Fireworks

di tigrottadolce35
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fireworks cap.1 ***
Capitolo 2: *** Fireworks cap.2 ***
Capitolo 3: *** Fireworks cap.3 ***
Capitolo 4: *** Fireworks cap.4 ***
Capitolo 5: *** Fireworks cap.5 ***
Capitolo 6: *** Fireworks cap.6 ***
Capitolo 7: *** Fireworks cap.7 ***
Capitolo 8: *** Fireworks cap.8 ***
Capitolo 9: *** Fireworks cap.9 ***
Capitolo 10: *** Fireworks cap.10 ***
Capitolo 11: *** Fireworks cap.11 ***
Capitolo 12: *** Fireworks cap.12 ***
Capitolo 13: *** Fireworks cap.13 ***
Capitolo 14: *** Fireworks cap.14 ***
Capitolo 15: *** Fireworks cap.15 ***
Capitolo 16: *** Fireworks cap.16 ***
Capitolo 17: *** Fireworks cap.17 ***
Capitolo 18: *** Fireworks cap.18 ***
Capitolo 19: *** Fireworks cap.19 ***
Capitolo 20: *** Fireworks cap.20 ***
Capitolo 21: *** Fireworks cap.22 ***
Capitolo 22: *** Fireworks cap.21 ***
Capitolo 23: *** Fireworks cap.23 ***
Capitolo 24: *** Fireworks cap.24 ***
Capitolo 25: *** Fireworks cap.25 ***
Capitolo 26: *** Fireworks cap.26 ***
Capitolo 27: *** Fireworks cap.27 ***
Capitolo 28: *** Fireworks cap.28 ***
Capitolo 29: *** Fireworks cap.29 ***
Capitolo 30: *** Fireworks cap.30 ***
Capitolo 31: *** Fireworks cap.31 ***
Capitolo 32: *** Fireworks cap.32 ***
Capitolo 33: *** Fireworks cap.33 ***
Capitolo 34: *** Fireworks cap.34 ***
Capitolo 35: *** Fireworks cap.35 ***
Capitolo 36: *** Fireworks cap.36 ***
Capitolo 37: *** Fireworks cap.37 ***
Capitolo 38: *** Fireworks cap.38 ***
Capitolo 39: *** Fireworks cap.39 ***
Capitolo 40: *** Fireworks cap.40 ***
Capitolo 41: *** Fireworks cap.41 ***



Capitolo 1
*** Fireworks cap.1 ***


Stava camminando per la strada, era nervosa, questa era la sua quinta sigaretta, non poteva far altro che aspettare.
Charlotte, doveva tornare a casa con una bella somma di denaro, oppure la sua vita sarebbe finita li, 18 anni, di cui 4 persi per la strada a fare la prostituta.
Le faceva freddo, ma non poteva tornare a casa così, con solo pochi spiccioli in tasca. La sua vita era un’altra però, odiava fare questo sporco lavoro, voleva solo poter vivere una vita spensierata come ogni ragazza, ma non poteva, era costretta a fare quella vita.
Ecco una macchina che si ferma, la porta si aprì e lei entrò. Una mano calda le accarezzò la guancia, non era per niente confortante essere toccata da un perfetto sconosciuto quando vorresti solo piangere ed essere coccolata.
Una mano le accarezzò anche la gamba che di coperto non aveva niente, quella gonna non era adatta per una serata gelida come quella.
 «Ti infastidisce se ti accarezzo?» le chiese quello sconosciuto, aveva i capelli ricci e da quello che la ragazza poteva vedere gli occhi verdi
A quella domanda la ragazza non rispose, le infastidiva quando chiedevano certe cose, era il suo lavoro non poteva infastidirla.
«Non sembri una molto socievole» non lo era infatti, doveva solo fare il suo lavoro, non parlare con gli altri, spesso si chiudeva in se stessa, cercando di trovare conforto in quel poco che aveva.
Quella poi non era proprio giornata, sua madre era morta e lei doveva vivere con quel mostro di suo padre, che ogni sera si ubriacava e poi la picchiava «Vuoi portarmi a letto si o no?!» disse irritata la ragazza, forse se la prendeva con lui perché non aveva avuto modo di sfogarsi con qualcuno e voleva solo essere capita almeno per una volta.
 «Si, però andiamo prima a casa mia» se ne uscì il ragazzo scioccato dalla risposta della ragazza.
Lui non se l’aspettava proprio che una ragazza gli avrebbe trattato così.
Arrivati a casa di quel ragazzo, Charlotte scese dall’auto, sapeva che avrebbe voluto farlo nel suo letto, almeno non avrebbe dormito per terra.
Era una bella casa, non ne aveva vita mai una così bella, in confronto alla sua questa era spettacolare.
Charlotte si sentì vibrare il cellulare, quella doveva essere sicuramente su padre che la chiamava perché doveva tornare a casa. Anche lui doveva divertirsi.
Non rispose, aveva paura, forse troppa.
«Vieni, la camera da letto è di sopra» disse il ragazzo prendendola per mano. Una mano così calda e dolce non l’aveva mai nemmeno sfiorata. Arrivati in camera lei si tolse la maglia e la buttò da qualche parte nella stanza, il ragazzo l’aspettava seduto sul letto sperando che lei facesse la prima mossa. Lui non voleva toccare una ragazza così. Forse perché non gli piaceva proprio il fatto di dover usare una donna per il suo piacere.  Lei si mise a cavalcioni su di lui e gli diede piccoli baci sul collo per stuzzicarlo, ma da parte del ragazzo nessuna risposta. «Cosa c’è? Non ti piaccio?» chiese Charlotte, non poteva credere che lui non stesse facendo niente per divertirsi. «No, non sei tu, sono io, non mi va di usarti» lui era stato l’unico ragazzo che le aveva detto quella frase tanto aspettata. Era meravigliata da quelle parole ‘Non mi va di usarti’ «Allora, io vado» la ragazza non sapeva che dire, questa era l’unica cosa che le venne in mente. «Se vuoi puoi restare qui» propose il ragazzo. La ragazza accettò, non voleva proprio tornare a casa da quel mostro. Il ragazzo aprì l’armadio e prese un maglione largo da dare a lei, prese delle calze lunghe che aveva lasciato sua sorella quando era andata a dormire da lui e gliele diede. Lui si mise nel letto e poi la ragazza lo seguì. I braccio di lui le cinse la vita facendola sentire protetta. Era il omento più dolce della sua vita, il ragazzo perfetto, non aveva voluto andare a letto con lei, non l’aveva baciata, ma la stava solamente abbracciando. Un abbraccio caldissimo, la protezione assoluta. Durante la notte… Il ragazzo si era svegliato per il pianto incessante di Charlotte. Le accarezzava il viso sudato cercando di calmarla. «Mamma! Mamma non mi lasciare!» gridava lei nel sonno. «Piccola, non è successo niente» la rassicurava lui, ma senza alcun risultato.

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Capitolo 2
*** Fireworks cap.2 ***


Ad un tratto la ragazza aprì gli occhi spaventata.
«Sta tranquilla ci sono io a proteggerti» disse lui per poi darle un bacio sulla guancia e abbracciarla a se ancora più forte.
Lei si lasciò andare a un pianto liberatorio tra le braccia di quello sconosciuto, che era riuscito a capirla più lui di quanto avesse fatto suo padre nella sua vita.
Mentre lui continuava ad accarezzarle i capelli lei si addormento, quello stato di protezione la faceva sentire maledettamente bene.
 
Il mattino…
 
Il ragazzo aprì gli occhi, voleva sentire il profumo di quella ragazza ancora una volta, ma non c’era più. ‘Dove ti nascondi?’ il ragazzo si chiedeva. Sarebbe andato allo stesso posto di ieri sera alla stessa ora, sperando che lei ci fosse.
 
‘Ho sbagliato a non chiedergli scusa per il disturbo, lo so, ma non posso fidarmi del primo che passa’  pensava Charlotte mentre camminava per la strada e fumava una sigaretta.
Aveva messo i vestiti della sera precedente e stava tornando a casa cercando di passare il meno osservata possibile. Il top che indossava faceva vedere il suo tatuaggio sulla schiena, c’era raffigurato un paio d’ali che spiccavano il volo. L’aveva fatto il giorno del suo 18esimo compleanno, perché lei voleva davvero spiccare il volo. Era davanti alla porta di casa sua, aveva paura d entrare, sicuramente sarebbe stata picchiata ancora. Sicuramente era stanca di quella vita, avrebbe voluto essere libera. Ma non poteva, se sarebbe scappata lui l’avrebbe sicuramente seguita, come due anni fa. Lei aveva provato a scappare svariate volte, ma lui era sempre li, ad aspettare che lei facesse una piccola mossa per poterla sfruttare. Senza che lei facesse niente, la porta di aprì. «Vieni puttanella, ti ho aspettata per tutta la notte» la prese per il braccio e la trascinò dentro portandola in camera da letto per poterla vedere soffrire ancora. Lui non era il suo vero padre, sua madre l’aveva sposato quando il suo vero padre era morto. All’inizio sembrava una persona buona, ma poi con quelle brutte amicizie e con alcol era andato a farsi fottere. Era entrato in lei un paio di volte, fino a quando non si stancò e trovò un altro modo per divertirsi, picchiarla I suoi urli di dolore non bastavano per farlo smettere, la forza era tale che il sangue le colava da tutte le parti.
«Se urli nessuno ti sentirà» ripeteva l’assassino alla ragazza.
Ma lei continuava, non per farsi sentire, ma perché faceva male, tanto male.
 
Era arrivato il momento di tornare al ‘lavoro’ per Charlotte.
Stava camminando per la strada a fatica, tutti quei lividi e quelle ferite facevano sempre più male.
Sarebbe potuta andare all’ospedale, ma avrebbero chiesto come si fosse fatta tutto quelle ferite e aveva paura a dire che era stato suo padre, aveva paura di mandarlo in carcere, se sarebbe scappato l’avrebbe uccisa.  Era al suo solito posto ad aspettare che arrivasse qualche cliente, ma nessuno si fece vedere. Mezza notte, sarebbe dovuta tornare a casa, ma una macchina si fermò. Odiava doverlo fare, ma era meglio che morire. Scese un signore ‘Uff, odio quando un vecchio vuole tutto il trattamento, solo perché è da tempo che non hanno rapporti sessuali non devono venire da me’ Charlotte pensava a questo, ma doveva accontentarlo. «Cammina in macchina sgualdrina!» le urlò il vecchio prendendola per il braccio ancora pieno di lividi «Mi fai male, lasciami» implorava la ragazza, ma lui per tutta risposta le diede uno schiaffo. «Non ti hanno mai detto che le donne non si picchiano?» si sentì una voce provenite dal buio della notte. «Non è una donna, ma una puttana» ed ecco che quella persona nel buio si fece avanti e tirò un pugno dritto in faccia al vecchio stendendolo. Era lui, il ragazzo della notte precedente, aveva difeso quella ragazza e la guardava con quegli occhi smeraldo. «Sai bene?» chiese lui che stava per metterle una mano sulla spalla. A questo gesto la giovane ragazza sussultò e disse «Ti prego non farmi del male» «No piccola, di me ti puoi fidare» le mise quella mano sulla spalla e le diede un bacio sulla guancia.

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Capitolo 3
*** Fireworks cap.3 ***


Lei per istinto lo abbracciò, sentiva che di lui si poteva fidare. Le mani calde del ragazzo le accarezzavano dolcemente la schiena, facendola sentire per la prima volta protetta.
Per sbaglio il ragazzo andò troppo in fondo, toccandole la ferita sanguinante.
«Fa male, ti prego lasciami» implorò lei staccandosi immediatamente da lui
«Dio ma questo è sangue» disse lui guardandosi la mano
«Adesso andiamo subito in ospedale» ordinò lui prendendola in braccio in stile sposa
«Non c’è bisogno di andare in ospedale» disse con tono supplicante la ragazza
«Allora andiamo a casa mia e curiamo queste ferite» disse mettendola sul sedile della sua auto.  
 
Arrivati a casa di quel ragazzo tanto gentile, lei provò a scendere senza cadere.
«Aspetta ti aiuto!» venne in soccorso il ragazzo prendendola per la vita facendola sobbalzare da quel gesto, le aveva fatto il solletico.
 
Entrarono in casa e lui la portò in bagno. Si chiuse la porta alle spalle e prese dall’armadietto accanto allo specchio tutto l’occorrente per poter curare Charlotte.
Si avvicinò a lei, le spostò i capelli rossi dietro le spalle e le accarezzò il collo facendola rabbrividire.
«Potresti toglierti la maglia?» chiese lui, facendo svegliare la ragazza da quel film mentale che si era appena fatta
«Sul serio, non c’è bisogno di curarmi» fece lei con un sorriso sperando che la riportasse dove l’aveva presa.
«Se non vuoi farlo lo farò io» si impose il ragazzo dai capelli ricci.
Le mise le mani dietro la schiena e slacciò quel fiocco del top nero che indossava.
Si ritrovò davanti il seno di lei coperto da un reggiseno nero. Lui arrossì vedendo che lei non diceva niente, ormai c’era abituata a farsi toccare dagli uomini
 

La fece girare e vide quel tatuaggio sulla schiena, era bello e semplice.
«Bello il tuo tatuaggio» affermò lui mentre lei si spostava i capelli tutti da un lato per far vedere meglio la figura sulle spalle.
«Grazie» si limitò a dire lei. Sentendo la voce della giovane così fredda e distaccate lo fece sentire sporco, come se quello che stesse facendo era sbagliato, ma lui voleva solo aiutarla, renderla felice e coccolarla.
 
Lui le diede un bacio sul collo d’istinto, non capiva il perché di quel gesto, era stato spontaneo, come se volesse farle capire che lui non era uno dei tanti che la toccava, ma che lui ci sarebbe stato e l’avrebbe protetta. Forse la ragazza non volle capirlo, perché degli uomini non si fidava affatto, pur avendoci a che fare ogni giorno, non si fidava.
«Come ti chiami?» chiese lui dopo aver fatto ciò
«Non dico mai il mio nome agli sconosciuti» disse con voce provocante lei
«Io…-deglutì- mi chiamo Harry» era agitato, quella voce con tante sfumature lo faceva sentire impaurito, come se lei fosse la donna più bella al mondo e non dovesse essere toccata da nessuno.
‘Bella lo è, ma perché si ridotta a fare questa vita? Meriterebbe di meglio, ogni donna meriterebbe una vita felice’
 
Ma la domanda non era come mai faceva quella vita, la domanda era chi le aveva fatto tutti quei graffi, tutte quelle ferite, tutti quei lividi, che coprivano la maggior parte della schiena. «Chi…chi…ti» non riusciva a parlare davanti a tanta bellezza sprecata, provò a ridire la frase
«Chi…ti ha fat-» lei lo fermò
«Nessuno» aveva già capito dove voleva arrivare Harry, ma lei non voleva spiegargli la sua vita, troppo complicata.
«Non puoi esserteli fatta da sola!» urlò ad un punto lui, non sopportava il pensiero che qualcuno avesse toccato quella creatura così…così ‘Perfetta’
Lei non ripose, proprio per non essere sgarbata con quel ragazzo che la stava aiutando.
«Hai altre ferite?» chiese ancora lui facendo finta che la frase di prima non l’avesse mai detta.
La ragazza disse di no, voleva togliere il disturbo, ma sapeva perfettamente che c’erano altre ferite.
«Ho capito» disse lui. Si avvicinò a lei facendo combaciare il suo petto con la schiena nuda di Charlotte. Harry abbassò le mani arrivando alla cerniera dei pantaloni di pelle della ragazza.
La sbottonò e abbassò i pantaloni fino a metà coscia, aveva già visto altro sangue.
«Non mentire con me, gattina» disse lui con fare provocante all’orecchio di Charlotte.
Ora era lui ad avere in mano la situazione, l’avrebbe curata senza sentirsi più sottomesso dalla voce di lei.
 

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Capitolo 4
*** Fireworks cap.4 ***


Lui continuo a togliere i pantaloni a lei. Arrivato alle caviglie tolse delicatamente le scarpe rosse. ‘Non deve fare il minimo sforzo’ pensò il ragazzo mentre toglieva quelle scarpe, mostrando quei piedi perfetti. ‘La ragazza più bella che abbia mai visto’ ancora un altro pensiero di Harry su Charlotte.
Tolse i pantaloni e fece appoggiare i piedi delicati di lei sul tappeto.
Charlotte si girò verso di lui che si stava alzando da terra.
I loro occhi si incontrarono e finirono con il fissarsi per qualche minuto, poi vennero interrotti dal cellulare di lei.
«Ma allora sei fidanzata?» disse in modo malizioso Harry prendendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni di pelle.
«Ti prego non rispondere» Charlotte sapeva perfettamente che quello era suo padre che la cercava, ma gli avrebbe detto che non aveva ricevuto nessuno chiamata.
«Pron-…» La voce di Harry venne fermata dalle urla del mostro.
«Puttanella dove cazzo ti trovi!» questa volta era arrabbiato, quando sarebbe tornata a casa avrebbe sofferto più del solito
«Mi dispiace ma avete sbagliato numero, qui non c’è nessuna puttanella» rispode per poi attaccare Harry.
 
«Chi era?» chiesa ad un tratto lui, mentre curava le gambe di Charlotte.
«Nessuno, un cliente» rispose semplicemente lei, non poteva dire che quello era suo padre, cosa avrebbe pensato Harry?
‘Non dirgli niente, lui non può capire’ si ripeteva Charlotte nella sua mente.

«Adesso, ti fai un bel bagno caldo e vieni a dormire» ordinò Harry con tono serio.
«No, non voglio procurare altro disturbo» lei, non voleva essere l’ospite indesiderato.
Lui l’aveva aiutata tanto e non se la sentiva di sfruttare la gentilezza di quel ragazzo.
«Devo usare le maniere forti?» disse il tono scherzoso il riccio
«Non saresti il primo» disse lei con un filo di voce e abbassando lo sguardo.
«Ehi…» lui prese il mento della ragazza con la mano e la fece guardare verso di lui
Stava per accarezzarle i capelli e lei sussulto, questo fece scatenare nel ragazzo una voglia matta di proteggerla Sapeva benissimo che quel dolore non se lo era procurata da se, neanche una persona malata si farebbe tutte quelle ferite.
«…ne vuoi parlare?» disse con tono compiaciuto lui, stava capendo che in quella vita nulla doveva andare per il verso giusto e voleva che almeno per una volta sorridesse.
«N-no» non voleva aprirsi con nessuno, non si fidava di nessuno, tutto quello che pensava restava chiuso nella sua mente.
«Vieni qui» l’abbracciò, non aveva mai ricevuto così tanti abbracci in un solo giorno.
Appoggiò la testa sul suo petto sentendosi protetta.
La prese per le gambe e le fece stringere al suo bacino, lei stingeva il suo collo con le braccia, lui la adagiò delicatamente nella vasca piena d’acqua che aveva preparato prima.
Lei si tolse la biancheria bagnata e la diede ad Harry che con un po’ di imbarazzo la prese e la mise a lavare. L’avrebbe curata e coccolata come una bambina, aveva deciso, nulla gli avrebbe fatto cambiare idea, nemmeno la sua ragazza, o meglio la sua ex ragazza.
 
 
Finito il bagno, lei chiamò Harry che era andato in un’altra stanza per lasciarle la privacy.
«Mi serve un asciugamano» esclamò la ‘bambina’ appena Harry entrò nella porta.
Lui prese il suo accappatoio siccome non vedeva l’oggetto richiesto dalla ragazza.
Si avvicinò alla vasca e lei si alzò in piedi dandogli le spalle. Lui le mise l’accappatoio su quelle spalle nude e delicate che gli facevano venire la voglia di accarezzarla tutta. 

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Capitolo 5
*** Fireworks cap.5 ***


Sarebbe rimasto a guardare i suoi lineamenti perfetti per sempre. Charlotte si stinse nell’accappatoio per il freddo, o forse il tocco delicato e lento di lui l’aveva fatta rabbrividire, ma questo un poteva essere, lei non si sentiva così con nessuno.
 
Si girò per guardare negli occhi il ragazzo
«Adesso che metto?» Chiese la ragazza, quasi come una bambina.
«Giusto…chiamo mia sorella» ‘Ha una sorella, chissà se si assomigliano’ questa era la prima cosa a cui pensava Charlotte quando vedeva fratelli e sorelle, forse si faceva questa domanda perché aveva una sorella lei, poi è morta…
 
Harry uscì dal bagno, prendendo il cellulare dalla tasca per poi chiamare sua sorella, e chiederle di portargli della biancheria, un pigiama e dei vestiti puliti.
All’inizio la sorella era curiosa di sapere cosa ci dovesse fare con quei vestiti, ma lui le rispose che era per una questione urgente e allora la giovane sorella era corsa per andarglieli a portata nonostante l’ora.
 
Charlotte si era seduta a bordo della vasca e stava guardando scorrere quel sangue per lo scarico, si sentiva ancora sporcata da quelle mani appiccicose di quel mostro, ma doveva sopportare quella sensazione ogni volta che andava a letto con qualcuno, negli anni non c’aveva ancora preso l’abitudine.
 ‘La vita doveva essere proprio così ingiusta con me?’ pensava Charlotte fissando il vuoto.
‘Ho sempre studiato, aiutavo la mamma nelle faccende di casa, lavoravo in biblioteca e ora...tutto finito, quella felicità è diventata tristezza'

In quel momento dalla porta entrò Harry con una busta in mano.
A quella visuale charlotte saltò un aria, si era spaventata nel vederlo all’improvviso entrare.
«Qui c’è della biancheria, un pigiama e dei vestiti per domani, andiamo a conoscere delle persone» affermò Harry porgendo la busta alla ragazza che la prese con due mani per non farla cadere.
 
Dopo essersi messa la biancheria, Charlotte si guardò allo specchio guardando quei lividi accanto al collo. Le facevano più male di quanto pensasse, era stata picchiata diverse volte, da diversi uomini, ma mai così violentemente, mai così…
Mise il pigiama che le aveva dato Harry e uscì dal bagno.Si trovò Harry sul letto solo con un paio di boxer addosso.
«Se non ti dispiace, io dormo così» come poteva dire certe cose, lei era bbituata a dormire con gli uomini nudi
«Non mi fa nessuno effetto, non ti preoccupare» disse Charlotte mettendosi accanto al riccio.
Il riccio si mise anche lui sotto le coperte e si avvicinò a lei abbracciandola.
Lei si stingeva a lui come se non volesse lasciarlo andare.
Si girò verso il suo petto nudo e annusò il profumo che emanava la sua pelle.
Poi chiusero entrambi gli occhi.
 
Il mattino seguente lui si era svegliato preso per preparare la colazione e lei aveva passato la mattinata a dormire, stava facendo un sogno bellissimo dove c’erano la mamma e sua sorella, ma era solo un sogno…
 
Lui fu costretto  svegliarla da quel sogno tanto bello quanto doloroso.
«Piccola, svegliati, dobbiamo andare» dopo vari tentativi di svegliarla lei aprì gli occhi
«Tu, devi lasciarmi dormire, è una vita che non chiudo occhio» urlò lei puntandogli il dito contro, ma tanto si era già svegliata nulla le avrebbe fatto riprendere il sonno.
«Dai vieni a fare colazione» disse il riccio lasciandole un bacio sulla fronte.
 
Dopo essersi stiracchiata per bene, decise che era meglio fare colazione, un buona tazza di caffè ci voleva, era da una vita che la mattina non mangiava.Scese le scale cercando di trovare la cucina e la trovò grazie al profumo di pancakes
«Dammene subito un piatto, io non resisto più» e lei si avvicinò pericolosamente verso il piatto, non rendendosi conto che attorno a lei c’erano cinque ragazzi che la guardavano.
Si stava per uccidere con quel pancakes non appena vide gli sguardi di quei ragazzi.
Lo sputò e andò dritto in faccia ad un biondino che stava mettendo in bocca un pezzo di frittella.
Lei si mise la mano davanti alla bocca per la figura che aveva fatto
«Dovevamo andare noi da loro, ma hanno insistito» disse Harry guardando la faccia di Charlotte.
 
Ad dir poco sconvolta per la figura che aveva fatto si scusò con il biondino.
«Non volevo, non ho resistito al richiamo dei  pancakes e…»
«Ho capito non ti preoccupare, comunque, io mi chiamo Niall» lui le pose la mano e la stinse
«Charlotte, ma mi puoi chiamare Char» ma perché lo aveva detto? L’abbreviazione del suo nome non l’aveva detta mai a nessuno, sono sua madre la chiamava così, poi per gli altri era Charlotte…
 
 
 
 
Ciaooooooooo…
Io sono la scrittrice di questa storia e vi ringrazio per i commenti ai capitoli.
Non sono bravissima, ma nel mio piccolo c’è tanto.
Proverò ad allungare i capitoli per richiesta di alcune ragazze.
Vi troverò un nomignolo, promesso. Che più, oggi ho comprato dei sandali, due pantaloni e…ok, la smetto di annoiarvi con la mai inutile vita…non so come mettere i link dei vestiti, mi insegnate?
Ciaoooo bamboline ♥♥♥

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Capitolo 6
*** Fireworks cap.6 ***


«Bene, Charlotte, adesso siediti e mangia» disse Harry pronunciando ad alta voce il nome della ragazza con un sorriso sulle labbra. Finalmente sapeva il suo nome e non aveva dovuto fare la minima fatica per saperlo. Lei si accorse dello sbaglio che aveva appena fatto e si mise ancora la mano sulla bocca.
«No,adesso devo andare» si girò per andarsene e correre per le scale fino ad arrivare alla camera di Harry.
Si chiuse la porta alle spalle e sentì la maniglia abbassarsi, era sicuramente Harry.
«Adesso mi devo cambiare» urlò la ragazza con un tono agitato. Ma la porta si aprì ugualmente.
«Se sei nuda non guardo niente» entrò un ragazzo con una mano sugli occhi. Ne era sicura, quello non poteva essere Harry, a meno che la vista non le stesse facendo un brutto scherzo.
Le dita del ragazzo si staccarono l’una dall’altra facendo vedere finalmente i suoi occhi.
«Ma allora non sei nuda» affermò il ragazzo per poi togliere definitivamente la mano davanti agli occhi e allungarla verso Charlotte.
«Louis» disse mostrando un sorriso fantastico.
Lei l’afferrò quasi tramando, come se non si fidasse. In quella stretta c’era qualcosa di famigliare, ma cosa poteva essere.
 
Il suo nome non osò pronunciarlo un’altra volta, per paura di commettere lo stesso sbaglio.
«Non vuoi restare? Così socializziamo un po’» a queste parole si sentì quasi sottopressione
«Io, non ho bisogno di socializzare con nessuno» disse con tono freddo lei, era vero, non voleva socializzare con nessuno.
Lui ne fu quasi spaventato, ma questo non gli fece passare la voglia di scoprire chi fosse quella ragazza tanto misteriosa quanto bella, ed era tanto bella.«Bhe, allora -non sapeva più cosa dire- io, ti aspetto giù, così ti accompagno a casa» anche questo era un invito azzardato nei confronti di Char.
Lui uscì dalla stanza e lei chiuse per bene la porta per potersi cambiare. Nella busta che le aveva dato ieri Harry c’erano dei vestiti, le andavano a pennello. 

Adesso non doveva far altro che scendere le scale cercando di non fare rumore, e sperando che nessuno la vedesse.
 
‘Charlotte, piano, non puoi farti vedere’  si ordinò a se stessa, era diventata una missione anche non farsi vedere.
Era il momento di scendere le scale, prese un bel respiro profondo e ecco il primo gradino, poi il secondo e così via fino al sedicesimo.
E fu proprio su quel gradino che vide Louis accanto alla porta che l’aspettava con un mazzo di chiavi in mano.
Si tirò indietro e provò a risalire le scale, ma sfortunatamente scivolò su qui tacchi e cadde.
‘Adesso mi rompo l’osso del collo’ pensò nella sua mente, ma non fu così.
 
I suoi occhi che erano chiusi dopo essere stati aperti videro due braccia muscolose circondarle la vita. Si alzò per trovarsi faccia a faccia con il tipo che l’aveva salvata.
«Tu…» disse con un tono sorpreso e con un filo di voce quando vide Louis.
Perché l’aveva fatto, poteva perfettamente lasciarla cadere. Un gesto così non l’aveva ricevuto da nessuno. Ne era tanto sorpresa.  
«Ti sei fatta male?» chiese lui in una smorfia di dolore.
Che cosa gli interessava se stava bene, era lui a essersi fatto male, insomma, l’aveva salvata da una terribile caduta e gli sarebbero venuti dolori per tutto il corpo.
Lei era magra ma non leggere. Come al solito alle domande di lui non rispose.
Si rese conto solo in quell'istante che lui le circondava il bacino con le mani.
Si alzò immediatamente da quella posizione e vide quel biondino di prima avvicinarsi.
«Louis, ma cosa hai combinato?» disse porgendo la mano al suo amico e aiutandolo ad alzarsi.
 
Tutti ragazzi presenti in quella casa andarono a vedere che cosa aveva Louis.
‘Vogliamo chiamare l’ambulanza?’ pensò ironica Char, tutte quelle scenate perché uno era caduto? Era incredibile…quando lei si fa male quando è a letto con quel mostro di suo padre nessuno se ne frega.

Cercando di non farsi vedere Charlotte si dirige verso la porta sul retro.
‘Cazzo, non si apre’ nella mente di Char l’unico pensiero era poter uscire da quella casa.
«Per caso cercavi queste?» lei si gira e vede Harry che ha le chiavi in mano e le fa girare attorno al dito.
Con passo svelto si dirige verso di lui e prova a prendere le chiavi, ma senza alcun risultato.
 
Era li, seduta sul divano, con la testa bassa seguendo quel discorso noioso che le stava facendo Harry.
Ma quando è troppo è troppo, lei si alza e infastidita da quelle parole urla
«Vuoi farmi la predica per tutto il giorno? Io ho dei soldi da guadagnare!» Harry scioccato dalle sue parole si avvicina a lei e le prende il polso.
«Resta…» le sussurra all’orecchio quasi implorando, ma lei proprio è cocciuta.
Prende le chiavi che ha lascito Harry sul tavolino e va verso la porta sul retro.

Apre la porta e prende dalla borsa il pacchetto di sigarette e l’accendino.
Era nervosa, l’avrebbe finito tutto, di sicuro.
Si trova subito per strada a camminare, le chiavi le aveva lasciate nella serratura della porta.
 
Si diresse ad un parco. C’era l’erba bagnata e i bambini che saltavano nelle pozze d’acqua.
Da piccola le sarebbe piaciuto poter essere spensierata, ma la sua vita la vissuta in un ospedale, i genitori malati.
Era così che aveva imparato ad essere forte, con tante delusioni poi si ci abitua.
Si era seduta su un panchina e pensava a come aveva conosciuto quel ragazzo.
 
«Buon giorno signorina» i suoi pensieri erano stati interrotti dalla voce di un ragazzo.
Come al solito non aveva risposto, odiava parlare quando era immersa nei suoi pensieri.
«Zayn» disse porgendole la mano. Lei l’afferrò e la stinse debolmente, quasi scocciata.  «Potrei sapere il vostro nome, signorina?» chiese Zayn. Lei non rispose, e poi cosa lo spingeva a darle del voi? Ne era irritata.
Lei si girò avanti non dandogli ascolto e prese dalla borsa un’altra sigaretta che accese e si avvicinò alla bocca. Mentre faceva questo lui fece un’affermazione «Siete un tipo di poche parole signorina» l’aveva innervosita, ma non disse niente.
«Vi piace ballare? No, perché adesso arrivano gli animatori per i bambini e sapete, mettono anche qualche nostra canzone» Zayn parlava a vuoto, come se accanto a lui non ci fosse nessuno. Ma almeno parlava.
’Che significa, con qualche nostra canzone?’ si chiedeva Charlotte, ma non chiese niente a quel ragazzo, lei era quella che non parlava.
 
Lui continuava a parlarle, mentre quegli animatori facevano ballare i bambini.
«Oh, amo questa canzone…vi va se balliamo?» chiese lui, ma come sempre lei non rispose.Lui si alzò in piedi e la prese per mano.
«Ma che fai?» chiese lei alzandosi per la troppa forza del ragazzo.
«Voglio ballare con voi, signorina» le mise la mano sul fianco e cominciò a fare piccoli salti.
Lei lo seguiva imbarazzata. La fece volteggiare un paio di volte e poi casche.
«It make your lips so kissable, and your kiss unmissable, your fingertips so touchable…» e si guardarono negli occhi. Erano a due centimetri di distanza quando…






Ciaooooooooooo…
Ho fatto il capitolo un pochino più lungo, se devo continuare, recensite.
Bene, non sapendo cosa scrivere vi dico che ho fatto oggi: ho fatto colazione, sono andata a scuola, non sono stata interrogata perché la prof non c’era (il che, è una grande botta di culo, perché non avevo studiato) poi sono tornata a casa e ho scritto il capitolo, e ora vado a deprimermi con i miei compiti…
P.S. scusate la noia della mia vita
Ciaoooooo tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 7
*** Fireworks cap.7 ***


...quando, dei flash si fecero sussultare. «Corri!» urlò Zayn lasciandola da quella presa.
Lei non se lo fece ripetere due volte. Stava correndo verso il cancello d’uscita del parco inseguita da delle persone con in mano una macchina fotografica.
 
Correva sul marciapiede della strada, quando venne tirata per il braccio in una stradina stretta.Stava per urlare, ma una mano le tappò la bocca.
«Aspetta…» sussurrò quella voce calda.
Dal vicolo si intravidero quelle persone correre in cerca di Charlotte forse.
«Ok, adesso puoi uccidermi» disse il ragazzo, sapeva già che Charlotte lo avrebbe mangiato vivo per averla fatta correre con i tacchi.
«Tu, razza di demente depravato, come hai potuto, io vengo tranquilla al parco per distrarmi dalla mia inutile vita e tu, mi fai correre?! Dimmi, ma che problema hai?!» ecco, si era sfogata.
Lui scoppiò a ridere, così tanto da fargli stingere la presa che aveva contro il corpo di Char.
«Stupido, ma che ti ridi?» chiese Charlotte scioccata da quella risata cos bella.
Il quel momento lui smise di ridere e fece la faccia da serio.
Le diede un bacio sul naso per poi lasciarla li, dicendo «Ci vediamo questa sera»
‘Ma dico, so che tutto accade per un motivo, ma qualche volta vorrei sapere qual è questo motivo’
Il pensiero della ragazza era solo questo, sapere perché proprio a lei dovevano succedere queste cose, così…così…così ‘strane’.
Dopo essersi fatta mille pensieri sull’accaduto, decise che forse era meglio tornare a casa, sperando che ‘lui’ fosse già andato a lavoro.  
 
‘Carca di fare piano, potrebbe essere ancora in casa’ si ordinò lei, doveva fare il minor rumore possibile, oppure sarebbe finita ancora nella ‘stanza delle torture’.
 
Con piccoli passi si diresse nella sua camera, voleva togliersi quei vestiti e andare in biblioteca a rifugiarsi. Avrebbe letto un buon libro, fumato una sigaretta e bevuto una tazza di cioccolata calda.
Faceva sempre così per rilassarsi in inverno, poi in estate, bhe…in estate aspettava l’inverno.
Mise i suoi vestiti e mise quelli che le aveva dato il ragazzo la sera prima in una busta, sarebbe andata in lavanderia a farli lavare per bene, per poi lasciarglieli davnti casa.Mise i suoi vestiti: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=83862110&.locale=it

Passò prima in lavanderia per lasciare i vestiti e poi si diresse in biblioteca.
Entrata, andò subito da Kevin, il figlio del proprietario della biblioteca, lui aveva una cotta per lei, ma non era riuscito mai a dirle niente.
«Ciao, ciao, ciaoooo!» urlarono insieme non appena i loro sguardi si incrociarono.
Corsero l’una contro l’altro per potersi abbracciare. Lui le diede un sonoro bacio sulla guancia e lei all’angolo della bocca, facendolo diventare rosso per la troppa vicinanza con le sua labbra.
«Nervosa?» chiese lui, la conosceva meglio di chiunque altro, capiva solo da uno sguardo i sentimenti della ragazza.
«Un pochino –abbassò la testa- …ma…-gli fece un sorriso alzando lo sguardo- adesso ci sei tu e mi è passato tutto» disse lei, prendendolo per i braccio e portandolo accanto al minibar che si trovava accanto a loro. Il padre di Kevin, Eric, era bravissimo a preparare le cioccolate calde. Aveva messo quel minibar proprio per poter preparare la cioccolata a tutti quelli che avevano voglia di rilassarsi. 

«Ciao Char…finalmente sei venuta a trovarci, mio figlio non faceva altro che parlare di te» disse Eric ammiccando al figlio che era diventato rosso come un pomodoro.
Charlotte prese per mano il suo migliore amico, definiamolo così, e disse «Anche tu mi sei mancato tanto» gli scoccò un bacio rumoroso sulla guancia facendolo diventare ancora più rosso.
 
«Ecco le vostre cioccolate!» annunciò il padre del ragazzo mettendo due tazze sul bancone.
Charlotte amava poter sprofondare il viso in quei ciuffi di panna,che Eric metteva sempre, facendoli traboccare dalla tazza.
«Sei tutta sporca!» disse Kevi trattenendo una risata.
«Dove?» disse lei leccandosi il labbro superiore, togliendo i baffi di panna che aveva in viso.
«Aspetta…» lui prese il fazzoletto e le pulì la faccia.
Si guardarono negli occhi per chissà quanto tempo e a loro piaceva quella sensazione, ma furono interrotti da un colpo di tosse.
Charlotte si girò e vide che accanto a lei si era seduto un ragazzo con il cappello della felpa in testa.
Il colpo di tosse si sentì di nuovo, e questa volta fece girare anche Eric.
«Vuoi un bicchiere d’acqua?» domandò Eric.
«No, grazie» fece un mezzo sorriso, togliendosi poi il cappello da sopra la testa.
Charlotte era rimasta a guardarlo per tanto tempo solo successivamente si accorse di esseri incantata davanti a quel viso.
«Kevin, va fuori, devo fumare» ordinò la ragazza al suo amico.
Lei prese dalla borsa il pacchetto di sigarette e ne accese una.
«Ti fa male» desse l’amico togliendo la sigaretta dalle labbra di lei.
«Tuo padre mi ha detto che in questa libreria tutto è permesso per me…» si giustificò lei chiudendo gli occhi a mo di sfida.
«Si, ma questa è una cosa che ti fa male e noi non vogliamo che tu ti faccia male» fece la faccia da cucciolo bastonato.
Lei lo lasciò perdere, la vita era la sua, le regole erano le sue.
 
«Signorina, dovrebbe ascoltare il suo ragazzo» era il ragazzo con la felpa grigia accanto a lei che parlava.
«Prima cosa, odio quando le persone mi danno del lei o del voi, seconda cosa, io e lui non siamo fidanzati e terza e ultima cosa, ma non meno importante, io fumo quando mi pare e piace» sbraitò contro quel ragazzo.
E fu così che le venne in mente di tirargli uno schiaffo per essersi intromesso in un discorso altrui.Il ragazzo dalla maglia grigia, vedendosi arrivare in faccia la mano della ragazza, la ferma per il polso.
«Volevo solo essere gentile e poi, voi due sareste una bella coppia» disse alzandosi per poi andarsene.
«Ciao Charlotte, ci vediamo questa sera!» disse lui camminando per la sua strada.
‘Giuro che se qualcuno mi dice un’altra volta ci vediamo questa sera, lo uccido’ il pensiero della ragazza parlava chiaro, avrebbe commesso un omicidio se solo qualcuno avesse provato a dire quella frase.«Charlotte? Che voleva dire con ‘ci vediamo questa s…» non lo fece finire che lo fulminò con lo sguardo.
Lui scoppiò a ridere, era da tanto che non faceva quella faccia buffa.
Lei lo seguì, cercando di stare attenta a non cadere dallo sgabello.
 
Era andata li per leggere un libro, ma non lo aveva fatto. Aveva passato tutta la mattinata e ridere e a scherzare con il suo migliore amico.
 
«Char…vuoi pranzare qui?» chiese il padre di Kevin
«Oh…non so, non vorrei procurare disturbo» disse lei
«Ma quale disturbo, tu, non disturbi mai» affermò Kevin mettendole un braccio sulle spalle e stringendola e lui.
 
Arrivò ora di pranzo e lei decise che sarebbe restata,  a patto che, la madre di Kevin con cominciasse a dire che lei era solo una puttana e che non meritava di stare con suo figlio.Quella donna sapeva bene la situazione di Char, ma nonostante ciò continuava a dire che lei era una poco di buono e che non sarebbe stata mai nessuno nella vita, solo una misera puttana.
L’ultima volta, quando aveva pranzato con quella famiglia, era finita che la madre di Kevin l’aveva presa a schiaffi e così aveva un atteggiamento distaccato nei confronti di lui, ma poi Eric, aveva chiesto scusa da parte di sua moglie i due amici erano diventati più uniti di prima.
 
Stavano per sedersi a tavola e Giorgia, la madre di Kevin, di origini italiane, stava per servire la lasagna.
Proprio mentre stava mettendo la lasagna nel piatto della giovane ragazza, ‘per sbaglio’ la fece cadere addosso a lei.
«Brutta puttana, io in casa mia non ti voglio» urlò Giorgia, facendo alzare Char dalla sua sedia dal bruciore sulle cosce.
«Figlio mio, tu puoi avere di meglio, cosa te ne devi fare di una troia come questa» ecco che le lacrime cominciavano a scendere.
Si sentiva rifiutata, odiata da tutto e da tutti. Come poteva anche l’ultima persona cacciarla via.
Lei si girò per andarsene e correre via. 

Mentre correva per strada, cominciò e piovere.
‘Ci mancava solo questa oggi’ pensò lei.
Ma non le fregava molto della pioggia, sarebbe arrivata a casa e avrebbe messo dei vestiti asciutti.
 
Correva ancora, sentiva che qualcuno la chiamava, e quel qualcuno era proprio Kevin. Non voleva parlare con lui dopo tutto quello che era successo, non si sarebbero visti più, proprio come aveva detto la madre del ragazzo.
 
Correva, correva, correva, fino a quando non andò a scontrarsi contro qualcosa, o meglio qualcuno. Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti il ragazzo che voleva prendere a schiaffi prima.
«Cosa succede, perché piangi?» chiese lui. Ancora altre domande? lei si rifiutò di rispondere.
Sentì il suo nome pronunciato ancora una volta. Lei si nascose dietro quel ragazzo per non farsi vedere, ma fu inutile.
«Dai, charlotte, non ti sarai mica arrabiata? sai che mia madre scherza» si certo scherza, l'aveva chiamata puttana, come poteva scherzare.
«Non capisci che non ti vuole parlare, non pensi che tu l'abbia fatta sofrire troppo!» intervenne in ragazzo dalla felfa grigia.

Kevin se ne andò stingendo i pugni.
«Piccola, non è successo niente, quello stronzo se ne è andato» si girò verso di lei e l'abbracciò.
Poi si tolse la felpa e la mise sulle spalle di lei siccome pioveva.
«Dai, andaimo, ti porto a casa» ecco, adesso voleva portarla a casa. Ma cosa diavolo hanno queste pernone che non va? a quell'ora tornava suo padre.

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Capitolo 8
*** Fireworks cap.8 ***


«Portami a casa» aveva un gran coraggio a dire quelle parole, sapeva benissimo che con quella frase si sarebbe rovinata la vita per sempre.Il tono della ragazza era freddo, distaccato e misterioso.
Il ragazzo sarebbe rimasto ad ascoltarla per ore, la sua voce era così bella, quasi come una sirena.
Era sicuro che quando cantava faceva tremare il mondo.
 
Lui la prese per mano e camminarono insieme per arrivare a casa di lei. Passavano per la lavanderia e lei decise che avrebbe preso i vestiti che aveva lasciato.
Charlotte cominciò a correre per arrivare dall’altro lato della strada, dove c’era la lavanderia.
«Dove corri?» le urlò il ragazzo seguendola.
 
Fu in quel momento che il clacson fece tramare il cuore della ragazza. Lei chiuse gli occhi per un istante e solo quando li riaprì si rese conto che si trovava tra le braccia di quel ragazzo.
«Dico ma sei stupida o cosa? Potevi farti investire!» a quelle parole si rese conto della sciocchezza che aveva appena fatto, ma infondo, lei voleva che quella macchina la colpisse.
«Se fossi morta sarebbe stato un bene» si lasciò sfuggire lei.
Lui la guardò meravigliato da quelle parole, ma infondo anche lui sapeva cosa voleva dire ‘voler morire’, lui anche aveva sofferto in passato, e quel dolore si rimarginava ogni volta che vedeva quelle persone. Infondo lui doveva essere fiero, tutte quelle persone che non credevano in lui hanno ricevuto uno schiaffo morale e aveva ricevuto molte proposte da parte di quelle che una volta lo prendevano in giro per il suo aspetto, che poi non c’era nulla da prendere in giro, lui è sempre stato un bellissimo ragazzo. Come tutti sappiamo l’invidia e una brutta cosa.Si guardarono negli occhi cercando di capire ognuno la vita dell’altro, ma l’unica cosa che capirono che in loro c’era stata e c’era una vita difficile.
Lui si alzò dal corpo fragile della ragazza e le tese una mano per aiutarla a rialzarsi da terra. Non si degnarono nemmeno di uno sguardo, lei entrò silenziosa in quella porta e lui la seguì silenziosamente.
 
Prese i vestiti che le aveva dato Harry e poi si diressero insieme verso casa.
Erano li, vicino alla porta e lei voleva entrare in casa facendo in minimo rumore e sperando che suo padre non fosse rientrato. Ma quella era solo una speranza.
«Charlotte! Vieni qui, dobbiamo giocare» la voce del padre la fece rabbrividire, aveva paura, ma sapeva che quella paura non sarebbe servita e niente.
Poteva trovare una scusa per non andare a letto con lui, ma sarebbe stato inutile. Non ci aveva mai provato però. Quella poteva essere al volta buona per provarci.
‘Ma chi voglio prendere in giro, anche oggi dovrò sopportare le sue mani su di me’ si ripeteva la ragazza prima di entrare in casa.
«Ti prego va via» sussurrò al ragazzo che le aveva salvato la vita per poi chiudere la porta e andare da sua padre.
 
Il ragazzo non capiva il perché di quella frase, avrebbe voluto saperlo però.
Ma se quella ragazza gli aveva detto di andare via, doveva accontentarla. Anche lui voleva stare solo con i suoi problemi quando ne aveva. Decise di andare via, lei non voleva che lui entrasse nella sua vita e lui non voleva piombare nella vita di quella ragazza.
 
Era a letto con il mostro che la teneva stretta a lui con il braccio circondato attorno alla vita di lei.
Avevano fatto sesso e lei si sentiva sporca, ancora quella sensazione di peccato. Ancora quei brutti ricordi, ancora la sua patetica vita.
Finalmente si era addormentato e lei cercando di non svegliarlo tolse il braccio pesante da lei e si rimise la biancheria.Prese i suoi vestiti sul pavimento e scese le scale in punta di piedi.
Andò in camera sua e prese dall’armadio i vestiti da lavoro.
Si fece una bella doccia per togliere quella brutta sensazione dal suo corpo. Mise i vestiti, decise che sarebbe stata una bella camicetta nera con un pantalone fiorato. Faceva freddo, non voleva mica ammalarsi. Doveva essere sempre in buona salute, rischiava di restare tutti i giorni a casa. Già rischiare, perché quello per lei era un rischio.
Si era fatta ora di andare, aprì la porta di casa e uscì. Prese dalla borsa una sigaretta e per tutto il tragitto pensò al perché lei  doveva fare quella vita. Era costretta a fare quel lavoro.
Suo padre l’aveva costretta perché lui non guadagnava molto, eppure erano ricchi. Lui affogava lo stres nell’alcol e lei era costretta e fare quella vita per paura di essere picchiata. Ma tanto quello la picchiava ogni giorno, non cambiava niente.
 
Arrivata al solito posto si mise li ad aspettare. Non arrivava nessuno fino alle 12:00 e lei aveva il tempo di dare un’ultima sistematina al suo look.
 
‘Ecco una macchina, adesso comincia il mio lavoro’ pensò, non appena vide una macchina nera avvicinarsi e fermarsi. Quindi l’avrebbero fatto li. Di solito quando si fermavano volevano farlo li, in macchina e poi tornare a casa dalla loro famiglia. Lei entrò in macchina e si sedette sui sedili posteriori aspettando che entrasse qualcuno dalla porta.
Qualcuno entrò e di sicuro lo conosceva. Era Zayn!!
«Ti prego, dimmi che vuoi solo sesso» disse lei, quasi supplicando.
«Harry mi ha detto di venirti a prendere, ma non mi aveva detto che facevi questo per guadagnarti da vere» aveva capito già tutto, anche lui adesso sapeva che faceva la prostituta.
Lei prese dalla borsa i vestiti e glieli buttò in faccia.
«Visto che ci sei, portali al tuo amico» disse lei, aprendo la porta.
«Aspetta –la prese per il polso- io e la mia ragazza ci siamo lasciati ed…è un po’ di tempo che non faccio sesso…»Lei lo guardò male e poi lui continuò «Ti pagherò il doppio»
«Ok» disse semplicemente lei, se non portava a casa per il fine settimana una cifra abbastanza alta sarebbe morta. Quella era la minaccia che le aveva fatto il padre quando aveva solo 14 anni ‘Se non lo farai, la tua vita finisce qui’ ricordava perfettamente quelle parole e come le aveva dette, con quella voce amara e graffiante.
 
Lei si distese sul sedile aspettando che lui si mettesse a cavalcioni su di lei e così fece.
Lui si avvicinò al viso di lei premendo le sue labbra contro le sue. A lui piaceva baciare prima di cominciare.
Scese sempre più giù con le sue labbra fino ad arrivare al collo e lasciare una scia di baci. Questi la fecero rabbrividire, era meravigliata da quella dolcezza.
Lei mise le mani nei capelli del ragazzo, accarezzando poi il suo collo. Lui le mordicchiava delicatamente il collo lasciando un succhiotto.
Poi lui si fermò di scatto.
«Non posso fare questo ad Harry» sussurrò e smise di sbottonare la camicia di lei.
«Tu non puoi fare questo  chi?» disse lei dopo aver sentito quello che aveva detto il ragazzo.
Si alzò dal corpo di Charlotte e uscì dalla macchina entrando poi dalla porta anteriore e mettendo in moto la macchina. 
Lei non si era accorta di quello che aveva fatto fino a quando l'auto non cominciò a muoversi.
Per tutto il viaggio lei si era lamentata cercando di convincerlo di lasciarla stare e farla scendere, ma niente, non ci era riuscita.


Ciaooooooooooo...questo non sarà uno dei capitoli migliori però me la cavo.
Da me è finita la scuola, quindi posso continuare quando voglio a scrivere. Sono felice per me, perché mi piace scrivere.
Ciaoooo tigrottine 

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Capitolo 9
*** Fireworks cap.9 ***


Erano arrivati davanti alla casa di Harry, lei l'aveva riconosciuta subito. Si sentiva il cuore battere al solo pensiero di rivedere il ragazzo che l'aveva aiutata, che si era preso cura di lei. Zayn la fece scendere dalla macchina, ma lei si rifiutava di camminare. Si era impuntata a non farsi aiutare.
«Cosa vuoi?» lei aveva capito dove voleva arrivare lui, e lei voleva continuare il giochetto per poi prendersi i suoi soldi.
«Dopo continuiamo» disse lei sicura che lo avrebbe fatto e cominciò a camminare verso la porta.
 
Bussò e subito dopo si ritrovò Niall davanti. Lei fece subito rossa e abbassò lo sguardo.
«Harry, è arrivata» affermò il biondo facendo entrare lei e Zayn.
Lei si diresse in soggiorno, e si sedette sul divano. Li c’erano altre due ragazze, due bionde mezze nude. Si, lei faceva quella vita, ma non andava mica in giro vestita così. Aveva ancora un briciolo di dignità. Louis, si alzò dal suo posto accanto a una delle due bionde e si andò a sedere accanto a Charlotte. Le circondò le spalle con un braccio e le sussurrò in un orecchio un semplice “Ben trovata”.

Poi in quella stanza entrò quel ragazzo dalla maglia grigia. Charlotte era meravigliata.
‘Allora si erano organizzati per rovinarmi la vita?’ pensò Char in quel momento. La mattina che era venuta in quella casa non si era accorta di tutti quei ragazzi.
«Io…io vado» disse la ragazza dai morbidi riccioli rossi alzandosi dal divano il pelle nera.
Si sentiva sottopressione di nuovo in quella casa.
Louis la fermò per il polso e la fece cadere sulle sue gambe, poi le sussurrò all’orecchio
«Ti prego resta,ci divertiremo»  lei si lasciò cadere in quelle braccia muscolose senza rendersene conto. Lui la stingeva a se come se fosse un bambola.
 
Intanto quelle bionde tinte la guardavano di sottecchi facendo commenti a voce bassa, che poi si sentivano perfettamente. Charlotte fece finta di non sentirle, lei era una bellezza naturale, non aveva bisogno di tanti trucchi per essere ancora più carina. Mentre le due biondine erano rifatte, il loro seno era rifatto, il loro culo moscio era rifatto. Avevano chili di trucco sulla faccia e sembravano talpe quando sbattevano gli occhi perché le ciglia si attaccavano tra di loro.

Charlotte era rimasta tra le braccia di Louis per tutto il tempo cercando di essere il meno presente possibile nella conversazione. La sua era una presenza-assenza, non si riusciva a capire se fosse nella stanza oppure no. Era stata una ragazza tranquilla già al primo giorno della sua vita. Da piccola era quel cucciolo magro e timido che se ne stava in disparte, nulla nel suo aspetto annunciava alla stupenda creatura che sarebbe diventata.
 
I ragazzi e le bionde tinte erano rimasti a parlare per una buona oretta fino a quando la conversazione non venne interrotta
«Ho preparato degli stuzzichini» disse una figura che appoggiava sul tavolino al centro una vassoio.
Charlotte si rese conto solo dopo aver messo a fuoco la figura che quella figura era Harry. La ragazza non vedeva benissimo, infatti portava gli occhiali, ma cercava di metterli poco per evitare che qualcuno la prendesse in giro. Anche se nessuno l’avrebbe fatto. Però aveva paura che potesse accadere.
«Grazie cucciolo, non sapevo sapessi anche cucinare» rispose una delle biondine, Catia, da quello che aveva capitolo Char ascoltando quel minimo di conversazione in cui era stata attenta.
Harry sorrise leggermente, si vedeva che era impacciato. Il ricciolino si girò verso di Char e la guardo mostrando il suo sorriso a trentadue denti, un sorriso che fece vedere le sue adorabili fossette. Credete che Charlotte non abbia risposto? Bhe…un mezzo sorriso lo fece, ma che sparì subito non appena si rese conto di essere arrossita«Ragazzi che facciamo?» chiese Niall urlando quando notò che era calato in silenzio
«Potremmo giocare al gioco della bottiglia» propose Catia
«Al nostro gioco della bottiglia» continuò l’altra bionda che risultava avere il nome di Ginny
I ragazzi annuirono eccitati, sapevano benissimo che quelle due erano delle prostitute e che si sarebbero divertiti un mondo.
Il gioco consisteva nel girare la bottiglia e scegliere obbligo o verità e poi si continuava con qualcosa di erotico.
 
Niall andò in cucina per prendere un bottiglia e delle birre, ordinò delle pizze e tornò in salotto.
«Chi ha voglia di ubriacarsi?» domandò urlando appena entrato nella stanza.
Tutti emanarono grida, tutti tranne Charlotte e Harry, che avevano passato la maggior parte del tempo e guardarsi negli occhi.
 
Arrivò il primo giro e puntò Niall.
«Obbligo o verità?» chiese Catia.
«Obbligo» rispose prontamente Niall sperando che avesse fatto sesso con lei, ma non fu così, certo c’entrava sempre qualcosa con il sesso, ma non con lei.
«Vieni qui» lo chiamò a se Catia prendendolo per il braccio. Poi gli sussurrò qualcosa all’orecchio 

Niall dopo aver ascoltato bene quello che gli aveva detto fece una faccia tipo ‘Cosa cazzo vuoi che faccia?’
«No, mi dispiace, non posso» disse Niall staccandosi dalle labbra di Catia.
«Allora non giochi più» commentò Ginny.
«Ok, in fondo non è così divertente» concluse Niall sedendosi sulla poltrona.
 
Catia girò ancora la bottiglia che puntò Harry. Il riccio fece rosso al solo pensiero che avrebbe rischiato di farlo con una prostituta. Lui non voleva usare il corpo di quelle povere donne.
«Obbligo o verità?» chiese la bionda.
«Obbligo» non voleva mai dire verità, gli avrebbero chiesto ad esempio ‘Qual è stata la miglior scopata del tua vita’ e lui non voleva rispondere, non voleva dire il nome di quella ragazza, gli sarebbero tornati in mente troppi ricordi.
«Fammi tua» non era una gran cosa da fare, però non davanti a tutti
«Adesso, cioè qui, davanti a loro?» chiese Harry arrossendo ancora di più, lei gli annuì con fare malizioso.
Harry si avvicinò a lei e si mise a cavalcioni sulle sua gambe, poi si avvicinò lentamente alle labbra di lei e la baciò, chiedendo il permesso per entrare con la lingua che lei gli concesse.
Le mise una mano sotto la gonna e le tocco il fondoschiena flaccido. Lui provò un po’ di disgusto nel toccarlo. Harry continuò fino a baciarle il collo e lasciare qualche succhiotto. Mise la lingua nell’incavo dei seni e poi slacciò il reggiseno, siccome era già nuda.

Con le mani cominciò a palparli e poi si avvicinò ai capezzoli leccando e succhiando allo tesso tempo. Lei provava una sensazione di piacere, così tanto che mandò la testa indietro.
Harry lasciò stare i capezzoli e scese giù. Mise una mano negli slip e stuzzicò l’apertura della ragazza con il dito. Lei diede qualche gridolino quando lui fece questa azione.
Lui si alzò da lei lasciandola a godere come una matta.
 
Charlotte lo guardava fisso mentre la bionda si rimetteva il reggiseno.
Il gioco continuava e Char non era mai stata chiamata per sua fortuna. Ma la ruota non giura sempre per il verso giusto. Quella volta venne chiamata proprio lei.
«Obbligo o verità?» chiese Catia.
«Obbligo» voleva proprio vedere cosa le avrebbe fatto fare quella poco di buono. Catia si era fatta tutti i ragazzi della stanza, tutti nessuno escluso.
«Stuzzica Zayn» bene, adesso avrebbe fatto vedere come era brava. Charlotte si alzò e andò dritta verso Zayn.
 
Mentre camminava si sbottonava la camicetta e poi quando arrivò da lui si mise a cavalcioni mettendo le sue mani dietro il collo del ragazzo. Cominciò con il lasciargli umidi baci sul collo per poi togliere la camicia del ragazzo e leccargli i pettorali. Lasciava succhiotti qua e la e lui si eccitava. Infatti sentiva la sua erezione crescere sempre di più. Poi decise che era arrivato il momento di farlo godere al massimo, così arrivò al bottone dei pantaloni e infilò una mano nei boxer. Lui metteva le sue mani dietro la schiena della ragazza per arrivare al gancetto del reggiseno, ma non c'era mai riuscito, l'unica cosa che poteva fare era poter toccare il tonico fondoscienda della ragazza e godersi il piacere.
Charlotte prese il membro tra e le mani e cominciò a fare su e giù lentamente per poi arrivare a un ritmo velocissimo. Lui era arrivato al punto di urlare il nome si lei e allora Charlotte si alzò e andò a prendere la sua borsa per poi uscire dalla porta.





Ciaoooooo...questo capitolo è un pò pervy, spero che per quelle ragazze esaltare(?) sia bellissimo. 
Ok, non esageriamo, bellissimo è troppo, forse è meglio carino. Continuerò quando riceverò delle recensioni, oppure continuo e basta.
Ciaoooo tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 10
*** Fireworks cap.10 ***


Aprì e chiuse la porta con forza. Adesso non avrebbe avuto i suoi soldi e 'lui' l'avrebbe picchiata. Prese dalla borsa il pacchetto di sigarette e ne accese una. Scese dalla scalinata senza cadere e percorse il vialetto della casa di Harry.
«Aspetta, Char» si sentì urlare alle spalle. Non si voltò, voleva far finta di non aver mai conosciuto quei ragazzi e che quella serata non ci fosse mai stata.
«Dai Char, aspetta» urlò ancora prendendola per il polso.
«Lasciami!» cercò di strattonare la presa di Harry, ma era troppo forte.
Lui l’avvicinò e se facendo toccare i loro corpi. Le mise una mano tra i capelli e le accarezzò dolcemente il viso con l’altra.
«Resta» sussurrò il riccio sulle labbra della ragazza, avevano la stessa altezza, però era anche vero che lei portava dei tacchi altissimi.
 
Si guardarono negli occhi per qualche secondo, il blu di lei si era mescolato al verde di lui formando una miscela perfetta.
«Ho meglio da fare» concluse lei spostando il corpo del ragazzo per poi continuare a fumare la sigaretta che le aveva bruciato il pantalone siccome aveva tenuto la mano lungo il fianco.
La rossa si girò per voltarsi e continuare a camminare. Aveva deciso che lei e quel ragazzo non si sarebbero più rivisti, in quel momento il suo unico pensiero era guadagnare soldi. 

Camminava sul marciapiede e fumava da più di trenta minuti. Non trovava più la strada per tornare al suo posto per via del buio. Lei si guardava intorno cercando di trovare qualcosa che le ricordasse il posto in cui si trovava, ma niente. Stava cominciando a piovere e lei non aveva niente con cui coprirsi, quella camicetta era leggera e a giro manica, non la copriva abbastanza.

Continuò a camminare per qualche minuto, ma niente le diceva che quel posto era famigliare.Sentiva dietro di lei dei passi e delle voci ridacchiare, si trovava in pericolo e ne era pienamente consapevole. Camminava velocemente, ma i tizzi che la seguivano arrivarono al suo passo e le presero per le braccia. 
«Bambola, non si dovrebbe andare in giro la sera» disse il primo a destra. Era un tipo alto e robusto con una cicatrice che attraversava l’occhio e arrivava al labbro.
«Già, i malviventi potrebbero prenderti e portarti via» il secondo a sinistra era basso e grasso, però forte, aveva degli occhiali da sole e un giubbotto nero di pelle.
«Si,dei malviventi come noi» continuò l’altro mettendo la mano sul sedere della ragazza, che a quel gesto sobbalzò in avanti.
«Lasciami porco» si sprecò di dire lei, ma tanto quello non la lasciva.
 
Cominciarono a strattonarla fino a quando si udì una voce.
«Non vi hanno insegnato le buone maniere?» era Harry, Charlotte ne era più che sicura.
«Non vi hanno mai detto che le donne non si sfiorano nemmeno con una rosa?» continuò poi arrivando sotto al lampione acceso facendo vedere il suo viso.
I due tizzi si guardarono in faccia facendo un sorriso complice.
«Ve lo insegno io» Harry si avvicinò e con tutto la forza che aveva sferrò un pugno in faccia la primo uomo facendolo cadere  terra.
 
Il secondo non cercò nemmeno di difendersi, si fece stendere a terra e basta.
Harry prese per mano la ragazza e cominciò a correre. Lei trovava un po’ di difficoltà nel farlo, con quei tacchi rischiava di cadere e farsi male davvero.
 
«Come stai?» chiese Harry quando si fermarono. Lei annuì toccandosi il fianco dolorante. Era d tanto che non correva. Forse da quella mattina. Quei ragazzi le avevano fatto fare più chilometri in quel giorno a piedi di quanti ne avesse fatti i tutta la sua vita con l’auto.
 
Lei abbassò lo sguardo per l’imbarazzo, quella era la seconda volta che lui la salvava dagli uomini.
Le sembrava di dare l’impressione di una ragazzina che non sapeva badare a se stessa. Harry le prese il mento con la mano e fece in modo che si guardassero negli occhi.   

«Sei così indifesa» disse lui avvicinandosi al viso della ragazza.
Tolse la sua mano dal mento della ragazza e la portò sul fianco destro, poi fece la stessa cosa anche con l’altra e diede una leggera pressione per poterla avvicinare al suo corpo facendoli toccare.
 
Il respiro di lui le finiva sulle labbra facendola rabbrividire. Le piaceva quella sensazione, amava il freddo. Pioveva ancora e loro erano fradici, ma quello contava poco.
Si guardavano negli occhi e quella miscela perfetta si era formata di nuovo. Erano come incantati l’uno dall’altra e non potevano fare a meno di fissarsi.
Quella magia venne interrotta da un lampo che li fece sobbalzare in aria. Lei odiava la pioggia, le metteva paura. Forse perché pioveva quando ha perso una delle persone più importanti della sua vita.
 
Harry notò subito la tristezza nello sguardo della ragazza, si era appena ricordata di quella persona e le veniva quasi da piangere, ma si tratteneva.
Lui si tolse la felpa che indossava e la mise sulle spalle di lei. Non emanava molto calore, ma quel po’ che bastava per poter riscaldare il corpo sottile di quella ragazza.
Il riccio le mise il braccio sulle spalle e le sussurrò in un orecchio con voce roca
«Vieni, ho la macchina qui vicino»  

Camminarono fino ad arrivare alla macchina di lui che la fece salire aprendole la portiera. 
Fece ampie falcate per arrivare all'altro lato della macchina e salire per poi mettere in moto e partire verso casa sua.

La ragazza non fece caso a dove la stesse portando il riccio, voleva solo dormire, era stanca. I pensieri si erano tutti fermati, non pensava nemmeno più alla sua vita. Si sentiva rilassata e le piaceva, non sentiva più la paura che le metteva il temporale, le era passato tutto.
 
Arrivati a casa del riccio,lui fermò la macchina e con voce alta affermò
«Siamo arrivati» si girò per guardare la ragazza e notò subito che il visino angelico aveva gli occhi chiusi ed era con la testa appoggiata sulla spalla.
Harry si preoccupò subito di scendere e prenderla a mo di sposa per portarla in casa e posarla lentamente nel suo letto.
 
Era arrivato il momento in cui doveva toglierle i vestiti e metterle una maglia tanto grande da poterla coprire bene.Tolse lentamente la camicia, si sentiva leggermente impacciato nel toccare una creatura così bella.
Sfilò i pantaloni e le mise la maglia blu che le aveva scelto.

L'attenzione del ragazzo venne subito catturata da quei lividi ancora visibili che aveva la ragazza.
Lui strinse i pugni e fece finta di niente, voleva sapere chi era stato a toccarla e staccagli la testa.
Soppresse la rabbia in altri pensieri e poi dopo essersi messo anche lui il pigiama -che era solo un pantalone- si coricò accanto alla dolce Charlotte stingendola a se.






Ciaoooooooooooooooooooooo...vi ringrazio per le recensioni del capitolo recedente, siete dei tesori.
Il capitolo non sarà bellissimo, ma può andare. Alloooora, volevo dirvi, che questa è Charlotte, l'immagine l'ho modificata, spero che per voi sia almeno carina.
Recensite e ciao tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 11
*** Fireworks cap.11 ***


Il mattino seguente Harry si era svegliato di buon umore accanto a Charlotte che dormiva come un angioletto. Con tanta forza di volontà il ragazzo decise che era ora di svegliarsi e fare colazione.
Lentamente si alzò dal letto cercando di non svegliare la rossa. Aprì la porta e dopo aver dato un’ultima occhiata alla bambolina distesa sul suo letto uscì dalla stanza a andò in cucina.
 
«Ho detto che voglio ancora dei cornetti!» urlava Niall mentre Louis rideva vedendolo così arrabbiato per dei cornetti.
«Dai, non fare così» disse Zayn prendendo Niall da dietro per portarlo sullo sgabello e dargli il suo cornetto.
Solo in quel momento i ragazzi si accorsero che era entrato Harry e che silenziosamente aveva messo su di un vassoio una tazza di latte, dei cereali un cornetto e un bicchiere di succo d’arancia.
«Il nostro ragazzo vuole conquistare le rossa» disse Liam toccando con i gomito il braccio di Harry che per poco non fece cadere il vassoio a terra.
Il riccio non rispose nemmeno, salì le scale e andò in camera sua per portare la colazione alla sua dolce Charlotte.
 
Quando entrò nella sua camera trovò la ragazza nella stessa posizione in cui l’aveva lasciata. Con la faccia nel cuscino, senza coperte e con la maglia che le si era alzata e mostrava il fondoschiena coperto da una biancheria rossa in pizzo.

Appoggiò il vassoio sulla scrivania e andò accanto a Char per svegliarla.
Le mise una mano sulla schiena e percorse con le dita le vertebre ben evidenti in modo da poterle memorizzare.
«Piccola, svegliati…» sussurrò all’orecchio della ragazza lasciando poi un bacio sul collo annusando il suo dolce profumo.
Continuò a lasciare baci e ad accarezzarla fino a quando non si svegliò.

Aprì lentamente gli occhi accorgendosi di un peso sul suo collo.
«Giorno cucciola» sussurrò Harry tra i baci che le lasciava. La rossa ne fu spaventata da quel contatto, eppure le piaceva così tanto.
Lei si girò per poterlo guardare in faccia, gli mise una mano dietro al collo e lo guardò dritta negli occhi.
«Ti prego continua» sussurrò lei e subito il riccio capì che voleva altri baci
Era bisognosa di dolcezza, voleva che qualcuno la curasse e qualcuno di cui potersi fidare.
 
Lei affondava le sue mani nei morbidi ricci del ragazzo e con qualcuno ci giocava anche. Lasciava sospiri per il piacere che provava, quei baci la facevano stare bene.
Lui con la mano alzò la maglia a sopra il corpo della ragazza e le tocco la pancia piatta accarezzatola. Le sfilò la maglia e le guardò i graffi e i lividi. La fece stendere e cominciò a dare baci sulla superficie della pancia e soffermandosi sui lividi per non farle male. Lei non faceva altro che assaporarsi tutti quei baci, fino a quando la porta non si aprì.
Harry si fermò si botto e guardò subito chi stava per interrompere quel momento tanto dolce.
 
«Harry volevo sapere come…» Zayn si fermò quando vide la scena
«Volevo sapere come stava Charlotte ma vedo che siete impregnati» disse per poi riafferrare la maniglia della porta e uscire, ma venne interrotto.
«No, entra, io stavo andando» disse Harry alzandosi dal corpo di Char e andando via.
Zayn a quel punto rientrò nella stanza e si sedette accanto alla ragazza.
 
«Volevo solo dirti che ieri sera sei stata una grande» disse il ragazzo accarezzando il braccio di Char. Lei aveva capito che si riferiva al fatto che lo aveva stuzzicato, ma fece finta di niente, voleva vedere dove voleva arrivare.
 Lui si avvicinò lentamente al viso della rossa e le cantò lentamente in un orecchio
«She's not afraid of all the attention she's not afraid of running wild how comes she's so afraid of falling in love she's not afraid of scary movies she likes the way we kiss in the dark but she's so afraid of f-f-falling in love» aveva la pelle d'oca, la voce di quel ragazzo la faceva rabbrividire.

Lui si era disteso sul corpo di lei e con una mano giocava con l’elastico il pizzo degli slip della ragazza. Guardò il corpo perfetto di lei notando quei lividi, Harry gli aveva spiegato come l’aveva trovata, ma non gli aveva spiegato chi le avesse fato quelle ferite.
 
«Adesso, sei mia» si avvicinò alla bocca della ragazza e con le sue labbra premette contro quelle di lei. All’inizio era una bacio lento, ma poi si fece più passionale.
Lui le chiese l’eccesso leccandole il labbro inferiore e lei glielo concesse.
Con le mani lei arrivò all’estremità della maglietta che indossava e gliela tolse. Slacciò la cintura dei pantaloni di lui lasciandolo in boxer.
 
Continuavano a baciarsi, ma poi lui decise che era maglio andare oltre uno stupido bacio. Le mise la mani dietro la schiena e slacciò il reggiseno. Le baciò il collo per arrivare l capezzolo e cominciare a leccare e succhiare facendolo diventare turgido.
Lasciava baci umidi su tutto il corpo della ragazza e arrivò agli slip. Tolse quel pezzo di stoffa inutile con i denti e poi si divertì infilando un dito.
Lei s lasciò scappare un piccolo urlo, ma poi quando cominciò a muovere al suo interno quel dito si sentì benissimo.
 
Ne aggiunse un altro, e un altro ancora facendole stringere i denti. Poi usci e la baciò perché aveva bisogno di toccare le sue labbra, si sentiva bene quando toccava con le sue le labbra di lei.
 
Dopo essersi baciati, si ritrovò lei su di lui e gli baciò il collo lasciando un succhiotto all’altezza della spalla.
Gli leccò i pettorali e scese sempre più giù fino ad arrivare all’erezione del ragazzo che stava per scoppiare dentro i boxer.
Li abbassò con velocità e poi prese la lunghezza con la mano cominciando a massaggiare lentamente per poi trovare un ritmo più veloce. La ragazza decise di iniziare a fare per bene il suo lavoro e così lo prese tutto in bocca e cominciò a pompare. Zayn era talmente eccitato che urlò il nome della ragazza un paio di volte fino a venire.
 
La ragazza si rialzò all’altezza del ragazzo e gli lasciò umidi baci sul collo per fargli capire che doveva ricambiare, e così fece.
 
Ribaltò la situazione trovandosi sul corpo di lei e don un dito stuzzicò la sua apertura facendola ansimare ancora più forte.
Decise poi di entrare e si non farla aspettare più.
Fu una spinta forte e decisa che la fece urlare e godere allo stesso tempo.

Le spinte diventarono sepre più forti e i gemiti sempre di più.
L'ultima spinta le fece davvero male, così male che le urla si sentirono per tutta la casa. 
Lui uscì e si stese accanto a lei facendole appoggiare la testa sul suo petto, in modo farle sentire il suo respiro affannato.





Continuaaaaa....questo capitolo è pervy e non so se vi piacerà, spero di si.
Voglio almeno tre commenti che mi rendano felice oppure non continuo.
No, continuo anche se è uno solo o non ce ne sono propio, perché mi piace davvero scrivere.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥  

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Capitolo 12
*** Fireworks cap.12 ***



 




«Sei una grande piccola» disse lui stingendola con il suo braccio
Lei si limitò a non rispondere, sapeva di essere brava, ma quello era sono in minimo.
Ad un tratto la porta si aprì e i due, ancora nudi,saltarono in aria.
 «Cosa sta succedendo!» urlò Niall spalancando la porta ed entrando con una mazza.
Zayn si preoccupò subito si mettersi sul corpo della rossa e coprirla aiutandosi con il lenzuolo.
«Zayn, te la sei portata a letto!» urlò Louis entrato dopo Niall e Liam.
«Si, adesso andate via» Zayn li zittì.
Ma i ragazzi non se ne andavano, anzi si misero ai lati del letto per poter guardare meglio.
«Com’ è Zayn a letto?» chiese Liam che si sforzava di guardare il corpo di Charlotte coperto da Zayn.
La ragazza non rispose, quelle non erano domande da fare.
«Voi avete fatto sesso nel mio letto?!» urlò ad un tratto Harry entrato dalla porta il quel momento.
Il riccio era scioccato, aveva la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite
«Aspetta che ci vestiamo e poi ti lasciamo la stanza» concluse Zayn facendo segno a Louis di portare Harry fuori. Poi se se andarono tutti.
Charlotte era stata in silenzio per tutta quella scenata e guardava fisso Zayn
«Non ti preoccupare, fanno sempre così» disse lui.
Poi la guardo ancora e non resistette più, assaggiò ancora le labbra di lei.
Lui le morse il labbro inferiore facendole male e infilò la lingua nella bocca di lei.
Si baciavano come se non potessero fare a meno di farlo, fu un bacio lungo.
  
Dopo essersi baciati a lungo si alzarono e si vestirono. Lei mise la maglia di lui che le arrivava fino a metà coscia. Lasciarono il letto disfatto e scesero le scale mano nella mano.
 
Si sedettero sul divano ad ascoltare la conversazione che stava avvenendo tra i ragazzi su quello che avevano visto.
Charlotte si sedette sulle gambe di Zayn che la teneva stretta tra le sue braccia. Lei strofinò la sua guancia su quella del ragazzo, quasi per accarezzarlo. Gli lascio un bacio sullo zigomo e lui uno a lei sulla guancia.
Harry li guardava male, forse di era avvero arrabbiato per il fatto di aver fatto sesso nel suo letto, ma a Zayn poco importava, lui si era divertito e poi le coperte si potevano lavare.
 
Char era rimasta a baciare le guance di Zayn per tutto il tempo fino a mando lui non prese il viso della riccia tra le mani e la baciò, sempre con lingua, come preferiva lui.
Harry a quel punto si alzò dalla poltrona su cui era seduto e andò via prendendo il cappotto e le chiavi dell’auto per uscire. Chiuse la porta con violenza e poi andò in giro per pensare.
 
‘Non puoi!’ si ordinò mentalmente.
‘Non puoi!’ si ordinò ancora. Nella sua testa girava un solo e unico pensiero:Charlotte
‘Come hanno potuto farlo, lui non doveva toccarla’ pensò Harry camminando lungo il marciapiede per arrivare al parco.
Non gli importava se i paparazzi lo seguivano e gli facevano foto, lui non avrebbe risposto a nessuna domanda, se gliene avessero fatto 

Harry stava passando davanti a un negozio, si era soffermato  guardare quella vetrina. C’erano dei vestiti per donna.
‘Questo starebbe bene a Char’ pensò lui guardando il viso della ragazza e immaginando che lei fosse li a volteggiare con quel vestito da sera nero.
Harry abbassò lo sguardo mettendo le mani nel cappotto e poi continuando a camminare.
 
Si era fatto freddo e Harry decise di tornare a casa. Gli era passata la rabbia, e stava cominciando a pensare che forse lui l’aveva pagata per farlo divertire, ed era così lui l’aveva pagata e anche bene.
 
Harry arrivò a casa tardi e senza fare rumore aprì la porta.
«Finalmente sei tornato, ti stavamo aspettando» disse Louis che si era accorto del rientro del riccio.
«Charlotte?» chiese senza fare tanti girti di parole
«Mmh…è andata via, ti ha lasciato questo» disse Louis in fine porgendogli un bigliettino giallo per poi andare in cucina e finire di preparare la cena.
Harry aprì quel foglietto e con sua grande sorpresa ci trovò scritto il numero della ragazza, con un inchiostro viola che profumava di lei.
 
Il riccio andò in cucina con un sorriso stampato in faccia e si sedette accanto agli altri come se non fosse successo niente. Gli dispiaceva solo non aver potuto salutare la sua dolce Charlotte, perché ne era sicuro, non si sarebbero rivisti per tanto tempo… 





Ciaoooooooooooooo...ho continuato, spreo che vi piaccia, ho preso spunto dall'immagine per il capitolo.
Non sono sicura che sia bellissimo, ma comunque ne vado fiera *daunsorsoalsuofrullato*
Per caso qualcuna di voi segue l'accaunt dedicato a Charlotte su twitter? https://twitter.com/poorbutsexyChar
P
er ora è tutto, forse dopo continuo
Ciao tigorottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 13
*** Fireworks cap.13 ***


Charlotte era andata via quella sera e non aveva più visto quei ragazzi da qualche settimana, Harry aveva ragione. Quel giorno la rossa era andata in giro per trovare una buona biblioteca, dove rifugiarsi.
Era andata in un posto molto affollato di gente e aveva scoperto che tutta quella gente era attirata dall’inaugurazione di una nuova biblioteca. Ne era entusiasta, così decise di buttarsi fra la folla e andare a vedere come fosse all’interno.
Le biblioteche di Londra erano molto note per avere all’interno migliaia di libri e questo piaceva molto a Charlotte. Amava leggere con una bella tazza di cioccolata calda e un camino che la riscaldasse. Infatti quella biblioteca aveva un camino bellissimo in marmo, pieno di decori. Era perfetto per potersi riscaldare quando sarebbe andata li, perché aveva già deciso, quello sarebbe stato il suo nuovo rifugio. Per lei era un sogno.
 
La rossa si diresse subito verso uno scaffale per scegliere un libro. Ne aveva trovato subito uno che le interessava:Bianca come il latte, rossa come il sangue.
Lo afferrò con sue mani e andò subito a sedersi per poterlo leggere. La trama le interessava moltissimo, si era persa in quel libro fino a quando un mano sella spalla non la fece svegliare dalla sua lettura.
«Vedo che questo libro ti interessa» disse una voce dolce alle spalle della ragazza.
Quest’ultima si girò per vedere chi fosse, era un signore, sulla cinquantina che le sorrideva.
«Si, credo di essermene innamorata» di lasciò sfuggire la ragazza, da quando pronunciava frasi così lunghe, di solito si limitava a dire si o no, oppure non rispondeva e basta.
«Sembri una brava ragazza…» disse l’uomo ancor sorridente.
Charlotte non rispose, non capiva dove voleva andare a finire quell’uomo
«…una brava ragazza con un passato alle spalle e una vita difficile» continuò l’uomo.
‘Ma come…’ il suo pensiero venne interrotto dalla suoneria del cellulare, segno che le era arrivato un messaggio.


La ragazza frugò nella borsa per prendere il cellulare e leggere il messaggio ma venne interrotta
«Sai, sei cresciuta tanto Charlotte…» era ancora quell’uomo che parlava.
«Cosa sai il mio nome?» chiese la ragazza alzandosi dalla sedia e mettendo le mani sul tavolo abbassando la testa. Quell’uomo la stava irritando e lei stava per arrivare alle maniere forti.
«Conosco tante cose su di te» disse il cinquantenne mettendole le mani sulle spalle.
«Ti ho fatto una domanda, rispondi!» urlò la ragazza togliendo le mani di lui dalle sue spalle.
«All’ora di chiusura ne parliamo davanti ad una tazza di cioccolata» la invitò lui
«Non la voglio la tu cioccolata, voglio sapere come sai il mio nome!» urlò nuovamente la ragazza.
«Che caretteriono, devi avere un po’ più di pazienza e io ti dirò tutto quello che vuoi» finì l’uomo per poi andare a sedersi dietro al bancone. Quello doveva essere il proprietario della biblioteca.
 
 
Charlotte uscì da quella biblioteca senza pensarci due volte. Non voleva parlare con quel tizio ne tanto meno sapere chi fosse. Non si fidava degli uomini, non si fidava di lui.
 
Si ricordò solo dopo essere arrivata a casa che aveva un messaggio da leggere
Prese il suo cellulare dalla borsa e lesse il messaggio
                               «Ciao piccola, ti va se ci vediamo alla nuova biblioteca in cento?»
                                                                                           Harry ♥ 
 ‘Ma si può sapere perché mi fai questo? Io la non ci voglio tornare’
Ma tanto disse ad Harry che per lei andava bene, c’era lui, quell’uomo non le avrebbe fatto niente.
 
La ragazza ripercorse i suoi passi e si ritrovò alla biblioteca.
Appena entrò e l’uomo di prima la vide disse
«Sapevo che saresti tornata»
«Ma vai a quel paese» rispose lei senza nemmeno voltarsi guardarlo.
Intravide Harry seduto su una poltrona accanto al camino acceso e subito gli corse incontro.
«Harry…» urlò lei arrivando l’attenzione del ragazzo.
Quest’ultimo si alzò e quando lei era arrivata vicino a lui le diede due baci sulle guance.
«Come sai piccola?» chiese lui facendola sedere sulle sue gambe.
«Me la cavo» rispose lei, anche se sapeva che non andava per niente bene, sempre quel problema del padre.
 
Passarono un’ora a parlare fino a quando Harry non arrivò al punto
  «Devo proporti una cosa» disse Harry
La ragazza annuì facendo una faccia come per dire ‘Dimmi tutto’
«Devi fingerti la ragazza di Zayn»
«Si,ok…no, aspetta che cosa?!» chiese scioccata lei
Il riccio ridisse la frase precedente scandendo bene le parole
«Ma sei stupido o cosa?» chiese lei
«Il fatto è che è uscito questo giornale dove ci sei tu con Zayn al parco e i paparazzi non fanno altro che chiedere di te…abbiamo provato a…» la rossa non lo fece finire
«No!» disse secca, ma Harry continuò a proporle l’affare, anche se affare non era, lei che ci avrebbe guadagnato.
Se il padre avesse scoperto che era uscita con un ragazzo di successo cosa le avrebbe fatto, l’avrebbe uccisa?
«Pensaci…io devo andare, si è fatto tardi e poi la biblioteca adesso chiude, faresti meglio ad andartene anche tu» concluse il riccio facendo alzare Charlotte dalle sue gambe e salutandola con un bacio all’angolo della bocca.
 
Harry se ne andò e Charlotte rimase sola. Si decise anche lei ad uscire ma venne fermata per un braccio…



 
 
Coninuaaaaaaa…allora che ne pensate? Chi credete che sia l’uomo misterioso?
Recensite e sclerate, mi piace quando lo fate
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥            

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Capitolo 14
*** Fireworks cap.14 ***


«Che vuoi?» Charlotte aveva già capito chi era a tenerla per il braccio
«Voglio spiegarti» disse lui
«Cosa mi devi spiegare?! Prima mi hai fatto prendere un colpo e devi anche spiegarmi?!» disse Charlotte con un tono molto arrabbiato, però senza girarsi a guardare l’uomo e strattonando la mano che le stringeva il braccio.
La ragazza continuò a camminare per la sua strada e stava quasi per arrivare alla porta d’uscita ma…
«Conoscevo tua madre» la voce di quell’essere conosciuto le rimbombò nella testa, lui conosceva sua madre e forse poteva dirgli anche qualcosa riguardo al suo passato.
Charlotte si fermò di colpo quando sentì quella frase.
Si girò cautamente verso l’uomo senza nome e chiese
«Davvero?» era meravigliata e felice, lui avrebbe potuto salvarla dalla vita da prostituta, chissà se aveva lasciato dei soldi e chissà se c’era qualcosa anche per lei.
«Entra dentro e parliamone» la rossa non se lo fece ripetere due volte che era già seduta su una delle poltrone davanti al camino.
 
 
«Io e lei eravamo grandi amici, ci siamo persi di vista quando ha sposato il tuo secondo padre, da quello che dice la gente non la lasciava uscire…» l’uomo si fermò come se avesse detto qualcosa di sbagliato. Insomma, dire alla figlia della sua defunta ex amica che il marito la trattava male al primo incontro non è certo da gentil uomini.
«Ecco, io e lei ci siamo visti prima che…-voleva dire morire, ma si trattenne sorvolando un po’ di parole-…mi ha dato questo per te» disse infine porgendo un foglio alla ragazza.
«Se ti interessa, non ho letto cosa c’è scritto, so solo che è una cosa molto importante» concluse poi l’uomo alzandosi dalla poltrona e facendo capire alla ragazza che era ora di chiudere.
 
Era uscita da quella biblioteca senza nemmeno salutare, era stravolta, cosa poteva esserci scritto su quel foglio?Qualcosa di brutto o di bello? Qualcosa che le avrebbe cambiato la vita qualcosa che gliel’avrebbe rovinata ancora di più.
 
Era arrivata al osto di lavoro e stava per prendere la sua postazione e aspettare che arrivasse qualcuno per divertirsi. Qualcuno arrivò, ma non per divertirsi, per portarla a casa, era Harry. Oramai aveva imparato gli orari della ragazza e conosceva ogni suo movimento…aveva deciso di proteggerla e l’avrebbe fatto.
 
«Dai Harry, così non guadagnerò mai abbastanza» si lamentò Char durante il tragitto.
«Ma di cosa hai paura?» chiese io ragazzo, lei non rispose. Aveva paura era vero, aveva pura di non morire per vecchiaia, ma per violenze.
Lo sguardo di lei si era perso in un punto fisso a ricordare quello che sopportava da ben quattro anni ‘Quatto fottuti anni’
Harry aveva capito che aveva paura, ma non aveva capito di cosa, o meglio di chi.
 
Erano arrivati a casa del ragazzo e lei scese facendosi strada tra la notte e arrivando alla porta di casa che venne aperta da Niall. Quel biondino stava ad aspettarla per poter aprire la porta e abbracciarla per farla sentire a casa e al sicuro.
«Piccola è un piacere rivederti!» urlò caloroso Niall.
«Si…» disse lei soffocando nell’abbraccio e accarezzando la testa del biondo.
Quando si separarono tutte le persone presenti in quella casa corsero per vedere come stava la loro piccola. Già loro, perché la consideravano una di famiglia. Nessuna ragazza, a parte quelle ufficiali, era mai entrata nella casa di quei ragazzi così spesso e non solo per fare sesso, ma per parlare per poter ricevere abbracci, per poter calmare la furia di quei ragazzi che quando lei non c’era si creava.
«Fatemi spazio, lei è solo mia» annunciò Louis prendendola a mo di sacco di pattate e facendola stendere sul divano per poi farle il solletico.
 
Dopo aver fatto ridere forzatamente la ragazza decisero di tornare seri e proporle in coso quello che le aveva chiesto Harry.
«Daaaaaaiiiii…ti prego» supplicava in ginocchio Liam, difficile da credere vero? Quello più serio si era inginocchiato per poter supplicare ad una ragazza.
A lui si unirono Niall e Zayn, mentre Harry e Louis l’assillavano a entrambe le orecchie.
«Nooo!!» urlò la ragazza, alzandosi dal divano e uscendo fuori prendendo dalla borsa il suo solito pacchetto di sigarette e accendendone una.
 
«Aspetta!» si sentì urlare da dietro, era Niall
«Cosa vuoi?!» ringhio la ragazza. Lui arrivò a lei facendo ampie falcate e prendendola per il braccio.
«Capisco che la tua vita è difficile e che non vuoi alti impicci, ma ti prego almeno per un giorno, poi se non ti piacerà, diremo che vi siete lasciati e non vuoi farti più vedere» disse Niall camminando insieme a lei e uscendo dal vialetto della casa.
«Ma tu capisci che se i paparazzi scoprono che faccio la puttana la vostra vita è rovinata?!» urlò la rossa con sguardo suicida e continuando a fumare la sua sigaretta.
«Infatti non lo farai più» disse Niall con aria da vincitore come se avesse ricevuto un premio.
«E io cosa ci guadagno? Se non torno a casa con una somma abbastanza alta mi…!» lei si fermò, sarebbe stato un male raccontare a quel biondo che suo padre la picchiava.«Cosa? Se non torni a casa con i soldi cosa…? » chiese Niall con uno sguardo interrogativo.
La ragazza sussurrò un ‘Niente’ prima di abbassare lo sguardo e guardare i tacchi che indossava.
«Sai cosa ci guadagni tu? Un sacco di soldi» disse sorridendo
«Si, ti pagheremo per farti fare la ragazza di Zayn» lo sguardo di Charlotte si illuminò, avrebbe guadagnato soldi senza farlo in una maniera umiliante, si, perché fare la prostituta è umiliante, vendere il proprio corpo per soldi fa schifo.
 
«Sai quanto ti amo Niall» disse Charlotte buttando la sigaretta a terra e saltando in braccio a Niall incrociando le gambe attorno al bacino del ragazzo.
 
Niall tornò a casa tutto soddisfatto con ancora Charlotte attaccata a lui.
«Ha detto si!» urlò il ragazzo appena entrato in casa
«Niall cosa cazzo dici?!» anche Liam era scioccato, eccome se lo era, non aveva mai usato una parolaccia nella sue frasi.
«Scusa ma non la vedi che si è attaccata a me come un koala» disse Niall andandosi a sedere sul divano come se Charlotte pesasse come una piuma.Harry, aveva lo sguardo spento, forse non gradiva il fatto che fosse diventata la ragazza di Zayn.
 
Passarono un po’ di tempo a parlare, tranne Charlotte, lei si era addormentata sopra Niall e non si staccava più
«Ragazzi vi prego toglietela, vorrei dormire anche io» quando il biondo disse quella frase Harry e Zayn si alzarono nello stesso istante dicendo all’unisono
«La predo io!» io due ragazzi si guardarono con sguardo cagnesco e poi si avventarono tutti e due su di Charlotte cominciando una lite. La loro piccola, intanto si era svegliata e si stava alzando per andare in camera di Harry a riposare.
 
Si strofinò un occhio e poi prese dall’armadio quello che le serviva.
‘Maglia di Harry, biancheria della sorella di Harry, calze e andiamo nella doccia’ pensava Charlotte prima di andare a dormire. Tanto ormai era diventata la finta ragazza di Zayn, poteva fare quello che voleva.
Si infilò sotto la doccia e sempre con quello che trovava il giro nel bagno di Harry si lavò.
 
Prese un asciugamano e se lo mise attorno al busto. La porta del bagno si aprì e Charlotte si girò di scatto.
«Char, preferisci dormire con me o con…» Harry si era imbambolato a guardare la figura snella di Charlotte.
Quest’ultima lo prese come un complimento e allora si diresse verso Harry e gli scoccò un dolce bacio sulla guancia facendolo diventare rosso.
La rossa si sedette sul letto e incrociò le gambe strofinando i capelli con un asciugamano.
«Non lo so, per me è la stessa cosa» rispose la rossa alla domanda del ragazzo, quella che lui non aveva finito.«Dio quanto sei sexy» si lasciò scappare Harry
«Vorresti assaggiare quello che vedi?» chiese Charlotte.Vorresti assaggiare quello che vedi?
«Certo che vorrei» disse Harry avvicinandosi pericolosamente alla ragazza.
Lui la fece alzare tirandola contro il suo bacino e mettendole le mani sui fianchi.
Appoggiò la sua fronte a quella della ragazza e assaporò il suo buon profumo.
«Ti voglio mia» 





Ciaoooooooo...ho continuato, spero che vi piaccia e recensite.
Mi dipiace un pochino avere tante visite e poche recensioni, ma non fa niente 
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 15
*** Fireworks cap.15 ***


I due si guardavano negli occhi come se non potessero fare a meno di farlo. Erano come imbambolati da quella visuale magnifica. A lui piaceva il blu di lei e a lei piaceva il verde di lui. Erano perfetti insieme, solo che non c'era nulla tra i due, a parte quando i loro sguardi si incontravano, in quei momenti tra loro si creava un'atmosfera magica, che si poteva spazzare solo distogliendo lo sguardo.

In quel momento, lui guardava le labbra di lei e lei ricambiava. Era come se volessero baciarsi, ma si trattenevano.
«Brutto bastardo che fai con la mia ragazza» Zayn aveva assistito a tutta la scena e non ci aveva pensato nemmeno due volte a saltare addosso ad Harry.
«Zayn ma sei impazzito!» gridò Char quando vide che stava predndendo a pugni Harry.
La ragazza aveva provato in tutti i modi a separarli, ma fu costretta a chiamare i ragazzi.
 
«Ma cosa diavolo ti è preso?!» urlava Liam a Zayn, mentre Louis tamponava il naso di Harry con un panno bagnato.
«Credevo che tu ed Harry foste amici! E poi tu gli salti addosso e lo riempi di pugni» continuò a fare la sua ramanzina Liam.
Zayn stava con il capo basso a pensare a cosa aveva fatto, in realtà non lo sapeva nemmeno lui in perché di quel gesto, gli era venuto spontaneo.
«Credi che Charlotte non si sarà spaventata? Credi che sarà ancora la tua finta ragazza dopo che ha visto come picchiavi Harry?!» chiese Liam incrociando le braccia al petto.
‘Già Charlotte, devo chiederle scusa’ pensò Zayn per poi alzarsi dal divano e correre per le scale e raggiungere Charlotte in camera di Harry.
 
La rossa si strava allacciando il reggiseno con scarsi risultati, odiava doverlo fare da sola.
Zayn corse in suo aiuto vedendo che non ci riusciva. Il respiro di lui finiva sulle spalle di lei provocandole dei brividi.«Ti…ti chiedo scusa per prima»  sussurrò Zayn appoggiando la testa sulla spalla di Char e stingendo con le braccia la vita della ragazza.
«Non devi chiedere scusa a me, ma ad Harry» disse lei dando un bacio sulla guancia del ragazzo e staccandosi da lui per poi prendere la maglia di Harry e andare a dormire da Niall.
 
Zayn era rimasto solo, si era seduto sul letto e con le mani nei capelli si era messo a pesare a quello che aveva fatto. Non capiva il perché di quel gesto, non capiva perché l’aveva fatto, non capiva…
‘Cazzo, devo chiedergli scusa’ si ordinò mentalmente per poi scendere al piano di sotto e correre ad abbracciare l’amico.
 
 
«Scusa, scusa, scusa, mi dispiace tanto» disse Zayn stingendo l’amico.
Harry ricambiò l’abbraccio e poi accettò le scuse di Zayn. Anche se sapeva che quella non sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero fatto a pugni.
 
 
Il mattino successivo…
Charlotte era abbracciata a Niall che la teneva stretta a se. C’era un freddo in quella stanza e loro si stingevano più che potevano. Si avvicinavano le feste Natalizie e il cielo mandava giù neve quel giorno.
«Forza pigroni, la colazione è pronta» urlò Louis aprendo la porta e buttandosi a saltare sul letto.
«Va via!» urlarono Niall e Charlotte scalciando con i piedi Louis.
Charlotte rassegnata si alzò mostrando le sue lunghe gambe.
«E tu hai dormito con questo schianto e non hai fatto niente?!» chiese Louis scioccato a Niall.
I biondo tutto soddisfatto fece segno di si con la testa.

Charlotte e Niall scesero giù per fare colazione, sembravano due gemelli quando mangiavano, entrambi si ingozzavano.
«Abbiamo trovato la tua anima gemella Niall» disse ironicamente Louis.
 Questa frase Zayn ed Harry sputarono nella tazza di caffé quasi uccidendosi.
 
Finita la colazione Charlotte si alzò dallo sgabello e andò a cambiarsi. Mise i suoi vestiti da lavoro e quando scese le scale annunciò ai ragazzi che le andava via.
«Perché? Da chi vai?» chiese curioso Harry.
«A casa, devo tornare prima che mio padre si svegli» si lasciò scappare la rossa
«Cosa succede se torni dopo?» chiese Zayn, la ragazza non rispose, aveva parlato troppo.
Lei si girò per andarsene ma Harry la fermò dicendole
«Se vuoi ti accompagno» lei gli rispose di si, avrebbe dovuto camminare un bel po’ e quei tacchi non l’aiutavano affatto.
 
Arrivati davanti casa della ragazza Harry affermò.
«E fai un lavoro del genere? Ma ti rendi conto in che casa vivi?» lei non rispose, non poteva mica dire che era il padre a costringerla a fare quel lavoro?
Lei scese dalla macchina e si avvicinò alla porta della casa.
«Dimenticavo, sabato sera ci sarà una festa di gala, dovrai esserci» lei gli fece cenno di si con la testa e poi entrò in casa.

«Dove sei stata?!» bene, si era svegliato.
Con passo pesante si avvicinò alla ragazza e la prese per il braccio stingendola.
«Chi era quello li?!» urlò ancora, aveva visto Harry, li aveva spiati dalla finestra e aveva anche ascoltato la loro conversazione
«Dove andate sabato sera?» lei si rifiutava di rispondere, cosa doveva dirgli, che era diventata la ragazza di un ragazzo famoso? No, non poteva di certo.
«Rispondi, io sono tuo padre!» padre, che parola grossa detta da lui
«No, ascoltami bene brutto bastardo, tu non sei mio padre, un padre non sfrutta la figlia per portarsela a letto, non le fa fare la vita da puttana, non la picchia! Tu non sei nessuno, sei solo un povero illuso ubriaco che crede di essere chissà chi!» sputò la ragazza cercando di liberarsi dalla sua presa. Ma niente, lui era troppo forte.
«Bene, se è così che la pensi…adesso la pagherai cara» disse sferrandole un pugno il faccia, facendola sbattere contro il muro.
«Si, uccidimi, mi faresti solo un piacere!» confermò lei, assecondandolo.
Un altro pugno, questa volta più forte la fece cadere a terra e perdere i sensi.
Lui intanto continuava a prenderla a calci e sputare sul corpo della ragazza.
 
 
Quando lei si svegliò era nella camera del mostro con lui che le teneva la vita con il braccio e dormiva.
La ragazza si alzò dal letto e senza sveglialo andò al piano di sotto.

Andò nella sua camera e corse in bagno, si guardò allo specchio e notò subito il livido attorno all’occhio e quello piccolino sullo zigomo, il labbro rotto, a alcune ferite che le facevano male sul corpo. 'Come farò, fra poco devo vedermi con i ragazzi'  si chiedeva lei, nemmeno il trucco bastava a coprire quel grosso livido. 
Prese una sigaretta cominciò a fumare, prese i trucchi e molto aggitata cominciò a truccarsi. Tremava dalla paura di non riuscire a nascondere il livido.
Non ci era riuscita, decise di chiamare Harry e dirgli che non sarebbe potuta andare a pranzo con loro perché non si sentiva bene.
«Harry...» 
«Si, ciao Char!» rispose entusiasta il riccio.
«Oggi...oggi, non posso venire, non...non mi sento bene» disse lei cercando di nascondere la voce rotta dalle lacrime 
«Cos'hai? Sembri strana» chiese lui preoccupato, aveva capito che c'era qualcosa che no andava, ma non sapeva cosa
«Niente, mi gira solo -prese un respiro profondo-...mi gira la testa» 
«Ok, no fa niente, quando ti senti meglio chiamami, ok?» disse lui, voleva vederla era l'unico modo per stare con lei.
«Si...ciao» lui le rispose con uno 'Ciao' triste, facendole capire che lui voleva vederla.Charlotte non aveva pranzato quel giorno, tanto non lo faceva mai. 
Era rimasta tutto il tempo distesa sul letto a piangere e a chiedersi 'Perché proprio a me?' 

Si era calmata un pò, aveva smesso di piangere. Si sentì bussare alla porta, chi era? Nessuno andava maia trovare quella famiglia.
Il padre era andato ad aprire, sapeva che la figlia era in camera sua e per una volta aveva deciso di non disturbarla.
Subito dopobuttarono alla porta della camera di Charlotte.
'Chi è?' si chiedeva lei e se fosse stato Harry? cosa gli avrebbe detto? 







Ciaoooooooooooooooooooo...ho scritto il nuovo capitolo 
A volte mi chiedo se pensiate mai alla mia storia, secondo voi cosa c'è scritto sul fogli che ha dato il bibliotecario a Charlotte? Chi è che bussa alla porta?
Per ora è tutto
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 16
*** Fireworks cap.16 ***


Charlotte non voleva che Harry entrasse, però lui avrebbe potuto aiutarla. La rossa prese i suoi occhiali da sole e lui indosso aprendo alla porta. Per sua fortuna quello non era Harry ma Zayn. «Ciao piccola!» la salutò quest'ultimo «Ciao» disse lei facendo un sorriso, anche se non era per niente felice.
«Harry mi ha detto che non stai bene» cominciò lui mentre lei lo faceva entrare in camera e sedere sul letto.
«Volevo vedere come stavi» continuò poi
«Bene, non dovevi disturbarti» rispose lei mostrando sorrisi forzati.
«Allora, adesso, puoi venire con noi, vogliamo portarti in un posto» disse Zayn con un sorriso a trentadue denti, felice che la sua ragazza stia meglio.
«Io, non credo sia una buona idea, mio padre è qui da solo e io devo fargli…» Lui non la lasciò finire che si precipitò sulle labbra della ragazza e la baciò dolcemente. Lei mise le mani dietro il collo del ragazzo e lui la teneva per i fianchi avvicinandosi sempre di più.
Quando si staccarono si guardarono negli occhi, cioè…lei lo guardava negli occhi, lui cercava di scorgere nel vetro degli occhiali gli occhi di lei, ma non riuscì a vedere niente.
«Ti prego vieni» le sussurrò Zayn…tanto se avesse accettato la sua vita non sarebbe cambiata.
«Si» si limitò a dire per poi alzarsi e prendere il cappotto.
 
Erano in macchina e lui accese la radio mettendo in moto. La ragazza si era lasciata andare alla musica dolce che mandavano in radio.  
Erano in macchina, il padre l’aveva lasciata andare senza fare storie, ma la ragazza sapeva che gliel’avrebbe fatta pagare per essere uscita con un ragazzo.
 
Zayn aveva portato Charlotte al parco dove si erano conosciuti, anche se lui la conosceva già. Quella mattina l’aveva vita a casa di Harry, ma lei nona aveva fatto caso alla sua presenza.
Si erano seduti sulla stessa panchina, quella dove avevano parlato per la prima volta.
«Ricordi quando ci siamo conosciuti?» chiese ad un tratto lui.
«Si» rispose lei abbozzando lo sguardo
«Quello è stato uno dei gironi più belli della mia vita» affermò lui mostrando il suo sorriso.
«Perché?» chiese lei, davvero non capiva?
«Perché ho conosciuto te, che  sei diventata la mia ragazza» rispose lui.
Lei era scioccata dale parole di Zayn, quella era una dichiarazione? Era confusa
«Io e te siamo fidanzati per finta» rispose lei tenendo lo sguardo basso
«Quel ‘per finta’ mi basta per poterti baciare» disse lui sorridendo ancora e alzandosi dalla panchina prendendo poi la mano di Char e tirarla su avvicinandola al suo corpo
«Ci sono i paparazzi, baciami» le sussurro Zayn all’orecchio
Le lo guardò a lungo e poi dopo aver visto il paparazzo che passava da un cespuglio all’altro baciò Zayn.
Lui si sentiva bene quando baciava quella ragazza, si sentiva bene quando era presente con lui, stava bene quando camminavano insieme, quando sentiva il corpo di lei avvicinarsi al suo e tutto questo da quando avevano fatto l’amore, già l’amore, perché per Zayn quello non era stato solo sesso da una botta e via, per Zayn quello era stato molto di più.

Quando si staccarono una cinquantina di persone si avvicinarono a loro per un intervista.
Non erano riusciti a vedere bene il viso della ragazza e volevano che si togliesse gli occhiali.
«Dai toglili,accontentali» le sussurro Zayn all’orecchio
Charlotte non lo fece, avrebbe mostrato il suo livido ed era già tanto che Zayn non avesse notato quello sullo zigomo, perché quello era riuscito a coprirlo bene, ma cosa avrebbero pensato se avessero visto quello sull’occhio? Avrebbero pensato subito che fosse stato Zayn e allora non lo fece.
«Zayn, ti prego, non posso farlo» gli sussurrò con voce tremante all’orecchio. Lui fortunatamente capì che c’era qualcosa che non andava, così decise di aiutarla
«Le foto, le rimandiamo a sabato sera, avete presente la sfilata di beneficenza? Ecco li» li informò Zayn, come se non lo sapessero. Prese sottobraccio Charlotte e la portò via.
 
I paparazzi erano rimasti sconvolti dalla risposta del ragazzo così decisero di lasciare stare e fotografare la nuova fiamma di Zayn sabato sera.
 
Mentre Zayn e Charlotte camminavano lungo il marciapiede mano nella mano in silenzio Zayn decise di farle quella domanda
«Perché?» chiese
«Non ne voglio parlare» rispose fredda, abbassando la testa.
«Dai, non sono arrabbiato, me lo puoi dire» la incitò lui.
«Zayn…è complicato» rispose la rossa.
«Cosa? Cosa è complicato?» chiese lui curioso, in fine, lui non conosceva nulla di lei e la voglia di sapere su quella ragazza era irrefrenabile. Lei era così misteriosa, così sexy, come una pantera, con quella camminata felina e con quegli occhi blu che ti illuminano la notte.
Lei non rispose, non voleva che quel ragazza facesse parte della sua vita privata, lui era nella sezione lavoro e doveva rimanere li dov’era.
 
Lui la riportò a casa in silenzio e quando furono davanti alla porta lui la saluto solo con un bacio sulla guancia, con freddezza perché lui non era riuscito a sapere cosa la turbava.
 
 Lei entro in casa e chiuse la porta a chiave. Si sentì delle mani sulle spalle, quello di suo padre.
«Dove ti ha portato?» le chiese lui lasciando un succhiotto sul collo della ragazza.
«Non devi uscire con i ragazzi, tu sei solo mia» le ordinò il padre. Cominciando a sfilare la maglia della ragazza per portarla a letto.
«Puttana» la fece girare verso di lui e le diede uno schiaffo facendole cadere gli occhiali.
«Non devi uscire» un altro schiaffo e poi un altro e un altro.
«Smettila» le impose lei, ma non l’ascoltò.
Un pugno nello stomaco la fece sputare, un calcio la fece cadere e un colpo con la mazza da golf la fece svenire.
 
Solo quando si svegliò si rese conto che perdeva sangue dalla testa. Accanto a lei il padre che rideva nel vederla così indifesa.
«Adesso vai a lavoro, i vestiti cono sul letto» le ordinò, lei faceva il lavoro sporco, lui prendeva i soldi.
Lei fece con le era stato ordinato e davanti a lui si cambiò. Le toccava il sedere, giocava con i suoi capelli tirandoli, slacciava il suo reggiseno e rideva nel vedere i lividi e le ferite che lui stesso aveva fatto sulle gambe di lei.
 
La ragazza uscì di casa piangendo, aveva paure, paure di essere toccata ancora, paura di dover sopportare la sua vita ancora.
Camminava per andare a casa di Harry, non voleva andare a lavoro, non doveva, quella non era la sua vita, la sua vita era quella da favola che sognava da piccola.

Era arrivata davanti alla porta di casa di Harry, con estrema lentezza premette il tasto del campanello. Stava per svenire, per morire sul colpo se solo qualcosa l’avesse sfiorata.


Per fortuna Harry aprì subito, appena la vide sobbalzò, non credeva che quella potesse essere la sua amata Charlotte.
«Entra» le ordinò mentre lui le faceva spazio per farla entrare.
L’aiutò a camminare fino al divano e la fece distendere lentamente per non farle male. Dal labbro inferiore perdeva sangue, le girava la testa, tutto il suo corpo era pieno zeppo di lividi e ferite insanguinate.
Lei credeva che con quella mazza da golf si fosse rotta il cranio, l’occhio le faceva male, non riusciva più a tenersi in vita. Sarebbe morta da un momento all’altro.
«Aspetta» ordinò ancora Harry per andare a prendere il disinfettante e delle garze.
 
Quando tornò, trovò la sua principessa addormentata. Con delicatezza le tamponò le ferite e con delle garze le coprì.
Quei lividi lo mandavano in bestia, non sopportava il fatto che qualcuno avesse picchiato quella creatura. Una rabbia violenta lo trasportò a buttare tutto quello che aveva a tiro a terra. Dopo essersi calmato per almeno un po’ portò Charlotte in camera sua, la coprì con le coperte e tornò al piano di sotto.
 
Si sedette sul divano e si mise le mani nei capelli, voleva sapere chi era stato a ridurla così, doveva saperlo per potergli spaccare la faccia e fargli provare lo stesso dolore che provava Charlotte in quel momento.
Buttò con le mani i fogli che erano sul tavolino davanti al divano e si alzò in piedi e si girò verso la porta. 
C’era Charlotte, aveva visto i suoi scatti di rabbia e in un certo senso le ricordava sul padre.
Lei lo guardava con sguardo spaventato e lui la guardava e basta, non si riusciva a capire cosa volesse dire con quegli occhini verdi.
Lui fece un passo in avanti e lei sussultò all’indietro.
«Ti prego Charlotte, non ti farò niente»  si sforzò di dire lui, ma niente, lei lo guardava spaventata, come se fosse lui a volerla picchiare.
Fece un altro passo e lei corse per le scale arrivando alla stanza di Harry, chiudendo poi la porta a chiave.
Lui non fece altro che seguirla e prendere a pugni la porta per farsi aprire.
 
E pensare che lei era andata giù per ringraziarlo, invece si era spaventata ancora di più…
 
 
 
 
 
 
 
 
Continuaaaaaaa…bene bene, questo è un capitolo di svota…recensite con più di dieci paroline e fatemi contenta.
Adesso io ascolto don’t let me go, a chi di voi piace??? A me un casino, non posso stare nemmeno un minuto senza ascoltarla. Beh…mia madre sta facendo una dimostrazione di cuscini, una cosa noiosissima, ma io non so perché questi vengono a casa. Comunque risono beccata due gelati, oh yeah!! Per ora è tutto
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 17
*** Fireworks cap.17 ***


'Si è spaventata per colpa mia' si ripeteva Harry mentre cercava di aprire la porta. «Piccola apri, non ti farò niente» si sforzava di urlare Harry, ma niente, Charlotte era troppo spaventata per aprire la porta.
Harry sentiva singhiozzare, il suo cuore perse un battito al solo pensiero che quelle lacrime le avesse provocate lui. Si sentiva un mostro ad aver spaventato la sua dolce bimba.
‘Non puoi fare così, mi distrugge sentirti piangere’ pensò Harry, come se Charlotte potesse sentirlo.
 
La porta si aprì. Lei era riuscita a sentirlo, qualcosa le aveva fatto capire che le sue lacrime gli facevano male. Qualcosa l’aveva fatta calmare, un sentimento che nemmeno lei aveva provato prima…
Harry l’abbracciò solamente quando la vide sull’uscio della porta. Lei ricambiò quell’abbraccio esitante. Non si fidava ancora, eppure aveva chiesto aiuto proprio a lui.
«Non piangere più» le sussurrò all’orecchio, si era sentito più male lui nel sentire le lacrime di dolore della ragazza.
 
Lei era sprofondata il quell’abbraccio, non indossava più i tacchi e appoggiava la testa sulla spalla del ragazzo sentendosi protetta da ogni cosa.
«Ne vogliamo parlare?» le chiese sussurrando all’orecchio.
Non era pronta per aprirsi, ma con la testa annuì…forse lui avrebbe potuto capire e non le avrebbe chiuso la porta in faccia.
 
Erano seduti sul letto e lei si era messa sulle gambe del ragazzo che la stingeva forte. 
Aveva appoggiato la testa sul petto di lui e ascoltava attentamente i battiti del suo cuore. Ogni volta che lui stava vicino a lei si sentiva mancare.
 
«Lui mi ha rovinata così» sussurrò con le lacrime agli occhi. All’inizio Harry non capiva, ma poi…gli venne in mente di quando avevano dormito insieme per la prima volta, lei urlava nel sonno e oltre ad aver urlato molte volte ‘mamma’ aveva detto anche qualcosa riguardo a suo padre ‘Ti prego oggi non ho fatto niente, papà…’
Il mondo gli cadde addosso, ma doveva accertarsi che fosse stato lui.
«Lui chi?» chiese in un sussurro, lei si stinse di più a lui e con un filo di voce rispose
«Il secondo marito di mia madre» bene, aveva la certezza che fosse stato lui. Doveva solo farlo fuori e fargli provare tutto il dolore che aveva provato Charlotte.
«Da quanto tempo va avanti così?» chiese Harry chiudendo gli occhi cercando di fermare la rabbia.
«Da quando avevo quattordici anni» rispose lei…in effetti era la verità, all’inizio sembrava una brava persona, ma poi è cabinato tutto.
«E il tuo vero padre?» chiese poi il riccio.
«Morto…ma non ne sono sicura…» rispose con un po’ di paura.
«Cosa significa ‘ma non ne sono sicura’?» chiese ancora.
«Quando me l’hanno detto erano indecisi…non abbiamo fatto nemmeno il funerale» disse Charlotte ricordando la figura del padre, era da una vita che non lo vedeva, da quando aveva sei anni…credeva che la madre non si sarebbe mai più innamorata e invece, lo aveva fatto e con un mostro per giunta.
Harry tratteneva la rabbia, avrebbe ucciso quell’uomo con le sue stesse mani e non gliel’avrebbe fatta passare liscia, come si può toccare una donna.
«Harry…mi costringe lui a fare la puttana» affermò, facendo arrivare la rabbia del ragazzo a mille.
«Quel bastardo, io l’uccido!» posò delicatamente Charlotte sul letto e uscì dalla porta chiudendola con violenza.
 
 
Charlotte l’aveva raggiunto per le scale e l’aveva afferrato per il braccio.
«Non servirà a niente fare a botte…ho diciotto anni e sono libera di andare dove voglio e ho deciso che con i soldi che ho messo da parte comprerò una casa nuova»
«Solo un pugno, solo uno» le disse quasi supplicando lui
«No Harry, no» lo fermò lei.
Lui si girò a guardarla e la prese per i fianchi facendo combaciare il suo bacino con quello di lei.
«Si troppo buona» affermò per poi lasciarle un bacio sulla punta del naso.
Lei sorrise, anche se non poteva farlo molto bene, per via del labbro rotto, lo fece.
‘Perché non mi baci e la fai finita?!’ il suo pensiero, cosa diavolo le passava per la testa…ma cosa le ha fatto questo tipo? Lei non ha mai desiderato baciare nessuno, e ripeto nessuno.
«Adesso vai a dormire» le ordinò Harry, lei scosse il capo per fargli capire che non voleva.
«Solo se vieni con me» disse la ragazza facendo la faccia da cucciolo indifeso.
Harry…beh, lui si è sciolto davanti a quegli occhioni blu.
 
Il riccio andò in bagno e si mise il pigiama, che poi per lui pigiama significava avere un paio di boxer addosso.
Lei lo aspettava nel letto, non si sarebbe addormentata se lui non fosse stato accanto a lei per stingerla al suo corpo.
Il ragazzo si mise sotto le coperte e si avvicinò subito al corpo di lei prendendola per i fianchi e avvicinandola al suo petto.
«Adesso, non ti farà più del male» sussurrò lui lasciando un bacio sulla fronte della ragazza.








Ciaooooooo...capisco che questo capitolo è corto e si, mi annoiavo, quindi non è bellissimo.
Nel prossimo ci saranno più cose belle (?) Ok non so che dire quindi...*saltasulletto* 
Ciaooooooo tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 18
*** Fireworks cap.18 ***


«Svegliati, cucciola, svegliati» Harry accarezzava dolcemente la sua Charlotte per farla svegliare.
«Lasciami dormire!» urlò lei tirandogli un calcio sotto le coperte
«Sono le undici e io e te siamo rimasti a letto a dormire senza nemmeno fare colazione» in realtà, lei aveva dormito fino alle undici, lui era rimasto li a guardarla…nessuno li avrebbe disturbati quella notte i ragazzi erano ognuno nella loro casa.
Harry non si era nemmeno scomodato di chiamarli per avvertirli che Charlotte si sarebbe trasferita il casa sua. Il ragazzo aveva deciso che da quella notte non l’avrebbe lasciata sola nemmeno per dormire o per andare in bagno, solo che questo lei non lo sapeva.
 
«Mi stai dicendo che tu, Harry nonsoilcognome, vuoi che mi trasferisca a casa tua?» chiese Charlotte puntando un cucchiaio al petto di Harry.
«Si, hai capito bene» rispose semplicemente il ragazzo.
«Ma io ti amo» affermò lei per poi saltargli addosso e lasciandogli baci su tutta la faccia. Il riccio era diventato rosso, di solito era lui a saltare addosso alle ragazze e non per baciarle. Non sembrerebbe, ma lui è un vero donnaiolo, solo che non lo dimostrava in quel momento.
 
«Siamo arrivati!» era Louis che urlava dalla porta d’ingresso e entrava in cucina per salutare l’amico. Solo dopo aver guardato per bene la cucina Louis si accorse che c’era Char.
«Harry, cosa cazzo le hai fatto!!» urlò Louis guardando l’occhio di Charlotte.
«Io niente…chiedilo a lei» la ragazza abbassò lo sguardo facendo segno di no con la testa, era già tanto che lo avesse detto ad Harry, ma anche a Louis.
«Non vuole dirtelo, perché lei si fida solo di me» affermò fiero Harry abbracciando da dietro la sua principessa. Louis gli fece una linguaccia e subito dopo arrivarono Niall e Liam.
«Zayn, smettila di guardarti allo specchio, le piacerai» urlò Niall facendo sentire a tutti la frase e mettendo in imbarazzo Zayn.
 
«Brutto –Zayn si fermò quando vide Charlotte appiccicata ad Harry- che fai con la mia ragazza?» chiese poi
«Niente, l’abbracciavo, non si può tra amici?» rispose Harry, per fortuna che aveva aggiunto amici oppure sarebbe stata la fine
«Si…ok» disse Zayn per poi avvicinarsi alla ‘sua ragazza’ e alzarle il mento con la mano.
«Non sono stato io se è quello che pensi» si giustificò Harry prima che Zayn aprisse bocca o ancora peggio lo prendesse a pugni.
«Ma allora chi?» chiese Liam, interrompendo lo sguardo da ‘adesso ti polverizzo di Zayn’
«Non ne voglio parlare» rispose Charlotte con tono freddo, era da tanto che non aveva quel tono. Da quando aveva conosciuto Harry e i suoi amici si era addolcita, ma solo perché si fidava ed aveva piena fiducia che loro non le avrebbero fatto del male.
 
 
Charlotte ed Harry finirono la loro colazione e poi lui si andò a vestire seguito da lei che non sapeva che fare. Faceva un freddo mortale e lei non poteva uscire con quei pantaloncini corti che mostravano tutti i tagli e i lividi.
 
«Ma ci ho pensato io» disse Harry aprendo l’armadio e porgendo a Charlotte i vestiti che lui stesso le aveva comprato http://www.polyvore.com/cgi/set?id=85244528&.locale=it
«Non sapevo che avessi preparato i miei vestiti» disse Charlotte guardando confusa Harry
«Sapevo che avresti dormito qui un’altra volta e così mi sono permesso di comprarti qualcosa, compresa la biancheria» disse Harry avvicinandosi alla sua principessa
«Come lo sapevi? Perché non hai preso anche qualche pigiama?» chiese subito la rossa.
«Io sono l’uomo dalle mille risorse e poi se non saresti venuta a dormire qualche altra volta ti ci avrei portata io con la porta e stai benissimo con le mie maglie.» rispose Harry mettendo le sue mani sui fianchi di lei.
Si avvicinò lentamente al suo viso ed ecco che si baciano.
‘Ma allora sei stupido o cosa? Un bacio sul naso! Sai cosa faccio con il tuo bacio? Te lo tiro su per il…’ il pensiero della ragazza venne interrotto dal cellulare di Harry.
 
Harry entrasse il suo cellulare dalla tasta dei pantaloni che si era infilato prima e poi lesse il nome sul display:Taylor. Il riccio rifiutò la chiamata e rimire il cellulare in tasca guardando nuovamente la sua Charlotte.
«Ti aspetto giù» disse Harry lasciando un bacio sulla fronte alla rossa per poi uscire dalla porta e dare il tempo di prepararsi a Charlotte.
 
 
La ragazza stava scendendo le scale, quando si ricordò che il cellulare era nell’altra borsa.
Risalì le scale e rientrò nella stanza di Harry vide la sua borsa sella sedia accanto alla scrivania.
Aprì la borsa e prese il cellulare, il pacchetto di sigarette, i trucchi di riserva, il caricatore del cellulare, le gomme alla menta, il borsellino e in fine trovò un foglio.
Non sapendo cosa fosse Charlotte l’aprì e lesse a mente quello che c’era scritto:
 
Cara figlia,
 
 
Se stai leggendo questa lettera è perché io sono morta e tu sei ancora in quell’orribile casa. Credimi ho fatto di tutto per farti avere una bella vita, ma ho fallito miseramente. Oggi, ho scoperto che il mio secondo marito, mette droghe nel mio cibo. I dottori mi avevano già avvisata che sarei morta preso, però nonostante ciò non ti ho detto niente.
Arriviamo al punto di questa lettera, ricordi quando ti ho detto che il tuo vero padre era morto, non è così… 

«Charlotte dobbiamo andare!!» urlò Niall per le scale. La rossa smise di leggere la lettera e l’infilò nella borsa e corse per le scale cercando di non far trasparire nessun emozione, perché in quella lettera si stava parlando di suo padre, non di una persona qualunque, ma si quella persona che dovrebbe accompagnarti per tutta la vita. Già dovrebbe, ma non è così, a volte i padre muoiono prima della loro ora, in quel caso per colpa si un incidente aereo.
 
«Cosa succede?» chiese Niall, si era accorto che c’era qualcosa che non andava dello sguardo di Charlotte.
«Niente» rispose secca la ragazza, come avrebbe spiegato che lui l’aveva interrotta nel momento  più delicato di tutta la sua vita. Si, delicato, perché toccare l’argomento ‘mio padre è morto’ a lei faceva ancora male. Ma non doveva dimostrare di essere debole, avrebbe preferito mille volte morire che piangere ancora.
 
Stavano entrando in macchina, lei e Zayn soli in un aiuto e gli altri tutti in quella di Harry.
«Perché hai dormito da Harry?» chiese freddo Zayn.
«Cos’è sei geloso?» chiese a sua volta Charlotte
«Chi io? Geloso? Di te?...si certo come no» rispose balbettando lui
‘Si, molto, tu sei solo mia e di nessun altro’ pensò Zayn in quel momento
Lei l’aveva capito, eccome se l’aveva capito, si vedeva da come stringeva i pugni trattenendo la rabbia.
Nessuno prima di quel momento era mai stato geloso di Char, per lei era una novità, però apprezzava la cosa così gli scoccò un rumoroso bacio sulla guancia facendo comparire sul volto del ragazzo sul sorriso a trentadue denti.
 
Arrivarono ad un centro commerciale, dovevano scegliere i vestiti per sabato. Niall aveva passato un paio d’ore a mangiare in un ristorante poi si era deciso a prendere uno smoking. Louis e Liam avevano deciso di andare prima a prendere dei profumi nuovi, siccome riavevano finiti.
Mentre Harry aveva già scelto il suo vestito e stava seguendo Zayn e Charlotte che camminavano mano nella mano per farsi vedere dai paparazzi, e credetemi, si nascondevano ovunque, anche nei posti meno opportuni.
 
Zayn e Charlotte erano entrati in un negozio per scegliere lo smoking da indossare. La ragazza con quegli occhiali non vedeva un granché, ma non poteva toglierli, c’erano troppi paparazzi e avrebbe dato nell’occhio se se li fosse tolti.
 
Charlotte pensava a quelle lettera, non era riuscita a finire di leggerla e le dispiaceva tanto, doveva sapere qualcosa secondo lei, qualcosa che le avrebbe cambiato la vita rendendola migliore.

 I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Zayn
«Mi sta bene?» chiese girando su se stesso. Lei fece segno di no con la testa e lui una faccia del tipo ‘perché, cosa non ti piace di me?’
Lei si alzò dalla poltrona su cui era seduta e prede una giacca e un pantalone neri, con una camicia bianca e una cravatta rossa, sapeva che sarebbe stato tutto rosso per quella serata e allora decise di prendere quella nota di colore.
«Provateli» ordinò lei buttando in mano i vestiti che aveva scelto.
 
Quando Zayn uscì dal camerino era entusiasta, gli piaceva davvero quel completo, forse perché gliel’aveva scelto la sua ragazza e poi gli stava benissimo, gli andava a pennello, come se fosse stato fatto a posta per lui.
«Adesso si che è sei bellissimo!» affermò lei andandogli incontro per poter aggiustare il nodo della cravatta.
«E tutto ciò, grazie a te» disse lui dandole un bacio sulle labbra e facendo in modo che lei mettesse le sue braccia attorno al collo si lui.












Ciaooooo…ho scritto il nuovo capitolo, senza errori spero.
Voglio cinque recensioni oppure non continuo, mi sento male quando vedo che le altre storie hanno più recensioni della mia. Voi potete farcela, ne sono sicura.
Se non arriviamo a cinque continuo comunque, mi piace scrivere.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 19
*** Fireworks cap.19 ***


Harry era li, a guardarli, con i pugni stretti. Doveva subirsi anche quelle scene? No, non doveva era libero di andarsene quando voleva, sono che non poteva lasciare i ragazzi li.
 
‘Finalmente si sono staccati’ pensò il riccio.
 
Zayn e Charlotte erano andati a pagare il vestito mentre Harry guardava un paio di scarpe nuove da mettere sotto lo smoking.
«Credo che dovresti scegliere queste» una voce femminile alle spalle di Harry che con la mano indicava un paio di scarpe nere, perfette per il vestito di Harry
«Starebbero benissimo con il tuo abito» concluse poi Charlotte per tornare da Zayn che stava uscendo dal negozio.
 
Harry decise di comprare proprio quelle scarpe, anche secondo lui erano perfette.
 
 
«Adesso devi comprare tu un bel vestito per sabato» affermò Zayn mentre camminavano nel corridoio del centro commerciale.
«Non ce ne sarà bisogno, ne ho tanti di vestiti» disse lei
«Dai, sto morendo dalla voglia di poterti comprare qualche vestito» fece la faccia da cucciolo e Charlotte non seppe resistere.


Andarono in svariati negozi, provò centinaia di vestiti, ma quello giusto no.
Harry, che aveva passato tutto il tempo con loro, si era ricordato di quella sera che era andato in giro e aveva visto Charlotte nella vetrina di un negozio volteggiare con un abito lungo nero, con una scollatura vertiginosa, che gli avrebbe fatto perdere la testa se solo lei l’avesse indossato.
«Io so dove prendere l’abito giusto» affermò Harry prendendo Charlotte per mano correndo fino alla sua auto.
 
Zayn li aveva seguiti cercando di farsi strada tra la gente e fra le fan urlanti.
 
«Ma cosa diavolo ti è saltato in mente?!» urlava Charlotte mentre Harry parcheggiava l’auto davanti al negozio.
Il ragazzo uscì dall’auto e corse ad aprire la portiera di Charlotte facendola scendere.
«Vieni» ordinò Harry prendendola nuovamente per mano.
 
Si fermò davanti alla vetrina del negozio, facendo guardare a Charlotte il suo vestito. La ragazza fece un verso di meraviglia, le piaceva quell’abito, eccome se le piaceva.
«Ma è meraviglioso» affermò lei guardando negli occhi Harry
«Entriamo» la prese per mano, questa volta lentamente, con dolcezza e chiese all’impiegata di provare il vestito in vetrina
 
«Allora? Com’è?» chiese Char uscendo dal camerino. Harry spalancò la bocca, guardando fisso la scollatura. Forse era troppo, qualche demente ci avrebbe provato con lei quella sera.
 
Lei vedendo la reazione del ragazzo si avvicinò a lui e gli lasciò un dolce bacio sulla guancia.
Scelsero delle scarpe rosse, una borsa, dei gioielli e Harry le comprò tutto.

Tornarono a casa parlando per tutto il tragitto.
Arrivati a casa, cominciò a piovere.
«Per fortuna che avevamo la macchina» affermò Harry raggiungendo Charlotte che guardava fuori dalla finestra.
«Credi che passerà per sabato?» chiese dal nulla lei.
«Non penso che pioverà così» rispose lui, ma lei intendeva un’alta cosa.
«Non la pioggia, il mio occhio» disse togliendosi gli occhiali.
«Io, credo di si e poi se non passa, non ci andrò a quella festa, per passare del tempo con te» affermò Harry sorridendo. Quel sorriso, era la cosa più bella che avesse mai visto. D’istinto la ragazza si abbandonò tra le braccia del ragazzo.
«Grazie» sussurrò la ragazza, si sentiva in debito con lui. Insomma le stava offrendo la sua casa, le aveva trovato un lavoro e chissà, avrebbe anche ripreso a fare la modella.
 
 
Il quel momento la porta si aprì di scatto. Venne chiusa con forza e una figura nera arrivò nella stanza. Era Zayn, arrabbiato nero.
«Mi hai fatto prendere uno spavento» si tranquillizzò quando vide la ragazza.
«Non dovevi, ero con Harry, al sicuro.» rispose cautamente lei, avvicinandosi a Zayn per poi accarezzargli la guancia.
 
«Ma i ragazzi? Dove sono finiti?» chiese Charlotte.
«Dio, i ragazzi!» affermò Harry battendosi il palmo della mano sulla fronte.
Corse in macchina per tornare al centro commerciale, dimenticandosi che aveva lasciato Charlotte e Zayn da soli a casa sua.
 

«Cosa sono quelle buste sul divano?» chiese Zayn indicando con il dito le buste
«Harry mi ha comprato il vestito per sabato» concluse lei sedendosi accanto alle buste.
Zayn ci rimase male, voleva essere lui a comprarle il vestito per la festa. Si sedette accanto a lei e le circondò le spalle con il suo braccio.
«Posso vedere come ti sta?» le sussurrò all’orecchio
«No, deve essere una sorpresa, sono sicura che ti piacerà» affermò lei facendogli l’occhiolino e sedendosi sulle sue gambe.
 
Lei cominciò a baciargli il collo lentamente facendole gemere dal piacere.
«Vuoi fare la cattiva» disse lui, facendola stendere sul divano e mettendosi sopra di lei. Stava per baciarla ma una voce lo fermò.
«Zayn, se vuoi farlo fallo in camera tua» era Liam, a lui non piaceva che Zayn facesse sesso dove gli pareva.
«Che?» disse Zayn per poi alzarsi da quella posizione e sedersi composto. 
Liam andò in cucina e Niall si sedette sulla poltrona mandiando un pacco di patatine.
Louis e Harry scherzavano e Charlotte e Zayn parlavano sulla prossima volta che si sarebbero fatti fotografare.


 Niall ad un tratto, porse a Charlotte il suo pacco di patatine. La ragazza guardò cosa c’era dentro e vide un’unica patatina.
‘Wow, si è sforzato’ pensò la ragazza ironica.
«Sei sicuro Niall?» chiese Louis. Di colpo tutti si erano fermati nella stanza e Liam era entrato per vedere la scena.
Tutti guardarono Char con aria curiosa, forse volevano che mangiasse la patatina. Lo fece e tutti diedero un grido di gioia, come quelli dello stadio.
Charlotte guardava confusa Liam, aspettando delle spiegazioni che lui le diede
«Vedi, quando Niall ti regala l sua ultima patatina devi essere una persona veramente speciale» spiegò lui per poi tornare in cucina

Dopo aver pranzato Charlotte e i ragazzi si sedettero sul divano a parlare.
La rossa chiamò da parte Harry per potergli parlare.
 
Erano fuori e lei aveva acceso una sigaretta per trovare il coraggio di dirgli cosa voleva fare.
«Che s’è?» chiese Harry togliendosi la felpa e mettendola sulle spalle di Charlotte.
«Voglio tornare a casa per prendere almeno i vestiti» disse lei guardando un punto fisso per poi fare un tiro.
«No, non se ne parla, vuoi finire nei guai?!» disse Harry arrabbiato.
«Per questo lo chiedo a te, se ci sei tu non mi farà niente» disse lei tirando su col naso e guardando Harry negli occhi.
«E va bene, però entrerò in casa con te e ti aiuterò a fare le valige» disse lui mettendo già le prime condizioni.
«C’è un'altra cosa» disse lei stingendosi nella maglia di Harry 
«Cosa?» chiese Harry preoccupato.
«Qualche giorno fa, ho incontrato un uomo che mi ha dato questa lettera» disse lei cacciando la lettera dalla tasca e porgendola ad Harry.
«Che c’è scritto?» chiese ancora Harry prendendo la lettera in mano.
«Non lo so, non l’ho letta tutta…e se volessi non avrei il coraggio…è di mia madre» spiegò lei spegnendo la cicca sotto la scarpa.
Harry cominciò a leggere a voce alta
 
…lui ci ha lasciate, adesso non so come sia diventato o se si sia risposato e abbia figli. Sono solo che devi trovarlo, devi dirgli che sei sua figlia e troverai una famiglia, una famiglia con lui.
Ricordi quando da piccola andavamo al parco? Ci sono delle case li, quella blu, con i fiori rossi, quella che ti piaceva tanto è casa sua. Non ti portai più a quel parco perché avevo paura che lo incontrassi. Adesso tocca a te trovarlo e parlarci. Ti spiego cosa devi fare. Vai nella mia camera, guarda nei cassetti, sull’armadio, ovunque, devi trovare il medaglione che mi aveva regalato lui. E’ un oggetto d’oro con una pietra al centro verde. Trovalo e quando l’incontrerai mettilo al collo, capirà che sei sua figlia.
Ora smetto di scriverti e ti dico addio, sari sempre la mia bambina, non dimenticarlo. Comunque ho scoperto che tuo padre ti porta a letto, mi dispiace, non potevo immaginare che fosse così dura. Ne abbiamo passate tante ed è ora che tu sia felice figlia mia…addio
 
                                                                                                                La tua Mamma...
 
 
Alcune lacrime sceso lungo le guance i Charlotte ad un tratto la sua vita aveva trovato una ragione per cui vivere, doveva trovare suo padre, doveva trovarlo.
«Vieni qui» disse Harry allargando le braccia per farla andare da lui al sicuro.
Lei si lasciò andare ad un pianto liberatorio tra le braccia del suo Harry.
«Ci andremo insieme e faremo come ha detto tua madre» le sussurrò lui lasciandole un bacio sui capelli rossi.
«Domani mattina andiamo li e lo facciamo fuori» disse Harry, non voleva mica ucciderlo? Anche se lo avrebbe fatto volentieri, lui non doveva toccarla, un vecchio di cent’anni che vuole andare a letto con sua figlia, ma per favore.









Avete visto come sono brava? Ho continuato anche se non siamo attivare a cinque recensioni, non fa niente. Non me la sono presa. Però spero che almeno per questo capitolo ci arriviamo a cinque recensioni. Per ora è tutto, forse domai aggiorno. 
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 20
*** Fireworks cap.20 ***


Charlotte e Harry dormirono insieme anche quella notte, lui non voleva lasciarla in un momento così delicato della sua vita.
Il riccio non aveva dormito tutta la notte per pensare cosa avrebbe fatto quando avrebbe incontrato il padre di Charlotte. L’avrebbe ucciso con le sue stesse mani, ma poi pensò di raccontare ai ragazzi l’accaduto e chiedere un consiglio.
 
 
Il ragazzo si alzò da letto e andò a svegliare prima Louis, di lui si fidava e quando voleva sapeva dare buoni consigli.
«Bastardo lasciami!» urlava Louis mentre Harry lo trascinava per un piede portandolo in soggiorno.
Lo fece sedere sul divano e poi gli disse:
«Si tratta di Charlotte»
«Chi l’ha rapita?! Dove? Quando?» chiese allarmato Louis.
«No è nel mio letto che dorme, lei ha un problema» disse poi
«Quale, le fa male la pancia?» chiese subito Louis con un sorriso sulle labbra
«Suo padre la picchiava –Louis lo guardò freddo- prima che venisse qui subiva violenze da lui…» si fermò a prendere un respiro profondo
«L’occhio nero…quel bastardo» Louis si alzò di scatto e corse verso la porta d’ingrasso.
Harry lo seguì e lo fermò per il polso
«Aspetta…domani andremo io e lei dal padre» disse Harry aumentando la presa sul polso di Louis
«Vuoi che le faccia ancora del male? Domani vengo io» concluse Louis per andare poi, in camera di Zayn e svegliarlo.
 
 
Avevano svegliato tutti i ragazzi e li avevano messi al corrente della situazione. Liam propose di chiamare la polizia e di denunciarlo, Zayn la trovò un buona idea, avrebbe fatto di tutto per aiutare la sua piccola.
Anche se il ragazzo era un po’ deluso, avrebbe voluto che quel problema lo raccontasse a lui e non ad Harry.

I ragazzi decisero che sarebbero andati tutti insieme, solo che Charlotte non l’avrebbe saputo. Se le cose si sarebbero compiliate avrebbero chiamato al polizia.
 
Tornarono a dormire ed Harry abbracciato alla sua Charlotte pensava a come fosse bello poter toccare le sue labbra con le proprie. 
Desiderava baciarla, ma aveva paura. Lei avrebbe ricambiato, ma non perché gli piace, perché ha passato la maggior parte della sua vita a far finta di godere con gli uomini. Lui sarebbe stato solo uno dei tanti.
Come avrebbe voluto che lei ricambiasse. Harry credeva che quella era una stupida cotta, una di quelle che si prendono gli adolescenti, ma lui non era un adolescente eppure credeva che era solo attrazione fisica.
 
 
Il mattino seguente Charlotte si svegliò di buon umore, tra le braccia di Harry si sentiva protetta e voleva che quella protezione fosse accanto a lei per il resto dei suoi gironi.
Lui dormiva, anzi faceva finta di dormire, voleva vedere cosa avrebbe fatto Charlotte durante la sua ‘assenza’.
 
Lei lo guardava, lo ammirava, quel viso così perfetto, quelle labbra da baciare, tutto di lui le piaceva. Gli diede una carezza sulla guancia, voleva sentire la sua pelle vicina. Si stinse ancora si più a lui sentendo il battito del suo cuore. Allora capì che era sveglio, oppure stava avendo un brutto sogno ed era così spaventato che gli batteva il cuore dalla paura.
«Buon giorno piccola» disse Harry con la voce impastata dal sonno.
«Cosa sognavi?» chiese schietta lei.
«Una persona…una bellissima persona che mi baciava poi mi sono svegliato» quante bugie, però faceva bene, mica poteva dirle ‘Facevo finta di dormire per vedere cosa facevi, se mi baciavi o mi stupravi’  no, non poteva dire così.
«Capisco…» concluse lei, ma che si aspettava, che le avrebbe detto che quella persona era lei?
 
 
Si fu un attimo di silenzio, lui non sapeva che dire e anche lei non lo sapeva.
Poi la porta si spalancò. Era Zayn. Sconvolto dalla scena a cui stava assistendo, doveva essere lui ad abbracciarla.
«Sono venuto a svegliarvi» Charlotte staccò dalle braccia di Harry e si appoggiò con la schiena contro lo schienale del letto.
«Ciao Zayn» lo salutò affettuosamente Char
«Ciao piccola» la salutò lui andandole vicino. Lei se lo prese per il collo e gli lasciò un rumoroso bacio sulla guancia. Harry la guardava scioccato, non si aspettava che l’avrebbe baciato
‘Prima mi abbraccia e mi stinge a se e poi si bacia con quello li, ma a che gioco sta giocando?’ pensò Harry alzandosi dal letto e uscendo dalla porta.
 
Zayn e Charlotte restarono ancora un po’ a parlare, lui voleva qualcosa di più, ma lei lo respingeva.
«Zayn, qui non ci sono i paparazzi» disse lei
«Potrebbero entrare da un momento all’altro» concluse per poi buttarsi sulle labbra di lei.
Morse il labbro inferiore, baciandolo tirandolo a se con i denti, cercando di non farle male.
Chiese l’eccesso e lei glielo concesse, la lingua di lui cercava incessantemente quella di lei, che sfuggiva per farlo arrabbiare e rendere il bacio più intenso.
Finalmente la prese e non la lasciò più, voleva ancora altro, voleva del sesso, ma si fermò, non voleva farle male, non voleva costringerla, non voleva che lei donasse il suo corpo a lui dopo quello che aveva passato.
 
«Rimanderemo questo momento ad un’altra volta» disse lui alzandosi.
«Quale momento?» chiese lei, non aveva capito che Zayn si stava eccitando.
«Niente, lasciamo perdere…andiamo a fare colazione» concluse lui uscendo dalla porta. Charlotte si cambiò velocemente, mise dei vestiti puliti, quelli che le aveva comprato Harry.
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Scese le scale andò in cucina, Si diresse verso Naill e gli prese il cornetto che aveva in mano lasciandogli un bacio sulla guancia.  
Quest’ultimo arrossì dall’imbarazzo, un bacio del genere non si riceve mica tutti i giorni.
Niall prese un altro cornetto dal piatto senza fare storie. 
«Non ci credo Niall, hai ceduto il tuo cornetto» disse Liam sconvolto
Il biondo fece di si non la testa e poi addentòò il suo cornetto.
 
 
Finita la colazione Harry si alzò dalla sedia e annunciò hai ragazzi
«Io e Charlotte dobbiamo uscire, la porto a fare un giro» 
«Dove?» chiese Zayn, doveva mostrare la sua gelosia, oppure ci sarebbe stato qualcosa di sospetto 
«In giro» concluse Harry mettendo una mano sul fianco di Char e uscendo dalla corta.
 
Erano arrivati davanti casa di lei. I ragazzi erano già arrivati per una via interna di Londra. Harry gli aveva spiegato tutto.
Senza farsi sentire Liam forzo la porta con una forcina per capelli, così si ritrovarono in cucina. Si nascosero sotto il tavolo e aspettarono che arrivasse qualcuno. 
 
Charlotte stava a perendo la porta di casa e Harry la guardava tremare. Non sopportava vederla così, gli faceva male.
La porta si aprì e subito dalle scale una figura mascolina si presentò davanti ai due.
«Finalmente sei tornata» disse il padre andandole in contro e mettendo una mano sulla spalla della ragazza.
Harry già non sopportava quel tocco.
«E chi è lui, il suo ragazzo?» chiese poi Max, il padre.
«Si» disse lei prendendo il braccio del ragazzo e guardando Max in modo freddo.
«Mi fa piacere…trattala bene» disse l’uomo.
«Sicuramente di come hai fatto tu in questi anni» si lasciò scappare Harry
 
 
 
 
 
Continuaaaaaaaa. Spero vi piaccia vogio sempre cinque recensioni oppure non continuo, vi voglio bene. 
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 21
*** Fireworks cap.22 ***


‘Bastardo’ pensava Harry mentre Charlotte era in una stanza. Lui era seduto su una sedia ad aspettare che lei uscisse da lì e gli dicesse che andava tutto bene.
L’avrebbero operata, dovevano togliere i vetri dalla ferita e poi ricucirla. Il ragazzo pensava solo a cose brutte. E se non tutto sarebbe andato per il verso giusto? E se avessero lasciato i vetri nella ferita e fosse morta dissanguata? Da quello che avevano detto aveva perso molto sangue. Ma Charlotte era forte, non si sarebbe lasciata massacrare da una stupida operazione.
 
Passarono quattro ore e Charlotte era ancora li dentro. Dopo un po’ uscì uno dei dottori da quella stanza, poi dietro di lui l’infermiera che aveva aiutato Louis. Lei e Louis -che aspettava insieme a Niall- si guardavano con sguardi intensi e pieni parole, solo che solo loro due potevano capire cosa si stavano dicendo.
 
«Posso vederla?» chiese Harry al dottore, quest’ultimo gli fece cenno di si con la testa e gli sorrise.
Harry si diresse subito nella stanza per vedere la sua Charlotte. La trovò addormentata, il viso era bianco, forse per aver perso tanto sangue, le braccia erano distese lungo i fianchi.
 
Niall si alzò dalla sua sedia per andare a vedere anche lui come stava la bimba di Harry, ma venne fermato da Louis.
«Questo è il loro momento» disse sorridendo per poi spingere Niall sulla sedia accanto
 
«Ricordi quando ci siamo conosciuti?» chiese Harry in un sussurro prendendo la mano di lei nella sua. La guardava mentre dormiva stanca di tutto.
«Quel giorno era morta tua madre e tu non avevi smesso di fare il tuo lavoro, se vogliamo chiamarlo così» prese un bel respiro e poi continuò
«In quel momento mi hai colpita, sei stata così forte da trattenere quel peso enorme per non piangere…è stato in quel momento che decisi di proteggerti» le accarezzò dolcemente una guancia.

Zayn intanto era arrivato sull’uscio della porta e stava ascoltando ciò che diceva Harry.
«Ho cominciato a venirti a prendere ogni sera e portarti a casa mia per farti sentire protetta…ma sei finita tra le braccia di un altro, nelle braccia di Zayn…anche se per finta, mi fa male vederti con lui» le prese la mano e l’avvicinò alla sua bocca, lasciando poi un bacio sul dorso.
«La vuoi sapere la verità? La verità è che mi piaci» concluse poi, rendendosi conto che Charlotte stava aprendo gli occhi.
«C-cosa?» chiese la ragazza in una smorfia di dolore. Lui sorrise nel sentire che lei aveva fatto parte di quella conversazione anche se non aveva parlato e aveva gli occhi chiusi.
 
Zayn entrò nella stanza, non poteva immaginare che Harry tenesse tanto a lei, era suo amico, non voleva farlo soffrire, ma non voleva nemmeno rinunciare a Charlotte.
«Oh, piccola, ti sei svegliata» disse Zayn avvicinandosi al lettino dove era distesa la bimba.
Le diede un bacio sulla fronte e le accarezzò i capelli. 
Harry stinse i denti, gli dava fastidio quel contatto. Era incredibile, Zayn dopo aver sentito Harry pronunciare quelle parole aveva anche il coraggio di toccare Charlotte.
«I medici hanno detto che domani mattina potrai tornare a casa» disse Zayn sorridendo verso Charlotte.
 
«Dove l’avete portata?!» una voce si fece spazio nella stanza, era Liam.
«Come sarebbe, lei è qui e non mi dite niente?!» Ancora Liam che urla, nessuno l’aveva mai visto in quello stato…ma quello stato piaceva a tutti, era uno di loro, con la stessa pazzia, solo che non lo dimostrava spesso.
 
Charlotte voleva alzarsi per appoggiare le spalle allo schienale del letto, ma era troppo debole per poterlo fare. Harry con delicatezza le mise le mai sui fianchi e dolcemente l’appoggiò al letto.
La rossa stava cominciando ad acquistare un colorito naturale, stava diventando rossa quasi come i suoi capelli.
 
Poi entrarono Louis e Niall. Il biondo sempre a mangiare un pacco di patatina e l’ultima la diede a Charlotte come segno di ben tornata alla realtà.
Erano tutti a chiederle come stava e se la ferita le faceva male, lei rispondeva a monosillabi. Entrò l’infermiera che aveva curato Louis e chiese ai ragazzi di uscire. Louis la seguì subito. Le mise le mani sui fianchi da dietro e le diede un bacio sulla nuca.
«Per cos’era questo bacio?» chiese l’infermiera girandosi verso Louis
«Per ringraziarti di avermi curato» rispose lui tenendo le braccia attorno al suo corpo.
«Non sapevo che i ragazzi ringraziassero così» affermò lei sorridendo.
«Lo ammetto, era anche per convincerti ad uscire con me» disse sfacciatamente il ragazzo.
La ragazza fece una faccia pensierosa appoggiando un dito sulle labbra per pensare. Si staccò la Louis e si girò per andarsene. Lui rimase abbastanza deluso.
«Domani sera alle otto al ristornate accanto al porto» disse la giovane infermiera andando via e facendo comparire sul volto di Louis un sorriso a trentadue denti.

Charlotte era nella stanza a guardare il buio stesa su un fianco. L’unica luce che si vedeva era quella della luna, la sua stanza aveva un finestra con una bella vista sul cielo. Pensava, pensava alla sua vita. A come era cambiata, in meglio bisogna dire. E tutto ciò grazie a cinque ragazzi che pur conoscendola da poco le avevano dato una casa, degli amici, una voglia di vivere che non aveva mai avuto prima e soprattutto una famiglia, perché lei li considerava una famiglia di cui potersi fidare.
Chiuse gli occhi per un secondo e vide il viso di Harry, quanto desiderava che fosse accanto a lei, poterlo baciare stingere, ma non poteva, metà universo sapeva che era la ragazza di Zayn.

Harry sussurrava una frase nella mete della ragazza
«La verità è che mi piaci»
«Anche tu mi piaci Harry» disse in un sussurro la ragazza per poi addormentarsi.
 
 
 
 
 
 
 
Voglio almeno cinque commenti per questo capitolo, se non ci arriviamo non fa niente.
Spero che vi piaccia perché a me piace un casino.  Per ora è tutto.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 22
*** Fireworks cap.21 ***


«Come scusa?» chiese l’uomo, stingendo i bugni, mantenendosi a non picchiarlo e rompergli la faccia.
«Hai sentito bene» disse il ragazzo. L’uomo prese Charlotte per il braccio e la tirò dalla sua parte, le mise un braccio attorno al collo e cominciò a stingere facendole mancare il fiato.
«Lasciala» si sprecò di dire Harry, ma tanto lui non la lasciava, le avrebbe fatto del male, più male delle altre volte.
 
Charlotte sussurrava un disperato ‘Ti prego aiutami’ che mandò in bestia Harry, lui l’aveva protetta e adesso lui stava per strangolarla viva.
«Coglione lasciala!» urlò Harry per poi dare un pugno sul naso dell’uomo.
Charlotte era libera dalla sua presa. Subito la ragazza si mise dietro di Harry trovando uno scudo che l’avrebbe protetta.
 
I ragazzi dalla cucina avevano sentito tutto, dalle parole iniziali del padre di Charlotte fino all’urlo di dolore dell’uomo.
«No, io vado a vedere cosa succede» disse Zayn alzandosi da sotto il tavolo e corredo verso la porta d’entrata.
Vide un naso sanguinante e una charlotte spaventata. Si inondò subito dalla sua amata abbracciandola e lasciandole un bacio nei capelli rossi.
 
Intanto Harry le stava prendendo dal padre della ragazza e Louis e Liam corsero in suo aiuto, ma quell’uomo aveva una corazza potente, così potente che ogni colpo per lui era quasi solletico.
Niall era rimasto in cucina a prendere del cibo, non si sa come, ma aveva fame e poi li c’era il telefono, così avrebbe potuto chiamare la polizia.
 
Un calcio nelle parti basse da parte dell’uomo fece crollare Harry. Era li, disteso a terra a contorcersi dal dolore. Charlotte si preoccupò subito di andare a vedere come stava, quel calcio aveva fatto più male a lei.
Si mise in ginocchi davanti a lui, accarezzandogli la guancia e trattenendo le lacrime.
«E’ colpa mia» sussurrò la ragazza, si sentiva terribilmente in colpa per aver cacciato nei guai Harry, la persona che l’aveva aiutato di più in tutta la sua vita.   

Charlotte l’aiuto ad appoggiarsi contro il muro con la schiena.
‘E’ colpa mia, solo mia e di nessun altro’ si ripeteva la rossa mentre lasciava un bacio sulla guancia ad Harry. Quello, non era un semplice bacio, non uno di quello che lascia lei, non uno di quelli rumorosi pieni di affetto, era un bacio dolce, uno che lascia il segno, uno che vuole dire addio…
 
 
Zayn aveva preso il posto di Harry nella ‘battaglia’. Louis perdeva sangue dal naso. Liam continuava a lottare per difendere la sua sorellina. Si, sorellina, perché lui la considerava una arte impostante della famiglia e non avrebbe permesso a nessuno di farle del male. Zayn invece, non la considerava una sorella, ma più una donna da amare, perché lui era seriamente innamorato di lei, l’avrebbe custodita come un tesoro, un tesoro prezioso, uno di quelli di cui non si può dimenticare il valore e il valore di quella ragazza era più grande di qualsiasi altra cosa al mondo.
 
Charlotte si era alzata dalla posizione accanto ad Harry e con un filo di voce pronunciò un
«Basta» quella parola però la sentirono tutti, si fermarono a guardarla a vedere come teneva la testa china, gli occhi nascosti dai capelli, si vedeva scendere solo le lacrime.
«Vedete, ha capito che vuole restare con me» disse fiero il padre avvicinandosi a lei e mettendole una mano sul braccio. A quest’azione lei si ritrasse.
«Non mi toccare Max» sibilò la giovane.
L’uomo le tirò uno schiaffo e poi un altro, tutto questo davanti agli occhi dei ragazzi. La crudeltà di quell’uomo era immensa, ne erano scioccati. Non fecero niente, erano paralizzati davanti a quella scena, come riusciva Charlotte a trattenere le grida di dolore, come?
«Forza uccidimi, finirai solo il tuo lavoro» continuò Charlotte.
Lui non se lo fece ripetere due volte, ancora un altro schiaffo. Quello che le fece uscire anche sangue dal naso. Quello che le fece la guancia rossa, quello che forse sarebbe stato l’ultimo.
 
 
Harry fece segno a Zayn di far chiamare la polizia. Il riccio si era alzato da terra e con grandi falcate di diresse verso le spalle dell’uomo. Lo fermò da dietro impedendo ogni suo movimento.
Sfortunatamente Max si liberò. Riprese Charlotte per il collo e dal tavolino accanto alla porta prese la bottiglia di vetro soffiato blu, la distrusse con un colpo secco e l’avvicinò al collo della ragazza.
Incise un taglietto, doloroso, poi un altro più lungo, che fece uscire gocce di sangue.

Charlotte non emetteva nessun suono, niente di niente. Era come persa nel buio totale e ciò la spaventava, aveva sempre avuto paura del bianco. Cosa c’entra il bianco? Beh…il bianco è la paura di non farcela, la paura di vivere in un mondo pieno di dolore.  E quel dolore lo stava provando lei.
 
«Avvicinati e la bottiglia gliela infilzo nel cuore» minacciò Max ad Harry. Intanto l’uomo aveva già pensato ad alzare la maglia della ragazza e a puntare le punte della bottiglia contro il fianco.
 
In quel momento si sentirono le sirene della polizia.
«Questo non dovevi farlo» disse l’uomo per poi tagliare la superficie bianca del fianco.
Un taglio profondo, con vetri conficcati nell’apertura, un taglio doloroso che fece fare alla ragazza un gemito di dolore. Il primo di tutte le perite.
Quello fece capire ad Harry che ancora una volta non l’aveva protetta abbastanza, ci aveva provat, ma aveva fallito miseramente.
La porta si aprì e Max lasciò cadere Charlotte a terra e entrare il primo poliziotto che scavalcò il corpo della ragazza e fece entrare il secondo uomo.
 
Avevano le pistole puntate verso Max, altri due uomini erano dietro di lui.
I ragazzi erano usciti fuori da quella casa e stavano aspettando solo che uscisse sana e salva la loro Charlotte.
Zayn piangeva, difficile da credere vero? Ma era proprio così, era preoccupato per la sua donna.
Liam sperava che i paparazzi non venissero a sapere niente dell’accaduto e Niall consolava Zayn. Louis si faceva tamponare il naso da un’infermiera, molto carina secondo i suoi gusti.
 
Harry era corso vicino a Charlotte l’aveva presa in braccio a mo di sposa e l’aveva portata fuori da quella casa per sempre, ci sarebbero tornati solo per rendere il medaglione della madre e poi basta.
Due paramedici presero con loro la rossa e Harry se la vide portare via davanti ai suoi occhi. Volle entrare con l’ambulanza con lei, anche i ragazzi fecero lo stesso. Zayn le teneva la mano da un lato ed Harry dall’altro.
 
La rossa perdeva molto sangue, un taglio di trenta centimetri che arrivava fino alla schiena.
La ragazza aprì lentamente gli occhi e guardò subito Harry, essendo la prima persona che si ritrovò di fronte. 
«Perché piangi Harry?» chiese la ragazza debolmente.
«Non piango piccola» rispose Harry ascugando velocemente le lacrime. 
«Adesso dormi» disse Zayn chiudendole gli occhi.








Continuaaaaaa...allora, vi ringrazio per i sei commenti, avete visto che potete farsela? 
Io credo in voi perché siete le mie piccoline. Vogliamo arrivare a sei recensioni anche al prossimo capitolo? Si dai.
Per ora è tutto
Ciaooo tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 23
*** Fireworks cap.23 ***


Charlotte era uscita dall’ospedale da tre gironi ormai. Lei e i ragazzi passavano il tempo a farsi foto con facce buffe per ricordarsi di quei momenti. Harry aveva regalato un nuovo cellulare a Charlotte come ‘Ben tornata a casa’. Aveva ricevuto un iPhone bianco e ci aveva salvato sopra il numero dei ragazzi insieme alle foto che si scattavano in quei giorni. 

«Dai Charlotte facciamone una insieme» disse Zayn sedendosi sul divano e indicando a Charlotte di sedersi sulle sue gambe.
«Harry, potresti scattarla tu?» disse la ragazza porgendo il cellulare il mano ad Harry che annuì posizionando il cellulare per fare la foto.
Charlotte si era seduta sulle gambe di Zayn e lui la teneva stretta a se. Il moro la guardava con occhi sognanti spogliandola con gli occhi. Desiderava toccarla di nuovo, sentire il suo respiro affannato e non per aver corso.
Zayn più la guardava negli occhi e più si convinceva che quella era la donna giusta per lui. Si avvicinò di botto alle sue labbra toccandole con le sue e infilando la lingua nella bocca di lei proprio mentre Harry stava per scattare la foto. Un bel bacio, una bella foto perfetta, pulita senza nessuna sbavatura, ma Harry non era d’accordo.
«Non è venuta bene, cancelliamola» affermò prima di premere il tasto con il cestino per poterla cancellare dalla sua vista.
«Oh, andiamo Harry non può essere venuta tanto male» lo incoraggiò Charlotte per non farla cancellare. La rossa prese il cellulare dalle mani di Harry e guardò la foto.
‘Ma è bellissima’ pensò guardandola ‘Ma sarebbe meglio se al posto di Zayn ci fosse Harry’ continuò il suo pensiero, rendendosi conto solo dopo che quel pensiero non andava per niente bene.
 
Era arrivata ora di pranzo e Niall aveva preso a saltare per tutta la casa perché era da quando aveva fatto colazione che non mangiava qualcosa. 
«Niall non è successo niente…è tutto finito» gli sussurrava Charlotte mentre lo abbracciava e accarezzava i capelli. Lo fece sedere a tavola accanto a lei e cominciarono a pranzare.
 
Quella sera sarebbero dovuti andare alla grande serata di cui si parla da giorni. Quella serata di beneficenza a cui avrebbe partecipato anche Charlotte. Il livido all’occhio le era passato, il labbro era tornato rosso e carnoso e…bhe, non aveva ancora tolto i punti al fianco, sarebbe andata tra qualche giorno. Harry correva per la casa perché non trovava le sue scarpe nuove, quelle a cui ci teneva tanto perché le aveva scelte Charlotte.
Louis inviava messaggi a Claudia, l’infermiera dell’altro giorno. La cena era andata a gonfie vele. Erano diventati ottimi amici e il padre di lei aveva una certa simpatia per Louis, gli ricordava lui quando era giovane. 
Il ragazzo ne era felice, forse quella sarebbe diventata una grande storia d’amore, perché lui, amava la compagnia di quella ragazza, l’aveva anche invitata alla festa quella sera, aspettava solo che arrivassero le otto per poterla andare a prendere.
Liam era super gasato perché il nuovo profumo che aveva comprato gli piaceva davvero molto e poi con quella pozione addosso aveva attirato l’attenzione di molte ragazze, ed era sicuro, non solo perché era famoso e bello. Niall, faceva uno spuntino prima di andare alla festa perché aveva paura che lì non ci fosse stato un buffet.
Zayn si sistemava il ciuffo per fare bella figura con Charlotte, loro due sarebbero andati insieme alla festa, perché nella macchina di Harry non ci entravano tutti e poi Louis doveva andare da Claudia a prenderla.
 
«Harry, cos’hai?» chiese Charlotte incontrandolo per il corridoio e fermandolo.
«Non trovo più le scarpe» rispose lui agitato. Lei gli mise una mano sulla spalla e lo guardò drtitto negli occhi.
«Prendi un bel respiro e va in camera tua, dovrebbero essere sul letto.» disse lei portandolo in camera sua sicura che le scarpe fossero lì. Infatti c’erano.
«Non so come farei senza di te…sai, devo fare bella figura con una ragazza…» disse lui mentre si sedeva sul letto e indossava le scarpe, arrossendo leggermente.
«Sarai perfetto» disse lei nascondendo quel velo di tristezza che le si era formato quando le aveva detto che doveva far colpo su una ragazza.
 
Charlotte tornò in bagno, quello ne corridoio. Quella casa aveva più stanze di un hotel.
Aveva già preparato tutto, i vestito, i trucchi, gli accessori doveva solo indossarli e uscire da quella stanza perfetta. Si tolse l’accappatoio che indossava e infilò la biancheria, pizzo nero scelse quella volta. Infilò in vestito, ma prima si spalmò sulla pelle una crema corpo che lasciava brillantini. 
Gliel’aveva consigliata una ragazza, forse di qualche anno più grande di lei, quando Liam l’aveva portata a fare compere il giorno in cui era tornata a casa. Guardò un ultima volta quella che presto sarebbe diventata una cicatrice sul suo fianco e poi mise il vestito. Quella mattina, era andata dalla parrucchiera di fiducia dei ragazzi e si era fatta fare un’acconciatura stupenda, una specie di treccia al lato, solo più bella e raffinata. Si truccò lievemente e poi mise i bracciali accompagnati da tutto il resto degli accessori. Mise nella pochette il cellulare, il pacco di sigarette e l’accendino. Un goccio di profumo al collo e ai polsi ed era pronta per uscire con la sua famiglia.
 
I ragazzi l’aspettavano sotto, loro erano già pronti. Niall si era ingozzato, Zayn si era sistemato i capelli, Louis era andato a prendere Claudia e Liam non la smetteva più di annusare l’aria.
Harry…beh, lui, aspettava che la sua principessa scendesse dalle scale e lasciasse tutti a bocca aperta, lui compreso.
 
‘Ok Charlotte, se non dicono niente, sei perfetta’ si ripeteva nella sua mente la ragazza prima di mettere piede sul primo gradino e scendere lentamente le scalale per non cadere. Però quella camminata sexy rendeva tutto più bello e caldo.
Guardava verso il basso mentre scendeva, i ragazzi erano da vedere, avevano la bocca spalancata e sbavavano, anche Niall e non per il cibo.
Harry aveva previsto tutto alla perfezione, le aveva comprato anche un fiore da mettere nei capelli rossi. Erano una rosa bianca che non c’entrava nulla con tutto il resto, ma che rendeva il tutto più perfetto.
‘Harry, adesso vai lì e metti il fiore tra i suoi capelli’ si ordinò mentalmente muovendo i primi passi verso Charlotte.
«Questo è per te» disse lui mostrando il fiore bianco a Charlotte e avvicinandosi lentamente ai suoi capelli per poterci aggiungere il fiore.
Lei vedendo che era impacciato nei movimenti sorrise sperando che era lei la causa di quell’imbarazzo. 

Harry si spostò per far vedere Charlotte agli altri e per lasciarla a Zayn, era giusto così, era lui il ragazzo, anche se per finta, doveva essere lui ad accompagnarla.
 
Zayn la prese sottobraccio e sussurrò ad Harry un
«Grazie amico» sorridendogli e portando Charlotte fuori facendola entrare, da galant’uomo quel’era, nella sua auto.
 
Partirono per arrivare alla tanto attesa festa, Zayn l’aveva fatta scendere lasciandole un bacio sulle labbra prima che potesse entrare in quell’edificio.
C’era un tappeto rosso all’entrata, recintato da fan, fotografi e giornalisti. Quella era pur sempre una serata di beneficenza aiutata dalle star. Quando Zayn e Charlotte fecero la loro entrata su quel tappeto l’attenzione ricadde subito su di loro e lasciarono perdere Justin Bieber con la sua nuova fidanzata bionda.
 
«Zayn, dove hai trovato, questa bomba di donna?» chiese un uomo con la macchina fotografica a cui seguirono altre cento domande, da altri uomini e donne.
«Questa bomba di donna, si chiama Charlotte e ci siamo conosciuti in un bar» affermò Zayn guardandola e lasciandole un bacio sulla guancia avvicinandola di più a se.
«Che lavoro fa signorina?» chiese una donna sulla cinquantina. E cosa avrebbe risposto? Non sapeva cosa dire o fare, non poteva di certo dire che faceva la prostituta in passato.
«La modella» una voce roca e forte si sentì da dietro le spalle. Charlotte si girò sorridendo alla persona che aveva risposto. Quella persona era…




Charlotte 






Zayn 














Ciaoooooooo...spero che questo capitolo vi piaccia, a me tantissimo, voglio arrivare almeno a 6 recensioni oppure non continuo u.u
No, schezo, continuo anche se non ci arriviamo, però meglio che siano sei o guai a voi...vi minaccio facendo capitoli più corti.
Per ora è tutto, vi ringrazio per i 60 commenti a questa ff. Vi prego di leggere anche le altre due: Dreams  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1942263    e Keep calm and carry
on http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1949090
Poi, vorrei chiedervi di passare a leggere questa ff...io credo sia davvero stupenda, per ora, ha poche recensioni, ma se passate e ne lasicate una ne avrà di più (ovviamente): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1952611
U
n alta cosa...ho tumblr e mi farebbe piacere che leggesso ciò che c'è scritto sotto la foto con la ragazza dai capelli rosa:  http://poorbutsexychar.tumblr.com/  
Per ora è tutto, grazie per le recensioni al capitolo 22
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 24
*** Fireworks cap.24 ***


Charlotte si girò per guardare chi era stato a pronunciare quelle parole. Sorrise al riccio, quel ragazzo l’aiutava sempre e comunque.
Harry e andò vicino e dal lato opposto di Zayn le mise una mano sul fianco.
«Da domani lavori per un mio amico, cerca modelle…» le sussurrò in un orecchio per poi far distogliere l’attenzione dei fotografi sul seno di lei portandola dentro.
Zayn era ancora con una mano sul fianco di lei, mentre Harry aveva la mano sull’altro fianco. Nessuno dei due aveva intenzione di mollare la propria preda, anche se Charlotte sapeva benissimo che il suo cuore apparteneva solo a uno di loro due.
 
«Sorridi e annuisci, rispondi alle domande solo se devi» sussurrò Zayn all’orecchio di Charlotte per poi portarla via da Harry e andare a parlare con una di quelle persone aristocratiche, di cui charlotte non conosceva il nome.
«Incantato» un ragazzo prese la mano di Charlotte e baciò il dorso.
«Dimmi Zayn, come fai ad avere così buon gusto in fatto di donne?» chiese un ragazzo, lo stesso del bacio sulla mano, rivolgendosi a Zayn.
«Beh Justin, ci vuole fortuna, e io la mia fortuna l’ho trovata, si chiama Charlotte»  rispose Zayn avvicinandosi al viso di lei per lasciarle un bacio all’angolo della bocca e farla sorridere –cosa che stava facendo da quando si erano avvicinati a quel Justin-.
«Quanti anni hai Charlotte?» chiese Justin prendendo un bicchiere si champagne e portandoselo alla bocca.
«Diciotto» rispose sicura di se e guardando Zayn con la coda dell’occhio.
«Praticamente una bambina, Zayn non ti facevo così, lei è troppo piccola» puntualizzò Justin prendendo un sorso di champagne dal suo bicchiere.
«E dimmi Justin, per chi sarebbe perfetta lei?» chiese Zayn, con tono di sfida e tendendo la mascella per la rabbia, avrebbe preferito prenderlo a schiaffi per la sua arroganza.
«Bhe…una persona attraente come lei starebbe bene con uno come me» disse aggiustando il colletto della camicia.
«Decido io con chi fidanzarmi e di certo non voglio un tipo viscido come te –prese la mano di Zayn- andiamo amore» disse la rossa girandosi e facendo notare il suo fondoschiena, ancora di più.
«Oh, quanto hai pagato la tua biondina per venire a questa festa, sai, lei poco di buono sono costose» sputò la ragazza fermando il passo e godendo nella visuale di un Justin arrabbiato.
Il biondino sbuffò e con passo pesante si diresse verso la biondina prendendola per il braccio. Quella era la stessa biondina che aveva baciato Harry quando giocavano al gioco della bottiglia appena conosciuti. Charlotte aveva avuto la su vendetta, così imparava a toccare il suo ricciolino.
 
«Tesoro, come siamo aggressive oggi» ironizzò Zayn facendo una mossa da felino arrabbiato con la mano e un verso con la bocca.
Charlotte sorrise baciandogli poi una guancia e stingendo la sua mano per poi prendere un bicchiere di champagne dal cameriere con il vassoio in mano. Certe cosa si vedono solo nei film, meglio approfittarne.
«È proprio per questo che mi piaci» disse Zayn togliendole il bicchiere da mano per poi posarlo su un altro vassoio di un cameriere che passava accanto a lui.
«Ma…il mio…champagne» sussurrò Char con aria da cucciolo indifeso.
«Niente alcolici per te questa sera» disse Zayn mettendosi davanti a lei e prendendole le mani per poi portarle sul suo petto. Mise le mani unite dietro la schiena si Charlotte e cominciò a dondolarsi a tempo di musica. Quella sera c’era un pianista bravissimo.
Appoggiò la sua fronte su quella della ragazza e le lasciò un bacio a stampo sulle labbra.
«Dobbiamo lavorare su questa cosa degli alcolici sai? Anche ieri sera non mi hai fatto vere la birra» disse Charlotte mettendo in broncio.
«Lo sai che ci tengo a te e non voglio che ti prenda una bella sbronza, almeno no farlo quando ci sono io» disse Zayn avvicinandola di più a lui.
«E va bene» disse lei per poi lasciargli un bacio all’angolo della bocca e andare verso Liam che era seduto su dei divanetti di pelle rossa.
‘Questa ramazzami farà impazzire’ pensò Zayn ammirando il culo della sua donna. 

Harry e Liam parlavano animatamente con Charlotte, mentre Niall era a parlare con una ragazza, la figlia minore di un produttore discografico. Invece Louis ballava un lento con Claudia in completo silenzio ammirando  la figura fine della ragazza.
 
«Harry dove vai?» chiese Liam vedendo che il riccio si era alzato per andare a prendere una boccata d’aria.
«Esco un po’» rispose freddo continuando a camminare.
Charlotte lo guardava andarsene, non averlo più al suo fianco la faceva sentire vuota, come se una parte di lei si fosse allontanata per sempre dalla sua vita.
«Va da lui» la incoraggiò Liam, come aveva fatto a capire?
La rossa si alzò e corse subito verso Harry prendendogli la mano per stare a passo con la sua camminata.
 
«Zayn, lo sai anche tu che non ti appartiene» gli disse Liam fermando l’amico per il braccio e facendolo girare verso di lui. Zayn voleva vedere cosa andavano a fare quei due fuori da soli. Era geloso.
«Ma Liam, io…io…» provò a dire Zayn, ma quello che provava non poteva essere spiegato nemmeno a parole.
«Zayn, lasciali soli, devono parlare» disse Liam, mettendo le mani sulle spalle di Zayn e andandosi a sedere insieme al moro a uno dei divanetti di pelle con delle ragazze che gli stavano facendo gli occhi dolci da un pezzo.
 
«Harry…che hai?» chiese la ragazza al riccio stingendo di più la mano.
«Adesso mi è passato tutto.» disse Harry sorridendole. Quel sorriso però parlava più di mille parole. Lei capiva se era felice si o no da quel sorriso magnifico. Ma quando erano seduti sui divani lui era spento e a Charlotte dispiaceva.
La ragazza guardava il luogo dove si trovavano, era un giardino, da quello che poteva vedere, non era molto illuminato. Però faceva freddo lì fuori e si poteva notare da come tremava la rossa.
«Tieni» ordinò il riccio togliendo la sua mano da quella della ragazza e togliendosi la giacca per poi appoggiarla delicatamente sulle spalle di Charlotte.
Si guardarono negli occhi per un momento interminabile, lui stava per avvicinarsi a lei sempre di più fino a che…













Ciaooooo.Vi ringrazio per le sette recensioni al capitolo precedente, siete le migliori. Oserei dire che vi amo, in senso buono ovviamente. Non so cosa scrivere, continuo quando arriviamo a tanti commenti, se potete anche otto, così, per rendermi felice.
Per ora è tutto.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 25
*** Fireworks cap.25 ***


Si guardarono negli occhi per un momento interminabile, lui stava per avvicinarsi a lei sempre di più fino a che lei non fece due passi indietro andando a sbattere con il piede contro qualcosa. Quel qualcosa scatenò un una visuale magnifica. Il giardino in cui di trovavano era illuminato da luci bianche. Una statua illuminata dalle luci rendeva il tutto più romantico.
«Scusa i-io…» cominciò lei, perché quel gesto?
«No, non devi scusarti, è colpa mia» disse lui sorridendo appena, però quel sorriso non era abbastanza grande da far comparire le sue fossette, quelle che a Charlotte piacevano tanto.
«Noi siamo amici vero?» chiese lei prendendogli di nuovo la mano.
‘Amici? Cosa? Riesci a chiamarmi amico dopo che hai dormito con me?’ pensò il ragazzo, ma la sua risposta non fu uguale al suo pensiero.
«Certo, amici» rispose per poi stingerla tra le sue braccia. Aveva bisogno di lei più che mai in quel momento così delicato. Gli stavano capitando una serie di sventure che gli facevano male, ma aveva la sua Charlotte che lo distraeva da quel dolore e poterla abbracciare lo rendeva l’uomo più felice sulla faccia della terra. Quando si staccarono lui guardò subito il cielo costellato di stelle.
«Quella è la mia principessa, questa sera è la più luminosa e bella di tutte…» disse il riccio indicando una stella in cielo con un sorriso.
La rossa guardo subito nella direzione indicata dal ragazzo e sorrise, avrebbe voluto che quelle parole le dicesse a lei.
«Però, quella stella appartiene ad un altro e io non posso farci niente…» disse guardando in basso e facendo scomparire quel sorriso pensando ai baci di Charlotte e Zayn.
«Harry…quella ragazza deve essere proprio una stupida per non accorgersi del ragazzo meraviglioso che sei» disse lei accarezzando con la mano libera la guancia del ragazzo.
«Non dire così, lei non è stupida, non può guardare gli altri ragazzi perché è obbligata a stare con lui…» disse prendendo la mano che gli stava accarezzando la guancia e portandosela alla bocca per poi baciarla e annusare il profumo.
 
«Volevo chiederti…-cominciò Harry- se domani sei libera» disse tutto d’un sfiato.
«Si, vivo con te…ehm, non esco mai» disse lei guardandolo in odo strano.
«Vorrei accompagnarti a prendere quella cosa» disse il riccio per poi stringere da dietro Charlotte e baciarle rumorosamente il collo e la guancia.
La rossa aveva capito cosa intendeva con quella frase, respirò profondamente per poi dire di si ad Harry.
«Torniamo dentro, ci daranno per dispersi» disse Harry dando un ultimo bacio a Charlotte.
‘Ti prego baciami’ si ripeteva nella mente, ma non poteva baciarlo, prima si era tirata indietro e cosa gli andava a dire? Baciami è stato solo un errore? No, non lo avrebbe mai fatto.
 
‘Ma come ho potuto? Stupida, stupida, stupida. Perché mi sono tirata indietro?’ si chiedeva lei stessa mentre ballava con Zayn.
Ad un tratto le porte della sala si aprirono centinaia di flash si scatenarono. Fotografi ovunque che facevano domande ai fidanzatini e chiedevano un bacio.
«Vogliamo accontentarli?» chiese Zayn sorridendo a Charlotte.
Lei annuì poco euforica. Non ne aveva voglia, ma non voleva deludere Zayn, insomma, lui la pagava proprio per fare la sua ragazza.
Lui si avvicinò al viso di lei e la baciò. Un bacio bisognoso che divenne animato quando lui decise in infilare la lingua nella bocca di lei facendole inarcare la schiena.
Chiuse gli occhi sperando che quel bacio finisse e che i paparazzi andassero via facendola tornare alla sua vita di sempre.
 
Dopo un paio di domande degli uomini riuscirono a cacciare via i paparazzi.
«Voglio tornare a casa» disse Charlotte uscendo dalla porta dove l’aveva portata Harry. Si ritrovava ancora in quel giardino.
«Aspetta!» urlò Zayn seguendola, ma lei era già sparita nel labirinto che sicuramente portava fiori da quel posto.
‘Voglio tornare a casa’ pensava la ragazza correndo per quella stradina stretta che c’era tra un cespuglio e l’altro.

‘Voglio tornare a casa’ si ripeteva ancora la ragazza.
‘Voglio tornare a casa’
‘Voglio tornare a casa’
‘Voglio tornare a casa’
Doveva tornare a casa, voleva sprofondare nel suo letto e abbracciare la sua amata mamma, ma quella mamma non c’era più, se n’era andata insieme a tutti i sogni di Charlotte.

‘Finalmente alla fine’ pensò Charlotte prima di uscire da quel labirinto.
Era arrivata sul marciapiede e stava camminando spensieratamente fumando una sigaretta e guardandosi in giro.
Vide un bar aperto, sembrava vuoto, ma dentro c’era più gente di quanto pensasse.
Si sedette su uno sgabello e ordinò un bicchiere di whisky.
«Cosa è successo signorina?» il barista le chiese mettendole il bicchiere sotto gl’occhi.
«Problemi con il ragazzo?» chiese ancora il barista. Lei alzò lo sguardo, ma come aveva fatto a capire? La rossa annuì.
«Beh…se ti ha lasciata, è stato uno stupido, non vedeva la ragazza che aveva di fronte» disse facendola sorridere.
«Sono io che sono scappata» ammise lei abbassando lo sguardo e prendendo il bicchiere per poi avvicinarselo alla bocca e mandare giù tutto d’un sorso.
«Posso sapere perché?» chiese il barista ficcanaso.
«Io e lui non ci amiamo, siamo costretti a stare insieme, però lui si comporta come se fossimo fidanzati anche quando non dobbiamo fingere e questo mi infastidisce» affermò lei, chiedendo altro whisky sbattendo il bicchiere sul tavolo, il barista glielo servì.
«Hai mai pensato che forse lui prova qualcosa per te?» le chiese il barista prendendo un sorso dalla bottiglia e appoggiandosi al marmo del tavolo.
«No, non ci avevo mai pensato» in quel momento capiva il perché dei comportamenti di Zayn, capiva perché lui la baciava, perché la chiamava sempre e voleva sapere con chi fosse anche se erano nella stessa casa, ma in stanze diverse.
«E tu, hai mai pensato a cosa provi per lui?» chiese ancora il barista.
«Lui…è un bravo ragazzo, divertente dolce, carino, simpatico, a volte sembra un bambino che vuole le coccole, mi intenerisce quando lo fa…» sorrise pensando a come si comportava Zayn quando erano insieme.
«Forse dovresti dargli una possibilità» propose il barista bevendo un altro goccio dalla bottiglia.
«Grazie, parlare con te mi ha fatto bene» disse la ragazza alzandosi dalla sedia e prendendo un fazzoletto sul bancone e chiedendo una penna al barista.
«Questo è per quando avrò bisogno di altri consigli e momenti di riflessione.» disse la ragazza porgendogli il fazzoletto con il suo numero.
«Ti invierò un messaggio quando posso…adesso va da lui» la incitò il barista. La rossa corse fuori dal bar.
 
Era sul marciapiede si tolse le scarpe portandole in mano mentre correva per ritornare da Zayn.
Pensava a come si erano conosciuti la prima volta, a casa di Harry solo che lei non aveva fatto caso alla sua presenza. Al parco, quando avevano ballato e le aveva fatto fare una corsa per sfuggire ai paparazzi, a quando era andato a prenderla per portarla a casa di Harry, a quando avevano fatto sesso, a quando si erano baciati, a quando l’aveva presentata al momento come la sua ragazza…già perché il quel momento, mentre correva, non le dispiaceva più essere la ragazza si Zayn.
 
Charlotte vedeva una figura correre verso la sua direzione.
«Charlotte!» era Zayn, era riuscito a trovarla, lui la stava cercando da chissà quanto e lei era in un bar a bere.
«Zayn!» urlò lei. Quando furono finalmente vicini lei gli saltò addosso incrociando le gambe attorno al bacino di lei e baciandolo appassionatamente.
Quella volta fu lei a chiedere l’eccesso, lui glielo concesse. Char gli morse il labbro inferiore lasciando poi baci a stampo sulle labbra e abbracciarlo subito dopo.
«Mi piaci Zayn» sussurrò la ragazza mentre lo abbracciava.
«Anche tu mi piaci, e non sai quanto» commento in fine.
«Portami a casa, casa tua però»  disse lei, facendo capire al ragazzo cosa voleva fare con uno sguardo sexy e un bacio sul collo.













Ciaoooooo…non ci posso credere, al capitolo precedente ho ricevuto nove e ripeto nove recensioni. Non so come ringraziarvi, io vi amo, spero che a questo capitolo arriviamo a dieci o almeno ci provate.
Che dire sul capitolo, sappiate che ci sarà una grande novità nel capitolo successivo, una cosa che non so se vi potrebbe piacere. Harry è in cerca d’amore, nel prossimo capitolo gli succederà un cosa brutta e solo una persona potrà fargli passare il dolore che prova.
Ho detto troppo. Vi lascio sulle spine.
Ciaoooooo tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 26
*** Fireworks cap.26 ***


Charlotte e Zayn continuarono a baciarsi per tutto il tragitto verso la macchina. Dovettero raggiungerla a piedi siccome non avevano nessun altro mezzo di trasporto.

Zayn la fece entrare in macchina lasciandole un bacio sulle labbra e poi salendo anche lui per poter guidare.
 
Durante il percorso Zayn le mise una mano sulla coscia andando su e giù accarezzando la pelle morbida e liscia di lei.
«Non posso resistere» disse lui sfiorando gli slip di pizzo della ragazza e andando a finire nell’interno coscia.
«Mi fai impazzire» disse lei trattenendo un gemito di piacere.
Dopo poco Zayn fermò la macchina nel viale di una casa, Charlotte ne era sicura, quella non era casa di Zayn.
«Ma è casa di Harry questa» affermò guardando fuori dal finestrino.
«Si, era più vicino e poi adesso non c’è nessuno» disse lui scendendo dall’auto e andando ad aprire la portiera di Charlotte.
 
La prese per i fianchi e la fece alzare da terra mentre lei incrociava le sue gambe al bacino di lui.
Lui la baciò con foga spingendola contro la macchina e cominciando a scendere baciando il collo e lasciando un succhiotto appenda sotto l’orecchio.
«Sarebbe meglio farlo in un letto» disse lei tra i sospiri per cercare aria.
Lui chiuse la portiera dell’auto e sempre baciandola la portò alla porta d’entrata sbattendola con la schiena sulla superficie e prendendo la chiavi sopra l’architrave.
Aprì la porta e stringendo a se Charlotte cominciò a salire le scale. Entrarono nella stanza di Zayn, lui la buttò sopra il letto stendendosi sul corpo di lei bisognoso di un contatto fisico. Con la mano scivolo dietro la schiena della ragazza arrivando alla zip del vestito e tirandola giù con estrema lentezza. Voleva godersi quel bacio tanto appassionato.
 
Lei gli tolse la giacca e solo allora prese un po’ d’aria. Poi si attaccarono di nuovo. Con un mano tremante sposto una spallina del vestito al lato lasciando la spalla scoperta. Cominciò a baciare anche lì soffermandosi su alcuni punti più sensibili.
Con i denti spostò al lato anche la spallina del reggiseno nero. Lei non poteva far altro che ansimare chiedendo di più di un semplice bacio sulla pelle.
Lei cominciò a togliere la cravatta dal collo di lui per poi far in modo che la guardasse dritto negli occhi. Con ormai il nodo della cravatta sciolto tiro leggermente per ricevere un altro di quei baci appassionati con la lingua.
 
La rossa subito dopo il bacio ribaltò la situazione trovandosi lei su di lui a cavalcioni sul suo bacino.
Appoggiò le mani sul petto del ragazzo sentendo il respiro affannato. Prese il colletto della camicia e con un dito giocò con il primo bottone che poi sbottono lentamente. A ogni punto scoperto della pelle del ragazzo lasciava un bacio umido che lo faceva impazzire. Finalmente arrivata alla fine della camicia gliela tolse mostrando il petto nudo del ragazzo.
Lui inarcò la schiena spingendo il bacino in su quando la ragazza gli baciò il collo succhiando e leccando con la lingua. L’erezione del ragazzo si sentiva pulsare da dentro i pantaloni e questo faceva eccitare sempre di più Charlotte.
 
Lentamente la ragazza scese con le mani giù a slacciare la cintura del moro facendo scivolare poi i pantaloni giù dalle gambe perfette.
La rossa in quel momento poteva vedere perfettamente l’erezione di lui pronta a scoppiare nei boxer neri. Lei prese a baciargli il petto mordendo il capezzolo destro facendogli fare un verso gutturale.
«Adesso ti torturo io» disse il moro cercando di alzarsi con la schiena e trovandosi di fronte il viso della dolce e sensuale Charlotte.
La fece girare facendole appoggiare la schiena sul suo petto. Lasciò baci per tutto il collo torturandolo, mordendo e leccando facendolo diventare rosso, però questo non dispiaceva alla ragazza, anzi, si sentiva bene.
Buttò la testa all’indietro sulla spalla di Zayn per il piacere che provava quando lui faceva scivolare con la mano l’altra spallina del vestito. Lei non resistette più e mise una mano su quella che stava togliendo il vestito aiutandola a toglierlo completamente.
Con l’aiuto dei piedi tolse le scarpe buttandole insieme a quelle di Zayn sul pavimento.
«Ti farò sentire bene» sussurrò lui continuando a baciare il collo.
«Non lascerò nemmeno un minuscole pezzo di pelle senza che io l’abbia toccata» sussurrò con voce sexy arrivando con la mano all’elastico degli slip e toccando la femminilità della ragazza.
«Ti piace se faccio così?» chiese il un sussurro il ragazzo stuzzicando l’entrata con un dito.
 Lei gemette boccheggiando per cercare l’aria per respirare.
«E invece se faccio così?» chiese sempre in un sussurro infilando in primo dito facendole emanare un grido stozzato.
«E adesso?» chiese infilando un altro dito facendole emanare un altro dito strozzato. Lei mise una mano dietro il collo di lui spingendolo a baciarle il collo mentre muoveva le due dita all’interno di lei.
Quando lui spinse le due dita più in profondità la fece sussultare.
«Bastardo» riuscì a dire lei mentre riprendeva le forze per potersi girare e spingere Zayn sul materasso e precipitarsi sulle sue labbra.
Con la manina curiosa si diresse verso l’erezione del ragazzo e infilò la mano nei boxer prendendo il membro con la mano e cominciando a muoverlo su e giù.
Lei si staccò dalla bocca di lui facendolo respirare. Scese verso il basso lasciando baci su tutto il corpo. Arrivò ai boxer e con i denti prese l’elastico tirandolo e lasciandolo andare provocando dolore al moro.
 
«Così bimba, così» al incitò Zayn quando abbassò i boxer rivelando la lunghezza. Lei prese il membro in bocca e con la lingua leccò l’estremità calda.
«Oh Charlotte!» urlò Zayn quando la rossa cominciò a pompare.
Zayn continuava ad urlare il nome di Charlotte mentre stingeva nei pugni il lenzuolo del letto.
Ansimava, non ce la faceva più nemmeno a respirare era come se tutte le sue forze se le fosse prese Charlotte quando lo aveva sfiorato per la prima volta quella sera. 

Continuava a chiamare Charlotte fino a venire. La rossa si staccò subito, alzando lo sguardo verso il ragazzo sorridendo nel vederlo ansimare come non mai.
«Tu si che ci sai fare» commentò lui con quel poco di fiato che gli rimaneva. Però non era del tutto  stanco, voleva almeno ripagare il piacere.
Lei di distese accanto a lui credendo che avessero finito, ma non era così.
«Adesso tocca a me» disse lui spostandosi sopra il corpo di lei appoggiandosi su un gomito per non schiacciarla. Le lasciò un bacio sulle labbra prendendo con i denti il labbro inferiore e tirandolo verso di se facendola sorridere. Poi scese sempre più giù fino ad arrivare all’incavo dei seni infilandoci la lingua e facendo inarcare la schiena di lei.
Scivolò con le mani dietro la schiena della ragazza e con estrema lentezza slacciò il reggiseno. Con l’aiuto dei denti lo tolse definitivamente per poi fondarsi sul capezzolo sinistro per leccarlo e morderlo con i denti. Con la mano palpava leggermente l’altro seno e con la mano libera spostava di lato gli slip per poi farli scendere fino alle caviglie.
 
Si posizionò bene spora di lei ed entrò con una spinta forte e violenta entro in lei facendola gridare, ma lui le tappò la bocca con un bacio.
Zayn dava spinte forti e profonde. Lei urlava il suo nome ed emanava gemiti.
«Ancora, ancora» urlava lei facendolo continuare.

«Sto per v-venire» affermò lei.  Lui usci uscì da lei stendendosi accanto al corpo sudato della rossa. 
Tirò su le coperte e le fece adagiare sui loro corpi. Poi si stinse a Charlotte che ancora ansimava.
Le lasciò un bacio sulla fronte e chiuse gli occhi insieme a lei addormentandosi.
 
 
 
Il mattino seguente, Charlotte si svegliò di buon umore, aveva passato la notte con la persona che le piaceva, non pensava nemmeno più ad Harry. Quel barista le aveva fatto cambiare idea ed era riuscito a farle aprire gli occhi.
 
La rossa guardava Zayn mentre si svegliava e senza farsi accorgere si girò dall’altro lato chiudendo gli occhi. Lui le lasciò un bacio sulla guancia
«Lo so che sei sveglia» disse per poi toccare con la mano la pancia piatta di lei.
La ragazza aprì un occhio spiando Zayn che la guardava. Poi li aprì tutti e due salutandolo con un bacio a stampo sulle labbra.
«Giorno amore» disse lei sorridendo e attorcigliando le braccia attorno al collo di lui che si reggeva con un gomito.
«Amore?» chiese lui trattenendo un sorriso.
«Si, amore, perché adesso stiamo insieme, e non solo per finta» disse lei lasciandogli un altro bacio sulle labbra.
«Mi piace questa cosa amore» disse lui baciandola, con lingua questa volta.
 
La rossa andò in bagno per fare una doccia.
«No, aspetta, vengo anche io» disse Zayn fermandola per un polso.
«Fammi pensare –disse lei toccandosi il labbro con un dito-…credo, di no» disse lei sorridendo e lasciandogli un bacio sulle labbra prima di chiudere la porta a chiave ed entrare nella doccia.
 
Quando uscì, mise un asciugamano attorno al corpo ed uscì dal bagno trovando Zayn già vestito disteso sul letto.
«Ti ho preparato i vestiti» disse Zayn indicando dei vestiti sul letto, insieme a una biancheria di pizzo rosso. In moro di alzò e si diresse verso Charlotte che aveva in mano la biancheria. Si mise dietro di lei e le circondò la vita con le braccia appoggiando la testa sul collo della ragazza lasciando baci sul collo e osservando in succhiotto che le aveva fatto.
«Ti sta bene il rosso» disse lui rivolgendosi agli slip che aveva in mano Charlotte.
«Lo so» disse lei girandosi verso di lui per lasciargli un bacio sulle labbra. Prese i vestiti sul letto e si richiuse in bagno per vestirsi. http://www.polyvore.com/charlotte/set?id=88279454
 
Quando uscì trovò nuovamente Zayn disteso sul letto che l’aspettava.
«Sono pronta» disse la ragazza dirigendosi verso la porta per uscire. Zayn la seguì.
 
Erano tutti in cucina che facevano colazione. Louis parlava a telefono (chissà con chi, poi), Liam spalmava della marmellata su una fetta biscottata. Niall addentava un cornetto e Harry guardava Charlotte e Zayn mentre entravano in cucina mano nella mano.
«Complimenti alla nuova coppia» Commentò Harry alzandosi dallo sgabello e uscendo dalla porta con passo pesante.
«Harry…» provò a spiegare Charlotte, ma Harry la interruppe prima di uscire.
«Auguri…oggi non ti posso accompagnare in quel posto, fatti portare dal tuo ragazzo» disse facendo una faccia schifata sull’ultima parola. 






























Continuaaaaa...ho caricato prima perché no so se in questi giorni riuscirò a scrivere, devo preparare i pezzi al pianoforte e non ho tanto tempo.
Vi ringrazzio per le sette recensioni al capitolo precedente. Voglio arrivare almeno a cinque recensioni a questo capitolo. 
Ho deciso di farlo un pò pervy, scusate se non ho mantenuta la mia promessa di farvi capire i problemi che ha Harry, ma si spiegherà tutto nel prossimo, credo.
Spero vi piaccia e che lasciate tante recensioni, mi rendono felice e poi mi piace leggerle. Per ora è tutto.
Ciaooooooooo tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 27
*** Fireworks cap.27 ***


I ragazzi erano stati in silenzio per tutta la dorata della colazione, sapevano cos’aveva Harry, ma nessuno di loro aveva osato dire qualcosa riguardo al suo comportamento nei confronti di Charlotte.
Solo la rossa non riusciva a darsi una spiegazione, le aveva detto che era innamorato, ma non aveva mai pensato che l’amore lo facesse ingelosire sulle coppie altrui.
Lei era abituata a vedere quell’Harry buono e dolce, non scontroso e cattivo. Voleva indietro il vecchio Harry, non sapeva chi fosse quella ragazza, ma voleva saperlo per poterle staccare la testa e far tornare il suo Harry normale. Però lei non si rendeva conto che quella ragazza era proprio lei. Harry era geloso della coppia Zayn-Charlotte, voleva essere lui ad accarezzarla, a tenerle la mano, a baciarla, voleva essere lui a toccare il suo corpo con dolcezze cercando di farle passare tutti i brutti ricordi e i momenti dolorosi passati nel corso della sua vita. Solo che non poteva, lei apparteneva ad un altro, uno dei suoi migliori amici tra l’altro. Eppure Zayn sapeva che Harry era affezionato a Charlotte, quando l’aveva mandato a prenderla gli aveva detto di non toccarla perché non voleva che venisse sfruttata ancora. Ma Zayn non era riuscito a frenare la sua voglia di sesso e quando lei lo aveva stuzzicato durante il gioco della bottiglia, si era perdutamente innamorato di lei.
Anche se non poteva usare la parola ‘innamorato’  era un termine troppo grande per destrivere ciò che provava, la definiva la sua ragazza, forse prima o poi l’avrebbe lasciata per un'altra o forse il sentimento che privava per lei sarebbe cresciuto.
 
I ragazzi uscirono di casa. Niall era andato dalla sua Penelope. Liam e Louis erano usciti insieme per fare un giro e Zayn e Charlotte dovevano andare dall’amico di Harry per il nuovo lavoro dell ragazza.
Adesso, vi chiederete chi è Penelope. Diciamo che lei è ‘una grande amica’ di Niall. Migliori amici da una vita, solo che lui prova qualcosa per lei, ma non sa come dirglielo, troppo timido. Vorrebbe aprire il suo cuore e dichiararle tutto ciò che prova…mamma, adesso divento troppo sdolcinata. 

Comunque, Penelope, adora Niall solo che non si decide ad aprire gli occhi una volta per tutte. Anche sua madre si era accorta dei messaggi che Niall mandava alla figlia, solo che Penelope era l’unica a non accorgersi di nulla. Niall ha anche preparato un piano per potersi dichiarare. Allora…lui la inviterà a cena in un ristorante bellissimo, con vista mare. E sarà lì, che si dichiarerà. Ovviamente la madre di Penelope sa già tutto, considera Niall il suo secondo figlio e vuole a tutti i costi trovare un ragazzo per sua figlia.
 
Tornando al triangolo amoroso di Zayn, Charlotte ed Harry. Il riccio si sta dirigendo verso l’ospedale dove è ricoverata sua madre. Deve subire un trapianto di cuore e vuole starle vicino. Sua madre è la persona a cui tiene di più nella sua vita, e desidera starle vicino, perché deve rassicurarla. L’intervento potrebbe anche non andare bene e Harry ne uscirebbe distrutto da quell’ospedale se solo la persona che ama di più lo lasciasse.
 
«Mamma, andrà tutto bene» dice il ragazzo prendendo la mano della mamma e stringendola alla sua. Forse è più preoccupato lui che la donna.
«Tesoro, io non sono preoccupata, forse sei tu un po’ titubante» dice la madre sorridendo verso il figlio seduto sul letto accanto a lei.  
«Ma si più sapere perché non me l’hai detto prima che stavi male?» chiese il figlio con un po’ di freddezza nelle sue parole.
«Non volevo farti preoccupare» se ne uscì la madre. Era successo tutto così in fretta. La sera prima la donna era svenuta mentre preparava la cena e la figlia ha chiamato subito l’ambulanza. Sapeva già che il suo cuore non funzionava molto bene per problemi che ha avuto da piccola, pensava che se la sarebbe cavata con un pillola, ma non è stato così.
 
La donna guardava attentamente lo sguardo del figlio, si era preoccupato, ma c’era anche qualcos’altro.
«Dimmi chi è?» chiese la mamma accarezzando la guancia di Harry.
«Chi è chi?» chiese a sua volta Harry chiudendo gl’occhi per godersi quella carezza.
«La ragazza che ti sta facendo perdere la testa» disse la donna sorridendogli e riuscendo a capire quanto fosse dura nell’amore.
«Non c’è nessuna ragazza» negò il riccio. BUGIA COLOSSALE! Non poteva mentire anche a sua madre, lei riusciva a capirlo sempre, perché non ti lasci consigliare Harry?
(Ok, aspettate, ho scritto ‘Bugia colossale’ il maiuscolo, beh…che dire, è una cosa nuova, fatemi un applauso. No, basta con questi interventi nel capitolo)
«È già fidanzata? Non credo che potrai fare molto» disse la donna capendo subito qual era il problema.
«Ma…come fai?» chiese sbalordito il ragazzo sorridendo lievemente. Quella doveva essere stregoneria. Però una stregoneria speciale, quelle che sono una mamma possiede.
«Posso sapere com’è?» chiese ancora sorridendo, curiosa di sapere com’era la ragazza di cui si era innamorato il figlio. Qui la parola ‘innamorato’ ci sta proprio bene, perché Harry non la considerava come una semplice ragazza con cui divertirsi, per lui valeva molto di più. Era la donna di cui prendersi cura, con cui restare tutta la vita, con cui avere dei figlio. Già figli, Harry aveva già immaginato una famiglia con Charlotte, avrebbe desiderato che suo figlio avesse gli stessi occhioni blu di Charlotte e che prendesse i suoi ricci definiti, sarebbe stata una cosa stupenda, la creatura più bella del mondo.
«Lei –cominciò Harry- è perfetta…ha i capelli rossi, gli occhi blu, è alta, magra, bella, a volte timida, ma sempre forte. Io credo che sia come te…ha sofferto tanto, ma ha sempre cercato di nascondere il dolore. Credo che sarebbe una mamma e una moglie perfetta, me la vedo già, in quel vestito bianco, la più bella tra le belle…solo che lei, come hai detto tu, è già fidanzata…» disse facendo sparire quel sorriso che gli si era formato quando parlava della sua Charlotte.
«Posso sapere il suo nome?» chiese la madre.
«Mi scusi, adesso deve uscire, dobbiamo preparare la paziente all’intervento» disse un’infermiera entrando dalla porta. Harry si alzò dal letto e diede un bacio sulla fronte di sua madre, lasciando poi la stanza e sedendosi su una delle sedie nel corridoio.
 
La sorella di Harry era a lavoro, il ragazzo le aveva detto che sarebbe rimasto lì finché non gli avrebbero detto che era andato tutto bene.
 
 Intanto Charlotte e Zayn erano dall’amico di Harry, Simon.
«Bene, allora ci vediamo Lunedì mattina per il servizio» disse Simon sorridendo a Charlotte.
«Ok, allora a lunedì» disse Charlotte salutandolo con un bacio sulla guancia
«Ciao» salutò Zayn prendendo Charlotte troppo vicina a Simon per i suoi gusti.
 
Zayn e Charlotte camminavano lungo il marciapiede per arrivare alla macchina del moro.
«Credo che Simon si stesse guardando un po’ troppo» commentò Zayn mettendo una mano sul fianco della rossa.
«Ma cosa dici? Io credo che sei solo un po’ geloso.» disse lei stringendosi al corpo di lui e sorridendo.
«Io? Geloso, io non sono geloso.» disse lui. ‘Si e allora? Non devono guardarti, tu sei solo mia’ rispose mentalmente Zayn, solo che se lo tenne per se.
«Davvero? Non sei geloso? Allora non ti dispiacerà se dormo con Harry questa notte» disse lei sfidandolo.  Ma questa sfida lo fece impazzire, non voleva condividerla con nessuno, specialmente con Harry. Zayn sapeva dei sentimenti che provava lui nei confronti di Charlotte.
«Ma lo vuoi capire che sei solo mia?» disse fermandosi e guardando Charlotte sorridente.
«Si, lo so» rispose lei prima di precipitarsi sulle labbra di lui e baciarlo. Lui le morse il labbro inferiore tirandolo e facendole leggermente male. Però lei sorrise a quest’azione, la rendeva felice poter baciare il ragazzo che le piaceva.
Lei mise le mani dietro al collo di lui accarezzando la pelle liscia e salendo con una mano per toccare i capelli e rendere il bacio più intenso.
‘Bene i paparazzi’ pensò Zayn rendendosi conto di un uomo su un albero con una macchina fotografica in mano.
«Ti va se ce ne andiamo di qui?» chiese Zayn staccandosi dalle labbra carnose di Charlotte e guardandola negli occhi. Lei annuì e mano nella mano  si diressero verso la macchina di Zayn.
 
 
 
Liam e Louis erano tornati a casa proprio quando Zayn e Charlotte facevano cose sconce in cucina. La fortuna fu che non si erano ancora spogliati del tutto. Lei era distesa sul bancone della cucina in slip e reggiseno e stingeva con le gambe il bacino di Zayn. Lui indossava solo i pantaloni.
«Se dovete farlo, non in cucina, noi ci mangiamo qui» commentò Liam.
Zayn e Charlotte si staccarono dal loro bacio e si girarono a guardare verso la porta dove si vedevano le figure mascoline di Liam e Louis.
«Già, e poi, questa è anche casa di Harry» aggiunse Louis.
Vero…Charlotte non aveva ancora visto la casa di Zayn e desiderava tanto vederla.
Lui si spostò da lei che lentamente scivolo sul marmo fino ad arrivare con i piedi scalzi a terra e toccare il pavimento.
«Andiamo in camera tua» disse Charlotte uscendo dalla stanza facendosi spazio tra Liam e Louis che guardavano attentamente le curve di Charlotte.
«Chiudete la bocca, ci entreranno le mosche» disse divertito Zayn sentendosi fiero di essere il ragazzo di ‘quella bomba sexy’ come l’aveva chiamata il paparazzo la sera prima.
 
 
Dopo aver finito le loro cose il camera di Zayn, i due decisero che era meglio scendere giù e degnare  gli altri della loro presenza.
Niall era tornato con una ragazza però, quella ragazza era Penelope. Aveva i capelli lunghi castani, gli occhi sul grigio, un sorriso stupendo. Charlotte doveva ammetterlo, Penelope era una gran bella ragazza.
«Piacere Charlotte» disse la rossa allungando la mano verso la ragazza al fianco di Niall.
«Penelope, il piacere è tutto mio» disse la ragazza allungando la mano verso Charlotte e afferrando quella della rosa già tesa.
«Scusa per il mio abbigliamento» disse la rossa guardando verso il basso e facendo notare cosa indossava. Un maglione di Zayn e un paio di boxer neri sempre di Zayn.
«Oh, non preoccuparti» disse Penelope per poi sorridere e mostrare la sua dentatura perfetta. 

Charlotte e Penelope parlarono a lungo mentre i ragazzi scherzavano e ridevano lanciandosi cuscini.
«Penny, credo sia ora di andare, avevi promesso di passare la giornata con me» disse Niall alzandosi dalla poltrona sui cui si sedeva sempre Harry.
«Oh, ciao Charlotte, dovremmo sentirci più spesso» disse Penny alzandosi dal posto accanto a Charlotte e andando via con Niall.
«Ciao Penny» la salutò Charlotte.
 
Era arrivata l’ora di pranzo e Liam aveva cucinato un bel pranzetto. Bravo, bravissimo.
«Ti voglio bene Liam» disse Charlotte alzandosi dalla sedia abbracciano e baciando Liam sulla guancia.
Dopo aver baciato il ragazzo andò di sopra, nella stanza di Zayn. Si stese sul letto e cominciò a pensare. Harry avrebbe dovuto accompagnarla a casa per trovare il medaglione, ma non ha potuto. Lei voleva bene ad Harry, però, da quando aveva parlato con il barista si era resa contro che lo vedeva più come un amico, uno di quelle di cui si ci può fidare, anche se doveva ammetterlo, era attratta da lui in un modo incredibile. Forse era solamente un di quelle cotte passeggere degli adolescenti.
Ripensando al barista, lei gli aveva dato il suo numero e allora decise di vedere se lui le avesse inviato qualche messaggio. Prese dalla borsa il cellulare e si, le aveva inviato un messaggio.
 
Ci vediamo domani nel mio bar? Mi piacerebbe avere la tua compagnia
                                                                             
                                                                                                          -Il barista dell’altra sera.
 
Lei non aspettò nemmeno un attimo per rispondere. Con le sue agili dita scrisse senza mai fermarsi e senza trovare alcun errore quando rilesse il testo del messaggio.
 
Certo. Devo raccontarti delle cose.
                                   
                                                                                                          -La rossa cerca consigli
 
Passarono il tempo a massaggiare facendosi domande per conoscersi meglio. Lei scoprì anche che lui era attratto dal suo stesso sesso. Questo, non le dispiaceva affatto, anzi, le avrebbe dato maggior consigli anche sull’abbigliamento.
 
Era arrivata sera. Louis, Liam, Zayn e Charlotte cenarono in completo silenzio. Senza Niall l’atmosfera era triste, però c’era Louis che giocando con il cibo stappava qualche risata ai ragazzi.
 
Zayn e Charlotte erano andati a dormire da due ore. La rossa non aveva chiuso occhio, non ci riusciva. Era preoccupata per Harry, non l’aveva visto per tutta la giornata, e non lo aveva nemmeno sentito rientrare.
Decise di scendere in cucina e preparare una bella tazza di the fumante.
 
Scese le scale in punta di piedi cercando di non far rumore per non svegliare i ragazzi. Nemmeno Niall era tornato a casa, ma lui si sapeva che avrebbe fatto scintille con Penelope.
Era in cucina seduta sul piano di marmo dove mangiavano con i ragazzi. Pensava quando li aveva visti per la prima volta.
Harry aveva preparato i pancakes e lei era corsa a prendere un piatto per mangiarli. Quando aveva notato gli sguardi dei ragazzi su di lei aveva smesso di mangiare e sputò tutto quello che aveva in bocca in faccia a Niall.
In quel momento rise silenziosamente ricordando quel momento tanto bello. Era bello pensare che di quei momenti così ce ne sarebbero stati tanti altri. 

«Fanculo anche a te!» delle urla vennero udite da Charlotte. Si era spaventata tanto, il sangue le si era gelato nelle vene. Solo dopo qualche momento e aver rielaborato nella sua mente le parole e la voce dell’individuo capì che era Harry. Scese dal tavolo in marmo per andare da Harry e abbracciarlo.
«Ho bene…adesso arrivi anche tu» disse disprezzando la presenza di Charlotte. Lo sguardo di Harry era scuro. Puzzava di alcool, barcollava e diceva prole senza senso sussurrate.
«Io…volevo solo salutarti» disse la ragazza tenendo le braccia lungo i fianchi e abbassando lo sguardo.
«Quando vuoi vieni da me e fai finta che tutto il dolore che mi provochi non esista?!» chiese lui arrabbiato e dirigendosi verso di lei e mettendole le mani sui fianchi.
«Eh, sei proprio una puttana» disse lui guardandola lussurioso.
Gli diede uno schiaffo spostandolo dal suo corpo. Gli fece girare la testa dall’altro lato per la forza messa nel palmo della mano.
«Hai cacciato gli artigli eh?» disse lui sorridendo e avvicinandosi ancora una volta a Charlotte. Non si rendeva conto che le stava mettendo paura. Non si rendeva conto che in quello stato le ricordava tutto quello che aveva passato con Max.
«Allontanati!» disse lei in tono freddo e serio tenendo sempre lo sguardo basso.
«Adesso credi di uscirtene così? Togliendomi dalla tua vita? Ma ti rendi conto che stai giocando con i miei sentimenti? Ah Charlotte –disse avvicinandosi prendendole i polsi con le sue grandi mani- sei così attraente, però sei un puttana e le puttane devono stare per la strada» disse girandosi e spingendola contro il muro prendendo i polsi e portandoli spora la testa della ragazza e fermandoli con una sola mano mentre l’altra la infilava sotto la maglietta che indossava lei in quel momento.
«Lasciami!» disse lei sempre con quel tono freddo e distaccato, come quando si erano conosciuti, quel tono lo tirava fuori con gli estranei e in quel momento Harry era meno di un estraneo.
«Sei una puttana, però una bella scopata non me la toglie nessuno» affermò mentre con la mano toccava un seno di lei siccome non portava il reggiseno.
Quando lui cominciò a stingere il seno nel suo palmo lei lo guardò negli occhi. Quello sguardo traspariva la paura che provava, vedeva in Harry quello stesso mostro che l’aveva tormentata per anni e che le aveva portato via tutto. Lei credeva di aver trovato un amico in Harry, era riuscita ad avvicinarsi ad un uomo senza avere la paura di essere sfruttata o picchiata e lui stava rovinando tutto.
«Mi fai male Harry» disse lei in una smorfia di dolore. Lui aumento la preda sia sui polsi che sul seno.
Solo quando la guardò negli occhi capì quello che stava facendo, ma non si fermò.

«Devi provare lo stesso dolore che stai facendo provare a me» disse a denti stretti e facendole davvero male. 
Lacrime silenziose rigarono il viso di Charlotte.
«Piangi, piangi, mi fa solo piacere»  disse il riccio in un sorriso soddisfatto. 
«Harry lasciala!» ordinò una voce. Era Zayn che si era catapultato sul corpo di Harry e stenderlo a terra prendendolo a pugni. 
 Louis si era svelgito e insieme a Liam era sceso a vedere cosa stava succedendo. 
«Liam, portava via» ordinò Zayn mentre prendeva a pugni il viso di Harry sotto il suo corpo. Liam obbedì subito.












Ciaooooooooo....che ne dite. Scusate, non ho tempo per scrivere altro.
Ciaooo tigrottine
























Questa e Penelope




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Capitolo 28
*** Fireworks cap.28 ***


«Charlotte, era ubriaco, lui non voleva» la rassicurava Liam mentre era seduta sul letto di Zayn e guardava nel vuoto. Prese un respiro profondo e con coraggio parlò.
«No, Liam, lui le pensava davvero quelle cose, l’alcool è come una pozione per la verità, lui mi odia» disse lei guardando sempre in un punto fisso sul pavimento. Liam, provava compassione per Charlotte, sapeva perfettamente cosa succedeva ad Harry, ma non voleva dirlo alla ragazza, doveva essere il riccio a confessare i suoi sentimenti.
Il ragazzo che si trovava di fronte provò ad accarezzarle la guancia, ma questo la fece spaventare ancora di più. Non riusciva nemmeno più a ricevere una carezza per la paura
La ragazza sussultò saltando all’indietro sul letto.
«Non voglio farti niente» chiarì Liam, ma lei faceva segno di no con la testa e guardava con occhi spaventati il ragazzo.
«Charlotte, non devi avere paura di me» continuò Liam provando ancora ad arrivare con la mano alla guancia di Charlotte, ma lei facendo leva con le mani salì sul letto indietreggiando. Era spaventata e nulla avrebbe potuto calmare quella paura che l’assaliva quando vedeva un uomo avvicinarsi a lei.
«Va bene, ho capito, adesso vado, buona notte» disse Liam avvicinandosi ancora una volta per lasciarle un bacio sulla fronte, ma questo le fece emettere un grido di paura. Liam capì e se ne andò chiudendo la porta alle sue spalle e scendendo al piano di sotto per vedere la situazione.


Charlotte si era avvolta su se stessa rannicchiata come un bambino in fasce. Faceva scendere dagli occhi lacrime salate e dolorose, il suo respiro e forzato, in quel momento nulla per lei valeva più di un moscerino stecchito. Aveva dimenticato Zayn, aveva dimenticato la sua mamma, aveva dimenticato Max, aveva dimenticato i ragazzi eccetto Harry.
 
‘Mi hai solo illusa’ pensò più di una volta la rossa continuando a piangere ininterrottamente.
Non si dava una spiegazione sul perché Harry l’avesse trattata così. Le aveva provocate un dolore atroce ai polsi e un bruciore al seno, ma un dolore ancora più forte al cuore. Era come se gliel’avessero tirato fuori e massacrato fino a renderlo polvere.
Era così che si sentiva quando un uomo la toccava, come polvere, della stupida e insignificante polvere.
 
‘Sono sola’ un altro pensiero di Charlotte si perse nella stanza facendo aumentare la sua voglia di morire. Credeva che quel desiderio l’avesse sepolto quando Harry l’aveva aiutata, ma in quel momento era ritornato proprio per causa di Harry.
‘Ti prego, fammi morire’ chiese mentalmente a Dio.
Ma nessuna risposta da parte dell’unica persona che le era rimasta. Parlava spesso con Dio, gli chiedeva come stava sua madre e se anche lei sarebbe finita in paradiso con lei. 
Ma a quel punto, poco importava se sarebbe finita in paradiso o all’inferno. Avrebbe tentato il suicidio se non sarebbe riuscita a liberarsi della sua miserabile vita.
 
Lentamente chiuse gli occhi.
Sognava, sognava una bella vita, dove i problemi non esistono e c’era sua madre insieme a sua sorella. Quanto le era mancato il sorriso di sua sorella, quel sorriso tanto dolce e timido, pieno di amore, capace di scogliere anche il cuore più duro.
«Charlotte scappa!» al voce di sua madre la fece preoccupare. La rossa non capiva cosa voleva dire la madre, ma poi, dopo aver visto la figura di un uomo avvicinarsi capì a cosa si riferiva sua madre.
Quel sorriso tanto bello di sua sorella scomparve, tramutandosi in un’espressione triste e malinconica che fece piangere Charlotte.
«Non voglio mamma, vi farà del male» disse la rossa rivolgendosi alla madre e alla sorella. Sapeva che gli uomini facevano male e non voleva che  provassero dolore ancora una volta, ne avevano provato tanto già quando erano in vita.
«Vai via tesoro, noi ce la caveremo» disse la madre abbracciando la figlia.
 
«Mamma!» urlò Charlotte aprendo gli occhi, Aveva le guance bagnate e lo sguardo assente rivolto verso il viso di Zayn e la guardava preoccupato.
«Cosa succede?» chiese il moro accarezzandole la fronte. ‘Uomo, pericolo, Harry’ tre parole si presentarono nella mente di Charlotte facendola alzare di schiene e allontanarsi da Zayn.
Char si appoggiò allo schienale del letto prendendo lo gambe al suo petto e circondandole con le braccia, appoggiando poi la testa sulle gambe e chiudendo gli occhi per dimenticare tutto.
«Ti prego Charlotte parlami!» si sprecava di dire Zayn, ma tanto la ragazza non lo ascoltava.
Decise di lasciarla sola, gli spezzava il cuore vederla in quello stato e gli faceva male essere ignorato della ragazza di cui era innamorato. In questo caso, la parola ‘innamorato’ ci sta proprio bene. In poche ore Zayn aveva capito che quella era la ragazza di cui prendersi cura, con cui trascorrere i momenti più felici, la ragazza da sposare.
Si era accorto di amarla davvero quando Harry stava scaraventando la sua rabbia su Char, non sopportava il fatto che ad una donna venisse inflitto del male, e non lo sopportava ancora di più se quella donna era Charlotte.
 
I ragazzi erano in cucina a fare colazione, Harry era addormentato sul divano con un livido sullo zigomo. La rabbia di Zayn venne fermata subito da Louis quando aveva cominciato a prenderlo a pugni.
 
Nessuno parlava, nessuno aveva il coraggio di parlare sull’accaduto. Ce l’avevano tutti con Harry, era lui che gli impartiva lezioni di vita su non toccare mai una donna con violenza, la sua frase preferita era «Una donna, non si sfiora nemmeno con una rosa» e sembra che quella sera Harry abbia dimenticato quella frase.
 
In cucina c’era silenzio, nessuno parlava, Niall solamente non capiva cosa stava succedendo. I ragazzi, tranne il biondo, non avevano toccato nemmeno un po’ di cibo presente sulla tavola. Erano ancora scossi, non si sarebbero aspettati che Harry avesse un comportamento così. Però sapevano che quella rabbia era stata scatenata da Zayn che gli aveva rubato la donna da sotto il naso.
Tutto questo per accontentare i paparazzi, tutto questo per uno stupido pettegolezzo, tutto questo per amore.
 
«Charlotte» sussurrò Harry prima di aprire gli occhi. Non aveva la forza di alzarsi dal divano per il tremendo mal di testa che aveva. Ricordava di aver bevuto qualche bicchierino di troppo, ma non ricordava di aver messo le mani addosso alla mia Charlotte e di averla offesa bruscamente.
 
Pian piano si alzò dal divano e si diresse in cucina. Quando mise piede in quella stanza tutti gli sguardi furono rivolti verso di lui.
«Hei, ragazzi perché lo guardate così?» chiese ad un certo punto Niall non capendo cosa stava succedendo. Liam gli fece segno di stare zitto.
«Già, perché mi guardate così?» chiese a sua volta Harry massaggiandosi la testa e andandosi a sedere.
Nessuno provò a parlare, doveva capire da solo cosa aveva fatto.
«Sapete ragazzi, ho fatto un sogno strano questa notte» cominciò Harry
«Stavo facendo del male a Charlotte e le dicevo cose bruttissime» disse prendendo un bicchiere di succo d’arancia.
Zayn tossì sputando il pezzo di biscotto che aveva in bocca, ma nessuno provò a spiegare la situazione.
«A proposito di Charlotte, dov’è?» chiese Harry felice al pensiero di Charlotte. Però quella felicità scomparve quando nessuno rispose e capì che quello non era solo un sogno.
«Io…» cominciò Harry, ma si fermò e scese dallo sgabello per correre di sopra e adante da Charlotte.











Non so che scrivere ragazze. Non credo di essere bravissima come scrittrice, quaindi ho deciso che non continuerò questa ff. Insomma, ricevo poche recensioni e questa ff è nei preferiti di 42 persone.
Avrei voluto ricevere almeno una decina di recensioni, ma si vede che non vogliono aiutarmi. Ho provato a pubblicizzare la ff, ma senza successo. 
Forse più in la continuerò, datemi almeno una settimana di tempo e vedrò cosa posso fare. Per ora è tutto.
Ciao tigrottine 

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Capitolo 29
*** Fireworks cap.29 ***


Mentre correva Harry, andò a sbattere con una spalla contro lo stipite della porta, ma questo non lo fermò, doveva chiedere scusa alla sua Charlotte.
 
Con ampie falcate saliva gli scalini per arrivare dalla rossa. Si diresse verso la porta della camera di Zayn, provò a da aprirla, ma era chiusa.
Si fermò per un attimo ad ascoltare. Singhiozzi provenivano dalla stanza ed Harry aveva capito già di chi erano.
«Charlotte, ti prego apri!» chiese Harry. Aveva un disperato bisogno di vedere la sua ragazza. Di abbracciarla, di stingerla a se e di coccolarla.
La ragazza perse un battito, la voce di Harry le aveva fatto prendere un colpo.
«Ti chiedo scusa, io non volevo, era ubriaco e non sapevo cosa mi stava succedendo» continuò poi. Si sentiva tremendamente in colpa, non aveva mai toccato una ragazza se non per accarezzarla o farle provare piacere. Si sentiva un mostro.
«Piccola, ti prego rispondi» supplicò lui con le lacrime agl’occhi. Stava lottando per non farle cadere, ma non ci riuscì. Al solo pensiero di aver fatto del male alla sua principessa gli veniva da piangere.
«Charlotte, non volevo, ero arrabbiato per conto mio e me la sono presa con te» provò a giustificarsi lui. La rossa ascoltava attentamente ciò che diceva, voleva perdonarlo, ma non poteva. Sarebbe rimasta fregata di nuovo se solo lui l’avesse toccata ancora. 

«Cazzo, Charlotte rispondi, il tuo silenzio mi fa star male!» urlò lui sferrando un pugno alla porta chiusa. Questo la fece sussultare. Dalla sua posizione con le gambe strette al petto e la testa appoggiata allo schienale del letto, si alzò in piedi per ascoltare da più vicino. Aveva paura che lui potesse entrare e farle del male, ma con quella barriera di legno che aveva messo davanti era sicura che non avrebbe fatto niente. 

«Ti prego fammi entrare, voglio vederti…ti voglio abbracciare» quelle parole fecero scendere altre lacrime sia dagli occhi di Charlotte che di Harry. Lei amava gli abbracci di lui e non le sembrava vero che le avesse fatto del male.
 
Stava per aprire la porta, voleva vederlo, voleva dargli una possibilità. Ma si fermò di scatto quando vide il livido attorno al polso. Era stato lui a farglielo. Cominciò a tremare, un brivido percorse per tutta la sua schiene. Sentiva la stessa sensazione allo stomaco di quando era con Max. Sentiva un peso sulle spalle, come se Max fosse lì e le stesse baciando la pelle viscidamente. 

Poi sentiva il tocco dolce di Harry invaderle i sensi. Farle provare piacere e non dolore. Sentiva il tocco delle labbra di Harry mentre le accarezzavano dolcemente la pancia. Amava il suo tocco, ma quando l'aveva trattata così bruscamente le aveva fatto perdere ogni credenza fatta sugli uomini quando aveva conosciuto Harry. Credeva che non tutti fossero degli animali, non tutti avessero bisogno di sesso, non tutti erano sempre pronti a farti male, non erano tutti uguali. Quelle credenze erano sparite la sera precedente. In quel momento non credeva più in nulla.
'Il principe azzurro esiste solo nelle favole' 

«Ti prego apri» disse Harry con la voce rotta dalle lacrime. Lui stava malissimo, avrebbe commesso chissà quale reato per renderla felice e poi scopre che è lui la causa delle lacrime salate e dolorose di lei.
Lui si era appoggiato con la fronte alla porta con le mani ad entrambi i lati della testa aspettando una risposta.
«Harry vattene» disse Charlotte piangendo. Anche lei soffriva nel trattare quello che considerava il suo migliore amico in quel modo, ma doveva, lui le aveva fatto del male, non poteva più fidarsi di lui, non poteva più fidarsi di nessun uomo.
Harry, non la stette ad ascoltare, voleva vederla, abbracciarla,  farla sorridere e, se tutto fosse andato per il verso giusto l’avrebbe anche baciata.
«Ti prego va via!» urlò quella vota. Si appoggiò anche lei alla porta con la fronte per avere maggior sostegno. Non si sentiva bene, non riusciva nemmeno a stare in piedi. Era sempre stato così, ogni volta che piangeva, le veniva un mal di testa fortissimo, uno che solo una dormita può curare.
«Capisco» sussurrò Harry prima di spostare le labbra sul legno della porta e lasciare un bacio chiudendo gli occhi. Immaginava che al posto della porta ci fosse Charlotte e che l’episodio della sera precedente non ci fosse mai stato.
 
Il ragazzo, distrutto uscì di casa per andare in ospedale da sua madre. L’intervento ci sarebbe stato proprio quel giorno e voleva starle vicino. La cosa che gli dispiaceva, era che i ragazzi e Charlotte non sarebbero stati vicino a lui. Dopo quello che aveva fatto se lo meritava, forse, l’avrebbero anche cacciato dalla band. Forse avrebbe perso l’amicizia dei ragazzi, forse avrebbero lasciato casa sua e se ne sarebbero andati. Forse, forse, forse. La testa di lui era riempita di forse. L’unica cosa certa che aveva in mente era che doveva dimenticarsi di Charlotte.
 
Era arrivato nella camera di sua madre.
«Tesoro, cosa c’è?» chiese la madre notando le lacrime negli occhi di Harry.
«Io e lei abbiamo litigato» spiegò stringendosi nel cappotto.
«Mi dispiace, vedrai che tutto si sistemerà.» lo rassicurò lei accarezzandogli una guancia.
Lei riusciva a capirlo, sapeva perfettamente cosa voleva che gli si dicesse, e senza fare domande era riuscita a capire che era successo qualcosa di brutto.
«Come è andata ieri?» chiese il figlio a sua madre prendendole la mano e accarezzandone il dorso.
«Bene, tra esami del sangue, cibo senza sapore, ho conosciuto anche un uomo, si chiama Robert. Devi vedere come è bello, ha i capelli castano chiaro, gli occhi blu e un viso spruzzato di lentiggini. È alto, magro ed è perfetto» cominciò la donna sorridendo al pensiero dell’uomo che aveva incontrato il giorno precedente.
‘Occhi blu’ pensò Harry. Gli occhi blu ricordavano Charlotte. Il ragazzo amava gli occhi di lei, era una delle tante cose che preferiva nel suo aspetto.

Charlotte era rimasta in camera a piangere per tutto il tempo. Poi si ricordò che doveva andare al bar per parlare un po’ con il barista. Non ne aveva voglia, ma almeno lui, forse avrebbe capito. Non gli interessavano le donne e quindi forse le avrebbe consigliato qualcosa.
Va in bagno e si guarda subito allo specchio.
‘Guarda cosa mi hai fatto? Adesso faccio schifo’ pensò la ragazza guardando la sua immagine riflessa nello specchio.
 
Entrò sotto la doccia e con il bagnoschiuma che le aveva scelto Zayn lavò il suo corpo sporco dal contatto con Harry la sera prima.
Quando uscì mise l’accappatoio di Zayn e dopo essersi fermata sul tappeto davanti allo specchio fece scivolare via il cappotto dalle sue spalle, facendolo cadere a terra.
 
Guardava fisso in un punto, il suo seno sinistro. Attorno c’erano dei segni a forma di polpastrelli. Quelli di Harry erano della stessa misura, infatti era stato lui a procurarglieli.
 
Indossò gli slip e dopo un reggiseno a fascia, non voleva far vedere le spalline sotto il vestito che avrebbe indossato. Voleva farsi bella, voleva far girare tutti dalla sua parte quando camminava per la strada, voleva conquistare con il suo fisico e poi far soffrire, proprio come aveva sofferto lei in tutti quegli anni.
 
Dopo aver messo il vestito, trovò un giubbotto lungo abbastanza per coprire il vestito, così i ragazzi, se l’avessero vista non avrebbero chiesto niente.  http://www.polyvore.com/cgi/set?id=89216727&.locale=it 

Scese le scale lentamente per non farsi sentire dai ragazzi che parlano animatamente sul divano.
«Devi anche capirlo Zayn, sua madre non sta bene e si è sfogato su Charlotte» disse Louis
Charlotte stava ascoltando la conversazione in silenzio dietro la porta socchiusa.
«Non dovevate fermarmi, avrei dovuto ucciderlo...giuro che se si avvicina un'altra volta a lei io...» disse Zayn, ma venne interrotto da Liam.
«Cazzo, devi capire che non ti appartiene, gliel'hai rubata sotto il naso sapendo che lui era attratto da lei» urlò alzandosi dal divano e diventando rosso per la rabbia.
'Ha rubato che cosa e a chi?' si chiese mentalmente Charlotte.
«Lei vuole stare con me, non con uno che le mette le mani addosso» disse Zayn.
 
Charlotte pensò che era il momento di andare quando sentì dei passi avvicinarsi.
Fece una piccola corsetta per arrivare alla porta d'ingresso.
«Dove stai andando?»  













Ciaooooooooooooooooo...che dire? Non so come cominciare. Prima di tutto, vi ringrazio per il vostro aiuto, siete le persone più gentili che abbia mai conosciuto. (Ho fatto la rima)
Ringrazio tutte quelle persone che recensiscono la storia. Tutte quelle che l'hanno messa nelle preferite e nelle ricordate. 
Vi amo, siete stupende. In questi giorni, ho capito che mi piace davvero tanto scrivere e che, anche se c'erano poche recensioni, io ero felice. 
Non sono riuscita a resistere, dovevo continuare. Questa è una delle mie storie più carine, almeno io la penso così. 
In questi due giorni, ho lavorato sul trailer di questa storia: http://www.youtube.com/watch?v=dGLi5LroTkA&feature=c4-overview&list=UUg0J0T2UGDN5Kl5Hol0Rolw 
Ditemi cosa ne pensate. Vi ringrazio ancora per il vostro aiuto e il vostro sostegno. Continuerò presto, con o senza recensioni. (No, ok, qualche recensione la voglio)
Vi lascio con il capitolo, io torno a bere il mio bicchiere di latte *sileccaibaffidilatte*.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥













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Capitolo 30
*** Fireworks cap.30 ***


«Sto uscendo» rispose Charlotte voltandosi per guardare Zayn che le stava venendo incontro per poi bloccarla tra il suo corpo e la porta.
«Dove vai? Con chi esci?» chiese curioso Zayn cercando di vedere cosa indossava la ragazza sotto il cappotto, ma non ci riuscì.
«Non ti fidi di me? Credi che possa tradirti?» chiese Charlotte avvicinandosi alle labbra di lui in modo molto lento e sensuale.
«Torna presto» le raccomandò lui prima di spostarsi e lasciarla andare.
 
«Aspetta» la richiamò Zayn mentre lei percorreva il vialetto davanti casa. La fermò per il braccio e la fece girare abbracciandola stretta a se.
«Mi dispiace così tanto» le sussurrò all’orecchio avvolgendola tra le sue braccia per proteggerla.
Quelle parole le fecero capire che lui ci sarebbe sempre stato, ed anche se era un uomo non si sarebbe mai permesso di farle male.
Lei si lasciò andare tra le sue braccia e ricambio l’abbraccio chiudendo gli occhi per potersi godere quel momento tanto dolce.
Quando la lasciò andare la guardò incessantemente negli occhi. Lei si giro per salire sul taxi che aveva chiamato prima in casa. Si sentiva vuota dopo quell’abbraccio, come un albero fosse spoglio delle sue foglie. Lei si era sentita nuda dopo quell’abbraccio, non aveva tremato, il suo cuore non aveva perso battiti per la paura di essere toccata, si fidava di Zayn, solo ad esclusivamente di lui.
 
Arrivata al bar lei scese dall’auto e pagò il tassista.
«Oh, no, per me è stato un piacere scortare una bella signorina come lei» disse sorridendo l’uomo e tirando indietro la mano di Charlotte con i soldi. Lei sorrise e ammiccò lanciandogli un bacio volante per poi sparire all’interno del locale.
 
Entrata, si tolse il cappotto mostrando la sua figura perfetta e slanciata. Teneva il cappotto su un braccio e nella stessa mano la borsa. Cacciò il cellulare e lo mise accanto a lei sul bancone quando si sedette.

Girati, sono dietro di te.
                     
                                                                               -Charlotte
 
Inviò un messaggio al barista siccome era girato intendo a prendere un bicchiere dal ripiano più alto. Preso il bicchiere sentì la vibrazione del suo cellulare. Prese il telefono dalla tasca e lesse velocemente il messaggio per poi girarsi e guardare la rossa dietro di lui che sorrideva.
«Ciao Charlotte» disse salutandola lui sorridendo.
Guardò nuovamente il cellulare e con le sue dita agili e veloci scrisse un messaggio a Charlotte.
 
Vista, sei bellissima oggi
 
                                                                                -Philip
 
La ragazza lesse il messaggio e con un filo di voce rispose.
«Grazie Philip» sorrise e poi ordinò un calice di birra.
«Non se ne parla, suppongo che non hai ancora mangiato niente, ti farà male» disse lui asciugando in bicchiere per poi rimetterlo a posto sullo scaffale.
«Uffa…siete tutti troppo protettivi» commentò Charlotte incrociando le braccia al petto.
«Ti concederò un bicchierino dopo che avrai accettato il mio invito a pranzo» disse lui fermandosi davanti a lei poggiando entrambi i palmi delle mani sul bancone.
«Non lo so, fammi pensare…uhm, per le prossime dodici ore, non avrei nulla da fare, quindi si, accetto il tuo invito» disse lei sorridendogli.
«Grandioso, allora, cos’è che ti turba?» chiese lui capendo che era successo qualcosa.
«Come lo sai?» chiese lei sbalordita.
«Sono l’uomo dalle mille risorse» rispose lui togliendosi la polvere dalle spalle. Lei sorrise
«Dai racconta» la incitò lui.
«Io ed Harry abbiamo litigato, lui…ha messo le mani dove non doveva e mi ha provocato anche dei lividi –spostò i bracciali che aveva ad entrambi i polsi e fece vedere a Philip i lividi- questa mattina è venuto a farmi le sue scuse, ma io l’ho mandato via» spiegò ricordando quello che era successo quella stessa mattina.
«Se lo ha fatto, ci sarà un motivo, sai per caso dirmi qual è?» chiese Philip porgendo un bicchiere d’acqua ad un uomo che si era appena seduto ed aveva ordinato.
«I ragazzi dicono che sua madre non sta bene, ma non penso sia solo por questo» rispose la rossa prendendo una delle noccioline che erano in un piattino sul bancone.
«Che tipo è Harry?» indagò i barista prendendo i centesimi che aveva lasciato il cliente sul bancone.
«Lui…lui è un tipo dolce, premuroso e sensibile. Quando vuole sa essere molto provocante e quando è arrabbiato un vero e proprio animale, la cosa che mi dispiace è che quella furia l’abbia scaraventata su di me…una volta, quando ci siamo conosciuti, un uomo mi stava facendo del male e lui è corso in mio aiuto» raccontò Charlotte sorridendo al pensiero che Harry l’aveva aiutata.
«Cos’altro ha fatto per te?» chiese sempre il barista.
«Beh…mi ha consolata quando mia madre è morta, quella notte è stato molto dolce, mi ha salvato la vita anche un’altra volta. Me ne stavo andando da casa sua a piedi e due uomini avevano cominciato a molestare il mio fondoschiena e come dal nulla, Harry è apparso e mi ha tolta dai guai. Lui era con me, quando ho saputo che mio padre era vivo e mi ha consolata dicendomi che mi avrebbe accompagnata lui a conoscerlo. Lui mi ha protetta dalla furia di Max, ha pianto quando ero in ambulanza e stavo perdendo sangue…lui mi è stato vicino in tutto questo tempo…» raccontò prima velocemente e poi lentamente alla fine. Philip era attento ad ogni parola della ragazza.
 
«Chiudi tu qui? Devo uscire due secondi» urlò Philip ad un altro barista un po’ più distante da lui che stava servendo alla clientela. Quello era il suo ragazzo, si erano conosciuti sulle montagne russe. Philip aveva pura di salire e da lì in poi è cominciato il loro amore.
Due bravissimi ragazzi, nessuno si era mai lamentato del fatto che stessero insieme, nemmeno le loro famiglie.
 
«Vieni Charlotte» disse Philip uscendo da dietro il bancone e prendendo la rossa per mano facendola scendere dallo sgabello.
 
La portò in un ristorante. Prenotò un tavolo e dopo essersi seduti ordinarono.
Mentre lui mangiava, lei parlava in continuazione di Harry e di come l’avesse aiutata in tutti quel tempo. Di Zayn, che con lei era sempre dolce. Di Niall che era il più simpatico dei ragazzi che avesse mai conosciuto, con quelle guance rosee poi era la fine del mondo. Liam era il più severo, ma anche il più comprensivo, l’avrebbe sposato, sapeva perfettamente cosa volva Charlotte in ogni momento della giornata. Se aveva sete, lui dal nulla, cacciava una bottiglia d’acqua. Invece Louis, lui era il migliore amico di Harry, il più burlone, sempre a scherzare, anche nei momenti di tensione. Però quando diventava serio era davvero serio, sarebbe potuto diventare un ottimo avvocato, l’aveva sempre vinta lui.
 
«Credo di aver capito qual è il problema» affermò Philip ad un tratto.
«Ah si, quale?» chiese curiosa Charlotte in attesa di una risposta.
«Tu sei innamorata di Zayn…» Charlotte non lo fece finire di parlare che parlò lei.
«Si, questo lo sapevo già» detto questo mise in bocca il cucchino con il gelato al cioccolato che le piaceva tanto.
«Lasciami finire –lei sorrise- sei innamorata di Zayn, ma anche di Harry, solo che non puoi lasciare Zayn perché, da quello che ho capito, sei costretta a stare con lui. Zayn ti ispira fiducia, solo che è quella fiducia che può darti un fratello, quindi cara mia, sei innamorata della fiducia che dai a Zayn e non di lui…praticamente, sei innamorata di Harry solo che non lo vuoi ammettere.» fece una piccola pausa per prendere un po’ di gelato dalla sua coppa.
«L’altra volta ti ho dato un consiglio sbagliato…uhm, si, credo che devi parlare con Harry» concluse godendosi in fine il suo gelato al pistacchio.
Lei stava per rispondere, ma il suo cellulare la precedette. Lo prese dalla borsa e lesse il nome sul display: Niall.
«Si, cosa c’è?» chiese Charlotte rispondendo al telefono.
«Vieni in ospedale, c’è un problema con la madre di Harry e lui ha bisogno di te» disse tutto d’un fiato Niall facendo sentire subito le voci che erano con lui.
«Andrà tutto bene» diceva una.
«Aspettami, arrivo subito» rispose Charlotte chiudendo la chiamata.












Ciao! Allora, vi ringrazio per le dieci recensioni al capitolo ventinove. Siete le migliori.
Vi faccio solo tre piccolissime domande a cui esigo una risposta.
1)Cosa farà Charlotte con Harry?
2)Cosa succederà in ospedale?
3)Vi piace di più la coppia Charry oppure la coppia Charyn?
Per ora è tutto, torno alla mia canzone di Emma. A vuoi piace Emma?
Ok, troppe domande.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥
 
                         








Philip        












                          

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Capitolo 31
*** Fireworks cap.31 ***


Philip aveva accompagnato la rossa in ospedale. Le aveva detto che avrebbe dovuto perdonare Harry se avesse tirato fuori l’argomento della mattina stessa e le aveva dato appuntamento per il giorno successivo.
 
Come cominciare, Charlotte stava salendo le scale come una matta per arrivare da Harry e stingerlo forte a se. Aveva fatto cadere persino una signora che stava scendendo, per fortuna non si era fatta niente. Non le serviva altro a cui pensare.
 
‘Ti perdonerò, ti abbraccerò e se tutto va bene, ti lascerò un bacio’ pensò Charlotte prima di ritrovarsi in un corridoio con delle sedie lungo le pareti separate da porte bianche.
‘Eccolo’ un altro pensiero di Charlotte di perse in quelle pareti bianche dipingendole ancora di un’altra sofferenza.
 
Con passi svelti si diresse verso il suo Harry che stava seduto su una sedia con la testa fra le mani a piangere. Non c’era nessuno accanto a lui, solo sedie vuote in attesa che qualche altra persona si ci sieda.
A quanto pare, lui non si era accorto della presenza della ragazza, troppo impegnato a perdersi nei pensieri più brutti e tristi.
 
Rallentò il passo per non farsi sentire, il rumore dei tacchi era leggero, il peso era spostato sulle punte.
Arrivata davanti al ragazzo in preda ad un attacco di lacrime dolorose si fermò a guardare la testa riccioluta di lui e a sorridere come una ragazzina alla sua prima cotta e con gli ormoni impazziti.
Il ragazzo stava guardando il pavimento, due scarpe da donna grigie gli si presentarono dinanzi agl’occhi. Ma quelle, secondo lui, non potevano essere della persona che stava aspettando, forse era solo frutto della sua immaginazione o forse no…
«Hei» lo salutò lei accarezzando poi i capelli morbidi del ragazzo. Lui alzò lo sguardo cercando di rendersi conto che quello non era solo un miraggio, ma la sua principessa era davvero lì ad accarezzargli i capelli e a sorridere con le lacrime agl’occhi. Già, lacrime, lei piangeva perché le faceva male vedere il suo Harry in quello stato. Le faceva più male di quanto pensasse, più di una pugnalata al cuore.
 
Il ragazzo si alzò in piedi per arrivare all’altezza di lei che lo guardava in attesa di una risposta.
«A questo punto dovresti dire: Sono così felice di vederti» disse lei suggerendogli cosa dire. Lui rise e si catapulto ad abbracciarla stretta a se sorridendo come un bambino.
«Sono così felice di vederti» disse lui sempre sorridendo e chiudendo gli occhi per godersi quel momento. Lei fece lo stesso ridendo e nascondendo la testa nell’incavo del collo di lui.
 
«Charlotte, ti chiedo scusa per…» lei non lo lasciò finire, interrompendolo.
«Questo non devi dirlo, ti ho già perdonato» disse lei baciandogli poi la guancia e facendolo arrossire lievemente.
«Come va con tua madre?» chiese lei spingendolo indietro per farlo sedere e per sedersi a sua volta sulle gambe di Harry.
«Dicono che c’è stata una complicazione durante il trapianto e potrebbe anche…» alla fine si trattenne, non gli piaceva quella parola, odiava doverla rivolgere ad una persona a lui cara, soprattutto se quella persona era sua madre o Charlotte.
«Andrà tutto bene» lo rassicurò lei accarezzandogli una guancia e asciugando con il pollice una lacrima che scendeva lenta e amara dal occhio del suo ragazzo.
 

«Dove sono i ragazzi?» chiese lei ancora abbracciata a lui.
«A prendere dei caffé» rispose lui con gli occhi chiusi per il momento tanto intimo. Per lui quell’abbraccio valeva più di qualsiasi altra cosa al mondo, anche se sapeva che non doveva farsi troppe illusioni, quella stessa mattina aveva rinunciato a lei, e aveva giurato che l’avrebbe vista sempre come un’amica. Ma in quel momento non gli importava della promessa fatta.
«Posso dirti una cosa?» chiese lui facendo in modo che lei lo guardasse negli occhi. In quel momento aveva le iridi di un verde più acceso del solito. Charlotte l’aveva notato e quella cosa le piaceva da matti. La rossa sapeva che era in imbarazzo, aveva imparato a conoscerlo dal colore degli occhi. Quando erano accesi era felice o imbarazzato, quando erano scuri (ravvicinanti al marrone) era arrabbiato o triste, mentre quando erano chiari, ma proprio tanto chiari, non era mai riuscita a capirlo. Per lei era un mistero quello sguardo così penetrante, però le piaceva, era una delle cose che preferiva di lui.
«Si» rispose lei guardando ancora negli occhi il suo Harry.
«Dopo, devo dirtela anche io una cosa» aggiunse lei. Aveva deciso che gli avrebbe detto che era innamorata di lui, solo che stava con Zayn per non deludere la stampa, e già che c’erano si è fidanzata con lui.
 «Sai…-cominciò lui insicuro- mi ero preso una bella cotta per te…» si fermò pensando che quello che aveva detto fosse sbagliato. A queste parole lei sorrise visibilmente, le aveva detto proprio quello che voleva le dicesse. Ne era felicissima, solo lei doveva dichiararsi.
«Harry io…» cominciò lei, ma lui la fermò parlando.
«No, non dire niente, lo so che è sbagliato» disse lui.
«Harry io…» provò ancora lei a parlare, ma lui la fermò ancora.
«Tu stai con Zayn e sei felice, io…beh, troverò qualcuno che mi ami come tu ami Zayn» continuò Harry facendo spalancare la bocca a Charlotte per la sorpresa. Lei non era felice con Zayn, anzi, lui voleva solo del buon sesso da lei, certo, l’aveva protetta, ma non era Harry.
«Harry…» un altro tentativo di  spiegare fallito, lui l’aveva fermata anche quella volta, non le aveva dato il tempo di spiegare, di esporre ciò che provava per lui, non aveva voluto ascoltarla.
«Siamo amici vero?» chiese lui sorridendole amichevolmente.
«Amici?» chiese a sua volta lei incredula di quello che le aveva appena detto.
«Si, amici, due persone che si vogliono bene però non stanno insieme e non si baciano» spiegò lui porgendole la mano. Lei scivolò sulla sedia accanto senza cadere e guardò quella mano davanti a lei che aspettava di essere afferrata.
«Amici» disse lei abbassando lo sguardo e sospirando pesantemente per poi maledirsi di aver preso quella mano e non averlo baciato quando poteva.
«Grandioso» disse lui sempre sorridendo e felice di aver lasciato alle spalle il suo amore per Charlotte. Doveva solo dimenticarla e il gioco era fatto. Solo che non poteva dimenticarla, lei era il suo grande amore e l’aveva lasciata con una delusione che le lacerava il cuore.
 
 
‘Amici’ questa è la parola che girava nella mente di Charlotte per più di un’ora mentre era seduta accanto a Zayn a fissare il vuoto. Avrebbe voluto piangere, ma il suo dolore non le permetteva nemmeno questo. Aveva perso il suo Harry, che poi suo non era più. Aveva perso la persona più cara che avesse, aveva perso il suo cuore, gliel’aveva donato senza nemmeno saperlo quando si erano incontrati e lui stesso l’aveva distrutto con quelle poche parole che erano bastate per farle del male.
 
«Tesoro, cosa c’è che non va?» chiese Zayn prendendole la mano e svegliandola dal lungo incubo ad occhi aperti. Lei lo guardò pallida, sconvolta, ferita e triste.
«N- niente, sono solo un po’ stanca» rispose lei per poi lasciare la mano del ragazzo che la stava guardando e alzarsi dalla sedia.
Prese la borsa che aveva con se e passando davanti a tutti come un cadavere si diresse verso le l'uscita d'emergenza. 

Nel piccolo posto in cui si trovava c’era una scala di ferro siccome erano al terzo piano. Una ringhiera per potersi mantenere e una porta da potersi chiudere alle spalle per poter lasciare il resto del mondo chiuso in una stanza.
 
‘Cotta si dice tra i ragazzini e noi non lo siamo…siamo persone adulte e capaci di fare delle scelte e se tu hai scelto di non amarmi io lo accetto, certo il dolore mi sovrasterà per un certo periodo, ma riuscirò a dimenticarti, costi quel che costi.’   Pensò Charlotte rivolgendo il suo pensiero alle parole che le aveva detto due ore prima il suo Harry.
Prese dalla borsa il pacchetto di sigarette e ne accese una. L’agitazione era evidente dal suo continuo tremare con le mani, in cerca del pacchetto di sigarette.
 
Al primo tiro tutto le si calmò. Doveva solo prendere una boccata d’aria e calmarsi dalla delusione ricevuta.
‘Devo prendermi una pausa’ pensò Charlotte fumando quella sigaretta che le aveva fatto aprire gli occhi. Stava pensando di andare via da quella città e magari trasferirsi in un luogo più caldo, uno dove anche a Natale c’è il sole. Dove i maglioni non servono, perché sinceramente a Charlotte proprio non piacevano.
‘Ci penserò su’ pensò ancora Charlotte prima di essere circondata da delle braccia da dietro.
«Hei» era Zayn, voleva vedere come stava. L’aveva vista starna da quando l'aveva trovata accanto ad Harry e così aveva insistito che si sedesse accanto a lui per calmarla, ma non aveva funzionato.
«Hei» lo salutò lei buttando fuori il fumo dalla bocca.
«Queste ti fanno male» disse lui prendendole la sigaretta dalle mani. Lui l’avvicinò alle sue labbra e fece un tiro.
«Non sapevo che fumassi» commentò lei.
«Solo quando sono agitato» disse lui per poi finire quella sigaretta e buttarla a terra calpestandola con la suola della scarpa.
«E adesso sei agitato?» chiese lei mettendo le sue mani su quelle di Zayn attorcigliate alla sua vita.
«Un po’» si lasciò sfuggire. Lei non doveva sapere della sua preoccupazione, ma tanto sappiamo già che lei è un tipo curioso.
«Perché?» chiese allarmata lei girandosi per guardarlo negli occhi. Lui sospirò profondamente, tanto quella preoccupazione riguardava lei e doveva dirglielo.
«Ho paura di perderti, ti vedo distante da questa mattina e non so cos’hai, non mi parli, guardi il vuoto e hai lo sguardo triste, voglio sapere cos’hai, sono il tuo ragazzo…» Concluse lui guardandola quasi disperato per sapere una spiegazione.
«Zayn –gli accarezzò una guancia- non devi preoccuparti, io sto bene, è solo un periodo, l’ospedale mi mette tristezza, passerà quando usciremo di qui» disse lei avvicinandosi al corpo di lui e avvolgendo lei braccia attorno al suo collo. Lui le circondo la vita con le braccia appoggiando il peso sul bacino di lei.
«D’accordo…però promettimi che quando saremo usciti da qui metterai su un sorriso a trentadue denti» impose lui guardandola quasi divertito. Lei annuì sorridendo e lui le lasciò un bacio sul naso.
«Dai entriamo» disse lei prendendolo per mano e spingendo la porta per entrare.
 
Mentre camminavano nel corridoio per arrivare dai ragazzi Zayn si fermò.
«Dimmi, cos’ hai sotto il cappotto, non vedo il pantalone» disse lui facendo girare Charlotte verso di lui e slacciando la cintura del cappotto.
«Zayn no…» disse lei, ma tanto lui aveva già visto il vestito corto che stava indossando.
«Porca puttana» commentò ammirando le curve della sua ragazza. La spinse di più verso il suo corpo e palpò il culo di lei.
«Dobbiamo trovare un bagno» disse lui guardando Charlotte che stava togliendo la mano dal suo fondoschiena.
 
«Grazie» disse Zayn dopo aver saputo dove erano i bagni e prendendo Charlotte per mano per portarla e sbatterla contro il muro per poi prenderla e baciarla. Aveva già in mente cosa le avrebbe fatto. 
«Zayn non vorrai mica…» si affettò a parlare ma lui aveva già aperto la porta di uno dei tre bagni e ce l’aveva spinta dentro.
Aveva chiuso a chiave la porta e aveva spinto Charlotte contro una parete del bagno per poi prenderle una coscia e alzarla all’altezza del suo bacino e prendere a baciarle il collo.
«Zayn potrebbero sentirci» disse lei preoccupata del fatto che volesse fare sesso in un bagno dove sarebbero potute entrare persone e sentire il loro piccolo giochetto.
«Non verrà nessuno fidati» disse lui facendo in modo che lei attorcigliasse le gambe al suo bacino.
Mentre le baciava il collo con le sue manine curiose saliva su per la coscia fino ad arrivare alle tanto attese ‘mutandine da tirare giù’.
Con due dita entrò nell’elastico per allargarlo e far scendere quell’indumento per lui inutile. Alzò il vestito e fece scendere di più gli slip che ancora coprivano troppo per i gusti di Zayn.

Charlotte ansimava al tocco di Zayn tanto lento e attento a non farle male.
«Zayn!» una voce chiamò il maialino all’interno del bagno.
«Zayn sei qui?» il moro e la rossa si fermarono di botto. Lui le tappò la bocca con la mano per non far sentire il suo respiro pesante.
«Si, sono qui» rispose lui. Era Niall che lo chiamava.
«L’intervento è finito, possiamo vedere la madre di Harry…ma Charlotte dov’è?» chiese in fine Niall guardando sotto la porta del bagno e notando i piedi di Zayn.
«Arrivo» disse Zayn rialzando gli slip di Charlotte e Abbassando il vestito.
«Non mi dire che lei è qui con te» commentò Niall ridendo.
 
Usciti dal bagno i ragazzi entrarono per vedere come stava Anne…












Ciaooooooooo...allora come promesso, ho aggiornato mercoledì, cioè oggi. Devovo metterlo questa sera, ma ho trovato un pò di tempo libero e allora eccolo qui.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥























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Capitolo 32
*** Fireworks cap.32 ***


Harry era entrato per primo nella stanza per vedere sua madre. Da quello che avevano detto i dottori, il percolo era scampato, ma doveva comunque restare in quel posto per un altro paio di giorni.
Il ragazzo si era seduto accanto a sua madre sul letto e le accarezzava dolcemente il viso, spostando qualche ciocca che lo ricopriva.
«Sai mamma…io e lei abbiamo chiarito» disse Harry sottovoce e sorridendo.
«Adesso siamo amici e lei mi vuole ancora bene» continuò Harry. Anche se la madre dormiva, era sicuro che potesse ascoltarlo e capirlo.
 
Charlotte guardava dalla porta quella scena tanto commovente. Era così meravigliata del legame che aveva Harry con sua madre.
Era lo stesso legame che aveva lei con la sua adorata madre. Quel legame esisteva ancora, anche se la donna più importante della vita di Charlotte non c’era più, il legame era sempre forte.
Ammirava Harry, era di una bontà unica al mondo. L’aveva aiutata più di quanto avesse fatto chiunque altro, era dolce nei suoi confronti, l’aveva resa felice dopo tanti anni, le aveva fatto capire cosa significa tenere davvero ad una persona, anche se quella persona non ricambiava gli stessi sentimenti, era felice di averlo incontrato.
‘Grazie Harry’ aveva pensato Charlotte continuando a guardare quella scena.
 
«H-Harry?» la voce di Anne era debole, chiedeva del figio che la guardava felice del fatto che si fosse salvata.
«Si mamma?» chiese il figlio guardandola con le lacrime agli occhi.
La donna si guardava intorno confusa, sorrise guardando il figlio che le aveva preso la mano e le aveva baciato il dorso.
«Lo sapevo che ti avrebbe perdonato» Cosa? No, adesso spiegami, tu stavi dormendo, eri in uno stato di debolezza e hai capito cosa ha detto tuo figlio? No, ma tu sei una grande donna. Ti stimo da matti.
Harry continuò a sorridere come un bambino che ha appena aperto il regalo di Natale. Lasciò un bacio sulla fronte di sua madre e cominciò a parlarle.
 
Charlotte ancora guardava Harry e sua madre che parlavano e ridevano. Avrebbe voluto che anche sua madre fosse lì a ridere con lei, a raccontarle di suo padre, si sentire la sua presenza, di abbracciarla e di raccontale del suo grande amore.
«Harry, lì c’è una ragazza» avvisò Anne indicando con il dito la figura della ragazza. Harry si votò proprio quando Charlotte stava per andarsene imbarazzata. Era rimasta a fissarli per tutto il tempo e si sentiva a disagio ad essere scoperta.
«Aspetta Charlotte» la fermò Harry chiamandola e facendola fermare per poi girasi e guardare interrogativa Harry.
«Ti prego entra» la invitò lui sorridendole e voltandosi poi verso sua madre sussurrando
«È lei» lei sorrise e mentre Charlotte entrava nella stanza si sollevò un po’ di più per guardare meglio la ragazza.
 
«Sai, Harry ha ragione, sei proprio bella» commentò Anne sorridendo e prendendo la mano di Charlotte.
«Oh, grazie» rispose la ragazza arrossendo e guardando Harry che aveva abbassato lo sguardo per l’imbarazzo.
«Quando uscirò di qui, mi piacerebbe poterti conoscere meglio» confermò la madre sorridendo al figlio e lentamente unendo le sue mani che aveva afferrato per farle combaciare perfettamente.
«Anche io vorrei conoscervi meglio signora» disse Charlotte non rendendosi conto di avere afferrato la mano si Harry e l’aveva unita alla sua senza lasciarla andare.
«Oh, tesoro, dammi del tu…diventerò tua suocera presto» disse Anne. La ragazza e il ragazzo spalancarono la bocca e fecero uscire gli occhi fuori dalla orbite per la sorpresa.
«Noi non stiamo insieme» risposero all’unisono i giovani arrossendo ancora di più.
«Oh, beh…» Anne guardò le loro mani unite con un ghigno sulle labbra. Si divertiva troppo.
Quando i due se ne accorsero le staccarono subito e guardarono entrambi dall’alto lato cercando di non far incontrare i loro sguardi.
 
Dopo quelle ultime parole, anzi versi, entrarono tutti i ragazzi per salutare la madre del loro amico.
Zayn aveva gli occhi fissi su Charlotte e questo Anne l’aveva notato bene per questo aveva fatto in modo di far avvicinare suo figlio alla rossa.
«Charlotte Harry, potete andare a chiamare il dottore?» chiese la donna facendo gli occhi da cucciolo. Questa era una cosa che le riusciva benissimo. Avrebbe fatto di tutto per vedere il suo bambino felice con una donna che non fosse lei.
I due annuirono e lentamente, sotto gli occhi di tutti, si incamminarono a cercare il dottore.
 
Nessuno dei due aveva avuto i coraggio di parlare in quel percorso in cerca del dottore. Entrambi non sapevano coda dire, eppure ce ne sarebbero state di parole se solo lui le avesse dichiarato i suoi sentimenti e lei non avesse accettato di essere quella stupida amica.
«Harry, quello è…» cominciò Charlotte guardando l’uomo dagli occhi blu che le era passato davanti.
«Il dottore che ha in cura mia madre» spiegò Harry prendo per la mano la ragazza e portandola con se ad inseguire il dottore concentrato a leggere la cartella di un paziente.
«Harry, fermati» lo implorò Charlotte fermando la loro corsa e ancora pallida per quello che aveva visto.
«Cos’hai, non ti senti bene?» chiese il ragazzo mettendole un mano sulla fronte per vedere se fosse accaldata. Dalla fronte però poi scese alla sua guancia accarezzandola dolcemente e cercando di capire la paura che le sue intravedeva dallo sguardo.
«Piccola, sembra che hai visto un fantasma» commentò Harry sorridendole appena e spostando una ciocca di capelli che le ricopriva il viso.
«Lui è…» la ragazza non finì di parlare che una voce chiamò il riccio che la stava ascoltando attentamente.
«Harry!» era il dottore dai meravigliosi occhi blu. Il ragazzo si girò verso la sua direzione guardandolo e salutandolo cortesemente.
«Tua madre sta bene, il trapianto è stato un successo, con qualche piccola complicazione, ma alla fine è andato tutto bene» disse l’uomo dai capelli nero corvino sorridendo e notando solo dopo la ragazza che stava accanto ad Harry.
«Pam» disse in un sussurro l’uomo. Dalla sua espressione si poteva capire che era sorpreso.
Charlotte lo guardava perplessa, aveva pronunciato il nome di sua madre, cosa doveva dire.
«No, Charlotte» lo corresse Harry mettendo un braccio sulle spalle esili di lei e guardandola ancora preoccupato.
«Si, scusa, l’ho scambiata per un’altra persona» si giustificò l’uomo.
«Mia madre ti sta cercando, credo abbia bisogno di te» disse Harry cambiando discorso e accarezzando la spalla scoperta della ragazza cercando di confortarla.
«Vado subito da lei» disse l’uomo dirigendosi verso la stanza di Anne.
 
«Piccola, poteva essere solo una coincidenza» rispose Harry dopo aver riflettuto sulle parole che gli aveva confessato la rossa.
«Io ne sono sicura» disse Charlotte posando la su tazza di cioccolata calda sul bancone della cucina.
Erno tornati a casa da un paio d’ore e Charlotte aveva raccontato ad Harry del suo dubbio, anche se era certa che avesse visto il quell’uomo una certa somiglianza.
«Non arriviamo a conclusioni affrettate, dobbiamo procedere ancora il medaglione e…» lei non lo lasciò finire, lo abbracciò stretto a se. Aveva detto ‘Dobbiamo’ quindi sapeva che non si sarebbe mai andata con Zayn e sapeva anche che voleva che ci fosse lui al suo fianco quando avrebbe visto suo padre.

«Ti…» Charlotte si fermò per paura di sbagliare le parole. I muscoli di Harry si tesoro, con quella minuscola parola il suo battito era accelerato e il suo respiro gli si era fermato.
«Ti voglio bene» finì Charlotte. I muscoli del ragazzo di rilassarono, sospirò pesantemente, quasi sollevato da quelle parole, ma il suo cuore? Quello continuava a battere irregolarmente, forse per la troppa vicinanza dei loro corpi o forse perché si era preso uno spavento quando lei l’aveva abbracciato così…dal nulla.
«Anche io ti…-ci pensò prima- voglio bene» disse abbracciando quella creatura tanto bella tra le sua braccia e chiudendo gli occhi sperando che quel momento non finisse mai. Avrebbe preferito mille volte essersi innamorato di un’altra ragazza e non di lei. Era sicuro di poterla proteggere tra le sue braccia, di farle dimenticare il tempo passato per quelle stradine disperse di Londra, era sicuro che se fosse stato con lei le avrebbe fatto passare i migliori giorni di tutta la sua vita, l’avrebbe cullata tra le sue braccia fino a quando si sarebbe addormenta, l’avrebbe ricoperta di baci la mattina per farla svegliare, avrebbe fatto l’amore con lei e non dello stupido sesso, le avrebbe fatto provare piacere, ci sarebbero stati solo lei e lui contro tutti. Ma questo non era possibile, ormai il guaio era fatto, lei stava con Zayn e secondo Harry era felice, se l’avesse baciata sarebbe stato solo uno dei tanti. E odiava sentirsi così, poteva capire perfettamente quando una ragazza non si fidava di un ragazzo per paura di essere una dette tante. Solo che lui non era una ragazza, ma un ragazzo ed era deciso a dimenticarsi di lei.
 
Erano ancora uniti in quell’abbraccio quando un colpo di tosse lo fece sciogliere.
Charlotte guardo alla porta, c’era Zayn che guardava Harry con uno sguardo infuocato, come per dire ‘Adesso prendo una sedia e ti uccido’. Adesso non so, come si può uccidere una persona con una sedia e non voglio saperlo, però se qualcuno me lo spiega ascolto attentamente. Lasciamo perdere la sedia e tutto il resto. Harry e Charlotte si stavano solo abbracciando e si erano detti che si amavano…no, cioè scusate, si sono detti che si voglio bene.
«Tesoro, va a cambiarti, così hai tutto un po’ troppo esposto» disse Zayn. Charlotte gli andò vicino salutandolo con un bacio sulla guancia prima di salire per le scale e mettere qualcosa di più comodo.
 
«Charlotte, usciamo?» chiese Louis sedendosi sul divano accanto a Charlotte che guardava la televisione.
«Dove andiamo?» chiese a sua volta la rossa spegnendo la televisione e guardando Louis.
«Da Claudia» disse Louis giungendo le mani e facendo l’angioletto.
«Io lo sapevo» commentò Charlotte.
«Dai, vuole fare shopping e io non sono bravo in abiti da donna, scegliere qualcosa di scollato e lei pensa che sono il bravo ragazzo che aiuta le vecchiette ad attraversare la strada.» disse Louis
«E va bene…però, mi comprerai un vestito perché devo uscire con un ragazzo domani» impose Charlotte.
«Stai tradendo Zayn!» urlò per tutta la casa. Per sfortuna lo sentirono tutti.
«Cosa?!» urlò Zayn uscendo dalla cucina sconvolto dalle parole di Louis.
«Sappiamo che a volte può essere un po’ pensante, ma non puoi tradirlo» commentò Liam.
«E l’altro chi è?» chiese Niall.
«Avete già fatto sesso?» chiese sempre il biondo.
«No, non sto tradendo nessuno, lui è gay» urlò Charlotte alzandosi dal divano e andando il camera di Zayn per vestirsi.
 
«Sono pronta!» urlò Charlotte dalle scale scendendole attenta a non cadere sui tacchi.
«Tesoro ti chiedo scusa per prima, sai che sono un tipo geloso» disse Zayn prendendola per i fianchi appena scesa.
«Uhm…non lo so se ti perdono, dammi un bacio e forse…» scherzò lei facendo l’offesa.
«Con molto piacere» disse Zayn prima di toccare con le sue la labbra di lei.
«Dobbiamo uscire e non c’è tempo per le smancerie» commentò Louis spostando Zayn da Charlotte e prendendo quest’ultima per il braccio e portandola fuori.
«Mi mancherai» sussurrò Zayn mandandole un bacio.
«Anche tu» sussurrò Charlotte mandandogli un bacio.
 
Lei, Louis e Claudia, passarono un pomeriggio fantastico in giro per i negozi. Era veramente fantastico avere un amico che pagava tutto al loro posto.
«Grazie Louis» dissero insieme Charlotte e Claudia prima di stampargli un bacio sulle guance, una da un lato e una all’altro.
 
«Quanti anni hai Claudia?» si permise Charlotte mente camminavano per il centro commerciale.
«Diciotto» rispose la ragazza dai capelli biondi guardando un paio di scarpe.
«E lavori già in ospedale?» chiese Charlotte sbalordita dalla sua giovane età.
«No, quando ci siamo visti, era solo un giorno di prova, volevo dimostrare a mio padre che posso già gestire una situazione il ospedale, prenderò medicina e diventerò un chirurgo proprio come lui» rispose la ragazza entusiasta dei suoi piani per il futuro.
«Tuo padre lavora lì?» chiese Charlotte curiosa di sapere della vita di Claudia.
«Si…non so se lo hai visto, ha i capelli neri gli occhi blu, alto…» spiegò facendo un cenno con la mano quando disse alto.
Charlotte era spiazzata, aveva anche un figlia, ed aveva la sua stessa età, si era sicuramente risposato…
 
 










Ciao. Allooora, vi chiedo scusa per il ritardo di questo capitolo, non so davvero come sia potuto succedere. Che dire? Vi piace il capitolo?
Voglio farvi solo delle domandine. Rispondete se volete.
1)   Secondo voi chi è il bellissimo chirurgo che ha operato la madre di Harry?
2)  Cosa succederà nel prossimo capitolo?
3)  Harry è Charlotte cosa faranno?
 
 
Queste sono le domande…poooooi,volevo chiedervi se sareste così gentili da passare a leggere queste ff:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1995526&i=1 una bellissima ff, ha poche recensioni, quindi inondatela.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1886570  è la ff di una mia lettrice, vi prego leggerla assolutamente. Io la trovo bellissima.

Per ora è tutto, solo una cosa. Ho creato un accounti twitter per Charlotte, lì vi toglierò delle curiosità, se volete passare a chiedermi qualcosa rispondo volentieri. 
https://twitter.com/poorbutsexyChar
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 33
*** Fireworks cap.33 ***


Le due ragazze parlavano della loro vita da un paio di ore. O meglio, Claudia parlava della sua vita, Charlotte restava ad ascoltare in silenzio. Aveva anche scoperto che Claudia aveva un fratello piu piccolo e che si volevano anche bene. Lui aveva quattordici anni e freuentava le scuole superiori. Raccontava della sua vita come un qualcosa di prezioso e felice e a Charlotte dava un pochino fastidio. None ra gelosa del fatto che forse quella sarebbe potuta essere sua sorella, ma era gelosa del fatto che lei nn aveva avuto un padre e Claudia si. 

Ma la possibilità che quello fosse davvero suo padre era una su un milione. Forse il suo vero padre nona abitava nemmeno più a Londra, ma era partito per un altro paese lasciando tutto.
Eppure Charlotte era così sicura di conoscere quell’uomo, sentiva in se che quello era suo padre. Ma c’era tanto da scoprire, se abitava nella casa vicino al parco, se riconosceva il medaglione che aveva regalato alla madre di Charlotte e se ci fosse qualche legame di sangue. Per scoprirlo, non poteva mica andare a casa di quell’uomo e chiedergli un test del DNA. No, no, che non poteva, sarebbe stato da incoscienti dirgli che forse lei poteva essere sua figlia.
«E tu Charlotte? Raccontami un po’ di te» quelle piccole frasi la fecero tornare alla realtà. Immaginava come sarebbe stato avere una famiglia con cui stare a Natale. Avrebbe tanto desiderato avere suo padre accanto nei momento difficili. Avrebbe desiderato avere un padre come quello di Claudia piuttosto che Max.
«Beh…che c’è da dire? Io, sono io. Diciamo che non ho avuto una delle infanzie migliori, però va bene così. Adesso sono felice e per me è importante.» disse Charlotte sorridendo alla fine.
«Già, l’importante è il presente. Se posso permettermi, Louis, mi ha detto che non hai più una famiglia, la tua storia mi ha commossa. Non ti giudico per quello che hai fatto in precedenza, anzi trovo grandioso il fatto che tu sia riuscita ad andare avanti dopo quello che è successo.» disse Claudia facendo notare qualche volta il suo accento italiano.
«Oh, grazie…sai, mi fa piacere incontrare persone che, come te, sono riuscite a capirmi. Prima tra queste è Harry. Lui mi ha aiutata e continua ad aiutarmi.» disse Charlotte riferendo il suo pensiero ad Harry.
«Oh, si è un bravo ragazzo…posso farti una domanda?» chiese in fine Claudia prendendo la mano della rossa e abbassando lo sguardo imbarazzata.
«Si, certo, tutto quello che vuoi» la incitò Charlotte notando solo dopo le loro mani incrociate.
«Credi che Louis provi qualcosa per me?» chiese con un filo di voce, poco percepibile all’orecchio della ragazza che le stava accanto.
«Vuoi sapere la verità?» disse Charlotte. Claudia la guardò per farla parlare.
«Lui mi ha chiesto di venire per non dire la sua opinione sui vestiti…ti avrebbe scelto qualcosa si scollato e aderente, non voleva fare brutta figura…quindi direi che, si, prova qualcosa per te» allungò il brodo tendendo la bionda sulle spine.
La ragazza sorrise felice di sapere che il suo sentimento veniva ricambiato.
Charlotte era allo stesso tempo felice di aver dato una buona notizia ad una ragazza innamorata.
 
Tornata a casa con Louis si buttarono a peso morto sul divano abbracciandosi per riscaldarsi.
«Louis?» farfugliò Charlotte con la guancia schiacciata contro il petto di Louis.
«Cosa c’è?» chiese lui sorridendo rendendosi contro che stava stingendo troppo la ragazza.
«Provi qualcosa per Claudia?» gli chiese alzando la testa e guardandolo in viso.
«Beh…per qualcosa intendi dire se mi piace?» cercò di sorvolare la risposta. La ragazza annuì curiosa e lui fu costretto a rispondere siccome non trovava qualcosa per cambiare discorso.
«S-si» sussurrò facendo rosso sulle guance.
«Oh, il mio piccolo Louis è innamorato» commentò lei baciandogli le guance.
«Oh, la mia piccola Charlotte mi vuole bene» disse lui ribaltando la situazione e ritrovandosi su di lei e cominciando a farle il solletico.
 
Harry guardava quella scenda appoggiato con una spalla allo stipite della porta. Avrebbe voluto esserci lui al posto di Louis, ma non poteva, aveva promesso che l’avrebbe dimenticata e non gli restava che trovarsi una nuova ragazza.
Come se fosse facile trovare una come Charlotte. Lei era unica. Il modo il cui spostava il ciuffo davanti agli occhi era unico. Il suo carattere era unico. La sua pelle color sabbia era unica.
Tutto di lei ricordava la perfezione secondo Harry e nessuna ragazza al mondo sarebbe riuscita ad eguagliare la sua bellezza.

Il riccio decise di uscire, doveva schiarirsi le idee. Decise di chiamare sua sorella per chiederle come stava la mamma. Facevano a turno, la mattina andava a trovare lui sua madre e il pomeriggio andava sua sorella.
 
Dopo essersi accertato un paio di volto che sua madre stesse bene e che la smettesse di fare commenti sconci su ogni dottore che la visitava chiuse la chiamata e entrò in un bar prima che i paparazzi gli facessero altre foto e che quasi ogni persona gli si avvicinasse per un autografo o una foto.

Il riccio aveva passato a bere birre per ore. Cercando una soluzione per dimenticarsi di Charlotte.
‘Non dovevo conoscerti’ pensò Harry pagando le birre e alzandosi dallo sgabello su cui era seduto.
 
«Ehi» una voce attirò l’attenzione di Harry che stava per aprire la porta del bar e uscire. Si girò per guardare la persona che l’aveva chiamato.
Appena la vide gli si illuminò il viso. Lei sarebbe stata perfetta.
«Ehi» la salutò lui mostrando le sue adorabili fossette.
«Io e le mie amiche –indicò un tavolo con la mano- abbiamo fatto una scommessa» cominciò la ragazza bagnando le labbra con la lingua in modo alquanto sexy.
«E dimmi, in cosa consisteva la scommessa?» chiese Harry avvicinandosi alla ragazza cercando di avere un contatto fisico con lei e mostrando un sorriso sfacciato.
«Dovevo riuscire ad ottenere il tuo numero oppure in invito a cena» rispose calma lei spostando i capelli con la mano.
«E come conti di fare?» chiese lui sempre con quel sorriso sfacciato ed eccitato da quello che stava per fare la ragazza.
«Così» disse semplicemente lei prendendo una mano del ragazzo e mettendola sotto la gonna che stava indossando. Il riccio aveva già capito, ma l’aveva lasciata fare. Lei poteva essere la ragazza che gli avrebbe fatto dimenticare di Charlotte.
Insomma, era come averla davanti. I capelli rossi e ricci, alta, magra. Solo che le mancavano quegli occhi blu, la pelle ambrata e il sorriso più bello del mondo.
«Mi hai convinto. Vediamoci domani qui, alle sei di sera» la invitò lui sfiorando con le labbra il naso di lei siccome era un po’ più bassa di lui.
 
Era uscito da quel bar felice dia aver incontrato quella ragazza, ma consapevole che, arrivato a casa, avrebbe rivisto la sua ragione di vita.
«Sono tornato!» annunciò Harry andando in cucina dove c’era Liam che scherzava con Niall.
«Ciao» lo salutarono per poi tornare a prendersi in giro mente Harry prendeva un bicchiere per poi riempirlo con del latte.
«Charlotte?» chiese per informarsi dov’era. Doveva dimenticarla, certo, ma nulla gli privava di sapere cosa stesse facendo oppure con chi passasse il tempo.
«È si sopra con Zayn» rispose Liam mettendo su un sorriso perverso pensando alle cose che stavano facendo. A quell’affermazione e a quel sorriso Harry capì subito. Ma non gli dava fastidio, erano amici, no?
 
Niall uscì fuori per parlare a telefono con la sua ragazza. Già ragazza, perché alla fine si era fidanzato con Penelope e avevano in mente di andare a vivere insieme.
Avevano cominciato a chiamarsi con nomignoli affettuosi, e spesso quando i ragazzi sentivano Niall parlare in quel modo si divertivano a prenderlo in giro gridando cose sconce al telefono, facendo pensare che fosse un poco di buono.
 
«Vado a fare una doccia» informò Charlotte a Zayn dopo averlo fatto divertire.
«D’accordo» disse lui sorridendole e fischiando mentre lei attraversava la stanza nuda.
«Vai così piccola!» le aveva urlato dopo che era entrata in bagno per fare una doccia fredda.
Era entrata nella doccia chiudendosi Zayn in un’altra stanza cercando di non pensare alla loro storia.
Certo, Zayn era dolce, soprattutto quando dormiva e non era niente male a letto, ma il suo cuore apparteneva ad un altro. Avrebbe desiderato lasciare Zayn, ma era sicura che se lo avesse fatto, Harry non sarebbe stato suo. Erano amici, almeno così l’aveva chiamata lui.
‘Io non voglio essere una stupida amica’ pensò Charlotte ancora nella doccia. Odiava essere la sua amica, voleva essere qualcosa in più. Voleva essere la sua ragazza, la donna della sua vita. Perché era sicura che se si fossero sposati sarebbero stati felici per sempre con i loro bambini.

Anche lei, aveva immaginato una famiglia con Harry. Desiderava che suo figlio assomigliasse a lui, con i suoi stessi occhi verdi e i capelli castani ricci. Per lei sarebbe stato il suo piccolo tesoro.
‘Io ti voglio’ una altro pensiero si perse sotto l’acqua che subito dopo venne fermata dalla stessa Charlotte.
 
Avvolse un asciugamano attorno al corpo e poi uscì. I capelli bagnati le ricadevano sulle spalle, le goccioline di acqua scivolavano dalle braccia ancora umide. Zayn non era più sul letto, se ne era sicuramente andato da qualche parte per la casa.
 
Si vesti comodamente, lasciò i capelli bagnati ricaderle sulle spalle e poi lentamente scese al piano di sotto per cenare.
 
Seduta tra Liam e Louis si divertiva da matti. Liam che sgridava Louis che giocava con il cibo e Niall che urlava perché era di una crudeltà unica.
«No ti prego non farlo!» aveva ordinato Niall quasi piangendo.
«Ma, dai» aveva informato Louis prima di prendere due delle sue patatine e infilarsele nelle sue narici fece la stessa cosa per le orecchie e Liam urlava.
«Se un cattivo ragazzo. Stai spaventando Niall. Smettila!» gli aveva urlato in fine prima di tirargli uno schiaffo in testa. Harry mangiava per conto suo, tanto c’era abituato a vedere sceneggiati di quel genere.
Zayn rideva accompagnando la risata di Charlotte che quasi cadeva dalla sedia, non riuscendo neanche a mangiare per le troppe risate e per paura di sputare ancora una volta del cibo in faccia a Niall che era proprio rifornite e lei.
 
Dopo aver fatto scomodare i vicini per chiederci di abbassare il volume della voce andarono a dormire. Charlotte era rimasta a guardare la televisione sul divano mentre tutti gli altri erano andati già a dormire.
Decise che era arrivata l’ora anche per lei di riposare e allora spense la televisione e si diresse alle scale per poi salirle e dirigersi al bagno nel corridoio per asciugare i capelli ancora bagnati. 

Aperta la porta si trovò una bellissima visuale davanti agli occhi. Anche se non avrebbe voluto chiudere quella porta lo fece.
«Scusa Harry» disse lei trattenendo una risata per averlo visto completamente nudo.
 
Si era appoggiata con la schiena alla porta e lentamente era scivolata a terra appoggiando il suo ‘Favoloso culo’ (come lo chiamava Harry) a terra. Certo c’era un po’ freddo a terra, ma ne valeva la pena di aspettare un’altra scena come quella.
 
Solo dopo aver appoggiato per bene in sedere a terra si rese conto di aver tolto il pantaloncino che indossava prima per il troppo caldo nella casa di Harry.
Davvero in quella casa, c’era troppo caldo, Harry aveva il riscaldamento al massimo per non soffrire il freddo in inverno. Non si sudava certo, ma il caldo c’era comunque.
‘Sarà un piacere per Zayn se dormo senza pantaloni’ pensò la ragazza per poi sentire la sua schiena cedere e cadere sul pavimento.
«Oddio scusa!» disse Harry porgendo una mano a Charlotte per aiutarla ad alzarsi.
«Ti sei fatta male?» chiese lui controllando la testa della ragazza, sperando che non si fosse rotta la testa. Anche se era pienamente impossibile che potesse rompersi la testa con quella piccola caduta.
Infatti era solo una scusa per assaporare il suo profumo.
«No, non credo» disse lei non muovendosi da quella posizione davanti a lui.
«Hai i capelli bagnati» commentò lui spostandoli su una spalla della ragazza e sentendo la loro morbidezza anche se bagnati.
«Posso asciugarteli? Potresti prenderti un bel raffreddore» disse lui mentre Charlotte era ancora persa nei movimenti del ragazzo che la stava toccando. Era così dolce, non come l’ultima volta che le ha messo le mani addosso, quella volta era stata dolorosa. Mentre quest’ultima la stava facendo scogliere come un ghiacciolo. Era completamente persa negli occhi che non si era nemmeno resa conto che lui aveva già preso l’asciugacapelli.












Ciaooooooooo...allora, lo so che avevo detto domani mattina, ma ci ho messo un po' per trascrivere tutto.
Spero che questo capitolo vi piaccia. Vi ringrazio per le didici recensioni allo scorso capitolo e vi chiedo anche grazie per essere passate alle due ff che vi ho mostrato (?).

Un'altra ff stupenda è questa: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1996448&i=1  è di una mia lettrice quaidnis pero che passiate e leggerla. 
Poi che più? un'altra mi lettice mi ha detto che vuole scrivere una ff e io ovviamente la pubblicizzerò. 
Volevo dirti che quando caricherai il primo capitolo metterò il link e cercherò di farti ricevere delle recensioni. Grazie di cuore. Scusate per gli errori, vado di fretta.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥












Questa è la fantastica Claudia 









E questa è la ragazza che ha incontrato Harry al bar
















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Capitolo 34
*** Fireworks cap.34 ***


«Harry…tanto per sapere…ma tu mi stai asciugando i capelli?» chiese Charlotte rossa in viso.
«A quanto pare…si» rispose lui divertito dalla reazione della ragazza. Amava vederla imbarazzata, soprattutto se la causa di quell’imbarazzo era lui.
«Sono così morbidi» commentò lui, accarezzando la folta chioma di lei e annusando poi il profumo che emanavano quei capelli rossi.
«Oh, grazie» disse lei sorridendo timidamente. Lui cominciò a giocare con un riccio della ragazza, attorcigliandolo al suo dito e poi lasciandolo ricadere sulla spalla di lei, ricominciando a fare le stesse azioni per un paio di volte.
«Sai cosa mi piace di te?» chiese lui sorridendo e avvicinando a se la ragazza che era davanti a lui. Fece toccare il suo petto muscoloso con la schiena di lei. Per poco non sveniva a quel contatto, ma lui la teneva saldamente stretta al suo corpo con un braccio attorno al busto.
«C-cosa?» chiese deglutendo rumorosamente. Era imbarazzata fin sopra le punte dei capelli, non ce la faceva più. Avrebbe perso i sensi da un momento all’altro.
«I tuoi capelli –accarezzò con una mano i morbidi ricci, spegnendo l’asciugacapelli- i tuoi occhi…» disse spostando la mano sul viso della ragazza e tracciando con il pollice il contorno del suo viso guardando allo specchio la loro immagine riflessa.
«…il tuo naso…» la fece girare per guardarla in viso e contemplando mentalmente quella donna.
Con l’indice toccò leggermente la punta del naso di lei avvicinandosi con le labbra per baciarlo.
Quel bacio durò qualche secondo. Le labbra di lui erano così morbide al contatto con la pelle di lei.
‘Adesso posso morire felice’ pensò Charlotte accennando un sorriso.
«…la tua bocca…» disse poi Harry guardando le labbra di Charlotte. Con il pollice sfiorò quelle labbra che avrebbe desiderato baciare.
Lei si sporse per far toccare le sue labbra con quelle di lui, ma…
Ma, qui, il ‘ma’ ci sta proprio bene.
 
Ma…lui se ne uscì da quella stanza chiedendo scusa e lasciando la rossa a guardare il vuoto.
«Harry…» aveva sussurrato lei, cercando di fermarlo, ma la voce le mancava.
‘Non mi ama’ si era ripetuta più volte per poi raggiungere Zayn nella camera da letto.
 
«Char…?» chiese Zayn con la voce impastata dal sonno, svegliatosi dal piccolo rumore che aveva fatto Charlotte aprendo la porta.
«Dormi tesoro» gli aveva sussurrato. Charlotte non sapeva con quale coraggio riuscisse a chiamare ‘tesoro’ l’uomo che non amava, eppure ci riusciva. Riusciva a fingere di amare…
 
Si distese accanto a Zayn voltandogli le spalle. Lui prontamente la stinse a se mettendole un braccio attorno alla vita, costringendola a non muoversi.
Guardando nel buio della stanza, Charlotte pensava ad Harry. Prima di chiudere gli occhi, una lacrima dolorosa scese da entrambi i suoi occhi.
‘Lui non mi ama’ aveva pensato un’ultima volta prima di addormentarsi, forse per non svegliarsi mai più.
 
 
«Charlotte! Charlotte!» Zayn urlava cercando di far svegliare la ragazza sotto il suo corpo.
Lentamente, la ragazza aprì gli occhi scorgendo nella vista appannata la figura di Zayn.
«Charlotte!» disse ancora Zayn, guardando la ragazza che apriva gli occhi.
«Non immagini la paura che mi hai fatto prendere» disse Zayn mettendo una mano sul cuore, mentre l’altra reggeva il suo corpo per non schiacciare quello di Charlotte.
«Che ore sono?» chiese lei dopo aver ricevuto un bacio a stampo sulle labbra.
«Le undici» rispose lui guardando la sveglia sul comodino. La ragazza sembrò confusa, non si era mai svegliata così tardi.
«Non ti svegliavi» giustificò Zayn stendendosi accanto a lei a abbracciandola dolcemente. Il moro prese la mano di lei e la portò alla sua bocca lasciando dolci baci sul dorso e ammirando la forma perfetta delle dita di lei.
«Stavo pensando…» cominciò Zayn. Era da tempo che voleva parlarle di quella cosa.
Lei lo guardò interrogativa girandosi e mettendo una mano sul petto di lui per allontanarlo un po’.
«…e se dopo Natale andassimo in vacanza?» chiese lui sperando che lei dicesse di si.
Subito un sorriso comparve sulla faccia di lei facendo capire al ragazzo che la stringeva tra le sue braccia che voleva partire e lasciare Londra almeno per un po’ di tempo.
«Dove andiamo?» chiese lei lasciando un bacio a Zayn per averle dato quella notizia. Voleva proprio partire.
«A Miami…spero vada bene, lì…c’è caldo anche in inverno» spiego il ragazzo, lei annuì felice. Sarebbe partita e forse, sarebbe riuscita a non pensare ad Harry per qualche giorno.
Abbracciò Zayn prima di alzarsi e vestirsi per poi scendere al piano di sotto a fare colazione.

«Buon giorno ragazz-…» Charlotte si fermò sull’uscio della porta quando il suo sguardo si incrociò a quello di Harry.
«Buon giorno» la salutò Niall alzandosi dal suo sgabello e andando verso charlotte per lasciarle un bacio sulla guancia.
«Ma ciao anche a te Niall» disse Charlotte pizzicandogli una guancia sapendo che lo faceva irritare.
«Ti voglio bene» disse Niall non riuscendo a dire un ‘ti odio’ a Charlotte.
«Potete smetterla voi due? E tu Charlotte, saluta come si deve.» disse Louis indicando con il dito la guancia che doveva essere baciata.
Dopo aver fatto un verso di tenerezza, che sapeva fare solo lei si diresse verso Louis e gli baciò la guancia.
«Brava ragazza» disse per poi ricambiare il bacio.
Charlotte andò a sedersi accanto a Niall.  Dopo poco, li raggiunse anche Zayn.
 
«Charlotte, andiamo?» chiese Zayn dopo aver finito la sua colazione.
«Andiamo dove?» chiese a sua volta Charlotte guardando Zayn andarle in contro per prenderla.
«Oggi è lunedì, ricordi? Cominci il lavoro» le rinfrescò la memoria il moro.
Dopo essersi ricordata del suo lavoro, si mise una mano in fronte. Doveva rimandare ancora il medaglione. Avrebbe voluto chiedere ad Harry di accompagnarla quel giorno, ma non ne aveva avuto il coraggio, dopo quello che era successo la sera prima si sentiva un po’ a disagio a parlare con lui. Anche se non c’era nulla di cui preoccuparsi, lui aveva già dimenticato tutto e avrebbe fatto finta di niente.
Lui, in quel momento, voleva solo, dimenticare Charlotte e svagarsela come faceva prima di conoscerla.
Già, prima…non era così, certo, sempre un bravo ragazzo, ma non così. Prima usciva la sera a prendere un aperitivo, andava in discoteca per conoscere ragazzi e magari anche per portarsene qualcuna a letto. Da quando aveva cambiato Charlotte era cambiato, pensava solo a lei, non usciva la sera per divertirsi, ma aspettava che arrivasse l’ora giusta per andare a prendere Charlotte al suo vecchio ‘lavoro’.
E quando non la vedeva, aspettava che la porta della sua camera si aprisse ed entrasse lei per dirgli che sarebbero stati insieme per sempre. Questo però era cambiato quando l’aveva persa.
Da lì, ha cominciato a bere di nuovo a trovarne una quasi ogni notte. Solo che nessuno poteva essere come Charlotte, nessuna poteva colmare quel vuoto che aveva nel cuore quando l’aveva persa.
 
L’unico modo era trovare una come lei, e l’aveva trovata. Quella ragazza del bar era quasi uguale alla sua Charlotte.
‘Non è più mia, devo capirlo una volta per tutte’ si era ripetuto un paio di volte senza però riuscirci.
 
«Allora…vediamo, cammina sculettando» disse Simon prendendo la macchina fotografica.
La rossa fece come le era stato detto e continuarono così per un paio di minuti per poi cambiare vestito.
«Dobbiamo fare un calendario sugli animali…tu sarai il coniglio» confessò Simon porgendo il completino a Charlotte con un cerchietto con sopra attaccate delle orecchie da coniglio.
«Lei sarà che cosa?» chiese Zayn guardando il mini vestito che aveva Charlotte in mano.
«Una bella coniglietta» disse una delle ragazze che lavoravano con lei. Tiffany, così si chiamava, aveva i capelli neri, lunghi ed era molto alta. La pelle scura la rendeva bellissima, era una delle ragazze più belle che Charlotte avesse mai visto.
«Non fammi aspettare…cioè, non far aspettare Simon, va a cambiarti» Zayn spinse Charlotte nel camerino costringendola a cambiarsi in fretta e furia.
 
‘Dio, quando mi sento troia in questo vestito’ pensò Charlotte mettendo sulla testa il cerchietto da coniglio, dopo aver raccolto i suoi capelli in una coda disordinata.
Sospirando uscì timidamente dal camerino, dirigendosi insieme alle altre ragazze davanti alle numerose macchine fotografiche posizionate all’interno di una stanza.
Zayn stava letteralmente sbavando dietro Charlotte. Con la bocca aperta e gli occhi spalancati.
«Ti concedo un bacio, ma poi riportamela» aveva sussurrato Simon a Zayn facendolo sorridere.

Intanto, Niall stava uscendo con Penelope. Sarebbero andati a cena insieme. Louis usciva con Claudia. Liam stava davanti al pc e Harry faceva qualche indagine sul padre di Charlotte.
 
Senza nemmeno rendersene conto, erano arrivate già le sei. Harry, sarebbe dovuto andare al bar per incontrare quella ragazza 













Ciao ragazze. Ho agiornato,spero che questo capitolo vi piaccia. Voglio sapere cosa ne pensate.
Ho comincaito una nuova ff e mi farebbe piacere ricevere delle recensioni: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2020736&i=1 
Poi, vorrei pubblicizzare queste ff:
1) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2016294&i=1 ha solo due capitoli, però sono bellissimi. Lasciatele tante recensioni.
2)http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2022276&i=1 questa invece è la ff di una mia lettrice. Come inizio è proprio bello, lasciate anche qui delle recensioni.
Per ora è tutto. 
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥











Questo è il vestito che indossa Charlotte, la coniglietta 












Questa è Tiffany, anvrà un ruolo secondario nella storia

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Capitolo 35
*** Fireworks cap.35 ***


 Erano passate due settimane da quando Charlotte aveva cominciato il suo nuovo lavoro e tutto andava a gonfie vele. L’unico problema era Harry. Si scambiavano sguardi fugaci, cercando di leggere i pensieri l’uno dell’altra e viceversa. L’unica cosa che riuscirono ad ottenere però fu solo un saluto la sera prima, lui doveva uscire, non si sapeva con chi e nemmeno dove…
Charlotte moriva dalla voglia di saperlo, se aveva un’altra doveva saperlo, doveva renderle la vita impossibile e allontanarla da Harry.
 
Era mattina tutti stavano facendo colazione. Si scherzava, si rideva, Louis rendeva l’atmosfera perfetta.
«Poi c’è Liam che quando vede qualcosa di sconcio fa…» cominciò Louis imitando la faccia di Liam facendo scompisciare dalle risate Niall e Charlotte.
«Non è vero!» ribadì Liam alzandosi dalla sedia per dare una lezione al suo amico.
 
I due stavano correndo attorno al tavolo mentre Zayn, Niall, Harry e Charlotte gustavano la loro colazione. Ad un tratto si sentì il suono del campanello di casa. Liam e Louis di fermarono di scatto.
«È arrivata» sussurrò Harry mostrando un mezzo sorriso e scendendo dal suo sgabello per poi dirigersi verso la porta.
Charlotte lo guardò curiosa, seguì i suoi movimenti fin quando non sparì dietro la porta della cucina, per poi rientrare sorridendo.
«Ragazzi vorrei presentarvi una persona…» iniziò il riccio facendo un cenno con la mano come per dire di entrare.
Subito dopo nella stanza entrò una ragazza dai capelli lunghi rossi, alta, magra, bella…assomigliava a Charlotte. I ragazzi la guardavano con gli occhi fuori dalle orbite, Louis, Liam e Niall di guardarono complici.
«Lei è Penny…» la ragazza si avvicinò ad Harry e mentre lui le metteva una mano sul fianco Charlotte prese il suo bicchiere d’aranciata serena…
‘La userà per divertirsi…’ pensò Charlotte mentre mandava giù il suo bicchiere di succo.
«La mia ragazza» concluse Harry sorridendo. I ragazzi spalancarono la bocca e Charlotte senza nemmeno rendersene conto sputo il liquido arancione dalla sua bocca per la cattiva notizia.
«La tua che cosa?!» chiese sbalordita Charlotte guardando Harry con la faccia sconvolta, stava per prendere a schiaffi quella ragazza...oh si che lo avrebbe fatto se avesse potuto.
«La mia ragazza» disse di nuovo il ragazzo per poi lasciare un bacio sulla guancia della donna che gli stava accanto.
«E da quanto?» chiese Louis cercando di mantenere la calma e non sputare nell'occhio del suo amico.
«Da una settimana circa» spiegò Penny guardando Harry negli occhi e sorridendo.
Quella ragazza era bella certo, non c'era nulla da dire, ma non era adatta ad Harry. Era una donna, forse anche più grande di lui, con un seno prosperoso, un sedere tonico e sodo. Era come Charlotte, se non fosse stato per gli occhi sarebbe potuta essere la sua gemella. Harry lo sapeva benissimo, per questa l’aveva scelta. Aveva pensato che forse Dio li aveva fatti incontrare per farli stare insieme e per dargli una possibilità per dimenticare Charlotte.
 
La dolce Charlotte aveva resistito per poco più di cinque minuti alla presenza di quella ragazza, guardandola e scrutandola attentamente per trovare anche solo un piccolo difetto.
‘Durerà per altri cinque giorni al massimo’ pensò Charlotte per poi alzarsi dallo sgabello sotto gli occhi di tutti e andarsene via da quella stanza, aveva altre cose a cui pensare.

Andò in camera di Zayn per prendere le sue sigarette nella borsa che lasciava sempre sulla sedia di pelle nera. Si trovò in terrazzo a fumare, cercando di schiarirsi le idee e autoconvincersi che non aveva perso per sempre Harry.
«Lui ti piace vero?» una voce fece sussultare Charlotte. Era Zayn, con voce seria e triste aveva fatto quella domanda. Lei si era girata per guardarlo.
«Zayn…mi hai spaventata» aveva cercato di cambiare discorso, ma non c’era riuscita granché.
«Ti prego rispondi a questa domanda» la implorò lui con gli occhi lucidi. Non l’aveva mai visto così, era dolce, con quegli occhi da cucciolo la faceva sentire in colpa.
«Zayn io…» cominciò lei ma venne interrotta da lui.
«Ti prego…» sussurrò mettendosi una mano sul cuore, sicuro che non sarebbe riuscito a sopportare il colpo.
Lei non rispose, ma lui capì. Aveva notato da un po’ di tempo il comportamento strano della ragazza nei confronti di Harry e ne aveva anche avuto la conferma da lei stessa.
Una lacrima di troppo scese dal occhio sinistro di Zayn provocando in Charlotte un dolore atroce. Non aveva intenzione di farlo soffrire, non voleva, sapeva che Zayn teneva a lei, ma non in quel modo. Non al tal punto di piangere per lei.
«Posso almeno abbracciarti?» chiese lui con ancora le lacrime agl’occhi.  Lei annuì allargando le braccia per stingere l’uomo che l’aveva tanto amata.
«Mi mancheranno i tuoi baci» sussurrò all’orecchio di lei.
‘Ti prego non dire così’ pensò Charlotte facendo scendere dai suoi occhi lacrime salate e dolorose.
Stinse ancora di più Zayn annusando il suo profumo un’ultima volta. Sapeva che quell’abbraccio sarebbe stato l’ultimo, perché ormai aveva deciso, sarebbe andata via. Via da quella vita, da quella città, dal suo amore. Via da tutto, per dimenticare e per lasciare che tutto finisse.
«Ti amo» sussurrò ancora lui per poi scogliere l’abbraccio e andare via da lei, lasciandola piangere in silenzio, come una stupida che non è riuscita a confessare in tempo il suo amore.
 
‘È finita’ pensò Charlotte prima di prendere le valige e mettere quello che aveva in quel contenitore nero. Zayn le aveva comprate per quando sarebbero partiti per Miami, ma tanto quel viaggio non l’avrebbe mai fatto.
Sarebbe andata via, non sapeva dove ma sarebbe andata via. Avrebbe lasciato perdere suo padre, Harry, la sua casa -che era sicura avrebbe venduto- la sua nuova famiglia, Philip e tutto il resto. Avrebbe trovato un posto in cui stare, i soldi li aveva. Doveva trovarsi un lavoro, era sicura che sarebbe andato tutto bene nella sua nuova vita.
 
Mise le sue valige sotto il letto, le avrebbe prese quando sarebbe arrivata la notte. 
Asciugando le ultime lacrime si vestì. Voleva salutare un’ultima volta sua madre. Truccò il suo viso spento e poi uscì di casa, cercando di non dare nell’occhio, eppure qualcuno l’aveva vista, Penny. L’aveva anche salutata, ma per Charlotte quella ragazza non esisteva.
Chiamò un taxy e si fece portare al cimitero. Pagò il tassista ed uscì da quella macchina.
 
Un cancello imponente si presentava davanti agli occhi blu di Charlotte. Quel cancello che la separava da sua madre, ormai defunta. Con le mani tremanti spinse il cancello per entrare e chiuderlo alle sue spalle. Sospirò profondamente e andò alla ricerca della lapide di sua madre. Ricordava dove si trovava.
‘Eccola’ pensò Charlotte quando vide la foto di sua madre contornata da una cornice d’oro sul marmo bianco.
Accanto a quella lapide c’erano tantissimi fiori, tutti conoscevano sua madre come una brava donna. Sempre pronta ad aiutare il prossimo e disponibile per tutti.
«Ciao mamma» salutò la donna nella foto. Si inginocchiò davanti alla lapide sorridendo. Con un dito traccio il contorno del viso di sua madre, i suoi lineamenti perfetti le erano sempre piaciuti.
«Scusa se non ho portato fiori con me» disse Charlotte. 
Un vento freddo scosse i capelli di Charlotte facendoli ricadere dolcemente sul suo viso.
«Volevo solo dirti ciao» disse sussurrando l’ultima parola, cercando di trattenere le lacrime. Non trovava il coraggio di dire a sua madre che sarebbe partita e non sapeva quando sarebbe tornata.
«Ciao, perché parto, vado via…» concluse per poi far scendere altre lacrime dai suoi occhi.
«Vado via per amore…non posso più sopportare di soffrire e far soffrire» disse asciugando con il palmo della mano destra le lacrime.
«Non sono riuscita a trovare papà, non ce l’ho fatta e non credo che ci riuscirò…» disse singhiozzando e trovando la forza poi per continuare.
«E poi se l’avessi trovato, non mi avrebbe nemmeno accettata…ora, credo sia il momento di dirci addio» disse sorridendo e asciugando ancora le lacrime.
«Ti voglio bene mamma» disse per poi lasciare un bacio sulla fotografia e andarsene da quel posto tanto triste.
 
Sapete quel è la cosa bella in tutto questo? Che Charlotte aveva messo il mascara waterpoof prima di uscire di casa. No, non è questa la cosa bella, stavo solo cercando di sdrammatizzare.
La cosa bella è che qualcuno quel giorno, aveva ascoltato le sue parole verso sua madre. Aveva sentito tutto tutto, dall’inizio alla fine, del viaggio che avrebbe intrapreso, del dolore che stava provando e faceva provare, di suo padre e delle sue insicurezze. Quel qualcuno però aveva deciso di non fermarla, aveva deciso che era meglio lasciarla andare, era meglio per lui ed era meglio per lei.
Quel qualcuno l’aveva lasciata andare pensando quella semplice frase, che però aveva un senso detta da lui perché l’aveva amata davvero.



'Ti amo,Charlotte'





 







Ciao ragazze! Comincio chiedendovi scusa per questo ritardo. Spero che il capitolo vi piaccia. Ovviamente non è l’ultimo, non sono così stupida da far finire la ff in questo modo. Ci saranno ancora tanti capitoli e forse una seconda serie. Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto. Non so più che raccontare, vi lascio…continuerò al più presto, anche con Françoise.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 36
*** Fireworks cap.36 ***


Charlotte era tornata  casa. Aveva preso a nevicare siccome erano nel periodo Natalizio.Quanto amava la neve, era una delle cose che preferiva dell’inverno. Da piccola aveva sempre desiderato uscire fuori con gli amici e buttarsi le palle gelate addosso, ma non poteva farlo. A lei era vietato anche uscire di casa. Di amici ne aveva, era una delle più belle della scuola e tutti avrebbero voluto essere suoi amici. Solo che lei cercava di averne pochi, ma buoni.
 
‘Amici’ quando pensava alla parola amici le venivano in mente subito i ragazzi. Erano al centro della sua mente.
«Charlotte? A cosa pensi?» Liam le aveva passato una mano davanti agli occhi, che erano intenti a guardare nel vuoto. La ragazza si scosse prima di rispondere con un semplice ‘Niente’ ed si era alzata da tavola scusandosi.
 
Voleva davvero lasciare la sua famiglia? Io questo non lo so, forse stava avendo ripensamenti. Ma tanto, ormai, il biglietto l’aveva preso, aveva prenotato una camera in un Hotel e sarebbe solo dovuta partire.
 
Lo farà? Lo scoprirete solo nella prossima puntata di…
 
No, ok, basta. Aveva preso una decisione, quella di lasciare che il dolore l’assalisse. Si sentiva tremendamente in colpa lasciarli cinque giorni prima che arrivasse il Natale.
Aveva tanto atteso quel Natale per passarlo insieme a loro, ma non poteva essere così.
«Niall ti voglio bene» disse Charlotte saltando in braccio al ragazzo e stringendolo forte a se. Lui ricambio quell’abbraccio, non capendo il motivo.
La ragazza serrò gli occhi nascondendo la faccia nell’incavo del collo di Niall piangendo silenziosamente.
«Hei, va tutto bene?» chiese lui accarezzandole la schiena e cercando di vedere il viso della ragazza. Lei non rispose, fece solo segno di no con la testa, lui capì. Capì che c’entrava Harry. Infondo Niall sapeva benissimo che Charlotte era innamorata di quel ragazzo, solo che si era tenuto i commenti per se. 
«Vedrai che si sistemerà tutto» la rassicurò lui  sussurrandole all’orecchio e trattenendo le lacrime. Non voleva piangere, non doveva. Che esempio avrebbe dato alla sua migliore amica. Anche se nessuno li avrebbe visti, erano nella camera di Niall e non c’erano telecamere per quanto ne sappia io.
«Non è vero Niall, andrà ancora peggio» disse lei quasi urlando. La sua voce era rotta dalle lacrime, avrebbe preferito mille volte non incontrare mai Harry.
«Hei, non dire così…-eccola la lacrimuccia- io sono sicuro che –tirò su col naso- lui non voleva» la strinse forte, non voleva più lasciarla. Il ragazzo appoggiò la fronte sulla spalla di lei piangendo come un bambino.
«Io e Penelope abbiamo litigato» confessò il ragazzo piangendo. Lei trattenendo i singhiozzi trovò il coraggio di parlare.
«Perché?» chiese la ragazza tirando anche lei su sol naso.
«Un ragazzo la stava g-guardando e io…mi sono arrabbiato» disse piangendo ancora.
«Ti va del gelato, un film e fazzolettini a volontà?» chiese Charlotte guardandolo finalmente in faccia.
Lui annuì mettendosi alla ricerca di un film strappalacrime e fazzolettini profumati. Lei andò a prendere il gelato in cucina, sotto gli occhi di tutti, compresi Harry e Zayn la videro con le guance bagnate, ma questo non le interessava.

Louis e Liam la stavano guardando con la bocca socchiusa e lo sguardo fisso ad ogni suo movimento.
Gelato al pistacchio, al cioccolato, all’amarena e alla vaniglia erano nelle sue mani prima che uno di quelli le venne rubato a Louis per vedere la sua reazione. 
http://img542.imageshack.us/img542/1412/c6780a174297802d1a561d2.gif  ok, questa non fu la sua reazione.
«Ridammi il gelato!» aveva urlato la ragazza. 
Louis sconvolto dalla sua reazione glielo restituì cautamente per non farsi staccare la mano.
 
La ragazza tornò in camera di Niall, che intanto aveva già preparato le coperte per potersi stringere e il film. Le scatole di fazzoletti erano pronte, mancava solo Charlotte.
 
La ragazza si accoccolò accanto a Niall e cominciarono a parlare senza seguire il film, Titanic. Niall lo amava per questo l’aveva scelto.
Si erano raccontati un po’ tutto, delle loro paure, di quello che provavano per la persona amata e tutto il resto.
 
Il film finì, lei si era salvata ma lui no. I ragazzi cominciarono di nuova a piangere mettendosi nei panni di Rose. Come era riuscita ad andare avanti dopo che era morto il suo amore, come?
«Niall, io parto» confessò Charlotte dopo esseri calmata un po’.
«Cosa?» chiese a sua volta Niall sbalordito. Non si sarebbe mai aspettato una frase così da lei.
‘Perché scappi? Non puoi affrontarlo?’ si chiedeva Niall.
«Dove andrai?» chiese il biondo mettendo una mano sulla pancia di Charlotte e girandosi di fianco per guardarla.
«In America» disse lei cercando di non guardarlo negli occhi. Avrebbe pianto ancora e non voleva, aveva già fatto fuori due scatole di fazzoletti.
«Mi lasci…io…non puoi farlo» disse Niall non trovando le parole. Lei sospirò dispiaciuta.
«Ti chiamerò ogni giorno…-gli accarezzò una guancia- ci vedremo in webcam» disse lei.
«Ma non sarà lo stesso…non potrò abbracciarti, coccolarti…sarà diverso» disse lui pronto a piangere di nuovo, era un cucciolo dolcioso. Ok, questo commento non c’entra niente.
«Ti prego Niall…non piangere» ma tanto era già troppo tardi, dai suoi occhioni azzurri stavano scendendo lacrime.
Con il dorso della mano che aveva sulla pancia di lei si asciugò le guance.
«E gli altri cosa ne pensano?» chiese lui mordendosi il labbro inferiore per non urlare dal dolore che stava provando.
«Gli altri non lo devono sapere…non devi dirlo a nessuno» lo implorò lei continuando ad accarezzargli la guancia.
«Ma io…» cominciò lui, ma poi si fermò allo sguardo di lei.
«Quando parti?» chiese rassegnato, abbassò la testa per non far leggere l’angoscia nei suoi occhi.
«Questa notte» rispose lei senza lasciar passare nessuna emozione dalla sua voce. Stava tornando quella Charlotte di una volta, quella che non vuole aiuto, quella che vuole farcela da sola.
 
Si poteva capire perfettamente dalla sua voce. Ricordate?  Quando Harry l’aveva portata a casa per curare le sue ferite, aveva quel tono di voce severo e spietato. Lui era riuscito ad addolcirlo piano, piano, facendole capire che non tutti sono nati per far soffrire.
«Stai tranquilla, ci sono io a proteggerti» aveva detto una volta Harry. Ma da cosa doveva proteggerla in quel periodo, da lui stesso?
«Posso abbracciarti?» chiese Niall. Lei non se lo fece chiedere due volte che prontamente abbraccio il suo migliore amico.
«Ti voglio bene, Charlotte» aveva sussurrato lui prima di addormentarsi cullato da quell’abbraccio.
‘Ti voglio bene’ questa frase l’avrebbe ricordata per tutta la vita. Perché, sapeva che quelle parole dette da lui avevano un valore immenso. Non erano state dette tanto per, ma perché lui ci creeva davvero nel bene che provava nei confronti di Charlotte.
 
«Ti voglio bene anche io Niall» aveva risposto prima di chiudere la porta di quella stanza, forse per sempre.
Si era vestita velocemente senza far rumore e stava per andare via. Si era fermata a guardare un’ultima volta quella che era stata la sua casa. La su vera casa, della quale non aveva sentito il profumo nemmeno quando c’era entrata per la prima volta. Ciò che succedeva ogni volta che entrava nella casa di sua madre.
 
Anche il questo capitolo c’è una cosa bella. Sapete qual è? La stessa dell’altra voltaLa stessa persona aveva visto Charlotte andare via. La stessa del cimitero, la stessa che l’avrebbe seguita anche in capo al Mondo pur di stare con lei. La stessa che aveva rinunciato a proteggerla perché sapeva che le avrebbe fatto del male standole vicino. La stessa che la stava spiando piangendo silenziosamente e dolorosamente. 

'Ti lascerò andare, Charlotte' 












 

Ciao. non trovate che questi cpaitoli mi staino vendendo un pò stappalacrime? Ditemelo, così rallegro un po' il tutto. 
Mentre scrivevo, ascoltavo Amami di Emma, credo che mi abbia dato l'ispirazione. Grazie Emma. 
Grazie di cuore. 
Volevo anche pubblicizzare una ff:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1905210&i=1 credtemi è una ff bellissima. Io la sto leggendo giusto in questi giorni. Spero che vi piaccia.
Per ora è tutto.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 37
*** Fireworks cap.37 ***


“Lei era sempre più bella. Con i capelli rossi e la pelle porcellanata. Lei era Charlotte.
I fiori erano intrecciati ai capelli fuoco che le ricadevano morbidi sul seno nudo. Harry la guardava sognate, desiderava poterla toccare e stingere.
Una mano si era preparate per prenderla e avvicinarla, ma il corpo di lei si era allontanato spaventato. Lui la guardava confuso, la guardava scappare nel buio della notte. Scappava da lui…”
 
Un urlo agghiacciante fece eco per tutta la casa, Harry stava urlando di nuovo. Il panico si impossessava di lui e non lo faceva più ragionare. Louis gli sussurrava parole rassicuranti all’orecchio, ma niente, la paura non passava.
«Lei è tornata Harry» gli aveva sussurrato Louis tenendolo fermo con le braccia. 
«Charlotte!» un altro grido esasperato usci dalla bocca del riccio. Dolore, nostalgia e ancora dolore…questo provava Harry.
«Lei è qui…ti vuole bene» disse Louis tenendolo ancora fermo.
«Charlotte!» questa volta aveva usato un tono di voce più basso, una voce spezzata dai singhiozzi aveva sostituito quel grido violento.
«Va tutto bene» un ultimo sussurro per farlo calmare. Harry respirava faticosamente, la paura gli impediva anche questo.
Louis si alzò dal letto di Harry e lentamente gli mise le coperte addosso. Era riuscito a calmarlo, ancora una volta.
 
Erano tre notti che Harry faceva lo stesso incubo, tre notti che la paura non lo faceva ragionare, tre i giorni che passava ad aspettare che Charlotte tornasse, ma lei non era ancora arrivata.
Niall non aveva detto niente ai ragazzi, aveva promesso e una promessa non si infrange mai, anche se avrebbe voluto, si tratteneva mordendo il labbro a sangue.
«Dobbiamo farla tornare» aveva detto Liam serio mettendo le mani sul piano di marmo.
«Già, ma non sappiamo dove si trova» aveva chiarito Louis anche lui diventato serio in quella circostanza. Non potevano lasciare che il loro amico si deprimesse in quel modo…
«Devo fare una chiamata» aveva detto Niall uscendo da quella conversazione e prendendo il cellulare per chiamare Charlotte.
 
«Hei…cosa c’è?» aveva chiesto la ragazza dall’altro lato del telefono.
«Devi tornare» aveva detto Niall velocemente guardandosi alle spalle sperando che non lo sentisse nessuno.
«Cosa? Perché?» altre due domande uscirono dalla bocca di lei.
«Ascoltami bene…sono notti che Harry ha attacchi di panico e tu ne sei la causa...» Charlotte non lo fece finire di parlare, era rimasta sconvolta, non credeva che lei potesse fare certe cose.
«Lui ha che cosa?» chiese lei in un sussurro preoccupata per il suo Harry.
«Hai capito bene…quindi vedi di tornare al più presto, non possiamo continuare così» l’aveva avvisata Niall. Lei cominciava a non sentirsi bene, chiuse la chiamata senza nemmeno salutare e lasciò cadere il cellulare a terra.
 
‘Harry…’ Charlotte si sentiva così tremendamente in colpa. Non poteva credere che stava facendo del male alla persona che amava, forse anche lui l’amava…ma che sto dicendo, lui la ama.
Non sapeva cosa fare, era andata via per dimenticarlo e voleva tornare per renderlo felice, cosa doveva fare? Parti tesoro, parti…so già che non seguirai il mio consiglio, ma io ci ho provato.

Niall era tornato a far parte della discussione Harry.
«Credetemi, tornerà» aveva detto lui fiero di aver fatto quella chiamata.
«Tu cosa ne sai?» aveva chiesto Zayn guardandolo confuso.
«Ho il presentimento che lo farà…fidatemi di me» aveva risposto prendendo un bicchiere di latte e portandoselo alla bocca  per poi tornare a dormire.
 
Il mattino seguente…
 
Harry stava entrando in cucina per fare colazione, tutti gli sguardi erano rivolti a lui.
«Come stai?» chiese Zayn ancora preoccupato.
«Bene grazie» rispose Harry non capendo a cosa si riferisse, ma dopo aver rielaborato nella sua mente le parole del moro capì. Sentiva ancora a paura addosso, ma cercava di non darlo a vedere.
Faceva lo spensierato, ma sapeva che ai suoi amici non si poteva nascondere niente.
 
«Ragazzi io esco!» aveva detto il riccio prima di uscire di casa per andare da Penny. Si vedevano tutte le mattina, ma per lui era una scocciatura andare da lei. Ma voleva dimenticarsi di Charlotte e credeva che lo stesse facendo nel migliore dei modi.
 
«Harry facciamo un giro?» aveva chiesto Penny dopo aver fatto del sesso selvaggio con il riccio.
Lui annuì e dopo essersi vestiti decisero di uscire. L’aveva portata al centro di Londra, dove c’era quella biblioteca…non so se ricordate. Lì aveva passato il momento più brutto della sua vita.
Aveva detto a Charlotte che doveva fingersi la ragazza di Zayn, non poteva immaginare che poi si sarebbe innamorata davvero di lui. In quei giorni, l’unica cosa che sapeva era che si stava innamorando di quella donna.
‘Pagherei per averti al mio fianco’ si era ripetuto mille volte quando lei stava con Zayn. 
«Harry?» Penny lo stava chiamando, lo aveva svegliato da quel sogno ad occhi aperti…il suo sogno era Charlotte, se ne era accorto da quando l’aveva persa e non faceva altro che pensare a lei, non poteva sostituirla, lei era unica.
«Charlotte?» chiese pensando che quella che lo stesse chiamando fosse davvero la sua Charlotte.
«Ma si può sapere chi è questa Charlotte?!» chiese scocciata la ragazza. Non sopportava di sentire il nome ‘Charlotte’ uscire dalla bocca di Harry anche quando facevano sesso.
«La donna che amo…mi dispiace, ma credo che dovremmo finirla qui» disse Harry lasciando la mano di Penny.
«Te ne pentirai» rispose la ragazza con voce stridula e sbattendo i piedi per terra.
Intanto in riccio se n’era già tornato a casa felice di aver lasciato quella rossa rifatta.












Ok, questo capitolo è un po' coerto, ma mi farò perdonare la prossima volta.
Spero vi piaccia. Adesso aggiorno anche con Françoise se vi fa piacere. 
Un'ultima cosa voglio pubblicizzare una ff:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2043586 leggetela, ne vale davvero la pena. Io la trovo stupenda, riempitela di recensioni.
Poi, ricordate quando ho detto che mi avevano copiato la ff, beh..ho risolto tutto.
Prima caricavo su you tube...se volete potete leggerla:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2045693 
Ciao tigrotttine ♥ ♥ ♥












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Capitolo 38
*** Fireworks cap.38 ***


Premetto che questo capitolo comincerà con dei messaggi. Quindi il carattere è diverso, spero che non dia fastidio alla vista.
Ci sarà un colpo di scena che potrebbe sconvolgervi, ma alla fine della ff si risolverà, non vi anticipo nulla.  
Ci sentiamo alla fine del capitolo.












Da: Harry
Ore: 11:04
 
 
Ciao, sono io, Harry. Volevo sapere come stavi, perciò…come stai?
Io bene dai, anche se mi manchi, ci manchi. Hai lasciato un vuoto quando sei andata via, un vuoto nella casa e anche in me. Eri l’unica che riuscisse a farmi sentire felice per davvero. E adesso, quella felicità è andata via…è partita con te quando te ne se andata. Non voglio farti la predica, ok…voglio. Devi tornare, non vivo più senza te.
Ciao, rispondi presto.

 

 


 
Da: Harry
Ore: 11:54
 
 
Ciao, sono ancora io. Ho notato che non hai risposto al messaggio di prima, volevo sapere se stai bene…è successo qualcosa per caso? Rispondi, mi stai facendo preoccupare. 
Forse esagero, ma se ti è successo qualcosa, ti prego chiamami, posso aiutarti. Aspetto una tu resposta.
Ciao piccola ♥
 
 
 



Da: Harry
Ore: 12:58
 
Ehi, non hai risposto neanche al messaggio di prima. Così mi offendo. No, non mi posso arrabbiare con  te. Tu sei troppo importante. Sai che i ragazzi dicono che tornerai? Anche io ne sono sicuro, anzi sicurissimo. Non vedo l’ora di stringerti tra le mie braccia e confessarti tutto.
Un’ultima cosa prima di uscire. Ho lasciato Penny, era diventata insopportabile e poi lei non è te.
Ora vado, rispondi appena puoi.
Ciao ♥
 
 
 


 
Da: Harry
Ore: 14:32
 
 
Ciao. Continuerò ad assillarti con i miei messaggi fino a quando non risponderai. Sono andato a trovare mamma. L’hanno dimessa e adesso è tutto al posto giusto. Solo tu non sei al posto giusto, dovresti essere qui con me. Comunque, la mia cara mammina, vuole invitarti a cena quando torni…perché torni vero?
Rispondi, il tuo silenzio mi opprime. Voglio sentire la tua voce.
Ciao piccola, vado a fare un’ultima commissione ♥
 
 
 



Da: Harry
Ore: 15: 06
 
 
Ciao. Non crederai a quello che sto per dirti. Dovevamo andarci insieme, ma ho preferito farlo prima che tu arrivassi. Ho trovato il medaglione di tua madre. È bellissimo, l’ho anche lucidato, sono sicuro che sarà perfetto anche per te. Sono riuscito anche ad aprirlo, ci sono due foto. Una di tuo padre e l’altra di tua madre. Avevi ragione, il dottore dell’ospedale è tuo padre. Forse è un po’ banale detto così, ma è tuo padre e aspetta solo te. Rispondi appena puoi.
Ciao.
 
 




Messaggio vocale da: Harry
Ore: 17:53
 
 
Ciao, sono sicuro che stai ascoltando, quindi, ascolta. Preparo questo discorso da ore, sono sicuro che sia perfetto. Allora…ecco…
Cara Charlotte…no, niente cara, adesso cancello…volevo dirti che mi manchi. Ah...lasciamo perdere questo foglio adesso parlo io. Ti voglio qui, per poterti abbracciare e baciare. Si…ehm, baciare, perché forse non lo sai, ma io provo qualcosa per te. Da quando? Beh…più o meno, da quando ti conosco. Ricordi quando ci siamo incontrati? Io si…era il 15 settembre, ricordo quella data perché in quel giorno mi hai stravolto la vita. Dalla prima volta che ti ho vista ero follemente, pazzamente, perdutamente innamorato di te, solo che non lo sapevo ancora. Quindi…beh…ecco…si…io…io ti amo Charlotte. Ti amo, ti amo, ti amo. Lo urlerei a tutto il mondo. Non so più che dire, quindi ciao amore…





Da: Harry
Ore: 18: 02
 
 
 
Impossibile visualizzare il messaggio
 
 
Da: Harry
Ore: 18: 32
 
 
Impossibile visualizzare il messaggio

 
 
 
 
 
Il paramedico aveva trovato il cellulare di Charlotte e si era messo a cercare tra i messaggi per contattare un familiare, ma l’unica cosa che aveva trovato erano i messaggi di Harry. Aveva portato subito la ragazza in un’ambulanza, voleva salvarla e ci sarebbe riuscito, non voleva che quella ragazza lasciasse la vita in quel modo. Per uno stupido incidente aereo che le sarebbe potuto costare la vita. La sua fortuna fu che la trovarono in tempo, sotto le macerie. Anche se non dava segni di vita, il paramedico decise di salvarla lo stesso. La portò in ambulanza e dopo averle messo una maschera per l’ossigeno l’aveva portata via insieme alle altre vittime di quella catastrofe aerea.
 
Sapete cosa è successo? Certo che no, voi non ceravate. Sono sicura che volete saperlo.
Beh…scusate le lacrime…Charlotte la mattina del 24 dicembre era riuscita ad ottenere un biglietto per partire verso Londra. Aveva preparato i bagagli ed era salita sul quell’aereo per andare dal suo amore.
 
Ore: 11:00
 
Charlotte accende il cellulare per controllare i messaggi. Dopo poco, ne arriva uno da parte di Harry. Vuole leggerlo, ma non fa in tempo, il pilota chiede gentilmente di spegnere gli apparecchi elettronici per non creare interferenze. La ragazza lo fa, rassicurata del fatto che l’avrebbe letto appena scesa da quell’aereo.
 
Ore: 12:05
 
L’aereo comincia a muoversi pericolosamente, Charlotte comincia ad agitarsi. Vuole chiamare Harry, almeno per sentire la sua voce, ma non fa in tempo. Il cellulare le cade dalle mani e finisce per terra. Cerca di riprenderlo, ma l’aereo è ancora in preda della tormenta di neve e cade a terra anche lei. Pian piano, la tormenta si placa e il viaggio continua.
 
Ore: 17: 50
 
Charlotte non può chiamare Harry perché l’hostess le ha chiesto di evitare qualsiasi aggeggio che potrebbe creare interferenza. Il telefono è tra le sue mani, solo che non poteva chiare Harry per salutarlo solamente.
Il pilota sviene, prima di intraprendere quel viaggio aveva l’influenza e non gli era passata del tutto. La febbre sale e insieme a lui precipitano cinquantatre persone tra cui Charlotte.
 
Ore: 18:01
 
Le ambulanze arrivano insieme alle forze dell’ordine sul luogo dell’incidente. I paramedici si avvicinano ai pezzi distrutti dell’aereo e uno di loro trova Charlotte. Sotto un pezzo di ferro carbonizzato ‘dorme’ silenziosa. Il suo corpo non si muove, il battito è lento, il respiro quasi non c’è più. Il paramedico la porta in ambulanza e dopo averle messo la maschera collegata alla bombola per l’ossigeno la porta via, di corsa all’ospedale. 




Harry guardava il telegiornale di sera. Ascoltava di un incidente aereo e alzò il volume, si preoccupò immediatamente della sua Charlotte. Lei sarebbe potuta essere lì sopra.
Guardava con gli occhi fuori dalle orbite le immagini trasmesse alla tele, gli mancava il fiato, i ragazzi, guardavano anche loro spaventati. Il sangue gli si ghiacciò nelle vene quando lo squillo del cellulare di Harry rimbomba nella stanza.
 
Era Charlotte…












Ciao ragazze. Questo è il capitolo trentotto. Grazie per aver atteso e scusatemi per in ritardo. Prometto che non succederà più.
Spero che questo capitolo vi piaccia. Sono successe tante cose. L'incidente, a proposito, anche io ne ho fatto uno domenica, ma nulla di grave. Ero in macchina con i miei. 
Lasciate una recensione. Spero di superare le dieci recensioni questa votla, oppure non fa niente.
Un'ultima cosa...quando saremo a settembre...potrò aggiornare solo una volta a settimana (il sabato) perché devo prepararmi per l'esame al Conservatorio. 
Ora vado.
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥

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Capitolo 39
*** Fireworks cap.39 ***


Sei anni prima…
 
 
«Mamma, non crederai a quello che sto per dirti!» aveva urlato Charlotte entrando in casa e buttando lo zaino all’ingresso.
«Vieni tesoro, sono in cucina!» aveva urlato a sua volta Pam per farsi sentire. La ragazzina, prese a correre per arrivare dalla madre e raccontarle quello che le era successo.
«Oggi…festa…sono stata invitata!!» disse per poi urlare per la gioia. Cominciò a saltare qua e là per la stanza rischiando di far cadere anche la pila di piatti sul tavolo.
«Fermati tesoro, così non capisco niente» le aveva detto la madre mettendo le mani avanti e guardando quello scricciolo felice.
«Voleva dire che Harry l’ha invitata alla festa del suo compleanno» spiego Abby entrando in cucina. La madre cominciò a battere le mani, mentre Charlotte non la smetteva di annuire freneticamente alla sorella che aveva spiegato tutto.
«Dobbiamo festeggiare!» aveva affermato la madre prendendo una torta al cioccolato dal frigorifero.
Le ragazze applaudirono, la loro mamma era ancora alle prime armi nel capo culinario, ma con molte prove riusciva a realizzare un dolce commestibile.
«Oh, sei un mito mamma!» urlarono le ragazze abbracciando la donna e facendole quasi cadere la torta, ma questo non accadde.
 
«Allora, raccontami» aveva detto Pam con calma sedendosi su una sedia attorno al tavolo.
«Allora…» cominciò Charlotte prendendo un pezzo di torta e masticando velocemente per poter parlare.
«Stavo uscendo da scuola, quando lui mi ferma e mi dice: “Ehi, sei invitata alla mia festa questa sera” e poi mi ha dato un bacio sulla guancia ed è andato via» Spiegò la ragazzina prendendo poi un altro pezzo di torta. La sorella sorrideva, non aveva mai visto Charlotte così felice.
E sapere che era lei la causa di quella felicità l’appagava tantissimo.
«Tesoro, sono così felice per te…e con Louis, come va Abby?» chiese la madre alla seconda gemella. E già, proprio così, Charlotte e Abby erano gemelle. Due bellissime bambine, entrambe con i capelli rossi e ricci e con gli occhi blu.
«Tutto bene, ci sarà anche lui alla festa» spiegò Abby sorridendo al pensiero di quel ragazzo.
«E come va con Max?» chiese dopo Abby alla madre e scatenando la curiosità della sorella. La donna rispose dopo aver posato la fetta di torta su di un piatto.
«Tutto bene…oh, si, mi ha chiesto di sposarlo» disse prendendo poi la torta e mettendola di nuovo in frigo.
«E ce lo dici solo adesso?!» Charlotte era sconvolta. Non riusciva a credere che le avesse chiesto di sposarlo. Certo le dispiaceva un po’, perché non voleva che la sua mamma dimenticasse del tutto suo padre, ma chi era lei per impedire il loro amore?
Sorrise alla sorella facendole capire che non le andava giù l’idea di un matrimonio. La guardò di sottecchi, come per dirle di non parlare.
«Ma è bellissimo mamma, quando?» chiese Abby sorridendo amorevolmente alla madre che si era voltata per vedere la reazione delle bambine.
«Tra qualche mese, a proposito…arriverà tra un po’, devo preparare il pranzo» disse Pam, sbadata come al solito.
Legò i lunghi capelli rossi con l’elastico nero che aveva al polso e prese un libro di ricette per preparate un buon pranzetto. 

«Come faccio a sopportarlo?» chiese Charlotte alla sorella. Erano sedute su uno dei due letti presenti in quella camera e stavano discutendo del matrimonio della mamma.
«Oh, andiamo, non sarà male avere un padre» disse la sorella rassicurandola e guardando la preoccupazione negli occhi.
«No, non è questo…io voglio un padre, ma non Max» spiegò incrociando le gambe. Abby annuì, anche lei era dell’idea che Max non fosse un tipo buono.
«Forse hai ragione…non hai notato che ci guarda in modo strano?» chiese la stessa Abby che concordava con le nozze.
«Si e poi, le sue carezze sono raccapriccianti» continuò la seconda rossa prendendo la mano della sorella e intrecciando le sue dita con quelle di lei. 
«Non possiamo opporci però, se la mamma è felice, dobbiamo esserlo anche noi» disse Abby sorridendo appena.
«Già, per la mamma» rispose Charlotte, quasi in lacrime.
«Su con la vita, questa sera dobbiamo andare ad una festa…e lì ci sarà anche Harry» la rincuorò Abby saltellando sul letto e facendola cadere a terra. Da lì in poi, cominciò una risata fragorosa che non finì finché non cadde anche lei.
«Così impari…comunque, credi che mi noterà?» chiese Charlotte sistemandosi i capelli mentre si guardava allo specchio.
«Io credo di si…insomma, sono bellissima, quindi devi esserlo per forza anche tu» rispose facendo spallucce e facendo finta di togliersi la polvere dalla spalle.
«Oh, la mia sorella modesta» disse Charlotte girandosi per guardarla e abbracciarla subito dopo.
 
Quell’abbraccio, venne sciolto dal suono del campanello di casa, segno che era arrivata Max. Le due si guardarono a lungo, pronte a mettere una maschera per nascondere la paura che incuteva quell’uomo, poteva ingannare la loro mamma, ma non loro.
«Ragazze, Max è arrivato» Pam urlava per le scale. Le ragazzine scesero velocemente, togliendo il grembiule alla mamma e pulendole la faccia sporca di sugo.
Aprirono la porta e un mazzo di fiori si presentò davanti ai loro sguardi. Max aveva comprato delle rose bianche da regalare a Pam, per farla cadere ai suoi piedi.
«Oh grazie» rispose la donna annusando il profumo di quel fiore. L’uomo spezzò una rosa e la mise nei capelli rossi di Pam, rendendola ancora più bella di quanto fosse.
 
Le stesse rose che Harry, regalò a Charlotte quella sera. Quelle in cui stavano per baciarsi, ma lei si è tirata indietro. Ricordate?
Quella sera in cui Charlotte ha capito di amare l’uomo sbagliato, la stessa in cui ha fatto soffrire l’uomo giusto.
 
«Ciao bambine» le salutò Max lasciando una carezza ad entrambe. Il suo tocco era così lento, viscido e freddo. Non poterono fare a meno di strofinarsi la guancia per riscaldarla, lui l’aveva resa così fredda…
Le ragazzine si guardarono negli occhi, rendendosi conto che Pam non poteva amare quell’uomo. Aveva una strana ombra che lo avvolgeva. Un qualcosa di triste, di doloroso…come la sofferenza.
 
Erano in cucina a pranzare. Pam e Max erano seduti vicini e lui si divertiva a metterle una mano sulla coscia e stingerla avidamente. Lei si limitava a sorridere e togliere qualche volta la mano sussurrando un: «Ci sono le bambine».
Abby, aveva notato tutto…ed era sempre più convinta che quello non era un uomo ma un maiale.
Insomma, non era la prima volta che la toccava in quel modo, ad esempio…al cinema.
Si…uhm, erano al cinema e lui non la smetteva di salire e scendere con quella mano lungo la coscia della loro mamma. E poi, trovava la scusa di aver fatto cadere qualcosa a terra per guardare il fondoschiena della donna.
Loro padre, non avrebbe mai fatto così…ne era sicura.
 
«Ragazze andate a prepararvi, tra un po’ dovete andare ad una festa» disse Pam sedendosi sul divano. Max era appena andato via e Pam aveva finito di lavare i piatti con l’aiuto delle ragazze. Erano molto servizievoli.
«Ma sono solo le quattro» protesto Abby.
«Ma so che siete lente a prepararvi, quindi andate» rispose la donna sorridendo. Erano delle perfette donnine, si facevano aspettare.
 
«Mi chiedo come mai Harry mi abbia invitata solo adesso. Insomma, lui ti ha detto della festa una settimana fa» disse Charlotte prendendo un vestito a righe blu e bianche, con le balze.
«Non lo so…» rispose la sorella. Oh, piccola bugiarda, tu lo sai e come.
Infatti era stata lei a costringere il ragazzo ad invitarla. Sapeva quanto ci tenesse Charlotte a passare un po’ di tempo con lui e le dispiaceva il fatto che Harry non l’avesse invitata.
E allora trovando il ricatto di non andare alla festa l’aveva costretto ad invitare anche Charlotte e a lasciarle un bacio sulla guancia. Harry, aveva una grande cotta per Abby e avrebbe fatto di tutto per poter essere il suo ragazzo.
 
Charlotte e Abby avevano finito di prepararsi. Indossavano vestiti uguali, solo di un colore diverso. Erano perfettamente uguali, spesso la loro mamma comprava cose identiche perché le piaceva un sacco vedere le sue gemelline.
«Sei perfetta così, Charlotte» la rassicurava la sorella mentre aggiustava i capelli. L’altra sospirò, credendo alle parole di Abby e scesero insieme le scale. Presero il regalo e andarono da Pam.
«Devo scattarvi una foto, non posso resistere» disse la donna prendendo la macchina fotografica e cominciando a scattare delle foto. Ne aveva a bizzeffe su di loro con vestiti uguali.
Erano i suoi tesoro e non li avrebbe scambiati per nessun altro al mondo.
 
«Mamma, basta…dobbiamo andare» protestarono all’unisono. A volte succedeva che parlassero insieme, avevano gli stessi pensieri, la stessa mente…
«D’accordo, andiamo» le accontentò aprendo la porta di casa e chiudendola a chiave. Entrarono in macchina e si avviarono verso la casa di Harry.
 
«Vengo a prendervi verso le dieci e mezza» disse la madre prima di lasciarle davanti a quella casa enorme.
«La smetti di tremare? Mi metti agitazione» la richiamò Abby. Era vero, stava tremando. Prima era felice di andarci e poi, arrivata davanti a quella porta aveva solo voglia di scappare e tornare a casa.
«E se non gli piaccio?» chiese Charlotte, la sorella stava per rispondere ma la porta si aprì.
«Oh, ciao Abby» la voce di un ragazzino le fece sussultare. Harry si avvicinò ad Abby e l’abbraccio sussurrandole una frase all’orecchio.
«Tanti auguri» disse la ragazzina scrollandoselo di dosso. Nella sua voce c’era cattiveria, gli porse il regalo, quasi non voleva lasciarlo, ma poi cedette.
«Harry…» Charlotte cominciò a parlare, voleva porgli il suo regalo, un regalo speciale, ma lui se n’era già andato via prendendo per mano Abby e lasciandola sull’uscio della porta.
Entrò in casa, glielo avrebbe dato dopo, c’era tempo. Mancavano ancora tre ore alla fine e avrebbe pensato anche a quello che gli avrebbe detto.
‘Harry, questo è per te…tanti auguri…no,no troppo banale. Uhm…tanti auguri Harry, spero che ti piaccia come regalo…no…Harry, perché baci mia sorella?’
Era arrivata da meno di cinque minuti e stava già per andarsene. Lasciò cadere la busta rossa che aveva tra le mani e si girò camminando lentamente con la testa bassa. I capelli che coprivano il viso, stava piangendo e voleva stare sola. Era uno dei momenti più brutti quando piangeva, stava sola, in un piccolo angolino a pensare. In quei momenti, le venivano in mente tutte le cose sbagliate che aveva fatto e si sentiva ridicola. L’aveva invitata per cosa, per non considerarla nemmeno?
‘Io e lei siamo uguali, come può non notarmi?’ si era chiesta mille e più volte. Charlotte sapeva della cotta di Harry, ma sua sorella aveva sempre cercato di dissuaderla.
 
Aveva visto una porta ed era entrata chiudendosela alle spalle. Portò le mani in faccia chiudendole a pugni e cominciando a strofinare i suoi occhi blu.
«Cos’hai ragazzina?» una voce la fece sussultare. Il suo sguardo si posò sulla persona che aveva parlato. Era una donna, con i capelli castani e gli occhi verdi.
«Mi scusi» disse Charlotte aprendo la porta, ma venne fermata.
«Se vuoi, puoi parlamene.» propose la donna, che, la fece girare.
 
«Capite? Harry ha baciato mia sorella davanti ai miei occhi e io…sono scappata come un stupida» Quella donna l’ascoltava. Era una stupida cotta da dodici anni, eppure la ragazzina stava soffrendo.
«Vedi…forse, lui non è il ragazzo per te…sei così bella, puoi avere tutti i ragazzi che vuoi. E poi, c’è tempo per innamorarsi per davvero.» le disse quella donna mettendole una mano sulla spalla.
«Ha ragione…c’è tanto tempo…grazie, parlare con lei mi ha rassicurata molto» disse la ragazzina mettendosi in piedi.
«Vado dagli altri…grazie ancora» disse Charlotte cominciando a camminare per dirigersi alla porta ed uscire.
«Mio figlio è un vero stupido se non ha notato una ragazza come te» disse la donna prima che la rossa uscisse.
Lei arrossì visibilmente ed uscì da quella stanza con il cuore che le batteva a mille per la figura appena fatta.
 
«Charlotte, dov’eri finita? Ti stavo cercando» Abby le corse incontro quando la vide. Notò subito le sue guance arrossate e gli occhi lucidi. Aveva capito tutto. E aveva capito che era colpa sua.
«Non sono stata io a baciarlo…è stato lui, a me piace Louis, io non so come…» cominciò Abby ma venne fermata dalla sorella.
«Ehi, non devi preoccuparti, non fa niente…io e lui non ci conosciamo nemmeno, credo sia meglio così» le disse prendendola per mano e intrecciando le sue dita a quella della sorella. Quest’ultima sorrise, era felice che Charlotte avesse capito.
«E io tuo regalo…non mi hai detto cos’era» disse Abby mentre camminavano pera arrivare dagli altri invitati.
«Oh…è qualcosa di stupido, non lo scarterà nemmeno» disse abbassando lo sguardo e mettendo una mano nella tasca della felpa grigia.
Abby la guardò triste, si era presa davvero una bella cotta e le dispiaceva un casino che Harry non ricambiasse la sua simpatia.
Perché quella, era solo una simpatia, o almeno credo. Si, si…nessuno si innamora per davvero a dodici anni, era solo una simpatia.
 
«Guarda, sono in piscina» disse Abby attirando l’attenzione di Charlotte indicando con un dito la vetrata trasparente che faceva intravedere ragazze e ragazzi in costume da bagno. Tra quei ragazzi, c’era anche Harry. Stava ridendo con dei ragazzi e scherzava tirando schizzi d’acqua.
«Vieni» Abby la tirò per un braccio e insieme uscirono trovandosi vicino alla piscina. Louis chiamo Abby facendole un cenno con la mano. Mentre la ragazzina si dirigeva verso il ragazzo che le piaceva la sorella fece scivolare la sua mano da quella stretta ed andò a sedersi su una sdraio.
‘Sono solo stupide foto, non le guarderà nemmeno’












Caio ragazze!! Scusate per il ritardo, prometto che aggiornerò più presto d'ora in poi.
Spero che questo capitolo vi piaccia. Ora, guardo un po' di tv, sapete, io non dormo quasi mai. Non ci riesco, non so. Mi metto a pensare, pensare e poi non dormo più. 
Come avrete sicuramente notato, qui...la nostra Charlotte ha dodici anni. C'è anche un altro personaggio importante, Abby. Che sarebbe la sorella della protagonista. 
Loro sono molto unite, ma verso la fine notiamo una scena che sconvolge Charlotte al punto di farla piangere.
Continuerò giovedì...domani ho una lezione di pianoforte. Volevo anche pubblicizzare queste due ff, sono bellissime. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2090523  è ispirata ad un anime che mi piace troppo, lasciatele tante recensioni. E anche questa http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2103786 io la trovo bellissima, inondatela
Ora vado!
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥











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Capitolo 40
*** Fireworks cap.40 ***


«Ed è così che mi sono ricordato di te, Charlotte» racconta Harry seduto accanto alla sua dolce metà.
Le stava dicendo che loro quando erano piccoli si sono conosciuti. In quel momento Harry era al settimo cielo, dopo aver scoperto che lei era la stessa ragazzina che la salvato da una figuraccia il giorno del suo compleanno la ama ancora di più.
«Sai, dopo che la festa fu finita, restarono solo i miei più cari amici. Tra cui Abby, Louis, Aron e gli altri…tu, eri rimasta tutto il tempo da sola, con la testa bassa e le mani delle tasche della felpa.» continuò Harry dopo averle preso la mano. Le aveva raccontato di come si era divertito in piscina con i suoi amici di vecchia data e dei regali che aveva avuto. 
«Aron e la sua combriccola dissero che mi aveva preparato una sorpresa e che l’avevano portata sul retro della casa con il permesso di mia madre. Ovviamente mia mamma non sapeva quello che volevano farmi» spiegò Harry spostando una ciocca di capelli rossi dal viso di lei. La guardò a lungo, incantato da quella meraviglia. E pensare che quando si sarebbe svegliata dal coma sarebbe stata tutta sua lo mandava in estasi.
Si sveglio da quel sogno ad occhi aperti per continuare la sua storia e dopo essersi scosso un po’ continuò.
«Mi dissero di aspettare fuori per ricevere la mia sorpresa e dopo vari minuti arrivasti tu.» continuò guardandola intensamente.

Continuò a raccontare alla sua Charlotte sperando che sentisse quello che aveva da dire. Insomma, quella sera è successo che a Aron, uno dei ragazzi più popolari della scuola, venne in mente di rovinare la reputazione che Harry era riuscito a guadagnarsi.
Il riccio, voleva entrare in quel gruppo di ragazzi popolari, ma non sapeva che Aron non voleva accettarlo e allora gli era venuto in mente di ridicolizzarlo davanti ad una telecamera.
Harry aspettava fuori l’arrivo dei ragazzi per ricevere il suo regalo tutto felice del fatto che non fosse considerato il secchione della scuola. Aveva fatto tanto per cambiare e forse c’era riuscito.
Aveva guadagnato il rispetto dei ragazzi della sua scuola, era riuscito ad entrare nella squadra di box e cosa più importante, per lui, aveva invitato Abby alla festa del suo compleanno.
 
«Harry spostati!» aveva urlato Charlotte spingendolo via dal raggio di azione di quei dementi che Harry chiamava amici.
Ben presto, la ragazzina si trovò coperta da un liquido denso e rosso e da piume colorate. Harry la guardava a bocca aperta. Quella roba era scesa giù così velocemente che non se ne erano nemmeno resi conto.
«Un bel sorriso» disse uno degli amici di Aron prendendo la macchina fotografica e scattando foto, che sicuramente sarebbero finite sul sito della scuola. Aron era furioso, lui voleva colpire Harry non quella stupida ragazzina che si era messa in mezzo.
Il ragazzo per cui Charlotte aveva una simpatia rideva, quella scena era alquanto esilarante. La rossa, era dispiaciuta, si sarebbe aspettata almeno un grazie.
«Charlotte?» la chiamò Harry fermando le sue risate. Lei lo guardò speranzosa.
‘Conosce il mio nome allora’ si gasò mentalmente, si sentiva al settimo cielo anche se aveva sulla faccia e sul resto del corpo un salsa densa e piume.
«Sei la persona più stupida di questo mondo» il leggero sorriso che si era formato sulla faccia della ragazzina scomparve. Si sentiva una stupida per davvero, credeva che l’avrebbe notata almeno quella volta e non per essere presa in giro.
«Però ti stimo» disse avvicinandosi a lei e togliendole un po’ di colore dalla faccia.
«Grazie» le disse mettendo le mai sui fianchi di lei e lasciandole un leggero bacio sulle labbra. Era già rossa per quella tinta polposa che aveva addosso e poi lui l’ha baciata ed è diventata peggio del fuoco.
«Io…» balbettò lei provando a dichiarargli i suoi sentimenti, ma non ci riuscì. Le bastava quel bacio, il suo primo bacio.
 
Harry, quella sera, aveva litigato con Aron, mandandolo a quel paese un paio di volte, facendosi sentire anche da sua madre, che quella volta gli aveva dato il permesso perché aveva ragione.
Charlotte si era data una ripulita con l’aiuto di Abby e Louis…beh…lui, lui aveva chiesto ad Abby di essere la sua ragazza. Ovviamente lei aveva accettato e furono così felici e contenti.
 
I giorni successivi a scuola, Charlotte venne derisa per quelle foto imbarazzanti per meno di una settimana, poi tutti dimenticarono il fatto e la rossa fu lasciata in pace. Harry la considerava la sua salvezza, ma era ancora innamorato di Abby, che passava la maggior parte del tempo con Louis. La loro storia però, non durò più di tanto, passarono solo un mese insieme e poi si mollarono. Abby aveva bisogno di spazio, o almeno così diceva.
 
 
«Vedi, ho trovato queste foto» disse Harry guardando l’album che Charlotte gli aveva regalato per il suo tredicesimo compleanno. Aveva preparato quel regalo con le sue manine per mesi, aspettando solo di essere invitata dal suo primo amore.
C’erano foto di Harry con gli amici, mentre giocava a calcio nel parchetto dietro la scuola media, mentre mangiava il gelato con sua sorella seduto su una panchina, mentre parlava a dei bambini del orfanotrofio, tutti quei momenti in cui lui era felice. Quelle foto le aveva scattate di nascosto, senza farsi vedere. Praticamente lo stolkerava, mettiamola così. Però ci teneva a fare quel regalo alla perfezione.
«Ascolta Charlotte, sono sicuro che puoi sentirmi, quindi…io ti amo e lotteremo insieme per uscire da questo ospedale, costi quel che costi. Ora vado, quella simpaticona dell’infermiera mi sta chiamando…» cominciò Harry posando l’album sul mobile accanto al letto.
«Mi scusi ragazzino, deve uscire, sta ostacolando il mio lavoro e niente lavoro porta a niente soldi» la dottoressa entrò interrompendo il momento tra Harry e Charlotte.
«Che ti dicevo, non è proprio simpatica?…arrivo!» disse con un pizzico di ironia. Infondo, stava attraversando bene quel momento. Sapeva che Charlotte ce l'vrebbe fatta, o almeno lo sperava.

















Ciao ragazze, ecco qui, il tanto atteso capitolo quaranta. Io lo trovo carino, poi non so, ditemi voi.
Ho notato che al capitolo trentanove, ho ricevuto solo otto recensioni...non fa niente, ma spero che con questo capitolo vi rifarete.
Ho cominciato a scrivere l'epilogo, mi sta venendo bene. Mancano solo dieci capitoli, vi avviso. 
Oh, non ci voglio pensare, questa ff sta per finire! Siete felici, non mi rivedrete più! 
No, ok, ci sarò ancora forse con un nuovo inizio. Vi voglio bene ragazze. Ringrazio le 67 persone che hanno aggiunto questa ff nelle preferite, le 25 che l'hanno aggiunta nelle ricordare e le 77 che l'hanno aggiunta nelle seguite.
Ho visto che al primo capitolo ci sono 2.541 visualizzazioni, significa che piace vero? Si dai.
Per ora è tutto. 
Ciao tigrottine ♥ ♥ ♥ 

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Capitolo 41
*** Fireworks cap.41 ***


«Mi stai dicendo che lei è mia figlia?» chiese l’infermiere ad Harry. Il ragazzo annuì chiudendo gli occhi come per assaporare quelle parole. Erano seduti all’interno di un localino mezzo vuoto, non c’era nessuno, se non il barista e quel vecchio ubriacone, che forse stava soffrendo per amore.
«Mio Dio…» disse solamente prima di tapparsi la bocca con le mani e lasciar cadere la testa sul tavolo rovinato.
«Ehi, tu non lo sapevi» lo rassicurò Harry. Era vero, lui non sapeva dell’esistenza delle sue due figlie. Pam non gli aveva mai detto niente.
Lui l’aveva lasciata e lei aveva preferito non annunciargli la notizia della sua gravidanza. L’aveva fatto per non procurargli fastidio, se l’aveva l’asciata c’era un motivo.
Il riccio gli mise una mano sulla spalla per dargli conforto. Quell’uomo era il padre della sua ragazza e non sapeva come comportarsi.
«Non so che dire» disse ridendo istericamente. Avrebbe tanto voluto vedere Pam e abbracciarla, chiederle scusa per non esserci stato per tutti quegli anni, voleva prendersi le sue responsabilità, ma non sapeva che quella donna non c’era più.
«Adesso dove si trova Pam?» chiese alzando la testa dal tavolo e guardando Harry speranzoso.
«Ecco lei…»  Edwin si stava già alzando dal divanetto scucito per andare da lei.
«Lei è morta Edwin» ammise Harry. L’uomo tornò a sedersi, era disperato, non sapeva cosa fare.
«Non sono nemmeno andato al suo funerale» si lamentò sedendosi di nuovo e poggiando i gomiti sul tavolo. Prese a tirarsi i capelli per l’agitazione, si sentiva veramente in colpa.
Harry, era imbarazzato, avrebbe voluto dirgli:”Ehi papà, quando Charlotte si risveglierà ci sposeremo e avremo tanti bei bambini” ma non gli sembrava il caso. Insomma, gli aveva appena detto che non era stato un buon padre e…andiamo, non era proprio il caso.
«E le mie figlie?» chiese poi guardando il riccio con quegli occhioni blu.
«Vedi…Abby, non so che fine abbia fatto e Charlotte –mise una mano dietro la nuca- beh, lei è in ospedale, ha avuto un incidente» era nervoso. Gli faceva male parlare di quello che era successo a quella dolce creatura.
«Oh no…» si lasciò sfuggire dalle labbra. In un attimo il mondo gli era crollato addosso, come se dovesse sopportare tutto il peso del globo sulle sue spalle.
Però quel crollo era necessario, Charlotte e sue sorella avrebbero avuto finalmente un padre e Harry un cognatino a cui volere un mondo di bene e con cui dividere il suo amore per Charlotte.
«Possiamo andare a trovarla?» gli chiese cercando di trattenere le lacrime. Era distrutto, appena uscito da una battaglia in cui lui era il nemico e doveva distruggersi da solo.
Il ragazzo annuì contento. Era felice che quell’uomo l’avesse accettato. Era felice di aver trovato il padre della sua ragazza. Felice di poter rendere felice Charlotte quando si sarebbe svegliata.
 
 
Adesso, manca solo un membro della famiglia per arrivare a un bel finale. Abby.
Lei, si trovava in un angolo sperduto di Londra. In una di quelle strade in cui incontri gente brutta e persone malfamate.
Era stata mandata lì da Max quando era diventato il suo patrigno.
«Andrà nelle migliori scuole di Londra» diceva a Pam, ma la verità era che voleva liberarsi di quella povera ragazzina per guadagnare soldi. Apparteneva ad una famiglia caduta in disgrazia, subito dopo l’arrivo di Abby, perché gli affari non andavano.


 Abby aveva un fratello e una sorella minore. Che poi fratello e sorella non li aveva mai considerati. Loro non erano la sua famiglia e non lo sarebbe mai stata.
Passava le sue giornate ad escogitare piani per fuggire, la notte a lavorare in un pub e il sabato in quella biblioteca piena di libri.
La lettura era una cosa che legava le due sorelle. Leggevano così tanto da immedesimarsi nel personaggio e alla fine a credere che ci fosse una seconda possibilità anche per loro. Charlotte ne stava vendo una proprio in quel momento. Aveva la possibilità di essere felice con Harry, ma doveva essere forte.
Abby, invece, aspettava, aspettava un treno fermo da anni, ma aspettava. Sarebbe arrivato anche il suo momento di essere libera e lei sarebbe stata pronta.
 
Era arrivato quel momento, avrebbe mandato a quel paese i suoi genitori adottivi, Jesi e Carl. Avrebbe detto addio a quella paura di sbagliare e soffrire subito dopo. Avrebbe trovato l’amore della sua vita e sarebbe scappata con lui in giro per tutto il mondo. Avrebbe rivisto la sua amata sorellina e non l’avrebbe persa mai più.
In quegli anni, sua madre e sua sorella le erano mancate tantissimo. Sperava che stessero bene e che quel mostro non le avesse fatto del male. Pensava ogni giorno a loro, a quando le avrebbe riviste e cosa avrebbe detto. Si chiedeva se Charlotte fosse cambiata e se a mamma fosse invecchiata, ma per lei sarebbero state sempre bellissima. Erano la sua famiglia e Max gliel’aveva portata via, costringendola a vivere con persone orribili che pensano solo al denaro e al sesso.
 
Abby piangeva, in quel letto freddo, piangeva. Era tornata dal pub in cui lavorava. Odiava dover fare quel lavoro, ma era l’unico modo per guadagnare i soldi necessari per andare via.
Si strinse nelle spalle e si accarezzo le spalle scoperte. Solo qualche altro spicciolo e poi via per la libertà. Avrebbe potuto cominciare l’università e avrebbe trovato un lavoro decente.
Le faceva male il cuore, era come se una parte di lei se ne fosse andata per sempre. Faceva male , tanto male.
Provò a calmarsi e dormire, m il dolore restava lì, sempre con la sessa forza dolente.
 









Salve ragazze!
Non uccidetemi! Lo so, sono in ritardo di tre settimane, ma sono stata impagnata e non ho avuto tempo. Comunque il capotolo è qui. 
Un po' cortino ma pur sempre un capitolo. Premetto che nel prossimo ci saranno più cose. Anche molte sorprese. 
Comunuque, ho cominciato una nuova ff: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2184870 
Spero che vi piaccia come nuova storia. Continuerò domani con tutte le ff, lo prometto.
Un bacio tigrottine ♥ ♥ ♥

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