This Ain't Goodbye

di SheLovesHerRomeo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***





Capitolo 1

 
Era una giornata di fine inverno e un violento temporale minacciava la meravigliosa città di Londra.
Però, molte persone, sembravano non accorgersi di quel brutto tempo, forse abituate al tipo di situazione, e andavano in giro, passeggiando per le varie stradine.
Intanto, ad Hyde Park, un giovane ragazzo era seduto ai piedi di una quercia rigogliosa, concentrato sul leggero fruscio, causato dal vento tra le foglie.
Si chiamava Liam Payne. Era un ragazzo di notevole altezza, magro quanto basta e ben piantato. Aveva dei capelli corti, castani tirati su in una modesta cresta e due occhi color cioccolato molto intensi. Aveva 19 anni, ma si trovava nell’anno dei 20.
Quella giornata, per lui, era iniziata davvero male e non sembrava voler migliorare.
La sua ragazza, Claire White, l’aveva lasciato per andare in Argentina da dei parenti e apprendere la lingua: lo spagnolo. Lui la amava e l'aveva pregata di non lasciarlo. Lei, però, era stata molto scettica riguardo alla loro relazione, in quanto ritenesse che mantenere un rapporto a distanza non fosse una cosa da poco e necesitava forza di volontà e passione.
Per questo, aveva preferito lasciarlo libero, partendo per un tempo indeterminato.
Nonostante ciò, Liam l’aveva comunque accompagnata in aeroporto, per salutarla un'ultima volta.
Quel gesto gli aveva ridotto il cuore in mille pezzi, facendolo piangere interiormente per tutta la mattina.
Aveva deciso di andare nel parco perché, in questo modo, nessuno avrebbe potuto disturbarlo, mentre rifletteva sulla sua, ormai, inutile vita.
 
Rimase lì per un po’, fino a quando non iniziò a piovere e, quindi, fu costretto ad incamminarsi verso casa, con il cappuccio della felpa nera tirato su, in modo da proteggerlo dalle gocce di pioggia o, come amava chiamarle lui, le lacrime del cielo.
Mentre attraversava il sentiero principale, che portava all’uscita, dei singhiozzi strozzati lo distolsero dalla sua destinazione. Essi provenivano da una panchina, leggermente nascosta dai cespugli verde prato.
Lentamente si avvicinò ad essa, trovandoci una figura curva su sé stessa con le ginocchia portate al petto.
Si accovacciò davanti alla ragazza che gli si presentò davanti, facendola sobbalzare dalla sorpresa.
 
Lei era Jamie Stevens, ragazza di 18 anni, di statura media e con un corpo abbastanza magro. Aveva i capelli color biondo cenere, lasciati cadere morbidi e boccolosi sulle spalle, e due occhi azzurri, profondamente in contrasto con quelli di Liam.
Jamie, proprio come quest’ultimo, si trovava al parco a causa del suo ragazzo.
Era innamorata persa di lui, ma a quanto pare non era ricambiata.
Quella mattina, infatti, si era svegliata con il presentimento che qualcosa di poco piacevole sarebbe accaduto. In effetti, aveva sempre avuto un sesto senso per queste cose, ma cercava di far finta di niente e lasciarsi il tutto alle spalle.
Nonostante ciò, il suo ragazzo, Harry Styles, le aveva dato appuntamento in quello stupendo parco per le undici in punto.
La ragazzo, dotata di una naturale puntualità, arrivò cinque minuti prima, per essere sicura.
Giunta sul luogo indicato, il suo ragazzo si trovava già lì, proprio sotto la statua di marmo bianco a loro conosciuta.
Era molto strano vederlo lì a quell’ora perché lui era un palese ritardatario, ma decise di non farci caso, avvicinandosi a lui per stampargli un bacio all’angolo della bocca.
Successe tutto talmente in fretta, da non farla riuscire nemmeno ad amalgamare la notizia: Harry l’aveva appena lasciata.
La sua motivazione faceva ancora più male: le aveva svelato di non essere più innamorato di lei e di averla tradita, andando con Tiffany Evans, la ragazza più facile che avesse mai conosciuto.
Le aveva anche rivelato, di aver passato una delle notti più belle della sua vita e che, probabilmente, i due si sarebbero messi insieme quanto prima.
A questa notizia, Jamie aveva tirato una schiaffo molto violento sul volto del ragazzo, lasciandogli le ditate rosso fuoco. Inoltre, lo insultò per bene e, quando le lacrime iniziarono a scendere, girò i tacchi e se ne andò distrutta e amareggiata.
 
Adesso, non aspettandosi di essere vista, si era abbandonata ad un pianto liberatorio, non preoccupandosi minimamente del trucco che, sicuramente, le lacrime avevano trasportato in giro per la sua faccia.
La ragazza alzò di poco lo sguardo, osservando la figura davanti a sé.
Non aveva mai visto quel ragazzo da nessuna parte, nonostante abitasse a Londra da quando era nata. Lo trovava molto carino, nonostante avesse tutti i capelli attaccati al viso, per colpa della fitta pioggia.
Mentre lo osservava, un sorriso si fece largo sulle labbra dello sconosciuto, facendola ritornare in sé.
“Piacere. Io sono Liam, Liam Payne.” Le disse lui, allungando una mano.
“Ciao. Sono Jamie Stevens.” Disse la ragazza con voce flebile, cercando di smettere di piangere.
“Scusa se prima ti ho fatto spaventare, ma voglio solo cercare di esserti d’aiuto. Hai bisogno di qualcosa?”
“No, tranquillo. Sto bene.” Fece con lo sguardo rivolto alle sue Converse rosso fuoco.
“A me non sembra, ma se non mi vuoi dire niente, lo posso capire. Chi si fiderebbe di una persona incontrata in un parco, mentre piove a dirotto. Per quanto ne sai potrei essere un maniaco.”
Uno senso di angoscia si fece largo tra le emozioni di Jamie, facendole assumere un’espressione preoccupata.
“Ok, la devo piantare di dire queste cose. Fai finta che io non abbia detto niente, d’accordo?”
La ragazza diede un segno d’assenso, muovendo la testa ripetutamente verso il basso e verso l’altro.
“Bene. Ti andrebbe di raccontarmi il motivo per cui una bella ragazza come te si trova in un parco a piangere di sabato mattina?”
“C-certo. Beh, per farla breve, il mio ragazzo mi ha mollata, dopo avermi tradito.”
“Oddio, mi dispiace molto. Se ti può consolare, la mia ragazza mi ha lasciato per andare in Argentina.”
“Direi che oggi è la nostra giornata fortunata.”
“A quanto pare sì.” Disse Liam sospirando leggermente, soffermandosi a guardare i bambini che correvano sotto la pioggia.
Ad interrompere il silenzio formatosi tra i due ragazzi, fu il cellulare di Liam.
“Pronto?” Una voce metallica rispose dall’altro lato dell’apparecchio elettronico, mentre Jamie ascoltava la conversazione interessata ed incuriosita.
“Oddio, cos’ha combinato ‘sta volta quel coglione?!”
“Ok, ok arrivo e cercate di calmarlo.”
Il ragazzo chiuse la chiamata e ripose il cellulare nella tasca dei suoi pantaloni.
“Scusa Jamie, ma adesso devo andare perché c’è stato un problema con Harry, uno dei miei coinquilini.”
Gli occhi della ragazza si riempirono nuovamente di lacrime e una di esse riuscì a sfuggirle.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“Anche lui si chiama Harry”
“Oh, eviterò di parlartene allora. Beh, è stato un piacere conoscerti e spero che ti riprenderai. Buona giornata.” Disse salutandola con un leggero movimento della mano.
“Grazie a te, Liam. Spero di rivederti, un giorno.”
“Lo spero anche io. Un bacio.”
 
Jamie lo guardò allontanarsi nella pioggia, diminuita nell’ultima mezz’ora.
Era strano il modo in cui il suo umore fosse migliorato da quando aveva parlato con quel ragazzo. Sembrava aver esercitato su di lei dei poteri curativi e, per la prima volta, aveva proferito parola con uno sconosciuto come se fossero amici da anni. Non era nella sua natura raccontare la propria vita alle persone ed era un bel cambiamento.
Forse, era un bene che Harry l’avesse lasciata, in questo modo avrebbe potuto modificare il suo carattere ed aprirsi di più alla gente.
Guardò di sfuggita l’orologio che aveva al polso, notando l’orario. Entro pochi minuti sarebbe dovuta essere a lavoro e, quindi, avrebbe dovuto darsi una mossa.
Pensando ciò, si alzò frettolosamente dalla panchina, andando in direzione di Oxford Street.

 
 
Spazio Autrice
Ciao piselline belle c:
Beh, come vedete sono tornata con una nuova storia.
Per chi non lo sapesse, sono sempre io: quella di It's too cold outside for angels to fly.
Forse, come capitolo non è il massimo, ma è il primo e mi sembrava giusto fare le presentazioni.
Di conseguenza, è molto descrittivo e poco discorsivo.
Spero, comunque, che abbia attirato la vostra attenzione e che continuerete a leggere.
La canzone a cui è ispirata la storia è This Ain't Goodbye - Train
Io la amo e mi auguro che piaccia anche a voi.
La protagonista, come avete visto, è Teresa Palmer (Warm Bodies/Sono Il Numero Quattro), che a me piace molto come attirce. 
Adesso vado e alla prossima.
Un bacio,
SLHR
 
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P.P.S. Vi lascio il mio account Twitter: @Giuls_x

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Il tempo, quel pomeriggio, era migliorato notevolmente e non c’era più alcuna traccia di pioggia.
Liam, nel frattempo, stava percorrendo il vialetto di casa sua, dove l’odore di asfalto bagnato gli impregnava le narici.
Continuava a pensare al modo in cui la sua ragazza l’aveva lasciato: senza una dannata spiegazione logica.
Il suo cervello non lo lasciava un attimo in pace e, infatti, numerose idee gli balenavano in testa, incuranti della confusione che aleggiava intorno al ragazzo.
Cos’aveva fatto di sbagliato? L’aveva trattata male o semplicemente non le aveva dato tutto ciò di cui aveva bisogno?
Non riusciva a darsi nemmeno una risposta sensata e questo lo rendeva ancora più arrabbiato e triste.
Mentre faceva questi pensieri, si ricordò del perché fosse tornato a casa così presto: Harry.
Louis l’aveva chiamato e gli aveva detto di tornare subito, ma non gli aveva dato nessun’altra spiegazione, tranne il fatto che si trattasse di Harry.
Si accorse subito di non avere le chiavi con sé e, così, trovò quelle di riserva dentro al vaso sul davanzale della finestra.
 
Aprì la porta con cautela, facendola poi richiudere alle sue spalle.
Un forte odore di alcol lo invase, stordendolo leggermente.
Mille pensieri inquietanti si fecero spazio nella sua testa, eliminando tutti i quesiti precedenti.
Si diresse immediatamente verso il salone di quella casa – villa – enorme.
Un scena a dir poco strana gli si presentò davanti agli occhi: tre dei suoi quattro amici erano seduti in cerchio con lo sguardo perso nel vuoto.
Liam si avvicinò a loro, mettendo una mano sulla spalla del biondo: Niall.
Dopo aver fatto ricadere la loro attenzione su di sé, si sedette anche lui sul tappeto rosso.
“Ragazzi, che sta succedendo?”
Tutti si guardarono senza proferire parola
“Dov’è Harry?” Continuò il castano
Zayn, il ragazzo dalla pelle ambrata, gli fece segno con la testa in direzione delle scale.
Liam, a quel punto, si precipitò su per le scale alla ricerca del suo amico riccio.
Spalancò di getto ogni porta che trovò sulla sua strada finché non sentì dei singhiozzi strozzati provenire dal bagno.
Entrò piano, piano dentro a quest’ultimo e vi trovò un Harry a dir poco ubriaco, sdraiato nella vasca da bagno con una bottiglia di Vodka in mano.
Liam si avvicinò al riccio e, vedendolo in quelle condizioni, lo aiutò ad alzarsi e lo trascinò nella sua camera.
Arrivati, lo adagiò bruscamente sul letto, togliendogli i vestiti impregnati di alcool, vomito e lacrime, sostituendoli con il pigiama, o meglio maglietta, che usava per dormire.
Dopo averlo sistemato per bene, cercò di andarsene, ma la sua uscita di scena venne impedita dal ragazzo a letto.
“Liam, vieni un attimo qui” Disse il riccio ridendo leggermente a causa della Vodka che aveva in corpo.
Il castano gli si avvicinò, sedendosi sul bordo del letto.
“Harry, perché ti sei ubriacato in questo modo?”
“Perché sono un deficiente”
“Beh, non mi sembra una ragione valida. Cos’è successo?”
“Ho lasciato la mia ragazza, ma io la amo ancora.”
“Allora sei davvero coglione. Perché?”
“L’ho fatto perché Tiffany ha minacciato di non venire più a letto con me se non l’avessi fatto.”
“E da quando Harry Styles si fa comandare a bacchetta da una ragazza, per di più da quel tipo di ragazza?!”
“Non lo so Liam. Non so cosa mi stia succedendo, davvero.”
“Ormai il danno è fatto, ma potresti cercare di riconquistarla.”
“Non mi vorrà più vedere. E’ meglio lasciar passare un po’ di tempo.”
“Ok, come vuoi, ma fai attenzione perché nel frattempo lei potrebbe incontrare qualcun altro. Pensaci bene.”
“Grazie Payne. Sei un amico.”
“Di niente. Mi sa che oggi è la giornata delle sfighe: la mia ragazza mi ha lasciato, tu hai lasciato la tua e poi ho incontrato una ragazza al parco che era appena stata mollata.”
“Sì, penso anche io.”
“Va beh, ti lascio riposare adesso.”
“Ok, notte Liam”
“Notte Harry.”

Liam chiusa dolcemente la porta e poi scese le scale, andando ad aggiornare gli altri su quello che era appena successo.
 
“Kassie, scusa il tremendo ritardo! Non succederà più, promesso” Fece Jamie, rivolta al suo capo, nonché migliore amica, Kassandra.
“Ciao anche a te, Jamie. Beh, questa volta abbiamo solo mezz’ora di ritardo: record mondiale!”
“Davvero, non l’ho fatto apposta è che ho avuto un contrattempo.”
“Dai, per tua fortuna oggi non c’è tanta gente in negozio. Però, adesso ti voglio vedere lavorare.”
“Certo, certo. Vado a catalogare i libri appena arrivati.”

“Brava la mia ragazza”
Jamie si avviò verso la pila di libri, posizionata sul bancone della libreria.
Aveva sempre amato i libri e, dato che aveva bisogno di soldi, aveva aperto un piccola libreria su uno dei corsi principali di Londra insieme alla sua migliore amica.
I libri la mettevano sempre di buon umore perché, grazie a loro, poteva viaggiare con la fantasia, abbandonando per un attimo il mondo reale, immedesimandosi nei personaggi dei racconti, che, di sicuro, avevano una vita migliore della sua.
Le due ragazze, comunque, vivevano in un piccolo appartamento nella periferia della città, mentre frequentavano la scuola.
Jamie faceva l’ultimo anno di liceo linguistico, mentre Kassie aveva 20 anni e faceva il corso di beni culturali all’università.
Kassie era una ragazza con i capelli lisci, castani, lunghi fino alle spalle; occhi castani erano incastonati in un viso dolce ed angelico.
Era fidanzata da un po’ di tempo con un ragazzo che aveva conosciuto all’università: Alex.
Stavano molto bene insieme e lei era sempre felicissima, quando avevano un appuntamento.
Jamie era molto contenta per lei, ma in quel momento, solo a sentir parlare di ragazzi, le veniva il volta stomaco.
Era ancora fissata con Harry e non riusciva a toglierselo dalla testa.
In quel momento, lo immaginava chissà dove con Tiffany, mentre si facevano spudoratamente, senza pensare al suo stato d’animo e a tutti i sacrifici che aveva dovuto fare per stare con lui.
Sua madre Eliza, infatti, non aveva mai accettato la relazione tra la figlia e il riccio perché lo riteneva immaturo ed incapace di stare insieme per più di una settimana a qualcuno.
La ragazza, però, aveva fatto di tutto per ottenere il permesso e, per fare ciò, se ne andò da casa sua, andando poi a vivere con Kassie, continuando a frequentare Harry.
In questo momento, avrebbe voluto chiamarla e dirle che aveva avuto sempre ragione sul conto del ragazzo, ma non lo fece.
Sua madre era un donna troppo orgogliosa e l’avrebbe fatta solo sentire peggio con quelle frasi che comprendevano sempre il solito “Te l’avevo detto”, che tutti odiano.
In ogni caso, questa non era l’unica cosa a cui pensava.
Liam, il ragazzo del parco, continuava a frullarle per la testa.
Non si sapeva spiegare il motivo, ma l’aveva colpita subito con quella dolcezza infinita, che non aveva mai trovato in nessun ragazzo.
Avrebbe voluto rivederlo un giorno, ma come una stupida non gli aveva chiesto il numero di telefono.
In ogni caso, lei pensava che se il destino avesse voluto, si sarebbero rincontrati, prima o poi.
Forse credeva troppo nel fato, ma era l’unico modo che la aiutava a non perdere mai la speranza.
 

Spazio Autrice :D
Eccomi qua pisi belle.
Scusate se aggiorno a quest’ora, ma non ho fatto in tempo a farlo prima.
Comunque, che ne pensate del capitolo?
Ovviamente, è solo il secondo e non succede niente di particolarmente sconvolgente, ma presto cambieranno un po’ di cose.
La scena di Harry nella vasca mi fa morire, non so voi, ma scrivendola ridevo come una pazza, giuro c:
La canzone che mi ha ispirato è Pieces - Sum 41.
E’ davvero molto bella, quindi, ascostatela.
Ringrazio chi ha recensito, preferito e seguito la storia.
Vi adoro ragazze, davvero.
Prima di lasciarvi, devo consigliarvi una Fan Fiction: And after all, you're my wonderwall di Rebbiiiify.
Passate perché ci tengo.
Adesso vado sul serio e buona Pasqua.
Un bacio,
SLHR
 
P.S. Vi lascio il mio contatto Twitter: @Giuls_x
 

 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Capitolo 3
 
Era ormai pomeriggio inoltrato e Liam si trovava nella sua cucina, in compagnia del suo coinquilino, Louis.
Lui era un ragazzo molto carino, di statura media e magro. Aveva i capelli castani scuro e due occhi azzurri cielo, il suo punto di forza.
I due stavano facendo colazione, mentre gli altri tre erano usciti a fare un giro per la città.
“Ehi Liam. Ma oggi che giorno è?”
“Dovrebbe essere mercoledì, perché?”
“Grazie, fin lì ci arrivavo anche io. Intendevo che numero, stordito!” Disse dando una pacca dietro al collo di Liam.
“Ahia! Ma sei deficiente?! Comunque, è il 19 Marzo.” Esclamò massaggiandosi il retro del collo, ormai arrossato.
“Oddio! Sono nella merda, fino al collo!”
Louis si mise le mani nei capelli, estremamente preoccupato, ma per motivi che solo lui riusciva a capire.
“Spiegati meglio, Tomlinson.”
“In pratica, venerdì c’è una festa di primavera all’asilo delle mie sorelle e io avevo il compito di donare qualcosa per i vari bambini. Il problema è che me ne sono dimenticato e adesso non so cosa comprare.” Disse il ragazzo disperato.
“Beh, stiamo calmi e cerchiamo di ragionare.”
Liam iniziò a camminare avanti e indietro per la cucina, mentre si strofinava il mento con due dita, in modo pensieroso.
“E’ un asilo, giusto?”
Louis annuì, frustrato dalla situazione.
“Allora cosa c’è di meglio di un buon libro, per imparare?”
Il ragazzo alzò la testa dal tavolo, sul quale la stava sbattendo rumorosamente, e andò ad abbracciare il castano, che era in piedi di fianco a lui.
“Tu sei un genio! Io l’ho sempre saputo, sai?”
“Finalmente qualcuno che riconosce le mie doti! Grazie Lou.” Esclamò, ridendo lievemente.
“Aspetta un attimo Liam. Io non conosco librerie da queste parti...”
“Tranquillo, so io dove andare.”

Detto ciò, i due amici si andarono a preparare per uscire.
Presero le chiavi, la giacca leggera e il portafoglio. Stavano per chiudersi la porta alle spalle, ma si ricordarono di dover avvisare gli altri.
Liam, così, prese un foglietto bianco, ci scrisse sopra le informazioni necessarie e lo attaccò al frigorifero con una calamita, sicuro che Niall l’avrebbe visto.
Dopo di che, uscirono definitivamente di casa.
 
Harry, nel frattempo, era uscito per andare, ovviamente, da Tiffany. Tra qualche minuto si sarebbe dovuto trovare davanti alla porta di casa della ragazza, ma era leggermente in ritardo.
Aveva deciso di allungare la strada, passando da Oxford Street.
Voleva vederla, voleva vedere quella ragazza che si era fatto sfuggire come uno scemo, preferendo i bisogni fisici, rispetto a quelli del cuore; i più importanti.
Eccola lì, la libreria in cui lavorava.
Cercando di non farsi vedere, si avvicinò alla vetrina, ammirando i libri esposti. Con la coda dell’occhio, però, guardava all’interno del negozio.
Finalmente, dopo alcuni minuti, la vide. Era in un angolo che sorrideva ad un cliente, consigliandogli chissà quale avventura da leggere tutta ad un fiato.
Quel sorriso era stato, per quasi un anno, rivolto solamente a lui, ma ormai non gli apparteneva più.
Avrebbe potuto vederla solo più attraverso un vetro perché non sarebbe stato giusto ritornare nella sua vita così, come se niente fosse, facendola stare male di nuovo. O almeno non poteva farlo con Tiffany in ballo. Per adesso, però, era meglio far calmare un po’ le acque e lasciarla sbollire la rabbia.
Lui la conosceva, anche bene, e sapeva che non avrebbe incontrato nessun altro talmente speciale da farle dimenticare lui.
Per paura di poter attirare l’attenzione, se ne andò dalla vetrina con le mani in tasca e i ricci ribelli che svolazzavano a causa del vento.
Adesso era ufficialmente pronto per il suo appuntamento giornaliero.
 
“Ecco Louis. La libreria è questa!” Disse Liam indicando l’insegna azzurra su cui risaltava la scritta “il cantastorie”. L’avevano aperta da poco e il castano voleva entrarci già da un po’, ma non ne aveva mai avuto l’occasione giusta.
Il ragazzo dagli occhi azzurri spinse leggermente la porta, facendo suonare il campanello posto appena sopra di essa.
Una signorina, che avrà avuto, ad occhio e croce, la loro età, li accolse con un caloroso sorriso.
“Salve. Posso esservi utile?”
“Avrei bisogno di comprare dei libri per bambini, grazie.”
“Venga con me.”
Detto ciò, la ragazza e Louis si allontanarono alla ricerca dei regali.
Liam, intanto, decise di farsi un giro per la libreria, vagando tra i vari scaffali.
Stava tranquillamente sfogliando un libro fantasy, quando qualcuno di sconosciuto gli cadde addosso, spargendo libri ovunque.
Liam prontamente cercò di tirare su la ragazza, sdraiata vicino a lui.
Non appena incontrò il suo sguardo, però, la riconobbe: Jamie.
“Ehi, tu sei la ragazza del parco! Stai bene?”
“Sì, grazie. E’ un piacere rivederti, Liam.”
“Il piacere è tutto mio. Non sapevo lavorassi qui.” Disse il ragazzo con tono sorpreso.
“Beh, in effetti, l’ho aperta insieme ad una mia amica e ci lavoro di pomeriggio, dopo la scuola.” Spiegò la ragazza sorridendo al castano.
“Capito. Tu come stai?”
“Sono ancora un po’ triste e scossa, ma sto cercando di riprendermi. Tu?”
“Siamo più o meno nella stessa situazione.”
Un lungo silenzio seguì la loro breve conversazione, fino a che Jamie non lo interruppe.
“Scusa, ma adesso è meglio che torno a lavorare.”
“Prima di andartene, potremmo vederci qualche volta. Ovviamente per parlare delle nostre tristi vite.” Accennò un risolino.
“Mi sembra giusto. Ti lascio il mio numero, allora.”
“Certo e alla prossima, Jamie.”
“Ciao.”

Così, Liam se ne andò verso la cassa, dove Louis lo stava aspettando con una decina di libri in mano.
Pagarono il tutto e poi tornarono verso casa.
Era ufficiale: finalmente Liam aveva trovato una ragazza in grado di capirlo. Aveva provato quasi tutto quello che era successo a lui e questo era un dato enorme a suo favore.
Non vedeva l’ora di uscirci per conoscerla meglio e per distrarla un po’ dai suoi problemi infiniti.
Jamie, dal canto suo, era felicissima di aver rivisto Liam.
In questo modo, aveva capito che il destino era a suo favore e che, se il tutto era successo, c’era un ragione dietro.
Kassie, intanto, continuava a raccontarle del ragazzo che aveva visto, probabilmente un amico di Liam. Le sue, comunque, erano solo osservazioni perché era felicissima con il suo Alex.
Probabilmente, però, non le sarebbe dispiaciuto rincontrare quel Louis, o come si chiamava.
Adesso Jamie stava tornando a casa per prepararsi ad un altro giorno di scuola e, per questo, sarebbe dovuta andare a dormire ad un’ora decente.
Si stava già infilando nel letto, quando il suo cellulare vibrò sul comodino.
Lei, svogliatamente, lo prese per leggere il messaggio appena arrivato.
Subito, un sorriso apparve sulle sue labbra
 
“Buonanotte Jamie.
Liam c:”

 
Lei gli rispose con un semplice “notte”, per poi mettere il cellulare a posto, voltarsi dall’altro lato del letto e sprofondare in un sonno profondo, ma sempre sorridendo.
 
 
Spazio Autrice
Ehilà pisi mie :D
Premetto che questo capitolo non mi piace per niente. Solo una parte mi soddisfa ed è quella di Harry. A parte questo, non avevo ispirazione. L’ho persa, l’ho cercata, ma non l’ho trovata e, quindi, è uscito ‘sto schifo xD. Sorratemi!
In ogni caso, grazie per le 15 recensioni totali nei primi due capitoli. Siete fantastiche, davvero *-*
La canzone che mi ha ispirato è Lei Non Chiamerà - Gemelli Diversi. L’ho scelta perché trovo che rispecchi in pieno le sensazioni di Harry e di Jamie mescolate.
Volevo anche dirvi che ho scritto una OS su Zayn: Se in un abbraccio si potesse scomparire. Se siete interessate, passate perché mi farebbe molto piacere.
Ringrazio sempre chi recensisce, legge, preferisce e segue la storia.
Un bacio e alla prossima,
SLHR
 
P.S. Vi lascio il mio contatto Twitter: @Giuls_x

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



Capitolo 4
 
Finalmente erano arrivate le vacanze di Pasqua e, avendo circa sei giorni di riposo, Jamie ne aveva approfittato per intensificare il lavoro in libreria. Ormai non aveva un attimo libero a causa del troppo lavoro.
Quell’anno, infatti, la crisi si era fatta sentire e numerosi genitori avevano preferito regalare un buon libro ai proprio cari, rispetto al solito e futile uovo di Pasqua. In ogni caso, quella domenica tanto particolare, l’avrebbe passata da sola, dato che Kassie sarebbe andata in campagna con Alex.
Per questo motivo, preferiva immergersi tra i libri che pensare alla sua infelicità e solitudine.
In quel periodo, inoltre, era molto turbata e sapeva perfettamente di cosa, o di chi, fosse la colpa: Harry.
La Pasqua precedente era stata quella in cui lui le aveva chiesto di mettersi insieme e di provarci perché si stava lentamente innamorando. Purtroppo, non tutto può essere perfetto e qualsiasi cosa, prima o poi, finisce. Alla fine, poi, c’è sempre qualcuno che rimane ferito e fregato dal menefreghismo della gente di cui ti fidavi e di cui, forse, ti fidi ancora, nonostante tutto.
Jamie cercava di non pensare a tutto questo, mentre riponeva i nuovi libri sui vari scaffali bianchi. All’improvviso, il suo cellulare vibrò e lei, sobbalzando leggermente, lo prese, aprendo il messaggio che lampeggiava vistosamente sul display.
La ragazza lo aprì e un sorriso le si dipinse sul volto.
“Ciao J. Hai impegni per Pasqua?
Liam”

“Ehi Liam. Nono, perché?”
“Beh, sei ufficialmente invitata a venire a casa mia, sul lago, per festeggiare. Saremo solo io e te.”
Jamie iniziò a saltellare di gioia, facendo figure pessime con tutti i clienti della libreria, i quali la guardavano in modo più che scettico.
Subito cercò di ricomporsi, riportando l’attenzione al cellulare e rispondendo.
“Grazie mille, sono sicura che ci divertiremo. Mi passi a prendere tu?”
“Certo che sì! A domani e buona serata.”
“Grazie, anche a te.”
Liam e Jamie si sentivano da alcune settimane e avevano scoperto di avere molte cose in comune. La maggior parte delle volte, però, finivano per parlare delle loro relazioni complicate, per poi cercare di darsi conforto e consigli in modo da superare il tutto.
Era una buona cosa, per entrambi, avere qualcuno con cui confidarsi e parlare apertamente, senza paura di essere giudicati.
 
Pasqua era arrivata e Jamie, dopo aver dormito poco e niente per l’esaltazione e la curiosità, era pronta per quella giornata che si prospettava a dir poco magnifica.
Alle nove in punto, un clacson rimbombò, fino ad arrivare alle sue orecchie e la ragazza usc”ianco. Si avviò verso di essa e salì, dando un bacio sulla guancia al ragazzo, seduto nel posto del guidatore.
“Buongiorno J. Pronta per la giornata?”
“Ciao Liam. Mai stata più pronta.” Gli disse, accompagnando il tutto con una risata contagiosa.
“Allora si parte!”
Il viaggio durò per quasi due ore e i due ragazzi, dopo aver parlato e cantato a squarcia gola qualsiasi canzone che passasse in radio, si rilassarono e, mente Liam guidava, Jamie si addormentò pesantemente.
“Jamie, siamo arrivati.”
La ragazza si passò una mano sugli occhi e si stiracchiò leggermente. Incrociò, poi, lo sguardo mozzafiato del castano, che le stava sorridendo dolcemente.
“Scusa se mi sono addormentata”
“Non ti preoccupare, so benissimo che stai lavorando molto e capisco che tu possa essere stanca” Le disse, dandole un tenero buffetto sulla guancia rossa per la vergogna.
I due ragazzi camminarono per un po’ di tempo lungo un sentiero sterrato, in mezzo alla natura verde e rigogliosa.
Infine, arrivarono ad un stupendo e rustico cottage. Jamie rimase a bocca aperta, davanti a quella bellezza di casa. Liam, però, le chiuse la bocca con una leggera spinta del mento.
“Ahaha attenta che entrano le mosche. Dai, è solo una casetta sul lago.” Rispose innocentemente Liam.
“Stai scherzando, spero. Se questa è solo una casetta, io sono Harry Potter!” Esclamò la ragazza, sconvolta dalla semplicità con la quale Liam diceva tutte quelle cose.
“Harry Potter? Non è meglio Hermione?” Disse, accennando un sorrisetto.
“Oh, che pignolo!” Gli diede uno schiaffo giocoso sul braccio, mentre il ragazzo rideva, contagiando anche Jamie.
“Allora entriamo o stiamo qua a contemplare la casa?”
“Vediamo di stare calmi che tutto questo sarcasmo di mattina mi urta il sistema nervoso.”
“Okok, scusa.”
I due ragazzi entrarono in casa, appoggiarono i loro borsoni, presero il cesto da Picnic e si avviarono alla spiaggietta davanti a casa.
 
Trovarono il posto perfetto, né troppo al sole né troppo all’ombra e stesero la tipica tovaglia bianca a quadretti rossi. Si distesero ed iniziarono ad imbottire i panini.
“Allora, ti piace questo posto?”
“E me lo chiedi anche? E’ fantastico, davvero.”
“Sono contento che ti piaccia. Sai io ci vengo pochissimo perché ai miei amici non piace la natura, ma io la trovo meravigliosa.”
“Capisco, ma non sanno cosa si perdono. Se vuoi, d’ora in poi, potremmo venire qui insieme, tutte le volte che vuoi.”
“Dici sul serio?” A Liam brillarono gli occhi per l’emozione.
“Mai stata più seria, te lo giuro.”
Di slancio partì un abbraccio da parte di Liam. Quest’ultimo accarezzava i capelli biondo cenere di Jamie e lei, intanto, aveva chiuso gli occhi, inspirando il dolce profumo del ragazzo.
Si staccarono lentamente, guardandosi negli occhi contrastanti. Il ragazzo prese le mani della bionda e le strinse piano.
“Sei entrata nella mia vita da poco, ma penso che tu sia un segno del destino e che diventerai indispensabile per me. Sei davvero un’amica fantastica e spero fortemente che anche per te sia così.”
“Liam, ti conosco appena, ma anche io provo esattamente le stesse cose. Grazie per esserci.”
“Di niente J, è un piacere.”
“Anche per me, Liam, anche per me.”
Detto ciò si sdraiarono sulla coperta, abbracciati a prendere il sole dei primi di Aprile.
I ragazzi non volevano ammetterlo, ma entrambi avevano sentito una stretta allo stomaco, nel momento del loro abbraccio.
Forse il loro incontro era davvero un segno del destino. Finalmente avevano trovato qualcuno di speciale, con cui condividere ogni cosa. Se tutto quello di cui avevano bisogno era ritornare a sorridere, il modo migliore per farlo era quello di passare il tempo con una persona speciale, proprio come lo erano loro, l’uno per l’altra.
 
La sera, dopo che avevano passato tutta la giornata a ridere e a giocare come dei bambini, avevano deciso di sedersi sul dondolo in giardino a guardare le stelle che illuminavano quella notte.
“Dalla città non si vedono mai tante stelle tutte insieme.”
“Lo so, è per questo che amo la natura.”

Un brivido di freddo attraversò il corpo di Jamie, che rabbrividì vistosamente.
“Ehi, hai freddo?”
“Un pochino.”
Liam le mise un braccio attorno alle spalle e, in quella posizione, passarono tutta la serata, fino a quando non decisero di cadere tra le braccia di Morfeo, proprio su quel dondolo di legno.
 
 
Spazio Autrice
I’m Here pisi ;D
Come state? Io abbastanza bene perché mercoledì vado al concerto di Fedez asdfghjkl (Ok, mi calmo). Poi, domani vado da una mia amica a fare la parodia di Trifth Shop (spero di averlo scritto giusto xD).
A parte questo, come vi sembra il capitolo? A me non dispiace più di tanto, anche se non sono riuscita a mettere i pensieri di Harry perché volevo che fosse dedicato solo a Liam e Jamie questo capitolo. Scusate per eventuali errori, ma sto collassando dal sonno e non sono riuscita a rileggere.
La canzone che mi ha ispirato è E fuori è buio - Tiziano Ferro. Ascoltatela, mi raccomando.
La prossima settimana non so quando aggiornerò perché venerdì ho la festa a scuola e non posso, lo farò comunque, non preoccupatevi.
Ringrazio, come sempre, chi recensisce, segue, preferisce, ricorda e legge la storia, anche se nello scorso capitolo mi avete lasciato solo 6 recensioni ( l’avevo detto che non era bello quel capitolo).
Un ultima cosa e poi vi lascio stare, scusate se non sono riuscita ancora a passare dalle vostre storie, ma non ho avuto un attimo libero questa settimana.
Ci sentiamo al prossimo capitolo, a presto.
Un bacio,
SLHR

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



Capitolo 5
 
Era ormai il giorno seguente e Harry si trovava ancora a casa di Tiffany.
La notte precedente l’aveva passata a casa sua perché era il suo compleanno e voleva farle un po’ di compagnia. Si sapeva benissimo che Tiffany non aveva bisogno di queste cose, ma Harry era fatto così e non poteva farci niente.
In ogni caso, avevano dormito, per modo di dire, insieme ed ora il ragazzo si trovava seduto sul bordo del letto ad una piazza e mezza della sua “ragazza”, con solamente i boxer addosso.
Stava riflettendo su tutto quello che aveva fatto fino ad adesso. Forse non era il caso di continuare la sua relazione, benché minima, con la ragazza che adesso dormiva beatamente tra quelle coperte candide. Addormentata, sembrava un angelo, ma solo in quel momento perché, alla fine, si rivelava una vera e propria arpia.
Harry si alzò dal letto, prese i suoi vestiti sparsi per terra e si avviò verso il bagno per farsi una doccia calda e mettere in chiaro le varie idee, che gli vagavano libere per la testa.
Dopo di che, tornò in camera e vide Tiffany che si stiracchiava. Piano, piano, lei gli si avvicinò per dargli un bacio a stampo, ma Harry voltò la faccia di lato, facendo posare le labbra della ragazza sulla propria guancia.
“Styles, cos’hai? Non ti piacciono più i miei baci di prima mattina?” Disse con sguardo e tono maliziosi, avvicinandosi ancora di più al riccio. Quest’ultimo le prese le mani, facendola accomodare sul letto.
“Tif, io devo parlarti di una cosa importante.”
“Dimmi, tesoro.”
“Ecco, io non posso più sopportare questa situazione. Ci ho pensato molto e sono arrivato ad una conclusione. Dobbiamo smettere di vederci.”
Tiffany guardò il ragazzo di fronte a lei con stupore.
“Perché mi dici questo? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Forse non stai sfruttando le tue doti a pieno in questo periodo, ma risolveremo tutto insieme.”
Harry la spinse via brutalmente, per farla staccare dal suo braccio.
“Per tua informazione, la mia vita sessuale va benissimo e non ti permettere di dire queste cose! Non possiamo più vederci, fattene una ragione. Addio!”
Detto ciò, prese le sue cose e uscì da quella casa, in cui sperò di non entrare mai più.
Finalmente era libero e si sentiva benissimo, forse non era mai stato spensierato come adesso e la sensazione era a dir poco meravigliosa.
Stava passeggiando per il parco, quando il suo cellulare vibrò. Era un messaggio da parte di Liam.
 
Ehi Harry!
Ho bisogno di delle pastiglie per la febbre, è un’emergenza.
Grazie e a dopo.
P.S. Sono nella casa al lago.

 
Bene, avrebbe dovuto accantonare le sue bellissime sensazioni per un attimo e andare ad aiutare un amico. Infondo, era in debito con lui da quella notte.
Pensando ciò, si avviò verso la prima farmacia visibile.
 
Nel frattempo, Jamie si trovava ancora a letto, nella stanza degli ospiti.
La sera prima si era addormentata sul dondolo in giardino e Liam l’aveva portata in braccio, fino alla camera.
Appena si svegliò, si strofinò gli occhi con le mani, rimanendo stupita dal trovarsi in quel luogo.
Pensò subito alla serata trascorsa e un sorriso le nacque spontaneo sul viso. Liam era fantastico e molto dolce. La faceva impazzire tutte le volte con i suoi modi di fare, ma ovviamente non poteva nascere niente tra di loro perché lui aveva confessato di vederla come migliore amica e nulla di più.
Inoltre, era ancora troppo presto per farsi piacere qualcuno. Con Harry era finita già da un po’, ma la ferita bruciava ancora, e molto anche.
La ragazza cercò di tirarsi su a sedere, ma un mal di testa lancinante la colpì, così chiamò Liam a gran voce.
Il ragazzo, spaventato e preoccupato dal sentire delle grida, si catapultò nella stanza in cui dormiva Jamie. Appena arrivò, la vide sdraiata nel letto e le si avvicinò lentamente, sedendosi sullo sgabello, posto accanto alla scrivania.
“Buongiorno J. Cosa succede?” Le chiese baciandole la fronte.
A quell’azione, Jamie avvampò e si vergognò all’istante perché, sicuramente, le sue guance erano diventate bordeaux. Si affrettò a rispondere, accorgendosi del silenzio che c’era tra di loro.
“Emh, mi sono messa a sedere e ho sentito una fitta fortissima alla testa.”
“In effetti sei un po’ calda. Dovrei avere un termometro da qualche parte. Aspetta che vado a cercarlo.”
Qualche minuto più tardi, il castano tornò con un termometro di metallo in mano.
“Ecco qui, bellissima.” Le disse sorridendole e porgendole l’oggetto.
Jamie se lo posizionò sotto l’ascella, in attesa di avere una risposta. All’improvviso un bip metallico risuonò nell’abitacolo. La ragazza tirò fuori il termometro e lesse la temperatura: 39°.
La faccia di Liam divenne preoccupata non appena lesse la cifra in nero.
“Ok, niente panico. E’ solo un po’ di febbre, giusto? Giusto.”
Liam iniziò a camminare per la camera in preda al panico più totale, mentre Jamie cercava di farlo calmare, ma inutilmente.
“Oddio, non avrei dovuto portarti qui, né tanto meno farti stare su quel maledetto dondolo. Sono un idiota, un gigantesco idiota. Tu stai male per colpa mia e non mi vorrai più parlare per questo.”
Disse il ragazzo piagnucolando continuamente.
“Liam, non dire cazzate. Non è colpa tua e io ti parlerò ancora, tranquillizzati un po’”.
Il castano si sedette, finalmente, e, preso da un lampo di genio, mandò un messaggio ad Harry, chiedendogli aiuto. Lui era l’unico che sapeva come arrivare alla casa e, per questo, era stato obbligato a chiamare lui, anche se a Jamie non sarebbe andata tanto a genio la cosa.
 
Harry arrivò a nel vialetto della villa di Liam e parcheggiò l’auto vicino a quella dell’amico.
Scese e velocemente si avviò in direzione della porta di casa. Suonò tre volte il campanello, per poi attendere l’arrivo dell’amico.
Dopo poco, il portone si aprì e ad accoglierlo Harry trovò un Liam preoccupato e molto, ma molto spettinato e sudato.
“Amico, che succede?”
“Emh, ho portato qui una ragazza e si è ammalata. Sai che io vado nel panico molto facilmente e avevo bisogno dell’aiuto di qualcuno.”
“Tu che porti una ragazza in casa tua? Uhhh, il nostro Liam si da alla pazza gioia.”
“Ahahah, ma non dire cazzate. E’ la mia migliore amica e doveva essere la sua giornata perfetta, ma qualcosa è andato storto.”

“L’avevo notato, Liam. Comunque, ti ho portato le pastiglie.”
“Grazie Styles. Cosa farei senza di te?!”
“Ah, saresti perso sicuramente”

I due si guardarono e scoppiarono a ridere di gusto.
“Vado dalla mia amica, tu resta qui.”
“Ok, va bene.”

Liam salì le scale e aprì la porta semi chiusa.
“J?”
“Sì?”
“Ti ho portato le medicine. Spero che tu stia meglio.”
“Grazie Liam, davvero. Sei perfetto.”
“Si vede che non mi conosci ancora benissimo”

“Dico davvero. Ti voglio bene, Liam.”
“Anche io J, tanto. Adesso vado di là che c’è un mio amico in salotto.”
“Certo, a dopo.”
“A dopo.”

Detto ciò le lasciò un bacio prolungato sulla fronte bollente.
Le guance di Jamie ritornarono rosse e Liam se ne accorse.
“J, si vede che hai la febbre perché le tue guance sono rossissime.”
“Sì, sarà proprio la febbre.”
Jamie avrebbe voluto sprofondare, ma purtroppo non poteva e ringraziò mentalmente la febbre per averla salvata da quel momento imbarazzante.
 
Spazio Autrice
Ehiiiii pisi c:
Potete uccidermi, vi do il permesso. Ho avuto due settimane di inferno e questo è stato l’unico mio momento disponibile per scrivere. Sono malata da un po’ di giorni, Mercoledì scorso era a Milano al concerto di Fedez e venerdì scorso ero alla festa del cattivo gusto a scuola (vi lascio una foto e io sono quella con la maglia verde e la fascia rosa in testa).
In ogni caso, sono tornata! Questo capitolo mi piace, soprattutto la parte in cui Liam è nel panico perché mi fa morire dalle risate. Ditemi cosa ne pensate, mi raccomando.
La canzone che mi ha ispirato è L'Essenziale - Marco Mengoni. La amo alla follia, non sapete quanto.
Vi ricordate che avrei dovuto fare la parodia di Thrift Shop? Beh, eccola qui :D
Fatevi quattro risate perché fa morire, davvero ;D
Ah e poi domenica sono a vedere il derby (Sono del Toro *-*).
Chiedo scusa perché non sono passata da nessuna storia, ma non ho avuto il tempo.
Ringrazio, come sempre, chi recensisce, preferisce, segue, ricorda e legge la storia.
Adesso vi lascio e ci vediamo al prossimo capitolo.
Un bacio,
SLHR
 
Twitter: @Giuls_x
Ask: SheLovesHerRomeo

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***




Capitolo 6
 
La pacchia era ormai finita e un altro giorno di scuola stava iniziando.
Fortunatamente per Jamie, quello sarebbe stato l’ultimo anno e questo comprendeva affrontare l’esame di maturità: il più temuto tra gli studenti. Tutto ciò implicava, ovviamente, mettersi sotto a studiare, ma con il lavoro e tutto il resto, diventava estremamente difficile farlo.
Quella mattina aveva avuto la simulazione della terza prova, probabilmente la più difficile di tutto l’esame. I giorni in cui era rimasta a casa per la febbre, le avevano fatto comodo per concentrarsi meglio, senza pensare alla libreria e ai compiti che doveva ancora svolgere.
Naturalmente, Liam era venuto a trovarla numerose volte e, ormai, anche Kassie lo adorava e lo considerava uno di famiglia. Avevano anche sperimentato un’uscita a quattro il giorno precedente con lei e Alex e si erano divertiti davvero molto, promettendosi di uscire un’altra volta.
 
La campanella riscosse Jamie dai suoi pensieri, facendole consegnare il foglio, scritto in ogni sua parte, completo da qualche minuto, al professore, dirigendosi poi verso l’uscita dell’istituto.
Un’arietta frizzante di metà primavera la travolse, costringendola a nascondere il viso nella sua sciarpa grigia, avvolta intorno al collo. Era ancora un po’ raffreddata e, sicuramente, non voleva aggravare ancora di più la situazione.
La ragazza svoltò verso destra, andando verso la fermata della metro più vicina, per arrivare a casa il più in fretta possibile. Erano già le due e, infatti, aveva deciso di mangiare un panino durante le lezioni, non avendo voglia di cucinarsi del cibo.
Mentre era assorta nella sua musica, vide una macchina familiare, accostarsi di fianco al marciapiede sul quale stava camminando lei.
“Ehi signorina, le serve un passaggio?”
Jamie si girò, preoccupata di chi potesse essere, incontrando subito dopo due occhi color cioccolato che conosceva benissimo.
Un grande sorriso si aprì sul volto di entrambi i ragazzi, contenti di quello che stava succedendo.
“Ma sì, facciamo che accettare.” Disse la bionda, aprendo la portiera e sedendosi nel posto del passeggero.
“Allora, come mai da queste parti, Liam?”
“In realtà, volevo farti una sorpresa, venendoti a prendere a scuola, ma mi sono svegliato troppo tardi e non ho fatto in tempo.”
“Oh, il mio dormiglione preferito.” Fece Jamie, strizzando una delle guance di Liam.
“Non si molesta il guidatore, stai attenta.”
“Ahahaha sei così carino quando ti arrabbi”
Jamie si pentì immediatamente di quello che aveva appena detto, mentre le sue guance cambiavano colore improvvisamente.
“E tu sei così carina quando arrossisci.” Le fece il verso Liam, mandandole una bacio volante.
“Siamo arrivati Liam, è meglio che vada.”
“Oh, certo. Volevo solo chiederti se stasera ti andava di venire da me per vedere un film, dato che i miei amici non ci sono e non vorrei rimanere solo.”
“Ok, vedrò di fare questo piccolo sacrificio.”
Liam colse la punta di sarcasmo che aleggiava in quella frase e spinse la bionda giocosamente.
“Piantala di fare l’idiota. Ti passo a prendere alle 8.”
“Va bene, a dopo allora.”
“A dopo principessa.”

Si diedero un bacio sulla guancia e poi Jamie scese dall’automobile, camminando a passo spedito verso la porta d’ingresso.
 
Intanto, Harry si trovava a camminare in una delle vie del centro di Londra.
Passeggiare lo metteva sempre di buon umore e lo aiutava a pensare. Inoltre, amava passare e guardare i numerosi turisti che rimanevano incantati dai magnifici monumenti di quella stupenda città.
Da quando aveva deciso di rompere con Tiffany, aveva avuto molto tempo libero e l’aveva speso, in particolare, per schiarirsi le idee che gli frullavano in testa. Ultimamente, era rimasto sempre da solo e le discoteche o i pub, in cui era solito andare, non erano più una meta alquanto ambita, anzi preferiva andare al cinema con amici piuttosto che sballarsi in un posto troppo affollato e pieno di alcool e droga.
Quella sera, però, aveva deciso di uscire con una vecchia amica, con cui sarebbe comunque andato in un ristorante e poi al cinema a vedere un horror: il genere migliore per far abboccare una ragazza.
L’umore non era di certo dei migliori, ma doveva iniziare a venir fuori da quel periodo di depressione che stava attraversando e questo comprendeva vedersi con qualcuno, anche solo con i ragazzi per una pizza.
Dopo qualche ora di cammino, arrivò in prossimità della sua libreria, ma il ragazzo preferì tornare indietro, per evitare di essere nuovamente travolto da quel vortice di emozioni chiamato passato.
In ogni caso, sarebbe dovuto tornare a casa per cambiarsi e quella era solo la scusa per ripercorrere la strada fatta in precedenza.
Arrivò a casa verso le 6, si preparò, mettendosi una camicia bianca, dei jeans neri, scoloriti sulle cosce e sui polpacci, una giacchetta di pelle nera e le converse bianche basse ai piedi.
Era finalmente pronto, si guardò allo specchio dell’ingresso per l’ultima volta, mettendosi a posto i ricci leggermente scompigliati.
Uscì di casa e si diresse verso il cinema, dove aveva appuntamento con la sua amica: Christina.
 
Erano le 8 in punto e Jamie stava aspettando Liam sul marciapiede di fronte a casa, mentre Kassie e Alex la salutavano e le auguravano di passare una buona serata dal balconcino azzurro.
Non sapeva come mai, ma era stranamente in ansia. Era la prima volta che Liam la invitata nella sua vera casa e non sapeva come comportarsi. Forse doveva solo rilassarsi e pensare solo a divertirsi con il suo migliore amico.
Il rumore del motore di una macchina, la riportò sulla terra, facendola accorgere dell’arrivo del castano.
Arrivarono in poco tempo a casa di quest’ultimo, che, a quanto pareva, possedeva una bella villetta con tipico prato all’inglese. Ovviamente doveva essere grande, se erano in cinque ad abitarci, ma Jamie non ci aveva mai pensato veramente.
Entrarono in casa e si accomodarono sul divano in pelle nera, molto moderno.
“Beh, benvenuta nella mia umile dimora, J.”
“Umile dimora?! Mi prendi in giro, dì la verità.”
“Ovviamente sì. A parte gli scherzi, spero che ti piaccia sul serio.”
“E me lo chiedi anche?! La trovo mozzafiato. Scusa, ma tutte le tue case sono così grandi e belle?”
“Ne ho solo due, quindi sì.”
“Ti tratti bene allora, eh.”
“Ahahah dai, mettiti comoda che tra poco dovrebbero arrivare le pizze.”

Jamie fece come le era stato detto, togliendosi la giacca beige che indossava, scoprendo una maglia verde scuro, che lasciava scoperta l’intera schiena. Quella maglia le era stata regalata da sua mamma per il suo sedicesimo compleanno e la metteva solo nelle occasioni speciali e quella, beh, le sembrava più che adatta.
Suonò il campanello e Liam andò ad aprire, tornando poi con tre cartoni di pizza: due margherite e una focaccia bianca, ricoperta di Nutella. A Jamie brillarono gli occhi, non appena la mise a fuoco, saltellando e battendo le mani come una bambina a cui hanno mostrato una scatola piena zeppa di caramelle gommose.
Liam la vide e scoppiò a ridere di gusto, portando poi le bibite sul tavolino della sala, posto davanti al maxi schermo, che risaltava in quel salone gigante e abbastanza spoglio di ornamenti.
“Allora, che film vorresti vedere?”
“P.S. I love you. Ti prego Liam”
Gli disse facendo gli occhi dolci, a cui il ragazzo non riusciva a resistere mai.
“Mhh, va bene. Ma solo perché sei tu, ricordalo.”
“Certamente. Grazie mille.”
Gli diede un bacio schioccante sulla guancia per ringraziarlo, misero su il film e iniziarono a mangiare le loro pizze fumanti.
 
Dopo un’ora bella e buona, i due ragazzi avevano finito di mangiare e si trovavano accoccolati sul divano, coperti da una trapunta di pile azzurra.
Jamie, ad un certo punto, iniziò a piangere per colpa del film deprimente, che però amava alla follia. Liam cercò di tranquillizzarla, passandole una mano sulla schiena, mentre la teneva stretta a sé. Dopo qualche minuto, però, le lacrime presero il sopravvento su Liam, che iniziò a piangere insieme all’amica che aveva di fianco, non essendo più riuscito a trattenerle.
Passarono quella sera così, fino a che il film non terminò.
I due si guardarono e insieme iniziarono a ridere convulsamente per la situazione divertente che si era creata tra di loro.
“Payne, non va bene. Non pensavo fossi uno di quei ragazzi che piangono per uno stupido film.”
“Sono solo sensibile, è un reato per caso?!”
“Nono, stiamo calmi. Sei troppo permaloso.”
“Almeno io non sembro un panda appena uscito da una centrifuga.”
“Ah-ah non fa ridere.”

“Perché non ti sei ancora guardata allo specchio.”
Jamie rimase spiazzata, non trovando parole con cui ribattere a quell’affermazione. A questo punto, si girò, dando le spalle al ragazzo e facendo l’offesa.
“Oh, dai. Lo sai che sei bellissima e che io scherzo, vero?”
“Mmh.”
“Perdonami, dai.”

Jamie non perse minimamente la sua posizione e non si girò neanche una volta verso Liam, il quale, per farsi notare, iniziò a farle il solletico nei fianchi, scoperti dalla maglia.
Jamie, non riuscendo a rimanere seria, iniziò a ridere e a dimenarsi, pregando l’amico di smetterla, ma lui non le dava per niente retta.
“Ti lascerò stare, solo se ritirerai ciò che hai detto.”
“Ma io intendevo dire che i ragazzi sensibili sono quelli che mi piacciono di più” Disse Jamie sulla difensiva.
“Chissà perché non mi fido.”
“Te lo giuro, davvero.” Disse lei ancora in preda alle risate.
“Va bene, dai. Ti lascio libera, J.
“Oddio, grazie. Pensavo di morire dalle risate.”
“Ma davvero sembro un panda?” Continuò la bionda, preoccupata.
“Hai solo il mascara un po’ sbavato. Vieni qui che te lo tolgo.”
Liam le avvicinò il viso e premette le sue dita sotto i suoi occhi, per cercare di togliere le righe nere che le attraversavano le guance. Mentre faceva ciò, però, si perse a fissare i suoi meravigliosi occhi azzurri. Aveva un debole per loro, e non solo per quelli.
Preso dal momento, si avvicinò sempre di più, perdendo completamente il controllo di ciò che stava accadendo.
Pian piano i loro visi si avvicinarono, fino a che i loro respiri non diventarono fusi in uno unico.
Dopo secondi, che sembrarono interminabili, le loro labbra si sfiorarono in un semplice e casto bacio. I due, però, approfondirono il bacio. Liam tracciò il contorno della bocca di Jamie con la lingua, mentre lei gli lasciava libero l’accesso, dischiudendo lentamente le labbra.
Quel momento durò per un tempo interminabile. Entrambi, probabilmente, avevano sempre sperato che quel momento arrivasse, ma non pensavano di riuscire ad avverare i loro desideri così in fretta.
Tutto ciò era un po’ strano, ma sembrava che le loro labbra fossero nate apposta per stare insieme. Erano come due pezzi di un puzzle: si incastravano perfettamente tra di loro.
 
 
Spazio Autrice
Ehilà belle pisi :D
Perdonatemi se in questo periodo aggiorno poco, ma sono stata male, sono andata in gita e ho talmente tanto da studiare che non esco più, nemmeno nel weekend. Per lunedì ho quattro materie da preparare ed è già tanto che sono riuscita a postare questo.
In ogni caso, vi aspettavate che sarebbe successo tutto questo? Io sinceramente ho già parecchie idee e volevo far avvenire questo momento dopo, ma ho cambiato idea e così è uscito questo capitolo. So che la parte di Harry è corta, ma è fondamentale per il futuro della storia e, quindi, l’ho dovuta inserire.
Per farmi perdonare, comunque, ho scritto il capitolo un po’ più lungo, siete contente?
La canzone che mi ha ispirato è Underwater - Mika. Io amo quell’uomo, non scherzo.
Mi dispiace se non ho risposto alle recensioni dello scorso capitolo, ma lo farò appena avrò del tempo, ma le ho lette già tutte e vi ringrazio di cuore.
Poi, mi dispiace se non sono ancora passata dalle vostre storie, ma come vi ho già detto, sono troppo impegnata. Appena potrò, comunque, recensirò ogni cosa. Promesso.
Ringrazio, come sempre, chi segue, recensisce, preferisce, ricorda e legge la storia. Senza di voi niente esisterebbe, sul serio.
Adesso vado perché domani mi devo alzare presto per studiare.
Un bacione,
SLHR
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***




Capitolo 7
 
Quando entrambi non ebbero più fiato, si staccarono lentamente l’uno dall’altra.
Poi, si guardarono negli occhi per alcuni secondi, che sembrarono interminabili.
“Io, non volevo. Non so cosa mi sia preso, scusami J.”
“Non ti preoccupare, è stato solo un innocuo bacio. Poteva capitare a chiunque” Disse Jamie non completamente convinta dalle sue stesse parole.
Evidentemente, nessuno dei due avrebbe voluto scusarsi, ma la paura di rovinare il loro rapporto era troppa da riuscire a confessare ciò che realmente provavano.
“Beh, allora amici come prima?” Fece Liam, allungando una mano verso di lei.
“Certo, Liam. Adesso che ti va di fare?” Chiese Jamie, stringendogliela.
“Beh, potremmo ascoltare un po’ di musica e mangiarci un gelato al cioccolato, che ne dici?”
“Mi sembra semplice e perfetto allo stesso tempo.”
“Perfetto, tu scegli il CD che vuoi, mentre io vado a prendere il cibo.”

Jamie si alzò dal divano, dirigendosi verso l’alta colonna porta-cd, che conteneva tutti i dischi del ragazzo. Il suo dito viaggiò per tutte le copertine per leggere i vari titoli, quando un cd con copertina rossa e bianca catturò la sua attenzione.
La bionda lo prese e lo inserì nello stereo.
Un pezzo pop risuonò tra le pareti di quella casa, accompagnato da un voce stupenda e profonda. Jamie rimase stupita da tanta meraviglia e si chiese chi fosse quel cantante mai sentito dalle sue orecchie.
Mentre pensava ciò, Liam apparve dalla cucina con le coppette ricolme di gelato, che appoggiò sul tavolino del salotto.
“Scusa Payne, ma chi è questo cantante? Ha una voce bellissima e io non l’ho mai sentito prima.”
La faccia del castano iniziò a prendere un colorito rossastro e il suo sguardo puntò verso il basso, concentrato sulle sue All-star bianche.
“Emh, veramente sarei io.”
Gli occhi di Jamie si spalancarono e, se avessero potuto, sarebbero usciti dalle orbite sicuramente.
“Non ci credo. Ma sei bravissimo! Perché non hai mai fatto nessun provino?”
“In realtà, ho partecipato una volta ad X-factor, ma non mi hanno preso e, quindi, ho deciso di cantare solo per hobby e ho formato una band con i miei coinquilini.”
“Che forza! Anche io ho sempre voluto cantare, ma sono stonata come una campana rotta.”
“Hahahahaha non demoralizzarti, dai.”
“Va beh, una volta mi farai sentire una canzone dal vivo, me lo prometti?”

Jamie fece una faccia talmente tenera a cui nessuno sarebbe mai riuscito a resistere.
“Certo, croce sul cuore piccola.”
Detto ciò si abbracciarono stretti, mentre gustavano quel gelato a dir poco paradisiaco, proveniente da una gelateria artigianale italiana, che si trovava dietro alla casa di Liam.
 
Harry si trovava con la sua amica Christina. Avevano finito di vedere il film e si stavano dirigendo al Mc Donald’s più vicino, per uno spuntino notturno che tanto bramavano.
Il riccio era rimasto positivamente colpito dalla sua amica: era diventata molto bella dall’ultima volta che l’aveva vista. Era una ragazza di circa 22 anni, un po’ più grande di lui, con un corpo fantastico, in cui le curve erano al posto giusto, con due occhi neri come la pece, pelle ambrata e capelli corvini. In realtà avrebbe potuto essere benissimo la sorella gemella di Zayn: Era la sua copia, ma al femminile.
Purtroppo, però, non era ancora successo niente tra di loro. Harry aveva scelto un film di paura apposta perché lei cascasse tra le sue braccia, ma non aveva funzionato. Diciamo che Chris non era una di quelle ragazze che si spaventano facilmente e per tutta la durata del film era rimasta impassibile.
Styles si era, quindi, rassegnato all’idea di farla sua per una notte, e forse di più, e l’aveva assecondata nella sua richiesta di andare a mangiare roba fritta. Quella ragazza, infatti, al contrario di quanto ci si potesse aspettare da una con un corpo del genere, amava mangiare schifezze fritte, come quelle dei Fast Food, appunto.
Giunti sul luogo, andarono ad ordinare e poi si sedettero in un tavolo piuttosto appartato, scelto appositamente dal ragazzo per l’occasione. I due iniziarono ad ingozzarsi di hamburger e crocchette di pollo e patate, ridendo e scherzando come Harry non faceva ormai da molto tempo.
Forse quella serata tra amici gli era servita per staccare un po’ la spina da tutto e tutti. Alla fine, non sarebbe stato male avere una ragazza come amica. Christina le esprimeva positività, allegria e fiducia e sembrava una su cui poter contare nei momenti del bisogno.
Inoltre, non le importava quello che pensavano gli altri, ma era sempre e semplicemente se stessa.
Finirono di mangiare a poi si diressero verso casa di lei.
Arrivati davanti alla porta del suo appartamento, i due si salutarono.
“Beh, grazie della serata Harry. Sono stata davvero bene e dovremmo rifarlo qualche volta.”
“Sono d’accordo Chris. Beh, adesso è meglio che vada.”
Detto ciò, si diedero un bacio sulla guancia, ma, mentre Harry se ne stava andando, Christina lo prese per il colletto della camicia bianca, stampandogli un bacio sulle labbra.
“Ti va di salire da me? Sai, mia sorella non c’è e ho la casa libera.”
“Se proprio insisti accetto.”
Il riccio chiuse la macchina e, baciando la ragazza, entrò in casa di quest’ultima.
Ok, forse non sarebbe rimasta solo un’amica.
 
“You're here, there's nothing I fear, 
And I know that my heart will go ooooooonnn”

Liam continuava a ridere convulsamente a causa di quella tremenda esibizione al karaoke.
Jamie, intanto, lo prendeva a cuscinate, cercando di concentrarsi sulla canzone che stava interpretando, per modo di dire.
“La smetti di ridere?! Sei tu che mi hai obbligato a cantare e adesso ne subisci le conseguenze!”
“Scusa, ma proprio non riesco a smettere di ridere.” Disse il ragazzo in preda a convulsioni e risate isteriche.
“Ti odio, lo sai, vero?!”
“Non è vero, tu mi ami. Ammettilo.”
Liam la abbracciò da dietro, lasciandole un bacio sulla spalla scoperta dalla maglia.
“Ti sbagli di grosso mi caro Payne.” Disse la ragazza allontanandosi da lui.
“Guarda che vedo come mi guardi. Non riesci a resistermi perché sono troppo bello. Lo dicono tutti.”
“E chi sarebbero questi “tutti”? Delle tue amichette?”
“Uhhh, qualcuno qui è geloso!”
“Sogna Liam, sogna.”

“Tanto so che è così, quindi è inutile che neghi.”
“Ok, come vuoi. Comunque mi sa che è meglio se me ne vado. Kassie sarà preoccupata.”
“Va bene piccola. Ti accompagno a casa?”
“No, tranquillo vado da sola.”
“Ok, ma se ti succede qualcosa chiama, d’accordo?”
“Va bene papà.”
Le disse baciandogli una guancia.
“Mi preoccupo per la mia J, io.”
“Addio Payne e buona notte.”
“Notte e alla prossima.”

 
I due si salutarono sulla soglia di casa del ragazzo e poi Jamie si avviò verso il suo appartamento.
Quella serata era stata un delle migliori passate con Liam. L’unico dato negativo era stato quello del bacio. Non che non le fosse piaciuto, anzi, il suo stomaco era stato invaso dalle farfalle e il suo corpo da tremolii e brividi, ma il fatto che Liam si fosse scusato, significava che lei non le interessava in quel determinato senso. Probabilmente avrebbe dovuto lasciare perdere e comportarsi da semplice migliore amica, cosa alquanto complicata per lei che se ne stava innamorando sempre di più.
Mentre, questi pensieri le affollavano la mente, arrivò a destinazione e, con un giro di chiavi nella serratura, aprì la porta, andando subito in camera, facendo attenzione a non svegliare Kassie che già dormiva come un angelo nel suo letto.
 
 
Spazio Autrice
Ehi pisiiii :D
Ok, potete pure trucidarmi tutte, vi do il mio consenso.
Sono indegna a presentarmi con un ritardo così mostruoso, ma la scuola mi sta uccidendo letteralmente e la sera arrivo a casa talmente stanca da andare a dormire alle nove. Infatti, non sono riuscita nemmeno a rispondere alle recensioni (cosa che dovrei riuscire a fare entro domenica al massimo) e a passare dalle vostre storie (scusatemi, ma passerò anche lì).
Va beh, dopo le mie scuse, questo capitolo mi fa schifo, yeeeeh.
Datemi il vostro parere perché ho bisogno di sapere cosa ne pensate anche voi.
La canzone che mi ha ispirato è Give Me Love - Ed Sheeran. Io amo quel ragazzo dai capelli color carota: è un mostro sacro della musica, secondo me.
A parte questo, sono reduce dalla vista di Niall a Milano, anche se non sono andata ai concerti e sono stata male per questo. Qualcuna ci è andata?
Come sempre, ringrazio chi recensisce, preferisce, segue, ricorda e legge la mia storia.
Vi abbandono e ci sentiamo la prossima volta (che spero avvenga presto).
Un bacio,
SLHR
 
Twitter:@SheWaitsForLove (L'ho cambiato ;D)
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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***



Capitolo 8
 
La campanella finalmente suonò. Era l’ultimo giorno che Jamie avrebbe passato in quell’ inutile e orribile scuola che l’aveva fatta penare per cinque lunghi ed interminabili anni.
La cosa che la spaventava di più, però, era l’imminente esame di maturità che si prospettava molto duro e difficile da superare. La prova che temeva di più era, sicuramente, la terza. Quella con quattro materie diverse, che nessuno conosceva. Ormai studiava da mesi, ma non era ancora pronta al cento per cento.
La sua tesi, comunque, le piaceva molto. Ovviamente, era centrata sul libro come mezzo di comunicazione e come modo per esprimere i propri sentimenti indirettamente. Le era venuto molto facile scriverla perché era una delle sue passioni e, di conseguenza, era stata anche facile da studiare.
La ragazza, adesso, stava uscendo dalla classe, quando la sua attenzione fu catturata da una ragazza che si sbracciava dal fondo del lungo corridoio. Era Lydia, la sua compagna del corso di spagnolo.
Era l’unica con cui aveva veramente legato in questi anni, forse perché erano molto simili, ma solamente come carattere. La ragazza era, infatti, bassina e magra, con capelli rossicci e occhi color nocciola-verdi.
“Ehi Lyd!” Le urlò Jamie dalla fine del corridoio, camminando verso di lei.
“Jamie bella!” Le disse correndole incontro e abbracciandola forte.
“Questo inferno è finito, finalmente! Adesso manca solo l’esame.” Continuò la rossa.
“Chiamalo solo...”
“Ma sì, stai tranquilla che andrà benissimo, come al solito.”
“Tralasciando la faccenda “esami”, cosa volevi?”
“Volevo chiederti se stasera verrai al ballo scolastico.”
“Emh, veramente non saprei. Non ho un accompagnatore e nemmeno un vestito decente.”
“Beh, l’accompagnatore non è necessario e per il vestito andiamo a fare shopping oggi.” Le propose, sfoderando degli adorabili occhi dolci e un enorme sorriso.
“Non so se è il caso...”
“Oh, sì che lo è! E’ l’ultima festa che passi da liceale e devi godertela a pieno.”
“Ok, va bene.”
“Allora ti passo a prendere alle tre oggi pomeriggio. A dopo Jamie”
Le schioccò un sonoro bacio sulla guancia, per poi uscire in giardino.
Jamie seguì la sua amica, per varcare quel cancello grigio, rovinato col tempo, e girarsi verso la facciata centrale dell’edificio. Non poteva credere che cinque anni erano passati così in fretta.
Era ormai diventata un’adulta a tutti gli effetti, ma fino ad ora non se ne era mai resa conto.
Dopo aver meditato a lungo, tornò sui suoi passi, gettando un’occhiata fugace verso il parcheggio.
Notando, un’auto famigliare, si avvicinò verso quest’ultimo a passi svelti, ma una voce melodica e molto profonda la bloccò.
“Dove credi di scappare piccola?”
“Payne! La smetti di sembrare un maniaco pervertito?! Grazie mille.”
“Ehi, guarda che se vuoi ti lascio a piedi e me ne torno a casa!”
“Nono, scusa. Non volevo chiamarti maniaco e nemmeno pervertito. Perdonami.” Gli chiese buttandosi su di lui, per stringerlo in un abbraccio.
“Ok, ti perdono, ma lasciami respirare adesso.”
“Ops, scusa.” Disse ridendo Jamie.
“Dai, sali in macchina.”
La ragazza salì velocemente, mentre un’idea le balenava in testa: avrebbe potuto invitare Liam al ballo di quella sera, ma si sarebbe vergognata da morire a chiederglielo.
Il viaggio passò immerso nel silenzio, mentre la bionda si torturava le mani, cercando di prepararsi un discorso mentale che facesse colpo su Liam e che lo spingesse a sacrificarsi per lei.
“Eccoci qui, bellezza.” Le disse baciandole una guancia.
“Emh, Liam dovrei chiederti una certa cosa.”
“Dimmi.” Le rispose sfoderando uno di quei sorrisi che fanno sciogliere.
“Stasera ci sarebbe un ballo di fine anno. Mi hanno invitato, ma io non ho un accompagnatore e mi chiedevo se ti andrebbe di venirci con me. Ovviamente, come amici.”
La sua faccia era diventata dello stesso colore di una ciliegia matura.
“Certo che mi andrebbe. Ti passo a prendere alle otto. A stasera principessa.”
“Ok, a stasera e grazie.”
Jamie scese dalla macchina, ancora incredula di ciò che aveva appena fatto. Quella sarebbe stata l’occasione per passare una notte come si deve con il ragazzo di cui era follemente innamorata e non vedeva l’ora.
 
Era passato un po’ di tempo da quando Harry aveva rincontrato Christina, sua vecchia amica. Da quel giorno avevano iniziato a frequentarsi abbastanza seriamente e stavano davvero bene insieme. Erano una coppia perfetta.
Probabilmente ad Harry piaceva così tanto perché era diversa da Tiffany, lei era più come Jamie: dolce, semplice, simpatica e bellissima. In più, non le importava niente di quello che pensavano gli altri, anzi lei viveva tutto al momento senza pensare alle conseguenza. In poche parole, sembrava la fotocopia di Harry al femminile.
In quel momento si stavano dirigendo al luna park. Avevano deciso di passare una serata diversa dalle solite.
Arrivarono dopo pochi minuti di macchina e la scritta “Luna Park”, illuminata da migliaia di lampadine al neon, si fece spazio tra i loro sguardi incantati.
La prima giostra che provarono fu lo scivolo gigante, dal quale scivoli con i tappetini.
“Tieniti stretta a me, Chris e vedi che non ti succederà niente.”
“Ahahaha Styles, vedi di non fare l’eroe della situazione.”
“Mi hai beccato. In realtà era solo una mossa per farmi abbracciare da una bella ragazza come te.”
“Ahaha ma piantala. Comunque grazie.”
Gli disse lasciandogli un tenero bacio sulla guancia sinistra.
Scesero in fretta, scivolando su quel famoso tappetino azzurro e arrivarono in fondo sani e salvi.
Mano nella mano, poi, si avviarono alla bancarella in cui bisogna sparare e buttare giù le lattine. Inutile dire che Harry riuscì nel suo intento: vincere il pupazzo di panda gigante, per regalarlo alla sua Christina.
“Grazie mille Harry, è stupendo”
“Di niente bellissima, di niente.”
Così dicendo, si avviarono verso il sentiero che portava ad una piccola piazza, adornata da diversi tipi di fiori, e con una panchina al centro di essa.
I due ragazzi si sedettero su quest’ultima, abbracciandosi romanticamente, fino a quando il riccio prese parola.
“Sai Chris, ormai è da qualche settimana che ci frequentiamo e io sto molto bene insieme a te. Ho scoperto che persona fantastica sei e tu sei stata l’unica a riuscire a tirarmi fuori dal vicolo cieco in cui mi trovavo prima che tu arrivassi.”
“Harry, io non so cosa dire. All’inizio ti pensavo una persona superficiale e piena di sé, ma con il tempo ho scoperto la dolcezza che avevi e tutto quello che hai da offrire agli altri.”
“Quello che dovrei dirti, o meglio chiederti, è un’altra cosa. Promettimi che non mi riderai in faccia, ti prego.”
“Tranquillo.” Gli disse stringendolo ancora più stretto tra le sue braccia.
“Christina, vorresti diventare la mia ragazza?”
Uno sguardo pieno di speranza si incatenò ad un altro scintillante di emozioni e sentimenti veritieri.
Lacrime improvvise sgorgarono senza sosta dagli occhi della ragazza.
“Scusa, sapevo che era un’idea stupida e sicuramente non avrei voluto farti piangere.”
Harry, si alzò in piedi, pronto a girare i tacchi e ad andarsene, ma una presa sul suo polso lo costrinse a voltarsi e ad aspettare.
“Ma che hai capito, Styles?”
“E’ evidente che la risposta è no.”
“La risposta è sì, mille volte sì!”
“E’ allora perché hai queste lacrime sul viso?”
“Sono lacrime di gioia, cretino!”

Harry si diede una sberla sulla fronte, mentre si insultava mentalmente.
“Oddio, scusa...”
“Niente, basta che adesso mi baci come si deve perché non ce la faccio più a trattenermi.”

Christina afferrò per il colletto della camicia blu il riccio, facendo aderire le loro labbra in un bacio poco casto, ma carico di sentimenti molto evidenti.
Il periodo buio di Harry era finalmente finito e, dopo molto tempo, riusciva di nuovo a sorridere grazie alla presenza di qualcuno che non fosse Jamie.
 
 
Spazio Autrice
Ehilà piselline :D
Scusate per il ritardo (ormai non lo dico neanche più), ma è sempre la scuola che mi frega.
Questo capitolo mi piace tanto, soprattutto la parte di Harry. Qualcuno mi ha detto che Christina non piace, ma io ho cercato di farla il più dolce e carina possibile.
E’ entrato in scena un nuovo personaggio, come avete visto, e si chiama Lydia (quella di Teen Wolf). Nel prossimo capitolo si avranno svolte interessanti dal punto di vista di tutti i personaggi e vi anticipo che arriverà uno dei momenti attesi da tutti/e.
La canzone che mi ha ispirato è: Let Her Go - Passenger (fantastica *-*).
Sono un po’ triste perché nello scorso capitolo mi avete lasciato solo 5 recensioni. Se non vi piace la storia ditemelo e la elimino, non è un problema, davvero.
Poi, penso di postare un nuovo capitolo entro martedì perché poi vado via e non avrò il computer, perciò ve lo posto un po’ prima del normale e siete contente.
Adesso me ne vado e ringrazio sempre chi recensisce, legge, ricorda, segue e preferisce la storia.
Un bacione,
SLHR
 
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Christina e Lydia




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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


      

 
Capitolo 9
 
La sera era finalmente arrivata e Jamie non stava più nella pelle. Quello sarebbe stato il più bel ballo della sua vita e di questo era assolutamente sicura.
Dopo essersi finita di truccare, si posizionò davanti allo specchio intero della sua camera, per osservarsi.
Sorrise, guardando il suo riflesso. 
Il corpetto nero con una cerniera sul davanti le fasciava perfettamente il seno prosperoso, da questo partiva una gonna bianca e svolazzante, che arrivava appena sopra il ginocchio, ma leggermente più lunga dietro.  I capelli, invece, erano legati in una treccia a lisca di pesce, che le ricadeva morbida sulla spalla nuda e candida. Ai piedi calzava dei sandali ad infradito, leggermente rialzati e il trucco era semplice e rispecchiava in pieno la sua spensierata personalità.
Si sentiva bellissima e non era una cosa che succedeva tanto spesso.
Il campanello di casa suonò, distraendo la ragazza dai suoi interminabili pensieri. Un senso di ansia e nausea le attanagliò lo stomaco, ma doveva stare calma perché altrimenti la sua notte sarebbe andata in fumo completamente.
Lentamente scese le scale ed aprì la porta d’ingresso. Un Liam tutto sorridente la aspettava davanti al cancello, offrendole una rosa rossa.
Gli occhi azzurri di Jamie vagarono per tutto il corpo del ragazzo, coperto da uno smoking classico. Doveva ammettere che era ancora più meraviglioso del solito, cosa alquanto impossibile.
“Buona sera meraviglia” Un sorriso smagliante si fece largo sul viso del ragazzo, mentre Jamie era rimasta del tutto senza parole.
“Emh, ciao Liam. Non era il caso di portarmi questa rosa, ma grazie mille.”
“Stai tranquilla che per me è più che un piacere.”
Un silenzio imbarazzante si percepì, dopo quell’ultima frase.
“Beh, forse è meglio se andiamo.” Ruppe il silenzio Jamie.
“Sisi, hai ragione.”
 
Arrivarono a scuola dopo qualche minuto, parcheggiarono la macchina e si avviarono verso l’ingresso dell’immensa palestra, nella quale si sarebbe tenuto il ballo.
Appena entrati, notarono i numerosi addobbi appesi alle pareti e l’enorme fontana brillante, posta al centro della pista da ballo. C’era praticamente tutta la scuola: chi conversava, chi si scatenava a ritmo di musica e chi si posizionava al banco degli stuzzichini per prendere da mangiare e da bere, senza staccarsi mai.
Jamie e Liam si guardarono in giro un po’ spaesati da tutta quella gente, fino a quando la ragazza non vide una chioma rossa risaltare in mezzo alla folla. Jamie iniziò a sbracciarsi e a farsi spazio, a forza di gomitate, per raggiungere la sua amica, mentre Liam la seguiva senza capire dove fossero diretti.
“Lyd!” Esclamò Jamie appena raggiunse la rossa.
“Ciao Jamie! Finalmente sei arrivata e a quanto vedo non sei sola.” Disse Lydia riferendosi a Liam, il quale sostava dietro la ragazza.
“Oh, no. Lui é Liam, un amico. Liam, lei è Lydia, la mia migliore amica.”
“Piacere”
“Piacere mio, Lydia”

I due si guardarono sfoderando un enorme sorriso.
“E tu? Pensavo avessi un accompagnatore.”
“In teoria dovrei averlo, ma si è bloccato una volta visto il cibo. E’ senza speranze quel ragazzo.”

Tutti e tre risero, osservando l’espressione esasperata della rossa.
“Vado a recuperarlo. Ci metto giusto un minuto.”
I due la guardarono allontanarsi per poi tornare per mano ad un biondino niente male.
Appena i due ragazzi si guardarono, scoppiarono in fragorose risate.
“Liam, e così questa sarebbe la cena di famiglia, eh?”
“Stai zitto che qui non vedo nessuna cugina a cui far da babysitter!”
“Scusate, ma voi vi conoscete?”
Intervenne Lydia che non capiva più niente.
“Noi siamo coinquilini e compagni di band e, soprattutto, amici.”
Liam sorrise alle due, spiegando tutto.
“Ah e comunque sono Niall. Tu sei?” Chiese l’irlandese, rivolgendosi alla bionda.
“Jamie, piacere.”
“Ah, eccola la famosa Jamie. Liam non fa altro che parlare di te. Jamie di qua, Jamie di là. Dovresti sentirlo. Ahahah”
Liam si portò una mano dietro la nuca, ridendo leggermente, mentre l’imbarazzo si impossessava di lui.
“Beh, spero che dica cose positive almeno.”
“Non immagini quanto siano positive.” Ammiccò il biondino.
“E smettila.” Disse Liam a denti stretti, dando una pugno sul braccio a Niall.
“Va beh, che ne dite di buttarci in pista e di divertirci un po’?”
Tutti annuirono alla proposta di Lydia e , finalmente, iniziarono a ballare.
 
“Bella festa ragazzi, veramente!” Esclamò Niall euforico, una volta usciti dalla palestra.
“Sì, è stato organizzato tutto al meglio!” Concordò Jamie.
“Adesso sarà meglio che andiamo. Ci vediamo presto ed è stato un piacere conoscerti, Lyd.”
“Sì, anche per me.”
In pochi minuti tutti furono sulla propria macchina e Jamie e Liam arrivarono a casa della ragazza quasi subito.
Entrambi scesero dall’auto e si fermarono davanti al portone principale.
“Beh, Liam, grazie per la serata.”
“Non dirlo neanche. Se non fosse stato per te sarei rimasto a casa a giocare a FIFA 13!”
“Ahahaha bel programma serale. In ogni caso, buonanotte Payne.”
“Notte J.”

Il ragazzo iniziò a scendere i gradini, ma Jamie lo richiamò.
“Aspetta e torna indietro. Devo chiederti una cosa.”
“Dimmi tutto Stevens.”

“Un po’ di tempo fa mi hai promesso che avresti cantato per me. Ti ricordi?”
Il ragazzo annuì riportando alla mente i ricordi di quella serata, la serata del bacio/errore.
“E’ la tua sera fortunata, Payne! Su, avvicinati e canta”
Jamie mise le mani dietro il collo di Liam e il ragazzo le mise dietro la sua vita.
 
“Heartache doesn’t last forever
I’ll say I’m fine.
Midnight ain’t no time for laughing
When you say goodbye.
It makes your lips, so kissable
And your kiss, unmissable
Your fingertips so touchable
And your eye, irresistable.”
 
Il ragazzo sussurò tutto ciò all’orecchio di Jamie, la quale si sciolse completamente al suono di quella voce meravigliosa, quella voce che le faceva venire brividi per tutto il corpo, quella voce che la faceva innamorare e che la faceva rilassare come nessun’altra.
Liam smise di cantare e i due rimasero a circa due centimetri di distanza l’uno dall’altra. I loro respiri erano talmente vicini da andare all’unisono e i loro cuori ne seguivano l’esempio.
Pian piano le loro labbra cedettero alla tentazione e alla vicinanza, tanto da sfiorarsi. Gli occhi si chiusero in un gesto quasi automatico, mentre i loro corpi iniziavano a combaciare.
Dopo molto tempo si erano baciati. Forse non era il loro primo bacio, ma l’emozione che provarono fu la stessa della prima volta. Si erano desiderati talmente tanto da non rendersi conto che quel momento era arrivato, e questa volta non per caso.
“Liam, questa volta non chiedo scusa. Tu mi piace e non solo come amico.”
La ragazza si staccò di poco, per guardarlo negli occhi nocciola.
“J, piccola J. Non ti chiedo di scusarti perché ogni volta che ti guardo non desidero altro che sfiorare nuovamente le tue labbra, come successe quella volta a casa mia.”
“Sono felice di sentirtelo dire. Adesso devo andarmene. Kassie ci sta spiando da dietro la tenda.”
“Ahahaha allora regaliamole il bacio della buonanotte.”
Tutto accadde di nuovo: le loro labbra, i loro respiri, i loro corpi. Tutto.
Dopo qualche minuto Liam si staccò e si diresse verso la macchina. Jamie, invece, infilò le chiavi nella toppa del suo portone.
“Ah, Jamie. Questo non è stato un errore.”
 
 
SPAZIO AUTRICE
Sono tornate, yeeeeeehhhh!
Vi prego, immensamente, di non uccidermi. Non aggiorno da mesi, lo so, ma le vacanze mi hanno occupato tutto il tempo e, in più, non possedevo un computer.
In ogni caso, passiamo al capitolo. Finalmente è successo: si sono baciati, siiiiiiii!
Ok, la smetto. La parte di Harry non c’è, lo so, ma non avevo idea su come inserirlo e quindi passa al prossimo capitolo.
La canzone che mi ha ispirato, oltre a Irresistable, è Unica - Antonello Venditti.
Spero che la storia continui ad essere seguita, nonostante non abbia aggiornato più. Chiedo anche scusa per non aver risposto alle recensioni del capitolo 8, ma non ho avuto tempo e non so se ne avrò, quindi scusatemi. Ringrazio, come sempre, chi legge, recensisce, segue, preferisce e ricorda la storia.
Come ultima cosa, ma non per importanza, oggi il nostro Liam compie la bellezza di 20 anni e io potrei scoppiare a piangere tra poco perché ancora non realizzo che siano passati tre anni da quando lo “conosco”.
Va beh, vi lascio e ci sentiamo presto (si spera),
SLHR
 
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Twitter: @ILetHimGo (L’altro me l’hanno sospeso, quindi seguitemi pure, dato che ho pochi followers. Ricambio :D)
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***





Capitolo 10

“Styles! E’ or di svegliarsi!”
Harry sentì una voce familiare in lontananza, mentre poco a poco cercava di aprire gli occhi. Si trovava, naturalmente, nella sua camera nonostante fosse convinto di essere rimasto a dormire da Christina. Si girò su un fianco, prese in mano il cellulare e notò che erano solamente le nove.
“Harry! Finalmente ti sei svegliato!”
Liam fece irruzione nella stanza, spalancando le finestre e aprendo le tende. Una forte luce illuminò l’abitacolo e Harry cercò di coprirsi gli occhi con la mano, per il troppo sole.
“Hai visto che bel sole? Non è una bella giornata?! Certo che è una bella giornata!”
Il riccio iniziò a chiedersi quale problema avesse il suo amico, che aveva iniziato a passeggiare nervosamente di fronte al suo letto.
“Liam? Sicuro di stare bene?"
“Io? Mai stato meglio.” Disse mangiucchiandosi le unghie.
“E allora per quale cavolo di motivo mi hai svegliato così presto?!”
Il riccio iniziò ad innervosirsi, dato che la sera prima era andato in discoteca e, avendo bevuto un po’ troppo, aveva le testa che gli scoppiava.
Liam, intanto abbassò lo sguardo, si sedette sul letto e arrossì improvvisamente.
“Ok. Non sto bene. Hai ragione tu.”
“Se mi vai a prendere un’aspirina, ti ascolto.”

Il castano si alzò a si diresse in cucina, al piano inferiore.
Harry, intanto prese il telefono e lesse un messaggio della sua ragazza.
 
“Ehi tesoro.
Ieri sera mi sono divertita, ma tu non eri messo molto bene e ti ho dovuto portare a casa, aiutata da Michael,  un mio amico. Spero che tu stia meglio.
Chri xx”

 
Il ragazzo sorrise leggendolo, ma decise di rispondere dopo, guardando Liam entrare dalla porta con un bicchiere di acqua, un cornetto al cioccolato appena sfornato e la sua adorata aspirina. Il tutto venen posato sul comodi nodi legno, proprio accanto al letto.
“Grazie amico. Ora sono tutto orecchi” disse, addentando la brioche.
“Allora. Mi vergogno un po’ a parlarne, dato che nessuno lo sa.”
“Aspetta. Centra una ragazza, giusto?”

“Emh, sì” Rispose il castano, titubante.
“Lo sapevo! Scusa, racconta pure.” Disse, facendo sciogliere l’aspirina nell’acqua.
“Beh. Io e questa ragazza ci siamo conosciuti qualche mese fa. Lei è davvero bella, dolce, simpatica, divertente e altri aggettivi pazzeschi che, in questo momento, non mi vengono in mente.”
Gli occhi di Liam, se fosse stato possibile, avrebbero preso la forma di due cuori color cioccolato. E poi quell’aria sognante che accompagnava il discorso lo faceva sembrare un adolescente alle prime armi.
“Comunque, la consideravo la mia migliore amica fino a ieri. Ieri, per l’appunto, siamo usciti insieme e ci siamo baciati. Quella non era la prima volta, ma è stato come se lo fosse.”
Concluse così il tutto, mentre ragionava su come proseguire.
“Scusa amico, ma non vedo quale sia il problema.”
“Il problema, caro il mio Harry, è che non sono sicuro di ciò che ho fatto e di ciò che provo. Sicuramente le voglio un bene dell’anima, ma se poi dovesse finire ci rimarrei malissimo.”
Liam alzò lo sguardo e lo posò su quello verde smeraldo dell’amico, seduto di fronte a lui.
“Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che non bisogna pensare al futuro, a ciò che succederà e cavolate varie. L’importante è il presente, Liam. Pensa a quello che hai provato baciandola, a quello che hai passato con lei, al fatto che, sicuramente, non hai dormito per pensare a lei e ai suoi occhi. Sono queste le cose importanti e chi se ne frega del resto. Oggi tu andrai a casa sua e le dirai le tue intenzioni, qualunque esse siano.”
Il ragazzo catturò al volo le parole del riccio e ci rimuginò un po’ sopra. Probabilmente aveva ragione. I brividi che sentiva quando la vedeva, le farfalle quando si baciavano, il desiderio di proteggerla sempre erano fattori fondamentali e facevano capire che la voleva con lui, forse come qualcosa in più di un’amica.
“Styles, hai ragione. Grazie mille per i consigli.”
“Di nulla amico. La prossima volta che hai un problema, però, potresti pararmene ad un’ora decente?”
“Ahaha me lo ricorderò.”

Il castano si alzò dal letto, per poi andare ad ascoltare la musica in camera sua.
 
“Jamie. Devo parlarti un minuto.”
“Dimmi Kassie.”

La bionda si era appena svegliata, per modo di dire perché quella notte non aveva fatto che pensare al bacio, al meraviglioso bacio avvenuto. Sicuramente, Kassie stava per domandarle tutto.
“Tu devi dirmi tutto. Adesso.”
Jamie raccontò per filo e per segno l’accaduto e l’amica era più esaltata di lei, per quanto fosse stato possibile.
“Che bello! E’ nata una nuova coppia! Dovremmo fare un’uscita a quattro : io, tu,Alex e Liam. Sarebbe perfetto!” Esclamò battendo le mani per l’idea grandiosa, appena pronunciata.
“Calmati un minuto, tesoro. Ci siamo solo baciati, quindi non ci considero una coppia. Aspettiamo e vediamo come vanno le cose. Ok?”
“Va bene. Adesso devo andare in libreria. Tu vieni?”

“Ma sei matta? Tra tre giorni ho la maturità. Devo mettermi sotto con lo studio, se non voglio essere bocciata.”
“D’accordo, ci vediamo dopo.”
La mora uscì dall’appartamento, mentre Jamie si vestì e si mise a ripassare le varie materie in vista dell’esame.
Verso le sei di pomeriggio, il campanello di casa suonò e la ragazza face una pausa dai suoi libri.
Aprì la porta sicura che fosse Kassie, ma un Liam raggiante la attendeva con un sorriso dipinto in viso.
“Ehi dolcezza. Posso entrare?”
Jamie si spostò di lato per far passare il ragazzo, ma lui si chiuse la porta alle spalle, prese la ragazza e la baciò appassionatamente.
Quando si staccarono, Jamie non capiva più niente. Sicuramente, non aveva più fiato, ma non solo per il bacio. Quello che si sarebbe aspettata non sarebbe mai stato ciò che era appena accaduto nell’atrio di casa sua.
“Che sorpresa! Comunque, stavo studiando e non posso smettere, se no non passo l’esame.”
“Ma se sei bravissima! Sono sicura che esci con almeno 80!”
“Ma magari. Sarebbe un sogno. Comunque, che sei venuto a fare?”
“Pensavo fossi felice di vedermi, ma mene vado, se vuoi.”
“Nono, hai frainteso. “

La ragazza gli prese la mano, trascinando il castano vicino a sé. Gli accarezzò piano il viso, per poi baciarlo nuovamente, ma con una dolcezza innata. Si staccarono piano, tenendo sempre gli sguardi incatenati tra di loro.
“Allora. Mi aiuti con letteratura inglese?”
“Ahaha, già che sono qui…”
Il pomeriggio passò così: tra una pagina e l’altra e tra un bacio e l’altro.
“Shakespeare cosa racconta in “Romeo e Giulietta”?”
“Allora, questa opera, che i amo alla follia, tratta la storia di due innamorati che, per colpa delle famigli nemiche, sono obbligati ad incontrarsi di nascosto. Purtroppo, essendo una tragedia, muoiono entrambi.”
“Perfetto, J. Direi che per oggi abbiamo finito. Poi, io non ce la faccio più!”

Il ragazzo si buttò all’indietro sul divano del salotto, distrutto dal troppo lavoro.
“Ahaha non fare l’idiota, Payne.”
“Io? Io non sono idiota!”

Liam la prese per mano, fino a farla cadere insieme sul divano di pelle.
Lui, però, prese a farle il solletico per ciò che aveva detto.
“Ok,ok! Tregua! Sei il ragazzo più intelligente che io conosca!”
“Solo?”

“E va bene, anche il più bello, dolce, simpatico e perfetto ragazzo che avrei mai potuto desiderare.”
Il castano si avvicinò alla ragazza lentamente, sussurrandole alcune parole.
“Quindi, stiamo insieme adesso. L’hai appena detto tu e io non ti posso contraddire.”
Si baciarono per tempo indeterminato, mentre entrambi sorridevano internamente.
 
Spazio Autrice

Ehilà pisi :D
Sono tornata dopo ben due settimane. Dai, non sono così in ritardo.
Comunque, che ve ne pare del capitolo? E’ riapparso Harry, ha aiutato Liam con Jamie, involontariamente e si è ubriacato. Intanto, Jamie è molto presa dagli esami e speriamo che vadano al meglio.
La canzone che mi ha ispirato è A Little Bit Longer - Jonas Brothers. E’ davvero stupenda.
Ieri, era il compleanno del nostro irlandese e ancora non credo che abbia ben vent’anni!
A parte questo, ringrazio chi segue, legge, ricorda, segue e recensisce la storia, anche se mi avete lasciato solo quattro recensioni nello scorso capitolo. Se non vi piace la storia ditemelo e cercherò di fare qualcosa.
Adesso vado che devo insultare i minalisti per la partita di stasera (sono del toro ;D)
Un bacio,
SLHR

P.S. Ho scritto una OS su una canzone. Leggetela, se vi va.
 
Twitter: @ILetHimGo
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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***




Capitolo 11

 
“Ok, Jamie. Oggi, hai solo l’orale dell’esame di maturità. Non è niente di che, dai!”
La ragazza si era appena svegliata, dopo una notte quasi totalmente passata a preoccuparsi per l’imminente esame. In quel momento, stava cercando di mettere in atto una tecnica di convincimento, ma non stava funzionando molto bene.
“Jamie, ti vuoi calmare?! Sai la tesi a memoria e sei una bravissima studentessa. Non c’è bisogno di essere così nervosi.”
Kassie prese l’amica per le spalle, gridandole quella frase in faccia, per farla smettere di camminare per il salotto in preda al panico.
La bionda iniziò a fare respiri profondi, andando verso il vassoio di cornetti caldi e fumanti alla marmellata. Ne addentò uno, iniziando a bearsi di quel magnifico gusto, dolce e bollente, che le scendeva giù per la gola, immergendola in un vortice di piacere.
Il campanello suonò all’improvviso e Jamie andò ad aprire, domandandosi chi potesse essere alle sette del mattino.
“Ehi, dov’è la mia maturanda preferita?”
Un Liam bello come il sole era appoggiato allo stipite della porta, con un sorriso fantastico stampato sulle labbra carnose.
“E’ proprio qui, purtroppo.” Disse Jamie, tornando alla dura realtà.
Il ragazzo entrò e diete un lungo bacio alla sua ragazza.
“Dai, ci siamo passati tutti. Andrà benissimo, ne sono sicuro!”
“L’unico sicuro qui sei tu. Io non lo sono di certo!”
Disse, buttandosi a peso morto sul divano.
“Smettila! Ah, sono venuto per accompagnarti, J”
Iniziò a baciare il collo della ragazza, mentre quella si beava delle soffici labbra del ragazzo sulla sua pelle calda ed imperlata di sudore, a causa del clima afoso di fine giugno. Erano completamente sdraiati sul divano, mentre si baciavano e si rilassavano, insieme.
“Emh, non mi procreate sul divano di casa, grazie” Disse Kassie, passando di lì.
I due si misero a ridere, alzandosi.
Jamie prese la sua borsa e, avvisando Kassie, prese la mano del suo ragazzo, per poi dirigersi verso il suo “amato” liceo.
 
Arrivarono dopo pochi minuti. Jamie stava a dir poco impazzendo dalla paura e Liam cercava di tranquillizzarla, pronunciando frasi che la facessero ridere o sentire all’altezza di superare quell’esame.
“Jamie Stevens. E’ il suo turno.”
La bionda si alzò ed entrò nella piccola aula verde-azzurra. Una decina di banchi erano disposti a ferro di cavallo e al centro si trovava una sedia da ufficio nera. Jamie, impaurita, si sedette su di essa ed iniziò a rispondere alle domande di ogni professore, presentando la sua tesina “La potenza del libro”. Ovviamente, l’aveva fatta pensando al suo lavoro e a quello che le piaceva fare, così era stato molto più facile trovare argomenti che le piacessero.
Dopo circa mezz’ora uscì e trovò Liam ad aspettarla seduto su una sedia. Appena la vide alzò la testa e andò verso di lei.
“Allora, com’è andata?”
“Bene, anche di matematica e fisica ho risposto bene!”
“Sono fiero di te, davvero!”

Si abbracciarono fortissimo, per poi andarsene da quella scuola e dirigersi ad un ristorante, vicino alla libreria.
“Davvero vuoi andare a lavorare anche oggi? Pensavo di fare qualcosa insieme, dato che vado dai miei per due giorni e non ci vedremo.” Disse il ragazzo un po’ tristemente.
“Lo so, ma già non ci sono andata per una settimana a causa dello studio. Non posso saltare anche oggi!”
“Ok, va bene.”
“Dai, non c’è bisogno di essere tristi. Puoi venire a lavoro con me e aiutarmi a catalogare i nuovi libri.”
Un sorrisone si aprì sul volto del castano, che annuì prontamente alla proposta di Jamie.
Il pomeriggio, quindi, lo passarono tra gli scaffali, a ridere, a scherzare e a darsi qualche bacio sfuggente tra un romanzo e l’altro.
 
Era passata quasi una settimana dal giorno dell’esame e quel giorno avrebbero messo fuori i voti di fine scrutinio. Jamie era preoccupata, ma sperava che fosse andata bene.
Doveva incontrarsi alla panetteria all’angolo con Lydia, per poi andare a vedere i tabelloni.
“Ehi Lyd!”
La bionda iniziò a sbracciarsi per farsi notare dall’amica, troppo intenta a messaggiare con chissà chi. Finalmente, però, Lydia alzò lo sguardo e si avviò verso di lei.
“Potresti cagarmi, invece di guardare solo il telefono!”
“Dai, scusa. Era Horan e non si può mai fare aspettare il biondino, lo sai”
“Ahahaha, mi ero dimenticata di quanto foste legati voi due!”
“Già. Dopo il ballo siamo diventati inseparabili e spero tanto che mi chieda di mettermi con lui perché non ce la faccio più a fingere di essere solo semplici amici.”
“Ti capisco. Pensa che io e Liam stiamo insieme perché io gliel’ho detto per sbaglio.”
“Ahahah che culo!”

“Ma seriamente”
“Senti, ti va di prendere una brioche da mangiare, mentre andiamo a scuola?”
“Emh, sì, ma non in questa panetteria.”

Le due ragazze si girarono verso la vetrina e videro un ragazzo riccio che serviva una vecchia signora al bancone. Era Harry.
“Giusto, andiamo a quella che c’è più in là che è meglio.”
“D’accordo e grazie.”

Si incamminarono dirette verso li liceo linguistico, con il loro cornetto tra le mani.
Arrivarono dopo poco e il cortile era pieno zeppo di studenti che urlavano, felici del risultato finale.
Le due si avvicinarono lentamente alla bacheca di sughero, facendosi spazio tra i vari studenti, appostati anche loro. Jamie scorse il suo nome in prossimità della parte finale del foglio, fece passare lo sguardo dal nome al voto, fino a che non trovò un bel 95 ad attenderla.
Si girò di colpo verso l’amica e iniziò a fare versetti di piena gioia e a ridere come una perfetta deficiente.
“Io ho preso 88!” Gridò Lydia felicissima come non mai.
“Davvero, è troppo bello per essere vero. Non me l’aspettavo e bisogna assolutamente festeggiare, cara Lyd!”
“Certo che sì, bella bionda.”
Uscirono da quel cortile e andarono a farsi un giro in centro.
 
La giornata passò velocemente e Jamie tornò a casa verso le sette di sera.
Cenò con Kassie e Alex, il quale aveva fatto una sorpresa alla sua ragazza, preparandole una torta da leccarsi i baffi, ricoperta di frutta e farcita con crema pasticcera.
La ragazza, poi, dopo le nove, decise di andare a trovare il suo ragazzo per dargli la notizia del suo bel 95 di persona, invece che attraverso uno stupido telefonino.
Prese la sua giacchetta, la borsa, salutò i due piccioncini ed uscì di casa.
Arrivò davanti all’abitazione, imboccò il vialetto e arrivò davanti alla porta.
Si sistemò i capelli e suonò il campanello. Aspettò qualche minuto, poi la maniglia d’ottone si abbassò, mostrando l’interno dell’appartamento e la persona in piedi dietro la porta.
La bocca di Jamie si aprì in un’espressione di puro stupore e anche quella del ragazzo era molto simile.
“Harry? Sei davvero tu?”
 
 
Spazio Autrice
TA DA DA DAAAAN!
Ahahah scusate per il ritardo e per la lunghezza del capitolo, ma ho avuto un piccolo blocco dello scrittore e non sapevo come andare avanti.
A parte questo, che ve ne pare? Harry è tornato e chissà cosa succederà tra lui e Jamie.
Inoltre, l’ho fatto lavorare in panetteria perché l’Harry di un tempo mi manca un pochino. (Momento nostalgia ahahah).
La canzone che mi ha ispirato è Nella Stanza 26 - Nek. La amo *-*
Faccio un appello a tutti quelli che leggono la storia: lasciatemi una recensione, vi supplico. Vorrei sapere se vale la pena andare avanti o eliminare la storia, vi supplico!
Comunque, ringrazio sempre chi legge, preferisce, segue, ricorda e recensisce.
Ho preso i biglietti per il 28 giugno e se qualcuno di voi c’è, me lo scriva così ci possiamo incontrare ;)
Un bacio a tutti e buona settimana,
SLHR
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***





Capitolo 12

 
Passarono secondi che sembrarono ore.
I due ragazzi stettero fermi immobili a fissarsi, mentre nessuno riusciva a spiccicare parola.
“Harry, chi è alla porta?!”
Una voce proveniente dall’interno dell’appartamento li fece risvegliare da quell’apparente stato di trans, giungendo sempre più vicina all’ingresso.
“Harry, che ti succede?!” Una testa bionda fece capolino fuori dall’abitazione, scrutando con due occhi azzurri la ragazza di fronte a lui.
“Oh, ciao Jamie. Cosa ci fai qui?”
Niall si precipitò fuori ad abbracciarla, mentre Harry li guardava confuso sulla soglia della porta.
“Beh, sono venuta a trovare Liam. E’ in casa?”
Niall sfoderò uno splendido sorriso, annuendo ed entrando in casa.
“Scusa, ma tu conosci Liam?”
Il riccio strabuzzò gli occhi, mentre Jamie cercava di non farsi prendere dal panico e di pensare ad un modo gentile per dirgli che stavano insieme.
“In realtà, io e Liam siamo fidanzati.”
“Cosa? Cioè, voglio dire, congratulazioni.”

Un lampo di sorpresa misto a delusione attraversò lo sguardo incredulo del ragazzo, che veniva oltrepassato dal corpo di Jamie, intento ad entrare nell’appartamento.
La bionda entrò nel salotto, trovando quattro ragazzi seduti a guardare una partita di calcio. Improvvisamente, tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di lei e Liam, quando se ne accorse, si alzò dalla propria posizione per andare a salutare la sua ragazza.
“Ciao J!” Il ragazzo la baciò sulle labbra.
“Ciao Liam.” Disse Jamie frastornata per il bacio appena avvenuto.
“Liam, non ci presenti la tua “amica”.” Fece un ragazzo moro, con occhi altrettanto scuri, mimando le virgolette con le dita sulla parola “amica”.
“Ragazzi, lei è Jamie, la mia ragazza. J, loro sono Zayn, Louis e Niall, che conosci già. Quello che ti è venuto ad aprire è Harry.”
“Molto piacere” Dissero in coro i due ragazzi sconosciuti, mentre il riccio rientrava dalla cucina con un cornetto al cioccolato nella mano sinistra.
“Oh, ecco Harry.”
Il ragazzo snobbò la coppia per sedersi e fissare il teleschermo. Tutti lo guardarono male, ma lui fece finta di niente e continuò ciò che stava facendo.
“Ad ogni modo, vuoi sederti qui con noi?” Domandò Liam gentilmente.
“Sì, grazie. Amo il calcio!”
“Oddio, davvero? Jamie è una di noi!”
Niall iniziò a cantare un coretto in onore della ragazza, prima che tutti scoppiassero a ridere.
“Ma dimmi, cosa tifi?” Il biondo si riprese dalle troppe risate, per poi tornare serio, guardando la ragazza con fare minaccioso.
“Ma mi sembra ovvio: per il Chelsea!”
“Liam, avresti dovuto portarla qui due mesi fa! La adoro!”
“Ahahaha grazie biondo.”

Il ragazzo la stritolò con le sue braccia e poi tornarono a godersi la partita in televisione.
“Ah, prima che mi dimentichi c’è un motivo per cui sono qui, Liam.”
“Devo preoccuparmi?”
“Ahaha, nono tutt’altro.”
“Spara, bella.”
“Ho preso 95 all’esame finale!”

Un applauso gigante si levò nella stanza, mentre la ragazza sorrideva felice di aver incontrato gente così bella, ma si era appena accorta che sulla poltrona di fianco a lei qualcuno era immerso nel vuoto e non pareva così contento.
“Brava J! Che ti avevo detto? Sicuramente saresti andata bene.”
“Aspetta. Lydia cos’ha preso?”

Niall sembrava molto curioso ed ansioso nell’attendere la risposta.
“Bene: ha preso 88.”
Niall sorrise, mentre pensava al viso angelico di quella ragazza.
“Se fossi in te, in ogni caso, farei un passo avanti. Quella ragazza è cotta di te: vedi di non fartela scappare.”
Jamie si rivolse a Niall, facendogli l’occhiolino, mentre le sue guance diventavano di un rosso acceso, essendo stato colto in flagrante da tutti i suoi amici.
 
“Ma non si può sbagliare a porta vuota, cazzo! Cos’hai al posto dei piedi? Una banana?”
Harry sentiva questi urli, interrotti dalle risate dei suoi amici per il comportamento di Jamie.
Era immerso nei suoi pensieri, mentre gustava l’ennesimo cono di quella serata: aveva quasi finito la confezione.
Non si capacitava di tutto ciò che era successo: Liam, la sua ex, la nuova ragazza, il fare finta di non conoscerla. Era molto frustrato da quella situazione, ma nessuno sembrava fare caso a lui.
Poi, guardando Liam si vedeva che era innamorato perso e non poteva di certo raccontargli la verità, rovinando tutto quello che aveva cercato di ricostruire in quei mesi, avendo il cuore spezzato a metà.
In quel momento, gli vennero in mente tutte le belle giornate passate con la bionda: la partita allo stadio, il gelato al parco, la notte a guardare le stelle e il ristorante cinese vicino a casa di lei, dove ormai erano conosciuti come clienti abituali. Non nascondeva di certo che gli mancava tutto ciò, ma aveva fatto lo stronzo e adesso ne stava pagando le conseguenze.
Eppure Liam gli aveva detto che avrebbe potuto incontrare qualcun altro e guarda caso il fato aveva voluto che fosse proprio il ragazzo quella famigerata persona.
Ad un certo punto, un cuscino gli arrivò in piena faccia.
“Ma siete idioti?!”
“Ti sto chiedendo da mezz’ora se ci sono ancora cornetti e tu non mi cagavi, così questa è stata l’unica soluzione per attirare la tua attenzione!”

Louis iniziò a ridere, dopo il suo discorso, per la faccia da cane bastonato di Harry, mentre Jamie si era alzata per andare un attimo in bagno.
“Vado a vedere, contento?”
Harry si lanciò verso la cucina, fregandosene della risposta del castano, cercando di raggiungere la sua ex ragazza.
“Jamie, aspetta un attimo. Devo parlarti.”
La bionda stava per chiudergli la porta del bagno in faccia, ma decise di starlo ad ascoltare, di dargli una seconda occasione.
“Sentiamo.”
“Mi dispiace per come mi sono comportato con te, quando stavamo insieme, e anche per il mio comportamento di stasera, ma capisci che ero un po’ sconvolto da tutto quello che stava succedendo in casa mia.
Ad ogni modo, voglio dirti che auguro a te e a Liam tutta la felicità del mondo: ve lo meritate. Lui è uno dei ragazzi migliori che io conosca, quindi non farlo soffrire e tu, beh, tu eri e sei ancora la donna che tutti vorrebbero, quindi Liam è una persona fortunata ad averti.”

Quel discorso aveva lasciato Jamie di stucco: non se lo sarebbe mai aspettato da quell’ammasso di ricci pieno d’orgoglio.
“Beh, grazie Harry e, per quel che vale, ti ho già perdonata per come mi hai trattato.”
La ragazza richiuse dietro di sé la porta ed andò in bagno.
Harry, invece, tornò in cucina, prese il gelato e lo portò in salotto a Louis.
“Lou: è l’ultimo.”
“Ma come? Li abbiamo comprati oggi! Li hai mangiati tutti tu! Sei vergognoso.”
“Scusate se avevo fame!”

Harry mostrò le mani aperte in segno di resa, mentre gli altri ridevano sguaiatamente.
Alla fine era bello condividere quella casa con persone così speciali e nessuna ragazza avrebbe mai potuto mettersi tra di loro e la loro amicizia.
 
Spazio Autrice
Weiiii piselline!
*Si nasconde per la vergogna*
Un immenso “scusate” per il ritardo orribile: non aggiorno da un sacco di mesi e davvero non so come chiedervi perdono.
Ad ogni modo, spero che il capitolo vi sia piaciuto perché ci ho messo molto impegno a scriverlo e  non è stato per niente semplice. Cosa ne pensate della situazione tra Liam, Harry e Jamie? E il nostro Niall innamorato? Fatemi sapere tutto con qualche recensione, gracias.
La canzone che mi ha ispirato è La vita e la felicità - Michele Bravi. Amo quel ragazzo e sono contenta che abbia vinto X-Factor, se lo meritava.
Inoltre, come avete passato le vacanze? Sapete che domani (o oggi, dipende quando leggete :’D) è il mio compleanno? Non che non lo sapete e ve lo dico adesso!
Va beh, andrete a sentire i ragazzi? Io sì: il 28, secondo anello blu, ingresso 14, settore 217, fila 4.
Se siete vicino a me ci possiamo incontrare, quindi fatemi sapere.
Un grazie immenso a chi legge, ricorda, preferisce, segue e recensisce la storia. Vi amo tutti alla follia.
Un bacio e buon inizio scuola (-.-),
SLHR

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


       


Capitolo 13


Era ormai inizio Agosto e il caldo torrido si faceva sentire anche nella capitale inglese.
Jamie era, come sempre, impegnata in libreria, ma le sue ferie erano quasi alle porte. Il problema era che non aveva proprio idea di dove andare al mare e nemmeno con chi andarci, dato che Kassie doveva lavorare tutto il mese, non avendo trovato una sostituta per il negozio.
La campanella sopra la porta d’ingresso suonò per la centesima volta quel pomeriggio e Jamie alzò lo sguardo per vedere chi fosse: Liam.
“Ehi, tesoro.” Fece il ragazzo, dando un bacio casto alla fidanzata.
“Ciao, Liam. Sono stanca morta e non hai idea del caldo che fa qua dentro!”
“Immagino, J. Ed è per questo che vi ho portato un bel gelato; almeno fate pausa merenda.”
“Grazie mille. Tu sì che pensi sempre a tutto!”
“Modestamente…”

Kassie spuntò da dietro uno scaffale non appena udì pronunciare la parola “gelato” e corse ad abbracciare Liam, agguantando la sua coppetta al cioccolato.
“Allora, Payne, che si dice dalle tue parti?”
“Beh, dalle mie parti, si sta organizzando una piccola vacanza al mare. Voi ci stareste?”

A Jamie brillarono gli occhi a sentir parlare di viaggi, ma poi si ricordò dell’impegno che aveva Kassie, la quale non sarebbe potuta partire con loro.
“Io ci starei, ma Kassie lavora.”
Liam ci pensò un attimo su, ma non riuscì a trovare una soluzione.
“Va beh, non vi preoccupate per me. Voi divertitevi; sarà per la prossima volta.”
“Sei sicura?”

“Sicurissima. Poi c’è sempre Alex che mi dà una mano, quindi nessun problema.”
Liam e Jamie annuirono per poi concentrarsi sulla loro vacanza.
“Allora, dove si andrebbe?”
“Ho qui tre cataloghi: Spagna, Grecia o Italia.”

La bionda, se solo avesse potuto, sarebbe andata in tutti e tre i Paesi, ma sapeva che avrebbe dovuto scegliere anche in base alle disponibilità e ai prezzi, dato che non era milionaria.
I due decisero di trovarsi quella sera a casa Payne per discuterne anche con gli altri verso le nove.
 
Lydia stava passeggiando per le vie del centro londinese, cercando qualche bel costume da sfoggiare in riva al mare, accompagnato, magari, da un prendisole mozzafiato sulle tonalità del verde smeraldo. In realtà, non aveva ancora nessun programma per l’estate, ma sentiva che nell’aria c’era odore di novità, dato che sia Jamie sia Niall facevano i misteriosi da tutta la giornata e, nel caso la sua intuizione fosse giusta, non voleva essere colta impreparata.
Mentre era girata di spalle a osservare la vetrina di Topshop, un paio di mani la abbracciarono da dietro. Lei sorrise, sapendo già di chi potesse trattarsi. In effetti, girandosi e navigando in un paio di occhi celesti, si accorse di aver proprio azzeccato persona.
“Ciao Niall. Che sorpresa!” Disse Lydia baciando il ragazzo sulle labbra.
I due, in realtà, stavano insieme da quasi un mese, grazie ai consigli dati da Jamie a Niall, ma, nonostante il poco tempo di relazione, erano già affiatatissimi e molto carini insieme.
“Stavo andando a comprare le sigarette per Zayn, quando ti ho vista qui. Vuoi venire con me?”
“Emh, veramente stavo per entrare a fare un po’ di shopping. Potresti aiutarmi a scegliere un costume e poi andare insieme dal tabaccaio. Che ne dici?”
“Va bene, basta che non mi tieni dentro al negozio due ore!”
“Tu non ti preoccupare!”

La rossa entrò e iniziò a spulciare tra mille appendini, alla ricerca del bikini perfetto. Il povero Niall, intanto, era seduto su una delle poltroncine poste di fronte ai camerini. Lydia lo stava riempiendo di vari costumi, mentre lui iniziava a stufarsi e a pentirsi di aver accettato la sua proposta. La rossa iniziò a provare i due pezzi, ma in ognuno di essi c’era sempre qualche difetto. Alla fine, trovò un bikini rosso con il reggiseno a fascia.
Niall si mise a esultare perché, finalmente, poteva uscire all’aria aperta. Non appena si avviarono verso la tabaccheria, gli venne in mente dell’appuntamento a casa sua per parlare del viaggio che stavano organizzando, ma decise di non rivelargli lo scopo di quell’incontro.
“Senti, Lyd, stasera ti aspetto a casa mia per le 21. Dobbiamo parlare di una cosa con tutti quanti.”
“Di cosa?”

“Sorpresa. Devi tenere duro ancora per poco, non ti angosciare.”
Il ragazzo sorrise perché adorava tenerla sulle spine e vederla cercare un modo per fargli spifferare anche solo un indizio insulso.
“Lo sai che non ti sopporto quando non mi dici cosa ti passa per quella testolina bionda!”
“Ahaha anche io ti voglio bene, Lyd.”
“Sisi, certo. Andiamo a comprare queste sigarette,va.”

 
Il parco in Agosto era l’unico posto in cui si poteva stare senza squagliarsi come un ghiacciolo al sole. Harry, infatti, aveva scelto proprio di andare lì per stare un po’ da solo a strimpellare la sua chitarra, all’ombra di una quercia rigogliosa. Era da un po’ di tempo che aveva in mente le parole per un nuova canzone e qualunque minuto libero che avesse lo utilizzava per cercare di comporre qualcosa di concreto. Avrebbe voluto comporre un disco per proporlo a qualche casa discografica e diventare un band con un contratto vero e proprio tra le mani.
Agli altri, però, sembrava non importare più di tanto. Diciamo che, in quel periodo, erano tutti troppo indaffarati a pensare alla vacanze, piuttosto che alla musica e al loro sogno. Anche questa cosa del viaggio di gruppo non gli andava giù. Certo, non era una cattiva idea andare al mare con gli amici, ma se tutti si portano la fidanzata, poi, non è più una vacanza. E dato che non voleva rimanere da solo, anche lui avrebbe dovuto invitare Christina con cui continuava ad avere battibecchi su praticamente tutto; anche sulle cose più insignificanti. Per di più, non aveva proprio voglia di vedere Liam e Jamie sbaciucchiarsi dalla mattina alla sera sulla spiaggia.
Beh, ultimamente, le cose si stavano sistemando. Avevano deciso di non rivelare la loro passata relazione, per evitare di creare confusione e, inoltre, avevano messo da parte le loro divergenze, ritornando, se possibile, amici. In effetti, era un po’ strana la cosa, ma ormai erano abituati, anche se Harry provava ancora un po’ di fastidio vedendoli insieme.
Quelle ore al parco furono davvero produttive per il riccio, il quale, iniziava a dare forma ai suoi pensieri, trasferendoli su carta pentagrammata. Dopo essersi messo la chitarra a tracolla, si incamminò verso l’uscita del parco, ricordandosi improvvisamente dell’appuntamento di quella sera. Tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans il cellulare, aprì la rubrica e mandò un messaggio a Christina, avvisandola del programma che avevano in mente.
Qualche minuto più tardi, il telefono vibrò: era arrivata la risposta della ragazza, la quale accettava felice la proposta.
Il riccio, invece non era altrettanto contento, ma rassegnato si incamminò verso la fermata della metropolitana, convincendosi che tutto sarebbe andato per il meglio. Il problema era che non ne era per niente certo.
 

 
Spazio Autrice

Beh, ciao alle mie piselline :)
Non aggiorno da ben 6 mesi e devo dire che è un record. Mi dispiace davvero tanto, ma con la scuola e i vari impegni non sono riuscita mai a scrivere e ogni cosa che buttavo giù mi faceva schifo, così la cancellavo. Tra l’altro, neppure questo capitolo mi convince, ma, prima o poi, avrei dovuto pubblicare qualche cosa.
Allora, lascio la parola a voi e ditemi cosa pensate delle tre coppie: ho preferito dividere il capitolo in questo modo per far capire il punto di vista di tutti. Nel prossimo, che non so quando riuscirò a scrivere, si parlerà dell’appuntamento alle 21 a casa dei ragazzi. Non perdetevelo!
La canzone che mi ha ispirato è Sing - Ed Sheeran. Il mio rosso preferito che andrò a sentire in concerto :D (ok, la smetto di fare la sclerata).
In ogni caso, in questi giorni sono pazza perché il 28 si avvicina e tra i ragazzi e i 5sos non so se riuscirò a sopravvivere a tutto!
Adesso vi lascio e ringrazio sempre chi preferisce, ricorda, recensisce, segue e legge la storia. Vi adoro tutti!
A presto (si spera),
SLHR
 
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