Cos'è per te l'amore?

di givemejames
(/viewuser.php?uid=263764)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verity Brown, the ice girl. ***
Capitolo 2: *** Blue eyes. ***
Capitolo 3: *** Non sarai tu a sciogliermi. ***
Capitolo 4: *** Musical. ***
Capitolo 5: *** Oops. ***
Capitolo 6: *** Tears. ***
Capitolo 7: *** The most beautiful couple! ***
Capitolo 8: *** Niall il geloso...? ***
Capitolo 9: *** Avanti, le piacerà! ***
Capitolo 10: *** Strange! ***
Capitolo 11: *** You're a bitch! ***



Capitolo 1
*** Verity Brown, the ice girl. ***


                                                                                  


Verity Brown, the ice girl.



‘Hai il cuore di ghiaccio come i tuoi occhi’.
Questa affermazione ormai mi contraddistingueva da tutte le altre ragazze della mia scuola, forse la cosa più strana, ma anche non inaspettata era che era uscita dalla bocca del mio migliore amico. Il che non mi stupiva dopo i cinque lunghi anni che io e Niall ci conoscevamo, insomma chi altro mi conosceva meglio di lui?
A lungo andare il soprannome di ragazza di ghiaccio non mi dispiaceva poi così tanto, anche perché assomigliavo in tutto e per tutto a un pezzo di ghiaccio.

Come tutte le mattine fissavo la pelle chiarissima, gli occhi grigi e le labbra fin troppo pallide nel mio specchio.
A volte penso che se i miei capelli non fossero così scuri, color cioccolato, somiglierei a un fiocco di neve, e mi confonderei nell’aria gelida dell’inverno.
Come tutte le mattine mi perdevo in riflessioni inutili, e come tutte le mattine il mio telefono squillò rumorosamente dalla camera.
‘Ti decidi a muoverti? Siamo in ritardo e indovina un po’ di chi è la colpa?’ si lamentò Niall dall’altro capo del telefono, mormorai un ‘Arrivo’ e corsi giù per le scale per poi uscire di casa.
Il cielo pieno di nuvole di Mullingar mi accolse nella sua meravigliosa giornata invernale.

Lo trovai appoggiato al muricciolo con le braccia conserte, tutte le mattine sempre con una faccia assonnata che mi faceva scoppiare a ridere.
‘Horan devi imparare ad andare a dormire più presto alla sera’ lo rimproverai scherzando, lui mi diede una spinta amichevole e cominciammo a camminare per arrivare nel luogo dell’inferno.
‘Verity tu devi imparare a muoverti la mattina’ scherzò, ci muovevamo svelti, non potevamo arrivare tardi anche oggi.

Camminammo senza rivolgerci quasi la parola, forse per il sonno, forse perché non avevamo niente da dirci.
A volte mi soffermavo a guardarlo, quanto fosse cambiato nel corso degli anni, mentre io invece ero rimasta sempre uguale.
Ha un anno in più di me, fa il quinto anno, e solo a pensare che il prossimo anno sarò senza di lui la tristezza monta dentro di me. È il capitano della squadra di calcio della scuola, è il più popolare, tutti lo acclamano e lo amano.
Io sono conosciuta come la sua migliore amica, ma lui sostiene che sia perché sono bella, idea del tutto sbagliata.
Inoltre le persone popolari dovrebbero avere un bel carattere, essere amici di tutti, partecipare a feste e andare a fare shopping nei negozi più costosi, cose che io odiavo fare, e che Niall faceva. Lui sa parlare, è così amichevole e dolce con tutti, forse è per questo che tutti lo amano.

‘Verity? Mi ascolti?’ mi distolse dai soliti pensieri scrollandomi per le spalle.
‘Eh? Che?’ chiesi.
‘Devo andare, ci vediamo a pranzo?’ ripeté, non avevo idea di quante volte me lo avesse chiesto mentre stavo pensando alla sua popolarità.
‘Certo, a dopo’ gli stampai un bacio sula guancia e mi diressi nella mia aula a passi lenti.

‘Verity Brown, si deciderà un giorno di arrivare in tempo?’ mi chiese la professoressa di scienze, annuii in silenzio per non farmi odiare ancora di più di quanto già facevo. Andai a sedermi vicino alla mia vicina di banco, una sciroccata che passava tutto il tempo a disegnare.
Mentre la prof spiegava e la mia compagna pazza disegnava qualcosa di indefinito, non avendo niente da fare continuai a pensare alla mia vita, anche se avrei dovuto prendere appunti.
Ogni giorno mi rendevo conto sempre più che il mio essere di ghiaccio non riguardava solo l’aspetto esteriore, ero una vera e propria apatica.
Cercavo di farmi piacere la gente, ma semplicemente non ci riuscivo, questo perché forse sarebbero dovuti entrare nella mia vita inaspettatamente, come Niall, ma al momento non c’era gente del genere all’infuori di lui.

La giornata passò velocemente e il pranzo arrivò subito, la tipa della mensa versò nel mio piatto la solita pasta appiccicosa e un po’ di carne, che mangiavo solo per un pezzo, per il resto c’era Niall.
Lo raggiunsi nei tavoli fuori, di solito eravamo solo noi ed alcuni tizi atermici a mangiare al freddo, odiavo il caos, e lui lo sapeva, quindi ci appartavamo da bravi asociali.
‘Com’è andata oggi?’ mi chiese mangiando la pasta appiccicosa, mi veniva il voltastomaco solo a mischiarla nel piatto.
‘Bene, non ho ascoltato niente’ risi, poi gli passai il mio piatto.
‘Ah nemmeno io, c’è uno nuovo, i professori hanno passato tutto il tempo a fargli il terzo grado – mi informò, c’era sempre più gente in questa scuola – sembra un tipo simpatico’
‘Ci sovraccaricheremo di gente qui dentro’ bofonchiai, lui rise. Non so come, ma era uno dei pochi che apprezzava la mia acidità.
‘Smettila di essere così negativa’
‘Questa giornata è iniziata così male che non so cosa altro può succedermi’
risposi addentando un pezzo di carne.
Lui sorrise poi spostò lo sguardo verso un gruppo di tizi che giocavano a pallone, così mi misi a prendere il sole e ad assorbire quel poco tepore che si percepiva d’inverno, quando sentii urlare un: ‘Attenta!’ e una palla mi colpì in piena testa facendomi finire per terra.







Spazio autrice:
eccomi con una nuova ff, spero di avervi incuriositi abbastanza c:
ripongo tante aspettative in questa, lol, spero vi piaccia.
recensitemi mi raccomando, accetto tutti i tipi di giudizio
un bacione,
ele c:

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Blue eyes. ***


                                                                                  


Blue eyes.


‘Ver? Verity? Ci sei?’ sentivo delle domande dal mio stato di trance, l’unica cosa certa era che ero finita per terra, a contatto con il gelo del pavimento.
Mi alzai di scatto a sedere, molti mi avevano visto cadere dal tavolo e ridevano divertiti, cercavo tra loro con un’espressione abbastanza alterata chi fosse stato a lanciarmi quella palla, ma vicino a me c’era solo Niall, con le sue guance arrossate per il freddo e il suo solito sorrisone.

‘Palla!’ sentimmo urlare, mi alzai di scatto in piedi e scrutai le persone intorno, quando intravidi i tizi che giocavano a pallone.
‘Oh Verity è quello nuovo, ti prego non..’ inutile ascoltare Niall, ero già partita in quarta con la palla tra le mani verso di loro, vidi uno irrigidirsi.
Mi avvicinai a loro scrutandoli attentamente con un'espressione abbastanza incavolata e uno mi venne in contro con le braccia tese.
‘Scusaci, non volevamo..’ accennò.
‘Chiedi scusa al mio trauma cranico’ ringhiai massaggiandomi la zona colpita, gli occhi di questo incontrarono i miei ed ebbi una specie di flashback, avevo già visto quelle iridi azzurre da qualche parte, in quella stessa situazione.


Flashback. 

‘Palla!’ urlò una voce che mi distolse dalla lettura, quello era un parco per stare rilassati, non per fare la raccattapalle a questi idioti.
Prima che potessi alzarmi per cercare la palla e tavano tanto reclamando, questa mi arrivò su un braccio e lo colpì. Cercai di pulire via lo sporco che si era creato sulla mia maglietta, quando mi raggiunse un ragazzo bassino con i capelli mezzi arancioni, sembrava più grande di me, decisi che non lo avrei mangiato di parole.

‘Scusami, stavamo organizzando una partita con i bambini’ disse prendendo la palla dalle mie mani, annuii silenziosamente. ‘Ti ho colpita?’ continuò preoccupato per il mio silenzio, pensava fossi muta?
‘No, solo che volevo stare un po' in pace’ risposi tagliente mentendo, e tornai a sedermi ai piedi dell’albero.
‘Ah, mi dispiace. Io sono Louis, sei in vacanza qui?’ cercava di attaccare bottone con me? Non aveva capito che le mie intenzioni erano chiare? Volevo stare s o l a.
‘Verity, sì. Sei l’animatore del villaggio?’
‘Sì, in qualche modo devo pagarmi gli studi
– rispose, poi lo chiamarono – scusa devo scappare, ci si vede in giro’. E sparì.
Durante tutta la mia permanenza a quel campo estivo cercai di parlarci di nuovo, ma non ne avemmo occasione.
Solo prima che partissi mi aveva rivolto un timido gesto della mano prima che salissi in auto e imboccassi la strada per tornare a casa.


Ero come imbambolata davanti a questo ragazzo, che non sapevo se fosse il Louis di due estati prima o un sosia dannatamente uguale a lui.
Nel frattempo lui formulava delle scuse abbastanza banali che zittii con un gesto della mano, non avevo idea se fosse lui o no, calò un silenzio così imbarazzante che ebbi voglia di santificare Niall quando intervenne, per avermi salvato da quell’imbarazzo.

‘Louis scusala, lei è sempre così’ scherzò e mi trascinò di peso per un braccio.
‘Verity mi spieghi che ti prende oggi?’ mi chiese scrollandomi le spalle come quella mattina, io ancora stavo riflettendo nella mia testa su quel tizio. Si chiamava Louis, non era una cosa a caso.
‘Io l’ho già visto’ farfugliai per giustificarmi.
‘Dio hai avuto un trauma cranico, ti porto in infermeria’ cercò di tirarmi per un braccio ma opposi resistenza.
‘Non sono pazza! L’ho già visto!’ urlai come in preda al panico, tutti intorno ci guardavano strani, mostrare la parte peggiore di me in pubblico era abbastanza imbarazzante.
‘Dai vieni, qua ci guardano male tutti’ il tono della sua voce si addolcì e mi portò dentro sotto gli occhi di tutti.

Quando iniziarono le lezioni pomeridiane tutti i miei buoni propositi di stare a sentire svanirono in un attimo solo al pensiero di quel Louis che mi aveva mandato una palla in testa, e non era la prima volta che raccattavo la sua palla.
All’uscita raggiunsi Niall che chiacchierava con i suoi compagni di squadra.
‘Eccola la pazza’ scherzò uno dandomi un buffetto sulla guancia, ora ero conosciuta per qualcosa, per essere stata presa in pieno e aver sbraitato davanti a tutti in preda al panico.
Ma quale panico? Di aver rincontrato un conoscente? Che mi prendeva?
‘Attento potrei iniziare ad urlare anche qui’ scherzai, loro risero di gusto, poi Niall mi tirò da una parte, aveva una faccia preoccupata.
‘Sei davvero sicura di conoscerlo?’ mi chiese fissandomi negli occhi, che aveva anche lui?
‘Sì perché?’
‘Perché lui dice di conoscere te’
rispose, rimasi quasi spiazzata, non mi ricordavo male.




spazio autrice:
ciao pipoool, lo so, sono in ritardissimo con il capitolo, perdonatemi.
finalmente abbiamo scoperto chi ha preso a pallonate la nostra Verity, che mi dite? ve lo aspettavate? e del loro precedente incontro?
lasciatemi tante belle recensioni che voglio sapere kdfbjn
un bacione a tutti,
ele c:

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Non sarai tu a sciogliermi. ***


                                                                                  


Non sarai tu a sciogliermi.


‘Mamma sono a casa!’ urlai chiudendomi la porta alle spalle, la sentii muoversi in cucina, era tornata presto dall’ospedale oggi.
‘Tesoro hai sentito? Ci sono dei nuovi inquilini nel nostro quartiere’ disse raggiante venendomi incontro, a volte mi chiedevo da chi avessi preso in questa famiglia.
Lei sempre così allegra e ottimista, la stessa cosa mio padre, mentre io così cupa e glaciale.
‘Wow’ finsi felicità e mi accasciai sul divano.
‘Dai forse farai amicizia con il figlio’ mi incoraggiò di nuovo porgendomi una tazza di the, se fosse stato quel figlio farci amicizia era una delle mie ultime intenzioni sulla lista.
‘Oggi non sono in vena di farmi amici mamma’ risposi fredda, a dirla tutta non ero mai in vena di farmi nuovi amici.

Mi massaggiai il bernoccolo sulla mia testa che lei notò e cominciò a bombardarmi di domande, chi era stato, se ero svenuta, se mi sono messa a sbraitare davanti a tutti, se doveva sporgere denuncia. Domanda del tutto inutile, perché denunciare qualcuno perché ha una mira scadente?
Mentre lei chiacchierava a vuoto io fissavo un punto indefinito del salotto e annuivo, ripensando a quel Louis, che diceva di conoscermi anche lui, che non mi ero fatta film mentali, che forse si ricordava dell’estate di qualche anno fa.

‘Verity piantala di annuire, vai a farti un giro per svegliarti, sembri quasi spenta’ propose facendomi alzare dal divano e chiudendomi la porta di casa alle spalle.
In pratica mi aveva cacciata di casa per un po’, una cosa che avevo ripreso da lei era sicuramente quella nota in più di pazzia che in teoria non guastava, ma che inserita nella mia persona era un po’ nociva, unita a tutti quanti gli altri aspetti del mio carattere.

Passeggiai fino al parco vicino casa, era vuoto, mi sedetti su una panchina vicino al lago e fissai il tramonto che colorava d’arancione tutto il cielo e rifletteva il colore nell’acqua, sentii improvvisamente una sensazione di pace, niente scocciatori, niente rumori, niente idioti che giocavano a palla e che ti colpivano alla testa.
Cominciai a canticchiare una canzone allegra mentre tiravo da mangiare alle oche, mi sentivo infinitamente bene.
A fine giornata decisi che avrei affrontato quel Louis e avrei cercato di capire se davvero ci conoscevamo, poi l’avrei insultato a morte per avermi procurato questo bernoccolo orripilante che stava sulla mia testa.
Dopo un’oretta di relax e di canto con le oche tornai a casa da mia madre giusto in tempo per la cena.

                                                                                                                        ***


La mattina seguente strano a dirsi ma mi svegliai presto e lasciai perdere le solite riflessioni interiori che mi accompagnavano, mi truccai velocemente e scesi fuori ad aspettare Niall che stavolta arrivò tardi e fece una faccia sorpresa nel vedermi.
‘Wow che ti è successo stamattina? Ti hanno buttato giù dal letto?’ scherzò sbadigliando.
‘Ho intenzione di prendere parte ad una rissa’ gli dissi e lo tirai per la manica della felpa per farlo muovere.
‘Non mi dirai mica che ce l’hai ancora con quel Louis?’ chiese stufo.
‘Parla parla tu, tanto il bernoccolo in testa ce l’ho io’ mi sistemai un cappello per nasconderlo il più possibile.
‘Ver non cambierai mai – rise, poi aggiunse – voglio proprio vedere che farai oggi’. Evidentemente era divertito dai miei attacchi di isteria.

Sorrisi malignamente mentre varcavamo il cancello della scuola e ci univamo agli altri amici di Niall che non facevano altro che fare casino.
Mi avviai silenziosamente al mio armadietto a prendere l’occorrente mentre la gente in corridoio ancora bisbigliava sulla mia scenata di pazzia di ieri, mi sentivo un po’ al centro dell’attenzione, ed erano più fastidiose le loro occhiate che le parole.
Chiusi velocemente l’armadietto e mi avviai a grandi passi verso la mia aula quando qualcuno mi venne addosso e fece cadere a terra tutta la mia roba. Intanto nel corridoio erano iniziate le risate, ancora non avevo capito il perché quando capii che era stato quel fastidiosissimo Louis a venirmi addosso.

‘Oddio scusami’ farfugliò imbarazzato, faceva bene.
‘Scusa che sono una calamita per caso?’ chiesi acida, non sapevo da dove la cacciavo fuori tutta quella cattiveria.
‘Piano ragazza di ghiaccio, se ti scaldi troppo potresti scioglierti’ rispose rimettendomi tutti i miei libri in mano, rimasi spiazzata, aveva trovato pane per i suoi denti.
Strinsi tra le mani i libri che mi aveva appena restituito e lo fissai nel peggior modo con cui si può guardare una persona, mi irritava così tanto che sentivo il bernoccolo pulsare da sotto il cappello.
‘Non sarai tu a sciogliermi’ dissi a denti stretti, poi girai i tacchi e raggiunsi la mia classe in perfetto orario. Se la professoressa avesse provato ad aprire bocca avrei risposto male anche a lei. Durante la lezione cominciai a pensare a come combattere questa guerra contro il novellino irritante, e sapevo anche come fare, lo avrei ripagato con la stessa moneta, ma non prendendolo a pallonate.

‘Ver alcune voci mi dicono che ti sei scannata anche oggi’ scherzò il biondo quando a pranzo gli cedetti il mio piatto di pasta rivoltante.
‘Sì, ha un bel caratteraccio anche lui, non sono l’unica’
‘Questo lo dici tu, i ragazzi della squadra di pallone dicono che è in gamba, infatti l’hanno fatto entrare’
mi informò, a quelle parole sbattei un pugno sul tavolo, un po’ di gente si girò a guardarmi.
‘Spero che tu non c’entri niente’ dissi a denti stretti, lui scosse la testa e mi accarezzò i capelli.
‘Stai calma, non vorrai finire come ieri vero?’ chiese Niall, scossi la testa mentre tramavo una vendetta ancora più terribile per quel fastidioso ragazzo.











Spazio autrice:
saaalve a tutti! sono felicissima delle recensioni che sta ricevendo questa ff, mi sento così realizzata, vi ringrazio tantissimo kfjgvn
la nostra Verity come penso abbiate capito è una specie di pazza irrecuperabile, ma io la adoro
fortuna che c'è Niall che la fa ragionare lol
cosa pensate che accadrà nel prossimo capitolo? e che pensate si inventerà per vendicarsi di Louis?
lasciatemi tante belle recensioni, un bacione, alla prossima <3
ele.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Musical. ***


                                                                                  


Musical.


‘Tutte le classi della professoressa Sparks sono pregate di andare al teatro’ una voce rimbombò nel brusio della gente tra i corridoi, anche quell’anno la professoressa Sparks organizzava quelle noiose recite a cui non mi interessava minimamente prendere parte.
Mi avviai con la mia classe nel teatro e ci sedemmo aspettando tutti. Scoprii con fastidio che anche la classe di Niall aveva preso la Sparks quell’anno, e che quindi  quel Louis era seduto qualche posto dietro al mio.

La prof cominciò a fare un lungo discorso che evitai di sentire, erano ormai quattro anni che ripeteva le stesse cose, ma mi soffermai ad ascoltare le ultime frasi.
‘… quest’anno abbiamo deciso di fare un musical, una cosa abbastanza differente da quelle degli anni scorsi, un po’ si deve cambiare no? Pensavamo così di scoprire i talenti che abbiamo in questa scuola, dal ballo al canto ecc.’.

Ecco, fantastico, ci mancava solo una recita in cui si doveva ballare e cantare, se prima non avevo nessuna intenzione di partecipare ora l'unica cosa che desideravo era che trovasse i suoi personaggi velocemente e che mi lasciasse in pace.


Flashback.

‘Tesoro sulla locandina di oggi ho letto che faranno il musical di Grease giù a teatro, parteciperanno tutti gli animatori’ sentii mia madre che diceva a mio padre.
Non avevo mai visto un musical a teatro prima d’ora, anzi a dire la verità mi annoiavano, soprattutto dalla prima volta che avevo visto Mamma Mia in tv avevo deciso che non ne avrei più visti. Nonostante tutto mia madre non volle starmi a sentire e mi ci trascinò di peso.
Quella era una delle poche vacanze che facevamo tutti insieme, l’ultima che mio padre fece prima di partire, e quindi in qualche modo avevo cercato di far funzionare tutte le cose per il verso giusto, anche se questo comportava andare a sentire uno stupido musical.
‘Sarà fantastico’ ripeteva lei ogni cinque minuti, io dal canto mio grugnivo infastidita, avrei preferito starmene a dormire.
Arrivate scoprii che Louis, l’animatore dagli occhi color cielo, partecipava al musical. Era bravo, mia madre applaudiva tutta compiaciuta e io ascoltavo interessata. Quello fu l’unico musical che mi piacque per davvero.



‘Verity tu parteciperai?’ mi chiese una mia compagna di classe svegliandomi dal mio stato di trance.
‘Non penso, che musical è?’
‘Romeo e Giulietta’
rispose unendo le mani e con gli occhi luccicanti.
Io sinceramente non la trovavo una grande storia d’amore, sono morti, ma preferii tenermi il commento per me, non avevo voglia di scatenare stupidi dibattiti dove mi sarei ritrovata tutti contro. Sbuffai per farle capire che era un no, lei mi guardò con disappunto.

In quel momento era fin troppo chiaro il piano della mia vendetta, mi girai verso i posti dietro e rivolsi un sorrisetto acido a Louis che mi guardò strano.

‘Allora c’è qualcuno che sa cantare e vuole dimostrarci il suo talento?’ scherzò la Sparks, non rise nessuno perché non faceva ridere. Odiavo quando cercava di fingersi giovanile, era una vecchia e vecchia rimaneva, inutile che cercasse di entrare in rapporto con noi, non ce l'avrebbe mai fatta.

Nel teatro calò un silenzio di tomba, cosa che accadeva negli anni precedenti.
Di solito c’era gente che si offriva volontaria per il troppo egocentrismo, ma evidentemente era stonata, o non sapeva ballare.
D’impulso alzai la mano e la Sparks sorrise compiaciuta.
‘Brown vuoi cimentarti?’ chiese sorridendo invitandomi ad alzarmi in piedi, lo feci.
‘No voglio proporre qualcuno’ risposi, lei mi scrutò più attentamente da dietro agli occhiali, con un mezzo sorrisetto in faccia. Sentivo gli occhi di tutta la gente presente nel teatro che mi scrutavano curiosi.
‘Ebbene chi sarebbe?’ chiese guardandosi intorno alla ricerca del fortunato\sfortunato.
Mi girai dietro.
‘Louis Tomlinson sa cantare, ha fatto Grease, è bravo’ proposi con un sorriso guardandolo con astio, lui sbiancò in viso, Niall scoppiò a ridere fragorosamente, tutti gli altri lo seguirono. Probabilmente la mia idea di vendetta era stata intesa da tutti.

‘Ma davvero? Vieni caro sali sul palco’ lo invitò cercando di placare le risate di tutti, lui si alzò e si diresse verso il palco guardandomi in cagnesco, dal canto mio me la ridevo divertita sotto i baffi.
‘Abbiamo un Romeo – esultò la Sparks contenta – ora ci manca una Giulietta. Su con i volontari’.

Ovviamente io non mi sarei offerta nemmeno se mi avessero pagata, mi sentivo troppo realizzata per la mia vendetta che stava funzionando alla perfezione.

‘Avanti ragazze, con un Romeo così bello’ ci spronò la Sparks, speravo vivamente che qualcuna si offrisse e che non dovessimo fare a sorteggio. Mi guardai intorno infastidita, anche se quel ragazzo era dannatamente irritante e stupido non era poi così male, possibile che qualcuna non si fosse innamorata di lui follemente e non volesse cogliere l’occasione di recitarci insieme?
‘Prof se mi permette vorrei proporre io qualcuno’ le disse Louis, mi si gelò il sangue nelle vene.
‘Ma certo Romeo, c’è qualcuna che ti piace?’ chiese cercando di farsi gli affari suoi.
‘No, ma deve sapere che Verity Brown sa cantare ed è anche molto brava’ si rivolse a me con un sorrisetto odioso, tutto il teatro scoppiò a ridere di nuovo, serrai la mascella innervosita, con gli occhi sgranati.

Dove mi aveva sentito? Io non cantavo mai allo scoperto.

‘Verity?’ mi chiese la prof invitandomi a salire con un gesto della mano, non potevo rifiutare, insomma la mia media era già scarsa, rifiutare sarebbe stato come una condanna a ripetere il quarto anno.
Mi alzai dal sedile e mi diressi sul palco con un’espressione scocciata, strusciai i piedi sul pavimento per far intuire alla prof e al suo odioso vicino che non era nelle mie intenzioni unirmi nel loro concertino amoroso.
‘Ci siamo, abbiamo i nostri Romeo e Giulietta, dai ragazzi stringetevi la mano’ ci spronò, strinsi la mano di quell’essere irritante guardandolo con astio, lui sorrise compiaciuto. Era più intelligente di quanto pensassi.

Mi ero trascinata da sola nel mio stesso piano.





Spazio autrice:
hi thereee! scusatemi se aggiorno sempre in ritardo cc
ecco a voi la vendetta della nostra Verity, che poi è diventata anche la sua trappola in un certo senso, siete curiosi di come andrà a finire?
questi capitoli erano tipo di transizione(?), da questo in poi inizierà la vera storia, che mi sto divertendo troppo a scrivere lol
vi ringrazio per tutte le recensioni, siete tutti bellissimi, vi amo tanto dkfjbg
lasciatemi altre recensioni, voglio sapere cosa ne pensate!
un bacione, ele <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Oops. ***


                                                                                  


Oops.


La giornata era iniziata abbastanza male con il mio arruolamento in quella stupidissima e sdolcinata recita cantata, a pranzo avevo intenzione di parlare con Niall e di cercare un modo per far proporre qualcun’altra al mio posto, il mio migliore amico in qualche modo mi avrebbe aiutata, ma appena arrivai al nostro tavolo lo trovai gremito di gente, probabilmente giocatori della sua squadra, e dalle loro ‘ragazze’ aka orti botanici in faccia.
Mi fermai a qualche metro da loro e decisi che avrei mangiato da sola, soprattutto quando scorsi tra tutto quell’ammasso di gente il mio Romeo.

Che stava facendo quell’idiota di Niall? Un tentativo di riappacificazione era abbastanza evidente, ma mi sorprendeva il fatto che ancora dopo cinque anni non avesse capito che ero un osso duro.

‘Ver vieni a mangiare con noi’ mi chiamò, io ero ancora impalata in mezzo ai tavoli con il vassoio tra le mani e lo fissavo con sguardo truce.
‘Rifiuto l’offerta e mangio da sola’ risposi acidamente, dopo mi avrebbe sentito quel biondo stronzetto.

Non ero quel tipo di persona che perdona facilmente.

Mi accomodai ad un tavolo vuoto e mi infilai le cuffiette. Di mangiare quello schifo non se ne parlava, oggi invece della carne avevano messo un mischiume di verdure che mi faceva sentire peggio della pasta, decisi che anche quest’anno sarei andata avanti con le patatine e le merendine delle macchinette.
La musica partì e mi sentii immersa in un mondo tutto mio, chiusi gli occhi e mi sentii finalmente rilassata dopo quella dannatissima giornata stressante, fino a quando qualcuno non si sedette vicino a me.
Sbuffai infastidita – che novità – mi tolsi una cuffietta e mi girai verso lo scocciatore. Sbuffai di nuovo quando capii che era quell’idiota di Louis.

‘Che c’è? Non mi hai rovinato la vita già abbastanza?’ chiesi scocciata.
‘Non mi va che tu stia da sola’ rispose guardandomi, tutto quell’interessamento da dove usciva fuori? Tutte le volte che avevo voglia di stare da sola mi veniva ad infastidire, ma una vita non ce l’aveva?
‘Non devi essere mio amico per forza solo perché ci siamo incastrati a vicenda in questa stupida recita’
‘Forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato..’
stava cercando di rimediare?
‘Ah sì? E quale delle due volte?’ chiesi sorridendogli acida, inarcando un sopracciglio in segno di sfida. Lui scosse la testa divertito, il mio essere perennemente incavolata lo divertiva?
‘Entrambe’ rispose dopo averci pensato.
‘Sappi che è colpa tua’
‘Ti ho proposta alla Sparks perché canti bene, non per vendicarmi, come hai fatto tu’
disse pungente, ops mi aveva sgamata.

‘Dove mi hai sentito cantare?’ ringhiai a denti stretti.
‘Ieri al parco’ rispose tranquillamente.
‘E che ci facevi?’
‘Che ci facevi tu?’
‘Mia madre è pazza e mi ha cacciata di casa’
risposi, ma che ne voleva sapere lui di una situazione famigliare sfasciata?
Mio padre era in guerra in Afghanistan, mia madre era impazzita perché non lo vedeva mai, era come se fossero separati, cercava conforto puntualmente in altre persone, ma non capiva che poi tutto il dolore si ripercuoteva su di me.
Sospirai tristemente al ricordo di tutti gli uomini che andavano e venivano da casa mia, se lei avesse amato veramente mio padre avrebbe aspettato quei pochi giorni per stare insieme a lui, non avrebbe cercato conforto in altro.

‘Mi dispiace’ accennò, non avevo voglia di elemosinare la pena dalla gente per colpa della mia famiglia distrutta, cercai di cambiare argomento.
‘Perché sei venuto qua in Irlanda? Doncaster non ti faceva guadagnare abbastanza?’ chiesi, forse una parte di me era interessata alla vita di quel lancia palle, dopotutto avrei dovuto passarci tre mesi insieme, tra tutte quelle prove. Mi resi conto che in quella scuola ero una di quelli che lo conosceva meglio, anche se sinceramente non volevo.
‘Mia madre si è risposata con il suo nuovo marito’ rispose, okay, forse anche lui sapeva cosa fosse una famiglia sfasciata, ma almeno sua madre non vendeva amore ad altra gente.
‘Benvenuto nel club’ scherzai, lui rise.

‘Allora pace?’ chiese a un certo punto.
‘Io direi tregua, suona meglio, e poi chi lo sa, potresti lanciarmi un’altra palla’ risposi.
‘Va bene, ci vediamo Giulietta’ mi salutò ridendo e si alzò dal tavolo.
‘Ah Romeo – lo chiamai, si girò – anche tu canti bene’. Si strinse nelle spalle e sparì.

Lui era consapevole di essere bravo, probabilmente se non l’avessi proposto io l’avrebbe fatto da solo.


La campanella suonò e mi diressi in classe a grandi passi, la lezione passò velocemente e all’uscita trovai Niall ad aspettarmi vicino al cancello, ripensai ad oggi a pranzo.
‘Sei contento? Oggi non mi sono azzuffata con nessuno’ lo salutai acida, lui mi guardò storto.
‘Che hai?’
‘Che hai tu Niall, come ti è saltato in mente di sostituirmi con quello?’.

Rimase zitto, scossi la testa innervosita e me ne andai.

‘Verity sei per caso impazzita?’ mi urlò dietro, come al solito tutti prendevano parte alle nostre litigate con commenti e risatine. Camminavo guardando avanti, non sapevo neanche io cosa mi avesse preso, lui mi raggiunse e mi tirò per un braccio.
‘Se vuoi sostituirmi con quello là fai pure, evidentemente è meno esaurito e più maschio di me’ dissi mentre la rabbia montava dentro di me, la sensazione di essere messa da parte non era ben accettata da me, forse perchè ero stata messa sempre in secondo piano, sempre per colpa dei miei genitori che anteponevano i loro problemi a me. O forse mi dava fastidio che cercasse di intromettersi nelle mie cose? Che poi a dirla tutta non era una 'cosa' il fatto di dover recitare con un ragazzo trementamente irritante e far finta di essere innamorata di lui, quello era un vero e proprio problema.
‘Ma che ti salta in mente? Sai che se insostituibile’
‘Sapevo, oggi a pranzo non mi è sembrato’
con uno strattone mi liberai di lui e me ne andai.






Spazio autrice:
hi there! so di essere una ritardataria perdonatemi, ce la metterò tutta per essere più puntuale la prossima volta, promesso!
come avete notato hanno raggiunto una situazione di tregua, e alla fine del capitolo so cosa vi state chiedendo.... ma Verity è pazza per davvero?
io direi proprio di sì, più in là conoscerete meglio tutti i suoi dilemmi interiori, anche se già ne ha fin troppi, mi piace chiamarla 'la ragazza delle domande' HAHAHHA
noto con piacere che vi piace il nome che ho scelto per la mia protagonista, ne sono felice, piace troppo anche a me kdfjnb
lasciatemi tante recensioni che voglio sapere se la storia vi piace kfsjgn
alla prossima belli, un bacione
ele <3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Tears. ***


                                                                                  


Tears.


Quella giornata era assolutamente una merda, me ne resi conto soprattutto perché la mia solita panchina fredda e vuota del parco mi conciliava tante lacrime invece che felicità. Era il mio posto preferito, mi ci recavo sempre quando avevo bisogno di stare sola, e poi quel parco era così isolato che a nessuno sarebbe venuto in mente di andarci a fare un giro.

Mi sentivo tradita dal mio migliore amico, ecco.
Lui che in teoria dovrebbe aiutarmi e consigliarmi, era come se non mi volesse più.

Forse era solo una mia stupidissima paranoia, ma qualcosa mi diceva che non era così, da quando mi era arrivata quella pallonata in testa e avevo dato di matto era come se fosse cambiato qualcosa, oltre alla conformità della mia scatola cranica.
Probabilmente si era reso conto che sono una pazza e stava cercando di evitarmi, avrebbe fatto bene se le cose fossero state in quella maniera.

Mi asciugavo le lacrime che mi bagnavano il viso incessantemente cercando di trovare una ragione per tutto quello, ma semplicemente non ci riuscivo.

Ero stramaledettamente sola, e tornare a casa con mia madre pazza e qualcuno dei suoi uomini non avrebbe di certo migliorato le cose.
Mi stesi sulla panchina e presi a fissare il cielo, le nuvole che passavano lentamente e il volo irregolare degli uccelli. Vedendo che ancora nessuno veniva a cercarmi e non sapendo che ore fossero mi addormentai su quella panchina al freddo, sperando che la notte arrivasse velocemente per tornare a casa e per piangere ancora.


‘Verity? Sei svenuta?’ sentii una voce nel mio sogno vuoto, aprii gli occhi di scatto e mi strofinai le guance congelate ed ormai sporche di trucco sbavato.
‘Chi sei?’ chiesi cercando di definire quella figura nel buio, non capivo più niente, la fioca luce dell’unico lampione non mi aiutava per niente a capire chi fosse l'altra persona che si trovava con me in quel parco così buio e dimenticato.
‘Sono Louis’ rispose, tutti i sensi mi si risvegliarono in un attimo e mi allontanai annaspando sul legno della panchina per evitare di finire sulla ghiaia che rivestiva le stradine. Era tutto fin troppo strano, possibile che dovessi incontrarlo sempre?

‘Che fai? Mi segui?’ chiesi con astio, lui abbassò gli occhi colpevole.
‘Scusa, se vuoi me ne vado’ fece per alzarsi ma lo trattenni per un braccio.
‘No ti prego resta, se mi hai seguito vuol dire che ti interessa qualcosa di me’ mi uscirono quelle parole così tristi dalla bocca che sentii le lacrime che salivano di nuovo agli occhi.

‘Sei sicura che vuoi stare con “quello”?’ mimò le virgolette con le dita con un certo senso di amarezza in bocca, ecco perfetto, mi aveva anche sentita a scuola, bella figura di merda.
‘Sì, se non vuoi stare tu con una pazza sbraitante puoi anche tornare a casa’ risposi acida, evidentemente l’acidità non se ne andava dopo quella mezza specie di tregua. 'Scusami, non sono brava a farmi degli amici’ continuai, lui sorrise.

‘Sei fredda’ disse sfiorandomi una guancia, mi ritrassi gentilmente, non ero abituata a quel tipo di attenzioni, o forse le rifiutavo e basta, per non finire come mia madre. A volte pensavo proprio che fosse la situazione dei miei genitori a farmi perdere le speranze in amore, se dovessi finire come loro non me lo perdonerei mai.

Forse ero la ragazza di ghiaccio per colpa loro.

‘Non sono tornata per niente a casa e mi sono addormentata qui come una barbona’ ammisi, lui mi avvolse la sua sciarpa intorno al collo sorridendo per la mia troppa schiettezza. 
‘Tua madre non è venuta a cercarti?’ chiese preoccupato mentre passavo una mano sulla stoffa morbida dell’indumento che emanava un calore rassicurante. Una specie di calore familiare si diffuse sul mio collo infreddolito, ebbi un brivido e sorrisi nello stesso tempo.

Mia madre che veniva a cercarmi? Se la maggior parte delle volte non si ricorda di avere una figlia!

‘No, o è da qualcuno dei suoi fidanzati o è a lavoro’ risposi sprezzante, anche se mi manteneva in vita non la vedevo mai, e ci stavo male, fin troppo.
‘Verity mi dispiace tanto’
‘Non sono qui per elemosinare pena dalla gente’
lo zittii, poveretto, aveva a che fare con i miei sbalzi d’umore continui.
‘Domani ci sei a teatro?’ cambiò discorso, grazie al cielo, non sembrava offeso dalla mia acidità, come non lo era mai Niall. Ecco ci stavo ripensando, strinsi i pugni nervosamente.
‘Sì anche se è un musical orribile’ sbuffai, non si poteva fare una storia senza innamorati? Poi io dovevo essere l’innamorata di questo lancia palle dalla mira sbilenca, e non andava per niente.
‘Agli inguaribili romantici piace, e sono più degli acidi di ghiaccio come te’ mi punzecchiò, aveva ragione.
Speravo con tutto il mio cuore che la smettesse di chiamarmi così, mi innervosiva, e mi faceva sentire ancora più acida ed apatica.
‘Lo so.. e tu cosa sei?’ chiesi curiosa, lo spiazzai del tutto, cominciò a torturarsi le mani in un evidente imbarazzo.

Forse non era bravo ad aprirsi con le persone, esattamente come me.

‘Ehm.. diciamo una via di mezzo’
‘Ah per fortuna. Sapevo ti sarebbe piaciuto prendere parte a questo musical Tomlinson, ci vediamo domani’ mi alzai dalla panchina dandogli una pacca sul ginocchio e mi diressi verso casa mia con riluttanza, ma se volevo evitare una punizione dovevo sbrigarmi.
Lasciai il mio 'nuovo amico' seduto sul legno ormai freddo, con uno sguardo abbastanza sgomento e confuso a causa dei miei repentini cambi di umore.

‘Brown!’ mi chiamò mentre mi allontanavo, mi girai. Sembrava volermi dire qualcosa poi scosse la testa.
‘Ci vediamo domani’ continuò, per poi sparire nel buio del parco. Era un ragazzo strano.
Corsi a casa e con poco stupore scoprii che mi madre non c’era, mangiai qualcosa e corsi a dormire.

Quella notte per la prima volta sognai Louis, e la mattina dopo mi svegliai con addosso la sua sciarpa, aspettando che arrivasse il momento di andare a teatro.






Spazio autrice:
ciao a tutti, sono di nuovo in ritardo, so di essere una merdaccia, perdonatemi. ma ora che ho concluso la mia altra ff vi informo che dedicherò tutto il tempo a questa, yeee!
scusatemi se questo capitolo è un po' merdaccioso e corto, però ci sono delle novità aw
Verity è sempre la solita, pensate che cambierà mai?
Louis lo adoro, è così dolcino con lei che sopporta i suoi scleri kjfs
so che siete tutti curiosi di sapere cosa succederà nella prossima puntata, e allora rimanete collegatiiiiiiii(?)
un bacio a tutti, sappiate che le vostre recensioni mi fanno sempre sorridere, vi adoro aw <3

-ele.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** The most beautiful couple! ***


                                                                                  


The most beautiful couple!


Niall non era appoggiato sul muretto di casa mia come tutte le mattine, innervosita dal fatto che dovessi andare a scuola da sola cominciai a camminare svelta.

Voleva la guerra? E che guerra sia.

Non ero stata io ad iniziare, se aveva intenzione di rimpiazzarmi con qualche rozzone dei suoi amici, o con qualche oca rifatta delle sue nuove amiche, poteva benissimo farlo, ma io non sarei rimasta sola a guardare, oh no.
Se se lo aspettava non conosceva la vera Verity Brown.

Oltrepassai il cancello della scuola guardando avanti e dirigendomi al mio armadietto.
Evidentemente gli idioti del giornalino di questa scuola non avevano intenzione di lasciarmi in pace.

‘Allora Verity cosa ne pensi del tuo Romeo? Vi siete chiariti dopo la pallonata? E Niall? Avete litigato?’ cominciò a bombardarmi di domande una ragazza asiatica con gli occhiali grandi, quelle sue domande mi fecero subito capire quanto potessero girare velocemente le informazioni all’interno di quello stupido istituto.
‘Dovete scrivere queste cazzate nel giornalino? Metteteci la fame nel mondo o altri argomenti interessanti, io non sono interessante’ risposi acida sbattendo così forte lo sportello dell’armadietto tanto da farla sobbalzare e sistemarsi gli occhiali sul naso.

Non ero una celebrità, ma che cosa volevano? Solo perché mi ero incastrata da sola come una stupida nella recita cantata della scuola non significava che la mia vita fosse un affare di stato.

‘Tu sei interessante perché dai loro risposte del genere’ mi rimbeccò Louis raggiungendomi, con quattrocento alunni sempre me doveva incontrate qua dentro? Non era giornata.

‘Oh mamma ma allora vi parlate!’ esultò la giornalista e cominciò a scrivacchiare su un taccuino stropicciato, le rivolsi un’occhiataccia truce.

‘Meglio andare Verity’ si intromise Louis trascinandomi per un braccio nel teatro, dall’altra parte del corridoio scorsi il mio ‘migliore amico’ che si divertiva da morire con le sue nuove amiche fatte e rifatte.

‘Stupidi giornalisti’ sbottai nervosa, ma gran parte di quel nervosismo era dovuto alla vicinanza di quelle barbie con il mio Niall.

‘Siamo in anticipo’ mi informò Louis evitando i miei insulti, stare in un luogo chiuso da sola con lui un po’ mi intimoriva.

‘Bene, la Sparks è molto orgogliosa di questo progetto, però ci lascia da soli in questo stupido teatro’ mi abbandonai su uno dei primi sedili.

Louis corse sul palco e cominciò a perlustrarlo avanti e indietro. ‘Sei gelosa di Niall vero?’ chiese mentre osservava qualcosa che non riuscivo a vedere dalla mia posizione, ora mi leggeva anche nella mente.

‘Sì’ risposi guardandomi i piedi.

‘Sei innamorata di lui?’ chiese di nuovo.

‘NO!’ sbottai, io non ero innamorata, io non mi innamoravo.

‘E perché ti infastidisce?’ si era fermato al centro e mi scrutava curioso, riuscivo a scorgere sulla sua faccia un sorrisetto compiaciuto.

‘Ehm.. perché.. insomma lo conosco da tanto tempo, è il mio migliore amico e..’ farfugliai, sapeva come mettermi in confusione.

Non ero innamorata di Niall, solo che io ero sua, e lui era mio. Qualsiasi altra cosa sarebbe sembrata inutile e superflua.

‘Sei strana Brown’ decretò, che scopertona.

‘Oh eccoli i miei prediletti’ esultò la Sparks raggiungendoci pimpante salvandomi da una conversazione imbarazzante, tutta quella energia non avevo idea da dove la cacciasse fuori. Nonostante tutto le ero grata per avermi salvata da quel momento imbarazzante.

‘Prof’ la salutammo.

‘Allora d’oggi in poi avrete i vostri copioni e dovrete studiarli insieme, una volta a settimana ci ritroveremo qui per eventuali correzioni. Sarete inseparabili, la coppia più bella di tutte’ ci spiegò con aria sognante unendo le mani, Louis rise guardando l’espressione schifata che avevo in faccia.

‘A parte ‘la coppia più bella di tutte’ va bene’ decretai, la prof mi fulminò, forse era proprio questo quello che voleva, ed era quello che non volevo io.

‘Brown io voglio una coppia affiatata, cos’è di affiatata che non capisci?’

‘Niente prof’
mi abbandonai all’idea che avrei passato i prossimi tre mesi in compagnia di Louis il tira palle.

‘E ora voglio sentirvi cantare’ annunciò spingendoci fino a sopra il palco.

Era la prima volta che cantavo davanti a qualcuno, o almeno consapevolmente, dato che il mio vicino dai capelli mezzi arancioni mi seguiva al parco. Mi sentivo come immobilizzata, fissavo un punto a caso all’interno della stanza e mi grattavo la testa. Louis notò la mia tensione e mi sfiorò un braccio.

‘Tranquilla, ci sono io’ mi disse in un orecchio, poi mi offrì la sua mano che strinsi forte. In altri casi un'affermazione del genere non mi avrebbe per niente rassicurata ma in quel momento decisi di lasciar perdere il rancore per la pallonata e mi concentrai sulla canzone.

Partirono le note di ‘endless love’ ed iniziammo a cantare, ad un tratto mi sentii così bene stringendo ancora la mano di Louis che mi sorrideva. Alla fine della canzone la prof cominciò ad applaudire compiaciuta ed a esultare come se fosse allo stadio.

‘Ragazzi, questo musical sarà fantastico’ annunciò gesticolando, poi uscì dal teatro parlando da sola di quanto fossimo bravi.

‘Complimenti Brown’ Louis si rivolse a me sorridente, io gli sorrisi e lo abbracciai d’impulso.

‘Anche a te Tomlinson’ risposi mentre mi stringeva tra le sue braccia. La campanella segnò la fine di quella lezione e insieme ci dirigemmo nella mensa.

‘Allora, dove ci sediamo?’ mi chiese Louis mentre eravamo in fila con i vassoi, lo guardai strana.

Ci? Ma che voleva?

‘Brown cos’è di coppia affiatata che non capisci?’ continuò imitando la Sparks, cominciai a ridere di gusto.

‘Io direi fuori’ proposi, non tanto perché amavo il freddo, ma per far vedere a quel biondo che stavo bene anche senza di lui.

Trovammo un tavolo lontano da quello dei vip, anche se in teoria dovevamo starci anche noi due insieme a loro.

‘Ci guardano tutti’ sussurrai infastidita.

‘Guardano te, aspettano che cominci a sbraitare contro di me e che mi ripeta quanto sia idiota’ rispose percependo le chiacchiere.

‘Non dare importanza a quegli idioti LouLou – gli dissi sedendomi – a loro piace parlare, facciamoli divertire’

‘Non chiamarmi LouLou’ mi rimbeccò dandomi una gomitata. Girai un attimo lo sguardo e notai Niall che ci guardava con rimorso, oh eccellente.





And I 
I want to share 
All my love with you 
No one else will do...
And your eyes 
Your eyes, your eyes 
They tell me how much you care 
Ooh yes, you will always be 
My endless love 






Spazio autrice:
ciao a tutti, come al solito sono in ritardo, scusatemi ahaha
ho visto che al capitolo scorso ci sono state poche recensioni e sono un po' delusa, se volete potete darmi dei suggerimenti riguardo alla storia potete scrivermelo nelle recensioni nel caso in cui non vi piaccia lo sviluppo degli eventi.
e ora in questo capitolo abbiamo visto che dovranno stare sempre insieme 'appassionatamente' ahaha cosa vi aspettate?
comunque la canzone non è stata scelta a caso aw
lasciatemi tante recensioni, fatemi contenta dai(?) 
vorrei sentire anche il parere di chi non ha recensito mai, so che ci siete, fatevi avanti lol
ora vi lascio, un bacio a tutti, alla prossima <3
-ele

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Niall il geloso...? ***


                                                                                  


Niall il geloso...?



Tornata a casa lanciai lo zaino vicino alla porta e mi distesi sul divano, quella stupida prof Sparks aveva imposto a me e Louis di studiare insieme quel copione, ma non ne avevamo voglia, cioè, io non ne avevo voglia, quindi avevo deciso che lo avremmo fatto il giorno seguente e lui si era adeguato. Mi piaceva comandare.

Fissavo il soffitto incerta sul da fare, quindi cominciai a riflettere su quello che era successo quella mattina.
Avevo abbracciato Louis Tomlinson, il ragazzo irritante che mi aveva procurato un odiosissimo bernoccolo in testa, ed avevo scoperto che non era così tanto irritante...

Forse alla fine sarei riuscita a farmelo andare a genio, in qualche modo.

La sua sciarpa, che avevo deciso di non restituirgli, aveva il suo odore, ed era così buono che sorpresi me stessa ad inalarlo, finché qualcuno non suonò alla porta di casa distogliendomi da quel momento di debolezza. Mi alzai di malavoglia ed andai ad aprire.

‘Oh ciao Niall’ lo salutai fredda.

‘Verity’ disse con un cenno della mano, ora che era venuto a fare?

‘Ti serve qualcosa?’ chiesi scrutandolo mentre si torturava le mani.

‘Sì, la mia migliore amica’

‘Beh valla a cercare tra le barbie di stamattina, sono così simpatiche quando parlano dei loro trucchi, o dei loro smalti, o dei loro piani di farsi tutta la scuola, te compreso!’
 innervosita, feci per chiudere la porta ma mi bloccò con tutta la forza che aveva, mi sentivo così debole a confronto suo.

‘Smettila di fare l’idiota – mi bloccò di nuovo mentre forzavo il legno per sbatterglielo in faccia – non sono l’unico che è stato sostituito qui’

‘La pianti di essere geloso Niall per favore? È un ordine della Sparks che io debba stare con Louis’ sbottai abbandonando le braccia lungo i fianchi con fare rassegnato, non avevo idea che potesse essere così permaloso per una cosa che nemmeno io avevo provocato. Cioè, in un certo senso l'avevo provocata, ma non potevo cerco prevedere che Louis si sarebbe vendicato della mia vendetta!

‘Sei sicura?’ chiese.

‘Certo che sono sicura, perché dovrei inventarmelo? Dio, ma che ti prende?’

‘Sono geloso’
rispose, poi girò i tacchi e se ne andò.

‘Niall che palle!’ urlai prima di chiudere la porta di casa e tornare sul divano. Sapevo che mi aveva sentito l’intero vicinato, ma pazienza, dovevano abituarsi anche loro a Verity la pazza.


Ora non ci mancava solo che avrei dovuto passare tutte le ore con Louis, c’era anche Niall il geloso, figura che non si era mai presentata in cinque anni di amicizia, roba da pazzi.

La porta di casa si aprì di nuovo, mi preparai al peggio, ma era solo mia madre. Finalmente qualcuno con cui forse avrei potuto parlare.

‘Tesoro ho visto Niall!’ urlò diretta al piano di sopra, per poi accorgersi che ero a qualche metro da lei.

‘L’ho visto anche io’ sbuffai.

‘Qualcosa non va?’ chiese, non avevo voglia di raccontarle tutto, anche se era una delle poche volte che si interessava alle questioni che mi riguardavano, quindi riassunsi la questione.

‘Oh tesoro gli uomini sono una rovina’ commentò solo, poi sparì in camera sua.

Molto di aiuto insomma.

Tornò qualche minuto dopo tutta agghindata. ‘Mamma dove vai?’ le chiesi ammonendola, sapevo dove andava.

‘Da Josh, sai tesoro penso sia l’uomo giusto per me’ mi confessò.

‘Hai detto la stessa cosa degli altri cinque prima di lui’ le ricordai abbassando lo sguardo, era uno schifo avere una famiglia del genere, mi mancava mio padre, ma a lei evidentemente no.

‘Lui è davvero quello giusto, quando lo conoscerai ti piacerà!’ mi baciò la fronte e sparì dalla porta di casa.

Col cazzo che mi piacerà, io voglio che sia mio padre, perchè non lo vuoi capire?



Di nuovo sola, salii in bagno e riempii la vasca di acqua calda prima di immergermi dentro. I sensi si rilassarono improvvisamente.

‘Gli uomini sono una rovina’ ripetei ad alta voce incoscientemente, sentii la mia voce rimbombare all’interno della stanza vuote.

Lo erano davvero? Non lo sapevo. Ma mia madre ne sapeva molto più di me, probabilmente aveva ragione.
Odiavo essere la ragazza di ghiaccio, sempre triste e sola. Me ne rendevo conto solo adesso, perché avevo bisogno di calore per sentirmi bene.
Mi immersi completamente nell’acqua calda, sentii quel calore familiare che mi faceva stare così bene.

Ma ci sarebbe stata una persona disposta a darmi così tanto calore da farmi stare bene? Non sapevo nemmeno questo.
Mi avvolsi velocemente nel mio accappatoio ed andai a dormire. L’odore di Louis profumò il mio sogno.


                                      


Mi svegliai con i capelli ancora bagnati, ed era tardi. Incespicai tra i vestiti che avevo lasciato per terra la notte precedente e mi preparai in fretta e furia per poi uscire di casa quasi correndo.
Niall non c’era nemmeno quella mattina, cominciai a pensare che fosse meglio, non avevo bisogno di un morboso rompi palle che mi stava sempre appresso. Durante il tragitto a piedi qualcuno mi tirò per una spalla.

‘Buongiorno Veri’ mi salutò il mio finto innamorato.

‘LouLou – sorrisi nel vedere la sua faccia scocciata – vuoi prendere il posto di Niall?’

‘Non lo farei mai, anche se mi guarda male’

‘Non ti farà niente, nessuno può uccidere il mio Romeo’
scherzai, lui arrossì in viso, ma non era un complimento! Non dovevo prendermi troppa confidenza, d'altronde mi aveva quasi mandata in coma..

‘Grazie Giulietta, ma così inverti le parti, dovrei difenderti io’ scherzò a sua volta, mi era simpatico ormai, forse. Dovevo adattarmi.



Mi trascinai avanti nelle lezioni fino all’ora di pranzo, in cui raggiunsi il nostro tavolo e lo trovai a mangiare avidamente.

‘Qualcuno ha fame?’ scherzai, poi mi accorsi che avevano sostituito la pasta appiccicosa con carne fritta e insalata, finalmente.

‘Avrai fame anche tu Veri’ scherzò, quel nomignolo non era tanto male. Come al solito la gente ci guardava male, che nervoso.

‘Oggi dobbiamo provare..’ mi ricordò dopo aver spazzolato via tutto.

‘Hai ragione – dissi addentando un pezzo di carne – perché non vieni da me? Tanto non c’è mia madre che scoccia’. Quella proposta scatenò tutte le occhiatine della gente su di noi, che nervoso.

‘Va bene, ci vediamo alle quattro’ accettò Louis, cominciai ad aspettarmi un terzo grado da parte della tipa asiatica del giornalino.








Spazio autrice:
ciao a tutti, indovinate chi è in ritardo? IO, lol.
scusatemi da morire, la scuola mi manda fuori di testa ogni volta, ma qui ho novitàààà
abbiamo letto della discussione tra Niall e Verity, che pensate che succederà? e dell'avvicinamento della nostra acida con Louis?
recensitemiii, ho notato con dispiacere che molti di voi hanno lasciato la ff, pazienza, io continuo lo stesso lol
alla prossima, un bacione grande <3

-ele

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Avanti, le piacerà! ***


                                                 

Avanti, le piacerà!



‘Oh Veri non ti ricordi davvero niente?’ mi chiese Louis, studiare quel copione mi faceva venire i conati di vomito.

‘Senti principessa, questa storia è troppo sdolcinata!’ lo apostrofai lamentandomi e lanciando il copione per terra e incrociando le gambe sul divano. Eravamo lì da due ore e non mi ricordavo niente, avevo voglia di buttare tutto nel fuoco, tanto avevo un caminetto già pronto all’uso.
Sbuffai e mi misi a guardare Louis che leggeva le battute interessato, ripensai che, anche se quella doveva essere una vendetta, gli avevo fatto un bel favore.

‘A che pensi?’ mi chiese notando che lo guardavo, abbassai gli occhi imbarazzata.

‘Che ho fatto bene a candidarti per Romeo’ risposi, lui mi sorrise. ‘Ma ti sto odiando lo stesso’ continuai guardandolo male.

‘Questo è il prezzo da pagare se fai la stronza’ mi diede un buffetto sulla guancia, che cercai di scansare gentilmente, evitando di cadere dal divano.


                                                                                                                         ***


‘Ragazzi – urlò la Sparks entrando di corsa in teatro il giorno seguente, pronta ad annunciarci che quella era un’altra giornata pienissima ecc ecc – oggi abbiamo tante cose da fare’.

Come immaginavo, ed invece io quella mattina non avevo voglia di fare un bel niente, sospirai stanca, avendo paura di quello che stava per proporre quella vecchia. Non riuscivo ancora a capire come facesse una come lei ad essere così tanto piena di energie, sembrava che niente la innervosisse, o la turbasse.

Lei di tutta risposta si sedette sulle poltrone e cominciò a sfogliare un quadernaccio pieno di nomi, era una donna fin troppo disordinata per essere una professoressa di lettere.

‘Avanti sedetevi, ora ci sono i provini per le parti minori’ ci esortò pimpante, feci la faccia più scocciata mai fatta, lei la notò ma se ne fregò altamente.
Mi lasciai cadere su una poltroncina mentre lei blaterava qualcosa sui ragazzi, che li dovevamo scegliere noi, che erano parecchi perché la sua iniziativa era stata accolta da troppa gente, e poi aveva cominciato a vantarsi perché quell’anno, sotto la sua supervisione, lo spettacolo aveva le aspettative migliori negli ultimi vent’anni.

Erano discorsi da egocentrici che preferivo tralasciare.

Louis invece partecipava animatamente alla conversazione, quindi decisi che avrebbe fatto tutto da solo, era lui l’esperto, io mi trovavo in quella situazione scomoda solo perché lui era convinto che cantassi bene. Al secondo ragazzo mi addormentai, mi sembrava che volesse fare uno dei cugini di Romeo, ma non ricordandomi niente della trama da voltastomaco non avevo voglia neanche di sforzarmi di capire quale cugino fosse.

‘Ti conviene rimanere sveglia se non vuoi che se ne accorga’ mi sussurrò Louis in un orecchio, quasi saltai dalla sedia, quello stupido risveglio inaspettato e quella fin troppa vicinanza mi rese ancora più irritante.

‘Tomlinson il palco è davanti a te’ gli ricordai dato che era a qualche centimetro dalla mia faccia e ciò non andava, così misi una mano sul suo petto cercando di scansarlo da me mentre lui sorrideva divertito dal mio imbarazzo.

Lo divertiva che io fossi imbarazzata dalla nostra vicinanza? Oh Dio che ragazzo stupido e superficiale.

Nel frattempo la Sparks guardava ammirata la tipa che stava cantando e applaudiva come una ragazzina. Ogni tanto ci rivolgeva qualche occhiata, come per controllarci, ma che intenzioni aveva questa donna?

‘Avanti, le piacerà’ mi spronò lui percependo le occhiate della prof, dal canto mio non volevo fare niente che piacesse a quella stupida impicciona, perché non si interessava degli affaracci suoi? Se doveva creare una coppia affiatata andava in giro per la scuola e si cercava due fidanzatini morbosi e sdolcinati per fare i suoi protagonisti, non me e questo qua.

Sbuffai nervosa, cominciai di nuovo a chiedermi perché mi trovavo in quello stupido teatro con il ragazzo che mi aveva quasi procurato un trauma cranico.

Lui dal canto suo mi stampò un bacio su una guancia e tornò a parlare con quella vecchiaccia, mentre io cercai di pulire la zona ‘colpita’.
Per fortuna la campanella arrivò a salvarmi da tutta quell’agonia, scattai in piedi ed uscii da quel teatro prima che potessero proferire parola.

A pranzo trovai un tavolo al sole e mi ci sedetti, nemmeno quel giorno casualmente avevo voglia di mangiare, né di parlare con quella sottospecie di mio migliore amico che si dava alla pazza gioia con quegli idioti del calcetto.

‘Nervosa Brown?’ mi chiese Louis sedendosi con me, annuii, ormai tutti erano a conoscenza dei miei nervi che saltavano ogni momento.

‘Posso indovinare il perché?’ scherzò.

‘Tanto mi leggi nella mente, fai pure’ risposi acida e cominciai a farmi una treccia scrutando la sua faccia divertita. Lui fece un cenno con la testa verso il tavolo di Niall ed io annuii.

Forse mi leggeva nella mente per davvero.

‘Dovresti provare a parlarci’ consigliò, non aveva capito proprio un bel niente del mio carattere, ero troppo orgogliosa per parlare con le persone dei loro sbagli, io ero innocente e dalla mia posizione non mi sarei spostata nemmeno fosse venuto un uragano.

‘Ci ho già provato, anzi ci ha provato lui. Dice che è geloso’ risposi facendo spallucce, ancora non mi capacitavo di quanto potesse essere idiota Niall.

‘Forse gli piaci’ non poteva tirare conclusioni così affrettate, non dopo quello che era successo qualche anno prima con Niall.

‘Stavate insieme?’ mi chiese vedendo la mia faccia mezza allarmata e interpretò il breve silenzio che seguì come una risposta.

‘Forse, cioè, c’è stato qualche bacio, ma niente di che’ risposi vaga ed imbarazzata, non eravamo mai stati insieme, ma il fatto della sua gelosia era una cosa idiota. Louis di tutta risposta abbassò lo sguardo e si concentrò sul piatto di riso che avevano servito oggi.

Che aveva anche lui? Che avevano tutti? Che avevo fatto io per essere circondata da pazzi?

‘Ehi Lou tutto bene?’ gli chiesi toccandogli i capelli.

‘Sì tranquilla’ rispose sorridendo, a guardarlo meglio aveva un bel sorriso, e dei begli occhi. Forse era la prima volta che mi fermavo a guardarli attentamente, forse stavo anche sbagliando perché ero come incantata.



Spazio autrice:
SCUSATEMI DEL RITARDO, PERDONATEMI VI PREGO E' SOLO E UNICAMENTE COLPA DELLA SCUOLAAAAAAAAAAA
dopo le mie scuse (spero mi abbiate perdonata) vi prometto che aggiornerò più velocemente, dato che ho finito il girone infernale delle interrogazioni e robe varie, yuppi!
ho notato che molti lettori non sono molto attivi, attribuisco questo problema alla scuola e vi capisco, ma mi mancateee, tornate da me vi pregoooo(?) lol
poi.... come avete visto ho messo l'header, aww, quindi avete notato com'è la nostra bellissima Verity (io amo Elmly Rudd, è perfetta dfkbjn), che ne dite?
in questo capitolo ci sono alcuni sviluppi, del tipo che Louis e Verity si stanno avvicinando tanto e che lui è 'geloso'. avete idee per i prossimi capitoli?
spero recensiate in tanti, mi siete mancati tutti, un bacione grande
ele <3

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Strange! ***


                                                                   

Strange!


'Niall ma che ti salta in mente? Sei impazzito?'
'Niente Ver'
'Non puoi baciarmi e dirmi che non hai niente'
'Ti voglio bene'
'Siamo fratelli anche se non di sangue, te lo sei scordato?'
'No Ver, mai'
'Bene, non farlo mai più, non posso perdere anche te'
'Promesso'

E invece avevo perso anche lui...






L’inverno se ne andava velocemente e con sé portava via tutta l’aria fresca che amavo. Il tepore del sole era sempre più caldo sulla mia pelle,ormai il cortile della mensa era pieno di alberi pieni di fiori che emanavano un profumo buonissimo e allo stesso tempo stomacante.
La cosa orribile della primavera era che se prima potevo mangiare da sola al freddo senza gente che scocciasse, ora i tavoli erano tutti occupati da stupide coppiette che conversavano sui loro pomeriggi amorosi. Ero dell’idea che anche se dovevano consumare questa era una scuola, potevano benissimo andarsene a casa loro e non schifare la gente come me.

‘Buongiorno Brown!’ mi salutò il mio ormai compagno di pranzi Louis, come faceva ad essere sempre allegro non si sapeva, e con lui la prof che era sempre più entusiasta su tutto il lavoro.

‘Ciao’ accennai innervosita fulminando due che si slinguavano nel tavolo davanti al nostro. Lui scoppiò a ridere divertito notando la mia faccia, ormai ero come un pagliaccio, lui se la rideva in continuazione.

‘Oh Brown sei gelosa?’ mi schernì, fulminai anche lui.

Io? Gelosa? Mai! Nemmeno se quel tizio fosse stato Di Caprio in persona!

‘No, mi fanno schifo’ risposi sulla difensiva. Lui dal canto suo si avvicinò ad un albero, staccò un fiore e me lo porse.

‘Dai così sarai meno gelosa’ mi disse sorridendo, che intenzioni aveva?

Guardai prima lui e poi il fiore con una faccia quasi sconvolta. Era tutto bianco con delle sfumature rosa, non avevo idea di che alberi ci fossero nel cortile, ma era bellissimo.

‘Assomiglia a te – mi spiegò – sei bianca, ma quando ti arrabbi ti diventano le guance rosa’.
Quella spiegazione sembrava essere inventata al momento, ma dato che nessuno mi aveva mai fatto un complimento del genere sorrisi e lo misi tra i capelli. Sperai vivamente di non essere arrossita, tutto quel sentimentalismo e quel batticuore che avevo in quel momento era forse dovuto alla primavera. Odiavo la primavera, pioveva sempre, e tutti sembravano essersi risvegliati dal freddo gelido dell'inverno. Forse si risvegliano le persone, si liberano dal gelo del freddo, ma io no, sono sempre fredda, e nessun Louis che estirpa le piante della scuola cambierà la mia condizione.

‘Grazie Lou’ accennai, lui sorrise vittorioso.

‘Verity Brown che accetta un fiore e non fa l’acida, oggi è un giorno da ricordare’ mi schernì spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

‘Giorno da ricordare per cosa? – chiese Niall che passava dietro di noi, sperai vivamente che Louis non proferisse parola, sennò l’avrei ucciso davvero – comunque bel fiore Ver’

‘Grazie, gliel’ho regalato io’ rispose Louis, male malissimo, tra qualche minuto si sarebbe ritrovato un’impronta di scarpa in faccia fatta da me.

‘Ah, scusatemi allora, non volevo interrompere le vostre effusioni pubbliche’ rispose Niall scocciato e si dileguò. Louis scoppiò a ridere ed io strinsi un pugno innervosita.

Forse quella era una delle poche volte in cui avevamo parlato dopo che si era presentato a casa mia per mettermi al corrente della sua gelosia, e ne ero felice, ma come al solito doveva sempre esserci qualcuno che rovinava tutto, e quel qualcuno questa volta non ero io.

‘Sei uno stronzo’ lo fulminai di nuovo.

‘A forza di stare con te come pretendi che possa essere dolce?’ mi chiese con un sorrisetto acido. Cercai di incenerirlo con lo sguardo mentre ridacchiava tra sè per la sua stupidità.

‘Ah e adesso sarebbe colpa mia?’

‘No, non è colpa tua se Niall si è innamorato di te’ continuò ridendo, speravo che non me lo avesse mai detto. Louis stando a contatto con le persone riusciva a capirle con una velocità quasi sovrumana, quindi non potevo nemmeno sperare che fosse una cavolata, era troppo intuitivo.
E quella del Niall innamorato era solo una mia stupida supposizione infondata, a cui avevo pensato in quei momenti morti dove ripensavo alle sue scenate di gelosia, ma dato che Louis mi aveva dato una mezza specie di conferma stavo iniziando a pensare per davvero che il mio migliore amico si fosse innamorato di me.

Anche se ora avevamo litigato e tecnicamente non eravamo più migliori amici.
Tecnicamente le cose non sarebbero nemmeno tornate come prima.


‘No, non è colpa mia..’ dissi a bassa voce guardando per terra, forse era colpa mia invece, forse lo stavo dicendo per autoconvinzione.

‘Che hai Veri?’ mi chiese alzandomi il mento con due dita e incatenando i suoi occhi con i miei.

Era strano, lunatico, pazzo, stronzo e anche insopportabile. Perché dovevo ancora perdere il mio tempo con uno del genere?

‘Tu sei sempre stato stronzo Lou, non è la mia influenza’ scostai la testa per fargli rimettere la mano a posto, aveva per caso intenzione di ipnotizzarmi con quegli occhi?

‘Stai cercando un pretesto per litigare mora?’ mi chiese con un sorrisetto irritante. Mi limitai ad alzarmi dal tavolo e ad entrare dentro, lasciandolo lì con un'espressione allibita in faccia, come se quella più strana fossi io, ma no, il più strano era lui.



Alla prossima ora per fortuna non avrei avuto teatro, tanto meglio, più stavo lontana da quel Louis più poteva conservare integra la sua bella faccia.

‘La coppia è scoppiata?’ mi chiese una biondina alta due metri, mi squadrò da capo a piedi con un sorrisetto acido.

‘Non c’è mai stata per tua informazione’ risposi e cercai di scansarla. Non riuscivo a capacitarmi di come le notizie circolassero così velocemente all’interno di questo stupido istituto. Come facevano a sapere sempre tutto? Mi avevano installato un microchip addosso?

‘Allora Tomlinson è libero?’ continuò a chiedermi, quella domanda mi fece ribollire il sangue nelle guance, non avevo nemmeno io idea del perché. Forse era proprio la reazione al sentire pronunciare il suo che mi causava tutto quel nervosismo. Louis era il mio problema e dovevo eliminarlo, in qualche modo.

‘Sì, prenditelo’ ringhiai e mi diressi nella mia aula.



Lanciai i miei libri sul banco con così tanta forza che il tonfo fece saltare il prof dalla sedia.

'Brown non pensa di dover prendere qualche calmante?’ mi chiese, la classe scoppiò a ridere.

‘Così non mi aiuta’ risposi, poi concentrai la mia attenzione su un quaderno dove iniziai a scarabocchiare insulti di ogni genere, giusto per calmarmi.

‘Verity ti sei lasciata con Louis?’ mi chiese la mia vicina di banco, che quel giorno aveva altro da fare invece che disegnare stranezze, cominciai a domandarmi se quel branco di idioti pensava che noi stessimo insieme per davvero. Era fuori discussione che io stessi con quello lì, un essere così irritante. Probabilmente lui pensava la stessa cosa di me, quindi era okay.

‘Mi avete rotto il cazzo con Louis ok?’ dissi ad alta voce sovrastando quella del professore, la tipa si ritirò a scrivere e io feci la stessa cosa quando mi accorsi che tutti mi fissavano ed il professore aveva smesso di spiegare un qualcosa che non avevo capito a causa del mio nervosismo.

‘Sì?’ chiesi al prof noncurante della sua espressione arrabbiata.

‘Brown una visita dal preside ti farà passare la voglia di pensare a Louis’ accennò indicandomi la porta, mi alzai facendo strusciare la sedia per terra, facendo un rumore orribile per farlo pentire della sua affermazione stupida e insensata, e andai a fare una visita a quel vecchietto, irritante anche lui, come tutti gli esseri di quella scuola.






Spazio autrice:
sto facendo progressi, amatemi HAHAH
ecco la prima litigata effettiva tra Romeo e Giulietta della storia, che sicuramente conoscendo Verity la pazza non sarà l'unica, lol
che ne pensate delle reazioni di lei? e del povero Niall che voleva fare pace? Louis invece, che pensate di tutta la sua apparente gentilezza e dolcezza?
vi ringrazio tantissimo per le recensioni, vi amo tutte quante, siete favolose :*
aggiornerò presto ve lo prometto, un bacione grande a tutte,
-ele <3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** You're a bitch! ***


                                                                 
You’re a bitch.


La mia gita emozionante dal preside non aveva fruttato niente, anche i muri sapevano che non si dovevano dire parolacce in classe e che mi dovevo dare una calmata, che fare?
L’unica cosa positiva era che avevo passato un’ora e mezza a sentire la sua inutile ramanzina annuendo come un robot e promettendo che avrei preso più camomille. E avevo saltato matematica.
Le cose negative invece erano parecchie, come ad esempio il fatto che avrebbero chiamato mia madre che si sarebbe infuriata, oppure che all’uscita avrei sentito di nuovo tutte quelle irritanti voci della gente.

‘Brown spero di non incontrarla domani’ mi salutò il preside mentre mi dirigevo alla porta di vetro.

‘Lo spero anche io’ risposi poi uscii e fui quasi sommersa da tutta quella gente che scalpitava per uscire da quella prigione. Come dargli torto, ma se avessero evitato di spintonarmi a destra e a sinistra sarebbe stato molto meglio.

‘E levati coglione’ dissi dura ad un cretino che mi era venuto addosso, lui si scansò alzando le mani per paura di essere preso a schiaffi. Avevano così tanta paura di Verity Brown?


Decisi che avrei lasciato tutta la mia roba nell’armadietto, tanto il giorno dopo avrei avuto teatro, purtroppo, ed uscii a grandi passi per dirigermi a casa, dove sapevo che mi avrebbe aspettato mia madre super incazzata.

Incrociai Niall intento a dividere un pacchetto di patatine con una tizia, prima di quella ero l’unica con cui divideva il cibo. Le cose non sarebbero mai tornate uguali. Uscii dal cancello e cercai di dileguarmi velocemente da tutto quel trambusto.

‘Com’è andata dal preside Brown?’ mi schernì quell’idiota di Louis, dopo oggi a pranzo aveva intenzione di fare ancora lo stronzo?

‘Senti perché non te ne vai? Fammi un favore, vai a rompere le palle a tutte quelle che ti sbavano dietro, che sono pure contente’ risposi guardando dritto avanti a me, accelerando il passo sperando che non mi raggiungesse, anche se sentivo il rumore dei suoi passi che invece di diminuire e sparire stavano accelerando.

Tutte le cose che erano successe in quella giornata, che in teoria doveva essere normale e calma, mi avevano innervosita così tanto che se avessi potuto avrei urlato per strada a quello stupido pel di carota tutte le parolacce che avevo nel mio vocabolario, ma decisi di contenermi perché altrimenti qualcuno avrebbe chiamato la polizia, o la protezione civile, o peggio, un manicomio.

‘Veri voglio farmi perdonare’

‘Mi hai causato troppi problemi oggi, ce l’ho a morte con te, e non puoi fare niente’ risposi sprezzante, tutto quello che volevo era che non mi procurasse altri problemi e che si dileguasse in tutta velocità.

‘Sei andata dal preside per colpa mia?’ chiese con un tono divertito nella voce, beh tecnicamente lui c’entrava qualcosa.

‘Uhm sì, una mezza specie. Colpa delle tue spasimanti’

‘Spasimanti?’
rise, non c’era niente da ridere, erano scoccianti. Forse a lui faceva piacere di averle tutte ai suoi piedi, ma io odiavo le loro occhiatacce quando passavamo insieme nel corridoio.
Se lo amavano tanto potevano benissimo proporsi come Giulietta, invece che lasciare la parte a me, povera acida sfigata che voleva solo vendicarsi della pallonata.

‘Lascia perdere’ lo scansai e cercai di tornare a casa da sola, ma mi seguì ancora.

‘Veri vuoi uscire con me oggi pomeriggio?’ me lo stava chiedendo sul serio? Mi fermai in mezzo alla strada con un mezzo sorriso che gli mise un po’ di speranza, gli si leggeva negli occhi.

‘Ehi carotina hai avuto un’iniezione di bontà in queste due ore?’ gli chiesi acida inventando un altro soprannome, lui rispose alla mia occhiataccia con uno sguardo quasi deluso.

‘Sei una stronza, Verity’

‘Me lo dicono tutti’
risposi, poi girai i tacchi e mi avviai a casa.

‘Ci vediamo dopo Brown’ mi urlò, sorrisi ma non mi girai.

                                                                                                                                                                            *** 


Appena rientrata a casa trovai mia madre appoggiata allo stipite della porta che mi guardava male, perfetto, la scuola l’aveva avvertita della mia scenata.

‘Vado in camera mia?’ chiesi prevedendo le sue parole, lei annuì nera in volto.

Ora solo perché io sbraitavo davanti a tutti venivo punita, mentre lei che tradisce suo marito che combatte per la patria vive tutta rosa e fiori. Tenni i miei commenti per me e mi distesi sul letto. Aspettavo solo che la porta di casa si chiudesse per scendere in salotto ed accendere il camino.
La casa senza mamma è così calma, semplicemente perché non ho nessuno con cui litigare.
Decisi di perdere un po’ di tempo a struccarmi, a legarmi i capelli a cipolla e a mettermi i soliti vestiti per casa, una felpa enorme con il cappuccio e un paio di leggins. Scesi sotto e scoprii che mamma era andata via, per fortuna, accesi il fuoco e mi feci una camomilla, giusto per tener fede alla promessa fatta a quel vecchio del mio preside, anche se sapevo che non mi avrebbe di certo calmata un estratto di fiori.

Era così piacevole il caldo del fuoco sulle mie guance, anche se si stavano arrossando tutte, stavo per addormentarmi sul tappeto come fanno quei cani dei film quando suonò il campanello.
Troppo inebetita dal caldo mi alzai senza sparare qualche insulto tra me e me e mi diressi alla porta barcollando. La aprii sbadigliando e trovai Louis, strabuzzai gli occhi.

‘Non ti dai per vinto eh?’ chiesi scherzando appoggiandomi allo stipite.

‘Sembri un’ammalata’ scherzò a sua volta, mi ricordai di essere struccata e in condizioni pietose, ma sinceramente non me ne curai. Forse se avesse visto quanto potevo essere spaventosa mi avrebbe lasciata in pace..

‘Mi stavo scaldando’ risposi e lo feci entrare.

‘Oh e non ti sei sciolta?’ continuò con quel sorrisetto.

‘Vaffanculo’ risposi e tornai a sedermi vicino al fuoco, lui mi seguì.

‘Ti ho portato una cosa’ disse a un certo punto, lo guardai sorridendo con gli occhi che brillavano, amavo le sorprese.

‘Cosa?’ chiesi curiosa, lui frugò in tasca e cacciò un altro fiore, come quello di quella mattina, bianco e rosa. Me lo mise tra i capelli.

‘Qualcuno ha intenzione di estirpare tutti i fiori dalle piante di scuola?’ chiesi scherzando, lui scoppiò a ridere.

‘Prego Veri, è sempre un piacere farti dei regali’ scherzò, io lo abbracciai.

‘Grazie Lou’.



Spazio autrice:
PERDONATEMIIIIIIII per il solito ritardo, sono una frana lo so, ma è colpa dell'estate, è lei che mi fa tralasciare le cose serie! ahahaah
perdonatemi anche perchè questo ennesimo capitolo ha pochissime novità, ma vi prometto che dal prossimo ci saranno dei colpi di scena abbastanza interessanti
come al solito questi due litigano, ma che vi devo dire, io li adoro con tutto il cuore, sono una loro shipper ahahhaha
a proposito di shipper poi, siccome sono anche larry shipper (non mi ammazzate) ho scritto una os larry un po' di giorni fa e mi chiedevo se avevate voglia di passare, se lo fareste mi farebbe moltissimo piacere c: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1903719&i=1
detto questo vi lascio e vi prometto che aggiornerò il prima possibile, se non lo farò sarete liberissime di venirmi a trovare a casa e pestarmi di botte ahahha
grazie infinite per tutte le recensioni, siete favolose ed io vi adoro tantissimo, alla prossima!
-ele <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1581879