Il fatidico giorno è arrivato.
Sono pronto. O lui o me.
Quando sono nato il mio destino era già scritto e per
adempierlo mi sono allenato in tutto questo tempo. E dopo più di sette anni
eccomi qui, pronto a combattere, a mettere fine a questa pazzia.
Che sia io o lui a morire non importa, voglio solo che
tutto questo finisca. E finirà anche se dovessi morire, perché Voldemort
avrebbe a che fare con il rancore di tutte le persone che mi sono state vicine,
che mi hanno voluto bene e alla fine vinceremmo comunque, ne sono sicuro.
L’importante è che non vengano più uccisi innocenti e
seminati terrore e distruzione ovunque. E se per questo devo morire, allora ben
venga. Non temo la morte se questa può ricongiungermi alle persone che più amo.
Sto qui davanti al fuoco da ore, ormai si è quasi
spento.
Il punto è che, anche con tutta la buona pazienza, non
riuscirei a dormire stanotte.
Non posso nascondere una certa ansia, credo sia
normale.
L’aspettativa degli ultimi sette anni, di tutta una
vita, di tutte le persone che sanno che domani è il giorno, si fa un po’ sentire.
Un rumore.
Mi giro a guardare. É Malfoy.
Strano, no? Ho sempre creduto, viziato e codardo come
lo immaginavo, che sarebbe diventato un Mangiamorte come suo padre e invece ha
avuto il coraggio di passare dalla nostra parte aiutando l’Ordine.
Molto più coraggio di chiunque altro fra noi che non
abbiamo dovuto scegliere di voltare le spalle a tutto ciò che ci era stato
insegnato, a tutti i valori e le comodità di avere qualcuno che ti appoggia.
Mi guarda un momento, poi si avvicina anche lui al
fuoco ormai spento e con un incantesimo ravviva le fiamme.
“Vuoi forse morire congelato per evitare di combattere
domani, Potter?”
Nonostante tutto, però, è sempre lo stesso.
“Ero solo sovrappensiero” gli rispondo tranquillo.
“Vuoi dartela a gambe, vero?” continua a provocarmi con
quel suo ghigno insolente.
“Vuoi smetterla! Non ho paura, non mi importa niente di
morire”
Anch’io in fondo sono un po’ lo stesso Potter di
allora, che reagisce alle sue piccatine.
“Se lo dici tu”
Lo osservo in silenzio. Non ha replicato. Non è da Malfoy.
Però è da Draco.
Ormai dovrei aver capito che è molto cambiato dalla
scuola. Non è più acido e arrogante come allora, anche se si diverte ancora a
provocarmi. È maturato, è diventato un uomo, come mostra il suo fisico
asciutto. Infatti non è più il ragazzo mingherlino e spigoloso di una volta.
Ora, nonostante sia ancora più alto e sempre molto magro, le sue spalle sono
più larghe, la sua muscolatura più definita e sul viso quella sua espressione
altezzosa e sprezzante ha lasciato il posto ad una più matura e riflessiva,
anche se continua a mostrare quel suo ghigno misterioso e al tempo stesso
seducente ogni volta che mi prende in giro.
Si scalda le mani sul fuoco. Delle mani che nonostante
tutto sono ancora ben curate.
I riflessi delle fiamme lo accendono di una luce calda.
Due ciocche sfuggite alla coda scendono più dorate che mai a incorniciare il
suo viso perfetto, i suoi occhi ghiaccio sembrano ribollire delle fiamme
riflesse e le sue labbra… le sue labbra sono più rosse che mai…
Dio, no! Non ancora quei pensieri!
Distolgo lo sguardo stanco, reggendomi il viso fra le
mani.
“Dovresti dormire un po’, Potter, non credi?” mi dice,
accorgendosi del mio lieve sospiro.
“Anche tu dovresti. Non sembra che tu abbia dormito
granché” gli dico, notando solo allora delle leggere occhiaie.
“No, infatti”
L’ha fatto di nuovo. Sembra quasi rassegnato stasera. E
forse proprio perché non sono abituato a vederlo così arrendevole cerco di
provocarlo.
“Come mai? Il grande Malfoy è agitato?” sogghigno
beffardo.
“Quante volte devo ancora ripeterti che non voglio mi
si chiami più così?”
“E quante volte ti ho detto di non chiamarmi Potter?”
“La storia è ben diversa e lo sai!”
“Si, ma il punto non cambia” rispondo con un lieve
sorriso.
“Sei insopportabile, Pot… Harry!” esclama in una
smorfia, trattenendosi dal sorridere anche lui.
Ho scoperto che se vuole sa essere anche dolce e
simpatico. A suo modo, ma può esserlo.
Mi viene in mente il broncio che mette su quando
qualcosa non gli va propriamente a genio, e mi viene da ridere, ma cerco di
trattenermi per quel che è possibile. Meglio non esagerare. Non vorrei
ritrovarmi con gli effetti di una fattura da un momento all’altro.
“Grazie, anche tu non sei niente male” rispondo, e non
appena mi rendo conto del doppio senso, arrossisco leggermente.
Cazzo! Possibile che non riesco proprio a formulare un
pensiero o una frase che non sia su quello… quello che provo!
“Grazie, Harry! Davvero non serve che tu mi faccia
certi complimenti, sono già consapevole della mia incredibile bellezza!”
afferma con uno dei suoi migliori ghigni maliziosi.
Adoro il mio nome sulle sue labbra!
“Io non… non intendevo quello!”
Ci mancava solo che iniziassi pure a balbettare come
una ragazzina innamorata!
“Davvero? Io pensavo che mi stessi facendo delle
avances, Harry!” dice con ironia.
Deglutisco rumorosamente. Non sa quanto ci è andato
vicino.
“Mi… mi dispiace non sei il mio tipo, Draco!” cerco di
rispondere con calma sottile, fallendo miseramente.
“Neanche tu, tranquillo! Anche se adesso come adesso
credo che potrei farmi chiunque! Questa guerra non lascia certo il tempo per
qualche rapporto interpersonale! Non vedo l’ora che tutto questo finisca…”
“Si… vedrai che domani potrai dire di essere ad un passo
dalla fine anche se io non dovessi riuscire a far fuori quell’essere!”
Il suo sguardo si abbassa. Sembra… preoccupato?
“Non dire cazzate, Harry, sono anni che ti prepari… Ce
la farai ad ucciderlo, a costo di dover stare lì a pararti il culo!” cerca di
sdrammatizzare, ma le parole escono in poco più che un sussurro.
Mi si stringe il cuore.
Maledizione, non devo illudermi!
Lui vuole soltanto che tutto questo finisca al più
presto, come tutti! Non centra niente la mia vita se non per il fatto che se
sopravvivo vorrà dire che la guerra sarà conclusa una volta per tutte!
Perché è venuto qua stasera? Non poteva starsene di là
a rimuginare o a dormire come tutti, invece
di venire qui a confondermi le idee dopo tanto sforzo per non pensare
alle sensazioni che mi suscita?
Ancora lo osservo in silenzio.
È bellissimo quando è assorto nei suoi pensieri.
È terribile pensare che potrei non vederlo mai più!
E di colpo sento una forte sensazione stringermi il
petto e mi rendo conto che nonostante tutto quello che mi sono sempre ripetuto,
e cioè che non mi importava di lasciare questo mondo sapendo che avrei potuto
rivedere le persone che più amo, non voglio più morire, perché c’è qualcuno che
amo più di tutte loro, ed è qui, vivo, vicino a me, e se morirò dovrò rinunciare
a lui.
Il mio sguardo deve rispecchiare quest’ansia nuova,
perché ad un tratto sento Draco rivolgersi a me.
“Che hai adesso, Potter?”
“Maledizione, ti ho detto di non chiamarmi così!” gli
urlo contro, quasi con le lacrime agli occhi.
Per un momento restiamo entrambi in silenzio,
perplessi.
Che diavolo mi è preso?
Non sono riuscito a controllarmi. Non è da me! Ma ogni
volta che mi chiama in quel modo sento il peso del passato che torna a
dividerci e mi sembra di perderlo sempre un po’ di più, e ho appena capito che
questa è l’ultima cosa che voglio.
“Che diavolo urli a quel modo! Si sveglieranno tutti!
Sei per caso impazzito?” mi rimprovera sorpreso.
Non mi ha mai visto perdere il controllo.
Ragazzina isterica, ragazzina isterica.
“Scusa, hai ragione. Non so cosa mi sia preso…”
Mi scruta quasi con sospetto. Studiandomi.
“Non credo che una reazione del genere derivi da
qualcosa che non sai, piuttosto il contrario!”
Ora cosa gli rispondo? Devo assolutamente inventarmi
qualcosa…
“In fondo… credo di essere un po’ agitato…”
Non è del tutto una bugia.
Un leggero sorriso malinconico affiora sul suo viso.
Non so se sono più sorpreso o ammaliato da quel gesto
così spontaneo che lo rende più umano e bello che mai.
“Se non ti avessi visto così afflitto per la morte di
Sirius o Silente avrei pensato che non fossi umano, uno di quegli eroi mitici senza macchia e senza paura!” dice quasi
ridendo all’ immagine di me in veste di troiano o che so io.
Sembra quasi come se tutto ciò lo rincuorasse.
Quel suo sorriso mi mette tenerezza, così spontaneo e
raro.
Metto su un
broncio da far invidia.
“Grazie!” dico ironico.
Mi guarda con uno sguardo tale da farmi sciogliere.
“È normale avere paura, è umano! E tu non fai
eccezione! Morirai quando sarà il tuo tempo, non avere fretta di raggiungere i
tuoi, avrai tutta l’eternità per starci insieme!” dice in tono pacato, poi aggiunge
scherzando “E poi se proprio ci tieni, potrei farti io questo piacere!”
Potrei farci l’abitudine nel chiacchierare abbastanza
tranquillamente e con leggerezza insieme a lui, ma non so se sono in grado di
abituarmi al suo modo così buffo di rassicurarmi.
“Credo proprio che dovrai rinunciare a quest’onore
perché non ho mai detto di avere fretta di raggiungerli!”
“Sembrava il contrario dalla tranquillità che ostentavi.
In ogni caso potrei decidere di essere clemente…”
Mi esce spontanea una smorfia.
“Comunque era solo il fatto di sentirmi in pace col mio
destino”
“E cos’è cambiato tutto d’un tratto?”
Merda! Mi sono fregato con le mie stesse mani!
Possibile che non riesca a ragionare quando c’è di
mezzo lui? E ora cosa gli rispondo? Perché
ho realizzato che ti avrei perso! Si, certo! E poi mi ammazza sul serio.
Lo vedo fissarmi con espressione interrogativa. Abbasso
lo sguardo. Che mi invento ora?
“Ho capito. Non c’è bisogno che mi rispondi se non
vuoi. Avrai avuto i tuoi buoni motivi…”
Sembra come deluso.
Stupido, stupido, stupido!
Non ne combino una giusta! Stavamo parlando così bene!
Ora penserà di essere stato invadente e non si sbilancerà più a tanto.
“Vado… vado a dormire un po’ finché posso” mi dice, e
fa per andarsene.
Se lo lascio andare sarà come perderlo, ma se lo fermo
cosa gli dico?
Senza riflettere oltre, lo afferro per una spalla.
“Non andare… mi dispiace…” sussurro rammaricato.
“Non devi dispiacerti. Non sei tenuto a dirmi tutto, ti
capisco…”
“No, non hai capito nulla, invece! Tu non centri
niente! Anzi, mi è… piaciuto molto parlare con te… stasera”
Si gira piano. Alza i suoi occhi sui miei.
I nostri sguardi si incatenano.
“Anche a me è piaciuto molto…”
Di colpo sento il suo profumo avvolgermi. Il suo
respiro è così vicino…
Ci fissiamo e sembra un attimo infinito e allo stesso
tempo inafferrabile.
Non
voglio che finisca. La mia mente ha appena formulato questo
pensiero che subito il mio corpo, istintivamente, cerca di porvi rimedio
rendendo questo momento più concreto e tangibile.
Non appena me ne rendo conto l’unica cosa che penso è
che me ne pentirò. Ma non faccio nulla per evitarlo, e lo bacio.
Sfioro la sua bocca con la mia. Le sue labbra sono
morbide e calde, invitanti. Le assaggio. Passo la mia lingua a definirne il
contorno, per poi mordicchiarle un po’ e ancora leccarle. Afferro Draco per la
nuca con l’intento di approfondire il bacio e di colpo mi rendo conto che le
sue braccia mi cingono la vita e la sua lingua spinge fra le mie labbra per
avere libero accesso alla mia bocca in un bacio ancora più intenso. La succhio
con avidità per poi lasciarla entrare. E qui, le nostre lingue si incontrano
ancora e ancora in una dolce e sensuale danza finché, a corto d’ossigeno, non
siamo costretti a dividerci.