Summertime

di Leyton_Nenny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tempo d'esami ***
Capitolo 2: *** Fireworks ***
Capitolo 3: *** Casualità ***
Capitolo 4: *** Confidenze ***
Capitolo 5: *** Nuove alleanze ***
Capitolo 6: *** Qualcosa sta cambiando ***
Capitolo 7: *** Perdersi ***
Capitolo 8: *** Ho interrotto qualcosa? ***
Capitolo 9: *** Chi la fa l'aspetti! ***
Capitolo 10: *** Questione di ossa ***
Capitolo 11: *** Doppia Personalità ***
Capitolo 12: *** Ciò che non ti uccide... ti si ritorce contro ***
Capitolo 13: *** Cambiamenti ***
Capitolo 14: *** Chiaccherata tra amiche ***
Capitolo 15: *** Confessioni ***
Capitolo 16: *** L'ira di una migliore amica ***
Capitolo 17: *** Punti di vista ***
Capitolo 18: *** L'avvocato del diavolo ***



Capitolo 1
*** Tempo d'esami ***






 

summertime rivisto

Summertime

1# Tempo d'esami











Samantha uscì dall'aula sbattendo la porta con forza: due mesi per preparare l'esame di Storia del diritto romano per nulla.
E tutto per cosa? Per un professore che nemmeno sapeva cosa insegnava.
Sbuffò scendendo velocemente le scale dell'edificio in cui si trovava trattenendo le lacrime.
Arrivata in fondo prese il telefono e digitò un numero. Dall'altro capo la risposta non si fece attendere.
“Se lo vuoi sapere è andato uno schifo. Mi ha chiesto roba mai spiegata e nemmeno presente sulle dispense. Ovviamente sul libro non c'era. Come pretende che la sappia?” urlò nel ricevitore stringendo il laccetto del casco nell'altra mano.
Avrebbe solo voluto spaccare quell'edificio, demolirlo mattone per mattone.
Strinse più forte il casco sentendo le unghie pungerle il palmo e trattenne ancora più duramente le lacrime.
“Non è giusto” sibilò.
Dall'altra parte, nessuno rispondeva.
Ancora furiosa, chiuse la chiamata ignorando i “mi dispiace” provenienti, in un secondo momento, dall'altro capo.
A sua madre non dispiaceva, questa era l'unica certezza.
E probabilmente, ovunque si trovasse, stava sorridendo per il suo fallimento.
Uscì dal portone cercando di darsi un contegno con le lacrime che iniziavano a rigarle le guance.
Odiava piangere, odiava sentirsi debole.
Sbuffò e si avvicinò a una piazza distante al massimo cinque metri dall'edificio dove aveva sostenuto l'esame.
Sbuffò gettando la borsa contro il motorino nero parcheggiato che si ribellò dondolando sul cavalletto che traballò pericolosamente minacciando la caduta del mezzo.
“Vaffanculo” sibilò furiosa prendendo il casco e indossandolo.
Poco distante un ragazzo si avvicinò: la osservava incuriosito.
“Scusa – sussurrò in inglese il giovane intimidito probabilmente capendo che non era né la persona migliore né la situazione migliore per chiedere informazioni – dovrei raggiungere questo edificio” concluse poggiando una cartina sulla vettura accanto quella su cui si trovava Samantha.
Il ragazzo sorrise incoraggiante: i capelli dorati brillavano alla calda luce estiva e gli occhi ricordavano il mare. Samantha non poté fare a meno di fissarlo in quegli enormi pozzi azzurri per qualche istante prima di darsi mentalmente della stupida, poi si tolse il casco e scosse i capelli rossastri iniziando a dedicare la propria attenzione alla cartina.
“Segui la strada, poi dopo il ponte prendi la seconda a destra.” spiegò leggermente seccata nel suo inglese lievemente insicuro e maccheronico la ragazza segnando col dito la strada da percorrere dopo aver orientato la mappa “noi siamo qui” aggiunse dopo un istante.
Il ragazzo sorrise e Samantha ricambiò per cortesia.
“Grazie” disse soltanto per poi voltarle le spalle.
Samantha rimise il casco e tolse il cavalletto alla vettura.
“Ah e.. ti prego, sorridi. Sei più bella quando sorridi” disse il ragazzo di prima sfiorandole la spalla, per poi aggiungere “comunque piacere, Niall.”
Samantha annuì.
“Samantha” disse soltanto. Iniziò a uscire dal parcheggio per poi voltarsi e tornare a dedicare la propria attenzione al giovane. “Comunque, benvenuto in Italia!” disse soltanto prima di mettere in moto e dirigersi verso casa.













Salve!!
Allora potrei fare una mega bastardata del tipo mettere l' avvertimento incompleta e chiuderla qui dato la chilometrica pila di long da finire.
Ma non lo farò,
Questo perchè io sono decisamente adorabile.
Okay, forse no.
Comunque questa è stata fatta per l' amore mio SemPandaBlu.
Sì, lo so, sono troppo buona. 
Alle volte mi stupisco da sola della mia bontà.
No vabbè però Sem si merita questo mega sforzo di composizion per l' amore suo e quindi tadaaan!!!
Okay, dai fate suonare le trombe e quant' altro, mettete anche i balletti o quello che volete (?) 
questo perchè ho deciso che mi sforzerò di aggiornarla settimanalmente così che l' amore mio abbia da leggere e non senta troppo la mia mancanza e sopravviva senza i miei scleri per ben due mesi.
Sarà dura, lo so.
Però boh, così magari le manco meno.
No okay, mai vero. 
Però vabbè.
Okay, prima che lo spazio dell' autore diventi più lungo del capitolo evaporo.
Lots of love
-J

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Capitolo 2
*** Fireworks ***







Summertime

2# Fireworks


















24 Giugno 2012. San Giovanni.
Samantha si mise a sedere sul terrazzo osservando le persone che passavano davanti al cancello di casa sua concedendosi una sigaretta.
Espirò una nuvola di fumo e socchiuse gli occhi lasciando che la brezza fresca delle sette rinfrescasse le sue membra, stressate per il troppo caldo della giornata.
Sospirò e raccolse le proprie gambe contro il ventre continuando a tenere gli occhi chiusi.
“A che ora ci sono i fuochi?” urlò rivolta alla madre che si sporse dal terrazzo.
“Parli con me?”
“E con chi? In casa ci sei solo tu” sussurrò per non farsi sentire.
“Alle 22:30. Ci vieni?”
“Chiamo la Gin e sento cosa fa.”
La madre rientrò in casa e Samantha afferrò il telefono.
“Ciao amore mio!”
“Ciao bella!!”
“Vieni stasera a vedere i fuochi?”
“Ovvio! Dove andiamo?”
“Bellosguardo o Piazzale?”
“E' uguale lo sai”
“Okay, facciamo Bellosguardo alle 22:15”
“Ahahahahha lo fai solo perché è sopra casa tua! Comunque è okay”
“Guarda che se vuoi puoi venire a cena da me. Pizza e coca e partita, che ne pensi?”
“Italia – Inghilerra? Come rifiutare!”
“Okay, facciamo alle 20:30 da me allora”
“A dopo”
Samantha riattacco e tornò a portare il mozzicone della sigaretta alle labbra per ispirare un ultima volta prima di gettarla a terra e pestarla.
“Mamma c'è la Gin a cena, ordiniamo una pizza e ci prendiamo una coca” urlò rientrando in casa.

Alle 20:30 Samantha sentì bussare alla porta: controllò l' ora sull' enorme orologio che capeggiava nell' ingresso ed andò ad aprire. Subito venne investita da una ragazza mora che teneva delle pizze da asporto in mano.
“Qualcuno voleva la pizza?” chiese ridendo.
Samantha sorrise. “Oh grazie, ora puoi anche tornare a casa”
“Ma che carina che sei con la tua migliore amica!”
“Dimentichi che la pizza è il mio grande amore” la corresse Samantha con un sorriso lasciando libera la porta per farla entrare”
“Dai andiamo che ci attende la partita”
“Oh sì, vediamo quanti fighi ci sono in Italia”
Samantha scoppiò a ridere ripensando al turista della settimana prima ma scosse subito la testa per allontanare il pensiero. “Oh beh, anche gli inglesi non sono male”
“Trovamene uno non snob e ne riparliamo” rispose Ginevra.
“Okay, scommessa accettata. Ora mangiamo o si fredda tutto”

Continuarono a parlare, con la pizza che diminuiva davanti a loro e le lattine di coca che aumentavano mentre la televisione trasmetteva la partita senza sosta, alternando i numerosi tentativi di gol dell' Italia alla scarsa azione dell' Inghilterra.
“Ma non è possibile! Portiamo avanti noi il gioco ma non riusciamo a segnare! E' assurdo!”
esclamò Ginevra accasciandosi sul divano.
Samantha sorrise. “E' perché loro hanno una buona difesa”
“No, hanno solo culo”
“Beh, quello senza dubbio aiuta” commentò Samantha.

“Sem è ora di andare!” La voce della madre di Samantha le riscosse dallo stato di trance in cui si trovavano. La partita era ancora 0-0. Samantha si alzò sospirando.
“Andremo sicuro ai supplementari”
“Speriamo non ai rigori: lì è solo culo” commentò Ginevra.
Samantha annuì mestamente.

Arrivano a Bellosguardo poco dopo: il piccolo spiazzo da cui si vedeva tutta Firenze era praticamente vuoto. Samantha si mise a sedere sul muricciolo che lo costeggiava invitando Ginevra a fare lo stesso.
“Sono tutti a vedere la partita” ebbe giusto il tempo di dire prima che i fuochi d' artificio ponessero fine ad ogni tentativo di discussione.

I fuochi finirono mezz' ora dopo. Samantha saltò giù dal muretto e si sgranchì le ossa della schiena “Andiamo” disse rivolgendosi all' amica che era scesa e si trovava al suo fianco. Ma la sua attenzione fu catturata da una chioma bionda che la stava fissando e agitava una mano in segno di saluto.
Samantha strizzò gli occhi per identificarla meglio.
“Mi stai ascoltando?” si riscosse solo quando l' amica alzò il suono della voce.
“No, scusa. E' che ho visto una persona” disse cominciando ad avanzare verso il ragazzo.
“Hey” lo salutò una volta arrivata vicino a lui. “Anche tu a vedere i fuochi?”
Il ragazzo sorrise “Allora ti ricordi di me. Comunque sì, la guida dice che se veniamo in questo periodo sono uno spettacolo fenomenale” disse mostrandole un libriccino verde.
Samantha sorrise annuendo. “Già. Quest'anno poi hanno fatto le cose in grande: molti rappresentavano la bandiera italiana.”
“L' ho notato, probabilmente era per la partita. Chissà chi ha vinto...” il ragazzo non fece in tempo a formulare il pensiero che le sue parole furono coperte da una valanga di clacson e suoni di trombette.
“A quanto pare l'Italia” rispose Samantha con un sorriso.
“Siete molto patriottici, vero? Comunque – aggiunse rivolgendosi a un ragazzo castano che stava parlando con altri tre – mi devi il pranzo, Harry. Ho vinto la scommessa”
Il ragazzo castano si voltò: non sembrava molto contento della notizia. “Facciamo la colazione?”
provò a contrattare. Niall scosse la testa irremovibile, poi tornò a guardare Samantha.
“Che maleducato, non vi ho presentato. Loro sono Harry, Zayn, Liam e Louis” disse indicando i ragazzi uno a uno. “E quel tipo là dietro si chiama Marco” aggiunse indicando un signore che stava parlando con una donna bionda.
Ginevra raggiunse Samantha proprio in quel momento “Grazie tante per la considerazione” sbottò.
Samantha la guardò come a implorare perdono “E lei è Ginevra, la mia migliore amica”
Ginevra si accorse solo in quel momento che c' erano ben cinque ragazzi che la fissavano e abbassò lo sguardo. “Piacere” disse soltanto lasciando che gli altri si presentassero.
“Di dove siete?” aggiunse poco dopo con il suo inglese perfetto.
“Londra e dintorni. Tranne il biondino, lui è irlandese” rispose il ragazzo riccio.
“Oh. Quindi tifavate Inghilterra stasera?” chiese non sapendo bene cosa dire. Samantha la guardò allibita, come a dire “Non è ovvio?!”
Il riccio rise “Tutti tranne il biondo”
Samantha tornò a guardare Niall e sorrise.

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Capitolo 3
*** Casualità ***







Summertime

3# Casualità


















“Che facciamo oggi?”
“Non esiste più dire buongiorno di prima mattina?” sbuffò Ginevra che era appollaiata su una sedia davanti ai fornelli attendendo che il caffè salisse dalla moka.
Ginevra era rimasta a dormire da lei la sera precedente e nonostante si fossero addormentate all' incirca alle due si era svegliata alle nove.
“Buongiorno... cosa facciamo oggi?” si corresse Samantha.
“Buongiorno anche a te... che ne dici se cerchiamo il tuo biondino? Come hai detto che si chiamava? Niall se non erro”
Samantha sgranò gli occhi e aprì varie volte cercando di ricordare quando mai avesse parlato di lui. Poi abbassò la testa e la scosse: era stato la sera prima, di ritorno dai fuochi.
La scena iniziò a ricomporsi nel mezzo del flusso caotico dei suoi ricordi.

“Che ne pensi del biondino?” aveva chiesto a Ginevra.
“Biondino?” le aveva chiesto l' amica non capendo.
“Sì dai, l' irlandese”
“Ah. Beh.. biondo e occhi azzurri? Sai che non è il mio tipo” aveva risposto lei alzando le spalle.
E Samantha era scoppiata a ridere.
“Oh sì, tu sei per i ricci con gli occhi verdi”
Ginevra arrossì e abbassò lo sguardo.
“Ma che dici? Andiamo, tifava Inghilterra!”
“Sarà. Ma da quando sei così tifosa?”
Ginevra aveva alzato le spalle “Per l' Italia lo sono sempre stata”
Samantha sorrise “Sarà”
Ginevra sbuffò “Non cercare di cambiare argomento. Parlami del tuo biondino”
Samantha sospirò “Cosa vuoi sapere?”
Ginevra sorrise “Ad esempio come fai a conoscere un irlandese tu che non sei mai uscita dall' Italia”
“Ah beh l' ho incontrato settimana scorsa più o meno, dopo l' esame di diritto romano e mi ha detto che sono più carina quando sorrido”
“Niente di più vero, ma come faceva lui a saperlo?”
“Mi ha chiesto indicazioni mentre piangevo per quello – Samantha si concesse un secondo per trovare un termine che potesse esprimere tutto il risentimento che provava senza risultare offensiva – quell' energumeno e poi devo avergli sorriso” concluse alzando le spalle con sufficienza. Ginevra rise.
“Non me racconti” Samantha alzò e abbassò ancora una volta le spalle.
“Dai, resti a dormire da me?”
“Okay”
Almeno per quella sera l' argomento biondino era stato accantonato ma sapeva che questa quiete dalle domande non sarebbe durata a lungo.

Mentalmente Samantha si maledì per aver proposto all' amica di restare, ora sarebbe stata un fiume in piena con le domandine e le insinuazioni.
Sbuffò e si accasciò sul tavolo in attesa dell'interrogatorio.
Ma Ginevra non aprì bocca se non per dire “Caffè?” non appena la macchinetta ebbe iniziato a fischiettare.
Fecero colazione in silenzio, sebbene Samantha continuasse a fissare ogni minimo movimento di Ginevra: non la convinceva proprio per niente quel suo modo di fare: di solito era una che ti tempestava di domande. E invece se ne stava tranquilla a sorseggiare il caffè, perfettamente a suo agio come se fosse una giornata normale e il giorno precedente non fosse successo nulla di particolarmente interessante.
E invece era successo: Samantha l' aveva piantata da sola per salutare un biondino visto solo una volta.
Samantha sospirò: meglio non pensarci. Forse stava solo dando troppa importanza alla cosa. “Buono il caffè. Beh che facciamo dopo?”
Ginevra alzò lo sguardo dalla tazza: “Che ne dici di andare un po' in centro?”
Samantha storse la bocca: era estate e sicuramente le strade e gli autobus erano strapieni di persone.
Nonostante ciò sussurrò “Okay.”
“Perfetto, allora bella donna è il caso che tu vada a prepararti. Tra 10 minuti passa l' autobus”
“Ma non possiamo prendere quello dopo?” si lamentò Samantha. Ginevra scosse la testa.
“Ti odio”
“Ti voglio bene anche io”

Miracolosamente riuscirono a prendere il mezzo – probabilmente anche per un fortunato ritardo dello stesso.
Ginevra sorrise e obliterò i biglietti.
“Cosa vuoi fare in centro?” biascicò Samantha che non sembrava, anzi non era, particolarmente contenta del programma.
“Non so, ci penserò una volta che saremo lì.” disse alzando le spalle l' altra.

In ventisette minuti esatti raggiunsero il centro della città lasciando il mezzo e preparandosi ad affrontare l' afa.
Samantha sbuffò non appena scesa dal mezzo maledicendosi per aver ascoltato l' amica, poi si ricordò che l' alternativa era un interrogatorio e che affrontare caldo e bambine urlanti era soltanto il male minore quando una voce la sorprese.
“Ci incontriamo sempre così eh?”
Samantha si voltò ripetendosi mentalmente “Fa che non sia lui, fa che non sia lui” ma ormai era troppo tardi.
E Samantha si ritrovò a fissare degli occhi azzurri che svettavano sotto una chioma bionda.
Niall... e i suoi amici.
Ginevra rise “Oh, le coincidenze della vita” sibilò.
E Samantha avrebbe tanto voluto ucciderla, sopratutto perché lo disse in inglese, così che tutti potessero capire.

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Capitolo 4
*** Confidenze ***







Summertime

4# Confidenze














“Io ti uccido” sillabò Samantha in italiano rivolta verso Ginevra che sorrise.
“Che hai detto?” chiese Niall.
Ginevra intervenne con un sorriso e una faccia angelica “che mi vuole tanto bene”
Gli altri scoppiarono a ridere notando la faccia di Samantha che non sembrava proprio concorde.
“Beh. Che facciamo?” chiese Ginevra rompendo le loro risa rivolta verso Samantha che se avesse potuto l' avrebbe incenerita con uno sguardo.
“Facciamo che ti uccido” rispose lei in italiano per non farsi capire dagli altri sempre sorridendo.
Ginevra gonfiò le guance facendo una faccia offesa “ma se ti ho anche fatto un favore!” e stavolta ebbe almeno il buonsenso di dirlo in italiano.
Samantha scosse la testa con forza: ormai era abituata ai colpi di testa dell' amica, ma certamente più tardi le avrebbe dovuto delle spiegazioni.
“Ovviamente vuoi farmi credere che questa sia una casualità” ribatté per non darsi per vinta.
Ginevra mostrò una faccia angelica “Io? Non potrei mai!” esclamò dando sfogo alle sue doti di attrice.
Samantha scosse la testa.
“Beh io dire di... ehm”
Fu Niall a salvarla “Io direi di andare a fare colazione”
Samantha annuì. “Oh sì, giusto. La colazione... ehm... la colazione possiamo farla...”
Ginevra rise un istante prima di andare in suo soccorso.
“Diciamo che vi portiamo a prendere un caffè buono in un bar dove hanno lo zucchero aromatizzato” disse soltanto.
Samantha annuì e per la prima volta dall' inizio della giornata si mostrò leggermente grata nei confronti dell'amica.
Arrivarono al bar poco dopo e Samantha si sforzò di sorridere “ Voi sedetevi, io vado in bagno. Gin, vieni con me” disse ben poco amichevole nei confronti dell' amica.
Harry rise “Allora anche le italiano hanno la mania di andare in bagno in due.”
Ginevra lo incenerì con lo sguardo.
“Questo perché a noi donne piace stare in compagnia. Giusto per informazione” disse alzando la testa con fare leggermente snob per poi andarsene.
Samantha indugiò un po' al tavolo stupita dalla reazione dell' amica.
“Beh, non dovevi andare in bagno?” le urlò l' altra.
Samantha scosse la testa “Arrivo” e si allontanò di qualche passo riuscendo comunque a sentire Niall che si rivolgeva a Harry.
“Ti piace vero?”
“Diciamo che è interessante.”
“Allora ti piace!” lo canzonò Louis.
Harry alzò le spalle e si rivolse a Niall “E a te piace l' altra”

“Alleluia!” La voce di Ginevra coprì le loro parole.
“Cazzo ma proprio nei momenti sbagliati devi parlare?” le rispose in malomodo Samantha.
“Che ho fatto?”
“Harry ha detto che gli piaci...”
“Ah bene...” la interruppe Ginevra “e con questo?”
“Se eviti di interrompermi magari. Harry ha chiesto a Niall se gli piaccio...”
“E questa è una bella notizia, giusto? Perchè a te piace vero?”
“Mi lasci finire! - sbottò Samantha seccata. Ginevra mimò una cerniera sulla propria bocca – Hai parlato proprio quando lui stava per rispondere e non ho più sentito niente.”
“Posso parlare ora?” chiese Ginevra dopo un istante di silenzio. Samantha annuì. “A te piace vero?” Samantha arrossì ma non rispose. “Andiamo! A me puoi dirlo!”
Come al solito, Samantha sviò la domanda.
“Come hai fatto a fissare con loro?”
Ginevra scosse la testa capendo che l' amica non aveva la minima intenzione di parlare.
“Ti ricordi che ieri sera ti ho detto che avevo lasciato le chiavi sul muretto? - Samantha annuì – Beh non era vero. Sono tornata indietro e ho preso accordi per farvi incontrare”
“Tu sei completamente folle!”
“Lo so, lo prendo come un complimento. Ora torniamo di là?”
Samantha sospirò e annuì uscendo dal bagno. 

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Capitolo 5
*** Nuove alleanze ***







Summertime

5# Nuove alleanze




 
 
 
 









“Vedi, voi donne ci mettete sempre una vita” esclamò Harry una volta che furono uscite.
Samantha trattene Ginevra dallo sputargli in faccia qualcosa del tipo “Certo, offendi pure. Ma quello che si è preso una cotta sei tu mio caro”
“Stai calma Gin, non ne vale la pena” le sussurrò la rossa, così la mora strinse il pugno e lo guardò intensamente negli occhi fino a che lui non abbassò lo sguardo.
“Vedremo come ti comporterai, Styles” sibilò Ginevra a denti stretti.
Samantha finse di non aver sentito e sorrise.
“Avete già ordinato?”
Niall la guardò sorridendo. “No abbiamo aspettato voi” disse alzando le spalle con semplicità.
Samantha sorrise di rimando e si sedette costringendo Ginevra a sedersi accanto ad Harry dato che quello era l' unico posto rimasto libero.
“Che gentlemen” esclamò Ginevra ironica guadagnandosi uno sguardo torvo da parte di Samantha mentre gli altri risero pensando che fosse una battuta.
“Allora cosa prendete?” chiese cordialmente Samantha con un sorriso per togliere un po' del gelo che si stava accumulando grazie al comportamento dell'amica.
“Credo che opteremo tutti per il vostro famoso caffè”
Samantha sorrise e annuì facendo un cenno di approvazione. “Ottimo. Allora sette caffè” ordinò al cameriere che si era avvicinato. “E da mangiare?”
Niall alzò la schiena per osservare la vetrina che conteneva i dolci. “Io vedo una bella torta al cioccolato, credo che prenderò quella”
Risero tutti insieme e finirono le ordinazioni che arrivarono poco dopo, evitando altre freddure da parte di Ginevra e Harry.
Samantha era davanti a loro e poteva notare gli sguardi fugaci che Harry rivolgeva alla sua amica e non poté fare a meno di trattenere un sorriso. Ginevra invece osservava con ostinazione il proprio cappuccino, giocando con la schiuma ma mantenendo il fiore che il barman aveva disegnato solo per lei e per Samantha. Harry si sporse leggermente per vedere cosa ci trovasse di tanto interessante in quel cappuccino e strinse un pugno notando il fiore.
Samantha capì quello che stava per succedere un istante prima che accadesse.
“Oh ragazzi, Ginevra ci ha portato nel bar dove lavora il suo ragazzo” commentò acido.
Ginevra lo guardò strabuzzando gli occhi.
“Ma che cazzo stai dicendo? Anzi, fatti i fatti tuoi!” rispose lei ancora più acida.
Harry si alzò scocciato alzando le mani ed uscì seguito da Niall.
“Ma che cazzo gli prende a quello?” chiese Ginevra in italiano per non farsi capire dagli altri.
“E' quello che ti ho detto in bagno.”
“Questo è scemo.”
“Andiamo Gin, fai la brava ti prego.” Ginevra capì da come Samantha parlava quanto per lei Niall potesse essere importante.
Sospirò ricordando quanto l' amica avesse sofferto col suo precedente ragazzo e si costrinse ad uscire.

“Hey”
“Devi ancora trattarmi male?”
“No. E' solo che mi infastidisce che la gente si immischi nella mia vita”
“Messaggio ricevuto, tranquilla”
Ginevra scosse la testa “Amici?” disse porgendogli la mano.
“Certo” disse lui con lo sguardo più triste del mondo, ma Ginevra cercò di non darci peso.
“Allora devi aiutarmi” Lui alzò lo sguardo e la fissò negli occhi. Stavolta fu la ragazza ad abbassare lo sguardo. “Devi aiutarmi a far mettere Niall con Samantha.”
“Perchè a lei piace?” chiese lui. Ginevra alzò le spalle.
“A lui piace lei?”
Harry capì che senza avere conferme lei non si sarebbe sbilanciata così annuì.
“Okay, allora diciamo che la cosa è reciproca” disse lei con un sorriso rientrando nel locale sorridendo e Harry la seguì.
Samantha annuì in segno di apprezzamento.

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Capitolo 6
*** Qualcosa sta cambiando ***







Summertime

6# Qualcosa sta cambiando




 
 
 
 









La giornata trascorse velocemente nonostante i tentativi di Harry e Ginevra per farli stare da soli, cosa che era chiaramente ostacolata dagli altri componenti della band che ovviamente non erano al corrente della situazione.
“Ehi Samantha, ci fai una foto?” chiese per l'ennesima volta Liam prendendo sottobraccio Zayn per prepararsi allo scatto.
Ginevra a quel punto sbottò.
“Perchè non può pensarci Louis a farvi queste benedette foto?” esclamò alzando gli occhi al cielo. Harry le strinse il braccio con una mano “E' meglio se ci penso io – poi si rivolse a Samantha – perché non vai con Niall a trovare un posto carino dove mangiare?” chiese con un sorriso.
E Ginevra si perse un secondo, rimanendo incantata dalla sua espressione dolce.
Poi scosse la testa per allontanare il pensiero.
Louis si avvicinò a Harry “Ma che ha la tua amica? Mi sembra un po' troppo acida”
Ginevra si voltò a guardarlo “Guarda che ti ho sentito. E anche io so l' inglese, genio” lo riprese per poi sedersi sugli scalini del Duomo. Sospirò per poi maledirsi mentalmente per aver lasciato andare via Samantha con Niall: probabilmente lei avrebbe spiegato che di solito non era così, il suo carattere freddo e distaccato era solo un metodo di difesa...
“Credo lo faccia per difendersi dal mondo” spiegò una voce. Ginevra alzò lo sguardo: era stato Harry a parlare. Tornò a fissare le proprie scarpe fingendo di non aver sentito niente.
“Forse non è poi così stupido” pensò.

Samantha era rimasta sola con Niall, camminavano fianco a fianco lungo via del proconsolo dove Samantha era certa si trovasse un locale decisamente carino e sembrava anche abbastanza adatto: non era nulla di particolare, una semplice pizzeria come mille a Firenze, ma facevano una pizza deliziosa.
“Che ne dici della pizza?” chiese dopo un lungo periodo di silenzio: la tensione di stava accumulando.
“Pizza? Io adoro la pizza” esclamò entusiasta Niall prendendola a braccetto. “E dimmi, dove è questa pizzeria?”
Samantha arrossì al contatto e iniziò a balbettare “Oh beh, ecco... manca poco” commentò. Il ragazzo si voltò e le sorrise. Samantha sorrise di rimando, sperando di non essere troppo rossa. “Sai, questo colore rossastro sulle gote ti dona molto, sopratutto quando sorridi” Samantha sorrise ancora di più.
“Smettila con tutti questi complimenti o finirò per credere che ti sei innamorato di me” disse in risposta.
Il ragazzo abbassò lo sguardo e rimase in silenzio, continuando comunque a stringere il suo braccio.
“Sembriamo proprio innamorati” pensò.
E il solo pensiero le fece aumentare il battito caridaco.

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Capitolo 7
*** Perdersi ***







Summertime

7# Perdersi




 
 
 
 









“Sem? Ci sei?” Niall si era fermato e la stava guardando negli occhi.
Samantha arrossì e abbassò lo sguardo.
“Oh sì, certo. Dunque... dicevamo?”
Niall sorrise.
“La pizzeria, Sem. Stavamo cercando la pizzeria” le ricordò lui pazientemente.
“Oh sì, giusto. La pizza, certo”
“Va tutto bene?”
Samantha si guardò intorno un paio di volte e poi scosse la testa guardandosi le scarpe. “Mi prometti che se ti dico una cosa non inizi a urlare?”
Niall arrossì e annuì.
“Io.. ecco credo che... ci siamo persi” disse lei stringendosi nelle spalle.
“Stai scherzando, vero?”
Samantha scosse la testa.
“Da che strada siamo venuti, Niall?” chiese guardandolo negli occhi
Niall si guardò intorno e poi alzò le spalle “Non me lo ricordo” ammise.
Samantha abbassò nuovamente lo sguardo. “Proviamo a chiedere in un bar. Ora chiamo Ginevra e le dico di aspettarci in pizzeria e di ordinare, tu che pizza vuoi?”
“Una a caso, non sono molto pratico di pizze. Tu cosa mi consigli?”
Samantha si strinse nelle spalle “Una margherita? E' la più normale e tipica” disse infine.
Niall sorrise “ Vada per quella allora”
Samantha prese il telefono per notare che non c'era campo.
“Fantastico non c'è campo” sospirò e si sedette per terra. “E tutta colpa mia”
Niall si chinò avvicinandosi a lei “Ehi non è successo nulla di grave. Ora entriamo in un locale a caso e chiediamo un telefono, okay?” le alzò il viso con una mano costringendola a guardarlo e sorrise “Andrà tutto bene” le promise.
Samantha sorrise “Lo spero. Io.. mi dispiace. E' solo colpa mia.”
Niall scosse la testa “Non è colpa tua. Semmai direi che è merito tuo”
Lo sguardo di Samantha divenne interrogativo.
“Merito? E per cosa?”
Niall sorrise “Per essere come sei. E poi, cercavo solo una scusa per poter stare un po' da solo con te” ammise arrossendo.
E Samantha non poté fare a meno di notare come quel rossore potesse stare bene sul suo volto.
“Già, effettivamente oggi non abbiamo avuto molto tempo per stare insieme” si lasciò sfuggire.
Niall sorrise ancora di più “Già. E poi perdersi non è mica un male! Voglio dire, se l' altro giorno non mi fossi perso non ti avrei mai incontrata”
Samantha arrossì: effettivamente non aveva pensato a quella cosa.
“Ti capita spesso di perderti?”
Niall si portò una mano dietro la testa imbarazzato “Non sono molto pratico con le cartine o con le bussole. E non ho per niente un buon senso dell' orientamento.” disse soltanto per poi alzarsi e aiutarla a fare lo stesso.
“Allora, lo troviamo questo bar per chiamare la tua amica e andare finalmente a mangiare? Non so te ma io sto morendo di fame.”
“Non sei l' unico” commentò lei con un sorriso “Grazie per avermi ascoltata”
“Grazie per avermi permesso di farlo” rispose lui abbracciandola.
Samantha lo strinse assaporando il suo profumo.
“Non è passata nemmeno una settimana, non posso essere così... coinvolta.” pensò.

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Capitolo 8
*** Ho interrotto qualcosa? ***







Summertime

8# Ho interrotto qualcosa?




 
 
 
 









Mentre attendeva sul ciglio della strada davanti al bar dal quale aveva contattato Ginevra, Samantha continuava a ripetersi quanto potesse essere fortunata ad avere un'amica la cui madre lavorava in quella zona.
Niall si sedette accanto a lei porgendole una bottiglietta d'acqua fresca.
“Avrei preferito poterti offrire qualcosa di meglio ma ho lasciato lo zaino con gli altri...” disse il ragazzo quasi scusandosi.
Samantha sorrise afferrando la bottiglietta e bevendone un po' per poi passarla al giovane.
“Bevi un po', l'acqua è fresca” disse senza guardarlo negli occhi: nessun ragazzo aveva mai fatto qualcosa di così carino per lei disinteressatamente. Sospirò e alzò gli occhi al cielo socchiudendoli appena per la luce solare.
“Ginevra dovrebbe arrivare tra poco” cercò di rassicurare Niall il cui stomaco aveva appena brontolato costringendola a soffocare un sorriso.
“Scusa” sussurrò lui.
Samantha lo guardò interrogativa.
“Se non mi fossi distratto a parlare con te, a quest'ora saremo in pizzeria” disse soltanto.
Samantha tornò a guardarlo negli occhi ridendo “Ehi, tu sei il turista, sono io la stupida che riesce a perdersi a casa propria!”
Niall sorrise avvicinandosi appena a lei e stringendole la mano.
“Eccovi finalmente!”
Niall si girò per guardare da dove proveniva la voce.
Ginevra e gli altri si stavano avvicinando a passo svelto verso di loro, Samantha osservò l'amica non sapendo bene se ringraziarla o ucciderla.
“Tutto bene?” chiese lei accentuando l'istinto omicida della rossa.
“Divinamente” rispose Samantha a denti stretti, sperando che l'amica fosse colta da un barlume di intelligenza e capisse cosa aveva interrotto.
Ma Ginevra non sembrava particolarmente propensa ad ascoltarla.
“Bene, allora andiamo a mangiare” disse dirigendosi verso una via che si trovava alle spalle di Samantha afferrandola costringendola a seguirla.
“Allora, cosa è successo?”
“Allora cosa non è successo è più appropriato. O forse cosa hai interrotto”
Ginevra finse di non ascoltare i commenti acidi dell'amica e sorrise.
“Lo sapevo che ti piaceva”
La rossa sbuffò lasciandosi trascinare e vedendo con la coda dell'occhio Niall che confabulava con Harry: il riccio continuava a ruotare le pupille, seguendo l' andamento dei capelli di Ginevra.
Samantha sorrise, pensando che forse poteva combinare qualcosa all'amica.

E in quell'istante Niall le fece l'occhiolino.

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Capitolo 9
*** Chi la fa l'aspetti! ***







Summertime

9# Chi la fa l'aspetti




 
 
 
 









“So che ti piace Ginevra”
Per poco Harry non si strozzò con la birra che stava bevendo. Si guardò con fare circospetto intorno, stando bene attento che la ragazza non fosse tornata dal bagno anche se, come si disse mentalmente, non faceva troppa differenza dato che Samantha non aveva avuto il buonsenso di sussurrare la frase ma l'aveva detta con un tono che Harry aveva subito giudicato troppo alto, come se volesse farlo sapere a tutto il mondo.
Il ragazzo tossì varie volte per poi sussurrare.
“Cosa te lo fa pensare?”
Samantha scosse la testa varie volte con aria teatrale e si schiaffò una mano sulla fronte ancora più teatralmente.
“La domanda migliore sarebbe cosa NON me lo fa pensare! Ma dico io, ti sei sforzato di nasconderlo un minimo?”
Harry abbassò lo sguardo sbuffando leggermente e Samantha trattenne una risata: sembrava quasi un bambino colto con le mani nel sacco.
“Okay, ammettiamo che sia vero, a te cosa importa?”
Samantha rise spostando una ciocca di capelli che le era finita davanti agli occhi.
“Dovresti essere più cordiale con me, sai che avere dalla tua parte la sua migliore amica ti renderà le cose più facili, sì?”
Harry alzò nuovamente lo sguardo tornando a dedicare la sua attenzione a Samantha.
“Ti ascolto” disse sconfitto.
Samantha sorrise mordendosi il labbro inferiore e iniziò a parlare.
“Cosa ti piace di lei?” chiese soltanto.
Harry sbuffò: evidentemente si aspettava un qualcosa di diverso, un vero e proprio “manuale di conquista”.
“Sarebbe più corretto dire cosa non mi piace” commentò non sapendo bene cosa rispondere.
Samantha sorrise ancora di più e appoggiò i gomiti sul tavolo: Harry non poté fare a meno di pensare che fosse leggermente inquietante la sua espressione e che senza ombra di dubbio, non prometteva niente di buono.
“Messaggio ricevuto” disse soltanto continuando a fissarlo con quel sorrisetto arrogante di chi sa ogni cosa e nella propria mente sta elaborando il piano migliore per una battaglia.
Ma sarebbe stato uno scontro tra titani, dato che le due fazioni si contendevano su campi affini, intente a combinare l'una la vita sentimentale dell'altra.
E Harry non poté fare a meno di pensare di essersi messo nei guai, grossi guai.
Sopratutto perché, volente o nolente, giocava in entrambe le squadre.
Samantha – Ginevra, zero a zero.
“Si comincia” pensò il ragazzo leggermente spaventato: da quel poco che sapeva di quelle ragazze, poteva capire che la loro “guerra” non avrebbe portato nulla di buono, per lo meno per lui.
I problemi erano in arrivo.

   







Salve miei prodi :3
Ho già scritto due capitoli di questa meraviglia (?).
Questa storia mi sta fogando un casino, sono seria.
Cioè questo capitolo è una figata.
Per non dire quello dopo!
E, ovviamente – specie perché io sono una figa come questo capitolo (scherzo, ovvio) – ho deciso di creare una bella serie.
Sì, in pratica farò gli spin off di tutte le serie sugli One Direction che ho iniziato – e sono tante, credetemi.
Quindi, dal prossimo capitolo, preparatevi che questa storia vedrà un bellissimo spin off, sopratutto perché Harry diventerà parte delle due “battaglie” quindi si merita un po' di pietà, povero caro.
Ho detto tutto – sono strafogata.
A prestissimo,
-J

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Capitolo 10
*** Questione di ossa ***







Summertime

10# Questione di ossa




 
 
 
 









“Allora, ricapitoliamo” aveva esordito Samantha intenta ad osservare Harry che sembrava
esasperato, completamente sdraiato sul suo letto e con lo sguardo attento.
Ma non guardava lei, guardava la foto che stava alle sue spalle che ritraeva Ginevra qualche anno prima.
“Andiamo Harry, sei un caso disperato!” aveva ripetuto dopo aver perso la pazienza per l'ennesima volta. E avrebbe abbassato quella foto se solo non trovasse lo sguardo che Harry riservava all'amica dannatamente dolce e innamorato.
Ma da quel che conosceva del ragazzo, se avesse anche solo osato farglielo notare, lui si sarebbe quantomeno indispettito e avrebbe negato.
E lei avrebbe provato che aveva ragione e che non c'era niente di male ad essere innamorato di Ginevra, lei stessa spesso sosteneva che “se fossi un uomo, sicuramente mi sposerei con Gin. O quantomeno le farei la corte”.
Ma gli uomini alle volte erano così dannatamente infantili e codardi che serviva loro uno stimolo per agire. E questo li rendeva altamente stupidi.
Insomma, una volta aver provato che lui era innamorato di lei, Harry probabilmente si sarebbe depresso, convincendosi che a lei invece di lui non importava niente – Samantha era invece certa del contrario perché, come diceva “una migliore amica certe cose le sa” - e lei avrebbe comunque provato a fargli capire che alle volte Ginevra cercava di nascondere i propri sentimenti perché aveva paura di soffrire – e se Gin avesse saputo della conversazione l'avrebbe senza dubbio uccisa nel peggior modo possibile assicurandole una lunga agonia – e ci sarebbero stati solo problemi.
Non che non ce ne fossero, un problema era anche dare buca a Gin per architettare qualcosa alle sue spalle.
Sì, perché non è una cosa proprio da migliore amica stare chiusa in camera mentre la tua migliore amica vorrebbe uscire con te, specie se in camera con te c'è il ragazzo che è innamorato di lei con cui tu in teoria stai cospirando per farli mettere insieme.
Samantha sospirò frenando il flusso dei propri pensieri.
“Allora, ripeti cosa ti ho detto di Ginevra”
Harry sospirò. “Hai detto che adora lavorare sulle ossa”
“Adora il crimine, adora le menti malate fondamentalmente e le piacerebbe lavorare su esso e sulle ossa perché trova affascinante il fatto che da un paio di ossa si possa sapere tutto della vita di una persona” ripeté ancora una volta Samantha, facendo sentire Harry come un caso clinico senza speranza.
Ma non era proprio colpa sua se si trovava la foto di Ginevra davanti e continuava a fissare le adorabili fossette che le si dipingevano sul viso quando sorrideva... si convinse a non pensarci ulteriormente, specie perché lui di norma odiava le fossette, odiava averle e non gli piacevano nemmeno sugli altri.
“Senti Harry, io ci rinuncio. Se proprio non sei interessato almeno dillo chiaramente” sbottò Samantha dopo aver ripetuto ancora una volta al ragazzo“Terra chiama Harold, Harold mi senti?” ed essere ancora una volta stata ignorata.
Harry alzò la testa “Scusa, dicevi?”
“Dicevo che sei un caso senza speranza, ecco cosa dicevo!”
Harry abbassò lo sguardo imbarazzato mentre Samantha continuava a pensare a quanto quel ragazzo potesse essere coglione per starsene imbambolato davanti a una foto di Ginevra. Come cavolo pensava di affrontarla?!
“Senti, mi dispiace. Ma non è colpa mia se quella foto continua a fissarmi. Cioè, mi mette in soggezione il suo sguardo, mi sento così...” si fermò rendendosi conto di stare facendo la figura dell'innamorato cronico “Innamorato io? Proprio no! Diciamo che ho una cotta” ripeteva ogni volta, anche se sapeva che era ben lontano dalla verità. Sopratutto perché spesso non poteva fare a meno di pensare a lei, Ginevra con i suoi sorrisi e le sue frecciatine riusciva a disorientarlo e a lasciarlo incantato.
“Okay, ho capito il messaggio” concluse Samantha vedendo che lui non continuava, dopotutto chi era lei per giudicare? Spesso si sentiva allo stesso modo vedendo Niall. E quando sorrideva a Ginevra o a qualsiasi altra ragazza avrebbe tanto voluto mollargli un pugno.
Prima alle ragazze, poi a lui. E poi gli avrebbe confessato che era un coglione a non capire che l'amava.
Sospirò e scosse la testa per allontanare il pensiero.
“Ne riparliamo un'altra volta eh?”
Harry alzò lo sguardo dalla foto.
“Scusa? Cioè mi hai detto solo che ama le ossa! Che cavolo faccio, mi taglio un braccio, tolgo la carne e glielo regalo?!”
Samantha scoppiò a ridere “Meglio il cranio, preferisce quelle ossa a quelle delle braccia” rispose appena ebbe finito di ridere.
Harry sbuffò sempre più convinto di essersi messo nei guai a scegliere di collaborare con lei.
               


 

 

 

 

 

 

    

Come già precedentemente annunciato lo Spin Off è pronto.
Ed è già online ovviamente – il link è questo “Summertime: la guerra è aperta!” 
La storia sarà sempre la stessa come sempre ma prenderà in analisi le situazioni di Harry e Ginevra in questa folle guerra dove le due amiche si improvviseranno cupido.
E fidatevi, la cosa mi piace un sacco.
Specie perché il primo capitolo è solo teorico come avete notato, ma dal secondo si inizieranno a fare la guerra seriamente, e metteranno in campo le armi pesanti.
Quindi spero vi divertiate come mi sto divertendo io!
Con tanto, tanto affetto,
sempre vostra,
-J



Vi ricordo come sempre lo spin off. Per vederlo basta che clicchiate sull'immagine.

So che il collegamento già c'è ma ho fatto il banner dopo, quindi ve li lascio entrambi.

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Capitolo 11
*** Doppia Personalità ***









 

“Cosa facciamo domani?” Samantha si rigirò sul letto osservando Harry che sedeva su una sedia poco distante, intento a guardare delle foto. Ed era così assorto che Samantha fu certa che non l'avesse sentita.
Si inginocchiò sul letto per osservare cosa il ragazzo stesse scrutando con tale attenzione – poteva cogliere sul suo volto una piccola vena pulsare per la concentrazione, altre volte invece le labbra si mutavano in un'espressione infastidita – per poi scoprire che si trattava di un album con delle foto di Ginevra.
Samantha sospirò e si schiaffò una mano sulla fronte teatralmente, prima di esclamare “Ginevra sarà qui a momenti!” tornando a sdraiarsi sul letto.
Il volto del ragazzo si tramutò in una maschera di terrore mentre cercava di riporre e nascondere l'album impaurito all'idea che qualcuno capisse cosa stava leggendo.
La rossa non riuscì più a trattenersi scoppiando in una sonora risata, al che il riccio capì di essere stato preso in giro.
“Non sei simpatica, Sem. E smettila di ridere in quel modo” borbottò irritato, il che fece ridere ancora di più la ragazza che si sforzò di riprendere aria nel vano tentativo di dire qualcosa di senso compiuto.
“Andiamo, Harry, eri così divertente! Sei così ingenuo!” disse non appena ebbe finito di ridere per avvicinarsi a lui e dargli un buffetto sulle guance.
“Rifallo e sei morta” rispose acidamente lui alludendo a quel gesto.
“E perchè? Sei così dolce quando si tratta di lei, sul serio, ti mancano solo gli occhi a cuore. E lei è così stupida. Voglio dire, è così palese che ti piace, mi domando come mai ancora non abbia sospettato o detto nulla. Dico sul serio, ma ti sei sforzato di nasconderlo almeno un po'?” Harry sbuffò.
“Se non dice nulla è perché probabilmente non le importa”
Samantha lo guardò truce “Non dire una cosa del genere o giuro che ti uccido. Per cosa sto sprecando i miei pomeriggi? Vedere tu che ti deprimi non è contemplato, sai?”
Harry sbuffò nuovamente “Non ci posso fare nulla, lei non ne vuole proprio sapere”
“Ritira subito quello che hai detto – Harry la guardò interrogativo – ritira subito quello che hai detto o giuro che ti uccido. E la tua sarà una morte lenta e dolorosa con tanto spargimento di sangue”
Harry scoppiò a ridere
“Giuro che se non la smetti potrei fare qualcosa di molto subdolo”
Il ragazzo smise di ridere un istante “Del tipo?”
“Andare da lei e dirle che la ami alla follia per esempio” rispose lei con semplicità.
“Non lo farai” ma era ben certo che l'avrebbe fatto, così deglutì e si mise in silenzio per ascoltare le proposte di Samantha senza mai dimenticare la minaccia appena ricevuta.
“Quindi domani ce ne andiamo al cinema con gli altri, sì?” chiese lei iniziando a saltellare sul posto battendo le mani entusiasta come ignara della minaccia appena fatta.
Harry annuì sospirando: lui e Samantha ormai erano diventati amici con questa cosa del complotto ma spesso era convinto che lei avesse seri problemi di doppia personalità.
“Avverti tu gli altri?” chiese lei smettendo per un attimo per fissarlo con attenzione e serietà.
Come non detto, pensò Harry riferendosi agli sbalzi d'atteggiamento di Samantha.
“Certo” rispose dopo qualche istante percependo ancora vividamente la minaccia che la ragazza le aveva appena fatto.
“Gli altri comprende anche Ginevra, lo sai vero?” si assicurò lei come se lui non ne fosse già abbastanza conscio.
Harry sospirò e si rigirò il telefono tra le mani. Cosa avrebbe dovuto scriverle?
Dopo qualche istante aveva scritto qualcosa di lontanamente decente.
Ehi, domani andiamo al cinema tutti insieme, ti va?
Patetico, si era ripetuto fino a che il cellulare non aveva iniziato a vibrare.
Il ragazzo aveva sussultato per poi leggere sul display il destinatario: Ginevra.
Con mano tremante e cuore in gola, si decise a premere il tasto che gli avrebbe permesso la lettura.
Okay.
Aveva detto okay. Sul sorriso del giovane si dipinse un sorriso.
Samantha dal suo letto si sporse ad osservarlo abbassando per un istante il libro che teneva tra le mani.
“Chi era?” chiese fingendo di non conoscere la risposta.
“Ginevra”
Samantha annuì. “Ah, e che fa, viene?”
Harry era certo che conoscesse già la risposta, tuttavia si limitò ad annuire con un sorriso dipinto sul volto.
“Almeno una cosa intelligente l'hai fatta dimmi, è stato così difficile?” rispose lei ironica.
Harry alzò gli occhi al cielo: ancora questi cazzo di cambi di personalità, giuro la uccido. La parte cattiva intendo, la parte buona non è poi così male.
Il pensiero fu interrotto dal suo cellulare che lo avvertiva che aveva ricevuto un nuovo messaggio.
Ci vediamo lì :) x Niall.
“Ah, anche Niall ha confermato” disse osservando di sottecchi Samantha per bearsi delle sue guance che si erano colorate di rosso.
Punto mio, stavolta le disse mentalmente.










Non potete capire il mio divertimento, dico davvero.
Sì perché questo capitolo è troppo divertente, queste due sono due casi clinici, dico davvero.
Cioè sono folli, folli e basta.
Ginevra e Samantha faranno impazzire Harry, ne sono certa.
E lui è così dolce, così imbranato... okay la smetto.
Ma dai, dovete ammettere che è tenero, e anche Samantha lo è.
Solo che lei è un po' più aggressiva, ecco.
Vabbè, vi lascio tra le mani lo spin off come sempre, ricordate che recensire non è un reato e a me farebbe piacere avere un vostro parere.
E voi non volete costringermi a fare come mi ha suggerito di fare una mia amica, vero?
Perché altrimenti potrei dire: se non ho tre recensioni a questo capitolo la dichiaro incompleta e tanti saluti.
E poi la mia amica vi verrà a cercare e vi ucciderà, sarà una morte lenta e dolorosa, credetemi.
Vabbè, ringrazio comunque chi legge – ti ricordo che le recensioni non mordono – chi l'ha messa nelle seguite, ricordate o altro.
A presto si spera,
-J



Vi ricordo come sempre lo spin off. Per vederlo basta che clicchiate sull'immagine.

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Capitolo 12
*** Ciò che non ti uccide... ti si ritorce contro ***









 

“Dove cazzo è Harry?” Samantha continuava a camminare freneticamente avanti e indietro in attesa del ragazzo. Sbuffò ancora una volta e si sedette sul muretto che recintava casa sua concedendosi una sigaretta.
“Giuro che se non si muove lo uccido, c'è poco da fare. Cazzo, come crede di conquistare Gin se non arriva puntuale al cinema?! E sicuramente lei si andrà a sedere accanto a Niall e io sarò costretta a sedermi accanto a lei e addio piano. Cazzo, un secolo di pianificazione nei minimi dettagli e lui manda tutto a puttane perché non sa leggere un cazzo di orologio!”
Finalmente la chioma riccioluta fece capolino dalla stradina.
“Scusa per il ritardo” disse il ragazzo con il fiatone per la corsa appena fatta “Stavo..”
“Sinceramente non me ne importa nulla di ciò che stavi facendo – lo interruppe la ragazza – mi interessa di non perdere questo fottutissimo film e non mandare il piano a puttane”
Harry sospirò e mostrò delle chiavi che avevano tutta l'aria di essere quelle di una macchina. La sua espressione era tutt'altro che allegra “Mi si è fuso il motore” commentò con l'espressione più infelice del mondo.
Samantha non poté fare a meno di provare pena per quel ragazzo che spesso, durante le loro riunioni segrete, si era vantato per le relazioni avute ma con Ginevra era sempre così imbranato e, fu costretta ad ammettere, sfortunato.
“Prendiamo quella di mia madre ma giuro che se torna con un graffio ti uccido, e poi le ucciderà me” ribatté lei secca.
Harry annuì sforzandosi di sorridere ma Samantha poteva chiaramente leggere sul suo volto un velo di preoccupazione: quel ragazzo se voleva sapeva essere decisamente cristallino.
Samantha si trovò a leggere il suo sguardo: pensava a Ginevra, su quello non c'erano dubbi. Ma la cosa che più la colpì fu il dubbio che vi lesse dentro: paura di essere inadeguato, paura di sbagliare. E paura di soffrire facendola soffrire.
Samantha abbassò gli occhi rompendo quel contatto visivo: non aveva mai visto una cosa tanto grande, un'amore così straordinario come quello che quel ragazzo riservava alla sua amica.
“Andrà tutto bene” sussurrò poggiando una mano sulla spalla del giovane che sembrò riscuotersi dai propri pensieri.
“Lo spero”
Samantha scosse la testa “Ne sono sicura. Sempre che riusciamo ad arrivare in orario, s'intende”
Harry sorrise e Samantha gli getto le chiavi che lui afferrò al volo.
“Dove andiamo?” chiese tirando fuori il navigatore. Samantha scosse la testa.
“Lascia stare quella roba, la so a memoria la strada” Harry sorrise e mise in moto, canticchiando qualcosa allegramente. Sembrava una canzone d'amore.
Samantha sorrise felice: avrebbe fatto di tutto per far mettere quei due insieme, su questo non vi era alcun dubbio.

Ginevra continuava a camminare avanti e indietro mente Niall la osservava appoggiato al muro esterno del cinema.
“Cazzo, lo sapevo che non dovevo lasciarli venire insieme. Ma cazzo, Samantha di solito è affidabile. E' tutta colpa di Harry, ne sono sicura”
“Ti vuoi calmare? Vedrai che ora arrivano”
“Non ci conterei troppo. Ma si può sapere cosa sta facendo quello? Dio, sicuramente sta dormendo, ci metto la mano sul fuoco”
“Mi spieghi perché sei così ansiosa? Non è che ti piace?!” A quella domanda Ginevra si fermò solo per scoccare un'occhiata truce a Niall e poi rifilargli un pugno sul braccio.
“E' abbastanza chiara la risposta?”
Niall si massaggiò il braccio: quella ragazza non aveva proprio mezze misure “cristallina” disse soltanto.
Un auto inchiodò davanti a loro proprio in quell'istante, salvando Niall dall' ennesimo pugno e una Samantha trafelata scese dalla vettura mentre Harry si soffermava solo per dire “Vado a cercare un posto, voi intanto andate a prendere i biglietti. Ginevra lo prendi tu per me?” e ripartì senza dare il tempo alla ragazza di ribattere nemmenosapevacosa.
Sì, perché se si fosse rifiutata Niall o Sem sarebbero dovuti restare e lei poteva dire addio al piano di lasciarli da soli. D'altra parte però Harry ci avrebbe sicuramente messo una vita a parcheggiare e sarebbero sicuramente entrati a film iniziato. E lei odiava entrare a film iniziato.
Seccata, emise solo un sonoro sbuffo per poi voltarsi verso gli amici “Andiamo, va”












Salve a tutti adorabili personcine che non si cagano la storia!
Scusate, mi sto lasciando trasportare... ma è davvero triste e snervante e demoralizzante avere taaaaaaaante visite e zero recensioni, dico davvero.
Vabbè comunque vi ricordo come sempre lo spin off – cliccate sul banner, e se volete anche il resto, ma non ci conto poi tanto ormai.
Spero vi sia piaciuta. E davvero, vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, per me è davvero importante e motivante.
Con affetto,
La vostra J



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Capitolo 13
*** Cambiamenti ***









Scusa, ma tutti i posti erano presi” si scusò Harry dopo aver girovagato mezz'ora per i dintorni del cinema.

Potevi uscire prima di casa”

Sono uscito prima, ma si è fuso il motore della mia auto. Se hai notato infatti ero con la macchina di Samantha” rispose lui.

Non hai calcolato tutte le incognite” lo rimproverò lei lasciandogli il biglietto e dirigendosi verso la sala. Lui la guardò interdetto.

La pianti di essere così acida?” le sibilò dopo un po'. Lei si fermò inchiodandolo alla parete con uno sguardo.

Scusa?”

Hai sentito benissimo. Non sei al centro del mondo, okay? Quindi vedi di piantarla, per una buona volta. Sono venuto qui per stare con Samantha non con te, quindi stammi alla larga” sibilò lui senza distogliere lo sguardo, poi iniziò a camminare verso la sala. Stavolta fu Ginevra a dover restare interdetta.


 

Ti calmi?” sussurrò Niall all'orecchio di Samantha dopo l'ennesimo sguardo che la ragazza aveva rivolto alla porta “Adesso arrivano. E poi non c'è niente da temere. Non sembra, ma Harry non farebbe mai del male alla tua amica”

Lo so” rispose lei senza distogliere lo sguardo dall'ingresso

E allora perchè sei così preoccupata?”

Perché Ginevra sa essere spietata” rispose lei con calma. Niall le afferrò la mano e Samantha arrossì a quel contatto.

Sei così dolce, quando ti preoccupi per lei – si lasciò scappare – cioè non che tu non lo sia normalmente. A dire la verità, sei la persona più dolce che conosco” la ragazza arrossì ancora di più ricambiando la stretta.

Ecco, io... - si trovò a boccheggiare non appena i suoi occhi incontrarono quelli del ragazzo.

Rimasero a fissarsi vari istanti, interrogandosi su chi avesse la forza necessaria per colmare quella distanza che li separava.

Finalmente Niall, appena ritrovata abbastanza lucidità mentale e virilità, si decise a poggiare le proprie labbra sulle sue, depositando un piccolo bacio e poi ritrarsi.

Sul volto di Samantha comparve un sorriso.

Oh” sussurrò appena, prima di lasciare a sua volta un bacio al ragazzo.

Le dita di lei abbandonarono quelle del giovane, incontrando capelli biondi, mentre il ragazzo le accarezzava il volto continuando il bacio con delicatezza.


 

In quell'istante la porta si aprì e Samantha si ritrasse, arrossendo violentemente e prese la mano del giovane, provocando un lieve rossore anche sulle di lui guance.

 


 








L'editor automatico fa schifo - oh beh, che novità.
Ma è solo il mio modesto parere.
Comunque, dato che per due settimane non ho postato causa problemi con internet e contest folli, questa settimana, in via del tutto eccezionale, posterò ben 3 capitoli, sia per summertime (ne mancano ancora due, di cui l'ultimo verrà postato mercoledì come da programma) che per Not Enought (l''ultimo spero di postarlo martedì, ancora non do date certe) e ovviamente anche "Io odio il mare (ora ne posto uno, l'ultimo spero di postarlo venerdì. A dire la verità questi devo ancora scriverli - ce la posso fare.)
Farò i collegamenti, forse. 
Come sempre, grazie a chi legge e bla bla, le recensioni sono ovviamente sempre gradite.
Con affetto,
-J

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Capitolo 14
*** Chiaccherata tra amiche ***









“Bel film, vero?” Niall ruppe il silenzio che si era creato a fine produzione. Samantha non poté fare a meno di arrossire
“Almeno voi l'avete visto tutto” sbuffò Ginevra.
Harry rimase in silenzio continuando a fissare l'asfalto.
“Andiamo a cena insieme?” propose Niall con l'intenzione di sciogliere il ghiaccio che si era creato grazie al silenzio assoluto autoimpostosi da Harry e le frecciatine che Ginevra gli tirava per attirare la sua attenzione. Perché era chiaro che quello era il suo unico scopo.
La rossa stroncò ogni suo tentativo sul nascere “Io e Gin dobbiamo tornare a casa. Oggi è a cena da me”
“Ah sì?” si lasciò sfuggire l'amica che sembrava completamente estranea alla conversazione.
Niall sospirò.
“Okay, allora ci vediamo presto, okay?” sussurrò rivolto più a Samanta che agli altri. La ragazza annuì lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra.
Quel solo gesto ebbe il potere di riscuotere Ginevra dallo stato di torpore in cui si trovava: avrebbe voluto fare milioni di domande, se solo l'amica non le avesse fatto cenno di tacere.
“Harry ci porti a casa?”
“In realtà dovrei portare Niall” provò a declinare lui, dimentico della triste sorte della propria auto.
“Ma hai la mia macchina” continuò la rossa rinfrescandogli la memoria.
“Credo di non avere scelta, allora.”
 
Il viaggio trascorse in silenzio: Harry sembrava completamente assorto nel cercare la via del ritorno – solo le dita che stringevano convulsamente il volante tradivano una cera agitazione.
Ginevra, continuava a fissare fuori dal finestrino, come se non avesse mai visto la strada prima; Samantha, dal canto suo, continuava a spostare lo sguardo dal ragazzo all'amica.
“Va tutto bene?” chiese dopo un po' esasperata.
Ginevra gugnì qualcosa, Harry invece si diede all'ironia rispondendo con aria truce “Divinamente”
Il ragazzo posteggiò poco dopo davanti a casa di Samantha.
“Ci vediamo, eh” sussurrò continuando a fissare il parabrezza. La rossa sospirò lasciando un bacio sulla guancia al ragazzo, mentre l'amica sussurrava un qualcosa che doveva essere un ringraziamento.
Harry nemmeno si voltò a guardarla.
 
“Mi spieghi cosa è successo tra te e Harry?” esalò Samantha non appena si furono rifugiate nella sua camera.
“Nulla, perché?”
“Andiamo, sembravate non potervi vedere nemmeno di striscio”
La mora liquidò la faccenda alzando le spalle, poi, nel tentativo di cambiare argomento chiese “Ma tu e Niall?”
L'amica arrossì violentemente, tanto da fare quasi concorrenza ai capelli “Nulla, è successo tutto mentre vi stavamo aspettando” spiegò dopo un po'.
“Se credi che mi arrenda così, ti sbagli di grosso”
Samantha sbuffò e inizio a raccontarle i vari dettagli. “Ora sta a te – aggiunse alla fine del discorso – cosa è successo con Harry?”
“Nulla, non ci sopportiamo e abbiamo messo le cose in chiaro. Tutto qui”
“Puoi almeno evitare di mentire?”
“Scusa?”
“Harry non può averti detto che non ti sopporta”
“E invece l'ha fatto. Sem, sul serio. Credo che provi un qualche tipo di interesse nei tuoi confronti”
Samantha scoppiò a ridere. “E non dirmi che ci hai creduto! Come se non fosse abbastanza evidente che lui è cotto di te!” spiegò tra una risata e l'altra.
“Puoi evitare di sparare cavolate? Io e lui non ci sopportiamo, fine della storia” sillabò affondando la testa in un cuscino. La rossa le accarezzò i capelli.
“Vedrai che si sitemerà tutto” le sussurrò.
Ginevra alzò la testa iniziando a fissare l'amica negli occhi “Oh, no. A me va benissimo così” sussurrò.
“Okay” finse di credergli Samantha.

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Capitolo 15
*** Confessioni ***









“Sono un coglione” piagnucolò Harry preso da un momento di autocommiserazione.
“Come darti torto”
“Grazie, Sem. Sei proprio di grande aiuto. Dovresti dire qualcosa del tipo “No tranquillo, andrà tutto alla grande” o cose simili”
“Okay, riprovo. Tranquillo, Harry. Sei idiota, ma non sei senza speranze. Sta' tranquillo che tutto si aggiusterà e lei cadrà ai tuoi piedi... va meglio così?” lo canzonò lei, guadagnandosi una cuscinata.
“Lei non mi rivolgerà mai più la parola”
“Probabile”
“Insomma, Sem, ma da che parte stai?”
La ragazza si strinse nelle spalle “Beh, lei è la mia migliore amica...” provò a difendersi, un altro cuscino la raggiunse depositandosi sul suo grembo. Lei sospirò “Ora che ti sei sfogato e hai finito i cuscini a disposizione, mi vuoi ascoltare?”
Il ragazzo sospirò e si sdraiò sul letto “Tanto peggio di così non può andare... cioé dare a Ginevra dell'acida... che cosa mi passava per la testa? Dio, sono proprio idiota”
“Okay, ora che hai appurato la tua scarsa sanità mentale, puoi ascoltarmi?”
Harry annuì tornando a sedersi sul letto.
“Certo che non è possibile che io debba fare da cupido – esordì guadagnandosi uno sguardo in tralice da parte dell'amico – okay, bando ai convenevoli... Perché le hai detto che sei venuto solo per me? Non potevi dirle la verità, e cioè che eri là solo ed esclusivamente per lei?!”
“Perché sono idiota, e questo è appurato”
“Okay, allora. Prova a fingere che io sia Ginevra e dimmi cosa provi per lei, cioè me in questo caso”
“Ma.. non ce la farò mai.
“Poche storie”
“Ehm, Ginevra – esordì guadagnandosi un battito di ciglia da parte di Samantha, cosa che gli provocò un moto di risa, prontamente represso – ecco io... sono innamorato di te” confessò infine chiudendo gli occhi.
“Cosa?” quando riaprì gli occhi si trovò una Ginevra sconvolta sulla soglia e una Samantha esterreffatta.
“No, Gin – iniziò la rossa – non è come sembra. Giuro che c'è una spiegazione logica...” provò a spiegare alzandosi di scatto.
“Non è a me che devi una spiegazione – liquidò la faccenda la mora – ero venuta a riportarti la felpa che mi hai prestato ieri sera” concluse uscendo in tutta fretta.
Harry rimase a boccheggiare, cercando di realizzare quanto appena successo.
“Gin, aspetta! Harry, cazzo di' qualcosa!” lo implorò Samantha.
Il ragazzo parve riscuotersi solo in quell'istante.
“No, cioè... “ sussurrò non sapendo bene come proseguire.
“Dio, sei proprio senza speranza” sbottò la rossa tirandogli un pugno prima di correre dietro all'amica.
“No, sono proprio sfigato” concluse tornando nello stato di autocommiserazione di pochi istanti prima.






Salve!
Okay, lo ammetto: questo Harry imbranato mi fa tenerezza.
E Ginevra gli vuole proprio male!
Ma dato che la storia non è su Ginevra e Harry, questo non è affar vostro.
Il tutto serve per un piano molto più grande e che va al di là di ciò che può sembrare.
Credetemi, ho grande cose in progetto per questa serie, oh sì.
E si capisce dallo spin off!
Seguite, e scoprirete.
-J

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Capitolo 16
*** L'ira di una migliore amica ***










Samantha si affrettò dietro una Ginevra trafelata che si affrettava a lasciare la casa.
Harry la fermò sporgendosi dalle scale.
Aspetta...” provò a richiamare l'attenzione della mora, ottenendo come unico risultato il far inciampare la rossa su un gradino, lasciandola capitombolare e raggiungere il pavimento.
Idiota” bofonchiò Samantha alzandosi da terra e massaggiandosi la fronte che aveva battuto nella caduta “l'hai lasciata scappare!” si infervorò tornando a risalire le scale.

Scusa, io...” provò a difendersi Harry tornando a fissare il pavimento.

Dio, potevi almeno dire qualcosa di sensato invece di implorarla di restare!” ribattè lei con foga.

Mi dispiace, pensavo che forse avrebbe voluto sentire il mio parere, se glielo avessi chiesto, credevo mi avrebbe ascoltato...” tentò inutilmente di spiegare.

Oh, certo. Tu le chiedi di restare e lei se ne sta ferma impalata. Ma secondo te? Sinceramente, credevo tu la conoscessi un minimo, ma a quanto pare sei più interessato a riporla nella tua collezione di trofei per provare anche solo a capire come funziona il suo cervello”

Harry rimase un secondo in silenzio, cercando di capacitarsi se ciò che l'amica aveva appena detto fosse uscito realmente dalle sue labbra oppure se l'era solamente immaginato.

E io sono un'idiota ad averti aiutato” concluse lei sbuffando, prima di infilarsi in camera e chiudersi la porta alle spalle. Harry si ritrovò a sbattere un paio di volte gli occhi per capacitarsi dell'avvenuto.
Sem, io...” provò a parlare alla porta ormai chiusa: dall'altro lato non si udì alcuna risposta.

Il ragazzo sospirò e riprese.

Non posso credere che, dopo tutto questo tempo, tu possa ancora avere dei dubbi riguardo ai miei sentimenti per la tua amica. Cosa vuoi che ti dica? Mi piace quando ride, mi piace quando è furiosa, mi piace ogni piccola sfumatura del suo carattere. E ora parlo come una femminuccia smielata, e so che mi stai sentendo, come so perfettamente che stai ridendo e sei fiera del tuo lavoro, perchè sei una stronza. E se lo dico io che sono un tuo amico, vuol dire che è vero.”

Harry si appoggiò alla porta attendendo una qualche reazione da parte di Samantha, che finse chiaramente di non sentirlo. Il ragazzo sospirò e bussò.

Andiamo, Sem. Devi aiutarmi, me l'hai promesso. E poi sono amico di Niall, sai che posso sempre farci una bella chiaccherata...” a quelle parole la rossa spalancò la porta.
Non oserai! Non ora!”

Harry scoppiò a ridere “Mettimi alla prova.”

Bastardo – sbuffò lei – e va bene. Mi hai convinto. Ma sia chiaro che lo faccio solo per Gin, e per salvare la mia quasi relazione. Quindi piantala con le minacce”

Harry sorrise.

Siamo in due, a volerle bene”

Samantha sbuffò “Vedrò cosa posso fare ma non ti prometto nulla”

Sempre meglio di nulla. E poi è la tua migliore amica, confido in te”
E proprio perchè sono la sua migliore amica ti avverto: se provi a ferirla, incorrerai in una lenta e dolorosa agonia”
Sono consapevole dei rischi. E lo ero quando mi sono innamorato di lei. E sai che per me lei non è un trofeo. Lei è Lei, la perfetta metà di me stesso”

Samantha sorrise “Primo: smettila con queste frasi da diabete. E, secondo: tu vieni e verrai sempre e comunque dopo di me.”

Mai sfidare la grande ira di una migliore amica”
















Ed eccomi qua!
Non odiatemi, su.
L'importante è che il capitolo sia arrivato, e ce ne sono altri tre già pronti nel mio bellissimo - e anche stronzissimo, devo ammetterlo - pc.
Sì, perchè il bastardo ha deciso di riavviarsi cancellando una parte di un capitolo, ma vabbè.
L'importante è che ora il capitolo ci sia, e Sem non mi odi.
Chissà, magari deciderà di continuare la storia che ha scritto per me.
Okay, probabilmente non lo farà mai, ma io ci spero lo stesso.
Capito amore mio? Ci spero. Potrebbe essere un bel regalo di Natale, un bellissimo capitolo nuovo.
Chissà, magari ne aggiungi un altro anche per il mio ormai passato compleanno, non sarebbe male.
Comunque niente, spero vi sia piaciuto, i prossimi due sono molto fighi, almeno a parer mio, anche se non ne sono troppo soddisfatta.
E, per la gioia di tutti, sto usando NVU.
Amatemi, grazie.
Beh, ringrazio chi recensisce, la mette tra le bla bla bla, e beh, anche chi legge, anche se preferirei che le adorabili persone alla lettura battessero un colpetto e mi facessero sapere il loro parere.
Ovviamente, dopo la pausa di un mesetto che mi sono presa, anche la storia Not Enought - se mi ricordo metto il collegamento - verrà caricata, e per Natale credo possa essere portata a termine.
O Natale o capodanno, fate voi.
Passo e chiudo,
con tanto amore,
-J<3

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Capitolo 17
*** Punti di vista ***


Gin, eddai apri, sono io”
Samantha era andata da Ginevra per darle le dovute spiegazioni, ma da più di mezz'ora la mora stava chiusa in camera, rifiutandosi di incontrare l'amica così che essa potesse dare le dovute spiegazioni riguardo la situazione creatasi il giorno seguente.
Ginevra! Ti conviene aprire subito questa porta, prima che decida di buttarla brutalmente giù o farla esplodere, o una qualsiasi cosa che faccia molto film e mi permetta di entrare. E sai che non scherzo: ho abbastanza talento nel fare irruzione, dopotutto con tutti i film polizieschi che ho visto credo sia normale.”
Cazzo, te ne vuoi andare? Giuro che se non esci da casa mia, potrei fare io un qualcosa da film, tipo chiamare la polizia e denunciarti per stalking, oppure dire che hai fatto irruzione in casa mia, non essendone autorizzata”
Che maniere brusche. Ma avanti, nessuno crederebbe mai che una ragazza adorabile come me potrebbe essere capace di una barbarie simile”
Tutti quelli che ti conoscono potrebbero testimoniare che l'apparenza inganna, e tu ne sei un esempio vivente.”
Senti, invece di stare a minacciarci, perchè non apri e discutiamo la cosa in maniera civile?”
Sei entrata in casa mia senza invito, questo lo giudico abbastanza”
Andiamo Gin, hai sempre tenuto all'etichetta e bla bla”
A quanto pare l'etichetta non da buoni frutti”
Se avessi bussato ieri non avresti assistito alla scena”
Oh certo, potevo bussare così non ti avrei visto mentre flirtavi col mio ragazzo.”

Un sorriso si dipinse sul volto di Samantha, che continuava a parlare con la porta chiusa.
Scusa se mi permetto, ma Harry non è il tuo ragazzo, fino a prova contraria.”
Io non ho detto che è il mio ragazzo: ho detto che stavi flirtando con un altro ragazzo essendo tu fidanzata”
Sono abbastanza sicura di aver sentito bene”
Vai da Amplifon e comprati un apparecchio acustico, allora.”
Potresti almeno ammettere che ti piace”
Ma a me non piace”
Ma l'hai detto!”
Ti ho già spiegato che hai sentito male”
Andiamo, Gin. Cosa ti costa dirlo a me che sono la tua migliore amica?”
Sempre ammesso e concesso che a me lui piaccia, sta a tipo un migliaio di chilometri di distanza da me, e sinceramente non ho un fondo fiduciario che mi permetta un jet privato o voli aerei ogni qual volta io senta l'irrefrenabile desiderio di vederlo. E comunque non ho detto che mi piace, senza contare che non sei la mia migliore amica”
Oh certo, come se basti depennarmi da una lista per farmi smettere di essere la tua migliore amica! E comunque, se Harry non ti piacesse, non saresti così incazzata, e io non starei parlando con una porta chiusa”
Punti di vista”
Andiamo, qualsiasi cosa succeda, noi siamo migliori amiche, e questo non cambia perché tu non mi ascolti, o perché t'innamori del primo inglesino che passa per strada. E non mi interrompere, so che stavi per farlo perché sono la tua migliore amica, e ti conosco meglio di chiunque altro. Ed è proprio per questo che so che Harry ti piace e tutto il resto, e tu non sei una che si deprime su un letto e non ascolta. Quindi muovi il culo e apri questa fottutissima porta”
Cazzo, non mi piace Harry. Mi rompe solo che tu voglia ingannare un povero irlandese che non ha fatto niente di male: questo è meschino, Sem”
E io so meglio di te di non essere così subdola, quindi Niall è al sicuro. Ora che hai accertato la sicurezza del suo cuore, puoi aprire la porta?”
No”
Vaffanculo Gin, apri questa cazzo di porta”
Vaffanculo Sem, ti ho detto di no”
Giuro che se non apri questa porta, vado a chiamare Harry”
Non lo farai”
Sì che lo farò. Ma non dovresti porti il problema, no? Dopotutto a te non piace Harry”
Esattamente, per me è solo una persona che vive migliaia di chilometri lontano da me, che non sa la mia lingua. E non andrò oltre a simili barriere linguistiche e territoriali”
Bene, ora che abbiamo appurato questo, puoi aprire?”
No. Sei amica del nemico”
Del nemico? Che cazzo c' entra?”
Harry è il nemico. Hai presente il fenomeno dell'immigrazione? Ecco: lui pensa di venire qui, conquistarsi una bella italiana, fare un sacco di figli, aumentare vertiginosamente il problema della sovrappopolazione e poi spezzare il cuore di quella sventurata ragazza. Quindi Harry è il nemico”
Okay, ora che abbiamo appurato la tua scarsa sanità mentale e il tuo avere a cuore l'identità nazionale e così dicendo, da notare che sei sempre stata una che credeva nella globalizzazione, puoi farmi entrare?”
Non ho mai creduto nella globalizzazione”
Oh certo, ora sei Miss Coerenza. Andiamo Gin, tu facevi i campi per aprire le menti e bla bla, quelli con gente da tutte le parti del mondo. E non provare a negarlo, ricordo ancora i tuoi raccapriccianti inviti, con slogan del tipo “Vieni, dovrai solo sapere l'inglese perfettamente o sarai esiliato nella parte più buia e deprimente del campo, in completa solitudine” o cose del genere. Ah, devo dirtelo: non sei affatto brava, a reclutare gente”
Non ho mai parlato di spazi bui e solitudine”
Il concetto era abbastanza chiaro”
Come ti pare. E ora il mio invito è revocato, contenta?”
Vaffanculo, Gin. E se te lo stai chiedendo, è la seconda volta che te lo dico. Vaffanculo e tira fuori meno barriere dalla tua testa: tu l'inglese lo sai alla perfezione, quindi la barriera linguistica non esiste”
Esiste quella territoriale ed economica”
Piantala di fare la saccente e apri la porta. Cazzo, sei proprio imbecille: Tu. Piaci. Ad. Harry. E non lo ripeterò una seconda volta, quindi muovi il culo e vai da lui, o giuro che mi accampo davanti alla tua camera, e prima o poi dovrai uscire per andare in bagno o mangiare.”
Non resisterai a lungo davanti alla mia porta”
Punti di vista”

 

  

 

E così è iniziata la revisione che colpirà tutte le mie amabili long.
Sul serio, mi irritava non poco l'html e bla bla bla, quindi una bella revisione era la scelta migliore. 
Anche perchè forse tra una decina di capitoli questa sarà finita.
E la stessa sorte colpirà Not Enought.
Poi passerò a Io odio il mare, almeno spero.
Comunque vi comunico che tra un paio di capitoli abbandoneremo Ginevra e Harry, per loro potete comunque continuare a leggere lo spin-off.
E sarà tutto molto Niall e Sem, almeno questa è la mia intenzione.
Grazie a voi, che continuate a seguirmi con tanto amore - sopratutto HaroldEdSmile. 
Ovviamente un grazie speciale va a Koaliller, la mia carissima Sem alla quale è dedicata la long.

A presto,
-J<3

 

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Capitolo 18
*** L'avvocato del diavolo ***







 

Summertime

18# L'avvocato del diavolo



















Davanti alla minaccia di occupazione della propria casa, Ginevra si era vista costretta ad aprire la porta, permettendo a Samantha di entrare.
Alla buon'ora”
Non ti aspettare che ti rivolga la parola, d'ora in poi mi appello al diritto di non rispondere”
Sinceramente, non mi aspettavo la tua collaborazione, e men che meno che tu aprissi la porta. Ma l'hai fatto. E comunque, sii meno drammatica: non sei sotto processo.”
E tu evita di fare l'avvocato difensore di un inglese, che per altro non è per niente affascinante, con i suoi riccioli, i suoi occhi verde e le fossette e... no, esatto, non è affatto affascinate.”
L'importante è crederci. E comunque, non faccio l'avvocato del diavolo, personalmente difendo solo me stessa. Anche se ammetto che Harry possa essere un gran partito – Ginevra rivolse un'occhiata torva all'amica – io sono più per i biondi con gli occhi azzurri. Comunque, avvocato o meno, Harry è innocente: alla fine lui è solo una povera vittima delle mie idee malsane”
Ah, ora è anche la vittima” commentò acidamente la mora.
Andiamo, Gin: pensi davvero che io possa fare qualcosa alle tue spalle? E' una domanda retorica, non ho bisogno di una risposta, eh”
So distinguere le domande retoriche, grazie.”
Non è questo il punto: il problema è che tu sei dannatamente cocciuta, e non riesci a capire che quel poverino non vede altri che te, anche se ammetto che sia totalmente imbranato. Ma noi non possiamo mica giudicare, magari a Londra le cose funzionano così”
Avevi detto che non avresti fatto l'avvocato del diavolo o sbaglio?”
Hai ragione, il punto è che non posso farne a meno: sai che non riesco a tollerare le ingiustizie. E la tua, credimi, è davvero ingiusta. E scusa il giro di parole, il succo è che stai sbagliando alla stragrande: io ed Harry siamo solo amici, niente di più. Anche perchè sai che a me piace Niall, e a lui piaci te.”
Sinceramente, credo che a lui piaccia tu, me l'ha detto chiaramente”
Oh certo, e tu non hai dovuto subirlo praticamente tutti i giorni a deprimersi sulle tue foto o cose del genere”
Tutti i giorni?”
Sì. E scusa per aver fatto tutto alle tue spalle, ma probabilmente mi avresti segregata nella torre più alta del castello, o nel Big Ben, o in un igloo in Antartide con i pinguini. E sai che adoro i pinguini, ma vederli tutti i giorni sarebbe stato un trauma, senza contare il freddo. E tu sai quanto odio il freddo e quanto possa invece amare il piumone o cose del genere”
Stai divagando”
Lo so, ma il punto non era il fatto delle torri o dei pinguini o dei posti improbabili in cui essere rinchiusa, il punto era che stavo cercando di aiutare un povero ragazzo innamorato a conquistare la mia migliore amica, perché so che lui farebbe qualsiasi cosa per vederla felice, ed è così perfetto con i suoi capelli ricci, gli occhi verdi e le fossette”
Se è così prefetto prenditelo, io non lo voglio”
Non stiamo parlando di un oggetto, Gin. E comunque, la mia idea di perfezione è diversa da quella che hai tu, e la tua si incarna perfettamente in lui, quindi prova ad essere sincera almeno con me, dimmi che ti piace e ti giurò che starò zitta”
Non mi piace. Fine della discussione, è stato un piacere, ciao.”
Invece sì che ti piace: ti conosco, e so che ti comporti così quando vieni ferita. E se è lui la causa del tuo dolore, è solo perché ti piace. Andiamo, Gin”
Non mi piace. Non mi piace. Non è difficile da capire. Leggimi il labiale: non mi piace”
Okay, non ti piace, ne sei innamorata”
Vaffanculo, Sem”
Gin, ti conviene dirmi ciò che voglio sentire, e che alla fine corrisponde alla verità.”
Sem, non è difficile, non mi piace”

Samantha sospirò e si sedette sul letto.
Credi forse che ripetendolo all'infinito finirò per crederti? Non succederà.”
Sinceramente, non mi interessa troppo che tu mi creda o no, m'importa solo poter restare da sola”
E finire di deprimerti come un'emo: se vuoi ti regalo le lamette per il compleanno”
Io non mi deprimo”
Oh, e allora cos'è quell'aria cupa che dice solo “sparatemi, vi prego”? Sul serio, Gin. Puoi ripetere a te stessa che va tutto bene, che la tua vita è una meraviglia e che a te non piace Harry, ma la verità è che non ci credi nemmeno tu. E se pensi di potermene, e potertene, convincere solo ripetendolo fino alla nausea fai pure, ma sarai solo tu quella che ci avrò perso. E poi cosa vuoi fare? Prendere un aereo quando avrai deciso di ammettere i tuoi sentimenti, volare da lui e dirgli – magari quando ti ha dimenticata e si è rifatto una vita – che in realtà lui è l'uomo della tua vita? Non funziona così, Gin. Una volta che lui sarà partito, avrai perso la tua occasione. E se troverà un'altra che può renderlo felice, non la lascerà per te.”
Messaggio recepito, grazie”

Samantha si alzò e iniziò a camminare verso la porta.
Gin?”
Dimmi.”
Amiche?”
Forse.”
Ehi, ti voglio bene. E so che farai la scelta giusta. Dopotutto lui è innamorato di te. Non che mi abbia detto cose del tipo “la amo”, ma sono sua amica, e queste cose gli amici le capiscono subito. Ed è per questo che so che ti piace”
Ciao, avvocato del diavolo” la congedò Ginevra.

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve!
Lo so, rischio la morte. Ma non è colpa mia. 
E' Sem che è cattiva, e l'astinenza da una certa storia gioca brutti scherzi, dovrebbe saperlo.
Quindi per ogni lamentela rivolgetevi a lei, per le lodi invece potete rivolgervi a me.
Sto scherzando, ovviamente. 
Sia critiche che complimennti sono ben accetti, avete giusto un piccolo spazio qua sotto.

Un bacio a tutti,
-J

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