Just Maybe...

di Kyra Leonheart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Forse... ***
Capitolo 2: *** ...soltanto forse... ***



Capitolo 1
*** Forse... ***


Just Maybe…

Just Maybe…

 

Original story by Kyra Leonheart

Published on Fanfiction.net

 (http://www.fanfiction.net/s/3128329/1/Just_Maybe)

Translated by Mistral

 


 

Part 1: Forse…

Il suono della sveglia si diffuse per la casa, ma passarono almeno un paio di minuti prima che quel rumore infernale riuscisse a svegliare la ragazza dai capelli rosa, che alla fine si alzò per mettere a tacere l’orologio. L’oggetto in questione originariamente stava a fianco del letto ma, dopo aver speso una fortuna per comprarne ogni giorno uno nuovo, la giovane aveva deciso di trasferirlo all’altro capo della stanza: così non poteva più limitarsi semplicemente a fracassarlo a terra e tornare a dormire. Dopo essersi trasferita dalla casa dei suoi genitori ad un appartamento proprio, doveva essere ancora più attenta ad evitare una cosa del genere; adesso che abitava da sola, non c’era più nessuno che la svegliasse al mattino perché non facesse tardi… e un componente del team con quella cattiva abitudine era già abbastanza.

 

Facendo scorrere le dita tra i capelli rosa che ora le arrivavano alla vita, la 19enne Sakura Haruno si diresse verso il bagno, imprecando ad alta voce dopo essere inciampata in qualcosa abbandonato sul pavimento; si ripromise che non sarebbe più rimasta sveglia fino a tarda ora ad aiutare la sua sensei Tusnade, il Quinto Hokage, con le sue carte. La ragazza, ormai diventata jounin, era ancora l’allieva dell’Hokage ma, a causa delle sue frequenti missioni con il Team 7, le due donne non si vedevano spesso, tranne quando Sakura andava a fare rapporto sull’incarico svolto; così la giovane approfittava della scusa delle pratiche per incontrarsi con la sua sensei. Ma quegli incontri finivano regolarmente con maestra e allieva che, tra una chiacchierata e una scommessa, si scolavano ingenti quantità di sake: Sakura ripeteva sempre che non sarebbe più successo, però poi la volta successiva ci ricascava. Odiava quelle brutte abitudini che aveva preso da Tsunade, ma amava quella donna come una madre e non riusciva a fare a meno di lei.

 

Dopo un doccia veloce, la giovane kunoichi si incamminò verso il ponte per incontrarsi con gli altri componenti della squadra; di sicuro Kakashi-sensei era in ritardo, ma quella era una delle cose che si rifiutava di imparare da lui.

Il pensiero del Team 7 fece comparire un sorriso sul suo volto: in pochi anni molte cose erano cambiate.

Kakashi Hatake era sempre il solito, perennemente in ritardo e con un libro porno tra le mani… davvero, quel tipo non sarebbe cambiato mai!

Dopo essersi lasciata scappare una risatina al pensiero del Copia-Ninja, la ragazza si rabbuiò un po’ ricordando gli altri componenti della squadra.

Naruto Uzumaki era in attesa dei risultati dei suoi esami per l’ammissione all’ANBU: senza dubbio li avrebbe passati alla grande, ma questo avrebbe privato il Team 7 di un altro membro, anche se gli avrebbe permesso di avvicinarsi al suo sogno di diventare Hokage. La sua vita sentimentale andava altrettanto bene da quando, la settimana prima, aveva chiesto a Hinata Hyuuga di sposarlo: la ragazza aveva accettato subito e (ovviamente) era svenuta subito dopo.

Quanto a lei, Sakura era ormai una jounin tra i medici ninja (la seconda più brava a Konoha, dopo la stessa Tsunade) e, quando non era in missione, lavorava all’ospedale; pur non appartenendo all’ANBU, li seguiva spesso nelle loro spedizioni in qualità di medico. In verità, per lei sarebbe stato semplice accedere alla Squadra Speciale, ma traeva soddisfazione anche nel curare le persone e passare del tempo con i suoi compagni.

Questa considerazione la portò a pensare all’ultimo componente del Team 7, Sasuke Uchiha, ucciso durante la guerra contro il Paese del Suono. Alla fine il ragazzo non aveva ottenuto quella vendetta cui disperatamente ambiva, ma aveva trovato la morte per mano di colui che una volta era il suo migliore amico, prima di avere la possibilità di sfidare il suo arci-nemico (nonché fratello e unico parente rimasto), vale a dire Itachi Uchiha.

Durante la battaglia finale contro il Suono, gli sforzi combinati di Tsunade e Jiraiya erano riusciti ad annientare Orochimaru, lasciando il Team 7 ad affrontare il fortissimo Uchiha. Kakashi era molto provato dopo lo scontro vittorioso contro Kabuto e la stessa Sakura era stata indebolita dallo sforzo fatto per curare i suoi compagni, oltre che per combattere; Sasuke aveva facilmente sconfitto Kakashi, obbligando Sakura a prendersi cura del Copia-Ninja, mentre Naruto affrontava l’Uchiha traditore.

Sakura era certa che non avrebbe mai potuto dimenticare il momento in cui il Rasengan di Naruto aveva posto fine alla vita del ragazzo che amava, mentre tra le sue braccia il suo sensei (ormai non più sensei, ma un compagno di pari grado - sebbene non le riuscisse ancora di tralasciare il titolo onorifico) lottava tra la vita e la morte. Nel disperato tentativo di salvare Kakashi, Sakura aveva quasi perso la vita trasferendo in lui tutto il proprio chakra; fortunatamente, però, Naruto era riuscito a portarli entrambi in ospedale in tempo.

 

Continuando a camminare verso il ponte dove avrebbe incontrato i suoi compagni, Sakura non poté impedire alla tristezza che sempre la coglieva pensando al giovane Uchiha di segnarle il viso. Non perché lo amasse ancora, affatto; in realtà la giovane kunoichi aveva cominciato a scoprire dentro di sé un sentimento nei confronti del suo ex-sensei. Durante lo scontro con Sasuke, vedere Kakashi lottare per la vita tra le sue braccia l’aveva portata a capire che teneva a lui molto più di quanto fosse ammissibile. Lei sapeva di non avere possibilità: il ninja l’avrebbe sempre vista come la 12enne che era stata, innamorata persa di Sasuke e disposta a seguirlo ovunque.

Sakura non aveva nessuna intenzione di continuare ad amare qualcuno che non l’avrebbe mai ricambiata e così aveva iniziato ad uscire con altri giovani; aveva anche avuto una relazione durata un anno con l’altro ragazzo prodigio di Konoha, Neji Hyuuga. Chi l’avrebbe mai immaginato? Dopo tutto il tempo che aveva passato a curarlo in ospedale e le volte in cui erano usciti assieme perché lui voleva tenere d’occhio Hinata e Naruto (la coppia invitava spesso Sakura ad unirsi a loro, per fare compagnia a Neji ed impedirgli di essere troppo protettivo), il moretto e il giovane bocciolo di ciliegio avevano iniziato a frequentarsi; avevano anche vissuto assieme per qualche mese prima di separarsi.

A Sakura Neji piaceva molto, davvero, ma la ragazza non riusciva a dimenticare il Copia-Ninja. Neji lo sapeva e cercava di fare del suo meglio perché lei lo ricambiasse ma, quando si era reso conto che non sarebbe mai stato possibile, si erano lasciati; il giovane Hyuuga era partito per una missione diplomatica nel Paese della Sabbia e ora passava la maggior parte del suo tempo lavorando con il Kazekage, Gaara.

Ripensandoci, Sakura si rese conto che Neji le mancava: avrebbe potuto andare a trovarlo, magari anche portandosi dietro Shikamaru – di sicuro lui sarebbe stato contento di andare a trovare la sua fidanzata Temari. Anche se in realtà entrambi avrebbero fatto di tutto per evitare di sorbirsi una Ino incinta che raccontava o, più spesso, si lamentava del suo pazientissimo marito Chouji. Perfino Lee, dolce e adorabile com’era, non riusciva a stare a sentirla per più di un paio di minuti anche se, con sua grande sofferenza, la sua ragazza TenTen se lo trascinava appresso ogni volta che andava trovare la sua amica.

La vita scorreva felice a Konoha: tutti avevano un compagno. Tutti tranne lei… la persona cui teneva di più non la considerava nemmeno una donna, quanto piuttosto una bambina.

 

Sakura interruppe quelle riflessioni quando arrivò al ponte e trovò Naruto già lì ad aspettarla; cercando di sgombrare la mente da quei pensieri, sorrise e lo salutò, sperando che lui non avesse notato l’espressione depressa che aveva fino ad un attimo prima.

“Ehi Naruto!”

“Ciao Sakura-chan… cos’è quella faccia triste?”

Maledizione, se n’è accorto! Imprecò il suo alter-ego. “Non so di cosa tu stia parlando…”

“Ok, farò finta di crederti. Comunque lo sai che con me puoi sempre parlare, no?”

“Lo so, Naruto, grazie. Ma davvero non è nulla, stavo solo pensando. Piuttosto… avete scelto la data per il vostro matrimonio?”

Sakura e Naruto passarono così tre ore buone parlando del più e del meno e aspettando il loro sensei che, puntualmente in ritardo, fece la sua apparizione con il solito pof.

“Ehilà!”

“Sei in ritardo!” esclamarono insieme i due ragazzi. Certe cose non cambiavano proprio mai…

“Beh, vedete, stavo venendo qui, quando è comparsa una bellissima sirena e mi ha chiesto di aiutarla a ritornare al mare. Io sono un gentiluomo che non sa dire di no ad una damigella in difficoltà e così l’ho aiutata. Ma quando siamo arrivati a casa sua, suo padre era piuttosto scocciato, quindi…”

“Per favore, maestro, smettila! Le tue scuse diventano ogni giorno più penose!” lo interruppe Sakura, mentre un gocciolone stile manga si materializzava sulla testa di tutti.

“Ok ragazzi, torniamo seri. Oggi non abbiamo incarichi, quindi ci dedicheremo ai nostri soliti allenamenti”

“Traduzione: intanto che io e Sakura ci facciamo un mazzo tanto ad allenarci, tu continui a leggere quel tuo libretto perverso e a ridacchiare come una scolaretta”

“Io non ridacchio! Sai Naruto, voi ragazzi eravate decisamente più carini da giovani. Ah, i bei vecchi tempi quando mi rispettavate e credevate in me… sigh!”

“Noi non ti abbiamo mai creduto, maestro. Ecco perché io e Naruto ti abbiamo sempre dato del bugiardo”

Anche se per via della maschera non potevano esserne sicuri, i due giovani sapevano che il loro sensei stava sorridendo, mentre con la destra si grattava imbarazzato la parte posteriore del collo. “Beh, immagino che sia così… adesso però mettiamo ci al lavoro” Detto questo, sparì e subito riapparve sotto un albero vicino, lasciando Sakura e Naruto alla loro solita sfida.

“Stavolta perderai, Kitsune”

Era sempre così: Sakura si diceva sicura che avrebbe vinto, ma alla fine tutto si risolveva in un pareggio. Sakura non era forte come Naruto e lui, per riguardo verso la compagna, si tratteneva; in più Sakura doveva conservare il chakra per poi curare le loro ferite.

 

Qualche ora e molte botte dopo, si era ormai fatto mezzogiorno. Dove decisero di andare a mangiare? Ma certo! Al McDonalds! Alt, non è proprio così… errore mio. Cancellate tutto. Intendevo dire Ichiraku - come se Naruto mangiasse qualcos’altro all’infuori del ramen…

 

Kakashi mangiò in un batter d’occhio e riprese la lettura; Sakura, finita la sua razione, si mise ad osservare Naruto spazzolare la sua undicesima porzione.

Mentre aspettava la dodicesima scodella di ramen, il biondino iniziò ad elencare tutti i tentativi che il Team 7 aveva fatto per riuscire a vedere il volto del loro sensei.

Quando Naruto si interruppe per tornare a dedicarsi al cibo, Sakura si voltò verso Kakashi, il quale sembrava piuttosto interessato alla loro discussione.

“Era davvero divertente, maestro! Avresti dovuto vedere la faccia di Sasuke quando Naruto cercava di convincerlo ad aiutarci a dimostrare che tu hai la bocca di un pesce!”

A quell’affermazione, Kakashi lasciò quasi cadere il libro e fissò con gli occhi fuori dalle orbite il suo ex-allievo che se la rideva di gusto tra un boccone e l’altro.

“Hai ragione Sakura-chan! Ma non era abbastanza per convincerlo, allora gli ho detto che la maschera di Kakashi-sensei avrebbe anche potuto nascondere dei denti da cavallo!”

Naruto e Sakura continuarono a ridere istericamente, soprattutto perché Kakashi per lo shock ad un certo punto aveva perfino abbandonato il suo adorato libro; ma subito il ninja si era ripreso e l’aveva raccolto, sostenendo con assoluta calma che non era successo nulla. Naruto però non gli aveva creduto e continuava a ripetere che non era così, mentre il jounin affermava il contrario.

Sakura si massaggiò dolcemente le tempie con le dita: quella discussione stava cominciando a darle sui nervi e di certo non l’aiutava il fatto di avere ancora i postumi della sbornia…

Non seppe mai cosa la spinse a fare quello che fece: forse fu l’alcool ad inficiare la sua capacità di giudizio o forse solo l’effetto dirompente di anni passati a reprimere i suoi sentimenti.

Decisa a farli tacere, salì sul tavolo mettendosi di fronte a Kakashi, che la fissava completamente spiazzato. Fu per questo che il ninja non reagì quando la ragazza passò una mano dietro al suo collo e avvicinò il suo volto a pochi centimetri dal proprio.

Anche Naruto era rimasto senza parole.

“S-Sakura, che stai facendo?” fu tutto quanto riuscì a balbettare il jounin.

“Rilassati maestro, non ho intenzione di toglierti la tua preziosa maschera! Voglio solo verificare chi ha ragione, se tu o Naruto, ma senza costringerti a rivelarci il tuo più grande segreto”

Kakashi non aveva assolutamente idea di cosa lei intendesse con quelle parole; si irrigidì sentendo le sue dita sfiorare delicatamente le sue labbra attraverso la stoffa. A quel punto Naruto si stava quasi strozzando dal tanto ridere e si rotolava sul pavimento, ma non aveva alcuna importanza. Tutto ciò che importava per Kakashi erano le sensazioni che quel contatto gli provocava.

“No, assolutamente niente labbra da pesce. Ora maestro, potresti essere così gentile da aprire la bocca, così posso verificare i tuoi denti?”

Il Copia-Ninja obbedì, senza staccare gli occhi dalle pupille smeraldine della ragazza che, per quanto lei cercasse di nasconderlo, brillavano di lussuria e desiderio.

“Niente denti da cavallo”

Sakura passò ancora qualche istante ad indagare la fisionomia del maestro attraverso la maschera, poi si staccò da lui e si avvicinò a Naruto per controllarne le condizioni con un ben poco gentile calcio nel fianco.

“Ehi, Naruto, sei ancora vivo?” L’interpellato riuscì solo a ridere. “Bene. Dunque, Kakashi-sensei sembra avere un viso assolutamente normale, quindi chiudi quella boccaccia e finisci di mangiare!”

Mentre Naruto si calmava, la ragazza tornò al suo posto e si sedette; il jounin era già tornato ad immergersi nella lettura del suo solito libro. O meglio, così sembrava, ma in verità quella era solo una copertura per non mostrare la sua confusione.

Nessuno dei suoi compagni sembrava notare le occasionali occhiate che lanciava ad una certa ragazza dai capelli rosa.


 

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Capitolo 2
*** ...soltanto forse... ***


Just Maybe…

Just Maybe…

 

Original story by Kyra Leonheart

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Part 2: …soltanto forse…

Sorprendentemente, quel pomeriggio Kakashi decise di combattere con Naruto, il che per Sakura era un’ottima cosa, perché così la ragazza avrebbe avuto tempo per prendersi mentalmente a sberle. Sperava di non aver compromesso la sua amicizia con il jounin: nel corso degli anni erano divenuti buoni amici e lei non voleva rovinare tutto solo per un momento di follia. Quello che aveva fatto non era del tutto innocente… beh, per la maggior parte, almeno.

Ma in un certo senso era felice di averlo fatto. Adesso cominciava a credere che forse, soltanto forse, lui era ugualmente attratto da lei: il modo in cui il suo occhio scoperto aveva sostenuto il suo sguardo, quella lussuria così palese, il modo in cui la sua vicinanza lo metteva a disagio… È vero, già in passato c’era stato contatto fisico tra loro - lei aveva pianto sulla sua spalla un numero incalcolabile di volte, ma in qualche modo quel giorno Kakashi sembrava almeno desiderarla… forse, soltanto forse…

Si mise a cercare un modo per dimostrare che non si era sbagliata e alla fine trovò proprio quello giusto. Se avesse avuto torto probabilmente non avrebbe più avuto il coraggio di guardarlo di nuovo negli occhi, ma se avesse avuto ragione… beh, almeno avrebbero passato una notte insieme.

Sapeva bene che desiderio e amore erano due cose ben diverse, e nei confronti di Kakashi lei li provava entrambi. Se anche lui la desiderava non significava che la amasse, ma era già qualcosa: si poteva considerare un buon inizio.

Erano quelli i momenti in cui ringraziava gli Dei per aver fatto sbocciare il suo bocciolo in un fiore così bello. Era alta e slanciata, con delle curve per cui molte donne avrebbero fatto pazzie; e l’aspetto esotico datole dai suoi insoliti capelli rosati e dai suoi inimitabili occhi color smeraldo era fantastico. Sapeva di essere bella, sperava solo di essere abbastanza bella per lui. Kakashi non era una persona superficiale, anzi, ma la ragazza non poteva evitare di fare ragionamenti del genere: molto spesso l’attrazione fisica è il primo passo verso l’amore.

 

Sakura sospirò, lanciando un’occhiata alla sfida tra il biondino e l’uomo dai capelli d’argento, osservando la grazia con cui questi si muoveva e quell’aria annoiata che assumeva così spesso.

Si ricordava dei tempi in cui il jounin non lasciava il suo libro nemmeno durante i combattimenti; ancora adesso lo faceva, ma non quando lottava contro Naruto o anche contro di lei – se l’avesse fatto per lui sarebbero stati guai seri.

Si ricordava dei tempi in cui odiava quei libretti sconci con tutto il cuore, ma ora avrebbero potuto aiutarla a svelare i sentimenti dell’uomo.

Sapeva perfettamente che, anche se il suo amore fosse stato ricambiato, sarebbe stato comunque difficile; anzi, una vera relazione tra loro due era praticamente impossibile. Lei aveva 14 anni in meno di lui ed era stata una sua allieva: anche se tra gli shinobi queste cose non avevano importanza, ci sarebbe sempre stato qualcuno a fare il bastian contrario. Kakashi non avrebbe più allenato degli allievi e di sicuro sarebbero sorti dei problemi con le altre squadre. E benché lui non fosse più il suo maestro, la maggior parte della gente del villaggio avrebbe visto la loro relazione sotto quella luce e sarebbe sembrato… beh, del tutto sbagliato.

Sakura si rendeva conto di tutto questo ma, per una volta, non voleva seguire le regole: voleva solo essere felice, per quanto meschino potesse essere quell’atteggiamento. Di sicuro, questa volta avrebbe preso il coraggio a due mani e sarebbe andata avanti.

 

Più o meno un’ora dopo l’inizio della sfida, Sakura se ne stava comodamente seduto sotto un ciliegio a ragionare sul suo piano che coinvolgeva un certo jounin e il suo passatempo preferito, quando una sorridente TenTen arrivò correndo e le consegnò una lettera; era da parte di Neji, come la messaggera si premurò cortesemente (e piuttosto ad alta voce) di comunicare.

Un certo ninja dai capelli d’argento fece fruttare lo sharingan e se ne accorse; abbassò momentaneamente la guardia, permettendo a Naruto di assestargli un colpo piuttosto doloroso. Quando la moretta se ne fu andata, Kakashi poté notare il sorriso comparso sul viso di Sakura mentre leggeva la lettera.

Adesso diventava davvero difficile concentrarsi sul combattimento, ma Kakashi non era il Copia-Ninja per niente. Benché sembrasse indifferente alla reazione di Sakura davanti a quella lettera, in realtà dentro di sé ne soffriva: sì, il jounin provava dei sentimenti per la piccola kunoichi, la sua ex allieva di 14 anni più giovane, e sì era abbastanza uomo da ammetterlo! Almeno a sé stesso…

Quei sentimenti erano nati molto prima di quanto avessero dovuto, già all’epoca in cui Sasuke era ancora vivo. Quando Kakashi si era reso conto per la prima volta di provare affetto, se non amore, per Sakura, non aveva potuto fare a meno di sentirsi colpevole e perfino perverso: lei era ancora una bambina, per gli Dei! Va bene, il suo corpo aveva già iniziato a svilupparsi e, cielo!, era così bella – ma era ancora una bambina.

Il jounin aveva represso quei sentimenti, sapendo che erano sbagliati, soprattutto considerando che il cuore della ragazza era già occupato. Per sua fortuna (o forse no), la kunoichi studiava con la bionda Hokage, quindi non aveva occasione di vederla tanto spesso.

Ma nonostante tutto, c’era sempre stato quando Sakura aveva avuto bisogno di lui. C’era stato quando Sasuke era morto e lei aveva avuto bisogno di una spalla su cui piangere. C’era stato quando i suoi genitori erano stati rapiti e lei avrebbe voluto prendere il loro posto e offrire loro (per sempre) le sue arti mediche. L’aveva aiutata a liberarli; l’aveva aiutata a fare la sua scelta quando era quasi sul punto di abbandonare la carriera ninja perché non voleva che le persone che amava fossero in pericolo per causa sua. L’aveva consolata ogni volta che aveva pianto per non essere stata capace di salvare un paziente, anche se c’era arrivata così vicina (Kakashi ricordava ancora la sera in cui Kotetsu e Izumo erano morti e lei era finita sulla porta del suo appartamento in piena notte, coperta di sangue, chiedendogli di passare la notte assieme).  Per lei c’era sempre stato ed era felice se lei cercava la sua compagnia. A volte veniva a cercarlo anche solo per invitarlo a cena fuori la sera tardi, altre volte solo per verificare le sue condizioni fisiche dopo una missione (lei sapeva della sua fobia per gli ospedali e in più di un’occasione le sue visite gli avevano salvato la vita perché lei restava e si prendeva cura di lui).

 

A Kakashi questo bastava, ma poi era entrato in gioco Neji Hyuuga. Certo, prima di lui c’erano stati altri ragazzi, ma niente di serio. Era stato preso dal panico quando lentamente Sakura aveva smesso di cercarlo, cominciando a passare sempre più tempo con il giovane dagli occhi bianchi.

Una parte di lui era morta quando era venuto a sapere che lei aveva vissuto la sua prima volta con quel “fortunato bastardo”. Un’altra parte di lui, più grande, era morta quando i due erano andati a vivere assieme. E poi c’era stato il sollievo quando si erano lasciati.

Kakashi si sentiva un verme a desiderare che accadessero cose che sapeva avrebbero ferito il suo piccolo bocciolo di ciliegio, ma non riusciva ad accettare di vederla nelle braccia di qualcuno che non fosse lui.

In seguito, Sakura non era più uscita con nessun altro, mentre il rapporto tra loro era cresciuto e, dopo quanto successo al ristorante, Kakashi aveva cominciato a sperare che anche lei ricambiasse i suoi sentimenti…

Ma le sue speranze andarono in frantumi osservandola mentre sorrideva con in mano quella lettera – la sua lettera. Il jounin sentì la rabbia crescere dentro di lui; pose rapidamente fine alla sfida e si avvicinò a Sakura perché gli curasse le ferite (oh, ma a lui non interessava minimamente cosa ci fosse scritto nella lettera, non era affatto curioso…)

“Ehi Sakura, buone notizie?”

“Oddio, maestro! Non indovineresti mai cosa c’è scritto in questa lettera!” esclamò la ragazza. Dopo un’altra risatina, lanciò un’occhata a Kakashi che invece sembrava quasi arrabbiato. Tornò seria e gli comunicò la notizia: “Neji Hyuuga si sposa! Certo, è un matrimonio combinato allo scopo di rafforzare l’alleanza tra Suna e Konoha, ma a quanto pare lui è molto contento della ragazza che è stata scelta. Dice che potrebbe anche innamorarsi di lei, non è fantastico?”

Mentre Sakura e Naruto continuavano a discutere del matrimonio di Neji, il Copia-Ninja si lasciò scappare un impercettibile sospiro di sollievo: forse alla fine c’era ancora una possibilità. Non si accorse che l’alternarsi delle sue emozioni non era passato inosservato all’occhio attento di una certa kunoichi.

 

Dopo che Sakura ebbe guarito le sue ferite, Naruto salutò e corse via per incontrarsi con Hinata – non voleva certo prendere la brutta abitudine del suo sensei di essere sempre in ritardo.

Subito Sakura si dedicò a curare Kakashi, il quale aveva già ripreso in mano il suo adorato libro (e intanto la teneva d’occhio).

“Tutto a posto sensei”

Lui non disse nulla, infilando il libro in tasca.

“Che cosa?! Come mai ti sei già stancato di leggere?” gli domandò incredula, non senza una certa canzonatoria serietà.

“Nah… semplicemente l’ho finto. Adesso ne ho un altro da leggere” replicò il jounin con un largo sorriso sul volto, mostrandole un secondo volume. Si aspettava che da un momento all’altro lei iniziasse a fargli la predica per le sue abitudini perverse, ma Sakura lo sorprese come mai prima: sul suo volto non c’era traccia di rimprovero, piuttosto sembrava curiosa e determinata (e anche, avrebbe potuto aggiungere, piuttosto eccitata).

La ragazza aveva pianificato tutto dopo gli avvenimenti del ristorante e adesso era venuto il momento di osare, non poteva tirarsi indietro sul più bello. Non era più la bambina innocente di qualche anno prima… o meglio, per certi versi lo era ancora, ma sapeva bene che non era il caso di pensarci in quel frangente.

 

Kakashi se ne stava pigramente seduto sul prato, appoggiato al tronco di un albero con il libro in mano e gli occhi fissi in quelli verdi della kunoichi, finché non abbassò lo sguardo sulle sue labbra tentatrici.

Cogliendo l’occasione, la ragazza prese un bel respiro, poi si sedette tra le sue gambe, la schiena contro il suo petto e la testa posata sulla sua spalla. A quella mossa improvvisa, Kakashi si irrigidì e rimase seduto immobile, con un dolcissimo profumo di fragola ad intorpidirgli i sensi quando i capelli di lei avevano accidentalmente sfiorato il suo viso.

“Ehm… Sakura, che stai facendo?”

“Leggo. Questo qui l’hai appena iniziato, no? Allora è la migliore occasione per vedere cos’hanno di tanto speciale questi libri”

Ripresosi dallo shock, il ninja sorrise e appoggiò il mento sulla testa della giovane: quella era forse la sua ultima possibilità di essere felice e lui non se la sarebbe lasciata scappare per nessuna ragione. E poi voleva vedere come si sarebbe evoluta quella situazione.

Dolcemente le circondò la vita con il braccio libero. “Mi auguro che tu sia pronta ad affrontare le conseguenze delle tue azioni, Sakura” bisbigliò tra i suoi capelli.

“Non mi sognerei mai di tirarmi indietro adesso…”

Entrambi sapevano che non stavano parlando del libro, ma non aveva importanza. Per ora si sarebbero limitati alla lettura, non c’era nessuna fretta di precipitare gli eventi: le cose più belle richiedono tempo.

 

Dopo qualche momento passato a leggere, Sakura doveva ammettere che quel libro era per lo meno… interessante. Ma forse la pensava così solo perché l’uomo che amava era così vicino a lei tanto che poteva avvertirne il profumo mascolino, sentire il suo petto muscoloso premere forte contro la sua schiena… La ragazza continuò nella lettura, ma ora, al posto dei protagonisti, vedeva lei e Kakashi e nel proprio respiro fattosi irregolare, Sakura poteva percepire la propria eccitazione.

Il ninja, da parte sua, stava pensando più o meno alle stesse cose e temeva che lei potesse accorgesi della sua crescente erezione; poteva sentire il suo respiro e sapeva che anche i pensieri della ragazza andavano nella medesima direzione, il che non fece altro che eccitarlo maggiormente. Beh, tenere in braccio l’oggetto delle tue fantasie più sfrenate non aiuta certo a rimanere calmi…

Kakashi tentò di nascondere quanto fosse eccitato, ma a quel punto era troppo tardi perché Sakura se n’era già accorta; rendendosi conto dell’effetto che quella situazione aveva sul jounin, la ragazza ridacchiò, spingendo involontariamente il proprio corpo contro quello di lui.

Il ninja non riuscì più a trattenersi: la voleva, disperatamente.

Il libro era ormai completamente dimenticato, quando Kakashi premette la bocca sul suo collo, facendola fremere nell’attesa. Con un unico rapido movimento la fece voltare verso di lui e le prese le labbra tra le sue, ancora coperte dalla maschera.

“Sakura…”

“Shh, non dire nulla” Dopo un altro bacio, questa volta più feroce e appassionato, la ragazza si alzò, lasciando un Kakashi parecchio confuso ancora seduto sull’erba.

“Cosa stai facendo?”

“Non penso che tu voglia continuare qui, o sbaglio? E allora… da te o da me?”

Con un sorriso, il ninja si alzò e la baciò, mentre eseguiva una familiare sequenza con le mani.

In un secondo si ritrovarono nel suo salotto e subito lui la bloccò brutalmente contro il muro, puntellando le braccia ai lati del suo corpo per impedirle di muoversi.

Avvicinandosi a lei le mormorò, con tono seducente: “Toglila”

Sakura comprese immediatamente di cosa stesse parlando; eseguì, ma poi ebbe solo pochi istanti per osservare i meravigliosi lineamenti del suo maestro, prima che la bocca di lui si impossessasse della sua.

Schiacciata ancora più violentemente contro il muro, Sakura serrò le gambe attorno alla vita di Kakashi, prima che i suoi baci la facessero crollare.

Reggendo il peso di entrambi, il jounin si diresse verso la camera da letto; nel tragitto le loro labbra non si separarono mai, né le loro lingue interruppero la furiosa battaglia che stavano combattendo, nemmeno quando Kakashi inciampò contro Ukki-kun (la sua pianta) e solo i suoi riflessi da ninja li salvarono dal finire a terra.

 

Distendendola sul letto, Kakashi notò il rossore sul viso della ragazza e l’eccitazione così palese nei suoi occhi mentre lei gli toglieva il coprifronte e percorreva con la punta delle dita la cicatrice nel suo occhio sinistro. Dovette usare tutta la sua forza di volontà per non lasciarsi andare e possederla selvaggiamente: in fin dei conti, ancora non sapeva se lei considerava quel che stava avvenendo solo un’avventura o no, perciò Kakashi voleva che fosse qualcosa di indimenticabile. Se quella notte fosse rimasta l’unica, lui l’avrebbe fatta diventare un ricordo indelebile.

Anche Sakura stava pensando la stessa cosa: dopotutto era risaputo che il Copia-Ninja non si innamorava facilmente. Avrebbe voluto dirgli quello che le passava per la testa, ma dopo l’esperienza con Sasuke si era resa conto che era meglio non rivelare i propri sentimenti, almeno finché non avesse avuto anche solo un motivo per pensare che potessero essere ricambiati.

 

Sakura sfilò la maglietta dell’uomo (la giacca era già andata persa chissà dove nel tragitto fin lì) e si distese sul letto, mentre Kakashi si appoggiava sopra di lei; le loro bocche non si lasciavano mai, mentre le sue mani sapienti scorrevano su tutto il corpo della ragazza. Gentilmente ma con una lentezza esasperante, il jounin le sfilò il vestito e iniziò a sciogliere le fasce che le coprivano il seno, poi le sue labbra iniziarono a giocare con il suo collo, le clavicole e più giù… in quella situazione, tutto ciò che Sakura riusciva a fare era accarezzargli il petto e mormorare il suo nome.

 

Le parole non furono necessarie quella notte – a parte quelle sussurrate tra loro. Entrambi non sapevano se quella fosse solo un’avventura o l’inizio di qualcosa di più, ma in quel momento non se ne preoccupavano affatto. Ambedue avevano in mente la stessa cosa: mostrare all’altro attraverso le azioni quali fossero i loro sentimenti.

Anche se il giorno dopo tutto avesse avuto fine (perché l’amore non era più ricambiato oppure perché uno dei due aveva perso la vita – in fondo sapevano fin troppo bene com’era la vita di un ninja), avrebbero per sempre conservato il ricordo di quella notte e potevano essere certi che né l’uno né l’altra se ne sarebbero mai dimenticati.

A quel punto non importava più che il giorno dopo uno dei due avrebbe potuto essere catturato o ucciso. Non importava più la differenza d’età. Non importava più che una volta fossero stati maestro e allieva. Quella notte erano solamente Kakashi e Sakura, un uomo e una donna e, chi lo sa? Forse dal giorno dopo tutto avrebbe cominciato a funzionare e nessuno dei due sarebbe stato più solo.

Tutto ciò che potevano fare in quel momento era vivere fino in fondo ciò che avevano creato e sperare che forse, soltanto forse, avrebbero potuto costruire di più e farlo durare.

 

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