Guertena's Doll

di floricienta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti. Per la prima volta mi cimento in una storia quasi horror (anche se di horror mi sa che ha poco o niente, ahah). E' solamente una prova, inoltre ho poco tempo per scrivere, quindi credo che si dovrà aspettare molto per i capitoli nuovi, anche a causa della scuola (e della maturità -.-). Spero comunque di trovare qualche attimo per continuare a scrivere e per mandare avanti questa storia che non credo sarà lunghissima! Non ho ancora le idee molto chiare! xD
Detto ciò, spero di mantenere i personaggi IC e che a qualcuno piaccia questa idea un po' malata uscita dalla mia testa altrettanto malata! Ringrazio in anticipo tutti quelli che commenteranno, aggiungeranno tra i preferiti, seguiti, ecc...
Flor :)

 

Guertena's Doll

 

Capitolo 1

 

 

Ib si guardò intorno e non vide nient’altro che le pareti bianche della galleria.

La luce funzionava, ma in quella stanza era l’unica visitatrice del museo.

Si voltò di scatto e vide appeso al muro quel quadro dal quale tutto era iniziato: Fabricated World.

Era riuscita a scappare da quel mondo parallelo, popolato da quadri assassini, bambole inquietanti e manichini senza testa.

Un piccolo sorriso comparve sul suo viso, ma subito il suo pensiero andò verso il compagno di quel tumultuoso viaggio.

“Garry!?” esclamò guardandosi intorno, ma quella stanza era proprio deserta, neanche una minima traccia per terra.

Corse fuori, verso il corridoio che portava ad un’altra parte della galleria.

Lui si è salvato, ne sono sicura! Siamo usciti insieme dal quadro!

Entrò in un’ulteriore stanza bianca, ma questa volta le persone erano intente ad ammirare le opere di Guertena.

Scrutò attentamente intorno a sé, ma nessuno che sembrasse minimamente quel ragazzo dai capelli lilla e la giacca scura.

Passò oltre la scultura che sembrava un divano, poi tutti gli altri quadri scorsero rapidamente davanti ai suoi occhi rossi.

The Hunged Man.

Worry.

The Lady In Red…

Tutti quadri che avevano contribuito nella sua avventura con Garry e Mary e che, a guardarli così innocui, facevano provare allo stesso modo ansia e terrore.

Scese le scale in fretta e furia, noncurante di nessun altro, non fece neanche caso che le altre persone potessero guardarla male e pensare che fosse una maleducata.

Vide l’entrata del museo con la coda dell’occhio e si diresse dalla parte opposta.

Garry! Garry dove sei?

Improvvisamente si bloccò, proprio davanti all’ingresso di una sala e rimase a fissare il pavimento sul quale vi era Abyss Of The Deep, l’opera nel quale era caduta ed entrata nel mondo parallelo.

Scrollò la testa e riprese a correre verso la sua destra.

Lì scorse qualcuno steso a terra, a pancia in sotto.

“GARRY!”

Si buttò su di lui e cominciò a chiamarlo a gran voce.

“Svegliati Garry! Svegliati! Siamo salvi!”

Il ragazzo si trovava proprio davanti alla statua di un’enorme rosa rossa.

Rossa, proprio come la rosa che aveva accompagnato Ib in tutto il suo viaggio.

“Garry!” urlò, ancora in preda al delirio.

Il ragazzo mosse la mano e la bambina tirò un sospiro di sollievo.

Gli occhi pieni di lacrime le lasciavano intravedere il corpo emaciato dell’amico.

“I- Ib...” sussurrò, tenendo il viso contro il pavimento.

“Garry!” esclamò per l’ennesima volta.

“Siamo tornati nel mondo reale” continuò a parlare il maggiore, tirandosi su da terra, poggiandosi contro la parete per rimanere stabile.

“Non stai bene?” si preoccupò Ib.

“Mi sento solo un po’ debole, non preoccuparti” le rivolse uno dei suoi sorrisi, che avevano il potere di tranquillizzare la ragazzina.

Garry si guardò attorno e qualcosa gli parve strano.

“Ib?” chiese “C’è qualcosa che non va” affermò tenendosi il fianco con una mano e con quel gesto si rese conto che aveva ancora la mano fasciata dal fazzoletto offertogli dalla bambina a causa della ferita che si era procurato per via di Mary.

“Perché?” domandò ingenuamente Ib.

“O noi non siamo realmente qui o queste non sono vere persone”

Ib guardò davanti a sé e l’unica cosa che notò fu una folla di gente ferma ad ammirare i quadri.

“Nessuno si è accorto che ero svenuto, mi sembra impossibile e...” rimase qualche secondo in silenzio “Sono tutti immobili”

Ib sobbalzò e non seppe cosa pensare e cosa fare.

“Calma Ib, risolveremo tutto e torneremo a casa. Te l’ho già promesso e te lo prometto di nuovo” la prese per le spalle e la guardò dritta negli occhi per infonderle coraggio.

Lo sguardo del ragazzo si posò su un qualcosa che usciva dalla tasca della gonna della bambina.

“È la tua rosa!” esclamò sorpreso.

“Sì, è vero...” rispose semplicemente e la prese in mano.

“Se è così, non è ancora finita” iniziò a cercare nelle tasche della sua giacca con affanno, ma non vi trovò niente “Io non ho la mia rosa blu”

Ib spalancò gli occhi e ingoiò a vuoto.

Se davvero non erano ancora nella vita reale, questo significava un enorme problema: se qualcuno avesse distrutto la rosa, allora per Garry non ci sarebbe stato nient’altro che la morte.

“Dobbiamo assicurarci che questo non sia il vero mondo” continuò a spiegare il ragazzo e prese per mano Ib, tirandola dietro di sé.

Lei si aggrappò con tutta la sua forza alla giacca scura e stette al passo di Garry.

Si poteva notare una certa punta di spavento negli occhi del ragazzo, ma noncurante di questo continuava ad avanzare e a proteggere come meglio poteva Ib.

Passarono di fianco a diverse persone, ma nessuna si curò di loro.

Fortunatamente non prendono vita e ci inseguono come i manichini... Meglio non parlare però.

Si ritrovò a pensare Garry e pian piano raggiunse il secondo piano ed entrò in quella che era la stanza del quadro gigante Fabricated World.

La luce era meno nitida rispetto alle altre stanze e questo non piacque per niente ad entrambi.

I due si misero a scrutare ogni centimetro di quella stanza, ma neanche un petalo di rosa, una macchia di sangue o di qualsiasi altra cosa, neanche una scritta.

Fecero per andarsene, sconsolati, ma si resero conto che era apparsa una porta proprio dove prima vi era l’ingresso libero per quella sala ed era chiusa.

“Non è confortante...” disse Garry, andando ad aprire la porta, senza successo.

“Siamo bloccati?” chiese la bambina e lui annuì.

“Troveremo il modo per andarcene, abbiamo passato milioni di posti e questo è solamente un altro trucchetto di Guertena...”

Garry cominciò a dare delle spallate contro la porta, ma fu tutto inutile.

Anche Ib cercò di trovare una via d’uscita e si riavvicinò al quadro.

Lesse più volte il titolo dell’opera e pensò che adesso grazie a Garry riusciva a leggere delle parole delle quali non sapeva neanche l’esistenza qualche tempo prima.

Accostò il volto a pochi centimetri dalla targhetta e notò qualcosa di strano riflesso su di essa.

Fece per toccarlo, ma si rese conto che era davvero un’immagine proiettata.

Si voltò dietro di sé e corse verso la parete di fronte.

Tastò il muro, ma non trovò nulla.

Non capiva da dove potesse venire quell’immagine.

Sono sicura che ci sia una porta qua...la vedo specchiata.

“Cosa fai?” chiese Garry, guardandola curioso.

“Cerco una via d’uscita” rispose lei con un sorriso e continuò a tamponare la parete.

Le si avvicinò e si fece spiegare che dalla targhetta dell’opera si vedeva riflessa una porta viola e che quindi non poteva essere quella che li teneva rinchiusi nella stanza, dato che era rossa.

“Ferma Ib” disse il ragazzo “Non è da lì che si apre la porta...”

Ib rimase immobile e si mise a guardare Garry che si avvicinava alla targhetta e che cercava di rimuoverla.

“Non ce la faccio!” disse con i denti stretti per lo sforzo.

Ib gli prese il braccio e tirò con lui.

Ad un certo punto sentirono qualcosa scricchiolare: stava cedendo il vetro.

“Ma l’hanno appiccicato con la colla?!” esclamò Garry e improvvisamente il vetro si frantumò in mille pezzi che svanirono nel nulla, emanando una gran luce che li accecò per qualche istante.

Quando riaprirono gli occhi la stanza era quasi completamente al buio, illuminata solo da una flebile luce proveniente dalle loro spalle.

“La porta!” gridò Ib, aggrappandosi al braccio del maggiore e indicandola con il dito.

Garry fece un sospiro profondo e avanzò piano verso di essa, fermandosi proprio sull’uscio.

“Andiamo?” chiese alla ragazzina.

“Mh” annuì lei e gli strinse forte la mano.

Varcarono la soglia e si ritrovarono davanti ad un corridoio illuminato da una luce viola come la porta.

“Davvero molto inquietante...” dichiarò Garry, procedendo con estrema calma.

“Non più delle altre stanze che abbiamo passato”

Sui muri non vi erano dipinti, né sculture, né lanterne.

“Tutto questo vuoto non mi piace e c’è troppo silenzio” continuò il ragazzo.

In effetti l’unico suono percepibile era quello prodotto dai loro passi, i loro respiri e i loro battiti accelerati.

Quel corridoio sembrava infinito, stavano camminando da diversi minuti, sempre in linea retta e rimanendo al centro per non venire coinvolti in qualche scherzo della parete.

“Una scritta!” disse Ib e andò a leggere:

Giro giro tondo.

“Non vorrà dire che non ci porta a nulla, vero?” si preoccupò Garry.

“O qualcuno si sta divertendo a giocare con noi...” rispose lei tristemente.

“Su questo non ci sono dubbi”

La riprese per mano e continuarono ad andare avanti, anche perché non c’era molta scelta.

Poco dopo trovarono un’altra scritta sul muro:

Blu.

“Cosa vorrà dire?” domandò Ib, spalancando la bocca.

Improvvisamente Garry si accasciò per terra.

“Garry!”

“Tutto bene...” cercò di dire, sussurrando quasi senza voce.

Fece per alzarsi, ma non ci riuscì.

“Tieniti a me” la bambina gli offrì il braccio, ma fu inutile, non aveva le forze per tirarsi su “Non stai bene Garry!”

“Sì, ti ho detto di sì...” disse così per non farla preoccupare, ma non riusciva neanche a spostare un muscolo.

Ib sentì gli occhi pungerle dal pianto e non riuscì a trattenersi, infatti scoppiò in lacrime vedendo il suo compagno d’avventura ridotto in quello stato.

Respirava affannosamente e sentiva bruciargli i polmoni a ogni sospiro.

Mi sento malissimo... Che stia per morire?

Questo pensiero lo fece stare ancora peggio, sia perché non avrebbe voluto lasciar tutto così giovane, sia perché non voleva abbandonare Ib proprio adesso.

“Ib...te continua...io ti raggiungo appena recupero le forze”

“Stai scherzando?” urlò tra le lacrime “Io non ti lascio Garry, non voglio!”

Garry sorrise pensando che, nonostante quest’esperienza l’avesse fatta maturare molto, rimaneva pur sempre una bambina.

“Ma non possiamo rimanere fermi qua...” continuò il ragazzo.

“Senza di te non vado avanti!” esclamò testarda.

“Ib, devi cercare la mia rosa e portarmela. Io non riesco a proseguire in queste condizioni” le accarezzò la testa, tenendo tra le dita una ciocca castana.

Garry sentì che le forze lo stavano abbandonando quasi del tutto e anche parlare era diventato difficile.

Si sdraiò con la tesa sul pavimento e prese a boccheggiare ad occhi chiusi.

“Garry...”

Ib guardò davanti a sé, ma l’unica cosa che poteva osservare era l’infinito corridoio.

Rivolse nuovamente lo sguardo sul maggiore e si fece coraggio.

“Torno subito Garry, non lasciarmi!”

Cominciò a correre, con le lacrime che non cessavano di cadere.

Devo trovare la rosa blu!

Questo suo pensiero fisso si mescolava con l’immagine del ragazzo sofferente e con la voglia di uscire al più presto da quel mondo.

Dopo qualche minuto di corsa incessante, si fermò per riprendere fiato.

L’uscita ancora non si vedeva e intorno a lei solo pareti viola vuote.

Abbassò la testa, sconfortata, e camminò per un centinaio di metri ancora.

Improvvisamente, qualcosa a terra catturò la sua attenzione.

“La rosa!”

Aveva solo quattro petali ancora attaccati al gambo, doveva fare in fretta e tornare indietro, prima che potesse succedere qualcosa di brutto a Garry.

Si chinò per raccoglierla, ma sentì una sensazione di vuoto sotto i suoi piedi e delle mani sulla sua schiena che la spinsero giù, nel buio sconfinato.

Ib perse subito i sensi e solamente dopo qualche minuto riuscì a riaprire gli occhi.

Non sapeva dove si trovasse perché quella stanza era ancora più oscura della notte senza luna e senza stelle.

Rimase immobile, impaurita per quello che poteva esserci intorno a lei.

Avrebbe potuto toccare qualche teschio o delle mani che volevano catturarla.

Persino il suo respiro era impercettibile.

Sobbalzò quando si rese conto che non aveva più la rosa di Garry tra le mani e si inginocchiò per sentire se fosse ai suoi piedi, ma proprio in quel frangente di tempo, le luci si accesero, rivelando una camera dove quattro specchi fungevano da pareti.

Nell’angolo opposto al suo vi era una bambola dalla pelle bluastra e gli occhi iniettati di sangue con in mano proprio il fiore che stava cercando.

Ib sentì di nuovo il bisogno di piangere e si buttò contro la bambola per cercare di riprendersi ciò che le apparteneva.

“Ridammela!” urlò.

“Vuoi giocare con me? Ihih” ottenne semplicemente come risposta.

La sua voce era gracchiante, stridula e agghiacciante.

“C-cosa?” chiese la bambina.

“Portami con te. Sono sola in questo posto” il suo volto sembrava quasi rattristato.

Ib indietreggiò fino al centro della stanza, dove quasi inciampò in qualcosa.

Si voltò e vide la bambola di nuovo ai suoi piedi, guardò nuovamente dov’era prima e vide solamente la rosa con ancora i quattro petali attaccati.

“Stiamo insieme, ihih” la bambola parlava lentamente e si aggrappò alla gamba della bambina.

Lei, impaurita, cadde a terra e cercò di staccarla dal suo polpaccio.

“Non vuoi stare con me?” insistette ancora il fantoccio.

“Io voglio solo tornare da Garry!” urlò Ib.

Improvvisamente sugli specchi si vide la figura della bambola riflessa in ogni angolo, riempiva tutta la stanza.

Ib sentì un mancamento e boccheggiò.

Voleva raggiungere la rosa e andarsene da quel posto, anche se non sapeva come uscire.

Il pupazzo sembrò leggerle nel pensiero e andò verso il fiore, prendendolo in bocca dal gambo e tornò vicino alla bambina, saltando sul suo stomaco.

“Non distruggerlo!”

“Questo non è il vero fiore, ihih” rise ancora in quella maniera terribile.

L’immagine sugli specchi cambiò e adesso si vedeva Garry, disteso per terra, ancora privo di forze e con una mano sulla fronte.

“Non ce l’ho io...” continuò la bambola, con un sorriso inquietante “Io sono rimasta da sola in questo posto, ihih. Portami con te”

“No! Mi fai paura!”

Lo sguardo del fantoccio divenne cattivo.

“Ti faccio... PAURA!” strillò e Ib sentì un urlo provenire da qualche parte nella stanza.

Si rese conto che era Garry e lo guardò sofferente dallo specchio con gli occhi spalancati e ancora velati dal pianto.

 

Garry gridò con quanto fiato aveva in gola, sentiva un dolore lancinante provenire dal suo cuore.

Vi poggiò sopra la mano e lo strinse.

I battiti erano flebili, quasi impercettibili.

Sta arrivano la fine per me... Scusami Ib.

Serrò i denti e si girò di fianco, accucciandosi e cercando di regolare il respiro.

Ib vide tutta la scena dalla stanza vuota e scattò in piedi, facendo cadere così la bambola e si avvicinò ad uno specchio, picchiando sopra con i pugni.

“Garry! Garry! Non morire!”

Il pupazzo si rialzò da terra e barcollò fino alla bambina.

“Non preoccuparti” tornò a parlare con estrema calma “È ancora vivo...e se mi porterai con te sarà salvo”

Ib si trovava inginocchiata, presa da un tremore improvviso che non le permetteva di rimanere in piedi.

“Come posso fidarmi?” chiese, continuando a fissare la figura del ragazzo.

“Certo che ti puoi fidare” estrasse la rosa di prima da dietro la schiena “Vedi? Questa è di plastica, ma io so dov’è quella vera”

La bambina prese in mano il fiore e constatò che fosse davvero di quel materiale.

“Però, se prometti di portarmi con te, allevierò il dolore di quel Garry con questa”

“Ma hai appena detto che è finta” si asciugò gli occhi con la sua camicia bianca.

“Ma in parte possiede gli stessi poteri della rosa vera”

“...”

“E poi senza di me non potresti tornare indietro” un ulteriore sorriso si allargò sul volto della bambola.

Ho paura... Voglio tornare da Garry.

“Perché mi vuoi aiutare?” domandò Ib.

“Voglio giocare con qualcuno”

Un colpo di tosse distrasse Ib dalle parole del fantoccio e guardò il ragazzo nello specchio.

“Va bene”

La bambola si mise a saltellare per tutta la stanza e girò vorticosamente, facendo venire il mal di mare a Ib, che svenne poco dopo.

Nella sua testa solo la risata della bambola.

 

Si risvegliò che si trovava in piedi nel corridoio viola.

Davanti a lei c’era un tavolino con sopra un vaso colmo d’acqua.

Aveva la rosa di plastica in mano e la immerse nel liquido magico.

Proprio come accadeva per quelle vere, una luce verde e azzurra l’avvolse e il fiore tornò al suo vigore originale.

Gli occhi di Ib si illuminarono di speranza.

“Andiamo dal tuo amico”

Una voce stridula le ricordò che con lei c’era ancora quella bambola maligna.

“Sì...”

Cominciò a correre nel senso inverso, cercando di raggiungere al più presto Garry.

Il percorso sembrò molto più corto rispetto a quello di partenza, infatti dopo pochissimo vide la figura distesa del ragazzo.

“Gary!”

“I-Ib! Hai già trovato la rosa...”

“Più o meno”

“Eh?”

“Poi ti spiego”

Detto questo gli mise la finta rosa sul petto e questa si illuminò per un attimo, ridando forza al ragazzo dai capelli lilla.

Garry poggiò le mani sul pavimento e si tirò su come se niente fosse.

“Stai meglio ragazzo?” disse la bambola.

“Sì, certo. Gra-..” si bloccò a metà frase per capire chi avesse parlato.

Prese Ib per le spalle e la trasse a sé.

“Non siamo da soli”

“Certo che no! Ci sono anche io!” la testa del fantoccio sbucò fuori dal taschino di Ib.

Garry cacciò un urlo e indietreggiò, andando a sbattere contro il muro e crollando a terra.

“IB! HAI UN MOSTRICIATTOLO NELLA CAMICIA!” lo indicò con l’indice.

La bambina sospirò, ricordando che a Garry non erano mai andate a genio quelle bambole che avevano incontrato ogni tanto lungo il loro cammino.

“Non preoccuparti, lei è...la nostra nuova compagna” affermò Ib.

“M-ma? C-cosa?” fece ancora il maggiore.

Ib gli raccontò tutto quello che era successo durante la sua assenza e Garry sembrò capire.

“Quindi tu saresti una bambola buona”

“Sì, ihih”

“E ci vuoi aiutare ad uscire”

“Sì, ihih” rispose nuovamente.

“E sai dov’è la mia rosa”

“Sì e ancora sì, ihih”

“Non posso davvero sopportare tutto questo” Garry si mise una mano sulla faccia e scosse la testa “Andiamo Ib...” la prese per mano e continuarono a camminare.

Rimasero in silenzio per un po’ di tempo e arrivarono dove si trovava il vaso pieno.

“La tua rosa è a posto Ib?” chiese gentilmente Garry.

Lei annuì, mostrandogliela e ripresero la marcia.

“Senti, ma te hai un nome?” fece lui riferito al fantoccio.

“Nessuno me l’ha mai dato”

“Allora te lo daremo noi” rispose Ib con il sorriso e si mise a riflettere, guardando il soffitto, senza smettere di camminare “Amy!” esclamò infine.

“Amy... Amy....AMY! Mi piace, ihih!”

Garry la guardò di sbieco e sentì un senso d’angoscia risalire lungo la schiena.

Sarà una buona bambola, ma a me non ispira fiducia per niente...

Prese in mano la rosa finta e la scrutò attentamente.

Non vedeva l’ora di ritrovare quella vera.

Amy saltò fuori dalla tasca di Ib e si mise a saltellare davanti a loro.

Poco dopo giunsero davanti ad una porta.

“L’uscita!” fece la bambina e si mise a correre, portando con sé Garry.

“A-aspetta!”

Aprì e si ritrovarono nella galleria, ancora una volta.

Le persone erano immobili, quindi non erano fuori dal mondo parallelo.

“Ecco qui!” strillò la bambola.

“Che cosa?” chiese Garry.

“Qui si trova la tua rosa, ihih! IHIHIHIH!”

Garry e Ib si guardarono intorno, ma non videro nulla che potesse assomigliare minimamente a una rosa, però scorsero un vaso magico.

Ib si avvicinò a quello, ma al suo interno vi era solo acqua.

Si inginocchiò per terra e scrutò il pavimento.

“Ci stai prendendo in giro?” disse il ragazzo arrabbiato e fece per prenderla, ma lei gli sfuggì.

“Giro giro tondo, ihih”

Iniziò a saltare da una parte all’altra della mostra, da un quadro all’altro e da una persona all’altra.

Garry notò delle macchie sul pavimento che prima non c’erano.

Erano di colore blu, proprio come la sua rosa.

Questo sembra...sangue?

Nuovamente sentì una morsa nel petto e sentì come se quello fosse il suo sangue.

Si guardò la mano fasciata e tolse il fazzolettino, ma era tutto normale.

La ferita si stava cicatrizzando pian piano e il sangue aveva finito di uscire.

Si mise il panno nella tasca della giacca e seguì le tracce blu.

Lo portavano davanti a ogni opera e questo lo costrinse a guardare più da vicino quelle persone immobili.

Che siano statue?

“Ihihih” si sentì l’eco della risata di Amy nella stanza.

“Ib? Vieni, non rimanere da sola...” detto questo la bambina corse verso di lui e si aggrappò alla manica della giacca scura.

“Macchie blu. Sono della tua rosa?” chiese fissando il pavimento.

“Non lo so...”

Camminarono cauti, passando davanti ad altri quadri.

Marvelous Night.

Juggling.

Red eyes.

“Non mi sono nuovi...” sussurrò Garry.

Le tracce blu si interruppero all’improvviso.

Garry si guardò spaesato intorno, ma senza trovar nulla, anche la bambola era svanita nel nulla, solo la sua risata era distinguibile ogni tanto.

“Amy? Dov’è la rosa?” chiese Ib, urlando per farsi sentire.

“Ihihih! Guardate nelle tasche, ihih”

“Io non ho niente...” fece la bambina e lo stesso valeva per Garry “Non intenderà quelle delle persone...”

“Speriamo non accada niente” affermò il ragazzo e tornò al punto dove finivano le macchie.

Davanti a lui c’erano due persone, un uomo e una donna, che guardavano un’opera che ricorreva frequentemente in quel posto: The Lady In Blue.

Ib allungò una mano verso il cappotto della signora, ma fu bloccata subito da Garry.

“Attenzione, non vorrei fosse una trappola”

“Giocate con me, ihih” di nuovo la voce della bambola.

“Se questo è un tuo scherzo, non è affatto divertente!” si infuriò il ragazzo.

“Non dire così Garry” cercò di tranquillizzarlo Ib e poi aggiunse “Amy, te sei buona e dovresti aiutarci per uscire da qui... Ti porteremo nel mondo reale e giocheremo tutti i giorni, ma se fai così non farai altro che aumentare la nostra paura e ci farai credere che sei cattiva”

“Io NON sono cattiva” la sua figura sbucò fuori da una statua e si avvicinò ai due compagni.

Saltò in braccio a Ib e si posò sulla sua spalla.

“Dov’è la rosa?” inveì Garry.

“Io so solo che è in questa stanza” sembrò essere seria per un attimo, ma non mancò la sua risata alla fine della frase.

“Ce l’ha qualcuno di queste persone?” fece ancora il ragazzo e lei annuì.

“Ma non so chi! Non comando io in questo posto, ihih”

Garry sospirò esausto di tutta la situazione che ormai stava andando avanti da troppo tempo.

Voglio uscire da qui.

Non si accorse che Ib stava per infilare la mano in una delle tasche del soprabito della donna, per cercare la rosa, ma sentì un rumore non molto rassicurante.

La risata agghiacciante della bambola fu seguita da uno scricchiolio.

“IB!” la prese per il braccio e l’allontanò dalla figura della donna.

Questa si girò molto lentamente, scoprendo un volto senza sentimento, dagli occhi senza pupille, tutti neri e dalla bocca contorta in una smorfia di dolore.

Amy sparì nuovamente, forse rifugiatasi al sicuro.

Ib urlò dal terrore e indietreggiò, restando appiccicata al corpo di Garry.

La donna mosse un passo in avanti, quasi come un robot e aprì la bocca di scatto.

“La rosa!” esclamò la bambina, guardandone l’interno.

Infatti una piccola luce azzurra proveniva dalla gola di quell’essere inanimato.

“Come facciamo a prenderla?” chiese ancora.

“Non lo so... Adesso penserò a qualcosa”

Garry si guardò intorno, ma non trovava nulla con cui uccidere quell’affare.

D’un tratto la donna in blu dietro di loro spalancò gli occhi e prese vita.

Si staccò dal muro e ruggì selvaggiamente.

I due si impaurirono e cacciarono un urlo, iniziando a correre.

Garry si fermò davanti ad un’altra persona.

Speriamo non si animi anche questa.

Strappò con violenza un braccio, riscoprendolo fatto di ceramica e terracotta.

“Ib, usa questo per difenderti” glielo porse velocemente e tolse anche l’altro braccio, facendo leva con il piede e facendo cadere così il manichino a terra, distrutto.

La donna in blu si stava avvicinando con grande rapidità, al contrario della statua ferma immobile al suo posto.

Ib dimenò il braccio di ceramica davanti al quadro, che con le mani si aiutava ad avanzare.

La donna in blu lo prese e lo tirò verso di sé, facendo perdere l’equilibrio a Ib, ma Garry intervenne e la tenne per i fianchi.

“Lascia andare il braccio!”

Così fece e il quadro rimbalzò indietro, finendo con la testa rivolta al soffitto.

Non riusciva a rimettersi in piedi e continuava a fare strani versi intimidatori.

La voce gutturale, grave e quasi da zombie, terrorizzava sia Garry che Ib.

“Ib, chiudi gli occhi” il ragazzo si avvicinò al quadro con l’altro braccio.

“Che cosa vuoi fare?”

“Devo ucciderla... Vedi? Erano sue le macchie” indicò una striscia blu che andava dalla posizione del quadro a dov’era in quel momento “Mi ha preso lei la rosa e devo ucciderla prima che lei uccida me...”

“Mh...” annuì Ib e si voltò dall’altra parte per non guardare la scena.

Garry picchiò con veemenza sul viso della donna in blu, facendole così emettere grida di dolore.

Ib si tappò le orecchie per non sentire quei suoni.

Ad ogni colpo Garry si sentiva meglio e non solo per il fatto che il tutto riguardasse la sua rosa, ma anche per il fatto che la condizione in cui si trovavano lo stava facendo uscire di mente.

Il sangue blu schizzò fuori dal dipinto come macchie di vernice e impiastrò la ceramica.

Ancora poche percosse e la donna in blu smise di emettere alcun tipo di gemito.

Garry respirò con affanno e gettò lontano l’arto.

“Ib, non guardare” la prese per le spalle e le tenne una mano sugli occhi, facendole fare il giro intorno all’opera.

Garry sentì la mano bagnata da alcune lacrime e un leggero bruciore sulla ferita, causato da esse.

Tornarono davanti al manichino, rimasto a bocca aperta e con gli occhi diventati totalmente bianchi, come le pareti della galleria.

Ai suoi piedi c’era Amy.

“Sei scappata e ci hai abbandonati!” urlò Ib, in preda al panico.

“Calma” la rassicurò Garry, carezzandole la testa “Adesso è finito”

“Scusate” cercò di dire la bambola “Ma io sto infrangendo molte regole per stare con voi, ihih” si inchinò e rimase a capo basso.

“Sì, certo...” sussurrò Garry senza farsi sentire e spinse la statua di ceramica e terracotta a terra, così da farla incrinare.

Diede un calcio nel petto della donna e si ruppe del tutto.

“La mia rosa blu!” disse soddisfatto e la prese in mano.

Era ridotta davvero male, fortunatamente quella di plastica gli aveva alleviato il dolore.

Con un balzo, Amy saltò nel giaccone del ragazzo e gli prese il finto fiore, scappando a gambe levate in un angolo della sala.

Garry stramazzò a terra, in preda agli spasmi.

“Garry!” urlò Ib e prontamente prese la rosa e corse verso il vaso, la immerse e questa si rigenerò, spargendo luce.

La riportò al suo amico e gliela mise in tasca.

Subito si sentì meglio e si mise seduto.

“Quella bambola maledetta!” era furioso e la vide mangiare tutti i petali di plastica.

“Buoni. BUONISSIMI, IHIH!”

Ib era sconcertata e impaurita davanti a quella scena e per un attimo balenò nella sua mente il pensiero che forse si sarebbe mangiata anche le loro rose.

“Andiamo Ib, lasciamola qua” dichiarò Garry, prendendole la mano e cercando un’altra via d’uscita.

“Dove andate?” chiese Amy, allungando il suono delle vocali in maniera lugubre.

“Nel mondo reale”

“Non ci arriverete mai da soli, ihih”

“Neanche con te mi sembra...” strattonò la bambina e continuò a camminare davanti a sé.

“Ah sì?” la bambola piegò la testa, ritrovandosi con gli occhi al posto della bocca e viceversa.

Le pareti si tinsero improvvisamente di rosso e Ib nascose la testa nell’addome di Garry.

“Hai detto che non comandi te, ma mi pare il contrario” azzardò a dire il giovane, guardandosi intimorito attorno.

“Sono io che sono comandata dall’esterno, ihih”

“C-cosa?!”

Le pareti della stanza sembravano muoversi, così come tutte le persone che affollavano la galleria d’arte.

“Ib... Ib tieniti a me”

Nessuno dei due riusciva a capire cose stesse succedendo.

Non riuscivano a muoversi e sembravano entrati in uno stato di trans.

Non capivano neanche se quello che diceva la bambola era reale oppure no.

L’unica cosa che percepivano erano i sensi che li stavano abbandonando poco a poco.

Svennero entrambi, collassando sul pavimento.

 

 

 

Fine :)
Spero che questa storia abbia destato la curiosità di qualcuno di voi!
Inoltre non so ancora come sarà questa bambola! Buona o cattiva? Booh, ci penserò andando avanti!
Arrivederci chissà quando nel prossimo capitolo!!! Ciaaaooo!!!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ciaaaao a tutti!!! :) Dopo un'infinità di tempo, ecco anche il secondo capitolo.
Prima di tutto volevo ringraziare le persone che hanno lasciato un commento e anche quelle che hanno semplicemente letto, mi rendete molto felici :)
Inoltre per quelli che hanno recensito, ho risposto personalmente a ognuno di voi!
Poooi ricordo a tutti gli altri che è sempre ben accetto un commento, ahah!
Detto ciò vi lascio al nuovo capitolo, sperando che vi soddisfi e che vi lasci anche con qualche dubbio o che vi spaventi (improbabile non sono capace ahaha)

 

 

Capitolo 2

 

Ib si sentiva come in trappola, intorno a lei solo il buio.

Senza sapere come, intuì che stava sognando e cercò di svegliarsi.

Urlò con quanto fiato aveva in gola, ma non riuscì.

Una mano sul suo piede la fece trasalire e cacciò, qualsiasi cosa fosse, via.

Una voce in lontananza la fece destare pian piano dal suo sonno.

“Ib?”

Sbatté le palpebre più volte e vide subito la figura di Garry davanti a sé e il suo sorriso rassicurante.

“Ben svegliata” la fece sedere con la schiena appoggiata a uno scaffale.

“Dove siamo?” chiese subito la bambina.

“Non ne ho la minima idea, ma di sicuro ancora nel mondo di Guertena”

Ib corrucciò il naso e si guardò intorno.

La prima cosa che notò fu Amy che sbatteva la testa contro il muro, ripetutamente.

“È da quando mi sono ripreso che fa così...”

Ib gattonò verso di lei e la sentì bisbigliare qualcosa.

“Forse è meglio se la lasci stare” suggerì il ragazzo, ma Ib non gli diede ascolto e si avvicinò ancora di più per capire quello che stava dicendo.

“Lasciami in pace, voglio giocare... Lasciami in pace, voglio giocare... Ihihih... Basta! IHIH!” si voltò con impeto verso Ib, urlando “BASTA IHIHIH”

Ib si impaurì e fece un balzo all’indietro.

Garry le corse subito in contro e le mise un braccio intorno al collo per proteggerla.

“È pazza...”

La bambina tremò, ma prese coraggio e si riavvicinò alla bambola, prendendola in braccio.

“Chi è che ti controlla?” chiese con voce ingenua.

“Io... Io non lo so, ihih”

“Sei stata te a fare quella cosa di prima?”

“Contro il... MIO volere, ihih”

Ib la riappoggiò per terra e questa riprese a dare delle botte contro la parete.

Non diede più ascolto a Amy e attraversò con lo sguardo la stanza dov’erano finiti: le pareti erano verdi ed era piena di scaffali con libri d’arte.

Davanti a loro c’erano due porte ai due lati della stessa parete.

“Da quale siamo entrati?” provò a chiedere alla bambola.

“Da nessuna di queste, ihih” rispose lei, piegando il corpo all’indietro, guardandoli sottosopra.

“Ma non ci sono altre porte...”

“Non sorprenderti Ib, ormai in questo posto non si capisce più niente” s’intromise Garry, prendendo un libro da una mensola “Qua ci sono solo illustrazioni...”

Anche Ib si mise alla ricerca di qualcosa, e prese il primo testo che gli capitò tra le mani.

Non era nulla di che, solamente un insieme di racconti, forse favole.

“Ib, se stai bene andiamo avanti”

“Sì” sorrise lei “Quale apriamo?”

Garry ci pensò su per un po’ e decise di sbirciare dalle serrature.

“Non si vede nulla... Decidi te Ib”

Prima di scegliere, tastò la sua rosa rossa e la ritrovò intatta e optò per la porta di destra.

Garry allungò la mano verso il pomello e tenne dietro di sé la bambina con l’altro braccio.

“Uno, due e...”

“TRE!” esclamò Amy, saltando sulla spalla di Ib.

Per poco non venne un infarto a Garry, che con un respiro profondo l’aprì.

Vi entrò deciso, trascinando con sé Ib.

“Ma cosa?” Ib sollevò lo sguardo e una goccia le cadde dritta sulla fronte “Sta piovendo” disse sbalordita.

“Una mia amica, ihih!” Amy, ancora una volta, saltò giù dalla spalla della bambina e corse via.

Ad un tratto scomparve alla vista dei due.

“Ma dov’è finita?” si chiese Garry.

In quella stanza stava piovigginando, ma, oltre a questo, non c’era nient’altro di strano.

Un quadro era appeso sulla parete davanti a loro ed era Lady With Her Umbrella.

“Speriamo non ci siano fumi tossici in giro...” disse sempre il ragazzo.

Due librerie erano poste agli angoli della camera e si diressero verso quella di sinistra.

Vi era una scritta sul legno:

Splash. Splat. Battaglia con i palloncini.

“Qualcuno si deve essere divertito molto... Peccato che non vale lo stesso per me” affermò Garry, prendendo un libro e sfogliandolo, accorgendosi che l’acqua non lo bagnava.

“Secondo te dov’è andata Amy?”

“Non lo so e non m’importa sinceramente, combina solo guai”

Guardò il quadro della donna con l’ombrello e ripensò a quando l’aveva ritrovato il suo amico e gliel’aveva riconsegnato.

Com’è strano. Fino a qualche ora fa non esisteva questa zona della galleria e questo dipinto si trovava in tutt’altra parte.

Girò il volto e ritrovò seduta per terra Amy, proprio dietro allo scaffale dove Garry stava analizzando i libri.

“Eccoti” le sorrise e la prese in braccio “L’ho trovata Garry”

Ma il ragazzo non le rispose.

“Garry?” insistette, alzando un sopracciglio, confusa “Garry!?” cominciò ad agitarsi.

Non mi sente!

“Non può sentirti, ihih” disse improvvisamente la bambola “Siamo dall’altra parte noi”

“Intendi il mondo reale?”

“Certo che no... Sciocchina, ihih”

Ib cercò di andare dall’amico, ma era come se qualcosa le bloccasse il passaggio, come un muro invisibile.

Picchiò più volte il pugno contro di esso, ma Garry non riusciva a sentirla.

“Garry! Non lasciarmi sola! Dobbiamo andarcene insieme da qui! Garry!”

 

Garry rimise a posto il libro e non vide più nella stanza la bambina.

“Ib? Dove sei? Sei uscita senza dirmi niente?”

Dicendo così, il ragazzo se ne andò dalla stanza, ma si rese conto che non si trovava neanche lì e l’altra porte era chiusa a chiave, per non parlare del fatto che non si sarebbe mai allontanata senza avvertirlo.

Ritornò nella stanza della donna con l’ombrello e gli venne in mente che anche Amy era sparita nel nulla.

“Se è ancora colpa tua non lo accetterò Amy!” urlò, sbattendo la mano contro uno scaffale.

Sono preoccupato, non posso averla persa... Però Amy è corsa di qua...magari c’è un’altra stanza nascosta qua dietro.

Avanzò fino a toccare con la punta del naso il quadro.

Respirò impercettibilmente per qualche secondo e poi si girò sconfortato e con gli occhi chiusi, ma subito sentì qualcuno buttarsi contro di lui, tenendolo forte.

“I-Ib!”

La bambina lo stava abbracciando stretto, impaurita.

“Pensavo che non ti fossi accorto della mia assenza!” scoppiò in lacrime.

“Scherzi? Non potrei mai...” le sussurrò e la tenne sotto la sua giacca, per riscaldarla, poi si inginocchiò e la guardò dritta negli occhi “Dobbiamo stare uniti e affrontare insieme questo viaggio”

Lei annuì, asciugandosi le lacrime.

“Ci sono anche io, ihih” Amy tirò i pantaloni del ragazzo per farsi notare.

“L’ho notato...” rispose semplicemente lui “Dove siamo?”

“Come faccio a saperlo IO? Ero rinchiusa in quel corridoio...” abbassò lo sguardo “Da sola” lo rialzò e si mise a ridere.

Mi incute sempre più terrore ad ogni minuto che passa...

“Beh allora torniamo indietro, tanto qua non c’è niente”

“Ne sei sicuro? Ihihih”

Detto ciò, Garry si voltò e notò un paesaggio di mare: sotto di loro si estendeva un tratto di spiaggia e in lontananza una scogliera, sulla quale stava una giovane donna dal vestito nero e con in mano un ombrellino rosso.

“Siamo dentro al quadro” gli occhi di Ib si illuminarono per un attimo davanti alla bellezza di quello scenario “Andiamo!” disse tutta contenta.

“Fai attenzione Ib, ricordati dove siamo...” l’ammonì Garry.

La prese in braccio e saltò senza pensarci due volte, ritrovandosi così a ruzzolare in mezzo alla sabbia, proteggendo l’amica con il suo giaccone.

Tossicchiò un paio di volte e si rimise in piedi.

“Questa sabbia, non è sabbia” affermò poi deciso, prendendone un po’ in mano “È pittura a olio, ma granulosa...”

Fortunatamente non si appiccicava ai loro vestiti, colorandoli.

“Ib, tutto bene?”

“Sì Garry” gli porse la mano e si misero in cammino, andando verso la scogliera.

Intorno a loro solo una grande quantità di beige e verde acqua.

Solo la scogliera grigia e il vestito nero della ragazza stonavano con quell’atmosfera accogliente e calda.

“Posso togliermi le scarpe?” chiese Ib.

“Certo, ma fai attenzione a dove metti i piedi” le tolse le scarpe e se le mise in tasca, dandole un piccolo bacio sulla fronte.

“Fa solletico” rise la bambina, guardando bene a terra.

La scogliera sembrava lontanissima e non avvicinarsi mai.

La donna teneva l’ombrello aperto anche se adesso non pioveva più e sembrava avere lo sguardo molto rattristato.

Arrivarono alla base di quella montagna di rocce e si sorpresero di quanto fosse molto più alta di quello che si aspettavano.

“Quella è una mia amica! Ihih” esclamò ad un tratto la bambola.

“Davvero rassicurante” ironizzò Garry.

Improvvisamente si mise a piovere molto forte.

“Cosa facciamo?” chiese Ib.

“Saliamo, non vedo altre vie d’uscita...” rispose il ragazzo.

Con fatica si aggrappò a uno scoglio e fece leva con la gamba per sollevarsi.

“Ib, dammi la mano ti tiro su” gliela porse e la bambina la prese.

L’innalzò di peso e le disse di aggrapparsi alla sua schiena, così da salire insieme

Scalò pian piano tutta la scogliera, arrivando fino in cima, dove il vento soffiava forte, facendo volteggiare l’abito nero della donna.

Questa era fissa a guardare le onde che si infrangevano sotto di lei e la pioggia si trasformò in un bell’acquazzone.

Garry rimise a terra l’amica e fece due passi verso la donna.

“Ci serve una qualcosa per poter proseguire, lei sa cosa e dove lo possiamo trovare?” disse quella frase sperando che non accadesse nulla di brutto.

Rimase tutto fermo per qualche minuto.

Lo scrosciare della pioggia non faceva che aumentare d’intensità e i due si ritrovarono con i vestiti fradici.

La ragazza sospirò malinconicamente e avanzò di un passo verso il mare.

Ib spalancò gli occhi, pensando che si volesse buttare di sotto.

“È pericoloso! Stai attenta!” urlò, correndo verso di lei e prendendole la mano libera.

“Ib!” Garry non riuscì a fermarla.

La ragazza non si scompose e si sporse ancora di più verso le onde minacciose.

“Ib! Lasciala!”

Garry corse verso di lei, ma la bambola si mise tra i suoi piedi, facendolo così inciampare per terra e quasi cadere al di sotto a causa della scivolosità creatasi dal misto di pioggia e pittura ad olio.

“Vieni signora” la bambina stava cercando di riportare indietro la donna con l’ombrello, ma era troppo forte per lei.

“IIIIB!” urlò ancora Garry, rimettendosi in piedi e fulminando con lo sguardo Amy.

“Ihih” la bambola lo guardò con gli occhi di un rosso accesso, illuminati al centro da una scintilla dorata e spaventosa.

“E tu saresti buona?” il ragazzo le diede un calcio, facendola rotolare lungo le rocce e sprofondare con la faccia nella sabbia.

La guardò per un istante e corse da Ib.

“Vieni!” la preso per la vita e la tenne stretta contro il suo petto “Volevi ucciderti Ib?!” gridò, come se fosse andato nel panico, contro la testa della bambina e lei si sentì stringere il cuore.

“Non volevo farti preoccupare Garry...” abbassò lo sguardo, lasciando che i capelli bagnati le ricoprissero parte del volto.

“È tutto a posto adesso...” le baciò la nuca e indietreggiò “Non voglio che tu veda la scena” fece riferendosi al fatto che la donna si sarebbe buttata nelle acque.

Invece non fu così, la donna con l’ombrello si girò verso di loro, guardandoli quasi con tenerezza.

Garry rimase incantato da quel viso così vero.

I capelli corvini che si confondevano con il vestito facevano da cornice ad un volto dalla pelle diafana e gli occhi addolorati, anch’essi di un nero intenso.

Allungò una mano verso i due, ma la ritirò subito dopo, colpita dalla pioggia.

Non sembra cattiva...

Si ritrovò a pensare Garry, ma sapeva benissimo che lì non era tutto come appariva.

La donna si mise una mano in tasca e vi tirò fuori una chiave rossa, tenendola davanti al suo viso.

I due sussultarono e capirono che quella sarebbe stata necessaria per continuare e raggiungere l’uscita per il mondo reale.

La rimise via e tenne con entrambe le mani l’ombrello, a causa del forte vento che tirava.

“Ib, dobbiamo prendere la chiave” sussurrò il ragazzo contro la testa della bambina.

“Forse se ci parliamo sarà disposta a consegnarcela” fece lei con un sorriso.

“Tentar non nuoce...”

La bambina si sciolse dalla stretta dell’altro e riandò vicino alla donna.

“Perché sei così triste?” chiese tenendo le mani unite dietro la schiena e con sempre il sorriso stampato in faccia.

Benedetta l’innocenza infantile...

Pensò Garry e rimase fermo dietro a Ib ad ascoltarla.

“Lo sai che se ridi la giornata migliora?”

La donna accennò un piccolo sorriso, ma tornò quasi subito alla sua espressione delusa e sconsolata.

“Avanti, riprovaci...” le si avvicinò e le prese un lembo del vestito tra le mani.

Attenta Ib...

Il ragazzo era evidentemente preoccupato per quella situazione.

Nella sua testa stavano passando i pensieri più brutti che potesse fare.

La donna con l’ombrello riprese tra le dita la chiave rossa e la mostrò a Ib.

“Me la dai?” chiese la bambina.

Un tuono la spaventò e la fece quasi cadere a terra.

Garry scattò verso di lei, ma non era successo niente di cui allarmarsi.

Altri tuoni e lampi seguirono il primo e qualcosa di una consistenza diversa cadde dal cielo.

Il volto della donna era tornato depresso e si poteva notare anche una punta di collera.

Cominciarono ad uscire dagli occhi della donna delle lacrime di sangue, rosso vivido.

Garry spalancò la bocca e prese per il braccio Ib, riparandola sotto la sua giacca.

Infatti anche dall’alto stava piovendo sangue.

“È da voltastomaco...”

Sentirono l’eco della risata della bambola e Garry la vide dietro di loro.

“Perché mi hai...fatto...CADERE!” gracchiò e rise nel suo solito modo.

“Siamo ai limiti della follia...” disse il ragazzo, tenendo stretto Ib.

La donna stava giocherellando con la chiave rossa, facendola rigirare tra le sue dita pallide.

Con un lancio deciso la scagliò tra i flutti, che l’accolsero nel loro stomaco.

“No!” esclamarono in coro i due compagni.

“Devo andare a recuperarla” affermò Garry e si tolse velocemente la giacca, porgendola a Ib per ricoprirsi dal sangue che pioveva dal cielo.

Sarà sicuro lasciare da sola Ib? Non ho altra scelta...

Guardò lo strapiombo sotto di lui.

Ingoiò a vuoto e cominciò a discendere lungo gli scogli, quando fu a pochi passi da terra, con un balzo si ritrovò con i piedi sulla spiaggia.

Ib lo guardò per tutto il tempo, tenendosi un pugno chiuso vicino al cuore.

“Perché l’hai fatto?” domandò ad Amy.

“Io non ho fatto niente, ihih”

Ib non capiva più quello che stava succedendo, se fino a poco fa era un insieme di enigmi e opere che li inseguivano, adesso era tutto più pericoloso e forse per colpa della presenza di quella bambola maligna.

La donna aveva lo sguardo fisso su Ib, mentre le lacrime rosse continuavano il loro percorso sul volto, il collo e il vestito, finendo il loro percorso sulla pietra grigia.

Garry corse come un forsennato in acqua e dopo pochi centimetri già si fece profonda.

Si immerse e cercò la chiave, tenendo ben gli occhi aperti.

Non comprendeva bene come potesse guardare il fondale se questo era fatto di pittura, ma non gli importava più di tanto in quel momento.

Tornò in superficie per riprendere fiato.

La bambina sperò che avesse ritrovato la chiave, ma così non era.

Strinse tra le mani entrambe le rose, proteggendole con cura.

Il fantoccio non aveva smesso un attimo di ridere e correva intorno per tutta la scogliera.

Garry fu sbattuto sott’acqua da un’onda potente, ma subito riemerse.

Si ributtò a capofitto in mare e perlustrò quanto poté la zona circostante.

Non possiamo aver perso la chiave!

Finalmente la vide e allungò tutto il suo corpo verso di essa.

Stava per afferrarla, ma una mano rossa attaccata a un esile braccio lo allontanò da essa.

Garry sobbalzò e sentì l’aria mancargli.

La mano lo agguantò per il collo e lo trascinò fuori dalle acque.

Lo innalzò vicino alla scogliera, tanto che Ib poté quasi sfiorarlo.

“GARRY!” urlò terrorizzata.

Il ragazzo faticava a respirare e fu sbattuto contro la sabbia da quella mano rosso sangue.

Questa gli stringeva forte il collo e temette di morire ancora una volta.

Tutto il mare si tinse di rosso, ormai non c’era più niente di tranquillo in quella tela.

Garry lottò contro la mano che voleva strangolarlo, ormai era senza respiro e le forze lo stavano abbandonando.

Un petalo blu si staccò dal gambo e Ib se ne accorse.

Guardò l’amico con gli occhi pieni di lacrime e poi si voltò verso la donna con l’ombrello.

“Basta!” gridò strizzando gli occhi.

La donna guardò verso il povero ragazzo sofferente e per un attimo sul suo volto comparve lo stesso sguardo malinconico di poco prima.

Garry staccò il mignolo dalla sua gola, ancora poco e sarebbe morto privo di ossigeno.

Con un urlo scosse il braccio, spezzandolo con le proprie dita e questo se ne andò, rifugiandosi nuovamente nei flutti del mare.

Rimase disteso sulla spiaggia, boccheggiando e riprendendo fiato.

La donna piegò la testa di lato, come se fosse contenta che il ragazzo si fosse salvato, poi si voltò verso il mare alla ricerca di qualcosa.

Picchiò il tacco della scarpa contro la roccia e si voltò di scatto verso Ib, che sobbalzò.

Il suo volto era deformato in un’espressione demoniaca, con i denti aguzzi che spuntavano fuori dalla bocca insanguinata e le lacrime che non cessavano di uscire.

Ib si spaventò come non mai, ma non riuscì a muovere un passo.

La donna tese un braccio e tutte le gocce che le colpivano il palmo si unirono in un’unica sfera di sangue viscoso.

La bambina cominciò a correre per allontanarsi il più possibile da lei.

La giacca però le era d’impiccio a causa della sua grandezza e, prima che se ne potesse render conto, inciampò in essa, rovinando così la sua rosa, dalla quale si staccò un petalo.

Poco dopo fu colpita al fianco da quella specie di palloncino e cacciò un urlo di dolore.

Mi brucia...la pelle...

La donna con l’ombrello si diresse verso Ib, sempre con la stessa espressione.

Amy continuava a cantare e ridere girando in cerchio e Garry si stava riprendendo, tenendosi una mano alla gola e massaggiandosela, senza sapere quello che stava succedendo sopra la sua testa.

Un altro petalo rosso si staccò dal gambo e Ib sentiva che non c’erano più speranze per uscire dal mondo di Guertena.

“Che qualcuno mi salvi...” sussurrò contro la pietra fredda, mentre alcune gocce di sangue le sfiorarono la gota.

Garry alzò lo sguardo e vide la sua amica a terra e la smorfia di perfidia sul volto della donna.

Si ritrovò a urlare più volte il nome della bambina e si sbrigò a risalire sulla scogliera.

“Dove vai?” chiese Amy, sbucando da una crepa della roccia, con la solita aria agghiacciante.

Il ragazzo non le diede ascolto e continuò a salire.

Aspettami Ib.

La donna con l’ombrello ricreò una sfera con quel liquido proveniente dal cielo, molto più grande di quella di prima.

All’improvviso questa fu scaraventata a terra da Garry, che la colpì di spalle.

“Ib, tutto bene?” le chiese preoccupato e la vista dei petali a terra non fece che aumentare la sua apprensione “Allontanati da qui...” disse poi vedendo che la donna si stava rialzando.

Emise un ruggito e cercò di colpire il ragazzo con la punta dell’ombrello, senza successo.

“Così però non è valido! Io non ho un’arma!” rise scherzosamente, per rompere il momento drammatico, e fece un salto all’indietro.

La donna generò un’ulteriore sfera di sangue e la gettò contro il ragazzo, che la schivò prontamente.

Ib non sapeva cosa fare e restava in disparte a guardare la scena.

Diede un’occhiata alle due rose per avere la conferma che Garry non stesse per morire e infatti fu così e continuò a sperarlo per tutta la durata della lotta.

Garry si lanciò contro la sua avversaria, cercando di rubarle l’ombrello e ci riuscì.

“Mi dispiace signorina, ma non mi lascia altra scelta”

Stava per arrivare un’altra sfera e il ragazzo aprì subito l’oggetto rubato e lo usò come scudo.

Non solo questo servì da protezione, ma rimandò anche indietro il colpo, facendo indietreggiare la donna fin quasi alla fine della scogliera.

Per un secondo parve che il viso tornasse umano, o meglio, come era stato dipinto originariamente.

Non farti ingannare Garry...

Pensò tra sé e sé e si voltò verso Ib per vedere se stesse bene.

Accanto a lei poté notare Amy, che lo guardava divertita.

Tornò concentrato sulla donna, che si stava macchiando tutto il vestito nero con la pioggia sanguinolenta.

Un lampo e un tuono scossero la situazione perché l’ombrello si trasformò in cenere nelle mani di Garry, che rimase stupito.

“M-ma...?”

La donna caricò tra le mani un’altra sfera e la gettò su Garry, ferendolo sulla guancia.

Questo urlò di dolore, tenendosi la parte lesa.

Un altro petalo blu cadde sulla pietra.

“La devi finire...” cominciò a parlare sussurrando e poi aumentò il tono di voce, scaraventandosi contro di lei “...di ferire le persone!”

In tutta la sua vita Garry non aveva mai dovuto comportarsi in quel modo, ma adesso tutto era diverso, quasi costretto a essere l’eroe della situazione per proteggere Ib da quel mondo oscuro e combattere contro dei quadri demoniaci.

La donna, ormai senza il suo ombrello, perse l’equilibrio e finì in acqua, sorridendo per la prima volta in maniera reale alla bambina che la stava guardando dall’altra parte della scogliera.

Ib si sorprese, non capendo ancora una volta il motivo di tutto quello che stava accadendo, ma le ricambiò il sorriso.

La donna si lasciò andare giù nel mare e scomparve lasciando un’immensa macchia di colore nero all’interno del mare insanguinato.

Garry si sporse per guardare e fu raggiunto da Ib, che lo abbracciò da dietro, ancora impaurita.

“E anche questa è finita...”

“Mh...” fece la bambina contro la maglietta verdognola dell’amico “E la chiave?”

“Non lo so...”

I loro discorsi furono interrotti dalla risata della bambola.

“Che bel gioco! Ihih”

“Questo non è giocare!” inveì Garry “Questo è andare diretti verso la morte!”

La pioggia smise subito e tutto tornò calmo in un istante, compreso il mare che riprese il suo colore.

“Andiamocene Ib” si inginocchiò e la fece aggrappare alla schiena, così da discendere la scogliera.

“Mi volete lasciare qui da sola?” disse con tono triste Amy, ma sempre con il sorriso sul volto bluastro.

“Esattamente!” rispose Garry “Non possiamo portare con noi un mostro che gioca con la nostra vita”

“Un...mostro?”

“Non parlarle così...” disse Ib, stringendo le braccia intorno al collo del ragazzo per non cadere.

“È colpa sua se hai perso alcuni petali e anche io”

“Non è vero, ihih. Non sono io che faccio quello che faccio”

“E allora chi è? Avanti, dacci una spiegazione!” Garry era evidentemente infuriato, aveva accumulato troppo stress in quelle poche ore da quando era entrato nel mondo di Guertena.

“Non lo so. Scopriamolo insieme! Ihih”

Garry scosse la testa, mettendo un piede in una fessura e cominciando a scendere.

Ib guardò la bambola con occhi tristi perché sentiva che non era del tutto cattiva, che diceva la verità: qualcuno la stava controllando perché in quel posto tutti dovevano comportarsi subdolamente e trarre in inganno.

“Portiamola con noi Garry”

“Cosa? Quell’essere ti ha fatto qualcosa mentre non ti controllavo?”

“Ma che dici. Non vedi che non ha che noi...”

Toccarono nuovamente la sabbia con i piedi e Ib si ritrovò a fissare Amy, sopra di loro.

Tese le braccia e questa si buttò a capofitto.

“ECCO AMY!!! IHIH” esclamò la bambola, ridendo contenta.

“I-Ib!” l’ammonì il ragazzo.

“Un’altra possibilità” Ib lo guardò con gli occhi velati di pianto e Garry non poté resisterle.

Scrollò la testa e pensò che forse un’ultima chance poteva anche concederla.

“L’ultima!” mise l’indice davanti al volto del fantoccio e questo di risposta gli addentò il dito.

Garry si spaventò e ritrasse subito la mano.

“Non si fa Amy!” la rimproverò la bambina.

Speriamo che vada tutto bene...

“Vieni a pulirti, siamo pieni di sangue...” disse il ragazzo a Ib e questa entrò in acqua con tutti i vestiti e così fece anche Garry.

Le macchie sparirono in meno di un secondo e si confusero con le onde.

“Piuttosto Ib, ti senti affaticata?” chiese riferendosi ai petali della rosa persi.

“No, sto bene” gli rivolse un grande sorriso e si ritrovò a pensare che aveva più forza d’animo di quanto credeva.

Tornarono sulla riva, Garry rimise le scarpe alla sua compagna di viaggio e si riprese il suo fiore blu.

Ancora una volta accadde qualcosa di strano: da bagnati fradici che erano, si ritrovarono asciutti come se non avessero mai toccato neanche una goccia d’acqua.

Amy era nel taschino della camicia di Ib, zitta, con la sua solita espressione sorridente.

Aveva promesso che si sarebbe comportata bene d’ora in poi perché non vedeva l’ora di andarsene anche lei dal mondo delle pazzie.

“Adesso dove andiamo?” chiese Ib.

“Torniamo indietro, ci sarà un modo per tornare su...”

“Ma non abbiamo la chiave”

“Lo so, non preoccuparti” le accarezzò la testa e proprio in quel momento vide qualcosa brillare tra i granuli di sabbia.

Anche Ib se ne accorse e infatti prese a correre verso quell’oggetto, che alzò trionfante verso il cielo.

“La chiave rossa!”

“Perfetto” sorrise Garry e all’improvviso tutto cominciò a scomparire.

Il mare si prosciugò e la sabbia se ne andò come se un vortice la stesse risucchiando, la scogliera invece si sgretolò sotto ai loro occhi.

Tutto si trasformò in una semplice stanza con due sedie, un tavolino e un vaso e una porta che lasciava intravedere la stanza dalla quale erano arrivati.

“Siamo usciti” affermò il ragazzo e si avvicinò al vaso “Purtroppo non c’è molta acqua, credo non basti per tutti e due... Metti la tua rosa Ib, non sappiamo quando ci sarà il prossimo”

“Ok...”

La bambina inserì all’interno del recipiente la sua rosa rossa e subito ricomparvero tutti i petali, come al solito, illuminando la stanza di una tenue luce verdina e azzurrognola.

“È finita l’acqua” constatò, ma Garry fece spallucce “Non vuoi neanche riposarti su una di quelle sedie?”

“Non c’è tempo, su andiamo” dicendo così, la prese per le spalle e tornarono nella stanza da dove erano entrati nel quadro, che non era cambiata di una virgola senza considerare il fatto che ci fosse una porta al posto del quadro Lady With Her Umbrella.

Rientrarono nella camera verde, con gli scaffali e si diressero verso l’altra porta.

Inserirono la chiave nella serratura e combaciarono perfettamente.

Garry fece un sospiro di sollievo e aprì, aspettandosi di tutto dall’altra parte.

Al contrario, era un normale studio da lavoro con una scrivania piena di fogli sia bianchi che pasticciati e pennelli ovunque.

Una parete ricoperta pienamente da mensole di libri e una finestra.

Davanti a loro un’altra porta, anch’essa chiusa e un display accanto ad essa.

Garry andò verso di esso, ma fu scosso da un brivido appena passò davanti alla finestra.

Si girò e notò un’ombra in lontananza.

“Odio gli specchi di questo posto...”

Provò ad aprire l’imposta, ma fu tutto inutile, era salda al muro.

Non si riusciva a vedere niente oltre quella.

Strizzò gli occhi per guardare meglio e passò la manica della giacca sopra al vetro, credendo che magari fosse sporco.

Appena tolse il braccio una figura tutta nera comparve, come un manichino e sia lui che Ib urlarono di paura.

Si allontanò subito da quella e notò che anche l’ombra se ne andava sempre più distante.

“Lasciamo stare quella finestra...” disse poi a sé stesso e si approssimò alla porta.

Si dovevano inserire quattro numeri e sicuramente era la combinazione per aprire il passaggio alla prossima stanza.

“Dobbiamo cercare degli indizi” fece rivolto a Ib, ma lei stava già curiosando in giro e non poté trattenere un piccolo sorriso.

Ib guardò la scrivania e notò degli schizzi fatti in matita.

“Amy, riconosci questi disegni?”

La testa della bambola spuntò fuori.

“Mmh...NO, ihih”

La bambina sbuffò e si mise a cercare qualsiasi cosa potesse avere dei numeri per una combinazione.

“Non sai neanche se è un’operazione matematica... O che altro?” domandò Garry.

“Mmh...NO, ihih”

Se risponde ancora così mi salteranno i nervi...

Garry andò a sbirciare tra gli scaffali, provando a cercare qualsiasi cosa fuori posto o anche una scritta come quelle che erano soliti trovare sui muri.

Sul ripiano più alto di una libreria c’era un libro che sporgeva fuori e il ragazzo decise che l’avrebbe dovuto afferrare.

Si mise in punta di piedi e lo sfiorò con le dita, era davvero posto in alto.

“Garry?”

Ib lo deconcentrò e si ritrovò a terra, con il libro aperto su una pagina a caso sul suo stomaco.

“Che botta...” fece massaggiandosi il fondoschiena “C-che c’è Ib?”

“Niente, volevo sapere cosa stavi facendo” rispose prendendo in mano il libro.

Garry si rialzò dal pavimento e si sedette sullo sgabello posto vicino alla scrivania, facendo segno a Ib di sedersi sulle sue gambe.

Lei si accomodò e insieme si misero a sfogliare le pagine un po’ ingiallite.

Parlava della notte e delle stelle e anche dell’universo in generale.

“Non mi sembra di molto aiuto...” disse il ragazzo quasi scoraggiato, continuando a girare pagina dopo pagina.

“Fermo!” esclamò Ib, mettendo la propria mano su quella dell’altro e tornando indietro “Questo simbolo l’ho visto prima” balzò giù dalle gambe del maggiore e si mise a rovistare tra le scartoffie.

Garry la guardò incuriosito, aspettandosi chissà che cosa per poter risolvere l’enigma.

Ib gli consegnò un foglio, rappresentante la stessa costellazione del libro.

“Brava Ib, hai un’ottima memoria fotografica” si congratulò Garry e sentì la risata di Amy proveniente dalla camicia della bambina.

Il ragazzo si chiese cosa avesse da ridere, ma ormai ci stava facendo l’abitudine, anche quando sbucò la sua testa per vedere di che cosa si trattasse, lui non le diede importanza.

“La costellazione del pittore...” lesse Garry ad alta voce “Nota anche come Cavalletto del Pittore è una costellazione minore...”

“Sicuramente è questa!” disse convinta Ib “Guertena è un pittore, quindi è giusto per forza!” fece tutta esaltata.

“Non saltiamo subito a conclusioni affrettate, anche perché dobbiamo trovare quattro numeri” diede una rapida occhiata alla pagina “Ma è pieno di numeri: ascensione, declinazione...magnitudine...” il suo tono andava sempre più scemando, non capendo mezza parola di quello che leggeva.

Ib gli prese il libro di mano e lo girò in tutti i sensi, non sapendo neanche leggere la maggior parte delle scritte.

“Dubito che arriveremo a qualcosa così...” disse Garry e si alzò dallo sgabello, osservando gli altri fogli sulla scrivania e cercando altre cose simili “Non è possibile che sia l’unico suo studio sulle stelle..Era un pazzo” concluse.

Dopo un po’ di tempo, dove rimase a riflettere fissando il pavimento, si rese conto che lo scrittoio era al contrario.

“Ib, aiutami a girare questa cosa...”

La bambina annuì e posò il libro per terra.

Prese la scrivania per gli spigoli, anche se non riusciva ad alzarla perché troppo pesante per lei.

Ib si sforzò talmente tanto, che divenne tutta rossa in faccia.

“Non ci riesco” sussurrò, per paura di far dispiacere a Garry.

Questo la guardò con tenerezza e le disse semplicemente di trascinare la scrivania.

La girarono e scoprirono subito tre cassetti.

Aprirono il primo, ma era vuoto; il secondo era pieno di fogli incolumi e qualche attrezzo del lavoro.

Il terzo sembrava bloccato, ma con un piccolo sforzo, fu spalancato.

Al suo interno c’era un libro nel quale vi erano alcune tecniche da disegno, scritte tutte a mano.

Solo dopo averlo sollevato, si resero conto che al di sotto c’era un pannello bucherellato.

“E questo?” si chiese la bambina.

 

 

Ooook e anche questo è andato! Sapete? Ancora non ho le idee chiare sia per quanto riguarda la lunghezza, sia per quanto riguarda Amy...baah! Ahah povera me!
Il prossimo capitolo arriverà prima o poi...scusa se parto con queste prospettive, ma davvero il tempo manca!
Speriamo a presto e, mi raccomando, lasciate un commento e fatemi sapere se vi piace o se vi disgusta altamente! :D
Ciaaaaooo a tuttiiii!!!
Flor ;)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ed ecco che durante il periodo di Carnevale arriva il terzo capitolo della mia storia! Mmh...avrei potuto confezionare un vestito come quello di Ib e andare in giro per la città o anche da quadro (?)
Come al solito voglio ringraziare quelli che commentano e leggono :)
Senza sprecare altro tempo, ecco che vi lascio al nuovo capitolo! Un bacio a tutti!

 

 

Capitolo 3

Amy uscì con la testa dalla camicetta della bambina, rise e tornò nel suo nascondiglio.

“Un altro gioco, ihih”

“Credo di averne abbastanza dei giochi” disse Garry, guardando se si potesse rimuovere il pannello dal cassetto.

Ib girò per la stanza, senza sapere cosa fare.

Passò davanti allo specchio, dove precedentemente avevano visto un’ombra, e rimase a fissare la sua immagine riflessa.

Poco dopo, le sembrò che si stesse riavvicinando quell’oscura figura.

Spalancò gli occhi, impaurita, ma Garry non se ne accorse, troppo intento a cercare di forzare il cassetto.

Sembrava un corpo umano, ma non si riusciva a distinguere nessun connotato, poiché era completamente nero.

Questo indicò con l’indice il soffitto, allora Ib alzò la testa, ma non vide nulla di strano, solo l’intonaco bianco.

L’ombra sbatté il piede, come arrabbiata e continuò a indicare verso l’alto.

“Garry...” chiamò Ib e questo si girò verso di lei con un mugugno.

Appena vide l’essere nello specchio, sobbalzò.

“Credo ci voglia aiutare” disse ancora la bambina.

“Davvero?” rispose il ragazzo e vide il gesto dell’ombra.

Per istinto anche lui sollevò la testa, ritrovandosi senza nulla di compiuto.

Improvvisamente l’immagine scomparve e al suo posto tornarono Ib e Garry e anche un ciuffo di capelli di Amy che sbucava dalla tasca.

Garry esaminò il vetro, cercando qualche ulteriore indizio.

“Ci stiamo mettendo troppo, non so se sia meglio starsene tranquilli in questa stanza o andare avanti e trovarsi di fronte chissà a quale stramberia...” fece Garry.

“Ovvio che dobbiamo andare avanti!” esclamò Ib “Dobbiamo tornare a casa da mamma e papà!” si mise quasi a piangere e cominciò a tirar su con il naso.

“Non volevo farti rattristare” disse lui con tono calmo e fraterno, accarezzandole la testa.

Con un sospirò tornò vicino alla scrivania e ancora rifletté a lungo su cosa si potesse fare.

Dopo qualche minuto non sapevano più dove sbattere la testa, quindi Garry riprese il libro che trattava delle costellazioni e si avvicinò alla porta, dove bisognava inserire un qualche tipo di combinazione.

“Proviamo...”

“E che numeri metti?”

“I primi che ci sono scritti riguardanti la Costellazione del Pittore, magari Guertena non voleva pensarci troppo e ha usato proprio questi...”

Con un balzo Amy tornò a poggiare i propri piedi per terra, avvicinandosi al ragazzo, che con un po’ d’esitazione stava premendo i tasti.

Finì di comporre il numero a quattro cifre e aspettò immobile, con il fiato sospeso.

Ad un tratto sentì una morsa al petto e piegò le ginocchia, poggiando una mano contro la porta fredda davanti a sé.

Prese la sua rosa blu e notò che un petalo si era staccato, finendo sul pavimento.

“Garry! Non devi mettere numeri a caso, perderai tutti i petali!” urlò Ib, attaccandosi al suo braccio.

In quel momento, Amy, che era rimasta con lo sguardo fisso sul ragazzo, si gettò sul petalo caduto e lo ingoiò avidamente.

I due se ne accorsero e rimasero sbigottiti, con il sol pensiero che avrebbe potuto fare la stessa cosa con tutta la rosa.

Allora potrei aver ragione...

Si ritrovò a pensare Ib, che già l’aveva ipotizzato qualche ora prima.

“Cosa fai Amy!” la rimproverò la bambina.

“Ho tanta fame, ihih”

“Non puoi!” continuò Ib “Questa è la nostra vita, senza di quelle scompariremo per sempre!”

“L’avevo detto di non portarla con noi...” precisò Garry, guardando con diffidenza la bambola.

“Ho solo mangiato un petalo, ihih. Non potete riattaccarlo al fiore, ihih. O NO, IHIH?” si mise a correre per tutta la stanza.

Era indecifrabile il suo comportamento, oltre ad essere estremamente inquietante.

Ib guardò Garry, come per chiedere cosa dovessero fare con Amy, ma il ragazzo scosse la testa, non sapendo come rispondere.

Per il momento non è la cosa più importante... Dobbiamo pensare ad uscire da qui...

Ib si sdraiò per terra e guardò il soffitto, magari era davvero quello l’indizio che l’ombra le stava cercando di comunicare.

Stese il braccio e si mise a far roteare il polso, guardando attraverso le proprie dita il muro.

Non capisco...

Garry invece stava sfogliando altri libri, cercando numeri o segnali di qualsiasi genere.

Ib si stancò di tenere il braccio sollevato e lo poggiò sul suo stomaco, fissando un puntino nero che si scorgeva a malapena.

Sembrava un ragno e si muoveva piano per tutto il soffitto, poi si staccò da esso e cominciò a tessere la propria tela.

Ib sorrise e si ritrovò a pensare che assomigliava ai disegni di poco prima: pieno di righe e punti.

Si tirò su di scatto, provando la sensazione di aver capito tutto.

Corse verso la scrivania e in quel momento la bambola fermò il suo girare, saltando nel taschino della bambina e guardando quello che si sarebbe apprestata a fare.

Ib prese in mano il foglio con la Costellazione del Pittore, formata da diversi segmenti separati tra loro, aprì il cassetto e notò che vi erano molti più buchi dei punti della costellazione, ma forse era proprio quello l’enigma.

Mise l’indice nel primo buco, scoprendo che al di sotto vi era un piccolo pulsante.

Successivamente schiacciò quello che si collegava al primo e così via.

Pian piano si vennero a illuminare i segmenti che creava con il semplice premere i bottoni e attirò l’attenzione di Garry, che si avvicinò a lei stupito, ma anche orgoglioso della sua piccola amica.

Si formò l’intera figura e il pannello scomparve nel nulla, lasciando una luce azzurra appena accennata.

Sia Garry che Ib si sporsero verso il cassetto e videro intagliati nel legno i quattro numeri per la combinazione della porta.

“È fatta!” urlò Garry, buttando così a terra il libro che ancora teneva nelle mani, senza notare anche la scritta, anch’essa incisa nel fondo del cassetto:

Hop, hop. Boom.

Inserì con foga i numeri, ripetendoli anche ad alta voce.

“4, 9, 2, 8...”

Si sentì un click e Garry aprì la porta.

“Ce l’hai fatta Ib, bravissima” le rivolse un grande sorriso e le prese la mano, dandole un piccolo bacio sulle nocche e attraversando la soglia.

Ib si guardò intorno e quello che vide le fece provare un misto di meraviglia e terrore.

Davanti a loro c’erano milioni di stelle, luminose e fredde, e loro stavano proprio con i piedi su una di queste.

In fondo a quella specie di stanza c’era la luna e in essa la porta d’uscita.

“Siamo in un altro quadro?” chiese la bambina, tenendo stretto un lembo della giacca dell’amico.

“Così pare...” rispose questo, girandosi verso l’ingresso e scoprendo che la porta era svanita nel nulla, lasciando il posto all’infinito “Beh, non ci rimane che avanzare”

Appena fecero un passo, sentirono come se si fosse attivato un meccanismo.

Garry tese le orecchie, cercando di percepire qualsiasi movimento.

Siamo sicuri che non spuntino persone dal nulla da questo vuoto immenso...

Amy sbucò fuori e batté le mani a tempo.

“Hop, hop, ihih”

“Ma che cosa...?” disse il ragazzo, guardandola di sottecchi.

Dovevano andare sulla stella seguente, saltando su di essa per via della piccola distanza che separava l’una dalle altre.

Garry si sporse di poco e saltò, flettendosi sulle ginocchia e atterrando sano e salvo sulla stella.

“Ti prendo Ib” dicendo così allungò la mano e la bambina spiccò un balzo.

Subito dopo, la stella sulla quale erano stati fino a poco prima, esplose e una macchia luminosa finì sul volto del ragazzo.

“Sì! Giochiamo!” di nuovo la bambola rise divertita.

“Non sarà un altro dei tuoi stramaledetti scherzi?!” inveì Garry e per un istante gli passò per la testa il pensiero di prendere quell’esserino blu e buttarlo giù, nello spazio indefinito.

“Gio-chia-mo, ihih”

Garry si ripulì con le mani e notò che era una sostanza simile alla vernice, ma più viscosa.

Tutto nell’insieme sembrava il quadro Marvelous Night, forse era proprio quello, ma non c’era niente che potesse dar loro conferma.

“Attenzione a dove metti i piedi, se uno di noi due dovesse scivolare, non voglio neanche pensare a  dove potrebbe finire”

Il ragazzo si mise una mano nella tasca della giacca, constatando che era da molto tempo che non immergeva la sua rosa nell’acqua magica e che precedentemente aveva già perso molti petali.

Infatti non si sentiva proprio nel pieno delle forze e ogni tanto sentiva i muscoli abbandonarlo.

Al contrario, Ib era in perfetta forma fisica, se non fosse per lo sgomento e il terrore della situazione nella quale erano costretti a vivere.

Ib era tentata di guardare sotto ai suoi piedi, ma era anche troppo impaurita per farlo, quindi decise di stare stretta a Garry, intrappolandogli un braccio con tutta la sua forza e il suo corpo minuto.

“Hai paura?” le chiese con un piccolo sorriso e lei annuì, allora lui le accarezzò la testa e arrivarono alla fine della stella, molto più grande di molte altre.

Proprio pochi passi prima di arrivare al perimetro, sentirono nuovamente un clack, come di un macchinismo.

“Sbrighiamoci Ib!” il ragazzo saltò su quella proprio di fronte a loro e la ragazza lo seguì.

In un lampo scoppiò anche quella stella e i due si ripararono sotto la giacca del maggiore.

Credo di aver capito che non appena si sente lo scatto dobbiamo muoverci altrimenti finiamo in poltiglia...

Si ritrovò a pensare Garry, notando anche che dovevano fare attenzione al corpo celeste sul quale saltavano, perché non potevano raggiungerli tutti e non tutti portavano alla luna, quindi all’uscita.

Se fosse esplosa una stella sbagliata, sarebbero rimasti in quella tela per sempre.

“Non abbiamo molto tempo da perdere in questa stanza...” disse Garry e studiò dove fare il prossimo balzo.

Questa volta fu più facile, bastò un semplice passo più lungo degli altri per raggiungere la stella successiva.

Quella precedente cadde nel vuoto.

Ib ingoiò a vuoto e tenne tra le dita il ramo della sua rosa rossa, pregando che tutto finisse al più presto.

Si ritrovarono davanti ad un bivio.

Entrambi rimasero qualche istante fermi per cercare di capire dove avrebbero portato i due diversi sentieri, infine optarono per quello a sinistra.

Una dopo l’altra esplosero tutte le stelle sulle quali passavano e ormai i due amici erano a più di metà strada.

Ib cominciava a sentirsi stanca, ma non mollava, doveva continuare e uscire dal mondo di Guertena, riabbracciare i suoi genitori e stare con Garry.

Ormai lui era diventato come il suo fratello maggiore, il migliore amico, l’unica persona che poteva tranquillizzarla e farla sorridere anche nel mondo parallelo, popolato da quadri maligni e statue pronte a farti in brandelli.

C’era molto silenzio, solamente un fischio che proveniva dall’oscurità sotto di loro, simile al suono che precede lo scoppio dei fuochi d’artificio.

Arrivarono ad un’ ulteriore biforcazione.

La strada di destra sembrava più facile e agevole, ma improvvisamente Amy sbucò fuori dalla camicia della bambina e prese per il colletto Garry, trattenendolo prima che potesse saltare.

Aveva molta più forza di quella che una bambola della sua grandezza potesse avere.

“Ma che cosa...?” disse il ragazzo, con la voce un po’ strozzata.

In men che non si dica, Amy sgattaiolò via, andando proprio sulla stella di destra e ridendo a crepapelle.

“Non capisco che problemi abbia...” sussurrò ancora una volta Garry, fissando la bambola.

“Io non ho nessun problema” si mise a correre in cerchio, come faceva di suo solito, per poi fermarsi d’improvviso “Quello ce l’avete VOI! Ihih” detto ciò tornò sul corpo celeste dove c’erano i due e subito esplose la stella.

Ib sussultò allo scoppio e le vennero le lacrime agli occhi.

Garry, al contrario, non ci vide più dalla rabbia e strinse le nocche talmente tanto da farle diventare bianche.

Fece un sospiro profondo, pensando che non poteva farsi vedere in quello stato dalla sua compagna d’avventura, che credeva ci fosse del buono in Amy, e si voltò di scatto.

“C-cosa c’è Garry?” chiese la bambina.

“Usciamo al più presto. Su, veloce” la strinse per un braccio e questa si sentì prendere dal panico.

“Mi fai male Garry” disse piangendo.

Il ragazzo si bloccò all’istante e lasciò la presa, voltandosi verso la bambina e mettendosi in ginocchio.

“Scusami Ib. Non so cosa mi sia preso”

La bambina continuò a tremare.

“Non volevo spaventarti” continuò lui “È solo che... Questo posto mi fa perdere la lucidità” l’abbracciò e sospirò.

Ib ricambiò l’abbraccio e puntò il suo sguardo su Amy, che li osservava con un sorriso agghiacciante.

“Perché non dimostri che sei buona?” sussurrò contro la spalla di Garry.

“Io sono buona!” urlò la bambola, sedendosi.

“Andiamo Ib?” domandò poi il ragazzo e questo saltò sulla stella di sinistra.

La bambina dovette prendere un po’ di rincorsa e, proprio mentre spiccò il salto, Amy si infilò nel suo taschino.

La stella fece la fine di tutte le altre e Garry valutò da capo la situazione, grattandosi la testa.

“Se noi andiamo di qua” indicò la strada con l’indice “Poi dovremmo riuscire ad arrivare alla porta...”

Ib annuì convinta delle parole dell’amico e gli prese la mano.

Per colpa di Amy la strada si dovette allungare di molto, perché fecero tutto un giro in tondo, arrivando però ad un enorme ostacolo.

“Garry non ce la faccio a saltare...” disse Ib, impaurita.

Erano quasi arrivati, ma la stella successiva era in una posizione troppo lontana rispetto a loro e non potevano più tornare indietro sia perché molti corpi celesti si erano già frantumati, sia perché se avessero sbagliato di nuovo strada, non sarebbe più potuti tornare indietro.

“Non preoccuparti Ib, io sarò dall’altra parte per prenderti” cercò di darle forza, mettendole le mani sulle spalle.

In quel momento, Amy sbucò fuori dalla sua tana e rise a lungo, mostrando i denti aguzzi.

Garry fece finta di niente e diede un piccolo bacio sulla guancia della bambina.

“Sei pronta?”

Ib annuì, tenendo le mani raccolte sul suo petto, sentendo il battito accelerato del suo cuore.

Garry arrivò sano e salvo sulla stella, anche se aveva dovuto compiere un balzo molto più grande degli altri e si chiese se anche Ib sarebbe riuscita.

Non posso pensare sempre al peggio. Lei è una bambina forte, non è come tutti gli altri della sua età. Io credo in lei.

Pensato ciò, ingoiò a vuoto e si sporse il più che poté, con le braccia allargate davanti a sé, per prenderla al volo.

Proprio in quel momento, si sentì il meccanismo attivarsi.

“Ib, non c’è più tempo! Salta!” esclamò il ragazzo, preoccupato.

Allora Ib si decise e prendendo molta rincorsa cercò di raggiungere la stella.

Amy rise e la bambina si sentì trascinare verso il basso, nell’infinito.

Allungò la mano per raggiungere Garry, ma la vista le diventò offuscata e pian piano chiuse gli occhi, abbandonandosi all’oscurità.

Pensò che la sua vita fosse finita.

Garry, in preda al panico, si lanciò verso di lei e riuscì a prenderla per il polso.

Ansimò per la paura e vide Ib come se fosse svenuta.

“Ib?”

Nessuna risposta.

“IB! Apri gli occhi!”

 

Ib avvertiva tutt’intorno a lei come una nube tenebrosa, che la lasciava senza forze.

Due suoi petali caddero nel vuoto e si sentì mancare il fiato.

Nella sua mente la voce di Garry echeggiava come lontana e sul polso destro un calore l’avvolgeva.

Non capiva cosa stesse succedendo, non sapeva perché non riusciva a svegliarsi.

Forse era l’infinito, che fino a poco tempo fa era sotto i suoi piedi, a farle provare queste sensazioni.

 

Garry continuava a chiamarla e si rese conto che anche Amy era caduta in un sonno profondo.

Guardò la profondità del vuoto e il tutto lo fece spaventare ancora di più.

Voglio tornare nel mondo reale, voglio portare Ib a casa e proteggerla.

“Ib, ti prego svegliati!” i suoi occhi si velarono di pianto.

Sarebbe stato molto semplice, per un ragazzo come lui, sollevare Ib e portarla in salvo, ma era come se lei fosse attaccata ad un macigno, a una forza superiore e malvagia, che non gli permetteva di alzarla.

Fu percosso da un brivido appena vide Amy riprendere i sensi.

La bambola saltò sulla testa della bambina e si inarcò sulla sua faccia, tappandole la bocca e il naso.

“Lasciala stare! Così la soffocherai!” urlò Garry.

Amy guardò il ragazzo e si mise a ridere.

“La sto salvando, ihih”

Garry guardò la scena con gli occhi sgranati e non riuscì a far niente.

Sembrava che Ib stesse soffrendo più che essere salvata, ma poco dopo riprese i sensi.

“IB!” gridò ancora il ragazzo.

Amy fece l’occhiolino al maggiore, che rimase inorridito, e saltò sulla testa della bambina.

Una lacrima cadde dagli occhi di Garry e finì sulla guancia sinistra dell’amica.

Questa si svegliò piano e guardò sopra di sé il maggiore che si stava asciugando le lacrime con la mano libera.

“G-Garry...”

Le rivolse un grande sorriso e cominciò a tirarla su.

Amy però non rimase ferma, anzi risalì da sola, scalando il braccio prima di Ib e poi di Garry e questo, per qualche strano motivo, fece aumentare il peso e il ragazzo quasi non riuscì a tenere il polso dell’altra.

“Amy, vattene!”

“Come vuoi, ihih” la bambola si mise in salvo, aggrappandosi alla testa del ragazzo e poi saltando sulla stella.

Garry si dovette aggrappare a una piccola sporgenza per riuscire a sollevare Ib, che si impegnò con tutta se stessa.

Con una piccola spinta, Ib tornò nuovamente con i piedi per terra e Garry stramazzò al suolo per la fatica.

“Non stai bene?” chiese subito lei, preoccupata.

“Devo solo...riprendere...fiato” boccheggiò.

Amy riprese a correre in cerchio, come una scalmanata.

“Te piuttosto, come stai?” domandò poi il ragazzo.

“Un po’ stanca...” rispose semplicemente, prendendo la sua rosa rossa, priva di due petali.

“È tutta colpa tua!” inveì Garry, ritrovando un po’ di forze e puntando il dito verso Amy.

Le mise le mani alla gola e la sollevò, quasi strangolandola.

La bambola non smise un attimo di ridere.

“Garry!” esclamò Ib “Non farlo!”

“So che credi sia buona, ma non lo è!” strinse di più la presa.

“Mi soffochi, ihih”

“Spero che tra poco io non debba sentire più la tua risata”

“Garry!” Ib lo prese per la manica della giacca e cercò di farlo ragionare “Questo non è il vero Garry, lui non farebbe mai una cosa del genere!” disse piangendo.

Per un attimo il ragazzo sembrò riprendere la ragione e allentò la presa.

Amy ne approfittò per mordergli la mano e lui la lasciò andare, facendo un balzo all’indietro.

Garry cadde seduto a terra e si sentì mancare.

Un petalo blu si disperse nella tasca della giacca.

“Voglio uscire” si mise a piangere, tenendo il volto tra le mani per non farsi vedere da Ib, ma lei gli andò vicino e gli accarezzò la testa.

Lui alzò lo sguardo e le fece un piccolo sorriso tra le lacrime.

Prese il suo corpicino tra le braccia e le gambe e la tenne stretto, piangendo sulla sua camicetta bianca.

“Non piangere Garry...”

“Scusami Ib. Forse non dovresti fare molto affidamento su di me”

“Stai scherzando? Tu sei mio amico e io ti voglio bene”

“Piccola Ib...” rispose lui, appagato dal grande cuore della bambina.

Si ricompose e diede una fulminata con gli occhi alla bambola, non sapendo se portarla con loro oppure se lasciarla in quel dipinto.

Questo posto mi sta cambiando. Credo che non riuscirò ad arrivare fino alla fine senza conseguenze...

Decise quindi di chiederlo a Ib.

“Cosa facciamo con Amy?”

“Te non vuoi che venga con noi, vero?” abbassò lo sguardo la bambina.

Garry sospirò e scosse la testa, prendendo da terra la bambola e mettendola nel taschino di Ib.

“Ma...cosa?” chiese lei, stupita.

“Sebbene di opportunità ne abbiamo concesse abbastanza, forse hai ragione te ed è buona”

La testa del fantoccio uscì dalla camicia.

“Grazie, ihih”

Non sapeva il perché, ma sembrava sincera.

In ogni caso, non avrebbe mai potuto scoprirlo da solo, doveva aspettare la fine di quel terribile incubo.

“Bene” disse Garry, come se nulla fosse accaduto “Ib, andiamo verso l’uscita o vogliamo restare qua?” scoppiò a ridere, ma un colpo di tosse lo bloccò.

Questa volta fu Ib che si fece una bella risata innocente, da bambina e gli si avvicinò, affondando la testa nella giacca e nella schiena dell’amico.

Lui si mise le mani in tasca e trovò il petalo blu che era caduto precedentemente e capì il perché del suo stato fisico.

Fecero ancora un paio di salti e arrivarono all’ultima stella.

Prima di compiere l’ultimo passo, Ib guardò dietro di sé e fu pervasa da un senso di solitudine e malinconia.

Dalla miriade di stelle che risplendevano forse non più di qualche ora prima, adesso era tutto avvolto nella penombra.

L’unica vera fonte di luce era la luna, la salvezza dal quadro.

Osservò sotto di sé e si sentì svenire, fortunatamente Garry le scosse il braccio, così si riprese.

“Su Ib, dammi la mano”

Fece come le era stato detto e la porta davanti a loro si spalancò.

Dietro di essa non si poteva vedere niente, ma ormai se l’aspettavano.

Si gettarono a capofitto all’interno e furono come risucchiati.

Si ritrovarono scaraventati per terra, in una stanza molto piccola, con un vaso proprio al centro e un’altra porta oltre a questo.

“Menomale un posto più tranquillo...” disse Garry.

“È da un po’ che non ci inseguono statue” aggiunse Ib.

“Non dirlo Ib, che poi succede”

Immersero entrambe le rose nel vaso e queste recuperarono energia e tutti i petali.

Il ragazzo consegnò nelle mani della bambina la sua di color rosso con un sorriso.

“Adesso sì che mi sento meglio” fece lui, sgranchendosi le braccia e anche le gambe.

La bambina scoppiò nuovamente a ridere.

Adesso sì che è Garry...

“Ho sonno...” affermò dopo pochi secondi.

“Vuoi dormire un po’ Ib?” lei annuì “Però non credo sia molto comodo a terra...”

La bambina fece spallucce e Amy balzò fuori dalla camicia, arrampicandosi sul tavolino con il vaso d’acqua magica.

Garry si tolse la giacca rimuovendo prima di tutto la sua rosa.

La sistemò bene per terra, in modo da creare un piccolo giaciglio, ma abbastanza grande per Ib.

“Sdraiati e riposati un po’. Immagino quanto possa esser stato faticoso per te...”

Ib si sdraiò sulla giacca del compagno d’avventura, rimanendo girata su un fianco e mettendosi le mani sotto la guancia.

Garry si sedette vicino a lei e le accarezzò la testa con movimenti lenti per farla addormentare e poggiò la propria schiena alla parete scura.

Chiuse anche lui gli occhi perché in effetti era stremato da tutta la situazione.

L’unica che sembrava in perfetta forma era Amy, che infatti stava giocherellando con un filo sul tavolino.

Passarono i minuti, molto lentamente e Garry non riusciva a prender sonno.

Guardò Ib e gli fece una tenerezza incredibile.

Le diede un piccolo bacio sulla guancia e poi riappoggiò la testa alla parete, sollevando lo sguardo.

Non poté trattenere un urlo.

Così facendo, Ib si svegliò di soprassalto.

Prima si voltò verso Garry e poi verso il soffitto, che ancora il ragazzo stava fissando.

Spalancò gli occhi e si mise una mano davanti alla bocca.

Vi erano appese delle teste, legate ad un filo.

Molte di queste erano già scheletri, ma altre avevano ancora lembi di pelle e muscoli attaccati alle ossa.

Era uno spettacolo davvero orripilante.

Garry sentì il bisogno di rimettere, così distolse subito lo sguardo.

Coprì velocemente gli occhi all’amica, anche se ormai era troppo tardi.

“Non guardare. Non è uno spettacolo per bambini”

Una di quelle cadde sul pavimento, vicino alla porta, frantumandosi come cristallo.

Amy si rese conto di quello che stava succedendo intorno a lei, ma continuò a giocare con il filo che aveva in mano, o meglio, adesso erano due.

“Non si può mai star tranquilli in questo posto! Maledizione!” inveì Garry.

Ib stava tremando, ancora con la vista coperta dalla mano dell’altro, ma l’immagine di quello scempio era fisso nella sua mente.

“Tutto bene Ib?”

“...”

“Ib?” chiese nuovamente Garry, sentendo la bambina scossa dai tremiti.

Questa gli si gettò contro il petto e rimase abbracciata a lui per riprendersi.

“Stai tranquilla, adesso ce ne andiamo da qua...” la rassicurò.

“Mh...”

Si alzarono e il ragazzo riprese da terra la sua giacca, la sbatté più volte e la indossò.

Garry notò che per terra non era rimasta traccia del teschio appena frantumatosi e, confuso, aprì la porta.

Ovviamente questa era chiusa a chiave.

“Ci serve una chiave” disse rivolto alla bambina.

“Potrebbe essere in una delle teste” sussurrò fissando il pavimento.

“Molto probabile, anche perché la stanza è vuota”

Controvoglia dovette rialzare lo sguardo e di nuovo si sentì lo stomaco in subbuglio.

Come faccio a prenderle?

Si domandò tra sé e sé e per caso posò gli occhi su Amy.

Era ancora seduta sul tavolino a giocherellare con alcuni filamenti.

Si avvicinò alla bambola e guardò attentamente i fili.

“Dove li hai presi?”

“Sono caduti dal cielo, ihih”

Garry cercò di scorgere quale delle teste potesse avere la chiave, ma non riuscì a vedere niente.

“Te sai qualcosa, vero?” chiese poi alla bambola.

“No, ihih”

“Figuriamoci...”

Ib era rimasta vicina alla porta, non sapendo cosa fare e come poter aiutare il ragazzo.

Garry prese Amy in braccio, terrorizzato che potesse aggredire lui e la sua rosa, e la poggiò a terra, così come il vaso con ancora un po’ d’acqua al suo interno.

“Ib, tieni fermo il tavolino”

La bambina gli si avvicinò e lui salì sopra al mobile.

Arrivò quasi a toccare con i capelli i teschi appesi e si disgustò rabbrividendo.

Allungò una mano e con un po’ d’esitazione sfiorò uno scheletro e gli tornò la sensazione di vomito.

Ib lo guardava dal basso, cercando di non impaurirsi troppo, intanto teneva con mani salde il tavolino.

Garry si decise e prese tra le mani l’intera testa e voltò lo sguardo.

Che schifo! Che schifo!

Pensò scuotendo il capo.

Subito dopo sentì la risata di Amy e prese ad analizzare il cadavere.

Si accorse che aveva ancora attaccati dei lembi di pelle e di capelli, molto spessi, proprio come i fili con cui stava giocando la bambola e un altro brivido gli percosse la schiena.

Se è ancora tutta colpa sua, giuro che questa volta non risponderò delle mie azioni...

Tastò anche l’interno, ma non c’era nulla di concreto che potesse far pensare a una chiave.

Si voltò dalla parte opposta e gridò non appena si ritrovò davanti a una faccia che lo guardava come divertita.

Ib scoppiò a ridere nonostante la situazione.

“Non è divertente!” l’ammonì lui e tornò ad esaminare gli scheletri.

Ancora una volta non scoprì nulla di interessante e si limitò a sbuffare.

Si sedette sul tavolino e cercò qualcosa con cui pulirsi le mani.

Trovò nella sua giacca un fazzoletto.

Era lo stesso che Ib gli aveva offerto quando rimase ferito a causa di Mary e un dolce sorriso si impossessò delle sue labbra.

Lo rimise nella tasca, anche se era macchiato di sangue, non voleva che fosse anche insudiciato dall’odore dei morti.

Decise quindi di ripulirsi con i pantaloni e poi scompigliò i capelli della bambina.

“Su, diamoci da fare” aggiunse, ma non fece in tempo a rimettersi in piedi sul mobiletto, che all’improvviso cadde a terra un teschio.

Diversamente dal precedente non si frantumò a contatto con il pavimento, invece rimase a terra, rivolto verso i due giovani e involto di aura maligna.

“Che sia qui?” chiese Ib, indicandolo con il dito e avvicinandosi di un poco.

Garry con un balzo andò verso l’amica e la trattenne per le spalle.

Fece qualche passo in avanti e subito si sentì attanagliare lo stomaco e girare la testa.

Si coprì il naso con le mani e cadde seduto a terra.

“Stai bene Garry?” domandò la bambina, rimanendo distante.

“Sì, non preoccuparti” rispose lui, iniziando a sudare “Non avvicinarti”

Facendo forza sui palmi, si spinse indietro, fino a raggiungere il tavolino.

Subito constatò che la rosa fosse in forma e stranamente non aveva ancora perso nessun petalo, forse non aveva ancora fatto del tutto effetto quella strana sostanza rossa.

Strabuzzò gli occhi e notò un luccichio all’interno del teschio.

“Deve essere davvero al suo interno la chiave”

La risata di Amy, rimbombò nella stanza.

Garry si girò verso di lei e la vide giocare, questa volta, con tre filamenti.

“Purifichiamolo con l’acqua magica” Ib prese in mano il vaso.

“Ottima idea!” esclamò Garry, riprendendo subito le forze.

“Uno...” la bambina si preparò a gettare l’acqua sulla testa morta “Due... Tre!” con un piccolo urlo colpì in pieno lo scheletro e pian piano si sciolse l’aura maligna, trasformandosi in vapore acqueo rosso e sparendo completamente.

Garry prese in mano il cranio.

Sopra di questo c’era scritto:

Nord. Sud. Est. Ovest. Dove andrai?

Al suo interno trovò una chiave viola.

“Eccola qua!” fece contento, alzandola come un premio.

Gli cadde lo sguardo sulla bambola, che ancora stava giocando, quasi ossessivamente, poi sparì nel nulla, ma sentì l’inconfondibile risata provenire da qualche parte della stanza.

Uno dopo l’altro cominciarono a cadere le teste dei cadaveri, frantumandosi.

“Attenta Ib!” urlò Garry e si lanciò contro di lei, prima che un teschio potesse colpirla “Tutto bene?”

“Mh” annuì lei e si avviarono verso la porta, prima di venir feriti da qualche frammento.

Garry girò la chiave nella serratura e la porta si aprì.

 

 

Finito anche questo!!! Che faticaccia! L'avrò scritto in milioni di momenti differenti! Spero che anche questo vi sia piaciuto e che vogliare leggere il continuo :)
Buon Carnevale a tutti! Ci sentiamo presto!

Flor ;D

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ciao a tutti, vi ricordate ancora di me? xD
Scusate per l'enorme ritardo, ma (come vi ho già ripetuto fino allo sfinimento) non ho proprio tempo quest'anno per scrivere :(
Ma bando alle ciance ecco il quarto capitolo.
Grazie mille per tutti quelli che lo leggeranno :)

 

Capitolo 4

Entrarono nella nuova stanza.

Aveva le pareti beige e su ogni lato c’era una porta.

Adesso si spiega quello che c’era scritto sul teschio...

“Da che parte andiamo?” chiese Ib.

“Bella domanda...”

“Giochiamo! Ihih” stramazzò Amy e cominciò a correre avanti e indietro, fermandosi davanti a ogni porta e andando da una parte all’altra.

“Mi sta venendo mal di testa...” fece il ragazzo, chiudendo gli occhi e respirando profondamente.

“Ihih! Apriamo tutte le porte!”

“È vero!” esclamò anche Ib “Poi decidiamo da che parte andare”

“Non credo sia così semplice, però proviamoci”

Garry prese l’amica per mano e si incamminarono verso quella di sinistra.

Al loro passaggio comparvero delle scritte sui muri, come se avessero previsto le loro azioni.

Soltanto la decisione ultima aprirà la strada.

“Quindi non possiamo aprirle tutte?” domandò Garry.

“Non lo so, ihih” la bambola saltò nel taschino della camicetta della bambina.

“Bene, allora decidiamo da che parte andare”

Ib indicò con la sua piccola mano la porta di destra.

Insieme abbassarono la maniglia e entrarono nella stanza successiva.

Era identica alla prima, sia per il colore delle pareti che delle porte.

Entrambe senza mobilio, spoglie e anonime.

Questa volta aprirono la porta davanti a loro e si ritrovarono nell’ennesima stanza uguale alle altre.

Però c’era un dettaglio i più.

Sopra a ognuna delle porte c’era un quadro de The Lady In Red.

“Ecco, inizia già a non piacermi più questo posto...” disse Garry, terrorizzato.

Ib si aggrappò alla sua giacca, sperando che una di quelle non prendesse vita, o, ancor peggio, tutte e tre.

“Non aver paura Ib, ci sono io con te”

“E ANCHE IO, IHIH!” esclamò Amy, uscendo con la testa dalla camicia.

“Lo so che ci sei anche te Amy” le sorrise Ib, con fare innocente e l’accarezzò.

Questa si lasciò toccare come se fosse un cagnolino.

Garry rimase ripugnato dalla scena, ma decise di aprire la porta a nord.

Speriamo bene...

“Di qua Ib?” chiese conferma all’amica e lei annuì.

Girò il pomello e un ruggito lo fece sobbalzare.

No, no, NO!

Ib si voltò alla sua destra e vide il quadro caduto a terra con la donna che sporgeva al di fuori, cacciando così un urlo di terrore.

“Scappiamo!” urlò Garry e questo fu seguito dalla risata della bambola.

Prese la bambina per mano e corse nella stanza successiva, sempre uguale a tutte le altre.

“Sinistra!” sbraitò Ib e il ragazzo la scosse da quella parte.

Dietro di loro la donna in rosso li seguiva velocemente, facendo forza sulle braccia e continuando ad emettere orribili suoni spaventosi.

“Corri Ib! Corri!”

Amy uscì dal taschino e andò a posarsi sulla spalla della bambina, guardando divertita il dipinto dietro di loro e salutandolo con la mano.

Andarono per due volte dritti, non capendo se stessero girando intorno, dato che le stanze erano tutte identiche tra loro.

L’unica cosa della quale erano consapevoli era che la donna li stava inseguendo.

Per un istante fu proprio dietro di loro, aprirono la porta e si ritrovarono un altro quadro della donna in rosso proprio di fronte, voltato di spalle.

Questo si girò con un ghigno e il suo sorriso malefico si allargò.

Garry guardò dietro di sé, per vedere dove scappare e si rese conto di qualcosa di molto strano.

Al di là della porta c’erano loro tre, come riflessi e il quadro girato dalla parte opposta, che guardava a sua volta i tre in un’altra stanza.

“M-ma... Cosa sta succedendo?”

Anche Ib se ne accorse e si sentì ancora più impaurita.

“Garry!”

Il ragazzo si abbassò su di lei e la prese in braccio.

La bambina cinse il collo del compagno con le braccia e la schiena con le gambe, rimanendo stretta come un piccolo koala.

Garry svoltò a destra e poi a sinistra, sperando di non incrociare più la donna in rosso.

Questa però era dietro di loro, o meglio, fino alla stanza precedente, perché adesso se la ritrovarono alla loro sinistra.

“Non avere paura Ib” le baciò la chioma castana e curvò a destra.

Sul suo sguardo si poteva vedere la determinazione mista a un po’ di sgomento.

La sua andatura era sempre più veloce, anche se un po’ sgraziata a causa del peso della bambina che teneva in braccio.

L’ennesima porta aperta e l’ennesima stanza uguale.

Si rese conto però che c’era qualcosa di diverso rispetto alle altre: mancavano dei quadri appesi alle pareti e lo si poteva notare dal segno nero sull’intonaco della parete.

“Ci siamo persi! Ihih” fece la bambola, tornando nel taschino.

“E invece no!” inveì Garry.

“Invece sì, ihih” continuò Amy da dentro la camicia.

Ci siamo persi per davvero... Come faccio a proteggere Ib se non sono in grado neanche di trovare l’uscita?

Chiuse la porta dietro di sé con un calcio e decise di proseguire sempre dritto.

Stanza vuota.

Svoltò a sinistra.

Un’altra stanza vuota e neanche un grugnito di quel quadro assatanato di sangue.

Questa volta decise di andare verso sud.

Non poteva fare una scelta più sbagliata.

C’erano quattro quadri in vita, ognuno raffigurante una donna di colore diverso: gialla, rossa, blu e verde.

Stavano rosicchiando delle rose, magari appartenute ad altre persone intrappolate come loro e che non avevano avuto la stessa fortuna di rimanere in vita, o sfortuna.

Garry cercò di tornare indietro, riattraversando la stessa porta dalla quale era arrivato, ma si ritrovò nella stessa camera, solo dalla parte opposta.

Dannazione!

Ib era impietrita, non riusciva a trovare il coraggio che l’aveva spinta finora.

“G-Garry...”

“Non preoccuparti Ib, non preoccuparti” continuò a ripetere.

Proprio in quel momento tutti e quattro i quadri finirono il loro pasto e non rimase che occuparsi dei due ragazzi.

Garry posò Ib a terra, per tenere le mani libere per un eventuale combattimento.

Fece un lungo sospiro e indicò all’amica di provare a fare uno scatto verso destra.

Partirono insieme, evitando i quadri che si scagliarono contro di loro e, per loro grande dispiacere, si ritrovarono ancora una volta nella stessa stanza, sempre dalla parte opposta a quella da dove erano entrati.

Amy sbucò fuori e si avvicinò a un quadro, fu presa dalla donna in verde e scagliata contro una parete.

“Amy!” urlò la bambina e il quadro ringhiò contro di lei.

“Mi hai fatto male! Ihih” curvò la testa di novanta gradi e le pareti della stanza si dipinsero di un violastro quasi blu.

Garry prese Ib per le spalle e la trasse a sé.

“Stammi vicino”

Ib posò una mano sopra la sua e sperò con tutto il cuore che quella situazione finisse al più presto.

La bambola azzannò il braccio della donna in verde e questa urlò di dolore, un urlo neanche lontanamente umano.

Gli altri quadri non riuscivano a muoversi, come intrappolati in una ragnatela invisibile.

Amy continuò a mordere e tirare, affondando sempre di più i denti.

Garry coprì gli occhi a Ib, ma questa si ribellò, convinta di voler guardare.

“Ib! Non devi!” cercò di persuaderla il ragazzo, ma fu tutto inutile.

Con un morso deciso, il fantoccio strappò del tutto un braccio della donna in verde.

La bambina spalancò gli occhi e sentì un conato di vomito risalire per la sua gola.

Come se nulla fosse successo, la stanza tornò beige e la bambola si mise a ridere divertita, battendo le mani.

“Mi piace giocare! Mi piace giocare! Ihih”

I dipinti tornarono a muoversi e a ruggire, avvicinandosi pian piano ai due ragazzi.

Garry indietreggiò, ma finì contro la porta e non seppe cosa fare.

“Scusami Ib...”

La bambina si voltò di scatto verso di lui, con le lacrime agli occhi.

“Non volevo trascinarti in questi pericoli” continuò lui “Ma credo che adesso non si possa fare più niente...” abbassò il viso, sconsolato e amareggiato, facendo cadere una piccola lacrima dai suoi occhi.

“Non dire così Garry!” cercò di infondergli coraggio “Noi due usciremo da qui e andremo insieme a mangiare i macaron che mi avevi promesso!” le lacrime cominciarono a sgorgare anche per lei.

Gli strattonava la giacca blu e continuava a piangere.

“I macaron...” sussurrò Garry con un piccolo sorriso “Sono davvero buoni...” dicendo così, scansò la bambina e si mise davanti ai quadri, fissandoli attentamente con sguardo deciso “Non posso morire senza averti portata con me a mangiarli!”

Si voltò verso l’amica e le fece l’occhiolino.

Di risposta, Ib incrociò le mani sul suo petto e gli fece un sorriso sincero.

Garry tornò concentrato verso le quattro donne.

“Possibile che mi tocca sempre vedermela con delle signore?”

Vide arrancare verso di sé la donna in verde, senza un braccio, dal quale fluiva del liquido anch’esso verde, forse tempera ad olio o inchiostro o chissà che altro.

Lo guardava divertito, mentre Amy girava in tondo per la stanza, come se non facesse parte di quella scena.

Questa volta però non c’era niente con cui Garry potesse combattere, se non con la sua sola forza.

“Anche essere quattro contro uno non mi sembra leale...”

Improvvisamente la donna in blu fece un balzo e per poco Garry non rimase tra le sue grinfie, anzi, la prese per un braccio e la scaraventò a terra, il più lontano possibile.

Decise di buttarsi, senza pensare, e prese entrambe le mani della donna in giallo, stringendole tra le sue, cercando di romperle qualche ossa, sempre se ne aveva.

Il dipinto cercò di addentare il volto del ragazzo, ma prontamente lui si scansò all’indietro.

Era una gara di forza tra i due e nessuno cedeva per mandare a terra l’altro.

Però, le condizioni non erano certo favorevoli per Garry.

Infatti la donna in verde si era avvicinata alla sua gamba e l’aveva azzannata con grande energia.

Il ragazzo gridò dal dolore e gemette, mentre un petalo blu cadde dalla rosa.

“GARRY!” Ib era preoccupatissima.

Non posso starmene qua a far niente e a guardare Garry che viene ucciso dai quadri! Devo fare qualcosa!

Pensò questo e subito corse verso la gamba presa in ostaggio dal dipinto verde.

Tirò un calcio alla tela e questa sobbalzò.

“Ib! Cosa stai facendo! È pericoloso!” digrignò tra i denti, con la gamba destra che gli cedeva.

“Zitto Garry!” lo rimproverò la bambina.

Questo spalancò gli occhi, non capendo la reazione dell’amica, ma non poté far altro che lasciarle fare quello che si sentiva.

La donna in verde tornò a torturare la gamba di Garry, che perse un altro petalo e cominciava a sudare freddo.

“Non hai capito?” chiese Ib, ironicamente “Devi smetterla di fare del male a Garry!”

Strizzò gli occhi rossi e diede un ulteriore calcio alla tela, sfondandola da dietro.

Rimase per un attimo con il piede incastrato, ma si liberò subito.

La donna in verde ruggì dilaniata dal dolore.

Il liquido aveva smesso di sgorgare dal suo braccio e con la bocca aperta e gli occhi sbarrati, crollò sulla schiena, restando immobile.

“Bravissima Ib...” riuscì a dire Garry, che stava ancora lottando con la donna in giallo e, con uno sforzo immane, riuscì a ribaltarla.

Nel mentre si alzò la donna in blu, mentre quella in rosso stava inseguendo Amy per la stanza.

Garry si inginocchiò a tastò il suo polpaccio.

Erano incisi nella carne i denti aguzzi del quadro e usciva una copiosa quantità di sangue.

“Adesso mi gira anche la testa...” disse barcollando e rimettendosi in piedi.

“Lascia fare a me!” esclamò Ib.

Da dove aveva trovato tutto quel coraggio non lo sapeva.

L’unica cosa di cui era certa era che non poteva permettere che Garry morisse a causa sua.

E lo stesso era quello che pensava il ragazzo ogni volta che si trovavano di fronte a qualche pericolo e che lo spingeva a proteggere quella bambina a cui voleva un gran bene.

“Non posso farti fare tutto da sola” le sorrise e gli accarezzò una guancia “Basta distruggere la tela quindi? Perfetto...”

Si mise proprio di fronte al dipinto blu, aspettando che gli venisse contro.

La donna in blu prese la rincorsa e si lanciò su di loro.

Garry spinse Ib dalla parte opposta, facendola cadere a terra, saltellò fino alla porta e la varcò.

Si ritrovò così dall’altro lato della stanza e chiuse in fretta la porta.

Il quadro graffiava con le unghie il legno, cercando di raggiungere il ragazzo, inconsapevole del fatto che ce l’avesse alle spalle.

“Signora?” chiamò Garry e la donna in blu si girò, ruggendo.

Oltrepassò nuovamente la porta e si ritrovò a pochi centimetri dal quadro.

Lo prese per la cornice prima che se ne potesse accorgere e tirò una ginocchiata sulla tela, con la gamba sana, strappandola.

Arrivò a lacerare anche il busto della donna, che cadde a terra con un tonfo.

“Tutto bene Ib?” zoppicò da lei, ancora stesa a terra a guardare la scena.

“Mh...”

“Ne sono felice” le diede un piccolo bacio sulla fronte e l’aiutò ad alzarsi.

La donna in rosso stava ancora rincorrendo Amy, mentre quella in giallo non riusciva a rimettersi in piedi.

La bambola ad un certo punto smise di girare intorno, e facendo una frenata con le piccole gambe tozze e blu, ruotò il corpo e corse in braccio a Ib, che la prese al volo.

Il quadro rosso fece un sorriso agghiacciante e si affrettò ad andare in contro alla bambina.

Questa sobbalzò e Garry si frappose tra l’amica e la donna, tirando un pugno in faccia a quest’ultima.

La donna in rosso emise un mugugno e si ritrovò sballottata sul pavimento.

Amy le si avvicinò e morse un pezzo di cornice, rimanendo attaccata.

Il quadro si scosse per liberarsi della bambola, ma non ci riuscì, al contrario, mentre era distratta dal fantoccio, Ib le tirò un calcio e ruppe l’ennesima tela.

Anche questo dipinto si accasciò a terra.

Amy strappò via un pezzo di legno e andò in un angolino a mangiarselo, ridendo come una matta.

Adesso non restava che l’ultimo quadro, che non riusciva a rimettersi dritto.

“Non avvicinarti Ib” il ragazzo la prese per un braccio e la bloccò “Se ti prende ti farà male e potresti perdere i petali...”

“E come la uccidiamo?”

“Emh...”

Garry rimase un po’ sbalordito, non gli piaceva che uscisse una parola del genere dalla bocca di una bambina di soli nove anni.

Inoltre si rese conto che stava davvero ammazzando qualcuno, certo erano dei mostri terribili, ma stava pur sempre commettendo un omicidio.

Si immobilizzò per un istante, disgustato da quel pensiero, ma la voce della bambina lo risvegliò.

“Sei un po’ pallido Garry, ti fa male la gamba?”

“La gamba...” rispose un po’ disorientato.

Abbassò lo sguardo e vide il sangue che ancora non la smetteva di uscire e che aveva ormai imbrattato tutti i pantaloni.

Boccheggiò per qualche secondo, poggiando la schiena contro una delle pareti.

Il suo sguardo andò verso Amy, che stava leccando il suo sangue dalle chiazze a terra.

Ib strappò un pezzo di legno da uno dei quadri morti e lo lanciò dritto in faccia alla donna in giallo, colpendola agli occhi.

Questa si coprì il volto con le mani e continuò a emettere grida e ruggiti.

La bambina le si avvicinò, ma fu, ancora una volta, fermata dal ragazzo, che prese il quadro dimenante, lo voltò e tirò un forte pugno alla tela, stracciandola in più pezzi.

Adesso tutte e quattro le donne mostruose erano morte, immobili sul pavimento, con pezzi di tela e legno intorno ai loro corpi inermi.

Garry zoppicò per tutta la stanza, raccogliendo i gambi delle rose che erano state mangiate in precedenza dai quadri.

Ad un tratto saltò sopra la sua mano Amy, che lo guardava con fare sorridente.

“G-grazie per averci...aiutato prima...” sbiascicò il ragazzo, un po’ imbarazzato.

Non credeva che l’avrebbe mai fatto.

Ib gli strattonò la giacca con un grande sorriso.

“Finalmente siete diventati amici!” esclamò contenta.

“Ho degli amici? Ihih” chiese Amy, spalancando gli occhi insanguinati.

“Certo che sì!” rispose la bambina, inclinando la testa di lato “Me e Garry”

“Ihihih! Che bello!” scandì bene le parole e prese a girovagare per la camera, finché non saltò sulla faccia del ragazzo, aggrappandosi e abbracciandolo.

“No! Vattene via!” Garry entrò nel panico, scrollando la testa e Ib scoppiò a ridere “Non prenderti tutta questa confidenza!” la staccò da sé con la forza e la diede in braccio alla bambina, nonostante la bambola avesse gli arti protesi verso di lui.

Rabbrividì e si diede un contegno, aggiustandosi la giacca, ma fu colto da un dolore improvviso alla gamba.

Si inginocchiò a terra e tenne il punto leso.

“Che male...” disse con i denti stretti e strizzando gli occhi.

“Resisti Garry!” cercò di incoraggiarlo “Tra poco saremo fuori, me lo sento, e metterò la tua rosa in un vaso pieno d’acqua! Userò tutta l’acqua solo per te!” gli occhi erano leggermente velati di pianto.

Che dolce...

Le accarezzò la guancia.

E io che mi sono fatto proteggere da lei questa volta e dovrebbe essere il contrario... Non smetterà mai di stupirmi.

Con un piccolo sforzo si rimise in piedi e si resse appoggiandosi a Ib.

“Vuoi una mano? Ihih” squittì la bambola.

“No, grazie” fece lui, con una punta di durezza.

Ma Amy non l’ascoltò e si appigliò alla sua gamba, mordendola.

“Cosa fai?!” gridò Ib e cercò di separarla da lui, senza riuscirci.

Garry urlò, sentendosi quasi svenire.

Sapevo che non era buona...

Pensando questo crollò sul pavimento, privo di sensi, vedendo come ultima immagine gli occhi preoccupati di Ib.

 

“Svegliati Garry! Amy perché non si sveglia?” la bambina prese in braccio la bambola e la mise nel suo taschino.

“Non lo so, ihih” rimase fissa a guardarlo “Magari non si sveglierà più, ihih”

“Cosa?!”

“Non l’avevo mai fatto, ihih, forse è morto...” sorrise alzando lo sguardo, guardandola sottosopra.

“Avete finito di fare baccano?” Garry aprì gli occhi piano, portandosi una mano alla testa “Che è successo?”

“Sei vivo!” Ib gli saltò al collo e lo strinse con tutta la forza che aveva nel corpo.

Garry ricordò poco a poco della lotta con i quadri e della sua gamba che gli doleva, poi il vuoto.

Ricambiò l’abbraccio dell’amica e si mise seduto.

Guardò la propria gamba e notò che erano rimasti solo i fori causati dai denti della donna in verde e un po’ di sangue sul pantalone, inoltre stranamente non gli faceva più male.

“È stata Amy” lo anticipò la bambina “Ti ha succhiato via il sangue contaminato dai dipinti e ne ha generato altro usando un petalo della mia rosa”

“La tua rosa? Perché?” si preoccupò lui.

“Te avevi già perso due petali, quindi ho pensato che fosse stato meglio così”

“Ib, io ho molti più petali di te! Non dovevi e...” abbassò lo sguardo “Ti sei sacrificata per me...”

“Certo! Come potevo non farlo?” continuò a chiedere la minore, con il suo solito fare innocente.

“Grazie” rispose semplicemente e l’abbracciò “Grazie anche a te Amy, non pensavo che avessi dei poteri del genere”

“Ihih, non sono io che ho i poteri”

“E chi ce li ha?”

“Non lo so, ihih”

Garry e Ib si guardarono confusi.

Che fosse Guertena a far agire in quel modo la bambola? Che ci fosse un altro quadro malvagio, come Mary, che controlla tutto?

Non lo sapevano, ma speravano con tutto il cuore di non imbattersi in qualcuno di così potente.

 

Garry raccolse nuovamente i gambi di rosa da terra e li guardò con aria sicura e decisa.

“Come troviamo la via per andarcene?” chiese Ib.

“D’ora in poi contrassegniamo con un pezzetto di questi ogni porta che oltrepassiamo, così sappiamo se stiamo girando a vuoto e so stiamo andando avanti” rispose lui “E non si mangiano!” puntò il dito poi contro Amy, tornata nel taschino della bambina.

“No signore! Ihih”

Speriamo bene...

Si rimisero in cammino e Ib si prese l’impegno di posare una parte di gambo di fianco alle porte che passavano.

Fu comunque un giro che durò a lungo perché si ritrovavano sempre nelle stesse stanza.

A quanto pare c’era un unico percorso per poter raggiungere l’uscita.

“Quanto manca?” chiese la minore “Sono stanchissima...”

Camminava a testa bassa, tenendo per mano l’amico e sentendo in sottofondo lo scricchiolio delle sue scarpe.

“Non lo so Ib, ma non credo molto, ormai credo che siamo passati in tutte le stanze” accennò un piccolo sorriso.

Ancora qualche minuto e poi arrivarono nell’ennesima stanza beige, non c’erano quadri alle pareti e tutte le altre stanze avevano ai loro piedi un pezzetto di gambo.

Aprirono la porta e si ritrovarono in un corridoio buio, dalle pareti blu notte e il pavimento nero come la pece.

“Ce l’abbiamo fatta!” esclamò Garry e strinse di più la presa sulla mano della bambina e la trasse al suo fianco “Stammi vicina, non vorrei perderti”

“Certo che no” rise e ritrovò un po’ di spirito sapendo che erano finalmente usciti da quel labirinto di stanze.

Camminarono a piccoli passi per qualche centinaio di metri, tastando le pareti perché non vi era alcuna fonte di luce, ma fortunatamente il corridoio era tutto dritto.

Pian piano le pareti stavano sfumando verso un azzurro tenue e il pavimento di un bianco intenso.

Anche la luce tornò, propagata da quei colori freddi.

Proprio di fianco a una porta, l’unica che avevano trovato dopo tanto tempo, c’era il vaso ripieno d’acqua magica.

Ib lasciò la mano di Garry e corse verso la loro esclusiva finte di salvezza perché senza di essa sarebbero morti molto tempo addietro a causa della perdita di tutti i petali di rosa.

La bambina immerse la sua e questa riprese subito vigore come poi fece anche quella blu di Garry.

Senza fermarsi a riposare, entrarono nella camera successiva.

Erano una stanza enorme, dalle pareti di un azzurro cielo, ancora più bello di quello che c’era nel corridoio e il pavimento più lucente e bianco.

Nel mezzo vi era un’enorme statua che rappresentava un cuore, anch’esso azzurro, con una freccia conficcata proprio nel mezzo.

Amy sgattaiolò al di fuori della camicetta della bambina e sparì non si sa dove.

I due amici invece si avvicinarono all’opera e Garry lesse il titolo:

Heart Wounds

“Cuore ferito” ripeté traducendo.

“Beh, c’è una freccia...” rispose Ib.

“Guertena deve aver avuto una vita piuttosto infelice per fare opere del genere” Si guardò intorno e notò che non vi erano vie d’uscita “Dove andiamo?”

Ib fece spallucce e fece una leggera corsetta per tutta la stanza in cerca di qualcosa, ma quel posto era vuoto e faceva venire addirittura la nausea.

Garry era rimasto incantato da quella scultura, in un certo senso sentiva una stretta dentro di sé proprio uguale alla sensazione di una freccia nel cuore e non ne capiva il motivo.

“È sparita Amy!” disse Ib.

“E adesso dov’è andata?” fece di risposta lui, scacciando i pensieri di poco prima.

In realtà non gli interessava molto, l’unico suo volere era quello di uscire e tornare nel mondo reale o, quantomeno, andare avanti nella loro avventura sani e salvi.

Avvicinò il viso all’opera e si rese conto che era come se non fosse stata ultimata.

C’era uno squarcio davvero molto strano nel punto dove penetrava la freccia e decise di fare quello che non avrebbe mai pensato.

Ib tornò al suo fianco per vedere cosa stava succedendo.

Garry si aggrappò alla freccia per tirarla via, facendo leva con un piede sul ventricolo destro.

Riuscì a spostare di qualche millimetro la punta e vide gocciolare del liquido trasparente, forse acqua, al di fuori dell’organo.

Continuò così e anche Ib cercò di aiutarlo.

Quelle che prima erano poche gocce, adesso si erano trasformate in un piccolo laghetto ai loro piedi.

“Su... Manca poco...” disse il ragazzo tenendo i denti stretti dallo sforzo.

La freccia si sfilò completamente e i due furono spazzati via dall’enorme flusso d’acqua che fuoriuscì dal cuore.

La bambina era quasi priva di coscienza da un lato della stanza, mentre Garry era dalla parte opposta che non riusciva a stare in piedi dalla forza della corrente.

 

Fiiineeee :D

Ecco anche il quarto capitolo e ovviamente non c'è bisogno di dirvi che il quinto se va bene arriverà quest'estate! Ahahah povera me, anzi, poveri voi!!!
Spero che vi sia piaciuto come gli altri o anche di più non mi lamenterei eheh
Un grazie a tutti quelli che leggeranno, commenteranno, metteranno tra i preferiti e seguiti e grazie a quelli che l'hanno già fatto!
Un bacione a tutti
Flor :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Eccoooomiiii!!! Sono tornata!!! La maturità è finita e finalmente posso continuare a scrivere!!! Come sono contenta! Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto, ma spero che l'attesa vi faccia gradire ancora di più questo capitolo :)
Ci risentiamo a fine capitolo! A più tardi u.u

 

Capitolo 5

In poco tempo l’acqua raggiunse il livello di metà stanza.

Garry riuscì finalmente a nuotare verso Ib e a tenerle la testa fuori dall’acqua perché era svenuta.

“Ib! Svegliati!” urlò e le diede una piccola sberla.

L’acqua continuava a salire e ormai il ragazzo non riusciva più a toccare con i piedi il pavimento. La cosa buona fu che Ib sembrò riprendere i sensi.

“Oh menomale!” esclamò il ragazzo “Sai nuotare, vero?”

La bambina annuì e Garry la lasciò andare, inizialmente fece qualche fatica a rimanere a galla, forse per la paura, ma subito cominciò a muoversi in stile cagnolino.

Al ragazzo scappò una piccola risata vedendola un po’ impacciata, poi allontanò subito quei pensieri, dato che il livello dell’acqua non accennava minimamente a stabilizzarsi.

“Qua continua a salire sempre più velocemente...”

“Dobbiamo trovare un’uscita” completò la frase la piccola Ib.

“Aspettami un secondo” fece Garry, prese il respiro e si buttò sott’acqua.

C’era un incredibile gioco di sfumature sotto la superficie, l’azzurro passava dal blu al bianco, come se fossero nell’oceano più splendente del mondo e tutto era riflesso sul cuore ormai diviso a metà dal quale continuava a fuoriuscire il getto.

Garry nuotò passando dietro al cuore, dove non poteva venir scaraventato chissà dove dalla corrente, e esaminò la stanza, cercando se adesso ci fosse qualche uscita, ma non riusciva davvero a capire da dove potessero salvarsi.

Cominciò a mancargli il fiato, quindi risalì in superficie.

Ormai i due terzi della stanza erano sommersi e rimaneva poco tempo.

“Garry!” esclamò Ib e gli andò vicino, aggrappandosi alla schiena.

“Sei stanca?”

“Sì... Secondo te dove sarà Amy?” chiese poi tristemente.

“Non lo so...”

“Ma saprà nuotare?” la bambina era sempre più preoccupata.

“Stai tranquilla, lei ha enormi poteri” Garry si sentì in dovere di rassicurarla, anche se questo significava parlar bene della bambola “E non morirà di certo per un po’ d’acqua nella stoffa! E neanche noi...”

Si sentì uno scricchiolio e improvvisamente un rumore sordo, come uno scoppio.

Il ragazzo guardò sotto di sé e vide che il cuore si era aperto ancora di più e che il liquido usciva ancora più fluente.

Qua si mette male! Se non faccio qualcosa in tempo...non ci voglio neanche pensare!

“Aspetta ancora un po’...” fece di nuovo il ragazzo e si immerse.

Appena si avvicinò al cuore, sentì come una forza che gli ordinava di entrare al suo interno, come se fosse sotto incantesimo.

È impossibile, sono sicuro sia una trappola, ma d’altronde non c’è neanche un’altra via.

Osservò l’interno dell’organo dall’increspatura e notò un bagliore lucente.

La prima cosa che pensò fu che da quando erano finiti in quel posto non c’era mai stata una stanza così piena di luce e la cosa lo insospettiva ancora di più.

Tornò a galla e ormai mancava davvero poco.

“Hai trovato qualcosa?” chiese Ib.

“N-no...”

La bambina notò lo sguardo disperato dell’amico.

“Cosa ti succede?”

“Non so cosa fare” la sua voce era un semplice sussurro “Potrebbe essere l’ultima volta che ci vediamo e che ci parliamo... Io sono un buono a nulla” ancora una volta lo scudo di Garry si era infranto, rivelando un aspetto miserabile del suo carattere, provocato dal mondo di Guertena.

“Non è vero Garry, mi pare di avertelo già detto” Ib cercò di fare un po’ la voce grossa “È grazie a te se sono ancora viva, sicuramente riusciremo a salvarci anche questa volta” gli fece un largo sorriso, abbracciandolo.

Garry le diede un piccolo bacino sul naso e la strinse a sé.

“Quello che sto per dirti potrebbe farci morire entrambi...”

In un primo momento, Ib sussultò,  ma continuò ad ascoltare le parole del ragazzo.

“Dimmi piccola mia, sai nuotare sott’acqua?”

“...Un pochino...”

“Devi riuscire a trattenere il fiato per un po’, devi riuscirci” Garry l’afferrò per le spalle e la scrollò guardandola negli occhi scarlatti “Adesso noi entreremo nel cuore”

“Nel cuore?”

“Sì e sbrighiamoci prima che l’acqua arrivi al soffitto” e mancava davvero poco prima che non avessero più lo spazio per tenere la testa all’asciutto e respirare “Dai, andiamo” la prese per mano e fece segno di star tranquilla con la testa “Se non riesci a tenere gli occhi aperti, non preoccuparti, ti guido io”

Si buttarono insieme, Ib tenendo gli occhi chiusi e facendosi trascinare dall’amico.

Garry arrivò davanti al cuore, rimase pochi attimi fermo e iniziò così la lotta contro la corrente opposta.

Più si avvicinava, più doveva combattere contro il getto d’acqua.

Ib aprì gli occhi e vide anche lei la luce all’interno dell’organo spezzato, ma cominciava anche a non riuscire più a stare in apnea.

Strattonò il braccio di Garry, che subito capì che le mancava il fiato, allora si affrettò.

Un getto improvviso li scaraventò in superficie.

“Maledizione!” gridò il ragazzo, dando un pugno all’acqua.

La bambina era felice di tornare a respirare, ma a questo punto non c’era più tempo, le loro teste sfioravano quasi il soffitto.

“Ancora una volta Ib!” esclamò ancora lui e si rigettarono.

È la nostra ultima speranza...

Nuotarono velocemente, erano quasi all’interno del piccolo vortice che si era creato appena al di fuori del cuore.

Garry aprì la bocca, come per urlare e allungò il braccio libero.

Come sfiorò con la punta delle dita li cuore azzurro, ci fu un’implosione.

I due amici furono come risucchiati all’interno, non riuscivano a capire come, ma era come se fosse tornato l’ossigeno nonostante fossero ancora avvolti dal turbinio d’acqua.

Furono sballottati in ogni parte, attraversando un corridoio di luce.

Garry strinse la mano della bambina e cercò di portarla al suo petto per non perderla.

Si strinsero con tutte le loro forze, Ib chiuse gli occhi sperando che tutto finisse presto, Garry invece li tenne aperti, pensando che avrebbe fatto meglio a tenerli chiusi.

Intorno a loro volteggiavano degli spiritelli, come se fossero delle scure ombre nere, con gli occhi talmente di un rosso acceso che provava terrore nel guardarli, inoltre non vi era neanche la pupilla.

Si rese conto che non avevano la bocca, ma sentiva nella sua testa come delle grida angoscianti e una risata lontana.

Si sentì immediatamente come se stesse per mettersi a piangere e svenire, poi guardò la piccola Ib e vide nel suo volto un’aria impaurita, con gli occhi stretti stretti che pensò le dolevano da quanto li teneva serrati.

Rivolse il viso sulle ombre e queste girarono ancora intorno a loro, avvicinandosi e allontanandosi come le onde inferocite di un mare in tempesta.

Cercò di guardare altrove, ma si ritrovò davanti uno di quelli e urlò di paura, svenendo senza neanche accorgersene.

Ib...devo proteggere Ib.

Questo fu il suo ultimo pensiero prima di perdere completamente i sensi, senza sapere che anche la sua amica era nelle sue stesse condizioni.

 

C’era uno strano odore nell’aria, un odore nauseante che entrò fino in fondo nei polmoni di Garry.

Questo si risvegliò tossendo, sputando anche sangue e notando che c’era un suo petalo di rosa blu a terra, proprio davanti ai suoi occhi.

Con la guancia sfiorava un pavimento umido e allo stesso tempo ghiacciato, il suo corpo era tutto intorpidito e infreddolito, oltre che dolorante.

Si tirò su in piedi facendo molta fatica e barcollando un po’, ma appena si rese conto che a pochi metri da lui vi era Ib, si gettò su di lei, chiamandola a gran voce.

“Ib! Svegliati! Adesso!” poggiò l’orecchio sul petto della piccina e controllò che ci fossero ancora i battiti.

È viva, menomale...

Un piccolo sorriso gli illuminò il volto, ma la bambina non dava cenni di svegliarsi.

Deve aver bevuto troppa acqua poco fa...

Decise di farle la respirazione bocca a bocca, anche se non credeva di esserne in grado.

“Forza Garry” cercò di auto convincersi “L’hai visto fare mille volte in televisione, se lo fa un attore perché non posso farlo anche io? Forse la risposta è che lì è finto...” scosse la testa più volte, alzò il viso di lei, le aprì le labbra e le tappò il naso.

Avvicinò le bocche e soffiò con quanto fiato aveva in gola, sperando che fosse meno contaminato dell’aria che si respirava in quella stanza.

Cercò di fare il possibile, facendo anche pressione sui polmoni e, dopo un paio di tentativi, Ib si svegliò di soprassalto, tossendo e girandosi sul fianco sinistro.

“Ib...” sussurrò il ragazzo e crollò a terra, felice che la sua amica fosse ancora viva.

La bambina si voltò verso il maggiore e l’abbracciò impaurita e tremante.

“Visto? Sono riuscita a trattenere il respiro fino alla fine”

Il suo dolcissimo sorriso rassicurò  l’animo del ragazzo e insieme si tirarono su da terra.

“Sei stata bravissima” le diede una pacca sulla testa e le accarezzò i capelli, tenendo tra le dita la punta castana “Hai perso dei petali?” chiese poi.

Ib prese in mano la sua rosa rossa e notò che un petalo si era staccato.

“Non importa” continuò lui “Troveremo presto un vaso, l’importante è che stai bene”

“Sì Garry”

Si guardarono intorno, erano in una stanza abbastanza piccola.

Proprio dietro di loro c’era un buchino sulla parete dalla quale sgorgava dell’acqua e questa aveva creato un corto rivolo che finiva in un tombino al centro della camera.

“Va bene che sono diventato matto, ma sono sicuro che da questo buco non ci passa neanche la mia mano...” commentò lui, avvicinandosi e misurando la fenditura con il pugno.

Improvvisamente sobbalzarono, colti da una risata.

“È Amy?” esclamò subito la bambina.

“Non lo so, sembrerebbe di sì...”

Ib corse verso la porta davanti a lei e poggiò l’orecchio.

“Ecco! La sento è qua dietro” prese il pomello tra le mani e tirò con tutta la sua forza, ma non ci fu verso di aprirlo.

Spiò dalla serratura, ma l’unica cosa che vide fu una coltre di fumo.

“Lascia fare a me” Garry spostò delicatamente l’amica e provò sia a spingere sia tirare, ma era inutile, serviva una chiave “Odio le chiavi!” fece ironicamente e si sedette per terra.

Sentì ancora quell’odore pungente colpirlo ai polmoni e tossì.

“Ib? Non c’è una puzza incredibile?”

“Sì, sarà il fumo che ho visto nell’altra stanza”

“Mh...” Garry guardò verso l’alto e vide che c’era un piccolo strato di smog che rimaneva a galleggiare solo sul soffitto “Deve essere colpa di quello anche...” indicò con la mano destra e Ib alzò gli occhi.

“Magari la chiave è lì sopra”

“E come ci arriviamo?” chiese confuso.

“Prendimi in spalle, provo a vedere io” sorrise.

“Stai scherzando? Non ti faccio inalare chissà che cosa da così vicino!” si preoccupò lui.

“Tranquillo, mi tapperò il naso con qualcosa”

Garry si tolse il fazzoletto che aveva ancora come fascia sulla mano e glielo porse.

“Tieni, scusa se te lo restituisco così sporco, ma almeno hai qualcosa per coprirti il naso”

“Grazie”

I due si misero d’impegno, il ragazzo sollevò l’amica, tenendola sulle spalle e lei si allungò più che poté.

Spostò via un po’ di fumo agitando la mano, ma non trovò la chiave.

Continuò così per un po’, fin quando non sentì qualcosa di strano nell’aria, allora riprovò qualche volta, incredula che potesse essere vero.

Ma...è fatta di gas...

Strinse la mano a pugno, come per afferrare qualcosa e fece gesto a Garry di farla scendere.

“Hai la chiave?” domandò contento.

“Insomma...” aprì la mano e un piccolo vortice di fumo restava fermo nel suo palmo e aveva la forma di una chiave.

Il ragazzo sbarrò gli occhi, la prese in mano e si avviò verso la porta.

“Ma gira a vuoto” non riusciva a capire come potesse della semplice aria sporca aprire una porta, non che le altre cose che erano successe in quel posto erano spiegabili.

Tornò da Ib e le passò la chiave, ma gli sfuggì di mano, cadendo proprio nel percorso d’acqua.

Subito la chiave si trasformò, come se stesse passando dallo stato aeriforme a quello solido in meno di dieci secondi, acquistando un colore misto tra il grigio scuro e l’azzurro limpido.

La bambina la raccolse e andò verso la porta, notando che erano apparse delle scritte.

Fumo di Londra.... Aspetta! Noi non siamo a Londra, o forse sì? Non avere paura.

“E questo che cosa significa?” si chiese Garry, ormai aveva capito che quelle frasi prima di una stanza rappresentavano un indizio per poter comprendere quello che sarebbe accaduto, ma tutto ciò non aveva senso “Andiamo Ib...” la tenne per le spalle mentre lei faceva ruotare la chiave nella serratura.

La porta si aprì e la chiave tornò immediatamente gas e svanì nel nulla.

Il corridoio sembrava lunghissimo, come d’altronde tutti gli altri in cui erano capitati.

Furono subito investiti da una foschia maleodorante e furono costretti a chiudersi il naso con le dita.

Camminarono per qualche minuto e il tutto si faceva sempre meno visibile, data l’intensa presenza di quella nebbia.

Sento di svenire di nuovo...

Pensò Garry mentre avanzava tenendo per mano la sua piccola amica.

A entrambi faceva male il petto e il cuore batteva all’impazzata dalla paura, per non parlare della gola diventata talmente secca che non riuscivano più a parlare.

Ib cadde sulle ginocchia e tossì forte.

“Tutto ok?” il ragazzo si preoccupò subito e la prese in braccio, continuando a camminare.

Sentirono una risata famigliare e sperarono di essere quasi arrivati, fortunatamente fu così.

Sbucarono in una stanza abbastanza grande, dalle pareti formate di polveri e gas.

Davanti a loro c’era un signore vestito di tutto punto che andava avanti e indietro fumando una pipa, proprio in fondo alla camera si poteva distinguere un quadro che lo ritraeva e dove vi era impresso il titolo: Smoking Gentleman.

Aveva indosso una giacca viola, così come il cappello a cilindro, dei pantaloni beige, una camicia bianca e una cravatta fucsia, sembrava davvero un tipo eccentrico.

“Fai che non sia pazzo come la donna con l’ombrello...” pregò Garry, guardando verso l’alto e congiungendo le mani.

Proprio nel mezzo della stanza c’era un trono dalle varie sfumature di grigio, sulla quale si era appena andato a sedere l’uomo, poggiando una mano sulla guancia e continuando a fumare con l’altra.

“Mi ricorda il Brucaliffo di Alice nel Paese delle Meraviglie!” esclamò la bambina con gli occhi sognanti e fece per andare in contro all’uomo, ma fu fermata prontamente dal maggiore.

“Attenta, qua non siamo nel Paese delle Meraviglie, al massimo siamo nel Paese degli Orrori”

“Buongiorno stranieri” disse ad un certo punto il fumatore e i due amici sussultarono, era la prima volta che qualcun altro al di fuori di Mary o Amy aveva parlato con loro.

“S-salve...” iniziò a parlare Garry.

Nel mentre Ib ispezionò tutto con lo sguardo, senza però scorgere nessuna porta.

“Non sono in molti quelli che giungono fin qui” continuò l’uomo “E se ci riescono...beh...non proseguono oltre” buttò fuori il fumo che andò ad aggiungersi a tutto quello che già c’era.

Ecco, come non detto! Questo sarà ancora più complicato di tutti gli altri e non ho neanche un’arma per difendermi...e difendere Ib.

“Perché non ci aiuti ad uscire?” provò a convincerlo la bambina “Potrai venire con noi se vuoi”

“Ib, non fare proposte a caso! Già abbiamo, o meglio, avevamo Amy tra i piedi, non vorrai portarti dietro anche lui!”

“Mi avete chiamato? Ihihih” da una parete sbucò fuori la piccola bambola di pezza e cominciò a correre per tutta la stanza, creando un piccolo vortice d’aria per poi saltare in braccio a Ib.

“Amy! Mi sei mancata tanto” la bambina sfregò il proprio viso contro quello del fantoccio, contenta di aver ritrovato la sua amica.

Come non detto...

Garry si mise una mano sulla faccia, scuotendola, non era per niente felice che la bambola fosse tornata da loro, ancora non si fidava ciecamente di lei.

“Avete conosciuto il mio amico? Ihih” squittì, indicando l’uomo seduto sul trono.

“È un tuo amico? Ecco, ora sono certo che qualcosa non andrà come speriamo...”

“Non essere cattivo con me Garry” piagnucolò Amy.

“Lui non è cattivo, ha solo un brutto carattere ogni tanto” rispose Ib.

“Grazie mille piccola Ib...” ironizzò il ragazzo.

“Avete finito con questa scenetta da quattro soldi?” chiese il signore, facendo segno di venire avanti.

Amy scappò dalla presa della bambina e saltò sul cilindro viola, ridendo a crepapelle.

Ammetto che non mi mancava per niente la sua risatina agghiacciante...

L’uomo si mise la pipa in bocca e fece qualche tiro, noncurante della bambola sulla sua testa e continuando a fissare i due giovani.

“Venite vicino a me, vi racconto una storia”

Ib corse subito verso di lui, sedendosi per terra davanti al trono.

“Ib!” Garry non riuscì a fermarla e quindi fu costretto a seguirla.

Sentiva un conato di vomito salirgli su per la gola a causa di quel maledetto odor di fumo misto a morte e sangue, voleva assolutamente andarsene.

Si sedette vicino alla sua amica, tutta contenta di sentire una storia, e le strinse la mano.

“Io sono il Gentiluomo Fumatore” cominciò a parlare l’uomo, facendo uscire dalla sua bocca del fumo, Garry tossicchiò e poi il signore continuò “La storia che sto per raccontarvi è una storia di paura e morte...”

Il suo sguardo era incantatore e i due non poterono far altro che stare ad ascoltare.

“La lezione che dovete imparare quest’oggi è quella di eliminare le vostre...” si alzò dal trono e si inginocchiò proprio di fronte a loro “...Più oscure...” si mise la pipa in bocca e fece un lungo tiro “...Paure” con quest’ultima parola riempì i volti dei due di fumo, tant’è che non riuscirono più a respirare e sentirono girare la testa.

 

Ib strizzò gli occhi perché le dolevano con tutto quel fumo addosso e si alzò in piedi.

Pochi istanti dopo aprì di scatto gli occhi e quello che vide fu solamente il buio totale.

“Garry?” disse con voce tremula “Dove sei Garry?”

Sentì come un fruscio provenire da dietro di lei, sobbalzò, si girò di colpo e emise un piccolo urlo.

Ho paura... Ho tanta paura... Sono rimasta sola, non c’è nessuno qui con me e sono al buio. Non vedo niente.

“C’è qualcuno? Amy?” fece un passo avanti nell’oscurità, sperando di ricevere una risposta, ma non accadde nulla.

Si teneva una mano sul petto, mentre l’altra protesa in avanti per paura di urtare qualcosa.

Percepì che sotto di lei il pavimento stava cambiando, non c’erano più piastrelle o altri rivestimenti, ma solo fanghiglia.

Camminava piano, un passo dopo l’altro, piccolissimi e per poco non sprofondò nel terreno.

Urlò e cadde a terra, rialzandosi subito e pulendosi le mani sul vestito.

Pian piano si stava abituando anche all’oscurità, ma si rese conto che non c’era assolutamente nulla se non lo spazio infinito di quel posto.

Dove sei Garry? Perché mi hai abbandonato?

Le lacrime cominciarono a scendere copiose sul suo viso e d’un tratto sentì un fischio, si guardò intorno, ma non notò nulla.

Questo fu seguito da un altro fruscio.

Decise di proseguire e ancora una volta il terreno cambiò consistenza, ora era diventato di ghiaccio.

Scivolò e picchiò con il fondoschiena, poi si mise a carponi e vide il proprio riflesso sul ghiaccio.

Finalmente una fonte di luce...

Il pavimento gelato era sì trasparente, ma non per questo illuminava anche quello che c’era intorno alla piccola bambina spaventata.

Arrancò ancora per qualche minuto, cercando di non ruzzolare ancora per terra, poi sentì come se qualcuno la stesse osservando.

“Sei te Garry? Amy?”

Notò nell’oscurità due occhi rossi e in un primo momento pensò fosse la bambola, allora si alzò in piedi e corse verso di lei, ma i due puntini svanirono all’istante.

Qualcuno le toccò la spalla e lei si sentì gelare le vene, si girò di scatto, ma non vide nessuno.

Che cosa sta succedendo? Dove mi trovo?

Un ruggito la fece trasalire e iniziò a correre più veloce che poteva, sbattendo ad un tratto contro qualcosa di duro e fatto di legno.

“E questo cos’è?”

 

Garry sentì i polmoni pieni di gas nocivo e boccheggiò, sdraiato per terra.

La prima cosa che fece fu quella di guardare la sua rosa e notò subito che un petalo era andato perso.

“Ib, stai bene?” chiese e voltò lo sguardo verso di lei, o meglio, pensava di averlo voltato verso di lei.

La bambina non era più al suo fianco e non c’era neanche il Gentiluomo Fumatore e il suo trono.

Al suo posto vi erano alberi, le chiome erano scure, come se le foglie fossero tutte grigie, marroni e nere. Sotto di lui c’erano terriccio e erba entrambi umidi e la notte governava quel posto.

“Dove sei Ib?” si preoccupò all’istante di ritrovare la sua amica, ma non la vedeva da nessuna parte.

Si alzò da terra e si mise a camminare, non sapendo dove andare.

Aveva capito che si trovava in una specie di bosco, probabilmente era stato l’uomo a portarlo lì.

Forse i protagonisti della storia siamo noi...

Si ritrovò a pensare.

Ad un certo punto le gambe non lo sorressero più e si accasciò sulle ginocchia, si mise le mani sulla testa, premendola forte e cominciò a urlare di dolore.

“Basta! BASTA!” non sapeva perché si stava comportando così, ma sentiva che c’era qualcosa che non gli permetteva di star bene, che gli opprimeva il petto e faceva pressione nella sua mente.

“Andate via! Via dalla mia testa!”

Cosa mi sta succedendo?

Riuscì a mettersi in piedi a fatica e poggiò la schiena su un tronco, tenendosi sempre le mani sulle tempie e lanciando grida di sofferenza.

Improvvisamente, come era venuto, il dolore scomparve e Garry si ritrovò ad ansimare steso contro l’albero.

Si riprese in poco tempo e continuò la sua marcia, prese anche un ramo da terra per segnare sul legno gli alberi in cui era già passato davanti.

L’atmosfera poco dopo si fece diversa, il cielo aveva preso era nero pece e si confondeva con il fogliame, ma tutto ciò metteva in risalto il colore del sangue sparso qua e là per il bosco.

Ti prego, fai che non sia di Ib...

Prese un respiro profondo e cercò di evitare le macchie rosse per terra, poi sentì un gocciolare e guardò che si stava formando proprio una pozzanghera di sangue in quel momento.

Alzò gli occhi al cielo e mancò poco perché non vomitasse: c’era un uomo impiccato senza testa che penzolava attaccato ad un ramo.

Indietreggiò fino a scontrarsi contro un tronco, sentì qualcosa sopra la sua testa, guardò in alto e un altro cadavere, questa volta di una donna, era impiccato all’albero senza gli arti superiori e inferiori.

Garry cacciò un grido e si toccò i capelli, cercando di togliersi il sangue che era colato sopra.

Voglio andarmene subito!

Cominciò a correre, ma si rese conto di star girando intorno.

Avvertì qualcuno toccargli la schiena, allora si girò di scatto e vide per una frazione di secondo degli occhi rossi iniettati di sangue che sparirono subito dopo.

“Amy! Se questo è uno dei tuoi solito scherzetti, non è affatto divertente!”

Sentì nuovamente delle voci nella testa che gli dicevano: “Sei un assassino” “Devi soffrire

“Non sono un assassino!” rispose lui, urlando.

Devi morire” questa frase su seguita da una risata maligna.

“No, NO!”

Fu come se qualcuno o qualcosa lo tenesse a forza per il mento e fu costretto a stare con gli occhi fissati verso l’alto, decine di corpi erano appesi su ogni ramo e a Garry mancò il respiro.

Devi morire” un sussurro veloce.

Il ragazzo fece qualche passo indietro e rotolò per terra, inciampando in qualcosa, una corda intrisa di altro sangue ancora fresco.

Devi morire...

 

Una luce accecante si sprigionò solo e unicamente su quell’armadio dove era andata a sbattere Ib.

Lei si coprì gli occhi con una mano, cercando di riabituarsi.

Non sapeva cosa fare, ma non c’erano molte alternative, doveva aprire quell’armadio.

L’anta cigolò e Ib fece per aprirla piano, ma un colpo di vento la fece spalancare e da essa uscirono centinaia di mostri dai lineamenti raccapriccianti.

Chi con le corna, chi con denti aguzzi e altri ancora con artigli o squame e incutevano terrore al sol vederli di sfuggita, soprattutto alla piccola bambina.

Ib urlò con quanto fiato aveva in gola e scappò via, corse a lungo, ma era inseguita da tutti quei mostri e non sapeva dove andare, non vedeva niente e non era neanche tanto veloce.

Garry ho paura, vienimi a salvare...

Ib era stanca, non vedeva l’ora di fermarsi e riposare.

Ansimava e piangeva senza neanche rendersene più conto, voltò lo sguardo indietro e vide ancora i mostri inseguirla.

Uno che puzzava terribilmente di fogna e che aveva anche un colorito verde oliva e viscido allungò una zampa verso di lei per agguantarla e magari ucciderla.

“No!” urlò e avvertì che stava per prenderla.

Aumentò il passo, ma si sentiva in trappola.

Arrivò nuovamente nella zona lastricata di ghiaccio e ebbe paura di cadere, in effetti fu così.

Slittò via per qualche metro, cercò di rialzarsi, ma riuscì solamente a voltarsi verso i mostri che venivano verso di lei.

Non voglio morire...

In quell’istante ripensò a tutto quello che era successo da quando era entrata nel mondo di Guertena: aveva incontrato Garry, era riuscita ad affrontare molte prove rischiose e a rimanere salva fin adesso.

Poi le venne in mente il Fumatore e alle sue parole, alla scritta sulla porta e fu come un fulmine a ciel sereno.

Di scatto aprì gli occhi, guardando con aria di sfida tutti i mostri che si stavano avvicinando e si rialzò in piedi.

 

Garry sentì pulsare le membra e si tirò su da terra.

Davanti a lui c’erano delle ombre, le stesse che aveva visto appena entrato all’interno del cuore azzurro.

Ora che poteva vederle bene capì che erano un corpo unico, con le braccia, ma senza gambe infatti levitavano, la testa era a forma di palloncino, senza bocca o orecchie ed erano tutti neri con solamente gli occhi in rilievo, di quel rosso acceso che incuteva angoscia e panico.

Voglio andarmene da questo posto, ho paura...

Quei demoni allungarono le braccia, il ragazzo indietreggiò a carponi, sporcandosi così tutta la giacca di terriccio e sangue.

“Andatevene!”

Un sibilo proveniva dai quei mostri e Garry ebbe un brivido lungo tutta la spina dorsale.

Cinque di loro gli furono sopra, il ragazzo agitò le braccia cercando di cacciarli via, ma le sue dita passavano attraverso i corpi.

Li percepiva dentro la testa, non poteva liberarsene.

L’odore del sangue era intrinseco nelle ombre e a Garry venne il voltastomaco.

Tutti e cinque lo presero e sollevarono, tenendolo per le gambe e i piedi.

Perché io non posso toccarli e loro sì? Devo liberarmi e ucciderli... Ma no, a cosa sto pensando? Io non sono un assassino!

Devi morire” ancora quella voce nella sua testa.

Improvvisamente si sentì cadere e le ombre erano tutte intorno a lui.

Si guardò la mano e si accorse di avere un coltello.

“Ma c-cosa...” scrutò uno a uno gli spiritelli e cominciò a dimenare l’arma “Andatevene se non volete che vi uccida!” iniziò a piangere e il dolore alla testa tornò.

Assassino...

Si scagliò contro un’ombra e la tagliò in due, il sangue schizzò dappertutto, imbrattando i vestiti del ragazzo.

Cosa sto facendo?

Fu colto di sorpresa quando da dietro gli fu messo il cappio al collo.

Cercò di liberarsi inutilmente, il coltello era sparito e non poteva neanche tagliare le corde.

Non voglio morire... Io devo proteggere Ib! Dobbiamo uscire da questo mondo!

Fu trasportato in volo fino ad un ramo e il respira iniziava a cessare.

Ma come faccio se sono un povero essere umano senza coraggio e senza forza... Merito di morire...

Altre lacrime sgorgarono dai suoi occhi.

Gli venne in mente il volto della piccola Ib e pensò a quanto le volesse bene e a quanto era diventata matura nonostante avesse solo nove anni.

Senza sapere il motivo, ripensò anche al Gentiluomo Fumatore, alle sue parole e a quelle scritte sulla porta.

Aveva ragione: erano loro due i protagonisti della storia e ora sapeva cosa fare.

 

“Io non ho paura di voi!” Ib strinse i pugni e guardò dritto in faccia i mostri.

Questi si fermarono un istante, sogghignando.

“Mia mamma ha sempre detto che non esistono i mostri nell’armadio e neanche sotto il letto! Però mi fa tenere la luce accesa fin quando non mi addormento perché ho paura che voi veniate a rapirmi, ma adesso so che non esistete. Siete solo il frutto della mia immaginazione” puntò il dito contro di loro che sembrarono arrestarsi definitivamente.

Ib fece un sorrisetto di compiacimento.

“Io non ho...” fece un passo avanti “Paura di voi!” disse a squarciagola.

I mostri si guardarono intimoriti e iniziarono a svanire tra le urla e i gemiti più spaventosi che Ib avesse mai sentito.

Entro qualche secondo ritornò nella stanza dell’uomo che fumava la pipa.

Era seduto sul suo trono e, appena la vide, fece un ghigno sarcastico e concentrò tutta la sua attenzione sul ragazzo che era ancora a terra.

Ib se ne rese conto, nonostante il fumo che era in mezzo a loro due e lo vide in preda alle convulsioni, imbrattato di sangue e che respirava a fatica.

 

Garry chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.

Non sono un assassino...

Iniziò a pensare tranquillamente.

E non morirò di certo impiccato da queste ombre. Sono solamente un’illusione.

Ormai era stato legato al ramo, ma i demoni ancora lo sorreggevano, poi improvvisamente lo lasciarono andare a se stesso.

Oscillò avanti e indietro e sentì la gola bruciare, l’aria non passava più dal naso e dalla bocca fino ai polmoni, ma a lui non importava niente.

“Non ho paura...” gemette “Non mi farete niente perché è solo una finzione...”

La storia la scrivo io e non finirà come vuole il Fumatore...

Pian piano sentì l’aria tornare, e i piedi toccarono terra, la corda si era sciolta e il sangue stava svanendo dai suoi abiti così come tutta la foresta.

“Ho vinto io...” sorrise.

Trasalì e si ritrovò nella stanza dalla quale tutto era iniziato.

Aveva gli occhi pieni di pianto anche a causa del fumo che appestava tutta l’aria.

Sentì una voce vicino a sé, voltò lo sguardo e vide Ib.

“Ib!” l’abbracciò con quanta forza gli era rimasta.

“Garry sei vivo! Non sia quanta paura ho avuto!” ricambiò l’abbraccio, affondando la testa nel petto del ragazzo.

“Ma ora non ne hai più, giusto?”

La bambina scosse la testa.

“Ecco un’altra scenetta da quattro soldi...” fece l’uomo, ispirando e espirando altro fumo.

“Non hai esagerato? Ihih” chiese la bambola, che era appesa a testa in giù dal cilindro viola.

“Questo è il mio lavoro, te fai il tuo”

“Amy, sei davvero una persona di poca fiducia” disse Garry “Con chi sei schierata? Con noi o con loro?”

“Garry...” Ib gli tenne un lembo di giacca.

“I-io...” la bambola saltò in braccio alla bambina, come faceva di solito “Con i miei amici, ihih”

“Lo sapevo” Ib rise e strinse la sua amica.

Garry non sapeva cosa fare con lei, non riusciva proprio a fidarsi del fantoccio di Guertena.

“Avete imparato la lezione” l’uomo incrociò le braccia “Quindi vi spetta di proseguire” si alzò dal trono e cominciò a camminare in tondo per tutta la stanza “Certo potrei uccidervi qui e all’istante...”

I due sobbalzarono.

“Ma non lo farò...” concluse il Fumatore “Non sarebbe giusto...”

Andò dietro al trono e fece segno di seguirlo, così fecero e videro che c’era una leva proprio sullo schienale.

L’uomo l’abbassò e subito il fumo che era intorno ad esso si trasformò in due ingranaggi che spostarono il trono dalla sua postazione e fu rivelato così un passaggio.

Sotto a quello c’erano delle scale, ma non si vedeva dove avrebbero condotto.

“Andiamo Ib” disse Garry, deciso e raccogliendo tutto il suo coraggio.

“Sì Garry” rispose la bambina e insieme si incamminarono ancora una volta, con anche Amy e con il Gentiluomo Fumatore che li salutava cordiale con la mano mentre il passaggio si richiudeva.

 

 

Fineee! :) Cioè, la storia continua ma il capitolo è finito! Ahaha
Spero vi sia piaciuto e che non ci siano errori, dato che per la fretta non ho neanche riletto tutto il capitolo...ma sì dai, speriamo bene :)
Un grazie a tutti quelli che andranno avanti a leggere e che commenteranno, metteranno tra i preferiti eccetera :)
Grazie anche per la vostra santa pazienza!
Alla prossima!!!!

Flor :D

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Come non detto...Non ci crederete mai, ma due giorni dopo che ho pubblicato lo scorso capitolo, si è rotto il computer .-. dopo sono andata al mare e sono tornata ieri ed ecco che metto subito un nuovo capitolo... Spero che mi perdoniate per questa sfiga ahaha
Vi lascio con questo nuovo capitolo che darà una svolta alla storia. Ci vediamo sotto! Ciaaaooo! :)


Capitolo 6

Man mano che procedevano, l’oscurità cominciava a prevalere sulla luce, perché il trono stava tornando alla sua posizione originaria, chiudendo così l’entrata nel passaggio segreto.
Ib aveva nel taschino della camicetta Amy, mentre teneva stretta la mano del compagno d’avventura, un po’ sudata per via di tutto quello che era successo.
“Hai paura Ib?” chiese Garry.
“N-no...” mentì la bambina.
“Perché non conti i gradini?” rispose lui con un sorriso “È un ottimo metodo per distrarsi”
“Uno...due...” cominciò, guardando per terra e tenendo il conto con le dita libere.
Continuarono a scendere le scale, e dopo qualche secondo già Ib aveva smesso di conteggiare perché annoiata.
“Non ha funzionato?” domandò Garry.                 
“No, per niente” ammise lei.
Ormai la vista si era abituata a quel buio, ma il passaggio si faceva sempre più basso. Per Ib non era un problema, ma Garry fu costretto a incurvarsi un po’ con la schiena, poggiando una mano sulla parete di roccia alla sua sinistra.
Ad un certo punto Amy si mise a canticchiare una melodia che sembrava come una filastrocca, poi, dopo aver accennato la melodia un paio di volte, iniziò a cantare:
 
Andiamo insieme a giocare.
Su! Non te ne devi andare.
Ma se mi provi ad abbandonare,
allora ti dovrò ammazzare.
 
Ai due amici venne un brivido su per la schiena e la bambola si mise a ridere.
“Cantiamo insieme, ihih”
“Non ci penso nemmeno...” affermò Garry “Non mi sembra una canzone adatta”
Anzi, per essere adatta a questo posto, è adatta, ma non mi sembra il caso.
“Ib, canti almeno te? Ihih” fece una vocina come per fare la vittima, per poi ridere in modo agghiacciante.
“Qualcosa di allegro però” rispose la bambina con un sorriso.
“Ma questa è allegra!” sottolineò la parola allegra con enfasi.
“Non voglio sapere allora come sarebbe una canzone triste...” pensò ad alta voce il ragazzo, per poi alzare il tono “Stai zitta Amy”
“Non trattarla così” fece Ib, con una punta di rabbia “Non è colpa sua”
Improvvisamente la bambola saltò fuori dalla camicia e puntò le mani sul muro, cominciando a tremare e a urlare.
“Basta! Lasciami in pace! In pace, ihih!”
I due si bloccarono e la guardarono gridare, Ib cercò di prenderla in braccio, ma il ragazzo la tenne vicino a sé.
“Lasciala stare...” disse poi, pensando che fosse sempre più pazza.
“NON VOGLIO!” l’urlo della bambola era talmente potente che entrambi dovettero tapparsi le orecchie con le mani.
Ib poggiò la fronte contro lo stomaco dell’amico e lui la tenne stretta a sé, proteggendola con il grande cappotto. Credevano che gli sarebbe esploso il cervello se Amy non si fosse fermata immediatamente, ma le sue grida non cessarono, anzi erano aumentate d’intensità.
Mancò poco che Ib svenisse, ma Garry la tenne per le spalle.
Subito dopo tornò il silenzio, Amy era crollata a terra, con la faccia contro il pavimento e sembrava come se non avesse più vita.
La bambina si accucciò e la toccò delicatamente con le dita della mano destra, appena la sfiorò questa sembrò tornare in sè.
“Ib! Ihih”
La piccola sussultò, mentre Garry era dietro di loro di qualche gradino, incapace di fare qualsiasi cosa, era nello stesso tempo terrorizzato e arrabbiato, si sentiva come se avesse voluto prendere per mano Ib e correre via il più lontano da Amy.
Non va bene per niente... Non è buona, non può esserlo, fa parte di questo mondo e qua nulla è buono.
La bambola saltò in braccio a Ib e fu come se tutto fosse tornato come prima, si era addirittura rimessa a canticchiare la canzoncina macabra.
“Stai bene Amy?” chiese la bambina.
“Certo, ihih. Perchè non dovrei?” fece di risposta la bambola, inclinando la testa come solo qualcuno senza ossa poteva fare.
“N-niente...”
Non si ricorda cos’è successo poco fa?
Si domandò Ib, ma questo pensiero fu subito interrotto dalla vista di una luce proprio davanti a loro.
“Guarda Ib! C’è qualcosa là” esclamò Garry e si misero a camminare più velocemente.
Le scale erano finalmente finite e si ritrovarono davanti un corridoio, illuminato solo da una fiaccola proprio dove si erano fermati.
Il ragazzo fece leva per tirarla fuori dal muro al quale era appesa e ci riuscì senza troppo sforzo.
“Andiamo” disse con un sorriso e ripresero a camminare.
Questa volta, rispetto alle altre, non era un corridoio infinito, anzi poco dopo scorsero una porta.
Speriamo non sia chiusa...
Pensò Garry e girò il pomolo, era come incastrato e la porta non si apriva.
Maledizione! Ho parlato troppo presto.
Amy rise come era solita fare e salì sulla testa della bambina, sedendosi sopra e rimanendo in perfetto equilibrio.
“Come la apriamo?” chiese Ib.
“Non so, ma spero non serva una chiave, perchè era tutto dritto il percorso e non c’era assolutamente niente” si scoraggiò il maggiore, appoggiandosi alla parete e sentendo uno strano rumore come un click.
Si girò e notò che c’era una scritta:
Labirinto.
Tutto qui, niente di più e niente di meno.
“Beh, a quanto pare dietro questa porta c’è un labirinto...” disse Garry.
“Già” sorrise Ib.
Guardarono verso la porta e si accorsero che era socchiusa.
Si fecero coraggio e attraversarono la soglia.
Davanti a loro c’era uno scenario completamente diverso, sicuramente non erano più in uno spazio chiuso, ma all’aria aperta: c’era un immenso giardino e riuscirono a vedere in lontanza l’ingresso del labirinto.
Intorno a loro c’erano infinite rose, a sinistra erano tutte rosse e a destra erano tutte blu. A differenza di quelle che avevano nelle tasche, queste non emanavano alcun tipo di energia, erano semplicemente fiori e si trovavano dietro a delle ringhiere davvero alte e molto belle.
“Che bello!” esclamò la bambina guardando prima da una parte e poi dall’altra.
“Sì, ma stai attenta” l’avvisò Garry.
Non c’era un confine, la vista si perdeva verso il nulla e l’unica cosa da fare era andare ancora dritti, seguendo il piccolo viale di sassolini, ed entrare nel labirinto.
Ib era rimasta incantata dal paesaggio, sollevò lo sguardo e notò che il cielo era di un azzurro talmente limpido da essere quasi irreale, e in effetti lo era, ma che più ci si avvicinava all’ingresso e più si oscuriva.
Girò il volto indietro e sobbalzò. Tirò la giacca dell’amico.
“Cosa c’è Ib?” non ebbe bisogno di una risposta perchè quello che vide fu sufficiente.
Tutte le rose che avevano superato erano marcite, i petali dal marroncino al nero erano caduti a terra, creando come un tappeto oscuro e i sassolini della strada si erano trasformati in pezzi di vetro tagliente, non avevano altra scelta che andare avanti perchè altrimenti si sarebbero fatti davvero male, dato che non potevano neanche attraversare il campo di fiori secchi a causa delle sbarre, diventate spinate.
“Tutto questo non mi piace per niente...” sussurrò il ragazzo, osservando anche il cielo nero come la pece.
Un boato li fece trasalire, non erano riusciti a capire che cosa fosse, ma li aveva spaventati a morte.
Garry prese per le spalle la bambina e si avviarono verso l’ingresso del labirinto. Era un’arcata enorme di pietra, decorata con bassorilievi rappresentanti le stesse donne dei quadri di Guertena, tutte tenevano tra le mani una rosa e la stavano divorando con gusto.
“Dobbiamo addentrarci per forza...” continuò a sussurrare Garry.
Le pareti interne del labirinto erano altissime e formate sia da pilastri sia da cespugli e spine, davvero uno spettacolo che era nello stesso tempo magnifico e spaventoso.
“Giochiamo a nascondino! Ihih” Amy saltò a terra e si mise a correre a braccia aperte, svanendo poco dopo tra gli infiniti corridoi.
“Amy! Non allontanarti!” provò a gridare Ib, ma ormai la bambola se n’era già andata.
La sua risata echeggiò nelle loro orecchie e Garry si sentì come se stesse per succedere qualcosa di terribile “Non ti ascolta mai quella Amy...”
Ib sospirò tristemente e con lo sguardo basso cominciarono a camminare, anche se non sapevano come orientarsi.
“Affidiamoci al caso per questa volta, sperando bene” disse il ragazzo, vedendo l’amica stanca “Non preoccuparti piccola” si abbassò alla sua altezza e le alzò il mento con l’indice della mano destra “Ti riporterò dai tuoi genitori, è una promessa che manterrò” sorrise e il cuore di Ib si accese di speranza, vedere il volto del maggiore così sereno in una situazione del genere le infondeva sicurezza e gioia. Non vedeva l’ora di tornare a casa e di rivedere Garry fuori dal mondo di Guertena.
Ora, più sereni, si incamminarono verso l’ignoto del labirinto.
Al primo bivio voltarono a destra, poi ancora a destra e a sinistra.
“Aspetta...” Garry allungò un braccio per fermare l’amica e le fece segno di stare in silenzio.
C’è qualcuno o qualcosa con noi...
Sentiva il frusciare del vento che colpiva come una lama le pareti del labirinto e anche dei gemiti d’agonia, ma non riusciva a capire da dove provenissero.
Anche Ib se ne rese conto e le mancò un battito dalla paura, ingoiò a vuoto e insieme ripresero il loro percorso, cercando di andare dalla parte opposta dei versi.
Sembra siano cessati...
Garry tirò un sospiro di sollievo e si portò una mano al cuore, sentendone il battito accelerato, poi guardò la bambina che teneva i muscoli contratti, era davvero molto tesa, così le accarezzò i capelli castani per rassicurarla.
Ib si girò verso di lui e gli fece un gran sorriso, come per fargli capire che andava tutto bene, anche se non era proprio vero, sollevò lo sguardo al cielo ancora una volta e una tinta rossa faceva come da perimetro a delle finte nubi sopra le loro teste.
Sentiva il suo piccolo cuoricino battere all’impazzata e mise mano alla sua rosa, constatando che non aveva perso altri petali.
La tenne stretta per il gambo, mentre l’altra mano era in quella del compagno e continuava a camminare con la tristezza e la stanchezza nel corpo.
Garry sentiva il corpo pesante e all’ennesimo bivio si lasciò scappare un sospiro e rimase a testa bassa, mentre non poteva far altro che mettere un piede davanti all’altro, sperando che prima o poi fossero riusciti a uscire dal labirinto pieno di malvagità.
“Sei stanca Ib?”
“No...” mentì e Garry sorrise scuotendo la testa.
Come sei forte piccolina...
E le strinse di più la mano come per confortarla.
Improvvisamente il ragazzo fu sicuro di aver visto un’ombra nera, forse un ramo o forse uno di quei demoni senza volto.
Garry strattonò la bambina per cambiare strada, impaurito che ci fosse del pericolo poco più avanti nella via che stavano per imboccare.
“Garry, secondo te stiamo girando in tondo?”
“Non credo, stiamo andando avanti, speriamo solo di non andare in un vicolo cieco”
“Sì, hai ragione” sorrise “E Amy?”
“Cosa?” si sentì innervosito a sentire il nome della bambola, proprio non gli piaceva per niente.
“Pensi che si sia persa?”
“Non mi interessa. Fosse per me, la lascerei qua per non vederl-...” non poté finire la frase che un braccio uscì fuori dalle pareti del labirinto e lo agguantò con le dita allungate e demoniache e lo strinse con tutta la forza che aveva.
“Garry!” urlò Ib e cercò di tirarlo verso di sè, purtroppo senza riuscire a combinare niente, con la poca forza che aveva nelle braccia.
Il ragazzo gemette dal dolore, quella mano stava diventando sempre più grande a vista d’occhio e gli circondava il petto.
Un’altra fuoriuscì dal cespuglio e gli avvolse le gambe, cercando di portarlo all’interno della parete.
“Ib! Scappa!” gridò Garry, mentre un petalo di rosa blu si era staccato dal proprio gambo.
“Non posso!” esclamò la piccola e lo tenne per una mano, tirandolo, ma il mostro fece in modo di animare il cespuglio e da questo uscirono dei rami spinati che graffiarono la bambina in volto e fu costretta a lasciare la presa.
“Ib!”
Una risata ancora più agghiacciante di quella di Amy rimbombò nel labirinto e Garry tremò dalla paura.
I rami, elastici come un serpente, avvolsero tutto il corpo del ragazzo, facendo in modo di bloccare qualsiasi suo movimento.
È questa la mia fine...
Si ritrovò a pensare, mentre le spine si conficcarono all’interno del suo corpo, facendogli perdere sangue.
Guardò la bambina che aveva le lacrime agli occhi e non sapeva cosa fare per liberarlo, era inerme inginocchiata al suolo con le mani puntate per terra e tremava.
“Garry...” un semplice sussurro.
I rami erano arrivati a stringergli persino la gola e quasi non riusciva a respirare.
Dagli occhi di Garry scesero piccole lacrime, non poteva muoversi altrimenti le spine si sarebbero conficcate ancora di più dentro di lui, l’unica cosa che poteva fare era restare lì immobile, in attesa di venir portato via.
Vieni da me...” il ragazzo aveva sentito una voce, non riusciva a capire se fosse di un uomo o di una donna, pareva provenire da dentro il suo corpo e iniziò a martellargli forte il cranio.
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola e la mano nera che prima lo stringeva per la gamba si posò sul suo viso e premette contro.
Non respiro più.
Sentiva il proprio sangue gocciolare e altri due petali si erano staccati, uno di questi era caduto al di fuori della giacca del ragazzo e la piccola sgranò gli occhi.
“No Garry!” Ib si scagliò contro la mano e con tutte le sue forze cercò di far diminuire la presa sul volto dell’amico.
Le lacrime ormai sgorgavano come un fiume in piena e la vista le si era fatta pallida, nonostante ciò continuava a fare tutto quello che era in grado per salvarlo.
Aprì la bocca e morse il dito indice, tanto da strapparlo via, ma di risposta il demone aggrovigliò con un altro giro di rami il corpo del ragazzo.
“No!” fece la bambina e fu scaraventata sulla parete opposta da uno di questi.             
“Basta Ib...” cercò di dire Garry, anche se non aveva quasi più fiato “Raggiungi la fine senza di me...”
“Cosa stai dicendo Garry?!” urlò in preda al panico e continuando a piangere “Noi dovevamo andarcene insieme!” si rimise in piedi con le mani strette davanti al cuore e tremando in tutto il corpo.
Adesso andrai con loro...” ancora quella voce che solo il ragazzo riusciva a percepire.
“Scusami...se non sono riuscito a proteggerti come dovevo” sorrise il maggiore.
“Non andartene Garry!”
Altri due petali blu lasciarono la rosa, posandosi sul fondo della tasca del lungo giaccone.
Garry sentì di star perdendo molto sangue e forse le spine erano anche avvelenate.
Non aveva la forza di liberarsi, non sapeva cosa fare se non arrendersi all’oscurità e alla morte.
Le mani cominciarono a trarlo verso di loro, ritornando all’interno della parete.
Ib allungò le braccia come per fermarlo, ma era inutile.
Garry la intravide tra le dita del demone.
“Ciao Ib”
“Garry! GARRY!” si lanciò ancora una volta verso il ragazzo, questo allungò la mano più che poté e sfiorò le dita della bambina, ma pochi attimi dopo era stato completamente inglobato all’interno della parete di foglie e rami.
Ci volle qualche minuto perchè Ib riuscisse a capire che il ragazzo non c’era più, era stato allontanato da lei e portato via per sempre.
“Non è possibile... Lui non può essere...”
Morto...?
La bambina era a bocca aperta a guardare davanti a sè quello che ora era tornato un semplice cespuglio che fungeva da parete per l’immenso labirinto.
Si avvicinò con passi piccoli e leggeri e lo tastò.
Inutile.
Cadde per terra, sbattendo le ginocchia e ricominciando a piangere.
Si tenne le mani davanti al viso, bagnandole tutte di quelle lacrime salate che avevano dentro il sè il dolore di una perdita.
Garry, torna da me ti prego. Non mi lasciare da sola. Ho paura.
Continuava a pensare queste cose, mentre singhiozzava e restava immobile per terra, senza più sapere dove andare e cosa fare senza il suo compagno d’avventure, senza il suo più caro amico, senza l’unica persona in grado di confortarla e portarla in salvo.
Con la coda dell’occhio vide quello che era stato uno dei petali della vita di Garry.
Senza pensarci un secondo lo prese in mano e lo strinse forte contro il suo petto.
Emanava ancora una tiepida luce verde, come se non fosse sparito del tutto il suo potere, ma era così flebile che era sicura si sarebbe spenta nel giro di pochi minuti.
Non aveva le forze per alzarsi, nè per andare avanti.
Era rimasta da sola, così come quando era entrata nel mondo di Guertena, ma in quel momento non aveva ancora fatto la conoscenza di quel ragazzo dai capelli lilla.
Tutto il suo spirito era crollato.
Avevano superato tanti ostacoli insieme e non riusciva ancora a crederci che per via di un semplice braccio sbucato fuori dal nulla lui non ci fosse più.
Estrasse la propria rosa vedendo che le rimanevano solamente due petali, infatti si sentiva anche il corpo appesantito e il cuore le doleva, o forse tutto ciò non era causato dalla sua rosa.
Era ancora troppo piccola per poter comprendere un dolore del genere, eppure ne aveva già fatto esperienza.
Si sentì così inutile che si abbandonò completamente al suolo, rimanendo ad occhi chiusi.
Aspetterò qui il tuo ritorno...e se non dovesse succedere, allora rimarrò qui in ogni caso sperando di esser io a venire da te.
Altre lacrime caddero dai suoi occhi rossi.
 
Sono morto. Che strana sensazione, mi fa male tutto il corpo, mi sento ancora come se stessi sanguinando e il respiro... Io sto respirando, com’è possibile? Beh, forse nel Paradiso ci sono le stesse funzioni vitali che sul mondo terreno...
Garry sentì bruciargli lo stomaco e aprì gli occhi di scatto.
Era come se fosse cieco, dato che l’unica cosa che riusciva a percepire era l’oscurità, oppure tutto era avvolto dal buio.
Questo non riusciva a capirlo.
Sono morto? Sto andando all’Inferno? Non capisco... Questo dolore mi sta pervadendo dalla testa ai piedi. Se non sono ancora morto, allora manca poco.
Richiuse gli occhi e la figura della piccola Ib le si mostrò davanti.
Cominciò a piangere in silenzio, la tristezza dello sguardo della bambina prima che se ne andasse era peggio che perdere l’ultimo petalo della propria rosa.
Scusami.
Non poteva pensare ad altro che all’averla lasciata sola.
Ce la farai anche senza di me. Ne sono certo.
Improvvisamente una luce lo colpì e fu costretto a mettersi le mani sul volto nonostante fosse già ad occhi chiusi.
Stai per arrivare da me.” Era la voce di poco prima, di quando era stato intrappolato dalle mani demoniache.
Si chiedeva di chi fosse, ma non era in grado di capirlo, non l’aveva mai sentita prima d’allora.
La luce sembrò affievolirsi, allora Garry aprì l’occhio destro, guardando attraverso le fessure delle proprie dita.
Solo in quel momento si rese conto che era disteso a pancia in su e che sopra di lui si estendeva un cielo rosa, ma minaccioso, denso di aura spiritica malvagia.
Si mise seduto e ancora una volta non riusciva a comprendere cosa stesse succedendo.
Mi sto muovendo da solo.
Guardò sotto di sè e vide una decina di quei demoni neri senza volto e dagli occhi rossi che lo stavano trasportando per una stradina dritta e in pendenza, come se fosse una collina.
Si sentì mancare un battito dalla paura.
Dove sono?
Si era reso conto di non essere morto, o almeno così credeva.
Le mani demoniache devono avermi portato da un’altra parte della galleria per allontanarmi da Ib, magari lei è in pericolo e io sono qua senza sapere cosa fare.
I mostriciattoli levitavano in aria e anche tra il ragazzo e quelli vi era uno spazio che li divideva, sicuramente erano dotati di qualche genere di potere magico.
Garry cercò di saltare giù, ma una barriera glielo impedì.
Urlò dal dolore appena toccò questa, come se avesse ricevuto una scossa, poi tastò l’interno della tasca della propria giacca e vi trovò i petali della sua rosa caduti.
La prese in mano e constatò che ne rimanevano solo tre.
Stranamente non era come qualche tempo prima perché riusciva a respirare, i muscoli gli dolevano solo per colpa dei rami spinati e il cuore batteva normalmente.
Era davvero strano quel posto e le sue regole.
Dopo pochi minuti si ritrovò davanti a uno spettacolo agghiacciante: ai limiti della strada c’erano centinaia di spiriti che lo guardavano fissi.
Eccoti, non vedo l’ora di incontrarti
“Chi sei?” urlò il ragazzo alla voce, ma senza ottenere risposta.
Che sia Guertena?
Improvvisamente gli si bloccò il fiato in gola perché davanti a lui si stagliava un albero gigante dalla chioma fitta di foglie bluastre e un ingresso alla base del tronco possente.
In un primo momento si sentì come estasiato e in pace, ma proprio non poteva capirne il motivo, data la brutta situazione nella quale si trovava.
Benvenuto
Garry sussultò, intanto continuava ad avvicinarsi all’albero.
Rimase a bocca aperta tutto il tempo fin quando non attraversò il grande portone di legno.
Benvenuto nel tuo regno
 
Era passata un’ora e Ib era ancora stesa al suolo nel labirinto.
Ad un certo punto sentì il rumore di passi e sperò con tutto il cuore che non fosse qualche statua senza testa venuta a cercarla e a squartarla.
Nonostante ciò non si mosse, stringendo forte la presa sul petalo blu che teneva tra le mani e sospirando per la perdita di Garry.
Qualche istante dopo sentì anche un fischiettio e una risata, una risata molto familiare.
Questa è...
Ib scattò seduta e guardò davanti a sè, subito dopo una testolina blu comparve fuori da una delle tante strade del labirinto.
“Amy!” esclamò felice.
“Ib, ihih!” rispose la bambola e le saltò sul grembo, abbracciandola.
“Pensavo che ti fossi persa e che non ti avrei più rivista” pianse la bambina, bagnando il vestito di Amy.
“Stavo giocando a nascondino, ma nessuno era venuto a cercarmi...ihih” disse quasi tristemente.
“Io ti ho trovata” cercò di sorridere Ib.
“Dov’è Garry?” si guardò intorno la bambola.
Ib non riuscì a contenere altre lacrime, che subito sgorgarono fuori dai suoi occhietti rossi.
“Garry...non c’è più” fece un enorme sospiro “È stato prese dalle braccia scure che sono sbucate fuori dalle pareti e l’hanno trascinato via... Non ho potuto fare niente per lui” abbassò lo sguardo e tirò su con il naso.
“Lo ritroveremo” Amy rise come era solita fare.
“Davvero?” Ib sussultò alle parole dell’amica.
“Certo, ihih!”
“Ma lui è...”
“Lo ritroveremo!” insistette.
“Grazie Amy...”
Ib abbracciò forte la bambola, lasciandole un bacio sulla guancia di pezza e si rimise in piedi.
Sei ancora vivo Garry?
“Su forza, ihih. Seguimi. Io so la strada” la bambola saltò per terra, cominciando a correre.
“Aspettami!” esclamò la bambina, andandole dietro.
Sto venendo da te, ovunque tu sia.
 

Oooooook eccoci qua con anche questo capitolo...non uccidetemi D: 
Io vi voglio bene! Cosa accadrà adesso? Non ne ho la minima idea, tutto quello che so è che fra poco ho il test d'ingresso all'università e che quindi scriverò il nuovo capitolo non appena ho finito con questa scuola .-. non ce la faccio già più...comunque mi è piaciuto molto scrivere questa parte, si forse sono un po' sadica ahaha e spero che anche a voi piaccia! Ringrazio tutti come sempre! Un bacio e alla prossima ;)
PS: Il format è diverso, non trovo più il mio editor a causa del pc che si è rotto ahaha, ma forse è meglio così...adesso le frasi sono tutte attaccate e non c'è più lo spazio tra una e l'altra u.u 
Pace fratelli!
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ciao a tutti!! La scuola dovrebbe essere iniziata, giusto? Mi dispiace molto .-. maaaaa potete sempre consolarvi con un nuovo capitolo di Guertena's Doll!
Garry: Che magra consolazione...
Forse Garry vuole botte, non gli è bastato quello che è già successo! (e pensare che è il mio personaggio preferito...) 
Cooomunque! Vi lascio al capitolo, che è un po' diverso dal solito...leggete per capire cosa intendo :)

Capitolo 7

Amy saltellava da una parte all’altra e per Ib risultava difficile starle dietro.
“Non andare troppo veloce!” l’ammonì.
“Seguimi! È di qua l’uscita, ihih”
Girarono per due volte a destra, poi continuarono ad andare diritto fin quando non arrivarono contro il muro per poi girare ancora a destra.
Ib sollevò lo sguardo per un attimo e vide che il cielo era diventato color fuliggine, ma neanche una nuvola, una stella o qualsiasi forma di vita.
Improvvisamente si bloccò, sentendo un gemito dietro alla parete di roccia che aveva davanti e la bambola stava proprio andando da quella parte.
“Amy...” disse senza alzare troppo la voce.
“Forza, ihih, muoviti”
La bambina camminò lentamente, senza perdere di vista il fantoccio che la precedeva.
Poggiò le mani contro una colonna di pietra fredda e sbirciò oltre.
Vide un manichino di donna, senza testa che continuava a girare in cerchio forse in attesa di qualche visitatore del labirinto.
Ib sussultò e si nascose dietro la colonna.
“Andiamo Ib!”
“Zitta Amy!” le fece anche segno con la mano, ma quella continuava a ridere e le si avvicinò.
Così la statua si accorgerà di me!
La bambola la prese per il calzino e la strattonò per farla uscire dal nascondiglio e continuare il percorso e la piccola si stupì di quanto fosse forte, era in grado di spostarla e trascinarla con sè.
Ib tenne strette le mani contro il petto, sentendo il battito accelerato del suo cuore e facendo grandi passi per oltrepassare quella che era la zona scoperta e dove poteva esser vista.
Però da una parete sbucò fuori un’altra mano demoniaca e Ib non riuscì a trattenere un urlo, fu così che la statua se ne accorse e che, con un ruggito, iniziò a correre verso di lei.
Il braccio nero subito si ritrasse, ma altre due erano dietro di lei pronte ad agguantarla per la camicetta e strapparle via la carne di dosso.
“Ciao” salutò la bambola, agitando la mano di stoffa.
“Cosa fai Amy? Scappa!” la prese in braccio e cominciò a correre.
Sentiva le gambe stanche, ormai stava camminando da ore e ore senza mai riposarsi, inoltre era stata vittima di una marea di emozioni diverse che l’avevano sconvolta e non sapeva come potesse ancora essere integra spiritualmente.
A dir la verità, forse non lo era.
Invece lei non smetteva di mettere un piede davanti all’altro, senza sapere dove andare, sperando solamente che la statua si stancasse di correre dietro di lei.
Come fa a sapere dove sono? Non ha neanche la testa!
Si ritrovò a pensare, mentre Amy si agitava per sfuggire dalla sua presa salda.
Ib guardò dietro di sè e la vide avvicinarsi di molto, era davvero veloce.
Un’unghia appuntita le sfiorò i capelli e Ib gridò in preda al panico, cercando di aumentare il passo.
Amy riuscì a sgattaiolare via e si mise a correre davanti a lei.
“Di qua, ihih” la bambola sparì dietro un angolo e Ib la seguì.
Dei mugolii maligni si sentivano da ogni parte del labirinto, ma il ruggito di quell’essere era peggio di qualsiasi altro rumore.
Ad un tratto Amy girò a sinistra, ma, come la bambina curvò, si ritrovò davanti ad un vicolo cieco.
“Ah!” gridò guardandosi intorno.
E adesso che faccio?!
“AMY!” si ritrovò a urlare verso il cielo.
Si girò di scatto e vide comparire la statua, dalla quale era riuscita a guadagnare un po’ di distacco.
Ormai l’essere animato non correva più, convinto che ce l’avesse in pugno e pian piano le si avvicinò, tenendo sempre le braccia tese in avanti.
Ib indietreggiò spaventata, percepiva il suo cuore e fra poco era convinta sarebbe fuoriuscito dal petto e un attimo dopo l’avrebbe divorato il mostro.
Scosse la testa e continuò ad andare indietro, fin quando non toccò una foglia che faceva da parete insieme al cespuglio.
Sono in trappola...che sia finita anche per me?
Si chiese mentre una lacrima le scese sulla guancia, finendo sul mento, ma senza cadere a terra.
Chiuse gli occhi, facendo un ultimo passo indietro e Garry fu l’unica cosa che le venne in mente.
Che succede?
Non sentiva più le foglie e i rami dietro di sè e anche i ruggiti della statua erano spariti.
La prima cosa di cui si accorse fu il suo respiro, c’era aria pulitissima che le entrava nei polmoni e che le dava un senso di freschezza e tranquillità, non più quell’aria impregnata di malvagità che le opprimeva il petto.
Un tiepido venticello le stava anche scompigliando i capelli, facendo ricadere delle ciocche sulla sua faccia.
Aprì prima un occhio e poi l’altro, scoprendo così di star fluttuando, non c’era niente al di sotto e al di sopra di lei, solo un color rosa candido tutto intorno.
Dove sono finita?
“Amy?” gridò, ma il fatto che la bambola non rispose non le provocò quel senso di solitudine che tanto la impauriva, anzi, si sentiva beata, sospesa immobile.
Cercò di voltarsi e si mise in posizione prona, ma non riusciva a toccare nulla era in uno spazio vuoto con solamente il vento che le sfiorava le guance ed entrava nella sua anima.
Nuotò nel nulla, avanzando di qualche metro fin quando non si accorse di alcune sfumature di rosa più scuro e più chiaro intorno a sè.
Mise i piedi per terra e finalmente riuscì a sentire qualcosa di tangibile, anche se era molto morbido e quasi impercettibile.
Fece qualche passo in avanti e vide degli sbuffi che si ingrandivano e si attorcigliavano tra loro per poi scomparire e far posto ad altri.
Poco dopo comparve davanti a sè una scritta bianca lucente.
Breath
La bambina si ricordava di aver visto un quadro nella galleria con lo stesso nome e le era piaciuto perchè quasi per nulla tetro rispetto agli altri dipinti di Guertena.
Al suo fianco si materializzò un vaso pieno d’acqua limpida e subito Ib immerse la sua rosa, facendola tornare al suo splendore e riacquistando così le forze.
Tirò un sospiro di sollievo e avanzò, così facendo attraversò la scritta che scomparve poco dopo nel nulla e sotto di sè ora percepiva come del cotone che veniva schiacciato dalle sue scarpette.
Si ritrovò a ridere, ma non fece neanche in tempo a rendersene conto che stava precipitando nel vuoto.
Urlò così forte che le sue grida si mischiarono con il suono del vento che riempiva lo spazio intorno a lei, gli occhi erano strizzati per non vedere cosa sarebbe successo da lì a poco e subito dopo si sentì come sprofondare.
Aprì gli occhi, ma le dolevano troppo per poterli tenere aperti, mosse il braccio e si accorse che era finita in una massa d’acqua.
L’impatto era stato davvero forte, ma stranamente non si era rotta nulla, l’unica cosa era il respiro che le mancava e non riusciva neanche a riemergere, sempre se c’era una superficie.
Si agitò in preda al panico, spazzando via in poco tempo tutta la calma di qualche minuto prima e d’un tratto fu come se fosse rinata.
Respirava perfettamente sott’acqua, provò a riaprire gli occhi e questa volta ci riuscì.
Non  ci sto capendo niente...
Ammise a se stessa, mentre mosse le gambe verso un punto sopra di lei, dalla quale proveniva una flebile luce bianca.
La testa castana sbucò fuori dall’acqua e la scrollò per bene, massaggiandosi anche gli occhi con le mani chiuse a pugno.
Ib si guardò intorno e capì di essere precipitata in un fiumicello che si perdeva oltre l’orizzonte e proprio sopra di lei poté vedere il buco dal quale era caduta: era una nuvola rosa e candida.
Sembra zucchero filato.
Si ritrovò a pensare sorridendo e presto si diresse verso la sponda del fiume, rimettendo i piedi per terra, anche se era molto fangosa.
Davanti alla bambina c’era una colomba bianca che spiccò subito il volo e si addentrò in una nuvola, sparendo così alla sua vista.
Pian piano stava tornando la tranquillità dentro il suo corpicino e si stava dimenticando di tutto, estasiata dal panorama che aveva di fronte: era una valle immensa attraversata da un fiume, anche se il cielo era plumbeo e c’era un po’ di fanghiglia, non poteva che sorridere di fronte a quegli uccelli delicati che emettevano un cinguettio dolce.
Uno le si posò proprio sulla spalla e lei lo accarezzò, così questo scappò subito e Ib si ritrovò a rincorrerlo felice.
Non si era neanche resa conto di tutto ciò, l’unica cosa che le attraversava la mente, era giocare come una bambina di nove anni deve fare ed essere sempre solare.
Però ad un certo punto inciampò su un sassolino e cadde a terra con la faccia, si rialzò massaggiandosi il naso e non controllò neanche la sua rosa.
Questo posto è bellissimo.
Si rimise in piedi e guardò volar via altre colombe.
Il vento spostava a gran velocità le nubi e Ib si rese conto che poco più avanti si stava preparando a piovere.
Decise di cambiar direzione e si voltò indietro, proprio in quel momento spalancò gli occhi di colpo: dalla parte opposta del fiume c’era una tromba gigante che prima non aveva minimamente notato.
“Che cos’è questo?”
Fece un’altra corsa e si buttò nelle acque blu del fiume, attraversandolo a nuoto.
Da quando era diventata così impulsiva non lo sapeva neanche lei, ma nel mondo di Guertena tutto è possibile e, soprattutto, tutto ti mette alle strette, facendoti fare l’impossibile perchè ci sono solo due possibilità.
O continui a fuggire.
O ti arrendi.
In questo momento Ib non stava facendo né l’una né l’altra cosa, andava avanti senza pensare, come se fosse inconsapevole dei pericoli che poteva incontrare in ogni angolo.
Agitando le braccia e le gambe impacciatamente, riuscì ad arrivare sull’altra sponda.
Si avvicinò subito allo strumento musicale e lo toccò, sentendone subito la freddezza e vedendone la lucentezza dorata.
Si accorse che la campana, la parte  dalla quale doveva uscire il suono, era davvero immensa e man mano che ci si avvicinava al bocchino, lo strumento diventava sempre più piccolo, fino a diventare della misura giusta per poter soffiarci dentro lei stessa.
Gli occhi della bambina brillavano, non aveva mai visto una cosa così bella ed enorme in tutta la sua vita e questo la rendeva in qualche modo felice.
Che si fosse dimenticata di tutto quello che aveva passato?
Che si fosse dimenticata di... Garry?
Di certo la gioia di quel posto le faceva pensare a tutto tranne che alle cose brutte.
Provò a soffiarci dentro, con quanto fiato aveva in gola, ma la tromba non emise nessun suono.
Che strano...
“Forse non sono capace”
Un po’ sconsolata circumnavigò lo strumento, quando all’improvviso comparve una scritta nera vicino ad alcuni buchi.
Se oltre le nubi vuoi andare, me dovrai riuscire a suonare.
Come un lampo nella testa della bambina comparvero altre scritte simili a quella.
Si tenne forte i capelli tra le dita, sbattendo con le ginocchia a terra e poggiando la fronte sulla tromba.
Cominciò a tremare e delle visioni si mostrarono dentro di lei, da una donna con l’ombrello a delle enormi mani nere che portavano via qualcuno, un ragazzo dagli strani capelli color lilla.
Poi una rosa dai petali rossi, insieme a una dai petali blu e il calore di una mano molto più grande della sua che la teneva stretta senza mai lasciarla andare.
“Garry!” boccheggiò.
Chi è Garry? Perchè ho pronunciato questo nome?
Svenne pochi istanti dopo, cadendo a terra rannicchiata su se stessa.
 
Grida assordanti, quasi inumane, uscivano dalla bocca di un ragazzo.
Era steso per terra con alcuni fili che fuoriuscivano dal suo cuore, erano impiantati proprio sotto la pelle e risucchiavano qualcosa di bianco che finiva tutto in dei contenitori di vetro, grandi abbastanza per racchiudere un uomo adulto.
Questo era collegato attraverso altri tubi a una macchina che trasformava la strana sostanza, facendola diventare nera, infine questa tornava nel corpo del ragazzo, entrando attraverso un ulteriore filo posto vicino al primo.
Benvenuto nel tuo regno
Ancora quella frase risuonava nelle orecchie di Garry, ormai era diventata insistente e gli faceva pulsare le membra come se fossero sul punto di esplodere.
Si morse le labbra, cercando di reprimere il dolore, ma era così acuto che del sangue colò dal labbro inferiore da quanto stava mordendo forte.
Aprì la bocca in preda agli spasmi, cercò di dimenarsi, ma il solo lieve movimento gli procurava ancora più dolore.
Credeva di star impazzendo.
Anzi, era già impazzito.
Cacciò la testa all’indietro e le vene del collo pulsarono, mentre continuava ad uscire la sostanza bianca dal suo petto.
Sono felice di averti incontrato...
Io no...
Avrebbe voluto dire Garry, ma le circostanze non glielo permettevano.
Stava cercando di ricordare come era finito in quel modo, ma l’unica cosa che si ricordava era un albero immenso e un’entrata nel tronco, dopo che l’aveva attraversata si era ritrovato al buio e solo gli occhietti rossi dei demoni si potevano scorgere.
Successivamente la luce si impadronì di quel posto e riuscì solo a vedere che tutto intorno a lui era fatto di legno e davanti vi era una porta, stranamente in metallo, poi le forze lo abbandonarono e la vista si fece annebbiata.
Stava per svenire, ma prima che questo accadesse, scorse una figura che gli si avvicinava, ma non era riuscito a capire di chi fosse, né se appartenesse a un essere umano o a qualche altro strano mostro.
 
La sola cosa che gli era rimasta impressa più di tutte le altre era quella voce che lo stava tormentando ormai da tempo.
Benvenuto Garry
 
Ib sbatté piano le palpebre e si riscoprì con la faccia nella fanghiglia.
Facendo leva con le braccia, si ritirò su e si pulì la guancia sporca di fango con la manica della camicetta ormai non più bianca.
Le ci volle qualche attimo per capire dov’era e cosa stava succedendo, ma ora ricordava tutto.
Ricordava di esser finita in un mondo parallelo e che doveva trovare al più presto un’uscita.
Si mise una mano aperta sul petto e pianse pensando al volto di Garry.
Come ho potuto dimenticarmi di lui? È tutta colpa di questo quadro!
“Un dipinto che ti fa diventare spensierata e senza problemi... Ti fa abbandonare a te stessa”
Ma io sono più furba di Guertena, io riuscirò ad arrivare a te!
La bambina aveva trovato più grinta di quella che già aveva, ormai stava crescendo dentro quel mondo, non era più timida e insicura, ma stava acquistando una forza che in pochi hanno: il coraggio di non arrendersi mai.
Guardò la scritta che era ancora sulla tromba e, puntando i piedi, riprovò a suonarla, purtroppo ancora senza successo.
“Perchè non riesco!” esclamò, diventando anche un po’ agitata.
Una colomba si fermò proprio sullo strumento e la fissava con gli occhietti neri e vispi.
È enorme!
In effetti era un uccello davvero molto grande, anche più della bambina e lei si sentì quasi spaventata, poi la colomba emise un cinguettio e volò via.
Ib la seguì con lo sguardo e notò qualcosa sbrilluccicare proprio attaccato alla sua zampetta.
L’uccello si coricò su una nuvola e continuò a guardarla, mentre prese quell’oggetto luccicante con il becco e lo lasciò cadere a terra.
Questo finì a qualche metro da Ib, che si avvicinò titubante.
Cercò di raccoglierlo, ma era davvero pesante, inoltre non capì cosa fosse: era un tubo di metallo e sembrava avesse un bottone all’estremità da premere.
Non sapeva cosa fare, era bloccata in quel quadro e l’unica pista possibile era suonare la tromba e non ne era capace.
Guardò lo strumento e si sedette a terra con le gambe incrociate, pensando a una soluzione.
Più fissava l’oggetto e meno capiva cosa farne.
Se ci fosse Garry ad aiutarmi. Lui sa tutto.
La bambina tornò nuovamente triste e cercò di trattenersi dallo scoppiare in lacrime.
Ovviamente, per quanto fosse forte, era ancora piccola e non riuscì a non piangere almeno un po’.
Le sue lacrime cadevano nel fango e venivano intrappolate dalla terra sporca, finendo dentro di essa.
Tirò su il volto e per la prima volta si accorse di un qualcosa che prima non aveva minimamente osservato, cioè che c’erano tre buchi nella tromba posti tra la campana e il bocchino e le si illuminò il viso.
Che debba mettere questo là dentro?
Sbatté più volte gli occhi rossi e rimase a bocca aperta.
Sì, sicuramente è così, devo trovare gli altri!
Con tutta la forza che aveva nel corpo, prese il tubo in mano, ovvero il pistone che mancava alla tromba, per un’estremità e cominciò a tirare.
“Faticoso...” sussurrò facendolo cadere proprio vicino allo strumento.
Decise di lasciarlo lì e di andare a cercare gli altri due.
Si guardò intorno e si chiese dove potessero essere; la prima ipotesi fu nel fondale del fiume e la seconda nella zona dove non aveva ancora esplorato, quella che minacciava pioggia.
Decise di cominciare da quest’ultima.
Mentre si stava avvicinando cominciò davvero a piovere, la bambina alzò lo sguardo e vide delle nubi nere dalle sfumature rosa scuro, in continuo movimento e dalle quali vedeva proprio cadere ogni singola goccia.
Continuò a camminare, infradiciandosi dopo che si era quasi asciutta dopo il tuffo nel fiumiciattolo.
Intorno a lei non c’era niente, solo le nubi sopra la sua testa e qualche colomba che volava lontana, dove il cielo era ancora chiaro, quindi pensò che avrebbe dovuto veder facilmente uno dei pistoni della tromba, invece andò a sbattere contro qualcosa.
C’era un muro invisibile proprio davanti a lei che non le permetteva di andare avanti, non si stupì, dato che la scritta sulla tromba diceva che non poteva andarsene se prima non l’avesse suonata, quindi decise di tornare indietro.
A questo punto sono per forza in acqua...
Immerse la testa nel fiume tenendo gli occhi aperti e scoprì che non le dolevano, anzi, ancora una volta riusciva a respirare sott’acqua, per questo si buttò con tutto il corpo.
Il fondale era di sabbia verde, anch’esso aveva la consistenza del fango in superficie.
Ib decise di camminare proprio su questo invece di nuotare, non poteva parlare, ma dalla sua bocca uscivano tante bollicine dalle varie sfumature di rosa.
Ne sfiorò una con le dita, facendola scoppiare e chiuse gli occhi dal piccolo spavento, sorridendo.
Scosse la testa, per non farsi soggiogare nuovamente dal dipinto e fece molta attenzione a tutto quanto.
Era più impegnativo muoversi, ma lo trovava comunque più comodo che mettersi a nuotare.
Dopo diversi minuti trovò dietro un’alga il pistone che stava cercando.
Eccolo!
Il primo pensiero che le venne fu come trsportarlo fuori dall’acqua, lo prese per il bottoncino e lo trovò stranamente leggero, riusciva addirittura a tenerlo con una mano.
Lo prese saldamente, tenendolo stretto tra le braccia incrociate sull’addome  e con un saltò nuotò fino alla superficie, dove riemerse facendo un lungo respiro.
Il vento le scompigliò i capelli e lei lo trovò molto rilassante, poi lanciò il pistone nel fango e uscì fuori anche lei.
Appena fece per riprenderlo in mano lo trovò pesantissimo.
“Ma che strano... Era leggero fino un attimo fa...”
Come il precedente si mise a trascinarlo fino alla tromba e lo poggiò vicino al primo.
“Ne manca uno... Dove può essere?”
Si mise una mano sotto il mento, massaggiandosi con il pollice il labbro inferiore e la colomba gigante di poco prima le si mise di fianco, guardandola negli occhi.
 
Garry stava piangendo disperatamente, non sopportava più tutto quel dolore.
La sostanza bianca stava ancora uscendo e trasformandosi in nera, in un circolo continuo.
Sei resistente Garry. Non potevo chiedere di meglio” la voce rise.
“Non...ce la...f-faccio...più...” riuscì a dire il ragazzo.
Non dire così, non ho ancora finito con te
Attraverso le lacrime vide due demonietti dagli occhi rosso sangue che gli si avvicinarono, entrambi avevano due tubi che fluttuavano davanti a loro, proprio come quelli che aveva nel suo corpo.
Il primo, con un colpo secco, trapassò la pelle con il tubicino e lo conficcò nella carne, sotto a quello dalla quale usciva il liquido bianco, facendone uscire dell’altro.
Garry urlò come non aveva mai fatto in tutta la sua vita, non sembrava più neanche lui.
Il secondo fece lo stesso, ma questa volta lo mise sotto l’altro e poi li collegarono alla macchina, così anche da questo entrava la sostanza nera nel cuore del ragazzo.
Garry boccheggiò e la gola gli bruciava talmente tanto che era sicuro di non poter più parlare, ma le urla confermavano il contrario.
Non sopporto più tutto questo dolore... Desidero morire. Uccidimi, ti prego...
 
In un primo momento, Ib ebbe paura di quell’animale, ma forse non ce n’era alcun bisogno, inoltre constatò che era davvero più grande di lei.
La colomba fece un passo verso la bambina e le picchiettò in testa con il becco, ma non le fece del male, anzi, la piccola si mise a ridere.
L’uccello diede le spalle a Ib e si sdraiò per terra, facendole cenno di salire sulla sua schiena, la bambina spalancò la bocca e si mise subito in groppa.
“Sei morbidissima” disse accarezzandone le piume, per poi aggrapparsi ad esse per non cadere.
La colomba spiccò il volo e si mise a volteggiare in cielo.
Il vento circondava entrambe e Ib sentì di essere libera, volare era una cosa che aveva sempre sognato di fare e non avrebbe mai creduto che l’avrebbe fatto a bordo di una colomba gigante.
Questa prese sempre più quota e velocità.
Ib guardò in basso e il fiume le sembrava una minuscola pozzanghera, erano davvero in alto.
Passarono dentro una nube, tutto intorno a loro diventò rosa e la bambina tirò un sospiro non appena entrarono dentro, allargando gli occhi dallo stupore.
Possibile che sono ancora nel mondo di Guertena?
Le sembrava tutto troppo irreale, certo, come ogni cosa che aveva visto fin’ora, ma quello era diverso, non c’era l’oscurità e la malvagità che regnava in quel posto e non sapeva se fosse una cosa bella o brutta.
Ma in quel preciso momento non ci stava dando molto peso perchè ancora ricordava Garry e ancora aveva la sua rosa intatta, era questo l’importante.
Uscirono dalla nube e Ib tossicchiò, poi guardò verso l’alto e scorse una nuvola isolata da tutte le altre e più in alto di tutte, era lì che si stava dirigendo la colomba.
Arrivarono in pochissimi secondi e Ib saltò giù dall’uccello, atterrando sulla nuvola, anch’essa rosa, molto più pallida rispetto alle altre.
Camminò, seguita dalla colomba e arrivò a un’insenatura.
Vi sbirciò dentro e poté vedere l’ultimo pistone mancante.
Contenta, infilò la mano dentro, ma non riusciva a tirarlo fuori, allora la colomba cinguettò e un venticello caldo raggiunse Ib da dietro le spalle, infilandosi nel buco.
Ib rimase a guardare incredula e la nuvola cominciò a borbottare, i filamenti di cui era composta si slegarono tra loro, facendo ingrandire la fessura e poi tutto si fermò di nuovo.
Questa volta fu molto più facile estrarre il pistone e la bambina lo tenne stretto, ma le fu subito rubato dalla colomba che lo custodì nel becco, facendole di nuovo segno di salire su di lei.
Tornarono in poco tempo a terra, accanto alla tromba e subito l’uccello bianco mise a posto il tubo che aveva nel becco.
“Grazie” disse Ib, accarezzandole la testa e provò a mettere il secondo da sola, cosa impossibile, così la colomba decise di aiutarla a sistemarli.
“Ecco fatto” Ib si pulì le mani sbattendole tra di loro e tornò al bocchino, facendo prima un sorriso alla colomba, ancora al suo fianco.
Soffiò con quanto fiato aveva in gola e i pistoni cominciarono a muoversi da soli, intonando una melodia soave.
Dalla campana sbucarono fuori tante nuvole rosa di piccole dimensione che man mano che si ergevano in cielo si ingrandivano e andavano a scontrarsi con quelle minacciose di pioggia.
In un attimo tutto il cielo si rasserenò.
Ib smise di suonare, ammirando il cielo con un sorriso, poi un’altra scritta apparve, sostituendo quella precedente.
La quiete prima della tempesta.
Quella frase le fece ricordare che non era ancora finita, che doveva ritrovare Amy, sparita nel nulla ormai da ore, e Garry, che lei sperava ancora vivo.
Successivamente sarebbero dovuti scappar via tutti e tre insieme e sani e salvi fino al mondo reale.
 
Le lacrime ancora scendevano sulle sue guance e nelle orecchie, poi sul collo, fino a toccare terra.
Il cuore lo sentiva battere come un tamburo in una parata e ad ogni battito seguiva un sussulto e un tremito.
Ormai era in preda alle convulsioni da qualche minuto, era sicuro di star per morire, era già la seconda volta che pensava fosse finita per lui in così poco tempo.
Con uno spasmo scattò seduto, urlando ancora, per poi ricadere a peso morto sul pavimento con gli occhi chiusi ancora pieni di pianto.
Sperò con tutta l’anima che anche a Ib non stessero facendo lo stesso trattamento.
Bravo Garry. Pensa a Ib, a quanto le vuoi bene e a come l’hai abbandonata
Stai zitto!                                       
La voce rise.
Zitto!
Il flusso nero aumentò, entrando sempre più velocemente.
Manca poco Garry, il tuo regno sta per cominciare



Finito anche questo ^-^
Ecco cosa intendevo per capitolo diverso, c'è stata molta pace, sì, beh...senza contare che era il volere del dipinto per cancellarle tutti i ricordi e tenerla prigioniera ahahah...
Altra cosa, volevo far emergere in qualche modo (anche se lievemente) che Ib sta maturando per davvero in quel posto... Tutto è cominciato da una bambina che parlava poco e che al massimo urlava "Garry!" ed è arrivata a prendere le proprie decisioni, anche se comunque ha bisogno di un qualche appoggio (la colomba) perchè rimane una bambina di nove anni dopotutto :)
Invece mi sono divertita tantissimo a scrivere le scene con Garry (sarò davvero masochista?!). No, semplicemente mi piace scrivere scene "drammatiche" piene di dolore e angoscia...e forse è anche colpa di tutte le telenovela che ho visto ahaha (con tutti i casini che succedono!) Mi piace fare situazioni complicate insomma xD
Allora, chi è questa voce che continua a parlare a Garry!?!? Eeheh...non potete neanche immaginarlo u.u eeeeh che diamine sta facendo al nostro bel ragazzo?? Boh anche per questo u.u
Ci vediamo alla prossima! Un grazie di cuore a tutti quelli che mi seguono e supportano/sopportano! Ahaha
Flor :)

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Toctoc? Emh....ciaaao! Perdonate la mia assenza infinita! Ma sapete, non avevo più voglia di scrivere e poi ho dovuto fare l'esame per entrare in università e sto affrontando l'università, quindi mi passa sempre la voglia. Ma ora che sono le vacanze invernali sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo!!! Spero che qualcuno di voi sia felice come lo sono io :D Vi lascio subito al capitolo e ci vediamo sotto per il resto ;)

Capitolo 8

Come stai Garry?
Guardò il ragazzo attraverso una fessura nella porta, per poi aprirla, ritrovandoselo a pochi metri di distanza, tenuto stretto da quattro braccia oscure che fuoriscivano dalla parete per non farlo scappar via e aveva la testa abbassata con gli occhi che fissavano il pavimento e il corpo abbandonato a peso morto.
Garry lo fulminò con lo sguardo e quell’essere non poté non notare la punta di cattiveria che brillava nei suoi occhi e rise compiaciuto.
La voce gli si avvicinò e gli prese il mento tra le dita, ma Garry scosse la testa e cominciò a dimenarsi, gridando come una belva inferocita.
Vedo che non riesci ancora a controllarti del tutto. Pazienza... C’è ancora tempo” disse, indietreggiando in modo che il ragazzo non lo colpisse.
Fece un altro sorrisino beffardo.
Non pensavi che il tuo animo ti avrebbe ridotto in questo stato, eh?
Garry digrignò i denti, facendo un stridio acuto, poi continuò a contorcersi per liberarsi dalla stretta delle mani, che invece aumentarono la loro potenza, schiacciando talmente forte gli organi nel suo corpo che perse momentaneamente il respiro, cadendo sulle ginocchia e boccheggiando rumorosamente.
L’essere gli diede qualche pacca sulla testa per poi abbandonarlo, chiudendosi la porta alle spalle.
Pochi minuti dopo, Garry sollevò lo sguardo al soffitto e cacciò un urlo misto tra la disperazione e la rabbia.
Il suo rapitore si diresse in una stanzetta tutta bianca, con solamente un cavalletto proprio al centro sulla quale vi era poggiata una tela, anch’essa bianca, e una tavolozza piena di colori.
Prese in mano il pennello e improvvisamente tremò il cavalletto.
Rise presuntuosamente.
 
Ib aveva risolto il problema delle nuvole minacciose e adesso si trovava proprio dove prima si ergeva una barriera invisibile.
Allungò la mano con il fiato sospeso e fu lieta di notare che questa era sparita.
Cominciò a camminare, ma la colomba la fermò, prendendola con l’ala bianca.
“Che c’è?” rise divertita.
L’uccello si alzò in volo, fece qualche giro sopra la testa della bambina e poi si fermò a mezz’aria, indicando con l’ala una nuvola in lontananza.
“Mi stai dicendo che di là c’è l’uscita?” chiese confusa.
La colomba fece un cinguettio e atterrò nuovamente accanto a lei.
Ib montò in groppa e si aggrappò alle piume con una mano, mentre con l’altra accarezzava il collo dell’animale.
Questo volò in alto a gran velocità, in perpendicolare rispetto al terreno, cosicchè Ib dovette tenersi forte con tutto il suo corpicino.
Quando arrivò a una certa quota, la colomba rimase ferma sul posto mentre sbatteva le grandi ali bianche e fece un piccolo verso per poi ripartire con più calma.
Dove andrò a finire?
Si chiese la bambina, vedendo avvicinarsi la nube che la colomba le aveva indicato.
Più era vicina e più si sentiva invadere da una strana sensazione, forse era la tristezza di lasciare la pace del dipinto o quella provocata dal quadro stesso perchè aveva cercato di farle dimenticare tutto e tenerla in trappola.
Questo non lo sapeva, ma ora era consapevole del fatto che avrebbe dovuto continuare a cercare Garry, sempre che lui non fosse morto.
Non sei morto. Non puoi essere morto, mi hai promesso che saremmo usciti insieme ed è quello che faremo.
Uno sguardo fiero si impossessò di quello della piccola Ib e finalmente entrò nella nuvola.
Davanti a lei si apriva un corridoio fatto della stessa composizione delle nubi, sempre rosa, ma verso il fondo poteva notare che sfumava dal rosa, al viola e infine al nero.
Rimase sulla colomba, arrivando fino alla fine del corridoio dove c’era una porta nero pece.
Allungò la mano per poterla aprire e, fortunatamente, non ci fu bisogno di chiavi, ma quello che vide non le piacque per niente.
L’uccello fece qualche passetto avanti così Ib poté sporgersi oltre: solo il buio e il vuoto.
Si spaventò e ritrasse il volto, per poi provare a riguardare.
Scese dalla colomba, si aggrappò ai cardini della porta e provò a mettere un piede al di là, ma scoprì come una brutta sorpresa che non c’era neanche il pavimento.
“Mi accompagneresti?” domandò all’animale, mettendosi un mano chiusa a pugno sul petto “Per favore”
L’animale abbassò il capo e la bambina salì con un sorriso.
Iniziarono a volare nel nulla dell’oscurità e il cuore della piccola Ib batteva all’impazzata dalla paura.
Si guardò le mani, notando che erano tutte sporche di fango e anche un po’ rovinate, con qualche piccolo graffio.
“Scusa colomba, ti sto sporcando tutte le piume” abbassò la testa dispiaciuta.
Questa di risposta fece un giro in tondo per poi continuare ad andare dritta e Ib rise.
Ancora non si vedeva niente, non sapeva neanche se si stavano dirigendo da qualche parte oppure se era una semplice illusione.
Dopo altro tempo che parve interminabile, Ib notò un cambiamento nell’aria.
Infatti il cielo stava diventando lilla e nuovamente rosa, anche se non della stessa purezza delle nuvole.
Percepiva che c’era qualcosa che non andava affatto bene, anche se non sapeva cosa, diede una rapida occhiata alla colomba per avere un po’ di sicurezza, l’unica che l’aveva sostenuta dopo la sparizione di Garry, ma fu come se in un attimo anche la sua ultima certezza crollasse.
Infatti il dolce e piccolo becco della colomba si stava trasformando in uno ricurvo e appuntito e di un colore intenso e così anche le piume candide stavano cambiando colore, diventando sempre più nere.
Il tranquillizzante tubare della colomba invece era diventato uno stridente gracchiare e Ib si sentì molto spaventata da tutto questo.
L’animale, che ormai si era trasformato quasi completamente in un corvo oscuro, si agitò per fare in modo che la bambina cadesse dalla sua groppa e ci riuscì dopo pochi scossoni ci riuscì.
Ib urlò, mentre cadeva guardando dritta il terreno che pensava non ci fosse, credendo di cadere per l’eternità o morire sparendo nel nulla dell’oscurità.
Strizzò gli occhi impaurita e fu come se all’improvviso non stesse più precipitando.
Le sue mani sporche sentivano un pavimento umido sotto di lei e riaprì piano gli occhi, constatando che effettivamente ora si ritrovava su un piccolo viale circondato da colline inquietanti e quel cielo rosa non molto invitante.
Sentì il verso del corvo e si voltò di scatto, con il viso al cielo e notò che stava scendendo in picchiata su di lei per colpirla con il becco e ferirla.
Mise velocemente una mano nel taschino dove custodiva la sua rosa, capendo che aveva ancora tutti i petali e la cosa la fece stare un po’ meglio, ma ora doveva pensare a scappare.
“Amica colomba! Ti prego, non farmi male!” urlò con tutto il fiato che aveva, tenendo una mano chiusa a pugno al di sotto del mento e con le lacrime agli occhi.
Sapeva che forse non era il modo migliore per fermare l’uccello, ma sperava con tutto il suo cuore che avesse ancora un po’ di bontà dentro di sè, come quando era una splendida colomba bianca che l’aveva aiutata a recuperare i pistoni.
Vide una scintilla di cattiveria negli occhi del corvo e nei suoi scattò invece una di paura, così riuscì a schivare un primo attacco, ma il corvo riplanò e si preparò a riprenderla.
Ib cominciò a correre nella parte opposta, non sapendo se stava andando dalla parte giusta, sempre se c’era una parte giusta.
Ti prego, non voglio farle del male.
Pensò riferendosi all’ex-colomba, convinta che non poteva essere cambiata veramente, ma d’altronde come poteva essere sicura del contrario dato che si ritrovava in un mondo maledetto, pieno di malvagità e perversione.
Sentì il gracchiare del corvo prorpio sopra la sua testa e sperò davvero che quella non fosse la sua fine, non poteva ancora esserla, aveva una missione da compiere e la missione era quella di ritrovare Garry e di tornare nel loro mondo.
Continuò a correre senza guardare indietro, pensando solo a mettere un piede davanti all’altro senza cadere, altrimenti sì che sarebbe finita per lei.
Ormai aveva il fiatone, nonostante non stesse correndo neanche da due minuti, ma il tutto la stava facendo crollare con molta facilità.
Ad un tratto sentì il verso dell’animale farsi più impaurito di lei in quel momento, si girò e vide che questo era intrappolato da una foschia nera, che si confondenva con le sue piume, e che sembrava stesse fischiettando e ridendo di quello che stava facendo.
Solo qualche secondo più tardi il corvo era sparito, così come la nube.
La bambina rimase a bocca aperta, guardando verso il cielo che non aveva cambiato colore e non capendo ormai più nulla.
Si ritrovò a indietreggiare compiendo piccoli passi e senza smettere di fissare il punto in cui era sparito l’uccello, pregando che non succedesse la stessa cosa anche a lei.
Inciampò in qualcosa e cadde con il fondoschiena a terra, ruotò su se stessa e poggiò le mani a terra per tirarsi su.
Quello che vide davanti a sè ora era una strada e intorno a lei migliaia e migliaia di spiriti incorporei, tutti neri e senza volto, se non per due occhi rossi e vispi che la fissavano quasi con aria sorridente e amichevole, ma lei non aveva proprio intenzione di far amicizia con loro.
Cosa sono? Aiuto... Che qualcuno mi aiuti...
Era rimasta immobile nel bel mezzo della strada, non sapeva cosa fare, se continuare a camminare o se rimanere lì, anche perchè si chiedeva se l’avrebbero attaccata e uccisa.
Sembrava che quelli più indietro stessero facendo di tutto per scavalcare gli altri sulla prima fila e guardare Ib e la cosa la fece rabbrividere ancora di più.
Un demonietto le si avvicinò e lei cacciò un urlo stridulo, facendo un balzo indietro, ma quello non le fece niente, anzi cominciò a girarle intorno, rimanendo sollevato da terra.
La bambina si sentì mancare il fiato e le girò vorticosamente la testa, cadendo subito dopo a terra in stato semicosciente.
Percepì come una danza intorno a lei, eseguita da quelle creature e nella sua testa sentiva come una musica che si faceva sempre più veloce e travolgente, poi improvvisamente la quiete, come in una foresta incantata piena di luccichii e dove il suono del vento fa da padrone.
Riprese coscienza e si tirò su in piedi, notando che si trovava sempre nello stesso posto, ma davanti a lei ora c’era un albero imponente dalla chioma scura e sempre gli spiritelli che la fissavano stando al loro posto.
Sentiva provenire un’aura malvagia da quell’albero, ma allo stesso tempo rassicurante, come se fosse convinta che al suo interno avrebbe trovato tutte le risposte.
Con le mani strette a pugno cominciò a fare un passo davanti all’altro, decisa e con il cuore che le batteva all’impazzata.
Ci vollero solamente una manciata di minuti per raggiungere quello che era l’ingresso proprio alla base del tronco, immenso anche questo e intagliato nel tronco stesso.
Soul –Sapping Throng
Ib lesse la scritta sul portone che si aprì non appena fu a pochi passi di distanza e un odore di rose l’invase le narici, facendola entrare in uno stato di beatitudine che scomparve subito quando varcò la soglia.
Rimase a bocca aperta vedendo come un salotto tutto intagliato nel legno, era come se si trovasse in una casa e non era sicura di voler sapere a chi appartenesse.
Si avvicinò a quello che doveva essere il divano e lo accarezzò, tastando la freddezza e durezza del legno scolpito perfettamente.
Il suo sguardo si posò poi su un mobile con le antine in vetro e fece per toccare anche quello, rendendosi conto che non era affatto vetro, ma resina indurita e l’effetto era davvero magnifico perchè scintillava in maniera diversa in ogni angolazione lo si vedeva.
Al suo interno c’erano delle statuine che rappresentavano personaggi che Ib era sicura di aver già visto alla mostra, infatti c’erano miniature delle statue di Guertena e di alcuni protagonisti dei diversi quadri.
Nel frattempo c’era chi si faceva beffa di lei alle sue spalle.
 
L’essere che aveva rapito Garry stava guardando da alcuni monitor, in una stanza che si trovava all’interno dell’albero, la piccola Ib intenta a squadrare ogni singola parte di quella specie di salotto.
Al suo fianco c’era proprio il ragazzo, seduto su una sedia con lo sguardo basso, quasi come se non avesse più energie.
Guarda Garry” cercò di catturare l’attenzione del  ragazzo che solo fino a qualche ora prima era senza controllo e non poteva sopportare la sua presenza “È arrivata la tua amichetta” rise strafottente.
Garry alzò lo sguardo senza voglia e i suoi occhi si posarono sullo schermo, cambiando totalmente espressione si strinsero in uno sguardo di odio e un ringhio uscì dalla sua bocca.
Stai calmo” ma non poté neanche finire di dirlo che Garry scattò in piedi e si avventò contro la porta chiusa a chiave, sbattendo forte i pugni per aprirla e continuando a sbraitare selvaggiamente “Ho detto di stare calmo Garry!” gli ordinò e questo sembrò accettare la cosa, smettendo di far versi e strisciando contro la porta fino a terra, dove rimase inginocchiato per qualche minuto.
Nella sua testa i pensieri non riuscivano a prendere forma, al contrario solo l’istinto era presente, lo stesso presente negli animali nella foresta, quello di sopravvivenza e di caccia alla preda.
L’essere gli si avvicinò e gli diede qualche pacca sulla testa.
Non preoccuparti, arriverà il momento dove potrai finalmente fare i conti con lei” un’altra risata echeggiò nella stanza e poi lo prese per un braccio, trascinandolo fino alla sedia di nuovo vicino a lui e si rimise comodo.
Questa volta gli occhi iniettati di sangue di Garry non si staccarono neanche per un secondo dalla bambina inquadrata nel monitor che stava sorpassando la prima stanza.
 
Ib decise che era venuto il momento di andare avanti e di addentrarsi sempre di più nell’albero.
Si diresse verso una porta di mogano proprio davanti a lei e dall’altra parte si ritrovò in una situazione completamente diversa: le pareti erano in ferro e faceva molto freddo.
Nonostante ciò non poteva permettersi di fermarsi, quindi continuò a camminare in quel corridoio pieno di luce e riusciva anche a vedere il suo riflesso sfuocato sulle pareti.
Non molto più avanti c’era un’ulteriore porta che aprì senza nessuno sforzo ed entrò in quello che poteva essere l’archivio di qualsiasi ufficio perchè era pieno di scaffali e fogli, documenti e libri.
Ne prese uno in mano, curiosa e sentì pungerle gli occhi dal pianto per quello che vide.
C’era Mary, o meglio, il quadro che rappresentava Mary, con la descrizione e alcune bozze precedenti al quadro definitivo e questo le portò alla mente sia belli che brutti ricordi e pensava al fatto che adesso non c’era più, che aveva dovuto bruciarla per salvarsi, ma che anche quel gesto non li aveva fatti tornare alla realtà, anche se forse sarebbe stato necessario comunque.
Poi voltò pagina e questa volta vide quella che sembrava la figura di un ragazzo, ma non riusciva a vederlo bene in volto a causa della troppa ombreggiatura, ma le erano rimasti impressi gli occhi che dicevano apertamente la voglia di uccidere di quel personaggio e di sentire il sapore della carne umana nella sua bocca, la cosa le fece venire un brivido su tutta la colonna vertebrale e chiuse prontamente il libro, senza neanche leggere il titolo dell’opera.
Lo rimise a posto e continuò per la sua strada, attraversando l’ennesima porta, questa volta in ciliegio.
Dall’altra parte c’era una tavola da pranzo davvero lunga, forse per una trentina di persone ed era apparecchiata con posate intagliate nel legno, con i manici pieni di ghirigori e i piatti creati intrecciando foglie di diverso tipo, i bicchieri invece erano di resina.
Da quanto non metteva qualcosa sotto i denti? Forse giorni, ma non aveva mai sentito il bisogno di mangiare forse perchè in quel posto le cose andavano diversamente, ma fu leggermente insoddisfatta quando si rese conto che non si sentiva neanche un minimo profumo di arrosto o di qualsiasi altra cosa.
Si mise istintivamente la mano sullo stomaco, ma oltrepassò anche questa stanza, ritrovandosi in un corridoio del quale faceva fatica a vederne la fine.
Man mano che avanzava si faceva sempre più stretto, fin quando ringraziò di essere così piccola e esile e finalmente vide davanti a sè la porta e anche questa si aprì immediatamente.
Ora si trovava davanti a un laboratorio, c’erano strani macchinari in tutta la stanza che non era in grado di classificare e buttata in un angolo c’era una bambola del tutto identica a Amy.
Ib corse verso di questa, prendendola in braccio felice.
“Amy! Amy! Che bello averti ritrovata!” ma la bambola non disse una parola “Amy? Non sei lei?”
Che sia solo una copia? Come tutte le altre bambole che abbiamo incontrato nella galleria?
Tristemente, la bambina la mise di nuovo a terra e non volle trattenersi molto in quel luogo, decidendo di proseguire, ma un rumore la fece sobbalzare.
Si guardò intorno alla ricerca di un nascondiglio, ma le sue gambe si rifiutarono di muoversi.
 
Finalmente faccio la tua conoscenza, Ib” la voce si stava avvicinando con passo svelto alla porta che conduceva a uno dei tanti laboratori, al suo fianco c’era Garry, che fremeva dalla voglia di sfondare tutto, infatti l’essere faceva fatica a tenerlo fermo e calmo.
“Chi sei?” chiese la piccola, che non vedeva nessuno, ma percepiva quella voce nella sua testa e nello stesso tempo sentiva un ringhiare di sottofondo.
Non preoccuparti, non c’è bisogno che tu lo sappia” dicendo così spalancò la porta, ritrovandosi di fronte alla bambina e tenendo un braccio sul petto di Garry per non farlo muovere senza la sua volontà.
Ib era scioccata, quello che si presentava davanti a lei era un uomo in tutto e per tutto, se non fosse che al di sopra del collo non c’era assolutamente nulla.
Indossava una camicia bianca e dei pantaloni marrone scuro, quasi sul nero, le sue mani si vedevano benissimo, ma all’altezza del collo usciva una piccola nebbiolina nera in continuo movimento che faceva da volto.
La bambina non sapeva spiegarsi una cosa del genere, ma era anche convinta di aver già visto quell’abbigliamento da qualche parte, sforzò la memoria per arrivare a una soluzione, ma subito fu sconcentrata dalla figura alle sue spalle che le ringhiava contro.
“Garry!” urlò con quanto fiato aveva in gola e fece per buttarsi tra le sue braccia “Sei vivo!”
In quel momento il ragazzo riuscì a sfuggire dalla presa dell’uomo e si gettò contro Ib.
La furia che investì la bambina la fece sbattere contro il muro e prima che potesse cadere a terra dalla botta, il ragazzo la prese per il collo e la sollevò, stringendo e affondando le unghie.
“N-non....respi-...” cercò di parlare la piccola, ma le risultava quasi impossibile mentre il fiato cominciava a mancarle.
Prese le mani dell’altro con le sue e si rese conto che non erano più come prima calde e protettive, anzi erano gelide e cercavano solo morte.
Nonostante ciò cercò di far leva per staccarle, cosa molto difficile data la sua scarsa forza in quanto bambina contro un ragazzo ormai adulto che in quel momento sembrava come un leone che aveva agguantato la sua preda.
Fermo Garry, così non c’è gusto” disse l’uomo con un sorriso perverso in volto “Non vuoi gustarti per bene la sua uccisione? Anzi, forse le dobbiamo almeno il favore di sapere perchè il suo amico fedele le stia facendo questo
Garry mollò leggermente la presa e la scagliò contro il tavolino.
Ib colpì con la schiena, sentendo una fitta intensa di dolore attraversarle tutto il corpo e provò a mettersi in piedi, senza riuscirci.
Garry mostrò i denti e fece per riavvicinarsi alla piccola, ma fu fermato in tempo dall’essere che lo prese per i capelli, tirandoli forte.
Il ragazzo urlò dal dolore portando la testa all’indietro e si inginocchiò, guardandolo con disprezzo.
Bravo Garry, fra poco sarà pronto il tuo regno
 
Ma cosa sta succedendo!? Perchè Garry si comporta in questo modo? E quest’uomo...
Quello che ormai non era più solo una voce si guardò intorno e appena posò lo sguardo dove gli interessava fece un ghigno, cosa che si riuscì a percepire dal movimento della nebbia.
Avanti svegliati, ho bisogno di te” dopo aver detto ciò, la bambola che prima Ib aveva preso in mano scrollò la testa e raggiunse saltellando l’uomo, salutando con la manina di pezza sia Garry, ancora intrappolato dalla stretta dell’altro, sia la bambina.
“Ciao Ib, ihih”
“Amy!” esclamò, lo sapeva che era proprio lei fin dal primo momento.
Alla fine aveva ragione il tuo amichetto riguardo a lei...
Ib pensò alle parole dell’uomo e le venne in mente di tutte le volte che Garry aveva avuto qualche dubbio sulla bambola, reputandola cattiva.
“Non può essere...” sussurrò lievemente, sentendo tutte le forze svanire, mentre pulsavano ancora i segni delle dita del ragazzo sul suo collo.
“Hai incontrato il mio papino, ihih! Che bello! Ihih” continuò a dire Amy, come se non capisse la situazione.
“Il tuo...papino?” si chiese confusa Ib e riuscì a tirarsi su in piedi “Questo è l’uomo che ti controlla la mente e ti fa fare quello che vuole? È tutta colpa sua?!” aumentò sempre di più il tono della voce, indicando l’essere senza volto.
La bambola non seppe cosa rispondere e inclinò la testa di centottanta gradi, guardando tutti ora sottosopra.
Nella sua mente passarono tutte le scene dove perdeva il controllo e dove, senza volerlo davvero, faceva del male ai due giovani comportandosi naturalmente.
Era perfettamente a conoscenza che quell’uomo la controllava, ma non poteva opporsi al suo volere, non sapeva come fare.
“Facci uscire da qui! A tutti e tre, sani e salvi!” continuò Ib, arrabbiandosi in una maniera che non era da lei, mentre una piccola lacrima stava scendendo lungo la sua guancia.
A quanto pare devo far star calma anche te, Ib” strattonò nuovamente i capelli del ragazzo e la bambina sentì stringersi il cuore a quella visione.
Garry fu sbattuto malamente con la faccia sul pavimento e l’uomo gli mise un piede sulla testa, schiacciandola con forza e passandoci sopra, avvicinandosi alla piccola.
Questa indietreggiò, ma si scontrò con il tavolino e si impaurì.
“N-non avvicinarti...”
 
Nel frattempo Amy si stava tenendo la testa con le mani, scuotendola con veemenza e andando a sbattere dappertutto.
Sapeva quello che sarebbe successo a Ib e a Garry e lei aveva partecipato alla realizzazione del piano di quell’essere malvagio ed era contenta di aver aiutato quello che lei chiamava padre, ma non poteva non pensare al fatto che la bambina l’aveva trattata sin dall’inizio come un’amica vera e anche il ragazzo, anche se continuava a sospettare di lei, si era fidato più volte e si erano aiutati a vicenda.
Non voleva vedere la fine di tutto, non voleva perdere Ib per sempre, la sua unica amica in centinaia di anni, perchè il piano del padre prevedeva proprio la fine della sua esistenza.
Amy era confusa, così tanto che la sua pezza cambiò più e più volte colore, tornando solamente dopo una manciata di minuti blu.
Andò a sbattere contro la gamba del ragazzo che era steso a terra, in preda agli spasmi e si riprese in un attimo, scrollando per un’ultima volta tutto il suo corpicino.
Saltò sulla spalla dell’uomo, che si bloccò proprio a qualche centimetro di distanza dalla bambina.
Cosa vuoi?” le chiese scortesemente.
“Sai papino, ihih, mi stavo chiedendo se...” ma non finì la frase, anzi, morse il collo del padre con i denti aguzzi, facendo uscire copioso sangue che andò a imbrattare la camicia bianca.
Cosa stai facendo!?” si agitò e fece qualche passo indietro, colto dal dolore e inciampando in Garry, che fece un mugolio e alzò lo sguardo giusto per vedere Amy tra le braccia di Ib che le indicava una strada per scappare.
 
Ib stava correndo come non mai per il corridoio dal quale erano usciti Garry e l’uomo.
“Cosa sta succedendo Amy?” chiese con il fiatone, continuando a correre.
“Prima troviamo un posto sicuro e poi parliamo, ihih” rise nel modo in cui era solita fare e che ormai era familiare per la bambina.
“Chi è quell’uomo?” insistette lei.
Finirono in una stanza simile all’archivio di poco prima e Amy con la sua sola forza fisica riuscì a spostare uno scaffale, rivelando un passaggio segreto.
Ib la guardò stupita e la bambola le mise fretta, facendola entrare prima di lei per poi richiudere il passaggio dietro di sè.
“Qua papino non ci può scoprire, ihih”
“Amy” Ib la prese in braccio, tenendola stretta “Raccontami ogni cosa” la guardò fissa negli occhi “Chi è tuo padre?”
“Lui è colui che ha creato tutto questo, ihih” disse allungando la u di tutto.
No, non può essere.
Si mise a pensare Ib.
“Stai dicendo che lui è...”
“Guertena” dissero in coro.



Ed eccolo qui in tutta la sua bellezza! (spero u.u)
Ebbene sì, ci troviamo di fronte a Guertena e anche al penultimo capitolo di questa storia, spero di riuscire in fretta a scrivere anche l'ultimo sperando che non mi esca ultrachilometrico ahaha :)
Beh siamo sotto le vacanze di Natale quindi ne approfitto per augurare a tutti voi un felice Natale con le vostre famiglie e amici e un sereno anno nuovo, augurandovi tutto il meglio!
Spero che ci sia ancora qualcuno che non ha rinunciato a seguire questa storia (perdonatemi davvero u.u non ho neanche riletto perchè ero emozionata di ripubblicare qualcosa, quindi perdonate anche gli eventuali errori di scrittura...) e che ci sia qualcuno di nuovo che vuole sperimentare e leggerla eheh
Come sempre ringrazio tutti quelli che mi seguono, mettono la storia tra i preferiti, seguite ecc..ecc...vediamo se dopo tutti questi mesi sono ancora capace di scrivere ahaha fatemi sapere!!!
Un bacio a tutti!!!
Flor :D

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