Alyss - Una città nel giardino

di historiae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I segreti della soffitta ***
Capitolo 2: *** La città del mistero ***
Capitolo 3: *** La saggezza del pettirosso ***
Capitolo 4: *** La serpe addormentata ***
Capitolo 5: *** La caverna delle pietre parlanti ***
Capitolo 6: *** Arrivederci, Alyss ***



Capitolo 1
*** I segreti della soffitta ***


I segreti della soffitta

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Dawn aveva sempre amato leggere.

I suoi libri preferiti erano i libri di fiabe.

Le fiabe la affascinavano. Per lei quei racconti pieni di fantasia, avventura e magia erano tutto un altro mondo.

Nei giorni di sole, in cui il cielo era azzurro intenso e il giardino si riempiva di profumi, Dawn si sedeva all'ombra degli alberi, ed era lì che apriva il suo libro e iniziava a viaggiare con la mente.

Fate, folletti, principi, eroi e creature magiche erano sempre con lei, fra quelle pagine, come se di quei mondi fantastici facesse parte anch'essa.

 

''C'era una volta, in un regno incantato, un principe, che si innamorò di una bellissima principessa. Avrebbe tanto voluto chiederla in sposa al re, così si promise di incontrarla il giorno stesso. Nevicava, quel giorno. La principessa camminava sul sentiero del bosco, lui passò di lì, la vide e...''

 

-Dawn!- qualcuno la chiamò.

Come sempre, quando si avvicinava il momento più bello della storia, veniva interrotta da qualcuno o qualcosa.

Così tutto svaniva: intorno a lei non più mondi fantastici, né creature fatate.

Solo gli alberi, il prato verde e una casa.

 

***

 

 

Ormai vivevano tutti insieme da un anno e mezzo.

Forse due. Non si sapeva mai, il tempo passava così in fretta, stando insieme..

Erano come una grande famiglia. Certo, qualche disaccordo poteva capitare, ma in fondo tutti si volevano un gran bene.

Avevano comprato quella grande casa con una parte della vincita del gioco, e ora avevano una vita bellissima.

Jo era riuscita ad aprire una palestra in centro. Zoey lavorava come stilista, disegnava abiti da sera. Dakota faceva la fotomodella per una rivista di moda, e Sam aveva un negozio di videogiochi.

Tra casa e lavoro trovavano sempre il tempo di divertirsi facendo qualcosa insieme o ognuno a modo suo.

In quella casa non ci si annoiava mai.

Ogni giorno accadeva sempre qualcosa di inaspettato...

 

-Chissà dove si è nascosta questa volta..- sospirò Zoey, che aveva già chiamato Dawn almeno tre volte, ma senza risultati. -Scott, potresti..-

-No! Non ci penso neppure ad andare a cercare quella mocciosetta in giro per il giardino. Di questo passo si trasformerà in uno gnometto nel bosco..- ghignò Scott, che in quel momento non aveva proprio nessuna voglia di alzarsi dal divano. -E va bene, ci vado..-

 

In quella bizzarra famiglia, l'unico che non aveva perso la sua antipatia di sempre era proprio Scott. Non era cambiato per niente, e rimaneva ad ogni modo il più insopportabile.

Trovava sempre il modo di nascondere tutti i suoi lati buoni, così gli altri non cambiavano mai la loro opinione su di lui.

Egoista..prepotente..insensibile..un'anima grigia, così diceva Dawn..

 

-Eccoti qui, ti ho trovata.- esclamò Scott, non appena riuscì a raggiungere Dawn, che se ne stava seduta tranquillamente sotto un albero a godersi l'aria fresca del mattino.

-Oh, ciao Scott..- lo salutò lei, interrompendo per un momento i suoi pensieri.

-Hai intenzione di startene qui fino a mezzogiorno?- le chiese Scott, seccato.

-Arrivo tra qualche minuto..- disse Dawn, e ritornò sul suo libro.

Scott stava per rinunciare e tornare in casa, ma prima di andarsene le fece un'ultima domanda.

-Non ti stanchi mai di non fare nulla?-

-Questo non è ''non fare nulla''..- gli rispose lei. -Qui è perfetto per starsene un pò tranquilli, non trovi?-

''Non ha tutti I torti..'' pensò Scott. -Sì, non c'è malaccio..- disse.

-Oltretutto viviamo in un posto dove ci sono dei giardini bellissimi!- disse Dawn, entusiasta, guardandosi attorno.

-Come ti pare..ora andiamo, sto morendo di fame.- disse Scott, spegnendo il suo entusiasmo.

Quella di ignorare le provocazioni di Scott era una grande capacità di Dawn.

Perciò non gli diede retta, e lo seguì fino in casa, senza dire una parola.

 

***

 

Dopo cena Dawn si rifugiò in camera sua, e diede un'occhiata allo scaffale dei libri.

Aveva portato con se in quella casa tutti I libri di quando era piccola, perchè non si era mai stancata di leggerli, e per lei erano come tanti ricordi.

Quella sera avrebbe voluto iniziarne uno nuovo, e decise di ispezionarli tutti, alla ricerca di qualcosa di interessante..

-''La leggenda dei sette mari'', ''Il mistero della stella azzurra'', ''Il castello delle sette lune'', ''La bambola di vetro''...che noia..li ho già letti tutti..- diceva Dawn, delusa, tra se e se. -Uhm..vorrei tanto andare in soffitta per vedere se ne trovo degli altri.-

Detto questo prese la candela che teneva sul comodino e salì le scale che portavano in soffitta. Era una piccola stanza, non molto spaziosa, con qualche ragnatela qua e là.

Non si vedeva a un palmo dal naso, e Dawn dovette fare attenzione a non inciampare nelle vecchie cose sparse sul pavimento.

La candela non faceva una gran luce, ma la ragazza, una volta che si fu abituata all'oscurità che aveva intorno, riuscì a vedere che poco distante da lei c'era un lungo scaffale, colmo di libri, che lei non aveva mai visto. Erano così tanti che le sarebbero bastati per il resto della sua vita.

Cominciò a osservarne le copertine e a leggerne i titoli, sperando di trovarne qualcuno che facesse al caso suo. Dopo avere letto qualche riga di ognuno trovò che alcuni erano troppo impegnativi, altri troppo noiosi.

Pensò di mettere in ordine e tornare di sotto, quando improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione.

 

Nascosto dietro lo scaffale Dawn vide un altro libro, più grande degli altri.

Si accorse di averlo notato solo in quel momento, come se fosse comparso all'improvviso.

Posò a terra la candela, e sempre più incuriosita, lo prese.

Era ricoperto di uno strato di polvere, che la fece starnutire.

Quel libro doveva essere lì da anni.

Quando ebbe soffiato via la polvere che la ricopriva, Dawn riuscì a vedere più chiaramente la copertina.

Era di cuoio, con una grande ''A'' impressa al centro.

Dawn non stava più nella pelle dalla curiosità. Che cosa significava quella ''A''? E chi aveva portato lì quel libro?

Quando provò ad aprirlo vide che sulle pagine ingiallite dal tempo non vi era scritto un racconto.

Sembrava un diario di viaggio, scritto a mano con una strana calligrafia.

A stento Dawn riuscì a leggere ciò che vi era scritto, ma ugualmente ci provò.

 

''Raccontaci, viaggiatore, dove sei stato.

Raccontaci di quel mondo sconosciuto, che solo chi sogna può trovare.

Raccontaci di quel lungo cammino

di una lunga strada dentro un mondo nascosto.

Il suo nome è...''

 

L'ultima parola era stata cancellata.

Dawn rimase un pò delusa, ma proseguì a sfogliare quel libro misterioso.

Poche pagine più in là vide una mappa.

A quel punto la ragazza decise che voleva saperne di più. Prese il libro e la candela, e tornò in camera sua cercando di non svegliare nessuno.

Era ormai notte fonda, ma Dawn non aveva per niente sonno.

Si sedette sul letto e aprì il libro, nel punto dov'era disegnata la mappa.

Voltò pagina, e proprio dietro la mappa trovò un'altra scritta...

 

''Un viaggio presto comincerà.

La giusta via questa mappa ti mostrerà,

e nel paese nascosto ti condurrà.''

 

In fondo a quelle poche frasi in rima si poteva notare una parola, scritta nell'angolo a destra della pagina.

Non era ben leggibile.

Soltanto una ''A'' era visibile..

-Oh, ma che sciocchezze..- disse Dawn.

Siccome non era riuscita a leggere quella misteriosa parola che in ogni pagina appariva illeggibile o cancellata, e non aveva capito cosa fosse rappresentato sulla mappa, decise che avrebbe guardato più attentamente quel libro il giorno dopo.

Andò a dormire, e cadde in un sonno profondo, dimenticando però il libro aperto sulla mappa.

Un raggio di luna entrò dalla finestra, illuminando le pagine, svelando così la parola misteriosa.

 

 

Alyss

 

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Capitolo 2
*** La città del mistero ***


La città del mistero

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La mattina seguente Dawn si svegliò un po' frastornata.

Quella notte non aveva dormito molto. Doveva avere fatto uno strano sogno, o almeno era ciò che ricordava.

-Hai dormito bene?- le chiese Zoey, notando l'espressione stanca dell'amica.

-Più o meno...- le rispose Dawn. -Ho avuto una nottataccia...credo di avere avuto un incubo.-

-Forse dovresti smetterla di leggere quelle sciocchezze prima di andare a dormire...- disse Scott, sarcastico.

-Ti sbagli, ieri sera non ho letto nessuna favola, prima di andare a dormire.- si difese Dawn. -O almeno non lo era...-

-Mi hanno detto che sei molto brava a interpretare I sogni. Perchè non ce lo racconti? Se può farti sentire meglio...- disse Zoey.

E così Dawn cominciò a raccontare.

-Beh...a dire il vero era inquietante...- disse, intimorita. -C'erano scale...che scendevano, scendevano, e scendevano...e finivano in un luogo freddo, e buio. Era così reale...-

-Uao...- fece Cameron, che era sbucato dal suo sacco a pelo per ascoltare il racconto di Dawn. -Inquietante...-

-Non c'era nessuno con te?- chiese Sam, che incuriosito dalle parole della ragazza aveva rimandato a più tardi la sua attività di videogiocatore.

-Oh...sì.- riprese Dawn, quando si fu tranquillizzata. -C'era un serpentello che dormiva. E uno gnomo con un cappello.-

-Che buffo...- fece di nuovo Cameron, divertito.

Dawn riprese a raccontare. -Lui parlava con me...ma non sentivo mai ciò che diceva. Non so proprio cosa possa significare...-

-Tutto ciò è...emozionante!- fece Lightning, con gli occhi spalancati.

-Non sai di cosa stiamo parlando...- gli disse Zoey, sottovoce.

-Uhm...è davvero complicato...- disse Scott, fingendo di riflettere. -Credo proprio...che me ne tornerò a dormire.-

Dawn lo ignorò.

-Beh...la faccenda è interessante, ma ora scusatemi, devo scappare, il lavoro mi attende!- disse Jo, prima di uscire di casa.

-Aspettami!...- esclamò Brick, correndole dietro.

-Sono sempre I soliti!- strillò Anne Maria dalla cucina. -Ogni mattina fanno a gara a chi finisce la colazione per primo e dopo scappano di corsa!-

La mora si tolse il grembiule e si aggiustò I capelli. -Che ne dite di pranzare in giardino? È una così bella giornata...-

La proposta fu immediatamente approvata.

 

***

 

Era ormai mezzogiorno, e il sole era alto nel cielo. Mai nessuna giornata di primavera aveva avuto un cielo così azzurro come quella.

-Ah, la domenica...il giorno in cui la sveglia non suona alle sette del mattino, il giorno del giardinaggio e del sonnellino all'aria aperta...- fece Mike, sognante, stiracchiandosi.

-...E il giorno in cui tu chiuderai quella boccaccia.- esclamò Scott, prendendolo in giro.

-Fà silenzio, Scott.- disse Mike.

 

Dakota scese in giardino indossando un buffo cappellino da spiaggia. -Che magnifica giornata, è l'ideale per...-

-...Giocare ai videogame al buio per otto ore di fila!- la interruppe Sam, comparendo accanto a lei con in mano una delle sue centinaia di console.

-Veramente volevo dire per prendere il sole, ma fa lo stesso...- disse Dakota.

-Qualcuno di voi sa dove sono finiti Dawn e Scott?- chiese Anne Maria.

 

Dawn si era allontanata per un momento, rapita dal profumo di alcuni coloratissimi tulipani che crescevano tra l'erba. In quel mentre era comparso alle sue spalle nientemeno che Scott, che tornava da un giretto alla ricerca di qualche rametto da intagliare per ammazzare il tempo.

-Lo so che sei tu, Scott...- disse Dawn, senza voltarsi.

-Come cavolo hai fatto a indovinare? Avrei potuto essere chiunque...- esclamò Scott, sorpreso.

-Hai un'aura dispettosa, posso capire le tue intenzioni.- disse Dawn.

Scott la ignorò e si mise a tagliare un rametto. Abbassò lo sguardo e scorse qualcosa tra l'erba...

-Argh! Che cos'è??- esclamò, spaventato.

-Di che stai parlando?- chiese Dawn, perplessa.

-Non lo so, ma c'è qualcosa nel prato, laggiù.- disse Scott.

Dawn si inginocchiò sul prato e scostò l'erba scoprendo una minuscola creaturina che si era mimetizzata tra le foglie.

-Calmati, Scott, è solo un serpentello.- disse Dawn.

-Sei sicura che non morde?- chiese Scott.

-Non ti farà niente. Lascialo in pace. Sta dormendo.-

 

***

 

Dopo pranzo Dawn ne approfittò per tornare all'ombra del suo albero e dedicare tutta la sua attenzione a quello strano libro che aveva trovato in soffitta la sera prima.

Alla luce del giorno era completamente diverso.

Lo aprì alla prima pagina che capitò e vide la figura di una grande aquila bianca in volo.

''Che strano...'' pensò Dawn. ''Anche lei era nel mio sogno...''

Dimenticò quelll'aquila e voltò pagina, tornando così alla mappa.

-Se solo riuscissi a capire cosa è disegnato qui...- diceva.

 

Osservò meglio il disegno.

Erano figure confuse, linee intrecciate, rette e curve che parevano essere strade;

macchie di colore che parevano essere alberi.

-Potrebbe essere un giardino...- disse Dawn.

Improvvisamente la ragazza sentì un fruscio, e vide muoversi qualcosa in mezzo a un cespuglio di ortensie poco distante da lei.

-Oh?!- esclamò. -L'avete visto?- chiese poi agli altri.

-Visto cosa?- chiese Jo, che non aveva visto nulla di strano.

-Si è mosso qualcosa...- disse Dawn.

-Probabilmente è solo il vento.- disse Brick, rassicurandola.

-O magari uno scoiattolo.- disse Mike.

Quella zona si trovava a pochi chilometri dal parco, ed era solito che qualche animaletto selvatico si intrufolasse nei cortili delle case vicine.

Dawn riprese a guardare la mappa.

La osservò meglio e notò una piccola figura formata da tante macchie di colore violacee.

-È un cespuglio di ortensia...perchè mi suona tutto così familiare?-

Con quest'ultima frase Dawn alzò gli occhi e guardò davanti a sè.

 

Là stava il cespuglio di ortensie.

 

Dawn tornò a guardare il libro. Guardò il cespuglio. Poi di nuovo il libro.

Dopodichè non ci mise molto a capire che su quella mappa era disegnato il giardino nel quale lei si trovava proprio in quel momento.

Il giardino di casa sua.

 

Non lo capì soltanto vedendo la figura del cespuglio.

Il pino, le betulle, tre platani, una quercia, erano tutti lì, disegnati sulla mappa, esattamente nello stesso punto in cui erano collocati nella realtà.

In mezzo a tutti quegli alberi si apriva uno spiazzo, che proseguiva fino a raggiungere il centro del giardino. Anch'esso, non mancava sulla mappa.

-Come ho fatto a non capirlo prima?- si chiese Dawn, che non stava più nella pelle dall'emozione.

La ragazza si alzò immediatamente da terra, abbandonò il libro sul prato e corse nel mezzo del giardino.

-Dawn, dove stai...?- fece Zoey, che aveva visto l'amica allontanarsi improvvisamente.

-Torno subito, Zoey.- disse Dawn, troppo impegnata a correre per prestare attenzione all'amica.

 

''Perchè lo stai facendo, Dawn?...in fondo è solo uno stupido libro...'' pensava, durante il tragitto.

Per un attimo pensò che sarebbe stato meglio lasciar perdere, ma qualcosa la spingeva ad andare avanti e a inoltrarsi sempre di più nel folto del giardino.

Non si accorse di essere arrivata nel punto in cui il giardino terminava.

Era una zona ombrosa, dove al centro del prato cresceva un altissimo albero, dalle fronde maestose.

'-Che cosa spero di trovare?- diceva Dawn, tra sè e sè. Smise di correre e si guardò attorno. Si avvicinò al grande albero e gli girò intorno. -Qui ci sono soltanto alberi, alberi e alberi...oh?!-

 

***

 

-Non aveva detto che sarebbe tornata subito?- chiese Zoey, preoccupata per Dawn.

Erano trascorsi ormai più di quindici minuti, e non era ancora tornata.

-Non andrà lontano, il giardino non continua per molto...- disse Scott, indifferente.

-Ma da qualche parte dovrà pur essere...- disse Zoey, che non si dava pace. -Io vado a cercarla.- E detto questo la rossa di inoltrò tra gli alberi.

Scott la seguì, per dirle ciò che pensava...

-Lo sappiamo tutti e due com'è fatta Dawn. Non è il caso che tu ti preoccupi, fra pochi minuti tornerà indietro da sè...-

 

Vedendo i due scomparire tra gli alberi, anche tutti gli altri decisero di seguirli, per vedere cosa mai quella ragazza ci trovasse di tanto interessante in quel posto che loro trovavano così comune.

In poco tempo tutti si ritrovarono nello stesso posto, davanti al grande albero alla fine del giardino.

Dawn si era letteralmente volatilizzata. Era come scomparsa nel nulla.

-Però...non ricordavo che questo posto mettesse così i brividi...- disse Jo, inquieta.

-Dawn, dove ti sei nascosta?- disse Scott. -Se è uno scherzo non è divertente.-

Zoey girò intornò all'albero alla ricerca di qualche segno di vita, ma trovò solo un buco nel terreno.

-Guardate...qualche animaletto è venuto qui e si è costruito la tana...-

Tutti raggiunsero Zoey.

-Che razza di animale può essere in grado di scavare una tana così profonda? E addirittura di costruirsi da solo le scale?...un momento...sbaglio o quelli sono scalini??-

 

Scott non si sbagliava.

Guardando attentamente nel profondo della tana, si poteva notare una lunga scala che scendeva, scendeva e scendeva, fino a scomparire nel buio.

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-Dawn, sei lì dentro?- disse Scott, affacciandosi sul buco.

-Scott, cerca di essere serio.- disse Zoey, guardandolo storto.

-Perchè? Lo sai che quella può cacciarsi ovunque...pensa se fosse scesa laggiù.- disse Scott.

-Speriamo che non si sia fatta male...- disse Mike, rabbrividendo alla vista dell'oscurità della tana.

L'idea di sapere che cosa ci fosse in fondo a quelle scale incuriosiva tutti enormemente.

-Propongo di scendere per vedere che cosa c'è laggiù.- disse Mike.

-Sì, si può fare, ma solo una visitina veloce.- disse Dakota, che non vedeva l'ora di tornare sotto il sole ad abbronzarsi.

-Prima le signore.- fece Scott, invitando Zoey a scendere per prima.

-Sei sempre il solito sbruffone...- disse la rossa.

La tana era abbastanza grande, e tutti vi passarono attraverso senza problemi.

Quel luogo era terribilmente inquietante.

Buio, freddo, con attorno una luce sinistra.

Guardando in basso sarebbero venute le vertigini a chiunque, anche a chi non ne avesse sofferto affatto.

 

-Siete sicuri che questi gradini reggeranno?- chiese Zoey, mentre scendeva gli scalini con passo tremolante.

-Non ne sono sicuro...- disse Mike, che procedeva dietro di lei. -È meglio tornare indietro...potremmo non rivedere mai più la nostra casa!...-

-Accidenti, quante scale...- disse Anne Maria, che era già stanca di camminare. -E se dovessimo scendere fino al centro della terra?-

-Beh, allora saremmo nei guai...- disse Scott, ma non fece in tempo a finire la frase che si udì uno scricchiolio.

-Che cos'era?- chiese Cameron, impaurito, nascondendosi dietro a Jo.

-State fermi dove siete.- disse Brick.

Il rumore dello scricchiolio non si fermava, l'eco rimbombava tutto intorno.

-Mi sa che non faremo una bella fine...non è vero?- disse Anne Maria.

 

Non appena pronunciò questa frase gli scalini cedettero e si ruppero in mille pezzi.

 

 

Era orribile sentire il vuoto sotto i piedi.

Lassù la luce del sole svaniva lentamente.

Precipitarono per attimi che parvero interminabili.

Secondi, minuti, nel buio più totale.

''È la fine'' pensavano tutti.

 

Ma non fu così.

Fecero un atterraggio tutt'altro che morbido sul fondo, ma miracolosamente intatti e senza un graffio, soltanto un pò intontiti per la caduta...

 

-I miei capelli!...- esclamò Anne Maria.

-Uao...- fece Cameron, un pò confuso. -Dopo questo non farò più caso se nel sonno dovessi cadere dal letto...-

-Ragazzi, dove siamo?- chiese Scott, rimettendosi in piedi. Alzò lo sguardo, e vide un minuscolo forellino da cui entrava pochissima luce... -È da lì che siamo caduti!...-

-Qualcuno ha idea di che posto è mai questo?- chiese Sam, cercando di orientarsi.

-Fatemi uscire immediatamente da qui! Questa doveva essere una visitina veloce!- esclamò Dakota, che aveva paura del buio.

-Stà zitta, biondina, meno parli meglio sarà.- ordinò Anne Maria.

-È evidente che non ci sono uscite...- disse Zoey. -Quindi vuol dire che Dawn dev'essere per forza qui!-

 

-Perchè siete tutti così ammaccati?- chiese improvvisamente una voce. -Potevate usare le scale...-

-Dawn?!- esclamò Zoey, riconoscendo l'amica. -Meno male, ti abbiamo trovata...stai bene?- chiese poi.

-Starei meglio se riuscissi a capire dove siamo finiti.- disse la bionda.

Quando i suoi occhi si abituarono all'oscurità si accorse di trovarsi al centro di una gigantesca sala, dal pavimento di marmo.

Anche gli altri riuscirono ad orientarsi meglio in quello strano luogo.

-Guardate, quella è una porta!- esclamò Dawn, notando davanti a se una piccola fessura da cui entrava un raggio di luce.

Tutti si diressero verso quella porticina.

-Sha-fico! Torniamo a casa!- esclamò Lightning, e fece per aprire la porta, ma Scott lo fermò.

-Aspetta, forse non è il caso. Non sappiamo cosa incontreremo dall'altra parte...- disse.

-Potrebbe essere la via d'uscita. Tentar non nuoce...- disse Zoey.

-Non ho intenzione di rimanere qui ancora per molto, per cui spicciamoci e torniamo a casa prima di questa sera!- disse Anne Maria, seccata.

 

Dawn si fece avanti per prima, curiosa di vedere cosa ci fosse oltre la porta.

Non appena l'aprì rimase a bocca aperta.

-Non credo che saremo a casa tanto presto...-

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Nient'altro che alberi. Alberi e un sentiero.

Il tutto circondato dal nero della notte.

Tutti rimasero sorpresi.

Quella non era affatto la strada di casa...

Ma non c'era altra via, e tutti seguirono quella. Da qualche parte li avrebbe portati.

Camminando giunsero davanti ad un arco di pietra, sul quale era incisa una gigantesca ''A''.

 

Improvvisamente arrivò qualcuno.

Era uno gnomo piccolissimo, con un buffo cappello in testa, e camminava goffamente.

Si fermò davanti ai ragazzi e li fissò, dubbioso...

 

-Perchè questo buffo gnomo ci sta fissando dal basso in alto?- chiese Scott, sottovoce, osservando impietrito la figura che aveva ai piedi.

Lo gnometto sentì la frase di Scott, e immediatamente si mise a brontolare.

-Buffo gnomo, eh? E voi sembrate dei giganti!-

Poi si calmò e disse: -Attraversate questo arco, e sarà tutto più chiaro.-

I ragazzi fecero come gli era stato detto, e attraversarono l'alto arco fino a raggiungere lo gnomo. Improvvisamente Scott inciampò per sbaglio nella radice di un albero.

-Ma...questo ramo sporgente non c'era, un secondo fa...- mugugnò.

Sam si guardò intorno: c'era qualcosa che non gli tornava.

-Com'è che l'erba qui è cresciuta così in fretta?- si chiese.

-Non vi sentite un pò strani anche voi?- chiese Dakota. -Come se improvvisamente i vestiti non fossero più della nostra misura?-

Lo gnomo si mise a ridere, allora tutti capirono.

-O-ok...niente panico. Ci stiamo rimpicciolendo!- esclamò Scott. -Nanetto dei miei stivali, che cosa ci hai fatto?-

-Assolutamente niente!- disse lo gnomo, continuando a ridere.

-Tutto sommato sembra divertente...- disse Zoey.

-Era ora, adesso va molto meglio.- disse lo gnomo. -Il mio nome è Korok. Venite, da questa parte.-

I ragazzi, accompagnati dallo gnometto, lasciarono che l'arco di pietra scomparisse dalla loro vista, per prendere un sentiero costeggiato di alberi, che terminava improvvisamente, per poi riprendere in discesa, verso una vallata.

Lo gnomo fece qualche passo avanti, poi si rivolse a loro.

 

-Benvenuti ad Alyss...-

 

Tutti rimasero allibiti dallo spettacolo che si trovarono davanti.

Una città in lontananza.

Alberi illuminati dalla luce della luna.

Montagne e colline.

Nel cielo, stelle a non finire.

Il panorama era mozzafiato.

 

-Caspita...è tutta una città?- chiese Scott.

-Non hai ancora visto niente, mio caro...non hai ancora visto niente...- disse Korok, lo gnometto.

-Stavi dicendo?- gli chiese Dakota, che non aveva capito le sue parole.

-Niente!...seguitemi, prego.- disse lo gnomo, e riprese a camminare, ancora per un tratto del sentiero, fino a raggiungere un grande prato, dove crescevano degli alberi altissimi, come non ne crescono sulla terra.

-Peccato che non siate arrivati di giorno...vi mostrerò dove dormirete.- disse Korok.

Sui rami di ciasun albero si potevano scorgere delle minuscole casette, sparse qua e là tra le foglie. Korok continuò a camminare, seguito dei ragazzi, fino a raggiungere il tronco cavo di un albero.

Entrarono nella fessura e salirono tanti scalini fino ad arrivare all'altezza di uno dei rami.

Sopra di esso stava una piccola casetta, dove tutti entrarono e iniziarono a guardarsi intorno, meravigliati.

-Quant'è carina...- disse Dawn. -E' qui che vivete?-

-Certo.- le rispose lo gnomo.

La ragazza vide una piccola terrazza, e uscì.

Da quel piccolo spazio riuscì a vedere meglio l'ambiente intorno.

Le casette tra i rami erano collegate tra loro da alcuni piccoli ponticelli.

Dawn guardò in basso e vide, sul prato ai piedi dell'albero, un gruppo di gnometti intenti a cimentarsi in una strana danza.

-Che cosa stanno facendo?- chiese Dawn a Korok.

-Stanno lasciando un messaggio ai terrestri. Lo fanno attraverso le stelle.- rispose lo gnomo. -E' una specie di rituale che noi facciamo per chiedergli aiuto...-

-Per chiederci aiuto?- chiese Dawn, che non riusciva a capire.

-Credo che sia arrivato il momento di andare a dormire...buonanotte a tutti.- disse Scott, sbadigliando e nascondendosi nel suo letto di foglie.

-Il vostro amico ha ragione. Fate un buon sonno, e non preoccupatevi di niente. Domattina vi spiegherò ogni cosa.- disse Korok, e se ne andò.

 

Dawn andò a dormire, pensando che la mattina dopo, quando si sarebbe svegliata, tutto sarebbe svanito, come un sogno.

Prima di addormentarsi ripensò alle parole dello gnometto e a quanto aveva visto quella sera.

 

-Una città nel giardino? Che assurdità...

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Capitolo 3
*** La saggezza del pettirosso ***


La saggezza del pettirosso

 

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Dawn si risvegliò in camera sua.

O almeno, ciò che le parve in un primo istante fu di trovarsi in camera sua. Quel luogo le sembrava così famigliare...ma quando si guardò meglio intorno capì di essere da tutt'altra parte.

Si era svegliata da uno strano rumore, simile al verso di un lupo, lontano nella notte.

 

Ebbene sì.

Nella stanza era ancora buio.

Dawn scese dal letto e uscì sul terrazzino. ''Forse qui il tempo non passa mai...'' fu il suo primo pensiero. Secondo i suoi calcoli avrebbe già dovuto essere mattina da un pezzo. Invece fuori il cielo era ancora nero, e la luna era ancora lì, luminosa e grande come non mai. ''Forse mi sono svegliata troppo presto?'' si chiese Dawn, che non era il tipo di ragazza che amava dormire fino a tardi. Specialmente nelle giornate di sole era lei a svegliarsi per prima, e saltava subito giù dal letto per correre fuori, all'aria aperta.

Ma Dawn amava anche rimanere per ore ad osservare il cielo notturno.

Adorava la luna, per lei era come un'amica a cui confidare i suoi segreti, senza pericolo che venissero rivelati.

Dalla cima di quell'albero la luna era più vicina, e mille volte più bella di come la si vedeva a casa.

La ragazza si sedette a terra, e rimase ad osservarla per un tempo che parve interminabile.

A un certo punto però sentì una voce alle sue spalle...

 

-Fossi in te non starei troppo esposta ai raggi lunari, signorinella...- disse Korok, che era comparso improvvisamente dal nulla.

-Perchè no?- gli chiese Dawn, non appena lo vide.

-Lo scoprirai da te...- disse lo gnometto. Dopodichè I due rientrarono nella casetta, e Korok, senza voler sentire discussioni, buttò letteralmente tutti giù dal letto.

 

-Tutti in piedi, ragazzi, riunione generale.-

-Che ore sono?- mugolò Dakota, assonnata, togliendosi la mascherina dagli occhi.

-Non ho mai dormito in un letto più scomodo di questo...- brontolò per l'ennesima volta Scott, accusando un forte mal di schiena.

-Non preoccuparti, è la prima e l'ultima volta che ci dormirai.- disse Korok.

Detto questo fece cenno ai ragazzi di seguirlo, e così, dopo aver ridisceso gli scalini, si ritrovarono tutti sul prato ai piedi dell'albero, dove avevano camminato qualche ora prima.

 

-Beh? Che succede? Dovè il sole? Così mi rovinerò la pelle.- sbottò Anne Maria, preoccupata per la sua tintarella.

-Vi prego, state calmi. Ve l'avevo detto che vi avrei spiegato tutto.- disse Korok.

-Ragazzi, lasciatelo parlare, per cortesia. Prego, continua.- disse gentilmente Dawn allo gnometto.

 

-Dovete sapere...- cominciò lui. -...che anni or sono quaggiù è sempre buio. Soltanto molto tempo fa, se ben ricordo, vedemmo il sole. Ma da allora...Alyss è un'oscura, eterna notte.-

-Ma perchè?- chiese Dawn.

Korok riprese a raccontare: -Alla fine del labirinto è nascosto un tesoro. Si dice che quel tesoro sia la luce del giorno. Noi abbiamo tentato di ritrovarlo, ma ogni nostro tentativo è miseramente fallito. Così abbiamo pensato di chiedere aiuto ai terrestri, gli abitanti della superficie.-

-E poi com'è andata a finire?- chiese Dawn, incuriosita.

-Anche I terrestri si sono dati per vinti.- dise Korok, deluso.

-Scusatemi, io avrei una domanda più interessante.- si intromise Scott. -Perchè noi siamo qui?-

-Dai tempo al tempo, ragazzo, e stà a sentire.- lo sgridò Korok. -La verità è che noi abbiamo chiesto aiuto a Dawn.- disse poi. -E' una ragazza dall'animo nobile, che sa ascoltare e sa aiutare il prossimo. E questa è una dote rara...-

-Complimenti...- disse a bassa voce Scott, che sotto sotto era un tantino invidioso.

-Hai ricevuto il nostro messaggio attraverso i sogni.- disse lo gnometto, rivolto a Dawn. -Eri più vicino a noi di quanto pensassi, quando hai trovato il libro nella soffitta. Ti sei rivelata un'ottima osservatrice. Alcuni dei terrestri a cui avevamo chiesto aiuto non sono mai arrivati: non sono riusciti a decifrare i segni sulla mappa.-

-Ma...allora non siamo arrivati qui per caso?- chiese Dawn.

-Nessuno arriva quaggiù per caso.- disse Korok. -C'è una strada da seguire. Questa volta tocca a voi. Se non troverete quel tesoro non rivedremo mai più la luce del giorno.-

-Beh...più siamo meglio è! Giusto?- disse Dawn, con spirito di gruppo.

-Puoi contare su di me.- disse Zoey, facendosi avanti per prima, e anche tutti gli altri si unirono a lei.

-Mitico, una vera missione da eroi! Stiamo arrivando...- fece Lightning, sprizzando, come sempre, entusiasmo da tutti i pori.

-E' come nei videogame!- disse Sam, che non pensava ad altro. -Attraversare mondi magici, superare terribili prove e infine conquistare la vittoria...-

-Fate attenzione, però: questo non è affatto un gioco. Potrebbe essere molto pericoloso.- disse Korok, mettendo in guardia i ragazzi.

-Il folletto ha ragione.- fece Brick. -Abbiamo dimenticato di chiederti come si arriva al labirinto.-

-Devo confessarvi che nemmeno io so come ci si arriva...- disse Korok. -Ma forse so chi può aiutarvi. Venite con me.-

 

 

***

 

Dopo aver percorso un altro tratto di prato i ragazzi e lo gnometto arrivarono davanti ad un albero altissimo, più alto ancora di quelli che avevano visto finora.

-In cima a quest'albero...-disse Korok. -...vive un piccolo pettirosso alquanto intelligente. Fategli una domanda e lui vi saprà rispondere meglio di chiunque. L'unico problema è che non scende mai dal suo albero. Temo che sarete voi a dover andare da lui...-

-Dobbiamo salire lassù? Non se ne parla!- disse Anne Maria, che non aveva nessuna intenzione di rovinarsi la manicure.

-In effetti quell'albero mi sembra un pò troppo alto...- disse Zoey, rabbrividendo all'idea di trovarsi lassù e di non potere più scendere.

-Oh, niente paura. Ci sono le scale...- disse Korok, ridacchiando, mostrando ai ragazzi dei piccoli scalini che si avvolgevano a spirale intorno al tronco dell'albero. -Non ci facciamo mancare niente!-

-Vado io. Credo di sapere cosa chiedergli.- disse Dawn.

-Ha ragione! Dawn può parlare con gli animali.- spiegò Zoey allo gnometto.

Dawn salì le scale fino in cima, e quando queste terminarono la ragazza si ritrovò davanti a un grande nido d'uccello, il più grande che avesse mai visto. Doveva essere il nido del pettirosso...

 

-Ehi, pettirosso...- Dawn lo chiamò. -Ci sei?-

Nel nido non c'era nessuno, ma poco dopo tornò, volando, il pettirosso, che si fermò davanti a Dawn e al osservò, piegando la testolina da un lato.

-Chi sei tu?- le chiese poi.

-Sono io. Dawn.- disse la ragazza.

-Ah, Dawn. La ragazza del sogno.- rispose l'uccellino.

 

Dawn ricordò che l'ultima delle strane creature che aveva incontrato nel suo sogno era proprio un piccolo pettirosso parlante.

 

-Stavolta non sto sognando.- disse la ragazza. -Mi serve un tuo consiglio.-

-Chiedi pure, mia cara.- cinguettò il pettirosso.

-Come si arriva da qui al labirinto di Alyss?- chiese Dawn.

-Cip...ultimamente sono molti a chiedermi la strada per il labirinto...negli ultimi tempi ho risposto a quanti, forse due...trecento terrestri?- disse il pettirosso, sbattendo le ali.

-E' molto importante.- disse Dawn, con tono supplichevole.

-Prima devi attraversare la palude di Bròn*. Là troverai chi ti darà altre indicazioni.-

-Grazie infinite. Mi sei stato di grande aiuto.- detto questo Dawn scese dall'albero e tornò dagli altri.

-Allora, cosa dice?- chiese Korok, incuriosito.

-Dice che per arrivare al labirinto dobbiamo attraversare la palude di Bròn.- disse Dawn.

-Oh, no...- fece Korok. -Speravo proprio che vi facesse evitare di prendere quella strada...-

-Perchè?- chiese Dawn.

-Guardate laggiù...- disse Korok, e indicò una zona del bosco scura e ombrosa.

 

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-Una volta entrati in quel luogo non c'è possibilità di uscirne. È un luogo triste e solo. Chiunque vi entra viene sopraffatto dalla negatività: cattivi pensieri, orribili visioni...chiunque vi entra perde la propria autostima, il propro coraggio, la propria sicurezza e la propria felicità. E tutti i ricordi più piacevoli. Restano soltanto buio, paura e solitudine...-

-Ora capisco perchè i terrestri si sono arresi alla ricerca del tesoro.- disse Dawn.

-Oh, ma voi non dovete temere nulla! Siete uniti e siete forti, voi ci riuscirete. Deve essere così.- disse Korok.

-Ben detto. In marcia, squadra.- disse Brick, e fece per muovere un passo, ma Jo lo fermò.

-Calma, soldato, non così in fretta.- disse. -Se restiamo uniti allungheremo soltanto il percorso. E poi, come ha detto lo gnomo, perderemmo tutti la nostra sicurezza. Non potremmo più andare avanti, e rimarremmo bloccati. Andrò io, laggiù, così faremo più in fretta.-

-Ma non possiamo lasciarti andare da sola!- disse Zoey, preoccupata per l'amica.

-Non conosciamo ancora questo posto, rischieresti di perderti, e potrebbe essere pericoloso.- disse Dawn. -Dobbiamo rimanere uniti. Noi verremo con te.-

-Odio doverlo ammettere, ma purtroppo ha ragione.- disse Korok, rivolto ai ragazzi, dimostrando che era d'accordo con Jo.

-Cosa??- esclamarono tutti all'unisono.

-Ve l'ho detto. Chi viene sopraffatto dal male, da quel luogo non fa più ritorno.- poi si rivolse a Jo: -Sei proprio sicura di voler andare da sola?-

-Non preoccupatevi per me, posso farcela.- disse Jo. -Dobbiamo dividerci, se vogliamo trovare quel maledetto labirinto una volta per tutte.

-Ma è contrario al codice d'onore!- disse Brick.

-Lo so, Brick, ma qui è questione di vita o di morte. Devi fidarti di me.- disse Jo, nel tentativo di tranquillizzarlo.

-E sia.- disse Brick, sapendo di potersi davvero fidare di lei. -Mi raccomando, stai attenta. E ricorda che siamo tutti con te.- e le rivolse un sorriso da amico.

-Ci vediamo all'uscita, soldato.- disse Jo, ricambiando con un'occhiata di complicità.

Detto questo la ragazza si allontanò e scomparve.

-Dovete avere fiducia in lei.- disse Korok ai ragazzi. -Dopotutto dovreste conoscerla meglio di me...-

-Hai ragione, gnometto.- disse Brick, volgendogli un segno d'intesa. -Nel frattempo noi andremo a cercare un mezzo di trasporto veloce.-

 

Così il gruppo si divise, prendendo direzioni opposte.

Purtroppo, però, nessuno immaginava certo che il viaggio era appena cominciato...

 

 

 

*Bròn: dall'irlandese ''infelice''.

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Capitolo 4
*** La serpe addormentata ***


La serpe addormentata

 

Dopo aver camminato su un terreno incolto, Jo entrò nella zona più buia della foresta.

I rami degli alberi avevano un aspetto spaventoso, nella penombra, e talvolta pareva di udire degli insoliti rumori.

Quando Jo si addentrò fra gli alberi, si accorse che il sentiero proseguiva nel profondo del bosco. Sebbene quel posto le desse I brividi, Jo pensò che prima avrebbe raggiunto il labirinto e prima sarebba riuscita ad uscire da quella strana città senza luce, e a tornare a casa il più presto possibile.

Le sembrava di girare in tondo. Gli alberi parevano tutti uguali.

Quando però il terreno cominciò a farsi più fangoso, la ragazza capì di essere vicina alla palude.

Non aveva percorso più di un chilometro, eppure, stranamente, si sentiva già stanca.

Non ci diede importanza e andò avanti. Dopo altri cinquanta chilometri si ritrovò a camminare su un terreno paludoso, dove c'erano pozzanghere ovunque.

Nell'aria c'era un'umidità impressionante.

-Questo pantano è peggio di una tana di castori...- disse Jo, tra sè e sè.

Dopo ancora qualche passo vide che il tratto di terreno terminava, e finiva in una gigantesca pozza d'acqua, in cui erano immerse enormi radici d'alberi.

Non c'era modo di oltrepassare lo stagno, e Jo pensò di essere spacciata. Non pensò nemmeno a ricordare ciò che aveva detto Korok: di fare attenzione, di stare in guardia...secondo lei erano un mucchio di sciocchezze.

Si guardò intorno, alla ricerca di una scorciatoia. Fortunatamente la trovò, ma non era molto stabile, e la ragazza rischiò più volte di cadere in acqua.

Si ritrovò sana e salva sull'altra sponda dello stagno, dove l'ambiente intorno era esattamente lo stesso di prima. Quel luogo sembrava morto.

 

Improvvisamente si udì un rumore provenire dallo stagno, e l'acqua si mosse.

Jo si nascose dietro un albero, pensando che qualche animale feroce l'avesse avvistata.

Guardò più attentamente la palude, e fu allora che sulla riva dello stagno vide un'enorme serpente dalle squame viscide e nere come la pece, che dormiva immerso per metà nell'acqua.

 

 

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La ragazza si avvicinò, facendo attenzione a non fare rumore, ma accidentalmente calpestò un rametto secco. Il rumore di scricchiolio svegliò il serpente, che sollevò la testa e la fissò con i suoi occhi gialli.

Guardandolo da vicino si avrebbe pensato che avesse avuto almeno cento anni.

Ma il suo sguardo non sembrava cattivo.

 

-Che cosa sei?- provò a dire Jo.

-Perchè mi hai svegliata?- chiese la serpe, con voce roca.

-Scusami, ti assicuro che non avevo intenzione di...-

-Oh, non devi scusarti.- disse l'animale, con tono gentile. Jo fu sollevata al pensiero che quel serpente non si fosse arrabbiato con lei. -Sai, mi fa piacere avere un pò di compagnia. Non vedevo un terrestre da molto tempo.-

-Non ce l'hai un nome?- chiese Jo.

-Nessuno lo sa, e nessuno lo saprà. Per loro sono la serpe della palude. Non ho un nome.- disse l'animale.

-Perchè sei così vecchia?- chiese Jo. -Non credevo che il serpenti vivessero a lungo...-

-Siamo sfortunati, mia cara...qui sotto la luce della luna accelera il tempo. La cosa più grave è che rischiamo di andarcene tutti quanti troppo presto...- disse la serpe, con voce triste.

-Senti...so già che è impossibile che in questo momento io stia parlando con un serpente, quindi prima che io mi svegli da quest'incubo...tu sai come possiamo far sì che ritorni il sole quaggiù?- chiese Jo.

-Dai retta a me, è tutto inutile. Non c'è più niente che noi possiamo fare per salvarci.- disse la serpe.

-No, non è vero. Mi hanno detto che tu sai come raggiungere il labirinto. È lì che è nascosta la luce del sole, ed è lì che siamo diretti. Se non mi dici come ci si arriva il giorno non arriverà mai più, e questa città resterà per sempre al buio.- disse Jo.

-Il giorno?...beh...sarebbe meglio di niente...se trovassimo il tesoro...- disse la serpe.

-E' quello che stiamo cercando. Tu sai dove si trova?- chiese Jo.

-E' esattamente a duecentotrentanovemila e ottocentosessanta passi da qui.- disse l'animale.

 

Sarebbe stato impossibile percorrere un tratto di più di duecentomila passi in un solo giorno.

Tuttavia, se Jo avesse voluto uscire dalla palude e raggiungere gli altri avrebbe dovuto proseguire a piedi.

Camminò sulla terraferma per quanto potè, perchè la maggior parte delle volte incontrò solo pozzanghere e terreni fangosi.

 

Le paludi sono i luoghi più insidiosi e più difficili da attraversare. Rischi di perderti, e di non potere più uscire. Oltretutto c'è un'atmosfera che incute tristezza e solitudine: non c'è vita, gli alberi sono morti, non cresce erba e non si vedono mai i colori dei fiori. Attorno solo rami secchi e foglie appassite.

Non ci sono strade. È una landa deserta, dove non ci sono sentieri e non c'è anima viva. A volte si sente il gracidio delle rane, o il rumore che fanno i serpentelli muovendosi tra le sterpaglie.

 

Quel posto aveva qualcosa di strano.

Dopo pochissimo tempo, e dopo pochi passi, Jo sentì che le mancavano le forze.

Ma come, si chiedeva, come poteva sentirsi così stanca, proprio lei, la campionessa della corsa veloce, quella che vinceva sempre nelle sfide di resistenza, lei che era sempre stata un tipo instancabile.

Con la poca forza che le rimaneva cercò di ricordarsi le parole di Korok, e ciò che aveva detto circa quel terribile luogo.

Primo stadio: sensazione di stanchezza.

Secondo stadio: debolezza, sensazione di solitudine, tristezza e perdita della propria autostima.

Terzo stadio: perdita del proprio coraggio, speranza e positività.

Era strano vedere la questione da un punto di vista scientifico...ma in fondo non cambiava nulla, infatti era tutto assolutamente vero.

Dopo ancora qualche passo Jo si reggeva a malapena in piedi. A lei piaceva considerarsi indipendente, ma in quel momento avrebbe voluto trovarsi insieme ai suoi amici e compagni di vita, perchè aveva capito che da sola non sarebbe mai uscita da lì. Non li avrebbe mai ritrovati. La speranza di trovare la via d'uscita se n'era andata.

 

Terzo stadio: Jo cominciò ad avere paura. Era una sensazione che non aveva mai fatto parte del suo carattere. La stanchezza aveva prevalso, e le gambe non avrebbero retto ancora per molto...

-Puoi farcela, Jo...devi andare avanti...tu sei la migliore, giusto?...non puoi fermarti adesso, non è da te...- Jo cercava di motivarsi, ma senza riuscirci. Per la prima volta nella sua vita sentì di essere arrivata al limite.

Perse l'equilibrio e cadde a terra, stremata dallo sforzo.

Quel luogo aveva fatto il suo effetto. Il coraggio e la determinazione che avevano sempre contraddistinto la ragazza erano svaniti, per fare posto alla negatività. Jo non avrebbe mai pensato che un luogo potesse essere così terribile.

Riuscì a stento a rimettersi in piedi, ma fu inutile.

 

La negatività e la tristezza ti prendono, ti invadono e non c'è scampo, non puoi farne a meno di venirne sopraffatto.

 

La ragazza stava per arrendersi definitivamente, ma all'improvviso, dalle nuvole scure all'orizzonte, si levò un bagliore.

-Sono morta?- si chiese Jo.

Quella luce si vide solo per un attimo, dopodichè sparì, e comparve, in lontananza, una grande aquila bianca in volo, dalle piume di un bianco scintillante, che sembrava dirigersi verso di lei.

 

 

 

 

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Il volatile stava per toccare terra quando Jo vide che sul dorso portava nientemeno che quel simpatico gnometto e i ragazzi, dalle espressioni visibilmente terrorizzate, per via della grande altezza che avevano raggiunto poco prima, volando.

Il primo che Jo vide fu proprio Brick. L'aquila volò rasoterra, e il soldato riuscì a tenderle la mano, che la ragazza afferrò appena in tempo, prima che il volatile riprendesse quota per attraversare la palude in volo, portando così tutti in salvo.

 

***

 

L'aquila atterrò sulla roccia sporgente di una montagna.

Korok scese saltellando, euforico.

-Hi-haa!- esclamò, imitando un domatore di tigri. -Meno male che stai bene, cara, altrimenti avrei avuto i rimorsi per il resto della mia vita...- disse poi a Jo.

-Cielo, quel posto orrendo mi dava il voltastomaco, non ci ritornerei per niente al mondo.- disse Jo, che si sentiva decisamente meglio.

Lo gnometto si avvicinò all'aquila e disse: -Ragazzi, lei è Syun. È la migliore guida dei cieli di Alyss. Non sbaglia mai direzione, e sa sempre dove andare.-

-Wow! Tu sei l'aquila più grande del mondo! Devo ammettere che fai un pò paura...- disse Cameron, entusiasta ma anche un pò inquieto alla vista del grande animale.

L'aquila parlò: -Non ti devi spaventare. I terrestri mi sono molto simpatici.-

-Fiùù...allora sto tranquillo.- disse Cameron, sollevato.

-Dì, sei riuscita ad avere qualche indicazione per il labirinto?- chiese Korok a Jo.

-Beh, non precisamente. So solo che è lontano da qui duecentotrentanovemila e ottocento sessanta passi.- disse Jo.

-Ma è lontanissimo!- disse Mike, sbalordito.

-Questo non è detto.- disse l'aquila. -Il labirinto è appena oltre il fiume, al di là del bosco. Potrei portarvici io.-

-Non sarà pericoloso, vero?- chiese Zoey, titubante.

-No, per quanto ne so io.- disse Korok. -Salite.-

 

***

 

Dopo aver sorvolato gli alberi abitati dagli gnomi, l'aquila atterrò ai margini del bosco.

-Venite, vi farò fare un interessante giro turistico, nel frattempo.- disse Korok.

-Direi che non c'è molto da vedere, e poi questo posto mi mette un pò a disagio...- si lamentò Scott.

-Non c'è nulla da temere.- disse Korok. -A parte forse gli scricchiolii e gli insetti carnivori...-

-Questo gnomo è davvero rassicurante...- disse il rosso, rivolgendosi agli altri.

-Guardate quante stelle...- disse Dawn, alzando lo sguardo verso il cielo.

 

Sembrava di essere nello spazio infinito, dove non c'è tempo e non c'è vita. Soltanto stelle, piccole e luminose.

Guardando attentamente, però, si poteva notare un certo movimento, tra quelle piccole lucette sparse nel nero più totale.

-Sei sicura che quelle siano stelle?- chiese Scott a Dawn. -Forse ho le allucinazioni, ma mi pare che si stiano muovendo...-

Ancora una volta il ragazzo non si sbagliava.

 

Lassù si vedeva lo scintillio di tante piccole stelle cadenti. A poco a poco il loro numero aumentò, finchè non apparve un'intera pioggia di stelle cadenti.

Si mossero tutte contemporaneamente, fino a formare una scia luminosa, che scese a terra, come uno stormo di uccelli.

 

Ma quelle non erano affatto stelle...

 

-Che cosa sono?- chiese Dawn.

-Sono falene.- rispose Korok. -Sono farfalle notturne. Splendide, vero?-

-Ma...non esistono falene luminose.- disse Cameron, stupito. E sì che lui si intendeva parecchio di animali...

-Di notte sono loro la nostra luce.- disse lo gnometto.

I ragazzi rimasero a bocca aperta.

Intorno a loro migliaia, milioni, miriadi di farfalle luminose volteggiavano nell'aria, leggere come piume. Una di esse andò a posarsi sul naso di Scott, e poi volò via, tornando in cielo, seguita dalle altre.

 

 

 

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-Dite la verità, non avevate mai visto delle farfalle così, prima d'ora...- disse Korok, scherzoso.

-Direi proprio di no...- mormorò Dawn, meravigliata.

 

Improvvisamente si sentì un rumore alquanto spaventoso, che fece pensare immediatamente a un animale feroce.

-Cos'è stato?- chiese Anne Maria, nascondendosi dietro a Dakota, che era terrorizzata tanto quanto lei.

 

Non appena la mora pronunciò questa frase, dal folto della boscaglia balzarono fuori quattro lupi inferociti, che mostravano i denti aguzzi, affilati come coltelli.

-Lupi!- esclamò Scott, pietrificato dalla paura.

-Lupi!- ripetè Lightning, saltando in braccio a Jo, impaurito, come un bambino piccolo.

-Correte!- gridò lo gnomo, e tutti immediatamente lo seguirono, fino a raggiungere l'aquila. L'animale spiccò il volo, lasciando a un palmo di naso i lupi, che se ne tornarono nel bosco.

 

 

 

 

 

 

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-Lupi neri...- disse Korok, una volta che lui e i ragazzi furono in salvo. -I carnivori più temibili che esistano ad Alyss. Un vero incubo.-

-Per un pelo non ci rimettevo una gamba!- disse Scott, adirato, quasi a incolpare lo gnomo.

Korok non gli diede retta, e indicò un punto oltre le montagne.

-Laggiù c'è il fiume.- disse. -Syun ci porterà lì. È lì che si trova il labirinto.-

 

 

 

 

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L'aquila planò sulla riva del fiume, dove tutti scesero e rimasero ad osservarlo.

La corrente era fortissima, come il fragore dell'acqua che si infrangeva sulle rocce.

Il fiume proseguiva lontano, oltre le montagne, perfino oltre l'orizzonte.

La luna si rifletteva sull'acqua, creando un'atmosfera magica.

-Questo fiume ha qualcosa di misterioso...- disse Dawn, estasiata.

-Direi che tutto, in questo posto è misterioso. Io non vedo nessun labirinto.- disse Scott.

-Non potete vederlo.- disse l'aquila. -Il labirinto sta sotto il fiume.-

-Vuol dire che dovremo nuotare?- chiese Anne Maria, preoccupata per i suoi capelli.

-Non ce ne sarà bisogno. Basterà passare da quella grotta laggiù.- disse Korok, e indicò una grotta nascosta tra gli alberi sulla riva del fiume.

-Ed è illuminato, là dentro?- chiese Brick, che aveva paura del buio.

-Non ne ho idea, non ci sono mai stato...buona fortuna.- disse Korok, e fece per andarsene.

-Vorresti lasciarci qui adesso?- chiese Dawn.

-Mi sono dimenticato la cosa più importante, ragazzi.- disse Korok, con aria dispiaciuta. -Quando avreste dovuto entrare nel labirinto ci sareste dovuti andare da soli.-

-Ve la caverete anche senza di noi. - disse l'aquila. -In fondo tanti cervelli sono meglio di uno solo...-

-Ma è una follia!- disse Mike, preoccupato. -Come faremo a sapere da che parte andare senza il tuo aiuto?-

-Io sono solo la vostra guida, ragazzi...- disse l'aquila.

-E io sono sono un folletto...- disse Korok. -Per una missione del genere ci vuole il coraggio di un essere umano.-

-Se è così che la pensi...allora ci proveremo.- disse Dawn, che non voleva arrendersi per niente al mondo.

-Così mi piaci.- disse Korok, sorridendole. -Ci ritroveremo prima di quanto possiate immaginare.-

-Ci vediamo all'uscita, compagni.- disse Brick, sull'attenti, rivolgendo un saluto ai due amici.

-Fate presto. Ogni secondo è prezioso.- detto questo lo gnometto saltò sul dorso dell'aquila e scomparve con essa.

 

 

Il fiume scorreva su un letto di rocce, tuffandosi in una piccola cascata di tanto in tanto.

Lo scroscio dell'acqua risuonava come un eco profondo nella notte.

La riva, le montagne e gli alberi avevano un aspetto sinistro, che quasi incuteva timore.

La luna appariva sospesa sull'acqua, illuminando il percorso del fiume.

La luce riflessa nell'acqua era così intensa che pareva che essa scorresse più velocemente.

 

-Ragazzi, non vorrei creare scompiglio, ma mi hanno detto che qui la luce della luna accelera il tempo.- disse Jo, ricordando improvvisamente le parole della serpe della palude.

-Chi te l'ha detto?- chiese Dawn.

-Un serpente...- disse Jo, che ancora non voleva credere a ciò che stava dicendo.

-Un serpente? Parli con I serpenti?- la prese in giro Anne Maria.

-Non c'è tempo per spiegare, so solo che qui prima spunta il sole meglio è.- disse Jo.

-Allora facciamo in fretta. Possiamo farcela, ricordate che siamo tornati vivi da luoghi peggiori...- disse Dawn, ricordando l'isola di Wawanakwa e le sue terribili creature mutanti. Si diresse lei per prima verso l'ingresso della grotta. Tutti la seguirono, scomparendo nel buio.

 

 

Il fiume continuò a scorrere.

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Capitolo 5
*** La caverna delle pietre parlanti ***


La caverna delle pietre parlanti

 

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L'interno della grotta era come un sentiero di montagna in discesa: ripido, scivoloso, con sassi appuntiti sparsi ovunque. Oltretutto, intorno si vedeva ben poco.

Finalmente la discesa finì, e tutti quanti si ritrovarono a camminare sul letto del fiume.

 

Ebbene sì.

La grotta proseguiva sott'acqua ma per i ragazzi non fu un problema andare avanti.

Potevano tranquillamente respirare.

Guardando in alto potevano vedere l'acqua del fiume scorrere veloce sopra le loro teste, come un tetto in movimento.

 

Lo scroscio dell'acqua accompagnò il loro cammino fino a quando si ritrovarono davanti a due gigantesche pietre. Riuscirono a passare nel mezzo e giunsero davanti ad una galleria completamente coperta di ghiaccio, dove soffiava un vento gelido.

 

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Image and video hosting by TinyPic -M-maledetto il g-giorno che ho deciso di non portare la giacca a vento p-perchè il meteo d-dava b-bel tempo!- si lamentò Scott, tremando, infreddolito.

-Siamo arrivati.- disse Dawn. -Credo proprio che il labirinto sia questo.-

-Accidenti, che freddo...- disse Zoey.

-Sempre dritto, ragazzi.- disse Brick, procedendo per primo.

 

Il tunnel proseguì per chilometri e chilometri. A poco a poco il freddo aumentava, e il sentiero si faceva più stretto.

Improvvisamente i ragazzi giunsero davanti a un bivio.

-Oh, no, ecco che iniziano gli intrecci...- disse Scott, già stanco di camminare.

-E adesso?- chiese Zoey. -Da che parte andiamo?-

Sam ebbe un'idea. -E' come nel gioco ''Alla ricerca del forziere maledetto III''!- disse. -Sono abbastanza sicuro che il tesoro sia da questa parte. Venite.- e corse verso il tunnel di sinistra. Gli altri lo seguirono, sperando che avesse indovinato la strada giusta.

-Non vi preoccupate.- disse Sam. -Il peggio che potrebbe capitare sarebbe di rimanere bloccati qui per s...ugh!?...-

Improvvisamente andò a sbattere contro qualcosa. -Ehi, ma qui c'è un muro!- disse il nerd, un pò intontito.

-E' un muro di ghiaccio.- disse Scott, dopo essersene accertato. -Complimenti, signor ''Lasciate fare a me'', adesso dobbiamo tornare indietro.-

-Lo ammetto, questo è il peggior labirinto che abbia mai attraversato.- disse Sam.

-E quando mai ne hai attraversato uno?- fece Scott.

 

L'inconveniente di poco prima si ripetè altre innumerevoli volte.

Tutti avevano l'impressione di girare in tondo.

Spesso, quando prendevano una strada, dopo poco tempo si ritrovavano al punto di partenza. Nonostante questo continuavano ad andare avanti, decisi a trovare la via d'uscita di quel labirinto. Ogni strada che prendevano speravano fosse l'ultima.

A un certo punto, quando giunsero davanti all'ennesimo tunnel, Dawn esclamò: -Guardate. C'è una luce, laggiù.-

Niente più buio, niente più ghiaccio. Alla fine dell'ultimo tunnel si poteva scorgere una piccola sorgente luminosa.

I ragazzi corsero fuori, e non appena raggiunsero l'uscita si ritrovarono nientemeno che sull'orlo di un burrone.

-Dove siamo finiti?- chiese Sam, sbalordito alla vista di quel luogo lugubre e minaccioso.

Pareva di essere all'interno di una gigantesca montagna, con precipizi ovunque e pericolo di frane. Era un antro scuro, roccioso, dove arrivava soltanto poca luce.

Al di là del burrone c'era un'altra sporgenza. I ragazzi si guardarono attorno, alla ricerca di un modo per oltrepassare il precipizio. Fu allora che scorsero un ponticello, poco più avanti.

-Sìì, un ponte! Sha-fico! Siamo salvi...- disse Lightning, entusiasta.

Quando tutti raggiunsero il ponte scoprirono che attraversarlo sarebbe stato più pericoloso di quanto pensassero.

Era un ponticello di legno e corda, sottile e fragile. Non avrebbe mai retto il peso di tutti.

-Mi sembra un pò...instabile!- fece Anne Maria, terrorizzata.

-Non c'è altro modo.- disse Dawn, cercando di convincere tutti.

-Non voglio, non voglio, non voglio!- ripeteva Cameron, spaventato. Fortunatamente ci pensò Jo a convincerlo a seguirli.

-Vuoi uscire da questo posto o no?- gli chiese, sollevandolo per il cappuccio della felpa. -Mettiti in fila, collo a matita!...-

-E' una pessima idea, so già come finirà...- continuava a lamentarsi Cameron.

 

Piano piano, uno dietro l'altro, i ragazzi cominciarono ad attraversare il ponte. Arrivati a metà, quest'ultimo cominciò a vacillare...

-Siamo morti...siamo morti!...- diceva Brick, tra sè e sè.

-Non guardate giù.- disse Dawn.

Finalmente i ragazzi riuscirono a raggiungere la parte opposta del precipizio.

-Ce l'abbiamo fatta!- disse Mike, sollevato.

-Siamo ancora vivi!- esclamò Cameron, felice.

 

Il labirinto terminava lì, e i ragazzi si accorsero che su quel lato del burrone non c'erano più passaggi. Soltanto roccia e pietra.

 

Improvvisamente si sentì un rumore, simile a quello di un sasso che si frantuma.

-Cos'è stato?- chiese Zoey, preoccupata.

-La montagna sta franando!- esclamò Cameron, allarmato.

La parete rocciosa alle spalle dei ragazzi andò a poco a poco sgretolandosi, fino a che apparve un gigantesco volto fatto di pietra, che parlò: -Chi siete?-

 

 

 

 

I ragazzi sussultarono per lo spavento.

-Chi ha parlato?- chiese Cameron, saltando in braccio a Jo, impaurito.

Il volto di roccia scoppiò a ridere.

-La montagna ci sta parlando!- disse Dawn, incredula.

-Congratulazioni, terrestri. Avete superato il labirinto di Alyss.- disse la montagna. -Ma il vostro percorso non è ancora giunto al termine. Dovrete superare un'ultima prova.-

-E quale sarebbe?- chiese Anne Maria, che non aveva nessuna voglia di stare a sentire un sasso parlante.

-Il segreto della mappa di Alyss.- disse la montagna.

-Quale mappa? Non ho mai visto una mappa di Alyss in vita mia...- disse Jo.

Zoey ebbe un'idea. -Dawn, tu ne sai qualcosa?- chiese all'amica.

-Sì.- disse Dawn. -Vedete...la mappa di Alyss era in un libro che ho trovato in soffitta, a casa. Vi ricordate? Anche Korok sapeva fin dall'inizio che l'avrei trovato lì...-

-Taglia corto, e dicci della mappa.- disse Scott, scontroso.

-Sì. La mappa. Beh...dietro la mappa c'era scritto qualcosa...- disse Dawn.

-Riesci a ricordartelo?- le chiese Zoey.

-Sì, ora ricordo.- disse Dawn.

 

-Un viaggio presto comincerà.

La giusta via questa mappa ti mostrerà

e nel paese nascosto ti condurrà.-

 

-Potete entrare.- disse la pietra, e detto questo spalancò l'enorme bocca, svelando un passaggio segreto fatto di scale, che scendevano e scomparivano nell'oscurità più totale.

La montagna tornò immobile come prima, e i ragazzi corsero all'interno dell'apertura.

-Come hai fatto a ricordarti tutta quella roba? Che memoria!- disse Anne Maria a Dawn, scherzosa.

 

A mano a mano che scendevano le scale, i ragazzi sprofondavano nel buio.

-Non si vede più niente...ho paura.- piagnucolò Brick.

-Restiamo uniti, non dobbiamo perderci di vista.- disse Zoey.

-Lo sapevo, ci siamo persi.- disse Scott.

 

Improvvisamente il ragazzo vide avvicinarsi una minuscola luce, che fluttuava sospesa in aria.

Sembrava una lucciola, ma guardando più attentamente, i ragazzi si accorsero che era una piccola falena luminosa, come quelle che avevano visto nel bosco.

La creaturina andò a posarsi sul naso di Scott, e lui capì che voleva fare amicizia.

-Guardate, è tornata.- disse Dawn, indicando la farfalla.

-Scott si è fatto un'amichetta.- lo prese in giro Zoey.

Scott la guardò serio, poi si rivolse alla farfallina: -Senti, sai dove possiamo trovare il tesoro?-

Come se avesse capito la domanda, la falena invitò i ragazzi a seguirla.

Volando dinnanzi a loro illuminava il terreno, permettendo così a tutti di vedere dove mettevano i piedi.

Ad un certo punto la scala finì, e i ragazzi si ritrovarono davanti a un altro precipizio.

Tutti rimasero a bocca aperta: dall'alto, su un lato della parete rocciosa, sgorgava una cascata che andava a gettarsi fino in fondo al burrone.

-Credete che sia qui che il fiume finisce?- chiese Dawn.

-Probabile...- fece Zoey, incerta.

 

 

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La farfallina svolazzava intorno ai ragazzi, muovendosi leggera e rapida come una fiammella.

-Sta cercando di dirci qualcosa.- disse Cameron, guardandola attentamente.

-Dawn, potresti pensarci tu?- disse Zoey all'amica.

Dawn capì al volo ciò che voleva dire la farfallina.

-Ci sta dicendo di fare un passo avanti.- disse poi agli altri.

I ragazzi seguirono il consiglio della falena e fecero un passo avanti, fino a trovarsi a mezzo metro dall'orlo del precipizio.

Improvvisamente il blocco di pietra su cui si trovavano si allontanò dalla parete e iniziò a fluttuare, trasportando i ragazzi dall'altra parte.

-Non vi muovete.- disse Scott, allontanandosi dal bordo del sasso.

-E chi si muove?- disse Sam.

La pietra si fermò sull'altro lato del burrone, e i ragazzi tornarono a terra sani e salvi.

La farfallina li stava aspettando, e li invitò di nuovo a seguirla.

Dopo aver attraversato un'altra galleria i ragazzi giunsero in una caverna completamente ricoperta di stalattiti e stalagmiti d'oro.

 

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La falena era scomparsa nel nulla, senza lasciare traccia.

I ragazzi si guardarono intorno meravigliati.

-Dev'essere questa.- disse Dawn. -Il tesoro dev'essere qui.-

-Ora capisco quei poveri gnometti...come avrebbero fatto ad arrivare fin quaggiù?- disse Zoey, comprensiva.

-Come facciamo a capire qual'è il tesoro? Qui è tutto d'oro...- disse Jo, guardandosi in giro.

-Dovrebbe essere uno scrigno, magari molto colorato...- ipotizzò Dawn, cercando un indizio che potesse essere utile. -...o uno così, direi.- disse poi improvvisamente, non appena vide un piccolo scrigno di vetro nascosto in un angolo.

La ragazza corse a prenderlo e lo osservò più da vicino.

Notò che aveva una piccola serratura a forma di ''A''.

Potè anche vedere attraverso il vetro alcune immagini, quasi lo scrigno fosse stato una sfera di cristallo: apparvero un libro, una mappa, un serpentello, una farfalla e infine una chiave.

-E' questo, ne sono sicura.- disse Dawn. -Anche la serratura porta l'iniziale di Alyss. L'unico problema è...la chiave.-

-Figurarsi se poteva andare tutto liscio...-brontolò Scott.

 

Dawn rimase ferma a guardare l'immagine della chiave attraverso il vetro dello scrigno. Aveva rivisto tutto il percorso che aveva fatto fin lì, ed ora non restava che aprire la serratura con la chiave, così la missione sarebbe finita.

-Quanto sarà grande, una chiave, poi?- continuava a brontolare Scott. -Potrebbe essere dovunque, di qualunque colore e...-

 

Improvvisamente l'immagine della chiave intrappolata nel vetro diventò reale.

Il prezioso oggetto dorato cadde a terra con un tintinnio, e Dawn lo raccolse immediatamente. -Eccola qui.- disse.

-Viso pallido, sei un genio.- disse Lightning.

-Come hai fatto?- chiese Zoey, sbalordita.

 

Dawn mise la chiave nella serratura e aprì lo scrigno.

Ne uscì un intenso bagliore, e i ragazzi dovettero coprirsi gli occhi con le mani per non venirne accecati.

Lo scrigno cadde a terra e si ruppe in mille pezzi.

La caverna d'oro fu inondata di luce.

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Capitolo 6
*** Arrivederci, Alyss ***


Arrivederci, Alyss

 

Avete presente l'alba?

Quando il cielo si rischiara, la notte se ne va e il mondo si risveglia?

Accadde esattamente la stessa cosa.

 

 

Sulla città di Alyss il nero del cielo cominciò a schiarirsi, tingendosi a poco a poco di un bagliore rosato.

La luna, un tempo così grande e luminosa, cominciò a scomparire, e l'acqua del fiume prese a scorrere più lentamente, e il rumore dello scroscio dell'acqua si affievolì.

L'erba dei prati comiciò a crescere più rigogliosa, e a mano a mano anche i fiori cominciarono a spuntare e a dischiudersi, ricoprendo il verde di mille colori.

 

 

Nel cielo, che aveva cominciato ad assumere il tipico colore rosato dell'alba, iniziò a vedersi qualche nuvoletta, che di lì a poco si dissolse per fare posto a un caloroso, grande e luminescente sole.

 

 

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Immediatamente il cielo cominciò a tingersi d'azzurro, l'azzurro più luminoso che chiunque avesse mai visto.

I raggi del sole illuminarono ogni angolo e, oltrepassando i rami più fitti degli alberi, raggiunsero anche la palude di Bròn, che però non rimase molto illuminata.

L'acqua dello stagno della serpe diventò limpidissima.

 

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I nostri eroi si ritrovarono improvvisamente fuori dalla caverna, alla luce.

Non credettero ai loro occhi, non appena videro che il luogo tetro e buio dov'erano arrivati era così diverso...

-Il sole! Guardate! Evviva!- gli abitanti di Alyss gioivano alla vista del sole e uscivano allo scoperto.

-Ad Alyss è tornato il sole, ce l'abbiamo fatta.- disse Dawn, felice.

-Sì. Lo ammetto, così questo posto è decisamente meglio.- disse Jo, sollevata.

 

Le falene scesero dal cielo, questa volta sotto forma di farfalle grandi e colorate.

-Se questo è il paradiso io ci rimango!- disse Scott, meravigliato.

Image and video hosting by TinyPic In lontananza si udì un grido.

Non era altri che Korok, lo gnometto, che tornava dai ragazzi accompagnato dalla sua aquila.

Syun atterrò, e Korok scese a terra saltellando e ridendo felice. -Non si vedeva un sole così da anni!- diceva. -Siete degli eroi. Avete riportato la luce ad Alyss.-

-Ormai avevamo perso le speranze...- disse l'aquila.

-Avete ritrovato il tesoro. Nessuno ci era mai riuscito prima d'ora.- disse Korok.

-E non sai quante ne abbiamo passate...- disse Anne Maria, scherzosa, mentre si aggiustava i capelli.

-Siete stati grandi, amici.- disse Korok. -Vi ringrazio infinitamente per il vostro aiuto. Tutta la città vi ringrazia.-

 

In quel momento i suoni della natura e il canto degli uccelli accompagnavano la gioia e l'allegria degli abitanti di Alyss, che festeggiavano danzando il ritorno della loro stella più amata.

 

Da un albero poco lontano un pettirosso dagli occhietti vispi spiccava il volo, salendo verso il sole e scomparendo oltre le nuvole.

 

 

***

 

 

-Purtroppo lo scrigno di è rotto...- confessò Dawn allo gnometto quando, dopo i festeggiamenti, lui e i ragazzi si ritrovarono soli.

-Non importa.- disse Korok. -Basterà quasto cristallo, per non correre rischi...-

Dawn non capì. -Che vuoi fare?- chiese.

Korok espose il cristallo alla luce e vi fece entrare qualche raggio di sole.

-Adesso c'è la luce, intrappolata qui dentro.- disse mostrando ai ragazzi il bagliore che fuoriusciva dal cristallo. Dopodiche lo gnometto seppellì l'oggetto sotto le radici di un albero. -Così saremo certi che il nostro sole sarà sempre con noi.-

-Ottima idea.- disse Dawn.

-Venite. Voglio farvi vedere una cosa.- disse Korok, e condusse i ragazzi in cima all'albero dove, tempo prima, si erano fermati a dormire, nella casetta sul ramo.

-D'ora in avanti, nella nostra terra, dopo la notte ci sarà sempre l'alba.- disse Korok. -Non avremmo potuto vivere a lungo, senza luce, e adesso potremo riprendere la nostra vita quotidiana.-

-E anche noi riprenderemo la nostra?- chiese Anne Maria, impaziente di tornare a casa.

-Ma che te ne importa...- sbuffò Scott. -Qui è sempre meglio della città...-

-Ti ricordo che siamo sottoterra... non mi sembra il migliore dei luoghi dove vivere.- gli disse la mora, guardandolo seria.

-Non si direbbe...- sospirò Dawn, osservando dalla cima dell'albero il paesaggio sconfinato, le montagne le nuvole e il cielo azzurro. A malincuore distolse lo sguardo e si rivolse a Korok: -Grazie dell'ospitalità, è stato un piacere aiutarvi.-

-E' stato un piacere avervi qui.- disse lo gnometto.

-E' arrivato il momento di salutarci.- disse Dawn, con voce triste. -Spero di tornare qui, un giorno.-

-Non so se sarà possibile.- disse Korok, dispiaciuto.

-Che vuoi dire?- chiese Dawn.

-Un'antica predizione dice che quando un terrestre viene ad Alyss non può tornare una seconda volta.- disse Korok.

Dawn ci rimase molto male. Le sarebbe piaciuto tanto, un giorno, rivedere Korok, Syun e tutti gli abitanti di quella piccola città incantata.

-Pazienza...- disse. -Vi rivedrò solo nei sogni.-

Korok si mise a ridere. -Sai una cosa?- disse. -Io non ci credo. Se si vuole si può sempre tornare. Si può tutto, basta crederci.-

-Meno male...allora non tutto è perduto.- disse Dawn.

-Mi mancherete.- disse Korok.

-Anche tu ci mancherai...- disse Zoey, commossa.

-Adesso, ragazzi, dobbiamo trovare il modo di uscire da qui.- disse Brick, come se si preparasse al viaggio più faticoso di sempre.

-Sì, oramai da noi sarà notte inoltrata...- disse Anne Maria.

-Potrebbe essere già lunedì!- fece Lightning. -Presto, usciamo fuori.-

-Ma voi siete fuori.- disse Korok.

-Che vuoi dire?- chiese Dawn.

Lo gnometto scostò le foglie dell'albero e scoprì un piccolo osservatorio. -Guardate.- disse.

Cameron, incuriosito, corse a guardarvi attraverso e rimase incredulo. -Vedo la nostra casa!-

-Non capisco...- disse Jo. -Come facciamo a essere quaggiù e allo stesso tempo lassù?-

Korok si mise di nuovo a ridere. -E' buffo, vero?- disse. -Non vi preoccupate. Non vi siete mai mossi dalla vostra casa. Non dovete fare altro che scendere da questo albero, e sarà tutto più chiaro.-

 

I ragazzi dovettero scendere dall'albero aggrappandosi ai rami, perchè le scale erano misteriosamente scomparse.

Una volta a terra si accorsero che non erano più alti come una monetina, ma che erano tornati alla loro statura originale.

-Dove siamo?- chiese Lightning, confuso.

-Siamo a casa!- esclamò Zoey. -Questo è l'albero dove abbiamo trovato la tana, ricordate?-

Dawn corse a vedere, incuriosita.

-Sta attenta a non caderci dentro un'altra volta, altrimenti ci toccherà venire a prenderti, e altri sessanta secondi di caduta libera me li risparmierei volentieri, sai?- disse Scott.

-Ragazzi, venite a vedere...- disse Dawn. Tutti la raggiunsero e rimasero di stucco.

 

La tana era sparita.

-Che strano...avrei giurato che... ah, non importa.-

I ragazzi uscirono dal folto del giardino e ritornarono al prato che stava davanti a casa. Era tutto come prima...

-Cavoli, che avventura...- disse Sam, elettrizzato. -Peccato che quando lo racconterò nessuno vorrà credermi.-

-Certo che ne è trascorso, di tempo, da quando siamo caduti in quella tana. Non vi pare?- disse Cameron.

-E' vero...- fece Mike, allarmato. -Ragazzi, quanto tempo è passato?- chiese poi.

Scott diede un'occhiata al suo orologio e sgranò gli occhi. -Sono le tre del pomeriggio di domenica 14 maggio...- disse. Nessuno parlò. -Sono passate soltanto due ore!...-

-Sì...- disse Dawn. -Sapevo che ad Alyss il tempo è completamente diverso dal nostro.-

-Come facevi a saperlo?- chiese Dakota all'amica.

-L'ho letto sul libro, naturalmente.- rispose Dawn. -Due giorni trascorsi ad Alyss, sulla terra non sono più di due ore. Se si trascorre un anno ad Alyss, sulla terra non passa più di una settimana. E un anno sulla terra...ad Alyss sono ben cento anni.-

-Che forza...- fece Cameron, meravigliato.

Dawn raccolse il libro che aveva lasciato a terra ed entrò in casa.

 

***

 

 

Dopo cena Dawn salì in camera sua e nascose il libro misterioso nel suo scaffale.

-E' meglio conservarti.- disse. -Non si sa mai.-

-Ascoltate, c'è una streghetta che parla con i libri...- la prese in giro Scott, che era comparso improvvisamente sulla soglia della stanza.

-Che cosa ci fai qui?- chiese Dawn, seccata.

Scott, stranamente, si pentì della sua battuta e si scusò: -D'accordo, scusa, stavo scherzando, volevo solo chiederti se...- il ragazzo esitò un momento, non riusciva a trovare le parole. -...se s-sei davveo così incredibile da trovare mondi paralleli ovunque e non si sa dove!...- disse poi, accennando un mezzo sorriso.

 

Sotto sotto il ragazzo era in qualche modo affascinato da Dawn. Si rese conto, infatti, che sapeva fare molto di più, oltre alle sue capacità paranormali.

La ragazza aprì la finestra e rimase qualche secondo a contemplare il cielo notturno.

 

Una stella cadente passò fulminea.

Scott le si avvicinò. -Okay, biondina, a cosa stai pensando, adesso? No, non dirmelo...stai fantasticando su realtà sconosciute e invisibili, ho indovinato?- le disse, scherzoso.

-Sto cercando di trovare una risposta alla tua domanda...- rispose Dawn.

-E qual'è la risposta?- chiese Scott.

-Semplicemente credo nei sogni, Scott. È questo che faccio. Se non avessi dato ascolto al sogno di ieri notte non avremmo potuto compiere la buona azione che abbiamo compiuto oggi...- disse Dawn, sorridendo.

-E' una perdita di tempo...- disse Scott, indifferente.

-Offrire il proprio aiuto a una persona non è mai una perdita di tempo...- disse Dawn. -E ogni persona è importante, per piccola che sia...-

-Sì...hai detto una cosa giusta...- ammise Scott, se non altro per farla contenta.

Dawn tornò a guardare le stelle.

-Dicono che per raggiungere i nostri sogni basterà seguire quella stella luminosa.- disse, e indicò la stella polare. Poi si rivolse a Scott. -Tu ce l'hai un sogno, Scott?...-

-Ehm...- fece Scott. -Può darsi. Ma non saprai mai di che si tratta.- disse poi, e uscì dalla stanza ridacchiando.

-Io non ne sarei così sicura...- mormorò Dawn, sorridendo. Detto questo chiuse la finestra e andò a dormire.

Prima di cadere tra le braccia di Morfeo ripensò all'avventura trascorsa, e nel dormiveglia sussurrò: -Arrivederci, Alyss...in un modo o nell'altro...-

 

 

 

 

In quello stesso momento, nascosto sull'ultimo albero del giardino, qualcuno osserva la ragazza dormire, e sente tutto ciò che dice.

-...Puoi contarci.- risponde, e se ne va.

 

 

NDA

Eccomi qui, finalmenteee XD

Allora, ho un pò di cose da dire, su questa storia.

Innanzitutto sono felicissima di averla scritta e finita XD perchè l'idea di pubblicarla su EFP mi frullava in testa già da un po'...

secondo, mi sono divertita tantissimo a scriverla perchè la storia in se l'avevo già scritta da un pò di tempo, ma era scritta sotto forma di ''testo teatrale'' (diciamo così XD), cioè in pratica sotto forma di copione, a ogni personaggio la propria battuta ecc, senza narrazione.

Poi ho aggiunto la narrazione (lavoro lunghissimo, ma mi sono divertita un sacco XDDD) e ho fatto miliardi di modifiche......

per quanto riguarda i personaggi, chiedo scusa se qualche volta sono risultati un pò OOC, perchè ovviamente ho cercato di far parlare un pò tutti...quindi magari per questo.

ma vi chiedo lo stesso un parere:

secondo voi quelle battute erano azzeccate? XDD cioè, secondo voi sono battute che loro avrebbero detto? :DD datemi un parere XD

infine grazie a tuuuutti i lettori che hanno recensito e inserito la storia nelle seguite, ricordate e anche preferite, mi sono commssa :')))

grazie a Amor31, sunburst, frrancy_love_you (e ai suoi mitici siparietti <3 sei una forza), Bonny spears, Aliciottola, stella cometa 94, francy_rock_punk e _Krzyz per le loro bellisssssime recensioni!

Grazie anche a Claireroxy e Vivien3450, Dott_Gwen, Night_chan e the two rompi balls (che rompi balls non è assolutamente xkè mi ha reso taanto felice per aver seguito la storia XDD)

grazie a tuttii!!!!

(oddio è la nota dell'autore + lunga ke abbia mai scritto O_O )

alla prossima!

Izzy <3

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