UNA SPERANZA NEL CUORE di LizDream (/viewuser.php?uid=11136)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 1 *** capitolo 1 ***
45
Allora, ragazze
questa è la mia prima long- fic, anche se in realtà non
so quanto lunga sarà! Ditemi che ne pensate!
UNA SPERANZA NEL CUORE
“Bene, le lezioni per oggi sono finite. Posso andarla a
trovare “– si disse sollevato un ragazzo sui 18 anni, uscendo da quel liceo che
ormai odiava tanto. Lo odiava perché lo teneva lontano da lei.
Percorse velocemente il giardinetto compreso dall’istituto,
fino ad arrivare al cancello.
Lo passò e prese il primo autobus che conduceva al centro
della città. Scese alla fermata più vicina all’ospedale Albuquerque Medical Ospital e una volta
arrivato vi entrò.
Raggiunse con trepidante emozione la ormai nota stanza
bianca, numero 202.
Sorrise spontaneamente nel vederla addormentata lì, in quel
letto privo dei colori genuini e vivaci che si addicevano alla vita.
In quel momento sembrava proprio un angelo. Ed era vero. Lo era, dentro e fuori. La sua
bellezza era tale alla dolcezza e alla bontà del suo carattere allegro
nonostante quello che aveva dovuto e doveva
ancora passare. Con quei morbidi boccoli neri che le arrivavano poco più
giù delle spalle, il volto rilassato e sereno, il corpo voltato sul fianco
sinistro, verso di lui. Come se inconsciamente lo stesse aspettando.
Prese una sedia e vi si sedette. Ci volle mezz’oretta prima
che la ragazza aprisse gli occhi. Quegli occhi dolci e profondi, scuri come l’oceano di notte.
Nel vedere che lui era lì, davanti a lei, una strana
felicità le scosse l’animo, e le sue labbra sottili e rosse come le fragole si
tesero in un raggiante sorriso.
- Sei venuto … anche oggi –
- Non potevo mancare e non lo farò mai, almeno non fino a
quando sarai ancora distesa lì – rispose di rimando indicando con il capo il
letto su cui era sdraiata.
- Troy … sai che le possibilità che io non mi riprenda …
sono parecchie – insistette lei e a quelle parole le tremò la voce –
- Non dire così … io
sono sicuro che riuscirai a camminare di nuovo. Una persona meravigliosa come
te non si può sprecare in un letto d’ospedale quando fuori c’e tutta una vita
pronta ad accoglierla con i suoi problemi certo, ma soprattutto con le sue
gioie e soddisfazioni –
Gli rivolse un altro sorriso. Questa volta di rassegnazione.
Sapeva che quando si metteva in testa qualcosa non se la toglieva tanto
facilmente.
- Dai, aiutami a sedermi –
Troy l’aiutò prima a sedersi e poi , prendendola tra le sue
braccia, la posò delicatamente sulla sedia a rotelle posizionata di fianco al
letto.
Una volta che si fu sistemata bene, Troy le si inginocchiò
di fronte e le prese il viso tra le mani.
Lo studiò attentamente come se ogni giorno vi portasse dei
cambiamenti, sfiorò le guance pallide e le labbra secche, poi guardò quegli
occhi che tanto lo facevano sperare. Sperare in un futuro in cui loro correvano
insieme, tenendosi per mano, per
arrivare in tempo a scuola, e ridevano
felici e spensierati.
Le sfiorò le labbra con un delicato bacio e staccandosi
sorrise nuovamente fissando il suo sguardo in quello di lei.
- Non sai quanto mi manchi, ogni giorno a scuola vedo il tuo
banco vuoto e non desidero altro che lasciare vuoto anche il mio per correre da
te, per guardarti in quegl’occhi scuri e sfiorare le tue labbra candide con le
mie. I miei pensieri sono completamente rivolti a te, a noi. Al nostro futuro
insieme –
La ragazza lo baciò dolcemente e con passione al contempo.
Ma lui capì che c’era qualcosa di strano in quel bacio. Sembrava quasi … d’addio.
- Troy … lo sai come la penso. Non possiamo avere un futuro
insieme, perché le nostre vite sono troppo diverse per procedere sullo stesso
cammino. Io probabilmente rimarrò su questa sedia a rotelle e vedrò il mondo
attraverso i tuoi occhi, attraverso le tue parole, attraverso i tuoi pensieri.
Ma tu quel mondo lo puoi ancora toccare con le tue mani, percorrere con le tue
gambe, e assaporare ogni momento che la vita ti offre. Non posso tenerti legato
a me per sempre, sarebbe come mandare a monte tutti i tuoi sogni. E per quanto
io desideri stare con te in ogni istante, questo non è giusto. Non è giusto per
te. Dovresti trovare una ragazza da amare con tutto il cuore, che ti faccia
sentire libero. Si, libero, senza restrizioni, senza dover essere rinchiuso in
una stanza d’ospedale ad osservarla nella sua impotenza. Devi cercare una
ragazza che ti meriti e che ti possa offrire tutto quello che io non sono in
grado di darti, ne adesso e probabilmente mai, perciò smetti adesso quello che
stai facendo. Non venire più qui, smettila di sprecare il tuo tempo con me,
smetti di passare intere giornate imprigionato da queste quattro mura che ti
impediscono di annusare i profumi della vita. E soprattutto smetti … di amarmi.
Amandomi distruggerai tutti i tuoi progetti, perché non potrai vivere la tua
vita se dovrai occuparti di me. Perciò, basta ti prego. Vattene –
Lo sguardo dapprima confuso, poi addolorato di Troy, si
trasformò in uno sguardo arrabbiato, anzi, furioso.
- Come puoi solo lontanamente immaginare che io possa fare
una cosa del genere?Ma allora non capisci? Non capisci che la mia vita non
esiste senza di te?Il profumo dei fiori, la brezza leggera del vento, il gusto
dolce del cioccolato … saranno inesistenti senza di te. Il resto del mondo non
mi interessa minimamente se tu non ci sei. Sarebbe come vivere in una realtà
parallela, dove il tempo scorre ma per me tutto resta uguale, invariato, senza
soddisfazioni, senza gioia, senza emozioni.
Io ho bisogno di te per vivere. Se stare su quella sedia a
rotelle a vita sarà davvero il tuo destino, allora va bene. Non correremo
insieme per arrivare a scuola, sarò io a portare te, ma saremo sempre NOI. Non
IO e TE, ma NOI. E poi la storia di
trovare un’altra ragazza, quella si che è davvero la cavolata più grande che
hai detto nel tuo discorso! Discorso che non ha raggiunto il suo scopo. Cioè
farmi allontanare da te, mi dispiace dirtelo ma non ci riuscirà nessuno.
Io non smetterò mai, MAI, di amarti. Mettitelo bene in
testa, perché è quello che ti ripeterò ogni volta che mi dirai che non possiamo farcela e che in questo
modo sto uccidendo il mio futuro.
Ho lottato per averti e non rinuncerò a te tanto facilmente.
Perché ti amo, Gabriella. E’ questa semplice motivazione che
porterà avanti le mie speranze anche quando tutto e tutti cercheranno di
abbatterle – il tono di voce si fece di nuovo addolorato e gli occhi del
ragazzo si inumidirono – Ti prego, non chiedermi di lasciarti, non ce la
faccio -
A quel fantastico discorso, Gabriella non poté che scoppiare
a piangere. Lacrime di commozione, lacrime di gioia, ma anche lacrime di
dolore. Le era costato enormemente dirgli quelle parole. Era come se ad ogni sillaba il suo cuore
perdesse un battito.
Non era riuscita a convincerlo ad andarsene, a lasciarla lì,
a portarsi via una parte fondamentale di lei che non le avrebbe più restituito.
Ma questo più che dispiacere le provocava sollievo. Si
sentiva un’egoista a incatenarlo in quella storia troppo complicata per la loro
età, ma era felice che lui fosse rimasto lì con lei.
Lo abbracciò, mentre le lacrime diventavano sempre più
veloci e numerose, dando libero sfogo a quel dolore che per troppo tempo aveva
tenuto dentro di si. Non aveva ancora pianto da quel fatidico giorno dell’anno
prima. Nemmeno di notte, quando era sola e nessuno poteva vederla. Voleva essere
forte, DOVEVA essere forte, per il
ragazzo che amava, per sua madre,per i suoi amici e per se stessa.
Ma in quel momento non era proprio riuscita a trattenersi, la
tentazione era stata troppo forte.
Troy la strinse forte a
sua volta, immergendo il volto tra i suoi capelli e rimanendo inebriato
dal suo profumo.
- Sfogati, Gabriella. Era ora che tu liberassi queste
lacrime, è da un anno che le trattieni – le disse dolcemente.
- Scu … scusami … no … non ce la … faccio … a trattenermi –
rispose tra i singhiozzi la ragazza .
- Non scusarti,
piangi. Piangi quanto vuoi, io sono con te –
E così Gabriella si lasciò andare e per un tempo indefinito
non si slegò da quell’abbraccio.
***
TA-DAAAN!Fine del primo capitolo, che ne pensate?Commentate!
Siate sincere e ditemi se fa schifo, così la tolgo!
In questo primo cappy non si è capito perchè Gabry
è costretta su una sedia a rotelle, ma nel secondo vi
spiegherò un po' di cose!
Kiss
by
LizDreamer
|
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Capitolo 2 *** capitolo 2 ***
25
Allora, prima di cominciare ringrazio le persone che hanno commentato, sono contenta che vi sia piaciuto il primo capitolo!!!
Grazie 1000 a : Herm90, Vivy93, romanticgirl, valepigia, *AqUa PrInCeSs* e kikka93.
Spero continuerete a seguirmi!!!
CAPITOLO 2
- Allora, com’è andata ieri in ospedale? – chiese il coach
Bolton al figlio la mattina dopo.
- Come al solito. Gabriella ha tentato di lasciarmi per il
mio bene, ma da adesso in poi non credo che lo farà più –
- E come mai ne sei tanto sicuro?-
- Le ho fatto capire che non la lascerò mai perché la amo –
- Sei davvero cotto di lei, vero?-
Il ragazzo prese una sedia e si sedette di fronte al padre.
Era presto, stavano facendo colazione.
- Papà, quando hai incontrato la mamma, hai mai avuto la
sensazione guardandola, che lei era quella giusta? Che non avresti mai trovato
nessun’altra che ti facesse sentire così?-
- Certo, figliolo, certo. E ce l’ho ancora quella sensazione
quando la guardo –
- Allora significa che capisci come mi sento, giusto? –
- Si, lo capisco. E per questo ti dico che devi essere
forte, per lei e per te stesso –
- Lo so, grazie papà –
- E di cosa?Di aver dato un consiglio a mio figlio?Quando
vuoi, Troy –
Il ragazzo sorrise e poi si andò a preparare per un’altro
interminabile giorno di scuola.
Più tardi, davanti alla East High …
- Ehi, Troy –
- Chad – salutò l’amico che gli correva incontro.
- Come stai? –
- Bene, ieri sono andato a trovarla –
- Come sempre –
- Già-
- E come si sente? Insomma, ci sono dei miglioramenti? –
- Non mi ha detto niente al riguardo, ma lei è convinta di
non farcela. Io, al contrario, sono sicurissimo che riuscirà a camminare
ancora. Ma se lei non se lo mette in testa … -
- Capisco. L’importante è che tu le stia vicino –
- Si, hai ragione –
- Chad!Troy! –
Una ragazza di colore non molto alta e con gli occhi color
cioccolato li raggiunse, abbracciando Chad.
- Ehi, come siamo belle stamattina - sorrise lui indicando il suo abbigliamento.
Portava una gonna bianca al ginocchio con risvolti rosa e
una camicetta a mezze maniche dello stesso colore.
Ai piedi aveva delle ballerine bianche.
- Grazie – ringraziò lei baciandolo.
- Ciao Taylor –
- Troy, come va?-
- Potrebbe andare meglio, ma me la cavo –
- Sai, ieri verso sera sono andata a trovare Gabry –
- Davvero?Io sono andato dopo la scuola –
- Si, me l’ha detto. Sembrava più serena del solito, cosa
hai fatto per farla sorridere? –
- Niente, è riuscita
finalmente a sfogarsi con me e credo le sia servito per liberarsi un po’ della
sofferenza che portava dentro –
La ragazza annuì semplicemente prima di avviarsi
all’ingresso. Gli altri due la seguirono.
Intanto, all’
Alburquerque Medical Ospital, stanza n°202 …
Gabriella si sentiva
felice quella mattina, dopo essersi liberata di un po’ di quel dolore con troy,
si sentiva meglio. Così cominciò a cantare, cosa che non faceva da tantissimo
tempo …
- I never believed in
What I couldn't see
I never opened my heart
To all the possibilities
I know that something has changed
Never felt this way
And right here tonight
This could be the
start
Of something n … -
- Vedo che hai
ancora voglia di cantare – la interruppe una voce.
Una voce che
Gabriella riconobbe subito essere quella di …
- Samantha –
Quella ragazza era
il suo peggiore incubo. Quando la vide
un sentimento di rabbia misto a paura si impossessò di lei. Aveva i capelli biondi con dei ciuffi rosa
davanti, gli occhi nocciola e un fisico
minuto. Quella mattina era vestita con dei jeans scuri e un top scollassimo
bianco con su scritto davanti “ i'm a killer”in nero brillantinato. Era decisamente
troppo truccata per la sua età e portava dei stivali bianchi con un tacco
altissimo. Gabriella si chiese come facesse a camminare con quei trampoli, ma
poi si rammentò che lei non riusciva nemmeno a stare in piedi e la tristezza
l’avvolse di nuovo come prima era sparita.
- Eh già, in carne
e ossa –
- Ma tu non dovresti
essere in … -
- Prigione? No,
sono ancora minorenne. Ma in punizione si, lo sono. Ho da scontare 500 ore di
servizi sociali, tradotto in “ raccogliere tutte le cartacce per strada” e in
più, sono rinchiusa dalla mattina alla
sera in casa dai miei genitori, se non per andare a scuola –
- Ma allora come ….
sei …. –
- Scappata? Beh
ecco, mia madre stamattina doveva andare a cercarsi un lavoro, visto che
l’hanno appena licenziata. Mi ha lasciato un biglietto con scritto “ se vengo a
casa a ora di pranzo e non ti trovo, saranno guai seri per te “. Di solito c’è
sempre qualcuno che mi controlla, ma oggi ero libera e così ho deciso di venire
a farti una visitina –
- Che cosa vuoi
ancora da me? Non ti basta quello che mi hai già fatto?-
- Oh, no, cara mia.
Vedi, tra le due, quella che sta peggio sono io -
- Ma che stai
dicendo? Non sei tu quella costretta in un letto d’ospedale da un anno. Non mi
hanno ancora dimesso, e sai perché?
Perché mia madre deve lavorare per mantenerci entrambe e non può stare a casa ad occuparsi
di me, così lo fanno le infermiere e i dottori . Non sai quanto darei per
raccogliere cartacce e camminare su e giù per casa mia al posto di essere
rinchiusa qui dentro –
- Certo, certo, adesso fai pure la vittima. Ma lo sai
che hai torto – Le disse avvicinandosi minacciosamente al letto e al suo viso.
- Tu hai tua madre
che ti vuole bene, la tua amica che ci tiene a te e non solo, come se non
bastasse, tu hai TROY che ti ama. Mentre io non ho nessuno … mia madre … mio padre … mi odiano. Le mie
amiche non mi guardano più in faccia e tutto per … per colpa tua –
- Mia? MIA? SEI TU
QUELLA CHE MI HA INVESTITO! –
- IO TI AVEVO
AVVERTITA –
- Non avrei mai potuto fare una cosa del genere
–
- ECCO, ECCO, LO
VEDI? ANCHE ADESSO LO RIPETI. TI AVEVO DETTO DI LASCIARLO, MA TU NON L’HAI
FATTO. E adesso devi subirne le conseguenze –
-Perché? Perché mi
odi a tal punto? Che cosa ti ho fatto?-
- L’hai fatto
innamorare di te. Invece lui doveva essere solo mio –
- Ma non capisci
quanto questo sia infantile da parte tua? Investirmi solo perché ti piace il
mio ragazzo!-
- IO LO AMO-
- SE LO AMASSI
VERAMENTE VORRESTI CHE LUI FOSSE FELICE! Indipendentemente da chi gli è
accanto, se vederlo sorridere ti scalda il cuore, allora non dovevi distruggere
la sua vita, la MIA vita. E poi cosa ne hai ottenuto, eh? Il risultato è che io
sono su una sedia a rotelle e tu hai 400 ore di servizi sociali da
scontare. Credi che ne sia valsa la
pena?-
- Certo, perché prima o poi lui ti lascerà, si
renderà conto che non potrà occuparsi di te per tutta la vita, perché dovrà
pensare al suo futuro e si cercherà un’altra donna. E sarà allora che rimarrai
da sola –
- Sai una cosa?
Ieri pomeriggio è venuto a trovarmi e gli ho ripetuto le tue stesse parole –
- Cosa? –
- Si, gli ho detto che
dovevamo lasciarci perché io avrei infranto tutti i suoi sogni se lo avessi
legato a me per sempre e che questa era l’ultima cosa che volevo. Gli ho
perfino detto che doveva trovarsi un’altra che lo meritava e che gli avrebbe
dato tutto quello che io non sarei stata capace di offrirgli –
- Immagino che lui
abbiamo accettato la proposta-
- No, è proprio qui
che ti sbagli. Lui si è arrabbiato, mi ha detto che mi ama e che non gli
interessa un tubo di quello che c’è là fuori, di quello che la vita gli può offrire
se io non sono con lui. Mi ha detto che … non mi lascerà mai –
- Perché mi stai
dicendo queste cose? Vuoi rendermi invidiosa di te? –
- No, affatto.
Voglio solo farti capire che sarei anche disposta a lasciarlo pur di renderlo
felice, se lui me lo permettesse. Perché
è questo che significa amare. Sacrificare tutto, anche la propria felicità per
la persona a cui si tiene di più al mondo. E quando lo capirai anche tu, allora
tornerai indietro sui tuoi passi, capirai di aver fatto un errore, cambierai
mandando via il tuo egoismo e la tua prepotenza e troverai quel ragazzo che per
te sarà disposto a tutto, che ti amerà per quello che sei e non per i tuoi
sotterfugi e inganni. E allora conoscerai davvero, per la prima volta in vita
tua, la felicità. Credimi,sarà così –
Con la rabbia che
si impossessava di lei e uno strano ghigno a tenderle le labbra, Samantha le
spostò le coperte da sopra il corpo, facendola rabbrividire dal freddo visto la
leggera camicia da notte che indossava.
Si avvicinò
ulteriormente fino a toccarle le gambe.
- Non senti niente, vero? Io posso fare così – e premette
forte le dita – e premere ancora più forte ma tu non sentirai niente, perché
non hai più sensibilità sulle gambe, ho ragione? Ma certo che ho ragione. Tu non hai
niente da offrirgli e lui se ne renderà conto prima o poi.
Sei tu quella che si sbaglia. Io non cambierò mai.
Ah, dimenticavo-
aggiunse prima di andarsene - non parlarne con nessuno , sarà meglio per te. Adesso
me ne vado ma non è finita qui, ricordalo. E comunque erano 500 ore di servizi sociali,
non 400. A presto – E uscì dalla stanza.
Gabriella rimase di
nuovo sola. Quella breve felicità era scomparsa del tutto con l’arrivo di
Samantha. Perché si ostinava ancora a farle del male? Lei non aveva mai fatto
nulla che potesse ferirla, forse la sua unica colpa era quella di amare Troy
con tutta l’anima? Ma che doveva farci se senza di lui non riusciva a vivere?
Si toccò
leggermente la gamba sinistra non sentendone il tocco e con un dolore ancora
più forte del precedente, scoppiò in lacrime per la seconda volta.
***
Ecco finito anche il secondo capitolo,
da questo avete capito che la colpa è di Samantha, ma nel
prossimo probabilmente inserirò un flashback per spiegare meglio
come sono andate le cose.
Beh che ne dite? Troppo noioso, deprimente?
Fate voi , accetto tutto ^^
kiss
by
LizDreamer
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Capitolo 3 *** capitolo 3 ***
cap 3
Allora,
prima di farvi leggere il capitolo ringrazio le persone che hanno commentato e
che si sono accanite contro Samantha (quasi tutte)!!!
A
questo proprosito molte di voi si sono chieste " se la prigione no, allora
perchè non il riformatorio?" , volevo dirvi che quetso lo spiegherò più
avanti.
Grazie
1000 a : Herm90, Vivy93, romanticgirl, valepigia, *AqUa PrInCeSs*,
kikka93 e Buffy86.
Ah
dimenticavo: avevo detto che avrei inserito un flashback ma lo farò nel prossimo
capitolo, che mi sembra più adatto!!!
Spero
vi piaccia, ditemi che ne pensate!!!
CAPITOLO
3
Troy non aveva dormito per niente quella notte. Continuava a pensare allo
sguardo di Gabriella quando era andato a trovarla quel pomeriggio. Era
spaventato, addolorato. Lei aveva cercato di non fargli vedere quello che
provava, di nascondere i suoi sentimenti negando con forza quando lui le aveva
chiesto se era successo qualcosa. Ma si sa, le parole possono mentire ma gli
occhi no. Lui aveva sempre visto al verità in quegl’occhi e nemmeno in
quel momento lo avevano tradito. Inizialmente non aveva insistito vedendola
così scossa ma poi aveva deciso che l’indomani le avrebbe parlato.
Sentendo
suonare la sveglia, si alzò e fece la doccia, poi si vestì e scese al piano di
sotto.
Scrisse
un bigliettino ai genitori dicendo che quel giorno non sarebbe andato a scuola,
ma si sarebbe recato direttamente in ospedale. Aggiunse anche di non aspettarlo
per pranzo.
Una
volta finito si mise il giubbotto di jeans e si incamminò verso casa di
Gabriella per prenderle dei vestiti puliti da indossare. Prese la prima
cosa adatta che trovò: un paio di jeans e una maglietta azzurra a maniche
lunghe con uno scollo a V. Dopo di che aspettò l’autobus.
Quando
giunse all’ospedale cercò il dottore che aveva operato Gabriella il giorno
dell’incidente e che tutt’ora si occupava di lei.
Lo
chiamò in disparte e gli chiese un favore. Il medico all’inizio ne fu molto
contrariato ma vedendo come gli occhi di Troy si illuminavano quando parlava
della ragazza, alla fine accettò.
Troy
raggiunse raggiante la stanza n° 202 e aprì piano la porta per controllare se
Gabriella ancora dormiva. Infondo ero solo le 7: 30 del mattino.
Infatti
la ragazza stava ancora dormendo così lui si sedette sul bordo del letto
attendendo che si svegliasse.
Le
accarezzò i capelli e le baciò delicatamente la fronte, poi le prese una mano e
la strinse forte notando quanto fosse piccola in confronto alle sue.
Non
ci volle molto prima che aprisse gli occhi, infatti si svegliò circa un quarto
d’ora dopo, come se avesse sentito la presenza del ragazzo vicino a lei.
Quando
se lo trovò davanti sussultò sorpresa ma poi le sue labbra si tesero in un
dolce sorriso.
- Che
ci fai qui? Sussurrò con la voce ancora impastata dal sonno.
-
ho saltato la scuola e sono venuto a trovarti –
A
quelle parole la ragazza si svegliò completamente e sbarrando gli occhi disse :
-
Che cosa? Hai marinato la scuola? Ma perché –
-
Shhh – venne interrotta da Troy.
-
Non ho marinato, ho lasciato un biglietto ai miei, e riguardo al perché è un
sorpresa. Adesso ti aiuto a sederti sulla sedia e poi andiamo a fare colazione
–
-
Cosa? Ma io non posso muovermi di qui … il dottore si infurierà –
-
Tranquilla, ho parlato io con lui ed è d’accordo, basta che torniamo all’ora di
pranzo –
-
Ma dove vuoi andare?-
-
ho detto che è una sorpresa e una sorpresa sarà. Forza, vieni –
La
prese in braccio e la posò sulla sedia a rotelle, poi aprì la porta.
-
esco, così puoi cambiarti – le passò i vestiti che aveva recuperato, poi
aggiunse esibendo un sorrisetto malizioso – anche se ho già visto tutto quello
che c’è da vedere – e uscì proprio mentre un cuscino frenava la sua corsa
addosso alla porta.
“Sempre
il solito!Cmq io continuo a non capire, dove vorrà andare? “ pensò sconcertata
Gabriella.
Una
volta pronta provò a chiedergli qualcosa ma l’unica risposta che ricevette in
cambio fu: “ Non fare domande”.
Presero
l’ascensore che li portò al piano terra e poi uscirono dall’ospedale .
Troy
chiamò un taxi che li venne a prendere e con un po’ di fatica riuscirono a far
entrare anche la sedia a rotelle.
Arrivarono
a scuola e Gabriella lo guardò accigliata.
-
Che ci facciamo qui? Io ormai ho un’ insegnante privato, che costa anche un
occhio della testa, e non frequento più la East High –
-
Sbaglio o avevo detto niente domande?- domandò troy ironicamente.
-
Uff – sbuffò la ragazza facendolo sorridere divertito per la sua curiosità.
Aprì
il cancello ( con la chiave che aveva “preso in prestito” dal padre) e la portò
dentro.
-
Da quanto non vedo questo giardino - sospirò la ragazza.
-
Già, è vero. Senti, aspetta un secondo qui, ok? –
-Ho
alternative? – rispose ironicamente la ragazza indicando la sedia a rotelle su
cui era seduta.
Lui
non rispose sparì per circa 10 minuti e poi ritornò da lei, intimandole di
chiudere gli occhi e accompagnadola sotto ad un grande albero.
La
prese in braccio facendola sedere sull’erba e le disse che poteva aprire gli
occhi.
La
ragazza guardò sorpresa e meravigliata quello che aveva davanti.
Una
grande tovaglia rossa a quadrettini bianchi era distesa sull’erba, al centro vi
era un piccolo cestino con dentro fette biscottate, marmellata, nutella, the e
tutto quello che si mangiava a colazione.
Riuscì
solo a sussurrare – Troy … -
-
Si, lo so che il giardino della scuola non è il massimo per fare un pic-nic ma
non avevo idea di un posto che fosse più vicino all’ospedale, e poi abbiamo tre
orette prima che suoni la campanella dell’intervallo e … -
Balbettò
imbarazzato il ragazzo sedendosi accanto a lei.
-
Troy va benissimo così, non so come ringraziarti, sei stato così dolce a fare
questo per me … -
-
Un modo ci sarebbe – sorrise malizioso Troy e avvicinò le sue labbra a quelle
di Gabriella, che accettò di buon grado il bacio –
Quando
si staccarono, la guardò serio e le sussurrò a un centimetro dalle labbra:
-
Dimmi che mi ami –
Lei
gli sorrise dolcemente e rispose:
-
Ti amo, Troy –
Il
ragazzo sorrise di rimando e la baciò di nuovo.
La sdraiò
sull’erba fresca continuando a baciarla.
Ad
un certo punto il suo ginocchio premette sulla gamba destra di lei che esclamò:
-
Ahi-
-
Scusami, non volevo farti mal … -
Ma
si bloccò, si sedettero di nuovo guardandosi con gli occhi sbarrati e Troy , dopo
essersi ripreso, riuscì a balbettare:
-
hai … sentito … dolore?-
-
io … oh mio dio … si ho sentito dolore … TROY HO SENTITO QUALCOSA –
Gabriella
lo abbracciò forte mentre una piccola scintilla di speranza si accendeva nel
suo cuore.
Troy
non ci pensò due volte a ricambiare l’abbraccio, e con lacrime di commozione
che sfioravano gli occhi di entrambi, si scambiarono un bacio.
Un
bacio che riportò loro la speranza che Gabriella riuscisse a camminare di
nuovo.
***
Ok
ok ok, Acqua princess non uccidermi se in questo cap non ci sono scene Chaylor
ma prometto che nel prossimo ce ne sarà una dedicata a loro, ok? Mi
perdoni?
Ah
mi sono accorta che hai recensito alla mia ff originale (anke le favole
nascondono dolore), ti ringrazio tanto *_*, ma cmq l'ho inventata, per fortuna a
me non è successo niente del genere!
Spero
cmq che vi sia piaciuto e vi anticipo che non si risolverà tutto così, i guai
devono ancora cominciare!!!
Commentate,
mi raccomando!!!
by
LizDreamer
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Capitolo 4 *** capitolo 4 ***
cap 3
CAPITOLO
4
Troy era appena ritornato a casa dopo il
picnic con Gabriella. Era al settimo cielo, dagli avvenimenti accaduti sembrava
proprio che ci fosse ancora una possibilità per lei.
Ma lui infondo l’aveva sempre saputo. Il
suo destino non era quello di stare su una sedia a rotelle. Lei avrebbe fatto
grandi cose. Ne era convinto.
Canticchiando salì le scale levandosi la
maglietta nera. Era tornato per farsi una doccia e dopo aver pranzato sarebbe
tornato subito in ospedale. La casa era ancora vuota, suo padre era a scuola e
anche sua madre era uscita.
Arrivò fino alla porta della sua camera,
che però trovò socchiusa. Perplesso entrò e quello che vide, o meglio la persona
che vide, lo fece infuriare. Che ci faceva lì?
- Bentornato … Troy –
Lo salutò con un sorriso malizioso
Samantha. Era distesa sul suo letto con una gonna cortissima e una canottiera
che poco lasciava all’immaginazione.
Si alzò e gli andò incontro sfiorandogli
il petto nudo con le dita.
- Ti aspettavo –
- Ma io no!- le rispose rabbiosamente lui
scansandola.
- Come hai fatto ad
entrare?-
- Ah Troy, Troy, Troy! Dovresti cambiare
posto alle chiavi, metterle sotto lo zerbino non ti sembra un po’
banale?-
- Vattene – le intimò eludendo la
domanda.
- E perché? Sono sicura che insieme ci
possiamo divertire … - si avvicinò di nuovo a lui,
provocandolo.
- Cosa direbbe il tuo carissimo fidanzato
se ti vedesse ora? – la scansò nuovamente.
- Ah quello stupido … mi ha mollata
–
- E chissà perché … - esclamò con tono
ironico Troy.
- Beh ma non parliamo di lui, Io sono
venuta qui esclusivamente per te –
- Stammi lontana. Mi sto trattenendo dal
prenderti a botte solo perché solitamente non picchio le donne
–
- Pericoloso … mi piace
–
-O te ne vai o me ne infischierò altamente
di quella regola che mi sono prefissato sulle donne e ti farò molto male
–
- Oh ma perché? PERCHE’ MI TRATTI COSI’?
IO POSSO DARTI TUTTO QUELLO CHE VUOI! TUTTO CIO’ CHE QUELLA VERGINELLA DA DUE
SOLDI NON TI DARA’ MAI!-
Samantha si stava davvero arrabbiando. Non
era mai stata umiliata così in vita sua. Certo in tanti la odiavano, ma i
ragazzi di cui si era infatuata non l’avevano mai rifiutata. Insomma lei era una
bella ragazza! C’è chi avrebbe fatto la fila per starci insieme! E invece lui
no, il ragazzo di cui si era innamorata per la prima volta nemmeno la guardava.
Anzi, faceva di peggio, la detestava!
- NON AZZARDARTI A PARLARE IN QUESTO MODO
DI LEI-
Troy però era quello che stava peggio. Si
stava davvero trattenendo dal picchiarla. Lui aveva sempre detto che le donne
non si devono toccare e lo pensava davvero, ma con lei era diverso! Non ne
poteva più di starla a sentire! E poi aveva parlato in quel modo di Gabriella …
non poteva passarla liscia così.
-PERCHE’ LA DIFENDI? CHE COS’HA CHE IO NON
HO?-
- LO VUOI PROPRIO SAPERE? TUTTO! A partire
dall’onestà. Lei aiuta sempre il prossimo ancora prima di pensare a se stessa.
E’ dolce, sensibile, gentile e quando sorride ti fa capire che la vita è bella e
che la si deve vivere divertendosi e cercando di realizzare tutti i propri
sogni. Quando qualcuno ha bisogno di lei, lei c’è e lo aiuta senza pretendere
nulla in cambio. E’ bellissima sia dentro che fuori e ha una voce fantastica.
Posso vedere tutto attraverso i suoi occhi. E’ unica nella sua semplicità. E io
la amo per quello che è . Dubito che tu possa capire cos’è questo sentimento, ma
questa è la verità. Quindi adesso ti conviene toglierti dai piedi o sarà peggio
per te –
- Ohhhh me la pagherete! Tutti e due! Non
vi libererete così facilmente di me!Puoi starne certo –
Furiosa come non mai fece velocemente le
scale e Troy la seguì.
La guardò con un sorriso da angioletto e
le disse
-E poi … chi ti ha detto che Gabriella è
ancora vergine? –
E godendo della sua faccia scandalizzata
le chiuse la porta in faccia.
Ritornò dentro e finalmente poté andare a
farsi la doccia. Mentre l’acqua calda scendeva lentamente su di lui, ritornò con
la mente al giorno dell’incidente …
- Ahahahah basta ti prego, non ce la
faccio più ahahahah –
Rise Gabriella arrendendosi e sdraiandosi
sul divano. Troy la stava rincorrendo da dieci minuti buoni e quando la prendeva
le faceva il solletico.
- E va bene, la smetto – rise anche Troy
sedendole vicino.
Stendendosi sopra di lei la
baciò.
- Ummm …. Devo tornare a casa. E’ tardi,
mia madre starà preparando la cena –
- Non puoi tardare un po’?- sorrise Troy
accarezzandole dolcemente una guancia.
- No, non posso – rise lei – su andiamo di
sopra che devo vestirmi -
La ragazza infatti indossava solo la
camicia di Troy che le arrivava fin sopra il ginocchio.
- E perché? Stai bene così – le rispose
lui sorridendole maliziosamente.
- Troy! – lo rimproverò scherzosamente
lei.
Quel pomeriggio era stato fantastico. Era
andata a casa sua verso le tre e lo aveva trovato da solo. Il coach Bolton era
rimasto a scuola per una riunione pomeridiana e la madre era a far compere con
un’amica. Lui ne aveva approfittato per preparare tutto. L’aveva lasciata a
bocca aperta quando l’aveva portata in camera sua. Il letto e il pavimento erano
ricoperti di petali di rosa che erano disposti in modo da formare la scritta “Ti
Amo”, una piccola lampadina emanava una luce soffusa creando un’atmosfera
romantica e i poster dei campioni di basket erano stati tolti per non guastare
il tutto.
Lui le aveva sussurrato dolcemente “la
nostra prima volta deve essere speciale” e poi l’aveva baciata. Erano stati
insieme nel modo più bello e naturale che esista, senza fretta.
Lui era stato perfetto e non l’aveva messa
in imbarazzo.
Una volta pronta lo salutò e
uscì.
Stava camminando tutta contenta diretta
alla sua bici che aveva lasciato dall’altra parte della strada.
Successe tutto in una frazione di secondo.
Vide una macchina rosa, che poteva appartenere a una sola persona, venirle
incontro e un attimo dopo l’impatto la vista le si era offuscata e aveva perso i
sensi.
Prima però si era sentita sussurrare: “ te
l’avevo detto di ascoltarmi”.
Troy sentendo il tonfo provenire da fuori
era corso subito e l’aveva trovata lì, sanguinante. Si era spaventato moltissimo
e aveva subito chiamato l’ambulanza. Si era girato per vedere chi era stato.
Nell’automobile riconobbe Samantha che mettendo in moto si era dileguata in modo
che non la potesse prendere.
Nel frattempo era arrivata
l’ambulanza.
Avevano portato Gabriella in ospedale e
l’avevano operata per 5 ore di fila riuscendo a salvarla. C’era però stata una
complicazione: aveva perso l’uso delle gambe.
Ritornando al presente Troy uscì dalla
doccia e si vestì. Non pranzò, gliene era passata la voglia dopo
quell’incontro.
Quando fu pronto prese l’autobus e tornò
in ospedale da Gabriella, decidendo di non dirle niente di quello che era
successo. Almeno non quel giorno. Era così felice, e lui non voleva farla
intristire di nuovo.
***
POMERIGGIO – ORE
15:30
Taylor era andata a casa di Chad quel
giorno. Avevano deciso di vedere un film, per starsene un po’ da soli. Dopo
circa quindici minuti dall’inizio del film la ragazza si era accorta che lui non
lo stava seguendo.
In un primo momento non disse niente ma
poi, notando che la sua espressione si era intristita ancora di più, gli chiese
che cosa avesse.
- Chad … cosa c’è che non va? Perché sei
così giù? –
- Niente di importante, non preoccuparti
–
- Chad … non mentirmi. Capisco sempre
quando non sei sincero,e tu lo sai. Perciò dimmi quello che ti succede
–
- Uff … tu osservi troppo! – sbuffò
scherzosamente Chad – Troy mi preoccupa –
- Che cos’ha? –
- Non è più lo stesso. Da quando Gabriella
ha avuto l’incidente è cambiato. Del basket non gliene importa più di tanto,
appena esce da scuola va in ospedale a trovarla. Non passa un minuto libero, a
divertirsi. Non dico che non gliene dovrebbe importare, ma quello che intendo è
che gli farebbe bene svagarsi un po’ –
- Capisco- La ragazza lo abbracciò, come
per tranquillizzarlo.
- E poi tra poco è anche il suo compleanno
– continuò lui stringendola a sua volta – almeno quel giorno dovrebbe passarlo
in modo un po’ più leggero –
- Aspetta … mi è venuta un’idea – la
ragazza sorrise allegramente staccandosi di poco per guardarlo negli occhi,
trionfante per aver trovato una soluzione.
- Che cos’hai in mente? – le chiese
sorridendo Chad. Quando aveva quello sguardo significava solo una cosa: aveva un
piano.
- Saprai tutto a tempo debito. Ma vedrai …
Troy si divertirà un mondo quel giorno. Te lo prometto –
- E va bene, mia piccola genietta, ti
credo –
Lei sorrise e lui la
baciò. Non avrebbero più parlato di troy e dei problemi, quel giorno lo
avrebbero dedicato solo a loro due.
***
TA – DAAAN Finto anche questo capitolo. Con un po’ di
ritardo, ma sapete la causa è sempre quella: scuola. Sono piena di compiti e
interrogazioni ç_ç!
Allora, pensavate che Samantha se ne fosse andata? Eh
no, ritornerà ancora, ve lo assicuro.
Piaciuta la scenetta Chaylor, com’è venuta?
Recensite, mi raccomando.
Come sempre ringrazio chi ha commentato.
Grazie 1000 a : Herm90, Vivy93,
romanticgirl, valepigia, *AqUa PrInCeSs*, ciokina
14 e Anonimo 123 (niente nick?).
Spero vi piaccia!!!
Kiss
By
Lizdreamer
|
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Capitolo 5 *** capitolo 5 ***
cap4
Dopo
secoli sono tornata!Ho avuto dei problemi con il computer, ho cambiato
internet, quindi per un mese e mezzo circa sono stata senza conessione, e tra
la mancanza d'ispirazione altro, non sono riuscita ad aggionare prima.
Scusatemi, spero di non aver perso chi mi seguiva!!!!
Ah,
le canzoni presenti nel testo sono "Start of something new" di HSM e
"Grazie perchè" di morandi.
CAPITOLO 5
Era
tutto pronto per il compleanno di Troy, la cui casa, precisamente il salotto,
era stata adornata con grandi striscioni e palloncini con su scritto “ Buon
compleanno WildCat ”, fatti fare apposta per quell’occasione. I mobili e il
divano erano stati spostati per improvvisare una pista da ballo e con l’aiuto
di Sharpay avevano potuto installare un palchetto con due microfoni alla destra
della stanza. Il karaoke non poteva mica mancare! Della musica si sarebbero
occupati Ryan e Kelsi, i due DJ della serata. Beh più che altro Ryan si sarebbe
occupato della musica da ballo e Kelsi avrebbe suonato il pianoforte per il
karaoke.
La
grande tavola al centro della cucina presentava ogni tipo di snack possibile,
vi erano infatti ciotole con patatine di ogni tipo e gusto, tramezzini vari,
pizzette e numerose bibite analcoliche dovute alla presenza dei genitori del
festeggiato in casa, che Zeke e Jason avevano portato ad una partita di basket
per non fargli sospettare niente.
Taylor
stava ammirando con un sorriso il suo operato. Aveva promesso a Chad che Troy
si sarebbe divertito e così sarebbe stato. Mancava ancora un’ora alla festa,
con grande sorpresa erano riusciti a preparato tutto in anticipo.
Ora
però mancava la cosa più importante, o meglio la persona. Sospirando uscì
dall’abitazione e si diresse alla macchina grigio metallizzata che stava poco
distante da lì. Era di sua madre, che le aveva permesso di prenderla in
prestito.
Dopo
circa un quarto d’ora arrivò all’ Albuquerque Medical Ospital, e raggiunse la
ormai nota stanza n°202.
Entrò
e vide Gabriella seduta come sempre sul letto che cercava di allacciarsi un
vestito.
-
Hai bisogno d’aiuto?-
-
Tay!Appena in tempo, non riesco ad allacciarlo – Taylor le si avvicinò e
intrecciò i lembi dell’abito rosa chiaro che l’amica aveva deciso di indossare.
-
Ecco fatto! Ma chi te l’ha portato? Stanno tutti lavorando per la festa –
-
Sharpay è passata questa mattina presto, dicendomi che non importava se non
potevo camminare, dovevo essere perfetta!Credo che la mia idea di “perfezione”
sia vagamente diversa dalla sua!-
-
Già, lo penso anch’io- rispose Tay per poi scoppiare in una sonora risata. Poco
dopo le chiese se Troy era passato a trovarla quel giorno.
-
Si, è venuto come ogni mattina. Ho fatto finta di non ricordarmi che era il suo
compleanno, lui non l’ho dava a vedere ma si vedeva che ne era dispiaciuto.
Dovevi vedere la sua faccia! – ora fu la volta di Gabriella di scoppiare a
ridere.
-
Poverinooo, eheh ma la sorpresa così sarà ancora più bella –
- A
proposito hai parlato con il dottor Warner? Ti ha dato il suo consenso?-
-Mi
ci è voluto un po’ per convincerlo, ma alla fine ha accettato ad una condizione
–
-Quale?-
-
Devi tornare qui alle 17:30 –
-
Uff, peggio delle bambine di otto anni!-
-
Beh almeno puoi venire, è già qualcosa, no?- Taylor le sorrise incoraggiante.
-
Hai ragione …. Su, ora andiamo –
Una
volta sistemato tutto, le due uscirono con Taylor che spingeva Gabriella nella
sedia a rotelle.
***
Troy
era appena ritornato con Zeke e Jason dalla partita dei Red Haws contro i
Sixters. Doveva ammetterlo, si era divertito, però ora voleva solo tornare in
ospedale. Era rimasto un po’ sconcertato quando lei non si era ricordata che
oggi compiva 18 anni, ma poi si era detto che con tutti i problemi che aveva
era più che comprensibile.
-
Ragazzi, io vi ringrazio per la partita, ma adesso dovrei andare, sapete … -
-
Troy, non sperare di fregarci, tu non andrai in ospedale adesso. La giornata
non è ancora finita, amico! –
-
Ma io … –
-
Niente ma. Ora vieni con noi –
Lo
portarono un po’ in giro per la città, si fermarono a pranzare in un piccolo
locale e poi, una volta fatte le 15:00, lo accompagnarono a casa.
-
Ma io non devo andare a casa, davvero, Gabriella mi sta aspettando e … -
- E
non vuoi nemmeno cambiarti? Su, vatti a mettere qualcos’altro e poi potrai
andare dove vuoi –
Lui
annuì confuso, insomma quei due lo avevano sequestrato! Poi si decise ad aprire
la porta, mentre Zeke e Jason si scambiavano uno sguardo complice.
Infilò
le chiavi, girò la maniglia e …
-
BUON COMPLEANNO WILDCAT!-
Sgranò
gli occhi meravigliato al massimo quando si trovò l’intera East High davanti.
Ecco perché quello strano comportamento, lo avevano fregato!
Ringraziò
tutti degli auguri e della festa che gli avevano organizzato e poi, finalmente,
la vide.
Gabriella
stava seduta in una sedia, a causa delle sue condizioni, sopra ad un palchetto
che i suoi amici avevano allestito alla destra del salotto, sorridente e con la
mano lo invitava ad unirsi a lei, per cantare ancora una volta insieme. Era
vestita con un abito rosa chiaro dalle spalline sottili, il busto era stretto e
la gonna si apriva ampia fino alle ginocchia. Era bellissima ma quello che lo
attirò fu il suo sguardo. I suoi occhi erano pieni d’amore e anche un po’
colpevoli per aver finto di non ricordarsi niente.
Troy
si riscosse e la raggiunse prendendo l’altro microfono disponibile. Tutti gli
invitati urlarono contenti e applaudirono, mentre le note di una melodia ben
conosciuta dai nostri due protagonisti si diffondevano nell’aria. Entrambi
sorrisero guardando Kelsi suonare al pianoforte leggermente più in basso di
loro.
Poi
Troy riportò lo sguardo su di lei e prendendole la mano libera con la sua,
cominciò a cantare.
Living in my own world
Didn't understand
That anything can happen
When you take a chance
Lei sorrise e gli rispose.
I never believed in
What I couldn't see
I never opened my heart (ooh)
To all the possibilities (ooh)
Con
gli occhi legati e un sorriso sincero sulle labbra, strinsero più forte la mano
dell’altro, unendo le loro voci.
I know that something has changed
Never felt this way
And right here tonight
This could be the start
Of something new
It feels so right
To be here with you (ooh)
And now looking in your eyes
I feel in my heart (feel in my heart)
The start of something new
Fu
di nuovo il turno di Troy, che prese fiato e cantò il primo verso della seconda
strofa.
Now who'd of ever thought that (ooh)
Gabriella
lo seguì quasi subito, e le due voci presero ad alternarsi, creando un armonia
che coinvolse chiunque li stesse ascoltando..
We'd both be here tonight
Ooh yeah
And the world looks so much brighter
brighter
brighter
With you by my side
I know that something has changed
Never felt this way
I know it for real
This could be the start
Of something new
It feels so right
To be here with you (ooh)
And now looking in your eyes
I feel in my heart
The start of something new
Ancora
fu il turno di Troy, che con una leggera ironia nello sguardo, prese la stecca
del microfono e si abbassò a terra, mentre intonava un’altra strofa. (proprio come nel
primo film ^^ nda Liz).
I never knew that it could happen
Till it happened to me
Ooh yeah
Gabriella
rise ricordando quella magica sera in cui si erano conosciuti e poi riprese a
cantare.
I didn't know it before
But now it's easy to see
Troy
le si avvicinò di più, abbracciandola, e insieme cantarono gli ultimi
ritornelli.
It's the start
Of something new
It feels so right
To be here with you (ooh)
And now looking in your eyes
I feel in my heart
That it's the start
Of something new
It feels so right (so right)
To be here with you (ooh)
And now looking in your eyes
I feel in my heart
The start of something new
Start of something new
The start of something new
Quando
la canzone finì, tra gli applausi di tutti troy la baciò e lei gli sussurrò:
-
Buon compleanno, Troy –
Lui
le sorrise dolcemente e le rispose :
-
Lo è sicuramente. Averti qui è il regalo più bello che mi potessi fare-
-
Ah allora quello che ti ho preso non lo vuoi?-
Troy
la guardò interrogativo e sorridendo gli porse un pacchettino rettangolare
argentato con un fiocco azzurro. Lui lo scartò, e si trovò tra le mani una scatola
nera. L’aprì e sgranò gli occhi quando vide cosa c’era dentro.
Gabriella
gli aveva regalato un braccialetto molto fine d’argento con le loro iniziali e
una scritta:
- T&G 4EVER -
E
sul retro c’era la scritta:
x non dimenticarmi mai
Troy
la guardò per un lungo istante e poi la ringraziò.
-
Grazie, è bellissimo –
A
quelle parole gli occhi di Gabriella si illuminarono.
-
Davvero ti piace?Meno male!-
Troy
le prese dolcemente una mano posandola sul suo petto, vicino al cuore,e le
disse.
-
Ma … non mi serve un braccialetto per ricordarmi di te, tu sei sempre qui,
dentro di me –
Gabriella
lo guardò con gli occhi lucidi. Lui le diceva cose bellissime ogni giorno, ma
questa era ancora più speciale. Sapere che i suoi sentimenti per lei erano così
forti la rassicurava e la rendeva felice.
Poi
si ricordarono di essere ancora sul palco, e guardarono verso “ il pubblico ”
sorridendo imbarazzati. Videro i loro amici che li guardavano tutti con un
ampio sorriso, felici per loro, e poi Troy notò che anche suo padre e suo madre
li stavano guardando e , cosa più importante, erano felici per loro.
Poi
improvvisamente si ricordò di una cosa. Guardò Kelsi e le chiese di
suonare un’altra canzone, una canzone per loro due molto importante.
Quando
Gabriella capì qual’era lo guardò con occhi luminosi. In quel momento era
perfetta per descrivere cosa provavano.
Quest’ultima
prese di nuovo il microfono e disse rivolta a tutti gli invitati:
-
Innanzitutto grazie a tutti per essere presenti a questa festa, credo che la
ricorderemo a lungo. Tempo fa io e Troy abbiamo scritto una canzone, una
canzone che solo noi e Kelsi che ne ha creato la melodia,conosciamo. Ora
vogliamo condividerla con voi, proprio per dirvi grazie. In particolare ai
nostri amici. Grazie a Taylor, Chad, Sharpay, Zeke, Jason, Kelsi,
Ryan, Martha. Grazie
perchè senza di voi oggi non saremmo qui. Siete stati degli amici, dei
genitori, dei confidenti, quello di cui avevamo più bisogno. E infine grazie a
te Troy. Grazie di essere semplicemente come sei, grazie di rendermi felice
solo con uno sguardo, grazie di essermi sempre accanto, grazie di non
abbandonarmi, ma soprattutto grazie di amarmi. Mi hai fatto capire cosa
significa vivere. Vivere davvero. Grazie –
Troy
la guardò, e in quello sguardo racchiuse tutto quello che c’era da dire. Le
disse che anche per lui era così, e che le cose tra di loro non sarebbero mai
cambiate.
Kelsi
cominciò a suonare e lui cantò la sua parte.
Grazie perché
mi eri vicina
ancora prima di essere mia
e perché vuoi un uomo amico
non uno scudo
vicino a te
grazie che vai
per la tua strada
piena di sassi
come la mia
grazie perché
anche lontano
tendo la mano
e trovo la tua
Gabriella
prese fiato e cominciò a cantare anche lei.
Io come te
vivo confusa
favole rosa
non chiedo più
grazie perché
mi hai fatto sentire
che posso anch’io volare
senza di te
Era
proprio così. Lui le aveva fatto capire che non aveva bisogno per forza di
qualcuno, lei era forte e poteva farcela anche da sola. Le aveva fatto scoprire
una parte di sé stessa che prima ignorava. Quella forte e determinata.
Io mi riposo
dentro i tuoi occhi
Io coi tuoi occhi
vedo di più
Grazie perché
anche lontano
tendo la mano
e trovo la tua
Con te ogni volta
è la prima volta
non ho paura vicino a te
Grazie perché
non siamo soli
non siamo soli
Gabriella
lo strinse forte mentre iniziava la nuova strofa.
Grazie perché
Vivere ancora
Non fa paura
Solo con te
Grazie perché
anche lontano
tendo la mano
e trovo la tua
tendo la mano
e tu ci sei
Mano
nella mano scesero dal palco, con Troy che aiutava Gabriella a sedersi sulla
sedia a rotelle, mentre di nuovo un applauso scoppiava tra i presenti.
Sorridenti
si recarono insieme ai loro amici in cucina a sgranocchiare qualcosa.
Il
resto degli invitati si mosse sulla pista da ballo con la musica da discoteca
scelta da Ryan.
Taylor
si avvicinò a Chad e sorridente gli disse:
-
Visto? Che ti avevo detto, troy si è divertito!Io mantengo sempre le mie
promesse!-
-
Brava Tay, non avevo dubbi sul fatto che la tua idea funzionasse-
Ringraziandola
la baciò, sapendo che era riuscita a farlo sentire meglio.
Insieme
a tutta quella felicità però c’era anche molta rabbia da parte di qualcuno che
non era stato invitato e che li guardava dalla finestra fuori dall’abitazione.
Due
occhi nocciola fissavano l’intera scena promettendo che quella serenità non
sarebbe durata a lungo.
***
Ecco
qua!Più lungo rispetto agli altri, e con una piccola scenetta Chaylor alla
fine, cosa ne pensate? Spero vi piaccia!!!Ora non ho tempo per citarvi tutti
quanti ma ringrazio x le recensioni!Lo farò nel prossimo capitolo, promesso!!!
Commentate,
vi prego!!!
kiss
by
LizDreamer
|
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Capitolo 6 *** capitolo 6 ***
cap 3
Ciao a tutte, ragazze!!!Si,
lo so, lo so, sono imperdonabile per questo grandissimo ritardo, ma tra tutte le
solite cose, e cioè scuola, danza e per di più febbre e mal di stomaco (tra
l’altro non sto ancora bene,ho qualche linea), non ce l’ho fatta a pubblicare
prima.
Non voglio giustificarmi,
assolutamente, ma purtroppo c’è sempre qualche problema di troppo in
mezzo!
Spero non me ne vogliate, e
che continuerete a seguirmi (sempre se ci siete ancora!)!
Detto questo, buona
lettura!!!
CAPITOLO 6
Una volta che la festa fu finita, Chad,
Taylor e il resto del gruppo aiutarono Troy e i suoi genitori a pulire e a
mettere a posto. Dopo di che Troy andò in camera sua e prendendo il cellulare
nuovo, comprato da pochi mesi, chiamò Gabriella.
Lei rispose al secondo squillo, desiderosa
di sentire la sua voce nonostante si fossero visti meno di due ore
fa.
- Ciao Gabriella. Come ti senti?
–
- Tutto ok, non preoccuparti! Tu, invece?
Sei soddisfatto? –
- Certo, mi avete fatto una bellissima
sorpresa, soprattutto perché c’eri presente anche tu! Loro sapevano che io non
avrei mai festeggiato senza di te, nemmeno se la festa in questione riguardava
il mio compleanno. A proposito, ma come hai fatto a venire?- le chiese lui
confuso. Ci aveva pensato per tutto il pomeriggio.
- E’ stata Taylor. Ha convinto il dottore
che mi ha operata a lasciarmi uscire dall’ospedale a patto che ci tornassi entro
le 17:30. Uff, mi sarebbe piaciuto rimanere lì fino alla fine della festa
–
- La festa è finita quando tu te ne sei
andata – le disse Troy dolcemente.
- Troy!-
- E’ la verità –
- Sei dolce a dirlo – sussurrò felice
Gabriella.
- Sai, una volta non era così. Ero
presuntuoso, irresponsabile, anche menefreghista se devo dire le cose come
stanno. Insomma, ero … diverso. Ma poi ti ho incontrato ed è come se tutto fosse
stato più chiaro, più bello, più vero –
- Troy?-
- Si?-
- So che ne abbiamo già parlato tante
volte ma … sei sicuro di star facendo la cosa giusta?Insomma, voglio dire … io
non so se riuscirò a camminare ancora e … non voglio distruggere i tuoi sogni.
Sei un ragazzo d’oro e non me lo permetterei mai se stare con me ti
penalizzasse. Nella vita ho imparato che a volte bisogna saper rinunciare alle
persone che fanno parte del tuo mondo, che sono il tuo mondo, se questo
significa renderle felici. Tu me lo ripeti sempre che non è un peso, che la
nostra è una storia importante, impegnativa. Ma a volte mi chiedo se davvero non
è da egoisti pretendere di averti e di farti restare con me, anche se … - la
voce le tremava leggermente mentre gli esprimeva le sue paure e troy intuì che a
momenti sarebbe scoppiata a piangere, ma capì anche la sua determinazione ad
essere forte e a cercare di trattenersi.
- Gabriella … dimmi una cosa – la
interrupe il ragazzo, con un tono di voce più serio del
solito.
- Certo, tutto quello che vuoi
–
- Mi ami?-
- Troy, ma che domande fai?Si, certo, io …
-
- Allora basta, non dovresti nemmeno farli
certi discorsi. Tu non devi sentirti neanche minimamente in debito con me. Non
sto insieme a te per pietà, ma per amore. Mi sembrava di avertelo fatto capire
già qualche tempo fa, ma se questo ti fa sentire più sicura, te lo ripeterò
tutte le volte che vuoi. Quindi non dire più certe cose, ok? Me lo
prometti?-
- Te lo prometto, Troy – rispose Gabriella
sorridendo.
Un sorriso fra le
lacrime.
***********
Una nota ragazza bionda quella sera, come
le altre del resto, non era decisamente soddisfatta di come stavano andando le
cose.
Samantha prese un portafoto, capitato lì
per sbaglio e lo scaraventò sul muro, dove andò a fare compagnia al resto degli
oggetti che avevano fatto la sua fine.
Non era possibile, aveva fallito ancora
una volta e quella vipera che le aveva rovinato la vita continuava ad essere
felice e spensierata come sempre.
Ma cosa diavolo poteva fare per cambiare
la situazione?
Stufa di lanciare tutto quello che le
capitava a tiro, si sedette sul letto, vicino alla
finestra.
Vi si affacciò, guardando le strade quasi
deserte visto che si stava facendo sera, e fece una promessa a se
stessa.
- Presto saprai la verità, saprai tutto
quanto, compreso chi sono veramente e questo comporterà la tua rovina.
Aspettami, Gabriella Montez. La tua felicità durerà ancora poco
–
E con un sorriso che non prometteva nulla
di buono, si stese e si addormentò.
***********
Troy stava girovagando per la sua stanza
da venti minuti buoni e Chad se ne stava seduto sul letto appena rifatto,
guardandolo curioso e anche un po’ spazientito.
Quel pomeriggio aveva deciso di portare
Taylor all’inaugurazione del nuovo e super attrezzato campo da basket vicino
alla scuola. Certo, non era un’uscita romantica, ma per era pur sempre
un’occasione per stare un po’ insieme e poi per lui era
importante!
Comunque, tornando al nocciolo della
questione, troy l’aveva chiamato di punto in bianco dicendogli che doveva
parlargli di una cosa per lui fondamentale. L’aveva sentito nervoso, e per
questo una volta salutata quella che ormai da un paio di mesi era la sua
ragazza, era corso da lui.
Ma invece di parlare, Troy stava facendo
su e giù per la camera, senza fiatare.
Dopo essersi alzato in piedi e aver
sbuffato per l’ennesima volta, si decise a chiedergli
spiegazioni.
- Allora?-
Troy si girò finalmente verso di lui
guardandolo interrogativo.
- Allora cosa?-
- Cosa?COSA?Mi hai fatto venire qui mentre
ero fuori con Tay e poi ti sei messo a gironzolare senza proferire parola!Ti
sembra normale?-
- E’ … è che sono nervoso
–
- Questo l’avevo capito. Ma vorrei sapere
il perché – vedendo il suo sguardo capì subito di cosa si trattava, o meglio di
chi.
- Aspetta, si tratta di Gabriella
vero?-
L’altro annuì.
- Tu sai come lei sia stufa di questa
situazione, di starsene in ospedale e non poter fare nient’altro che stare su di
un letto tutto il giorno e … io voglio aiutarla. E’ più che comprensibile
quello che prova e per questo sento che devo fare qualcosa per cambiare le cose
–
- E come pensi di fare?- gli chiese Chad
confuso.
- Voglio chiederle di venire a vivere con
me – rispose Troy tutto d’un fiato.
Chad ci impiegò qualche secondo a capire
cosa intendeva l’amico, o meglio il fratello.
Eh già, il loro era sempre stato un
rapporto forte, che superava i limiti dell’amicizia fino a sfiorare quelli della
fratellanza. Anche se non avevano legami di sangue, si sentivano come i membri
della stessa famiglia.
E per questo, proprio perché non se
l’aspettava, una volta afferrato il concetto, sbarrò gli occhi castani e lo
guardò incredulo.
E non ci mise poi molto per dirgli come la
pensava.
- Vi … vivere in … insieme ??????Tu e
Gabriella A CONVIVERE? E sentiamo, come farai a mantenere entrambi, eh?Lei non
può di certo lavorare nelle sue condizioni!E non solo, devi pensare anche alla
casa e a tutte le bollette, l’affitto … insomma, non è una passeggiata!Fratello,
io non voglio essere quello che rovina tutto, ma tu ti devi rendere conto della
situazione, cavolo hai solo 18 anni!!!E poi i tuoi genitori che diranno? E sua
madre? E con …. –
Troy lo interruppe.
- Ehi, Chad!Frena, frena, frena!Non hai
capito!O forse sono io che mi sono espresso male. Non ho … intenzione … di
convivere. Insomma, si, forse un giorno!Ma non ora … è presto e non è il momento
adatto!
Quello che voglio dire, che poi spiega
perché oggi sono tanto nervoso, è che non so come chiedere ai miei se Gabriella
può restare da noi per un po’. Non è un rifiuto che mi spaventa ma non riesco ad
iniziare il discorso!- finì sbuffando.
- Allora, vediamo se adesso ho capito.
Come tutti sappiamo Gabriella è in ospedale da quasi un anno e ovviamente è
stufa della situazione. Tu vuoi aiutarla e hai pensato che potrebbe restare da
te per un po’ ma il problema è parlare con i tuoi genitori.
Giusto?-
Troy annuì.
- Giusto –
- Ma per quanto tempo
sarebbe?-
- Ecco, a dire il vero non lo so di
preciso. Fino a quando ci saranno dei miglioramenti, suppongo. E per quando
riguarda la signora Montez, lei dovrebbe essere d’accordo. Sempre meglio che
farla stare ancora lì dov’è, e poi non saremo soli –
Chad si risedette sul letto, passandosi
una mano sui capelli ricci ribelli. Sospirò, era difficile ma doveva essere
sincero con Troy, come lo era sempre stato.
- Troy? Io … davvero … non voglio smorzare
il tuo entusiasmo e sono convinto del fatto che tu lo voglia davvero, ma … se
lei non migliorasse mai? Se … non guarisse? Ci hai pensato, vero? Nel caso in
cui le cose non si dovessero risolvere … ce la farai? Voglio solo essere sicuro
che tu non ci soffra troppo se questo dovesse accadere -
Troy alzò lo sguardo e lo fissò in quello
di Chad. I suoi occhi azzurri, sempre dolci, sempre limpidi, ora erano
attraversati da determinazione. Tanta, tanta determinazione e fermezza in quelle
che erano le sue speranze.
- Chad, io so che lei ce la farà. Ho
bisogno di crederlo per andare avanti. Ci ho pensato, ma non riesco a prendere
realmente in considerazione la possibilità xhe non cammini più. Perciò … non
togliermi questa speranza, ok?-
Chad lo guardò, questa volta
sorridente.
. Va bene, amico. Hai ragione, scusami
–
Troy scosse la testa come per dire “non
importa”.
L’altro si avvicinò alla porta e l’aprì ma
prima di uscire, si voltò nuovamente verso di lui.
- Sai una cosa? Quella ragazza ti ha
proprio cambiato – e dopo averlo salutato con un cenno della mano,
uscì.
Troy ricambiò e si distese sul
letto.
Aprì il comodino in legno chiaro che stava
alla sua destra e vi tirò fuori una foto. Poi lo richiuse.
La foto incorniciata ritraeva lui e
Gabriella abbracciati che ridevano. Era stata scattata di nascosto da Sharpay,
poco prima dell’incidente.
Con una mano ne sfiorò la superficie,
posando le dita sulle labbra della ragazza, tese in un dolce e solare
sorriso.
E in
cuor suo sperò di vedere ancora quell’espressione radiosa.
*****
Finto anche questo cap, un
po’ corto!E’ stato un po’ faticoso da scrivere, perché non volevo far intendere
troppo cos’ha in mente Samantha.In sostanza non succede molto, ma mi serviva per
introdurre il prossimo. Ah, vi anticipo che tra un capitolo o due ci sarà un
grande colpo di scena!!!
Perciò continuate a
leggere!
Infine ringrazio chi ha
commentato gli ultimi due capitoli.
X IL CAPITOLO 4 GRAZIE 1000 A
:
ciokina14, romanticgirl, valepigia, Vivy93 e kikka93.
X IL CAPITOLO 5 GRAZIE 1000 A
:
Vivy93, ciokina14, Brauccia, Tay_,romanticgirl,
Vi ringrazio, e spero
continuerete a leggere e commentare!!!
Alla
prossima,
kiss
by
LizDreamer
|
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Capitolo 7 *** capitolo 7 ***
cap4
Allora,so che praticamente ad ogni capitolo devo
scusarmi della mia lunga assenza. Ma purtroppo anche questa volta mi hanno
staccato internet per due mesi e mezzo, e per mancanza d’ispirazione e numerosi
impegni non ce l’ho fatta a pubblicare prima.
Per farmi perdonare, pubblicherò due capitoli ,
dedicati a tutte le persone che hanno seguito e spero continueranno a seguire
la mia storia.
Detto questo, via lascio alla lettura!!!
CAPITOLO 7
- Mamma, papà … devo parlarvi –
Era
giunto il momento. Troy doveva parlare ai suoi genitori di quella richiesta per
lui tanto importante.
-
Si tratta di Gabriella e … di me. Beh … in realtà riguarda anche voi –
I
signori Bolton guardarono il figlio con un’ espressione interrogativa. Che cosa
c’era di così urgente da fermarli prima di andare a lavoro?
-
Voi sapete bene la situazione in cui lei si trova. Io pensavo che avremmo
potuto … ecco, insomma, potremmo ospitarla qui per un po’ –
Jack
e Serena (non sapendo come si chiama la mamma di Troy, le ho dato un nome io
nda Liz) Bolton stettero in silenzio, senza dire niente.
In
compenso però fissarono Troy dritto negli occhi.
Il
ragazzo pensò che sicuramente, dalle loro facce, la risposta doveva essere
negativa.
Poi
il padre parlò.
-
Tu sei maggiorenne, lei non ancora, state insieme da due anni e state
frequentando l’ultimo del liceo. A quest’età … -
- …
i ragazzi sono in piena fase ormonale – continuò per lui la moglie.
- E
considerando che dovreste vivere insieme, nella stessa casa … -
- …
sempre a contatto, rimanendo da soli quando noi mancheremo per il lavoro –
“Adesso
sì che si mette male” pensò Troy.
-
Potreste avere un comportamento … irresponsabile, ecco –
Prima
che potessero continuare, lui lì fermò.
-
Aspettate! Infondo non siamo mai stati degli irresponsabili … non vi abbiamo
mai dato modo di dubitare di noi! E poi non saremmo soli, è vero che lavorate,
ma non per tutto il giorno!E se aggiungete il fatto che io sarò a scuola, cosa
ci sarebbe da temere? Se riesco a convincere il dottore, la farò venire con me,
così si toglierebbe anche il peso di dover pagare un’ insegnante privato e … -
Serena
lo interruppe.
-
Troy, non ci hai lasciati finire. Noi eravamo … -
-
Già d’accordo all’inizio. Volevamo solo vedere come avresti reagito se ti
avessimo detto di no!- finì Jack ridendo alla vista della faccia di Troy, che
imbarazzato si passò una mano tra i capelli.
-
Oh beh, se è così, allora … ma, aspetta un attimo! Questo vuol dire che mi dite
di si?-
I
genitori gli sorrisero e Troy li abbracciò, ringraziandoli.
-
Ma … - la madre lo guardò seria.
-
Si, lo so … staremo attenti e non faremo niente di sconveniente! – finì Troy
per lei.
Al
settimo cielo, li salutò e si diresse alla fermata del pullman che lo avrebbe
portato all’ Albuquerque Medical Hospital.
***
Gabriella
si sentiva di buon umore quella mattina, la telefonata della sera prima l’aveva
rassicurata molto.
Non
sapeva ancora che le cose sarebbero migliorate, e infatti …
TOC
TOC
-
Avanti –
Troy
entrò, nascondendo dietro la schiena un mazzo di rose bianche, le preferite
della ragazza.
-
Troy! Ciao –
Il
ragazzo le andò incontro, la baciò e poi le porse i fiori.
Gabriella
lo guardò felice e sorridente annusò le rose.
Il
loro profumo era delicato e candido e le dava un senso di tranquillità.
-
Sono bellissime e adoro il loro profumo. Come mai questo gesto così romantico,
stamattina? –
-
Perché … io sono romantico e poi devo darti una notizia –
-
Che notizia?- la ragazza mora lo guardò curiosa.
-
Da oggi non dovrai più stare qui, se non per i soliti controlli. Ho già parlato
con il medico e dopo mezz’ora buona sono riuscito a convincerlo. Perciò adesso
ti vesti, prendiamo le tue cose e ce ne andiamo da questo posto. Dovrai solo
firmare alcune carte e ci sarà bisogno anche della firma dei miei genitori –
Troy le rispose cominciando a radunare in un'unica borsa gli oggetti sparsi per
il comodino.
-
Aspetta un secondo Troy, che significa che ce ne andiamo?-
-
Significa che ho convinto mia madre e mio padre a farti stare da noi per un po’
–
Gabriella
lo guardò spalancando gli occhi scuri. Dopo qualche secondo di smarrimento, lo
abbracciò forte, non riuscendo a credere a quello che aveva sentito.
-
Stai dicendo sul serio?Non stai scherzando?-
-
No, è tutto vero. Starai da me –
-Non
posso crederci!Ti rendi conto Troy?Uscirò finalmente da qui!-
Le
lacrime le pizzicavano gli occhi, ma lei tenne duro. Questa volta sarebbe stata
forte.
***
I
genitori di Troy arrivarono un’ora dopo, firmarono dei documenti che
attestavano la loro decisione di ospitare Gabriella, e se ne andarono insieme a
lei e al figlio, diretti verso la loro abitazione.
Quando
arrivarono, Gabriella si fermò ad ammirare quella che da allora in poi sarebbe
stata la sua casa.
Per
i primi tempi, ci fu del disagio insieme a delle situazioni imbarazzanti, ma
poi la cantante riuscì ad ambientarsi bene alla nuova famiglia. La signora
Montez era contenta della nuova situazione e non si preoccupava del fatto che
lei vivesse con Troy, sapendo che comunque c’erano sempre i suoi genitori a
sorvegliarli.
Gabriella
tornò anche a frequentare la scuola, mancavano pochi mesi alla fine del liceo e
gli esami di maturità si avvicinavano.
Le
materie da studiare erano tante, ma grazie al suo insegnante privato non era
rimasta indietro con il programma.
E
poi, intelligente com’era, avrebbe potuto farcela sicuramente.
E
così passarono le prime quattro settimane a casa Bolton, tra studio, tv e … non
da ultimo qualche bacio!
La
ragazza mora pensava di aver ormai ripreso in mano la propria vita, e di poter
finalmente ricominciare, ma il destino, o forse solo la sfortuna, volle che non
fosse così.
C’era
ancora una cosa importante che Gabriella doveva sapere. Una cosa che riguardava
la sua famiglia. Una cosa che e avrebbe sconvolto la vita.
***
-
Oliver?Si, sono io Sam. Devo parlarti. Raggiungimi a casa, sai che non posso
muovermi. I miei rompono ancora per la storia dell’incidente. Si, ok, va bene.
Ti aspetto. Un quarto d’ora, si. Ciao –
Come
stabilito, quindici minuti dopo, Oliver aveva raggiunto Samantha.
-
Vieni entra- la ragazza bionda lo fece accomodare nella sua stanza.
-
Cosa c’è di tanto importante?- chiese Oliver. Moro, occhi scuri, fisico
asciutto.
Samantha
prese un grosso respiro, poi parlò.
-
Ho deciso di dirle tutta la verità-
-
Di dirle? Ma di chi stai …. aspetta, adesso ho capito. Intendi a Montez?-
-
Si, per anni l’ho odiata e ancora adesso continuo a farlo e tu sai il perché.
Ma ho capito che non posso più vivere così, sono distrutta. La mia vita fa
schifo, e io non ho nessuno-
-Hai
ancora me-
Samantha
lo guardò e sorrise. Un sorriso vero, un sorriso sincero, non come i soliti
sorrisi provocatori che si addicevano alla sua personalità.
Si
avvicinò di più e lo abbracciò. Poco dopo sentì ricambiare la stretta.
Tutti
erano convinti che lei non avesse un cuore, che la sua fosse solo
cattiveria. Che se agiva così, era perché non le importava niente degli altri.
Anche
tutte le brevi storie d’amore che aveva avuto, erano finite sempre per lo
stesso, identico motivo.
Disponibilità.
Lei era una ragazza disponibile, nel senso fisico della parola. E i ragazzi che
aveva frequentato, erano soltanto interessati a spassarsela.
Anche
loro erano convinti che comunque lei non desiderasse nient’altro. Non era certo
un tipo sentimentale!
Ma
si sbagliavano, come si sbagliavano tutti.
Lei
un cuore ce l’aveva, ed era stato ferito troppe volte. Per questo si era
chiuso, e nessuno era riuscito ad aprirlo di nuovo. Beh a dirla tutta, nessuno
ci aveva mai provato seriamente.
Così
Samantha aveva pensato che se lei si dimostrava davvero come la gente pensava
che fosse, se ne sarebbe convinta lei stessa, e non avrebbe più sofferto.
Ma
la verità era un’altra. Lei soffriva, soffriva da morire. Perché non si sentiva
amata, non si sentiva voluta.
Solo
con Oliver, la situazione sembrava essere meno grave.
Lui
era l’unica persona che le voleva veramente bene, che le era sempre stato
vicino.
L’aveva
conosciuto poco prima di iniziare il primo anno alla East High School.
Già
allora, lei era una ragazza fredda, e questo era dovuto sempre a quel segreto
troppo grande che aveva scoperto quando stava per finire le elementari. Era
stato uno shock per lei, e non riusciva a capire la situazione. Ma crescendo
aveva capito eccome. Aveva giocato con il fuoco e alla fine si era bruciata.
Quella ferita non era ancora stata rimarginata e non lo sarebbe stata fino a
quando anche Gabriella non avesse saputo tutto.
Oliver
era un ragazzino sveglio, intelligente, sempre allegro e molto dolce. Una
persona perbene, insomma.
Aveva
saputo vedere al di là del ghiaccio di quegl’occhi nocciola. Era riuscito a
vedere la sofferenza, il dolore. E aveva fatto di tutto per diventare suo
amico, nonostante lei lo respingesse in qualunque modo possibile. E alla fine,
con forza e tenacia ce l’aveva fatta. Era riuscito ad entrare nel suo cuore e a
darle un po’ di quel calore che tanto le mancava.
****
Grazie a tutte le persone che hanno commentato lo
scorso capitolo e cioè:
Tay, romanticgirl, armony93, ciokina14 e Vivi93.
Grazie 1000 a tutte, e continuate a seguirmi e a commentare!!!
|
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Capitolo 8 *** capitolo 8 ***
cap4
CAPITOLO
8
-
Ti senti pronta?- il sussurro di Oliver la fece distogliere dai suoi
pensieri.
Gli
sorrise. Un sorriso triste.
-
No, ma devo farlo. Ormai non posso più aspettare. Non voglio più
aspettare. Faccio un giro per schiarirmi un po’ le idee e poi vado da lei. -
-
Vuoi che ti accompagni?- le chiese dolcemente.
-No,
grazie. E’ una cosa che devo fare da sola-
Detto
questo si alzò, prese la giacca di jeans, uscì e chiuse la porta.
Oliver
l’avrebbe aspettata lì a casa sua.
Quando
fu certo che lei se ne fosse andata, il ragazzo moro sospirò triste e ormai
rassegnato, chiedendosi quando quella ragazza così diversa dalle altre si
sarebbe accorta dei suoi sentimenti per lei.
***
Troy
infilò le chiavi nella serratura e aprì la porta.
-
Sono a casa!-
Non
udì risposta, probabilmente i suoi erano a lavoro e Taylor e Sharpay era
passate a prendere Gabriella,così salì le scale e andò in camera sua.
Aprì
la porta e per poco non gli venne un colpo.
Gabriella
c’era, eccome se c’era!!!
Era
distesa sul letto, con i capelli lisci sparpagliati sul cuscino, e una leggera
sottoveste bianca che le arrivava fin sopra alle ginocchia. Con l’indice
puntato verso di lui, lo invitava ad unirsi a lei, con fare sensuale.
Le
lenzuola di lino azzurre erano state tolte, e a sostituirle vi erano delle
lenzuola rosse di seta.
-
Bentornato, Troy –
-
Gab- briella … ma cosa … insomma … cosa – balbetto il ragazzo dagl’occhi
azzurri avvicinandosi e sedendosi sul letto accanto a lei.
-
Ho voluto farti una sorpresa- Gabriella gli diede un bacio veloce.
-
Mi hanno aiutato Taylor e Sharpay, che mi ha regalato questa – indicò la
sottoveste bianca.
-
In realtà, me l’aveva regalata già un po’ di tempo fa, ma l’ho conservata per
il momento giusto. E oggi lo è!-
Troy
le sorrise malizioso.
-
Beh, sai io sono una persona molto altruista e sensibile, perciò non vorrei mai
che le tue amiche si dispiacessero se noi non usassimo quello che hanno
preparato … -
-
Ah, certo lo fai per loro, vero?- gli rispose lei ridendo.
-
Assolutamente sì!-
Troy
chiuse lì il discorso e la baciò con passione, dedicando quel pomeriggio solo a
loro due.
***
Troy
e Gabriella erano distesi sul letto, lei era voltata sul fianco sinistro,mentre
lui le cingeva dolcemente la schiena.
Dopo
tanto tempo, erano stati insieme. Certo, era iniziato tutto scherzosamente,
come un gioco tra di loro, ma entrambi sapevano che era un passo importante.
Per
un anno si erano limitati a semplici baci e carezze, non potendo fare di più
viste le circostanze. Lei doveva stare in ospedale e già lì non si sentivano
troppo a loro agio quando stavano da soli. Era un posto troppo freddo, e loro
avevano bisogno della loro intimità. Inoltre, era un luogo che non permetteva a
Gabriella di staccarsi dal pensiero di non poter più camminare, non sapendo
ancora per quanto.
-
Come ti senti?- le chiese Troy sussurrando vicino al suo orecchio.
-
Benissimo!E tu? – sorrise voltandosi verso di lui.
-
Anch’io. Avevo bisogno di sentirti –
Gabriella
si accoccolò vicino al suo petto forte e caldo, chiudendo nuovamente gli occhi,
ma proprio in quel momento un cellulare suonò.
Get my, get my head in the
game
You gotta
Get'cha, get'cha, get'cha, get'cha head in the game
-
E’ il tuo!-
Troy
allungò una mano sul comodino e prese il cellulare.
-
Pronto?-
-
TROY, MA DOVE SEI FINITO?Dovevamo giocare oggi, te ne sei dimenticato?-
-
Chad,calmati!Sono stato … ecco, come dire … impegnato!- guardò Gabriella che si
mise una mano davanti alla bocca per nascondere le risate a Chad.
-
Impegnato?Impegnato a fare cosa?-
-
Beh, ecco … io … –
-
No, aspetta non mi dire … adesso ho capito!Ci credo che non sei venuto a
giocare!!!-
-
Si, ok, senti ci sentiamo, eh?-
-
Come ci sentiamo? Non vieni?-
-
ma non avevi detto di aver capito?-
- Si,
ma non significa che non devi venire!Dai, lo sai che avevamo lanciato la sfida
a quei quattro buffoni che abitano vicino a casa mia!Non mi puoi abbandonare,
sei il capitano!-
-
Mah, non lo so … aspetta un attimo- Troy allontanò il cellulare per parlare con
Gabriella.
-
Devi andare?- gli chiese lei.
-
Si, Chad mi sta stressando per andare a giocare con quelli che stanno dove di
casa sua!Ma posso dirgli che resto qui, se vuoi, non è un problema!Se ne farà
una ragione!-
-
No, no, vai pure. Tra poco saranno qui anche i tuoi genitori e se ci trovano
così sono guai seri!-
- E
tu cosa fai?-
-
Sistemo il letto e poi guarderò un po’ di televisione, davvero, non
preoccuparti per me!!!-
-
Va bene, se ne sei sicura -
-
si, lo sono –
Gabriella
lo baciò velocemente, ma Troy la trattenne e approfondì il bacio. Lei ricambio
ma poco dopo si staccò.
-
Se mi baci così non andiamo da nessuna parte!!!Su, vestiamoci che poi mi aiuti
a scendere!-
Detto
questo, i due si rivestirono, misero a posto il letto togliendo le lenzuola di
seta e rimettendo quelle di lino, per non far sospettare niente ai coniugi
Bolton.
Una
volta finito, Troy prese la ragazza in braccio e scese le scale, per poi
posarla delicatamente sulla sedia a rotelle.
Le
diede un bacio veloce e poi la salutò.
Dopo
neanche dieci minuti, qualcuno bussò alla porta.
Gabriella
era ancora raggiante per le ore che aveva trascorso con troy, in cui era stata
benissimo, così quando andò ad aprire aveva ancora il sorriso sulle labbra.
-
Ciao. Devo parlarti –
Gabriella
nemmeno considerò la persona che aveva davanti e richiuse la porta. La sua
serenità era svanita in un attimo.
-
Aspetta!Apri, riguarda tua madre!-
Sua
madre? Che centrava adesso sua madre con lei?
Voleva
saperne di più, così riaprì la porta e questa volta fece entrare Samantha in
casa.
-
Allora, vuoi spiegarmi cosa centra mia madre con te?-
-
in realtà non riguarda solo lei. Riguarda anche te. Riguarda la tua famiglia. O
meglio la nostra-
-
Nostra? Ma che stai dicendo?- Gabriella sbarrò gli occhi stupida.
-
Bene, è arrivato il momento di vuotare il sacco. Il mio vero nome non è
Samantha. Mi chiamo Cassidy –
Cassidy
si portò una mano sull’attaccatura dei capelli, e sfilò la parrucca bionda che
portava da quando aveva iniziato le superiori.
Una
cascata di lunghi capelli neri lisci le scivolò fino a metà schiena.
Guardò
Gabriella dritto negl’occhi e pronunciò la frase che avrebbe cambiato per
sempre le loro vite.
-
Sono tua sorella –
***
Che ne pensate? sono riuscita a stupirvi?Commentate,
mi raccomando!
Spero a presto!!
Ciao a tutti!!!
by
LizDreamer
|
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Capitolo 9 *** capitolo 9 ***
cap9
Capitolo
dedicato a Titty90, perchè secondo me è una delle migliori scrittrici di
Efp!!!Titty sei grande, spero di diventare brava come te un giorno!!!!Kiss!
Buona
lettura!!!
CAPITOLO 9
- Sono tua sorella –
- Sono tua sorella –
- Sono tua sorella –
Sempre la
stessa frase rimbombava continuamente nella testa di Gabriella.
Samantha ….
o Cassidy … o come diavolo si chiamava, la ragazza che le aveva rovinato la
vita, la ragazza che l’aveva investita, la ragazza che diceva di amare Troy, la
ragazza che la odiava profondamente …. era sua sorella?
No, non poteva essere vero. Probabilmente era
solo un’altra delle sue tecniche per sconvolgerla e mandarla in confusione.
Non doveva
cascarci, no, non ci doveva credere.
Fece un
respiro profondo e cercò di calmarsi, ripetendosi che era tutta una farsa.
- Senti, io
non ho ancora capito perché tu ce l’abbia così con me, al punto di investirmi,
di rovinarmi la vita, di arrivare a mentire così spudoratamente per cercare di
confondermi, ma ti chiedo di finirla. Non riesco più a sopportare questa
situazione. Sto cercando di andare avanti nonostante tutto quello che ho
passato, sto cercando di rifarmi una vita, ripetendomi ogni giorno che anche se
non posso camminare, ho tante altre cose belle intorno a me per le quali
combattere. Come la mia famiglia, come Troy, come cantare. Ma ogni volta che la
mia felicità arriva al massimo compari tu e butti giù tutte le mie speranze. Ho
sopportato tutto, ma questa volta l’hai combinata grossa. Finché la questione
riguardava me e te mi stava anche bene, perché quella a soffrire sarei solo stata
io,ma ora osi parlare di mia madre,e questo non posso perdonartelo.
Assolutamente-
Cassidy la
guardò per la prima volta con uno sguardo diverso. Uno sguardo deciso, uno
sguardo sicuro, non provocatorio.
- Ti ho sempre odiata, e
probabilmente continuerò a farlo, perché tu mi hai portato via tutto,ma se non
fosse stato vero, non sarei mai venuta da te a raccontarti una cosa simile. Tu
pensi sempre di essere dalla parte della ragione. Tu combatti, tu soffri, tu
sei la vittima. E io? Io sono la strega cattiva che si mette in mezzo tra la
principessa e il principe e che fa di tutto perché non ci sia un lieto fine.
Da quello che dici sembri
una persona profonda, ma le apparenze hanno ingannato perfino te stessa. In
realtà sei incredibilmente superficiale, perché non hai saputo guardare al di
là. Non hai saputo vedere la verità. Io sono tua sorella, e tu devi
accettarlo!!Che tu lo voglia o no!-
La mora si
guardò intorno e poi si rivolse nuovamente a Gabriella.
- Comunque
non è un discorso che si può affrontare in cinque minuti. Devo parlarti in
privato, in un posto dove si può stare tranquilli-
Gabriella la
guardò scettica, poi le rispose.
- Sono da
sola in casa, non c’è nessuno. Quindi se vuoi continuare questa farsa, fallo
pure –
- Non riesci
proprio a credermi, eh?Comunque visto che adesso vivi a casa del tuo caro
fidanzatino, ci saranno i suoi genitori-
- Arrivano
tra poco-
- Appunto,
quindi andiamocene-
Senza
ascoltare le sue imprecazioni, Cassidy si avvicinò, le si posizionò dietro e
prese a spingere la sedia a rotelle, dopo aver aperto nuovamente la porta.
Ormai
arresa, Gabriella la fece fermare un attimo, scrisse un bigliettino a Troy e ai
signori Bolton per avvisare che era da Taylor e che avrebbe mangiato da lei
quella sera. Poi prese il cellulare azzurro cielo e mandò un messaggio anche a
lei, chiedendole di coprirla.
- Possiamo
andare – disse a Cassidy, che senza proferire parola, cominciò a condurla al
parco.
Una volta
arrivate, Gabriella parlò.
- Il parco è la tua idea di posto tranquillo e
soprattutto riservato?- le chiese ironica.
- Nei weekend
resta aperto fino alle nove e mezza della sera, ora sono le otto, e come vedi a
quest’ora è deserto, la gente sta cenando-
- Ok, va
bene … lasciamo perdere e arriva al punto. Naturalmente non ti credo, ma sono
disposta ad ascoltare la tua versione dei fatti-
Cassidy si
accomodò su una panchina proprio di fronte a Gabriella, e cominciò a parlare.
- Durante le
vacanze estive, prima di cominciare la prima media, tornata a casa dopo uno dei
miei soliti pomeriggi in bicicletta, trovai in camera di mia “madre” una
lettera. Non era in vista, era ben nascosta, infatti la trovai dentro una
scatola riposta sull’ultimo cassetto del comodino-
- E come mai
hai aperto quella scatola?- la interruppe Gabriella.
- Stavo
cercando un braccialetto, non lo trovavo da nessuna parte e così cominciai a
cercarlo dappertutto. Quando vidi la scatola rossa mi incuriosii e pensai che
magari era lì dentro,ma quando la aprii, trovai una busta bianca, contenente
una lettera che risaliva a una settimana dopo il parto. L’aveva scritta tua
madre, ed era indirizzata a me-
Gabriella
man mano che ascoltava si interessava sempre di più a quella storia e
inconsapevolmente cominciava a pensare che forse non erano tutte menzogne
quelle di Cassidy …
- E cosa
diceva questa lettera?-
- Scoprilo
tu stessa –
Cassidy tirò
fuori un foglio piegato in quattro dalla tasca posteriore dei jeans e glielo
porse.
Gabriella
l’afferro e l’aprì, spalancando gli occhi. Quella era proprio la calligrafia di
sua madre, per niente cambiata sebbene fosse passato tutto quel tempo, l’aveva
riconosciuta subito.
Cara Cassidy,
non so con chi sei adesso o che nome ti abbiano
dato,ma questo era quello che avevo scelto per te.
Ti scrivo questa lettera per quando sarai grande. Si
lo so, sei appena nata e già comincio a parlare del futuro.
Ma questo è l’unico modo che ho per farti capire la
mia scelta.
E’ vero a te sembrerà che io ti abbia abbandonata, ma
non è così.
O meglio si è così, ma a tutto c’è un perché.
Ed ora io proverò a spiegarti il mio.
Solo un anno fa è nata Gabriella , la mia prima
bambina.
Io e Dave avevamo appena festeggiato il nostro terzo anniversario
di matrimonio. Infondo non era poi molto tempo, ma a me sembrava tutta una
vita. Eravamo molto giovani, ma io lo amavo profondamente.
Lui era l’unico uomo che esisteva per me, l’unico che
avrebbe potuto darmi quello che avevo sempre voluto. Una famiglia.
E quando lei nacque noi eravamo così felici. O almeno
questo era quello che credevo io.
In realtà, lui non aveva mai desiderato avere un
bambino, non con me e non in quel momento comunque.
Dopo che Gabriella compì il suo secondo anno di vita,
lui ci lasciò.
Se ne andò, abbandonandoci per andare a vivere con
un’altra donna. Il nostro rapporto si era incrinato, è vero ma non credevo fino
a quel punto. Ero sconvolta, e non sapevo cosa fare, così pensai di rifugiarmi
a casa di amici di vecchia data.
Era il mio gruppo del liceo. Io andai principalmente
da Katia e John, ma in appartamenti vicini al loro vivevano tutti gli altri.
Maria, Jessica, Nick, Mike.
Passai la notte da loro. E fu proprio quella notte a
cambiare tutto.
Ai tempi della scuola, io frequentavo proprio John.
Lui era stato il mio primo amore.
E un po’ per
l’alcol, un po’ perché John provava ancora qualcosa per me, un po’ perché io
non volevo più sentirmi sola, finimmo per fare l’amore.
Il giorno dopo, parlammo subito dell’accaduto e
decidemmo di comune accordo di dimenticare quello che era successo.
Però, dopo quattro settimane da quel giorno, scoprii
di essere rimasta nuovamente incinta.
Non avevo le forze per crescere un altro bambino, e
nemmeno la disponibilità economica visto che ero diventata una ragazza madre.
Non cercai nemmeno di contattare John, non volevo distruggere anche la sua di
famiglia.
Non riuscivo nemmeno a pensare all’aborto, così ho
deciso di darti in adozione.
Ma voglio che ti resti almeno qualcosa di me, della
tua vera madre.
Non odiarmi, se puoi, ti prego.
Non vorrei mai ferirti, perché anche se non posso
tenerti, ti amo.
Spero che tu ti trova bene nella nuova famiglia e che
possa trovare quel calore che io non posso darti.
Con amore,
Amy Montez.
Gabriella era rimasta
sconvolta da quello che aveva appena letto.
Stava in silenzio e
piangeva. Ormai non c’era più tempo per dubitare, Cassidy era sua sorella. O
meglio, sorellastra.
Ancora una volta il
destino le aveva giocato un brutto scherzo. Tutto quello che sua madre le aveva
raccontato, non era vero. Tutt’altro, era stata proprio lei a mentirle.
Cassidy la osservò senza
dire niente, e poi decise di intervenire.
- Ehi, è
tutto a posto?Ti senti bene?-
- Da quando
ti preoccupi per me?- le rispose ironicamente lei, alzando lo sguardo sui suoi
occhi nocciola, così simili ai suoi. Non tentò nemmeno di asciugare le lacrime,
lasciandole libere di scendere e di rigarle le guance delicate.
- Perché
stai piangendo?- Cassidy ignorò la sua domanda, rivolgendogliene un’altra.
- Mia mad …
nostra … madre mi ha sempre detto che mio padre è morto quando io ero piccola,
in un incidente stradale –
Cassidy
rimase senza parole. Per un po’ stettero in silenzio, lanciandosi un’occhiata
ogni tanto.
Poi fu
proprio lei a riprendere.
- Vuoi
sapere perché ti ho sempre odiata?- le chiese all’improvviso.
Gabriella la
guardò dritta negli occhi, annuendo.
Cassidy si
alzò in piedi, e confessò tutto quello che per anni si era tenuta dentro.
- Nostra madre aveva
scelto te. Aveva deciso di crescere te, e di abbandonare me. Si, probabilmente
adesso mi dirai che è solo perché io sono nata dopo e che se le cose fossero
state al contrario, i ruoli si sarebbero invertiti. E saresti stata tu quella
abbandonata. Ma non è così. Io sono la bambina non voluta, io
sono quella cresciuta in una famiglia adottiva che ha solamente sprecato i suoi
soldi, io sono quella costretta a soffrire ogni giorno per quello che
sono diventata. Ti ho reso la vita impossibile perché volevo che anche tu
provassi almeno un minimo di quel dolore che io mi sono sempre portata dietro.
Ti ho sempre invidiato
anche per il fatto che tu stai con Troy, e che lui ti ama. L’unico ragazzo di
cui mi ero mai veramente innamorata, aveva scelto te. Anche lui. Perché eri
sempre tu quella voluta?Perché per una volta non potevo essere io quella amata?
Ma come sempre, ho
sbagliato. Ho sbagliato i miei calcoli. Tu hai sempre creduto di non avere un
padre, perché era morto. Ma non era vero. Hai vissuto nella menzogna per quasi
diciotto anni. E per colpa mia adesso sei su una sedia a rotelle.
Ti confesso di aver anche
indagato su di te. E così ho scoperto di essermi sbagliata anche su Troy. Non è
stata una passeggiata per te, hai dovuto lottare per averlo. Contro Sharpay,
contro l’intera scuola.
Quindi la persona che per
sei anni della mia vita ho odiato non esiste. Ormai non ho più un motivo per
odiarti. Perché tu sei completamente diversa da come ti immaginavo.
E per la prima volta,
chiedo scusa a qualcuno. Scusami, per tutto quanto. Probabilmente non servirà
scusarmi adesso, ma sento che devo farlo.
Dovrei essere dietro le
sbarre per quello che ti ho fatto, ma sai i miei genitori adottivi non potevano
mettersi di infangare così il nome della loro famiglia. Anche perché adesso
siamo in banca rotta, gli affari vanno male e un altro scandalo avrebbe
significato la fine di tutto. Così mio padre ha pensato bene di corrompere i
poliziotti, facendomi solamente assegnare 500 ore di servizio per la città -
Cassidy si
fermò, riprendendo fiato dopo quella lunga e dolorosa riflessione.
Poi si rivolse di nuovo a Gabriella, confusa
da tutte quelle rivelazioni in una giornata sola.
- Chi sono
io? Cosa ne ho fatto della mia vita?-
Si buttò in
ginocchio, cominciando a singhiozzare. Solo un’altra persona l’aveva vista così
debole. Oliver.
Gabriella
mosse la sedia a rotelle, in modo da avvicinarsi a lei.
Le posò una
mano sulla spalla.
Cassidy alzò
lo sguardo sorpresa. Che intenzioni aveva?
- Non poso
certo dire di non provare rancore verso di te. Ma non avrei nemmeno mai
immaginato che tu avessi un passato del genere. Non posso prometterti che
riuscirò a perdonarti, ma giuro che farò uno sforzo per cercare di
comprenderti. Infondo siamo sorelle. E’ un inizio, no?-
Spostò la
mano dalla sua spalla e gliela tese davanti.
Cassidy
allungò la sua e strinse quella della neo- sorella.
Sorrise.
- Si. Questo
è un inizio. L’inizio della nostra nuova vita –
***
TA-
DAAAAN!!!
Allora,
che ne pensate? Ho cercato di aggiornare prima stavolta, e spero di esserci
riuscita!!!
Chiedo
immensamente scusa per non aver ringraziato le persona che hanno commentato gli
ultimi capitoli, ma non ho avuto tempo!
Comunque
mi rifaccio adesso ^-^!
X
IL CAPITOLO N°6 GRAZIE 1000 A:
Tay_,romanticgirl,armony_93,ciokina 14 e Vivy93.
X
IL CAPITOLO N°7 E 8 GRAZIE 1000 A:
Tay_, romanticgirl, ciokina14 e Titty90(hai recensito al primo capitolo,ma
fortunatamente sono riuscita a trovare la recensione ^-^!!!)
Inoltre
volevo chiedervi una cosa: qualche parere o suggerimento sul mio modo di
scrivere. Anche le critiche sono ben accette, purchè siano costruttive!!!
Forse
come stile è troppo semplice, non saprei, a voi l'ardua sentenza!!!
Conto
molto su un vostro consiglio!!!
Allora,
alla prossina!!!
Ciao
a tutti!
kiss
by
LizDreamer
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