Pain.

di watsoniall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel sorriso messo come scudo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***



Capitolo 1
*** Quel sorriso messo come scudo. ***


 Ci si abitua a tutto quando non rimane più niente.

 

 

 

 

Mancavano solamente cinque minuti al suono dell’ultima campanella dell’anno scolastico, la campanella che avrebbe dato il via alle vacanze  estive, ed io riuscivo a pensare solamente che quella sarebbe stata la prima estate senza lui.

Lui che era stato il mio primo eroe, il mio primo migliore amico, il mio primo amore.

Niall.

Era ritornato in Irlanda con i suoi genitori, e malgrado nessuno di noi due lo volesse, ci siamo lasciati.

La nostra era stata una relazione di quelle che sarebbero potute durare per secoli. Una relazione fatta di abbracci, baci e risate.

Lui era il mio migliore amico, anzi, il mio unico amico. A parte mio fratello, forse.

Sopravviverò.’ Pensai quando partì.

‘Sopravviverò un cazzo.’ Mi ritrovo a pensare ora.

 

*driin driin*

 

La campanella suonò ed io non potevo desiderare di peggio.

‘Questa sarà un’estate di merda.’ Pensai mentre uscivo dalla scuola.

Tutti i ragazzi erano felici.

Quelli del quinto piangevano e ridevano nello stesso tempo.

Le matricole sembravano felici, ma forse non lo erano.

E poi c’ero io.

Isabelle Payne.

Una ragazza fragile, timida e sola.

Capelli castani e, a differenza degli altri componenti della famiglia, occhi azzurri.

Ho sempre pensato che l’unica cosa bella del mio corpo fossero gli occhi, ma da quando vidi quelli di Niall mi ricredetti. Occhi azzurri come il mare. Perfetti.

 

Ero quasi arrivata a casa quando una qualcuno mi chiamò.

‘Izzy!’

Era Liam, mio fratello.

‘Hey, su con la vita, è estate!’ disse abbracciandomi.

Accennai un sorriso. ‘Un estate di merda.’

Liam mi fulminò con lo sguardo. ‘Sai che non amo quando dici le parolaccie.’

‘Scusa perfettino del cazzo.’ Dissi ridendo.

‘Meglio che incominci a correre,Iz.’ Esclamò mio fratello sorridendo.

Risi ed incominciai a correre con lo zaino che pesava un quintale.

Liam però mi raggiunse e mi strinse n un caloroso abbraccio. Lo amavo quando faceva cosi.

Eravamo ormai davanti casa nostra, quindi decidemmo di entrare.

‘Ciao mà!’ urlò Liam buttando lo zaino a terra.

‘Ciao mamma!’ ripetei io chiudendo la porta.

Nostra madre ci raggiunse in corridoio sorridente.

‘Bentornati tesori!’ disse dandoci un bacio sulla guancia a testa. ‘Potete venite un attimo in cucina?’

Annuimmo  entrambi ed entrammo in cucina.

C’era una donna adulta, avrà avuto cinquant’anni ma ne dimostrava dieci in meno.

Era molto bella. Magra, mora e abbastanza alta.

Accanto a lei c’era un ragazzo castano girato di spalle, avrà avuto circa la mia età.

Appena si accorse che eravamo nella stanza si voltò e sorrise. Oh, ma il suo non era un sorriso come gli altri. Era uno di quei sorrisi che potrebbe finire le guerre e curare il cancro. Il mio invece era solamente un sorriso falso, messo come scudo.

E i suoi occhi…oh, i suoi occhi. Erano di un celeste più chiaro di quello del cielo. Per la prima volta, da quando vidi quelli di Niall, pensai che quelli fossero  gli occhi più belli del mondo.

‘Ragazzi, la signora Tomlinson è venuta a farci visita. Si sono trasferiti qui ieri, saranno i nostri  vicini.’ Disse mia madre sorridendo. ‘E lui è Louis, ha la vostra stessa età. Non conosce nessuno qui, quindi mi piacerebbe se vi conosceste.’ Continuò.

Louis diventò tutto rosso, ma sorrise.

‘Io sono Liam.’ Disse mio fratello sorridendo e andando vicino a Louis. Gli mise una mano sulla spalla. ‘Per me possiamo incominciare a conoscerci anche ora, giocando alla playstation.’ Continuò ridendo.

Louis scoppiò in una buffa risata e mi si fermò il cuore.

‘Per me va bene.’ Disse il ragazzo continuando a ridere.

‘Perfetto, mamma, noi andiamo di sopra.’ Annunciò Liam ridendo e facendo cenno a Louis di seguirlo.

Prima di uscire dalla stanza, Louis mi guardò.

‘E tu? Come ti chiami?’ mi chiese.

‘Isabelle, ma per gli amici Izzy.’ Risposi sorridendo. Ero in imbarazzo.

‘Ed io posso chiamarti Izzy?’ chiese.

‘Vedremo.’ Risposi.

Sorrise ed uscì dalla stanza.

Mia madre e la mamma di Louis stavano ridendo tra loro.

Sbuffai. ‘Vado in camera mia.’

Salii le scale e pensai a Louis.

 

Avete presente i Beatles? Poi ce l’avete presente le mani in aria ad un concerto? Una bottiglia d'acqua dopo aver sudato? Il giorno prima del tuo compleanno? Le speranze? Il mare calmo? Avete presente una torta fatta in casa? Un goal ai mondiali? I bambini? L'amore platonico? I baci proibiti? Andare sui pattini, andare a ballare, andare a cena fuori e fingersi cresciuti? I Simpson? L'America? I telefilm? La torre Eiffel, il ponte di Brooklyn,il Tower Bridge? L'estate? L'abbronzatura? ­ Harry Potter? Una giornata positiva? L'attesa delle feste? Cantare? Correre? Prendere l'aereo? Il Week-End?

Ecco. Lui era di gran lunga superiore.

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


                                                                      ‘Trova ciò che ami e lascia che ti distrugga.’

 

 

 

Aprii gli occhi. Primo giorno delle vacanze estive.

I raggi del  sole illuminavano la camera mettendo in bella vista il disordine. C’erano vestiti poggiati maldestramente sulla sedia, libri sulla scrivania e le scarpe sparpagliate per la camera. E poi ci sono c’ero, forse la cosa più in disordine di tutte.  Erano circa le undici di mattina ed io ero ancora sotto le coperte.

E’ estate, posso dormire quando voglio.’  Pensai, ma sbagliavo.

Bussarono alla porta ma non risposi. Bussarono ancora, e ancora, ma non risposi lo stesso. Volevo restare in quel letto per sempre.

Senti imprecare e vidi la porta aprirsi, così mi coprii con le coperte fino alla testa

‘Svegliati Iz!’ urlò Liam, mio fratello.

Si gettò sul letto ma io rimasi immobile.

‘Isabelle, alzati!’ disse Liam scuotendomi.

‘No.’ Risposi. ‘Neanche se mi pagassi oro.’

Rise. ‘Iz, sei una dormigliona.’

‘Lo so, e ne vado fiera.’ Risi e alzai la coperta mettendomi seduta.

Guardai Liam e sorrisi. Poi mi accorsi che c’era qualcuno sulla soglia della porta. Era Louis.

Mi coprii con la coperta, di nuovo.

‘Liam! Potevi dirmelo che c’era lui! Non mi sarei fatta vedere vestita come una barbona!’ urlai.

Louis scoppiò a ridere.

Liam sbuffò alzandosi dal letto.

‘E vabbene. Vestiti e scendi, abbiamo da fare oggi.’ disse uscendo dalla stanza.

‘Comunque non sembri una barbona.’ Disse Louis, seguendo Liam fuori dalla stanza.

Sorrisi. Era stato dolce a dirlo.

Mi alzai controvoglia e andai in bagno a prepararmi.

Misi una maglia larga bianca e la infilai nella gonna blu a vita alta, misi anche un giacchetto.  Decisi di mettere delle ballerine blu. Misi giusto un po’ di fondotinta e il mascara. Presi il telefono che si trovava sul comodino e scesi in salone. La sala era inondata dalla luce del sole. Seduti sul divano c’erano Louis e Liam.

‘Ce l’hai fatta! Finalmente.’ Esclamò Liam alzandosi dal divano e venendomi ad abbracciare.

Io rimasi immobile ‘Perché mi stai abbracciando?’ chiesi.

‘Perché sei bellissima oggi.’ Rispose sciogliendo l’abbraccio. ‘E sorridi che la vita è bella!’ continuò facendo segno a Louis di seguirlo.

Sorrisi. Era così dolce.

‘Ha ragione. Hai un bellissimo sorriso, usalo più spesso.’ Disse Louis accennando un sorriso e seguendo Liam.

Rimasi lì immobile a fissare il vuoto finchè Liam non mi chiamò e lo raggiunsi salendo sulla sua macchina.

 

Liam ci portò in un parco a un quarto d’ora da casa nostra. Appena misi piede lì dentro ricordai la prima volta che ci andai.

Ero con Niall.

Ricordavo ancora il sorriso che gli spuntò sulle labbra dopo che ci diedimo il nostro primo bacio.

Scoppiammo a ridere e ci sdraiammo sull’erba soffice del prato.

‘Quanto dureremo? Un mese? Un anno? Una vita?
Però ne vale la pena. Io e te, pure un’ora.’ Disse.

Durammo 6 mesi, i sei mesi più belli della mia vita.

 

‘Isabelle! Ti vuoi muovere!’ urlò Liam ormai già all’interno del parco.

‘Ecco arrivo, scusami.’ Dissi raggiungendo Liam.

Louis mi guardava con occhi strani, come se volesse farmi mille domande.

Ci sedemmo sul prato e Liam allungò una tovaglia sull’erba.

‘Picnic, Liam? Sei sicuro di non essere gay?’ chiesi.

Louis scoppiò a ridere. Aveva una risata stupenda.

‘Molto divertente, Isabelle Diana Payne.’ Disse Liam.

Feci una smorfia. ‘Odio quando mi chiami con il mio nome intero.’

‘Invece è molto bello.’ Disse Louis aprendo il cestino da picnic.

‘Louis, non fare il leccaculo!’ disse ridendo Liam.

‘Dico solo la verità!’ esclamò Louis sistemando il cibo sulla tovaglia.

Era un ragazzo dolcissimo, e ne rimasi subito affascinata.

Il sole era già alto nel cielo e i suoi raggi illuminavano il parco. C’erano bambini sulla bicicletta, coppie che camminavano mano per mano, gruppi di ragazzi intenti a ridere e fumare.

Era davvero rilassante.

‘Beh, a cosa dobbiamo questo picnic?’ chiesi togliendo il giacchetto.

‘All’arrivo di Louis, naturalmente! Tra poco ci raggiungeranno anche Zayn e Harry.’

Rimasi di sasso.

Harry aveva la mia stessa età e veniva ad inglese con me. Eravamo amici, se così si può dire.

Zayn invece era tutto meno che mio amico. Era un ragazzo di diciotto anni con un carattere strano. A volte era dolce e a volte misterioso. Era bellissimo, ma una volta mi baciò perché era ubriaco. No ci conoscevamo nemmeno, e così fui spaventata. Avevo solo quattordici anni.

Liam, Zayn e Harry erano amici dall’asilo. C’era anche Niall nel loro gruppo, prima.

‘Ohw, e chi sono?’ chiese Louis, sorridendo.

‘Futuri tuoi amici, sono molto simpatici.’ Disse sorridendo mio fratello.

Sbuffai.

Presi l’acqua dal cestino del picnic e Louis mi guardò facendo un’espressione strana.

Mi sedetti di nuovo al mio posto e il ragazzo mi guardò negli occhi, poi guardò i miei polsi ricoperti di cicatrici.

Cazzo.’ Pensai.

Con Liam ero abituata, lui sapeva che ero autolesionista, e anche se aveva provato a farmi smettere non ci riuscì.

Mi ero completamente dimenticata di Louis, che guardò d’istinto Liam.

‘Oh.’ Esclamò Louis, guardando di nuovo i miei polsi.

Liam seguì il suo sguardo e vide cosa Louis stava guardando.

Sbuffò. ‘Io gli ho detto di smettere, ma lei non mi da retta.’

Silenzio.

‘Dobbiamo rovinare questa bellissima giornata per un mio sbaglio? No, quindi facciamo come se non fosse successo nulla.’ Esclamai rimettendo il giacchetto.

Liam si voltò e vide che Zayn ed Harry erano arrivati, così corse da loro.

Eravamo rimasti solo io e Louis.

Silenzio.

Louis declutì.

‘Ti aiuterò.’ Disse.

‘Nessuno può. Nessuno ci riesce. Nessuno capisce.’ Risposi.

‘Ci posso provare.’

‘Non ci riuscirai.’

‘Vedremo.’

 

 

 

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