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Autore: H8_breathless    26/11/2012    6 recensioni
Un giorno quelle 200 persone sarebbero diventate 200 mila.
Un giorno quelle poche sterline si sarebbero trasformate in milioni.
Un giorno quel catorcio di macchina si sarebbe trasformato in un jet privato.
Un giorno quella tanta odiata invisibilità sarebbe scomparsa.
Un giorno quella piccola e sporca stanza si sarebbe trasformata in una lussuosa camera d'albergo.
Un giorno questa normalità gli sarebbe mancata ma loro, ancora, non lo sapevano.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Louis Tomlinson, vivo a Doncaster nel South Yorkshire ( anche se ho vissuto dai 4 ai 6 anni nella città costiera di Poole, nel Dorset sono poi tornato nella mia città natale) e sono un comunissimo diciassettenne che si confonde tra i quasi 68 mila abitanti di questa contea.
Come tutti i miei coetanei, vado a scuola e sempre come la maggior parte di essi ho dei voti che lasciano parecchio desiderare. 
Sì, sono fidanzato e sì, la mia è simile a una di quelle famose e innumerevoli storie nella quale i due migliori amici si innamorano; diciamo che la mia ragazza è la mia amica d'infanzia, la donna che dopo mia mamma e la più grande delle mie sorelle mi conosce meglio.
Si chiama Hannah Walker ed è meravigliosa, bella, dolce, gentile e la cosa che più amo di lei è il fatto che sappia starmi vicino e sappia capirmi visto che sono un tipo alquanto complicato e beh, anche leggermente (tra virgolette) fuori di testa. 
Sarei pronto a mettere la mano sul fuoco che se iniziassi ad andare in giro (travestito) fermando chiunque e chiedendogli cosa ne pensa della relazione che c'è tra me e Hannah questo accennerebbe una risatina compiaciuta e direbbe: 'non durano più di tre giorni'.
Forse questa sarebbe la risposta di tutti a causa del mio ingestibile carattere o forse, anzi, sicuramente sono loro che credono di conoscerci quando non è così.
Abbiamo tante cose in comune, più di quanto gli altri pensano e credo sia per questo che andiamo, molto spesso, d'accordo.
Sapete, quei tre giorni si sono trasformati in tre settimane e esattamente oggi in tre mesi.
 
Penso di potermi definire un vero e proprio fanatico delle feste; se ce n'è una nei dintorni state sicuri di vedere la mia figura stralunata e barcollante, a causa del troppo alcool, tra la folla che si scatena. Posso dire di avere, da sempre, un migliore amico chiamato Stanley Lucas, da me soprannominato semplicemente Stan
Sono una persona molto socievole, esuberante e capace di fare amicizia con chiunque...probabilmente grazie alla mia incontrollabile e continua parlantina.                                   
'E' un bambino molto vivace' hanno sempre detto i dottori, le maestre e i parenti a mia mamma ed è così, io non capisco dove sia il difetto in questa frase. 
Parlavo di continuo e ricordo che salutavo sempre i passanti quando venivo portato a fare delle passeggiate.
Amo giocare a calcio. Lo faccio quasi tutti i pomeriggi con i miei amici, che, appunto per il mio carattere aperto, sono tanti. 
Proprio come loro, sono anche tanti i componenti della mia famiglia: sono nato da Troy Austin e la mia amata mamma Johannah Poulston. Quand'ero molto piccolo hanno divorziato e poco dopo Jay si è risposata con Mark Tomlinson, dal quale, appunto, ho preso poi il cognome (cosa che non ha fatto pero' mia sorella). 
Da quest'uomo mia mamma ha avuto quattro figlie: Charlotte, per tutti detta Lottie di 12 anni, Felicite (Fizzy) di 10 e le due gemelle Phoebe e Daisy di 6. 
Ho anche Georgia, di 11 anni, che mio padre biologico ha avuto da un'altra donna e se vogliamo essere completi aggiungo pure Ted, il nostro labrador nero.
Nonostante ci sia sempre una grande confusione a casa nostra e, spesso, non rispettano la mia privacy amo stare in famiglia e passare del tempo insieme visto che, a causa della vita frenetica che conduciamo, ci è difficile ritrovarci tutti.
Attualmente lavoro come cameriere ma sono stato allenatore di calcio, ho venduto merendine durante le partite, al cinema e ho perfino lavorato in una famosa filiale di giocattoli: Toys R Us.
Lo so, è strano che un ragazzo della mia età confessi una cosa del genere e che si trovi così bene in casa propria essendo l'unico maschio ma la verità è che passo tanto, fin troppo, tempo lontano da loro quotidianamente che quando posso mi lascio truccare dalle gemelle piccole (amo i bambini, in più la gente dice che ci so trattare alla grande con loro) solo per farle sentirle prima fiere e poi gustarmi la loro sonora sguaiata risata, spazzolo i capelli a Felicite o ci accovacciamo sul divano così che mi ringrazi e mi sorrida alla fine e faccio lunghe chiacchierate, a volte perfino profonde, con Lottie semplicemente perchè ne ho bisogno.
Appena posso cerco di aiutare mamma, con la quale ho un rapporto strettissimo, nelle faccende domestiche per alleviarle qualche peso e per ricevere il suo bacio sui miei capelli lisci che mi fa sempre sentire fortunato; ogni tanto, solitamente quando siamo a tavola, parlo con Mark di come sia andata a lavoro e lui, di conseguenza, mi chiede come sia andata a scuola o, più in generale, la giornata.
 
In questo periodo sono più felice del solito perchè una settimana fa ho ricevuto la conferma di aver superato il provino che avevo sostenuto per interpretare Danny, il protagonista del famosissimo e da me amatissimo musical Grease, il quale verrà presentato nei primi di Maggio e ci esibiremo davanti ad una folla di 200 persone. 
Ho sempre amato la recitazione come forma d'arte, penso sia un bellissimo modo di esprimere se stessi in più canto e questa è un'altra cosa che amo; a proposito, a quattordici anni mi aggregai ad una band chiamata ‘The Roghe’ e ricordo benissimo che durante una gita scolastica dei ragazzi chiesero proprio a me se volevo essere il loro cantante, senza nemmeno avermi mai ascoltato.
Suonavamo rock e punk pop, principalmente gruppi come i Green Day o i Killers; sono così fiero di fare parte di questo complesso.
Invece la mia carriera da attore iniziò con il mio primo ruolo da comparsa che trovai quando riuscii ad infiltrarmi in una trasmissione televisiva dove figuravano Phoebe e Daisy.
Subito dopo mi misi a studiare recitazione e, ambizioso come sono, mi procurai pure un agente teatrale che mi trovò delle parti; una in Waterloo Road e l’altra in If I Had You.
L'altro giorno, dopo le prove, mentre io e la la mia insegnate di teatro stavamo parlando delle cose da migliorare, di ciò che già andava bene e di cosa avremmo dovuto aggiungere allo spettacolo per renderlo indimenticabile improvvisamente è stato zitta un momento e poi mi ha chiesto 'Perchè non provi ad andare a xfactor ?'
In pochi lo sanno ma io nel 2009 già ci avevo provato e non avevo nemmeno superato il turno di selezione così sono scoppiato a riderle in faccia sul momento.
Pero’ sono determinato ad avere successo quindi semplicemente le sorrisi e mossi la testa in senso positivo.
Sì, insomma potrei provare...magari ricevo dei 'sì' sufficienti per accedere al secondo step, magari vengo scelto per i live show convincendo il mio mentore, magari settimana dopo settimana passo il turno fino ad arrivare in finale e vincere e sarei amato quasi quanto io amo le mie splendide toms e poi...beh, poi è meglio che la smetta di farmi i cosiddetti film mentali destinati a nascere e morire poco dopo dentro la mia testa.
E' meglio che adesso vada a cercare la mia maglia a righe preferitale bretelle e i pantaloni rossi dispersi nel mio armadio, completamente e costantemente in disordine, e mi prepari per festeggiare il terzo mese con Hannah sperando vivamente di smettere di pensare a quanto una semplice audizione potrebbe cambiarmi la vita.
 
 
Louis presentò la domanda di partecipazione all'inizio del 2010.
Il ragazzo aveva appena superato l’esame d’ammissione all’università.
Viaggiò con il suo amico per ore, dormirono in macchina e si mise in fila la mattina seguente.
Venne etichettato con il numero: 155204
Si presentò ai giudici cantando ‘Hey there Delilah
Ricevette tre ‘sì’, sufficienti per fargli passare il primo turno.
Sufficienti per trasformare quella platea di 200 persone in oltre 200 mila, ma lui ancora non lo sapeva..
  
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