A new old life.

di ___drunk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Una nuova vecchia vita. ***
Capitolo 3: *** Surprise! ***
Capitolo 4: *** Those blue eyes. ***
Capitolo 5: *** Good news. ***
Capitolo 6: *** The Guys ***
Capitolo 7: *** PROBLEMS: Why always me? ***
Capitolo 8: *** You'll be my christmas present. ***
Capitolo 9: *** Weird afternoon. ***
Capitolo 10: *** I think i'm loosing myself in you. ***
Capitolo 11: *** Confessions. ***
Capitolo 12: *** What?! ***
Capitolo 13: *** Mistakes ***
Capitolo 14: *** Mistakes pt.2 ***
Capitolo 15: *** “Let’s go to the beach each let’s go get away..” ***
Capitolo 16: *** HAPPY B-DAY TO YOU, BUT THE CAKE IS FOR ME.. (?) ***
Capitolo 17: *** Make love to me ***
Capitolo 18: *** Nightmare dinner. ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***






PROLOGO



 -Emily vieni di sotto!-
Sentii urlare mia madre dalla cucina, cosa avrà ancora da tribulare quella megera?
-Cosa c’è?- risposi un po’ scocciata.
-Dobbiamo parlare.- Stai a vedere che mi parlerà ancora dell’incidente della settimana scorsa,  non poteva aspettare che finissi di guardare Harry Potter?
- Se è perché ho rotto il vetro della finestra in soffitta ti ho già chiesto scusa. – risposi alzando gli occhi al cielo pronta per tornarmene nella mia stanza.
-No, è una faccenda più importante di una stupida finestra-
Mi voltai e la guardai con soggezione. Cosa voleva dirmi di così importante da avere una faccia così.. così sconvolta?
-Bhe dimmi-
-Dobbiamo partire, tuo padre ha accettato un lavoro in un ospedale a Seattle. Non poteva rifiutare un posto da chirurgo così ben pagato, partiamo fra una settimana-
-cosa? stai scherzando.-
-no tesoro, purtroppo no..-
Non ebbi le forze di risponderle. Corsi  in camera mia rischiando di cadere sulle scale durante il tragitto.
Mi era caduto il mondo addosso. Sentii gli occhi pizzicarmi e mi gettai sul letto.
Odio mia madre.
Odio Seattle.
Odio il lavoro di mio padre.
Odio la mia vita.
Odio tutto.

***

 
Erano ormai passati quasi due anni da quando mi trasferii a Seattle.
Ho dovuto lasciare tutto a Londra, scuola.. amici.. ricordi.. la mia infanzia.. ma soprattutto, Liam.
Liam è il mio migliore amico, ci conosciamo da sempre. Siamo cresciuti insieme in pratica.
Era stato bruttissimo dirci addio. Eravamo scoppiati a piangere tutti e due quel giorno, mi ricordo ancora la sua faccia, era distrutto. Come me del resto.
Era venuto a trovarmi con Miley e  Micol qualche volta durante le vacanze. Ma continuavamo a sentirci costantemente tutti i giorni. Sia benedetto Skype e il suo inventore.
Per mio fratello invece non era stato così difficile. Aveva 19 anni e non vedeva l’ora di andarsene da Londra. Doveva staccare un po la spina da quella città e la gente che ci abitava. Non lo biasimo, è dal liceo che veniva preso di mira dai quei trogloditi omofobi deficienti del quartiere, perché poi? Perché era gay. Li odiavo tutti, non so ancora cosa mi avesse fermata dal bruciarli vivi nel sonno.
D'altronde ero una grande appassionata di CSI, e potevo ucciderli almeno in venti modi diversi e farlo sembrare un incidente.
In quanto a mia madre e mio padre, bhe... Mia madre era abbastanza  triste, a Londra aveva un bel lavoro e le sue amiche fidate, che ovviamente aveva lasciato per seguire quel rovinavite dicesi anche mio padre che ne era rimasto del tutto indifferente, per lui esistevano solo i soldi. Maledetto chirurgo.



-spazio autrice-
Allora, è la prima FF che scrivo perciò siate clementi :3
Ho il sospetto che tanto non la leggerà nessuno hrbjfeurhjfcndo..
Vabè, io vi voglio bene comunque anche se vi fa schifo o non la leggete, ma LEGGETELA! °^°
Hahahaha adios! xoxo

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Capitolo 2
*** Una nuova vecchia vita. ***





CAPITOLO 2
 UNA NUOVA VECCHIA VITA

 
Erano le 14 e 59 di un lunghissimo e noiosissimo  venerdì. Quella vecchia strega della proff. di letteratura non voleva smetterla di spiegare, mannaggia al demonio mancava un minuto! Ma io ero già pronta ad alzarmi da quella scomodissima sedia e andarmene da quella scuola, che sembrava più un carcere ma tralasciamo, e andarmene a casa a sdraiarmi sul letto e , finalmente, dormire.
Mancava poco, 20 secondi.. 19.. 18.. mi misi a fissare la lancetta dei secondi senza distogliere lo sguardo.
Odiavo quella scuola, e i miei voti ne erano la prova. Diciamo che il mio libretto assomigliava di più ad uno schema di calcio, 4 4 2. A proposito di calcio, come era andata a finire la partita del Manchester di ieri?
Il suono della campanella mi risvegliò dai miei pensieri e con uno scatto felino stile cat woman, forse un po’ meno figa, mi ero già catapultata fuori dalla classe.
Ero come sempre una delle prime ad uscire da scuola con l’intento di evitare la mandria di ragazzi che si ammassava fuori dal cancello e ostruiva il passaggio.
Arrivai al parcheggio e allungai lo sguardo per cercare la Ford rossa di mio fratello che sarebbe dovuto venire a prendermi.  Sebbene ci fossero tante, troppe macchine li fuori non sarebbe stato difficile notarla. Ma non c’era.
Come sempre quel parassita era in ritardo, e io che speravo di arrivare a casa il più veloce possibile.
Odiavo stare seduta su quella panchina ad aspettarlo, mentre tutti quei fighi palestrati della squadra di calcio e le loro fidanzate fin troppo esibizioniste ed egocentriche mi passavano davanti mandandomi sguardi di sufficienza.  Non ero riuscita a crearmi dei veri amici qui a Seattle. Erano tutti dei palloni gonfiati. Eccetto Lucy. Non eravamo molto legate ma diciamo che c’era una discreta amicizia tra di noi.
Io la truccavo e le facevo i capelli il sabato sera prima di uscire, e lei mi faceva copiare i compiti.
Che poi tutto sommato era anche simpatica e le sere al bar con lei volavano.
Mi voltai e vidi la schiera di ragazzi che sapevo avrebbe invaso il parcheggio, e amareggiata mi sedetti sulla mia solita panchina sbuffando.
 
Erano ormai le tre e un quarto quando vidi arrivare mio fratello.
Entrai in macchina e avrei potuto ucciderlo.
-Martin lo sai che odio aspettare fuori scuola! E poi adesso con sti scimmioni nel parcheggio arriveremo a casa all’ora di cena- gli dissi. Ok stavo esagerando, avremmo ritardato solo di cinque minuti ma volete mettere cinque minuti in meno per dormire? Per me erano fin troppi.
-ciao anche a te sorellina- mi disse schioccando un rumoroso bacio sulla mia guancia.
Ok non riuscivo ad essere arrabbiata con lui. Era troppo tenero, e bellissimo.
Si mio fratello era un gran figo. Era Biondo, occhi nocciola quasi dorati ed era abbastanza alto da sbattere la testa ogni volta che entrava in camera mia in soffitta se non faceva attenzione. Poi si vestiva benissimo, merito mio d'altronde, ero la sua stylist personale.
Io ero tutto l’opposto. Alta un metro e una vigorsol, occhi di un azzurro smorto quasi grigio, e ormai anche la mia folta chioma di capelli neri se ne era andata; li avevo tagliati tutti in un attimo di follia l’estate scorsa. Quanto mi mancavano i miei capelli.
 
Mi ero appena svegliata e mi accorsi che stranamente  avevo dormito solo mezzora.
Mi ero messa a guardare un film quando sentii la voce squillante di mia madre entrare in salotto.
-Em muoviti scendi ho una cosa da darti!-
Era particolarmente felice e pensavo avesse finalmente trovato quelle magnifiche scarpe che le chiedevo da tempo.
Scesi le scale di corsa rischiando di cadere, come al solito
-dimmi che hai trovato quelle magnifiche scarpe!- Urlai speranzosa.
-No meglio!- Mi disse sorridente.
-Meglio di un paio di Jeffrey Campbell?!-  non c’era niente di meglio delle Jeffrey, forse solo Johnny Depp.
Emily sveglia Johnny non è un paio di scarpe.
-Tieni-  mi porse una busta. La presi e aprendola vidi che c’erano dentro quattro biglietti.
-Cosa sono?- le chiesi incuriosita.
-Quattro biglietti per un volo per il mese prossimo-
-Ma dai? Non lo avevo capito. Dove andiamo? Alle Hawaii? Parigi? Milano?!- speravo sinceramente disse Milano, ma sapevo che le possibilità erano praticamente pari ai capelli in testa a mio padre,  ovvero zero assoluto. ‘e svegliarsi la mattina tuturuturututtu’ Emily riprenditi! Stavo delirando.
-Torniamo a Londra- Cosa?! L’avevo davvero sentita pronunciare quelle parole o era un sogno?
Mi tirai uno schiaffo in pieno volto per accertarmi che fosse davvero la realtà.
-non è un sogno Em, torniamo a casa!-
Il cuore mi stava uscendo dal petto e la faccia da ebete che avevo si trasformò in un sorriso a 32 denti.
Mi misi ad urlare e non riuscendo a contenere la gioia saltai sul divano a fare il mio ballo di vittoria.
Tanto ridicolo quanto divertente da eseguire.
-Cos’è questo casino? È per caso entrato quel gran figo di Depp in casa?- Disse mio fratello entrando in salotto. Diciamo che il signor Johnny era una fissazione in famiglia.
-No Martin meglio! Torniamo a casa!- Urlai saltando dal divano e avvinghiandomi alle sue spalle in un abbraccio, lo stavo quasi tritolando quando lo sentii ricambiare.
A dire quelle parole capii che era tutto vero.
Si tornava a casa.





-spazio autrice-
Questo è il primo capitolo.. lo so non è lunghissimo e magari penserete che il fatto che sia partita e poi ritornata praticamente subito non abbia un senso.. ma tutto è fatto per una ragione! LOL 
lo prometto migliorerò nel tempo jhbvrieuh
Coooomunque.. niente, spero vi piaccia..
Se vi va di seguirla mi farebbe un enorme piacere!non ve ne pentirete dai su su :3 
Besos a todos xoxo



 

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Capitolo 3
*** Surprise! ***




CAPITOLO 3
SURPRISE!


Quel mese era letteralmente volato. In casa eravamo tutti felici, niente litigi, niente di niente.
L’Unica un po’ triste era Lucy, ma le avevo promesso che sarei andata a trovarla qualche volta, o cosa più probabile sarebbe venuta lei a Londra per un week-end.
Non riuscivo a smettere di pensare che avrei rivisto Liam, l’avrei riabbracciato. Cazzo quanto mi mancava quel ragazzo.
Non vedevo l’ora di fare una serata tra ragazze con Micol e Miley, come tanto tempo fa. Gossip musica e gelato, che ovviamente a casa mia non mancava mai.
Non vedevo l’ora di ricominciare a camminare in quei corridoi poco illuminati e stretti del mio liceo. Non era una scuola perfetta, ma era pur sempre la MIA scuola, erano i MIEI amici e la MIA vita.
Finalmente tutto stava andando per il meglio.
 
Nell’ultimo mese avevo fatto i bagagli un po’ alla volta, cercando di recuperare quante più cose potevo dalla mia stanza polverosa in soffitta e dal garage.
Qualche poster, dei vecchi cd, foto, libri e dvd …
Piegando il calendario di Johnny che era appeso al muro ormai spoglio, mi accorsi che il giorno della partenza era esattamente il giorno del mio diciassettesimo compleanno, quale regalo migliore?!
 
Quella mattina mio fratello mi aveva svegliato entrando di soprassalto, come un rapinatore in banca, nella mia camera e incominciando a saltare sul mio letto cantandomi “tanti auguri” , ma per quanto gli volessi bene, rimaneva comunque un pessimo cantante.
-Tanti auguuurii a teeee tanti auguuriii a teeee tanti auguuuriii a Emiilyyyy.. tanti a uguriii aaaa teeeeeee uuuuuh!!- stava urlando fin troppo, erano le nove e volevo soltando dormire.
-Grazie Martin, ma ora sta zitto..- sbuffai cacciando la testa sotto il cuscino.
– Così poco entusiasmo per oggi?!-  Mi rispose sdraiandosi sopra di me, pesandosi fin troppo.
Oggi oggi oggi.. cosa dovevamo fare oggi? Si sapeva che la mia memoria non era delle migliori, poi bisogna contare il fatto che mi ero appena svegliata.
-cosa c’è oggi?- chiesi sempre da sotto il cuscino.
-ma come?! Ti sei dimenticata che ritorniamo a casa?!-  CAZZO! Mi ero dimenticata! Come avevo fatto a dimenticarmi di una cosa del genere?
-Dai forza alzati! Abbiamo il volo alle 12 e hai solo tre ore per prepararti, contando la tua mole da bradipo in letargo ci toccherà restare qui a vita.-
Prima che finisse di pronunciare la frase ero già in piedi proiettata verso il bagno, dove mi aspettava una bella doccia, l’ultima doccia a Seattle.
 
Arrivati al parcheggio presi il cellulare e  mandai un messaggio a Miley Micol e Liam.

“Spero voi vi siate ricordati di venirmi a prendere in aeroporto. Mi mancate tanto, non vedo l’ora di vedervi finalmente.   E.”

Spensi il cellulare e attraversai le grandi porte che mi avrebbero riportato a casa.
All’interno c’era un casino assurdo,  bambini che strillavano, donne isteriche che correvano a destra e a manca, uomini distrutti al seguito delle ultime.. ma il peggio, era il bambino pestifero dietro di me in aereo. Era a dir poco petulante. Non la smetteva più di muoversi e pestare i piedi contro il mio sedile.
Se solo non avessi avuto mio fratello che mi distraeva con le sue stupide applicazioni sull’i-pad, che puntualmente Micol gli aveva fatto scaricare, io l’avrei preso a calci fino a sbatterlo fuori dal finestrino.
No ma, io amo i bambini eh.
Per fortuna , dopo una strillata con la madre che non voleva restituirgli il suo gameboy, si addormentò. E così feci anch’io.
 
-Qui è il comandante che vi parla, informo i passeggieri che abbiamo iniziato la discesa verso l'aeroporto di Heathrow. La temperatura a terra è di...-
La voce metallica dello speaker mi aveva svegliata, e ancora stordita e con un terribile mal di schiena dovuto alla scomoda posizione che avevo su quel sedile, mi stavo dirigendo verso il gate.
Accesi il cellulare per vedere se i miei migliori amici erano arrivati.
*tre nuovi messaggi
-Mi dispiace Em, ma non riesco a venire.   L.-
-Em, scusami ma mia madre mi obbliga a stare a casa con mia sorella.  M.-
-Ciao Em! Non faccio in tempo ad arrivare in aeroporto devo fermarmi al lavoro da mio zio, ti chiamo quando sei a casa.  M.-
Perfetto.
 
Mi faceva uno strano effetto ripercorrere le strade di Londra. Era tutto come l’avevo lasciato.
Gli alberi del parco vicino a scuola sempre verdi, i bambini che correvano nei vialetti del mio quartiere, il vecchio giardiniere dei Bakers che continuava a potare le siepi anche se non c’era niente da potare.
Mi era mancata questa vita. Quante volte lo stavo dicendo? Tante, troppe.
Arrivata davanti al mio vialetto notai qualcosa di strano.
Sapevo che la nostra casa non era stata ne affittata ne venduta e che qualche volta la nonna ci veniva per badare al giardino. C’era qualcuno sul retro. Chi poteva essere? La nonna no di certo, era andata via una settimana in gita ad Oxford con gli anziani del suo caro circolo. Che ci fossero dei ladri?
Bhe nel giardino sul retro a parte le piante di mamma e qualche testa di Barbie sotterrata non avrebbero trovato niente.
Scesi dalla macchina incurante del fatto che mia madre mi stava strillando dietro per prendere le mia valigia.
Mi avvicinai all’angolo del garage e appena mi voltai..
-SORPRESAAAA!- c’erano tutti.
Erano tutti li. Liam, Micol, Miley i miei vecchi compagni di scuola, gli amici del quartiere..
-Oddio! Cosa ci fate voi qui?!- Chiesi starnazzando dalla felicità andando ad abbracciare i miei migliori amici.
-Non potevamo non farti una sorpresa per il tuo compleanno, Auguri!- Rispose Liam sorridente.
Lo abbracciai forte e sentii una lacrima scendergli sul viso e appoggiarsi sulla mia spalla.
-Ma come.. avete fatto?-  chiesi sull’orlo di un pianto, di gioia.
-Ringrazia tuo fratello!- Dissero Micol e Miley in coro venendomi ad abbracciare.
-Mi siete mancate ragazze- dissi scoppiando a piangere.
-E tu! Brutta peste di un fratello potevi dirmelo!- strillai contro Martin dandogli un bacio sulla guancia.
-E che sorpresa sarebbe stata?!-
 
Passammo tutta la sera in veranda a chiacchierare e a raccontarci gossip che ci eravamo persi.
Era tutto perfetto.
Finalmente mi sentivo a casa.





-spazio autrice-
Allora, questo capitolo non è lunghissimo e non succede praticamente niente..
ma gia dal prossimo capitolo la storia si fa più interessante.. promesso!
Spero comunque che vi piaccia.. domani pubblico l'altro capitolo!
un beso xoxo





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Capitolo 4
*** Those blue eyes. ***





CAPITOLO 4
THOSE BLUE EYES.

 
Avevamo passato tutto il fine settimana insieme recuperando i momenti che in due anni avevamo perso.
Avevamo visto qualcosa come 10 film in tre giorni, mangiato chili di gelato e schifezze varie nel mio seminterrato. Si insomma andava tutto bene fino a quando mia madre quella sera non mi aveva ricordato che sarei dovuta andare a scuola di li a poche ore.
-Emily vai a dormire che domani devi andare a scuola- Ecco, il mio incubo stava ricominciando.
Ero andata a dormire con la consapevolezza che il giorno seguente non sarebbe stato facile da affrontare.
 
Erano le sette e ancora dormivo beatamente nel mio letto caldo.
-Emily svegliati o non faccio in tempo ad accompagnarti e ti tocca andare a piedi!-
Sentii strillare mio fratello  fuori dalla porta della mia camera.
Non avevo la minima voglia di lasciare il mio dolce amatissimo letto. Ma dovevo.
Mi ero alzata svogliatamente e in cinque minuti ero già bella che vestita e pronta per uscire.
Eravamo in macchina, accesi la radio, “I'm not a teacher, babe but I can teach you something not a preacher but we can..”  . avevo riconosciuto subito la canzone che stava andando in onda. Era schoolin life di Beyonce, una delle mie preferite. Mi scappò un sorriso a ripensare al balletto che facevamo io Miley e Micol cantandola.
-Cosa hai da ridere marmocchia?- Mi chiese mio fratello.
-Niente, è presto, andiamo a fare colazione?- Tutto sommato la giornata non stava andando tanto male, o forse era quella canzone che mi metteva di buon umore.
 
Eravamo andati da Starbucks e una volta entrata, mi ero persa subito a guardare l’enorme cartello dietro le casse per scegliere quale tipo di bevanda prendere.
Ce ne erano davvero troppe, quindi decisi di scegliere il mio solito frappuccino vaniglia e cioccolato e di soffermarmi su cosa prendere da mangiare, cookie o ciambella? Ciambella o cookie?
Avevo alzato lo sguardo per qualche minuto e avevo visto una ragazza dalla folta chioma riccia che congedava i clienti con un bellissimo sorriso.  Era Miley.  Non mi ricordavo mi avesse accennato che lavorava li, ma tenendo conto della mia memoria è fattibile che me ne abbia già parlato e non me lo ricordassi.
Ero andata alla cassa a prendere il mio adorato frappuccino, cercavo sempre di cambiare ma poi pensavo, se dovessi morire dopo aver bevuto qualcosa di diverso che non mi piaceva? Sarei morta senza aver bevuto per l’ultima volta quello che mi piaceva davvero. Lo so, sono strana ma ho sempre considerato la normalità troppo scontata.
-Miley!- la salutai.
-Ciao Em!-
-Cosa ci fai al lavoro prima di scuola?- Le chiesi.
-Mi hanno chiamata praticamente all’alba per sistemare e mi hanno trattenuta, non ce la faccio più a stare qui!- Mi rispose sbuffando.
-Ma quindi non vieni a scuola oggi?- le avevo chiesto un po’ dispiaciuta.
-Si vengo! Adesso stacco- Mi aveva detto.
-Bene allora ti aspetto fuori, ci accompagna mio fratello se ti va-
Le avevo detto indicando Martin che stava vicino alla porta d’ingresso.
Lei lo aveva salutato con la mano da lontano e aveva annuito rispondendo  alla mia proposta.
Mi ero girata a guardare la fila che si era ormai formata dietro dime, stavano sbuffando, e di prima mattina non li biasimo. Avevo pagato, ero uscita dal locale e avevo aspettato Miley giusto il tempo di finire la mia colazione prima di salire in macchina per andare a scuola.
 
Mio fratello ci aveva lasciate nel parcheggio della scuola il più possibile vicino all’entrata.
Lo salutai con un rumoroso bacio sulla guancia.
-Ciao marmocchia- Mi salutò.
-Vedi di non fare tardi oggi pomeriggio!- Gli urlai mentre già se ne stava andando.
Appena entrate a scuola ci eravamo unite a Micol e Liam che ci aspettavano alla fine delle scale per l’aula di chimica.
Avevamo parlato fino a che il suono assordante della campanella non ci aveva costretto a separarci.
Stavo camminando verso la prima lezione che avevo appena scoperto sarebbe stata inglese.
Bussai alla lato della porta aperta e la mia adorata prof, che avevo gia avuto il primo anno, mi fece cenno di entrare salutandomi poi con un abbraccio e un sorriso sincero facendomi accomodare ad un posto libero tra le prime file.
-E’ un piacere rivederti signorina Cooper- Che carina che era. Era una donna abbastanza bassa, bionda, portava gli occhiali e vestiva con un gran stile, mi ricordavo ancora le sue belle giacche.
-Anche per me prof- Risposi con un sorriso. Inglese era l’unica materia in cui andavi discretamente e non facevo fatica a prendere bei voti.
Mi ero seduta al mio posto guardando senza troppo interesse ogni faccia che era rivolta verso di me, non conoscevo tutti ma poco importava.
 La signora Maden con la sua parlantina veloce iniziò la lezione incominciando a spiegare velocemente come si formavano le frasi passive. Era un argomento facile e non mi ero disturbata  a prestare molta attenzione a quello che diceva. Mi ero messa a fissare fuori dalla finestra Liam che parlava con un gruppo di ragazzi in cortile. Eccolo lì, sempre il solito che saltava le lezioni.
Mi vide  e mi salutò sbracciandosi e ricambiai il saluto con un cenno del capo senza farmi notare dalla prof non troppo lontana dal mio banco.
 
Finalmente era suonata la campanella ed ero uscita dalla classe dirigendomi verso il mio armadietto.
-Emily!- Un momento, riconoscevo quella voce. Si ricordava ancora il mio nome?!
-Ciao Harry!- Mi voltai e lo vidi arrivare verso di me dandomi un abbraccio. Strano.
Era particolarmente felice di vedermi.
-Ti ricordi ancora di me Hazza?- chiesi ironica staccandomi dalla sua presa.
Lo stavo guardando bene, era davvero bello. Come lo era sempre stato. I suoi ricci sempre a posto e i suoi occhi sempre più verdi. Mi ricordo quando quegli occhi erano solo miei.
Eravamo stati insieme due anni prima, ma ci eravamo lasciati prima che partissi per Seattle perché secondo lui eravamo troppo diversi, bah, per me erano sempre le solite scuse, ma non ha mai spesso di piacermi questo ragazzo.
-Certo che mi ricordo di te stupida ragazza- Disse ridendo. –Comunque, dove sono finiti i tuoi capelli?- Mi aveva chiesto.
-mmmh si ho fatto una pazzia- Dissi un po’ nervosa  accarezzandomi la testa.
-Liam me lo aveva detto, ma non ci credevo e volevo accertarmene. Non sapevo fossi capace di un gesto così.. così coraggioso- aveva detto ridendo. Che sorriso klsjhfguyghj.
-Ci sono  molte cose che non sai di me Harold- Gli risposi ammiccando. Sapevo che gli dava fastidio essere chiamato così, ma mi piaceva provocarlo.
 
Avevamo passato il cambio dell’ora a chiacchierare e mi aveva accompagnata fino alla prossima lezione che, per fortuna, avevamo in comune.  Entrati, un po’ in ritardo come al solito, nella classe di chimica del professor Sunders, ci eravamo seduti l’una affianco all’altro in una fila intermedia.
Il professore prese a parlare ininterrottamente di atomi neutroni e protoni senza dare troppo peso al fatto che quasi nessuno lo stava ascoltando.
Avevamo preso a parlare per una buona mezzora, finché quella stupida della Roswell, la solita bionda senza cervello, ci aveva interrotti chiamando Harry e prendendo a parlare con lui. eeeh la gelosia.
Mi ero girata verso la classe e mi ero messa a guardare uno ad uno i miei compagni. Di qualcuno mi ricordavo, altri invece erano facce nuove per me.
Mi ero soffermata ad osservare una delle ultime file e avevo visto un ragazzo biondo, silenzioso, che stava sgranocchiando qualcosa nascondendosi dietro il suo zaino. Lo avevo già visto, si. Ma dove?
Si voltò verso di me mentre lo stavo fissando, mi stavo incantando a guardare i suoi bellissimi occhi azzurri.
Era davvero molto carino, ma molto molto carino. Ma certo! Ecco dove lo avevo visto. Avevo già incontrato quegli occhi alla lezione di inglese.
Avevo passato tutto l’ora a scarabocchiare il foglio che avevo sotto il naso disegnando personaggi improbabili e scrivendo frasi di canzoni che mi saltavano in mente.
 
Erano passate altre due ore e finalmente era ora di pranzo.
Incontrai Micol per i corridoi e insieme a lei andai verso la mensa.
Ci eravamo sedute al solito tavolo, vicino alla porta a spinta che dava sul cortile.
Dopo ci avevano raggiunto Miley e la sua criniera selvaggia.
Mancava solo Liam. Avevamo incominciato a mangiare e chiacchierare quando alzai lo sguardo dal nostro tavolo e vidi Liam che si dirigeva verso di noi, ma non era da solo, con lui c’era  il Biondino di prima.
-Ciao bellezze- Ci aveva salutato Liam sorridente sedendosi col misterioso ragazzo di fianco a me.
-Lui è un mio nuovo amico, abbiamo la lezione di Algebra insieme- Ci disse indicando il biondo.
-Ciao, sono Niall- disse sorridendo presentandosi a noi tre.
-Ciao Niall, sbaglio o abbiamo la lezione di inglese insieme?- Gli chiesi pur sapendo già la risposta.
-Si, anche quella di chimica- Mi rispose. Beh allora si era accorto di me, non ero invisibile Yuuhuu!
Mentre parlava mi stavo continuamente perdendo nei suoi occhi, erano così profondi e..  blu.
Avevamo passato tutta la pausa pranzo insieme, ci aveva raccontato che si era trasferito da poco dall’Irlanda.
Ogni tanto mi ero fermata a guardarlo, e mentre distoglievo lo sguardo sentivo che lui faceva lo stesso. Mi guardava. Mi sentivo i suoi occhi addosso. Perché mi stava fissando? Non che mi desse fastidio anzi.
 
Al suono della campanella ci eravamo salutati ed eravamo andati a lezione.
Era il mio primo giorno di scuola e già non ne potevo più.  Almeno quel pomeriggio sarei stata un po’ di tempo con Liam, speravo.





-spazio autrice-
Un altro capitolos per voi. 
Boh non succede più di tanto, ma sapete gia, è soooolo l'inizio!
Ora vado a ssstudiare, si come no.  ewe
un beso xx



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Capitolo 5
*** Good news. ***




CAPITOLO 5
GOOD NEWS

 
Quel pomeriggio Martin era venuto a prendermi a scuola in orario e per una volta ero arrivata a casa più presto del solito.
Entrai in casa con la consapevolezza che ci sarebbe stata solo mia madre che avrebbe avuto il turno serale al lavoro, faceva l’infermiera.
Con mia sorpresa, oltre a lei c’era mio padre che scarabocchiava qualcosa e parlottava a proposito di certi documenti da mettere in regola, non avevo capito bene di cosa stesse parlando.
-Ciao papà, che ci fai a casa?- Chiesi incuriosita.
-Oh ciao Em..- mi salutò distaccando per qualche secondo lo sguardo dal foglio che teneva a un centimetro dal naso.
-Sto controllando dei documenti dato che ci hanno accettati per partire con “medici senza frontiere”- aggiunse poi con un sorriso fiero sul volto. Wow, i miei che partono per un posto sconosciuto.
Mooomento momento. Mio padre parte, mia madre parte, casa libera, niente oppressioni, vacanza per.. quanto? Quanto sarebbero stati via?!
-oh wow! Bravi ma.. quanto state via?!- cercai di nascondere il mio entusiasmo dietro a una faccia più convincente possibile.
-Due mesi, quattro.. chi lo sa..- aggiunse mia madre entrando nel salotto. COOOOOSA?! Stavo decisamente esplodendo dalla felicità a sapere che non avrei dovuto fare una beata mi.. niente, non avrei dovuto fare niente per anche QUATTRO MESI. Wow. Dovevo aggiornare le altre e Liam!
Corsi su velocemente le scale ed entrai in camera mia, presi il cellulare dalla tasca e composi il Numero di Liam.
-pronto?- mi rispose la voce metallica di Liam.
-Dopo vieni da me- avevo capito che mi aveva conosciuto, si era messo a ridere.
-E’ una proposta o un obbligo?- mi chiese divertito.
-Un obbligo! Devo raccontarti un  po’ di cose e voglio passare un po’ di tempo col mio migliore amico.- gli dissi velocemente.
-Tra mezzora son li- Disse prima di riattaccare. Bene.
 
Avevo chiamato anche Miley e Micol  per aggiornarle della nuova notizia, loro erano felici ed eccitate quanto me a sapere che sarebbero potute venire da me praticamente a ogni ora del giorno e della notte a far baldoria. “Sai una cosa Em? Dobbiamo assolutamente organizzare una festa!” aveva detto Miley, mmmh non era per niente una cattiva idea, avevo sempre voluto dare una di quelle supermega feste come quelle che si vedono nei film americani, saltando volentieri il punto in cui i ragazzi mi distruggono casa e arriva la polizia a fare la guastafeste per gli alcolici.
Avevamo chiacchierato del più e del meno progettando gia di fare un pigiama party noi tre come facevamo da bambine, anche se non sapevo ancora il giorno in cui i miei sarebbero partiti.
Sentii suonare qualcuno alla porta e pensando fosse Liam salutai le mie due amiche e andai ad aprire.
Era proprio lui.
 
Avevamo deciso di guardare un film ma come tutte le volte eravamo finiti a parlare di qualunque cose ci venisse in mente, senza ascoltare cosa stessero dicendo gli attori.
Approfittai della situazione per chiedergli qualcosa in più sul biondino che avevamo conosciuto la mattina.
-Allooora...- temporeggiai.
-Dimmi qualcosa sul tuo nuovo amico, come si chiamava?- gli avevo chiesto.
-Niall, perché?- Mi chiese socchiudendo un occhio riducendolo ad una fessura e uno sguardo investigatore.
-Così..- risposi alzando le spalle.
-Emily, non me la bevo, penso di conoscerti abbastanza bene, ti piace Niall?!- Mi chiese.
-Cosa?! No mavà!- cercai di fare l’indifferente mascherando il rossore che sentivo mi stava invadendo le guance. Niall non mi piaceva, ne ero semplicemente incuriosita, non capita tutti i giorni di dover pranzare a scuola con un biondo irlandese con degli occhi stupendamente blu e un fisico da invidiare con gli addominali che si intravedevano dalla maglietta. Stavo davvero pensando quelle cose? Oddio no.
-Mh, meglio così. Altrimenti Hazza ci sarebbe rimasto male..- Disse lasciando echeggiare nel vuoto la frase sbirciando la mia reazione con la coda dell’occhio, lo avevo visto.
 Hazza?!
-Cosa centra adesso Harry?- chiesi con uno sguardo investigatore.
-Niente niente..- stava ghignando sotto i baffi, maledetto Payne!
-No adesso me lo dici!- Feci la finta arrabbiata incrociando le braccia al petto.
-Beh, diciamo che non gli sei del tutto indifferente gli piaci ancora, e non dire che non te ne eri accorta perché si vede da un chilometro che ti fissa con lo sguardo di uno che ti salterebbe addosso a momenti.- scoppiammo a ridere entrambi.  Era serio? Non ci stavo credendo.
-Cosa?! Io piaccio ancora a Harry “hoiricciperfetti” Styles?!-
-Si Em! So che piace ancora anche a te, te lo si legge negli occhi.- Disse prendendomi il mio viso sorridente fra le mani e dandomi un bacio sulla fronte.
-E ringraziami, l’ho convinto io a venire da te, non ci sarebbe venuto se nò.-
-Liam, grazie, mi conosci troppo bene.- Lo avevo abbracciato.
Avevo il cuore che batteva all’impazzata, dovevo  parlare con Harry e magari rimettere le cose a posto e recuperare questi due anni che siamo stati lontani.
 
-Ora devo andare..- Disse alzandosi dal divano.
-Nooo Liam non mi abbandonare resta qui!- Recitai facendo la faccia da cagnolino abbandonato, lo faceva sempre ridere.
-No Em non posso devo andare che stasera arriva mio cugino da Bradford con un suo amico, si stanno trasferendo qui.
-ok..- sbuffai.
Lo accompagnai alla porta e lo salutai.
Mi aveva detto che non lo avrei rivisto per tutto il week-end perché doveva aiutare suo cugino a sistemare le cose in casa, chissà che tipo è.  Lo avrei scoperto il lunedì successivo.
 
Casa mia era un mortorio,  i miei non facevano altro che parlare del viaggio, di documenti da mettere in regole e cose varie.. il mio unico punto di svago in quel posto era mio fratello.
Salii le scale con la mole di un bradipo, odiavo le scale.
Avevo aperto la porta della sua camera ma dentro non c’era nessuno. Non lo avevo visto uscire di casa, ciò vuol dire che era sgattaiolato via dalla finestra. Perché avrebbe dovuto farlo? Aveva vent’anni poteva andare dove voleva la sera anche se il giorno dopo doveva andare a lavorare. Di certo nessuno in case si sarebbe accorto della sua assenza, era talmente silenzioso, se ne stava sempre in camera attaccato al computer o al telefono.  C’era qualcosa sotto e intendevo scoprirlo.
Presi il cellulare e gli mandai un messaggio.
 

“Stupido topo dove sei? Non ti ritieni un po’ cresciuto per scappare di casa? Tu mi stai nascondendo qualcosa e intendo scoprirlo, ti tengo d’occhio u-u  E.”

 
Mi sdraiai sul suo letto, notando che il suo era molto più comodo di quello che avevo io nel seminterrato, che razza di ingiustizia!
Sentii vibrare il cellulare che avevo buttato sul comodino, mi alzai e vidi che era Martin che mi aveva risposto.
 

“Don’t worry babe, ti racconto tutto stanotte quando torno. Ti voglio bene  :-)       M.”

 
Mio fratello che mi diceva “Ti voglio bene”? da segnare sul calendario. A quanto pare non ero l’unica ad avere buone notizie.
Non vedevo l’ora che tornasse per passare la notte a raccontarci tutto, succedeva raramente ma mi piaceva parlare con lui, era come un migliore amico.
Non passò neanche un’ora che mi addormentai sul suo letto.






-spazio autrice-
Domani non vado a scuola quindi ho avuto un po di tempo di scrivere il capitolo al posto di studiare ewe
spero vi piaccia, ancora niente di che ma nei prossimi capitoli entreremo nella storia :D
Ora dormo che non ce la faccio più.
Domani se riesco scrivo e carico il capitolo 5. 
Un besos!


Ps: Questo capitolo lo dedico a Martina, alias mia editor, che mi ha rotto le palle tutto il giorno per scrivere sto capitolo ma che mi aiuta sempre a correggere gli errori. ♥


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Capitolo 6
*** The Guys ***





Capitolo 6
THE GUYS

A Milena, senza nessun motivo in particolare
ma questo capitolo è dedicato a lei.


 

Mi ero appena svegliata e aprendo gli occhi mi accorsi che non ero nella mia stanza.
Era una sensazione bruttissima svegliarsi in un posto che ti è apparentemente sconosciuto, in  un letto che non è il tuo.
Mi strofinai gli occhi, che si stavano appannando, per vederci meglio e vidi che ero nella stanza di mio fratello.
La radiosveglia che proiettava l’ora sul soffitto segnava l’una. Mi ricordai la breve conversazione che avevo avuto con martin qualche ora prima, e quindi anche il perché mi trovavo li. Strano che non era ancora tornato.
Presi il cellulare e composi il suo numero, il telefono squillò due o tre volte e poi riattaccò. Che maleducato.
Sentii un rumore alla finestra, mi girai ed era li, che scavalcava per entrare.
Aprii la portafinestra per farlo entrare, un brivido di freddo mi aveva percorso dalla testa fino ai piedi. Eravamo a dicembre e il freddo era ancora più pungente per chi, come me, andava in giro per casa vestita in maniche corte e a piedi scalzi come se fossimo in primavera!
-Ciao topo!- lo salutai abbracciandolo.
-Ciao piccoletta.- mi salutò.
-Allora?- gli chiesi impaziente di sentire la motivazione della sua fuga.
-Allora cosa?- o era stupido o era stupido. Svegliaaaa fratelloooo.
-Dai Martin cosa mi stai nascondendo?!- gli chiesi tirandogli un pugno sulla spalla.
-okey okey, ti racconto subito ma sediamoci che sono stanco- e cosa avrà mai fatto?!
-Allora..- incominciò.
-Sono uscito stasera..- ma dai!
-Ma guarda non me ne ero accorta-
-non capisci, sono uscito.. con un ragazzo- un sorriso gli aveva incorniciato il volto, si vedeva che era felice.. un momento, cosa?!
-Scusa?! Tu? Con un ragazzo?-
-si!-
-Ommioddio Martin sono felicissima per te!- Lo abbracciai, ero davvero felice per lui. Finalmente aveva trovato qualcuno che gli volesse bene veramente per quello che era.
Passammo ancora un po’ di tempo a parlare ma ero stanchissima, quindi andai a dormire.
Ok, anche mio fratello aveva trovato un ragazzo. Che palle, perché si devono impegnare tutti? Almeno c’erano le mie amiche che erano single come me, si, eravamo le tre dell’ave Maria.
Mi misi a ridere per i pensieri che stavo facendo, e mi addormentai cadendo in un sonno profondo.
 
La campanella che suona mi ricordava il suono della sveglia che quella mattina mi aveva fatto svegliare con un forte mal di testa.
-Ciao!- era Harry, per quanto la sua voce risuonasse squillante nella mia testa, lo avrei ascoltato per ore, aveva una voce.. jkbckckdj, capite? Mi ripresi dai miei pensieri e lo salutai.
-Ciao Harold- Lo sentii fare una smorfia, non gli piaceva essere chiamato così, ma mi è sempre piaciuto stuzzicarlo. Gli avevo dato un bacio sulla guancia. Forse un po’ troppo vicino alla bocca, ma era stato un errore giuro! Forse..
Lui se ne era accorto, aveva le guance rosse e si toccava nervosamente i suoi capelli ricci.
Per fortuna arrivò Liam a spezzare quel silenzio imbarazzante che si era creato.
-Ciao gente- ci salutò.
-Payne, non mi hai scritto ieri sera, che fine hai fatto?- gli chiesi. Era nostro solito chiacchierare ogni sera, discutendo di come sarebbe stata orribile la giornata seguente, o anche solo per insultarci, fare due chiacchiere insomma. Eravamo fatti così.
-Scusa Em ma quel terrorista di mio cugino e il suo amico sono stati in giro tutto il pomeriggio.  Li ho dovuti aspettare a casa per quattro interminabili ore. Loro sono arrivati tranquillamente all’ora di cena e sai che dovevamo sistemare le cose e blablabla…- Raccontò sbuffando.
-Ecco infatti tuo cugino, ma dove sono? Non venivano a scuola oggi?- gli domandai.
-Si, essendo il loro primo giorno entrano dopo pranzo-
-Voglio conoscerlo, secondo me è simpatico, come si chiama?-
-Zayn, e si è simpatico, ma un totale idiota..-  
-Allora siamo sicuri che sia tuo parente Payne!- Disse Harry. Scoppiammo a ridere tutti quanti.
Non feci in tempo a chiedere a quei due se sapevano dove fossero finite le altre che suonò la campanella.
Liam era salito all’aula di Letteratura, io e Harry invece ci eravamo incamminati verso l’aula di storia. Odiavo quella materia.
-Salvami Harold, storia è la mia rovina..- gli dissi sbuffando.
Lui mi cinse le spalle con un braccio.
-Tranquilla mia donzella, ti salvo io- Aveva detto ridacchiando. Aveva anche stretto la presa.  Mi sarei girata ad abbracciarlo per bene, come un tempo, ma per quanto sapessi che lui pensava ancora a me mi fermai. Sarebbe stato strano, troppo strano.
 
Durante la lezione non la smettevamo di mandarci sorrisi, sguardi..  ERA-TROPPO-BELLO-CAZZO.
Stavo delirando, non pensavo così tanto a un ragazzo da.. boh, tanto tempo.
Finalmente suonò la campanella, segno che ancora una volta avevo scampato un’interrogazione che mi sarebbe costata la media.
In mensa eravamo seduti al solito tavolo e, oltre a Niall che sapevo era rimasto a casa, mancavano Micol e Miley. Vidi quest’ultima arrivare verso di noi.
-Emily!- era particolarmente felice. A quanto pare qui l’unica depressa ero io.
-Ciao Miley- la salutai.
-Devo raccontarti una cosa!-
-Dimmi tutto!-
-Ho incontrato il ragazzo della mia vita!-
-eh?! Pure tu ti sei trovata il ragazzo? Tu che sei la ragazza più difficile di questo mondo hai trovato un ragazzo che rientra nei tuoi standard?!- le avevo detto ridendo. Però era vero.
-Em non puoi capire, è bellissimo- mi rispose dopo avermi fatto la linguaccia.
-Beh raccontami!- Le chiesi curiosa.
-Ho lavorato ieri pomeriggio, stavo servendo un tavolo quando sentii un freddo polare. Mi girai e.. BAAM! Era li. Giacca di pelle, Ray-Ban , pelle olivastra. Insomma, un gran figo. Ogni tanto mi giravo verso di lui per guardarlo, praticamente ogni due minuti, e posso giurare di averlo visto fare lo stesso. Mi guardava capisci?! Spero di rincontrarlo anche domani.- Dalla sua descrizione era davvero un bel ragazzo e sono sicura lo sarebbe stato per davvero, ha sempre avuto un gran gusto in fatto di ragazzi.
-Ragazzeeeee!- sentii qualcuno urlare dal fondo della mensa. Mi girai e vidi Micol che correva verso di noi.
I ragazzi avevano interrotto la loro conversazione per girarsi a guardare Miss-sono-stramba e scoppiare a ridere, come altre persone nella mensa.
-Micol calmati stai facendo ridere tutta la scuola!-  Le disse Miley tra le risa.
-Chissene frega- Urlò con un sorriso enorme.
-E’ tutta la mattina che vi cerco, devo raccontarvi cosa mi è successo ieri- ci disse sedendosi.
-Dai racconta- chissà.
-Ieri ero alla Apple store..-
-Che novità- L’avevo interrotta.  Si poteva dire che fosse la sua seconda casa era strafissata con quegli aggeggi.
Fece una smorfia e riprese a parlare.
-Stavo dicendo, ero alla Apple, e mentre mi stavo facendo delle foto per provare il nuovo i-pad ho visto dietro di me un ragazzo bello, alto, occhi azzurri, che giocava con un altro i-pad. E poi? Viene li e mi parla, ed oltre ad essere incommensurabilmente bello, era anche simpatico! Abbiamo passato un oretta a parlare e provare le nuove applicazioni.. è la mi anima gemella..-  Ma non è possibile!
-Pure tu?! Com’è che io non incontro mai ragazzi supersexy quando vado in giro?- sentii Harry girarsi a guardarmi ma non ci diedi tanto peso.
-Di che stai parlando?- mi chiese perplessa Micol.
-Pure io ho incontrato un ragazzo ieri! Anche se non ci ho parlato..-rispose Miley precedendomi. Incominciarono a parlare delle loro nuove cotte e decisi di staccarmi dalla loro conversazione e concentrarmi sui ragazzi. 
Harry chiese a Liam quando sarebbero arrivati suo cugino e l’amico che, a quanto pare, si era portato appresso per un motivo sconosciuto.
-Dovrebbero essere già qui in teoria.. eccoli là infatti, vado a prenderli..-
Si alzò e mi voltai nella direzione in cui si stava dirigendo. Non li avevo mai visti giustamente, eppure c’era qualcosa in loro che li rendeva familiari.  Riportai la concentrazione al tavolo avvertendo che “quelli nuovi” erano arrivati.
Micol e Miley si girarono verso il punto che avevo appena indicato e rimasero a bocca aperta, come pietrificate.
-ragazzeee svegliaa!- cercai di riportarle alla realtà.
-non è possibile!- dissero all’unisono. Ma cosa?
-E’ il ragazzo di Starbucks!- disse Miley.
-E quello è il ragazzo della Apple!-aggiunse Micol.
Intanto Liam era tornato e si era seduto di fianco a noi con i due sconosciuti.
-Allora. Lui è Zayn, mio cugino, e lui Louis, il suo migliore amico- Li presentò Liam.
Loro salutarono con un semplice ciao. Io mi presentai e lo stesso fecero Harry e Miley.
Quando il chiacchiericcio era ripreso Louis si era rivolto a Micol.
-Hey ma io ti conosco, ci siamo visti ieri giusto?- Le aveva sorriso, aveva un sorriso bellissimo.
Lei, ovviamente, era rimasta immobile, sorridente a guardarlo. Per svegliarla le diedi un pizzicotto sulla gamba. Si riprese e rispose. C’era sintonia tra loro, la si poteva sentire nell’aria.
Miley e Zayn invece non si erano rivolti parola, soltanto tanti sguardi e sorrisi. Secondo me lui si ricordava di lei. Metterò una buona parola su di lei con Liam. Ecco ancora una volta che Emily fa solo da cupido. Bello.
Il suono della campanella mi distrasse dalla mia quasi depressione.
 
Erano le 7 ormai, quasi ora di cena.
Presi il cellulare per togliere la vibrazione nel caso qualcuno mi avesse chiamato. C’erano quattro messaggi non letti. Perché mi cercavano tutti quando non avevo sotto mano il cellulare?!
Uno era di Micol e uno di Miley, entrambe mi chiedevano un parere sui due fusti. Evitai di rispondere.
L’altro era di Niall che mi chiedeva se avevano dato compiti in inglese. Non avevo voglia di rispondergli quindi passai al messaggio successivo che, con sorpresa, era di Harry.
 
*Non hai bisogno di incontrare ragazzi supersexy in giro. Per te ci sono io Em. Domani dobbiamo parlare.. H.*
 
Capii che si riferiva a quello che avevo detto in mensa, quando si era girato. Ma mi soffermai sulle ultime parole.  “dobbiamo parlare”. DOBBIAMO PARLARE?!  Panico. Dio mio abbi pietà di me.

 
-spazio autrice-
Hola! Mi sono sforzata di scrivere un capitlo un po più lunghetto.
Spero vi piaccia
.


MA QUANTO SONO FIERA DI LORO?! :') ♥

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Capitolo 7
*** PROBLEMS: Why always me? ***




CAPITOLO 7
PROBLEMS: Why always me?

 
Faceva caldo. Eravamo a dicembre ma si moriva.
Paura, ansia.. ma anche amore , felicità. Questo stavo provando. Ero un vortice di emozioni.
Mi svegliai di soprassalto, ero sudata.
Stavo soltanto sognando. Calmati Emily, mi dissi. Tutto ciò che mi ricordavo erano un paio di occhi azzurri, la faccia di Harry e una voce che diceva “Tu non lo ami, lui non ti ama. Vuole solo portarti a letto..”
Diciamo che con la mia ossessione per i sogni tutto questo non mi aiutava, ne sarei rimasta ossessionata tutto il giorno e lo sapevo.
 
Feci colazione velocemente, ero nervosa e volevo uscire di casa il prima possibile ma allo stesso tempo non mi andava di andare a scuola e vedere Harry, che mi doveva parlare.
In macchina con Martin non accesi neanche la radio. Non spiaccicavo parola; ero troppo immersa nei miei pensieri. Lui aveva percepito che c’era qualcosa che non andava ma era un bravo fratello e capiva quando doveva starmi vicino, consolarmi ma anche quando doveva starmi alla larga e lasciarmi con me stessa.
Lo salutai e scesi dalla macchina.
Lui era li, davanti al portone, Harold. Aveva l’aria di una persona  che aspettava qualcuno. Me forse? Pensai.
No, proprio no, oggi non dovevo vederlo, non ci dovevo parlare.
Presi il cellulare e chiamai Miley.
-pronto?-  rispose.
-Miley sono Em, dimmi che non sei a scuola oggi..-  lasciai la frase in sospeso con fare speranzoso. Sapevo che ogni tanto saltava scuola per andare a lavorare. Non so come faceva a far combaciare gli impegni di lavoro con la scuola.
-Si Em, sono a casa che dopo devo lavorare, che succede?- sentii un briciolo di preoccupazione nella sua voce.
-Niente di che tranquilla, è solo che non ho proprio voglia di andare a scuola e ho bisogno di parlare un po’ con qualcuno. E tu sei la migliore a farmi chiarire le idee..- le risposi.
-Ok, vieni da me? Fuori fa troppo freddo così stiamo al caldo..-
Accettai la sua proposta e mi avviai verso casa Emilton.
 
Suonai alla porta del suo appartamento. Ovviamente ci ero già stata, era un posto accogliente e non troppo grande. Emily viveva con sua madre e la sorellina Jenna, una piccola peste. In quanto a suo padre non mi ero mai soffermata a chiederle che fine avesse fatto.
-Tua madre non c’è?- le chiesi tanto per parlare di qualcosa.
-No è già andata al lavoro, poi quando torna vado io.. –
-Miley tu che cosa ne pensi dei sogni?- le domandai cambiando discorso.
-mh?- fece una faccia come per dire che non aveva capito continuando a masticare una brioches.
-voglio dire, ho fatto un sogno strano, ancora, ma questa volta non riesco ad interpretarlo.- Mi era già capitato di fare sogni di questo genere ma ero sempre riuscita a capire cosa volevano dire.
-Beh finché non mi racconti non ti posso aiutare…- disse sedendosi sul divano.
Io la raggiunsi e le raccontai il sogno. La cosa più stupida è che io ci credevo veramente in queste cose.. sogni premonitori, da decifrare.. capite?
-Wow, che sogno, di chi era la voce?- mi chiese.
-è quello il problema, non lo so.-
-Secondo me è solo un po’ di stress.-
-No Miley non penso, ci sono due cose sicure, Harry e gli occhi azzurri di Niall. Il ragazzo che mi piace e quello che sta iniziando a piacermi..- lo avevo ammesso e mi faceva strano.
-Ti piace ancora Hazza? E Niall?!- era abbastanza stupita – perché non me lo hai detto prima?!-
-Hai ragione ma cercavo di non ammetterlo a me stessa..-
-okok, allora fammi pensare.. che giorno era ieri?-
-il 6 dicembre perché-
-E a che ora ti sei svegliata stamattina?-
-boh era presto.. penso le 6 e qualcosa.. ma cosa centra?-
-ecco vedi?!- non capivo e lo si vedeva dalla mia faccia.
-il numero sei!- mi disse urlando come se fosse la risposta più logica di questo mondo.
-se centra il numero sei vuol dire solo una cosa, fortuna- ah già, lei e la sua ossessione per quel numero, da anni era convinta che portasse fortuna tanto da tatuarselo dietro il collo.
-ancora con questa ossessione Emilton?- le chiesi sbuffando. Baggianate dico io.
-Emily non capisci, come sempre, c’è un motivo se è coinvolto quel numero-
Andammo avanti un bel po’a discutere su quella questione quando finalmente si calmò vedendo la mia faccia un po’ più convinta.
-Em hai intenzione di dirlo a Harry che ti piace?- domanda di riserva?
-lo sai come sono.. ho parlato anche con Liam e mi ha confermato che Hazza mi pensa ancora, poi il messaggio..-
-che messaggio?- cazzo non le avevo detto niente.
-Harry, ieri sera mi ha mandato un messaggio dicendomi che dovevamo parlare.. oggi a scuola-
-e perché non sei andata a scuola capra?! Il ragazzo che ti piace, e a cui piaci, vuole parlarti e tu te la svigni così?-
Certo sembrava facile ma..
-si ma c’è anche Niall..-
-Em, devi schiarirti le idee, rilassarti un po’.. e sai di cosa hai bisogno?- mi sarebbe piaciuto saperlo.
-Di cosa?-
-Shopping!!!- mi rispose.
 
Erano le quattro del pomeriggio ed eravamo immerse nel nostro shopping terapeutico.
-Miley hai un post-it?- le chiesi..
-mh? No perché?..-  mi chiese  fiondandosi su un vestito troppo appariscente per i miei gusti.
-Perché devo ricordarmi di non venire mai più a fare shopping con te, mi stai facendo spendere tutti i miei risparmi- le dissi. Ma non mi ascoltava, il solito.
-Meglio rosso o blu? O forse nero che sta con tutto..- disse riferendosi al vestito che aveva adocchiato.
-nero assolutamente..- le risposi.
-Giusto, classico..- prese l’abito e scappò via..
Per quanto mi divertissi a fare compere con lei c’era qualcosa che ero sicura ci stavamo dimenticando..
-Miley tu devi andare a lavorare vero?.
-si..- rispose scegliendo un paio di scarpe da uno scaffale.
-Ecco questo per capodanno sarà perfetto!- aggiunse.
-Miley!- le urlai contro.
-a che ora devi andare al lavoro?!-
-All’una perché?- ecco.
-Dovevi essere al lavoro tre ore fa!-
-Cooosa?! Mi licenzieranno lo so già!- lasciò cadere i vestiti su un bancone dietro gli sguardi di disprezzo delle commesse nullafacenti del negozio. Si catapultò fuori e si diresse alla fermata dell’autobus.
-Cazzo Martin!- eravamo tutte e due nei casini.
Entrambe prendemmo il cellulare, io chiamai Martin scongiurandolo di coprirmi coi miei, lei chiamò il suo capo. Riuscivo a percepire la sua rabbia da quanto urlava. Emily aveva un’espressione terrorizzata e non faceva altro che scusarsi. Era sempre stata sfruttata dal suo capo; doppi turni, orari impossibili per quanto lui sapesse che andava anche a scuola. Lo odiavo io per lei, era troppo buona e aveva un autocontrollo da invidiare. Non so come riuscisse a non scoppiare dal nervoso.
 
Io scesi alla fermata vicino a casa e lei si diresse verso il lavoro. Le avevo augurato un “buona fortuna” per quanto sapessi che non sarebbe servito.
Io ero entrata con nonchalance in casa salutando tutti tranquillamente. Vidi Martin in cucina con mia madre e gli dissi un “grazie” muto, e dopo gli feci cenno di venire in salotto.
-Sei una peste!- mi disse.
-Lo so, che hai detto al generale?- alias mio padre.
-Ho detto loro che ti ho portato da Micol dopo scuola e che non gli avevi avvisati perché avevi il cellulare scarico..- Mi rispose con uno sguardo che parlava da solo. “ti sto giudicando” diceva.
-Grazie Martin sei un tesoro- meno male che c’era lui.
-Che sia l’ultima volta che mi coinvolgi nei tuoi piani da bulla, non si bigia la scuola Em!-
Alzai gli occhi al cielo e andai nella mia camera.
 
Per quanto tragica sia finita, questa giornata di shopping e cazzate con la mia migliore amica mi era servita.
Avevo le idee più chiare.
Sarei andata a scuola, lo avrei affrontato e superato le mie paure.
Avrei parlato con Harold.
Mi vibrò la gamba, presi il cellulare e lessi il messaggio che mi era arrivato.
Era Niall.
 

*Emily ho bisogno di vederti, mi piaci e devo dirtelo di persona. N*

 
No cazzo no. Incominciavo ad odiare il mio cellulare.
Sempre problemi, problemi su problemi!
LET ME DIE.







-spazio autrice-
Non ho niente da dirvi se non che non riuscirò a scrivere il nuovo capitolo fino al 12 perchè vado in gita a Strasburgo con la scuola sgnafgnauw *^* 
Beh che dire, Emily è una sfigata hahaha
ciao c:
xx Debs.

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Capitolo 8
*** You'll be my christmas present. ***





Capitolo 8
YOU’LL BE MY CHRISTMAS PRESENT

 
Come da una settimana a quella parte avevo fatto un incubo quella notte.
Continuavo a sognare loro due, bellissimi. Vedevo me insieme a loro, che litigavano, mi intimavano di fare una scelta. La mia indecisione, in precedenza lieve, stava aumentando. Orribile.
Guardai la sveglia ed erano le 6 e 50. Fra poco mi sarei dovuta alzare per andare a scuola, quel posto che ormai avevo esplorato da cima a fondo in quella settimana in cui cercavo di evitare Harry. Una settimana odiosa in cui mi promettevo di affrontarlo ripetendomi che ce l’avrei fatta.
Sarebbe stato un luogo in cui mi sarei persa nei miei pensieri, nelle mie riflessioni.. se non ci fosse stato l’irlandese ad occupare la mia mente tra una fuga e l’altra. Sembrava quasi mi seguisse.
In quell’ultimo periodo avevamo passato parecchio tempo insieme, avevamo imparato a conoscerci, incominciato a scambiarci abbracci e sguardi ancora più intensi. Lo sapevo benissimo che era colpa sua se la mia insicurezza sui sentimenti per Harry stava aumentando. Sentivo di provare qualcosa anche per il biondo, anche se cercavo di nasconderlo a me stessa.
-Emily svegliati!- sentii urlare mia madre dalla cucina.
-E’ parecchio nervosa oggi, ti conviene alzarti se non vuoi che ti bruci apposta la colazione- aggiunse mio fratello. Non mi ero accorta fosse in camera mia. Come al solito si stava aggiustando i capelli con la mia piastra.
 
-Ciao pinguina- mi salutò. Lo salutai e scesi dalla macchina. Adoravo i nomignoli che mi dava di continuo anche se sapevo che questa volta lo aveva detto per prendermi in giro, riferendosi al fatto che ero imbacuccata in una grossa giacca, cappello e guanti di lana. Era raro vedermi con un cappello ma quella mattina faceva veramente freddo e, non avendone uno, mamma me ne aveva prestato uno dei suoi. Era giallo senape, il suo colore preferito. Orribile.
Mi avvicinai all’entrata consapevole che non avremmo fatto niente a scuola a causa dell’assemblea di istituto del mese che era stata fissata per quella mattina. Per fortuna che c’erano questi giorni di relax, la borsa non mi pesava sulle spalle e la mia mente, sempre assillata dalle varie interrogazioni, per 6 ore al mese era libera di respirare. Anche se c’era un pensiero che mi ronzava sempre in mente, anzi due, loro.
Mi avvicinai all’armadietto mettendo a posto le poche cose che avevo in borsa e presi il cellulare.
C’erano due messaggi non letti.
Uno era di Miley, mi diceva che doveva stare a casa a curare sua sorella.
L’altro invece era di Micol, a quanto pare si era ammalata e non sarebbe venuta. Meno due, che ingiustizia.
Anzi no, meno tre, anche Liam non sarebbe venuto, se ne stava sempre a casa quando c’erano queste assemblee. Che ingiustizia. Avevo appena realizzato che sarei rimasta a scuola sola con Niall e Harry, anche se speravo che Zayn e Louis sarebbero venuti, ma dubitavo.
Mi sentii chiamare da qualcuno infondo al corridoio, riconobbi la voce, era Niall.
Staccai gli occhi dal cellulare e vidi il biondo venire verso di me, era sorridente e non potei fare altro che ricambiare il sorriso; era contagioso.
-hei!- mi salutò. Le sue guance stavano diventando rosse, come le mie che stavano prendendo fuoco.
Lo salutai di rimando.
-Sai già cosa voglio dirti.- Mi disse. Si lo sapevo. Annuii soltanto con il capo tenendo la testa bassa e guardandomi i piedi.
-si..- risposi timidamente.
Sentii le sue mani sul mio viso. Lo guardai perdendomi nei suoi grandi occhi blu.
-Emily mi piaci, dal primo momento che ti ho vista. So che sembra un po’ azzardata come cosa, ci conosciamo da pochi mesi lo so, ma mi piacerebbe tanto uscire con te..- Mi disse serio senza staccare il contatto visivo.
Non riuscivo a rispondere, ero pietrificata.
-Non dici niente?- mi chiese staccando le sue mani dal mio viso.
Il tempo sembrava non passare e io ero li, ferma immobile come un’imbecille.
-io.. io no.. non saprei..- borbottai balbettando. Ero nervosa e le mie guance ormai completamente infuocate lo davano tranquillamente a vedere.
In quel momento suonò la campanella. Grazie a Dio.
-Devo andare.. ci vediamo dopo, e aspetto ancora una risposta- Non feci in tempo a rispondere che sentii le sue labbra calde, posarsi sulle mie in un lieve bacio. BUM BUM BUM. Il cuore mi stava uscendo dal petto, sentivo che lo avrei visto rotolare per terra nei corridoi.
 
Nelle prime ore di assemblea me ne ero rimasta in disparte, a scarabocchiare sul mio quaderno degli appunti pensando a quello che era successo prima. Ogni tanto alzavo lo sguardo e lo vedevo li, seduto coi suoi amici, era bellissimo più di quanto non lo fosse mai stato. Nella mia mente rivedevo la scena, lui che con le sue mani mi prendeva il viso, mi accarezzava e mi baciava. Mi morsi un labbro al ricordo di quell’emozione. Potevo sentire ancora il suo profumo nell’aria, era dolce, amabile. Insomma lui era irresistibile. Dolce, intelligente, premuroso, il ragazzo perfetto insomma.
Ormai la pagina del mio quaderno si era riempita di tante N circondate da cuoricini.. non potevo fare altro che pensare a lui. Per quelle ore Harold era uscito dalla mia testa. Ero finalmente riuscita a prendere una decisione.
 
Era ora di pranzo e sapevo che lo avrei visto per forza, non potevo più scappare. Infatti Harry “ho i capelli fighi” Styles era li seduto al nostro tavolo. Ma non era da solo. C’era quella puttanella della Grayson. La rossa con cui era stato Hazza l’anno scorso. Mi è sempre stata antipatica, ma quando ho saputo da Liam che aveva preso il mio posto, il mio disprezzo si era trasformato in odio. Era la mia rivale e a mio malgrado non c’era competizione con lei.
Era bella, alta, magrissima e con questa cascata di capelli rossi, palesemente tinti, ma bellissimi. Ero un fascio di nervi e ci mancava solo lei per farmi perdere le staffe.
-che ci fai tu al nostro tavolo?- le intimai. Harry si voltò confuso.
-Hei calmati miss “mi rimpiazzano”- mi rispose facendo un’espressione da superiore e mimando delle virgolette con le mani. Non aveva osato dirlo vero?! Ditemi che non aveva osato rivolgermi quelle parole! Le sarei saltata addosso dalla rabbia e le avrei strappato quei quattro peli che si ritrovava in testa. Se fossimo stati nei cartoni animati mi sarebbe uscito il fumo dalle orecchie, la odiavo.
Harry, che si era accorto della mia calma instabile, aveva interrotto il nostro sguardo di sfida reciproca mandando via quella brutta strega.
-Hei Em calmati che ti succede?- mi chiese prendendomi per le braccia e facendomi sedere.
-Ma l’hai sentita come mi ha chiamato? La prossima volta la piglio a schiaffi se ti ronza attorno.- non so perché mi erano uscite quelle parole, non ero arrabbiata per quello, forse.
-Emily, basta fare la gelosa, lo sai che a me piaci tu!- Mi disse. Non ero ancora preparata ad affrontare quel discorso.
Sentii le guance andarmi a fuoco per la seconda volta quel giorno, e allo steso tempo un brivido di freddo mi percorse la schiena.
Vedendo che non rispondevo mi abbracciò avvicinandosi a me. Iniziò a sussurrarmi nell’orecchio..
-Emily mi piaci, non sai neanche quanto. Ho fatto lo sbaglio più grande della mia vita lasciandoti andare via. Pensavo non saresti più tornata.. è stata dura cercare di dimenticarti con altre ragazze, non ci sono riuscito. Quando sei tornata ero al settimo cielo.- Mentre diceva quello parole mi accarezzava la schiena, percorrendola dall’alto in basso provocandomi dei piccoli brividi. Si stacco dall’abbraccio e si mise a guardarmi. Ad un certo punto sentii sfiorarmi il viso e le sue labbra si posarono sulle mie. Erano carnose e calde. Era strano, ma quelle labbra…non avrei mai voluto fermarmi, mi mancavano quei baci, quelli che non ti saziavano mai, avrei voluto che fossero infiniti! Perché sai, quando una cosa non è tua, vorresti che quei momenti durassero per moltissimo tempo. Allo stesso tempo però ero infastidita. Mi venne in mente Niall e la sua faccia felice che aveva quando mi salutò.
-La volete smettere di baciarmi tutti?!- Dissi staccandomi dal bacio, parlando più con me stessa che con lui e portandomi le mani sul viso.
Aveva una faccia perplessa.
-Tutti?- Mi chiese. Non risposi.
-Chi altro ti ha baciata Emily?- mi chiese serio.
Abbassai la testa maledicendo le mie ultime parole, perché dovevo sempre mettermi nei casini da sola?
-Emily.- Mi incitò con voce ferma.
-Niall- risposi di getto. Il cuore batteva all’impazzata.
-Stai scherzando vero? Quel piccolo idio..-
-No, sono seria Harold. Che c’è è così strano che possa piacere a qualcuno? E poi a te che interessa, non sono la tua ragazza..- dissi interrompendolo. Ero infastidita e il mio umore stava cambiando troppo velocemente. Ero passata da felice ragazza normale a isterica ragazza col ciclo.
-Cosa interessa a me?! Emily, tu sei mia. Mi sto innamorando di te e non posso permettermi di perderti un’altra volta. Proprio no!- Ho capito bene? Si stava innamorando di me?
-Cos’è, state insieme? Ti piace?- mi chiese.
-non c’è bisogno di farmi il quarto grado Styles..- risposi. Ero a disagio.
-Siamo solo amici per adesso, mi ha chiesto di uscire e stavo considerando l’idea di dargli una possibilità- in realtà avevo già deciso di uscirci.
Aveva un’espressione triste, delusa.
-no.. facciamo una scommessa-
-una scommessa? Cosa hai in mente Styles..-
-Dammi tempo fino a natale. Se riuscirò a farti rinnamorare di me, beh, usciremo insieme, altrimenti uscirai con lui e io mi toglierò dai piedi.- mi stava davvero chiedendo di fare una cosa del genere?
-Harry..-
-Dammi almeno questa possibilità..- Mi disse.
Proprio ora che avevo preso una decisione doveva propormi una cosa del genere?!
Non potevo reprimere i sentimenti che provavo per lui che si erano nascosti in un piccolo angolino del mio cuore.
-ok..- accettai per quanto fosse folle.
Suonò la campanella e scappai letteralmente dalla mensa prima che potesse aggiungere qualcosa.
Passai altre tre ore di assemblea in fondo all’aula magna scarabocchiando ancora sul mio quaderno. Alle N si erano aggiunte delle H, e altri cuoricini.
Maledetto Harold, e maledetta me che accettavo queste scommesse.
Erano state tre ore di totale noia, nessuno stava ascoltando l’argomento della discussione, me compresa. Avevo solo capito che stavano parlottando sul fare o meno un albero di natale in giardino e altre robe inutili.
 
Arrivata a casa mi catapultai sul divano. Accesi la tv cercando un film da guardare. Non c’era niente di interessante e fui costretta a optare per un dvd. “I pirati dei caraibi e il forziere fantasma” era stata la mia scelta. In una giornata così movimentata, ci voleva proprio rifarsi gli occhi con Johnny Depp e Orlando Bloom. A me si aggiunse Martin, che non faceva altro che raccontarmi di quanto fosse fantastico il suo ragazzo. Non ci voleva.
Arrivarono i miei dalla cucina richiamando l’ordine e intimandomi ad abbassare il volume della tv.
-Abbiamo un bel regalo di natale per voi, so già che ne sarete felici..- disse mia madre.
-Non è un po’ presto mamma?- rispose Martin – Insomma, mancano ancora 15 giorni a natale..- aggiunse.
-Lasciaci parlare- iniziò mio padre serio.
-Partiamo fra due giorni ragazzi..- tagliò corto mia madre.
Io e Martin esultammo sotto gli sguardi divertiti dei nostri genitori. Finalmente una bella notizia.
Mi vibrò la gamba e presi il cellulare che avevo in tasca.
Era un messaggio di Harry.
 
*Non te ne pentirai Emily, te lo prometto. Sarai il mio più bel regalo di natale. H. *
 
Ci mancava questo. Il suo pensiero mi perseguitava anche a casa. Era dappertutto.






-spazio autrice-
che dite vi piace questo capitolo? a me si, tanto.. ho tantissime idee per i prossimi capitoli e devo ringraziare Milena per questo..
SInceramente non vedo l'ora di andare a scrivere, forse stanotte scrivo l'8 e domani lo pubblico.
Besos. c:

PS: se volete aggiungermi su twitter mi chiamo
@xhorandreamer c:




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Capitolo 9
*** Weird afternoon. ***




Capitolo 9
WEIRD AFTERNOON

 

Io e Martin avevamo accompagnato i nostri genitori all’aeroporto.
-Emily, hai 17 anni ormai penso tu sia abbastanza grande per vivere da sola con tuo fratello, non deludermi- disse mio padre abbracciandomi. Ricambiai l’abbraccio e dopo esserci salutati tutti e, dopo aver ascoltato i soliti ripetitivi avvertimenti e consigli di mia madre, ce ne andammo a fare colazione.
-Martin visto che abbiamo casa libera, pensavo di far venire le mie amiche a casa …- gli chiesi.
Lui mi guardò con un’espressione incuriosita così continuai.
-..non è che potresti toglierti dai piedi fino a domani? Sai vogliamo fare un pigiama party tra ragazze..-
-come sei carina sorellina, e cortese..- mi rispose
-Va bene, avevo già progetti per stasera.. sai, Christian mi ha invitato a casa sua..- mi disse ridacchiando sotto i baffi. 
-Sappi che voglio sapere tutto quando torni! Saltando i particolari piccanti ovvio!- gli dissi ridendo.
Si mise a ridere prima di alzarsi.
-Dai stupida ti accompagno a scuola che è tardi.-

Passai le prime ore di lezione cercando di evitare tutti, volevo stare un po’ sola con me stessa. Avevo incontrato qualche volta Harry per i corridoi ed ero letteralmente scappata.
Suonò la campanella, segno che la mia possibilità di fuga era terminata. Dovevo andare in mensa e ci sarebbero stati tutti.

-Ciao Emily!- Mi salutarono Micol e Miley risvegliandomi dai miei pensieri.
-Ciao ragazze..- risposi.
-Che hai? Sei strana..- mi chiese Miley.
-Prova ad immaginare il motivo- le dissi.
-Harry?-
-non solo Harry..-
-Qualcuno ha detto il mio nome?- Disse lui spavaldo sedendosi di fianco a me sgranocchiando delle patatine.
-No nessuno..- disse Miley per depistarlo.
Micol aveva una faccia perplessa , le feci segno che le avrei spiegato più tardi.. non sapevano ancora cosa era successo qualche giorno prima.
Arrivarono anche Liam e Niall seguiti da Zayn e Louis che arrivarono poco dopo.
Niall si era seduto alla mia sinistra, sotto lo sguardo vigile e un po’ arrabbiato di Hazza.
Era stata l’ora di pranzo più brutta di tutta la mia vita. Tra le occhiate di Niall, gli sguardi perplessi delle mie amiche, e Harry. Lui che continuava a posare la sua mano sulla mia coscia sotto il tavolo, al sicuro da sguardi indiscreti. Perché quando la campanella deve suonare non suona mai?
Tolsi per l’ennesima volta la sua mano dalla mia gamba e incomincia a parlare per distogliere i mie pensieri dal tirargli uno schiaffo difronte a tutta la scuola.
-Ragazze i miei sono partiti, vi va di venire da me dopo scuola e rimanere a dormire? Tanto è venerdì e domani non c’è scuola.-
-Sii che bella idea!- Rispose Miley battendo le mani felice.
-Tu Micol? Ti va?-
-E me lo chiedi? Non aspettavo altro, mi sento in dovere di auto incaricarmi addetta ai dolci- disse ridendo.
-Nessun problema- le dissi.
-Hey ragazze così mi sento escluso!- Si intromise Liam.
-Vuoi venire anche tu Payne?- Gli chiesi.
-Certo che si Cooper- rispose.
-Ragazzi a questo punto venite anche voi no?!- aggiunse rivolgendosi all’intero tavolo. Ma che diavolo?! Passare mezza giornata coi due ragazzi che mi stavano facendo andare in pappa il cervello? Nemmeno per sogno.
-Sempre se per te non è un problema Em..- aggiunse. Ovvio che è un problema.
Guardai Micol e Miley che mi stavano palesemente implorando con lo sguardo, certo era ovvio che volevano passare un po’ di tempo con Louis e Zayn.
-Certo, va bene..- risposi. Maledetto il mio altruismo.
“Lo faccio solo per voi” mi rivolsi silenziosamente alle due che stavano esultando con gli occhi. 
Mi ringraziarono allo stesso modo e finalmente suonò la campanella.
-Ci vediamo dopo Emily..- disse Niall passando un suo braccio dietro alla mia schiena. Un brivido mi percorse il corpo.
Harry si era alzato, guardando male il biondo e dandomi un bacio sulla guancia, un po’ troppo vicino alla bocca. Questa volta era intenzionale, ed era colpa sua.
Salutai tutti velocemente e me ne ritornai a lezione.

Matematica, odiavo quella materia. Però per fortuna c’era Liam a farmi compagnia in quell’ora.
Il professore come sempre stava interrogando. La presi come scusa per aggiornare il mio migliore amico su cosa stava succedendo.
-Liam devo raccontarti un po’ di cose..-
-spara sono tutto orecchi- mi disse sorridente, aveva un sorriso invidiabile che metteva di buon umore.
Gli raccontai tutto per filo e per segno. Le dichiarazioni, le mie fughe, i baci..
-wow.. solo wow- disse alla fine.
-Potresti almeno darmi un consiglio?-gli chiesi.
-Penso proprio di non poterti aiutare. La risposta ce l’hai soltanto tu, dentro il tuo cuore- mi rispose.
Era proprio così, solo io avevo la risposta ai miei problemi. Solo io potevo fare una scelta.
Ma quale sarebbe stata quella migliore?
Il mio ex che dice di essere quasi innamorato di me o il biondino, tipico ragazzo della porta accanto dolcissimo e dalla risata contagiosa?

Sentii suonare il campanello di casa.
-Martin vai ad aprire tu!- Gridai dalla mia camera. Sarebbero state Miley o Micol..
Ero sotto la doccia e non potevo andare io. Cercai di fare veloce e uscita dalla doccia mi misi l’accapatoio e scesi le scale.
Sentii qualcuno parlare in salotto, due voci maschili.
Era Harry. Tempismo perfetto. Lui era li, bellissimo e vestito alla perfezione. Ogni volta che lo vedevo era il solito tuffo al cuore. E io li, in piedi sulle scale con l’accappatoio e i capelli bagnati sembravo una balena fuori dall’acqua.
-Emily devo andare è gia tardi ci vediamo domani- mi disse Martin salutandomi con un baciò sulla fronte. 
Salutò Harry, che ormai conosceva, e uscì.
-Non ti aspettavo così presto, mi sarei vestita almeno.- dissi al riccio.
-Sei bellissima comunque- disse avvicinandosi. Sentii le sue mani sui miei fianchi.
-Frena i tuoi istinti Styles – Mi staccai dalla sua presa.
-Resta qui, vado di sopra a vestirmi.- 
Andai a vestirmi di corsa. Odiavo quella situazione, l’ultima volta che eravamo rimasti io e lui in una casa vuota era quasi successo, si quello.
Mi infilai il primo maglione che trovai nell’armadio e un paio di leggins neri.
-Quei pantaloni ti fanno il culo perfetto.- 
-Ti avevo detto di rimanere di sotto o sbaglio?- stupido idiota.
-e come potevo? Non riesco a starti lontano due minuti.-
In men che non si dica era davanti a me, le sue labbra a pochi millimetri dalla mia.
Non feci in tempo a respirare che le sue labbra si posarono sulle mie. Non volevo staccarmi, avrei voluto che quel bacio caldo, dolce e pieno di emozioni non finisse mai. La sua lingua iniziò a perlustrare la mia bocca e così feci io con la sua. Era uno di quei baci perfetti. Da film.
Mi cedevano le gambe. Mi prese in braccio e mi fece sedere sul letto. No, non potevo andare oltre.
Il mio cuore stava galoppando all’impazzata, mi staccai dal bacio pentendomene subito.
- Pensi che ce la farò mai? Pensi che prima o poi il mio cuore smetta di cercare di uscirmi dal petto ogni volta che mi sfiori?- Dissi tenendo la testa bassa. Rise.
-Allora che dici, la sto vincendo la sfida?-
-Si, e alla grande-
Qualcuno suonò il campanello e scattai di sotto ad aprire.
Harry mi seguì correndo giù per le scale.
La porta era aperta e mentre scendevo Liam era già nel salotto.
-hey che ci facevate voi due di sopra?- Chiese divertito vedendoci scendere insieme.
-eeeh Liam, tu sai gia tutto- disse Harry ridendo. 
-No è successo niente Liam- 
-Oh si ne sono sicuro- rispose ammiccando. 
-Holaaaa gentee!- Gridarono Miley e Micol entrando in casa.
-Ciao ragazze- le salutai.
-Allora Liam, dov’è tuo cugino?- Chiese Miley -e Louis?- aggiunse Micol.
-Stanno arrivando, cos’è tutto questo interesse?-
-Niente niente..- risposero loro due.

Passammo tre ore davanti alla televisione a vedere un film horror, “Paranormal activity” e anche se non faceva paura quelle due gatte morte delle mie migliori amiche, sedute di fianco ai loro amati, facevano le finte ragazze impaurite e loro con mia sorpresa sembravano stare al gioco. Giuro di aver visto nel buio Zayn prendere la mano di Miley. Buon per lei. Io ero seduta di fianco a Niall, che cercava di abbracciarmi ogni cinque secondi anche se io continuavo a scansarmi, non facevo altro che ripensare a Harry, le sue mani su di me, le sue labbra sulle mie.
-Ragazzi vi prego basta odio questo film- mi alzai e spensi la televisione tra i lamenti dei miei amici.
Accesi le luci e vidi Harry mezzo addormentato per terra e Micol e Louis staccarsi da un abbraccio. Quanta tenerezza.
-Che dite ordiniamo una pizza?- propose il biondo.
E fu così che ci ritrovammo a mangiare pizza stravaccati sul divano.
-Mia madre ci ucciderebbe se ci vedesse- dissi ridendo. 

Liam, Zayn e Louis se ne erano andati via subito dopo mangiato, seguiti poi da Niall.
Il riccio sembrava non volersene andare.
-Ok, Hazza vattene ora è il nostro turno- Gli disse Miley.
-Dobbiamo fare il nostro pigiama party, smamma susu!- Aggiunse Micol ridendo
Mi misi a ridere accompagnandolo alla porta.
-Non posso proprio restare eh?- mi chiese con una faccia da cane abbandonato.
-No Hazza..- gli risposi sorridente.
Anche se avrei voluto che rimanesse, non avrebbe avuto senso con le mie due migliori amiche che si aspettavano un chiarimento.
-Ciao harry- mi avvicinai a lui per dargli un bacio sulla guancia. Lui mi girò il viso con entrambe le mani e mi baciò velocemente.
-Ciao bellissima- mi disse prima di andarsene. Ok, penso abbia vinto alla stragrande la scommessa, ma non gliela darò vinta così facile.
Mi girai verso le due che avevano bellamente origliato e assistito alla scena.
-Volete anche i popcorn?- chiesi sarcastica.
-Emily siete bellissimi insieme, perché non ti ci rimetti insieme?!- esordì Micol. 
-E’ anche per questo che sei qui, venite che vi racconto tutta la storia.-

Passammo tutta la notte a parlare e spettegolare. Riuscii ad estorcere a Miley che tra lei e Zayn c’era stato un mezzo bacio. 
Erano le due e mezza quando mi arrivò un messaggio.

*Ho visto come ti guarda Harry. Chiariscimi una cosa. State insieme? Non voglio illudermi Emily, mi piaci troppo e non voglio perderti. Rispondimi se puoi. N*

Ci mancava questa.
Ogni volta che mi toglievo uno dei due dalla mente c’era qualcosa che me lo ricordava. Merda.
Gli risposi le prime frasi che mi erano venute in mente, che poi erano quelle giuste.

*Non stiamo insieme. Non so che fare.. voglio uscire con te ma provo qualcosa per lui. Ho bisogno di tempo... E.*

-Che succede?- Mi chiese Micol.
-Niente, tutto a posto, andiamo a dormire ora.-
Non riuscii ad addormentarmi fino alle quattro, continuavano a balzarmi in mente quei due imbecilli che mi stavano facendo impazzire il cuore.


-spazio autrice-
Non ho niente da dirvi penso che il capitolo parli da solo.
Mi sto accorgendo che Emily è un po una psicopatica non trovate? cambia umore ogni cinque minuti hahahaha
come me lol
spero vi sia piaciuto. 
se volete seguirmi su twitter l'indirizzo è sempre @xhorandreamer c: pubblicità hahahahaha
ciaociaociao xx



 

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Capitolo 10
*** I think i'm loosing myself in you. ***





CAPITOLO 10
I THINK I’M LOOSING MYSELF IN YOU

 
Ero nel pieno dormiveglia, aprii gli occhi e presi il cellulare per controllare l’ora. La luce del display mi accecò per qualche istante. Erano le otto, beh ero riuscita a dormire quattro ore.
Mi alzai e scesi in cucina cercando di non svegliare le altre che stavano dormendo beatamente.
Preparai la colazione per noi tre, e mentre sorseggiavo il mio thè vidi entrare in casa mio fratello.
-Hey- lo salutai.
-Ciao Em..-
-Come è andata la notte?- gli chiesi ammiccando.
-Tutto bene..- mi rispose lui ricambiando l’occhiolino.
-Sei da sola?- chiese.
-No ci sono Miley e Micol di sopra che dormono-
-che dici le svegliamo?-
-In che stile questa volta Professor Male?- era nostro solito svegliarle con qualche scherzo quando si fermavano a dormire da me e ogni volta ci urlavano contro, ma ne valeva la pena.
-Io direi che un po’ di musica non ci starebbe male che dici?- sapevo cosa aveva in mente.
Salimmo le scale silenziosamente, entrammo in camera mia senza fare il minimo rumore e attaccai l’i-pod di Martin alle casse dello stereo che avevo sulla libreria.
Contai fino a tre prima di mettere una canzone heavy metal a tutto volume, di quelle che ti spaccano le orecchie dal fastidio.
-Svegliaaaaa!- urlò mio fratello spalancando le finestre, stranamente era una giornata soleggiata e nella stanza entrava molta luce.
Mi misi a saltare sul loro letto.
-Sul serio Emily? Ancora con queste sveglie maledette?!- Mi urlò Miley.
-Martin ti odio!- strillò Micol ficcando la testa sotto il cuscino mentre lui le toglieva le coperte di dosso.
Scoppiammo tutti a ridere, questa giornata era iniziata bene, pensai.
-La colazione è pronta, dai scansafatiche alzate il culo e andate di sotto- esordì Martin.
Facemmo colazione tutti insieme e poi le mie due migliori amiche se ne andarono.
Un oretta dopo mi aveva chiamato Liam, avevamo passato il pomeriggio insieme chiacchierando e guardando la tv, niente di che insomma.

Ero intenta a trascorrere tutta la serata sul divano a mangiare gelato con mio fratello.
-Emily ti squilla il cellulare!- Mi urlò Martin dalla cucina.
-Possibile che tu stai sempre a mangiare?- gli dissi prima di rispondere.
-Pronto?-
-Hey bellezza- era Harry. La sua voce era cristallina, felice, non c’era altro suono che avrei voluto sentire quel pomeriggio.
-Hey!- risposi contenta che fosse lui.
-Siamo di buon umore oggi Em?- si, lo ero..
-Diciamo che sono particolarmente felice di sentirti Harold-
-Non c’era cosa migliore che potessi dirmi..
-Allora, perché mi hai chiamato?- gli dissi per interrompere il silenzio imbarazzante che si era creato.
-Beh, volevo chiederti se ti andava di uscire con me stasera, ho una sorpresa per te..-
-una sorpresa? Cosa hai in mente Harry?-
-beh esci con me e lo scoprirai..-
-ok, accetto. Però mi porti a mangiare un gelato, e paghi tu-
-Questo ed altro per te-
Lo salutai e chiusi la telefonata. Era stato capace di farmi alzare dal divano per una sera, e non era facile.
Tornai in cucina da Martin saltellando dalla felicità come una bambina di sei anni.
-Da dove arriva tutta questa felicità Em?- Mi chiese mio fratello.
-Esco con Harry stasera..-
Fece finta di sputare la coca cola che stava bevendo.
-Quell’Harry?!- che c’era di tanto strano?
-Si, Harry Styles- Anche il suo nome era perfetto come lui.
-Ma è il tuo ex!-
-lo so bene, ma mi piace ancora, e io piaccio a lui, e bum. Ci esco stasera- dissi schietta.
-oh beh, buon per te. Poi voglio che mi racconti come va, intesi?-

Cosa mi metto? Cosa diavolo mi metto?!
Nel mio armadio spopolavano jeans, cardigan e felpe, niente di carino per una serata del genere!
-Martin vieni un attimo!- urlai a mio fratello.
-Cosa c’è peste?-
-non so cosa mettermi..-
-mmmh.. che dici di quello?- disse indicando un miniabito nero, era bellissimo ma troppo.. elegante, per quello che sarebbe stata la serata.
-direi proprio di no..-
-Allooora quei leggins sicuro, ti stanno da dio-
-ok poi?-
-Questo!- aveva preso in mano un top a fiori azzurri e verdi di H&M, lo adoravo.
-bella scelta.. ma sopra? e che scarpe mi metto?!-
-devo fare tutto io eh?-
Incominciò a frugare negli angoli più bui del mio armadio, scovando vestiti di cui non ricordavo l’esistenza.
In due minuti aveva preparato un’outfit molto carino.
Leggins neri, quel top a fiori che mi piaceva tanto, cardigan nero e i miei amati stivali con le borchie.
-Così sarai perfetta sorellina-
-Grazie Martin-

Mi stavo truccando quando mi arrivò un messaggio.

*Passo a prenderti tra 10 minuti. H.*

In effetti non ci eravamo messi d’accordo sull’orario e sul posto. Per fortuna avevo gia arricciato i capelli e dieci minuti mi sarebbero bastati per truccarmi.
Finii di mettermi il mascara quando qualcuno suonò alla porta.
Scesi le scale di corsa cercando di non inciampare e aprii.
Era così bello, con quella camicia che metteva in risalto gli addominali, il blazer scuro e la sciarpa avvolta intorno al collo.
-Emily, sei bellissima-
-devi smetterla di ripeterlo.- Le mie guance stavano andando a fuoco.
Abbassai lo sguardo. Lui si avvicinò e lasciò un lieve bacio sulla mia fronte.
-e come potrei? Sei perfetta- bum bum, bum bum. Cuore calmati. Pensavo. Emily rilassati.
-Allora dove mi porti?- Gli chiesi infilandomi la giacca.
-Seguimi e lo scoprirai-

Mi aveva portato sulle rive del Tamigi, tutto era illuminato e le bancarelle di natale lasciavano nell’aria quell’atmosfera felice che tanto mi piaceva.
-Vuoi fare un giro?- Mi chiese indicando il London Eye che stava imponente davanti a noi.
Avevo sempre avuto paura di salirci. Soffrivo di vertigini e lui lo sapeva bene. Non feci in tempo a rispondere che mi aveva presa per un braccio ed era quasi riuscito a farmi salire.
-Harry!- gli urlai cercando di liberarmi.
Mi abbracciò da dietro e mi sussurrò all’orecchio.
-ti fidi di me Em?- faceva tanto Titanic quella scena.
-Si- risposi cercando di ignorare i brividi che non erano affatto causati dal freddo.
-Non ci credo che sei riuscito a farmi salire fino a qui su- dissi.
-vedi? Riesco a farti fare l’impossibile- rideva. Il suo sorriso era radioso, perfetto.
Era tanto che non sentivo le vere farfalle nello stomaco, e mi stava succedendo proprio ora.
Quello era il segno che aspettavo, il segno che lui era stato la mia scelta.
Mi avvicinai di scatto e lo abbracciai.
Lui era più alto di me e il suo abbraccio era caldo, riuscivo a sentirmi al sicuro tra quelle braccia.
-Che succede?- mi chiese continuando ad accarezzarmi la schiena. Cercavo le parole giuste per dirgli che volevo stare con lui.
-Harry, penso di essermi persa in te..-
-Cosa?- chiese guardandomi dritta negli occhi.
-Mi piaci Harry, più di qualunque altro, ho bisogno di te adesso. E non chiedermi con che coraggio sto pronunciando queste parole perché io non..- non riuscii a finire la frase. Le sue labbra erano sulle mie, le nostre bocche si intrecciarono in un abbraccio perfetto.
Sarebbe stato un bacio da film, mancavano solo le campane e i fuochi d’artificio.
-Tu sei mia, mia e basta ora. Guai a chi ti tocca- disse staccandosi.
Non potevo desiderare di meglio in quel momento.
-Ora andiamo a prendere questo maledetto gelato che ti devo- disse, mi misi a ridere. Era buffo, metteva quel pizzico di divertimento nel punto giusto al momento giusto.

-che gusto vuoi?-
-Menta e cioccolato-
-Menta?- mi chiese.
-Si. E’ il gelato più buono del mondo, dovresti provarlo-
Mangiavamo i nostri gelati passeggiando per le vie del centro di Londra quando Harry si fermò guardando un punto lontano davanti a lui.
-che c’è?- gli chiesi.
-Ma.. quelli non sono Zayn e Miley?- disse indicando due ragazzi che si tenevano per mano davanti a noi.
No, non potevano essere loro, a malapena si parlavano.
Ci avvicinammo un po’ e, si, erano proprio loro mano nella mano. Sorridevano e sembravano felici..
Love is in the air parapapapapaparà! Mi venne in mente quella canzone ed era proprio così, l’amore era nell’aria e si sentiva.
-Miley! Che i fai qui?- le chiesi un po’ stupita.
-potrei farti la stessa domanda Em!- sembrava felice. Vidi che Zayn e Harry stavano parlando per i fatti loro e approfittai della situazione per chiedere qualche chiarimento.
-Cos’è sta storia? Tu e Zayn fuori da soli?!-
-non chiedermi neanche come è successo perché non lo so! Ci stavo parlando al telefono e qualche ora dopo mi baciava sotto il vischio-
-Ah! Ti ha baciata?!-
-Si! Ed è stato perfetto- -aveva una faccia di un contento assurdo.
-Tesoro andiamo? Lasciamo da soli i piccioncini- Mi disse Harry ridendo.
Feci cenno a Miley di chiamarmi quando sarebbe tornata a casa così a avrei potuto raccontargli anche la mia storia. Li salutammo e andammo via per i fatti nostri.
-Ho freddo..- gli dissi. Si tolse la sua giacca e la posò sulle mie spalle.
-Andiamo, ti riaccompagno a casa-

-Eccoci arrivati..-
-Tieni la tua giacca- gliela porsi, si vedeva che stava congelando.
-Grazie per la serata Harry- aggiunsi.
-Grazie a te. È stato tutto bellissimo, e mettiamo in chiaro una cosa, tu sei la mia ragazza ora.- a quelle parole mi si contorse lo stomaco. “La mia ragazza”. non potevo essere più contenta.
-Buonanotte- gli dissi dandogli un ultimo bacio.
Entrai e mi chiusi la porta alle spalle. Volevo urlare dalla felicità.
Ero ancora la ragazza di Harry Styles





-spazio autrice-
klsdvhgteohp ciao. Cooome la va? Nessuno mi caga sta storia :c cooomunque io la scrivo per me tze. u.u
-2 alla fine del mondooooo °^° hahahahahaha e -4 alle vacanze di natale jhvbiugv**
ciao bellesse xx


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Capitolo 11
*** Confessions. ***




CAPITOLO 10
CONFESSIONS


*Buongiorno principessa. H.*
*Buongiorno bellissima. N.*


Questi erano stati i due messaggi che ritrovai al mio risveglio quella mattina.
Cavolo, non mi ero ancora resa conto che avrei dovuto parlare con Niall e spiegargli cosa stava succedendo.
Io e Martin facemmo colazione da Starbucks, come nostro solito,  prima di accompagnarmi a scuola.
-Ciao topolina, buona fortuna!- Mi disse lasciandomi nel parcheggio davanti all’entrata. Lo salutai e raggiunsi gli altri.

Vidi Micol e Miley che chiacchieravano nei corridoi e mi unii a loro.
-Ciao ragazze- le salutai.
-Ciao Em- Mi salutò Micol. Miley mi aveva salutato distratta prendendo il cellulare dalla tasca e scrivendo un messaggio.
-Ciao ragazze!- Una voce cristallina e squillante mi penetrò la mente. Era Harry bellissimo come al solito.
Si avvicinò e mi diede un bacio leggero.
-c-cosa? Miley li hai visti?!- chiese sbalordita Micol assistendo alla scena.
-Oh si Michi, io so già tutto!- disse Miley ridacchiando insieme ad Harry.
-Em non mi dici niente?!- come se fossi l’unica colpevole!
-Anche Miley non ti ha detto tutto!- le gridai cercando di difendermi.
-Com’è possibile che io sia sempre l’ultima a sapere le cose?!- disse lei prima che suonasse la campanella.
-Facciamo così, oggi pomeriggio venite da me che ti raccontiamo tutto- proposi prima di avviarmi all’ora di storia con Harry.
Stavamo parlando di Federico II e le sue noiosissime imprese quando mi arrivò un bigliettino sul banco.
*Hai parlato con Niall?*
 Mi girai verso il fondo della classe notando che Hazza mi stava guardando, feci segno di no con la testa prima di riconcentrarmi sui miei appunti.
Avrei dovuto farlo al più presto. Avrei dovuto spiegargli tutto il più in fretta possibile perché più aspettava a sapere la verità più era peggio, si sarebbe solo illuso.
Le altre due ore della mattina le avevo proprio con lui. Cercai di evitarlo il più possibile.
Gli mandai un bigliettino con scritto che avremmo dovuto parlare. Lui si girò verso di me sorridente accennando un “ok” e un occhiolino. Purtroppo per lui quello che avrei dovuto dirgli non gli sarebbe piaciuto molto come credeva.

La mattinata passò in fretta, all’ora di pranzo ci diedero la pizza, le cuoche mi avevano letto nel pensiero? Mi serviva per tirarmi un po’ su il morale. Quando c’era la pizza in mensa era il delirio più totale e ovviamente dovevi correre per prendere il tuo pezzo prima che finisse, conosco gente che facendo la “fila”, se così si può chiamare, si è ricavato un bell’occhio nero. Ma si può? Beh si, era la pizza, tutto è lecito quando si parla di pizza!
-Hey- salutò Liam sedendosi di fianco a noi.
-Liam che succede?- chiesi, aveva una faccia stanca e smorta.
-Non mi sento tanto bene Em, mi sa che andrò a casa.-
Beato lui, avrei fatto volentieri cambio per evitare la chiacchierata col biondo.
Parli del diavolo e spuntano le corna: Niall si sedette davanti a me insieme ad Harry. Quest’ultimo mi stava parlando con lo sguardo ma non capivo bene cosa mi stesse dicendo.
Prese il cellulare e si mise a scrivere qualcosa. Qualche secondo dopo mi arrivò un messaggio.

*parlagli o lo faccio io, e ci aggiungo un bel pugno in faccia compreso nel prezzo!*

Lo conoscevo abbastanza bene da sapere che non lo avrebbe mai fatto, ma sapevo che era geloso ed era meglio non rischiare.
-Niall ti posso parlare un momento?-
Sul tavolo calò un silenzio tombale e si fermarono tutti a guardarci.
-Certo- disse. Mi alzai e gli feci segno di seguirmi.
Camminavo per i corridoi senza una meta precisa, con la testa bassa pensando alle parole che avrei usato, quando mi prese la mano. Non me l’aspettavo.
-Perché mi hai preso per mano?- mi fermai appoggiandomi agli armadietti.
-Perché alle cose importanti ci si aggrappa..-
C’erano cose che dovevo dirgli e gli avrebbero fatto male, ma non potevo illuderlo così, gli volevo bene.
Staccai la mia mano dalla sua.
-ecco Niall… lo sai che ti voglio bene..-
-anche io, e non sai quanto-
-Quello che sto per dirti non ti farà piacere.- gli dissi. La sua espressione serena stava scomparendo lentamente. Abbassò lo sguardo.
-che succede Emily.- mi chiese serio.
-Ecco, io e Harry... stiamo insieme- dissi tutto d’un fiato, non volevo ferirlo.
-Cosa?!-
-Niall io..- non feci in tempo a finire la frase. Era molto arrabbiato.
-Emily quando ci siamo conosciuti credevo nella nostra amicizia, credevo fossi una persona di cui ci si potesse fidare, credevo in un NOI. In questo momento l’unica cosa che credo è che tu mi abbia solo preso in giro!-
Non ebbi il tempo di ribattere, di spiegargli, che se ne andò tirando un pugno a un armadietto. Mi sentivo uno schifo.

Ormai la campanella era suonata da un po’. Vagavo per i corridoi senza voler davvero arrivare in classe. Vidi Harry che passeggiava tranquillo per la scuola.
-Che ci fai qui Hazza?- gli chiesi.
-Verifica di chimica, devo saltarla assolutamente!- sempre il solito.
-Allora, come l’ha presa?- aggiunse.
-Beh, dipende dai punti di vista. Se per te prenderla bene vuol dire scappare e prendere a pugni gli armadietti allora si, l’ha presa parecchio bene.-
-Che ridicolo!-si mise a ridere.
-Harry non c’è niente da ridere, era tuo amico-
-Si prima che cercasse di rubarmi la ragazza!-
-Che dici, facciamo i bulli e andiamo a casa?- mi disse.
-si ti prego, non ho assolutamente voglia di rimanere in questa prigione.-
Detto fatto cinque minuti dopo eravamo fuori da scuola.

***

-Martiin sono a casa!- urlai entrando con Harry al mio fianco. Non c’era.
-Sarà da Christian- pensai ad alta voce.
-Christian?- chiese.
-Si il suo ragazzo-
-Tuo fratello è fidanzato?-
Non gli risposi e presi il cellulare che stava squillando nella mia tasca.
-Pronto?-
-Em, guarda che non sono a casa oggi e non posso venire a prenderti- era lui.
-ho notato, sono già a casa-
-Perché sei già a casa?! - mi chiese tutto preoccupato.
-emm…- temporeggiai cercando una scusa plausibile -la prof ha ricevuto una chiamata da suo figlio dicendole che la casa stava andando a fuoco, così ci hanno lasciato uscire prima- dissi nella speranza che mi credesse.
-E come sei tornata? Ti sei fatta la strada scuola-casa a piedi da sola?-
-Non da sola..-risposi.
-e con chi?-
-con Harry, è qui, ti saluta-
-ok ok, non voglio saperne nulla, salutamelo e cambia le lenzuola dopo che avete finito di.. beh si mi hai capito no?!-
-MARTIN!!!- lo rimproverai. Si mise a ridere.
-Ciao peste sto andando da Christian ci vediamo stasera.- lo salutai e riattaccai, mi rivolsi a Harry chiedendogli –Che cosa vuoi fare ora?-
-Beh, quello che tuo fratello aveva in mente non è male..- Mi disse Harry abbracciandomi da dietro.
-Hazza, non ci pensare nemmeno, siamo insieme da due giorni! Io non sono come quelle ragazze che te la danno la prima sera!- gli dissi.
-Dimentichi gli scorsi due anni, per me è come se non ci fossimo mai lasciati- Mi disse per poi baciarmi. Era di una tenerezza assurda e la cosa mi piaceva.

Passammo diverse ore a cazzeggiare e a coccolarci sul divano, guardai l’ora ed erano quasi le 5.
-Hazza stanno per arrivare Miley e Micol-
-è un modo carino per chiedermi di andarmene?-
-esattamente.- Risi.
Ci mise un quarto d’ora per decidersi ad uscire di casa.
Non feci in tempo a sdraiarmi di nuovo sul divano che il campanello suonò.
-Em! Abbiamo visto Harry andare via da casa tua qualche minuto fa, adesso ti salti la scuola con lui?! Ti sta mettendo sulla brutta strada!- disse Miley ridendo ed entrando in casa seguita da Micol.
-Allora mi volete spiegare?- Esordì Micol buttandosi sul divano.
-Em?-mi incitò Miley.
-Perché devo iniziare io?-
-Dai su, sputa il rospo- aggiunse Micol incuriosita.
-in poche parole, mi sono rimessa con Harry, oggi l’ho detto a Niall e lui mi ha mandato a quel paese. Fine della storia-
-E cosa aspettavi a dirmelo?!- Urlò Micol.
-Si ma, c’è una cosa più importante che vorrei sapere anche io!- incominciai. –Miley vuoi dirci qualcosa?-
-Io? No ma va- disse in tono ironico.
-No sai Micol, la signorina domenica sera è uscita col signor Zayn Malik!-
-ok ok vi racconto.. abbiamo legato subito io e lui anche se a scuola non lo diamo a vedere, abbiamo passato le ore a parlare al telefono e finalmente si è deciso a chiedermi di uscire. Domenica ci sono uscita e bum, mi ha baciata. È stato il bacio più bello di sempre.. non so perché non c’era a scuola oggi ma mi manca..- tutto questo lo aveva detto con gli occhi a cuoricino, era bello vederla felice.
-Beh allora già che ci siamo, anche io ho qualcosa da confessare- disse Micol.
-Di che parli?- chiesi.
-Beh, Louis. Dobbiamo uscire insieme stasera, prima mi ha chiamato e.. CAVOLO MI PIACE DA MATTI! E se non l’avete notato, l’altra sera, mentre eravamo qui tutti insieme, mi ha anche baciata!!-
-Lo sapevo!- urlò Miley.
-E’ bello vedervi così felici- dissi.
-Si Emily, ma paliamo di cose altrettanto importanti, cosa ci mettiamo a capodanno?- chiese Miley. Sempre la solita.
-Non lo so, ma la cosa sicura è che si fa a casa mia, non si discute.- proposi.
-E chi si oppone!!- disse Micol.
Non eravamo ancora a natale ma ci mettemmo già a pianificare la serata dell’ultimo dell’anno. Sarebbe stata una festa da urlo! 


-spazio autrice-
Holaaaaa. 
Non scrivo niente oggi perchè mi sta passando la voglia di scrivere del tutto!
Spero comunque che a le poche persone che mi cagano piaccia. 
xx


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Capitolo 12
*** What?! ***




CAPITOLO 12
WHAAAAT?!

 
Martin mi aveva accompagnata a scuola in ritardo, maledetto fratello!
Corsi per i corridoi raggiungendo la classe di letteratura senza preoccuparmi di svuotare la borsa nell’armadietto, non avevo tempo.
Cazzo, la porta era chiusa e l’orologio del corridoio segnava le otto e venticinque. Feci il segno della croce e pregai Dio che fosse una di quelle giornate in cui quella megera era di buon umore, sennò ciao, mi avrebbe sbraitato contro con i suoi soliti discorsi sulla puntualità, la responsabilità e altre simili baggianate.
Bussai alla porta.
Un freddo -Avanti.- mi accolse.
-Ah Cooper, stavamo giusto aspettando lei. Vuole anche thè e biscotti così la facciamo accomodare con comodo?- ok, era già incazzata di suo. Diamine quella donna era irritante.
-Mi dispiace, è che c’era traffico e..- non mi fece neanche finire la frase.
-ah ah ah le dispiace a lei! Non mi interessa Cooper. Lo sa bene che la disciplina è quello che…- ci risiamo, un’altra menata sulla disciplina. Non la sopportavo più veramente!
-per la miseria lei ha bisogno di scopare un po’..- pensavo di averlo detto a bassa voce, ma mi accorsi che non era così quando una mia compagna di corso, Adelle, si mise le mani sulla bocca trattenendosi dal ridere. La vecchia smise di parlare. Si mise a guardarmi con degli occhi infuocati e se fossimo stati in un cartone animato le sarebbe uscito il fumo dalle orecchie.
-Cooper in presidenza, subito!- mi urlò contro sbattendomi fuori dalla classe. Non me lo feci ripetere due volte, sarebbe stata capace di lanciarmi addosso il cancellino o ,magari, delle forbici appuntite. Esilarante come scena però.
 
Camminavo per i corridoi dirigendomi verso la presidenza. Speravo che quel giorno il preside non ci fosse, che fosse stato impegnato in qualche riunione o chissà cosa.
Entrai nell’atrio dove trovai una signora non troppo vecchia, seduta al computer con gli occhiali a cerchio stile Harry Potter sul naso, che non le donavano affatto, e la faccia da topo.
-Dica- e aveva anche la fiatella, favoloso!
-Mi è stato detto di venire dal preside, sempre se c’è...- dissi allontanandomi un passo dal bancone.
-mh, un minuto e sono subito da lei.- Si alzò e scomparve in una delle stanze li dietro. Sembrava la caricatura umana di un personaggio dei cartoni. Ritornò da me strisciando i piedi qualche minuto dopo.
-Ora è occupato, può accomodarsi lì mentre aspetta- disse indicandomi delle sedie poco distanti.
Mi sedetti e presi il cellulare giusto per fare qualcosa.
Sfogliai la lista delle applicazioni che Micol mi aveva detto di scaricare sull’iphone che con tanti sacrifici ero riuscita a comprarmi.
Stavo per battere il mio record a fruit ninja quando sentii dei passi avvicinarsi e una voce chiamarmi.
-Ciao Emily!- disse Louis sedendosi di fianco a me.
-Hey Lou! Che ci fai qui?- gli chiesi.
-Ho tirato giù i pantaloni al professore di ginnastica, voleva farmi correre, ti rendi conto? Questo bel culo non è fatto per correre!- scoppiammo a ridere entrambi.
-Sei sempre il solito- gli dissi tra le risa.
-E tu Em, perché sei qui?-
-A quanto pare ho detto a voce troppo alta alla prof di letteratura che doveva farsi una scopata, davvero non volevo..-  Louis si piegò in due dal ridere tenendosi gli addominali.
-Non ti credevo capace di queste cose! Tu e io facciamo una bella coppia!– disse ridacchiando.
-nono, tu e Micol fate una bella coppia!
-Tu sai?- disse guardandomi.
-Certo cosa credi?! La Michi è la mia migliore amica dai tempi dell’asilo, è ovvio che so tutto di lei!- gli risposi.
Era quasi imbarazzato.
-Ti piace?- gli chiesi sorridendogli.
-Piacermi? No...- ouch. Mi girai davanti a me un po’ delusa.
-Sono quasi innamorato di lei!- mi voltai di scatto verso di lui, ho sentito bene?!
-lo so, è un po’ affrettata come cosa ma mi piace da matti, è bellissima, simpaticissima le piacciono i videogiochi e.. non lo so, è stato come un colpo di fulmine!-
Mentre lo diceva era sorridente e con gli occhi lucidi.
-E cosa aspetti a mettertici insieme?!-
-Non so se le piaccio così tanto anche io.. si ok siamo usciti, l’ho quasi baciata ma.. non lo so.-
-oh le piaci eccome, fidati.-
-Davvero?! Oh beh.. allora glielo chiederò.. si, a natale magari! È romantico no? Forse dovrei..-
-Lou stai straparlando adesso, calmati!-
-Si hai ragione- disse passandosi una mano nei capelli perfettamente perfetti che aveva.
-Vi va se lo passiamo tutti insieme il natale? Per Zayn farlo a casa sua non sarebbe un problema-
-mmh, si certo! Ero abituata a passarlo con i miei ma sono partiti quindi.. chiediamo a lui a mensa e poi ci organizziamo.-
La nostra conversazione fu interrotta dal cigolio della porta della presidenza, il cuore mi fece una capriola per poi ritornare al suo posto. Avevo paura delle conseguenze, d'altronde era la prima volta che finivo dal preside. Quest’ultimo uscì parlandoci.
-Ragazzi ho un impegno importante, non posso ricevervi ora. Siccome avete le facce di due ragazzi simpatici vi lascio andare, ma che sia l’ultima volta che vi vedo qui intesi?-
La mia ansia visibile e quella praticamente inesistente di Louis svanirono a quelle parole.
 
***
 
-Micol la vuoi finire? Mi irriti con quel videogioco del cavolo- squittì Miley mentre stavamo parlando.
La mensa brulicava di gente, c’era chi mangiava, chi parlava, chi si menava.. c’era gente strana in quella scuola. Infatti mi cadde lo sguardo sul gruppo di teatro. Loro erano i più strani in assoluto, sempre vestiti di nero, con degli occhiali da sole scuri anche se a Londra pioveva quasi sempre.
-Dicevi?- Miley si rivolse di nuovo a me.
-Stavo dicendo che Louis aveva proposto di fare la cena di Natale a casa di Zayn..-
-Cosa si deve fare a casa mia che non so niente?- esordì il moro sedendosi al nostro tavolo.
-Non hai ancora parlato con Louis? Me lo aveva accennato prima quando l’ho incontrato in presidenza..-
-tu in presidenza Em?!- disse Liam sedendosi con gli altri al seguito, mancava solo Niall e sapevo il perché: io, ovviamente.
-Oh si ragazzi, è una tosta questa ragazza- intervenne mr. Tommo sorridente.
-Poi vi spiego tutto..-
-Quindi di che si parlava?- chiese Harold sedutosi di fianco a me.
-Della festa di natale.. Micol spegni quel robo! Così magari senti anche tu!- dissi.
-Si ragazzi, pensavo che sarebbe stata una buona idea farla tutti insieme, che dite? Zayn è un problema farla da te?- chiese sorridente Louis.
-beh veramente si, arriva mia cugina Zaira dalla Tailandia per le feste.. e si porta appresso tutta la famiglia ed è tradizione per noi passarlo in famiglia.-
Liam e gli altri erano d’accordo con lui, a quanto pare sarei rimasta a casa da sola con mio fratello, che cosa triste!
-Ma uffa! Allora io resterò da sola tutto il giorno..- dissi imbronciata.
-Em, io la sera di natale sono libero.. potrei farti compagnia, se vuoi.- disse Harry. Haaaallelujah!!
-E me lo chiedi?! Potresti venire da me che tanto sarò sicuramente da sola, quel barbone di mio fratello è sempre in giro..- gli dissi sorridendogli, non vedevo l’ora di passare un po’ di tempo insieme a lui, da soli.
-Hey voi, io non voglio ancora nipoti, quindi andateci piano- Esordì Liam.
Tutti si misero a ridere quando lanciai un’occhiataccia al mio migliore amico.
Scherzammo un po’ fino a quando la campanella ci divise.
 
Mentre uscivo da scuola un ragazzo biondo mi oltrepassò, con quel profumo che potevo riconoscere anche in una stanza piena di gente. Faceva male vedere Niall per i corridoi che mi evitava e non poterlo salutare.
-Niall ti posso parlare?- gli dissi alzando la voce cercando di farmi notare.
Non si girava.
-Niall?!- lo richiamai a voce più alta.
Ma mi ignorò ancora.
-Horan cazzo ascoltami!- stavo praticamente urlando. Tutti si girarono verso di me meno che lui. Stupido idiota irlandese.
Salii in macchina ancora arrabbiata, quasi non salutai neanche mio fratello.
-Ciao anche a te sorellina, simpatica come al solito-
-Portami a casa e basta, non voglio parlare.-
Odiavo essere ignorata.
 
Dopo cena mi ero imbambolata a vedere un programma su real time, “sepolti in casa”, ancora mi chiedo come facciano quelli a vivere in quelle condizioni, che schifo.
Il cellulare vibrò avvertendomi di una notifica di twitter, [ _tilovvoxd ha iniziato a seguirti ]. Sei una bimbaminkia e sei un uovo, di certo non ti followo indietro. Mi sentivo stronza in quelle situazioni ma è così, non volevo la timeline intasata di tweet scritti in bimbominkiese indecifrabili!
Presa dal momento presi il telefono e chiamai Niall, quella testa di carciofo doveva parlarmi!
Uno squillo, due squilli, poi tre e quattro.. scattò la segreteria telefonica e riattaccai.
-stupido idiota non osare riattaccarmi il telefono in faccia!- urlai.
-Parli da sola adesso?- Una voce alle mie spalle mi fece quasi cadere dal letto dallo spavento.
-Hazza, Mi hai spaventata!- un Harold ben vestito mi stava guardando con quei suoi occhi bellissimi dalla porta..
-chi ti ha fatto entrare?-
-tuo fratello scema, siete in due in questa casa.- disse sedendosi sul letto. Giusto.
Mi sorrise.
-Lo sai che amo i tuoi occhi?- gli dissi dandogli un bacio sul naso. Ma quanto sono tenera?!
-Lo sai che amo te?- rispose lui.
Buuum. Sentii qualcosa scoppiare. Non era una bomba, neanche mio fratello che saltava in aria cercando di usare i fornelli. Era il mio cuore.






-spazio autrice-
WASABIIIIIIIIIIIIIIIII! (?)
CIAO PELLE PIMPE.
capitolo 12, che dire, boh, tanto non lo legge nessuno, e sono a corto di titoli, per i capitoli, troppe virgole.
Però lo so che tu, si tu, che stai leggendo questo, so che vuoi lasciarmi una recensione, ma non lo fai, dai lasciala, su, su, non mordo, ti vedo ʘ‿ʘ, fallo, ora, daiii, ancora troppe virgole, basta,,,,,,,,,,,,,,,,
vabè DEGENEROOOO. me ne vado
addio.
xoxo.

Ps: ma lo vedete? lo vedete cazzo?! e poi la gente si chiede perchè divento pervy, dai su non si può, cazzo, ancora troppe virogle.
cazzucazzu. deve essere un crimine essere così secsi. kjhcnficnfiu.
addio, di nuovo.




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Capitolo 13
*** Mistakes ***




CAPITOLO 13
MISTAKES


-si Emily, ti amo.- le dissi. Non sapevo con che coraggio. Ci avevo pensato e ripensato. Arrivato davanti alla porta di casa sua mi ero ripromesso che avrei aspettato ancora un po’, ma non potevo negarlo, l’amavo.
Con lei mi sentivo bene, troppo bene, meno solo, apprezzato. E giurerei di aver pensato di volerci passare insieme tutta la vita. Scherziamo? Io Harry Edward Styles innamorato?! Lo so, difficile da credere.
Oltre ad essere bella e in gamba, riusciva a tenermi testa pur non facendo niente in particolare. Pensando a lei sentivo che dovevo proteggerla, quando di solito dei sentimenti delle ragazze non mi era mai importato granché. Insomma, mi aveva fatto perdere la testa.
Mi stava fissando impietrita.
-che che cosa?- balbettò.
-Dai che hai capito stupida..-
Un silenzio tombale calò nella stanza. L’unica cosa che riuscivo a sentire era il ticchettio dell’orologio appeso alla parete che risuonava a tempo col battito del mio cuore, che continuava ad accelerare.
Dal suo viso non traspariva alcuna emozione: ne gioia, ne panico, ne riluttanza.. non sapevo che pensare.
Mi sedetti sul letto sospirando. Sapevo di aver fatto un errore.
-Anche io ti amo, Harry- il mio battito accelerava e sentii quasi il cuore fermarsi quando le nostre labbra si incrociarono. La strinsi in un abbraccio avido stendendomi sul suo letto.
Passammo la serata così: io e lei.

Erano le quattro del mattino quando sentii squillare il cellulare sul comodino. Chi cavolo osava chiamarmi alle quattro di notte in settimana?!
-Pronto?- risposi assonnato, senza aver letto il nome di chi chiamava sul display.
-Hey Harry sono Louis- e chi altro poteva essere.
-ah.. che c’è- risposi.
-Stavi dormendo?-
-tu che dici? Sono le quattro idiota-
-No davvero? È che ho appena finito di parlare con Micol su skype.. non pensavo fosse così tardi-
-possiamo parlarne dopo a scuola? Vorrei dormire almeno altre due ore-
-ok si ma..- non lo feci finire e riattaccai il telefono in faccia ricadendo in un sonno profondo.

Quella notte dopo la telefonata di Tommo non riuscii a riaddormentarmi. Entrai a scuola ritrovandomi con Liam al solito posto con lo sguardo assonnato che, con i miei capelli come sempre perfetti, stonava.
-Hazza hai parlato con Zayn ultimamente?- mi chiese.
-no perché?-
A quanto pare ha litigato con Miley, me lo ha detto Lou, ma non so per cosa…-
La campanella ci aveva interrotto proprio sul gossip della giornata.
La mia destinazione della prima ora era storia. L’unica ragione per cui andavo a quella lezione era Emily, volevo vederla, altrimenti non ci sarei andato dato che interrogava.
Arrivai appena prima del professore e mi sedetti all’ultimo posto rimasto. Stranamente non era in prima fila ma in terza, non male. Mi girai verso il fondo e la vidi mentre scriveva qualcosa al cellulare, nascondendosi dietro la sua borsa.
Mi girai quando sentii il professore scorrere l’elenco per incominciare le interrogazioni, o meglio, la carneficina.
-Allora mi sento buono oggi, qualcuno si propone?- chiese distogliendo lo sguardo dal registro.
Ovviamente nessuno era così idiota da proporsi con lui, era famoso nella scuola per essere uno dei professori più acidi e malefici, nelle interrogazioni ti sfiniva di domande per poi metterti k.o.
-Non tutti insieme ragazzi- cercava anche di fare il simpatico.
Riportò lo sguardo in basso verso l’elenco.
Sperando di scamparla un’altra volta incrociai qualunque parte del mio corpo fosse possibile incrociare. Dita delle mani, dei piedi, gambe, braccia. Sembravo uno spastico, infatti sentii qualcuno ridacchiare dal fondo dall’aula. Non mi servì neanche girarmi per capire chi fosse, quella risata era un suono così dolce che poteva provenire solo da Emily.
Il prof annunciò il nome delle sue vittime -Klrarcs e Grayson- con un tono di voce freddo, come al solito.
Passai tutta la noiosa ora di storia a scarabocchiare sul quaderno e a giocare sul cellulare dietro il mio nascondiglio precario. Mi sembrava di aver messo il silenzioso, ma a quanto pare non fu così. Il rumore della mia suoneria, che mi stava avvertendo di aver ricevuto un messaggio, spezzò il silenzio che regnava nella classe, data la scena muta delle mie compagne interrogate.
-Styles cosa sta facendo li dietro?- mi chiese il professore.
-Niente.- risposi ficcando il cellulare nell’astuccio.
-Non sono nato ieri Styles, faccio finta di non aver sentito. Che sia l’ultima volta- yeah buddy scampata anche stavolta.
Il professore finì l’interrogazione delle due poverette, pronto per incominciare con altre due vittime, quando per fortuna la campanella suonò.

***

-Ragazzi, ho scampato ancora l’interrogazione di storia!- dissi sedendomi al tavolo in mensa, dove c’erano già Louis e Liam.
-Sei sempre il solito, quando ti deciderai a studiare?- mi chiese l’ultimo.
-Scusa se non sono un secchione come te- rise.
-Allora, cos’è sta storia di Zayn che litiga con Miley?- aggiunsi.
-Harry, sono costantemente nei tuoi pensieri da sentirti dire sempre il mio nome?- disse il more sorprendendomi alle spalle.
-Si lo sai che ti amo Malik.- scherzai –allora, ci vuoi spiegare?- gli chiesi.
-Vorrei saperlo anche io perché abbiamo litigato. Mi ha accusato di averla tradita-
-Tradita? Ma voi non state neanche insieme- Intervenne Louis.
-Beh.. in verità si. Siamo insieme o almeno credo, sembrava davvero arrabbiata ieri sera..-
-Le donne, chi le capisce- Disse Liam.
-E non ci dici niente Zayn? Te l’avevo detto di aggiornarmi sulla tua love story- gli dissi.
-Anche tu Hazza, potevi dirmelo che ti sei innamorato- Mi rispose. Come diavolo faceva a saperlo?
-Dai lo sappiamo tutti che fai il finto duro ma sei un tenerone, me l’ha detto Louis- aggiunse.
-E tu come fai a saperlo?- chiesi.
-Me l’ha detto Micol che gliel’ha detto Emily- come girano veloci le notizie.
-E’ vero non posso negarlo, mi sono innamorato- dissi.
Cominciarono a prendermi in giro e a scherzare.
-Ti toccherà portartela a letto ora, prima che lo faccia Niall- Disse ad un tratto Zayn. Lo avrei ucciso.
-Non lo nominare neanche quello, mi sa di cattivo. Non mi convince proprio- dissi.
-Ovvio, ti stava rubando la ragazza- disse Liam ridendo. Io non ci trovavo niente da ridere. Ero molto protettivo verso Emily, e il pensiero di saperla insieme a qualcuno che non fossi io mi dava alla testa.
Era geloso. La gelosia è quando ti da fastidio che qualcuno dia delle attenzioni speciali a una persona che senti tua, tua e basta. È quel nodo che ti si ferma nello stomaco e ti fa salire il nervoso. È la semplice dimostrazione che vuoi che quella persona sia tua, tua e di nessun’altro!
Due braccia che mi strinsero al collo da dietro in un abbraccio caldo mi risvegliarono dai miei pensieri.
-Ciao amore- Disse Emily dandomi un bacio.
La salutai facendola sedere sulle mie gambe. Lei diventò rossa in viso, quando incominciai a darle dei baci sul collo, la faceva impazzire e lo sapevo.
-Hey voi! andateci piano, certe cose si fanno in privato- Disse Micol sedendosi vicino a noi, sorridendo a Louis. Insieme a lei c’era una Miley un po’ scossa, con gli occhi rossi reduci da un pianto.
-Che è successo a Miley?- Chiesi a Emily in un orecchio, senza farmi sentire dagli altri.
-Ha visto Zayn tornare a casa abbracciato ad una ragazza, che si parlavano troppo in confidenza. Lei è molto gelosa, ma non so se abbia frainteso- rispose.
-Per quanto Zayn possa essere un duro, non sarebbe capace di fare questo ad una ragazza, non lo conosco da tanto ma lo so- Le dissi.
Parlammo ancora un po’ di questa faccenda prima di dividerci.
Mentre camminavo per i corridoi, cercando di raggiungere la classe, vidi Micol e Louis baciarsi, erano proprio loro! Ci scommetto tutto quello che volete.

***

-Harry vai a comprare il pane per stasera per favore?- Mi chiese mia madre.
Accettai dato che non avevo da fare compiti, che non avrei comunque fatto, per il giorno seguente che, tra l’altro, era l’ultimo prima delle vacanze.
Passeggiavo tranquillo, un po’ infreddolito, per le vie di Londra quando mi accorsi di due persone familiari sedute al bancone di un bar li vicino.
Erano Niall ed Emily, la mia Emily.
Il mio istinto diceva di entrare in quel fottuto bar e portare via la mia ragazza.
Mi fermai a guardarli per qualche minuto, osservando le loro mosse e cercando di capire dal labiale cosa stessero dicendo; quando vidi lui avvicinarsi, troppo, a lei.
La stava baciando. Ora il mio istinto diceva di entrare li dentro e spaccare la faccia a quell’irlandese. Ma l’unica cosa che riuscii a fare fu quella di andarmene, come un codardo. Davvero Harry? Davvero ti fai mettere i piedi in testa da un tipo del genere?
Me ne tornai a casa, senza neanche comprare il pane.
Ero furioso, anche con lei, io le dico che la amo e lei mi fa questo? Ma soprattutto ero furioso con lui. Mi ero ripromesso che lo avrei sistemato per bene l’indomani a scuola, davanti a tutti.

Chiusi la porta della mia stanza sbattendola così forte da far cadere l’orologio sulla mensola lì di fianco.
Mi squillò il cellulare. Lessi il nome di Emily sul display. Esitai un po’ prima di rispondere.
-Pronto?-
-Harry..-
-Cosa c’è.-
-Devo parlarti.. possiamo vederci?-
-Certo. Ma non ho intenzione di venire da te dopo oggi pomeriggio.- le dissi freddo.
-Che diavolo stai dicendo? Comunque, fra dieci minuti sono lì.- disse prima di riattaccare.
Volevo delle spiegazioni e le volevo subito.

Sentii suonare alla porta e andai ad aprire.
-Ciao amore- mi salutò. Per quanto fosse bella, non potevo ignorare quello che era successo prima.
-ciao.- le dissi evitando un suo bacio. Ero talmente freddo e il mio tono di voce talmente atono, che mi feci paura da solo.
Salimmo in camera evitando mia madre che ci offriva da bere, non era il momento.
Mi sedetti sul letto a braccia incrociate.
-So tutto- le dissi.
-Tutto cosa Harry?- mi chiese.
-Tu e Niall. Vi siete baciati. Oggi pomeriggio.-
-Come fai a ..-
-Vi ho visti.-
-Beh ma non sai cos’è successo dopo quel bacio.- disse mettendosi di fianco a me.
-Oh ti prego, risparmiami i dettagli delle vostre smancerie!- le urlai contro.
-Smancerie? Harry davvero pensi che io ci sia stata?!-
-Non lo hai fatto?-
-NO. Gli ho tirato uno schiaffo davanti a tutto il locale.-
-ah..- quindi ero arrabbiato per “niente”?
-Si è pentito di quello che ha fatto, mi ha chiesto scusa e quasi si metteva a piangere-
-Lo avrei ammazzato- affermai. Quella rabbia ribolliva ancora dentro di me.
-E per questo aveva paura. Mi ha pregato che non ti dicessi niente, per paura che lo avresti ammazzato di botte. Ma non potevo mentirti, non lo farei mai-
La baciai.
-Mi ami Emily?- avevo bisogno di sentirmelo dire.
-Certo Harold. Come non mai.- Mi disse baciandomi di nuovo.





-spazio autrice-
SCIAUUUUU! (?)
Alloooora, si è capito che questo capitolo è dal punto di vista di Harry? beh, credi di si dai.. sperem! hahahahahaha
Dai spero vi sia piaciuto. c:
Lascia una recensione daiiiiii! *3*
Comunque, grazie a tutte quelle che seguono la mia storia, anche se siete poche, VI VOJ BBEN! hahaha non lo so parlare il terronese hahaha
Piccolo spoiler: Il prossimo capitolo parlerà della stessa giornata ma scritta dal punto di vista di Emily.
Boh, volevo fare qualcosa di diverso :)
xoxo

TATATATA PUBBLICITà(?)
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Peace&Love.


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Capitolo 14
*** Mistakes pt.2 ***






CAPITOLO 14
MISTAKES parte 2.


Per l’ennesima volta quella mattina stavo andando a scuola, anche se ero più felice del solito dato che mancavano due giorni alle vacanze di natale.
Arrivata a scuola non mi fermai a chiacchierare come al solito nei corridoi, ma andai subito nell’aula di storia per ripassare un po’ ma, come tutte le volte, le mie intenzioni furono alterate da un messaggio sul cellulare, era Miley.

*ho litigato con Zayn..*

Passai tutta l’ora incurante del fatto che il professore stesse interrogando ed ero a rischio, la mia migliore amica aveva bisogno di me e cercavo di starle vicino come potevo. Mi spiegò che lo aveva visto abbracciato ad una ragazza, alquanto attraente, fuori scuola. Disse di averli visti che si scambiavano bacini amichevoli. Stavano insieme da pochi giorni e già lui l’aveva tradita? La faccia da bullo ce l’aveva, l’atteggiamento idem. Ma mi stava simpatico. Mi ripromisi di indagare sulla faccenda.
Ogni tanto durante la lezione buttavo l’occhio su Harry, era tremendamente sexy anche mentre giocava al cellulare.

La seconda ora avevo inglese. Mi salì un po’ l’ansia al pensiero. Non perché c’era la verifica, ma perché avrei visto Niall. Volevo parlarci, ma lui continuava ad ignorarmi per cui avevo deciso di fare lo stesso.
La professoressa entrò tra i lamenti dei miei compagni, a quanto pare l’unica indifferente al compito ero io.
Passò per tutti i banchi per controllare che non avessimo bigliettini o altro, era l’ultimo compito del trimestre ed era importante. A me non faceva ne caldo ne freddo.
Appena mi diede il foglio mi misi a leggere di cosa si trattava. Contrariamente a come mi aspettavo, non era una verifica di grammatica ma una produzione scritta. La traccia era “Scrivi una lettera ad una persona che ammiri.”
Mi venne subito in mente Martin e a come aveva affrontato la sua situazione qualche anno fa, quando veniva deriso a scuola e dai suoi “amici”, mi venne in mente la forza che aveva e che mi trasmetteva tutti i giorni. Scrissi tutto di botto, una pagina e mezza, pensavo bastasse, e consegnai prima di tutti. Mi risedetti al mio posto mettendomi a osservare i miei compagni.
Sharon, rigorosamente in prima fila, scriveva velocemente, sembrava un fulmine. Qualche fila più indietro invece, l’oca della Grayson era in crisi, glielo si leggeva in faccia, tanto da mettersi le mani nei capelli rosso tinto, sbuffava ogni tre secondi. Ero cattiva a pensare che le stava bene? Io la detestavo quella ragazza.
Mi girai verso il fondo dell’aula e vidi Niall impegnato a scrivere, appena alzò lo sguardo verso di me mi girai. I suoi occhi colpivano ancora, mi mancava. Poco dopo anche lui si alzò per consegnare il compito.
Tornando al suo posto, che era molto vicino al mio, lasciò sul mio banco un biglietto che diceva ‘vorrei parlarti, ti aspetto fuori dall’aula quando suona.
Mi girai verso di lui e accennai un ‘ok’ silenzioso.
Passai ancora dieci minuti ad aspettare la fine dell’ora.
Finalmente l’odiosa campanella suonò e vidi Niall uscire dalla classe. Feci un respiro profondo prima di seguirlo nei corridoi.
-Hey- mi disse.
-Ciao..- risposi.
-Senti Emily, scusa se mi sono comportato così.. mi dispiace-
-Mi sei mancato biondino- gli dissi. Non volevo fare la difficile e l’imbronciata, quindi accettai subito le sue scuse senza fare storie.
-Anche tu Emily.. che ne dici se usciamo a bere qualcosa oggi pomeriggio? Così mi faccio perdonare - mi propose.
Accettai e lo salutai prima di dirigermi alla prossima lezione.

Finalmente era l’ora di pranzo, non avevo voglia di aspettare Micol in corridoio quindi andai subito in mensa.
Vidi Harry e gli altri ragazzi già li, andai verso di lui e lo abbraccia dalle spalle. Lo baciai e lui mi fece sedere sulle sue gambe. Era dolcissimo.
Quando ci raggiunsero anche Miley e Micol, ci mettemmo a parlare riguardo alla lite tra Zayn e la mia migliore amica. Anche per lui c’era qualcosa che non andava. Avrei parlato con il moro al più presto per capire cosa stava succedendo.
Passammo l’ora di pranzo in compagnia. Vidi Niall in fondo alla mensa che cercava di venire al nostro tavolo. Lo avrei fatto anche accomodare con noi, per stare tutti insieme come prima, ma Harry lo detestava e non volevo che litigassero.
La campanella suonò, ci salutammo e andai a lezione.

***

Dopo scuola ero rimasta al telefono con Miley per tanto tempo, fino a quando non mi ricordai che dovevo uscire con Niall.
Mi preparai per uscire, mettendo in borsa l’ombrello anche se sapevo che non avrebbe piovuto. Era sempre così: se avevo l’ombrello c’era bel tempo, se non ce l’avevo puntualmente pioveva, era un classico.
Mi incamminai verso il centro di Londra, faceva troppo freddo per i miei gusti.
Appena mi incontrai con Horan, lo trascinai in una caffetteria per stare al caldo e bere qualcosa.

-Lascia, pago io, mi devo sdebitare- disse.
-Che gentiluomo-
-Dubitavi?-
-Sinceramente, si- risposi ridendo.
-Allora Emily, come va con Harry?- chiese.
-Vuoi davvero parlare di questo?-
-No hai ragione, mi disgusta sapere che state insieme. Avete già ..si insomma, l’avete già fatto?-
-Niall! Smettila.- lo rimproverai.
-Ok scusa! È che sono geloso. Vorrei che fossi la mia ragazza, non la sua.- Disse.
Distolsi lo sguardo e mi concentrai sulla bottiglia di Sambuca che si trovava sulla mensola degli alcolici, in quel momento mi venne in mente Micol che adorava quel liquore. Sorrisi e mi voltai di nuovo verso Niall il quale mi baciò improvvisamente.
Mi staccai immediatamente e gli tirai uno schiaffo in pieno viso.
Tutto il locale si girò verso di lui che si teneva una guancia dolorante.
-Scusa, non volevo io.. io..- stava quasi per piangere.
-Sei un idiota Niall Horan- gli dissi.
-Scusa Emily. Ti prego, non dire niente ad Harry o mi ucciderà.- mi implorò.
-Devo dirglielo Niall, non posso mentirgli. Ma ti assicuro che nessuno ti picchierà.-
Mi alzai e me ne andai.

Arrivata in salotto presi il cellulare e chiamai Harold.
-Pronto?- rispose dopo qualche squillo.
-Harry..- non trovavo le parole, non potevo dirgli a voce che il ragazzo che odiava mi aveva baciata.
-Cosa c’è.- mi disse freddo.
-Devo parlarti.. possiamo vederci?-
-Certo. Ma non ho intenzione di venire da te dopo oggi pomeriggio.- mi disse. Ma che aveva oggi?
-Che diavolo stai dicendo? Comunque, fra dieci minuti sono lì.- affermai prima di riattaccare.
E così fu. Uscii di casa e dieci minuti dopo mi ritrovai in camera sua. Abitavamo solo a due isolati di distanza.
Era freddo e distaccato. Aveva anche evitato di baciarmi quando mi aveva fatto entrare.
All’improvviso disse –so tutto Emily- tutto? Come faceva a sapere?! Era onnisciente come Alessandro Manzoni per caso?
-Tutto cosa Harry?- gli chiesi.
-Tu e Niall. Vi siete baciati. Oggi pomeriggio. Vi ho visti.-
Come faceva ad averci visti non lo so. Ma pensava che lo avessi tradito, che ci sarei stata con Niall. Ma non lo avrei mai fatto. Chiarimmo la situazione e passammo un po’ di tempo insieme prima che io tornassi a casa.

Era ormai buio. Affrettai il passo sentendomi seguita. Era sempre stata una mia paranoia.
Per strada incontrai Zayn che passeggiava col suo cane, Boris, fumandosi la sua solita sigaretta.
-Hey Zayn- lo salutai.
-Ciao Em.- ricambiò. Avrei dovuto approfittare dell’occasione per chiedergli cosa era successo tra lei e Miley.
-Posso chiederti una cosa Zayn?-
-Spara..- disse.
-Hai davvero tradito Miley? Anche se state insieme da poco ma..-
-Mi credete tutti così stronzo?! Certo che no!-
-Beh lei dice di averti visto abbracciato con una ragazza molto bella fuori scuola- gli spiegai.
-Io con una ragazza.. fuori scuola..- si mise a pensare.
-Si..- annuii.
-Scherzi? Deve avermi visto con mia cugina, Zayra. Mi era venuta a prendere a scuola l’altro giorno!-
Cavolo, meno male.
-Beh allora chiamala e diglielo!- esclamai.
-Impossibile, ignora tutti i miei messaggi e le mie chiamate.- disse.
-bhe ci parlo io dai.- gli risposi prima di salutarlo ed andarmene a casa.
-Grazie mi faresti un grosso favore! Non riesco a sopportare il fatto che non mi parli!- mi rispose scoccandomi un grosso bacio sulla guancia.
Due fraintendimenti erano stati chiariti grazie a me quel giorno, avrei potuto fare l’investigatore privato! Risi ai miei stessi pensieri rientrando in casa.
Vidi mio fratello collassato sul divano con la tv accesa, era il solito lazzarone che dormiva tutto il giorno. D'altronde io avevo preso da lui.
C’era un biglietto sul bancone delle cucina che diceva.

‘ X EMILY: hanno chiamato mamma e papà, ti salutano e vogliono notizie su come sta andando la scuola. Ps: non svegliarmi prima delle nove che stanotte faccio after a casa di Christian. Mi servono energie. E non spegnermi la televisione che mi aiuta a rilassarmi xD’

Di certo non avrei chiamato i miei adesso, non sapevo neanche che ore erano là dove stavano loro. Rischiavo di beccarmi una strillata perché li avevo svegliati mentre dormivano, magari. Meglio evitare.
Mi saltò in mente di fare la sorella stronza e svegliare Martin, ma poi ci ripensai. Rilessi il messaggio soffermandomi su quel ‘xD’ molto truzzo che aveva scritto alla fine. Ti prego, lo avrei preso in giro per una settimana. Il 2009 era finito da un pezzo, e anche il periodo bimbominkioso. Lasciai perdere i miei pensieri discriminatori contro chi ancora usava scrivere quella faccina e andai in camera mia a guardare un po’ di tv.
Mancavano pochi giorni a Natale, ma quello che aspettavo io era di passare una sera, o meglio, una notte insieme ad Harry.






 -spazio autrice-
Ciao c:
Questa volta vi ho fatto aspettare un po di più per questo capitolo, ma essendo iniziata la scuola io il pomeriggio crollo e mi addormento,
quindi non ho tempo per aggiornare hahaha
Coooomunque, come anticipato questo capitolo parla della stessa giornata di quello precedente, solo dalla parte di Emily.
Come sempre spero vi sia piaciuto.

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Se mi seguite ricambio :)
Love ya xx


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Capitolo 15
*** “Let’s go to the beach each let’s go get away..” ***





CAPITOLO 15
“Let’s go to the beach each let’s go get away..”

 
Ero a casa sdraiata sul letto a guardare la tv, non c’era niente d’interessante. Avrei passato la serata a fare zapping girando tutti i canali di sky. Trovai finalmente un programma decente, uno di quei polizieschi troppo complicati per il mio piccolo cervello, ma meglio di niente, quando mi squillò il cellulare. Era Harry.
-Ciao Hazza- lo salutai.
-Ciao Em, ti va di andare a mangiare fuori dopo scuola domani?-mi chiese.
Bella idea, per un giorno che uscivamo da scuola prima di pranzo dovevamo approfittarne.
-Va bene, invitiamo anche gli altri?- proposi.
-mmh.. volevo stare un po’ da solo con te ma, ok-
-Risparmiati per Natale riccio!- dissi scherzando, lo sentii ridere. Poi aggiunsi –Posso invitare anche Niall domani vero?- azzardai a chiedere. Non sapevo come l’avrebbe presa, ma, comunque, prima o poi quei due avrebbero dovuto far pace.
-Niall?! Dopo che ti ha baciata sarei capace di ammazzarlo di botte..-
-Lo so Harry, ma dovete fare pace voi due.-
-Ok, invitalo, ma se ti tocca ancora lo faccio fuori-
-non lo farà- Risi prima di salutarlo e riattaccare.
Mandai dei messaggi agli altri ragazzi per aggiornarli dei piani e ritornai alla mia intensa serata di cazzeggiamento.
 

***

 
La campanella risuonava assordante nelle mie orecchie. Odiavo quel suono, lo odiavo con tutta me stessa. Era fastidioso e stridulo e significava sempre che doveva iniziare una nuova noiosissima giornata di scuola.
Mi avviai alla lezione di Francese arrivando prima di tutti per evitare la folla fuori nel corridoio, poiché quell’aula era davanti alla palestra, e c’era sempre un gran caos a tutte le ore.
Quell’ora era l’unica che non avevo in comune con nessuno dei miei amici. Tutti odiavano il francese. A me piaceva, anche se quella professoressa me lo stava facendo odiare. In teoria, o almeno secondo me, i professori dovrebbero trasmetterti la passione per le materie che insegnano per fartele piacere, com’era per inglese, ma lei non aveva per niente la materia nel sangue. Passava tutte le ore seduta alla cattedra, malinconica e svogliata, spiegando qualche argomento ogni tanto, giusto perché era obbligata, inutile dire che quasi tutti si facevano i fatti loro. Me compresa.
Mi sedetti in ultima fila al solito banco infilandomi le cuffie nelle orecchie e ascoltando la mia playlist a tutto volume. Abbassai la testa sul banco, sperando che quelle tre ore di scuola finissero il più in fretta possibile, avevo proprio bisogno di una vacanza.
Mentre il riproduttore casuale cambiava, passando da una dolce canzone tipo “Cold Coffee” a una tunztunz da discoteca, sentii qualcuno che, bussandomi sulla schiena, si sedeva di fianco a me.
Alzai lo sguardo e vidi Zayn, mi tolsi le cuffie e lo salutai.
-Ciao Malik-
-Ciao Em- disse stravaccandosi sulla sedia appoggiata al muro.
-Che ci fai qui?- chiesi.
-Ho dovuto cambiare uno dei miei corsi. Biologia non faceva proprio per me e chiedendo un po’ in giro, ho saputo che con questa- disse indicando la prof che sonnecchiava alla cattedra- non si fa un bel niente.- rise.
Parlammo del più e del meno, ascoltando un  po’ di musica e dividendo la barretta di cioccolato che avevo in borsa, cercando di conoscerci un po’ di più. Scoprii che aveva una passione nascosta per i tatuaggi.
-Davvero Zayn? Ne hai qualcuno?- chiesi.
-Si, guarda..- disse scoprendosi la spalla. –questo è il nome di mio nonno in arabo.-
Avevamo chiacchierato di tatuaggi per tutto il resto dell’ora.
 
 
-Allora ragazzi, dove andiamo a mangiare oggi?- disse Niall raggiungendoci ai nostri armadietti.
Harry strinse forte la mano che mi stava tenendo, poi portò il suo braccio attorno alle mie spalle, per dare fastidio al biondo, che però non sembrava farci troppo caso.
- Conosco una pizzeria strepitosa, solo che è a circa due ore da qui, a Shoeburyness, sulla costa. Dopo potremmo fare un giro in spiaggia.- disse Liam
Eravamo tutti d’accordo e decidemmo che ci saremmo ritrovati a casa mia, che era abbastanza vicina alla stazione, prima di prendere il treno.
-Allora, tutti da me appena siete pronti ok? Non arrivate in ritardo, e mi riferisco a te Micol!- dissi ridendo prima di andarmene al suono della campanella.
 
Arrivata a casa mi resi conto che avevo giusto il tempo per fare una doccia veloce prima che arrivassero gli altri.  Accesi il computer per controllare le notifiche di facebook e, notando Miley in linea, le mandai un messaggio.
*Ciao riccia, hai chiarito con Zayn alla fine?*
Mi ricordai che non le avevo ancora detto che lui non l’aveva tradita, lo avrei fatto quel pomeriggio.
Quel giorno a scuola era stata parecchio silenziosa, stranamente, quindi la risposta era prevedibile.
*no.. continua a chiamarmi ma lo sto ignorando. Lo odio* scrisse.
*no Miley, tu ci tieni tanto a lui e lo sai benissimo. Io so com’è questa storia. Ti racconto tutto dopo ;)* le risposi prima di spegnere il computer e appropriarmi del bagno.
 
Mi stavo truccando quando qualcuno suonò. Scesi di sotto e, aprendo la porta, vidi Liam, Louis e Zayn.
-Entrate, fate come se foste a casa vostra.. – dissi.
-Tanto io ci sono abituato!- rispose Liam scompigliandomi i capelli e buttandosi sul divano, seguito a ruota dagli altri due.
Andai di sopra per finire di prepararmi ma scegliere cosa mettere non era cosa semplice, perché avevo acconsentito ad andare in spiaggia due giorni prima di Natale?! Sarei morta di freddo.
Scesi, notando che anche Harry e Niall, accompagnato dalla sua fedele chitarra,  erano arrivati. Non feci in tempo a sedermi sulla poltrona che suonarono alla porta. Sbuffando andai ad aprire. Miley entrò sorridente nella stanza, mentre Micol, sempre di fretta, ci incitava a muoverci, non notando che era arrivata lei per ultima. Teneva in mano un foglio.
-Che hai in mano?- chiesi.
-Oh, è il programma, mi sono segnata tutti gli orari e le fermate del treno che dobbiamo fare, poi ho trovato l’indirizzo della pizzeria e..- era sempre la solita, organizzava sempre tutto nei minimi dettagli.
Mentre tutti si alzarono dal divano per dirigersi alla porta dissi -Ragazzi, possibile che devo pensare a tutto io!? E vorrei ricordarvi che sono quella che si dimentica le cose…-. Rimasero perplessi a guardarmi.
-Qualche coperta non la volete portare? Fa freddo. E magari anche qualcosa per fare un fuoco?- aggiunsi.
-Cavolo! Ecco cosa mi sono dimenticata! La mia mega coperta da picnic!- disse Micol portandosi una mano alla fronte. Andai a prendere una coperta un po’ impolverata dalla cantina e la misi nello zaino, poi ne presi un’altra dall’armadio e la sistemai nella borsa extralarge della mia amica: andava sempre in giro con borse enormi che potevi benissimo scambiare per valigie!
Avevamo preso il pullman fino alla stazione, anche se erano poche fermate, e poi il treno fino a Shoeburyness.
Ci dirigemmo alla pizzeria e mangiammo la nostra pizza, vedere Niall mangiare era uno spettacolo esilarante, quasi s’ingozzava a ogni boccone troppo grosso che portava alla bocca. Si rivolgeva a ognuno di noi con un “lo mangi quello?” per poi rubarci il resto del nostro pranzo. Dopo aver mangiato andammo in spiaggia, tirava un po’ di vento ma non troppo.
Mi venne in mente quando, da bambina, papà portava me e Martin a giocare su quelle rive. Mi ricordavo tutti i falò che facevamo con i miei cugini e la famiglia al compleanno di mia madre, a maggio. A quei ricordi mi s’inumidirono gli occhi, ero molto legata alla mia infanzia. E pensare che ero tornata lì, diciassettenne, dopo molti anni, con i miei amici e il ragazzo che amo me li fece inumidire ancora di più.
 
Ci sedemmo per terra, vicino a dei cespugli che ci riparavano un po’ dal fresco vento che tirava.
Niall tirò fuori la sua chitarra e si misero tutti a cantare. Io approfittai del fatto che Zayn era impegnato a cantare e ridere con gli altri, per parlare con Miley di quello che era successo fra loro.
-Allora riccia.. come va?- chiesi, tanto per dire.
-Ti sei presa bene a chiamarmi riccia oggi eh Em?- rise- comunque potrebbe andare meglio-
-Lo so bene, ma devi sapere che non è come pensi- le dissi.
-E tu come fai a saperlo?-
-Ho parlato con lui, era sua cugina quella che hai visto. Zayra ricordi? Quella della Thailandia-
-Davvero?-
-Si gelosona!!-
-Odio essere così gelosa. Sono stata una cogliona!- disse portandosi le mani al viso.
-Non disperarti riccia! Lui sta solo aspettando di chiarie. E adesso vai lì e bacialo. Vedrai che si dimenticherà subito di tutta questa storia- le suggerii.
Lei si alzò e andò dietro di lui abbracciandolo e, quando Zayn si girò, si baciarono. Erano bellissimi. Tutti smisero di cantare e scoppiò un applauso generale.
-Era ora!- urlò Louis.
Harry, in mezzo a quel casino, si alzò e mi prese per mano. Lo seguii poco lontano. Ci sdraiammo per terra abbracciati. Mentre mi diede un bacio di quelli belli, pieni d’amore, mi portò cavalcioni sopra di lui.
I baci diventarono sempre più spinti, ma io non avevo intenzione di andare oltre. - Harry non adesso, ci sono gli altri qui vicino e non mi sento molto a mio agio all’aria aperta!-dissi alzandomi in piedi. Lui si alzò un po’ dispiaciuto e annuì dandomi un ultimo bacio, poi mi prese per mano e disse – okay, torniamo dagli altri..-
 
Avevano acceso il fuoco, poiché avrebbe cominciato a fare buio di lì a poco.
Harry mi fece sedere sopra le sue gambe. Miley e Zayn erano abbracciati e lo stesso Micol e Louis.
Un tramonto bellissimo scendeva al confine tra il mare e il cielo.
Poteva essere una perfetta scena da film romantico, tre coppiette che guardano il tramonto in spiaggia, se non fosse stato per Liam e Niall che erano da soli, e la cosa risultava alquanto ironica.
-E’ ora che ti trovi una ragazza Liam, che dici?- gli disse ridendo Zayn.
-Sono disperato ragazzi! Se conoscete qualcuno presentatemela, davvero, ho bisogno di affetto!-
Rispose fingendosi triste.
In effetti qualcuno per lui ci sarebbe stato, se non fosse che quella ragazza abitava oltreoceano.
-Io conosco una ragazza perfetta per te Payne- gli dissi.
-Chi è? Come si chiama? Di dov’è?- chiese.
-Si chiama Lucy, è una secchiona come te, bionda molto carina.. però c’è un problema, abita a Seattle-
-Ma Emily non mi illudere così!- disse ridendo insieme agli altri.
-Beh potrei invitarla qui per qualche giorno se la vuoi conoscere- proposi ad un Liam pensieroso.
-Ecco perfetto! Magari a capodanno, così avrai anche tu il tuo bacio di mezzanotte!- disse Miley.
-Oppure qualcosa di più hard che dici?- disse Harry ridendo.
Gli tirai una gomitata, sempre il solito.
Micol si assentò un attimo per rispondere al telefono e quando tornò si rivolse a me chiedendomi
-Em, posso dormire da te stanotte? I miei non ci sono e non mi va di rimanere da sola.-
-Certo va bene!- le risposi.
-Uh uh posso venire anche io? Così evito di stare sveglia tutta notte con mia sorella che non dorme mai!- disse Miley. Accennai un si con la testa.
-Allora vengo anch’io!- disse Liam. – così facciamo come ai vecchi tempi.-
-Allora facciamo così, vi volete fermare tutti a casa mia stanotte?- dissi ridendo. La mia era più una battuta che una proposta ma erano tutti così felici di fare after a casa Cooper che mi dispiaceva deluderli.
Eravamo rimasti lì ancora un po’ poi eravamo tornati a casa mia, dove ci aspettavano la mia scorta di marshmallows e quella di liquori di mio padre, che sapevo sarebbe stata presa d’assalto, soprattutto da Micol!
Rimanemmo svegli tutta la notte, fino all’alba. Alle sei Se ne andarono tutti tranne Harry, che rimase per aiutarmi a sistemare il porcile che avevamo combinato.
Dopo che Harry se n’era andato, mi fiondai nel letto e mi misi a dormire un po’ fino a quando non sentii la musica troppo alta di Martin risuonarmi nelle orecchie. Mi alzai dal letto e, strisciando i piedi, andai nella stanza di fianco alla mia.
-Martin, io vorrei dormire- gli dissi.
-Em sono le undici-
-Si, ma vorrei ricordarti che sono andata a dormire alle sei-
-Non è colpa mia se fai le orge coi tuoi amichetti fino all’alba- disse.
Uscii dalla stanza sbattendo la porta per poi ritornare nella mia e rifugiarmi ancora sotto le coperte.
Inutile dire che non riuscii a riprendere sonno.
Il brontolare del mio stomaco mi obbligò ad alzarmi dal letto e andare a mangiare qualcosa, quindi mi vestii e scesi in cucina. 
Nel frigo non c’era niente e la dispensa era quasi completamente prosciugata, grazie a Niall.
-Martin! Vai a fare la spesa?- gli chiesi uscendo dalla cucina e buttandomi sul divano.
-No topo. Devo andare da Christian.- ma possibile che è sempre da lui?
-E mi lasci da sola anche il 24 di dicembre? La vigilia di natale?!-
-Non ti preoccupare, sarò di ritorno prima di cena, così stiamo un po’ insieme- disse sedendosi di fianco a me. 
-Si ma, cosa faccio a casa da sola?- che palle.
-Non lo so.. chiama qualcuno- 
Si ma chi? Niall non se ne parla, per Miley era l’ultimo giorno di lavoro e gli altri saranno stati in famiglia.
Presi comunque il cellulare e chiamai Liam, sperando che fosse stato libero.
-Pronto?-
-Hey Payne, pomeriggio con la Cooper, ci stai?- gli chiesi tagliando corto.
-Scusa Em, ma non posso, sto andando dai miei nonni nel Sud Yorkshire- ecco lo sapevo.
-Ah, ok.. non fa niente- risposi prima di riattaccare.
Avrei dovuto chiamare Harry? No, avremmo passato il giorno seguente insieme, sarei stata troppo appiccicosa.
L’unica era Micol. Composi il numero e la chiamai, dopo qualche squillo rispose.
-Pronto?- sbadigliò.
-Ciao Michi, ti va di venire da me pomeriggio? Mio fratello mi ha abbandonata.-
-Non posso Em..- rispose.
-Uffaaa ma tutti impegnati siete?! Che devi fare?-
-Oggi è il compleanno di Louis, Mi ha invitato a casa sua per stare un po’ insieme e al solo pensiero.. svengo.- Compleanno? Non ci aveva detto niente.
-Come mai non ci ha detto niente del suo compleanno? Avremmo potuto fargli una festicciola!- le dissi.
-A lui non piace festeggiare.. per quello non ve l’ha detto.-
-Okay, non fa niente. Divertitevi!- dissi salutandola e chiudendo la conversazione. Mi ributtai a peso morto sul divano facendo girare il cricetino nella mia testa per escogitare come far passare quella che si prospettava una lunga e noiosissima giornata.






-spazio autrice-
CIAOOO! 
inanzitutto mi rendo conto che sono otto giorni che non aggiorno.. scusate ç.c 
Ma davvero non avevo la minima voglia. lol.
Comunque dai, spero ne sia valsa la pena. Non è un capitolo niente di che, ma un po' più lungo del solito.
Ho anche scritto una OS su Louis, se vi va di leggerla vi lascio il link nella pubblicità qui sotto lol.
Un saluto donzelle xx.

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Capitolo 16
*** HAPPY B-DAY TO YOU, BUT THE CAKE IS FOR ME.. (?) ***




CAPITOLO 16
HAPPY B-DAY TO YOU, BUT THE CAKE IS FOR ME.. (?)


Mentre ancora assonnata mi procacciavo qualcosa da mangiare in cucina, sentii il cellulare squillare. Era Emily.
-Pronto?- sbadigliai.
-Ciao Michi, ti va di venire da me pomeriggio? Mio fratello mi ha abbandonata.- disse lei pimpante. Per una volta quella che dormiva in piedi ero io e non lei la pigrona del gruppo!
-Non posso Em..- le risposi.
-Uffaaa ma tutti impegnati siete?! Che devi fare?- squittì infastidita.
-Oggi è il compleanno di Louis, mi ha invitato a casa sua per stare un po’ insieme e al solo pensiero.. svengo.- Anche se dalla mia faccia non si sarebbe detto, ero felicissima ma anche nervosa. Io e Louis da soli nella stessa casa o ancora meglio nelle stessa stanza. Scherziamo?!
-Come mai non ci ha detto niente del suo compleanno? Avremmo potuto fargli una festicciola!- disse.
-A lui non piace festeggiare.. per quello non ve l’ha detto.- Ancora non sapevo perché l’aveva detto solo a me, beh si in fondo lo sapevo. Si stava aprendo molto nell’ultimo periodo e questo non poteva che rendermi felice.
-Okay, non fa niente. Divertitevi!- disse lei prima di riattaccare.
Appoggiai il telefono sul bancone ritornando a frugare nella dispensa, ovviamente vuota. Idea!
Aprii il freezer con la speranza di trovare quello che cercavo… ed eccola lì! Una vaschetta nuova di gelato alla menta e cioccolato: il mio preferito. Lo presi e con fare egoista mi fiondai sul divano per gustarmelo.
Penso di essere l’unica deficiente che a dicembre inoltrato si mangiava il gelato nonostante il freddo pungente di Londra! Massì cosa mi importa, a me piaceva e questo era quello che contava.

Appoggiai la vaschetta, ormai vuota, (si, facevo schifo) sul tavolino di vetro davanti a me controllando l’ora sul grande orologio appeso al muro. Era mezzogiorno. Fra tre ore dovevo essere da Louis. Mio Dio.
Mi ci sarebbe voluta un’eternità per prepararmi, già lo sapevo, però la mia pigrizia ebbe la meglio. Accesi il computer e mi misi a praticare la dolce arte del far niente.
Mentre cercavo canzoni random su youtube continuavo ad adocchiare l’ora. Passava un minuto, poi due, tre, dieci, trenta minuti.. il tempo scorreva lentissimo.
Finalmente arrivarono le due. Andai nella mia camera a cercare qualcosa di decente da mettere.
Tute.. magliette.. felpe e ancora tute. Niente di adatto per passare un pomeriggio con Louis “ho un culo da paura” Tomlinson.
Scavai nei meandri più profondi del mio armadio e optai per una camicia bianca, semplice, dei jeans chiari e un cardigan nero. Molto essenziale ma carino.
Mi buttai sotto la doccia, più per farmi scivolare addosso l’ansia piuttosto che per lavarmi. Mi piaceva restare le ore sotto l’acqua calda, era estremamente rilassante.
Attaccai l’ipod alle casse così che la musica rimbombasse in tutto il bagno. Mia madre picchiò alla porta per dirmi di abbassare il volume anche se sapeva che non lo avrei fatto.
Uscita dalla doccia mi vestii e mi asciugai i capelli velocemente.
Erano quasi le tre quando finii di prepararmi. Mi erano però sfuggite due cose: Punto uno, come ci arrivo a casa di Louis? Punto due, mi presento senza regalo per il suo compleanno?!
-Papààà mi accompagni da un mio amico per favoree?!- urlai a mio padre che era in salotto.
-Devo proprio?- sempre il solito.
-Eddaaaai..- gli chiesi raggiungendolo e facendo gli occhi da cucciolo abbandonato.
-E va bene.. andiamo- disse alzandosi e infilandosi la giacca.
Ok. Un problema è stato risolto. Per il regalo beh, non c’era più tempo ormai.

Il viaggio in macchina, per quanto corto, fu imbarazzante.
-Allora Michi, da chi ti sto accompagnando?-
-Un mio amico papà- dissi, enfatizzando la parola amico.
-E come si chiama?-
-Louis..-
-È bravo a scuola?-
-Papà! È un interrogatorio?!- gli chiesi quasi urlando. Che impiccione.
-E comunque la casa è questa.. accosta- aggiunsi.
Lo salutai chiedendogli poi di venirmi a prendere, lo avrei chiamato per dirgli l’ora.
Mi accertai che se ne fosse andato prima di suonare alla porta di casa Malik, dove lui viveva.
Dopo qualche istante la porta si aprì e un Tommo Bellissimo, statuario e sorridente mi invitò ad entrare.
-BUON COMPLEANNO PETER PAN!!! Stai invecchiando lo sai questo vero?!-dissi abbracciandolo.
-Non infierire mia piccola Wendy!-rispose ricambiando l’abbraccio. Sarei rimasta così per secoli, adoravo il suo profumo, ma ancora di più il suo tocco così delicato ma allo stesso tempo forte..
Mi fece togliere la giacca e da vero gentleman la prese e l’appese nello sgabuzzino vicino all’entrata.
-Che gentile!- gli dissi scompigliandogli i capelli.
-Dubitavi?!- rispose risistemandoseli. –E non mi toccare i capelli nana!- aggiunse.
-Solo perché tu sei più alto di me, questo non fa di me una nana. – ma guarda questo!
-Chi sta parlando? Sento la voce ma non vedo nessuno.. a no eccoti qua nanetta!- disse abbracciandomi. Era così tenero nella sua stupidità.
-Dai andiamo di sopra- sentenziò facendomi strada. Lo seguii nella sua camera.

Le pareti erano ricoperte di foto e poster. Uno stereo si faceva largo di fianco alla scrivania. Qualche vestito era sparso qua e là: tipica stanza di un ragazzo.
-Benvenuta nella stanza dove accade la magia..- disse. Risi. Era così buffo quando faceva il bullo e si atteggiava.
-Con le coperte di superman?-
-Super coperte per un supereroe come me!- disse mettendosi in posa come un vero supereroe.
-Un supercoglione vorrai dire- dissi ridendo.
-Che fai offendi pure adesso? Per di più il giorno del mio compleanno?!- disse sedendosi a braccia conserte sul letto, come un bambino arrabbiato.
Mi sedetti di fianco a lui abbracciandolo e chiedendogli scusa ironicamente.
-A proposito.. non ti ho portato nessun regalo di compleanno.. non ti arrabbi vero?- gli dissi.
-Il fatto che tu sia qui è già il regalo più bello che potessi ricevere- disse riavviandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Mi sentii avvampare e le guance andarmi a fuoco. Eravamo vicini, vicinissimi. I nostri visi si sfioravano e il cuore mi stava uscendo dal petto.
Mi misi a fissare le sue labbra. Erano così belle che dovetti trattenermi dal baciarle.
-Lo sai che mi piaci Micol?- si staccò mentre lo disse. Sì lo so, insomma si era capito dai. Ma lui l’aveva capito che la cosa era reciproca?
-Cosa ti piace di me Louis? Insomma.. non sono niente di speciale.-
-Niente di speciale? Per me lo sei. Sei bellissima, simpatica, in gamba, intelligente e ridi sempre alle mie battute. Il fatto che mi piaci da impazzire è palese..- tanto quanto era palese il mio interesse verso di lui. O ero così brava da non farglielo capire?
Rimasi in silenzio arrossendo a quelle parole. Vide che non spiaccicavo parola quindi continuò il suo discorso.
-Micol..io sto veramente bene con te e mi chiedevo se..si beh insomma, ci vogliamo provare?- disse di botto.
Mi voltai di scatto verso di lui. Da quanti mesi aspettavo quelle parole!
-Te ce n'è voluto di tempo.. si Louis. Diamine si!- scandii quest’ultima affermazione.
Un sorriso fece brezza sul suo viso. In quell’istante le nostre labbra finalmente si incontrarono in un bacio, uno di quelli veri. Non avrei voluto altro che lui. Si staccò dalle mie labbra e disse –Wow, finalmente posso dire di essere il tuo ragazzo.. non sai da quanto tempo speravo di poterlo dire un giorno-
-Che scemo che sei..- risposi riprendendo a baciarlo.
Ci sdraiammo sul suo letto e sistemandomi meglio tra le sue braccia gli dissi
-Buon compleanno Tommo-
-Zitta e baciami- fu la sua risposta. Inutile dire che non me lo feci ripetere due volte.


Passammo gran parte del pomeriggio abbracciati e distesi sul suo letto, mi stavo per addormentare tra le sue braccia quando, improvvisamente, mi balenò per la mente una domanda che mi aveva sempre incuriosito ma che non gli avevo mai rivolto.
-Louis posso farti una domanda?- dissi seria sciogliendo l’abbraccio e mettendomi a sedere. Lui si risvegliò dai sui pensieri, si mise a sedere come me e rispose –Certo! Ormai siamo in intimità, puoi chiedermi tutto. Spara!-
Risi, non riuscivo a rimanere seria neanche per un attimo quando ero con lui!
-Come mai ti sei trasferito qua con Zayn e vivi con lui e i suoi genitori? Capisco che Londra è Londra, mi sarei trasferita qua anch’io se non ci abitassi già, ma voglio dire, hai solo 18 anni non senti mai la mancanza di casa tua o dei tuoi genitori?-.
Mentre pronunciavo quelle parole sentii Louis irrigidirsi e diventare improvvisamente serio. Avevo toccato forse un tasto dolente?
–Se non te la senti di parlarne non c’è problema, non fa niente..- dissi accarezzandogli una spalla. Lui mi prese la mano e intrecciando le sue dita con le mie rispose
–No tranquilla. Se lo saranno chiesto in molti, credo. Non è una cosa da tutti i giorni che un ragazzo di 18 anni vada a vivere con la famiglia di un amico..- sorrisi voltandomi verso di lui. I suoi occhi erano due calamite, stavo sprofondando dentro a quel mare azzurro quando lui spostò lo sguardo verso terra e proseguì
–Il fatto è che io, purtroppo, non ho più rapporti con i miei genitori..- a quelle parole trasalii, non capivo cosa intendesse…
-Quando mia madre scoprì di essere incinta, mio padre non resse il colpo e preferì andarsene piuttosto che aiutarla. Erano giovani e spaventati ma mia madre, a differenza di mio padre, aveva un carattere forte, nulla la spaventava. I suoi genitori non la aiutarono, secondo loro era uno scandalo avere una figlia di soli 17 anni incinta. E mia madre fu così costretta a portare avanti una difficile gravidanza tutta sola.-
Gli alzai il mento con la mano e gli chiesi dove fosse sua madre ora. Lui fece un grosso respiro, per ricacciare indietro le lacrime, e proseguì
-Circa due anni fa le diagnosticarono un tumore al cervello, fu devastante sia per me che per lei. Vedere in quelle condizioni la donna che ti ha cresciuto, quella che amavi più della tua stessa vita e che era veramente intelligente e in gamba fu un duro colpo. La malattia la trasformò completamente e morì dopo un anno di continue lotte.-
Le lacrime scorrevano sulle mie guance, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi. Non potevo sapere cosa provava in quel momento e questo mi spaventò molto.
Riprese poi -Io e Zayn abbiamo sempre abitato l’uno affianco all’altro, è il mio migliore amico sin dai tempi del pannolino. La sua famiglia ha sempre aiutato mia madre, anche la mamma di Zayn era giovane quando rimase incinta ma ebbe la fortuna che suo marito non la lasciò. In punto di morte mia madre chiese alla mamma di Zayn di occuparsi di me come se fossi suo figlio, e così fece. Mi trasferii da loro ed entrai a far parte della famiglia Malik. Mio padre non si fece mai vivo, né prima né dopo il funerale. Non l’ho mai conosciuto..-
Quando ebbi finalmente la forza di alzare lo sguardo e incontrai i suoi occhi, vidi una lacrima rigargli la guancia, non esitai a stringerlo in un abbraccio. Mentre era tra le mie braccia scoppiò a piangere. Non lo avevo mai visto così prima d’ora; non pensavo nascondesse tutto questo dolore dietro la sua faccia da burlone. Era vulnerabile e aveva bisogno di qualcuno che lo comprendesse, io non potevo farlo. Non avevo passato una cosa simile e improvvisamente mi sentii inutile. Tutta quella felicità che avevo, appena entrata in casa, si trasformò in tristezza. Non sapevo come aiutarlo. Lui si staccò da me, probabilmente capì ciò che stavo pensando dal modo in cui il mio corpo si irrigidì.
-Molti pensano di non potermi essere d’aiuto, quando racconto la mia storia la maggior parte della gente ha pietà di me e preferisce lasciarmi. Certo come biasimarli, è molto più semplice stare accanto a uno che non soffre così tanto. Ti prego non andartene pure tu. Finalmente ho trovato un po’ di pace e con te mi sento di nuovo vivo.-
Gli asciugai le lacrime e gli sussurrai –Non ti lascerò Louis, te lo prometto.- così dicendo lo baciai e mi sentii molto più sollevata. Non mi faceva soltanto ridere, ma anche sentire utile e questo mi generò una grande gioia.






-spazio autrice-
HOLAAAAA.
Sono di fretta quindi non mi dilungo.. Vi piace? Grazie anche alla mia editor per aver contribuito alla stesura di codesto capitolo hahaha come parlo forbito hahaha (?)
Mi sto muovendo a finire questa ff perchè la voglia di scrivere è poca.. quindi ci saranno ancora pochi capitoli.
Un besos. xx



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Capitolo 17
*** Make love to me ***




CAPITOLO 17
MAKE LOVE TO ME


-Stai scherzando spero?!- Gridai a Miley che stava davanti a me con un sacchetto di Victoria’s Sectret in mano.
-Eh dai non l’hai nemmeno visto! Provalo almeno- cercò di convincermi Micol.
Cercai di rifiutare più volte, ma niente da fare.
-Poi ricordatemi perché vi ho fatto venire- dissi loro dirigendomi verso il bagno. Dannazione.

-Emily sei li dentro da dieci minuti. Quanto ci metti?!- -mi urlò Micol bussando alla porta.
-No way. Non metterò mai una cosa del genere.- le risposi.
-Dai esci.. fatti vedere-
-No!-
-Muoviti!- mi urlarono all’unisono.
-Siete delle arpie- Dissi aprendo timidamente la porta.
-Ringrazia che non c’è nessuno. Altro che Harry Styles.. così potresti rimorchiare anche Orlando Bloom- disse Miley vedendomi con addosso quel babydoll che non lasciava spazio all’immaginazione.
-O far diventare etero Martin- rise Micol.
-Non mi metterò mai una cosa del genere.- dissi cercando di risultare ferma e convinta.
-Invece si! Ho girato tutta Londra per trovare un negozio aperto!- Mi disse Miley.
-Scusa? Hai speso soldi per me e hai deciso di comprarmi proprio questo? Già mi sento in imbarazzo da vestita, figuriamoci così!-
-Ma..ma..ma sei quasi nuda!!- disse Martin entrando in camera.
-Esci subito di qui!- gli squittii contro cercando di coprirmi il più possibile e chiudendogli la porta in faccia.
-Ti vorrei ricordare che sono tuo fratelle e soprattutto gay!-mi rispose lui andandosene.
-Dai, mi dovevo sdebitare per non averti preso il regalo di Natale- disse la riccia.
-Un biglietto di auguri sarebbe bastato- le risposi.
Sentii un suono venire da una borsa sul letto, la riconobbi subito, era la colonna sonora di Star Wars, la suoneria di Micol.
-Micol ti squilla il cellulare- le dissi. Prese il telefono e la vidi sorridere guardando il nome sul display.
Rispose, e quando riattaccò ci informò che era Louis e che avrebbe passato la serata a casa sua.
-Ragazze mi accompagnate? Non ho voglia di fare la strada da sola- disse poi.
-Certo, mi rivesto e andiamo..- le dissi prima di ritornare in bagno per cambiarmi.


Tornando indietro da casa Malik accompagnai Miley fino alla sua via e poi mi fermai a prendere una cioccolata calda nel bar all’angolo. Lì incontrai Liam.
Mi disse che stava aspettando una ragazza quindi lo lasciai al suo appuntamento. Quando arrivai nel vialetto di casa mia si era fatto buio e la temperatura era calata.
Notai che la porta era aperta, segno che mio fratello era in casa.
-Martin!- gli gridai entrando.
-Dica!- Rispose lui dalla sua camera abbassando il volume della musica.
-Lo sai che te ne devi andare sta sera?- guardai l’orologio.. erano le cinque, Harry sarebbe arrivato alle sei. –Anzi tra un’ora!?- mi corressi.
-E perché mai?- chiese.
-Dai fammi un favore..-
-Tu dimmi perché dovrei e poi ci penso..-
-Perché ti voglio bene?- feci gli occhioni da cucciolo abbandonato che funzionavano con tutti tranne che con lui a quanto pare.
-Emily lo so che deve venire Harry.. ha chiamato a casa prima per dire che avrebbe ritardato un po’. E io ho chiamato Christian quindi starò con lui stasera. Contenta?-
-Si! Grazie..- lo abbracciai.
-Però vedi di non farti saltare addosso con quel babydoll..- aggiunse.
-Non ti impicciare.- gli dissi entrando in camera mia.
Bene. Avevo ancora un po’ di tempo prima che arrivasse quindi mi fiondai nella vasca da bagno dei miei per rilassarmi un po’.
Misi un po’ di musica e abbassai le luci, accesi qualche candela profumata e mi gettai nell’acqua bollente. Mamma e papà non mi permettevano mai di farmi un bagno nella loro vasca, il fatto che non c’erano era un vantaggio.
Passai quasi un’ora buona a mollo prima di rendermi conto che Harry sarebbe arrivato a momenti e dovevo sistemare un po’ in giro.


Presi l’aspirapolvere e passai il pavimento della sala e della camera. Sistemai il mio letto e rimisi a posto la montagna di roba che si era accumulata sulla scrivania, -Wow da quanto tempo è che non ti vedo? Cara mia, mi sei mancata.- dissi parlando alla scrivania.
Vidi qualcosa che sbucava dietro dei libri, li spostai e trovai il braccialetto che mi aveva regalato Lucy, mi mancava quella ragazza.
Quando guardai l’orologio vidi che erano già le 18.30. Non feci in tempo a sedermi sul divano che suonò il campanello.
-Chi è?- chiesi urlando prima di andare ad aprire, anche se sapevo già chi fosse.
-La persona più bella del mondo!- rispose.
-Cazzo! Mi hanno clonata!- dissi aprendo la porta. Rise sfoggiano i suoi denti perfettamente dritti e bianchi.
Lo feci entrare e ci sedemmo sul divano a vedere la tv. Lo avevo costretto a guardare Fringe, una delle mie serie preferite, anche se lui non sembrava dedicarle tanta attenzione. Incominciò a baciarmi sul collo e mi mise una mano appena sotto l’orlo della maglietta.
-Hey riccio, calmati- lo frenai.
-Dai Emily.. sono in astinenza- disse divertito.
-Non qui. Non adesso. C’è mio fratello di là- gli dissi tirandogli una gomitata.
-Martin! Quando te ne vai?!- urlò sbuffando.
-Adesso..- rispose lui sbucando dietro di noi. –è venuto Christian a prendermi..- aggiunse infilandosi la giacca. Mi alzai e andai a salutarlo.
-Ciao fratellone-
-Ciao topolina- mi disse schioccandomi un bacio sulla guancia.
-Buona scopat… buona serata!- aggiunse allungando un saluto con la mano ad un Harry che rideva stravaccato sul divano. Gli tirai un calcio e uscì di casa sbattendo la porta, tornai poi a sedermi sul divano.
-Tuo fratello ha capito tutto..- disse sorridente.
-Fin troppo..-


Per cena ordinammo due pizze e dopo ci fiondammo sul gelato alla menta che avevo conservato con avidità nel freezer. Ero riuscita a farlo piacere anche a lui.
-Perché non ti ho scoperto prima Santo gelato alla menta con cioccolato?!- disse assaporando l’ennesimo cucchiaio mentre io sistemavo i bicchieri e le posate nel lavandino. Quando finii, prendendolo per mano, gli dissi –Ho una sorpresa per te- lo strascinai in camera.
Mi fiondai in bagno a cambiarmi e a mettermi quel babydoll troppo trasparente, di raso e pizzo nero, e con quel poco coraggio che avevo entrai in camera.
Lui stava giocando al cellulare sdraiato sul letto. Cercai di mettermi in una posa più sexy possibile, anche se io di sexy e provocante non avevo niente. Come se poi Styles avesse bisogno di essere provocato.
-Allora?- dissi cercando la sua attenzione. –Come sto?- Alzò un attimo lo sguardo dal cellulare che gli cadde sul petto. Mi fissava come imbambolato. –Cos’è, hai visto passare un fantasma?- chiesi.
-No, solo la ragazza più bella di sempre- a quelle parole il mio cuore incominciò ad impazzire. Lui si alzò dal letto e si avvicinò a me. Iniziò a baciarmi appassionatamente, feci l'amore con lui, non era solo sesso, era amore. Passai tutta la notte fra le sue braccia, ne sento ancora il calore. La passione è stata intensa, desideravo da tanto passare una notte così, la voglia e il desiderio erano forti, lo volevo tutto per me, ci volevamo a vicenda. Lui mi aspettava, era fremente, mi ha abbracciata, mi ha stretta a se. Mi ricopriva di baci, io lo accarezzavo ricambiandoli. Le nostre labbra umide e calde si univano, le nostre lingue si cercavano, le nostre mani non smettevano di accarezzare i nostri corpi. Eravamo in estasi, nulla ci fermava, volevamo essere uno nell'altro senza pudori, senza riservarci nulla, dare solo il massimo di noi stessi, fonderci in un solo corpo.




-spazio autrice-
lo so lo so, sono quasi due settimane che non aggiorno... imploro perdono :c
Comunque, che ne dite del capitolo? boh, a me non dispiace :)
Il capitolo 16, senza che io facessi pubblicità ovunque (lol), ha ricevuto 52 visite.. questo vuol dire che qualcuno caga questa storia! *w*
Vi adoro, a tutti, sia chi recensisce ma anche a chi rimane nascosta e fa la lettrice silenziosa :3
Il capitolo 18 è gia pronto quindi lo caricherò tra qualche giorno.. adios chicas 

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Capitolo 18
*** Nightmare dinner. ***





CAPITOLO 18
Nightmare dinner.


Ripensando alla notte scorsa mille emozioni mi balzavano in corpo e le farfalle che avevo nello stomaco si risvegliavano. Era stata una notte perfetta: io, lui e il nostro amore, cosa altro potevo desiderare?
Guardai l’orologio e mi accorsi che erano già le due del pomeriggio e mio fratello ronfava ancora come un orso in letargo nella sua stanza. Lo avevo sentito rientrare tardi, o meglio, presto dato che erano le quattro quando mi svegliò cadendo dalle scale.
Spensi il computer che avevo sulle gambe e decisi di andare a svegliarlo. Bussai ma, ovviamente, non rispose. Aprii la porta e mi sedetti di fianco a lui. Quando dormiva sembrava un angioletto (soprattutto perché non rompeva le palle come da sveglio) se non fosse stata per la bava che ricadeva sul cuscino.
-Martin.. Martin svegliati.. MARTIN. SVEGLIATI!- riuscii a fargli aprire gli occhi.
-Che.. ore sono?- disse ancora stordito e con gli occhi socchiusi.
-Sono le due, alzati che andiamo a mangiare- gli dissi.
-Che mal di testa.. devo aver bevuto troppo ieri sera..- disse tirandosi su e portandosi una mano sulla fronte.
-Lo avevo intuito dal volo che hai fatto ieri notte sulle scale.. dai alzati!- gli dissi mentre spostai le tende dalla finestra lasciando entrare nella stanza quei pochi raggi di sole che il cielo di Londra ci offriva di rado.
Grugnì qualcosa prima di alzarsi e, come uno zombie, entrare in bagno.

-Cosa prendi?- Mi chiese Martin mentre stavo ancora osservando il menù di Nando’s.
-Non lo so.. – dissi perplessa. –Quello che prendi tu, non riesco a decidermi- aggiunsi alzando lo sguardo.
-Ok..- disse chiamando la cameriera che, povera ingenua, ci provava spudoratamente. Cavolo, ma non lo vedeva che era gay?! Per me era palese.
Feci male a fidarmi di mio fratello dato che ci portarono due piatti enormi a testa, che sarebbero bastati per un esercito.
-Allora Em.. com’ è andata la tua serata ieri?- mi chiese ad un certo punto.
-Bene..- mi limitai a dire senza staccare gli occhi dal piatto e continuando a mangiare.
-Siete stati attenti spero.. non voglio avere nipoti a quest’età..- aggiunse.
-Martin! Non ne voglio parlare- gli dissi fulminandolo con lo sguardo.
-Perché? Non è stato bravo? Ha sbagliato entrata?!- chiese quasi fosse un interrogatorio. Mi misi a ridere per la sua ultima domanda.
-Martin smettila!- gli urlai contro mentre rideva.
-Ok ok la smetto..- disse.
-.. è stato fantastico- mi lasciai scappare a bassa voce.
Mi costrinse a raccontargli tutto, cosa che ovviamente non feci nei particolari. Anche se con lui potevo parlare apertamente di tutto, mi sentivo a disagio.
-Ok Martin, ora sai della mia serata di fuoco.. ma non credo che tu e Christian giocate a briscola con tutto il tempo che passate insieme..- gli dissi.
-Beh no, facciamo altri tipi di giochi.. nudi.. insieme sotto le coperte…-
-Ok basta so già troppo!- gli dissi alzandomi mentre rideva. -Vado in bagno- aggiunsi.
Cercai di rimuovere dalla mia mente la visione di mio fratello e il suo ragazzo mentre.. lasciamo perdere.
Quando uscii dal bagno qualcuno mi venne addosso.
-Hey! Guarda dove vai!- gli dissi.
-Scusa!..- rispose girandosi verso di me, con sorpresa mi accorsi che era Liam.
-Liam!-
-Emily!- disse abbracciandomi
-Come stai?- gli chiesi ricambiando l’abbraccio.
-Tutto bene.. se non fosse per Niall che mi sta facendo impazzire.. non la smette di mangiare! Siamo qui da quasi tre ore ormai..- disse indicandomi il biondo che stava mangiando con gusto.
-Immagino!- risi a quella visione. –Hei ti va di venire da me dopo?- chiesi.
-Va bene!-
Ci salutammo e ritornai da mio fratello.

Stavo guardando un film quando bussarono alla porta.
-E’ aperto!- urlai dal salotto non avendo voglia di alzarmi.
-La solita sfaticata.. e se fosse stato un ladro?- disse Liam sedendosi di fianco a me sul divano.
-Mi sarei messa a cercare dei soldi con lui… e poi penso che i ladri non suonino prima di entrare.- dissi.
-Idiota..- rise.
-Allora Payne, com’è andato il tuo appuntamento di ieri sera?-
-No comment.. un disastro..- disse sbuffando.
-Come mai? Racconta!- chiesi frenetica.
-Si è portata la migliore amica, voglio dire, cosa te la porti a fare?! Senza contare il fatto che era una civetta, non faceva altro che parlare di se e atteggiarsi come se fosse la più bella del mondo e ciliegina sulla torta... indovina chi incontriamo? Il suo ex. Se n’è andata con lui e mi ha lasciato da solo alla locanda- disse.                                                        –Sembra la descrizione di una puntata di “Disaster Date”- dissi ridendo a crepapelle.
-Zitta tu!- rispose tirandomi un cuscino.
Nel frattempo mi arrivò un messaggio al cellulare.
-Hai appena scampato una lotta coi cuscini grazie a questo messaggio- gli dissi leggendolo.

*Emilyyyy è tantissimo che non ci sentiamo.. come stai? Dimmi quando hai un po’ di tempo che ti chiamo bellezza (: Lucy.*

Le risposi subito, era davvero tanto che non ci parlavo.

*Ciao bionda! Chiamami anche adesso se ti va Em.*

-Chi è?- chiese Liam, il solito ficcanaso.
-Lucy, la mia amica di Seattle te ne avevo parlato, ricordi?-
-Si mi ricordo..-
-Ecco ora sta zitto che mi deve chiamare- gli dissi. Pochi secondi dopo il cellulare prese a squillare.                                                                                                                   -Ma buongiorno bellezza!- Risposi.
-Ciao pazza.. come va?- chiese.
Passammo un buon quarto d’ora a chiacchierare del più e del meno.
-Cosa fai a capodanno?- chiesi poi.
-Veramente sono in crisi.. tutte le mie amiche vanno ad una festa in discoteca qui vicino.. io odio le discoteche lo sai.. quindi mi toccherà stare a casa con i miei..- disse.
-Idea! Ti va di venire da me? I miei non ci sono e avevo intenzione di fare una festicciola qui a casa e poi è tanto che non ci vediamo!-
-Bhe per me non ci sono problemi, dovrei solo organizzarmi un attimo! Bisogna però convincere i miei..-
-Ci parlo io con i tuoi, tua madre mi adora!!-
-Chiedo e ti faccio sapere..-
-Tuo padre non lavora mica all’aeroporto? Ti potrebbe trovare un volo dell’ultimo minuto..- le dissi.
-Si per quello non ti preoccupare.. vado a convincere mia mamma! Ci sentiamo..-
La salutai e riattaccai.
Intanto Liam era andato a cercare del cibo in cucina, lo trovai seduto al bancone che sgranocchiava delle patatine.
-Ti ho trovato una ragazza- gli dissi.
-Cosa?- disse a bocca piena.
-Ti ho trovato una ragazza Payne, Lucy. Al 90% viene qui per capodanno.. ti piacerà- gli spiegai.
Aprì la bocca per dire qualcosa ma non fece in tempo, Martin entrò in cucina parlando a voce troppo alta interrompendo la nostra conversazione.
-...è inutile che continui ad insistere. Si vede che Elena e Damon si amano, basta guardarli!- lo sentii dire.
Gli chiesi con chi stava parlando mettendomi a mangiare qualche patatina con Liam, lui si limitò a mimare un “Christian” con le labbra come risposta. Roteai gli occhi al cielo, cavolo erano sempre al telefono quei due! E se non erano al telefono erano o su skype o insieme da qualche parte.
Feci cenno a Liam di alzarsi per tornare in salotto, era irritante stare nella stanza con mio fratello che parlava come una cornacchia.
Dopo qualche minuto Martin entrò in salotto mentre noi eravamo concentrati a commentare una puntata di Plain Jane.
-Viene a cena Christian, quindi vedi di sistemarti quella faccia da fattona che ti ritrovi- mi disse con la sua solita gentilezza.
-Sempre simpatico come un cactus nel didietro- gli risposi facendogli una linguaccia.
-Liam se vuoi puoi restare..- aggiunse.
-Si ti prego resta!- lo implorai quasi. –Non voglio fare il terzo incomodo!-
-Va bene resto!- disse lui ridacchiando.
-Comunque non avresti fatto la terza incomoda, c’è anche sua sorella - disse Martin.
-Fa niente, Payne resta, fine della discussione- gli dissi.

Erano le sette e mezza quando sentii il campanello suonare, io e Liam eravamo sul divano ad oziare al computer quindi mio fratello andò ad aprire la porta.
-Sarà una serata imbarazzante, preparati- dissi al mio migliore amico spegnendo il computer e dirigendomi alla porta seguita a ruota da lui.
Vidi Christian e lo salutai. Era alto, capelli di un castano scuro e gli occhi nocciola, aveva una faccia simpatica e sembrava socievole. Mi presentai.
-Questa è mia sorella Rose.. - disse indicando la ragazza che stava dietro di lui. Stavo per presentarmi anche a lei quando la guardai bene. NO. NON E’ POSSIBILE.
-TU?!- dicemmo nello stesso istante. Era lei, capelli rossi palesemente tinti e occhi di ghiaccio che ti guardavano con fare altezzoso. La Grayson, l’ex troia di Harry.
Nel frattempo Liam si era accorto e mi aveva preso per un braccio allontanandomi da lei, mio fratello e Christian ci guardavano straniti.
-Dai venite che è pronto- disse Martin entrando mano nella mano con Christian in cucina.
Sentii la Grayson dire qualcosa sottovoce ma decisi di far finta di non aver sentito per evitare di spargere sangue ancor prima di cena.
-Altro che serata imbarazzante, sarà una serata orribile- dissi a Liam andandomi a sedere a tavola.

La situazione non era delle migliori, mio fratello e Christian stavano chiacchierando tranquilli senza fare caso agli sguardi che quella troia mi lanciava. Non ce la facevo più, sentivo i suoi occhi vitrei su di me.
-Senti finta rossa la finisci di fissarmi?!- dissi.
-Che c’è? Dovresti essere abituata ad essere guardata in questo modo da quanto sei brutta- rispose lei. Strinsi la forchetta che avevo in mano quasi fino a sentirla spezzare. Liam sembrava preoccupato che avessi potuto piantargliela in un occhio, e faceva bene.
-Troia- gli dissi.
-Zoccola- rispose lei.
Ero come una bomba ad orologeria, potevo scoppiare e ucciderla da un momento all’altro.

Passarono tre lunghissime e interminabili ore prima che quell’essere uscì di casa mia.
Salutai tutti velocemente, eccetto la Grayson ovviamente, e ringraziai Liam per avermi aiutato a mantenere la calma.
Salii in camera maledicendo mio fratello per avermi rovinato la giornata.
Mentre stavo per accendere la tv e scegliere un film da vedere mi squillò il telefono. Lo presi e vidi che era un messaggio di Lucy.

*Buone notizie! I miei mi lasciano venire da te per capodanno! Mio padre ha trovato un aereo per domani sera, sarò li il 29, buonanotte :D*

Almeno una buona notizia mi fece andare a dormire più calma e col sorriso.



-spazio autrice-
iuuhuuu(?) c'è nessuno? speriamo.
lo so lo so, ho aggiornato 12 giorni fa l'ultimo capitolo.. SCUSAAAATEEEEE c.ç
sono stata impegnatissima in questi giorni, sono successe un sacco di cose.
Mi si stava anche rompendo il computer fjndicujhu.
Comunque. Capitolo 18. si. boh. hahahahahaha
Che dite? spero che vi piaccia, sempre che ci sia ancora qualcuno che legge dfjdfjcneijkoikm
un besooooos.  Xx

Ps: la tipa rossa che ho messo come banner l'ho immaginata come la Grayson, boh. hahahahahaha

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