Solo perche' un sogno non si realizza nel modo in cui speriamo non significa che non possa essere un modo migliore.

di H8_breathless
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01021994 ***
Capitolo 2: *** 12011993 ***
Capitolo 3: *** 24121991 ***
Capitolo 4: *** 13091993 ***
Capitolo 5: *** 29081993 ***



Capitolo 1
*** 01021994 ***


Ripercorrevo insistentemente quest'ultima nostra conversazione faccia a faccia risalente ad ormai una settimana fa colorando i miei pensieri del suo sorriso sfacciato, quasi più del mio, ricordando le sue sottili ma ben definite labbra e assaporando ad occhi chiusi il nostro ultimo bacio.
Dall'esatto momento in cui salii sul tram del ritorno non facevo altro che pensare a lei, ai suoi capelli biondi, ai suoi occhi languidi, verdi e abbastanza grandi da convincermi a navigare in essi già dal  primo sguardo. 
Avevo la testa sprofondata nell'incavo dei due cuscini bianchi che sembravano la cosa più pulita ed ordinata in una camera in cui, ormai, regnava un perenne disordine. Ero circondato da una montagna di libri, ancora incartati, che avrei dovuto aprire pero', prima o poi, se era mia intenzione rivederla il prima possibile. 
Dopo parecchi tentativi, ovviamente sempre falliti miseramente, a mia mamma era venuta la brillante idea di impedirmi di andare a trovare la mia ragazza finchè non avessi fatto ordine, non solo nella mia stanza, ma anche tra le mie idee che, ultimamente, erano una totale confusione; purtroppo pero' aveva perfino pensato di costringermi a non lasciarmi mettere un solo piede fuori casa, se non per andare a scuola, finchè non avessi rimediato ai miei voti che sì, devo ammetterlo, erano pessimi.
Ad dover essere sincero c’è stato un periodo dove la mia vita sembrava non fare altro che precipitare un po' alla volta, giorno dopo giorno in ogni suo aspetto, da quando mio padre, Des, era uscito dalla porta seguito dalle urla di mia mamma 8 anni fa. 
L'aveva tradita e, giustamente, lei l'aveva sbattuto fuori casa.
I parenti, gli amici e il resto delle poche persone che abitavano nel villaggio dove sono cresciuto: Holmes Chapel, credevano che io fossi troppo piccolo, avendo solo 7 anni quando il fatto era accaduto, per ricordare chiaramente la scena o per poter davvero soffrire; invece, io non riesco a scacciare quel momento, non riesco a dimenticarmi il suono dei pianti soffocati di mia madre le sere seguenti all'accaduto nonostante non avessi totalmente realizzato cosa stesse accadendo.
Scoppiai a piangere alla notizia.
Per me è stato un duro colpo, amavo i miei genitori insieme e detestavo l’idea che prendessero strade diverse.
Quell'estate siamo stati costretti a trasferirci in campagna e ci sistemammo in un pub che mia madre Gestiva. Per fortuna accanto a noi viveva un ragazzo, poco più grande di me, di nome Reg che mi aveva aiutato a conoscere la zona e con il quale andavo ogni giorno alla latteria: Great Budworth Ice Cream Farm
Un giorno l'ho vista ricominciare.
Siamo tornati a vivere in città, pochi anni dopo, si è ripresa la sua vita e ha deciso di condividerla con un uomo, Robin Twist, che non ha niente in comune con mio padre; non fraintendetemi, è una brava persona, ha un lavoro rispettabile e probabilmente gli appartengono tutti gli altri positivi aggettivi con cui la gente che lo conosce lo descrive ma... non è mio padre. Con il tempo pero’ sono riuscito ad accettato perchè fa stare bene la donna che mi ha dato la vita e poi mamma si è sempre accertata che io e mia sorella ci trovassimo bene con costui e ha voluto assicurarsi, prima di averlo in casa, che noi fossimo contenti di fare la sua conoscenza nonostante lei non sapeva che mandavo dei messaggi a Robin con scritto di venirci a trovare.
Le ha chiesto di sposarla poco tempo fa e sono così felice di questo.
Ogni tanto mi chiedo se non sia anche colpa mia; si, colpa mia se i miei hanno divorziato. Mia mamma era sempre occupata a starmi dietro e controllare che non combinassi un disastro dietro l'altro quindi, forse, mio papà era stanco di tornare da lavoro e trovarla stressata per causa mia. Sono un casino, al contrario di mia sorella Gemma: bella, dolce, comprensiva, educata e sopratutto intelligente. Durante quel periodo lei è stata forte per ognuno di noi, per l'intera famiglia anche se ha solo tre anni in più di me. 
Lei e mia mamma sono le persone alle quali mi ispiro per migliorare chi sono, da quando ho fatto quella promessa.

Dopo il divorzio iniziai a scaricare la mia grinta nello studio e tutt’ora prendo ottimi voti nei temi in classe e prestavo particolare attenzione nelle ore di inglese e religione.
Essendo un tipo molto estroverso, non vedevo l’ora di partecipare di partecipare alle lezioni di recitazione ed è proprio in questo ambito che feci la mia prima apparizione canora, in pubblico: cantai in una recita scolastica.
Recitai poi in Chitty Chitty Bang Bang, dove interpretavo Buzz Lightyear e fui il protagonista anche di una rappresentazione incentrata su un topo di nome Barney.
 
Quando Des mi manca, mi estranio dal mondo mettendo le cuffie che trasmettono la 'nostra' musica, chiudo gli occhi e rivivo mentalmente i ricordi che ci appartengono...il mio preferito è la vacanza in Florida che abbiamo fatto tutti insieme per i miei 4 anni. A proposito di musica, è stato mio padre a trasmettermi questa passione facendomi ascoltare artisti che andavano dai Beatles ai Queen, da Elvis Presley (sopratutto) a John Mayer fino ad arrivare ai Coldplay, mia attuale band preferita.
A pensarci bene sono a contatto con la musica da quando sono nato.
Mio nonno mi regalò la macchina per il karaoke e mio papà mi spronava a cantare, il più possibile.
E' come se fosse stata fin da subito un mio bisogno primario, di quelli senza i quali non potresti vivere e, per fortuna, qualsiasi cosa ti accada o accadrà nessuno potrà mai privarti di essa.
Ogni tanto mi accade perfino di sognarmi su un palco e di sperare di riuscire a basare il mio futuro, economico e non, sulla mia voce pero' poi torno alla realtà e mi ammonisco anche solo per essere capace di sognare così in grande. In fondo, vivo in una cittadina di soli 5800 abitanti, a 30 km da Manchester, passo più ore in presidenza che in classe dietro il banco, non so fare un letto decentemente, passo i miei pomeriggi girovagando su facebook o stando al telefono, quando non posso uscire di casa, con la mia ragazza Felicity Skinner, e i miei sabati trascorrono a feste di amici tra alcool e cretinate. Amo stravaccarmi sul divano e guardarmi i film accarezzando Dusty, il gatto a cui sono molto legato, è in famiglia da tanto tempo oppure talent show, il mio preferito è xfactor; solitamente ce lo guardiamo io e mia mamma e sapete una cosa ? dice che dovrei provare a partecipare un giorno….
Ah, sicuramente una delle cose ormai rimaste, che ancora riesce a farmi sentire vivo è la rock band che porta un nome del quale vanto l’idea, formata da me, il mio migliore amico Will Sweeny, colui che mi per primo mi ha riferito che nel suo gruppo mancava un cantante chiedendomi se ero disponibile, insieme al bassista Nick Clough e il chitarrista Haydn Morris. Noi formavamo i White Eskimo.
Un giorno ci siamo iscritti ad un concorso chiamato ‘la battaglia delle band’ che si svolgeva nella scuola che frequentavamo tutti così abbiamo deciso di partecipare e, indovinate ? abbiamo vinto.
Quanti complimenti che ricevetti;, ognuno mi regalava un sorriso e fu proprio grazie a quelle parole e quel riconoscimento che capii che avrei voluto trasformare questa passione nel mio lavoro per poi farlo per sempre.
Proviamo, principalmente i Blink–182 e altri gruppi che tendono al Punk pop, fino allo sfinimento dentro un garage che, appena suoniamo la prima nota, si trasforma nel nostro palcoscenico...è una cosa che amo fare e, infatti, è la mia priorità su qualsiasi altra necessità. Stringere un microfono tra le mani e poter raccontare storie in questo modo è grandioso e mi è sempre piaciuto fin da subito quando mi impegnai per imparare la mia prima canzone a memoria: 'girl of my best friend'.
Spesso suoniamo in mensa, ai balli scolastici di fine anno e sì, pure ad un matrimonio ci hanno chiamato. E' stato bello, davvero bello. Abbiamo guadagnato 160 $ (ce le siamo poi divise equamente: 40 a testa) L'adrenalina che mi assale mentre faccio il conto alla rovescia per iniziare a cantare un brano e l'ansia di non arrivare a qualche nota sono un mix che mi spinge a dare sempre il massimo, che mi debba esibire davanti a 10, 50 o 200 persone.
Ecco, forse un mio pregio l'ho trovato: la paura di deludere; si perchè mi aiuta ad essere determinato a tirare fuori il meglio di me.

Economicamente siamo nella media, diciamo, io pero' mi sono messo a lavorare. Lavoro in una panetteria sulla strada: dai muri gialla, dal tetto rosso chiamata 'W.Manderville' di proprietà di un certo Simon Wakefield e guadagno £ 3.65 all'ora; lo so, non sono tanti ma è sempre un aiuto, no ? Mi ci reco la sera per pulire il pavimento e il sabato servo i clienti.
Il sorriso fiero di mamma quando torno a casa ricompensa tutti gli sforzi che faccio.
 
Sono un ragazzo sportivo. (Spiegato il motivo per il quale educazione fisica sia la mia materia preferita).
Fino ad oggi ho praticato il cricket, il badminton e il calcio dove sono perfino stato scelto come portiere in una squadra locale.
 
Ultimamente Anne torna a casa tardi da lavoro, so che è stanca anche se cerca di nascondermelo, così io, da bravo figlio che cerco di improvvisarmi ogni tanto, le ho cucinato una bella cena, gliel'ho lasciata in caldo e le ho perfino preparato un bagno rilassante con candele e luce soffusa, proprio come piace a lei. Mia sorella dovrebbe essere a casa di un'amica adesso e io sono ancora sdraiato sul mio letto, ancora sfatto, ancora in una camera in disordine senza, ancora, aver aperto un misero libro.
Sarei un ragazzo indipendente, come mi ha sempre detto mia mamma, se solo lo volessi; eppure sempre stia facendo di tutto per dimostrarle il contrario; voglio impegnarmi e farle vedere che questo quasi 16enne può fare tanto, così sto iniziando a pensare che, forse, con un po’ di pratica in più e con maggior sicurezza, una chance su quel palco di xfactor potrei averla anche io
Cosa mi costa provarci semplicemente ?
 
Non sono mai andato molto d'accordo con me stesso e, proprio per questo, cerco sempre compagnia; non pensare a me spesso mi aiuta a stare meglio. A volte mi chiedo anche se vale la pena combattere per qualcosa che prima o poi se ne andrà, mi domando quale sia il mio ruolo in questo mondo che mi sembra ogni giorno più grande e sbagliato. A volte mi chiedo se farò qualcosa di grande, se riuscirò a realizzare qualcosa di così meraviglioso per il quale verrò ricordato così che, quando morirà, a qualcuno rimarrà impresso il mio nome...e poi mi ammonisco di nuovo; proprio come adesso non sarò mai nessuno di così importante per il quale valga la pena stare svegli la notte o nel quale poter credere.

Ah, mi chiamo HarryHarry Styles










Harry si procurò un modulo di richiesta.
Anne lo compilò al posto suo.
Lo spedì.
Da quel momento il riccio face il conto alla rovescia dei giorni che mancavano al provino.
Il 1 aprile 2010 si trovava in coda, affiancato dalla famiglia ed alcuni amici, insieme agli altri aspiranti nella grande città di Manchester.
Era stato etichettato con il numero: 165998
E' salito sul palco senza avere il timore che il suo futuro dipendesse dalla sua audizione.
Ci è salito sirridente, leggermente tremante e cantando 'Isn't she lovely ?' di Steve Wonder.
Ricevette due sì, sufficienti per fargli passare il primo turno.
Sufficienti per trasformare quelle 3,64 sterline al giorno, in milioni ma, questo, lui ancora non lo sapeva.




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Capitolo 2
*** 12011993 ***


300.000 abitanti.
300.000 persone che mi fanno sentire invisibile e spesso perfino sbagliato, non solo per questa  cittadina, ma per l'intero mondo.
300.000 esseri umani che affollano la mia città natale, situata poco più a sud del centro del West Yorkshire: Bradford.
Sono un tipo solitario, che non ama molto la compagnia o meglio che non fa il primo passo per fare amicizia con la gente, nonostante ho la speciale capacità (se così vogliamo chiamarla) di sintonizzarmi sui bisogni e sulla sensibilità degli altri.
ho cambiato parecchie volte scuola: dalla Lower Fields Primary School fino alla Tong High School  perché mi sentivo a disagio essendo l’unico in classe proveniente da una famiglia mista quindi sono mai riuscito a legare con nessuno in particolare… Non sapevano che la scuola potesse diventare un luogo così spietato quando vieni preso di mira essendo o il ragazzo nuovo o il ragazzo dal sangue non totalmente inglese. 
Forse sarà colpa della mia timidezza, sarà colpa delle mie infinite insicurezze o sarà colpa del mio carattere così introverso che molte volte vengo anche inquadrato come un qualcuno di superficiale, apostrofandomi un aggettivo che davvero non mi appartiene ma il fatto è chiaro: non sono un tipo molto socievole.
Se ho qualcosa che non va sono fatti miei, io voglio risolvere tutto senza dover chiedere aiuto alla mia famiglia alla quale, altrimenti, mi sembrerebbe caricarla dell'ennesimo peso. 
A quanto pare pero’ a mia mamma non piaceva vedermi crescere da solo così un giorno mi disse: 'Il nostro nuovo inizio è la Tong High School, tesoro mio'.
E fu così che cambiai nuovamente istituto nel quale mi integrai bene; istituto nel quale vado tutt'ora e devo dire che mi trovo meglio anche perchè tutte le ragazze erano molto interessate a conoscere 'il nuovo arrivato'.
Ovviamente non sono ancora il ragazzo popolare ma ho iniziato a prendermi maggiormente cura del mio aspetto, tanto che passo molto più tempo davanti allo specchio di quanto non faccia mia sorella.
Mi sveglio mezz’ora prima solamente per rendere perfetto il mio look.
I capelli sono la mia ossessione, cioè rimango ore ed ore a sistemarli finchè non mi piacciano abbastanza da farmi vedere in giro; sono quasi certo che questa mia attenzione, spropositata a volte, per quanto riguarda il mio apparire derivi dal fatto che fin da piccolo sia cresciuto in un ambiente principalmente composto da femmine.
Ho cambiato stile parecchie volte, fin troppe, e credo di avere esagerato quando mi rasai a zero e mi depilai le sopracciglia ma volevo farmi notare dalle ragazze così avevo optato per qualcosa di estremo.
Ovviamente non sono nemmeno il ragazzo che adesso è circondato da tantissima gente anzi, continuo ad amare la tranquillità ma ho due buoni amici con il quale passare i pomeriggi e divertirmi:Danny e Ant.
Sono quel tipo di persona che è felice se ha la mia sigaretta in bocca, gli amici vicini, la mia famiglia che sta bene e, soprattutto, se canta.
Da sempre è stata la mia passione; ricordo benissimo quando mi improvvisavo cantate per i miei parenti intonando Daniel Bedingfield e le mie prime esibizioni in pubblico nella filiale dei supermercati Asda, facevo parte del coro che si esibiva per il sindaco.
Ho iniziato ad innamorarmi anche della recitazione e partecipai a diverse rappresentazioni teatrali locali come: il protagonista in Bugsy Malone o Arabian Nights e recite interne alla scuola come, ad esempio, un ruolo nel famoso musical, che mettemmo in scena alle superiori, grease.
Tornando al tema scolastico devo ammettere, modestamente, di essere uno studente modello, di avere una buona media e, in più, i miei genitori mi hanno raccontato che a 8 anni già ero in grado di leggere libri per adulti; superai l’esame di ammissione per il diploma in 11 materie e ottenni addirittura un anno prima il certificato per la lingua inglese con un ottimo punteggio (ci rimasi male pero’ perché avrei voluto ottenere il massimo di essi).
Sono nato il 12 gennaio del 1993 e sono un misto di due etnie, mia mamma Tricia Malik è inglese e mio padre Yaser pakistano. 
Ho tre sorelle che adoro infinitamente: Doniya (più grande di me) e Waliyha e Safaa più piccole.
Manca poco al mio 17esimo compleanno ma credetemi, non ho la più piccola intenzione di organizzare una di quelle feste così grandi che nemmeno tu, che sei il festeggiato, conosci il nome di almeno la metà dei presenti, oppure una di quelle feste dove la musica assorda e l'eccesso di alcool ti fa solo stare peggio la mattina dopo impedendoti perfino di ricordare cos'è successo.  
Non sono quel tipo di persona...forse un giorno lo diventerò ma di certo non oggi.
Ultimamente la mia insegnante di musica qui alla Tong continua a suggerirmi di tentare a presentarmi alle audizioni di xfactor e devo ammettere che vorrei mettere in pratica le sue parole ma non voglio nemmeno che accada come nel 2008 quando mi procurai il modulo per l’ammissione senza poi riempirlo.
Ero terrorizzato, avevo un’ansia tremenda e dubito che nel 2010 qualcosa cambi….

Per adesso mi basta essere Zain, o per meglio dire Zayn Malik
 






Zayn si procurò il modulo, questa volta lo riempì e lo spedì.
La mattina del giorno dove avrebbe dovuto presentarsi al provino, nuovamente preso dal panico di essere bocciato, rimase a letto ma la mamma gli ordinò di prepararsi e salire in macchina.
Viaggiò per 9 ore accompagnato dai famigliari.
Venne etichettato con il numero: 165615
Cantò ‘let me love you’ di Mario.
Ricevette un da tutti e tre i giudici sufficienti per far scomparire per sempre la sua iniziale invisibilità agli occhi della gente ma lui ancora non lo sapeva.

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Capitolo 3
*** 24121991 ***


Mi chiamo Louis Tomlinson, vivo a Doncaster nel South Yorkshire ( anche se ho vissuto dai 4 ai 6 anni nella città costiera di Poole, nel Dorset sono poi tornato nella mia città natale) e sono un comunissimo diciassettenne che si confonde tra i quasi 68 mila abitanti di questa contea.
Come tutti i miei coetanei, vado a scuola e sempre come la maggior parte di essi ho dei voti che lasciano parecchio desiderare. 
Sì, sono fidanzato e sì, la mia è simile a una di quelle famose e innumerevoli storie nella quale i due migliori amici si innamorano; diciamo che la mia ragazza è la mia amica d'infanzia, la donna che dopo mia mamma e la più grande delle mie sorelle mi conosce meglio.
Si chiama Hannah Walker ed è meravigliosa, bella, dolce, gentile e la cosa che più amo di lei è il fatto che sappia starmi vicino e sappia capirmi visto che sono un tipo alquanto complicato e beh, anche leggermente (tra virgolette) fuori di testa. 
Sarei pronto a mettere la mano sul fuoco che se iniziassi ad andare in giro (travestito) fermando chiunque e chiedendogli cosa ne pensa della relazione che c'è tra me e Hannah questo accennerebbe una risatina compiaciuta e direbbe: 'non durano più di tre giorni'.
Forse questa sarebbe la risposta di tutti a causa del mio ingestibile carattere o forse, anzi, sicuramente sono loro che credono di conoscerci quando non è così.
Abbiamo tante cose in comune, più di quanto gli altri pensano e credo sia per questo che andiamo, molto spesso, d'accordo.
Sapete, quei tre giorni si sono trasformati in tre settimane e esattamente oggi in tre mesi.
 
Penso di potermi definire un vero e proprio fanatico delle feste; se ce n'è una nei dintorni state sicuri di vedere la mia figura stralunata e barcollante, a causa del troppo alcool, tra la folla che si scatena. Posso dire di avere, da sempre, un migliore amico chiamato Stanley Lucas, da me soprannominato semplicemente Stan
Sono una persona molto socievole, esuberante e capace di fare amicizia con chiunque...probabilmente grazie alla mia incontrollabile e continua parlantina.                                   
'E' un bambino molto vivace' hanno sempre detto i dottori, le maestre e i parenti a mia mamma ed è così, io non capisco dove sia il difetto in questa frase. 
Parlavo di continuo e ricordo che salutavo sempre i passanti quando venivo portato a fare delle passeggiate.
Amo giocare a calcio. Lo faccio quasi tutti i pomeriggi con i miei amici, che, appunto per il mio carattere aperto, sono tanti. 
Proprio come loro, sono anche tanti i componenti della mia famiglia: sono nato da Troy Austin e la mia amata mamma Johannah Poulston. Quand'ero molto piccolo hanno divorziato e poco dopo Jay si è risposata con Mark Tomlinson, dal quale, appunto, ho preso poi il cognome (cosa che non ha fatto pero' mia sorella). 
Da quest'uomo mia mamma ha avuto quattro figlie: Charlotte, per tutti detta Lottie di 12 anni, Felicite (Fizzy) di 10 e le due gemelle Phoebe e Daisy di 6. 
Ho anche Georgia, di 11 anni, che mio padre biologico ha avuto da un'altra donna e se vogliamo essere completi aggiungo pure Ted, il nostro labrador nero.
Nonostante ci sia sempre una grande confusione a casa nostra e, spesso, non rispettano la mia privacy amo stare in famiglia e passare del tempo insieme visto che, a causa della vita frenetica che conduciamo, ci è difficile ritrovarci tutti.
Attualmente lavoro come cameriere ma sono stato allenatore di calcio, ho venduto merendine durante le partite, al cinema e ho perfino lavorato in una famosa filiale di giocattoli: Toys R Us.
Lo so, è strano che un ragazzo della mia età confessi una cosa del genere e che si trovi così bene in casa propria essendo l'unico maschio ma la verità è che passo tanto, fin troppo, tempo lontano da loro quotidianamente che quando posso mi lascio truccare dalle gemelle piccole (amo i bambini, in più la gente dice che ci so trattare alla grande con loro) solo per farle sentirle prima fiere e poi gustarmi la loro sonora sguaiata risata, spazzolo i capelli a Felicite o ci accovacciamo sul divano così che mi ringrazi e mi sorrida alla fine e faccio lunghe chiacchierate, a volte perfino profonde, con Lottie semplicemente perchè ne ho bisogno.
Appena posso cerco di aiutare mamma, con la quale ho un rapporto strettissimo, nelle faccende domestiche per alleviarle qualche peso e per ricevere il suo bacio sui miei capelli lisci che mi fa sempre sentire fortunato; ogni tanto, solitamente quando siamo a tavola, parlo con Mark di come sia andata a lavoro e lui, di conseguenza, mi chiede come sia andata a scuola o, più in generale, la giornata.
 
In questo periodo sono più felice del solito perchè una settimana fa ho ricevuto la conferma di aver superato il provino che avevo sostenuto per interpretare Danny, il protagonista del famosissimo e da me amatissimo musical Grease, il quale verrà presentato nei primi di Maggio e ci esibiremo davanti ad una folla di 200 persone. 
Ho sempre amato la recitazione come forma d'arte, penso sia un bellissimo modo di esprimere se stessi in più canto e questa è un'altra cosa che amo; a proposito, a quattordici anni mi aggregai ad una band chiamata ‘The Roghe’ e ricordo benissimo che durante una gita scolastica dei ragazzi chiesero proprio a me se volevo essere il loro cantante, senza nemmeno avermi mai ascoltato.
Suonavamo rock e punk pop, principalmente gruppi come i Green Day o i Killers; sono così fiero di fare parte di questo complesso.
Invece la mia carriera da attore iniziò con il mio primo ruolo da comparsa che trovai quando riuscii ad infiltrarmi in una trasmissione televisiva dove figuravano Phoebe e Daisy.
Subito dopo mi misi a studiare recitazione e, ambizioso come sono, mi procurai pure un agente teatrale che mi trovò delle parti; una in Waterloo Road e l’altra in If I Had You.
L'altro giorno, dopo le prove, mentre io e la la mia insegnate di teatro stavamo parlando delle cose da migliorare, di ciò che già andava bene e di cosa avremmo dovuto aggiungere allo spettacolo per renderlo indimenticabile improvvisamente è stato zitta un momento e poi mi ha chiesto 'Perchè non provi ad andare a xfactor ?'
In pochi lo sanno ma io nel 2009 già ci avevo provato e non avevo nemmeno superato il turno di selezione così sono scoppiato a riderle in faccia sul momento.
Pero’ sono determinato ad avere successo quindi semplicemente le sorrisi e mossi la testa in senso positivo.
Sì, insomma potrei provare...magari ricevo dei 'sì' sufficienti per accedere al secondo step, magari vengo scelto per i live show convincendo il mio mentore, magari settimana dopo settimana passo il turno fino ad arrivare in finale e vincere e sarei amato quasi quanto io amo le mie splendide toms e poi...beh, poi è meglio che la smetta di farmi i cosiddetti film mentali destinati a nascere e morire poco dopo dentro la mia testa.
E' meglio che adesso vada a cercare la mia maglia a righe preferitale bretelle e i pantaloni rossi dispersi nel mio armadio, completamente e costantemente in disordine, e mi prepari per festeggiare il terzo mese con Hannah sperando vivamente di smettere di pensare a quanto una semplice audizione potrebbe cambiarmi la vita.
 
 
Louis presentò la domanda di partecipazione all'inizio del 2010.
Il ragazzo aveva appena superato l’esame d’ammissione all’università.
Viaggiò con il suo amico per ore, dormirono in macchina e si mise in fila la mattina seguente.
Venne etichettato con il numero: 155204
Si presentò ai giudici cantando ‘Hey there Delilah
Ricevette tre ‘sì’, sufficienti per fargli passare il primo turno.
Sufficienti per trasformare quella platea di 200 persone in oltre 200 mila, ma lui ancora non lo sapeva..

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Capitolo 4
*** 13091993 ***


'Il Justin bieber irlandese' .
Ecco, così mi hanno sempre chiamato i miei amici e la mia famiglia e non solo perchè sono un suo grande fan ma perchè sogno un carriera come la sua (chi mai la vorrebbe ?).
Canto e suono.
Suono e canto. 
Ho una pessima e brevissima memoria, devo ammetterlo, ma ho chiaramente impresso nella mente il Natale di parecchi anni fa in cui ho ricevuto il miglior regalo di sempre: una chitarra. Da quel giorno l'ho sempre portata con me, ovunque andassi. La strimpello appena ho un minuto libero e passo ore ad usarla come accompagnamento quando canto, che sia solo o insieme ad amici. 
Da bambino ero molto affezionato anche ad un piccolo trattore giocattolo, ad un elmo militare ed una pistola giocattolo.
Non ho mai preso lezioni, sono per natura un auto-didatta visto che ho imparato seguendo delle lezioni di internet.
La musica è, da sempre, la mia più grande passione. La prima persona ad accorgersi del mio talento in queto campo fu la mia insegnante alle elementari che rimanendo impressionata dalla mia voce mi propose, oltre che per le feste natalizie, per il coro cittadino.
Proprio qualche giorno fa ho inciso sotto la sedia, dove sto seduto per oltre cinque ore in quell'istituto totalmente al maschile con il titolo di: Christian Brothers school, il mio desiderio di andare a xfactor, vincerlo e diventare un grande artista. 
Seguo da sempre quel talent show e parteciparvi è un altro dei miei tanti sogni che, con il passare del tempo, si fa più insistente e mi spinge a chiedermi sempre più spesso: 'quando avrò il coraggio di provarci ?' . 
Sinceramente ? Non lo so ancora ma ci proverò, è una promessa che ho fatto a me stesso da quando, un giorno, mi misi improvvisamente a cantare un motivo di Gath Brooks mentre ero seduto sul sedile posteriore dell'auto di mia zia durante una gita a Galway e lei credette che si fosse accesa la radio. 
Il primo ricordo che ho di me su un palco è stato quando al quarto anno interpretai Oliver nella recita scolatica basata, appunto, sulla storia di Oliver Twist
Partecipai ad alcuni talent show dove spesso mi presentavo accompagnato dal mio amico Kieron che mi accompagnava con la chitarra. Il primo nel quale mi iscrivi era un qualcosa di semplice, locale ma i media mi notarono e fui così eccitato di vedere la mia foto sui giornali e leggere articoli su di me.
Entrai in gara in un altro cantando 'with you' di chris bown e vinsi.
Partecipai perfino ad uno spettacolo regionale nell'Arts Centre del mio paese. più andavo avanti e facevo esperienze di questo genere più mi autoconvincevo che il mio destino fosse riempie arene, incidere dischi, vincere dei premi e collaborare con gli artisti ed i produttori migliori.
Dopo quei momenti, nonostante fossi molto piccolo, capii che quello era il mio posto così feci il pssibile per fare in modo che mi accedessero tante altre nuove occasioni. 
Mi sono esibito, e ancora lo sto facendo, in diversi locali e tante feste del mio paese che, voglio precisare, amo infinitamente: il capoluogo di contea del Westmeath, Mullingar.
Siamo, circa, 23.000 abitanti posizionati al centro dell'Irlanda, ossessionati dal festeggiare alla grande il St. Patricky's Day, dal verde del nostro simbolo che è il trifoglio e dal bere almeno oltre due birre al giorno.
Ubriacarmi è una delle cose che faccio meglio insieme ad un'altra splendida qualità: far ridere la gente; ci sono sempre stato portato. 
io e uno dei miei più grandi amici, Sean ­Cullen, siamo cresciuti insieme e abbiamo sempre creato casino ovunque andassimo, siamo delle persone rumorose, se così vogliamo dire, ci piace divertirci; il problema è che spesso volte è successo che, a causa della mia parlantina, sia finito nei guai nonostante io abbia sempre cercato ti starne fuori. Un esempio è quando mi hanno espulso perchè i professori non erano riusciti a zittirmi nemmeno dopo diversi richiami o quando mi marinai la scuola per un'intera giornata facendo scoppiare il finimondo.
Mio Dio, ricordo come si infuriarono i miei genitori: Maura Gallagher e Bobby Horan.
Ad essere sincero, mi pentii di ciò che avevo fatto non per il comportamente infantile che avevo avuto ma perchè vederli così arrabbiati mi riportò a quei primi anni di vita dove non facevano altro che litigare finchè tra loro non mi dissero che si sarebbero separati. Avevo solo cinque anni ma certe cose non si dimenticano, mai, nemmeno se sei così piccolo. 
Io e mio fratello Greg venimmo sballottati tra la casa di nostra mamma e quella di nostro papà per circa i primi due anni finchè non decidemmo di andare a vivere con Bobby perchè qui ci trovavamo bene, abitavamo vicino alla scuola che frequentavo e trasferirci in Inghilterra per stare con nostra madre e il suo nuovo fidanzato avrebbe significato ricominciare e perdere tutti gli amici. 
E' stato un periodo non facile per tutti ma Greg è quello che deve aver sofferto di più essendo il maggiore e essendo più consapevole di ciò che stesse succedendo.
Ho dovuto crescere in fretta, diventare indipendente e darmi da fare sotto tanti punti di vista; ho imparato a cucinare, ad apparecchiare/sparecchiare la tavola e lavare i piatti. Ho duvuto imparare a fare la lavatrice e stirare.
Mi sono impegnato a diventare autonomo, nel caso, un giorno, mi trovassi lontano da casa.
Mio papà lavora come commesso da Tesco e a volte tornava da lavoro alle 4 e mezza così dovevo essere io a preparare il pranzo.
Io e lui siamo sempre andati molto d'accordo probabilmente grazie ai tanti interessi comuni come il derby, le serie televisive e i gusti musicali. A proposito, ricordo che le migliori serate sono state quando mi portava a vedere, in concerto, i Westlife che rientrano tra le mie band preferite insieme ai The Script, ai Jonas Brothers e ai The Eagles.
La mia più grande ispirazione pero' è sa sempre stata Michael Bublè
Mia mamma vive lontano da noi e, nel frattempo, si è risposata con Chris ma per me c'è sempre stata e so che ci sarà sempre.
Si prende cura di me, mi vuole bene e appena ho bisogno viene qui a trovarmi. Non ho niente di negativo da dire su di lei, è stata e tutt'ora è una buona madre.
Per fortuna sono in ottimi rapporti lei e Bobby; nonostante questo posso dire di aver sempre festeggiato due volte il mio compleanno che cade nel mese di settembre il giorno 13. Uno qui a Mullingar con la mia combricola di amici e l'altro a casa di mia mamma. 
Di me la gente ha sempre detto che ho degli occhi azzurri come il mare e una risata super contagiosa; mi sono tinto i miei capelli castani di biondo quando avevo 12 anni e sono attualmente fidanzato con una ragazza di nome Holly Scally.
In questo periodo sono esaltato e parecchio indaffarato perchè mi hanno chiesto di aprire i concerti di Lloyd Daniels, ex concorrente di xfactor, ad Aprile, a Dublino.
In fondo, sono un normalissimo quasi 17enne fiero di essere irlandese che ama la musica in generale e che prende il primo strumento che gli capita di fianco per intrattenere le persone, che siano 3, 20 o 100.
Questo è Niall Horan.







Niall compilò il modulo di partecipazione per xfactor 2010.
Accompagnato dai famigliari si mettà in fila e aspettò che arrivasse il suo momento.
Davanti alle telecamere disse che il suo sogno era quello di fare il tutto esaurito al concerti, incidere album e lavorare con alcuni dei miglliori artisti al mondo.
Venne etichettato con il numero: 232677.
'i'm yours era la canzone con il quale aveva deciso di presentarsi allìaudizione ma gli chiesero di cambiarla perchè era una scelta banale e comune così canto 'so sick' di ne-yo.
Ricevette tre sì sufficienti per fargli passare il turno, facendo pero' una promessa a katy perry che lo ammonì di non deluderla.
Sufficienti per dimostrare ai giudici che la sua risposta alla loro domanda 'perchè sei qui, oggi ?' avrebbe preso vita ma lui, questo, ancora non lo sapeva.

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Capitolo 5
*** 29081993 ***


Su di me ne ho sentite di tutti i colori.
Ho avuto un milione di soprannomi anche se il mio nome è già abbastanza corto e, quindi, impossibile da storpiare; eppure ci sono sempre state delle persone che si divertivano a definirmi in modo non proprio carino.
Non capivo cosa ci fosse di tanto buffo nel prendere di mira un normalissimo ragazzo ciò nonostante sembrava, per gli altri, la cosa più buffa al mondo visto che tutti ridevano dei loro scherzi nei miei confronti.
Non capivo come mai avevano scelto di prendersela con me ma, un giorno, decisi che era arrivato il momento di imparare anche a rispondere alle offese e difendermi senza più fare l’indifferente così una volta tornato a casa chiesi ai miei genitori di iscrivermi a box.
Loro, ovviamente, non sapevano il vero motivo di quella mia richiesta ma mi assecondarono per fortuna senza troppe domande.
Prendevo lezioni parecchie volte alla settimana e giorno dopo giorno mi sentivo sempre più sicuro di me stesso e, di conseguenza, pronto a rispondere ai loro attacchi.
Non sono mai stato e mai sarò, spero, un tipo violento ma quei bulli non mi lasciavano scelta; sì, esatto, sono stato vittima di bullismo verso gli undici e dodici anni.
Diciamo che la mia vita non è iniziata nel migliori dei modi: sono nato tre settimane prima del previsto e sono rimasto in ospedale per diverso tempo; facevo controlli regolari dal medico che attraverso degli esami ha scoperto che uno dei miei reni aveva subito un danneggiamento, non funzionava come avrebbe dovuto e per i primi quattro anni fui costretto a farmi 32 iniezioni al giorno nel braccio.
Immaginate quanto dovevano fare male per un bambino così tanti aghi piantati nella pelle.
Penso anche pero’ che fin da subito io sia stato abituato a combattere, ad essere forte e sopportare il dolore.
 
Ho completato l’11 GCSE’s alla St. Peter’s collegiate school e adesso frequento la City of Wolverhampton College dove studio ingegneria del suono, che appunto si trova nel distretto metropolitano di oltre 240.000 abitanti nel quale vivo: Wolverhampton, nelle West Midlands.
Compirò 17 anni il 29 Agosto dell’anno che sta per arrivare, ho due sorelle maggiori, Ruth e Nicola e sono figlio di Karen e Geoff.
 
Fin da piccolo ho avuto due grandi passioni, alle quali dedico la maggior parte del mio tempo: lo sport e la musica.
Canto da quando ho sei anni e da quell’età in poi mi sono sempre esibito al karaoke nei pub, in vacanza e alle feste ma cantavo molto anche per me stesso perché mi aiutava, e ancora adesso è così, a sfogarmi, a farmi sentire bene e rilassarmi.
Inizialmente pero’ avevo puntato tutto sulla corsa.
Facevo parte del Wolverhampton and Bilston Athletics Club e mi svegliavo alle 5 tutte le mattine e correvo per gli stessi chilometri.
Dovevo fare parte delle riserve per le Olimpiadi ma non riuscii a classificarmi per un posto in una gara tra le scuole dell’Inghilterra dove sceglievano i partecipanti.
Avevo 14 anni.
Ricordo quanto piansi quel giorno; credevo davvero di farcela e mi sentivo una nullità.
Avevo fallito e tutto ciò che avevo fatto nei tempi precedenti mi sembrava uno spreco, mi sentivo come se avessi sbagliato tutto, mi davo la colpa nonostante avessi fatto del mio meglio.
Avete presente quando sperate fermamente in un sogno, vi manca così poco per raggiungerlo e questo vi sfugge di mano all’ultimo minuto ? Ecco, io mi sentivo un illuso, un totale illuso.
Ricordo come la mia famiglia cercò di consolarmi e farmi sentire fiero di ciò che avevo fatto eppure, nonostante apprezzai lo sforzo, niente sembrava farmi stare meglio.
 
Adesso a guardare indietro mi sembra quasi esagerata la mia reazione ma, in fondo, penso che in quei momenti sia normale sentirsi totalmente a terra.
Decisi così di focalizzarmi sulla musica, di dedicarmi totalmente ad essa e, per fortuna, a 12 anni avevo iniziato a perfezionare la mia tecnica entrando a far parte della Pink Productions, un gruppo delle arti e dello spettacolo con sede, qui, dove abito.
Quest’associazione mi permise di esibirmi per la prima volta davanti ad un vero pubblico.
 
Nel 2008 mi presentai a xfactor, il talent inglese creato per dare la possibilità agli aspiranti giovani cantanti di trasformarsi in star mondiali.
Cantai ‘fly me to the moon’ di Frank Sinatra davanti ai tre giudici.
Ricordo che Simon Cowell disse che avevo del potenziale, che Cheryl Cole mi intimò ‘sei carino, hai del carisma’ e ricordo che Louis Walsh affermò convinto che sarei stato una bella figura per lo show.
Il mio cuore batteva a mille, volevo solo ricevere tre sì, passare alla fase successiva e avvicinarmi maggiormente a questo sogno che coltivavo, ormai da anni.
Così accadde e credetemi, la sensazione che mi pervase è inspiegabile; ero al settimo cielo e finito il provino corsi ad abbracciare mia mamma e il resto della mia famiglia.
Mi esercitai tanto, avevo in mano un microfono notte e giorno e riuscii a raggiungere lo step della casa dei giudici, seppure con quale problema di scarto precedente e un miracoloso ripensamento, volai insieme agli altri sei ragazzi alle Barbado’s.
Il nostro mentore era Simon, ed ero così felice perché lui è uno dei migliori nel settore; per convincerlo a inserirmi nei 3 finalisti da portare ai live-show cantai ‘A million love songs’ dei Take That, famosa band alla quale mi ispiro tutt’ora e ‘you can take my breath away’.
Appena dopo aver fatto le performance solo davanti a lui e la sua collaboratrice, Sinitta, non feci altro che pregare di non dover tornare a casa; era tutto ciò che volevo, tutto ciò che avevo sempre desiderato e adesso che ero arrivato così avanti non volevo perdere questa grande occasione.
Poco dopo mi trovai nuovamente davanti a lui, a lui che avrebbe decretato il mio futuro e io mi sentii improvvisamente così piccolo…
tu sembri già un pop star e mi piace il fatto che tu ascolti ciò che dico ma penso tu sia troppo piccolo, penso tu debba ripresentarti tra due anni, prima devi finire gli studi.
Non sei passato
’.
Sentii il mondo crollarmi addosso, per una seconda volta.
Perché a me ? Se solo mi avesse dato la possibilità avrei dimostrato a tutti che non ero così piccolo come pensava, anzi, sono sempre stato più maturo di quanto non fossero gli altri miei coetanei ed ero certo che avrei benissimo potuto reggere la tensione che ti assale quando devi cantare in televisione.
Quel giorno feci una promessa a me stesso: sarei tornato l’anno dopo.
Il problema fu che avevano alzato l’età di partecipazione: non era più 14 ma 16 ed ecco perché adesso passo i miei giorni in casa a provare notte e giorno.
Ecco perché ho raccolto il mio coraggio e la speranza che si era frantumata, ecco perché sono più convinto, sono cresciuto e sono alla fine dei miei studi.
Ecco perché.
Questo è l’anno della rivincita di Liam Payne.

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