Crash World

di Le Dive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Party Girl ***
Capitolo 3: *** I see your face in everything I do ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Crash World





"Il tomo che la Granger sta leggendo è talmente grande che se non avessi intravisto quei rovi che ha al posto dei capelli non l'avrei neanche riconosciuta!". Un gruppetto di Serpeverde del primo o del secondo anno scoppiò a ridere alla battuta della caposcuola Slytherin che fissava la moretta dall'altro lato della sala grande con occhi affilati.
"Eddai Pans, solo perchè ti ha battuto, di nuovo, nel test di Erbologia..." cercò di rabbonirla Draco che trovava estremamente stupida, ma al contempo impagabilmente divertente, la sfida silenziosa che si era instaurata negli ultimi anni tra i due maggiori cervelli di Hogwarts.
La moretta con fare altezzoso diede le spalle, senza degnarlo di una risposta, al principe delle serpi e intavolò un discorso sulle orrende scarpe che sfoggiava la Hamilton e sul pessimo gusto della Fayes che si ostinava a indossare quelle giacchette di flanella che le ricordavano molto sua nonna, con la GreenGrass.
Draco Malfoy rigirando gli occhi al cielo continuò a dedicarsi alla sua cena mentre ascoltava Zabini che sproloquiava, ciarliero come sempre, sull'inizio del campionato di quittditch.


Ginny Weasley fece il suo ingresso a cena correndo verso la sua migliore amica, col fiatone si lanciò sulla panca del tavolo rosso-oro tirando una gomitata a Dean Thomas che quasi si soffocò col pollo. "Herm!" quasi urlò per attirare l'attenzione della moretta che scompariva dietro ad un tomo dalle dimensioni spropositate. Gli occhi giada della Caposcuola si sollevarono sulla ragazzetta esagitata in preda a qualche strana convulsione che identificava vagamente come Ginny Weasley, alias sua migliore amica, alias portatrice di guai quando in queste condizioni. Sollevò un sopracciglio invitandola a proseguire. "Dio ti prego dimmi che sai dove ho messo i miei stivali di pelle di Drago! Mi servono assolutamente!". Rigirando gli occhi al cielo la Granger si esibì in un sbuffo plateale. "Hai provato con un incantesimo di appello?". "Sul serio mi credi così stupida? Guarda che non ho ancora raggiunto i livelli dei gorilla!". Esclamò la rossa accennando col capo a Tiger e Goyle che si stavano litigando l'ultima coscia di pollo tre tavoli più in là. Incrociarono lo sguardo della GreenGrass e immediatamente dopo quello del Carlino, la rossa molto poco finemente sollevò il medio nella loro direzione. "Stronze! Stamattina nei sotterranei mi hanno lanciato un incantesimo da taglio sulla tracolla nuova, e come se non bastasse in quel momento è passato l'untuoso che mi ha tolto dieci punti perchè tutta la mia roba sul pavimento intralciava l'ingresso alla sua aula schifosa!". La regina Griffondor scoppiò a ridere delle disgrazie della rossa trascinandola via verso i dormitori prima che decidesse di andare a fare due chiacchiere con le arpie dall'altro lato della sala.


"Come osa quella piattola pel di carota!". S'indignò la GreenGrass sbattendo un pugno sul tavolo. "Le bruceranno ancora i dieci punti persi stamattina". Ghignò la Parkinson cogliendo nel segno. La bionda al suo fianco sorrise divertita al ricordo del loro magistrale lampo di genio mattutino. "Voi due quando vi ci mettete riuscite ad essere anche peggio di Draco". S'intromise Zabini depositando un bacio sulla base del collo della sua ragazza mentre la GreenGrass distoglieva lo sguardo con una fitta allo stomaco. La caposcuola fece girare un braccio attorno al collo del moro mentre si esibivano in un bacio appassionato. Daphne si versò del succo di zucca nel calice antistante e con un colpo di bacchetta lo trasformò in FireWiski. Con gli occhi fissi sul piatto di patate arrosto lo ingollò tutto d'un fiato annuendo distratta al congedo della sua migliore amica che se ne andava mano nella mano con Zabini. Solo quando i due scomparirono oltre il grande portone di quercia si permise di abbandonare la posa rigida afflosciandosi sulla panca con un sospiro. Sollevando i suoi occhi blu finì per incrociarne un paio di freddi e grigi che la guardavano a metà tra il divertimento e la pena. Poi la voce suadente del proprietario di quegli occhi la interpellò poggiandole una mano sulla coscia "Se vuoi posso consolarti io".


Ginny Weasley spalancò la porta del dormitorio del sesto anno precedendo la Granger che si buttò sul letto della rossa, non prima però di aver spostato il contenuto dell'intero baule che era stato gettato alla rinfusa sul copriletto alla ricerca degli fantomatici stivali. "A questo punto credo di averli lasciati a casa dei Corvi l'altra settimana!". Esclamò la Weasley sconfitta accendendo con un colpo di bacchetta la radio sopra alla scrivania. "Ma non puoi metterti qualcos'altro? Oppure chiederli in prestito a Lavanda, so che ne ha un paio di simili ai tuoi!". "Piuttosto vado da Hagrid e gli chiedo un ripasso completo sugli schiopodi sparacoda!". Sospirando trafficò col portasigarette di ceramica e si buttò a fianco della mora. "Eddai Herm, accompagnami! Solo stavolta! Non vieni mai con me!". Maledicendo l'insistenza della ragazzetta Hermione sorrise sconfitta, infondo era da mesi che non si concedeva una serata brava. "Solo perchè ormai me l'avrai chiesto almeno un miliardo di volte e non penso che mi lascerai in pace finchè non accetterò!".


Justin Finch, quinto anno Tassorosso, era appena scomparso dietro al quadro di un anonimo paessaggio della campagna inglese. Ginevra Weasley fece segno alla sua compagna di attendere qualche istante per frapporre qualche metro tra loro e il ragazzo. "Puzza da morire!". Sussurrò all'orecchio della mora come spiegazione. La caposcuola sbuffò trascinandola dietro al ritratto. "Non è meglio che tu storga il tuo nasino delicato per qualche minuto piuttosto che qualcuno ci becchi a quest'ora vestite così in mezzo a un corridoio che si trova dalla parte opposta alla nostra torre?". Rispose pratica mentre l'altra in risposta s'imbronciava.


Pansy Parkinson stava elegantemente seduta su un divanetto. La regina delle Serpi scrutava aristocraticamente la sala che poco alla volta si riempiva accogliendo i ragazzi di Hogsmead e quelli di Hogwarts che come ogni lunedì sera cercavano di allungare il weekend. Circondata dal caos che regnava sovrano a quei festini sembrava completamente estraniata e persa nei suoi pensieri. Gli occhi scuri vagavano distratti mentre una mano si tormentava il collo lasciato scoperto dai corti e lisci crini neri. "Qualcosa non va, Pans?" la interpellò la GreenGrass sedendole accanto e porgendole un bicchiere di BurroBirra. La ragazza non fece in tempo a rispondere distratta dalla bionda che soffocava mentre aspirava un tiro dalla sigaretta che ora usava per indicare l'ingresso. "Mio dio! Ma possibile che dobbiamo ritrovarcele dappertutto!". Sibilò furiosa lanciando occhiate sbieghe alle due Griffondor che avevano appena fatto il loro ingresso nel locale.


"Cazzo! Guardate la! Sono appena entrate le gambe chilometriche della Granger!". Esclamò Nott ingollando un generoso sorso e sbattendo il bicchiere vuoto al tavolo del bar. "Theo, che schifo, avrà pure delle gambe niente male ma stiamo pur sempre parlando della Granger!". Rispose Zabini storcendo il naso. "Certo che ogni volta che me la ritrovo a queste feste stento a riconoscerla". Nott annuì con decisione. "Sembra un'altra". Malfoy si avvicinò ai due con al braccio una ragazzetta, aveva l'aria annoiata mentre lei sembrava parlargli ininterrottamente da ore. Senza neanche interrompere la ragazza si rivolse ai due amici: "Di cosa parlate?". "Sono appena arrivate la Granger e la Weasley". Fece Nott con un cenno alle sue spalle. Malfoy alzò lo sguardo, le due Grifondoro sorseggiavano ridendo dai loro bicchieri mentre si intratenevano con due ragazzotti mai visti prima, probabilmente forestieri. Al solito la Granger aveva adoperato una magia sulla sua figura riuscendo a passare da algida bacchettona a ragazza quasi passabile, la Weasley invece come al solito attirava occhiate grazie alla gonna striminzita. Alzando un sopracciglio annoiato il principe delle serpi si allontanò con al braccio la ragazzetta.









Spazio autrici:

Bene diciamo che questo capitolo è un po' uno sguardo a 180 gradi sul mondo che andiamo a presentarvi, una serata di routine passando da un personaggio all'altro per fare un po' una carrellata dei protagonisti. Ma neanche tutti poi visto che per esempio non abbiamo nemmeno citato Harry e Ron! Dal prox promettiamo di non saltare più da una parte all'altra e di cominciare a muovere la storia. Baci. Le Dive

P.s. Mi faccio un po' di pubblicità occulta! Andate a leggere la mia ultima fic, è una Draco/Ginny ma secondo me merita. Star

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Capitolo 2
*** Party Girl ***


Da più di due ore Draco Malfoy se ne stava seduto a fissare la sala e i suoi occupanti. Pans di pessimo umore se ne era andata da un pezzo, trascinandosi dietro Zabini, Nott era scomparso chi sa dove e la piccola Daphne se ne stava a ciarlare in un angolo con la Bones. Con l'intento di attaccare bottone e chissà quali vaneggiamenti nel cervello alcune ragazze dagli occhi luccicanti lo stavano infastidendo da abbastanza tempo per decidere che era arrivato il momento di tornare nei fidati sotterranei Slytherin, ma decisamente per lui quella non era la serata giusta. Stava infatti per alzarsi quando la sua attenzione venne totalmente catalizzata dal corpo flessuoso di una ragazza che ballava dandogli le spalle. Ballava con Nott, registrò.
Ad ipnotizzarlo non erano le gambe lunghissime, ne la camicietta scollata o la gonna corta, quello che lo rapiva era il movimento frenetico, sensuale e catalizzante che percorreva tutta la figura della giovane. Le mani che correvano lungo il suo corpo in una carezza continua finendo poi tra i capelli scuri nel tentativo di ravvivarli e di liberarsi dal caldo che sicuramente la opprimeva, le labbra schiuse in un sospiro eterno e gli occhi prima chiusi e un secondo dopo ridenti e maliziosi.
Estrasse dal portasigarette in oro l'ennesima sigaretta della serata e cominciò a espirare volute di fumo senza mai staccare gli occhi dalla ragazza. Non era affatto lucido, decisamente aveva esagerato con l'alchool quella sera, ma era quasi certo di averla già vista. Le luci colorate, la stanza buia e il fumo che ormai ricreava la nebbia mattutina del lago non gli permettevano però di distinguere perfettamente quel volto.


Hermione stava nel mezzo della pista, decisamente ubriaca, col cervello finalmente svuotato da tutto. L'unica cosa di cui ora le importava era la musica che altissima le distruggeva le orecchie e le faceva vibrare la cassa toracica. Seguiva il ritmo, il suono, ballava senza freni con l'unico intento di uscire dal suo corpo e fondersi con la musica stessa. I capelli fastidiosi ricadevano appiccicosi sul collo e lei disperatamente cercava di arginarli con le mani ma più si muoveva e ballava più si rendeva conto che era una battaglia impari. Davanti a lei Nott seguiva il suo ritmo e la accompagnava tra i suoni, probabilmente anche lui era ubriaco perchè altrimenti non si sarebbe mai avvicinato.


Il martedì mattina la colazione sembrava come al solito l'appello dei sopravvissuti alla grande guerra: la metà degli studenti che era riuscita a svegliarsi in tempo per fare colazione giaceva esausta ed insonne sulle panche con la testa poggiata alle grandi tavole o cercando di distinguere la tazza del caffè poggiata a pochi centimetri dal proprio naso. Draco Malfoy era di pessimo umore a causa di un fastidioso cerchio alla testa. Appena Nott prese posto davanti a lui infatti fece sobbalzare la tavolata sbattendo la tazza e puntandogli contro uno sguardo indisponente. "Che c'è?". Domandò il moro accigliato. "Quella che ballava con te ieri sera... chi era?". "Quella quale? Ho ballato con metà sala...". Ghignò strappando un sorriso a Zabini, ma poi se ne pentì vedendo che Malfoy quella mattina non era di molta pazienza. "Sul serio Draco... si più specifico". "Quella mora... carina". "Malfoy, ti sei fottuto il cervello?".


Mentre percorreva algido i corridoi che lo avrebbero condotto verso l'alula di Ruf l'erede dei Malfoy apprese che si, si era fottuto il cervello! Aveva passato tutto il resto della notte ipnotizzato a fissare quel corpo seducente contorcersi a ritmo di musica e come se non bastasse, una volta al riparo tra le coltri del suo letto, non era riuscito a chiudere occhio. Ogni volta infatti che lasciava scivolare le palpebre a celare le iridi chiare tornava prepotente quell'immagine ipnotizzante a tenerlo sveglio.


"Ginny, Merlino Santo, ti prego fermati!". La Weasley storse il naso rivolgendo l'attenzione alla sua migliore amica. "Perchè? Che c'è?". "C'è che stiamo cercando di preparare una pozione Corroborante, non un po' di Belladonna! Se ci butti i semi di papavero quel disgraziato che berrà questo intruglio come minimo finirà intossicato!". La rossa stizzita lanciò sul tappeto rosso il sacchettino con gli ingredienti. "Oh, al diavolo! Io non ho mai capito niente di pozioni e sicuramente non comincerò ora!" e sbuffando si lasciò cadere a terra vicino al piccolo calderone al centro della Sala Comune dei Grifoni. Allungando le gambe si esibì in uno sbadiglio annoiato. "Faremmo prima a portarlo dalla Chips!" disse pratica. La mora scosse il capo. "E poi come lo giustifichiamo il fatto che ha sfiorato il coma etilico?". La rossa si mise una mano sugli occhi e sconsolata sbuffò. "Paciock, il re degli idioti! Forse perfino peggio di Ron!".
Hermione ridendo lasciò la Sala Comune alla volta dell'aula di Ruf, storia della magia certo non l'attirava come prima ora ma era sicuramente meglio che avere pozioni o trasfigurazione! ...peccato che fosse coi Serpeverde.
Camminava svelta per non far tardi e si chiedeva che fine avessero fatto Ron ed Harry che non vedeva dalla cena della sera prima! Li trovò che uscivano dalla Sala Grande e gli corse incontro in uno slancio di affetto. Harry la prese al volo quasi perdendo l'equilibrio e Ron poi le lasciò un bacio a stampo sulle labbra piene.
"Santo Salazar! Risparmiateci queste scene!" la vocetta odiosa del Carlino fece scendere un brivido di indisponenza lungo la schiena della caposcuola Grifondoro. "Abbiamo appena fatto colazione, non vorrei dover vomitare!". Rincarò la GreenGrass.
"Perchè allora non tirate dritto invece di insudiciare l'aria con la vostra presenza?". La risposta di Harry arrivò precisa come da tradizione. "Potter e tu che ci fai qua? Il terzo in comodo? Mezzosangue non pensavo che avessi questo genere di gusti...". "Zabini perchè non taci? Credevo che fosse la Parkinson ad avere certe inclinazioni...". "Come osi Granger!" s'inalberò l'interpellata. "Mi sbaglio forse?" sorrise la mora.
La caposcuola Slytherin sfoderò la bacchetta. "Rimangiati quello che hai detto!". "Cos'hai Parkinson la verità ti rode? E tu Zabini che ne pensi? Perchè non provi a chiedere alla tua ragazza se vuole fare una cosa a tre con Goyle e Tiger?". Hermione sorrise, come al soliro Ron aveva tirato troppo la corda. "Stupeficium!" urlò indignata la Parkinson ma Harry era già pronto a innalzare un' incantesimo scudo. Nessuno però riuscì a fermare l'avanzata di Zabini che furioso afferrò Ron per il bavero della divisa e lo sbatte contro al muro. Dietro di lui Tiger e Goyle facevano srcocchiare le nocche con intenzioni poco salutari per la faccia di Ron. "Che diavolo succede qui! Zabini Weasley che intenzioni avete! Dieci punti in meno a testa e ringraziate il cielo che non vi metta in punizione!". La voce della McGranitt arrivò a placare lo scontro e i due schieramenti proseguirono in silenzio fulminandosi fino all'alula di Ruf.


Storia della Magia era sicuramente la materia più inutile dopo Cura delle Creature Magiche. Malfoy se ne stava stravaccato sul banco con le braccia incrociate fissando a vuoto la finestra, ogni tanto spostava lo sguado all'interno dell'aula ma aveva avuto la sfiga di trovarsi seduti davanti Lenticchia e la Mezzosangue che si lanciavano occhiate somachevolmente smileate e quindi tornava immediatamente a dedicarsi alla finestra. L'immagine che ormai lo tormentava ininterrottamente da ore riapparì davanti ai suoi occhi facendolo sospirare esasperato. Sbattè le palpebre nella speranza di liberarsene producendo lo strano effetto ottico di sovrapporre la ragazza della festa con la chioma semi crespa della Granger. Draco Malfoy quasi cadde dalla sedia apprendendo quella scioccante verità. Era lei! Era la stessa ragazza che non gli aveva fatto chiudere occhio tutta la notte! Furibondo con se stesso si alzò e sotto lo sguardo sorpreso dei compagni e del professore lasciò la stanza senza proferire una parola.           


Confess you look at her
Confess you'd like to be with her
Confess you look at her
Confess you'd like to be with her
Confess!
Confess you look at her

--Act Fast - Fashon Party--

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Capitolo 3
*** I see your face in everything I do ***


Snervante. Draco Malfoy e chi gli stava intorno era arrivato al limite della sopportazione. Le serpi ancora non erano insorte contro il loro principe per semplice timore delle conseguenze della loro ribellione, ma potete star certi che se si fosse trattato di qualcun altro non avrebbero avuto pietà.
Tutti a Slyhterin avevano capito che il biondo rampollo aveva qualche cosa che lo infastidiva, lo infastidiva terribilmente, ma nessuno riusciva a spiegarsi perchè la cosa durasse ormai da più di una settimana, dal martedì precedente per la precisione. Solitamente Draco Malfoy quando aveva un problema trovava il modo di risolverlo, trovava chi lo risolvesse al posto suo o più semplicemente, invece di risolverlo, eliminava il problema. Questa volta invece non solo la faccenda si protraeva a lungo ma addirittura l'umore dell'interessato invece che migliorare peggiorava giorno dopo giorno e, quando Zabini e Nott avevano provato a informarsi sulle cause del pessimo umore del Caposcuola, quello aveva perso le staffe sfasciando il dormitorio.


La campana anche per quel giorno decretò la fine delle lezioni mattutine. Malfoy raccolse la borsa e si affrettò verso la Sala Grande, senza aspettare i compagni, con l'intenzione di raggiungerla al più presto. I corridoi cominciavano ad affollarsi e lui al solito li percorreva senza guardare in faccia nessuno, padrone del castello, mentre gli altri si scansavano per farlo passare. Raggiunta la Sala Grande prese posto al tavolo di Slytherin notando che era ancora deserto. Affamato cominciò il suo pranzo sperando di riuscire a mangiare qualcosa prima che arrivasse lei. Da quando il martedì precedente aveva individuato nella Granger la ragazza della festa ogni volta che la vedeva montava in lui una rabbia cieca che gli chiudeva lo stomaco e lo costringeva ad abbandonare la sala prima di cominciare a spaccare qualcosa. La rabbia che lo attanagliava era rivolta contro se stesso perchè nonostante avesse sempre disdegnato Mezzosangue, Griffondor e in particolare la cricca di Potter lui continuava a sognarsi quella ragazza che ballava in modo seducente tra le luci colorate della pista. Sapere che lei e la Granger erano la stessa persona lo disgustava. Sapere di non riuscire a non pensare a lei lo disgustava oltremodo.
Quasi soffocò deglutendo un sorso di IdroMele quando il Trio dei Miracoli fece il suo ingresso in sala. Lei camminava a braccetto con Lenticchia mentre entrambi ridevano di qualche stronzata appena uscita dalla fogna di Potter. Seccato si alzò e prese la via della porta.


"Ehi Draco!" esclamò la Parkinson appena fuori della Sala Grande "Già te ne vai?". "Non lo vedi da sola?" rispose brusco il biondo. "Ma hai mangiato qualcosa?". "Perchè non ti fai gli affari tuoi GreenGrass?". Il gruppetto di Slytherin del settimo anno guardò accigliato il Caposcuola che senza degnarli di un'altra occhiata stava scomparendo verso i sotterranei. "Malfoy!" il biondo si fermò senza voltarsi. "Piton ha detto che se non ti fai vedere nemmeno oggi, Slytherin o no, finisci dal preside...". Lo informò Nott. Malfoy senza rispondere riprese per la sua strada. "Vorrei sapere che diavolo gli prende!".   


Girato l'angolo il biondo sferrò un calcio ad un'armatura arrugginita che decorava il freddo muro dei sotterranei. Sospirando s'impose calma e, passandosi una mano tra i capelli, cominciò a prepararsi psicologicamente alle due seguenti ore.


Pozioni: Griffondor e Slytherin. Queste quattro parole fino alla settimana prima per lui egualevano all'autentico piacere di vedere i rosso-oro tartassati dalle frecciatine di Piton, ora invece gli sembravano un calvario.
Cercava di concentrarsi il più possibile sulla pozione restringente che stava preparando sforzandosi di ignorare il resto della classe, specialmente il lato Grifondor, e di non alzare il naso dal calderone. Purtroppo era una pozione estremamente semplice che non richiedeva molto impegno nella preparazione. Un sibilo fastidioso lo costrinse ad alzare per la prima volta gli occhi sul lato del fronte nemico, il calderone di Paciock stava per fondere. Di nuovo.
Alzando gli occhi al cielo fece per tornare alla sua pozione quando la Granger si alzò di fretta dal suo banco per andare a gettare una manciata di code di rospo nel calderone di Paciock. "Signorina Granger! Chi le ha dato il permesso di alzarsi? Dieci punti in meno a Grifondoro!" la voce strascicata di Piton lo ragiunse seguita dai sogghigni delle serpi. "E inoltre chi l'ha autorizzata ad aiutare questo incompetente?". La Mezzosangue rassegnata si morse un labbro per la rabbia cercando di trattenere qualche risposta velenosa che le stava sicuramente per uscire di bocca. "Sono altri dieci punti, Miss Granger!" e stavolta nella voce del professore si poteva chiaramente distinguere il tono beffardo. "In quanto a lei Paciock!". Ma Draco non seppe mai quale punizione sarebbe toccata all'impiastro Griffondor perchè si ritrovò improvvisamente a fissare quelle labbra che impallidivano lì dove i denti candidi le martoriavano. La bocca della Mezzosangue, notò, era a forma di cuore e sembrava deliziosamente morbida.
Sobbalzando e risquotendosi immediatamente da questo pensiero gettò adirato una manciata di polvere coagulante nel calderone che cominciò a fischiare terribilmente.


"Draco, Merlino, si può sapere come diavolo hai fatto a far fondere il calderone?" la voce da tenore di Nott lo distolse dal piatto ricolmo di cibo, nemmeno quella sera riusciva a ingoiare niente. "Insomma, tu..." proseguì la serpe. "In effetti anch'io comincio a preoccuparmi, si può sapere che ti succede?" ed ecco la Parkinson che tornava alla carica. Sollevò lo sguardo dal piatto e incrociò gli occhi attenti di Zabini che, ne era certo, lo stava tenendo d'occhio da tutta la sera. "Non hai fame?" gli chiese quello accennando al suo piatto martoriato. Appunto. "Sono stanco vado a dormire". Disse alzandosi senza rispondere a nessuno dei tre.
Dirigendosi verso la porta non riuscì a trattenere lo sguardo che cadde sul Magico Trio, lei rideva, la bocca piena e rossa distesa in un sorriso allegro. Una mano corse a ravvivare i capelli mori, con la luce della Sala Grande quei crini assumevano strani riflessi dorati e non sembravano così crespi dopo tutto.





The day, the night, to me are just the same
I see your face, it burns me like a flame
And there's something I've got to say
Yes it's making me feel this way
Don't you know that I'm going crazy
Over you

One look, a smile, is all you've got to do
I see your face in everything I do

--Barclay James Harvest: Crazy--








Note delle Autrici:

LiliBlack:
Devo confessarti che nemmeno io ho idea di chi diavolo siano gli Act Fast, quella che abiamo citato è una canzone che ci ha passato un caro amico. Mi informerò e, se vuoi, saprò dirti di più. Light

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