Tales of Other Lives

di Ally M
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 29\03 ***
Capitolo 2: *** 30/03 ***



Capitolo 1
*** 29\03 ***


I

Si può imparare la legge, ma non la prudenza

Theon/Osha

 

 

 

 

Il Nord- quello vero, Oltre la Barriera- era un maestro e Osha era sempre stata un’alunna diligente.

Le aveva insegnato quando fermarsi e accendere un fuoco, quando procedere e combattere. Il freddo le aveva insegnato che non era l’inverno la cosa peggiore che poteva succedere a un essere umano.

Era quella la legge Oltre la Barriera: il freddo non era un nemico ma un insegnante severo.

Il freddo le aveva insegnato cose che i principini della Lunga Estate non potevano nemmeno immaginare, che il Falso Lord –nella sua testa sempre ricoperto dal un alone di gelido disprezzo- non avrebbe mai potuto capire.

Theon Greyjoy dall’alto della sua supponenza, del suo dichiararsi Lord del Nulla, non avrebbe mai potuto capire ciò che il Nord le aveva insegnato quando era ancora una bambina: è la prudenza a tenerti in vita.

Lui non era stato prudente quando l’aveva sfidata per la prima volta, con quel ghigno sardonico a increspargli le labbra.

Ancora, non era stato prudente quando aveva tradito Grande Inverno, agendo come il peggiore dei codardi, nascondendosi dietro a uomini armati e privando della propria casa bambini che erano cresciuti considerandolo un fratello.

Infine non era stato prudente quando il suo sguardo carico di desiderio le aveva accarezzato il corpo.

Osha però, a volte, rannicchiata vicino al fuoco, si chiedeva se, alla fine dei conti, non fosse stata lei quella imprudente, dato il modo in cui il tocco di Theon ancora bruciava sulla sua pelle.

 

 

 

 

 

 

 

 

II

Schegge di vetro.

Joffrey/Arya

 

 

 

Quando il fragile bicchiere in vetro gli si ruppe fra le mani e il sangue cominciò a macchiare la pelle candida dei suoi palmi capì che non avrebbe ricordato Arya Stark solo per il pallido segno del morso che ancora adombrava il suo braccio.

I suoi occhi gelidi e metallici carichi di un disprezzo che mai gli era stato rivolto, il volto contratto in una smorfia di rabbia mal trattenuta, il suo temperamento selvaggio, nulla di tutto quello lo avrebbe mai lasciato.

Una parte di lui, quando aveva sentito la punta della sua spada contro la gola , aveva capito che non avrebbe mai dimenticato Arya Stark.

Le sue mani non avrebbero mai potuto sanguinare come il suo cuore quando gli avevano riferito che Arya non era più ad Approdo del Re

 

 

 

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Capitolo 2
*** 30/03 ***


III

“A volte tocchi contemporaneamente il punto dove provo dolore e piacere. Che tu sia per me il coltello”. (David Grossman)

Cersei Lannister

 

 

 

 

Il vino profumato di Dorne si muoveva lento nel bicchiere, seguendo, come a passo di danza, il movimento del suo polso.

Lo sguardo di Cersei corse con disprezzo sul volto sfigurato del fratello. Tyrion dormiva profondamente ed era proprio in quei momenti che lei lo apprezzava di più: quando con un solo movimento poteva porre fine alla sua vita.

Poteva salvarlo o essere il coltello che lo squarciava.

E solo i Sette Dei sapevano quanto avrebbe voluto aprirgli la gola e vedere il sangue, il suo stesso sangue inondargli la pelle

Odiava Tyrion: l’aveva privata di sua madre,di una parte del cuore di Jamie e di sua figlia.

Piacere e dolore al pensiero di Jamie le offuscarono la mente: era passato tanto tempo dall’ultima volta che aveva visto Jamie ma le poteva ancora sentire le sue dita sui seni e fra le cosce.

Strinse gli occhi sperando che Tyrion si svegliasse per vomitargli addosso tutto il suo disprezzo, per potergli ripetere ancora quanto le aveva portato via

Tyrion doveva svegliarsi.

Se fosse morto Jamie non l’avrebbe mai perdonata e in qualche modo avrebbe perso anche lui.

E Cersei sapeva perfettamente quanto la mancanza di Jamie fosse il coltello che la squarciava

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IV

Sapore

Robb/Sansa

 

 

 

 

 

Sansa non riusciva più a mangiare le tortine al limone.

Un solo morso, il loro aspro sapore ad accarezzarle la lingua bastava ad attorcigliarle lo stomaco e a riempirle gli occhi di lacrime.

Le tortine al limone le ricordavano la risata di Robb mentre le scompigliava i capelli prendendola in giro per la sua precisione quasi maniacale nel ricamo.

Le ricordava la volta che , da bambina, mentre inseguiva Arya colpevole di averle rubato la sua bambola preferita, era caduta a terra e la sua faccia aveva incontrato il freddo pavimento in pietra della Sala dei Banchetti di Grande Inverno.

Robb l’aveva aiutata ad alzarsi e per farla smettere di piangere le aveva dato una tortina al limone.

Le ricordava l’ultima volta che avevano parlato.

“Non ti stai portando dietro troppi vestiti?”

“Sono la futura Regina dei Sette Regni, Robb, nulla è troppo per me”

Rob aveva fatto una smorfia che Sansa aveva deciso d’ignorare.

“Vuoi una tortina al limone?”

Sansa aveva scosso la testa, lo stomaco stretto in una morsa di pura felicità all’idea di partire con Joffrey Baratheon.

Nemmeno gli aveva risposto e in quel momento, da sola, ad Approdo del Re, avrebbe dato qualsiasi cosa per poter mangiare ancora tortine al limone con Robb.

 

 

 

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