Capodanno in ascensore di Hope _ (/viewuser.php?uid=176045)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colpa dei biscotti. ***
Capitolo 2: *** So sweet ***
Capitolo 3: *** Dovrò farti innamorare di me ***
Capitolo 4: *** Titanic ***
Capitolo 5: *** ADORO i Twix! ***
Capitolo 6: *** Che mi dici di te? ***
Capitolo 7: *** Le 5 e 34. ***
Capitolo 8: *** Abbiamo un accordo. ***
Capitolo 9: *** New entry ***
Capitolo 10: *** One less! ***
Capitolo 11: *** FINALMENTE! ***
Capitolo 12: *** Happy new year! ***
Capitolo 13: *** First day of a new year ***
Capitolo 14: *** I love you ***
Capitolo 15: *** Show me you care ***
Capitolo 16: *** Non puoi lasciarmi adesso, così. ***
Capitolo 17: *** Three months later ***
Capitolo 1 *** Colpa dei biscotti. ***
È
l’ultimo dell’anno. L’ultimo
dell’anno. E
io sono bloccata in questo stupido ascensore.
Bhe,
non che avessi molto da fare. In effetti, ero scesa solo a comprare dei
biscotti.
Bloccato
con me c’è anche un ragazzo, che ha assunto una
posa che credo lui ritenga “fica”
nell’angolino là in fondo. Seduto, appoggiato al
muro, con una gamba alzata e il braccio appoggiato; lo sguardo perso.
Bhe,
non è molto difficile indovinare: “perché
mi tocca passare capodanno con questa tipa dalle calze a pois verdi
quando potrei benissimo essere ad una festa molto cool e limonare con
10 tipe di fila?”.
Sbuffa.
Allora
sbuffo anche io.
Non
è una bella situazione neanche per me ok? Che vuole?!
-
Mi sa che non ci tireranno fuori prima di domani … -
-
Si, credo anche io –
Silenzio.
Bhe
dai “domani” è vicino. Sono le 5:34.
Ok,
manca molto.
Però
provateci voi a chiamare un elettrico il giorno prima di capodanno. Non
ne troverete facilmente.
Silenzio.
Però
così mi annoio. E non succedono cose belle quando mi annoio.
Una
volta, a 7 anni, io e mio fratello abbiamo buttato giù un
televisore dalla finestra perché
“ci annoiavamo”.
-
Ti annoi? – mi chiede, quasi come se fosse colpa sua.
Annuisco
con la testa.
-
Si anche io. – ribatte però sorridendo.
Che
sorriso.
Anche
gli occhi non sono male ora che ci faccio caso.
E
quei capelli …
Basta,
devo uscire più spesso. Adesso anche il tipo della porta
accanto mi sembra attraente. Probabilmente sono molto stanca, esaurita
tutto qua. Persino un cactus potrebbe apparirmi sexy in questo momento.
E
poi questo tipo ha un’aria perversa negli occhi.
-
Hey, parliamo un po’? – ma
dice a me? Bhe, non c’è nessun altro per cui
…
-
Ooook … E di che dovremmo parlare? –
-
Bhe siamo vicini di casa no? Prima o poi ci saremmo presentati. Ce
l’hai un nome? – sarebbe un modo diversamente
gentile per chiedermi come mi chiamo? Tentativo fallito, mi dispiace.
-
Hope, Hope Cohen, piacere. Tu? –
-
Io mi chiamo Harry, Harry Styles –
-
Bhe, piacere Harry – dico mentre mi sfrego gli occhi.
-
Piacere mio. Anche se avrei preferito conoscerti in un’altra
circostanza. Magari ad una after-hour, con un bel vestitino da
cocktail… - poi china la testa e mi inquadra meglio.
Ma
che fa? Prende le misure?
Oddio,
me lo sentivo che era un pervertito.
Bene,
sono chiusa in ascensore l’ultimo dell’anno con
un maniaco. Però.
-
Ehm, si “Styles” vedi di fare meno il don giovanni.
Li odio i tipi come te. –
Bene
sono partita con il piede giusto. Almeno così capisce che
non sono ”una facile”.
-
Ok scusami…. –
Silenzio.
Pff….
Se sapesse che sotto il pigiama il vestito da cocktail ce
l’ho…
Stavo
semplicemente aspettando che venissero Cece e Roxy a trovarmi per un
mini mini party e ho messo questo stupido pigiama solo per scendere e
comprare dei biscotti.
Stupidi
biscotti.
Per
colpa loro adesso sono bloccata qui con un perverso.
Bha.
Non
che abbia intenzione
di dirglielo, che ho un vestito qui sotto, no.
Silenzio.
-
Che fai nella vita? – mi chiede.
-
Vivo – rispondo fiaccamente portandomi le mani alla fronte.
-
Ahaah divertente –
-
No, per niente, ragazzo-cespuglio. È che sono stanca, le mie
amiche mi aspettavano per la festa, e sono qui bloccata in ascensore.
Non è divertente. –
-
Ragazzo- cespuglio? Questa è nuova. Per molti sono curly
boy, Hazza… ma ragazzo-cespuglio mi mancava.-
Lo
guardo stranita.
-
Scusa, solitamente non sono così acida, ma è
stata veramente una lunga giornata e concluderla
così… non era certo il modo in cui speravo,
capisci? –
Mi
guarda per due minuti interminabili poi se ne esce con un
-
Si che ti capisco…. – e si avvicina a gattoni,
pericolosamente troppo vicino per i miei gusti.
-
Ma che hai capito rimbambone?! Sciò, pussa via! -
-
Ma che hai capito tu? Io volevo solo toglierti un po di stucco che si
è staccato dalla parete! –
E
con fare molto tranquillo, mi prende dalla spalla un pezzettino di
qualcosa di giallo per poi buttarlo sul pavimento.
Ah.
-
Ah, ehm, si scusa, no sai è che… -
Oddio.
Che
enorme figura di merda.
Questa
è proprio l’apoteosi delle
figuracce.
Si
siede da parte a me e appoggia la testa al muro.
-
Trentatrè trentini entrarono a Trento tutti e
trentatré trotterellando. –
-
Ma cosa fai? –
-
Niente, passo il tempo.-
-
Ma non ce l’hai dietro un ps3 portatile o qualcosa del genere
come tutti i ragazzi normali? –
-Fammi
pensare… no. Anche perchè non avevo programmato
di bloccarmi in ascensore. Proprio no. -
ASGHALLAHH
A TUTTI! :D
Uao,
questa è la mia prima storiellina! D:
cioè, la prima cosa che pubblico su Efp ;)
Spero
che dopo aver letto lascerete un commentino, anche piccolo,
perché se non lo fate mi torturerò notte e giorno
pensando che scrivo da schifo e che morirò sola (?).
Questa
è solo una delle tante sclerate mattutine, quindi se vi
diverte/fa schifo/ vi piace TRANQUILLE che ne ho ancora a dozzine e ho
intenzione di pubblicarle, probabilmente oggi ;)
Però,
davvero, ci terrei tantissimo a sapere la vostra opinione! Cosi so se
pubblicare le altre o meno :D
Questa
è una storia che ho deciso si concluderà in una
decina di capitoli. Ma
andrò avanti solo se riceverò almeno 2 commenti!
Non chiedo molto! Vi
prego! *disperata*
Altrimenti mi sento una cacchetta ._. YEAH!
Ok, vi ho annoiate abbastanza, quindi ora vi
lascio.
SSCCIIAAAAOOO :D xoxo
(MMMMH leggendo le altre storie, ho notato
che gli autori salutano sempre con una frase BUM! Solo che io non ne ho
neanche una … mmh vediamo… CI SONO! )
#HOPE
Ps: Hope è il nome delle
protagoniste delle mie one shot o
storie-che-non-finirò-mai-in-questa-vita.
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Capitolo 2 *** So sweet ***
-
Ok dai giochiamo a qualcosa-
Eravamo
là dentro da due ore e non capivo da dove tirasse fuori
quell’energia.
-
Veramente Harry… -
-
ASCENSORE –
-
C..cosa? –
-
Io dico una parola, tu la dici e ne aggiungi una e così via.
Capito?-
-
Harry…-
-
ASCENSORE! –
Lo
guardo frustata ma che posso fare? D’altra parte sono
bloccata qui con lui.
-
Ascensore…. nutella. –
Ha
capito che sto al gioco e si avvicina gattonando verso di me,
concentratissimo.
Oddio,
sembra un bambino di 8 anni.
Un’inquietante
e riccioluto bambino di due anni.
-
Ascensore, nutella, frigorifero.-
-
Ascensore, nutella, frigorifero, cellulare. –
-
Ascensore, nutella…. – poi inclina la testa con
un’aria confusa. - Mi sono già dimenticato.-
Ah,
bene.
-
Ma come, scusa? Prima mi chiedi di giocare con te e poi scegli un gioco
dove sei una schiappa? Ma fammi il favore! – sbotto.
-
Bhe, volevo solo farti ridere… sei così
cupa… -
-
Cupa? Non sono mica una nuvola, Harry. –
-
Non sei comunque a tuo agio qui con me. – si rabbuia. Adesso
è lui la nuvola. Ma davvero gli interessa quello che penso?
Non
so come reagire. Si è rannicchiato dall’altra
parte.
-
Harry …- mi sporgo verso di lui con un mano –
… non è colpa tua. È solo
che… cioè capisci, non è piacevole
passare ore e ore chiusi in un ascensore. E se soffrissi di
claustrofobia? E se dovessi fare pipì?-
-
Mi girerei dall’altra parte – risponde senza
girarsi.
-
Ahahhaha Harry! – gli tiro una pacca sulla spalla.
-
E tu faresti lo stesso no? –
Lo
guardo disgustata e stupita, con la bocca mezza aperta.
-
Tu non farai pipì qui dentro- la mia suona
più come una domanda però. Ho paura che ne sia
capace.
Lo
conosco da due ore e già so che potrebbe fare
pipì in un’ascensore.
-
Scherzo, scherzo… -
-
Fiuuu – mi passo simbolicamente la mano sula fronte.
Poi
ci guardiamo e sorridiamo divertiti. Dai, non è
così male.
Ma
spero davvero che a nessuno dei due scappi la pipì.
-
Bhe adesso che facciamo?- gli chiedo mentre mi rialzo con un evidente
sforzo visto che sono stata seduta per un’oretta buona. Ma,
mentre mi sollevo, parte del pigiamone con le paperelle anti-stupro mi
rimane incastrato nella rete delle pareti, strappandosi. Cavoli.
E
adesso?
Era
il mio pigiama preferito.
Mentre
cerco di rimediare il rimediabile Harry contorce la bocca in quella
chre credo sia un ‘ espressione sorpresa.
Ho
qualcosa che non va?
Mica
mi si vedono le mutande! Solo un pezzo di stoffa rossa del vestito!
Vabbè
a questo punto tanto vale toglierselo sto stramaledetto maglione.
Oh!
Decisamente meglio!
Oh
no. No, Harry ha quello sguardo da pervertito.
-
Va tutto bene?- voglio accertarmi che sia tutto a posto
perché non ho qui con me un kit da primo soccorso. E neanche
una divisa da crocerossina, grazie a dio.
-
Aaaahhmm… si… si.. tutto… uao!
Cioè è tutto uao! – risponde come se
avesse un tumore a cervello
Ma
sbava?
-
Si..- lo guardo più confusa di prima cercando di guardarlo
negli occhi anche se la sua visuale cade molto più in basso.
-
Harry? –
-
Si? –
-
Ti dispiace, ecco, sai, magari.. non guardarmi il fondoschiena?
–
-
Ehm, si certo un attimo –
-
HARRY! –
-
Scusa, era un complimento! –
-
Hai un modo strano di fare i complimenti
vicino-di-casa-con-il-quale-spero-di-non-avere-mai-più-niente-a-che-fare
–
-
Io spero di no! Mi stai simpatica –
-
Non mi conosci – sussurro mentre mi risiedo e butto il
pigiama lontano.
-
Si invece! In queste ..- si guarda l’orologio – 2
ore e 32 minuti ho imparato che ti piace il profumo delle palline da
tennis, piangi quando guardi Grey’s Anatomy, non ti piacciono
gli scherzi sulla pipì e speri di avere una vescica
resistente, ami i pigiamoni con le paperelle e hai delle belle gambe.
–
Quando
finisce resto un attimo inebetita.
-
Harry? –
-
Che? –
-
Sei malato -
YEAH!
Com'è?
Ahhaha
vi giuro che mi sono divertita un sacco a scriverlo! fingevo di essere sexy!
XD
Comunque volevo
farvi notare come Harry passa dalla perversione alla dolcezza, non so
se ci sono riuscita. il punto è che io lo vedo proprio cosi.
Penso sia una persona perversa
e coccolosa.
Mi dispiace, cercherò di fare capitoli più
lungherrimi (??)
BHE
spazio ai commenti ora ;)
al
prossimo! (che credo pubblicherò proprio ora XD)
xoxo
#HOPE
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Capitolo 3 *** Dovrò farti innamorare di me ***
-
Sono un marines, piango se non mi dici
“ti voglio bene” alla fine delle chiamate, odio i
gatti. –
Ora
stiamo giocando a “due bugie e una
verità”.
-
Mmh.. non saprei … odi i gatti? –
butto lì.
-
Ma no!
È ovvio che piango se non mi dici ti voglio bene quando
attacchi il telefono!
Questa era scontata! –
Sembra
offeso davvero.
-
Bhe, che ne so io? Ci conosciamo solo
da 3 ore! -
-
Ok, tocca a te –
-
Dunque, vediamo… mi piace il
cioccolato, non mi piace andare al cinema, sono una ballerina di lap
dance –
-
Ti prego, TI PREGO, dimmi che quella
vera è che sei una ballerina di lap dance. –
-
No, Harry caro, mi dispiace. Mi piace
il cioccolato. –
-
Accipicchia, ci speravo…-
si batte un pugno sul ginocchio e lascia
cadere la testa contro il muro.
-
Magari un’altra volta … - gli dico
maliziosamente per farlo impazzire e gattono verso di lui
Mi
guarda allibito avvicinarmi.
-
E .. ovviamente scherzavo. – dico
ripiombando a terra.
-
Sei proprio … fff -sembra deluso.-
-
Che ti prende? Tanto quando ci
“libereranno” te ne andrai in qualche discoteca a
limonarti con qualcuno. Stai
tranquillo, cerca di resistere.- gli dico ironicamente come una mamma
apprensiva.
-
Naaa, non credo proprio-
-
Cosa?-
-
Stavo andando in ospedale-
-
Avresti passato la notte di capodanno in
ospedale? –
-
Già, da mia sorella –
-
Tua .. tua sorella?-
-
Si, soffre di diabete e avevamo deciso
di riunirci tutti nella sua stanza per festeggiare. Ma a quanto pare io
non ci
sarò. –
O
mio dio.
L’avevamo
giudicato… Tutto ciò che
pensavo di lui era .. sbagliato.
Santo
cielo.
-
Oh … io… mi dispiace.-
-
Va tutto bene. Capiranno. Inoltre la
mia famiglia è numerosa. Non si accorgerà nemmeno
della mia assenza – afferma,
facendomi sorridere.
-
Bhe, è dura non accorgersi della tua
assenza… -
-
Cosa? –
Oddio.
L’ho detto ad alta voce?
Stupida
Hope. Sei propria una beota.
Il
prof di matematica aveva ragione.
-
NIENTE –
Mi
giro, rossa in viso.
Momento
di silenzio.
-
Hey, torniamo a giocare? – mi chiede
all’improvviso.
-
Si! – si ti prego, dimentichiamo
quello che è appena successo.
Tra
l’altro, neanche lo pensavo davvero.
Davvero.
-
Allora … Parti tu? – tu gli chiedo
deglutendo e tirandomi indietro una ciocca di capelli.
-
Ok…- chiude un attimo gli occhi per
raccogliere le idee.
-
Vediamo… Ho fame, mi scappa la pipì e
… - oddio, si sta avvicinando pericolosamente – ho
tanta voglia di baciarti …-
mi è praticamente davanti, e mi sta fissando le labbra,
mordendosi le sue. Oh
santa carota.
Si
avvicina sempre di più… sento il suo
respiro sulle mie labbra…
-
NO! HARRY FERMATI ORA! –
Lui
esita e mi guarda stranito, come se
fosse il primo no che si sente dire.
-
Scusami, sono stato inopportuno… Io… -
si passa una mano tra i riccioli mentre velocemente arrossisce e si
sposta in
un altro angolo.
-
Mi dispiace, ok? Ma non è così facile.
Non puoi venirmi davanti e credere di potermi baciare! Prima io mi
… io mi devo
… - metto giù il broncio e incrocio le braccia al
petto. – io mi devo
innamorare –
Lui
mi guarda come se avessi appena
detto di essere un procione in calore.
-
È complicato .. – dico poi alla fine.
-
Lo è sempre vero? Innamorarsi… –
sussurra Harry.
Cos’è?
Si improvvisa filosofo ora?
-
Ho un’idea – dice alla fine.
Lo
guardo in modo interrogativo.
-
Dovrò farti innamorare di me –
Lo
sguardo si fa ancora più
interrogativo.
-
Ah si? E credi di riuscirci entro
domattina? –
-
Ci scommetto le mutande –
-
Ecco, già questa te la potevi
risparmiare – lo guardo amareggiata.
-
Si, scusa. D’ora in poi faccio sul
serio –
Mmh.
-
Staremo a vedere -
BHEEEEEEEEEEE??????
ODDIOOOOOO
mentre scrivevo mi salivano i brividi lungo la schiena.
cioè ma ci pensate? riuscite a immaginare che bello sarebbe
sentirsi dire una cosa cosi?
Ok,
ammetto che ho spudoratamente copiato l'idea da una puntata di Lie to
me, però ... sono felice del risultato! sarà la
prima volta O.O
bhe,
e voi cosa ne pensate? ;)
Io
aspettooooo :D
xoxo
#HOPE
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Capitolo 4 *** Titanic ***
-
Dov’eravamo rimasti? –
- Film preferito… - gli ricordo
svogliatamente coprendomi gli occhi con il palmo della mano. Stiamo
facendo
delle domande per conoscerci.
È molto dolce ma … voglio dormire.
- Ah si, film preferito, vediamo
potrebbe essere … non so …-
- Titanic –
- Dovevo indovinare! –
- Scusami! Fammi un’altra domanda dai… -
-
No, no, Titanic… ok… - si alza in
piedi e mi porge la mano per aiutarmi
ad alzarmi, che io accetto.
- Ti fidi di me? –
Ho capito che vuol fare.
- Oh Signore, non vorrai ripetere tutto
il film vero? –
- Naaa, solo i momenti più romantici –
- Bhe, allora menomale che non c’è
un’automobile d’epoca qui… -
- Io direi sfortunatamente! Comunque, a
pensarci bene, posso fare io Rose?-
- Perché scusa? Qui la donna sono io! –
- Si, ma vedi … lei
non muore alla fine –
- E faresti morire me?! Che gentiluomo!
Questo ti toglie almeno 36 punti! –
Gli ho assegnato un punteggio. Se arriva
a 100 vince. Mi innamoro di lui.
“Tanto
non ci vuole molto”.
Ok sto cercando di spegnere quella parte
di cervello che si vuole arrendere subito.
- No, no, scherzavo! Dai ricominciamo. –
si schiarisce la voce. Chak, azione!
–Dammi
le mani e chiudi gli occhi … Ti fidi di me?
–
Lo guardo male per un attimo però non so
resistere a quegli occhioni e interpreto la mia parte:
– Si,
mi fido di te –
Così allargo le braccia e lo sento
prendermi per la vita
- Apri
gli occhi –
- Sto
volando Jack, sto volando! – oddio questa cosa
è così ridicola! Però ci
stiamo divertendo troppo!
- Oh
no Rose! – cosa? Di Caprio non dice nulla del
genere in quella scena! -
Cosa
dici creti… -
- C’E’
UNO SQUALO PERGIOVE! – poi si piazza di fronte a me
fingendo di sguainare
una spada invisibile.
- TRANQUILLA!
TI PROTEGGERO’ IO! – e infilza
“lo squalo”.
- Visto
che eroe? – fa un mezzo inchino, mi prende la mano
e me la bacia
dolcemente. “OOOOWWWWAAAA”. Zitto! Scusate, era quella parte di cervello.
Lo guardo qualche istante, poi sentenzio:
- Non so se te l’ho già detto. Ma tu sei
malato. Un tumore al cervello probabilmente. –
- Si, me l’ha già detto madame –
- E poi hai rovinato una bellissima
scena! –
- Allora facciamone un’altra:
decidi tu
stavolta –
- Ok…- mi guardo intorno come
per trovare l’ispirazione.
Ci sono!
Salgo sul gradino nell’angolo
dell’ascensore e
comincio con la mia performance. Silenzio in sala per favore.
- Lei
è
pazzo – affermo con decisione, alzando il mento e
fingendo di essere
aggrappata alla nave.
All’inizio lui sembra non
comprendere, ma poi
gli mimo ciò che deve dire come se ci fosse un pubblico
impaziente alle nostre
spalle, e lui capisce.
-
Non è
l'unica a dirlo, ma... con tutto il rispetto che merita, signorina, non
sono io
quello appeso alla prua di una nave. Per favore, avanti, allunghi la
mano. Non
vorrà commettere una simile sciocchezza. Il mio nome
è Jack Dawson –
- Rose
Dewitt Bukater -
-
Devo chiederle di scrivermelo, il suo. –
-
Dove la porto signorina? –
- Su
una stella! – esclamo ridendo.
Si, è mezz’ora che stiamo
“recitando” e
non mi sono mai divertita cosi tanto.
- Ok, ok l’ultima – Harry interromper le
nostre risate.
Prende una bottiglietta d’acqua dalla
sua sacca e se ne versa un pò sui riccioli, mentre mi guarda
e sorride.
- Ma sei stupido? – gli dico a braccia
conserte però sempre ridendo.
- Non odiarmi –
- Per cosa? –
E mi tira la bottiglietta addosso.
- Per questo -
- HARRY. DIMMI CHE NON HAI FATTO QUELLO
CHE HAI APPENA FATTO. O TI AMMAZZO, GIURO. –
Sono in un ascensore, bagnata fradicia,
la notte di capodanno. Cioè Dicembre.
GELERO’.
Sono ancora sconvolta quando si avvicina,
butta a bottiglietta a terra e mi prende le mani.
- Rose!!! Che stai facendo? NO! Rose
perché l'hai fatto? Sei pazza?! Perché l'hai
fatto, perché?
–
Ahhh ho capito. È la scena
nella quale rose scende dalla scialuppa e torna da lui da perfetta
deficiente.
Bhe, son già bagnata per
cui starò al gioco.
- Salti tu,
salto io, ricordi?- |
|
Dico,
e riesco quasi a piangere. Uao,
dovremmo fare gi attori.
E giù ancora a ridere come due diversamente
normali. Che poi è quello che siamo, guardateci.
- Non è che hai scelto questa scena
perché continuano a baciarsi vero? –
- NOOOO – risponde innocente.
- Non ci avevo neanche pensato –
Neanche io, infatti.
“Invece
si”. Zitto tu.
Ricordo
di aver scritto questo capitolo quando hanno dato un po di tempo fa
Titanic su Italia Uno.
Romantico no?
Sono sdolcinata oggi =w=
DATEMI UNA "R"!! DATEMI UNA "E"!
DATEMI UNA "CENSITE!"
AYEHA!
#HOPE
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Capitolo 5 *** ADORO i Twix! ***
-
No, basta, io proprio non ce la faccio più.
Com’è possibile che nessuno, e dico nessuno sia
mai passato sulle scale o abbia provato a chiamare
l’ascensore in 4 ore? 4
ore.-
-
Qui vivono solo vecchietti e piante. E poi ci siamo noi 2 –
-
Ah ecco… -
Momento
di silenzio. Credo che entrambi ci stiamo soffermando un po troppo sul
significato di ciò che ha appena detto. “E
poi ci siamo noi due”. Noi
due. Cosa siamo noi due?
Voglio
dire, non siamo amici. Neanche conoscenti. Fidanzati neppure. Siamo
… siamo … siamo solo due tipi rinchiusi insieme
in un ascensore, quindi?
Bhe,
siamo vicini di casa!
Si
ecco, vicini di casa.
-
Neanche io ce la faccio più – dichiara alzandosi e
guardandosi in giro. Come se ci fosse qualcos’altro oltre i
cancelli in ferro battuto di questa gabbia.
-
E cos’avresti intenzione di fare? Piegare le
sbarre come braccio di ferro? Scusa, ho dimenticato il
barattolo di spinaci –
-
Ma come siamo divertenti oggi! No, guarda ciò che volevo
fare era semplicemente aprire la botola sul soffitto e far scattare la
leva che blocca l’ascensore –
-
Oh, bhe , questa è forse la cosa più intelligente
che hai detto da quando siamo rinchiusi qui dentro!–
-Grazie.
Ora però aiutami – mi porge la mano per aiutarmi a
alzarmi.
-
Bhe? E io cosa dovrei fare scusa? – lo guardo confusa.
-
Pensi forse di riuscire a sollevarmi? Non credo, quindi io dovrò
sollevare te –
-
Tu scherzi –
-
Ti sembra stia scherzando? Neanche io ci tengo a restare chiuso qui
tutta la notte –
-
Fff .. si ..hai ragione. Ok, però a una condizione.
–
-
Quale? –
- Attento! Non
farmi cadere!! Più a destra! No, no a sinistra! Ecco un
po’ più in alto.. –
-
Non posso togliermi questa maledettissima benda?? Non vedo un
accidente! –
-
Per questo te l’ho fatta mettere. Credevi davvero che con
questo vestito ti avrei permesso di sollevarmi? E poi non è
una benda, è il mio pigiama antistupro!–
-
Ci ho provato… -
-
Cafone! Ecco più a su… ci sono! –
spingo con tutte le mie forze la botola di ferro sopra di noi e cerco
la leva, ma non vedo niente.
-
Harry? –
-
Che c’è? – sento mugolare da sotto.
-
Niente. È questo il punto. Non c’è
niente. Non dovrebbe esserci una leva? –
-
Dovrebbe. Se non c’è vuol dire che ci sarebbe da
svitare, che so , un'altra botola e azionare dei pulsanti, quindi siamo
fregati. A meno che tu non tiri fuori un cacciavite dalla tua
borsa…. –
-
Spinaci, cacciaviti.. credo che sceglierò con
più criterio le cose da portare nella borsa in futuro, che
dici? –
-
Dico che sarà meglio cominciare a prendere le scale d'ora in
avanti -
-
Tienimi mentre scendo –
-
Ok, fai piano … -
-
No, no, tieni la mano destra, no il mio piede..-
-
Attenta! Non vedi dov’è la mia man… no!
NO! HOPE! STAI ATTEN..-
BUM.
E
in un attimo mi ritrovo a terra, distesa su Harry che sembra
privo di sensi.
-
Harry? – gli do qualche strattone – Harry? Ci sei?
Dai non sono cosi pesante! È impossibile che volandoti
addosso ti abbia ucciso! Su non fare il cretino! –
Niente.
-
HARRY! – gli tiro un pugno nello stomaco e lui si piega in
due gemendo dal dolore.
-
MA SEI MATTA? Aia! Lo stomaco mi serve! –
-
Bhe, sappi che fingendo di essere svenuto hai perso ben 10 punti! No
20! –
-
Bhe, meglio i punti che la pancia, ti pare? -
Spenta.
-
Bhe ..- gli dico alzandomi e stirandomi il vestito con le mani
– è stato inutile. Non c’era nessuno
leva. Cristo, invecchieremo qui dentro! –
-
No, pensa positivo dai ..- tenta di alzarsi ma appoggia la mano destra
e cade rovinosamente a terra gridando.
- Harry! Tutto bene? Che hai alla mano?! – gli
prendo delicatamente il polso e noto che ha un vistoso taglio sul palmo
della mano.
-
Oddio Harry! Ma stai sanguinando! –
-
No, non è niente, adesso mi passa … - dice, ma
noto che la sua faccia si contorce in una smorfia di dolore.
-
No, non è vero. Aspetta…. – raccolgo la
borsa e estraggo il kit da pronto soccorso.
-
Non hai il cacciavite, ma hai un kit da pronto soccorso? Questa poi..
–
-
Perché, ti sembra forse che portarsi dietro dei cerotti sia
più strano che portarsi un arnese?? –
-
In effetti … -
-
E comunque è un bene, no? Altrimenti come potrei aiutarti
adesso? – Mi
chino da parte a lui, e appoggio la sua mano sulle mie ginocchia. Poi
prendo il disinfettante e glielo applico sulla ferita.
-
Bruciiaaaaa!!!! -
-
Ma bravo! È disinfettante! Certo che come sopporti tu il
dolore nessuno, eh? Che
uomo virile! –
Lui
mi lancia un occhiata divertita, e poi ritorna a stringere i denti dal
dolore.
-
Hai finito? –
-
No! Continui a muoverti! –
-
Uffa che palle…. –
-
Sai solo lamentarti? –
-
No. So anche baciare. Vuoi vedere? –
-
No, grazie, vivo anche senza – rido, notando
la sua espressione, le sue labbra che mi fanno il labruccio.
Mentre
finisco di bendargli il taglio, noto che non smette di guardarmi, ma
faccio finta di niente.
-
Sai che mi piace disegnare? – esclama
all’improvviso.
-
No, ma ora si. Grazie dell’informazione. – gli
rivolgo un sorriso amichevole.
-
E a te? Cosa piace fare? –
-
Io? Niente. Bhe mi piace curare le ferite di uno sconosciuto scassa
palle in un ascensore che si blocca la notte di capodanno –
-
L’avevo immaginato –
Ci
guardiamo e sorridiamo. Poi vado avanti con le bende.
Intanto
prima che io me ne possa accorgere la sua mano è scivolata
nella mia borsetta e ha estratto il mio Ipad.
-
Hey! -
-
Tu continua con la ferita –
Lo
guardo male ma lo lascio fare. Tanto non c’è su
niente di scandaloso.
-
Ti piace scrivere forse? –
Oh
no. Mi ero dimenticata delle storie.
-
No senti dammelo. Dai sono … private. Solo cose che scrivo
la mattina nella metro –
Ma
lui non molla la presa, neanche quando lo minaccio con le forbici.
-
… Sono queste le cose che voi ragazze ritenete romantiche? “…-
Hope, diamoci una seconda chance. La meritiamo. Non ho ancora finito di
amarti – conclude stringendo forte le mie mani.”-
-
Si. Si, queste sono le cose romantiche. E non prendermi in giro.
–
-
No, no assolutamente – trattiene una risatina.
-
Smettila! –
-
Hey! – alza improvvisamente la testa facendomi sobbalzare.
– ho un’idea! –
Lo
guardo fintamente curiosa - So che muori dalla voglia di dirmela!
–
-
Tu potresti scrivere un libro e io potrei farci i disegni! No! Ci sono!
Un libro per bambini!
– enfatizza particolarmente la parola
“bambini” e allarga il braccio sinistro come se
vedesse il futuro scritto sulle pareti di questo maledetto ascensore.
-
Harry… - cerco di bloccarlo ma lo vedo cosi preso che non mi
lascia parlare.
- Si!!!
Dei libri per bambini! Sarebbe bello no? Un giorno potremmo leggerlo ai
nostri figli! Cioè, non che noi due un giorno avremmo dei
figli – Ok, si sta agitando - Cioè si, li avremmo,
ma non
insieme, non che mi dispiacerebbe averli insieme! Assolutamente, anzi!
…. Ma che sto dicendo…? – aveva tutta
un’adrenalina in corpo che anche quando ha detto le parole
“io””te””figli”
e “insieme” non sono riuscita a fermarlo.
-
Scusa è che quando sono affamato dico cose senza
senso… -
-
Bhe devi avere molta fame allora…-
-
Hai qualcosa? –
-
Uhm… si forse…. Solo un twix –
Alla
parola Twix il suo viso si illumina.
-
ADORO i Twix! Presto! Imboccami tu! –
Cosa?
-
Harry, credo di non aver capito bene…-
-
Dai! Ho fame!il mio braccio è troppo debole per mangiare!
–
-
Ma non è vero!–
Sembra
non sentirmi e va avanti a parlare - Ma dobbiamo mangiarlo in modo che
nessuna delle due barrette resti sola alla fine! Così
l'altro non soffre ! –
Are
you kidding me?
- Harry,
sei malato-
-
Ci conosciamo da 4 ore e me l’avrai già detto 5
volte –
-
Ok, ok è solo che … ti senti quando parli vero?
–
-
Dai, fai come dico – faccia da cucciolo. Cosi non vale
però.
-
OK – esaurisco il suo desiderio e lo imbocco mentre anche io
mangio con il twix stando attenta a non sporcarlo con il disinfettante.
Oh
porca l’oca, è una scena troppo comica.
Siamo
quasi alla fine e devo andare più veloce altrimenti il suo
twix rimane solo.
Si,
questa cosa mi ha preso.
Credo
sia molto dolce.
Strana
anche.
Strana
e dolce, ecco.
Strolce!
-
Finito! – gridiamo insieme per poi cadere in grasse
risate.
-
Ahia! – grido alla fine.
-
Harry, mi hai morso un dito! –
-
Scusa non volevo! Ecco…-
Mi
prende dolcemente la mano e da un bacio sull’indice ferito.
Waaaaa!!!
Che dolce!!!
Cioè
… ehm.
20
punti.
COME è
VENUTOOOOOOOOO????
Ho
cercato di farlo più lungo , praticamente ho scrito un pezzo
e poi ci ho attaccato delle cose cose che avevo scritto un bel po di
tempo fa ;)
Spero
non ci siano incongruenze D:
(quello
che Harry legge sull'Ipad di Hope è uno spoiler di una
prossima storia che voglio pubblicare ... ehehhehe *malvagia*)
Comunque
vorrei ringraziare davvero con tutta l'anima tutte le persone che
recensiscono, siete fantastiche :'') non solo questa storia ma anche
tutte le altre e in particolare questa:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1049543&i=1
Grazie
grazie grazie! :D
La forza per andare avanti a scrivere me la danno i vostri
commenti e non sto esagerando!
VI
voglio bene <3
PS
se avete suggerimenti o voreste che nelle storie comparissero altri
personaggi o cose varie, fatemelo sapere! nelle altre storie me l'hanno
già detto ;)
#HOPE
|
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Capitolo 6 *** Che mi dici di te? ***
-
.. E quando aveva 13 anni gli hanno diagnosticato il diabete di tipo 1
–
-
Dev’essere stato un brutto momento … -
-
Si.. ma in realtà non ci pensiamo neanche più.
Adesso è in ospedale perché è
svenuta la settimana scorsa, ma di solito vive normalmente –
-
Menomale. E tu .. tu stai bene invece vero? –
-
Si, si… Hope … grazie per avermi chiesto di me e
della mia famiglia. Non ne
parlo mai con nessuno –
- Oh,
ehm…
figurati – sorrido e mi sfrego
nervosamente le mani.
5
ore.
5.
Ore.
E
ancora non ci scappa la pipì.
Che
bello!
Harry
mi sta raccontando com’è la sua vita. Si sta
aprendo con me come se fossi una
psicologa.
Uao,
e chi l’avrebbe mai detto che restare chiusi in un ascensore
fa avvicinare due
perfetti estranei?
-
E tu? Che mi dici di te? – mi chiede mentre si stiracchia le
braccia.
-
Niente. Non ti dico niente –
-
Uh facciamo le misteriose? –
-
Si. Bhe, ma cosi almeno ti lascio spazio all’immaginazione.
Dai, tira ad
indovinare com’è la mia vita – tiro le
ginocchia al petto e aspetto.
-
Oh-oh! Ok mi piace questo gioco… Vediamo … -
-
.. E se ben ricordo ti ho già detto che non faccio la
ballerina di lap dance –
-
Accidenti, hai ragione! Allora.. non è che sei
un’infermiera? –
-
No Harry. Scommetto che mi immaginavi con una divisa da crocerossina
–
-
No, no… - trattiene una risatina.
-
Dai! Riprova –
-
Mmmh … -
-
E che non c’entri con qualcosa di sexy, pervertito che non
sei altro! –
-
Ok, ok! Sei… mmmh … un avvocato? –
-
Punti troppo in alto cocco –
-
Impiegata? –
-
No –
-
Cassiera? –
-Neanche
–
-
Commessa? –
-
Sei una schiappa a indovinare! –
-
Camionista? –
-CHE?
–
-
Ci ho provato … Astronauta? –
-
Eh, vabbè … -
-
Dai dimmelo. –
-
Ffff … Sono una maestra. Insegno ad una classe di 4
elementare. E bibliotecaria
part time –
-
Due lavori? Però ….
-
Chi me la paga l’università di design altrimenti,
scusa? –
-
Uao, sei … -
-
Cosa? Matta? Impegnata? Povera? Ehm, in effetti sì
– dico con una sensazione
quasi di sollievo. Queste 5 ore sono per ora il periodo più
lungo che ho avuto
dopo il liceo in cui mi sono riposata.
La
vita è dura.
Perla di saggezza che si impara a proprio spese.
Mi
sfrego il viso. Da quando sono bloccata in questo ascensore mi sembra
tutto
cosi strano che mi ero persino dimenticata della mia vita fuori.
Che ho sue
lavori.
E
che vado all’università.
-
Veramente .. – continua lui -
..stavo
per dire incredibile –
Lo
guardo un attimo poi scuoto il capo.
-
No. Solo quando lo dico suona cosi. Ma in realtà avere due
lavori e frequentare
allo stesso tempo l’università .. è
solo sfiancante, stressante e non lascia
tempo per una vita. Sono giovani, per dindirillina! -
-
Secondo me sei un portento sei fai davvero tutte queste cose
–
…Che
bella cosa da dire. “Sei
un portento”.
-
Bhe .. grazie – cerco di non
gongolare - Ma tu?
Tu che fai invece? –
-
Oh. Ehm, io ecco.. io .. niente. –
-
No, dimmelo. Sul serio che fai? –
-
Niente. Io non faccio.. niente –
-
… “Niente”? Tu .. non fai niente?
–
-
Cioè, il
cameriere. Ma è complicato –
Io
mi faccio il culo mentre lui veste Armani e fa solo il cameriere?
Qui
urge una spiegazione.
-
Sono figlio di un produttore discografico. –
-
Ah… ora capisco. Mantenuto. –
-
No. Neanche. Se mi lasciassi finire… -
-
Fai pure –
-
Non faccio niente di più importante per scelta. Sono un
semplice cameriere perché
.. perché è l’unico lavoro che potevo
permettermi senza inserire nel curriculum
“figlio di Noel
Gallagher Styles” . Non
posso trovare un lavoro importante senza che mi riconoscano. Mi spiana
la
strada, sempre. E io vorrei spianarmela da solo. Faticando. Come gli
altri. –
più va avanti a parlare più di scalda.
-
Pfff, ti ho chiesto che fai, E tu mi racconti la storia della tua vita
–
-
Oh, scusa, io ..-
-
Non ho detto che mi dispiace-
Sorride
e china ancora la testa facendo cadere i riccioli.
Pfff…Non
che io noti questi dettagli.
Stupidi,
ridicoli, riccioluti e carini dettagli.
EH-EHM.
-
Comunque gli voglio molto bene. Non posso fingere di non essere suo
figlio però
io e Gemma gli vogliamo molto bene. E lui ne vuole a noi –
-
Si, ne sono certa – gli mando uno dei sorrisi più
rincuoranti che riesco a
fare.
-
Ora basta parlare di famiglia e lavoro. Oh mi è arrivato un
messaggio. – tira
fuori il suo I-phone - “Tim ti
regala…
” oh, cristo. Questi messaggi fanno molto forever alone.
–
-
Harry? –
-
Che hai? – mi guarda alzarmi e dirigermi verso di lui.
-
Ti è arrivato un messaggio dalla Tim –
-
Si, e allora? –
-
UN MESSAGGIO! Ma è grandioso! –
-
Davvero? Secondo me invece questi messaggi rompono solo le scatole
–
-
No non capisci. Ma davvero non ci arrivi? Ti è arrivato un
messaggio. E siamo
bloccati in un ascensore. Credevamo non ci fosse più campo!
Ma invece si! Usciremo
di qui! Oh grazie Karma – mentre parlo il suo viso va
illuminandosi e si alza
in piedi prendendomi le mani.
-
Usciremo di qui!!!! YEEEEEE – cominciamo a saltellare.
-
No no aspetta! Non ti muovere troppo! Potrebbe scomparire
quell’unica
tacchetta! (o
crollare l’ascensore… ) Fermo
cosi … o
più in alto … ok perfetto! Ora ci
sono tre tacchette! –
-
Si ma cosi sono in punta di piedi neanche fossi una ballerina. Non
riesco mica
a stare cosi per molto! –
-
Harry. Sii uomo. Anzi no. Sii una ballerina. Pffff – cerco di
trattenere una
risatina ma mi è un po difficile.
Allora
lui se la tira e comincia a canticchiare il lago dei cigni facendo
mossette
stupide e imbarazzanti.
E
all’improvviso ci ritroviamo a ballare per
l’ascensore.
-
Ok ok dai, ora chiama i pompieri, la polizia, la regina, il papa
qualcuno per
favore! –
-
Si il numero è 11… no. Aspetta. È
sparito –
-
Il campo? –
Fa
un cenno affermativo con la testa.
-
Oh, no, eddai!!!-
Disperation
time.
-
Quindi dobbiamo solo continuare ad.. aspettare? –
-
A quanto pare ..- risponde Harry con lo stesso tono sconsolato.
-
Ffff.. incredibile. Ok dai… altre poche ore… che
saranno mai giusto? –
-
Eh già …. –
Silenzio
-
Hey Hope? –
-
Si? –
-
Non è che hai TempleRun sull’Ipad? -
|
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Capitolo 7 *** Le 5 e 34. ***
-
Siamo bloccati qui dentro dalle 5 e 34 –
-
Uao, preciso come un orologio svizzero, Harry –
-
Fffff … Passeremo qui il capodanno, ne sono sicuro
… -
-
Bha, la speranza è l’ultima a morire … -
-
Manca 1 ora a mezzanotte. Solo 1 ora … -
-
Può ancora accadere un miracolo.. – ribatto,
appoggiando fiaccamente la testa
alla parte fredda e liscia dell’ascensore.
-
Ci spero… -
-
Harry? Hai sentito? –mi metto improvvisamente
sull’attenti.
-
Sentito cosa? –
-
Questo strano … cigolio –
-
Cigolio? No…Che tipo di ci… - GNGGNGNNGNGNGNGG
– OCCRISTO! –
-
QUESTO cigolio! Harry, ho paura. E se l’ascensore…
-
-No,
tranquilla .. – cerca di rincuorarmi ma ci troviamo in un
ascensore che
potrebbe benissimo essere del dopoguerra quindi lo trovo difficile.
-
Ok.. –
striscio silenziosamente vicino a
lui.
-
Hope –
-
S.si? –
-
Non avrai paura vero? –
-
IO? PUAHAHAHAHA NOOOOOO – ok cosi è un po troppo.
Riproviamo – Io? NO! Ah AHAHAHA
–
No
neanche. Un ‘ ultima volta – No. Assolutamente.
Ehm. – ecco, meglio.
-
Ahaha certo come no –
-
Smettila! Io non .. ho paura
–
-
Ok. Come vuoi … -
Poi
succede tutto in un attimo. Si sente il rimbombo di un boato, una fune
di
metallo che si spezza, la parte sinistra dell’ascensore dove
si trova Harry
scende rovinosamente di qualche centimetro e io mi ritrovo a scivolare
velocemente nella sua direzione, urlando. Un pochino.
Chiudo
gli occhi.
Quando
li riapro l’istante dopo, sono rannicchiata contro il corpo
di Harry, le mani
strette a pugno e le ginocchia al petto.
Harry
mi ha preso. Non mi ha fatto sbattere contro la parete, lui mi ha
preso.
Lo
guardo perché non so che dire.
-
Gr… grazie Harry
–
-
Figurati. Ora dai alzati. Andiamo verso
la parte destra dell’ascensore per vedere se riusciamo a
bilanciare il peso –
Gattoniamo
silenziosi verso l’altra parte dell’ascensore, ma
non succede niente.
Cavoli
un piccolo incidente di tutti i giorni (un ascensore che si blocca) si
sta
trasformando in un incubo.
Io
sono schiacciata in un angolino e sto morendo di paura. Inoltre sono
anche claustrofobica.
Ecco,
dovevo ricordarmelo proprio ora.
-
Hope, sei pallida. So che è una brutta situazione ma vedrai
che adesso arriva
qualcuno!ok? –
Harry
è all’angolo opposto al mio e si avvina
lentamente.
Quando
mi è a poca distanza allarga le braccia, e capisco che mi
sta chiedendo se ho
bisogno di un abbraccio. Io rispondo con un cenno affermativo del capo;
cosi
indietreggio per lasciargli spazio alle mie spalle, dove lui si
posiziona per circondarmi
con le sue braccia.
Uao,
farsi abbracciare da uno sconosciuto in punto di morte su un ascensore
sul
quale sono bloccata la notte di capodanno.
Complimenti
Hope. Non capita certo tutti i giorni. Questa è da
raccontare.
Restiamo
in questa posizione per molti secondi, minuti.. chi può
dirlo?
Poi,
come in un sogno o in un miraggio, sentiamo una voce, forte e
rassicurante,
chiamarci dal piano inferiore.
-
Heilààà! Qualcuno è
bloccato la dentro? Mi sentite? Sono un pompiere!–
Io
e Harry ci scambiamo un’ occhiata felice neanche fossimo
Peeta e Katniss nella
finale degli Hunger Games.
Poi
Harry si scanta e prende velocemente la parola.
-SI!
SI, SIAMO QUI! GRAZIE A DIO! SIAMO BLOCCATI DA ORE! TIRATECI FUORI, VI
PREGO! –
-
State calmi! Ci vorrà del tempo, l’ascensore ha
quasi del tutto ceduto! Voi cercate
di muovervi il meno possibile! –
Tiriamo
entrambi un sospiro di sollievo. Tutto questo sta per finire.
Ma
allora perché sono triste?
Momento
di silenzio. Ma non è un silenzio carico di tensione. Siamo
seduti uno di
fianco all’altra, con le ginocchia al petto.
Adesso
mi metto a pensare.
Cavoli,
non succede mai niente di bello quando penso.
-
Harry? –
-
Si? –
-
Ti sei mai innamorato? –
-
Mmmh .. Si, perché? –
-
Così… io mai.-
-
Ah… davvero? –
Silenzio.
-
Ti è capitato molto tempo
fa? Ti ricordi
ancora com’è? Quand’è stata
l’ultima volta che ti sei innamorato?-
-
Oh, me lo ricordo bene. Era un giovedì, pioveva …
-
-
.. E..? –
-
Erano le 5 e 34 ed eravamo entrambi bloccati in
un ascensore. –
AH.
Oh
santo piripillo.
Ehm…
Oddio è cosi bello. E praticamente mi ha fatto una
dichiarazione d’amore.
Pensa
Hope.
Rifletti
bene su cosa dire.
La
cosa più intelligente e romantica che potrebbe venirti in
mente. Dilla.
Recita
una strofa di Romeo e Giulietta. La divina commedia.
Una
battuta di Matrix.
FA
– QUALCOSA.
-
Ehm… si. Bello –
…
…………
Cos’ho
detto?
EHM,
SI BELLO?
EHM,
SI BELLO?!! DAVVERO? MA COSA… ???
MA
NON POTEVA VENIRMI IN MENTE QUALCOSA DI PIU FURBO?
Ffffff….
Hope
Penelope Jones.
Tu sei un’emerita deficiente.
questo
capitolo fa cosi schifo che neanche mi spreco a commentarlo.
davvero.
Fate finta che non ci sia, e leggete il prossimo che
pubblicherò senza ricordarvi questo vi prego.
ciao ciao
:)
#HOPE
|
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Capitolo 8 *** Abbiamo un accordo. ***
Oddio e ora che faccio?
Cioè, praticamente si
è appena dichiarato!
Alle 5
e 34!
Ma come fa a dirmi una cosa del
genere
se ci conosciamo solo da poche ore?
Potrei fare la finta tonta e
fingere di
non ricordare niente.
No, sembrerei solo stupida e
immatura.
Potrei… gettare quelle
palline di fumo
che i maghi usano per sparire.
Se solo ne avessi una e sapessi
come
fanno.
Potrei ...fingere di non aver
sentito!
No, anche mia nonna avrebbe sentito
una
cosa così importante.
Hope pensa! Pensa! Che faccio, che faccio?!
Lo guardo un attimo negli occhi poi
ancora prima che me ne accorga, mi avvento sulle sue labbra.
Forse perché non so cosa
fare. O forse
perché mi
piace ma non voglio
ammetterlo.
Ci stacchiamo, lentamente, e io
faccio
di tutto per tenere gli occhi chiusi.
Poi sento la sua mano alzarmi il
mento,
e li devo per forza aprire gli occhi.
- Hope? –
- Mmh? –
- Prima mi dici “ehm
..che bello” e poi
mi salti addosso? Che logica stai seguendo? –
- La mia..? Ma forse il guaio
è questo –
oddio è tutto cosi strano -
Harry .. non sembra
anche a te tutto cosi
confuso? Cioè…. Stare in questo ascensore ha
annullato il mio senso della
realtà –
Lui corruccia la fronte –
Si… un
pochino… ma a me piace – mi guarda con un
sorriso difficile da decifrare.
Arrosisco.
- .. Si, anche a me –
Silenzio.
- Ma… quindi ti piaccio?
– chiede per essere
sicuro.
- Non lo so. Io? Io ti piaccio?
–
Per tutta risposta si avvicina alle
mie
labbra con una mano sul mio collo e mi lascia un altro bacio.
-
Mi sembrava di avertelo fatto capire-
- EHhehhehehee .. – ecco
un’altra
risatina confusa. Ma che fine ha fatto la donna sicura e matura che so
di
essere? HOPE! SVEGLIATI!
MMMh no, mi sa che ho lasciato
quella
Hope a casa insieme al vino. La Hope che c’è qui
ora è quella fragile, insicura
e con un pigiama antistupro che copriva un vestito da cocktail.
- Ok, allora che si fa? –
- E se lasciassimo il sogno
… un sogno?
Voglio dire, e se quello che succede qui dentro.. resta qui dentro?
– annuncia in
tono malizioso.
Ma questa è un
‘idea assolutamente…..
….
Geniale.
Assolutamente geniale.
Ciò
che succede
in ascensore resta nell’ascensore.
Mitico.
- Ci sto – rispondo con
sua grande
sorpresa - Ci sto –
- Mi stai dicendo che non credi nel
vero
amore? Questa è un’affermazione piuttosto
importante – siamo passati a parlare di
noi, a parlare del vero amore. Dell’amore delle fiabe, dei
film… e della vita
vera.
C’è in ballo
una vera e proprio
discussione filosofica qui!
- Bhe, ma è
così Harry caro. Non ci
credo. Credo che due persone possano star bene l’uno con
l’altra e
“accontentarsi”, ma per trovare il vero amore
… devi recitare in un film o
scrivere un libro. Non credo nell’amore. Credo nelle cose
come.. come noi due.
–
- … Ti ha mai detto che
sei
tremendamente cinica, Hope? –
- Due o tre volte forse –
- Ma trova l’ultima cosa
che hai detto
estremamente eccitante – si avvicina pericolosamente alle mie
labbra.
Mmmh. Forse bloccarmi in questo
ascensore
è stata la parte più bella della giornata.
- L’amore non
è complicato – siamo
tornati a “litigare”.
- Certo che lo è!
–
- Le
persone
sono complicate
non l’amore! Non sappiamo gestirlo, è una cosa
troppo grande! –
Lo ammiro davvero, mi piace quando
fa
discorsi così. – Ma come siamo filosofici!
–
- Gli ascensori mi fanno questo
effetto
–
Mio malgrado non riesco a
trattenere una
risatina.
- Secondo me resta complicato ..
–
affermo, chiudendo gli occhi e appoggiando quasi inconsapevolmente la
testa
sulla sua spalla.
- No, ascoltami bene. La fisica
è
complicata. La vita è complicata. L’apparato
digerente di mio nonno è
complicato. Ma l’amore no. In amore, se il tuo istinto ti
dice di fare
qualcosa, lo fai e basta. –
- Si, suppongo sia così
–
Momento di silenzio.
…
Devo ripartire al contrattacco, non
posso lasciarlo vincere cosi.
Mi sollevo di scatto dalla sua
spalla e
lo guardo intensamente.
- BHE
forse è una cosa cosi grande, che non vale
neanche la pena provarla –
Lui mi guarda come se gli avessi
appena
sputato in faccia.
- Certo che bisogna provarla! La
vita
non è vita senza amore! – capisco che sta parlando
davvero con il cuore, perché
è agitato, rosso in viso ed è cosi vicino che mi
verrebbe voglia di tirargli
uno schiaffone.
O di baciarlo.
Ok, si, baciarlo è
meglio.
Ed è proprio
ciò che faccio.
- Ne vale la pena, Hope –
quando ci
stacchiamo va avanti a parlare come se niente fosse, anche se ora i
nostri visi
sono molto vicini.
Si siede in modo più
composto vicino a
me – Ne vale la pena in ogni momento –
Ok, sono spenta dalla
profondità di
questa frase.
Forse non convinta, ma non posso
più
ribattere a qualcosa di cosa importane o almeno sembra, per lui. Non ci
riesco.
- Hey, parliamo d’altro
dai. La cosa sta
prendendo una piega troppo seria-
- Si, concordo.
Hey, ma non era venuto un pompiere prima? Che fine ha fatto? -
- Non lo so.
Aspetta – si alza in piedi e si avvicina alla porta
dell’ascensore.
- HEY! SIGNOR
POMPIEREEEE!!! Che sta facendo? Non doveva aiutarci??? –
Nessuna
risposta.
Harry mi guarda
con aria interrogativa e per tutta risposta io do una scrollata di
spalle.
- Mi sa che
staremo qui tutta la vita …. – annuncia Harry,
lasciandosi scivolare
stancamente sulla parte accanto a me.
Mi fermo a
pensare poi rispondo con leggerezza.
- Sarebbe poi cosi
male? –
SALVEEEEEEEE
Mi
sentivo filosofica
mentre scrivevo questo capitolo :3 cioè, pensavo a delle
cose sull’amore, poi
le confutavo J
Vi
ho annoiato
un po, ma tranquille che ho già scritto l’altro e
.. diciamo che c’è un colpo
di scena ;)
Ho
divuto farlo
corto perché l’altro sarà un po
più lungo XD
A
prestoooooooooo
<3
#HOPE
|
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Capitolo 9 *** New entry ***
-
Ragazzi!
Ragazzi mi sentite?? –
Sono
avvinghiata
a Harry a stile koala, quando sentiamo la voce del pompiere di prima.
-
Si! Forte e
chiaro! Cosa.. cosa hai intenzione di fare?! – Harry
è sull’attenti.
-
L’ascensore è
bloccato tra il primo e il secondo piano. Cercherò di farlo
scendere, cosi
riuscirò ad aprire le porte! Ok? –
-
Si! Si la
prego faccia tutto il possibile! – aggiungo fingendomi
preoccupata, ma in
realtà mi piace stare qui.
-
Allora noi
dobbiamo fare qualcosa? –
-
No, niente.
Solo…. State attenti a non farvi male; reggetevi a qualcosa!
–
-
Oh, so io a
cosa – e mi butto in groppa a Harry, che mi afferra ridendo.
Poi
ci sediamo
in un angolo, e lui mi stringe forte, così io chiudo gli
occhi.
-
PRONTI? – che
pompiere premuroso.
-
Ehm, si –
risponde Harry, che probabilmente sta pensando esattamente la stessa
cosa.
Poi
mi guarda e
mi fa un cenno con la testa come per rassicurarmi.
Appoggio
la
testa al suo petto e cominciamo a sentire dei cigolii che sarebbero
poco
rassicuranti se non sapessi che sono perfettamente normali.
All’inizio
cadiamo di poco, poi si sente che scivoliamo velocemente per un metro o
poco
più.
Noi
puffi siam così, noi siamo tutti blu, siam alti su per
giù due mele o poco più…
Ok.
No. Momento
sbagliato per canticchiare. È che mi è venuta la
rima.
-
Tutto ok? – il
pompiere-premuroso ci
chiama dalle scale
a chiocciola che circondano l’ascensore.
-
Si! Ma non
riusciamo ancora ad aprire le porte!! –
-
Lasciatemi
provare! –
Si
sente uno
stridolio fortissimo, poi un piede di porco spunta tra
i due cancelli in ferro battuto dell’ascensore,
forzandolo fino a farli aprire.
Prendo
un
leggero spavento, per cui mi rifugio nelle braccia di Harry.
-
Oh-oh piccola,
è tutto ok. Ti spaventa un piede di porco? –
-
Si, no, è che
è entrato cosi all’improvviso..-
Oooooohhhhhhh
mi
ha chiamata piccolaaaaa … ok calma.
È
fatta Hope. Te
la sei giocata. Qualunque cosa tu dica o faccia ora sembrerai comunque
una
cagasotto.
-
Harry –
Lo
chiamo non so
più neanche perché, e lui si gira, mi guarda
senza dire nulla, e sorride,
scuotendo quei suoi ricci.
Porca
l’oca, il
suo sorriso. I suoi ricci. I suoi lineamenti perfetti …
cavoli è proprio un
angelo.
E
io.. io ho un
pigiama antistupro.
Voglio
dire, non
ce l’ho su adesso, ma
…
Lasciamo
perdere.
-
Credo.. credo che
mi piaci davvero. Voglio dire forse
potremmo essere qualcosa anche fuori da questo ascensore –
gli stringo la mano.
Lui
si china su
di me. È proprio leggermente
più alto
di me, così il suo mento è praticamente
all’altezza dei miei occhi, ma vedo che
i suoi sono fissi su di me.
-
Non so. Fuori
avrei della concorrenza …?–
-
Perché, qui
no? - rispondo
ironicamente.
-
Bhe, mi sembra
ovvio. A meno che non ti piaccia quel cactus.. – indica la
piccola pianta
grassa che si trova vicino alla porta e io gli sorrido.
Poi
eccolo.
Il
pompiere ha
aperto la porta, ed entra, ma indosso non ha la solita tutta,
è vestito
normalmente.
-
Eccovi! Forza andiamo
– mi tende una mano e io non posso che notare che in effetti
non è proprio
niente male.
Poi,
mentre
accetto la mano gentile del nostro salvatore, Harry si intromette tra
me e lui
e afferra lui la sua mano al posto mio.
Il
tipo lo
guarda stranito.
Harry
mi guarda
male.
Io
guardo il
cactus.
-
Forza ! dai! –
il pompiere spinge velocemente Harry fuori dall’ascensore, ma
appena si muove,
le porte si chiudono e l’ascensore ricade.
EMMACCHEPPALLE.
Non
è possibile.
Ed
è successo
tutto in sole 5 ore.
-
Oh no… - il
pompiere sembra devastato e si porta una mano alla fronte, coprendosi
gli
occhi.
Ora
siamo io,
Harry, il pompiere e il cactus chiusi nell’ascensore.
Mi
giro verso
Harry e con uno sguardo di sfida cerco di farlo irritare - Bhe Harry,
forse un po’
di concorrenza ce l’hai anche in questo ascensore. E non mi
riferisco di certo
al cactus -
-
Scusi, lei, ma
che razza di pompiere è??? –
Harry
sembra
piuttosto irritato
-
Hey, calma! Ho
fatto il possibile! Il cavo che teneva l’ascensore al primo
piano ha ceduto. Non
è colpa mia! E poi non sono un vero e proprio pompiere !
sono solo un
novellino! Tutti i veri pompieri sono a Times Square a vedere la sfera
calare. Io
sono qui per puro caso. - poi
si rivolge
a me – Comunque piacere, Liam –
Uhm.
Liam. Niente
male.
Niente
male
affatto.
Questa
cosa dell’ascensore
si fa sempre più eccitante.
Ehm
, cioè
intendevo emozionante.
Molto
emozionante.
EEEED
ecco che è
passata una mezzoretta bella e buona. Ora sono più o meno le
dieci e 40.
E
non ce la
faccio più.
Harry
e Liam si
lanciano continuamente sguardi assassini, e ogni volta che Liam prova a
parlarmi, Harry mi stringe più forte a sè neanche
fossi il suo orsetto di
peluche.
Sospetto
che stiano come
gareggiando.
Ma
il mio è solo
un sospetto ovviamente.
-
Poi ho giocato
3 anni a basket …- Liam mi sta raccontando un po’
di lui.
-
IO 4! – Harry interrompe
bruscamente la conversazione.
-
Si… e intanto
andavo a volontariato 3 volte a
settimana, per cui conciliare tutto con lo studio… sapete
com’ è .. è stato un
periodo duro –
-
IO CI ANDAVO 5
VOLTE A SETTIMANA! –
-
Harry! Calmati!
–
-
Ok. Scusa –
Mmh.
-
e comunque
andavo benissimo a scuola … - sussurra tra sé e
sé.
-
Harry … - giro
gli occhi al cielo.
-
Che c’è? –
-
Sei un
bambinone! –
-
No! Non è
vero! –
-
Si! Ora stai
anche frignando! –
-
Ma..ma.. –
-
Ecco appunto.
Dicevi Liam? –
Intanto
Harry si
alza e va a chinarsi nell’angolino vicino al cactus.
Povero
piccolo
Harry.
Povero
piccolo Harry
che ha appena imparato a proprie spese che i cactus hanno le spine.
ED
ECCOMI! COM’E’????
:D
Ci ho messo un
po a farlo mail risultato mi soddisfa
J
E scommetto che
ho reso bene l’idea di Harry bambinone e Liam premuroso e
responsabile! Almeno spero!
XD
Cmq fatemi
sapere se vi piace che aggiungo pian pianino altri personaggi!
E consigliatemi:
pensavo di inserire Niall.
Ditemi secondo
voi in che modo farlo ;)
:D
Scatenatevi!
A
prestoooooo
<3
#HOPE
|
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Capitolo 10 *** One less! ***
(Scusate
il ritardo!)
- Non credo di
aver capito come ti chiami … - Liam ammicca
dall’altra parte
dell’ascensore.
Ma
dice a me?
-
Ehm.. forse
perché non.. non te l’ho detto? -
sono
confusa.
-
HA! E questo
sarebbe il tuo modo migliore per attaccare bottone, signor
sono-quasi-un-pompiere? Com-pli-men-ti! – Harry gli scandisce
per bene le
parole e gli fa anche un applauso finale.
-
Ehm, Harry,
che ti prende? –
-
Nulla, sono
solo MIGLIORE DI LUI – urla nella sua direzione portandosi le
mani alla bocca
come per amplificare il suono.
Liam
ride
imbarazzato, e anche io.
-
Ok, senti
Harry, fai il bravo, ok? – cerco di calmarlo, poggiandogli le
mani sul petto
come se stessi cercando di ammansire un cane.
Harry
gli ha dato
del “quasi-pompiere” perché Liam ci ha
raccontato del corso che sta facendo per
diventarlo, ma in realtà non lo è ancora del
tutto.
-
Ero qui
insieme al mio amico Niall. La fortuna volle che i nostri superiori ci
obbligassero a controllare alcuni edifici di brookyn –
-
Io.. mi
dispiace – ehm, non so che altro dire – e.. il tuo
amico Niall? Dov’è ora? –
-
Ah già. Bhe
era con me. In questo palazzo. –
Harry
sembra essersi
svegliato improvvisamente e guarda minacciosamente Liam.
-
Bhe scusa ma
ora dov’è? Come ha fatto a non chiedersi dove sei?
Come ha fatto a trovarci? –
Liam
sembra
pensarci su un attimo, poi sembra che la risposta gli venga come se
fosse ovvio
e schiocca le dita.
-
C’è per caso
una macchinetta di merendine nell’edificio? –
-
Al primo piano
–
-
Ecco –
-
LIAM? – una
voce impastata (con dolci scommetto) lo chiama dall’esterno
dell’ascensore.
-
Niall? Questo
è Niall! NIALL! – sollevo stanca la testa dalla
spalla di Harry, svegliando
anche lui.
-
NIALL! SONO
QUI! NELL’ASCENSORE! SIAMO BLOCCATI IN TRE QUI! –
-
OK! FARO’ IL
POSSIBILE! ASPETTATE! –
-
Come se non lo
avessimo fatto fino ad adesso … - commenta Harry con la
testa tra le ginocchia,
ancora seduto contro la parete mentre io cammino adrenalinica per
l’ ascensore,
convinta, insieme a Liam, di poter finalmente essere liberati
dall’ascensore
malefico.
-
Tanto non
succederà proprio nien.. – le parole di Harry
vengono interrotte da uno
stridolio familiare; quello stridolio che prima ci ha fatto precipitare
di un
piano o due.
Mi
aggrappo forte
ad Harry proprio come ho fatto la prima volta, e lui mi stringe forte;
vedo che
chiude gli occhi, cosi di riflesso lo faccio anche io.
Poi
un raggio di
luce, quella luce fioca, che riconosco essere dei corridoi squallidi del mio
grattacielo, inonda l’ascensore.
Una
testolina
bionda, una bocca sporca di cioccolato e un giubbotto arancione
spuntano da
quella fessura, che sarà grande si o no 60 centimetri
d’altezza.
-
Tutto bene? Qualche
ferito? Scusate, è scivolato più velocemente del
previsto! Non sono proprio un
esperto di meccanica ascensoristica
io! –
Wow,
ha
pronunciato il termine “ascensoristica” con cosi
tanta convinzione che lo fa
quasi sembrare una parola che puoi trovare sul dizionario.
Poi
sembra
notare me e Harry.
-
Ehm, Liam,
avevi forse interrotto qualcosa? – chiede imbarazzata.
Ma
siamo più
imbarazzati io e Harry, anche se non dovremmo. Cioè ci siamo
praticamente quasi
baciati.
-
Oh! Salve signorina!
Piacere ! – cerca maldestramente di allungare la mano lunga
la fessura pre
stringermela, e nonostante tutto ci riesce, facendomi sorridere. Ehm..
mi
chiamo Noah..Nian.. ehm cioè Niall! Niall Horan! Piacere! No
l’ho già detto… -
si gratta confuso la testa.
Che
carino però!
-
Hope. Piacere!
-
Poi
sposta lo
sguardo su Liam.
Si
rivolge poi a
Liam - Ma che mi combini amico? Pure la sera di capodanno devo tirarti
fuori
dai pasticci? Ma che è? –
-
Scusa
fratello. Dai aiutaci a scivolare fuori di qui –
-
Certo. Prima le
signore –
-
Ehm no grazie.
Vai prima tu, cosi vedo come fai – in realtà
è perché me la cago sotto.
-
Veramente mi
riferivo a Harry.. –
-
HEY! Attento a
come parli! – Harry si sta riscaldando.
Ahah
impagabile
vederlo cosi.
-
Ok, allora
vado io - In un attimo il sedere di Liam si ritrova fuori
dall’ascensore e le
sue braccia si tengono alle sbarre per non cadere.
Ok,
Liam è
fuori.
Tocca
a me.
-
Aspetta Hope! Devo
riequilibrare l’ascensore! –
Eh?
Che ha
detto? Bho, vabbè io vado.
Metto
fuori il
primo piede, e sento uno scricchiolio, che copre le parole di Niall,
cosi vado
avanti, lanciando uno sguardo a Harry, inginocchiato davanti a me, che
mi tiene
per le braccia e mi rivolge uno sguardo confuso, quindi deduco che
anche lui
non ha capito cosa ha detto Niall.
Poi
sento due
braccia che cercano di ri-spingermi nell’ascensore.
Ma
che..?
Oddio.
È
un attimo.
È
come se l’ascensore
volesse sbranarmi. La fessura si richiude e io urlo disperata,
già immaginando
le mie gambe tagliate fuori e il corpo nell’ascensore.
Ecco.
Il mio
oroscopo me lo aveva detto di restare in casa questo mese.
Morirò
la sera
di capodanno.
Per
il panico
chiudo gli occhi, mi arrendo, ma le braccia forti di Harry mi afferrano
e mi
trascinano dentro.
Stringo
gli
occhi perché ho paura di guardare. Ma non avverto dolore.
Quindi, o sono morta,
o Harry mi ha salvata. Ancora.
-
DIO MIO! HOPE!
STAI BENE? – la voce di Liam si sente fioca –
PROVAVAMO AD AVVERTIRTI DI NON
MUOVERTI, MA NON CI SENTIVI! LASCENSORE ERA INSTABILE!!-
-
Oh! Accidenti!
Comunque si, tutto ok, grazie a Harry! Tranquilli! –
-
Fiu… - Si
sentono i sospiri di sollievo di Niall e
Liam.
-
HOPE! Ma che
volevi fare?! – mi gratto confusa la testa.
-
Io non
sentivo, io stavo per .. –
-
STAVI PER
SPEZZARTI LE GAMBE, TE L’HO DICO IO! MATTA! NON FARLO MAI
PIU’! –
Mi
abbraccia
fortissimo, e non mi lascia più! Io ho ancora gli occhi
sbarrati, non so se per
lo shock o per la sorpresa.
-
OK Harry. Calmati,
sono viva –
-
SI, lo vedo –
ma non si stacca.
-
Vuoi stare
cosi? – gli chiedo, non so dove trovando il coraggio.
-
Mmmh, si. –
Mh.
-
Ok bene – e ricambio
l’abbraccio.
Quindi…
Ora
siamo ancora
io e Harry.
Da
soli.
Nell’ascensore.
Ad
un’ora a
mezzanotte.
Io
e Harry da
soli nell’ascensore, ad un’ora a mezzanotte.
-
Hope? –
-
Si? –
-
Ce li hai dei
biscottini? –
Ahahah.
Io me lo
sposo
questo ragazzo.
SCUSATEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
LO
SO!!
Sono
in ritardissimissimo!
Ma
non mi veniva l'ispirazione e poi ho avuto la tinsillite e la febbre a
40, abbiate pazienza XD
MA
ALLOOOOORAAAAAA?
Visto
che vi ho totlo il Liam che molte di voi non lo volevano tra le palle?
XD
Fatemi
sapere mi raccomando! ADIOS!
:D
#HOPE
PS:
<3
|
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Capitolo 11 *** FINALMENTE! ***
-
Ragazzi! Aspettate stavolta le apro
davvero le porte! – la voce di Liam non sembra molto sicura,
e non suona
confortante.
-
Ehm.. ok – rispondo, scoraggiata.
Ormai
sono davvero convinta che morirò
qui dentro.
Con
Harry.
Ma
senza biscotti.
-
Si certo.. e io sono Obama.. –
aggiunge Harry sottovoce.
Non
posso trattenere una risatina.
-
Senti, metti caso che dobbiamo passare
qui la notte…- comincia.
-
NON CI PENSARE, PERVERTITO! –
-
… Ma no che hai capito? Stavo per
chiederti se potevo avvolgermi con il tuo pigiama, per non avere freddo
–
-
Styles, hai appena perso 32 punti –
-
Perché 32?! –
-
E perché tu sei un coglione?! –
-
Ok. Questa me la sono meritata –
E
poi accade.
Non
ci credo.
L’ascensore
… l’ascensore si muove,
lento e senza scricchiolii ma si muove.
E
le porte.
Le
porte si aprono.
Come
se si aprissero le porte del
paradiso, veniamo inondati dalla luce della hall, io ed Harry, che
sembriamo
due profughi, due clandestini che hanno affrontato un viaggio in mare
burrascoso o due turisti fatti prigionieri in Bangladesh per mesi.
Scegliete
voi cosa rende più l’idea.
-
AAAAAAAAHHHHHHHHHHH – Harry comincia a
intonare un canto angelico, che dovrebbe avere un effetto ironico, ma
non ne
sono tanto sicura.
Non
sono sicura di niente dopo ore e ore
passate in quell’ascensore.
Giuro,
prenderò sempre, sempre le scale.
Quella
che per 5 ore è stata la nostra
gabbia ora sembra semplicemente … un’ ascensore.
Mentre
metto i piedi fuori, le gambe mi
cedono e sto per scivolare rovinosamente
a terra. Ma sento due braccia che mi sostengono.
-
Ahm, grazie Harry –
Mi
giro indietro il mio salvatore non è
Harry bensì Niall.
AH.
-
EHM, io… -
Oddio,
mi ero abituata ai salvataggi di
Harry.
-
Hope! – questo però è Harry che mi
chiama, ne sono sicura.
-
Si? –
-
Stavi per dimenticarti il pigiama! –
poi si china e dall’angolo dell’ascensore raccoglie
il pigiama che avevo tolto
perché si era strappato. – oh.
-
Ah, già che stupida! Grazie! Ciao eh!
–
-
No, aspetta Hope – mi prende per mano
delicatamente.
Che
c’è, ho forse dimenticato
qualcos’altro? Le scarpe magari?
No
, quelle ce le ho.
-
Si? – rispondo senza mostrarmi troppo
delusa o irritata.
-
Ero arrivato a 100? –
Ah,
si il giochetto.
-
Ahahah … bhe … - abbasso lo sguardo - Non
lo saprai mai, mi dispiace – rispondo sorridendo.
-
Lo scoprirò. Hey, sai che ore sono? –
-
Manca mezz’ora a mezzanotte. Ah già
Harry! Tua sorella! Corri, forse ce la fai a raggiungerla! –
-
Forse si… ma dove lo trovo un taxi la
notte di capodanno? –
Mi
fermo un attimo a riflettere.
Harry
mi ha aiutato per tutta la notte,
e mi ha calmata quando ero sull’orlo di una crisi di nervi.
Ora
tocca a me aiutare lui.
-
Harry –
-
Mmh? – si gira, le mani in tasca.
-
Credo di conoscere qualcuno che
potrebbe aiutarci. E ….Se ti va… intendo, se non
ti crea problemi, potrei..
accompagnarti? Almeno pagarti il taxi? Vorrei aiutarti.. in qualche
modo. –
Sorride
e non si preoccupa di
nasconderlo.
-
Speravo lo dicessi –
-
TAXI! TAXI! –
Harry
si sta sbracciando per la strada,
senza alcun marciapiede. Intanto Liam e Niall osservano la scena dal
marciapiede, chiedendosi se troveremo mai un taxi, di capodanno, a New
York.
Ora
che c faccio caso, credo che Niall
stia provando a mangiare il cactus che era nell’ascensore. Ma
probabilmente me
lo sto immaginando.
-
Scusa, lascia fare a me – gli indico
di farsi da parte con un gesto della mano. - Ti ho detto che ti avrei
aiutato
no? Aspetta solo un secondo… - estraggo il cellulare dalla
tasca perché
finalmente qui posso chiamare, visto che c’è campo.
Digito
il numero e attendo qualche
istante la risposta.
- Prooonto, qui
è Dj Malik. Chi parlaaaa? –
-
Hey Zayn, sono io Hope. Avrei bisogno
del tuo aiuto. Bhe veramente… del tuo taxi. Sono tra la
5° e la 6°, l’edificio
fuxia-
- Wow wow wow
wow wow, aspetta baby. Un edificio fuxia?! –
-
Si, non dovrebbe essere difficile da
vedere. Fa praticamente da anabbagliante alla via. E poi sei
già venuto a casa
mia ricordi? –
Harry,
che era attento alla
conversazione, si rabbuia tutto d’un colpo.
- Ahhhhhhh si si
si, piccola. 15 minuti e sono lì –
-
Grazie Malik. Un bacio –
Riaggancio
e mi giro verso Harry che
scontroso mi chiede – Chi sarebbe questo
“Malik”? –
-
Non sarai geloso? – chiedo,
incrociando le braccia al petto.
-
Io? Geloso IO? Ma che..? HAHAHAHA no. Ma
chi è? –
-
E’ il tassista che mi ha accompagnato
qui quando mi sono trasferita. Era cosi simpatico che mi ha dato il suo
numero.
E ha detto che per me era sempre disponibile….. –
aggiungo con fare malizioso.
-
OK NON ANDARE OLTRE – è il suo
commento prima che la sua mano vada a tappare la mia bocca con un gesto
plateale.
15 minuti dopo
-
Malik! –
-
Piccola! Come va? Qual è l’emergenza??
– mi chiede, scendendo dal taxi e venendo ad abbracciarmi.
-
Ci devo accompagnare in ospedale,
subito! Svelto! – dico salendo sul taxi e trascinandomi
dietro Harry.
-
Oddio, HOPE SEI FERITA???? – mi chiede
preoccupato portandosi entrambi le mani alla bocca.
Potrebbe
essere uscito da un anime in
questo momento.
-
No Malik, no. Ma ora sbrigati, le
spiegazioni a dopo – e cosi dicendo sbatto la portiera.
-
Ma io … - ribatte Zayn.
-
PAKISTANO ORNATO DI CRESTA, PORTA LE
TUE CHIAPPE SU QUESTO CATORCIO E GUIDA FINO AL DANNATISSIMO OSPEDALE,
PORCA
PALETTA! –
Finalmente
si decide a salire in auto anche
se atterrito, tra lo sguardo confuso di Harry, quello spaventato di
Liam e
Niall, e del povero cactus, di cui ora è rimasto poco e
niente.
Mentre
ci allontaniamo vediamo Liam e
Niall salutarci, e io metto la testa furoi dal finestrino per urlargli
un “grazie
di tutto!”.
E
mentre svoltiamo l’angolo sento
chiaramente Niall giustificarsi con Liam:
“Che
c’è?! Avevo fame!”
APPROFITTO
DELLO SPAZIO AUTRICE PER DIRCI CHE... MI
DISPIACEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
NON AGGIORNO PIU' DA .. DA... VENTORDICI ANNI! (?) siete libere di
insultarmi D'':
però vi amo lo stesso <3
xoxo
#HOPE
|
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Capitolo 12 *** Happy new year! ***
LO
SO CHE NON PUBBLICO DA VENTORDICI GIORNI (?)
perdonatemi! È che non arrivava più
l’ispirazione! Ma sarete felici di sapere (spero)
che ho trovato il modo di prolungare la storia ancora di almeno 5
capitoletti!
:D UN
URRA’ PER ME!
XD
Bene,
ora
vi lascio leggere va! :D
Spero
vi
piaccia ;)
Xoxo
Quando
Zayn
rimase a secco ho usato delle parolacce che non sapevo neppure di
conoscere. Ma
per fortuna abbiamo beccato l’unico tassista libero di tutto
New York.
-
Al
Presbyterian Hospital, per favore! E faccia in fretta! –
sbraita Harry.
-
Con calma
e gentilezza, damerino, wuaiò! –
Occristo,
ci è capitato il taxista/ Gigi D’Alessio.
-
Ehm, si,
scusi! – aggiunge in fretta Harry.
-
Con calma
e gentilezza – ripete borbottando il tassista tra
sé e sé – mai nessuno che
salga e dica “segua quell’auto!”. Non ci
sono più i clienti di una volta. Ah,
l’avventura. Come mi manca. Sapete un giorno salì
un agente segreto, e voi mi
chiederete “tassista, ma se era segreto, l’agente,
come faceva a saperlo? ”
bhe ragazzi, in effetti… -
E
mentre il
tassista italo-americano si sfogava con noi e ci raccontava di come si
stava
meglio quando si stava peggio, sfrecciava veloce nelle strade deserte
di New
York, visto che tutti sono a Times Square a veder cadere la sfera.
-
Ecco i 30
dollari. Grazie ancora, è stato velocissimo! –
-
No, siamo
a posto cosi. Sa, non tutti sono disposti ad ascoltarti cosi! E grazie
a voi,
parlandone a voce alta, ho riconsiderato la mia vita. Ho capito che il
mio vero
sogno è coltivare angurie in Paraguay! –
Io
e Harry
ci guardiamo confusi.
-
Ehm, buon
per lei! Alla prossima! – dico allontanandoci, e sono quasi
sicura che sulla
guancia del futuro coltivatore di angurie,
stesse scendendo una lacrimuccia.
Da
tutta la
stanza 186 dell’ospedale si alzano voci che si chiedono dove
sia stato Harry
finora e se va tutto bene.
Tutti
mi
salutano e mi stringono la mano. Harry sorride felice.
-
Ciao
Gemma! Come stai? – si rivolge alla ragazza un po’
pallida, seduta sul letto
d’ospedale.
-
Meglio
adesso che sei qui! Pensavamo non arrivassi più! Ma dimmi..
chi è la tua amica?
– si gira verso di me e io alzo calorosamente la mano in
segno di saluto.
-
Ciao a
tutti io sono.. –
-
Lei è
Hope. È una storia lunga. Poi ti raccontiamo. –
poi si rivolge a tutti i
presenti – Potete scusarci un attimo? – e
prendendomi per mano mi trascina
fuori dalla stanza.
-
Harry? Va
tutto bene? –
-
Devo
saperlo. Devo saperlo ora. Io ero un 100? Sono arrivato a 100?
– ora mi cinge
il collo con le sue grandi mani calde.
Ah,
già il
gioco.
-
Io..
Harry, ti sembra il momento? Era solo un passatempo, il 100 e tutto il
resto –
-
No, non è
vero. Cazzate. Dimmelo. Ero un 100? Perché vedi, tu per me
eri un 100 pieno.
Eri proprio un 100 e lode. Quindi devo saperlo –
E
ora che
faccio?
-
No-
ammetto - Tecnicamente non eri un
100
–
-
Oh – il
suo sorriso si spegne- Bene.
Volevo solo
esserne sicuro – poi mette le mani in tasca e apre la porta
per tornare nella
stanza.
-
Eri un
95- lo blocco per un braccio decisa, senza guardarlo negli occhi – Ti mancavano
pochi punti, sì -
-
Fantastico. Ora si che mi sento meglio – risponde ironico.
-
Però,
sempre tecnicamente, potrei attribuirti 5 punti per avermi presa mentre
cadevo
appena uscita dall’ascensore –
Il
suo viso
sembra illuminarsi con un sorriso.
-
Potresti?
– si avvicina prendendomi per i fianchi.
-
Non so.
Convincimi –
Le
sue
labbra sfiorano dolcemente le mie e io chiudo gli occhi cercando di
assaporare
ogni attimo.
-
… ok. Adesso sei un 100
e lode –
-
Evvai! –
ride e appoggia la sua fronte sulla mia. -Dai, entriamo –
Quando
entriamo sono tutti concentrati a guardare la tv, aspettando il conto
alla
rovescia.
-
Eccolo,
eccolo! 10 … 9 …8…7…-
comincia qualcuno dal fondo della stanza.
-
6…- Guardo
Harry.
-
5 … -Lui
guarda me.
-
4 … -Mi
prende per mano.
-
3…- - E’
troppo presto per amarci?– lo guardo seria
-
2 … -
proseguo - Lo
chiedo perché mi sembra di
amare alla follia il mio vicino di casa che conosco da sole 6 ore.
-1..
-Lui
scruta il mio viso per poi guardarmi negli occhi. -Sai,
mi è capitata la stessa cosa. Ma credo
proprio di no. Non è troppo presto. –
Allora
lo
guardo con la stessa intensità, lo stringo forte a me e lo
bacio.
- BUON
ANNO!!!!! –
La stanza esplode in forti gemiti, e si sente stappare una bottiglia di
champagne.
Tutti si abbracciano e sorridono. Ma sarà legale tutto
questo casino in un
ospedale?
-E
poi… - riprende lui, cercando di sovrastare il rumore
–
so già tutto di te. So che ami i biscotti fatti in casa e
hai paura delle
motoseghe. Cosa posso volere di più? –
Gli
faccio un pernacchia e insieme ridiamo, felici.
-E
pensare che è cominciato tutto in ascensore –
dico,
incredula.
-
Vuol dire che prenderemo l’ascensore un po’
più spesso, se
succedono cose cosi meravigliose –
-
Sono meravigliosa?! – chiedo commossa.
-
Di più – e mi lascia un bacino sul naso.
Notiamo
solo all’ora del dottore che si sta scatenando
insieme alla nonna di Harry davanti alla televisione, dove stanno dando
delle
canzoni natalizie. Cerco di leggere il suo nome sul cartellino.
Dottor…
Tomlinson, Louis Tomlinson.
Bhe
spero per i pazienti che non sia sempre cosi ubriaco
quando li visita.
E
con una nonna che gli balla intorno.
Mio
dio, che scena ripugnante.
Distolgo
lo sguardo, e solo allora noto che non c’è il
padre
di Harry.
-Ma,
Harry. Dov’è tuo padre? –
Ahia,
sembro aver toccato un tasto dolente.
-
Noi … abbiamo litigato –
-
Oh. Mi dispiace, come mai? – dev’essere qualcosa di
serio
se non è venuto neanche qui con Gemma e sua moglie.
Lui
mi guarda, azzarda un sorriso e dice – Non roviniamo la
serata ok? – poi afferra la mia mano e alza il bicchiere.
-Un
brindisi a Hope! – incita gli altri – Alla mia
ragazza! –
#HOPE
|
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Capitolo 13 *** First day of a new year ***
-Harry,
e ora cosa facciamo? – gli chiedo, sforzandomi un
po’ per sovrastare il rumore
ovattato che viene
dalla stanza
d’ospedale.
-
Non lo so. È il primo giorno di un anno nuovo. Qual
è la prima cosa che
vorresti fare? – mi chiede prendendomi entrambe le mani e
avvicinando il suo
naso al mio.
-
Baciarti– affermo convinta e semplicemente.
-
Si può fare… - sento le sue mani calde sul mio
viso, e le sue labbra sulle mie.
-
Ok, fatto. – dice dolcemente - Poi? –
-
Non so! Tocca a te! -
Pochi
istanti dopo siamo nel bar dell’ospedale a mangiare dei
waffles.
-
Bello
come desiderio, eh? – dice Harry con la bocca piena e il
mento imbrattato di
panna.
-
Ahahha puoi giurarci! – gli dico, pulendolo con un tovagliolo.
Lui
cerca di guardarsi il mento con lo stesso risultato che ha un cane
quando si rincorre
la coda.
-
Ahahah la smetti?! – gli chiedo, ormai con le lacrime agli
occhi.
-
Di
fare cosa?! – mi chiede confuso.
-
Di farmi ridere! –
-
Non è colpa mia! Come faccio? Sono fatto così!
–
-
Bhe, menomale allora. Ho sempre voluto qualcuno che mi facesse ridere
– ammetto
tornando a guardare il mio waffle, imbarazzata.
Mi
guarda contento, poi anche lui ritorna al povero waffle.
-
Ok, tocca a te. Scegli il terzo desiderio, ma tieni conto che
è l’una di notte.
–
-
Wow, questa notte non finisce più! –
-
Bhe, meglio cosi no? –
-
Direi -
-
Allora, sai già cosa fare? –
-
Si …- ma non so se chiederglielo, ho paura della sua
reazione. Prima, in
ospedale, non mi era sembrato propenso all’idea di
raccontarmelo.
-
Harry… - comincio, sporgendomi verso di lui – ti
va di raccontarmi di tuo
padre? –
Lui
esita qualche istante, e distoglie lo sguardo. Poi si abbandona come
sfinito
sullo schienale e giocherella con il tappo della bottiglietta
d’acqua.
-
Lui… - si interrompe subito per sbuffare; probabilmente non
sa da dove
cominciare.
Dopo
aver tirato un grande sospiro ricomincia, abbssando un pò di
più la voce.
-
Ha … tradito mia madre. Poi se n’è
andato di casa ... non voleva più ferirci, ha
detto –
Si
ferma un attimo. Probabilmente gli ho fatto ripensare a cose che aveva
chiuso
in cassetto, con l’intenzione di non aprirlo più.
-
Harry, mi dispiace, non immaginavo minimamente… magari.. hai
voglia di parlarne
un po’? – azzardo.
-
No Hope, tranquilla, io.. sai, parlarne non mi fa male, è
solo che… non so,
avresti dovuto vedere mia madre dopo che mio padre glielo ha
confessato. Si era
lasciata andare. Non faceva più nulla, non parlava, non
usciva… si sentiva come
se mio padre l’avesse messa da parte per qualche oscura
ragione, come se non
valesse più nulla. So che non voleva questo, ma ormai
è troppo tardi. E anche
se mia madre intende perdonarlo, lo so, io non lo farò. Non
può trattare cosi
una persona e aspettarsi che questa dimentichi semplicemente
l’accaduto.non
funziona così.Non ci parliamo da quasi un anno ormai
–
Termina
di parlare quasi con il fiatone.
-
A quanto pare allora, non ne volevi parlare – replico, con un
po’ di ironia che
fa sorridere entrambi.
-
Scusa, non volevo ingarbugliarti insieme a me e ai miei problemi
– sussurra
lui, guardandosi le mani.
-
Bhe, ma a me piace ingarbugliarmi insieme a te – replico con
sincerità,
afferrandogli con gentilezza le mani.
Lui
alza lo sguardo dalla bottiglietta e lo sposta sulle mie mani, poi su
di me.
E
gli sento sussurrae dolcemente – Grazie –
Quando
usciamo dal bar, l’aria fredda ci investe in pieno viso, e
quando passiamo
davanti alla vetrina di elettrodomestici vedo il nostro riflesso.
Abbiamo
entrambi il naso e le guance rosse, le sue che spuntano dalla sciarpona
bianca
di lana che ha avvolta intorno al collo. È in quel momento
che mi accorgo di
avere un freddo cane, visto che la sciarpa non ce l’ho. Mi
tocco il collo, come
per prottegerlo, ma a Harry non sfugge nessun gesto.
-
Hope, hai freddo? –
-
Bhe, ecco ti mentirei se dicessi di no. Magari possiamo tornare al bar
o… -
-
Oppure – dice lui, sfilandosi la sciarpa – potremmo
fare così –
La
sciarpa (che è molto più lunga di quello che
sembra una volta srotolata )
sembra così morbida e calda, che d’istinto mi
verrebbe voglia di toccarla.
A
quel punto Harry, che sembra percepire i miei pensieri, me ne arrotola
una
parte intorno al collo, quasi come uno scialle, e se ne tiene un
po’ per lui.
Quando
la sua mano sfiora il viso mentre mi sistema dolcemente quel pezzo di
stoffa
delicata vicino al volto, siamo cosi vicini che dopo avermi accarezzato
le
guance con le sue mani calde, mi lascia un lungo, lungo bacio. Poi ci
avviamo
così, sul marciapiede con la neve che ci fa da cornice, mano
nella mano.
Ed
è il Capodanno più bello della mia vita.
Siamo
tornati a casa, a casa sua, e abbiamo passato tutta la notta a parlare.
Davvero.
Mi
sveglio, siamo sul suo letto, VESTITI (non fatevi una brutta
impressione) , il
mio braccio appoggiato al suo petto.
Adesso
è mattina, oddio, veramente sono le 12 e 48, da
ciò che leggo sul display del mio
cellulare.
Ad
un certo punto sento un rumore provenire dal salotto e vengo assalita
dall’ansia. C’è qualcuno?
Ho
paura, cosi cerco di svegliare Harry, che è ancora tra le
braccia di Morfeo.
Gli
so uno scossone e lo chiamo – Harry! Harry sveglia!
C’è qualcuno! C’è qualcuno
di là! –
Lui
si alza di scatto borbottando
qualcosa,
e cade dal letto.
-
Mmh? Cosa quando, dove? Hope? Ci sei? – chiede con la voce
impastata di sonno
sfregandosi gli occhi.
-
Harry ho paura che ci sia qualcuno di là – dico
sottovoce, nascondendomi dietro
di lui, che intanto prontamente ha già afferrato da sotto il
letto una mazza da
baseball.
-
Ok aspetta vado a vedere- bisbiglia mentre mi fa cenno di non fare
rumore.
Fa
scorrere le porte della camera e
-
OMMIODIO HOPE! – cade e sparisce dietro il divano.
-
HARRY! – mi alzo di scatto spaventata dal letto, e corro a
vedere cos’è
successo, quando lo trovo steso a terra che ride come un amtto.
-
Harry!-
-
Ahahahaha ci sei cascata!! Hhaahah non ci credo! –
-
HARRY! – ripeto sconvolta, mentre cerco di trattenre le
risate senza risultati
e gli sferro un pugno sul petto. Solo allora mi acorgo
dell’alano che gli è ai
piedi, seduto, e che va a leccargli la faccia.
-
Hope, ti presento il mio cane,Max. Max, ecco qua Hope –
Il
cane mi si avvicina come se avesse capito alla perfezione le
presentazioni di
Harry, e comincia a leccarmi la faccia, cosi comincio a ridere.
-
E cosi eri tu stamattina a fare rumore eh? Ma che bello che sei, si sei
proprio
bello! – ecco che comincio a parlare come una cretina.
-
Mmmh, gli piaci sai? –
Non
so perché ma mi torna in mente ciò che Harry mi
ha detto l’altra sera riguardo
a suo padre. Dovrebbero fare pace. So che non sono affari miei, ma mi
si spezza
il cuore pensare che non si parlano da cosi tanto tempo. Per me un anno
è
tantissimo visto che non riesco a tenere il broncio a nessuno per
più di due
giorni.
-
Harry, dovresti perdonare tuo padre – mi esce cosi, senza
pensare.
-
Hope, tu.. –
-
Oddio scusa Harry, non mi permetterei mai di dirlo, scusa non so che mi
è
preso, forse è solo perché mi piaci che mi
preoccupo per te e allora… - mi scuso
gesticolando, in
preda al panico, e neanche mi accorgo quando lui velocemente si sporge
verso di
me per tapparmi la bocca con un bacio.
E
poi arriva il cane che ci lecca entrambi.
-
Hope, stavo solo per dirti .. –comincia mentre allontana Max
sorridendo – che mi piace. Mi
piace come ti preoccupi per me. Solo che non è facile
perdonare –
-
Ti aiuterò io. Ce la farai, Harry. Il mio obiettivo per
quest’anno è che tu e
tuo padre facciate pace. Ci proverai? – gli chiedo,
tendendogli la mano come
per sancire un patto.
Lui
esita ma poi risponde, dandomi un pizzicotto sulla guancia, facendomi
ridere.
–
E con una faccetta cosi, come faccio a dirti di no? –
EEEEEE…..
SCUSATE ANCORA PER IL RITARDO.
Non
ho più giustificazioni, solo che non arriva quando voglio
l’ispirazione =.=
Scusate
*fa gli inchini giapponesi spasticamente*
Anche se siete arrabbiate mi
farebbe piacere
una recensioncina
J
Bye bye <3
#HOPE
Ps: vi
lovvo :’D
|
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Capitolo 14 *** I love you ***
Siamo
nel vecchio studio del padre di
Harry, nella sua casa fuori New York, dove adesso abita sua madre. Non
sapevamo
da dove iniziare a cercare suo padre, o qualcosa che ci potesse
condurre da lui
, cosi abbiamo pensato che venire qui fosse la cosa più
logica.
In
realtà, non so cosa Harry pensi di
poter trovare. Sto guardando nella vecchia libreria di quercia in
salotto,
quando Harry mi chiama.
-
Hope! Presto vieni! Guarda cos’ho
trovato! – mi
inginocchio vicino a lui,
e mi mostra una foglio che ha trovato in un vecchio cassetto di una
scrivania.
Lo
apro e leggo ciò che c’è scritto con
una calligrafia piccola e quasi illeggibile.
“114,
Portland
Rose
460, Alaska
Building, Deals
312, Brooklyn
Building
217, Maurer
Court J.H. Way
39, Chatsworth
Road"
-
Sono degli indirizzi – alzo lo sguardo
verso di lui, perché non ho capito dove vuole andare a
parare.
-
Esatto. Ora prova a girare il foglio –
Faccio
come mi ha detto, e sul retro c’è
scritto “Possibili appartamenti Londra”.
-
Credi che tuo padre si sia trasferito
in uno di questi appartamenti? Ma Harry, sono a Londra! Credi davvero
che tuo
padre possa essere tornato là quando la sua famiglia
è qui? – chiedo con un
tono sorpreso.
-
Bhe, sai la sua vita è là. I miei
nonni sono là, come anche i suoi amici, il suo lavoro. Ha
sempre detto di voler
tornare là. Qui non ci voleva nemmeno venire. Inoltre i miei
hanno divorziato,
per cui non trovo nessuno particolare motivo per cui sarebbe dovuto
rimanere
qui. – parla con una certa freddezza.
-
Harry – lo prendo per le mani – se
questa ricerca ti costa troppa fatica, la finiamo qui, davvero. Basta
che lo
dici, e ci fermiamo ok? – cerco di fargli capire che io
voglio solo quello che
vuole lui, e non mi addentrerò più di
così nelle sue vicende famigliari se lui
non se la sente.
-
No Hope, lui deve saperlo – mi guarda
negli occhi – deve sapere che lo perdono -
Cerco
di rincorrere l’uomo incappucciato,
ma si allontana sempre più velocemente da me, e quando
chiamo Harry, lui non fa
niente per aiutarmi. Se ne sta lì con le mani in tasca e mi
guarda, come se rincorrerlo
non servisse. All’improvviso sento come se precipitassi in
una buca, la
sensazione di cadere nel vuoto si
impossessa di me e…
-
Hope! Hope! –
Mi
sveglio bruscamente e tutta sudata.
Grazie
a dio era solo un incubo. Harry è
accanto a me e mi tiene per le spalle.
Nel
buio della stanza, riesco solo a
intravedere il suo profilo, nient’altro, ma mi basta per
sentirmi più rilassata.
-
Hai fatto un brutto sogno – mi dice
sottovoce, accarezzandomi i capelli.
-
Oh … - dico, rituffando la testa tra i
cuscini e chiudendo gli occhi.
-
Sai, Harry … mi
sa che era un sogno premonitore – affermo
convinta.
-
Un sogno premonitore? –
-
Un sogno premonitore! –
-
Uhm.. un sogno premonitore… - assume
un’aria pensierosa.
-
Hai finito?! – gli chiedo, trattenendo
una risata e tirandogli un pugno sul petto.
-
Ahaha dai ti prendevo in giro! Ma
premonitore per che cosa, scusa? –
-
Non so… credo riguardasse tuo padre. Secondo
me non sarà facile trovarlo, ho questa sensazione –
-
Bhe, mi ma non serviva il tuo sogno
premonitore per capirlo. Io questo lo sapevo già. Non lo
sento da più di un
anno. Potrebbe essere ovunque –
-
Già…- dico sovrappensiero, mentre
rifletto su tutti i luoghi dove potrebbe annidarsi suo padre.
È rimasto qui a
New York, magari vicino alla famiglia? O forse è tornato
davvero a Londra,
la città che tanto amava?
O,
chi lo sa, potrebbe essersi preso una
bella casetta alle Bahamas, in riva al mare.
Harry
interrompe i miei pensieri – Dai
torniamo a dormire – mi dice, abbracciandomi come quando ci
addormentiamo.
-
Si, ok ..- rispondo accoccolandomi
vicino a lui.
Ma
so che in silenzio, stiamo pensando tutti
e due ancora.
La
mattina dopo, quando mi sveglio,
Harry non è più accanto a me.
Al
suo posto, c’è un gradevole odore di
pancakes proveniente dalla cucina.
Mi
alzo scalza con la maglietta di Harry
e faccio scorrere le porte della cucina per sbirciare.
Non
ci credo, non solo Harry è un
ragazzo fantastico, bellissimo, divertente, romantico e dolce, ma
…sa anche
cucinare.
Hope,
è quello giusto.
Però
riesco a stento a non ridere.
Harry
ha un grembiule addosso con
scritto “un uomo senza pancia è come un cielo
senza stelle” e sta ballando al
ritmo di una canzone alla radio, con lo straccio appoggiato sulla
spalla e fa
saltare un pancake (poco aggraziatamente, lasciatemi dire)con la
spatola che
tiene in mano.
Ma
ovviamente questo gli cade.
Lui
lo guarda come se il pancake dovesse
risollevarsi da terra con la forza del pensiero.
-
Io quello non lo mangio – affermo
seria mentre mi avvicino per raccoglierlo.
-
Hope! AHAHAHAHAH no ma guarda che
veramente io cioè tipo sono proprio bravo a fare i
pancakes….- ride
convulsamente - No non è vero – conclude chinando
la testa come un cucciolo.
-
Su, su Harry! Ti insegnerò io! – lo
consolo dandogli una pacca sulla spalla, e mentre non guarda butto il
pancake.
-
Allooooraaa ….- comincio io mentre mi
siede a tavola – cosa hai intenzione di fare riguardo a tu
sai cosa? –
-
Io so cosa? –
-
Tu sai cosa! –
-
E io cosa saprei? –
-
HARRY! –
-
Ahhah scusa ancora! Comunque … credo
che andrò a Londra… –
-
Andremo a Londra –
-
tu mi accompagneresti? – domanda stupito
come se non fosse ovvio.
-
Bhe, certo! E poi ho sempre voluto
visitare Londra… - mi avvicino per lasciagli un bacio
– Quando si parte? – appoggio
le mani al suo petto, e lui dopo un attimo di esitazione, mi guarda
come se nei
miei occhi ci leggesse qualcosa.
-
Ti amo –
…
Bum.
Cosi?
All’improvviso?
Ok
calma Hope, calma….
-
Anche io Harry –
-
Davvero? Perché ti vedo un po ansiosa –
-
E’ che … non l’avevo mai detto, ecco
–
mi ritraggo imbarazzata.
-
Allora è un onore – scherza improvvisando
un inchino.
-
Smettila! –
-
Anche per me – dice sottovoce.
-
Davvero? –
-
Già –
-
Allora è un onore –
EEEEEEEE
BUM!
Lo
so, LO SO che fa cacare le scimmie
questo capitolo, però…
però…. Non ho scuse, mi dispiaccio (??) Inoltre
non sapevo
come finire il capitolo, ecco la dura verità,
eggià u.u
Comunqueeeeee
avete visto che hanno
vinto un altro award? Sono troppa
fiera di loro :’)
Se
recensite vi regalo un cucciolo di
cane (*mente spudoratamente*)
Baci baciiiiiii
<3
Xoxo
#HOPE
|
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Capitolo 15 *** Show me you care ***
Eccoci qui, in areoporto, pronti a
decollare.
Siamo in fila per il check in
quando
Harry mi prende per mano e mi sussurra all’orecchio.
- Hope? –
- Si? –
- Ehm, ho paura –
- Di cosa Harry?-
- Di cosa, di
cosa…… di volare, ecco –
dice sottovoce.
- Ma come? Harry, e come ci saresti
venuto fin qui a New York da Londra, scusa? Nuotando? –
Ecco che arriva la faccia offesa.
- No. I miei mi hanno semplicemente
dato
un sonnifero potente! –
- Oh capisco….- rispondo
comprensiva, ma
addolorata di non avere con me un sonnifero per cavalli.
- Bhe, dovremmo arrangiarci in
qualche
altro modo stavolta, evidentemente-
- E come scusa? –
Vi assicuro che un volo di 8 ore
con
accanto un tizio che tira su col naso ogni 5 minuti non è
bello.
No no.
Inoltre, non dico che non mi
piaccia
Lilli e il Vagabondo, ma vederlo 5 volte per giunta in tedesco, non
aiuta a
rilassarsi.
Adesso che il volo è
finito, mi sembra
di sentire ancora il tizio da parte a me soffiarsi il naso e la bambina
davanti
ascoltare il pulcino pio.
Aiuto.
Decido di svegliare Harry mentre
atterriamo.
- Harry… Harry sveglia!
–
Ecco, pian pianino sta prendo gli
occhi.
- Oh… dove siamo?
– chiede
stiracchiandosi per poi bere un po d’acqua.
- A Londra, ovviamente –
- Ma come? Di già?!
–
- Certo! –
- E … ahia! Oddio la mia
testa… -
- Eccicredo. Hai sbattuto la testa
appena salito sull’areo contro gli scalini. Sei svenuto e hai
dormito 6 ore.
Complimenti amore! – gli scocco un sonoro bacio sulla
guancia, e rido per la
sua espressione ancora confusa.
- Te l’avevo detto che ci
saremmo
arrangiati, no? –
Prendere un taxi senza il tassista
napoletano-futuro coltivatore di angurie- Malik mi intristisce.
- Hope ci siamo quasi –
afferma Harry
mentre guardando fuori dal finestrino, mi prende per mano dolcemente,
agitato
come un bambino.
- Harry calma. Vedrai che lo
troviamo
ok? –
Siamo già stati a tutti
gli indirizzi
segnati a parte l’ultimo ma niente.
Cominciamo a dubitare che fossero
semplicemente indirizzi così, senza un significato.
Ma non possiamo arrenderci senza
prima
averlo provati tutti.
Anche se al primo abitava un
gattofilo,
al secondo un figlio dei fiori, al terzo un camionista che ci ha
accolto in
mutande e al quarto… meglio che non ve lo dico proprio.
Diciamo solo che non credevo che la
poligamia fosse legale in Inghilterra.
- Eccoci qua, sono 30 sterline
– l’autista
si ferma in una via alberata.
Scendiamo dalla vettura e Harry
paga il
tassista, che infuriato se ne va gridando ironicamente che ora , con
quella
mancia, avrebbe sicuramente potuto mandare al college il figlio.
Ah-ah-ah.
La villetta è carina,
con un grande
giardino davanti, colorata di un verdino chiaro.
- Io ancora non ci credo che per
andare
a trovare mio padre devo cercarlo con gli stessi risultati di quando
cerco un
mobile nel magazzino dell’ikea. È semplicemente
assurdo! –
- Harry. Non rimandare. Suoniamo e
vediamo ok? – chiedo, sporgendomi a suonare il campanello,
visto che lui non lo
avrebbe fatto.
- Grazie – mi bacia
dolcemente.
La porta si apre.
Momento della verità.
Trattengo il fiato.
- Harry –
- Papà -
Finalmente.
Il famoso papà di Harry.
La sua mano sta praticamente
stritolando
la mia, ma io non la lascio, non ora.
Anche se fa proprio male in effetti.
- Cosa ci fai tu e… - mi
guarda.
- Hope! Sono .. –
- È la mia ragazza.
– Harry tiene sempre
uno sguardo duro su di lui.
- Ragazza? Non sapevo ne avessi
una… -
- Non sai molte cose
papà. Sicuramente non
è colpa mia però –
Oh-ho non cominciamo benissimo, eh?
-Prego entrate-
Ci fa strada in salotto, o meglio
in una
stanza dotata di divano birre televisione e giornali.
- Vedo che sei cambiato –
nota Harry.
- Harold non mi sembra il
caso… - poi mi
indica.
- No, lei è al corrente
di tutto. La amo,
e può sentire tutto quello che hai da dirmi –
- Non è per
questo… forza vieni in
cucina e parliamo ti va? –
- Ti ho detto che.. –
- Harry – lo blocco,
prendendolo
dolcemente per una spalla – vai –
Dopo un attimo di esitazione, Harry
mi
accarezza la mano e insieme a suo papà si reca nel cucinino
della casa.
Passo tutto il pomeriggio li a
guardare
la televisione e ad accarezzare un gatto che è magicamente
apparso dalla
finestra.
Li sento gridare ogni tanto, ma
è giusto
cosi.
Per un attimo mi attraversa il
pensiero
che è in cucina che si tengono i coltelli, ma non ci do
tanto peso.
Ecco ad un certo che punto che
sento Harry
- Dimostrami che ci vuoi bene! a me, alla mamma, a Gemma, e anche a
tutti i nsotri problemi! -
Silenzio.
- Allora d’accordo. Fai come ti pare –
Ad un certo punto Harry esce
infuriato
dalla cucina prendendomi per mano e avviandosi verso la porta.
- Non sai riconoscere le cose
importanti! Non lo hai mai saputo fare! –
- Harry aspetta! -
- No, ora con te ho chiuso
definitavemente. Addio papà –
Lo seguo a ruota fuori dalla casa,
io
più di cosi non posso aiutarlo, non posso intromettermi nel
suo passato, o
rischierei di rovinare il nostro futuro.
- Harry aspetta, ho dimenticato la
borsa! –
Corro dentro superando suo padre, e
rivolgendogli un’occhiata comprensiva, d’altra
parte non ha tutte le colpe del
mondo.
Recupero la borsetta e sto per
uscire,
quando sento suo apdre gridare sulla soglia di casa.
- HARRY! NO! –
Il rumore del freno di una
macchina, poi
il silenzio.
Mi precipito furoi per assicurarmi
che
uno dei miei peggiorni incubi non si sia avverato.
Invece Harry è steso li,
in strada, in
una pozzanghera rossa, i suoi meravigliosi riccioli spenti, che gli
coprono il
viso.
- no..- sussurro, la prima lacrima
mi
riga il viso.
- NOOO! NO! – riesco solo
a gridare
disperata, prima di precipitarmi in strada.
SCU-SA-TE-MI!
chiedo
perdonooooooooooooooooo
D:
lo
so che mi odiate lo sooooo
ma
ho delle scuse ragionevoli e plausibilissime!!!
1) LA SCUOLA (e
ho detto tutto)
2) IL NUOVO CD!!! (voi
che ne dite? io adoro tutte le canzoni, e il fatto che abbiano dato
più spazio a quelle meraviglie che sarebbero Louis e Niall
:3 )
3) L'ISPIRAZIONE ARRIVA
CON I SUOI COMODI!!!
mi
dispiace davvero cerco di aggiornare presto, ma non sempre è
possibile!
tranquille
che eprò vi amo lo stesso, chiunque legga, recensisca o mi
segua <3
se
poi fate tutte e tre le cose siete veramente da stimare u.u
vi
è piaciuto il capitolo?? scritto in fretta e furia per avere
la vostra approvazioneeeee <3 spero di si :D
fatemelo
sapere amicheeeeee <3
<3 <3
#HOPE
PS se ci sono degli erroracci
è perchè non ho avuto il tempo di riguardalo e
correggere, mi disp ! :(
|
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Capitolo 16 *** Non puoi lasciarmi adesso, così. ***
-
HARRY! HARRY! – io e suo padre siamo
sull’ambulanza insieme al mio Harry, coricato, sanguinante,
con una flebo e una
mascherina per respirare.
Non
posso vederlo così.
Mi
giro per lasciare scendere altre
lacrime e sento le braccia di suo padre toccarmi la spalla.
-
Andrà tutto bene. Harry è un testone,
ed è forte. Capito? Non pensare a niente di brutto
–
Sorrido,
anche se so che non ci
riuscirò.
5
ore dopo siamo ancora in un corridoio
spoglio di un ospedale, in attesa di notizie.
Io
giro su e giù piangendo
silenziosamente mentre suo padre è seduto su una sedia di
plastica blu, la
testa tra le mani.
Non…
non so davero come farei senza di
lui.
Non
può lasciarmi adesso, cosi.
Ripenso
al ragazzo che a prima vista, in
quell’ascensore, mi sembrava soltanto un galetto presuntuoso
e mi viene ancora
più da piangere. Sembra un'altra dimensione.
-
Harry... – sussurro, non so perché.
-
Fa riflettere , non è vero? – dice improvvisamente
suo padre.
-
Si… - rispondo, lo sguardo perso – si,
sicuramente –
Silenzio.
-
Signorina Jones? Signor Styles? – il
dottor Tomlinson (buffo, la prima volta che l’abbiamo
incontrato eravamo in
tutt’altra situazione) esce dalla stanza chiudendo piano la
porta per non
disturbare i pazienti.
-
SI! – rispondiamo velocemente e all’unisono
io e suo padre.
-
… È fuori pericolo – dice dopo averci
guardato entrambi negli occhi per qualche istante.
Grazie
a dio.
Harry.
Istintivamente,
sporgo la testa verso la
sua stanza, anche se la porta è chiusa.
-
Per il ricovero, consiglierei di
tenerlo in osservazione per 3, 4 giorni al massimo. Ho chiesto di
metterlo
nella stessa stanza di Gemma, va bene? –
-
Certo – risponde il padre – Gemma… -
continua, immerso nei suoi pensieri.
–
Ora potete andare a parlargli adesso. Con
calma però, mi raccomando. Ha subito un brutto trauma
celebrale. Intesi? –
-
Certo! –
-
Hope – comincia suo padre – posso entrare
prima io? Devo parlargli –
-
Si, certo. Prego – dico sorridendo,
anche se dentro non vedo l’ora di vedere il mio amore.
-
Anzi ora che ci penso – suo padre si
ferma sulla porta – entra anche tu –
Non
me lo faccio dire due volte.
-
Harry! – sussurro, portandomi le mani
alla bocca per evitare di fare troppo chiasso o di farmi prendere
dall’emozione.
Eccolo
li, steso su un misero letto, con
un misero lenzuolino azzurro e un miseo bicchiere d’acqua sul
comodino.
Gira
lentamente la testa, e sorride
anche se fiaccamente.
-
Hope! – allunga le braccia verso di me
e io mi ci fiondo addosso.
-
Eccomi calma! Sono qui, ok? – mi accarezza
la testa.
-
Si, scusa..- dico tra le lacrime.
-
CAZZO HARRY! – gli sferro un leggere
schiaffo sulla guancia.
-
NON FARLO MAI PIU’, MI HAI CAPITO? –
Mi
guarda, e sorride.
-
Eri li, sdraito a terra, non ti
muovevi… - finisco la frase piangendo.
-
Ti amo – diciamo insieme, e ci baciamo,
fortissimo, come se non ci volessimo
più
lasciare.
Ecco
che suo padre, che è sempre stato
in fondo alla stanza, si avvicina al letto, dall’altra parte.
Harry
all’inizio non si gira verso di
lui, e vedo che una lacrima gli riga il viso.
Lo
guardo per fargli capire che è pur
sempre suo padre.
Piano
piano si gira.
Bastano
poche parole a suo padre per far
capire come si è sentito.
-
Harry. Avevi ragione. Non ho mai
capito cos’è importante. Ma mi è
bastato quell’istante. Quell’istante in cui
quella macchina… e ho capito tutto. Io amo ancora tua madre.
Amo te e Gemma. E non
riesco a capire comeposso essere stato cosi cieco finora.
Tornerò da voi. È ciò
che voglio –
Quando
finisce di parlare, Harry lo
guarda con due occhi vuoti poi si riprende:
-
Papà, dovevo farmi proprio investire
per fartelo capire? –
Insieme
ridono, mi unisco anche io alla
risata, fragorosa, cosi fragorosa che un’infermiera deve
entrare per dirci di
abbassare il tono.
È
che è una risata liberatoria. Ci stiamo
sfogando.
È
tutto finito.
-
Hope –
-
Si ?-
-
Hai mai fatto un incidente? –
-
Mmm, no, a dire il vero –
-
Bhe questo è un bene. Sai però, si dice
che la vita ti scorre davanti se stai per morire, vero? –
-
Si, l’ho sentito dire – rispondo ancora
tra le lacrime, anche se non so se sono di felicità,
commozione o liberatorie.
-
Non è vero – mi prende per mano e si
tira su a sedere.
-
Si vede la persona che si ama. Io ho
visto te –
-
Harry… - dico, saltandogli
praticamente in braccio.
-
Aspetta. Con questo non mi stai
chiedendo di farmi investire per provarti che ti amo vero? –
Sorride,
poi controbatte.
-
No, preferirei di no. Mi fido –
HAHAAHHAHAHA
AVETE VISTO??
Adesso
tutte le sere ve li metto i
capitoli per farmi perdonare XD
Anche
se faranno cacare le scimmie come
questo -.-
Forse
è anche un po corto… bhe ma la cosa
dell’incidente mi faceva stare troppo male, dovevo concludere
subito la cosa!
Vi
voglio bene <3
#HOPE
Ps: la storia
arriverà fino al capitolo 18 o 19 credo.
Non
riesco a farle più lunghe di cosi XD
Comunque
tranquille che ne ho già pronte
altre ;)
*si
crede amata*
Sciao
belle :D
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Capitolo 17 *** Three months later ***
hhh
EBBENE
SI,
SONO TRONATA!
Scusate, tortata!
No,
tornata!
E'
passato cosi tanto tempo
che non so neanche più scrivere
PUAHHAHHA
Coooomunquueee...
Spero
vi piacerà il penultimo capitolo :')
Love
ya ;)
Tre
mesi dopo
- Hope, vuoi una lattina di coca?
– Harry mi urla dalla cucina.
- Sì, lancia –
gli rispondo dal divano, intenta a sfogliare una rivista.
- In arrivo! – dal vano
della cucina mi lancia la lattina, che io afferro prontamente.
- E la folla è in
visibilio! AAAAAAHHHHH-AAAAAHHHH – imito, o almeno ci
provo, il clamore di una folla immaginaria.
- Hope, hai solo preso una lattina
al volo. Semmai la folla dovrebbe acclamare me per avere una
così bella mira- ribatte, mentre si corica vicino a me.
- GRAZIE, GRAZIE! - Improvvisa un
mezzo inchino, e appoggia la testa sulle mie gambe, poi si mette a
giocare con la Ps3.
- Che c’è
stasera a cena? – mi chiede senza togliere lo sguardo dalla
Play.
- Cinese –
- Wow, la mia fidanzata sa cucinare
cinese? – sembra colpito, e si gira a guardarmi.
- No, la tua fidanzata sa comporre
il numero del ristorante cinese qui all’angolo –
ribatto continuando a sfogliare svogliatamente un vecchio numero di
Vogue.
- Ahah divertente! –
- Lo so, vero? – rispondo
ironica abbassando la rivista –
Sono o non sono una ragazza simpatica? –
- Si che lo sei, amore mio!
– dice lui, fermandosi un secondo e strofinando il suo naso
contro il mio - Ma questa ragazza simpatica imparerà anche a
cucinare vero? Non vorrei che nostro figlio cresca con una madre che
ordina cinese a tutto andare –
-
Si, tranquillo - intanto afferro il bicchiere di rosso appoggiato sul
tavolino.
Harry senza neanche alzare lo sguardo, mi rimprovera: - Appoggia quel
bicchiere Hope... -
- Ah, cavoli, è vero! Mi dimentico sempre -
- Finchè non avrai il pancione non ti ricorderai che sei
incinta?! -
- Evidentemente -
- Ci penso io - dice, mentre mi sfila il bicchiere dalle mani, e lo
beve tutto d'un sorso - Adesso però, fammi
andare avanti con la Play,dai –
- Pfff. Uomini. Comunque, guarda
cos’ho trovato! – estraggo dalla salopette una
istantanea, un po sbiadita ma comunque ben visibile.
Harry le da una veloce occhiata e
poi commenta – Hey, ma siamo noi in ospedale! A capodanno con
la mia famiglia! Dove l’hai trovata? –
- Oh, nel cassetto
all’entrata… guarda che facce che avevamo! Bhe
certo, dopo un notte in un ascensore non potevamo certo essere
rilassati e senza occhiaie… –
- Eri bellissima lo stesso. ..- si
avvicina e mi da un sonoro bacio sulla guancia.
- Non attacca Harry. Non chiameremo il bambino Goku -
- Oh, eddai Hope! -
- Hey, hanno suonato alla porta? – cambio argomento
- Vado io -
- Poi però ne riparliamo eh! –
- Se, se.. -Cammino scalza sul
parquet ripensando a quella notte folle e mi stampo un sorriso in
faccia, poi apro la porta.
- Oh, Paul! Ciao! Posta per noi?
–
Paul è il nostro
portiere. È un tipo simpaticissimo, lo
invitiamo sempre a cena, con sua moglie e i figli. Proprio delle brave
persone.
- Ciao Hope! Harry! – si
sporge oltre le mie spalle per salutarlo.
-Hey Paul! –risponde,
appoggiando la Play sul tavolo e dirigendosi verso di noi.
- Ragazzi, Mark –
L’addetto alla sicurezza – mi ha dato questi per
voi. Mi ha raccomandato di dirvi che lui ha visto i primi 5 minuti e
poi, quando ha capito come sarebbero andate le cose, vi ha lasciato la
vostra privacy. Sapete cosa può significare? –
- Ehm, veramente no –
sono un po’ confusa.
- E..oh! mi ha anche detto di dirvi
che i video di sicurezza vengono tolti e sostituiti ogni tre mesi, per
questo sono in ritardo –
Video
di sicurezza? Ma che…?
- Ehm.. D’accordo, grazie
amico. Hey, che ne dici di un barbecue questo fine settimana?
–
- Dico che mi andrebbe proprio un
po’ di carne! Chiamami!
Ci sentiamo ragazzi! –
- Ciao Paul! – chiudo la
porta con un calcio, con i nastri in mano, ancora un pò
confusa.
Nastri di sicurezza? Privacy?
- Cosa intendeva dire secondo te? -
chiedo ad Harry, porgendogli i nastri.
- Bho! - risponde Harry.
– Guardiamoli –
- Ok – inserisce con cura
la videocassetta nel lettore e mentre mi rannicchio sul divano,
raggiunta da Harry. Poi parte un filmato, in bianco e nero, che
rappresenta un posto a me familiare...
- Hope? –
- Oh mio Dio… -
- Sai cos’è,
vero? –
- Santo cielo, dimmi che non
è vero! –
- E … ahah, invece mi sa
di si! –
- In ascensore… quella
notte… c’era una telecamera? Oddio! Come
abbiamo fatto a non accorgercene? Harry! – gli tiro un pugno
sul petto.
- Bhe, che è colpa mia??
– ride.
Ecco noi che entriamo in ascensore,
poi noi che facciamo il gioco delle parole, io che mi levo il pigiama
anti-stupro, Liam, Niall… la caduta… mamma
mia….
- Non so cosa dire! Non
è possibile! – Harry si appoggia al divano, e in
pochi istanti ecco qui, due cretini che ridono davanti alla televisione.
- Harry, ti prego, bruciamo i
nastri – dico, tra le lacrime.
- Ma che dici?! Sono un ricordo
bellissimo! È
il ricordo di come si siamo innamorati! È il nostro ricordo!
–
- Mmmh.. si hai ragione. Ma almeno
nascondiamoli! –
- Si, mi sa che è meglio
-
Mi fermo un attimo a guardare Harry, che
ride, senza accorgersi di essere osservato.
- Harry? –
- Mmh? –
- Non ti fa strano vedere questo
filmato? Voglio dire, adesso sembra essere successo tutto cosi
velocemente… ma in realtà sembravano passare i
secoli li dentro! –
- Si, hai ragione. E tu ci pensi
che se non ci fossimo bloccati in quel dannatissimo ascensore, non ci
saremmo conosciuti? -
- Forse si, ma non ci saremmo innamorati –
- Già… -
- Hey Harry –
- Si? -
- Ho voglia di fragole -
- Fragole? A marzo? -
- Si, e allora? -
- Ok vado -
Si mette
le scarpe e il giubbotto, ma prima di uscire si gira verso di me
- Ti amo -
dice, quasi con tono sorpreso - davvero, ti amo tantissimo, Hope -
- Ma anche io, pastic … -
- Ma non chiamarmi pasticcino
–
- Ok cicciobello. –
- Neanche –
- Tesoro? –
- Va già meglio
–
- Ah, Harry -
- Che c'è? -
- Non sono ancora afferrata con la lavatrice -
- Mi stai dicendo questo perchè ...? -
- Perchè ora hai un maglione rosa - pausa ad
effetto per vedere la sua reazione - Sei arrabbiato? –
continuo, con una faccia da cucciolo.
- Naaa - si avvicina e mi scocca un
sonoro bacio.
- Il rosa mi dona –
SCUSATE SE ARRIVA COSI IN
RITARDOOOO
Non
ci sono giustificazioni :(
Perdonatemi!
Fatemi sapere se
ve gusta il capitolo ;)
Baci baci!!!
#HOPE
hhh
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