Windows In The Sky

di Angel_Sayuri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Window: Risacca (SasuSaku) ***
Capitolo 2: *** 2. Window: Elevation (SasuIno) ***
Capitolo 3: *** 3.Window: The Rage of the Victim (OroAnko) ***



Capitolo 1
*** 1. Window: Risacca (SasuSaku) ***


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NB: Ma ciao a tutti! La storia è stata ri-postata per due motivi:

-Ho scoperto che hanno pubblicato altre fic con il titolo "Frammenti" nel fandom di Naruto (adesso ho scelto il titolo di una bellissima canzone degli U2^^).

-Ho corretto degli errori che avevo notato rileggendo...acc! E pensare che ci sto attenta a 'ste cose ;__;.

Rispondo alla recensione di Natsu-chan (ovvero l'unica che ricordo ._.): non penso che faro altre SasuSaku, visto che sono una mezza tacca con questo pairing ;__; davvero il risultato di questa one-shot (anche se riveduta e corretta) mi fa seriamente dubitare delle mie capacità. 

Un' ultima cosa: la linea temporale di questa storia è inesistente, non si può collocare in nessuna delle parti presenti nel manga. Ma mi sono divertita ad immaginare come sarebbe stato un eventuale incontro tra i due^^  Vabbè...enjoy it!  

                                                                    Sayuri

 

 

Capitolo: "Risacca"

 

[E non se n'era mai accorta grazie al comportamento di lui.

Così orgoglioso da non voler ammettere di avere bisogno di una persona.

Così debole da non riuscire a sconfiggere i fantasmi del passato.

Così idiota da non rendersi conto che il tempo non è infinito, che non è detto che una persona ti sarà sempre accanto.]

 

 

- Sasuke... -

Un’ombra. Sì, si poteva definire un’ombra.

Sasuke aveva dentro di sé un’ombra.

Appiccicosa come il catrame non se n’andava mai via dalla sua testa. Potevi cercare di toglierla ma, con la sua disgustosa consistenza, tornava sempre lì, a tormentarlo.

Più forte di prima, se possibile; a ricordargli chi era e cosa era successo, presente come una macabra canzone di sottofondo.

- Vattene via. -

Incredibile come riuscisse sempre e in qualsiasi situazione a mascherare i propri sentimenti.

Applausi, prego.

Sakura alzò finalmente la testa per guardarlo. Non aveva gli occhi pieni di lacrime come al suo solito.

Semplicemente lo guardava. Stranamente impassibile, sembrava non aver recepito il significato delle parole che aveva appena sentito.

Sotto quello sguardo, l'ombra sembrò ritrarsi nervosa.

Era già successo che, grazie a quegli occhi verdi, venisse dimenticata completamente, usurpata da quelle iridi che le occupavano impunemente il posto, interrompendo la sua triste nenia.

 

 

Quando era successo?

Quando era diventato necessario averla accanto?

Non che fosse poi così importante, ma saperlo dava a Sasuke una sensazione di finta sicurezza.

Come un sentiero che, se sai dove inizia, sai anche dove finisce.

Era di sicuro pomeriggio, ricordava ancora il calore opprimente dei raggi del sole sulla pelle.

Il maestro Kakashi e Naruto dov'erano? Erano entrambi in ritardo come al loro solito, o no? 

Bah, la memoria non è sempre precisa.

Così lui e Sakura si erano trovati a doverli aspettare. Era successo molte altre volte, niente di strano.

Insopportabile, l'avrebbe definito il Sasuke di un tempo, con Sakura che si mette a parlare e non si ferma più.

Davvero, quella ragazza parlava sempre troppo.
E lui che non tentava neanche di far finta di ascoltare, la mano a sorreggere la testa e guardare oltre la spalla di lei, nella speranza che Naruto e il pervertito si sbrigassero ad arrivare.

Ma era un po' di tempo che Sasuke provava una strana attrazione non per quello che Sakura diceva, ma per come lo diceva.

Si ritrovò a fissare la bocca di lei che si apriva in sorrisi tesi e le labbra che, ogni volta che parla con lui, mordeva distrattamente. Ascoltarla no, ma osservare come fosse espressivo in certi momenti il suo volto, sì.

Solo dopo un po' Sasuke si accorse che l'ombra non l'opprimeva più. Non era scomparsa, solo non si sentiva la sua presenza.

Nella sua mente si sentiva e vedeva unicamente lei, la sua voce e i sorrisi nervosi che gli rivolgeva, come se si aspettasse un rimprovero o una frase tagliente da parte sua. 

E si ritrovò ad odiare Testa Quadra quando arrivò, il fiato corto e le gambe che tremavano per la fatica, a scusarsi per il ritardo con il suo sorriso idiota, spezzando la situazione che s'era venuta a creare.

Odiò ancora di più l'ombra dentro di sé quando Sakura, stanca per il duro allenamento, se ne ritornò a casa, lasciandolo solo con il suo buio.

Perché ogni volta che Sakura gli faceva dimenticare il marcio dentro di lui, questo ritornava più forte, come un’onda che s’infrange sugli scogli e poi ritorna con maggiore intensità. Si attaccava ancora di più, opprimendolo come un'amante arrabbiata per essere stata trascurata.

E più forte l'ombra diventava, più Sasuke riusciva a sentire quello che gli sussurrava all'orecchio con denti affilati.

Itachi...

Bisogna ucciderlo, farlo sparire...

Il suo corpo deve essere gettato in pasto ai cani...

Itachi...

Ripeteva il suo nome così tante volte da svuotarlo del suo significato, facendo perdere il senno a Sasuke.

E allora la presenza di Sakura era così benefica che per lui era doloroso privarsene.

Il centro della sua esistenza non era più la sua vendetta, ma a stare ad occhi chiusi steso ai piedi della quercia del campo d'addestramento, con la voce allegra di Sakura che gli riempiva il cuore. Il mondo sembrava piegarsi e convergere per avere lei come centro.

 

 

Ma lei se n’andava via.

Non era colpa sua, ma veniva il momento in cui lei si alzava dal prato, pulendosi con le mani il vestito, e se ne tornava a casa dai suoi genitori. Dalla sua famiglia.

Non prima di rivolgergli un sorriso, certo, ma se n’andava. E appena quella testa dall’improbabile colore spariva all’orizzonte, Sasuke chiudeva gli occhi, aspettando che i sussurri tornassero a tormentarlo.  

 

 

Cosa fare?

Esisteva qualche jutsu che gli permettesse di rimpicciolirla e portarla sempre con sé?

Sasuke rideva, di una risata amara, al solo pensiero.

Deve essere ben triste l'esistenza di un uccellino chiuso in gabbia. Alla fine il colore delle piume si spegne e il canto si fa sentire sempre più di rado, per poi spegnersi alla fine.

Perde le caratteristiche per le quali il padrone l'aveva voluto.

 

 

Ma la consapevolezza non uccideva quel desiderio nascente.

Doveva averla per se stesso.

E quegli occhi verdi dovevano guardare solo lui.

Sasuke l'avrebbe chiamato "desiderio di possesso", anche quando la parola ben più adatta era un’altra.

Era una sensazione potente più di qualsiasi altra cosa.

Beh, quasi.

 

 

- Ti ho detto di andartene via. - 

[ Bravo, il tono ancora più tagliente, così da ferirla. La sua presenza qui non è necessaria, ti rende solo debole e ti distrae dal tuo compito.

Non è ancora giunto il momento, non ancora. Bisogna prima estirpare il marcio dalla radice, esorcizzarlo uccidendo lui.  Poi ci sarà solo lei.

Sempre se ti vorrà ancora.]

Ci sperava, Sasuke. Sperava di non aver distrutto tutto andandosene via da Konoha. Di non aver cancellato, con un semplice gesto, l'amore di lei.

Oh sì, lui sapeva quello che lei provava. Sarebbe stato stupido [più di quanto già non fosse] a non accorgersene; fin dai tempi dell'accademia sentiva l'affetto di Sakura avvolgerlo come una coperta soffocante e piacevolmente calda.

E adesso che s'erano ritrovati a faccia a faccia dopo tanto tempo, cercava nel suo sguardo un barlume, anche fievole, di quel sentimento.

Ma c'era soltanto una giovane donna che lo guardava con risentimento e nei suoi occhi si poteva leggere di tutto, tranne amore. Non se ne sarebbe andata via come Sasuke le aveva ordinato [pregato].

E con quella consapevolezza fu lui a girarle le spalle, come aveva fatto miliardi d'altre volte; ci stava facendo l'abitudine a scappare via.

- Sasuke! - La sua voce di Sakura non gli impedì di andarsene, i piedi che sfrecciavano veloci sui rami degli alberi.

 

 

"Non ancora. Devo fare ancora un'ultima cosa e poi tornerò."

E mentre il vento gli schiaffeggiava il viso e gli scompigliava i capelli, Sasuke lo sentì.

Di nuovo.

 

 

Itachi...

 

 

 

 

 

 

Next: "Elevation" (SasuIno)

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** 2. Window: Elevation (SasuIno) ***


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Ehilà, pucciosi lettori!

Sono commossaaaaa ;___;! Grazie a tutti quelli che hanno commentato le mie fanfiction, vi lovvo :3

 

-Risposta alle recensioni su "White and Hidden"-

-Blamblerose: Ma, sai, secondo me il manga finirà in modo simile ;__;. Sakura si becca il biondo e Hinata...beh, Hinata....UAHHHH, io ammazzerò Kishimoto A__A

I tuoi complimenti non me li merito :*

-LEA91: E' esattamente quello il pensiero che volevo provocare! Uh, uh grazie alle fanfiction posso manipolare la mente *pensa ad un piano di conquista ai danni del Turkmenistan*

-celiane4ever: Già, hai ragione la vita è una...vabbè, non importa. Organizziamo una spedizione punitiva a casa di Kishi? è__é

Ma chi li compra i biglietti per il giappone? ;__;

-Secchan: Grazie per i complimenti :3

Uh, abbiamo un'altra estimatrice del NaruHina....ti unisci anche tu alla spedizione? XDD

E mi ritrovo totalmente (sottolineo quel totalmente) d'accordo sul tuo discorso su Sakura e Naruto U__U 

-Mary Garner: Apprezzo particolarmente i commenti come i tuoi, sai?

Cioè, non che non mi importi sapere se ho sbagliato i congiuntivi o la grammatica in generale, ma se non ho trasmesso niente, allora perché ho scritto una fanfic?

Tu hai detto che ci sono riuscita almeno un po' e ti credo, sebbene debba migliorare. MOLTO.

Sì, adesso la pianto di menarmela XDDD grazie per il commento :*

-ino_chan96: Un bacino anche a te :* 

 

-Risposta alle recensioni su "Risacca"-

-Felicia91: Su, dai, addirittura una delle più belle SasuSaku che tu abbia letto °-°? 

*rotola sul pavimento per l'imbarazzo*

Anche a me piace questo pairing, non ho iniziato questa raccolta con una loro storia per caso.

Altre SasuSaku? *cough* Different *cough* Ways *cough* (Sono un genio dello spam :D)

E una piccola drabble che devo solo controllare e postare. Mi raccomando, se vuoi, leggile e dimmi che ne pensi, mi farebbe piacere ^___^.

-SakuraChan92: *porge fazzoletto* Quattro lacrime è sempre un traguardo :D 

E non mi merito tutti quei complimenti, su. Come ho già detto, ho in mente altre fic SasuSaku.

Adesso ti consiglio di cliccare quell'affascinante e secsì freccetta in alto a destra; questo capitolo è SasuIno e non penso ti piacerà.

Un bacio :* anzi no, visto mi hai messo nei preferiti, te ne meriti due :**

-celiane4ever: ma eccoti anche qui! :3

A proposito, ti posso chiamare solo celiane? celiane4ever è lungo e io sono pigra é__è

Lo so che sto diventando monotona, ma ho apprezzato i tuoi complimenti. Fanno bene al mio già gonfiato ego.

Questo cap è SasuIno, ti piace come pairing?

Il prossimo sarà OrochimaruAnko è__é.

Lo so, sono pazza XDD.

Infine ringrazio (quante volte ho ripetuto questa parola?) anche chibi51 e Zenity che hanno messo le mie fic tra i preferiti ^__^

Parlando di questo capitolo, lo dedico alla mia amica Queen_of_hearts che me lo ha richiesto.

Già, adesso accetto pure richieste di fanfic '-'

*silenzio*

Ho capito, a nessuno interessa ;__;...

...ma stavo parlando del capitolo...

Io AMO Ino Yamanaka, la adoro e, se potessi, la sposerei. Stessa cosa dicasi per Sasuke (diciamocelo: chi vorrebbe condividere il talamo con l'Uchiha? :D). 

Ma non li avevo mai immaginati come coppia e, sinceramente, non sono affatto male. Entrambi belli e stronzi, in AU mi ispirano parecchio.

Una cosa: Ino e Sakura sono forse un po' OOC, Karin, nonostante la lovvi (sono praticamente l'unica), mi sono divertita a stravolgerla del tutto, Hinata e Naruto abbastanza In Canon, ma Sasuke....Sasuke somiglia a Fonzie di Happy Days! ;____; 

Ci manca solo che colpisca le macchinette e ne faccia cadere le merendine.

Certo, non potevo fargli fare l'emo-vendicatore perché ai giorni nostri risulterebbe un po' improbabile ma...non mi soddisfa molto.

Stessa cosa per il finale, forse un po' affrettato. Avrei avuto tante cose da aggiungere, ma questa è una one-shot ;____;

L'ho suddivisa in parti cosicché, se doveste andare in bagno, ritrovare il segno non sarebbe un problema (e anche perché faceva figo).

Dal punto di vista temporale questa storia è abbastanza incasinata, ma voi mi volete bene, perciò capirete tutto e mi vorrete bene ancora di più.

No, sinceramente: si capisce chi sono i personaggi che parlano nelle parti scritte tra le parentesi quadre?

E, cosa ancora più importante, si capisce che le situazioni descritte in quelle parti sono ambientate nel futuro?

Vi lascio, la fanfic è uscita abbastanza lunga di suo senza che io mi metta a blaterare.

Enjoy it!

                                                                         Sayuri

 

 

 

Capitolo: "Elevation"

 

 

 

1. The quiet before the storm

 

[Ino sentiva la stoffa morbida del kimono frusciare sulle braccia ad ogni movimento.

Doveva essere un po' brilla, la vista era annebbiata e la mente faticava ad articolare pensieri compiuti, ma non importava.

Ino ballava. E rideva.

Quella sensazione totale di libertà le scorreva sotto la pelle, provocandole i brividi per quant'era forte. Non si sentiva più le gambe.

Ma continuava a ballare.

Lui la stava scrutando attentamente, quasi volesse imprimersi a fuoco tutti i suoi movimenti.

Ino rise ancora più forte.

Come era finita in quella situazione?]

 

 

Sasuke osservò la palla che si stagliava contro il cielo azzurro. Magnifico, aveva calcolato perfettamente la forza e l'inclinazione. 

Il risultato era che quella palla non si vedeva più, aveva superato la rete ed era scomparsa dietro alle lievi collinette che circondavano la scuola.

Sentì le pacche amichevoli dei suoi compagni sulle spalle. Si erano radunati intorno a lui e si complimentavano entusiasticamente.

-Lo sai che se continui così finiremo la scorta di palle da baseball, Sas'ke?- Naruto gli batté la mano sulla schiena più vigorosamente di tutti, facendogliela dolere. La cosa strana era che sembrava genuinamente felice della bravura dell’amico.

Chi aveva giurato davanti a tutti che sarebbe diventato capitano della nazionale? Buffone.

E, mentre era circondato dalle facce sorridenti dei suoi compagni di squadra, Sasuke provò una sensazione di rigetto per tutti quegli sguardi adoranti.

Era decisamente superiore a loro. A tutti.

Bastava solo guardare come lo ammiravano, come gli cedevano il passo quando lo incrociavano nei corridoi della scuola. Sguazzavano nella mediocrità.

Lui, piuttosto che subordinarsi così a qualcuno, si sarebbe strappato volentieri la pelle per poi immergersi in una tanica d'acqua ossigenata.

L'orgoglio dove l'avevano messo? 

E tutto questo per cosa? Per un fuori campo?

-Sasuke-kun!- La ragazza che l'aveva chiamato aveva un tono piuttosto acuto e solo dopo un po' i timpani smisero di vibrargli. Qualche decibel in più e il sangue gli sarebbe uscito dalle orecchie.

Girandosi per capire chi era il proprietario di quella voce infernale, si ritrovò un asciugamano piegato zelantemente sotto il naso e si dovette spostare all'indietro per non riceverlo in faccia.

- Saivistochehaiterminatolallenamentotihoportatoquestoperrinfrescartinontidispiace?- Dall'asciugamano rosa con dei coniglietti ricamati sopra emerse la faccia di una ragazza che gli sorrideva.

-Grazie Kairi...- Biascicò poco convinto Sasuke occhieggiando l'asciugamano. Alla fine, convincendosi che la sua virilità non ne sarebbe stata intaccata, lo prese.

-Karin, il mio nome è Karin!- Sembrava parecchio risentita del fatto che il suo compagno di classe, dopo quattro anni di scuola, non ricordasse neanche il suo nome.

-Mh...-
Interpretando quel monosillabo come un gesto di scusa, Karin sorrise.

Forse a Sasuke lei piaceva davvero e un giorno l'avrebbe invitata ad uscire, combattendo così la sua timidezza.

Sarebbero andati a mangiare da McDonald e lui le avrebbe dichiarato il suo amore eterno e imperituro davanti ad un Crispy McBacon.

Beh, Karin era una ragazza semplice che si accontentava di poco.

Subito dopo, lei, con le guance arrossate e gli occhi languidi che fanno tanto shojo manga, gli avrebbe risposto che sì, era innamorata di lui da ben quattro anni; Sasuke si sarebbe commosso e si sarebbero baciati davanti a tutti gli avventori del locale che applaudivano, proprio così.

Poi subito a casa di Karin a divertirsi, che lei aveva aspettato fin troppo (quattro anni, mica niente) e i suoi genitori facevano il turno di notte.

Stava per aprire la bocca per chiedergli se gli piacevano i Crispy McBacon, quando si accorse che lui se n'era andato da un bel pezzo e lei aveva passato mezz'ora a parlare da sola.

Sospirò affranta.

Un urlo la fece sobbalzare.

 

 

 

2. Meeting

 

[-Davvero?-

-Si, giuro. La prima volta che ti ho visto ho pensato che fossi dell'altra sponda!-

-Ma era solo un asciugamano rosa...-

-Con i coniglietti.-

-Ma...-

-C.o.n.i.g.l.i.e.t.t.i.-]

 

 

-Tu!-

Per la seconda volta nella giornata, Sasuke si dovette girare per vedere da dove proveniva la voce.

Una ragazza con la divisa della squadra di pallavolo era entrata nel campo e stava camminando a passo spedito nella sua direzione. A giudicare dal viso doveva essere piuttosto arrabbiata.  

Dietro di lei un’altra ragazza dai corti capelli neri le stava bisbigliando qualcosa all'orecchio, cercando al contempo di tenere il passo. 

Giunsero davanti a Sasuke, e gli occhi azzurri della prima lo guardarono in cagnesco. A quanto pare ce l’aveva con lui.

-Tu!- Ripeté la bionda, il tono, se possibile, ancora più arrabbiato. 

-Io...?- Chiese dubbioso. 

Sasuke cercò di ricordarsi se le doveva i soldi o se, dopo una notte di passione, se ne fosse andato via senza salutarla. 

Stava giusto per dirle qualcosa tipo "non sei tu, sono io" o "sai, ho scoperto di essere gay", quando la ragazza, dopo aver alzato in modo melodrammatico gli occhi al cielo, aveva incominciato a frugare nel taschino della maglietta, per poi tirarne fuori un oggetto.

Sempre per la seconda volta nella giornata, Sasuke si dovette spostare all'indietro per non ricevere la cosa in faccia. 

La situazione stava diventando seccante.

Quella "cosa" era la palla da baseball che aveva spedito fuori dal campo.

-Oh grazie, ma non ti dovevi disturbare a riportarmela.-

No, a giudicare dal calcio nello stinco che la bionda gli rifilò, quella non era la cosa giusta da dire.

Dio.Che.Botta.

-A forza di fare il figo con i tuoi fuori campo, oggi una mia compagna di squadra s'è fatta male!-

Molto male, a giudicare dal veleno che gli stava sputando addosso.

Sasuke cercò di elevarsi in tutta la sua altezza, facendo leva col piede sano.

Ma cosa le davano da mangiare i genitori? Lo stinco gli faceva un male cane e, se il solo pensiero di picchiare una donna non gli avesse fatto rivoltare lo stomaco, le avrebbe tirato uno schiaffo.

Magari, concentrandosi, poteva far finta che fosse un ragazzo.

Inutile, quella era una ragazza. 

"E che ragazza!" avrebbe pensato in una situazione normale, ma si trovava nel bel mezzo di un campo da baseball, con tutti gli occhi puntati su di lui, un piede dolorante a causa di una femmina in chiara crisi premestruale e, cosa peggiore di tutte, non capiva che cazzo stesse succedendo.

Il dolore alla caviglia si rifece sentire.

-E io che cavolo c'entro con la tua amica?!-

Gli occhi azzurri di lei si dilatarono per lo stupore e inarcò le sopracciglia chiare con fare scettico. Sasuke realizzò di essere un idiota e di aver appena fatto una domanda stupida.

 

Fuori campo.

 

Palla che vola oltre la collina.

 

Amikette infuriate.

 

Ebbe un flash dove un essere appartenente al cromosoma XX, d'età/altezza/bellezza indefinite, veniva c'entrata in pieno da una palla e cadeva a terra come un sacco vuoto.

Si sentì stranamente in colpa, cosa che accadeva molto di rado, e tutto a causa di una bionda irascibile.

-Dai Ino-chan, non fare così, non lo ha fatto apposta...- 

La ragazza mora, che fino a quel momento se n'era rimasta in disparte, si fece avanti intimorita e guardò Sasuke con quegli occhi così chiari da sembrare bianchi.

Era bassa e, a causa della sua magrezza quasi eccessiva, dava l'impressione di essere fatta di vetro o di un materiale analogamente fragile. Si stava torturando nervosamente le mani e si guardò intorno intimorita; si vedeva che essere al centro dell'attenzione la mettesse a disagio. 

Si avvicinò all’isterica, che a quanto pareva si chiamava Ino, quasi fosse la sua roccia dagli sguardi indiscreti e le mise la mano sulla spalla, lanciandole uno sguardo che Sasuke non riuscì a decifrare. 

I lineamenti della bionda che si rilassarono lievemente.

-Ehilà Hinata-chan!- Sasuke trasalì. S'era dimenticato, come succedeva spesso, della presenza di Naruto e dei suoi compagni.

-C-ciao, N-Naruto-kun...- 

Ah, però. Sembrava uno che non rimorchia neanche per sbaglio o solo tipe rigorosamente fatte, ma a qualcuna piace.

E a proposito di tipe fatte...

-Tu che vuoi da Sasuke?- Karin era apparentemente spuntata dal nulla e stava guardando in cagnesco Ino. Quest'ultima la squadrò da capo a piedi con un'aria da superiore che a Sasuke stranamente piacque e, ignorandola, si rivolse alla propria amica.

-Andiamocene, Hinata.-

La mora annuì e rivolse un'ultima occhiata di sfuggita a Naruto. Stavano per uscire dal campo, quando Ino si girò.

-E' in infermeria.-

Sasuke doveva aver assunto un’espressione interrogativa, perché la ragazza aggiunse:

-Sakura Haruno, quella che hai colpito, coniglietto.- Un sorrisetto sarcastico s'aprì sulle sue labbra. 

In quel momento Sasuke realizzò d'avere ancora sulle spalle quel maledetto asciugamano.

D'istinto lo lanciò via e la visuale di Naruto fu oscurata da un coniglio rosa che stringeva amorevolmente tra le zampe una carota.  

 

 

 

3. Contrast

 

[Era stato stupido pensare che con un semplice monosillabo sarebbe riuscito ad evitare la domanda.

Funzionava con gli altri, ma non con lei.

Lei non era "gli altri".

-Allora?-

-Un po'.-

Sasuke sperò che come risposta le bastasse.

Ino sorrise maliziosa. A quanto pare le bastava.

-Ma da quando?-

Sasuke se lo chiedeva spesso.

Quand'è che aveva capito di adorarla, in ogni suo dettaglio, in ogni suo difetto?
Non se lo ricordava, ma gli venivano in mente solo due cose, due colori.

L'azzurro e il giallo.]

 

 

I-n-f-e-r-m-e-r-i-a.

Era stampato a caratteri cubitali sulla porta; impossibile sbagliarsi, anche volendo.

In fondo non gli costava niente entrare per vedere come stava la ragazza. Se non altro, aiutato da un pizzico di savoir faire, avrebbe evitato una visita dal preside.

In famiglia bastava già suo fratello Itachi a combinare casini, aiutato dai suoi amici metrosexual.

Come aveva detto che si chiamava? Sakuta, Saruta...bah, lui non era mai stato bravo a ricordarsi i nomi.

Sasuke bussò, ma non arrivò risposta. Aprì lentamente la porta, sbirciando all'interno.

Dov'era la dottoressa Shizune? Era raro non trovarla in infermeria.

-Chi è?-

Avanzò fino al telo verde che divideva la stanza in due e lo scostò.

Seduta sul letto, davanti ad una finestra spalancata, una ragazza lo stava guardando con i grandi occhi verdi colmi di stupore. Stupore che ben presto si trasformò in rabbia.

-Tu!-

Ma, quel giorno, che avevano tutti?!

-Sì, io.- Sospirò stancamente Sasuke e, prima che la ragazza potesse dire alcunché, aggiunse:  

-Non ti volevo colpire, è stato un incidente, puoi credermi. Anche perché solo un malato di mente potrebbe avere l'hobby di prendere a pallonate la gente, cioè, te lo immagini? Un tizio che si apposta dietro le colline, ah ah ah...no, non guardarmi così…in effetti, la cosa non fa ridere. Davvero, nel tempo libero la cosa più pericolosa che faccio è guardare "Il padrino" ma, insomma, è solo un film abbastanza innocuo e...-

-Piantala Uchiha! Ho capito che non lo hai fatto apposta e, se vuoi dirmi qualcosa, dillo subito!- 

Si mise la mano sulla fronte con fare dolorante, scompigliandosi i capelli e Sasuke notò il cerotto che le copriva metà zigomo.

-Allora?- Disse con tono impaziente, girandosi a guardarlo negli occhi.

Silenzio.

Su, Sasuke, devi solo dirle che ti dispiace. Dai, muoviti.

Silenzio.

Dannazione, perché in questa scuola non insegnano a scusarsi? Nella vita reale serve di più che sapere quelle tre stupide leggi di Keplero!

Ancora silenzio.

O erano quattro?

-Uchiha...- La sua voce lasciava trasparire chiaramente l'irritazione.

Dille la prima cosa che ti viene in mente!

-Certo che hai una fronte davvero spaziosa...-

Sasuke vide, come a rallentatore, la scena:

-Il colorito di Sakuta che si faceva sempre più pericolosamente vicino al rosso.

-Sakuta che prendeva un libro poggiato sul comodino e gli urlava a gran voce la sua opinione sulla virtù della madre, Mikoto Uchiha.

-Lui che cercava di calmarla dicendo "Scusa, Sakuta, stavo scherzando!".

-Lei che gli lanciava contro il libro.

-Il libro che gli colpiva in pieno l'occhio destro.

-Il d-o-l-o-r-e.

-Sakuta che gli rispondeva che si chiamava Sakura e che lui era uno stupido idiota.

-"Ho sempre avuto una brutta memoria per i nomi"

-"E il mio savoir faire fa schifo"

-Sakura che prendeva lo sgabello, pronta al lancio.

-Lui che usciva a tutta velocità dalla stanza, appena in tempo per sentire lo schianto dello sgabello contro il muro.

-Sempre lui che si scontrava con qualcosa o qualcuno.

-Quel qualcosa o qualcuno era lei.

-Sasuke si sentì mancare il fiato.
-Ma sei fuori a correre così per i corridoi?!- 

Alcune ciocche disordinate le ricadevano sugli occhi ma, invece che oscurarne la bellezza, la differenza tra l'azzurro di quest'ultimi e il biondo dei capelli li faceva risaltare per contrasto. 

 

 

 

4. Seven years

 

[-Tre mesi.-

-Cosa?-

-Stiamo insieme da tre mesi.-

I suoi occhi azzurri da gatta si assottigliarono sospettosi. 

-Perché ci badi? E' importante?-

-No, è poco.-] 

 

 

Sette anni, tre delle medie e quattro delle superiori.

Trecentosessantacinque per sette fa duemilacinquecentocinquantacinque.

No, cavolo, non aveva pensato al mese di febbraio. In tal caso faceva duemilacinquecentocinquantadue giorni in sette anni. 

Ma aveva iniziato le medie con l'anno bisestile o no?

Oh, al diavolo!

Sta di fatto che in duemilacinquecentocinquantadue giorni, uno più uno meno non faceva differenza, aveva solo incontrato gente mediocre, persone come tante destinate a sparire nella massa.

Tutti uguali, tutti stupidi, tutti anonimi. Nessuno catturava la sua attenzione.

Ma finalmente, dopo duemilacinquecentocinquantadue giorni, uno più uno meno non faceva differenza, Sasuke aveva trovato qualcosa d'interessante.

E quel qualcosa d'interessante tirava delle schiacciate da paura, dovette costatare.

-Ehi, Sas'ke, cosa ti sei fatto all'occhio?-

-Niente.-

-Ti sei buttato in una rissa come al tuo solito?-

Naruto non era il tipo da mollare senza aver avuto una risposta, per cui Sasuke optò per un monosillabo, che poteva essere d'assenso o meno, tutto dipendeva da come lo interpretava l'interlocutore.

-Mh...-

Naruto lo guardò pieno di ammirazione. A quanto pareva, aveva deciso che sì, il suo amico, sempre così sprezzante del pericolo, doveva essere capitato in una rissa e, conoscendolo, aveva di sicuro vinto contro tizi cinque volte più grossi di lui, rimediandone solamente un occhio nero. 

-Sas'ke...-

-Che c'è ancora?!-

-Perché siamo qui da mezz'ora ad osservare le ragazze che giocano a pallavolo?-

Per la verità, neanche Sasuke ne comprendeva il motivo. Sapeva solamente che aveva trovato qualcosa d'interessante, di non stupido, di non anonimo.

-Allora?-

Sì, Naruto era davvero un rompipalle.

Sapeva che stava per aprire di nuovo la bocca per ripetere la domanda, così decise di dire la prima cosa che gli veniva in mente, tanto per farlo stare zitto.

-Mi piace quella ragazza.- 

Ed indicò l'oggetto dei suoi pensieri.

Per la prima volta in quella discussione non aveva detto una bugia.

 

 

 

5. Only two times

 

[Con quella domanda erano a quota due.

Due le volte che l'aveva colta di sorpresa.

E, come era accaduto tempo prima, l'unica risposta che riuscì a trovare fu "Sì".

Vide il viso di Sasuke avvicinarsi sempre di più.

 

Le sue labbra erano così dolci.]

 

 

Dovevano essere venti, trenta volte che le chiedeva di uscire, ma la sua risposta era sempre le stessa.

No.

Ma Sasuke non era tipo da mollare così facilmente. 

Durante quell'estenuante rincorsa, aveva imparato molte cose su di lei. 

Molte.

Tipo il fatto che Ino aveva la fobia degli insetti, in particolare le api la terrorizzavano.

Sapeva il suo compleanno, dove abitava e il suo numero di cellulare.

Non amava il blu, ma l'azzurro sì e il viola ancor di più.

Il giovedì arrivava sempre con dieci minuti di ritardo perché odiava la matematica e dieci minuti in meno erano sempre dieci minuti in meno.

Gli mancava sapere quando avesse le sue cose, ma ci stava lavorando.

E aveva scoperto qualcosa di molto utile.

Si aggiustò la cravatta della divisa scolastica, sorridendo tra sé e sé.

Appena la preside lo chiamò sul palco si schiarì la voce, pronto a fare il suo discorso sul perché-dovreste-iscrivervi-al-club-di-baseball-piuttosto-che-a-quello-di-punto-croce.

Srotolò il foglietto e cominciò a leggere. Si vedeva che l'aveva scritto lo Hyuuga, Sasuke non avrebbe mai utilizzato termini quali "caustico" e "infinitesimale".

Appena smise di parlare lo raggiunse l'applauso dei pochi studenti che erano rimasti ancora svegli.

Ma lui non aveva ancora finito.

-Vorrei aggiungere un'ultima cosa.- Si girò verso il gruppetto del club di pallavolo, individuando subito Ino e rivolgendole un sorriso che aveva ben poco di rassicurante.

-Questa domenica ci sarà la fioritura dei ciliegi.-

Tutti la conoscevano, era l'occasione per la festa tradizionale che si teneva in primavera, con uomini, donne e bambini che si riversavano in kimono nell'immenso parco nel centro della cittadina.

-Yamanaka Ino, mi faresti l'onore di andarci con me?-

Tutti, ma proprio tutti, gli studenti si girarono a fissare la ragazza, i più bassi si alzarono in piedi sulle sedie per aver maggiore visuale.

Ino aveva spalancato la bocca in modo poco elegante, per poi richiuderla quando aveva sentito quegli sguardi puntati su di sé, ma lo stato catatonico in cui era sprofondata permaneva.

Hinata s'era girata verso di lei, sussurrando qualcosa che non riuscì a sentire e TenTen l'aveva scrollata per farla rinvenire, visto che continuava a rimanere in silenzio.

L'aveva.Invitata.Davanti.A.Tutta.La.Scuola.

-Ino, rispondigli!-

Gli scossoni di TenTen, combinati con il parlottare degli alunni che cresceva sempre di più, riuscirono finalmente a risvegliarla.

-Allora, Yamanaka?- Sasuke la stava fissando beffardo, incurante della preside che avanzava spedita verso di lui.

Rispondi!

Aprì la bocca.

Digli la prima cosa che ti viene in mente!

-Sì.-

Sì?!

Persino la sua coscienza ne era rimasta scandalizzata.

Sentì qualcuno dietro di lei urlare "ha detto di sì" e le giunsero alle orecchie gli inevitabili commenti maligni, sputati da circa metà della popolazione femminile del liceo.

"Uchiha, fuori!" La preside Tsunade, riappropriatasi del microfono, lanciò un'occhiata gelida a Sasuke, indicandogli il portone in fondo all'aula magna.

Quest'ultimo lanciò un occhiata in tralice ad Ino.

Sembrava che stesse sorridendo.

Chi gli ha detto che vado in confusione quando mi prendono alla sprovvista?!

Prima di uscire, Sasuke sillabò nella sua direzione:

D.o.m.e.n.i.c.a.

A.l.l.e.

S.e.t.t.e.

Ino fece un profondo respiro per calmarsi.

Intanto era solo un appuntamento, un caso isolato.

Non ce ne sarebbero stati altri.

 

 

Illusa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** 3.Window: The Rage of the Victim (OroAnko) ***


Nuova pagina 1

*Sayuri entra in scena agitando la manina*

Salve pucciosi lettori! Grazie per le recensioni che mi avete lasciato, vi lovvo e non mi stancherò mai di ripetervelo ^O^

 

-Risposta alle recensioni su "Frozen":

-Rory_chan: La drabble m'era uscita così, senza un perché, ed era una cosuccia senza chissà quali pretese, ma sono contenta che a qualcuno sia piaciuta! Thanks :3

-Sakura Haruno: Magari fosse successo! XD Però mi sa che quella non è una cosa molto da Sasuke (Tsk! Questi maschi insensibili e freddi è_é. Però lo adoro ._.). Grazie per aver messo la fic tra i preferiti :*

 

-Risposta alle recensioni su "Elevation":

-Queen_of_hearts: Ti rispondo qui visto che ultimamente la mia casella di posta elettronica fa un po' di casini. Jess, grazie per la tua mail chilometrica di complimenti, ma non esagerare che poi rischio di crederci.

DOVEVO scrivere una SasuIno e poi dedicartela. Era un dovere morale U__u però adesso piantala di spedirmi mail piene di doushinji, fanfics e immagini VM18 sul SasuIno, mi ingolfi la posta! 

Per Natale posto una one-shot/flashfic su questo pairing, te lo prometto è__é anche perché "Elevation" mi dà l'impressione...non so...di essere incompleta...non riesco bene a spiegarmi. E' come se mancasse un pezzo che avrei dovuto scrivere. E cavolo, se lo scriverò! Le cose incomplete mi danno i nervi! è__è

Mi chiedo anch'io quale macchiavellico piano avesse in mente Sasuke per scoprire quando Ino aveva le sue cose XD (non dovrei ridere, ho scritto una scemenza °-°).

Kiss tesora :**** 

-lala chan: Grasssssie lala (scusa se prendo subito confidenza^^). Temevo di aver scritto una fanfic leggermente...beh, insomma...(la commedia scolastica non penso che sia il mio genere) ma visto che dici che non è così...ti credo! ^^ Altre SasuIno? *indica la precedente risposta* 

E se mi dici quando sarà il tuo compleanno... 

-suzako: Ebbbbasta con le fanfic in cui Sasuke che fa sempre la parte del figo e tutte gli sbavano dietro! è_è

In verità all'inizio la storia era un qualcosa del genere ma, rileggendola, mi sono addormentata con la testa sulla barra spaziatrice per quanto era noiosa, così ho deciso di cambiarla. E l'ironia ci voleva, duh u_u 

Grazie per la recensione :* 

-_Rael_89: Ohhhhhh....[tono commosso e meravigliato ON] un' altra fan di Ino ;__; *tocca con il dito lo schermo del computer nella speranza di trasmettere un po' di solidarietà a Rael*

Io...vabbé..per utilizzare un eufemismo...amo, adoro, venero Ino Yamanaka! La sposerei, giuro.

Se dovessi scegliere tra lei o Sasuke...beh, sceglierei Sasuke, ma ciò non significa che la scelta non sarebbe stata ardua e sofferta.

Anzi, no, col cavolo, sceglierei Ino! 

Ma Sasuke...;__;

No! Ino! è__é

Non divaghiamo...grazie per la recensione! Prometto che, sempre per questa raccolta, ci saranno altre coppie che ti prenderanno alla sprovvista [cit.], uh uh uh (*Sasori si guarda in giro terrorizzato dopo aver sentito un brivido freddo alla schiena*). 

E sì, ho capito che la fic ti è piaciuta XDD anche se non ne ho ben chiari i motivi °__°

-SakuraChan92: Ma no! Non leggere che poi ti fai venire il sangue amaro! E col sangue amaro ti viene l'ulcera (*regala cornini antisfiga a SakuraChan*). E se ti viene l'ulcera diventi triste. E se diventi triste anche io, da grande filantropa, divento triste ;___;

Avevo messo pure un'avvertenza solo per te, guh ;_;

Tié, adesso beccati l'OroAnko! Spero che ti piaccia.

Kiss :3

-Mimi18: Fonzie era un grande! Quale donna non lo adorava? Mi ricordo ancora il suo "tocco magico", quello che faceva partire il juke box impallato....altro che Chuck Norris! °_°

Davvero le battute ti hanno fatto ridere? Non erano scontate ;__;? *abbraccia Mimi*

Per l'occhio nero, è solo Naruto che si fa troppe seghe mentali XD Sasuke aveva solo risposto con un semplice "...mh..." e lui è riuscito a tirar fuori tutta la storia della rissa con dei carcerati alti due metri XD

Anche se Sakura, quando si arrabbia, fa paura pure ai succitati criminali °__°

Eccoti l'OrochimaruAnko...che ne pensi? Ammetto che il centro di tutto è Orochimaru...credo di non aver dato abbastanza spazio ad Anko...*coccola personaggio*

-sasusaku4life: Ti prego, niente fake nei miei commenti, Dio (?) ha inventato i forum per provocare inutili discussioni ^,^ 

Ho finito. Non ho niente da dire sulla storia, se non che non rientra propriamente nel genere romantico (insomma, si sta parlando di Orochimaru, mica di Romeo in calzamaglia). A voi le conclusioni.

Alla prossima!

                                                                          Sayuri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"The rage of the victim"

 

 

La lucertola si stava dimenando come un'ossessa, cercando di liberarsi dalla presa che l'aveva completamente immobilizzata, e, Orochimaru lo sapeva, se solo avesse potuto avrebbe urlato.

La coda s'era staccata, in un inutile tentativo di fuga, e si agitava poco più in là dal corpo, ancora in preda a degli spasmi.

Piano, quasi con delicatezza, la punta del bastoncino, temperata dalla lama del kunai, sfiorò la pelle gelida del rettile, provocando un piccolo taglio.

L'animale si dimenò, se possibile, ancora di più.

Orochimaru poteva quasi sentire, sotto alle sue dita, il furioso palpitare del cuore, il sangue che scorreva veloce.

Involontariamente sorrise -un sorriso che somigliava più ad una smorfia- di fronte alle gocce vermiglie che fuoriuscivano dal taglio.

Con un gesto fluido e rapido, tranciò completamente la zampa dell'animale.

Lo vide accartocciarsi su se stesso -in una posa che faceva seriamente dubitare che le sue piccole e sottili ossa fossero ancora intatte- distendersi, tremare convulsamente per poi rannicchiarsi di nuovo.

Aveva morso Orochimaru al dito ma, a parte un piccolo semicerchio rosso di pelle irritata, non aveva ottenuto niente.

Ed era quello che Orochimaru amava più di ogni altra cosa.

Non il sangue, non il dolore che provocava.

Amava sentire il destino di una vita nel suo pugno e il bearsi degli inutili tentativi di ribellione della vittima.

Era

Inebriante

Quella

Sensazione

Di

P o t e r e

"Sei disgustoso."

La bambina che aveva parlato lo stava guardando intensamente con i suoi grandi occhi castani, il ribrezzo impresso nel volto infantile.

Orochimaru alzò la testa, rivolgendo il suo sguardo su di lei, ma non sembrava che la vedesse veramente. 

Era come se davanti a lui ci fosse il  n u l l a.

"Tu e i tuoi schifosi esperimenti."

Tsunade disse quelle parole con rabbia e puro disprezzo, quasi a voler provocare una qualsivoglia reazione in quel bambino che, da quando erano entrati a far parte della stessa squadra, se ne stava sempre in disparte.

Era il suo silenzio, la cosa più inquietante.

La sua crudeltà nei confronti di tutti, persone o animali non importava, rimaneva sempre senza risposta.

Si ricordava ancora di quella volta.

Era giunta con lieve ritardo al campo d'addestramento e vi aveva trovato Jiraya, svenuto, livido in viso, con varie ferite da kunai su tutto il corpo, e Orochimaru.

Stava schiacciando la gamba del compagno con il piede, in prossimità di un brutto taglio al ginocchio, e sembrava incantato da quel liquido, dal fatto che ne uscisse in quantità inversamente proporzionale alla pressione che esercitava sull'arto.

Ed era il sangue la cosa che Tsunade ricordava più chiaramente.

Era  d a p p e r t u t t o.

Tutto era  r o s s o.

Terreno, alberi, erba, Jiraya.

Perfino il cielo aveva deciso si donare alla propria alba una sfumatura tendente a quel dannato colore.

Non si ricordava la risposta che Orochimaru diede al maestro Sarutobi, quando questo gli chiese il perché di quello scontro.

Semplicemente perché non diede alcuna risposta.

Stette zitto a guardare indifferente il maestro.

Era come se davanti a lui ci fosse solo il  n u l l a.

La stessa espressione che aveva adesso, guardandola. Non sembrava minimamente toccato dalla sua presenza, dalle sue parole.

Di fronte alla mancata reazione del suo compagno di squadra, la bimba arricciò, strafottente, le labbra.

"Guarda che lo dico al maestro cosa hai combinato." Poggiò le mani sui fianchi, facendo ondeggiare vezzosamente i lunghi codini biondi.

Faceva sfoggio di una sicurezza che non aveva. Provava paura e repulsione per Orochimaru, ma riusciva a non darlo a vedere. 

La lucertola, nel frattempo, approfittando della distrazione del suo aguzzino, era sgusciata via, cercando di utilizzare al meglio le tre zampe sane rimaste.

Orochimaru trasse velocemente dalla tasca un kunai e lo lanciò contro il rettile, spaccandogli il cranio.

 

Finito il divertimento.

 

****

 

Una sola domanda.

"Ti fa male?"

Anko non sapeva cosa rispondere. Probabilmente provava dolore, ma aveva raggiunto quella soglia che raramente si oltrepassa. Quella soglia in cui perdi la percezione del tuo corpo e tutto incomincia a farsi più sfocato, più ovattato. Quella in cui i tuoi nervi cominciano a non sopportare più la mole di dolore e smettono di svolgere la propria funzione.

Avvertì a stento la presa di Orochimaru farsi più salda intorno al braccio, la sua bocca che si avvicinava all'orecchio.

"Ti-fa-male?"

Tra le lacrime, lei osservò da vicino il suo viso che in quel momento più che mai le era estraneo. Gli occhi dorati, che somigliavano a due voragini, ridevano.

Una figura, che per tutto quel tempo era rimasta in un angolo del laboratorio, si avvicinò a loro due. Il coprifronte, che brillava sotto la poca luce proveniente dall'unica lampadina appesa al soffitto, indicava che era uno dei jounin di Oto.

"Orochimaru-sama, la ragazza è la prima che è riuscita a sopravvivere." Sembrava stupito. Anko lo era ancora di più. 

"E probabilmente sarà l'unica, vista la situazione dei numeri quattro e sette."

Di fronte a quella affermazione ovvia, Orochimaru lanciò al sottoposto uno sguardo quasi annoiato, quello che riservava a chi non meritava la sua attenzione, e tornò a concentrarsi su di lei.

Le prese la manica della casacca e la strappò con forza, aprendo uno squarcio nella stoffa che andava dal seno sinistro fino a scoprirle tutta la schiena. 

Perché?

Anko iniziò a sentire freddo; e con il freddo tornava il dolore lacerante al collo. Tutto il suo corpo stava cominciando nuovamente a funzionare a dovere, nonostante lo shock che lo aveva quasi spezzato. Anko apprezzò quella capacità di non farsi abbattere completamente dal dolore, almeno sul piano fisico. 

Orochimaru stava passando le sue dita sul collo, su quelle tre sagome incise nella pelle, sagome di cui lei non riuscì a distinguere chiaramente la forma. 

Perché a me?

Involontariamente sospirò di sollievo al contatto freddo della sua mano contro il collo arrossato.

Infine lui si alzò lasciandola sul pavimento Sembrava felice. Molto. La guardò come se stesse guardando un jutsu particolarmente difficile che gli era riuscito.

Anko pensò che era così. Che era una cavia, un esperimento come i tanti altri che aveva visto lasciare quel laboratorio avvolti in un lenzuolo bianco, nei brevi istanti di coscienza che riusciva a strappare ai sedativi. 

Era il mio sensei, io mi fidavo.

Anche messa nero su bianco nei propri pensieri quella frase, nella sua ingenuità, le risuonava terribilmente infantile.

 

****

 

L'avrebbe dovuto prevedere, come prevedeva un qualsiasi attacco nemico ai suoi danni. Anko aveva sempre avuto un basso limite di sopportazione ma, dopo tutti quegli anni vuoti di qualsiasi sentore di ribellione, pensava che avesse imparato a conviverci, come si convive con una vecchia ferita che non si è mai rimarginata.

Era sopravissuta al segno maledetto, sarebbe potuta sopravvivere anche al ricordo.

Ma.

Troppa rabbia.

"Fallo."

La mano di Anko che reggeva il kunai non vacillò, ma Orochimaru era sicuro che non avrebbe mai sferrato il colpo.

"Fallo."

Questa volta un tremito impercettibile le percorse il braccio. Anko aveva un difetto che poteva rivelarsi fatale per un ninja: esitava. E in guerra non c'è né spazio né tempo per questo. Esitare significa trovarsi un pugnale nel cuore perché non si è stati capaci di uccidere il nemico.

E, anche se lei non avesse avuto questo difetto, non sarebbe stata comunque capace di ucciderlo.

Era come avere una lucertola nel proprio pugno.

Le prese il kunai, come se fosse stata una bambina che reggeva un oggetto pericoloso tra le mani, e si avvicinò a lei, aspettando una qualsiasi reazione. Anko ebbe la chiara impressione di essere fiutata da una tigre.

La guardò negli occhi così espressivi da non riuscire a nascondere il pensiero.

Io mi fidavo.

 

Gli inutili tentativi di ribellione di Anko non erano divertenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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