Risvolti inaspettati da parte tua

di aznlolienvazn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non è quel che volevo ***
Capitolo 2: *** Ramen con lui per la prima volta ***
Capitolo 3: *** Possibili precipitazioni ***
Capitolo 4: *** Un'altra bella giornata... finché... ***
Capitolo 5: *** Una fermata nel passato ***
Capitolo 6: *** Cavalcando la corrente ***
Capitolo 7: *** Separ - prepar - azione ***
Capitolo 8: *** Lieti fine e tutto il resto ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Non è quel che volevo ***





Hinata sospirò, grata che fosse finalmente fine giornata.

Era andata ancora una volta a un appuntamento con uno dei suoi pretendenti e aveva finito per rifiutarlo.

Doveva essere almeno la diciannovesima volta che compiva questa routine.

Per il fatto che tempo qualche settimana avrebbe compiuto 18 anni, suo padre s'era messo in testa di cacciarla fuori di casa il giorno del suo compleanno.

Appena Hiashi aveva apertamente annunciato che stava dando via sua figlia, una manciata di corteggiatori s'era precipitata a Konoha e stava tentando di far colpo sulla giovane donna.

Hinata detestava tutto questo. Si sentiva come se fosse un oggetto messo all'asta di fronte a uomini dagli occhi affamati e lussuriosi, finché non sarebbe finita nelle mani di un vincitore a lei estraneo.

Sospirò nuovamente mentre si trascinava verso la sua zona. Sapeva che avrebbe dovuto scegliere un candidato, ma sapeva anche di non poter accettare nessuna delle loro offerte.

C'era un'unica persona che sarebbe stata disposta ad accettare.

Ma non era nell'infinita lista dei suoi spasimanti.

Sentì il cuore pulsare non appena i ricordi le si riversarono addosso. Erano già passati due anni da quando aveva preso coraggio e aveva pronunciato parole tanto cariche d'affetto prima di lanciarsi verso il nemico.

E lui non l'aveva ancora affrontata da allora.

Non una volta aveva tentato di trovare un modo per vederla.

Quando gli 11 Ninja divennero un gruppo, lui non guardò mai verso di lei o diede segno di riconoscere la sua esistenza.

Si strinse al proprio cuore volendo fermare il dolore che la lacerava nel profondo.

Ha avuto le sue ragioni. Diceva tra sé e sé. Aveva un intero mondo di cui preoccuparsi; è semplicemente troppo occupato per venire da te. Ma chi voleva prendere in giro.

Insinuare un rifiuto era praticamente come uno schiaffo in pieno viso.

Ma doveva farsene una ragione.

Doveva andare avanti.

Allora perché si sentiva come se non potesse resistere oltre?

Non era quello il suo nindo? Il nindo ninja di non mollare mai? Il suo stesso nindo?

Per quanto lo potesse desiderare, sapeva di non aver nessun diritto di far suo quel nindo. Non aveva né fegato né spina dorsale.

Mai arrendersi?

Pffft!

Che scemenza!

Molto meglio 'arrenditi non appena puoi!'

Sospirò di nuovo quando raggiunse la porta della camera. Era esausta e prosciugata mentalmente, avrebbe lasciato la porta spalancata, si sarebbe sdraiata sul proprio letto, sulla morbida seta e si sarebbe appisolata.

Mentre avvolgeva le dita sul pomello della porta, dei passi attirarono la sua attenzione non appena aumentarono d'intensità avvicinandosi.

Alzò lo sguardo e vide Hanabi, aveva una faccia da funerale. Ella incrociò le braccia e fissò il pavimento. "Nostro padre desidera vederti."

Hinata avrebbe voluto strapparsi i capelli dalla frustrazione.

Continuò pronunciando ogni parola lentamente, come se non potessero scioccarla ugualmente. "Ha preso una decisione."

Hinata respirò a fatica.

Le sue parole uscirono strozzate. "Co-cosa?"

Hanabi sorpassò la sorella. "Sbrigati, sai bene che nostro padre non la prende bene quando testi la sua pazienza."

Hinata squittì in segno di protesta, ma sapeva che non avrebbe risolto nulla. Tutto era inutile, così forzò le proprie gambe a muoversi verso lo studio del padre.

Bussò alla porta, aprendola solo quando pensò d'aver sentito uno smorzato "Entra."

"Mi avete chiamata, padre?" Hinata si bloccò sulla porta, pronta a correre via se le cose non fossero andate secondo i suoi piani, ma visto che il fato sembrava non voler stare proprio dalla sua parte, venne chiamata a sedersi a pochi passi dal proprio padre.

"Sì, vieni, siediti."

Non appena si fu seduta, Hiashi cominciò a parlare. "Immagino che Hanabi te l'abbia già detto, ma ho già deciso chi sposerai."

Il cuore le sprofondò nello stomaco.

"P-potrei chiedere chi è?"

Hiashi si accigliò leggermente. "Non deve interessarti. Io e lui siamo arrivati alla decisione che vi vedrete direttamente di fronte all'Hokage il giorno della cerimonia per scambiarvi le promesse. Giusto per precauzione."

"Capisco." Hinata abbassò lo sguardò sulle gambe piegate sotto di lei.

Sapeva cosa voleva dire con quello.

Pareva proprio che il pretendente fosse intelligente e l'avesse gabbata. L'aveva osservata e aveva visto che aveva rifiutato tutti i pretendenti con cui aveva avuto un appuntamento.

"Il matrimonio è fissato tra due settimane, un giorno prima del tuo compleanno. È stato deciso così visto che il clan ha pianificato di lasciarti tra le braccia di un uomo proprio il giorno della tua nascita."

Aveva un groppo in gola che le rendeva difficile respirare.

Il futuro che aveva sempre sognato fin da quando era bambina stava ora scivolando nello scarico.

"Non deludermi, Hinata." Sentì il solito avvertimento paterno.

"S-sì, padre." Riuscì a trattenersi nonostante le lacrime stessero premendo per sgorgare. Dovette mordersi la lingua pur di non farle uscire di fronte a suo padre.

"Mi scuso per la frettolosa decisione, ma ti assicuro—no—ti garantisco che quest'uomo ti piacerà." il tono di Hiashi si fece delicato.

"Molto bene, padre." Hinata sapeva di non poter trattenere le lacrime ancora per molto. "Potete scusarmi?"

Hiashi annuì solamente, voltandosi dall'altra parte, incapace di guardare ancora il viso di sua figlia.

Hinata si drizzò e calma, lentamente, uscì fuori dalla porta, con qualcosa come un mantra impresso nella mente.

Perché?

Si morse il labbro mentre sorpassava la sua camera, il desiderio di stendersi e dormire era improvvisamente sparito. Si incamminò fuori dal cancello della residenza Hyuuga, l'esatto opposto di quel che aveva fatto pochi minuti prima.

Perché?

Le si sfocò la vista e sentì qualcosa di caldo correrle giù per il viso. Le lacrime si destreggiavano dove lei invece aveva difficoltà.

Perché?

Alzò lo sguardo, controllando dove si trovasse quando i suoi piedi avevano smesso di muoversi. Era ferma di fronte all'albero dove si trovava quando era svenuta dopo aver visto Naruto dopo due anni e mezzo di allenamento con Jiraiya.

Perché?

S'incamminò verso l'albero e vi si sedette ai piedi, appoggiando la schiena al tronco robusto, nello stesso modo in cui s'era sorretta un paio d'anni prima.

Perché?

Perché cosa?

Cosa si aspettava?

Che Naruto la traesse in salvo da quella situazione complicata?

Rise aspramente.

Dipendo troppo da lui.

Reclinò la testa all'indietro, poggiandola al tronco e guardando al cielo azzurro che si intravedeva tra le fronde dell'albero.

Chissà cosa sta facendo.

Chiuse gli occhi.

Chissà cosa farà lui a riguardo.

Rise di nuovo con amarezza.

Rendiamoci conto. Ma a cosa sto pensando? Quanto sono egoista.

Una voce dentro di lei parlò. Questo è il motivo per cui lui non vede niente in te. Sei patetica. E ti definisci una kunoichi? Non ti meriti nemmeno questo titolo.

Prima che la voce potesse insultarla ulteriormente, udì dei passi, diretti verso di lei.

Si preparò ad attaccare, ma rimase con gli occhi chiusi.

Non percepì chakra, doveva essere un semplice civile.

I passi si fermarono per un breve lasso di tempo prima di riprendere verso dove si trovava.

Udì il fruscio dei vestiti, probabilmente perché chiunque fosse s'era accucciato.

Sentì un colpetto sulla propria spalla.

"Hey, Hinata, tutto okay?"

Quella voce.

"Non dovresti addormentarti dove capita."

Lasciò gli occhi aprirsi lentamente, svelando l'identità della persona di fronte a lei, poco a poco.

Pelle abbronzata.

Denti appuntiti mascherati da un leggero disappunto.

Guance baffute.

Fieri occhi azzurri.

Sopracciglia aggrottate.

Capelli del colore del sole.

Naruto.




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Di NaruHina non ce n'é mai abbastanza!

Per questo ho deciso di tradurre una storia tranquilla e un po' vecchietta ma piena di sano NaruHina! :D

Qui l'originale. :)

Spero vi piaccia :)

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Capitolo 2
*** Ramen con lui per la prima volta ***





Il tempo sembrava essersi fermato, il vento soffiava placidamente, stuzzicando le guance rosee di entrambi quei giovani adulti.

Naruto mostrò il suo famoso sorrisetto. "Come va?"

Hinata riuscì a mostrare un sorriso incerto, facendo spallucce, non fidandosi al momento della propria voce.

Naruto scivolò da una parte, e quando Hinata sbatté le palpebre, lo ritrovò steso accanto a lei.

"Sono tuo amico, giusto, Hinata?" chiese Naruto, a voce talmente bassa che le orecchie allenate da ninja di Hinata lo sentirono appena.

Era la prima volta che sentiva Naruto usare quel tono.

Beh, alla fine nei suoi confronti. Considerò il fatto che potesse aver usato quel tono di voce più d'una volta verso una certa ragazza dai capelli chiari, che lei detestava e ammirava al tempo stesso.

Annuì violentemente, le sopracciglia aggrottate, una sincera preoccupazione in volto.

Che cosa poteva aver fatto per sentirsi fare questa domanda da lui?

Sentì una lieve risatella da quella parte.

"Beh, buono a sapersi!" ghignò Naruto. "Evvai! Hinata non mi odia!"

Hinata chiuse e riaprì gli occhi, pian piano aprendosi al ragazzo, mentre un genuino sorriso si espandeva sul proprio volto. Cominciò a ridere con lui.

Prima che potesse lasciare se stessa indugiare nel calore che si stava facendo strada in lei, il ricordo del matrimonio la riportò nel mondo freddo e crudele.

"Sai," Naruto notò il leggero cambiamento ancora una volta. "Ho sempre pensato che mi odiassi, ma—."

La testa di Hinata scattò nella sua direzione e si inclinò, da una parte, aspettando che finisse la sua affermazione, ma Naruto si limitò a sorridere e scosse la testa.

"Non importa!" Scattò in piedi, stringendo con fermezza il suo polso. "Comunque, andiamo a prenderci del ramen! A me aiuta sempre quando sono giù!"

Scalciò il piede a terra. Accelerò, creando una nube di polvere dietro di sé.

"H-hey—aspetta!" piagnucolò Hinata, per protestare sul fatto che lei non fosse giù di morale, anche se era una bugia grossa come una casa, ma era inutile, perché quando la polvere scomparve, erano già di fronte al chiosco.

Naruto la trascinò dentro, spostando i lembi sul tettuccio del negozio e spingendo delicatamente Hinata prima di seguirla, lasciando scivolare il lembo di nuovo al proprio posto.

"Hey, vecchio!" disse Naruto un po' troppo rumorosamente, diretto verso uno degli sgabelli davanti al bancone. "Miso, per favore!"

Un vecchio signore, che Hinata riconosceva senza aver mai avuto idea di come si chiamasse, spuntò dal retro, sorridendo alla vista di Naruto.

"Arriva!"

Hinata si sentiva ridicola, solo restando lì, senza avere idea di cosa fare. Anche se era passata davanti quel negozio innumerevoli volte e aveva visto lì Naruto la maggior parte di esse, non si era mai presa la briga di entrare e provare.

Quella era la sua prima volta.

"E per la giovane donna?"

Hinata sentì una leggera spinta sul braccio. Sbatté le palpebre e si girò a lato per vedere cosa la stava urtando. Era il gomito di Naruto.

"Hey, dovresti sederti." saltò in piedi, incitandola a prendere posto sullo sgabello accanto a lui. Poi, rivolse la sua attenzione al vecchio uomo, "É la sua prima volta, prenderà la soia."

Hinata divenne paonazza, si sedette e chinò la testa. "M-mi dispiace, signore."

"Ben educata eh?" l'uomo rise. "Il mio nome è Teuchi. É bello conoscere un altro amico di Naruto!"

"Piacere di conoscerla, Teuchi-san." Hinata si chinò di nuovo. "Mi chiamo Hinata."

Teuchi ridacchiò per quei modi. "Il vostro ramen arriverà in poco tempo."

Scomparve da dove era venuto.

Lei poteva sentire Naruto fissarla.

"S-sì?" Si spostò subconsciamente un lungo ciuffo di capelli dietro l'orecchio, rabbrividendo leggermente quando l'aria fredda colpì la pelle esposta.

"Niente." Naruto si voltò, la faccia più rosata. "E' solo che, non balbetti quasi più."

Hinata sbatté le palpebre.

Lui notava quando balbettava?

Questo la fece sorridere. Alla fine sapeva che le prestava almeno un po' d'attenzione.

"Ho trovato quell'abitudine inutile e sconveniente." ripeté la ragione che trovava più adatta quando quel discorso saltava fuori.

Naruto sorrise, ma sembrò leggermente nervoso. "Sembri Neji."

Hinata notò la differenza di quel sorriso. Sogghignò un poco. "Non preoccuparti, Naruto-kun, non finirò per diventare ciò che era."

"Già," Naruto sbuffò, quasi. "Come se potesse accadere."

Succederà quando perderò la ragione. Non penso che riuscirò a vivere così. Hinata voleva tanto confessarsi, ma la sua gola era secchissima.

D'altronde, non voleva scaricargli addosso quel fardello.

Era vicino a iniziare la sua preparazione per diventare Hokage e stava ancora fronteggiando tutte le conseguenze del futuro di Sasuke, ora che le sue chiappe erano state trascinate di nuovo a Konoha.

Infatti se ne uscì con un semplice, "Già."

Proprio allora, Teuchi uscì con due ciotole ripiene di caldo e fumante brodo, ripieno di noodles e piccoli condimenti finemente tagliati.

"Ecco a voi ragazzi!" Le posizionò di fronte ai due. "Godeteveli!"

Naruto ghignò. "Hai aumentato la portata eh!"

"Questa è personalizzata giusto per te, Naruto." Teuchi sghignazzò, grato di ricevere la solita reazione di sempre da Naruto. "E' un ringraziamento per venire sempre qui!"

"Cacchio! Grazie tante vecchio mio!" Naruto agguantò un paio di bacchette, attaccate tra di loro e le separò. "Itadakimasu!"

Hinata lo seguì allo stesso modo ma giunse le mani tra di loro prima di separare le bacchette, offrendo una silenziosa preghiera. "Itadakimasu."

Acchiappò dei noodles, sicura di averli ben stretti tra le due stecche di legno e se li portò lentamente alla bocca.

"E' delizioso." Sorrise e ripete l'operazione.

Teuchi annuì grato, prima di tornare nel retro bottega. "Grazie."

A parte i rumori di risucchio di Naruto, il chiosco cadde in uno strano silenzio.

Hinata si stava sforzando per non voltarsi dalla sua parte.

Perdi questi sentimenti. Diceva a se stessa. Sbrigati prima di ferirti ancora di più.

Poggiò le bacchette, aveva perso l'appetito.

"Sai, Hinata," Naruto immediatamente parlò, continuando a tirar su i noodles. "Ho appena realizzato che questa è la prima volta che mangio del ramen con te."

Hinata sbatté le palpebre. "Co-cosa?"

"E' solo che," Naruto succhiò gli ultimi noodles e si girò verso di lei, regalandole un sorriso birichino. "Sono grato del fatto che la prima volta che mangio ramen con te sia così."

Teuchi sghignazzò, strofinandosi le mani su un canovaccio bianco prima di uscire fuori per porgere a Naruto la seconda ciotola che sapeva gli sarebbe servita nel giro di qualche secondo. Furbetto, Naruto. Davvero furbo.

Grato? Hinata in qualche modo si sentiva come un cervo di fronte ai fanali d'una macchina pronto ad essere investito.

Naruto lo vide e sorrise. "Vedo che ti senti meglio."

E bastò un niente perché a Hinata tornasse di nuovo in mente la sua difficile situazione.

"Vuoi parlarne?" si informò Naruto delicatamente, la premura di ascoltarla era percettibile nel suo tono. "Sono tutto orecchi."

"Io—." iniziò Hinata ma si bloccò, mordendosi il labbro inferiore. Dovrei dirglielo?

"Non sei costretta a dirmelo se non vuoi." mormorò Naruto, a bassissima voce.

Teuchi lo guardò sorpreso. Era la prima volta che sentiva Naruto parlare così in un momento in cui non fosse completamente depresso. Diamine, anche quando era depresso era comunque rumoroso.

"N-no." Hinata scosse delicatamente la testa. "E'-è solo che, in due settimane, il giorno prima del mio compleanno, m-mi sposerò co qualcuno a me sconosciuto."

Adesso, Naruto non aveva davvero conoscenze su affari dei clan e matrimoni combinati, ma sapeva come ci si poteva sentire quando si era costretti con la forza a fare qualcosa senza sapere come sarebbe andata a finire.

"Va-va bene, credo?" Naruto si strofinò la nuca, senza sapere realmente come rispondere a questo. "Vo-voglio dire non che sia bello che tu sia costretta a sposarti o cose del genere! E' solo che, uhm, alla fine non dovrai più preoccuparti di rimanere sola. Eeeh, insomma volevo dire—!"

Sospirò. "Dovrei starmene zitto."

Fortunatamente, sentì Hinata ridere accanto a lui.

"E' tutto apposto, Naruto-kun." cercò di soffocare le risate per paura di rendere quel momento ancora più imbarazzante per lui di quanto già non fosse.

E ci volle ancora un niente perché il tono leggero scomparisse.

"C'è giusto il fatto che, c'è qualcuno che a me piace—no—che amo." Hinata sospirò e abbassò lo sguardo verso la sua ciotola ancora mezza piena.

"Oh." Naruto seguì il suo sguardo. "Questo fa schifo."

"Già, ma è poco probabile che lui provi gli stessi sentimenti per me, e allora forse è meglio che faccia ciò che sono predestinata a fare." Hinata scrollò le spalle, tentando di trattenere le lacrime.

"Non dovresti mollare così facilmente il tuo amore, Hinata." affermò Naruto con fermezza. "Non importa cosa, dovresti combattere per ciò che vuoi."

Se tu solo sapessi. Hinata scosse la testa, uscì qualche lacrima. "Grazie, Naruto-kun, ma probabilemente seguirò il piano."

"E' questo quello che vuoi?"

La domanda la prese in contropiede.

"Ti piacerebbe davvero?" Naruto reclinò la testa da una parte.

"Co-cosa—?" Hinatasi accigliò.

"Voglio dire," sorrise tristemente. "Preferiresti combattere per il tuo amore ed essere felice o piuttosto mollare e cedere al fato per qualcosa di sconosciuto?"

Hinata sospirò e sorrise. "Non preoccupiamocene adesso. Grazie per aver provato a tirarmi su."

Naruto sbatté le palpebre prima che il suo ghignò tornasse sul suo viso. "Ancora una cosa."

"Sì?" il cuore di Hinata sobbalzò.

"E se l'uomo che stai per sposare fosse un vecchio ciccione lardoso tutto pieno di rughe?" rise, quasi rischiando di buttar giù la ciotola mezza piena che aveva di fronte.

"Naruto-kun!" Hinata rise, il tono leggero era tornato.

"Hey, hey!" Naruto si accostò a lei. "Ho un'idea."

Hinata, continuando a ridacchiare, chiese, "Quale sarebbe?"

"Posso uscire con te per le due settimane prima del matrimonio?" Naruto deviò il suo sguardo da quello di lei. "Intendo che siamo stati vicini fin dall'Accademia e io ancora non ti conosco. E non per essere meschino, ma tu potresti essere trascinata via oltremare per andare a casa del tuo marito combinato."

Sapendo in cosa si stava cacciando, Hinata rise di cuore, e quando smise disse: "Mi piacerebbe tantissimo."




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Nessuno che dica quanto sono carini??? ):

Lo dico io: Sò troppo belli!!

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Capitolo 3
*** Possibili precipitazioni ***





Hiashi si accigliò. "Pensavo che il patto fosse di non avere nessun contatto."

Lui era nel suo ufficio, protetto da una barriera insonorizzante nel caso qualcuno avesse teso l'orecchio. Si girò per fronteggiare il suo visitatore.

"Calma, calma." L'altra persona scrollò le spalle. "Tutto quel che ho fatto è stato osservarla, non ho nuociuto a niente."

"Ma un patto è un patto." Hiashi incrociò le braccia. "Un contratto che entrambi abbiamo accettato e deve essere seguito."

"Non sa che sono io." La persona sorrise. "Quindi rilassatevi, dubito che lei penserà mai che sono io quello che la sposerà."

"Sei sicuro di questo?" La fronte di Hiashi si corrugò quando le sopracciglia si congiunsero tra loro.

"Certo."

"Lo spero." Hiashi sospirò. C'erano troppe cose in gioco nello stesso momento e lui poteva solo controllare che tutto andasse per il meglio.

"Beh, la lascio con le preparazioni." La persona si irrigidì, piegò il ginocchio e uscì dalla stanza.

Hiashi scosse la testa mentre faceva lo stesso.

Spero di aver fatto la scelta giusta.

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Hinata si svegliò non appena un raggio di sole raggiunse i suoi occhi e quando gli uccellini picchiettarono costantemente contro la sua finestra, cinguettando in attesa dell'usuale chicco di grano che lanciava a ognuno ogni singola mattina.

Oggi sarebbe potuta essere la mattinata perfetta.

Si era appena svegliata, rimembrando le ore spese insieme a Naruto, immagini ancora fresche nella sua mente.

Come se non bastasse, lui sarebbe venuto a prenderla per un'altra opportunità di conoscersi meglio.

Sarebbe potuta essere la mattinata perfetta..

Se solo non fosse stato il contrario.

Appena mise piede fuori dalla sua camera per compiere la solita routine mattutina, vide il padre mentre ordinava a un gruppo del clan di posizionare le luci e mettere tutto a modo per l'evento in arrivo.

Oh, giusto, il matrimonio. Hinata sospirò, decidendo che si sarebbe chiusa in camera sua per l'intera giornata. Alla fine però, ne aveva abbastanza di quella gabbia, e non avrebbe buttato via la possibilità di passare un po' di tempo con Naruto, così si decise a uscire prima che il padre potesse notarla.

Raggiunse il cancello in punta di piedi, grata che nessuno le avesse prestato attenzione e l'avesse riacchiappata.

Aveva appena silenziosamente chiuso il cancello alle sue spalle che una voce la colse.

"'ngiorno!"

Saltò, attivando immediatamente il Juuken. Non avrebbe potuto essere più veloce nel notarlo considerando che chiunque fosse aveva mascherato il proprio chakra e lei era stata abbastanza giudiziosa nel prendere la direzione a cui tutti davano le spalle.

Vacillò non appena vide chi era e arrossì immediatamente. "O-oh! Naruto-kun! Scusami per questo. Io-Io-Io—b-buon giorno."

Aveva mugugnato anche nell'ultima parte visto che si ostinava a guardare in basso mentre spostava terra con la punta delle dita.

"Sono troppo in anticipo?" lui si limitò a ridere. "Aspettavi qualcun altro? Qualcuno con cui allenarti, per esempio?"

"N-no." lei sorrise.

Lui rimase in silenzio.

Curiosa del perché stesse zitto, alzò lo sguardo, solo per vedere che la stava fissando con un buffo sorriso sul volto.

Sbatté le palpebre, le sue guance incominciarono a farsi bollenti mentre spostava lo sguardo altrove, incapace di sostenere gli occhi di lui.

"Comunque!" Naruto la prese per un polso nello stesso modo in cui ieri l'aveva trascinata da Ichiraku. "Facciamoci una passeggiata!"

"D-dove?" Hinata provava a ignorare la tormentosa seccatura che stava diventando la sua timidezza. Aveva urgente bisogno di stringere quella mano.

"Ovunque!" ghignò. "Baa-chan mi ha dato l'intera giornata libera visto che me la sto cavando magnificamente."

"U-uhm," mormorò Hinata, ritraendo il braccio così che la stretta sul suo polso fosse meno sensibile.

Naruto divenne una statua di sale, sorpreso da quell'azione, un sorriso triste gli comparì sul viso e arrivò anche la nervosa abitudine di grattarsi la nuca. "Oh, mi dispiace. Volevo solo—."

Si bloccò quando Hinata strinse la sua mano e intrecciò le dita con le sue.

Sorrise incerta. "Vo-vogliamo andare ora?"

"Sai che non devi." Corrugò leggermente la fronte, ancora ignaro dei motivi dietro a quell'azione.

Per lui era come se lei non volesse scontentarlo.

Per lei era stata una mossa audace, un modo per tirare fuori il meglio da quell'occasione, sapendo che non avrebbe potuto farlo appena maritata.

"E' tutto a posto." Gli sorrise rassicurante per mostrargli che era proprio quello che intendeva. "Lo voglio."

Indietreggiò confuso, poi semplicemente le regalò un largo sorriso prima di ricominciare a camminare, mano nella mano, con Hinata al suo fianco.

A differenza di Naruto, che sembrava non essersene accorto, Hinata aveva notato gli sguardi della gente su di loro.

Molti erano di pura incredulità; gli altri sembravano provare gioia e sollievo.

Lei rivolgeva a tutti un caldo sorriso mentre Naruto la conduceva ovunque avesse pianificato di andare.

"Allora Hinata," sbirciò verso di lei catturando il suo sorriso. "Che c'è di tanto divertente?"

"Oh, niente." ridacchiò sommessa.

Mise il broncio. "Dimmelo!"

Hinata sentì il lamento nella sua voce e non poté fare a meno di ridere ancora. "Non è nulla di importante Naruto-kun. Non preoccupartene."

"Uff." borbottò lui. "Va bene allora, non spenderò il mio tempo libero con te."

I suoi occhi si spalancarono. "Co-cosa? N-no!"

Naruto rimase scioccato quando sentì la tristezza nella sua supplica e il modo in cui la sua postura sembrò cambiare. Aveva mollato la presa sulla sua mano, era ancora lì solo perché lui la teneva.

Era come se si stesse mettere per piangere.

'Ottimo lavoro, bamboccio.' Il Kyuubi rise.

Naruto si picchiò mentalmente. "S-scusa! Non dicevo sul serio!"

Continuando a maledirsi, Naruto strinse la presa su di lei. "Scusami. Sono solo uno schifo nei rapporti interpersonali."

Hinata respirò. Ovvio che non diceva sul serio.

Ma nel profondo, lei aveva comunque la sensazione che quelle parole fossero vere. Non che fosse sorpresa di sentirle, tenendo conto che nel suo gruppo un po' tutti si ricordavano di lei, a parte lui.

Lei si sforzò di ridere. "Questo mi sorprende, considerando come sei sempre rumoroso e fai amicizia facilmente."

Ghignò. "Beh, non è che conquisto veramente le persone. Sono sempre riuscito a dare di me l'impressione d'essere un completo idiota a prima vista. Poi mi odiano. Immagino che alla fine si abituino."

"Questo non è vero." e nonostante avesse sussurrato Naruto la sentì.

"In che senso?"

"Non sei un idiota, Naruto-kun." Affermò con fierezza guardandolo dritto negli occhi. "E io non avrei mai potuto odiarti. Non ti ho mai odiato o pensato che fossi un idiota la prima volta che ci siamo incontrati."

Naruto ridacchiò in modo strano e iniziò a strofinarsi la base del collo, deviando il suo sguardo.

Hinata realizzò che, come lei, anche lui non era abituato ai troppi complimenti e non era ancora capace di accettarli in modo appropriato.

"Cavoli, grazie, Hinata, ma non devi mica farmi sentire meglio." Si schiarì la voce. "Dovrei essere io quello che ti dovrebbe far sentire meglio, era questo il punto di tutto."

"Credo in tutto quel che ho detto." Hinata scosse leggermene la testa. "E poi non devi fare nulla, solo spendere il tempo con te mi aiuta."

"Davvero?" Naruto ghignò.

"Assolutamente, Naruto-kun." Hinata si sentì più leggera e più a suo agio accanto a lui.

Lui rise e sorrise nella sua direzione.

"Magnifico." aumentò la presa sulla mano di lei. "Allora, vogliamo iniziare per oggi?"

Hinata si liberò, intrecciò il braccio con il suo e riprese di nuovo la stretta sulla mano. "Andiamo!"




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Il meglio deve ancora venire :)

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Capitolo 4
*** Un'altra bella giornata... finché... ***





"Facciamoci qualche confessione mentre camminiamo!" Naruto guidava Hinata alla cieca, chissà dove.

"Che vuoi dire?" il cuore di Hinata diede uno scossone. Non poteva credere di avere avuto tanto fegato da imporsi su Naruto come aveva fatto.

Aveva accettato una sfida e per qualche strana ragione l'adrenalina le pulsava dentro a fiotti.

Era così eccitante!

Le piaceva davvero quella sensazione.

Sembrava come un assalto verso una battaglia, sapendo di aver tutto da perdere ma allo stesso tempo sapere di non avere nulla.

La corsa era la parte emozionante!

"Dobbiamo solo dirci qualcosa su noi stessi!" Naruto si schiarì la voce. "Allora inizio io. Uhm, va bene, amo segretamente il giardinaggio e ho un bonsai sulla finestra della mia camera."

Hinata sbatté le palpebre e finì col ridere. "Oh, allora è così! Va bene, uhm, anche a me piace il giardinaggio."

"Qualcos'altro!" Naruto si rilassò quando non la sentì prenderlo in giro per la storia del bonsai. "Non puoi copiare l'altro."

"Ok, mmm, so cucinare?" chiese Hinata.

"Puoi? Sai cucinare il ramen?" gli occhi di Naruto praticamente uscirono fuori dalle loro orbite.

"Ho la mia ricetta personale." Hinata sorrise, sapendo di averlo fatto apposta.

"Allora, Hinata," Naruto le diede una leggera gomitata. "Un giorno me ne preparerai un po'?"

Hinata rise, scuotendo leggermente la testa.

"No?" la sua voce aveva un fondo di tristezza e disappunto.

"Sto scherzando." Hinata picchiettò la sua mano. "Vieni quando vuoi alla magione e sarò lieta di prepararne anche per te."

Il triste atteggiamento di Naruto si sciolse e le diede un colpetto sulla spalla. "Bella questa. Sai, non sei come mi aspettassi."

"Cioè?"

"Beh per esempio, non sei la silenziosa, meditabonda, ma molto più carina versione femminile di Sasuke che pensavo fossi."

Hinata rise beffarda. "Ottimo modo per fare i complimenti a una ragazza, Naruto-kun."

"Sei più luminosa, sorprendentemente sarcastica e non più timida. Non mi schiaffeggi se faccio qualche battuta, anzi, ridi con me." Naruto alzò il pollice. "E' divertente uscire con te!"

"Quando vuoi, Naruto-kun." Hinata sorrise semplicemente. Quando vuoi.

________________________

Hiashi sbatté la pila di documenti sulla sua scrivania. "Cosa stai facendo?"

"Cosa?" La persona si lamentò, schermandosi dal volume vocale di Hiashi.

"Le tue azioni sono fuori luogo." sibilò Hiashi. "Sei tu quello che ha imposto le condizioni, allora perché non le stai rispettando?"

"Le regole sono fatte per essere infrante." La persona sorrise nella sua direzione.

"Non mi piace quando le persone non fanno fede seriamente alle loro parole." Hiashi si schiarì la gola con disapprovazione. "Potrei benissimo cancellare questo accordo se la cosa dovesse verificarsi di nuovo."

Prima che la persona potesse rispondere bussarono alla porta.

"Oh-oh," La persona si inchinò a Hiashi. "Devo andare."

Prima che Hiashi potesse protestare, la persona scomparve tra vento e foglie.

"Hiashi-sama?"

Hiashi sospirò.

"Avanti."

La persona fece scorrere il pannello della porta ed entrò, chiudendoselo dietro.

"Cosa c'è Neji?" Hiashi fu contento che non fosse uno degli anziani. Aveva già abbastanza problemi così.

"Sì, beh, volevo solo riportarle che esprimono tutti le loro preoccupazioni per Hinata-sama." Neji si inchinò educatamente.

"Parla." Hiashi raggiunse il suo scrittoio e ne tirò fuori una bottiglia.

"Abbiamo ricevuto alcuni rapporti che attestano il fatto che ultimamente stia spendendo molto tempo con Naruto Uzumaki." Neji sentiva lo zio tossire.

"Continua." la voce di Hiashi era arrochita.

"Detestano l'idea che Hinata se ne vada a spasso con Naruto Uzumaki proprio qualche giorno prima di sposarsi." Neji sfidò se stesso per alzare lo sguardo e guardare la reazione dello zio. "Altri membri del clan, incluso me e altri membri della casata cadetta come Kō ci preoccupiamo della reazione degli anziani se venissero a conoscenza di quel che sta accadendo."

"Hiashi-sama," Neji si spinse a parlare oltre. "Hinata-sama ha già un compagno ma si comporta come una donna libera. Agli occhi degli Hyuuga tutto ciò è immorale e la fa sembrare una put—!"

"Smettila!" Hiashi sbatté la bottiglia sul tavolo. "Ti ringrazio per il rapporto. Ora puoi congedarti, sicuramente farò una dura chiacchierata con Hinata."

_____________________

Dopo che fu passato un nugolo di ragazzini arrabbiati, Naruto e Hinata risero, le schiene appoggiate al muro dell'Accademia.

Se lo concessero, erano entrambi senza fiato.

Questo era ciò che era accaduto:

Scoprendo che Hinata amava i dolci alla cannella, Naruto l'aveva trascinata dal venditore che era appena arrivato nei pressi dell'Accademia, dove una manciata di bambini attendeva impaziente che il carrello si fermasse, le banconote strette nelle mani.

Visto che aveva più esperienza ed era più grande, Naruto scattò verso il venditore nello stesso momento in cui si fermava, finendo primo della fila.

Si alzarono alcune proteste, ma il vecchio uomo che spingeva il carrello e cucinava le paste rideva, facendo di tutto per calmare i bambini.

"Cosa desidera così ardentemente il futuro Hokage?" Fece l'occhiolino a Naruto, cogliendo Hinata con la coda dell'occhio.

"Voglio comprare tutti i dolci alla cannella, per favore." prontamente Naruto prese il portafoglio dal retro dei pantaloni.

"Tutti?" Il vecchio alzò un sopracciglio, guardando nervosamente lui e i bambini pazientemente in attesa. "Ma—!"

"Naruto-kun, credi davvero che comprare tutti i dolci sia una saggia decisione?" Hinata si morse il labbro inferiore, dando un'occhiata ai di nuovo impazienti bambini che osservavano affamati i dolci mentre si scaldavano. "Non li voglio veramente—!"

"Sshhh!" Naruto sventolò la mano. "Non mangi niente dalla colazione!"

"Sì ma uno o due dolci saranno sufficienti." Hinata sorrise timidamente. "Non credo sia necessario comprarli tutti."

"I-Io ascolterei la signorina se fossi in te." Il vecchio trattenne il fiato.

Testardo com'era Naruto scosse la testa. "Li voglio tutti, il discorso è chiuso."

Sospirando, il vecchio assentì, infilando una gran quantità di dolci in una gran quantità di sacchetti di carta.

"Potrei benissimo darti tutto il carretto, ragazzino." brontolò.

I bambini finalmente capirono cosa stava accadendo.

"Hey!" Un maschietto, non molto più giovane di Konohamaru esclamò d'un tratto, puntando il dito accusatore verso Naruto. "Quello con lo sguardo da scemo sta comprando tutto!"

"'Sguardo da scemo'?" Naruto si limitò a ripetere quelle parole, guardando i bambini.

"Prendetelo!"

Naruto urlò quando una manciata di quelli gli saltò addosso spingendolo a terra.

"Naruto-kun!"

Poteva sentire Hinata urlare il suo nome, ma non riusciva a vederla con tutta quella polvere.

"Te l'avevo detto o no, ragazzino." Il vecchio sospirò quando vide i dolcetti alla cannella volare ovunque.

Naruto si lasciò sfuggire qualche maledizione mentre si rimetteva in piedi.

"Kage Bunshin!"

Dieci copie identiche di Naruto apparirono e incominciarono ad acchiappare ogni singolo dolcetto volante.

"Piccoli mocciosi insolenti! Non ne meritate nemmeno uno!" Un clone sghignazzò, tirando giù la pelle sotto l'occhio e mostrando la lingua.

I bambini si dimenticarono del vero Naruto che ancora si ripuliva dalla polvere.

Si diresse svelto verso Hinata, che guardava scioccata e divertita la scena davanti a sé e, prendendola per una manica, corse nella direzione opposta a dove i bambini assalivano i suoi cloni, dissipandoli uno per uno sotto una pioggia di pietre, kunai e shuriken.

Naruto sobbalzava ogni volta che ne scompariva uno.

"Hey! Guarda che me li devi pagare tutti!" Gridò l'uomo verso di lui.

Schioccando la lingua per la frustrazione, Naruto prese qualche banconota e gliela lanciò. "Tieni vecchio! Scusa per il casino."


E ora, ridevano e riprendevano fiato dietro l'Accademia.

"Oh diavolo, non hai avuto nemmeno un dolcetto!" realizzò Naruto.

"Oh, no, va bene così." sospirò Hinata, finalmente respirando. "Non sono così affamata."

Lui si limitò ad aggrottare la fronte. "Te l'ha mica mai detto tua madre che dire le bugie è peccato?"

Gli occhi di Hinata si addolcirono e un leggero sorriso le comparve in volto. "No, ha passato la maggior parte della mia infanzia malata a letto finché non è morta quando avevo cinque anni."

"Oh merda! Mi dispiace!" Naruto si strofinò la nuca. "Non lo sapevo."

"E' tutto ok." Hinata lo guardò dritto negli occhi, sorridendogli per dimostrargli che era proprio così. "Non dovresti scusarti. Io almeno mia madre l'ho conosciuta."

Naruto sorrise leggermente. "Nah, è tutto a posto. So chi sono mia madre e mio padre, e sono fiero di essere loro figlio."

"Sono certa lo siano anche loro." Hinata si sentì più rilassata vedendo che non se l'era presa per il suo commento.

"Giusto!" Naruto scivolò lungo il muro e finì per sedersi sul terreno sporco, la schiena ancora poggiata alla parete. "Non l'ho detto a nessuno."

"A nessuno cosa?" Hinata lo copiò e si sedette.

"Le mie origini!" Naruto sembrava parecchio eccitato. "Chi sono i miei genitori!"

Hinata rise. Com'é dolce. "Ti va di dirmelo?"

Lui tese il mignolo.

Hinata lo guardò incuriosita.

"Prometti che non lo dirai a nessuno?"

Lei rise, stringendo con il suo mignolo quello dell'altro. "Prometto, Naruto-kun. E tanto perché tu lo sappia, io mantengo sempre le mie promesse."

"Aww, questo però l'hai copiato da me, Hinata!" Naruto ghignò. "Okay, allora i miei genitori sono—!"

"Hey, non sono quelli Naruto e Hinata?"

Una voce familiare lo interruppe.

Entrambi gemettero quando si voltarono alla loro destra.

Interrotti!

In avvicinamento c'erano Sakura, seguita da un Sasuke incatenato, Ino accanto a un Chouji che addentava avidamente una crêpe.

"Hey voi due!" Ino li salutò. "E' un appuntamento?"

Fece un discreto occhiolino a Hinata che scosse la testa.

"No." Hinata arrossì un poco.

"Stavamo giusto facendo una passeggiata per passare il tempo." concordò Naruto.

Sasuke roteò gli occhi. "Certo, 'passare il tempo'. Vedo che ancora non ti è cresciuto nessun cervello, dobe."

"Disse quello in catene Sasuke-teme!" ribatté Naruto di rimando.

Sasuke lo schernì scuotendo la testa. "Quando finirà questa storia?"

"Meriti di stare in catene, teme," Naruto ghignò, stuzzicandogli la schiena. "Ma appena sarò Hokage, le probabilità che le tue chiappe saranno libere sono tante quanto le possibilità di compiere qualche altra devastazione!"

Sasuke si lasciò sfuggire il principio d'un sorriso beffardo all'angolo delle labbra. "Contaci."

"Non è questo il modo di parlare a Sasuke-kun, baka!" Sakura era pronta a mollare uno scappellotto sulla testa del biondo ma rapidamente Hinata fece presa sul suo polso.

"No, Sakura."

Si immobilizzarono tutti, gli occhi fissi su Hinata.

C'era qualcosa nel suo tono.

Un intento omicida.

"O-oh, beh, vi lasciamo soli." Ino spezzò l'arrivo di uno strano silenzio. "Dobbiamo mollare il bambino cattivo di nuovo nella sua cella."

Hinata mollò la presa su Sakura e la rosa si massaggiò il polso, fremendo leggermente.

"A-andiamo!" gridò Sakura.

Ignorò la mora mentre andava via, trascinando le catene di Sasuke.

L'Uchiha deviò lo sguardo verso la Hyuuga con nuovo interesse. "Ben fatto, Hyuuga."

Ancora più sorprendente per Hinata, egli stava sorridendo.

Ino ridacchiò forzatamente prima di tirare Chouji e correre dietro Sakura. "Ci vediamo in giro, Hinata."

Hinata rilasciò il respiro che stava trattenendo da un po'.

Naruto le diede delle pacche sulla schiena.




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Daje Hinataaa! <3

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Capitolo 5
*** Una fermata nel passato ***





"Allora cosa stavi dicendo?" Hinata ruppe il silenzio.

Avevano deciso di andarsene dai pressi dell'Accademia e proseguivano dove i loro stessi piedi li stavano portando.

"Eh?" Naruto distolse l'attenzione dalla pietra che era intento a calciare. Il fatto che riguardava Sakura ancora lo preoccupava.

"Riguardo i tuoi genitori." Hinata guardò verso la pietra con cui Naruto aveva appena finito di prendersela. "Stavi per dirmi qualcosa su di loro."

Lei sapeva che lui era preoccupato.

Lui sapeva che lei era giù, così parlò.

"Oh giusto, ok allora. Mio padre era lo shinobi più forte. Tutti lo temevano e rispettavano. Anche Ero-sennin. Ho sentito che era intimidito da mio padre. (Hinata sorrise.) E' un eroe per tutti. Anche i nemici di Konoha lo rispettavano." Naruto si arrotolò le maniche della felpa. "La gente dice che ci assomigliamo molto, ma mia madre e mio padre dicono che assomiglio molto più a mia madre. Ho solo ereditato i capelli e il colore degli occhi da mio padre."

"Non dirmelo!" Hinata trattenne il respiro, i suoi occhi saettarono verso la rupe su cui vi erano i monumenti scolpiti a pietra, dalla parte del canyon. "Il Quarto era tuo padre?"

"Già." Naruto seguì il suo sguardo e fissò il volto del padre. "E presto la mia faccia andrà a fargli compagnia lassù!"

Hinata rise della sua spensieratezza. Bene, non sembra più preoccupato. "E tua madre?"

"Mia mamma," il viso di Naruto si addolcì. "Era bellissima. Nel suo villaggio natale era come una principessa. Era una kunoichi molto forte. Tutti i ragazzi avevano paura di lei perché non aveva paura di batterli."

"Un tipo come Sakura." mormorò Hinata.

"No, non ha niente di Sakura." Naruto fissò il terreno. "Mia mamma, picchiava solo quando era lei stessa a essere insultata. I suoi capelli rossi erano più lunghi dei tuoi ma setosi allo stesso modo. Siamo molto simili. A entrambi piace spronare quelli a cui teniamo e avere un nostro intercalare."

"Intercalare?" Hinata alzò un sopracciglio.

Le piaceva guardare e ascoltare Naruto parlare così. Era così tenero ed era sicura di capire in sincrono i sentimenti di lui.

"Se non te ne fossi accorta finora," Naruto rise beffardo, rivolgendole uno sguardo da mi-stai-prendendo-in-giro. "Dico 'dattebayo' alla fine di ogni mia frase mentre lei diceva 'dattebane'."

"Oh, questo è un intercalare?" Hinata sorrise. "Pensavo fosse semplicemente il modo in cui parlavi. Ti da l’aria da straniero."

"Ah ah." Naruto si passò il pollice sotto il naso. "Uno straniero figo da cui non puoi togliere gli occhi di dosso!"

Hinata trattenne il fiato mentre soffocava, il viso in fiamme. "Que-que-questa poi—!"

"Stavo solo scherzando! Che ti succede? Hai ricominciato a balbettare spesso ultimamente." Naruto rise nervoso. "Non volevo."

Il disappunto di Hinata salì in superficie. "O-oh, certo non v-volevi."

Abbassò lo sguardo fissandosi i piedi. Mi chiedo se davvero si sia dimenticato della mia confessione. "Se i tuoi genitori erano persone così importanti—?" chiese lentamente Hinata, scegliendo con cura le parole in modo da non infastidirlo.

"Perché sono stato trattato nel modo in cui sono stato trattato?" finì Naruto per lei.

"S-sì." Hinata tornò alla sua abitudine di torturarsi le dita.

"Immagino che le persone non mi abbiano mai visto nel modo in cui mio padre avrebbe voluto che facessero. In più, se avessero saputo di chi ero figlio, mi avrebbero rispettato per partito preso. Non voglio che la gente provi false emozioni verso di me. É per questo che nel paese del Ferro, quando Sakura mi ha con—." aveva deragliato.

Hinata aggrottò leggermente la fronte. Quando Sakura ha fatto cosa?

Naruto si schiarì la gola prima di continuare con l'argomento precedente.

"Inoltre sarei stato bersagliato frequentemente, considerando che sono l'ultimo degli Uzumaki e del clan dei Namikaze." Naruto scrollò le spalle. "Quindi immagino sia meglio in questo modo che nell'alternativa. Anche perché fosse stato in quel modo, non ti avrei mai detto nulla di tutto questo."

"Pe-perché no?" Hinata respirò a fatica.

"Perché sarebbe stato difficile sapere di chi fidarsi se tutti avessero recitato." Naruto ghignò. "Ma basta con me, è arrivato il tuo turno per parlarmi di te stessa."

"M-me stessa? Ma la mia vita non è interessante." disse Hinata senza nemmeno prendere fiato. "E' la vita di una ragazza come le altre."

"Davvero? Nessuno scheletro nell'armadio?" Naruto si fermò al ponte che collegava il campo d'allenamento con le terme. "Niente di niente?"

"A parte essere stata rifiutata per metà della mia vita? No, nulla." Hinata incrociò le braccia sulla balaustra di legno e abbassò la testa, fissando l'acqua increspata dai tocchi del vento.

"Sei stata rifiutata?" Naruto saltò e si sedette sulla balaustra, guardando verso la mora.

Non riusciva a vederle il volto.

"Pochi mesi dopo la morte di mia madre, sono stata rapita da un ninja di Kumo che voleva ottenere il Byakugan. Kō, il mio guardiano, mi ha trovata e l'ha ucciso. Il popolo di Kumo era arrabbiato e chiese la testa di mio padre per non scatenare una guerra. Mio zio, il padre di Neji, andò al suo posto."

"E' per questo che Neji—?" Naruto si sentì come se non avrebbe dovuto saperne nulla.

"Sì." Hinata strinse la presa sul proprio avambraccio. "Neji e mio padre mi accusano di essere la causa dell'incidente. Per essere stata debole e incapace di comportarmi da shinobi. Così mi lasciò a Kurenai, non che fosse una brutta cosa, ma praticamente, non voleva avere niente a che fare con me."

"Questo non è vero." Naruto scosse la testa con forza. "Tu non sei debole! Non era colpa tua. Eri solo una bambina."

"Non ci sono scusanti."

"Hey, non affondarti da sola." Naruto le picchiettò dolcemente sulla testa. "Ed è un bene che tu sia così. Almeno non sei una bastarda senza cuore, che prova piacere a uccidere i suoi compagni shinobi durante le battaglie che capitano in missione."

"Cavolo, Naruto-kun." Hinata sollevò la testa e lo guardò. "Sicuramente sai come far sentire meglio le persone."

"Ci provo!" Saltò giù dalla balaustra. "Ora andiamo, non diamoci alla depressione e continuiamo con la nostra fitta agenda dei divertimenti."

"E-ehm, si sta facendo un po' tardi." Hinata guardò attentamente il sole che calava in cielo.

"O-oh, di già? Beh, allora immagino di doverti riaccompagnare a casa." Naruto sembrava leggermente scoraggiato.

"Hey, Naruto-kun." Hinata gli si parò di fronte. "Vuoi che ti prepari quel ramen stasera? Considerando che non ci siamo preoccupati di mangiare nulla, a parte quando hai fatto infuriare i bambini…"

"Lo faresti?" I suoi occhi blu brillarono speranzosi.

"Andiamo, così avremo tempo di mangiarlo." Hinata lo spinse in direzione della Tenuta degli Hyuuga.

"Davvero, Hinata?" Naruto faceva resistenza pendendo verso di lei. "Questa è tutta la tua forza? Stiamo sprecando tempo!"

Detto questo, Hinata fece un passo di lato lasciando Naruto senza sostegno, solo per fortuna lui riuscì a riprendere l'equilibrio prima di cadere a terra e fracassarsi la testa.

Hinata colse l'occasione per correre.

"Perché l'hai fatto?" le urlò Naruto dietro.

"Perché hai fatto il Sasuke della situazione!" Rise e indirizzò il proprio chakra ai piedi, aumentando la velocità, distanziando Naruto.

Doveva dare a se stessa il tempo di asciugarsi le lacrime prima che Naruto la raggiungesse.

Lo sentì sforzarsi in una risata.

_-_

Neji udì gli allegri urletti sempre più vicino ai cancelli della Tenuta degli Hyuuga. Il suo turno di guarda al cancello stava per terminare e poi sarebbe stato libero di fare quel che voleva.

"Neji, lascia che ci pensi io."

La voce lo fece trasalire e Neji sobbalzò, si voltò di scatto solo per vedere suo zio. L'uomo stava ovviamente trattenendo il proprio chakra. Lo guardò sospettosamente.

"Hiashi-sama." Neji si inchinò. "E' tutto a posto. Mi manca ancora qualche minuto per finire il turno."

"Ci penso io, Neji." Hiashi fissò austero i suoi occhi perlati. "Tenten-san ha aspettato abbastanza."

Neji era perplesso ma d'un tratto capì, quando le figure furono ancora più vicine al cancello.

Riconobbe quel chakra.

"Molto bene, Hiashi-sama." annuì Neji. "Sarò fuori a cena con Tenten."

"Salutala da parte mia." Hiashi si girò verso il cancello aspettando che si aprisse.

É il momento. Prese un profondo respiro.

Neji non era più visibile, ma Hiashi sapeva che era nascosto dietro uno dei cespugli, aspettando il destino che sua cugina stava per subire.

Il cancello cigolò e una figura fece il suo ingresso.

Hiashi sapeva che era Hinata, ma dopo di lei entrò qualcuno che non si aspettava davvero di vedere.

Naruto Uzumaki la seguiva all'interno della tenuta.

"Ne sei proprio sicura?" chiedeva lui guardandosi nervosamente attorno.

"E' tutto a posto, Naruto-kun, sei forse un fifone?"

Hiashi batté le palpebre. Quella non poteva essere sua figlia. Questa Hinata era troppo schietta e suonava troppo sicura di sé.

Sapeva che la sua Hinata era cresciuta e cambiata, ma non così tanto!

Lo feriva dentro pensare che Hinata gli aveva nascosto qualcosa, suo padre! Vero è che lui l'aveva ignorata da quando era diventata grande.

"Sì—No! Non sono un fifone!" disse Naruto a voce molto alta, solo per essere zittito da Hinata.

"Bene allora, dobbiamo sbrigarci, o altrimenti non potremmo farlo perché chiunque ci vedesse potrebbe fermarci." sibilò Hinata, guardandosi attorno nervosa.

Le orecchie allenate di Hiashi sentirono il battito di lei aumentare.

Oh no! Non t'azzardare, non con mia figlia! (Hiashi già pensava a qualcosa di molto spinto.)

Fu allora che decise di rivelarsi.

"E cos'è che sareste venuti a fare voi due?"

Hinata quasi saltò fuori dalla propria pelle mentre Naruto si congelò sul posto.

"Ripeto." Hiashi fissò l'ospitante del Kyuubi. "Cosa, voi due, sareste venuti a fare?"

"Ah! P-padre!" Hinata restò senza fiato. "Buona sera. Naruto-kun e io ci stavamo dirigendo in cucina per preparare del ramen."

"No non lo farete. Tu, ragazzo!" Hiashi puntò il dito verso Naruto.

"I-io?" gli occhi di Naruto saettarono da destra a sinistra, come se fossero in cerca di una via di fuga. "Che centro io?"

"Fuori."

"Padre!" Hinata si accigliò. "Non è questo il modo di parlare a un mio amico!"

"Non farmelo ripetere ancora, ragazzo." il Byakugan di Hiashi iniziò lentamente ad attivarsi. "Fuori. Adesso."

Naruto ebbe un brivido quando Hinata si irrigidì, stringendo la mano a pugno.

"O-oh, ci vediamo Hinata. Mangeremo ramen un'altra volta! Ciao!" Detto questo, Naruto saltò sul tetto della casa e sparì nella notte.

_-_

Hinata era furiosa. "Perché l'hai fatto?"

"Cosa stai combinando, Hinata?" ringhiò Hiashi. "Sei una donna promessa! Non puoi andartene in giro a fraternizzare con gli uomini! Non ragioni su quel che potrebbero pensare di te?"

"Lascia che pensino!" urlò Hinata. "Prima di tutto non ho mai acconsentito a questo matrimonio combinato!"

"Non parlarmi con quel tono, ragazzina!" gridò Hiashi. "L'accordo è già stato firmato e deciso. Non c'è modo di tornare indietro."

"Oh sì, tutto per il buon nome del clan." Hinata rise amaramente. "D'accordo. Farò a modo tuo. Ma tiene bene in mente che maledirò il clan ogni giorno della mia vita.."

"Smettila di essere irrazionale." Hiashi scosse la testa. "Non ti ho cresciuta perché ti comportassi in questo modo."

"E' proprio questo il fatto! Non mi hai mai cresciuta."

Sapeva di aver fatto centro perché Hiashi chiuse la bocca, le labbra divennero un lunga linea sottile.

Hinata si voltò dall'altra parte per non guardare il padre. "Ora se vuoi scusarmi, vado in camera mia."

Hiashi poté solo guardare la figlia dirigersi verso camera sua, attonito dalla sua prova di carattere.

Si fermò e lo guardò oltre la propria spalla.

"Oh, e padre, continuerò a vedermi con Naruto-kun." Hinata disse l'ultima parte con più dolcezza. "Ma non preoccuparti, non ci stiamo corteggiando a vicenda o chissà cos'altro. Siamo semplicemente compagni di squadra che provano ad essere amici."




*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


Questa storia è vecchietta e Nagato e Karin non erano ancora conosciuti come membri del clan Uzumaki. Per questo Naruto crede d'essere l'unico. :)

Ora che ci penso mi chiedo se ci siano anche biondi Namikaze nascosti da qualche parte... :P

E' bello sapere che parlo da sola, tanta gente segue e mette la storia nei preferiti e nessuno che abbia la pietà di recensire (a parte due anime pie)... No, mentivo, non è bello!

Non capisco se questa storia piace o no! @__@

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Capitolo 6
*** Cavalcando la corrente ***





"E' stata proprio una scena interessante, sorella."

Hanabi era ferma, appoggiata alla porta con le braccia incrociate.

"Come va oggi, Hanabi?" sospirò Hinata esausta.

"Sta arrivando un vassoio con la cena." Hanabi scosse la testa, sciogliendo le braccia mentre si avvicinava a Hinata, che si era buttata sul letto nel momento stesso che aveva raggiunto la propria camera. "Potrei giurarlo, potrebbero sentire il tuo stomaco fino a Suna."

Hinata sorrise e fece un buffetto sulle guance della sorella. "Che cosa farei senza di te?"

"Rimarresti debole e vergognosa?" Hanabi rise beffarda. "Scemotta, da dove pensi che arrivi il tuo nuovo sarcasmo e il superbo senso dell'ironia che hai acquisito? Scommetto che se non ti avessi rotto e spinta saresti rimasta la solita tipa senza speranza da sfruttare e su cui camminare sulla testa."

"E per questo te ne sono grata." Hinata rise quando Hanabi si schiarì la gola e guardò da un'altra parte.

"Hanabi-sama?" Bussarono alla porta. "Il vassoio che avete richiesto è qui."

"Lascialo a terra vicino la porta, Yuki." disse Hinata ad alta voce. "Grazie."

"Oh! Buona serata, Hinata-sama." L'ombra si inchinò. "Se ha bisogno d'altro—."

"Sono a posto, Yuki." Hinata si diresse verso la porta e la fece scivolare da una parte, la giovane donna dietro di essa trasalì. "Sei esonerata da fare altro. Se qualcuno dovesse chiedertelo, ti ho dato io il permesso."

"Ma se avesse bisogno comunque di me, me lo faccia sapere." Yuki fece un cenno di gratitudine a Hinata. "Hinata-sama."

"Bene."

Hinata si chinò e rientrò in camera con il vassoio coperto, richiudendo la porta alle proprie spalle.

"Sei troppo gentile." Hanabi scosse la testa non appena Hinata si rivolse nella sua direzione.

"Beh, non si fa molta strada a essere rompiscatole." Hinata le fece l'occhiolino. "Specialmente con Kono—."

"Allora!" esclamò Hanabi, le guance più colorate. "Tu e Naruto, eh?"

"H-Hanabi!" il viso di Hinata si fece rosso.

"Che ti sia di lezione per aver parlato di lui!" disse Hanabi a denti stretti.

"Siamo pari allora." Hinata posizionò il vassoio a terra e si sedette sulle proprie gambe di fronte ad esso. "Che ne pensi di noi?"

"Voi due sembrate una coppia." Hanabi scrollò le spalle. "E inoltre ho origliato Ino che parlava a Ten Ten del vostro appuntamento mentre andavano dall'Hokage."

"Cos'altro hai sentito?" Hinata alzò il telo e le venne subito l'acquolina in bocca. Vi erano fagiolini e peperoni saltati in padella accompagnati da carne cotta e condita che sembrava essere petto di manzo. Iniziò mangiando le verdure, intingendole ogni tanto nella salsa di soia.

"Come hai bloccato la tipa con i capelli di quello strano colore dal prendersela con lui e quanto dopo lei fosse arrabbiata, tanto da creare un'altra buca al campo d'allenamento, tanto profonda che se piovesse si potrebbe usare come piscina." Hanabi rise. "Avrei voluto vederlo."

"Sakura ha fatto cosa?" Hinata perse la presa sulle bacchette e il peperone che teneva cadde con un tuffo nel liquido scuro e salato.

"Non ero sicura se credere alle parole di Ino, ma sono andata al campo ed effettivamente ho visto che il terreno era danneggiato." Hanabi si lanciò sul letto di Hinata. "E indovina cosa ho visto mentre tornavo a casa?"

Il modo cantilenante in cui Hanabi fece quella domanda fece desiderare a Hinata di non saperlo, ma poi la curiosità ebbe la meglio su di lei. "Cosa?"

Hanabi si rotolò così che poggiata pancia in sotto potesse fissare la sorella dritta negli occhi, un leggero sorriso sulle labbra. "Tu e Naruto che camminavate mano nella mano verso il Ponte delle Terme."

Hinata si irrigidì. "Cos'altro hai visto?"

"Niente." Hanabi fece un gesto per simulare un'alzata di spalle. "Me ne sono andata quando sembrava che stessi svenendo o qualcosa del genere, quando hai abbassato la testa."

"Ci hai sentiti?"

"Forse sì. Forse no." Hanabi giocherellò con i capelli castani mentre si prendeva gioco della sorella.

"Ci hai sentiti o no?" Hinata la guardò quasi torva, il cuore che le batteva pesante.

Hanabi alzò un sopracciglio e rise. "Perché, sorella? Hai detto qualcosa che avresti preferito fosse privato? Una confessione, per esempio?"

"No, non avrei mai potuto farlo." Hinata guardò subito verso il vassoio del cibo, perdendo altrettanto velocemente l'appetito "Mi sto per sposare, ricordi?"

"Sì, e allora?" sbuffò Hanabi. "Non significa mica che non puoi dirgli ciò che provi!"

"Io non—!"

"Dai, diglielo! Magari ti ama anche lui e interromperà il matrimonio, ti prenderà e ti porterà via. Insomma farete una fuitina o qualcosa del genere." Hanabi acchiappò un fagiolino.

"Hanabi!" Hinata aveva le guance in fiamme. "In nessun caso succederà una cosa del genere!"

"Non puoi mica saperlo!" ammiccò Hanabi mordendo il fagiolino.

____________________________________________

L'uomo misterioso si mosse verso la porta socchiusa.

"Eccoti qua."

Saltò e si girò, il kunai pronto nella mano, pronto per attaccare chiunque gli fosse alle spalle. "Oh, Hiashi-sama, siete solo voi."

Hiashi si limitò a guardarlo, il viso privo di qualsiasi espressione a parte le sopracciglia arcuate.
"Cosa diamine stai facendo qui? E fuori dalla camera di mia figlia?"

Hiashi era in fermento, pronto ad attivare il Byakugan e spolpare il tizio con il Juuken.

"La mia tolleranza sta rasentando lo zero." sibilò Hiashi, contando mentalmente fino a dieci per calmarsi.

La persona aggrottò la fronte. "Mi dispiace."

"Ora di cosa vorresti discutere?" Hiashi vide il kunai nella sua mano.

"Oh giusto," il tizio posizionò di nuovo il kunai al suo posto. "Beh, mi chiedevo se potessi spostare il matrimonio al ventuno."

"Ma è tra soli sette giorni!" Hiashi storse la bocca.

"Lo è, ma è anche sei giorni prima del suo compleanno." spiegò la persona. "Inoltre, vorrei essere sposato prima che succeda quella cosa per evitare, ehm, beh, ragazze pazze."

"Quando sarebbe?" Hiashi ridusse gli occhi a una fessura. Non posso credere che sia per ragioni personali.

"Tre giorni prima dell'attuale data del matrimonio. Il ventitre."

"E' troppo presto." era ufficiale che a Hiashi quel tipo non piaceva. Potrei scommettere che ha fatto arrabbiare il Consiglio e loro hanno deciso di vendicarsi con questa cambiamento. Quei poveri stupidi vecchi pazzi.

"Prima si fa, meglio è." La persona scrollò le spalle. "Desidera riassettare il clan, giusto?"

"Sì." borbottò Hiashi.

"Beh allora prima è il matrimonio, prima ci sarà il riassetto." La persona annuì.

Hiashi brontolò.

"Sono contento che siamo giunti ad un accordo." La persona gli voltò le spalle.

______________________________________________

E' passato del tempo.

Naruto si svegliò al suono di un urgente battere alla porta di casa.

Sbadigliò e si mise a sedere barcollando. Diede uno sguardo all'orologio.

7 del mattino.

Si lamentò mentre si alzava in piedi, continuando a guardare l'orologio.

"Chi sano di mente può essere sveglio a quest'ora?" Borbottò, grattandosi la nuca.

Bussarono di nuovo.

"Arrivo! Arrivo! Cacchio, un attimo!" Gridò, strofinando via il sonno dagli occhi mentre si dirigeva verso la porta.

Fece scattare la chiave e spalancò la porta, sibilò qualcosa contro la luce del sole, chiudendo ermeticamente gli occhi.

"Oh cielo!" squittì una voce seguita da una schiarita di voce. "E-ehm, mi dispiace disturbarti."

Naruto sbirciò da un occhio e incontrò il volto rosato di Hinata, teneva una mano davanti alle labbra e fissava i propri piedi. Nell'altra mano portava una busta di plastica da cui sbucavano dei gambi verdi.

"Oh! Hinata-chan! Che ci fai qui con delle verdure?" Naruto si fece da parte. "Non ti ho vista per quattro giorni! Sei tornata nel mondo dei vivi, eh?"

La testa di Hinata scattò e finalmente lo guardò, spalancando leggermente gli occhi. "Ch-ch-ch-cha—!"

"Cha?" Naruto arcuò le sopracciglia. "Stai tartagliando."

Hinata chiuse gli occhi. "E'-è solo c-che m-mi hai appena ch-chiamato—!"

Naruto rabbrividì quando lo colpì una leggera brezza. "Brr! Entra. Devi essere congelata."

"I-Io—m-mmm, okay." si fermò Hinata dal continuare a torturare le parole.

Entrò e istantaneamente incontrò il calore, ciò la fece sorridere.

Naruto chiuse la porta appena lei fu dentro. "Allora cosa ci fai qui?"

"E-ehm, per ieri, V-v-voglio di-dire, vorrei scusarmi per l'altro giorno!" Hinata gemette dentro se stessa. "Mio p-padre—!"

"No, é tutto a posto." Naruto rise leggermente "E' stato tre giorni fa."

"C-comunque, ti avevo promesso che quella notte ti avrei preparato del ramen, ma poi s-siamo stati bruscamente interrotti. Mi dispiace di non essere venuta prima ma sono stata impegnata con i preparativi del matrimonio e tutto il resto." Hinata alzò la mano destra che sorreggeva la busta di plastica. "Quindi, ti disturba se lo preparo adesso?"

"Fantastico! Non mi dispiace affatto." Naruto ghignò. "Sono già contento di non dover mangiare toast!"

"E-ehm Naruto-kun?"

"Mmm?" Naruto si sentì come se stesse avendo un deja-vu.

Hinata era lì davanti a lui, le dita che giocherellavano vergognose, tentando in tutti i modi di non guardarlo negli occhi.

"Pa-pa-pantaloni."

"Cosa?" Naruto guardò la busta nella sua mano. "Mi hai portato dei pantaloni? Ma io vedo delle verdure là?"

"N-no," Hinata si girò dall'altra parte e puntò il dito verso di lui. "N-non p-porti i pa-pantaloni."

"Non ho co—!" Naruto guardò in basso e vide che indossava solo i suoi boxer preferiti, quelli con una ranocchietta che mangiava ramen. "Ahhh! Scusa! Corro a cambiarmi!"

Hinata venne sferzata dal vento prodotto dallo scatto di Naruto verso la sua camera.

"E-ehm, Naruto-kun, dov'è la cucina?" Hinata era ancora ferma impalata ad ammirare l'appartamento.

"Alla tua sinistra!" urlò Naruto. "Scusa per il casino! Non ho davvero avuto il tempo di pulire a causa delle missioni e dei corsi che devo frequentare per diventare Hokage, in più tutto il casino sulle uscite di Sasuke. La solita routine, 'ttebayo."

Lei si limitò a scuotere la testa e ridere, poggiando la borsa sul tavolino della cucina.

"E' senza speranza." Si arrotolò le maniche e tirò fuori le verdure, le lavò e le tagliò impiegando lo stesso tempo che a Naruto servì per mettersi i pantaloni addosso.

Quando tornò, lei aveva già finito di preparare il brodo, e aveva persino cotto e condito le verdure.

"Mmm, c'è un ottimo odore!" Naruto l'aveva spaventata. "Scommetto che il sapore sarà anche migliore!"

Hinata si picchiò mentalmente. "Eh-ehm, sicuramente lo spero."

"Ti serve una mano?" ghignò Naruto, prendendo una mela dalla ciotola al centro del tavolo. Prima che potesse morderla però si fermò. "Aspetta, da quando c'è una ciotola di frutta nella mia cucina?"

"Da quando l'ho messa io." sorrise Hinata. "Dovresti avere un po' più di varietà di cibi in casa tua, Naruto-kun. Non è salutare avere solo pane, latte e ramen istantaneo nella dispensa e nel frigo. Finirai col sentirti male."

"Hey, me la sono cavata così fin da quando avevo sette anni." Naruto prese un grosso morso dal frutto e lo tenne in bocca, assaporandone il dolce succo. "Buona questa mela."

"Oh, giusto." Hinata distolse lo sguardo da lui piena di vergogna.

"Fa niente." Naruto diede un altro morso. "Almeno adesso non è più come prima. E' questo che conta, giusto?"

Hinata si sforzò di tornare a guardarlo e si sentì piena di sollievo nel vedere il sorriso sul suo volto. "Non te la prenderesti se pensassi io alla tua spesa d'ora in poi?"

"No!" Aveva praticamente urlando, facendo indietreggiare Hinata. "Non farlo!"

"M-m-mi dispiace, n-non intendevo in quel senso!" Hinata era schifata da se stessa. Ma a cosa stavo pensando? Dirglielo in questo modo?

"E' tutto a posto." Naruto sospirò. "E' solo che non voglio che ti preoccupi e mi aggiungi alla tua impegnata routine."

"Impegnata?" Hinata corrugò la fronte. "Tutto quel che faccio è farmi prendere le misure ed essere costretta a seguire delle lezioni di galateo e cose del genere per il matrimonio."

"Lasciamo stare." Naruto le batté sulla mano. "Allora, stai per finire di preparare quel ramen delizioso?"

Hinata tornò in azione. "Me ne ero completamente dimenticata!"

Naruto sorrise mentre la guardava scattare per completare il pasto. Lei prese la ciotola che aveva già messo a portata di mano lì accanto e vi versò il cibo dentro.

L'immagine divenne sfocata ma tornò immediatamente nitida quando Hinata si voltò verso di lui.

"Ecco qui," teneva tra le mani una ciotola di ramen fumante. "Mi dispiace per la presentazione."

"Non importa." Naruto prese un baio di bacchette dal tavolo e le immerse, le fece girare acchiappando i noodles. "Fintanto che sono così buoni, l'aspetto non conta un bel niente! Itadakimasu!"

Hinata aspettava pronta per ogni osservazione che avrebbe fatto.

Lui si fermò dal mangiare rumorosamente e masticare i noodles con uno sguardo pensieroso in volto. "Mmm."

"Beh?" il cuore di Hinata accelerò i battiti.

"È buono." Inghiottì, posando le bacchette.

"Solo buono?" Si sentì sgonfia e sconsolata.

"Mmm." Naruto sorrise semplicemente. "Nah, è da tanto che non ne mangio uno così buono!"

Detto questo, prese la ciotola e deglutì in fretta tutto il contenuto, con Hinata che lo guardava a bocca aperta.

Appena ebbe finito, poggiò la ciotola, si lasciò andare a un rumoroso sospiro di soddisfazione, mentre un ghigno gli riempiva la faccia. "Mai fatta colazione migliore!"

"Sono contenta che lo pensi." Hinata si batté la mano da sola per rassicurarsi. "Comu—aspetta, quello è un bonsai?"

"Mmm?" Naruto stirò il collo verso la direzione in cui Hinata stava guardando.

Era vicino al davanzale, beandosi della luce del sole, più verde del solito.

"Già, lo è, non te lo ricordi?" Naruto sorrise, alzandosi e mettendo a posto i piatti.

"Non può essere lo stesso!" Hinata si ricordò della volta in cui aveva dato a Naruto un arboscello che sarebbe diventato un bonsai al suo ritorno. Non si aspettava che lui lo avesse ancora, e inoltre, che fosse cresciuto tanto. "E' stato anni fa!"

"Oh avanti, sono solo tre anni." Naruto mise i piatti nel lavandino e iniziò a lavarli. "Boni-chan è cresciuto da allora."

Hinata ridacchiò. "Gli hai dato un nome?"

Naruto arrossì. "È un problema? E anche se fosse?"

"No, non lo è." Hinata andò verso di esso e toccò i lunghi rami. "Dovresti dargli una potatina prima che inizi a sembrare un piccolo arbusto selvaggio."

"Ho sempre voluto farlo." Naruto chiuse il rubinetto e scrollò le mani. "Ma non ne ho mai il tempo. E mi dispiace di non avere tempo neppure domani."

"Oh, perché no?" Le mani di lei si fermarono dal carezzare i rami.

"Gli anziani vogliono spedirmi a un congresso a Kumo al fine di valutare se sono davvero adatto a diventare Hokage." borbottò Naruto. "Sarà uno strazio, ma dopo questo, diventare Hokage sarà una passeggiata!"

"Congratulazioni, Naruto-kun." Hinata si rivolse verso di lui e sorrise.

"Considerando questo, penso di potercela fare per il tuo matrimonio, la convention dovrebbe durare una settimana, e sarò di ritorno la prossima domenica." Naruto le strizzò un occhio. "Così vedremo se sposerai un ciccione!"

"Già." disse semplicemente Hinata, la voce spezzata e lo sguardo che si perse sul pavimento.

"Hey, c'è qualcosa che non va?" il tono leggero di Naruto svanì immediatamente. "Cos'è successo stavolta?"

"Vorrei davvero che tu potessi essere presente al matrimonio." Hinata scosse la testa.

"Che stai dicendo?" Naruto aggrottò la fronte. "Ci sarò."

Hinata si morse la guancia dall'interno. "Non potrai."

"È lunedì ventisei, giusto? Al massimo tornerò per domenica!" Le sue sopracciglia si aggrottarono. "Posso farcela!"

"No, non potrai." Hinata guardò da un'altra parte, le mani molli ai suoi fianchi.

"Mi stai vietando di venire?" Naruto strinse i pugni. "È così?"

"Dimmi, cosa preferiresti fare, partecipare o definire la tua posizione come Hokage?" Le labbra di Hinata tremarono.

"Entrambi!" Naruto quasi urlò senza pensarci. "Allora dimmi, perché non posso partecipare?"

"È questo mercoledì."

"Cosa?" Naruto si bloccò. "Non era di lunedì? Ero certo fosse—."

"Era per il prossimo lunedì," Hinata poté percepire le lacrime scivolare. "Ma il pretendente ha chiesto di spostarlo per questo mercoledì. Gli anziani degli Hyuuga hanno prontamente accettato la sua proposta perché non vedono l'ora che io lasci il clan."

"Vado dai tuoi."

"No! Non posso chiederti tanto!" gridò Hinata. "Diventare Hokage è il tuo sogno! Non posso chiederti di tralasciarlo solo perché vuoi vedermi andare."

Naruto rimase zitto.

"Per quanto possa v-volerti lì, non posso permettere che tu trascuri il tuo sogno." Hinata singhiozzò.

Naruto guardò altrove. "Sono certo che Tsunade-baa-chan possa risolvere la cosa in modo che possa saltare un paio di giorni, e ci sarò nel tuo giorno speciale, voglio essere lì."

"Speciale?" Hinata rise amaramente. "Non c'è niente di speciale in quel giorno. Vado in sposa a chissà quale strano uomo ricco che nemmeno conosco per fare del bene al clan Hyuuga e non disapprovare gli anziani. Non è speciale per niente."

"Ah." Hinata si asciugò furiosamente le lacrime con la mano a pugno. "Mi dispiace. Non volevo—."

Fu zittita da Naruto che l'acchiappò per il polso e la trascinò fuori dall'appartamento. "Andremo dall'Hokage."

__________________________________________

"Assolutamente no!" Tsunade sbatté le mani sul tavolo dinnanzi a lei. "Scatenerai praticamente una battaglia internazionale mandando i cloni al convegno. Perché non fai viceversa?"

"Perché semplicemente non sarebbe carino nei confronti di Hinata-chan!" si lamentò Naruto. "Andiamo baa-chan! Lasciami un po' sciolto!"

"Non sono io a prendere decisioni. Lo so che hai buone intenzioni e mi scuso con te, Hinata, ma proprio non puoi." Tsunade aprì un cassetto e tirò fuori una bottiglia di sakè, mormorando: "Due settimane sobria e cedo per una cosa del genere."

"Non lo sapranno che è un clone." ponderò Naruto. "Tutto quel che c'è da fare è ascoltare vecchi che danno suggerimenti su come diventare Hokage, come se non ne avessi già sentiti."

"Vuoi una guerra?" schioccò Tsunade, tentando con poco successo di tirar via il tappo. "A ogni modo, Hinata, sei stata in silenzio fin da quando sei arrivata. Non ti dispiacerebbe dirci la tua opinione a riguardo. Riguarda te."

Hinata scrutò Naruto che le rivolse subito la sua attenzione. "Io opterei perché Naruto prenda parte alla convention e che non gli sia consentito partecipare al matrimonio."

"Cosa?" Naruto trattenne Hinata per le spalle. "No, non puoi farlo!"

"Non posso proprio permettere che tu butti all'aria il sogno di una vita per un matrimonio." Hinata gli rivolse un sorriso. "Spero che tu capisca."

Naruto la lasciò e fissò il pavimento. "Tu diventerai— Tu sei una delle persone a me care. Proprio non posso abbandonarti nei momenti terribili."

"Grazie." Hinata gli poggiò una mano sulla spalla. "E visto che neanch'io voglio, resisterò."

"E se solo tenti di spedire un clone al posto tuo, Uzumaki Naruto, ti pentirai di questa decisione." Tsunade riuscì a cacciar fuori il tappo e bevve una sorsata dalla bottiglia.

"Bene." Naruto si diresse verso la porta, aprendola. Fece un passo fuori nel corridoio e si voltò, stringendo il pomello. "Allora non diventerò Hokage."

Chiuse la porta sulle facce scioccate di Hinata e Tsunade.




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DAN DAN DAAAN!

Il ninja più imprevedibile della foglia colpisce ancora! :D

Ringrazio ancora infinitamente e di cuore le donzelle che hanno raccolto il mio appello e hanno recensito lo scorso capitolo!
<3<3

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Capitolo 7
*** Separ - prepar - azione ***





"Allora non diventerò Hokage."

Hinata chiuse gli occhi mentre si lasciava cullare dal suono dei passi frettolosi proprio fuori dalla sua camera. Non si sentiva più se stessa da quando Naruto aveva pronunciato quella frase.

Anche perché nonostante la citazione fosse stata negativa, non poteva far a meno di sentirsi felice. Felice di sapere che lui pensava al suo bene.

Ma ovviamente, non poteva essere egoista e lasciare che Naruto sprecasse il suo sogno solo per partecipare al matrimonio che lei non voleva avere, così aveva ordinato a ogni membro degli Hyuuga che avesse visto il biondo, di catturarlo e spedirlo dritto dall'Hokage. Tsunade aveva fatto lo stesso e dato ordine agli ANBU di cercare e catturare il ragazzo.

Proprio pochi minuti dopo che l'ordine era stato dato, un ANBU tornò con un Naruto privo di sensi. Hinata vide Tsunade trafiggere Naruto per provare che non fosse un clone prima di curare la ferita appena inferta.

Era dispiaciuta che non potesse esserci per il matrimonio, anche perché aveva ancora la speranza che lui potesse in qualche modo fermarlo. Ma era il meglio per lui. Non era giusto che mollasse tutto quello per cui aveva lavorato solo per essere sicuro di esserci.

Inoltre, a Hinata sembrava di dovergli la vita una volta in più. Non solo il suo sorriso l'aveva salvata ma non poteva ignorare la settimana passata, con lui che provava a rendere il cambiamento non così schifoso come sarebbe stato se lui non fosse stato lì per lei.

Se non fosse che, questa settimana l'aveva fatta innamorare ancora di più del suo bel Naruto. Dopo tanti anni di tentativi, era riuscita a diventare sua amica solo per essere strappata via da lui appena si sarebbe legata a un uomo misterioso che la stava aspettando all'altare.

Hinata sospirò e aprì gli occhi, fissando il soffitto. Proprio ora, Naruto dovrebbe essersi svegliato e ritrovato a Suna per la riunione. Quel che doveva essere fatto è stato fatto. Spero solo non sia arrabbiato con me.

Bussarono alla porta e i suoi pensieri vennero interrotti.

"Hinata-sama, è ora di prepararsi."

Hinata sentiva il bisogno di rimanere ferma al suo posto e fissare semplicemente la porta, come se potesse crearsi una barriera che potesse isolarla.

Bussarono ancora, con più urgenza della prima volta.

"Forza, Hinata-sama, abbiamo giusto un'ora prima della cerimonia."

Era un appello disperato.

Si sforzò di alzarsi e compiere il tragitto fino alla porta. Aprì, il volto privo di qualsiasi espressione, e trovò Neji fermo nel corridoio con un gruppo di anziane donne alle sue spalle.

"Sì?" Rivolse un sorriso affettato, ma a quelle persone sembrò come tutti i sorrisi che mostrava quando passava. Solo Neji e un'altra donna del gruppo notarono la differenza. "Cosa c'é?"

"Oggi è il grande giorno." Neji si sforzò di sorridere nel tentativo di togliere la maschera priva di emozioni di Hinata, ma ella si limitò a fissarlo. "Hiruka, Otowa, Ishou, Mari e Kia sono qui per prepararti."

Senza dire una parola, si fece da parte e lasciò le donne riversarsi nella sua camera prima di seguirle e sedersi sulla sedia posizionata al centro della stanza.

"Se puoi," Neji si accigliò "Finiscila con questa recita senza senso. Andrebbe solo ad aggiungersi alla lunga lista di ragioni che hanno gli Anziani."

"Cosa, Neji-nii?" Gli occhi di lei incontrarono i suoi, ignorando le signore che lavoravano sui suoi capelli. "Devo pregarti di dirmi qual è la recita senza senso."

"Allora mi scusi," Neji guardò altrove, quello sguardo lo faceva sentire leggermente a disagio. "Hiashi-sama sarà qui nel giro di un'ora."

Hinata non disse nulla.

Neji sospirò e la lasciò sola con le altre donne, chiudendo la porta dietro di lui. Quanto è diventata stupida.

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"Allora è tutto pronto?" La persona fece forza sul farfallino, allentandolo un poco.

Hiashi si alzò sentendo il bisogno impellente di una pausa. "Sono tutti qui, gli anziani, i consiglieri, i civili, e l'intero villaggio di Konohagakure."

"E non sospettano nulla?" l'uomo si interruppe, scrutando Hiashi attraverso lo specchio che aveva di fronte.

Hiashi incontrò il suo sguardo e borbottò: "Perché vuoi andare incontro a tanti guai per una cosa così? Avresti potuto benissimo dirlo ad alta voce invece di trafficare nell'ombra come gli scarafaggi."

L'uomo ridacchiò, continuando a litigare col suo farfallino. "Oh, sa benissimo perché non ho potuto farlo. Inoltre, le cose acquistano valore se si è lavorato duramente per ottenerle."

"Lavorato duramente dei miei stivali. Tutto quel che hai fatto è stato travest—." mormorò Hiashi.

"Cosa stava dicendo?" L'uomo aveva finalmente finito e si era girato verso Hiashi.

Hiashi socchiuse gli occhi. "Nulla."

"Molto bene allora!" Sorrise, dirigendosi verso l'uomo e battendo la mano sulla spalla del suocero. "Ora dobbiamo finirla con la prudenza e darci da fare. Abbiamo un matrimonio da celebrare."

"Devi proprio uscire così?" Hiashi girò sui tacchi.

"E' d'obbligo, mio caro signore," l'uomo rise. "Non si giudica dall'apparenza."

________________________________________

Hinata sopportò un'altra ora di donne tese su di lei, nel tentativo di farla sembrare adatta e conveniente per l'occasione che sarebbe iniziata di lì a pochi minuti.

"Un ultimo tocco," mormorò Ishou, con la discutibile abitudine di appiccicarlesi addosso, mentre si concentrava per incipriare la guancia sinistra di Hinata. "Ed ecco, abbiamo finito, Hinata-sama."

Finalmente, dopo quella che le era sembrata un'eternità, le donne avevano finito di coprirle il viso di trucco, acconciarle i capelli in alto e infilarla nel suo vestito di nozze.

"Siete bellissima, Hinata-sama." La più giovane del gruppo tentò di cambiare l'umore dell'erede presto sposa.

Hinata sorrise velatamente, il primo segno d'emozione che aveva mostrato dall'inizio. "Ti ringrazio, Kia-san."

"Bah, creatura ingrata. Ringrazia solo quella che ha fatto meno."

Era stato un bisbiglio ma Hinata l'aveva udito. Kia rimase immobile senza sapere cosa fare visto che il sorriso di Hinata se n'era andato in fretta.

"Credo che abbiate finito." disse semplicemente mentre si inchinava. "Vi ringrazio per il vostro tempo e la vostra lena."

Kia rispose con un inchino.

La vecchia roteò gli occhi. Una di loro la schernì. "Abbiamo la regina del dramma, tanto rumore per nulla."

Hinata decise di ignorare quel commento, non voleva peggiorare il già cattivo umore in cui si trovava.

Vedendo che Hinata non sembrava voler replicare al commento, le signore misero su un sorriso arrogante. Si diressero verso la porta e l'aprirono, rivelando una Ino arrabbiata, accompagnata da Tenten, Temari, Sakura, e sorprendentemente, Ayame, pronte a bussare alla porta.

Guardando le loro facce rabbiose, quelle che avevano stuzzicato Hinata si dileguarono in fretta.

"E io che pensavo questo fosse solo un'altro matrimonio a fini politici, cosa che comunque non approvo, ma proprio mentre venivo qui non ho mica sentito qualche vecchio bastardo che diceva che tutto questo era per sbarazzarsi di te?" Ino piombò nella sua stanza seguita dal resto delle ragazze piuttosto a disagio. "Non puoi davvero andare avanti con questa storia!"

"Ino, calmati." Tenten scosse la testa.

Hinata alzò il mento, rigida. "Devo fare quel che è giusto."

Temari sospirò, "Andiamo biondina, non c'è scappatoia."

"Già Ino, Non possiamo fare davvero nulla a riguardo. Questa faccenda è fuori dal nostro campo. E' un crimine immischiarsi negli affari dei clan, ricordi?" Sakura diede qualche pacca leggera sulla schiena dell'amica.

"Al diavolo la legge," soffiò Ino. "I ninja sfidano la legge umana per loro stessa natura, quindi non c'è niente che ci trattenga."

Temari stava per aprire la bocca e controbattere a ciò che Ino aveva appena detto ma uno sguardo e la leggera scossa della testa da parte di Tenten la fermarono.

"Hinata, è davvero questo quello che vuoi?" Ayame si avvicinò alla ragazza col vestito da sposa.

"Questo o l'umiliazione per me e la mia famiglia. E voi non avete idea di come reagiscono all'umiliazione gli anziani Hyuuga e quanto questo si ripercuota non solo su di me ma anche su Neji, Hanabi e mio padre." Hinata le guardò. "Che scelta ho?"

"Quindi è tutta una questione di salvare le apparenze?" Tenten ora storceva la bocca.

"Voi ragazze non volete capire." Hinata scosse la testa. "È molto più di questo."

"Giusto," Ino strinse i denti."Anche noi facciamo parte di un clan. Vediamo di—."

"Ma non fate parte del clan Hyuuga."

Tutte si girarono verso Hanabi in piedi di fronte alla porta, le braccia incrociate e gli occhi ridotti a due fessure. "E' meglio che andiate a prendere posto; questa stupida cosa inizierà tra pochi minuti."

Prima che qualcuno potesse protestare, si accorsero di qualcun altro alle spalle della ragazzina.

"L'avete sentita," Hiashi fece un passo avanti. "Avanti."

Le ragazze uscirono dalla stanza, non volevano litigare con il capo clan.

Il silenzio scese tra i tre membri della famiglia dopo che le ragazze furono uscite anche dal loro raggio uditivo.

Hanabi si schiarì la gola prima di girarsi e procedere verso il centro della tenuta, dove si sarebbe svolto l'evento. "Andrò avanti."

Hinata guardò Hanabi camminare con difficoltà con delle scarpe in cui sapeva di non essere a suo agio.

"Hinata."

Portò immediatamente l'attenzione sul padre e lo vide tendere il braccio.

"Andiamo, così la facciamo finita."

Senza dir nulla, Hinata si mise a braccetto del padre e insieme seguirono la scia di Hanabi.

_______________________________________________

Più si avvicinavano, più Hinata poteva vedere quanta gente ci fosse. Molte teste si girarono immediatamente nella sua direzione per guardarla. Trattene il respiro nel tentativo di calmarsi.

C'era un corridoio tra le file e le colonne di sedie, segnato da petali color lavanda che segnavano tutto il percorso fino al cancello principale. Lì, al centro, c'era un uomo che assomigliava incredibilmente al Daimyo, e un uomo di fronte a lui che le rivolgeva le spalle.

Sentì una fitta dolorosa di delusione quando non vide biondo.

Ma certo, non avevi mica pensato che sarebbe stato Naruto alla fine, vero?

Tanto per aggiungere altro, era grosso. Avrebbe potuto benissimo sposare Chouji prima che perdesse un po' di peso. Quel tizio doveva essere ancora più pesante.

Non poté fare a meno di sorridere per quella situazione. Dopo tutto, sembra proprio che mi sto per sposare con un ciccione, Naruto. Speriamo non sia pure vecchio.

Hiashi la tirò un po' più vicino man mano che si avvicinavano alla moltitudine di persone sedute. Lui si chinò leggermente e le sussurrò in un orecchio. "Sei bellissima. Proprio come tua madre."

Hinata sentiva l'urgenza di lasciare il padre e scappare via, ma impedì se stessa dal farlo. Invece chiuse gli occhi e lasciò che il padre la conducesse fino alla fine del percorso.

_________________________________________

"Dov'è Naruto?" brontolò Sakura appena vide Hinata chiudere gli occhi e prendere un profondo respiro mentre camminava verso l'uomo in piedi di fronte al cancello.

Lei, Ino, Tenten, Temari e Ayame a malapena erano riuscite a trovare posto quando gli anziani Hyuuga avevano annunciato che il matrimonio stava per cominciare.

Gli occhi di Sakura guizzarono verso i vecchi seduti da una parte, tutti con un'arrogante espressione sul volto. Esattamente dalla parte opposta sedevano, a parte qualche eccezione, quei maiali membri del consiglio.

"E' a una convention obbligatoria dei Kage a Suna, credo." le rispose Sasuke con tono calmo.

Due giorni prima era stato liberato senza ulteriori costrizioni a parte rimanere sempre sotto stretta sorveglianza, tutto grazie a Naruto.

Questo spiega perché Tsunade non è qui. Sakura si sedette.

Fu quando vide Temari che si alzò dalla sedia ancora una volta.

"Se c'è una riunione con i Kage, Temari non dovrebbe essere a fianco di Gaara?" Sakura inarcò confusa le sopracciglia.

"Ha un periodo di aspettativa dai doveri ufficiali." Ino le diede una gomitata, ammiccando.

Prima che Sakura potesse dire altro, un rabbioso schiarimento di gola provenne dalle loro spalle. Si girarono per capire chi potesse essere quel maleducato e videro che era Neji.

"Per favore fate silenzio, sta cominciando."

___________________________________________

Hinata prese un ultimo respiro mentre sentiva il braccio del padre abbandonare il suo.

Aprì lentamente gli occhi quando sentì le proprie mani trattenute da un'altra persona. Trasalì, guardò alla sua destra e immediatamente dovette combattere il bisogno di piangere.

Il suo sposo non era ciò che si aspettava. Non solo era grasso, ma era visibilmente troppo vecchio per lei. Sembrava avere tra i trenta e i quarant'anni. Quando sorrise, poté subito costatare che alcuni denti erano finti. Se avesse guardato più attentamente, avrebbe visto che indossava una parrucca al contrario e mal messa. Alcuni dei suoi sporadici capelli spuntavano dalla fronte. Quello che trovò comico è che sembrava la versione obesa di Rock Lee, a parte i sopracciglioni e gli enormi occhi.

Nessuna sorpresa perché mostrasse la schiena al pubblico. La sua mente rise di tutta quella situazione. La vita continua a riservarti il meglio del meglio, nevvero?

Dietro di lei, poteva sentire qualche risolino fuggitivo prima che venisse zittito rabbiosamente da sibili o dallo sguardo assassino del padre, che era certa non si sarebbe trattenuto dal lanciare.

Le mani di Hinata tremavano mentre si sforzava di non ritirarle quando l'uomo le portò alla bocca, lasciandovi un piccolo bacio.

"E' un piacere vederti finalmente." Le fece l'occhiolino. "Posso dire che sembrate parecchio raggiante."

Hinata voleva fare una battuta, ma si trattenne con tutta se stessa e gli rivolse un debole e tremulo sorriso.

"Iniziamo."

________________________________________

L'espressione di Hanabi era quella di una persona che succhiava una caramella eccessivamente aspra. I suoi occhi saettavano dalla sorella al cancello.

Oh Kami, per favore, per favore, per favore, alla fine porta un po' di fortuna a Hinata. Hanabi pregava che il cancello si spalancasse e qualcuno arrivasse per fermare il matrimonio, preferibilmente l'idiota biondo per cui la sorella aveva una terribile cotta.

Ma da quel che aveva sentito dal tizio con la capigliatura a culo di gallina, ciò rasentava l'impossibile visto che si trovava a Suna.

Hanabi si irritò quando sentì risatine represse tutto attorno a lei e avrebbe voluto colpire con il Juuken chiunque stesse ridendo della sorella.

Il modo in cui la sorella era lì in bella mostra la scuoteva dalla furia.

Non merita questo.

Hanabi assottigliò ancora di più gli occhi quando vide le espressioni compiaciute piantate sui visi degli anziani.

Hideko, uno degli anziani principali, annuì discretamente a qualcuno.

Quel vecchio pipistrello, che diavolo staranno tramando? Hanabi guardò istintivamente attorno alla ricerca di qualcosa che le dicesse qualcosa della loro strategia.

__________________________________________

Era arrivato il momento e Hinata sentì la mano dell'uomo diventare appiccicaticcia, mentre la sua mano era ancora stretta da lui. Stava tanto male che non provò neppure a togliere la mano o protestare.

Il suo cuore batteva pesante, annullando qualsiasi altro rumore.

Le risate.

I sussurri.

I finti colpi di tosse per coprire le risatine.

Tutto.

Finché quelle parole non vennero pronunciate e il battito di Hinata si congelò.

"Cari figlioli siamo oggi qui riuniti per—."




*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


Neji, pace all'anima tua Santo Protettore del NaruHina... ma qua fai proprio lo stronzo!!

Acc... il futuro marito sembra essere un cassonetto per la raccolta differenziata... D:
Poveeera Hina-chan!

Prossimo capitolo il tanto atteso matrimonio!
Ci sarete?? :)

Grazie ancora a chi ha recensito lo scorso capitolo!! Ve vojo bbene!! ^^

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Capitolo 8
*** Lieti fine e tutto il resto ***





Naruto emise un lamento mentre apriva lentamente gli occhi, sedendosi, il dolore esplose immediatamente nel suo corpo e le mani corsero istintivamente verso il proprio fianco. Fu allora che si accorse che il suo torso era completamente coperto da bende.

Come ho fatto a ferirmi?

Naruto sforzò il cervello nel tentativo di ricordare qualcosa che potesse aiutarlo nella confusione.

L'ultima cosa che ricordava era che mentre tornava al suo appartamento, era stato avvicinato da un ANBU, che lo informava che l'Hokage aveva imposto la sua presenza. Stava per assolvere quella richiesta quando con la coda dell'occhio aveva notato delle guardie Hyuuga che venivano verso di lui e l'ANBU.

Fu allora che divenne sempre più sospettoso, ma prima che potesse fare qualcosa, fu tramortito da un colpo alle proprie spalle.

E ora, si stava svegliando da qualche parte con una strana ferita al fianco.

Osservò ciò che lo circondava. Era in una camera molto semplice, con tutte le pareti tinte di bianco. L'unico mobile nella stanza era il letto sotto di lui. Alla sua destra c'era una porta. Nessuna finestra.

La prima cosa che gli venne in mente è che fosse in un ospedale, ma era strano notare l'assenza delle lenzuola o di qualsivoglia apparecchiatura medica.

La porta che aveva adocchiato poco prima si aprì, rivelando la presenza di Tsunade.

"Dove sono?" Naruto scese dal letto e la raggiunse. "Che giorno è oggi?"

"Mercoledì." dichiarò semplicemente Tsunade mentre incrociava le braccia sotto il suo fin troppo prosperoso petto. "Sei rimasto incosciente per due giorni."

"Cosa?" sobbalzò, pronto a correre fuori dalla stanza. "Oh cavolo! Allora sono in ritardo!"

Fu bloccato dalla mano tesa di Tsunade. "Non puoi farlo, monellaccio. Hinata ha già messo in chiaro che non puoi neppure avvicinarti a quel matrimonio."

"Non puoi fermarmi." sentenziò Naruto, "In più, scommetto che la riunione dei Kage è stata cancellata visto che sono stato messo K.O.."

"Non è stata cancellata, solo posticipata a un altro giorno." gli occhi color miele di Tsunade si assottigliarono.

Naruto ghignò, pronto a spostare il braccio dell'Hokage da una parte. "Quindi? Perché non evitare di sprecare il tempo e partecipare al matrimonio?"

"È stato spostato a oggi, inizierà in mezzora." Tsunade vide l'espressione sul suo volto crollare, il ghigno divenne una linea dritta.

"Non faremo in tempo." Naruto era frustrato. "Lasciami almeno andare a vedere il matrimonio."

"Siamo già a Suna." Tsunade si girò per non vederlo in volto, intimorita da quale faccia potesse avere ora. "Oh, e il matrimonio è già iniziato."

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Il villaggio di Konohagakure era immerso nel silenzio. Non c'era rumore di passi, sbattere di pentole o deliziose risa di bambini che giocavano per strada. L'unico rumore percepito era una voce, e l'estremamente inconsueto rumore prodotto dal battito del cuore di una ragazza.

Tutti gli occhi erano sulla sposa e sullo sposo quando il rappresentante del Daimyo parlò.

Nessuno sembrò notare la contrazione della sposa o il bagliore negli occhi dello sposo; la curva sulle labbra degli anziani del clan mentre si stringevano nei loro sedili, aspettando ansiosi lo scambio delle promesse. Se lo stessero facendo, non lo rendevano visibile.

"Se c'è un'anima là fuori che ha qualcosa in contrario all'unione di questa, ehm, questa bellissima coppia, parli ora o taccia per sempre."

Si sentì il frusciare dei vestiti quando tutta la fila di persone sedute vicino l'ingresso si chinò in avanti, mordendosi la lingua pur di non parlare. Strinsero tutti gli occhi nella silenziosa attesa che un certo individuo dicesse qualcosa.

Il rappresentante guardò tutta la tenuta per vedere se nessuno avesse intenzione di obiettare. Fece una pausa tanto lunga che gli Anziani erano già pronti ad alzarsi per continuare loro stessi la cerimonia. "Se non c'è nessuno allora possiamo—."

"Mi oppongo."

La gente trattenne sonoramente il fiato tutt'attorno.

Gli Anziani scattarono in piedi, sbattendo contro le sedie dietro di loro; buona cosa fu che nessuno fosse seduto lì dietro.

Gli occhi della sposa si spalancarono fissando lo sposo.

La mano alzata, il sorriso in volto.

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Hiashi si accigliò mentre si inseriva nella mischia. Cosa sta facendo quell'idiota?

Si era fatto strada fino al punto dove sarebbe dovuta essere la coppia di “novelli sposini”.

Hanabi se ne accorse ed era pronta a seguire il padre ma si fermò quando sentì le persone attorno supportare la sorella.

"Che tristezza, un altro che ha paura e si tira indietro." borbottò Kakashi, nascondendo un sorriso compiaciuto dietro la maschera.

"Ah!" Sasuke si trattenne dal ridere. "Che pappamolla. Pianificare tutto questo e alla fine non è riuscito a continuare oltre."

"Ma questa è una buona cosa, giusto?" Ino si sentì più sollevata quando permise a se stessa di crollare sulla sedia.

"Come potrebbe?" Neji scosse la testa. "Questo è uno schiaffo per gli Hyuuga. Gli Anziani non prenderanno la situazione con leggerezza. Preparatevi per un omicidio davanti ai vostri occhi."

"Ma non possono farlo!" Tenten guardò verso lo sposo. "Non è forse un civile? Non possiamo mica far male a un civile intenzionalmente!"

"Civile o no," Hanabi scosse la testa. "Subirà conseguenze pari alla morte. Gli Anziani ne avranno la certezza."

Il resto delle persone nella tenuta sentirono la loro conversazione e iniziarono a borbottare tra loro. Questi mormorii crebbero, come il naturale brusio di tante api.

Il brusio raggiunse le orecchie degli Anziani, causando il fomento della loro rabbia, assunsero tutti una sfumatura di rosso che avrebbe vinto per certo contro il violento colorito che assumeva un tempo Hinata. Marciarono compatti verso lo sposo, acchiapparono furiosamente la sua spalla e lo girarono verso di loro.

"Che storia è questa, ragazzo?" sibilò Hakuri, il più vecchio del gruppo. La sua faccia cedeva tra mille pieghe e linee rabbiose, gli occhi ancora più bianchi della normale tonalità grigiastra degli Hyuuga. Era lui ad aver fatto girare lo sposo.

"Non toccarmi." Lo sposo scacciò via la mano che ancora aveva sulla spalla. "Non osare neppure provare ad avvicinarti."

"Per cosa ci hai preso, ragazzino?" Uno di loro sogghignò. "Siamo ninja; sai cosa possiamo farti. Non sei altro che un uomo coi soldi."

"Sono spiacente, non ho molti soldi. In effetti, non porterò agli Hyuuga un impatto politico, beh ora, ma dopo lo farò." Lo sposo rivolse verso di loro un sorriso beffardo. "Tutto questo tempo, vi ho preso in giro. Una cosa che voi poveri pazzi non siete riusciti a capire. Non che mi aspettassi che riusciste a scoprirlo, comunque."

"Cosa saresti—?" grugnì Hideko, stringendo la mascella. Questo era l'immagine sputata di Hakuri, a parte meno rughe ma con una pelle più rovinata. Era il più giovane degli Anziani, e ora quello in prima fila.

"Se lo sapessi, avresti paura di me." Lo sposo rimaneva diritto, a dispetto della sua costituzione corporea, lo sguardo sprezzante rivolto verso gli Anziani.

Questi arretrarono di qualche passo. C'era qualcosa di sbagliato in quell'uomo. Il suo intento omicida andava oltre quello che un civile poteva contenere. Era riuscito persino, considerando che c'erano alcuni dei migliori combattenti Hyuuga tra di loro, a far indietreggiare gli anziani.

Hinata notò tutto questo.

C'era qualcosa che non andava.

Sapeva che non si dovrebbe mai giudicare un libro dalla copertina, ma un uomo di quel tipo non sarebbe mai potuto essere capace di un'azione che potesse intimidire gli anziani Hyuuga.

Seguendo le sensazioni che aveva nelle viscere, camminò verso lo sposo e fu il suo turno di girarlo verso di lei. Il battito del suo cuore accelerò e divenne assordante quando lo forzò a voltarsi.

Lui sobbalzò ed era pronto a tirare un pugno a chiunque fosse prima di vedere Hinata. Lei non si sottrasse come probabilmente avrebbe fatto anni prima.

Lo guardò dritto negli occhi e immediatamente boccheggiò.

Lo sposo le rivolse un sorriso mortificato. "Ehilà."

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L'intera tenuta cadde nel silenzio totale quando sentì il chiaro rumore di uno schiaffo e la gente si girò giusto in tempo per vedere la sposa colpire lo sposo, pesantemente, con il Juuken attivato, in pieno viso.

La testa di lui era semplicemente girata da una parte, e parecchie persone furono sorprese dal fatto che avesse resistito al colpo invece di cadere, come sarebbe accaduto a chiunque altro. Era già fortunato che la testa non gli si fosse staccata dal corpo.

Immediatamente la sposa si tenne la mano portandosela al collo mentre cominciava a tremare, mentre le lacrime si formavano nei suoi occhi e cominciava ad ansimare. Non si era mai sentita così tradita in tutta la vita.

"Come hai osato?" se ne uscì con voce dolce e tremolante.

Quello che sorprese più di tutto la folla fu l'improvvisa apparenza di fumo lì dove sostava lo sposo, fumo che lo inghiotti completamente.

Più ansiti provenivano da loro mentre focalizzavano l'attenzione sullo sposo.

Quando il fumo scomparve, trovarono Naruto in smoking, la parte sinistra del suo volto era ferita.

Hinata si portò via le lacrime dagli occhi e le rivolse verso Naruto. "Come hai potuto?"

"Lo sapevo!" Uno sparuto grido di gioia squarciò la tensione che si era appena formata.

Gli Anziani fissavano sbalorditi dinanzi a loro ma furono capaci di ricomporsi nel giro di qualche secondo.

"Ve l'ha proprio fatta!" Un altro urlo arrivò dalla folla, scatenando un coro di risate.

"Che cosa?" ruggirono gli Anziani mentre si preparavano a caricare Naruto.

Il rappresentante del Daimyo fu rimpiazzato anch'egli dal fumo e al suo posto comparve Tsunade, che ora indossava gli abiti che poco prima appartenevano al rappresentante. Fece un passo avanti e allungò le braccia, facendo da scudo a Naruto.

"Fate un altro passo e avrete bisogno di un posto all'ospedale a vita." Sorrideva mentre li sfotteva. "Non sarebbe una vergogna?"

"Tsunade!" ringhiò Hideko, senza però azzardarsi a compiere un altro passo. "Stai violando la Legge EC10-7-95; all'Hokage non è permesso intromettersi nelle—."

"So cosa dice." Tsunade si scrocchiò le nocche. "Ma da ieri, quella legge è stata abolita."

"Come può essere?" Hakuri le aizzò contro il Byakugan. "Avete bisogno di tutti i capi clan per consentire di— Hiashi, quel bastardo traditore!"

Le teste di tutti gli anziani Hyuuga scattarono verso Hiashi che era ora apparso al fianco della figlia.

"Traditore?" Tsunade alzò il sopracciglio. "Proprio per niente. Gli unici traditori qui siete voi, vecchie ciabatte."

"Di cosa stai parlando?" Hakuri rise. "Da quando fare il meglio per il clan è tradimento?"

"Quando una vita a Konoha viene minacciata," Tsunade alzò il mento. "E' allora che l'Hokage deve intervenire. Anche se la legge non fosse stata abolita, avrei comunque avuto il diritto di interferire."

Hideko sghignazzò. "In che modo qui è stata minacciata una persona? Per quanto potremmo esserne coinvolti, non andiamo in giro terrorizzando i civili o i compagni ninja in nessun modo, stiamo semplicemente attendendo al matrimonio di uno di noi."

"State minacciando il volere di Hinata Hyuuga." Naruto si unì alla conversazione.

Questo causò una risata generale degli Anziani.

"Diventa sempre meglio." Un sussurro si fece strada tra la folla che continuava a guardare lo spettacolo che si svolgeva di fronte ai loro occhi. "Sono davvero contento di essere uscito per vedere questo matrimonio."

"A questo punto dovresti essere bene a conoscenza che le cose non vanno sempre allo stesso modo." Hikari, un Anziano talmente vecchio da sembrare sul punto di morire, puntò il dito contro Naruto. "Se Konoha deve essere il favorito, il villaggio avversario dovrà essere a sfavore. Hinata è solo una in uno dei tanti clan. Perché pensare a una persona sola invece di pensare al meglio per molti altri?" Naruto ghignò, la contusione sulla guancia diventava via via più violacea. "Voi asserite che non state minacciando nessuno, ma state anche confermando che volete portare via la volontà di Hinata per il bene del clan."

"Perché tu—!" Hideko era in procinto di attaccare Naruto ma fu fermato dalla stretta di Tsunade sul suo polso.

"Ahi, ahi," gli occhi di Tsunade ebbero un guizzo di compiacenza nonostante fosse accigliata. "E tu che dicevi di non minacciare un compagno shinobi."

Immediatamente, un gruppo di ANBU apparve a circondare gli anziani Hyuuga, cogliendoli di sorpresa, ghermendoli per le braccia e mettendogliele dietro la schiena.

"Siete tutti sotto arresto per crimini contro il clan Hyuuga." sentenziò Tsunade portandosi le mani sui fianchi "Tenendo conto dell'oppressione, le minacce e la messa a rischio delle vite nella casata Hyuuga nonché nei confronti di Hinata, fiera abitante del villaggio che io governo, aggiungo il fallimento nell'obbedienza e la decisione di opporsi a qualsiasi legge del vostro clan. E per quanto riguarda da oggi, tutti i poteri ora sono del capo clan e non degli Anziani. Questa è una nuova generazione; è differente da quella che avete vissuto voi vecchi. I cambiamenti devono essere benvenuti o altrimenti bruceremo nelle fiamme con i vecchi metodi."

Hideko rise. "Ma vi state sentendo? Sono tutte cariche inutili visto che ci sarà sempre oppressione fintanto che il metodo degli shinobi sarà tenuto in vita."

"Adesso, come suonate voi? Non molto tempo fa un nemico ha proferito queste stesse parole, cercando di unificare il mondo degli shinobi sotto un genjutsu senza fine. Qual è più a favore dell'oppressione? I cambiamenti sono inevitabili ed essenziali, ergo le riforme sono già state implementate. Portateli via." Tsunade fece cenno con la mano agli ANBU. "Non vogliamo che interrompano quello che accadrà adesso, o no?"

Detto questo, gli Anziani e gli ANBU scomparvero in una fitta nuvola di fumo.

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"Cosa ci fanno qui Naruto e Tsunade-shishou?" Sakura guardò Sasuke. "Mi sembrava avessi detto che erano alla conferenza dei Kage?"

"Beh a quanto pare, sono qui." Sasuke ghignò mentre guardava avanti. "E' il suo matrimonio dopotutto."

"Cosa stai—?" iniziò Sakura prima che la realtà non la colpì in piena faccia. "Oh."

Ino squittì di gioia mentre si aggrappava al braccio della persona che le era accanto, trovò Sai. "L'ho sempre saputo! Dal ninja più imprevedibile di Konoha dovevamo aspettarci qualcosa del genere!"

Temari zittì la fin troppo frivola bionda dandole una pacca sulla schiena.

Kakashi sospirò. Oh il potere della giovinezza.

Sbatté le palpebre incredulo. L'ho davvero pensato?

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Naruto si diresse verso la ragazza vestita di bianco e le rivolse un sorriso sbilenco. "Hey."

Hinata lo guardò torva. Nonostante fosse felice, la rabbia era il sentimento che ora la dominava. "Cos'è tutta questa storia?

"Okay, so che sei furiosa, e mi dispiace tantissimo," Naruto alzò entrambe le mani, i palmi rivolti verso di lei mentre si avvicinava. "Ma posso spiegare."

"Allora fallo, nessuno ti ferma." Hanabi fu subito a fianco Hinata, le braccia incrociate e gli occhi che lo squadravano freddi.

"Hanabi," Hiashi guardò malamente la figlia, per poi fare cenno a Naruto. "Però è giusto che tu dia una spiegazione, Uzumaki Naruto."

Hinata non disse niente limitandosi a fissarlo, un leggero broncio sulle labbra mentre teneva sott'occhio Naruto.

Naruto rise forzatamente mentre si grattava la nuca, liberandosi dal contatto visivo con Hinata. "Beh, tutto è iniziato il giorno in cui sei tornata da un appuntamento con il tizio della Roccia."

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Il racconto di Naruto, dal suo punto di vista.

Hiashi udì un bussare deciso alla porta. Quel chakra non gli era familiare e allora preparò se stesso per un attacco. Si avvicinò lentamente alla porta e chiunque fosse bussò di nuovo impaziente.

Aprì la porta e tirò un pugno.

"Whoa! Hey! Non attaccare!"

La sua mano si bloccò a mezz'aria. Fu allora che Hiashi notò i capelli biondi e la familiare tuta arancione.

"Uzumaki Naruto, cosa ti porta qui?" Hiashi scosse la mano e la nascose nelle maniche.

Naruto lo guardò dritto negli occhi. "Vorrei scambiare qualche parole con voi, Hiashi-san."

Hiashi inarcò un sopracciglio all'improvvisa formalità del ragazzo. "Entra."

Naruto lo seguì nella stanza e si sedette su un cuscino quando Hiashi fece lo stesso, ma dietro la scrivania di fronte a Naruto.

"Di cosa desideri parlare?" Hiashi notò la tinta rosata sulle sue guance e il nervosismo che lo attanagliava.

Naruto diede uno sguardo alla stanza, come se volesse essere certo che non ci fosse nessun altro.

"Non preoccuparti. Ho posizionato una barriera attorno a tutte le stanze di questo complesso così che nessuno possa usare il Byakugan o udire dall'esterno." Hiashi fece cenno con la mano. "Puoi andare avanti e spiegarmi cos'hai in mente."

Quello che arrivò subito dopo colse Hiashi alla sprovvista.

Davanti a lui c'era il ragazzino Uzumaki, che si inchinava, le braccia aperte come se stesse facendo le flessioni.

"Vorrei chiederle il permesso di prendere in sposa Hinata." Naruto quasi urlò.

Hiashi fu preso in contropiede. Questo, non se lo aspettava minimamente.

Quando non ricevette una risposta rapida, Naruto si azzardò ad alzare lo sguardo, solo per vedere Hiashi ridere. Il ragazzo si chinò in avanti, confuso.

"E perché tu, Naruto, dovresti essere adatto a sposare mia figlia?" Hiashi rise della sua espressione sorpresa. "Ci sono molti altri uomini che si sono offerti di prendere la sua mano. Hanno un patrimonio e influenza politica. Cosa ti rende un pretendente migliore di tutti questi altri uomini?"

"Hinata non ama nessuno di quegli uomini." espresse Naruto con sicurezza, la schiena dritta e le spalle tese. "Lei ama me."

"Come puoi saperlo?" Era la prima volta che Hiashi sentiva una cosa del genere. Aveva sempre saputo che Hinata si comportava da innamorata folle mentre cresceva, ma con il passare degli anni, specialmente dopo la distruzione, sembrava che avesse smesso. Hiashi non avrebbe mai indovinato che sua figlia fosse innamorata del ragazzo che aveva di fronte.

"Me lo ha dichiarato il giorno che Pain ha attaccato il villaggio." Hiashi notò la dolcezza che traspariva negli occhi e nel tono vocale di Naruto. "Si è scagliata contro il nemico mentre io ero inchiodato al suolo nel tentativo di salvarmi."

Hiashi assunse un leggero cipiglio contrito. Non aveva mai saputo che l'attacco di Hinata al nemico fosse dovuto a un gesto passionale.

"Quindi la ragione per cui io sono meglio di tutti quei pretendenti è perché io sono colui che ama e vuole come marito." Naruto trattenne il respiro, aspettando che Hiashi dicesse qualcosa.

"Amore?" Hiashi rise ancora. "Ragazzo, i matrimoni di questo clan hanno tutto tranne a che vedere con l'amore."

"Io dico che state mentendo." Naruto fissò in modo provocatorio il capo degli Hyuuga.

"Mi stai accusando?" fu strano per l'Uzumaki vedere Hiashi sorridere. Normalmente, quando Naruto vedeva quell'uomo, aveva sempre sul volto rabbia e disappunto così vedere Hiashi ridere e scherzare lo liberò un po' dal nervosismo. Hiashi riportò lo sguardo sul ragazzo. "Perché mai?"

"Alla fine voi amavate vostra moglie un poco, giusto?" Il ragazzo era così sincero da non essere più divertente.

Hiashi ruppe il contatto visivo e smise di sorridere, addolcendo il tono di voce. "Hai ragione."

"E da quel che posso vedere, voi amate anche le vostre figlie. Volete solo il meglio per loro, ecco perché avete dato la possibilità a Hinata di scegliere tra tutti i suoi corteggiatori." Naruto si stava esaltando, la fortuna sembrava girare a favore. "Potrei non essere il più facoltoso, ma io, a parer mio, sono il più forte. Ho già dominato il potere del Kyuubi, come ho cambiato la sua mentalità. Non ci darà più nessun problema, in effetti, è desideroso di darci una mano. Sebbene non abbia influenza politica, ho stretto rapporti con molte persone di altri villaggi che sarebbero lieti di mollare qualsiasi cosa stiano facendo per aiutarmi, se glielo chiedessi. Come sapete, Tsunade mi ha già nominato come suo successore al ruolo di Hokage, ciò vuol dire che presto avrò influenza politica come la ricchezza, considerando chi sono i miei genitori."

Quando la testa di Hiashi scattò nella sua direzione, Naruto sorrise. "Sì, loro sono i miei genitori. Ma non prendete questo in considerazione per scegliermi."

"Come già sai, la mia scelta non è il fattore decisivo. Quello spetta a mia figlia. Perché non vi fate avanti e le fate la proposta?" disse Hiashi dopo una pausa.

"Non posso farlo." Naruto si voltò altrove. "Anche se mi piacerebbe."

"Perché no? Sono certo che non dirà di 'no' a voi." Hiashi osservò con attenzione i movimenti del ragazzo.

Naruto si guardava le gambe incrociate. "Se lo facessi, gli Anziani interferirebbero, non solo quelli Hyuuga, ma anche gli anziani del Consiglio. Loro già mi fanno riempire inutili scartoffie e frequentare lezioni di preparazione. Quello che vogliono da me è che io faccia qualcosa di sbagliato di qualsiasi genere così che possano immediatamente impedirmi di diventare Hokage. Se chiedessi Hinata in sposa, gli anziani Hyuuga sarebbero arrabbiati perché perderebbero gli accordi politici con il paese che si è proposto e perderebbero la faccia. Questa è l'ultima cosa che ho bisogno che accada, visto che mancano pochi giorni perché diventi Hokage."

"Inoltre, tanto tempo fa, ho promesso sia a Hinata che a Neji che avrei attuato delle riforme al clan Hyuuga."

Hiashi sollevò le sopracciglia. "Sarebbe?"

"Io e Tsunade-baa— voglio dire, Tsunade-sama, abbiamo lavorato proprio su questo. Abbiamo pianificato di cambiare completamente il comando come di eliminare definitivamente quel maledetto Sigillo dell'Uccello in Gabbia dalla fronte dei membri del ramo Cadetto." Naruto raggiunse il marsupio dietro di lui e tirò fuori un rotolo di pergamena. "Voi siete l'unico che deve firmare il documento. Tutti gli altri capi clan hanno accettato visto che gli Hyuuga ormai sono gli unici a essere governati da un branco di vecchi."

Hiashi sollevò un sopracciglio, un leggero sorriso sulle labbra.

"N-non che lei sia un giovanotto!" Naruto si agitò. "I-insomma non siete neppure vecchio!"

Hiashi rise. "Passami solo il documento."

Naruto porse a Hiashi il rotolo, e lui lo accettò di buon grado. Aprì la pergamena e la scorse qua e là.

'Ha davvero pensato a tutto.' il sorriso tornò lentamente sul volto di Hiashi. 'Che ragazzino interessante.' "Okay, Uzumaki Naruto. accetto."

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Naruto bussò delicatamente alla porta di Tsunade e la aprì senza preoccuparsi di aspettare l'“Avanti”.

"Marmocchio, dovresti aspettare che ti si inviti a entrare." Tsunade continuò a lavorare sulle sue scartoffie senza alzare lo sguardo.

"'Baa-chan, devo chiederti un favore." Naruto strascicava lentamente le parole.

Tsunade si bloccò quando sentì quanto fosse esitante Naruto. "Dipende, di che si tratta?"

"Ho bisogno del tuo aiuto per ingannare gli anziani Hyuuga dallo scoprire che sono il pretendente di Hinata così che possa concentrarmi nel mio piano senza il loro fiato sul collo." Naruto ghignò. "Eddai, sarà divertente."

"Dar fastidio a quei vecchi pipistrelli?" Tsunade sorrise, chinandosi in avanti. "Qual è il piano?"

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"Ehilà, teme!" Naruto salutò insolentemente Sasuke. "Com'è stare dietro le sbarre? Vuoi che ti porti qualche ragazza e trasformiamo questa cella in uno zoo?"

Sasuke era rannicchiato sul freddo letto di metallo della prigione. "Scordatelo." Sasuke si limitò a fissarlo. "Che vuoi?"

"Solo dirti che sei libero." Naruto scrollò le spalle, esplorandosi le tasche alla ricerca delle chiavi della cella.

"Cosa?" Sasuke rimase fermo nella sua posizione.

Naruto finalmente le trovò e le mostrò a Sasuke, oscillandole senza vergogna da una parte all'altra prima di infilarle nel buco della serratura e farla scattare. "Ho parlato con il Consiglio e sono riuscito a farti liberare."

"Hey Naruto." Sasuke guardò Naruto mentre apriva la porta della cella.

"Mmm?" Il biondo sfilò le chiavi dal buco e se le rimise in tasca.

"Sei un idiota." Sasuke gli passò davanti e si girò verso l'amico.

Naruto gli strizzò l'occhio e gli diede una pacca sulla schiena. "Prego."

"Non volevo dire questo." Si scostò dal suo tocco.

"Beh, prego comunque." Naruto annuì lievemente ed era pronto a lasciare l'edificio quando Sasuke parlò.

"Intendevo per quanto riguarda la Hyuuga."

Naruto si bloccò, voltandosi verso l'amico. Le sue sopracciglia si aggrottarono, un lieve disappunto, la confusione visibile sul suo volto e nei suoi occhi.

Sasuke rise beffardo e infilò a forza le mani nelle tasche dei propri pantaloni. "Sei sciocco come al solito."

Sasuke cominciò a camminare verso l'uscita, sorpassandolo.

"Ho bisogno del tuo aiuto per pianificare il nostro matrimonio."

Fu il suo turno di bloccarsi e voltarsi. Sasuke sorrise apertamente per la prima volta da un po' di tempo. "Non così sciocco come pensavo."

Naruto fece una corsetta per raggiungere il moro.

"Con cosa?" Sasuke accelerò il passo quando vide Naruto venire verso di lui.

"Beh vedi—."

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"Hinata e il ragazzino del Kyuubi stanno diventando sempre più intimi." sbottò Hakuri. "Pensate che sia lui il pretendente?"

"Pfft. Non sarei sorpreso se fosse lui. E' stato Hiashi d'altronde a sceglierlo." borbottò Hideko. "Senza contare che cela persino a noi la sua identità! Ha perso tutta la mia fiducia andandoci così leggero con quel fallimento della figlia."

Naruto avrebbe voluto terribilmente percorrere la stanza e tirare un pugno a quel vecchio.

Era trasformato in ragno in un angolo del soffitto. Si era infilato nella stanza dove si incontravano gli Anziani per origliare.

"Improbabile." Parlò l'uomo accanto a Hideko. "Le mie fonti mi dicono che Naruto e l'Hokage sono in procinto di partire verso Suna per il congresso dei Kage. Inoltre, il pretendente ha chiesto un cambio di data."

"Quanto presto?" Hideko ghignò.

"A una settimana da adesso."

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"Ti sei ricordato di quel giorno?" Hinata si morse il labbro, guardandosi i piedi, interrompendolo dal continuare oltre la sua storia.

"Beh, onestamente? No."

Gli occhi spalancati di Hinata cominciavano a pizzicare.

Naruto si grattò la nuca. "Ma quando stavo provando a collegarmi con il chakra del Kyuubi nel tentativo di controllarlo, diciamo che ho avuto qualcosa come una reminiscenza di tutto l'evento."

"T-t-tu—," Hinata si schiarì la gola il meglio che poté, nonostante il groppo che si era formato. "Pensi che sia divertente giocare con le mie emozioni?"

"Cosa?" Naruto si accigliò. "No! Perché dici questo?"

"Tutto questo." Hinata fece cenno senza alzare lo sguardo. "Perché non mi hai detto nulla di tutto questo?"

Naruto sospirò, scuotendo la testa, mormorandolo a se stesso prima di dirlo ad alta voce. "E' ora che tu sappia tutta la verità."

Hinata alzò lo sguardo, con una muta richiesta negli occhi. La verità?

"All'inizio, non volevo veramente sposarti." Naruto colse il suo sguardo. "Beh, mi piacevi, ma quando ti vedevo proprio non pensavo al matrimonio."

"Naruto!" gli ringhiò Hanabi quando vide le gambe della sorella piegarsi mentre cadeva a terra.

Hiashi chiuse la bocca della figlia con una mano. Hanabi girò di scatto la testa dietro di sé per guardare il padre che si limitò a scuotere la testa e a portarsi un dito alle labbra, dicendole di far silenzio.

"Ho solo chiesto di sposarti perché mi sentivo obbligato." Naruto guardò da un'altra parte appena lei cadde. "Da quello che gli altri mi dicevano, mentre a te piacevo fin da quando eravamo piccoli. Mi sentivo male a pensare di averti fatto soffrire tutti questi anni in cui ti ho ignorata. E così ho capito che dovevo risolvere questa situazione con te."

"L'ho detto a Sasuke quando era inconscio dopo che avevamo combattuto e tentavo di curarlo, e lui s'é svegliato dicendomi di andare e sposarti. L'ha detto per scherzo ma io ho pensato, 'perché no'? Non ero certo riguardo tutta la faccenda perché forse ora tu eri innamorata di qualcun altro, visto che avevi aspettato pure troppo e magari t'eri stancata, ma tutti continuavano a punzecchiarmi appena avevo fatto ritorno dopo aver combattuto con Sasuke. Continuavano a darmi dell'idiota e che avevo fatto davvero del male a qualcuno. Io in quel momento davvero non capivo che stessero parlando di te, e quello che avevo in mente era semplicemente vederti e dirti che mi dispiaceva. Ma allora ho realizzato che delle semplici scuse sarebbero state patetiche. Allora sono andato da Tsunade-baa-chan e le ho chiesto se ero autorizzato a chiedere la tua mano in sposa. Chiese le mie ragioni, e non sono riuscito a pensare ad altro che a 'devo ripagare un debito,' e questo le ho detto. In quel momento mi sono ricordato della promessa che avevo fatto a Neji. Ho pensato che ti fossi debitore di tanto tempo, sentivo necessario dare a entrambi quello che desideravate con tutto il cuore. Me e gli Hyuuga uniti."

"Allora sono venuto a chiedere a tuo padre il permesso invece di chiedertelo faccia a faccia, come avrei dovuto, ma avevo paura di confrontarmi con te. No, mi vergognavo. Mi vergognavo di me stesso. Pensavo che tu non volessi vedermi per tutto il dolore che ti avevo fatto passare. Tu continuavi a seguirmi e i tuoi sentimenti non avevano mai vacillato nonostante io abbia continuato a ignorarti seguendo qualcun altro. Deve averti fatto soffrire profondamente, e mi dispiace."

"Poi ho fatto qualcosa di inaspettato. Sono venuto da te."

Naruto sentì i frementi sussulti di Hinata nel silenzio della folla in ascolto del suo racconto.

Ignorò il bisogno di andarla ad abbracciare e confortarla, sapendo che a questo punto della storia avrebbe potuto colpirlo ancora col Juuken, magari stavolta fino alla morte. Così continuò. "Quando ti ho vista appoggiata a quell'albero, il mio cuore non la smetteva di far casino. Per qualche ragione, ho mascherato il mio chakra prima di accucciarmi accanto a te e ti ho osservato. Il mio cuore allora ha rallentato un poco e mi sono sentito in pace, 'ttebayo..." "Allora, Ho semplicemente aperto la bocca e ho lasciato uscire qualunque cosa volesse farlo." Naruto rise leggermente. "Non posso credere che ciò che è uscito era dirti che non ti saresti dovuta addormentare dove capitava. Ho continuato a parlarti, ma tutto quello che facevi era annuire invece di rispondermi, così ho avuto paura che tu fossi arrabbiata con me e non volessi vedermi, visto che io non ti avevo mai considerata. E tutto il tempo ho pensato, 'Ouch. Allora è così che deve essersi sentita per tutti questi anni'. Non potevo dirti cosa stavo progettando. Ma per qualche ragione, non volevo seguire le condizioni di non vederti fino al fatidico giorno, così ho chiesto di poter spendere più tempo con te. A quel punto, lo volevo sul serio."

"Volevo passare più tempo con te. Questi giorni passati, ho avuto la possibilità di conoscerti meglio, invece di evitarti perché pensavo che tu volessi evitarmi. Anche se tu avessi voluto evitarmi, mi sentivo come se non potessi lasciarti sola finché non mi avessi lasciato stare al tuo fianco. I giorni in cui sono stato in 'missione, li ho spesi pensando a te."

"Ho realizzato che tu c'eri sempre. Che in qualunque momento mi stessi allenando, l'aura lenitiva che mi era sempre accanto eri tu. La mia guida per dare il meglio era dovuta a te; perché mi sentivo come se qualcuno mi stesse sempre guardando e attecchiva nonostante tutto. E c'era qualcuno: c'eri tu. Il tempo in cui abbiamo parlato durante l'esame scritto per diventare Chuunin, ero grato che mi avessi offerto il tuo aiuto. Nessuno mi avrebbe dato una mano rischiando di essere rimandato così. Le persone mi avevano sempre detto quanto ero seccante, ma tu non l'hai fatto neppure una volta. Forse perché eri troppo timida per avvicinarti, ma non importa, non l'hai mai fatto. Il momento prima di combattere contro Neji per la finale dell'esame Chuunin mi hai fatto quel discorso stimolante ed è stato quello il momento in cui hai iniziato a piacermi. Potevo non saperlo in quel momento, ma lo so ora. Fu quando mi dissi di dare il meglio per provare alle persone che si sbagliavano, anche se non ero poi tutto questo granché. Mi hai detto di essere me stesso mentre gli altri mi comparavano ad altri e spesso mi rimproveravano per non essere quella persona. Tu mi hai visto per quello che ero. Inoltre, mi hai sempre sorriso. I tuoi sorrisi mi hanno lentamente salvato. E quindi il giorno in cui ti sei scagliata sul campo di battaglia e ti ho vista abbattuta a terra, c'era una parte di me pronta a fare a pezzi Yahiko-Pein perché ho pensato di averti persa, di aver perso qualcuno così prezioso per me."

"E perché dovrei crederti?" Hinata lo guardò di sottecchi. "Dopo tutte le bugie, come posso sapere se non mi stai mentendo di nuovo?"

"Hinata, sai che non sono così." Naruto iniziò a ghignare, leggendole negli occhi.

Lo so, ma—, Hinata si morse la lingua per fermare quei pensieri. "Dimmelo tu. Lo sei?"

Naruto camminò verso di lei e porse alla ragazza in bianco la mano aperta, gli occhi che scintillavano, pregandola che prendesse la sua mano nelle sue.

"Gli anni sono passati, e siamo tutti cresciuti. Potrei essere un idiota e un po' lento, ma non sono un bugiardo. In effetti, odio le persone che mentono a loro stesse." Naruto si inginocchiò e la fissò negli occhi. "E ora sono qui, in ginocchio, chiedendoti, Hyuuga Hinata, vuoi sposarmi?"

Vedendo che lei non si muoveva, Naruto tratteneva il respiro. "Per favore."

Forse aveva sbagliato per tutto questo tempo. Magari Hinata aveva smesso di amarlo, dopotutto. Forse, aveva fatto un pensierino sul tipo con cui aveva avuto un appuntamento lo stesso giorno in cui le aveva offerto di spendere del tempo con lui prima del matrimonio.

Hinata fissava la sua mano come se non fosse reale, cercando di realizzare se fosse o no un sogno. Alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi, sentendo immediatamente un'ondata di serenità appena vide quelle iridi blu. Alzò esitante la mano e tremando la posò su quella di Naruto.

Appena vi fu il contatto, Naruto si sbrigò ad intrecciare le dita e stringerla in una morsa d'acciaio.

Hinata scattò indietro per un attimo, ma poi iniziò a sorridere. "Lo sai che ci hai messo davvero tanto, dattebayo?"

"Ehh? 'dattebayo'?" Naruto si grattò nervosamente il naso con il dito. "Scusami per essere stato lento, 'ttebayo."

Naruto si alzò, aspettando che Hinata facesse lo stesso. Poi si voltò verso il pubblico, ormai fin troppo irrequieto per la mancanza di azione.

"D'ora in poi, Io, Uzumaki Naruto, prendo Hyuuga Hinata in sposa e prometto di assisterla in salute e in malattia finché morte non ci separi."Rise apertamente. "Ma anche allora, giuro che non la lascerò mai e sarò sempre lì per lei, a dispetto di qualsiasi cosa! E io non mi rimangio mai la parola data."

Si voltò a guardare Hinata, facendole l'occhiolino.

Hinata rise e alzò la mano che lui stringeva. "E io, Hyuuga Hinata, prendo volentieri Uzumaki Naruto come mio sposo e diventerò la struttura che lo sorreggerà come il posto in cui potrà sempre trovare rifugio. Supporterò ogni sua decisione come guidarlo nelle sue scelte. Giuro di assisterlo finché non mi ucciderà! Dattebayo!"

Sakura rise forzatamente. 'Sono io, o questo scambio di promesse è stato molto— Narutiano?'

Quando la coppia abbassò le braccia, la loro buona amica Ino gridò con gioia. "Sbrigatevi a baciarvi!"

Presto, un coro di "Bacio! Bacio! Bacio!" riempì il villaggio di Konoha. Persino Hiashi, Neji e Hanabi intonavano il coro con loro.

Naruto sorrise imbarazzato e lanciò un'occhiata timida alla sua sposa, scrollando le spalle.

Hinata rise e annuì leggermente, facendo l'occhiolino allo sposo.

"Ooooh!" Iniziarono a gridare un po' tutti mentre la distanza tra i due diminuiva.

Presto le loro labbra si incontrarono in un castissimo bacio.

Appena Hinata fece per scostarsi, Naruto la tirò verso di sé prendendola per le braccia, facendola sobbalzare in avanti dove fu acchiappata da un altro bacio, stavolta più profondo, a cui Hinata si sottomise.

Hiashi era diventato rosso e stringeva le mani a pugno, pronto a partire e a far dimenticare a forza di pugni la luce del giorno al giovane biondino, ma i due finalmente si fermarono.

Si separarono ghignando stupidamente mentre si guardavano, prima di rivoltarsi verso la folla che esultò e li acclamò.

Tsunade comparve dietro di loro, una mano sulla spalla di Naruto e l'altra che stringeva una bottiglia di sakè. Strappò via il tappo con i denti e sorrise, prese un sorso dalla bottiglia e lo sputò sui neosposini.

Naruto gridò e Hinata strillò, ma presto si sciolsero in una risata mentre il liquido colava sulle loro vesti.

"Ora io vi dichiaro, marito e moglie, marmocchi!"






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Ed ecco svelato tutto l'inghippo!!
Che ne pensate di questo finale?? Praticamente era lo scenario più scontato anche se, io personalmente, ho avuto modo di dubitare spesso di come sarebbe andata :D

Come vi sono sembrate le “scuse” di Naruto?
Io fossi stata in Hinata l'avrei piantato all'altare XD Però poi l'avrei perdonato :P

Non ho assolutamente idea del significato di quel siparietto iniziale, là a Suna... boh! Probabilmente era per confondere ancora di più le idee!

Beh, se vi va datemi la vostra opinione :) Sapete che mi fa tanto piacere ^^
E ancora grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo! Ci eravate arrivati?? :P

Spero che ci sarete anche per lo smieloso epilogo :)

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Capitolo 9
*** Epilogo ***





Naruto si svegliò al suono del cinguettio degli uccelli mentre un raggio di sole penetrava dalle tende colpendolo negli occhi. Sibilò mentre si schermava con le mani da quella luce accecante.

Quando finalmente si accorse che magari era ora di alzarsi, si alzò di scatto, stirando le braccia mentre sbadigliava, tirando via il lenzuolo, dando fastidio alla sua compagna che iniziò a tremare.

La sentì gemere e la guardò appena in tempo per vederla stringersi in se stessa il meglio che poteva con il ventre rigonfio che si ritrovava.

Lui rise mentre guardava la sua mano cercare il lenzuolo, tenendo ostinatamente gli occhi chiusi.

"Naruto!" gemette Hinata, e con maggior rabbia: "Lenzuolo!"

Si sdraiò di nuovo e strinse la moglie da dietro in un abbraccio.

"È mattina." Le sussurrò in un orecchio, facendola sussultare, mentre gli occhi si spalancavano.

Lei lo guardò assonnata, borbottando. "E tu hai la sfacciataggine di svegliarmi."

"Perché mi hai sposato, allora?" sogghignò mentre appoggiava la testa sulla sua spalla e incominciava a strofinarle la pancia.

Lei rise, poggiando le mani sulla sua che le circondava la vita accarezzandole la pancia. "C'è bisogno di chiederlo?"

Lui la baciò delicatamente sulla guancia mentre si scioglieva dall'abbraccio, scese dal letto e iniziò a stiracchiarsi. "Mmm, hai ragione. Non ho bisogno che mi ricordi quanto sono figo!"

Hinata si sedette e sorrise sorniona, scuotendo la testa. "Oh, sì, ecco perché."

"Yosh!" Naruto alzò il pugno per aria. "Mia moglie ammette che sono spaventosamente figo!"

La porta della camera patronale si spalancò improvvisamente e una bambinetta balzò sul letto e placcò Naruto. Egli si lasciò sfuggire un lamento mentre scivolava sul pavimento di legno per colpa dei calzini, cadendo rovinosamente a terra.

Aprì un occhio e vide la sua bambina di ormai tre anni, seduta sul suo stomaco, un volto simile al suo tranne che per i baffi, fiera e compiaciuta mentre gli sorrideva, gli occhi grintosi di un azzurro chiarissimo come quelli degli Hyuuga e i capelli scuri selvaggiamente annodati.

"Il punto debole di papino!" La bambina puntò un dito accusatore verso Naruto, ghignando. "Kanon ti ha atterrato facilmente!"

Saltò via da lui balzando sul letto dove Hinata era seduta. Si trascinò a gattoni verso la madre e l'abbracciò. "L'hai visto, mammina? Hai visto Kanon?"

Hinata rise di Naruto, che la sbirciava dai piedi del letto. "Ecco quello spaventosamente figo!"

"Non posso farci niente." Naruto si strofinò la nuca sorridendo imbarazzato. "Lo sapete che voi siete il mio punto debole, dattebayo?"






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Ed ecco finalmente la fine di questa storiella :)

E' evidente che tutta la messinscena di Naruto non vi sia piaciuta XD
Beh, poco male, basta che sia andata bene ai due piccioncini qua su :P

Ringrazio comunque tutti i lettori silenziosissimi, chi ha messo la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite e l'anima pia che ha recensito lo scorso capitolo :)

Viva il NARUHINA!!!

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