The sunset in your eyes di Sakura94 (/viewuser.php?uid=34621)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dimentica il passato ***
Capitolo 2: *** Ricominciare ***
Capitolo 3: *** Sensazioni ***
Capitolo 4: *** Speranze ***
Capitolo 5: *** Un bacio ***
Capitolo 6: *** L' arrivo ***
Capitolo 7: *** Imbarazzo ***
Capitolo 8: *** I ricordi di Sakura ***
Capitolo 1 *** Dimentica il passato ***
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The
sunset in your eyes
1. Dimentica
il passato
In lontananza scorgevo
Tomoeda avvolta dalla nebbia. Mi bruciavano gli
occhi per le troppe lacrime represse. Strinsi le mani, a formare un
pugno, per riprovare quella carezza che Lei mi aveva fatto. La sua mano
affusolata aveva sfiorato la mia, lasciando un orma indelebile sulla
mia pelle e nei miei ricordi.
Come avrei voluto
rimanere in quella città, ma gli ordini di mia
madre non si discutono. Finalmente una lacrima spuntò,
scorrendo
veloce sul profilo della mia guancia e raggiungendo l' angolo destro
della mia bocca. Assaporai il suo gusto salmastro sulle labbra.
Chiusi gli occhi,
sognando l' immagine stupenda che avevo di Lei. Credo che arrossii.
Mi abbandonai alla
stanchezza, che mi trascinò in un lungo e profondo sonno.
Quando mi risvegliai
stavamo sorvolando un grazioso paese vicino a Hon
Kong. Osservai le piccole case di legno costruite vicino al fiume; ogni
edificio aveva una lanterna rossa all' entrata.
Oltre il paese si
estendeva un' enorme pianura, incorniciata da piccoli
altopiani. Il cielo stava diventando scuro e si stava popolando di
mille stelle. Desiderai essere lì sotto con Sakura. Lei
avrebbe
apprezzato quel meraviglioso quadro naturale. Aprii il mio zainetto e
guardai all' interno: merendine, acqua, libri...Niente che potesse
alleviare la mia nostalgia.
Finalmente, in
lontanaza, scorgemmo l' imponente aeroporto di Hon Kong,
illuminato da centinaia di lampadari. Mi spuntò un lieve
sorriso
sulle labbra: dopotutto ero a casa.
L' aereo
frenò bruscamente, continuando a muoversi per qualche
metro. Poi si arrestò, facendo sobbalzare tutti quelli che
erano
in piedi. Dopodichè si aprirono le porte, con un rumore
freddo e
metallico. Tutti i passeggeri, compresi io e il mio magiordomo, si
alzarono, ostruendo le uscite.
Le scale erano una
ventina, ma gia da quell' altezza scorsi Mey-Ling
che si dimenava tra la folla. Le feci un cenno col braccio, poi corsi
giu per la scalinata raggiungendo mia cugina.
- Oh Lee! Non sai
quanto mi sei mancato!
Mi
abbracciò forte, in una stretta quasi mortale, che mi
avvolse tutto.
- Ehm...Ciao...
- Ehi, Lee...cos'hai?
Ti vedo giu!
- Bhe, è
difficile a dirsi. Anzi, è meglio se te lo racconto a casa.
Mey-Ling rimase
stupita da quello che le avevo detto, ma non avevo
voglia di parlare. Le parole si erano serrate in gola, e se avessi
parlato avrebbe notato che la mia voce era rotta dal pianto. Si, avevo
una terribile voglia di piangere, ma non lo feci, frenato dall'
orgoglio che serbavo.
Mia cugina mi
raggiunse, facendosi largo tra la folla. Giungemmo al
taxi, dove James ci stava aspettando. Salimmo, e notai che Mey mi
osservava con insistenza, forse cercava di leggere nei miei occhi
quello che provavo. E forse ci era riuscita.
Durante tutto il
viaggio stettimo in silenzio, anche se si respirava benissimo un' aria
appesantita dalla preoccupazione.
Dopo una mezz' oretta
buona, il taxi si arrestò. James
pagò il conto e scendemmo sul marciapiede. L' auto
ripartì seguita da una scia di fumo.
Davanti a noi si
ergeva la nostra casa, imponente e colossale in
perfetto stile cinese. Mey-Ling percorse veloce le scale e
sgattaiolò fugace dentro l' edificio. Io la seguii
arrancando.
Porsi le valigie a James e salii mogio la scalinata.
Finalmente arrivai
davanti al portone di legno scuro. Esitai, poi
spinsi e si aprii ai miei occhi uno spettacolo che non vedevo da tempo:
la mia casa. I mobili erano lucidi e antichi come sempre, il pavimento
cerato e scivoloso e le centinaia di quadri appesi erano al loro posto.
Entrai, lasciando la
porta aperta per il magiordomo che sopraggiunse dopo qualche minuto.
Una donna dai
lineamenti delicati, il viso pallido e un trucco pesante, mi si
appostò davanti.
- Ciao tesoro.
Disse, abbracciandomi.
Stavolta sentii un morbido calore avvolgere il
mio corpo e un profumo delicato si insinuò nelle mie narici.
Ero a casa.
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Capitolo 2 *** Ricominciare ***
2. Ricominciare
Quella sera la mamma aveva fatto preparare una cena squisita; tutta la
tavola era imbandita di centinaia di prelibatezze su cui, in altre
circostanze, mi sarei avventato. Ma non toccai nulla. Il mio
stomaco si rifiutava di ingerire cibo, e sotto gli occhi delusi di mia
madre, mi allontanai. Andai in camera mia, e mi gettai esausto sul
letto.
Guardai il soffitto bianco, con qualche crepa qua e là:
vedevo Sakura dappertutto. Arrossi, e come se lei potesse vedermi,
gettai lo sguardo su altro.
Mi sentivo stanco, triste e con una gran voglia di essere a Tomoeda. Ma
perchè ero dovuto partire? Perchè non avevo
convinto mia madre a lasciarmi lì? Ero stato un codardo. Il
mio stomaco cominciò a contorcersi per il rimorso,
così mi piegai su me stesso, cercando di contenere il
dolore. Ma non ci riuscii.
Dopo qualche interminabile ora di solitudine, sentii bussare alla
porta. Andai ad aprire, con lo stomaco ancora dolente. Era Mey-Ling.
- Lee! Si può sapere perchè ti sei comportato in
quel modo? La zia ci è rimasta malissimo.
- Cosa vuoi che me ne importi di mia madre in questo momento?!
- Dai, Lee...ora non dire così. So che non lo pensi. Dai,
sfogati con me, ti farà bene.
Ci sedemmo entrambi sul mio letto, ancora fatto da chissà
quanto tempo.
- E' per Sakura che ti comporti così?
- Bhe...si.
- Oh Lee! Lo vuoi capire che tanto non vi rivedrete mai più?
- Ehi, grazie per la consolazione!
- Bhe, è la verità. Le carte di Clow sono state
tutte recuperate. Non c' è altro motivo perchè tu
torni a Tomoeda.
- Lo so. Eppure dentro di me provo ancora la sensazione che ci sia la
presenza di Clow da qualche parte.
- E' solo l' abitudine. Su ora dormi. E' tardi, hai fatto un lungo
viaggio, sarai esausto.
- Infatti. Ora ti saluto.
Mey-Ling si allontanò e uscì dalla porta, stando
attenda a non sbatterla.
Mi spogliai e mi infilai il pigiama. Mi distesi sul letto, tornando a
guardare il soffitto. Decisi di concentrarmi su quella strana
sensazione che provavo. Ero più che sicuro che non si
trattasse di immaginazione.
Con quel pressante pensiero, mi assopii dopo qualche minuto.
>>>>>>>>>>>>><<<<<<<<<<<<<<
La mattina dopo mi svegliai ancora un pò intontito. Mi alzai
e guardai fuori dalla finestra. Un meraviglioso sole splendeva nel
cielo azzurro senza nuvole che regala l' inverno. Non c'era ancora
traccia della neve, ma sapevo che presto sarebbe giunta a raffreddare
ancor di più i miei pensieri.
In quel momento sopraggiunse un martellante dubbio nella mia gia
affollatissima mente: sarei tornato nella mia vecchia scuola, quella in
cui ero stato prima di Tomoeda?
Mi vestii in fretta e furia, angosciato e stranamente furioso.
Scesi velocemente le scale e raggiunsi Mey in salotto.
- Mey, vieni qui, devo parlarti.
La ragazzina mi venne subito incontro.
- Buongiorno Lee. Oggi sei più tranquillo?
- No anzi. Il pensiero della nuova carta di Clow mi ha tormentato tutta
la notte.
- Mi dispiace...
- E c' è dell' altro. Percaso mia madre ti ha detto se
tornerò alla vecchia scuola?
- Bhe, si. E' ovvio che tornerai lì.
Il mio cuore sussultò. Il malditesta tornò a
farsi sentire, mentre il mio volto bruciava di rabbia. Eppure aveva
ragione mia cugina: era ovvio che sarei tornato alla vecchia scuola.
Grazie a tutti x i
commenti tempestivi e positivi! Non vi elenco tutti xk x scaramanzia
spero k aumentiate ancora!
Cmq...dato k quelli k
leggono sn amanti di Sakura, volevo dirvi di vedere questi video fatti
da me sull' omonima ragazza:
http://it.youtube.com/watch?v=D6TOt_bx_jQ
( qst è la
sigla di sakura ftt da me )
http://it.youtube.com/watch?v=Z9PlYYsTLP8
(qst è un
omaggio alla coppia Lee-Sakura )
http://it.youtube.com/watch?v=938Y6ssIv-8
( qst è un
ovazione alla mitica Sakura )
ndvoi: ma ki te lo fa
pensare k li guarderemo?!
ndme: bhe io almeno c
ho provato...;-)
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Capitolo 3 *** Sensazioni ***
3.
Sensazioni
E così,
passato il weekend, fui costretto a tornare a scuola.
Mey-Ling saltellava
allegra verso l' entrata, e io la seguivo mogio. Non avevo nessuna
voglia di studiare; o meglio, non avevo voglia di fare niente.
Giungemmo nel cortile
davanti all' edificio. Com' era strano, ora mi appariva diverso e
confuso.
Mey si
allontanò da me per raggiungere il suo gruppo di amiche e io
rimasi solo, con la cartella che ciondolava da una spalla e una
terribile voglia di trovarmi in un altro posto.
In quel momento vidi
una graziosa ragazzina venirmi incontro: aveva qualcosa di familiare,
ma non riuscivo a ricordarla. - Lee!
Gridò lei,
con una voce sottile e delicata, mentre correva verso di me. Mi si
gettò tra le braccia, e i suoi capelli color oro, mi
finirono in faccia. Alzò il viso dalla mia spalla e mi
guardò. Le scrutai bene il volto, poi la riconobbi: era
Mizuko. Era bella come gli altri anni, ma ora aveva un espressione
più matura e i lineamenti da donna. Anche il corpo
cominciava a essere scolpito, con morbide curve e un seno appena
accennato.
- Mi- Mizuko!
Mi strinse a se
più forte di prima. Sembrava felice di vedermi. Mi
guardò di nuovo, stavolta sfoggiando un meraviglioso sorriso
a 32 denti.
- Oh Lee! Finalmente
sei tornato! Non sai quanto mi sei mancato...
In quel momento sentii
un lieve calore sulla guancia e girai lo sguardo: mi stava baciando.
Credo che arrossii.
- Devi raccontarmi
tutto, ma proprio tutto, intesi?
Le guardai gli occhi
color del cielo, in cui si rispecchiavano i miei. Desiderai
ardentemente che fosse lo splendido sguardo di Sakura...
- Ehi Lee!
Una voce maschile mi
fece tornare in me.
- Ehm...
Mi voltai: era Jun, il
mio migliore amico. Ci abbracciammo forte. Lui si che mi era mancato.
Lo osservai: anche lui era cambiato. I capelli neri e ricci erano
modellati da quintali di gel, e le lentiggini erano scomparse. Mi
sentii diverso: io non ero cambiato per nulla...
- E insomma, Lee?!
Cosa ci racconti?
In quel momento
suonò la campanella. Entrammo nella scuola, e mi parve di
non averla mai lasciata. Tutto era tornato come prima; la solita vita
di ragazzo normale mi stava gia stancando. Eppure ero felice di esservi
tornato.
Varcai insicuro la
porta della III F. Notai come somigliasse poco alla scuola di Tomoeda.
Il mio sguardo cadde subito sul banco vicino alla finestra, esattamente
l' ultimo. Mi ci fiondai, attraversato da una strana euforia. Mi
sedetti lì, come se sapessi che da un momento all' altro
Sakura si sarebbe seduta davanti a me. Attesi, ma poi mi resi conto che
era solo uno stupido sogno. Difronte a me si sedette Mizuko, che mi
osservò stupita.
- Ehi Lee...non vuoi
sederti al banco dell' anno scorso?
- No, va bene questo.
- Ti dispiace se mi
metto qui?!
Ero tentato di
rispondere "questo posto è occupato", ma mi frenai e risposi
semplicemente:
- Si, fai pure.
Tutti i miei compagni
si accerchiarono attorno al mio banco, chiedendomi di tutto.
- Ehi Lee, cosa hai
fatto senza di noi?
- Com' era la tua
scuola?
- C' erano belle
ragazze?
- ...e ragazzi?
- E la tua casa?
La mia mente si
distrasse dai mille dubbi che l' affollavano per concentrarsi su questa
miriade di domande che venivano proferite ad una velocità
che non mi permetteva di decodificarne il significato.
Finalmente
entrò il professore, con un espressione austera disegnata in
volto. Mi voltai verso Jun, che siedeva al banco accanto a me, come per
dimostrare una sorta di alleanza. Gli sorrisi.
La giornata
passò noiosa e incorniciata da una pioggerellina
punzecchiante e fstidiosa che non smise neanche un secondo.
Suonarono le due e
mezza sull' orologio, seguite dal trillo acutissimo della campanella.
Si fiondarono tutti verso le uscite, mentre io, tranquillo, preparavo
la cartella. Anche il professore se n' era andato. Ero rimasto solo.
Scesi le scale
lentamente e arrivai nell' androne della scuola, gia vuoto. Per terra
notai carte di caramelle e merendine mezze mangiucchiate. Le porte
erano chiuse, ma sarebbe bastata una spinta per aprirle. In quel
momento tutte le luci si spensero improvvisamente, e si udii una porta
sbattere. Come avrei voluto non essere solo! Sentii dei passi, e
spaventato, mi fiondai verso le porte, ma esse non si aprirono.
Inghiottii un pesante cumulo di saliva che si era bloccato in gola,
serrato dalla paura. Non sapevo che fare, non avevo neanche la Spada
con me. Mi appoggiai tremante al muro, cercando di far emergere quel
lato spaccone e coraggioso della mia personalità che
spuntava sempre fuori quando ero con Sakura...oh, perchè lei
non era qui con me? Perchè? Perchè? Chiusi gli
occhi, abbandonandomi allo sconforto.
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Capitolo 4 *** Speranze ***
4. Speranze
Rimasi in
balia di quel terrore, che mi pervase, giocando con le mie emozioni
disfatte. Non riuscivo a pensare ad altro, anche se quella sensazione
aveva qualcosa di familiare eppure...Spalancai gli occhi. Una luce
accecante mi offuscò la vista, poi pian piano, si
andò dissolvendo, rivelando ai miei occhi una creatura
meravigliosa. Alzai una mano, cercando di sfiorarla, ma essa sorrise e
si ridusse ad una semplice lacrima che ricadde fredda e delicata sulla
mia mano.Strinsi le dita...sentii uno strano calore, e quando tornai in
me mi trovavo in camera mia, nel mio letto, con mia madre che sedeva
accanto alla finestra in attesa che io mi risvegliassi. Quando si
accorse di me, mi si avvicinò. Mi carezzò il
volto, stranamente freddo.
- Tesoro...ma cosa ti
è successo?
- Non lo so mamma...
- Erano gia le 4 e non
eri tornato a casa...così sono venuta a cercarti a scuola
e...e ti ho visto per terra, mezzo svenuto e pallidissimo...ho temuto
il peggio!
- No...mamma, stai
tranquilla...
Sapevo che stavo
mentendo. Perfino io ero ancora angosciato.
In quel medesimo
istante balenò nella mia mente un pensiero a cui avevo dato
poca importanza nei giorni precedenti: una nuova, potente, carta di
Clow. Mi alzai di scatto, fiondandomi verso il telefono. Feci segno a
mia madre di uscire.
Respirai
profondamente, chiusi gli occhi e composi il numero a memoria.
" Casa Kinomoto, chi
parla?"
" Ehm...sono
Lee...ciao Sakura..."
" Lee! Ciao..."
Sentii nella sua voce
una vena di imbarazzo.
" Senti, non pensare
che sia una chiamata...bhè...di piacere..."
" Oddio...cosa
è successo? Va tutto bene?! "
" Diciamo si e no. "
" Spiegati! "
La sua voce ora era
ferma e preoccupata.
" Bhe...credo di aver
trovato una nuova carta di Clow. Deve essere molto potente..."
" Oh cavolo...tu stai
bene ?! "
" Si, ora è
passato."
Fui felice che lei mi
avesse porto quella domanda.
" E come possiamo
fare?! Tu...tu...sei troppo lontano da qui!"
" Lo so!
Però...però...potresti venire qui durante le
vacanze di Natale...inizieranno tra una settimana! "
" Lì a Hon
Kong ? Ma è lontanissimo ! Non credo che..."
" Sakura, non pensare
a me e a quello che è successo. Pensa solo al pericolo che
corriamo con questa carta sconosciuta in giro ! "
" Hai...hai ragione.
Ma dovrei chiedere il permesso a mio padre. "
" Certo. Fai con
comodo. Chiamami appena puoi così mi fai sapere "
" Certo !"
" Ti voglio bene"
Quelle parole
fuoriuscirono dalla mia bocca come niente.
"
Ehm...anch...anche...anch' io ! "
Immaginai che le sue
guance si stessero tingendo di rosso. Sorrisi.
" Bhe...allora ciao..."
" Ciao! "
Attaccai. Mi sentii
enormemente soddisfatto della proprosta che le avevo fatto. 1 avremmo
potuto spiegarci meglio e 2 saremmo tornati a combattere insieme. Ero
felicissimo.
Mi distesi sul letto,
cercando di immaginare quello che avremmo potuto dirci. Il mio cuore
cominciò a battere, e lentamente mi addormentai.
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Capitolo 5 *** Un bacio ***
4
5. Un bacio
Il giorno dopo ebbi
una certa paura a tornare a scuola, e dopo la
campanella di uscita mi affrettai a raggiungere i miei amici. Quando
tornai a casa, mi appostai davanti al telefono in attesa che esso
squillasse. Ma niente.
Verso le cinque sentii
battere sulla finestra, così mi
affacciai. Scorsi Mizuko che afferrava qualche sasso per lanciarlo, ma
la fermai.
- Ehi! Ma non lo sai
che esistono le porte?
Le urlai mentre aprivo
la finestra. Lei mostrò uno dei sorrisi
più belli che sapeva fare, nel frattempo io la raggiunsi in
giardino. Le corsi incontro, mentre lei si era tuffata in quel mare d'
erba fresca e bagnata di rugiada. Mi gettai accanto a lei e cominciammo
a parlare.
- E insomma Lee...non
mi hai più raccontato niente da quando sei
tornato. Cosa mi dici? Com' è andata questa vacanza-studio?
- Bhe abbastanza bene.
Lei non sapeva niente
delle mie origini dalla famiglia di Clow
Leed...era all' oscuro perfino delle carte...e di Sakura. Ma sapevo di
potermi fidare di lei, così decisi di confidarle i miei
sentimenti per Sakura; dopotutto avrebbe potuto darmi qualche consiglio
su come
muovermi.
- Bhe...ho conosciuto
una ragazza...
Il suo viso si
incupì, e l' espressione gioiosa di pochi minuti prima
svanì tra la sua chioma bionda.
- E allora?
- Bhe...mi sono
innamorato di lei...
- COSA?! Ma io...io
pensavo che tu...che io...
- Cosa?
- Bhe pensavo che
presto saremmo diventati...bhe...una coppia fissa...
Sentii le guance che
andavano a fuoco e gli occhi che bruciavano. Non sapevo cosa dirle,
dopotutto negli anni passati ero sempre stato un suo spasimante, ma era
solo una semplice cotta...con Sakura era ben diverso.
Rimasi zitto,
distogliendo lo sguardo dal suo. Mi vergognavo di quello che avevo
detto.
-
Ehm...Mizuko...io...io...
- Senti, la tua "nuova
ragazza" ha mai fatto questo?!
In quel momento le sue
labbra si poggiarono sulle mie. Un delicato calore si sparse per tutto
il resto della mia faccia. Mi sfiorò il viso con una sua
mano e...e io mi lasciai andare. Non so perchè, ma quel
bacio mi piacque molto.
- Bhe allora che ne
dici?
Disse lei, togliendo
le sue labbra dalle mie. Sentii come il bisogno di rifarlo, ma mi
trattenni.
-
Ehm...ecco...bhe...si...è...
- E' stato bellissimo,
vero?
Notai che aveva le
lacrime agli occhi, che pian piano cominciarono a scorrerle sulle
guance pallide.
- Ehi, Mi...Mizuko,
cos' hai?
Le afferrai il braccio
mentre cercava di scappare. Mi alzai, e come di impulso la strinsi a
me. La sua testa dalla chioma folta, poggiava sulla mia spalla,
così che io potessi sentire il singhiozzo che le faceva
muovere il petto. Sentii il suo seno poggiarsi sui miei pettorali, e le
ascoltai il cuore battere a mille. Fu una sensazione meravigliosa...ma
che mi fece tornare in me. La lasciai li da sola per fuggire in casa
mia.
Corsi con il cuore che
pulsava nel petto, con il volto infuocato e un senso di colpa che mi
perseguitò per tutto il resto della serata. I miei
sentimenti erano confusi...non sapevo se provavo ancora qualcosa per
lei, oppure fosse stato soltanto un bel bacio. Quella sera la passai in
camera mia, piangendo. Poi mi addormentai.
Verso mezzanotte
sentii un suono acuto e quasi stridulo penetrarmi forte nelle orecchie.
Aprii gli occhi, ancora appiccicati da sonno. Mi massaggiai il viso
assonnato, poi mi sedetti sul letto e guardai quella strana luce che
brillava nel buio. Era il mio cellulare. Lo afferrai con noncuranza,
lo guardai, strizzando gli occhi.
" 1 nuovo messaggio
ricevuto "
Lo lessi. Il mio cuore
sussultò, mentre un sorriso soffocato si dipinse sulle mie
labbra.
" Sn Sakura volevo
dirti ke mio padre ha dtt d si. Partirò da Tomoeda il 21
dicembre. Scs se t disturbo a qst ora ma nn resistevo all' idea d
dirtelo dmn. Spero sarai felice, xk io lo sn! baci baci, Sakura "
Tutta quella
felicità si annidò in una morsa stretta e cruda
nel mio stomaco, diventando angoscia e preoccupazione.
Chiusi gli occhi,
abbandonando i problemi, stringendo il cuscino bagno di lacrime...
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Capitolo 6 *** L' arrivo ***
6. L' Arrivo
Finalmente giunse il sabato. Il mio cuore fremeva all' idea che il
giorno seguente avrei potuto riabbracciare Sakura, la mia Sakura. Ma
dentro di me si celava un angustiante angoscia sia per come l' avrebbe
presa Mizuko e sia per come sarebbe maturato il nostro rapporto.
Quella sera mangiai veramente poco, e anche se avevo moltissima fame,
decisi di restare leggero.
Andai a dormire, con un emozione fortissima nel cuore. Non riuscii a
prender sonno facilmente: mi rigirai varie volte nel letto, poi decisi
che era inutile continuare a tentare.
Mi alzai dal letto, e decisi di farmi un breve giretto per la casa,
magari quell' atmosfera cupa e tenebrosa mi avrebbe fatto venir voglia
di rintanarmi tra le coperte.
Scesi le scale lentamente, facendo attenzione a non farle
scricchiolare. Mi fermai un attimo, quando sentii la voce di una donna
che cantava una melodiosa canzone. Pensai che fosse mia madre, donna
dalle mille qualità, così mi destai e affrettai
il passo. Cercai invano la sorgente di quella melodia, che mi attraeva
e mi trascinava sulle sue note.
Camminai per tutta la casa, poi, deluso, tornai in camera mia. Aprii la
porta, facendola cigolare un pochino. Ma la mia attenzione cadde su una
donna dai lineamenti dolci e attorniata da una luce purissima. Notai
che stava filando su un fuso anch' esso di luce. Cercai di avvicinarmi
senza far rumore perchè temevo che tanta bellezza potesse
svanire nel buio.
Quando fui abbastanza vicino da poterla toccare, provai la stessa
sensazione di quel pomeriggio a scuola. Sentii l' irresistibile voglia
di toccarla, ma essa si voltò mostrandomi i suoi occhi d'
oro e svanì come la prima volta.
Notai che sul letto brillava ancora qualcosa ed era un grazioso pezzo
di tessuto dorato. Appena lo strinsi fra le mani, sentii il bisogno di
aprire l' altra mano. Da essa fuoriuscì una piccola goccia
d' acqua che divenne un preziosissimo frammento di diamante. Capii che
era la lacrima della donna lasciatami la prima volta. In cuor mio
sperai di rivederla ancora, anche se dentro di me temevo cotanta
maestosa bellezza.
La mattina dopo mi svegliai sdraiato sul tappeto davanti al mio letto.
Vidi che stringevo ancora tra le mani il pezzo di stoffa, di cui ora
distinguevo il particolare colore azzurrino. Nell' altra mano tenevo
ancora il diamante, ed entrambi li riposi nel cassetto segreto sotto la
mia scrivania. Poi il mio sguardo cadde sull' orologio vicino al
comodino. Erano le 9 meno 5. Fra pochi minuti sarei dovuto essere all'
aeroporto! Mi vestii in fretta e furia, infilandomi alla svelta
maglione, jeans e scarpe da ginnastica.
Percorsi le scale velocemente, frizionandomi i capelli per sistemarli
un pò.
Salutai mia madre, seduta in poltrona a leggere, lasciandole un fugace
bacio sulla guancia chiara. Afferrai le chiavi davanti alla porta e mi
fiondai fuori. Solo dopo mi resi conto di non aver avvertito James di
preparare la macchina per raggiungere l' aeroporto, così mi
toccò andarci di corsa e a piedi.
Mentre sentivo le gambe cedermi sull' asfalto gelato, scorsi la scritta
" Airport " in blu grassetto.
Comandai al mio corpo di resistere ancora per qualche metro, poi sarei
arrivato a destinazione. Ma inciampai e andai a finire addosso a
qualcuno ed insieme ricademmo sul marciapiede.
- Ehi scusa scusa, ma andavo di fretta...perdonami...io...
- Lee?!
Alzai lo sguardo: davanti a me vidi quello che avevo sperato di vedere
da tanto tempo. Era Sakura. Arrossi, e passandomi una mano dietro la
nuca, cercai le parole per scusarmi, ma lei mi si fiondò al
collo, abbracciandomi stretto a se. Il mio volto stava andando
letteralmente a fuoco, ma trovai il coraggio di passarle una mano tra i
fianchi e stringerla a sua volta a me.
- Lee! Non sai quanto mi sei mancato...non sai che...
- Su, mi racconterai tutto più tardi. Ora alziamoci e dammi
le tue valigie che ti accompagno a casa.
- Ehm...dov' è James? E la macchina?
- Questa è una storia lunga...poi...poi ti spiego.
- Riassumo io in due parole: te lo sei dimenticato, vero?!
- Ehm...si!
- Ah...che devo fare con te!
Disse, mentre si rialzava, pulendosi il vestito dalla polvere.
- Ho qui con me qualche spicciolo. Potremmo prendere la metro...da qui
a casa tua con le valigie penso sia un' ammazzata!
Aggiunse, con un sorriso malizioso sulle labbra. Mi porse una mano per
rialzarmi, ma mentre lo facevo persi l' equilibrio, lei mi
afferrò e...mi ritrovai quasi a sfiorarle le labbra. Quelle
sue labbra sottili e rosse per il freddo erano belle come sempre. Notai
che le sue guanche si tinsero di rosso.
- Ehm...Lee...ora andiamo.
Mi gettò letteralmente le valigie fra le mani, e con fare
snob si infilò i guanti, ma poco dopo mi raggiunse e insieme
prendemmo la metro.
Che bello, il mio cuore non avrebbe retto tanta emozione...eppure
sapevo che non era lì per me.
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Capitolo 7 *** Imbarazzo ***
7.
Imbarazzo
Mi ritrovai sulla metro, circondato da 2 enormi valigie scure, con
accanto la ragazza dei miei sogni. La fissai senza rendermene conto per
tutto il viaggio. Notai ogni suo singolo movimento e osservai che
quando rideva le si formavano due graziose fossette agli angoli della
bocca.
Finalmente la metro si arrestò, seguita da un rumore acuto
che segnalava l' aprirsi delle porte. Afferrai nuovamente le valigie e
insieme scendemmo. Salimmo le scale veloci, o meglio, LEI
salì le scale velocemente, io arrancavo, soppresso da quel
peso immane, mentre lei mi osservava sadica dall' alto della scalinata.
Ma come prevedevo, dopo poco, scese a darmi una mano. Insieme
raggiungemmo la cima, e con sollievo percorremmo l' ultimo tratto di
strada che c' era tra la stazione e casa mia.
Dopo qualche minuto scorsi in lontananza l' imponente edificio che era
casa mia.
- Wow, Lee! Quella è la tua casa?
- Diciamo di si...
Dissi imbarazzato. Mi ero sempre vergognato di possedere una casa
così colossale e antica, mentre i miei amici vivevano in
piccoli e graziosi appartamenti di periferia.
Ma quella volta, il suo entusiasmo, mi riempì di orgoglio, e
facendoomi forza, raggiungemmo casa mia.
James, evidentemente, mi vide dalla finestra, e accorse subito a darci
una mano. Salutò con un cenno Sakura, che
ricambiò con un bel sorriso.
Dopo aver fatto le cerimoniali presentazioni di famiglia, vidi arrivare
a tutta callara, quella pazza euforica di mia cugina. Mey-Ling si
gettò al collo di Sakura, riempiendola di baci e domande. La
strinse forte a se, e quasi non la sollevò da terra, esile
com' era.
Insieme accompagnammo Sakura nella sua stanza, situata vicino alla mia.
Finalmente potei poggiare quelle pesantissime valigie, mentre Sakura,
esausta per il viaggio, si gettò sul nuovo letto.
Osservai i suoi movimenti...ma stavolta Mey mi diede una gomitata sullo
stomaco e tornai in me.
A cena mia madre preparò qualcosa che dire "divino"
è poco, e tutti quanti mangiammo soddisfatti.
Dopo aver mangiato, mentre mia cugina si metteva il pigiama, scendemmo
in giardino e mostrai a Sakura il meraviglioso ed imponente albero che
avevamo fatto.
In cima aveva un bellissimo puntale d' oro con ornamenti rossi, mentre
su tutto il resto dell' abete, erano posizionate centinaia di palline
colorate.
- L' ha fatto James, non è bellissimo?
- Oh si...è stupendo. A casa mia abbiamo un piccolo arbusto
mezzo rinsecchito che marcisce in cantina dall' anno scorso.
Insieme ridemmo, e non potei fare a meno di guardarla. Era
così bella...e...ehi! Stava nevicando!
Portammo le mani verso il cielo e insieme cercammo di raccogliere i
fiocchi di neve che ricadevano lievi.
Ci divertimmo a lanciarci palle di neve, a fare angeli sul prato appena
imbiancato e a mangiare quella prima neve. Fu una serata bellissima.
- Oh, Lee! E' stato bellissimo...non sai com' è
bello...bhe...essere di nuovo con te!
A quelle parole arrossii di nuovo, ma stavolta sentii il fumo uscirmi
dalla orecchie in fiamme.
- Bhe, io vado a farmi un bagno...sono tutta sudata e non vorrei
insudiciare le lenzuola pulite. A dopo!
Anch' io entrai in casa.
Mi appostai vicino al caminetto, avvicinando le mani al fuoco e
sentendo un piacevole calore attraversammi il corpo infreddolito.
Decisi che anch' io mi sarei fatto un bagno, tanto disponevamo di
più sale apposite.
Andai in camera mia, mi svestii e mi annodai alla vita un asciugamano
trovato nell' armadio.
Mi diressi verso il bagno più vicino, ma pensai "
sicuramente lei è qui...non vorrei fare qualche figura
imbarazzante! "
Così salii al piano superiore, e sicuro di me, spalancai la
porta del secocondo bagno. Non l' avessi mai fatto!
Un urlo si sparse per tutta la casa, risuonando più volte
nelle mie orecchie.
Aprii gli occhi e apparse alla mia vista Sakura completamente nuda che
cercava di coprirsi con l' asciugamano.
- Lee!!!! esci subito fuori!!! E copriti, ti prego...
Guardai in basso...ops! L' asciugamano era a terra...Mi apprestai a
coprirmi subito, mentre lei faceva lo stesso. Il mio lato
più perverso mi fece notare una parte del suo seno che
appariva dietro la copertura.
" Come vorrei essere quell' asciugamano",pensai, mentre avevo la bava
alla bocca.
- Leeeeeeeee! Vuoi uscire?!
Stavolta nella sua voce c' era imbarazzo puro e quell' imperativo fu
più duro di quanto pensassi.
- Ehm...esco subito...scusa...scusa...
Uscii dal bagno, e mi si disegnò sul volto un sorriso
alquanto perverso.
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Capitolo 8 *** I ricordi di Sakura ***
7
Scusate x l' imperdonabile
ritardo ma ho avuto un bel pò da fare...compiti, gli esami a
karate...uff, quanto stress!!
Mi scuso ancora e colgo
l' occasione x ringraziare tutti quelli k commentano assiduamente
questa FF! Ciaooo
P.S.: se vi va andate a
dare un' okkiata al forum k ho ftt su Sakura e Lee ( nn ho molte
visite...sigh! )
http://sakuralee.forumcommunity.net/
8.
I ricordi di sakura
Dopo quell' evento piuttosto imbarazzante, entrambi cercammo di evitare
di incociare gli sguardi. Ma fu inevitabile: quei suoi occhi color
smeraldo mi ipnotizzavano, facendomi diventare rosso anche se lei
sospirava.
Finalmente giunse l' ora di andare a letto. Entrambi eravamo molto
stanchi.
Mi coricai, con ancora il viso rosso per la vergogna. Appoggiai la
testa sul cuscino, mentre trascinavo la coperta sulle mie spalle
infreddolite. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare fra le braccia di
quel sonno profondo...ma ad un tratto sentii la porta aprirsi. Era
Sakura. Indossava un grazioso pigiama rosa con un grande orscacchiotto
disegnato; le ciabatte a puff e il cuscino tra le braccia.
- Ehm...mi dispiace per prima...forse sono stata un pò
brusca.
- No, non preoccuparti...è stata colpa mia. Ho sbagliato
bagno...
- Bhe, ormai è passato. Senti...ehm...io non riesco a
dormire.
Mey dorme gia e...e di dormire da sola proprio non mi va. Sai, faccio
sempre fatica a dormire in casa d' altri...
- E...e non c' è Kerochan con te?
- Ma se quello gia dorme! Dai...ti prego! Non ti darò
fastidio. Anzi, se vuoi, dormo per terra!
- No, non se ne parla. Se non ti vergogni potresti dormire qui accanto
a me...c' è tanto spazio nel mio letto.
Mi pentii di quello che avevo detto. Subito arrossii e vidi che anche
il suo viso si tinse di rosso.
- Ehm...ecco...se...bhe...io...te...senti...va bene.
Mi scansai un poco, avvicinandomi verso il muro. Odiavo stare
lì
perchè i raggi di luna mi finivano sempre in faccia e non
riuscivo a dormire. Ma per lei questo e altro.
Si sistemò il cuscino e io le passai un pò di
coperta. Si
distese accanto a me. Mi voltai verso il muro. Avevo il suo respiro sul
collo...quel tenue filo d' aria tiepida che mi accarezzava la pelle mi
fece sorridere. Non volli girarmi, temendo di incappare in qualche
altra figuraccia. Ma sentii la sua voce:
- Lee...senti...non potresti girarti verso di me?! Gia che ci siamo,
potresti dirmi quel che è successo nelle altre notti !
Con un pò di timore mi voltai verso di lei. I nostri nasi si
sfiorarono, ma lei sembrò farci poco caso. Ora il suo
respiro lo
assaporarono le mie labbra.
Le raccontai tutto, anche se da come lo raccontai io sembrò
solo una favola.
- Ma sei sicuro che sia tutto vero?! Magari è solo l'
immaginazione...
- E io ti avrei fatto venire qui per niente?
- ...
Lei arrossì di nuovo. Dopotutto ora sapeva che l' amavo e
questo era un buon pretesto per farla venire.
- Senti, se non mi credi posso mostrarti due cose.
Mi alzai e scavalcandola scesi dal letto e aprii il cassetto della
scrivania. Cercai invano i due preziosi oggetti.
- Ehi...ma...ma sono scomparsi!
Sul mio volto si disegnò un espressione sconvolta e delusa.
Sentii le lacrime di risentimento e vergogna, cominciarmi a rigare le
guance. Dove erano potuti finire?
- Ehi Lee...dai, ti credo.
Mi voltai verso di lei, seduta sul letto con la coperta che le arrivava
in vita. Il suo volto pallido riluceva d' argento attraversato dai
raggi di luna.
- No. Devo trovarli. Non so perchè ma credo che mi avrebbero
aiutato a svelare questo mistero!
Così spalancai la porta e scesi di nuovo in cucina. Ora la
casa era vuota, priva di rumore. Stavolta però non c' era
quella canzone melodiosa che mi attirava verso la fonte.
Sentii dei passi provenire dalle scale. Mi girai di scatto...ma
fortunatamente era solo Sakura.
- Sono la cattura carte. Devo aiutarti...potrebbe essere pericoloso.
Rovistai tra le cianfrusaglie di un cassetto, in cerca di una candela e
un accendino o un fiammifero. Finalmente trovai i due oggetti; lo
stoppino della candela prese fuoco e illuminò la stanza.
Sentii la mano di Sakura cercare la mia...sentii le sue dita che si
insinuavano tra le mie. Stavolta mi diede coraggio.
Insieme perlustrammo l' intero edificio, ma della donna e degli oggetti
non c' era traccia. Cos uscimmo fuori.
- Lee ho paura...
Sentii Sakura che stringeva la sua presa, mentre lentamente si
attorcigliava attorno al mio braccio.
- LEEEEEEE!
Mi girai di scatto e vidi Sakura tra le braccia di quella Donna. Le
stringeva la bocca, impedendole di respirare. L' aveva avvolta in
quelle sue spire di luce. Gettai a terra la candela, e entrai al volo
in casa cercando la mia spada. Di essa non c' era traccia.
Tornai in giardino e vidi Sakura distesa a terra, priva di sensi.
Cercai di scuoterla ma essa rimaneva immobile. Sentii le lacrime
spuntare dai miei occhi.
- Sakura! Sakura...riprenditi dai...sono io...su...
Improvvisamente sentii una mano sulla spalla. Mi voltai e davanti a me
apparve la figura di Sakura avvolta in un bagno di luce. Tornai a
guardare colei che stringevo tra le braccia...come poteva essere
lì e anche dietro di me?!
" Lee... ricorda...il mio passato è svanito nel
buio...accendi una candela per rischiarare il mio futuro..."
La creatura simile a Sakura aveva parlato. Sentii le sue labbra
poggiarsi sulle mie...quell' attimo svanì, insieme a lei.
Ripetei più volte quelle parole...sapevo che significavano
qualcosa di preciso, ma la mia mente era troppo occupata a
preoccuparsi. In quel momento Sakura riprese i sensi.
- Ehm...d...dove...mi trovo?
- Sakura!
L' abbracciai, ma lei mi scansò.
- Chi sei tu?
Mi guardò con un espressione stupita. In quel momento notai
che i suoi occhi non erano più verdi, ma neri come la notte.
Neri come il buio che avvolgeva i suoi ricordi...
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