The sunset in your eyes

di Sakura94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dimentica il passato ***
Capitolo 2: *** Ricominciare ***
Capitolo 3: *** Sensazioni ***
Capitolo 4: *** Speranze ***
Capitolo 5: *** Un bacio ***
Capitolo 6: *** L' arrivo ***
Capitolo 7: *** Imbarazzo ***
Capitolo 8: *** I ricordi di Sakura ***



Capitolo 1
*** Dimentica il passato ***


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The sunset in your eyes





1. Dimentica il passato


In lontananza scorgevo Tomoeda avvolta dalla nebbia. Mi bruciavano gli occhi per le troppe lacrime represse. Strinsi le mani, a formare un pugno, per riprovare quella carezza che Lei mi aveva fatto. La sua mano affusolata aveva sfiorato la mia, lasciando un orma indelebile sulla mia pelle e nei miei ricordi.
Come avrei voluto rimanere in quella città, ma gli ordini di mia madre non si discutono. Finalmente una lacrima spuntò, scorrendo veloce sul profilo della mia guancia e raggiungendo l' angolo destro della mia bocca. Assaporai il suo gusto salmastro sulle labbra.
Chiusi gli occhi, sognando l' immagine stupenda che avevo di Lei. Credo che arrossii.
Mi abbandonai alla stanchezza, che mi trascinò in un lungo e profondo sonno.
Quando mi risvegliai stavamo sorvolando un grazioso paese vicino a Hon Kong. Osservai le piccole case di legno costruite vicino al fiume; ogni edificio aveva una lanterna rossa all' entrata.
Oltre il paese si estendeva un' enorme pianura, incorniciata da piccoli altopiani. Il cielo stava diventando scuro e si stava popolando di mille stelle. Desiderai essere lì sotto con Sakura. Lei avrebbe apprezzato quel meraviglioso quadro naturale. Aprii il mio zainetto e guardai all' interno: merendine, acqua, libri...Niente che potesse alleviare la mia nostalgia.
Finalmente, in lontanaza, scorgemmo l' imponente aeroporto di Hon Kong, illuminato da centinaia di lampadari. Mi spuntò un lieve sorriso sulle labbra: dopotutto ero a casa.
L' aereo frenò bruscamente, continuando a muoversi per qualche metro. Poi si arrestò, facendo sobbalzare tutti quelli che erano in piedi. Dopodichè si aprirono le porte, con un rumore freddo e metallico. Tutti i passeggeri, compresi io e il mio magiordomo, si alzarono, ostruendo le uscite.
Le scale erano una ventina, ma gia da quell' altezza scorsi Mey-Ling che si dimenava tra la folla. Le feci un cenno col braccio, poi corsi giu per la scalinata raggiungendo mia cugina.
- Oh Lee! Non sai quanto mi sei mancato!
Mi abbracciò forte, in una stretta quasi mortale, che mi avvolse tutto.
- Ehm...Ciao...
- Ehi, Lee...cos'hai? Ti vedo giu!
- Bhe, è difficile a dirsi. Anzi, è meglio se te lo racconto a casa.
Mey-Ling rimase stupita da quello che le avevo detto, ma non avevo voglia di parlare. Le parole si erano serrate in gola, e se avessi parlato avrebbe notato che la mia voce era rotta dal pianto. Si, avevo una terribile voglia di piangere, ma non lo feci, frenato dall' orgoglio che serbavo.
Mia cugina mi raggiunse, facendosi largo tra la folla. Giungemmo al taxi, dove James ci stava aspettando. Salimmo, e notai che Mey mi osservava con insistenza, forse cercava di leggere nei miei occhi quello che provavo. E forse ci era riuscita.
Durante tutto il viaggio stettimo in silenzio, anche se si respirava benissimo un' aria appesantita dalla preoccupazione.
Dopo una mezz' oretta buona, il taxi si arrestò. James pagò il conto e scendemmo sul marciapiede. L' auto ripartì seguita da una scia di fumo.
Davanti a noi si ergeva la nostra casa, imponente e colossale in perfetto stile cinese. Mey-Ling percorse veloce le scale e sgattaiolò fugace dentro l' edificio. Io la seguii arrancando. Porsi le valigie a James e salii mogio la scalinata.
Finalmente arrivai davanti al portone di legno scuro. Esitai, poi spinsi e si aprii ai miei occhi uno spettacolo che non vedevo da tempo: la mia casa. I mobili erano lucidi e antichi come sempre, il pavimento cerato e scivoloso e le centinaia di quadri appesi erano al loro posto.
Entrai, lasciando la porta aperta per il magiordomo che sopraggiunse dopo qualche minuto.
Una donna dai lineamenti delicati, il viso pallido e un trucco pesante, mi si appostò davanti.
- Ciao tesoro.
Disse, abbracciandomi. Stavolta sentii un morbido calore avvolgere il mio corpo e un profumo delicato si insinuò nelle mie narici.
Ero a casa.

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Capitolo 2
*** Ricominciare ***



2. Ricominciare


Quella sera la mamma aveva fatto preparare una cena squisita; tutta la tavola era imbandita di centinaia di prelibatezze su cui, in altre circostanze, mi sarei avventato. Ma non toccai nulla. Il mio stomaco si rifiutava di ingerire cibo, e sotto gli occhi delusi di mia madre, mi allontanai. Andai in camera mia, e mi gettai esausto sul letto.
Guardai il soffitto bianco, con qualche crepa qua e là: vedevo Sakura dappertutto. Arrossi, e come se lei potesse vedermi, gettai lo sguardo su altro.
Mi sentivo stanco, triste e con una gran voglia di essere a Tomoeda. Ma perchè ero dovuto partire? Perchè non avevo convinto mia madre a lasciarmi lì? Ero stato un codardo. Il mio stomaco cominciò a contorcersi per il rimorso, così mi piegai su me stesso, cercando di contenere il dolore. Ma non ci riuscii.
Dopo qualche interminabile ora di solitudine, sentii bussare alla porta. Andai ad aprire, con lo stomaco ancora dolente. Era Mey-Ling.
- Lee! Si può sapere perchè ti sei comportato in quel modo? La zia ci è rimasta malissimo.
- Cosa vuoi che me ne importi di mia madre in questo momento?!
- Dai, Lee...ora non dire così. So che non lo pensi. Dai, sfogati con me, ti farà bene.
Ci sedemmo entrambi sul mio letto, ancora fatto da chissà quanto tempo.
- E' per Sakura che ti comporti così?
- Bhe...si.
- Oh Lee! Lo vuoi capire che tanto non vi rivedrete mai più?
- Ehi, grazie per la consolazione!
- Bhe, è la verità. Le carte di Clow sono state tutte recuperate. Non c' è altro motivo perchè tu torni a Tomoeda.
- Lo so. Eppure dentro di me provo ancora la sensazione che ci sia la presenza di Clow da qualche parte.
- E' solo l' abitudine. Su ora dormi. E' tardi, hai fatto un lungo viaggio, sarai esausto.
- Infatti. Ora ti saluto.
Mey-Ling si allontanò e uscì dalla porta, stando attenda a non sbatterla.
Mi spogliai e mi infilai il pigiama. Mi distesi sul letto, tornando a guardare il soffitto. Decisi di concentrarmi su quella strana sensazione che provavo. Ero più che sicuro che non si trattasse di immaginazione.
Con quel pressante pensiero, mi assopii dopo qualche minuto.

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La mattina dopo mi svegliai ancora un pò intontito. Mi alzai e guardai fuori dalla finestra. Un meraviglioso sole splendeva nel cielo azzurro senza nuvole che regala l' inverno. Non c'era ancora traccia della neve, ma sapevo che presto sarebbe giunta a raffreddare ancor di più i miei pensieri.
In quel momento sopraggiunse un martellante dubbio nella mia gia affollatissima mente: sarei tornato nella mia vecchia scuola, quella in cui ero stato prima di Tomoeda?
Mi vestii in fretta e furia, angosciato e stranamente furioso.
Scesi velocemente le scale e raggiunsi Mey in salotto.
- Mey, vieni qui, devo parlarti.
La ragazzina mi venne subito incontro.
- Buongiorno Lee. Oggi sei più tranquillo?
- No anzi. Il pensiero della nuova carta di Clow mi ha tormentato tutta la notte.
- Mi dispiace...
- E c' è dell' altro. Percaso mia madre ti ha detto se tornerò alla vecchia scuola?
- Bhe, si. E' ovvio che tornerai lì.
Il mio cuore sussultò. Il malditesta tornò a farsi sentire, mentre il mio volto bruciava di rabbia. Eppure aveva ragione mia cugina: era ovvio che sarei tornato alla vecchia scuola.




Grazie a tutti x i commenti tempestivi e positivi! Non vi elenco tutti xk x scaramanzia spero k aumentiate ancora!
Cmq...dato k quelli k leggono sn amanti di Sakura, volevo dirvi di vedere questi video fatti da me sull' omonima ragazza:

http://it.youtube.com/watch?v=D6TOt_bx_jQ
( qst è la sigla di sakura ftt da me )

http://it.youtube.com/watch?v=Z9PlYYsTLP8
(qst è un omaggio alla coppia Lee-Sakura )

http://it.youtube.com/watch?v=938Y6ssIv-8
( qst è un ovazione alla mitica Sakura )


ndvoi: ma ki te lo fa pensare k li guarderemo?!
ndme: bhe io almeno c ho provato...;-)




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Capitolo 3
*** Sensazioni ***



3. Sensazioni


E così, passato il weekend, fui costretto a tornare a scuola.
Mey-Ling saltellava allegra verso l' entrata, e io la seguivo mogio. Non avevo nessuna voglia di studiare; o meglio, non avevo voglia di fare niente.
Giungemmo nel cortile davanti all' edificio. Com' era strano, ora mi appariva diverso e confuso.
Mey si allontanò da me per raggiungere il suo gruppo di amiche e io rimasi solo, con la cartella che ciondolava da una spalla e una terribile voglia di trovarmi in un altro posto.
In quel momento vidi una graziosa ragazzina venirmi incontro: aveva qualcosa di familiare, ma non riuscivo a ricordarla. - Lee!
Gridò lei, con una voce sottile e delicata, mentre correva verso di me. Mi si gettò tra le braccia, e i suoi capelli color oro, mi finirono in faccia. Alzò il viso dalla mia spalla e mi guardò. Le scrutai bene il volto, poi la riconobbi: era Mizuko. Era bella come gli altri anni, ma ora aveva un espressione più matura e i lineamenti da donna. Anche il corpo cominciava a essere scolpito, con morbide curve e un seno appena accennato.
- Mi- Mizuko!
Mi strinse a se più forte di prima. Sembrava felice di vedermi. Mi guardò di nuovo, stavolta sfoggiando un meraviglioso sorriso a 32 denti.
- Oh Lee! Finalmente sei tornato! Non sai quanto mi sei mancato...
In quel momento sentii un lieve calore sulla guancia e girai lo sguardo: mi stava baciando. Credo che arrossii.
- Devi raccontarmi tutto, ma proprio tutto, intesi?
Le guardai gli occhi color del cielo, in cui si rispecchiavano i miei. Desiderai ardentemente che fosse lo splendido sguardo di Sakura...
- Ehi Lee!
Una voce maschile mi fece tornare in me.
- Ehm...
Mi voltai: era Jun, il mio migliore amico. Ci abbracciammo forte. Lui si che mi era mancato. Lo osservai: anche lui era cambiato. I capelli neri e ricci erano modellati da quintali di gel, e le lentiggini erano scomparse. Mi sentii diverso: io non ero cambiato per nulla...
- E insomma, Lee?! Cosa ci racconti?
In quel momento suonò la campanella. Entrammo nella scuola, e mi parve di non averla mai lasciata. Tutto era tornato come prima; la solita vita di ragazzo normale mi stava gia stancando. Eppure ero felice di esservi tornato.
Varcai insicuro la porta della III F. Notai come somigliasse poco alla scuola di Tomoeda. Il mio sguardo cadde subito sul banco vicino alla finestra, esattamente l' ultimo. Mi ci fiondai, attraversato da una strana euforia. Mi sedetti lì, come se sapessi che da un momento all' altro Sakura si sarebbe seduta davanti a me. Attesi, ma poi mi resi conto che era solo uno stupido sogno. Difronte a me si sedette Mizuko, che mi osservò stupita.
- Ehi Lee...non vuoi sederti al banco dell' anno scorso?
- No, va bene questo.
- Ti dispiace se mi metto qui?!
Ero tentato di rispondere "questo posto è occupato", ma mi frenai e risposi semplicemente:
- Si, fai pure.
Tutti i miei compagni si accerchiarono attorno al mio banco, chiedendomi di tutto.
- Ehi Lee, cosa hai fatto senza di noi?
- Com' era la tua scuola?
- C' erano belle ragazze?
- ...e ragazzi?
- E la tua casa?
La mia mente si distrasse dai mille dubbi che l' affollavano per concentrarsi su questa miriade di domande che venivano proferite ad una velocità che non mi permetteva di decodificarne il significato.
Finalmente entrò il professore, con un espressione austera disegnata in volto. Mi voltai verso Jun, che siedeva al banco accanto a me, come per dimostrare una sorta di alleanza. Gli sorrisi.
La giornata passò noiosa e incorniciata da una pioggerellina punzecchiante e fstidiosa che non smise neanche un secondo.
Suonarono le due e mezza sull' orologio, seguite dal trillo acutissimo della campanella. Si fiondarono tutti verso le uscite, mentre io, tranquillo, preparavo la cartella. Anche il professore se n' era andato. Ero rimasto solo.
Scesi le scale lentamente e arrivai nell' androne della scuola, gia vuoto. Per terra notai carte di caramelle e merendine mezze mangiucchiate. Le porte erano chiuse, ma sarebbe bastata una spinta per aprirle. In quel momento tutte le luci si spensero improvvisamente, e si udii una porta sbattere. Come avrei voluto non essere solo! Sentii dei passi, e spaventato, mi fiondai verso le porte, ma esse non si aprirono. Inghiottii un pesante cumulo di saliva che si era bloccato in gola, serrato dalla paura. Non sapevo che fare, non avevo neanche la Spada con me. Mi appoggiai tremante al muro, cercando di far emergere quel lato spaccone e coraggioso della mia personalità che spuntava sempre fuori quando ero con Sakura...oh, perchè lei non era qui con me? Perchè? Perchè? Chiusi gli occhi, abbandonandomi allo sconforto.

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Capitolo 4
*** Speranze ***


4. Speranze


Rimasi in balia di quel terrore, che mi pervase, giocando con le mie emozioni disfatte. Non riuscivo a pensare ad altro, anche se quella sensazione aveva qualcosa di familiare eppure...Spalancai gli occhi. Una luce accecante mi offuscò la vista, poi pian piano, si andò dissolvendo, rivelando ai miei occhi una creatura meravigliosa. Alzai una mano, cercando di sfiorarla, ma essa sorrise e si ridusse ad una semplice lacrima che ricadde fredda e delicata sulla mia mano.Strinsi le dita...sentii uno strano calore, e quando tornai in me mi trovavo in camera mia, nel mio letto, con mia madre che sedeva accanto alla finestra in attesa che io mi risvegliassi. Quando si accorse di me, mi si avvicinò. Mi carezzò il volto, stranamente freddo.
- Tesoro...ma cosa ti è successo?
- Non lo so mamma...
- Erano gia le 4 e non eri tornato a casa...così sono venuta a cercarti a scuola e...e ti ho visto per terra, mezzo svenuto e pallidissimo...ho temuto il peggio!
- No...mamma, stai tranquilla...
Sapevo che stavo mentendo. Perfino io ero ancora angosciato.
In quel medesimo istante balenò nella mia mente un pensiero a cui avevo dato poca importanza nei giorni precedenti: una nuova, potente, carta di Clow. Mi alzai di scatto, fiondandomi verso il telefono. Feci segno a mia madre di uscire.
Respirai profondamente, chiusi gli occhi e composi il numero a memoria.
" Casa Kinomoto, chi parla?"
" Ehm...sono Lee...ciao Sakura..."
" Lee! Ciao..."
Sentii nella sua voce una vena di imbarazzo.
" Senti, non pensare che sia una chiamata...bhè...di piacere..."
" Oddio...cosa è successo? Va tutto bene?! "
" Diciamo si e no. "
" Spiegati! "
La sua voce ora era ferma e preoccupata.
" Bhe...credo di aver trovato una nuova carta di Clow. Deve essere molto potente..."
" Oh cavolo...tu stai bene ?! "
" Si, ora è passato."
Fui felice che lei mi avesse porto quella domanda.
" E come possiamo fare?! Tu...tu...sei troppo lontano da qui!"
" Lo so! Però...però...potresti venire qui durante le vacanze di Natale...inizieranno tra una settimana! "
" Lì a Hon Kong ? Ma è lontanissimo ! Non credo che..."
" Sakura, non pensare a me e a quello che è successo. Pensa solo al pericolo che corriamo con questa carta sconosciuta in giro ! "
" Hai...hai ragione. Ma dovrei chiedere il permesso a mio padre. "
" Certo. Fai con comodo. Chiamami appena puoi così mi fai sapere "
" Certo !"
" Ti voglio bene"
Quelle parole fuoriuscirono dalla mia bocca come niente.
" Ehm...anch...anche...anch' io ! "
Immaginai che le sue guance si stessero tingendo di rosso. Sorrisi.
" Bhe...allora ciao..."
" Ciao! "
Attaccai. Mi sentii enormemente soddisfatto della proprosta che le avevo fatto. 1 avremmo potuto spiegarci meglio e 2 saremmo tornati a combattere insieme. Ero felicissimo.
Mi distesi sul letto, cercando di immaginare quello che avremmo potuto dirci. Il mio cuore cominciò a battere, e lentamente mi addormentai.

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Capitolo 5
*** Un bacio ***


4 5. Un bacio


Il giorno dopo ebbi una certa paura a tornare a scuola, e dopo la campanella di uscita mi affrettai a raggiungere i miei amici. Quando tornai a casa, mi appostai davanti al telefono in attesa che esso squillasse. Ma niente.
Verso le cinque sentii battere sulla finestra, così mi affacciai. Scorsi Mizuko che afferrava qualche sasso per lanciarlo, ma la fermai.
- Ehi! Ma non lo sai che esistono le porte?
Le urlai mentre aprivo la finestra. Lei mostrò uno dei sorrisi più belli che sapeva fare, nel frattempo io la raggiunsi in giardino. Le corsi incontro, mentre lei si era tuffata in quel mare d' erba fresca e bagnata di rugiada. Mi gettai accanto a lei e cominciammo a parlare.
- E insomma Lee...non mi hai più raccontato niente da quando sei tornato. Cosa mi dici? Com' è andata questa vacanza-studio?
- Bhe abbastanza bene.
Lei non sapeva niente delle mie origini dalla famiglia di Clow Leed...era all' oscuro perfino delle carte...e di Sakura. Ma sapevo di potermi fidare di lei, così decisi di confidarle i miei sentimenti per Sakura; dopotutto avrebbe potuto darmi qualche consiglio su come muovermi.
- Bhe...ho conosciuto una ragazza...
Il suo viso si incupì, e l' espressione gioiosa di pochi minuti prima svanì tra la sua chioma bionda.
- E allora?
- Bhe...mi sono innamorato di lei...
- COSA?! Ma io...io pensavo che tu...che io...
- Cosa?
- Bhe pensavo che presto saremmo diventati...bhe...una coppia fissa...
Sentii le guance che andavano a fuoco e gli occhi che bruciavano. Non sapevo cosa dirle, dopotutto negli anni passati ero sempre stato un suo spasimante, ma era solo una semplice cotta...con Sakura era ben diverso.
Rimasi zitto, distogliendo lo sguardo dal suo. Mi vergognavo di quello che avevo detto.
- Ehm...Mizuko...io...io...
- Senti, la tua "nuova ragazza" ha mai fatto questo?!
In quel momento le sue labbra si poggiarono sulle mie. Un delicato calore si sparse per tutto il resto della mia faccia. Mi sfiorò il viso con una sua mano e...e io mi lasciai andare. Non so perchè, ma quel bacio mi piacque molto.
- Bhe allora che ne dici?
Disse lei, togliendo le sue labbra dalle mie. Sentii come il bisogno di rifarlo, ma mi trattenni.
- Ehm...ecco...bhe...si...è...
- E' stato bellissimo, vero?
Notai che aveva le lacrime agli occhi, che pian piano cominciarono a scorrerle sulle guance pallide.
- Ehi, Mi...Mizuko, cos' hai?
Le afferrai il braccio mentre cercava di scappare. Mi alzai, e come di impulso la strinsi a me. La sua testa dalla chioma folta, poggiava sulla mia spalla, così che io potessi sentire il singhiozzo che le faceva muovere il petto. Sentii il suo seno poggiarsi sui miei pettorali, e le ascoltai il cuore battere a mille. Fu una sensazione meravigliosa...ma che mi fece tornare in me. La lasciai li da sola per fuggire in casa mia.
Corsi con il cuore che pulsava nel petto, con il volto infuocato e un senso di colpa che mi perseguitò per tutto il resto della serata. I miei sentimenti erano confusi...non sapevo se provavo ancora qualcosa per lei, oppure fosse stato soltanto un bel bacio. Quella sera la passai in camera mia, piangendo. Poi mi addormentai.
Verso mezzanotte sentii un suono acuto e quasi stridulo penetrarmi forte nelle orecchie. Aprii gli occhi, ancora appiccicati da sonno. Mi massaggiai il viso assonnato, poi mi sedetti sul letto e guardai quella strana luce che brillava nel buio. Era il mio cellulare. Lo afferrai con noncuranza, lo guardai, strizzando gli occhi.
" 1 nuovo messaggio ricevuto "
Lo lessi. Il mio cuore sussultò, mentre un sorriso soffocato si dipinse sulle mie labbra.
" Sn Sakura volevo dirti ke mio padre ha dtt d si. Partirò da Tomoeda il 21 dicembre. Scs se t disturbo a qst ora ma nn resistevo all' idea d dirtelo dmn. Spero sarai felice, xk io lo sn! baci baci, Sakura "
Tutta quella felicità si annidò in una morsa stretta e cruda nel mio stomaco, diventando angoscia e preoccupazione.
Chiusi gli occhi, abbandonando i problemi, stringendo il cuscino bagno di lacrime...

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Capitolo 6
*** L' arrivo ***


6. L' Arrivo

Finalmente giunse il sabato. Il mio cuore fremeva all' idea che il giorno seguente avrei potuto riabbracciare Sakura, la mia Sakura. Ma dentro di me si celava un angustiante angoscia sia per come l' avrebbe presa Mizuko e sia per come sarebbe maturato il nostro rapporto.
Quella sera mangiai veramente poco, e anche se avevo moltissima fame, decisi di restare leggero.
Andai a dormire, con un emozione fortissima nel cuore. Non riuscii a prender sonno facilmente: mi rigirai varie volte nel letto, poi decisi che era inutile continuare a tentare.
Mi alzai dal letto, e decisi di farmi un breve giretto per la casa, magari quell' atmosfera cupa e tenebrosa mi avrebbe fatto venir voglia di rintanarmi tra le coperte.
Scesi le scale lentamente, facendo attenzione a non farle scricchiolare. Mi fermai un attimo, quando sentii la voce di una donna che cantava una melodiosa canzone. Pensai che fosse mia madre, donna dalle mille qualità, così mi destai e affrettai il passo. Cercai invano la sorgente di quella melodia, che mi attraeva e mi trascinava sulle sue note.
Camminai per tutta la casa, poi, deluso, tornai in camera mia. Aprii la porta, facendola cigolare un pochino. Ma la mia attenzione cadde su una donna dai lineamenti dolci e attorniata da una luce purissima. Notai che stava filando su un fuso anch' esso di luce. Cercai di avvicinarmi senza far rumore perchè temevo che tanta bellezza potesse svanire nel buio.
Quando fui abbastanza vicino da poterla toccare, provai la stessa sensazione di quel pomeriggio a scuola. Sentii l' irresistibile voglia di toccarla, ma essa si voltò mostrandomi i suoi occhi d' oro e svanì come la prima volta.
Notai che sul letto brillava ancora qualcosa ed era un grazioso pezzo di tessuto dorato. Appena lo strinsi fra le mani, sentii il bisogno di aprire l' altra mano. Da essa fuoriuscì una piccola goccia d' acqua che divenne un preziosissimo frammento di diamante. Capii che era la lacrima della donna lasciatami la prima volta. In cuor mio sperai di rivederla ancora, anche se dentro di me temevo cotanta maestosa bellezza.
La mattina dopo mi svegliai sdraiato sul tappeto davanti al mio letto. Vidi che stringevo ancora tra le mani il pezzo di stoffa, di cui ora distinguevo il particolare colore azzurrino. Nell' altra mano tenevo ancora il diamante, ed entrambi li riposi nel cassetto segreto sotto la mia scrivania. Poi il mio sguardo cadde sull' orologio vicino al comodino. Erano le 9 meno 5. Fra pochi minuti sarei dovuto essere all' aeroporto! Mi vestii in fretta e furia, infilandomi alla svelta maglione, jeans e scarpe da ginnastica.
Percorsi le scale velocemente, frizionandomi i capelli per sistemarli un pò.
Salutai mia madre, seduta in poltrona a leggere, lasciandole un fugace bacio sulla guancia chiara. Afferrai le chiavi davanti alla porta e mi fiondai fuori. Solo dopo mi resi conto di non aver avvertito James di preparare la macchina per raggiungere l' aeroporto, così mi toccò andarci di corsa e a piedi.
Mentre sentivo le gambe cedermi sull' asfalto gelato, scorsi la scritta " Airport " in blu grassetto.
Comandai al mio corpo di resistere ancora per qualche metro, poi sarei arrivato a destinazione. Ma inciampai e andai a finire addosso a qualcuno ed insieme ricademmo sul marciapiede.
- Ehi scusa scusa, ma andavo di fretta...perdonami...io...
- Lee?!
Alzai lo sguardo: davanti a me vidi quello che avevo sperato di vedere da tanto tempo. Era Sakura. Arrossi, e passandomi una mano dietro la nuca, cercai le parole per scusarmi, ma lei mi si fiondò al collo, abbracciandomi stretto a se. Il mio volto stava andando letteralmente a fuoco, ma trovai il coraggio di passarle una mano tra i fianchi e stringerla a sua volta a me.
- Lee! Non sai quanto mi sei mancato...non sai che...
- Su, mi racconterai tutto più tardi. Ora alziamoci e dammi le tue valigie che ti accompagno a casa.
- Ehm...dov' è James? E la macchina?
- Questa è una storia lunga...poi...poi ti spiego.
- Riassumo io in due parole: te lo sei dimenticato, vero?!
- Ehm...si!
- Ah...che devo fare con te!
Disse, mentre si rialzava, pulendosi il vestito dalla polvere.
- Ho qui con me qualche spicciolo. Potremmo prendere la metro...da qui a casa tua con le valigie penso sia un' ammazzata!
Aggiunse, con un sorriso malizioso sulle labbra. Mi porse una mano per rialzarmi, ma mentre lo facevo persi l' equilibrio, lei mi afferrò e...mi ritrovai quasi a sfiorarle le labbra. Quelle sue labbra sottili e rosse per il freddo erano belle come sempre. Notai che le sue guanche si tinsero di rosso.
- Ehm...Lee...ora andiamo.
Mi gettò letteralmente le valigie fra le mani, e con fare snob si infilò i guanti, ma poco dopo mi raggiunse e insieme prendemmo la metro.
Che bello, il mio cuore non avrebbe retto tanta emozione...eppure sapevo che non era lì per me.

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Capitolo 7
*** Imbarazzo ***


7. Imbarazzo


Mi ritrovai sulla metro, circondato da 2 enormi valigie scure, con accanto la ragazza dei miei sogni. La fissai senza rendermene conto per tutto il viaggio. Notai ogni suo singolo movimento e osservai che quando rideva le si formavano due graziose fossette agli angoli della bocca.
Finalmente la metro si arrestò, seguita da un rumore acuto che segnalava l' aprirsi delle porte. Afferrai nuovamente le valigie e insieme scendemmo. Salimmo le scale veloci, o meglio, LEI salì le scale velocemente, io arrancavo, soppresso da quel peso immane, mentre lei mi osservava sadica dall' alto della scalinata. Ma come prevedevo, dopo poco, scese a darmi una mano. Insieme raggiungemmo la cima, e con sollievo percorremmo l' ultimo tratto di strada che c' era tra la stazione e casa mia.
Dopo qualche minuto scorsi in lontananza l' imponente edificio che era casa mia.
- Wow, Lee! Quella è la tua casa?
- Diciamo di si...
Dissi imbarazzato. Mi ero sempre vergognato di possedere una casa così colossale e antica, mentre i miei amici vivevano in piccoli e graziosi appartamenti di periferia.
Ma quella volta, il suo entusiasmo, mi riempì di orgoglio, e facendoomi forza, raggiungemmo casa mia.
James, evidentemente, mi vide dalla finestra, e accorse subito a darci una mano. Salutò con un cenno Sakura, che ricambiò con un bel sorriso.
Dopo aver fatto le cerimoniali presentazioni di famiglia, vidi arrivare a tutta callara, quella pazza euforica di mia cugina. Mey-Ling si gettò al collo di Sakura, riempiendola di baci e domande. La strinse forte a se, e quasi non la sollevò da terra, esile com' era.
Insieme accompagnammo Sakura nella sua stanza, situata vicino alla mia. Finalmente potei poggiare quelle pesantissime valigie, mentre Sakura, esausta per il viaggio, si gettò sul nuovo letto.
Osservai i suoi movimenti...ma stavolta Mey mi diede una gomitata sullo stomaco e tornai in me.
A cena mia madre preparò qualcosa che dire "divino" è poco, e tutti quanti mangiammo soddisfatti.
Dopo aver mangiato, mentre mia cugina si metteva il pigiama, scendemmo in giardino e mostrai a Sakura il meraviglioso ed imponente albero che avevamo fatto.
In cima aveva un bellissimo puntale d' oro con ornamenti rossi, mentre su tutto il resto dell' abete, erano posizionate centinaia di palline colorate.
- L' ha fatto James, non è bellissimo?
- Oh si...è stupendo. A casa mia abbiamo un piccolo arbusto mezzo rinsecchito che marcisce in cantina dall' anno scorso.
Insieme ridemmo, e non potei fare a meno di guardarla. Era così bella...e...ehi! Stava nevicando!
Portammo le mani verso il cielo e insieme cercammo di raccogliere i fiocchi di neve che ricadevano lievi.
Ci divertimmo a lanciarci palle di neve, a fare angeli sul prato appena imbiancato e a mangiare quella prima neve. Fu una serata bellissima.
- Oh, Lee! E' stato bellissimo...non sai com' è bello...bhe...essere di nuovo con te!
A quelle parole arrossii di nuovo, ma stavolta sentii il fumo uscirmi dalla orecchie in fiamme.
- Bhe, io vado a farmi un bagno...sono tutta sudata e non vorrei insudiciare le lenzuola pulite. A dopo!
Anch' io entrai in casa.
Mi appostai vicino al caminetto, avvicinando le mani al fuoco e sentendo un piacevole calore attraversammi il corpo infreddolito.
Decisi che anch' io mi sarei fatto un bagno, tanto disponevamo di più sale apposite.
Andai in camera mia, mi svestii e mi annodai alla vita un asciugamano trovato nell' armadio.
Mi diressi verso il bagno più vicino, ma pensai " sicuramente lei è qui...non vorrei fare qualche figura imbarazzante! "
Così salii al piano superiore, e sicuro di me, spalancai la porta del secocondo bagno. Non l' avessi mai fatto!
Un urlo si sparse per tutta la casa, risuonando più volte nelle mie orecchie.
Aprii gli occhi e apparse alla mia vista Sakura completamente nuda che cercava di coprirsi con l' asciugamano.
- Lee!!!! esci subito fuori!!! E copriti, ti prego...
Guardai in basso...ops! L' asciugamano era a terra...Mi apprestai a coprirmi subito, mentre lei faceva lo stesso. Il mio lato più perverso mi fece notare una parte del suo seno che appariva dietro la copertura.
" Come vorrei essere quell' asciugamano",pensai, mentre avevo la bava alla bocca.
- Leeeeeeeee! Vuoi uscire?!
Stavolta nella sua voce c' era imbarazzo puro e quell' imperativo fu più duro di quanto pensassi.
- Ehm...esco subito...scusa...scusa...
Uscii dal bagno, e mi si disegnò sul volto un sorriso alquanto perverso.

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Capitolo 8
*** I ricordi di Sakura ***


7
Scusate x l' imperdonabile ritardo ma ho avuto un bel pò da fare...compiti, gli esami a karate...uff, quanto stress!!
Mi scuso ancora e colgo l' occasione x ringraziare tutti quelli k commentano assiduamente questa FF! Ciaooo

P.S.: se vi va andate a dare un' okkiata al forum k ho ftt su Sakura e Lee ( nn ho molte visite...sigh! )

http://sakuralee.forumcommunity.net/




8. I ricordi di sakura



Dopo quell' evento piuttosto imbarazzante, entrambi cercammo di evitare di incociare gli sguardi. Ma fu inevitabile: quei suoi occhi color smeraldo mi ipnotizzavano, facendomi diventare rosso anche se lei sospirava.
Finalmente giunse l' ora di andare a letto. Entrambi eravamo molto stanchi.
Mi coricai, con ancora il viso rosso per la vergogna. Appoggiai la testa sul cuscino, mentre trascinavo la coperta sulle mie spalle infreddolite. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare fra le braccia di quel sonno profondo...ma ad un tratto sentii la porta aprirsi. Era Sakura. Indossava un grazioso pigiama rosa con un grande orscacchiotto disegnato; le ciabatte a puff e il cuscino tra le braccia.
- Ehm...mi dispiace per prima...forse sono stata un pò brusca.
- No, non preoccuparti...è stata colpa mia. Ho sbagliato bagno...
- Bhe, ormai è passato. Senti...ehm...io non riesco a dormire. Mey dorme gia e...e di dormire da sola proprio non mi va. Sai, faccio sempre fatica a dormire in casa d' altri...
- E...e non c' è Kerochan con te?
- Ma se quello gia dorme! Dai...ti prego! Non ti darò fastidio. Anzi, se vuoi, dormo per terra!
- No, non se ne parla. Se non ti vergogni potresti dormire qui accanto a me...c' è tanto spazio nel mio letto.
Mi pentii di quello che avevo detto. Subito arrossii e vidi che anche il suo viso si tinse di rosso.
- Ehm...ecco...se...bhe...io...te...senti...va bene.
Mi scansai un poco, avvicinandomi verso il muro. Odiavo stare lì perchè i raggi di luna mi finivano sempre in faccia e non riuscivo a dormire. Ma per lei questo e altro.
Si sistemò il cuscino e io le passai un pò di coperta. Si distese accanto a me. Mi voltai verso il muro. Avevo il suo respiro sul collo...quel tenue filo d' aria tiepida che mi accarezzava la pelle mi fece sorridere. Non volli girarmi, temendo di incappare in qualche altra figuraccia. Ma sentii la sua voce:
- Lee...senti...non potresti girarti verso di me?! Gia che ci siamo, potresti dirmi quel che è successo nelle altre notti !
Con un pò di timore mi voltai verso di lei. I nostri nasi si sfiorarono, ma lei sembrò farci poco caso. Ora il suo respiro lo assaporarono le mie labbra.
Le raccontai tutto, anche se da come lo raccontai io sembrò solo una favola.
- Ma sei sicuro che sia tutto vero?! Magari è solo l' immaginazione...
- E io ti avrei fatto venire qui per niente?
- ...
Lei arrossì di nuovo. Dopotutto ora sapeva che l' amavo e questo era un buon pretesto per farla venire.
- Senti, se non mi credi posso mostrarti due cose.
Mi alzai e scavalcandola scesi dal letto e aprii il cassetto della scrivania. Cercai invano i due preziosi oggetti.
- Ehi...ma...ma sono scomparsi!
Sul mio volto si disegnò un espressione sconvolta e delusa. Sentii le lacrime di risentimento e vergogna, cominciarmi a rigare le guance. Dove erano potuti finire?
- Ehi Lee...dai, ti credo.
Mi voltai verso di lei, seduta sul letto con la coperta che le arrivava in vita. Il suo volto pallido riluceva d' argento attraversato dai raggi di luna.
- No. Devo trovarli. Non so perchè ma credo che mi avrebbero aiutato a svelare questo mistero!
Così spalancai la porta e scesi di nuovo in cucina. Ora la casa era vuota, priva di rumore. Stavolta però non c' era quella canzone melodiosa che mi attirava verso la fonte.
Sentii dei passi provenire dalle scale. Mi girai di scatto...ma fortunatamente era solo Sakura.
- Sono la cattura carte. Devo aiutarti...potrebbe essere pericoloso.
Rovistai tra le cianfrusaglie di un cassetto, in cerca di una candela e un accendino o un fiammifero. Finalmente trovai i due oggetti; lo stoppino della candela prese fuoco e illuminò la stanza.
Sentii la mano di Sakura cercare la mia...sentii le sue dita che si insinuavano tra le mie. Stavolta mi diede coraggio.
Insieme perlustrammo l' intero edificio, ma della donna e degli oggetti non c' era traccia. Cos uscimmo fuori.
- Lee ho paura...
Sentii Sakura che stringeva la sua presa, mentre lentamente si attorcigliava attorno al mio braccio.
- LEEEEEEE!
Mi girai di scatto e vidi Sakura tra le braccia di quella Donna. Le stringeva la bocca, impedendole di respirare. L' aveva avvolta in quelle sue spire di luce. Gettai a terra la candela, e entrai al volo in casa cercando la mia spada. Di essa non c' era traccia.
Tornai in giardino e vidi Sakura distesa a terra, priva di sensi. Cercai di scuoterla ma essa rimaneva immobile. Sentii le lacrime spuntare dai miei occhi.
- Sakura! Sakura...riprenditi dai...sono io...su...
Improvvisamente sentii una mano sulla spalla. Mi voltai e davanti a me apparve la figura di Sakura avvolta in un bagno di luce. Tornai a guardare colei che stringevo tra le braccia...come poteva essere lì e anche dietro di me?!
" Lee... ricorda...il mio passato è svanito nel buio...accendi una candela per rischiarare il mio futuro..."
La creatura simile a Sakura aveva parlato. Sentii le sue labbra poggiarsi sulle mie...quell' attimo svanì, insieme a lei.
Ripetei più volte quelle parole...sapevo che significavano qualcosa di preciso, ma la mia mente era troppo occupata a preoccuparsi. In quel momento Sakura riprese i sensi.
- Ehm...d...dove...mi trovo?
- Sakura!
L' abbracciai, ma lei mi scansò.
- Chi sei tu?
Mi guardò con un espressione stupita. In quel momento notai che i suoi occhi non erano più verdi, ma neri come la notte. Neri come il buio che avvolgeva i suoi ricordi...

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