Crash World di Le Dive (/viewuser.php?uid=46784)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Party Girl ***
Capitolo 3: *** I see your face in everything I do ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Crash
World
"Il tomo che la Granger sta
leggendo è talmente grande che se non avessi intravisto quei
rovi che ha al posto dei capelli non l'avrei neanche riconosciuta!". Un
gruppetto di Serpeverde del primo o del secondo anno scoppiò
a ridere alla battuta della caposcuola Slytherin che fissava la moretta
dall'altro lato della sala grande con occhi affilati.
"Eddai Pans, solo
perchè ti ha battuto, di
nuovo, nel test di Erbologia..." cercò di
rabbonirla Draco che trovava estremamente stupida, ma al contempo
impagabilmente divertente, la sfida silenziosa che si era instaurata
negli ultimi anni tra i due maggiori cervelli di Hogwarts.
La moretta con fare
altezzoso diede le spalle, senza degnarlo di una risposta, al principe
delle serpi e intavolò un discorso sulle orrende scarpe che
sfoggiava la Hamilton e sul pessimo gusto della Fayes che si ostinava a
indossare quelle giacchette di flanella che le ricordavano molto sua
nonna, con la GreenGrass.
Draco Malfoy rigirando
gli occhi al cielo continuò a dedicarsi alla sua cena mentre
ascoltava Zabini che sproloquiava, ciarliero come sempre, sull'inizio
del campionato di quittditch.
Ginny Weasley fece il
suo ingresso a cena correndo verso la sua migliore amica, col fiatone
si lanciò sulla panca del tavolo rosso-oro tirando una
gomitata a Dean Thomas che quasi si soffocò col pollo.
"Herm!" quasi urlò per attirare l'attenzione della moretta
che scompariva dietro ad un tomo dalle dimensioni spropositate. Gli
occhi giada della Caposcuola si sollevarono sulla ragazzetta esagitata
in preda a qualche strana convulsione che identificava vagamente come
Ginny Weasley, alias sua migliore amica, alias portatrice di guai
quando in queste condizioni. Sollevò un sopracciglio
invitandola a proseguire. "Dio ti prego dimmi che sai dove ho messo i
miei stivali di pelle di Drago! Mi servono assolutamente!". Rigirando
gli occhi al cielo la Granger si esibì in un sbuffo
plateale. "Hai provato con un incantesimo di appello?". "Sul serio mi
credi così stupida? Guarda che non ho ancora raggiunto i
livelli dei gorilla!". Esclamò la rossa accennando col capo
a Tiger e Goyle che si stavano litigando l'ultima coscia di pollo tre
tavoli più in là. Incrociarono lo sguardo della
GreenGrass e immediatamente dopo quello del Carlino, la rossa molto
poco finemente sollevò il medio nella loro direzione.
"Stronze! Stamattina nei sotterranei mi hanno lanciato un incantesimo
da taglio sulla tracolla nuova, e come se non bastasse in quel momento
è passato l'untuoso che mi ha tolto dieci punti
perchè tutta la mia roba sul pavimento intralciava
l'ingresso alla sua aula schifosa!". La regina Griffondor
scoppiò a ridere delle disgrazie della rossa trascinandola
via verso i dormitori prima che decidesse di andare a fare due
chiacchiere con le arpie dall'altro lato della sala.
"Come osa quella
piattola pel di carota!". S'indignò la GreenGrass sbattendo
un pugno sul tavolo. "Le bruceranno ancora i dieci punti persi
stamattina". Ghignò la Parkinson cogliendo nel segno. La
bionda al suo fianco sorrise divertita al ricordo del loro magistrale
lampo di genio mattutino. "Voi due quando vi ci mettete riuscite ad
essere anche peggio di Draco". S'intromise Zabini depositando un bacio
sulla base del collo della sua ragazza mentre la GreenGrass distoglieva
lo sguardo con una fitta allo stomaco. La caposcuola fece girare un
braccio attorno al collo del moro mentre si esibivano in un bacio
appassionato. Daphne si versò del succo di zucca nel calice
antistante e con un colpo di bacchetta lo trasformò in
FireWiski. Con gli occhi fissi sul piatto di patate arrosto lo
ingollò tutto d'un fiato annuendo distratta al congedo della
sua migliore amica che se ne andava mano nella mano con Zabini. Solo
quando i due scomparirono oltre il grande portone di quercia si permise
di abbandonare la posa rigida afflosciandosi sulla panca con un
sospiro. Sollevando i suoi occhi blu finì per incrociarne un
paio di freddi e grigi che la guardavano a metà tra il
divertimento e la pena. Poi la voce suadente del proprietario di quegli
occhi la interpellò poggiandole una mano sulla coscia "Se
vuoi posso consolarti io".
Ginny Weasley
spalancò la porta del dormitorio del sesto anno precedendo
la Granger che si buttò sul letto della rossa, non prima
però di aver spostato il contenuto dell'intero baule che era
stato gettato alla rinfusa sul copriletto alla ricerca degli
fantomatici stivali. "A questo punto credo di averli lasciati a casa
dei Corvi l'altra settimana!". Esclamò la Weasley sconfitta
accendendo con un colpo di bacchetta la radio sopra alla scrivania. "Ma
non puoi metterti qualcos'altro? Oppure chiederli in prestito a
Lavanda, so che ne ha un paio di simili ai tuoi!". "Piuttosto vado da
Hagrid e gli chiedo un ripasso completo sugli schiopodi sparacoda!".
Sospirando trafficò col portasigarette di ceramica e si
buttò a fianco della mora. "Eddai Herm, accompagnami! Solo
stavolta! Non vieni mai con me!". Maledicendo l'insistenza della
ragazzetta Hermione sorrise sconfitta, infondo era da mesi che non si
concedeva una serata brava. "Solo perchè ormai me l'avrai
chiesto almeno un miliardo di volte e non penso che mi lascerai in pace
finchè non accetterò!".
Justin Finch, quinto
anno Tassorosso, era appena scomparso dietro al quadro di un anonimo
paessaggio della campagna inglese. Ginevra Weasley fece segno alla sua
compagna di attendere qualche istante per frapporre qualche metro tra
loro e il ragazzo. "Puzza da morire!". Sussurrò all'orecchio
della mora come spiegazione. La caposcuola sbuffò
trascinandola dietro al ritratto. "Non è meglio che tu
storga il tuo nasino delicato per qualche minuto piuttosto che qualcuno
ci becchi a quest'ora vestite così in mezzo a un corridoio
che si trova dalla parte opposta alla nostra torre?". Rispose pratica
mentre l'altra in risposta s'imbronciava.
Pansy Parkinson stava
elegantemente seduta su un divanetto. La regina delle Serpi scrutava
aristocraticamente la sala che poco alla volta si riempiva accogliendo
i ragazzi di Hogsmead e quelli di Hogwarts che come ogni
lunedì sera cercavano di allungare il weekend. Circondata
dal caos che regnava sovrano a quei festini sembrava completamente
estraniata e persa nei suoi pensieri. Gli occhi scuri vagavano
distratti mentre una mano si tormentava il collo lasciato scoperto dai
corti e lisci crini neri. "Qualcosa non va, Pans?" la
interpellò la GreenGrass sedendole accanto e porgendole un
bicchiere di BurroBirra. La ragazza non fece in tempo a rispondere
distratta dalla bionda che soffocava mentre aspirava un tiro dalla
sigaretta che ora usava per indicare l'ingresso. "Mio dio! Ma possibile
che dobbiamo ritrovarcele dappertutto!". Sibilò furiosa
lanciando occhiate sbieghe alle due Griffondor che avevano appena fatto
il loro ingresso nel locale.
"Cazzo! Guardate la!
Sono appena entrate le gambe chilometriche della Granger!".
Esclamò Nott ingollando un generoso sorso e sbattendo il
bicchiere vuoto al tavolo del bar. "Theo, che schifo, avrà
pure delle gambe niente male ma stiamo pur sempre parlando della
Granger!". Rispose Zabini storcendo il naso. "Certo che ogni volta che
me la ritrovo a queste feste stento a riconoscerla". Nott
annuì con decisione. "Sembra un'altra". Malfoy si
avvicinò ai due con al braccio una ragazzetta, aveva l'aria
annoiata mentre lei sembrava parlargli ininterrottamente da ore. Senza
neanche interrompere la ragazza si rivolse ai due amici: "Di cosa
parlate?". "Sono appena arrivate la Granger e la Weasley". Fece Nott
con un cenno alle sue spalle. Malfoy alzò lo sguardo, le due
Grifondoro sorseggiavano ridendo dai loro bicchieri mentre si
intratenevano con due ragazzotti mai visti prima, probabilmente
forestieri. Al solito la Granger aveva adoperato una magia sulla sua
figura riuscendo a passare da algida bacchettona a ragazza quasi
passabile, la Weasley invece come al solito attirava occhiate grazie
alla gonna striminzita. Alzando un sopracciglio annoiato il principe
delle serpi si allontanò con al braccio la ragazzetta.
Spazio
autrici:
Bene diciamo che questo
capitolo è un po' uno sguardo a 180 gradi sul mondo che
andiamo a presentarvi, una serata di routine passando da un personaggio
all'altro per fare un po' una carrellata dei protagonisti. Ma neanche
tutti poi visto che per esempio non abbiamo nemmeno citato Harry e Ron!
Dal prox promettiamo di non saltare più da una parte
all'altra e di cominciare a muovere la storia. Baci. Le Dive
P.s. Mi
faccio un po' di pubblicità occulta! Andate a leggere la mia
ultima
fic,
è una Draco/Ginny ma secondo me merita. Star
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Party Girl ***
Da più di due ore
Draco Malfoy se ne stava seduto a fissare la sala e i suoi occupanti.
Pans di pessimo umore se ne era andata da un pezzo, trascinandosi
dietro Zabini, Nott era scomparso chi sa dove e la piccola Daphne se ne
stava a ciarlare in un angolo con la Bones. Con l'intento di attaccare
bottone e chissà quali vaneggiamenti nel cervello alcune
ragazze dagli occhi luccicanti lo stavano infastidendo da abbastanza
tempo per decidere che era arrivato il momento di tornare nei fidati
sotterranei Slytherin, ma decisamente per lui quella non era la serata
giusta. Stava infatti per alzarsi quando la sua attenzione venne
totalmente catalizzata dal corpo flessuoso di una ragazza che ballava
dandogli le spalle. Ballava con Nott, registrò.
Ad ipnotizzarlo non
erano le gambe lunghissime, ne la camicietta scollata o la gonna corta,
quello che lo rapiva era il movimento frenetico, sensuale e
catalizzante che percorreva tutta la figura della giovane. Le mani che
correvano lungo il suo corpo in una carezza continua finendo poi tra i
capelli scuri nel tentativo di ravvivarli e di liberarsi dal caldo che
sicuramente la opprimeva, le labbra schiuse in un sospiro eterno e gli
occhi prima chiusi e un secondo dopo ridenti e maliziosi.
Estrasse dal
portasigarette in oro l'ennesima sigaretta della serata e
cominciò a espirare volute di fumo senza mai staccare gli
occhi dalla ragazza. Non era affatto lucido, decisamente aveva
esagerato con l'alchool quella sera, ma era quasi certo di averla
già vista. Le luci colorate, la stanza buia e il fumo che
ormai ricreava la nebbia mattutina del lago non gli permettevano
però di distinguere perfettamente quel volto.
Hermione stava nel
mezzo della pista, decisamente ubriaca, col cervello finalmente
svuotato da tutto. L'unica cosa di cui ora le importava era la musica
che altissima le distruggeva le orecchie e le faceva vibrare la cassa
toracica. Seguiva il ritmo, il suono, ballava senza freni con l'unico
intento di uscire dal suo corpo e fondersi con la musica stessa. I
capelli fastidiosi ricadevano appiccicosi sul collo e lei
disperatamente cercava di arginarli con le mani ma più si
muoveva e ballava più si rendeva conto che era una battaglia
impari. Davanti a lei Nott seguiva il suo ritmo e la accompagnava tra i
suoni, probabilmente anche lui era ubriaco perchè altrimenti
non si sarebbe mai avvicinato.
Il martedì
mattina la colazione sembrava come al solito l'appello dei
sopravvissuti alla grande guerra: la metà degli studenti che
era riuscita a svegliarsi in tempo per fare colazione giaceva esausta
ed insonne sulle panche con la testa poggiata alle grandi tavole o
cercando di distinguere la tazza del caffè poggiata a pochi
centimetri dal proprio naso. Draco Malfoy era di pessimo umore a causa
di un fastidioso cerchio alla testa. Appena Nott prese posto davanti a
lui infatti fece sobbalzare la tavolata sbattendo la tazza e
puntandogli contro uno sguardo indisponente. "Che c'è?".
Domandò il moro accigliato. "Quella che ballava con te ieri
sera... chi era?". "Quella quale? Ho ballato con metà
sala...". Ghignò strappando un sorriso a Zabini, ma poi se
ne pentì vedendo che Malfoy quella mattina non era di molta
pazienza. "Sul serio Draco... si più specifico". "Quella
mora... carina". "Malfoy, ti sei fottuto il cervello?".
Mentre percorreva
algido i corridoi che lo avrebbero condotto verso l'alula di Ruf
l'erede dei Malfoy apprese che si, si era fottuto il cervello! Aveva
passato tutto il resto della notte ipnotizzato a fissare quel corpo
seducente contorcersi a ritmo di musica e come se non bastasse, una
volta al riparo tra le coltri del suo letto, non era riuscito a
chiudere occhio. Ogni volta infatti che lasciava scivolare le palpebre
a celare le iridi chiare tornava prepotente quell'immagine ipnotizzante
a tenerlo sveglio.
"Ginny, Merlino Santo,
ti prego fermati!". La Weasley storse il naso rivolgendo l'attenzione
alla sua migliore amica. "Perchè? Che c'è?".
"C'è che stiamo cercando di preparare una pozione
Corroborante, non un po' di Belladonna! Se ci butti i semi di papavero
quel disgraziato che berrà questo intruglio come minimo
finirà intossicato!". La rossa stizzita lanciò
sul tappeto rosso il sacchettino con gli ingredienti. "Oh, al diavolo!
Io non ho mai capito niente di pozioni e sicuramente non
comincerò ora!" e sbuffando si lasciò cadere a
terra vicino al piccolo calderone al centro della Sala Comune dei
Grifoni. Allungando le gambe si esibì in uno sbadiglio
annoiato. "Faremmo prima a portarlo dalla Chips!" disse pratica. La
mora scosse il capo. "E poi come lo giustifichiamo il fatto che ha
sfiorato il coma etilico?". La rossa si mise una mano sugli occhi e
sconsolata sbuffò. "Paciock, il re degli idioti! Forse
perfino peggio di Ron!".
Hermione ridendo
lasciò la Sala Comune alla volta dell'aula di Ruf, storia
della magia certo non l'attirava come prima ora ma era sicuramente
meglio che avere pozioni o trasfigurazione! ...peccato che fosse coi
Serpeverde.
Camminava svelta per
non far tardi e si chiedeva che fine avessero fatto Ron ed Harry che
non vedeva dalla cena della sera prima! Li trovò che
uscivano dalla Sala Grande e gli corse incontro in uno slancio di
affetto. Harry la prese al volo quasi perdendo l'equilibrio e Ron poi
le lasciò un bacio a stampo sulle labbra piene.
"Santo Salazar!
Risparmiateci queste scene!" la vocetta odiosa del Carlino fece
scendere un brivido di indisponenza lungo la schiena della caposcuola
Grifondoro. "Abbiamo appena fatto colazione, non vorrei dover
vomitare!". Rincarò la GreenGrass.
"Perchè
allora non tirate dritto invece di insudiciare l'aria con la vostra
presenza?". La risposta di Harry arrivò precisa come da
tradizione. "Potter e tu che ci fai qua? Il terzo in comodo?
Mezzosangue non pensavo che avessi questo genere di gusti...". "Zabini
perchè non taci? Credevo che fosse la Parkinson ad avere
certe inclinazioni...". "Come osi Granger!" s'inalberò
l'interpellata. "Mi sbaglio forse?" sorrise la mora.
La caposcuola Slytherin
sfoderò la bacchetta. "Rimangiati quello che hai detto!".
"Cos'hai Parkinson la verità ti rode? E tu Zabini che ne
pensi? Perchè non provi a chiedere alla tua ragazza se vuole
fare una cosa a tre con Goyle e Tiger?". Hermione sorrise, come al
soliro Ron aveva tirato troppo la corda. "Stupeficium!" urlò
indignata la Parkinson ma Harry era già pronto a innalzare
un' incantesimo scudo. Nessuno però riuscì a
fermare l'avanzata di Zabini che furioso afferrò Ron per il
bavero della divisa e lo sbatte contro al muro. Dietro di lui Tiger e
Goyle facevano srcocchiare le nocche con intenzioni poco salutari per
la faccia di Ron. "Che diavolo succede qui! Zabini Weasley che
intenzioni avete! Dieci punti in meno a testa e ringraziate il cielo
che non vi metta in punizione!". La voce della McGranitt
arrivò a placare lo scontro e i due schieramenti
proseguirono in silenzio fulminandosi fino all'alula di Ruf.
Storia della Magia era
sicuramente la materia più inutile dopo Cura delle Creature
Magiche. Malfoy se ne stava stravaccato sul banco con le braccia
incrociate fissando a vuoto la finestra, ogni tanto spostava lo sguado
all'interno dell'aula ma aveva avuto la sfiga di trovarsi seduti
davanti Lenticchia e la Mezzosangue che si lanciavano occhiate
somachevolmente smileate e quindi tornava immediatamente a dedicarsi
alla finestra. L'immagine che ormai lo tormentava ininterrottamente da
ore riapparì davanti ai suoi occhi facendolo sospirare
esasperato. Sbattè le palpebre nella speranza di liberarsene
producendo lo strano effetto ottico di sovrapporre la ragazza della
festa con la chioma semi crespa della Granger. Draco Malfoy quasi cadde
dalla sedia apprendendo quella scioccante verità. Era lei!
Era la stessa ragazza che non gli aveva fatto chiudere occhio tutta la
notte! Furibondo con se stesso si alzò e sotto lo sguardo
sorpreso dei compagni e del professore lasciò la stanza
senza proferire una
parola.
Confess
you look at her
Confess
you'd like to be with her
Confess
you look at her
Confess
you'd like to be with her
Confess!
Confess
you look at her
--Act
Fast - Fashon Party--
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** I see your face in everything I do ***
Snervante. Draco Malfoy e chi
gli stava intorno era arrivato al limite della sopportazione. Le serpi
ancora non erano insorte contro il loro principe per semplice timore
delle conseguenze della loro ribellione, ma potete star certi che se si
fosse trattato di qualcun altro non avrebbero avuto pietà.
Tutti a Slyhterin
avevano capito che il biondo rampollo aveva qualche cosa che lo
infastidiva, lo infastidiva terribilmente, ma nessuno riusciva a
spiegarsi perchè la cosa durasse ormai da più di
una settimana, dal martedì precedente per la precisione.
Solitamente Draco Malfoy quando aveva un problema trovava il modo di
risolverlo, trovava chi lo risolvesse al posto suo o più
semplicemente, invece di risolverlo, eliminava il
problema. Questa volta invece non solo la faccenda si protraeva a lungo
ma addirittura l'umore dell'interessato invece che migliorare
peggiorava giorno dopo giorno e, quando Zabini e Nott avevano provato a
informarsi sulle cause del pessimo umore del Caposcuola, quello aveva
perso le staffe sfasciando il dormitorio.
La campana anche per
quel giorno decretò la fine delle lezioni mattutine. Malfoy
raccolse la borsa e si affrettò verso la Sala Grande, senza
aspettare i compagni, con l'intenzione di raggiungerla al
più presto. I corridoi cominciavano ad affollarsi e lui al
solito li percorreva senza guardare in faccia nessuno, padrone del
castello, mentre gli altri si scansavano per farlo passare. Raggiunta
la Sala Grande prese posto al tavolo di Slytherin notando che era
ancora deserto. Affamato cominciò il suo pranzo sperando di
riuscire a mangiare qualcosa prima che arrivasse lei. Da quando il
martedì precedente aveva individuato nella Granger la
ragazza della festa ogni volta che la vedeva montava in lui una rabbia
cieca che gli chiudeva lo stomaco e lo costringeva ad abbandonare la
sala prima di cominciare a spaccare qualcosa. La rabbia che lo
attanagliava era rivolta contro se stesso perchè nonostante
avesse sempre disdegnato Mezzosangue, Griffondor e in particolare la
cricca di Potter lui continuava a sognarsi quella ragazza che ballava
in modo seducente tra le luci colorate della pista. Sapere che lei e la
Granger erano la stessa persona lo disgustava. Sapere di non riuscire a
non pensare a lei lo disgustava oltremodo.
Quasi
soffocò deglutendo un sorso di IdroMele quando il Trio dei
Miracoli fece il suo ingresso in sala. Lei camminava a braccetto con
Lenticchia mentre entrambi ridevano di qualche stronzata appena uscita
dalla fogna di Potter. Seccato si alzò e prese la via della
porta.
"Ehi Draco!"
esclamò la Parkinson appena fuori della Sala Grande
"Già te ne vai?". "Non lo vedi da sola?" rispose brusco il
biondo. "Ma hai mangiato qualcosa?". "Perchè non ti fai gli
affari tuoi GreenGrass?". Il gruppetto di Slytherin del settimo anno
guardò accigliato il Caposcuola che senza degnarli di
un'altra occhiata stava scomparendo verso i sotterranei. "Malfoy!" il
biondo si fermò senza voltarsi. "Piton ha detto che se non
ti fai vedere nemmeno oggi, Slytherin o no, finisci dal preside...". Lo
informò Nott. Malfoy senza rispondere riprese per la sua
strada. "Vorrei sapere che diavolo gli prende!".
Girato l'angolo il
biondo sferrò un calcio ad un'armatura arrugginita che
decorava il freddo muro dei sotterranei. Sospirando s'impose calma e,
passandosi una mano tra i capelli, cominciò a prepararsi
psicologicamente alle due seguenti ore.
Pozioni: Griffondor e
Slytherin. Queste quattro parole fino alla settimana prima per lui
egualevano all'autentico piacere di vedere i rosso-oro tartassati dalle
frecciatine di Piton, ora invece gli sembravano un calvario.
Cercava di concentrarsi
il più possibile sulla pozione restringente che stava
preparando sforzandosi di ignorare il resto della classe, specialmente
il lato Grifondor, e di non alzare il naso dal calderone. Purtroppo era
una pozione estremamente semplice che non richiedeva molto impegno
nella preparazione. Un sibilo fastidioso lo costrinse ad alzare per la
prima volta gli occhi sul lato del fronte nemico, il calderone di
Paciock stava per fondere. Di nuovo.
Alzando gli occhi al
cielo fece per tornare alla sua pozione quando la Granger si
alzò di fretta dal suo banco per andare a gettare una
manciata di code di rospo nel calderone di Paciock. "Signorina Granger!
Chi le ha dato il permesso di alzarsi? Dieci punti in meno a
Grifondoro!" la voce strascicata di Piton lo ragiunse seguita dai
sogghigni delle serpi. "E inoltre chi l'ha autorizzata ad aiutare
questo incompetente?". La Mezzosangue rassegnata si morse un labbro per
la rabbia cercando di trattenere qualche risposta velenosa che le stava
sicuramente per uscire di bocca. "Sono altri dieci punti, Miss
Granger!" e stavolta nella voce del professore si poteva chiaramente
distinguere il tono beffardo. "In quanto a lei Paciock!". Ma Draco non
seppe mai quale punizione sarebbe toccata all'impiastro Griffondor
perchè si ritrovò improvvisamente a fissare
quelle labbra che impallidivano lì dove i denti candidi le
martoriavano. La bocca della Mezzosangue, notò, era a forma
di cuore e sembrava deliziosamente morbida.
Sobbalzando e
risquotendosi immediatamente da questo pensiero gettò
adirato una manciata di polvere coagulante nel calderone che
cominciò a fischiare terribilmente.
"Draco, Merlino, si
può sapere come diavolo hai fatto a far fondere il
calderone?" la voce da tenore di Nott lo distolse dal piatto ricolmo di
cibo, nemmeno quella sera riusciva a ingoiare niente. "Insomma, tu..."
proseguì la serpe. "In effetti anch'io comincio a
preoccuparmi, si può sapere che ti succede?" ed ecco la
Parkinson che tornava alla carica. Sollevò lo sguardo dal
piatto e incrociò gli occhi attenti di Zabini che, ne era
certo, lo stava tenendo d'occhio da tutta la sera. "Non hai fame?" gli
chiese quello accennando al suo piatto martoriato. Appunto. "Sono
stanco vado a dormire". Disse alzandosi senza rispondere a nessuno dei
tre.
Dirigendosi verso la
porta non riuscì a trattenere lo sguardo che cadde sul
Magico Trio, lei rideva, la bocca piena e rossa distesa in un sorriso
allegro. Una mano corse a ravvivare i capelli mori, con la luce della
Sala Grande quei crini assumevano strani riflessi dorati e non
sembravano così crespi dopo tutto.
The
day, the night, to me are just the same
I
see your face, it burns me like a flame
And
there's something I've got to say
Yes
it's making me feel this way
Don't
you know that I'm going crazy
Over
you
One
look, a smile, is all you've got to do
I
see your face in everything I do
--Barclay
James Harvest: Crazy--
Note delle Autrici:
LiliBlack: Devo confessarti che nemmeno io
ho idea di chi diavolo siano gli Act Fast, quella che abiamo citato
è una canzone che ci ha passato un caro amico. Mi
informerò e, se vuoi, saprò dirti di
più. Light
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=230145
|