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Autore: MediumDripKlaine    23/11/2012    6 recensioni
Kurt ha sempre creduto di essere felice con la sua vita e la direzione che questa aveva preso.
Fino a quando non ha incontrato Blaine, un carinissimo uomo d’affari che ha preso casualmente il suo stesso volo e ha iniziato a mettere in dubbio tutte le sue convinzioni.
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(Traduzione - Steward!Kurt BusinessMan!Blaine)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! A parlare non è MediumDripKlaine bensì Ottavia e Rose (rispettivamente Willbeyoungforever e Merilwen). Questa è la nostra prima traduzione, una Klaine fluffosissima con una giusta dose di Angst...speriamo che appreziate il nostro lavoro!



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al capitolo originale



Capitolo 1
 
Il venticinquenne Kurt Hummel in una fredda mattina di ottobre entrò nella famigliare cabina dell’aereo, pronto per iniziare la solita noiosa routine che era costretto ad affrontare ogni giorno. Si aggiustò il suo cappello e velocemente attraversò il corridoio della prima classe dell’aereo per assicurarsi che tutti i vassoi fossero al loro posto e non ci fosse nessuna cartaccia rimasta dal volo precedente. Controllò l’orologio prima di lasciarsi scappare uno sbadiglio. 6.45 del mattino. Il suo primo volo del giorno era alle 7.35, questo voleva dire che aveva ancora un po’ di tempo per sedersi prima che i passeggeri iniziassero ad imbarcarsi. Ingoiò il suo caffè quasi freddo prima di gettare il bicchiere nell’immondizia e iniziare ad aiutare ad imbarcare le ultime valigie sull’aereo.
Essere lo steward della prima classe aveva i suoi alti e bassi. Sicuramente la cabina era più spaziosa, il cibo migliore, i posti più comodi, tutti i comfort erano a portata di mano, ma la maggior parte dei passeggeri erano uomini e donne d’affari convinti di essere migliori di tutti gli altri perchè avevano uno stipendio alto e ricoprivano una posizione importante in una grande azienda.
Anche molte donne d’alta classe, la maggior parte mogli di questi uomini d’affari, volavano in prima classe. Non c’era nulla che Kurt disprezzasse di più di una donna altezzosa che si lamentava perchè il suo posto era troppo piccolo, il suo caffè troppo caldo o perchè la lattuga nella sua insalata non era abbastanza croccante.
Nonostante tutto quello che era costretto a subire ogni giorno, Kurt riusciva a stamparsi un sorriso sulla faccia e affrontare le richieste di tutti i passeggeri.
Comunque non tutti i passeggeri erano scontrosi e antipatici.
Occasionalmente riusciva a trovare qualcuno che faceva lo sforzo di scambiare qualche parola o che sorrideva ed evitava di lamentarsi per qualsiasi cosa.
Questi erano i passeggeri preferiti di Kurt. Questi erano i passeggeri che sperava di incontrare più spesso.
 
Kurt finì con le valigie e tornò nella cabina sostando vicino alla porta d’ingresso e aspettando l’arrivo dei passeggeri.
Nell’esatto momento in cui il primo passeggero mise piede sull’aereo, Kurt capì che quella giornata sarebbe stata molto dura.
Un uomo, molto probabilmente sulla quarantina, dopo essersi seduto iniziò subito a lamentarsi della temperatura troppo fredda a bordo e di una corrente d’aria.
Kurt roteò gli occhi e prese un respiro profondo prima di avvicinarsi all’uomo.
“Mi scusi sono Kurt Hummel lo steward di questo volo. Posso aiutarla in qualche modo?”
L’uomo squadrò Kurt dall’alto in basso con disprezzo prima di dire “Sento una corrente d’aria sul collo. Sarebbe il caso che facesse qualcosa”.
Kurt quasi inciampò nella grande valigia dell’uomo mentre cercava di farsi più vicino. Trattenendo gli insulti, sollevò la valigia sopra la sua testa sistemandola nell’apposito scomparto, prima di rivolgersi nuovamente all’uomo “Posso chiudere la ventola se desidera” propose
“Beh, in questo modo non ci sarebbe più lo spiffero, non le pare? Questo è quello che voglio, quindi chiuda
quella maledetta ventola”.
Kurt era abituato agli uomini sgarbati come questo che si trovava di fronte. Era il lato peggiore del suo lavoro, ma quest’uomo in particolare stava mettendo a rischio la sua calma. Dopo essersi stampato sul viso un sorriso fintissimo, si sporse sopra di lui e chiuse il bocchettone.
“Fatto. Questo dovrebbe sistemare il problema della corrente d’aria e della temperatura troppo fredda. Posso fare altro per lei?” chiese in modo esageratamente gentile.
L’uomo prima di rispondere si passò una mano tra i capelli grigi “Si, gradirei un caffè e portami anche dello zucchero e un cucchiaino”.
Kurt notò i modi bruschi dell’uomo, ma si allontanò ignorandoli.
Tornò dopo 5 minuti con una tazza di caffè in mano che posò sopra il tavolino davanti all’uomo.
“Era ora” bofonchiò quello prendendo il cucchiaino e lo zucchero dalla mani di Kurt iniziando ad aprire la bustina “Per ora è tutto. Puoi andare”.
Kurt fece come richiesto tornando nel retro della cabina dove sarebbe rimasto fino a quando qualcun altro non avesse avuto bisogno d’aiuto.
 
Dopo aver notato che erano quasi le 7.30, prese il microfono e iniziò a ripetere il suo discorso nell’interfono:
“Buongiorno signori e signore, potrei avere la vostra attenzione? Il mio nome è Kurt Hummel e sarò il vostro assistente di volo questa mattina. Benvenuti a bordo del volo 740 American Airlains diretto da New York a Los Angeles, California senza scali. Vi pregherei di prestare attenzione allo schermo davanti a voi per la dimostrazione delle norme di sicurezza. I depliant illustrativi sono situati nelle tasche di fronte a voi.”
Kurt schiacciò il tasto play e attese un paio di minuti mentre i passeggeri fingevano di prestare attenzione al filmato.
Finito il video il ragazzo prese ancora il microfono in mano e continuò a parlare “Vi prego di assicurarvi che la vostra cintura di sicurezza sia allacciata. Per allacciarla inserite la parte libera dentro la fibbia di metallo e tirate per assicurandola così intorno alla vita. Sarò da voi a momenti per aiutare chi dovesse avere problemi.
Controllate anche che tutti i vostri oggetti personali siano negli scompartimenti sopra di voi o sotto il sedile di fronte a voi”.
Kurt fece una pausa per assicurarsi che nei corridoi non ci fossero bagagli prima di continuare
“Vi invito ad osservare dove sono localizzate le quattro uscite di emergenza su questo aereo. Una si trova in cima all’aereo, dove vi siete imbarcati, una sul retro e una su ogni ala. Ogni uscita è equipaggiata con uno scivolo di sicurezza che potrà essere usato in caso di atterraggio di emergenza. Vi prego di individuare l’uscita di emergenza più vicina a voi che potrebbe anche essere dietro di voi. In caso di problemi di visibilità, delle insegne luminose sul pavimento vi condurranno all’uscita più vicina. Vi ricordo che le uscite sono
contrassegnate da luci rosse”.
Kurt prese un respiro profondo prima di attraversare nuovamente il corridoio per controllare che tutti avessero le cinture allacciate e avessero localizzato la loro uscita di emergenza.
A quel punto tornò ancora al suo posto in fondo all’aereo per finire il suo discorso “In caso di una perdita di pressione dovete utilizzare le maschere gialle per l’ossigeno che sono localizzate nello scompartimento sopra la vostra testa. Per usarle, mettete la maschera davanti al vostro viso e assicurate l’elastico dietro la testa in moda che vi copra bocca
e naso. Respirate normalmente e assicuratevi di aver indossato correttamente la vostra maschera prima di aiutare gli altri.
In caso di atterraggio in acqua i giubbotti di sicurezza sono localizzati sotto ai vostri sedili.
Per indossarli fateli passare dalla testa e chiudeteli da entrambi i lati, per gonfiarli tirate la maniglia rossa o gonfiateli a fiato attraverso il tubicino rosso. Ricordate: mai infilare il giubbotto quando siete ancora sull’aereo.
Una luce di salvataggio si illuminerà appena entrerete in acqua.
Assicuratevi di aver letto attentamente il volantino per la sicurezza.
Mentre verrò a fare gli ultimi controlli per i corridoi, assicuratevi che la vostra cintura sia allacciata correttamente, il vostro sedile non sia reclinato, il tavolino sia alzato e il vostro bagaglio a mano sia nell’apposito posto. Vi ringrazio per la vostra attenzione e vi auguro un piacevole viaggio a bordo dell’American Airlains”.
Kurt sbucò da dietro la tenda per fare gli ultimi controlli prima di dare l’ok al pilota.
Erano pronti per partire.
 
Il ragazzo tornò a sedersi nella sua postazione sul retro, allacciandosi la cintura.
Non importava quante volte avesse volato in vita sua, non c’era nulla che Kurt amasse di più della sensazione di vuoto che si prova alla partenza. Il veloce cambiamento di velocità gli agitava lo stomaco in modo positivo e nel momento in cui le ruote dell’aereo si staccavano da terra, si sentiva una persona diversa. Si sentiva più potente quando era in volo. Lasciava tutti i suoi problemi a terra e l’unica cosa di cui doveva preoccuparsi erano i problemi dei passeggeri.
 
Raggiunta la giusta altezza schiacciò il tasto per spegnere la luce che indicava l’obbligo di tenere le cinture allacciate, slacciò la sua e si alzò.
Si diresse verso la cima dell’aereo per assicurarsi che tutti i passeggeri fossero a posto.
Non ci mise molto e controvoglia domandò anche a quell’uomo scortese, con cui aveva parlato in precedenza, se avesse bisogno di qualcosa. L’uomo rispose con un veloce e scontroso “No”. Kurt andò oltre e mentre stava passando davanti alla piccola porta del bagno, questa si aprì con forza sbattendogli addosso e spingendolo contro la parete.
Si guardò intorno notando che un ragazzo più o meno della sua età si stava avvicinando
“Oh mio dio! Mi spiace così tanto” disse quello. Kurt sentì la mano del ragazzo afferrarlo per l’avambraccio aiutandolo a recuperare l’equilibrio “Sta bene?” Kurt fece un cenno con la testa prima di guardarlo negli occhi. Immediatamente rimase incantato dal dolce color caramello delle sue iridi, e il modo in cui le luci dell’aereo si riflettevano nei suoi occhi, facendoli brillare.
Ci mise qualche secondo per rendersi conto che lo stava fissando. A quel punto Kurt spostò lo sguardo velocemente “Si” rispose, abbassando gli occhi.
Dopo poco tempo Kurt alzò ancora lo sguardo notando che il ragazzo si stava sistemando i capelli pieni di gel. Dopo averli sistemati allungò la mano e Kurt l’afferrò un po’ titubante.
“Sono Blaine Anderson” disse sorridendo.
Blaine, Kurt ripetè nella sua testa.
Blaine era il nome del ragazzo che era di fronte a lui.
Blaine, il ragazzo con i capelli perfettamente acconciati e uno sguardo da far perdere la testa.
“Kurt Hummel” rispose agitando la mano e soffermandosi un po’ troppo a lungo prima di lasciare la presa.
Lo steward giocherellò nervoso con il bordo della sua uniforme mordendosi il labbro, mentre cercava di evitare di fissare gli occhi di Blaine.
“E’ una cosa strana? Mi spiace. Non avrei dovuto farlo” Blaine rise nervoso.
“Cosa è strano?” chiese Kurt confuso.
“Il fatto che mi sono presentato. Non so come funzionano queste cose, di solito rimango seduto al mio posto
per tutto il volo ignorando gli assistenti di volo...” Blaine spostò il viso prima che Kurt potesse guardarlo bene ma lo steward potè giurare di averlo visto arrossire.
“Oh, umm no...è carino da parte tua. E’ qualcosa di diverso dalle domande scortesi che sono solito ricevere”. Blaine guardò di nuovo Kurt e potè constatare che stava veramente arrossendo.
“Voli spesso?” chiese.
“Si. Passo da lunedì a venerdì a New York e sabato e domenica a Los Angeles”.
“Non penso di averti mai visto prima. Mi ricorderei di te. Tendo a ricordare i rari passeggeri che non cercano di sputarmi in faccia” Kurt smise subito di parlare, pentendosi per aver detto troppo e cercò di recuperare un
tono professionale. Tuttavia ogni volta che Blaine apriva la bocca, rendeva il tutto più difficile.
“Di solito volo di notte ma se l’assistente di volo del venerdì mattina sei sempre tu, dovrei iniziare a cambiare i miei orari”.
 
Kurt dimenticò momentaneamente come fare a respirare.
Blaine ci stava provando?
Era uno di quei passeggeri che flirtavano con lui?
Kurt si sentì accaldato e prima che potesse accorgersi stava arrossendo di fronte a Blaine.
Cercò di rimanere il più professionale possibile, ma non potè evitare le parole che gli uscirono di bocca poco dopo “Dovresti farlo. E solo per informazione, sono anche lo steward del volo di ritorno delle 12.00 da New
York la domenica”. Kurt fece l’occhiolino e subito maledì Blaine per avere il potere di fargli dimenticare il suo lavoro.
“Sarà la prima cosa che farò una volta atterrato” Blaine sorrise e Kurt si innamorò immediatamente di quel caldo sorriso; il ragazzo non ci mise molto a notare le fossette che apparvero sulle sue guance nel momento in cui i suoi occhi si assottigliarono.
Poteva decisamente abituarsi nel vedere un volto conosciuto ogni settimana, ancora di più se fosse stato il volto dell’affascinante Blaine Anderson.
“Scusa ancora per averti tirato la porta addosso. Starò più attento la prossima volta” disse ridendo e Kurt non potè evitare di sorridere con lui. “Ti lascio tornare al tuo lavoro. Ci vediamo domenica, Kurt”. Blaine posò la sua mano sul braccio di Kurt ancora una volta e gli fece l’occhiolino prima di voltarsi per tornare al suo posto.
Grande pensò Kurt. Ora come posso pretendere di rimanere concentrato?
Si nascose dietro la tenda per permettere al suo viso di tornare del suo colore normale.
 
Ma quello che successe per tutto il resto del viaggio non riuscì a distrarlo dal pensare a quell’affascinante uomo che era Blaine Anderson.

 
***
 
Quella sera Kurt rimase a letto senza riuscire a smettere di pensare al ragazzo che aveva incontrato in aereo.
C’era qualcosa in Blaine che aveva attirato la sua attenzione più di qualsiasi altro uomo che avesse mai incontrato.
Kurt aveva avuto qualche storia dopo il liceo, ma niente di serio. Ogni volta che iniziava a sentirsi particolarmente solo, andava in qualche bar gay e sceglieva un nuovo ragazzo. Uscivano per uno o due appuntamenti fino a quando Kurt non era soddisfatto, e allora smetteva di rispondere alle telefonate di questo.
Non aveva paura di impegnarsi, ma di rimanere ferito. Aveva paura che quel ragazzo un giorno si sarebbe svegliato rendendosi conto che Kurt non era ciò che voleva.
Kurt era solo un’assistente di volo, qualcuno che non ha gli stessi obbiettivi o le tipiche ambizioni di un classico ragazzo gay. Amava la moda ma non voleva diventare un designer. Non era estremamente espansivo in pubblico e tendeva a mostrare le sue emozioni solo nelle mura del suo appartamento.
Il suo piccolo monolocale rifletteva la sua vita sentimentale, una piccola cucina, un salottino e la camera da letto (dove aveva appena sostituito il suo letto da una piazza a una piazza ammezza).
Non c’era spazio per un’ altra persona, a malapena ci stava Kurt stesso.
Non era mai uscito con un uomo con l’intenzione di instaurare una relazione seria. Non aveva mai presentato uno di questo ragazzi alla sua famiglia e raramente ai suoi amici. Non si aspettava di avere quella stessa persona nella sua vita due settimane dopo, men che meno 6-7 mesi dopo. Kurt era felice della sua vita. Aveva un lavoro che gli piaceva abbastanza, uno stipendio modesto che gli permetteva di vivere decentemente.
Per anni si era abituato a tornare a casa da una giornata stancante e sedersi sul divano, sfogliando l’ultimo numero di Vogue o guardando le repliche di Project Runway. Si preparava la cena, indossava il pigiama e si accoccolava sotto una coperta sul divano, contento di essere lontano dal caos dell’aeroporto.
 
Kurt amava lo stile di vita di New York. Amava le strade affollate, i grattacieli e il fatto di trovarsi in una città che non dormiva mai.
Da quando si era trasferito a New York, Kurt si sentiva al suo posto. Amava il fatto di poter essere se stesso, indossare tutto cioè che voleva, non importava quanto i suoi outfit fossero folli perché si sarebbe comunque confuso tra la folla. Tutti erano eccentrici e unici a loro modo e questo era l’importante.
Si era addirittura abituato agli aspetti meno sofisticati della città, autisti impazienti che suonavano continuamente il clacson, il traffico perenne, senzatetto ad ogni angolo che imploravano per avere cibo e soldi e le strade sovraffollate.
Gli piacevano anche questi aspetti di New York.
Gli piaceva il fatto che ci fosse sempre qualcosa di nuovo da scoprire, che non era la città perfetta e ideale che molte persone ritenevano.
Quindi, dire che Kurt Hummel non fosse felice, sarebbe stato come dire che il cielo non fosse blu e che i soldi crescano sugli alberi. Semplicemente questa parola non era adatta a descrivere la vita di Kurt.
 
Aveva alcuni conoscenti, colleghi con i quali saltuariamente usciva per un caffè, ma nessuno con cui aveva veramente legato. Non aveva nessuno da invitare a cena quelle sere che non lavorava, o qualcuno da poter chiamare per uscire nei suoi giorni liberi.
Anche se non aveva molti amici a New York, per Kurt era ok stare da solo.
Questo almeno fino a prima di aver incontrato Blaine Anderson.
 
Una breve conversazione con Blaine aveva sconvolto tutti i piani di Kurt.
Blaine era qualcosa che Kurt nemmeno sapeva di desiderare fino a quel momento. Il ragazzo adorava la personalità timida ma allo stesso tempo confidenziale di Blaine e il modo in cui era riuscito a fargli perdere il respiro semplicemente dicendo una semplice frase.
Blaine aveva risucchiato tutti i pensieri coerenti di Kurt, lasciandolo senza parole.
Dire che era attratto da Blaine sarebbe stato riduttivo. Blaine racchiudeva esattamente tutto ciò che Kurt ricercava in un uomo.
Nonostante fosse più basso di lui, Blaine aveva un portamento dignitoso e posato che
lo facevano sembrare più alto di quello che in realtà era.
Il suo sguardo profondo aveva immediatamente catturato l’attenzione di Kurt, che aveva dovuto impegnarsi con tutto se stesso per evitare di fissarlo.
I capelli di Blaine erano perfettamente acconciati, e questa era una dimostrazione di come fosse una di quelle persone che ci tiene all’apparenza.
Ci teneva a far colpo sulle persone ma nello stesso tempo non voleva sembrare troppo eccessivo.
 
Kurt sorrise pensando a quel piccolo ricciolo che aveva visto spuntare sulla sua fronte, perdendosi ad immaginare come sarebbe stato incontrare Blaine fuori dal suo contesto lavorativo; senza giacca e cravatta, senza tutto quel gel e vestito più casual.
Sì, Kurt stava fantasticando su un uomo che aveva incontrato solo una volta e questo lo spaventava.
 
Si stese a letto accovacciandosi sotto le coperte, fantasticando su come sarebbe potuto essere il suo futuro se Blaine avesse fatto parte della sua vita.
Kurt poteva benissimo immaginarsi Blaine volare da Los Angeles a New York, scendere dall’aereo e aspettarlo mentre finiva il suo turno, sarebbero tornati a casa insieme nell’appartamento di Kurt e per una volta il ragazzo non avrebbe cenato da solo. Avrebbe avuto qualcuno con cui dividere il pranzo discutendo della sua giornata.
Kurt amava l’idea che Blaine potesse essere qualcuno con cui parlare al di fuori del lavoro, di argomenti che potevano interessare entrambi.
 
In base al modo un cui era vestito Blaine, Kurt poteva immaginare che in qualche modo fosse interessato alla moda.
Iniziò ad emozionarsi al solo pensiero di poter condividere opinioni sugli ultimi trend o sulla possibilità di andare a fare shopping per cercare un nuovo outfit.
Kurt desiderava passare del tempo con Blaine e questo era un pensiero totalmente nuovo per lui.
 
Non sapeva esattamente cosa avesse fatto Blaine per fargli cambiare così tanto opinione sul suo modo di vivere e non sapeva nemmeno se fosse felice di quello che gli stava succedendo.
Kurt si rigirò nel letto per due ore prima di riuscire ad addormentarsi. Il suo ultimo pensiero fu Blaine.
Doveva trovare un modo per conoscerlo al di fuori del lavoro.
 
Chi lo sà, magari Blaine era semplicemente un ragazzo a cui piaceva flirtare e non aveva nessun interessa per Kurt.
Sì, dev’essere così pensò Kurt. E’ impossibile che un ragazzo come lui si interessa a uno come me.
Finalmente chiuse gli occhi e si abbandonò al sonno, sognando un uomo in particolare.

 
***
 
Kurt cercò di tenersi occupato il giorno successivo per cercare di non pensare all’affascinante uomo incontrato il giorno precedente, ma fallì miseramente. Aveva il sabato libero, di solito lo passava pulendo il suo appartamento e occupandosi di tutte le commissioni arretrate.
Questo sabato invece Kurt si ritrovò a vagare per la città obbligandosi a pensare a tutto tranne che a Blaine.
 
Non passò molto tempo prima che incontrò un ragazzo più o meno alto come Blaine e con i capelli ingellati e immediatamente si ritrovò a pensare a lui.
Per tutte le ore successive, ogni volta che Kurt vedeva un ragazzo in giacca e cravatta, un ragazzo con un bel sorriso, un ragazzo con i capelli perfettamente acconciati iniziava a domandarsi cosa stesse facendo Blaine in quel preciso istante.
Si rendeva conto di quanto fosse inquietante pensare così tanto a qualcuno, tenendo conto che si trattava di uno sconosciuto incontrato sull’aereo, ma non poteva farci nulla.
 
Sull’aereo. Mentre stavo lavorando pensò Kurt. E’ sbagliato. E’ sbagliato da tutti i punti di vista e non è nemmeno professionale.
Ma non poteva farci nulla. Kurt sperava che Blaine sentisse la stessa cosa per lui, che si stesse domandando cosa stesse facendo in quel preciso momento o in generale nel suo tempo libero.
 
Kurt non sapeva bene che lavoro facesse Blaine - naturalmente dato che volava in prima classe doveva ricoprire una posizione importante- ma immaginava che non avesse molto tempo libero.
Era luogo comune che gli uomini d’affari fossero delle persone molto occupate.
Avevano sempre incontri di lavoro, situazioni stressanti a cui far fronte, scadenze da rispettare...
Supponendo quindi che Blaine stesse pensando anche solo in parte a lui, era impossibile che riuscisse a trovare spazio per Kurt nella sua vita, per lo meno non tanto quanto Kurt avrebbe voluto.
 
Kurt cercò ancora una volta di allontanare il pensiero del suo futuro con Blaine e prima di rendersene conto si ritrovò a vagare per Central Park.
L’autunno in città, soprattutto a Central Park, era il periodo preferito di Kurt. Le foglie sugli alberi avevano cambiato i loro colori dal verde a tutte le sfumature di rosso, arancio, giallo. Il ragazzo iniziò a camminare tra le foglie cadute e ad ogni respiro, il famigliare odore autunnale era un’ottima distrazione.
 
Central Park era un posto dove Kurt riusciva a dimenticarsi di tutti i suoi problemi per alcune ore mentre si godeva semplicemente la natura. Si divertiva a guardare gli scoiattoli che correvano di qua e di la indaffarati a raccogliere noccioline per l’inverno. La maggior parte degli uccellini erano già volati a sud ma i pochi rimasti lo deliziavano con i loro cinguettii.
 
Eppure nemmeno la pace di Central Park riuscì a tenere la mente di Kurt lontana dal pensiero di Blaine per molto tempo. Molte volte finì per chiudere gli occhi e ritrovarsi a pensare a come sarebbe stato trovarsi li con Blaine. Kurt fantasticò di girovagare con Blaine mano nella mano sussurrandosi qualcosa nell’orecchio, sorridendo e ridacchiando ogni volta che le loro spalla si sarebbero sfiorate.
Sperò che Blaine fosse quel tipo di persona che ama vivere, che apprezza le cose che lo circondano e non dia nulla per scontato. Kurt desiderava qualcuno con cui potersi coccolare sul divano mentre fuori pioveva, dimenticandosi il lavoro per qualche ora mentre si beavano uno della compagnia dell’altro.
Non gli interessava avere un compagno con uno stipendio alto o che gli portasse la colazione a letto tutti i giorni, quello che voleva Kurt era qualcuno che fosse in grado di guardare un semplice viale alberato e vedere la bellezza della vita.
 
Se avesse finalmente permesso a qualcuno di entrare nella sua vita e nel suo cuore, quel qualcuno avrebbe dovuto capirlo ad un livello molto profondo come nessun altro aveva mai fatto.
 
Kurt sospirò rumorosamente quando si rese conto da quanto tempo stava pensando a Blaine, poi si voltò e tornò al suo appartamento. Aveva rinunciato nel cercare di allontanare il pensiero di Blaine dalla sua mente.
Così decise di tornare a casa e guardare uno dei suoi film preferiti, immaginando che Blaine fosse affianco a lui.
 

 *** 

Sabato mattina si rivelò una delle mattine più lunghe della vita di Kurt. La sera prima non era riuscito ad addormentarsi fino a tardi e ora si era svegliato 45 minuti prima che la sveglia suonasse.
Lanciò un’occhiata all’orologio scoprendo che erano solo le 4.15 e cercò di tornare a dormire, 15 minuti dopo si tolse le coperte e si alzò definitivamente dal letto.
Prese una salvietta dal suo armadio e si diresse in bagno, relativamente spazioso considerando il suo piccolo appartamento, accendendo l’acqua della doccia. Appese la salvietta e iniziò a spogliarsi, prendendosi tutto il tempo necessario prima di entrare in doccia.
 
Kurt ogni mattina cercava di trovare il tempo per fare una lunga doccia. Amava sentire l’acqua calda scorrere su tutto il suo corpo. Il calore lo aiutava a sciogliere tutta la tensione accumulata il giorno precedente.
Rimase sotto l’acqua per cinque minuti prima di iniziare a massaggiarsi i capelli con lo shampoo. Dopo non molto tempo la sua mente iniziò a vagare e le sue mani furono immediatamente sostituite con quelle di Blaine.
Kurt iniziò ad immaginarsi le dita di Blaine massaggiargli i suoi capelli bagnati, prima di scendere fino alla base del suo collo. Il ragazzo tornò presto nel mondo reale, rendendosi conto che Blaine non era li con lui, e che probabilmente non lo sarebbe mai stato.
 
Dopo essersi sciacquato dall’ultimo residuo di shampoo si versò un’abbondante quantità di balsamo tra i capelli. Rimase sotto l’acqua per non più di cinque minuti permettendo al balsamo di penetrare bene nei suoi capelli; prima di sciacquarli ancora una volta.
Prese il sapone e se lo passò su tutto il corpo riponendolo poi sulla mensola alle sue spalle.
 
Una volta finito tuttavia non trovò le forze per uscire dalla doccia, così decise di rimanere li ancora per 15 minuti, permettendo alla sua mente di ripercorrere i suoi piani giornalieri. Come al solito si sarebbe imbarcato sul suo volo per Los Angeles delle 7.40 e sarebbe arrivato nel famigliare aeroporto.
Comunque non gli importava molto del suo primo volo, tutta la sua attenzione era rivolta al volo di ritorno per New York. Il volo dove avrebbe potuto incontrare ancora Blaine.
 
Una parte di lui non poteva evitare di pensare che Blaine fosse solo un ragazzo che amava flirtare, e che non fosse serio quando aveva detto che avrebbe cambiato il volo. Ma un’altra - grande - parte di Kurt sperava che Blaine avesse veramente cambiato il volo.
Il modo un cui Blaine l’aveva guardato mentre diceva quelle parole e il tono della sua voce erano assolutamente sinceri.
Cambiare il volo era sempre un po’ problematico la prima volta, ma Kurt immaginò che Blaine l’avesse già fatto parecchie volte. La compagnia aerea era abbastanza cooperativa e cercava di venire incontro ai bisogni dei suoi passeggeri. Non sarebbe stato impossibile per Blaine prendere il volo delle 12.00 per New York invece di quello che prendeva solitamente, e comunque prendendo il volo delle 12.00 sarebbe stato a New York per le 8.45 - tenendo conto del fuso orario - e sarebbe comunque riuscito a occuparsi delle ultime cose.
 
Kurt spense l’acqua e iniziò a rendersi conto che l’unico modo per scoprire su che volo fosse Blaine era andare a lavoro.
Prese la salvietta e se la mise attorno alla vita prima di uscire al freddo. Attraversò il bagno
dirigendosi verso il lavandino dove preso lo spazzolino e ci mise sopra il dentifricio. Non appena le sue labbra toccarono la plastica dello spazzolino sentì il telefono squillare nell’altra stanza. Scocciato, poggiò lo spazzolino sul lavandino e afferrò il telefono, notando un nome molto famigliare comparire sullo schermo.
 
“Pronto?” disse, con un tono un po’ scocciato.
 
Ehilà coso. Non potresti essere un pochino più carino con tuo fratello?” rispose Finn.
 
“Scusa, è colpa del poco sonno” rispose Kurt con uno sbadiglio.
 
Tutto bene?” chiese l’altro, in tono preoccupato.
 
“Sì. E’ solo che ho molte cose per la testa” Kurt fece una pausa, domandandosi per quale ragione avesse chiamato Finn a quell’ora di mattina “Tu tutto ok? E’ un po’ presto per una semplice chiacchierata”.
 
Kurt nelfrattempo si avvicinò al suo guardaroba, prendendo un paio di boxer.
 
Sì, tutto bene, solo che Rachel è in travaglio, l’abbiamo portata in ospedale 20 minuti fa. Ho pensato che volessi saperlo, dato che è la tua prima nipotina” la voce di Finn era un mix di emozioni.
 
“Sul serio?” il tono scontroso di Kurt fu immediatamente sostituito da uno gioioso in seguito alle parole di Finn “Grandioso! Come sta Rachel?”
 
Sta abbastanza bene. E’ un po’ nervosa e non sa cosa aspettarsi, ma è normale. Non ci posso credere che è arrivato finalmente il momento. La nostra piccola Elizabeth” Kurt poteva quasi vedere il sorriso sul viso diFinn.
 
Kurt incastrò il telefono tra l’orecchio e la spalla mentre si toglieva la salvietta e indossava i boxer “Vorrei essere li. Saluta Rachel da parte mia e assicurati di mandarmi una foto di vostra figlia il prima possibile. Voglio essere tenuto al corrente di tutto”.
 
Lo farò. Rachel ne sarà felice”. Kurt si infilò la canottiera sopra la testa cercando di fare due cose contemporaneamente.
 
Tutto ok coso?” chiese Finn incuriosito.
 
“Cosa? Oh, si, tutto ok, mi sto solo vestendo per andare a lavoro”. Il ragazzo cercò di sistemarsi la camicia
prima di prendere i pantaloni e infilarci lungo una gamba.
 
Vuoi che ti lasci andare?” propose Finn.
 
“No, non devi, ma probabilmente è meglio se torni da Rachel. Dovresti stare al suo fianco. Ha bisogno di te” gli fece notare Kurt mentre infilava un braccio nella camicia e chiudeva i bottoni.
 
Oh. Giusto. Rachel. La bambina...ti chiamo non appena Elizabeth sarà tra le nostre braccia
 
“Grazie Finn. A dopo”
 
Ciao Kurt”.
 
Kurt chiuse la conversazione e lanciò il cellulare sul letto prima di tornare in bagno e lavarsi finalmente i denti.
Dopo essere tornato di nuovo in camera guardò l’ora, 5.15. Aveva ancora più di 30 minuti prima di dover uscire di casa ma nulla da fare a parte mettersi giacca e cravatta.
La sua mente era così libera di pensare ancora a Blaine. Aveva dei dubbi che Blaine fosse già sveglio a quell’ora, contando che in California erano solo le 2.15 di mattino, ma una piccola parte di lui sperava di essere in qualche modo nei pensieri di Blaine o perlomeno nei suoi sogni.
 
La mezz’ora successiva Kurt la passò preparandosi una tazza di caffè, mangiando una i cereali mentre guardava la sezione d’arte del New York Times.
Gli piaceva la sezione artistica perchè era dove trovava le cose più interessanti. Le storie raccontate avevano significati diversi e poteva interpretarle a sua piacimento. Non erano i soliti drammi politici o insiemi di numeri. Quelle storie raccontavano qualcosa di molto più
legato alla vita e ai desideri di ognuno. Kurt poteva leggere ogni articolo e vederci la realtà. Poteva riconoscersi in quelle storie, rivivere i suoi sogni musicali, artistici, teatrali etc.
Poteva riuscire a sentire le emozioni degli autori, e l’eccitazione che questi avevano riposto in quelle storie.
 
Nel momento in cui voltò l’ultima pagina della sezione dell’arte, aveva ormai finito il suo caffè. Dopo aver riposto la tazza, si sistemò la cravatta e indossò il cappotto incamminandosi verso l’attaccapanni dove aveva appeso il suo berretto.
Diede un’ultima occhiata al suo appartamento prima di prendere il suo cellulare, le
chiavi e il portafoglio dal tavolino e lasciare il suo appartamento, consapevole che avrebbe avuto la possibilità di vedere Blaine in poco più di sette ore.

Free Talk

Cosa ve ne pare di questo primo capitolo? Vi ispira la storia? A noi è piaciuta molto, per questo abbiamo deciso di condividerla con voi!
I capitoli sono parecchio lunghi, però cercheremo comunque di fare degli aggiornamenti abbastanza regolari!

Ottavia ringrazia taaaantissimo Claudia che ha battuto il capitolo al pc, perchè senza di lei non avreste mai letto questo incipit, a meno che qualcuno di voi si fosse seduto affianco a me in metropolitana e avesse letto quello che stavo traducendo da sopra la mia spalla!!!

Se vi va, questi sono i nostri account originali e le nostre pagine FB autrici, dove comunque avviseremo degli aggiornamenti anche di questa traduzione!
Siamo aperte a qualsiasi commento/critica o altro! L'importante è avere un vostro riscontro!

Ottavia: Willbeyoungforevr - Fb
Rose: Merilwen - Fb

A presto


  
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