kayak. Devo superare questa paura prima o poi. Perchè non oggi? Hanno i giubbini di salvataggio in caso succeda qualcosa e so che tu non lasceresti succedere nulla”
 
“Kurt, non voglio obbligarti a fare nulla che non vuoi. Puoi prenderti tutto il tempo per pensarci, okay? Puoi prepararti mentalmente. Ora possiamo solo farci una passeggiata per il parco, okay?”
 
“Ma tu ci volevi andare”
 
“Voglio andarci con te, ma voglio che tu ti diverta tanto quanto me. Possiamo tornare non appena te la senti. Okay?”
 
Kurt afferrò la mano Blaine e lo aiutò ad alzarsi “Okay, grazie Blaine”
 
“Non c’è bisogno di ringraziarmi. Sono contento che le prossime ore della nostra vita saranno totalmente spontanee. Quand’è stata l’ultima volta che hai vissuto alla giornata?”
 
“In realtà, è tutto il giorno che lo sto facendo” rise Kurt.
 
Il ragazzo guardò alcuni uccellini volare in cielo. Amava il fatto che fossero liberi e potessero fare quello che volevano. Potevano vedere tutta la città dall’alto, qualche cose Kurt poteva fare solo dal suo aereo. Ogni uccello, non importa la taglia o il colore, deve imparare a volare con un po’ di aiuto. Ogni uccellino viene spinto fuori dal nido e obbligato ad aprire le ali per volare, una cosa che Kurt non era mai riuscito a fare crescendo. Era sempre rimasto sulle sue e non si era mai allontanato dalle sue sicurezza. Con Blaine, tuttavia, si sentiva in grafo di fare tutto quello che voleva. Le sue ali, che erano sempre rimaste chiuse, potevano finalmente liberarsi. Aveva trovato il coraggio di spiccare il volo. Non aveva più paura di provare cose nuove e il pensiero di non organizzare tutta la sua vita e vivere alla giornata, lo elettrizzava.
 
Kurt tornò ad osservare Blaine, solo per scoprire che lo aveva fissato per tutto il tempo “Pronto per andare al parco?”
 
“Il parco dove tutto è iniziato. Il nostro primo appuntamento, il nostro primo bacio, dove ho realizzato di essere innamorato di te...è successo tutto li. Mi sembra il posto più appropriato dove passare il nostro primo San Valentino insieme rispetto al kayak e ad un fiume puzzolente, non pensi?”
 
“Non posso crederci che hai aspettato così tanto per dirmi che mi amavi” Kurt si avvicinò al fianco di Blaine
 
“Nemmeno tu eri esattamente a tuo agio con i tuoi sentimenti” Blaine avvolse il braccio attorno alla vita di Kurt e lo strinse a se.
 
I due si avviarono verso la strada per prendere un taxi “E poi avevo alcune cose da risolvere con me stesso, quindi solo quando era il momento giusto sono riuscito a concedermi totalmente a te”
 
“Non voglio cambiare niente lo sa. Ci siamo potuti conoscere meglio” Kurt strinse il fianco di Blaine e sentì quello fare lo stesso “Hey, com’è che sai andare addirittura in kayak?”
 
“I primi anni che ero qui non avevo molti amici, così ho preso lezioni in estate. Il terzo anno mi hanno addirittura chiesto di insegnare, ma ho dovuto rifiutare, ovviamente. Ti saresti immaginato, la reazione di mio padre se gliel’avessi detto?”
 
“Ti sarebbe piaciuto farlo?” Kurt inclinò il capo per guardarlo meglio negli occhi.
 
“Non molto, no. Sarebbe stato divertente e un po’ meno stressante che l’ufficio, ma non mi avrebbero pagato bene e non valeva il tempo sprecato. Ma, avrei avuto delle belle braccia muscolose” Blaine alzò il braccio,
piegandolo e Kurt scoppiò a ridere.
 
“E’ questo che mi succederà quando verrò con te sul kayak? Metterò finalmente un po’ di muscoli su queste braccia magroline?”
 
“Le tue braccia sono perfette”.
 
I due finalmente arrivarono in strada e Blaine cercò di chiamare un taxi per loro due per andare al parco. Central Park era talmente piena di coppiette innamorate da far venire la nausea.
 
Era sicuro che la maggior parte di queste coppie non era di New York, ma si trovava li solo per quel giorno, ma per una volta, non gli importava dei turisti. Si sentiva a suo agio e contento a camminare per il parco con Blaine. Riuscì a scoprire un po’ di più sul passato di Blaine, quello che aveva fatto nel suo primo periodo a New York e a sua volta Kurt gli raccontò quello che faceva da giovane per tenersi occupato.
 
Prima che se ne resero conto, si ritrovarono al ristorante, che Kurt non aveva mai visto, dove avevano una prenotazione per le 07:00 pm.
 
“Che posto è questo?” sussurrò Kurt guardando le decorazioni tutte intorno. Il cameriere iniziò a condurli al loro posto.
 
“Si chiama One if by land. Two if by sea**. Il nerd che è in me è rimasto affascinato dal nome quindi spero che ti piaccia. Non so cosa offrono o se è buono, ma almeno sembra promettente”
 
“E’ carino, questo è sicuro” Kurt notò un ritratto di Paul Revere lungo il muro e un candeliere settecentesco poggiato sopra la bancone, le candele erano spente, ma l’ambiente non ne risentiva. Una tovaglia bianca era poggiata sopra ogni tavolo con una candela nel mezzo; il cameriere l’accese quando i due si sedettero. Blaine spostò indietro la sedia per Kurt e sorrise al cameriere che gli dava il menù. L’uomo gli versò un bicchiere di vino rosso a testa e poi si allontanò. “Ordina quello che vuoi. Puoi scegliere un antipasto, un primo
e un dessert, quindi spero tu sia affamato”
 
“Lo so” Kurt guardò il menù e subito rimase colpito. Non era assolutamente semplice. A parte “aragosta” e “ostrica” non conosceva nessun’altro piatto. Comunque guardò il menù sorridendo e cercando di mascherare la confusione.
 
Blaine comunque la notò “Non vieni spesso in posti come questo, vero? Mi spiace. A volte me ne dimentico” chiuse il suo menù e si avvicinò “Questi sono i posti in cui mio padre porta i potenziali clienti quando stanno cercando un assicurazione per una grande azienda. E’ convinto di impressionarli in questo modo” Blaine ruotò gli occhi “Io penso sia uno spreco di soldi dato che potrebbero andare in un posto molto più abbordabile, ma sono i soldi della compagnia, quindi...c’è qualcosa che ti ispira?”
 
“Gli antipasti sembrano tutti dei pasti completi” Kurt guardò ancora il menù con gli occhi sbarrati.
 
“Se non mangi tutti, puoi portare a casa, di questo non ti devi preoccupare, okay?”
 
“I dessert sembrano buoni”
 
“Oh, mi sa che quello è meglio se lo tieni per domani, ho qualcos’altro in mente”
 
Kurt non colse quello che voleva intendere Blaine fino a quando non lo vide arrossire, e di conseguenza lo fece anche lui “Io...”
 
“Implica solo il cioccolato se è questo che ti stai domandando” aggiunse Blaine con un occhiolino
 
Blaine” Kurt mugugnò
 
“Scusa. Possiamo parlarne dopo? Ora occupiamoci del menù” Blaine alzò di nuovo il cartoncino, leggendo.
 
“Petite d’insalata primaverile. Questo è qualcosa che riconosco”. Kurt si appuntò mentalmente quel piatto.
 
“Haricot verts?” le sopracciglia di Blaine si corruciarono
 
“In francese vuol dire fagioli verdi” spiegò Kurt con non chalance
 
“Lo sai, non ti ho mai sentito parlare francese. Mi hai detto che sei capace, ma tutto qui” Blaine era impressionato.
 
“Non ti ho mai parlato in francese negli scorsi 4 mesi?” Kurt bevve un sorso di vino per tenere occupate le mani
 
“Non mi pare”
 
“Oh beh. Je parle français”
 
“Sei sexy quando parli in un’altra lingua” Blaine abbassò di nuovo il menù sul tavolo e poggiò i gomiti concentrandosi su Kurt “Dovresti dirmi qualcos’altro”
 
Kurt imitò Blaine e posò il menù “Que veux-tu me dire?” Blaine non rispose, si limitò a fissarlo ridendo
 
“D’accordo Je t’aime et tu es l’amour de ma vie. Est-ce bonne?”
 
Blaine era così coinvolto dal modo di parlare del fidanzato che non si era accorto che aveva finito fino a quando non notò che quegli occhi azzurri erano puntati nei suoi color caramello
 
“Non ho idea di cos’hai detto, ma è stato meraviglioso”
 
“Je pense que tu es merveilleux”
 
“Era un complimento?”
 
“Oui” Kurt prese la mano di Blaine “Per prima cosa ho detto ‘Cosa vuoi che ti dica’ poi ho detto ‘Ti amo, sei l’amore della mia vita’”
 
“E tu il mio” rispose Blaine innamorato
 
“E che anche tu sei meraviglioso” Kurt spostò lo sguardo arrossendo
 
“Parlerai ancora in francese per me?”
 
“Si tu veux”
 
“Okay, ma non ora. Voglio poterti capire” Kurt spostò le mani solo perchè il cameriere era tornato e lui doveva ancora scegliere dal menù. Come antipasto i due scelsero un insalata, ritenendola una delle cose più semplice e sicure.
 
Per l’ora successiva si godettero la cena e la loro compagnia, Kurt condivise il suo pollo con Blaine, che finse di non notare quando Kurt gli rubò un pezzo di aragosta. Per tutto il tempo nel ristorante, i due si dimenticarono di tutti gli altri. C’erano altre coppie sedute negli altri tavoli, ma era come se non esistessero. Kurt non ripensò a tutte quelle volte in cui nel suo passato aveva creduto di non trovare nessuno con cui trascorrere San Valentino.
 
Blaine non ripensò al suo passato matrimonio nemmeno per un secondo. Non si preoccupò che suo padre venisse a scoprire la sua relazione. L’unica cosa che gli importava era la felicità di Kurt, e in quel momento sembrava che loro due fossero, non gli uomini più felici del mondo, ma i più fortunati.
 

***

 
“Papi! Papi! Guarda cosa ho ricevuto oggi!” Kurt saltò giù dal bus e ondeggiò un cuore di carta in aria mentre correva verso la porta principale. Burt lo avvolse in un abbraccio e lo condusse in casa.
 
“Perchè non vai a sistemare la cartella e la giacca in camera e poi mi spieghi tutto mentre fai merenda?”
 
Kurt annuì tutto emozionato e salì lungo le scale. Quasi cadde quando le sue gambine mancarono uno scalino, ma si sollevò velocemente e scomparve in camera. Burt entrò in cucina per preparare qualche cracker con il burro d’arachidi. Dopo la morte di Elizabeth, Burt aveva cercato di mantenere tutto alla normalità. Si assicurava di essere a casa ogni pomeriggio quando Kurt tornava a casa da scuola e gli faceva trovare la merenda pronta. Sei sedevano in cucina con il loro succo di frutta e Kurt tutto entusiasta raccontava la
sua giornata. Burt voleva essere sicuro che Kurt sapesse di avere comunque qualcuno nella sua vita su cui contare, qualcuno con cui poter parlare ora che era un bambino così come da adulto.
 
Kurt tornò nemmeno due minuti dopo con lo stesso cuore rosso di carta. Burt notò alcune lettere su una facciata e un piccolo fiocco bianco in cima “E’ della festa di oggi?”
 
“Sì. Miss Riley ci ha detto di scegliere un compagno, per fargli un bigliettino personale. Ne ho fatto uno per Michael e lui l’ha fatto per me” Kurt mostrò il biglietto al padre che notò il nome del figlio di fianco alla parola ‘Per’. C’erano altre parole che però non riusciva a leggere. “Alcuni dei nostri compagni ci hanno preso in giro perchè avremmo dovuto dare questo biglietto a una femmina. Ma io non volevo. Nessuna delle mie compagne ha degli occhi carini come quelli di Michael”.
 
Burt si mosse sulla sedia. Avrebbe mentito se avesse detto che non si sentiva a disagio ogni volta che Kurt parlava di un altro ragazzo nel modo in cui avrebbe dovuto fare per una ragazza. Ma Burt non voleva essere quel tipo di genitore. Non voleva essere il genitore che non accettava suo figlio per quello che era. Elizabeth avrebbe amato Kurt nonostante tutto, e questo includeva anche il fatto che avrebbe potuto avere un fidanzato
invece che una fidanzata. Burt era sicuro che non avrebbe mai cercato di cambiare Kurt perchè qualcuno gli avrebbe potuto dire che non era perfetto.
 
“Bhe figliolo, a volte gli altri dicono cose cattive, ma solo perchè non sanno cosa vuol dire essere diversi. Questa è la tua occasione per mostrargli che non bisogna essere tutti uguali. Se vuoi dare il tuo biglietto a un ragazzo, fallo. Ti ha fatto anche lui proprio un bel bigliettino”
 
Kurt toccò con il dito il suo nome “Miss Riley ha detto che stasera sarebbe andata a cena con un uomo, e che lui la rende felice. Ha detto che spera che un giorno tutti noi troviamo qualcuno da amare” giocherellò con il fiocco quando iniziò a domandare “Pensi che un giorno qualcuno mi amerà?”
 
Burt sorrise al figlio. Erano i momenti come questi che gli facevano realizzare quanto il suo bambino fosse giovane e innocente. Sperava che Kurt rimanesse così per sempre e che non dovesse mai affrontare le difficoltà della vita “Un giorno, troverai un ragazzo che ti amerà tanto quanto ti amo io” Burt non si rese conto nemmeno di avere detto ‘un ragazzo’ invece che ‘ una ragazza’ o ‘ qualcuno’ ma non gli importava. Non importava perchè anche se il coming out di Kurt non fosse avvenuto prima del liceo, lui già lo sapeva. Burt sapeva che un giorno Kurt avrebbe trovato un uomo che lo avrebbe trattato come un principe. Qualcuno che lo avrebbe amato tanto quanto lui aveva amato ELizabeth.
 
Nel profondo,  Burt sapeva che con il tempo Kurt avrebbe trovato Blaine.

 
***

 
“Blaine, fermati!” squittì Kurt “Ouch, Fermati. Finiremo per rompere qualcosa” Kurt cercò di attraversare il suo appartamento con la bocca di Blaine incollata a ogni parte libera della sua pelle. Metà dei loro vestiti erano già stati tolti ed erano sparsi sul pavimento dall’ingresso fino alla camera da letto, passando per il salotto.
 
“Perchè stai indossando ancora dei vestiti?” mugugnò Blaine mentre iniziava ad aprirgli la cintura.
 
“Non mi sembrava che fosse un problema poco tempo fa” Kurt mosse le mani per slacciare i pantaloni di Blaine.
 
Fu un po’ difficile per lo fare tutto contemporaneamente, ma ci riuscirono. Blaine baciò di nuovo le labbra di Kurt, prima di mordergli il collo.
 
Mentre camminavano verso il letto, Blaine fece scivolare lungo i fianchi di Kurt i suoi jeans, poi li tolse con le mani. Li portò sul letto poggiandoli da un lato, prima di togliersi i suoi e tornare da Kurt
 
“Non sei ancora nudo”
 
“No. Questo succederà solo quando mi dirai cos’hai intenzione di fare con il mio cazzo”
 
“Sei molto diretto oggi” Blaine baciò di nuovo la bocca di Kurt, scendendo poi lungo il suo collo, il suo petto e il suo stomaco, aiutandolo a sdraiarsi nel frattempo “Sei sicuro che lo vuoi fare?”
 
“Da quand’è che domandi?” Kurt alzò le sopracciglia e poi lo trascinò nuovamente e se per baciarlo.
 
“Voglio solo che stanotte sia tutto perfetto” Blaine iniziò ad accarezzare le sue cosce sfiorando pericolosamente la sua eccitazione.
 
“Lo è di già. Non hai mica detto prima qualcosa a proposito di voler condividere tutto? Voglio questo per noi, okay? Voglio mostrarti quanto voglio essere tuo per sempre. Voglio farti sentire quanto ti amo”
 
“Per sempre?” domandò Blaine
 
“Solo se vuoi sopportarmi per così tanto tempo”
 
Blaine lo baciò di nuovo “Per sempre non è abbastanza tempo per mostrarti quanto di amo Kurt Hummel, ma se me lo permetti posso iniziare ora”
 
Kurt annuì semplicemente mentre gli ultimi pensieri coerenti lasciavano il suo cervello per il resto della notte.
 

***

“Dimmi ancora perchè ci sono due assistenti di volo e sono su un aereo più grande del solito” Blaine si guardò attorno, notando che la maggior parte dei passeggeri erano coppie.
 
Kurt scosse le spalle “Non lo so. Staranno tutti tornando a casa da San Valentino”
 
“E’ domenica. San Valentino era martedì scorso” fece notare Blaine
 
“Non tutti possono permettersi una segretaria che li copra al lavoro per poter passare proprio il giorno di San Valentino con il proprio partner” Kurt riempì una tazza di caffè e la allungò a Blaine.
 
“Sto solo dicendo che sarà difficile farti un pompino nel bagno con tutti questi passeggeri”
 
La piccola tazza di plastica quasi scivolò dalle mani di Kurt quando sentì questa frase e un po’ di bevanda si rovesciò sul carrello “Blaine, le persone ti possono sentire” disse
 
“Non ci sta ascoltando nessuno” prese un sorso di caffè e poi una bustina di zucchero direttamente dal carrello “Comunque non hai detto di no. Dato che l’aereo di riempirà presto, se vogliamo fare qualcosa è meglio sbrigarci”
 
“Non ho detto niente perchè sto cercando di essere professionale
 
Blaine prese le ultime bustine di zucchero dal carrello e se le infilò in tasca “Ops. Sembra proprio che lei sia rimasto senza zucchero. Mi sa che dovrà andare a prenderne un po’ dal retro”
 
“Sei incredibile” Kurt si voltò e spinse il carrello tornando indietro.
Blaine si alzò e lo seguì lungo il corridoio.
 
“Cosa stai facendo?”
 
“Sto andando in bagno, e guarda caso è proprio qui in fondo”
 
“Non ho intenzione di venire con te”
 
“Al contrario di quello che pensi, ho veramente bisogno di andare in bagno. Aver bevuto tazze di caffè solo per averti vicino a me ha delle conseguenza”
 
Kurt lo fissò cercando di capire se fosse serio o no. Infine si voltò e spinse il carrello nel retro.
 
Qualche minuto dopo sentì un paio di mani fredde e umide coprirgli gli occhi. Si girò e si ritrovò tra le braccia di Blaine.
 
Prima che potesse dire qualsiasi cosa, Blaine lo stava baciando con un po’ troppa forza del solito. “Blaine” Kurt lo spinse via “Non possiamo baciarci qui. Qualcuno potrebbe arrivare in un qualsiasi momento.
 
“Non mi importa. Sono stanco di nasconderci, Kurt. Per quanto tempo ancora dovrà andare avanti questa storia? La nostra è una storia seria, non è una cosa da una botta e via. Questo è reale
 
“Lo so” Kurt rispose “Lo so che è reale. Ma questo comunque non significa che tu possa stare qui dietro o che io possa baciarmi con te mentre sto lavorando”. La voce dal ripetitore iniziò a dire ai passeggeri di allacciarsi le cinture di sicurezza per il decollo “Dovresti tornare al tuo posto”
 
“E se non volessi?”
 
“Dovrei portarti di peso o chiamare la sicurezza”
 
“Lo faresti sul serio?”
 
“Blaine, ti prego” Kurt disse sconfitto
 
“Vuoi che tutto questo sia reale? Vuoi che prima o poi i tuoi colleghi sappiano di noi?”
 
“Perchè mi stai chiedendo questa cosa? Ovviamente voglio che tutto questo sia reale. Non te l’ho già dimostrato negli ultimi quattro mesi?
Solo che non voglio mettere a rischio il mio lavoro”
La voce al microfono ripetè di nuovo il messaggio, ma Kurt la ignorò. Si avvicinò a Blaine e lo baciò per rassicurarlo “Questo è sufficiente per dimostrarti quanto è reale il mio amore?”
Blaine annuì e Kurt lo baciò di nuovo.
 
“Devi sul serio andare a sederti” rimasero con la fronte una contro l’altra
 
“Scusa se ho esagerato, solo che vorrei far sapere a tutti che sei mio”
 
“E questo succederà quando sarà il momento giusto”
 
Quando Blaine si avvicinò per baciarlo di nuovo, la porta si aprì con forza e l’altra assistente di volo entrò. Si bloccò quando vide i due ragazzi “Kurt...”
 
Kurt velocemente si allontanò da Blaine e lo spinse verso la porta “Vai a sederti”. Una volta che Blaine se ne andò, Kurt chiuse la tenda e si voltò verso l’assistente di volo (non aveva ancora imparato il suo nome) “Io... hai intenzione di dirlo a qualcuno?”
 
“Chi è? Qualche sconosciuto che ti sbatti?”
 
“Cosa? No. Lui...il suo nome è Blane, è il mio ragazzo”
 
“E quindi? Hai deciso che limonare pesantemente è più importante della sicurezza dei tuoi passeggeri?”
 
“No. Io...noi stavamo solo parlando. Sei entrata solo nel momento sbagliato. Gli stavo solo dicendo di tornare a sedersi”
 
“Nessuno può entrare qui Kurt. Solo i dipendenti” puntualizzò l’ultima parola.
 
“Lo so. Gli ho spiegato che non dovrà succedere mai più”
 
“E ti consideri professionale”
 
“Lo sono. Ho avuto solo riscontri positivi da quando ho iniziato a lavorare qui, ho sempre fatto il meglio che ho potuto”
 
“Quello che è. Se ti becco ancora una volta, non terrò la bocca chiusa. Intesi?”. Kurt annuì.
 
“Tra cinque minuti si parte. Uscirei da qui se fossi in te” si voltò e richiuse la tenda alle sue spalle.
 

***

 
Nel momento in cui l’ultimo passeggero lasciò la cabina, Kurt pulì i corridoi e fece tutto il necessario prima di andarsene. Non voleva avvicinarsi all’altra hostess. Non voleva pensare a quello che era successo, ma il problema era che doveva pensarci. Una parte di lui non si fidava della ragazza, non la conosceva abbastanza per sapere che avrebbe tenuto la bocca chiusa. Kurt sapeva che sarebbe finito in guai seri se qualcuno l’avesse
scoperto, e non voleva mettere in pericolo pure Blaine.
 
Blaine aveva un lavoro fisso, e anche se lavorava per suo padre, Kurt era abbastanza sicuro che corresse comunque il rischio di essere licenziato se avesse scoperto la sua mancanza di professionalità.
 
Kurt attraversò il corridoi dei dipendenti il più velocemente possibile, verso la sua macchina. Non prestò attenzione all’uomo che lo stava seguendo velocemente o alle parole che questo stava dicendo. Kurt non riconobbe Blaine, almeno fino a quando questo non gli si parò di fronte.
 
“Blaine, ti prego” Kurt cercò di trattenere le lacrime
 
“Perchè stai correndo?” Blaine posò una mano sul suo braccio per impedirgli di scappare
 
“Non è quello che so fare meglio? Correre via per non essere ferito? Bhe, indovina un po’, è troppo tardi. Abbiamo già superato questo livello. Rimarrò comunque ferito, non importa cosa farai”
 
“Kurt”
 
“No. Non possiamo continuare. Non posso essere un rischio per te. Non potrei mai sopportare il fatto di essere io la causa di un tuo possibile licenziamento o altro”
 
“Kurt, non è così. La colpa è mia. Sono io quello che si è intrufolato sul retro per baciarti. Non avrei dovuto farlo e non succederà mai più”
 
Kurt si allontanò da Blaine verso il parcheggio. Si fermò davanti ala sua macchina quando si rese conto che era lui ad aver accompagnato Blaine in aeroporto venerdì e che quindi doveva anche riportarlo a casa.
 
“Kurt, non puoi scappare da tutto solo perchè una stupida hostess mi ha visto baciarti. Lo so che le cose sono difficili e so anche che ogni giorno che stiamo insieme metto a rischio il mio lavoro, ma non mi importa. Ogni secondo che sto con te riesce a sostituire tutte le cose terribili che sono successe nella mia vita. Non ho intenzione di lasciarti andare, di perdere quello che abbiamo. Il nostro amore è più forte di tutto e nessuno ci può separare. Non mi importa più quello che dice mio padre. Può dirmi che quello che sto facendo è sbagliato, ma non mi interessa. L’unica cosa importante è quanto mi rendi felice e non ho intenzione di perdere l’unica cosa che ha portato un po’ di gioia nella mia vita” si avvicinò a Kurt e lo prese tra le braccia “Sai cosa penso? Penso che tu sia spaventato”
 
“Spaventato da cosa?” rispose Kurt
 
“Dimmelo tu”
 
Kurt si allontanò dall’abbraccio e Blaine gli pulì le lacrime dagli occhi “Scappo. E’ quello che ho sempre fatto”
 
“Allora non scappare da me Kurt. Ti prego. Non voglio nemmeno immaginare una vita senza di te. Non so come facevo prima di incontrarti”
 
“Sono spaventato. Lo so che sono io ad aver tirato fuori l’argomento per prima, ma sono terrorirzzato quando ci penso sul serio”
 
“A cosa?”
 
“Al per sempre” Kurt affondò il viso nel petto di Blaine “Non è che non voglio stare con te perchè lo voglio, Blaine. Voglio tutto il mio futuro con te. Non pensavo di poter desiderare tutto questo fino al momento in cui anche tu mi hai detto che vuoi lo stesso. Mia mamma e mio papà avrebbero dovuto avere il loro per sempre ma poi lei è stata strappata via da lui. Sono terrorizzato che mi possa succedere qualcosa, e non posso perderti Blaine. Non posso”
 
“Hey” Blaine iniziò ad accarezzare la schiena di Kurt per calmarlo “Questo non succederà. Non meritavi di perdere tua mamma così come lei non si meritava di perdere suo figlio, ma non puoi permettere che questa cosa interferisca con noi. Quando ti ho detto che ci sarei stato fino a quando non mi avessi detto di andarmene, lo intendevo sul serio. Non me ne andrò mai più. Te lo prometto”
 
Kurt si appoggiò alla portiera della macchina “Qual è il punto, Blaine? Nessuno sa di noi. I nostri sentimenti ci fanno avvicinare, ma poi ci sono i nostri lavori che ci tengono distanti. Non andremo da nessuna parte”
 
“Mi hai detto che nessuno deve sapere della nostra relazione. Ma solo un’ora fa hai detto che nessuno può sapere di noi”
 
“Ho cambiato idea. Voglio solo avere una storia normale. Non voglio nascondermi”
 
“Okay. Dillo a tutti se vuoi. Ti ho detto che non mi importa cosa pensa mio padre o se metto a rischio il mio lavoro. Voglio solo stare con te” Blaine diede un bacio sulla fronte di Kurt “Ti va di andare a casa ora?”
 
Kurt annuì e saltò in macchina. Lasciò guidare Blaine così da poter rimanere solo con i suoi pensieri. Un futuro con Blaine. Questo era ciò che voleva, ma continuava a domandarsi una cosa. Quanto presto era troppo presto per iniziare il suo futuro?
 

***

 
Blaine aprì la porta del suo appartamento facendo entrare Kurt. Il ragazzo si sedette sul divano e accese la tv mentre Blaine controllava la posta ricevuta tra venerdì e sabato. Blaine si fermò ad osservare Kurt che aveva appena scelto di vedere un vecchio film e aveva messo i piedi sul tavolino di fronte a lui. Gli piaceva il modo in cui Kurt si sentiva a suo agio nel suo appartamento. Era come se l’appartamento di Blaine fosse quello di Kurt e viceversa. Condividevano tutto. Non si sentivano ospiti. Era semplicemente loro.
 
Blaine tornò a concentrarsi sulle buste e si immobilizzò quando ne riconobbe una con il logo della compagnia di suo padre con il suo nome in alto a sinistra. Quella lettera non era qualcosa che veniva mandata di solito ma significava: comunicazione importante, qualcosa che non poteva aspettare ad essere mandata.
 
Quella busta era stata mandata personalmente da suo padre. Blaine si mosse verso il centro della sala e si sedette vicino a Kurt.
 
“Cos’è?” Kurt domandò notando la busta che Blaine stava studiando
 
“Una lettera...da mio padre”
 
“Ed è una cosa strana?”
 
“Sì. Scrive solo per cose davvero urgenti”
 
“Hai intenzione di aprirla?”
 
“Devo” Blaine iniziò ad aprirla lentamente e poi prese un singolo foglio di carta. Lo aprì lentamente e iniziò a leggerlo, non molto sicuro di voler sapere cosa dicesse. Kurt studiò Blaine durante la lettura, cercando di capire di cosa parlasse la lettera. Non poteva dire se fosse positiva o negativa. Kurt non sapeva se Blaine sarebbe stato felice o arrabbiato, perchè non stava mostrando nessun tipo di emozione
 
“Quindi?” Kurt domandò
 
“Mio padre mi trasferisce definitivamente a Los Angeles” sussurrò Blaine “Parto venerdì”.
 
 
 
 
 
 
* Questo è un errore dell’autrice. Se Kurt fa lo steward deve per forza saper nuotare, perchè uno degli esami per diventare assistente di volo, consiste proprio nel salvataggio in acqua. Probabilmente non lo sapeva.
 
 
** Frase di Paul Revere incisore statunitense che immortalò gli avvenimenti della guerra d’indipendanza


Free Talk

Sono di frettissima che non ho davvero tempo di dire niente su questa seconda parte! Lascio la parola a voi!
RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE SEGUONO E RECENSISCONO LA STORIA!

A Venerdì
Baci
Otty

Pagine FB: Willbeyoungforever

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Capitolo 15
*** Capitolo 13 ***


Link al capitolo originale


Capitolo 13
 
Kurt si immoblizzò, incapace di muoversi. Dopo un lungo silenzio,fu finalmente in grado di mormorare una singola parola “Cosa?”
 
“Mi sta trasferendo a Los Angeles, e non volerò più avanti e indietro da New York” Blaine disse tristemente. Gettò con forza la lettera sul tavolino del caffè e si passò le mani tra i capelli. “Dio, non può lasciarmi essere felice per una volta? Cosa c’è di così sbagliato nell’essere innamorati?”
 
Kurt si avvicinò a Blaine e i due si abbracciarono “Non può sapere di noi…non ancora. E’ semplicemente successo”
 
“Non è così. A quanto pare un suo caro amico ha portato sua moglie nello stesso ristorante dove siamo andati a San Valentino ed ha sentito il bisogno di informare mio padre che anche noi eravamo li”
 
“Ma, nel senso, non può sapere che io sono il tuo assistente di volo. Non può sapere che tu ed io ci siamo incontrati mentre tecnicamente stavi lavorando”
 
“Questo non gli interessa. Il problema è che io sono felice. Farebbe di tutto per assicurarsi che non me ne vada come ha fatto mio fratello. Ha paura che io non prenda sul serio il mio lavoro. Non ho scelta. Devo andare. Non mi da un'altra alternativa” la frustrazione di Blaine cresceva ad ogni parola.
 
“Bene e se venissi con te?” si offrì Kurt. Non riusciva a pensare ad una vita senza Blaine; una nella quale non sarebbe stato in grado di addormentarsi nelle sue braccia e di svegliarsi di fianco a lui ogni mattina.
 
“Non puoi. Non posso chiederti di fare questo”
 
“Io già volo avanti e indietro da Los Angeles, dovrei solo cambiare qualche cosa”
 
“Mio padre lo scoprirebbe. È in grado di venire a capo ad ogni cosa, e appena verrebbe a sapere che tu sei a Los Angeles con me, mi rispedirebbe a New York. Non puoi vincere con lui. Farà qualsiasi cosa per tenermi lontano da te”
 
Kurt voleva chiedere a Blaine di licenziarsi, voleva dirgli di lasciare la compagnia di assicurazioni e trasferirsi da lui, nonostante fosse consapevole di non essere in grado di mantenere entrambi. “Io non voglio vivere senza di te…io…non voglio starti lontano”
 
Blaine iniziò ad accarezzare il braccio di Kurt e lo strinse il più possibile a sé; ma non era abbastanza “Cercheremo di trovare una soluzione okay? Non ho intenzione di lasciarti. Non preoccuparti. Quando ti ho detto quella cosa lo intendevo sul serio: tu sei il mio per sempre
 
Le lacrime finalmente iniziarono a scorrere dagli occhi di Kurt ma lui le asciugò velocemente “Mi mancherai così tanto”
 
“Lo stesso per me”
 
“Cosa…nel senso, ci potrebbe essere altri…tu potresti…” Kurt biascicò.
 
“Io potrei cosa?”
 
“E se incontrassi qualcun altro? Non sarebbe facile per te…”
 
“No” lo interruppe Blaine “No Kurt non incontrerò nessun altro”
 
“Non puoi sapere cosa-“
 
“Lo so. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Se non fosse per il fatto che siamo insieme da solo quattro messi ti avrei chiesto di sposarmi in questo momento. Avrei trovato un modo per restare a New York nonostante tutto”
 
“Perché ti importa da quanto tempo ci conosciamo? Non è un problema se ci amiamo e vogliamo passare la nostra vita insieme?”
 
Blaine si mosse sul divano. Sapeva che voleva sposare Kurt, un giorno. Ma non voleva fare lo stesso errore che aveva fatto a 18 anni. Non voleva scappare e sposarsi solo per ripicca. Kurt si meritava un vero matrimonio e doveva dargli questo “Kurt, tu ti meriti una proposta di matrimonio come si deve. Voglio fare le cose per bene questa volta. Voglio fare qualcosa di speciale con te e creare un momento che potrai ricordare per tutta la vita. Voglio che tu sia in grado di raccontare ai nostri bam- alla nostra famiglia tutti i particolari di quel giorno. Ti meriti più di un matrimonio economico organizzato in pochi giorni”
 
Kurt affondò la faccia nel petto di Blaine “Ma hai intenzione di chiedermi di sposarti un giorno?”
 
“Questa è una domanda sciocca”
 
Kurt scosse la testa “No non lo è. C’è stato un periodo in cui pensavo che non sarei mai riuscito a sentirmi in questo modo. Mi andava bene la mia vita ma non avrei mai immaginato che qualcuno volesse condividerla con me”
 
“Innanzitutto non riesco a capire come sia possibile che tu sia rimasta single per così tanto tempo, ma ne sono contento. Sono contento di essere io il fortunato che può chiamarti mio” Blaine sorrise.
 
Stettero in silenzio per qualche minuti semplicemente godendosi della presenza dell’altro “Hey Blaine?”
 
“Hm?”
 
“Possiamo dimenticarci di tutto questa sera? Non voglio pensare al tuo trasferimento o a quando ci vedremo ancora. Voglio solo stare con te stanotte”
 

“Naturalmente, Amore” Blaine si alzò e trascinò Kurt tra le sue braccia, lo baciò sulle labbra mentre i due si dirigevano nella stanza di Blaine dove si sdraiarono. Kurt non aveva bisogno di un bacio passionale o di sesso selvaggio. Tutto quello di cui aveva bisogno in quel momento era Blaine.
 
***
 
“Sai che non sei obbligato ad aiutarmi a fare i bagagli” Blaine iniziò a mettere i libri in una scatola. Lui e Kurt avevano passato gli ultimi quattro giorni insieme. Quando Blaine non lavorava i due si rilassavano in uno dei loro appartamenti guardando dei film. Andarono nel loro negozio preferito di Frozen Yogurt e Kurt accompagnò Blaine per Central Park un ultima volta. Fecero l’amore in ogni modo possibile. Kurt cercò di ricordarsi il profumo di Blaine, il calore della sua pelle, i suoni che emetteva, e i ti amo sussurrati dalle sue labbra. Kurt voleva ricordarsi tutto il possibile di Blaine. Voleva che ogni dettaglio fosse scolpito nella sua memoria perché il giorno successivo a quell’ora il ricordo delle braccia di Blaine attorno a lui starebbe stato tutto quello che avrebbe avuto.
 
“Lo so, ma non voglio lasciarti oggi, quindi voglio almeno rendermi utile” Kurt piegò un paio di magliette di Blaine e le sistemò nella valigia.
 
“Lo sai, ad un certo punto dovrò anche farmi una doccia” fece notare Blaine.

 
“Lo so” sogghignò Kurt “Quindi hai detto che qualcuno porterò tutte le tue cose direttamente in California?”
 
“Sì, mio padre mi ha detto di prendere solo in necessario per domani e sabato. È riuscito a trovarmi un appartamento in uno dei complessi che noi assicuriamo ed ha pagato qualcuno per sistemarlo prima del mio arrivo”
 
Kurt chiuse la valigia. Camminò verso il letto e si sedette sull’angolo “Mi sembra una grande perdita di soldi”
 
“In realtà no” Blaine sistemò gli ultimi libri nella sua valigia e poi la chiuse prima di camminare verso Kurt “Spero che tenga comunque questo appartamento mentre sono via. Così quando tornerò, cosa che accadrà non appena riuscirò a trovare una soluzione, sarà come se non me ne fossi mai andato”
 
“Non sarà semplice dimenticare, Blaine”. Blaine si mosse posizionandosi tra le gambe di Kurt e posò le mani sulle sue spalle “Le cosa saranno veramente difficili”
 
“Lo so. Mi mancherai tanto quanto io mancherò a te” Blaine massaggiò le spalle di Kurt per confortarlo.
 
“Oh, non stavo parlando di quanto ci mancheremo. Stavo parlando di quanto inattiva sarà la tua vita sessuale nei prossimi mesi. Nel senso come farai a sopravvivere senza di me?”
 
Blaine spinse Kurt sul letto e si sdraiò sopra di lui “Magari possiamo provare quell’idea del sesso telefonico” le sue labbra trovarono quelle di Kurt per un momento.
 
“Non è la stessa cosa di quello reale” un altro bacio.
 
“Ma ne vale la pena provare, giusto?”
 
Blaine si avvicinò per un altro bacio ma Kurt girò la testa “Io ti voglio qui con me”. L’umore di Kurt passò da scherzoso a serio.
 
“Beh sono qui ora”
 
“Non hai altre valige da fare?”
 
“Ho praticamente finito. Vieni qui” Blaine si portò la cima del letto e trascinò Kurt con lui “Possiamo stare svegli tutta la notte a coccolarci e a parlare se questo ti rende felice”
 
“Posso farti visita durante la settimana? Posso volare a Los Angeles e stare con te qualche giorno”
 
“Per quanto mi piacerebbe sai che non ne vale la pena. Quando sono a Los Angeles lavoro dalle 8 di mattina fino alle sera e dopo devo andare alle cene di lavoro e sono anche pieno di lavoro da fare a casa. Ti vorrei lì, ma non ci vedremmo mai”
 
“Te l’ho già detto che mi mancherai?” sospirò Kurt
 
“In realtà no” Blaine si avvicinò per baciarlo e questa volta Kurt lo assecondò. Il bacio era pieno di emozioni e passioni e un milione di altri sentimenti che Kurt non era in gradi di esprimere a parole. Lasciò le sue mani vagare lungo il fianco di Blaine e le intrufolò sotto la maglietta del fidanzato quando sentì quello mordergli il labbro e la sua lingua lentamente accarezzargli le labbra. Non c’era niente di forzato in quel bacio, non era guidato dagli ormoni. Era piena di tutto l’amore che avevano l’uno per l’altro, e il loro sentimento era così intenso che Kurt ad un certo punto fu costretto a staccarsi.
 
“Canteresti per me?” domandò Blaine e Kurt riuscì a sentire il respiro caldo di Blaine sulla sua fronte e le sue soffici labbra baciarlo proprio in quel punto.
 
“Adesso?”. Blaine annuì. “Non saprei cosa cantarti”
 
“Qualsiasi cosa. Voglio solo sentire la tua voce, è il suono più bello che io abbia mai sentito”
 
Kurt scosse la testa ma non riuscì a trattenere il sorriso che gli apparve sulle labbra “Ovviamente non ti sei mai sentito” la stanza rimase in silenzio per qualche minuto mentre Kurt pensava a cosa cantare “Canteresti tu per primo per me? Mi piace sentirti cantare” Kurt non dovette chiederlo ancora perchè Blaine iniziò.

If you were here beside me
Instead of in New York
If the curve of you is curved on me
I'd tell you that I love you
 
“Troppo clichè” Kurt lo interruppe con una risatina.
“Allora prova tu a esprimere i tuoi sentimenti con una canzone” Blaine iniziò a solleticarlo sul fianco. Kurt scoppiò a ridere.
“Okay okay, canto per te” ritornò al fianco di Blaine.
 
Tell me what you think about maybe settling down
I wanna know how you feel about the words coming out of my mouth
Every time I look at you, I figure it out
What I wanted, what I needed, my reason for breathing
I remember the first time that you and I met
And the look in your eye was something that I could never forget
When you're with me baby, you never need to pretend
Tell me what do you need, I wanna be the reason you breath
 
“Perchè ti sei fermato?” sussurrò Blaine. Aveva paura che la voce si rompesse e le lacrime cominciassero a scorrere dagli occhi.

“Non andare, Blaine. Stai qui” lo implorò Kurt “Lascia il lavoro. Puoi venire a stare da me così non dovrai pagare l’affitto ed io ho abbastanza cibo per entrambi”

“Kurt” la voce di Blaine si incrinò.

Kurt si vergognava di aver detto quelle cose a Blaine ma quella era l’ultima volta che avrebbe sentito le braccia di Blaine attorno a lui per molti mesi. Kurt non ce la faceva “Praticamente vivi già nel mio appartamento. Possiamo fare una stanza per le tue cose, e se ti va potrai trovare un lavoretto così non ti annoierai. Nel senso non sei obbligato ma-“

“Kurt” Blaine disse un pochino più ad alta voce. “Scusami” rispose il ragazzo mortificato “Sono egoista e sciocco”.

“Non sei sciocco” sussurrò Blaine “Ma non posso lasciare il mio lavoro. Non voglio tagliare i ponti con la mia famiglia”

“Una famiglia che non ho nemmeno mai incontrato” mormorò Kurt “E se provassi a parlare con tuo padre? E se gli spiegassi che non ho intenzione di distrarti dal tuo lavoro? Potrebbe vedere che non sono poi così tanto male per te”

Blaine scosse la testa di nuovo “Non ti ascolterebbe. È ostinato e farebbe di tutto per convincere la gente che è lui che ha ragione”

“Ci dev’essere un'altra opzione. Tu stai scegliendo la tua famiglia la mio posto” Kurt era ancora imbarazzato per quello che aveva detto, ma il dolore stava sbloccando la sua parte razionale.

“Non è vero Kurt” rispose stupito Blaine “Non è così. Ma non puoi chiedermi di scegliere, io non ti chiederei mai di mettermi davanti alla tua famiglia”
Kurt sospirò mortificato “Non voglio litigare, è la nostra ultima notte insieme. Possiamo andare a dormire?” “Si naturalmente” Blaine sollevò le coperte attorno a loro e mormorò direttamente nell’orecchio di Kurt fino a quando i due non si addormentarono.

***

Se kurt pensava che la settimana appena passata, così come la notte precedente fossero stati difficili, non erano niente rispetto al giorno della partenza di Blaine. Il ragazzo non parlò con Blaine quando si alzò. I due si lavarono facendo a turni in bagno, e mangiarono la colazione in silenzio. Blaine ogni tanto parlava di qualcosa ma Kurt non gli dava corda. Non lo faceva intenzionalmente ma non riusciva pensare ad altro se no a quello che sarebbe successo di li a poche ore.

***

Kurt guardò l’orologio da parete rendendosi conto che il tempo che aveva con Blaine stava volando ma non riusciva ancora a dirgli niente. Si mise la giacca della sua uniforme e prese il suo cappellino prima di uscire di casa. I due sistemarono le valigie nel bagagliaio di Kurt e guidarono all’aeroporto. All’inizio il silenzio tra loro era strano. Blaine non sapeva cosa fare quindi prese la mano di Kurt sperando che il calore della sua pelle calmasse un pochino l’altro uomo. Ma non fu così. Kurt non strinse la mano del fidanzato ma non la evitò nemmeno, rimase semplicemente a fissare la strada davanti a lui senza espressione.

***

Kurt entrò nel parcheggio dell’aeroporto ma questa volta andò nel largo parcheggio sul retro e non in quello degli impiegati. Non sarebbe stato sul volo quel mattino ma non voleva dirlo a Blaine. La sua uniforme era solo una scusa per non spiegare al fidanzato perchè aveva chiesto un giorno libero.
Kurt parcheggiò e tolse la mano da quella di Blaine. Quando Blaine aprì bocca per dire qualcosa Kurt scese dalla macchina.

“Kurt” Blaine lo chiamò. Saltò giù velocemente dalla macchina correndo dalla parte del guidatore “Hey” afferrò i fianchi di Kurt quando questo stava cercando di voltarsi “Kurt per favore”.

“Cosa?” la voce di Kurt era rauca e Blaine non voleva ricordarsela così.

“Hai parlato a malapena con me tutta mattina. Per favore dì qualcosa” lo lasciò andare solo quando era sicuro che non se ne sarebbe andato. Kurt guardò negli occhi Blaine e vide il dolore in esso. Tutto quello era a causa sua perchè lo aveva ignorato tutta mattina. Aveva incasinato quel poco tempo che avevano con le sue mani perché aveva paura di come sarebbe stata la sua vita senza Blaine.
Kurt si appoggiò alla macchina, guardò verso il pavimento e si passò le mani sul viso, singhiozzando. Blaine non perse un secondo prima di abbracciarlo e scoppiare a piangere.

“Come fai ad essere d’accordo con tutto questo?” biascicò Kurt.

“Non lo sono. Dio mi mancherai così tanto. Ma è troppo presto. Non posso pensarci. Non voglio immaginare come saranno le cose senza di te o il problema della distanza. Voglio solo godermi gli ultimi minuti che ho con te senza pensare che tutto cambierà” si spostò indietro per guardare direttamente verso Kurt “Vuoi sapere a cosa sto pensando?”

Kurt si pulì le guance dalle lacrime “Cosa?”

“Sto pensando alle chiamate su skype che faremo. Alle telefonate lunghissime che avremo. Al modo in cui la nostra relazione crescerà grazie a questo. Se riusciremo a superare la distanza riusciremo a superare ogni ostacolo. Sto pensando a quanto sarà fantastico baciarti quando finalmente ci rivedremo e quanto favoloso sarà il tuo sorriso” Blaine asciugò le ultime lacrime dalle guance di Kurt “Ti premetto che tornerò il prima possibile, saranno solo pochi mesi okay? Ho bisogno di un po’ di tempo per capire come fare, ma appena avrò trovato il modo tornerò a New York. Ti chiamerò. Ti chiamerò quando mi sveglio al mattina. Ti chiamerò in pausa pranzo. Ti chiamerò quando torno a casa. TI chiamerò quando andrò a letto ogni sera. Ti chiamerò quando un maglione che so ti potrebbe piacere. Ti chiamerò quando vedrò qualcosa che mi ricorderà te. Ti chiamerò quando il tuo film preferito in tele così potremmo guardarlo insieme. Ti chiamerò tutte le volte che avrò la possibilità”.

“Promesso?”

“Promesso” annuì Blaine “Stai per caso desiderando di aver accettato quell’offerta di lavoro quando ne avevi la possibilità? Avresti potuto volare in Ohio a vedere la tua famiglia invece che me”

“Hey pensavo fossimo d’accordo di non parlarne più” Kurt sorrise.

“Eccolo qui il tuo bellissimo sorriso” Blaine gli accarezzò il viso e Kurt si abbandonò al suo tocco “Dovremmo andare”.

“Blaine?”

“Sì?”

“Devo per forza entrare in aeroporto con te? Se lo faccio non sarò in grado di lasciarti andare”

“Eppure devi farlo lo sai, devi andare a lavoro fra pochi minuti”

“Ho chiesto il giorno libero”

“Ma è il nostro ultimo volo insieme”

“Non potevo farlo Blaine. Non sarei stato in grado di salire su quell’aereo sapendo che sarebbe stata l’ultima volta che ti avrei visto seduto li. L’ultima volta che ti avrei portato un biscotto extra, che ti avrei aiutato con i bagagli solo per starti vicino, avrebbe fatto troppo male”

“Così ci salutiamo qua?” gli occhi di Blaine tornarono lucidi. Kurt abbracciò Blaine stretto “Ti amo. Ti amo così tanto. Sei la miglior cosa che mi sia mai successa lo sai vero?”

“La miglior cosa che mi sia successa è stata innamorarmi di te”

“Questo non è un addio, è un arrivederci” Kurt sorrise speranzoso, si scambiarono un ultimo bacio prima che Blaine prese le sue valigie dal bagagliaio ed entrò nell’aeroporto.

***

Kurt tornò a casa e quando stava per scendere dalla macchina notò qualcosa. Non aveva dato molto attenzione al sedile del passeggero nel viaggio di ritorno, perso nel pensiero di cosa Blaine stesse facendo in ogni minuto. Aveva immaginato dove fosse e non appena era arrivato a casa sapeva che Blaine era appena partito. Quando si avvicinò per guardare da vicino la lettera che era nella tasca laterale della porta, la prese e riconobbe la scrittura di Blaine sul dorso.

All’amore della mia vita.

A Kurt mancò il fiato e gli sembrò che il cuore si fosse fermato. Era come se avesse un ultimo pezzo di Blaine da poter toccare, da poter sentire, da poter vedere.
Corse velocemente in casa e abbandonò le chiavi, il cappello e il cellulare sul tavolino prima di sedersi sul divano. Per una volta, non diede importanza allo scricchiolio del divano dovuto all’età o alla pelle rovinata. Con cura aprì la busta e prese la carta e prese la lettera iniziando a leggerla cercando di non piangere. Non era ancora il tempo per piangere l’assenza di Blaine era ancora troppo presto. Ma già leggere il suo nome in cima alla pagina era troppo per lui; si immaginò Blaine dire il suo nome seduto di fianco a lui. Il cellulare suonò dal tavolino, pensò di ignorarlo ma una piccola parte di lui sperò fosse Blaine. Magari non era partito. Magari lo stava aspettando in aeroporto.
Ogni speranza di felicità sparì non appena vide la foto di suo padre sullo schermo. Prese il cellulare e lo avvicinò all’orecchio “Pronto?”

Kurt, bene, sono felice di parlare con te. Ascoltami, Finn ha degli ottimi biglietti per una partita di basket e mi ricordo che Blaine aveva detto di volerci andare. Pensavo che magari io e lui avremmo potuto unirci a Finn e passare un po’ di tempo insieme. Mi piacerebbe conoscerlo un po’ meglio e-“

“Blaine se ne andato papà” Kurt fissò la lettera nelle sue mani. L’amore della mia vita. Kurt tracciò con il dito le lettere aspettando che suo padre dicesse qualcosa.

Burt non sapeva cosa dire. Da quello che aveva capito i due avevano rotto e ora si sentiva pessimo per aver portato a galla quell’argomento. Quello che non capiva era perché i due avessero rotto. Le volte che li aveva visti insieme sembravano pieni di adorazione e amore. Tutte le volte che aveva parlato con Kurt al telefono – che non erano mai abbastanza – Blaine era sempre nell’altra stanza.

“Suo padre lo ha mandato in California. Per il momento” finalmente spiegò Kurt “L’ho appena lasciato in aeroporto e non so quando tonerà”

Oh quindi non avete rotto” sospirò Burt sollevato.

“Naturalmente no. Ma questo non significa che non è difficile”

Beh vorresti prendere tu questo biglietto in più e unirti a noi lunedì sera? Potresti distrarti un po’

“Grazie ma no grazie papà. Non fa per me”

Ci ho provato. Sai che puoi sempre venire da noi, ci manchi. Carole continua a dire che ti vuole a casa perché vuole farti assaggiare nuovi piatti”

Cercherò di tornare a casa presto” Kurt continuò a fissare la lettera nella sue mani “Papà, ascolta, è stato bello parlare con te ma ho alcune cose da fare”

Starai bene figliolo?”

Kurt sapeva che suo padre gli voleva bene ma l’ultima cosa di cui aveva bisogno era la compassione dagli altri. Voleva tornare ad essere quella persona forte e indipendente che era prima di incontrare Blaine non la persona debole e vulnerabile che sentiva di essere diventato. Sapeva che presto si sarebbe sentito così, era innamorato e doveva vedersela con il problema della distanza.

“Lo sarà con il tempo” sapeva che era una bugia ma sperava di riuscire a convincere suo padre “Grazie per l’offerta dei biglietti. Ti chiamo presto okay?” Kurt prese il bordo della lettera iniziando a giocherellarci con le dita,

Oh-okay-“ balbettò Burt.

“Ciao papà”

Ciao Kurt”

Kurt velocemente chiuse la conversazione e lanciò il cellulare sul tavolino.
 

Caro Kurt,
non so quando troverai questa lettera, ma voglio farti una sorpresa. Non ho pianificato nulla da dirti, ma a volte le lettere sono belle. Se troverai questa lettera non appena tornerai in macchina andrà bene se non la noterai per qualche settimana o mese andrà bene lo stesso. Voglio solo dirti quanto ti amo.
So che non sono fisicamente qui con te ma non me ne sono andato. Ti chiamerò tutti i giorni e parleremo. Questo non è un addio. Non ti dirò mai addio perché gli addii significano lasciarsi e non voglio che tu ti dimentichi di me.
Come ho scritto sulla busta, sei l’amore della mia vita. Non so cosa avrei fatto se non avessi mai scambiato il mio volo quel giorno in ottobre. La mia vita è cambiata per il meglio quel giorno. A volte mi fermo a ripensare a quello che è successo in tutti questi mesi passati. Ho cercato di dare un nome a tutti questi sentimenti, ma è impossibile. Ti conosco solo da quattro mesi, ma in questi quattro mesi sei diventato tutto il mio mondo. Per alcuni questa può essere una cosa negativa, ma per me, non lo è. Significa che ho qualcuno su cui contare durante i periodi bui. Qualcuno a cui rivolgermi quando ho bisogno di aiuto, qualcuno che mi ama incondizionatamente, qualcuno da amare e a cui dare tutto i mio cuore.
Come ti ho detto prima, non importa da quanto tempo ci conosciamo. Importa come ci sentiamo. E in questo momento, io non altro che amore e desiderio per te. Io voglio il tuo amore. Io voglio il tuo affetto. Io voglio farti sorridere e vedere i tuoi occhi quando lo fai. Io voglio sentire le tue dita accarezzare la mia schiena. Io voglio sentire le tue labbra sulle mie quando facciamo l’amore. Io voglio sentire la tua pelle calda contro la mia quando siamo sdraiati insieme. Io voglio sentire il dolce suo della tua voce quando pensi che sto dormendo e mi canti qualche strofa di una canzone. Io desidero tutto da te, Kurt, perchè nulla in questa vita potrà mai sostituire il modo in cui mi fai sentire.
Scusa se questa lettera è troppo sdolcinato, melensa, o clichè ma è come mi sento. Voglio rendere le cose più facili per te. Voglio che tu sappia che non andrò mai da nessuna parte. Potremmo anche essere separati da un intero continente ma tu sarai sempre nel mio cuore e spero che io sarà sempre nel tuo. Non vedo l’ora di vederti ancora. Dammi solo un po’ di tempo okay? Ti amo. Ti amo ti amo ti amo.
Blaine.

 
Kurt iniziò a piangere a metà lettera, ma non era un pianto commovente. Questa volta erano lacrime di gioia. Tutto quello che Blaine aveva scritto aveva mandato delle scosse lungo il suo corpo dirette nel suo cuore. Non si era mai sentito così felice di aver incontrato qualcuno nella sua vita. In qualche modo gli sembrava che Blaine l’avesse salvato, l’aveva risollevato dalla crisi in cui non si era accorto di essere caduto. Blaine aveva ragione. Questo non era un addio, ma semplicemente l’inizio del loto futuro. L’inizio di quelle lunghe notti in cui non sarebbero stai insieme perchè Blaine avrebbe dovuto lavorare fino a tardi. L’inizio degli anni che avrebbero passato insieme; dovevano rimanere distanti per apprezzare appieno la presenza l’uno dell’altro.

Kurt prese il suo cellulare e compose il numero di Blaine “Hey” disse quando automaticamente partì la segreteria “So che sei ancora sull’aereo e non sentirai questo messaggio ancora per un paio di ore ma ti voleva chiamare lo stesso. Ho trovato la tua lettera. Non era un nascondiglio molto difficile ma grazie. Grazie di tutto Blaine. Non solo per questa lettera, ma grazie a te. Possiamo farcela. So che possiamo. Tuo padre vedrò che anche la distanza non potrà tenerci separati. Comunque, chiamami appena atterri okay? Ti amo tanto”
Chiuse la telefonata e infilò in telefono in tasca. Dopo aver letto la lettera di Blaine la sua vita non sembrava tanto vuota senza il suo ragazzo dopo tutto. infatti, si sentiva stranamente rinato. Kurt andò in cucina e mise la lettera sul frigo con una calamita in modo tale da poterla vedere tutte le mattine e tutte le sere quando tornava a casa da lavoro. Forse, ma solo forse, questi mesi non sarebbe stati così male come se l’era immaginato.

***

Tre settimane dopo la sua partenza, Blaine si trovò incredibilmente stressato e stanco. Tornando a casa dopo un estenuante giornata lavorativa (c’era stato più di un cliente scontroso) si sentiva come se l’unica cosa di cui avesse bisogno quella sera era l’unica che non potesse avere. Aveva bisogno delle braccia di Kurt attorno a lui, delle sue mani che gli massaggiavano la schiena per rilassare la tensione. Aveva bisogno dei baci di Kurt o semplicemente della presenza dell’altro uomo. Blaine aveva bisogno di Kurt.
Quando salì nel suo appartamento trovò un bouquet di non-ti-scordar-di-me di fronte alla porta. Li raccolse cercando un biglietto ma non lo trovò. Entrò e li sistemò in cucina mentre chiamava Kurt.

Pronto?” Kurt rispose dopo il primo squillo ed ero molto più emozionato del solito.

“Ciao io ehm…tu…” Blaine non sapeva cosa dire. Aveva paura che i fiori fossero da parte di qualcun altro e non voleva far preoccupare Kurt. Non voleva che l’altro si sentisse tradito quando non era così.

Hai ricevuto qualcosa oggi?” domandò Kurt.

“Blaine sospirò “Un mazzo di fiori molto carino mi stava aspettando fuori da casa. Hai per caso idea da dove arrivano?”

Hmmm no. È un mistero anche per me” scherzò Kurt.

“Grazie Kurt”

Volevo fare qualcosa per dimostrarti quanto mi manchi. Sono dei non-ti-scordar-di-me perché non voglio che tu ti dimentichi di me

“Pensi veramente che potrei dimenticarmi di te? Ti chiamo almeno tre volte al giorno e ci sentiamo su skype ogni sera”

Volevo solo essere sicuro”. Blaine poteva quasi sentire Kurt sorridere dall’altra parte del telefono e questo alleviò un pochino la distanza facendogli capire che non era così miserabile “Vuoi
sapere perchè li ho scelti gialli?


“E’ perchè ti ricordano di quanto stia bene vestito di giallo?”

Non proprio, piccolo. Nel senso, sei fantastico con il giallo ma Blaine significa giallo, e il giallo mi ricorda il sole. Tu sei il mio personale raggio di sole

“E poi dici che sono io quello sdolcinato”

Me le tiri fuori con la forza

“Beh grazie ancora per i fiori. Sono proprio quello di cui avevo bisogno oggi. In realtà avrei bisogno di te, ma questo è gia una cosa buona”

C’e qualcosa che non va?” kurt immediatamente divenne preoccupato.

“E stata solo una giornata veramente estenuante a lavoro”

Ti va di parlarne?

“Beh vedi…” Blaine continuò a parlare a Kurt per circa un ora, una cosa che facevano spesso. Una volta finita la telefonata si sedette sul divano e prese il vaso di fiori passando le dita lungo i petali. No pensò Blaine, le relazioni a distanza non erano poi così male.

***

“Rachel!” Kurt si lanciò contro la sua migliore amica abbracciandola fortissimo. Non le diede nemmeno il tempo di entrare dalla porta principale che l’aveva già avvolta tra le sue braccia.

Lei si spostò indietro e lo studiò “Sei un po’ troppo affettuoso oggi” finalmente entrò e sistemò la valigia vicino all’entrata. Sotto richiesta di Kurt Finn aveva acconsentito con Elizabeth per alcuni giorni, non solo per dare a Rachel un po’ di relax dalla monotonia di pannolini e biberon, ma anche perché così Kurt avrebbe potuto passare un po’ di tempo con sua cognata che gli mancava tantissimo.

“Blaine è andato a lavoro un po’ più tardi stamattina così siamo riuscita a parlare via skype appena svegli” Kurt arrossì e fece un piccolo giro su stesso.

“Sei così innamorato” lo trascinò sul divano e si sedettero “Quindi, ho una domanda, dato che conosci questa città meglio di me, cosa che non avrei mai pensato di dire ma tuttavia anche essere moglie di Finn e madre di Elizabeth è qualcosa che non avrei mai immaginata ma è incredibile e-“

“Rachel” Kurt la interruppe ridendo. Le mancavano le sue chiacchierate incoerenti “Vai al punto”

“Oh giusto. Beh, ho pensato di poter cucinare qualcosa stasera per noi mentre tu potresti andare al panificio. Ho la ricetta perfetta anche se è vegana. Finn si sta abbastanza abituando e penso che anche tu l’apprezzerai, e magari potresti farla anche per Blaine qualche volta. Non so co-“. Le parole di Rachel vennero interrotte quando Kurt si avvicinò e l’abbracciò di nuovo “E questo per
cos’era?”

“Mi sei semplicemente mancata” sorrise “E’ bello vedere un volto familiare a New York”

Rachel notò come il tono di Kurt stava diventando triste così cambio argomento “Sbrighiamoci, devi portarmi in tutti i tuoi posti preferiti a New York. Un sacco di cose sono cambiate negli ultimi anni”

Sapeva che discutere con lei era senza senso così la prese a braccetto e la portò fuori di casa.

***

Era il compleanno di Kurt. Non era emozionato. Era un altro anno più vecchio. Aveva 27 anni ed era da solo. Il 7 aprile sarebbe stato il giorno più triste da passare senza Blaine, o così Kurt pensava una volta svegliato. Lentamente scoprì cosa sarebbe successo quel giorno.

Alle 9:00 ricevette il primo messaggio: Hey festeggiato. Tanti auguri. Volevo chiamarti appena sveglio ma avevo paura che stessi ancora dormendo quindi ci sentiamo stasera.

Un altro messaggio alle 9:02: Controlla sullo scaffale più alto del tuo armadio nella scatola che contiene tutti i tuoi ricordi del liceo. Non mentirmi so cosa c’è in quella scatola :P.

Kurt rotolò giù dal letto e si precipitò verso l’armadio facendo quello che gli aveva detto Blaine. Si sollevò sulla punta dei piedi e spostò la scatola trovando una piccola scatolina blu. Confuso la prese rigirandosela tra le mani. Sopra con la scrittura di Blaine c’erano i numeri 1-2-3 seguiti da delle frasi:

1-       Amo il modo in cui senza renderti conto avvolgi le tue braccia attorno a me mentre dormi.
2-       Amo quando mi sposti i capelli dalla fronte appena svegli.
3-       Amo quando siamo in bagno insieme tutte le mattina per andare al lavoro anche se non diciamo niente.

Kurt velocemente scartò il pacchetto cercando di non rovinare le frasi. Andò verso il comodino e prese un paio di forbici tagliando le scritte di Blaine. Una volta fatto questo si diresse in cucina e le appese sul frigorifero vicino alla lettera del fidanzato che non aveva ancora spostato da quando se n’era andato un mese prima.
Soddisfatto aprì la scatolina e ci trovò una spilla. Kurt sapeva che era stata fatta su misura. Un piccolo aereo volava verso un cuore rosso e sopra Kurt notò le iniziali KH & BA intrecciate dentro l’aereo. Preso il pezzo di carta che era caduto dalla scatola e iniziò a leggerlo.

Quando facemmo shopping un mese fa, ho notato che guardavi tutte le spille ma non ne hai mai comprata una. Beh, spero che questa sia esattamente quella che stavi cercando. È un pezzo di noi. Dove ci siamo conosciuti ed è una cosa che avrai sempre. Il mio cuore. Buon compleanno Kurt. Questo è solo l’inizio.

Kurt tornò sul letto e mandò un messaggio a Blaine: Grazie per la spilla, è bellissima e non vedo l’ora di indossarla. Ti amo.

Quando Blaine rispose neanche un minuto dopo Kurt sapeva che stava aspettando di fianco al suo telefono e questo lo fece sorridere.

Sono felice che ti sia piaciuto. Ce ne sono molti altri. Ti farò sapere dov’è il tuo prossimo regalo alle 10.

Ce ne sono altri?

Ovviamente. Non pensi mica che il mio regalo sia solo una spilla? Ti voglio viziare schifosamente oggi. Puoi ringraziare Rachel per avermi aiutato a posizionare i regali in modo strategico nel tuo appartamento settimana scorsa. Ovviamente abbiamo scelto dei posti perfetti dove non guardi molto spesso.

E le cose scritte sul pacchetto?

Quelle le cose che non vedo l’ora di poter condividere ancora con te.

E quando ci rivedremo?

Presto, Kurt. Devi resistere ancora per un pochino.

Kurt mise giù il telefono optando per una doccia. Una volta finita la sua routine mattutina sentì il suo telefono suonare di nuovo. Erano le 10.

Controlla sotto il letto dovresti trovare qualcosa nell’angolo tra il muro e il comodino.

Kurt si inginocchiò e sbirciò sotto il letto. Molto presto trovò un'altra scatola avvolto in carta blu.

10:00

4-       Amo il fatto che mi chiedi di cucinare sempre con te anche se sai che finirò inevitabilmente per bruciare i biscotti o dimenticare qualche ingrediente.
5-       Amo che abbiamo dei piani anche quando non li pianifichiamo.
6-        Amo il fatto che tu abbia una playlist segreta sul tuo ipod che ti ricorda me (sì l’ho vista ed è adorabile).

11:00

7-       Amo il fatto che hai uno spazzolino in più a casa mia.
8-       Amo quando abbiamo i giorni da pigroni e giriamo in pigiama mangiando gelato dal vasetto.
9-       Amo il fatto che non mi giudichi quando divento super emozionato e ballo determinate canzoni.

12:00

10-   Amo le nostre passeggiate nel parco. Il tuo modo di vedere le cose mi è di inspirazione.
11-   Amo il nostro posto super speciale: il negozio di Frozen Yogurt.
12-   Amo quando stiamo camminando per strada e mi prendi per mano anche se le persone ci fissano e ci guardano male.

13:00

13-   Amo quando indossi i miei vestiti.
14-   Amo quando avvolgi le braccia intorno alla mia vita e le nostri mani si intrecciano dentro le tasche del mio cappotto.
15-   Amo le uscite che fai quando meno me lo aspetto.

14:00

16-   Amo quando dai di matto perché ti vedo senza maglietta, nonostante abbiamo fatto sesso parecchie volte.
17-   Amo quanto sei adorabile in uniforme.
18-   È un segreto, ma amo quando mi scompigli i capelli.

15.00

19-   Amo quando indossi un vestito che ti ho comprato io, anche se non lo ammetterò mai di persona.
20-   Amo quando posso farti un massaggio.
21-   Amo quando facciamo la doccia insieme, non perché a volte finiamo per fare sesso ma perchè è un momento in cui nessun altro ti può vedere e sei bellissimo, Kurt.

16:00
22-   Amo il fatto che hai voluto tenere le luci di Natale anche dopo le feste perché “tutti hanno bisogni di un po’ più di luce nella loro vita”.
23-   Amo quando mi sussurri nell’orecchio.
24-   Amo quando ti svegli prima di me e mi prepari il caffè.

Alle 17:03 non ricevette un messaggio da Blaine ma una chiamata.

“Pronto?” rispose Kurt, realizzando che Blaine aveva appena finito di lavorare.

Ciao amore buon compleanno” canticchiò Blaine.

“Grazie” Kurt sorrise e arrossì un pochino.

Hai ancora un ultimo regalo

“Oh veramente?” domandò Kurt emozionato.

Sì. Guarda sotto il cuscino centrale del divano

“Kurt iniziò ad andare verso la sala “Sul serio Blaine come hai fatto a trovare così tanti posti in cui sapevi non avrei guardato?”

Ti stai dimenticando quando tempo ho passato li. So dove guardi tutti i giorni e dove no. Devo ricordarmi di ringraziare ancora Rachel la prossima volta che la vedo

“Ecco perché mi ha obbligato ad uscire di casa la sera che ha preparato la cena. Continuava a dirmi che voleva il pane fresco”

Lo so, gliel’ho suggerito io. So quanto ti piace la panetteria vicino a casa e quindi saresti stato più che felice di andarci

“Sei cattivo”

Sì? Hai già trovato il tuo regalo?

“Ci sto lavorando” Kurt alzò il cuscino e trovò un oggetto sottile avvolto nella carta blu.

Ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo TI AMO KURT.

Kurt iniziò a gongolare “Ti amo anche io Blaine”

L’hai trovato!” disse Blaine con troppa eccitazione “Aprilo

“Giuro, sei l’uomo più adorabile che io conosca”

Non sento la carta strapparsi”. Kurt si immaginò Blaine battere i piedi impaziente nel suo ufficio, nella sua macchina, nel suo appartamento o dovunque lui fosse in quel momento.

“Lo sto aprendo lentamente così posso salvare la scritta sul pacchetto”

Sul serio?”. Kurt sentì la portiera di una macchina chiudersi e pensò che Blaine si fosse appena seduto per andare.

“Sì” Kurt sistemò il cuscino sul divano e si sedette “Li ho tenuti tutti. Significano molto di più di quanto tu possa immaginare” tolse la carta dal regalo ma si immobilizzò quando vide cosa c'era
dentro “Um, B-Blaine”

Sì?” Blaine lo disse ancora più emozionato di prima.

“Cosa, cos’è questo?” il respiro di Kurt si bloccò mentre fissava il pezzo di carta che aveva in mano.

E’ una copia di un biglietto aereo. Pensavo che tu più di tutti gli altri fossi riuscito a riconoscerlo” Blaine girò la chiave nel quadro della macchina partendo.

“Ma per che cos’è?”

E’ il mio biglietto per New York, sarò li tra una settimana. Il prossimo giovedì. So che sarai in Ohio fino a martedì ma voglio essere lì non appena tornerai, per tutta una settimana

“Quindi stai tornando qui?” Kurt non riuscì a trattenere la gioia nella sua voce.

Questo è il piano. Posso tornare a Los Angeles domenica con il tuo volo

“Ma ti vedrò ancora? In persona? Ti potrò abbracciare, baciare, coccolare e guardare?” gridò Kurt nell’orecchio di Blaine.

Era anche ora, non pensi?” la voce di Blaine non lasciava dubbi che fosse felice tanto quanto Kurt.

“Blaine questo è il miglior regalo che mi potessi fare. Grazie grazie grazie”

Sono felice che ti sia piaciuto. Avevo intenzione di regalarti qualche outfit di quella marca di Natale ma poi ho pensato a questa idea. Ho detto a mio padre che volevo vedere qualche mio amico a New York per una settima ed ha acconsentito. Non ho specificato che eri tu. Ho parlato di Stacy, Jonah e Luke

“Quindi hai mentito?” lo accusò Kurt. Non che fosse scontento di questo. Soprattutto perché avrebbe rivisto Blaine in meno di due settimane.

No, ho solo omesso qualche informazione

“Mi manchi. Le telefonate e gli appuntamenti su skype non sono la stessa cosa che averti qui”

Presto piccolo. Sarò li prima che tu te ne accorga”. Kurt sentì qualche macchina suonare il clacson sullo sfondo. “Adoro stare al telefono con te, sopratutto oggi che è il tuo compleanno ma il traffico è parecchio in questo momento, posso chiamarti quando torno a casa e ti prometto che staremo al telefono tutta la notte

“Ovviamente che puoi. Guida piano. Ti amo”

Lo farò. Ti amo anche io. A presto splendore”. Kurt rise sentendo il nuovo nomignolo, uno che Blaine non aveva mai usato prima “A presto Blaine”. Chiuse la telefonata ma tenne il telefono
stretto nella sua mano destra; il biglietto aereo era nell’altra. Kurt guardò il biglietto immaginandosi quante possibilità ci fossero di addormentarsi e svegliarsi una settimana ammezza dopo tra le braccia di Blaine.

***

Era il lunedì prima che Kurt si riunisse con Blaine, ed era emozionato. Aveva divorato la colazione con Burt e Carole – in realtà aveva mangiato un po’ di pancakes mentre continuava a parlare di quello che lui e Blaine avrebbero fatto durante la settimana -  e nessuno di loro due era in grado di calmare suo figlio.

“E se facessi la cena stasera?” suggerì unendo le mani davanti alla faccia in un gesto di supplica “Sarebbe l’ultima volta prima che io torni a casa e chi lo sa quando avrò ancora dei giorni liberi per venire qui”

“Kurt” Carole gli mise una mano sul braccio “Non devi farlo, è la tua ultima sera qui. Perché non esci con Rachel o qualche altro amico?”

Kurt si accigliò “Voglio preparavi la cena. Senza Blaine non ha senso cucinare per me, finisco sempre con il cucinare troppo rispetto a quello che posso mangiare”

“Caro forse dovremmo lasciargli fare”. Burt annuì verso Kurt e gli sorrise rassicurante.

“Papà non ho intenzione di farti niente che non sia salutare. Dove pensi che Carole trovi tutte le sue ricette con poco colesterolo?” tornò a guardare la sua matrigna ignorando il borbottio di Burt.

“Se vuoi veramente preparaci la cena ci va bene. Mi darà l’opportunità di pulire un po’ la casa”

“Grande” il tono di Kurt era un’ottava più alto del solito “Vado di corsa al negozio per prendere qualche cosa. Le chiavi sono sul tavolo papà?”

Burt annuì “Lo sai, non mi offendo se decidi di fare i biscotti al burro d’arachidi” disse dietro al figlio.

Kurt girò il viso oltre la porta “Bel tentativo papà” scomparve di nuovo oltre la porta che si richiuse. Burt fissò il posto vuoto al tavolo dove suo figlio era stato tutta mattina cercando di ricordasi un altro momento in cui era sembrato più felice.

***

Kurt tornò dal negozio un’ora dopo con più borse di quante poteva trasportare. Entrò in cucina, annunciando il suo arrivo quasi canticchiando, ma si immobilizzò non appena mise piede sul pavimento di legno. L’atmosfera nella stanza era totalmente diversa da quando se n’era andato. Notò che Rachel era seduta al tavolo con il viso tra le mani. Burt era nello stesso angolo di un’ora prima, ma la sua postura era molto più preoccupante. Il sorriso di Carole era scomparso e al suo posto era stato sostituito da due occhi rossi come se avesse appena finito di piangere.
Kurt il più tranquillamente possibile, ma comunque con velocità, si avvicinò al piano cottura per sistemare le borse e aspettò che qualcuno dicesse qualcosa. Quando nessuno parlò, prese l’iniziativa “E’ tutto okay? Ragazzi sembra quasi che abbiate visto un fantasma…”

“Kurt perché non ti siedi” Burt spostò una sedia e aspettò che il figlio prendesse posto. Quando questo non si mosse, ripetè di nuovo “Figliolo, abbiamo qualcosa molto importante da dirti”

“Cosa c’è che non va? E’ successo qualcosa? Cosa?” Kurt stava iniziando ad andare in panico. Mentalmente percorse una lista di possibilità. Suo padre non aveva detto di essere andato dal dottore nell’ultimo periodo, quindi non potevano avergli trovato nessun tipo problema al cuore. Carole stava bene l’ultima volta che aveva fatto un controllo. Pensò a tutti i suoi parenti, cercando di capire quale fosse più prossimo alla morte.

“Tesoro, siediti e ti spiegheremo tutto” Carole toccò la sedia tra lei e Burt e aspettò che Kurt si accomodasse. Una volta seduto si allungò e lo prese per mano.

Kurt sapeva che qualcosa non andava e sapeva anche che tutto questo mistero stava rendendo le cose più difficili “Potete semplicemente dirmi cosa c’è che non va? È il nonno o la nonna?”

“E’ Blaine” disse Burt prima di riuscire a controllarsi. Prese l’altra mano di suo figlio e non si perse il panico sul suo viso “Rachel ci ha appena detto di un incidente aereo che ha visto 40 minuti fa in televisione. Il volo da Los Angeles in Ohio è caduto questa mattina in Colorado. Non sanno la causa, ma per ora non hanno trovato nessun sopravvissuto”

Kurt iniziò a scuotere frenetico la testa ridendo “No papà è tutto sbagliato, Blaine sta bene non era su quel volo. Arriverà domani mattina a New York ricordi?” guardò le altre tre persone nella stanza con un sorriso rassicurante.

“Kurt” parlò Rachel per la prima volta e Kurt notò che aveva poca voce probabilmente perché aveva pianto così tanto che era scomparsa “Blaine voleva farti una sorpresa. Avevamo un piano.
Dovevo chiedere a Carole e Burt da fare da babysitter ad Elizabeth così io e Finn saremmo potuti uscire. Saresti stato in casa da solo e lui sarebbe venuto a farti una sorpresa” cercò di trattenere un singhiozzo per continuare a parlare “Mi spiace Kurt. Se non gli avessi suggerito questa cosa sarebbe ancora a Los Angeles. Non sarebbe morto nel bel mezzo del Colorado schiantato su un aereo”.

Burt e Carole guardarono Kurt, ma Rachel continuò a tenere la testa bassa. Non videro nessun tipo di emozione sul viso di Kurt ne rabbia, ne dolore, ne tristezza ne niente.

“Kurt noi siamo…”

“No!” urlò immediatamente Kurt rompendo i sussurrii che c’erano nella stanza “Non è morto! È a Los Angeles. Non mi avrebbe mentito”

“Kurt non ti ha mentito, doveva essere una sorpresa”

“No!” urlò di nuovo Kurt. Non voleva ascoltare niente di quello che la sua famiglia gli stava dicendo. Senza dire un'altra parola spinse indietro la sua sedia e corse nella sua stanza chiudendo la porta alle sue spalle. Collassò sul letto singhiozzando nel cuscino, sperando che l’incubo che era la sua vita finisse presto.

 
 FREE TALK

Ok, con un giorno di anticipo vi posto il mio capitolo preferito in assoluto! IL regalo di compleanno per Kurt mi ha fatto letteralmente sciogliere quando l'ho letto la prima volta, per non parlare della lettera!
Naturalmente nel finale c'è un colpo di scena, e per questo vi lascio con l'attesa di una settimana intera...
(se trovate degli errori fatemelo sapere, perchè ho riletto questo capitolo molto velocemente!)

Fatemi sapere cosa ne pensate
alla prossima
Ottavia

Pagina FB: Willbeyoungforever

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Capitolo 16
*** Capitolo 14 ***


Link al capitolo originale


Capitolo 14
 
L’aria attorno a Kurt era troppo fredda per un martedì pomeriggio. Non riusciva a sentire il calore del sole sulla sua pelle o il vento soffiargli tra i capelli e sul viso. Non riusciva a sentire il tocco delle dita di suo padre quando lo abbracciava o le mani amorose di Carole massaggiargli la schiena. Non riusciva a percepire gli sguardi dei familiari di Blaine nel momento in cui si alzò davanti alla bara chiusa.
No. L’unica cosa che riusciva a sentire il quel momento, l’unico sentimento che percepiva nel momento in cui la bara di Blaine veniva messa sotto terra, era dolore. Kurt non era nemmeno riuscito a salutarlo a dovere. Non era riuscito a trovare la forza per alzarsi e andare di fronte alla bara aperta per dire a Blaine un’ultima volta quanto lo amasse. Questo perchè non avevano trovato il corpo, non era rimasto nulla dopo l’incidente.
 
Forse comunque era meglio così. Kurt pensava che non avendogli detto addio, Blaine non l’avrebbe mai lasciato. Si sarebbe presentato ancora nel suo appartamento una sera e tutto sarebbe stato come prima. Lui e Blaine avrebbero potuto vivere insieme per sempre.
 
No. Questo non era possibile, perchè Kurt stava guardando la bara del fidanzato scomparire sotto terra. Ci fu ancora qualche parola delle persone vicine a Kurt prima che tutti iniziarono ad andarsene: uno per uno attraversarono il prato verde verso le loro macchine. Ma Kurt non poteva andarsene. Kurt non voleva andarsene. Perchè andarsene avrebbe voluto dire addio, e loro non avrebbero dovuto farlo. Avrebbero dovuto dirsi ‘A più tardi’.
 
Una volta che tutti se ne furono andati a parte Burt e Carole, Kurt si inginocchiò di fronte a quella che presto sarebbe stato ricoperto di terra. Guardò la bara. Il coperchio argento brillante era davvero bello con tutti i contrasti azzurri, ma Kurt non voleva pensare a questo tipo di cose. Non c’era niente di bello nel fatto che il suo fidanzato se ne fosse andato per sempre. Kurt mise una mano in tasca e prese un piccolo oggetto di metallo che aveva tenuto nascosto per tutta mattina. Aprì la mano e osservò la piccola spilla, quella che Blaine gli aveva regalato al compleanno. Senza pensarci un secondo di più la lasciò cadere sulla bara, con
un po’ troppa forza di quanto avrebbe voluto.
 
Era arrabbiato. Arrabbiato con Blaine per aver cambiato volo. Arrabbiato con se stesso per non essere riuscito ad architettare un piano per portare Blaine a New York più velocemente. Era arrabbiato con suo padre per aver cercato di confortarlo quando non c’era nulla da fare per alleviare il dolore. Era arrabbiato con il mondo perchè gli aveva strappato via un altra persone dalla sua vita.
Kurt si accasciò a terra senza badare al fatto che l’erba bagnata gli avrebbe sporcato tutti i pantaloni. Non riusciva più a dar importanza a queste cose.
Su chi doveva fare bella impressione?
Chi doveva rendere felice?
Per chi doveva vestirsi bene?
 
Cercò di piangere, ma gli sembrava di non avere più lacrime. I suoi occhi erano svuotati dalle emozioni.
Non era nè triste nè felice. L’unica cosa che Burt e Carole riuscirono a fare fu aiutarlo ad alzarsi. Lo obbligarono a dire addio per un’ultima volta alla bara prima di condurlo alla macchina e lasciarsi Blaine alle spalle.
 

***

 
Kurt si svegliò nel panico, sedendosi velocemente togliendosi le coperte di dosso. Tolse le bende bagnate
dalla fronte e cercò di calmare la respirazione. Era solo un sogno. Un terribile, miserabile sogno. Il suo fidanzato sarebbe tornato a casa oggi, e l’idea di rivederlo era sufficiente a fargli dimenticare il suo incubo.
 
Kurt sospirò sollevato e scese le scale senza preoccuparsi di cambiare i pantaloni del pigiama. L’avrebbe fatto più tardi, per ora voleva solo godersi le ultime ore con la sua famiglia.
 
“Non vedo l’ora di incontrare Blaine oggi” disse appena entrato in cucina “Sono-”. Si bloccò quando vide Burt passargli una tazza di caffè. Notò l’espressione lugubre di suo padre e i suoi occhi lucidi. Kurt si allungò e prese la tazza istintivamente, ma non aveva intenzione di berlo. Si sentiva come se un mattone l’avesse appena colpito nel momento in cui suo padre l’aveva guardato negli occhi. Anche Carole si avvicinò a lui con la stessa espressione sul viso.
 
“No” sussurrò Kurt. Era tutto un sogno. Non era successo veramente. Blaine non era morto.
 
“Kurt” Burt iniziò a parlare, ma fu interrotto da un grido che riempì la cucina. Il rumore della tazza di caffè di Kurt che si rompeva sul pavimento non era nulla in confronto alle grida di Kurt. Le sue ginocchia lo avevano abbandonato e si era accasciato al suolo, senza nemmeno reagire quando i palmi delle sue mani si tagliarono con i cocci. Non riusciva a sentire il dolore attraverso le mano o il sangue iniziare a scorrere. Non riusciva a sentire il caffè bollente bagnargli i pantaloni e bruciargli la pelle. Non riusciva a sentire altro che vuoto dove avrebbe dovuto esserci il suo cuore. Non badò alla persona che gli tolse qualche coccio dalle mani e si inginocchiò affianco a lui.
Non sentì le mani forti di Burt abbracciarlo e stringerlo al suo fianco.
Non sentì nulla.
 

***

 
“Hey figliolo” Burt aprì lentamente la porta della stanza di Kurt e notò il figlio accoccolato sul letto. Il suo bambino, che era sempre stato forte e così felice, nonostante le brutte cose che gli erano successe. Suo figlio che solo 24 ore prima era entusiasta di vedere il suo fidanzato dopo due mesi. Burt sapeva cosa Kurt stesse passando perchè l’aveva vissuto anche lui 18 anni prima, ma non avrebbe mai immaginato che Kurt avrebbe sperimentato lo stesso tipo di dolore così giovane.
 
Con molta cautela fece un passo in camera quando sentì Kurt tirare su con il naso
 
“Carole e io stiamo per andare al supermercato per prendere alcune cose per cena. Vuoi qualcosa?”
 
Kurt scosse la testa “Giusto. Perchè la vita va avanti” mormorò
 
“Cosa?” Burt chiuse la porta dietro di lui
 
“Niente” rispose Kurt
 
“Kurt, so cosa stai pen-”
 
“Lo sai papà? Sai quanto è difficile per me? Sto seduto qui a guardare te e Carole che vivete la vostra vita come se nulla fosse successo. Osservo lei fare la cena come ogni sera mentre tu guardi una partita in tv. Sono nel mio letto a piangere perchè ho passato 26 anni della mia vita cercando proprio Blaine, e mi è stato portato via perchè un pilota ha pensato bene di volare con la tormenta. Non puoi sapere quanto questo è
difficile per me. No non puoi saperlo”
 
Burt si avvicinò al letto “Kurt, io ti capisco. Ho perso tua madre, ed ero distrutto, ma dovevo essere forte per
te. Guardo dove sono arrivato? Ho trovato Carole, ed è la cosa migliore che mi sia successa oltre a te e tua madre” si sedette sul fondo del letto di Kurt “Non voglio che tu pensi che le cose non possano andare meglio”
 
“No. Non comparare la mamma a Blaine. Sai quanto ho combattuto per il mio diritto di amare chiunque io
voglia. Sai quanto è stato difficile per te. Ma io avevo trovato qualcuno che mi amava per quello che sono. Qualcuno che era li per me dal primo giorno, e lui è morto, papà. Morto. Tu sei di nuovo innamorato. Hai
Carole. Finn ha Rachel e viceversa. Io non ho più nessuno”.
Le lacrime di Kurt non volevano smettere di scendergli dagli occhi mentre gridava contro suo padre, e all’uomo si stava distruggendo il cuore nel vedere Kurt attraversare tutto quel dolore. Abbracciò il figlio e lo strinse a se, come non aveva fatto da quando sua madre era morta.
 
“Kurt, siamo qui per te. Lo sai. Anche noi volevamo bene a Blaine, figliolo. E’ difficile anche per noi” Burt lo accarezzò sulla schiena per cercare di calmarlo. Doveva andare al negozio ma non poteva lasciare Kurt in
quello stato “Shhh. Andrà tutto bene. E’ dura, ma in qualche modo starai meglio”
 
“Non sta-starò mai meglio, papà. Non voglio nemmeno pensare all’idea di tornare a New York. Non po-posso pensare al mio appartamento perchè i ricordi di noi due lì sono troppi. Non vo-voglio andare a Central
Park senza di lui. So-sono terrorizzato all’idea di volare. Non vo-voglio più farlo”
 
“Non devi tornare a New York ora. Puoi stare qui per tutto il tempo necessario. Ti troveremo un nuovo appartamento, ma Kurt non voglio vederti scacciare tutti questi ricordi per sempre. Non devi dimenticare
Blaine”
 
“Non voglio dimenticarlo” Kurt sussurrò debole “Voglio solo che il dolore se ne vada”
 
“Non se ne andrà mai figliolo, ma diminuirà con il tempo. Non puoi arrabbiarti con Carole perchè sta cercando di portare avanti la casa. Carole sta cercando di affrontare la cosa al meglio”
 
“Scusa” Kurt iniziò a torturarsi le mani
 
“Non devi scusarti, devi solo lasciarti aiutare, okay?” Burt si allontanò e guardò il figlio di 27 anni negli
occhi mentre quello annuiva “Vuoi venire con noi?”
 
Kurt scosse la testa “No. Io pe-penso che andrò a farmi una doccia e a rilassarmi un pochino. Ho chiesto a
Rachel di portare qui Elizabeth, e non mi lascerà giocare con lei sporco e distrutto dal pianto”
 
“Anche piangere va bene, Kurt”
 
“Vorrei solo che fosse qui” rispose tra i singhiozzi”
 
“Lo so, ti amava così tanto. Non ho mai visto nessuno guardarti nel modo in cui lo faceva lui, e quello che puoi fare ora è pensare ai vostri ricordi. Non soffermarti sulle cose brutte. Voglio vederti sorridere di nuovo”
 
Burt lo pizzicò sul fianco e Kurt arricciò le labbra “Questo è il mio ragazzo” si alzò dal letto e si avvicinò alla porta “Chiamaci se c’è qualcosa di cui hai bisogno”
 
Kurt annuì e guardò il padre lasciare la stanza. Quando sentì la porta d’ingresso chiudersi e la macchina avviarsi, entrò in bagno e aprì l’acqua, optando per un bagno invece che una doccia. Dopo aver acceso la radio, si tolse i vestiti ed entrò nella vasca, rilassandosi subito grazie al calore dell’acqua. Qui aveva la possibilità di piangere quanto voleva e lavare via subito tutto il suo dolore. Poteva lasciar vagare la sua mente dove voleva.
 
Ripensò a quando Blaine e lui erano insieme e lottò per cercare di trattenere questi ricordi. Non voleva pensare al cadavere di Blaine schiacciato sotto il metallo dell’aereo. Voleva ricordarsi di Blaine come il bellissimo ragazzo di cui si era innamorato. Quello che lo rendeva infinitamente felice.
 

***

 
Kurt era perso nei suoi pensieri, così perso che non notò nemmeno che qualcuno aveva bussato alla porta ed era entrato in casa. Solo quando la porta del bagno si aprì che si rese conto che qualcuno era in casa.
 
“Papà, sono nudo” disse Kurt
 
“Bhe, questa è una parte del vantaggio di trovarti in vasca” rispose una voce familiare.
 
Kurt si immobilizzò. Aprì gli occhi e guardò la porta incapace di realizzare quello che stava vedendo. Non voleva credere a chi vedeva nel suo bagno, vestito con i suoi jeans preferiti e con il cardigan che gli aveva comprato il giorno dopo il Ringraziamento. Kurt sapeva che era impossibile che Blaine si trovasse li, vivo. Doveva avere un’allucinazione o un sogno.
Stava sognando. Si era addormentato in vasca.
 
Blaine lo raggiunse e abbassò un po’ la musica prima di sedersi sul bordo “Hai intenzione di dire qualcosa o solo di stare qui a fissarmi amore?”
 
“Io...” Kurt chiuse e riaprì gli occhi ancora, aspettandosi che Blaine scomparisse “Tu...”
 
Blaine si abbassò posandogli un bacio sulle labbra, immergendo le mani in acqua per abbracciarlo, senza preoccuparsi di bagnarsi tutto. L’unica cosa che gli importava era riavere finalmente Kurt tra le sue braccia, dopo due mesi di chat con skype e telefonate
 
“Sorpresa” disse, dopo essersi allontanato.
 
Kurt si lanciò contro Blaine, alzandosi in piedi e quasi facendo cadere a terra il fidanzato. Iniziò a baciarlo di nuovo, cercando di convincersi che fosse reale, che fosse davvero lì. Iniziò a sbottonare il cardigan di Blaine, ma poi decise di strapparlo per aprirlo. Gliene avrebbe comprato uno nuovo se necessario. Non gli importa di rovinarlo o del fatto che stava bagnando Blaine. Dopo avergli tolto la maglietta affondò il viso nel suo petto perdendosi nel suo familiare profumo.
 
“Non che io abbia nessun problema nel vederti in questo modo perchè sei bellissimo, ma stai bene?” Blaine rise stringendo forte Kurt.
 
Kurt iniziò ad arrossire, ricordandosi che era ancora nudo “Tu...sei qui...perchè? Dovevi essere sull’aereo caduto. Ti ho chiamato ma non hai risposto”
 
“Ho spento il cellulare perchè volevo farti una sorpresa. Ho preso un volo per l’Ohio questa mattina, sperando di trovarti prima che tu tornassi a New York”
 
“Ma, tu...New York, non dovevi...”
 
“Hey” Blaine asciugò le lacrime di Kurt “Perchè piangi?”
 
“Pensavo fossi morto”
 
“Cosa? Per-perchè?”
 
Kurt lo spinse indietro, studiandolo per cogliere qualche segno che stesse scherzando, ma non ne trovò nessuno
 
“Non hai sentito la notizia?”
 
“Quale notizia?”
 
Kurt prese la salvietta e se l’avvolse in vita. Portò Blaine fuori dal bagno, dalla camera, giù per le scale fino ad arrivare in salotto. Kurt si sedette sul divano, accese la tv e mise sul canale delle notizie. Blaine guardò i titoli comparire e un aereo schiantarsi contro gli alberi.
Quando capì quello che aveva appena visto, si sedette sul divano, consapevole degli occhi che lo stavano fissando.
 
“Rachel ha detto che eri su quell’aereo” sussurrò Kurt
 
“Kurt” Blaine lo abbracciò accavallando le loro gambe “Non lo sapevo, ho cambiato volo all’ultimo minuto. Non ho pensato di avvisarla”
 
“Pensavo fossi morto. Ho visto la notizia ieri sera e credevo fossi su quell’aereo”
 
“Kurt, se l’avessi saputo, ti avrei chiamato subito. Non ti avrei permesso di provare tutto questo” baciò la tempia di Kurt e prese una coperta dal divano e gliela avvolse attorno alle spalle. Kurt iniziò a tremare.
 
“Sono qui ora, okay? Non vado da nessuna parte”
 
“Possiamo solo sdraiarci qui per un po’? Il pianto mi ha stremato e poi mi sei mancato così tanto”
 
“Certo”
 
 
Gli occhi di Kurt si aprirono di colpo quando la porta del piano di sotto si aprì. Era un sogno. Blaine era ancora morto. Quando la consapevolezza lo investì, le lacrime iniziarono a rigargli il volto. Era rimasto solo ad affrontare i suoi incubi, a differenza di quando era piccolo e aveva sua madre a confortarlo.
 
Kurt fu costretto a uscire dalla vasca e rimase a fissare l’acqua che scorreva dalla tubatura, diretta verso un nuovo posto, uno lontano dal dolore che c’era in quella casa.
Prese una tuta e una delle t-shirt di Blaine che aveva rubato dal suo appartamento a gennaio, accendendo la tv mentre tornava in camera. Sapeva che era meglio non guardare il notiziario, ma non poteva evitarlo.
 
Le immagini dell’incidente erano già impresse nella sua mente, quindi non sarebbe cambiato molto. Forse vedere le parti di metallo dell’aereo l’avrebbero aiutato ad accettare il fatto che Blaine non sarebbe tornato mai più. Tuttavia, niente poteva prepararlo a quello che vide in tv.
 
“Testimoni sul posto ci hanno confermato che la polizia ha trovato due sopravvissuti alle 11:00 di sta mattina. Entrambi sono in stato di incoscienza e sono stati portati all’ospedale di Columbus, in Ohio. L’identità dei due superstiti rimarrà anonima fino a quando non sarà dato il permesso dei loro familiari. Possiamo solo dirvi che sono un uomo e una donna. A te la linea Jordan”
 
“Grazie Lynda”
 
Kurt guardò la telecamera cambiare inquadratura. Ora era mostrato l’aereo distrutto. Notò un paio di ambulanze vicine, ma non stavano trasportando nessun ferito. Ma c’erano due sopravvissuti, e uno era un uomo. Kurt non sapeva cosa pensare, ma prima di rendersene
conto, corse giù dalle scale gridando.
Questa volta però erano urla di eccitazione.
Di speranza.
Di gioia per la possibilità che Blaine fosse vivo.
 
“Papà! Papà! L’hanno trovato!” Kurt corse in cucina senza fiato e incapace di calmarsi. Corse tra le braccia di Burt e lo abbracciò stretto “Papà! Qualcuno è sopravvissuto. Potrebbe essere Blaine, papà. Ha-hanno detto che è in Ohio. Do-dobbiamo-”
 
“Kurt” Burt lo interruppe e vide il piccolo sorriso del figlio scomparire “Era un volo per l’Ohio, potrebbe essere chiunque. Non voglio smorzare le tua aspettative figliolo. Hai visto l’incidente. E’...è davvero brutto. Blaine....le possibilità che sia vivo sono-”
 
“No. Non dirlo. Non voglio sentire!” Kurt si allontanò “Papà, ti prego. Li hanno portati a Columbus. Io...io devo sapere” disse Kurt piangendo “Ti prego”
 
Burt riuscì a malapena a sentire la voce del figlio ma rispose “Okay. Ti accompagno”
 
Kurt non rispose. Si trascinò verso la porta d’ingresso, il suo corpo quasi senza vita. Non disse una parola al padre per tutto il viaggio per Columbus. Non accese nemmeno la radio e non si mise nemmeno la cintura. Fissò fuori dal finestrino, e Burt cercò di ignorare i singhiozzi che sentiva.
 
Quasi un ora e trenta minuti dopo - Burt aveva premuto un po’ l’accelleratore per arrivare prima incurante delle restrizioni - arrivano nel parcheggio dell’ospedale. Kurt non perse tempo e scese subito dalla macchina correndo verso la porta, ignorando i tentativi del padre di farlo rallentare.
 
“Non so da che parte andare” Kurt si lamentò, passandosi le mani tra i capelli con un sospiro frustato e guardando i segnali attorno freneticamente “Dove portano le persone dopo un incidente aereo?”
 
“Tranquillo, okay?” Burt fece un passo verso di lui e gli mise una mano sul braccio
 
“Quando lo hanno portato qui?”
 
“Io-io-io non lo so. Ha-hanno detto che l’hanno trovato verso le 11:00 quindi forse ora non è più nel reparto emergenza. Oh, dio papà. E se non è lui? Se abbiamo fatto tutta questa strada ma lui è morto?” Kurt si avvicinò al muro e si inginocchiò.
 
“Kurt non lo puoi sapere, okay?” Burt si abbassò, ignorando le occhiate di tutti i passanti.
 
“Ti ho fatto perdere tempo e consumare benzina, solo perchè ho avuto un irreale speranza che Blaine potesse essere qui”
 
“Hey, non puoi saperlo fino a quando non verifichi. Abbiamo guidato fino a qui e lo farei di nuovo se è quello che vuoi, ma non puoi scappare perchè hai paura di scoprire cosa troverai”
 
Kurt tirò su con il naso e si asciugò le lacrime dagli occhi “Non penso sia lui, papà. Ho questa sensazione dentro di me che mi grida di andare via. Mi sta dicendo di non entrare in quella stanza perchè la delusione sarà molto più dolorosa che rimanere nel dubbio”
 
“Lo pensi sul serio? Credi di riuscire a dormire la notte senza sapere chi c’è in quella stanza?”
 
“E se non è Blaine, papà? Se spetta a qualche altra famiglia essere felice e festeggiare perchè la persona che amano è sopravvissuta e ha il resto della vita davanti mentre io dovrò tornare a casa a piangere la perdita del
mio amore? Come potrò vivere con questo pensiero nella mia testa? Perchè qualcun’altro è sopravvissuto e Blaine è morto?”
 
“Kurt, non puoi trovare una motivazione a quello che è successo. Pensa a tutte le opportunità che ti saresti perso se avessi gettato la spugna dopo la morte di tua madre”
 
“Conosco Blaine solo da sei mesi. Non dovrebbe far così male” Kurt affondò il viso nel petto di Burt, bagnandogli la giacca con le lacrime.
Burt lo sorresse nello stesso modo che aveva fatto 18 anni prima, nello stesso posto, nella stessa situazione. Era furioso ma non sapeva chi incolpare. Doveva guardare suo figlio attraversare lo stesso dolore che aveva vissuto lui anni prima, e osservarlo era forse più difficile che viverlo sulla sua pelle.
 
Dopo cinque minuti di silenzio interrotto solo dai passi delle infermiere, le telefonata e le chiacchiere dei pazienti, Burt parlò di nuovo “Vuoi andare a vedere chi è l’uomo in quella stanza?” si allontanò da Kurt abbastanza per guardarlo negli occhi, cercando di leggere i suoi pensieri.
 
Kurt annuì “Penso che sia giusto farlo”.
 
Burt lo aiutò ad alzarsi, ma non lo lasciò e lo aiutò a raggiungere il banco informazioni. Kurt non parlò: preferì guardare a terra, notando per la prima volta quanto le sue scarpe, solitamente splendenti fossero in realtà sporche.
 
“Mi scusi” Burt richiamò l’attenzione dell’infermiera “Mi può dire dove vengono portare le persone che hanno lasciato il reparto emergenza ma che continuano ad essere incoscienti?”
 
“Terzo piano, ala sinistra” disse velocemente prima di scomparire dietro la porta.
 
Bene, pensò Burt, non ci stata di grande aiuto.
 
Si guardò attorno, cercando l’indicazione per l’ascensore. Lo trovò dopo poco tempo. Kurt continuò a tenere le braccia intrecciate attorno al corpo, ma si rilassò un poco quando Burt lo prese per un gomito guidandolo attraverso il corridoio in direzione dell’ascensore.
 
Salirono - grazie a dio erano soli - e si fermarono al terzo piano, verso l’RTI. Kurt studiò le lettere sulla porta, lasciandosi investire dalla gravità della situazione. Reparti terapia intensiva. Anche se Blaine fosse stato li, probabilmente era incosciente. Avrebbe avuto tubi su tutto il corpo collegati a sacche appese a dei pali. Ci sarebbe stato (si spera) il suono dell’elettrocardiogramma e l’odore acre dell’antisettico in tutta la stanza.
 
Blaine in quel letto non sarebbe stato lo stesso Blaine che conosceva Kurt. Non avrebbe avuto i capelli perfettamente ingellati, il suo sorriso buffo o i suoi occhi brillanti.
No.
Gli occhi di Blaine sarebbero stati chiusi, le sue labbra rigide, i suoi capelli arruffati.
Burt condusse Kurt per il corridoio, controllando tutte le targhette fuori dalle porte. Prese un bel respiro quando arrivò davanti alla stanza 329. Kurt non lo notò. La sua testa era ancora bassa, i suoi occhi piantati nel pavimento.
 
Burt gli strinse il gomito un po’ più forte, così Kurt finalmente alzò gli occhi e Burt notò tutto il dolore nel suo sguardo, le lacrime ai bordi dei suoi occhi che lottavano per uscire e il suo naso arrossato.
 
Burt non si perse nemmeno l’espressione speranzosa che comparve sul volto di Kurt quando finalmente lesse le due parole sulla targhetta bianca fuori dalla stanza 329.
Blaine Anderson.
 
“E’...no” Kurt velocemente si voltò e fisso il muro bianco opposto alla stanza 329. Non riusciva a leggere quelle lettere scritte in pennarello cancellabile fuori dalla porta chiusa. Sentì i polmoni chiedere aria e le ginocchia gli iniziarono a tremare e Kurt aveva paura di cadere a terra. Si avviò verso una sedia di plastica poco distante prima di sedersi e affondare il viso tra le mani e iniziare a piangere.
 
Burt lo raggiunse e si inginocchiò, cercando di togliergli le mani dalla faccia, ma senza riuscirci gli strinse la spalle per confortarlo “Kurt...”
 
“Non può essere lui, papà. Non può essere qui. Dovrebbe essere a Los Angeles. Dovrebbe essere tutto intero, perfetto…non distrutto e ferito”
 
“Kurt, è vivo. Se c’è davvero Blaine in quella stanza, vuol dire che è sopravvissuto all’incidente aereo. Dovresti essere felice. Non vuoi entrare e dare un’occhiata?”
 
“E se non è lui? Se hanno sbagliato?”
 
“Sei spaventato figliolo. Hai paura di quello che sarebbe potuto succedere e ora non vuoi ritornare nella vita di Blaine. Tu-”

No!” gridò Kurt nel bel mezzo del corridoio, canalizzando l’attenzione di una dozzina di infermiere su di se “No. Non devi dire queste cose! Non devi dirmi cosa sto cercando di fare perchè non c’è nulla che potrà mai tenermi fuori dalla vita di Blaine, okay? Non mi importa cosa succederà. Io starò qui con lui”
 
“Allora devi entrare in quella stanza e dimostrarglielo. Non voglio spingerti se hai bisogno di qualche minuto, ma ti conosco Kurt. Hai paura di quello che vedrai”
 
“Scusatemi” un’infermiera alta li raggiunse “Conoscete l’uomo in questa stanza?”
 
Kurt alzò la testa e si sollevò dalla sedia “Sta bene? Cos’è successo? E’ sveglio? Posso vederlo?” le parole di Kurt erano veloci e il suo tono di voce era alto.
 
“Mi spiace. Non posso rilasciare questo tipo di informazioni a nessuno a parte i suoi familiari” abbassò il capo e mise la mani in tasca.
 
“Io...io sono suo padre” disse Burt guardando Kurt e l’infermiera “Blaine Anderson? Occhi color nocciola? Capelli ricci scuri?”
 
L’infermiera non era convinta ma aprì comunque la porta e si fece da parte facendoli entrare. Kurt chiuse gli occhi e Burt lo condusse oltre la porta. Poteva sentire il cuore di Blaine - no, non Blaine, ma dell’uomo nella stanza - battere e il respiro regolare aiutato da quella che immaginò essere una macchina dell’ossigeno. Il letto era abbastanza vicino alla porta e prima che se ne rese conto una gamba andò a sbattere contro questo, spaventandolo e facendogli aprire gli occhi.
 
Quello che aveva immaginato Kurt era vero. L’uomo sul lettino aveva tagli sul viso e sangue coagulato sul sopracciglio. C’erano bruciature sulla sue braccia. Le sue labbra non formavano un sorriso ma erano semi aperte. I suoi capelli erano arruffati e andavano da tutte le parti. Il vestito datogli dall’ospedale era due taglie più grande, una gamba era in un tutore e tre diverse siringhe collegavano il suo braccio a dei tubi - due nel braccio sinistro e una a destra. Kurt osservò il sangue scorrere da uno dei tubi in una piccola sacca verso il
corpo dell’uomo.
 
Prima che riuscì a impedire a se stesso di farlo, si poggiò alla parete e iniziò a piangere.
Non erano lacrime per tutte quelle ferite. Non erano lacrime perchè Blaine era morto. Non era nemmeno lacrime dovute ai ricordi di loro due insieme. No, stava piangendo perchè un paio di occhi color caramello avevano iniziato ad aprirsi e lo stavano guardando.
Gli occhi color caramello di Blaine
.

FREE TALK

Ecco a voi il nuovo capitolo. La situazione è decisamente migliorata, vi ho tenuto con il fiato sospeso per una settimana ma alla fine si è sistemato tutto!
Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e seguono la storia
manca poco alla fine!
A settimana prossima
Ottavia

Pagina FB: Willbeyoungforever

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Capitolo 17
*** Capitolo 15 ***


Link al capitolo originale


Capitolo 15

 

Burt fece un paio di passi indietro per dare a Kurt un po’ di privacy, ma non uscì dalla stanza. Si sedette su una delle scomode sedie in un angolo e prese una rivista che era poggiata sul tavolino di legno - un tavolo che aveva visto tante diverse famiglie stressate.

Alzò lo sguardo un paio di volte per assicurarsi che Kurt stesse bene, ma per la maggior parte del tempo non sentì il bisogno di intervenire. Non voleva intromettersi. Burt era li semplicemente in caso Kurt avesse avuto bisogno di lui.

 

Nè Kurt nè Blaine si mossero per parecchi minuti, come se avessero paura che solo sbattendo gli occhi una dei due sarebbe scomparso. Kurt si poggiò al bordo del letto cercando di ricordarsi di prendere profondi respiri.

 

“Hey” disse finalmente Blaine e Kurt per la prima volta riuscì a sentire quanto fosse debole. La sua voce era roca e impercettibile, ma il sorriso sul suo viso cancellò tutte le paure di Kurt.

 

“Sei sveglio” disse Kurt cercando di trattenersi dal piangere

 

“Mi sono svegliato mentre mi portavano in ospedale. E’ terribile svegliarsi in un posto che non conosci” Blaine rise, cercando di alleggerire la situazione.

 

Kurt spostò il viso da Blaine e iniziò a guardare il suo corpo “Come stai?”

 

“Sul serio? Mi vedi di nuovo dopo due mesi e questo è tutto quello che ti viene in mente? Sono stato meglio, e mi è mancato terribilmente il mio fidanzato”

 

“Lo sai cosa intendo” disse Kurt

 

“Sono vivo” gli fece notare Blaine

 

“Blaine”

 

“Hey no. Non fare così” Blaine stese una mano tremante che Kurt afferrò “Sono vivo. Tutto si sistemerà. Voglio concentrarmi su di noi, mi sei mancato così tanto”

 

“Anche tu”. Blaine iniziò a muoversi nel letto e Kurt si avvicinò per aiutarlo anche se aveva paura che i movimenti avrebbero allungato il periodo di ricovero “Fermo, non agitarti. Dimmi di cos’hai bisogno”

 

“Ho bisogno di te nel mio letto in questo preciso momento”. Kurt lasciò andare le spalle del fidanzato e si rilassò. “Non mi può fare poi così tanto male se mi sposto di un po’ su questo letto”

 

“Ma...non so” Kurt si morse il labbro guardando il posto libero nel letto “Mi lasceranno stare qui? Mio padre ha detto che sei suo figlio”

 

“E cos’ha risposto l’infermiera?”

 

“Nie-niente” Kurt sospirò

 

“Ottimo” Blaine diede un paio di pacche al materasso e allungò la mano per invitare Kurt a fargli compagnia “Se qualcuno ci dirà qualcosa troveremo un modo per sistemare la cosa. Non voglio che ti facciano andare via”

 

“Non voglio andarmene fino a quando non uscirai anche tu da qui” Kurt respirò il profumo di Blaine, ma questa volta sapeva più del tipico odore di ospedale che del suo solito dolce sapere.

 

“Beh, non so per quanto tempo starò qui, ma dovrai tornare a lavoro prima o poi”

 

Kurt scosse la testa “No, non ancora. Penso che dopo quello che è successo mi daranno qualche giorno di riposo” voltò il viso per guardare meglio Blaine “Non sapevo chi fosse l’uomo in questa stanza. Sapevo solo che dovevo scoprirlo. La tv non ha rilasciato i nomi dei sopravvissuti ed ero così spaventato. Avevo così paura che non ci fossi tu in questa stanza”

 

“Ma invece sono qui” Blaine trascinò Kurt più vicino a se

 

“Come hai fatto a salvarti quando nessun altro c’è riuscito?”

 

“Perchè io ho te. Non sto solo parlando della tua esperienza di volo. Non mi ricordo molto di quello che è successo ad essere onesti, ma mi ricordo tutto quello che mi hai sempre detto sulla sicurezza. Penso che tutte le scuse che trovavo per parlarti fingendomi interessato al tuo lavoro si sono rivelate utili. La ragazza seduta vicino a me non poteva avere più di 19 anni, e tutto quello che riuscivo a pensare era il fatto che probabilmente non aveva ancora incontrato il suo Kurt. La persona che la faceva davvero sentire viva per la prima volta. L’uomo o la donna che le avrebbero insegnato ad essere coraggiosa era ancora là fuori da qualche parte. Mi sono assicurato di fare tutto il possibile per aiutarla a prepararsi a quello che stava per succedere. Non so nemmeno come ho fatto a stare calmo abbastanza per pensare a tutto, ma l’ho fatto. L’ultima cosa che mi ricordo di averle detto è di non lasciare la mia mano, e se mi avesse ascoltato, l’avrei portata fuori dall’aereo, viva. Questo era l’importante per me.

Le procedure di emergenza anche se erano importanti non erano il mio primo pensiero. Io stavo pensando a te. Sapevo cosa stava succedendo e dicevo a me stesso che avrei dovuto fare di tutto per sopravvivere perchè volevo tornare da te. Dovevo vederti di nuovo. Dovevo passare tutta la mia vita con te, il nostro per sempre

 

“Il nostro per sempre?” Kurt sorrise e per la prima volta in tutto il giorno non era un sorriso obbligato. Poggiò il capo sulla spalla di Blaine e sentì la testa di Blaine sistemarsi sulla sua

 

“Non vedo l’ora di realizzarlo, lo sai?”

 

“Vuoi ancora sposarmi? Anche dopo aver sperimentato quanto è meravigliosa la vita senza un altro uomo in casa?”

 

“Quella non era una vita degna di essere vissuta. L’unico vantaggio era il bagno pulito e il frigo pieno” scherzò Kurt “Avrei anche risparmiato un po’ di soldi in preservativi, dato che non avrei avuto il mio ragazzo pazzo-per-il-sesso njello stesso letto ogni notte. Sei abbastanza esigente, lo sai?”.

 

Kurt e Blaine si mossero contemporaneamente quando sentirono un colpo di tosse provenire dall’angolo della stanza. Entrambi si erano dimenticati di Burt seduto nella stessa stanza, e basandosi dal rossore sul suo viso, i suoi occhi sbarrati e l’espressione stupita, doveva aver sentito tutto.

 

“Papà! Mi-mi ero dimenticato che fo-fossi qui” Kurt fece per sedersi ma Blaine lo tirò di nuovo a se. “Vuoi salutare Blaine?”

 

“No figliolo. Io vado...” Burt non riusciva a staccare gli occhi dai due ragazzi mentre si alzava in piedi “Vado a prendere qualcosa da bere. Volete qualcosa?”

 

“Sono a posto, ma la ringrazio” disse Blaine gentilmente mentre Kurt si limitava a scuotere la testa.

 

“Non posso credere che mio padre mi abbia appena sentito parlare delle mie abitudini sessuali” Kurt affondò il viso contro Blaine

 

“Penso che lo sapesse già, o no? Hai 27 anni e un bellissimo fidanzato”

 

“Questo non significa che debba sapere tutti i dettagli” mugugnò Kurt

 

“Sono sicuro che farà di tutto per dimenticare quello che hai detto” Blaine baciò la fronte di Kurt e i due rimasero in un pacifico silenzio. Quando Burt tornò in stanza dieci minuti dopo, entrambi erano addormentati uno nelle braccia dell’altro, con dei dolci sorrisi sulle labbra.

 

***

 

“Lo sai che secondo il sondaggio mondiale della Durex fatto nel 2003 sul sesso, la Francia è lo stato con la popolazione più sessualmente attiva?” Kurt si sedette sul bordo del letto di Blaine e continuò a navigare sulla pagina di Eupedia sul suo cellulare.

 

Erano passati un paio di giorni dall’incidente e i dottori avevano identificato la gravità delle ferite di Blaine, che dato il tipo di incidente non erano poi così critiche. Kurt si era rifiutato di lasciare Blaine fino a quando Burt, e Blaine aveva appoggiato questa scelta, non lo aveva obbligato ad andare a casa per lavarsi e riposarsi un poco. Comunque, Kurt era con Blaine ogni minuto possibile e Burt era contento di aiutare come poteva.

 

“Wow. Sono del paese sbagliato. Dovrei trasferirmi a Parigi con il mio fidanzato super sexy”

 

“Non sopravviveresti, tesoro. Stando a questo sito parlano inglese come seconda lingua, ma tu sei troppo buono. Vorresti parlare con tutti, ma non tutti ti capirebbero”

 

“Potrei imparare il francese. Potresti insegnarmelo tu!” il viso di Blaine si illuminò e Kurt non riuscì a reprimere una risatina

 

“Perchè non ci concentriamo prima sul farti guarire totalmente?” l’attenzione di Kurt tornò verso il suo cellulare “La Francia è al quarto posto come vincitore di medaglie olimpiche nella storia. Solo l’America, la Russia e l’Inghilterra ne hanno vinte di più”

 

Le sopracciglia di Blaine si alzarono, dimostrando quanto fosse sorpreso “Lo sai, quando ero piccolo volevo andare alle olimpiadi un giorno. Non ho mai voluto partecipare, ma mi sono sempre immaginato a guardare i ginnasti, i nuotatori, i pattinatori o altri atleti. Non importa: volevo solo essere lì. Crescendo mi sono reso conto che non era una cosa semplice, quindi ho lasciato perdere”

 

“Puoi sempre guardarle comodamente sul tuo divano con il tuo fidanzato” suggerì Kurt

 

“Adoro le olimpiadi”

 

“Spero che quando ci saranno le prossime olimpiadi sarai già diventato mio marito, o almeno promesso sposo”

 

“Vedremo. Prima me lo devi chiedere, e non è detto che io dica sì. Dipende da come ti comporterai da oggi fino a quel giorno”

 

Blaine non notò il sarcasmo di Kurt “Diresti davvero no?”

 

“No, sciocco” Kurt giocherellava con le dita tra i capelli di Blaine “Oh mio dio. Ci sono più di 400 chateaux in Francia. Dobbiamo visitarne qualcuno quando siamo li”

 

“Cha-cosa?”

 

“Chateaux. Castelli, palazzi, posti dove stavano solamente i reali”

 

“Oh, la tua seconda famiglia”

 

“In pratica appartengo a una famiglia reale, Blaine. So più cose sulla storia dei reali inglese che i reali stessi”

 

“Cosa rende una famiglia reale superiore a una famiglia normale?”

 

“Blaine. E’ la famiglia reale. Tutti sanno chi sono il re e la regina d’Inghilterra”

 

“Prossimo fatto” disse Blaine velocemente come se stesse cercando di cambiare argomento, pizzicò Kurt nel fianco e gli sorrise dolcemente.

 

“Oh, questo ti piacerà. Ci sono più di 300 diversi tipi di formaggi in Francia”

 

“Il mio preferito e il gouda”

 

“Perchè conosci solo quello” Kurt scosse la testa per quanto era ridicolo il suo adorabile fidanzato

 

“Ero solo, prima di te Kurt” Blaine si lascio scappare quelle parole “Non avevo nessun che mi facesse compagnia. Avevo questi appuntamenti a tre con il mio divano e la mia tv. Il gelato come dessert e pizza d’asporto come portata principale. Non era un gran che”

 

“Okay, basta notizie sulla Francia per ora, ti stai distraendo”

 

“Sono solo contento che tua sia qui”

 

“Lo sono anche io” Kurt si avvicinò e lo baciò sulle labbra

 

“Uhm...sto interrompendo qualcosa?” Burt entrò con un sacchetto di Burger King e una di gelato di Dairy Queen “Ti ho preso quello che mi avevi chiesto”

 

“Burt, mio eroe!” Blaine tutto entusiasta si allungò per prendere il cibo

 

“Papà, perchè lo incoraggi così?” Kurt osservò Blaine ingoiare il panino al pollo e ingozzarsi di anelli di cipolla “Blaine se mangi quella roba non mi bacerai più per tutto il giorno”

 

Blaine lo guardò combattuto per qualche secondo e poi passò il sacchetto a Burt “Non ho speranze di vittoria. Sa essere davvero ostinato a volte”

 

“Non muori mica se stai un giorno senza baciarmi, lo sai?” Kurt guardò i due uomini con disappunto

 

“Hey, chi ha iniziato il nostro ultimo bacio?” fece notare Blaine. Prese un grande morso del suo panino e Kurt sospirò mentre gli puliva la maionese rimasta sulle labbra.

 

“Comunque, cambiando argomento. Tuo padre lo sa già che sei in ospedale?”

 

“Non ne sono sicuro. Mi sa che pensa ancora che sono a New York a visitare i miei amici”

 

“Hai intenzione di chiamarlo per dirglielo?”

 

Blaine scosse la testa “No, non ancora. Non posso ancora parlargli. Non...non penso che tornerò a lavorare...non per lui per lo meno”

 

Kurt si sedette un po’ più dritto “Cosa intendi? Cos’hai intenzione di fare?”

 

Burt si sedette nel suo solito posto ma la sua attenzione era tutta rivolta a Blaine.

 

Blaine guardò di nuovo Kurt e posò il panino di lato “Ho pensato molto per tutto il tempo in

cui non siamo stati insieme. Amo mia mamma e mio papà, ma sono stanco di vivere la mia vita come vogliono loro. Questo incidente aereo è stato come un risveglio. Non so quanto tempo vivrò o cosa succederà nel mio futuro, ma so solo che voglio viverlo al meglio. E’ troppo tardi per tornare a studiare...”

 

“Non è mai troppo tardi, Blaine”

 

Blaine posò le mani sopra quelle di Kurt e gentilmente le accarezzò con il suo pollice “Sì, lo è. Per me lo è. Non posso insegnare ai bambini delle elementari a leggere o ai ragazzi delle medie i famosi poeti del mondo, ma posso iniziare il mio prescuola privato”

 

“Prescuola?” Kurt pensò a tutte le volte che aveva visto Blaine con dei bimbi. Era bravissimo con Carla e il mondo in cui stringeva Elizabeth fece sciogliere il suo cuore.

 

“Sì. Amo i bambini ed è una cosa che posso fare da solo. Posso guadagnare credibilità e fiducia e magari potrò addirittura aprire una vera scuola un giorno. Potrei assumere qualcuno per i primi tempi per aiutarmi” Blaine notò il sorriso di Kurt e capì di aver detto qualcosa di buono “Quindi, pensi che sia una buona idea?” domandò esitante

 

“Penso che sia una fantastica idea, sarai un’insegnante meraviglioso”

 

“Posso parlarti di un’ altra cosa?”

 

“Puoi parlarmi di tutto” Kurt poggiò la testa sulla spalla di Blaine e intrecciò la braccia con le sue

 

“Penso che dovresti licenziarti. Non ti sto obbligando, voglio solo che tu sia felice Kurt. Voglio che tu abbia tutte le opportunità che ti meriti e magari ora pensi che vada bene così, ma un giorno ti pentirai di aver lasciato la musica. Ti ho sentito cantare e hai un dono, Kurt. Hai una voce unica, ed è così bella

 

“Non posso Blaine” sussurrò Kurt “E’ tardi. La NYADA mi ha rifiutato, e tutte le mie opportunità sono sfumate. Ho 27 anni, non posso tornare a scuola”

 

“Chi ha detto che non puoi? Hai solo 27 anni Kurt, Se ti impegni a fondo riusciresti a laurearti all’età di 31 anni. Avresti ancora un sacco di anni per condividere il tuo dono. Potresti fare le audizioni a Broadway. E’ quello il tuo posto. Lo so io, e nel profondo, la sai bene anche tu”

 

“Noi...nel senso, cosa succederà quando e se ci sposeremo un giorno?”

 

“Non c’è un se riguardo a questo argomento. Noi ci sposeremo a meno che tu cambierai idea”

 

“Mai”

 

“Okay, ottimo. Ora dimmi cosa intendi con cosa succederà se ci sposeremo

 

“Tu vuoi...nel senso...non so bene come dirtelo perchè non so esattamente cosa ne pensi a proposito. Io ho sempre saputo cosa volevo dalla mia vita, ma se tu non vuoi è okay. Lo capisco, ma...”

 

“Kurt?” Blaine domandò “Mi sto perdendo”

 

“Vuo-vuoi eventualmente avere figli?”

 

“Oh” ecco di cosa si trattava.

 

Kurt notò che Blaine rimase in silenzio e subito si pentì si aver parlato di quell’argomento

 

“Scusami. Non avrei dovuto domandartelo. E’ okay, sul serio. Possiamo semplicemente prendere un cane o un pesce o anche una pianta andrebbe bene, i bambini non sono-”

 

“Kurt” Blaine lo baciò velocemente “Pensi sul serio che non voglio avere bambini? Io amo i bambini”

 

“Cosa ne pensi di avere dei figlio con me? E’ una cosa che ti piacerebbe? Vorresti adottare un bimbo con me?”

 

“Non vorrei adottare un bimbo con nessun altro”

 

“Allora non posso lavorare a Broadway”

 

“Perchè no?”

 

“Voglio essere presente per nostro figlio o figlia come mia mamma lo è sempre stata per me. Se lavorassi a Broadway non sarei mai a casa, e non riuscirei nemmeno a vedere te”

 

“Allora cosa ne pensi di un lavoro come quello del tuo insegnante del glee club? Come si chiamava?”

 

“Mr Shue” rispose Kurt

 

“Giusto. Mi hai detto quanto ti ha ispirato, e quanto tenesse a ogni membro del club. Potresti essere questa persona per un altro gruppo di ragazzi, ognuno speciale tanto quanto te”

 

“Vuoi che insegni?” Kurt non aveva mai considerato l’insegnamento come un’opzione prima d’ora, ma più Blaine ne parlava, e più l’idea lo ispirava. Si immaginava maestro di teatro a lavorare nella stessa scuola di Blaine, ritagliarsi un po’ di tempo per mangiare insieme, e andare a casa insieme ogni sera. Si immaginò portare il loro bambino o bambina a scuola e guardarli crescere. Avrebbero entrambi avuto l’estate libera e avrebbero potuto stare insieme come famiglia. Doveva ammetterlo. Fare il maestro era diventata improvvisamente un’ottima idea.

 

“Saresti un maestro eccellente Kurt”

 

“Come te. Potremmo diventare maestri in meno di 4 anni se ci impegniamo”

 

“Questo è quello che avrei voluto fare un tempo, ma ora voglio stare con i miei bambini dall’inizio. Per questo voglio lavorare al progetto della prescuola. Un luogo dove i genitori possano portare in tranquillità i loro bambini. Voglio essere qualcuno di importante per quei bambini che magari non hanno nessuno che bada a loro a casa”

 

“Quindi non abbandoni l’idea di riprendere a studiare perchè pensi  sia troppo tardi?”

 

“No, voglio fare questa cosa. Non sono mai stato più emozionato a proposito del mio lavoro come ora”

 

“Quindi, quando dirai a tuo padre che hai intenzione di licenziarti?”

 

Blaine prese un respiro profondo. Questa non era una delle cose che non vedeva l’ora di fare “Non ne sono sicuro. Penso che potrei chiamarlo tra un paio di giorni per dirgli che sono qui. Non sarà felice che gli ho mentito a proposito dell’Ohio e del fatto che avrei dovuto vedere te e non i miei amici, quindi preferirei essermi rimesso un po’ in forza per riuscire a tenergli testa”

 

“Vorrei che riuscisse a vedere quanto sei felice”

 

“Anche io. Forse quando me ne sarò andato si tranquillizzerà un pochino”

 

“Lo spero” Kurt si avvicinò per baciare Blaine sulla guancia “E’ da un po’ che non ti fai la barba e pizzichi tutto”

 

“Tu non è che sei messo meglio”

 

“Non è vero!” lo rimbeccò “E’ meglio che ti sbrighi a mangiare il gelato prima che si sciolga” disse Kurt indicando il bicchiere di Dairy Queen sul tavolino.

 

“Oh, me n’ero dimenticato!” Blaine lo prese e si ingozzò con una cucchiaiata gigante

 

“Grazie ancora signor Hummel”

 

“Chiamami papà” lo corresse Burt con un ghigno.

 

Blaine guardò prima Burt e poi Kurt, che sorrise e si avvicinò al suo fianco “Devo andare via per un paio di ore. Ho promesso a Rachel che sarei uscito con lei a pranzo, e non posso tirarmi indietro” Kurt scivolò giù dal letto “E’ okay?”

 

“Cosa? Sì, ovviamente! Vai pure con i tuoi amici e divertiti. Io non mi muoverò di qui”

 

“Sei sicuro?”

 

“Sicurissimo piccolo. Starò bene. Ho il mio cibo spazzatura e tuo padre. Non potrei chiedere di meglio”

 

“Mi assicurerò di prendermi cura di lui mentre sei via” lo assicurò Burt. Kurt voltò il viso e vide Burt camminare verso il letto.

 

“Okay, allora ci rivediamo stasera” Kurt si avvicinò per baciare velocemente Blaine “Ti amo. A dopo”

 

“Ti amo anche io. A dopo tesoro”

 

Kurt fece per uscire ma si fermò alla porta. Si voltò lentamente e guardò l’uomo di cui era innamorato. Blaine era uno dei due sopravvissuti. Si mamma, credo ancora nei miracoli.

 

***

 

“Okay, ho trovato una collana che si abbina perfettamente con la mia personalità. E’ un po’ cara ma è ancora nel nostro budget. Ora le faccio una foto così poi puoi dare a Finn una descrizione molto dettagliata la prossima volta che parlerai con lui” Rachel continuò a parlare mentre girava attraverso le vetrine del negozio di gioielli, facendo attenzione con la carrozzina di Elizabeth.

 

Kurt aveva acconsentito ad andare con lei al grande magazzino (l’aveva convinto a pranzare in un ristorante all’interno) così da poter scegliere un possibile regalo di anniversario da parte di Finn. Quando finalmente raggiunse Kurt, divenne silenziosa e seguì il suo sguardo rivolto verso il vetro e quello che c’era al suo interno.

 

“Cosa stai-”

 

“Quello” Kurt mormorò, indicando un gioiello da cui non riusciva a staccare gli occhi

 

“Non sapevo che voi ragazzi voleva-”

 

“Infatti non-”

 

“Stai per chiederglielo?”

 

“Non lo so”

 

“Dovresti parlarne-”

 

“L’abbiamo già fatto”

 

“E tu vuoi?”

 

“Sì” esalò Kurt

 

“Beh, è davvero bello”

 

E’ perfetto” disse Kurt. Continuò a guardare lo scaffale. C’erano diversi gioielli all’interno - collane, braccialetti, orecchini, spille, anelli -  ma uno di questi gli era saltato all’occhio. Era un anello d’argento, sulla superficie in oro era rappresentato il simbolo dell’infinito e le parole “per sempre” erano all’interno. Un piccolo diamante era la centro dell’infinito e rifletteva le luci della vetrina.

 

Prima che potesse pensarci troppo, Kurt chiamò un commesso e chiese di vedere l’anello. Fece scorrere le dita lungo il metallo freddo e lo provò. Sapeva che lui e Blaine avevano più o meno la stessa taglia. Gli entrava con molta facilità e Kurt non potè evitare di sorridere. Riusciva ad immaginarsi la mano di Blaine intrecciata con la sua, ma questa volta Kurt avrebbe sentito l’anello contro la sua mano. Questa sarebbe stata la dimostrazione che Blaine era suo e di nessun altro.

 

Nulla nella sua vita gli era mai sembrato così giusto come stare con Blaine, così fece una cosa che lo terrorizzava ma allo stesso tempo elettrizzava. Prese la carta di credito e pagò l’anello.

 

***

 

“Pensi che sia troppo presto proporsi a qualcuno dopo soli sei mesi?” Blaine mostrò un piccolo anello che teneva tra le dita. Era un anello che aveva comprato a Los Angeles un mese prima e sapeva che era perfetto per Kurt. Se lo portava in tasca da quando l’aveva comprato. Il dottore glielo aveva ridato pochi giorni prima, quando un’infermiera l’aveva trovato nella tasca dei pantaloni che indossava il giorno dell’incidente.

 

Burt poggiò il giornale e avvicinò la sedia (che ormai aveva il suo nome sopra) “Dipende dalla coppia” inclinò la testa di lato e studiò Blaine “Perchè lo chiedi?”

 

“Nessun motivo” Blaine bevve un sorso d’acqua e poi posò il bicchiere affianco a lui. Giocherellerò con la coperta di cotone che gli copriva le gambe ed esitante guardò Burt.

 

“Vuoi sposare mio figlio?” Burt si alzò e si diresse più vicino al letto, nel centro della stanza

 

“Io...io lo amo signore”

 

“Ti ho già detto di chiamarmi papà. Sai bene che ti considero come un figlio”. Quando Blaine non rispose, Burt continuò “Non hai risposto alla mia domanda. Vuoi chiedere a Kurt di sposarlo?”

 

Blaine lo osservò con uno sguardo incredibilmente sincero “Abbiamo parlato di matrimonio e del nostro futuro insieme molte volte. So che può sembrare da pazzi, ma amo Kurt con tutto il mio cuore e so che questa e la cosa giusta da fare, so che lo voglio sposare ed essere suo marito. Voglio passare il resto della mia vita con lui, ma non posso farlo se non so di avere la sua approvazione. Voglio avere il suo permesso prima di chiedere a Kurt di sposarmi”

 

“Non hai bisogno di nessun permesso Blaine. Siete entrambi grandi abbastanza per fare ciò che volete”

 

“Ma io lo voglio comunque” insistette Blaine “Voglio fare tutte le cose per bene questa volta”

 

“Questa volta?” domandò Burt.

 

Blaine spostò lo sguardo, spaventato di poter incasinare le cose con Burt raccontando la verità, ma sapeva che doveva farlo. Prese un respiro profondo e iniziò a parlare “Non so quanto ti ha raccontato Kurt su di me, ma dubito comunque che ti abbia detto che sono già stato sposato in passato” Blaine prese il viso scioccato di Burt come conferma “Non voglio che tu pensi male di me a causa di questa storia. Avevo 18 anni ed ero stupido. Non ero innamorato come pensavo di essere, ed è stato un gesto di ribellione. Me ne pento ogni giorno, soprattutto quando guardo Kurt.

Lui è solo il mio secondo ragazzo, ma per me è tutto ciò che ho sempre desiderato. E’ intelligente, compassionevole, determinato. Ha un modo incredibile di vedere le cose, si preoccupa degli altri. Mi fa ridere e sentire cose che non avrei mai pensato di poter sentire. Kurt è l’uomo che mi ha insegnato cos’è l’amore. Odio il fatto che la prima volta che ho fatto sesso non è stato con lui, ma la prima che ho fatto l’amore sì. Mi spiace se è una cosa strana da sentire ma voglio solo farti sapere che non sono orgoglioso di quello che è successo nel mio passato, ma è una parte che mi ha permesso di diventare ciò che sono oggi. So che se io e kurt ci dovessimo sposare oggi, lo faremmo con le giuste ragioni. Sono stato molto attento negli ultimi nove anni per evitare che qualsiasi persona si avvicinasse a me perchè avevo paura di aprire il mio cuore a qualcuno e rimanere ferito di nuovo.

Non sapevo il vero significato dell’amore, ero spaventato che non mi sarei mai innamorato di qualcuno. Ma poi...poi Kurt è apparso. Non lo stavo cercando, ed ero proprio nel periodo della mia vita in cui stavo per lasciare tutte le speranze. Avevo un lavoro ben pagato e dei cari amici su cui poter contare, non stavo cercando ne un ragazzo ne un uscita casuale. Ma nel momento in cui ho visto Kurt sull’aereo qualcosa dentro di me mi ha detto che dovevo conoscerlo meglio. Così ho fatto tutto il possibile.

Aver cambiato il volo quel giorno è stata la miglior decisione mai presa. Non voglio pensare a cosa sarebbe potuto succedere altrimenti o dove sarei ora se non l’avessi incontrato. Sicuro non sarei qui in ospedale a parlare con un uomo che mi ha trattato da subito meglio del mio stesso padre e non sarei qui a chiedere il permesso di sposare l’uomo più fantastico che abbia mai conosciuto”

Blaine prese un altro respiro profondo “Mi scuso se sto parlando troppo, ma voglio solo che tu sappia come mi sento. Voglio che tu capisca quanto Kurt significhi per me e che farò tutto il possibile per renderlo felice. Lo tratterò come un principe, dandogli tutto quello che si merita se non di più. Lo amo e mi prenderò cura di lui per tutta la mia vita. Quindi per favore, per favore, non pensare che il mio ex matrimonio possa influire su quello che sarà il futuro tra me e Kurt...Amo Kurt più di chiunque altro, e questo sono io che sto chiedendo la sua mano”

 

Blaine non ebbe il tempo di reagire perchè le braccia di Burt erano attorno a lui e i due uomini si stavano abbracciando. Non era strano ma comunque stava scaldando il cuore di Blaine.

 

“Sarei onorato se tu sposassi mio figlio. Hai la mia benedizione” Burt si sedette composto e riprese il giornale “E’ meglio che ti riposi. Qualcosa mi dice che hai qualcosa da fare appena uscirai da qui”

 

Blaine sorrise e mise via l’anello. Si sdraiò e decise di fare un sonnellino in attesa del ritorno di Kurt.

 

***

 

Kurt aprì la scatola dell’anello e lo studiò ancora un po’. Era davvero perfetto per Blaine, ora doveva solo trovare il momento giusto per fare la domanda che avrebbe cambiato le loro vite.

Elizabeth iniziò a lamentarsi, così Kurt la tolse dalla carrozzina e la prese in braccio. La piccola che era attratta dalle cose luccicanti, fece per prendere l’anello dalle mani di Kurt che però lo spostò velocemente “Non penso proprio Lizzie. Questo è per lo zio Blaine”.

 

Rachel arrivò al tavolo con un vassoio pieno di un insalata per le, un panino al pollo per Kurt e un omogeneizzato alla mela e carota per Elizabeth “Non hai ancora messo via quell’anello?” guardò prima Kurt e poi il gioiello “Potrai torturarti sul modo più romantico possibile per dichiararti più tardi. Ora dovremmo avere una giornata di assoluto riposo”

 

“Scusa” chiuse la scatolina e la mise in borsa “Sono solo emozionato, voglio sposarlo Rachel. Lo voglio sul serio”

 

“Bhe è ovvio visto che hai appena comprato un anello di fidanzamento” prese il cibo di Elizabeth e lo sistemò sul tavolino.

 

“Quindi” cominciò Kurt e poggiò il suo panino prendendo un sorso di coca cola “Blaine vuole lasciare il suo lavoro. Non so bene come farà visto che è anche proprietario dell’azienda con suo padre, ma non tornerà più a Los Angeles e non farà più avanti e indietro in aereo”

 

Rachel lo guardò curiosa “Sul serio? E cos’ha intenzione di fare? Sai non penso che tu debba sposare un uomo disoccupato. Blaine è grandioso, sul serio, ma tu hai bisogno di-”

 

“Rachel, ha dei progetti, e anche se non li avesse, lo supporterei comunque. E’ la cosa giusta da fare essere li per lui quando ne ha bisogno”

 

“Devi anche assicurarti che non faccia errori madornali” Rachel iniziò ad imboccare Elizabeth, facendo delle pause per mangiare la sua insalata.

 

“Pensi che lasciare il suo lavoro sia un errore”

 

Rachel scosse le spalle “Non so perchè a Blaine non piace il suo lavoro ma la stabilità economica è essenziale. Se hai un posto fisso e un buon stipendio, non capisco perchè deve licenziarsi”

 

“E se fosse infelice? La sua felicità non è più importante dei soldi?” Kurt non voleva darla vinta a Rachel, soprattutto visto che Blaine era così sicuro della sua decisione.

 

“Ha comunque bisogno di un lavoro decente. Entrambi sappiamo che il tuo stipendio non può mantenere entrambi per molto tempo” Kurt spostò lo sguardo in silenzio. “Che c’è Kurt? Cosa mi stai nascondendo?”

 

“Blaine pensa che pure io dovrei licenziarmi”

 

Cosa?” esclamò Rachel “Kurt, non puoi farlo!”

 

“E perchè no? Sappiamo tutti e due perchè ho scelto questo lavoro. Non è quello che voglio fare. Non lo è mai stato ma ero così infelice e spaventato per ammetterlo. Mi ero convinto di essere felice con la mia vita, ma ora mi rendo conto che non è così. Non voglio volare avanti e indietro da Los Angeles fino a quando diventerò vecchio” Kurt si sedette un po’ più dritto “Rachel, ho cantato per lui. Ho cantato per Blaine più volte. In Ohio il giorno del Ringraziamento ho cantato per la prima volta dopo un sacco di tempo ed è stato incredibile. Mi sono finalmente sentito a casa, li su quel palco...è quello il mio posto e ora lo so. Blaine mi ha aiutato a riscoprirlo”

 

“Quindi vuoi esibirti?”

 

“Non lo so. Questo è quello che mi ha suggerito lui. Mi ha detto che dovrei fare audizioni per avere un ruolo a Broadway, ma non so se posso farlo. Rachel, lui vuole un figlio. Vuole adottare un bambino con me. E’ una cosa che ho sempre pensato di dover fare da solo, ma ora lui è qui con me, e io voglio esserci per il nostro bambino. Voglio crescerlo proprio come tu stai facendo con Elizabeth. Non voglio essere fuori casa tutto il giorno”

 

Rachel si sporse lungo il tavolino e lo prese per mano “Kurt, sai che ti sostengo nonostante tutto, ma forse Blaine ha ragione. Forse ne hai bisogno. La NYADA è solo una scuola. Una scuola che non ti ha accettato. Tu hai un dono e non devi sprecarlo solo perchè vuoi avere una famiglia”

 

“Quindi mi stai dicendo che la mia carriera è più importante della mia futura famiglia?”

 

“No. Quello che sto dicendo è che tu e Blaine avete tutta la vita per l’adozione. Anche se vi sposaste domani, per adottare un bambino ci vuole molto tempo. Hai tutto il tempo di fare quello che vuoi e che ti rende felice. Segui i tuoi sogni prima di farti una famiglia” guardò Elizabeth e gentilmente l’accarezzò sulla guancia “Amo Elizabeth più di ogni altra cosa al mondo, ma l’ho avuta prima che potessi realizzare qualcosa per me stessa. Mi sono sistemata con Finn in Ohio subito dopo il liceo, e non sono mai andata a New York, almeno non per sempre come hai fatto tu. Vai la fuori e realizza quello che non sono riuscita a fare io”

 

“Non hai abbandonato i tuoi sogni Rachel, ti sei solo presa una pausa”

 

“Una pausa nel momento sbagliato. Ho fatto audizioni su audizioni. Mi stavano iniziando ad offrire piccole parti nell’ambiente. Il mio nome stava per essere conosciuto, ma ho lasciato. Non mi pento di quello che ho fatto, ma a volte mi immagino come sarebbe stato se fossi rimasta a New York”

 

“Non so cosa fare” disse Kurt a bassa voce. Si stava torturando le dita e ormai aveva abbandonato il panino al pollo “Voglio sposare Blaine. Questa è l’unica cosa di cui sono sicuro”

 

“Okay, allora sposalo. Sposare Blaine non significa abbandonare i tuoi sogni o lasciare New York, ma significa avere qualcuno al tuo fianco nei momenti difficili e celebrare con lui quando finalmente avrai la parte dei tuoi sogni”

 

“Mi ha suggerito di diventare un insegnante di teatro. Mi è sembrata un ottima idea, ma più ci penso e più mi vengono dubbi. Lui vuole aprire un prescuola. E’ fantastico con i bambini, hai visto come si comporta con Elizabeth, e la figlia dei suoi amici lo adora”

 

“Forse quando Elizabeth avrà l’età per il prescuola, io e Finn saremo già tornati a New York”

 

Kurt rise “Magari. Sono convinto che Blaine la vizierà così tanto che finirà per credere di essere migliore degli altri bambini”

 

“Ma lo sarà perchè ha voi due come zii”

 

“Questo è vero”

 

“Quindi ti senti un po’ meglio?”

 

“Lo spero. Penso che sia la cosa giusta licenziarci?”

 

“Penso che sia rischioso e da pazzi, ma se è quello che vuoi fare, allora fallo”

 

Kurt si alzò e si avvicinò a Rachel abbracciandola “Grazie Rach”

 

“Pronto per andare? Abbiamo ancora un paio di negozi prima di portare Elizabeth a trovare lo zio Blaine. Le manca molto” Rachel le solleticò il pancino e la bimba iniziò a ridere incontrollata

 

“Ottima idea”

 

***

 

Qualche giorno dopo, Blaine affrontò ciò che secondo lui era molto più terrificante dell’incidente aereo - suo padre.

Non è che suo padre fosse una persona orribile, ma non lo capiva. Questo era abbastanza chiaro quando lo aveva spedito in un altro paese solo per aver portato a cena il suo ragazzo a San Valentino.

 

Con Kurt al suo fianco, Blaine chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, prima di stringere la mano di Kurt e dire “Entra”

 

La porta si aprì un poco e per la prima volta Kurt vide l’uomo che aveva cresciuto Blaine. Gli ci volle solo un momento per riconoscere da chi avesse prese il suo ragazzo. I capelli ricci dell’uomo non erano così neri, probabilmente per l’età, ma erano molto simili a quelli di Blaine. Il colore degli occhi dell’uomo era lo stesso del figlio e pure nelle sopracciglia c’era una certa somiglianza. Ogni cosa dell’uomo davanti a lui gli ricordava il fragile e piccolo ragazzo sdraiato al suo fianco sul lettino dell’ospedale.

 

“Blaine” disse l’uomo. Era malapena entrato in stanza, ma Kurt non si era perso il modo in cui evitava il contatto visivo.

 

“Papà” Blaine aprì gli occhi e strinse di nuovo la mano di Kurt, cercando di tranquillizzarsi.

 

“A cosa cazzo stavi pensando?”

 

Okay, dal tono arrabbiato il padre di Blaine non era per niente felice di essere li. Il vigore della sua voce aumentava ad ogni frase. “Teoricamente dovevi andare a New York, ti rendi conto che se avessi fatto quello che mi avevi detto saresti sano e salvo nel tuo appartamento di New York con i tuoi amici invece di trovarti in un letto d’ospedale con un ragazzo qualsiasi?”

 

“Non essere così ottuso. Non stavo andando a New York per vedere i miei amici, ma per vedere Kurt” gridò Blaine e subito si poggiò al fidanzato. Non aveva deciso ne come ne quando avrebbe detto a suo padre il vero motivo del permesso che aveva chiesto, ma sicuramente non se lo immaginava nel bel mezzo di un litigio”

 

“Ti ho mandato via da New York per un motivo Blaine! Ora, non appena uscirai di qui domani tornerai dritto a Los Angelese e recupererai tutto il lavoro perso, intesi?”

Un solo sguardo al sorriso di Kurt bastò a dare a Blaine il coraggio di affrontare l’uomo

 

“No. Non torno a Los Angeles. Rimango qui, e non puoi fare nulla per farmi cambiare idea”

 

“Blaine, hai un lavoro da fare, e lo farai” l’uomo entrò un po’ di più nella stanza ma continuò a mantenere le distanze.

 

“Charles!” Blaine aveva usato il vero nome di suo padre solo un paio di volte, ma ogni volta aveva lo stesso effetto: era sufficiente per permettergli di parlare senza essere interrotto “Mi licenzio. Sono stanco di fare tutto quello che mi dici. Di andare a tutti quegli incontri, fare tutte queste cose che odio, stare lontano dalla persona che amo solo perchè tu non vuoi assumere qualcun’altro. Dovrei essere il tuo socio. Possiedo metà compagnia, ma no starò più seduto tutto il giorno in un ufficio. Non ti permetterò più di trattarmi come una pezza da piedi. Non è così che funziona, sono stufo. Non darà via la mia parte di compagnia, ma non tornerò nemmeno a lavorare per te. Voglio lavorare con te”

 

“Blaine ti stai com-”

 

“Il mio ufficio sarà liberato in un paio di giorni. Puoi trovare qualcun’altro che ricopra la mia posizione. Ci sarò a tutti gli incontri legali, ma niente oltre quelli. Farò finalmente qualcosa che voglio fare, e dovrai resistere senza il tuo assistente personale”

 

“E’ tutta colpa sua, vero?” l’uomo indicò Kurt, con gli occhi pieni di rabbia “Blaine non puoi stare con lui. Lo sai che abbiamo un accordo. Non puoi-”

 

“Dovrei mettere la mia felicità da parte perchè se no i tuoi amici ti parlerebbero dietro scoprendo che tuo figlio è gay? Bhe, la sai una cosa papà? Forse un tempo ero d’accordo con te perchè Eliott mi aveva rovinato così tanto da non voler stare più con nessuno, ma le cose non sono più così. Voglio essere felice e Kurt mi rende felice”

 

“Blaine, ti stai comportando da egoista”

 

“No papà. Sei tu qui l’egoista. I tuoi amici dovranno imparare ad accettare chi sono. Io sono tuo figlio. Anche tu dovresti accettarlo”

 

“Blaine, c’è così tanto a rischio. Non posso affrontare scanda-”

 

La risata di Blaine interruppe il padre e Kurt rimase scioccato dall’improvviso cambio d’atteggiamento di Blaine “Scandalo papà, questo non è uno scandalo” E’ amore, e se non riesci a vederlo, mi dispiace”

 

“O me o lui, Blaine. La tua famiglia o questo ragazzo che conosci appena”

 

“Lui” disse Blaine con confidenza, senza nemmeno sbattere ciglio “Sarà sempre lui”

 

A questo punto, Kurt rise sul serio. La sua risata era piena di gioia, amore e un altro centinaio di emozioni.

 

Per la prima volta da quando il padre di Blaine era entrato in stanza Kurt parlò “Può andare ora. Voglio baciare il mio ragazzo e non vorrei mai obbligarla ad assistere a una così terribile scena”

 

Charles uscì senza aggiungere altro e Kurt si avvicinò per baciare Blaine ancora una volta.

 

***

 

Poco più di una settimana dopo, Blaine venne rilasciato dall’ospedale. Kurt fece di tutto per sistemare la casa prima dell’arrivo di quel giorno, ma non riusciva comunque a rimanere tranquillo.

 

“Hey” Blaine lo prese per un braccio dalla sua sedia a rotelle. Stavano aspettando davanti all’ingresso mentre il dottore borbottava le ultime precauzioni “Hey, hai fatto di tutto qui in ospedale per assicurarti che fosse tutto perfetto, e tornare a casa con te non sarà diverso. Andrà tutto bene, tesoro. Ti amo”

 

“Ti amo anch’io. E so che stai dicendo la verità, ma sono solo spaventato, nel senso se dovesse succedere qualcosa e ci mettiamo troppo tempo per tornare in ospedale?”

 

“Stai dimenticando che ci sono altri ospedali più vicini a Lima non solo questo di Columbus. Non succederà nulla e poi il dottore non mi rilascerebbe se non fosse sicuro al 100%”

 

Kurt prese un respiro profondo e baciò Blaine sulla guancia “Sono contento che torni a casa. Mi è mancato potermi coccolare con te nel letto”

 

“Lo abbiamo fatto anche qui”

 

“Non è la stessa cosa. Lo so che nessuno ha detto nulla, ma siamo pur sempre in Ohio. Mi sembra che ogni volta che ci baciamo o ci prendiamo per mano sono tutti qui a giudicarci. A casa non dovremo preoccuparci di questo”

 

“Bhe” Blaine tirò il collo per raggiungere le labbra di Kurt “Devono solo farsene una ragione, non credi?”

 

Kurt si allontanò dal bacio quando Burt li raggiunse. “Tuo padre ha detto che non vuole essere informato sulla tua situazione Blaine, quindi l’infermiera non lo contatterà per dirgli i tuoi miglioramenti” Burt strinse un poco la spalla di Blaine. Sapeva quanto era stato difficile per Blaine dire a suo padre dei suoi piani per il futuro, e l’unica cosa di cui l’uomo voleva essere sicuro era il fatto che Blaine sapesse che lui invece lo sosteneva “Magari tuo padre si farà comunque vedere in giro”

 

“Si magari” Blaine spostò lo sguardo. Conosceva il padre abbastanza bene per sapere che aveva preso la sua decisione. Non voleva più far parte della vita di Blaine, e il ragazzo avrebbe mentito se avesse detto che non gli importava nemmeno un po’, ma un solo sguardo agli occhi di Kurt e capiva che ne valeva la pena. Poteva non aver più sua madre e suo padre, ma aveva Kurt. E la sua famiglia, e aveva fatto un patto con se stesso di concentrarsi solo sul futuro.

 

Alla fine ora che suo padre era fuori dalla sua vita si sentiva libero di recuperare il suo rapporto con Cooper “Alla fine sono ancora il co-proprietario della compagnia ma solo perchè non può portamela via legalmente”

 

“Andiamo a casa” Kurt lo interruppe “Non devi preoccuparti di tuo padre. Ho sentito che Carole ha Fatto tutti i tuoi piatti preferiti”

 

Blaine annuì in silenzio e permise a Kurt di portarlo fuori. I suoi pensieri erano comunque altrove fino a quando Kurt non si sedette al suo fianco. A quel punto tutta la sua attenzione era rivolta verso l’uomo che gli aveva rubato il cuore.

 

***

 

“Blaine fermati. Sto cercando di preparare la cena” Kurt strategicamente si allontanò dal viso di Blaine mentre continuava a tagliare la cipolla.

 

“Lo sai che mangio tutto. Non c’è bisogno che cucini piatti complicati per me”

 

“Non sto facendo niente di complicato, ma tu devi mangiare qualcosa di diverso dal cibo d’ospedale. In più sono in debito con Carole per tutto quello che ha fatto per rendere la casa a prova di Blaine”

 

“Mi fai sembrare un bambino” disse Blaine mettendo il muso

 

“Oh piccolo, a volte sembri un bimbo” Kurt lanciò un gridolino e saltò sul posto quando sentì le braccia di Blaine intrufolarsi sotto la sua maglietta “Blaine, vai a sederti a tavola. Ora”

 

“E se non volessi?”

 

“Il pavimento è fatto di lava. In questo momento stai bruciando e tra poco morirai” rispose Kurt ironico.

 

La bocca di Blaine si aprì, totalmente sconvolto “Kurt, ho 27 anni, non 3, non sono così ingenuo”

 

Kurt poggiò il coltello e iniziò a mettere le cipolle nella teglia “Ti prego fai come ti ho detto. Non voglio che ti stanchi troppo. Sei uscito dall'ospedale solo quattro ore fa. Ora se ascolti la mia teoria della lava e fai come ti ho detto, ti assicuro che dopo ci divertiremo”

 

“Quanto ci divertiremo?” Blaine alzò un sopracciglio e Kurt finalmente si abbandonò tra le braccia del fidanzato.

 

“Ti amo, lo sai?”

 

Blaine scosse le spalle “Forse me l'hai detto una o due volte”

 

Kurt lo baciò velocemente “Vai a sederti”

 

Passarono solo pochi minuti prima che Blaine combinasse qualche altro disastro. Kurt stava per finire di tagliare le ultime verdure e marinare il pollo, ma il dessert che aveva in mente lo stava preoccupando così non si accorse del rumore delle sedie di legno sul pavimento, almeno fino a quando non intravide Blaine in piedi su una di queste.

 

“Blaine!” disse sconvolto “Cosa stai facendo?”

 

“Hai detto che il pavimento è fatto di lava. Io ho trovato una soluzione” Blaine spostò la sedia che aveva alle spalle davanti a se e ci saltò sopra, avvicinandosi così ancora di più a Kurt.

 

“Ti farai male! Non ti ricordi che hai una gamba fasciata?”

 

“Non sento niente” ridacchiò Blaine

 

“Ovviamente in questo momento non senti niente. Ma le medicine non ti aiuteranno se non stai tranquillo. Scendi”

 

“Ma la lava...” Blaine guardò preoccupato il pavimento

 

“Blaine Anderson ascoltami” Kurt lo raggiunse e lo aiutò a scendere dalla sedia

 

“Volevo solo un bacio” borbottò Blaine mentre tornava verso il salotto. Kurt non si perse il sorrisetto sulle sue labbra. Forse qualche bacio prima di cena non sarebbe stato una pessima idea. Con questo pensiero, mise il pollo nel forno e seguì il suo fidanzato in salotto.

 

***

 

Nonostante Blaine si stesse rinforzando e tornando in salute, la sua resistenza non era ancora tornata al 100%. Per questo motivo Kurt e Blaine si ritrovarono sotto le coperte abbracciati poche ore dopo cena. Kurt aveva l'ipod tra le mani mentre Blaine faceva scorrere le canzoni creando una playlist che si riferisse alla loro vita.

 

“Oh questa è bella!” Blaine gli fece vedere il cellulare mentre Kurt roteava gli occhi e affondando il volto nel suo collo

 

“Sono tutte canzoni d'amore Blaine”

 

“Dato che noi ci amiamo sono perfette. Almeno non sto scegliendo nessuna canzone di Adele. Non prevedo una rottura nel nostro futuro”

 

“Ho sempre creduto che tutti potessero scrivere una canzone d'amore decente. L'amore è un'emozione forte. Ha il potere di controllare tutti i nostri pensieri. Estrarre questo sentimento e metterlo in musica, scrivere parola su questo argomento, è una cosa semplice se sei innamorato. L'amore è come una malattia terminale. Una volta che diventa parte della tua vita e impossibile sbarazzarsene, continua a crescere, crescere, crescere fino a quando non ti possiede”

 

“Hai appena paragonato l'amore a una malattia terminale? E' così terribile?”

 

“Forse non è proprio una bella similitudine, ma funziona. Il punto è che è semplice scrivere una canzone d'amore sfruttando il sentimento dell'amore, almeno secondo me è così. Sai cosa mi piacerebbe? Che qualcuno scrivesse una canzone sulla struttura di un albero”

 

C'era una volta un albero, un bell'albero, un bellissimo albero, il più bello del mondo

 

“Piantala” Kurt tirò una pacca scherzosa a Blaine

 

L'albero è nel prato, e il prato ha tutta l'erbetta verde, l'erbetta verde, e l'erbetta cresce tutta intorno all'albero

 

“Blaine! Hai capito cosa intendo. Oltre alle canzoni dei bambini sugli alberi o sugli orsi che catturano le stelle, quante volte hai sentito una canzone su qualcosa che non fosse amore? Che tipo di emozioni sono richieste per scrivere una canzone sul lavaggio della macchina?”

 

“Ti riferisci a Rose Royce o Christina Aguilera?” domandò Blaine

 

“Rose Royce ovviamente”

 

“Ecco, infatti” borbottò Blaine come se quella fosse la risposta che si aspettava di sentire

 

“Pensi che questa conversazione sia senza senso vero?”

 

“Ovviamente no. Forse è un po' sciocca la motivazione che c'è alle spalle di questo discorso dato che è partito tutto dalla mia scelta di una canzone d'amore che descrivesse la nostra vita come coppia. Nel senso, e correggimi se sbaglio, io ti amo e tu ami me”

 

“Non c'è bisogno di fare nessuna correzione”

 

“Ottimo” Blaine inclinò la testa e si avvicinò per baciare Kurt facendo scorrere le braccia attorno alla sua vita

 

“Le canzoni d'amore non sono sempre così brutte” decise Kurt

 

“No?” Blaine cercò di alzarsi, ma immediatamente cadde sul letto “Cazzo”

 

Kurt si allontanò esaminando l'espressione sul viso di Blaine “C'è qualcosa che non va? Cos'è successo?”

 

“Niente. Il mio fianco fa un po' male. Ma è okay, devo solo ricordarmi di non voltarmi velocemente”

 

“Sei sicuro di stare bene?” Kurt gentilmente poggiò la mano sulla vita del fidanzato evitando con cura il livido viola che vedeva sulla sua pelle

 

“Sto bene. Sono solo frustrato” Blaine si voltò iniziando a fissare il soffitto “Perchè ho voluto venire di sorpresa in Ohio? Se avessi seguito i piani in questo momento saremmo insieme a New York. Non avresti dovuto stare in ospedale con me per una settimana. Non avresti dovuto prenderti cura di un moribondo e io sarei in grado di baciarti come si deve”

 

“Hey” Kurt poggiò una mano sotto il mento di Blaine e gli fece voltare il viso “Non dire così. Non c'è nessun altro posto al mondo dove vorrei essere”

 

“Ero terrorizzato Kurt” una lacrima scivolò lunga la guancia di Blaine e Kurt la sentì sulla spalla “So di essermi comportato come se non fosse successo nulla, ma è stato spaventoso. Tutto quello che riuscivo a pensare eri solo tu. Non appena ho realizzato cosa stava succedendo, ho temuto di non vederti mai più. Non voglio perderti Kurt. Mai”

 

“Non succederà, piccolo” Kurt gli asciugò le lacrime, prima di pulirsi i suoi occhi “Non andrò da nessuna parte e lo stesso vale per te”. I due intrecciarono le dita e le tennero tra i loro petti, vicino ai loro cuori “E' per sempre”

 

Blaine annuì e un piccolo sorriso gli comparve sulle labbra “Per sempre”

 

“Ci vorrà un po' di tempo per riprendersi da questo incidente, ma si sistemerà tutto. Non importa quanto tempo ci impiegherai a riprenderti, io starò sempre al tuo fianco. Lo supereremo insieme. L'unica cosa importante è che sei vivo e tra le mie braccia”.

 

Questa volta fu Blaine a poggiare il capo contro il petto di Kurt. Canticchiò un paio di strofe della canzone che stava passando nell'ipod di Kurt prima di addormentarsi.


Free Talk

Allora ragazzi, questo è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo, quindi settimana prossima questa traduzione giunge al termine!
Inizio già a ringraziare tutte le fantastiche persone che hanno letto e recensito questa storia, anche se non è mia sono contenta che vi sia piaciuta e soprattutto sono felice di essere riuscita a mantenere gli aggiornamenti settimanali!
Ci sentiamo settimana prossima 
Buona lettura
baci
Ottavia

Pagina FB: Willbeyoungforever

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


Link al capitolo originale


Epilogo
 
Giugno (due mesi dopo)
 
Dopo che Blaine venne rilasciato dall'ospedale, tra la gioia che si respirava in Ohio e il desiderio di non lasciare la famiglia di Kurt, riuscì a convincere Kurt – Burt e Carole ne erano più che felici – a passare l'estate a Lima.
No, Lima non era New York. Non potevano passeggiare per Central Park o andare a prendere il loro frozen yogurt, ma era il luogo dove c'era la loro famiglia.
 
Non ci volle molto per convincere Kurt comunque, bastò fargli presente che così facendo avrebbe potuto trascorrere più tempo con la sua nipotina. L'unica cosa che risentì di questa scelta era la loro ormai inesistente vita sessuale.
 
Nessuno dei due aveva più obblighi – Kurt aveva ufficialmente appeso l'uniforme al chiodo poco dopo che lui e Blaine erano ritornati dall'ospedale e Blaine, come promesso, aveva ripulito totalmente il suo ufficio – e questo dava loro tutta l'estate libera.
 
Blaine aveva abbastanza soldi da parte e non aveva bisogno di trovare un lavoro estivo. Era in grado di mantenere anche Kurt. Se fosse stato per lui, Kurt avrebbe potuto rimanere a casa tutti i giorni di tutto l'anno e non tornare proprio a lavorare, ma sapeva che il fidanzato non avrebbe accettato. Kurt meritava di stare a Broadway, e Broadway era il posto dove avrebbe dovuto stare.
 
Il fatto che Blaine fosse ancora co-proprietario della compagnia assicurativa gli garantiva comunque sostanziali entrate nel suo conto corrente.
 
Lui e Kurt avevano appena incominciato a pianificare il loro viaggio in Francia, quello che avevano programmato mesi prima.
 
“Forse dovremmo aspettare ad andarci quando saremo in viaggio di nozze. Forse sarebbe meglio viaggiare per tutta l'America mangiando solo frozen yogurt, iniziando così a cancellarle dalla nostra lista: mangiare – cose – che – sicuramente – ci – faranno – ingrassare – ma – è – okay - perchè – ci – amiamo – così - come – siamo” suggerì Kurt un giorno, mentre seduti sul letto e stavano sfogliando varie guide turistiche come France Graham Watson's Tour De France Travel Guide o In Love In France: A Traveler's Guide To The Most Romantic Destinations In The Land Of Amour.
 
“No” Blaine scosse il capo e abbassò il libro che aveva in mano
 
“Perchè no?”
 
“Perchè” mentre sceglieva un altro libro Blaine si sdraiò sul letto addosso a Kurt spingendolo contro i cuscini “Nella nostra luna di miele saremo troppo impegnati a fare sesso per goderci la città” Blaine si mosse per mordere il collo di Kurt mentre si spostava sopra di lui
 
“Blaine non possiamo fare niente qui”
 
“Penso di doverti contraddire. I tuoi genitori sono a cena con Finn e Rachel. Non saranno a casa per almeno altre due ore” Blaine spostò i libri dal letto senza badare a dove andassero a finire e poi si avvicinò per un altro bacio.
 

***

 
 
Luglio
 
“Sei sicuro di avere tutto?” Kurt controllò dentro la piccola borsa nera che Blaine stava portando e mentalmente eliminò le cose dalla sua lista “Li hai i soldi?”
 
“Kurt” Burt si avvicinò “Non ha bisogno dei soldi, oggi penso a tutto io”
 
“Sì, è una figata che vieni anche tu con noi. E' come se fosse una giornata tra ragazzi al campo” Finn si infilò un po' di patatine in bocca e Blaine ridacchiò. Non era sicuro di aver mai visto Finn per più di 30 minuti senza mangiare.
 
“Oh” Kurt si voltò su se stesso tornando a guardare Blaine “La crema solare? L'hai bisogno. Vado al piano di sopra e -”
 
“Amore, tranquillo” Blaine portò la mano sul gomito di Kurt “Non mi scotterò. Smettila di preoccuparti così per me. Ti assicuro che ho tutto”
 
“Okay, allora divertiti. Ci vediamo stasera” Kurt diede a Blaine un bacino di addio prima di guardarlo uscire da casa “Ti amo” gli disse.
 
“Ti amo anch'io” dissero i tre uomini all'unisono, e Kurt scoppiò a ridere. Si sentiva fortunato ad avere tre uomini su cui poter contare nella sua vita.
 
“Questi posti sono incredibili” disse Finn emozionato
 
“Sì, riesco a vedere le lentiggini dei giocatori, in più il n°47 ha anche un bel culo” Blaine sorrise e si infilò un nachos in bocca. Burt lo guardò male mentre Finn arrossiva “Io...uh, si...mi passeresti da bere?”
 
Blaine decise di non imbarazzare ulteriormente Finn e fece quello che gli aveva chiesto.
 
“Quindi hai già deciso quando chiederglielo?” domandò Burt.
 
Non ci volle molto a Blaine per capire a cosa si stesse riferendo mentre Finn naturalmente domandò “Chiedere cosa? A chi?”
 
“Voglio che il momento sia perfetto. Ho l'anello in tasca da quando il dottore me l'ha ridato in ospedale, ma il momento non mi sembra ancora giusto”
 
“Tu, non hai ehm cambiato idea giusto?” Burt domandò a metà tra l'incuriosito e il preoccupato
 
“Cosa? No assolutamente. Voglio sposarlo più di ogni altra cosa al mondo. Voglio solo che tutto sia speciale. Fare qualcosa che si ricorderà e vorrà raccontarlo ai nostri figli un giorno”
 
“Aspetta. Anche tu vuoi chiedere a Kurt di sposarlo?” domandò Finn ancora fuori dal discorso
 
“Aspetta, anche?” disse Burt voltandosi verso suo figlio
 
“Oh, um...niente. Non ascoltatemi” Finn si voltò e tornò a concentrarsi sui giocatori che si stavano scaldando.
 
“Finn” lo chiamò Burt severo
 
“Rachel mi caccerà di casa senza cibo o una cosa del genere se parlo, e Kurt probabilmente mi spellerà vivo”
 
“E' qualcosa di così brutto che il tuo stesso fratello ti ucciderà?” domandò Blaine ridendo
 
“Stai uscendo con lui. Dovresti sapere come va fuori di testa se qualcosa non va come pianificato”. Blaine mosse il capo in senso affermativo.
 
“Finn, diccelo e basta. Blaine vuole fare la proposta di matrimonio a Kurt, quindi se c’è qualcosa che non va, penso che si meriti di saperlo.”
 
“Quindi vuoi chiederglielo?” Finn cercò di cambiare argomento ma ancora una volta fallì.
 
“Finn, ti prego dimmi cosa sta succedendo” Blaine iniziò a pregarlo, e il ragazzo capì finalmente la descrizione di Kurt di occhi da cucciolo.“Non voglio rovinare tutto!”.
 
Il ragazzo guardò ancora una volta l’espressione di Burt e si convinse a parlare “Okay.
Kurt oggi non è andato a fare shopping con la mamma e Rachel. Loro tre stanno organizzando una bella cena per Blaine. La mamma ha detto che avrebbe portato Burt in quel ristorante, quello dove Blaine vi aveva offerto la cena come regalo di Natale, perché Kurt voleva la casa libera” Finn si voltò verso Blaine “Lui….lui sta pensando di chiederti di sposarlo stasera.”
 
Gli occhi di Blaine si spalancarono e la sua bocca diventò immediatamente secca. Kurt non aveva mai parlato di volersi proporre. Nonostante Blaine avesse pensato a un milione di modi banali, sciocchi ma comunque romantici per chiedere a Kurt la mano, improvvisamente si sentì incredibilmente curioso di scoprire cosa stesse escogitando Kurt. L’anello che si stava portando in giro da settimane non sembrava più così importante. Ricevere una proposta di matrimonio era qualcosa che Blaine improvvisamente desiderava più di qualsiasi altra al mondo.
 
“Tutto okay?” domandò Finn un po’ preoccupato.
 
Blaine si alzò  velocemente dal suo posto “Devo andare. Devo vedere Kurt”
 
Burt lo bloccò per un braccio e lo obbligò a sedersi “Hey tranquillo figliolo. La partita non è nemmeno incominciata. Aspetta fino alla fine e poi torneremo a casa da lui. Okay?”
 
Blaine annuì esitante “Come facevi a non saperlo? Kurt ti dice tutto”
 
“Avevano paura che se lo sarebbe fatto scappare di fronte a te. Kurt sa quanto vi siete avvicinati nell’ultimo periodo” spiegò Finn.
 
“Immagino che però non ha pensato a tenere all’oscuro pure te…” disse Blaine.
 
Il ragazzo tornò a prestare attenzione alla partita che era appena cominciata, ma non c’era niente da fare, non riusciva a concentrarsi sul gioco perché il suo unico pensiero era Kurt.
 

***

 
Blaine era ansioso di tornare a casa e non appena terminata la partita diede a malapena a Finn e Burt il tempo di vedere il punteggio finale perché li trascinò subito in macchina.
Voleva essere uno dei primi a lasciare lo stadio perché altrimenti il traffico dei tifosi l’avrebbe solo rallentato. Burt doveva ammettere che adorava l’entusiasmo di Blaine. Era una delle ragioni che gli facevano credere che lui e suo figlio sarebbero rimasti insieme per sempre.
 
Blaine non riuscì a stare tranquillo per tutto il viaggio di ritorno. Le sue gambe continuavano a muoversi su e giù - almeno fino a quando Burt non gli posò una mano sul ginocchio per calmarlo - le dita continuavano a tamburellare sul finestrino, e i suoi occhi guizzavano in ogni direzione.
 
Dopo quelle che sembrarono ore per Blaine – in realtà solo 35 minuti di viaggio - Burt finalmente entrò nel garage. Blaine non diede nemmeno il tempo a Burt o Finn di dire nulla che aveva già aperto la portiera e precipitandosi in casa (ormai da un paio di settimane aveva superato anche la convenzione di bussare).
 
“Kurt?” chiamò guardando in ogni stanza e in ogni angolo “Kurt? Sei qui?”
 
“Hey! Hey! Sono qui.” Kurt sbucò dalla cucina asciugandosi le mani con una salvietta e posizionandosi davanti a Blaine. Gli diede un bacio veloce prima di dire “Siete tornati a casa presto. Com’era la partita?”
 
“Ciao” Blaine catturò di nuovo le labbra di Kurt “Ti amo” un altro bacio “mi sei mancato”
 
Kurt ridacchiò “E’ successo qualcosa alla partita? Non sarai mica finito nella Kiss Cam* con Finn?”
 
“Ahaha molto divertente. E’ solo che mi piace baciarti”
 
“Bhe nessuno ti impedirà di farlo” Kurt ghignò  mentre permetteva a Blaine di tirarlo a se e baciarlo di nuovo.
 
“Sento un buon profumo” mugugnò Blaine.
 
“E’ la cena. Spero che non ti sia ingozzato di cibo spazzatura” Kurt si voltò ricominciando ad andare verso la cucina con Blaine che lo seguiva.
 
“In realtà non ho mangiato quasi niente. Ero in ansia”
 
Kurt alzò un sopraccicglio “In ansia per cosa?”
 
“Solo…la partità” mentì Blaine
 
“Che cosa sciocca. Sapevi benissimo che avrebbero vinto.”
 
 
“Lo so ma non per questo la cosa era meno stressante”
 
Kurt si avvicinò al fidanzato con un cucchiaio pieno di qualcosa che Blaine non riuscì a riconoscere “Apri”
 
Blaine aprì la bocca e assaggiò il cibo sciogliendosi appena ingoiò “Oh mio dio, Kurt. E’ delizioso”
 
“Si?” Kurt sorrise, felice di aver ricevuto l’approvazione di Blaine “E’ una ricetta che avevo intenzione di provare da un bel po’, e ho deciso che stasera poteva essere il giorno giusto.
 
Volevo che tutto fosse già pronto per il tuo ritorno, ma Rachel è dovuta andare via perché
Elizabeth ha iniziato a fare i capricci, e Carole è andata con lei per prepararsi per stasera”
 
“Gioia non preoccuparti. Sarò felice di aiutarti. Cosa posso fare?”
 
“Puoi tirar fuori i piatti e le posate così poi li sistemiamo sul tavolo in giardino”
 
Blaine guardò per qualche minuto Kurt destreggiarsi in cucina prima di riuscire a prendere i piatti dalla credenza. Poco dopo Kurt lo raggiunse con la pasta e due bicchieri di vino
 
“Okay, ora siamo pronti”
 
Blaine si avvicinò per baciargli la guancia, prima di andare sul retro della casa dove Kurt aveva deciso di mangiare.
 
Una volta oltrepassata la porta quasi fece cadere il bicchiere a terra. Sapeva che Carole aveva rinnovato il retro della casa, ma non l’aveva mai visto illuminato in quel modo.
 
C’erano candele ovunque, un sentiero di ghiaia che conduceva a un piccolo patio e una musica leggera di sottofondo. Il grande tavolo era stato rimosso dal centro del patio e sostituito con un tavolino e due sole sedie, perfette per una cenetta romantica. Tutto attorno era bellissimo: le piante appena tagliate, il prato verde brillante e l’ambientazione romantica – Blaine si sentiva incredibilmente nervoso per quello che sapeva sarebbe successo.
 
Il moro non si rese conto di essersi incantato fino a quando il fidanzato non lo toccò su un lato “Ti piace?”
 
“Kurt, questo…questo è troppo”
 
“Dai sbrigati. Andiamo a sederci prima che il cibo si raffreddi.”
I due si avvicinarono al tavolo dove una bottiglia di vino era sistemata in un contenitore pieno di ghiaccio e Kurt accese la candela che c’era come centrotavola. Blaine non riuscì nemmeno a prendere in mano la sedia per spostarla, che Kurt lo stava già facendo al posto suo.
 
“Wow, grazie mille Signore” disse Blaine scherzoso
 
“E’ un piacere”. Kurt distribuì la pasta sui piatti e riempì i due bicchieri di vino prima di sedersi al suo posto. “Quindi” disse avvicinandosi al fidanzato “ho una notizia importante da darti”
 
“Sul serio?” Blaine era interessato” Vai, parla”
 
“Bhè, ti ricordi che ho mandato una video-audizione per il nuovo musical che inizierà quest’inverno?”
 
“Quella che ti ho aiutato a registrare il mese scorso?”
 
“Si, proprio quella. Bhè avevo abbandonato le speranze perchè non avevo più saputo nulla, ma mi hanno richiamato oggi” Kurt si morse il labbro cercando di contenere un sorriso gigante mentre Blaine si avvicinava ancora di più “Hanno detto che hanno amato la particolarità della mia voce e se ho la possibilità di andare a fare un’audizione direttamente a teatro, allora la parte sarà mia!”
 
“Kurt ma è favoloso! Lo sapevo che ce l’avresti fatta!” Blaine si alzò dalla sua sedia per dare a Kurt un abbraccio fortissimo prima di tornare a concentrarsi sulla cena.
 
“E’ solo una particina, ma è un inizio! Ho un assolo, e potrò finalmente fare quello che avrei dovuto fare anni fa”
 
“Sono incredibilmente orgoglioso di te. Spero che tu te ne renda conto” Blaine si allungò per prendere la mano di Kurt. Era un po’ difficile mangiare la pasta in quel modo ma nessuno dei due aveva intenzione di lasciar andare la presa.
 
“Non ce l’avrei mai fatta senza di te. Non hai mai smesso di credere nelle mie capacità”
 
“ E non smetterò mai”
 
I due finirono la loro cena e passarono al dessert che aveva fatto Kurt (cheescake al lampone e limone).
 
Una volta finito Kurt si alzò e spinse indietro la sedia prima di stendere la mano verso Blaine “Posso avere questo ballo?”
 
“Ne sarei onorato” Blaine si alzò e avvolse le mani attorno alla vita di Kurt, affondando il viso sulla sua spalla.
 
“Ti spiace se divento un po’ smielato?”
 
“Non fa mai male”
 
“Voglio solo ringraziarti per tutto quello che mi hai dato, tutto quello che hai fatto per me in questi mesi”
 
Blaine si spostò giusto per guardare meglio Kurt “Cosa intendi?”
 
“Sei entrato nella mia vita quando meno me l’aspettavo, non stavo cercando un fidanzato o qualcuno di cui innamorarmi, qualcuno con cui fare lo scemo, qualcuno che mi facesse sentire di nuovo un adolescente. Mi ero convinto di essere felice. Avevo un buon lavoro e una famiglia alle spalle. Ero a New York, il luogo che avevo sognato per anni. Ma poi sei arrivato tu, e tutto è cambiato. Ti sei scontrato con me quel giorno e da quel momento niente è più stato lo stesso. Sei diventato tutto il mio mondo, e anche se può far paura come cosa, ti amo. Mi fai sentire speciale e desiderato. Sei stato tu ad insegnarmi ad amare e ho iniziato a vedere un futuro che prevedesse qualcun altro oltre a me. Sei tutto quello che non avevo mai pensato di volere. Sei intelligente, sveglio e romantico…”
 
“Penso che qui sei tu quello romantico” lo interruppe Blaine  guardandosi attorno nel giardino
 
“Guarda tutto quello che hai fatto. Non potrei mai competere con tutto questo”
 
La musica stava ancora suonando di sottofondo: era una nuova canzone, Blaine non riusciva a riconoscerla ma era incredibilmente romantica.
 
“Ma l’hai fatto anche tu Blaine! Pensa al nostro San Valentino. Mi hai dimostrato quanto mi ami, quanto tieni a me, hai fatto tutto il possibile per assicurarti che tutto fosse perfetto, quando in realtà mi sarebbe andato bene anche coccolarmi con te sul divano mentre guardavamo qualche programma in tv e mangiavamo cibo da asporto. Lo sai che ho ancora ho ancora le farfalle nello stomaco tutte le volte che ti vedo? Sento ancorai brividi lungo la colonna vertebrale quando mi baci e non riesco a smettere di sorridere quando il tuo nome compare sul mio telefono. Mi sento un adolescente malato d’amore, ma non mi interessa. Forse è per questo che so che è giusto. Sei tutto per me. Sei le fragole del mio cioccolato” Blaine scoppiò a ridere interrompendo Kurt e i due ragazzi si presero qualche momento per osservarsi.
 
“Ora ridi, ma aspetta e vedrai. Ho intenzione di diventare ancora più sdolcinato” Kurt avvolse le braccia strette attorno a Blaine “Per me sei come le strisce di una zebra, la luce della mia vita, le stelle nella notte o il latte con i biscotti. Sei l’armonia della mia melodia. Sei il mio principe azzurro. Blaine, sei ogni battito del mio cuore.” Kurt si lasciò sfuggire un respiro agitato mentre si inginocchiava di fronte a Blaine “Sei l’amore della mia vita. Il mio miglior amico, il mio amante, la mia anima gemella. Senza di te non posso vivere. Voglio svegliarmi ogni giorno affianco a te per tutto il resto della mia vita. Voglio vivere per sempre felice e contento al tuo fianco e so che questo è possibile. Voglio il nostro per sempre, quindi Blaine, vuoi rendermi l’uomo più felice di questa terra accettando di diventare mio marito? Mi vuoi sposare?”
 
Blaine mosse il capo e a malapena riuscì a dire “Si” prima che le lacrime iniziarono a sgorgargli dagli occhi, annebbiandogli la vista.
 
Blaine aiutò Kurt ad alzarsi e lo baciò mentre sentiva il fidanzato  che gli infilava un anello sul dito. Si era immaginato un sacco di modi in cui poter fare questa proposta. Aveva pensato a ristoranti romantici o a nascondere l’anello da qualche parte, a gesti grandiosi o a luoghi esotici.  Ma quello che aveva organizzato Kurt era più che perfetto. Non era importante il fatto che fossero a casa, che non avessero un cuoco famoso a preparargli il pranzo o che l’anello non fosse stato nascosto in un bicchiere di champagne o tra un bouquet di rose. Quello che importava era il sentimento che li legava in quel momento.
Blaine non poteva chiedere di più.
 
Il ragazzo si allontanò un poco dicendo“Ho una domanda per te”
 
“Dimmi” Kurt accarezzò le guance di Blaine asciugandogli alcune lacrime.
 
Blaine mise la mano in tasca e estrasse l’anello che si stava portando dietro da giorni, mostrandolo a Kurt. “Ho trovato una gioielleria a L.A. e ho pensato che questo fosse perfetto per noi. Me lo sto portando in tasca da mesi aspettando il momento giusto per farti la proposta, ma mi sa che mi hai battuto sul tempo”
 
Solo allora i suoi occhi si mossero verso la sua mano sinistra. Non aveva ancora avuto la possibilità di notare il piccolo infinito sull’anello “E’ il nostro per sempre?”
 
Kurt annuì. “Si, ho pensato subito che fosse perfetto”
 
“E lo è” Blaine allungò l’anello che aveva scelto nella mano di Kurt e il ragazzo rimase sbalordito quando notò che anche sul gioiello scelto da Blaine era intagliato il simbolo dell’infinito. Era leggermente diverso dal suo, ma era comunque una cosa scioccante.
 
“Mi sa che abbiamo avuto un’idea simile”
 
“Mi sa anche a me”
 
Kurt poggiò la fronte contro quella di Blaine, i due erano talmente vicini da poter quasi sentire i rispettivi cuori battere attraverso i loro petti.
 
“Kurt, accetteresti il mio anello, così da poter vivere il nostro per sempre?”
 
“Mi piacerebbe tanto” Blaine infilò l’anello  sul dito di Kurt e sorrise guardando quanto gli stesse bene. I due continuarono a ballare sulla musica lenta, scambiandosi qualche bacio ma soprattutto godendosi il calore del loro corpo. Riuscivano a sentire i loro battiti in qualche modo sincronizzati mentre questo nuovo capitolo della loro vita stava per cominciare, facendoli diventare una sola identità.
 
“Di la verità, lo sapevi…” Kurt ruppe il silenzio con un sorriso.
 
“Finn se l’è lasciato sfuggire, ma anche se non l’avesse detto, l’avrei comunque sospettato. Nel profondo è quello che ho sempre desiderato”
 
“Grazie per avermi sbattuto quella porta addosso e avermi versato il caffè sulla divisa”
 
“Grazie per aver accettato di uscire con me anche dopo che ti ho sbattuto la porta addosso e ti ho versato il caffè sulla divisa”
 
“Non penso che il mio cuore mi avrebbe lasciato fare altrimenti”
 
“Stasera è stato tutto perfetto. Grazie per aver organizzato una cosa del genere”
 
“E non è ancora finito. Abbiamo la casa solo per noi, e c’è una sorpresa al piano di sopra” Kurt lo prese per mano e lentamente lo condusse in casa.
 

***

 
Agosto
 
La settimana successiva al loro fidanzamento passò velocissima e prima che se ne accorgessero, Kurt e Blaine si ritrovarono a New York. Avevano deciso di comune accordo di lasciare l’appartamento di Kurt – era troppo piccolo per contenere sia tutti vestiti di Kurt che quelli di Blaine - e di trasferirsi da Blaine dove riuscivano a stare comodamente in due.
 
“Blaine, sarai fantastico. I bambini già ti adorano.” Kurt sistemò il papillon del suo fidanzato e lo spinse verso la porta principale.
 
“E se no fossi bravo abbastanza? E se facessi schifo come insegnante? E se non fossi in grado di prendermi cura dei bambini? Se a uno di loro uscisse il sangue dal naso o si tagliasse con la carta o gli venisse una crisi di qualche tipo? E se-”
 
Kurt mise un dito contro le labbra di Blaine, obbligandolo a stare in silenzio “prima di tutto non hanno 14 anni, ma ne hanno 4. La più grande crisi che possono avere potrà riguardare solo i giocattoli o le merendine…”
 
“Ommioddio! Ho dimenticato totalmente le merendine!” disse Blaine in panico.
 
“No, le hai prese. Abbiamo messo degli snack e il succo di frutta nell’armadietto l’altro giorno, ti ricordi?” Kurt aveva aiutato Blaine la settimana precedente a organizzare il luogo che il fidanzato aveva affittato per il suo prescuola. I poster dei cartoni animati erano appesi sul muro, tavoli e sedie erano di plastica, c’erano cuscini lungo la parete e la stanza era piena di oggetti per disegnare e colorare.
 
Kurt aveva pensato che preparare tutto con largo anticipo avrebbe aiutato Blaine a rimanere tranquillo, ma chiaramente si era sbagliato.
 
“Senza contare che ti ho visto con Carla. Non devi preoccuparti. Sono solo i tuoi nervi che stanno parlando. Quindi” Kurt si avvicinò a sufficienza per baciare le labbra di Blaine “non permettere a queste stupide paure di non farti godere il tuo primo giorno come nuovo e migliore insegnante di New York, Okay?”
 
“Ho solo 8 bambini, e Carla è una tra questi.”
 
“Non stai facendo questa cosa per i soldi, ma perché è quello che ti piace e che vuoi fare nella tua vita.”
 
“Verresti con me?”
 
“Tesoro, mi piacerebbe tanto, ma devo essere a teatro tra 30 minuti.”
 
“Giusto. Sei una superstar di Broadway ora.”
 
“Non direi. Lo spettacolo debutterà tra un mese. Sarò a casa per cena, quindi pensa a cosa ti piacerebbe mangiare per cena” Kurt iniziò a uscire di casa “Ti amo, e rilassati perché sarai fantastico. Okay?”
 
“Ti amo anche io.” Blaine gli diede un ultimo bacio prima di scendere le scale del loro appartamento.
 

***

 
Settembre
 
Nel momento in cui Kurt si esibì per la sua prima serata a Broadway, Blaine era diventato un insegnante adorato dai suoi bambini (ora erano 12).
 
I genitori lo stavano raccomandando ad altre famiglie. I suoi 8 bambini con cui aveva cominciato adoravano il signor Blaine così tanto che parlavano di lui tutto il giorno a casa.
 
Quindi quando altri 4 bimbi domandarono di iscriversi alla sua classe Blaine sapeva che era meglio tardi che mai.
 
Avere 12 studenti, 12 piccole vite da curare e accudire dalle 8:00 alle 12:00 di ogni giorno della settimana, all'inizio aveva terrorizzato Blaine. Ma il ragazzo adorava il suo lavoro e non riusciva ad immaginare un modo migliore per passare le sue mattine. Adorava ognuno dei suoi bambini e la loro gioia era contagiosa. Amava il desiderio di imparare e vedeva in loro un pochino di se stesso.
 
Ma ora non era il momento di pensare alla lezione per i suoi bambini per il giorno successivo perchè era finalmente la sera in cui il suo fidanzato si sarebbe esibito per la prima volta a Broadway.
 
“Mi scusi, ho bisogno di vedere il suo pass per farla entrare nel backstage” un bodyguard si parò difronte a Blaine che stava cercando di entrare oltre la doppia porta per entrare nei camerini.
 
“Il mio fidanzato è nello spettacolo. Voglio solo augurargli buona fortuna prima dell'inizio dello spettacolo”
 
“Senza pass non si entra” disse di nuovo l'uomo con più decisione
 
“Robert, è con me” Kurt uscì dal retro e trascinò Blaine in un camerino
 
“Ricordami di farmi dare un pass prima che me ne vado stasera” Blaine chiuse la porta alle sue spalle e prese un piccolo bouquet di margherite per Kurt “Questi sono per te”
 
Kurt sorrise verso i fiori bianchi e li prese dalle mani di Blaine “Ti sei ricordato quali sono i miei fiori preferiti”
 
“E' il minimo”
 
“Grazie. Sono bellissimi e staranno benissimo nel mio camerino” Kurt si posizionò di fronte allo specchio e si voltò verso Blaine “Posso tenerli qui e bagnarli fino a quando non mi cacceranno dallo spettacolo”
 
“Oppure posso portarti ogni sera un mazzo nuovo”
 
Kurt avvolse le braccia attorno al collo di Blaine “Non potrai farlo senza il pass per il backstage”
 
“E' una cosa che puoi sistemare”
 
Kurt si mosse verso un armadietto cercando il pass “Eccolo!” lo passò a Blaine “La prossima volta che Robert o chiunque altro ti farà storie, mostra questo. Volevo dartelo l'altra sera, ma poi mi sono diementicato”
 
“Okay è molto utile” Blaine lo infilò al collo “Grazie”
 
“Mi piacerebbe trattenerti qui, ma amore sei una distrazione. Ti dispiacerebbe andare a sederti in prima fila mentre mi finisco di preparare?”
 
“Solo se prima posso darti un bacio di buona fortuna”
 
“E' il minimo” Kurt catturò le labbra di Blaine e i due si scambiarono un bacio appassionato, un po' troppo corto per i loro standard, ma Blaine doveva uscire da quel camerino.
 
“In bocca al lupo. Sarai perfetto stasera” Blaine iniziò a camminare per il corridoio
 
“Ti amo!” gli gridò Kurt
 
“Ti amo anche io!” Blaine scomparve dietro l'angolo, lasciando a Kurt il tempo per preparasi per l'evento che avrebbe cambiato la sua vita.

 
***

 
L'estate successiva (Giugno)
 
“Sento un odorino buonissimo” Blaine vagò in cucina cercando con gli occhi la macchina del caffè
 
“Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere avere la colazione prima di partire” Kurt passò un pezzo di bacon a Blaine che aprì la bocca per farsi imboccare
 
“Sei sicuro che il tuo vero obbiettivo non fosse quello di eccitarmi cucinandomi la colazione mentre indossi solo le mutande?” Blaine si sedette osservando Kurt che finiva di preparare da mangiare
 
“Stai dicendo che non sei eccitato nemmeno un pochino?”
 
“La contrario, in realtà” Kurt si avvicinò con in mano un piatto e lo mise difronte a Blaine
 
“Toast alla francese. Appropriato per l'occasione”
 
“Andare a Parigi per la nostra luna di miele è un clichè incredibile” disse Kurt mentre si sedeva affianco a Blaine e i due iniziarono a dividersi il toast
 
“Abbiamo già superato un sacco di clichè, quindi perchè non aggiungerne altri alla lista? In più quanti altri turisti potranno vantare un marito che parla correttamente francese?”
 
“Aimes-tu quand je parle français?”
 
“Oui?” rispose Blaine esitante
 
Kurt rise e prese il piatto vuoto “Sei pronto per andare signor Anderson-Hummel?” stese la mano verso Blaine e i due portarono i loro bagagli fuori casa.
 
Raggiunsero l'aeroporto in poco tempo. Kurt saltò giù e prese la valigia mentre Blaine pagava il tassista. Entrarono in quel luogo così familiare, ma Kurt si immobilizzò.
 
“Sei sicuro di stare bene? Non siamo obbligati” Blaine domandò preoccupato. Poi aggiunse per sdrammatizzare “Non è troppo tardi per andare in crociera”
 
Kurt rise ma annuì e diede a Blaine un cenno rassicurante. Nessuno di loro due aveva prese un aereo dal giorno dell'incidente; avevano sempre viaggiato in macchina per andare in Ohio perchè era meno rischioso, tuttavia non potevano guidare fino in Francia.
 
“Io dico sul serio Kurt. Non dobbiamo andare per forza se non ti senti pronto”
 
“Dovrei essere io a chiederti se sei pronto. Sei tu quello che quasi...” Kurt non riuscì a dire quella parola.
 
Blaine alzò il mento di Kurt per poterlo guardare negli occhi “Le probabilità che succeda di nuovo sono pochissime. Io sono pronto per questo, ma non voglio spingerti a fare qualcosa che non ti senti. So che quello che è successo ha influito su di te tanto quanto su di me. Non ci sono regole che stabiliscono che bisogna andare in luna di miele il giorno dopo il matrimonio. Cercheremo una crociera per la Francia se questo ti fa sentire più tranquillo”
 
Kurt prese un profondo respiro e strinse la mano di Blaine “Andiamo”
 
“Sicuro?”
 
“Sicuro” Kurt riprese la valigia
 
“Okay”
 
Kurt e Blaine imbarcarono i bagagli, passarono la sicurezza e fecero tutte le altre formalità necessarie per partire. Un paio di ore dopo si ritrovarono sopra l'Oceano Atlantico diretti verso la città più romantica del mondo.
 
Le braccia di Blaine erano avvolte attorno a Kurt che aveva la testa poggiata sulla sua spalla. Stavano guardando fuori l'oceano e la terra che si stavano lasciando alle spalle.
 
“Stai bene?” domandò Blaine nervoso. Si sorprese quando vide il sorriso di Kurt
 
“Più che bene. Stavo solo pensando”
 
“A cosa?”
 
Kurt si accoccolò ancora più vicino a Blaine. Erano così vicini che Blaine sentiva il respiro caldo del fidanzato contro il suo collo. “Qui è dove è cominciato tutto. Quasi due anni fa ci siamo scontrati su un aereo e penso che quello sia stato il momento in cui la mia vita è davvero iniziata. Prima di incontrarti ero solo un corpo che affrontava la vita di tutti i giorni. Sembra che tutti i pezzi del puzzle si stiano risistemando, e questo volo è l'ultimo pezzo.
Le nostre vite come due persone separate si sono concluse  e ora possiamo iniziare la nostra nuova vita insieme”
 
“Ti amo così tanto Kurt Anderson-Hummel”
 
“Ti amo anche io Blaine Anderson-Hummel”
 
Si scambiarono un breve ma intenso bacio prima di ritornare a osservare l'oceano. Non c'era molto da vedere ma quella distesa immensa di acqua era comunque qualcosa di stupendo agli occhi di Kurt. Forse era dovuto anche al fotto che suo marito era al suo fianco.
 
Blaine non sarebbe mai riuscito a capire come facesse Kurt a trovare la bellezza in tutte quelle cose così banali. Forse era una delle cose che lui e sua mamma condividevano.
 
Qualcosa che avrebbe trasmesso ai suoi figli. Ma Blaine riusciva a capire solo quanto bello fosse Kurt. Ci erano voluto 26 anni a trovarsi e errori passato per permettergli di capire cosa fosse il vero amore, ma quello che avevano non poteva competere con nessuna favola romantica.
 
Blaine strinse Kurt ancora più vicino, chiudendo gli occhi mentre incominciavano la loro vita insieme, come una cosa sola.
 

-Fine-

 
 

*Kiss Cam: In America durante gli intervalli delle partite sullo schermo viene inquadrato qualcuno del pubblico chiedendogli di fare qualcosa (ballare-bere-baciarsi…) In particolare la Kiss Cam è quando devi baciare il tuo vicino di posto


Free Talk

E con grandissima gioia posso dichiarare finita la mia prima traduzione! Sono davvero soddisfatta di essere riuscita a pubblicare gli aggiornamenti con regolarità, e sono ancora più contenta che la storia vi sia piaciuta!
Ringrazio tutte le persone che hanno letto questa storia, in particolare quelle che hanno recensito facendomi sapere la loro opinione! E poi ringrazio Claudia che ha battuto al pc tutti i capitoli. Senza di lei non sareste mai riuscite a leggere questa ff!

Vi lascio come al solito la mia pagina fb Willbeyoungforever e se vi va anche il mio account dove posto le mie ff (che trovate qui)

MA MICA PENSERETE DI ESSERVI LIBERATE DI ME?! CERTO CHE NO! Settimana prossima (tra mercoledì e giovedì) posterò il primo capitolo della mia prossima traduzione dal titolo...

...rullo di tamburi...


LONG OVERDUE di ZAVOCADO!

Se non conoscete l'autore, correte subito a rimediare, se invece sapete di chi sto parlando...mi aspetto di leggere un vostro sclero settimana prossima.

Pace & Amore & Klaine per tutti 
E Buon Glee Day 
Otty

 

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