Capodanno in ascensore

di Hope _
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colpa dei biscotti. ***
Capitolo 2: *** So sweet ***
Capitolo 3: *** Dovrò farti innamorare di me ***
Capitolo 4: *** Titanic ***
Capitolo 5: *** ADORO i Twix! ***
Capitolo 6: *** Che mi dici di te? ***
Capitolo 7: *** Le 5 e 34. ***
Capitolo 8: *** Abbiamo un accordo. ***
Capitolo 9: *** New entry ***
Capitolo 10: *** One less! ***
Capitolo 11: *** FINALMENTE! ***
Capitolo 12: *** Happy new year! ***
Capitolo 13: *** First day of a new year ***
Capitolo 14: *** I love you ***
Capitolo 15: *** Show me you care ***
Capitolo 16: *** Non puoi lasciarmi adesso, così. ***
Capitolo 17: *** Three months later ***



Capitolo 1
*** Colpa dei biscotti. ***


È l’ultimo dell’anno. L’ultimo dell’anno. E io sono bloccata in questo stupido ascensore.
Bhe, non che avessi molto da fare. In effetti, ero scesa solo a comprare dei biscotti.
Bloccato con me c’è anche un ragazzo, che ha assunto una posa che credo lui ritenga “fica” nell’angolino là in fondo. Seduto, appoggiato al muro, con una gamba alzata e il braccio appoggiato; lo sguardo perso.
Bhe, non è molto difficile indovinare: “perché mi tocca passare capodanno con questa tipa dalle calze a pois verdi quando potrei benissimo essere ad una festa molto cool e limonare con 10 tipe di fila?”.
Sbuffa.
Allora sbuffo anche io.
Non è una bella situazione neanche per me ok? Che vuole?!
- Mi sa che non ci tireranno fuori prima di domani … -
- Si, credo anche io –
Silenzio.
Bhe dai “domani” è vicino. Sono le 5:34.
Ok, manca molto.
Però provateci voi a chiamare un elettrico il giorno prima di capodanno. Non ne troverete facilmente.
Silenzio.
Però così mi annoio. E non succedono cose belle quando mi annoio.
Una volta, a 7 anni, io e mio fratello abbiamo buttato giù un televisore dalla finestra  perché “ci annoiavamo”.
- Ti annoi? – mi chiede, quasi come se fosse colpa sua.
Annuisco con la testa.
- Si anche io. – ribatte però sorridendo.
Che sorriso.
Anche gli occhi non sono male ora che ci faccio caso.
E quei capelli …
Basta, devo uscire più spesso. Adesso anche il tipo della porta accanto mi sembra attraente. Probabilmente sono molto stanca, esaurita tutto qua. Persino un cactus potrebbe apparirmi sexy in questo momento.
E poi questo tipo ha un’aria perversa negli occhi.
- Hey, parliamo un po’? –  ma dice a me? Bhe, non c’è nessun altro per cui …
- Ooook … E di che dovremmo parlare? –
- Bhe siamo vicini di casa no? Prima o poi ci saremmo presentati. Ce l’hai un nome? – sarebbe un modo diversamente gentile per chiedermi come mi chiamo? Tentativo fallito, mi dispiace.
- Hope, Hope Cohen, piacere. Tu? –
- Io mi chiamo Harry, Harry Styles –
- Bhe, piacere Harry – dico mentre mi sfrego gli occhi.
- Piacere mio. Anche se avrei preferito conoscerti in un’altra circostanza. Magari ad una after-hour, con un bel vestitino da cocktail… - poi china la testa e mi inquadra meglio.
Ma che fa? Prende le misure?
Oddio, me lo sentivo che era un pervertito.
Bene, sono chiusa in ascensore l’ultimo dell’anno con un maniaco. Però.
- Ehm, si “Styles” vedi di fare meno il don giovanni. Li odio i tipi come te. –
Bene sono partita con il piede giusto. Almeno così capisce che non sono ”una facile”.
- Ok scusami…. –
Silenzio.
Pff…. Se sapesse che sotto il pigiama il vestito da cocktail ce l’ho…
Stavo semplicemente aspettando che venissero Cece e Roxy a trovarmi per un mini mini party e ho messo questo stupido pigiama solo per scendere e comprare dei biscotti.
Stupidi biscotti.
Per colpa loro adesso sono bloccata qui con un perverso.
Bha.
Non che abbia  intenzione di dirglielo, che ho un vestito qui sotto, no.
Silenzio.
- Che fai nella vita? – mi chiede.
- Vivo – rispondo fiaccamente portandomi le mani alla fronte.
- Ahaah divertente –
- No, per niente, ragazzo-cespuglio. È che sono stanca, le mie amiche mi aspettavano per la festa, e sono qui bloccata in ascensore. Non è divertente. –
- Ragazzo- cespuglio? Questa è nuova. Per molti sono curly boy, Hazza… ma ragazzo-cespuglio mi mancava.-
Lo guardo stranita.
- Scusa, solitamente non sono così acida, ma è stata veramente una lunga giornata e concluderla così… non era certo il modo in cui speravo, capisci? –
Mi guarda per due minuti interminabili poi se ne esce con un
- Si che ti capisco…. – e si avvicina a gattoni, pericolosamente troppo vicino per i miei gusti.
- Ma che hai capito rimbambone?! Sciò, pussa via! -
- Ma che hai capito tu? Io volevo solo toglierti un po di stucco che si è staccato dalla parete! –
E con fare molto tranquillo, mi prende dalla spalla un pezzettino di qualcosa di giallo per poi buttarlo sul pavimento.
Ah.
- Ah, ehm, si scusa, no sai è che… -
Oddio.
Che enorme figura di merda.
Questa è proprio l’apoteosi delle figuracce.
Si siede da parte a me e appoggia la testa al muro.
- Trentatrè trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando. –
- Ma cosa fai? –
- Niente, passo il tempo.-
- Ma non ce l’hai dietro un ps3 portatile o qualcosa del genere come tutti i ragazzi normali? –
-Fammi pensare… no. Anche perchè non avevo programmato di bloccarmi in ascensore. Proprio no. -
 
 
 
 
 
ASGHALLAHH A TUTTI! :D
 Uao, questa è la mia prima storiellina!  D: cioè, la prima cosa che pubblico su Efp ;)
Spero che dopo aver letto lascerete un commentino, anche piccolo, perché se non lo fate mi torturerò notte e giorno pensando che scrivo da schifo e che morirò sola (?).
Questa è solo una delle tante sclerate mattutine, quindi se vi diverte/fa schifo/ vi piace TRANQUILLE che ne ho ancora a dozzine e ho intenzione di pubblicarle, probabilmente oggi ;)
Però, davvero, ci terrei tantissimo a sapere la vostra opinione! Cosi so se pubblicare le altre o meno :D
Questa è una storia che ho deciso si concluderà in una decina di capitoli.  Ma andrò avanti solo se riceverò almeno 2 commenti! Non chiedo molto!  Vi prego! *disperata*
Altrimenti mi sento una cacchetta ._. YEAH!
Ok, vi ho annoiate abbastanza, quindi ora vi lascio.
SSCCIIAAAAOOO :D                                                                                         xoxo
 
(MMMMH leggendo le altre storie, ho notato che gli autori salutano sempre con una frase BUM! Solo che io non ne ho neanche una … mmh vediamo… CI SONO! )
 
#HOPE
 
Ps: Hope è il nome delle protagoniste delle mie one shot o storie-che-non-finirò-mai-in-questa-vita.

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Capitolo 2
*** So sweet ***


- Ok dai giochiamo a qualcosa-
Eravamo là dentro da due ore e non capivo da dove tirasse fuori quell’energia.
- Veramente Harry… -
- ASCENSORE –
- C..cosa? –
- Io dico una parola, tu la dici e ne aggiungi una e così via. Capito?-
- Harry…-
- ASCENSORE! –
 Lo guardo frustata ma che posso fare? D’altra parte sono bloccata qui con lui.
- Ascensore…. nutella. –
Ha capito che sto al gioco e si avvicina gattonando verso di me, concentratissimo.
Oddio, sembra un bambino di 8 anni.
Un’inquietante e riccioluto bambino di due anni.
- Ascensore, nutella, frigorifero.-
- Ascensore, nutella, frigorifero, cellulare. –
- Ascensore, nutella…. – poi inclina la testa con un’aria confusa. - Mi sono già dimenticato.-
Ah, bene.
- Ma come, scusa? Prima mi chiedi di giocare con te e poi scegli un gioco dove sei una schiappa? Ma fammi il favore! – sbotto.
- Bhe, volevo solo farti ridere… sei così cupa… -
- Cupa? Non sono mica una nuvola, Harry. –
- Non sei comunque a tuo agio qui con me. – si rabbuia. Adesso è lui la nuvola. Ma davvero gli interessa quello che penso?
Non so come reagire. Si è rannicchiato dall’altra parte.
- Harry …- mi sporgo verso di lui con un mano – … non è colpa tua. È solo che… cioè capisci, non è piacevole passare ore e ore chiusi in un ascensore. E se soffrissi di claustrofobia? E se dovessi fare pipì?-
- Mi girerei dall’altra parte – risponde senza girarsi.
- Ahahhaha Harry! – gli tiro una pacca sulla spalla.
- E tu faresti lo stesso no? –
Lo guardo disgustata e stupita, con la bocca mezza aperta.
- Tu non farai pipì qui dentro-  la mia suona più come una domanda però. Ho paura che ne sia capace.
Lo conosco da due ore e già so che potrebbe fare pipì in un’ascensore.
- Scherzo, scherzo… -
- Fiuuu – mi passo simbolicamente la mano sula fronte.
Poi ci guardiamo e sorridiamo divertiti. Dai, non è così male.
Ma spero davvero che a nessuno dei due scappi la pipì.
- Bhe adesso che facciamo?- gli chiedo mentre mi rialzo con un evidente sforzo visto che sono stata seduta per un’oretta buona. Ma, mentre mi sollevo, parte del pigiamone con le paperelle anti-stupro mi rimane incastrato nella rete delle pareti, strappandosi. Cavoli.
E adesso?
Era il mio pigiama preferito.
Mentre cerco di rimediare il rimediabile Harry contorce la bocca in quella chre credo sia un ‘ espressione sorpresa.
Ho qualcosa che non va?
Mica mi si vedono le mutande! Solo un pezzo di stoffa rossa del vestito!
Vabbè a questo punto tanto vale toglierselo sto stramaledetto maglione.
Oh! Decisamente meglio!
Oh no. No, Harry ha quello sguardo da pervertito.
- Va tutto bene?- voglio accertarmi che sia tutto a posto perché non ho qui con me un kit da primo soccorso. E neanche una divisa da crocerossina, grazie a dio.
- Aaaahhmm… si… si.. tutto… uao! Cioè è tutto uao! – risponde come se avesse un tumore a cervello
Ma sbava?
- Si..- lo guardo più confusa di prima cercando di guardarlo negli occhi anche se la sua visuale cade molto più in basso.
- Harry? –
- Si? –
- Ti dispiace, ecco, sai, magari.. non guardarmi il fondoschiena? –
- Ehm, si certo un attimo –
- HARRY! –
- Scusa, era un complimento! –
- Hai un modo strano di fare i complimenti vicino-di-casa-con-il-quale-spero-di-non-avere-mai-più-niente-a-che-fare –
- Io spero di no! Mi stai simpatica –
- Non mi conosci – sussurro mentre mi risiedo e butto il pigiama lontano.
- Si invece! In queste ..- si guarda l’orologio – 2 ore e 32 minuti ho imparato che ti piace il profumo delle palline da tennis, piangi quando guardi Grey’s Anatomy, non ti piacciono gli scherzi sulla pipì e speri di avere una vescica resistente, ami i pigiamoni con le paperelle e hai delle belle gambe. –
Quando finisce resto un attimo inebetita.
- Harry? –
- Che? –
- Sei malato -
YEAH! 
Com'è? 
Ahhaha vi giuro che mi sono divertita un sacco a scriverlo! fingevo di essere sexy! XD
Comunque volevo farvi notare come Harry passa dalla perversione alla dolcezza, non so se ci sono riuscita. il punto è che io lo vedo proprio cosi. Penso sia una persona perversa e coccolosa. Mi dispiace, cercherò di fare capitoli più lungherrimi (??)
BHE spazio ai commenti ora ;)
al prossimo! (che credo pubblicherò proprio ora XD)
xoxo
#HOPE

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Capitolo 3
*** Dovrò farti innamorare di me ***


- Sono un marines, piango se non mi dici “ti voglio bene” alla fine delle chiamate, odio i gatti. –
Ora stiamo giocando a “due bugie e una verità”.
- Mmh.. non saprei … odi i gatti? – butto lì.
- Ma no! È ovvio che piango se non mi dici ti voglio bene quando attacchi il telefono! Questa era scontata! –
Sembra offeso davvero.
- Bhe, che ne so io? Ci conosciamo solo da 3 ore! -
- Ok, tocca a te –
- Dunque, vediamo… mi piace il cioccolato, non mi piace andare al cinema, sono una ballerina di lap dance –
- Ti prego, TI PREGO, dimmi che quella vera è che sei una ballerina di lap dance. –
- No, Harry caro, mi dispiace. Mi piace il cioccolato. –
- Accipicchia, ci speravo…-  si batte un pugno sul ginocchio e lascia cadere la testa contro il muro.
- Magari un’altra volta … - gli dico maliziosamente per farlo impazzire e gattono verso di lui
Mi guarda allibito avvicinarmi.
- E .. ovviamente scherzavo. – dico ripiombando a terra.
- Sei proprio … fff -sembra deluso.-
- Che ti prende? Tanto quando ci “libereranno” te ne andrai in qualche discoteca a limonarti con qualcuno. Stai tranquillo, cerca di resistere.- gli dico ironicamente come una mamma apprensiva.
- Naaa, non credo proprio-
- Cosa?-
- Stavo andando in ospedale-
- Avresti passato la notte di capodanno in ospedale? –
- Già, da mia sorella –
- Tua .. tua sorella?-
- Si, soffre di diabete e avevamo deciso di riunirci tutti nella sua stanza per festeggiare. Ma a quanto pare io non ci sarò. –
O mio dio.
L’avevamo giudicato… Tutto ciò che pensavo di lui era .. sbagliato.
Santo cielo.
- Oh … io… mi dispiace.-
- Va tutto bene. Capiranno. Inoltre la mia famiglia è numerosa. Non si accorgerà nemmeno della mia assenza – afferma, facendomi sorridere.
- Bhe, è dura non accorgersi della tua assenza… -
- Cosa? –
Oddio. L’ho detto ad alta voce?
Stupida Hope. Sei propria una beota.
Il prof di matematica aveva ragione.
- NIENTE –
Mi giro, rossa in viso.
Momento di silenzio.
- Hey, torniamo a giocare? – mi chiede all’improvviso.
- Si! – si ti prego, dimentichiamo quello che è appena successo.
Tra l’altro, neanche lo pensavo davvero.
Davvero.
- Allora … Parti tu? – tu gli chiedo deglutendo e tirandomi indietro una ciocca di capelli.
- Ok…- chiude un attimo gli occhi per raccogliere le idee.
- Vediamo… Ho fame, mi scappa la pipì e … - oddio, si sta avvicinando pericolosamente – ho tanta voglia di baciarti …- mi è praticamente davanti, e mi sta fissando le labbra, mordendosi le sue. Oh santa carota.
Si avvicina sempre di più… sento il suo respiro sulle mie labbra…
- NO! HARRY FERMATI ORA! –
Lui esita e mi guarda stranito, come se fosse il primo no che si sente dire.
- Scusami, sono stato inopportuno… Io… - si passa una mano tra i riccioli mentre velocemente arrossisce e si sposta in un altro angolo.
- Mi dispiace, ok? Ma non è così facile. Non puoi venirmi davanti e credere di potermi baciare! Prima io mi … io mi devo … - metto giù il broncio e incrocio le braccia al petto. – io mi devo innamorare –
Lui mi guarda come se avessi appena detto di essere un procione in calore.
- È complicato .. – dico poi alla fine.
- Lo è sempre vero? Innamorarsi… – sussurra Harry.
Cos’è? Si improvvisa filosofo ora?
- Ho un’idea – dice alla fine.
Lo guardo in modo interrogativo.
- Dovrò farti innamorare di me –
Lo sguardo si fa ancora più interrogativo.
- Ah si? E credi di riuscirci entro domattina? –
- Ci scommetto le mutande –
- Ecco, già questa te la potevi risparmiare – lo guardo amareggiata.
- Si, scusa. D’ora in poi faccio sul serio –
Mmh.
- Staremo a vedere -
 

 BHEEEEEEEEEEE??????
ODDIOOOOOO mentre scrivevo mi salivano i brividi lungo la schiena. cioè ma ci pensate? riuscite a immaginare che bello sarebbe sentirsi dire una cosa cosi? 

Ok, ammetto che ho spudoratamente copiato l'idea da una puntata di Lie to me, però ... sono felice del risultato! sarà la prima volta O.O

bhe, e voi cosa ne pensate? ;)

Io aspettooooo :D

xoxo

#HOPE

 

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Capitolo 4
*** Titanic ***


- Dov’eravamo rimasti? –
- Film preferito… - gli ricordo svogliatamente coprendomi gli occhi con il palmo della mano. Stiamo facendo delle domande per conoscerci.
È molto dolce ma … voglio dormire.
- Ah si, film preferito, vediamo potrebbe essere … non so …-
- Titanic –
- Dovevo indovinare! –
- Scusami! Fammi un’altra domanda dai… -
-  No, no, Titanic… ok… - si alza in piedi e mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi, che io accetto.
- Ti fidi di me? –
Ho capito che vuol fare.
- Oh Signore, non vorrai ripetere tutto il film vero? –
- Naaa, solo i momenti più romantici –
- Bhe, allora menomale che non c’è un’automobile d’epoca qui… -
- Io direi sfortunatamente! Comunque, a pensarci bene, posso fare io Rose?-
- Perché scusa? Qui la donna sono io! –
- Si, ma vedi …  lei non muore alla fine –
- E faresti morire me?! Che gentiluomo! Questo ti toglie almeno 36 punti! –
Gli ho assegnato un punteggio. Se arriva a 100 vince. Mi innamoro di lui.
“Tanto non ci vuole molto”.
Ok sto cercando di spegnere quella parte di cervello che si vuole arrendere subito.
- No, no, scherzavo! Dai ricominciamo. – si schiarisce la voce. Chak, azione!
Dammi le mani e chiudi gli occhi … Ti fidi di me?
Lo guardo male per un attimo però non so resistere a quegli occhioni e interpreto la mia parte:
Si, mi fido di te
Così allargo le braccia e lo sento prendermi per la vita
- Apri gli occhi
- Sto volando Jack, sto volando! – oddio questa cosa è così ridicola! Però ci stiamo divertendo troppo!
- Oh no Rose! – cosa? Di Caprio non dice nulla del genere in quella scena!  - Cosa dici creti… -
- C’E’ UNO SQUALO PERGIOVE! – poi si piazza di fronte a me fingendo di sguainare una spada invisibile.
- TRANQUILLA! TI PROTEGGERO’ IO! – e infilza “lo squalo”.
- Visto che eroe? – fa un mezzo inchino, mi prende la mano e me la bacia dolcemente. “OOOOWWWWAAAA”. Zitto! Scusate, era quella parte di cervello.
Lo guardo qualche istante, poi sentenzio:
- Non so se te l’ho già detto. Ma tu sei malato. Un tumore al cervello probabilmente. –
- Si, me l’ha già detto madame –
- E poi hai rovinato una bellissima scena! –
- Allora facciamone un’altra: decidi tu stavolta –
- Ok…- mi guardo intorno come per trovare l’ispirazione. Ci sono!
Salgo sul gradino nell’angolo dell’ascensore e comincio con la mia performance. Silenzio in sala per favore.
- Lei è pazzo – affermo con decisione, alzando il mento e fingendo di essere aggrappata alla nave.
All’inizio lui sembra non comprendere, ma poi gli mimo ciò che deve dire come se ci fosse un pubblico impaziente alle nostre spalle, e lui capisce.
- Non è l'unica a dirlo, ma... con tutto il rispetto che merita, signorina, non sono io quello appeso alla prua di una nave. Per favore, avanti, allunghi la mano. Non vorrà commettere una simile sciocchezza. Il mio nome è Jack Dawson –

- Rose Dewitt Bukater -
- Devo chiederle di scrivermelo, il suo.

 
 
 
 
 
 
- Dove la porto signorina? –
- Su una stella! – esclamo ridendo.
Si, è mezz’ora che stiamo “recitando” e non mi sono mai divertita cosi tanto.
- Ok, ok l’ultima – Harry interromper le nostre risate.
Prende una bottiglietta d’acqua dalla sua sacca e se ne versa un pò sui riccioli, mentre mi guarda e sorride.
- Ma sei stupido? – gli dico a braccia conserte però sempre ridendo.
- Non odiarmi –
- Per cosa? –
E mi tira la bottiglietta addosso.
- Per questo -
- HARRY. DIMMI CHE NON HAI FATTO QUELLO CHE HAI APPENA FATTO. O TI AMMAZZO, GIURO. –
Sono in un ascensore, bagnata fradicia, la notte di capodanno. Cioè Dicembre.
GELERO’.
Sono ancora sconvolta quando si avvicina, butta a bottiglietta a terra e mi prende le mani.
- Rose!!! Che stai facendo? NO! Rose perché l'hai fatto? Sei pazza?! Perché l'hai fatto, perché?
Ahhh ho capito. È la scena nella quale rose scende dalla scialuppa e torna da lui da perfetta deficiente.
Bhe, son già bagnata per cui starò al gioco.
- Salti tu, salto io, ricordi?-
Dico, e riesco quasi a piangere. Uao, dovremmo fare gi attori.
E giù ancora a ridere come due diversamente normali. Che poi è quello che siamo, guardateci.
- Non è che hai scelto questa scena perché continuano a baciarsi vero? –
- NOOOO – risponde innocente.
- Non ci avevo neanche pensato –
Neanche io, infatti.
Invece si”. Zitto tu.
 
 

Ricordo di aver scritto questo capitolo quando hanno dato un po di tempo fa Titanic su Italia Uno.
Romantico no?
Sono sdolcinata oggi   =w=
DATEMI UNA "R"!! DATEMI UNA "E"! DATEMI UNA "CENSITE!"
AYEHA!

#HOPE

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Capitolo 5
*** ADORO i Twix! ***


- No, basta, io proprio non ce la faccio più. Com’è possibile che nessuno, e dico nessuno sia mai passato sulle scale o abbia provato a chiamare l’ascensore in 4 ore? 4 ore.- 
- Qui vivono solo vecchietti e piante. E poi ci siamo noi 2 – 
- Ah ecco… - 
Momento di silenzio. Credo che entrambi ci stiamo soffermando un po troppo sul significato di ciò che ha appena detto. “E poi ci siamo noi due”. Noi due. Cosa siamo noi due? 
Voglio dire, non siamo amici. Neanche conoscenti. Fidanzati neppure. Siamo … siamo … siamo solo due tipi rinchiusi insieme in un ascensore, quindi? 
Bhe, siamo vicini di casa! 
Si ecco, vicini di casa. 
- Neanche io ce la faccio più – dichiara alzandosi e guardandosi in giro. Come se ci fosse qualcos’altro oltre i cancelli in ferro battuto di questa gabbia. 
 - E cos’avresti intenzione di fare? Piegare le sbarre come braccio di ferro? Scusa, ho dimenticato il barattolo di spinaci – 
- Ma come siamo divertenti oggi! No, guarda ciò che volevo fare era semplicemente aprire la botola sul soffitto e far scattare la leva che blocca l’ascensore – 
- Oh, bhe , questa è forse la cosa più intelligente che hai detto da quando siamo rinchiusi qui dentro!– 
-Grazie. Ora però aiutami – mi porge la mano per aiutarmi a alzarmi. 
- Bhe? E io cosa dovrei fare scusa? – lo guardo confusa. 
- Pensi forse di riuscire a sollevarmi? Non credo, quindi io dovrò sollevare te  
- Tu scherzi – 
- Ti sembra stia scherzando? Neanche io ci tengo a restare chiuso qui tutta la notte – 
- Fff .. si ..hai ragione. Ok, però a una condizione. – 
- Quale? – 
  


  
- Attento! Non farmi cadere!! Più a destra! No, no a sinistra! Ecco un po’ più in alto.. – 
- Non posso togliermi questa maledettissima benda?? Non vedo un accidente! – 
- Per questo te l’ho fatta mettere. Credevi davvero che con questo vestito ti avrei permesso di sollevarmi? E poi non è una benda, è il mio pigiama antistupro!– 
- Ci ho provato… - 
- Cafone! Ecco più a su… ci sono! – spingo con tutte le mie forze la botola di ferro sopra di noi e cerco la leva, ma non vedo niente. 
- Harry? – 
- Che c’è? – sento mugolare da sotto. 
- Niente. È questo il punto. Non c’è niente. Non dovrebbe esserci una leva? – 
- Dovrebbe. Se non c’è vuol dire che ci sarebbe da svitare, che so , un'altra botola e azionare dei pulsanti, quindi siamo fregati. A meno che tu non tiri fuori un cacciavite dalla tua borsa…. – 
- Spinaci, cacciaviti.. credo che sceglierò con più criterio le cose da portare nella borsa in futuro, che dici? – 
- Dico che sarà meglio cominciare a prendere le scale d'ora in avanti -
  


  
- Tienimi mentre scendo – 
- Ok, fai piano … - 
- No, no, tieni la mano destra, no il mio piede..- 
- Attenta! Non vedi dov’è la mia man… no! NO! HOPE! STAI ATTEN..- 
BUM. 
E in un attimo mi ritrovo a terra, distesa su Harry che sembra privo di sensi. 
- Harry? – gli do qualche strattone – Harry? Ci sei? Dai non sono cosi pesante! È impossibile che volandoti addosso ti abbia ucciso! Su non fare il cretino! – 
Niente. 
- HARRY! – gli tiro un pugno nello stomaco e lui si piega in due gemendo dal dolore. 
- MA SEI MATTA? Aia! Lo stomaco mi serve! – 
- Bhe, sappi che fingendo di essere svenuto hai perso ben 10 punti! No 20! – 
- Bhe, meglio i punti che la pancia, ti pare? - 
Spenta. 
- Bhe ..- gli dico alzandomi e stirandomi il vestito con le mani – è stato inutile. Non c’era nessuno leva. Cristo, invecchieremo qui dentro! – 
- No, pensa positivo dai ..- tenta di alzarsi ma appoggia la mano destra e cade rovinosamente a terra gridando.
-  Harry! Tutto bene? Che hai alla mano?! – gli prendo delicatamente il polso e noto che ha un vistoso taglio sul palmo della mano.
 
- Oddio Harry! Ma stai sanguinando! – 
- No, non è niente, adesso mi passa … - dice, ma noto che la sua faccia si contorce in una smorfia di dolore. 
- No, non è vero. Aspetta…. – raccolgo la borsa e estraggo il kit da pronto soccorso. 
- Non hai il cacciavite, ma hai un kit da pronto soccorso? Questa poi.. – 
- Perché, ti sembra forse che portarsi dietro dei cerotti sia più strano che portarsi un arnese?? – 
- In effetti … - 
- E comunque è un bene, no? Altrimenti come potrei aiutarti adesso? –  Mi chino da parte a lui, e appoggio la sua mano sulle mie ginocchia. Poi prendo il disinfettante e glielo applico sulla ferita. 
- Bruciiaaaaa!!!! -
- Ma bravo! È disinfettante! Certo che come sopporti tu il dolore nessuno, eh?  Che uomo virile! – 
Lui mi lancia un occhiata divertita, e poi ritorna a stringere i denti dal dolore. 
  
  



- Hai finito? – 
- No! Continui a muoverti! – 
- Uffa che palle…. – 
- Sai solo lamentarti? – 
- No. So anche baciare. Vuoi vedere? – 
- No, grazie, vivo anche senza – rido,  notando la sua espressione, le sue labbra che mi fanno il labruccio. 
Mentre finisco di bendargli il taglio, noto che non smette di guardarmi, ma faccio finta di niente. 
- Sai che mi piace disegnare? – esclama all’improvviso. 
- No, ma ora si. Grazie dell’informazione. – gli rivolgo un sorriso amichevole. 
- E a te? Cosa piace fare? – 
- Io? Niente. Bhe mi piace curare le ferite di uno sconosciuto scassa palle in un ascensore che si blocca la notte di capodanno – 
- L’avevo immaginato – 
Ci guardiamo e sorridiamo. Poi vado avanti con le bende. 
Intanto prima che io me ne possa accorgere la sua mano è scivolata nella mia borsetta e ha estratto il mio Ipad. 
- Hey!  - 
- Tu continua con la ferita – 
Lo guardo male ma lo lascio fare. Tanto non c’è su niente di scandaloso. 
- Ti piace scrivere forse? – 
Oh no. Mi ero dimenticata delle storie. 
- No senti dammelo. Dai sono … private. Solo cose che scrivo la mattina nella metro – 
Ma lui non molla la presa, neanche quando lo minaccio con le forbici. 
- … Sono queste le cose che voi ragazze ritenete romantiche? “…- Hope, diamoci una seconda chance. La meritiamo. Non ho ancora finito di amarti – conclude stringendo forte le mie mani.”- 
- Si. Si, queste sono le cose romantiche. E non prendermi in giro. – 
- No, no assolutamente – trattiene una risatina. 
- Smettila! – 
- Hey! – alza improvvisamente la testa facendomi sobbalzare. – ho un’idea! – 
Lo guardo fintamente curiosa - So che muori dalla voglia di dirmela! – 
- Tu potresti scrivere un libro e io potrei farci i disegni! No! Ci sono! Un libro per  bambini! – enfatizza particolarmente la parola “bambini” e allarga il braccio sinistro come se vedesse il futuro scritto sulle pareti di questo maledetto ascensore. 
- Harry… - cerco di bloccarlo ma lo vedo cosi preso che non mi lascia parlare. 
-  Si!!! Dei libri per bambini! Sarebbe bello no? Un giorno potremmo leggerlo ai nostri figli! Cioè, non che noi due un giorno avremmo dei figli – Ok, si sta agitando - Cioè si, li avremmo, ma  non insieme, non che mi dispiacerebbe averli insieme! Assolutamente, anzi! …. Ma che sto dicendo…? – aveva tutta un’adrenalina in corpo che anche quando ha detto le parole “io””te””figli” e “insieme” non sono riuscita a fermarlo. 
- Scusa è che quando sono affamato dico cose senza senso… - 
- Bhe devi avere molta fame allora…- 
- Hai qualcosa? – 
- Uhm… si forse…. Solo un twix – 
Alla parola Twix il suo viso si illumina. 
- ADORO i Twix! Presto! Imboccami tu! – 
Cosa? 
- Harry, credo di non aver capito bene…- 
- Dai! Ho fame!il mio braccio è troppo debole per mangiare! – 
- Ma non è vero!– 
Sembra non sentirmi e va avanti a parlare - Ma dobbiamo mangiarlo in modo che nessuna delle due barrette resti sola alla fine! Così l'altro non soffre ! – 
Are you kidding me? 
-  Harry, sei malato- 
- Ci conosciamo da 4 ore e me l’avrai già detto 5 volte – 
- Ok, ok è solo che … ti senti quando parli vero? – 
- Dai, fai come dico – faccia da cucciolo. Cosi non vale però. 
- OK – esaurisco il suo desiderio e lo imbocco mentre anche io mangio con il twix stando attenta a non sporcarlo con il disinfettante. 
Oh porca l’oca, è una scena troppo comica. 
Siamo quasi alla fine e devo andare più veloce altrimenti il suo twix rimane solo. 
Si, questa cosa mi ha preso. 
Credo sia molto dolce. 
Strana anche. 
Strana e dolce, ecco. 
Strolce! 
- Finito! – gridiamo insieme per poi cadere in grasse risate. 
- Ahia! – grido alla fine. 
- Harry, mi hai morso un dito! – 
- Scusa non volevo! Ecco…- 
Mi prende dolcemente la mano e da un bacio sull’indice ferito. 
Waaaaa!!! Che dolce!!!
 Cioè
 … ehm.
 
20 punti.




COME è VENUTOOOOOOOOO????

Ho cercato di farlo più lungo , praticamente ho scrito un pezzo e poi ci ho attaccato delle cose cose che avevo scritto un bel po di tempo fa ;)


Spero non ci siano incongruenze D:

(quello che Harry legge sull'Ipad di Hope è uno spoiler di una prossima storia che voglio pubblicare ... ehehhehe *malvagia*)

Comunque vorrei ringraziare davvero con tutta l'anima tutte le persone che recensiscono, siete fantastiche :'') non solo questa storia ma anche tutte le altre e in particolare questa:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1049543&i=1
Grazie grazie grazie! :D

La forza per andare avanti a scrivere me la danno i vostri commenti e non sto esagerando!

VI voglio bene <3

PS se avete suggerimenti o voreste che nelle storie comparissero altri personaggi o cose varie, fatemelo sapere! nelle altre storie me l'hanno già detto ;)

#HOPE 

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Capitolo 6
*** Che mi dici di te? ***




- .. E quando aveva 13 anni gli hanno diagnosticato il diabete di tipo 1 –
- Dev’essere stato un brutto momento … -
- Si.. ma in realtà non ci pensiamo neanche più. Adesso è in ospedale perché è svenuta la settimana scorsa, ma di solito vive normalmente –
- Menomale. E tu .. tu stai bene invece vero? –
- Si, si… Hope … grazie per avermi chiesto di me e della mia famiglia. Non ne parlo mai con nessuno –
- Oh, ehm… figurati – sorrido e mi sfrego nervosamente le mani.
5 ore.
5. Ore.
E ancora non ci scappa la pipì.
Che bello!
Harry mi sta raccontando com’è la sua vita. Si sta aprendo con me come se fossi una psicologa.
Uao, e chi l’avrebbe mai detto che restare chiusi in un ascensore fa avvicinare due perfetti estranei?
- E tu? Che mi dici di te? – mi chiede mentre si stiracchia le braccia.
- Niente. Non ti dico niente –
- Uh facciamo le misteriose? –
- Si. Bhe, ma cosi almeno ti lascio spazio all’immaginazione. Dai, tira ad indovinare com’è la mia vita – tiro le ginocchia al petto e aspetto.
- Oh-oh! Ok mi piace questo gioco… Vediamo … -
- .. E se ben ricordo ti ho già detto che non faccio la ballerina di lap dance –
- Accidenti, hai ragione! Allora.. non è che sei un’infermiera? –
- No Harry. Scommetto che mi immaginavi con una divisa da crocerossina –
- No, no… - trattiene una risatina.
- Dai! Riprova –
- Mmmh … -
- E che non c’entri con qualcosa di sexy, pervertito che non sei altro! –
- Ok, ok! Sei… mmmh … un avvocato? –
- Punti troppo in alto cocco –
- Impiegata? –
- No –
- Cassiera? –
-Neanche –
- Commessa? –
- Sei una schiappa a indovinare! –
- Camionista? –
-CHE? –
- Ci ho provato … Astronauta? –
- Eh, vabbè … -
- Dai dimmelo. –
- Ffff … Sono una maestra. Insegno ad una classe di 4 elementare. E bibliotecaria part time –
- Due lavori? Però ….
- Chi me la paga l’università di design altrimenti, scusa? –
- Uao, sei … -
- Cosa? Matta? Impegnata? Povera? Ehm, in effetti sì – dico con una sensazione quasi di sollievo. Queste 5 ore sono per ora il periodo più lungo che ho avuto dopo il liceo in cui mi sono riposata.
La vita è dura. Perla di saggezza che si impara a proprio spese.
Mi sfrego il viso. Da quando sono bloccata in questo ascensore mi sembra tutto cosi strano che mi ero persino dimenticata della mia vita fuori.
Che ho sue lavori.
E che vado all’università.
- Veramente .. – continua lui - ..stavo per dire incredibile –
Lo guardo un attimo poi scuoto il capo.
- No. Solo quando lo dico suona cosi. Ma in realtà avere due lavori e frequentare allo stesso tempo l’università .. è solo sfiancante, stressante e non lascia tempo per una vita. Sono giovani, per dindirillina! -
- Secondo me sei un portento sei fai davvero tutte queste cose –
…Che bella cosa da dire. “Sei un portento”.
- Bhe .. grazie – cerco di non gongolare - Ma tu? Tu che fai invece? –
- Oh. Ehm, io ecco.. io .. niente. –
- No, dimmelo. Sul serio che fai? –
- Niente. Io non faccio.. niente –
- … “Niente”? Tu .. non fai niente? –
- Cioè, il cameriere. Ma è complicato –
Io mi faccio il culo mentre lui veste Armani e fa solo il cameriere?
Qui urge una spiegazione.
- Sono figlio di un produttore discografico. –
- Ah… ora capisco. Mantenuto. –
- No. Neanche. Se mi lasciassi finire… -
- Fai pure –
- Non faccio niente di più importante per scelta. Sono un semplice cameriere perché .. perché è l’unico lavoro che potevo permettermi senza inserire nel curriculum “figlio di Noel Gallagher Styles” . Non posso trovare un lavoro importante senza che mi riconoscano. Mi spiana la strada, sempre. E io vorrei spianarmela da solo. Faticando. Come gli altri. – più va avanti a parlare più di scalda.
- Pfff, ti ho chiesto che fai, E tu mi racconti la storia della tua vita –
- Oh, scusa, io ..-
- Non ho detto che mi dispiace-
Sorride e china ancora la testa facendo cadere i riccioli.
Pfff…Non che io noti questi dettagli.
Stupidi, ridicoli, riccioluti e carini dettagli.
EH-EHM.
- Comunque gli voglio molto bene. Non posso fingere di non essere suo figlio però io e Gemma gli vogliamo molto bene. E lui ne vuole a noi –
- Si, ne sono certa – gli mando uno dei sorrisi più rincuoranti che riesco a fare.
- Ora basta parlare di famiglia e lavoro. Oh mi è arrivato un messaggio. – tira fuori il suo I-phone - “Tim ti regala… ” oh, cristo. Questi messaggi fanno molto forever alone. –
- Harry? –
- Che hai? – mi guarda alzarmi e dirigermi verso di lui.
- Ti è arrivato un messaggio dalla Tim –
- Si, e allora? –
- UN MESSAGGIO! Ma è grandioso! –
- Davvero? Secondo me invece questi messaggi rompono solo le scatole –
- No non capisci. Ma davvero non ci arrivi? Ti è arrivato un messaggio. E siamo bloccati in un ascensore. Credevamo non ci fosse più campo! Ma invece si! Usciremo di qui! Oh grazie Karma – mentre parlo il suo viso va illuminandosi e si alza in piedi prendendomi le mani.
- Usciremo di qui!!!! YEEEEEE – cominciamo a saltellare.
- No no aspetta! Non ti muovere troppo! Potrebbe scomparire quell’unica tacchetta! (o crollare l’ascensore… ) Fermo cosi … o più in alto … ok perfetto! Ora ci sono tre tacchette! –
- Si ma cosi sono in punta di piedi neanche fossi una ballerina. Non riesco mica a stare cosi per molto! –
- Harry. Sii uomo. Anzi no. Sii una ballerina. Pffff – cerco di trattenere una risatina ma mi è un po difficile.
Allora lui se la tira e comincia a canticchiare il lago dei cigni facendo mossette stupide e imbarazzanti.
E all’improvviso ci ritroviamo a ballare per l’ascensore.
- Ok ok dai, ora chiama i pompieri, la polizia, la regina, il papa qualcuno per favore! –
- Si il numero è 11… no. Aspetta. È sparito –
- Il campo? –
Fa un cenno affermativo con la testa.
- Oh, no, eddai!!!-
Disperation time.
- Quindi dobbiamo solo continuare ad.. aspettare? –
- A quanto pare ..- risponde Harry con lo stesso tono sconsolato.
- Ffff.. incredibile. Ok dai… altre poche ore… che saranno mai giusto? –
- Eh già …. –
Silenzio
- Hey Hope? –
- Si? –
- Non è che hai TempleRun sull’Ipad? -




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Capitolo 7
*** Le 5 e 34. ***


- Siamo bloccati qui dentro dalle 5 e 34 –
- Uao, preciso come un orologio svizzero, Harry –
- Fffff … Passeremo qui il capodanno, ne sono sicuro … -
- Bha, la speranza è l’ultima a morire … -
- Manca 1 ora a mezzanotte. Solo 1 ora … -
- Può ancora accadere un miracolo.. – ribatto, appoggiando fiaccamente la testa alla parte fredda e liscia dell’ascensore.
- Ci spero… -
- Harry? Hai sentito? –mi metto improvvisamente sull’attenti.
- Sentito cosa? –
- Questo strano … cigolio –
- Cigolio? No…Che tipo di ci… - GNGGNGNNGNGNGNGG – OCCRISTO! –
- QUESTO cigolio! Harry, ho paura. E se l’ascensore… -
-No, tranquilla .. – cerca di rincuorarmi ma ci troviamo in un ascensore che potrebbe benissimo essere del dopoguerra quindi lo trovo difficile.
- Ok..  – striscio silenziosamente vicino a lui.
- Hope –
- S.si? –
- Non avrai paura vero? –
- IO? PUAHAHAHAHA NOOOOOO – ok cosi è un po troppo. Riproviamo – Io? NO! Ah AHAHAHA –
No neanche. Un ‘ ultima volta – No. Assolutamente. Ehm. – ecco, meglio.
- Ahaha certo come no –
- Smettila! Io non .. ho paura
- Ok. Come vuoi … -
Poi succede tutto in un attimo. Si sente il rimbombo di un boato, una fune di metallo che si spezza, la parte sinistra dell’ascensore dove si trova Harry scende rovinosamente di qualche centimetro e io mi ritrovo a scivolare velocemente nella sua direzione, urlando. Un pochino.
Chiudo gli occhi.
Quando li riapro l’istante dopo, sono rannicchiata contro il corpo di Harry, le mani strette a pugno e le ginocchia al petto.
Harry mi ha preso. Non mi ha fatto sbattere contro la parete, lui mi ha preso.
Lo guardo perché non so che dire.
- Gr… grazie  Harry –
- Figurati. Ora dai alzati. Andiamo  verso la parte destra dell’ascensore per vedere se riusciamo a bilanciare il peso –
Gattoniamo silenziosi verso l’altra parte dell’ascensore, ma non succede niente.
Cavoli un piccolo incidente di tutti i giorni (un ascensore che si blocca) si sta trasformando in un incubo.
Io sono schiacciata in un angolino e sto morendo di paura. Inoltre sono anche claustrofobica.
Ecco, dovevo ricordarmelo proprio ora.
- Hope, sei pallida. So che è una brutta situazione ma vedrai che adesso arriva qualcuno!ok? –
Harry è all’angolo opposto al mio e si avvina lentamente.
Quando mi è a poca distanza allarga le braccia, e capisco che mi sta chiedendo se ho bisogno di un abbraccio. Io rispondo con un cenno affermativo del capo; cosi indietreggio per lasciargli spazio alle mie spalle, dove lui si posiziona per circondarmi con le sue braccia.
Uao, farsi abbracciare da uno sconosciuto in punto di morte su un ascensore sul quale sono bloccata la notte di capodanno.
Complimenti Hope. Non capita certo tutti i giorni. Questa è da raccontare.
Restiamo in questa posizione per molti secondi, minuti.. chi può dirlo?
Poi, come in un sogno o in un miraggio, sentiamo una voce, forte e rassicurante, chiamarci dal piano inferiore.
- Heilààà! Qualcuno è bloccato la dentro? Mi sentite? Sono un pompiere!–
Io e Harry ci scambiamo un’ occhiata felice neanche fossimo Peeta e Katniss nella finale degli Hunger Games.
Poi Harry si scanta e prende velocemente la parola.
-SI! SI, SIAMO QUI! GRAZIE A DIO! SIAMO BLOCCATI DA ORE! TIRATECI FUORI, VI PREGO! –
- State calmi! Ci vorrà del tempo, l’ascensore ha quasi del tutto ceduto! Voi cercate di muovervi il meno possibile! –
Tiriamo entrambi un sospiro di sollievo. Tutto questo sta per finire.
Ma allora perché sono triste?
 
Momento di silenzio. Ma non è un silenzio carico di tensione. Siamo seduti uno di fianco all’altra, con le ginocchia al petto.
Adesso mi metto a pensare.
Cavoli, non succede mai niente di bello quando penso.
- Harry? –
- Si? –
- Ti sei mai innamorato? –
- Mmmh .. Si, perché? –
- Così… io mai.-
- Ah… davvero? –
Silenzio.
- Ti è capitato molto  tempo fa? Ti ricordi ancora com’è? Quand’è stata l’ultima volta che ti sei innamorato?-
- Oh, me lo ricordo bene. Era un giovedì, pioveva … -
- .. E..? –
- Erano le 5 e 34 ed eravamo entrambi bloccati  in un ascensore. –
 
 
AH.
 
 
Oh santo piripillo.
Ehm… Oddio è cosi bello. E praticamente mi ha fatto una dichiarazione d’amore.
Pensa Hope.
Rifletti bene su cosa dire.
La cosa più intelligente e romantica che potrebbe venirti in mente. Dilla.
Recita una strofa di Romeo e Giulietta. La divina commedia.
Una battuta di Matrix.
FA – QUALCOSA.
- Ehm… si. Bello –

…………
Cos’ho detto?
 
EHM, SI BELLO?
EHM, SI BELLO?!! DAVVERO? MA COSA… ???
MA NON POTEVA VENIRMI IN MENTE QUALCOSA DI PIU FURBO?
Ffffff….
Hope Penelope Jones.
Tu sei un’emerita deficiente.
 
 





questo capitolo fa cosi schifo che neanche mi spreco a commentarlo.
davvero. Fate finta che non ci sia, e leggete il prossimo che pubblicherò senza ricordarvi questo vi prego.
ciao ciao :)

#HOPE

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Capitolo 8
*** Abbiamo un accordo. ***


Oddio e ora che faccio?
Cioè, praticamente si è appena dichiarato!
Alle 5 e 34!
Ma come fa a dirmi una cosa del genere se ci conosciamo solo da poche ore?
Potrei fare la finta tonta e fingere di non ricordare niente.
No, sembrerei solo stupida e immatura.
Potrei… gettare quelle palline di fumo che i maghi usano per sparire.
Se solo ne avessi una e sapessi come fanno.
Potrei ...fingere di non aver sentito!
No, anche mia nonna avrebbe sentito una cosa così importante.
Hope pensa! Pensa! Che faccio, che faccio?!
 
Lo guardo un attimo negli occhi poi ancora prima che me ne accorga, mi avvento sulle sue labbra.
Forse perché non so cosa fare. O forse perché  mi piace ma non voglio ammetterlo.
Ci stacchiamo, lentamente, e io faccio di tutto per tenere gli occhi chiusi.
Poi sento la sua mano alzarmi il mento, e li devo per forza aprire gli occhi.
- Hope? –
- Mmh? –
- Prima mi dici “ehm ..che bello” e poi mi salti addosso? Che logica stai seguendo? –
- La mia..? Ma forse il guaio è questo – oddio è tutto cosi strano  -  Harry .. non sembra anche a te tutto cosi confuso? Cioè…. Stare in questo ascensore ha annullato il mio senso della realtà –
Lui corruccia la fronte – Si…  un pochino… ma a me piace – mi guarda con un sorriso difficile da decifrare.
Arrosisco.
- .. Si, anche a me –
Silenzio.
- Ma… quindi ti piaccio? – chiede per essere sicuro.
- Non lo so. Io? Io ti piaccio? –
Per tutta risposta si avvicina alle mie labbra con una mano sul mio collo e mi lascia un altro bacio.
 - Mi sembrava di avertelo fatto capire-
- EHhehhehehee .. – ecco un’altra risatina confusa. Ma che fine ha fatto la donna sicura e matura che so di essere? HOPE! SVEGLIATI!
MMMh no, mi sa che ho lasciato quella Hope a casa insieme al vino. La Hope che c’è qui ora è quella fragile, insicura e con un pigiama antistupro che copriva un vestito da cocktail.
- Ok, allora che si fa? –
- E se lasciassimo il sogno … un sogno? Voglio dire, e se quello che succede qui dentro.. resta qui dentro? – annuncia in tono malizioso.
Ma questa è un ‘idea assolutamente…..
….
Geniale.
Assolutamente geniale.
Ciò che succede in ascensore resta nell’ascensore.
Mitico.
- Ci sto – rispondo con sua grande sorpresa - Ci sto –
 
 
- Mi stai dicendo che non credi nel vero amore? Questa è un’affermazione piuttosto importante – siamo passati a parlare di noi, a parlare del vero amore. Dell’amore delle fiabe, dei film… e della vita vera.
C’è in ballo una vera e proprio discussione filosofica qui!
- Bhe, ma è così Harry caro. Non ci credo. Credo che due persone possano star bene l’uno con l’altra e “accontentarsi”, ma per trovare il vero amore … devi recitare in un film o scrivere un libro. Non credo nell’amore. Credo nelle cose come.. come noi due. –
- … Ti ha mai detto che sei tremendamente cinica, Hope? –
- Due o tre volte forse –
- Ma trova l’ultima cosa che hai detto estremamente eccitante – si avvicina pericolosamente alle mie labbra.
Mmmh. Forse bloccarmi in questo ascensore è stata la parte più bella della giornata.
 
 
 
- L’amore non è complicato –  siamo tornati a “litigare”.
- Certo che lo è! –
- Le persone sono complicate non l’amore! Non sappiamo gestirlo, è una cosa troppo grande! –
Lo ammiro davvero, mi piace quando fa discorsi così. – Ma come siamo filosofici! –
- Gli ascensori mi fanno questo effetto –
Mio malgrado non riesco a trattenere una risatina.
- Secondo me resta complicato .. – affermo, chiudendo gli occhi e appoggiando quasi inconsapevolmente la testa sulla sua spalla.
- No, ascoltami bene. La fisica è complicata. La vita è complicata. L’apparato digerente di mio nonno è complicato. Ma l’amore no. In amore, se il tuo istinto ti dice di fare qualcosa, lo fai e basta. –
- Si, suppongo sia così –
Momento di silenzio.

Devo ripartire al contrattacco, non posso lasciarlo vincere cosi.
Mi sollevo di scatto dalla sua spalla e lo guardo intensamente.
-  BHE forse è una cosa cosi grande, che non vale neanche la pena provarla –
Lui mi guarda come se gli avessi appena sputato in faccia.
- Certo che bisogna provarla! La vita non è vita senza amore! – capisco che sta parlando davvero con il cuore, perché è agitato, rosso in viso ed è cosi vicino che mi verrebbe voglia di tirargli uno schiaffone.
O di baciarlo.
Ok, si, baciarlo è meglio.
Ed è proprio ciò che faccio.
- Ne vale la pena, Hope – quando ci stacchiamo va avanti a parlare come se niente fosse, anche se ora i nostri visi sono molto vicini.
Si siede in modo più composto vicino a me – Ne vale la pena in ogni momento –
 
Ok, sono spenta dalla profondità di questa frase.
Forse non convinta, ma non posso più ribattere a qualcosa di cosa importane o almeno sembra, per lui. Non ci riesco.
- Hey, parliamo d’altro dai. La cosa sta prendendo una piega troppo seria-
- Si, concordo. Hey, ma non era venuto un pompiere prima? Che fine ha fatto? -                                                                     
- Non lo so. Aspetta – si alza in piedi e si avvicina alla porta dell’ascensore.
- HEY! SIGNOR POMPIEREEEE!!! Che sta facendo? Non doveva aiutarci??? –
Nessuna risposta.
Harry mi guarda con aria interrogativa e per tutta risposta io do una scrollata di spalle.
- Mi sa che staremo qui tutta la vita …. – annuncia Harry, lasciandosi scivolare stancamente sulla parte accanto a me.
Mi fermo a pensare poi rispondo con leggerezza.
- Sarebbe poi cosi male? –
 
 
 
SALVEEEEEEEE
Mi sentivo filosofica mentre scrivevo questo capitolo :3 cioè, pensavo a delle cose sull’amore, poi le confutavo J
Vi ho annoiato un po, ma tranquille che ho già scritto l’altro e .. diciamo che c’è un colpo di scena ;)
Ho divuto farlo corto perché l’altro sarà un po più lungo XD
A prestoooooooooo <3

#HOPE

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Capitolo 9
*** New entry ***


 
- Ragazzi! Ragazzi mi sentite?? –
Sono avvinghiata a Harry a stile koala, quando sentiamo la voce del pompiere di prima.
- Si! Forte e chiaro! Cosa.. cosa hai intenzione di fare?! – Harry è sull’attenti.
- L’ascensore è bloccato tra il primo e il secondo piano. Cercherò di farlo scendere, cosi riuscirò ad aprire le porte! Ok? –
- Si! Si la prego faccia tutto il possibile! – aggiungo fingendomi preoccupata, ma in realtà mi piace stare qui.
- Allora noi dobbiamo fare qualcosa? –
- No, niente. Solo…. State attenti a non farvi male; reggetevi a qualcosa! –
- Oh, so io a cosa – e mi butto in groppa a Harry, che mi afferra ridendo.
Poi ci sediamo in un angolo, e lui mi stringe forte, così io chiudo gli occhi.
- PRONTI? – che pompiere premuroso.
- Ehm, si – risponde Harry, che probabilmente sta pensando esattamente la stessa cosa.
Poi mi guarda e mi fa un cenno con la testa come per rassicurarmi.
Appoggio la testa al suo petto e cominciamo a sentire dei cigolii che sarebbero poco rassicuranti se non sapessi che sono perfettamente normali.
All’inizio cadiamo di poco, poi si sente che scivoliamo velocemente per un metro o poco più.
Noi puffi siam così, noi siamo tutti blu, siam alti su per giù due mele o poco più…
Ok. No. Momento sbagliato per canticchiare. È che mi è venuta la rima.
- Tutto ok? – il pompiere-premuroso  ci chiama dalle scale a chiocciola che circondano l’ascensore.
- Si! Ma non riusciamo ancora ad aprire le porte!! –
- Lasciatemi provare! –
Si sente uno stridolio fortissimo, poi un piede di porco spunta tra  i due cancelli in ferro battuto dell’ascensore, forzandolo fino a farli aprire.
Prendo un leggero spavento, per cui mi rifugio nelle braccia di Harry.
- Oh-oh piccola, è tutto ok. Ti spaventa un piede di porco? –
- Si, no, è che è entrato cosi all’improvviso..-
Oooooohhhhhhh mi ha chiamata piccolaaaaa … ok calma.
È fatta Hope. Te la sei giocata. Qualunque cosa tu dica o faccia ora sembrerai comunque una cagasotto.
- Harry –
Lo chiamo non so più neanche perché, e lui si gira, mi guarda senza dire nulla, e sorride, scuotendo quei suoi ricci.
Porca l’oca, il suo sorriso. I suoi ricci. I suoi lineamenti perfetti … cavoli è proprio un angelo.
E io.. io ho un pigiama antistupro.
Voglio dire, non ce l’ho su adesso, ma …
Lasciamo perdere.
- Credo..  credo che mi piaci davvero. Voglio dire forse potremmo essere qualcosa anche fuori da questo ascensore – gli stringo la mano.
Lui si china su di me. È proprio leggermente più alto di me, così il suo mento è praticamente all’altezza dei miei occhi, ma vedo che i suoi sono fissi su di me.
- Non so. Fuori avrei della concorrenza …?–
- Perché, qui no?  - rispondo ironicamente.
- Bhe, mi sembra ovvio. A meno che non ti piaccia quel cactus.. – indica la piccola pianta grassa che si trova vicino alla porta e io gli sorrido.
Poi eccolo.
Il pompiere ha aperto la porta, ed entra, ma indosso non ha la solita tutta, è vestito normalmente.
- Eccovi! Forza andiamo – mi tende una mano e io non posso che notare che in effetti non è proprio niente male.
Poi, mentre accetto la mano gentile del nostro salvatore, Harry si intromette tra me e lui e afferra lui la sua mano al posto mio.
Il tipo lo guarda stranito.
Harry mi guarda male.
Io guardo il cactus.
 
 
- Forza ! dai! – il pompiere spinge velocemente Harry fuori dall’ascensore, ma appena si muove, le porte si chiudono e l’ascensore ricade.
EMMACCHEPPALLE.
Non è possibile.
Ed è successo tutto in sole 5 ore.
- Oh no… - il pompiere sembra devastato e si porta una mano alla fronte, coprendosi gli occhi.
Ora siamo io, Harry, il pompiere e il cactus chiusi nell’ascensore.
Mi giro verso Harry e con uno sguardo di sfida cerco di farlo irritare - Bhe Harry, forse un po’ di concorrenza ce l’hai anche in questo ascensore. E non mi riferisco di certo al cactus -
 
 
 
- Scusi, lei, ma che razza di pompiere è??? –
Harry sembra piuttosto irritato
- Hey, calma! Ho fatto il possibile! Il cavo che teneva l’ascensore al primo piano ha ceduto. Non è colpa mia! E poi non sono un vero e proprio pompiere ! sono solo un novellino! Tutti i veri pompieri sono a Times Square a vedere la sfera calare. Io sono qui per puro caso. -  poi si rivolge a me – Comunque piacere, Liam –
Uhm. Liam. Niente male.
Niente male affatto.
Questa cosa dell’ascensore si fa sempre più eccitante.
Ehm , cioè intendevo emozionante.
Molto emozionante.
 
 
 
EEEED ecco che è passata una mezzoretta bella e buona. Ora sono più o meno le dieci e 40.
E non ce la faccio più.
Harry e Liam si lanciano continuamente sguardi assassini, e ogni volta che Liam prova a parlarmi, Harry mi stringe più forte a sè neanche fossi il suo orsetto di peluche.
Sospetto che stiano come gareggiando.
Ma il mio è solo un sospetto ovviamente.
- Poi ho giocato 3 anni a basket …- Liam mi sta raccontando un po’ di lui.
- IO 4! – Harry interrompe bruscamente la conversazione.
- Si… e intanto andavo a volontariato 3 volte  a settimana, per cui conciliare tutto con lo studio… sapete com’ è .. è stato un periodo duro –
- IO CI ANDAVO 5 VOLTE A SETTIMANA! –
- Harry! Calmati! –
- Ok. Scusa –
Mmh.
- e comunque andavo benissimo a scuola … - sussurra tra sé e sé.
- Harry … - giro gli occhi al cielo.
- Che c’è? –
- Sei un bambinone! –
- No! Non è vero! –
- Si! Ora stai anche frignando! –
- Ma..ma.. –
- Ecco appunto. Dicevi Liam? –
Intanto Harry si alza e va a chinarsi nell’angolino vicino al cactus.
Povero piccolo Harry.
 
Povero piccolo Harry che ha appena imparato a proprie spese che i cactus hanno le spine.

 

 

 

ED ECCOMI! COM’E’????

:D
Ci ho messo un po a farlo mail risultato mi soddisfa  J
E scommetto che ho reso bene l’idea di Harry bambinone e Liam premuroso e responsabile! Almeno spero! XD
Cmq fatemi sapere se vi piace che aggiungo pian pianino altri personaggi!
E consigliatemi: pensavo di inserire Niall.
Ditemi secondo voi in che modo farlo ;)
:D

Scatenatevi!

 

A prestoooooo <3

 

#HOPE


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Capitolo 10
*** One less! ***


(Scusate il ritardo!)


- Non credo di aver capito come ti chiami … - Liam ammicca dall’altra parte dell’ascensore. 

Ma dice a me?
- Ehm.. forse perché non.. non te l’ho detto? -  sono confusa.
- HA! E questo sarebbe il tuo modo migliore per attaccare bottone, signor sono-quasi-un-pompiere? Com-pli-men-ti! – Harry gli scandisce per bene le parole e gli fa anche un applauso finale.
- Ehm, Harry, che ti prende? –
- Nulla, sono solo MIGLIORE DI LUI – urla nella sua direzione portandosi le mani alla bocca come per amplificare il suono.
Liam ride imbarazzato, e anche io.
- Ok, senti Harry, fai il bravo, ok? – cerco di calmarlo, poggiandogli le mani sul petto come se stessi cercando di ammansire un cane.
Harry gli ha dato del “quasi-pompiere” perché Liam ci ha raccontato del corso che sta facendo per diventarlo, ma in realtà non lo è ancora del tutto.
- Ero qui insieme al mio amico Niall. La fortuna volle che i nostri superiori ci obbligassero a controllare alcuni edifici di brookyn –
- Io.. mi dispiace – ehm, non so che altro dire – e.. il tuo amico Niall? Dov’è ora? –
- Ah già. Bhe era con me. In questo palazzo. –
Harry sembra essersi svegliato improvvisamente e guarda minacciosamente Liam.
- Bhe scusa ma ora dov’è? Come ha fatto a non chiedersi dove sei? Come ha fatto a trovarci? –
Liam sembra pensarci su un attimo, poi sembra che la risposta gli venga come se fosse ovvio e schiocca le dita.
- C’è per caso una macchinetta di merendine nell’edificio? –
- Al primo piano –
- Ecco –
 
 
- LIAM? – una voce impastata (con dolci scommetto) lo chiama dall’esterno dell’ascensore.
- Niall? Questo è Niall! NIALL! – sollevo stanca la testa dalla spalla di Harry, svegliando anche lui.
- NIALL! SONO QUI! NELL’ASCENSORE! SIAMO BLOCCATI IN TRE QUI! –
- OK! FARO’ IL POSSIBILE! ASPETTATE! –
- Come se non lo avessimo fatto fino ad adesso … - commenta Harry con la testa tra le ginocchia, ancora seduto contro la parete mentre io cammino adrenalinica per l’ ascensore, convinta, insieme a Liam, di poter finalmente essere liberati dall’ascensore malefico.
- Tanto non succederà proprio nien.. – le parole di Harry vengono interrotte da uno stridolio familiare; quello stridolio che prima ci ha fatto precipitare di un piano o due.
Mi aggrappo forte ad Harry proprio come ho fatto la prima volta, e lui mi stringe forte; vedo che chiude gli occhi, cosi di riflesso lo faccio anche io.
Poi un raggio di luce, quella luce fioca, che riconosco essere dei corridoi  squallidi del mio grattacielo, inonda l’ascensore.
Una testolina bionda, una bocca sporca di cioccolato e un giubbotto arancione spuntano da quella fessura, che sarà grande si o no 60 centimetri d’altezza.
- Tutto bene? Qualche ferito? Scusate, è scivolato più velocemente del previsto! Non sono proprio un esperto di meccanica ascensoristica io! –
Wow, ha pronunciato il termine “ascensoristica” con cosi tanta convinzione che lo fa quasi sembrare una parola che puoi trovare sul dizionario.
Poi sembra notare me e Harry.
- Ehm, Liam, avevi forse interrotto qualcosa? – chiede imbarazzata.
Ma siamo più imbarazzati io e Harry, anche se non dovremmo. Cioè ci siamo praticamente quasi baciati.
- Oh! Salve signorina! Piacere ! – cerca maldestramente di allungare la mano lunga la fessura pre stringermela, e nonostante tutto ci riesce, facendomi sorridere. Ehm.. mi chiamo Noah..Nian.. ehm cioè Niall! Niall Horan! Piacere! No l’ho già detto… - si gratta confuso la testa.
Che carino però!
- Hope. Piacere! -
Poi sposta lo sguardo su Liam.
Si rivolge poi a Liam - Ma che mi combini amico? Pure la sera di capodanno devo tirarti fuori dai pasticci? Ma che è? –
- Scusa fratello. Dai aiutaci a scivolare fuori di qui –
- Certo. Prima le signore –
- Ehm no grazie. Vai prima tu, cosi vedo come fai – in realtà è perché me la cago sotto.
- Veramente mi riferivo a Harry.. –
- HEY! Attento a come parli! – Harry si sta riscaldando.
Ahah impagabile vederlo cosi.
- Ok, allora vado io - In un attimo il sedere di Liam si ritrova fuori dall’ascensore e le sue braccia si tengono alle sbarre per non cadere.
Ok, Liam è fuori.
Tocca a me.
- Aspetta Hope! Devo riequilibrare l’ascensore! –
Eh? Che ha detto? Bho, vabbè io vado.
Metto fuori il primo piede, e sento uno scricchiolio, che copre le parole di Niall, cosi vado avanti, lanciando uno sguardo a Harry, inginocchiato davanti a me, che mi tiene per le braccia e mi rivolge uno sguardo confuso, quindi deduco che anche lui non ha capito cosa ha detto Niall.
Poi sento due braccia che cercano di ri-spingermi nell’ascensore.
Ma che..?
Oddio.
È un attimo.
È come se l’ascensore volesse sbranarmi. La fessura si richiude e io urlo disperata, già immaginando le mie gambe tagliate fuori e il corpo nell’ascensore.
Ecco. Il mio oroscopo me lo aveva detto di restare in casa questo mese.
Morirò la sera di capodanno.
Per il panico chiudo gli occhi, mi arrendo, ma le braccia forti di Harry mi afferrano e mi trascinano dentro.
Stringo gli occhi perché ho paura di guardare. Ma non avverto dolore. Quindi, o sono morta, o Harry mi ha salvata. Ancora.
- DIO MIO! HOPE! STAI BENE? – la voce di Liam si sente fioca – PROVAVAMO AD AVVERTIRTI DI NON MUOVERTI, MA NON CI SENTIVI! LASCENSORE ERA INSTABILE!!-
- Oh! Accidenti! Comunque si, tutto ok, grazie a Harry! Tranquilli! –
- Fiu… -  Si sentono i sospiri di sollievo di Niall e Liam.
- HOPE! Ma che volevi fare?! – mi gratto confusa la testa.
- Io non sentivo, io stavo per .. –
- STAVI PER SPEZZARTI LE GAMBE, TE L’HO DICO IO! MATTA! NON FARLO MAI PIU’! –
Mi abbraccia fortissimo, e non mi lascia più! Io ho ancora gli occhi sbarrati, non so se per lo shock o per la sorpresa.
- OK Harry. Calmati, sono viva –
- SI, lo vedo – ma non si stacca.
- Vuoi stare cosi? – gli chiedo, non so dove trovando il coraggio.
- Mmmh, si. –
Mh.
- Ok bene – e ricambio l’abbraccio.
Quindi…
Ora siamo ancora io e Harry.
Da soli.
Nell’ascensore.
Ad un’ora a mezzanotte.
Io e Harry da soli nell’ascensore, ad un’ora a mezzanotte.
- Hope? –
- Si? –
- Ce li hai dei biscottini? –
Ahahah.
Io me lo sposo questo ragazzo.



SCUSATEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!

LO SO!!

Sono in ritardissimissimo!

Ma non mi veniva l'ispirazione e poi ho avuto la tinsillite e la febbre a 40, abbiate pazienza XD
 MA ALLOOOOORAAAAAA?
Visto che vi ho totlo il Liam che molte di voi non lo volevano tra le palle? XD
Fatemi sapere mi raccomando! ADIOS!
:D

#HOPE


PS: <3

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Capitolo 11
*** FINALMENTE! ***


- Ragazzi! Aspettate stavolta le apro davvero le porte! – la voce di Liam non sembra molto sicura, e non suona confortante.
- Ehm.. ok – rispondo, scoraggiata.
Ormai sono davvero convinta che morirò qui dentro.
Con Harry.
Ma senza biscotti.
- Si certo.. e io sono Obama.. – aggiunge Harry sottovoce.
Non posso trattenere una risatina.
- Senti, metti caso che dobbiamo passare qui la notte…- comincia.
- NON CI PENSARE, PERVERTITO! –
- … Ma no che hai capito? Stavo per chiederti se potevo avvolgermi con il tuo pigiama, per non avere freddo –
- Styles, hai appena perso 32 punti –
- Perché 32?! –
- E perché tu sei un coglione?! –
- Ok. Questa me la sono meritata –
E poi accade.
Non ci credo.
L’ascensore … l’ascensore si muove, lento e senza scricchiolii ma si muove.
E le porte.
Le porte si aprono.
Come se si aprissero le porte del paradiso, veniamo inondati dalla luce della hall, io ed Harry, che sembriamo due profughi, due clandestini che hanno affrontato un viaggio in mare burrascoso o due turisti fatti prigionieri in Bangladesh per mesi.
Scegliete voi cosa rende più l’idea.
- AAAAAAAAHHHHHHHHHHH – Harry comincia a intonare un canto angelico, che dovrebbe avere un effetto ironico, ma non ne sono tanto sicura.
Non sono sicura di niente dopo ore e ore passate in quell’ascensore.
Giuro, prenderò sempre, sempre le scale.
Quella che per 5 ore è stata la nostra gabbia ora sembra semplicemente … un’ ascensore.
Mentre metto i piedi fuori, le gambe mi cedono e sto per scivolare  rovinosamente a terra. Ma sento due braccia che mi sostengono.
- Ahm, grazie Harry –
Mi giro indietro il mio salvatore non è Harry bensì Niall.
AH.
- EHM, io… -
Oddio, mi ero abituata ai salvataggi di Harry.
- Hope! – questo però è Harry che mi chiama, ne sono sicura.
- Si? –
- Stavi per dimenticarti il pigiama! – poi si china e dall’angolo dell’ascensore raccoglie il pigiama che avevo tolto perché si era strappato. – oh.
- Ah, già che stupida! Grazie! Ciao eh! –
- No, aspetta Hope – mi prende per mano delicatamente.
Che c’è, ho forse dimenticato qualcos’altro? Le scarpe magari?
No , quelle ce le ho.
- Si? – rispondo senza mostrarmi troppo delusa o irritata.
- Ero arrivato a 100? –
Ah, si il giochetto.
- Ahahah … bhe … - abbasso lo sguardo - Non lo saprai mai, mi dispiace – rispondo sorridendo.
- Lo scoprirò. Hey, sai che ore sono? –
- Manca mezz’ora a mezzanotte. Ah già Harry! Tua sorella! Corri, forse ce la fai a raggiungerla! –
- Forse si… ma dove lo trovo un taxi la notte di capodanno? –
Mi fermo un attimo a riflettere.
Harry mi ha aiutato per tutta la notte, e mi ha calmata quando ero sull’orlo di una crisi di nervi.
Ora tocca a me aiutare lui.
- Harry –
- Mmh? – si gira, le mani in tasca.
- Credo di conoscere qualcuno che potrebbe aiutarci. E ….Se ti va… intendo, se non ti crea problemi, potrei.. accompagnarti? Almeno pagarti il taxi? Vorrei aiutarti.. in qualche modo. –
Sorride e non si preoccupa di nasconderlo.
- Speravo lo dicessi –
 
 
- TAXI! TAXI! –
Harry si sta sbracciando per la strada, senza alcun marciapiede. Intanto Liam e Niall osservano la scena dal marciapiede, chiedendosi se troveremo mai un taxi, di capodanno, a New York.
Ora che c faccio caso, credo che Niall stia provando a mangiare il cactus che era nell’ascensore. Ma probabilmente me lo sto immaginando.
- Scusa, lascia fare a me – gli indico di farsi da parte con un gesto della mano. - Ti ho detto che ti avrei aiutato no? Aspetta solo un secondo… - estraggo il cellulare dalla tasca perché finalmente qui posso chiamare, visto che c’è campo.
Digito il numero e attendo qualche istante la risposta.
- Prooonto, qui è Dj Malik. Chi parlaaaa? –
- Hey Zayn, sono io Hope. Avrei bisogno del tuo aiuto. Bhe veramente… del tuo taxi. Sono tra la 5° e la 6°, l’edificio fuxia-
- Wow wow wow wow wow, aspetta baby. Un edificio fuxia?! –
- Si, non dovrebbe essere difficile da vedere. Fa praticamente da anabbagliante alla via. E poi sei già venuto a casa mia ricordi? –
Harry, che era attento alla conversazione, si rabbuia tutto d’un colpo.
- Ahhhhhhh si si si, piccola. 15 minuti e sono lì –
- Grazie Malik. Un bacio –
Riaggancio e mi giro verso Harry che scontroso mi chiede – Chi sarebbe questo “Malik”? –
- Non sarai geloso? – chiedo, incrociando le braccia al petto.
- Io? Geloso IO? Ma che..? HAHAHAHA no. Ma chi è? –
- E’ il tassista che mi ha accompagnato qui quando mi sono trasferita. Era cosi simpatico che mi ha dato il suo numero. E ha detto che per me era sempre disponibile….. – aggiungo con fare malizioso.
- OK NON ANDARE OLTRE – è il suo commento prima che la sua mano vada a tappare la mia bocca con un gesto plateale.
 
 
15 minuti dopo
 
- Malik! –
- Piccola! Come va? Qual è l’emergenza?? – mi chiede, scendendo dal taxi e venendo ad abbracciarmi.
- Ci devo accompagnare in ospedale, subito! Svelto! – dico salendo sul taxi e trascinandomi dietro Harry.
- Oddio, HOPE SEI FERITA???? – mi chiede preoccupato portandosi entrambi le mani alla bocca.
Potrebbe essere uscito da un anime in questo momento.
- No Malik, no. Ma ora sbrigati, le spiegazioni a dopo – e cosi dicendo sbatto la portiera.
- Ma io … - ribatte Zayn.
- PAKISTANO ORNATO DI CRESTA, PORTA LE TUE CHIAPPE SU QUESTO CATORCIO E GUIDA FINO AL DANNATISSIMO OSPEDALE, PORCA PALETTA! –
Finalmente si decide a salire in auto anche se atterrito, tra lo sguardo confuso di Harry, quello spaventato di Liam e Niall, e del povero cactus, di cui ora è rimasto poco e niente.
Mentre ci allontaniamo vediamo Liam e Niall salutarci, e io metto la testa furoi dal finestrino per urlargli un “grazie di tutto!”.
E mentre svoltiamo l’angolo sento chiaramente Niall giustificarsi con Liam:
“Che c’è?! Avevo fame!”




APPROFITTO DELLO SPAZIO AUTRICE PER DIRCI CHE... MI DISPIACEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE NON AGGIORNO PIU' DA .. DA... VENTORDICI ANNI! (?) siete libere di insultarmi D'':
però vi amo lo stesso <3


xoxo


#HOPE

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Capitolo 12
*** Happy new year! ***


LO SO CHE NON PUBBLICO DA VENTORDICI GIORNI (?) perdonatemi! È che non arrivava più l’ispirazione! Ma sarete felici di sapere (spero) che ho trovato il modo di prolungare la storia ancora di almeno 5 capitoletti! :D UN URRA’ PER ME! XD
Bene, ora vi lascio leggere va! :D
Spero vi piaccia ;)
Xoxo
 

 
Quando Zayn rimase a secco ho usato delle parolacce che non sapevo neppure di conoscere. Ma per fortuna abbiamo beccato l’unico tassista libero di tutto New York.
- Al Presbyterian Hospital, per favore! E faccia in fretta! – sbraita Harry.
- Con calma e gentilezza, damerino, wuaiò! –
Occristo, ci è capitato il taxista/ Gigi D’Alessio.
- Ehm, si, scusi! – aggiunge in fretta Harry.
- Con calma e gentilezza – ripete borbottando il tassista tra sé e sé – mai nessuno che salga e dica “segua quell’auto!”. Non ci sono più i clienti di una volta. Ah, l’avventura. Come mi manca. Sapete un giorno salì un agente segreto, e voi mi chiederete “tassista, ma se era segreto, l’agente, come faceva a saperlo?  ” bhe ragazzi, in effetti… -
E mentre il tassista italo-americano si sfogava con noi e ci raccontava di come si stava meglio quando si stava peggio, sfrecciava veloce nelle strade deserte di New York, visto che tutti sono a Times Square a veder cadere la sfera.
 
- Ecco i 30 dollari. Grazie ancora, è stato velocissimo! –
- No, siamo a posto cosi. Sa, non tutti sono disposti ad ascoltarti cosi! E grazie a voi, parlandone a voce alta, ho riconsiderato la mia vita. Ho capito che il mio vero sogno è coltivare angurie in Paraguay! –
Io e Harry ci guardiamo confusi.
- Ehm, buon per lei! Alla prossima! – dico allontanandoci, e sono quasi sicura che sulla guancia del futuro coltivatore di angurie,  stesse scendendo una lacrimuccia.
 
 
Da tutta la stanza 186 dell’ospedale si alzano voci che si chiedono dove sia stato Harry finora e se va tutto bene.
Tutti mi salutano e mi stringono la mano. Harry sorride felice.
- Ciao Gemma! Come stai? – si rivolge alla ragazza un po’ pallida, seduta sul letto d’ospedale.
- Meglio adesso che sei qui! Pensavamo non arrivassi più! Ma dimmi.. chi è la tua amica? – si gira verso di me e io alzo calorosamente la mano in segno di saluto.
- Ciao a tutti io sono.. –
- Lei è Hope. È una storia lunga. Poi ti raccontiamo. – poi si rivolge a tutti i presenti – Potete scusarci un attimo? – e prendendomi per mano mi trascina fuori dalla stanza.
- Harry? Va tutto bene? –
- Devo saperlo. Devo saperlo ora. Io ero un 100? Sono arrivato a 100? – ora mi cinge il collo con le sue grandi mani calde.
Ah, già il gioco.
- Io.. Harry, ti sembra il momento? Era solo un passatempo, il 100 e tutto il resto –
- No, non è vero. Cazzate. Dimmelo. Ero un 100? Perché vedi, tu per me eri un 100 pieno. Eri proprio un 100 e lode. Quindi devo saperlo –
E ora che faccio?
- No- ammetto - Tecnicamente non eri un 100 –
- Oh – il suo sorriso si spegne-  Bene. Volevo solo esserne sicuro – poi mette le mani in tasca e apre la porta per tornare nella stanza.
- Eri un 95- lo blocco per un braccio decisa, senza guardarlo negli occhi  – Ti mancavano pochi punti, sì -
- Fantastico. Ora si che mi sento meglio – risponde ironico.
- Però, sempre tecnicamente, potrei attribuirti 5 punti per avermi presa mentre cadevo appena uscita dall’ascensore –
Il suo viso sembra illuminarsi con un sorriso.
- Potresti? – si avvicina prendendomi per i fianchi.
- Non so. Convincimi –
Le sue labbra sfiorano dolcemente le mie e io chiudo gli occhi cercando di assaporare ogni attimo.
- … ok. Adesso sei un 100 e lode –
- Evvai! – ride e appoggia la sua fronte sulla mia. -Dai, entriamo –
Quando entriamo sono tutti concentrati a guardare la tv, aspettando il conto alla rovescia.
- Eccolo, eccolo! 10 … 9 …8…7…- comincia qualcuno dal fondo della stanza.
- 6…- Guardo Harry.
- 5 … -Lui guarda me.
- 4 … -Mi prende per mano.
- 3…- - E’ troppo presto per amarci?– lo guardo seria
- 2 … - proseguo -  Lo chiedo perché mi sembra di amare alla follia il mio vicino di casa che conosco da sole 6 ore.
-1.. -Lui scruta il mio viso per poi guardarmi negli occhi.  -Sai, mi è capitata la stessa cosa. Ma credo proprio di no. Non è troppo presto. –
Allora lo guardo con la stessa intensità, lo stringo forte a me e lo bacio.
- BUON ANNO!!!!! – La stanza esplode in forti gemiti, e si sente stappare una bottiglia di champagne. Tutti si abbracciano e sorridono. Ma sarà legale tutto questo casino in un ospedale?
-E poi… - riprende lui, cercando di sovrastare il rumore – so già tutto di te. So che ami i biscotti fatti in casa e hai paura delle motoseghe. Cosa posso volere di più? –
Gli faccio un pernacchia e insieme ridiamo, felici.
-E pensare che è cominciato tutto in ascensore – dico, incredula.
- Vuol dire che prenderemo l’ascensore un po’ più spesso, se succedono cose cosi meravigliose –
- Sono meravigliosa?! – chiedo commossa.
- Di più – e mi lascia un bacino sul naso.
Notiamo solo all’ora del dottore che si sta scatenando insieme alla nonna di Harry davanti alla televisione, dove stanno dando delle canzoni natalizie. Cerco di leggere il suo nome sul cartellino.
Dottor… Tomlinson, Louis Tomlinson.
Bhe spero per i pazienti che non sia sempre cosi ubriaco quando li visita.
E con una nonna che gli balla intorno.
Mio dio, che scena ripugnante.
Distolgo lo sguardo, e solo allora noto che non c’è il padre di Harry.
-Ma, Harry. Dov’è tuo padre? –
Ahia, sembro aver toccato un tasto dolente.
- Noi … abbiamo litigato –
- Oh. Mi dispiace, come mai? – dev’essere qualcosa di serio se non è venuto neanche qui con Gemma e sua moglie.
Lui mi guarda, azzarda un sorriso e dice – Non roviniamo la serata ok? – poi afferra la mia mano e alza il bicchiere.
-Un brindisi a Hope! – incita gli altri – Alla mia ragazza! –
 
 
#HOPE

 

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Capitolo 13
*** First day of a new year ***


-Harry, e ora cosa facciamo? – gli chiedo, sforzandomi un po’ per sovrastare il rumore ovattato che  viene dalla stanza d’ospedale.
- Non lo so. È il primo giorno di un anno nuovo. Qual è la prima cosa che vorresti fare? – mi chiede prendendomi entrambe le mani e avvicinando  il suo naso al mio.
- Baciarti– affermo convinta e semplicemente.
- Si può fare… - sento le sue mani calde sul mio viso, e le sue labbra sulle mie.
- Ok, fatto. – dice dolcemente - Poi? –
- Non so! Tocca a te! -
 
 
Pochi istanti dopo siamo nel bar dell’ospedale a mangiare dei waffles.
- Bello come desiderio, eh? – dice Harry con la bocca piena e il mento imbrattato di panna.
- Ahahha puoi giurarci! – gli dico, pulendolo con un tovagliolo.
Lui cerca di guardarsi il mento con lo stesso risultato che ha un cane quando si rincorre la coda.
- Ahahah la smetti?! – gli chiedo, ormai con le lacrime agli occhi.
- Di fare cosa?! – mi chiede confuso.
- Di farmi ridere! –
- Non è colpa mia! Come faccio? Sono fatto così! –
- Bhe, menomale allora. Ho sempre voluto qualcuno che mi facesse ridere – ammetto tornando a guardare il mio waffle, imbarazzata.
Mi guarda contento, poi anche lui ritorna al povero waffle.
- Ok, tocca a te. Scegli il terzo desiderio, ma tieni conto che è l’una di notte. –
- Wow, questa notte non finisce più! –
- Bhe, meglio cosi no? –
- Direi -
- Allora, sai già cosa fare? –
- Si …- ma non so se chiederglielo, ho paura della sua reazione. Prima, in ospedale, non mi era sembrato propenso all’idea di raccontarmelo.
- Harry… - comincio, sporgendomi verso di lui – ti va di raccontarmi di tuo padre? –
Lui esita qualche istante, e distoglie lo sguardo. Poi si abbandona come sfinito sullo schienale e giocherella con il tappo della bottiglietta d’acqua.
- Lui… - si interrompe subito per sbuffare; probabilmente non sa da dove cominciare.
Dopo aver tirato un grande sospiro ricomincia, abbssando un pò di più la voce.
- Ha … tradito mia madre. Poi se n’è andato di casa ... non voleva più ferirci, ha detto –

Si ferma un attimo. Probabilmente gli ho fatto ripensare a cose che aveva chiuso in cassetto, con l’intenzione di non aprirlo più.
- Harry, mi dispiace, non immaginavo minimamente… magari.. hai voglia di parlarne un po’? – azzardo.
- No Hope, tranquilla, io.. sai, parlarne non mi fa male, è solo che… non so, avresti dovuto vedere mia madre dopo che mio padre glielo ha confessato. Si era lasciata andare. Non faceva più nulla, non parlava, non usciva… si sentiva come se mio padre l’avesse messa da parte per qualche oscura ragione, come se non valesse più nulla. So che non voleva questo, ma ormai è troppo tardi. E anche se mia madre intende perdonarlo, lo so, io non lo farò. Non può trattare cosi una persona e aspettarsi che questa dimentichi semplicemente l’accaduto.non funziona così.Non ci parliamo da quasi un anno ormai –
Termina di parlare quasi con il fiatone.
- A quanto pare allora, non ne volevi parlare – replico, con un po’ di ironia che fa sorridere entrambi.
- Scusa, non volevo ingarbugliarti insieme a me e ai miei problemi – sussurra lui, guardandosi le mani.
- Bhe, ma a me piace ingarbugliarmi insieme a te – replico con sincerità, afferrandogli con gentilezza le mani.
Lui alza lo sguardo dalla bottiglietta e lo sposta sulle mie mani, poi su di me.
E gli sento sussurrae dolcemente – Grazie –
 
Quando usciamo dal bar, l’aria fredda ci investe in pieno viso, e quando passiamo davanti alla vetrina di elettrodomestici vedo il nostro riflesso.
Abbiamo entrambi il naso e le guance rosse, le sue che spuntano dalla sciarpona bianca di lana che ha avvolta intorno al collo. È in quel momento che mi accorgo di avere un freddo cane, visto che la sciarpa non ce l’ho. Mi tocco il collo, come per prottegerlo, ma a Harry non sfugge nessun gesto.
- Hope, hai freddo? –
- Bhe, ecco ti mentirei se dicessi di no. Magari possiamo tornare al bar o… -
- Oppure – dice lui, sfilandosi la sciarpa – potremmo fare così –
La sciarpa (che è molto più lunga di quello che sembra una volta srotolata ) sembra così morbida e calda, che d’istinto mi verrebbe voglia di toccarla.
A quel punto Harry, che sembra percepire i miei pensieri, me ne arrotola una parte intorno al collo, quasi come uno scialle, e se ne tiene un po’ per lui.
Quando la sua mano sfiora il viso mentre mi sistema dolcemente quel pezzo di stoffa delicata vicino al volto, siamo cosi vicini che dopo avermi accarezzato le guance con le sue mani calde, mi lascia un lungo, lungo bacio. Poi ci avviamo così, sul marciapiede con la neve che ci fa da cornice, mano nella mano.
Ed è il Capodanno più bello della mia vita.
 
Siamo tornati a casa, a casa sua, e abbiamo passato tutta la notta a parlare.
Davvero.
Mi sveglio, siamo sul suo letto, VESTITI (non fatevi una brutta impressione) , il mio braccio appoggiato al suo petto.
Adesso è mattina, oddio, veramente sono le 12 e 48, da ciò che leggo sul display del mio cellulare.
Ad un certo punto sento un rumore provenire dal salotto e vengo assalita dall’ansia. C’è qualcuno?
Ho paura, cosi cerco di svegliare Harry, che è ancora tra le braccia di Morfeo.
Gli so uno scossone e lo chiamo – Harry! Harry sveglia! C’è qualcuno! C’è qualcuno di là! –
Lui si alza di scatto  borbottando qualcosa, e cade dal letto.
- Mmh? Cosa quando, dove? Hope? Ci sei? – chiede con la voce impastata di sonno sfregandosi gli occhi.
- Harry ho paura che ci sia qualcuno di là – dico sottovoce, nascondendomi dietro di lui, che intanto prontamente ha già afferrato da sotto il letto una mazza da baseball.
- Ok aspetta vado a vedere- bisbiglia mentre mi fa cenno di non fare rumore.
Fa scorrere le porte della camera e
- OMMIODIO HOPE! – cade e sparisce dietro il divano.
- HARRY! – mi alzo di scatto spaventata dal letto, e corro a vedere cos’è successo, quando lo trovo steso a terra che ride come un amtto.
- Harry!-
- Ahahahaha ci sei cascata!! Hhaahah non ci credo! –
- HARRY! – ripeto sconvolta, mentre cerco di trattenre le risate senza risultati e gli sferro un pugno sul petto. Solo allora mi acorgo dell’alano che gli è ai piedi, seduto, e che va a leccargli la faccia.
- Hope, ti presento il mio cane,Max. Max, ecco qua Hope –
Il cane mi si avvicina come se avesse capito alla perfezione le presentazioni di Harry, e comincia a leccarmi la faccia, cosi comincio a ridere.
- E cosi eri tu stamattina a fare rumore eh? Ma che bello che sei, si sei proprio bello! – ecco che comincio a parlare come una cretina.
- Mmmh, gli piaci sai? –
Non so perché ma mi torna in mente ciò che Harry mi ha detto l’altra sera riguardo a suo padre. Dovrebbero fare pace. So che non sono affari miei, ma mi si spezza il cuore pensare che non si parlano da cosi tanto tempo. Per me un anno è tantissimo visto che non riesco a tenere il broncio a nessuno per più di due giorni.
- Harry, dovresti perdonare tuo padre – mi esce cosi, senza pensare.
- Hope, tu.. –
- Oddio scusa Harry, non mi permetterei mai di dirlo, scusa non so che mi è preso, forse è solo perché mi piaci che mi preoccupo per te e allora… - mi scuso gesticolando,  in preda al panico, e neanche mi accorgo quando lui velocemente si sporge verso di me per tapparmi la bocca con un bacio.
E poi arriva il cane che ci lecca entrambi.
- Hope, stavo solo per dirti .. –comincia mentre allontana Max sorridendo – che mi piace. Mi piace come ti preoccupi per me. Solo che non è facile perdonare –
- Ti aiuterò io. Ce la farai, Harry. Il mio obiettivo per quest’anno è che tu e tuo padre facciate pace. Ci proverai? – gli chiedo, tendendogli la mano come per sancire un patto.
Lui esita ma poi risponde, dandomi un pizzicotto sulla guancia, facendomi ridere.
– E con una faccetta cosi, come faccio a dirti di no? –
 
EEEEEE….. SCUSATE ANCORA PER IL RITARDO.
Non ho più giustificazioni, solo che non arriva quando voglio l’ispirazione =.=
Scusate *fa gli inchini giapponesi spasticamente*
 Anche se siete arrabbiate mi farebbe piacere una recensioncina
J
Bye bye <3
 
#HOPE
 
Ps: vi lovvo :’D

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Capitolo 14
*** I love you ***


Siamo nel vecchio studio del padre di Harry, nella sua casa fuori New York, dove adesso abita sua madre. Non sapevamo da dove iniziare a cercare suo padre, o qualcosa che ci potesse condurre da lui , cosi abbiamo pensato che venire qui fosse la cosa più logica.
In realtà, non so cosa Harry pensi di poter trovare. Sto guardando nella vecchia libreria di quercia in salotto, quando Harry mi chiama.
- Hope! Presto vieni! Guarda cos’ho trovato! –  mi inginocchio vicino a lui, e mi mostra una foglio che ha trovato in un vecchio cassetto di una scrivania.
Lo apro e leggo ciò che c’è scritto con una calligrafia piccola e quasi illeggibile.
 
“114, Portland Rose
460, Alaska Building, Deals
312, Brooklyn Building
217, Maurer Court J.H. Way
39, Chatsworth Road"
 
- Sono degli indirizzi – alzo lo sguardo verso di lui, perché non ho capito dove vuole andare a parare.
- Esatto. Ora prova a girare il foglio –
Faccio come mi ha detto, e sul retro c’è scritto “Possibili appartamenti Londra”.
- Credi che tuo padre si sia trasferito in uno di questi appartamenti? Ma Harry, sono a Londra! Credi davvero che tuo padre possa essere tornato là quando la sua famiglia è qui? – chiedo con un tono sorpreso.
- Bhe, sai la sua vita è là. I miei nonni sono là, come anche i suoi amici, il suo lavoro. Ha sempre detto di voler tornare là. Qui non ci voleva nemmeno venire. Inoltre i miei hanno divorziato, per cui non trovo nessuno particolare motivo per cui sarebbe dovuto rimanere qui. – parla con una certa freddezza.
- Harry – lo prendo per le mani – se questa ricerca ti costa troppa fatica, la finiamo qui, davvero. Basta che lo dici, e ci fermiamo ok? – cerco di fargli capire che io voglio solo quello che vuole lui, e non mi addentrerò più di così nelle sue vicende famigliari se lui non se la sente.
- No Hope, lui deve saperlo – mi guarda negli occhi – deve sapere che lo perdono -
 
 
Cerco di rincorrere l’uomo incappucciato, ma si allontana sempre più velocemente da me, e quando chiamo Harry, lui non fa niente per aiutarmi. Se ne sta lì con le mani in tasca e mi guarda, come se rincorrerlo non servisse. All’improvviso sento come se precipitassi in una buca, la sensazione di cadere nel vuoto si  impossessa di me e…
- Hope! Hope! –
Mi sveglio bruscamente e tutta sudata.
Grazie a dio era solo un incubo. Harry è accanto a me e mi tiene per le spalle.
Nel buio della stanza, riesco solo a intravedere il suo profilo, nient’altro, ma mi basta per sentirmi più rilassata.
- Hai fatto un brutto sogno – mi dice sottovoce, accarezzandomi i capelli.
- Oh … - dico, rituffando la testa tra i cuscini e chiudendo gli occhi.
- Sai, Harry …  mi sa che era un sogno premonitore – affermo convinta.
- Un sogno premonitore? –
- Un sogno premonitore! –
- Uhm.. un sogno premonitore… - assume un’aria pensierosa.
- Hai finito?! – gli chiedo, trattenendo una risata e tirandogli un pugno sul petto.
- Ahaha dai ti prendevo in giro! Ma premonitore per che cosa, scusa? –
- Non so… credo riguardasse tuo padre. Secondo me non sarà facile trovarlo, ho questa sensazione –
- Bhe, mi ma non serviva il tuo sogno premonitore per capirlo. Io questo lo sapevo già. Non lo sento da più di un anno. Potrebbe essere ovunque –
- Già…- dico sovrappensiero, mentre rifletto su tutti i luoghi dove potrebbe annidarsi suo padre. È rimasto qui a New York, magari vicino alla famiglia? O forse è tornato davvero  a Londra, la città che tanto amava?
O, chi lo sa, potrebbe essersi preso una bella casetta alle Bahamas, in riva al mare.
Harry interrompe i miei pensieri – Dai torniamo a dormire – mi dice, abbracciandomi come quando ci addormentiamo.
- Si, ok ..- rispondo accoccolandomi vicino a lui.
Ma so che in silenzio, stiamo pensando tutti e due ancora.
 
 
La mattina dopo, quando mi sveglio, Harry non è più accanto a me.
Al suo posto, c’è un gradevole odore di pancakes proveniente dalla cucina.
Mi alzo scalza con la maglietta di Harry e faccio scorrere le porte della cucina per sbirciare.
Non ci credo, non solo Harry è un ragazzo fantastico, bellissimo, divertente, romantico e dolce, ma …sa anche cucinare.
Hope, è quello giusto.
Però riesco a stento a non ridere.
Harry ha un grembiule addosso con scritto “un uomo senza pancia è come un cielo senza stelle” e sta ballando al ritmo di una canzone alla radio, con lo straccio appoggiato sulla spalla e fa saltare un pancake (poco aggraziatamente, lasciatemi dire)con la spatola che tiene in mano.
Ma ovviamente questo gli cade.
Lui lo guarda come se il pancake dovesse risollevarsi da terra con la forza del pensiero.
- Io quello non lo mangio – affermo seria mentre mi avvicino per raccoglierlo.
- Hope! AHAHAHAHAH no ma guarda che veramente io cioè tipo sono proprio bravo a fare i pancakes….- ride convulsamente - No non è vero – conclude chinando la testa come un cucciolo.
- Su, su Harry! Ti insegnerò io! – lo consolo dandogli una pacca sulla spalla, e mentre non guarda butto il pancake.
- Allooooraaa ….- comincio io mentre mi siede a tavola – cosa hai intenzione di fare riguardo a tu sai cosa? –
- Io so cosa? –
- Tu sai cosa! –
- E io cosa saprei? –
- HARRY! –
- Ahhah scusa ancora! Comunque … credo che andrò a Londra… –
- Andremo a Londra –
- tu mi accompagneresti? – domanda stupito come se non fosse ovvio.
- Bhe, certo! E poi ho sempre voluto visitare Londra… - mi avvicino per lasciagli un bacio – Quando si parte? – appoggio le mani al suo petto, e lui dopo un attimo di esitazione, mi guarda come se nei miei occhi ci leggesse qualcosa.
- Ti amo –

Bum.
Cosi? All’improvviso?
Ok calma Hope, calma….
- Anche io Harry –
- Davvero? Perché ti vedo un po ansiosa –
- E’ che … non l’avevo mai detto, ecco – mi ritraggo imbarazzata.
- Allora è un onore – scherza improvvisando un inchino.
- Smettila! –
- Anche per me – dice sottovoce.
- Davvero? –
- Già –
- Allora è un onore –
 
 
 
EEEEEEEE BUM!
Lo so, LO SO che fa cacare le scimmie questo capitolo, però… però…. Non ho scuse, mi dispiaccio (??) Inoltre non sapevo come finire il capitolo, ecco la dura verità, eggià u.u
Comunqueeeeee avete visto che hanno vinto un altro award? Sono troppa fiera di loro :’)
Se recensite vi regalo un cucciolo di cane (*mente spudoratamente*)
Baci baciiiiiii <3
Xoxo
 
#HOPE

 

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Capitolo 15
*** Show me you care ***


Eccoci qui, in areoporto, pronti a decollare.
Siamo in fila per il check in quando Harry mi prende per mano e mi sussurra all’orecchio.
- Hope? –
- Si? –
- Ehm, ho paura –
- Di cosa Harry?-
- Di cosa, di cosa…… di volare, ecco – dice sottovoce.
- Ma come? Harry, e come ci saresti venuto fin qui a New York da Londra, scusa? Nuotando? –
Ecco che arriva la faccia offesa.
- No. I miei mi hanno semplicemente dato un sonnifero potente! –
- Oh capisco….- rispondo comprensiva, ma addolorata di non avere con me un sonnifero per cavalli.
- Bhe, dovremmo arrangiarci in qualche altro modo stavolta, evidentemente-
- E come scusa? –
 
 
Vi assicuro che un volo di 8 ore con accanto un tizio che tira su col naso ogni 5 minuti non è bello.
No no.
Inoltre, non dico che non mi piaccia Lilli e il Vagabondo, ma vederlo 5 volte per giunta in tedesco, non aiuta a rilassarsi.
Adesso che il volo è finito, mi sembra di sentire ancora il tizio da parte a me soffiarsi il naso e la bambina davanti ascoltare il pulcino pio.
Aiuto.
Decido di svegliare Harry mentre atterriamo.
- Harry… Harry sveglia! –
Ecco, pian pianino sta prendo gli occhi.
- Oh… dove siamo? – chiede stiracchiandosi per poi bere un po d’acqua.
- A Londra, ovviamente –
- Ma come? Di già?! –
- Certo! –
- E … ahia! Oddio la mia testa… -
- Eccicredo. Hai sbattuto la testa appena salito sull’areo contro gli scalini. Sei svenuto e hai dormito 6 ore. Complimenti amore! – gli scocco un sonoro bacio sulla guancia, e rido per la sua espressione ancora confusa.
- Te l’avevo detto che ci saremmo arrangiati, no? –
 
 
Prendere un taxi senza il tassista napoletano-futuro coltivatore di angurie- Malik mi intristisce.
- Hope ci siamo quasi – afferma Harry mentre guardando fuori dal finestrino, mi prende per mano dolcemente, agitato come un bambino.
- Harry calma. Vedrai che lo troviamo ok? –
Siamo già stati a tutti gli indirizzi segnati a parte l’ultimo ma niente.
Cominciamo a dubitare che fossero semplicemente indirizzi così, senza un significato.
Ma non possiamo arrenderci senza prima averlo provati tutti.
Anche se al primo abitava un gattofilo, al secondo un figlio dei fiori, al terzo un camionista che ci ha accolto in mutande e al quarto… meglio che non ve lo dico proprio.
Diciamo solo che non credevo che la poligamia fosse legale in Inghilterra.
- Eccoci qua, sono 30 sterline – l’autista si ferma in una via alberata.
Scendiamo dalla vettura e Harry paga il tassista, che infuriato se ne va gridando ironicamente che ora , con quella mancia, avrebbe sicuramente potuto mandare al college il figlio.
Ah-ah-ah.
La villetta è carina, con un grande giardino davanti, colorata di un verdino chiaro.
- Io ancora non ci credo che per andare a trovare mio padre devo cercarlo con gli stessi risultati di quando cerco un mobile nel magazzino dell’ikea. È semplicemente assurdo! –
- Harry. Non rimandare. Suoniamo e vediamo ok? – chiedo, sporgendomi a suonare il campanello, visto che lui non lo avrebbe fatto.
- Grazie – mi bacia dolcemente.
La porta si apre.
Momento della verità.
Trattengo il fiato.
- Harry –
 
- Papà -
 
 
 
Finalmente.
Il famoso papà di Harry.
La sua mano sta praticamente stritolando la mia, ma io non la lascio, non ora.
Anche se fa proprio male in effetti.
- Cosa ci fai tu e… - mi guarda.
- Hope! Sono .. –
- È la mia ragazza. – Harry tiene sempre uno sguardo duro su di lui.
- Ragazza? Non sapevo ne avessi una… -
- Non sai molte cose papà. Sicuramente non è colpa mia però –
Oh-ho non cominciamo benissimo, eh?
-Prego entrate-
Ci fa strada in salotto, o meglio in una stanza dotata di divano birre televisione e giornali.
- Vedo che sei cambiato – nota Harry.
- Harold non mi sembra il caso… - poi mi indica.
- No, lei è al corrente di tutto. La amo, e può sentire tutto quello che hai da dirmi –
- Non è per questo… forza vieni in cucina e parliamo ti va? –
- Ti ho detto che.. –
- Harry – lo blocco, prendendolo dolcemente per una spalla – vai –
Dopo un attimo di esitazione, Harry mi accarezza la mano e insieme a suo papà si reca nel cucinino della casa.
Passo tutto il pomeriggio li a guardare la televisione e ad accarezzare un gatto che è magicamente apparso dalla finestra.
Li sento gridare ogni tanto, ma è giusto cosi.
Per un attimo mi attraversa il pensiero che è in cucina che si tengono i coltelli, ma non ci do tanto peso.
Ecco ad un certo che punto che sento Harry
- Dimostrami che ci vuoi bene! a me, alla mamma, a Gemma, e anche a tutti i nsotri problemi! -
Silenzio.
- Allora d’accordo. Fai come ti pare –

Ad un certo punto Harry esce infuriato dalla cucina prendendomi per mano e avviandosi verso la porta.
- Non sai riconoscere le cose importanti! Non lo hai mai saputo fare! –
- Harry aspetta! -
- No, ora con te ho chiuso definitavemente. Addio papà –
Lo seguo a ruota fuori dalla casa, io più di cosi non posso aiutarlo, non posso intromettermi nel suo passato, o rischierei di rovinare il nostro futuro.
- Harry aspetta, ho dimenticato la borsa! –
Corro dentro superando suo padre, e rivolgendogli un’occhiata comprensiva, d’altra parte non ha tutte le colpe del mondo.
Recupero la borsetta e sto per uscire, quando sento suo apdre gridare sulla soglia di casa.
- HARRY! NO! –
Il rumore del freno di una macchina, poi il silenzio.
Mi precipito furoi per assicurarmi che uno dei miei peggiorni incubi non si sia avverato.
Invece Harry è steso li, in strada, in una pozzanghera rossa, i suoi meravigliosi riccioli spenti, che gli coprono il viso.
- no..- sussurro, la prima lacrima mi riga il viso.
- NOOO! NO! – riesco solo a gridare disperata, prima di precipitarmi in strada.


SCU-SA-TE-MI!
chiedo perdonooooooooooooooooo
D:
lo so che mi odiate lo sooooo
ma ho delle scuse ragionevoli e plausibilissime!!!
1) LA SCUOLA (e ho detto tutto)
2) IL NUOVO CD!!! (voi che ne dite? io adoro tutte le canzoni, e il fatto che abbiano dato più spazio a quelle meraviglie che sarebbero Louis e Niall :3 )
3) L'ISPIRAZIONE ARRIVA CON I SUOI COMODI!!!
mi dispiace davvero cerco di aggiornare presto, ma non sempre è possibile!
tranquille che eprò vi amo lo stesso, chiunque legga, recensisca o mi segua <3
se poi fate tutte e tre le cose siete veramente da stimare u.u
vi è piaciuto il capitolo?? scritto in fretta e furia per avere la vostra approvazioneeeee <3 spero di si :D
fatemelo sapere amicheeeeee <3 <3 <3

#HOPE

PS se ci sono degli erroracci è perchè non ho avuto il tempo di riguardalo e correggere, mi disp ! :(

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Capitolo 16
*** Non puoi lasciarmi adesso, così. ***


- HARRY! HARRY! – io e suo padre siamo sull’ambulanza insieme al mio Harry, coricato, sanguinante, con una flebo e una mascherina per respirare.
Non posso vederlo così.
Mi giro per lasciare scendere altre lacrime e sento le braccia di suo padre toccarmi la spalla.
- Andrà tutto bene. Harry è un testone, ed è forte. Capito? Non pensare a niente di brutto –
Sorrido, anche se so che non ci riuscirò.
 
5 ore dopo siamo ancora in un corridoio spoglio di un ospedale, in attesa di notizie.
Io giro su e giù piangendo silenziosamente mentre suo padre è seduto su una sedia di plastica blu, la testa tra le mani.
Non… non so davero come farei senza di lui.
Non può lasciarmi adesso, cosi.
Ripenso al ragazzo che a prima vista, in quell’ascensore, mi sembrava soltanto un galetto presuntuoso e mi viene ancora più da piangere. Sembra un'altra dimensione.
- Harry... – sussurro, non so perché.
- Fa riflettere , non è vero? – dice improvvisamente suo padre.
- Si… - rispondo, lo sguardo perso – si, sicuramente –
Silenzio.
- Signorina Jones? Signor Styles? – il dottor Tomlinson (buffo, la prima volta che l’abbiamo incontrato eravamo in tutt’altra situazione) esce dalla stanza chiudendo piano la porta per non disturbare i pazienti.
- SI! – rispondiamo velocemente e all’unisono io e suo padre.
- … È fuori pericolo – dice dopo averci guardato entrambi negli occhi per qualche istante.
Grazie a dio.
Harry.
Istintivamente, sporgo la testa verso la sua stanza, anche se la porta è chiusa.
- Per il ricovero, consiglierei di tenerlo in osservazione per 3, 4 giorni al massimo. Ho chiesto di metterlo nella stessa stanza di Gemma, va bene? –
- Certo – risponde il padre – Gemma… - continua, immerso nei suoi pensieri.
– Ora potete andare a parlargli adesso. Con calma però, mi raccomando. Ha subito un brutto trauma celebrale. Intesi? –
- Certo! –
- Hope – comincia suo padre – posso entrare prima io? Devo parlargli –
- Si, certo. Prego – dico sorridendo, anche se dentro non vedo l’ora di vedere il mio amore.
- Anzi ora che ci penso – suo padre si ferma sulla porta – entra anche tu –
Non me lo faccio dire due volte.
- Harry! – sussurro, portandomi le mani alla bocca per evitare di fare troppo chiasso o di farmi prendere dall’emozione.
Eccolo li, steso su un misero letto, con un misero lenzuolino azzurro e un miseo bicchiere d’acqua sul comodino.
Gira lentamente la testa, e sorride anche se fiaccamente.
- Hope! – allunga le braccia verso di me e io mi ci fiondo addosso.
- Eccomi calma! Sono qui, ok? – mi accarezza la testa.
- Si, scusa..- dico tra le lacrime.
- CAZZO HARRY! – gli sferro un leggere schiaffo sulla guancia.
- NON FARLO MAI PIU’, MI HAI CAPITO? –
Mi guarda, e sorride.
- Eri li, sdraito a terra, non ti muovevi… - finisco la frase piangendo.
- Ti amo – diciamo insieme, e ci baciamo, fortissimo, come se non ci  volessimo più lasciare.
Ecco che suo padre, che è sempre stato in fondo alla stanza, si avvicina al letto, dall’altra parte.
Harry all’inizio non si gira verso di lui, e vedo che una lacrima gli riga il viso.
Lo guardo per fargli capire che è pur sempre suo padre.
Piano piano si gira.
Bastano poche parole a suo padre per far capire come si è sentito.
- Harry. Avevi ragione. Non ho mai capito cos’è importante. Ma mi è bastato quell’istante. Quell’istante in cui quella macchina… e ho capito tutto. Io amo ancora tua madre. Amo te e Gemma. E non riesco a capire comeposso essere stato cosi cieco finora. Tornerò da voi. È ciò che voglio –
Quando finisce di parlare, Harry lo guarda con due occhi vuoti poi si riprende:
- Papà, dovevo farmi proprio investire per fartelo capire? –
Insieme ridono, mi unisco anche io alla risata, fragorosa, cosi fragorosa che un’infermiera deve entrare per dirci di abbassare il tono.
È che è una risata liberatoria. Ci stiamo sfogando.
È tutto finito.
- Hope –
- Si ?-
- Hai mai fatto un incidente? –
- Mmm, no, a dire il vero –
- Bhe questo è un bene. Sai però, si dice che la vita ti scorre davanti se stai per morire, vero? –
- Si, l’ho sentito dire – rispondo ancora tra le lacrime, anche se non so se sono di felicità, commozione o liberatorie.
- Non è vero – mi prende per mano e si tira su a sedere.
- Si vede la persona che si ama. Io ho visto te –
- Harry… - dico, saltandogli praticamente in braccio.
- Aspetta. Con questo non mi stai chiedendo di farmi investire per provarti che ti amo vero? –
Sorride, poi controbatte.
- No, preferirei di no. Mi fido –
 
 
 
HAHAAHHAHAHA AVETE VISTO??
Adesso tutte le sere ve li metto i capitoli per farmi perdonare XD
Anche se faranno cacare le scimmie come questo -.-
Forse è anche un po corto… bhe ma la cosa dell’incidente mi faceva stare troppo male, dovevo concludere subito la cosa!
Vi voglio bene <3
 
#HOPE
 
Ps: la storia  arriverà fino al capitolo 18 o 19 credo.
Non riesco a farle più lunghe di cosi XD
Comunque tranquille che ne ho già pronte altre ;)
*si crede amata*
Sciao belle :D

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Capitolo 17
*** Three months later ***


hhh
EBBENE SI,
SONO TRONATA!
Scusate, tortata!
No, tornata!

E' passato cosi tanto tempo
che non so neanche più scrivere

PUAHHAHHA

Coooomunquueee...
Spero vi piacerà il penultimo capitolo :')
Love ya ;)


Tre mesi dopo
 
 
- Hope, vuoi una lattina di coca? – Harry mi urla dalla cucina.
- Sì, lancia – gli rispondo dal divano, intenta a sfogliare una rivista.
- In arrivo! – dal vano della cucina mi lancia la lattina, che io afferro prontamente.
- E la folla è in visibilio! AAAAAAHHHHH-AAAAAHHHH – imito, o almeno ci provo,  il clamore di una folla immaginaria.
- Hope, hai solo preso una lattina al volo. Semmai la folla dovrebbe acclamare me per avere una così bella mira- ribatte, mentre si corica vicino a me.
- GRAZIE, GRAZIE! - Improvvisa un mezzo inchino, e appoggia la testa sulle mie gambe, poi si mette a giocare con la Ps3.
- Che c’è stasera a cena? – mi chiede senza togliere lo sguardo dalla Play.
- Cinese –
- Wow, la mia fidanzata sa cucinare cinese? – sembra colpito, e si gira a guardarmi.
- No, la tua fidanzata sa comporre il numero del ristorante cinese qui all’angolo – ribatto continuando a sfogliare svogliatamente un vecchio numero di Vogue.
- Ahah divertente! –
- Lo so, vero? – rispondo ironica abbassando la rivista  – Sono o non sono una ragazza simpatica? –
- Si che lo sei, amore mio! – dice lui, fermandosi un secondo e strofinando il suo naso contro il mio - Ma questa ragazza simpatica imparerà anche a cucinare vero? Non vorrei che nostro figlio cresca con una madre che ordina cinese a tutto andare –
- Si, tranquillo - intanto afferro il bicchiere di rosso appoggiato sul tavolino.
Harry senza neanche alzare lo sguardo, mi rimprovera: - Appoggia quel bicchiere Hope... -
- Ah, cavoli, è vero! Mi dimentico sempre -
- Finchè non avrai il pancione non ti ricorderai che sei incinta?! -
- Evidentemente -
- Ci penso io - dice, mentre mi sfila il bicchiere dalle mani, e lo beve tutto d'un sorso -
Adesso però, fammi andare avanti con la Play,dai –
- Pfff. Uomini. Comunque, guarda cos’ho trovato! – estraggo dalla salopette una istantanea, un po sbiadita ma comunque ben visibile.
Harry le da una veloce occhiata e poi commenta – Hey, ma siamo noi in ospedale! A capodanno con la mia famiglia! Dove l’hai trovata? –
- Oh, nel cassetto all’entrata… guarda che facce che avevamo! Bhe certo, dopo un notte in un ascensore non potevamo certo essere rilassati e senza occhiaie… –
- Eri bellissima lo stesso. ..- si avvicina e mi da un sonoro bacio sulla guancia.
- Non attacca Harry. Non chiameremo il bambino Goku -
- Oh, eddai Hope! -
- Hey, hanno suonato alla porta? – cambio argomento - Vado io -
- Poi però ne riparliamo eh! –
- Se, se.. -Cammino scalza sul parquet ripensando a quella notte folle e mi stampo un sorriso in faccia, poi apro la porta.
- Oh, Paul! Ciao! Posta per noi? –
Paul è il nostro portiere. È un tipo simpaticissimo,  lo invitiamo sempre a cena, con sua moglie e i figli. Proprio delle brave persone.
- Ciao Hope! Harry! – si sporge oltre le mie spalle per salutarlo.
-Hey Paul! –risponde, appoggiando la Play sul tavolo e dirigendosi verso di noi.
- Ragazzi, Mark – L’addetto alla sicurezza – mi ha dato questi per voi. Mi ha raccomandato di dirvi che lui ha visto i primi 5 minuti e poi, quando ha capito come sarebbero andate le cose, vi ha lasciato la vostra privacy. Sapete cosa può significare? –
- Ehm, veramente no – sono un po’ confusa.
- E..oh! mi ha anche detto di dirvi che i video di sicurezza vengono tolti e sostituiti ogni tre mesi, per questo sono in ritardo –
 Video di sicurezza? Ma che…?                                                                           
- Ehm.. D’accordo, grazie amico. Hey, che ne dici di un barbecue questo fine settimana? –
- Dico che mi andrebbe proprio un po’ di carne! Chiamami!
Ci sentiamo ragazzi! –
- Ciao Paul! – chiudo la porta con un calcio, con i nastri in mano, ancora un pò confusa.
Nastri di sicurezza? Privacy?
- Cosa intendeva dire secondo te? - chiedo ad Harry, porgendogli i nastri.
- Bho! - risponde Harry. – Guardiamoli –
- Ok – inserisce con cura la videocassetta nel lettore e mentre mi rannicchio sul divano, raggiunta da Harry. Poi parte un filmato, in bianco e nero, che rappresenta un posto a me familiare...
- Hope? –
- Oh mio Dio… - 
- Sai cos’è, vero? –
- Santo cielo, dimmi che non è vero! –
- E … ahah, invece mi sa di si! –
- In ascensore… quella notte… c’era una telecamera? Oddio! Come abbiamo fatto a non accorgercene? Harry! – gli tiro un pugno sul petto.
- Bhe, che è colpa mia?? – ride.
Ecco noi che entriamo in ascensore, poi noi che facciamo il gioco delle parole, io che mi levo il pigiama anti-stupro, Liam, Niall… la caduta… mamma mia….
- Non so cosa dire! Non è possibile! – Harry si appoggia al divano, e in pochi istanti ecco qui, due cretini che ridono davanti alla televisione.
- Harry, ti prego, bruciamo i nastri – dico, tra le lacrime.
- Ma che dici?! Sono un ricordo bellissimo! È il ricordo di come si siamo innamorati! È il nostro ricordo! –
- Mmmh.. si hai ragione. Ma almeno nascondiamoli! –
- Si, mi sa che è meglio - 
Mi fermo un attimo a guardare Harry, che ride, senza accorgersi di essere osservato.
- Harry? –
- Mmh? –
- Non ti fa strano vedere questo filmato? Voglio dire, adesso sembra essere successo tutto cosi velocemente… ma in realtà sembravano passare i secoli li dentro! –
- Si, hai ragione. E tu ci pensi che se non ci fossimo bloccati in quel dannatissimo ascensore, non ci saremmo conosciuti? -
- Forse si, ma non ci saremmo innamorati –
- Già… -
- Hey Harry  
- Si? -
- Ho voglia di fragole -
- Fragole? A marzo? -
- Si, e allora? -
- Ok vado -
Si mette le scarpe e il giubbotto, ma prima di uscire si gira verso di me
- Ti amo - dice, quasi con tono sorpreso - davvero, ti amo tantissimo, Hope -

- Ma anche io, pastic … -
- Ma non chiamarmi pasticcino –
- Ok cicciobello. –
- Neanche –
- Tesoro? –
- Va già meglio –
- Ah, Harry -
- Che c'è? -
- Non sono ancora afferrata con la lavatrice -
- Mi stai dicendo questo perchè ...? -
- Perchè ora hai un maglione rosa - pausa ad effetto per vedere la sua reazione - Sei arrabbiato? – continuo, con una faccia da cucciolo.
- Naaa - si avvicina e mi scocca un sonoro bacio.
- Il rosa mi dona –
 
 
 
 
SCUSATE SE ARRIVA COSI IN RITARDOOOO
Non ci sono giustificazioni :(
Perdonatemi!
Fatemi sapere se ve gusta il capitolo ;)
Baci baci!!!


#HOPE

hhh

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