Another Brief from the future.

di margulka93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindici ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Another Brief from the future.




 


La città dell'Ovest non era affatto silenziosa quella mattina. E non per colpa degli abitanti che, d'altronde, non erano riusciti a sfuggire al loro terribile destino, segnato da due macchine programmate unicamente per uccidere. No, quel dannato giorno quei dannati androidi avevano deciso di fare una visita nella loro città, sempre che si potesse definire tale un cumulo di macerie ed edifici diroccati.
Le esplosioni si susseguivano con brevissime pause e, nonostante fossero distanti molti chilometri, si riusciva a percepirne la violenza inaudita. I due non si erano accontentati di aver spezzato miliardi di vite innocenti, incenerito ogni cosa, razziato ogni materia commestibile per stroncare i pochi, fortunati sopravvissuti. Erano tornati per trasformare le macerie in polvere. E la polvere in altra polvere.
Rumori inquietanti si avvicinavano, seminando il panico negli abitanti del sottosuolo. In un angusto nascondiglio, situato sottoterra, pieno di macchinari targati Capsule Corporation, madre e figlia, spaventate a morte, si stringevano in un intricato abbraccio. Non potevano rimetterci la pelle. Non ora che Trunks era nel passato per potenziarsi, non dopo essere scampate alla morte per anni. Semplicemente non potevano.
La donna trascinò con sè la ragazza all'interno di una stanzetta che usava per gli esperimenti più pericolosi e si sigillarono dentro grazie alla pesante vetrata in plexiglass.
Passi. Passi leggeri e veloci calpestarono il soffitto, spingendo le due nel terrore più assoluto. La scienziata deglutì mentre accarezzava la figlia nell'inutile tentativo di tranquillizzarla. I suoi occhi saettarono per il laboratorio alla ricerca di una via d'uscita. Il cuore le era schizzato in gola e pulsava terribilmente. Brividi di terrore si rincorrevano su ogni centimetro di pelle, le ginocchia minacciarono più volte di cedere.
Coraggio Bulma, non è il momento di farsi assalire dalla paura. Devi salvare la nostra pellaccia. O almeno quella di Bra”, pensò disperatamente.
« Mamma, sono loro » soffiò Bra, le cui pupille erano dilatate all'inverosimile, ma Bulma non la stava affatto ascoltando perché la sua attenzione era stata catturata da un oggetto. Un archivio arrugginito nel bel mezzo di vecchi computer impolverati. L'etichetta appiccicata sullo scompartimento più alto era inequivocabile, nonostante l'inchiostro fosse molto sbavato: 'Capsule non collaudate'.
Pop. Una flebile fiammella di speranza esplose nel cervello di Bulma, allontanando le ombre della disperazione che l'avevano dominato fino a quel momento.
« Non muoverti » sibilò la donna, mentre apriva la vetrata con estrema lentezza.
« Dove vai? Torna qui! » squittì Bra, con una voce acutissima.
Il cigolio metallico del cassettone parve rimbalzare dappertutto poiché trovò fin troppa eco. Bulma maledisse la ruggine e tutte le reazioni chimiche dell'universo.
« C'è qualche simpatico topolino qui. Sorellina ci pensi tu? »
La voce fredda e annoiata proveniva dall'ingresso, urlando tra semplici parole: siete in trappola.
Il cuore di Bulma collassò. Prese a mormorare insulti e preghiere a chiunque mentre frugava tra le capsule, lanciando in aria quelle inutili. Tese le orecchie per controllare la posizione dei bastardi. Dopo pochi minuti, che sembrarono ore, Bulma la trovò e tornò da Bra, ormai prossima al pianto.
La capsula rivelò un prototipo della macchina del tempo di Trunks, solo più piccola. Bulma infilò la sedicenne e, ignorando le proteste sussurrate di lei, digitò le coordinate della destinazione. Gocce di sudore freddo si coagularono sulle tempie e scivolarono giù. Le dita le tremavano tanto da costringerla a inserire più volte le istruzioni nel sistema. Pregò. Doveva salvare la bambina. Non importa se sarebbe finita cinquecento anni nel passato o nel futuro, qualunque posto ed epoca sarebbero stati migliori di un mondo di disperazione da ricostruire. Pregò ancora.
La cupola di vetro si chiuse in fretta, intrappolando l'adolescente.
« Dai un bacio a Trunks. La mamma vi vuole tanto bene » sillabò senza utilizzare le corde vocali, consapevole che Bra non poteva sentirla.
« Vieni con me! » gridò Bra, ma alzandosi sbatté la testa contro il vetro. Era davvero piccola quella dannata macchina.
L'ultima immagine che riuscì a mettere a fuoco la ragazza fu il viso di Bulma, squarciato da un enorme sorriso.
L'ultimo suono che udì fu un urlo straziante.
Poi più nulla.




***ANGOLO AUTRICE:
Salve salvino. Non credevo che a distanza di anni (ben sei) sarei tornata a scrivere su EFP. Voglio innanzitutto scusarmi con le lettrici della prima versione di questa fanfiction per aver abbandonato questa storia. Avevo solo 14 anni e sinceramente non ricordo cosa mi circolasse nella testa :D

Comunque, come dicevo nella descrizione, qualche giorno fa ho ritrovato la mia storia negli abissi di EFP, così ho deciso di riprenderla e correggerla interamente. Sono le 00:51 e ho appena finito di scrivere l'ultimo capitolo. E il tutto in 4 giorni. Roba da matti. Però ci tenevo particolarmente a pubblicarla e farvi vedere i miei... ehm... miglioramenti? Ammettiamolo. La vecchia versione fa un po' schifo. Eheheh :D
However(2) ho deciso di inserire un'immagine all'inizio di ogni capitolo tratti direttamente dalla mia collezione personale. Vi dico già da ora che non sempre avranno attinenza con il capitolo e dico, inoltre, che non sono mie, ma trovate sul web. Purtroppo non riesco ad accedere al mio vecchio account (non mi ricordo neanche la mail a dirla tutta) perciò se siete curiosi di leggerla (non ve lo consiglio. Davvero.) cercatela, ha lo stesso titolo. I capitoli all'inizio saranno più o meno (più meno che più) simili
Bando alle ciance. Aggiornerò una volta a settimana, quindi ci vediamo martedì.
Sperando che vi piaccia...
Bye.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Another Brief from the future.


 

 

Mancavano cinque giorni al Torneo indetto dal viscido e ripugnante Cell. E pure sadico considerando che la posta in gioco era la salvezza del pianeta Terra.

 

I guerrieri però erano preparatissimi allo scontro. C'era chi si rilassava, sentendosi in ottime mani come Goku e Gohan e chi si allenava senza sosta come un certo principe.
Trunks aveva appena concluso, o meglio era fuggito a fatica da un'estenuante sessione di intenso allenamento con suo padre, malgrado avessero trascorso due giorni – anni – all'interno della Stanza dello Spirito e del Tempo.
Era sempre stato a conoscenza della tempra dura di Vegeta, della sua dedizione al combattimento grazie ai racconti di sua mamma, ma quelli erano decisamente eufemismi. Vegeta ne era ossessionato! Si rinchiudeva tutto il giorno nella Gravity Room, presentandosi solo ai pasti, tanto per far capire che non era crepato durante i fatali allenamenti ai quasi si sottoponeva. Quando apriva bocca per parlare sputava insulti assai poco carini su Kakaroth e l'insetto verde, senza perdere occasione di rimarcare la grandezza della stirpe Saiyan. Da qualche tempo, inoltre, ricordava a Trunks di essere fiero della propria razza d'appartenenza, nonostante fosse uno stupido mezzosangue.
Trunks era steso sul letto dopo una doccia rinfrescante. Si ritrovò a pensare, per l'ennesima volta, alla propria famiglia, in quel terribile futuro. Non aveva osato raccontare a nessuno di possedere una sorella, nemmeno a Goku. Era rimasto troppo spiazzato e deluso dalla separazione dei suoi genitori.
Più deluso che spiazzato.
La Bulma del futuro aveva detto che Vegeta era un “uomo burbero, ma con un cuore” e per questo pensava di trovarli almeno insieme. Non capiva perché fosse così freddo e meschino, eppure la scienziata sosteneva che la sua nascita li avesse uniti, mentre quella di Bra aveva rafforzato il loro rapporto, fino a legarli definitivamente. Invece a lui sembrava l'esatto contrario, perché si erano separati proprio quando Bulma era rimasta incinta. Sbuffò sonoramente, chiedendosi se i suoi tormenti fossero inutili o troppo azzardati.
Trunks lasciò cadere il filo dei propri pensieri quando un grosso mostro di ferraglia gettò la stanza nella penombra. Per la fretta di alzarsi agitò le gambe per aria e si schiantò sul pavimento. Scese le scale in fretta e furia superando Bulma, intenta ad imboccare il piccolo Trunks che rise forte al suo passaggio e allungò le braccia per raggiungerlo. Scoppiò a piangere quando venne ignorato.
Trunks sbucò nel giardino, trovando all'improvviso sua nonna, impegnata ad annaffiare i suoi gerani preferiti. Dovette saltare e atterrare contro la staccionata per evitare di prenderla in pieno.
« Nonna hai visto anche tu una macchina del tempo? » chiese lui, riprendendo fiato. L'espressione della donna, perennemente allegra, si tramutò in una pensierosa per qualche secondo.
« Credevo fosse un piccolo meteorite che ha deciso di tornare indietro per non distruggere i miei fiori. Ti piacciono? » cinguettò lei, recuperando il sorriso.
Capendo che non avrebbe cavato un ragno dal buco, il ragazzo prese a scrutare il cielo.
« Intendi quella, tesoro? »
Bulma, apparsa al suo fianco, alzò il braccio non occupato dal bimbo e indicò un punto alle sue spalle. Trunks tirò un sospiro di sollievo quando i propri occhi si scontrarono con il metallo corroso dalla ruggine.
La macchina del tempo atterrò con estrema lentezza sull'erba e la cupola, attraversata da innumerevoli crepe, si sollevò, rivelando una splendida creatura dai capelli azzurri rannicchiata su se stessa.
« Bra... » mormorò lui, accarezzandole la schiena. Se era stata spedita da lui, le cose erano davvero precipitate.
Bra si gettò su di lui singhiozzando, ma senza permettere alle lacrime di sgorgare.
« Siediti pure, cara. Vado a prepararti una tazza di tè » disse Bulma, dopo essere entrati nell'immenso salone e accomodati sul divano.
« Che cosa è successo? » chiese Trunks, inginocchiandosi e catturando le sue mani tra le proprie.
Le labbra di Bra tremarono lievemente, mentre gli occhioni azzurri si arrossarono. Era terrorizzata.
Trunks aspettò paziente che lei sorseggiasse l'infuso ambrato e notò, con sollievo, che i suoi nervi erano meno tesi.
« Ci hanno trovati. Mamma ha recuperato questo prototipo non collaudato, ma non c'era posto per lei, così... » la sua voce si spezzò e preferì scottarsi la lingua con il tè bollente.
« Sta bene, fidati. La mamma è una donna piena di risorse » rispose Trunks, rincuorandola. Guardò Bulma orgoglioso, ma lei era troppo occupata a squadrare Bra, assumendo un'espressione dubbiosa. Chiunque avrebbe notato la loro impressionante somiglianza, perfino un ottuso come Vegeta. Non ci mise molto a fare due più due.
« Questa ragazza è... » esordì Bulma, lasciando volutamente la frase a metà.
« … mia sorella » concluse, cauto.
La mascella di Bulma quasi toccò terra. Si era aspettata una risposta del genere, eppure ne rimase sconvolta. Ciò voleva dire che sarebbe diventata mamma ancora una volta, che avrebbe stretto tra le braccia un batuffolo rosa tutto da spupazzare e soprattutto che si sarebbe rimessa con Vegeta. Con il cuore gonfio di gioia si avvicinò alla mezzosangue, rifletté sul da farsi poi l'abbracciò forte.
« Sei bellissima » sussurrò la scienziata.
« Tutto merito tuo » rispose lei, un po' rossa d'imbarazzo, stringendola con altrettanto calore.
« Come ti chiami? »
« Bra, sedici anni »
La ragazzina venne distratta da qualcuno. Il piccolo Trunks gattonò verso di lei, si erse sulle gambe e tentò di catturare un frammento penzolante di tuta all'urlo di « Ma ». Bulma sembrò accorgersi in quel momento delle sue condizioni. Il top cobalto, marchiato Capsule Corporation, era lurido e consunto, i jeans sbrindellati in vari punti, entrambi sporchi di polvere e fango. Aveva urgente bisogno di una doccia e un cambio.
« Donna! Ho fame ».
La voce autoritaria del principe invase la stanza, provocando reazioni molto diverse. Bulma controllò l'orologio, scoprendo di essere in ritardo con il pranzo; Trunks si schiaffò una mano sulla fronte, maledicendosi per aver dimenticato quel problema; i neuroni di Bra decisero di prendersi una vacanza ed esposero il cartello “fuori servizio”.
« Oh cavolo! Vado subito a cucinare. Sarai affamata, vero piccola? » trillò Bulma.
Bra non diede cenni di aver udito mezza parola, impegnata com'era ad ammirare il nuovo arrivato.
« Sono le due e sette minuti. Capisci? Sette! » ringhiò il principe. La scienziata, mormorando una litania dalla quale si distinse solo 'scimmione' e 'pignolo', sparì in cucina.
« Beh perdonami, o grande principe. Guarda bene quella ragazza, sai che è tua... » urlò Bulma, mentre spadellava.
« Non m'interessa chi sia o cosa voglia. Ho detto di muoverti quindi tappati quella boccaccia che ti ritrovi » gridò Vegeta.
Bulma sbucò di nuovo, brandendo un mestolo.
« Non mi devi dare ordini, non lo sopporto, principe del paese dei babbei! Non ti ucciderà essere gentile qualche volta, soprattutto davanti ai tuoi figli! »
Bra non sentì nulla della conversazione. L'emozione le aveva stritolato i cinque sensi. Senza sapere cosa stesse facendo, si alzò in piedi e marciò verso di lui. Trunks si gettò di lato per fermarla, ma cozzò contro i cuscini, sbattendoci il naso. Il bimbo, ancora attaccato al divano, afferrò una ciocca di capelli lilla e li strattonò felice.
Bra si era buttata al collo del padre. Diavolo, non lo vedeva da dieci anni!
Vegeta, d'altro canto, strinse pericolosamente gli occhi, irrigidendosi tutto.
« Levati dai piedi prima che io ti disintegri, mocciosa » sibilò lui, venendo puntualmente ignorato. Vegeta non permetteva a Bulma di concedersi certe libertà, figuriamoci alla sua copia miniaturizzata venuta da chissà dove. La strattonò per scrollarsela di dosso, ma Bra perse l'equilibrio e urtò un robot che passava di lì per le pulizie pomeridiane.
Quando riemerse esibiva un leggero graffio sulla guancia e un'espressione triste che sanguinava al posto della ferita.

 

 

 

*** ANGOLO AUTRICE: Salve salvino EFPiani. Ok non ho resistito e ho aggiornato prima del previsto... è solo che ci tengo a farvi leggere i capitoli successivi che amo da morire. Vi anticipo solo che ci sarà il piccolo Trunks a consolare Vegeta: allucinante e coccolosa *-* Comunque(1) l'immagine di questo capitolo è piuttosto in tema. So che l'artista ha voluto che quella bellissima ragazza fosse Bulma, ma io quando la vedo ci vedo solo e unicamente Bra che stritola il padre. Uuuuuh *-* Se volete vedere l'immagine intera cliccate con il pulsante destro del mouse, copiate URL immagine e la incollate in una nuova scheda nella barra degli indirizzi. Comunque(2) vi ringrazio infinitamente per le recensioni e spero che continuiate a seguirmi! Comunque(3) dovrei aggiornare tra martedì e mercoledì, ma siccome non mantengo mai le promesse credo che il nuovo capitolo arriverà un po' prima :D Grazie alle taaaante persone che hanno anche solo letto il primo capitolo (pigroni!) e alla prossima!

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Another Brief from the future.

 



 

 

Il segno arrossato sulla gota della sorella trasformò il sangue di Trunks in lava incandescente, che incenerì il suo buonsenso all'istante. Si scagliò sul padre con il pugno teso, intenzionato a spaccargli la faccia per cancellare il dannato ghigno che ostentava, ma Vegeta lo schivò facilmente, mandandolo a cozzare contro il tavolo. Trunks, però, si rialzò subito in piedi, pronto a saltargli ancora al collo.
« Non. Devi. Farle. Del. Male » scandì, masticando ogni parola. Nessuno doveva toccarla, nessuno aveva il diritto di alzare un solo dito. Bra e Bulma erano le uniche persone care rimaste e non poteva permettere che fossero anche solo ferite, non senza aver massacrato prima lui. Si rese conto di stare per esplodere quando le braccia delle due si attorcigliarono sul suo corpo per non scatenare Vegeta.
« Allora tieni lontano da me la tua ragazza » disse Vegeta, sedendosi al proprio posto. Sembrava molto rilassato, perfino divertito, probabilmente per la stupida convinzione che fosse tutta una scenata di gelosia. Era davvero ottuso quando voleva.
Trunks si trasformò in Super Saiyan e ringhiò a denti scoperti. Non sapeva perché stava reagendo tanto male, infondo Bra non si era fatta nulla, ma lei ne aveva passate così tante per colpa sua e ora doveva anche scoprire che Vegeta era uno stronzo, sadico e bastardo.
Un pianto disperato attirò lo sguardo dei quattro in un unico punto. Tutto quel trambusto aveva spaventato a morte il piccolo Trunks, seduto per terra, che era scoppiato in lacrime.
« Vieni qui, tesoro della mamma » disse Bulma, cullando il bimbo.
« Scusa mini me » mormorò Trunks, schioccandogli un bacio sulla guancia. Il piccolo lo fissò incerto, poi però gli sorrise. Bulma lo tese verso Vegeta.
« Chiedigli scusa » gli ordinò. Vegeta ignorò il piccolo, che tentava di arrampicarglisi su un braccio, e sbottò: « Piantala di frignare come un figlio di Kakaroth qualsiasi. Sei il figlio del principe dei Saiyan ».
Il bebè, anche se non capì nulla, smise di toccarlo e gli fece una gran linguaccia. « Aian » ripeté, strappando un ghigno a Vegeta.
« Trunks, Bra, sedetevi. E anche tu se ci tieni a mettere qualcosa sotto i denti » disse la scienziata.
« Sono già seduto, razza di gallina senza cervello » la rimbeccò Vegeta, scuotendo la testa esasperato. Bulma fece un respiro profondo per non rispondere a tono, scoccò uno sguardo invelenito ai ragazzi, che, per non scatenare il finimondo, si affrettarono ad obbedire. Corse a controllare la cottura del pranzo, mise a letto Trunks, che nel frattempo si era addormentato e tornò ad affrontare i tre Saiyan.
« Vegeta, lei è Bra, tua figlia » confessò tutto d'un fiato, con l'aria di una che vuole indorare in fretta la pillola. Gli infilò un piatto fumante sotto il naso, tanto per tenerlo occupato.
Vegeta scrutò la ragazzina con occhio critico. In effetti aveva notato una certa somiglianza con la donna petulante. Poi si rese conto di quel che significava. Nel futuro era rimasto sulla terra e aveva dato vita ad una femmina. L'idea di un altro marmocchio non era particolarmente allettante, considerato il fastidio che gli dava Trunks, però... voleva anche dire che la stirpe Saiyan aveva una possibilità in più di rinascere. Una stirpe reale, non di terza classe come Kakaroth. Era una donna Saiyan dai capelli insolitamente chiari, ma pur sempre una donna, anzi la principessa dei Saiyan. Vegeta si diede un contegno quando si accorse di essere stato preso di mira da tre paia d'occhi azzurri.
« E allora? » sbottò con indifferenza.
Bra emise un suono strozzato, iniziando a chiedersi in che cavolo di universo parallelo fosse finita. Bulma gemette, mentre Trunks prese la mano della sorella e la tirò via, sussurrando violente imprecazioni contro quell'insensibile che si ritrovava come padre.
Bra sprofondò nel materasso e si strinse nel morbido accappatoio di Trunks, un po' troppo ampio per lei. Il ragazzo misurava la stanza a grandi passi, imitando una belva in gabbia.
« Si può sapere chi diavolo è quello? » sbottò, arrabbiata.
« Quello là è tuo padre, Bra. Felice di avertelo presentato » rispose stancamente Trunks. Era mortificato come mai lo era stato in vita sua. Non aveva mai avuto il coraggio, né i motivi, per raccontare la vecchia identità di Vegeta. Che diritto aveva di intaccare i meravigliosi ricordi di un Vegeta migliore? Perché avrebbe dovuto distruggere l'eroe che era stato nel futuro? Trunks si portò le mani al volto, consapevole di dover una spiegazione a Bra. Che diavolo avrebbe dovuto inventarsi? Non altre menzogne. Punto.
« Forse non si è ancora abituato all'idea di averci qui » azzardò. Bra inarcò un sopracciglio, per nulla convinta. Trunks era troppo agitato, un suo tipico comportamento quello di snocciolare le questioni con qualche frase fatta.
« O forse ci odia » replicò lei, sconsolata.
« No tesoro, non è così ». Bulma era apparsa sullo stipite, sul viso arrecava una vaga traccia di compassione. Trunks si rilassò, contento del nuovo arrivo, così sarebbe affogato nel lago di auto commiserazione senza che Bra ci mettesse anche solo un piede.
« Vedi, io e tuo padre abbiamo appena avuto un figlio e questo l'ha un po' confuso. Vegeta non ha mai avuto una famiglia, quindi è una situazione del tutto nuova e ne è spaventato a morte perché teme di non esserne all'altezza.
È la fase iniziale del suo percorso con me e Trunks, ma sono sicura che se sei nata vuol dire che ti ha voluta davvero » disse Bulma, accomodandosi sul letto accanto a Bra.
La mezzosangue scoccò uno sguardo a Trunks, che per tutta risposta voltò loro le spalle, evidentemente incazzato. Bulma sussultò, maledicendosi per aver fatto una gaffe così grave. Nel tentativo di rincuorare Bra, aveva offeso Trunks. Doveva ricordarsi che ora aveva due figli. Accidenti alla sua linguaccia!
« Non che tu sia stato uno sbaglio, Trunks » disse la scienziata, ma la frittata era ormai fatta.
Trunks si strinse nelle spalle. Sapeva meglio di loro che era stato un figlio non cercato, però, nonostante avesse accettato la notizia da anni, la cosa lo mandava su tutte le furie. Piuttosto comprensibile.
« Mi dispiace, non volevo. Ti chiedo di avere un po' di pazienza con lui, è solo teso per il Torneo. A momenti ignora anche me » sorrise la donna.
Trunks emise un versaccio sprezzante e non riuscì a trattenersi, pervaso com'era dalla rabbia.
« Ma se quando sono nato ti ha abbandonato e da allora non state neanche più insieme! » ringhiò, sempre senza guardarla. Vedere le loro facce mortificate lo avrebbe fatto sentire troppo in colpa, più di quanto non lo fosse già. Bulma non se la sentì di negare.
« È vero Trunks, sono certa che dopo Cell tornerà tutto a posto. Allora avete fame? » tagliò corto Bulma. Era evidente che soffriva quanto lui per la separazione.
Bra annuì, un po' scossa da tutte quelle scoperte. Trunks invece non si mosse. La donna gli accarezzò il braccio, tentando di consolarlo. Non poteva cambiare la realtà, ormai era accaduto.
« Non so come hai fatto a saperlo, ma hai la prova lampante che papà tenga a noi. Non ci ha abbandonati e ha dato vita a questa meraviglia » disse Bulma, indicando Bra. « Ci vuole bene. Ti vuole bene ».
« Ha uno strano modo per dimostrarlo » replicò Trunks.
« Pensa se venisse qui, ti prendesse sulle ginocchia, cantando una ninna nanna ».
Trunks si girò, il volto accartocciato in una maschera di disgusto, poi i tre scoppiarono a ridere.
L'atmosfera si era decisamente alleggerita.
Quando tornarono giù, in cucina, trovarono un Vegeta intento a spazzolare un'intera teglia di cibo.
« Quindi tu saresti figlia mia e di questa insulsa donna » proruppe all'improvviso Vegeta, interrompendo una concitata conversazione sulle invenzioni della Capsule.
« Però, che intuito » commentò sarcastica Bra.
« Già ragazzina, io sono il principe dei Saiyan, che ti credi? » rispose Vegeta, non cogliendo l'ironia.
« Bulma te l'ha detto oggi a pranzo e se mi guardi bene le somiglio parecchio. Vengo dal futuro e sono la sorella di Trunks. Sei una vera scheggia ».
Bulma, occupata a pulire il musetto sporco del bimbo in un gesto automatico, finì per pulirgli la fronte, attratta dal loro scambio di battute. Trunks quasi soffocò nel cercare di camuffare una risata.
Vegeta capì dalle reazioni di essere appena stato canzonato e i suoi occhi iniziarono a sprizzare scintille d'avvertimento.
« Tua madre non ti ha insegnato a portare rispetto agli adulti? » ringhiò lui, rivolgendo un'occhiata sprezzante a Bulma.
L'aria piacevole e scherzosa tramutò alla velocità della luce. Il sorriso di Bra si spense, lasciando il posto ad un'espressione rabbiosa, che contagiò tutti.
« E la tua non ti ha insegnato a non abbandonare i figli? » rispose Bra, con voce tremante. Quella terribile notizia le bruciava da morire e il fatto che Trunks sapesse tutto e l'avesse tenuta all'oscuro... Era semplicemente orribile.
Solo un uomo dal cuore di pietra sarebbe stato capace di abbandonare una madre e un bimbo e lei aveva appena scoperto che Vegeta non lo possedeva proprio.
« Taci ragazzina, non sai di cosa parli » s'infiammò lui, sbattendo i palmi sul tavolo. Piatti e bicchieri tintinnarono a lungo. Lui aveva mollato Bulma e il marmocchio per diventare un Super Saiyan e battere Kakaroth, ma soprattutto quei dannati cyborg. Che cosa poteva capire quella stupida di Bulma? Menomale che era la donna più intelligente della terra. Scienziata un bel paio di stivali. Ovviamente aveva raccontato a tutti che non stavano più insieme... Ma poi perché diavolo doveva giustificare le proprie azioni? Specialmente alla versione Saiyan di Bulma che lo stava guardando come fosse il più disgustoso dei lombrichi.
Tuttavia dovette ammettere una cosa: bel caratterino, la mocciosa!
« Guardati le spalle, bimbetta. L'insolenza ti farà fare una brutta fine » soffiò, prima tornare nella Gravity Room.
« La brutta fine dovrà scontrarsi con me » intervenne Trunks, irritato dalla minaccia. Non voleva rovinare il rapporto con Vegeta, sempre che si potesse definire tale, costruito con estrema lentezza, mattone dopo mattone, ma sua sorella non avrebbe subito. Non in quel modo. Non da lui.
In ogni caso a Bra era già passata l'arrabbiatura, anzi sembrava divertita dal battibecco.
« Prima del Torneo di Cell vorrei organizzare una bella rimpatriata, vi va di aiutarmi con i preparativi? » chiese Bulma, ripulendo come si deve il bimbo.
« Bella idea, mamma. Chi pensi di invitare? » domandò allegra la mezzosangue.
« Direi i Son al completo, Yamcha, Crilin, Jiaozi, Tenshinhan, Muten e forse Piccolo e C16. Ti dispiace? »
« Ma figurati! » trillò Bra, con un ghigno stampato sul volto. Bulma sussultò. Per un momento le era parso di avere Vegeta davanti. « Finalmente potrò vendicarmi » sibilò sottovoce.
« Cosa? » chiese Bulma distrattamente.

« Mi chiedevo... Chi diavolo è questo Cell? » domandò la Saiyan con aria innocente.


 

*** ANGOLO AUTRICE:
Salve salvino ino amici EFPiani. Eccomi qui in anticipo come al solito.
L'immagine di oggi non c'è bisogno di commentarla, anzi posso solo dire che la AMO.
Passiamo subito ai ringraziamenti:
Un grazie speciale a chi la segue ovvero: 
cassandra76ErinThekika96SAA89Silver StarTeen_Gohan_And_Pan_Fantigre e Vegeta_isBig.
U
n grazie speciale a chi la ricorda ovvero: cassandra76Chicca01 e kika96.
Un grazie speciale a chi l'ha inserita tra i preferiti ovvero:  
coniglietto 94ghiaccioomegakika96 e SaraF_163dbz.
Un grazie specialissimo a chi ha lasciato una recensione: kika96, s_smile, SAA89, Vegeta_isBig e Silver Star.

Grazie a tutti di cuore. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento.
Che succederà durante la rimpatriata? E soprattutto al torneo di Cell?
Alla prossima
Un beso.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Another Brief from the future.




 

 

La prima colazione fu abbastanza traumatica, specialmente per un certo principe.
Puntuale come un orologio, Vegeta porto le proprie regalissime chiappe in cucina, ignorando i Brief già seduti che lo attendevano. Non si scomodò neppure di aprire bocca, se non per un molto poco garbato sbadiglio.
« Scimmione maleducato e senza coda potresti usare le tue principesche corde vocali e dire almeno 'buongiorno' » lo riprese Bulma. L'irritazione di Vegeta era a livelli allarmanti di prima mattina, motivo per cui la maggior parte delle liti avvenivano a colazione. Trunks, abituato a quel teatrino, non ci fece caso, mentre Bra soffocò una risata.
Vegeta per tutta risposta sbadigliò ancora, offrendo una vista completa e approfondita delle proprie tonsille. Il bebè nel seggiolone spalancò la bocca, emettendo un suono gutturale, imitando probabilmente un dinosauro di quelli che vedeva nei cartoni animati.
« Toh, l'educazione che dai tu ai tuoi figli! » ribatté Bulma, infilandogli a tradimento una ciambella tra le fauci, quasi soffocando Vegeta.
« Taci donna » disse dopo averla inghiottita intera. « Io sono il... »
« … principe dei Saiyan » risposero in coro Bulma, Bra e Trunks, scoppiando poi a ridere.
« E cercate di non dimenticarlo » li rimbeccò, nuovamente a bocca piena.
« Aian! » urlò felice il bimbetto, agitando un fastidiosissimo sonaglietto. « Aian! »
« Vedi? Il marmocchio ha già capito » disse Vegeta. I tre risero ancora e Trunks batté le mani, contento per la reazione che aveva scatenato.
« Complimenti pulce dai capelli viola, hai addomesticato questi tre a ridere a comando. Ora prova a farli uscire dalla stanza così, avanti! » Vegeta prese a battere le mani, imitato subito dal piccolo Trunks. Andarono avanti fin quando si rese conto di quello che stava facendo. Si era svegliato così di buonumore quella mattina che aveva dimenticato l'orgoglio. Forse in un cassetto in salotto. O nel letto di Bulma. Sentì gli occhi dei tre perforargli la pelle, così drizzò la schiena e prese a mangiare senza ingozzarsi.
Bra, nel frattempo, era impegnata a contemplare tutto il cibo servito da Bulma.
« Qualcosa non va? » domandò la donna, preoccupata.
« È solo che nella mia epoca non c'è molto cibo, usiamo soprattutto quelli liofilizzati. Sai, molti animali non sono sopravvissuti e ormai viviamo sottoterra e non possiamo coltivare molto senza terriccio e luce solare ». Gli occhi di Bra brillarono per qualche secondo, ma scosse la testa, scacciando i brutti pensieri. Non voleva rivivere niente. Si trovava nel passato ora.
« Hai sistemato la Gravity Room? » stava chiedendo suo padre quando riemerse dai ricordi.
« Anche io avrei bisogno di una Gravity Room » proruppe Bra. Vegeta inarcò un sopracciglio, incuriosito.
« A che gravità vuoi allenarti? »
« Dunque, mi sono allenata un sacco con Gohan e Trunks nella GR di papà, quindi voglio provare con duecento » disse Bra, un po' pensierosa. Vegeta iniziò a tossire violentemente, in una pallida imitazione di un maiale sgozzato. Trunks gli assestò un portentoso colpo in mezzo alle scapole e il pezzo di frittella, reo di aver quasi compiuto un omicidio, fu incenerito all'istante dalla vittima.
Quella ragazzina voleva allenarsi ad una gravità poco inferiore alla propria. E aveva solo qualche anno in meno di Trunks. Ne aveva di fegato.
« Qualche problema? Nel mio mondo non possiamo andare liberamente a fare shopping » lo prese in giro Bra, sapendo benissimo che era rimasto scioccato dal fatto che fosse una guerriera.
« Temo dovrai usare la GR di tuo padre per ora, perché ho bisogno di un paio di giorni per costruirne un'altra » ammise Bulma.
« Non se ne parla! » sbottò Vegeta, stringendo gli occhi.
L'atmosfera si raggelò in un secondo. Bulma si girò verso di lui e gli rivolse uno sguardo che non ammetteva repliche. Il principe sbuffò, capendo che se avesse rifiutato non ci sarebbe stata nessuna GR. Tirò in piedi Bra, strattonandola per un braccio, le sollevò la maglietta per studiare i suoi addominali, le esaminò i bicipiti. I muscoli di lei erano ben definiti. Non erano sviluppati come quelli delle donne Saiyan pure – difatti non aveva perso le curve ereditate da Bulma – ma c'era una buona base.
« Mettiti vestiti comodi, hai venti minuti » sentenziò, prima di andare via.
« È del tutto impazzito » balbettò Bulma, scioccata quanto Trunks. « Che cosa hai fatto a papà, confessa! » intimò al piccolo, che urlò « Pa ».
Bra fece l'occhiolino al fratello e riprese a mangiare.
I successivi quattro giorni passarono con tranquillità. Bra si allenava con Vegeta parecchie ore al giorno sotto la stretta supervisione di Trunks, il quale prendeva quasi sempre parte ai combattimenti.
Vegeta si era trovato, non sapeva bene come, a fare da tutor ai due, correggendo e criticando in continuazione le loro mosse. Una volta osò insultare Gohan per la tecnica scadente di un attacco e venne assalito da due beste infuriate, così si premurò di non fare più riferimenti al Son.
Non si rivolgevano quasi parola, ma considerando che il principe stava sprecando il suo preziosissimo tempo, a Bra stava più che bene.
Vegeta, invece, era sempre più stupito dall'abilità naturale della ragazza e si chiese perché diavolo non avesse alimentato le sue potenzialità. Ricordava perfettamente un discorso di Kakaroth a proposito della potenza nascosta di Gohan, soprattutto quando si trasformava in Super Saiyan. In ogni caso nutriva forti dubbi: come poteva un mezzosangue superare un Saiyan puro?
La sera prima del torneo di Cell dire che casa Brief fosse in fermento era un eufemismo. I preparativi procedevano alla grande, il salone era stato addobbato da Bunny con festoni e palloncini per la felicità del piccolo Trunks. Inutile era stato ribadirle che non si trattava di un compleanno. Bulma aveva trascinato Bra a far compere per procurarle nuovi abiti e, nonostante fosse una festa tra amici molto informale, le due si fasciarono in vestiti splendidi: l'una in blu con una grande rosa decorativa, la Saiyan in un abito floreale molto grazioso.
Avevano optato per una cena in piedi con un buffet stracolmo di cibo: la presenza di ben cinque Saiyan assicurava la sparizione di un terzo del tavolo in meno di cinque minuti.
Alle venti in punto erano arrivati quasi tutti, mancavano solo Piccolo e Crilin.
Gohan stava facendo un resoconto dettagliato del proprio allenamento nella Stanza a Yamcha e Tenshinhan, i quali lo guardavano ammirati; Chichi, nel suo chimono più bello, aiutava Bulma e Lunch a rifornire il buffet che tendeva a svuotarsi per colpa di Goku e Vegeta. Quest'ultimo, offeso dal rifiuto del Son alla sfida proposta, aveva preso a ingozzarsi e ben presto era scoppiata una gara. Forse a chi vomitava per primo a giudicare dalla foga con la quale mangiavano; Trunks e C16 discutevano amabilmente delle nuove razze nate nel futuro; Pual, Olong e Jaozi cercavano invano di trattenere Muten. Il povero vecchietto aveva già esagerato con l'alcol e si era beccato due padellate in faccia da ogni donna e un piatto sulla testa, di cui Bra rivendicava il merito dopo essere stata palpata.
Gli invitati erano rimasti piacevolmente colpiti dall'identità di Bra, ma nessuno fiatò, troppo terrorizzati dallo sguardo assassino del principe. L'unico che aveva reagito era stato Goku commentando: « Urca Bulma, ti somiglia un sacco », strizzando poi l'occhio ad un irritato Vegeta.
Nell'aria risuonò un colpo sordo e un flebile lamento. Muten si era gettato su Lunch, ottenendo un calcio sul naso da Tenshinhan che continuava tranquillamente a conversare.
Bra si stava divertendo un mondo, ma era tesa e nervosa perché quel dannato non si era degnato di arrivare. Oh, sarebbe andato a prelevarlo personalmente e poi lo avrebbe fatto fuori.
Uno scampanellio insistente la distrasse dai piani malefici.
« Ciao a tutti, scusate per il ritardo » gridò una voce imbarazzata. Era Crilin.
Trunks tranciò bruscamente il discorso con C16 e scrutò l'intero salone, allarmato. Vide Bra tremare di rabbia pronta a scattare dall'altra parte della stanza, così nuotò a fatica tra la folla, ma non riuscì a raggiungerla in tempo.
Il cranio di Crilin si schiantò contro la parete due secondi dopo. Bra, con un'espressione quasi demoniaca che non le apparteneva, creò una potente sfera d'energia tra le mani.
Due mani la afferrarono per le spalle e la sollevarono. Bra scalciò.
« Trunks lasciami immediatamente! Sai cosa ha fatto e merita di morire »
« Adesso piantala »
Non era affatto Trunks.
Bra voltò il capo, trovandosi faccia a faccia con Vegeta. Venne presa dalla vita e trascinata su per le scale con braccia e gambe che penzolavano nel vuoto.

Vegeta non avrebbe permesso a sua figlia di ridicolizzarsi davanti a tutti. Maledetti sentimenti terrestri.

 

*** ANGOLO AUTRICE:
Salve salvino ino ino amici EFPiani.
Se siete arrivati fin qui, vuol dire che siete sopravvissuti alla mancanza delle virgole... :D
Mi dispiace davvero, ma io ho problemi enormi con quelle piccole ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Tornando a noi, quella di oggi è un'immagine dell'ultimo minuto e di conseguenza ho modificato la descrizione degli abiti di Bulma e Bra.
Perchè Bra ce l'ha tanto con il povero Crili? Eheheheh :D Io non lo odio, giuro, ma Bra sì. E se permettete: ha le sue buone ragioni.

Passiamo subito ai nuovi ringraziamenti:
Un grazie speciale a chi la segue ovvero: Bulma_love_Vegeta_2000 e _Maru_;
Un grazie speciale a chi l'ha inserita tra i preferiti ovvero: cortney868, miss_fairy e pastafrolla;

Grazie di cuore! Lasciate una piccola traccia del vostro passaggio.
Alla prossima
Un beso.
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


Another Brief from the future.





 

 

Bra venne malamente scaricata sul materasso. Una volta libera scivolò giù per precipitarsi alla porta, ma Vegeta la lanciò di nuovo sul materasso e le salì sulla schiena, bloccandole anche le braccia.
« Datti una calmata » le ordinò, borbottando poi qualcosa sull'isteria delle donne dai capelli azzurri. Bra si agitò per un bel pezzo prima di calmarsi e capire di star opponendo resistenze inutili.
Il principe si accomodò su una poltroncina situata nell'angolo e vide Bra fissarsi le mani tremanti che poi nascose tra i capelli. Due erano le possibilità: o era una psicopatica con tendenze omicide – ipotesi che scartò a priori – o il nanerottolo l'aveva combinata grossa.
« Spiegati » ringhiò.
Bra sbuffò parecchio irritata. Non era pronta ad un interrogatorio, specialmente con la causa di tutto quello.
« Mi hai ignorato per giorni, non possiamo continuare così? » mormorò, chiudendo stancamente gli occhi.
« Qualsiasi cosa abbia fatto quella testa di rapa nella tua epoca non risolverai nulla con la vendetta »
La Saiyan sbarrò gli occhi. Il sanguinario principe dei Saiyan veniva a fare la paternale a lei?! Dopo aver ucciso migliaia di persone? Dopo aver abbandonato la sua famiglia? Gli fece un versaccio molto poco educato.
« Certo io sono il primo a dover tacere » concesse Vegeta. « In certi momenti la vendetta è l'unica soluzione che pensi ti faccia sentire meglio. Ed è vero, io posso confermarlo. Aspetti così tanto tempo e quando intingi le mani nel suo sangue credi di aver dato un senso alla tua vita ponendo fine alla sua. Ti senti un dio. Ma quanto pensi possa durare quella sensazione? Due, tre secondi? E poi quello che ti è stato tolto tornerà indietro? Illuso ». Illuso, non illusa.
Vegeta si rese conto di star parlando più a se stesso che a Bra. Non riuscì a non pensare a Freezer. Aveva sognato fin da piccolo di... soffocarlo con la sua coda, per esempio. O schiacciarlo sotto Dodoria. O qualche altra cosa particolarmente violenta.
Ora che era morto – sfortunatamente non per mano sua – non aveva sentito più niente. Certo, aveva gioito, e poi?
Bra sospirò. Aveva maledettamente ragione, ma era andata fuori di testa alla vista di Crilin. Inoltre quel poveretto non era mica colpevole delle azioni del suo alter ego. Che scema.
I due rimasero in silenzio per un bel po', ognuno risucchiato dai propri pensieri.
« Si può sapere cosa ti ha fatto? » sbottò Vegeta all'improvviso. Bra sussultò. Lo guardò dritto in faccia e scosse la testa, rifiutandosi di rispondere.
« Pensavo tu fossi molto più forte. A quanto pare ti ho sopravvalutata, sei debole quanto tua madre » la provocò, sicuro che presto avrebbe reagito. Bra invece scattò in piedi sul materasso e gli puntò un indice accusatore.
« Tu non sai nulla di me, hai capito? Nulla! » urlò lei. Poi si chiuse in bagno sbattendo la porta.
Vegeta storse il naso davanti a tanta insolenza. Decidendo di raddoppiare il carico degli allenamenti, scese dagli altri per ottenere delle risposte.
L'aria leggera e festosa era scomparsa del tutto. Crilin era seduto in un angolo con un gran cerotto dietro la testa, pallido come un cencio. Gli invitati occhieggiavano trunks che sembrava davvero avvilito.
« Spiegati » disse, facendo trasalire tutti.
Trunks, imitando la sorella, scosse la testa. « Non posso. Noi... Noi non ne parliamo ».
Vegeta grugnì e iniziò ad innervosirsi.
« Anche lei si è rifiutata di dirmelo, quindi vedi di parlare prima che io... »
« Che cosa le hai detto? » urlò il ragazzo.
« Fatti gli affaracci tuoi! »
Trunks si precipitò sulle scale ma, all'esplosione di numerose proteste chinò il capo.
« Dammi due minuti » si arrese, riprendendo a salire.
Il mormorio che si levò dagli invitati diede voce ai pensieri di Vegeta, o meglio a quell'unica domanda che gli sbatacchiava nel cervello: “Che sarà successo di tanto grave?”. Bulma gli si aggrappò al braccio e posò la testa sulla sua spalla.
« Non sono sicura di volerlo sapere. Ma hai visto la faccia di Trunks? » soffiò lei.
E non hai visto la mezzosangue” pensò Vegeta, scostandosi dalla sua presa.
Trunks tornò dopo qualche minuto.
« Sta bene, è solo un po' nervosa. Mi ha chiesto di porgerti le sue più sincere scuse, Crilin »
« Nah, non c'è problema, ho la testa dura » rise il piccoletto.
Vegeta, a braccia conserte, si schiarì la gola. Trunks sospirò a lungo prima di iniziare.
« Papà è morto quando Bra aveva sei anni. La maggior parte di voi era già stata fatta fuori dai cyborg, mentre lui si era salvato per miracolo.
Non so bene come siano andate le cose perché Bra si rifiuta di parlarne. In qualche modo l'hanno attirata fuori dal nostro nascondiglio e papà li ha inseguiti, ha cercato di contrastarli, ma lui non... »
Trunks inspirò. « Ad un certo punto è arrivato Crilin in suo aiuto. Alla fine, non so bene come, lui e Bra si sono trovati al sicuro mentre papà ha avuto la peggio. Bra è rimasta un po'... » si grattò la testa alla ricerca di una parola adatta. « Turbata » concluse. Turbata un bel corno, aveva passato le pene dell'inferno per uscire da quelle condizioni. Non voleva spaventare gli altri più di quanto il racconto non avesse già fatto.
« Quindi? » domandò il principe.
« Bra si addossa la colpa perché è caduta nel tranello di C18 e odia Crilin per averle impedito di aiutarti. In realtà le ha salvato la vita ».
Vegeta si chiese come facesse a sopportare un macigno di quella portata una Saiyan così piccola. Deglutì amaramente. Freezer aveva sterminato tutti quando lui aveva poco più di dieci anni, ma non gli era importato più di tanto. All'epoca.
Gli rodeva più per l'estinzione della propria stirpe che per la morte del gran bastardo di suo padre. Crescendo, comprendendo, cercando di sopravvivere missione dopo missione – nei quali Freezer sperava di fargli rimettere la pelle – aveva sofferto. Orgoglioso com'era, però, aveva permesso alla rabbia di prendere il sopravvento, di diventare il sentimento dominante in qualunque cosa e situazione. Eppure la rabbia non aveva colmato l'immensa voragine scavata dalla solitudine, la nuovissima, fiammante sensazione nata per colpa sua. Quella maledetta solitudine che lo accoltellava a morte quando non c'era quella maledetta donna.
La donna in questione stava tentando di far saltare via la testa di Trunks a furia di abbracciarlo. I loro capelli intrecciati creavano una sfumatura piuttosto curiosa. Lo sguardo di Trunks era vacuo, perso nei ricordi celati per chissà quanto tempo. Si leggeva solo compassione negli occhi degli invitati.
Vegeta filò via, disgustato. Che diavolo avevano da compatire se non avevano capito un accidente? Cosa ne sapevano loro dell'entità del dolore che si provava quando ti strappavano una cosa tanto importante? Del rimorso? Della fatica che facevano lui e Bra per mantenere una facciata fatta di menzogne mentre dentro era tutto stracciato e sanguinante? Al borbottio di “terrestri idioti quanto un Kakaroth” afferrò una fetta di torta e sparì.
Dopo aver trangugiato velocemente il dolce gli invitati scomparvero nel giro di qualche secondo, giusto il tempo di scambiarsi un breve saluto
-
Bulma vagava senza meta tra i corridoi della Capsule. Aveva ragione, non avrebbe dovuto ascoltare l'agghiacciante racconto di Trunks. L'angoscia non l'aveva mollata un attimo da allora e le stringeva le viscere, provocandole una leggera nausea. Si guardò intorno per capire dove fosse finita. Gli angoli delle labbra si arricciarono quando si rese conto di essere nella stanza di Vegeta.
La finestra era spalancata rivelando la schiena del bel principe che era poggiato sul balcone. Bulma gli si affiancò e assaporò la fresca brezza notturna.
« Hai preparato la mia battle suit? » chiese Vegeta. Bulma si portò una mano sulla fronte. Il torneo, l'imminente distruzione della Terra, il futuro di Trunks che sarebbe andato perduto, il passato orribile di Bra... Maledizione, quanto ne era terrorizzata.
« Vegeta, ho tanta paura » confessò.
« Sono il principe dei Saiyan, Bulma. Nessuno mi sconfiggerà » disse lui, solenne.
Bulma si voltò nella sua direzione mostrandogli la frangetta scompigliata. Non seppe se stupirsi per il suo strano modo di rassicurarla o semplicemente perché l'aveva chiamata per nome. Lo trascinò sul letto e gli si accoccolò contro.

Per una volta Vegeta non disse nulla e prese sonno dopo molte ore, rilassato dal respiro regolare di quella, non più, maledetta donna.


 

*** ANGOLO AUTRICE:
Salve salvino ino ino amici EFPiani.
Eccomi qui con un nuovo e fiammantissimo capitolo!
L'immagine di oggi non ha davvero bisogno di commenti... UN CAPOLAVORO!
Questo si tratta di un piccolo (davvero piccolo, mi scuso) "capitolo di passaggio" e vi annuncio che nel prossimo inizierà il Cell Game. Purtroppo anche il sei sarà un capitolo di passaggio, prima della battaglia vera e propria *-*
Prometto, inoltre, che gli altri saranno un po' più lunghetti :D
Mi sento in dovere di dirvi che stanotte ho avuto un'illuminazione per un'altra fic, che dovrebbe essere composto da due, massimo tre, capitoli e che è ambientata nella saga di Majin Bu.
Ps. Bra non ci sarà xD
Grazie mille per le recensioni, mi fate taaaaaaanto felice.
Vi richiedo scusa per le virgole! LE ODIO!

Grazie di cuore! Lasciate una piccola traccia del vostro passaggio.
Alla prossima
Un baciotto grande grande
 

 


 

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***


Another Brief from the future.





 

 

La stanza era semibuia. Un'ombra familiare era davanti alla finestra, immobile.
Trunks avanzò cautamente, la cinse da dietro con le braccia e poggiò il mento sulla sua testa. Sembrava molto più tranquilla.
« Crilin sta bene, non è arrabbiato » sospirò lui. Bra si coprì gli occhi con una mano.
« Mi dispiace, non volevo rovinare la festa. È solo che ho letteralmente perso la ragione quando l'ho visto. Mi vergogno così tanto ».
« È normale, Bra, mi sarei preoccupato di più se non avessi reagito, sai? » ridacchiò Trunks.
I battiti dei loro cuori furono gli unici suoni udibili per un bel pezzo. Nessuno dei due sapeva come affrontare l'argomento.
« Tu ora... cioè, stai bene? » chiese Trunks. Bra non rispose, ma s'irrigidì completamente. « Scusami, non volevo forzarti, non sei obbligata... » farfugliò a disagio, serrando la presa.
« Io non desidero parlarne. Non penso che potrò mai farlo » disse Bra.
« Non c'è problema... » sussurrò il Saiyan.
« Ma una cosa l'ho imparata » lo interruppe. « Non posso stare tutta la vita a farmi schiacciare dal dolore o dai sensi di colpa per quello che ho combinato »
« Perché ti ostini a incolparti? » chiese Trunks, esasperato.
« Ora sono qui, dove papà è vivo. Non posso cancellare quel che è stato, ma ho la possibilità di conservare ogni ricordo del Vegeta di quest'epoca e non ho intenzione di lasciarmela sfuggire. Abbiamo l'occasione di viverci papà, capisci? »
Bra sorrideva.
« Anche se è uno stronzo senza speranze? » domandò Trunks.
« Anche se è uno stronzo senza speranze » confermò lei. Il Saiyan le schioccò un bacio sulla fronte e poi le scompigliò i capelli, tra le sue lamentele.
« Questa è la Bra che conosco! »
« A letto! Ci aspetta una giornata difficile » trillò Bra, trascinandolo sul materasso. Trunks ebbe un moto di rabbia. Ci? Non glielo avrebbe mai permesso, ma aveva troppo sonno per contraddirla e dare il via a una lite.
« Papà non te lo consentirà » usò come scusa.
« Sai cosa gliene fregherà a quell'altro... »
Il ragazzo sospirò. L'indomani sarebbe stata una giornata più impegnativa del previsto.
Il mattino dopo il nervosismo s'infiltrò tra le mura della Capsule Corporation come fosse un gas velenoso, infettando ogni essere vivente. Perfino tra i dinosauri dello scienziato correva una certa agitazione. L'unico immune pareva essere Vegeta, protetto dall'indistruttibile scudo di presunzione che sfoggiava solo nelle occasioni speciali. E quale migliore avvenimento del Torneo di Cell per bullarsi del nuovo livello di potenza, raggiunto grazie all'ausilio della Stanza dello Spirito e del Tempo?
Dopo un breve allenamento mattutino della serie 'ripasso dell'ultimo minuto' si diresse in cucina, con tutta l'intenzione di mangiarsi anche il tavolo. Doveva arrivare al massimo della forma per sbattere in faccia a Kakaroth tutta la sua forza.
Trunks non toccò cibo. Lo stesso fece Bulma, che si distingueva dalla tovaglia bianca solo grazie ai capelli turchini. Bra provò ad addentare un toast, ma quest'ultimo le cementò la mascella, impedendole di spiccicare parola.
La scienziata guardò disgustata Vegeta ingozzarsi per un bel pezzo, prima che lui se ne accorgesse.
« Ma che vuoi? » chiese lui, infastidito.
« È quasi ora » soffiò Bulma, tormentandosi i pollici. I tre Saiyan, dei quali uno con la bocca piena, si alzarono contemporaneamente.
« Dove credi di andare, signorinella? » domandò Bulma. Bra alzò le spalle, colta sul fatto. Non che sperasse di passare inosservata. Un'espressione risoluta prese possesso del suo volto.
« Io vado con loro » disse con semplicità.
« Non se ne parla proprio! » esclamò Bulma, scandalizzata. La mezzosangue emise un ruggito. Avrebbe assistito al Torneo a tutti i costi e non le avrebbero impedito di aiutare qualcuno in difficoltà. Non ora che aveva le capacità di proteggere almeno i suoi familiari ed evitare che tutto si ripetesse. Nessuno avrebbe più potuto definirla una bambina: aveva sedici anni, ma aveva visto la morte in faccia quando ne aveva molti meno.
« Ho già deciso » sentenziò, cercando di risultare più educata possibile.
« Vegeta... » implorò Bulma. Ah! Bel tentativo, tanto a lui non gliene fregava un bel niente! Bra era certa di avere la vittoria in tasca finché...
« Tu rimani qua, mocciosa, che la cosa ti piaccia o no ».
Bra non avrebbe chiesto di meglio che infilargli un pugno in bocca e pestarlo a sangue. Gli pareva il momento adatto di mettersi a fare il padre premuroso? O meglio, fare lo sbruffone?
« Nessuno ti ha chiesto l'autorizzazione, Vegeta » rispose lei, gelida. « Solo le persone che contano possono darmi consigli. Non accetto ordini. E comunque Trunks è d'accordo, vero? ». Bra si girò, ma Trunks scosse la testa, spegnendo all'istante lo sguardo speranzoso di lei.
« Scusa, è troppo pericoloso »
« Ma ieri avevi detto di sì! » urlò lei a denti stretti, infuriata da morire.
« Ho solo detto che papà non te lo avrebbe permesso » puntualizzò Trunks, chiudendo la discussione.
« Mi è parso di capire che sono tuo padre, quindi devi obbedirmi, razza di marmocchia insolente » intervenne Vegeta.
La ragazza lo fissò, interrompendo un lungo monologo sul tradimento del proprio sangue. Il tono freddo e staccato del principe fece montare la rabbia accumulata nei giorni precedenti.
« Tu non sei affatto mio padr... ». La mano di Trunks arrivò a sorpresa, cucendole le labbra. « Stammi lontano traditore! » urlò Bra, calciandolo via.
« Mio padre era un uomo duro, ma con un cuore, un eroe morto per proteggermi. Non un bastardo insensibile, spregevole e sbruffone come te! »
Ogni singolo respiro le raschiò la gola, le mani tremarono in attesa di qualcosa da distruggere. Bra notò uno strano luccichio negli occhi di Vegeta e, per un breve istante, temette per la propria incolumità, ma non si pentì affatto di avergli urlato contro.
Vegeta squadrò la figlia, vagamente stizzito. Bra era in gamba quasi quanto il fratello, inutile negarlo, però non abbastanza. Solo un imbecille avrebbe concesso a un guerriero così giovane (per di più mezzosangue) di partecipare. Ecco, non era mica Kakaroth che era talmente idiota da portare suo figlio, tra l'altro molto più piccolo di Bra. Sempre se quell'isterica di sua moglie non avesse incatenato il bambino per fermarlo. Bulma gli aveva detto che aveva dato di matto quando era diventato un Super Saiyan. Che sciocca terrestre.
« Questa è un'ulteriore dimostrazione della tua immaturità. Muoviti Trunks » disse, prima di volare da una finestra.
Il ragazzo afferrò le spalle di Bra, che tentò di divincolarsi.
« Puoi raggiungerci appena sparirà l'aura di Cell, ok? Non voglio esporti a rischi inutili ». Bra sbuffò, ma ricambiò l'abbraccio.
« Tornate tutti interi » disse la Saiyan. Suonava come una minaccia più che una raccomandazione.
« Tranquilla, penserò io a papà ».
-
Cell era al centro del ring in pietra e ostentava un ghigno molto soddisfatto. C'erano tutti all'appello, compreso un gruppetto di intrusi dal quale spiccava un muscolo uomo che si pavoneggiava di aver vinto i campionati mondiali.
« Patetico » commentò Vegeta. « La sua aura non è lontanamente paragonabile a quella di Trunks ».
« Ehi! » protestò il diretto interessato, offeso.
« Quello in miniatura » precisò il principe. Gohan soffocò una risata. Lo sguardo del principe cadde su Yamcha. Possibile che il mollusco avesse intenzione di partecipare?
« Ah no, Vegeta, sono venuto per dare sostegno ai miei amici » rispose Yamcha alla domanda inespressa del principe, diventando rosso come un papavero.
« Patetico » ribadì. Scosse la testa e concentrò la propria attenzione sul Torneo.
Lo sbruffone baffuto venne scaraventato contro una parete rocciosa in meno di dieci secondi. Kakaroth salì sul ring, con un'espressione risoluta degna di un vero Saiyan, nonostante quell'orrenda tuta arancione infangasse il buongusto della loro razza. Vegeta incrociò le braccia, piantando bene gli occhi. Finalmente avrebbe scoperto la sua vera forza.
Bulma marciava da un pezzo, masticando ininterrottamente. Aveva le mani affondate nelle tasche e non riusciva a non farsi divorare dalla preoccupazione. Si fidava ciecamente di loro, ma sapeva benissimo che quando saltava fuori l'orgoglio Saiyan, erano guai per tutti. Durante il giro numero centonovantadue una voce molto infastidita raggiunse i suoi timpani.
« Mamma, per favore fermati due secondi. Mi stai facendo impazzire » disse Bra dal divano, sul quale era seduta a gambe incrociate. Cercava di concentrarsi sui livelli delle aure presenti al Torneo e faceva una specie di radiocronaca a Bulma per tranquillizzarla. Tutto inutile considerando che la scienziata aveva già svuotato la dispensa e che si sarebbe mangiata anche le mani entro qualche minuto, tanto era nervosa.
Bra sussultò all'improvviso, riuscendo per un pelo a non cascare sul pavimento.
« Cosa? Parla! » chiese Bulma, allarmata.
« Goku si è arreso e ha dato a Cell uno dei fagioli magici. La sua aura è tornata al massimo » recitò, troppo scioccata per dare pathos alle proprie parole. Bulma s'immobilizzò, la bocca spalancata in una tondissima O. Prese a boccheggiare, incapace di emettere alcunché. Poi esplose.
« Io lo ammazzo con le mie mani! Non l'ha ancora capito che si tratta di un Torneo serio?! Che c'è in gioco la vita di tutti noi? » sbraitò, agitando le braccia in una sorta di danza nevrotica. « Quando ci si mette è peggio di tuo padre! Che siate dannati voi e l'orgoglio Saiyan! ». Sembrava pazza.
Bra non rispose. Vegeta non aveva tutti i torti quando sbandierava l'inettitudine di Goku.
Era la prima volta che Vegeta appoggiava una scelta di Goku, nonostante l'idea di essere d'accordo con lui gli facesse schifo. Si sistemò i guanti bianchi, pronto a fare la pelle all'insetto troppo cresciuto.
« Gohan, tocca a te ».
Vegeta si unì all'urlo di sorpresa collettivo. Quell'imbecille patentato aveva appena mandato suo figlio al macello, firmando la sua condanna. Era convinto che Kakaroth avesse dato il fagiolo per preservare la propria dignità e invece no. Forse aveva ricevuto una botta in testa così grande da compromettere la poca sanità mentale. Pensava avesse portato Gohan solo per assistere e non per partecipare.
« Sei un vero idiota » sibilò sottovoce quando Goku gli si affiancò.
« Fidati di me, Vegeta » rispose lui, pacato.
Il principe fece un versaccio molto maleducato.




*** ANGOLO AUTRICE:
Salve salvino amici EFPiani.
Aggiornamento lampo, prima del previsto. Ennesimo capitolino di passaggio, prima del putiferio che si scatenerà nel prossimo che è anche uno dei miei capitoli preferiti.
Tengo particolarmente a implorare il PERDONO di SAA89 che mi ha appena rivelato di essere un maschio. Possibile che io sia diventata idiota quanto Kakaroth?! E' solo che è così raro trovare un maschietto nel fandom di Dragon Ball, figuriamoci in una fic come la mia. Anche se ammetto che di romantico c'è ben poco. In conclusione: PERDONO.
A proposito di perdono, *TATATA-Pubblicità* a breve dovrei aggiornare anche  
Perché dovrei perdonarti?! con l'ultimo capitolo interamente dedicato alla mia recensitrice speciale s_smile (ILoveYou)
 

Tornando a noi. L'immagine di oggi è una chiarissima rappresentazione - piuttosto affascinante - dei nostri bei saiyan.
Ringrazio SAA89, s_smile, tsubasa83 e kika96 che hanno lasciato una recensione al capitolo cinque. Mi fate davvero tanto felice T_T
Aggiornerò il prima possibile, lo prometto, tengo un sacco a farvi leggere il prox cap.
Un baciottone anche a chi leggerà.
Bye


 

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


Another Brief from the future.


 




 

 


Gohan le stava prendendo. Di brutto.
Come facesse Goku a rimanere impassibile, Vegeta non riusciva proprio a capirlo. Si stava incazzando lui nel vedere il mezzosangue in quelle condizioni! Il principe dei Saiyan avrebbe distrutto chiunque avesse osato toccare le sue proprietà. E Trunks era incluso nella lista. Eppure dal viso di Kakaroth non traspariva la minima traccia di preoccupazione.
Gohan finì ai loro piedi dopo aver attraversato l'intero ring con la schiena. Era conciato proprio male: i lividi violacei erano in netto contrasto con la pelle cerea, numerosi tagli sanguinavano copiosamente, imbrattando i vestiti namecciani ridotti a uno straccio. Ansimava, stremato dalla fatica.
Vegeta percepì un notevole aumento d'aura.
« Guarda cosa hai fatto a tuo figlio! » urlò Piccolo, che si tratteneva a stento dall'azzannare Goku al collo. Quest'ultimo, tra l'irritazione generale, non cancellò il lieve sorriso. Il namecciano afferrò i capelli biondi di lui e lo costrinse a chinarsi a pochi centimetri dal viso sofferente del ragazzino.
L'espressione del Son mutò.
« Mi dispiace, figliolo » riuscì a sussurrargli, prima che Cell trascinasse via Gohan da un piede.
« Troppo facile chiedere scusa. Il moccioso è spacciato ». Goku si voltò verso Vegeta, allarmato. Si agitò sempre di più, fino a decidere di correre sul ring, ma il principe lo afferrò dal retro della tuta.
« Non puoi intervenire durante lo scontro » sentenziò. Cell era parecchio scatenato, chissà come avrebbe reagito all'infrazione di una delle regole. Non che a Vegeta fregasse qualcosa, ovviamente. Stava solo aspettando il turno e non avrebbe permesso a nessuno di mandare all'aria il Torneo.
« Arrenditi Gohan! » gridò Goku, disperato. Gohan, dopo aver atterrato l'avversario, rivolse un sorriso colorato di rosso agli spettatori.
« Sto bene, non ti deluderò papà » ansimò. Cell gli assestò un portentoso pugno tra le scapole. Piccolo imprecò.
« Mi sono stancato di giocare. Addio ragazzino » disse Cell. Nella sua mano si coagulò una sfera d'energia che divenne via via più grande e luminosa. Prima che qualcuno avesse il tempo di scagliarsi sul ring, due braccia muscolose cinsero il mostro, bloccandolo. C16.
L'androide annunciò l'imminente auto distruzione grazie ad un'arma segreta e che avrebbe posto fine alla malvagità sulla Terra.
Gohan, steso a terra, non riusciva a muoversi.
« Non farlo, ti prego » strillò, prendendo a strisciare.
« Ascoltami, Gohan. Non è peccato combattere quando la causa è giusta. Quelli sono mostri, non hanno cuore né sentimenti. Devi difendere ciò che ami anche a costo di macchiarti del sangue nemico o di un omicidio. Distruggi gli esseri malvagi. Scatenati! » dichiarò, mentre una luce abbagliante lo inghiottiva.
I presenti fecero un passo indietro, preparandosi al botto. Goku, invece, si lanciò su Gohan, facendogli scudo con il proprio corpo. Attesero un'esplosione. Che non avvenne.
Aprirono gli occhi all'unisono, trovando C16 tutto intero, così confuso da lasciare sfuggire Cell e permettergli di distruggerlo in mille pezzi.
« Nooo! »
Gohan agitò gambe e braccia, ma era ancora intrappolato dal padre. Lacrime bollenti bagnarono il ring. Urlò. Urlò forte dal dolore. Goku venne spazzato via e atterrò sul povero Crilin, vani i suoi tentativi di fuggire.
L'aura sprigionata dal mezzosangue era immensa. Vegeta per poco non ci rimase secco. E tutta quell'energia dove la teneva nascosta? Riusciva a malapena ad intravederlo, mentre girava attorno al mostro, prendendosi gioco di lui.
« Finalmente » sorrise Goku. Piccolo grugnì parole assai poco gentili.
Cell mitragliò Gohan di pugni, ma quest'ultimo li schivò facilmente e lo colpì dritto allo stomaco. Il mostro rantolò a lungo e si accartocciò su se stesso, dal mento colavano stille di saliva. Si teneva le mani sulla pancia, sembrava sul punto di vomitare.
Dopo interminabili secondi Cell sputò C18, che precipitò al suolo in una pozza appiccicosa, ma non era ancora finita. Iniziò ad agitarsi e, in preda a spasmi involontari, tornò allo stadio di trasformazione precedente.
Vegeta sbuffò, consapevole della fine del Torneo. Perfino Bra avrebbe potuto batterlo.
Cell, però, si gonfiò, informando tutti che si sarebbe fatto esplodere come C16, con la sola differenza che avrebbe coinvolto l'intero pianeta.
Goku si piazzò davanti a lui, con due dita sulla fronte.
« Hai combattuto in modo impeccabile. Chiedi scusa alla mamma. In bocca al lupo, figliolo » disse. E sparì tra le suppliche di Gohan.
Idiota, egoista, eroe di un Kakaroth. Aveva osato salvargli il culo, ancora una volta! Lo aveva umiliato, ancora una volta! L'odio per lui schizzò alle stelle, scavalcando perfino Freezer. Il principe si trattenne dal prendere tutti a calci.
Bra era già esausta. Non aveva mai volato così a lungo e per di più aveva Bulma sulle spalle. Doveva scoprire perché Goku era sparito, come se la terra si fosse aperta e lo avesse inghiottito. Non aveva detto nulla a Bulma per non spaventarla.
Atterrarono entrambe, attirando l'attenzione dei guerrieri. Bra corse ad abbracciare Trunks. La scienziata conteggiò i presenti.
« Dov'è Goku? » chiese, dirigendosi da Vegeta, che sembrava risucchiato nella propria testa. Gli altri distolsero lo sguardo. Il pianto disperato di Gohan fu una risposta più che esauriente.
« Tesoro, va tutto bene? ». Vegeta non mosse un singolo muscolo. « Povero Gohan » aggiunse Bulma, abbandonandosi contro il petto del principe.
Un vento pazzesco si levò. La polvere rocciosa li investì in pieno, accecandoli per pochi istanti. Bulma dovette aggrapparsi al collo di Vegeta per non volare via. Quando riaprì gli occhi, quello che mise a fuoco, le strappò un grido straziante. I guerrieri si voltarono contemporaneamente e altrettanto terrore mutò i loro volti. Vegeta sgranò gli occhi e smise di respirare.
Bra li guardò curiosa, poi si girò, ma Trunks le si gettò addosso, abbracciandola involontariamente.
« Ti pare il momento adatto per certe smancerie? Aspetta, devo vedere dietro di te. Non so perché ma si sono girati tutti... Non riesco a reggerti, aspetta... » disse, mentre cercava di guardare oltre la spalla di lui, soffiando via le ciocche lilla. Schiacciata dal suo peso, Bra cedette ed entrambi crollarono sulle ginocchia.
Un rantolo sfuggì dalle labbra di Trunks, prima di scivolare di lato e cadere disteso per terra.
Bra emise un violento singhiozzo alla vista delle proprie mani grondanti di sangue. Voltò lentamente il capo. La pozza scura, che si allargava sotto di lui, si offuscò per colpa delle lacrime. Scosse la testa, non era il momento di farsi prendere dal panico. La prima cosa... sì, tamponare l'emorragia! Si tolse la giacchetta in fretta e furia, la premette contro la ferita sul petto e la guardò colorarsi immediatamente di vermiglio. Si legò i capelli azzurri in uno chignon improvvisato.
« Andrà tutto bene, devi solo resistere... » mormorava senza sosta. Gli occhi di Trunks, puntati su di lei, erano spaventati e spaventosi allo stesso tempo. Non poteva andarsene così! Non poteva e basta!
« Aiutatemi! » urlò, isterica.
Solo uno si mosse. Bulma perse i sensi, agguantata subito da Vegeta per non farle sbattere la testa sulle rocce.
« Datti una calmata, ci sono le sfere del drago » disse Piccolo, con la sensibilità di un bradipo morto.
« Se non chiudi quella boccaccia ti ammazzo con le mie mani. Tanto ci sono le sfere... » rispose Bra, gelida.
Trunks gridò, incapace di sopportare ulteriormente il dolore. La Saiyan sussultò, impotente.
Vegeta osservò ipnotizzato i capelli striati di rosso di Bra e le lacrime dei due ragazzi. Ogni stilla si conficcava nel cuore con la forza di cento pugnali. Non ci stava capendo un accidente. Un minuto prima Cell era sparito, mentre ora, non solo era riapparso attorniato da un'aura assurda, ma aveva ferito Trunks.
Ferito. Trunks.
Il principe fece un passo verso di lui. Il corpo di suo figlio ebbe un sussulto involontario, vomitò sangue e rimase inerme. Bra si portò le mani al viso, impiastricciando anche quello di vermiglio.
L'aria parve venire risucchiata dal polmoni di Vegeta. Annaspò, e iniziò a conteggiare quanto aveva perso: il pianeta Vegeta, sua madre, Bulma, Kakaroth, il suo orgoglio e ora Trunks. Tutta colpa di lucertole viola e insetti troppo cresciuti che avevano un unico scopo, cioè rovinargli la vita. Era troppo!
Vegeta si scagliò su Cell e usò ogni briciola d'energia per bombardarlo di sfere luminose, sollevando una gran quantità di povere che lo nascose agli altri. Lo avrebbe ridotto in pezzi così piccoli che perfino i lombrichi avrebbero dovuto usare la cannuccia per cibarsene.
Dal gran polverone emerse un Vegeta ferito, che collassò al suolo.
« Sei finito, principe dei Saiyan! » esclamò Cell, lanciandogli una palla luminescente dall'aria letale.
Bra e Gohan scattarono all'unisono e fecero scudo con i loro corpi, incassando in pieno il colpo. Bra, la cui gamba destra sanguinava parecchio, prese a scuotere il Son che esibiva un braccio inutilizzabile, anch'esso ferito gravemente.
« Vegeta apri gli occhi, ti prego... » bisbigliò Bra. Vegeta non si mosse.
« Vegeta, svegliati ». L'urlo di una bambina zittì il resto. Per un attimo lo vide riverso sulla neve, a torso nudo. Gettò un'occhiata a Bulma, sorretta da Yamcha.
Non aveva fatto abbastanza.
Trunks era morto.
L'elastico che legava i capelli volò via. Frammenti di roccia si levarono dal suolo, scricchiolando sonoramente mentre si riducevano in polvere.
Non aveva fatto abbastanza.
Bulma era morta.
Le ciocche più corte si mossero morbidamente verso l'alto, contrastando la forza di gravità e si illuminarono; quelle lunghe rimasero sulla schiena, raccogliendosi in grandi ciuffi. L'oro sostituì l'azzurro e il rubino.
Non aveva fatto abbastanza.
Vegeta era morto. Di nuovo. Una stupida. Così stupida da credere di essere in grado di proteggere suo padre e invece li aveva persi. Tutti.
Le sue pupille sbiadirono fino a quando rimase solo l'iride, di un acquamarina più accentuato.
« A noi due » ringhiò la Super Saiyan, scrutando Cell con tutto il rancore di cui era capace.


 



 

***ANGOLO AUTRICE:

Salve salvino amici EFPiani. Eccomi qui. Ho dato una lettura veloce (molto veloce) prima di postare, quindi mi scuso in anticipo per gli errori.

Oggi duplice immagine. A dir la verità non sapevo quale scegliere delle due, quindi... ^^
Ho descritto brevemente il Cell Game (saltando i piccoli Cell) per arrivare subito ai nostri protagonisti. E poi mi rifiuto di vedere scene in Dball che non contengano i Brief U.U

Grazie grazie grazie per le recensioni. Non mi dilungherò molto perché sono di fretta :D

Angolo pubblicità: se avete voglia passate anche nell'altra mia fic Perché dovrei perdonarti?!

Un bacione megagalattico a chi leggerà tutto senza cliccare la stupida croce rossa in alto a destra.

Al prossimo cap *-*


 

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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***


Another Brief from the future.





 

 

Bra non sapeva assolutamente che diavolo le stesse prendendo. L'unica cosa che sentiva era la rabbia mescolata al dolore, un mix letale che uccise all'istante tutti i suoi neuroni e mandò la propria sanità mentale a farsi benedire. Decise che Cell sarebbe morto. Doveva pagarla per tutto il male inflitto alla popolazione decimata, a Gohan, alla propria famiglia. E non se la sarebbe cavata con poco.
« Fatti sotto Super Saiyan femmina » la provocò Cell. Ovviamente non se lo fece ripetere due volte. Lo riempì di pugni ovunque riuscisse ad arrivare, mentre Cell si parava con l'ausilio delle braccia, poi, quando lo calciò dritto sul naso, lui le afferrò il piede.
« Niente male per essere il primo combattimento » disse Cell.
« Come fai a saperlo? » chiese Bra, tentando di liberare il piede dalle sue grinfie.
« Se qualcuno ti avesse permesso di combattere, avresti sconfitto gli androidi della tua epoca e non sarebbe stato necessario tornare nel passato. Hai un potenziale nascosto, ragazzina, peccato che non sia abbastanza per darmi del filo da torcere »
« Come... » iniziò lei, ma venne interrotta.
« Nella mia epoca ho ucciso anche te quando ho preso la mia capsula del tempo a Trunks. Non è vero, Bra? »
Bra sgranò gli occhi. Cell le storse il piede, probabilmente per spezzarle la caviglia, ma lei, essendo in aria, fece una mezza giravolta e lo colpì usando la gamba ferita. Non una grande idea, ma comunque efficace. Entrambi gridarono di dolore, l'uno tamponandosi il naso dal quale colava un liquido violaceo, l'altra tenendosi l'arto al petto. Bra si avventò ancora, riempiendolo di attacchi fisici, successivamente si allontanò e gli lanciò ogni cerchio, lama tagliente, fascio di luce che riuscì a produrre, i quali esplosero a contatto con la pelle di Cell. Riemerse coperto di ferite molto superficiali. D'un tratto sparì e riapparve alle spalle della mezzosangue.
« Tutto qui ciò che ti ha insegnato il tuo paparino? » sibilò, compiaciuto. Bra digrignò i denti e strinse i pugni talmente forte da lacerarsi i palmi con le unghie. Gettò le braccia all'indietro, gli agguantò la testa e lo scaraventò verso il terreno, ma lui si fermò poco prima di sfracellarsi e lanciò un'onda energetica, che Bra non riuscì ad evitare. Ansimò, esausta. Non era abbastanza allenata per scontri di quell'entità né di quella durata. Sentiva i muscoli in fiamme urlare pietà e i polmoni faticare nel trattenere l'ossigeno.
Cell rise, sprezzante.
L'adrenalina abbandonò gradualmente Bra, facendo spazio al dolore atroce della gamba ferita, sommata al resto.
« Bel tentativo inutile. A me basta una sola mano per farti male. Vuoi vedere? » ghignò Cell. Le labbra della ragazza tremarono. Le dita di Cell si strinsero attorno all'arto sanguinante. Bra, che non riuscì più a stare in aria, si lasciò andare e penzolò a testa in giù. Il mostro mollò la presa, facendola atterrare sul duro terreno. Se fosse stata una normale terrestre, avrebbe avuto una poltiglia d'ossa al posto della spina dorsale.
I capelli di Bra tornarono del consueto azzurro. Sentiva la testa pesantissima e non era sicura che il corpo l'avesse seguita durante la caduta.
Un ringhio animalesco attirò l'attenzione dei due. Vegeta cercava di rimettersi in piedi, sulle gambe malferme. Bra scoppiò a ridere. Era vivo.
« Ora tocca a me » ringhiò, piombando sulle proprie ginocchia.
« Presuntuoso che non sei altro, vedi di rimanere dove sei. Non saresti in grado neanche di sfiorarmi » rispose Cell, guardandolo schifato.
« Fatti sotto, insetto disgustoso ».
« Sei troppo borioso, caro il mio principe, e per questo meriti una bella punizione. Tu e questa pulce che ha ereditato la tua arroganza » disse il mostro, sollevando la povera Bra dal collo e schiacciandola contro uno dei pochi pali in pietra rimasti all'angolo del ring.
Dalle spalle di Cell spuntò la coda che aveva risucchiato i cyborg, accompagnato dal lungo pungiglione, situato alla sua estremità. La agitò davanti alla ragazza e osservò estasiato le sue pupille dilatarsi dalla paura.
Bra ebbe un violento sussulto quando l'oggetto contundente si conficcò tra le scapole. Si lasciò sfuggire un'imprecazione. Un bruciore incandescente si fece largo nel proprio corpo, soffocandole le vie respiratorie.
« Veleno » rispose Cell alla sua domanda inespressa. Un conato di vomitò risalì, ma tutto ciò che fuoriuscì dalla sua bocca fu sangue, sangue che imbrattò il polso del suo assassino, ancora serrato sulla gola. Cell si passò la lingua violacea sulle labbra.
Bra si sentiva male. Forse stava per morire. Almeno non sentiva più il dolore delle ferite che le martoriavano il corpo. L'ultima cosa che vide fu il viso rabbioso di Vegeta.
« Papà... »
Era la prima volta che lo chiamava così. Buffo, sarebbe stata anche l'ultima.
Poi il buio.
Si risvegliò pochi istanti dopo, o almeno così le parve. Era buio e qualcuno aveva avuto la bella pensata di spalancare la finestra, dalla quale proveniva un forte vento. E, come se non bastasse, una luce abbagliante le arrossava le palpebre chiuse. Si chiese se le avessero amputato la testa, perché non sentiva nulla dal collo in giù.
« Trunks, spegni la lampada, accidenti! » mugugnò. Sforzandosi enormemente lanciò il braccio di lato. La sua mano, però, si schiantò sul terreno duro e in un attimo si rese conto della situazione. A quel minimo movimento emise un gemito. Il sangue le scorreva nelle vene come lava rovente, la testa le sarebbe esplosa da un momento all'altro.
Bra aprì gli occhi, mettendo a fuoco il cielo innaturalmente scuro. Poi si girò. Gohan, con un braccio solo, aveva scagliato un'onda energetica, contrastato da Cell, esattamente di fronte a lui. Yamcha, Piccolo e gli altri tentavano, a turno, di distrarre il mostro che stava avendo la meglio sul Son.
Gohan aveva bisogno di aiuto, o sarebbe stato sconfitto, segnando la vita di tutti. La mezzosangue si alzò in piedi, aggrappandosi alla colonna di pietra, ma ricadde sulla gamba rotta. Si morse le nocche per non urlare. Accidenti!
Digrignando i denti, si trascinò con l'ausilio dei gomiti. Avrebbe avuto una gran bella carriera nei marines. Ignorò il martellio costante nella propria testa e si alzò in piedi, affiancando il Son. Tese le mani, racimolò tutta l'energia e scagliò un raggio, che si mescolò all'onda e riportò la situazione in equilibrio. I due ragazzi eguagliavano Cell.
« Coraggio ragazzi, ce la potete fare ». La voce di Goku risuonò dietro di loro, facendoli trasalire nello stesso momento. Si guardarono esterrefatti, poi un'identica espressione determinata apparve sui loro visi. Gohan fu il primo a crollare a carponi, subito sorretto da Bra. « Ancora un po', non mollare » disse lei. Gohan annuì e si rimise in piedi.
« Coraggio, ce la puoi fare » sussurrò la voce del principe. Il cuore di Bra smise all'istante di battere. Con tutte le botte che aveva preso non riuscì a non pensare ad un'allucinazione. Lo ignorò. « Sparite dalla mia testa » mormorò.
« Non sono frutto della tua immaginazione » dissero Goku e Vegeta, all'unisono.
I due mezzosangue si voltarono, senza credere ai propri occhi. Con un cenno si dissero che non era affatto un'illusione. Poi si sorrisero.
« Mi avete proprio stancato! » urlò Cell, voltando la testa verso l'alto. Piccolo aveva fatto breccia tra le sue difese, distraendolo.
« Ora! »
Goku e Vegeta, entrambi posizionati dietro i rispettivi figli, l'uno sotto forma di spirito, l'altro in carne e ossa, urlarono all'unisono lasciando che le loro voci si mescolassero e dessero una scarica di adrenalina ai due ragazzi. I quattro Super Saiyan lo annientarono definitivamente.
Gohan e Bra si scambiarono un grande sorriso e si lasciarono cadere su Vegeta, crollato a terra pochi secondi prima. Il giovane Son finì tra le braccia di Piccolo, che lo teneva con una delicatezza inaudita.
Era finita.
Vegeta ansimava, esausto. Bra lo stringeva forte, abbarbicata al suo corpo, mentre i suoi capelli azzurri gli finivano in bocca.
« Vedi di non approfittarti del fatto che non riesco a muovermi » sbottò duro.
Bra non si spostò, continuando a tremare.
« Vegeta! » urlò una donna. La testa di Bulma coprì il cielo, tornato chiaro.
« Cosa? »
Vegeta sollevò il busto. Bra si accartocciò sulle gambe del principe e prese a tossire forte.
« Ti vuoi sbrigare? Dobbiamo andare al palazzo del Supremo! » gridò la scienziata mollandogli un ceffone per farlo riprendere. Vegeta afferrò le due e se le caricò in spalla.
« Lasciatemi l'ultimo desiderio » ordinò, spiccando il volo.



***ANGOLO AUTRICE

Salve amici EFPiani.

Mi scuso, innanzitutto, per il ritardo, ma sono stata qualche giorno in ospedale (niente di grave).

Non ho rivisto il capitolo, anche se avevo deciso di ampliarlo un po', però mi hanno dimessa stamattina e so che ci tenete (?) all'aggiornamento!

Vi ringrazio infinitamente per le vostre recensioni che mi sostengono tantissimo.

Bacini baciotti.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove ***


Another Brief from the future.





 

 

Vegeta incespicò a causa delle molteplici ferite che gli martoriavano il corpo e si schiantò contro il pavimento del palazzo del Supremo. Bra e Bulma rotolarono per qualche metro.
« Ma che diavolo fai? » strillò Bulma, ma si zittì non appena vide gli inutili tentativi del principe di sollevarsi sui gomiti.
La mezzosangue respirava piuttosto rumorosamente e stringeva forte le palpebre. Si afferrò la testa fra le mani, un dolore atroce minacciava di spaccargliela in due. Pregò che qualcuno ponesse fine a quella tortura e si accorse di averlo detto ad alta voce quando l'urlo indignato di Bulma le infranse i timpani.
« Non dire stronzate » l'ammonì Vegeta a mezza voce.
Intanto Dende e Mr. Popo si erano avvicinati, preoccupatissimi.
« Io posso... » iniziò Dende, ma venne interrotto.
« Dai fa' qualcosa! » la riprese Vegeta. Bulma sobbalzò bloccando la litania di rassicurazioni. Le sue pupille saettarono dappertutto, mentre una crescente disperazione prendeva il sopravvento sui suoi neuroni.
« Non... non so cosa fare! » urlò in risposta. S'infilò le dita tra i capelli. Vegeta sembrò quasi pietrificarsi a quelle parole, sgranando gli occhi all'inverosimile. Poi si strinsero pericolosamente.
« Scusate, se mi permettete... » provò Dende, approfittando del momento di silenzio, però fu zittito subito da due occhiatacce.
« Hai detto tu di portarla qui! » gridò lui.
Vegeta balzò in piedi e si schiaffò una mano sulla fronte. Quanto era stupida quella donna? Quanto?!
La scienziata stava stringendo Bra tra le braccia quando cacciò un urlo.
« Il pungiglione! » esclamò, indicando l'arma che stava ancora pompando veleno conficcato nella schiena. Il Supremo fece loro cenno di seguirli all'interno del palazzo. Li condusse in una lugubre stanza, poco illuminata, ma con un grande tavolo bianco in marmo, sul quale c'erano vari oggetti dall'aria fragile.
« Aspettate un secondo, sgombro... »
L'eco della porcellana in frantumi coprì i singhiozzi di Bulma e la voce dell'omone nero.
« … o puoi distruggere tutto, Vegeta, fai pure » concluse Dende, con una nota sarcastica e gli occhi al cielo.
Bra venne fatta stendere su un fianco, alle sue spalle si sistemò Bulma, che si rimboccò le maniche. Vegeta si sfilò i guanti, li ripulì come meglio poteva dalla polvere e li ficcò nella bocca della ragazza, ordinandole di mordere forte. Afferrò una spalla e un fianco di Bra, comandò al proprio cervello di non conservare quel momento e fece un cenno con la testa. Il pungiglione fu estratto con uno strattone secco. Il corpo di Bra si contorse, senza emettere un singolo suono e si limitò a segnare l'avambraccio del padre con le unghie. Prese a tossire, sputacchiando i non più immacolati guanti, ora macchiati leggermente di vermiglio.
« Non ce la faccio » sussurrò Bra.
« Resisti tesoro, passerà. Te lo prometto » mormorò Bulma, tamponando il sangue dopo aver lanciato lontano l'oggetto contundente.
« Ragazzi, io posso... » s'intromise il namecciano.
« Chiudi il becco e vai ad evocare il drago. Renditi utile una volta tanto » ringhiò Vegeta, spingendolo fuori.
Il cuore di Bra si restrinse quando mise a fuoco il cipiglio deluso di Vegeta. Ah pure? Si era trasformata in Super Saiyan, aveva contribuito alla distruzione di Cell e ora non poteva permettersi di soffrire liberamente?
« Cos'hai da guardare? Non sono forte quanto te, non riesco a sopportare il dolore » sbottò, infuriata. Vegeta riemerse dai propri pensieri, scuotendo la testa. Mica ce l'aveva con lei! Anzi, magari! Ce l'aveva a morte con se stesso, accidenti...
« Non ti devi sottovalutare. E poi chi ti ha detto niente? » rispose, distogliendo lo sguardo. Porca di quella... Provava... fastidio nel vederla in quelle condizioni. Infondo che colpa ne aveva? Non era neanche iscritta al torneo. Non sarebbe dovuta finire così... Istintivamente la colpì forte sulla nuca, facendole perdere i sensi all'istante e poi, quella stessa mano, si abbatté contro il muro. Una, due, tre...
« Basta. Smettila. Vegeta, guardami » ordinò Bulma, prendendogli il viso tra le mani. « Hai chiesto agli altri di lasciarti l'ultimo desiderio » gli ricordò.
« Era solo per sicurezza. Ero sicuro che l'avresti guarita tu ».
« Almeno ci siamo accorti del pungiglione e l'abbiamo rimosso. C'è troppo veleno nel suo corpo, non ce la farà comunque »
Il cielo si oscurò, la stanza si fece più buia. Vegeta accese le candele sulle pareti, che resero la pelle di Bra ancora più pallida di quanto già non fosse.
« Il drago Shenron non resterà a lungo » sussurrò Bulma. Glielo stava chiedendo davvero. Ucciderla e poi resuscitarla con le sfere. Impallidì d'un tratto e le mani iniziarono a sudargli. Creò una sfera d'energia e l'avvicinò al suo volto. Una botta e tanti saluti. Infondo non poteva essere tanto diverso dalle vittime che aveva trucidato in passato, giusto?
No.
Bulma serrò gli occhi.
« Qual è il vostro primo desiderio? » chiese per la terza volta il drago Shenron, scrutando i presenti ancora scioccati dalla decisione di Goku di rimanere nell'aldilà.
Piccolo, Crilin e gli altri si guardarono, domandando silenziosamente cosa diavolo avrebbero dovuto fare.
« Se il desiderio di riportare in vita i terrestri non possiamo esprimerlo ora, cosa possiamo chiedergli? » disse il namecciano, mentre Gohan gli si accoccolava meglio tra le braccia. Crilin parve terribilmente in imbarazzo quando domandò al drago di far scomparire i dispositivi di autodistruzione dei cyborg, richiesta che venne immediatamente esaudita.
Yamcha depose il corpo privo di vita di Trunks per terra ed esclamò: « Ora potresti resuscitare le vittime di Cell? »
« Certamente » rispose lui, solenne.
« Yamcha no! » urlarono in coro Dende e Piccolo, ma era troppo tardi. Gli occhi gialli del drago s'illuminarono per tre volte, poi sparì, restituendo al cielo il suo consueto azzurro. Le sfere si disposero in cerchio, volarono verso l'alto e si dispersero sulla Terra.
Trunks rinvenne e si massaggiò la testa, un po' spaesato. Avvertì un'aura potentissima esplodere dentro il palazzo. Che fosse tornato Cell?
« Ma perché è scomparso? Avevamo ancora un desiderio, quello di Vegeta! » urlò lo sfregiato che stava andando letteralmente nel panico.
« Idiota! Il drago ci priva di un desiderio per resuscitare più persone contemporaneamente. Ma che diavolo hai in quel cervello bacato che ti ritrovi? »
Piccolo era così infuriato che stava riempendo il povero Gohan di stille di saliva.
« Dove. È. Finito. Quel. Maledetto. Lucertolone. »
Vegeta atterrò con tanta forza da frantumare il pavimento, persino Gohan si svegliò. I presenti fissarono Yamcha, che indietreggiava agitando le mani.
« V-Vegeta io non s-sapevo... » balbettò. Vegeta gli si scagliò contro, ma venne bloccato per le spalle da Trunks e Piccolo, mentre Crilin lo afferrò per la vita.
« L'ho quasi ammazzata, brutto pezzo di... »
Yamcha cadde sul sedere, terrorizzato a morte dalla sua furia. « M-mi dispiace » piagnucolò.
« Papà, ma che ti prende? Ti vuoi dare una calmata? » tentò Trunks.
« Oh no, Bra » mormorò Dende. I guerrieri individuarono l'aura quasi azzerata della Saiyan. Nessuno fiatò. Trunks lasciò andare il padre, immobilizzato dall'orrore. Perché era in quelle condizioni? Chi diavolo era stato? Si precipitò tra i corridoi dell'edificio alla velocità della luce.
Vegeta iniziò a usare Yamcha come affilacoltelli. Ancora un secondo e avrebbe assassinato Bra. Ora dovevano aspettare un anno per riportarla in vita. Sentì il naso del mollusco frantumarsi sotto le proprie nocche. Era la prima volta che un suono gli dava un piacere immenso. Neanche picchiare a sangue Freezer era stato così appagante. Un solo pensiero gli ronzava nella testa: vendetta!
« In certi momenti la vendetta è l'unica soluzione possibile perché pensi ti possa far sentire meglio. Ed è vero, io posso confermarlo. Aspetti così tanto tempo e quando intingi le mani nel sangue nemico sai di aver dato un senso alla tua vita, ponendo fine alla sua e ti senti un Dio. Ma quanto pensi possa durare quella sensazione? Due, tre secondi? E credi che quello che ti è stato strappato tornerà indietro? Illuso ».
L'ennesimo pugno, levato a mezz'aria, si abbassò lentamente. La potenza delle proprie parole gli graffiò i timpani come carta vetrata.
« …intingi le mani nel sangue nemico... »
Si guardò le dita striate di rubino, rimanendone incantato. Valeva la pena di far fuori un mollusco? Un dannato, stupido e ignorante mollusco? Un'altra vittima della carneficina iniziata con Freezer e che sarebbe terminata con Kakaroth? A interrompere il filo delle fantasie sullo sterminio di Yamcha fu Dende, che guarì le sue ferite in un battibaleno.
« Tu puoi curare le persone? » chiese, intontito. Dende lo fissò impaurito dalla sua espressione.
« Io ho tentato di dirvel... »
Senza aspettare la risposta lo afferrò dalla tunica, sollevandolo di peso, e scattò nell'edificio, seguito a ruota dagli altri.
Bulma si dondolava avanti e dietro, seduta sul tavolo, la testa di Bra tra le sue mani. Era pallida in volto, in preda ad una crisi di pianto che le rendeva le guance striate di grigio per via del trucco. Trunks era in un angolo, lo sguardo perso nel vuoto.
« È troppo tardi, è troppo tardi... » stava ripetendo la scienziata. Venne trascinata via da Tenshinhan per far posto al namecciano.
« Io non posso guarire i mort... » disse Dende, prossimo alle lacrime.
« Datti una mossa »

Il piccolo namecciano si rassegnò al fatto che non avrebbe mai completato una frase, tese le mani e si concentrò.





***ANGOLO AUTRICE

Salve amici EFPiani.

Mi scuso in anticipo per non aver risposto alle vostre recensioni, ma ho appena interrotto la routine divano-letto-letto-divano apposta per rivedere il capitolo e aggiornare *-*

Dunque: capitolo di passaggio. Nella vecchia versione Yamcha “rubava” il desiderio di proposito, ma per me è un comportamento OOC. Insomma gente, non è mica così cattivo, nonostante tutto il disprezzo che provi per lui, ho deciso di salvare il suo bel faccino dalle grinfie del nostro principe.

Comunque(2): dal prossimo capitolo avremo il primo grande cambiamento nel corso della storia, ovvero Vegeta che inizia a riflettere su quello che Goku gli ha fatto. Povero picculinu.

Comunque(3): volevo ringraziare uno per uno chi segue, preferisce, ricorda, recensisce ABFF, ma riesco a stare poco al pc, quindi lo farò nel prossimo capitolo. PROMETTO!

Comunque(4): vi ringrazio davvero di cuore.

Comunque(5): riguardate l'immagine OTTANTA VOLTE, perché merita davvero! :D

Comunque(6): angolo pubblicitàH: in questi giorni di divano-letto-letto-divano la mia mente ha vagato parecchio tra Sanji e Zoro e... Voi direte “che ci azzecca in Dball”? Niente, ma potrebbe arrivare una nuova fic slash (la prima che scrivo in vita mia) perché in cinque giorni mi sono vista le ultime 102 puntate di One Piece dalla 482 alla 584 e ho iniziato a fare progetti strani su Zoro e Sanji *-*

Ps. Se non l'avete ancora fatto, se vi và, passate dalla mia fic  Perché dovrei perdonarti?!


Ps(2). Zarbon è un gran figo! Sì, anche quando picchia Vegeta.

Un bacione enorme a tutti! Vi ADORO GENTE!

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


Another Brief from the future.





 

 

Erano sette minuti che Dende era curvo sul corpo di Bra avvolto da un piacevole alone luminoso. Sette minuti che tutti avevano smesso di respirare. Sette minuti che Bulma sembrava ipnotizzata. Sette minuti che Vegeta sudava freddo.
Dende era sotto pressione, non solo per il fiato di Vegeta che avvertiva chiaramente sul collo, ma per le numerose paia – tre nel caso di Tenshinhan – d'occhi che gli incenerivano ogni centimetro di pelle.
All'improvviso Bra inspirò violentemente, come se avesse trattenuto il fiato fino a quel momento. Girò il capo di lato e tossì molto forte.
Il namecciano piombò sul pavimento con una capriola all'indietro per lo spavento; Bulma si portò una mano sul cuore, succube della grande emozione; Trunks scoppiò a ridere istericamente.
« Oddio, che mal di testa » mormorò Bra, massaggiandosi le tempie. Gohan balzò sul tavolo e l'abbracciò, prima che potesse farlo qualche altro.
« Grazie per avermi aiutato » disse.
« Sono io che dovrei ringraziare te »
« Non esiste! »
I due mezzosangue si tapparono la bocca a vicenda per impedire all'altro di ribattere. Risero entrambi. Bra notò che era ancora coperto di ferite e rivolse uno sguardo di rimprovero a Dende, che si sbrigò a guarirlo, poi venne catturata tra le braccia di Bulma. Appena vide Trunks gridò di gioia e scivolò verso di lui ma perse l'equilibrio e gli finì addosso.
« Si è addormentata la gamba » spiegò Bra, imbarazzata.
« Non dovresti fare movimenti così bruschi, era ridotta proprio male, sai? » sospirò Trunks. Se la caricò sulla schiena e ignorò le sue proteste. Volente o nolente le aspettava un periodo di riposo, anche a costo di incatenarla a letto.
« Allora avete usato le sfere del drago. E Goku dov'è? » domandò Bra, stritolando il collo di Trunks per la felicità.
« Ha deciso di rimanere nell'aldilà » rispose Gohan con un largo sorriso.
« Cosa?! Perché? » s'infiammò Vegeta.
« Non vuole attirare altri nemici, non sopporta di mettere la Terra in pericolo. Si allenerà lì, è fatto così ».
Vegeta ebbe l'insana idea di far esplodere la Terra e raggiungere Kakaroth per prenderlo a calci. Tanto per calmarsi afferrò Dende per la tunica, nuotò tra la folla fermandosi poi in un corridoio vuoto. Lo portò ad un palmo dal proprio naso, scrutandolo a fondo.
« Nessuna conseguenza, vero? »
Era un'affermazione più che una domanda. Il namecciano distolse lo sguardo, agitò i piedi penzolanti nel vuoto.
« Bra si teneva la testa quando il veleno era in circolo. Sospettavo che il dolore le avesse potuto provocare dei danni al sistema nervoso, invece non sembra aver riportato traumi. Ora cercate di farla stare tranquilla e non forzatela a rievocare i ricordi del torneo, se non vuole » disse tutto d'un fiato ad occhi chiusi. Li riaprì solo quando ebbe la matematica certezza che il principe non lo avrebbe defenestrato.
« V-vuoi che guarisca le tue ferite? »
« Sta' alla larga da me, muso verde » sibilò Vegeta, mollandolo. Non si sarebbe abbassato ad una tale umiliazione e comunque una volta a casa ci avrebbe pensato Bulma, che avrebbe puntualmente ignorato ogni rifiuto e/o insulto. Incontrò tutti gli altri nello spiazzo fuori dall'edificio.
« P-posso dire u-una cosa? » Yamcha aveva sbarrato la strada a Bulma, Trunks e Bra ponendosi dinnanzi a loro a braccia aperte.
Vegeta si diresse a passo spedito con un'espressione selvaggia stampata sul volto. Bra se ne accorse appena in tempo.
« Papà aspetta! » urlò lei, ma Vegeta accelerò. Bra gli volò addosso, abbarbicandosi sulla sua schiena come un koala.
« Tu non sai cosa ha fatto » mormorò Vegeta a denti stretti.
« Sì invece, me lo hanno racconto »
« Io volevo solo scusarmi, non avevo intenzione di fare del male a ness... » s'intromise Yamcha.
« So anche che non l'hai fatto di proposito, quindi è tutto apposto » concluse Bra. Trunks gli strinse la mano. Sapeva che l'uomo era ingenuo e immaturo – Bulma l'aveva lasciato proprio per quei motivi – e non ebbe alcuna ragione di dubitare della sua sincerità. Yamcha ricambiò la stretta con energia, si lasciò abbracciare dalla scienziata e tentennò quando mise gli occhi su Bra. Quest'ultima gli fece cenno di avvicinarsi. Gli permise di baciarle il dorso della mano da vero gentiluomo, con un sottofondo di ringhi sommessi dei quali Vegeta rivendicava il merito.
Dopo un rapito scambio di saluti con un adeguato corredo di baci rumorosi, i guerrieri si dispersero, ognuno diretto alla propria vita.
Vegeta rischiò di sbagliare tre volte la strada per la Capsule. Ci tornava per il semplice motivo che poteva rimpinzarsi, dormire e rifletter sul da farsi. Mica perché era diventata la sua casa. Nossignore.
« Papà, casa nostra è di là » lo riprese la voce di Bra. Vegeta scosse la testa, individuò Trunks e lo seguì, senza emettere un suono.
« Non vuole attirare altri nemici, non sopporta di mettere la Terra in pericolo. Si allenerà lì, è fatto così ». Sorrideva il moccioso mezzosangue. Un sorriso troppo grande per sembrare sincero. Aveva cercato di dissimulare la delusione verso il comportamento del padre. Kakaroth era solo un imbecille. E un egoista. Più egoista che imbecille, il che era tutto dire. Non tanto perché aveva abbandonato la sua famiglia – infondo a Vegeta che gliene fregava – ma aveva lasciato lui. Dopo averlo pesantemente umiliato. Aveva mandato Gohan contro Cell al suo posto, gli aveva salvato la pellaccia, si era addirittura sacrificato, dimostrando per l'ennesima volta di aver ragione.
Aveva ragione quando diceva che Gohan avrebbe battuto Cell.
Aveva ragione quando sosteneva che Gohan era il più forte, nonostante fosse un mezzosangue. Perfino Bra lo aveva superato.
Aveva ragione quando affermava di non aver bisogno di un secondo allenamento nella Stanza dello Spirito e del Tempo.
Aveva ragione quando aveva mandato Gohan al suo posto. Sapeva che lui – Vegeta – sarebbe stato massacrato, come poi è avvenuto. E così facendo gli aveva risparmiato un'umiliazione senza capire che gliene aveva inflitta una ancora più grande. Piuttosto che non partecipare a causa di Kakaroth avrebbe voluto farsi picchiare da Cell.
Aveva ragione come sempre. Punto. Mentre Vegeta aveva torto. Torto marcio.
« Fidati di me, Vegeta » aveva detto. Come no! E chissà come ci sarebbe rimasto se si fosse fidato davvero. Lui, il grande principe dei Saiyan, era stato scavalcato ancora una volta da un guerriero di terza classe. Già faceva fatica ad accettare la potenza di Bra. Eppure avrebbe dovuto capirlo da solo. Come poteva un titolo, che non valeva più niente, porlo un gradino al di sopra degli altri Saiyan?
Basta, era troppo. Non avrebbe combattuto mai più.
Vegeta ammirò il sole che tramontava al di là del mare, sotto un cielo striato di rosso. Poi si rese conto. Quanto, quando e perché era lì?
« Sei uscito dalla tua testa finalmente? »
Vegeta sobbalzò. Si voltò ma non vide nessuno.
« Ti sei scordato di me » rise la stessa voce. Era ancora sulla sua schiena.
« Bra » sospirò. Avrebbe voluto farle un po' di domande però lei parve leggergli la mente.
« Non ne volevi sapere di tornare a casa. Alla sesta strada sbagliata ho detto a mamma che li avremmo raggiunti più tardi. Ho provato a parlarti e non mi hai risposto. Credo di essermi anche addorment... » uno sbadiglio soffocò la sua voce mentre allungava le braccia per stiracchiarsi e poi le faceva tornare sul collo di Vegeta.
« Avevo bisogno di riflettere » si giustificò il principe.
« Per tre ore consecutive? Spero ora tu sia in grado di scrivere il saggio del secolo » ridacchiò Bra.
« Te l'ha mai detto nessuno che sei appiccicosa? »
« Prima andiamo a casa prima mi leverò di torno »
« La Super Saiyan è troppo stanca per volare? »
« La Super Saiyan ha passato le pene dell'inferno e si merita un po' di coccole, non questo tono dispregiativo » rispose Bra, mettendo un finto broncio.
« Non le avrai certo da me » ribatté Vegeta che riprese a volare verso la Capsule.
« Figurati. Piuttosto le chiedo a quell'albero laggiù ». Vegeta ghignò. Per un attimo il suo morale si era sollevato, ma quando mise piede nell'ingresso di casa e si scontrò con gli occhi preoccupati di Bulma, precipitò nuovamente a terra.
Bulma aveva tutta l'aria di volergli fare un interrogatorio con tanto di lampada puntata in faccia, tuttavia decise di trattenersi alla vista dei tre figli abbracciati. Almeno per il momento.
Poche ore più tardi i cinque erano seduti a tavola. Vegeta ignorò gli schiamazzi dei commensali, ascoltando unicamente la morsa allo stomaco che gli impedì di portare il cibo alla bocca. Temeva di rimettere con le ottomila emozioni e sentimenti differenti che gli attorcigliavano le budella. Rabbia, delusione, senso di colpa, sfiducia, solitudine...
« Vegeta vuoi rispondermi? »
La voce seccata di Bulma fu accompagnata da una forte pacca sul braccio.
« Si può sapere cosa ti prende? » lo riprese ancora, ignorando il bimbo che si cacciava in bocca un pugnetto sporco di purè.
Vegeta alzò le spalle. Si sentiva svuotato e non per la mancanza di cibo. Aveva rinunciato al combattimento, la cosa più importante della sua vita, anzi era la sua vita ad esser sempre ruotata attorno alla lotta. Si era spinto oltre per superare i propri limiti, aveva sottoposto il corpo ad allenamenti estremi per rafforzarlo e diventare sempre più potente.
Il principe osservò ipnotizzato il piccolo Trunks rubare un grosso pezzo di carne dal piatto di Bulma.
« Sta per soffocare » li avvertì. Per un folle momento sperò accadesse davvero per sfuggire ai loro sguardi senza che loro se ne accorgessero. Una mano delicata – la stessa della botta di poco prima – si posò sulla sua spalla. Alzò lo sguardo.
Trunks e Bra parvero essersi mimetizzati con le sedie poiché non si azzardarono a fare il minimo rumore.
Vegeta si alzò in piedi e si lasciò inghiottire dalle scale. Un codardo che se la svignava piuttosto che sostenere uno stupido sguardo azzurro e carico di preoccupazione.
« Vegeta torna indietro o giuro che ti smonto la Gravity Room pezzo per pezzo » lo minacciò Bulma.
« Fai pure » risuonò dal piano superiore. Il bimbo prese a tossire.
Trunks, Bra e Bulma, che soccorreva Trunks, si guardarono con gli occhi sgranati.

La situazione era più grave di quanto immaginassero.


 

***ANGOLO AUTRICE

Salve amici EFPiani.

In questi giorni sono ampiamente (?) ispirata e ho ampliato il capitolo suddetto. Bene, Vegeta è totalmente in crisi, povero T_T

Bando alle ciance e iniziamo con i ringraziamenti a quelle meravigliose anime che dedicano qualche minuto alla lettura e recensitura della mia fic.

A chi segue:

Bulma _love_Vegeta_, bulminaforever, cassandra76, ErinThe, erol89, fragolina99, GindelDeserto, Iry17, Kay_Loves_DB, kika96, LadyCissy, L_E__il_magosaiyan, marcozoui, Moon236, Piccola Pirata, Polly98, SAA89, Silver Star, Teen_Gohan_And_Pan_Fan, tigre, tsubasa83, Vegeta_isBig e _Maru_

A chi la ricorda:

cassandra76, Chicca01, coniglietto 94, kika96, Magik_ e marcozoui

A chi la preferisce:

cortney868, ghiaccioomega, kika96, Lienne, Manga_Girl, miss_fairy, pastafrolla, samantha_cullen e SaraF_163dbz

E soprattutto un GRAZIE a coloro che recensiscono.

VI ADORO TUTTI, GENTE!

Arriviamo all'angolo pubblicità: vi ho detto che sono ispirata?! Sì, quindi se vi va passate nella mia nuova fic: Tu mi appartieni. Stupido Marimo.

Grazie un milione e al prossimo capitolo. Un bacione, bella gente <3Ho notato, anche in perché dovrei perdonarti, che riesco a scrivere molto meglio e ad esprimere meglio quando scrivo in prima persona :\ , purtroppo non ho potuto fare lo stesso in questa fic, dato che ci sono ben quattro Brief da impersonare (?) :D


 

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Capitolo 11
*** Capitolo undici ***


Another Brief from the future.




 

 

Bulma entrò di soppiatto dopo aver sistemato la cucina e messo i ragazzi a letto. Nonostante i suoi figli avessero quasi la sua età era un'abitudine conquistata con il bebè.
La stanza era immersa nel buio e la scienziata approfittò del filo di luce offerto dal corridoio per individuarlo. Niente, non c'era.
« Vegeta sei qui? » chiese, accendendo la luce. Forse si era rinchiuso nella Gravity Room per massacrarsi anche fisicamente.
Bulma percorse qualche metro, entrò nella propria camera e si gettò sul materasso a braccia aperte. Era stata una giornata lunghissima, la più lunga e spaventosa della sua vita. Trunks era quasi morto, Bra per un pelo e Goku per davvero. Accidenti non aveva neanche chiamato Chichi per sapere come stava! Bell'amica che era. Allungò il braccio sul comodino e afferrò il telefono.
«Chichi, tesoro, come stai? » chiese. Non faticava a immaginarsela con l'aria distrutta e il viso rigato di lacrime solo dalla voce straziata che proveniva dall'apparecchio. Gohan si era rinchiuso in camera lasciando intatta la cena. Gli occhi di Bulma si inumidirono a quelle parole.
« Povero piccolino. Ma perché Goku lo ha fatto? Io non... »
« Perché è un idiota, semplice ».
Bulma cacciò un urlo molto poco dignitoso e si girò sulla schiena, incontrando il petto nudo di Vegeta incastonato in un angolo.
« Non è successo nulla, Chichi. Ti spiace se chiudo e vengo da te domattina? Perfetto, buonanotte » disse, terminando la chiamata. Batté il palmo sul materasso, invitandolo ad accomodarsi.
« Da quanto tempo eri lì? Mi hai fatto quasi prendere un colpo »
Vegeta la ignorò. Si mise a pancia in giù e spalancò la bocca per far posto ad un grande sbadiglio. Bulma, nella medesima posizione e sollevata sui gomiti, si sporse per baciargli la tempia. Il principe seppellì il viso nel cuscino per evitare un assalto.
« Tutto bene? » domandò Bulma.
I muscoli della schiena di Vegeta s'irrigidirono vistosamente. Era lì tanto per non rimanere da solo, era disposto a tutto, ma non all'interrogatorio. Non aveva nessuna intenzione di essere compatito, piuttosto si faceva divorare vivo dai lombrichi.
Bulma era perfettamente consapevole dell'idiozia della domanda, però aveva bisogno di sondare il terreno per verificare la sua irascibilità. La mancanza di una risposta o una rispostaccia del tipo “fatti gli affaracci tuoi” era un brutto segno.
« Chi è stato a ridurti così? » provò ancora. Quando lo vide ficcare la testa sotto il cuscino e schiacciare quest'ultimo con le mani per tapparsi le orecchie, capì una cosa sola: “livello di superiorità del principe: sotto zero”.
Vegeta grugnì qualcosa che assomigliava a « taci ». La domanda non era chi ma quanti. Kakaroth, Gohan, Cell, Bra e persino Yamcha. E la lista non si fermava mica solo a un centinaio di nomi. Lo facevano sentire un fallito su ogni singolo, maledetto fronte. Fallito come principe, come guerriero, come padre, come uomo.
Vegeta sentiva chiaramente la mano di Bulma accarezzarlo. Non doveva nessuna spiegazione. Il principe non doveva niente a nessuno. Descrivere tutto quello che sentiva dentro sarebbe stata un'impresa impossibile per chiunque.
« Noi ci siamo per te, lo sai? »
Bulma sospirò. Forse avrebbe fatto meglio a lasciarlo un po' solo. Infondo lui preferiva stare sempre solo quando era in quelle condizioni. Però... era stato lui a piombare in camera sua. Si diresse alla porta. Esitò. Il cuscino sul capo non riuscì a nascondere l'occhiataccia di Vegeta.
« Azzardati ad uscire e io... »
« Non sprecare fiato, tanto dopo stamattina non mi spaventa più nulla » ridacchiò Bulma. Lo girò su un fianco, come se stesse manovrando un pupazzo, e si accucciò tra le sue braccia, facendo aderire la schiena contro il suo petto.
« …e poi Piccolo lo ha distratto e noi yaaaaa! »
Trunks atterrò sul tappeto mentre una Bra dai capelli biondi gli saliva a cavalcioni e gli bloccava le mani sopra la testa. Con un colpo di reni del Saiyan la situazione venne ribaltata.
« Ma tu non conosci la mia tecnica segreta per battere le Super Saiyan troppo saccenti » disse lui. Bra gli rivolse uno sguardo interrogativo, poi scoppiò a ridere a causa delle dita di Trunks, intente a farle il solletico.
« Semplice ma efficace » ridacchiò, indicando le ciocche azzurre.. Tirò su la sorella da un braccio e scivolò sul materasso, sfinito, anche se dopo la scorpacciata a cena aveva recuperato buona parte delle forze. Bra gli aveva fatto un resoconto con tanto di particolari da quando Cell lo aveva fatto fuori, solo che si era lasciata trascinare fino a trasformarsi davanti ai suoi occhi. Trunks era rimasto per minuti interi a bocca aperta prima che Bra gli saltasse addosso e desse vita a una piccola battaglia. Non potevano certo scatenarsi come se fossero nella Gravity Room, ciononostante non vedeva l'ora di allenarla e scoprire quanto fosse forte. La Saiyan gli si sdraiò accanto.
« Quindi papà è saltato addosso a Cell? » chiese Trunks. Era talmente inimmaginabile da sentire il bisogno di una conferma ogni trenta, trentadue secondi.
« Avresti dovuto vedere la faccia di papà al palazzo del Supremo. A momenti si mangiava la mamma ».
Trunks ridacchiò rimboccandole le coperte. Si portò le mani dietro la nuca e piantò gli occhi al soffitto. All'improvviso provò una forte fitta allo stomaco. Sospirò pesantemente, facendo voltare Bra verso di lui.
« Bra? »
« Mh? »
« Credi che la mamma stia bene? »
Bra esitò, totalmente presa alla sprovvista. Pensarci equivaleva alla tortura più feroce, alimentata dal fatto che qualsiasi ipotesi non era minimamente verificabile. Era appena uscita da una serie di incubi e davanti a sé ne incombeva un altro. Tentò di sviare l'attenzione sul loro attuale problema.
« Io penso che dovremmo preoccuparci per papà » rispose lei.
I due si rivolsero un identico sguardo inquieto e caddero con difficoltà tra le braccia di Morfeo.
Vegeta impiegò un bel po' per districarsi dalla stretta di Bulma senza svegliarla. Era riuscito a dormire, ma sentiva l'insano, orrendo, stranissimo, impellente bisogno di fare qualcosa per lui. Andarlo a consolare di persona sarebbe stato troppo sia per la complessità delle parole giuste da scegliere, sia per la propria sanità mentale. Non avrebbe mai capito – e non voleva tuttora – il rapporto che li legava, ma lui aveva bisogno di un sostegno, della figura più simile ad un padre e quella gallinaccia isterica non poteva certo ricoprire quel ruolo.
Il principe spiccò il volo dal balcone e si diresse verso l'unica persona che poteva aiutarlo. Si tenne, però, a debita distanza.
« Ehi, muso verde ».
Piccolo, che stava meditando accanto a Dende, decise di ignorarlo.
« Dico a te. So che puoi sentirmi quindi apri bene le orecchie da pipistrello che ti ritrovi perché parlerò una volta sola ».
Il namecciano assunse un cipiglio infastidito e, senza aprire gli occhi, rispose: « Ti ascolto ».
« Il moccioso di Kakaroth non la sta prendendo affatto bene. Devi occupartene tu ».
« Sua madre non mi permetterà neanche di avvicinarmi ».
« Se avrai qualche problema con quella vieni da me, ci penserò personalmente » disse prima di voltargli le spalle e tornare alla Capsule.
« Alla buon'ora » rise Bulma quando Vegeta si fece vivo a pranzo. Era di buonumore quella mattina e il fiore tra i capelli e il sorriso a trentadue denti che sfoggiava ne era la prova. Gli servì il cibo e lo guardò mangiare.
« Bra ti dicevo che sono stata dai Son stamattina e Gohan sembra stia bene. A quanto pare è tutto merito di Piccolo! Non sai quanto sia sollevata, per quel bambino deve essere stata una brutta batosta. Arriva il trenino! » riprese Bulma mentre imboccava il piccolo.
Vegeta ghignò.
« Papà? »
« Che vuoi? »
« Io e Trunks vogliamo batterci nella GR. Vuoi fare l'arbitro? » chiese Bra.
« Scordatelo » rispose Vegeta, fulminandola in un istante.
L'ingresso di Trunks le impedì di protestare. Aveva tra le braccia due enormi mazzi di rose rosse e bianche. Bulma mise il bimbo sul tappeto tra i suoi giocattoli e sfilò il bigliettino tra le labbra del ragazzo. Le sue pupille saettarono da un lato all'altro del foglio, allargandosi sempre di più per la sorpresa.
« Sono da parte di Yamcha. Per me e Bra. Vuole farsi perdonare per quello che ha combinato con Shenron » annunciò Bulma, accorgendosi troppo tardi della sua presenza. L'ultima volta che Yamcha le aveva mandato dei fiori era al settimo mese di gravidanza durante una delle visite a sorpresa di Vegeta. Nonostante quest'ultimo fosse in condizioni pessime a causa di un allenamento tra i meteoriti, aveva comunque scaraventato Yamcha fuori da una finestra – fortunatamente – aperta.
Azzardò un'occhiatina. Vegeta era rimasto impassibile. Una rabbia indescrivibile s'impossessò di lei, mandando al diavolo ogni stilla di lucidità.
« Si può sapere che cos'hai? Non voglio vederti così, devi reagire! Stai soffrendo, lo vediamo tutti, ma se non mi dici nulla non riuscirò ad aiutarti. E che diavolo! Bra sta bene, Trunks sta bene, l'unico che ci ha rimesso è solo... »
Bulma si zittì, mollando la maglietta di Vegeta con la quale lo stava strattonando. I suoi occhi si riempirono di lacrime. Ma come aveva fatto a non capirlo? Goku era diventato un compagno, un quasi amico, l'ultimo guerriero di razza Saiyan, l'unico rivale alla sua altezza.
Vegeta avvertì fin troppo chiaramente la disperazione nella sua voce. Non ebbe il fegato di guardarla in volto. Per la prima volta maledì l'intelligenza di Bulma con una serie di insulti poco leggeri. Lasciò la stanza in fretta e furia.
Quando i singhiozzi di Bulma raggiunsero i suoi timpani, Vegeta tirò un pugno alla parete del corridoio. Un pugno talmente debole da creparlo soltanto. Non ne poteva più, maledizione. La demotivazione che sentiva dentro gli impediva di reagire, di pensare, di fare qualcosa. Tranne forse prendere a testate il muro. Si limitò a poggiarci la schiena e a scivolare giù fino a sedersi sulla moquette. Tirò un ginocchio al petto e sospirò. Si specchiò nella vetrata grigio fumo incastonato nella porta dinnanzi a sé. Non aveva per nulla un bell'aspetto.
Nessuno ebbe il coraggio di seguirlo. Tranne uno.
« Pa ».
Il piccolo Trunks camminava incerto e barcollante.
« Anche tu vuoi qualcosa da me, moccioso? » chiese stancamente. Con una mano si massaggiò le palpebre, mentre l'altra salvò il bimbo appena in tempo da una brutta caduta. Ci mancava solo lui!
« Pa ». Trunks s'infilò il pugnetto in bocca e lo allungò per afferrare il naso del padre. Vegeta allontanò la manina madida di saliva, disgustato. Lo osservò tentare di arrampicarsi sulla gamba piegata come ipnotizzato. Trunks, però, rinunciò all'impresa, troppo ardua per un bimbo di appena un anno, così optò per un obiettivo più semplice: gli si accoccolò sul petto, rimanendo affascinato dal battito del suo cuore.
« Lo so che sei stato mandato da tua madre per farmi credere di essere un buon padre. Vi divertite a complottare alle mie spalle? »
Toh, il fondo. Stava conversando con uno che non faceva altro che sbavare, riempire pannolini di cacca e tentare di soffocarsi con qualunque cosa, commestibile o meno.
Per tutta risposta Trunks si mise le dita in bocca e mugugnò parole incomprensibili, forse una di quelle canzoncine demenziali che Bulma si ostinava a fargli ascoltare.
« Tu sei un bravo padre tanto quanto sei abile come guerriero. Non è dal principe dei Saiyan sottovalutarsi »
Bra sbucò da un angolo e si sedette di fronte a Vegeta.
« Non sono certo che sia un complimento » borbottò lui a mezza voce. Una predica da parte sua l'avrebbe... tollerata. Era l'unica a poterlo capire. Forse.
« Ti ricordi come hai reagito quando Cell ha ucciso Trunks? » domandò Bra.
Vegeta la fissò, accigliato. Non capiva cosa c'entrasse, ma al solo ricordo del cadavere del figlio provò un moto di rabbia. Trunks era suo, era sotto la sua responsabilità e nessuno doveva permettersi di sfiorarlo. Mai più. Inconsapevolmente intrecciò le mani sulla schiena del bimbo. Annuì.
« E cosa hai fatto a Yamcha quando Shenron è scomparso? » continuò Bra.
Vegeta emise un ringhio. Se avesse potuto lo avrebbe spellato vivo. Ricordò di dover aggiungere un bel bonus per i fiori. Poi però arricciò il naso.
« Gentile da parte tua ricordarmi che mi comporto decentemente solo quando vi fanno del male » sbottò Vegeta, innervosito.
Bra scoppiò a ridere, irritandolo non poco.
« Io mi specchierei prima di dire altre stupidaggini » sorrise, sparendo in una stanza.
Vegeta guardò inebetito il proprio riflesso nella vetrata: Trunks, succhiandosi il pollice, si era profondamente addormentato sul suo petto.

« Cos... Aspe... Toglimelo di dosso. Bra! Torna qui! »




***ANGOLO AUTRICE:

*Un minuto di silenzio per la felicità dei nostri dentisti*
*Un minuto di silenzio per il diabete a tremila*
*Un minuto di silenzio per pucciare Vegeta in una tazza di latte e cacao*
Gente, avevo voglia di postare questo capitolo da MILLENNI e finalmente eccolo qui! È il mio capitolo preferito in assoluto *-*

Ho passato le ultime due ore a spulciare intere pagine di internet per cercare un'immagine altrettanto pucciosa, purtroppo ce ne sono poche di Vegeta e il piccolo – sapessi disegnare (un po' sono capace, forse mi diletterò un giorno) lo avrei fatto io – comunque ho scelto questa. Se ne trovate di migliori vi prego di inviarmele contattandomi con un mess qui su EFP.

Passando ai discorsi seri: già l'undicesimo capitolo?! Azz! Purtroppo in tutto sono 16, quindi iniziate pure il conto alla rovescia T__T
Per quanto riguarda i nomi: se avete notato Junior è diventato Piccolo perchè mi hanno fatto notare che sto usando i nomi jappo e quelli dell'anime italianizzato insieme (grazie alla mia tesorina di Silver Star). Perdonate per la confusione, provvederò a correggere tutto il prima possibile.

Quanti nuovi recensori, grazie mille!

Lasciate una traccia del vostro passaggio, se vi và.
Un milione di baci e abbracci alla piccolo Trunks.


 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici ***


Another Brief from the future.




 

 

Bra si svegliò in un letto vuoto, quella notte. La camera era deserta, illuminata solo dai raggi lunari, mentre un silenzio innaturale regnava sovrano. Si schiarì la gola, ma nessun suono raggiunse i timpani che sembravano quasi ovattate. Premette i palmi sulle orecchie e finalmente udì il ticchettio fastidioso dell'orologio a muro che durante le prime notti aveva rischiato la defenestrazione. Molto meglio.
Fu attratta dai vetri stranamente appannati della finestra. Che avesse piovuto?
Le si avvicinò e rimosse l'umidità con la manica del pigiama. Adorava gli alberi bagnati e le gocce di pioggia alla luce dei lampioni. Ciò che vide la sorprese non poco: neve. Tutto era coperto da un leggero strato candido e freddo.
Nel bel mezzo del giardino una minuta figura la salutava. Purtroppo, a causa dei lampioni spenti attorno alla Capsule, non riuscì a riconoscerla.
Bra era curiosissima di sapere chi fosse, ma non ci fu verso di spalancare la finestra.
« Trunks sei qui dentro? » chiese, bussando alla porta del bagno. Niente. Ma dove si era cacciato? A fare lo spuntino delle – guardò l'orologio – quattro e un quarto di notte?!
Uscì in corridoio. Quando sbirciò all'interno di una stanza, la porta le si richiuse in faccia, mancandole di poco il naso. Nello stesso momento tutte le altre sbatterono contro gli stipiti, sigillandosi. Bra sussultò dallo spavento e un senso d'inquietudine s'impossessò di lei.
« Bravi, bello scherzo » commentò ad alta voce, ironica. Mentre percorreva le rampe di scale udì degli schiamazzi provenire dal piano di sotto. E non aveva sentito male.
Il salone era stipato di persone sconosciute intente a chiacchierare e a ballare. Almeno un centinaio. La musica era a dir poco assordante.
Bra allungò il collo a mo' di giraffa per trovare un viso familiare.
« Qualcuno di voi ha visto Trunks? O Bulma? » domandò. Poi maledì la musica e raggiunse la coppietta più vicina, ignorando il fatto di essere in pigiama e completamente spettinata.
« Scusate, sapete dov'è Bulma? » urlò a squarciagola. I due continuarono a parlottare. Accidenti, non era mica invisibile!
« Senta, io... »
Successero molte cose contemporaneamente. Appena la mano di Bra sfiorò la spalla del ragazzo, quest'ultimo crollò sul pavimento, accartocciandosi su se stesso. La biondina sorseggiò il vino senza smettere di parlare, come se non fosse accaduto nulla. La musica si fermò. La corrente andò via e poco dopo si accesero quelle d'emergenza. Le ombre proiettate dalle accecanti luci bianche parvero moltiplicare gli ospiti, rendendo il salone piccolo e soffocante. Il silenzio fu spezzato dal cigolio della porta d'ingresso che si spalancava, poi non si udì più nulla, neanche le voci degli ospiti che danzavano e chiacchieravano.
Bra iniziò a sudare freddo. Non voleva dire necessariamente quello. Un banalissimo incubo, tutto qui. Si lasciò cadere su un gradino. Era assurdo essere consapevole di trovarsi in un sogno e non sapere come uscirne. Si diceva che avessero un significato e che bisognava andare fino in fondo prima di svegliarsi di soprassalto o che qualcuno lo facesse a suon di sberloni.
Tutte le porte erano chiuse e solo una era spalancata, il messaggio era abbastanza chiaro: attraversa la folla composta da zombie ciechi e senza cervello e vai fuori.
Bra prese una decina di profondi respiri e si gettò a capofitto, facendosi largo con le braccia. Ogni singolo individuo sfiorato si accasciò e coloro che le crollarono addosso vennero spintonati via. Senza sapere come e quando Bra si trovò a correre e in un batter d'occhio si ritrovò sullo stipite. Per poco non perse l'equilibrio durante la frenata.
L'erba era chiazzata di bianco, ma nessuna folata gelida la colpì. Il giardino era ancora al buio. Mise un piede fuori e poi l'altro, lasciando che l'erba glieli solleticasse. Alle sue spalle la porta si richiuse di botto e gli schiamazzi ricominciarono.
« State meglio senza di me, eh? » urlò, rabbiosa.
Qualcosa le scrollò i pantaloni del pigiama. La figura – un bambino, a giudicare dalle dimensioni – le afferrò la mano e la guidò fuori dalla Capsule, facendo accendere i lampioni ai lati dell'asfalto. A trecento metri due ragazzi si stavano agitando attorno ad un masso. O forse erano seduti su qualcosa e stavano giocando.
Il bambino si nascose tra le sue gambe, rifiutandosi di proseguire. Bra lo prese in braccio e gli accarezzò la schiena per tranquillizzarlo. Si sentiva in dovere di proteggere quella creatura, l'unica che l'aveva cercata e toccata senza morire. Sentì le lacrime bagnarle il collo.
Ebbe paura. Una paura folle, ma non riuscì a trattenersi.
« Chi sono quei due? »
Era un sussurro troppo leggero per essere udito perfino al bambino, eppure i ragazzi alzarono la testa nella sua direzione, smettendo all'instante di menar fendenti al suolo. All'improvviso scivolarono a tutta birra verso di loro. Bra diede loro le spalle, attendendo una botta che non arrivò. Infatti i due li avevano attraversati come fossero fantasmi e sparirono oltre la Capsule. Al loro passaggio tutto s'illuminò permettendo alla mezzosangue di scontrarsi con le treccine azzurre del piccolo. Della piccola.
Bra le prese il mento tra le dita e le alzò il volto, specchiandosi nei propri occhi. Un lampo di consapevolezza l'attraversò sotto forma di una dolorosa scarica elettrica. Rivolse un'occhiata terrorizzata al mucchio di stracci che i fantasmi stavano pestando. Sotto le luci si accorse che non era affatto un mucchio di stracci. O un masso.
La versione miniaturizzata di Bra sgambettò per districarsi dalla presa, scivolò al suolo e corse da lui.
« Papà svegliati » gridò la bambina, scuotendolo. Mostrò una manina intrisa di rosso e le fece cenno di avvicinarsi. « Aiutami! »
Bra annaspò. L'ossigeno si rifiutava di entrare nei polmoni.
« Papà svegliati ».
« Apri gli occhi ».
« Ti prego, svegliati ».
« Svegliati ».
« Papà! »
« Bra! »
Bra inspirò rumorosamente e sollevò le palpebre. Due paia d'occhi azzurri, molto diversi tra loro, la scrutavano, l'uno con apprensione, l'altro con severità. La ragazza si prese la testa fra le mani e si massaggiò le tempie con i polpastrelli.
« Le hai con te, vero? » chiese Trunks, mantenendo il cipiglio critico.
« Era solo uno stupido incubo, va tutto bene » li rassicurò Bra, ma l'espressione del fratello parve indurirsi.
« Non riuscivamo a svegliarti » ringhiò Trunks.
« Ho le medicine, rilassati ». Bra si sforzò di sorridere e fu sollevata quando Bulma lo trascinò via per la colazione. Aveva visto il terrore nei suoi occhi, anche lui aveva paura che ricascasse nel periodo infernale.
Ma poi perché essere così pessimisti? Un incubo non voleva dir nulla, no?
Era la quinta volta che alla Capsule Corporation venivano recapitati mazzi di rose, uno per ogni giorno trascorso dal torneo. Le ultime due consegne, al posto dei soliti bigliettini di scuse, c'erano due lunghe lettere indirizzate a Bulma.
Gli unici avvenimenti significativi di quelle giornate, oltre ai fiori, furono una crisi isterica di Bulma, che comportò un lancio di piatti e la distruzione di un robot capitato in cucina nel momento sbagliato e la prima reazione di Vegeta: l'incenerimento delle lettere di Yamcha davanti alle facce esterrefatte dei tre Brief.
Il principe passava il tempo allungato su un divano a fissare il televisore, premurandosi di tenere la bocca ben sigillata se non per ingurgitare qualcosa di commestibile. Vani i tentativi di farlo reagire.
« Bra sembri davvero stanca. Perché non vai a letto? » chiese Bulma mentre stirava alcuni dei nuovi vestiti di Bra. Di lì a due giorni sarebbero dovuti tornare nella loro epoca.
Bra balzò in piedi, diede velocemente la buonanotte e sparì nel corridoio, sotto lo sguardo indagatore di Trunks. Stanca era un eufemismo. Distrutta psicologicamente era più appropriato. Erano ben quattro notti che non chiudeva occhio, ovvero da quel maledetto incubo. Non si era affatto sbagliata. Non sapeva perché ma era ripiombata nel periodo più terribile ed emotivamente devastante che avesse mai conosciuto.
Bra si afferrò i gomiti con forza per fermare il tremore delle mani e sbatté la testa contro la parete. Aveva paura di addormentarsi e rimanere intrappolata, aveva paura di deludere Trunks e Vegeta per la sua debolezza, aveva paura di non trovare le medicine che l'avrebbero tenuta tranquilla per un po'.
Prese a correre verso la lavanderia. Portava sempre con sé un gruzzolo di capsule per le “emergenze”, ma l'ultima volta che aveva visto quella risaliva a quando aveva dieci anni.
Bra svoltò l'angolo e all'improvviso spuntò lo stesso mucchio di stracci di qualche notte prima. Non riuscì a fermarsi in tempo e ci inciampò.
« Tesoro! Ti sei fatta male? »
Il viso di Bulma spuntò dalla lavanderia con un cesto stracolmo di panni sporchi.
« S-sono inciampata » disse Bra, restando volutamente spiaccicata al suolo.
« Nelle tue scarpe? »
Bra si voltò di scatto e si erse in piedi. Non c'era nulla sul pavimento.
« Notte di nuovo » ridacchiò Bulma, tornando nel salone.
Bra gettò un'occhiata all'interno della stanza. La lavatrice e l'asciugatore erano coperte da uno spesso strato di neve. Un rumore di passi la costrinse a chiudersi dentro e a rovistare alla velocità della luce.
Parecchi indumenti in aria e qualche sbuffo di fumo dopo, Bra riuscì a trovare la boccetta di medicinali giusta. Giusta e completamente vuota. Lo rimise a posto con le mani tremanti. Niente panico. Doveva resistere solo per trentasei ore. Bastava ignorare il fatto che aveva già iniziato a confondere la realtà con le allucinazioni.
Tentando di restare più lucida possibile, scappò in camera e si rallegrò, per una volta, di non trovarci Trunks. Portò una mano sugli occhi e si concentrò sul proprio respiro.
Il cadavere di Vegeta le danzò davanti, provocandole un forte senso di nausea. Sollevò le palpebre con un gemito e si sbatté le braccia sulla testa.
« Basta, basta, basta... »
Bra spalancò la finestra e inspirò a fondo, assaporando la sensazione dell'ossigeno incamerato nei polmoni. La lieve brezza serale schiaffò via le gocce di sudore freddo coagulatesi sulle tempie. Si sentiva decisamente meglio. Davvero. Forse non era impossibile resistere.
Bra sorrise, fiduciosa.
 

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici ***


Another Brief from the future.






 

 

Bra era acciambellata su una poltrona come un gatto, in una posizione volutamente scomoda. Accanto a lei c'era Vegeta steso sul divano che faceva zapping, annoiato quanto la figlia.
La mezzosangue era insonnolita, le sue palpebre minacciarono più volte di chiudersi. Durante la notte aveva solo finto di dormire, rischiando di morire per overdose di caffè e sciacquato il viso ogni volta che stava per crollare. Non poteva rischiare. Se Trunks avesse scoperto la verità sulle medicine, Bra sarebbe stata impalata viva a testa in giù nel bel mezzo della città.
Non addormentarti. Devi resistere, devi, devi...” continuava a dirsi, pizzicandosi l'avambraccio, ma la voce monotona del giornalista era soporifera e avrebbe stroncato chiunque: « I complici hanno colpito i due anziani contempo... »
Vegeta, riverso al suolo, tremava incontrollabile. Il suo volto era un collage di lividi e ferite, dei quali C-18 rivendicava il merito. Prese a strisciare verso di lei – ad ogni movimento le sue ossa producevano scricchiolii sinistri –, fermandosi solo quando vide che la bimba e Crilin erano al sicuro.
Accompagnata da un rantolo, la luce nei suoi occhi lo abbandonò per sempre, lasciandoli vitrei e spenti. La neve era striata di vermiglio.
«...raneamente, attirando l'attenzione dei vicini. I cadaveri sono stati rinvenuti... »
Ma Vegeta non sentì mai dove fossero stati ritrovati i corpi, poiché la voce dell'omino occhialuto venne soffocata da un urlo agghiacciante. Schizzò di lato dal divano per lo spavento. « Porco ca... »

Si contorse come un anguilla e pensò a un ritorno di Freezer, o peggio Cell, prima di mettere a fuoco una Bra in piedi sul divano che incespicò e cadde oltre lo schienale, a gambe all'aria.
« Ma sei scema? » le chiese Vegeta, alzandosi in piedi.
« Stai lontano da me! »
Bra era pallida come un fantasma con gli occhi stralunati e le pupille talmente dilatate che le iridi azzurre non si distinguevano quasi più. Ogni volta che si rimetteva in piedi cascava a terra e alla fine prese a trascinarsi con i gomiti per allontanarsi da Vegeta.
« Puoi contarci. Vedi di piantarla, sei ridicola » disse Vegeta, eppure non smise di fissarla. La vide sbattere la schiena contro il muro e portarsi le ginocchia al petto, nascondendo il viso tra le braccia.
« Ma che hai? Stai male? »
Bra per tutta risposta urlò ancora più forte. Vegeta, sempre più infuriato, le afferrò un braccio e la scrollò con violenza.
« Oh! La vuoi smettere? » gridò per sovrastare la sua voce. Appena la mezzosangue alzò gli occhi, Vegeta la mollò di scatto e fece qualche passo indietro, come fosse stato travolto. Gli occhi di Bra erano annebbiati, velati di lacrime. C'era qualcosa di spaventoso in quello sguardo spento e opaco.
Si guardò attorno, ricordandosi in quel momento che erano soli in casa: Bulma e Trunks stavano accompagnando lo scienziato e la maniaca dei dolci ad una convention importante.
Vegeta si precipitò verso il telefono, sollevò la cornetta e attese. Poi maledisse il giorno in cui aveva rifiutato di imparare a usare quell'aggeggio. Imprecando contro l'intera tecnologia terrestre, mise il cordless tra le mani di Bra.
« Tieni, chiama tuo fratello » le ordinò. Venne ignorato.
« Cosa vedi? » chiese.

Il mormorio aumentò di volume: « Neve, sangue, morto, neve, sangue... »
Il saiyan le premette i palmi delle mani sul pavimento di marmo. « Non c'è la neve, lo capisci? »
Ma lei non lo sentì, o forse non poteva, intrappolata nella propria testa.
« Smettila di ignorarmi » ringhiò, esasperato. Finalmente Bra si degnò di dire qualcosa.
« Non respiro » mormorò lei, spezzando l'inquietante filastrocca.
« Cosa? »
« Non respiro ».
Sentiva chiaramente il cuore di lei battere all'impazzata e i muscoli del collo contrarsi ad ogni respiro.
« Cazzo, Bra guardati intorno, non sei nella tua epoca. Io sono vivo! I morti non parlano, non sono mica Kakaroth » tentò Vegeta.
Bra invece di calmarsi parve agitarsi ancora di più. Se Vegeta non avesse avuto quel poco di orgoglio rimasto, sarebbe scoppiato a piangere anche lui.
« Merda! » ringhiò a denti stretti, guardandosi intorno.
« Bra si teneva la testa quando il veleno era in circolo. Sospettavo che il dolore le avesse potuto provocare dei danni al sistema nervoso, invece non sembra aver riportato traumi. Ora cercate di farla stare tranquilla e non forzatela a rievocare i ricordi del torneo, se non vuole ». La voce di Dende lo investì come un treno sui binari. Il namecciano non sapeva un accidente del passato di Bra. Era piuttosto ovvio che il male procuratole da Cell avesse risvegliato il suo trauma. Non aveva mai consolato né tanto meno tranquillizzato nessuno in vita sua. Era il principe dei Saiyan, non una donnicciola sentimentale. Ma di una cosa era certo: Bra non sarebbe schiattata tra le sue braccia.
« Va bene, facciamo a modo mio » decise. Si caricò Bra sulle spalle, entrò in bagno e la scaricò nella vasca, aprendo l'acqua. Se non avesse funzionato neanche quello l'alternativa sarebbe stata riempirla di pugni.
Bra tossì e aprì gli occhi. Sentì i brividi di freddo rincorrersi sulla schiena. Era – al contrario – in una vasca da bagno, le gambe penzolavano oltre il bordo ed era completamente zuppa. Di fronte a lei, seduto accanto al lavandino con un aria assolutamente contrariata, c'era Vegeta.
« Bentornata ».
Bra si grattò la testa, tentando di assemblare i suoi ultimi ricordi, ma nella sua testa c'era una gran confusione e il getto d'acqua dritto sul capo non aiutava per nulla. All'improvviso capì di aver perso il controllo. Era nella melma più totale.
« Credo di essermi addormentata » disse, allungando una mano e chiudendo la manopola della doccia. Si sforzò di sorridere. Poteva sempre ricorrere alla scusa del sonnambulismo.
« Eri fin troppo sveglia » rispose secco Vegeta. Bra deglutì. Ma perché? Perché?!
« Nel caso tu te lo stia chiedendo è colpa del veleno di Cell. Il nanetto che ti ha guarito dice che potevi aver riportato qualche trauma. E invece lo ha risvegliato » la informò il principe.
« Oh ».
« Allora? »
« Allora cosa? »
« Vuoi deciderti a spiegare cosa è successo? »
« Io non voglio affatto parlarne. Non l'ho mai fatto e non capisco perché dovrei farlo con te. Non ti devo un bel niente » replicò Bra, infastidita.
« Perché hai perso la testa davanti a me e non sapevo che accidenti ti era preso. E comunque tieni quella linguaccia tra i denti, mocciosa ingrata ».
Bra voltò la testa di lato, incrociando le braccia. Per fortuna la frangia bagnata impedì al padre di capire che stava piangendo. Non riusciva a trattenersi quando si parlava di quello. Rimasero in silenzio per un pezzo.
« Sai, dicono faccia bene parlarne ».
Bra sussultò. Certo che lo sapeva, ma sbattere così la realtà... Magari ci fosse riuscita almeno una volta! Si sarebbe risparmiata mesi di incubi e torture psicologiche. Ma non ce la faceva. Neanche volendo, neanche con gli sforzi combinati di Trunks e Bulma. Poi si rabbuiò. Da qual pulpito veniva la predica? Sempre da quello sbagliato.
« E tu che ne sai? » ribatté, acida.
« Dicono » si giustificò Vegeta, con un'alzata di spalle.
Passò un'altra manciata di minuti prima che uno dei due aprisse bocca.
« La mamma una volta mi ha detto che hai avuto un'infanzia terribile, però tu non hai raccontato niente a nessuno ».
Vegeta sorrise. Bulma aveva tenuto per sé quei pochi sprazzi di ricordi che gli aveva cavato. Si poteva davvero fidare di lei. Bra gemette e si cacciò le nocche sulle palpebre. Un Vegeta interamente coperto di ferite sanguinanti che sorrideva dall'altra parte della stanza gli era apparso per un momento.
« E ora che hai? »
Bra si rese conto che i singhiozzi che risuonavano provenivano dalla propria bocca.
« Smettila, tanto non sai nulla »
« Trunks ha preso da tua madre, dovresti saperlo ormai » ghignò Vegeta.
« Ve l'ha detto, eh? Suppongo dopo aver fatto quella scenata durante la rimpatriata. Gli cucirò il becco un giorno o l'altro » ringhiò Bra, ma più che arrabbiata sembrava esasperata. Alzò gli occhi, tuttavia non riuscì a sostenere lo sguardo penetrante e carico d'aspettativa di Vegeta.
« Senti, non riesco ad affrontare l'argomento. C'è un blocco nella mia testa. Se provo a parlarne mi sento male e non riesco a continuare. Ora inizio pure a confondere la realtà con i ricordi e se provo ad addormentarmi... Beh, hai visto. Rimango intrappolata e non riesco a uscirne, accidenti a me ».
« Basta una doccia fredda, no? »
Bra fulminò Vegeta, il suo ghigno e i suoi tentativi di alleggerire la situazione.
« Molto divertente ». Bra nascose il volto tra le braccia e si afferrò i capelli.
Vegeta capì di essere stato piuttosto indelicato. Sospirò.
« Piangi? »
« Sì, contento? »
« Anche quello è terapeutico » sostenne Vegeta mentre il suo cervello lavorava in maniera febbrile.
« Ripeto: tu che ne sai? » lo riprese Bra senza sollevare la testa.
Vegeta scosse il capo come se ci fosse una mosca molto molesta. Bra non sapeva nulla dello scontro con Freezer e che aveva pregato Kakaroth di vendicare la stirpe Saiyan. In lacrime. No, questo non poteva dirglielo. Scavò tra i ricordi più orrendi e infetti sigillati in un angolino, coperto di ragnatele e scelse il meno cruento.
« Quando ero piccolo Freezer, il mostro che ha distrutto Vegeta-sei mi mandò in missione da solo, ordinandomi di conquistare un pianeta intero.
Freezer era un lucertolone viscido e assetato di potere. Ha cercato di farmi fuori in tutti i modi. Il suo hobby preferito era mandarmi in missioni impossibili, per esempio spedirmi su pianeti potentissimi da solo. Il suo volto quando tornavo vivo, malconcio o meno, era impagabile. Una volta commisi il piccolo errore di lasciare in vita un soldato. Freezer ha permesso al sopravvissuto di scegliere i guerrieri migliori del suo schieramento e di battersi con me senza neanche aspettare che mi riprendessi dalle ferite post battaglia ».
Bra si portò le mani sulle labbra, atterrita, ma Vegeta sorrise.
« Non ha mai accettato il fatto che un quindicenne Saiyan abbia mandato al tappeto duecento dei suoi migliori uomini » concluse Vegeta.
Bra non seppe se sorprendersi per il sorriso crudele che gli stralciava il volto o il tono noncurante. Aprì la bocca innumerevoli volte, ma non riuscì ad emettere altro che gemiti strozzati.
All'improvviso Vegeta comparve a pochi centimetri da lei, le afferrò le spalle e la scosse con forza.
« Debole! Ecco quello che sei. Una debole terrestre » ringhiò, furioso.
« Io sono una Saiyan e non sono affatto debole! » replicò Bra.
« Dimostralo! »
In un istante Bra si trasformò in Super Saiyan e spedì il padre contro il lavandino solo con la potenza della propria aura. Ansimò. Prima che Vegeta potesse reagire, Bra parlò. « È stata C18 ad attirarmi fuori dalla Capsule »
« …pare si sia preso una bella cotta per C18. Amore della mamma quello non si mette in bocca ».
« Suvvia mamma, credi davvero che abbia qualche possibilità? »
Dei colpi sordi – provenienti dal bagno – impedirono a Bulma di replicare.
« Ma che... »
La porta venne scardinata e scivolò sul pavimento fino a scontrarsi con la parete opposta. Sopra di esso c'erano Vegeta e Bra a cavalcioni su di lui, fradicia dalla testa ai piedi, con un pugno levato a mezz'aria.
Il primo a riprendersi fu Trunks.
« Che diavolo state facendo? » chiese, stupito.
Vegeta girò il capo verso di loro, mostrando il naso sanguinante.
« Una doccia. Tua sorella non voleva lasciarmi il posto » commentò il principe, ironico.
« Ci sei ricascata, vero Bra? »
Bra, colta alla sprovvista, rivolse uno sguardo lacrimoso a Trunks. Sorrise lievemente.
« Te ne sei accorto »
« Siamo figli dello stesso padre, ma almeno io non ho ereditato l'ottusità. Le medicine sono nel solito posto, no? » chiese Trunks, dirigendosi in corridoio con Bulma, che non aveva ancora spiccicato un suono.
« A-aspetta! » provò Bra, ma non venne sentita.
« Medicine? » domandò Vegeta.
« Quando stavo male la mamma si è messa a studiare tomi enormi di psicologia e medicina e ha creato delle pastiglie sul mio DNA che mi tengono buona. Non posso scendere nei dettagli o potrei modificare quest'epoca » rispose la ragazza.
Intanto il piccolo Trunks, seguendo l'esempio di Bra, si era seduto sul petto di Vegeta ed era occupato a mordicchiare il becco di un pinguino di peluche.
« Ghino » disse il bimbo, mostrando il pupazzetto a Bra.
« Sono morta » sospirò la Saiyan.
« Perché? »
« Posso usare Trunks come scudo? » domandò lei, indicando il bimbo.
Un urlo belluino fece sussultare tutti, principe compreso. L'autore del suddetto suono non tardò a comparire con un'espressione furibonda.
« Mi hai mentito! » gridò Trunks.
« Guarda che spaventi la tua miniatura se urli così » tentò lei.
« Bra! »
« Cosa vuoi che ti dica? Io... »
« Scusate tanto se interrompo questo bel siparietto, ma quando avete intenzione di levarvi di dosso? Non sono un divano, io! » s'intromise Vegeta. Bra e Bulma scoppiarono a ridere, perfino Trunks si sciolse in un sorriso. Il bimbo batté le mani, felice.
« Ora potete proseguire » disse Vegeta, una volta libero. Bra lo fulminò.
« Sapevo che stavi male dall'incubo dopo il torneo, però ho fatto finta di niente per non metterti a disagio, ormai sei grande, ma non abbastanza visto che mi hai mentito » riprese Trunks.
« Io credevo fosse una cosa di passaggio, te lo giuro. Non aprivo quelle capsule da secoli, come potevo immaginare che a dieci anni di distanza avrei rivissuto tutto? Non volevo farti preoccupare, mi dispiace sul serio di averti detto una bugia » mormorò Bra, con voce spezzata.
Trunks le afferrò le spalle e si chinò per guardarla negli occhi.
« Non me ne frega nulla della bugia, mi interessa il tuo bene, capisci? E se non riuscissi più a svegliarti cosa dovrei fare? » borbottò Trunks.
« È già successo » s'immischiò Vegeta.
« Idiota! » urlò Bra, senza riuscire a trattenersi.
« Avevo capito che aveste fondato una campagna contro le menzogne » ridacchiò il principe in tono tagliente.
« Trunks, io sto bene, smettila di farne un dramma » sostenne Bra.
Trunks, però, si voltò con un'aria talmente truce da spaventare Bulma. « Mamma, prepara la macchina del tempo, ti darò le coordinate. Parto immediatamente »
« Portala con te, così non dovrete tornare » propose Vegeta.
« Non se ne parla! Non sai cosa potrebbe essere cambiato durante la tua assenza. Verrà papà con te » ribatté Bulma.
« D'accordo. Ora vai a riprogrammare la macchina. Se ha un altro attacco... »
« Sono ancora qui! Smettetela di parlare come se io non potessi capirvi! » urlò Bra, esasperata, interrompendo Trunks. Non era una bambina, sapeva benissimo le conseguenze delle azioni che aveva compiuto e ne aveva già pagato buona parte. « Non c'è bisogno di farmi sentire ancora più in colpa. Sono stata una stupida e vi chiedo scusa, ma io mi sento meglio grazie a papà, lo giuro ».
Trunks l'abbracciò forte. Non era arrabbiato, non lo era mai stato, ma non voleva vederla star male come quando era piccola, non l'avrebbe sopportato.
« Lo so, è solo per sicurezza, piccola. Ti voglio bene » le disse, baciandola sulla guancia.
Vegeta diede le spalle a tutti.
« ...ma io mi sento meglio grazie a papà, lo giuro ». Si sentiva uno schifo totale. Trunks aveva capito subito che Bra stava nascondendo un disagio e lui no. Trunks l'aveva sgridata per il suo comportamento e lui no. No e no! Il grande principe dei Saiyan era troppo occupato a deprimersi e a farsi compatire da chiunque. Stupido ed egoista, ecco che cos'era.
Qualcosa scrollò i pantaloni di Vegeta. Qualcuno.
« Ghino? » chiese il piccolo Trunks, agitando il pupazzetto verso l'alto.

Perfino il pinguino panciuto con il papillon rosso era meno patetico dei suoi tentativi di comportarsi da padre.
 

Ehi tu! Sì dico a te lettore. Probabilmente non ti sei accorto che questo è il capitolo 13, quindi ti sei perso il 12. Da bravo, torna indietro e leggi il capitolo precedente.
*
Fatto? Letto? Recensito? Complimenti! Sei il vincitore di un capitolo bonus per il ritardo imperdonabile di un'autrice reclamata al Policlinico, contro la sua volontà. Scherzi a parte, chiedo scusa per il ritardo e, dato che domani devo tornarci e non so quando uscirò, ho rivisto, corretto e postato un altro capitolo. Grazie a tutti ragazzi, vi voglio bene.
PS. Sto lavorando ad una one-shot su Vegeta e Bulma e domani porterò con me il mio fido quadernetto per perfezionarlo prima di pubblicarlo. Uhuhuh *-*
Grazie a tutti ragazzi, vi voglio bene. Davvero! 

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Capitolo 14
*** Capitolo quattordici ***


Another Brief from the future.





 

 

Prima di questo capitolo si consiglia di leggere nuovamente quello precedente, o alcuni dettagli potrebbero non apparire chiari. Buon proseguimento.

Era pur sempre meglio di Kakaroth come padre, infondo. Molto infondo. Indubbiamente Goku era più affettuoso, ma ciò non era abbastanza per giustificare le sue azioni, soprattutto la sua ultima bravata. Aveva solo deciso di abbandonare l'isterica e quel – doveva ammetterlo a malincuore – valoroso guerriero di suo figlio per il “bene della Terra”. Vegeta sospettava fortemente che stesse già seguendo un allenamento particolare con gli esseri superiori dell'aldilà. Forse per umiliarlo ancora. In ogni caso non avrebbe mai commesso il suo stesso errore, anzi non poteva davvero dato che aveva rinunciato al combattimento. Visto che non aveva la possibilità di superarlo in forza fisica, ci avrebbe provato come padre. E ci sarebbe riuscito pure! Kakaroth in paradiso e Vegeta in famiglia, uno a zero per il principe dei Saiyan.
« Papà »
« Che c'è? »
Bra lo guardò un po' storto e si prese una lunga pausa.
« Non avrei mai pensato che un giorno ne avrei parlato con te » sospirò lei.
« Ma va? » sbottò Vegeta, ironicamente. Nella sua epoca non c'era più, era ovvio che non avrebbe mai potuto rivolgergli parola se non in una seduta spiritica.
Bra sorrise, poi si ricordò il motivo per il quale lo aveva raggiunto.
« Dovevo darti questo, comunque ». Bra gli porse un fazzoletto inumidito. Vegeta rimase inebetito.
« E che cosa dovrei farci? »
La Saiyan, imbarazzatissima, gli fece cenno di pulirsi il sangue dal naso, dopo il suo pugno. Vegeta rimosse le tracce vermiglie in fretta.
« Hai un gran bel destro » disse il principe, facendola scoppiare a ridere.
Bulma li invitò a seguirla nel giardino della Capsule dove fece esplodere la capsula della macchina del tempo. Trunks era molto nervoso e misurava il perimetro a grandi passi. Avevano deciso di utilizzare quella di Trunks, molto più sicura del prototipo della sorella. Bulma diede in modo brusco il bimbo a Bra e gettò le braccia attorno al collo di Trunks.
« Mamma, perché stai tentando di staccarmi la testa? » chiese Trunks, un po' in imbarazzo.
Bulma non rispose. Era pallida in volto e sembrava sul punto di svenire. Gli sussurrò mille raccomandazioni.
« Avanti! Staremo via un paio d'ore non tre mesi ». Vegeta si beccò uno sguardo di rimprovero e una scarpa in testa.
« Ascoltatemi bene: dovete aspettare che la batteria si ricarichi completamente, poi potrete tornare. Intesi? » disse la scienziata, ammonendoli con l'indice. L'uno annuì, l'altro sbuffò scocciato.
La cupola in vetro si chiuse ad una lentezza estenuante, costringendo i due a stringersi parecchio. Trunks, in particolare, si rannicchiò in una posizione decisamente scomoda pur di non sfiorare Vegeta, o per lo meno farlo solo con la schiena, il che era complicato dato che doveva evitare anche i comandi. Erano così vicini che si sarebbero potuti abbracciare senza neanche accorgersene. Al solo pensiero le sue guance presero fuoco, se per la vergogna o l'imbarazzo non lo capì. Ringraziò mentalmente sua madre per non avergli tagliato ancora i lunghi capelli, i quali fornirono un buon scudo contro gli occhi inquisitori di Vegeta.
La macchina venne benedetta da entrambi per aver compiuto il tragitto in appena tre minuti.
La luce del sole li investì, sostituendo i nuvoloni carichi d'acqua che torreggiavano poco prima sulle loro teste. I due, colti di sorpresa, strizzarono le palpebre e rimasero accecati per qualche secondo.
Trunks atterrò sul pavimento, o quel che ne restava, e non riuscì a chiudere la mascella, troppo stupito dal macabro scenario. Aveva dato a Bulma le coordinate per apparire nei meandri dei laboratori sotterranei nei quali si nascondevano da cinque anni, appena sotto il giardino della Capsule. Ci mise un po' a capire che era tutto distrutto. Erano all'interno di quel che sembrava un enorme cratere. Rottami e macerie regnavano sovrani, i macchinari erano sparsi dappertutto, i computer rimasti emettevano un lieve ronzio. Il tetto era stato scoperchiato assieme al terreno e giaceva sul pavimento mezzo fuso, come se all'interno fosse scoppiata una bomba.
Trunks si chiese disperatamente come avrebbe potuto salvarsi a quella furia una fragile terrestre.
« Vuoi darti una mossa e cercare? Non siamo qui per una gita. Dannazione questo rumore mi sta facendo impazzire » ringhiò Vegeta, chino ad esaminare un armadio bruciacchiato.
Trunks annuì. Il costante bip, l'unico suono che riecheggiava nell'aria, venne ben presto affiancato da tonfi metallici e rumori delle macerie smosse dai Saiyan.
« Trunks vieni qua » esordì Vegeta, minuti dopo.
« Hai trovato le medicine? » domandò Trunks, speranzoso.
« No però guarda questo coso ».
Vegeta gli indicò un vecchio monitor così mal ridotto che poteva funzionare solo con un miracolo. Era quello a produrre il fastidioso bip. Le scritte verdi, sbiadite a causa dei raggi solari, pretendevano un codice segreto.
« Allora lo conosci o no questo codice? »
Trunks, con il cuore che martellava nei pressi delle tonsille, recuperò in fretta e furia una tastiera e inserì le cinque cifre. Un allegro suono annunciò la buona riuscita dell'operazione.
« Ti prego rispondi, rispondi, rispondi... » borbottò dando dei colpetti al monitor, come se potesse servire a velocizzare il processo.
» Mamma
» Rispondi
» Bra?
» No sono Trunks. Stai bene?
» Siamo al sicuro da Chichi
» Dove sono le pillole di Bra?
» Nel cassettone dei prototipi. Che ha combinato quel testone?
Vegeta fece un versaccio e girò i tacchi. La donna non aveva perso l'abitudine di incolparlo per qualunque cosa.
» Non ho tempo. Torno domani con Bra e ti verrò a prendere. Solito posto?
» Sì. Salutami il testone. Occhi aperti. Vi voglio bene
Utente 142 scollegato”
« Le ho trovate » disse Vegeta, mostrandogli una boccetta e mettendola al sicuro nella macchina del tempo.
Trunks scoppiò a ridere, isterico. Stava bene, era viva. Vivissima. Non vedeva l'ora di dirlo a Bra, ma aveva una faccenda in sospeso che doveva risolvere il prima possibile.
« Papà, puoi vedere quanto manca alla macchina per ricaricarsi? Devo trovare quei due mostri e farli fuori ». Trunks si rimboccò le maniche.
Vegeta s'irrigidì. Battersi con i cyborg? A parte il fatto che stroncare due esseri così inferiori era degradante per l'orgoglio guerriero, sarebbe venuto mano alla promessa di non combattere più. E spezzare quel giuramento significava spazzare via quel poco di dignità rimasta.
« Scordatelo » sbottò il principe.
« Già, scordatelo Trunks » trillò una voce femminile, facendo sobbalzare i Saiyan.
C17 e C18 erano apparsi in cima al cratere e li fissavano famelici, come fossero prede particolarmente succulenti.
Vegeta distrusse il monitor contenente i messaggi di Bulma. Non era sicuro che fossero in grado di leggere, ma non poteva certo rischiare.
Trunks sorrideva a tutto denti. Scagliò delle potenti sfere che al contatto con gli androidi esplosero. Nel bel mezzo del fumo due risate accese lo immobilizzarono. Il mezzosangue non si perse d'animo. Evidentemente li aveva un po' sottovalutati. Si trasformò in super Saiyan e li bersagliò di attacchi, levando un grande fumo grigio. Soddisfatto della performance permise ai ciuffi lilla di ricadergli sul viso, si voltò e avanzò verso Vegeta.
Quattro braccia lo afferrarono. Non ci credeva. Come era possibile?
« Il laboratorio di tua madre è molto più interessante di quello del vecchiaccio che ci ha creati. Abbiamo trovato una nuova fonte d'energia che ci rende molto più resistenti. A proposito perché non ci dici dov'è quella donna? Così possiamo ringraziarla come si deve » disse C18, passandosi la lingua sulle labbra.
Trunks si liberò dalla stretta e li spazzò via con tutte le sue forze. Constatò con piacere di aver danneggiato gravemente C17, ma prima che potesse finirlo venne preso per il collo dalla biondina. Trunks l'afferrò dai capelli e le salì a cavalcioni, colpendola al volto. Poco dopo, non seppe bene come, si ritrovò schiacciato al pavimento dai due fratelli.
« Maledizione » sussurrò a denti stretti. Aveva la capacità di sconfiggerli, ma non riusciva a tenerli a bada contemporaneamente, così li scaraventò lontano, afferrò Vegeta e s'infilò nella macchina del tempo. Schiacciò il bottone e pregò che la vetrata calasse presto e così fu.
Trunks tirò un sospiro di sollievo. Si rese conto di essere in braccio al padre e, rosso in volto, si spostò, affiancandolo.
Vegeta – Kakaroth uno a uno. Palla al centro.
Vegeta non ci riusciva. E si stava sforzando davvero per riuscire a comprendere come diavolo aveva potuto farlo. O meglio non aveva fatto un bel niente. Era rimasto a guardare quei rifiuti meccanici pestare suo figlio. Trunks per fortuna esibiva solo un labbro spaccato e un leggero taglio all'altezza della tempia che lui stava tamponando con la manica. Non sembrava neanche arrabbiato. Strano, considerando che Vegeta si sarebbe preso a pugni da solo.
« Avrei dovuto aiutarti » borbottò Vegeta a mezza voce.
« Scuse accettate » rispose Trunks, sorridendo appena. Suo padre stava passando un periodo davvero orrendo e lui non aveva nessuna intenzione di infierire.
Gol al novantaduesimo, due a uno per Vegeta. Fischio finale.
Comparvero poco lontano dall'edificio della Capsule. Il freddo era pungente e ogni casa era ricoperta da uno spesso strato di neve. Trunks sbuffò, girandosi verso il padre.
« Sei sicuro che la batteria fosse carica? Ci troviamo in un'altra epoca »
« Credevo avessi fretta di andartene » ringhiò Vegeta, incrociando le braccia. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e scese sul terreno, seguito da Vegeta. Racchiuse la macchina all'interno della capsula e si avviò verso casa. Magari la Bulma di quel periodo gli avrebbe permesso di ricaricarla nel laboratorio.
Trunks sbatté il naso contro una barriera invisibile. Accidenti! Trascinò il padre dietro a dei cespugli e si sedette per terra, rassegnato.
« Non possiamo entrare, c'è il campo di forza di mamma per tenere fuori gli intrusi senza il bracciale. Ci tocca aspettare che la batteria si riempia da sola » spiegò, mentre Vegeta gli si accomodava accanto.
Un urletto li distrasse. Nel giardino una bambina dalle trecce azzurre stava costruendo un pupazzo di neve con un uomo dai lunghi capelli a punta.


 

*** ANGOLO AUTRICE

Ehm... Aspettate ragazzi, mettiamo via i forconi e lasciatemi spiegare. HO UNA GRAN BELLA SCUSA! GIURO!

Ciao a tutti lettori di passaggio e non, sono tornata! :D

Innanzitutto devo avvisarvi che probabilmente questo Angolo Autrice sarà piuttosto lungo quindi a voi la scelta di ignorarlo.

Dunque, durante la mia sofferta (dico sofferta per il digiuno, non per altro) permanenza al policlinico lungo solo due settimane avevo promesso di lavorare sul nuovo capitolo e su una one shot. Quest'ultima è ancora in fase di lavorazione nel senso che non riesco a trovare una conclusione carina. Ci penserò qualche altro giorno poi lo pubblicherò. LampoDiGenio illuminami!


Come avrete letto nella descrizione ho rivisto e semi-modificato ogni capitolo, correggendolo e aggiungendo nuove scene e tutto questo per tre motivi principali:

  1. Quando mi hanno portato da mangiare in ospedale ero talmente felice (dopo una settimana di totale digiuno anche il cibo dell'ospedale sembra un piatto di Joe Bastianich) che mi sono messa a scrivere senza sosta per i giorni seguenti. Non avendo ispirazioni – a parte la one shot – mi sono messa a scarabocchiare il primo capitolo di Another Brief... avete capito, e l'ho ampliato senza quasi rendermene conto. Andando avanti mi sono venute scene nuove e mi sono detta: perché non cogliere tutto al volo e pubblicarlo. Eccovi accontentati :D

  2. Il primo capitolo ha raggiunto la quota di 800 visite. Tanti auguri mia piccola! E grazie lettori <3

  3. Una mia amica mi ha detto che bastava quel filino in più per far finire questa fic tra le scelte (Uuuuh *-*) e non vedo l'ora di farle leggere le modifiche.

Durante la correzione mi sono saltati all'occhio delle tematiche che avrei potuto trattare o che ho trattato superficialmente come il fatto che Vegeta e Bra sono simili, sia caratterialmente che per quanto riguarda il passato burrascoso e quindi tra loro ci DEVE essere un feeling speciale. O come il fatto che questo viaggio non sia inutile per Bra, nel senso che potrebbe aiutarla a superare il trauma della morte di Vegeta. Cioè Bra torna nel passato, si trasforma in super Saiyan, ha una crisi, prende le medicine, torna nel futuro e tanti saluti. No. Risolviamo i problemi e lasciamo tanti bei ricordi ai mezzosangue, sù!

Mi dispiace di averci messo così tanto, ma mettere insieme ottocento fogli di appunti, ricorreggere tutti i capitoli e trascriverli al pc è stato faticoso. Specialmente gli ultimi tre capitolo, che sono quelli più “cambiati”. Mi avete quasi uccisa!

Ecco una beeella foto. Quello più a sinistra è il mio fido quadernone che non mi molla mai, al centro ci sono i fogli del capitolo 12, 13 e 14 perché, non sapendo come impostarli, ho dovuto scriverli schematicamente e poi trascriverli come si deve. A destra c'è il quaderno con la primissima versione di Another tutto schematizzato , guardate come sono piccoli i capitoli. LOL!

Al centro c'è la suddivisione dei giorni dal torneo alla partenza dei due, con le divisioni giorno e notte. Non riuscivo a calcolare a mente quante ore Bra dovesse resistere ancora senza dormire. Cosa che troverete nel capitolo 12. Woooa.
Cliccate per ingrandire l'immagine



Ps. Sto bene e non ci tornerò in ospedale e sono tutta per voi! Grazie a tutti quelli che si sono preoccupati :)

 

Il prossimo capitolo non so quando sarà pronto anche perché ho intenzione di far fare una bella chiacchierata a Trunks e Vegeta. Insomma: Bra ha avuto la sua fetta di Vegeta, perché Trunks no? Egoista! (vedi capitolo 13)

Grazie a tutti, vi voglio tanto tanto bene.

Alla prossima!

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Capitolo 15
*** Capitolo quindici ***


Another Brief from the future.


 

Il cielo era coperto da enormi cuscini grigi striati di bluastro che minacciavano una tempesta coi fiocchi. Una gran brutta cosa dato che la pioggia avrebbe iniziato a sciogliere lo spesso strato di neve depositato ovunque. Gli alberi si chinavano pericolosamente, strattonati dalla potenza del vento, le foglie ingiallite e umide riverse al suolo, volteggiavano leggiadri, spiaccicandosi sui parabrezza delle auto vuote. La città era deserta, gli edifici più che diroccati erano semi distrutti e nessun essere vivente popolava le strade. Non esseri umani, comunque.
Di lì a due giorni sarebbe stato natale, eppure le carole non sarebbero penetrate a forza dalle finestre, costringendoti ad alzare il volume del televisore, i bambini non avrebbero bussato di porta in porta per venderti qualche dolcetto, nessun padre si sarebbe travestito da quel vecchiaccio che portava i doni. I pochi bambini sopravvissuti probabilmente avevano chiesto – per l'ennesimo anno – a Babbo Natale di portarsi lontano i cyborg. E sarebbero rimasti delusi. Ancora.
Dal giorno in cui Vegeta era tornato in condizioni pietose dall'unica battaglia contro quei mostri, annunciando la morte di Yamcha, Tenshinhan e gli altri, Bulma aveva passato notti insonni per trovare un modo per tenere lontano gli androidi, così aveva sistemato Vegeta e la culla di Trunks nei laboratori per occuparsi di loro senza smettere di lavorare. Nel giro di una settimana, dopo innumerevoli fallimenti e numerose imprecazioni a seguito, Bulma con due occhiaie da paura, sull'orlo di una crisi isterica, era riuscita a imporre alla Capsule un campo di forza che impediva l'accesso agli intrusi.
Vegeta, ancora convalescente, aveva avuto il compito di distribuire il marchingegno alle famiglie sopravvissute e, ogni volta che C17 e C18 attaccavano una città lontana, si recava nei centri commerciali per far scorte. Così avevano vissuto per quasi nove anni, nell'auspicio che gli androidi non trovassero un sistema per infrangere le loro protezioni, mentre il principe continuava ad allenarsi per non spegnere le speranze di Bulma e Trunks.
Quel giorno era impegnato nell'ardua impresa di costruire un pupazzo di neve. Era a torso nudo e indossava unicamente dei pantaloncini scuri, invece Bra era tutta imbacuccata. Tra i giocattoli della piccola spiccava un minuscolo pupazzo di neve – parecchio storto – quasi nascosto da quello imponente di Vegeta.
Bra si fermò ad ammirare l'opera del padre con aria critica. Doveva ammettere che era più bello con quella sciarpa e la simpatica carota che fungeva da naso.
« La carota » disse, tendendo la manina.
« Non ci provare, questa è mia » la redarguì Vegeta, con il naso all'insù.
La tattica della prepotenza aveva fallito. Bra prese appunto di studiare meglio le strategie di sua mamma quando lo strapazzava e decise di attuarne un'altra.
« Il tuo pupazzo è troppo ciccione, papà. Quegli oggetti non ci stanno per niente bene » lo attaccò, sempre con le braccia incrociate, in un'imitazione perfetta di Bulma.
« È artisticamente ciccione » rispose Vegeta.
« No, è ciccione e basta ».
Vegeta si allontanò di due passi e prese a scrutare la propria opera. Bra gongolò silenziosamente: stava per cascarci. L'espressione concentrata sul volto di Vegeta si tramutò ben presto in una altamente soddisfatta, con immensa delusione della bambina.
« È perfetto » concluse.
Bra mise un tenerissimo broncio. Era ora di passare al piano C, quello che tanto temeva suo padre, almeno quando veniva praticato da Bulma. Si arrampicò su Vegeta e rubò la carota, i bottoni e le altre decorazioni e li infilò sul proprio pupazzo di neve. Il risultato non fu soddisfacente – erano estremamente sproporzionate rispetto alle dimensioni del pupazzo – ma niente fu più gratificante della faccia sorpresa del principe.
« Mi stai copiando? » chiese Vegeta.
Bra, cogliendo la provocazione, assunse lo stesso sguardo corrucciato e ripeté con voce maschile: « Mi stai copiando? »
« Ora te la faccio pagare, mocciosa » ringhiò Vegeta, infilando le dita sotto il pesante cappottino di lei e iniziando a farle il solletico. La piccola tentò di resistere, ma ben presto prese ad ululare dal ridere.
« Tocca a me! » gridò Bra, con le lacrime agli occhi. Allungò le manine sugli addominali scolpitissimi di Vegeta, pregustandosi la vendetta. Quest'ultimo però incrociò le braccia e alzò il mento, fiero.
« Non mi fai nulla ».
Bra strinse pericolosamente gli occhi. Era ora di tirare in ballo la maga delle vendette, l'artista dei ricatti, l'unica capace di mettere alle strette quel gran guerriero del suo papà. Prese un respiro profondo e spalancò la bocca.
« Mammaaaaa » urlò, ghignando. Vegeta emise un gemito strozzato.
Le teste di un Trunks decenne e di Bulma – che aveva un taglio corto e qualche ruga in più – sbucarono dalla porta d'ingresso.
« Serve una mano? » chiese la donna. Era avvolta in un maglione troppo grande per essere suo e scosse con disinvoltura i corti capelli. Avanzò elegantemente e si chinò per abbracciare Bra.
« Papà ha fatto il cattivone? » Bra e il suo labbro inferiore arricciato annuirono, quando Bulma distolse lo sguardo, assunse la forma di un sorriso sadico.
Vegeta finse di essere spaventato e iniziò ad indietreggiare. Mamma e figlia si scambiarono un cenno d'intesa e gridando « All'attacco » si scaraventarono addosso al Saiyan e i tre caddero sulla neve, ridendo come matti.
« Mi arrendo » annunciò Vegeta, alzando le mani.
« Batti il cinque, tesoro. Abbiamo battuto il principe malvagio » esultò Bulma, mentre Trunks sorrideva, ancora abbarbicato al portico.
Vegeta era indeciso se vomitare o prendersi a calci da solo. Quello era un padre, sicuramente non il principe dei Saiyan, ma pur sempre un padre... Lo ammirava ed ebbe la voglia di emularlo, magari non in maniera così... sdolcinata e/o stomachevole. Si voltò, deciso a mostrare la propria espressione disgustata a Trunks, però lui stava tremando. Le sue nocche erano diventate bianche a furia di stringere i pugni, i muscoli del suo collo scoperto erano piuttosto contratti, in un perfetto plagio di una belva famelica pronta a scattare. Qualcosa non andava.
« Rientriamo, dai. La cena è quasi pronta e Trunks deve prendere la medicina per abbassare la febbre. Cucciola potresti raccogliere i tuoi giocattoli, prima di rientrare? » stava dicendo Bulma, trascinando il marito per un braccio. Vegeta scompigliò i capelli lilla di Trunks, prima di rientrare in casa.
Bra era già a buon punto. Le braccia erano stracolme di trenini e minuscole lettere colorate che continuavano a sfuggirle e a cadere sulla neve. Trotterellò verso una bambola di pezza che però scivolò via dalle manine, come se fosse attaccata ad un filo invisibile. Eccitata da quella stranezza, lasciò cadere i giocattoli raccolti e rincorse la fuggitiva, che si allontanava sempre più, scoppiando a ridere da sola.
« Questo non è... io oggi... » il mormorio di Vegeta si spense. Trunks incrociò le gambe e venne colto da un improvviso interesse per le proprie caviglie. Lo vide deglutire e grattarsi nervosamente la nuca.
« Oh » commentò Vegeta, esponendo l'unico concetto che i suoi neuroni riuscirono a produrre. Istintivamente mise una mano sulla spalla del mezzosangue e lo sentì rilassarsi un po'.
« Questa è la mia bambola preferita » dichiarò Bra, accoccolandosi meglio sul petto di lei. La strinse tra le paffute dita e le lisciò il vestitino, liberandolo dalla neve.
« Ah si? E come si chiama? »
La biondina accarezzò le trecce azzurre e la serrò a sé, in un gesto apparentemente amorevole. Era inginocchiata per terra e osservava estasiata la propria preda, fiera di sé per essere riuscita a strapparla dalle grinfie del grande principe. Le faceva quasi un po' pena l'ingenuità con cui ci era cascata la piccola.
Bra si fermò per un momento, pensierosa. « Si chiama bambola » affermò, poco convinta.
« Complimenti sorellina. E anche a te, bambina, sei molto coraggiosa » esordì un ragazzo, accovacciato accanto a lei. Bra gli rivolse uno sguardo corrucciato e portò il giocattolo fuori dalla sua portata, preoccupata che potesse sottrargliela.
« NO! »
L'urlo di Vegeta trovò fin troppa eco, tanta era la paura che provò in quel momento. Gli occhi della bambina saettarono sui volti dei due, sulla distanza tra lei e la Capsule e infine sull'espressione atterrita del padre, capendo che aveva fatto quello che mai avrebbe dovuto fare. Il suo respiro accelerò d'un tratto e scivolò dal grembo di C18. Non ebbe il tempo di fare qualche passo, che il suo cappottino venne afferrato da C17 e i suoi piedi non toccarono più il suolo.
Vegeta mostrò i denti e intimò loro di lasciarla andare, promettendo che avrebbe fatto un falò con i loro resti meccanici. Si fermò un attimo a riflettere, mentre li riempiva di parole a caso per distrarli. Doveva assolutamente uscire dal campo di forza – infondo era quello che volevano – ma poi come avrebbe salvato Bra?
« Papà! » esclamò Bra, che tendeva le braccia verso di lui, in preda ad una crisi di pianto.
« Esci dal tuo nascondiglio e noi te la ridaremo » lo sfidò C17, mentre C18 gli faceva segno di raggiungerli con l'indice.
Vegeta, senza pensarci, scattò. Afferrò il cappottino di Bra con i denti e la portò via dalle loro manacce. La depositò sull'asfalto ghiacciato e la circondò con gambe e braccia, formando una sorta di gabbia umana. Alzò la testa per valutare la situazione. Erano distanti almeno quattrocento metri dal campo di forza. Se avesse lanciato Bra di peso, l'avrebbe ferita: aveva sangue Saiyan nelle vene, ma era pur sempre una bambina.
Gli androidi erano spariti, forse in attesa di un suo passo falso e attaccarli entrambi. Una sfera incandescente lo colpì in pieno sulla schiena, seguito da molti altri che lasciarono una chiazza rossa sulla pelle nuda. Imprecò sonoramente e strinse a sé Bra, che si era aggrappata al suo collo e gli stava mormorando mille scuse all'orecchio.
Vegeta sentì un liquido caldo scorrergli lungo il corpo e inzuppargli i pantaloncini. Trattenendo i gemiti di dolore, per non spaventare ulteriormente la piccola, si sforzò di controllare il proprio tono di voce e la chiamò.
« Bra, guardami ». Gli occhioni azzurri, così simili a quelli di Bulma, fecero perdere un battito al suo cuore. Se l'avessero colpito mortalmente, se ne sarebbe andato con una bella immagine impressa nelle pupille, ma ora non poteva, sua figlia non era ancora al sicuro. All'improvviso sentì qualcuno agguantargli le caviglie e oppose una fiera resistenza.
« Papà va a giocare con questi ragazzacci. Tu devi correre a casa senza voltarti, qualsiasi cosa tu senta o veda. Mi hai capito? » disse, scollandosi di dosso le sue braccia e aggrappandosi alla neve per non essere trascinato via.
Bra, tremante da capo a piedi, non si mosse, gli occhi sempre più spalancati dall'orrore.
« Mi hai capito? » ripeté, scrollandola. La bambina annuì.
« E allora vai! » le disse, non prima di averle regalato un sorriso. Si gettò sui bastardi con foga, scagliando ogni attacco per distrarli, ma l'occhio cadde inevitabilmente per abbastanza tempo da fargli perdere la concentrazione e precipitare sul terreno innevato di pancia.
C18 gli si arrampicò sulla schiena insanguinata e gli tirò i capelli, permettendo al fratello di riempirgli il volto di calci. I due ridevano come matti.
Bra, dopo aver percorso metà strada, si fermò, incapace di proseguire. L'orrore della scena era troppo grande anche solo per essere descritto, la devastazione che sentiva dentro era immensa, le sue ginocchia troppo deboli per reggerla, il suo cuore troppo dilaniato dalla disperazione per funzionare a dovere.
I cyborg sollevarono la vittima e lo scaraventarono contro un edificio vicino. Vegeta sbatté violentemente sulla vetrata che si disintegrò con un assolo di scricchiolii e scivolò sull'asfalto, mentre cocci di vetro piombavano su di lui, stralciandogli il petto. Si rialzò a fatica, pulendosi il sangue colato sulle palpebre dalla ferita appena sopra il sopracciglio destro.
« Lasciatelo stare! »
Crilin era coraggiosamente intervenuto, mostrò i pugni ai due, pronto a combattere. Bra, aggrappato alla sua cintura, tremava come non mai. Vegeta approfittò della mossa diversiva per afferrare Crilin e Bra e catapultarli all'interno del campo di forza.
Il piccoletto si massaggiò la testa, lamentandosi della potente botta. Acchiappò Bra, prima che potesse precipitarsi nuovamente fuori. Nessuno dei due si premurò di impedire all'altro di assistere al pestaggio di Vegeta, troppo sconvolti per muovere un dito.
C17 e C18, avendo perso il motivo principale per il quale torturare il principe, si affrettarono a dargli il colpo di grazia, assicurandosi che fosse morto davvero. Rivolsero un ghigno agli spettatori, sussurrando loro che sarebbero andati a prenderli molto presto.
La bambola di pezza era ancora tra le mani di Bra, talmente zuppa di vermiglio da gocciolare sulla neve immacolata.
Vegeta tentò di deglutire almeno tre volte, prima di rendersi conto che la sua salivazione era completamente azzerata. Aveva la mano a mezz'aria, nello stesso punto in cui c'era la spalla di Trunks. C'era. Si guardò intorno, ma non vide nessun ciuffo lilla. Si concentrò sulla sua aura, ma non la individuò. Fece un sorrisino e si alzò in volo.
Le onde erano altissime e producevano tonnellate di schiuma bianca, rincorrendosi, mentre il rumore era soffocato dall'ululato del vento e da rare esplosioni in lontananza. Sentì il freddo pungente raschiargli la pelle, così si strofinò con forza gli avambracci scoperti, lo stesso stava facendo Trunks, seduto a gambe incrociate sul dirupo. Atterrò con grazia sull'erba, poco addietro.
Rimasero entrambi a fissare i tuoni lontani, che sfogavano la loro energia all'orizzonte.
« Come facevi a sapere dov'ero? »
« Dove credi sia andato dopo il torneo con tua sorella? » sorrise Vegeta. Il mezzosangue si strinse nelle spalle e sospirò pesantemente.
« Avevo bisogno di pensare » si giustificò Trunks.
Un avvolgente silenzio calò su di loro, pesante quanto il tendone di un teatro di serie A. Nessuno, a parte il fastidioso vento, ebbe il coraggio di spezzarlo. Vegeta prese posto accanto a Trunks, ma si sistemò poco dietro, e finse di non aver notato i suoi occhi arrossati.
« Non è affatto giusto ». Il ragazzo prese a tormentare un ciuffo d'erba che spuntava dal ghiaccio.
« Cosa? » chiese Vegeta.
« Hai visto come è accaduto, ci credo che sia rimasta così traumatizzata. Anche Gohan è morto per proteggermi, ma mi sono rialzato e ho avuto la forza di reagire. Bra è troppo fragile, non è dannatamente giusto » si sfogò, strappando violentemente i fili verdognoli che si dispersero nell'aria, formando dei cerchi quasi regolari.
« Anche quello che è successo a te non è giusto. Sei giovane, ne incontrerai di ingiustizie ».
« Grazie tante per la consolazione. Sto solo dicendo che tutto questo è capitato alla persona sbagliata » sbottò Trunks, un po' infastidito.
« La stai sottovalutando solo perché è una ragazza. Lo sai che trasformata in super Saiyan è forte quasi quanto te? E lei non ha fatto l'allenamento speciale »
« Non sto parlando di forza fisica, papà. È solo che... Tu non lo sai, è ovvio. Bra ne è uscita a pezzi, non ha mangiato, non ha dormito, non ha parlato per settimane. Mamma non ha avuto neanche il tempo di disperarsi per te, ha dovuto essere forte per noi, ma io la sentivo piangere tutta la notte e sono stato io, un decenne, a prendermi cura di loro con l'aiuto di Gohan... Sono contento di averlo fatto, ma se solo Bra si sfogasse, riuscisse a parlarne con qualcuno... »
« Perché credi mi stesse picchiando, oggi? » lo interruppe Vegeta, con un sorrisetto beffardo e allo stesso tempo orgoglioso. Trunks sussultò e voltò il capo così velocemente da farsi male alla nuca.
« Tu... Ce l'hai fatta? » balbettò, mentre le sue pupille si allargavano per la gioia.
« Sono il principe dei Saiyan, io. » rispose lui, alzando il mento.
Trunks scoppiò in una risata isterica e crollò steso per terra, tenendosi la pancia. Per un folle momento aveva pensato di buttargli le braccia al collo e stringerlo forte, ma riuscì a trattenersi appena in tempo.
« Non so proprio come ringraziarti » disse il mezzosangue appena si riprese, arrossendo un po'.
« Dai, andiamo. Tua sorella ha bisogno delle medicine » lo esortò Vegeta, alzandosi in piedi e scompigliando i capelli lilla, proprio come aveva fatto l'altro con il piccolo.
Trunks restò basito per qualche attimo, prima di sciogliersi in un sorriso e seguire il padre.



***ANGOLO AUTRICE
Buongiorno giovincelli.
Sono viva? Certo! Vivissima! Chiedo scusa per la lunga pausa, sono in preda agli ormoni decisamente PRO-YAOI sia su Goku/Vegeta che Zoro/Sanji, ma ho scritto e pubblicato la one-shot promessa settimane fa [SCATTA IL MOMENTO PUBBLICITA']
Vi lascio l'introduzione e il link. Enjoy.



Lascia che mi occupi di te
Dicono che il principe azzurro arrivi su un cavallo bianco quando meno te lo aspetti. Io l'ho sempre immaginato pieno di muscoli, intelligente e bellissimo, che compare sullo sfondo di un tramonto in riva al mare, con gli ultimi raggi di sole rossicci che lo fanno apparire come un Dio sceso in terra. A parte la mancanza dello scenario romantico, lui potrebbe essere quello giusto. Ci sono soli pochi, minuscoli dettagli quasi insignificanti. 
Il suddetto lui è un alieno sanguinario con sintomi premestruali e tendenze omicide. Il babbeo tende a cercare di uccidermi (e di uccidersi) un giorno sì e uno no. 
È l'uomo perfetto, no?


Tornando a noi, vi ringrazio taaaaantissimo per tutte le visite e le recensioni e mi si stringe il cuore nell'annunciarvi che il prossimo è l'ultimo capitolo (vi passo i fazzolettini T__T) e prometto di chiuderla degnamente, per voi che siete la mia forza, con TUUUUUTTI i ringraziamente decenti che vi meritate! Troppo melenso?! Beh, ci vuole ogni tanto! :D
Grazie ancora, vi voglio bene!

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


Another Brief from the future.





 

Come aveva potuto permettere al proprio cervello di ragionare in funzione di Kakaroth? Perché aveva anteposto quell'idiota di terza classe davanti a tutto e tutti? Quel Vegeta era morto per salvare sua figlia, per la sua famiglia. Già, ora aveva una famiglia da proteggere. Kakaroth era diventato un'ossessione a tal punto da eclissare ciò che per lui contava di più. Lo aveva bendato e costretto a vagare in un vicolo cieco, facendolo sbattere contro ogni angolo, ovunque provasse ad andare.

Stava cominciando a capire cosa intendeva: ho qualcuno per cui vale la pena combattere.
Kakaroth non c'era più e Vegeta doveva continuare ad allenarsi per fronteggiare i nemici che avrebbero – di sicuro – bussato alla sua porta, o che magari l'avrebbero sfondata a calci. E forse un giorno Goku sarebbe tornato e avrebbero combattuto insieme ancora una volta. Sotto sotto ci sperava.

Era arrivato il momento per Vegeta di prendersi le proprie responsabilità, ma senza accantonare il passato.

Non si sarebbe comportato come quel Vegeta – gli avrebbe procurato un colpo basso alla propria dignità e un biglietto di sola andata per uno strizzacervelli – però forse con il tempo si sarebbe adeguato. Tanto tanto tanto tempo.

D'altronde i Saiyan erano nati per superare i propri limiti, no?


 

Durante il viaggio verso la loro epoca, Trunks non riuscì a togliersi un sorriso ebete, con somma irritazione di Vegeta. Aveva perfino fatto finta di non notare che Trunks gli stava troppo appiccicato, si era trattenuto dal mollargli un pugno sul naso solo grazie alle dimensioni ridotte della macchina del tempo. D'accordo aveva dato a Bra il giusto coraggio per iniziare a superare il suo trauma e di questo era estremamente fiero, ma non c'era bisogno di stamparsi la bocca di un clown scemo in faccia.

Quando atterrarono sul verdissimo prato della Capsule, Vegeta fu spintonato via da una furia azzurra. Bulma stava stritolando Trunks, in un debole tentativo di fargli saltare via la testa.

« Mi dispiace, tesoro, mi dispiace tanto. L'ho fatto per tuo padre » sussurrò Bulma, mentre accarezzava automaticamente i ciuffi lilla.

Vegeta sgranò gli occhi e le rivolse uno sguardo di rimprovero. Era stato tutto architettato dalla scienziata, aveva programmato la macchina affinché lo conducesse in quel momento terribilmente tragico e lo aiutasse a superare lo stato di trance dal quale non riusciva ad uscire. Una terapia d'urto piuttosto estrema, ma efficace. Quasi non si accorse di aver ricambiato il sorriso timido di Bulma con una strizzata d'occhi.

Trunks e Bra si svegliarono entrambi con una stretta allo stomaco e i muscoli a pezzi. La prima sensazione era a causa della loro imminente partenza nella loro epoca, i dolori invece erano le conseguenze del massacrante allenamento al quale Vegeta li aveva sottoposti per tutta la notte, fin quando Bulma non aveva spento la Gravity Room per costringerli a smettere.

« Sei pronta, sorellina? »

« Andiamo a prendere a calci quelle due lattine* ambulanti ».

Due ore dopo i cinque Brief erano nell'ampio giardino, di fronte al mostro di metallo che li avrebbe ricondotti a casa. A turno furono sommersi di raccomandazioni, baci e abbracci da una Bulma che stava facendo di tutto per non commuoversi. Successivamente rivolsero l'attenzione su Vegeta, all'ombra di un platano, con le braccia conserte.

« Ghino! »

Il piccolo Trunks corse da Bra, si lasciò prendere in braccio e le mostrò ancora una volta il pinguino con il papillon.

« È molto bello il tuo pupazzo » commentò la Saiyan.
« Ghino. Pa » aggiunse il bimbo, allungando le corte braccia verso il padre. Bra lo raggiunse in poche falcate e gli tese Trunks. Vegeta si voltò dall'altra parte, deciso a non farselo scaricare addosso. La mezzosangue, con una mezza risatina, lo mise sulle sue spalle e Trunks si aggrappò felicemente ai suoi capelli a punta, forse scambiandoli per delle redini. Il principe ringhiò scocciato.

Bra gli porse il peluche, ma il bimbo commentò: «No Ghino. Pa » e allora capì. Quel pinguino per Trunks rappresentava Vegeta e ora che lui, non solo aveva deciso di rimanere, ma si lasciava manovrare a suo piacimento, non gli serviva più un sostituto.

« Grazie cucciolino » disse Bra, sfiorando il suo nasino con il proprio e stringendo il pupazzo sul petto.

Trunks si passò la mano tra i capelli freschi di taglio, in un gesto nervoso. Era indeciso su come salutare Vegeta, così gli sorrise e si arrampicò all'interno della macchina del tempo. La bocca del principe s'incurvò per pochissimi secondi.

Bra, altrettanto incerta di come avrebbe reagito se gli fosse saltato al collo, si limitò a sollevare una mano, salutandolo con particolare entusiasmo. Vegeta fece altrettanto, ovviamente senza entusiasmo.

Mentre Bulma continuava a fare mille raccomandazioni ai due, la mente di Vegeta viaggiò tra i ricordi più recenti: in quello stesso giardino coperto da uno spesso strato di neve con Bulma, Trunks, Bra e un pupazzo di...

Emise un gemito di disgusto. Mai e poi mai il principe si sarebbe comportato così. Sì, ma quel principe? Forse uno di un'altra galassia, di sicuro non quello che aveva sulle spalle un moccioso che gli tirava le orecchie.

Nel frattempo la scienziata gli si era avvicinata di soppiatto e gli stava sfilando il bimbo, preoccupata dall'espressione assassina che stava deformando il viso di lui.

All'improvviso Vegeta le catturò il mento tra l'indice e il pollice e la baciò.

Un flebile pop annunciò la partenza di Trunks e Bra, anche se nessuno li vide, con due ghigni identici.

Il principe si staccò da Bulma e la fissò negli occhi.

Se costruire un pupazzo di neve era altrettanto piacevole, tanto valeva provare, no?


 


 

The end


 

 

***ANGOLO AUTRICE

Non. Ci. Posso. Credere.

Siamo giunti alla fine di una long che mi porto dietro da mesi, che ha fulminato i pochi neuroni a mia disposizione, che ha migliorato il mio stile, che mi ha fatto dannare e al quale sono terribilmente affezionata. Perdonate il capitolo corto, infondo è l'epilogo ^^

Avrei un miliardo di cose da dire, ma procedo con ordine.

(*) « Andiamo a prendere a calci quelle due lattine* ambulanti »

Confesso: ho rubato il termine di Manga_Girl dall'ultimo capitolo della sua fic, mi ha fatto troppo ridere, chiedo perdono :

Passiamo ai ringraziamenti MERITATISSIMI e SPECIALISSIMI:

kika96: non so spiegarlo, ma è stata la tua ultima recensione lasciata alla versione vecchia a risvegliare in me la forza di riprendere le redini di questa fic, correggerla e completarla. Mi hai seguito dall'inizio, non hai mai fatto mancare il tuo parere. Non so proprio come ringraziarti!

s_smile: la mia stalker preferita, so che te l'avrò detto un milione di volte, ma non ho una fic senza le tue preziose recensioni. Mi hai spronata ad andare avanti, il tuo entusiasmo nei commenti ha alimentato il mio, i tuoi complimenti mi gasano all'inverosimile, attentando alla mia modestia e io non so più in che lingua ringraziarti. Mi hai persino seguita nell'esperimento più azzardato della storia delle fanfiction, sei pazza! XD

Davvero, sei una ragazza in gamba. Grazie di tutto

Silver Star: una persona speciale che mi ha supportato con tanto affetto. Con le tue analisi dettagliate sui capitoli, le tue riprese sugli errorini e sulle sviste, le risate che mi fai fare con i tuoi commenti. I complimenti sulle sensazioni che riuscivo a trasmetterti, mi riempivano di gioia! Grazie per avermi fatto compagnia in questa fic.

SAA89: l'immancabile commentatore di questa fic, sempre uno dei primi a riempirmi di complimenti. Non so come farei senza di te, ti ringrazio dal più profondo del cuore.

Tsubasa83: recensioni di poche parole, ma con un gran significato per me. Conciso, gentile e sempre presente. Grazie per tutti i complimenti.

Vegeta_isBig: Anche tu mi hai accompagnata durante gran parte della fic, sempre pronta a farmi ridere con le tue battute, i complimenti e tutto il resto. Grazie mille!

Manga_Girl: il mio tesoro! Bravissima, gentilissima e sempre tollerante nei confronti del mio Vegeta che lei odia tanto. So che cambiare opinione su di lui è dura (Vegeta o lo ami o lo odi, non c'è una via di mezzo), ma tu mi hai sempre supportata. Grazie davvero di cuore.

Venereth92: nonostante tu abbia seguito la mia fic silenziosamente come dici tu, ti ringrazio tanto per la recensione nello scorso capitolo, mi ha fatto davvero tanto piacere essere riuscita a trasmetterti delle emozioni. I tuoi complimenti sono sempre graditi, un abbraccio grande!

L_E__il_magosaiyan, samantha_cullen, fragolina99, Piccola Pirata e Wykkie un grazie speciale anche a voi, mi fa tanto piacere avervi propinato una storia come questa, spero mi seguiate ancora ^^

Un ringraziamento alle 13 persone che l'hanno inserita tra i preferiti:

66S_Fvendettta, cortney868, felinala, ghiaccioomega, iolm, Katun92, KidVegeta_99, kika96, Lienne, L_E__il_magosaiyan, miss_fairy, pastafrolla, samantha_cullen

Un ringraziamento alle 7 persone che l'hanno inserita tra le ricordate:

cassandra76, Chicca01, coniglietto 94, iolm, kika96, Magik_ e marcozoui

Un ringraziamento alle 32 persone che l'hanno inserita tra le seguite:

Alessia Vivi, BellaKris94, BlackFeath, bravegeta98, Bulma_love_Vegeta_, cassandra76, ErinThe, erol89, FedeTwiRob, fragolina99, GindelDeserto, Haruna_96, iolm, Iry17, Kay_LovesDB, kika96, LadyCissy, Malika, Manga_Girl, marcozoui, Moon236, Rowan936, SAA89, Silver Star, Sveva99, Teen_Gohan_And_Pan_Fan_97 (ammazza che nick lungo xD), tigre, tsubasa83, Vegeta_isBig, venereth92, Wykkie e _Maru_ Non so più che parole usare per ringraziarvi di essere arrivati con me fin qui. Mi dispiace di essere risultata un po' ripetitiva nei ringraziamenti, mi sa che devo andare a rivedere un po' di sinonimi ^^

È il momento di un po' di sana (???) pubblicità ^^ 'Glimmers of hope' Mi sono lanciata in una fic fuori dai canoni, nel senso che è una AU, decidendo di stravolgere un po' di personaggi. Vi dico solo che Goku è un dottore laureando (gli uomini muscolosi con gli occhiali e il camice bianco so' sexy U.U), un Vegeta alieno dagli occhi blu e gli orecchini, una Chichi più moderata e una Bulma non proprio umana.

Ho già scritto i primi sei capitoli, aggiornerò settimanalmente, ma quasi quasi (tanto per festeggiare la fine di questa fic) ci scappa un capitolo bonus, tempo di finire l'immagine di Vegeta con gli orecchini U.U

D'accordo ho finito, spero vi siate divertiti e di avervi piacevolmente (?) intrattenuti. Se volete lasciare un ultimo salutino con una recensione, siete sempre i benvenuti

Grazie ancora di cuore, vi amo tutti.

Margulka93

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