Scelte

di nefertite
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non voglio che finisca ***
Capitolo 2: *** Destino vs Scelte ***
Capitolo 3: *** Invito ***
Capitolo 4: *** Una piacevole sorpresa ***



Capitolo 1
*** Non voglio che finisca ***


scelte

Il fatidico giorno è arrivato.

Sono pronto. O lui o me.

Quando sono nato il mio destino era già scritto e per adempierlo mi sono allenato in tutto questo tempo. E dopo più di sette anni eccomi qui, pronto a combattere, a mettere fine a questa pazzia.

Che sia io o lui a morire non importa, voglio solo che tutto questo finisca. E finirà anche se dovessi morire, perché Voldemort avrebbe a che fare con il rancore di tutte le persone che mi sono state vicine, che mi hanno voluto bene e alla fine vinceremmo comunque, ne sono sicuro.

L’importante è che non vengano più uccisi innocenti e seminati terrore e distruzione ovunque. E se per questo devo morire, allora ben venga. Non temo la morte se questa può ricongiungermi alle persone che più amo.

Sto qui davanti al fuoco da ore, ormai si è quasi spento.

Il punto è che, anche con tutta la buona pazienza, non riuscirei a dormire stanotte.

Non posso nascondere una certa ansia, credo sia normale.

L’aspettativa degli ultimi sette anni, di tutta una vita, di tutte le persone che sanno che domani è il giorno, si fa un po’ sentire.

Un rumore.

Mi giro a guardare. É Malfoy.

Strano, no? Ho sempre creduto, viziato e codardo come lo immaginavo, che sarebbe diventato un Mangiamorte come suo padre e invece ha avuto il coraggio di passare dalla nostra parte aiutando l’Ordine.

Molto più coraggio di chiunque altro fra noi che non abbiamo dovuto scegliere di voltare le spalle a tutto ciò che ci era stato insegnato, a tutti i valori e le comodità di avere qualcuno che ti appoggia.

Mi guarda un momento, poi si avvicina anche lui al fuoco ormai spento e con un incantesimo ravviva le fiamme.

“Vuoi forse morire congelato per evitare di combattere domani, Potter?”

Nonostante tutto, però, è sempre lo stesso.

“Ero solo sovrappensiero” gli rispondo tranquillo.

“Vuoi dartela a gambe, vero?” continua a provocarmi con quel suo ghigno insolente.

“Vuoi smetterla! Non ho paura, non mi importa niente di morire”

Anch’io in fondo sono un po’ lo stesso Potter di allora, che reagisce alle sue piccatine.

“Se lo dici tu”

Lo osservo in silenzio. Non ha replicato. Non è  da Malfoy.

Però è da Draco.

Ormai dovrei aver capito che è molto cambiato dalla scuola. Non è più acido e arrogante come allora, anche se si diverte ancora a provocarmi. È maturato, è diventato un uomo, come mostra il suo fisico asciutto. Infatti non è più il ragazzo mingherlino e spigoloso di una volta. Ora, nonostante sia ancora più alto e sempre molto magro, le sue spalle sono più larghe, la sua muscolatura più definita e sul viso quella sua espressione altezzosa e sprezzante ha lasciato il posto ad una più matura e riflessiva, anche se continua a mostrare quel suo ghigno misterioso e al tempo stesso seducente ogni volta che mi prende in giro.

Si scalda le mani sul fuoco. Delle mani che nonostante tutto sono ancora ben curate.

I riflessi delle fiamme lo accendono di una luce calda. Due ciocche sfuggite alla coda scendono più dorate che mai a incorniciare il suo viso perfetto, i suoi occhi ghiaccio sembrano ribollire delle fiamme riflesse e le sue labbra… le sue labbra sono più rosse che mai…

Dio, no! Non ancora quei pensieri!

Distolgo lo sguardo stanco, reggendomi il viso fra le mani.

“Dovresti dormire un po’, Potter, non credi?” mi dice, accorgendosi del mio lieve sospiro.

“Anche tu dovresti. Non sembra che tu abbia dormito granché” gli dico, notando solo allora delle leggere occhiaie.

“No, infatti”

L’ha fatto di nuovo. Sembra quasi rassegnato stasera. E forse proprio perché non sono abituato a vederlo così arrendevole cerco di provocarlo.

“Come mai? Il grande Malfoy è agitato?” sogghigno beffardo.

“Quante volte devo ancora ripeterti che non voglio mi si chiami più così?”

“E quante volte ti ho detto di non chiamarmi Potter?”

“La storia è ben diversa e lo sai!”

“Si, ma il punto non cambia” rispondo con un lieve sorriso.

“Sei insopportabile, Pot… Harry!” esclama in una smorfia, trattenendosi dal sorridere anche lui.

Ho scoperto che se vuole sa essere anche dolce e simpatico. A suo modo, ma può esserlo.

Mi viene in mente il broncio che mette su quando qualcosa non gli va propriamente a genio, e mi viene da ridere, ma cerco di trattenermi per quel che è possibile. Meglio non esagerare. Non vorrei ritrovarmi con gli effetti di una fattura da un momento all’altro.

“Grazie, anche tu non sei niente male” rispondo, e non appena mi rendo conto del doppio senso, arrossisco leggermente.

Cazzo! Possibile che non riesco proprio a formulare un pensiero o una frase che non sia su quello… quello che provo!

“Grazie, Harry! Davvero non serve che tu mi faccia certi complimenti, sono già consapevole della mia incredibile bellezza!” afferma con uno dei suoi migliori ghigni maliziosi.

Adoro il mio nome sulle sue labbra!

“Io non… non intendevo quello!”

Ci mancava solo che iniziassi pure a balbettare come una ragazzina innamorata!

“Davvero? Io pensavo che mi stessi facendo delle avances, Harry!” dice con ironia.

Deglutisco rumorosamente. Non sa quanto ci è andato vicino.

“Mi… mi dispiace non sei il mio tipo, Draco!” cerco di rispondere con calma sottile, fallendo miseramente.

“Neanche tu, tranquillo! Anche se adesso come adesso credo che potrei farmi chiunque! Questa guerra non lascia certo il tempo per qualche rapporto interpersonale! Non vedo l’ora che tutto questo finisca…”

“Si… vedrai che domani potrai dire di essere ad un passo dalla fine anche se io non dovessi riuscire a far fuori quell’essere!”

Il suo sguardo si abbassa. Sembra… preoccupato?

“Non dire cazzate, Harry, sono anni che ti prepari… Ce la farai ad ucciderlo, a costo di dover stare lì a pararti il culo!” cerca di sdrammatizzare, ma le parole escono in poco più che un sussurro.

Mi si stringe il cuore.

Maledizione, non devo illudermi!

Lui vuole soltanto che tutto questo finisca al più presto, come tutti! Non centra niente la mia vita se non per il fatto che se sopravvivo vorrà dire che la guerra sarà conclusa una volta per tutte!

Perché è venuto qua stasera? Non poteva starsene di là a rimuginare o a dormire come tutti, invece  di venire qui a confondermi le idee dopo tanto sforzo per non pensare alle sensazioni che mi suscita?

Ancora lo osservo in silenzio.

È bellissimo quando è assorto nei suoi pensieri.

È terribile pensare che potrei non vederlo mai più!

E di colpo sento una forte sensazione stringermi il petto e mi rendo conto che nonostante tutto quello che mi sono sempre ripetuto, e cioè che non mi importava di lasciare questo mondo sapendo che avrei potuto rivedere le persone che più amo, non voglio più morire, perché c’è qualcuno che amo più di tutte loro, ed è qui, vivo, vicino a me, e se morirò dovrò rinunciare a lui.

Il mio sguardo deve rispecchiare quest’ansia nuova, perché ad un tratto sento Draco rivolgersi a me.

“Che hai adesso, Potter?”

“Maledizione, ti ho detto di non chiamarmi così!” gli urlo contro, quasi con le lacrime agli occhi.

Per un momento restiamo entrambi in silenzio, perplessi.

Che diavolo mi è preso?

Non sono riuscito a controllarmi. Non è da me! Ma ogni volta che mi chiama in quel modo sento il peso del passato che torna a dividerci e mi sembra di perderlo sempre un po’ di più, e ho appena capito che questa è l’ultima cosa che voglio.

“Che diavolo urli a quel modo! Si sveglieranno tutti! Sei per caso impazzito?” mi rimprovera sorpreso.

Non mi ha mai visto perdere il controllo.

Ragazzina isterica, ragazzina isterica.

“Scusa, hai ragione. Non so cosa mi sia preso…”

Mi scruta quasi con sospetto. Studiandomi.

“Non credo che una reazione del genere derivi da qualcosa che non sai, piuttosto il contrario!”

Ora cosa gli rispondo? Devo assolutamente inventarmi qualcosa…

“In fondo… credo di essere un po’ agitato…”

Non è del tutto una bugia.

Un leggero sorriso malinconico affiora sul suo viso.

Non so se sono più sorpreso o ammaliato da quel gesto così spontaneo che lo rende più umano e bello che mai.

“Se non ti avessi visto così afflitto per la morte di Sirius o Silente avrei pensato che non fossi umano, uno di quegli eroi mitici senza macchia e senza paura!” dice quasi ridendo all’ immagine di me in veste di troiano o che so io.

Sembra quasi come se tutto ciò lo rincuorasse.

Quel suo sorriso mi mette tenerezza, così spontaneo e raro.

 Metto su un broncio da far invidia.

“Grazie!” dico ironico.

Mi guarda con uno sguardo tale da farmi sciogliere.

“È normale avere paura, è umano! E tu non fai eccezione! Morirai quando sarà il tuo tempo, non avere fretta di raggiungere i tuoi, avrai tutta l’eternità per starci insieme!” dice in tono pacato, poi aggiunge scherzando “E poi se proprio ci tieni, potrei farti io questo piacere!”

Potrei farci l’abitudine nel chiacchierare abbastanza tranquillamente e con leggerezza insieme a lui, ma non so se sono in grado di abituarmi al suo modo così buffo di rassicurarmi.

“Credo proprio che dovrai rinunciare a quest’onore perché non ho mai detto di avere fretta di raggiungerli!”

“Sembrava il contrario dalla tranquillità che ostentavi. In ogni caso potrei decidere di essere clemente…”

Mi esce spontanea una smorfia.

“Comunque era solo il fatto di sentirmi in pace col mio destino”

“E cos’è cambiato tutto d’un tratto?”

Merda! Mi sono fregato con le mie stesse mani!

Possibile che non riesca a ragionare quando c’è di mezzo lui? E ora cosa gli rispondo? Perché ho realizzato che ti avrei perso! Si, certo! E poi mi ammazza sul serio.

Lo vedo fissarmi con espressione interrogativa. Abbasso lo sguardo. Che mi invento ora?

“Ho capito. Non c’è bisogno che mi rispondi se non vuoi. Avrai avuto i tuoi buoni motivi…”

Sembra come deluso.

Stupido, stupido, stupido!

Non ne combino una giusta! Stavamo parlando così bene! Ora penserà di essere stato invadente e non si sbilancerà più a tanto.

“Vado… vado a dormire un po’ finché posso” mi dice, e fa per andarsene.

Se lo lascio andare sarà come perderlo, ma se lo fermo cosa gli dico?

Senza riflettere oltre, lo afferro per una spalla.

“Non andare… mi dispiace…” sussurro rammaricato.

“Non devi dispiacerti. Non sei tenuto a dirmi tutto, ti capisco…”

“No, non hai capito nulla, invece! Tu non centri niente! Anzi, mi è… piaciuto molto parlare con te… stasera”

Si gira piano. Alza i suoi occhi sui miei.

I nostri sguardi si incatenano.

“Anche a me è piaciuto molto…”

Di colpo sento il suo profumo avvolgermi. Il suo respiro è così vicino…

Ci fissiamo e sembra un attimo infinito e allo stesso tempo inafferrabile.

Non voglio che finisca. La mia mente ha appena formulato questo pensiero che subito il mio corpo, istintivamente, cerca di porvi rimedio rendendo questo momento più concreto e tangibile.

Non appena me ne rendo conto l’unica cosa che penso è che me ne pentirò. Ma non faccio nulla per evitarlo, e lo bacio.

Sfioro la sua bocca con la mia. Le sue labbra sono morbide e calde, invitanti. Le assaggio. Passo la mia lingua a definirne il contorno, per poi mordicchiarle un po’ e ancora leccarle. Afferro Draco per la nuca con l’intento di approfondire il bacio e di colpo mi rendo conto che le sue braccia mi cingono la vita e la sua lingua spinge fra le mie labbra per avere libero accesso alla mia bocca in un bacio ancora più intenso. La succhio con avidità per poi lasciarla entrare. E qui, le nostre lingue si incontrano ancora e ancora in una dolce e sensuale danza finché, a corto d’ossigeno, non siamo costretti a dividerci.

 

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Capitolo 2
*** Destino vs Scelte ***


scelte

In quella maledetta serata non ebbi tempo di riflettere su ciò che era successo perché Remus ci interruppe. Anzi, non ebbi modo di agire d’impulso e dichiarare i miei sentimenti a Draco, perché di tempo per pensare l’ebbi, anche troppo.

Quando ci separammo l’uno dall’altro i nostri sguardi si incrociarono, forse impauriti, timorosi o forse finalmente felici, non lo so! Fatto sta che quando Remus entrò in sala, quell’ aura magica che ci aveva unito si ruppe d’improvviso e Draco si allontanò da me quasi si fosse scottato, poi con una scusa se ne andò lasciandomi lì a maledirmi.

Quella notte fu la più turbolenta della mia vita.

Quante cose avevo affrontato? Quante notti travagliate? Ma quella era niente a confronto. Quella notte fu la peggiore della mia vita perché decisi che il destino era contro di me, contro di noi, e dissi addio ad ogni speranza, al mio futuro con Draco.

La notte passò e portò con se un mattino freddo e nebbioso, confessione di un tormento interiore. La battaglia incombeva.

Quel giorno non avevo ancora capito il vero senso delle parole che Silente mi rivolse anni prima. La profezia non significa che tu devi fare qualcosa, ma ha indotto Lord Voldemort a designarti come suo eguale… in altre parole, tu sei libero di scegliere che cosa fare, di voltare le spalle alla profezia! Ma Voldemort continua a dagli importanza. Continuerà a darti la caccia… il che rende certo, di fatto, che… uno di voi finirà per uccidere l’altro…!

Non avevo capito che non importava che io fossi, nonostante tutti gli allenamenti, dieci volte più debole di Voldemort; non avevo capito che solo l’amore mi avrebbe salvato come aveva già fatto tante volte in passato; ancora non sapevo che avrei dovuto accettare senza paura ciò che più temeva Voldemort, la morte, e con questo trovare la capacità di sacrificare la mia vita nonostante tutto e per tutto!

Così feci! E mi resi conto, finalmente, che quella sarebbe stata la mia più grande forza! La possibilità di scegliere!

Noi facciamo la nostra sorte! E questa è la consapevolezza più grande che l’uomo possa avere!

Così, presi finalmente in mano il mio destino e per la prima volta fui io a guidare lui e non il contrario.

Uccisi Voldemort e mi resi finalmente conto di ciò che avevo realmente fatto: per la prima volta avevo scelto, scelto di ucciderlo perché era ciò che volevo e non ciò che dovevo fare; per la prima volta non mi sentii una vittima inerme del fato, ma il suo fautore. E la vita iniziò a scorrere dentro di me, quella vera, quella che ti fa aggrovigliare lo stomaco.

E sapete quale fu la prima cosa a cui pensai? A Draco, a quanto sarebbe stata inutile quella vita senza di lui.

Ma la guerra non era finita. Fu un Inferno in terra. Nonostante Lord Voldemort era stato sconfitto, dovunque infuriavano battaglie fra Mangiamorte e Auror. Non potevo crederci! Senza curarsi della palese sconfitta, una falsa speranza e una follia malata continuavano a trascinarli avanti nel loro malsano intento di avere successo dove il loro Signore non era riuscito.

Fortunatamente anche quello passò, non così in fretta o facilmente come ce lo si era aspettato, ma passò, e iniziò il tempo in cui Harry Potter il Salvatore non ebbe più una sua vita. Fu ancor peggio di quanto, negli anni della scuola, mi ero sentito soffocato dai giudizi, dalle scelte e dal vincolo della profezia perché finalmente sentivo di avere la possibilità e soprattutto il diritto di vivere una vita tranquilla, ma questa mi era inevitabilmente preclusa. Ero infatti tenuto ad essere presente in qualsiasi occasione, e fra conferenze stampa, interviste per scrivere l’incredibile storia del Salvatore, banchetti, ricevimenti e feste per celebrare la tanto attesa vittoria o anche solo per l’inaugurazione di un qualsiasi negozio, non rimaneva molto tempo per semplicemente Harry, ma solo per il ragazzo-immagine che ero diventato, anzi, che ero sempre stato.

Non avevo certo tempo per pensare ai miei sentimenti! I quali includevano quell’ormai dimenticato bacio con Draco.

Anzi, tutt’altro che dimenticato, ma comunque accantonato con la scusa di non avere tempo per certe frivolezze quando il mondo intero acclamava a gran voce il suo Eroe.

Infine arrivò il giorno in cui anche questo finì, la storia del Bambino sopravvissuto che poi sconfisse Voldemort era ormai di completo dominio pubblico e così la curiosità pian piano scemò lasciandomi solo con me stesso.

 

Allora decisi di fermarmi un attimo a fare i conti con tutto quello che era successo, ma che non avevo mai potuto metabolizzare veramente. Mi recai a trovare le persone a me più care: i miei genitori, Sirius, Silente, Remus e Tonks, Fred e anche Dobby. Sulle loro tombe ricordai, riflettei sulla guerra e su ciò che avevo passato, e per la prima volta dopo tanto tempo piansi, disperatamente e silenziosamente, rendendomi conto di essere solo come mai ero stato nella mia vita. Niente più Hogwarts come casa, niente più Sirius o Remus come famiglia…

Quella specie di caccia al topo che era stata la guerra aveva portato via con se tutte le persone che amavo e quelle che erano rimaste, pensai, non sarebbero di certo state a pensare a me, così prese nella loro ricerca di recuperare il tempo perduto!

La verità è che io stesso avevo ripetutamente rifiutato la compagnia dei miei due migliori amici, a parte il giorno del loro matrimonio e quello della nascita di Rosie, la loro piccola e adorabile primogenita, tanto che alla fine rinunciarono e mi lasciarono con loro enorme disappunto e dolore, da solo con la mia autocommiserazione.

Tempo dopo, quando riguadagnai in parte la mia vita, non ebbi certo il coraggio di ripresentarmi da loro! Altro che Grifondoro!

E soprattutto in mezzo alle mie numerose chiacchierate con l’altro me stesso, quello più stronzo, più forte, più entusiasta, che non riuscivo a tirar fuori nonostante lo volessi con tutto il cuore, ripensai a quella sera di tanto tempo prima e mi resi conto che per colpa della mia ignoranza, del mio vittimismo, unito alla certezza di non poter scegliere per noi perché i pregiudizi avrebbero necessariamente valutato per me, avevo rinunciato alla cosa più importante della mia vita: all’amore… a Draco…

 

 

ANGOLINO:

Please! Non uccidetemi…! Mi è venuto così, e sinceramente non ho neppure idea di come finirà! Ho in mente due sviluppi e relativi finali e se ve li dicessi non ho dubbi su quale scegliereste, ma non posso promettervi niente! Io vado dove mi porta il cuore, anzi l’Ispirazione!

Per dire tutta, ma proprio tutta la verità, non riuscivo proprio a continuarla questa ff, spero sia decente questo cap e soprattutto spero che la sopra citata Ispirazione non mi abbandoni proprio adesso in balia di me stessa!

Scusate se aggiorno sporadicamente, ma mi sto preparando per l’esame e non ho molto tempo, anzi per niente, però si fa quel che si può! ^_^

 

Un bacio grande a tutti voi che mi seguite!!

Nefertite


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Capitolo 3
*** Invito ***


invito

Ed eccomi qui, nel mio appartamento al centro di Londra, seduto su di un divano da almeno cinquecento galeoni, pagato senza problemi con uno stipendio notevole retribuito dal mio responsabile al dipartimento Auror.

Cosa potrei desiderare di più?

Ho una bella vita, piena di tutti i confort possibili, soldi e ragazze, ma anche ragazzi, a volontà!

Però sono qui da non so quanto tempo, ore ormai, a rimuginare sul passato…

La verità è che questo appartamento mi fa schifo! Così freddo! Non mi appartiene affatto!

Me l’hanno propinato come compenso per aver salvato il mondo, magico e non, dalla temibile presenza di Lord Voldemort, insieme ad un’ingente somma di denaro e la carriera di Auror assicurata!

“Il migliore in vendita a Londra!” l’hanno definito.

“Con i suoi 200 m,la posizione centrale, la vista mozzafiato, e i mille confort, come il televisore al plasma 47 pollici con impianto surround o la vasca idromassaggio a 6 posti, è sicuramente il più desiderato degli appartamenti!”

E ancora bla bla bla per mezzora ad elogiare questo posto come il più meraviglioso mai costruito, quando io non riuscivo, e non riesco ancora, a vederne altro che l’austerità, la freddezza e l’impersonalità così fuori luogo per me; e per di più in pieno centro con tutto il caos che ti entra nel cervello e non ti fa neanche dormire la notte!

E non è che per il lavoro vada meglio! Come ho già detto avevo la carriera di Auror assicurata.

“Certo, dovrai seguire il corso di addestramento come tutti, ma non farti problemi, il posto è già praticamente tuo!” continuavano ad assicurarmi, senza minimamente preoccuparsi di cosa io avrei voluto fare, senza pensare che, dopo quasi dieci anni passati a combattere, sfuggire e rischiare la vita contro Voldemort e i suoi seguaci, potessi non voler più avere niente a che fare con roba del genere!

Insomma, nonostante agli occhi di tutti la mia vita sia perfetta, io non riesco proprio a vederci nulla di positivo. Così, continuo a trascinarmi avanti, come un automa, per inerzia, non riuscendo assolutamente a godere della mia posizione privilegiata. Il mio passatempo principale, ormai, è diventato quello di starmene qui, sdraiato, a ripensare al passato rimpiangendo il fatto di non aver saputo approfittare delle occasioni che mi erano state offerte... tipo quella con Draco…

Accidenti! Maledizione! Non devo più pensarci!

È passato tanto di quel tempo che nemmeno un illuso crederebbe di avere ancora una possibilità!

“Basta! Adesso mi alzo, faccio una bella doccia e poi mi cucino qualcosa da mangiare davanti alla tv!” dico ad alta voce spronandomi.

“Che fai Potter, adesso parli anche da solo? Sei messo piuttosto maluccio!”

Una voce strascicata risuona improvvisa alle mie orecchie. Sento scendere veloce un brivido lungo la schiena.

Dio, conosco questa voce, anche troppo bene!

Mi giro lentamente dalla parte da cui proveniva.

Un’altra scarica mi attraversa, mentre ritrovo quegli occhi che da tanto tempo non incrociavo, se non nei miei sogni.

Il mio cuore manca un colpo.

“Che diavolo ci fai tu qui?”  sbotto involontariamente aspro.

“Fa piacere anche a me rivederti, Potter” ghigna soddisfatto, ignorando volutamente il mio tono.

Lo fisso in silenzio. Non so cosa dire.

Certo, nessuno si sarebbe aspettato di ritrovarsi davanti, dopo tre anni, l’oggetto dei propri desideri.

“Mi sembra di capire che non riceverò gli onori di casa, quindi…” dice come se niente fosse, mettendosi seduto sul divano proprio dove un attimo prima ero seduto io.

No… no, non è possibile… Forse era proprio ora che mi facessi quella doccia, giusto per rinfrescarmi un po’ le idee!

Lo fisso disorientato.

Devo essere diventato pazzo! Sì, non c’è dubbio, ho le allucinazioni!

Scuoto la testa come per scacciare la sua immagine davanti ai miei occhi.

“Mmh… Potter, hai qualcosa di decente da mangiare? Ho una fame!” dice alzandosi in piedi e dirigendosi verso la cucina.

Seguo i suoi movimenti come ipnotizzato.

Non riesco a staccargli gli occhi di dosso. È dannatamente sensuale anche nelle cose più normali!

No, decisamente non è un’allucinazione!

Mi lascio cadere di nuovo sul divano.

Sono stanco dei miei continui pensieri, e frastornato dalla sua improvvisa apparizione.

Mi passo stancamente una mano sul viso come per cancellare quella sensazione di… inadeguatezza? Mi sento fuori posto. Sono a casa mia e mi sento fuori posto!

“Che sei venuto a fare, Malfoy?” chiedo con voce rassegnata.

“Ti dispiace se finisco il succo di zucca?” domanda senza nemmeno prendere in considerazione le mie parole.

“Ma mi ascolti mentre parlo? Che sei venuto a fare, qui, Malfoy?”

“Lo prendo come un sì”

Incurante delle mie domande, svuota tutto d’un fiato la bottiglia del mio succo preferito.

“Maledizione, ma mi ascolti?” gli urlo senza più un briciolo di pazienza.

“Come sei pesante, Potter! Sempre così teso!” mi dice con quella sua cadenza annoiata e un poco infastidita.

“Comunque…” continua subito, senza darmi la possibilità di replicare “sono venuto solo per darti questa”

Mi porge quella che dovrebbe essere una lettera. La osservo stranito.

“Non potevi mandarmela con un gufo come fanno tutti?”

“Non chiedere a me. È stata la Mc Granitt ad insistere affinché te la portassi di persona”

“La Mc Granitt?” chiedo a metà tra il sorpreso e il deluso.

“Sì, Potter, la lettera è da parte sua”

“Che c’è, sei deluso? Speravi forse che fosse da parte mia, Potter?”

“Non speravo proprio un bel niente, Malfoy! E ora puoi anche andartene!”

“Mi spiace, non posso”

“Che vuol dire che non puoi?”

“Vuol dire che la Mc Granitt mi ha dato l’ordine di restare finché non avessi risposto!”

“L’ordine? E perché mai, poi?”

“Possibile che tu non sappia niente, Potter? Dove sei stato negli ultimi anni?”

Già, dove era stato?

“Comunque perché sono diventato professore a Hogwarts! E ora datti una mossa, non ho tutto il giorno”

Tu, professore?” chiedo sbalordito.

“Sì, Potter, io. E ora ti ripeto che non ho tutto il giorno per aspettarti”

Malfoy professore? Che diavolo era successo negli ultimi tempi?

Cos’è, avrebbe scoperto che la Mc Granitt si era sposata con Gazza??

“Non capisco perché ti sorprendi tanto, Potter. Sono cambiate molte cose dalla scuola, dalla guerra. Le persone sono andate avanti, sono cresciute… sei tu che ti sei rinchiuso qui senza volere nessun contatto!”

Improvvisamente sento una forte morsa allo stomaco e la nausea salire.

Quelle parole… quelle parole…

“Vattene, Malfoy”

Solo un sussurro roco a metà tra una minaccia e una preghiera disperata.

Mi gira la testa.

“Allora non hai capit…

“Vattene, Malfoy! Non me ne frega niente di quello che ti ha ordinato la Mc Granitt!” gli urlo contro tirandomi su, in piedi.

Improvvisamente vedo tutto annebbiato, mi sento mancare. Mi appoggio goffamente ad un bracciolo cercando di rimanere in piedi.

Sento Draco esitare e poi con un sbuffo scomparire con un sonoro Crac.

Mi butto nuovamente sul divano, spossato, traumatizzato… non so perché.

È finita… È finita…

Rimango steso lì finchè non mi addormento, dimenticando la doccia, la cena e la tv, ma con l’immagine di Draco che non vuole lasciare la mia testa…

Non capisco perché ti sorprendi tanto, Potter. Sono cambiate molte cose dalla scuola, dalla guerra. Le persone sono andate avanti, sono cresciute… sei tu che ti sei rinchiuso qui senza volere nessun contatto!

Le sue parole continuano a rimbombarmi nella testa e ad accusarmi per aver mollato tutto e tutti, il mio mondo e… i miei amici…

Infine cado in un sonno agitato.

 

 

 

 

ANGOLINO:

Mi dispiace di avervi fatto attendere, ma ho avuto tanto da studiare… tutta colpa di quegli esami del cavolo! Comunque spero di farmi perdonare presto, ho un po’ di cosine in cantiere… Non che adesso abbia molto tempo, altro esame in vista, però spero di trovare del tempo per accontentarvi e naturalmente accontentare me… ^_^

Un bacio a tutti voi,

Nefetite


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Capitolo 4
*** Una piacevole sorpresa ***


Una piacevole sorpresa




Mi sveglio di soprassalto.

Una sensazione sgradevole mi stringe un nodo in gola. Mi sento come in trappola.

Mi stropiccio gli occhi e faccio un sospiro profondo.

Non ha nessun senso che io mi senta così, ogni maledetta mattina, al ricordo estremamente petulante di Malfoy! E delle sue parole…

Sbuffo sonoramente alzandomi dal letto con l’intenzione di farmi una bella doccia rinfrescante per togliermi dalla testa quell’immagine odiosa e quelle parole irritanti.

Gli occhi mi cadono sul calendario.

Cazzo!

L’invito della Mc Granitt era proprio per oggi.

No! Non ho nessuna intenzione di andarci!

Già immagino le occhiatine indiscrete e tutt’altro che nascoste, l’imbarazzo generale nel rivedermi dopo tanto tempo e senza motivazioni plausibili se non la stessa e irritante teoria della commiserazione, le domande insistenti a cui non voglio rispondere, le battutine sussurrate alle orecchie… lo sguardo deluso di Ron e Hermione, e quello compassionevole degli altri…

No, non ce la faccio! Non posso andare a quella stramaledettissima festa, rimpatriata o riunione che sia! È più di quanto riuscirei a sopportare!

Basta!

Chiudo qui i miei pensieri, e senza altri stupidi indugi mi dirigo in bagno con tutta l’intenzione di farmi quella cavolo di doccia e non pensare più a niente.

Quando esco mi avvolgo un asciugamano in vita e andando in camera mi volto un attimo verso lo specchio che riflette la mia figura con estrema crudeltà.

Mi sfugge uno sguardo alle cicatrici, alla cicatrice, ma mi giro immediatamente e me ne vado di là.

Non appena mi butto sul letto tiro un altro sospiro profondo per rilassarmi e proprio in quel momento percepisco un odore diverso nell’aria… muschiato direi…

Eh?

Mi tiro su di scatto e davanti alla porta della mia camera mi ritrovo la figura di Malfoy Jr. in tutto il suo splendore.

-Che diavolo?!-

Scatto in piedi in un secondo e quasi mi dimentico dell’asciugamano che nel frattempo è scivolato giù, anche se di poco, lungo i fianchi.

-Buongiorno, Potter! Noto con piacere che sei già sveglio e lavato! Un sollievo, in effetti! Non avrei voluto assistere alle tue imprecazioni di prima mattina, se avessi dovuto buttarti giù dal letto personalmente o, peggio, se avessi dovuto spogliarti e obbligarti a fare una doccia!-

Ok… sono calmo…

Decisamente gli ultimi giorni non sono stati tra i più belli e tranquilli della mia vita, ma non sarà di certo questa insignificante, lurida, impicciona e, maledizione, sempre assolutamente ed estremamente sexy di una serpe A FARMI PERDERE LE STAFFE!

-Che.Cosa.Ci.Fai.Qui- scandisco molto lentamente e prendendo più aria possibile nei polmoni per cercare di non urlare.

-Beh, Potter, non pensavi realmente che la Mc Granitt lasciasse davvero al caso o, peggio, a te la facoltà di scegliere se venire o meno stasera?-

Fa una pausa fissandomi con esasperazione quasi aspettandosi una mia risposta positiva, poi aggiunge –Forza, abbiamo un bel po’ di lavoro da fare, oggi, io e te!-

Ok… sono ancora, decisamente CALMO

-Malfoy… forse non hai notato che è MATTINA, e quella roba a cui dovrei partecipare sarà STASERA!-

-Potter, non è che dovresti partecipare. Io sono qui perché tu parteciperai a quella roba. Punto. E si da il caso che so benissimo che ore siano-

-E dimmi, Malfoy, non è che per caso ti è passato per la testa che forse oggi io debba lavorare?-

-Oh certo, Potter, ma si da sempre il caso che io abbia un cervello funzionante, al contrario del tuo, per cui mi sono informato preventivamente, per cui so che oggi effettivamente tu non devi lavorare. Per cui rassegnati! Passerai la tua giornata da un parrucchiere decente e poi in qualche negozio decente in cui potrai comprare dei vestiti decenti da indossare stasera, e magari anche qualcosa per i prossimi giorni-

Strano, mi viene da ridere! Sì sì, proprio da ridere, perché questo deve necessariamente essere uno scherzo di pessimo gusto! Sì sì, decisamente!

-Ok, Malfoy. Ora che hai fatto il tuo siparietto, puoi anche lasciarmi in pace!-

-Oh, mi dispiace informarti, Potter, che non era affatto un siparietto e, anche a costo di lanciarti un Imperius, tu oggi farai quello che ti dirò io- mi dice con un ghignetto divertito stampato sulla faccia.

-Forse non hai capito, Malfoy. Non ho nessuna intenzione né di fare acquisti, né di andare da un parrucchiere! E soprattutto non ho assolutamente l’intenzione di farlo con te!-

-Bene Potter, tanto meglio per me! Presentati alla festa come uno straccione, pieno di commiserazione, facendo pesare agli altri lo stato pietoso in cui sei stato in questi ultimi tre anni, a me non potrebbe importare di meno!- dice con tono indifferente.

Ma si capisce che è deluso e arrabbiato, e infondo ha ragione! Sono uno stupido! Quello che mi ha offerto è un giorno per svagarmi, per riprendermi dallo stato di apatia in cui sono caduto e per potermi presentare al meglio alla festa…

-Ok, ma niente parrucchiere- dico prima che possa smaterializzarsi.

Si ferma un attimo, così, di spalle, per soppesare le mie parole.

Poi si gira e con il ghigno più seducente e divertito allo stesso tempo, che io abbia mai visto, annuisce dicendo –Si può fare, Potter!- e dopo uno sguardo ai miei capelli, aggiunge con uno sguardo schifato -Almeno dimmi che cercherai di pettinarteli in un modo decente!-

-Ok, ci proverò- gli prometto con un lieve sorriso che mi sfugge dalle labbra.

-Smettila di fissarmi con quel sorriso da ebete, Potter, e datti una sistemata! Ti ricordo che dobbiamo uscire!-

-Ehi!- esclamo indignato.

-Dieci minuti, Potter! Non uno di più!- mi dice perentorio.

Oddio, sembra quasi Piton con quel tono e quella faccia…

-Che hai da ridacchiare, Potter? Ho detto dieci minuti! Anzi, per l’esattezza sono nove adesso!-

Sbuffo sonoramente e ad un suo sguardo affilato, rispondo, estremamente serio in viso -Certo professore! Agli ordini!- e poi scoppio a ridere senza riuscire più a trattenermi.

-Ridi, ridi pure, Potter, finché puoi- sibila richiudendosi la porta alle spalle per lasciarmi quei… sette? minuti di privacy per cambiarmi.

Infondo non sarà poi così male la giornata, se non la passeremo interamente ad insultarci e a mettere il muso!

Mi era mancato tanto…











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