Test Page Then return to Capitolo 1: Il
mago Ciao
a tutti! Questa è la mia primissima ff, quindi siate clementi!! All’inizio
doveva essere una cosa seria e morigerata, ma poi ho pensato che se
l’avessi messa un po’ (anzi no, diciamo pure parecchio) sul comico sarebbe
stata più leggibile! Buon
divertimento a tutti e… che l’ “incantesimo”
cominci… I
miei passi sono lenti e cadenzati sulla fredda terra, e gli zoori (1) producono un suono
ovattato, piacevole. Il
vento soffia con una brezza gentile e tiepida per queste lande desolate, e
mi scompiglia leggermente i capelli. Guardo
il paesaggio davanti a me: una stesa di terra bruciata, alberi secchi e
spogli, sassi di piccole e medie dimensioni che rotolano sospinti dal
vento. Fine. Non
un animale, o un insetto. Il
nulla. Io
stessa non mi capacito di dove sono finita. Un
rumore improvviso alle mie spalle. Tengo
stretto il mio arco e afferro rapida una freccia per poi girarmi con
lentezza estrema. Abbasso
leggermente la guardia. La
persona che ho davanti non sembra pericolosa. Una
bambina. Deve
essere sui dieci anni, magra, con indosso una veste che non è di foggia
orientale. Sembra
una tunica, rosso scarlatto, trattenuta in vita da una fascia di un rosso
più scuro. I lunghi capelli neri sono divisi in due trecce trattenute in
fondo da delle perle colorate, in netto contrasto con la pelle
olivastra. Anche
il viso non è orientale, e i suoi occhi nerissimi mi guardano con una strana luce
divertita. Fa
un piccolo inchino di rispetto
alla vista del mio abito sacerdotale, poi però si rialza subito,
come se considerasse quel
gesto una cosa insulsa. Abbasso
definitivamente l’arco, e ripongo la freccia. E’
un’umana. -Chi
sei?- domando. -Il
mio nome è Freya (2), e il vostro, divina sacerdotessa?-
-Kikyo-
-Il
mio maestro vi ha vista arrivare, e
mi ha chiesto di venire per invitarvi alla sua
dimora- Mi
guarda, e aspetta in silenzio la mia risposta. Una
forza che non riesco ad identificare prende come possesso di
me. Non
è una forza demoniaca, non so che cosa sia. -Si-
rispondo. La
bambina fa un sorriso, e mi fa cenno di seguirla. La
seguo, mentre mi conduce lungo un sentiero roccioso che ci porta sulla
cima di una montagna. Infine,
dopo poco, giungiamo a una
enorme costruzione di pietra, ben fatta, con delle specie di torri,
che non ho mai visto qui. Ripenso
al volto della ragazzina. Lei
e il suo maestro non sono certamente orientali, sono sicuramente degli
europei che hanno deciso di stabilirsi qui (3) Mi
concentro bene sull’aura del posto. Come
per la bambina, qui non c’è niente di demoniaco, solo mi riprende quella
strana sensazione di poco fa. -Magia-
dice ad un tratto la ragazzina mentre apre la pesante porta di quel
palazzo. Mi
blocco –Che cosa hai detto?- Mi
tiene aperta la porta –Ho detto magia. E’ quello che stavate pensando no?
Cos’è quella sensazione che senti… è una cosa che si chiedono tutti quelli
che vengono qui- Mi
fa cenno di entrare. In
tutta la mia vita non mi sono mai imbattuta in una forza
tale. Anche
se non c’è niente di demoniaco, devo stare all’erta. L’interno
mi è ignoto come la facciata di quella costruzione. Per
terra un tappeto di strana, ma sicuramente pregiata fattura, su dei mobili
altissimi vi sono degli oggetti tanto strani quanto affascinanti, libri
imponenti, aperti, candele dalla strana linea. -Venga
Kikyo, mi segua- Dopo
una lunga scalinata, attraversiamo un corridoio ove si trovano delle
porte, che freya non guarda minimamente. Infine,
si arresta proprio all’ultima porta. Dice
qualcosa in una lingua a me sconosciuta, poi mi dice –Venite, il mio
maestro vi vuole parlare- Apre
il portone, che cigola, e si fa da parte per farmi
passare. Entro in una stanza
semibuia, illuminata da una luce verdastra che scaturisce da una enorme
pentola posta sul pavimento vicino ad un fuoco ormai
spento. Seduto su una specie di
panca, c’è un uomo. -Sacerdotessa Kikyo. Avete
accettato il mio invito, infine- dice Faccio ancora qualche
passo -Non avevo altra scelta-
rispondo Lo sento ridere leggermente,
poi si alza per venirmi incontro. Lo osservo
bene. E’ un uomo alto, vestito con
una tunica simile a quella della bambina, solo che è blu. Ha la pelle
pallida, gli occhi leggermente cerchiati di nero, i lunghissimi capelli
castani, chiarissimi, che scendono sulle spalle, al collo porta una strana
collana con un triangolo. I suoi occhi celesti, quasi
bianchi, mi guardano ridenti. Non saprei dargli
un’età. Può essere sia un ragazzo,
che un uomo centenario. -So chi sei- mi dice
-sei il bagliore di un
ricordo ormai perso, e vaghi su questo Mondo alla ricerca di quel che
resta, semmai ci sia, di quel ricordo- Lo guardo senza
reagire. Quest’uomo ha il potere di
leggermi dentro, nei più profondi recessi del mio
animo. -Si- continua avvicinandosi
sempre di più –So tutto di te, sacerdotessa sventurata, da quando sei
entrata nelle mie terre. Ho letto nel profondo del tuo cuore, e sono a
conoscenza di cose che tu stessa non sai. Ho letto tutto del tuo ricordo,
so che la tua vita spirituale è stata interrotta quando non era
tempo, conosco la tua triste storia personale, e so che tu stessa cammini
su questa Terra cercando disperatamente di ricostruirla, ma non ci riesci,
perché sei solo e soltanto il riflesso di quella vita che vorresti tanto
far rivivere, quella vita che avresti vissuto se la vita non ti fosse
stata strappata al momento più inopportuno, quella vita che sarebbe stata
senza dubbio felice- Fa ancora qualche passo
verso di me, per poi fermarsi a pochi passi della mia figura
-quella vita che io posso
farti rivivere- Stringo gli
occhi. -Chi sei?-
- Ferkes Al
Yan- Lo guardo
ancora. -E sono un
mago- Senza volerlo, strabuzzo gli
occhi. I
maghi. Si, ne ho sentito parlare,
vivono a occidente, e praticano le arti magiche, ma molto diversamente da
noi. -E come faresti,
sentiamo- -Io conosco l’anima delle
cose, e so come utilizzarla. Io posso fare cose che anche il demone cui tu
dai la caccia è in grado di fare- Mi guarda per un attimo che
mi sembra interminabile, e sembra che quegli occhi possano davvero spiare
i più reconditi recessi della mia anima. -Io ti farò tornare indietro
nel tempo- dice infine. -Che cosa?- domando dopo un
attimo di silenzio. Questo mago, non so se posso
davvero fidarmi si lui. Ma quella
proposta… La vita che non ho
vissuto… Lui può
ridarmela… E io potrò essere finalmente
quello che non ho potuto essere cinquant’anni fa… Potrò essere una
donna… Potrò vivere con l’uomo che
amo come un semplice essere umano… -E cosa vorresti in cambio?-
chiedo. Non si fa mai niente per
niente. Il mago torna al suo
posto. -Assolutamente
niente- Si interrompe un
attimo. -Io ti ridarò esattamente
tutto quello che hai perso, sarà modificato anche il futuro ovviamente, le
persone che avrai intorno non sapranno niente del mio incantesimo, e tutto
scorrerà normalmente… però…- -Però cosa?-
-Non dovrai usare metodi
sporchi per vincere, altrimenti, l’incantesimo si romperà-
conclude. -Solo
questo?- -Solo
questo- -Che cosa devo fare?-
chiedo. -Niente. Penserò a tutto io.
Vai a dormire, e domani mattina, quando ti sveglierai, ti troverai
esattamente nel giorno in cui la tua vita terminò, solo che questa volta,
io impedirò che tu muoia- Quando sono fuori da quelle
mura, sento qualcosa che balza nel petto. E’ il mio cuore, che è
finalmente felice dopo tanto
tempo. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: -Ferkes! Perché diavolo
vorresti fare una cosa del genere!?!- La bambina entrò nella
stanza come una furia. -Freya! I tuoi saluti sono
sempre più calorosi!- -Bando alle ciance!- sbraitò
la bambina avvicinandosi di più all’uomo e mettendosi seduta al suo
fianco. - Perché vuoi cambiare il
passato? Il presente sarà stravolto!!- L’uomo sorrise – Esatto! Ma,
come tu certamente saprai mia giovane Dea, se una cosa deve accadere,
accadrà- -non parlarmi di quello
stupido destino! Sai bene che non esiste!!- -Oh, ma io non sto parlando
affatto di destino, mia cara- Protese una mano in avanti,
pronunciando delle strane parole, e da un fumo denso e biancastro si formò
pian piano uno specchio che rifletteva l’immagine della
sacerdotessa -Con questo, mia cara,
possiamo osservare la faccenda, e…- fece un sorriso. -E cosa?!-
-Vedere se la sacerdotessa
manterrà la parola data- -Maledizione Ferkes, perché
hai fatto una cosa del genere?!- -Niente, voglio solo
appurare una mia ipotesi…- le spiegò alzandosi. Freya scosse la testa. Certe
volte quell’uomo era incomprensibile… -Su, adesso vai a riposare,
domani inizierà la storia- - Oh, Dio…- - Tesoro,
sbaglio o una Dea deve essere politeista?- -Insomma!!!!-
- Avanti, Freya, se le mie
supposizioni sono giuste, vedrai che tutto si risolverà nel migliore dei
modi…- -E se non lo
sono?- Ferkes si fermò a pochi
passi dalla porta. -In tal caso, rimetterò le
cose al loro posto. Buonanotte, Freya- Dopo che il mago se ne fu
andato, la bambina scosse la testa. -Accidenti a Ferkes-
sussurrò. Intanto, nella stanza
accanto, un mago stava trafficando con libri, polveri e liquidi, mentre
una sacerdotessa dormiva con il sorriso sulle labbra, e a chilometri di
distanza un mezzodemone, un’umana, una sterminatrice e un monaco dormivano
ignari di tutto. Allora??!!! Che ve pare del
primo capitolo?! Bè, so che
non è gran che, ma il pezzo forte deve ancora arrivare!
Al prossimo
appuntamento!!! Fast 1: sono i tipici sandali
indossati dai giapponese, quelli a infradito 2: Freya è il nome di una
Dea nordica, che si dice abbia dato origine al continente di
Atlantide 3: durante il periodo
Sengoku i portoghesi arrivarono in Giappone, che era rimasto chiuso a
tutti fino a quel periodo, ed importarono anche la polvere da sparo. Kikyo
rimane sconvolta, diciamo, quando vede il castello del Mago perché in
giappone esistevano solo le case e i castelli di legno
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