Passion rules the game

di Ourloveisatornado
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one ***
Capitolo 2: *** Chapter two ***
Capitolo 3: *** Chapter three ***
Capitolo 4: *** Chapter four ***



Capitolo 1
*** Chapter one ***


                                           




 

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Stephanie Rose Morgan passeggiava nel suo golf beige di cotone per le vie di Boston, in una comune giornata di fine estate. Erano all'incirca le otto del mattino, giusto il tempo per fermarsi a prendere al volo una brioche al Miami Cafè e sarebbe già stato il momento di entrare a scuola. Il tanto atteso primo giorno di scuola dell'ultimo anno di liceo alla Majore High School.
Aveva passato la sua estate tra le cene di famiglia nel cortile sul retro della residenza estiva di Los Angeles e giornate tranquille in spiaggia, cercando di abbronzarsi il più possibile. Si ritrovava abitualmente a camminare all'avvicinarsi del crepuscolo sulla riva del mare. Si sentiva davvero sola e triste, perchè la sua esistenza così piena di volti e soldi, era così tremendamente vuota di amore e affetti sinceri. Amava la sua vita perfetta, senza trasgressioni, un pò principesca, un pò nobile. Eppure, si sentiva così sbagliata e scorretta per la sua età. 
Si era comportata come una vedova settantenne, quell'estate, non come una prossima diciottenne. Nessuno che avesse incrociato durante le sue passeggiate si era fermato a parlarle, se non per osservare guardingo i suoi occhiali da sole Gucci, per poi fare una smorfia sdegnata e andarsene; ma lei era Stephanie Rose Morgan e avrebbe potuto permettersi tutto e tornare quella ragazza grintosa, acida e sicura di sè di un tempo. Appena fosse tornata a Boston, lo avrebbe fatto.
- Ecco, è lei! Steph, oddio. - 
- Arriva la Morgan, shh!-
- Dio mio, è sempre perfetta quella!-
Steph sentiva quei commenti dai quali non riusciva a ricavare nè positività nè negatività, ma continuava a camminare a passo spedito imperterrita, alla ricerca di Ariel Candice Grant, quella sbandata. Erano inseparabili, e così diverse.
***
Harry Edward Styles osservava atono lo schermo luminescente del suo cellulare, sfogliando pagine di applicazioni scaricabili, ma nessuna lo attirava particolarmente.
Se ne stava appoggiato alla colonna della Majore, tutto solo.
A guardarlo bene, sembrava avesse appena smesso di piangere, con le pupille piccole piccole, come due spilli, le iridi enormi, le borse sotto gli occhi e uno sguardo spento. Dio mio, chi potrebbe essere felice di tornare sui banchi, se non Stephanie Morgan? Harry aveva trascorso la sua estate nella più totale solitudine, chiuso nel suo piccolo vuoto appartamento di città, incidendo brani alla ricerca di un lontano successo, strimpellando malinconico la sua chitarra classica color ciliegio.
Avrebbe dovuto farsi una doccia fredda, indossare i suoi jeans preferiti e uscire in qualche locale strano fuori città, ma non aveva la forza fisica nè la voglia.
Così spossato e stanco della sua vita inutile, così da condurlo a fare uso di ashish, o forse marijuana. Aveva momenti in cui tutto gli sembrava un posto infame e tutto ciò che avrebbe voluto, sarebbe stato emigrare da lì al più presto. 
Tutto quello che poteva fare era spendere i suoi miliardi di dollari in droga, alternando sniffate a spinelli di vario genere. Il tutto rigorosamente nello skate-park dietro il parco principale della città. 
La sera tornava il padre dal lavoro, stanco dagli affanni: "Harry, che hai fatto oggi?"
"Mha, nulla papà. Ho studiato, fatto un pò di trigonometria ed economia aziendale. Sai com'è, non voglio avere debiti l'anno prossimo."
Quante bugie, quante stupide bugie.

 

Ariel Candice Grant,a causa della sua spossatezza mattutina,vagava per Boston lasciandosi trasportare ad una meta ben conosciuta e odiata . Era il suo primo giorno di scuola alla Majore High School,un'adolescente qualsiasi sarebbe esaltato all'idea di poter ritornare a scuola a studiare,farsi nuove amicizie ecc. Eppure la bionda si distingueva dalla massa,effettivamente amava la solitudine,un'amica era abbastanza. Con la  mano destra stringeva la sacca dove qualche libro scarabocchiato e mal usato riempiva lo spazio ,con l'altra aspirava la solita sigaretta,lasciando che la nicotina si difondesse nella magior parte dei suoi polmoni .Subito dopo espirò,creando anelli di fumo che dopo pochi attimi di secondo sparirono nell'aria. Indossava un maglioncino di lana ,abbastanza largo,abbinato ad un paio di shorts, che mettevano in mostra le sue fragili e lunghe gambe dalla pelle candida, i quali lasciavano poco all'immaginazione del suo fondoschiena ben delineato . Quell'estate non è stata una delle migliori,forse perchè sentiva la mancanza dellla sua migliore amica Stephanie e il fatto di incontrarla quel giorno la rincuorava,erano due sorelle ,inseparabili e diverse.
Ariel era menefreghista del suo aspetto fisico,Stephanie si curava persino nei minimi dettagli..
Ariel optava per i primi vestiti che le capitavano sott'occhio,Stephanie ci impiegava ore e ore a vestirsi..
Ariel aveva un vocabolario ricco,Stephanie usava un tono sempre consueto e ben delicato..
Ariel era scontrosa,Stephanie buona..
Eccetera,eccetera,eccetera..
Durante l'assenza della sua migliore amica,aveva passato la stagione in completa solitudine,andando alla ricerca di nuove esperienze. Si alcolizzava e si era fatta qualche conoscente dietro il  Franklin Park Zoo,facendo use di droge. Inizialmente partì con semplici acidi,ma poi arrivò al punto di fumare marijuana e bucarsi con l'ero,ma comunque manteneva il controllo,non ne faceva uso quotidianamente. Si  annoiò poi,era obbligata ad assistere alle cerimonie che si svolgevano ogni sabato sera organizzate dal ricco padre,molto conosciuto in quella piccola cittadina. Dopotutto,chi non conosceva il signor Grant? L'avvocato più cercato? Per non parlare del fatto che doveva subirsi i cattivi commenti da parte dei parenti e amici sul suo aspetto fisico a causa dei stupefacenti. Per fortuna poteva svignarsela con la scusa che il lavoro da modella la faceva stancare.
Avvanzò oltre il cancello dell'edificio scolastico camminando con passo spedito a testa alta,si fermò e buttò il sigaro ormai consumato per terra per poi pestarlo,poco le fregava se inquinava l'ambiente,Boston era già sommersa dallo smog,figuriamoci se una cicca poteva rovinare un'intero ecosistema.
-"Bro,scommettiamo cinquanta sterline che me la porto a letto?" -
-"E' una dea greca" -
-" Lei e la Morgan sono perfette" -
Quelle osservazioni le facevano ribrezzo,il mondo e la società la impaurivano,l'infelicità faceva parte della sua routine quotidiana. In molti volevano essere al posto suo solo per i soldi,ma " I soldi non fanno la felicità". La perfezione non significava essere belle secondo Ariel,il concetto di perfezione non esisteva proprio. 
Non si sarebbe buttata giù quell'anno per nessuna ragione al mondo,lei è Ariel Candice Grant,la ragazza sfacciata,ipocrita e stronza. Riconobbe Stephanie e le corse in contro stritolandola come se non l'avesse vista da una vita.
"Inseparabili e diverse"

**


Louis William Tomlinson,accostò la sua Porsche Cayman nera nel parcheggio della scuola lasciando a bocca aperta la maggiorparte dei ragazzi del football che potevano magari permettersi un maggiolino ammaccato. Maneggiava con il suo Iphone scambiandosi messaggi con l'ultima ragazza con la quale aveva rimorchiato..Kelsey,Samantha..Elizabeth? Chiunque fosse,aveva l'ennesimo appuntamento con Louis Tomlinson,il dio del sesso. 
Si incamminò verso l'istituto,per essere il primo giorno di scuola era molto eccitato all'idea di conoscere nuove ragazze,andare a feste da ricconi e tutto ciò che avesse a che fare con il divertimento. Ma c'era qualcosa che lo turbava,un disturbo psicologico:la bipolarità . Proprio per questo le sue relazioni amorose non duravano a lungo . Gli bastavano tre ore per sentirsi riposato,aveva particolarmente voglia di rapporti sessuali alle volte e ciò l'aveva spinto ad andare a letto con tutte le ragazze del college di Oxford quest'estate.
Era un'ottimo studente e bravo a manipolare le persone,stronzo,acido. Non stava bene moralmente,alle volte avrebbe voluto urlare al mondo intero che voleva morire, scomparire. Stava male. Era ricco,i genitori erano sempre via e quindi viveva da solo in quella maestosa villa . I  Tomlinson non ci sono mai stati per il loro figlio,d'altronde era anche l'unico che avevano,nonostante il desiderio del figlio di avere un fratello o una sorella,ma essendo ricchi e avendo il bisogno di girare il mondo, un bambino bastava e avanzava. Ha sofferto la solitudine da bambino,fino a quando non conobbe il ricciolino,fortunatamente,che divenne il suo migliore amico con il passare degli anni. Era stimato da molta gente per la sua stronzaggine e per il suo modo di fare,non si è mai fatto problemi a fare amicizia con le persone,era un tipo socievole.
Continuava a scambiarsi sms con la ragazza che gli interessava particolarmente,mentre era appogiato su una colonna della Major High School. Nulla di serio,che sia chiaro.
Intravide Harry appoggiato ad una colonna,non appena mise il telefono in tasca lo rincorse incontro per dargli un'abbraccio amichevole e dirigersi insieme a lui,poi,verso la segreteria per ritirare gli orari di quell'anno scolastico.

-" E quei due?"-
-"Dio,che fighi"-
-"Guarda il ricciolo,me lo farei. E quell'altro? Oddio che fondoschiena"-




 author's note.
 
prima di tutto,voliamo dire che questa storia è scritta a quattro mani .
siamo due ragazze,amiamo leggere e scrivere,questa storia l'abbiamo iniziata da un mese circa e siamo veramente prese da questa storia.
bhe,in questo capitolo si parla dei personaggi principali,ovvero,Stephanie,Ariel,Harry e Louis. abbiamo già i volti delle protagoniste,infatti il personaggio di Stephanie è interpretato da quello di Barbara Palvin e quello di Ariel è interpretato da Cara Delevingne,bhe poi questi sono Harry e Louis
questa storia parlerà di argomenti abbastanza forti,come tipo la droga,la bipolarità e la depressione. cercheremo di descrivere nel miglior modo possibile,è la nostra prima storia che parla di queste cose,cercheremo di farla al meglio. speriamo di ricevere alcune vostri recensioni con il vostro parere,accettiamo quelle critiche,dagli errori si impara no?un bacio splendori.


al prossimo capitolo .


ps- su efpfanfiction noi siamo @curlymakemesmile e @close___d


 

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Capitolo 2
*** Chapter two ***







                                              











Rachel Aria Anderson posò lo sguardo su James Stefan Morrison, e un motivo c'era.

Non che la ragazza fosse la più socievole e amichevole dell'istituto, ma se non altro sapeva come spassarsela con uno dei più quotati della Majore.
Un ragazzo di buona famiglia, bell'aspetto e probabilmente con qualità alquanto positive a letto. Rachel altrimenti non sarebbe stata la sua ex. 
Lui ricambiò disinteressato nei confronti della ragazza, la quale con una smorfia proseguì la sua sfilata verso l'entrata della scuola.
Non le importava se nessuna ragazza l'aveva salutata, era consapevole di non essere mancata a nessuno. L'ultima volta che aveva avuto una vera amica l'aveva talmente gonfiata di crack che questa era stata prossima alla morte.
Non fraintendiamoci, non era uno di quei pericoli pubblici ambulanti, ma era parecchio macabra e stramba, quasi misantropica. 
Sembrava avesse una calamita anti-uomo su di sè, e se James era durato qualche mese con lei evidentemente nascondeva all'umanità intera di essere uno gnomo, un mago, un demone o meglio ancora, un angelo. 
Chi sarebbe resistito al suo sguardo da cucciolo? Nemmeno Rachel.
La campanella suonò ripetitiva e trillante, Rachel avanzava nel corridoio del piano superiore diretta verso la classe del corso di sociologia.
Pian piano si riempì di gente lì attorno, e si sentì quasi soffocare, come se quegli occhi neri e azzurri, tondi e a mandorla fossero lì per fissare male solo lei.
E poi incontrò quelli di due ragazzi apparentemente idioti, i quali vagavano smarriti sghignazzando davanti a lei. Non li aveva mai visti prima di allora e le sembravano talmente stupidi e cretini da non poter essere degni di frequentare quella scuola altolocata. Uno dei due, le andò addosso, strattonandola.
- Razza di idiota, ci vedi o hai bisogno di un paio di occhiali?- chiese acida la Anderson.
- Scusa, hahahaha, no è che... vedi, il mio amico qui, è colpa sua! Ti giuro, hahahahahahahahaha! Seriamente, piacere Louis.-
Le porse la mano in segno di educazione, seguito a ruota dall'altro riccio.
Lei non fece altrettanto, anzi, ritrasse nella sua tasca del giubbino la mano.
Li guardò sdegnata, pronunciando un atono - Rachel Aria Anderson.-
Senza inutili convenevoli, se ne andò sistemandosi prima la folta chioma mora nel riflesso di una porta di vetro. 
-    Bhe, come inizio, niente male eh!- esultò eccitato Harry Edward Styles all’amico.
- Sì, in effetti, sì. Siamo solo dei nuovi arrivati londinesi e guarda qua, già abboccato.- ridacchiò divertito Louis William Tomlinson.
- Ti correggo: siamo dei nuovi arrivati londinesi attraenti e ricchi, e guarda qua, quella è solo una sgualdrina e ce la faremo prima del prossimo fine settimana.
La seconda campanella suonò e il corridoio in non molto tempo si desertificò, obbligando i due sprovveduti ad andarsene in classe.
Styles non era poi così felice dell’estate che era appena finita; si era annoiato a morte a dir poco e aveva passato le sue giornate drogandosi. Detto così rendeva male, quasi negativamente, per lui era meglio dire ‘farsi’. E così, dopo aver osservato con interesse i fondoschiena delle sue nuove compagne di classe, se ne uscì di tutta fretta, rifugiandosi guardingo nel bagno, che per sua sorpresa e gioia, era indistinto da quello delle ragazze, così tutti potevano accedervi.
Poco male, gli sarebbe stato utile.
Estrasse dalla sua tasca di jeans un sigaro allungato, apparentemente una comune sigaretta e per questo si assicurò che in quei pressi non ci fossero stati allarmi sensibili al fumo e occhi spregevoli di possibili spie. La sua era un’opera normalissima, così iniziò ad aspirare la sostanza, avvolto da un profumo inebriante, quasi da estasi, per poi raggiungere un livello di tranche.
- E così, pare che tu ti diverta sniffando, il tuo primo giorno di scuola, sbaglio?-
La voce tintinnante di Stephanie Rose Morgan risuonò lontana alle orecchie del ragazzo.
Harry si lasciò scivolare verso il pavimento, sedendosi con le gambe allargate tra loro e gli occhi persi.
Era pronto per bestemmiare contro quella tipa, ma fu abbastanza sveglio da osservare la caviglia di quest’ultima, che lo osservava in piedi. Era abbastanza magra e pareva che pure il resto del suo corpo lo fosse, e non per azzardarsi, ma era quasi una visione perfetta.
Se tutte quelle della Majore erano così, bhe, non sarebbe stato più un peso per Styles andare a scuola.

 Era l'ora dell'intervallo e Josh Kyle Moore stava sferrando l'ultimo pugno nello stomaco al povero Thomas ,che non si decideva a fargli copiare i compiti di trigonometria, e con quale coraggio? Nessuno si era mai azzardato di opporsi alle richieste del capitano di football ovvero il quarterback, che faceva perdere la testa a tutte le ragazze della Majore,persino le novelline quel giorno sbavavano dietro a tale bellezza. Che poi,come resistere a quelle iridi azzurro cielo e a quel sorriso mozzafiato? Per non parlare del fisico da palestrato che aveva ottenuto dopo duri anni di allenamento..
"Josh,così mi cadi in basso..Troppo facile picchiare Campbell,trovatene uno della tua altezza.." Maddie Woolridge Harrison si divertiva a provocare lo storico ex fidanzato con il quale aveva avuto una storia al quarto anno,che in pochi dimenticheranno.
"O hai paura di rovinare la tua reputazione da "teppista"?" Proseguì marcando quest'ultima parola che fece partire i risolini di tante persone che,curiosi,si erano avvicinati per ascoltare l'allegra conversazione dei due. Effettivamente fare queste scene nei corridoi di scuola non rimaneva impassibile alle persone che passavano di lì e se per puro caso passava qualche professore,non prometteva buone conseguenze e finire in presidenza il primo giorno di scuola di certo non comportava una buona condotta per quell'anno scolastico.
"Harrison,non hai proprio niente fare eh? Peccato,è proprio il primo giorno di scuola,i bagni non vanno più di moda per le scappatelle quest'anno? Cos'è, ci sono troppi germi per il tuo prezioso culetto?Strano le sgualdrine non si lamentano mai " Domandò sarcasticamente il ragazzo che lasciò andare la presa sul malcapitato,che alla prima occasione,riuscì a svignarsela. Intanto,c'era chi emetteva un "uuh" o chi rideva.
"E pensare che quando volevi farmi tua non hai avuto problemi a sbattermi contro il muro del cesso.." Lasciò la frase in sospeso Maddie,che dopo averlo spento per l'ennesima volta, girò i tacchi per andare in classe.
 Il suono della campanella non tardò ad arrivare e i corridoi cominciarono a svuotarsi,tutti ormai erano nelle rispettive aule a far lezione. A dire il vero,non tutti.
Louis Tomlinson,quella mattina riuscì ad ottenere il numero di cellulare di una cheerlader dopo averla accontentata nello sgabuzzino dei bidelli,assicurandosi che nessuno si accorgesse dei gridolini che la Hills lasciava scappare dalle sue labbra tutta eccitata. 
Il ragazzo glielo avrebbe riferito sicuramente a Harry della sua scappatella mattutina,se lo sarebbe segnato. Fare sesso il primo giorno di scuola con persone sconosciute? Da non dimenticare. Dopotutto era un ragazzo dotato e di esperienza ne aveva. Lasciò uscire la ragazza per prima,facendo si che nessuno si insospettisse e una volta assicurato di potersene andare ,uscì pure lui da quel camerino allacciandosi la cintura nel frattempo. 
Non accorgendosene,andò a sbattere contro qualcuno.
"Guarda dove cammini" Sbottò Ariel Candice Grant,la malcapitata che aveva avuto uno scontro fisico con il ragazzo pochi attimi fa,che senza aspettarsi una risposta se ne andò  alla ricerca della sua classe per non ritardare alla lezione di letteratura inglese.
"Harry ha ragione" Pensò Louis,quella scuola era piena di ragazze stupende,anche se l'ultima che aveva visto l'aveva fatto infastidire da tale stronzaggine.






author's note.


eccoci qua, un po' in ritardo ma abbiamo pubblicato finalmente.
prima di tutto vorremmo ringraziarvi per le tantissime recensioni, non ce lo aspettavamo in effetti.
erano tutte positive e ciò vuole dire tanto per noi, veramente. scusate se i capitoli sono lunghi, cercheremo di accorciarli.
parlando di questo capitolo. ci sono altri quattro personaggi nuovi che noi vorremmo introdurvi.


rachel aria anderson.





james stefan morrison





maddie woolridge harrison


l



josh kyle moore








bene, non abbiamo altro da aggiungere. speriamo che questo capitolo vi piaccia.
un bacio.


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Capitolo 3
*** Chapter three ***


                                                               



Rachel Anderson aveva sentito parlare dell’imminente festa di inizio anno dell’Istituto.
L’anno precedente si era presentata con il suo James, malgrado gli occhi maligni della gente. Quest’anno, era l’ultimo e non sarebbe potuta mancare.
Non aveva più amici, se non inutili conoscenti, non aveva un uomo per sé, non aveva appoggi morali, sociali, se non le sue Marlboro alla menta piperita pungenti.
La sua teoria di vita ricorreva spesso al ‘devi ottenere tutto ciò che desideri e poi perderlo per capire la libertà’ e in un certo senso lo stava sperimentando.
Aveva avuto la sua compagnia di amicizie, o se così si poteva denominare, il suo amore liceale e la sua popolarità;
ma ora, sola, si aggirava per i corridoi della Majore nella fervida speranza di finire al più presto quell’anno scolastico appena cominciato e ripeteva dentro sé stessa che tutto sarebbe finito, che se fosse stata al primo anno se ne sarebbe andata giusto in tempo per non restare così intrappolata tra gente falsa, nemica, superficiale, innamorata di Iphone e apparenze. Preferiva dunque vagare per la scuola da sola, piuttosto che mal accompagnata.
Probabilmente il suo tenore di vita non era più quello di un tempo, quando era rappresentante di classe, si occupava del suo gruppo di amici, usciva, si divertiva, viveva. Non era quello il suo stile ideale di vita, così falso e in concreto. Aveva bisogno di certezze più salde, era sempre stata una bambina strana, alla ricerca di sé stessa. Forse quel momento di solitudine interiore le sarebbe servito per ristabilire il suo equilibrio morale. I ragazzi vedevano in lei solo una da una botta e via, inconsapevoli che lei cercava solo affetto e protezione negli uomini, non sesso.

- James, con chi andrai alla festa di inizio anno?- chiese intimidita Rachel.
- Oh, beh, Stephanie sembra un buon partito, ma chi lo sa. Potresti essere tu.- il suo ex fidanzato le sorrise sinceramente, aprendo il suo armadietto color cobalto.
- Già, sono sempre stata la seconda scelta di ognuno, pure la tua. E continuo ad esserlo. Apposto così, ci si vede James Stefan.-
Rachel raccolse i suoi libri di antologia per l’ora successiva e si incamminò verso la classe.
- Steph, così, con chi andrai al ballo? – chiese incuriosita Ariel.
- Mio dio, che ne so! L’importante è che il mio vestito sia pronto al più presto, e che tutto vada per il meglio, soprattutto il mio discorso a fine serata!- rispose eccitata all’idea Stephanie.

Erano le otto e mezza e Stephanie ancora non era pronta e decidere quale vestito mettersi quella sera,si stava presentando come dilemma.

" Stephanie Rose Morgan,dove cazzo sei finita?" Steph sospirò spazientita alzando gli occhi al cielo . " Prima cosa,Ariel,respira e vedi di parlare in modo ordinario almeno con me. Sono solo le otto e mezza e io ho ancora l'accappatoio" La rimproverò la mora con un pizzico di preoccupazione,non sapeva se indossare l'abito stretto a fascia che le aveva regalato la zia Maryanne dalla Francia o il tubino nero che le metteva in mostra il suo fisico longilineo.
"Ascolta me,vai nel tuo guardaroba e apri il primo cassetto,tra la tua biancheria, ricordi che c'è quel reggiseno con il pizzo nero? Bene,prenditelo e mettilo,hai le sue mutandine nel secondo cassetto verso il fondo a destra. " Stephanie quasi si strozzò con la sua stessa saliva. E quegli indumenti intimi da dove erano saltati fuori? Non lo sapeva nemmeno lei. "Hm" Mugugnò la mora,facendo continuare la sua amica. " Bene,apri l'armadio e appeso in fondo a sinistra c'è un vestito nero con corpetto a cuore,quello lo hai indossato solamente una volta,alla festa dei Parker,mettiti quello.Trucco semplice, sei stupenda così,lasciati i capelli sciolti,vengo per le nove" E dopo questo Ariel le chiuse la chiamata senza aspettarsi nemmeno una risposta.

Stephanie si ritrovava a parlare con la sua migliore amica Ariel,la quale aveva un drink in mano,probabilmente era un Black Russian,forse per il forte odore di Vodka e Kalua messi insieme. Con un solo sorso trangugiò velocemente quel cocktail,che sicuramente non era il primo di quella serata.
"Finirai per vomitarti l'anima nel water di casa mia,lo sai?" Sorrise divertita Stephanie notando la sua amica un po' sballata. " Almeno io mi godo la vita,a differenza tua.." Borbottò Ariel,lasciando in sospeso la frase.
"Cosa vuoi dire?" Stephanie le tirò un buffetto in testa,susseguito da un "ahia" da parte della bionda.
"Nulla,ora vado a prendermi da bere" Ariel se ne andò ,lasciando la migliore amica da sola.
Stephanie si guardò intorno,a sua sorpresa le persone presenti quella sera si stavano divertendo,persino i stra-fatti scherzavano fragorosamente con i propri amici,eppure la bella e desiderata Stephanie Rose Morgan se ne stava lì,seduta aspettando chissà chi,magari un principe azzurro,che l'avrebbe portata via da lì. Sospirò,annusando quel miscuglio di liquori che odoravano di qualcosa di forte,si fece forza e ne trangugiò l'intero bicchiere,lasciando cadere qualche gocciolina sul vestito noncurante.
Girandosi attorno,scorse una chioma riccia appartenente ad un ragazzo dagli occhi smeraldo,che la stava scrutando da un bel po' di tempo,poteva dedurre. Incrociò le sue iridi e rimase ferma a guardarlo,poteva continuare così per giorni,settimane,anni,decenni e secoli,chiunque fosse lei era sicura che non avrebbe mai smesso di contemplare quegli occhi color verde scuro.


author's note.

ciao bellezze, siamo felicissime di aver avuto così tante recensioni,
che davvero non ci aspettavamo.
come avrete potuto notare, questo è un capitolo di passaggio, che collega il numero 2 al 4,
visto che nel prossimo succederanno moltissime cose e la storia avrà FINALMENTE una svolta.
spero vivamente che non vi abbia deluse, in ogni caso apprezziamo più di ogni altra cosa quando ci dite che
questa storia è diversa, non banale o prevedibile.

non ho altro da aggiungere, grazie ancora.

su efp ricordo ancora che siamo @curlymakemesmile e @close___d

 

 

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Capitolo 4
*** Chapter four ***


                                                                                         



- E così, questa doveva essere un'innocente sigaretta di una bionda altrettanto ingenua?- chiese stupito Tomnlinson.

- Avresti dovuto capire dall'inizio che era ben altro.- rispose acida Ariel Candice Grant.
- Ora che lo so, lo terrò a mente.- sbuffò l’altro, aspirando profondamente dallo spinello che poco prima gli aveva dato la biondina.
Stavano seduti su un marciapiede sul retro della scuola, rivolti verso una distesa di campi e l'inizio della zona periferica e industriale della città.
Non saprei stabilire chi fra i due era più bevuto o drogato, ma sono altrettanto certa che erano sul punto di addormentarsi lì, l'uno accanto all'altra.
- Ci conosciamo da poco e siamo già qui, distrutti, come due vecchi che si conoscono da una vita e riflettono sui loro problemi. - esclamò Louis, sorridendo poi ebete.
Era il momento in cui la droga provocava eccitazione e felicità, così entrambi si ritrovarono a ridere per battute squallide e discorsi sconci.
- Dai oh, Louis, và a prendere dalla zia un'altra pò di maria! Per Dio, ti ho detto di muoverti, e vacci, su!- lo incitò ridendo Ariel e vedendo che lui non si schiodava da lì, lo spinse leggermente.
Il volto del ragazzo si scurì improvvisamente e divenne cupo e scuro in volto.
(E questo invece, era il momento in cui la droga provocava depressione e pianti.)
- Ti diverti a prendermi per il culo? Lo sai vero che era la persona più importante della mia vita? Dio santissimo, era il mio compleanno e stava venendo a casa mia!- urlò in mezzo alla strada Louis. Ariel si alzò, spegnendo con un piede l'ultima canna, e tirando l'inglese verso la sua direzione, per spostarlo dal ciglio; sebbene non passassero molte macchine in quei paraggi, il rischio c'era sempre.
- Dai, ma che cazzo fai? Tieniti quel briciolo di lucidità che hai e smettila, và dalla zia!- con un tono misto all'arrabbiato e al divertito, vicina alla coscienza e all'incoscienza, Ariel schernì ancora Tomnlinson.
- Sai cosa sei? Sei solo una brutta puttana, e sai perchè? Ha-ha, te lo dico io! Mia zia è morta in un incidente e stava venendo a casa mia a portarmi il regalo che da tanto aspettavo. Ho i sensi di colpa dai tempi delle medie e tu non fai altro che ritornare su quell'argomento. Taci e non dire una parola in più, sciagurata. Faresti bene ad andartene da qui! - barcollò su sè stesso, massaggiandosi le tempie e appoggiando la schiena addosso al muro del liceo.
- Puttana ci sarà tua mamma, razza di demente! Non hai nemmeno i soldi per comprarti una canna, ma fammi il favore. Vai tu da un'altra parte, frequento questa scuola da anni, tu sei appena arrivato e sei l'ultima ruota del carro, tra i due saresti tu quello a doversene andare! Non credi?- Ariel gli si avvicinò.
- Non mi rispondi, eh?- continuò imperterrita, prendendogli il mento tra le dita gelate.
- Ma vaffanculo, sottospecie di rifiuto umano della società!- sbraitò a squarciagola il ragazzo, lanciandole uno schiaffo potente sulla guancia destra.
- E brava, vai in mezzo alla strada, che è quello che sai fare meglio! E se davvero non ho i soldi, eccoli, ti servono? Ah no, scusa li guadagni già sulle tangenziali Boston-New York! - e dicendo questo, se ne andò stracciando un pezzo da 500 dollari che lento cadde a terra, portato via dal vento.
Il ragazzo salì sul tetto dell'edificio, correndo su per la rampa delle scale d'emergenza.
La marijuana e l'ashish stavano facendo effetto e tutto attorno pareva cupo, triste e abbagliato, quasi sfocato. Era così in alto, e il marciapiede era così basso, sarebbe sicuramente morto. Magari addosso ad Ariel, che li sottò piangeva con la testa fra le mani, arruffandosi caoticamente la lunga e folta chioma.
Alzò lo sguardo verso l'alto, per osservare il cielo stellato, ripromettendosi di non aver mai più fatto uso di altre droghe, se questo era il risultato.
Quando vide Louis William Tomlinson, sporto verso il vuoto, con gli occhi vuoti e pieni di lacrime.
- Louis, non farlo, idiota!- urlò Ariel con tutta la sua voce.
Il cuore le batteva all'impazzata, forse troppo.  Cosa doveva fare? Non lo sapeva. Era preoccupata? Parecchio.  Si alzò e corse speditamente, noncurante del dolore che man mano si stava procurando alle gambe, verso una meta che in quel caso poteva solamente essere chiamata "salvezza ". Magari era troppo tardi. Ci vuole un secondo fare un passo e farla finita, e Ariel in quel momento si stava sentendo praticamente inutile, una sciagurata o peggio ancora..un rifiuto umano.

***
 
Era ormai passata una buona mezz'ora da quando Stephanie aveva "perso i contatti " con la bionda. Che le fosse successo qualcosa? Nah. Se la cavava sempre, in qualsiasi circostanza. Tra la folla notò il ragazzo riccioluto che aveva scoperto mentre faceva uso di droghe nei bagni della scuola. "Ignobile degenerato" pensò la mora, mentre le immagini di quella scena si presentavano nella sua mente. Aveva ricavato informazioni sue visto che condivideva insieme a lui il corso di letteratura e trigonomia, aveva scoperto che veniva da Londra e i suoi genitori si erano trasferiti a Boston, insieme alla famiglia del suo amico, per motivi di lavoro, si diceva che i Styles e i Tomlinson lavoravano insieme e grazie a quello i figli allacciarono un grande rapporto. Aveva sentito in giro che aveva un passato duro e scandaloso. Lo voleva scoprire, ma perchè? Questo ragazzo aveva qualcosa di affascinante che la colpiva, voleva leggerlo dentro come se fosse un libro aperto,ma il londinese aveva un'apparenza così tenebrosa e misteriosa davanti ai suoi occhi che alle volte aveva paura di rivolgergli la parola. Ciononostante non significava che lei lo avrebbe ignorato per il resto della sua vita.
Passò una buona mezz'ora a studiarlo, a scrutare i suoi movimenti, a osservare le espressioni che emetteva, a come lo spazio tra le sue sopracciglia si riempiva di alcune rughe quando corrucciava lo sguardo, a quando arricciava il naso quando era disgustato, a come si innumidiva le labbra quando qualcosa di interessante attirava la sua attenzione. Se non eistesse dovrebbero crearlo,ma nemmeno il pittore o lo scultore più grande sarebbe stato capace a raffigurarlo quanto bastasse per rappresentare la sua bellezza.
 "Più bello di Apollo, di qualsiasi dio greco" Pensò Steph. Era più di una manciata di minuti che stavano passando a guardarsi, sorridersi , lanciarsi occhiatine, a scrutare l'un altro. Sembrava un gioco, chi sarebbe riuscito a cedere allo sguardo dell'altro. Le iridi verde smeraldo o quelle azzurro cielo?
"Non ci credo,Stephanie Morgan tutta sola. Ho la febbre?" Rise James Stefan Morrison alle spalle della mora.
Quest'ultima sussultò dallo spavento, ma appena capì chi era il ragazzo, sorrise. James è sempre stato un'amico di famiglia, i Morrison hanno passato la maggior parte delle volte l'estate insieme ai Morgan per un bel po' di anni.
"Non ci credo,James Morrison tutto solo. Ho la febbre?" Lo canzonò Stephanie con un sorriso amichevole.
"Tutto solo non direi, credo di aver perso la mia ragazza.." Sorrise guardandosi spaesato, cercando tra la folla.
"Quale delle mille?" Lo incalzò la mora. Il ragazzo, noncurante della domanda che gli era stata fatta, le si avvicinò insicuro, lì dove le sue labbra potessero toccare l'orecchio.
"So che non ti piacerà questa cosa, ma  di certo so che non me ne pentirò" Sussurrò, senza lasciare Stephanie porsi di che cosa stesse parlando, visto considerato che si era tuffato tra le sue labbra in modo così veloce e spensierato. Lo desiderava da così tanto tempo.
La ragazza rimase spiazzata e sgranò gli occhi, non aveva mai pensato James in quel modo; era sempre stato un grande amico, credeva che i limiti arrivassero fino a lì. In diciasette anni di vita non aveva mai dato il suo primo bacio, e non per cattiveria, ma avrebbe voluto non darglielo a lui.  Il ragazzo si allontanò, lasciando intendere quel bacio a stampo innocente e casto.
"Perdonami, ma era da tempo che lo desideravo.." Ammise dispiaciuto, abbassando lo sguardo verso il basso. "Non ti preoccupare" Lo rassicurò Stephanie.
Sorrisero entrambi, tutto sembrava tornare normale e tranquillo, se non fosse stato per un ragazzo che alla sprovvista aveva sferrato un pugno allo zigomo di James intento a tirarne un' altro. 
Harry Edward Styles.

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