Questo è solo l'inizio... della fine.

di Im_Not_Okay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Il Passato Brucia Ancora ***
Capitolo 4: *** Cosa Vuol Dire Essere Insieme ***
Capitolo 5: *** Scoperte Che Fanno Male ***
Capitolo 6: *** Due Settimane Per Ricominciare A Vivere ***
Capitolo 7: *** Ricominciare Con Il Piede Sbagliato ***
Capitolo 8: *** Complicazioni e Perdono ***
Capitolo 9: *** Ancora Un Concerto ***
Capitolo 10: *** Ti Fidi Di Me? ***
Capitolo 11: *** Sogni ***
Capitolo 12: *** Messaggio dell'autrice ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Allora questa è la mia prima storia... spero non faccia troppo cagare, io ci provo. La prima cosa che vi dico è sicuramente RECENSITE!!
Recensite anche se non avete un cazzo da dire, recensite anche se vi è appena morto il gatto, ma recensite!!!!
Avviso: io adoro scrivere scene tristi, struggenti e roba del genere. Non dovrei fare tanto casino con grammatica e sintassi, GIURO che rileggo prima di pubblicare! 
 
 
QUESTO E' SOLO L'INIZIO
... DELLA FINE
 
PROLOGO
 
Non so cosa può succedere quando le cose vanno così del cazzo.
Non posso pensare che fino a ieri praticamente eravamo tutto. No.
I concerti, le settimane passate a produrre nuovi video, le fans... noi.
Ecco, prima c'era un noi. Un noi che è finito nel cesso insieme a tutta la band. Insieme a una delle poche cose di cui mi sia realmente fottuto qualcosa. Non posso crederci, non voglio.
Davanti a me vedo solo buio. Un fottuto buio, perché non so cosa dovrei o anche solo vorrei vederci. 
Non avrei potuto immaginare che dopo tutto quello che abbiamo passato insieme avremmo potuto separarci. 
Cioè, non so nemmeno cosa ci abbia fatto separare... A me sembrava tutto a posto, tutto perfetto.
E poi quella sensazione. La sensazione che le cose stessero cambiando, che suonare con loro non fosse più la mia strada... che forse avrei voluto una vita diversa. 
Il presentimento che qualcosa fra noi non andasse, che la musica avrebbe potuto rovinare la nostra amicizia, o qualcosa del genere.
E' davvero per questo che ho mandato a puttane la mia vita? Per una sensazione? 
Cazzate. Una dietro l'altra. Soprattutto perché era proprio la musica che ci faceva tirare avanti e io il deficente che ha mandato tutto a rotoli. 
Tutto funzionava, tutto.
E la cosa peggiore è che è tutta colpa mia. Mia, dei miei stupidi ragionamenti da depresso, dei miei inutili momenti di crisi... mia.
Mia perché io ho mollato. Gli altri volvano resistere, io ho mollato come un codardo. E questo è esattamente ciò che sono.
Io, la mia inutile vita, le mie fissazioni da asociale. 
Non li vedo più da mesi ormai. Nessuno tranne Mikey, ma credo che mi pianterebbe in asso anche lui se non fossi suo fratello. 
Mi odiano tutti. Anche Frank. 
Perfino lui, anche dopo che abbiamo entrambi ammesso a noi stessi che tutti i baci sul palco non erano solo finte, non erano solo per l'odience. No, erano tutti veri, dal primo all'ultimo.
E non ci parliamo. 
Ormai penso di farla finita, per davvero.
Non sarebbe difficile, non darebbe fastidio a nessuno. Forse libererei l'umanità da un peso. E quando penso a Mikey, al fatto che potrei ferirlo, mi viene in mente solo che lui potrà rifarsi una vita. Io no. Io non potrò mai. Non potrò mai perché mi sono accorto che la band era la mia vita. Ma me ne sono reso conto tardi, troppo.
Forse questa vita di merda me la sono cercata, me la merito. 
Fottuto karma.
A fanculo tutti, basta, io non ce la faccio più. Ho chiuso, una volta per tutte.
 
 
 
 
 
 
Allora quanto ho fatto schifo? Troppo d'accordo, lo so...
Però dai, abbiate pietà, ho solo 13 anni, migliorerò giuro!!!!!!!! Questo è un po corto perché è il prologo, gli altri non saranno merdine di piccione come questo... Ciao e RecensitE!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 3
*** Il Passato Brucia Ancora ***


Eccooooooooooooo!!!!!!!!!!! Il primo vero capitolo... leggete e ditemi che ne pensate!!!!!! 
Cmq non avrò molto tempo x scrivere, sto cercando in contemporanea di scrivere un libro che vorrei pubblicare, sorry se gli do la precedenza... Ma per farmi perdonare inserisco un'immagine in ogni capitolo, 'kay? 
Ciaoooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!
 
Ps: volevo solo mettere in chiaro che questa storia non ha nulla di vero se non lo stesso scioglimento della band. Ogni riferimento a fatti realmante accaduti è assolutamente casuale, quindi non prendete sul serio nulla. Non è questo che è successo davvero, se volete conoscere la vera storia leggete il twitt di Gerard (<3 <3 <3 <3)!!!!
Bye!
 
 
 
QUESTO E' SOLO L'INIZIO...
DELLA FINE.
 
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Capitolo 1: Il Passato Brucia Ancora
 
Tum, tum, tum, tum...
E'  normale che le proprie tempie facciano così? 
Stare soli è una merda. Io sono generalmente un tipo che passerebbe senza problemi mesi senza nessuno, ma questa volta è tutto diverso. Una cosa è restare soli perché se ne sente il bisogno e un'altra essere soli perché nessuno ti caga. Sicurezze zero.
Ormai sono bloccato nel silenzio di tomba di camera mia da almeno due ore. E le mie orecchie hanno talmente bisogno di sentire un qualsiasi rumore che ho le allucinazioni, la mia mente malata si inventa di sana pianta suoni inesistenti.
Da manicomio.
Fisso insistentemente il soffitto che ho dipinto appositamente di nero. Il nero mi piace, è proprio un bel colore. Adesso direte che sono tetro, triste, malinconico, depresso... e anche se fosse? Oppure la solita storia dell'essere forzatamente anticonformista e ribelle. Prima cosa: sono chi cazzo voglio essere ed è un problema mio. E seconda cosa: in un mondo dove essere normali vuol dire essere diversi - perché ormai questo è un mondo anticonformista - vuol dire che qui gli svitati siete voi e io sono quello normale.
E in ogni caso il nero è un colore che trasmette più cose di qualsiasi altro. Tanto per iniziare è il colore di qualsiasi emozione si voglia far trasparire da esso. Tristezza, malinconia, solitudine, ma anche rabbia, timore, amore e ogni altro sentimento, compresa la felicità. Non c'è alcun dubbio, il nero è un colore perfetto. Su uno sfondo nero puoi costruire quello che vuoi. 
Fisso quel dannato soffitto, lasciando che tutte le preoccupazioni della giornata mi sfilino davanti alle pupille, senza però sfiorare il mio cervello. Bene, posso valutarle da un punto di vista esterno.In primo piano c'è naturalmente la band - ex band - e tutta la merda collegata a quella. Mi sto chiedendo perché ci siamo sciolti, non ne ho capito bene il motivo... anche se sono stato io a prendere l'iniziativa e a mollare tutto per primo.
Credo sia perché avevo paura che la musica e tutti i suoi problemi - pettegolezzi di fans, litigi riguardo canzoni e melodie e tutte le cose per cui si può litigare - compromettessero la nostra amicizia. Non li volevo perdere come amici, cazzo. Anzi è proprio per questo che ho mollato. Suppongo.
Ed è successo tutto il contrario. Era proprio la musica che ci incollava l'uno all'altro e ci univa. Adesso che non c'è più musica loro non resteranno qui con me. Frank è stato il primo ad annunciare la sua partenza. Disse che non voleva restare un istante di più, prese tutta la sua roba e se ne andò. 
Ricordo tutto quello che successe...
 
- Gee, spero che tu ci stia prendendo tutti per il culo! - dice Mikey guardandomi allibito.
- Mik, sono serio, non lo sono mai stato così tanto...
- Vuoi sul serio piantarci in asso?
- Devo farlo.
- No che non devi, idiota! 
- Taci Bryar, devo e basta.
- Perché? - mi chiede Frank, dolce, con i suoi occhioni da cucciolo piantati nei miei. E' seduto a gambe incrociate, sul divano, di fianco a me. Gli appoggio una mano sulla spalla e stringo forte.
- Frankie, non voglio che la nostra amicizia si rovini per i casini che potrebbero succedere, cerca di capire almeno tu, ti prego...
- No! - dice mentre con uno spintone mi allontana - Non puoi sciogliere la band per questo! E' assurdo. Cosa ti fa pensare che se tu molli lo faremo anche noi? Che non troveremo qualcun altro?
Quelle parole mi fanno male dentro, una coltellata in pieno stomaco non avrebbe potuto fare di peggio. Per un momento mi manca il fiato e quando riesco a prendere aria di nuovo ogni respiro mi fa sempre più male. Abbasso lo sguardo, non avendo una risposta.
- No, no, ehi, scusa... - continua Frank - ho detto una cazzata, non lo penso, lo sai. Non saremmo più gli stessi senza di te! Ti prego resta, non vogliamo che te ne vai... Sai che se lo fai tu dobbiamo farlo tutti.
- Sì, Frank, lo so. Ma penso a tutte le amicizie e le storie che finiscono quando la popolarità inizia a diventare troppa. A tutti i rapporti che vanno a puttane. Non voglio che la band finisca per un pettegolezzo di merda, magari infondato. E' meglio se la chiudiamo noi, fidati. 
Guardo negli occhi uno per uno i miei compagni, Ray, Mikey, Bob e per ultimo il mio dolce Frankie. Vedo in ognuno un'emozione diversa... incredulità, rassegnazione, rabbia e poi... poi c'è Frank. 
Mi guarda, fisso. Le pupille vuote, che per la prima volta da quando lo conosco non esprimono nulla. 
Sono confuso. Proprio lui che credevo potesse avere solo due reazioni, una opposta all'altra. Che credevo mi avrebbe appoggiato e dato ragione oppure avrebbe protestato fino allo stremo, mi sorprende. Per l'ennesima volta. 
Non mi piace quando non riesco a capire le sue intenzioni, mi spaventa.  
- Frank, che hai? - mi anticipa Ray.
- Io... no, niente. - ma a me quello non sembra affatto niente. O meglio, quello è Il Niente. E Il Niente non è da Frank. Lui esprime sempre qualcosa, con gli occhi, il corpo, a parole. Ed è questo che adoro di lui: sempre così schietto, diretto, disarmante. 
Ma adesso è tutta un'altra cosa, ora fissa il vuoto, lo sguardo che trapassa qualsiasi oggetto senza vederlo. Non è lui, non è il Frank che conosco, quello che amo.
- Frank, per l'amor di Dio, dimmi cos' hai! - esclamo, non potendo più rimanere in silenzio.
- Cazzi miei! - mi strilla. Che risposta di merda. La mano che ancora tenevo stretta alla sua spalla crolla giù.
- Smettila di dire stronzate e spiegami che diavolo ti prende! - sto cercando con tutto me stesso di restare calmo, ma non posso trattenermi dal dargli uno scossone - Sai che mi preoccupo quando fai così.
- Non è vero, a te non fotte niente, se no non avresti rovinato tutto! Ma d' accordo, chiudiamola quì! 
- In che senso? - sento affiorare la paura, ho un presentimento orribile, spero di sbagliarmi, ogni particella del mio essere è concentrata sull' allontanare quello schifo di sensazione.
- Hai capito benissimo in che senso... - mi dice mentre mi si avvicina. Mi guarda intensamente, quasi speri che io riesca a leggergli nel pensiero per non essere costretto a pronunciare ad alta voce le parole che aspetto mi colpiscano come una cannonata in pieno petto. Poi si avvicina al mio orecchio e sussurra: - Sapevi che la band era tutto e hai deciso di lasciare comunque. Scusa, ma posso perdonarti tutto tranne questo, non puoi chiedermi di amare ancora una persona così egoista... quindi addio Gee. 
E sento le sue labbra sfiorare le mie per quella che ho una fottuta paura sia l'ultima volta.
 
E così il mio tenero Frankie aveva colto quello che sentivo ancora prima che io anche solo lo ipotizzassi. Sono solo un fottuto egoista, lo sono sempre stato e sempre lo sarò, ma non posso farci un cazzo di niente!
Fanculo, credevo che dopo tutto questo tempo lo avesse accettato! Invece no, invece non ha capito, non mi sopporta... Dio, sono stato un idiota a credere che lui fosse diverso... che mi capisse... mentre in tutti questi anni di me non ha capito un cazzo! E' strano che io lo ami comunque?
Il mio dolce Frank... che ora non è più mio. Che ora mi odia più di chiunque altro, lui che avrebbe dovuto essere il mio amore, la persona a cui potermi affidare sempre. 
Guardo per l'ennesima volta il mio cellulare. Mi vengono in mente solo tutte le chiamate andate a vuoto, tutti i messaggi inviati che non hanno mai ricevuto una risposta. E' passato solo un mese eppure ho già intasato la memoria di quello stupido affare da trecento dollari. 
Ma so che non smetterò mai di mandarli quei fottuti messaggi, perché la speranza che li legga, che tutte quelle frasi sconnesse lo spingano a pensare, resta. 
E quindi mi metto a scriverne un'altro, l' ennesimo. Ormai non so più cosa inventarmi e la maggior parte delle volte sono solo ripetizioni pressoché identiche di messaggi precedenti. 
"Frank, scusa! Ti prego torna perché io senza di te non..." no, non va bene. 
E ricomincio da capo: "Frankie, ho fatto un casino, lo so. Chiamami." no, neanche questo va bene.
"Ricominciamo da zero, parliamone. Sai che io non posso più..." 
Ma non trovo un' idea valida neanche a pagarla, così finisco per inviargli un semplice "Io ti amo ancora, lo sai. Chiamami, ti prego, voglio sentire la tua voce." sperando di non sembrare troppo stupido. 
Non gli ho mai detto apertamente che lo amo ancora. Gli scrivo solo che voglio chiarire tutto, che voglio parlare con lui, che non mi piace il modo in cui ci siamo detti addio. Ma sicuramente non ho mai ammesso apertamente che continuo ad amarlo, malgrado tutto, che mi manca il suono della sua voce, le sue labbra sulle mie... 
Non sono mai stato bravo a scoprire i miei sentimenti, non ho mai provato tanta nostalgia da stare male, ma con Frank è tutta un'altra cosa.
Adesso basta nascondere ciò che sono, ora non ce la faccio davvero più.
 
 
 
L'ennesimo trillo del cellulare, segno che Gerard mi ha mandato un altro dei suoi messaggi confusi. Confusi e fottutamente dolci.
L'odio e la rabbia nei suoi confronti sono durati sì e no un paio di giorni, poi si sono trasformate in malinconia e bisogno di piangere. 
Se all' inizio ero incazzato - che eufemismo - poi tutta questa rabbia si è trasformata in consapevolezza. Consapevolezza di essere stato accecato dal suo carattere dolce e misterioso, dannatamente intrigante. 
Gerard è Gerard. Non si possono usare altre parole per descriverlo, non renderebbero l' idea.
Ho completamente ignorato tutto ciò che non riguardava noi, la nostra musica e i lati positivi di Gerard. Forse perché non riuscivo a vedere quelli negativi, troppo schiacciati dai suoi pregi, forse perché non mi avevano mai dato fastidio prima. 
So di aver esagerato con lui, ma è stato un brutto colpo. I My Chemical Romance si sono sciolti su due piedi, non credevo che fosse possibile. 
E io lo ho perso. Forse sarebbe meglio dire che lui ha perso me, ma l'uno non esclude l'altro.
E la rabbia verso di lui adesso è tutta delusione. Delusione perché credevo che a lui fottesse qualcosa di più di me, mentre ha fatto la cosa più egoista che potesse fare. Ha scelto di non rischiare nulla per non perdere e ha perso comunque. Ha scelto di mollare perché aveva paura. Lui ha scelto. Non abbiamo scelto noi.
Che poi sia quella la vera ragione? Non lo so, ormai mi sembra di non conoscerlo affatto. Ho paura di aver sbagliato tutto con Gerard. 
E' per colpa sua se stò così del cazzo. Perché? Perché lo amo, fanculo! Lo amo nonostante tutto! E non posso farci nulla. 
Ma non posso... non posso fidarmi ancora di lui. Non dopo aver scoperto di non conoscerlo come credevo. 
Fa male. Fa dannatamente male. Sapere di amarlo e rendersi conto che anche se anche lui non mi ama più come una volta ci tiene almeno un po' a me.
Allungo un braccio e prendo il cellulare. Mi piace leggere i suoi messaggi, anche se mi rendono ancora più triste, depresso e malinconico di quanto non sia già.
Clicco l'unico tasto che lo sia davvero sul mio iPhone e sblocco lo schermo. Controllo i messaggi e vedo che avevo ragione: è Gerard. Sarebbe strano se non fosse lui.
Apro il suo messaggio. 
Lo rileggo una cosa come dieci volte senza capirne davvero il senso. Non collego le parole, dopo un po' anche le lettere iniziano ad aggrovigliarsi.
Poi accendo il cervello e mi metto davvero a leggerlo. Poche parole, concise, semplici, che dicono più di quanto vorrei sentire...
"Io ti amo ancora, lo sai. Chiamami, ti prego, voglio sentire la tua voce." 
Oddio... Gee, non puoi averlo detto sul serio. 
Se prima l'incertezza sul fatto che lui provasse ancora qualcosa nei miei confronti mi tratteneva dal prendere il primo aereo e andare nel New Jersey, adesso facco fatica a resistere alla voglia di cliccare il piccolo tasto verde accanto al suo numero e parlarci per la prima volta dopo un mese. 
"Io ti amo ancora..."
Lui mi ama ancora. Io lo amo ancora. Cosa mi tiene lontano da lui? Innanzi tutto la mia etica. Non sono il tipo che cambia opinione su qualcuno e il fatto di essermi già dovuto ricredere una volta sul suo conto non aiuta. E poi sarei costretto a scusarmi - non che lui non debba farlo - e non amo fare nemmeno questo, quindi mi sento abbastanza bloccato.
E poi che mi assicura che se accetto e lo rivedo ancora una volta le cose torneranno a essere come prima dello scioglimento della band, almeno fra noi due? 
Anzi, io dubito seriamente che succederà... se non siamo tutti e cinque insieme non può tornare tutto com' era prima.  
Un secondo, sto davvero valutando la possibilità di rivederlo, ricominciare con lui? No, non esiste, nemmeno per idea. Non cederò così facilmente.
"Voglio sentire la tua voce" Cristo. Anch' io voglio sentire la sua, più di ogni altra cosa. E non solo quella, anche i suoi occhi verde oliva che mi cercano, dolci e le sue dita che mi scompigliano teneramente i capelli. Cazzo come mi manca. Ma non posso, non posso rifare lo stesso errore che ho già fatto in passato, sopravvalutando Gerard, no. 
Forse potrei chiamarlo, una volta, ma non me la sento. Lui è sempre stato fin troppo persuasivo - oppure sono sempre stato io a non riuscire a resistere ai suoi occhioni da cucciolo - e ho paura che riesca a convincermi a tornare.
E' la prima volta che ho voglia di fermarmi e riflettere su Gerard, ho sempre evitato la questione come la peste. 
Ora però non riesco a non pensare a com' erano i concerti e...
 
- Gerard, fanculo, dobbiamo salire! Abbiamo quasi tre quarti d'ora di ritardo! - gli grido.
- Mmmh... sì arrivo adesso, che cazzo! - e ci corre incontro.
- Bene - dice Ray - ci siamo tutti? 
- Sì, sì, ma adesso muoviamoci! - bene, almeno Bob mi sostiene.
Scorgo Mikey dare un segnale verso l'alto. La base per "Na Na Na" parte e all'istante un coro di applausi, fischi e urla si alza dal pubblico. Saliamo di corsa quei quattro gradini che portano all' ampio palco allestito. Subito il coro del pubblico aumenta. In prima linea Gerard, naturalmente, con un gran sorriso e le braccia alzate al cielo. Subito dopo sale Bob che picchietta una bacchetta sull'altra tenendole sopra il capo. Poi tocca a me. Inizio a suonare piano, costretto a camminare di lato per rivolgermi al pubblico. 
Cristo santissimo, ma quanti sono?! Seriamente, non riesco nemmeno a vedere dove finisce quella folla assurda. Colpa di quelle fottute luci puntate negli occhi, probabilmente. 
Dopo di me sale Mikey e per ultimo Ray, anche loro due suonando. 
Bob corre subito alla batteria rialzata mentre noi altri ci sistemiamo in basso. Gerard ovviamente si sistema al centro e inizia a caricare i fans. 
Iniziamo a suonare davvero, prendendo il ritmo e sincronizzandoci all'istante e perfettamente... come sempre. 
Cantiamo tutti la prima parte e poi lasciamo fare a Gerard. Ascolto la sua bella voce e mi perdo un po'. 
"Drugs
Give me drugs
Give me drugs
I don’t need it
But sell
Whatcha got
Take the cash
And I’ll keep it
Eight legs to the wall
The gas animal
And we crawl and we crawl and we crawl!
You be my detonator!
Words
Give me love,
Give me..."
Poi i miei pensieri sfuggono alla realtà e mi ritrovo a pensare ai concerti precedenti, ai nostri baci... 
Ops, che casino, ho sbagliato un paio di accordi. Vedo Mikey lanciarmi un'occhiata nervosa. Ma che vuoi che sia...
In effetti però mi chiedo se anche oggi voglia baciarmi. E' una cosa brutta sperarlo? 
La prima volta che lo ha fatto è stato uno shock, davvero. Così, senza preavviso. Ma quando poi dietro le quinte mi ha chiesto se mi avesse dato fastidio e l'unica cosa che ho saputo rispondere è che non c'era nessun problema. Con sottinteso che poteva rifarlo quando voleva. E infatti lo ha rifatto. Magari con tutta questa folla deciderà di farlo ancora. 
Le canzoni si susseguono ad un ritmo sostenuto, da "Destroya" a "Dead", da "Planetary" a "Sing".
Cantiamo un sacco di parti insieme, perché servono due voci e io sono abbastanza intonato da poterlo accompagnare.
E ad un certo punto, un punto di stacco, dove nessuno canta ma ci sono solo gli accordi delle chitarre in sottofondo, Gerard mi lancia l' Occhiata e io capisco al volo. 
Si avvicina velocemente e mi fissa un secondo negli occhi, poi mi mette una mano sulla nuca e mi spinge verso di lui, appoggia le labbra sulle mie. Non c'è tempo per prendersela comoda, quindi schiudo subito la bocca e sento immediatamente la sua lingua sulla mia. Là sotto la folla sta facendo un caos pazzesco, ho le orecchie tappate. Niente da dire, Gerard è un genio. 
E' difficile continuare a suonare, devo usare tutta la mia concentrazione. 
Ma dopotutto ne vale la pena. Mi piace quando Gerard mi bacia, è meglio di qualsiasi altro bacio che io abbia mai dato. Poi si stacca e velocemente riprende la canzone da dove la ha lasciata. Sbaglio ancora qualche accordo, tanto mi sono rincoglionito. 
Il concerto dura un'ora e mezza circa. Siamo appena scesi dal palco, dopo ringraziamenti e saluti vari, quando Gerard mi tira per un braccio e mi costringe a voltarmi. Un istante e sento le sue labbra premere contro le mie e lasciarci sopra un bacio dolce, tenero, totalmente diverso da quelli dati durante i concerti.
- Gee... - gli dico, confuso - non siamo più sul palco. 
- Lo so.
 
 
 
 
 
 
Ecco, primo capitolo finitooooooooooooo! Piace? Ah, potete anche dirmi che è una merda, no problem, accetto le critiche! Ma recensiteeeeeee! Spero che il capitolo non sia troppo lungo/corto, non so, ditemi voi...
Ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 
Ps: scusate se riempio la storia di flashback ma servono per capire maglio la situazione!!!!!

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Capitolo 4
*** Cosa Vuol Dire Essere Insieme ***


Ooooookappa... prossimo capitolo... mmh, non posso anticipare molto, ma questo capitolo sarà diverso da quello di prima... beh, leggete! 
In ogni caso chiedo scusascusascusa per la mia assoluta irregolarità nel pubblicare... yeah, sono un disastro! Ma il fatto è che scrivo quando sono ispirata... e pubblico quando la mia chiavetta internet del cazz... funziona, ecco. XD 
Buona lettura e vista quanta gente qui consiglia vivamente di mangiare cioccolata (me compresa eh!) attenti alle indigestioni!!!!!!!!! ^_^ W caffè e starbucks!!!!
 
 
 
 
 
 
 
 
QUESTO E' SOLO L'INIZIO...
DELLA FINE.
 
Image and video hosting by TinyPic Capitolo 2: Cosa Vuol Dire Essere Insieme
 
Cristo santo mi prude dovunque... 
Un'insopportabile fottutissimo prurito su tutto il corpo. Ci provo a grattarmi ma per ora ho solo peggiorato la situazione... e sto sanguinando un po' dappertutto. 
Ho la pelle graffiata dalle unghie un po' troppo lunghe e le dita sporche del mio sangue. Rosso, ancora caldo. Ho le dita di quel cazzo di colore. Rosse.
Me le porto appena sotto il naso e annuso quell'odore strano, di sangue. Lo sento poco. Poi, senza rendermi conto di che diavolo io stia facendo, le appoggio sulle labbra.
Sento la lingua sfiorarle, curiosa, con un riflesso quasi involontario. 
Un sapore aspro e dolce insieme, di mmh, metallo credo... ferro. 
Ah, che cazzo, basta!
Devo... prenderne... un'altra. Prima che sia tardi.
Corro fino all'ingresso, dove so di aver buttato la mia giacca... da qualche parte, chissà dove. La trovo in pochissimo tempo, quasi un record considerando che non riesco nemmeno a reggermi in piedi. 
Tiro fuori da una delle tasche interne una dose e una fottuta siringa. Mi impongo una calma che non saprei dire da dove sia sbucata e me ne vado in cucina. 
Sgombro un angolo del tavolo e prendo tutto il necessario. Metto la polvere prima nel cucchiaio con un po' di succo di limone, poi nella siringa. 
Continuo a grattarmi. Stupidi effetti collaterali dell'eroina!
Tre... due.. uno... un pizzicore alla pelle, poi una sensazione bizzarra dentro la vena del mio braccio sinistro. 
Comincio a contare i secondi che passano... uno... due... tre... quattro... cinque... ecco, si sentono già i primi effetti... sei... sette... otto. Fatto.
Tolgo di mezzo la siringa insanguinata e crollo disteso sul divano, quasi nella stessa posizione di prima. La mente appannata mi impedisce di far soffermare i miei pensieri su ciò che mi fa del male, ma non posso evitare di pensarci almeno un po'.
La band sciolta. Fottuta inutile sensazione che non è mai esistita! 
Ho tutti i pensieri ovattati...
Frank, il mio Frankie. No, non è più mio. 
La razionalità sta andando a puttane...
Ma è tutta una cazzo di colpa sua! Lui... è lui che non capisce, lui che non mi perdona! Io... io ho fatto quello che pensavo fosse giusto e lui non capisce!
Fanculo, Frank, ti odio!
E... e i suoi occhi increduli, spaventati, dolci... no... sono proprio una merda di persona. No, nemmeno... se lo fossi sarei qualcosa, ma non sono nemmeno quello. Mi faccio schifo per avergli fatto così male. Ma perché lui? Perché a lui? Lui che non ha mai fatto nulla per meritarselo, lui che è sempre... lui. Il mio piccolo.
Cazzo, ti amo Frank...
E questo cosa cambia? 'Sta ceppa di minchia, ecco cosa! Oddio ma perché deve essere tutto così difficile? Ma le cose giuste non sono sempre state impossibili...
 
-Mmmh, Gerard! Ehi, aspetta almeno che scendiamo le scale!- mugugna infastidito quando gli metto un braccio attorno alla vita e lo tiro verso di me mentre stà scendendo l'ultima rampa di scale dell'albergo. Nah, non è infastidito... è tenero e basta.
Mi spunta un sorriso sulle labbra incollate alle sue: -No no, Frankie...- sento il suo piearcing sfiorarmi la lingua rievocando i ricordi della notte appena trascorsa. Delle sue fottutissime labbra dovunque, dappertutto. Delle sue risate. Delle sue unghie letteralmente piantate nei miei fianchi. Oddio...
Lo sto facendo cadere, con tutte le borse e valige varie che si stà portando dietro. Ne prendo qualcuna e gli do una mano.
-Grazie!- mi dice riconoscente posandomi un bacetto innocente - certo, come no... soprattutto visto che somiglia molto di più ad un morso che ad un bacio - sulla guancia. Poi sfreccia giù per gli utimi scalini e mi semina.
Provocarmi è il suo passtempo preferito... quel piccolo bastardo.
Sghignazza quel maledetto... ma mi vendicherò, fosse l'ultima cosa che faccio.
Appena saliti in auto noto che gli altri hanno un'aria decisamente scazzata e ci guardano truci. Non credo che gli occhioni teneri che stà facendo Frank attacchino questa volta. E infatti ho ragione... come sempre - dio che modesto, no?
-Che succede?- chiedo alla fine, ora sinceramente incuriosito visto che continuano a guardarci del cazzo anche dopo che l'auto è partita. 
-La prossima volta - inizia l'afro -prediamo una camera dall'altra parte della città.
Eh?
-Perché? Cosa c'è che non... Ops. - o Cristo, credo di essere diventato dello stesso colore dei miei capelli, rosso fuoco per inciso - Scusate...
-Non abbiamo dormito un'ora stanotte, che cazzo!- esclama Bob
-Come se il resto dell'isolato ci fosse riuscito...- commenta sarcasticamente Mik.
-Michael, gentile come sempre no? Soprattutto di prima mattina...- ribatte Frank.
Ma un po' di ragione ce l'hanno in fondo... 
Altri ricordi riemergono. Gli strilli di Frankie, gli ansiti di entrambi... poi... diciamo che dal letto ci siamo trasferiti contro una parete. Purtroppo quella che confinava con la camera degli altri tre... doppio ops. Soprattutto considerando che è un miracolo se non abbiamo fatto ehm... danni.
Sì, siamo un po' casinisti... ma va bene!
-Porca puttana, un po' più piano no, ah? - riprende Ray.
-Scusa, d'accordo... ma siamo perdonati? 
-Mmmh, ne riparliamo quando accetterete di pagare il caffè a tutti per il prossimo mese!
Inghiotto a vuoto, riuscendo - non so come - a quasi strozzarmi anche con l'aria. 
Ray. Fottutissimo genio del male. Soprattutto considerando le quantità di caffeina che consuma mio fratello... Oh, merda. 
-Sottospecie di pseudo-carogna che non sei altro...- lo insulto un po' in tutte le lingue che conosco - bastardo...
E lui intando ride come se gli avessi detto la cosa più divertente mai esistita.
Il viaggio sarà lungo quindi ci mettiamo a dormire un po' tutti. Ray stravaccato sopra Bob e Mikey, che si trovano in una posizione piuttosto scomoda.
Io con il mio stupendo Frankie appollaiato accanto, con il capo sulla mia spalla e tenendogli un braccio attorno alla vita. 
Non è dolce il mio amore? Sì, da carie, lo so.
Aspetto che si addormenti tracciando con due dita i tratti del suo viso, poi lo scorpione tatuato sul collo e ancora il suo viso.
Alla fine mi addormento anch'io, non riuscendo più a tenere aperti gli occhi.
 
Cazzo mi scoppia la testa. I ricordi fanno dannatamente male, Cristo! 
Guardo distrattamente il calendario e vedo che siamo solo i ventiquattro di aprile. Ma è mai possibile che il tempo non passi neanche a chiederlo in ginocchio? 
Può esistere una persona, anzi no, un essere vivente, così fottutamente egoista ed abituata ad avere sempre ciò che vuole, tanto da non rassegnarsi nemmeno per lasciare vivere felice la sua unica ragione di vita?
Sì, esiste.
Un caso unico, per fortuna.
Io.
 
 
 
 
Tuu... 
Arrotolo l'orlo della maglietta sul dito.
Tuu... 
Perché cazzo non risponde?!
Tuu... 
Stupido iPhone... 
Tuu...
-Pronto?
-Mik! Ciao, sono Frank!
-Frankie, da quanto non ci si sente! 
-Lo so, sono stato un cretino a tagliare così i contatti.
-Ne avevi il diritto! Comunque come stai tu?
-Io? Me la cavo, dai... tu invece? E gli altri? Non ho parlato nemmeno con loro! 
-Bah, qui le cose vanno e non vanno. Io non me la passo tanto male, Gerard invece...
E lascia la frase in sospeso. Mi si congela il sangue nelle vene. Sta male? Per colpa mia? Per un idiota come me? Ok, forse mi stanno venendo complessi strani... Beh, dopo quello che ha combinato se lo merita, fanculo! No, niente... non rieso a pensare queste cattiverie di Gee, non ci riesco proprio.
-Scusa - riprende Mik, probabilmente perché i miei dialoghi mentali si sono protratti troppo e lui ha frainteso - avrei dovuto immaginare che non ti andava di parlarne, mi dispiace.
-No, no... non è quello... comunque adesso devo andare, giuro che richiamo, ciao!- e attacco all'istante. 
Ho una voglia matta di parlare di Gerard, con Gerard, per Gerard, ma non ho un briciolo di coraggio. 
Avere voglia di vederlo dopo le cazzate che ha fatto è sbagliato? Non lo so... forse. "Al cuor non si comanda"... stupido inutile proverbio di merda. Di merda e fottutamente vero.
Ma lui mi ha aiutato tante di quelle volte che... che mi sento in... in debito con... lui.
 
Io e Gerard, mano nella mano, di fronte a casa mia, appena sfuggiti all'assalto di giornalisti assatanati. 
Con una fatica indicibile sciolgo l'inteccio delle nostre dita per aprire la serratura della porta. 
E' un sacco di tempo che non torno a casa perché ci sono stati due tour uno praticamente attaccato all'altro e il tempo libero in mezzo lo ho trscorso da Gee. Mmmh, ci siamo divertiti davvero tanto, io e lui... soli. Wow. Rivivo quelle giornate all'infinito nelle mia mente perversa.
I suoi genitori non hanno problemi con la nostra storia, sono sempre stati carini e gentili con me... mah, per me sospettavano già qualcosa prima. Quindi diciamo, per renderla più semplice, che se ci sbaciucciavamo in mezzo al salotto - cosa che succedeva spesso, Gee è un esibizionista, dannato lui - non c'era nessunissimo problema, ecco.
Ma ho già spiegato a Gerard che quì non si potrà fare così, i miei non sanno ancora nulla di noi... anche se non credo che se glielo dicessi ne verrebbe fuori poi questo casino. Ma non si sa mai e in ogni caso io non sono pronto, affatto. Ogni cosa a suo tempo.
Entriamo. 
Mia mamma è andata a fare la spesa e commissioni varie, mio padre guarda non so cosa in tv. Non ci faccio molto caso, tendo ad imbambolarmi mentre guardo Gee... 
Andiamo in camera mia solo dopo aver salutato e fatto quattro chiacchiere con tutta la famiglia ed ormai è tarda serata.
Serriamo bene la porta a chiave. Niente inconvenienti, non è il caso. 
Poi ci rilassiamo l'uno fra le braccia dell'altro. Nulla di più per questa notte, anche se cazzo come ne ho voglia. 
E la cosa più rilassante del mondo è l'addormentarsi accucciato addosso a Gerard mentre lui con le dita di disegna addosso, scrive sulla tua pelle... ho i brividi. 
Il risveglio è normale, circa. Poi facciamo colazione. Dopo di che risaliamo per cambiarci.
Sento Gee dietro di me stringermi i fianchi. Mi volto dalla sua parte e lo guardo negli occhi, quei suoi occhi verde oliva fottutamente belli. 
-Gee, ti prego non adess... 
Mi chiude la bocca con un bacio. D'accordo, d'accordo... se vuole giocare, giochiamo.
Faccio scorrere la mia lingua sulla sua, mentre con una mano scendo lungo la sua schiena, la infilo dentro i jeans stretti ma non troppo e dentro i boxer mettendomi a giocherellare con la pelle calda del suo sedere. Lo sento gemere un po', poco, trattenendosi. Vendetta... dolce vendetta. Il suo esibizionismo si è rivoltato contro di lui!
Le sue dita mi accarezzano i fianchi dolcemente, da sotto la maglietta. Lo vedo chiudere gli occhi, lo faccio anch'io. 
Non so per quanto rimaniamo così - un paio di minuti probabilmente - mentre le nostre bocche si incontrano, si staccano e si uniscono di nuovo con una dolcezza da capogiro.  
Poi sento l'improvvisa mancanza di Gerard davanti a me e per poco non casco per terra. 
Ma che cazz...? 
Oooh, fanculo. Fanculo, fanculo, fanculo! 
-Ehm... p-papà, io... noi... - ma che cazzo si dice in una situazione del genere?! 
E il peggio è che dalla posizione in cui si trova ha visto tutto per filo e per segno... mmh, merda!
Stupida cazzo di porta non chiusa a chiave! Porca puttana!
-Frank, puoi venire di là un secondo?- mi dice.
No, no che non ci voglio venire. Non sono coraggioso, sono un fottuto codardo e ho paura. Non riesco a trattenermi dal lanciare un'occhiata terrorizzata a Gerard, che per tutta risposta mi si avvicina e mi cinge la vita con un braccio.
Ma si è fumato i neuroni insieme alla marjiuana nella canna di ieri? Che cazzo fa?!
-Viene solo se posso venire anch'io.- ribatte poi.  Oddio. Oddioddioddio. Adesso svengo.
-V-va bene...- mio padre resta spiazzato. Talento naturale quello del mio Gee, adesso sono orgoglioso, mi commuovo.
Taci e tira dritto sottospecie di checca... Da quando mi insulto da solo? Da ora, okay.
Quando andiamo in salotto, mio padre spiega alla famiglia quello che è successo, poi noi - io e Gee - diamo le spiegazioni che sevono. 
A parte l'incazzatura generale perché non ne ho parlato subito del io essere gay che posso giustificare, il resto delle reazioni non le capisco. 
Mio padre ci intima molto finemente di andarcene subito "da casa sua".
Non credevo che avesse questo genere di pregiudizi. Cazzo papà!
Io sto una merda, non vedo l'ora di ritornare dal resto della band. E soprattutto fra le braccia di Gerard... 
Mi scoppiano i timpani, non lo so perché. Non c'è musica sparata a tutto volume, nessuno che urla... allora perché le orecchie mi fanno così male? Perché sento che sto piangendo ma non me ne accorgo? Perché questo mondo deve fare così schifo? Cos'ho fatto per meritarmi il mio dolce Gee?
 
 
 
 
 
 
 
 
Non sono molto brava a scrivere... ma sono venuta qui per migliorare! Si accettano volentieri critiche costruttive e consigli - anche sul come sopravvivere alla terza media!!!!!!!!!! 
 
Haloa - si scrive così?(?) - a tutti!!!! <3 
 
By Jasmina ^_^

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Capitolo 5
*** Scoperte Che Fanno Male ***


Mah, prossimo capitolo... quì le cose subiranno un cambiamento che diventerà drastico nel capitolo dopo! 
Non posso dire se cambieranno in meglio o in peggio, ma sicuramente è quì che le cose si complicano. 
Nei due capitolo precedenti si parlava un po' del loro passato e un po' della situazione del presente ora  però si svolgeranno fatti concreti, fatti davvero significativi per la storia. Fino ad ora è stata una specie di introduzione, ora INIZIAMO A RACCONTARE DAVVERO!!!!!!!!!!!!! 
 
 
QUESTO E' SOLO L'INIZIO...
DELLA FINE.
 
Image and video hosting by TinyPic Capitolo 3: Scoperte Che Fanno Male
 
Un'altra settimana. 
Un'altra settimana senza Frank.
Un'altra settimana cadendo sempre più in basso.
Un'altra settimana passata a bucarmi le vene, passata a rovinarmi.
Ormai mi sono creato un cantuccio perfetto di depressione, asocialità e malinconia che quasi mi piace. Non so se sia abitudine ormai a questa situazione. 
C'è una pasticca mollata alla cavolo sul tavolino del soggiorno. 
Povera pasticca tutta sola... non posso lasciarla lì, no? No. 
Allungo un braccio e con uno sforzo la prendo in mano. Me la rigiro fra le dita. E ci faccio su una serie di riflessioni. Senza rendermene conto la inghiotto, la pillola. Senz'acqua, ormai mi sono abituato.
Può quella pastiglietta essere considerata droga? 
No, non è affatto droga. 
Ma nel tuo caso?
Mmmh, nel mio forse... forse sì, in un certo senso.
Due droghe diverse, Gerard? Le reggi?
No... no, no che non le reggo, cazzo! Ma chissene frega. Cioè, qual è il peggio che mi potrebbe succedere? Morire? E allora? Non ci vedo alcun problema.
Non pensi a Michael? 
Mmmh, è vero. Mi vuole bene... forse. Però lui dopo starà meglio, no? Gli passerà il dolore... e non avrà bisogno di tutte quelle fottute droghe che ho in circolo adesso nel sangue. Tutta quella merda che prima o poi mi ucciderà e... e forse... forse potrei andare a vedere se ho abbastanza roba per... per provocare un'overdose... mmh.
In effetti con la scorta che ho fatto l'altra volta credo proprio che ci sia abbastanza drog...
Toc, toc, toc.
Eh?
No, non mi alzo. Che palle. I secondi passano.
-Geeeeraaaaaard! So che ci sei, sei peggio del conte Dracula, non puoi essere uscito in pieno giorno!
E' Mik e ha perfettamente ragione, come sempre e mentre parla continua a battere colpi sul legno della porta.
- Aaaapriiii oppure sfondo qualcosaaaa!!!!
-E se fossi uscito sul serio?
-Certo, e questo è un messaggio preregistrato, come no... porta il culo qui e fammi entrare!
-Mmmh!- che cazzo, anche lui doveva mettercisi a rompere?!
Quando gli apro la prima cosa che fa è squadrarmi da capo a piedi. E' una decina di giorni che non ci vedamo e probabilmente - anzi sicuramente - io sono ridotto dieci volte peggio dell'ultima volta.
Sto attento, sono circospetto. Non mi va per niente che Mikey scopra che ho ricominciato con eroina e Xanax, quelle piccole pasticche che ormai mi sono abituato ad ingoiare senza berci nulla sopra.
-Stai una merda.- mi dice dopo qualche secondo. Grazie, come se non lo sapessi da solo!
-Ti ringrazio immensamente, Mik, mi hai aperto gli occhi!- sarcasmo allo stato puro.
-Ha-ha... Gee, non ti posso vedere così!
-Così come?
-Ti sei visto allo specchio nell'ultima settimana? 
No, che cazzo! E non ho intenzione di farlo. 
Ma che diavolo dice Mik?! Vuole spigermi all'autolesionismo? L'unica cosa sbagliata che ancora non faccio - o almeno non spesso - ?
-Mmmh, no... - resto sul vago.
-Sei dimagrito un casino, Gee. E poi hai gli occhi strani... spenti, un po' vitr... Gee, dammi il braccio.
No, merda...-Perché?
-Tu dammelo.
Gli porgo il braccio destro. Le devo provare un po' tutte, no?
-Gerard, quello sinistro.
Cazzo. Ma ormai... se glielo do vedrà, se non lo faccio capirà comunque. 
Con un sospiro faccio cadere il braccio destro ma non alzo quell'altro.
Invece dico: -Sì, d'accordo Mik, mi buco di nuovo... e allora?
-Allora? ALLORA?! ALLORA 'STI CAZZI, GERARD! Perché non me lo hai detto?!
-Perché stai facendo esattamente quello che non voglio tu faccia.- in confronto alle sue grida il mio tono calmo è una ninna nanna per i timpani.
-Cosa? Cosa, sto facendo?! Preoccuparmi, avere paura per te? Cosa, eh, Gerard?
-Ti stai incazzando.
-'Fanculo che altro dovrei fare? Riderci sopra? Sospirare e mandare tutto a puttane come fai tu, Gee? 
-Forse sì!
-Quante volte?
-Eh?
-Quante volte ti sei bucato?
-Quacuna, io... - io non riesco neanche a finire la frase perché Mikey mi strappa il braccio dal fianco e tira su la manica della felpa - che porto benchè sia praticamente maggio.
-Gerard, Cristo, qui ci saranno una ventina di fottutissimi buchi recenti!
-Lo so.
-Lo so? Non hai nient'altro da dire?! 
-Cazzo Michael, che altro dovrei dire? Che non lo farò più? Che mi dispiace? Vuoi che dica così, che ti menta, Mik?
-No! Voglio che tu mi dica che proverai con tutto te stesso a non ricominciare!
Sussurro un "troppo tardi" che Mikey non coglie.
Poi il suo sguardo si intristisce: -Gerard, credevo che con il tempo la avresti superata, con pazienza e con il tuo animo forte, ma porca puttana, non la stai superando, anzi, è ogni istante peggio! Non si può andare avanti così, io non posso più vederti stare così!
-Allora perché continui a venire, Michael?!
-Perché sei il mio cazzo di fratello e che persona di merda sarei se non ti aiutassi? Mi credi così stronzo?
-No! Io...- non ho parole per descrivere quando mi senta in colpa per quello che ho detto -Io non faccio altro che rovinare la vita a tutti quelli a cui tengo! Tu e Bob e Ray e... e... oh, vaffanculo, e Frank!
Sento che sto piangendo, ho iniziato a piangere senza accorgermene.
Sento un corpo addossato al mio e qualcosa che mi stringe. Ci metto qualche secondo a realizzare che è Mik che mi stà abbracciando. E che ha iniziato a sussurarmi qualcosa all'orecchio, ma io non la capisco.
-Co-come? Che hai d-detto?
-Frank. Ha chiamato stamattina.
No, non ho capito ancora. Non le parole, quelle le ho sentite, ma... ma non ne capisco il significato. Faccio mentalmente spalluccie. 
-E allora?
Lui si stacca e mette un mezzo metro di distanza fra noi, fissandosi le punte delle scarpe.
-Oh... io... cioè, pensavo che, sì, insomma... che ti avrebbe fatto piacere saperlo, tutto qui... io...
-Aspetta, cos'hai detto?
-Che pensavo che lo avresti voluto saper...
-No, no... prima.
-Che questa mattina ha chiamato Frank.
Okay, analizziamo la frase. "Questa mattina"... oddio è già pomeriggio?! Assurdo. "ha chiamato"... mmh,vabbe' e allora? Tanta gente chiama Mik. "Frank".
Frank. Ha chiamato. Questa mattina. Mmmh... Però continuo a non capire il nesso delle parole.
Oggi Mik ha ricevuto una chiamata da Fran...
-Cosa?! Davvero? Perché cazzo non me lo hai detto subito, Michael?! Che ha detto? Dimmelo, muoviti! Oddio, Frankie ha chiamato! Cristo, Mikey VUOI DIRMI O NO CHE CAZZO HA DETTO?! -
-LO FAREI SE MI LASCIASSI FIATARE, GERARD!
-Scusa... ma MUOVITI!
-Non ha detto molto.... solo che gli dispiaceva di aver tagliato i contatti e che avrebbe richiamato.
-QUANDOQUANDOQUANDO?! - tachicardia.
-E IO CHE CAZZO NE SO!
-SMETTILA DI URLARE!
-MA SEI TU CHE URLI!
Okay, ho finito il fiato.
Frank ha chiamato. E non solo, ha detto che richiamerà di nuovo. Io, io... 
-Sembrava un po' nervoso mentre gli parlavo di te.
Rumore di qualcosa che si sbriciola, che va in pezzi. Milioni di bricioline, milioni di coriandoli. Strano, i coriandoli ricordano il carnevale, una festa felice. Ma quella che sento adesso sembra l'esatto opposto della felicità e poi... poi non credevo che ci fosse rimasto ancora qualcosa di sbriciolare dentro di me.
 
 
 
 
Forse non avrei dovuto fare quella merda di telefonata. Adesso Mikey lo avrà sicuramente detto a Gee. E poi, fanculo, che cosa è passato per la mia fottuta testa di cazzo quando ho detto che avrei richiamato? Idiota.
Adesso, la prossima volta che comporrò quel numero, sono sicuro che risponderà Gee... e io? Io che gli dovrei dire? Che lo odio? No, non posso. Non posso, primo perché so che non ci riuscirei, secondo perché non gli voglio mentire. Però devo, la realtà è troppo complicata da spiegare. 
Rumori, suoni. Chiavi che si infilano nella serratura. La porta che si apre cigolando.
Voci. Una voce.
-Ciao, amore!- dice quella. Mi volto piano.
-Ehi, ciao tesoro, andata bene la giornata? - dico abbracciandola e baciandola dolcemente. 
-Adesso è una meraviglia.
Sophie. La mia ragazza. La mia ragazza dopo Jamia, dopo... dopo G-Gerard.
Ho lasciato Jamia per Gerard - sono sicuro che ancora mi odia - e quando è finito tutto anche con lui ho incontrato Sophie. 
Non credevo, prima di conoscerla, che potessi ancora innamorarmi di una ragazza... o che potessi ancora innamorarmi, punto.
Ho fatto tanti errori con lei, però... e lei non ha la minima idea di quali siano. L'esempio più tragico che mi viene in mente è che non ha la minima idea di quello che beh, di quello che c'è stato fra me e Gee. Ho paura che lo scopra.
Forse dovrei parlargliene io... subito, prima che lo scopra in qualche altro modo.
-A che pensi, Frank?
-Io... a nulla. Devo parlarti. 
-Brutte notizie?
-No, solo... assurde, ecco.
-Adesso adesso? Non ho molto tempo...
-E' importante.
-Beh, d'accordo. Se ci tieni così tanto dieci minuti li posso trovare...- e intanto si siede sul divano.
Prendo un bel respiro e mi siedo accanto a lei. Ha gli occhi nei miei, occhi azzurrissimi, i capelli biondi con i boccoli che le ricadono dolci sulle spalle.
-Di cosa vorresti parlare? - insiste.
-Beh, tu sai quello che è successo prima che ti conoscessi, no? Ne abbiamo parlato, giusto?
-Mmh, sì, lo abbiamo fatto... perché? C'è qualcosa che non mi hai detto? - Centro.
-A dire il vero s-sì.
Adesso ha un'espressione piuttosto preoccupata dipinta sul volto: -E' grave?
-Dipende dai punti di vista...
-Dimmi.
-Quando ti ho parlato di Jamia, ti ho detto che la avevo lasciata perché non la amavo più, giusto?
-Sì, avevi detto questo.
-Ecco, questo è vero ma... c'è altro. La ho lasciata per un'altra persona e questa è la cosa di cui volevo che parlassimo.
-La conosco? 
-Sì... te ne ho comunque parlato. Ma non la hai mai vista di persona.
-Ah, okay... chi?
-Beh... ci conoscevamo da un po', non so esattamente quando abbia iniziato a piacermi... - Frank, perché cazzo la tiri per le lunghe? Sei proprio masochista... 
-Chi?- ripete.
-I-io... - non è possibile, non riesco ad andare avanti.
-Dai...
-Con il mio migliore amico.
-Ah, davvero? Non sapevo che tu avessi migliori amiche femmine!
-Infatti... non è una ragazza.
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tuttiiiiiiii! 
Mi è stato chiesto di ingrandire il carattere perchè nun se vedeva 'na ceppa di minchia... quindi ecco quì!
Questo capitolo ha una rivelazione che avrà il suo peso nella storia. 
Please non odiatemi non odiatemi non odiatemi!!! 
E non uccidetemi nemmeno, se no non potete sapere come finisce tuttooooooooo!
Anch'io però inizio a detestarmi mentre rileggo. 
Gerard è ricaduto nella droga... è vero però che durante un tour con la band ha iniziato a drogarsi, a bere e ad abusare di Xanax... brutta cosa, povero Gee! <3<3<3<3
Mentre scrivevo di Sophie e di quando Frank le diceva i motivi per cui Jamia era stata lasciata io pensavo a "l'asciata" che avrei tirato a lei perché si mette fra Gee e Frankie! 
XD Scusate gli orrori ( D: <---- help me!) di grammatica, sintassi, ortografia e tutto ma non ho tempo di rileggere e volevo postare subito, prima che la chiavetta se ne andasse felicemente a puttane...
Ciauuuuuuuuuuuu 

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Capitolo 6
*** Due Settimane Per Ricominciare A Vivere ***


QUESTO E' SOLO L'INIZIO...
DELLA FINE.
 
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Capitolo 4: Due Settimane Per Ricominciare A Vivere
 
Va bene, d'accordo... Credevo di aver accettato il suo odio verso di me, insomma, è un mese che me lo ripeto come una litania che mi detesta!
Però adesso è diverso, adesso fa più male. Perché tutti i "ti amo" sussurrati dietro le quinte prima dei concerti, oppure al buio dopo aver dimostrato queste parole a gesti, mi sembrano cazzate, bugie. 
Non lo so il perché, ma non riesco più a credergli. Forse perché basta guardarci. Lui è... è... è semplicemente lui. Dolce, romantico, adora i cuccioli... che altro si potrebbe pretendere?
E io sono io. Io che mollo appena posso ogni cosa che mi sembra troppo faticosa, io che non riesco mai a fare una cosa giusta per gli altri.
Mi sembra già ammirevole da parte sua essere riuscito a sopportarmi fino ad un mese fa. 
Nel frattempo ha mantenuto la promessa e ha richiamato. Io non ho chiesto a Mikey di passarmelo, né di fargli tutta la sfilza di domande che avevo in mente da parte mia. Se avesse voluto parlarmi avrebbe chiamato me non Mik.
Approposito, sarà la decima volta che il cellulare inizia a squillare, ma non ho davvero la voglia di farci caso. Sarà come al solito il mio fratellino iperprotettivo il cui hobby preferito è preoccuparsi fino a farsi cadere i capelli. 
Vago come un'anima in pena per le stanze da tre quarti d'ora, ovvero dal primo squillo.
Ho continuato a disegnare, non potrei mai smettere, ma se si affiancano due disegni, uno del prima e uno del dopo, non si direbbe mai che li ha fatti la stessa persona. E infatti io non mi sento per nulla la stessa persona. E' come se fosse cambiato qualcosa di troppo, qualcosa che non mi fa riconoscere quando mi guardo allo specchio. Non che lo abbia fatto negli ultimi tempi, mi fa già abbastanza schifo guardarmi e pensare a come possono vedermi gli altri, se vedessi che razza di merda sono sicuro di essere diventato non resisterei a quell'impulso. Quel fottuto impulso generato dall'odio verso te stesso che ti spinge a distruggere anche quel poco di buono che ti è rimasto con qualsiasi cosa che riesca a squarciare la carne. 
Il non riuscire a fissare la propria immagine senza sentirsi sbagliati e insieme il voler essere qualcun altro, chiunque altro, il voler cambiare e ancora il ribellarsi e il bisogno di mostrare quello che si ha dentro in modo concreto, non solo a parole e con le lacrime.
E così i miei disegni sono cambiati con me. Benché io abbia sempre amato i temi tetri e malinconici mi sono sempre limitato a usare colori scuri e a riprodurre scene vagamente tristi. Ora però mi sono accorto di essermi spinto oltre i limiti. Quando disegno qualcosa di astratto, quando mi metto a guardarlo per cavarci qualche sensazione non riesco a sentire altro che frustrazione, struggimento e rabbia. Anche Mikey, l'unica persona oltre a me che ha il permesso - e anche il diritto, secondo lui - di guardare ciò che dipingo, non riesce a vederci null'altro. 
Continuo a scrivere testi, come se potessi cantarli. Come se i ragazzi potessero accompagnarmi con le melodie. 
E anche queste canzoni hanno risentito del mio umore, nero a dir poco. 
Basta, quello stupido trillo mi ha davvero rotto i coglioni. Prendo il cellulare e lo apro senza nemmeno controllare chi mi stia chiamando così insistentemente da quasi un'ora.
-Michael, basta! La smetti o no di chiamarmi in continuazion...
-Ehm... Ciao Gerard.
Quella non è la voce di Mik, poco ma sicuro. Mio Dio quanto tempo che non la sento... io... Cavolo, questo sì che tira su il morale.
-Ray! Ciao!
Lo sento ridacchiare dall'altro capo: -E' tanto che non ci si sente, vero?
-Oddio, l'ultima volta che abbiamo parlato eri incazzato come una vipera, lo sei ancora?
-Un po'... ma diciamo che me la sono fatta passare, ecco.
-Ah... come mai hai chiamato così tante volte?
-Ehi, qualcuno doveva avvisarti che la settimana prossima abbiamo deciso di fare un piccolo ritrovo, tanto per vedere come se la passano gli altri! Io credo che sia una bella cosa trovarci tutti una volta tanto. Ma comunque l'idea è stata di Mikey e...- lo lascio ciarlare da solo, troppo preso dai miei pensieri e...
Oh, Cristo... Quindi vuol dire che... che...no, un secondo. Non può aver accettato, sicuramente non verrà. Ma cazzo, come posso non chiedere?
-...sì, insomma hai capito no? Non puoi rifiutare, o ti veniamo a prendere di forz...
-Ray, in quanti siamo?- lo interrompo. Ma quel ragazzo ha una parlantina inesauribile? Sì, mi mancava il mal di testa dovuto al suo fiato infinito. Mi mancava proprio tanto. E non sto affatto facendo sarcasmo.
-Oh, solo noi cinque, abbiamo preferito tenere le famiglie fuori da tutto questo, è una cosa nostra dopotutto! Come data e orario aspettavamo che tu ci dicessi se per te era okay, avremmo progammato per...
T-tutti e c-cinque? CINQUE? Oh, merda, allora viene! E io cose devo fare? Cioè, mostrarmi felice? Disperato? Con i sensi di colpa? Oppure...
-Ehi, Gee? Ci sei?
-Eh? Io.. no, cosa?
-Ti va bene l'ora?
-D-di cosa?
-Ma ti stai rincoglionendo per caso?
-P-potrebbe essere... dicevi?
-Ci troviamo mercoledì, la sera alle nove, allo starbucks, quello a due isolati da casa tua, poi vediamo dove andare. 
-E voi tre venite tutti quì in New Jersey per una serata allo starbucks?
-Ma ti pare? Mica siamo scemi! Tanto per cominciare ho detto che ci troviamo allo starbucks, non che ci restiamo. E poi stiamo nei paraggi un paio di settimane!
-Cosa?! Ma le famiglie? Le mollate per due settimane?
-Nah, vengono la seconda settimana, siamo riusciti ad ottenere sette giorni solo per noi!
-Oh, bene! 
-Ma non credere che a te la faremo passare liscia, ci devi davvero una caterva di scuse, Gee.
-Io... beh, ovvio! Devo iniziare subito?
-No, no... aspetta di essere davanti a tutti. Come si dice? A sweet revenge!
-Okay, okay... ve lo devo eccome. Allora ci vediamo mercoledì?
-Naturale! Ciao!- e riattacca.
Mercoledì. Solo cinque giorni e poi lo rivedrò. Che sia l'ultima volta?
 
 
 
 
-Quindi tu uscivi con Gerard Way?!
-S-sì, diciamo di sì. 
-Sei bisex e non me lo hai mai detto?!
-Io... scusa! Non mi sembrava una cosa così import...
-Oh, non ci credo! Stiamo insieme da quasi un mese e tu non mi hai detto nulla!
-Mi dispiace, ma è passat...
-E adesso lo vuoi rivedere? 
-Ma no! E' solo un ritrovo della band, un paio di settimane per ricordare i bei vecchi temp... ops, no, non intendevo quello!
-D'accordo, tu dici che non c'è più nulla fra di voi?
-Ne sono sicuro.- non vorrei mentire a Sophie, ma il mio subconscio, per rivedere Gerard, è disposto a questo ed altro.
-Davvero?
-Davvero, davvero. Ma è un problema che io sia bisex?
-No, non è questo... è che mi dispiace che tu non me lo abbia detto prima. Ma okay, ti credo. Cioè, voglio credere che fra voi non ci sia davvero più nulla. Ma... per quanto siete stati insieme?
-Ehm, dal 2008 fino allo scioglimento del gruppo. Poco meno di quattro anni.
-Oh... un bel legame.
-Lo era. Poi successe quel che successe, è andata così. Ed è un bene, perché adesso ho te.
-Okay, adesso mi fai arrossire...
-E sei carina quando arrossisc...
Driiiiiiiiiin... mmh, chi altro è adesso?!
-Pronto?
-Frankie!
-Ray, non mi va che mi chiami così.
-Oh, sì... giusto, il soprannome era l'esclusiva di Gerard... Approposito di Gee, ha detto che viene quindi adesso siamo tutti, ciao! - e mi chiude il telefono in faccia. Gentile.
-Che succede?- mi chiede Sophie che si è avvicinata, nel frattempo.
-Nulla, l'ultima conferma. Adesso sappiamo per certo di esserci tutti, tutto quì. Ma sei sicura di voler venire nel New Jersey?- ti prego dì di no, dì di no...
-Certo, perché non dovrei?- mmh, merda.
-E' un po' lontano e...
-Oh, sciocchezze, ho fatto viaggi più lunghi. E poi in aereo non ci metteremo nulla.
Esatto, non voglio che Sophie venga. Perché? Prima cosa: ho intimato a Mikey di non dire assolutamente nulla a nessuno di lei e se Gee dovesse scoprirlo così ho paura che dire che ci resterà del cazzo sia un eufemismo. E in secondo luogo: Voglio. Passare. Più. Tempo. Possibile. Solo. Con. Gerard.
In realtà non sono proprio io che lo voglio, ma è quel dieci per cento di me che è ancora legato in qualche modo a lui che lo vuole ed è molto più forte del restante novanta per cento. E io non sono in grado di dissuaderlo.
-D'accordo, io parto con il volo di mezzogiorno di mercoledì e tu lo stesso solo il mercoledì dopo. 
-Okay... e non posso proprio venire prima?
-NO!- strillo, oddio che figura. -Cioè, no. Non è proprio il caso.
-Oh, va bene... scusa! Cioè, non credevo che importasse così tanto, ma...
-Vedi, è che Ray si è già fatto tutto un programma in testa - un'altra balla, dato che non abbiamo assolutamente nessun programma, ma vabbe' - e se non lo rispettiamo ci scuoia vivi, capisci?
-Certo, ovvio... D'accordo.
Bene, anche questa è fatta. E finalmente lo rivedrò, a puttane i miei propositi di resistergli, è troppo tardi. Era già troppo tardi la prima volta che lo ho guardato negli occhi.
 
 
 
 
 
 
 
 
Allora.... che ne dite? He-he, scusate lo scherzetto della chiamata del tipo "Oddio, finalmente Frankie si è deciso a chiamare Gee!" e poi viene fuori che è solo Ray... ma le cose si sono risolte comunque no? <:D  Quindi don't kill me!
Cioè, dai, si rivedono!
Sorry se c'è qualche incoerenza o cose del genere, ma non ho tempo di rileggere... ops! 
 
Parlando della parte dove Gee descrive le sue sensazioni nei confronti dell'autolesionismo... sappiate che non è roba tratta da wikipedia. Cioè, io ci sono passata e non ne sono ancora proprio uscita, diciamo... ed è questo che più o meno si prova... non è descrivibile a parole, ma io ci ho provato. Comunque è una cosa soggettiva, dipende da persona a persona... questa è un po' la situazione in cui mi sono ritrovata io. Non sono certo state quelle le cause, ma gli effetti sì.
 
Okay, ciao!
 
Se volete rispondere con le recensioni a questa domanda che faccio tanto per curiosità mi togliete uno sfizio...
 
"Ma preferite Gerard o Frank? Perché?" 
parlando dei veri Gee e Frankie naturalmente. Nel prossimo capitolo pubblico i risultati... ciauuuuuuuu! xox

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Capitolo 7
*** Ricominciare Con Il Piede Sbagliato ***


QUESTO E' SOLO L'INIZIO
...DELLA FINE
 
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Capitolo 5: Ricominciare Con Il Piede Sbagliato 
 
 
 
Okay, okay... se Frank vede i buchi sul braccio mi spappola sull'autostrada e aspetta che passi un tir, mi apre in due le budella e mi impicca con il mio stesso intestino, mi sega - ehi, non in quel senso! - le gambe e mi prende a calci con quelle e... e perché cazzo penso che gliene fotta ancora qualcosa?
Cioè, chi mi dice che se vado lì e gli dico: "Ehi Frankie, sai che dopo che ci siamo persi di vista ho ricominciato a farmi? Oh, no, non canne... Sai, mi ronzava in testa l'idea di ricominciare a bucarmi di eroina e allora... sai com'è, sono uno che segue l'istinto."
Chi mi assicura che se glielo dico così a lui importerà e mi urlerà addosso e mi dirà che sono un idiota, un coglione, che dovrei morire per tutte le cazzate che faccio per poi abbracciarmi e dirmi che gli dispiace, che devo uscirne e che non mi perderà d'occhio per mesi?
Nessuno, anzi... probabilmente - sicuramente - mi dirà che è un problema mio, farà spallucce e mi risponderà che ormai non gli importa più di quello che faccio o non faccio.
Ray, Mikey, giuro che mi vendicherò, che mi crolli in testa l'Everest se non lo faccio.
Ecco, mancano un paio d'ore e poi Mikey verrà qui per trascinarmi a quel dannato Starbuks in fondo alla strada.
Così le solite domande da tredicenne al primo appuntamento come "Cosa mi metto?" o "Cosa gli dico?" oppure "Cosa faccio? Mi avvicino? Lo lascio perdere?" o ancora "Lui che farà? Dio che faccio se mi guarda come una merda di piccione?"
Cioè, non so davvero cosa dovrò fare quando sarò con loro. 
Mi metto addosso una maglietta degli Iron Maiden - sì, sarò anche banale, ma mi sembra la cosa migliore visto che dobbiamo affrontare i vecchi tempi, no? - con sopra una felpa nera aperta. E poi un paio di jeans scuri, ovvio.
Ho di nuovo i capelli neri. Sì, di nuovo. Ma mi sembra il minimo visto il mio umore, il colore dei miei capelli ha sempre seguito fedelmente quello.
Ad esempio, quando me li sono tinti di rosso è stato nel periodo più bello, quando mi sono messo assieme a Frank, quando ero davvero un fuoco come loro.
Quando poi li ho schiariti e sono diventati biondi, quasi bianchi è stata un po' una dimostrazione. Volevo essere questo per Frank, chiaro, trasparente, totalmente per lui.
Volevo che capisse che ormai non gli avrei più nascosto nulla, che qualsiasi cosa mi avesse chiesto io la avrei fatta. 
Su un foglio bianco disegni quello che vuoi, perché tutto parte da uno sfondo bianco e una matita. E ovviamente la matita che avrebbe disegnato sul mio sfondo era Frank.
Sì, ero molto poetico e profondo all'epoca.
Ma ormai quei tempi sono finiti e strafiniti e i miei fottuti capelli sono neri. Neri di paura, neri come il mio umore, neri come la notte che Mik ha sempre detto di aver visto nei miei occhi da qundo Frank mi ha lasciato
Okay, devo rendermi un po' più presentabile di così, non voglio far venire infarti a nessuno. Chessò, magari mi scambiano per uno zombie... o uno spettro, boh.
Mi metto per la prima volta di fronte a quel cazzo di specchio e mi accorgo di essere davvero una merda. Cristo, sono sempre stato pallido, come carnagione, cadaverico a volte, ma adesso mi sono davvero superato. Adesso quello strato già sottile di suo dubito che ci sia ancora tutto. Trasparente, ecco. Quasi invisibile.
Mmh, ah, sembra che mi abbiano preso a pugni, quelle non sono occhiaie, no, merda! 
Due fottute chiazze violacee sotto gli occhi vitrei. 
Povero Michael, se avessi saputo in che razza di condizioni ero gli avrei risparmiato lo spettacolo.
Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio. A questo punto ho paura che anche solo uscendo sotto il sole potrei liquefarmi.
Ma poi chi me lo fa fare di andare con quegli sfigati e starci due settimane? Aah! 
Oh, meglio cercare di rimediare almeno un po', così magari...
No. Oh, no, Adesso tocca a me vendicarmi. 
Caro, dolce, tenero Frankie, adesso vedrai il tuo piccolo Gee in tutto il suo splendore.
Adesso voglio che si senta in colpa per quello che ha fatto. 
Non che attribuisca tutta la colpa a lui, ma cazzo, un po' più comprensivo no, ah?
E forse posso peggiorare un po' la situazione.
Prendo la matita nera, quella che tengo per ogni evenienza, e traccio in modo leggero i contorni degli occhi per poi sfumarli con le dita, solo per darmi un'aria ancora più sofferta e tetra. 
Wow, sono bravo. Adesso la mia faccia sembra quella di un cadavere resuscitato dopo una decina d'anni.
Pettino con le dita i capelli, sistemandoli e dandogli comunque un'aria trasandata che mi da un aspetto alla menefottodituttoeditutti.
Sto per infilarmi gli anfibi e...
Driiiiiin. 
Campanello del cazzo, giuro che lo faccio togliere. O lo scasso con un calcio, meglio.
-Cazzo, arrivo Mik! - e intanto riprendo ad allacciarmi gli anfibi.
-Ehi idiota, sono Ray!
-Ciao Ray! Arrivo adesso!
Driiiiiin.
-Fanculo un secondo!
Driiiiin. Driiiin. Drin. Drin. Drin. Drin. Drin. Drin. Drin. Drin. Drin.
-Cazzo, Ray quando ti ci metti sei davvero un rompicoglioni, ah?
Drin. Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!
-Ah! Okay, sì, ci sono! - e corro alla porta, prendendo durante il traggitto le chiavi, il cellulare e il portafoglio, che infilo nelle tasche di felpa e jeans.
Spalanco la porta trovandomi davanti un afro intento a fissare il campanello suonandolo insistentemente.
-Gerard! Cristo santo era ora. Ma che fine avevi fatt... OH, PORCA PUTTANA!
Mi guardo attorno in preda al panico. Chessò, magari ho una tarantola appollaiata sulla spalla, da come ha gridato.
-Oddio, Ray! Mi hai fatto perdere dieci anni di vita! Che ti prende?
E allora mi scrolla forte per le spalle.
-Gee? Gerard, sei davvero tu?
-No, Ray. No, sono un ladro che è venuto a rubare a casa di Gerard visto che non c'è nessuno! Che cazzo hai?
-Sembri un fantasma! Merda, fai paura! Ma si può sapere che ti ridi?
Eh sì, senza accorgermene ho iniziato a sghignazzare.
-E' colpa tua, hai una faccia...
-Io? IO? IO HO UNA FACCIA?!?! 'Fanculo ti sei visto allo specchio stamattina? O si è frantumato quando gli sei passato davanti?! Ti sei ridotto all'ombra di te stesso, Gee. Perché? Che ti è preso?
-Io... nulla, niente, davvero. Cioè, non me la sono passata bene negli ultimi tempi, ma è okay.
-Di questa situazione direi tutto tranne che è okay. E' colpa nostra Gee? Non dovevamo piantarti in asso così vero? Che cazzo di idioti ingrati, io... scusa, davvero. Non... non avevo capito che ci stessi così male e-e n-non so perché non c-cio ho p-pensato, mi dispiace davvero...
-No, no! Ray, non è colpa tua ne di nessuno. E' solo colpa mia, cioè, la cazzata la ho combinata io e voi avevate solo ragione a comportarvi così.
-Gerard Arthur Way, di questa cosa ne discutiamo di fronte a tutti. Ma adesso sbrighiamoci che se facciamo tardi tuo fratello ci distrugge, anzi distrugge me perché ti ho fatto fare tardi. Muovi il culo Casper.
 
 
 
 
Mmh, a quanto pare sono il primo ad arrivare. Spero di non aver sbagliato Starbuks, sono tutti uguali per me ma mi conviene tenere la bocca chiusa di fronte ai due Way riguardo questo argomento, ecco.
Il volo è stato relativamente breve e parecchio noioso. O meglio, sarebbe stato noioso se i pensieri tranquilli che di solito mi affollano la mente non si fossero trasformati all'improvviso in palline da ping pong impazzite.
I miei pensieri erano un flusso continuo. Gerard. Il New Jersey. Mikey. Gerard. I My Chem. Gerard. Sophie. Pansy. Gerard. Gli Starbuks. Gerard. Il caffè... ho già detto Gerard?
Che mal di testa.
-Iero!
Mi volto. 
-Ehi Bryar, come va?
-Va... Piuttosto, che fine hanno fatto gli altri? E dire che pensavo di essere in ritardo io...
-Non lo so, davvero... Oh, guarda, CIAO MIK! - gli grido, sperando che quella talpa non sbatta il muso contro il lampione che ha davanti. Lo scansa per un pelo.
-Dov'è tuo fratello? - chiede Bob e io sento un brivido partire dalle budella e diffondersi.
-E io che ne so. - risponde l'altro - A raccattarlo ci è andato Toro.
-Che si fa? - chiedo io - Li aspettiamo qui o entriamo.
-Frank, Mik, io dico di entrar...
-Ehi voi!
-Ray, era ora!
-Scusate è che il qui presente Gerard-spettro-Way non voleva muovere il culo!
-Toro ti sei fumato il cervello? - inizia Bob - Che cazzo di soprannome è spettr... PORCA TROIA, MA COS'E', HALLOWEEN?!?!?!
Eh? Ma che cazzo succede quì? Come mai tutto 'sto casin... OH, VAFFANCULO! 
-Gerard?- ricomincia Bob con più calma. Nel frattempo a me si è inceppata la respirazione - C-che cazzo ti è successo?
E' fottutamente scheletrico, più di Mikey - e questo già di per sé è a dir poco spaventoso - e poi ha la pelle praticamente trasparente, le vene blu in bella vista, le occhiaie viola e livide attorno agli occhi.
Okay, se voleva farmi sentire una grossa cagata di cavallo ci è riuscito benissimo. Complimenti Gerard, davvero.
Pezzo d'imbecille che non sono altro, non lo ho chiamato, non mi sono fatto vivo PER UN CAZZO DI MESE e quindi è tutta colpa mia.
Eh, no, così non va. Adesso inizierà con la solita storia del "No ragazzi, è solo mia la colpa, me la sono cercata, non dovevo fare quella cazzata e guardate-come-sono-tenero-quando-faccio-la-vittima." No, no. Basta con le sue cazzate melodrammatiche.
Mi rendo conto di non avere ancora detto nulla da quando è comparso Gerard-spettro-Way.
Entriamo nello Starbucks e com'era prevedibile tutti guardano Gerard come se si fosse fatto un giretto nel mondo dei morti e fosse tornato indietro e di conseguenza guardano del cazzo tutti noi. Non che me no fotta qualcosa, ovvio, è solo per dire.
Ci sediamo e ordiniamo tutti un caffè più altre schifezze da sgranocchiare. 
Gerard al solo profumo di quella caffeina sotto forma di liquido marrone acquista un po' di colore.
Alzo la testa e, finalmente che cazzo, lo guardo negli occhi.
Okay, quelli NON SONO gli occhioni verde smeraldo del mio Gee. Quelli sono dello stesso verde degli aghi di un pino all'arrivo dell'inverno, dello stesso verde della parte inferiore di una foglia, opaco, spento, non vedo più quella fottuta luce che coglievo prima.
Gli lancio un sorriso, non so perché lo faccio, ma sembra funzionare. Per uno schifo di istante la vedo di nuovo brillare in quegli occhi dolci. Ancora una volta.
Abbasso la sguardo arrossendo, sempre più consapevole che la situazione in cui si trova è solo colpa mia. Non è normale che io abbia tutto questo potere, tutta questa influenza su di lui, fa male da entrambi.
Okay, mi sono rotto i coglioni di starmene zitto per i cazzi miei. 
-Gerard?
-Mmh?- non mi guarda nemmeno, lo stronzo.
-Gerard, guardami un cazzo di momento! - alza lo sguardo, ma della luce nemmeno una traccia.
-Cosa c'è? - sembra scazzato... e ha ragione!
-Come hai fatto a ridurti così in un mese? Un solo fottutissimo mese, Cristo!
-Beh, non è difficile, sai.
-Hai ricominciato a bere, vero?
-Umpf, fosse solo quello!
Oh, adesso ho paura. Che cazzo ha combinato quel coglione?!
-Che hai fatto, Gee?
-Questo e quello... da quando te ne frega qualcosa?
-Da sempre, da sempre, cazzo! Non ho mai smesso di preoccuparmi per te, non ho mai smesso di stare sveglio notti a carcare di capire cosa cazzo stessi facendo a migliaia di chilomentri da me! - adesso ho gli occhi di ogni essere che li possiede - anche i soprammobili, ah! - in tutto lo Starbucks, dov'è calato un silenzio di tomba, ma non me ne fotte niente - Gerard, ero incazzato, è vero, ma come poteva essere altrimenti, eh? Ma questa stiuazione di scazzamento non può durare per sempre, non fra noi!
-Vaffanculo, Frank.
-M-ma come?
-No, non ti credo. Non mi hai cagato per un mese, un mese Frank! E prima mi hai piantato in asso come un idiota. E cosa pretendi, che se tu non ce l'hai più con me io ti riprendo nella mia vita e siamo tutti felici e contenti? Scordatelo!
-Gerard, io... no, non intendevo questo ma... - mi ha lasciato spiazzato. Avevo dato per scontato che lui non avesse nulla contro di me e invece... Cazzo.
-"Ma" cosa? Niente "ma", è così e basta. 
-I-io non credevo che... sì, insomma, pensavo che avessi capito...
-Sì, sì posso capire la sfuriata, posso capire l'incazzamento, ma è durato troppo, fottutamente troppo. Lo avrei capito da qualcun altro ma non tu. Non da te, Frank. Con tutti i messaggi che ti ho mandato e tutte le chiamate hai continuato ad ignoararmi. Adesso di inculi, non sei più un mio problema.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Alllllllllllllllllllllllora gentaglia, ancora scuse per il ritardo imperdonabile, spero che il capitolo non faccia cagare. 
Vediamo, un primo incontro abbastanza schifoso, no? Non proprio il concetto di perfezione.
Beh, era troppo facile se no, giusto? 
Sì, lo so sono una brutta carogna bastarda che stà rovinando la via ai due poveri Gee e Frankie ma sono fatta così... xox
 
In ogni caso a quanto pare il mondo preferisce Gerard a Frank *anch'io ma io non faccio testo, sono un caso a parte* anche se Frank è il nanerottolo dolce e vegetariano - che poi sia anche vegano (?) ? - e animalista che amiamo tutti, no? Sì ovvio, è un tesoro! xox! 
 
Okay, ci vediamo alle recensioni e al prossimo capitolo *pregando e sperando che non ci voglia una vita come per questo* ciauuuuuuuuuuuuu!
 
By Jas

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Capitolo 8
*** Complicazioni e Perdono ***


Okay, questa volta sono stata abbastanza veloce ad aggiornare, no? xox
Allora, nell'ultimo capitolo abbiamo visto quanto fosse incazzato - sì, come una biscia muah ah ah ah aaah! - Frankie.
Nelle recensioni c'è chi dava agione a una delle due parti, chi si è schierato in mezzo... mmh bel dilemma.
Beh, dai... stò scrivendo l'ennesimo capitolo, speriamo che non sia malaccio, dai... ciaooo!
Scusate se in questo capitolo non metto nessuna immagine è che proprio nonriesco a caricarla, mah...
 
 
 
 
 
 
 
QUESTO E' SOLO L'INIZIO
...DELLA FINE.
 
 
 
 
Capitolo  6: Complicazioni e Perdono
 
 
 
Sono un cazzo di idiota, un cazzo di idiota con la "I" maiuscola. 
Okay, forse Frank se lo meritava, mi ha piantato in asso per un mese ma... Ma non ero io quello che voleva a tutti i costi parlargli, chiamarlo, stare con lui? 
Ho ufficialmente rovinato la mia vita e forse anche la sua. E dire che pensavo che avesse tutte le ragioni del mondo per odiarmi, per mandarmi bellamente a 'fanculo, per non voler mai più rivedermi né rivolgermi la parola. 
Sono davvero così lunatico? No, no, che eufemismo... Sono davvero schizofrenico?
A questo punto potrebbe anche essere, boh. 
Siamo ancora tutti allo Starbucks e abbiamo ancora gli occhi di mezza città puntati addosso.  
L'atmosfera, cupa anche prima che il mio aiuto perggiorasse la situazione, non accenna ad alleggerirsi, ho mal di testa e prurito dovunque. 
-Gerard, ma che hai? Ti gratti come se avessi le pulci!
-Non è niente Ray, s-sul serio.
Vedo Mikey lanciarmi un'occhiata d disapprivazione e all'improvviso mi ricordo che lui sa del mio piccolo problemino con la droga. E' per questo che mi prude dovunque, è solo un effetto collaterale dell'eroina, è questo che succede quando si va in astinenza.
Frank fissa malinconico il suo caffé e non mi degna di uno sguardo. 
Vorrei parlare con lui, dirgli che avevo solo bisogno di sfogarmi e che ha ragione lui. Sì, le cose non possono restare così fra noi, lo ha detto anche lui.
Lo Starbucks si sta facendo troppo affollato per i nostri gusti, quindi usciamo.
E' aprile e fa abbastanza caldo ma, per fortuna, non così tanto da stare senza una felpa addosso. Ed è una grossa fortuna, perché se mi dicessero di toglierla sarei costretto a spiegare il perché non mi sembra il caso di parlare con loro dei buchi, ecco. E nemmono dei due tagli.
Infilo le mani nelle tasche della felpa e mi avvicino a Frank, in fondo alla fila, lasciandomi condurre chissà dove dagli altri.
-Frank, io...- ma non so come continuare.
-"Tu" cosa Gerard? Non ti sembra di essere stato abbastanza chiaro prima? Ti prego non infierire ancora di più...
-E' appunto di questo che ti volevo parlare e... e io... ah, sono un idiota.
-No! No, non iniziare a fare la vittima! Le tue doti teatrali rifilale a qualcun altro, sono stufo di stare a sentire le tue commedie. Okay, hai detto quello che pensavi, chiuso l'argomento. Se non vuoi che restiamo amici va bene, ma non continuare con questa sceneggiata.
-Volevo dirti che non le penso sul serio tutte le cose che ti ho detto prima, avevo un cazzo di bisogno di sfogarmi e ho il brutto vizio di farlo sulla prima persona che ho davanti, lo sai meglio di me e... scusa, mi dispiace.
Lo lascio spiazzato. Continua a camminare solo perché le sue gambe lo fanno in automatico. Fissa il marciapiede, sembra sul punto di scoppiare in lacrime.
E' sempre stato così, Frank. Sempre dolce, tenero e fottutamente fragile. Mentre io, che cazzo, sono stato delicato come un pachiderma. Ma porca puttana, non posso combinare solo casini nella mia vita!
-Ehi, Frankie, che hai?
-Io... Oh, Gerard! Tu non sai, non hai la minima idea di quanto vorrei poterti credere...
-E allora fallo, cazzo!
-Non posso, non posso dopo tutto quello che hai detto, che hai fatto, non posso crederti.
-Sì, sì che puoi! Non ti ho mai mentito, lo sai anche tu!
-Hai mentito quando hai detto di amarmi.
Un colpo. Diretto, forte, in pieno stomaco. Un proiettile. Mi fa molto, molto più male di una pallottola. 
-F-frank? C-come puoi pensare una cosa del genere?! 
-E come potrebbe essere altrimenti? Dopo tutto quello che mi hai detto? Senti, Gerard, forse hai ragione tu, forse è meglio che tagliamo i ponti con il passato e ci diciamo addio. 
-No! Frank, io non voglio dirti addio! Non adesso che ci siamo ricontrati, ti prego!
-Mi hai mentito sull'unica cosa che dava un senso alla mia vita, mi hai detto che mi amavi e non era vero, come puoi pretendere che torniamo amici?
-Non capisci vero? Non era una cazzo di bugia! Era vero e lo è sempre stato! Non ti ho mai mentito su nulla! 
-Dimostralo, cazzo sei tanto bravo a parole, ma non hai mai fatto nulla di concreto! 
Basta, adesso basta davvero. Vuole qualcosa di dimostrato? Okay, ma se osa lamentarsi lo impicco.
Prendo un respiro profondo e lo spingo contro il muro più vicino.
-Gerard, che cazzo fai?
-Non eri tu quello che voleva cose concrete?
Allora mi avvicino e lo bacio. Nulla di che, solo un bacetto, ma è cento volte meglio di ogni altro bacio che ricordassi.
Lui ha le labbra dolci, tenere e una volta erano mie. Mie e di nessun altro. Lo saranno ancora?
Oh, sì... Sì. Mi sta mordicchiando il labbro, piano, insicuro. 
Voglio osare, tanto cos'ho da perdere? Più nulla ormai. Spingo conla lingua sulle sue labbra, che si schiudono subito.
Dio, come ti amo. 
-Bryar, mi devi cinque dollari!
Eh? Ma che cazz...? 
E poi Frank mi spinge via. Ehi!
-D'accordo, tieni Toro... Umpf!
-Perché gli hai dato cinque dollari? - chiedo a Bob.
-Abbiamo scommesso. Io dicevo che voi due resistevate almeno fino a domani senza sbaciucchiarvi, lui ha detto di no. E ha vinto. Ma si può sapere che fretta avevate?
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere. E Frank mi lancia un'occhiata truce. 
Quest'idea del ritrovo inizia a piacermi!
 
 
 
 
Sento il muro freddo alle mie spalle. 
-Gerard, che cazzo fai? - inizio a essere preoccupato.
-Non eri tu quello che voleva cose concrete? - okay, lo ammetto... e allora?
Sento le sue labbra sulle mie. gerard ha il potere di non farmi capire più un emerito cazzo mentre mi bacia, così non posso impedirmi di iniziare a mordicchiargli il labbro inferiore. 
E... e mi è mancato così tanto, me ne accorgo solo ora. Come ho fatto a sopravvivere un mese senza... questo?
Non riesco ad ignorare la sua lingua che spinge e schiudo le labbra. E poi nulla. Non c'è stato tempo perché succedesse nulla. 
-Bryar, mi devi cinque dollari!
Non posso fare altro che spingere via un Gerard decisamente contrariato e stare a sentire che cazzata si sono inventati questa volta gli altri.
Bene, fantastico, hanno scommesso. Begli amici, davvero.
Riprendiamo a camminare verso una meta sconosciuta. 
-Gerard, perché cazzo lo hai fatto?!
-Perché ti amo! - dice facendo spallucce.
E si dice così una cosa del genere?!?!?!
-E poi - prosegue - mi hai detto che io parlo tanto e non dimostro nulla. Adesso qualcosa la ho dimostrata, no?
-No. Un bacio non basta, - okay, adesso gli credo e lo sto solo provocando, ma voglio vedere che altro si inventa! - me ne hai dati migliaia, uno in più non cambia la situazione.
-Frank. - adesso è serio, fa quasi paura - Hai visto cosa mi è successo questo mese?
-Se ti riferisci al tuo pessimo stato fisico e psicologico, sì, ho visto.
-Non vuoi che faccia il melodrammatico, però almeno ascoltami. Mi sono ridotto così per colpa tua, perché non mi parlavi più, non rispondevi ai miei messaggi e alle mie chiamate, mi sembrava che mi odiassi. E io non potevo sopportarlo.
Sono senza parole. Adesso se ribattessi sarei davvero stronzo.
Mi alzo in punta di piedi e gli lascio un bacio sulla guancia. Poi corro dagli altri perché ci stanno seminando.
Alla fine Ray ci ha trascinati in un pub a dir poco sconcio - uh, ma che termini... - 
Okay, era un cazzo di pub dove era impossibile non vedere qualcuno che mostrava al resto del mondo cose che avrebbe dovuto tenere per s&e acute;.
Ray, io ti odio.
La serata passa fra alcolici a fiumi, un Gerard del tutto sbronzo seguito a ruota da Ray e Bob, un Mikey un po' brillo con la parlantina inesauribile e io che mi ritrovo a doverli quasi trascinare per strada alle tre del mattino.
Cos'ho fatto di male per meritarmi questo?!
Non lo so davvero. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Altro capitolo finito... non so quanto possa essere leggibile, a me fa davvero schifo a dirla tutta e l'unica cosa positiva &e grave; stato il perdono...
Mah, non mi piace un gran che, non ho nemmeno riletto quindi mi dispiace per eventuali orrori...
Mi riscatterò... 
Ciaoooooooooooooooooo!

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Capitolo 9
*** Ancora Un Concerto ***


Okay, ci ho messo un po' per questo capitolo ma penso dovrebbe andare... va bene, vi lascio alla storia, ciaooooooo!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
QUESTO E' SOLO L'INIZIO
...DELLA FINE
 
 
Capitolo 7: Ancora Un Concerto
 
 
- Ma quanto cazzo dorme?!
- E io che ne so, sei tu suo fratello!
- Smettetela di rompere voi due e date una scrollata a quel ghiro!
- Qualcuno dovrebbe svegliarlo, dai sono quasi le due e... 
- E tu stai morendo di fame... Bob, lo sappiamo.
Passi che vengono verso di me. Non ci capisco un emerito cazzo. 
- A chi spetta l'ardua impresa?
Ma no, io sono sveglissimo... forse.
- Frank! - dicono in coro.
- Che?! E perché io?
- Perché sì, non discutere, ha deciso la maggioranza!
- Uffa! Okay, va bene...
Uno spostamento d'aria mi fa capire che qualcuno si è sistemato di fronte a me.
- Gee? - Mi chiama Frankie. Potrei aprire gli occhi o... o divertirmi un po'. Non rispondo.
- Gerard. - sussurra. 
- Geeeerard! - dice un po' più ad alta voce. Mi giro dall'altra parte con un grugnito degno di Bob e cerco di trattenere le risate.
- Ma che cazzo... Gerard! - mi appoggia una mano sulla spalla e mi da un piccolo scossone. Okay, adesso scoppio. Continuo con uno sforzo immane a far finta di nulla.
- Dai, alza il culo... tanto so che non dormi!
Oh... mi ha beccato. D'accordo, io non so recitare. Vabbe' capita. Faccio per aprire gli occhi e girarmi verso di lui quando lo sento dire: - Oh, allora dorme sul serio... mah, io ci ho provato, bisogna tentarle tutte, no?
E non resisto. Inizio a ridere. Tanto. Mi fa un male cane la milza. Si trapiantano le milze, vero? 
Mi giro verso Frank e vedo che mi guarda. Un misto fra lo scioccato, lo scazzato e il divertito. Un espressione mai vista. Ricomincio a ridere come non ho mai fatto. 
- Lo hai fatto apposta! Bastardo...
- Ehi, che ci posso fare io? - ribatto in mezzo alle risate.
- Ma si può sapere che cazzo ti ridi?
- Hai una faccia!
- Oh, ma vaffanculo. E io che anche ti ascolto! 
- Dove vai Frankie? - lo chiamo vedendo che si sta alzando. 
- Lontano da te.
- Che ho fatto?
- Aah! - gli altri intanto si sono dispersi per la casa, annoiati dalla scenetta. 
- Ehi! - mi allungo riuscendo appena a prenderlo per la maglietta e tirarmelo vicino - Non me lo dai un bacetto stamattina? - ma non reagisce come mi aspettavo. Mi strappa della mani la sua maglia e si sposta un metro più in là.
- No. - dice mentre mi toglie di dosso le coperte - E adesso alza il culo, abbiamo tutti fame. - Poi esce dalla stanza. Pensavo che la giornata sarebbe cominciata meglio ma okay.
Mi metto addosso quello che trovo e vado in salotto e... e perché nessuno mi ha detto che l'alloggio per queste due cazzo di settimane sarebbe stato a casa mia? Colpa di Mik, scommetto che mi vuole tenere sotto controllo per colpa dell'eroina. Ieri sono riuscito a bucarmi perchè erano tutti sbronzi - me compreso - ma ora le cose si complicano. Fra qualche ora avrò bisogno di un'altra dose e non so dove pescarla. Le ho finite quelle che avevo. 
Ci penserò.
Quando entro nel salotto Ray mi accoglie con un: - Oh, buongiorno Bella Addormentata, ti è servito il bacio del principe per svegliarti?
- Nessun bacio! - dico lanciando un'occhiata truce a Frank e facendo ridere Ray. 
- Uh, devo dare la colpa al principino se sei di pessimo umore allora!
A volte mi chiedo perché frequento certa gente. E non so mai cosa rispondermi.
Mi avvicino a Frank da dietro e lo abbraccio. Stranamente mi lascia fare e appoggia la testa sulla mia spalla. 
- Gerard Arthur Way, che diavolo stai cercando di fare?
- Lo sai. E sai anche che so che anche tu lo vuoi, quindi... Perché no? - si volta e alza lo sguardo verso i miei occhi. Io non ho smesso di stringerlo. 
Schiocca le labbra. Bastardo, lo fa apposta. - Perché non mi costringi?
Oh, cazzo. Vuole giocare? Okay. So che non pensa davvero che lo farei. Vogliamo vedere?
Non devo pensare, so che se lo faccio cambio idea, quindi mi avvicino velocemente alle sue labbra e ci appoggio le mie. Le sue, schiuse e sorprese, si tendono in un sorriso che copio di riflesso. Ci infilo subito la lingua, so che non dovrei ma ehi, non so pensando a nulla, nemmeno a questo. 
Lo alzo e lo faccio sedere sul tavolo. Sento le sue dita accarezzarmi la nuca e tirarmi un po' i capelli, le sue labbra succhiarmi il collo.
Faccio passare le mani sotto la sua maglietta e gli accarezzo le colombe. Senza vederle, so perfettamente dove sono. dove sono le loro ali, i becchi, la parola 'and'. Si sta facendo tutto fottutamente caldo e...
- Ops, scusate! Adesso me ne vado...
Frank mi spinge via e scende con un salto dal tavolo diventando rosso.
Mikey! Subirai la mia vendetta, inizia a guardarti alle spalle. 
 
 
 
 
Non so se ringraziare MIk o mandarlo a quel paese. Non dovrei baciare così Gerard. No, non dovrei proprio. Devo ricordarmi che adesso ho una ragazza, che non sto più con Gee e che sono qui solo perché mi hanno costretto. Che impresa. 
- Ce ne andiamo a pranzo sì o no? - dico per dissimulare un po'. 
- Sì, certo... chiamo gli altri! - dice Mikey. Poi se ne va. 
Il braccio di Gerard passa di nuovo attorno ai miei fianchi e mi attira ancora verso di lui. Sento ancora le sue labbra sulle mie e tutti i ragionamenti etici di prima vanno a farsi fottere. Di questo passo non riuscirò a liberarmi di Gee prima che arrivi S... Oddio, non può averlo fatto. Oh, sì, invece. Una sua mano si stringe sul cavallo dei miei jeans e cazzo... non ci capisco più una ceppa. 
Ghigna. Ma quanto è stronzo? Tanto. E anche tanto figo. Cristo, parlo come se avessi tredici anni. 
- Gerard! Cazz...oh, Dio... C-ci stanno a-aspettandoh...
- E allora? - dice stringendo quella cazzo di mano ancora di più e baciandomi prima le labbra, poi il collo lasciandoci un segno arrossato. 
- D-dobbiamo a-andare. - ma in realtà degli altri in questo momento non potrebbe fregarmene di meno. In realtà... spero che continui. 
- Okay. - e si sposta. Mi lascia un bacio sulle labbra e se ne va di là.
Ora lo strangolo. Lo strangolo e poi stupro il suo cadavere, me ne fotto se è necrofilia.
Ci metto cinque minuti per tornare in me e riprendere il filo dei miei pensieri. Cioè, come diavolo dico a Gee che ho una ragazza adesso, che verrà quì la settimana prossima e che se scopre cosa  successo mi da fuoco?
Oddio. Ci penserò. Per ora meglio... come dire... tenere Gerard all'oscuro. 
Sendiamo a mangiare in un ristorante a qualche centinaio di metri da casa di Gee, dove ci guardano storto. Ci credo. Chi diavolo pranza alle tre e mezzo del pomeriggio? Ah sì, noi. Un mezzo spettro depresso, un nerd fissato con gli unicorni, un afro sempre troppo felice, un ex-punk troppo avanti con l'età per farsi una cresta rosso fuoco come vorrebbe e Bob. Solo Bob. Diciamo che lui è quello normale - relativamente - fra noi. 
Subito dopo il pranzo giriamo un po' per Belleville. E' il solito posto schifoso dove la media di gente che si droga è più alta del tasso stesso della popolazione. E' così, fiatevi, anche se è matematicamente impossibile. 
Perché siamo venuti qui invece di andare in California da Ray? Ah, sì. Chi lo convinceva Gee?
Invece la sera, come ci aveva già anticipato Ray, andiamo in piccolo pub. 
La sfiga di esserci andati? Lì, proprio questa sera ci suona una band, mezzi sconosciuti, mai sentiti prima e tutti con il logo dei My Chem disegnato da qualche parte. Fans. Cazzo. E quasi tutti i fans di questa pseudo-band sono anche Killjoys.
E, come ogni fan che si possa definire tale, ci riconoscono e costringono con la forza a suonare. Nessuno se la sente ma dobbiamo. Solo poche canzoni e non andiamo nemmeno così male come mi aspettavo.
I ragazzi ci prestano i loro stumenti. Io Ray e Mik ce la caviamo ancora con le chitarre, Bob e la batteria vanno ancora d'accordo e Gee ha la sua solita voce meravigliosa. 
Beh, serata strana. Mi ha fatto tornare la voglia di suonare, chissà...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Scusate x il capitolo illeggibile... è che lo ho scritto ascoltando Destroya, quindi...
Okay i piccioncini fanno i piccioncini, Mik è il solito guastafeste, Ray quello che incasina le cose e Bob fa solo sé stesso.
Nulla da dire, ci vediamo alle recensioni, ciaoooooooooooooo!
 
xox
 
Jas

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Capitolo 10
*** Ti Fidi Di Me? ***


Beh, rieccomi con un'altro capitolo. u.u
Ringrazio infinitmente tutte le persone che recensiscono, che hanno messo questa storia nelle seguite nelle ricordate e perfino nelle preferite!
Okay, nel capitolo precedente sono successe un bel po' di cose. Non lo so, sembra che si stiano riavvicinando... mah, succederà davvero? Speriamo... perché io stò scrivendo questa storia capitolo per capitolo, alla cieca, non so dove andrò a parare. Quindi non so nulla più di voi... ^^'
Dai, vi lascio leggere, ciao!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
QUESTO E' SOLO L'INIZIO
...DELLA FINE.
 
 
Capitolo 8: Ti Fidi Di Me?
 
Sembra che le code vocali funzionino ancora, anche se è un sacco di tempo che non canto. 
Come canzone 'Na Na Na' mi sembra abbastanza adatta in locale traboccante di Killjoys. I miei fans. I nostri fans. Quasi mi mancano. E' assurdo, dovrebbero essere incazzati a morte con noi, invece sono ancora tutti qui, a gridare, a cercare di avvicinarsi a noi, a svenire per colpa di un mio sguardo, a implorare per farci ritornare sul palco. Ma io ha già preso la mia decisione, mi dispiace.
Si soffoca in questo posto stipato di gente, non so come faccia Frank ad avere ancora energia per saltellare in giro come un grillo. Io sto per svenire perché l'ossigeno sta smettendo i arrivarmi al cervello!
Finita l'esibizione - che è durata più o meno altre tre canzoni - sto sudando come non so cosa e ho un fiatone degno di un vincitore di una maratona. Frank è messo anche peggio. Sto per scendere dal palco seguito dagli altri quando un coro si leva dal pubblico. Dapprima una specia di brusio indistinto, parole ammassate una sopra l'altra, che vanno via via schiarendosi ed armonizzandosi fino a che non distinguo una sola, unica parola. Talmente chiara da sembrare il frutto di una voce sola. 
Frank mi guarda, nel panico, gli altri se la ridono. Che stronzi, noi qui nei casini e loro mezzi nascosti dietro gli strumenti con le lacrime agli occhi per le risate.
- F-frank?
- Cosa?
Non riusciamo a sentirci a causa del frastuono, così ci limitiamo a leggere il labiale. 
- Che facciamo? - lui mi risponde con un'alzata di spalle. Siamo ad un paio di metri di distanza. Faccio un passo verso di lui che però resta fermo. Sembra indeciso. Il coro grida ancora più forte quella fottuta parola. 
'Bacio, bacio, bacio...!' 
Ma che cazzo, se Frank non vuole non sarò certo io ad obbligarlo! Faccio per girarmi e dire a quegli assatanati che no, non lo faremo, quando sento le dita di Frank stringermi il braccio e tirarmi verso di lui. 
Non ho nemmeno tempo di chiedermi se lo voglia davvero, se non sia solo fan-service, che sento la sua bocca sulla mia, la sua lingua cercare quasi disperatamente di schiudermi le labbra. Come posso dire di no ad una supplica del genere? Lascio che le nostre labbra combacino e le nostre lingue scorrano l'una sull'altra. 
E' tutto fottutamente strano, dopo tutto questo tempo dall'ultimo bacio su un palco. Ma è anche tutto fottutamente meraviglioso.
Sento che in questo momento potrei stuprarlo qui, su questo cazzo di inutile palco. Che poi non credo dispiacerebbe ai fans, anzi. Penso che passerebbero il tempo ad urlare e filmare e impiegerebbero il resto della vita a raccontare nei minimi dettagli - e ad inventarne alcuni - è successo.
Frank mi spinge via e torna a giocherellare con le corde di Pansy. I ragazzi sotto il palco sembrano ammattiti di colpo. 
Decidiamo che è meglio lasciar perdere quel locale e tornarsene a casa, prima di scatenare un putiferio. 
Per uscire dobbiamo sgattaiolare dal retro. Prima però siamo costretti a rispondere un centinaio di volte 'No, ci dispiace ma i My Chemical Romance non suoneranno ancora'. Testardi i Killjoys. Ah, è in questi momenti che sono orgoglioso dei miei fans: hanno preso tutto da noi. Ooh, mi commuovo.
Accettiamo di autografare gli strumenti della band che ce li ha prestati, non ricordo affatto come si chiamassero però. 
Sarebbe una serata andata abbastanza bene se non fosse che sento l'astinenza da eroina in tutto il corpo. Cazzo, e adesso? Fanculo.
Vedo appena fuori un gruppo di ragazzi bucarsi. Forse... oh, non dovrei... ma senza sto male. Mi stacco dagli altri con la scusa del bagno e mi avvicino un po' pensando a cosa dire quando al mio cervello malato viene in mente una cosa. Se lo faccio domani tutto internet saprà che Gerard Arthur Way si fa di eroina. Non mi conviene. 
Tutte. A. Me. Tutte. 
Ah, mi viene da vomitare. 
Però se torno a casa domani mattina starò del cazzo e gli altri lo noteranno. Resisterò, devo farlo. Me ne torno dagli altri e ce ne andiamo a casa. 
Apro la porta e mi godo un po' di quel familiare casino che c'è un po' dovunque poi occupo il bagno prima che possa farlo qualcun'altro. Mi guardo allo specchio. Cazzo, sembra davvero che abbia corso una maratona. Meglio farsi una doccia. 
Apro l'acqua e, intanto che aspetto che diventi calda, mi tolgo i vestiti. Mi sono davvero ridotto male, non credevo di essere peggiorato ancora. E poi ho un po' freddo. Ma l'acqua bollente lo fa passare subito. I capelli neri e bagnati mi cadono sugli occhi mentre rifletto su tutti gli avvenimenti degli ultimi giorni. 
Scoppio a  piangere quando mi rendo conto che le cose potrebbero essere cambiate più di quanto mi aspetto. E' passato un mese. Già un mese. Frank si sarà rifatto una vita, in un'altra città, con altri interessi e... e altre persone. Ho sempre saputo che Frank non è gay ma bisessuale, però non mi sono mai davvero preoccupato del fatto che possa preferire le ragazze, ecco. E' un colpo basso. Un colpo basso perché io non potrò mai essere al livello di una ragazza. 
Esco dalla doccia e mi rivesto il più velocemente possibile. E' meglio che me ne vada a dormire, non ho né la voglia né la forza di affrontare il resto della serata. 
Vado in salotto e trovo i ragazzi appollaiati un po' dappertutto a guardare la tv e a commentare qualsiasi stronzata che passa sullo schermo. 
- Ehi, io non sto davvero in piedi, me ne vado a dormire... - dico.
- Cosa? Di già? Ma non è nemmeno mezzanotte!
- Ray, lo so... è che sono stanco. 
- Oh, d'accordo, dai lasciatelo andare... 'notte Gee! - dice mio fratello prendendo le mie parti.
- 'Notte, a domani. 
Salgo in camera e mi metto sotto le coperte. Ho davvero freddo eppure sto sudando tantissimo. Un dolore non meglio identificato si sparpaglia in tutto il mio corpo lasciandomi scosso e in preda ai brividi. Astinenza del cazzo. Non riesco a dormire, continuo a muovermi, mi sento indolenzito dappertutto.
Sento il cellulare vibrare sul comodino. Non senza fatica lo prendo e vedo che è un messaggio di Frank. Ma perché mi ha mandato un messaggio se poteva venire tranquillamente su a parlarmi? Poi mi rendo conto che effettivamente è il primo messaggio di Frank di qui ad un mese.
Lascio perdere i ragionamenti contorti e lo apro.
'Ciao, Gee. Spero d nn averti svegliato e se lo ho ftt scs. Volevo sl kiederti se poxo venire da te qst notte. Risp. - Frank'
 
 
 
 
Non so se ho fatto bene a mandargli quel messaggio del cavolo. Forse ha frainteso, non ha capito. Io non voglio farlo, voglio solo restare abbracciato a lui tutta la notte, come facevamo una volta, anche quando eravamo ancora solo amici. Prima. 
Quando sul tour bus, tutti spiaccicati in pochi metri quadri, dovevamo dormire in posizioni assurde. E io e Gee ci mettevamo sempre distesi nei sedili in fondo, abbracciati uno all'altro per occupare meno spazio possibile e per non cadere. Spero che abbia capito. 
A volte mi chiedo se davvero c'è stato un momento in cui noi due siamo stati solo amici. Siamo passati dall'amarci all'odiarci in pochi minuti. Non lo so, fra noi è tutto strano e complicato. Sempre. Mi viene in mente uno di quei giorni fantastici, quando stavamo insieme da poco...
 
Piango, piango tanto. Gerard mi abbraccia stretto sussurrandomi all'orecchio di stare calmo, che ci avrebbe pensato lui a risolvere tutto. E io mi chiedo come cazzo possano risolversi le cose!
Mio padre mi ha appena sbattuto fuori di casa perché ha scoperto che sto con Gerard, mia madre non ha fatto nulla per impedirlo e adesso non abbiamo un posto dove andare. 
- Frankie... amore, dai, non fare così. Ci parlo io con loro, okay?
- Gerard, tu non li conosci... io... loro non cambieranno idea. 
- Lasciami provare, vedrai che qualcosa si può fare. 
- E se non funziona? Gee, non sappiamo dove andare. 
Si morde il labbro: - Se non funziona... ce ne andiamo nella vecchia casa dei miei. E' qui a Belleville, ci sono cresciuto insieme a Mikey. Quando siamo andati all'Università loro si sono trasferiti.
Lo guardo sbigigottito: - Tu hai qui a due passi una casa libera dove non entra mai nessuno e NON ME LO HAI DETTO?! 
Ride: - Ehi, scusa Frankie, è solo che pensavo che volessi passare un po' di tempo con la tua famiglia prima di partire di nuovo...
Mi incupisco un po': - Una famiglia che non mi accetta per quello che sono? Gerard, se dovessi scegliere, secondo te con chi passerei il resto della vita?
Mi fa un sorriso di quelli che ti fanno sciogliere come ghiaccio al sole: - Ti amo Frank, non credo che tu capisca davvero quanto ti amo. 
- Mai più di quanto io amo te, tesoro.
- Oh, Frankie... - dice coccolando le mie labbra con le sue. - Sei così dolce. 
Le sue dita si intrecciano ai miei capelli e me li tirano un po' perché lui possa raggiungere meglio il mio collo e lasciarmi sopra un succhiotto inequivocabile. 
- Questo non ci aiuterà a risolvere con i miei, sai? - gli dico. Lui smette di colpo e si stacca. Lo guardo confuso e lui ci fa perdere entrambi in un bacio caldo e zuccheroso. Infinito eppure troppo breve. 
La gente passa, ci guarda, chi con tenerezza, chi con odio, chi con disprezzo, ma a nessuno importa. Perché ci bastiamo. 
- Amore, - mi chiama dopo un po' - dobbiamo andare adesso.
Faccio una smorfia sofferente - Non voglio andare, non voglio tornare in quella casa perché mi sbattano di nuovo in faccia che non gli vado bene - gli dico aggrappandomi alla sua maglietta e stringendomi nel suo abbraccio. 
- Frankie, ti fidi di me? - lo guardo stranito. Ma che domanda è? - Non fare quella faccia, rispondimi.
- Certo! Certo che mi fido di te. 
- Allora devi fare come ti dico. Sai che ho ragione. - certo che lo so, ma ho paura, una paura fottuta - E poi ti ho detto che in ogni caso sappiamo dove andare.
- Tu ci sarai sempre, vero? 
- Sempre, amore. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E' un capitolo che non mi piace un gran che... ci ho messo un flashback che riparte da dove ho lasciato la storia parallela raccontata con i ricordi. Eh, sì, è stato un po' di capitoli fa e se qualcuno se lo ricorda mi fa devvero felice! xox
E' un po' stupido come capitolo, ma non sapevo come riempire il buco fra un avvenimento e l'altro e ho tirato fuori questa cosa oscena.
Okay giuro che il prossimo capitolo sarà migliore, contateci. 
Ciao!
 
bye
 
Jas

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Capitolo 11
*** Sogni ***


Eweeeee eccoci di nuovo insieme! Okay, questo è un capitolo un po' strano, boh, non so nemmeno come descriverlo... 
Beh, vi lascio leggere che è meglio, mah... 
xoxo ciao! ci leggiamo (?) dopo!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
QUESTO E' SOLO L'INIZIO
...DELLA FINE
 
 
Capitolo 9: Sogni
 
Certo, quando la gente dice che bisogna dare tempo alle cosa per migliorare non pensa che possano anche peggiorare. Ed è esattamente quello che ho fatto io. 
Mi sono dato tempo per vedere come si comportava Frank. Ho aspettato. E poi quel messaggio del cazzo. Perché del cazzo? Gli ho risposto d'istinto con un 'Sali qnd vuoi', che altro potevo fare?
E ora sono quì a pensare. Voglio davvero che passi la notte con me? Quando sono in questo stato pietoso, quando sono in astineneza? Posso ancora disdire, basta che mi inventi una scusa, dico che sono stanco e...
- Gee? - merda.
- Frankie? - sento le coperte spostarsi e un corpo caldo raggomitolarsi contro di me. La sua schiena contro il mio petto. Lo abbraccio istintivamente. Ultimamente faccio troppe cose 'd'istinto' e non so se faccia bene. 
- Gee, cos'hai? Stai sudando e tremi... hai la febbre? - dice premuroso, voltandosi e prendendomi il viso fra le mani. 
- N-non lo so... forse. 
- Vieni qui. - dice spingendosi un po' più in alto e facendomi appoggiare la testa sul suo petto e stringendomi fra le sue braccia. Sento quella cosa non meglio identificata fra i polmoni animarsi di vita propria e saltellare a suo piacimento. Le labbra di Frank mi lasciano un bacio fra i capelli scompigliati. 
Dolce il mio Frankie. 
- Gerard, togliti la felpa, almeno così non muori di caldo....
- NO! No, sto bene così, davvero. - non posso certo permettere che veda i buchi sulle braccia! 
- Okay, però adesso dormi, va bene? 
- Mmh... - mormoro accoccolandomi meglio contro il suo torace. Se tutti la prendono come un'influenza è molto meglio. 
Non credo davvero che riuscirò a dormire molto. Tremo, mi prude dovunque, ho caldo e freddo insieme e sto sudando tanto. 
Però l'abbraccio di Frankie è così comodo che... mmh, che quasi quasi... 
Chiudo gli occhi, circondato dal suo profumo. Frank ha sempre un profumo buonissimo, profuma sempre di pioggia. Di pioggia e di primavera. 
Dopo neanche dieci minuti crollo addormentato fra le sue braccia. 
 
E' tutto buio attorno a me. Ah, no, è solo che ho gli occhi chiusi. Li apro. E' buio comunque. Notte. La luna splende sopra di me, rossa, infuocata. Quasi un sole. Sono disteso sull'erba verde e bagnata. 
Sposto il braccio di qualche centimetro per riuscire a sollevarmi e tocco qualcosa. Mi volto. 
Frank? Cosa ci fa qui Frank? E poi, cosa ci faccio qui io?
Lui sembrava svenuto, privo di sensi. 
Mi avvicino, voglio svegliarlo. Mi accovaccio accanto a lui: - Frank? Frankie? Svegliati! - ma nessuna risposta. Allora gli metto una mano sulla guancia e... fredda. E' fredda. 
- F-frank? - cado nel panico. Sbatto le palpebre e quando guardo di nuovo il piccolo noto il colore cinereo della pelle. 
- FRANK! - grido strattonando il corpo esanime. - No, no amore, ti prego... - le lacrime mi offuscano la vista - ti prego, non lasciarmi così... io... oh, no, NO CAZZO, NO! - ma non ho la forza di fare altro. 
Gli crollo accanto, piangendo istericamente. Lo guardo. Guardo una cosa che non dovrebbe esserci. La guardo con rabbia, con odio, con disprezzo, con... timore. 
Sul collo candido del mio amore, freddo e cadaverico, c'è uno squarcio. Il corpo è disteso su un lago di sangue rosso, che ha smesso di fuoriuscire dalla ferita di cui posso vedere i contorni. Un... semicerchio, o qualcosa del genere. Tutto maciullato. Sembra che la carne sia stata strappata. Quasi svengo. Chi può aver fatto al mio piccolo una cosa del genere?
Quale figlio di puttana con la condanna a morte già scritta può aver ridotto così il mio amore?
Con un conato di vomito mi accorgo del sapore ferroso che ho in bocca. 
E'... 
...ehm... 
...strano. 
Forse familiare. 
Fastioso. 
Mi passo due dita sulle labbra. 
Guardo. 
Rosso.
Di nuovo.
Io.
E' colpa mia.
Io ha fatto questo.
Lo ho ucciso io.
Perché?
Non lo so.
Non mi interessa. 
Non sento più nulla.
Nesuna emozione.
Solo il vuoto. 
E la voglia di farla finita. 
Frugo nelle tasche. Non lo so il perché, ma ho una lametta. La coincidenza migliore che potessi avere. Pagherò il sangue versato versandone altro. Ha senso, per me.
Mi tolgo la felpa e distendo il braccio. Premo forte con la lama, un taglio netto, profondo, deciso. Dritto, dal gomito al polso, recidendo completamente la vena. Cado a fianco a Frank, il nostro sangue si mescola, il mio fa allargare la pozza rossa attorno a noi. 
Non ho le forze per sussurrargli ancora un 'ti amo'. Lo farò dopo. Dopo, quando ci rivedremo. Dopo potrò chiedergli scusa tutte le volte che servono. Dopo.
Chiudo gli occhi.
 
Li riapro di scatto, in preda al panico. Frank dorme ancora. Stringe a sé il mio braccio sinistro, come se ne andasse della sua vita.
Sento il suo respiro sulla pelle. Nuda. Fottutamente scoperta.
 
 
 
 
Sento Gerard agitarsi nel sonno. Probabilmente ha qualche incubo a causa della febbre. Sono tentato di svegliarlo, non mi va che faccia brutti sogni. Però dopo qualche minuto si rilassa e riprende a dormire normalmente. 
Ma sta continuando a sudare, non dovrebbe dormire con quella felpa addosso, soprattutto visto che sta male. 
Provo a togliergliela senza svegliarlo. Con un po' di fatica ce la faccio. Appoggio la felpa su una sedia dall'altra parte della stanza. Distinguo appena i contorni degli oggetti, è troppo buio. La radiosveglia segna le tre e quattordici minuti. 
Mi rintano di nuovo sotto le coperte accanto a Gee. E' così dolce mentre dorme. E ho voglia di... tanto non lo saprà mai nessuno, no?
Gli accarezzo una guancia con due dita, poi mi avvicino e gli lascio un bacio tenero sulle labbra. Dolce, innocente. La sua bocca segue i movimenti della mia, di riflesso. Sento la sua lingua scorrere inconsciamente sulla mia, allora decido di staccarmi.
Non mi va che si svegli per colpa di quello che sto facendo. Mi cerca ancora per un secondo, poi torna a sprofondare sul cuscino con un mugolio frustrato. Sono un idiota.
E poi non voglio nemmeno che senta la mia presenza addosso, ha già abbastanza caldo così. 
Mi limito a coccolargli il braccio. La pelle è così soffice e morbida e... e cosa cazzo sono questi? Sento tra le dita dei puntini induriti sulla parte inferiore del braccio, fra il polso e la parte interna del gomito. 
Non avrà mica ricominciato a..? No... non ci credo. Potrebbe essere qualsiasi altra cosa, giusto? Anche se in effetti non mi vengono in mente altre spiegazioni. Dio, ditemi che mi sbaglio!
Accendo di corse la luce sul comodino, è appena sufficente a vederci qualcosa, ma a me basta. 
Con uno strattone allungo il braccio. Sono troppo incazzato e impaurito per fare piano. Tutta la zona è puntinata, fori nuovi e con il sangue coagulato da poco e fori più vecchi e già cicatrizzati. 
- Gerard... n-no, non puoi avermi fatto questo, non puoi esserti fatto questo! - mormoro - Non dopo che nel 2004 mi hai detto che non lo avresti fatto mai più. Non valgono nulla le tue promesse, allora... 
Non posso nemmeno ricordare il suo tentato suicidio nel 2004. Ritrovarmi nella stessa situazione, sapere che non è cabiato niente è... è assurdo. Stupido. E' da stronzo egoista da parte di Gerard! Se si odia così tanto almeno potrebbe provare a resistere per me! O nemmeno io sono qualcosa per lui?
Lacrime. Tante. Scendono una dopo l'altra sulle mie guance e cadono sul cuscino. Vado avanti così, singhiozzando, per non so quanto. Con la voglia, il bisogno di strattonare Gerard fino a svegliarlo, dargli del coglione, del deficente, insultarlo in tutte le lingue che conosco, per poi abbracciarlo, baciarlo, dirgli che se prova di nuovo a fare una cosa del genere lo distruggo e poi baciarlo di nuovo, dirgli che lo amo, che lui deve amarmi perché fra noi non può essere che così e poi dirgli che può tornare a dormire e che ci sarò sempre. 
Dopo essermi fatto questo film mentale, però, mi limito a continuare a piangere lacrime di rabbia, di frustrazione, di consapevolezza, di rassegnazione stretto al suo braccio, lasciado qualche bacio sulla sua pelle fredda fino a che non perdo conoscenza, stremato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo molto onirico vero? Tutto al buio, nei sogni, nella notte... Personalmente lo trovo completamente diverso da tutti gli altri... non lo so, spero che non iniziate a tirarmi addosso uova marce (ormai i pomodori sono troppo mainstream u_u) per il disastro che ho combinato... 
Recensite che voglio proprio vedere cosa ne pensate! ciao, alla prossima (I hope! xoxo)
 
bye
 
Jas

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Capitolo 12
*** Messaggio dell'autrice ***


Questo non è un capitolo, è una cosa che avevo bisogno di dirvi.
 
Okay... tutte sapete che giorno è oggi, no? Certo che sì... sono passati già 5 mesi.
Ecco, è come se mi fossi appena resa conto che i My Chemical Romance si sono sciolti, prima era come se non ne fossi del tutto consapevole e... davvero, non so se ce la faccio a continuare a scrivere qui.
 
Non preoccupatevi, non abbandonerò l'ff. 
Solo che la sospenderò per un po', solo un po'. 
Quindi vi chiedo: se lasciassi l'ff in sospeso per un po' voi sareste disposte ad aspettare? 
So che dicendo questo mi sto guadagnado dei bei "vaffanculo", soprattutto perché oggi non è il giorno migliore per dare brutte notizie. 
E' che non sono ispirata, non riesco a scrivere bene, sui My Chem... Se continuassi a pubblicare nessuno leggerebbe più, non sarei in grado di portrla avanti subito. E non lo dico così per dire. Sappiate che ho scritto e cancellato undici volte esatte il capitolo e beh, quella non era sicuramente qualcosa che avrei scritto normalmente io. 
 
Mi dispiace davvero tantissimo, non credevo che lo avrei mai fatto... dico davvero. Se smettete di seguire/ricordare/preferire la fanfiction vi capisco, non dovete sentirvi obbligate.
 
Continuerò a leggere e recensire altre ff, sicuramente... ma ricomincerò ad aggiornare fra un po' di tempo, se voi siete disposte a darmelo.
 
Mi dispiace, davvero... 
 
Sapete (credo) quanto io ami scrivere e che quindi farvi sentire una cosa del genere è doloroso anche per me... ma sono convinta che sia la cosa migiore per ora, okay? 
 
Non abbandonerò questa ff, come ho già detto, la sospenderò per un po' e basta.
 
Spero che quando deciderò di aggiornare di nuovo ci sia ancora qualcuo disposto a leggerla. 
 
Un bacio.
 
bye
 
Jas.

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