Il mago

di Fast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno: il mago ***
Capitolo 2: *** Capitolo due: risveglio ***
Capitolo 3: *** capitolo tre:il monaco ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno: il mago ***


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Capitolo 1: Il mago

 

Ciao a tutti! Questa è la mia primissima ff, quindi siate clementi!! All’inizio doveva essere una cosa seria e morigerata, ma poi ho pensato che se l’avessi messa un po’ (anzi no, diciamo pure parecchio) sul comico sarebbe stata più leggibile!

Buon divertimento a tutti e… che l’ “incantesimo” cominci…

 

I miei passi sono lenti e cadenzati sulla fredda terra, e  gli zoori (1) producono un suono ovattato, piacevole.

Il vento soffia con una brezza gentile e tiepida per queste lande desolate, e mi scompiglia leggermente i capelli.

Guardo il paesaggio davanti a me: una stesa di terra bruciata, alberi secchi e spogli, sassi di piccole e medie dimensioni che rotolano sospinti dal vento.

Fine.

Non un animale, o un insetto.

Il nulla.

Io stessa non mi capacito di dove sono finita.

Un rumore improvviso alle mie spalle.

Tengo stretto il mio arco e afferro rapida una freccia per poi girarmi con lentezza estrema.

Abbasso leggermente la guardia.

La persona che ho davanti non sembra pericolosa.

Una bambina.

Deve essere sui dieci anni, magra, con indosso una veste che non è di foggia orientale.

Sembra una tunica, rosso scarlatto, trattenuta in vita da una fascia di un rosso più scuro. I lunghi capelli neri sono divisi in due trecce trattenute in fondo da delle perle colorate, in netto contrasto con la pelle olivastra.

Anche il viso non è orientale, e i suoi occhi nerissimi mi guardano con  una strana luce divertita.

Fa un piccolo inchino di rispetto  alla vista del mio abito sacerdotale, poi però si rialza subito, come se considerasse  quel gesto una cosa insulsa.

Abbasso definitivamente l’arco, e ripongo la freccia.

E’ un’umana.

-Chi sei?- domando.

-Il mio nome è Freya (2), e il vostro, divina sacerdotessa?-

-Kikyo-

-Il mio maestro vi ha vista arrivare, e  mi ha chiesto di venire per invitarvi alla sua dimora-

Mi guarda, e aspetta in silenzio la mia risposta. 

Una forza che non riesco ad identificare prende come possesso di me.

Non è una forza demoniaca, non so che cosa sia.

-Si- rispondo.

La bambina fa un sorriso, e mi fa cenno di seguirla.

La seguo, mentre mi conduce lungo un sentiero roccioso che ci porta sulla cima di una montagna.

Infine, dopo poco, giungiamo a una  enorme costruzione di pietra, ben fatta, con delle specie di torri, che non ho mai visto qui.

Ripenso al volto della ragazzina.

Lei e il suo maestro non sono certamente orientali, sono sicuramente degli europei che hanno deciso di stabilirsi qui (3)

Mi concentro bene sull’aura del posto.

Come per la bambina, qui non c’è niente di demoniaco, solo mi riprende quella strana sensazione di poco fa.

-Magia- dice ad un tratto la ragazzina mentre apre la pesante porta di quel palazzo.

Mi blocco –Che cosa hai detto?-

Mi tiene aperta la porta –Ho detto magia. E’ quello che stavate pensando no? Cos’è quella sensazione che senti… è una cosa che si chiedono tutti quelli che vengono qui-

Mi fa cenno di entrare.

In tutta la mia vita non mi sono mai imbattuta in una forza tale.

Anche se non c’è niente di demoniaco, devo stare all’erta.

L’interno mi è ignoto come la facciata di quella costruzione.

Per terra un tappeto di strana, ma sicuramente pregiata fattura, su dei mobili altissimi vi sono degli oggetti tanto strani quanto affascinanti, libri imponenti, aperti, candele dalla strana linea.

-Venga Kikyo, mi segua-

Dopo una lunga scalinata, attraversiamo un corridoio ove si trovano delle porte, che freya non guarda minimamente.

Infine, si arresta proprio all’ultima porta.

Dice qualcosa in una lingua a me sconosciuta, poi mi dice –Venite, il mio maestro vi vuole parlare-

Apre il portone, che cigola, e si fa da parte per farmi passare.

Entro in una stanza semibuia, illuminata da una luce verdastra che scaturisce da una enorme pentola posta sul pavimento vicino ad un fuoco ormai spento.

Seduto su una specie di panca, c’è un uomo.

-Sacerdotessa Kikyo. Avete accettato il mio invito, infine- dice

Faccio ancora qualche passo

-Non avevo altra scelta- rispondo

Lo sento ridere leggermente, poi si alza per venirmi incontro.

Lo osservo bene.

E’ un uomo alto, vestito con una tunica simile a quella della bambina, solo che è blu. Ha la pelle pallida, gli occhi leggermente cerchiati di nero, i lunghissimi capelli castani, chiarissimi, che scendono sulle spalle, al collo porta una strana collana con un triangolo.

I suoi occhi celesti, quasi bianchi, mi guardano ridenti.

Non saprei dargli un’età.

Può essere sia un ragazzo, che un uomo centenario.

-So chi sei- mi dice

-sei il bagliore di un ricordo ormai perso, e vaghi su questo Mondo alla ricerca di quel che resta, semmai ci sia, di quel ricordo-

Lo guardo senza reagire.

Quest’uomo ha il potere di leggermi dentro, nei più profondi recessi del mio animo.

-Si- continua avvicinandosi sempre di più –So tutto di te, sacerdotessa sventurata, da quando sei entrata nelle mie terre. Ho letto nel profondo del tuo cuore, e sono a conoscenza di cose che tu stessa non sai. Ho letto tutto del tuo ricordo, so che la tua vita spirituale è stata

interrotta quando non era tempo, conosco la tua triste storia personale, e so che tu stessa cammini su questa Terra cercando disperatamente di ricostruirla, ma non ci riesci, perché sei solo e soltanto il riflesso di quella vita che vorresti tanto far rivivere, quella vita che avresti vissuto se la vita non ti fosse stata strappata al momento più inopportuno, quella vita che sarebbe stata senza dubbio felice-

Fa ancora qualche passo verso di me, per poi fermarsi a pochi passi della mia figura

-quella vita che io posso farti rivivere-

Stringo gli occhi.

-Chi sei?-

- Ferkes Al Yan-

Lo guardo ancora.

-E sono un mago-

Senza volerlo, strabuzzo gli occhi.

I maghi.

Si, ne ho sentito parlare, vivono a occidente, e praticano le arti magiche, ma molto diversamente da noi.

-E come faresti, sentiamo-

-Io conosco l’anima delle cose, e so come utilizzarla. Io posso fare cose che anche il demone cui tu dai la caccia è in grado di fare-

Mi guarda per un attimo che mi sembra interminabile, e sembra che quegli occhi possano davvero spiare i più reconditi recessi della mia anima.

 

-Io ti farò tornare indietro nel tempo- dice infine.

-Che cosa?- domando dopo un attimo di silenzio.

 

Questo mago, non so se posso davvero fidarmi si lui.

 

Ma quella proposta…

La vita che non ho vissuto…

Lui può ridarmela…

E io potrò essere finalmente quello che non ho potuto essere cinquant’anni fa…

Potrò essere una donna…

Potrò vivere con l’uomo che amo come un semplice essere umano…

 

-E cosa vorresti in cambio?- chiedo.

Non si fa  mai niente per niente.

Il mago torna al suo posto.

-Assolutamente niente-

Si interrompe un attimo.

-Io ti ridarò esattamente tutto quello che hai perso, sarà modificato anche il futuro ovviamente, le persone che avrai intorno non sapranno niente del mio incantesimo, e tutto scorrerà normalmente… però…-

-Però cosa?-

-Non dovrai usare metodi sporchi per vincere, altrimenti, l’incantesimo si romperà- conclude.

-Solo questo?-

-Solo questo-

-Che cosa devo fare?- chiedo.

-Niente. Penserò a tutto io. Vai a dormire, e domani mattina, quando ti sveglierai, ti troverai esattamente nel giorno in cui la tua vita terminò, solo che questa volta, io impedirò che tu muoia-

 

Quando sono fuori da quelle mura, sento qualcosa che balza nel petto.

E’ il mio cuore, che è finalmente felice  dopo tanto tempo.

 

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-Ferkes! Perché diavolo vorresti fare una cosa del genere!?!-

 

La bambina entrò nella stanza come una furia.

 

-Freya! I tuoi saluti sono sempre più calorosi!-

-Bando alle ciance!- sbraitò la bambina avvicinandosi di più all’uomo e mettendosi seduta al suo fianco.

- Perché vuoi cambiare il passato? Il presente sarà stravolto!!-

L’uomo sorrise – Esatto! Ma, come tu certamente saprai mia giovane Dea, se una cosa deve accadere, accadrà-

-non parlarmi di quello stupido destino! Sai bene che non esiste!!-

-Oh, ma io non sto parlando affatto di destino, mia cara-

Protese una mano in avanti, pronunciando delle strane parole, e da un fumo denso e biancastro si formò pian piano uno specchio che rifletteva l’immagine della sacerdotessa

-Con questo, mia cara, possiamo osservare la faccenda, e…- fece un sorriso.

-E cosa?!-

-Vedere se la sacerdotessa manterrà la parola data-

-Maledizione Ferkes, perché hai fatto una cosa del genere?!-

-Niente, voglio solo appurare una mia ipotesi…- le spiegò alzandosi.

Freya scosse la testa. Certe volte quell’uomo era incomprensibile…

-Su, adesso vai a riposare, domani inizierà la storia-

- Oh, Dio…- - Tesoro, sbaglio o una Dea deve essere politeista?-

-Insomma!!!!-

- Avanti, Freya, se le mie supposizioni sono giuste, vedrai che tutto si risolverà nel migliore dei modi…-

-E se non lo sono?-

Ferkes si fermò a pochi passi dalla porta.

-In tal caso, rimetterò le cose al loro posto. Buonanotte, Freya-

Dopo che il mago se ne fu andato, la bambina scosse la testa.

-Accidenti a Ferkes- sussurrò.

 

Intanto, nella stanza accanto, un mago stava trafficando con libri, polveri e liquidi, mentre una sacerdotessa dormiva con il sorriso sulle labbra, e a chilometri di distanza un mezzodemone, un’umana, una sterminatrice e un monaco dormivano ignari di tutto.

 

 

Allora??!!! Che ve pare del primo capitolo?!  Bè, so che non è gran che, ma il pezzo forte deve ancora arrivare!

Al prossimo appuntamento!!!

Fast

 

1: sono i tipici sandali indossati dai giapponese, quelli a infradito

2: Freya è il nome di una Dea nordica, che si dice abbia dato origine al continente di Atlantide

3: durante il periodo Sengoku i portoghesi arrivarono in Giappone, che era rimasto chiuso a tutti fino a quel periodo, ed importarono anche la polvere da sparo. Kikyo rimane sconvolta, diciamo, quando vede il castello del Mago perché in giappone esistevano solo le case e i castelli di legno all’epoca!

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due: risveglio ***


Capitolo 2: Risveglio

 

Un chiacchiericcio continuo arrivò alle sue orecchie, svegliandola.

La sacerdotessa si girò dall’altro lato, incerta se aprire gli occhi o no.

Il mago avrà mantenuto la sua promessa?

-Kikyo! Sorella Kikyo, svegliatevi!-

La miko aprì gli occhi, trovandosi davanti a una Kaede di appena dieci anni.

Si mise seduta “ma allora…” pensò “allora è tutto vero!”

-Sorella Kikyo, che avete? Siete così strana!-

-No, niente, Kaede non ti preoccupare- rispose alzandosi

La bimba sorrise in risposta –Avanti, sorella, c’è di la Inuyasha che vi aspetta!-

-COSA?!-

Scattò in piedi.

Com’era possibile quello?

Poi le venne in mente che il mago le aveva detto che sarebbe partita dal giorno della sua morte.

E quel giorno Inuyasha l’aspettava nei pressi del Dio albero.

Con le gambe che tremavano, la Miko  uscì dalla capanna, per poi dirigersi verso  un il ben noto albero

Una ben nota figura era in piedi davanti a lei.

-Inuyasha…- sussurrò.

Il ragazzo mosse leggermente le orecchie, per poi girarsi a guardarla, sulla faccia il suo solito sorriso triste.

-kikyo!-

Si avvicinò a lei.

-Mi sei mancata- disse, abbracciandola stretta.

La sacerdotessa chiuse gli occhi.

Che malinconia…

Ma adesso lui era lì, con lei e solo per lei, e quel giorno stesso lui sarebbe diventato umano, coronando il loro sogno di vivere insieme come due esseri umani.

-Inuyasha, allora sei pronto a diventare umano?-

Il ragazzo si staccò leggermente dall’abbraccio per guardarla fissa negli occhi

-Si-

-Questo pomeriggio- - Questo pomeriggio, si-

La sacerdotessa sorrise, mentre il ragazzo si avvicinava per darle un bacio.

Lei chiuse gli occhi beandosi di quell’attimo, consapevole che stavolta niente sarebbe andato storto.

Il mago aveva mantenuto la promessa.

Le aveva reso quello che le era stato rubato…-

 

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-Ferkes! Tu non l’ai fatta tornare indietro nel tempo, tu hai modificato il passato!!!-

 

Il mago e la Dea stavano seduti davanti al loro specchio, e avevano osservato tutta la scena, e lei, era furente.

Il mago la guardò sorridendole, poi distese le gambe.

-Bè? Cos’hai da dire?- -Niente. Si, certo, ho modificato il passato, ma tutto questo è stato fatto per esigenze di copione!-

-Esigenze di copione?!!! Tu sei completamente pazzo!! Vuoi dire che hai impedito che Naraku nascesse?!-

-Assolutamente no! Ma per chi mi hai preso?!-

La ragazza lo guardò storto.

-Come se non ne fossi capace…- disse con aria di sufficienza.

-Si, ecco… insomma Freya! Dovresti sapere che non si può impedire la nascita di qualcuno, almeno non con mezzi ortodossi…- concluse con una risatina.

Freya si prese la testa fra le mani: quell’uomo era un caso preoccupante…

-Quindi il monaco ha sempre la sua cicatrice del vento, e quella sterminatrice finirà… un momento: ma loro non sono ancora nati!-

-Errore! Cercherò di spiegarti la situazione Freya: ho usato un incantesimo particolare per esaudire la volontà di quella donna: ho deciso di agire con i suoi pensieri e le persone che erano ai primi posti, per così dire, anche se cronologicamente parlando non ci dovrebbero essere, sono in quel tempo: la sterminatrice, il monaco, e il kitsune, sono presenti-

-Ancora continuo a non capire… dove vuoi arrivare? Questo è un incantesimo ancora più complicato di quello per portare indietro nel tempo, perché lo hai fatto?-

-te l’ho detto… devo appurare la mia teoria…-

-Ma che diavolo sarebbe questa teoria?!-

-Te lo dirò a tempo debito-

-Si, si, va bene… e… la ragazza?-

Il mago sghignazzò – Anche lei si trova sempre in quel mondo, solo che…- posò una mano sullo specchio

- solo che cosa?! La pianti di parlare a monosillabi?-

-Lo scoprirai fra poco… intanto fammi un po’ manipolare un incontro…-

-Manipolare?!-

-Si… tra la piccola volpe, il demone gatto,  quella pulce fifona, com’è che si chiama…?-

-Myoga- disse la bambina

-Si, esatto, e Kagome-

-Perché, li hai fatti restare insieme?-

-esatto. Si risveglieranno tutti e tre al villaggio di Sango, ma non sotto l’effetto dell’incantesimo-

-E questo cosa c’entra con la tua teoria?-

-lo vedrai…-

 

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quando si svegliò, il piccolo kitsune capì subito che non era nel posto dove si era addormentato la notte prima.

Si girò sulla dura terra, e aprì gli occhi per cercare la vista familiare dei suoi amici.

Ma non vide nessuno.

Scattò in piedi, iniziando a correre come un pazzo per quello, che a quanto pareva, era un villaggio.

- KAGOOOMEEEEE!!!!INUYASHAAAAAA!!!! MIROKU!!SANGO, DOVE SIETE FINITI???!!!!-

-SHIPPO!!! Shippo, anche tu allora non sai che cosa è successo?!-

-Vecchio Myoga!!-

La pulce saltò addosso al Demone volpe

-Myoga! Dove siamo? Non c’è nessuno, Kagome, Inuyasha…-

-Non disperare Shippo. Non so neanch’io che cosa sia successo..però…è come se… non so come spiegarlo… fossimo… il tempo… fosse tornato indietro…-

- Indietro?! Ma allora… nessuno si ricorderà di noi!!!!-

-Non disperare Shippo. Non riconosci dove siamo?-

Il kitsune si guardò intorno.

Un tranquillo villaggio di campagna, con gente che stava lavorando, ben tenuto, ma no, non gli ricordava niente…

-?-

-Siamo nel villaggio degli sterminatori… ed è qui che ho trovato Kirara e Sango-

-Kirara e Sango sono qui?!- urlò il demone volpe, scattando in avanti alla  loro ricerca.

-fermati, Shippo! Non sappiamo se loro ricordano!-

-Accidenti…è vero… cosa facciamo allora?!!!-

Shippo scoppiò a piangere, e a nulla valsero le consolazioni di Myoga.

-Forza, Shippo, coraggio, cerca di…-

-Hey, bambino come mai stai piangendo?-

Shippo smise di piangere: una figura ben nota stava in piedi davanti a lui.

I soliti capelli castani e lucenti, gli occhi leggermente truccati di rosa, ma soprattutto, il caro vecchio Hiraikotsu che faceva bella mostra di se sulle spalle della ragazza.

Sango!

-Sa…- - No, Shippo, aspetta…- gli bisbigliò la pulce nell’orecchio –Non vedi che non ci ha riconosciuti?-

-Allora?- disse Sango, levandosi il boomerang dalle spalle per chinarsi davanti al piccolo Kitsune

-Che cosa ti è successo piccolo? Sei un demone, ma non sembri affatto pericoloso!-

-Ecco…io non so dove sono… mi sono risvegliato qui…per caso…-

La ragazza alzò un sopracciglio –Per caso?-

Il bambino annuì.

-Comunque, sei nel villaggio degli sterminatori di demoni, ed io mi chiamo Sango-

- Ah… Shippo- disse.

-Bene Shippo! Senti, ma non hai nessun posto dove andare?-

Il kitsune guardò Myoga –No, non ho nessun posto dove andare- disse.

-Se è così, puoi restare per qualche tempo con noi- suggerì la ragazza

-Va bene!-

Sango si alzò –Vieni, ti presento a mio padre, mioi fratello e gli altri sterminatori-

 

Seguirono la ragazza in una casa nel centro del villaggio.

-Padre! Kohaku! Venite per favore!-

-Che c’è Sango?- disse una voce molto forte.

-Padre, venite, devo presentarvi una persona- rispose.

Un uomo alto, robusto, con la barba, apparve davanti a loro.

Squadrò bene Shippo  e poi disse: -Perché hai portato un demone in casa nostra?-

-Oh, tranquillizzatevi padre, è innocuo!-

-Questo lo vedo-

-Si chiama Shippo, e si è risvegliato nel nostro villaggio questa mattina senza sapere perché era qui!-

-davvero? Strano…-

In quella, apparve Kirara, che posato lo sguardo sui due demoni, assunse un’aria sorpresa.

-Kirara? Che cos’hai?-

La gattina lo guardò per un attimo, poi si andò a sistemare accanto a Shippo.

Sango sorrise –Vedo che hai conquistato subito Kirara! Bene, vi lasciamo soli, allora! Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, chiedi pure a me!-

Shippo aspettò che si fosse allontanata con suo padre, poi prese a parlare

-Hey! Kirara! Ma tu ci conosci!-

La gatta annuì

Myoga spuntò dai capelli di Shippo.

-A quanto pare siamo gli unici immuni a questa specie di incantesimo!-

-E adesso?-

-Dobbiamo trovare gli altri-

-E come?- -Non so. Ma mi farò venire un’idea-

-M…- Shippo stava per dire qualcosa, quando delle voci lontane lo fecero zittire.

I tre demoni si accostarono all’unosono all’entrata.

Videro Sango, suo padre e Kohaku che parlavano poco lontano.

 

-Un demone Ragno padre?-

-Esattamente. Infesta un castello qui vicino-

-Non deve essere difficile abbatterlo-

-Kohaku, questa sarà la tua prima missione in veste di sterminatore-

-Si padre-

-Cerca di farti onore-

-Si!-

-Partiremo seduta stante! Voglio concludere questa faccenda prima che faccia notte!-

-Si padre!-

 

-Hey, ma non sarà quando Naraku…?-

- credo di si Shippo-

-E allora che si fa?-

-Che domande! Li seguiamo! E poi, se non sbaglio, quel castello è vicino al villaggio Musashi!-

-Credi che gli altri siano li?-

-Non so, ma spero tanto di si…-

 

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-Ferkes! Non ti facevo così bastardo!-

- Modera i termini Freya!- disse offeso il mago cambiando posizione sulla sua sedia

La bambina scattò in piedi

-Vuoi davvero fargli rivivere quell’incubo?- sbottò

-Freya! Non credevo avessi una così bassa stima di me!-

Lei sorrise ironica –Bè, uno che mi tiene prigioniera in questa baracca da settecento anni, non può che meritarsi questo!-

-Sai bene che non sono io a tenerti rilegata qui!- spiegò –Comunque, sappi che le cose andranno diversamente!-

-Ah si? E come?-

 

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Kikyo era eccitatissima.

Procedeva spedita per il villaggio, la sfera tenuta stretta nelle mani, gli occhi al sole delle quattro.

“ finalmente” disse “finalmente di nuovo insieme”

 

Fece l’ultimo tratto di strada r arrivare al Goshimboku addirittura correndo, cosa che non aveva mai fatto in vita sua, nemmeno quando era bambina.

 

Si fermò.

 

Inuyasha era li, appoggiato al tronco dell’albero.

Quando la sentì, alzò gli occhi e sorrise

 

-Ti stavo aspettando- disse alzandosi ( hey, non è che lo faccio troppo gentile?NdF)

 Kikyo sorrise –Non ti lascio- disse “non più”

 

Inuyasha si fermò vicino a lei – Allora?-

 Kikyo gli mostrò la sfera –Eccola-

 

 

-Ferkes!!Oddio, non diventerà umano davvero?!!!- esclamò saltando in piedi

-Devo ricordarmi di un incantesimo per ammutolire la gente…- borbottò tra se e se il mago

 

 

 

Inuyasha prese dalle mani della sacerdotessa la sfera, poi chiuse gli occhi…

 

-KIKYO!!! SACERDOTRESSA KIKYO!!!!_

 

 

 

Inuyasha aprì gli occhi di scatto, guardando interrogativamente la sacerdotessa

 

-SACERDOTESSA!!!DOVE SIETE???!!!!-

 

Sentendo le voci degli uomini avvicinarsi, strappò la sfera dalle mani del mezzo demone.

Pochi attimi dopo, arrivò da lei un gruppo di persone.

-Sacerdotessa!-

-Si? Che volete?-

-Al villaggio qui vicino… gli sterminatori hanno inviato un messaggero per richiedere il votro aiuto! Sembra che siano in difficoltà con un demone ragno!- spiegò un uomo.

 

Kikyo imprecò tra se.

Proprio adesso…

 

-E va bene. Portatemi a questo villaggio, o quello che è. Inuyasha, vieni con me?- chiese

Lui annuì.

-Ma, sacerdotessa Kikyo…lui…-

-Lui ci potrà essere d’aiuto-

-Allora…l’aspettiamo al villaggio-

 

Quando si furono allontanati, lei si vltò verso Inuyasha

-Io…-

-Non ti preoccupare… sarà per un’altra volta!-

Lei sorrise –Si, è vero…-

E insieme si incamminarono verso il villaggio…

 

 

ED ECCO IL SECONDO CAPITOLO!!!  UN PO’ LUNGHINO; MA CI VOLEVA!! VOLEVO RINGRAZIARE ONIGIRI PER IL SUO COMMENTO, ED ANCHE TUTTI QUELLI CHE LEGGONO!!

ADESSO LA STORIA E’ ABBASTANZA NOIOSA, MA SI MOVIMENERA’ A POARTIURE DAL PROSSIMO CAPITOLO!!!

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Capitolo 3
*** capitolo tre:il monaco ***


CAPITOLO TRE: Il monaco.

 

Sango cadde, per l’ennesima volta, a terra.

Mentre si tirava di nuovo in piedi, pensò tra se che non le era mai capitato di imbattersi in un demone come quello.

Era probabile che non fosse un semplice demone ragno, però.

Per questo suo padre aveva fatto mandare a chiamare la sacerdotessa del villaggio vicino.

Da soli non ce l’avrebbero mai fatta.

 

Saltò in groppa a Kirara, che la portò sopra la testa del demone capo, che si celava sotto le mentite spoglie del signore del castello

Questo però sembrò accorgersi  della sua presenza.

Due occhi rossi come sangue fissarono la ragazza, poi qualcosa di lancinante le perforò la spalla sinistra, facendola cadere a terra.

 

-SORELLA!!!!-

 

Sango si toccò la spalla ferita.

Una freccia…

Si rialzò molto lentamente da terra.

Suo fratello le corse incontro, sorreggendola

-Sorella, stai bene? Ti fa molto male?-

Lei cercò di tranquillizzarlo con un sorriso.

-Va tutto bene Kohaku- spiegò riafferrando il suo boomerang –Ci vuole ben altro per mettermi fuori combattimento!!-

 

Stava per tirare la sua arma, quando una freccia sacra volò appena sopra la sua testa, andandosi a conficcare nel petto del demone ragno.

-MIO SIGNORE!!!- sentì urlare.

 

Sango si girò a vedere chi mai avesse lanciato quella freccia così potente.

Una sacerdotessa dai lunghi capelli neri e gli occhi viola chiarissimo le stava davanti, la corda dell’arco ancora vibrante.

 

Qualcosa si accese dentro la sua mente:

Quel viso non era nuovo.

 

-ATTENTA SANGO!!!-

 

Si abbassò appena in tempo per schivare i fili velenosi di un altro demone.

Si guardò intorno.

L’uccisione del loro capo doveva aver fatto venire allo scoperto tutti gli altri demoni del covo.

Erano tantissimi.

 

Sango strinse forte il suo Hiraikotsu, che lanciò con tutta la forza che quella ferita che stava facendo uscire una discreta quantità di sangue, le permetteva.

 

Tre sterminatori erano stati uccisi, e suo padre aveva ben pensato di mettere al riparo Kohaku, dato che quella situazione era complicata per loro che erano degli esperti, figurarsi per un dilettante.

 

Improvvisamente, Sango vide una macchia rossa passarle velocissima accanto.

 

Uno strano essere con dei lunghissimi capelli bianchi e delle buffe orecchie da cane stava facendo letteralmente a pezzi il resto dei demoni ragno.

 

Quando tutto finì, lo vide girarsi.

 

La ragazza fece un passo indietro.

Quegli occhi…

 Dove li aveva già visti?

 

D’improvviso, le si annebbiò la vista, e sentì le gambe cedere.

Fece in tempo a guardare a terra, una pozza di sangue caldo le stava inzuppando la veste.

Prima di svenire sentì la voce di suo padre che diceva di fare qualcosa per la sua bambina.

 

 

 

 

-Una tazza di thè, Freya?-

La bambina guardò il mago che la stava osservando dall’alto, poi lo guardò severa

-Non siamo mica a teatro!!!-

Lui inarcò le sopracciglia dorate, che andarono a formare due archi perfetti sopra i magnifici occhi azzurri.

Freya sospirò: inutile negarlo, quel mago la attraeva più di una calamita, ma vanesio com’era, era meglio non farglielo capire.

-E comunque sia, detesto il thè Mi piace solo il caffè-

-Spiacente deluderti, ma non ne abbiamo- rispose lui sedendosi accanto a lei.

-Allora? Che te ne pare?- 

-Per adesso, devo dire che non ci ho capito gran che. E poi, non mi pare sa successo niente di rilevante!!-

Lui sorrise –Ti credevo un’osservatrice più attenta-

Freya lo guardò senza capire

-Non ti sei accorta che Sango li ha riconosciuti?-

Lei incrociò le braccia, sorridendo di sghembo –A me non sembra proprio-

-Aaahh!! Ti facevo più intelligente!! Comunque, continuiamo…-

-Quale sarà la prossima mossa?- chiese avvicinandosi di più.

-Il monaco- rispose

 

 

-Gentile e graziosa fanciulla, mi farebbe l’onore di darmi un figlio??-

 

Miroku sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, deciso a fare il tutto e per tutto per conquistare quella bella ragazza davanti a lui.

 

-Hey, bonzo!!-

-Io non sono un bon…-

Miroku si sentì gelare da capo a piedi, i capelli sulla nuca elettrizzati come se avessero sentito il pericolo.

Un colosso di due metri per (a occhio e croce) duecento chili lo stava guardando minaccioso, una katana eccellentemente affilata che brillava nella sua mano pelosa.

-S…siiiii?- disse, la voce stridula da donnetta.

Il Colosso sorrise, mostrando dei denti gialli e sgangherati

-Cos’è che hai appena proposto di fare a mia moglie?-

 

Il povero monaco rimase di sasso:

Quella specie di scimmia maggiorata era sposato??!!!

Per di più con una ragazza carina come quella??!

E lui, che era da una vita che cercava di fare un bambino, non era mai riuscito a trovare una disposta a farlo???!!!

 

A quel mondo non c’era giustizia…

 

Si affrettò a lasciare la mano della “gentil donzella”, poi di tutta fretta, raccolse il bastone posato a terra e si dileguò tra i cespugli.

 

Non voleva mica lasciarci le penne!!!!

 

-DANNAZIONE!!!!- diceva mentre aveva ripreso un’andatura normale

-Mi capitano tutte a me!-

 

Pochi metri dopo, si trovò davanti ad un bivio.

“ boh, che ne so…prendiamo a sinistra”

 

In quella passarono due contadini

-Avete sentito? Sembra che quella povera ragazza abbia perso molto sangue!-

-Si! La sacerdotessa che l’ha in cura, ha detto che è grave, era una freccia avvelenata, quella che l’ha colpita!-

-Povera! Così giovane!!-

 

Se il monaco avesse avuto le antenne, si sarebbero subito alzate.

-Scusate, signori-

 

I due vecchi si fermarono, inclinando la testa in segno di rispetto verso l’abito sacerdotale

-Si, onorato monaco?-

-La ragazza di cui stavate parlando… in che villaggio si trova?-

-Qui a destra, al villaggio Musashi-

-Perché io credo di avere la medicina che fa al caso suo- spiegò.

 

Bè, mai lasciarsi sfuggire l’occasione di vedere una fanciulla, se poi la poteva anche aiutare a sopravvivere, tanto meglio, no?

 

-Su, conducetemi da lei-

 

 

 

 

Le girava un po’ la testa, aveva anche un po’ di nausea, ma sentiva che pian piano le forze le stavano tornando.

Aprì lentamente gli occhi, ma le palpebre le pesavano come macigni.

Quel posto… non lo conosceva, però… aveva un che di familiare, e di bello, anche.

-SANGO!!SANGO FINALMENTE TI SEI SVEGLIATA!!- le urlò Shippo.

-Si.Dove sono gli altri?-

-Gli sterminatori se ne sono andati, è rimasto solo tuo padre-

-Che è successo?-

-Un demone ti ha colpita con una freccia avvelenata. Credevamo saresti morta, se non fosse arrivato qui un monaco per caso!!-

Le aggrottò le sopracciglia –Un monaco?-

- Graziosa fanciulla, noto con piacere che vi siete svegliata!!!-

 

Occhi azzurri e maliziosi, sorriso accattivante, capelli un po’ troppo lunghi del normale, orecchini, quello che aveva davanti aveva tutto fuorché l’aria da monaco!!

 

“ Che strano…più guardo questa ragazza, e più ho la sensazione di conoscerla…”

“questo monaco… mi fa una sensazione strana…”

 

Intanto, Shippo Myoga e Kirara erano usciti dalla capanna.

 

-Ma quello è Miroku!! E c’è anche Inuyasha, e Kikyo!! Avevi ragione vecchio Myoga!!! E Inuyasha non ha nemmeno Tessaiga!!-

La vecchi pulce uscì dal pelo di Kirara –Si Shippo, non ha la sua Katana perché probabilmente l’ha avuta solo grazie a Kagome. Gli eventi mi hanno portato a credere che siamo tutti vittime di un incantesimo-

-Incantesimo?- - Precisamente. Ma sarà meglio fare finta di niente fin quando non scopriremo con esattezza cosa sta succedendo-

 

AAAAAAAAAHHHHHHH!!!BRUTTO MANIACO, FALLO ANCORA E TI RITROVERAI DRITTO AL CIMITERO!!!

 

AHIAAAAAA!! MA STAVO SOLO CONTROLLANDO SE STAVATE BENE!!!!

 

 

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, si sa…

-Kirara, sarà meglio che tu vada a vedere come sta Sango… è bene non lasciare mai una ragazza da sola con quel monaco…-

Kirara, sempre sotto forma di una graziosa gattina, zampettò fino alla capanna

-Hey, tu!-

Shippo si girò. Inuyasha stava li davanti a lui

-Con chi stavi parlando, moccioso?-

Ci sarà pure stato un incantesimo, ma il carattere di quel mezzo demone non era cambiato di una virgola…

 

-Ehm… stavo parlando, tra me e me, già!!-

-Bè’, allora sei uno scemo!-

-Hey!!- gi rispose, sedendosi per terra

 

-Inuyasha, Inuyasha…-

Il demone si girò

-Kikyo…- sussurrò abbracciandola.

 

Shippo e Myoga si guardarono con la coda dell’oicchio.

 

-MA TU LA STAI BACIANDO!!!-

 

-Certo che si! Perché non dovrei!!-

-State lontani, improvvisamente ho un principio di nausea…- sibilò Myoga

-Non sulla mia spalla, grazie!-

 

Kikyo non sembrò badare a Shippo

-Allora, amore, sei un po’ agitato per quella cosa?-

-Ma, non direi… forse solo un po’ nervoso…-

 

-Non so di cosa stanno parlando, ma la cosa rende me, nervoso!- disse Shippo

 

Quando Kikyo lo sentì e si girò a guardarlo, sia lui, sia Myoga, capirono all’istante che lei sapeva che cosa stava succedendo.

 

Inuyasha l’abbracciò

-MA non temere, ti ho dato la mia parola, e la manterrò-

Kikyo li osservava al di sopra della sua spalla.

- Ciao demone volpe, come mai sei così… sconvolto?-

- SCONVOLTO? Chi? Io? Ma no, no, solo che oggi sono un po’ nervoso, eh!-

“oh no…perché loro si ricordano?!”

 

Improvvisamente, al fine naso di Inuyasha arrivò un odore nuovo, dolce e frizzante, buonissimo a suo dire.

Quando lo sentì, ebbe una specie di fitta allo stomaco, una strana sensazione s’impadronì di lui.

Quel profumo gli metteva dentro una sensazione di pace e felicità che non aveva mai provato prima

 

-Inuyasha… che c’è?-

Il mezzo demone si riscosse da quello strano torpore

-No niente…solo… no, lascia perdere-

Kikyo lo guardò allontanarsi.

Qualcosa era andato storto in quell’incantesimo, e se non riusciva a scoprire che cosa, tutto il piano sarebbe andato a monte.

 

 

QUESTO E’ IL TERZO!! NEL PROSSIMO CAPITOLO ENTRERA’ IN SCENA KAGOME, E KIKYO ANDRA’ DAL MAGO PER UNA “CONSULENZA”!!!

NO, NON MI SONO ISPIRATA A FANTRAGHIRO’, MA HO PRESO ISPIRAZIONE PER LO SPECCHIO DEL MAGO DA UN FILM DI LAMBERTO BAVA, DI CUI NON RICORDO NEANCHE IL NOME!! GRAZIE MILLE A CHI COMMENTA E ANCHE A CHI LEGGE, CHIARO!!

ALLA PROSSIMA!!

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