Rosengarten, Münich

di Shatzy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Mattina ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Pomeriggio ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Sera ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Mattina ***


Disclaimer: i personaggi citati non mi appartengono, anche se non sono mai comparsi da nessuna parte ^^” Uhm, a ben pensarci ora me ne approprio XD

Nota: salve gente (famigghia, amiche, commentatori di passaggio, lettori anonimi e quant'altro), sono qui con un nuovo lavoretto, è una raccolta di tre capitoli, incentrata sulla vita oltre il Portale, qui da noi ^^ Ambientata a Monaco, direi negli Anni ’20, quando Ed si ritrova là. Nel film non sono comparsi gli Alter di Roy e Riza, quindi ho potuto inventare di sana pianta il tutto ^^” Inoltre non c'è nessuna fic con loro due, mi pare.
La mia storia è ambientata in un negozio di fiori (era l’unico luogo che non dovevo inventare ^^”), e mi spiace che due personaggi citati in questa fic abbiano nomi simili… Spero di non aver fatto confusione, e spero di non crearne a voi (ma non è colpa mia, è dell’Arakawa!!!).
Volevo spendere qualche riga sulla caratterizzazione dei personaggi. Inevitabilmente questi di Monaco sono diversi, per quanto abbiano lo stesso aspetto. Sia perché hanno avuto esperienze diverse (non ci sono guerre di mezzo… o quanto meno guerre in cui abbiano partecipato), sia perché i caratteri possono variare (pensate a Hughes, che è un pazzo nel nostro mondo XD). Quindi è possibile che sia andata OOC ^^” Non me ne vogliate, ci tenevo a questa caratterizzazione, per il semplice motivo che mi piace immaginarli “normali”, alle prese con dei problemi quotidiani che non siano homunculus, pietre filosofali e la distruzione di nazioni varie.
Sperando che possiate apprezzare.
Buona lettura ^^



Rosengarten, Münich



Capitolo 1 - Mattina


Calle eleganti, iris variopinti, mazzetti di profumatissima lavanda, camelie ornamentali… Tutto era sistemato con cura nelle posizioni giuste, in bella mostra nell’angolo esterno e soleggiato tra la strada e il muro del piccolo negozio di fiori Rosengarten, nel pieno centro della città di Monaco di Baviera.
Riza aveva ancora tra le mani il vaso di petunie arrivato quella mattina stessa, concedendosi un timido momento per ammirare quei petali grandi e delicati, di un tenero colore rosa. Con un sospiro posò a terra il vaso, tra quelli di lavanda e iris, e si pulì le mani sul grembiule già sporco di terra, nonostante la mattinata di lavoro fosse appena iniziata.
Si scostò una ciocca di capelli biondissimi con il dorso della mano, sorridendo al sole splendente nel cielo, che avrebbe senz’altro aiutato le sue belle piante a crescere rigogliose. Tornò all’ombra del negozio, apprestandosi a cominciare la giornata, mentre la sua collega leggeva svogliatamente un giornale, seduta dietro al bancone.
“Grace, aiutami a pulire, prima che arrivino i primi clienti” la riprese, avvicinandole uno strofinaccio pulito.
La ragazza sbuffò contrariata, arricciandosi con le dita una lunga ciocca castana. “Riza, prendi le cose troppo seriamente, rilassati…”
“Se ci rilassiamo il negozio non sarà pronto, e i clienti si lamenteranno. Su, al lavoro” la incoraggiò passandole la scopa.
Grace controvoglia iniziò con le pulizie, ma bastò poco a farle riprendere il discorso. “Ehi, sabato prossimo ci sarà la festa cittadina, non vedo l’ora di andarci! Chissà quanti bei ragazzi ci saranno…” ridacchiò. “Tu ci andrai?” le chiese.
“No. Sarebbe solo una perdita di tempo” rispose impassibile mentre scrutava minacciosa gli aloni presenti sulla grande finestra del negozio.
“Oh, Riza, se ti comporti sempre così non troverai mai un fidanzato disposto a sposarti…” le disse preoccupata.
“Io lavoro, non ho tempo per il matrimonio!” si difese l’altra.
“Cosa? Non vorrai diventare una zitella, spero! è un disonore… Oh” sospirò pensierosa, “io so benissimo da chi vorrei farmi invitare per la festa di sabato prossimo…”
Riza espirò lentamente, riprendendo poi la pulizia del vetro. “Quello è soltanto uno scansafatiche.”
Quello è uno dei partiti migliori di tutta la Germania! Ed è così bello…”
Riza stavolta inspirò lentamente, facendosi passare la rabbia che le bolliva in petto.
“Tu dici che oggi passerà?” Grace chiese con tanto entusiasmo speranzoso.
“Non lo so, e non mi interessa. Abbiamo del lavoro da fare, e lui ci rallenta sempre.”
“Speriamo che passi… Sono già due giorni che non si fa vedere! Che abbia trovato una fidanzata?” domandò atterrita.
“Magari, almeno la smette di venire a disturbare” rispose Riza imperterrita, pulendo con un po’ troppa foga un piccolo alone sul vetro.
“Oh, sei sempre troppo severa con lui, se smette di venire a trovarci sarà solo colpa tua!” la incolpò.
“Sopravviverò” rispose l’altra, notando qualcosa oltre la finestra che le fece aggrottare le sopracciglia. “Grace, perché non vai nel retro a sistemare i nuovi arrivi?” le ordinò, e l’altra ragazza si diresse sbuffando verso la porticina indicatale.

Il campanellino attaccato sopra la porta d’ingresso però risuonò subito dopo, e Grace si voltò incuriosita per vedere il primo cliente della giornata. Riza alzò gli occhi al cielo, ormai troppo tardi per bloccare la situazione.

“Wuahhh!!” Grace urlò dalla felicità, gettandosi al collo dell’ospite dopo aver abbandonato nel percorso strofinacci e secchi che teneva in mano.
“Ehi, piccola Grace, buongiorno. Piano, piano” le sorrise lui, allontanandola un po’ dal suo collo e sistemando con una mano i capelli neri ribelli.
La ragazza ritrovò un po’ della sua timidezza, arrossendo appena. “Oh, signor Roy, non sa quanto sono felice di vederla” annunciò.
“Anche io sono felice di vederti, mia cara Grace, sono stati due giorni faticosi e non sono riuscito a passare al negozio, mi perdoni?” ammiccò.
“Ha finalmente deciso di lavorare, una volta per tutte?” ironizzò Riza, introducendo la sua presenza.
Roy si voltò con un’espressione indecifrabile sul volto. “Buongiorno, Riza. Noto che il tuo umore non cambia mai, eh?” domandò retorico.
“Il mio umore era perfetto prima che lei entrasse nel negozio, signor Mustang” gli rispose seria.
“Davvero?” chiese, rivolgendo lo sguardo a Grace, che gli rispose con una smorfia incerta. “Non sai che i fiori risentono dell’umore di chi sta loro intorno? Mi stupisco che qui non sia tutto sfiorito, visto il gelo che regna” rise, soddisfatto di sé.
“Se non è qui per comprare dei fiori può anche andarsene” lo cacciò.
“Oh, no. Roy rimane quanto più desidera, vero?” chiese speranzosa Grace mentre lo fissava, portandosi le mani al petto.
“Ma certo, non vedo perché dovrei andarmene. Non mi sembra che questo sia il tuo negozio, Riza…” la stuzzicò.
Riza espirò pesantemente, riprendendo la pulizia della finestra da dove l’aveva lasciata.
“Allora, signor Roy, cosa ha fatto in questi due giorni?” chiese una innamoratissima Grace.
“A me non interessa, per la cronaca” annunciò Riza.
“Oh” Roy iniziò a parlare, mentre si levava il soprabito e lo poggiava su una sedia, andando a sfiorare leggermente i petali di un crisantemo bianco, e guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Riza. “Il mio è un lavoro impegnativo e complicato! Rischio la vita ogni giorno” si vantò spudoratamente, di fronte alla ragazza castana, che mostrava tutto il suo interesse.
“Ma non dica stupidaggini! La guerra è appena finita, e lei non rischia proprio un bel niente!” Lo sgridò Riza.
Roy s’imbarazzò un momento, colto in fallo, prima di ricomporre la sua maschera di sicurezza. “Ma tu non hai detto che non eri interessata? E poi non sai niente dei pericoli di un militare come me!” si difese, lisciandosi la divisa.
“Per prima cosa, lei è soltanto un poliziotto, non un militare. E poi è nello stesso reparto del signor Hughes, quindi sono sicurissima che non rischia proprio un bel niente” gli rinfacciò.
“Ehi! Il compito della polizia, e quindi di Maes e mio, è quello di mantenere l’ordine pubblico, potremmo essere in pericolo ogni giorno!”
“Ma non lo siete, altrimenti il signor Hughes non avrebbe potuto prendere così facilmente un permesso speciale per restare a casa con la moglie” precisò convinta di sé.
Roy si imbronciò appena, fissando il pavimento.
“Oh, signor Roy, per me il suo lavoro è pericolosissimo e importantissimo per noi comuni cittadini” si inserì Grace.
Riza alzò gli occhi al cielo, e Roy, notandolo, sorrise pieno di sé.
“Grazie, piccola mia, se non ci fossi tu…” e le sorrise, stordendola da tanto abbagliamento.
“Insomma, signor Mustang, è qui per un motivo particolare o vuole solo farci perdere tempo?” li interruppe Riza.
“Oh, già, il motivo…” ci pensò su lui. “Uhm, volevo informazioni sulla gravidanza di Glacier” sorrise.
“E non poteva semplicemente chiamare il signor Hughes, cioè il suo migliore amico?” domandò lei, scettica.
“Beh… non sono discorsi da uomini” si difese, a corto di scuse.
“E da quando le interessa tanto lo stato di salute di un suo dipendente?”
“Glacier lavora in questo negozio da una vita! E’ praticamente suo. Senza contare che è la moglie del mio migliore amico!”
Riza sorrise della contraddizione vivente che era Roy Mustang.
“Glacier è entrata nell’ottavo mese, fa fatica a muoversi e il medico le ha detto di riposare, ma per il resto afferma di essere molto felice” spiegò senza un filo di emozione nella voce.
“Bene… Quindi Maes…?”
“Si sta occupando della moglie” concluse per lui.
Roy rimase pensieroso per un istante.
“Ma non pensate che la signora Glacier sia stata proprio fortunata?” si intromise Grace. “Anche se non era più giovanissima è riuscita a trovare un uomo disposto a sposarla” sospirò contenta.
“Glacier ha la mia età” puntualizzò Riza.
“Appunto!” rispose l’altra.
Riza sbuffò, mentre Roy trattenne a stento una risata.
“Grace ha ragione, però” riprese dopo un po’ lui, “Hughes è stato fortunato a trovare una donna disposta ad accettare i suoi sentimenti…” ammise, leggermente turbato.
“Sono così orgogliosa di poter sostituire nel lavoro una donna così meravigliosa come la signora Glacier. E adesso avrà anche un bambino” chiarì la ragazza.
“Una bambina. Glacier ne è convinta” Riza sorrise piano.
“Riza, non dirmi che quel sorriso è per il desiderio di famiglia…” maliziò la sua collega.
“Oh, questa sì che è interessante, non dirmi che la nostra Riza desidera una famiglia?!” si interessò Roy.
“Ma smettetela! Sono solo felice per Glacier e il signor Hughes” rispose a tono.
“Riza… Ne abbiamo già discusso prima…”
“Che avete discusso prima?” domandò Roy.
“Sul fatto che se si ostina a comportarsi così non troverà mai un marito” spiegò la ragazza.
“Io non voglio un marito!”
“Se non provi ad addolcire un po’ il tuo carattere non lo troverai mai” dichiarò Roy.
“E’ esattamente quello che le ho detto prima” gli diede man forte Grace.
“Beh, sei sempre scontrosa e irascibile…” Roy si rivolse direttamente all’interessata.
“E’ vero, e poi sei sempre qui a lavorare, dovresti uscire di più” continuò l’altra.
“Sei troppo seria, Riza, così fai scappare tutti gli uomini che ti si avvicinano” rise lui.

Riza non ci vide più.

“E’ soltanto lei, signor Mustang, che mi fa saltare i nervi, e se non fosse il figlio del proprietario del negozio l'avrei già schiaffeggiato per come osa rivolgersi a me. E tanto per la cronaca, non ho bisogno di un uomo che mi dica cosa fare, e tanto meno di un marito! Preferisco morire da zitella piuttosto che essere la donna di qualcuno che somigli anche solo lontanamente a lei! E ora, se permette, devo lavorare” e senza aggiungere altro raccolse alcuni strofinacci e un secchio e si diresse a passo spedito verso la porta del retrobottega, chiudendosela rumorosamente alle spalle.

Roy si rabbuiò ripensando alle parole di lei.

“Stavolta si è arrabbiata davvero, eh, signor Roy?” chiese Grace, ridendo.
“Mh” annuì pensieroso.
“Allora, volevo chiederle se per sabato prossimo fosse libero… Sa? C’è una festa, e io-”
“Grace, devo andare” la interruppe all’improvviso.
“Cosa? Ma è appena arrivato…” si lamentò.
“Non ho più motivo di restare qui” sorrise, fissando la porta chiusa che dava sul retro. “E’ stato un piacere” la salutò, recuperando il soprabito.
“Ma tornerà presto, vero?” domandò incerta.
“Certo.”
“E quando?”
“Domani!”
E sorrise amabilmente.




Fine


Nota finale: ho inserito un po’ di linguaggio dei fiori, lo so che è già stato fatto, ma mi sembrava carino, visto il tipo di negozio in cui lavora Riza.
Petunia – amore che non si riesce a nascondere;
Calla – bellezza raffinata;
Iris – buona novella;
Lavanda – diffidenza;
Camelia – perfetta bellezza, superiorità non esibita, stima;
Crisantemo bianco – verità.

Grace è la famosa ragazza del negozio di fiori dell’episodio 37, ebbene sì. (In quante di voi si sono ritrovate in lei? XD).
È vero che nel film Gracia lavora da sola nel negozio, ma non sappiamo se ci sia qualcun’altra con lei… E poi mi piaceva l’idea che anche nel nostro mondo ‘sti due avessero un rapporto superiore-subordinato, per il semplice fatto che mi fa senso scrivere che Riza dà del tu a Roy ^^”

Ma secondo voi ci va l'avvertimento AU?



Ps. Non ricordo se l’ho scritto da qualche parte, ma ho aggiornato le risposte ai commenti di “The Family Man” e anche di “Patto di sangue”.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Pomeriggio ***


Capitolo 2 – Pomeriggio

Nota: salve, eccomi di ritorno con il secondo capitolo della raccolta.

Lo scoprirete subito, ma Valy aveva ragione, la raccolta segue la giornata, per cui questo capitolo si intitola “pomeriggio”. No, “notte” non è previsto, mi spiace Sisya XD

The Dark Side, ti chiedo scusa per il ritardo del postaggio, ma sono stata fuori città ^^” ridai la pistola a Riza, per favore XD (Ps. Hai visitato il forum del RoyAi? ^^ L’indirizzo è nel mio account!).

Kanchou, vorrei tanto sapere anche io cosa ci fanno in Germania dei tizi con nomi inglesi, purtroppo nessuno conosce la risposta ^^” Ho letto alcune fic in inglese in cui i nomi li avevano cambiati in tedesco, cioè, solo i cognomi avevano cambiato, i nomi erano uguali. E io non ho idea di come si traducano Roy e Riza in tedesco, oltre al fatto che mi farebbe strano chiamarli in altro modo ^^”

I misteri di FMA aumentano, io continuo a sostenere che il regista del film si sia fumato qualcosa di pesante prima di scrivere la sceneggiatura, altrimenti alcune cose proprio non si spiegano… Beh, ma qui mica parliamo della GONZO, eh? Quelli sono dei geni totali, un po’ matti, ma dei geni ^^

 

Sono contenta che l’inserimento di Grace come personaggio marginale vi sia piaciuto, ho mischiato un po’ di cose, ma quando ho deciso di scrivere qualcosa ambientata in un negozio di fiori mi è venuto spontaneo inserire anche lei ^^ Ho notato che in molte la sopportate poco… ma no, dai, non ha ancora fatto nulla XD

Ho sempre pensato che se Roy e Riza non avessero quel legame che li unisce, ma si conoscessero superficialmente, non sarebbero mai andati d’accordo. In fondo hanno caratteri molto diversi, e nel contesto di Monaco non ci sono neanche le esperienze comuni dell’adolescenza nella stessa casa, la guerra, e la realizzazione di un sogno comune. Per questo nella mia raccolta si punzecchiano di continuo. Ma comunque un’interazione c’è, no? ^^

Uhm, e avete colto tutte che Roy ha un piccolo interesse, eh? Dovevo calibrare meglio le cose XD

Grazie a tutte per aver giudicato originale la mia idea ^^

Vi lascio al secondo capitolo!

 

 

 

 

 

 

 

Rosengarten, Münich

 

 

 

Capitolo 2 - Pomeriggio

 

 

 

Il campanellino sopra la porta d’ingresso del Rosengarten risuonò annunciando l’entrata di un uomo in divisa, ma quello che Roy vide non fu il solito, tranquillo interno del negozio di suo padre. Diversi clienti sbucavano dalle varie piante presenti, chiedendo di essere serviti, o dando soltanto una sbirciata curiosa. Le due commesse si districavano abilmente tra le varie richieste, assorte nel loro lavoro, mentre un chiacchiericcio riempiva l’aria.

“Benvenuto al Rosengart-” ma Riza bloccò il saluto non appena notò l’intruso, facendo una smorfia di disgusto.

“Signor Roy!” esclamò Grace, abbandonando il suo cliente per andare ad accogliere in modo degno l’uomo.

“Buongiorno, ragazze” rispose lui. “Non pensavo che aveste tutto questo daffare, forse è meglio se passo più tardi” si disse, mentre evitava uno dei tanti clienti che usciva dal negozio con una voluminosa pianta esotica.

“No! Non ce ne è bisogno, vero?” Grace sorrise, prendendolo per un braccio e trascinandolo all’interno.

“Sì, invece” la corresse Riza, “non abbiamo tempo da perdere, siamo impegnate. E tu, piuttosto, torna al lavoro” sgridò Grace, che a malincuore abbandonò il braccio di Roy per tornare dal suo cliente.

 

Roy a quel punto si ritrovò decisamente solo e fuori luogo, optò quindi di girovagare per un po’ all’interno del negozio, mentre Grace gli lanciava occhiate languide ogni tanto, al contrario di Riza che aveva deciso di ignorare del tutto la sua presenza.

Da quando aveva deciso di non seguire le orme del padre, e quindi di non occuparsi della gestione del negozio di fiori di famiglia, non era mai stato attento al suo interno. E doveva ammettere che quell’odore di acqua stagnante mista al profumo dei fiori non gli dispiaceva poi più di tanto. Si avvicinò cauto a un banchetto con diversi vasi di fiori variopinti sopra. Guardò Riza, intenta a preparare un mazzo di rose al ragazzetto impacciato di fronte a lei, e poi tornò al suo vaso, annusandone l’odore.

 

“Si allontani da quelle altee!” gli gridò Riza.

 

“Ehi!” Roy si rialzò con le mani in alto, “che vista! Mi fai paura…” la prese in giro. Ma lei non lo degnò neanche di una risposta, riprendendo il lavoro. Lui sorrise, riprendendo a bighellonare in quei pochi metri quadrati.

 

“Ah, signor Roy, devo ancora ringraziarla per avermi accompagnata a teatro, l’altra sera” annunciò Grace, urlando dall’altra parte della stanzetta.

Roy le sorrise. “Figurati, se hai altri biglietti fammi sapere, sono sempre disponibile ad accompagnare una signora come te.

Lei ridacchiò, arrossendo.

 

“Ecco a lei” Riza quasi lanciò il mazzo di rose al suo cliente, che lo prese al volo. “Grazie di aver scelto il nostro negozio” sussurrò a denti stretti.  

“Ehm… mi scusi, signorina…” provò il ragazzetto, “non sono un po’ troppo stretti, questi fiori?” si azzardò a chiedere, notando che il nastro finale era stato stretto con un po’ troppa forza. Si guadagnò solo un’occhiataccia da parte di Riza, già pronta a servire un altro cliente.

“Sta forse dicendo che non si fida del mio lavoro?” lo fulminò. Quello sparì di corsa fuori dal negozio, un po’ spaventato.

 

Roy rise sotto i baffi, notando la scena.

“Signor Mustang!” lo riprese Riza. “Se non ha nulla da fare, le devo chiedere di lasciare il negozio.

Ma io ho un motivo per stare qui” si difese.

Lei rimase in attesa della sua spiegazione, che però tardò ad arrivare. Espirò contrariata, continuando il suo lavoro, mentre Roy continuava a guardarsi in giro…

Il tempo passò lentamente, ma alla fine Roy era certo che non avrebbe potuto riconoscere neanche una delle varietà di fiori presenti nel negozio, che tanto aveva osservate, per via del numero spropositato, o per un altro piccolo particolare che aveva focalizzato la sua attenzione.

 

“Riza, posso andare adesso? Ormai l’ora critica è finita” si lamentò Grace, notando che erano rimasti solo due o tre clienti.

Vai pure, ci vediamo più tardi.” Le concesse lei.

La ragazza castana salutò amichevolmente Roy, prima di abbandonare il suo grembiule e uscire di corsa dal negozio.

 

Riza concluse gli ultimi affari, mentre Roy la fissava con divertimento.

 

“Certo che sei proprio seria quando lavori…” le disse, quando anche l’ultimo cliente fu uscito dal negozio.

Lei alzò un sopracciglio incuriosita. “Dovrei divertirmi?”

“Beh, un sorriso non ha mai ucciso nessuno, sembreresti molto più gentile con le persone” le fece notare.

“Nessuno si è mai lamentato di me, e questo non è un centro ricreativo” rispose serissima.

“Non hai fatto caso che la gente è intimorita da te e preferisce farsi servire da Grace?”

“E’ qui per dirmi che non so fare il mio lavoro?”

“Non ti hanno mai detto che non è buona educazione rispondere ad una domanda con un’altra?”

“Potrei dirle la stessa cosa.”

E va bene, va bene, mi arrendo, d’accordo?”

Riza espirò, portandosi una ciocca dietro l’orecchio. “Insomma, Grace è andata via, perché lei è ancora qui?” chiese educatamente.

“Ti ho detto che ho un motivo.” Le fece presente.

“Pensavo che fosse Grace il suo motivo quotidiano” rispose scettica.

“Non oggi” rise, mentre lei stropicciava il suo grembiule pulendosi con troppa forza le mani.

E allora mi dica, così la facciamo finita. O neanche io posso aiutarla con il suo motivo?” gli intimò.

“No, tu puoi aiutarmi benissimo” sorrise. “Sai che Glacier ha partorito qualche giorno fa…” cominciò.

“Sì, ha visto che bella bambina?” gli domandò sorridendo e ritrovando il suo buonumore.

“Bellissima” concordò, “solo che ancora non ho fatto nessun regalo alla neo-mamma, e pensavo che un bel mazzo di fiori potesse andare… Tu che ne dici?” propose.

Riza restò pensierosa per un momento, ponderando le parole dell’altro e le possibili soluzioni.

“Ehm… pensi che sia un regalo stupido?” domandò leggermente insicuro.

“Sta chiedendo il mio parere?” s’insospettì.

“Non ti piace proprio rispondere alle mie domande, eh?”

Lei sbuffò incrociando le braccia. “Non è un regalo stupido, ma forse ho qualcosa di meglio per lei…” le si illuminarono gli occhi, mentre teneva un dito sotto il mento e scrutava la stanza in cerca di qualcosa. “Uhm, sì. Trovato.” E si diresse verso la porticina che dava sul retro, voltandosi appena. “Lei non viene?” lo invitò.

Roy seguendola si ritrovò nella piccola stanzetta del retrobottega, piena di piante, cartoni, nastri e attrezzi per pulire.

“Mia piccola Riza, se volevi un po’ d’intimità con me non c’era bisogno di portarmi qui” la prese in giro, alludendo alla riservatezza dello stanzino.

“Non sono la sua piccola. E non dica scemenze.” Lo redarguì mentre si accucciava a terra in cerca di qualcosa, tra un vaso e l’altro.

Roy rise piano, mentre si abbassava anche lui, arrivandole vicino. “Cosa cerchi?” le chiese.

“Questo.” E gli portò all’altezza degli occhi un vasetto dai teneri fiorellini gialli. 

E sarebbe…?”

“Primule.”

“Non è un mazzo di fiori…” constatò.

“Questo è molto meglio!” Spiegò. “Innanzitutto, questa pianta è una primula, che oltre ad essere una pianta officinale ha anche un bel significato. Indica la speranza di novità e il rinnovamento, esattamente ciò che porta con sé una bimba appena nata, non crede che sia perfetta? E’ arrivata proprio ieri, è fortunato. E poi ha il vantaggio che è dentro un vaso. Concluse, fiera di sé.

E che dovrebbe significare?” domandò incerto.

Riza alzò gli occhi al cielo, come se fosse davanti a un bambino. “I fiori che compongono i mazzi sono stati recisi, non durano a lungo. Come dire… sono morti. Invece le piantine hanno ancora la loro terra, e le loro radici, e se vengono curate bene possono fiorire anche per diversi anni. Non c’è niente di meglio che regalare dei fiori vivi per una nascita, non crede?” sorrise.

“Credo… di sì” si ritrovò a corto di parole, notando come il piccolo sorriso di lei illuminato appena dal sole pomeridiano oltre la finestra la rendesse molto più bella, anche con i capelli raccolti e il grembiule sporco di terra. “Non pensavo che tu fossi in grado di fare discorsi del genere” rise.

Riza si allontanò un po’ da lui, imbronciata. “Non mi importa che tipo di persona crede che io sia, signore, lei non sa niente di me” lo rimproverò.

“Oh… Non volevo offenderti” si scusò, notando l’espressione di lei, “volevo dire che sei sempre così seria e distaccata, ma in fondo hai un animo sensibile” le sorrise.

“Le ho già detto che non mi importa cosa pensa di me, e non deve cercare scuse, signor Mustang” disse scontrosa, nonostante la piccola sensazione di leggerezza che aveva sentito dentro di sé dopo quelle parole.

“Non sono scuse, che devo fare? Inginocchiarmi e chiedere il tuo perdono?” sbuffò divertito.

“Non ce ne è bisogno, signore.”

Ma la vuoi smettere con questo signore? Mi fai sentire vecchio!”

“Sono una sua dipendente, come dovrei chiamarla?” chiese in modo retorico.

Roy va benissimo, ad esempio…” provò.

“Non è un comportamento adatto a un rapporto tra datore di lavoro e dipendente.”

Grace mi chiama per nome” insistette tenace.

“Noi due non siamo amici.”

Ma potremmo diventarlo…”

“Sia serio per una volta, non facciamo altro che litigare.

“Possiamo sempre provarci.”

“Credo che i nostri caratteri non siano compatibili, signore.

“Ah” rifletté. “Non ti facevo così facile a gettare la spugna, pensavo ti piacessero le sfide, altrimenti non avresti accettato di lavorare come qualsiasi uomo.

“Non è questo il punto.”

“Io ci vorrei provare. Insomma, dovremo vederci praticamente ogni giorno per tutta la nostra vita, non è meglio appianare le divergenze?”

“Dovremo vederci ogni giorno solo perché lei si ostina a venire al negozio di continuo, senza un motivo valido.

“Chissà… Forse un motivo c’è.”

“Allora, la compra?” chiese lei, indicando la piantina e cambiando abilmente discorso.

S-sì, affare fatto” dichiarò, scuotendo la testa e alzandosi in piedi.

“Bene!” e posizionò il piccolo vaso sul banchetto vicino a lei, pulendosi le mani. “Ora le preparo una bella confezione regalo” ma appena si tirò in piedi la colse un giramento di testa, che la fece barcollare. Roy prontamente le si avvicinò, cingendole la vita con un braccio.

“Riza? Che hai?” chiese allarmato.

“Non è niente, signore” ma appena provò a liberarsi dalla sua presa perse di nuovo l’equilibrio. Prima che cadesse Roy la avvicinò al suo petto, sorreggendola con entrambe le braccia.

Che succede? Vuoi che chiami un medico?” domandò.

N-no, non si preoccupi, è soltanto un capogiro, tra poco passa” lo rincuorò, aggrappandosi meglio alla sua divisa e chiudendo gli occhi, contro il suo petto.

Roy la strinse più forte, avvicinandosi ai suoi capelli profumati.

“Forse non avrei dovuto saltare la pausa per il pranzo…” dichiarò dopo qualche minuto.

“Cosa??” Roy si allarmò davvero stavolta, cercando di guardarla negli occhi. “Ma sei impazzita?”

“Non c’era tempo” rispose, come se la cosa fosse normale.

L’uomo sbuffò. Certe cose non sarebbero cambiate mai…

“E va bene, ora ci penso io” la avvertì, allontanandola un pochino da sé, pur constatando con cura se riuscisse a reggersi da sola in piedi.

“Non ce ne è bisogno, il suo aiuto è superfluo e non necessar- Ehi!” fu interrotta prima di concludere la frase, perché con uno strattone Roy l’aveva afferrata per il polso, non trovando il coraggio di prenderle la mano, e la stava trascinando verso la porta. “Signor Mustang!” Lo richiamò, senza effetto. “Signore!”

Che ti ho detto proprio poco fa di come devi chiamarmi?” la contraddisse.

“Non è il momento di fare storie… Si vuole fermare?!” lo implorò, evitando per un soffio un grande vaso di ciclamini viola nel centro del negozio.

“No. Fino a quando non ti deciderai” fu la sua secca risposta.

E va bene, si fermi, si fermi! Roy!”

A quel punto lui si bloccò, voltandosi per guardarla negli occhi.

“Mi dica almeno dove mi sta portando” s’impuntò.

“A pranzo, mi sembrava ovvio.”

Cosa? Non è possibile!”

“Perché no?! Non lo hanno ancora vietato” ridacchiò.

Perché… perché prima devo sistemare il suo vaso di primule!”

“Ma quello puoi farlo anche dopo, dai.”

“Non ho intenzione di andare a pranzo con… con lei” precisò scontrosa e leggermente imbarazzata.

E perché no?” si stupì.

Perché non è appropriato!”

“Non posso portare a pranzo un mio dipendente che si sente male?” si informò, curioso della sua risposta.

“Non sono esattamente un suo dipendente. E non mi sento male.”  

Di certo non sarebbe stato semplice, lo sapeva dall’inizio.

E un’amica posso portarla a pranzo?”

“Non sono una delle sue amiche, non ci provi nemmeno.

Ma figurati! Per chi mi hai preso? Te lo prometto, mangeremo come due semplici… colleghi?” propose.

“Conoscenti per causa di forza maggiore suona meglio” lo corresse.

Ma è troppo lungo, e ora andiamo” e la strattonò di nuovo verso l’ingresso.

“Aspetti!” lo fermò, guadagnandosi il suo sguardo. “Mi lasci almeno togliere il grembiule” arrossì, mentre ormai capitolava sconfitta. Gli tese il braccio, una volta sfilato l’indumento, mentre lui le sfiorò la mano, incerto se prenderla o afferrarle di nuovo il polso.

Ma la sua indecisione non sfuggì a Riza, che gli prese con forza l’indice e il medio con il suo palmo e lo condusse fuori dal negozio.

“Sbrighiamoci, almeno.”

 

 

 

Fine

 

 

Nota: le altee sono un tipo di rose, simbolo della fecondità.
E in questo capitolo dovrebbe esserci un piccolo passetto di avvicinamento ^^ Il terzo capitolo è ancora in alto mare, temo che dovrete attendere ^^"

 

 

 

Piccolo avviso:

Ho deciso di evitare le risposte ai commenti, tanto sono tutte ragazze che conosco più che bene, ne possiamo parlare anche in privato ^^

Mi dispiace che i commenti tendano sempre a calare, nonostante il numero invariato di letture, forse è una mia mancanza, un calo di stile o una incapacità a migliorare. Me ne rammarico, ma a questo punto forse è anche inutile che continui a pubblicare qui su EFP, no?

Per ora concludo la raccolta, poi vedrò. Sono più che riconoscente dal profondo del cuore per ogni più piccolo commento che mi viene lasciato, ma ammetto che la cosa è parecchio frustrante. Mi impegno sempre al massimo in qualunque cosa scrivo, cerco sempre idee un po’ originali, so di non essere per niente eccezionale, ma spero che qualcosa del mio impegno traspaia.

Un piccolo riconoscimento farebbe piacere, a me come alle altre, magari non ve ne importa niente, tanto avete qualcosa da leggere, ma per quanto mi riguarda non so fino a quanto durerò. Almeno su questi (deserti) lidi.

Non so più che fare.  

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Sera ***


Nota: ed ecco il terzo e ultimo capitolo. La raccolta finisce qui.
Ringrazio tutte coloro che mi hanno seguito e supportato fin qui.

Dianatabo, il tuo è stato uno dei commenti più commoventi che abbia mai letto, c’è mancato poco che piangessi XD Sono proprio contenta che tu sia tornata su questi lidi ^^
Lely, ridai i tirapugni ad Armstrong, please ^^ E viva il cappottino rosso! Che carinaaaaa ^///^
Nimpha, sappi che ero in un paesino sperduto tra le anatre, mancavano due giorni al rientro, c’era un internet point, e ho dovuto farmi violenza psicologica per resistere XD Il RoyAi è diventata una droga.
Kanchou, la tua analisi è perfetta ç___ç sono commossa. Ma non ero io quella famosa per i commenti fiume? ^^ La dimensione “Orgoglio e pregiudizio” prosegue anche in questo capitolo, ma sai a che mi riferisco dato che un piccolo spoiler te l’ho fatto.
The Dark Side, hai toccato un tasto dolente… è sempre stato il mio sogno fare la fioraia ç__ç A casa ho un’enciclopedia sui fiori, e mia madre è un’esperta, un po’ di qua e un po’ di là, ed è uscita fuori la fic. Svelato il mistero ^^
Sisya, Riza lancia il mazzo di fiori al cliente per gelosia, ovvio, Grace aveva appena detto di essere uscita con Roy, e la cosa l’aveva infastidita non poco XD E tu torna alla tua lemon, piuttosto *O*
Elyxyz, da quando tu sei una piccola RoyEd? Sei una sorta di colonna portante del sito, più o meno per qualunque fandom XD Guarda, capisco che stai imparando cose nuove sui fiori, ma non sono io ad insegnartele, ma la mia enciclopedia mista a mia mamma XD Non sarò mai una m. come si deve… Ps. Non mi svenire in questo capitolo, se possibile ^^ (No, al massimo ti senti male per il miele che straborda, io ti avverto XD).
Zizzina, grazie del supporto. Sei nuova?
Valy, eh, pollice verde… Sono riuscita a far morire una pianta rampicante in sole 2 settimane, mia madre ancora mi odia XD Però i fiori li adoro *__* E cosa sono tutte queste lodi verso Roy? Tra te e elyxyz ve la giocate ^^

Vorrei ringraziare anche Eril, che è stata molto gentile anche se il pair non le piace ^^, e Elly Chan, che ha commentato "Work in Progress".

Bon, vi lascio al capitolo ^^





Rosengarten, Münich



Capitolo 3 – Sera

 




“Arrivederci, e grazie per aver scelto il nostro negozio.”
Riza si pulì le mani sul grembiule, prima di sistemare una ciocca di capelli sfuggita al fermaglio. Sorrise, contenta dell’ultima vendita della giornata. Il sole rosso acceso del tramonto infuocava le strade poco frequentate di Monaco. Era ormai tempo di chiudere, dopo aver sistemato le piante fiorite che avevano goduto del caldo sole del giorno all’interno del negozio, al sicuro per la notte.
Stava controllando, accucciata a terra, i petali di una piantina di iris, quando sentì il campanellino della porta d’ingresso tintinnare, introducendo un nuovo cliente.
“Siamo chiusi, mi spiace, ma deve tornare domani” recitò, senza neanche voltarsi a guardare il nuovo arrivato.
“Pensi di poter fare uno strappo alla regola per me?”
Una voce fin troppo conosciuta la fece alzare di scatto.
“Signor Mustang!” si stupì, “non l’aspettavo a quest’ora, è già passato questa mattina…” Riza abbassò lo sguardo.
“Lo so, è un problema?” chiese lui a bassa voce.
“No, è che… Grace non c’è” annunciò, rimettendo a posto la ciocca di capelli ribelli.
“No?! E dove è andata?” s’interessò curioso.
“Le ho detto di andare a casa un’oretta fa, ho pensato che fosse impegnata” lo informò. “Non tornerà al negozio fino a domani mattina.” Si stropicciò il grembiule con entrambe le mani, tenendo sempre lo sguardo a terra.
“Oh…”
“Mh.”
“Ma io non sono venuto qui per lei” le fece sapere.
“Ah… Se le serve qualcosa per il negozio-”
“Non sono qui neanche per il negozio, lo sai, ci pensa mio padre a queste cose, io ho preso un’altra strada di vita” sorrise.
“E allora perché è qui?” chiese titubante, alzando quei suoi grandi occhi di un marrone chiaro nei suoi.
Roy si passò una mano tra i capelli, mentre fissava i grandi petali rosa di una petunia sul pavimento.
“Signore, se non ha niente da dirmi allora io continuo con il lavoro.” E detto ciò lo superò con dei passi ampi, per recuperare una piantina all’esterno.
Roy la seguì con lo sguardo, mentre ritrovava la parola. “Sono qui per parlare con te” le urlò da dentro il negozio.
Lei proprio in quel momento stava rientrando, tra le mani due vasi pieni di fiori colorati.
“Con me?” chiese, “beh, adesso non è il momento” concluse sbrigativa, precipitandosi di nuovo all’esterno dopo aver sistemato i vasi su uno sgabello.
Roy le corse dietro, non voleva perdere il momento adatto per parlarle.
“Ecco… veramente io…” provò.
“Prenda questa” e senza troppi convenevoli Riza gli posizionò tra le mani un vaso di narcisi.
Roy si trovò spiazzato per un momento, prima di accorgersi che Riza era già rientrata nel negozio. La seguì a passo svelto, mentre lei usciva di nuovo.
“Ehm… Riza?” ma non poté continuare perché lei era sparita di nuovo nel Rosengarten, portando dentro le calle profumate.
“Ascolta, io-” ma lei lo superò ancora, uscendo all’aperto. Le fu dietro in un baleno, ma ogni volta che provava a dirle qualcosa, lei lo bloccava con i suoi movimenti.
“Riza!” la fermò con un braccio, obbligandola a voltarsi verso di lui. Lei sembrò un po’ imbronciata, ma non si divincolò. “Ho la tua attenzione, adesso?”
“Mi dica tutto, signore” lo sfidò, guardandolo fisso.
“Ehm…” quegli occhi su di lui gli avevano fatto perdere per l’ennesima volta il filo del discorso.
“Se non ha altro da aggiungere, mi lasci finire il lavoro.” E in meno di un secondo si era già liberata dalla sua presa, pronta per trovare qualche altra cosa da fare, ora che tutti i vasi erano stati riportati all’interno.
“Aspetta…” il tono dimesso di Roy la fece fermare, forse non voleva solo farle perdere tempo, o darle fastidio, come faceva ogni giorno. Si fermò in mezzo alla stanza, in attesa del suo discorso, ma calò solo un imbarazzante silenzio.
“Ecco…” provò dopo un po’, “come… come sta Glacier?” si ritrovò a chiedere senza un apparente motivo.
Riza espirò sollevata, sorridendo appena. “Sta bene, ha detto che tra un paio di settimane vuole riprendere il lavoro qui al Rosengarten, così Grace sarà libera. Ha visto come cresce veloce, la piccola Elycia?” gli chiese sorridendo.
“Sì, è bellissima, ed ha solo due mesi” sorrise di rimando. “Giovedì scorso eri a casa Hughes anche tu, ma appena sono arrivato tu sei andata via, non abbiamo fatto in tempo a salutarci…”
“Già. Beh, lavoro, io.”
Roy non poté trattenere un sorriso sincero. Lei si diresse dietro il bancone, cominciando a pulirlo con uno straccio.
“Maes sembra molto contento della sua nuova vita da neo-papà” esordì, prendendo il discorso alla lontana.
“Così sembra, signore.”
“E… e anche Glacier è contenta, vero?” le chiese con titubanza.
Lei lo fissò per un secondo, prima di parlare. “Mi ha detto che non è mai stata così felice prima d’ora.”
“Beh… Allora forse il matrimonio non è una cosa tanto orrenda…” provò timido.
“Ma è sicuro di stare bene?” Riza s’incuriosì, “è la stessa persona che esce ogni settimana con una ragazza diversa, e che aborra le relazioni fisse?”
“Uhm” fissò il pavimento, “quelle sono solo amiche, sanno benissimo che non devono illudersi…” arrossì di vergogna.
“Oh, sì, certo” alzò gli occhi al cielo. “Qualunque ragazza al giorno d’oggi sogna un matrimonio felice… Guardi Grace! È stata innamorata di lei per mesi! Non faceva che parlare di quanto è bello, quanto è gentile, quanto è perfetto in ogni cosa che fa” lo sgridò.
“Lo so, ma sono sempre stato attento con Grace, ci siamo visti una sola volta fuori da questo negozio” si difese. “Non volevo alimentare false speranze, e mi pare di esserci riuscito.”
“Sì, beh… Ha detto che domani le porterà l’invito del suo matrimonio” disse noncurante.
“Oh, bene. Tu pensi di andarci?” chiese sorridendo.
“Non penso siano affari suoi, e comunque credo di no” rispose tranquilla.
“Perché, non vuoi presentarti da sola?”
“Questo non la riguarda!” disse sopra le righe, riprendendo la pulizia meticolosa del bancone, tanto per non doverlo guardare in faccia.
“Uhm, da quel delizioso broncio sul tuo visino deduco che ho indovinato, eh?” la provocò.
“Stia zitto!” e gli tirò lo straccio.
“E dai… Se vuoi possiamo andarci insieme, al matrimonio di Grace, ti accompagno io” si offrì.
“Se lo scordi!” gli rispose scontrosa. “Solo perché non ha il coraggio di chiedere a qualche sua amica così da non alimentare in lei false speranze non vuol dire che mi presterò io!”
“Ehi… mi sembri un tantino gelosa… eppure è te che ho invitato.”
“Del suo invito non me ne faccio niente” disse seccata, “e non sono gelosa!” gridò, mentre riprendeva con forza il suo straccio dalle mani di lui.
Roy sbuffò divertito, mentre le si avvicinava.
“E dai, Riza, non puoi mostrarti un po’ più carina, una volta ogni tanto?” le sorrise accarezzandole l’avambraccio.
“Non vedo perché dovrei” e si scostò da lui, “lei trova ogni scusa per non lavorare, va quasi ogni sera a bere con i suoi amici, illude le povere ragazze e viene anche qui a darmi fastidio e a dirmi come comportarmi! Gli uomini come lei non li sopporto!”
Roy si rabbuiò, prima di allontanarsi da lei.
“Con te non c’è proprio speranza, eh? Beh, io me ne vado” e si avviò verso la porta.
Riza sentì qualcosa smuoversi dentro di lei. Il senso di colpa, forse, o qualcos’altro. “Aspetti!” lo richiamò. “Non era venuto qui per qualcosa?”
“Forse non ha più importanza” le rispose fermandosi.
“Questo non può dirlo se prima non ci prova.”
“Non importa” sbuffò.
“Lo lasci decidere a me.”
“Certo che sei strana, prima mi cacci in malo modo e poi mi vuoi costringere a parlare con te?!”
“Non vedo quale sia la stranezza” dichiarò seria.
“Io… tu…” balbettò, in preda ad una crisi di nervi. “Possibile che non ci arrivi?”
Riza lo guardò con curiosità.
“Vengo qui quasi ogni giorno da… non lo so, mesi, anni forse! Prima di conoscere Grace, prima ancora di fare amicizia con Maes! Invento anche dei motivi assurdi a cui tu non credi mai!” s’infuriò. “E questo non ti dice niente?”
Ma l’espressione pensierosa di Riza gli fece perdere le forze.
“Niente… lasciamo stare…”
“Aspetti!” lo richiamò.
“Che c’è?” chiese sconsolato abbassando le spalle.
“Se vuole possiamo andare insieme al matrimonio di Grace” gli concesse, perché vederlo così sopra le righe in fondo non le piaceva.
Lui sbuffò, ormai allo stremo.
“Lei lo conosce? Il fidanzato di Grace, intendo” Riza provò a cambiare discorso, alleggerendo la tensione tra loro.
“No… Com’è che si chiama? John?” provò a conversare, anche se poco sicuro di sé.
“Jean Havoc. Grace mi ha detto che ha origini francesi” Riza lo disse con un tono di ammirazione che non sfuggì a Roy.
“Ti piace la Francia?” s’interessò.
“Oh, sì” sorrise. “Dicono che in maggio la Provenza abbia dei bellissimi paesaggi, e dei campi sterminati pieni di fiori. Ho sentito dire che le distese di lavanda si perdono a vista d’occhio, la terra prende il colore viola, per quanto è ricca di quei fiori, e quando il vento primaverile soffia si disperde nell’aria quel dolce profumo… Che darei per poter vedere anche io queste meraviglie...” sospirò.
Roy le sorrise dolcemente, incantato dai suoi occhi sognanti.
“Magari un giorno ci andrai…” le propose.
“Chissà. Potrei sempre incontrare anche io un francese che mi porti a vivere con lui” e la sua risata cristallina riempì in un attimo la stanza, a Roy sembrò quasi che il buio della sera si illuminasse come a mezzogiorno. Eppure dentro di lui era come se fosse tutto cupo, a causa della sua ultima frase.
No, non era una possibilità neanche da prendere in considerazione, questa!
“Beh, signore, forse è meglio che la smetta di parlare inutilmente” Riza si ricompose subito. “Ci vediamo domani, allora” lo congedò, tornando alla pulizia del bancone.
“No.”
“Eh?” si stupì la ragazza, guardandolo perplessa. “Domani non passa qui al negozio?” si ritrovò a chiedere.
“Intendo dire che non ho intenzione di andarmene” chiarì.
“Beh, faccia come vuole. Io ho da fare però” e gli voltò le spalle di nuovo.
Sbuffò, semplicemente.
“Che c’è? Qualcosa la disturba?” domandò scontrosa.
“Sempre sulla difensiva, eh?”
“Perché non mi lascia in pace, una volte per tutte? Almeno non avrà più a che fare con il mio carattere. O forse darmi fastidio è il suo passatempo preferito?” lo attaccò.
“Sì, hai ragione. Tanto è tutto inutile con te.”
“Bene!”
“Bene…”
E Riza riprese meticolosamente la pulizia da dove l’aveva lasciata, mentre alle sue spalle continuava a sentire la presenza dell’uomo. Si accanì su una macchia verde, concentrandosi sui suoi pensieri.
“Oh, insomma, va avanti da anni! Lei entra qui, dice qualcosa che mi infastidisce, io le rispondo per le rime, e il battibecco va avanti a lungo. Non vorrà davvero buttare la spugna così facilment-” ma si bloccò, perché quando si ritrovò voltata verso di lui si scontrò con qualcosa di morbido esattamente all’altezza delle sue labbra.
“Cos’è?” si ritrovò a chiedere.
“Questa sì che è divertente! Se non lo sai tu…” rise.
“Intendo dire… Lo vedo che è una rosa, ma che ci fa qui?”
Roy sorrise, mentre lei accettava silenziosamente il regalo, abbassando gli occhi con la scusa di osservare meglio quel fiore.
“E’ una rosa rossa, e quello lì è un rametto di balsamina” precisò indicando i piccoli fiori rosa pallido che si intrecciavano allo stelo più lungo della rosa. “Sai cosa significa, vero?” sussurrò appena.
Lei divenne di un tenero colore rosso, mentre evitava di sfiorare anche solo per sbaglio il suo sguardo.
Il silenzio divenne opprimente.
“Mi ha davvero regalato una rosa?!” chiese con una punta di divertimento nella voce.
“Sì.”
“Ma dove la teneva?” s’incuriosì.
“Qui, sotto la giacca” e le indicò il punto.
Lei ha regalato a me una rosa rossa?” riprese la sua domanda iniziale, mentre lo sguardo eloquente di lui le diceva che la verità era proprio quella che teneva tra le mani. “E’ patetico…”
“Che c’è di patetico?”
“Lavoro in un negozio di fiori, e il primo regalo che lei mi fa è un fiore!” sorrise leggera. “Davvero originale, senza dubbio.”
“Beh, ti ho stupito lo stesso, no?” Roy si unì alla risata di lei, con il cuore un po’ più leggero. In fondo aveva accettato il suo regalo, no? Ancora non aveva lanciato quella rosa dall’altra parte del negozio…
“E in più non avrà certo coltivato lei questa rosa, o la balsamina… Non mi dica che vuole far fallire il negozio di suo padre comprando fiori dalla concorrenza!”
Non l’aveva mai vista così. Era felice, sorridente - e quel sorriso era tutto per lui -, sembrava aver perso tutta la rigidità che le aveva sempre visto addosso. Ed era molto più bella di quanto avesse mai immaginato.
“Beh, a questo non ci avevo proprio pensato…” rispose, ritrovando la parola.
Lei fissò di nuovo i petali scarlatti tra le sue dita, in silenzio, ma con un dolce sorriso sulle labbra.
“Perché proprio io” e non era una domanda.
Roy le sorrise, soffiando fuori tutta la sua ansia.
“Perché dietro il tuo muro di serietà e rigidezza io vedo una ragazza riservata e piena di amore, una ragazza che ha la forza di affrontare il mondo da sola, ma che ha paura della solitudine, insicura forse delle proprie scelte, ma mai dei propri ideali” si avvicinò lentamente, sfiorandole i fianchi con le mani. “Io vedo una donna in grado di tenermi testa senza alcuna difficoltà, di affrontare un lavoro come qualunque altro uomo” le cinse i fianchi, attirandola a sé, sussurrandole contro la pelle del viso. “Dietro questo grembiule sporco di terra sono sicuro che ci sia una donna bellissima.” La sentì ridere contro il suo petto, notando il leggero fremito delle sue spalle. Si ritrovò a sorridere, perché per una volta tanto Riza non aveva nulla da ribattere.
“Riza…” sfiorò dolcemente con la punta del naso la sua guancia, mentre la sentiva rabbrividire per il suo respiro lento che le lambiva il mento. “Sono qui ogni giorno per cercare di riprendermi il mio cuore, ma sembra che non voglia allontanarsi da te…”
“Questa è davvero patetica.”
“Uffa, hai una dote davvero eccezionale nel distruggere il romanticismo, eh?” Roy sbuffò divertito, mentre lei rideva di nuovo.
“Beh, dovrai abituartici” gli fece notare.
Si fissarono per un istante, prima che Roy riprese ad avvicinarsi di nuovo al suo viso. Era così vicino che poteva sentire l’odore della sua pelle, l’odore di Riza, oltre a quello di fiori e terra che ormai le apparteneva. Chiuse gli occhi e con un ultimo, piccolo sforzo chiuse le distanze.
“E questo cos’è?” chiese all’improvviso, staccandosi da lei.
“Domanda sciocca, signore. Me l’ha regalata lei” Riza indicò la rosa che teneva ancora tra le mani, che casualmente era finita a collidere contro le labbra di Roy.
“Che ho fatto di male, stavolta? Ho corso troppo?” domandò imbronciato, incrociando le braccia.
“Devo chiudere il negozio” rispose seria e rigida come sempre.
“Ma puoi farlo anche dopo, no?”
“No. Prima il dovere” sentenziò. E Roy sapeva che questo suo principio di vita non si sarebbe ammorbidito tanto facilmente…
“Mh. E va bene, come vuoi…” si arrese, ancora un po’ imbronciato. “Ma dopo?” ritrovò le sue speranze.
“Dopo vedremo…” concesse sibillina.
“Mi basta. Affare fatto” e si ritrovarono a ridere di nuovo. “Ti aspetto qui fuori, va bene?”
Riza annuì sorridendo, mentre lui se ne usciva dal negozio fischiettando.
La serata era andata meglio del previsto: lei aveva accettato i suoi sentimenti, i suoi fiori e la sua dichiarazione, e senza fare alcuna storia. Invece gli aveva sorriso felice, segno che anche lei condivideva da tempo qualcosa di più per quello che continuava a definire senza mezzi termini uno scocciatore scansafatiche. Avrebbe dovuto combattere ancora parecchio per ottenere qualcosa in più da lei, ma sarebbe stata una dolce battaglia, ne era certo.
Le cose potevano andare meglio?

“Ah… Roy?”
Lui si voltò appena, per incrociare il suo volto arrossato e i suoi occhi schivi.
“La mia risposta è un.”



Fine




Nota: allora, saprete che la rosa rossa indica l’amore e la passione ^^ La balsamina è una pianta ornamentale, il suo significato è il fidanzamento, ecco il sì finale di Riza a cosa era rivolto.


Vorrei fare qualche precisazione finale.
Per me questa fic è stata importante, perché è la prima dichiarazione che sono riuscita a scrivere tra questi due. E forse sarà l’unica, mi risulta proprio difficile nel contesto originario.

Poi, i caratteri dei due, come avevo spiegato nello scorso capitolo, erano un po’ superficiali, quello che volevo sottolineare in questo capitolo è che ognuno dei due è riuscito ad andare oltre il muro creato dall’altro, Roy si è accorto di quello che nascondeva Riza, e sono sicura che Riza abbia capito il vero carattere di Roy (è implicito, ma altrimenti non avrebbe mai accettato la sua proposta).

Infine, c’è un particolare che mi ha fatto riflettere parecchio, e per questo ringrazio con tutto il cuore le sante ragazze che mi hanno commentato. Quasi ognuna di voi mi ha scritto che Riza a momenti uccide Roy… Beh, non era quello che intendevo io ^^” Penso che sia una di quelle volte in cui il personaggio sfugge totalmente dalle mani dell’autrice.
Dato che questa è una sorta di AU, ho giocato un po’ con i caratteri dei due, li ho modificati, perché comunque non avevano lo stesso background. Ciò che volevo far emergere da Riza era il suo lato introverso e riservato, quello che io penso avrebbe mantenuto anche ad Amestris se le cose non fossero precipitate dalla morte del padre in poi. Ma questo non è emerso, anzi, vi è sembrata una persona aggressiva ^^”
Beh, ve lo dico sinceramente, ho delineato Riza esattamente come mi comporto io davanti a ragazzi estroversi che mi interessano ^^” Quindi grazie, mi avete fatto capire che risulto un tantinello aggressiva (ecco perché fuggono tutti XD). Vabbé, cose di poco conto, non voglio concludere e mi ritrovo a scrivere stupidaggini. Pardon.

Non so quando avrete di nuovo mie notizie come autrice, ci sono cose su cui devo riflettere e decisioni da prendere che sono state rimandate anche troppo.


Ah, è il momento di…
Pubblicità Progresso! Abbiamo aperto un Contest RoyAi, chiunque fosse interessato ai termini di partecipazione faccia un salto sul link e chi volesse partecipare si affretti a farcelo sapere, sono disponibili solo gli ultimi due posti! ^^





Ringraziamenti: ho rimandato un po’ troppo queste risposte ai commenti. Ero davvero nel buio più nero, con alcuni problemi privati che mi hanno messa in crisi totale (anche ispirativa, di conseguenza). Poi, per sfortuna, è accaduta una cosa che mi ha risvegliata. Dal canto mio avrei preferito di gran lunga smettere di scrivere, piuttosto che vedere l’esito di certe decisioni. Ma tant’è. Comunque, vi ringrazio davvero per il tempo che avete usato per recensirmi, leggere le vostre opinioni migliora l’umore, dovrebbe consigliarlo il medico XD

Nimpha: sono contenta che la mia versione di questi due personaggi ti sia piaciuta, e che ti trovi d’accordo con me. Io penso che ciò che viviamo in qualche modo influenza il nostro carattere, soprattutto se certe cose sono vissute in giovane età. E poi per forza le vite di Roy e Riza si intrecciano, in qualunque mondo, io sono RoyAi dipendente XD Vorrei dirti tutte le cose che mi hai scritto tu, ma mi sono ripromessa di non farlo mai. Quindi posso solo ringraziarti per aver perso del tempo con me, grazie di cuore.

Valy: mi fa un po’ impressione risponderti qui, collega. Perché ormai comunichiamo su msn praticamente tutto il giorno (viva l’ingegnere XD). Comunque, ottima idea quella di fare la fioraia per ricevere qualche fiori dagli ammiratori… Proviamoci, magari funziona XD Io ho mai ricevuto una rosa rossa ç___ç Le mie storie di conseguenza non possono che finire bene. Sono contenta che trovi i personaggi IC e che la dichiarazione ti sia piaciuta ^^ E no, Roy non molla mai. La storia dell’iris, no, non mi sono ispirata a Romio, avevo già scritto quella parte prima di visionare quell’anime XD Insomma, io non smetterò mai di ringraziarti per tutta la tua dolcezza e gentilezza nei commenti, scrivi sempre tante belle parole ç____ç E come saprai, no, non ho smesso di scrivere, l’ispirazione è tornata. Quindi non ti libererai tanto facilmente di me XD

Lely: oh, mia cara, tu sei l’unica che ha beccato il punto fondamentale della fic! Il matrimonio di Jean XD Poverino, sentivo il bisogno fisiologico di dargli un po’ di felicità, e chi meglio della sua ex (nell’anime)? Che tra l’altro lascia Roy per lui, insomma, meglio di così non poteva andargli, sono stata buona ^^ Ma sono stata cattiva con Roy e Riza, lo so, ma niente bacio XD La fic è ambientata negli anni ’20 circa, e ho pensato a mia nonna, insomma, Riza è una ragazza per bene, non è che può mettersi a baciare così il suo fidanzato, no? (No, qualcosa mi dice che non mi sono salvata dalla tua ira ^^”). Per il resto, sono contenta che la fic ti sia piaciuta ^^ E non abbandonerò il fandom, ha bisogno di supporto (ricordo con orrore il mortorio di maggio e inizio giugno ç_____ç).

Eleo_chan: XD mi spiace che la tua cioccolata sia andata persa sul pavimento, ma il tuo commento è stato divertente, grazie ^^ Eh, sì, ora c’è da organizzare il matrimonio! Che bello *__* Allora ti prenoto il posto per la damigella d’onore XD Sono contenta che ti sia piaciuta, grazie un miliardo di volte per aver commentato, davvero!

The Dark Side: che commento entusiasmante ^^ Sei contagiosa ^^ Eh, sì, hanno fatto il grande passo. Ci voleva proprio. Si sono avvicinati particolarmente tanto in quest’ultimo capitolo, eh? Eh, la mia anima romantica non si smentisce mai, prima o poi nella vita dovevo farli dichiarare e sposare XD Uhm, penso che Havoc fumi anche nella nostra dimensione, ormai è parte di lui… E anche io sono felice che abbia trovato qualcuna ^^ Comunque, hai già preparato le bandierine royai per il raduno di Lucca? XD bene, bene. Temo per voi tutte che tornerò di nuovo a scrivere, quindi non abbandono il fandom e tutto. Grazie come sempre del supporto, non manchi mai ^^

Zizzina: ciao! Ehm, mi spiace però dirti che la fic è conclusa, non ci sarà nessun aggiornamento ^^” Comunque, grazie del commento e dei complimenti, e posso darti quindi il benvenuto nel fandom RoyAi? ^^ *una new entry, una new entry ^^ * Riza piace anche a me come personaggio, e hai ragione, riesce a proteggere Roy senza essere un’alchimista, ha altri poteri ^^ (ah, l’amore XD). Ciao ^^

Ophelia: ciao ^^ Ti dirò, sono stata a lungo indecisa su cosa fare con il tuo commento, e alla fine ho deciso di lasciarlo qui invece di stamparmelo a caratteri cubitali e attaccarlo in camera XD A parte gli scherzi, sei stata davvero tanto gentile, mi sono commossa leggendolo. Inoltre non sei neanche una fan del pair, e per questo ti ringrazio doppiamente del commento. Meno male che hai trovato i personaggi IC, sono stati un po’ la mia croce, anche perché con una semi-AU come questa era facile stravolgere tutto. La rosa, sì, è un pensiero romantico, degno di Roy ^^ E sono sicura che Riza sia stata colpita nel suo cuoricino, è una donna anche lei! Ovvio che gli rispondesse di sì *__* Eh, già, l’odiatissimo film è pieno di lacune, mi sembrava giusto dare un lieto fine a questi due almeno nel nostro mondo. Grazie ancora, davvero, non esistono parole per manifestare la mia gratitudine. Diciamo che sono contenta come Roy quando diventerà Fuhrer, sì. A presto, spero ^^

Dianatabo: troppo gentile anche tu >///< ma la cosa principale per cui sono contenta è che le mie storie riescano a far fare un sorriso, perché la vita è già difficile di per sé (soprattutto quella universitaria!). Poi, scrittore sadico non direi, tutto mi si può dire tranne che questo. Anche i muri sanno come la penso, e niente può farmi cambiare idea sul pair. Dovrai farmi della violenza psicologica e anche fisica temo per scrivere qualcosa che alla fine non risulti RoyAi, quindi con me puoi andare proprio sul sicuro XD Grazie a te per il commento ^^

Ely: ma povera Grace XD Tutta la fic è nata per trovare una ragazza ad Havoc, altro che RoyAi, chissene frega (che il dio mi fulmini XD). Grazie per tutte le belle parole, però mi fai diventare sempre fosforescente XD Non riesco a scrivere cose eccessivamente dolci con loro due, non mi sembrano molto “appiccicaticci” come coppia XD Sono contenta che la storia ti sia piaciuta, grazie (_ _)

Elly Chan: grazie ^^ la rosa è così romantica… degna di Roy, secondo me. Sono contenta che ti sia piaciuta, grazie del commento!

Kanchou: anche io adoro i dialoghi imbarazzati! XD hai compreso bene i personaggi, comunque, Riza è in qualche modo attratta da lui, ma non sa bene come comportarsi, per questo gli si nega sempre. Ma lui non demorde *___* La mia anima romantica è andata all’attacco e tornata vincitrice con questa fic! Una loro dichiarazione era necessaria, dato che non sono come altri due testoni (un testone, per la precisione XD) per i quali è impossibile anche solo pensare a un futuro roseo -__- Non credo che scriverò il seguito, ma mai dire mai XD E mi spiace per il bacino mancato XD Uff, aspetto con ansia questi 90 anni! Ciao ^^

Stray: grazie del commento, non sai quanto sia importante per me una recensione dal guru del royai ^^ Sono contenta soprattutto che la mia fic ti abbia fatto riprendere un pochino dal clima di SABBIA! Lo so che tu hai un animo romantico, e che se qualcuno ti avesse detto le frasi di Roy saresti diventata una gelatina ^^ Ma qui abbiamo una Riza che non sa bene come comportarsi, magari è la prima volta che le piace qualcuno, e che è ricambiata, quindi è un po’ in tensione, un po’ imbarazzata ^^ Che carini! (Me lo dico da sola, lascia stare XD). Grazie ^^

Sisya: ma graaaazie del commentone ^///^ Troppo gentile. Roy è un po’ dolce in questa fic, sì, quello che mi piace di lui (per forza, l’ho scritto io XD) è che non molla, e nonostante tutto continua a provarci con lei, magari da anni. Il minimo che potessi fare era coronare la loro storia d’amore con una bella dichiarazione ^^ Il quasi-bacio era d’obbligo, e sei l’unica che non si è lamentata che non fosse un bacio completo XD Ma Riza non mi sembra tipo da concedersi così facilmente, anche per un semplice bacio XD Considerando poi che sono circa di Anni Venti… No, il nostro Roy dovrà aspettare XD Ma chissà, magari “Notte” arriverà XD Mai dire mai. Grazie di tutto, sono commossa ^^

Mame: ehilà, non sai che piacere ritrovarti ogni tanto su questi lidi ^^ Hai colto comunque il senso della fic, e la mia idea di base. Ad Amestris i due hanno un rapporto profondo perché si conoscono da anni, e perché hanno visto il peggio dell’altro (in guerra), ma in un clima normale, come può essere il nostro mondo, c’è da dire che i loro caratteri sono quasi incompatibili. In questa fic è come se fossero più semplici, senza nulla di costruito sopra, c’è il loro carattere di base, e basta. E quindi Riza risulta molto schiva, timida, e scontrosa, perché non lo conosce e non si fida, vede solo la sua apparenza (almeno in parte, perché un interesse in lui ce l’ha eccome XD), e Roy è… No, lui è sempre uguale XD Ci prova fino sempre, e alla fine l’ha disarmata davvero, ha vinto il suo cuore ^^ L’idea dei fiori è nata un po’ per una mia passione, un po’ perché Glacier nel film ha un negozio del genere, e mi piaceva l’idea di una Riza così tanto diversa. Sono contenta che sia piaciuta anche a te! Ciao ^^  

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