After Wonderland

di _SuperLyla_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno nella realtà ***
Capitolo 2: *** La vita dopo ***
Capitolo 3: *** The Night ***
Capitolo 4: *** Madness ***



Capitolo 1
*** Ritorno nella realtà ***


 "E' la mia prima fanfiction in assoluto, quindi non siate troppo cattivi! Ne ho lette molte, cos' ho deciso di cimentarmi nella scrittura. Spero vi piaccia e... bé, vi lascio alla lettura!"





 

 Alice è tornata nel mondo degli umani, della realtà. Respira la brezza di un pomeriggio estivo come tanti altri. Dopo le sue stravaganti e pericolose avventure nel mondo delle meraviglie, riportato finalmente alla sua vecchia armonia (e pazzia), decide di intraprendere una vita normale, come quella di ogni ragazza della sua età. Viene affidata ad una coppia giovane, lei sui 26 anni e lui quasi 30. Sono simpatici, un po' apprensivi, ma che gli donano tanto amore. Ne aveva bisogno dopo tutto quello che aveva passato: diversi anni in cura da uno psichiatra dopo la morte dei genitori naturali e della sorella e la corsa per riportare il suo magico mondo alla cosiddetta “normalità” (per quanta ce ne possa essere lì). Ormai aveva superato il trauma, ed era pronta per ricominciare da capo. Ma non sapeva cosa aveva in serbo il futuro per lei.
All'inizio andava tutto bene, i primi mesi erano stati paradisiaci per la sua sanità mentale, i genitori fantastici. Aveva anche trovato un ragazzo che le piaceva e che la ricambiava. Aveva. Si, perché dopo i primi mesi di apparente felicità tutto cominciò ad andare tutto in rovina. Pensò seriamente che il mondo non volesse vederla felice. I genitori cominciarono ad ignorarla, non volevano nemmeno sentirla parlare. E lei sapeva il perché. Ogni tanto le capitava di parlare con il suo vecchio amico Stregatto, che le veniva a fare visita. Non aveva raccontato il suo passato ai suoi nuovi genitori. L'avrebbero presa per pazza. Ma quando i suoi la videro parlare con il gatto, le chiesero perché. Perché. Solo quello sapeva chiedere la gente. Lei non lo sapeva il perché. Decise però di dirgli tutto. Ovviamente la presero per pazza, ma non la rinchiusero. No. Fecero una cosa molto peggiore. La ignorarono. Si comportavano come se lei non ci fosse, come se non fosse mai esistita. La sua camera era diventata polverosa. Fortuna che sapeva cucinare. Il ragazzo seppe tutto dai genitori e la lasciò all'istante. Nemmeno avesse la peste. Aveva solo un passato un po' difficile, ecco tutto. Ma nessuno voleva avere al suo fianco una pazza. Che poi tutti nel profondo sono un po' pazzi, ma nessuno lo da' mai a vedere. Aveva degli amici, delle amiche, perse tutto. Cominciò a deprimersi e in poco tempo la sua vita andò a rotoli, come succedeva da sempre ormai.

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Capitolo 2
*** La vita dopo ***


Nel giro di due anni aveva fatto di tutto. Si era data alle discoteche, aveva provato a fumare, poi erano venute le canne. La cocaina, hashish, LSD. Tutta roba che pensava potesse farle dimenticare il suo passato, ma non successe. Andava con chiunque: maschi, femmine,travestiti, esseri immondi di cui non si riconosceva il sesso. Aveva fatto cose a tre, a quattro. Tornava a casa ad ore improponibili, ma i suoi non le dicevano niente. Si era data anche alla prostituzione per pagarsi la droga. Maniaci che la toccavano, la violentavano. Tutto per dimenticare. I compleanni ormai non li festeggiava più. Per i suoi diciassette anni stette a casa tutto il giorno con il peggior dopo-sbronza della storia. Testa che martellava, tutto che girava, le gambe che facevano male, le parti intime che chiedevano pietà per la troppa attività. Al suo diciottesimo compleanno, per festeggiare il raggiungimento della maggiore età, decise di sballarsi come al solito, ma da sola, per poi decidere se farla finita con la sua amata lama vorpale, con cui aveva ucciso migliaia di nemici nel mondo delle meraviglie. Quella mattina si sentiva strana, aveva la nausea. Bé, tanto strana non era visto che si ubriacava quasi ogni sera, ma questa era diversa. Non le faceva male la testa, solo un fastidioso dolore allo stomaco. Andò a rimettere. Durante la mattina rimise quattro volte. Le venne uno strano presentimento. Andò in farmacia a comprare un test di gravidanza. Lo fece e risultò... positivo. Le venne un colpo al cuore. Lei non se lo aspettava. Cioè, non usava spesso precauzioni, perché non le piacevano, ma stava molto attenta, almeno quando era sobria. Non sapeva cosa fare. Dirlo ai miei? Non glie ne sarebbe importato nulla. Amici? Non ne aveva. E il padre? Con tutti quelli con cui era andata sarebbe stato un po' difficile trovarlo. Almeno poteva escludere donne e travestiti. Cazzo, pensò. Ed ora cosa avrebbe fatto?

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Capitolo 3
*** The Night ***


Ormai si sentiva vuota, senza un cuore, senza un cervello in grado di pensare, senza un'anima. Il bambino? O, non aveva aspettato di sapere se era un maschio o una femmina, aveva abortito. Gettato via, senza neanche esitare. Da piccola giocava sempre con sua sorella a mamma e figlia, gli piaceva l'idea di avere un bambino, un giorno. Ma ora no, non pensava di poter abbracciare qualcos'altro oltre la droga e un giorno, molto vicino, la morte. La sera stessa in cui abortì si andò a sballare in discoteca. Cosa poteva fare? Non aveva una vita, un futuro. Non si prostituiva più, ora i soldi li rubava ai suoi. Quando uscivano di casa apriva la cassaforte dove tenevano i contanti e ne prendeva tanti quanti ne bastavano per quella sera. Non usciva più di giorno. Pensava che così le sue trasgressioni sarebbero rimaste inghiottite dall'oscurità, e il giorno stava in casa sopraffatta dal vuoto che aveva dentro. In discoteca incontrò una ragazza, appena la vide le venne il desiderio di farsela. Era da una settimana che non toccava una donna, a parte lei stessa. Andò li e dopo uno sguardo di consenso iniziò a pomiciare. Le loro lingue si scontrarono, poi si allacciarono con desiderio. Nemmeno il tempo di dirsi i nomi. Avevano solo voglia di farsi una bella scopata. Andarono in una stanza appartata della discoteca e si chiusero dentro. Lì c'era un divano abbastanza malandato, ma poteva andare bene. Di uomini non ne voleva più sapere, dopo quello che gli era successo. Niente più cazzi, mai più. Entrambe le donne si lasciarono andare all'atto sessuale. Dopo aver ripreso fiato continuarono a pomiciare un altro po', poi tornarono in discoteca. Era affascinante, intrigante, una pantera. Forse avrebbe dovuto chiederle il nome, o magari il numero. Ma non lo fece, perché non sarebbe servito a nulla. Lei non era destinata ad avere un futuro felice.

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Capitolo 4
*** Madness ***


Il giorno dopo quando i suoi uscirono per fare la spesa. Prese tutti i soldi che avevano, circa 250.000 euro. Non le importava se sarebbero rimasti senza soldi, loro non si erano preoccupati minimamente di quello che faceva da due anni a questa parte. Fuggì lontano da casa, comprò una villa abbandonata in un paese del sud dell'Inghilterra. Aveva con sé un unico vestito, quello che aveva quando era “isterica” mentre combatteva contro i nemici nel mondo delle meraviglie: un vestito completamente bianco sporco di sangue. Appena arrivata nella villa abbandonata gettò i soldi che gli rimanevano a dei barboni dormienti davanti l'ingresso, e loro contenti se ne andarono volentieri. Almeno potevano avere un futuro, pensò. Entrò, la casa era quasi completamente in disuso, ma si accontentò. Dopotutto non si aspettava una reggia come quella della regina di cuori. Andò di sopra e scoprì una stanza piena di bambole: quello sarebbe stato il posto adatto. Si mise il vestito, estrasse la lama vorpale dalla valigia, si sedette in mezzo a delle bambole mezze rotte e fece quello per cui era venuta: si uccise. Se la puntò al petto e affondò il coltello nel cuore, lacerando l'organo. Non urlò, anzi, sorrise amaramente, come se fosse finalmente giunta ad una soluzione per quel disastro di vita che aveva. Si abbandonò al dolore, sentendosi viva più che mai in quel momento. Il mondo delle meraviglie si sgretolò come carta nel fuoco. Continuò a sorridere, si lasciò andare in una posa ancora più inquietante di quella delle bambole attorno a lei e abbracciò la morte, come fosse la sua migliore amica.

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