Never back down

di meggislarry_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** life is different from everyone ***
Capitolo 3: *** the best night after so long ***
Capitolo 4: *** you're always on my mind, and dreams ***
Capitolo 5: *** your insicure eyes ***
Capitolo 6: *** Memories and friends ***
Capitolo 7: *** I always remember and never forgot ***
Capitolo 8: *** I hate fight, I hate myself,'cause I always scold... ***
Capitolo 9: *** The words that made me feel more confused ***
Capitolo 10: *** First of all time ***
Capitolo 11: *** Promises,Rehab and... You ***



Capitolo 1
*** prologo ***


 

 




 
  • Prologo





Never let the fear of streaking out keep you from playing the game...(non lasciare mai che la paura di perdere ti impedisca di partecipare) quelle parole risuonavano ancora nella mia mente, dopo 2 anni, e anche in una situazione come questa...una bottiglia di birra sbattuto contro il muro vicino a me mi riporta alla realtà e l'uomo che ho davanti a me con un bastone in mano, offusca l'immagine della donna nei miei pensieri... e a quel punto mi accorgo che sono in pericolo.. e quando quella persona prende lo slancio per avventarsi contro di me, mi metto a correre con tutta la forza che ho...

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Capitolo 2
*** life is different from everyone ***


 
  • Life is different from everyone
 


Correvo, correvo il più lontano possibile, il più velocemente possibile... Non era la prima volta e sapevo come si sarebbe conclusa quella serata, sarei rimasta al parco a pensare, a ricordare, ma mentre correvo avevo sempre paura...
Quando, alla fine mi ritenni al sicuro nel mio piccolo abituale rifugio, mi sedetti e iniziai a dondolarmi sull'altalena che amavo fin da quand'ero piccola, mi ci portava sempre mia mamma,che dopo essermi divertita su quella giostra mi proponeva di giocare a nascondino insieme, e visto che io non amavo contare lo faceva lei e mi lasciava vincere per la maggior parte delle volte...
A quei pensieri mi spuntò un piccolo e triste sorriso... sapevo che quei momenti non sarebbero mai più tornati, non perchè erano nel passato, ma perchè sarebbe stato impossibile per me rivedere quel magnifico sorriso che mi illuminava la giornata già dal mattino quando veniva a svegliarmi.
A quel punto la paura mi invase di nuovo...never let the fear of streaking out keep you from playing the game (non lasciare mai che la paura ti impedisca di partecipare)...
di nuovo quella frase, l'amavo, era una delle cose più preziose che avevo, ma quell'uomo aveva distrutto tutto.
Tutti gli oggetti che io conservavo e nascondevo da lui,e che finiva per trovarli, scomparivano e finivo per soffrirne, ma questa è l'unica cosa che gli era impossibile distruggere... 
quelle erano le parole che mia mamma mi ripeteva quando ero piccola e tornvo a casa a piangere perchè non mi lasciavano giocare o altre cose solo perchè ero musulmana, ma queste parole non erano importanti solo per questo,lo erano perchè sono state le ultime parole che mi disse prima di lasciarmi,e facendomi promettere di non piangere se qualcuno
 mi avesse preso di mira o stuzzicato, o se addirittura avesse alzato le mani su di me,dovevo sempre rialzarmi a testa alta e un ... sorriso.. perchè quelle persone non avrebbero mai saputo nulla della mia vita quindi, non mi avrebbero mai capita, e quando avrebbero visto la mia reazione alle loro prese in giro si sarebbero mangiati le unghie fino alla pelle per la gelosia(a questa frase ridevo sempre, sapeva farmi sorridere dopo aver pianto accanto a lei).
Mi aveva sempre detto che fuori potevo anche essere una donna, ma dentro ero un uomo che superava tutti... io ci credevo poco, ma quando me lo diceva sorridevo e annuivo in segno di consenso.
Il punto era che non si sarebbe mai aspettata che la persona che mi avrebbe deriso era colei che mi è sempre stata vicino e che mi aveva trattata con falsità, per una vita intera, come una figlia, anche se ero sangue del suo sangue... si,l'uomo che mi sapventava e da cui scappavo era mio padre..
 
Lui divenne così, solo dopo la morte di nostra madre... nostra perchè ho un fratello maggiore che ha 20'anni...
Lui non sa nulla di tutto ciò che succede tra me e mio padre perchè lavora oltremare e torna ogni 4 o 6 mesi di viaggio.E' secondo ufficiale di una nave gasiera e quando torna, per i due mesi che resta mio padre si comporta da bravo papà dandomi i soldi per comprarmi vestiti o altre cose che mi potevano mancare... Ma quando mio fratello, Samuel, ripartiva ero di nuovo da sola e quell'uomo con cui condividevo la casa si "vendicava" a partire dai soldi che mi dava, e mi picchiava...
Non ho osato parlarne con mio fratello perchè mio padre si sarebbe arrabbiato e avrei subito torture peggiori di quelle di adesso e perchè sarebbe potuto finire in prigione, e io non volevo restare sola ... Questo era il io punto debole, e mia mamma lo conosceva bene, infatti mi era sempre stata accanto sia quando ero triste sia quando ero felice.. e ora avrei sopportato
tutto pur di evitare una cosa del genere, d'altronde lui è sempre mio padre...

Quasi ogni sera quando torna a casa è ubriaco, e inizia ad arrabbiarsi anche se continuo a dargli ragione su ogni cosa che dice.
A volte quando io non reagisco, lui non ci vede più dalla rabbia e prende il bastone e ...
Certe volte riesco a scappare ,come oggi, ma altre mi devo subire tutto quel dolore insieme al mio...
Ora mi guardo i lividi sulle braccia alzando lentamente le maniche e sento gli occhi bruciarmi, ma subito rialzo lo sguardo verso il cielostellato che eravamo abituati a guardare tutti insieme sdraiati in giardino, ma in quel momento non le ammiro, cerco solo di scacciare quelle gocce salate che minacciavano di scendere sulle mie guance...
Altre volte mi dà la colpa di aver ucciso la mamma, mi dice di aver allontanato mio fratello da noi, e mi insulta,
mi picchia, ogni volta..
Quando invecie quelle poche volte che tornava a casa sobrio non mi rivolgeva nemmeno la parola e si chiudeva in camera senza uscirene fino all'alba del giorno dopo, per poi tornare la sera tardi... Questa è la mia vita, la vita di una sedicenne che invece di tornare contenta a casa per dire ai suoi genitori il bel voto che ha preso o raccontarli di un avvenimento divertente
successo a scuola, ha paura e ogni volta che sente la porta aprirsi per poi richiudersi alle spalle della persona appena entrata, sobbalza, il cuore inizia a batterle forte e sente il suo corpo tremare...
Un rumore di passi mi riportò alla realtà e interruppe i miei pensieri e ricordi, quindi m'irrigidii sull'altalena fermandola, e vedendo che i piedi che si erano fermati davanti a me diventare sempre più offuscati per colpa delle lacrime che ancora minacciavano di uscire, alzai lentamente gli occhi facendomi coraggio...

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Capitolo 3
*** the best night after so long ***


  • The best night after so long
     



Quando stavo alzando lo sguardo, i miei occhi erano rossi per aver trattenuto troppo le lacrime che pian piano iniziarono a scendere, ma si interruppero e i muscoli che fino a quel momento erano rimasti tesi per la tensione si rilassarono, quando vidi che la persona di fronte a me non era chi temessi che fosse.
La mia paura svanì subito appena vidi il suo bel viso con grandi occhi marroni che mi guardava. Era vestito in modo snob diversamente da come si presentava a scuola, aveva i capelli leggermente in disordine da sta mattina, e aveva un sacchetto della spesa del piccolo negozio di alimentari che si trovava dietro l'angolo della strada principale, non molto distante dal parco. Mi guardava con occhi prima interrogativi per poi diventare pieni di compassione quando incontrarono i miei ... Odiavo la compassione degli altri e sicuramente non l'avrei di certo sopportata da uno dei ragazzi più popolari della scuola, e ancora più certo non da quello che mi stava davanti con la sua solita sfacciataggine credendo di essere attraente ogni secondo e sicuro che tutte le ragazze gli sarebbero cadute ai suoi piedi, bhe spero che, il signorino pakistano Zayn Jawaad Malik, non credeva che comparendomi davanti gli sarei saltata tra le braccia a piangere, perchè non lo farei mai.

Mi resi conto che si era creato un leggero silenzio attorno a noi, tranne per le cicale che cantavano come erano solite fare durante la fine dell'estate, diventando più insistenti nelle notti di inizio settembre, proprio come adesso.
Abbassai lo sguardo per poi rialzarlo e guardare il ragazzo moro negli occhi,.. si aspettava che gli spegassi che cosa mi aveva fatto piangere, e io invece che rispondergli mi alzai indecisa sul dove andare: passargli accanto e dirigermi verso la strada principale, o girarmi e andare nella parte opposta? Diedi una veloce occhiata dietro di me, era tutto buio, forse avrei fatto bene a scegliere la prima opzione, e ora che ci faccio caso avevo un leggero languorino visto che non avevo ancora cenato, così decido di fare un salto al negozio di alimentari approfittando dei soldi che avevo preso dal portafoglio di mio padre la sera prima quando lui,sobrio, entrò nella sua stanza, che fortunatamente non tolsi dai miei jeans dopo averli nascosti per bene nella tasta posteriore, anche se mi servivano per la gita scolastica a Londra, a cui stavo risparmiando da ormai tutta l'estate con il mio lavoro come barista nella discoteca in fondo alla città e dovevo dare i soldi al professore di letteratura il giorno dopo .
Quella sera avevo preparato per cena il piatto preferito di mio papà, couscous con il left *, per cercarcare di ricreare il nostro rapporto che avevamo prima di quella tragedia , ma ...
Mi tornarono le lacrime al pensiero di quello che era successo poco prima, e seccata dalla mia solita reazione ai ricordi, passai   accanto al ragazzo in piedi di fronte a me come se non fosse stato lì.
Ma subito mi pentii della strada scelta dopo solo un secondo, perchè sentii una calda mano prendermi delicatamente il polso, era da tanto che nessuno lo faceva, (solitamente mio fratello o mi prendeva per mano o non ci toccavamo proprio) e mi tirò verso di sè senza molta forza, visto che non opposi resistenza. Era a dieci centimetri dal mio viso, sentivo il suo respiro, il suo odore di tabacco e fumo, poi sentì la sua voce:
-Perchè piangi?- mi sussurrò guardandomi gentilmente negli occhi.
E fu come se ricevessi un pugno nello stomaco, che mi risveglia dal mio piccolo stato di trans per colpa della sua vicinanza.-Non sono cazzi tuoi Malik!- dissi ad alta voce, tirando un forte strattone al braccio che lui mi teneva, pensando di fargli male, ma fui io a sussultare dal dolore.
Abbassai lo sguardo imbarazzata, e mi girai per incamminarmi di nuovo, ma sento i suoi passi dietro di me, fingo di non essermene accorta, e continuai a camminare verso in negozio di alimentari...

Mi fermai proprio davanti al piccolo parcheggio lì davanti e mi girai verso di lui che ancora mi seguiva, irritata gli chiedo: - Perchè mi segui? 
Lui mi guarda serio, ma subito dopo su quelle labbra che a me sembravano perfette comparve un ghigno : -Perchè è tadi, e una bella ragazza come te, che fino a poco fa stava piangendo, potrebbe trovarsi in serie difficoltà se incontrasse un approfittatore, qualcuno di davvero cattivo con pensieri cattivi! Quindi ho deciso di fare il bravo ragazzo e accompagnarti a casa.- disse guardandomi con sfida.
Lui sapeva che odiavo i ragazzi e più di tutti lui, era due anni più grande di me, ma ci eravamo già incontrati per i corridoi dalla scuola un po' di volte, e ogni volta mi innervosiva, ficcava il naso nel mio telefono appena poteva, o passando mi tirava forti spallate alle quali mi contorcevo per il dolore, se in quel punto avevo un livido, e poi cominciava a ridere.. In poche prole mi rompeva le scatole, e in quel momento stava mettendo a dura prova la mia pazienza...Lo odiavo!
A quei pensieri sbottai, accelerai il passo verso di lui e gli puntai un dito sul petto, sorprendendolo: - A chi cazzo credi di fare questi complimenti con quel sorrisino da ebete, pensando che io cada tra le tue braccia come fanno le tue solite troiette con due chili di mascara che se prendo un fazzoletto di carta e glielo passo sulla faccia li tolgo il 90% della loro bellezza! Pensi che solo dopo avermi visto piangere per la prima volta io mi faccia consolare da un coglione come te e che accetti di farmi portare a casa da te? Piuttosto quegli "uomini cattivi "o quegli "apprifittatori" di cui parli!- dico facendo segno con le virgolette alle due le parole.
Per un attimo lo vedo sorpreso, ma poi riappare quel sorrisino sulle sue labbra: -Sempre la solita finezza eh, Ronnie Statis? Però cosa centrano le ragazze con cui vado a letto adesso? Gelosia,mm?
-Ma vai a farti fottere, brutto bastardo! Sta sera potevi anche risparmiartela, visto che non sono dell'umore e la mia pazienza sta crollando!- mi stavo innervosendo sempre di più e la mia mano stava tremando dalla voglia di tirargli uno schiaffo in piena faccia, ma dovevo trattenermi, c'erano un paio di coppie che ci stavano guardando sospettando che fosse un litigio tra fidanzati.
-Ci sarei andato appena ti avrei riacconpagnato a casa, visto che da me c'è Susy che sta aspettando con impazienza il momento il cui torno a casa per farmela - rise e io lo guardai schifata , ma mi sorprese quando aggiunse:- Però anche secondo me lo stanno pensando, staranno dicendo"ma che peccato erano davvero una bella coppia",-mi sussurrò ,dopo aver notato che mi guardavo attorno, come se mi avesse letto nel pensiero, e sghignazzò vicino al mi orecchio, troppo vicino. Gli tirai uno strattone al petto, spaventata per la sua vicinanza, e per paura che mi facesse male, non mi ero mai avicinata così tanto ad un ragazzo oltre a mio padre o mio fratello, a cui reagivo allo stesso modo quando mi prendeva alla sprovvista.E ancora una volta sussultai. Zayn, che sicuramente aveva notato sia il primo sia il secondo sussulto, si accovaciò ai miei piedi chiedendomi:- Ti sei fatta male a una caviglia o a un ginocchio? - io sorpresa in un primo momento lo lasciai fare, ma quando lo vidi avvicinare le mani alla mia gamba destra dopo essere stato certo che nella sinistra non avessi nulla, ricordai che lì avevo un grosso livido che si era formato 2 sere prima da un forte colpo con  un paletto di metallo..., e a quel punto allontanai la gamba dalle sue dita che avevano iniziato a tirare su il tessuto di jeans, a quel punto lui si alzò,e io lo fulminai con lo sguardo quando mi rivolse un sorriso.
-Allora? Dove abiti?- mi chiese.
-Sparisci - gli risposi fredda. Ma lui non si mosse. A quel punto sentì il mio stomaco brontolare.Distolsi lo sguardo e arrossì sentendo la sonora risata di Zayn. Me ne stavo per andare, quando mi prese sotto braccio e mi portò dal negozio di alimentari. Sorpresa, quando stavo rialzando lo sguardo, notai che lui aveva ancora il sacchetto della spesa in mano. : - Tua mamma non sta aspettando che torni con la spesa?
Lui abbassò leggermente lo sguardo su di me :- Mia mamma è con mio padre ad un vieggio di lavoro, ho la casa libera... E ti ho già detto che c'è Susy che mi aspetta,...-disse gentilmente, mi sorpresi del suo tono- Quindi vedi di sbrigarti a mangiare così ti accompagno prima a casa.- aggiunse vedendo il mio sguardo sorpreso e girando il volto alla ricerca del banco delle merendine, infatti era troppo bello per essere vero. Segii il suo sguardo, e mi buttai subito sulle crostatine al cioccolato e presi anche una barretta di cioccolato milka al latte. Lui mi fissò sorpreso, penso non si sarebbe aspettato che prendessi tutta quella roba piena di cioccolato... Infatti cominciò a ridere vedendomi rimettere a posto alcune crostatine:- Tranquilla con me puoi essere sinc..- non finì la frase che io lanciai tutto quello che avevo in mano mano per aria, perchè si era avvicinato così tanto al mio orecchio da sentire le sue labbra sfiorarlo. Mi girai anche all'improvviso inciampando sullo scaffale e pestando pesantemente un piede a Zayn che sussurrò, caddi di lato sul mio fondo schiena, che divenne tutto dolorante. Vidi il raggazzo in piedi accanto a me sbuffare per il dolore e io cominciai a ridere, divertita e soddisfatta che per la prima volta in quella serata ruscii a fargli male.
Riluttante prese tutte le merendine che avevo fatto cadere, e me le mise in grembo, ancora accovacciata a terra, io lo guardai interrogativa , ma quando si chinò e mi mise un braccio dietro la schiena e l'altro sotto le ginocchia, capii e mi misi a scalciare contraria all'idea di essere presa in braccio proprio da lui.
-Calmati, o facciamo una figuraccia- disse a denti stretti. Allora io feci il broncio, che scomparve e divenne un sorriso imbarazzato rivolto alla cassiera che ci stava guardando con un misto di sorpresa e invidia nei miei confronti, mentre Zayn pagava ciò che dovevo pagare io, ... almeno penso ci gurdasse così... ma perchè doveva essere gelosa, Zayn era solo un pompato,... bhe forse anche attraente, ma non ci vedevo quel gran chè in lui. Usciti dall'alimentari mentre lo sgridavo per aver pagato al posto mio, mi aspettai che mi mettesse giù, invece non lo fece, allora iniziai a gridargli di mettermi giù, ma lui mi pizzicò la pelle del mio finco sotto l'ascella e io mi zittii.

Arrivammo al parco e mi mise a sedere dentro il gazebo, (era il forse il secondo posto che preferivo del parco, dava un'aria così... romantica) e si sedette accanto a me. Aprii le mie merendine e comincia a mangiarle, solo quando me ne rimase una mi accorsi che Zayn mi stava fissando con un sorriso beffardo.-Ne vuoi una?- chiesi rossa in viso.
-Non pensavo fossi così ingorda- e rise prendendone solo un pezzettino- Mi sorprendi, davvero.
Lo guardai negli occhi, mi sembrava che non mentisse, ma quando mi accorsi che si era di nuovo creato un silenzio tra di noi, e questa volta imbarazzante, abbassai lo sguardo rossa in viso e mi affrettai a dire :
- Bhe io non mi sarei immaginata che mi avresti seguita e offerto la ... mia cena- risi leggermente con gli occhi che guardavano ancora i miei piedi.
- Allora, perchè hai litigato con i tuoi?- mi chiese curioso cambiando argomento visto che rimanevamo in silenzio,e con questo mi prese alla sprovvista, infatti sobbalzai e lo guardai.
-Io di solito scappo di casa per due o tre orette quando litigo con i miei e torno la sera tardi... Penso sia lo stesso per te..- aggiunse, io rimasi in silenzio dopo aver abbassato lo sguardo di nuovo sul pavimento del gazebo.
-Se non vuoi dirmelo è uguale trnquilla...- mi guardò di sottecchi mentre rialzavo lo sguardo e con un sorriso cambio argomento: - Ho sentito dire che hai delle sorelle...
-Oh ti sei informata bene sul mio conto vedo. Questo significa che ti piaccio?- rispose nel suo modo straffottente.
-Ah.Ah.Ah.Ah. ho solo le mie compagne di classe che sono davanti a me, parlano e spettegolano tutto su di te, quindi non andare a dire cazzate che non sono vere.
-Eehh..-sospirò-La finezza non è proprio il tuo forsìte eh?-chiese sorridendomi, un sorriso che mi tenne col fisto sospeso-Oh e sono così famoso? - chiese con finta sorpresa
Lo fulminai con lo sguardo. -Le tue sorelle non ti staranno aspettando a casa?
-E i tuoi non ti staranno aspettando a casa?- ribbattè visibilmente irritato.
Mi girai e stavo per rialzarmi quando sentii un braccio cingermi la vita e portarmi in grambo al ragazzo con cui stavo parlando fino ad un attimo fa.Sussultai per il dolore, purtroppo, ma quando mi accorsi della situazione, il secondo dopo m'irrigidii, sentii il suo respiro caldo e le sue labbre muoversi sul mio collo, mentre mi diceva: -Come sei permalosa- sussurrò sorridendo.
- Le mie sorelle sono partite con i miei, tranne Safaa che sta sera è andata a dormire da un'amica,..- continuò - ora rispondi alla mia domanda- disse allontanandosi un po' per permettermi di girararmi verso di lui, ma io approffittai dell'occasione per sgattaiolare via dalle sue braccia e mettermi a correrre per il parco, mi girai per vedere quanto ero lontana, ma trovai Zayn che mi correva dietro, una parte di me era felice perchè era quello che voleva, e mi maledissi per questo. Così mi rigirai e corsi il più veloce possibile. Visto che non ero molto sportiva, dopo 10 minuti, mi venne il fiatone ma continuai a correre, e stranamente non mi spaventai quando sentii due braccia muscolose prendermi per i fianchi, anzi, sorrisi , ma inciampai a lui cadde addosso a me. Scoppiammo a ridere, avevamo tutti e due il fiatone quando le nostre risate si affievolirono, e solo dopo qualche secondo ci rendemmo conto della situazione: i nostri corpi aderivano tra loro, le nostre labbra socchiuse erano distanti di qualche centimentro, i nostri nasi si sfioravano, mentre i nostri occhi si perdevano l'uno nella profondità scura dell'altro.Amavo i suoi occhi, lo capii in quel momento, erano grandi e di un marrone così scuro che sembrava nero. Zayn abbassò gli occhi sulle mie labbra e io feci lo stesso con le sue, si stava avvicinando, e quel pensiero servì a farmi tornare alla realtà, girai la testa, e misi le mani tra noi in segno di allontanarlo. Lui capì e con una piccola delusione negli occhi, che non mi sfuggì quando lo guardai di lato, si alzò e mi tese la mano che io presi, e lui mi tirò su con cosi tanta facilità da sorprendermi. Ci riusciva sempre, mi prendeva alla sprovvista, ma non come faceva mio fratello saltando fuori all'improvviso o  cose così, no con Zayn ogni cosa che faceva era una sorpresa, e questo mi fece sorridere... sta sera mi ero realmente dimenticata della mia vita, mi ero ... lasciata andare? ... si, proprio così, e il mio sorriso si aprì sempre di più mentre ripensavo ai brevi avvenimente di quella sera, ma una risatina soffocata mi riportò al parco, lui era lì accanto a me: - Forse sta sera è piena di sorprese,-disse, come se mi avesse letto nel pensiero, e mi fece spalancare e socchiudere le labbre di nuovo- E' la prima volta che ti vedo piangere, di solito ti ostini a trattenere le lacrime per te,... ed è la prima volta forse che ti vedo sorridere così, sembri più bella- mi ammiccò- fallo sempre, anche se ti rende strana- sorrise.
-  Anche tu sei strano Jawaad-rido- non mi sarei mai aspettata che potessi essere così.. mm così... ehm... poco coglione per almeno una sera.
Ridemmo-Sempre fine tu vero, Ronnie?
Ero felice, per la prima serata dopo tanto tempo ero felice, e non fingevo. Quel ragazzo poteva fare miracoli. Bhe forse esagero, ma mi sentivo sollevata dal peso della responsabilità,dalla paura,dalla depressione, e dalla mancanza di qualcuno accanto a me.
-Dai ti accompagno a casa, i tuoi saranno preoccupati, perchè poi sei una ragazza, e quindi l'ansia sale quando sei la preziosa figlia-di-mamma-e-papa.
A quella battutina non risi come fece lui, che notò la mia disapprovazione e mi chiese scusa.

Durante il ritorno a casa eravamo rimasti all'inizio in silenzio, poi abbiamo iniziato a riprenderci la mano(?) e lui mi raccontava delle avventure e delle disavventure delle sue sorelle. Ad un certo punto gli chiesi:- E le tue di disavventure?
Lui preso alla sprovvista abbassa lo guardo per poi rialzarlo subito, e giuro che in quel decimo di secondo mi era sembrato di vederlo arrossire!
-Vuoi che ti dica di come ho perso i calzoni mentre mi tuffavo dagli scogli dell'Isola D'Elba in Italia, o di come ho sbagliato stanza in Spagna entrando in quella accanto, dove c'erano due amanti che se la stavano godendo alla grande e che il signore mi pagò una bella cifretta per non raccontare nulla a nessuno visto che quasi tutti dell'albergo conoscevano sua moglie, e che poi così decisi di rientrare sbadatamente e involontariamente ogni giorno nella loro stanza per ottnere un bel gruzzolino ogni volta?- disse con fare pensoso. Risi senza fermarmi e lui continuò dicendomi che a sei anni aveva buttato fuori dalla finestra la tv... ma come aveva fatto? Poi mi raccontò del suo primo bacio a nove anni, dove era salito su un mattone perchè lei era più alta, mentre ora, stavo notando che io gli arrivo fino alla spalla. mi disse di quell'esperienza che aveva subito quando era uscito a mangiare fuori della sua famiglia e avevaa rischiato di morire, aggiunse:- Sicuramente volevano uccidermi perchè ero troppo bello.
Io scoppiavo a ridere , non ce la facevo più, quel ragazzo era il primo che mi faceva ridere così tanto o anche solo sorridere. Avrei voluto che quella serata non finisse mai.

Ma purtroppo tutto ha una fine. Sentivo il cuore battermi forte quando mi ritrovai di fronte alla porta di casa mia. Zayn mi si avvicinò e dopo avermi dato un leggero bacio sulla guarcia mi diede una lieve spinta in avanti in segno di incoraggiamento, perchè mi vide spaventata e aggiunse:- Tranquilla qualunque sia il problema capiranno, fidati con un "coglione " come me i miei l'hanno fatto.-mi sorrise ammiccando e facendo le virgolette al soprannome che io stessa gli diedi, a questo sorrisi, ma non come prima , ora era un sorriso triste e Zayn se ne accorse perchè mi accarezzò i capelli e mi baciò di nuovo sulla guancia... :- Puoi andare adesso, tanto sono davanti alla porta di casa, non potrei scappare, non ci riuscirei.- sorrisi di nuovo tristemente. 
-Allora buona notte, a domani bellissima!
-'Notte Zayn- dissi girandomi verso la porta.
Attraversai il giardino, ad ogni passo un battito più forte.
Alzai lentamente la mano per suonare il campanello, visto che ero uscita, o meglio corsa via senza chiavi, ma mi bloccai.
Sentii un ruomore, non capendo bene cos'era.
Un oggetto di legno che si rompeva.
Del vetro rotto cadere per terra.
No... non poteva essere....


Allora salve care ragazze... sono felicissima che state seguendo la mia storiaaa... oppure che lìavete messa nei preferiti... oppure lìavete recensita... cioè GRAZIEEEEEEE siete fantasticheeee... ora scriverò il prossimo capitolo, se volete darmi delle idee le accetto volentieri ;) cercatemi sono sempre disponibileeeeeeee <3 un bacioneee a tutte voii :D Xx http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/05/Bailey's_Hill_gazebo_in_Nahant,_Massachusetts.jpg

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Capitolo 4
*** you're always on my mind, and dreams ***


 
  • You're always in my mind, and dreams




No,non poteva essere....
andai di corsa nel retro del giardino di casa mia, arrivai sotto il solito balcone e iniziai ad arrampicarmi sull'edera attaccata alle asticelle di legno, fino a raggiungere la porta finestra di camera mia, che lasciavo sempre aperta nel caso riuscissi a scappare, come quella sera, e per non svegliare mio padre, usavo quel faticoso passaggio a cui ormai ero abituata.
Entrata nella stanza, mi misi a correre immediatamente verso il piano di sotto, senza prima non aver inciampato sul mio zaino accasciato sul pavimento.
Quando arrivai in fondo alle scale, vidi ciò che mi aspettavo di vedere, ma che speravo non accadesse: mio padre aveva rotto il quadro dove c'era il dipinto di mamma, e aveva acceso l'accendino per dare fuoco al ritratto.
Lui si accorse della mia presenza un po' in ritardo, e questo mi servì per riuscire a sfrecciare accanto a lui e prenderglielo dalle mani e ricominciare a correre verso camera mia... Fu un movimento troppo azzardato ma non mi pentì, nemmeno quando una forte mano rugosa e scheletrica mi prese per la caviglia in modo violento da farmi accasciare sulle scale, rispetto alla gentilezza con cui mi aveva toccato il polso e avvicinato a sè il ragazzo con cui avevo passato quasi tutta la notte insieme . A quel pensiero mi feci più forza e scalciai, finchè non sentì più quella mano pesante sul mio piede. Mi rialzai velocemente e corsi verso camera mia, chiudendomi la porta alle spalle con la chiave. 
Mi buttai sul letto stringendo forte al petto il viso di mia madre.
Sentivo dei forti pugni battere contro la porta.
Mi sentivo sola.
Avevo paura.
Paura di tutto.
Pian piano mi tornò in mente la dolce ninna nanna che mia mamma mi cantava da piccola:" dormi mia piccina, qui non sarai mai sola... il tuo papa è una stella che illuminerà il tuo bel visino, e la tua mamma è la tua luna che ti cullerà nel suo pancione...."
Mi accorsi che le lacrime aveva già iniziato a scendere prima ancora che me ne accorgessi o che potessi fermarle...
Così le lasciai scendere lungo le mie guance rosse a causa delle diverse emozioni provate quella sera.
Gli occhi gonfi e stanchi iniziarono a chiudersi.
Mi abbandonai ad un sonno straziato, mentre quelle mani forti battevano sempre con meno insistenza, e la canzoncina aumentò d'intensità nella mia mente.
Così mi addormentai cullata da quel ricordo...

                                                                                                                            ***                                                                                     ***
Mi svegliai un po' più tardi dal solito... sentii qualcosa di cartaceo sotto di me, guardai, e trovai il ritratto di mia mamma stroppicciato, a quel pensiero mi tornò in mente la sera precedente, mi ero mossa troppo durante la notte a causa di quegli avvenimenti.
 
La notte, avevo fatto un sogno,che all'inizio era tranquillo ma era poi diventato sempre più agitato e spaventoso. Non ricordavo bene perchè il pensiero di quello strano sogno era ancora per la maggior parte oscuro... Mi ricordavo che c'era Zayn, e ... mio fratello... Basta, se avessi cercato di ricordare ancora di più mi sarei riaddormentata, allora mi stiracchiai e guardai la sveglia... erano le 07.35! Ero tremendamente in ritardo!
Mi alzai, e poco dopo sentii un forte dolore alla caviglia che mio padre la sera prima mi aveva stretto sotto la sua mano, ma mi feci forza, e cercai velocemente un nascondiglio nuovo per il disegno di mia mamma... Cercai, cercai, e alla fine trovai una scatola in fondo all'armadio, non troppo piccola, aveva la misura perfetta, quindi lo ripiegai con cura e ce lo infilai dentro, sotto i calzini invernali che tra poco avrò tirato fuori visto che stava iniziando a fare più freddo.
Chiusi il tutto e lo riinfilai dentro, al suo vecchio posto, solo che aggiunsi una piccola modifica: lo coprii con delle lenzuola, per far capire che lì ci fosse una gigantesca fila di lenzuola e dove sotto non erano presenti scatole o altre cose. Guardai il mio lavoretto, e alla fine feci un triste sorriso soddisfatto.
Guardai di nuovo l'ora: 07.45! Oh cavoli!
Mi vestii velocemente scegliendo i primi abiti che mi capitavano, bhe forse non proprio, visto che non volevo sembrare una zingarella. Allora presi un paio di jeans a vita alta, tra quelli che amavo molto, e sopra mi misi una maglietta a righe blu e bianche, più una camicia in jeans larga, appartene all'ex-armadio di mio fratello.

Una volta pronta, presi lo zaino e feci attenzione a non fare rumore mentre giravo la chiave nella serratura. Sapevo che mio padre usciva prima, ma non si sa mai..
Aprii lentamente la porta, facendo poi sbucare la testa che si guardò a destra e a manca per vedere se ci fosse qualcuno, i miei occhi diventarono acuti e le mie orecchie erano sull'attenti, nel caso percepissi qualcosa. 
Mi accorsi che avevo davvero paura di mio padre...

Non feci colazione e una volta fuori casa, mi misi a correre in direzione della scuola, con la caviglia che bruciava, ma non rimasi molto a preoccuparmene.
Col fiatone riuscii ad entrare in classe prima che il professore chiudesse la porta.
Mi diressi,cercando di non zoppicare, nella pen'ultima fila dove c'era Caroline che mi guardava. Conoscevo quello sguardo, era pieno di ansia e speranza che diedero posto all'allegria quando mi vide entrare.
Sapevo che stava per raccontarmi della sua serata favolosa con il biondino.
A quel pensiero mi tornarono in mente i grandi occhi marroni che avevo visto la sera prima...
Scossi la testa per tornare alla realtà, ma non ci riuscii, allora mi sedetti al mio banco vicino alla mia migliore amica.
-Hey Ronnie,! come stai?-mi chiese
Ma sapevo che non voleva che rispondessi alla domanda, allora tirai dritta al punto:- Allora, dimmi com'è stata la tua serata con NIall, Carly-dissi.
Le si illuminarono gli occhi- E' per questo che ti amooo!- disse gridando a bassa voce, per l'eccitazione, e per non beccarsi una nota dal prof di biologia che aveva già iniziato la lezione.
Io sbuffai divertita con un piccolo sorriso... Nulla mi avrebbe rifatto ridere come la sera prima... Ma perchè mi tornava in mente lui?!
Vabbè, Caroline aveva iniziato a raccontarmi di come si era sentita agitata da permettere al pensiero di arrivare prima all'appauntamento di entrarle in testa, però poi escluse, se no' lo avrebbe dato troppo a vedere, quindi si limitò ad arrivare di 5 minuti in ritardo. Mi disse che lo trovò già lì ad aspettarla, e di come le aveva preso la mano intrecciandola nella sua mentre si dirigevano a prendere i biglietti al cinema... Me lo mostrò anche con le sue mani nelle mie come fece lui a lei, e mi immaginai la mano di Zayn... Diventai rossa, e questo fatto non sfuggì a Carly, che mi disse: -Oh.Oh. Sbaglio o quello che hai sulle guarce si può definire rossore? ... -aspettò la mia risposta, mentre io non rispondevo- Non mi dire che...- spostò leggermente la mano.
Intuii il suo pensiero, e mi affrettai a risponderle:- No, No, sono etero tranquilla, è solo che ieri sera dopo aver litigato con mio papà- e a quell'affermazione sembrò meno felice,infatti lei sapeva che mia mamma era...morta, sapeva che mio fratello parte in continuazione, ma non sapeva di quello che mi faceva mio padre, pensava solo che litigassimo, visto che l'ha capito dopo non molto che ci eravamo conosciute. Continuai:- E' successo qualcosa di innaspettato...- abbassai lo sguardi dal suo che si stava illuminado, era impossibile nasconderle qualcosa, l'avrebbe intuito lo stesso, infatti:- Hai incontrato un ragazzo vero?!- squittì.
Guardai in direzione del professore e notai che ci stava guardando leggermente male da sopra gli occhiali. Abbassai lo guardo e feci segno alla mia vicina di banco di abbassare la voce.
Lei annuì, ma non mi convinse, allora feci un sospiro di rassegna. -Dai racconta!- mi disse.
Io per evitare di dirle che quel ragazzo che avevo incontrato, era uno dei migliori amici del suo "fidanzato" da usciti-una-sera-insieme-sono-pazzo-di-te, le dissi:- Dopo te lo dico, ma ora continua a parlarmi del tuo appuntamento al cinema.-  con un sorrisino un po' forzato, sia per la stanchezza, sia la paura di diverse cose, tra cui uscire nel corridoio al suono della campanella e incontrare Zayn.
-E allora lui,... Ronnie? Mi ascolti?- mi chiese Carly, vedendomi persa nel nei miei pensieri.
A quella frase scossi tutto il corpo e la feci sghignazzare sotto i baffi, ma questo le causò uno schiaffo in testa da parte mia.Il professore ci guardò irritato, ma riabbandonò lo sguardo disperato sui fogli che aveva davanti. -Si scusa, mi ero distratta un attimo... continua-la incitai.
-Allora lui si avvicina piano e chiude gli occhi e ... mi bacia!- squittì ancora, ma sta volta appaludì leggermente, mentre vedeva i miei occhi sbarrarsi all'improvviso quando pronunciò quella parola. Non è che mi sorprese, sapevo che lei aveva già baciato qualcun altro in passato al contrario di me, ma non al primo appuntamento. Si vede che Niall Horan ha fatto breccia subito nel suo cuore. Il professore irritato si alza e :- Signorina Statis! Signorina Rokbell! Subito qui! Non state un attimo zittie!, In aula detenzione tutte e due!- gridò, e tutti gli sguardi della classe si girarono verso di noi, io divenni rossa in viso e quando mi voltai verso Carly, vedo che fa il broncio -Scusi prof, ci dispiace moltissimo, le promettiamo di restare in silenzio tutta la lezione e seguirla.-disse prendendomi improvvisamente il braccio, facendomi sussultare per il dolore, quando aveva visto che mi stavo per alzare e avvicinare alla cattedra.
Il prof ci guardò insicuro, ma abbassò lo sguardo e acconsentì alla proposta. Quindi per il resto della lezione io e lei restammo in silenzio.

Quando suonò la campanella, e il momento del "forse-lo-incontro" si stava avvicinando. Non era normale che mi stessi agitando per un ragazzo che non mi interessava, ma sicuramente era perchè la sera prima mi aveva fatto sentire come una vera ragazza, come mi faceva sentire mia mamma: felice.

Uscimmo dalla classe e ci dirigemmo verso gli armadietti per prendere i libri dell'ora dopo.
Sentii qualcosa premere nell'armadietto accanto al mio, nella parte opposta da dove si trovava Caroline. Mi girai subito e mi accorsi della spaventosa vicinanza che aveva il ragazzo accanto a me. Zayn. M'irrigidii. Mi rigirai subito, coprendo la nostra distanza dalla porticina azzurra del piccolo nascondiglio per il mio viso totalmente rosso. Guardai alla mia destra e vidi Carly sogghignare, penso avesse capito chi era il ragazzo della sera prima. Mi lanciò un sorriso divertito, mi fece l'occhiolino, allontanandosi e girandosi in direzione di Niall che si trovava dietro Zayn. Si rigirò un ultima volta prima d'incamminarsi con il suo ragazzo e io le lanciai un'occhiataccia che la fece scoppiare a ridere.
Mi accorsi che Zayn mi stava fissando ora che non ero più nascosta dal piccolo sportello. Chiusi velocemente l'armadietto, mi sistemamai i libro su un braccio e mi voltai, ma lui mi prese una seconda volta in due giorni il polso libero in modo delicato. Io, di nuovo, non resistetti e mi girai verso di lui con un sosopiro d'impazienza. Eravamo più vicini dell'ultima volta. Si stava avvicinando.
Lo allontanai di colpo. -Mi piacevi di più ieri sera-  ghignò e mi fece l'occhiolino. Era tornato il solito bastardo.
Quando mi rigirai per andarmene definitivamente, notai che delle ragazze ci stavano fissando.
Avevano frainteso il significato della sua affermazione. Me ne andai in mezzo a quel mucchio di ragazze che cercavano di farmi domande , ma io decisa mi tenni stretta i ibri al petto e non mi fermai.
Quando vidi che ero abbastanza lontana dal punto in cui lo avevo incontrato, mi appoggiai al muro e mi guardai il polso che aveva sfiorato con le sue mani. Aveva ancora il suo calore. Arrossii a quel pensiero. Ero stupida!

Vidi tre paia di piedi attorno a me , no... ti prego non loro... Erano il gruppetto delle ehm.. se le si può definire così... fanatiche di Zayn. E quando alzai lo sguardo ne ebbi la conferma.
Quando vidi il volto di Susy Croft arrabbiato, mi ricordai della cazzata che aveva detto Zayn un attimo fa, nel gruppetto delle ragazze che si era fermato attorno a noi prima, dovevano esserci state anche loro. E la sera prima quello stupido di un ragazzo aveva dato buca ad una di loro per stare con me. E quindi avrà sicuramente pensato che avevamo fatto qualcosa... no ti prego.. non avevo ancora dato il mio primo bacio... non è che da santarellina passo a troietta in una sera.
Mi scostai dal muro, mi affrettai a parlarle -Susy, aspetta no....
Non mi lasciò finire che ricevetti una forte spinta al petto che mi fece andare a sbattere di nuovo contro il muro:- Non provare a rubarmi l'amante hai capito?
-Io non ti rubo niente- sbotto dolorante a qull'affermazione avventata.
-Ah no e allora che cos'avete fatto ieri sera? Zayn non riuscirebbe a stare più di una mezz'ora senza sesso se si trova una ragazza davanti!-si avventa contro di me.
-Ma davvero? Allora spiegami come farebbe a restare cinque o quattro ore in questa scuola senza trombarsene una, visto che gliene passano davanti 100 ogni giorno cercando di attaccar briga con lui? - lo difesi... Lo difesi!
Mi fulminò con lo sguardo-Ti ho detto di stargli lontana hai capito?-ringhiò
-E se fossi io a voler stare vicino a lei? Che problema ci sarebbe? Lo sai che non vado a letto solo con te, quindi se non vuoi che questi piccoli incontri sessuali non finiscano, ti conviene lasciare in pace Ronnie.- disse una voce dietro Susy. Era Zayn. Aveva sentito tutto! 
-Ehm Scusami Zayn, ma lei è un'approfittatrice...- disse la streghetta facendo gli occhioni dolci per essere perdonata dal signorino-faccio-sesso-con-tutte.
-Secondo me, l'approfittatrice qui non sembra lei, anzi, mi sembra una preda impaurita in mezzo a delle ien..- cercò di difendermi lui, ma io arrabbiata della similitudine che mi diede, lo interruppi alzandomi con violenza dal muro, e per questo traballai un attimo prima di rimattermi in piedi, ma subito dopo sentì qualcosa che mi ostacolò il passo,: era il piede di Susy che allungò in modo da colpire la caviglia che la sera prima era stata stretta in una morsa d'acciaio, e per questo inciampai e caddi addosso a Zayn.

Lui mi prese tra le sue braccia e vide il mio viso contrarsi dal dolore, così mi prese in braccio e mi portò in infermeria,lasciando le altre tre alle nostre spalle con la bocca apera, e io sorpresa, quando mi accorsi di essere tra le sue braccia, reagìì ormai tardi iniziando a scalciare, e per di più camminava in modo veloce, come se io non pesassi tutti quei 60 kg e stessi ferma come un piccolo bebè che fa la nanna! Non finiva più di sorprendermi.

Una volta arrivati davanti all'infermeria aprì la porta con il gomito, chinandosi leggermente. La porta si aprì e Zayn si avvicinò a un letto, dove mi ci poggiò sopra.
Mi fece sedere con i piedi penzolanti dal lettino.Andò a prendere delle bende, pensando che mi fossi fatta male dopo lo sgambetto di Susy.

Mi tolse la scarpa, ma quando toccò il lembo della mia calza per abbassarla, ritrassi il piede e lo riportai su, sul letto. Lui mi guardò con fare interrogativo negli occhi aspettandosi una risposta.
Una risposta, dovevo trovarmi una scusa! :- Ehm...-balbettai- ... Su questa caviglia ho un grosso neo.. ehm.. forse è meglio che io faccia da sola.. grazie... Puoi andare.. - dissi balbettando... Ma che bella scusa!... troppo imbarazzante, infatti divenni rossa! Lui non si mosse, anzi si mise a ridere! -E' la scusa più ridicola e imbarazzante che abbia mai sentito!- e aveva ragione!
Zayn si avvicinò di nuovo al mio piede con le mani, ma sta volta mi alzai bruscamente dal lettino. E capii che sbagliai, perchè mi appoggiai al piede sbagliato! Il ragazzo lì accantò scivolò sotto di me quando mi vide che stavo per cadere di nuovo... E finimmo come la sera prima al parco, ma con le posizioni invertite: io stavo di sopra schiacciando il mio petto contro il suo.
Il respiro mi accellerò nei polmoni, sentivo il suo cuore battere.
Quasta volta non cercò di baciarmi, ma mi disse: -Mi piace quando la ragazza sta di sopra, anche se preferisco di più quando lo sono io, così prendo il controllo della situazione.- ammiccò e aumentò il suo sorriso malefico. Lo fulminai subito con lo sguardo, e lo guardai schifata. Mi alzai velocemente da lui e mi diressi verso il letto dove mi sedetti e mi rimisi le scarpe. Lui rimase seduto per terra a fissarmi. -Cazzo guardi Malik!- sbottai dopo cinque minuti mentre lui mi fissava ancora. Poteva anche sorpredermi, ma mi irritava la maggior parte delle volte.
-Niente, cinque minuti fa avevo la bella visuale del tuo petto, ora ammiro il resto-ghingò con un sorrisino che mi dava sui nervi!
stavo perdendo le staffe, ma alla sua risposta capii di essere diventata visibilmente rossa, perchè sentì la risata roca di Zayn. Abbassai lo sguardo imbarazzato e mi tirai più su la maglia, in gesto di pudore. Si creò un imbarazzante silenzio tra noi... -Alla fine sei caduta tra le mie braccia come tutte le altre- interruppe il silenzio Zayn ridendo sotto i baffi.
Io inclinai la testa di lato come dire"Ma di che stai parlando?" -Ieri sera...-disse lui leggendomi nel pensiero e abbassando lo sguardo come... intimidito? forse.
Aprii la bocca per rispondere, ma quando mi tornò in mente quello che avevo detto la sera prima e quello che era successo pochi minuti prima, invece che parlare , risi, risi a crepapelle(?) facendo sgranare quei grandi occhi marroni che amavo tanto...
Dopo un momento di incertezza, si unì anche lui a me, fino a chè le risate non si affievolirono, e non si creò un altro silenzio imbarazzante....

Ad un certo punto la porta si aprì, e entrò l'infermiera.
-Cosa ci fate voi qui? Non avete lezione?-chiese sorpresa.
Aprì la bocca per giustificarmi, ma Zayn mi anticipò:-La signorina Statis si è fatta male ad una caviglia, e io l'ho accompagnata qui.-disse rialzandosi da terra.
-Ah, ho capito, grazie, ora puoi andare ci penso io alla ragazza- disse lei, sorridendo amorevolmente a Zayn.... ci stava provando? Bhe aveva 25 anni, aveva un fisico prosperoso che avrebbe "saziato" un uomo per un mese intero di sess... ehm...
Ma Zayn non se ne accorse, oppure si , ma allo stesso modo, fece finta di niente, perchè si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia che mi fece venire i brividi, e appoggiò le mani ai lati del mio corpo.
Questo lo notò, perchè sorrise, sentivo il suo respiro sul mio collo, le sue labbra sfioravano il mio orecchio, mentre mi sussurrava: -Aspettami dall'uscita da scuola, ti riaccompagno a casa-rise leggermente vicino a me, e un altro brivido percorse il mio corpo quando soffiò sul punto debole sotto la mia mascella vicino all'orecchio. Arrossii ancora di più quando mi accorsi che non eravamo ancora soli nella stanza.
-Arrivederci, signora infiermiera!-le ammiccò Zayn, facendomi sentire nervosa.
Si stava allontanando da me quando, col piede buono, gli tirai un calcio dietro il ginicchio facendoglielo piegare, lui si girò e mi fulminò con lo sguardo, ma subito dopo mi fece un sorriso sfacciato. Avrei voluto prenderlo a sberle!
-Ciao, Zayn- disse l'infermiera che aveva osservato tutta la scena visibilmente innervosita dalle attenzioni che quell'affascinate ragazzo dava a me e non a lei.
Sorrisi soddisfatta.
Aspetta, uffa.... non riesco più a capire nemmeno me stessa.

Zayn uscì, rimasi sola con l'infermiera, ripensai alle parole che mi aveva detto quel ragazzo, e alle sensazioni che ho provato alla sua vicinanza, notai anche che non lo allontanai né reagì aggressivamente alla sua troppa vicinanza, anzi quasta mi rese felice. I miei pensieri vennero interrotti da un sussulto, guardai giù e vidi l'infermiera portarsi le mani alla bocca. Seguii il suo sguardo, e mi sorpresi per non essermi accorta che lei mi aveva tolto entrambe le scarpe per vedere quale caviglia mi faceva male, e si vede che iniziò dalla destra, perchè la sinistra aveva ancora la calza, così vide il grosso livido formato dalla sera prima.
Cercai di giustificarmi, balbettando un po:-Ehm... ieri sono caduta dalle scale di casa mia, e si vede che oggi quando Susy mi ha fatto lo sgambetto è diventato più scuro...-il che era vero. L'infermiera mi guardò e annuì, ci aveva creduto, e io rilassai i muscoli dell'addome, che non mi ero nemmeno accorta di aver contratto. 
Mi fasciò la gamba, e con il suo aiuto ritornai in classe, avevo letteratura, e quindi mi ricordai di consegnarli i soldi per la gita scolastica e il foglio dove c'era la firma del genitore(mio fratello, prima di ripartire). Così andai a sedermi vicino a Carly, con tutti gli sguardi interrogativi della classe puntati addosso, così come al solito arross'. Poi dovetti subirmi tutti gli interrogatori della mia vicina di banco, ma alla fine mi salvai con una bella interrogazione sulla divina commedia, a cui ho preso però un buon voto.

Alla fine delle lezioni, io e Caroline uscimmo insieme, però poi lei aumenta il passo e quando seguo il suo sguardo ancora più allegro di prima,, noto che si dirige verso Niall, per poi mettersi a correre e saltargli addosso e cingergli i fianchi con le gambe.... come era romantica quella scena, che guardai con occhi sognanti....anche se stavano insieme da poco più di un giorno, mi sembravano felici insieme, e mi piaceva.

Intanto mentre mi incamminavo da sola verso il cancello della scuola, sento le persone bisbigliare dietro di me, e quando alzo lo sguardo, non credo ai miei occhi....



Care carissime ragazze che state seguendo la mia storia... SONO FELICISSIMISSIMISSSIMAAAAA GRAZIE GRAZIEEEE MILLEEEEE VI ADOROOOO.... se volete chiedermi qualcosa o darmi qualche consiglio, lo acetto molto volentieri, spero vi piacciaaaa e buona letturaaa(anche se se state leggendo quasto vuol dire che lo avete già letto) lol... vabbe per tutto il resto recensite e io prometto di risponderviii ;)

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Capitolo 5
*** your insicure eyes ***


 
  • Your insecure eyes




Uscii dal cancello della scuola, e vidi ciò; di ciu stavano bisbigliando e facendo striduli acuti dietro di me le ragazze.
Alzai lo sguardo, e lo vidi, appoggiato alla sua auto, in tutta la sua bellezza, quei suoi occhi così; marroni che adesso mi fissavano divertiti per l'espressione di sorpresa che feci, e i suoi capelli, così;..... ehm ehm.... Mi risvegliai dal mio stato di trans...
Quando me lo aveva detto, ho pensato fosse uno scherzo, ma invece era lì;,... Lì per me.. Almeno credetti..
Perchè vidi un'ombra sorpassarmi e buttarsi tra le sue braccia... Era Susy.
Allora con un po' di delusione e rabbia disegnata negli occhi, distolsi lo sguardo, e mi girai per andare alla fermata dell'autobus... Ma il calore di una mano sul mio polso mi fermò, capì subito a chi apparteneva, ma non mi girai, aspettavo che facesse qualcosa, che non tardò ad arrivare.... Mi prese il fianco con l'altra mano, in modo che la mia schiena si attaccasse al suo petto.
Sentii il suo calore che mi provocò brividi su tutto il mio corpo, e lui non se lo fece sfuggire, infatti avvicinò la bocca al mio orecchio, e dal modo in cui mi parlò; capii che stava sorridendo:
-Dove scappi?- mi chiese.
-Torno a casa, e quindi se non ti dispiace...- dissi cercando di torgliermi dalla sua presa inutilmente, con un tono abbastanza seccato, al ricodo della troietta che gli saltava al collo.
-Nervosetta più di prima, eh? - rispose sarcastico, poi mi strinse di più nella sua presa, e : -Avevi promesso di tornare a casa con me...- sussurrò.
Mi accorsi che delle persone e i miei compagni di scuola ci stavano osservando incuriositi di conoscere la nostra discussione:- Non ti ho detto "Si"- risposi sempre più agitata per la sua vicinanza.
-E non hai detto di "No" se non sbaglio, quindi per me una risposta muta, significa che acconsenti- mi ammiccò, quando girai la testa per osservarlo stupita.
Aveva lunghe ciglia, di cui solo ora me ne rendevo conto, labbra perfette, di cui la sera prima non mi resi conto... la pelle olivastra, ... meno scolpito, e in pochi potevano averlo così( questi pochi erano i suoi migliori amici)...  era perfetto...
A riportarmi alla realtà fu la vicinanza che continuava ad aumentare... Mi piaceva la sua vicinanza ... Ma mi spaventò l'immagine della persona che vidi al posto del suo viso, mio padre,.. Quindi spaventata mi scostai bruscamente, e lui mi guardò con sguardo stupito... Mi guardai attorno e notai che non eravamo soli, Susy era rimasta interdetta dalla scena, e per questo in un certo senso mi compiacqui di me stessa, perchè avrei scommesso che Zayn non si era mai avvicinato così tanto a lei in pubblico. Per questo approfittai del suo sguardo stupito e anche di quello del ragazzo che avevo appena allontanato, per avvicinarmi a quest'ultimo, che cambiò espressione in un ghigno compiaciuto.
Lo presi per il colletto della camicia bianca che oggi indossava, e lo avvicinai a me, facendo aprire ancora di più la bocca di quella strega per la sorpresa. Sorrisi ammicandole, e lei mi fulminò. Subito dopo mi concentrai su Zayn, e cercando di ignorare la vicinanza della sua guancia alla mia, gli sussurrai nell'orecchio:-Non è che la tua "trombamica" ci resterà male se ti comporti con me in questo modo in pubblico, invece che con lei?
Rise piano e prima di rispondermi fece avvicinare la sua guancia alla mia, con questo mi provocò un forte brivido alla schiena. Lui se ne accorse e rise di nuovo.
-La mia cara "trombamica"- ripetè la mia stessa parola evidenziando il tono su questa- sa che abbiamo un piccolo patto che faccio anche con tutte le altre, infatti oggi non mi sembra depressa- mi rispose- e poi oggi voglio restare solo con te.
ZAYN
La sentii rabbrividire di nuovo, e questo mi diede uno strano senso di conforto.
Era diversa dalle altre. La sera prima quando la vidi piangere, non che fosse la prima volta che vedessi una ragazza piangere,ma mi sentii una morsa allo stomaco.
Era una bella ragazza, ma non era il mio tipo, solo che mi sentivo attaccato a lei, sentivo che Ronnie avesse bisongo di me più di qualsiasi altra cosa al mondo. Era starno, veramente strano. Non sapevo nulla della sua vita famigliare o sentimentale, ma mi piaceva stuzziccarla, cosa che lei non sopportava. A volte mi piaceva il suo comportamento rude quando si arrabbiava con me, ma non la sera prima. Sapevo che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di veramente pesante, visto che era difficile, molto difficile farla piangere. Mi dava la sensazione che aveva bisogno di me, era una cosa strana, visto che solitamente la stuzzicavo e basta. Ma avevo questo sesto senso (il mio raro sesto senzo che usciva allo scoperto solo nelle occasioni "speciali") , e quindi volevo fidarmi. Ma non volevo mostrarle come mi sentivo, per questo motivo non mi spingerò oltre agli scherzetti che le faccio di solito, anche se più leggeri. Ho paura che potrebbe prendermi sotto gamba, visto che era una ragazza abbastanza intelligente che riusciva ad attirarmi sempre di più... 
A farmi tornare alla realtà fu un movimento non molto lontano da noi. Era susy. Si stava avvicinata nel nostro piccolo momento "Intimo" se così lo si può definire. Sorrisi a quel ragionamento. Ma lei fraintese questa mossa, e accellerò il passo.
-Amoreee!- stillò avvolgendo le braccia attorno al mio fianco, facendo così allontanare Ronnie - oggi sono un pochino depressa, ti va di farmi compagnia?- Fece occhi dolci.
Un tempo per prenderla in giro avrei accettato, e dopo la scopatina l'avrei sfottuta come mi piaceva fare solo a lei, che se la rideva. Ma non 'sta volta.
Guardai Ronnie negli occhi, che abbassò lo sgardo intimidita da quel contatto semplicemente visivo, e risposi- Purtroppo oggi ho un piccolo impegno che devo portare a compiere immediatamente, senza perdere nemmeno un secondo.- la guardai - Mi dispiace streghetta la mia principessa mi aspetta.
Così detto presi il polso della mia principessa e ci dirigemmo a passo veloce verso la macchina, per poi metterci a correre, e lasciare Susy, ancora una volta, con la bocca spalancata per le cose che le avevo detto. Sentii Ronnie ridere, e il sorriso sulle mie labbra crebbe. Ero felice di sentirla ridere.
Le aprii la portiera per lasciarla salire, mi lanciò un timido sguardo da sotto le ciglia e salì.
Feci il giro della macchina per arrivare dalla parte del guidatore, e salii anche io.
Misi in moto e partimmo. 
-Perchè l'hai fatto? - ruppe il silenzio che si era creato tra di noi da ormai cinque minuti.
In risposta alzai le spalle sorridendole.
-Potevi appreofittarne per recuperare la serata passata senza sesso a causa mia.- continuò ironicamente insistendo.
Sbuffai -Perchè tutte pensate che io ragiono solo con il sesso?
-Perchè, non è così?- chiese ironicamente sorridendomi.
Risi, e lei si unì a me in una breve e soffice risata. Mi piaceva quando rideva, mi rilassava.
Quando tornai a concentrarmi sulla strada, sentii il suo sguardo su di me. Mi sentivo bruciare, avevo paura che trovasse qualche imperfezione in me. Di solito non era così, perchè non mi importava di quello che pensavano le ragazze con cui uscivo, mi importava quello che giudicavo bello su di loro, e naturalmente anche le cose bruttte o stressanti che avevano.
-Trovato qualche imperfezione su di me?- chiesi , mostrando volontariamente un sorriso sghembo sulle mie labbra.
In tutta risposta, lei si voltò dall' altra parte imbarazzata, perchè vidi che i suoi occhi divennero confusi, e le guance rosse.
Fu a quel punto che mi venne un'idea.
-Chiama i tuoi e digli che torni per cena.- le sorrisi.
Si girò immediatamente con quei bellissimi occhi marroni aperti dalla sorpresa. -Ehm ... come mai?- tentennò
-Ti voglio portare in un posto.- la guardai per due secondi di sottecchi per vedere la sua reazione per poi tornare subito con gli occhi sulla strada.
Ma quello che vidi, non era ciò che mi aspettavo. Indecisione, confusione e.... paura.
-N-no .. ehm , non posso.. ho da fare per domani. - balbettò tirandosi i capelli dietro l'orecchio- Mio padre si arrabbierebbe, e devo preparare anche la cena...- si interruppe.
-Ma c'è tua mamma, no?- chiesi io cercando di smuoverla, ma quella domanda non fece altro che renderla più insicura.
-M-mia mamma torna tardi sta sera e quindi dovrò farlo io oggi...- disse cercando di rendersi sempre più piccola sul sedile dell'auto.
Feci un sospiro rassegnato, se quest'ultima frase non avesse funzionato, non avrei continuato:- Facciamo così- dissi in un tono così dolce, che nemmeno io pensavo di avere, ma lei mi faceva scoprire sempre nuove cose su di me, ed era uno dei motivi per cui non volevo separarmi da lei.- Tu mi accompagni in questo posto dove ti voglio portare, e io ti riporto a casa alle sei, così potrai cucinare tranquillamente, daccordo?- le chiesi sorridendole dolcemente, e guardandola di sbieco con occhi speranzosi.
Leii alzò lo sguardò, prima stupito, poi indeciso, ma meno di prima. Alla fine abbassò lo sguardo, sulle sue labbra si era ddisegnato un leggero sorriso, di quelli insicuri, di quelli speranzosi, e... fiduciosi...  che mostravano tutto quello che aveva dentro, e annuì. Leggermente, ma annuì e io ne fui felice.
-Almeno chiama a casa, così non penseranno che sei scappa per davvero stavolta.- sorrisi.
La vidi rabbrividire, e il bellissimo sorriso sparire. -Tranquilla, non penso si arrabbieranno dopo essere fuggita alle dieci di ieri sera. Ed essere tornata tutta intera- le ammicai e le feci un sorriso di incoraggiamento.
Mi guardò con i suoi grandi occhi, annuì e sorrise, un sorriso triste, che mi fece sprofondare il cuore e allentare il mio sorriso.
Prese il telefono in mano e digitò un numero , se lo portò all'orecchio, e aspettò... e io aspettai con lei.......







VI CHIEDO UMILMENTE SCUSAAAAA
Scusatemi scusatemi susatemi, non pensavo di fare così tardi a pubblicare il nuovo capitolo, ma ho avuto piccoli imprevistiiii.
allola(?) prima di tutto volevo ringraziare tutte le persone che hanno messo la storia nelle preferitte, o nelle seguite, o nelle ricordateeee.
E mandare tantissimi bacioni a quelle che hanno recensitooo vi adoroooo <3
secondo di tutto (?) cosa ne pensate??.. cammentateee, secondo voi che farà Ronnie??
e Zayn, che scoprirà, che gli verrà detto?? ookeey forse spoilero un pochettino troppuu... Però.. perchè c'è sempre un però(?), se volete sapere la continuazione, seguite la prossima puntataa!!
OOOkeyeey(?) terzo di tutto(?) avrete capito che oggi sto sclerandoo, e non vi faccio nessun torto se dite che sono pazza, perchè me lo sento dire ogni singolo secondooo muahahahah... -.-" okey ora la smetto, e vi lascio in pace.

Ci sentiamo la prossima voltaaaaaaa.
E buona serata a tutteeee *sventola un fazzoletto per aria come per dirvi "addio!"/ hahhah
p.s. scusate per gli erroriiii :p

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Capitolo 6
*** Memories and friends ***


 
  • Memories and friends
     






ZAYN
Aspettai con lei ... ma lei rimase in silenzio.
Uno strano silenzio.
La guardai, vidi che i suoi occhin erano concentrati, come per prepararsi un discorso....

RONNIE
... Lo guadai di traverso, notai che mi stava fissando con attenzione.
Distolsi lo sguardo.
Iniziai ad agitarmi, non avevoo intezione di chiamare nessuno. E dicerto non avrei chiamato mio padre.
Così avevo deciso di fingere una chiamata, mi concentrai cercando di contare tre squilli nella mia mente.
-Hey papi!- dissi fingendo un sorriso, il migliore che potessi fare, per non creare sospetti a Zayn, ma questo gesto mi fece male al petto. Odiavo mentire, e sppecialmente a lui...
-Tutto bene, ... sisi tranquillo, bhe ti volevo dire che sta sera torno alle sei, avevo intenzione di andare a fare un giretto, ...-mi accorsi che la mia voce stava diventando leggermente stridula, non mi piaceva. Guardai il ragazzo alla guida dell'auto, aveva un'espressione seria, concentrata, e non sulla strada ma sulle mie parole, perchè mi lanciò uno sguardo di traverso, e grazie a questo, capii che nemmeno lui se la beveva quella vocina.
Così schiarii la voce e continuai -Sisi, papi tranquillo...- erano due anni che non chiamavo quell'uomo in quel modo, e mi sembrava strano.
-Tornerò a casa entro le sei promesso!-mentre stavo per 'salutare' mio padre nella finta chiamata, mi arrivò un messaggio. Feci finta di nulla, ma le mie guance erano diventate color porpora. Non volevo voltalmi verso Zayn, sapevo mi stava fissando, ma non volevo ancora affronatrlo...
-Sisi papiii.. oookeeey ciaooo...!- finii in tono disperato la finta chiamata. Nessuno mi avrebbe aspettato a casa.
Nessuno mi avrebbe raccomandato di tornare a casa presto.
Nessuno sarebbe rimasto lì per me.
Mi riscossi dai miei pensieri che avrebbero minacciato le lacrime a scendere grazie al bel ragazzo lì, vicino a me. Forse lui ci sarebbe stato.No, ma dai Ronnie, mia piccola Ronnie, non farti illusioni, è il più popolare, e più bello della scuola, non ci sarebbe stato per una quasi_invisibile come te! Lui era tutto per tutti, ma non lo sarebbe stato per te! Senza dubbio, la mia seconda coscienza aveva ragione, lui non sarebbe stato con me. Non potevo iniziare ad illudermi.
-Ti è arrivato un messaggio- mi avvertì lui in tono ironico, e forse, in una maniera che chiedeva spiegazioni, o forse era solo una mia impressione.
-Solitamente i messaggi durante le chiamate non si sentono- Certo lo sapevo! Continuò lui senza lasciami spiegare, e gli fui anche un pochino grata per questo, così potevo pensare ad una scusa.
-Ma il mio telefono è così...ehm .. andato che fa sempre brutti scherzi-balbettai.. uffa perchè ero così imbranata a dire bugie o scuse! se mi mettessero carta e penna, non riuscirei mai a smettere di scrivere.
-Ah.. daccordo-Mi gurda insospettito, ma si rigira e segue la strada.
-Dove andiamo?-chiesi voltandomi a leggere il messaggio appena ricevuto.
Era di Sally, una mia collega del locale che mi avvisava quando c'era bisogno di me, visto che per ... la mia testardaggine? si prorpio quella. Avevo deciso di non dare il mio numero ad uno sconoscuto come il proprietario del locale. Infatti il messaggio diceva:

Hey,Ronnie come stai? spero tutto bene, perchè bhe vedi oggi Clair ha un 'appuntamento' all'ultimo minuto, ce la faresti a venire?
-Sally <3 xx



Sgranai un pochino gli occhi, perchè era ormai da tanto che non mi chiamavano. E immaginavo che potesse essere Clair colei che sostituivo, lei era ... bhe, quando ne aveva bisogno, una prostituta. Non era una cattiva ragazza, per come sembrano i suoi lavori, cioè non è che essere barista fosse male, ma si lasciava toccare quando aveva bisogno di soldi.
Lei è rimasta orfana da quaando aveva 17 anni, i suoi genitori erano morti in un incidente d'auto. Le autopsie dicevano che non era colpa loro, ma che un ragazzo ubriaco, sotto la maggiore età era andato a sbattere contro di loro, perdendo il cotrollo della 'sua' auto.
Lei non pianse al funerale, ma quando venne a casa mia con Caroline e Sally, scoppiò in lacrime.
In quel periodo io, Sally e Caroline non sapevamo che fare, così abbiamo deciso di restarle vicino, senza azzardarci a consolarla. Clair era come me, odiava la compassione. E l'unica che lo aveva capito era Sally e Caroline, che erano diventate le nostre migliori amiche.
La mia vita era diventata più leggera con loro al mio fianco. Ero meno depressa, avevo iniziato a riprendere un po' di forma, perchè per la disperazione, avevo diminuito il mio nutrimento naturale. Il problema era che in quel periodo era tornato mio fratello per la  prima volta dopo la morte di... nostra madre.

Zayn, notando il silenzio che si era creato, mentre io ero nel labirinto dei miei pensieri, accese la radio.
Sul canale, di cui non feci attenzione al nome, c'era una canzone, lenta che iniziava con un pianoforte, che suonava alle parole della cantante, che riconobbi come Demi Lovato.
Four years old with my back to the door...
Amavo quella cantante, ma questa canzone ho sempre cercato di evitarla.
Mi spaventava.
All I could hear was a family war...
Mi spaventavano i ricordi che mi faceva tornare alla mente...
Your selfish hands, always expecting more...
Chiusi gli occhi...
Am I your child or just a charity ward?...
Gli occhi mi bruciavano...
You have a hollowed out heart but it's heavy in your chest, I try so hard ti fight it, but it's hopless...
Riniziai a ricordare, a ricordare tutti quegli episodi, tutte le volte che non sono riuscita a salvarlo....
Hopless, you're hopless...
Tutte quelle urla, insulti, tutti nella mia mente.
Oh father, please father. I'd love to leave you alone,but I can't let you go...
Era impossibile per me lasciarlo... Era mio padre... Riuscivo a sentire tutte quelle parole che sapevo e capivo rimbombare nella mia mente.
Oh father,please father. Put the bottle down, for the love of a daughter...
Ed eccola, la goccia liberatasi dalla mia palpebra e scendere sulla mia guancia al ricordo della sera prima.

-Odio quando mettono queste canzoni deprimenti-disse Zayn cambiando canale in qualcos'altro fino a trovare la canzone di Pitbull e Chris Brown, Internationale Love.
Mi riportò alla realtà con una velocità che ebbi la reazione istintica di asciugarmi la lacrima caduta.
Mi ero dimenticata che ero in macchina con lui.
Mi guardò di traverso.
Trasalii.
Speravo lui non avesse visto.
Che non avesse notato, e invece, si lo aveva fatto.
Per la seconda volta in due giorni mi vide con le lacrime sulle guancie.
Mi odiavo.
Perchè ero così.
Così stupida.
Così depressa.
Così... stronza da avere una vita allo stesso modo.

"Si pure io..." concordai con la sua affermazione.

Lui non mi parlò.
Non mi chiese che cosa avevo.
Non ebbe compassione di me.
Forse l'aveva capito dalla sera prima, dalle mie reazioni.
Oppure solo non sapeva cosa dire, o non aveva voglia di parlare.
Ero felice, ma stranamente una parte di me che cominciava ad uscire, voleva che lui s'interessasse a me.
La repressi subito.
Non doveva succedere nulla.
Non dovevo lascirmi andare.

Tornai a ripensare alla sera prima involontariamente. 
Quella dannata canzone....

Stavo facendo italiano, mi preparavo per l'interrogazione.
Poi ero anche felice, naturalmente per la gita a Londra, e non perchè il professore mi avrebbe chiamato alla cattedra o alla lavagna, anzi a quel pensiero mi agitai ancora di più.
Non mi piaceva essere sotto lo sguardo attento di tutti, che ad ogni passo, parola o gesto sbagliato, ti ridevano alle spalle o bisbigliavano cose su di te, sul tuo corpo, sul tuo carattere... o sulla tua vita. Nessuno sapeva della mia vita oltre alle mie amiche, che non la conoscevano nemmeno tutta. Mettiamola così, loro sapevano che non ero in buoni rapporti con mio padre, e sapevano che mi sgridava per ogni cosa invece che mi picchiava per ogni cosa.
Sospirai.
Dovevo farcela, nessuno poteva, no doveva abbattersi per me, dovevo solo resistere e combattere.
Ma tutta questa forza di volontà spariva ogni volta che scattava la serratura... E come non detto, mentre un brivido di sconforto percorreva il mio corpo, la porta si aprì.
Scattai in piedi.
Mi guardai attorno come alla ricerca di un nascondiglio.
Ma poi pensai era inutile, avrebbe distrutto qualcosa per poi trovarmi.
E poi dovevo stare attenta al quadro di mia mamma...
La mia dolce mamma... Mi stavano per tornare alla mente ricordi con lei, ma mi riscossi subito, cercando di concentrarmi sui passi che continuavano a sentirsi.
Si fermò, silenzio. L'ansia mi crebbe dentro, il mio cuore batteva troppo forte.
Uno scruscio di sedia. E poi uno schianto. E tanti frantumi.
I passi traballanti si avvicinarono alla mia porta. Stavo per urlare, ma mi bloccai.
Stavo per scappare, ma mi bloccai.
Stavo per nascondermi, ma mi bloccai.
Stavo per cadere sulle mie ginocchia, ma mi bloccai.
Rimasi semplicemente paralizzata, circondata dalla tensione, che sparì quando quell'uomo aprì la porta di camera mia sbattendola.
Indietreggia di un passo inciampando e cadendo sulla sedia.
Vidi che si sfilava la cintura. -Perchè?- chiese quasi urlando. Stava piangendo.
-Perchè l'hai fatto?- insistè -Dimmelo!- gridò questa volta.
Si abbattè su di me in lacrime per la disperazione, per la paura, per la tensione, per la colpa, e ... per la rassegnazione.
Sentii un dolore fortissimo alla coscia che mi fece rotolare giù dalla sedia.
E come un bambino raggomitolato nella pancia della mamma, io stesa a terra subivo le frustate su tutto il mio corpo, con gli ochhi rossi e le guance bagnate dalle lacrime.
Prima sul braccio.
Poi sulla mano.
Sulla gamba.
Sulla schiena. E poi un'altra e un'altra ancora.
Alla fine un colpo un testa mi fece perdere i sensi.

Passarono i minuti, quelli che a me sembrarono ore.
Mi rialzia trovando una goccia di sangue sul pavimento dov'era poggiata la mia testa.
Me la toccai involontariamente, ma non riuscii a toccarmi il cranio che sentii un dolore atroce al solo spostare i mossi capelli neri corvino.
Non vidi mio padre,.. se così lo si poteva chiamare.
Pensai uscì, e mi sentii il cuore più leggero e i muscoli più rilassato, ma il tutto scomparve quando uscii in corridoio e lo vidi lì seduto davanti alla porta di camer mia con il bastone nella mano sinistra. Era seduto come un pellegrino: ginocchio alzato, mano sul bastone in piedi al suo fianco, l'altro braccio accasciato per terra e la testa bassa, che rialzò non appena notò i miei piedi di fronte a lui.
Si alzò.
Sgranai gli occhi.
Aveva gli occhi rossi per l'alcool e per il troppo pianto, ma le guance asciutte.
Aveva un ghigno sulle labbra, il solito ghigno che voleva significare solo una cosa:
voleva rifarlo.
Rifare quell'orrenda
cosa.
A ripensarci mi venne un buco allo stomaco.
Quelle poche volte in cui era successo ero sempre riuscita a scappare.
Ma avevo paura che sarebbe arrivato il giorno in cui non ci sarei riuscita.
Il mio cuore batteva forte.
Nella mia mente rimbombava la frase che mi faceva più schifo al mondo:
mio padre voleva struprarmi.
Improvvisamente una frase sovrastò quelle parole, e un'immagine fece la stessa cosa sull'uomo davanti a me.
Era mia madre : never let the fear of streaking out keep you from playing the game.
Il tutto fu interrotto da una bottiglia di birra spaccata accanto al mio viso.
Mi ripresi.
Non potevo restare lì un minuto in più.
Scappai e andai al parco, dove...


La sua voce sensuale e dolce mi riportò alla realtà. Ci eravamo fermati.
Mi guardai attorno. -Ma dove cazzo mi hai portato?- chiesi da un tono calmo ma seccato, a un tono alto e sorpreso.
-Ti è caduta la corona principessa, aspetta che ti aiuto a riprenderla...-scherzò lui sulla mia finezza, abbassandosi verso il mio sedile e facendo finta di raccogliere qualcosa.
-Ma... aspetta tu sai cantare?- chiesi sorpresa...
-Ehm .. si ... ma nessuno nella scuola lo sa...- disse rialzandosi... lo vidi arrossire per la prima volta, risi di gusto della mia scoperta.
Sentii grandi mani avvolgersi attorno alla mia vita e iniziare a muoversi.
Mi stava facendo il solletico.
Ero troppo sensibile e lui se ne accorse, infatti continuò.
Stavo urlando e ridendo con le lacrime agli occhi, non riuscivo a fermarlo, ma soprattutto non riuscivo a stare ferma.
Sapeva come distrarmi e sorprendermi.
Iniziai a scalciare e mi accasciai con la testa e il collo contro la portiera della macchian, e in resto del mio corpo sul sedile, con le gambe piegate contro il sedile dell'autista e allargate, per contenere il corpo di Zayn che era disteso sopra il mio. Non era il massimo della comodità, però mi piaceva.
Ci rendemmo conto della posizione dopo che Zayn si fermò dal farmi il solletico, e disse"Perchè ridevi ? Ho una brutta voce?" mi guardò anche con gli occhioni dolci da cagnolino, e io gli spostai in modo scherzoso il viso. A quel punto mi guardò negli occhi marroni, quelle sue perfette iridi, quelle ciglia lunghe e scure.
Alla radio c'era Bruno Mars con Just the way you are.
Zayn non si avvicinò, anzi iniziò a canticchiare.
"Hai una bellissima voce, che addormenterebbe anche il bambino che ha meno voglia di dormire" confermai sorridendogli.
E lui sorrise, e aumentò il volume di suono che usciva da quelle sue labbra perfette.
But when I seee your face, there's nothing I would change, cause girl you're amazing, just the way you are...
Ero felice, perchè sentivo che quando le cantava, le diceva a me.
Ma forse era la mia immaginazione.
Si alzò, spense la radio, e scese dall'auto. Quando stavo per scendere anch'io, mi fece segno con la mano da fuori di aspettare.
Venne ad aprirmi, scesi.
Ma come al solito inciamo e gli cado addosso. 
-Se inciampi ogni volta, a me fa molto piacere sai?- disse lui con un sorrisino
-Si certo. Allora cercherò di stare più attenta le prossime volte- gli risposi ricambiando il sorriso, come se lui avesse affermato il contrario.
Il suo sorriso si aprì di più -Non penso tu ci riuscirai.
-Ah! davvero?, scommettiamo?- buttai lì scherzando.
Ma lui la prese seriamente:-Se la prossima volta inciampi mi devi un bacio, okey?
Io sgranai gli occhi, ma non volevo arrendermi così facilmente. -Okey! E se invece vinco io ed entro questa giornata non cado, tu mi porterai in un posto. Siamo daccordo?
-Bhe potrei anche rinunciare, tanto il vantaggio ce l'ho sempre io- Rise.
.-Allora cambiamo, mmmm... -misi la mano sotto il mento e cominciai a pensare.
-Nono ti pregooo.... - supplicò lui.
Io risi della sua reazione, e a quel punto mi venne l'idea:-Senza sesso per un mese!-dissi puntandogli il dito contro.
Fece il broncio. - Daccordo, ma se vinco anche tu mantieni la promessa.- sorrise.
Mi fermai ad osservarlo attentamente. -Si.
Spostai la mano da un centrimentro dal suo petto, ad un centimrìtro dal duo stomaco tirando fuori il mignolo.
Lui mi guardò sorpreso, poi guardò il dito e cosminciò a ridere-Ma sul serio?
Feci il broncio, come offesa dalle sue parole, ma lo feci così bene che lui smise di sorridere e mi srinse il mio mignolo con il suo annuendo.

Poi mi prese per mano e ci incamminammo.
Era un boschetto e noi avevamo parcheggiato la macchian sul ciglio della strada.
Il bosco non era molto folto, ma era rigoroso di foglie verdi, il prato di fiori di ogni genere, papaveri, viole, margherite, orchidee e tantissime altre bellezze. Era come stare in un rifugio.
Gli alberi con i loro rami e le loro posizioni, formavano un passaggio, una piccola stradina di ghiaia che finiva non molto lontano.
-E' il mio rifugio-disse Zayn- vengo qui quando non so che fare, o quando litigo con qualcuno, specialmente con i miei-continuò con un sorriso guardandomi.
Poi tornò con lo sguardo sulla stradina.-Sei la prima che porto qui.
Lo vidi arrossire, e io con lui. Ma tutto scomparse quando la luce del sole cci invese e ci mostrò ciò che avevamo davanti....






SCUSATE IL RITARDOOOOO
Allora belle fanciulle che mi raccontate?? bhe io tutto bene.
Che ne pensate, vi piace?? siete felici??.. ditemi tuttooo, vi aspettavate qualcos'altro??...
parlate criticate mandatemi a qual ppaese (vabbè magari quello no ) ahhahha oookey non era divertente...mmmmm...
Voi cosa pensate? che accadrà? chi vincerà la scommessa??...
bho io no so... bha... hahah 
Se volete darmi suggerimenti ditemi tuttoooo.. ah e per importantissimissimissimissimissimisssimsiima cosa
volevo mandar eun bacione/abbraccio a tutti quelli che seguono, ricordano(?) e preferiscono<8'9 la storiaaa e tutte le persone che mi sostengono e recencisconoooo vi adorooooo...
dovrei essere ioo a ringraziarviii per le fantastiche e bellissime parole che mi scrivetteeeee. e lo farò se secensireteeee.. bhe noottee e sogni d'oro a tutte voi mie belle principesseee(?)
Zayn è qui con me (?) e vi manda un bacioneeee hhahhah nope non era divertente -.- oggi sono un pochino stanca... e scusate per l'orarioo..
a un'ultimissima cosa, votate quale volete isa la vostra Ronnie(?) la 1 la 2 o la 3??? sono curiossaaaaaa
bacioniii< 3 xx


1)                                                                                                             2)                                                                                                      3)
 

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Capitolo 7
*** I always remember and never forgot ***


 
  • I always remember and never forgot
     






Avevamo raggiunto la fine del boschetto.

Rimasi a bocca aperta per lo splendido spettacolo davanti a me.

Il mio cuore accelerò i battiti dalla bellezza che mi circondava.

Un sorriso spontaneo si allargò sulle mie labbra. Ero felice.

Non solo, mi sentivo rilassata, protetta in quel piccolo posto, così lontano dai ricordi, così distante dalla rabbia, dal dolore, e dalle sofferenze.

Ero... Libera.

 

Zayn mi aveva portato in un posto veramente splendido.

Al centro c'era un lago molto grande, che brillava sotto i raggi solari, come un arcobaleno, infatti mi sembrava di aver raggiunto la mia fortuna...

Attorno ad esso c'erano piccoli cespugli di tutte le forme, allungati, rotondi e uno addirittura a forma di rombo! Solo che invece che avere le punte appuntite, ce le aveva arrotondate.

Vidi un riccio passare vicino a quello strano cespuglio.

Aveva gli aculei abbassati, come se si sentisse al sicuro in quel posto, come se nessuno gli avrebbe fatto del male, e quindi non aveva bisogno di mostrare il peggio di sé.

Forse era vero.

Forse anche io non dovevo mostrare i miei 'aculei'.

Almeno non in posti in cui mi sentivo così.

 

Mi voltai a guardare Zayn, che mi stava guardando con un sorriso dolce dipinto sulle sue labbra maledettamente perfette. Era compiaciuto di se stesso.

-Ti piace, vero?-disse con tono di chi era sicuro del fatto di avermi resa felice.

Gli lancia un'occhiataccia, ma mentre lo facevo sorridevo.

Non riuscivo a smettere.

Lui aumentò quel sorriso che avrebbe fatto sciogliere il cuore a qualunque ragazza lì presente, ma fortunatamente io girai velocemente lo sguardo arrossendo, se no' sai diventata io la prossima ragazza che sarebbe diventata un liquido sotto i suoi piedi...

 

Quella situazione stava diventando imbarazzante, quindi rialzai lo sguardo verso il lago a mi misi a correre.

-Prova a prendermi se ne sei capace!- urlai al ragazzo che un attimo fa si trovava accanto a me.

Sentii la sua rigorosa risata, non rideva per prendermi in giro, non era un falso riso, lui non mi avrebbe mentito, lui era lì, lui era vero...

 

Lo sentii correre dietro di me, e urlarmi:-Fermatii!

Ma ogni volta che succedeva io aumentavo il passo, e ridevo.

Rideva anche lui, non la smettevamo più di ridere.

 

Stavamo girando in tondo.

Lui non riusciva a prendermi.

O forse lo faceva apposta, per farmi dimenticare di tutto.

E infatti ci riusciva.

Non avrei mai potuto desiderare altro.

Io, lui, il lago, i cespugli e....

Il porcospino.

Me lo ritrovai subito davanti, ma riuscii a girare in tempo, prima ancora che potessi avvicinarmi di un millimetro in più, ed essere punta dai suoi aculei che erano appena spuntati.

Pensavo di avercela fatta, quando inciampai sui miei stessi piedi e caddi a terra.

Non mi feci male, anzi sentii qualcosa di morbido sotto di me.

Aprii gli occhi.

Era Zayn.

Si era buttato per non farmi toccar terra e rimanere ferita...

 

Il mio cuore iniziò a battere sempre più forte, nessuno aveva mai fatto un gesto del genere per me...

Bhe forse perchè non ero mai stata in un boschetto con un ragazzo da sola, ma il gesto per me è stato importante.

Ero sorpresa, e emozionata allo stesso tempo.

Emozionata, per cosa? Non riuscivo a capirlo.

 

In quell'esatto istante Zayn riaprì gli occhi, che aveva tenuto chiusi per il forte, immagino, impatto avuto col terreno.

Ne ero sicura, un attimo prima i suoi occhi erano di un marrone non eccessivamente scuro, ma profondo, e ora erano di un colore dorato scuro, forse per i riflessi col sole, o forse per un suo cambiamento d'umore.

 

Sogghignai, uscendo dall'improvviso impatto con i suoi meravigliosi occhi, pensando al film Twilight, e al cambiamento del colore di Edward Cullen quando era sazio e quando aveva fame, e pensai che forse mi trovavo nella stessa situazione di Bella Swan e che il mio bel vampiro era Zayn.

 

Risi, dimenticandomi della mia vicinanza al ragazzo sotto di me, che mi guardo storto, aggrottando le sopracciglia cercando di capire il perchè di quell'improvviso cambiamento, di quello strano comportamento.

-Cosa c'è di così tanto da ridere?-mi chiese accennando un sorriso incerto, per paura di aver sbagliato.

-Sono stato così ridicolo nel cercare di prenderti, e non lasciarti cadere?-continuò quando vide che pian piano smettevo di ridere, riabbassando gli occhi a guardarlo, e me ne pentii subito.

Mi accorsi , di nuovo della mia posizione, il bacino leggermente sopra il suo, le gambe intrecciate nelle sue, un gomito vicino al suo collo, e l'altra mano sulla sua spalla. La cosa che mi fece arrossire, e sentire un forte brivido, fino alla punta dei miei capelli tutti attorno a noi, era la vicinanza dei nostri visi, con i nasi che si toccavano appena.

 

Zayn, capendo il mio stato d'umore, e vedendo che ero arrossita, il mio sorriso era scomparso, sostituito da delle labbra leggermente schiuse, e notando come i miei occhi osservavano ogni punto del suo viso perfetto, fece un sorriso sghembo, uno di quelli che faceva capire che la persona che ce l'aveva sulle labbra, era soddisfatta del suo effetto, del suo risultato.

 

Dopo tre o quattro secondi, - in verità non sapevo quanto tempo era passato, ma era passato troppo velocemente – mi accorsi della sua espressione, e mi alzai, nascondendo la mia contro voglia con un'occhiata truce al ragazzo che ora si stava rialzando ridendo.

 

-Smettila- dissi rossa in viso, portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio, pentendomene subito, visto che Zayn poteva benissimo vedere che ero rossissima, e così la tolsi da dietro l'orecchio, cercando di nascondere il meglio possibile, il profilo che il moro poteva vedere.

Improvvisamente mi irrigidii, sentendo un respiro scontrarsi contro il mio orecchio, un braccio sul fondo della mia schiena, e delle labbra troppo vicine per sussurrarmi : -Sei bellissima quando arrossisci.

Mi scansai bruscamente da quell'improvviso avvicinamento, alzandomi e iniziando a camminare sulla riva del lago.

 

Vidi il riccio che mi aveva fatto inciampare passare lì vicino, per poi cambiare direzione e dirigersi vicino ad un cespuglio non molto lontano.

Mi fermai vicino al lago, e sorrisi pensando che aveva paura di me.

A quel punto spostai lo sguardo verso l'acqua davanti a me, che si andava scontrando al terreno.

L'immagine che vide riflessa le fece morire il sorriso sulle labbra.

Quell'immagina che la spaventava ogni giorno guardandosi allo specchio.

Era leggermente diversa, la mattina quando si sveglia ha gli occhi rossi e gonfi per il pianto, e le guance non erano più pallide, o olivastre, ma erano dello stesso colore delle iridi,rosse.

I capelli erano l'unica cosa che rimaneva uguale, erano scompigliati, ma per motivi diversi, la mattina per i tormentati sogni, e in quel momento per la confusione di un'attimo prima.

 

Non potevo crederci che quella persona ero io.

Mi ricordo che mia mamma quando ero piccola, non mi lasciava mai pensare che ero brutta, non mi lasciava mai in stati pietosi, non mi lasciava mai piangere.

Era orgogliosa di me, ma so che ora non lo sarebbe stata.

 

Lei era sempre stata bellissima, anche dopo un lungo pianto, causa di un quotidiano litigio con mio padre, si alzava, si pettinava, si lavava il viso, un filo di matita, anche se gli occhi erano gonfi, e mi sorrideva. Mi passava accanto e mi diceva:-Tesoro, aspettami qui che arrivo, vado a vestire tuo fratello, e vengo a prepararti.

Io le sorridevo, perchè ero felice che mia mamma mi considerasse.

 

Così una volta per renderla orgogliosa di me, provai a vestirmi da sola.

Mi misi dei collant beige, un po' malamente, ma ci riuscii, anche se la parte davanti di un piede l'avevo messa dietro, e l'altra l'avevo messa giusta. Era tanto per una bambina di sei anni.

Poi mi misi la felpa senza nulla sotto, e le ballerine, in pieno dicembre!

Quando mia mamma arrivò sgranò gli occhi, e si mise a ridere,.

Io che sapevo di aver fatto un disastro, abbassai lo sguardo rossissima, ma lei invece che restare a ridere, notando il mio comportamento, si era avvicinata e mi aveva detto:-Tesoro, sei stata bravissima, grazie.-e mi diede un bacio sulla fronte, un lungo bacio, un bacio pieno di calore, e tenerezza, pieno d'orgoglio, e speravo fosse così, speravo di averle fatto dimenticare le lacrime.

E lo credevo davvero, perchè dopo quel gesto, con voce dolce, mi disse:-Ora dobbiamo solo dare un'aggiustatina qua e là per rendere la mia principessa ancora più bella!

Mi fece l'occhiolino, e io felice risi, mostrando i denti dove erano mancanti un canino e un incisivo.

Gli occhi di mia mamma si addolcirono e io ero .. non so come spiegarlo, mi sembrava di toccare le stelle.

 

Mia mamma era una donna bellissima, l'ho sempre creduto, e lo crederò per sempre.

Mi aveva insegnato ad essere dolce e felice, e non a fingere di esserlo. Mi aveva insegnato ad essere coraggiosa, e non a nascondermi. Mi aveva insegnato a vivere, e non a cercare la morte. Mi aveva insegnato ad amare, e non ad allontanare tutti quelli che si avvicinavano a me.

Avevo paura, paura di restare sola, e sempre l'ho avuta, e sempre l'avrò.

 

 

A distogliermi dai miei pensieri, era di nuovo, quel ragazzo perfetto, che non voleva lasciarmi sola, che sembrava cercasse di darmi amore, che cercava di farmi vivere, e ci riusciva.

Ma penso non ci riuscirà, sarebbe stato impossibile, visto che sarei tornata se mi ridassero ciò che ho perso, ma era impossibile ridarmelo, e così far rinascere amore, dolcezza, vitalità e tutto ciò che poteva provare un cuore vivo, in me.
Ero impossibile.

 

Feci un respiro profondo, chiudendo gli occhi e riaprendoli quasi subito, per vedere che lui stava osservando la nostra immagine sull'acqua.

-A cosa pensavi?-disse spostandomi i capelli dalla spalla, e riordinandomeli dietro la schiena.

Amavo quando mi toccavano i capelli, con delicatezza, o almeno amavo quando me li toccava mia mamma, perchè dopo di lei nessuno, non avevo permesso a nessuno di toccarmeli...

Un attimo dopo che avevo chiuso gli occhi, li riaprii subito a quel pensiero, sconcertata, scostandomi da lui.

 

Feci un passo di lato, balbettando un :-N..niente..-come risposta.

Zayn mi guardò sorpreso, non si aspettava quella reazione.

E io imbarazzata, e sorpresa come lui, per non essermi scostata subito, abbassai lo sguardo.

 

-Che ti prende? Perchè ogni volta che provo ad avvicinarmi, ti scosti?-eccola, le due domande a cui mi è sempre stato impossibile rispondere...

 

 

 

Io non ce la faccio più!” 





                        





































_______________________________________________

*sbuca da dietro la porta, mostrando prima un occhio, che fuori esce dalla palpebra, e vedendo che non state per slatarle addosso*Saaalvee....

OOOOokeey.. potete uccidermi, strozzarmi o quello che voleteeee... ma mi dispiace da morire!!!! scusatemiiii..
ho avuto un blocco e non sapevo come continuare ...
poi con la scuola e le interrogazioni ... ufff...
non ne posso più!!!!! meno male che mancano 10 giorni! ;)

Aaaallooora tornando a noi e alla storia, volevo dirvi che ho concluco con l'inizio di un flashback...
e ora potete uccidermi di nuovo hahaha... perchè vi ho lasciato un po' di suspece... come mio solito lol
 e ... che ne pensate??? 
Potrebbe Zayn far tornare Ronnie, la vecchia Ronnie...(?) ripetizioni di merda.. -.-"
vi prego ragazze recensiteeeee ah e rigrazio e mando un bacione a :

Sarettaxmalik
sheneedsheeran
Nina Malik
mysummerlove
Mavi_1D
xSkyless
gagadirectioner
Follow_Your_Dream

che hanno recensito la storiaaaaaa ragie grazieeeee milleee... vi prego vi supplico recensite, perchè non so proprio se va bene, e ho bisogno di essere giudicata 
ah e ringrazio chi mi ha messo nelle preferite, seguite e ricordate... graaazieeeeee un bacione anche a voiii!!
 Elenef60 
 heartattacksara 
 RominaC 
 _zaynshug_ 
 Follow_Your_Dream 
 jawaadsacute 
 You are a spiaggia_BlaBla 
_loveyouridol_ 
  
siete delle principessee!! ahahahha verità 
un bacione e ora sparisco dopo aver ringraziato 
 Giamaica
 Oops_Hi  per avermi messo negli autori preferitiiii...
spariscoooooo sciauuuuuuu
*ritorna con l'occhio dentro la palpebra e scompare dietro la porta*

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Capitolo 8
*** I hate fight, I hate myself,'cause I always scold... ***


 
  • I hate fight, I hate myself, 'cause I always scold...
     





L'avevo gridato a squarcia gola.

Non ce la facevo davvero più...

Era un continuo, implacabile tormento quello che dicevano.

Quello che diceva.

Ogni volta sentivo qualcosa di contrastante, struggente, e un'implacabile paura.

Paura che quello che dice sia vero.

Paura che tutti lo vengano a sapere anche se non è vero.

Paura dei pensieri altrui.

Avevo paura, sempre, e cavoli se avevo paura.

Avevo 9 anni, ero in una classe, che si direbbe normale alle elementari, divisa in due gruppi:

si può dire i “bravi/secchioni/sfigati” da una parte, e io facevo parte di quel gruppo,

e l'altra parte era così detta dei “popolari/pezzi grossi/duri”, di cui faceva parte un ragazzo, di nome Nick, che non mi lasciava mai in pace.

Mi prendeva in giro per molte cose, tra cui la mia bruttezza, il mio carattere, le mie origini, ma questa volta aveva superato ogni limite.

Lui mi stava trattando male come sempre, dicendomi che non ero adatta al ruolo di protagonista in teatro, e iniziando ad elencare uno ad uno i miei difetti, e che ancora oggi questa lista mi perseguita, credendo che io sia proprio così.

Grassa, maleducata, balbettista, brutta, nasona, troppo alta, capelli ricci come se avessi preso una scossa, con un colore di merda nera.

Questo era lui.

Una macchina per insulti, adatti solo per me.

E io, per la prima volta, sentendomi una rabbia crescente, dal mio stomaco fino alle mie spalle un brivido mi percorse, e diventando rossa sia per la rabbia, sia per l'imbarazzo, gli risposi:”Non hai proprio di meglio da fare, che prendermi in giro? Cos'è ti alleni fino a tarda notte davanti al tuo specchio insultando la tua immagine?”

in quell'istante tutti si erano girati, occhi sgranati dalla sorpresa, io un sorriso soddisfatto sulle labbra quando vidi la sua reazione.

Aveva rizzato la schiena e dopo un attimo si era girato, e in quel momento il sorriso mi morì sulle labbra, visto che sulla sua bocca ce n'era uno, ma per niente gentile, o sorpreso, si vedeva che aspettava da un po' una risposta del genere, e finalmente l'aveva ottenuta.

Infatti, non so come, ma mi ritrovai a piangere in bagno dopo aver gridato “Basta! Io non ce la faccio più!”. Mi avevano iniziato a chiamare con quel nomignolo.

La mia mente aveva un fatto strano, quando qualcuno mi trattava male, cercava subito di cancellare l'avvenimento, ma questa volta la mia volontà andò contro la prima per poter ricordare, e così alla fine ottenni un ricordo offuscato:

Mi si era avvicinato, aveva accostato la bocca al mio orecchio, io tremavo avevo paura, volevo scappare, non volevo sentire, era come se sapessi già le sue parole, ma ero immobilizzata, paralizzata come una statua, perchè c'era anche una parte di me, che anche se sapeva quello che stava per dire, volle ascoltare.

Ronnie Statis, vuoi sapere una bella cosa?” disse senza guardarmi, e senza aspettare il mio cenno continuò:”La malattia renale da cui sei scampata, forse potrebbe tornare, come ti ha infettato le tonsille ti può infettare da qualche altra parte... Ti consiglio di stare zitta la prossima volta, tutti sanno di questa cosa, ma io ti ho resa più speciale dandoti un soprannome molto divertente, di cui solo alcuni miei amici sanno la provenienza, e indovina chi sono?” per tutto il filo del discorso lo sentì sorridere, e sogghignare. Tutti ci stavano guardando, e dovevano aver anche visto le mie reazioni. Sorpresa,timorosa, paurosa,e di nuovo sorpresa.

Come faceva lui a saperlo? Perchè mi faceva questo?

I nostri compagni erano stati richiamati dalla maestra quando la campanella della ricreazione era suonata, io rimasi ancora immobile, e lui mi guardava sorridendo soddisfatto, soddisfatto di avermi paralizzata. E non potevo accettalo, quindi cercai di ricompormi, ma in quello stesso istante entrarono ragazzini più grandi di noi,li avevo riconosciuti, erano sempre con lui.

Guardarono prima lui poi me, e sorrisero.

E “Gliel'hai detto?” disse quello moro con i capelli schiacciati sulla fronte con tantissimo gel...

Si,Zayn... era sconvolta e lo è anc-”

 

Zayn.... Zayn, merda!

Mi riscossi dai miei pensieri, e lo guardai.

Mi stava fissando in attesa.

I miei occhi si incupirono di paura, e lui lo notò, perchè avvicinò lentamente la sua mano alla mia guancia, dicendo -Cosa c'è, picc- -.

Mi scostai il più in fretta possibile, lasciandolo a bocca aperta, senza che finisse la frase.

Comincia a camminare in dietro, prima lentamente dicendo : -Non è possibile.. mi stavo fidando... sei tu! Mi hai mentito, bastardo!

E mi misi a correre.

Corsi il più veloce possibile.

Il più lontano possibile.

 

No, no, no, non volevo accadesse... lui..

Perchè?

Le lacrime cominciarono a solcarmi il viso senza fermarsi.

Avevo paura... Paura che quello che era successo accadesse di nuovo.

Paura di essere derisa, perchè sta volta ero sola.

A casa non avrei trovato mia mamma ad aspettarmi a braccia aperte, a baciarmi e coccolarmi.

Raggiunsi la fine del boschetto, e mi fermai di colpo a quell'idea.

Ero sola.

No, mio padre anche se era ubriaco, aveva ancora un cuore.

No, Ronnie sei sola.

Non è vero.

Si che è vero, nessuno ti vuole Kidnnie Disease*

No! quel nome no! Tutto ma non quello.

 

Mi coprii le orecchie con le mani, mentre il mio subconscio continuava a chiamarmi in quel modo, lottando contro la voce di mia madre che cercava di consolarmi.

 

Sentii delle mani aggrapparsi ai miei polsi, e mi voltai all'improvviso spaventata.

Vidi il suo viso pieno di preoccupazione, e rialzai i muri, più resistenti di prima.

Aggrottai la fronte e il mio volto divenne una maschera di ghiaccio con i segni delle lacrime a scintillare sulle guance rosse.

Gli occhi rossi freddi dentro i suoi.

-Cos'hai adesso, Ronnie?- mi chiese, nella sua voce una nota di preoccupazione.

-Che cos'ho? Vallo a chiedere al tuo caro amico Nick, e così continuerete a chiamarmi...- feci una pausa, e cercai di assumere un tono più schifato di quello che stavo già usando. -Kidnnie Disease!

Urlai. Quel nome mi provocò brividi, un conato di vomito e un nodo allo stomaco, che repressi appena lo vidi irrigidirsi.

I suoi occhi che un secondo fa erano ridotti a una fessura, si sgranarono, e dentro di essi lessi paura, indecisione e senso di colpa, perchè abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.

-Mi fai schifo...- dissi per poi girarmi e andarmene.

-Ronn-....- incominciò a dire, ma si interruppe quando mi girai e vide le mie lacrime.

-Non avvicinarti mai più a me..- dissi.

Non pensavo avrei pianto per qualcos'altro oltre mio padre, mio fratello o mia madre, prorpio dopo la sua morte...

Ormai era tanto che non scendevano le lacrime della delusione nei confronti di qualcuno al di fuori della famiglia.

 

Mentre me ne stavo andando via, vidi la fermata dell'autobus, e mi fermai per guardare l'orario.

Sbuffai, tra una mezz'oretta sarebbe passato.

Incrocia le mani al petto, e mi appoggiai al palo della fermata, guardando sempre davanti a me.

Anche quando una macchina nera, la sua, si fermò davanti alla fermata, non spostai lo sguardo.

Rimasi impassibile, anche quando il finestrino scuro scese per mostrare il suo viso.

Lo guardai di sottecchi, ma subito spostai gli occhi dall'intensità del suo sguardo che mi chiedeva scusa.

Si sporse sul sedile del passeggero per vedermi meglio, ma io rimasi immobile.

-Ti riaccompagno a casa... So che l'autobus passa ogni cento anni di qua...- mi disse con sguardo speranzoso, un sorriso incerto che non gli avevo mai visto fare. Scoprivo sempre nuove cose su questo ragazzo. Era straordinario, nemmeno Susy avrebbe potuto vedere quello sguardo.

Mi compiacqui di me stessa.

Ma me ne pentii subito. Chi ero io?

Ero solo la ragazzina che a lui piaceva prendere in giro.

Abbassai lo sguardo imbarazzata, e lui interpretò quel gesto come un'anticipazione di un rifiuto, così si affrettò a dire: - Ti prometto che non azzarderò mai più nulla di avventato, se vieni... - aggiunse in un sussurro l'ultima parte della frase.

Io sospirai. Non potevo sempre scappare, cazzo!

“Avrebbe mantenuto la parola?” mi chiesi.

Tanto vale provarci, Kidnnie.

La mia vocina interiore ricominciò a farsi sentire, susseguita subito dalla voce di mia mamma, o era la mia?

Sta volta sono d'accordo, provaci, tanto vale... Alla fine se mantiene la parola avrai un vantaggio... O uno svantaggio? Bha, oramai non riuscivo a decidermi su nulla.

Da quando lui era entrato nella mia vita senza bussare alla porta, ma spalancandola, non capivo più niente.

Il bello era che era entrato nella mia vita nemmeno da 24 ore!

Mi immagino che cosa succederà dopo.

Così dovevo distruggere ogni possibile contatto con lui... Anche se non volevo, dovevo.

 

Lui era ancora lì, con lo sguardo pieno di speranza, e aspettative positive.

Mi stava aspettando, e non so per quanto tempo rimasi nei miei pensieri, ma lui era ancora lì, appoggiato ad un gomito a guardarmi con quei bellissimi occhi color nocciola, e i capelli un po' arruffati per la corsa.

 

Sospirai di nuovo, e mi avvicinai all'auto. Aprii la portiera nello stesso momento in cui lui si stava rialzando con un sorriso raggiante per la vittoria.

Salii cercando di non dare a vedere come mi battesse forte il cuore a sedermi vicino a lui, e mi voltai verso il finestrino, per fargli capire che facevo il broncio, anche se avevo le guance che mi stavano andando a fuoco.

 

Tutto il tragitto fu silenzioso, non si azzardò a parlarmi, e io rimasi sempre con lo sguardo rivolto al finestrino, anche se qualche volta mi voltavi leggermente, quel tanto per guardare il suo profilo perfetto, e a volte incontravo il suo sguardo , così io mi voltavo, e se potevo diventavo ancora più rossa, sapevo che in quei momenti sui sorrideva malizioso.

Lo sapevo.

Perchè quando mi rigirai una seconda volt, lo vidi, vidi quel sorriso, che mi fece diventare rossa anche per la rabbia.

 

Arrivammo davanti a casa mia verso le sei meno un quarto, e io scesi dalla macchina senza nemmeno salutarlo, e sbattendo la porta.

Sentivo il suo sguardo bruciarmi sulla schiena, ma continuai fino a che non entrai dentro.

Appoggiai la schiena alla porta, e incuriosita che non avessi sentito la macchina andarsene, corsi in salotto, e spostai leggermente, per non farmi vedere, la tenda che copriva la finestra affacciata al giardinetto davanti alla casa.

Lo vidi ancora lì, le mani vicine sulla parte superiore del volante, e la testa appoggiata sopra questo.

Mi venne un senso di pena vederlo così.

Ma se lo meritava, doveva sentirsi in colpa, almeno è quello che sembrava.

Mi sto scervellando per qualcosa di veramente stupido, rendendolo indispensabile.

Mi accorsi, che però, ogni cosa che si riferisse a lui, anche se stupido, era importante per me.

 

Sussultai, quando lo vidi alzare improvvisamente la testa nella mia direzione, come se mi avesse visto, ma non stava guardando me, c'era qualcosa dentro la macchina, al suo fianco che aveva attirato la sua attenzione... Il telefono, infatti lo vidi alzarlo, e rispondere.

La chiamata non durò molto, e quando finì, si girò veramente verso casa mia, e io spaventata, che mi scoprisse, e imbarazzata chiusi con una mossa troppo esagerata la tenda... Penso abbia capito che ci fosse qualcuno dietro il tessuto bianco che copre la finestra, e me lo immaginai sorridere.

Crollai per terra con le mani sul viso, le ginocchia al petto e la schiena contro il muretto sotto la finestra.

Dopo non molto, sentii il motore accelerare, e proseguire fino a che non sentì più nulla.

 

Feci, penso, trenta respiri, purché avessi la forza di rialzarmi, e lo feci.

Andai a mettere in ordine quello che c'era in casa, e poi iniziai a passare l'aspirapolvere, e passare lo straccio nelle camere da letto.

Diciamo una pulizia generale, prima di andare al lavoro.

Dovevo essere lì per le 8 quindi il tempo ce l'avevo.

Merda! Tutte oggi! Quello che interruppe i miei pensieri, fu un rumore secco “clack”...

il bastone con cui stavo passando lo straccio in camera dei miei si era rotto, incastrando la parte inferiore di sotto, in modo che fosse impossibile rimuoverla.

Sbuffai, e mi inginocchiai, tolsi lo straccio dalla spazzola, e dopo aver messo il bastone sul balcone della cucina, in modo che la mattina dopo mi sarei ricordata di buttarlo, mi inginocchia, e finii il lavoro con le mie stesse mani.

 

Finito tutto, mi vestii, mi misi una canotta beige, non troppo aderente, che mi arrivava a metà coscia, e dei pantaloncini in jeans che era lunghi poco più sopra il ginocchio.

Presi la borsa e controllai che ci fosse tutto l'indispensabile.

Passai in cucina per controllare che la cena che avevo preparato a mio papà, pasta al pesto e cotolette con spinaci, fosse tutto in ordine.

Evitai di lasciare un blocco sul frigo.. tanto non lo avrebbe letto...

No, tesoro, fallo... Lo vedrà...

Mamma.. D'accordo, lo faccio, solo perchè in questo ultimo periodo la sto sentendo di più, e ho paura che se non faccio quello che mi dice, non la potrei più sentire.

Così scrivo sul un fogliettino giallo, che poi appenderò sul frigo : Papà sono andata a dormire da una mia amica, tornerò domani mattina. Ciao.

Non potevo dirgli che andavo a lavorare, lui non lo sapeva.

E se l'avesse scoperto si sarebbe arrabbiato... Ma chi pensavo di prendere in giro?..

Risi, risi per la tristezza, risi perchè ricordai la verità, il fatto che lui non si preoccupava più per me.

 

Arrivai al locale con dieci minuti d'anticipo, e lì trovai Sally già col grembiule a cingerle i fianchi e a servire un cliente, fu la prima a vedermi, e dopo aver posato l'ultimo bicchiere sul tavolo, mi saltò addosso, quasi a soffocarmi.

-Da quanto tempo! Mi sei mancata!

-Hey, hey, è passata solo una settimana, e ci siamo incontrate anche nei corridoi della scuola – risi mezza soffocata dal suo abbraccio che ricambiai.

-Ronnie, forza! Vai a prendere il grembiule, tra poco inizia il tuo turno! - mi disse il proprietario, Stan, con un sorriso raggiante, avvicinandosi a noi e cingendomi le spalle per liberarmi dal soffocamento.

-Si subito... - dissi abbassando lo sguardo sorridendo debolmente e scostandomi velocemente, ma delicatamente, dalla presa del ventenne, che non si scompose. Oramai ci era abituato.

Sentii un braccio intrecciarsi al mio, nella parte opposta di Stan. Era Calir. Un sorriso incerto, dolce, e speranzoso che io non mi arrabbiassi con lei, ma le diedi il migliore dei miei sorrisi, e i miei occhi si illuminarono leggermente nel suo sguardo.

E ridemmo.

Ci capimmo subito, infatti le dissi:-Sta' tranquilla, me la caverò come sempre.

-Sei strana, è successo qualcosa?

Era vero ero strana, di solito non avevo la voce squillante come quella sera.

-No! No, cioè non è successo nulla...- dissi abbassando lo sguardo e arrossendo.

-Oh,oh, ci devi raccontare un po' di cose tu! - dissero in coro Sally e Clair.

E ci mettemmo a ridere tutte insieme.

 

Quando Clair se ne andò, corsi a mettermi il grembiule, e presi iòl suo posto.

Per un'ora tutto andò tranquillo, ma non immaginavo che proprio dalla porta del club, potesse entrare lui...

No, no, no!



*Kidnnie Disease= Kidney(rene)+Ronnie+Disease(malattia*per indicare la malattia renale*)

      





_________________________
EEccomi a voiii!!! mie dee ahhahahah
ookey ho fatto un po' di ritardo... scusatemi... davvero mi dispiacee! D:
alaaalora (?) nella storia c'è un litigio tra ronnie e zayn... drastico colpo di scena hahahah ookeey :3
sopero vi sia piaciuto il capitolo e spero siate tanti a recensire bellissimeee.. e quindi vorrei ringraziere tutte quelle che seguono/ricordano(?)/preferiscono la storia e mando un bacione a tutte voi...
uno..
due...
tre...
ookey .. aaaallora quarto di tutto volevo ringraziare Amicizia(Amicizia) che mi sta sostenendoooo e io ti voglio dire... ti amoooo hahahaha
poooi volevo dire due paroline, anzi due bacini a : milward  e  Mavi_1D 
GRAZIEEEEEEE BACIONI A TUTTEEEE :3

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Capitolo 9
*** The words that made me feel more confused ***


 
  • The words that made me feel more confused




 Le luci blu e rosse illuminavano la pista da ballo, sulla destra invece c'erano i tavoli su cui erano seduti molti clienti, chi in piedi chi seduto.

Due clienti erano arrivati al bancone per chiedermi ordinazioni, ma io non ero concentrata sul lavoro, non gli prestavo la mi attenzione, che era rivolta al gruppetto di ragazzi appena entrati, di cui tre avevano in mano il casco dello scooter, ma specialmente, il mio cervello e i miei occhi si concentrarono sul ragazzo davanti agli altri, che si guardava attorno, come se cercasse qualcuno.

Ero paralizzata, non riuscivo a muovere un muscolo.

Ad un certo punto sentì una mano sul mio fianco sinistro, e io sobbalzai, scansando bruscamente quella mano e facendo cadere il bicchiere, che tenevo in mano, per terra.

Mi ricomposi subito vedendo Susy con lo sguardo preoccupato, e spaventato...

Abbassai lo sguardo sul pavimento, scossi la testa e feci un paio di respiri profondi, così mi accorsi, calmandomi, che avevo rotto un bicchiere.

Ero un disastro.

-Tutto bene, Ronnie?- chiese Susy con un tono di voce decisamente preoccupato.

-Si, si, scusami... mi sono distratta.- risposi rialzando lo sguardo e sorridendole.

Un sorriso forzato che mi distruggeva dall'interno.

Odiavo mentire e specialmente alle mie amiche.

Mi abbassai per raccogliere i cocci di vetro per terra, e quando mi rialzai, vidi Susy, sempre davanti a me, con gli occhi sbarrati.

Seguii la sua direzione, e vidi che stava guardando verso la porta, nello stesso punto dove avevo visto il mio peggior incubo, che ora, incrociando il mio sguardo, sorrise maliziosamente.

Mi rigirai subito, trovandomi lo sguardo della mia amica nei miei occhi.

Lei sapeva tutta la storia, lei sapeva del mio passato, sapeva quello che avevo passato per colpa del ragazzo che stava all'ingresso.

Sapeva anche del nomignolo.

Mi accorsi che mi tremava il labbro inferiore, ma le lacrime non erano presenti nei miei occhi.

-Tra poco ce ne andiamo.- disse con tono deciso, aggrottando le sopracciglia.

Io sorpresa sgranai gli occhi, e capendo quello che aveva intenzione di fare, dissi:-No, non voglio andare, devo finire il mio turno e anche tu... Non mi importa se c'è anche lui... Non mi può mica mangiare.- ridacchiai dopo l'ultima frase per alleggerire la tensione che si era creata attorno a noi, ma non quella dentro di me.

-No, Ronnie.. Finisco qui e ce ne andiamo immediatamente...-riprese ancora più decisa.

-No! Scordatelo Susan... Non ne posso più di scappare.. Sono passati due anni oramai.. e se faccio questo passo indietro, ritornerei di nuovo ad essere immersa nella merda e nelle prese per il culo.. Io non ne pos-...- mi bloccai, perchè mentre parlavo e cercavo di convincere Susan di quello che dicevo, lei aveva girato la testa esasperata sbuffando sonoramente, e nel mentre il suo sguardo si posò lontano dal mio, insistente, i suoi occhi si sgranarono, e vidi il suo corpo irrigidirsi, così le chiesi:-Che c'è? Che ti succede?

Lei non mi rispose, si gira a guardarmi e con lo sguardo colmo di preoccupazione, i suoi occhi incontrano i miei, che incerti, e io boccheggiando, gli sposto sul punto che prima aveva attirato la sua attenzione.

E io come lei mi irrigidii sul posto.

Il ragazzo si stava avvicinando con i suoi compagni al balcone, proprio dove io e Susy eravamo ferme.

I clienti che prima si erano avvicinati a me per ordinare, se ne erano già andati da altri che lavoravano con noi, vedendo la nostra strana indisponibilità.

-Andiamocene ti prego...- mi supplica Susan, e così ricordai.. anche lei aveva subito da loro, ma al contrario di me lei era riuscita ad affrontali, e non voleva rifarlo una seconda volta... aveva paura di non potercela fare una seconda volta... E poi questa volta avrebbe dovuto, o meglio voluto, difendere anche me, ma no.. 'sta volta dovevo cavarmela da sola, senza scappare.

Mentre io, ora ero lì e rifiutavo di andarmene:- No – risposi decisa.

Non so da dove presi tutto questo coraggio, forse era per le forti amicizie che mi ero creata durante quegli anni.. forse era il fatto di essere riuscita a difendermi con le barriere createsi attorno a me, che però sono state leggermente sgretolate da un ragazzo che in un solo giorno era riuscito a cambiarmi e a formare confusione nella mia mente, più di quanto ce n'era. Ed è forse per questo mio ultimo “forse” che mi sento le gambe tremare, perchè, sì, ho paura.

Paura che il moro in avvicinamento, possa ferirmi riuscendo ad entrare nelle mura che ora erano leggermente sgretolate.

Paura che possa andare tutto storto.

E paura di portare nell'abisso in cui sarei finita tra pochi attimi anche una cara amica che mi è sempre stata accanto, infatti, per questo decisi di dirle:-Va', ci penso io a servirli.

-No, Ronnie, resto qui con te... Non vogl-..

-Va' ti ho detto, ci sono altri clienti nel locale- la interruppi.

-Ma...

-Susy! Vieni un'attimo, ti devo spiegare l'andamento per domani, visto che ti ho detto che parto.-'sta volta mi ritenni fortunata, perchè Stan l'aveva interrotta, chiamandola, e io feci un lieve sospiro di sollievo.

Lei mi guardò preoccupata.

-Susy..!-la richiamò il proprietario.

Le rivolsi un sorriso rassicurante e dolce, e lei ricambiò con uno incerto, e pauroso, si voltò, ma mentre girava la testa soffermò un' attimo lo sguardo su quei ragazzi che oramai erano a un metro dal bancone, e rispose a Stan:-Arrivo!

Si voltò, e io abbassai lo sguardo, sospirando, le gambe mi tremavano, e pensai che sarei crollata se non fossi appoggiata al bancone, quando la voce ironica del ragazzo arrogante si rivolse a me.

-Ciao! … Kidnnie!- e rise, rise con tutti i suoi amici, se così si potevano chiamare.

-Nick...- salutai con un cenno del capo, rialzandolo dopo le risate che mi avevano fatto, serrai i denti per la rabbia e la vergogna.

-Cosa posso portarvi?- chiesi fingendo che non fosse nulla, che fossero dei clienti normali, ma senza un sorriso, non ce l'avrei fatta, e loro avrebbero notato la mia vulnerabilità.

Never let the fear of streaking out keep you from playing the game

Mamma..

Perchè? Sei sempre nei miei pensieri in questi giorni, e sto iniziando a sentire la tua voce sempre più spesso. Questo mi spaventa, ma mi rende anche felice.

Non avrebbe mai voluto che io mi comportassi male davanti a delle persone, persone estranee, perchè non sapevano nulla di me.

Mi diceva sempre che se qualcuno ti si presenta davanti, offrigli sempre qualcosa, anche se è il tuo peggiore nemico, non importa, tutti meritano la tua disponibilità, ma solo se sei costretta, o se è un ospite a casa tua, se no', invece ti si presenta per chiederti di offrirgli un qualcosa,... mandalo a quel paese, perchè se lo meriterebbe.

Un leggero sorriso si disegnò sulle mie labbra.

Mia mamma sapeva trovare l'ironico in tutto.

Erano passati due anni... cavoli.. e in quello stesso anno Nick se ne era andato.

Sì, lo avevo considerato un vantaggio, ma non ora.

Respirai profondamente.

D'accordo, ora mettiamoci alla prova.

Inizia il gioco, e io non mi tirerò indietro. Come sei coraggiosa, abbassa la cresta mia cara.

Subconscio di merda, sta volta no... Non mi tiro indietro, e mi accorsi che di questo coraggio, un briciolo ne era uscito prima, quando avevo rifiutato di andarmene con Susy.

Sentivo che la ragazzina anoressica e con ferite alle braccia stava uscendo dalla sua buca nascosta, con un sorriso smagliante, più forte che mai.

Wow, mi sentivo pronta dopo due anni, e non so l motivo... o forse si?

Mi riscossi dai miei brevi pensieri, e notai che il moro davanti a me mi stava guardando.

-Uhm..- iniziò a pensare Nick, poggiandosi una mano sul mento col gomito sul legno del bancone, e i suoi occhi che vagano su tutto il mio corpo.

Mi sentii arrossire.

Ma sei scema! Torna in te, subito!

-Allora prendiamo- aveva iniziare a dire il ragazzo davanti a me, guardandomi in faccia-... un Martini, anzi tre, poi un bicchiere di wodka, ma lascia la bottiglia fuori, così se ti chiediamo un altro bicchiere non fatichi troppo.- disse sogghignando – e due birre... Ah se possibile i Martini con tre cubetti di ghiaccio e uno con due, le birre possibilmente Heineken, e con la wodka una bottiglietta d'acqua da mezzo litro.. e non versarcela dentro.- rise seguito dagli latri, ma non mi lasciai scoraggiare dalle tante ordinazioni, anzi sorrisi, e dissi:- Avete almeno 16 anni per bere?

Sapevo che due di loro, che frequentavano la mia stessa scuola, non lo erano, così volevo metterli alle strette.

-Si, tesoro, bhe siamo stati in classe insieme. Dovrò avere la tua età, no?- mi sorrise complice, ma io, ignorando il soprannome che mi fece rabbrividire di disgusto, mi girai a guardare gli altri distogliendo lo sguardo da quel verme.

-Fatemi vedere le carte d'identità.

Con aria annoiata le tirarono fuori, tranne i due che sospettavo che non erano sedicenni.

Arrivata da loro, mi dissero:-Abbiamo dimenticato la carta d'identità a casa.. ci dispiace...-.

Io mi sporsi dal balcone, notando che i due avevano il casco dello scooter in mano, come il loro vicino, che però lui mi fece vedere il documento.

Così dissi, con un sorrisino divertito:- Bhe potete farmi vedere il vostro patentino, se avete i caschi delle moto, vuol dire che ne avete una, e quindi un patentino... Me lo fate vedere?

Loro si irrigidirono, e abbassarono lo sguardo imbarazzati.

Ero soddisfatta di me stessa.

-Daii, tesoro, sii gentile per sta volta, volevano solo due birrette... - Fu Nick ad interrompere quel silenzio imbarazzante, almeno per i due ragazzi, e così mi fece morire il sorriso sulle labbra, paralizzandomi. Bastardo..

Si era alzato, e aveva circondato le spalle dei due ragazzi con le sue braccia, avvicinandoli.

-Uh? Non gli puoi dare almeno due birrette? Tanto non fanno nulla- mi fece l'occhiolino e risposi:-Mi dispiace non posso, è una regola del club. Non voglio rimanere nei guai per un tuo capriccio.

-E se sono quindicenni?- cercò di convincermi lui, sempre con quel sorriso.

Sospirai lievemente, e dissi rassegnata:-Fatemi vedere i vostri patentini, così se avete almeno quindici anni, vi do' una birra, ma solo una perchè poi dovrete guidare.-non lo so cosa mi spinse ad accettare le sue richieste, dentro di me succede sempre qualcosa che non capisco,e in quel momento era successo.

Odio me stessa, lascio sempre scorrere qualcosa, a chiunque, che mi abbia fatto male o bene...

Sono una cretina, e infatti come un'idiota, dopo aver accertato che i due avessero quindici anni, mi girai e iniziai a preparare tutto, come elencato dal signorino.

 

Finito con le loro ordinazioni, mentre me ne stavo andando da un altro cliente, li sentii sussurrare, e poi Nick, con voce volontariamente abbastanza forte, da farmi sentire, dice:-Eh si, l'ho pensato anch'io, ha davvero un bel fondo schiena, è migliorato negli anni..- rise – Complimenti Statis!- finì rivolgendosi a me, che mi ero fermata per la sorpresa, e arrossii fortemente. Merda...

 

Questa sera stavo dicendo troppe parolacce... bhe era da me.

Continuai ad andare e venire per un altro po' di tempo durante la serata, tra i ragazzi, il cui “capo” era il mio peggior nemico, e altri clienti che mi chiamavano, chiacchieravano, e ridevano insieme a me. Di tanto in tanto veniva Susy a darmi una mano, poi doveva andare, perchè quella non era la sua postazione, e infatti veniva solo a vedere se andava tutto bene e io ogni volta le sorridevo rassicurante.

 

Ad un certo punto, i ragazzi e Nick, si spostarono ad un tavolo, non molto lontano dalla mia posizione, ma sempre lontano, e tirai un forte respiro di sollievo.

Mi sentivo un peso allo stomaco, anzi un peso su tutto il corpo, scomparso, avendomi lasciata più leggera e libera.

Così il mio sorriso tornò quello di prima, prima che loro entrassero dalla porta del club, fino a che Susy mi venne a dare un ordine ai tavoli, visto che lei era fin troppo occupata.

Così accettai con un sorriso raggiante.

Andai al tavolo 23 dove c'era l'ordine, e passai accanto al tavolo di Nick...

Uffi, non volevo, ma era l'unica stradina disponibile, o almeno, la strada meno incasinata da non farmi cadere il vassoio con i bicchieri in mano, perchè ci avrei scommesso tutto che avrei rovesciato ciò che avevo in mano, da quanto sbadata sono.

 

Arrivai al tavolo, con lo sguardo basso, attenta a non inciampare né nulla.

Perchè si sa, o meglio tutti al club sanno che sono più pratica dietro al bancone che in mezzo alla pista. Inciampo di continuo!

Quando finalmente alzai lo sguardo, non mi sarei mai aspettata di vedere lo spettacolo.. o meglio l'ottava meraviglia .. ehm no... mm.. un semplice ragazzo con meravigliosi occhi scuri, e capelli corvini tirati su in un ciuffo, che teneva in mano una custodia rettangolare blu-scura, tra quelle dita fini e .. ehm ehm... Ronnie... ecco, scossi la testa per distogliermi dai miei pensieri troppo romantici, troppo spinti per una che.. ma che cazzo sto dicendo?...

Ronnie riprenditi seriamente, torna a respirare, e metti i piedi per terra.

 

Mi perseguita?... Questo fu il mio primo pensiero quando tornai realmente alla realtà.

Scema! Non sa che lavori qui, nessuno lo sa... ma aspetta, e Nick?

Appena era entrato stava cercando qualcuno, e appena mi aveva vista si è diretto verso di te.. No, forse mi aveva vista e così è venuto a rompermi le scatole, e forse non stava cercando nessuno, forse voleva vedere chi conosceva lì dentro.

Sempre forse... Non riesco mai a decidermi...

Il ragazzo davanti a me mi sorrise appena mi vide, un sorriso sincero, incerto e .. preoccupato? Bha, io non so più niente... forse dovrei rinunciare a cercare di capire le persone...

Ma , aspetta un attimo, perchè sto parlando da sola?

Scossi leggermente la testa, e aggrottai la fronte, capendo che il sorriso di quel ragazzo era diventato un po' divertito per il mio strano comportamento.

-Ecco i vostri ordini.- gli dissi fredda, e rivolgendomi con lo stesso sguardo alla ragazza davanti a lui con due chili di trucco che mi faceva ribrezzo, ma addolcendolo a Harry, il mio compagno di classe, sempre disponibile ad ogni evenienza, che ora era il ragazzo riccio sulla destra di quell'altro che mi crea sempre confusione in testa, sia quando lo penso, e ancora peggio quando lo vedo.

Feci una smorfia con la bocca quando le posai il bicchiere davanti e riprendendo i due sporchi lì vicino, sentendo così il riccio e il moro sogghignare.

Harry mi conosceva, bhe quel tanto per capire che non ero ne la zittella ne la troietta di turno, avevamo un buon rapporto, certo non era il tipo sempre da baci abbracci, ma aveva un cuore dolcissimo, e aiutava chi era in difficoltà, anche se non lo conosceva.

Una volta era andato a soccorrere un uomo di mezz'età che aveva avuto un attacco di panico al supermercato, anche se non sapeva che cosa fare... bhe, se l'era cavata. Gli aveva detto di fare respiri profondi seguendolo, e di pensare alla cosa più bella che avesse. E l'uomo disse sua figlia, io avevo sorriso dolcemente, un sorriso nostalgico.

 

Zayn doveva aver notato la mia faccia perchè gli occhi gli si addolcirono.

Sorrisi leggermente mentre mi giravo, come per saltarli, dopo che Harry disse:-Grazie, Ronnie- mostrandomi le sue mitiche fossette.

Non ci feci molta attenzione, anche se quel sorriso allargò il mio, perchè i miei pensieri erano da tutt'altra parte, concentrati sulla persona al suo fianco.

Era lì, anche se non con me o per me, era qui, e questo mi rassicurava davvero molto, a tal punto di dimenticarmi di quel Nick.

Persa nei miei pensieri, dove alloggiava Zayn, camminai per tornare al balcone.

Aiha!

Caddi, inciampando e facendo cadere il vassoio dove c'erano i bicchieri di Zayn e Miss-sono-sicura-che-con-tutto-quel-trucco-conquisterò-il-più-figo-della-scuola.

Caddi in avanti, con le mani a sorreggermi il corpo a carponi.

Un dolore atroce al sedere, e allora sentii delle risate provenire proprio dal tavolo vicino a me sulla mia destra.

Era il tavolo di Nick, dove uno dei due quindicenni a cui avevo tenuto corda, dava un cinque a suo “capo”.

-Bell'azione, amico! L'hai colpita sul suo bel culetto.- disse Nick , che sporgendosi dal tavolo e rivolgendosi a me, disse:- Tesoro, tutto okey?

Mi innervosii, e rossa per la rabbia, l'imbarazzo, la frustrazione e molti altri sentimenti che mi facevano sentire nello stomaco un masso, mi rialzai, prendendo il vassoio capovolto accanto a me, cercando anche di recuperare i cocci di vetro per terra.

Mi tagliai, e quella fu la lacrima che mi scese dalla guancia.

Imbarazzata più di prima, e arrabbiata con me stessa per la mia reazione, finito di pulire, corsi al bancone.

 

Susy era lì, che aveva assistito alla scena, e mi venne incontro, abbracciandomi, mentre vidi con gli occhi offuscati dalle lacrime, un'ombra dirigersi dalla parte opposta da cui ero venuta, ovvero al tavolo di quel mascalzone

-Ssh... Piccola, tranquilla.. Shh.. ci sono qui io... - mi rassicurò Susan.

Mi accarezzò la testa con la mano, e allontanano il mio viso dalla sua spalla, mi asciugò le lacrime.

Sentii un grido:-Fuori da qui! Immediatamente!

Mi girai, e vidi Stan rosso dalla rabbia indicare a Nick e ai suoi amici la porta.

Vicino a loro vidi Zayn, sembrava arrabbiato.. Ma per cosa? Lui cosa c'entrava? Non doveva preoccuparsi per me...

E chi si preoccupa per te?

Il mio subconscio aveva ragione, e, specialmente, uno come il pakistano non si sarebbe mai preoccupato per una crea problemi come me.

 

Abbassai lo sguardo, ma lo rialzai subito, sorpresa e spaventata dalla vicinanza del viso di Nick coperto da un occhio leggermente rosso e dalle parole che lui mi stava rivolgendo, e che mi avrebbero aggiunto altra confusione nei miei pensieri:-Divertiti ancora con Zayn, ma non ci sperare troppo... - e rise, rise di gusto, ma una risata che venne interrotta dal butta-fuori che lo aveva preso violentemente per il braccio portandolo dai suoi amici che erano sulla soglia dell'ingresso del club.

Che voleva dire con quelle parole? Possibile che sapesse dei nostri incontri? Di me e Zayn?...

Ma io e lui non eravamo nulla... E Nick doveva essere tornato da poco da Oxford, visto si era trasferito lì dopo il presunto divorzio dei suoi, ma... era impossibile che sapesse tutto.

                

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Eccomiiiii lol...
allora lo so lo so ... sto per partire, e dovevo pubblicare prima, ma era già pronto solo che non mi ispirava, allora dopo due giorni ho riprovato a continuare e.. eccomiii!! lol allora cosa ne pensate?? :) spero vi sia piaciuto..
recensitee ah e voglio ringraziare infinitamente pr le meravigliose recenzioni: 
milwardAmiciziaMavi_1D
s
iete sempre dolcissimeeee grazie davvero tante...
un bacione a tutte voiiiiii :) x







 

P.s. vi volevo chiedere se per voi andrebbe bene se mettessi un accenno Larry.. ma solo un acenno... se non volete non lo metto promesso :)

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Capitolo 10
*** First of all time ***




Vi ho lasciato al prologo lol: Aprire qurlla porta con mano tremante solo per ringraziatlo era un passo troppo grande per me.. Era molto importante.. Ma anche quella serata, dopo i diversi avvenimenti era diventata troppo speciale, e avevo paura che con un solo gesto di gratitudine l'avrei rovinata. Cosi mi riincamminai verso la mia camera, e mi addormentai, sogni d'oro.. Speciali come la persona che mi stava facendo sentire cosí.. Nota Autrice iniziale*mi piace chiamrmi autrice :3* lol: ringrazio infinitamente inesyeah che mi ha lasciato alla fine pubblicare la parte larry :3 perchè le è piaciuta tanto... e grazie a questo la storia è venuta più lungaaaaaaaaa *un applauso*
se non siete larry shipper provate a leggere, tanto non duole... almeno spero... lol
 
  • First of all time







 Seguii Nick con lo sguardo fino alla sua uscita. Mi stava fissando pure lui.

Fu Stan ad attirare la mia attenzione,:-Che ragazzini di merda che girano oggi nel nostro paesino... E pensare che una volta erano più maturi e meno rozzi...

-Non parlare come un vecchietto di ottant'anni, sembra che hai vissuto qui tutta la tua vita, il che è vero, però non così tanto, sei solo un ventunenne e alla tua età scommetto che facevi lo stesso.-lo stuzzicò Susy, cercando di alleggerire la situazione ridendo, e sulle mie labbra si creò un sorriso.

-Bhe, si, ma non davamo schiaffi, accarezzavamo solo il loro fondo schiena, ed erano loro a tirarci gli schiaffi-disse Stan grattandosi la testa e arrossendo visibilmente.-E non eravamo noi a fare male alle ragazze. - concluse oscurandosi in viso, e abbassando la mano.

Mi guardò:-Stai bene?

Annuii, sicura che tutto fosse passato.

Lui mi abbracciò, e io mi irrigidii... Cavoli cerca di rilassarti..

Ti ha appena salvata.

Rimasi ferma ma non ricambiai l'abbraccio, se avessi mosso qualsiasi muscolo, sarei sicuramente scappata allontanandolo bruscamente.

-Meno male.-disse allontanandosi da me. Mi diede un bacio sulla fronte, e io, se possibile, mi irrigidii ancora di più, ma sorrisi incerta.

-Grazie..- dissi scostandomi da lui delicatamente.

-E per cosa?- mi chiese con un sorriso sincero.

-Per averlo cacciato, ma potevi evitare di picchiarlo.

-Oh, bhe quello avrei tanto voluto farlo io...-disse grattandosi la testa.

-Che vuoi dire?-chiesi curiosa e confusa.

-Bhe è stato quel ragazzo che sta uscendo adesso a farlo, e non l'ho cacciato perchè lo ha fatto per una buona causa, odio quando picchiano le donne...-continuò le sue riflessioni senza che io lo sentissi.

Dopo la prima frase, e quando mi aveva indicato con gli occhi il ragazzo, rimasi a guardare quest'ultimo, incontrando alla fine il suo sguardo.

Zayn mi sorrise, un sorriso di scuse, di speranza...

Non capivo. Perchè?

Corrucciai la fronte come per chiederglielo mentalmente, e lui alzando le spalle, e scuotendo la testa girandosi sorridendo ancora, concluse la nostra conversazione mentale uscendo con quella sgualdrina, di cui mi accorsi un po' tardi di come lo guardava, e un senso di gelosia crebbe in me insieme a una stretta allo stomaco.

Si, era gelosia, ero gelosa... cazzo ero gelosa!

Che cacchio mi prende?

Come facevo ad essere gelosa per un ragazzo che non mi piaceva, e non sopportavo?

Sì, lo ammetto è carino, ma non c'entra niente! Lui non è mio...

Sì, lui non è mio...

E i miei pensieri si oscurarono di nuovo.

 

Una massa riccioluta si era avvicinata a me.

Harry, con un sorriso incerto, mi poggiò una mano sulla spalla, un gesto normale a cui oramai ero abituata, e anche lui, che aveva capito dalla prima volta che mi strinse che avevo una specie di fobia al tocco delle altre persone sul mio corpo.

Io gli sorrisi grata, e lui strizzò leggermente la mano sul punto in cui mi stava toccando, e disse:-Tutto bene?

-Si, grazie...-risposi.

Sentii la presenza di qualcuno vicino a me, era Susan, voleva essere presentata.

Il mio sorriso si allargò, e le dissi:-Susan, lui è Harold- allungai il braccio per mostrare al riccio la mora, e feci viceversa quando ripresi, beccandomi una fulminata da tutti e due che odiavano essere chiamati col nome completo:-Harold, lei è Susan.

-Puoi chiamarmi Susy...-disse lei arrossendo, e porgendo la sua mano verso Harry, dopo che io abbassai la mia.

Il riccio ricambiò la stretta.-E io Harry... Questa peste lo fa di proposito, lo sa quanto odi il mio nome completo.

-Ah, io pure!

E si misero a ridere, e io sorrisi.

-Bhe,-disse Harry - Ero venuto a darti questo - mi porse un biglietto – E ora vi saluto! Alla prossima.

Si allontanò,e uscì dalla stessa porta che oggi aveva fatto entrare e uscire sia i guai, sia le mie speranze.

Stavo per aprire il biglietto, quando mi sentii chiamare:-Ronnie!- era Harry che si era fermato dopo l'uscita, e teneva ancora la porta aperta – Ti prego vacci... - vedendo il mio sguardo interrogativo, la sua espressione speranzosa, cambiò in divertita, e aggiunse:-Lo scoprirai presto, ma fallo per un amico come me...- e fece la faccia da cucciolo dopo avermi risposto alla domanda non pronunciata.

Sorrisi divertita, e risposi:-Sì. Va bene... Se posso...

-Si, si che puoi!- e si mise a ridere, salutandoci con la mano, uscì richiudendo la porta.

 

Sentii sospirare accanto a me, e mi voltai per vedere Susy con occhi sognanti rivolti alla porta dove era appena scomparso il riccio.

-E' gay...-dissi abbassando lo sguardo sorridendo divertita.

-Cosa?!-quai gridò.

-Ehm,ehm... signorine?-ci interruppe Stan divertito dalla faccia sconcertata di Susy, anche se non sapeva il perchè.

-Arriviamo, arriviamo-risposi un po' divertita e annoiata.

Riposi il biglietto nella tasca e mi incamminai dietro il bancone.

-Perchè non lo leggi?-mi sussurrò Susan all'orecchio.

-Perchè ora dobbiamo lavorare... Non sarà qualcosa di così urgente.

-Aspetta, ma quello che mi hai detto prima è vero?

-Cosa?-mi fermai dietro al bancone, e cominciai a sciacquare i bicchieri sporchi nel lavandino.

-Lo sai cosa..-mi riprese lei.

-Bhe, io so molte cose, dimmi tu.-sorrisi maligna.

-Oh, dai Ronnie!-disse piegando e rialzando le ginocchia esasperata nell'avere un'amica come me.

Sogghignai, e mi girai per guardarla interrogativamente.

Lei sbuffò, e mi sussurrò:-Che è gay...

Si allontanò leggermente, quel tanto per guardarmi negli occhi.

-Oh! Quella cosa!-risi, e di gusto anche.

-Bhe, si, e gli piace un ragazzo dell'ultimo anno, quindi le tue speranze sono perse. Cercane un altro.-le feci un occhiolino, e lei fece il broncio incrociando le mani al petto e allontanandosi.

Si riprese subito, sfoggiando il suo bellissimo sorriso, e quando si accorse che la stavo guardando, mi fece l'occhiolino.

Risi debolmente, e scossi la testa tornando al mio lavoro.

Si presentò davanti a me un cliente, e mi chiese una birra.

Mi voltai e gliela porsi, non prima notando dove stava guardando.

Mi innervosii aggrottando le sopracciglia, e lui rialzò gli occhi, e mi sorrise, prendendo poi la sua birra e andarsene.

Sentii la tasca vibrare, proprio quando stavo per aprire l'acqua del rubinetto e sciacquare tutto.

Mi asciugai le mani dal sapone, e presi il telefono in mano, cercando di non farmi vedere, e aprendo lo schermo.

Era Harry.

Allora??”

Diceva il messaggio.

Allora, Cosa?” risposi io.

Ci sei andata??” riprese Harry.

Ma di che cosa stai parlando, Harry??” replicai io corrugando la fronte, curiosa.

Lui mi rispose semplicemente : “Il biglietto,Ronnie”

A quel punto mi ricordai del biglietto, e posando il telefono sulla mensola vicino al lavandino, presi il foglio di carta che qualche minuto fa mi aveva dato il riccio.

-Vieni sulla porta del retro appena Hazza ti da questo biglietto, per favore. _Zayn-

 

Non pensai nemmeno per un secondo a cosa fare, il messaggio non era ancora arrivato al mio cervello, perchè se no' ora non mi troverei davanti alla porta del retro agitata, e indecisa sull'aprirla o no... Questo era il dilemma.

Mi diedi della stupida.

Oramai ero lì davanti, dovevo proseguire.

Feci un respiro profondo, e spinsi la maniglia anti-panico .

Mi sentii investita da una brezza notturna.

Non alzai lo sguardo, avevo sempre la testa bassa, anche quando accostai la porta delicatamente, per non rimanere bloccata fuori, in quel vicolo.

 

Non lo vidi inizialmente.

Era buoi attorno a me, ma pian piano i miei occhi cominciarono ad abituarsi, aiutati anche dalla leggera luce che proveniva dal lampione lì accanto alla porta.

-Ci hai messo un po' a venire..-era lui, la sua voce proveniva da dietro di me, e così mi voltai di scatto, facendo muovere imperterriti i miei capelli lunghi.

Lo vidi il tutta la sua bellezza.

Era alto come avevo già detto, non di molto, ma a me piacevano i dieci o otto centimetri che c'erano tra i nostri volti, il mio più in basso, e il suo, dominante, più in alto, che lo abbassò appena si avvicinò abbastanza a me , da provocarmi brividi lungo tutta la mia schiena.

Lui se ne accorse.

Ne ero sicura, come ero sicura che stesse trattenendo un sorriso.

Mi scoprii a volergli toccate il torace, ad avvicinare il mio viso al suo alzandomi sulle punte.

Ma fortunatamente mi sveglia prima di poter scollegare definitivamente il cervello al corpo.

 

Rimase a fissarmi.

-Ti volevo chiedere scusa.. Scusami per averti fatto passare degli anni schifosi.- il suo sguardo era pieno di dolore, pentimento e rimorso.-Non avrei mai dovuto, e non nego di averti fatto soffrire, solo che alla fine, non so come, ero riuscito a provare pietà.. ehm.. cioè, a capirti... Scusami.-finì abbassando lo sguardo.

Sospirai sonoramente, passandomi una mano sui capelli, e abbassando anch'io lo sguardo.

Non mi capisco più.. non so cosa diamine io stia per dire, ma so che è una stupidaggine, di cui poi sicuramente me ne sarei pentita...

 

 

 

 

-E' passato oramai... Non te ne devi preoccupare- e lo vidi rialzare lo sguardo, ma io feci restare il mio sempre sulla strada del vicolo -So che prima ho reagito male... molto male, ma .. non so nemmeno io che cacchio stia dicendo.. non capisco più niente, sei qui, ti ho sempre odiato, e penso la cosa sia reciproca- rialzai lo sguardo e lo guardai negli occhi-Mi stai mandando sempre più in confusione... la mia testa non-....-mi fermò la sua mano che prendendo il mio mento tra l'indice e il pollice, aveva fermato la mia testa che si muoveva, e aveva bloccato le mie labbra con le sue in uno, due, tre baci dolci che sfioravano la mia bocca in modo casto, incerto, pauroso di ricevere un rifiuto, che non arrivò.

Rimasi immobile a guardarlo, con gli occhi dove si leggeva stupore, ed erano illuminati, e non dalla luce fioca del lampione, ma da qualcosa che mi era difficile capire, e notai tutto questo dal riflesso nei suoi occhi, che mi stavano implorando in una richiesta muta.

E io alzandomi in piedi e socchiudendo gli occhi, per non perdere il movimento del suo viso avvicinarsi al mio, accordai la richiesta.

Lui sorrise dolcemente, senza mostrare i denti perfetti, era un sorriso che non voleva rovinare il momento, un sorriso su delle labbra piene di desiderio.

E ne fui lusingata.

Una volta che le nostre labbra si ricongiunsero, e anche lui come me chiuse gli occhi, un brivido mi attraversò dal basso ventre fino alla punta dei capelli.

Era una sensazione stupenda.

Alzai le mani per portargliele dietro al capo, e stringere i capelli lunghi qualche centimetro di troppo.

Erano morbidi e setosi.

Lui mi facilitò la presa, togliendo la mano dal mio mento, e insieme all'altra, la portò a stringermi dietro il collo in modo delicato e gentile.

E un altro brivido.

Era la prima volta che baciavo un ragazzo. Il mio primo bacio dato a Zayn Malik.

Cazzo.

Sorrisi nel bacio.

Lui si scostò leggermente e mi chiese, provocandomi altri brividi lungo la spina dorsale a causa del soffio proveniente dalle sue labbra, sulle mie:-Che c'è di tanto divertente?-sorrise.

Non potevo dirgli che era il mio primo bacio. Mi vergognavo.

Anche se tanto ero sicura che lo sapesse.

-Niente.-risposi sorridendo, e spingendomi verso di lui ad attaccare le nostre labbra.

Era la prima volta anche che mi lasciavo toccare in quel modo da un maschio.

Specialmente dopo quello che era successo prima nel club.

No, non volevo pensarci.

E mi riconcentrai sulle sue labbra.

La sua lingua aveva iniziato a toccare le mie labbra chiuse, e capii che voleva un accesso.

Quindi le schiusi, lasciando che la sua lingua cominciasse ad esplorare l'interno dolcemente, cercando al con tempo anche la mia, che, anche se un po' insicura, si attaccò alla sua.

Avevo capito che lui sapeva che fosse il mio primo bacio, anche dal modo in cui mi baciava.

Mi vergognavo un po' di questo e per questo mi staccai leggermente rossa.

 

Mi guardò interrogativo, e io non potevo dirgli che il mio leggero disagio era perchè non sapevo come contraccambiare il bacio, infatti dissi:-Grazie...

-E di cosa?-mi chiese sorridendo confuso.

-Per aver tirato un pugno a Nick.. Stan mi ha detto tutto...-risposi abbassando lo sguardo intimidita e imbarazzata per i baci stupendi appena scambiati, erano stati i più belli che avessi mai potuto immaginare.

Rise leggermente:-Se lo meritava, è stato un bastardo...

-Bhe la ragazza con cui eri doveva essere diventata gelosa-dissi sorridendo, e cerando di riprendere il poco coraggio che era in me, rialzando lo sguardo.

-Cosa? Dai, Ronnie non mi dire che eri gelosa?-chiese per poi iniziare a ridere.

E il coraggio che avevo recuperato si afflosciò per terra, rischiando di ributtare la mia miniatura dentro il suo buco, precedentemente occupato.

Ma venne salvata, Zayn aveva notato il mio cambiamento, e mi accarezzò la guancia delicatamente, facendomi rialzare il volto.

-Scusami...-disse con occhi dolci, che mi sembrava strano dedicasse a me, infatti sospettai che ci fosse qualcun'altra dietro di me, ma lui come sempre, rispose alla mia domanda interiore, o dichiarò qualcosa di cui non recepii bene il significato, o almeno non del tutto:-Ci sei solo tu...

-Oh... Ehm...-balbettai, e lui rise leggermente, alzandomi il capo e dandomi un bacio a stampo.

-E poi,a Georgie, piacciono le ragazze, e voleva chiedermi un favore su come conquistare una nostra amica, che c'è il sospetto che sia bisessuale, anche se i bisessuali hanno la mente confusa e non potrebbero stare mai insieme a qualcuno, visto che potrebbero sbagliare, e il loro momento di omosessualità è solo di passaggio. Ho avvisato Georgie, ma lei non mi vuole ascoltare, non mi fido e non mi piacciono i bisess-....-si interruppe sorpreso da un mio bacio dato in punta di piedi. E mi piacque vedere il suo viso stupefatto dalla mia mossa.

Mi morsi il labbro inferiore, insicura, e lo sentii ridere, e io mi unii a lui.

 

-Dai ora vado, Susy mi starà aspettando per tornare a casa.-Guardai il mio orologio erano le due e un quarto di notte.-Cacchio il mio turno finirà tra un quarto d'ora ... Susan mi ammazzerà.

Feci per andarmene, ma sentii una mano prendermi l'avambraccio e avvicinarmi al suo petto.

Mi baciò dolcemente, due volte, come la prima volta.

-Il bacio della buonanotte.-sorrise malizioso, e soddisfatto delle mie guance totalmente rosse.

-Buonanotte.-dissi scappando dentro, ma mi fermò la sua voce all'ingresso.

-Aspetta, mi dai il tuo numero?- mi chiese, e io dissi:-Si, cert!- Sorridendo ancora di più, felice al pensiero che lui forse ci teneva a me.

Gli diedi il mio numero, e mi disse che mi avrebbe chiamato poi, per darmi il suo, visto che io dovevo scappare.

-Ah, domani ti porto in un posto, aspettami all'uscita da scuola, d'accordo?-mi sorrise.

E io curiosissima, e con gli occhi ancora più illuminati di prima(ci avrei scommesso), annuii e entrai con un sorriso da vera ebete.

 

Sono una deficiente.

Perchè dovevo reagire così a lui?

Perchè mi provocava tutti quei brividi.

Proprio non lo capii... Il suo tocco era qualcosa di speciale, mi faceva sentire viva, come non mai.

Eppure anche Stan a volte, anche se raramente, mi toccava, ma non mi faceva quegli effetti, azi mi irrigidivo, come con tutti gli altri ragazzi. Eppure anche lui era un bel ragazzo come Zayn..

Basta! E che cacchio!...

Sono una confusionista... Non so nemmeno se esiste questa parola, ma sarebbe l'aggettivo o l'appellativo più giusto per definirmi in quel momento.

 

Tornai dentro al locale con un sorriso da un orecchio all'altro, non me lo sarei mai aspettata...
Forse quella serata non sarebbe stata così male...
E forse non l'avrei dimenticata perchè avevo litigato con Zayn, o perchè nella mia vita era tornato Nick, ma perchè quello che era successo fuori mi ha resa più felice di quanto lo fossi mai stata in due anni.. Per me era stato speciale, e qualcosa mi diceva che lo era stato anche per lui...

Questo sentimento mi rendeva felice..

Ma non capivo cos'era.

Molte persone dicono di essere innamorati di altre, ma alla fine litigano, si tradiscono e si lasciano.

Forse era questa consapevolezza che mi allontanava dal pensare che quello che provavo era 'amore'..

Forse, no, anzi, sicuramente era quello, la paura.

Quel bacio era stato il primo, e indimenticabile.

Lo spero.
Con questi pensieri tornai al bancone.
-Sorriso smagliante, eh?-mi stuzzicò Susy.-Che è successo là fuori?-.
-N-Niente.. ehm... Devo andare a finire di servire i clienti, poi andiamo.- risposi imbarazzata e totalmente rossa, abbassando lo sguardo e dirigendomi dall'altra parte del bancone in legno, cioè alla mia postazione.

-D'accordo!- la sentì gridare. Sorrisi, anche se lo stavo facendo già da un po', era la solita.
Vidi una testa riccioluta con una birra in mano, che mi allontanò dai miei pensieri.
Nello stesso istante sentii la tasca vibrare, e prima di dirigermi da Harry, lessi il messaggio.
In verità erano due uno era di Susan e l'altro era di un numero sconosciuto.

Aprì prima il secondo, e vidi che c'era scritto:”Piccola, questo è il mio numero... Buona notte ;) xX -Zayn”

Arrossì all'appellativo che mi diede all'inizio della frase. Mi rese felice.
Mentre quello di Susan diceva: "il tuo amico Harry è tornato, e si è seduto dalla parte che occupi tu, l'ho visto quando ti stavo rimpiazzando, e gli ho offerto una birra :) .. E' carino, anche se è gay, ma potrei esserci amica... pleaseee *_*"
Sorrisi, e mi voltai notando che stava facendo, come immaginavo, la faccia da cucciolotto.
Alzai le spalle come a farle il segnale di fare quello che vuole.
E lei prese il telefono e scrisse.
-Ciao, vorrei un Mohito-Drink- mi chiese un cliente appena arrivato, aveva i capelli di un biondo tinto, occhi azzurri, e lo riconobbi come ragazzo dell'ultimo anno, e migliore amico di Louis Tomlinson e come il nuovo fidanzato di Carly. il suo nome , se non sbaglio, era Niall Horan.
-Certo-sorrisi-Arriva subito.
MI incamminai verso Harry, perchè proprio davanti a lui avevo le bottiglie con l'alcool, dove stavo prima era l'entrata per il magazzino, ma venni fermata per l'ennesima volta dalla vibrazione nella tasca dei miei pantaloni.
lessi il messaggio, era da parte di Susy:"Davvero Ronnie, voglio solo farci amicizia, non voglio provarci... Sembra un ragazzo dolce, e ti invidio, perchè conosci gente sempre così.. così... giusta lol.. buon lavoro;)"
"Lo è, è un ragazzo sensibile, e se ci provi con lui ti spezzo le ossa ;).. buon lavoro anche a te caccola" risposi girandomi immadiatamente per vedere la sua reazione: stava sorridendo, e quando rialzò lo sguardo verso di me, mi fece la linguaccia, e il mio sorriso se possibile si allargò ancora di più.

Tornai al mio lavoro.
-Hey, Harry!- salutai il ragazzo con i ricci abbassati.
-Ciao, Ronnie- rispose con un po' meno entusiasmo.
Mi girai per iniziare il Mohito-Drink e continuai a parlare con Harry:-Come mai qui? Non te ne eri andato?
-Bhe in teoria si, ma poi volevo vedere com'era andata fuori con te e Zayn - mi sorrise sinceramente mostrandomi le fossette, e io guardandolo di traverso arrossii, e tornai al drink.
-Bene, abbiamo parlato... E si è chiarito qualcosa.. Penso.. Mi rende confusa, sempre, non so che dirti...-Lo sentii ridere della mia insicurezza, e io diventai ancora più rossa.
-Si vede...-disse appena smesso di ridere, e avrei scommesso che stava sorridendo come un'ebete.
-Cosa?-dissi iniziando a versare in contenuto appena mescolato dalla fialda al bicchiere.
-Che ti sei innamorata...-rispose con dolcezza, e seppi che il sorriso da ebete era stato sostituito dal uno dolce.
Rovesciai un po' del contenuto fuori dal bicchiere a quell'affermazione, e sentii lui ridere quando maledissi il giorno in cui le mie mani erano state create così molle.
-Non-Non è vero...-risposi mettendo ciò che serviva per decorare un Mohito -Ci conosciamo.. cioè abbiamo iniziato ad avere un rapporto d'amicizia da solo un giorno...
-A me non è sembrato un rapporto d'amicizia da quanto mi racconta Zayn, e da come ti guarda, e da come parla di te...- rispose prontamente.
-Bhe io penso che ho iniziato a cambiare idea su di lui, ma no-non mi sono innamorata...-risposi, iniziando la frase sicura, e balbettando nella seconda.

Non credevo nell'amore.. non più, come ho detto prima.

Forse perchè l'unico amore a cui ho assistito, oltre quello dei film che sono delle stronzate, è quello dei miei, in cui nemmeno un giorno, che io ricordi, vidi mia madre sorridere per mio padre...
 

Due minuti dopo...

 

Che gli è preso ad Harry?
Misi la cannuccia nel drink che finalmente avevo finito.
Mi girai, e capii che cosa gli era preso.
-Penso che la mia cotta sia molto più leggera della tua... - si voltò e mi guardò stupito, e arrossendo visibilmente abbassò il capo.
Sorrisi, era troppo timido, e ogni volta che lo beccavo a guardare quel ragazzo, la sua reazione era questa.
Quando prima mi ero girata, infatti lo vidi col volto mezzo girato, ad osservare il tavolo dei ragazzetti dell'ultimo anno, dove era seduto Louis e il suo amichetto Niall.
-Jack!-chiamai.
Lui arrivò velocemente, e dopo avermi rivolto un sorriso dolce, prese il drink e lo mise nel vassoio.
-A quel tavolo vicino al biliardino. L'ordine era del biondino tinto.-risposi con un sorriso.
E Jack, dopo aver seguito il mio sguardo, si voltò di nuovo e mi sorrise ancora-Grazie..- disse.
-E di che, anzi grazie a te... mi aiuti sempre.-risposi allargando il sorriso.
Lo vidi arrossire, ma ci feci poco caso, e si diresse al tavolo.
-Miss 'non sono innamorata' fa colpo!- commentò sarcastico Harry.
-Ma non è vero!-dissi sorridendo-E non puoi dire che ogni persona che passa e mi rivolge un sorriso, è innamorata di me , o che le piaccio... Cacchio no! Harry!- sussurrai col tono alzato, ero imbarazzatissima.
-Okey, Okey- rispose alzando le mani in aria, in segno di resa, ridendo leggermente.
-Tu sei innamorato-dissi appoggiandomi al balcone col gomito sinistro, e alzando la mano destra per scompigliargli i capelli in gesto di conforto.
Sorrise dolcemente:-Ma non ho speranze. Anche se lui è sulla via "bisessuale"-disse evidenziando con le virgolette per aria l'ultima parola -Non potrei mai piacergli...
-E non dire così, sei bellissimo, te lo giuro- dissi con tono dolce.
-Si come no...- disse sconsolato, sempre col capo abbassato.
-Harry, vuoi che ti dica qualcosa di divertente?
-Mmh?
-Prima, quando ti ho presentato alla mia amica Susy... bhe so che la sto sfottendo..- risi -ma è per una buona causa... Lei ti stava guardando come se stesse venerando un Dio.- risi, e lui alzando lo sguardo con gli occhi che chiedevano "Ma che cacchio stai dicendo?" e un sorriso speranzoso. -E poi ha anche sospirato, e quando le ho detto che non potevate stare insieme, ha detto :Cosa?!- finii alzandomi dal bancone, e alzando le braccia in segno di sorpresa e inarcando un soppracciglio in modo teatrale, e una smorfia sulle labbra che cercavano di trattenere una risata, che non tardò ad uscire, quando il riccio aprì le sue labbra carnose per tirar fuori quel bellissimo suono, che a me tanto piaceva.

La sua risata.
Sospirai di sollievo quando smettemmo di ridere, e lui si stava asciugando le lacrime agli angoli degli occhi.
Girai lo sguardo, e notai qualcuno con le soppracciglia corrugate, e degli occhi azzurri che mi stavano fulminando.
Louis Tomlinson aveva interesse in Harry.
Si vede che tra poco, un giorno o l'altro, molto vicino si sarebbe avvicinato ad Harry e ci avrebbe provato.
Ma chi ero io per dirlo?
Bha, ho rinunciato a capire le persone, ma in quel momento in cui stavo per abbandonare, il mio sesto senso,e con la 'me stessa' in mignatura, che era uscita da poco da quel buco in cui stava per ricaderci per colpa di Nick, ma è stata salvata dal ragazzo con gli occhi scuri, si fecero avanti, e mi spinsero a fare quello che stavo per fare.
Mi rivolsi a Harry, e guardandolo negli occhi seria, gli dissi:-Lo so che non ti piacerà, ti piace lui, e io sono impacciata, e non ho mai fatto niente del genere, ma è per una buona causa... fidati...
-Ma cosa...?-mi chiese con sguardo interrogativo, venendo interrotto dalla mia mano che dopo essersi avvicinata al suo volto, aveva iniziato a carezzargli la guancia.
-Ronnie, lo sai...-iniziò a dire, ma io lo interruppi.
-Si Harry, lo so... anche se sei bisessuale, ti sei innamorato di lui, ma voglio aiutarti, il mio sesto senso mi dice così.- gli feci l'occhiolino.
-Bhe se te lo dice il tuo sesto senso allora mi fido.- disse assecondandomi avvicinando il suo viso alla mia mano, e girandolo leggermente per baciarmela, e sorridendo continuò:-L'ultima volta mi hai salvato da un'imminente scopata con torture, perchè non seguirlo?-
Sorrise.
Sapevo che non era la prima volta che il mio sesto senso o anche settimo, mi aiutavano, e anche Harry lo sapeva.
Sorrisi anch'io.
-Ora che faccio? Non posso rimanere tutto il tempo con la man-...-mi intrerruppi vedendo un'ombra del tavolo vicino al biliardino avvicinarsi.
Louis Tomlinson.
Cercai di trattenere un sorriso, ma mi venne più una smorfia, quindi mi arresi e sorrisi, fingendo che quel sorriso di soddisfazione era rivolto al riccio davanti a me.
-Una birra, grazie.-una voce acuta, ma melodiosa allo stesso tempo.
Sorrisi ancora di più guardando Harry, che ricambiò il sorriso con uno pieno di gratitudine.
-Subito-dissi, e scompigliando i capelli al riccio aggiunsi:-Ci vediamo più tardi.. C-cucciolo...-dissi l'ultima parola avvampando, non avevo mai dato nomignoli a nessuno, e pensavo che in quel momento avessi fatto l'errore più madornale della mia vita, ma quando guardai Louis, non lo pensai, le mie paure svanirono.
Si vedeva che era geloso, aveva un sorriso troppo tirato, e con gli occhi mi fulminava, e se quegli sguardi fossero materiali, a quest'ora sarei cenere da camino.
Mi girai e andai dal frigo per prendere una birra.
Quando mi girai di nuovo agli altri due, vidi che stavano chiacchierando, e il riccio aveva gli occhi illuminati dalla stessa luce che aveva il moro davanti a lui.
Sorrisi soddisfatta.
Non volevo interrompere quel momento, ma quando vidi che la situazione stava per degenerare con un silenzio imbarazzante, dove Harry incontrò il mio sguardo, con uno supplichevole e incerto, intervenii e posai la birra davanti a Louis, che freddamente e con un sorriso sghembo mi rispose:-Grazie.
Davvero pensava che mi piacesse Harry? Che cretino...
Ma quando vidi che se ne stava andando, mi stupii di sentire un :-Ci vediamo presto riccio, è stato bello conoscerti.-
Sorrisi come un'ebete, sta sera ero davvero tutta sorrisi.
-Grazie, Ronnie, grazie grazie grazie!-mi disse Harry sporgendosi dal bancone, e abbracciandomi.
Io sorrisi incerta, ma ricambiai l'abbraccio un po' irrigidita.
Lui se ne accorse, e mi sussurrò uno :-Scusa...
-No,no tranquillo.. -Sorrisi per consolarlo e rassicuralo -sono più abituata ad un "batti cinque"!-dissi alzando il braccio destro in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.
Rimasi a fissare quel tavolo, cercando di non far vedere a Louis che ,il tutto, era programmato.
-Ha detto che era andato al concerto degli Script, ed era nella stessa tribuna.- disse eccitato facendomi ritornare con lo sguardo su di lui, e sorrisi felicissima per lui.
-E ha detto che vorrebbe rincontrarmi...- disse più timido.
-Cosa? Ma Harry è fantastico!-dissi io entusiasta, con un tono leggermente alto.
Lui imbarazzato fece :-Sshh.. - si guardò attorno e io con lui, ma nessuno ci calcolava, quindi continuò... :-Mi ha chiesto di incontrarci domani dopo la scuola...- lo bloccai abbracciandolo, stupendomi del gesto, che lasciai prolungato ancora per un po', visto che Tomlinson ci stava fissando.
-Tomlinson.- sorrisi quando mi staccai da lui.
-Ah, okey... Mi sembrava strano..-
-Heey!-
Rise:-Scusa- e continuò a ridere.
Gli diedi uno schiaffetto dietro la nuca.
E portandosi la mano dietro la testa continuò a ridere.
Un altro schiaffetto, niente.
Un altro, non smetteva.
Uno schiaffo.-Okey, okey.- disse tornando in sè.
E a quel punto risi io.
La consapevolezza che Louis mi voleva dare fuoco con lo sguardo, aumentò a dismisura.
Lo guardai, e gli feci l'occhiolino, lo vidi stringere di più la bottiglia.
Non era da me. Questo coraggio, questa sfacciataggine non era da me... Bhe forse un po', ma era la prima volta che non la usavo per difendermi, ma per aiutare un amico, un caro amico.
 

Il mio turno era finito già da un quarto d'ora, mi aspettavo una Susy in fiamme e fuoco per la rabbia.

Andai negli spogliatoi, dove ci cambiavamo e dove mettevamo le nostre borse, e infatti mi ritrovai un Susan abbastanza spazientita.

-Ma dove cavolo eri finita? Ti ho cercata ovunque!- mi disse con tono preoccupato.

-Ehm... Ero con Harry.. e... abbiamo parlato per un po'-una mezza bugia, a cui lei aveva creduto poco.

-E come mai quel sorriso da ebete?-chiese sogghignando.

-Eh? No, no, niente...-dissi abbassando la testa e togliendomi il grembiule che mi era rimasto addosso per tutto quel tempo.

Quel grembiule testimone del bacio dolce di Zayn.

Testimone come qualsiasi altra cosa fosse presente attorno a noi.

Okey, ora dovevo tornare alla realtà.

Domani mi avrebbe portato da qualche parte, che bello!

Ero in ansia come una bambina il giorno della Vigilia di Natale pronta a scartare tutto quello che era presente sotto l'albero il giorno dopo.

 

-Allora? Che mi...-Susy si bloccò, e io incrociai il suo sguardo stupito che si stava trasformando in un sorriso più ebete del mio, con uno interrogativo.-Chi ti ha baciata?

Merda!

-Ehm.. Nessuno...-balbettai.

-Non sei brava a mentire, hai le labbra gonfie e rosse, non è da molto, dai chi è...?-disse cominciando ad avvicinarsi in modo pauroso a me.

Io indietreggiai intimorita, ma cercavo di non sorridere.

-Aspetta, -disse fermandosi a mezzo metro da me, come se le si fosse accesa una lampadina, che io non vidi, e non recepii il seguito.:-Chi ha scritto il bigliettino che ti ha dato Harry?

Aggrottai le sopracciglia, chiedendomi dove volesse arrivare:-Zayn, perchè?

-Ah!Ah! Allora è stato Zayn... Aspetta ma che cacchio?.. non ci sto capendo più niente spiegati.-disse alzando le mani in modo confuso, e aggrottando le sopracciglia anche lei.

Io sorrisi.-E' una storia lunga, e ora non posso raccontartela. E' tardi, e se Carmen ci trova ancora qua ci dirà di ritornare al lavoro se non vogliamo andare a casa, quindi ci conviene svignarsela.- sorrisi.

-Hai ragione, ma poi lo voglio sapere, domani dopo la scuola vieni da me e ne parliamo. D'accordo?-chiese puntandomi il dito contro.

-Ehm, in verità avrei un impegno... -la vidi stupirsi e offendersi, così aggiunsi velocemente, mentre lei riabbassava il dito:-Ma ci possiamo vedere a pausa pranzo!-

E lei sorrise, bellissima.

-D'accordo, andiamo allora!-

E dopo avermi lasciato prendere la borsa e aver rimesso il grembiule al proprio posto, mi prese sotto braccio e ci incamminammo.

 

 

Dopo circa venti minuti arrivai davanti a casa mia, sospirai, il sorriso mi era scomparso dopo aver accompagnato Susan a casa.

Non sapevo cosa aspettarmi quella sera, come d'altronde tutte le altre.

 

Sospirai di nuovo, e cominciai a camminare lentamente e attenta a non fare rumori eccessivi.

Arrivata davanti alla porta di casa, tesi le orecchie, e non sentii nulla.

Pregai che tutto andasse per il meglio, pregai di evitare qualsiasi episodio o cosa, che potesse spezzarmi e far ritornare la 'me stessa' n mignatura, dentro il suo fosso.

 

Aprii la porta, ed entrai senza far rumore.

Mi guardai attorno, e non vidi nessuno nel buio del corridoio e nemmeno nel salotto che si estendeva alla mia destra.

Ma tesi l'orecchio ancora una volta timorosa.

Non sentii nulla, e sospirai.

 

Iniziai a incamminarmi verso le scale, ma qualcosa mi fermò.

La vocina timida dentro di me, che non sentivo da tempo, e che da quella sera, da quando era stata disseppellita, mi spingeva verso cose che non mi sarei mai immaginata.

Ma avevo troppa paura, così non le diedi ascolto, per la prima volta in tutta la serata, e continuai a camminare, arrivando al primo scalino.

Mi bloccai di nuovo.

Avevo sete.

Improvvisamente.

Mi girai, e rassegnata dalla mia vocina che mi diceva di andare a bere, andai in cucina.

Accesi la luce, ed entrai.

Mi diressi al frigo, e lo aprii per prendere la bottiglia d'acqua.

Ricordo che la mamma odiava l'acqua fredda sia a settembre, che durante l' estate e un sorriso nostalgico decorò le mie labbra.

Presi la bottiglia e iniziai a bere direttamente dal suo collo.

Feci girare lo sguardo mentre ancora bevevo, e notai finalmente il blocco.

Sbarrai gli occhi: non era più sul frigo.

Mio padre doveva averlo letto..

oppure gli doveva aver dato noia il colore e doveva averlo spostato dal grigio frigorifero..

No, era più probabile la prima.

Mi colò una goccia d'acqua dall'angolo sinistro della bocca, quando tolsi la bottiglia dalle mie labbra.

La chiusi e la riposi velocemente nel frigo, agitata.

Presi il foglietto in mano, come se potessi trovarci qualcosa di nuovo, come se avessi trovato un diamante rarissimo.

Ed era questa la mia stessa mossa, quando vidi che appoggiato all'angolo della cucina c'era la spazzola del bastone che avevo rotto quel pomeriggio, aggiustato e con un altro manico attaccato.

Sorrisi, ero felice.

E aspettandomi quello che vidi, mi girai e notai che la tavola era sparecchiata.

Mi girai di nuovo, e mi avvicinai al lavabo e lo trovai pulito e vuoto, guardai sulla mia destra lo scolapiatti, e vidi che c'erano i piatti della cena puliti.

Doveva aver mangiato.

Oppure no.

Corrucciai la fronte a quel pensiero, e mi abbassai, per controllare la spazzatura all'interno del mobile, ma c'era solo una scatoletta di yogurt che avevo mangiato la sera prima, e qualcos'altro, ma niente pasta al pesto, niente cena buttata via.

Sorrisi più di prima.

Aveva mangiato.

Mi aveva aggiustato il bastone con cui pulisco il pavimento, e aveva rimesso tutto in ordine.

Ero felice.

Forse davvero quella sera era speciale.

Ero felice.

Felice più che mai.

 

Spensi la luce, sempre sorridendo, e mi diressi nel corridoio di sopra, dopo aver salito le scale.

Arrivai davanti alla sua stanza, alzando la mano, come se stessi per bussare, ma mi fermai.

Aprire quella porta con mano tremante solo per ringraziarlo era un passo troppo grande per me.. Era molto importante.. Ma anche quella serata, dopo i diversi avvenimenti era diventata troppo speciale, e avevo paura che con un solo gesto di gratitudine l'avrei rovinata.

Così tornai giù e gli lasciai un altro blocco.

“Grazie :)”

speravo lo leggesse, per questo me ne tornai in camera mia.

E mi addormentai, sogni d'oro.. Speciali come la persona che mi stava facendo sentire cosí..

In quegli ultimi due giorni, in quella sera in cui ci fu il mio primo vero bacio...
Il mio primo di tutti i tempi...
















































































_______________________________________________________________________
Primissimo di tutto per chi segue "Read all about us" domani sera pubblico il capitoloooo :)
Secondissimo di tutto mi dispiace per il ritardo, ma il capitolo è lungo, e spero vi piaccia.
Terzissimo di tutto.. bhe avete notato che c'è Larry, se qualcuno di voi non è interessato me lo dica e prometto che non pubblicherò più parti larry :)
Quartissimo di tutto siete diventati in tantissimiiii awww hahahhahaah.. spero sarete anche in tanti a recenzireee... un bacione a tutti e buona notteeeeeeee
p.s. ho il raffreddore.. il cambiamento di temperatura è devastante... voi come avete passato le vacanze?? :)
ah cosa moolto importanteee volevo ringraziare tutte quelle che hanno recensitooo :
prima di tutti la piu speciale che mi fa sempre sorridere con le sue meravigliose recenzioni : Amicizia
poi Milward  che anche per lei non ho parole per ringraziarla
inesyeah... sei fantasticaaa
Follow_your_Dream anche tu e tutte voi:
Life_Mixers
Harrjscurly
Javaddscute
Sirenettaxmalik
Gagadirectioner
Nina Malik
mysummerlove
Mavi_1D
aphrodjte
....

siete troppo specialiii e vi adorooo un bacione a tutte voiiii siete sempre state fantasticheee... aspetto vostre recenzioni.. ogni volta mi vengono le lacrime agli per la felicità lol
vi voglio beneee grazieeeee
 

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Capitolo 11
*** Promises,Rehab and... You ***


Alloraaa  prima di tutto uccidetemi.. ma prima un cambiamento radicale della storiaaa.. ve lo dico ora oppure iniziate a leggere e dite ma che cazzo sta scrivendo questa rimbecillita??... bhe ho voluto fare passi da gigante e arrivare a due anni dopo … Ronnie ha 18 anni... e i suoi flashback spiegheranno il perchè del suo.... bhe lo scoprirete leggendo. Sciauuuu.

 

 

 

 

Due anni dopo...

 

 

Aspetto l'autobus alla fermata davanti a casa mia.

Dovrebbe arrivare tra meno di cinque minuti.

Cosa faccio?

Iniziai a muovere il piede ritmicamente in punta, dentro alle mie Toms, che ora mi stavano larghe.

Distolsi lo sguardo dalle mie scarpe, e guardai la gente alla fermata con me.

Ero appoggiata al palo rosso dove c'erano scritti gli orari dell'autobus.

Una donna con i capelli neri riccioli, occhi marroni con chiazze di verde scuro, aveva il naso leggermente gobbo, e aveva una quantità di fondotinta stratosferica, non aveva il mascara, ma una leggera striscia di matita nella parte di sotto dell'occhio. Era vestita elegante, forse era un'impiegata, o una segretaria, chi lo sa. Aveva sull'avambraccio una borsa marrone di pelle. Era in piedi non molto distante da me, e di tanto in tanto mi lanciava occhiate di sbieco. Mi innervosiva, così passai alla persona successiva.

Era una ragazza di circa tre anni più piccola di me, mi ricordavo di lei, penso andasse alla materna con me.

Quando eravamo piccole, aveva i capelli lunghissimi, come i miei, ma ora ce li ha tagliati da maschio, rasati dietro, ma con la banda che le sfiorava il mento sulla destra. Era carina, aveva il viso da bambina. Gli occhi erano marroni e grandi, che si ostinavano a guardare il cellulare davanti a sé e che teneva in mano la ragazza, ma sapevo, cioè avevo notato il suo sguardo quando mi aveva visto un attimo prima. Non mi aveva salutato, si era andata a sedere subito sulla panchina accanto alla fermata, a testa bassa.

E invece più il là di tutti c'era un uomo, doveva essere un carpentiere.

Indossava dei pantaloni sgualciti di un verde caco, una maglia a mezze maniche corta e sopra una casacca da militare, e aveva uno zaino in spalla.

Immaginai che tutti e tre dovevano prendere il mio stesso autobus.

 

Il mezzo arrivò in quel momento. A fatica mi raddrizzai, e avvicinandomi a quel rottame arancione che mi avrebbe portato in città, salii ottenendo spintoni da quanto era piena la corriera. Spinte che mi fecero quasi cadere. E le vedevo come punizioni.

Mi aggrappai ad un palo verso la fine della corriera, per non cadere.

Ma andai a scontrarmi contro un ragazzo.

Questo aveva una cresta su un arancione più marroncino, aveva un pircing sul labbro inferiore, e mi guardò con disappunto.

Ma non mi disse nulla, semplicemente tornò a guardare lo schermo del suo telefono.

 

Io abbassai lo sguardo, capendo il perchè della sua reazione, capendo perchè non mi aveva risposto male come farebbe di solito ogni ragazzo punk.

Era il mio aspetto. Lo avevo notato anche dal modo in cui spostò velocemente lo sguardo sul mio corpo.

No, non voglio essere debole.

Rialzai lo sguardo, e guardai fuori dal finestrino della corriera.

Stavamo attraversando un boschetto, dove dopo di esso ci saremmo ritrovati nel caos della città.

Mi piacevano quelle atmosfere, così decisi di mettermi le cuffie e ascoltare qualcosa di .. non so, rilassante? Si, di rilassante.

 

Quando stavo per mettermi una cuffia, notai lo sguardo di una signora anziana.

Erano tristi quegli occhi verdi, circondati dall'oro, che una volta dovevano essere stati bellissimi e senza essere circondati da rughe profonde.

Si accorse che la stavo guardando... D'altronde come non poteva? Mi stava guardando pure lei. A volte sono proprio scema.

Mi sorrise leggermente, e io ricambiai debolmente, non volendo realizzare quello che quel sorriso voleva significare.

Compassione. Girai subito la testa, puntando gli occhi nello schermo del telefono, andando a cercare una canzone.

Quando la scelsi, senza mai lasciare il palo, con la mano in cui avevo il telefono, mi misi la prima cuffia.

Oh, cazzo..

Stupido autista. Aveva frenato bruscamente, e come se non bastasse sono andata a sbattere contro una figura di statura oltre la media.

Penso che lui non ci fece caso, perchè non si girò.

E ne fui grata.

D'altronde l'autobus è pieno, quindi chiunque si aspetterebbe un colpo.

 

Continuai a guardare le spalle di quel ragazzo, come incantata, presa dai miei inutili pensieri, e non mi accorsi subito di una mano che picchiettava sulla mia coscia.

Mi girai, e vidi la signora anziana che prima mi stava osservando.

Mi sorrise compassionevole, accentuando le rughe attorno ai suoi bellissimi occhi:- Tesoro, vieni siediti.- mi disse.

-No, la ringrazio, signora, sto bene così.- risposi cordialmente forzando un sorriso.

-Ma tanto io tra poco scendo, quindi dovrei alzarmi allo stesso modo, e per arrivare alla porta ci vorrebbe un carro armato.- continuò sorridendo, e mostrandomi i denti ancora intatti.

Indugiai un attimo, avevo voglia di sedermi. Ma non volevo far mancare il posto ad una donna anziana.

Ma lei ha detto che scende...

Quindi, in fine decisi di dire:-Va bene, la ringrazio molto.

-Di nulla tesoro.-mi sorrise di nuovo, e si alzò lentamente.

Mi sentii leggermente in colpa, e le sussurrai un leggero :-Mi dispiace...

Ma lei continuò a sorridermi semplicemente, dicendomi una volta che mi sono seduta:-Ne hai più bisogno tu di me.

E sentii uno squarcio riaprirsi, i miei occhi si sbarrarono, la mia bocca socchiusa, e le sopracciglia inarcate verso il basso, in un'espressione di delusione, di consapevolezza... Ora mai non riuscivo a sapere cosa provavo. Sentimenti troppo intensi.

E prima ancora che io potessi replicare, la vidi dileguarsi tra la folla.

Abbassai lo sguardo.

Ero in uno stato così pietoso?

Bhe immagino di sì, se una vecchia ha avuto pietà di me.

Corrugai la fronte con disapprovazione.

 

Presi il telefono, e mi infilai l'ultima cuffia, e misi la canzone di Kelly Clarkson, Because Of You.

Appoggiai la testa al poggiolo del sedile. Chiusi gli occhi.

 

Oh,Uhuu...

 

Il posto che mi aveva ceduto la signora, era un posto singolo vicino alla finestra, quindi non avrei avuto inconvenienti con il mio vicino, visto che tutti quelli in piedi erano impegnati a parlare o guardare lo schermo del telefono, chi messaggiava, chi cercava musica, chi cercava qualcosa su internet, o chi guardava video.

Girai la testa per guardare fuori dal finestrino: eravamo in un paesino immerso in quella foresta, situato tra la città e il posto dove abitavo.

E i ricordi, i tanti odiati ricordi cominciarono con la canzone.

 

I will not make,

The same mistake that you did,

I, will not let myself,

'Cause my heart is so misery.

I will not break,

The way you did, you fell so hard,

I've learned the hard way, to never let it get that far.

 

La speranza di poter essere più forte, era rinchiusa dentro una cassaforte nel mio cuore.

Una speranza che era inutile.

Io ero inutile.

Mi sono lasciata andare, e il mio cuore ne ha avuto le conseguenze.

E anche il mio corpo.

Ero sola.

No, non del tutto, avevo ancora Susy.

Harry era andato in università in America con Louis, si erano messi insieme felicemente, e a quel pensiero sorrisi, un leggerissimo stiramento di labbra sul lato destro della mia bocca.

 

Carly.. Di lei forse è meglio non parlarne.

 

Because of you, I've never stray too far from the side walk.

 

Ero sempre sulla stessa sponda, nella stessa posizione, ferma, solo che con il percorso da passato a presente, mi sono sempre avvicinata di più alla riva, rischiando più volte di cadere, e tutto questo solo per paura di perdermi, per paura che se mi fossi allontanata di qualche passo, come successe da quella sera, mi sarei persa, e sarei stata attaccata, rischiando di perdermi nell'oblio.

 

Because of you,

I've liked to play on the safe side, so I don't get hurt.

Because of you,

I've found it hard to trust, not only me, but everyone around me.

 

Vedevo, o meglio, ho sempre visto le persone guardarmi male, dall'alto al basso.

Proprio come fece lui.

Era orribile sentirsi così.

Specialmente, dopo aver creduto di poter raggiungere quella luce.

La luce che rappresentava la mia felicità.

E pensavo che la mano che pendeva, mi avrebbe aiutato, quando invece mi aveva fatto perdere le speranze, e mi aveva fatto cadere ancora più in basso nell'oblio allontanandomi sempre di più dalle altre salvezze, e in più era stata aiutata da un'altra mano del mio passato che mi riportava con sé, giù.

Mi sentivo circondata da persone senza volto, senza anima, che provavano solo odio nei miei confronti, persone che mi guardavano col mento alzato, un sorriso di superiorità ad indicarmi quanto non mi meritassi di vivere.

 

Un ricordo mi riaffiorò nella mente.

 

Carly era con me al pub, stavo servendo dei drink a qualche persona, mentre lei era rimasta abbracciata a Niall tutto il tempo.

Le lanciavo dei sorrisi a volte e lei mi faceva l'occhiolino.

Tutto scorreva tranquillo, e quella sera era stata anche divertente, perchè abbiamo scherzato e riso, e il suo fidanzato mi stava simpatico.

Ma la fine di tutto era stata quella stessa sera.

 

Lei sapeva cos'era successo, mi ero confidata con lei, con Susy e con Clair.

Quindi sapeva che quella sera non ero in vena di bere né null'altro, ma lei aveva esagerato, e Niall aveva detto che quella sera aveva ospiti a casa, e quindi aveva il coprifuoco. Non ci avevo creduto molto, ma lasciai scorrere.

Carly era ubriaca, e io con un braccio a circondarle i fianchi e un suo braccio sulle mie spalle, dopo aver finito il turno, la riportai a casa, uscendo dalla porta del retro.

Susy non c'era perchè aveva un appuntamento, speravo solo che stesse passando una bella serata.

 

Verso metà strada, Carly inciampò, e lasciandosi cadere, portò me per terra con lei.

Rideva, e parlava, diceva cose senza senso.

Sorrisi, tra il divertito e l'incertezza di cosa fare, perchè lei di alzarsi non ne aveva nemmeno la voglia.

Mi guardai attorno, non c'era nessuno, a parte un signore che stava camminando dall'altra parte della strada.

Mi rilassai un pochino, almeno non saremmo state né in pericolo, né prese per pazze.

Riportai lo sguardo sulla ragazza che era a quattro zampe davanti a me, che ero seduca con la schiena contro il muro dell'edificio su cui eravamo cadute.

Mi stava guardando assorta, puntando i suoi occhi su ogni punto del mio viso. Aveva smesso di ridere, e non aveva molto gli occhi lucidi.

La guardai in silenzio, aspettando una sua mossa, che non arrivò.

Posò i suoi occhi sulle mie labbra quando le dissi:-Calry...- ma venni immediatamente bloccata dalla sua bocca.

Sbarrai gli occhi per lo stupore.

Carly, appoggiata per terra con le mani e le braccia accanto al mio al mio bacino, e gli occhi chiusi, mi stava baciando.

Una volta tornata in me, mi resi conto di tutto.

Alzai un braccio per allontanarla, posando una mano sulla sua spalla.

Ma lei non si voleva muovere. Strizzai gli occhi, per aumentare lo sforzo. E nello stesso momento in cui lo feci, vidi una luce. Riaprii velocemente gli occhi, e volgendo gli occhi alla mia sinistra, fui colpita da un altro flash, che mi fece chiudere gli occhi, e di conseguenza non sentire più né le labbra, né il peso di Carly...

 

Una persona mi si poggiò quasi completamente addosso, riportandomi alla realtà.

Mi colpì il gomito, e la mia mano poggiata sulla mia coscia destra, sbatté contro il ferro dell'autobus.

-Scusa...- disse la ragazza che dopo mi sorrise.

Nessun sentimento nascosto, senza nessuna compassione, un sorriso vero.

Ricambiai, meno apertamente, ma più di quanto facessi di solito. Le sorrisi con calma.

Si rigirò, e tornò a parlare con la sua amica.

 

Tornai a guardare fuori, ma ricordandomi con scene veloci a cosa stavo pensando prima, mi ridestai, e rispostai l'attenzione su qualsiasi altra cosa.

Mi accorsi della musica nelle mie orecchie, e guardai il mio telefono.

La canzone che ora era in corso è Don't you worry child.

 

Up on the hill across the blue lake,
That's where I had my first heartbreak
I still remember how it all changed
My father said
Don't you worry, don't you worry child
See heaven's got a plan for you
Don't you worry, don't you worry now
Yeah!

 

Sorrisi.

Un padre.

Una prospettiva.

I ricordi tutti distrutti.

E io con loro.

Le persone vanno e vengono, non si accorgono del dolore, perchè, come disse Socrate: tutti cerchiamo qualcosa, ma quando la troviamo, la ignoriamo e la distruggiamo.. tutto allo stesso tempo.
Un sorriso storto disegnò le mie labbra.

Ora facevo pure la filosofa.

Alzai la testa, un ragazzo mi stava guardando.

Girai immediatamente la testa, non volevo un contatto visivo con nessuno in quel momento. Nel momento in cui i ricordi cercavano di riaffiorare, sembrava che tutti potessero distruggere le barriere, far scorrere i ricordi, e insieme a me, guardarli.

 

Guardai fuori dal finestrino, eravamo in città vicino alla videoteca.

Tra dieci minuti sarei dovuta scendere, cioè altre tre fermate.

Mi guardai attorno velocemente. La corriera si era fermata, e si stava svuotando per più di metà.

Si vedeva che era uscito un nuovo film e la gente stava andando a vederlo al cinema, oppure, visto che quella fermata oltre ad essere a meno di un chilometro dalla sala cinematografica, era anche vicino al centro, molti ragazzi erano andati per incontrarsi lì.

Molte ipotesi girarono nella mia mente.

 

Mancano due fermate.

Nel corridoio della corriera non c'era nessuno a bloccare il passaggio, ma i posti erano tutti pieni.

Read all about it.

Suonava nelle mie orecchie.

Una fermata passata, e nessuno era sceso.

Mi alzai allora, e suonai il campanello rosso attaccato al palo poco lontano dal mio sedile.

Scivolai giù, cercando di non inciampare nello scalino, ed atterrare sana e salva sul pavimento del mezzo.

Non so cosa, ma qualsiasi cosa fosse mi spinse a voltarmi verso sinistra, mentre mi avviavo verso il centro dell'autobus per uscire.

La ragazza che prima mi era venuta contro involontariamente, si stava baciando con la sua “amica”, che doveva essere la sua ragazza.

Un bacio veloce fugace, che raccolsi, e immagazzinai nei miei ricordi.

Il suo sguardo si posò su di me subito dopo quel gesto, e arrossì vistosamente abbassando lo sguardo.

Io distolsi lo sguardo per non cadere, e raggiunsi l'uscita, mentre il mezzo stava ancora andando, e la riguardai.

Le sorrisi dolcemente, e sembrò rassicurata, e ricambiò l'espressione con un sorriso ampio.

Prese per mano la sua fidanzata intrecciandone le dita, e mi fece un saluto con la mano libra.

L'autobus si era fermato, e aveva aperto le porte, mentre io ricambiai il saluto con la mano che non mi sorreggeva al palo.

 

Scesi a testa bassa.

L'edificio non era molto lontano. Avrei dovuto fare due vie a piedi, ma andava bene.

Incominciai a camminare, evitando lo sguardo di tutti.

 

Perchè la gente giudicava le persone?

Perchè dovevano farle sentire male? Farle odiare sé stesse?

Perchè si volevano far credere di essere i migliori?

Gelosia? No, impossibile.

Odio? Può essere.

E dopo provavano rimorso? No.

Vergogna? Impossibile.

 

Camminavo e cercavo di evitare le persone sul marciapiede, guardando i loro piedi.

 

Perchè se sei diverso ti prendono in giro?

Perchè quando dici una cosa vera non ti credono? Perchè pensano che l'hai voluto, quando invece cercavi di evitarlo?

Perchè credono a quello che vogliono?

Non trovo mai una risposta a queste domande.

 

Teenage Dream, Firework.

 

Queste due canzoni si susseguirono nel mio percorso che stavo facendo, domandandomi, e guardando quanto fosse ingiusta la vita, le persone, ma non accorgendomi che anche io ero ingiusta, anche io avevo colpa.

Io, che avevo fiducia negli altri.

Io, che ho deluso tutti.

Io, che sono crollata come un castello di carte da gioco.

 

Basta!

Una parte della mia mente grida.

La parte più debole, e sensibile, che non ce la fa più con questi discorsi.

Così mi concentro sulla canzone che ora stava suonando. Roar.

Si vede che il mio telefono aveva voglia di Katy Perry, oppure voleva mostrarmi qualcosa.

The One That Got Away.

 

Povera illusa.

Di nuovo quella voce odiosa, mi sarei fatta spaccare la testa se potessi toglierla.

Era lei che aveva contribuito a buttarmi giù.

Era lei che aveva creato l'acufene nella mia mente. Una malattia inguaribile.

Un suono acuto che mi distrugge. Quando avviene di solito riesco a recuperare il silenzio grazie alla musica, oppure disegnando. Ma ora mai ho smesso di disegnare da tempo. L'unica cosa che mi resta è la musica.

L'ultimo disegno che feci lo dedicai a mio padre, prima della sua morte per un tumore al rene.

Morì così l'uomo che mi fece soffrire sei mesi fa.

Mi ha lasciato la casa.

E io ho pianto. Proprio come feci con mia madre.

Lui era mio padre. Ha cercato di riallacciare un rapporto con me, non so perchè, ma l'ha voluto.

 

Quella sera, dove ero tornata a casa felice, avevo trovato il bastone con cui passavo lo straccio per casa aggiustato. Era stato lui.

La mattina dopo lo avevo trovato a tavola ad aspettarmi.

Io incerta mi ero avvicinata e appena finita la colazioni riposi il bicchiere nel lavandino e me ne uscii velocemente senza salutarlo.

Non sapevo cosa stesse succedendo.

Sembrava davvero cambiato.

Ma una cosa restava, la sera. O non ritornava, o si chiudeva in camera.

Negli ultimi due anni sono qualche rara volta ha alzato le mani su di me, sempre perchè era ubriaco.

Ma di giorno sembrava volesse chiedermi scusa. Non parlavamo, ma ci bastavano i sorrisi che ci mandavamo.

Mio fratello ritornava, e ogni volta mi sgridava per il mio aspetto, ma mi voleva bene.

Mi curava, mi coccolava e mi sosteneva.

Nessuno dei due sapeva cosa mi succedesse fuori dalla scuola.

Ero confusa a casa, e fuori ero maltrattata.

Forse era questa la causa di tutto.

Ma comunque pensandoci più a fondo, il problema ero sempre io.

Io causavo male agli altri, e li allontanavo da me.

Era successo con tutti.

Mi era rimasta solo Susy, e dovevo lasciarla andare, anche se l'avrei voluta con me.

Non volevo si ferisse anche lei. Ma la volevo vicina.

Ero egoista. Sono egoista.

Ma lei non mi ha lasciato.

Ha capito che la debole sono io. Con lei c'è stata Clair, che non si è risparmiata per farmi dimenticare tutto, e funzionava, finchè non dovevamo separarci, e lì l'oblio tornava più di prima.

 

Di nuovo una spallata mi ridestò dai pensieri, alzai il viso per chiedere scusa, ma prima di riabbassarlo, vidi la struttura davanti a me.

Ero arrivata.

Sembrava un'ospedale, d'altronde cosa mi aspettavo per un centro riabilitazione? Tutto bianco, un giardino gigantesco, che a vista d'occhio sembrerebbe estendersi anche dietro nello stesso modo.

L'edifico era in stile classico, mi piaceva.

Ma sapevo che non avrei pensato la stessa cosa una volta entrata.

Presi il telefono e spensi la musica.

Arrotolai le cuffie e le misi in tasca, mentre nell'altra misi il telefono.

Mi incamminai. Il cancello era già aperto, come ad invitarmi ad entrare, ma una vocina piccola piccola, mi diceva di fuggire, che ero ancora in tempo.

Ma non le diedi retta questa volta.

Sono fuggita e mi sono nascosta troppe volte.

Questa volta lo avevo promesso a mio fratello, a Susy, a Clair e a mio padre prima che se ne andasse.

Questa volta avrei affrontato le conseguenze di quello che ho fatto.

Mi sentivo come se un muro si stesse ereggendo sotto i miei piedi e mi stesse portando il alto. Questa era la mia autostima.

 

Passai attraverso le porte di vetro, un forte contrasto per la bellezza antica della struttura, e non mi piaceva.

Arrivai alla reception dell'edificio, dove dietro era appostata una ragazza sui vent'anni.

-Salve..- dissi per attirare la sua attenzione.

-Oh, Salve.-rispose con un sorriso, forse l'aveva imparato per confortare le persone che sarebbero entrate in quella prigione, per far credere loro che invece è un bel luogo.-Scusi, lei è...-continuò sempre sorridendo.

-Statis, Ronnie Statis..-risposi abbassando lo sguardo. Sfogliò una lista e poi parlò

-Ah! Si, ecco. Abbiamo ricevuto una chiamata dall'estero da parte di suo fratello, voleva vedere se fosse arrivata... Ed eccola!- alzai lo sguardo, guardandola scettica, e lei tossicchiò per re-stabilizzarsi, capendo che non ero il tipo per quelle allegrie.-Ehm.. beh Le chiamo subito il dottore che si prenderà cura di lei per il tempo che resterà con noi.

-Grazie-risposi, riabbassando lo sguardo.

-Intanto si può accomodare- disse sorridendomi adesso più dolcemente, e indicandomi col palmo aperto i posti d'attesa lì davanti, prendendo la cornetta del telefono in mano.

Annuii, e mi diressi alle sedie, dove mi sedetti sulla prima.

La ragazza stava annuendo al telefono, dove il diretto interessato doveva aver risposto.

Parlava a bassa voce, sorridendo dolcemente, come se lui le stesse dicendo qualcosa di sentimentale.

Non potevo sentire, quindi decisi di guardarmi attorno.

Il soffitto agli angoli era decorato con delle forme, dei bassorilievo ondulati di colore blu.

C'era una macchinetta per le merendine e per i caffè, ce ne dovevano essere molte in questo posto.

Quella stanza era adatta alle attese.

Le file di posti erano tre, di cui due facciate di sedili si davano le spalle, formandone una.

 

-Oh, eccoti, è lei la ragazza.-disse la ragazza dietro al bancone.

-Grazie Serena.- rispose una voce risoluta.

Somigliava a quella di qualcuno … no, non è possibile.

Ogni voce che sento somiglia a quella di qualcuno.

Vidi e sentii dei piedi avvicinarsi.

Paura.

Avevo paura di guardare.

Ma dovevo farlo, dovevo conoscere colui con cui avrei passato quei giorni.

Gli arti mi tremarono, strizzai gli occhi, e lentamente alzai il capo.

 

Lo guardai. Sbarrai gli occhi e socchiusi involontariamente anche la bocca.

Era un sogno.

Un incubo.

-Ronnie..- disse.

Lui sapeva che sarei venuta?

Ha organizzato tutto?

Perchè?

Ma so che non troverò mai una risposta a questa domanda.

Sia nel passato, sia nel presente.

 

   bhe fingete che sia a Londra lol hahaha
 il momento in cui sta per entrare nell'edificio :3 
spero mi perdoniate per il ritardo stratosferico lol
 

 

Uccidetemi.. ma sono stata in ospedale per fare una resonanza al ginocchio che mi ha causato una miriade di problemi.
ho scritto un po' alla volta..
Poi vi volevo avvisare che forse scomparirò per poco per fare un qualcosa sta volta all'orecchio.. ho l'acufene.. proprio come Ronnie lol..
la prossima volta vi dovrò confessare qualcosa.. ma sarà la prossima volta lol
e quindi andiamo alla storia.
Cosa pensate abbai Ronnie?
Chi è il dottore?
Tutta una miscela di idee che a Meggis è venuta durante un sogno lol..
Ci saranno colpi di scena, ho voluto evitarvi la vita deprimente che passa in quei due anni.. ma ci saranno i flashback come ho detto all'inizio.
LA vecchietta è dolce :3
Poi la ragazza che era sulla corriera le infonde un leggero senso di consapevolezza e coraggio.. poi non so cos'altro dirvi.. se non avete chira qualcosa, sono a vostra completa disposizione lol...
ringrazio tutte/i coloro che hanno recensito, cioè:
Amicizia
poi Milward  che anche per lei non ho parole per ringraziarla
inesyeah... sei fantasticaaa
Follow_your_Dream anche tu e tutte voi:
Life_Mixers
Harrjscurly
Javaddscute
Sirenettaxmalik
Gagadirectioner
Nina Malik
mysummerlove
Mavi_1D
aphrodjte

Vi adoro tuttiiii siete fantastici lol.. e.e nulla ora vado a finire di fare tedesco, spero di riuscire ad aggiornare presto :)
un bacione grande grande :9
spero lasciate una recenzione, mi farebbe piacere.. e mi dispiace ancora per il ritardo :)
ciaoo :)
 

 

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