Second Chances

di Alex_J
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Chapter 1

Credo che non esistano notizie peggiori da ricevere il lunedì mattina. Lunedì, quando ti aspetta una lunga e intensa settimana davanti, una settimana piuttosto piena visto che è la prima del mese di maggio, l'ultimo mese di scuola prima del prom, degli esami finali, del diploma. Una settimana molta faticosa considerato che non sono esonerato dagli allenamenti di lacrosse, e da una parte è anche un bene visto che il Coach è l'unico che ci considera vagamente umani, anche se non sembra. Molti di noi sono vagamente umani, quindi direi che il coach è nel giusto, no?
Sto divagando, mi piace divagare. Divagare fa rima con annegare… beh, quest'ultima parola mi piace meno e mi ricorda di quella volta... Divagare non è utile come al solito. Non ferma il tremore nelle mie mani, il panico che mi assale e non per il fatto che oggi è lunedì, il primo lunedì di maggio e non ho idea di cosa fare in questo mese, come e cosa studiare prima, non so come farò a salutare Scott, i miei amici senza diventare lacrimoso e sentimentale e rifiutarmi di partire per il college; non so dove prenderò il coraggio per lasciare solo mio padre a Beacon Hills, circondato dal soprannaturale e senza il proprio figlio iperattivo pronto a raccontargli dell'ennesima figura mitologica apparsa misteriosamente in una minuscola cittadina della California, beccandosi sguardi sempre più increduli. Non sono minimamente preoccupato di abbandonare tutto ciò che conosco, no. Dovrei. In verità lo sono, mi sto anche convincendo che in questo momento sono preoccupato per tutte queste cose insieme, che i miei occhi sono fottutamente lucidi per questo, ma non funziona. Non funziona.

Il panico mi sale a rileggere questa partecipazione, queste maledette parole digitate a macchina (non ha neanche avuto il coraggio di dirmelo a voce prima), su una carta costosa… Wow, non si sta facendo mancare niente (cosa doveva dirmi? Noi non siamo amici, certe cose si dicono agli amici no?). Le lacrime sono vicine, le sento dannazione, le mie mani tremano ancor di più, ho finito la mia gamma di insulti perché non riesco neanche ad iniziarli.

Pensavo fossimo amici. Ci siamo salvati la vita a vicenda la vita, ci siamo confidati con l'altro, abbiamo fatto un sacco di cose che gli amici fanno, in un modo un po' insolito ma pensavo fossimo amici, lo credevo.

Scaravento la partecipazione a terra; non me ne frega se gli è costato un patrimonio. Non voglio vederla, non voglio vederla, non voglio più vederla. Oh no, no.

Devo contare, devo trattenere il respiro, non voglio un altro attacco di panico.

Cosa ho fatto di male? Sapevo che non poteva nascere niente, l'ho sempre saputo. Con me è sempre così. Ma mi accontentavo, sono bravo ad accontentarmi.

In un attimo sono in ginocchio, e sto arrancando in cucina, con la partecipazione che mi segue come un’ombra.

 

Derek Hale e Kate Argent

Sono lieti di invitarvi al loro matrimonio

 

È solo un incubo, è solo un incubo, è solo un incubo.



– Stiles – è la voce di mio padre, sto dormendo e sta cercando di svegliarmi, allora era tutto solo un incubo. – Stiles, apri gli occhi e alzati dal pavimento della cucina! – ...Ci ho sperato troppo, è evidente.

Apro gli occhi, lentamente. Sento ancora la testa pulsare, ho smesso di tremare; non avevo un attacco di panico da un anno.

– Stiles? Tutto bene? – chiede mio padre con una voce che non tradisce la preoccupazione.

– Oh sì, solo un piccolo scivolone, ho sbattuto la testa e sono svenuto per cinque secondi – ho perso anche il mio tocco nell'inventare balle, grandioso. – Ma sto bene, papà, sto bene! – mi rialzo di colpo e scatto verso la porta.

– Stiles – la sua voce ora è un rimprovero velato.

– Devo andare a scuola, sono in ritardo! A dopo! – urlo prendendo al volo lo zaino e chiudendo la porta velocemente.

Sento distintamente uno sbuffo sonoro e respiro, avviandomi verso la Jeep. Spero che papà bruci quella partecipazione, altrimenti lo faccio io. Ma chi vogliamo prendere in giro? Non ne ho nemmeno il coraggio. Non ho più nemmeno quello e probabilmente non l'ho mai avuto.

 

*

 

I corridoi della scuola sono la pace per i miei sensi: niente licantropi in vista, niente ex Alfa scorbutici in giacche di pelle, niente matrimoni, nessun Hale o Argent in questa scuola.

Argent… Chissà come sarà contenta Allison della sua prossima parentela acquisita. Scommetto che ora starà facendo i salti di gioia.

– Ehi amico, sentito la bella notizia? – ormai ho smesso di spaventarmi per gli agguati improvvisati di Scott, non farebbero paura neanche a Lydia nelle sue crisi da banshee; è la sua sensibilità che continua a sorprendermi. – Che hai Stiles? Sembra che ti sia passato sopra un treno – no Scott, tranquillo, solo la partecipazione al matrimonio di Derek tra le mani… la tua “buona” notizia.

– Un treno che si chiama ultimo mese di scuola – dico, riuscendo a convincerlo efficacemente visto lo sguardo comprensivo che mi riserva.

– Allora, hai ricevuto la partecipazione? – a volte mi chiedo perché ho smesso di confidare la mia vita sentimentale a Scott, nonostante il nostro rapporto non sia cambiato di una virgola, anzi, sembra sempre rafforzarsi. Questa non è una di quelle volte, assolutamente no.

Annuisco, perché ho finito le bugie e gli insulti, sia verso di me, sia verso Scott. La parte bella della cosa è che non sono così evidente, la parte meno bella è che non posso dirlo al mio migliore amico, perché so che in qualunque modo le cose andrebbero storte. 

– Ehi, tu hai fatto i compiti di Chimica? Non credi che Lydia Senior sia un po' esagerando? – invento, nonostante oggi abbiamo compiti di chimica e la signora Martin mi stia molto simpatica. Ma Scott è Scott, potrebbe aver migliorato i suoi voti, ma in chimica la risposta sarà sempre no.

– …Derek Hale che si sposa! Ci stai credendo? Poi con una Argent! Si spiegano molte cose, in effetti... – il metodo chimica non ha funzionato, merda: forse è davvero più intelligente. – ...Tutte quelle sere fuori, lontano dal mondo, gli sbalzi d'umore sempre più frequenti… Mi è sembrato di vederlo anche sorridere. Sapevi che sa sorridere? – …no, non è più intelligente.

Piccoli frammenti di ricordi mi affollano la mente e vorrei ribattere su ogni cosa che Scott ha detto, ma mi trattengo.

– Derek Hale che sorride? Impressionante Scott. Tu hai le visioni – dico, cercando di interrompere il suo sproloquio, ma non faccio che aumentare i ricordi che scorrono nella mia mente.

Anche io allora ho avuto le visioni.

– Amico, sei sicuro di stare bene? Il tuo battito è aumentato allo sproposito – adesso ascolta anche il mio battito il signorino.

– Lydia, quella gonna dovresti proprio toglierla dal tuo armadio e forse dovresti lasciare fare a me queste cose – il metodo Lydia di solito è efficace. Scott ci sta cascando anche questa volta, a metà tra lo scioccato e il compiaciuto. Peccato che sia proprio Lydia a far saltare i miei piani, trascinandomi in uno sgabuzzino sotto lo sguardo sconvolto ma sempre compiaciuto di Scott; il solito sguardo da: "Oh, guarda come rimorchia Stiles", ormai ci sono abituato.

– Dobbiamo parlare – mi sussurra a denti stretti la banshee in questione.

È giunta la mia ora, bene. Almeno salterò quello schifo di matrimonio.

 

*

 

– Lydia, luce della mia vita – metodo Lydia di copertura in atto.

– Scott è con Alison. Lontano da qui. Molto lontano da qui – tiro un sospiro di sollievo. – Bene, ora che il tuo migliore amico che dovrebbe sapere ogni particolare della storia, è stato allontanato dalla sua ragazza – 

– Sono tornati insieme? E non mi ha detto niente! Non sono l'unico a nascondergli le cose. Dopo mi sente… – l'occhiata di Lydia mi fa zittire immediatamente. 

– É comunque meno grave di quello che tu nascondi a lui – ribatte lei.

– Il problema si sta per risolvere: Derek si sposa. Oh mio dio, Derek si sposa – l’ho detto ad alta voce. Non è più un incubo.

– Finalmente lo hai detto ad alta voce! Bene, ora cosa vuoi fare? – mi chiede.

– Cosa dovrei fare io? Io? Forse maledire tutti gli Argent insieme alla mia amica Banshee? – dico sarcastico.

– No, idiota, non posso maledire la gente – mi risponde secca e con ovvietà, – devi impedire il matrimonio il matrimonio di Derek, del tuo amato di Derek – afferma, con uno sguardo che continua a terrorizzarmi.

– Io non sono innamorato di Derek, ho solo una minuscola, infinitesimale cotta per lui – ribatto.

– “Lydia, sono un idiota. Un grandissimo idiota. Riesco sempre a cacciarmi in cose da cui non riuscirò mai ad uscirne. Derek Hale. Derek. Che bel nome, come puoi adorare un nome così? Con le sue spalle, le sue gigantesche spalle, i suoi addominali da paura e la sua aria tenebrosa e scorbutica. In fondo è dolce, a modo suo, ma è dolce. Sai che sorride? Ha dei denti bellissimi e perfettissimi quando sorride”. “Lydia, è rimasto con me ieri sera, mi ha fatto vincere a Call of Duty perché sapeva che Scott gioca sempre con me quando sto male, e io vinco sempre contro Scott… tutti possiamo vincere contro Scott”. “Lydia credo di essermi innamorato di uno stupido sourwolf...” – questa ragazza non sa imitarmi. Neanche un po'.

– Lydia! Lydia! Lydia! – mi lamento, per farla smettere.

– É la stessa cosa che dici sempre, il mio nome e poi il suo. Lo ripeti almeno dieci volte in una frase. A quel povero licantropo continueranno a fischiare le orecchie, non trovi? –

Il rosso è il colore del male; Lydia Martin lo incarna perfettamente con i suoi capelli rossi, il suo rossetto rosso e tutto quel rosso insieme.

 –Ricordami perché mi sono confidato con te – sbuffo.

– Perché non reggi l'alcool e perché ti fidi me, anche se ancora non lo sai… o forse lo sai ma ti è difficile ammetterlo – non mi è difficile ammetterlo perché le cose non sono andate così.

– Stai cercando di dire che era un peso troppo grande da portare da solo e tu eri la prima persona fidata con cui potevo confidarmi? – domando retoricamente.

– Hai fatto tutto da solo –

Geniale. Adesso ricordo perché avevo una cotta per lei, forse ricordo il perché… in verità non lo ricordo.

– E tu hai finito di sfottermi? Quando hai finito, avvisami perché abbiamo lezione con la tua adorabile madre – ribatto con il suo stesso tono, forse lievemente infastidito.

– Crede che stiamo discutendo se intraprendere una relazione o meno, ci ha consentito di saltare allegramente la sua lezione – bene, di bene in meglio.

– Dobbiamo fingere una relazione per far ingelosire Derek? – propongo scettico. Il tempo in cui avrei accettato una cosa del genere è finito.

– Qualcosa di più terribile: noi faremo saltare questo matrimonio dall'interno – sentenzia.

– Perché dovremmo fare saltare questo matrimonio? Se vuole sposare un Argent psicopatica che lo faccia pure – 

Se ami lascia andare. Odio i detti, li odio più di tutto oggi.

– Stiles – il mio nome scandito da Lydia assume un aspetto così minaccioso che non sembra neanche il mio nome. – Tu ami Derek, sì o no? – iniziamo con l'interrogatorio.

– Fa tanto Hunger Games questa frase... – cerco di sviare.

– Stiles! –

– Sì… sì! Contenta? – forse ho urlato. Forse.

Le mie mani tremano di nuovo. Odio ammettere certe cose in questi momenti.

– Vuoi stare con Derek? – mi chiede, ignorando la mia domanda.

– Sono domande da fare? È ovvio – no, la mia voce non deve tremare. Voglio stare con Derek. Voglio che mi porti a letto in braccio tutte le sere, magari mentre mi bacia in modo affamato, dolce, mio.

– Vuoi avere la possibilità di dimostrargli che sei tu l'uomo giusto per lui e non una bionda sciacquetta Argent? –

Lydia è la sagra della banalità. Se fossi un licantropo mi sarei già trasformato da un pezzo.

– Sì, cazzo, sì! –

Io sono quello giusto per Derek Hale.

Derek Hale è la persona giusta per me.

– Quindi vuoi far saltare questo matrimonio? – la voce di Lydia non ha subito i cambiamenti della mia e questo mi fa sentire ancora più idiota.

– Sì, decisamente sì. Nessuno si sposerà quest'anno! – urlo.

Sì, questa volta ho urlato. 

– Bene, ti mando i dettagli per la riunione di oggi. Ci aiuterà tutto il branco – sentenzia Lydia, con tutta la calma possibile.

– Tutto? – non mi sta facendo questo.

– Tutto a parte Derek e Scott, ovviamente –

Ma certo, che cosa ovvia. Scott mi ucciderà alla fine di tutta questa storia… se non ci penso prima io.









Angolino minuscolo dell'autrice:
Ehm Salve, questa è la mia prima sterek, chiedo pietà. Volevo ringraziare la mia dolce beta, la mia hot girl DessMQ per avermi fatto conoscere questo meraviglioso telefilm e questa meravigliosa coppia e per tutta la pazienza che ha con me.  Grazie mille <3 spero di poter aggiornare regolarmente visto che alcuni capitoli sono già scritti e gentilmente betati :)
A martedì,

Alex_J

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Chapter 2

 

– Sei stato parecchio tempo con Lydia – allude Scott al suono del campanella.

– E tu con Allison, mi hanno riferito. Quando pensavi di dirmelo? – sbotto, sviando la sua affermazione.

– Ci stiamo andando piano e… te lo avrei detto! – cerca di difendersi.

Sì, sì, come no. Come dicevo che te lo avrei detto prima o poi che mi ero innamorato di Derek. Che si sta per sposare. Ripeterlo non farà  meno male, no?

Aspetta ho detto Allison. Oh sì, ho detto Allison. Adesso inizierà a parlare allo sproposito di lei, di tutte quelle cose sdolcinate che fanno e io potrò pensare al piano di Lydia. Se lo avessi ideato io il piano, gli avrei dato un nome importante tipo “Piano per dimostrare a Derek che Stiles è la sua anima gemella” o “Gli umani sono più sexy dei cacciatori di licantropi”, oppure altri titoli che Lydia ha definito osceni. Almeno il suo viso li ha definiti osceni, dalle sua bocca sono uscite solo le parole: “No Stiles” dette in modo così autoritario da sembrare quasi dette da Derek Hale. Aspetta, aspetta, anche l'espressione era la stessa: Lydia stava cercando di imitare quel maledetto sourwolf! Perché mi trovo amiche così geniali e idiote allo stesso momento. Perché a me, perché tutto a Stiles.

Il fastidioso vibrare nella mia tasca mi ricorda del famoso messaggio che la mia cara amica Lydia doveva mandarmi.

 

Lydia B.:     Casa Martin, ore 4.

                 Dobbiamo discutere del piano “matrimonio".

                 Maggiori dettagli all'arrivo sul luogo.

 

– Dobbiamo decidere quale regalo fare a Derek? – la voce di Scott riesce a riportarmi alla realtà… con un bel salto verso gli armadietti.

– Amico, mi ha spaventato – per la prima volta dopo molto tempo, aggiungerei. La mia spalla ne sta pagando le conseguenze.

– Ero qui accanto te, Stiles! Stavamo parlando di Alison e… aspetta, non mi stavi ascoltando? Tu non mi stavi ascoltando! – no certo che no, Scott. Certo che no. 

– Stavi parlando di quanto è bella e favolosa la tua nuova ragazza, tua ex fino a poche settimane fa. Per me fino ad oggi, ma sono particolari –

Stiles fatti venire in mente qualcosa o Lydia urlerà e tu saprai che starà per ucciderti e…

– Ti ho già chiesto scusa, amico, mi dispiace – povero Scott, mi dispiace usarlo in questo modo.

– C'è un solo modo in cui puoi farti perdonare – lo avviso.

– E quale sarebbe? – chiede. Povero, povero Scott.

– Andare a cercare il regalo per Derek, mentre noi ci consultiamo e ti mandiamo messaggi per indirizzarti! Mi faresti un grande favore, altrimenti tocca a me. E Lydia mi ha invitato a casa sua dieci minuti prima perché credo che voglia continuare il discorso iniziato prima e sai… – il mio tocco magico sta tornando. L'unica cosa buona di questa giornata, l'unica.

– Oh, certo amico, con piacere! Fammi sapere – mi dice, prima di darmi una pacca sulla spalla e correre vero Allison.

Distolgo lo sguardo dall'allegra coppietta felice, non voglio commettere uno Stilescidio prima della risoluzione del grande piano. A quello di solito ci pensava Derek… che sta per sposarsi. Con Kate Argent.

Stupido mondo, stupidi sourwolf, stupido Stiles che si fa sempre fregare, stupida bisessualità...

 

*

 

– Capisco tutto, capisco il tuo dolore, tutti i tuoi problemi e le tue incapacità mentali, ma non accetto che i miei piani falliscano ancor prima di iniziare! Soprattutto quando il mio piano è utile a te, stupido idiota –

Sono esattamente le quattro meno dieci e Lydia mi sta già insultando, come previsto, in tutti i modi possibili

– Non potevi leggerlo dopo, lontano da Scott, magari? Da chi altro aspettavi un messaggio, da Derek forse? Aspettavi che ti dicesse che ha annullato il suo matrimonio con Kate per sposare te dopo il diploma, senza neanche sapere se i suoi sentimenti sono ricambiati? Senza che tu cerchi almeno di impedirlo? Sei fortunato che tu sia un genio e abbia trovato una soluzione in un modo veloce, altrimenti la tua testa sarebbe già su una picca davanti a casa mia – wow, cattiva e con accenno di complimenti qua e là. I buoni frutti del dramma club su Lydia, stronza di prima categoria trasformata in stronza intelligente di prima categoria. Con complessi da Drama Queen.

– Okay, okay. Ho capito, ho ricevuto tutto. Ma seriamente, Matrimonio? Puoi chiamare un piano Matrimonio? – le rispondo, dando voce ai miei pensieri.

– Hai un’idea migliore? – faccio per ribattere, – un’idea migliore che non implichi uso di parole come “cazzo” o “Stiles” e “Derek” nella stressa frase o in un due frasi differenti? – okay, ricevuto. Anche se qualsiasi cosa è meglio di Matrimonio. É una bruttissima parola, molto brutta.

L'irritante e bellissima suoneria del mio cellulare segna che ho ricevuto un messaggio.

– Con permesso – dico a denti stretti.

 

Scott A:     Cambio di programma,

                Derek mi ha chiesto di andare da lui.

                Il piano scala a domani.

 

– Chi è? – chiede Lydia.

– Scott. Dice che Derek gli ha chiesto di andare da lui e io so anche il perché – le mani non tremano più, forse mi sto abituando a tutta questa carica di emozioni.

– Illuminami – la voce di Lydia è parecchio scettica ma io ho ragione. So di aver ragione.

– Derek vuole che Scott sia il suo testimone – sussurro.

 

– Sei strano, Stiles – detto da Derek Hale può suonare come un complimento. Non che lui sia meglio.

– Perché ovviamente, Derek Hale è un normale sourwolf brontolone – dannazione! Merda di febbre e di connessione cervello e bocca andata a puttane.

– Con questa affermazione ti sei giocato il ruolo di mio futuro testimone di nozze – mi aspettavo solo un occhiataccia e mi becco questa frase semi-seria.

– Io porterei un po' di gioia, non puoi togliermi il divertimento! – ribatto, fintamente offeso. – E poi sono malato, non si possono dire certe cose ad un malato – tossisco, senza preavviso. 

Sento lo sguardo di Derek fisso su di me, quasi preoccupato. Quasi: Derek Hale non si preoccupa mai, sicuramente non di me, e non rimane a fare compagnia agli umani ammalati quando il proprio migliore amico li ha piantati in asso per una ragazza.

– A questo punto sale in classifica Scott – sentenzia poi, interrompendo i miei sproloqui su "Cosa, a rigor di logica, Derek Hale non farebbe mai e che in questo momento sta facendo". Potrei scriverci un romanzo, un grande romanzo di successo. Solo mettendo la sua foto semi nudo in copertina, anzi, qualsiasi sua foto, mi posso assicurare almeno diecimila ragazzine/ini dagli ormoni impazziti. Come me.

– Avrebbe soltanto un po' in ritardo, con la camicia slacciata e fuori dai pantaloni dopo aver pomiciato con Allison o con qualsiasi ragazza dietro un albero o in un posto del genere. Ma fai pure, il matrimonio sarà tuo – e mio, caro. Ci sposeremo e Scott sarà il mio testimone, che non farà le cose sopracitate se non vuole che glielo stacchi. A morsi. 

– Credo che sia ora di andare a letto, Stiles – con te. Con te e subito. Dai Derek, prendimi e sbattimi contro la porta, in ricordo dei vecchi tempi. Ma se preferisci il letto, fai pure. Io non mi tiro indietro, assolutamente no. Dannazione è un fottuto licantropo, non sente i miei pensieri ma percepisce i miei ormoni e il mio battito. Calmati Stiles, o cerca di dare la colpa alla febbre.

– E poi chi vorrebbe sposare un sourwolf brontolone, con mancanza di senso dell'umorismo – mi sento la terra mancare da sotto i piedi e non per il suo sorriso. – Oh no, no Derek posso farcela senza che tu mi prenda in braccio come un bambino – cerco di ribellarmi, ma Derek stringe la presa e non oppongo più resistenza. Sento gli occhi chiudersi, cullati dal passo rassicurante di Derek. Chi l'avrebbe mai detto eh? Rassicurante. Un aggettivo che non avrei mai dato a Derek… Derek, Derek, Derek.

 

Sento ancora lo spettro dell'ultimo "credo che sia ora di andare a letto, Stiles" più forte e più severo, quasi offeso e la risata che avrei fatto, se ne avessi avuto la possibilità, mi muore in gola, come tutto, come ogni parola sensata.

– Bene, molto bene. Il ragazzo sta facendo tutto da solo. Non ci resta che passare alla fase due – non ascolto Lydia, non ci riesco. Le parole risuonano forte e chiare nella mia testa, più vivide di un sogno, più dolorose di un incubo.

– Avete iniziato senza di noi? – esordisce Aiden spuntando all'improvviso, seguito dal gemello e da Isaac. Lydia lo guarda e accenna un mezzo sorriso. Se ci fosse stato Jackson gli sarebbe corsa incontro, per baciarlo con passione. Non si sarebbe vergognata di noi, della gente intorno a lei. Jackson la rendeva felice, me lo ricordo dallo sguardo che gli riservava. Lo stesso che Scott ha sempre avuto per Allison. Lo stesso che nessun riserva a me; sono rimasto l'unico cretino che sbaglia sempre, prendendosi cotte per banshee già occupate e innamorandosi di sourwolf scorbutici e prossimi ad uno strano matrimonio.

– Stiles, tutto bene? Sei un concentrato di emozioni negative – adesso Ethan è diventato uno di quei fissati con l'energia e quelle cazzate lì. Questa giornata va sempre di bene in meglio.

– Sì, tutto okay – per Stiles è sempre tutto okay. Anche quando le cose non sono okay.

– Bene, ora che ci siamo tutti – Lydia lancia un occhiata piena di significato ai gemelli e al povero Isaac mentre parla, – Possiamo discutere del piano "Matrimonio" – continuo a pensare che sia un nome orribile per un piano.

– Matrimonio? E di chi? – allora è una caratteristica dei licantropi essere stupidi. O dei gli Alfa che improvvisamente diventano Beta, come Aiden.

– Ora te lo spiego, caro cucciolo di licantropo – se Lydia è così acida con tutti quelli con cui va a letto, mi ritengo fortunato ad aver ricevuto solo un bacio. – Il matrimonio è di Derek e… – 

– Derek si sposa?! – continua Aiden.

– Sì, idiota, ci è arrivata la partecipazione stamattina – Ethan mi sta simpatico, l'ho sempre ritenuto simpatico. Nonostante tutto, è l'unico Beta non più Alfa intelligente.

– Ah, giusto. Cosa dobbiamo fare? – Lydia si sta surriscaldando.

Guardo Allison ed entrambi annuiamo: lo ucciderà presto.

– Impedire il matrimonio – dice secca.

– E perché?... – fa per chiedere Aiden.

– Perché Stiles ne è innamorato cotto – Isaac. Isaac lo ha capito.

– Qualcuno qui ci è arrivato, finalmente. Grazie Isaac – lo ringrazia teatralmente Lydia mentre quest'ultimo si limita a sorridere.

– Allora attacchiamolo! – sentenzia Aiden mentre Ethan mi guarda a bocca aperta scioccato.

– Ehi, ehi, calmi, nessuno attaccherà nessuno. Sarà una missione pacifica, in cui nessuno si farà male. Vero, Lydia? – mi volto verso la banshee cercando un po' di conforto e trovo in risposta solo un alzata di spalle.

Sono io quello che si farà male, l'esca, io lo so, questa è la sorte del povero Stiles Stilinski. Speriamo che sia una morta rapida e indolore.









Angolino minuscolo dell'autrice:
Non so davvero cosa dire perché non mi aspettavo che riscuotesse così successo al primo capitolo. Ringrazio tutte le persone che seguono la storia, che l'hanno messa tra le preferite o tra le ricordate. Grazie , grazie infinite <3
A martedì prossimo,

Alex_J

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Chapter 3

 

Tutti questi piani mi distruggono o meglio tutte queste emozioni inerenti ai piani mi distruggono, mi devastano, mi aprono in due e poi si dimenticano di ricucirmi.

Cinque passi, solo cinque passi e potrò correre in camera mia, buttarmi sul mio bellissimo letto e dormire, dormire e dormire. Senza sogni o incubi, si spera, credo di non poter reggere niente del genere in queste condizioni. 

Di passi ne faccio solo uno, per poi congelare sul posto… È  lì, è ancora lì. E mi ricordo che per quanto possa cercare di dimenticare tutto, l'incubo risiede ancora lì.

Non è nemmeno passato un giorno e io non so come farò a sopravvivere ad un mese, ad una vita con questo che continua a farmi tremare, a farmi venire voglia di piangere, di lasciarmi dilaniare da demoni oscuri e sconosciuti. Ma abbiamo un piano, andrà tutto bene, no?

Ho avuto a che fare con mostri e demoni peggiori in questi ultimi tre anni e sono terrorizzato da una stupida partecipazione. Ridicolo, eh? Decisamente, decisamente ridicolo.

Respiro, respiro.

Andrà tutto bene, andrà tutto bene.

Cerco l'accendino che Allison mi ha regalato nella tasca destra del mio logoro giubbotto di jeans.

– A te l'onore, Stiles –

Credo di non aver mai amato Allison come adesso. Un amore platonico, ovviamente, è la ragazza del mio migliore amico, non mi permetterei mai. Amo anche gli accendini e il fuoco, il fuoco che tutto brucia e tutto distrugge. Che brucia e distrugge la partecipazione di matrimonio di Derek Hale, fino a ridurla in cenere.

 

*

 

– Spiegami ancora come hai fatto ad incendiare mezza cucina –

So quanto mio padre ama il suo lavoro, ma è proprio il caso di parlarmi come se mi stesse facendo un interrogatorio? Un interrogatorio al figlio che bruciando la partecipazione di matrimonio dell’oggetto… pardon lupo, del suo amore, ha incidentalmente bruciato una serie di fogli lì accanto che hanno innalzato fumo e scintille verso le ante di legno della dispensa, e lì è iniziato l'inferno. Ma, ovviamente, non posso spiegare tutto a questo a mio padre perché richiederebbe troppe spiegazioni ulteriori e, soprattutto, perché riuscirebbe solo a recepire il fatto che sembro un piromane pazzoide. Le urla isteriche dovrebbero avergli fatto sospettare quell'altra parte della questione, ma mio padre sembra essere sordo e cieco davanti a queste cose. E no, non voglio comprarmi pantaloni più attillati per farglielo capire come mi consiglia Lydia.

– Papà, dai, da quanto non facevamo questo genere di cose? Un interrogatorio padre e figlio, quel pizzico di tensione che fa presagire una grande punizione che non mi darai, alla fine. Insomma, un ritorno ai vecchi tempi. L'ho fatto per il nostro rapporto, non puoi biasimarmi –

L'occhiata che mi becco non supporta la mia tesi, per niente.

– E dovevi bruciarmi la casa per questo? – chiede, giustamente. 

– Per la famiglia bisogna fare sacrifici – mio padre sta per ribattere quando il capo dei vigili del fuoco ci viene incontro. Credo si chiami Dean o forse Darren, oppure qualche bel nome con la D… Come Derek. 

Derek. La cui partecipazione almeno è sparita, scomparsa, ridotta in cenere, bruciata. L'unica cosa buona in tutto questo… oltre a questo pompiere niente male.

– Sceriffo, non ci sono stati danni irreparabili, ma consiglio a lei e suo figlio di dormire fuori per far disperdere i fumi nocivi dati dalla pittura delle ante –

Dormire fuori? Scott ha appeso in camera sua il poster di Star Wars, nonostante non abbia ancora visto neanche un film, visto tutte le volte che vado a dormire da lui; dormire fuori non è il problema.

– La ringrazio – dice cordialmente mio padre. Uomo di altri tempi, è il loro lavoro e lui continua a ringraziarlo. Lo ringrazierei anche io se mi aiutasse a dimenticare i miei problemi di cuore.

– Si figuri Sceriffo, è stato un piacere aiutarla – vedi papà? È stato un piacere aiutarci e non ha nominato in alcun modo le mie manie da piromane, non c'è bisogno che mi guardi in quel modo.

– Stiles – sta per iniziare la ramanzina, lo so.

– Vado a prendere la mia roba e vado da Scott, dobbiamo studiare, ci aspetta una giornata tosta –… mi aspetta una giornata tosta: Scott passerà il pomeriggio a pomiciare e fare Dio sa solo cosa altro.

– Stiles… – sì, lo so. Non è finita qui, ma almeno posso rimandare tutto questo a quando sarò lievemente più stabile emotivamente.

– Sì, lo so papà, ne riparliamo domani. Ti voglio bene – dico salendo le scale.

– Dovrai scendere prima o poi – mi avvisa, anche se non sembra molto convinto.

Certo papà, certo.

 

*

 

– Mi stai dicendo che non posso dormire da te perché tu sei da Allison? Io ho quasi rischiato di spezzarmi l'osso del collo per non parlare a mio padre e tu mi tradisci così? Dov'è finito il mio migliore amico? –

Sì, sono melodrammatico, ma… cazzo! Allison prima mi da l'arma per bruciare la casa e poi mi priva di un posto per dormire. Cosa le ho fatto di male?

– Amico mi dispiace, ma visto i tuoi precedenti con il tuo fuoco non posso lasciarmi neanche qui da solo –

Precedenti? La tua ragazza mi ha dato l'accendino!

– Lo so che stai scherzando Scott, ma io ho comunque bisogno di un posto per dormire, ti prego – lo supplico ma non sembra cedere. Non è il mio giorno fortunato, assolutamente no.

– Puoi chiedere a Lydia – come se non ci avessi già provato, almeno potevamo pianificare per tutta la notte mangiando popcorn e vedendo un bel film di spionaggio. Visto che non mi interessa più in quel senso, questa frase fa tanto gay. E io non sono gay. O almeno, non del tutto.

– Sua madre non accetta questo passo nella nostra relazione – “Aiden deve farsi perdonare per essere stato così idiota oggi", che in pratica è uguale come frase, identica in ogni sua parte. Soltanto che Aiden non è mammina e non potrà farsi perdonare come fa la signora Martin attraverso sessioni di shopping o giornate alla S.P.A.

– Allora è ufficiale –. Scott, caro, tenero Scott. L'unica cosa ufficiale alla fine di questa storia sarà la mia morte, da parte tua o di Lydia o di mio padre o di qualsiasi altra persona. Oh sì.

– No, non è ufficiale, ma sua madre pensa di sì. Continuare a farglielo pensare potrebbe solo darmi una mano – Scott sorride, dandomi una pacca sulla spalla. – Rimane comunque il fatto che io non so dove dormire! – sbotto, troncando sul nascere qualsiasi commento osceno. 

– Vai da Derek, no? Comunque amico io devo andare, quindi ti accompagno da lui e controllo che non ti sbrani, okay? –

Non c'è bisogno di introdurre Scott nel piano, sta facendo tutto da solo. E lo sta facendo meravigliosamente, aggiungerei.

– E se mi sbrana posso chiamarti? – o se mi sbrana zia Kate, cosa più probabile. Se Derek mi sbrana , non avrò il tempo di chiamarlo.

– Certo amico – il suo tono di voce mi fa intendere una sola cosa: morirò e nessuno mi verrà a salvare.

 

*

 

– Fa freddo eh? – dico, per dare una risposta al mio tremare. È una brutta, bruttissima idea questa. Proprio orribile.

– È maggio Stiles, non fa freddo – certo, perché lui è un fottuto licantropo, per lui è sempre maggio.

– Forse c'è qualcun altro che può ospitarmi. Isaac… Isaac! Perché non ci ho pensato prima?! – non voglio vedere Derek, non voglio vedere Derek. Non voglio veder che l'uomo della mia vita (so che è lui, io lo so. È perfetto per me e solo per me) che si sposa tra trentun giorni, dodici ore e dieci minuti… No, non li so i secondi ne li voglio sapere. A chi interessano i secondi?

Scott mi blocca a mi fa voltare di nuovo verso la porta del loft.

– Non ti ucciderà amico, tranquillo – cosa non mi ucciderà? Derek Hale, il mio amore impossibile per lui, o questo matrimonio? Ma forse Scott ha ragione, Derek non mi ucciderà; non è il mio assassino, io sono l'assassino di me stesso: io mi sono cacciato in questo pasticcio perché io sono fottuto idiota.

– Hai ragione. Io non ho paura di uno stupido sourwolf – coraggio Stiles, coraggio. Come il coraggio che deve avere Kurt quando va affrontare Karowsky.

Sbuffo; la devo smettere di rivedermi le repliche di Glee, la devo smettere. 

Pensa al lato positivo Stiles: se il piano salta, se Derek si sposerà veramente, devi essere sicuro di aver fatto il tutto il possibile per fargli cambiare idea, non devi farti mancare un momento, non devi per permetterti di dire "Forse non ho fatto abbastanza". Il fatto che io stia parlando da solo in terza persona non aiuta molto la mia sanità mentale, ma come al solito questi sono piccoli dettagli. Ritornando a noi, se varco al soglia del loft, devo essere certo che non sto commettendo una cazzata, anche se in realtà è così.

Questa è la mia ultima chance, l'ultima occasione per dimostrare a me stesso che non sono così idiota e che l'amore e il mondo intero non mi sono così avversi; questa è la mia ultima occasione per rendere questa città un po' più interessante, e non solo per via dei troppo frequenti attacchi del soprannaturale. E lo so che non dovrei dirlo perché ho solo diciotto anni e ho una vita davanti, una grande e lunga vita piena di cose belle al di fuori di una piccola cittadina della California occidentale, ma questa è l'ultima occasione, l'ultima volta che vorrò provare amore per un'altra persona che non sia mio padre o il mio migliore amico. É l'ultima occasione che ho di essere felice nonostante tutto.

L'ultima.

Sospiro ed entro, andando incontro al mio destino con consapevolezza.

 

 

 







Angolo dell'autrice:
Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione, ma non ho potuto mettermi al pc e quindi lascerò fare alla mia beta questo lavoro (Grazie figlia <3) xD
Non so quanto sia approppiato fare questo commento, cercherò di evitare gli spoiler almeno per oggi... Ho adorato il personaggio in questione, ammiro la sua fine coraggiosa e dolce, e mi dispiace moltissimo. 
Questo evento non cambierà niente nella trama, come è giusto che sia.
Torniamo alle cose felici, quindi la Sterek e, spero, questo capitolo.
Opinioni, critiche? Fatemi sapere!
A martedì,
Alex_J

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Chapter 4

 

– Cosa ci fai qui? –

La casa è vuota e non ci sono segni di presenza femminile. Solo Derek, con la sua canotta bianca e un paio di pantaloni particolarmente attillati. Da quando mette pantaloni attillati? Non che non gli stiano bene, ma non sono un bene. Per me, per i miei ormoni. Soprattutto se è messo di tre quarti e io potrei benissimo stare a guardare solo il suo sedere perfetto per tutta la sera. Solo Derek che mi guarda accigliato, occhi fissi di me. Derek.

– Mi trasferisco sul tuo divano per una notte in attesa che i fumi nocivi fuori escano da casa mia – le sue sopracciglia si alzano ancora di più. – Non chiedere –

Sì, esatto, non chiedere perché è tutta colpa tua e della tua stupida partecipazione.

– Okay – Okay? Ha detto okay? Bene, benissimo. – Dopo te lo preparo il divano – perché ho proposto il divano e non ho portato un sacco a pelo? Quel divano è l'oggetto delle miei prime e più profonde fantasie con lui. È così comodo. Beh, almeno so che dormirò bene.

– E comunque, le mie previsioni si stanno per avverare, credo che Lydia mi abbia passato un po' del suo sangue banshee. Scott è tornato con Allison, da qualche settimana a quanto ho scoperto… oggi. Il che è stupido perché dovremmo essere migliori amici e mi sento un po' tradito – via il dente, via il dolore. Parliamo del matrimonio ora e subito, così ho più tempo per fartelo saltare, amore.

Tanto so cosa mi aspetta adesso. "No, Stiles".

– No, Stiles – ho veramente del sangue da banshee dentro di me. – Non cambierò idea. Non sarai il mio testimone di nozze – certo che no, visto che non ci sarà nessun matrimonio. Non con zia Kate. Chi vorrebbe mai sposare zia Kate? L'ho vista una volta e mi è bastato.

– Matrimonio tuo, affari tuoi. Verrò solo per dirti: « Te lo avevo detto, Derek. Io so perché Scott è in ritardo e sta rovinando il tuo matrimonio e lo sai anche tu, sourwolf », o anche « Se avessi scelto me, Kate non sarebbe arrabbiata e il prete non minaccerebbe di andarsene » – i licantropi non possono percepire i pesi nello stomaco, vero? Perché il mio è parecchio grande.

– Buono a sapersi – quello era un sorriso. Uno splendido e appena accennato sorriso.

Stupidi sourwolf, stupidi matrimonio, e stupido, idiota, coglione... Stiles.

– Che si mangia per cena? – esclami, sperando che così si attenui il tremore nelle mie mani e lo stomaco in subbuglio.

– Pensavo fossi venuto per dormire – oh certo, e io vado a casa della gente solo per dormire, sfruttando un posto letto senza farmi ripagare. Soprattutto vado a casa di Derek Hale solo per dormire. Ci sono altri modi con cui potrei ripagarlo dell'ospitalità, ma per ora iniziamo da una bella cenetta.

– Senti, cucino io! Dovrò pur guadagnarmi in qualche modo il tuo comodo divano – mi dirigo verso la cucina e apro il frigo.

Niente pezzi di cadavere, niente unghie o teste di animale, sembrerebbe quasi un frigo normale... se non fosse spaventosamente vuoto. Niente ostriche, peperoncini o angurie. Le ricette afrodisiache di Allison sono escluse, anche se non capisco a cosa le servano con Scott, visto che, beh, è Scott. Non ha bisogno di cibi strani per fargli fare sesso… Ah no, ecco le uova, la carne e qualche verdura. Spiegati i muscoli killer, tutto chiaro… Stiles devi cucinare, non devi pensare a quei dannati addominali killer.

– Stiles, non c'è bisogno... – lo sto sorprendo, sì. Non se lo aspettava, sì. Scommetto che zia Kate non gli fa questo genere di sorprese.

– Fa fare a me, sourwolf, sarà la migliore cena della tua vita – lo rimbecco, – tu se vuoi puoi stare qui a parlarmi del tuo favoloso matrimonio, o a chiacchierare abilmente con il tuo caro amico Stiles –… o puoi fare esercizi senza maglia, dandomi una buona ed evidente ragione per farti violenza fisica. Come vuoi Derek, come vuoi tu.

No, Stiles.

E poi lo sento ridere; una risata vera, non malefica e inquietante; una risata spontanea nata dal cuore, che mi fa congelare sul posto. Farfalle nello stomaco, ve lo giuro che una volta di queste vi faccio fuori tutte.

– Oppure puoi semplicemente ridere di me, dubitando delle mie capacità culinarie indiscutibili – Stiles respira, respira. Se il piano va a monte, Lydia non solo spara al mio stomaco, mi spara al cuore e poi mi spappola gli organi con i suoi tacchi a spillo… Sto diventando un tantino macabro. Un tantino.

– Vado a comprare delle uova decenti, quelle sono scadute da due mesi – dice, sorridendomi.

– Ah – per la prima volta nella mia vita sono rimasto veramente senza parole.

 

*

 

La porta si chiude e i miei occhi fanno lo stesso. La cena, la cena. Non il sorriso di Derek, non la sua risata: la cena, pensa alla cena. Cosa posso cucinare (non devo pensare, non devo pensare)? Oh, questi sono pomodori, e questi? Spaghetti, wow, cucina italiana. Forse dovrei ricordarmi quella vecchia ricetta di nonna (se piango se ne accorgerà subito, se mi lascio travolgere da tutto questo sentirà le mie emozioni e non saprò mentire)... i migliori spaghetti al pomodoro, con anche delle polpette, perché no. Coltello, ho bisogno di un coltello (non per uccidermi, io non devo uccidermi e non devo neanche uccidere Derek. O il suo sorriso, o la sua risata), di un coltello in un normale cassetto. Oh, eccoli. Non sono nemmeno sporchi di sangue, ho finalmente le prove che non sono innamorato di un licantropo serial killer. Che poi, se è un licantropo, non ha bisogno di coltelli: i suoi denti sono abbastanza affilati per tagliare qualsiasi arto.

Forse dovrei sfruttare il momento e smettere di pensare. Non del tutto comunque, perché non voglio sporcare i coltelli di Derek con il sangue delle mie dita.

Non è una cosa carina, affatto.

 

 

– Ecco, uova e carne trita –

Derek-Hale-Passione-Spesa, adorabile. Quel sacchetto giallo gli dona molto, ma se glielo dico mi uccide all'istante e Lydia mi fa resuscitare solo per rispedirmi nella tomba con le sue mani… Ma che bella compagnia di frequentazioni che mi ritrovo, proprio fantastica.

– Derek Hale passione casalinga amante della spesa, wow. Dov'è il grembiule che usi per cucinare e non sporcare la tua canotta nera? Non è che volevi cucinare tu e io ti sto rovinando i piani? – non me ne frega di essere ucciso questa volta, era una battuta troppo bella per poterla sprecare raccontandola solo a me stesso. O a Scott.

Lo sguardo corrucciato di Derek ne vale totalmente la pena, totalmente.

Mi volto, contenendo le risate e inizio a preparare le polpette. Spero che non riesca a vedere oltre la mia testa, perché sono quasi sicuro di avere uno stupido sorriso ebete stampato sulla faccia.

 

Lidia B:

            Come sta andando?

 

Stiles:

           Non potrebbe andare meglio di così

 

*

 

– Cosa stai cucinando? – continua a girare i pomodori, non farti distrarre. Derek Hale non è dietro di te ad osservarti e soprattutto non ha la mani attaccate al tavolo e i pettorali in fuori… Oh. Mio. Dio. Stiles girati e cucina.

– Torna a leggere Derek, è un attività sicuramente più interessante che parlare con me. E poi non si parla al cuoco mentre cucina – sarcasmo, usa il sarcasmo. Tu non sei offeso, sei sarcastico.

– Quello è il conducente dell'autobus – ribatte.

– Io devo condurre la cena al tuo enorme e licantroposo stomaco, quindi lascia lavorare il genio – continua a girare il soffritto, non farti distrarre. Anche se ora si è avvicinato a te e puoi vederlo benissimo in tutto il suo splendore.

– Ma non eri il cuoco? – mi sta prendendo in giro, Derek Hale mi sta prendendo in giro. E sta giocando pericolosamente con il bordo della sua maglietta. Deve smetterla. Non ride mai e oggi è la seconda volta che capita. Secondo quale gioco sadico deve iniziare questa tradizione con me?

– E tu non stavi leggendo? – rispondo a tono.

– E tu non volevi che parlassi con te del mio fantastico matrimonio? – questo è un colpo basso. Da quanto è diventato così sarcastico?

– Ci ho ripensato, per ora voglio tenere l'alone di mistero. Altrimenti a cena non sapremo di cosa parlare – rispondo, cercando di non perdere la concentrazioni.

– Come se non avessi qualcosa di cui parlarmi tutta la sera – in verità ne ho tanti di argomenti di conversazione: una domanda sui suoi gusti sessuali, su cosa gli piace a letto, un'aperta discussione se sia giusto o meno essere innamorati di sourwolf che stanno per sposarsi, oppure parlare amabilmente di come poter conquistarlo. O delle sue passate relazioni. Sono preparatissimo nel secondo e nel ultimo argomento. Vuol dire che dovrò diventare un cacciatore di licantropi barra Darach barra insegnante-di-inglese-sexy-all-’-apparenza, e poi di nuovo Darach aka druido-brutto-e-cattivo. Forse potrei aver qualche chance in più.

– È per placare la tua mancanza di argomenti – Derek digrigna i denti, in risposta alla mia provocazione. 

Poi accade tutto troppo velocemente.

– Vuoi che ti spieghi come posso tagliarti la gola con i miei denti? Vuoi che te lo spieghi un'altra volta, Stiles? – forse se penso a cosa sta succedendo, le cose non sembreranno così terribili per me. Ricapitoliamo quindi: Derek si è letteralmente buttato su di me, le sue mani mi bloccano i fianchi e i suoi denti affilati sono posizionati esattamente sulla mia giugulare. Anche se non credo che i suoi denti siano veramente così affilati o sarei già morto da un pezzo. Per non parlare di come ha pronunciato il mio nome… Se questa è la fine, sono felice di aver sentito questa frase detta con questa voce. Anche perché se vede l'erezione che ho tra le gambe, non so se mi ritroverò la testa attaccata al collo per molto. Soprattutto perché non riesco a trovare una soluzione, perché le mani e il respiro di Derek sono abbastanza distraenti per conto loro. Sono io che devo sedurlo, non è quello il suo compito. Come se avesse bisogno di essere sedurmi, sì sta per sposare insomma. Con una donna. E poi, non ho bisogno di essere sedotto io: può portarmi a letto con lui in qualsiasi momento e non rifiuterei.

– Credo di non averne bisogno – non ho balbettato. Okay, non era una voce al massimo della sua sicurezza ma almeno non mi sono usciti balbettii senza senso. Per completare il quadro, Derek ride. E siamo a tre.

– Allora ti lascio cucinare – mi dice, staccandosi da me. 

– Finalmente – non riesco a trattenere un sospiro di sollievo. – Sei fortunato che non si è bruciato niente nel frattempo – lo avviso, mentre riprendo il controllo del mio corpo.

– Sarebbe stata comunque colpa tua – aspetta, aspetta: colpa mia? Tu mi assali ed è colpa mia? Non rispondere Stiles, non rispondere o potrebbe fare un altro attacco del genere e rimarrai sempre con questo fastidioso rigonfiamento.

– Leggi Derek, leggi – sibilo a bassa voce.

E ora come ti facciamo sparire erezione, eh? Come vai via?

 

 

 

 






 
Angolo dell'autrice:
Ehm... eccomi qui con un nuovo emozionante capitolo! * si ripara dai coltelli sporchi di sangue, pomodori e oggetti appuntiti di vario genere*
Tutto il fandom di Teen Wolf è ancora in lutto per le morti di questa starione: spero di avervi fatto ritrovare il sorriso con questo capitolo e posso ancora sperare che la mia storia tenga compagnia a molti di questa lunga attesa per la quarta stagione.
Che dire altro? (A parte HOBBRIEN e qualche altro balbettio incoerente come quelli di Stiles) sono sempre aperta alle opinioni e critiche, e sono sempre più contenta di quanto questa long stia riscuotendo successo.
Grazie di cuore a tutti!
A martedì prossimo,

Alex_J


Angolino ancora più piccolo della beta:
Sciao ragazzuoli, abbiate venia per la vostra autriciuccola del cuore (ti voglio bene moma), ma a quanto pare il finale di stagione è stato molto scioccante (io ancora non l'ho visto D:) e quindi ha postato il capitolo non betato senza accorgersene.
Vogliatele bene, si fa in quattro e quattr'otto per voi!
Ciaociao *sventola la manina*

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Chapter 5
 
– Derek, ehi amico, ho un bisogno fisico urgente – oh mio Dio, stai solo peggiorando le cose. – Insomma, il bagno chiama, non è che potresti controllare che qui non si bruci niente? – è comunque un bisogno fisico urgente, non sto mentendo, non può sentire che il mio battito sta aumentando, non può se io non glielo permetto. Se non posso sistemare il mio bisogno sbattendo il padrone di casa sul tavolo, beh, allora l’unica opzione è il bagno.
– Okay – tutte queste risposte positive da Derek mi fanno male, posso iniziare a pensare che risponderebbe “sì” o “certo” oppure un semplice “okay” ad ogni mia richiesta, più o meno lecita. – Non so se verrà via facilmente quella cosa – aggiunge e io gelo.
Non può essersene accorto, no, nono. Oh mio Dio, sono spacciato.
– Quale cosa? – chissà come suona la parola erezione dalle labbra di Derek Hale, forse suona un po’ come orgasmo… quello che Stiles non deve avere in questo momento. Assumi il tuo sguardo più sorpreso e confuso, puoi farcela, amico. Puoi farcela.
– Quella – mi guarda indicando la macchia di pomodoro vicino al bordo della maglietta. Cerco di nascondere il problema accavallando le gambe e coprendolo, recitando la mia miglior parte, con l’aggiunta di saltelli qua e là.
Se ne esco vivo, mi do l’oscar da solo.
– Il bagno chiama, Hale, continua a girare gli spaghetti! Se ne sei capace, ma infondo è una cosa semplice anche per gli stupidi sourwolf come te – non riesco nemmeno a sentire i borbotti di risposta che sono già dentro al bagno con il cellulare in mano.
 
Da Stiles: 
              Ho un grande problema
 
Da Lydia B: 
              Hai molti problemi, Stiles.
              Quale di questi è diventato 
              improvvisamente 
              grande?
 
Da Stiles: 
              Improvvisamente non proprio,
              è diventato solo improvvisamente
              evidente
 
Da Lydia B: 
              Non so di cosa tu stia parlando, 
              quindi se non me lo spieghi 
              non possiamo aiutarti.
 
Ho smesso di chiedermi perché i miei problemi diventano questioni di stato. Riesco a immaginarmi tutto il branco che freme come una fangirl impazzita davanti alla sua OTP. Ma la domanda rimane sempre la stessa: perché a me?
 
Da Stiles:
              Sto cercando di ignorare il plurale nella frase, 
              ci sto provando seriamente
 
Da Lydia B: 
              Due persone sagge sono sempre meglio di una
 
Da Stiles: 
              Non è esattamente un argomento da persone sagge
 
Da Lydia B: 
              Stilinski, parla.
 
Come sospettavo: il branco riunito intorno al telefono. Dove andremo a finire? Dove andrò a finire affidando la mia vita a loro?
 
Da Stiles: 
              ehm… bene.
              Ho un erezione e sono in casa con
              un lupo mannaro dai sensi troppo amplificati
 
Da Lydia B: 
              Non siamo ancora arrivati a quella parte del piano, 
              vacci piano amico. 
              Non accelerare i tempi
 
Da Stiles: 
              Ciao Aiden e no, non chiamarmi amico. 
              Tutta questa situazione ti sta scivolando dalle mani. 
              E comunque non era mia intenzione 
              accelerare nessun tempo, 
              soprattutto quando non ho accelerato niente 
              che non succeda normalmente
 
Come se fosse colpa mia, come se mi divertissi.
 
Da Lydia B: 
              Ho ripreso il controllo del telefono, 
              i licantropi sono così facili da battere. 
              Forse ho un metodo per te: pensa a Scott
 
Scott? Perché dovrei pensare a Scott…
 
Da Stiles: 
              Potevi esserci utile quando è arrivato 
              il branco degli Alpha, banshee
 
Da Lydia B: 
              Pensa a ciò che sicuramente 
              staranno facendo lui e Allison
 
Da Stiles: 
              Mangiare? 
              Oh no, aspetta cazzo afafjhajs
 
Il cellulare vola dalle mie mani per lo shock che ha provocato l’immagine nella mia mente. Almeno la mia erezione è scomparsa.
Grazie Scott… grazie Lydia. Vivrò sempre con questo incubo per il resto della mia vita.
 
*
 
La lotta con la macchia è stata più faticosa del previsto, ma ho abbandonato la causa dopo neanche cinque minuti, ricordandomi di scaricare per tenere viva la farsa. Ho fame e una stupida macchia è più importante del mio stomaco pieno.
– “Nella battaglia tra l’uomo e le macchia, oggi la macchia ha vinto" – declamo, in onore di Adam*. – Si è bruciato tutto? – chiedo, notando che Derek è di nuovo lontano dai fornelli.
– No, ho spento perché era tutto pronto e ho anche apparecchiato la tavola – prima o poi capirò perché quel libro è più interessante che guardarmi negli occhi. Ho dei bellissimi occhi, sono più importanti di un libro alto un metro e largo cinque. E’ un paradosso ma il libro di chimica dato da Harris era più piccolo e sembrava molto meno pesante… e quel libro mi ha fatto venire i muscoli sulla schiena. 
– Te l'ho detto io che avresti dovuto fare la casalinga, invece che andare in giro a mostrare i tuoi dentini affilati e i tuoi occhi blu brillanti – lo ribecco, non sapendo trattenermi.
– Siediti e mangiamo, che sto morendo di fame. E no, Stiles, non ci provare – mi avvisa, alzandosi.
– A fare cosa? – dico con tono innocente.
– A fare quella dannata battuta – sono così prevedibile? Io non sono prevedibile!... Forse un pochino, forse…
– Non farò nessuna battuta Derek, non voglio ritrovarmi i tuoi canini sul collo, di nuovo – un’erezione al giorno basta e avanza, grazie. – E comunque sei tu quello che deve sedersi, io ho cucinato e io servo – dico, e seguo il consiglio di Lydia: « Per conquistare un uomo devi sorprenderlo con il dolce e con l'amaro. Devi sempre tenerlo in sospeso, sul filo del rasoio tra saltarti addosso per scoparti o per ucciderti. Sei tu che devi tenere le redini del gioco ».
Di Lydia mi fido, anche se non lo sto dicendo ad alta voce quindi nessuno sta ammettendo niente. Mai fidarsi del diavolo, e lei lo è. Ma le sue ultime conquiste sono state due creature soprannaturali con una testa molta dura… e con dei bei addominali killer, aggiungerei. A me è andata male con lei perché sono solo un povero umano magrolino, con cervello e sarcasmo a supportare la causa.
Tiro indietro la sedia di Derek, beccandomi uno sguardo perplesso in risposta.
– Sto facendo il gentiluomo, non è un piano per ucciderti – il metodo del dolce non serve con gli Hale. Lo rifiutano lo zucchero, solo carboidrati e proteine. E bottiglie**. Scott dice che secondo lui Derek per mantenersi in forma mangia bottiglie. Potrebbe avere ragione e, nel caso, inizierò anche io a mangiare bottiglie se mi può aiutare a diventare un dio greco come il signorino. 
Rassicurato annuisce e si siede, lasciandomi l'arduo compito di trascinarlo con delicatezza verso il tavolo. La parte difficile è utilizzare il "con delicatezza" quando stai trascinando Derek Hale, i suoi muscoli, la sua testardaggine e quintali di plastica probabilmente presente nel suo organismo.
Ignoro il dolore alle braccia e trattengo un sospiro di sollievo, per prendere la padella e cercare una forchetta. Cercarla come se io non ne conoscessi il posto, quando le ho usate fino a mezz'ora prima.
Mi piego per dargli un panorama fenomenale del mio lato B. Perché il mio lato B è fenomenale, anche Derek lo deve sapere.
– Sfrutta i doni che la natura ti dà – 
Ethan, Ethan, Ethan. Come puoi dire certe cose e risultare sempre un innocuo beta non più Alfa? Ora capisco perché stai con Danny, non può sospettare che sei un fottuto licantropo con quella voce. Secondo me Danny sa tutto e loro sono gli unici stupidi che non l'hanno capito.
– Il mio sarcasmo? – la natura ha abbondato di quello con me, è un buon dono.
– Ethan vuole dire il tuo culo e il tuo bel faccino, Stiles, ma non ne ha le palle – dice Lydia. Lydia. Aspetta... Lydia?
– Lydia Martin, sei tu? Sei sicura di ciò che stai dicendo? Non c'è nessun demone a possederti? E perché le stai dicendo ora? – la cosa strana di tutta questa situazione è che le sue parole non mi sconvolgono più. Se me le avesse dette anni fa, io e i miei ormoni avremmo fatto festa ballando a braccetto e ubriacandoci fino a vomitare farfalle. Chi lo avrebbe mai detto che ora non mi fa più niente?
– Perché ci sono cose che si possono dire solo se le persone sono pronte a sopportare. Tu saresti impazzito probabilmente, e avresti iniziato a progettare il nostro matrimonio – 
Non ci voleva così tanto per quello: ho programmato il nostro matrimonio dopo che mi ha sorriso accidentalmente una volta, durante la verifica di matematica in quinta elementare.
– Quindi, ricapitoliamo: sorridi, spostati accidentalmente i capelli a volte e piegati più volte ad angolo retto –.
Lydia non aveva accennato al fatto che avrei potuto bloccarmi in queste posizione, ma fortunatamente non sta succedendo veramente a me, anche se rialzarmi sembra un impresa impossibile. Piego le ginocchia, fingendo di continuare nella ricerca. Oh, ci sono riuscito, grandioso. Sono intero e posso prendere una forchetta dal suo esatto cassetto.
– Scommetto, Derek – Lydia non accennato a contare fino a dieci prima di parlare, forse perché crede che sia una regola appurata. Non con Stiles Stilinski. 
– Scommetti che cosa? – mi chiede perplesso, mentre gli verso nel piatto spaghetti e polpette. Sorrido, mettendomi a sedere dopo aver versato una porzione abbondante di cibo nel mio piatto.
– ...che hai una fame da lupo – lo sguardo accigliato e lievemente irritato ripaga come al solito il rischio di morte prematura.
– Sei fortunata che tutto questo ha un buon odore e che, sì, ho una fame da lupo, altrimenti… – mi dice a denti stretti.
– « Ti staccherò la testa... con i miei denti », battuta antiquata, amico. Ora mangia –
Non riesco a non sorridere e sorprendentemente neanche Derek, facendo impazzire il mio cuore ancora una volta. Ma non mi dispiace, non mi dispiace affatto.
 
*
 
– Allora – segui il piano, segui il piano e non crollare, – Ti sposi tra un mese –
– Non voglio parlare del mio matrimonio – oh fantastico, un punto in più Derek! – Il resto del branco ne parlerà abbastanza da farmi pentire di avervi invitati. Parliamo di te – mi dice, puntando la forchetta contro di me per qualche secondo per poi riprendere a mangiare senza staccarmi gli occhi di dosso. Cosa che non mi aiuta a mangiare o fare qualsiasi azione normale e comune.
– Di me? – vuole parlare di me. Ne è sicuro? La mia vita è parecchio triste, anche grazie a lui. Soprattutto "grazie" a lui.
– Di te, Stiles Stilinski. Manca meno di un mese alla fine della scuola, quali sono i tuoi piani? – a parte rovinare il tuo matrimonio, dici? Cercare di farti capitolare in meno di un mese e mezzo. E stavo cercando di dimenticare l'altra parte della mia bellissima condizione.
– Criminologia – giro distrattamente gli spaghetti, – alla Upenn – dico , distogliendo il contatto visivo.
– Oh, congratulazioni. Lo sceriffo sarà orgoglioso – molto, troppo. Sto per partire e lui è felice. Perché non posso affrontare un problema alla volta?
– Grazie. Sì, lo è, molto –  non ho più fame, si è creato un altro pesante mattone che è andato sul mio stomaco accanto a quello del matrimonio di Derek. La tensione sessuale di solito non dovrebbe far venire l'effetto contrario?
– Di cosa hai paura? – alzo lo sguardo e Derek è ancora lì, con la forchetta in mano e lo sguardo fisso su di me. Anche senza super-vista da licantropo posso descrivere ogni sfumatura dei suoi occhi vedi, non perché sono troppo vicino o perché mi sono incantato, e ho scoperto all'improvviso che razza di dio greco ho davanti. Se fosse successo tutto questo non sarei in questa bruttissima situazione, potrei ancora uscirci. Ma il problema è che di Derek non ti innamori a prima vista e se succede non riesci ad accorgertene perché sei troppo spaventato dal grande Alfa con i canini affilati. Di Derek ti innamori a piccoli passi, pestandogli i piedi e facendomi riempire di ringhi e di battute sarcastiche. E dopo un po' ti sorprendi a ricordarti troppe cose, ad avere troppe sensazioni che hanno sostituito la paura ed è troppo tardi. Conosco bene la paura e non è il sentimento che provo ora.
– Paura? – 
– Di-cosa-hai-paura? – scandisce, ma non perde la calma. Cosa che non sto facendo io. Le mani mi tremano, di nuovo. Spalanco gli occhi senza un apparente motivo, sbuffo e distolgo lo sguardo.
– Io non ho paura – dico, ma mi escono parole incerte. Come puoi colpirmi così a fondo senza nemmeno conoscermi veramente?
– Stiles – non è tono che non ammette repliche, è più esasperato e quasi supplicante. Tono che non mi aspettavo certo da questa situazione, ma, wow, credo che non me lo scorderò facilmente. Potrebbe ritornarmi utili.
– Upenn, in Pennsilvanya. Sai quanti chilometri sono? 3646,1 km. Tremilaseicentoquarantasei virgola uno chilometri lontano da qui, senza soprannaturale e senza famiglia ne amici, che lascio qui, in una cittadina sperduta della California del nord, che riesce ad attrarre tutte le cose spaventose di questo mondo che tutti credevano fossero solo delle fottute leggende. E guarda ora: sto parlando con un licantropo, il mio migliore amico è un licantropo così come la maggior parte dei miei amici fatta eccezione della mia migliore amica che è una fottuta banshee! Le banshee dovrebbero essere degli spiriti bianchi e trasparenti, che urlano ad ogni tuo minimo movimento e invece lei è in carne ed ossa, con dei capelli biondo fragola infiniti e con la mania di bacchettare tutti, me compreso. Non dimentichiamoci della ragazza del mio migliore amico, mio fratello, che è una cacciatrice di licantropi e bestie simili, con al suo fianco una famiglia che fa quel mestiere da secoli! E io li sto lasciando tutti qui, per andarmene ad imparare tutto quello che devo sapere per credere di poterli salvare da qualcosa da cui non posso salvarli. Non so cosa voglio fare nella mia vita, non ci ho mai pensato sul serio. È stata la prima cosa che mi è venuta in mente, ho pensato di poterla fare ed ho fatto domanda per il miglior corso possibile insieme ad una serie di scuole di riserva. Mi hanno preso con una borsa di studio che copre metà della retta dei miei primi tre anni. Non è una cosa che posso rifiutare facilmente, nessun’università da queste opportunità. E sai qual è il bello dell'ultimo anno? Che non ti fa pensare alle decisioni che prendi perché te ne mette subito di fronte mille altre. Io sono iperattivo e penso il doppio dei miei compagni, il triplo di Scott per esempio e questo non mi fa per niente bene, ma sono comunque arrivato solo ora a pensarci seriamente. Non ho un fottuto futuro e… – per completare l'opera sono bisex, non lo sa ne il mio migliore amico, ne mio padre e sono innamorato di te. 
Sento il rumore di una forchetta che si appoggia sul piatto, segno che ha finito di mangiare. Non ho nemmeno più fame.
– Mangia – mi dice.
Grandioso, fantastico.
Gli ho appena confessato la maggior parte dei miei dubbi e timori esistenziali e lui mi dice di mangiare. Lo odio, cazzo se lo odio. Non mi fa nemmeno ribattere, che mi ammonisce con lo sguardo.
Lo assecondo per inerzia, con la rabbia che scorre e la fame che ritorna ancora più forte di prima. Il tremore è ritornato ed è un misto di emozioni: rabbia, frustrazione e delusione.
– Con tutto l'impegno che ci hai messo nel cucinarla, dobbiamo almeno finire tutta la pentola – tutto l'impegno che ci ho messo solo per te, stupido sourwolf. L'impegno che metto da un anno e mezzo a questa parte per farmi notare da te, per farmi apprezzare, mentre tu stai per sposarti con una Argent, e non una qualunque, ma la tua sadica ex Kate Argent. Una cacciatrice che non esiterà a pugnalarti alla prima occasione, nel senso letterale del termine.
Mangio anche l'altro piatto che mi versa Derek, lasciandomi trasportare dalla rabbia e dall'immensa voglia di piangere che ho dentro da stamattina.
Lui invece è calmo, il volto della tranquillità. Come se le mie emozioni non lo toccassero minimamente, come se non le percepisse affatto. Come se non riuscisse a capire la mia voglia di spaccargli la faccia con violenza e poi curarlo con altrettanta intensità.
...o forse è solo un metodo per farmi sfogare.
– Devo ammettere che non mi aspettavo fossi così intelligente – riesco a dire, mentre riprendo il controllo del mio corpo.
– E io non mi aspettavo che fossi un cuoco così fenomenale, siamo pari – no, quel sorriso che cerci di nascondere ti porterà sempre in vantaggio, stupido sourwolf.
– Direi di sì – sorride sicuro, facendomi perdere molti battiti, per poi farsi improvvisamente serio. – I numeri spaventano, Stiles, ma tu non sei un ragazzo che si lascia spaventare facilmente. Ne da me, ne dai numeri e nemmeno dalle possibilità. Traferirsi al college non significa per forza fuggire, nessuno ti impedisce di ritornare qui ad ogni vacanza. E soprattutto, nessuno si dimenticherà di te, ce la caveremo. Come può Beacon Hills dimenticarsi dell'irritante, iperattivo, troppo intelligente e con la passione per cacciarsi nei guai figlio dello sceriffo? Non sei un ragazzo sconsiderato, se hai scelto la Upenn e la facoltà di criminologia è perché è la strada giusta per te. È normale essere spaventati, hai solo diciotto anni e non sei mai uscito da questa città – wow, wow. Un discorso serio fatto da Derek Hale, un discorso per rassicurarmi, per tirarmi su il morale. Siamo sicuri che stiamo parlando dello stesso antipatico sourwolf che tutti conosciamo? Forse non ho proprio dei brutti gusti in fatto di uomini.
– Magari potrei seguire le tradizioni di famiglia – azzardo, per spezzare il silenzio.
– Qualcosa mi dice che la tradizione non sta nel diventare sceriffo –
– Troppa intelligenza in una sola giornata. Woo, rallenta amico. Hai azzeccato solo una piccola parte della cosa, diventare sceriffo e arrestarti, l'ultima volta è stato divertente da vedere – non mi ritrovo nessun canino alla gola o  sguardo truce, ma solo un sopracciglio alzato, seguito da un sorriso beffardo.
– È ora di andare a letto, Stiles – mi dice, alzandosi a portare i piatti nella lavandino, dandomi una visione perfetta del suo sedere ancora più perfetto.
– Ma non sono nemmeno le dieci! – posso reggere ancora un po’ di Hale in questa spaventosa giornata.
– Domani hai scuola – come se non lo sapessi.
Questo è il Derek che conosco, la mamma chioccia nei confronti dei suoi pulcini. E il fatto che io sia un pulcino e non il suo gallo, la cosa non aiuta.
– Grandioso, il divano è pronto? – chiedo, trattenendomi dallo sbuffare. Ora capisco perché Peter è pazzo: vivere con Derek è come essere costantemente su una altalena con una ragazza in pieno ciclo.
Distolgo uno sguardo dalla quella paradisiaca visione un attimo prima che lui si volti, con uno sguardo accigliato sul volto.
– Non dormirai sul divano – bene, grandioso.
Sono ritornato un senza tetto. Mi toccherà imbucarmi da Scott, sperando che Melissa non mi scopra. 
– Potevi dirlo subito – dico, cercando di farmi scivolare addosso la delusione.
Derek sbuffa e incrocia le braccia.
– Non lascio dormire gli ospiti sul divano – mi dice.
Ooh… oh.
Oh, no cazzo, nononono.
– Cosa...? – cerco di ribattere ma non me lo permette.
– Vuoi che ti accompagno? – mi chiede, sfoggiando il suo perfetto sorriso anti-Stiles.
– No, grazie – non ho bisogno di essere portato in braccio nel tuo letto.
Un letto coperto dal tuo odore, in cui tu dormi tutte le notti e chissà cos...
Domani mattina avrò bisogno del metodo Scott, ne avrò tanto bisogno.
 
____________________________________________________
* Adam, del programma su real time Man vs Food. 
** tratto da un video di imitazioni di Tyler Posey (appena lo ritrovo ve lo metto)

 

 

 







 
Angolo dell'autrice:
Ehm, salve a tutti. Chiedo immensamente persono per questo ritardo, ma sia io che la mia beta abbiamo avuto problemi con il computer e mi sono ritrovata a postare ora. IL CAPITOLO NON E' BETATO, per cui chiedo venia.
Piaciuto il capitolo? Recensite e ditemi cosa vi è piaciuto!
Il capitolo vi ha fatto schiro e dovrei darmi all'ippica? Recensite comunque!
*Mi sento tanto Chris Colfer nel video di presentazione di Struck By Lighting*
Anyway, spero che ritardi del genere non succedano più e vi chiedo ancora scusa.
A martedì prossimo,

Alex_J


Angolino ancora più piccolo della beta:
(Il capitolo è stato betato). Okay ragazzi, giù i forconi dalla vostra Alex_J e puntateli su di me! Lo so che non dovrei intrufolarmi e fare angolini a caso, ma ci tenevo DAVVERO DAVVERO a dirvi che tutta la colpa ricade su di me! *si inchina umilmente*
Se volete inforchettare qualcuno, inforchettate me!

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Chapter 6

 

Stiles –

Non credevo di poter addormentarmi così velocemente, non lo credevo possibile. Forse sto ancora dormendo, perché non è possibile sentire la voce di Derek Hale di primo mattino che ti chiama. Sto sognando, sto sicuramente sognando.

– Stiles, alzati – non sembra la voce di mio padre. Non ha una voce così calda e... Dannazione. Odio Derek Hale.

– Cinque minuti, pa’ – riesco a biascicare, prima di raggomitolarmi nelle coperte. Pessima mossa, pessima mossa.

– Stiles –.

Okay… non è decisamente mio padre, se deve minacciarmi usa altri metodi.

La voce di Derek è sempre più vicina, il suo profumo è sempre più vicino. Certo, sono nel suo letto… ho dormito nel letto di Derek, senza Derek… il prossimo passo è con lui dentro, nudo.

Cazzo, devo andare a scuola. Scuola.

Non. Posso. Pensare. A. Queste. Cose.

Il respiro di Derek è sul mio collo, prima che una ventata di freddo mi accolga. 

– Ehi – cerco di ribattere, decidendomi ad aprire gli occhi.

– Quei cinque minuti ti servono per prepararti, ti accompagno a scuola – credo di non essere mai stato così felice di andare a scuola in tutta la mia vita.

 

*

 

Sono pronto – perché queste frasi dette di fronte a Derek sembrano delle squallide frasi provenienti da orribili fanfiction rosse? Non che io le legga…

– Puoi accompagnarmi in carcere, sourwolf – certo che se Derek non fosse vicino ai fornelli in canotta bianca, certi pensieri non mi verrebbero. – Che stai facendo? – mi azzardo a chiedere.

Non risponde; poggia dei meravigliosi pancake sul piatto e ci sta anche versando dello sciroppo d'acero sopra. Io amo davvero Derek, ma non può farmi questo. 

– Mangia – mi ordina.

Devo aggiungere questa frase al suo vocabolario quotidiano dopo «Ti staccherò la testa con i denti», «No, Stiles» e «Non sono più l'Alfa». Devo anche aggiungere qualche nuova espressione al suo vocabolario fatto di sopracciglia. Cavolo, quelle sopracciglia possono fare di tutto… Via pensieri sconci, via da me.

– Chi mi dice che non stai cercando di avvelenarmi? – manteniamoci calmi e sarcastici. Non guardargli il pacco, non guardargli il pacco. Non guardargli i bicipiti che continua a contrarsi e, soprattutto, non guardare i suoi bellissimi addominali che neanche una stupida canotta riesce a nascondere.

Oh mio Dio… okay, ora mangio. 

– Mangia – ripete ancora e lo assecondo per due motivi: i suoi pancake sembrano molto invitanti e forse mangiare mi impedirà di pensare a tutte quelle cose che vorrei fare a Derek su questo tavolo, con solo indosso un grembiule. Dormire qui è stata una pessima, pessima idea.

Infondo mi ricordavo bene, la frustrazione sessuale mi fa venire molta fame. Mi manca solo un boccone per finire il pancake... che rischia di andarmi di traverso per quello che sto vedendo: Derek si sta cambiando la maglia con tranquillità  a solo pochi metri da me. Tossisco, cercando di mandare giù il boccone o, in alternativa, di risputarlo. Cercando soprattutto di vivere.

Mi becco uno sguardo preoccupato e scuoto la testa, mettendo il mio pollice sinistro in avanti per fargli capire che va tutto bene. Annuisce, ancora senza maglia. Oh, sì, finalmente ne ha indossata una. Sempre attillata. Sinceramente non so cos'è peggio. C'è qualcosa di peggio?

Ah sì, la giacca di pelle. Ci saranno quaranta gradi fuori, lui è un licantropo che consuma come un calorifero in inverno e scalda allo stesso modo e lui si mette la giacca di pelle. Mi sta provocando, decisamente.

– Andiamo – chissà se anche a letto è così autoritario. Non pensavo di avere questo genere di kink anche se, beh, Derek è Derek.

Se non ce lo avevo, ora si è aggiunto alla lista. Una lista più o meno lunga... Pensa a Scott.

Cammina, non guardargli il culo, pensa a Scott e Allison… o forse ai fiori, meglio pensare ai fiori, quelli per la mia bara, s'intende. O forse di quella di Derek, o di Scott. Soprattutto la mia, ucciso da Derek, Scott...e Lydia. Come posso dimenticarmi di quella adorabile banshee?

Forse dovrei solamente smettere di pensare, il silenzio mi fa bene. Molto bene.

– Posso scegliere io la radio? – la musica potrebbe aiutarmi.

– No, Stiles –

…Certe cose non cambiano mai.

 

*

 

Alla fine ha vinto Derek, sia perché non ho lottato molto per impedirlo e sia grazie ad un semplice espediente: i suoi canini che, nonostante tutto, possono essere ancora pericolosi.

Quando la macchina si ferma, non riesco a trattenere un respiro di sollievo, beccandomi uno sguardo stranito da Derek.

– Scusa amico, ma dopo un po' non lo so reggere l'r&b. A tutto c'è un limite –

Io amo l'r&b, mi viene voglia di fare quelle cose strane che fanno con la voce e, visto che non ci riesco, emetto strani suoni e schiocco le dita a caso. Scott mi odia per questo. Ma non importa, sto diventando bravo a dire le bugie, soprattutto a Derek.

– Siamo arrivati – mi dice secco.

– Ehm sì, lo vedo – dico, aprendo la portiera, – grazie, grazie per tutto – gli dico, un attimo prima di scendere. Sono serio, molto serio, forse un po' troppo. Ma a chi importa infondo?

– Sono io che devo ringraziarti – biip. Risposta sbagliata, ma il sorriso anti-Stiles giusto.

– Lo so, cucino la migliore pasta di tutta Beacon Hills. Sfama decine di lupi mannari ogni giorno – sarcasmo. Il sarcasmo è la mia unica difesa contro i sorrisi anti-Stiles.

– Vai a scuola, Stiles – odio il modo in cui pronuncia il mio nome. Come lo dice in ogni occasione e come ci ride sopra. Non ridere per prendermi in giro, ma per come appoggia e illumina tutto con quello sorriso e il mio nome sulle labbra.

– Ci vediamo, Sourwolf – chiudo la portiera e avanzo a passo sostenuto. Forse sto lievemente sculettando, forse. Ma se questo è un gioco, io non posso perdere. Lui ha il suo sorriso ed io il mio bellissimo e favoloso sedere.

Direi che ora ho qualche possibilità in più, no?

 

…In realtà non ho nessuna.

 

Da Lydia B.:
              
sembravi una checca da bar, 

              non sei piaciuto neanche a Danny

 

Da Stiles:

              Ma io piaccio a Danny! 

              Mi considera un ragazzo attraente!

 

Da Lydia B:

              sicuramente non mentre sculetti.

              Com'è andata?

 

Da Stiles:

              Bene.

 

Da Lydia B:

              Vogliamo i dettagli, Stilinski. 

              E la prossima meno anche e più culo

 

Anche Ethan ci si mette adesso, grandioso.

– Stilinski! –

– Coach lo metto via subito – rispondo in fretta.

– Che cosa? – mi chiede lui, stupito.

– Il telefono – dico, agitandolo debolmente in aria.

Il coach guarda il mio gesto, per poi sbuffare.

– Non ti ho fermato per quell'aggeggio. Devo parlarti di una cosa importante – divento capitano della squadra? Giocherò anche la prossima partita? Mi si avvicina e inizio a preoccuparmi.

– Vieni nel mio ufficio al termine delle lezioni –

Sono nei guai.

Il problema è... perché? Perché tutto a Stiles?

 

*

 

Busso, con il cuore alla gola. Come se la mia vita non fosse già abbastanza faticosa. Come se non avessi dovuto lottare per nascondermi dal branco e per evitare le domande di Scott. 

– Entra Stilinski, non fare come tuo solito – mi sento dire dal coach.

Eseguo. – Cosa voleva dirmi Coach? – dico, facendo per sedermi.

– Non sederti, Stilinski, non ci vorrà molto – fantastico, mi vuole bocciare. Grandioso. – Lo sai che Danny, il nostro portiere, è gay? – mi sussurra poi.

– Sì, coach, ma non capisco dove voglia arrivare – mi sta dicendo che ha capito che sono bisex e che non ha problemi con questo. Beato lui, neanche io avevo problemi con la mia bisessualità finché non l'ho scoperta sul serio,
- Quel ragazzo, quell'Hale... Non ti sembra un po' troppo pericoloso? Danny è bravo ragazzo e tu sei carino Stlinski. Non andarti a cacciare nei guai per forza –

Hale. Derek Hale. Il coach pensa che io sia fidanzato con Derek Hale. Devo aggiungerlo alla lista di persona che lo desidera, dopo di me ovvio.

– Coach io – cerco di ribattere, inutilmente.

– Capisco l'amore e ho notato come lo guardi, ma pensa alla squadra… pensa alla squadra… – mi ripete, serio, guardandomi negli occhi. – Ora puoi andare – tutto questo trambusto per dirmi di stare lontano da Derek. Non ci riesce neanche il suo matrimonio, non ci riuscirà certo la squadra.

– Tutto qui? Una stupida insinuazione e un tentativo di mandarmi verso Danny! Non sono nemmeno gay! – ribatto.

– Per favore Stilinski, l'unico che non si è accorto per la tua recente predilezione per i maschi, e per quell'Hale che ti ha accompagnato stamattina a scuola. è quel tonto di McCall. Che non posso cacciare dalla squadra, visto che è l'ultimo capitano decente che la squadra ha da decenni. Rimane comunque tonto e cieco – meno problemi se dovrò fare coming out, un punto a mio favore. E se sono ancora vivo, vuol dire che non sembra un bel problema.

– Arrivederci coach! – 

– Pensa alla squadra, Stilinski! PENSA ALLA SQUADRA! – mi sento urlare mentre chiudo la porta alle mie spalle.

Questa settimana non è neanche a metà e non vedo già l'ora che sia finita. Ed è solo martedì. Fantastico.

 

*

 

Camminare fino a casa da scuola è faticoso, visto che non sono venuto in Jeep stamattina e non avevo nemmeno voglia di chiamare Scott o qualsiasi altra persona per farmi accompagnare a casa. Ma credo aiuti, come mi aiuta il silenzio a volte. Sento i muscoli farmi male anche se non ho fatto praticamente niente e non so quanto tempo ci metto per infilare le chiavi nella toppa e aprire casa.

Casa

Mi dirigo verso la mia camera, con una lentezza esasperante, accentuata dal peso che mi porto sullo stomaco che si fa sempre più pesante. Appoggio la cartella al centro della stanza, buttandomi sul letto. Mi oppongo all'istinto di prendere i vestiti di ieri dalla borsa e annusare il profumo di Derek su di essi. Derek. 

Ignoro i messaggi di Lydia e di Scott, prima o poi risponderò a tutti.

Guardo il soffitto, perché ormai non riesco più a tremare. Derek Hale si sta per sposare. 

Derek Hale si sta per sposare. 

Derek-Hale-si-sta-per-sposare. 

È passato solo un giorno e io ancora non me capacito. Non è vero, non sta succedendo proprio a me. 

Derek Hale si sta per sposare e io mi sto innamorando di lui ogni secondo, ogni minuto, ogni ora sempre di più. Come se il tempo non fosse mai abbastanza, come se potessi amarlo per una vita intera e non stancarmi mai. Credo che l'unica cosa che mi rimanga da fare ora sia urlare e lo faccio, perché non trovo più la forza per portare questo piano. Perché troverò solo una montagna di ricordi, di sensazioni che mi porterò dietro per sempre. E dovrò imparare a sorridere mentre lui bacerà Kate, dopo aver detto «Sì». Dopo aver scelto lei e non me.

Urlo, ma nemmeno questo urlo mi fa stare meglio. Neanche fingere di odiarlo lo farà.

Derek Hale si sta per sposare e io riesco solo a piangere come una bambina.

 
 

 

 

 






 
Angolo Autrice:
Eccomi! È tardi ma sono ancora in tempo! Questo capitolo è più corto rispetto agli altri, ma solamente perché è un capitolo di passaggio, spero di tornare a scrivere di più nei prossimi. Che dire, finalmente, dopo sei capitoli, abbiamo superato il primo giorno. E ora? Cosa succederà? Per idee e commenti, recensite!
A martedì prossimo,

Alex_J

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


Chapter 7

 

 Stiles –  questa è la voce di mio padre, questa volta non mi sto sbagliando. 

– Mmm – a volte riesco a pensare nelle mie piene facoltà e continuare a dormire.

– Stiles, è pronta la cena – la cena? Ma è appena pomeriggio, il sole è sicuramente ancora alto nel mondo.

– Ma sono solo le tre – biascico.

– Figliolo, sono le otto – le otto. Ho dormito un pomeriggio e non mi importa.

Apro gli occhi, mentre la testa inizia a pulsare. Mi guardo intorno: la stanza è sempre la stessa, siamo ancora al due maggio...

– Arrivo subito –.

...e sono ancora stupidamente, assolutamente, splendidamente innamorato di Derek Hale.

 

*

 

– Amico, dovresti smettere di studiare chimica. Gli esami sono tra due settimane e chimica è l'ultimo... – non ho tempo di ribattere e di discutere con te, Scott. Ma se proprio insisti...

– Se non passo gli esami con un buon voto, non mi ammetteranno alla Upenn. E lo sanno tutti che chimica non è la mia materia – dico, senza mai alzare lo sguardo dalle pagine piene di evidenziatore giallo e dai miei preziosi appunti… dai bellissimi appunti di Lydia.

– Ma sei già entrato alla Upenn – giusta affermazione, ragionamento sbagliato.

– Mettiamola così: se non passo gli esami, non entro alla Upenn. E se ho intenzione di avere una buona vita nei prossimi cinque anni, devo superarlo con dei bei voti – dico, alzando lo sguardo per la prima volta da tutto il pomeriggio, – Continuo a chiedermi perché tu non abbia ancora aperto libro – gli chiedo, alzando un sopracciglio.

– Perché sono una persona normale? –

– Il mio sopracciglio non può salire più di così, ma credo che esprimi benissimo ciò che sento dentro. Non iniziare a cantare!* – gli dico, beccandomi uno sguardo stranito.

– Ehi, ti stai confondendo con te stesso. Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando – quando mai ultimamente hai una vaga idea di cosa io dica? – Comunque, frequenti troppo Derek. Il tuo sopracciglio non è mai salito così in alto – non vedo Derek da martedì.

Oggi è sabato. Oggi è solo sabato. Sembra passata un’eternità  eppure non vedo Derek dalla bellezza di quattro giorni e lui mi sta accusando di frequentarlo troppo. Come se frequentare Derek fosse una colpa. Nel caso, Kate Argent sarebbe la persona più colpevole dell'universo. E i colpevoli molto colpevoli meritano la pena di morte o la tortura, anche la seconda credo sia ormai illegale. La pena di morte in California è ancora in vigore, ma potrei accettare la riduzione della pena se accetta di annullare il matrimonio e la sua relazione con Derek. Sono sulla strada per diventare un buon avvocato, peccato che mi sia iscritto a criminologia.

– Da quando guardi le mie sopracciglia? – non pensare al tuo futuro, pensa al presente Stiles.

– Ti conosco da quindici anni, amico. Non ho bisogno di guardarti le sopracciglia per riconoscere le tue espressioni –

Quindici anni e ancora non si accorge del mio orientamento sessuale. Ma è Scott, il coach ha ragione: a volte più tonto e cieco di lui non esiste nessuno.

– Ti perdono perché hai azzeccato gli anni, di solito li sbagli– 

– Ehi, la matematica non è il mio forte— sì, Scott. Diamo la colpa alla matematica.

– Quale materia è il tuo forte? – gli dico, – e il lacrosse non è una materia, è solo uno stupido sport – aggiungo.

– Anche tu giochi a lacrosse –

– Perché è l'unico sport che posso fare gratis. Farei letteralmente a meno del lacrosse, te lo assicuro – soprattutto perché ho passato gli ultimi quattro anni a scaldare una misera panchina in attesa di casi straordinari.

– Potresti provare con il basket, se odi tanto il Lacrosse – mi suggerisce. Non devo alzare il sopracciglio. Non. Devo. Alzare. Il. Sopracciglio.

– Quando? Durante l'esame di chimica o meglio in quello di storia? –

In verità farei qualsiasi cosa per non studiare. Non amo studiare ma almeno in questo, mi distrae da pensieri negativi e fornisce una buona scusa per non rispondere ai messaggi di Lydia.

– Oggi, da Derek. Ha invitato tutto il branco – oggi. Derek e branco non sono una buona combinazione.

– Io non faccio parte del branco – ribatto, tornando agli acidi forti.

– Tu fai parte del branco! Oggi ci sarai, quindi – 

– Non ho i vestiti adatti – allora il kappa water si fa così...

– Te li presto io! – giusto! Ci sto riuscendo. Sono un genio, diventerò un chimico.

– Porto due taglie in meno di te, amico, non ho tutti quei muscoli da licantropo – vorrei averli ma non ce li ho, ricordamelo ancora, Scott. 

– Ho ancora i vestiti che usavo prima di trasformarmi – furbo il ragazzo, ma non mi lascio battere. Non oggi.

– Non posso andare a casa di Derek senza invito – ribatto.

– Lo hai già fatto –

– E non posso farlo una seconda volta – non ricordavo che Scott avesse una testa così dura.

– L'ultima volta ci sei andato per dormire e gli hai cucinato i tuoi famosi spaghetti, che non mi cucini da tempo, cosa sarà una partita di basket? – la mia morte definitiva, Scott.

– Mi pento di avertelo raccontato, sembri una moglie gelosa – mi arrendo; finché il mio migliore amico non mollerà la presa, io e la chimica continueremo ad essere ad anni di distanza.

– Tutti amiamo i tuoi spaghetti e tutti dovrebbero sposarli – mi alzo per prendere un bicchiere d'acqua, ridendo al suo commento.

– Se qualcuno volesse sposare anche il cuoco… – aggiungo prima di bere, appoggiato al mobile della cucina.

– Hai appena ricevuto un invito ufficiale per la partita di oggi – mi dice Scott, prendendo il mio cellulare in mano.

Sputo l'acqua che ho appena bevuto e corro a salvare il mio telefono e la mia vita.

– Fa leggere a me, licantropo impiccione – gli dico, con il respiro affannato per lo sforzo.

Anche in forma umana, Scott sa come attentare alla mia vita.

 

Da Derek:

              Oggi da me alle cinque, Stiles. 

              Vestito sportivo e porta un po' di

              coordinazione



Da Stiles:

              Mi stai spiando, sourwolf?



Da Derek:

              No, io e Scott ti conosciamo.

              L'idea di tirarti palloni arancioni 

              è sempre stata allettante

 

Almeno ha una fantasia su di me, perversa, non nel modo che piace a me, ma almeno sono nei suoi pensieri. O lo sono stato.

 

Da Stiles:

              Mi pento di averti cucinato i miei favolosi

              spaghetti

 

Da Derek:

              Ti ho lasciato dormire nel mio letto e ti

              ho preparato i pancake.

              Non eravamo pari?

 

Da Stiles:

              No, da quando vuoi giocare

              al tiro al piattello con me.

              Se vuoi che venga,

              dovrò stare in squadra con te.

 

È una stupidaggine, ma il mio cuore sta perdendo molti battiti in questo modo.

– Stiles, tutto bene? – mi chiede Scott.

– Sto solo contrattando per la mia vita – lo zittisco, inacidito.

 

Da Derek:

              Al primo errore giuro che ti azzanno

 

Da Stiles:

              Azzannare?

              Non era tagliare il verbo giusto?

 

Da Derek:

              No, squartare è il verbo giusto.

              Ci vediamo dopo, Stiles

 

Anche per messaggi posso sentire la sua risata in questo momento, una risata malefica che aspetta solo di poter assaporare il sapore del mio sangue. Non esiste niente al mondo che piaccia più a Derek che minacciarmi o cercare di uccidermi. Ovviamente dopo fottere la propria fidanzata.

Perché devo sempre rovinare tutto?

 

Io voglio bene a Scott, veramente. È più di un amico, è un quasi un fratello, anzi lo è proprio. Non ho mai avuto dubbi su questo e non li avrò mai, ma a volte, molte volte ultimamente, mi viene quell'istinto primordiale di prenderglieli la testa e sbattergliela su un grande sasso. Si farà sicuramente più male il sasso che lui… ma almeno avrò la soddisfazione di vedere uno dei miei sogni accadere, visto che il mio desiderio di spogliare Derek di quella tuta da basket, e di farmelo in questo momento, avverrà solo stasera… nei miei sogni.

– Hollywood Knight, Derek? Chi tifa nel mondo per gli Hollywood Knights? A parte te, sourwolf – guarda la scritta e non le braccia, guarda la scritta e non le braccia, guarda la scritta. Una scritta attillata sopra i suoi pettorali.

– Una serie di sportivi e di fangirl? – mi dice, alzando il suo meraviglioso sopracciglio.

Non capisco come si possano trovare attraenti i ragazzi con i piercing al sopracciglio, quando esiste Derek. Un trapianto di sopracciglio fa più bella figura di uno stupido coso di metallo.

– Sai cosa sono le fangirl? – forse è un ragazzo di questo secolo!

– Non perdiamoci in chiacchiere: si gioca – sento dire da Aiden e lo ringrazio mentalmente per aver fatto voltare Derek, dandomi una favolosa visione del suo lato b stretto in paio di magnifici pantaloncini neri.

– Bene. Le squadre sono: Io, Stiles e Scott e... –

– Io e i gemelli. Grandioso – commenta Isaac, beccandosi un ringhio molto sonoro da i due, zittiti da un occhiata rossa da Alfa di Scott.

Perché Derek non può indossare una maglietta a maniche corte come quella di Isaac? Copre tutto e non evidenzia niente. Ma certo, Derek Hale è allergico alle maniche corte e agli abiti larghi.

Stringi, mostra e scopri. Sembra un motto da puttana di Game Of Thrones**. Devo ammettere che con quel sorriso subdolo che si ritrova ultimamente, la mia immagine non è proprio così campata in aria e sta formando nella mia mente kink che non sapevo ne che esistessero, ne che potessi averli io stesso.

Abbiamo già iniziato a giocare e non me ne sono nemmeno accorto, grandioso. Non ho potuto neanche ricordargli che sono umano e quindi niente cazzate da licantropi con me. Ma sì, loro lo sanno... giusto?

...sbagliatissimo.

Ho appena visto delle zanne spuntare dalla bocca di Ethan e la partita non è nemmeno iniziata da un minuto.

Sarà una partita molto lunga. E molto pericolosa.

 

Pericolosa è un eufemismo.

Ho utilizzato il metodo «stai fermo e non ti succederà niente», come quando vedi uno squalo avvicinarsi, ma il ringhio di Derek di smarcarmi mi ha fatto improvvisamente ricredere. Che poi, come se sapessi cosa vuol dire smarcarsi, mi muovevo di qua e di là, cercando di avvicinarmi, con dovuta distanza di sicurezza ai gemelli ed a Isaac. Come se servisse: la palla non passava quasi mai nei loro artigli, forse per via della poca chimica tra loro.

Non ho mai avuto una grande capacità di concentrazione, ma Derek vestito in questo modo non aiuta per niente: i muscoli che si stendono nel passare la palla; le mani forti che la afferrano, facendomi desiderare di essere una stupida palla arancione nella mia vita;  le vene in evidenza mentre fa canestro e quell'assurda mania di mettersi a 90° gradi durante i tiri liberi. Come se non bastasse, le occhiate maliziose di Isaac che indicano ciò che non ho problemi, mi fanno voler voglia di tentare di uccidere tutti e poi scappare.

– Stiles – eh? Sì, cosa?

Mi ritrovo con una palla da basket in mano e cinque licantropi sudati e ansimanti che la bramano. Sembra la trama di un orribile film porno, ma a quanto pare è la mia vita e la parte del sesso è esclusa quasi totalmente. Se la mia vita fosse veramente un sito porno, io apparirei solo in due categorie… categorie in cui si gioca da soli.

– Stiles, fai qualcosa – vorrei tanto sentirmi come Zac Efron in High School Musical (maledetta la volta che ho convinto Scott a guardarlo con me), con il respiro affannato, il mio amato che si alza tra la folla e mi incoraggia, il mondo che si fa improvvisamente più lento... Ma io non indosso una maglia dei Wildcats.

Tiro; canestro; punto.

Seguendo la mia fantasia, la folla dovrebbe esplodere da un momento all'altro in un boato di applausi ma Scott e Derek che mi alzano da terra, urlando - soprattutto Scott, ma sono dettagli insignificanti - sorridendo, ripaga benissimo qualsiasi applauso o ricompensa.

Se questa diventerà la mia normalità nel prossimo mese, credo di potermici abituare.

 

______________________________________________

* tratto da Your song di Elton john

**telefilm tratto dalle cronache del ghiaccio e del fuoco di George RR Martin che tutti dovrebbero leggere. E quindi guardare il telefilm di conseguenza.


 

 

 

 

 







 

 

Angolino dell'autrice:
Scusatemi per il ritardo, ma la scuola è diventata un tantino opprimente ed è solo l'inizio, sfortunatamente. Meno male che esistono le vacanze di Pasqua, altrimenti sarei già impazzita.
By the way, cosa ne pensate del capitolo? A parte dei miei stupidi riferimenti a Zac Efron , che sono immancabili quando si parla di basket con me. Per la cronaca, io so cosa vuol dire smarcarsi, ho giocato a basket, continuo ad amarlo e ho una vera e propria fissazione per i giocatori di basket (come se a voi interessasse).
Finalmente siamo a sabato! Il tempo scorre!
Cosa succederà adesso? Fate supposizioni!
A martedì prossimo,
Alex_J

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


Chapter 8

 

– Se mi parlavate prima del rinfresco, non facevo tutte quelle storie ad accettare di "giocare" – dico, prima di addentare un pezzo di pizza, un succulento pezzo di pizza alle patatine. Qui c'è di sicuro l'artiglio mannaro di Scott, solo lui può sapere che è la mia preferita.

– L'importante è che tu sia venuto, no? – aggiunge Scott.

– Anche al mio matrimonio ci sarà un rinfresco, ti ho dato un altro motivo per venire? ― rabbrividisco, sia per la parola matrimonio detta da Derek, sia per il verbo venire. Certe cose sono parecchio deleterie per un ragazzo della mia età dagli ormoni impazziti, dal cervello fuso e dal cuore decisamente vivo e fin troppo in movimento... solo per Derek Hale.

In realtà, Derek, mi dai un altro motivo per farlo saltare. Ai matrimoni si servono pranzi, enormi pranzi e nel mio ci dovranno essere grandi teglie di pizza alle patatine. Cosa che nel tuo non ci sarà e un matrimonio del genere deve essere subito annullato. La parola matrimonio mi fa venire la nausea, meglio che la smetta.

– Allora, come vanno i preparativi? – possiamo smettere di parlarne? Vorrei mangiare senza farmi nulla di traverso, grazie lupacchiotti.

– Direi bene. Lunedì ho un appuntamento per scegliere il vestito e pensavo che Scott potesse accompagnarmi – certo che Scott può accompagnarti, non fa nulla da mattina alla sera.

– Vorrei tanto amico, ma devo studiare per gli esami – questa è una scusa bella e buona! Scott non studia! E soprattutto non tre settimane prima degli esami, Scott non è me. – ...Stiles ha quasi finito – Cosa?! Io non ho finito proprio niente! Okay, forse sì, ma non andrò...

– Allora vieni tu Stiles, passo a prenderti lunedì alle quattro –... con Derek a prendere lo smoking per il suo matrimonio.

 

…Merda.

 

 

Da Stiles:

              Odio la mia vita

Da Stiles:

              Forse odio di più i lunedì,

              Perché tutte le cose terribili capitano il lunedì?

 

Da Lydia:

              Non è così terribile come lunedì

              usciamo anche un'ora prima

 

Da Stiles:

              Un'ora in più per impazzire o 

              per ammalarmi. Sì, potrei ammalarmi

              così salto l'appuntamento e il matrimonio

 

Da Lydia:

              E gli esami

 

Da Stiles:

              Hai ragione,

              meglio non ammalarsi

Da Stiles:

              Quale pazzo andrebbe a comprare

              Il suo abito una settimana dopo aver mandato gli inviti?

 

Da Lydia:

              Qualsiasi persona normale. 

              Io ho già comprato il vestito 

              per il prom

 

Da Stiles:

              Tu sei Lydia Martin, non sei una

              persona normale

 

Da Lydia:

              Perché tu, Stiles Stilinski

              innamorato di Derek Hale e

              che sta cercando di mandare 

              a monte il suo matrimonio, 

              ti consideri una persona normale?

 

– Martin e Stilinski, spero che la coincidenza nel utilizzare i cellullari nello stesso momento non significhi che stiate comunicando tra voi –

 

Da Lydia:

              Non me ne frega niente 

              di tutte quelle cazzate

              da migliori amici. Tu, dalla

              prossima ora stai vicino a me.

              Nessuno rimprovera Lydia Martin

 

Con Lydia è sempre così: non la vuoi più e lei ora trova tutti i modi per starti costantemente appiccicata.

La mia sfiga a volte raggiunge picchi allucinanti.

 

*

 

Finalmente, dopo una lunga sessione di "organizziamo il prossimo punto del pianto" trasformatasi in "insultiamo Stiles per non essere riuscito a portarsi a letto Derek", posso dedicarmi allo studio della chimica organica.

Driin. Chi potrà mai essere a quest'ora?

Oh no, no, no!

– Stiles, puoi andare ad aprire tu? – oggi è lunedì... cosa ci fa mio padre qui?

– Papà! Da quanto sei qui? – gli dico, sporgendomi dalla sala e vedendolo seduto sul divano, intento a fare zapping.

– Tu vai ad aprire. Non mi sento molto bene e sono venuto via prima dall'ufficio, non c'era molto da fare – mi risponde, mentre continua a proseguire con le sue azioni.

Driin driin.

Vado verso la porta a passo spedito, sistemandomi i capelli nel mentre, senza un vero perché. In realtà il motivo esiste e si chiama Derek Hale. Ed è qui, sull'uscio di casa mia.

– Derek, sei in anticipo – cerco a dire, senza la mia solita sicurezza.

– Veramente sono in perfetto orario-guardo l'ora sul telefono: le quattro spaccate. Alzo lo sguardo e lo vedo sorridermi beffardo. – Andiamo? –

– Chi è, Stiles? – no, nonono.

–  È Derek, pa’ – questo silenzio si sta facendo pesante e guardare la giacca di pelle di Derek non aiuta. 

– Non farlo rimanere sulla soglia, fallo entrare – lo vuole uccidere, lo vuole uccidere. Bene, grandioso.

Faccio segno a Derek di entrare e sorprendentemente accetta, seguendomi anche se un po' titubane. Naah, ho sicuramente le allucinazioni: Derek Hale non può essere titubante, non è nella sua natura sopraccigliosa.

– Salve sceriffo – dice, mettendosi le mani nelle tasche. Mi posiziono dietro di lui, così almeno posso scappare per primo... e guardargli bene quel ben di dio di sedere che si ritrova.

– Dove stai andando con mio figlio? – quel tono da interrogatorio non porta mai a niente di buono. Pa', non porta bene uccidere un uomo prima che si sia dichiarato al proprio figlio, su.

– Stiles si è proposto di accompagnarmi a prendere l'abito per il mio matrimonio – proposto? Io?

– Sì pa', scusami se mi sono dimenticato di dirtelo ma sai con la scuola, Scott che non studia e tutti i problemi soprannaturali... – a volte il fatto che mio padre sappia mi ritorna utile come scusa.

– Ci sono problemi soprannaturali di mezzo? – chiede, improvvisamente preoccupato.

– Tutti appena risolti – aggiunge Derek. E poi, non ho mentito, Derek è soprannaturale e lui è il mio problema, quindi...

– Portamelo a casa per le otto – sentenzia mio padre, – e congratulazioni per il matrimonio –… quella poteva risparmiarsela, non deve essere dalla sua parte. 

Questo matrimonio non sa da fare!

– Certo signore – educato e impeccabile. Il fidanzato perfetto da presentare ai genitori. Per accentuare l'immagine direi che dovrei raccontargli quella volta in cui per salvare Cora ha perso i suoi poteri da Alfa. 

– Stai accanto a Derek e non farlo disperare – lo sta dicendo veramente? Mio padre mi sta dicendo veramente questo? Ha appena finito di trucidarlo con lo sguardo e di tenere una mano rivolta verso lo scaffale del fucile e adesso sono io quello da rimproverare?

– Stai tranquillo, gli starò attaccato come una marmotta come le marmotte stanno appiccate alla terra – l'occhiata che mi becco non è delle migliori ma almeno possiamo andare. – Ciao papà –

– Arrivederci sceriffo – dice Derek, seguendomi per il corridoio.

– Ciao – risponde mio padre atono. Almeno il fucile è rimasto al suo posto.

 

Non mi ricordavo tuo padre così loquace – mi dice Derek, mettendo in moto la Camaro.

– Ha parlato mister parlantina – ribatto acido.

– Sì, ora hai parlato Stiles – mi dice e ci metto pochi secondi a capire.

– Oh, grandioso, mi rifili i miei stessi insulti. Grandioso- il sorriso che Derek mi rivolge prima di partire non è buon segno.

Nulla di questo è un buon segno.

 

 

Il negozio non è esattamente come me lo ero immaginato. In effetti, sembra un posto carino, anche se tutti quegli smoking mi mettono parecchia ansia. Non pensavo potessero esisterne così tanti.

– Signor Hale? – chiede la commessa; Derek annuisce, – Benvenuto da Weddings Tale, mi segua- credo che verrò a scegliere qui il mio smoking per il matrimonio. Qui è tutto meraviglioso e la prospettiva di vedere Derek in uno di quei cosi, rende il posto ancora più fantastico.

Oh, divanetti bianchi. Adoro i divanetti bianchi, mi ricordano tanto quel programma che vede sempre Lydia durante i nostri piani. Come si chiama... ah sì, Klainfield. Amo quel programma e ora non ricordo nemmeno perché, questi divanetti sono troppo comodi. Dovrebbero essere dichiarati illegali... come il sedere di Derek in quei pantaloni. E il fatto che sia troppo gentiluomo ultimamente. Non ci si piega per raccogliere le matite alle commesse carine, non si fa. Soprattutto non davanti a Stiles.

– Qualche idea in particolare? – chiede la commessa.

– Voglio qualcosa di semplice – come se facesse la differenza, mettigli uno straccio addosso e potrei sbavare lo stesso, – Cosa dici, Stiles? – mi sta chiedendo un opinione sul suo abito? Per il suo matrimonio? Io pensavo di annuire, fare qualche commento sarcastico e lasciare decidere tutto a lui. Questo cambia tutta la prospettiva.

– Io dico di provare per il bianco, in Cina è il colore del lutto – l'occhiata che mi riserva la commessa non è delle migliori e nemmeno quella di Derek, ma dovevo dirla. 

– Iniziamo con il bianco –... Mi sta veramente dando retta? Fantastico, grandioso. Questo pomeriggio andrà meglio di come avevo sperato.

– Allora, lei è il fidanzato? – sobbalzo alla voce della commessa. Io l'ho sempre detto che il rosso è il colore del male e questa qui non avrà i capelli biondo fragola, ma quel rossetto e le scarpe in vernice dicono molto di lei. Non mi è sembrata neanche per un attimo un angelo, soprattutto quando ha chiamato altre tre ragazze ad aiutarla per questo appuntamento. Derek non è così imperativo con il branco e non lo è mai stato. 

– No – rispondo prontamente.

– Il testimone? – mi chiede.

Allora il suo compito è proprio quello di torturarmi, bene. Grandioso.

– No – rispondo ancora.

– Julie avevo ragione io, è lo scopamico! – Cosa?! – Mi devi dieci dollari! –

Oh-mio-Dio.

Voglio sotterrarmi, ora.

Non c'è bisogno di urlare, il vostro amato cliente è un licantropo e sente ogni fottuta parola di questa conversazione e in questo momento starà ridendo. O progettando un omicidio di massa.

Voto a favore della seconda, in qualsiasi caso.

– Mi dispiace dirle che si sta sbagliando, sono solo un povero malcapitato che hanno costretto ad accompagnare lo sposo in questa pazzia – mi becco un occhiata stranita che significa solo «Tu menti ragazzino, io lo so che voi andate a letto. Lo so e lo dimostrerò». Non ho mai desiderato nella mia vita avere poteri magici di qualunque tipo come adesso.

– Li devi a me dieci euro, Sam! Ho ragione io, ho sempre ragione io – queste qua non sono normali, io non sono entrato in un negozio normale. Voglio tornare a casa. Preferisco affrontare mio padre che tutto questo. Preferisco affrontare di nuovo gli Alfa o il kanima o qualsiasi altra stronzata che questo.

– Non credo ad una parola di quello che dici Julie, c'è troppa tensione sessuale per essere uno stupido cliché romantico –

Due metri non bastano, direi che una buca da un centinaio andrà bene. Almeno ci metteranno solo due minuti a ricacciarmi fuori invece che cinque secondi, avrò più tempo per decidere i dettagli del mio funerale in grande stile. 

– Shh, sta arrivando – interviene un'altra. 

Qualcuno devi ricordarmi come respirare. Io non so respirare. Morirò ed è tutta colpa di Derek Hale. 

– Respira ragazzino, non è il momento per lasciare questo mondo. Osserva tutto questo ben di dio in silenzio – ho già detto che odio questa commessa, no? Beh, io odio questa commessa. Che razza di nome è Sam? Almeno il mio è originale, un po' troppo, ma è originale.

Pensare al mio nome non servirà a rendere quel completo meno splendido indossato da Derek.

– Allora abbiamo provato quello interamente bianco e non è piaciuto per niente a nessun dei due, quindi abbiamo optato per uno giacca nera e un pantalone bianco – spiega la commessa, di cui non so ancora il nome, più a Sam e Julie, che ci ha raggiunto in questo momento, che a me. Come se io potessi capirne qualcosa, tutto a quell'uomo sta bene.

– Niente cravatta, Maya? – chiede Julie.

– Al signor Hale non piacciono particolarmente – risponde Maya.

– Ma non puoi avere un matrimonio senza cravatta, amico – cavolo, perché non riesco mai a tenere quella boccaccia chiusa. Adesso le arpie mi saltano addosso.

– Hai qualche idea? – non è un tono minaccioso, mi sta seriamente chiedendo dei consigli.

– Di che colore è il bouquet di Kate? – dico, cercando di non pensare al dolore fisico che mi provoca la parola Kate.

– Dagli dei consigli seri, per quanto possano fare male. Deve capire che di te ci si può fidare – mi dice Allison. – Se fa troppo male non pensare nel complesso, focalizzati su un dettaglio, su qualcosa che ti fa stare bene – 

– Avresti dovuto consigliarlo a Scott quando vi siete lasciati. Credo avrebbe evitato quel tatuaggio e il dolore che mi hanno provocato i suoi artigli mentre cercavo di tenerlo fermo – Allison mi sorride pacata.

– In un modo o nell'altro dovevi venir ferito dagli artigli di Scott, avrebbe interrotto la sua sequenza di tentati omicidi – grazie Lydia, grazie mille.

 

Lo guardo negli occhi perché è l'unico dettaglio su cui posso soffermarmi, senza creare sospetti. Chi vogliamo prendere in giro? Lo guardo negli occhi perché amo i suoi occhi, come ogni parte di lui. Forse sono in questo casino proprio per i suoi occhi, sono stati quei maledetti occhi verdi screziati di blu, così espressivi, così pieni di sentimenti contrastanti... così Derek.

– Blu – mi risponde, dopo un attimo di silenzio. Continua a guardarlo negli occhi.

 Ti ricordi l'esatta tonalità? – chiedo, ricordandomi consigli di Lydia.

– Credo blu cobalto o cielo – dice.

– C'è differenza tra i due, una grande differenza – interviene Sam.

– Avete cravatte di quei colori? – chiedo, ignorando i commenti.

– Sì, gliele porto subito – dice Maya.

– Dovresti provare anche tu qualcosa – mi dice Derek.

– Non sono io quello che si deve sposare – ribatto.

– Ma hai il senior prom tra due settimane – 

– Mi sto chiedendo come fai a saperlo tu e non io – gli dico, nascondendo le mani nelle tasche. Io non sto tremando, assolutamente no. Mi becco un alzata di sopracciglia molto eloquente in risposta. Giusto, ha parlato troppo oggi, gli si stanca la voce al signorino.

– Abbiamo anche abiti da cerimonia – interviene Julie.

– Non ho intenzione di provarli, grazie comunque – il sopracciglio di Derek è sempre più esplicativo.

– Non iniziare sourwolf, non proverò nessun dannato abito. Non so nemmeno se ci vado a quel cavolo di ballo – sibilo. – No, Derek non farmi quello sguardo. Non sei ne Scott, ne mio padre. Io non vado al senior prom e nel caso indosserò lo stesso vestito dell'anno scorso. Dovrebbe starmi ancora- continuo.

Odio Derek Hale e i suoi sguardi.

– Stiles – mi dice con calma, – sei cresciuto nell'ultimo anno, non ti andrà mai lo stesso vestito – oh grazie genio del male, come se non lo sapessi.

– Mi stai dicendo che sono grasso? – oh Dio, come fa ad alzare il sopracciglio così in alto. - Okay, ho capito. Ma solo uno – quel sorrisino soddisfatto mi fa ancora più imbestialire. E mi fa battere il cuore ancora più forte.

– Eccomi qui – fortunatamente Maya è tornata e sta accostando vicino al collo di Derek le due cravatte. Che continua a guardarle schifato, per la cronaca.

– Non ti hanno fatto niente quelle cravatte, Derek, guardarle così non servirà a niente. Non ti strozzeranno – l'occhiata che mi becco mi fa ripensare a quello che ho detto. Probabilmente è lui che vuole strozzare le cravatte e sicuramente non ha un kink per il bondage.

– Secondo me le dona di più quella blu cobalto. Abbiamo anche uno smoking dello stesso colore, se vuole provarlo – Maya, dolce e cara Maya. Perché non mi sono innamorato di una ragazza dolce come lei invece che di un lupo brontolone che odia le cravatte?

– Lo provo io, con la cravatta – dico, alzandomi in piedi. Maya annuisce, con un piccolo sorriso. 

Gli faccio vedere io a Derek-odio-tutti-e-anche-le-cravatte-Hale.

Il blu è un colore così carino. 

 

– Allora, sourwolf, come sto? – chiedo, arrivando dal camerino sorridente. – Vedi, nessuna cravatta mi ha strangolato – Derek mi sta guardando. Mi sta facendo una radiografia completa. Sto così male? Anche Julie e Sam mi stanno osservando attentamente.

– Ti sta bene – mi dice, interrompendo il silenzio, – dovresti prenderlo –

Mi ha fatto un complimento.

Mi ha fatto un complimento. 

Non iperventilare, non iperventilare.

– Naah, è fuori dal mio budget per qualsiasi cosa. Forse potrei noleggiarlo. Noleggiate smoking qui? – Maya scuote la testa. – Fa niente, me ne ricorderò per il mio matrimonio – dico, tornando a guardarmi allo specchio. Sto veramente bene, Derek ha ragione.

– Vado a cambiarmi e andiamo. Prendo questo e quello – dice Derek e sbianco.

Quello cosa? – Quello cosa? –

– Il tuo smoking, Stiles – non parlarmi con quel tono ovvio.

Non è una cosa ovvia.

– Stai scherzando? Non puoi comprarmi uno smoking! – ribatto.

– Vedilo come un regalo per il diploma – mi dice, sorridendo.

Lo guardo per qualche secondo, cercando di non arrabbiarmi troppo.

– Okay, tanto litigare con te è praticamente inutile. Non so neanche se ci vengo al tuo cavolo di matrimonio – sbotto.

Lo stronzetto sta ridendo sotto i baffi, lo vedo.

Lo odio. 

Lo amo. 

Lo odio.

Lo amo.

– E perderti l'occasione di rinfacciarmi quanto sia imperfetto? Non è da te, Stilinski – ignoro il suo commento e aspetto che vada in camerino, prima di poter andare in quello opposto.

– Sembrate proprio una vecchia coppia sposata – mi sussurra Julie.

– Zitta, Julie. Non peggiorare le cose. Ancora mi chiedo come abbiate fatto a scommettere su di me in così poco tempo e non voglio sapere su cosa altro avete scommesso. Non voglio sapere –.

Il mondo mi odia, decisamente.

 


 

 

 

 

 







 

 

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Non sono in ritardo, fantastico. Sono uno mito. A parte i commenti su me stessa, come vi è sembrato il capitolo? Commenti, critiche? Come avrete ben capito, il fatto dello smoking blu è stato preso da un bellissimo e mozzafiato set fotografico di Dylan per Fashionist. Se non l'avete visto, GUARDATELO. È UN ORDINE.
Anyway, che dire altro? Spero che abbiate o stiate passando delle buone vacanze,
ci risentiamo a martedì prossimo,


Alex_J

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


Chapter 9

 

 

Da Stiles:

              Ho anche io un vestito per il Prom.

              Ho appena smesso di essere una persona normale

 

Da Lydia:

              Consolati,

              non lo sei mai stato.

 

Da Stiles:

              Sempre incoraggiante,

              Lydia, sempre incoraggiante

 

Da Lydia:

              Aspetta un attimo:

              hai fatto in tempo a far prendere a Derek

              il vestito e sei andato a prendere il vestito per il Prom?

 

Da Stiles:

              Abbiamo appena finito,

              sono in macchina con lui.

 

Da Stiles:

              Forse dovrei togliere la suoneria,

              le occhiate di Derek mi inquietano

 

Da Lydia:

              Non ti inquietano.

              Ma non voglio dire cosa fanno

 

Da Stiles:

              Ricordarmi perché sei mia amica,

              ricordamelo ancora

 

Da Lydia:

              Ti serve un’amica banshee

 

Da Stiles:

              Posso dissentire,

              c'è già troppo soprannaturale

              nella mia vita

 

Da Lydia:

              Parlami del tuo vestito

 

Da Stiles:

              È blu

 

Da Lydia:

              Sei gay e l'unica cosa che sai dirmi é blu?

 

Da Stiles:

              Sono bisex e comunque sì, è blu.

              Tutto blu.

 

Da Lydia:

              Quanto l'hai pagato?

 

Da Stiles:

              Non l'ho pagato

 

Da Lydia:

              Sei diventato un ladro

              e Derek è il tuo complice?

 

Da Stiles:

              me lo ha comprato Derek

 

Da Lydia:

              Quindi dovrai metterlo al matrimonio,

              anche se non ci sarà nessun matrimonio

 

Da Stiles:

              Mi piace come ragioni

 

– Puoi scrivere a Scott di passare da me più tardi? – mi chiede Derek.

– Subito capo – sto ignorando l'occhiata che mi ha lanciato. La sto ignorando deliberatamente.

 

Da Stiles:

              Ehi amico, Derek dice di

              passare da lui più tardi

 

Da Scott:

              ok :)))))

 

Da Stiles:

              Scott ,amico,

              quante volte devo dirti

              che ne bastano due di parentesi?

 

Da Scott:

              Sono tristi solo due parentesi

 

Ho deciso: devo riconsiderare le mie scelte in fatto di amicizie. Devo proprio farlo. Magari in un futuro prossimo, quando tutta questa merda sarà finita.

La macchina si ferma improvvisamente. Come è possibile che siamo già arrivati?

– Non sono nemmeno le sei, sourwolf, non ti ricordavo così puntuale – gli dico – paura del fucile di mio padre? –

– Quello vicino alla porta dello sgabuzzino? – come cavolo fa a sapere dove si trova il fucile... – Non sa nemmeno cosa sia un proiettile all'aconito. Ho controllato la prima volta che ne hai nominato l'esistenza – io non so cosa insegnano ai lupi mannari quando sono ancora cuccioli. Più conosco questo lato di Derek, più continuo a pensare che lo abbiano mandato in un accademia per serial killer.

– Potrei consigliare ai mio padre un buon fornitore per quelli, sai, ora che sono nel giro – dico, facendogli un occhiolino, beccandomi un occhiata fulminante.

– Ciao, Stiles – mi dice. Oh sì, giusto. Devo andare a casa.

– Ciao, Derek – dico, imitando la sua voce e scendendo dalla Camaro.

– Stiles? – cosa vuole ancora? Mi volto di scatto, pentendomene all'istante quando vedo il suo sorrisino accecante.

– Il completo –

Stupidi sourwolf, stupida bisessualità, stupido fottuto completo...

 

*

 

Pà, sono tornato – urlo, entrando in casa e correndo verso le scale. Devo nascondere questo dannato completo, devo seppellirlo da qualche parte.

– St... Cos'è quello? – dice, indicando il completo.

– Quello cosa? – agisci con tranquillità e non ti succederà nulla, Stiles.

– ...quello – indicare sempre più titubante il portabiti non servirà a molto, papà.

– Un cadavere. Lo porto in camera mia per farlo a pezzi e poi seppellirlo con Scott – buona idea. Potrei fare la stessa cosa con il vestito, giusto.

– Stiles? – amo il modo in cui la gente pronuncia il mio nome, sembra una cosa estremamente divertente da fare.

Stiles, Stiles, Stiles, Stiles.

Sì, papà? –

– Vai ad appoggiare quel... coso e scendi giù, dobbiamo parlare –

– Quel coso è un abito elegante, devo lo stesso farlo a pezzi e poi bruciarlo, ma è solo un abito – sibilo, con i nervi a fior di pelle. Mio padre mi rivolge uno sguardo indecifrabile, quasi...dispiaciuto?

– Scendi – perché tutto a me, perché tutto a me?

 

Quando scendo sento mio padre chiamarmi dalla cucina. Non sta leggendo nessun giornale, nessun bicchiere di whisky accanto e non indossa nemmeno il distintivo. Non ricorda cosa mi ha detto quando è morta la mamma, non ricordo se era andata proprio così, non voglio ricordarmelo. Ma l'atmosfera sembra quella.

– Figliolo, devi dirmi qualcosa? – mi chiede, serio. Se rimando in piedi, forse o meno tic e riesco a nascondere le mani che tremano furiosamente.

– Non vado in punizione da due mesi, non ho insufficienze e non ho intenzione di presentarti nessuna ragazza. Ah sì, non ho nemmeno messo incinta nessuna – il sarcasmo è la mia unica difesa. Perché non usarlo?

– Non sono quando mi presenterai una ragazza, forse l'anno prossimo, forse mai. Non so bene come vanno queste cose – non mi sta guardando e anche le sue mani tremano. La cosa sta andando molto peggio di come avevo immaginato.

– Beh, non è detto. Magari domani Lydia dichiarerà il suo amore infinito ed eterno per me e ci sposeremo a fine giungo, sarà il matrimonio del secolo!Ci saranno colombe, dolci e pizza, tanta pizza... –

– Stiles – mi zittisco immediatamente e cerco di respirare più piano… Andrà tutto bene, andrà tutto bene… – Non mi importa chi tu ami, non me ne mai veramente importato finché ti ho visto felice o almeno, ti ho visto andare incontro ai soliti problemi adolescenziali con l'amore come qualsiasi ragazzo avrebbe fatto e una parte di me ha sempre sperato che quella ragazza, Lydia, si accorgesse di quanto mio figlio sia speciale. Se il mio compito qui è fare il genitore e amarti sempre, il tuo è di essere te stesso e so che non hai problemi a farlo. Non voglio che tu smetta di essere te stesso, non nasconderti. Non escludere il tuo vecchio dalla tua vita – sento la voce di mio padre inclinarsi mentre cerco di trattenere le lacrime. – Non sono cieco, figliolo, ho visto come guardi Derek. Ho capito che sei stato tu a bruciare la casa, tentando di bruciare la sua partecipazione di matrimonio e ho riconosciuto gli occhi rossi di chi si è addormentato piangendo, martedì. Non sapevo cosa fare, non sono intervenuto perché non sapevo cosa fare. Crescere un figlio non è come risolvere un caso, non ci sono procedure stabilite –

– Pa’...–

– Sei il mio unico figlio, Stiles, la mia sola ragione di vita. Non rovinarti la vita rincorrendo un uomo sposato che non sa decidersi. Voglio solo che tu sia felice– mi avvicino a lui mentre si alza e lo abbraccio. Lo stringo forte, più forte che mai, piangendo e lasciando che il peso di tutta questa storia scivola via per un momento. Continua ad abbracciarmi, a lasciare che io versi tutte l'acqua che ho in corpo attraverso i mie condotti lacrimali, mentre i singhiozzi mi scuotono il corpo.

– Andrà tutto bene, figliolo, andrà tutto bene –

 

C'è un unico modo per rasserenare gli animi in casa mia: mangiare i mie famosi spaghetti con le polpette, seguendo fedelmente la ricetta del primo film di “Lilly e il vagabondo”.

– Lo sai che non eri obbligato a farli – mi dice mio padre, mentre glieli servo.

– Ma ora li ho fatti e tu sei obbligato a mangiarne due piatti – lo riprendo scherzosamente.

– Potevi farmi anche le ciambelle... –

– Come se non le mangiassi tutti i giorni e sì, ho le mie spie alla centrale – mio padre si zittisce e inizia a girare gli spaghetti con la forchetta – Quanti sanno che sei bisessuale? –bene, ha detto la parola maledetta. Sembra non averne più paura. Adesso tocca solo a me farmene una ragione.

– Uhm: Lydia e Allison, Isaac lo ha capito senza che dovessi dirglielo come credo Danny, lui lo sa dall'inizio dei tempi, forse anche prima del sottoscritto e poi direi basta. Ah sì, se lo sa Danny probabilmente lo sanno anche i gemelli – in pratica mezza Beacon Hills. Perché ultimamente i mie spaghetti ispirano discorsi così seri? Tutti dovrebbero essere presi a mangiare, a gustare la mia arte e invece no,si parla sempre e comunque di Stiles, in particolare dei suoi problemi.

– E Scott?– cerco di ignorare l'ennesimo pugno dello stomaco associato alla frase Scott-bisessualità.

– Non credo sia ancora pronto per saperlo – o forse non lo sono io.

Non sa nessuna delle due cose? – lo sguardo stupito di mio padre non aiuta. Per niente.

– Sono collegate, se gliene dico una devono dirgli anche l'altra. “Oh Scott, sai una cosa? Credo di essere bisessuale. La mia cotta per Lydia è passata, forse da tanto tempo. Hai presente Derek Hale? Sì, quel licantropo dal passato difficile, dal volto da gatto incazzato, quello il cui zio ti ha trasformato? È anche un maschio... –

– Di cui sei innamorato. Non c'è niente di male – prima dice che vuole proteggermi e non farmi rovinare la vita e ora dice che non c'è niente di male? I mie spaghetti hanno qualcosa di strano ultimamente. Forse dovrei prepararli a Lydia, se non le succede niente, vuol dire che hanno qualche strana maledizione sopra.

– Si sta per sposare con il male, il male puro. Hai presente il diavolo? Nei miei incubi da tre anni a questa parte lo interpreta lei, vestita di nero e con un enorme, gigantesca balestra nera piena di frecce avvelenate puntate su tutti noi – sbotto, rabbrividendo all'immagine.

– Hai mai provato a dichiarati? – Eh? Cosa?

– Non ne stiamo parlando veramente… –

– Non so se si usa ancora questa cosa tra i giovani d'oggi, ma ai miei tempi era un buon metodo per capire se i propri sentimenti erano ricambiati –

– Come hai fatto con Melissa? – dico sarcastico. Se dobbiamo parlare dei miei problemi di cuore, possiamo tirare fuori anche i suoi.

– No – colpito e affondato – come ho fatto con tua madre. Le ho anche regalato un mazzo di rose rosse – odio il silenzio. E questo è il genere di silenzio che fa più male.

Ogni volta che parla di mamma mi viene voglia di rinchiudermi in camera per ore e fissare il vuoto, perché ne parla... come se fosse ancora qui. Vorrei dirgli che il momento di andare avanti, che mamma rimarrà sempre nei nostri cuori, rimarrà sempre seduta tra noi a capotavola,che sorriderà sempre ogni volta che le porta quel mazzo di rose rosse, ogni anno, ma non sono sicuro nemmeno io di voler vederlo andare avanti completamente. Il problema di noi Stilinski è che quando amiamo, non abbiamo nessun freno che ci impedisce di non farlo. Nonna me lo ripeteva sempre... e anche mamma. Dio, non è il momento di pensarci.

– Dimentica quello che ho detto. Non è il momento per un discorso del genere e non ci provare neanche a chiedermelo, conosco quello sguardo. Tua madre ti avrebbe accettato, proprio come sto facendo io – cerco di ingoiare il boccone, con il groppo alla gola che quasi mi fa strozzare.

– Allora mi stai dicendo di regalare delle rose a Derek? È un piano migliore degli altri che ho sentito, ma non raggiunge il livello base di riuscita – dico a bassa voce, cercando di controllare le mie emozioni. Se regalassi delle rose rosse a Derek, diventerebbero subito frammenti di petali accanto al mio cadavere. Come in If I Die Young. Potrebbe diventare presto la mia canzone a quanto pare.

– Io non ho sentito niente riguardo ad altri piani, illudimi che non stai organizzando niente che potrebbe farti arrestare– dice, alzandosi da tavola per lavare i piatti e cercando inutilmente di nascondere gli occhi lucidi – però promettimi una cosa: basta bugie.

– Dipende da cosa intendi per dire bugie –

– Intendo mentire e non stiamo rifacendo questo discorso, è appurato che sono io dalla parte della ragione –

– Solo per il fatto che tu hai usato la parola appurato, non posso discutere con te pa' – il telefono mi vibra in tasca.

 

Da Lydia:

              Emergenza piano,

              a casa mia tra 10 minuti

 

Abbiamo un problema al quartier generale, vado e torno – dico, alzandomi in tutta fretta dal tavolo.

– A casa entro mezzanotte, che poi il turno presto. Oggi indagherò sulla spia delle ciambelle – lo sento dire, mentre mi allaccio le scarpe – Non dirmi che è Parrish. Parrish! Lo sapevo, troppo buono come ragazzo, doveva avere una pecca, la peggiore di questo mondo. Oggi mi sente... –
 


 

 

 

 

 







 

 

Angolino dell'autrice:
*Emerge dal suo angolino della vergogna* Ehm, Salve a tutti.
Vi devo delle scuse, ho passato un mese infernale a scuola e non ho avuto nemmeno il tempo per copiare il capitolo 9 e 10 sul pc con la dovuta calma. Ora, grazie all'estate, gli aggiornamenti torneranno regolari e consistenti, soprattutto perché dal prossimo capitolo abbiamo una grande svolta con la vicenda e farvi aspettare troppo tempo sarebbe da veri bastardi. E io sono cucciolina, la mia povera beta può confermarvelo.

Credo che io vi debba almeno uno spoiler per farmi perdonare dalla mia lunga assenza e da questo capitolo pieno di angst.

– Oh giusto, Allison? Fai uscire i ragazzi dall'armadio –

Dedico in particolare questo capitolo ad Aoibara che mi ha sgridato per il ritardo tramite la mia povera beta. (Ah, a proposito, capitolo non betato. Scusate se notate qualche orrore xD)

A martedì prossimo,
Alex_J

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***


Chapter 10

 

Mi avete appena tolto da una bellissima cena a base dei miei fantastici spaghetti-post-coming-out, quindi, spero per voi che sia... – congelo sul posto appena vedo una chioma bionda ondeggiare davanti a me.

Cosa ci fa Kate Argent in camera di Lydia?

 

Ciao Stiles, è un piacere rivederti – mi viene da vomitare. Mi sento molto, molto incinta. Quindi con nausea e istinti omicidi verso il mondo. 

Adesso vomito.

– Oh beh, il piacere è mio signora Argent – sii educato e gentile e non ti succederà niente.

– Quasi Hale tra meno di un mese, quindi per evitare fraintendimenti, chiamami Kate. Sei un amico di Allison, non c'è bisogno delle formalità – voglio vomitare, voglio solo vomitare anche se beh, visto come è attorcigliato, non credo di aver più un stomac... – Mi è sembrato di sentire la parola coming out? – devo rivedere la mia teoria sul rosso. Anche il biondo è piuttosto malefico... colpisci, uccidila, ma non vomitare, non vomitare...

– Ah sì, C.O.M.I.N.G O.U.T! Alias Come Osannare Meglio I Nostri Giocattoli O Usarli Tentennando. È per il remake di Toy Story del Drama Club. Teatro progressista. Si fanno cose da pazzi per avere dei crediti in più, non è vero ragazze? – sono veramente un genio incompreso. Adesso però devo pensare a un modo per scappare. Non posso stare qui.

Le ragazze almeno annuiscono sorridendo falsamente.

– Non sapevo esistesse ancora il Drama Club a Beacon Hills – dice sospettosa ed ha ragione, credo non sia mai esistito. – Ora vi lascio alle vostre prove. Divertitevi ragazzi! Ci vediamo a mezzanotte tesoro – il mio stomaco fa un'altra capriola schiantandosi violentemente contro lo sterno. E ha solo chiamato tesoro Allison, baciandola sulla fronte prima di andare via. Non pensare a Derek, non pensare a Derek.

– Ehi Stiles, è andata, Stiles –... chissà se lo chiama amore, se lo bacia sulla fronte, sul naso, sulle labbra...

Stiles – la voce di Lydia mi da un scossone, come la sua mano sul mio povero braccio, – tutto okay?– guardo le due ragazze. La mia migliore amica/ex colossale cotta e la ragazza del mio migliore amico, preoccupate entrambe a morte. Per me.

– Questa è più di un emergenza Lydia, è un movente per un omicidio – riesco a squittire.

– Per quello abbiamo le armi, anzi Allison le ha – dice Lydia, sbattendo nervosamente le ciglia. Io stavo per andare seriamente in panico, ma a quanto pare Lydia non è messa meglio.

– Non uccideremo mia zia. Non ora. Comunque sì, abbiamo le armi e alcuni di noi sanno anche usarle – risponde Allison.

– Perché non la uccidiamo? Qualcuno deve morire in questa storia – credo di aver fatto un bel salto nel sentire delle voci provenire dall'armadio.

– Oh, giusto, Allison? Fai uscire i ragazzi dall'armadio –

Solo Lydia Martin può nascondere tre licantropi in un armadio.

 

Sei rientrato molto tardi ieri? – forse sarà l'adderal o forse il mese di maggio, ma sembra che il tempo nella mia vita non esista veramente. A volte passa troppo in fretta, e a volte BAM, ti dilania e ti strappa i vestiti, torturandoti con estrema lentezza. O forse questo non è il tempo, forse sono i miei ormoni.

– Sono arrivato quando stavi mettendo in moto – riesco solo a dire frasi fatte e senza senso. Forse se avessi fatto quel corso di autodifesa che mi aveva proposto Derek, avrei steso Kate e tutto si sarebbe sistemato. Ma non l'ho fatto, perché sono impazzito di botto, sclerando come non mai con Lydia e ho dovuto rifiutare per salvaguardare gli ultimi neuroni rimasti. Bella fase quella della negazione: niente coming out da fare, nessun amore impossibile riconosciuto e nessun matrimonio con fidanzate bionde e perfette come modelle.

– Stai bene? –

– Alla grande, pa’ – rilevatore di bugie da parte dello sceriffo: livello alto. Sospira e lo vedo lanciarmi un occhiata a metà tra l'infuriato e il preoccupato.

– Ne parliamo stasera, ora tu hai scuola e io devo tornare al lavoro per sgridare Parrish. Ieri sera non c'èra e non ho potuto coglierlo in fragrante – forse oggi dovrei fare un giro alla centrale per sgridare anche io Parrish: ottimo poliziotto, ma pessima spia. Potrebbe distrarmi.

Meglio che vada a scuola, forse è il giorno buono in cui posso capire gli ultimi argomenti di chimica.

 

Stiles Stilinski non può fare progetti della sua vita scolastica. E la colpa è sempre solo di due persone in questi ultimi cinque anni: Lydia Martin e Derek Hale. A volte anche di Scott, ma solo a volte. Questa cosa non aiuta per niente , sopratutto quando io voglio seguire le lezioni e già basta il mio deficit di attenzione ad impedirmelo, se ci si mettono anche quei due sono finito.

– Stiles – sussurra Lydia. Devo seguire, io devo seguire.

Stiles – no, non anche tu Allison.

– Stiles – Isaac, amico, tu dovresti salvarmi.

– Ehi, Stiles – mi volto, esasperato

– Sì, Danny, cosa c'è? –

– Ethan vuole parlarti – e mezzo branco mi ha interrotto per farmi parlare con Ethan? Robe da matti. Mi rivolto, sbuffando.

– Dice che è importante – Danny Danny Danny, tutto quello che esce dalla bocca di Ethan per te è importante. Lo capisco, sì, ma non è detto che sia la stessa cosa per me.

– Ogni cosa per lui è importante Danny, ma non posso dare sempre retta a tutti. E sai? Vorrei essere promosso quest'anno – rispondo

– Anche io Stilinski vorrei che lei passasse l'anno. Per questo oggi passerà un'ora di detenzione con me, la consideri una punizione a suo favore – non sbuffo, non reagisco. Tanto la giornata non può andare peggio così. Questo mese non può andare peggio di così, anzi questa intera vita.

Sto cercando di guardare il lato positivo della cosa: per una volta non dovrò andare a qualche improvvisa riunione del branco, da Derek. Per una volta, non vedere Derek, mi rende felice.

 

– Se vuoi posso farti togliere la detenzione – mi dice Lydia, comparendo magicamente la mio fianco.

– No, che non puoi Lydia. E sai una cosa? Mi mancava una sana dose di detenzione, mio padre iniziava a preoccuparsi riguardo il mio comportamento – le rispondo, senza neanche guardarla.

– La tua prof di chimica fa di cognome Martin, posso eccome – mi dice, con aria saccente.

– Non è chiaro? Io voglio stare in detenzione, voglio passare il pomeriggio chiuso in un aula a fare chimica. Non voglio uscire e incontrare i due fidanzatini – dico secco, cercando di non fare trasparire nessuna parola dalla mia voce.

Lydia rimane in silenzio, guardandomi prima sorpresa, poi infuriata.

– Non puoi sempre comportarti come una donna con il ciclo, Stiles, dovrai affrontare la realtà prima o poi – mi dice secca.

– Affronto tutti i giorni la realtà, e la realtà fa veramente schifo. Scusami ma devo andare a lezione – stupida sensibilità, dannati Hale, dannata bisessualità.

Come vuoi – solo il rumore dei tacchi che risuona nei corridoi la accompagna verso la parte opposta alla mia e invece io sono un cretino fermo da almeno un minuto per il corridoio, con i libri che stanno per scivolare e le lacrime che cercano di uscire. 

Cammino verso la prossima aula e il fantasma delle ultime parole di Lydia è quasi un incubo, un incubo che fa risalire il vomito, la bile e tutto quello che non ho mangiato a colazione. Ma è solo un fantasma. E prima o poi i fantasmi se ne vanno via.

 

Stiles! Forse ho trovato il modo per farti entrare in testa la mia materia – quando gli insegnanti iniziano a dire queste cose, è la volta buona in cui riescono solo a farsi odiare di più. E la signora Martin mi sta simpatica, sarebbe un vero peccato.

– Professoressa Martin non ho alcun... –

– Fai fatica a ricordare gli elementi o le formule? – ho appena smesso di chiedermi da chi ha ereditato Lydia la sua capacità di ignorare le persone. Nei primi 13 anni della mia vita è stata davvero brava. Facciamo anche 16.

– Gli elementi credo, hanno nomi decisamente troppo complicati e tipo le regole, come definire se una sostanza è basica o acida– dico, senza capire dove voglia arrivare.

– Bene. Il mio piano funzionerà alla grande. Così potrai fare colpo su mia figlia definitivamente e diplomarti – allora fa sul serio. Perché non do mai retta a Lydia?

Prof questa è una punizione, non dovrei dirglielo, ma non è obbligata ad aiutarmi – le dico, senza mezzi termini. Prima finisce questa tortura, prima posso chiudermi in camera a guardare il soffitto, insultando gli Hale e la parte bionda degli Argent.

– Ma io voglio aiutarti, Stiles. Tu hai fatto tanto per mia figlia. Sei l'unico che è andato a trovarla dopo i primi incidenti degli anni scorsi, l'unico che sa tirarla e aiutarla. Pensavo che dopo la partenza di Jackson sarebbe stata male per parecchio tempo, invece dopo pochi mesi si è tirata su. Quasi come nuova. Certo, le manca ancora Jackson e ora che tornerà saranno danni per entrambi ma almeno so che è felice, con te è felice giusto. Jackson non era giusto per lei. Bevi caro, devi rimanere idratato – Lydia è tornata come nuova perché è Lydia. Non grazie a me, non grazie a Aiden, solo grazie a se stessa. Le banshee non hanno bisogno degli uomini... Aspetta, aspetta, Jackson cosa? Whittermore torna in città?

– Jackson torna in città? – le dico, mostrando la prima vera emozioni oltre la depressione cronica in questa giornata.

– Ah, sì, non avrei dovuto dirtelo, pazienza – ora sto iniziando a capire il suo gioco. Mi sta imbrogliando, e sta facendo la stessa cosa con Lydia. Lei sa che sua figlia è forte, ma se proprio deve esserci qualcuno al suo fianco, vuole che sia Jackson. Psicologia inversa.

– Ricevuto, prof – sussurro, piacevolmente stupito.

– Bene, iniziamo allora. Partiamo dalle frasi che ti faranno far colpo su De... su mia figlia. Se ti dico, sei un 10? – mi chiede. De... qua c'è qualcosa che non va. Le banshee possono prendere la pozione polisucco?

– Non ne ho la più pallida idea – rispondo.

– Pensa al ph – dice, sedendosi sulla cattedra come se fosse una sua normale lezione.

– Il numero 10 se fosse il ph...è basico, perché è maggiore di 7, no? – ci rifletto un attimo – basico? Dovrei dire a una persona che è basica? –

– Hai appena capito come si definisce se una sostanza è acida o basica. O almeno, te lo sei ricordato. Questo è il tuo problema, Stiles, non ricordi – forse i suoi concetti di chimica,ma certe cose le ricordo, forse troppo bene – Ora passiamo agli elementi, prendi la tavola – la situazione inizia a farsi interessante. – CuTe. Separa le sillabe e trova le due sostanze che potrebbero comporre la parola –

– Mmm... Rame e Tellurio? – propongo.

– Esatto. Proviamo con questa – mi dice, passandomi un foglio con scritto a caratteri cubitali: STeReK. 

Brutto momento per idratarmi, perché l'acqua che serviva a quello scopo è finita in pochi secondi sul pavimento.

– Sterek? – riesco a dire a fil di voce.

–Me lo ha dato Lydia, non ho idea di cosa sia – Lydia. Una Martin non basta per queste cose.

Cerco di non sbuffare troppo forte e cerco gli elementi nella tavola.

– Zolfo, tellurio, renio, potassio – affermo con più sicurezza.

– Bene allora, adesso non guardare e fammi questa... –

 

Non era così che avevo pensato di passare l'ultima parte del mio pomeriggio. Non era così che pensavo di poterla passare da molto tempo.

Suono di nuovo il campanello di casa Martin e fortunatamente sento dei passi.

– Non vogliamo... Ah, Stiles sei tu – certe cose non cambiano mai e nemmeno Lydia Martin.

– Posso entrare? –

– No, Stiles – dice, guardandomi con sufficienza e tenendo la mano ancora sullo stipite della porta. Sta alzando le sopracciglia in modo strano...

– Dai Lydia, ti chiedo scusa, okay? Ho sbagliato e ho imparato la lezione – inizio, cercando di ignorare le sue imitazioni.

– Accetto le scuse ma non puoi comunque entrare, tuo padre mi ha detto di spedirti a casa appena ti avrei visto, dice che avete ospiti a cena – mi dice semplicemente, sbattendomi la porta in faccia.

Non ha la faccia di un perdono con scuse accettate questo, hanno più la faccia di un modo per...

– Lydia lascia stare Stilinski e torna a letto, non ho finito con te –... liberarsi in fretta di una persona. Per tornare a letto con Jackson Whittermore.
Grazioso, la giornata non può andare meglio di così.

 

 
 
 
 
 






 
 

Angolino dell'autrice
Ecco, vi presento il capitolo dieci più brutto della storia. È stato un travaglio e se fosse stato per me, lo avrei cancellato tutto e mai pubblicato. Ma per vostra fortuna, c'è la mia beta che mi ha dato alcuni consigli per migliorarlo.
Mi scuso per il ritardo e spero di non avere più momenti del genere.
Anyway... Jydia is the air! Ma neanche qui la cosa sarà così facile ehehhe.
Guardate chi é tornata anche qui? KATE ARGENT. Non era mancata a nessuno, ma lei é tornata lo stesso. Se ascoltiamo Aiden, non rimarrà per molto.
Commenti, critiche? Suggerimenti? Teorie?
Al prossimo capitolo,

Alex_J


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Capitolo 11
*** Chapter 11 ***


Chapter 11

 

Lydia mi ha cacciato da casa sua per la seconda volta in un solo giorno. Forse non sono solo i lunedì, sono anche i derivati del lunedì, come i martedì e i mercoledì, i giovedì e i venerdì. Per ora niente di strano mi è capitato di sabato, quindi non posso estendere la teoria e nemmeno mi è successo niente di domenica, perché non c'è posta la domenica, nemmeno a Beacon Hills.

– Pa’, mi ha detto Lydia di venire qui perché avevamo ospiti, anche se forse si riferiva a se stessa perché è lei ad avere... –

– Un ospite – non so se Derek si riferisca a se stesso o a Jackson, ma non importa perché... Derek è qui.

– Stasera Derek mangia con noi, mi sta aiutando con un caso e volevo ringraziarlo alla maniera degli Stilinski – posso ringraziarlo anche io, in una nuova maniera alla “Stilinski, cognome del tuo futuro marito". 

– Oh Beh, grandioso! – dico,e questa volta lo penso davvero – Così sei senza la tua metà e ti consoli con la birra – aggiungo,nonostante il coltello alla parola metà indicando quella che tiene tra le mani. L'occhiata di Derek mi fa zittire immediatamente da qualsiasi commento, che visto come si presenta ora, potrebbe essere solo osceno.

Non guadare quella maglietta anzi no, guarda la maglia, sempre di meglio di osservare le vene in rilievo e le gocce di sudore che attraversano i bicipiti... una birra, mi serve una birra. Ed è quello che sto per fare, quando mio padre mi lancia un sguardo di fuoco.

– Sono solo 5 gradi, papà! – cerco di ribattere sconvolto.

– Anche se non fossi il figlio dello sceriffo e avessi raggiunto la maggiore età, non ti permetterei di berne neanche un goccio – posso vedere Derek ridere con la coda dell'occhio, cosa che mi fa sia irritare, sia portare a nascondere un sorriso a mia volta.

– Invece di conversare con gli occhi, venite a darmi una mano ad apparecchiare la tavola! E non puoi impedirmelo, John –... Melissa? Lo sguardo confuso che rivolgo a mio padre mi risparmia una serie di parole sconnesse che preferisco tenere per me, vista la presenza di un certo Sourwolf sudato con la sua Henley e...

– Melissa non si considera più un ospite – dice e posso notare un pizzico di soddisfazione nella sua voce, per poi seguirla in sala. Approfitto del momento di distrazione di mio padre per cercare di rubare un goccio di birra a Derek, che allontana la bottiglia.

– Ehi dai, un sorso – lo supplico.

– Non se ne parla, non voglio averti sulla coscienza – perché ovviamente non mi hai già sulla coscienza se stai in casa mia, vicino al bancone della cucina, mezzo nudo. Beh non proprio, ma è comunque troppa carne in vista per i miei ormoni.

– Dico anche a voi due, piccioncini! Scott sta per arrivare e senza la sua metà, quindi credo che avrete un Alfa da consolare – ignoro che nessuno dei due riesce a ribattere alle parole di Melissa. Qui abbiamo un altro problema ed è Scott, in tutto e per tutto.

Seguo Melissa, sperando che il metodo Allison funzioni anche questa volta per distrarlo. Ma ho dei seri dubbi.

 

Credo che cenare con tuo padre, la madre del tuo migliore amico per cui tuo padre ha una cotta da almeno tre anni, il tuo migliore amico con cui non parli per paura di chissà quale rifiuto psicologico e infine con il ragazzo di cui sei innamorato che si sta per sposare tra meno di tre settimane, sia la situazione più imbarazzante del secolo. E io non sono nuovo alle situazioni imbarazzanti, ma questa è veramente il colmo.

– Amico – sento la voce squillante di Scott chiamarmi e non posso fermarmi da girarmi e sorridere, rincuorato dalla sua voce, – Sembra una vita che non ci vediamo – aggiunge circospetto, ma con la sua solita allegria. E poi mi abbraccia ed è come ritrovare un fratello che credevi quasi morto in guerra.

– Scotty bello, sono stato dietro nella maggior parte delle lezioni – riesco a dire quando mi libera, ma so benissimo che non è quello che intende. Fa male mentire, sopratutto a Scott. A volte vorrei tornare ad essere di nuovo quel sedicenne preoccupato per il suo migliore amico, preso a fare ricerche per poi scoprire che è diventato una creatura mitologica per seguirmi alla ricerca di un corpo, anche esso di un licantropo. Preferisco rischiare la vita ogni giorno, che tutto questa merda tra me e Scott.

– A tavola – urla Melissa, prima di venirci incontro nuovamente.

– Ma mamma, non dovevamo aiutarti? – chiede Scott, sorpreso.

– Certo, ma ho fatto prima senza poteri soprannaturali, che con i vostri artigli-riga-piatti –commenta, mentre la seguiamo in sala, per poi farmi un occhiolino. Artigli-riga-piatti?

– È successo solo una volta ma... – non riesce nemmeno a finire una frase che sbuffa e segue senza altri commenti la madre. Una parte di me vorrebbe ridere alla scena che si è formata nella mia testa, ma non riesco a ridere sapendo che il mio migliore amico ha perso il controllo chissà quanto tempo fa. Ed io non ero lì.

– Stiles? – la voce preoccupata di Derek non fa meno male di tutto il resto, come al solito d'altronde. In questo momento vorrei fare solo una cosa, a parte baciarlo fino a fargli perdere i sensi come desidero ogni istante della mia vita. Vorrei che mi stringesse la mano, senza dirmi niente, mi basterebbe questo. E lui sembra aver capito, perché sento che la sua mano sfiora la mia, facendomi imprecare le peggiore cose nella mente.

Annuisco, non sapendo cosa rispondere alla sua domanda non domanda.

– Dobbiamo andare – aggiunge. La preoccupazione è stata spazzata via dalla modalità "Sono Derek Hale e sono una fottutissima macchina senza emozioni, soprattutto verso gli umani iperattivi".

Ma la sua mano rimane li, senza stringere la mia, come un fantasma vicino a una persona cara, troppo impaurito per avvicinarsi di più.

Dovrei bere di meno, papà ha ragione.

 

Imbarazzante: aggettivo; che presenta o implica difficoltà, che mette a disagio. Sinonimi: delicato, increscioso, penoso, scomodo.

Finalmente riesco a vedere i risultati di quel pomeriggio passato ad imparare definizioni con Scott: sia la parola imbarazzante che i suoi sinonimi si adattano perfettamente alla situazione. Il cibo è delizioso, ma il silenzio che regna attorno riesce a renderlo acido e amaro ogni volta che l'unico rumore rimane quello del muoversi delle forchette. Neanche strozzarmici smuoverà qualcosa.

– Complimenti per la cena signora Mccall, è tutto delizioso... – anche Derek e la sua improvvisata vena da gentiluomo.

– Ti ringrazio Derek, e chiamami Melissa per favore, sto abbastanza a contatto con le formalità ogni giorno – risponde lei, sorridendo – Vedo che piace anche a te la mia cucina, Stile – mi dice, rivolgendomi un occhiata rimproverante ma divertita.

– I tuoi piatti fono femvre buoniffimi, Meliffa – riesco a dire tra un boccone e l'altro.

– Lo capirei anche se mangiassi in un'altro modo e non parlassi a bocca piena – aggiunge, continuando a guardarmi sempre più esasperata.

Mi guardo intorno e noto che mio padre ha la stessa espressione di Melissa - l'amore si vede anche da questo - mentre Scott e Derek mangiano, cercando di trattenere le risate, il primo con meno successo del secondo. Soprattutto con Derek che cerca di fare il sostenuto e ammonire Scott.

E poi Derek ride. Ride di una risata spensierata e liberatoria, così potente da coinvolgere tutti.

Il dolore che mi attanaglia lo stomaco è quasi piacevole; quasi.

 

La risata di Derek non è una risata da persona normale,sembra intrisa di qualcosa che riesce a mettere allegria anche nelle cene più imbarazzante di tutto il mondo. Pensavo che facesse solo a me questo effetto, ma non è così.

–Non credo di avertelo mai chiesto Derek, ma cosa avresti fatto nella vita , se non stessi facendo questo... Non so bene neanche io cosa fai. Comunque, libero di non rispondere se ti sembro troppo invadente– interviene Melissa,così dal nulla. Beh, forse non proprio dal nulla, ma visto che non sono riuscito a seguire l'ultima conversazione perso tra il cibo e nel cercare di non strozzarmici di fronte a visioni celestiali e demoniache nello stesso momento.

– Non è un problema Melissa – risponde Derek, e non sembra veramente un problema, non quando Scott gli dice che deve scappare per andare ad un appuntamento con Allison in cui lo dice a denti stretti; per lui parlare adesso non è un problema e il mondo potrebbe anche finire in questo momento, per quando riesco a prevedere – Mi sono laureto alla NYU in Storia Antica, più per scopi personali che per l'altro. Non ho veramente voluto fare lo storico, anzi credo di non aver mai pensato a cosa avrei voluto fare della mia vita – dice, con una calma quasi innaturale.

– È una laurea molto importante, con esami difficili. Complimenti, Derek – si aggiunge mio padre al discorso.

– La ringrazio, Sceriffo – ancora non si sta facendo chiamare John, però almeno gli parla, è un passo avanti – Credo che Stiles avrà molto più da fare di me alla Upenn, Criminologia dicono sa essere più insidiosa di Storia Antica – il mio cuore perde qualche battito. Qualcosa come trecento al secondo in meno. Qualcosa come il segno di una morte vicina. 

Derek mi sorride, un sorriso appena accennato.

BAM. Morto.

– Non credo – riesco a dire con voce debole, per poi pregare che qualcuno cambi discorso.

– Bene, ora siamo pronti per il dolce di Derek! – sia ringraziato il cielo! Aspetta, aspetta... Dolce? Derek? Perché non riesco a non pensare al suo pene con questa frase? Io continuo a chiedermi perché sono così, perché io.

– Derek ha fatto un dolce? – meglio dire così che "Derek sa cucinare?". Per una volta Scott ha tatto, anche se non riesce a nascondere la sua eccessiva sorpresa. Non pensare a Derek in cucina con il grembiule, no, Stiles, no, Derek nudo con solo un grembiule addosso, oddio nonono...

– Vado prenderlo – ecco Derek che è tornato nella modalità lupo brontolone. E sembra un bene per i miei ormoni, che si sono calmati un attimo.

Sto scoprendo molte cose in questi mesi su Derek, ma questa mi mancava. E sono sorpreso di sapere che non sono nemmeno un po' deluso da non essere a conoscenza di questo particolare della sua vita, sono solo incuriosito. Voglio scoprire altre cose, voglio sapere di più, poter fare di più per poterlo conoscere e amarlo così com'è, il vero e totale Derek Hale. Il lupo scorbutico, sempre schivo, che sa rivelare sorrisi e dettagli nei momenti più impensabili. 

E quando arriva, con una grossa teglia di quelli che sembrano (cavolo brownies, oddio) brownies al delizioso cioccolato, mentre sorride imbarazzato ai fischi e ai nostri applausi, so che non mi interessa se non ho più l'occasione di amarlo come voglio io. Lo farò e basta perché, cazzo, nonostante tutto io amo Derek Hale, lo amo da impazzire, lo amo da perdere i sensi a suon di sorrisi, di ringhi, e di occhiatacce e non ho la minima intenzione di smettere.

 









 

Angolino dell'autrice:

Ehm, salve. Finalmente, ancora non so come, sono riuscita a partorire questo capitolo, che rispetto ai precedenti mi piace molto di più. Con le vacanze di mezzo ho avuto poco tempo per mettermi seriamente a revisionare i miei appunti su Second Chaces, ma finalmente sono riuscita a ricavarci qualcosa. Spero di riuscire a tornare alla mia puntualità dei primi mesi, ma non posso promettervi niente visto che sto per andare incontro alla quinta liceo. Beh, che dire, spero che il capitolo sia piaciuto anche a voi! Commentate, recensite, picchiatemi a sangue.

 

Ah, un ultima cosa. Ho in mente di scrivere delle shot a parte, per dare un po' di vita anche alle altre coppie o personaggi della storia, quindi vorrei fare un sondaggio su quale preferireste leggere per prima.

La prescelta sarà postata settimana prossima

1. Parrish e le ciambelle che compra allo Sceriffo

2. Una Jydia a metà tra l'angst e il fluff 3. Una Sherissa( sceriffo/ mamma mccall)

Fatemi sapere e al prossimo capitolo!

Baci,

 

Alex_J


 
 

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Capitolo 12
*** Chapter 12 ***


Chapter 12

- Amico,credo di non aver mai mangiato brownies così buoni. Mi devi dare la ricetta, devo assolutamente rifarli. - riesco a dire, dopo ...il decimo? O il decimo era quello che ho mangiato cinque pezzi fa? Non lo so, so solo che erano veramente buoni. Erano, perché Derek ha portato un'altra teglia, lasciando la prima tutta a me e a Scott. Mi sento scoppiare.

- Con cosa li hai fatti? - chiede Melissa, che ne ha mangiati anche lei parecchi, meno di noi sicuramente, ma neanche della loro teglia é rimasto molto.

-Vari tipi di cioccolato, qualche oreo -

Strabuzzo gli occhi.

- Dio, Derek!Amo quei biscotti! - esclamo.

- Sono contento di aver scelto bene allora- dice, sorridendomi. Ben tornato sorriso anti-Stiles...non mi sei mancato, no —La prossima ti faccio i miei cupcake alle Reese – Neanche un po'. Nemmeno un pochino, nemmeno per niente.
Dannata Lydia, lei e le sue serate film. Devo smetterla di darle retta e scegliere io, per una volta.

— O mio dio, sarebbe fantastico — quest'uomo é da sposare. Motivo in più per non farlo fare a Kate, non merita questo ben di Dio.

Sento qualcuno tossichiare e mi accorgo che é Scott e non sta tossicchiando a me, ma a mio padre e sua madre che si stanno facendo gli occhi dolci, come al solito. E mio padre le tiene la mano, mentre lei lo continua a guardare.

Mio padre sta tenendo la mano a Melissa Mccall? Bisogna festeggiare! Non importa se mio padre ha una vita sentimentale più piena della mia, l'importante é che sia felice. E che stia con Melissa. 

- Io vado, é stata una bellissima cena, ma devo andare a casa a dormire -...alias Allison mi aspetta, non voglio immaginare come o per cosa,ma so che lo sta aspettando- Devo aspettarti alzato , mamma?- gli dice Scott, sorridendo. Non é un sorriso di scherno totale, é un sorriso genuino, alla Scott.

- No, Scott, quello tocca ancora a me. Ti voglio nel tuo letto , e possibilmente solo , entro mezzanotte e mezza, ci siamo intesi? -

Scott non nasconde il suo sguardo sorpreso, anche se annuisce, ci saluta un ultima volta ed esce.

L'aria si sta facendo pesante, devo svignarmela.

- Credo che seguirò il consiglio di Scott, andando a fare una bella dormita. - esclamo, sbadigliando e stiracchiandomi di colpo - Notte a tutti - dico, senza guardare nessuno in particolare. Proprio nessuno.

- Vado anche io. Buonanotte Sceriffo, Signor..Melissa- si corregge prontamente Derek, prima di rivolgere il suo sguardo su di me (prima di rivolgere il suo sguardo su di me, quanto romanticismo, che frase bellissima. Il mio prossimo tatuaggio. O forse sará il secondo, per il primo sono ancora indeciso tra “ ti staccherò la testa...con i miei denti” e “No,Stiles.”)- Stiles - il mio nome detto da lui sembra poesia. Potrebbe rendere bello anche quello vero, ma non ho nessuna intenzione di farglielo dire. 

- Stiles, accompagna Derek alla porta -... Così posso amoreggiare con la mamma del tuo migliore amico ancora per un po'. Furbo, papá, davvero furbo.

- Certo pa' - dico, cercando di non sospirare e allo stesso tempo di non sorridere troppo — Andiamo sourwolf, lasciamo i piccioncini da soli —

— Al tuo posto io non me la sarei cavata con uno grande sospiro da parte di tuo padre —mi dice, quando ormai siamo abbastanza vicini alla porta.

—La fortuna di essere umani senza superudito lupesco, é proprio questa. Potrebbe avermi anche minacciato con la sua lista di punizione master, ma io non l'avrei sentito —... Perché ero impegnato a guardare te.

— Vero anche questo —mi dice, lasciando trapelare un piccolo sorriso uccisore di tanti neuroni di Stiles — Buonanotte, Stiles —

- Buonanotte Derek-

Per un attimo avevo sperato che mi baciasse, al diavolo matrimoni e tutto il resto. Mi ero illuso che stesse veramente per succedere. Non lo so perché, forse nel modo in cui mi guardava, mi sentivo collegato a lui, così tanto che pensavo che riuscisse a sentire i miei desideri ed esaudirli.Ma, appunto, mi ero solo illuso.

*

-Su, Stiles, alzati. Coraggio - la voce di Lydia Martin di primo mattino così autoritaria poi, credo sia stata la mia fantasia sessuale per anni. Ora rimpiango anche solo di averci pensato per un solo secondo, se le mie fantasie devono portare a questo.

- Sono le sei del mattino Lyds, cosa vuoi? - biascico, immergendomi sempre di più nelle coperte del letto, anziché cercarne di uscire.
- Sono le nove, bella addormentara e non vuol dire che visto che oggi non vai a scuola grazie alle assenze alle prime due di mia madre,che puoi passare la tua giornata nel letto a fare niente - beh, in realtá potrei. In un mondo senza Lydia Martin, ovviamente. Ma poi non ci sarebbe più nessuna banshee che mi aiuta a fare piani malefici contro il mondo o mi sveglia alle nove di mattina nel mio giorno libero.

-Ieri sera ho mangiato troppi brownies, mi fa male lo stomaco, ergo sto male, ergo voglio stare nel letto -

- Hai detto bugie migliori, Stilinski. Ti ho visto mangiare di tutto e riuscire a essere sveglio come se ti fossi fatto di cocania... - sento dire da una voce maschile profonda, che di certo non appartiene ne a mio padre, nè Scott,nè a Derek, né a nessun'altro che abita a Beacon Hills in questo mo...Jackson.

-Quella si chiama iperattivitá e sai, é una malttia di cui soffro da...-

Lydia sbuffa.

-Jackson, l'acqua. - Acqua? Cosa? Nonono...

La secchiata d'acqua gelida mi colpisce senza che io riesca a scendere dal letto in tempo.

- Dovrei farti una foto e spedirla a Derek, questo si che farebbe saltare il...-

- Tu non fai nessuna foto. Io vado a farmi una doccia, calda possibilmente, per evitare che mi prenda veramente qualcosa allo stomaco per colpa vostra. Non vi offrirò nemmeno i pancake che dopo preparerò per me stesso. -

- Giá mangiati. - risponde Jackson, con il suo solito sorriso da schiaffi.

- Vi odio - sibilo, incapace di fare altro se non degli inizi di insulti.

- Sii, anche noi ti vogliamo bene, ora vai. -

Forse ora riesco a capire perché quei due stanno insieme, sono più simili di quanto pensavo. Per mia sfortuna, come al solito.

*

- Non so perché ancora ti ascolto -

Avevo giá in mente come passare la giornata. Nel mio letto, nel mio comodissimo letto. Ad ascoltare canzoni depresse o piene di diabete o entrambi, senza apparentemente motivo a parte il fatto che sono innamorato e che una giornata al mese del genere mi spetta, da contratto. E io ne ho bisogno, tra poco ho gli esami, non posso farmi cogliere da una giornata del genere nel mezzo di economia, santo cielo! Significherebbe bocciatura sicura, un altro anno a Beacon Hills, a godersi da vicino lo spettacolo dei due piccioncini alle prese con i primi mesi del matrimonio...
Ho mai detto che la parola matrimonio dovrebbe sparire dal vocabolario se assocciata a Derek con chiunque non sia io? Perché io desidero con tutto me stesso che succeda. E succederá, perché lo desidero con tutto me stesso.

Giusto?

— Mi ascolti ancora perché sono la tua migliore amica. —

— Ed hai scritto un contratto che lo segnava, insieme ai pro e contro di questa cosa? Non mi pare. E non ho mai firmato niente. —Lo sguardo che mi rivolge Lydia mi fa desistere da qualsialtro commento a riguardo, per cui mi limito a sbuffare — Cosa vuoi che faccia? —

Quel sorrisetto compiaciuto non porta mai a nulla di buono.

— Voglio che tu impari a ballare —


Il senso dell'umorismo della mia migliore amica non smetterá mai di stupirmi.e neanche la sua capacitá di manipolarmi fino all'osso, non so immagine se fossi ancora innamorato di lei, probabilmente mi starei lamentando ancora di più perché chiariamoci, sto ballando con il mio peggior nemico dai tempi delle elementari e questa cosa si sta facendo non solo imbarazzante, ma anche umiliante. Molto umiliante.

— Dovevi proprio far scegliere la musica a Stilinski?— 

— Ti ho mai detto quando sei irritante e antipatico? La mia musica é fottutamente fantastica, sei solo tu che non ci capisci niente! E poi, non ho scelto questa canzone in particolare ...—

All About that bass non é esattamente la canzone adatta da ballare con Whittermore, escludendo il fatto che non dovrei ballare con lui per nessuna ragione al mondo ma lo sto facendo. Ripeto: imbarazzante e umiliante.

— Non importa che canzone hai scelto, so solo che in questo momento stai cercando di strusciarti adosso a me come se ci fosse un domani, dimenticando che non sono Hale. —

Oh, Jackson, se tu fossi Derek, sicuramente non userei queste mosse per ballare. E non terrei una distanza così grande dai tuoi pantaloni.

— Credo che Stiles si stia contenendo, dovrebbe darci più dentro— si intromette Lydia, mentre ci osserva. Le ho fatto mettere tutti i cellulari nel mio cassetto, chiusi a chiave. Per sicurezza, per la mia sicurezza.

— Scordatelo Lyds. Scordatelo. — sbotto, senza smettere di ballare, il che é ridicolo. Odio questa canzone.

Lydia sbuffa.

— Bene vorrá a dire che passeremo subito alla parte lento —

Lento? Devo ballare un lento con Jackson whittermore?

— LYDIA,QUESTO NON FACEVA PARTE DEI PATTI —

— Molte cose che non facevano parte dei patti, tu le hai fatte lo stesso...o mi sbaglio?— sentire zittire Jackson é sempre una piacevole visione, anche se ha uno sguardo piuttosto abbattuto al momento.

E poi un telefono suona.

— Ripetimi perché stiamo facendo questo — riesco solamente a sibilare, cercando di non pestare i piedi a Jackson per l'ennesima volta.
— Perché tu devi imparare a ballare se vuoi andare al prom senza fare figuracce — gli rivolgo un occhiata poco convinta, perché no, non é una buona motivazione e sopratutto non una motivazione da Whittermore — e perché ci teniamo entrambi alla vita— beh, direi in entrambi i sensi visto che le sue mani sono sulla mia vita per potermi guidare nel lento. Lasciamo perdere, lasciamo decisamente perdere.
—Ahi! Pestarmi il piede non ci aiuterá a sopravvivere— gli sibilo ancora, ma sembra non sentirmi.

-Ahi! Pestarmi il piede non ci aiuterá a sopravvivere— dico, cercando di trattenre un sorriso.
Quando Derek mi ha invitato nel suo loft- facendomi pergiunta fuggire dalle grinfie di Lydia Martin per cui...eterna gratudine a sua maestrá, Hail Hale the king, che fa molto Hydra e non va bene e sto divagando accidente ma con degli occhi così che ti fissano, sì fissano in modo inquietante, non puoi fare altrimenti- per aiutarlo nei preparativi- cosa che Scott non può fare perché sta studiando secondo la versione ufficiale, anche se sappiamo entrambi benissimo che studiare significa pomiciare o fare sesso selvaggio con Allison, in veritá non so se selvaggio o meno, ma voglio evitare di pensare al mio migliore amico che fa sesso, cosa a cui ho giá pensato e di cui porti ancora i segni visibili di traumi– , non pensavo si riferisse a questo.

—Non hai senso del ritmo, ciondoli come un orologio a pendolo rotto e continui a pestare i piedi a Jackson...— da quando lo ha sgridato, ha perso completamente la sua pazienza. Tutto ovviamente a mio danno.
— É Jackson che mi pesta i piedi— ribatto—io sono un ballerino provetto!—
— Provetto! Avrei da ridere e sicuramente ne avresti anche tu se ti lasciassi riprendere ! L'unica cosa che hai in comune con provetto e il suo sostantivo femminile, che si ricollega alla dose di scordinazionenche ti hanno somministrato alla nascitá. Quasi due provette, a conti fatti, che si sono trasformate in quattro siringhe. In pratica sei un esperimento mal riuscito della danza, Stiles— 

— Sono io quello che rischia di non sopravivvere all'ira della mia futura consorte; sei tu il ballerino provetto qui — non dovrai subire l'ira della tua futura consorte perché non ci sarà nessun matrimonio. Nessun matrimonio.
—Provetto mica tanto, magari più provetta, ti ricordi della chimica? Quella strana materia che hai fatto anni fa alle superiori, quando c'erano ancora i dinosauri e quelle mazze da baseball un po' più grosse, le clave sourwolf... Beh, in pratica si dice che sia un esperimento mal riuscito della danza— dico tutto d'un fiato, cercando di non concentrarmi sulle cose che stanno realmente accadendo intorno a me.
— Se lo dici tu— mi dice dopo il suo silenzio standart, continuando a ballare.

—Rafforza la presa, dimosfra a Derek chi é l'uomo!— mi urla Lydia.
—Lui— dice Jackson, improvissamente...per poi fare la mossa che Lydia aveva detto di fare a me, cioé avvicinarmi di più e mettermi un mano sotto le spalle, prendendo il braccio per guidarmi.
—Lui cosa?— chiede Lydia al limite di una crisi nervosa.
— Hale, é Hale l'uomo. Stilinski non può dimostrare di esserlo ...AHI— questa volta ci voleva. Ci voleva proprio.


—Devi rafforzare la presa, tirarmi più verso di te. Guardami, ti faccio vedere— imito i gesti che mi ha insegnato Lydia, non senza far impazzire il mio povero cuore— sei tu l'uomo, non posso fare io quella parte— lascio la presa e Derek fa come gli ho indicato senza tanti preamboli.
Qui per Stiles si mette male, molto male.

—Non potevi scegliere un'altra canzone? Che ne so , una meno depressa o meno adatta alla mia situazione?— cerco di ribattere, dopo l'ennesima volta in cui parte “I'm not gonna teach your boyfriend how to dance with you”. Cosa che non farò mai , non insegnerò mai a Derek a ballare, come se poi ne avesse bisogno, quell'uomo é bravo in tutto ciò che fa , tranne che avere contatti umani ma a quanto pare si sta per sposare quindi é bravo anche in quello...
—É un incentivo—risponde lei, senza fare una piega. Il mio cuore invece si che si piega, si accartoccia e si lancia da solo verso un cestino immaginario facendo canestro.
—O un suicidio, dipende dai punti di vista— ribatto seccato, cercando di ripescare il cuore dal cestino.
—Ti sto ricordando per cosa devi combattere. Ora balla— mi mordo la lingua, per non ribattere ogni singola parola che lei ha detto con un fiume gigantesco.
—Meglio non fare storie e fare come dice lei—
Per una volta Jackson ha ragione, ma solo per una volta.


—How I will I know? Versione acustisca di Sam Smith? Questa non una canzone da primo ballo, é il pretesto per un divorzio!— quindi dovrebbe essere una buona cosa, dal mio punto di vista, posso anche cantarla io, visto che la so a memoria.
— Scometto che hai idee migliori—
—Scometti bene!— veramente non ne ho, una canzone da primo ballo che ispira divorzio e che probabilmente lo porta a buon fine é perfetta per il piano — potresti usare “You are a woman, I'm a man”—
—Funny girl? Seriamente, Stiles? E io chi farei, Mr Austin?— ogni volta che Derek pronuncia il mio nome, rimango dell'idea di farmelo tatuare. Magari sul culo da lui stesso. O magari seguito da un sei un idiota, o qualche altro insulto. Un tatuaggio costruttivo, per così dire.
— Vedo che l'hai visto! Nel mio caso sono stato obbligato da Lydia, ma chi é stato così crudele da sottoporti a quella tortura?— non ammetterò che mi é piaciuto, Lydia potrebbe saperlo e rincorrermi per mezza America per farmelo ripetere.
—Laura— non smettiamo di ballare,anche se sento il suo corpo irrigidirsi impercettibilmente. O forse é il mio corpo a irrigidirsi, siamo così vicini che non capisco.
— Beh, potresti metterla in suo onore — almeno fai qualcosa di buono per questo matrimonio— Anche se non ti ci vedo come Mr Austin, più come Babra a dire la veritá—
—Stiles— 
— Cos'é sourwolf, le mie battute non ti fanno più ridere? É tutto il pomeriggio che ridi!— e mi uccidi sempre di più, per la cronaca— Forse ti sei ricordato della tua politica anti felicitá e risata e hai deciso di ritornare a essere il solito sourwolf brontolone e acido? Ben venga, basta saperlo—
—Le tue battute non fanno più ridere quando inizi a paragonarmi a una donna che nel momento in cui si lascia conquistare dal marito— 
— Rimane per questo una delle mie migliori! E non ruotare gli occhi!— non sta ruotando gli occhi solo per le mie battue a quanto pare , visto che occhi stanno diventando sempre più grandi- sempre più belli- e si forma sul viso una smorfia di disgusto mentre parte...
Non riesco a fare a meno di scoppiare a ridere,beccandomi uno dei famosi sguardi omicidi alla Hale da “ti staccherò la gola, con i miei denti”.
—E destino, Hale!Non puoi combattere contro il destino — gli dico, staccandomi dalla presa per esultare come si deve, mentre Omar Shariff continua a cantare di essere un uomo. Con mia grande sorpresa, batticuore e crepacuore per la precisione, Derek mi riprende tra le sue braccia con forza, portando i nostri visi vicini.
—Balliamo—
Riesco solo ad annuire, stordito dalla situazione.
La situazione é così sussureale se mi fermo a pensarci su, cosa che non voglio fare,visto che il ragazzo che mi tiene tra le braccia e mi guida in un lento dolce e quasi romantico, guidandomi come una persona capace, con una coordinazione perfetta, é un fottutissimo licantropo, che può percepire ogni minimo cambiamento nel mio battito. Tutta questa situazione sarebbe vagamente romantica se non fosse Derek Hale, l'antiromanticismo per eccellenza, e non fossimo nel suo loft in pieno giorno, con una canzone sconosciuta come sottofondo; tutto questo sarebbe vagamente romantico se solo non fossi io tra le braccia di Derek Hale, ma Kate Argent , la sua fidanzata, la donna che lo sposerá tra meno di tre settimane. Faccio per sciogliere la morsa dolorosa in cui sono incastrato, ma Derek me lo impedisce, incollando i nostri sguardi e continuando a ondeggiare per la stanza. 

Riesco a sentire il suo respiro su di me, così vicino e così caldo che mi gira la testa, penso di poter svenire da un momento all'altro, non riesco più a controllare il mio battito, il profumo di Derek é così forte qui, la vista da così vicino é devastante, questo non sta succedendo a me...

E infatti non sta succedendo a me.

Derek si stacca improvvisamente, come se fosse stato morso da una tarantola. 

A parte per un espressione che non ricordo di avegli mai visto sul viso, che é indugiata su di esso per un secondo, non é cambiato niente in lui. Respira normalmente ed é il ritratto della calma.

Io invece ho il respiro affanoso di chi ha appena rischiato un infarto o di morire annegato, e la calma é l'ultima emozione che potrebbe appartenermi. Dolore, delusione, rabbia, e sotto tutto, come sempre, amore, un sentimento che non riesco nemmeno a pensare di fronte a queste situazione senza provare altra rabbia ma sicuramente non sono calmo.

—Beh, direi che hai imparato a ballare. — riesco a dire, riacquistando un po' di controllo.

—Stiles— cerca di dire Derek e la sua voce é ammonitrice, un ammonimento più forte del solito,più forte.

— Sì lo so, sono il maestro di danza migliore del mondo e prego non c'é di che, ma ora devo proprio andare o mio padre mi dará per disperso— mi affretto a rispondergli.

—Ti accompagno— mi dice, le mani pronte sulle chiavi della camaro.

— Non ce ne é bisogno, Derek, so trovare la strada di casa da solo. Tranquillo— ripeto, vedendo il suo sguardo incerto.

Io che rassicuro Derek Hale, roba da pazzi.

—Grazie Stiles—

Mi volto prima di aprire la porta del loft.

— Sono o non sono il migliore non testimone del mondo?— nonostante tutto, il sorriso che mi regala Derek, perché dopo tutto quello che é successo é un regalo, ferma per un attimo l'emorrargia interna.

Ma questo la porta si chiude, l'incubo ritorna ed é vivido, vivido come non mai. 
 
La mia seconda occasione per baciare o lasciarmi baciare da Derek Hale sfumata nel nulla. E qualcosa mi dice che non ne avrò altre.

Angolino della vergogna

Già il cambiamento di angolino vi dice tutto. Sì, lo so, sono in ritardo. E sì, lo so vi avevo promesso due one shot, che pubblicherò tra pochi minuti. Dovrei scusarmi per molte altre cose e non ho problemi a farlo, ma non ho neppure problemi a dire che non è stato un periodo facile per me e che mi sono come bloccata nella scrittura, sopratutto per non so ancora quale motivo, di questa ff. Spero di continuare ad avere l'ispirazione e la sicurezza che mi ha permesso di finire questo capitolo. Per evitare ancora queste figure patitetiche credo eviterò l'angolo dell'autore se non per comunicazioni importanti.

Alex_J

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Capitolo 13
*** Chapter 13 ***



Chapter 13

Un bacio.

A volte un bacio é tutto ciò che desidero. Ma ogni bacio mancato- che ultimamente stanno diventando mancanze frequenti- é tutto ciò che non posso sopportare. Premo con forza l'acceleratore. Non voglio che senta le mie emozioni, non ne  ha il diritto ; ma quanto pare ho avuto la mia risposta, ancora una volta é no. 

—Tu vieni al ballo con me— non la cosa migliore che puoi sentirti dire al telefono, di prima mattina e dopo essere stato espressamente rifiutato da Derek Hale.
—Non se ne parla Lyds per due motivi: primo, Jackson mi ammazza con le sue mani, secondo l’ultima volta che mi hai invitato al ballo hai rischiato di morire e di diventare una banshee — le rispondo, perchè è la verità. Dirle che non ho voglia di andare al ballo non è la cosa più saggia e la più utile che posso fare in questo momento.
—Jackson non mi invitata—cosa sta succedendo in questi giorni alla popolazione di Beacon Hills? Derek Hale che balla con me, capisce che voglio baciarlo e si allontana di botto dopo avermi quasi assecondato, Jackson che non invita Lydia al ballo... adesso cosa succederà, Allison e Scott si lasceranno per l’ultima volta? Isaac smetterà di portare sciarpe?
—Non è possibile —riesco solo a dire. sto diventando un ragazzo di poche parole, fantastico. Sto veramente frequentando troppo Derek.
—Ma é la veritá Stiles. Oggi è l’ultimo giorno disponibile per comprare i biglietti e Jackson non mi ha detto niente, dopo che gli ho ripetuto per giorno che il prom che stava arrivando, l’ho praticamente implorato di invitarmi in tutti i modi, ma lui no. Niente. E allora si attacchi, io ci vengo con te. Ora sono una banshee e so che nessuno , me compresa, rischierà la vita. Nemmeno Jackson, nonostante desideri essere io l’artefice della sua violenta morte.— Whittermore è in guai seri a quanto pare e anche io, visto che sono obbligato ad andare al ballo.
—E va bene, ti accompagnerò. —sbuffo, sapendo che non posso lottare contro Lydia Martin, neanche quando è ferita e così incazzata.
—Non era una richiesta, avresti dovuto farlo comunque. Ci vediamo a scuola e mi siedo vicino a te, così mi racconti com’è andata ieri da Derek—
Sono nella merda.

La mia giornata non può rivelarsi peggiore di così. La Camaro di Derek è parcheggiata qua fuori e non posso certo scappare dalla porta sul retro, mi troverebbe subito. E non posso nemmeno fingermi malato e starmene a casa, Lydia lo scoprirebbe e mi ucciderebbe.
—Figliolo, tutto bene?— chiede mio padre, appena arrivato in cucina.
—Oh sì, va tutto alla grande pa' —rispondo, senza smettere di guardare la finestra , incantato. Riesco ad immaginarmi dal silenzio di mio padre che abbia appena annuito alla mia bugia.
—Quindi se va tutto bene, non c’è alcun motivo per continuare a guardare la Camaro di Derek Hale , che per qualche strano motivo è nel nostro vialetto?—
—Nessun motivo— sono calmissimo, il ritratto della calma.
— Bene—...mio padre non è il ritratto della calma, invece.Forse dovrei finire di fare colazione. E smettere di guardare la finestra perché, per una volta, per l'unica volta nella mia vita, Derek non se ne andrá, nonostante lo desideri più di qualsiasi altra cosa. Dopo un suo bacio. L'annullamento del matrimonio. Tanto sesso. Ma oggi sopra tutte queste priorità e desideri, si posiziona quella di farlo andare via dal mio vialetto. Ma, come ogni mio desiderio, non si avvererá, né oggi, né domani, né mai.
—Ma se gli assesto un colpo al petto con un proiettile normale, dici che se ne va?— salto dalla sedia, sorpreso da ritrovare ancora mio padre nei paraggi;I suoi bene di solito equivalgono a una sua uscita dalla scena— o magari potrei arrestarlo—
—Ehm, non credo, a meno che tu non abbia un proiettile d'aconito nascosto da qualche parte — gli rispondo, sperando che la risposta non sia positiva. Sembra davvero, davvero arrabbiato. E mio padre veramente arrabbiato non é un bello spettacolo. É un terribile, terrificante spettacolo. Ma poi lo sento sospirare e la rabbia sembra essersi placata.
Il campanello suona e mi ricordo improvvisamente che ho un problema. Un meraviglioso, affascinante, sarcastico e distruttivo problema. Un problema che non so come risolvere.
—Vai ad aprire, se vado io gli sparo e non mi importa se non ho un proiettile all'aconiche o come diavolo si chiama, il colpo lo sente lo stesso— direi che ho due problemi e sono abbastanza intelligente per capire quale dei due é più urgente;forse ho anche trovato la soluzione per quello: scappare...
Dalla furia omicida di mio padre e da Derek Hale posizionato davanti alla mia porta, cosa che capisco dal campanello che sta suonando. Ripetutamente. Troppo ritetutamente.
—Okay, ho capito, arrivo— urlo, esasperato, mentre mio padre si sistema la divisa, facendomi scorgere, volontariamente suppongo, la pistola appena posizionata nel fodero. Decido di ignorare il chiaro messaggio e mi dirigo verso la porta.
Allora Sourwolf, cosa ti porta da questi parti? Hai perso la strada mentre tornavi a casa da zio Peter? Hai paura del grande lupo cattivo e sei venuto a rifugiarti qui? Peccato che il lupo cattivo sia tu. E io sia il povero cappuccetto rosso che viene mangiato, lentamente, partendo dal cuore calpestato dalla rivelazione che il lupo é come tutti gli altri. Finge di volerti baciare e poi si ricorda che sei cibo e deve ucciderti, per poi tornare dalla sua bella e bionda lupacchiotta.
—Ciao Stiles— odio Derek.Ha il coraggio di presentarsi a casa mia alle 7 e mezza , salutarmi come se niente fosse successo e azzerare il mio bellissimo discorso e qualsiasi cosa di sensato voglia dire quando sono in sua presenza.
—Ciao, hai scelto il momento giusto per venire solo a salutare, lo sai? Dovrei andare a scuola, sai, quel posto in vcui vanno i cuccioli umani durante il giorno, rinchiusi per imparare che i licantropi non esistono, hai presente? A meno che non sia successo qualcosa a Scott o qualcun altro del branco— dico, quando il problema si presenta nella mia mente. Un motivo sensato per cui Derek Hale sia sull'uscio della mia porta a quest'ora.
—Stanno tutti bene— e allora perché diavolo sei qui?— Ti accompagno— Derek Hale e le molte parole del suo vocabolario, best seller campione d'incassi degli ultimi tre anni.
— Vuoi accompagnarmi a scuola? Ti ringrazio Sourwolf, ma non ne ho bisogno. Adesso guarda prendo le chiavi— recupero le chiavi della Jeep vicino alla porta—la cartella— che metto sempre vicino alla porta— e saluto mio papá con un urlo—
—Senza nessun urlo, Ciao Stiles— mi sento rispondere.
—...e posso andare a scuola, da solo, con la mia Jeep— concludo.
—No, non puoi— questa prepotenza mascherata o non mascherata da non so che non giova ai miei ormoni e si aggiunge alla lista dei mie tatuaggi— La Jeep non va — aspetta un attimo...
—Cosa vuol dire che la Jeep non va? Certo che va! La mia bambina sta benissimo!— esco a passi pesanti , sorpassando Derek con facilitá...per ritrovarmi davanti ad una delle scene più strazianti della mia vita.
—Mi dispiace Stiles— la voce di Derek é lontana mentre osservo il cofano della Jeep sputare fumo in modo decisamente preoccupante.
—Ti dispiace? La mia bambina non va e a te dispiace? Allora vuol dire che sei stato tu! Come hai potuto! Come?!—sbraito e non mi importa se é un licantropo. Se ha toccato la mia Jeep per qualsiasi motivo, lo disintegro con un buona dose di proiettili all'aconito.
—Non le ho fatto niente, quando sono arrivato era giá cosí. Te la sistemo nel pomeriggio. Ora devi andare a scuola— in macchina con Derek Hale. Grandioso. 
Chi ha il pane non hai denti, dicono. Ma chi ha dei denti affilati accanto, non ha Jeep.


—Questa non é la strada per andare a scuola — riesco a dire, dopo che Derek ha svoltato per due volte dalla parte opposta rispetto alla scuola. Forse anche tre . All'inizio pensavo mi stesse solo mostrando una scorciatoia per fare prima. Poi quando ho visto che sono le otto di mattina e non c'é traccia di nessun liceo o di qualsiasi cosa che ci possa assomigliare, ho capito che aveva intenzione di rapirmi. 
—Non ho mai detto che ti avrei accompagnato a scuola—mi dice con estrema calma, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
—Veramente lo hai fatto—
—Ah sí? Allora ripetimi la frase— scorro un attimo tra i miei pensieri e mi accorgo che ha fottutamente ragione. Ha fatto intendere che volesse accompagnarmi, ma non lo ha mai veramente detto.
—Io dovrei andare comunque a scuola Sourwolf,sai tra deu settimane ho gli esami, per essere del tutto precisi ho gli esami tra— inizio a snocciolare, prima di sentire un'altra voce sotto la mia.
—Sedici giorni, venticinque ore e quattro minuti— finisce Derek per me. derek ha finito una mia frase. Una mia su quanto manca ai miei esami. Credo di non ricordare più come si respira.
—Hai...— riesco a dire.
—Fatto il calcolo sì. Hai ripetuto quella data così tante volte negli ultimi mesk che é impossibile non farlo— credo di stare per avere un infarto. Di cui Derek potrebbe accorgersi, quindi devo calmarmi.
—Beh, Scott si ricorda a malapena che abbiamo gli esamk—sviamo il discorso su Scott, ottima mossa.
—Hai anche i suoi doveri da Alpha a cui pensare—
— Se nei suoi doveri da Alpha é incluso pensare ad Allison , fare sesso con lei o pensare a fare sesso con lei, potrei essere d'accordo con te— Derek ride. Ride con la sua risata, quella risata particolare che fa schizzare i battiti del mio cuore a mille e lo stomaco contorcersi in una sorta di dolore che non fa male, ma che vorrebbe che io fossi tanto, tanto felice.
—Quando sarai innamorato capirai— mi dice poi, con una serietà più morbida, bonaria. Peccato che io capisca Scott, fino ad un certo punto perché alcuni meccanismi nel suo cervello mi sono oscuri, ma lo capisco, capisco fin troppo bene cosa significa essere innamorati.
—Invece di sviarmi con le tue perle di vita, spiegami perché stai portando la povera Cappuccetto rosso nel bosco invece che dalla sua nonnina— il paragone con la favola era troppo bello, dovevo sfruttarlo in qualche modo. 
—Tu saresti Cappuccetto rosso?— 
—Sì e la scuola é rappresentata dalla cara nonnina che ha bisogno di nutrirsi del mio cervello, ma non focalizzarti sui dettagli Sourwolf, dimmi dove mi stai portando—improvvisamente la macchina si ferma e mi accorgo che siamo nel bel mezzo della foresta di Beacon Hills. Qui é dove é iniziato tutto.
—Devo controllare la location per il matrimonio, parlare con la wedding planner e definire gli ultimi particolari— mi dice, dopo essere sceso dalla macchina. Questo é un incubo. Voglio andare al scuola, voglio stare seduto sei ore ad ascoltare persone a cui non interessa insegnarmi niente di veramente utile.
Non voglio certamente stare qui. 
 

— E non serve a questo il testimone o addirittura, parola sconosciuta nel tuo vocabolario Hale, la tua fidanzata? — dico anche se so che é una battaglia persa in partenza.
— Sei tu che sei terrorizzato da quella parola , non io— allora di qualcosa si è accorto— E comunque no, Scott deve studiare tra una pomiciata e l'altra e Kate é di nuovo fuori cittá. — 
— Anche io devo studiare— ribatto.
— Tu stai studiando troppo. Hai bisogno di una pausa— di una pausa? Io ho bisogno di una pausa dalle sue carognate, altro che dallo studio.
—Facendoti da segretaria?— la mia voce rasenta il limite prima che anch'io mi trasformi in un licantropo senza essere stato morso.
—Aiutando un amico e distraendoti un po'— oh , questa é buona. Davvero buona. Lo sa dove glielo ficco il suo aiutare un amico? Lo sa? Non che non lo sa, ma se vuole glielo spiego subito...
—Signor Hale é lei?— sento dire da una voce femminile. É vestita di tutto punto e sembra decisamente una wedding planner. E anche abbastanza tranquilla, non indossa niente di rosso e non é nemmeno tanto truccata.
— Sì, sono io— dice. Lei non le porge la mano, lui nemmeno. Fatti per stare insieme. E anche se non fosse così, sono sempre una coppia migliore di lui e Kate.
—Io sono Karima.Lei non mi sembra la signorina Argent, o sbaglio?—
— Oh no, Stiles. Stilinski— a quelle parole lo sguardo della donna sembra accendersi, come se avesse appena visto qualcosa di molto prezioso nelle vicinanze.
— Le cose qui si fanno interessanti— riesco a sentirla sussurrare, prima che Derek la ammonisca con uno sguardo— bene , seguitemi. — Obbediamo, camminando al suo fianco mentre ci mostra dove desidera mettere il gazebo, le sedie e il tappeto di ingresso per la sposa. Chiede conferma a Derek se il colore é il blu o vuole l'altra versione con il blu e il giallo, e lui conferma per il blu. Vedo le decorazioni sui loro fogli, gli abbinamenti dei colori, la disposizione dei tavoli. La testa inizia a girarmi. Non é tutto un sogno, é tutto vero. Derek sta veramente per sposarsi. E mi ha portato qui per farmi vedere che tutto questo é vero, che non può baciarmi, che magari lo desidera ma non può perché ha giá pronta la location, i tavoli, le decorazioni e il gazebo, perfino i colori. Non può esserci nessuna "missione matrimonio" quando tutto quello che vuole fare é sposarsi.
— Cosa ne pensi Stiles?— mi richiama alla realtá la wedding planner — Posso chiamarti Stiles, giusto?—
— Sì, certo. Puoi ripetermi su cosa avete bisogno del mio consiglio? Ero un po' perso nei pensieri— a riflettere a quanto sono stato stupido, idiota e ingenuo per tutto questo tempo.
— Pensi sia più giusto mettere il gazebo verso la vecchia casa degli Hale dalla parte opposta, in modo che ci possa essere una specie di percorso da essa al gazebo?— la vecchia casa degli Hale. Come ho fatto a non accorgermi? Ci siamo terribilmente vicini. Deve essere uno strazio per Derek decidere di sposarsi così vicino a questo posto. 
—Alle spalle. Per non dimenticare e per ricordare che siete una coppia che é uscita a superare i momenti più brutti, per ricongiungersi dopo tanto tempo e per avere un per sempre che ad altri é stato negato.—riesco a dire, guardando Derek negli occhi. Voglio che lui capisca cosa sta succedendo, voglio che lui capisca senza che io parli. Ma il suo viso é una maschera che non potrò mai leggere.
Dopo altre piccole modifiche per le quali nessuno chiede più la mia approvazione, Karima ci lascia andare. Derek mi riaccompagna a casa senza fiatare.E io, senza dire una parola, entro in casa, mi dirigo in camera mia e inizio a piangere. 
Ora ho finalmente capito come vanno le cose. La veritá fa più male di qualunque altra cosa , soltanto che io non ero ancora pronto a reggerla.
 
Angolino dell'autrice
 
Inanzitutto vorrei che tutti facessero un grande applauso virtuale ad aire93 , perché é grazie a lei e alle sue formidali abilitá di beta che il capitolo é pronto in questo glorioso giorno! Il capitolo é pronto da qualche giorno ma tra scuola e il computer sempre occupato , ho potuto postare solo ora.
So che la fine é un concentrato puro di angst , come gran parte della storia, ma é l'ultimo capitolo di passaggio prima che la storia prenda una consistente e finale piega. 
E comunque...commenti? Critiche? Tutti come al solito ben accetti!
Non credo di riuscire a farvi avere il prossimo capitolo per natale e colgo l'occasione per augurare buone feste a tutti i miei lettori!
 
Alex_J

P.s qui c'è una piccola sorpresina per tutti voi

http://8tracks.com/alessia-b/second-chances

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