You're my nemesis

di AwwSelena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Louis chi? ***
Capitolo 2: *** Respira ***
Capitolo 3: *** Sudden mood changes- Improvvisi cambiamenti d’umore ***
Capitolo 4: *** Puoi essere orgoglioso quanto ti pare, ma se hai la testa incastrata in un muro meglio lasciar perdere. ***
Capitolo 5: *** A tipical Friday night. ***
Capitolo 6: *** The plan- Il piano ***
Capitolo 7: *** Water, water everywhere. ***
Capitolo 8: *** We wanna live while we're young! ***
Capitolo 9: *** The start of somethin' new. ***
Capitolo 10: *** ...Dated? ***
Capitolo 11: *** Pots, cold water and Italian food. ***
Capitolo 12: *** Family problems ***
Capitolo 13: *** Looks ***
Capitolo 14: *** Confused emotions ***
Capitolo 15: *** Ready, steady, grab your bag and go. ***
Capitolo 16: *** Beautiful, strange, enchanting. ***
Capitolo 17: *** Till the gravity is too much. ***
Capitolo 18: *** So bad. ***
Capitolo 19: *** A fight. ***
Capitolo 20: *** Le due streghe dell'Est. ***
Capitolo 21: *** Game over. ***
Capitolo 22: *** A lucky Swift's song. ***
Capitolo 23: *** Sun, sea and truth. ***



Capitolo 1
*** Louis chi? ***


Visto? Sono viva :D

 

 

 

Aaaah! Finalmente estate!

 Ok, forse non sono ragionamenti da fare a luglio ma ancora non riesco a rendermi conto che la scuola è finalmente finita. E’ stato un anno durissimo, e pensare che ne ho ancora per un altro anno! Eh, già, l’anno prossimo è l’ultimo e poi ADIOS SCUOLA!

Oddio l’anno prossimo ho gli esami! Che sfacchinata madornale! Forse è meglio non pensarci per ora, non voglio torturarmi l’esistenza con pensieri riguardanti lo studio almeno fino a settembre. Ma che dico a settembre? Come minimo fino a maggio, devo riposarmi, io.

Ebbene sì, questo è uno dei pensieri che mi passano per la mente la mattina presto mentre dormo. La cosa strana, in effetti, è che io riesca a pensare, dopo i calcoli record di quest’anno non ci riuscirebbe nemmeno Euler ma ok.

-Federicaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, tieni, ti vuole al telefono!- Urlò mio padre spalancando la porta.

-Papi, ti ricordo che il mio nome è Faith da quando due settimane fa sono andata all’anagrafe e l’ho cambiato. Prima tutti mi chiamavate Faith, ora vi ostinate a chiamarmi Federica, DECIDETEVI PORCO DISCO, EH!- Dissi ancora ad occhi chiusi a causa dell’eccessiva quantità di luce penetrata in camera mia in un lasso di tempo decisamente breve.

Ok, vi sembrerà una cavolata ma SI, ho cambiato il mio nome. Tutti mi chiamavano Faith per lo stretto collegamento tra il mio soprannome, cioè Fede, e Faith, la sua relativa traduzione in inglese. Ho pure aggiunto “Marie” perché mia nonna si chiama Maria. Potrà sembrarvi strano, ma “Faith Marie” suona bene con “Bresmes”, il mio cognome.

Ho origini inglesi, gente! Ho ereditato il cognome dal nonno del padre di mio nonno dalla parte paterna che era un servitore (o qualcosa del genere) della regina Vittoria. ALTRO CHE ROYAL BABY! Ho il sangue blu fino al midollo u.u

Mentre facevo questa riflessione, mio padre era appoggiato alla porta e aveva il telefono in mano.

-Faith, rispondi si o no?-

-Ma chi è?- Domandai riuscendo ad aprire un occhio.

-Un certo Louis.-

-Louis chi?-

-Ha detto di chiamarsi Tomlinson, Louis Tomlinson.- Disse mettendomi il cordless all’orecchio. Ma che cazzo?

-Pronto?- Chiesi incerta.

-Ehm, Faith, giusto?-

-Si sono io, chi saresti tu invece?- Gli chiesi. Il cognome non l’avevo completamente capito, non pretenderete mica che io ricordi i nomi delle persone alle 8 del mattino?

-Sono Louis Tomlinson.- WAT?

-Aspetta, quel Louis Tomlinson?-

-Ehm… si.-

-Oh.- Risposi semplicemente. Se si aspettava un “OMMIODIO!” o qualcosa di simile allora si sbagliava alla grande. –Ok, Louis, CHE COSA VUOI DALLA MIA VITA ALLA FOTTUTTISSIMA SACROSANTA ORA DELLE OTTO DEL MATTINO?!- Sbottai nevrotica. Lo sentii ridere mentre mio padre mi fulminava con lo sguardo mimando un “Dopo facciamo i conti”. Cazzus.

-Aspetta, come fai ad avere il mio numero? Come mi conosci?- Dissi a raffica. C’è qualquadra che non cosa.

-Allora…In pratica ho sbagliato numero e mi ha risposto tuo padre, mi ha chiesto di dove fossi e venendo a conoscenza della mia cittadinanza inglese mi ha raccontato delle vostre origini che riconducono alla regina Vittoria e lì mi sono accorto che beh…siamo parenti.- Disse con tutta la semplicità di questo mondo.

-Parenti di che tipo?-

-Secondo i miei calcoli siamo cugini di 2° grado.-

-Ok, ma non è un motivo per svegliarmi alle 8 del mattino!-

-Infatti non è per quello che ti volevo parlare!-

-LOUIS, PARLA, PER L’AMOR DEL CIELO!- Urlai. Il ragazzo parla troppo.

-Ti volevo chiedere se ti va di passare un mese da me e i ragazzi a Londra, tutto qui.-  Mio padre sorrideva e annuiva. Avevo un’espressione perplessa: Louis Tomlinson ti chiama e dalla sera alla mattina (anzi, da un’ora all’altra) ti chiede di venire a stare da lui. Ma fuma pappagalli?

-Faith…tutto bene?- Mi chiese, risvegliandomi dal mio stato di trans.

-Eh certo certo, sto bene!-

-E allora?-

-Allora?-

-Alloora?-

-Allora cosa?-

-Porca miseria Faith ma allora sei deficien-

-HO CAPITO, COGLIONE! Volevo sentire la tua reazione!- Dissi sghignazzando. Sono un genio. Sono un fottutissimo genio. La verità? Mi ero persa tra gli “allora”.

-Ma allora vieni si o no?-

-Ehm…- Mio padre mi faceva cenno di si.

-Faith?-

-EHm…- Mio padre mimava di si.

-Hey? Faith?-

-EHM…-

-SIIIIII!- Urlò mio padre da lontano.

-Ok, allora a domani!-

-Aspetta, che cosa?-

-Oddio, scusa! Il volo è alle 7:30 ed è della British Airways. Tranquilla, pago io! –

-Lou non è necessario…-

-Si che lo è! Comunque ora devo scappare, credimi, passerei una giornata intera a parlare con te ma il mio credito si sta esaurendo e tra un’oretta ho un impegno. Mi perdoni, vero?-

- Grazie Lou, sei così gentile! Allora ci vedremo domani?- Domandai, ancora incapace di realizzare cosa stesse succedendo

-Se l’aereo non si schianta nel bel mezzo dell’Atlantico si.-

-AH.-

-Scherzavo! Gli aerei inglesi sono sicurissimi (o quasi). Ah, e porta vestiti pesanti, qui c’è freddo, mi raccomando! Ciao-

Mormorai un flebile –Ciao- e staccai.

-Eh no, ora tu mi spieghi che cosa è successo!- Dissi fulminando mio padre che se la stava svignando da camera mia.

-Come fa a conoscermi?- Chiesi, più arrabbiata che mai.

-Gli ho parlato di te!-

-E perché?-

-In pratica dopo avere scoperto di essere parenti, mi ha chiesto se volevamo venire da loro questo mese…-

-E con questo?-

-Mamma d’inglese non ne capisce nulla, io le ferie le ho ad agosto e poi ci sei tu…l’unica capace di farsi capire da un inglese senza comprare una cucina al posto di un pollo allo spiedo. Spiegami, dovevo bruciare quest’opportunità?-

-Papà, se intendi la figuraccia di zia Margherita in Inghilterra, stai tranquillo, non credo che Louis la voglia con se. E comunque almeno lasciarmi decidere no, eh?-

-Come, lui non te l’ha chiesto?-

-Si, ma se me lo avessi direttamente detto tu, tipo “Faith, tu andrai in Inghilterra perché ho appena scoperto che tu e un 1/5 dei One Direction siete cugini” mi sarei evitata una figura di merda con Louis Chiappe D’Oro Tomlinson, MI SPIEGO?-

-Ma quale figura di merda, scusa?-

-Vediamo…

A- Gli ho urlato contro per l’esagerato orario.

B- Gli ho urlato contro per farlo parlare velocemente.

C- Gli ho urlato contro che è che è un coglione.

Dimmi tu se queste si chiamano “belle figure”.-

-Ah ma quanto la fai lunga! Piuttosto, prendi la valigia grande e riempila, un mese è tanto tempo!- Disse facendomi l’occhiolino e lasciandomi in camera mia in piedi come una rimbambita.

-TU STAI SCHERZANDO!- Urlai seguendolo.

-Tieni!- Disse porgendomi delicatamente la valigia. Tradotto, vorrebbe dire “mi lanciò una valigia che pesava come un elefante indiano”.

-Ma che minchia!- Dissi con la mia solita finezza cadendo a terra come una cretina.

-Padri con origini inglesi, non li capirò mai.-

 

 

***

Spazio autrice!

Oh,yeah babies I'M BACK! E io sono ancora qua! EEEEH GIA'! ALLA FINE MI SONO DECISA E HO POSTATO IL PREQUEL DE "Il matrimonio del mio migliore amico".

E' un po' come un flashback, che spiega meglio quello che è accaduto, infatti lì ho deciso di concentrarmi sui fatti e tralasciare i dettagli. 

Cosa ne pensate? Io ad essere sincera non ne sono molto convinta ma voglio migliorare! Vorrei esprimermi meglio, e ci riuscirò ù.ù 

Volevo dirvi che nella Ff apparirà Hayley di Never let you go (l'autrice è una mia amica :D) solo che in questo caso Harry non sarà "innamorato" di lei ma il ruolo di questa ragazza sarà ovviamente essere la sorellastra del riccio e il braccio destro di Faith in molti casi. 

Ora vado, vi amo tutti! PACE E AMORE! Ok, meglio che vado, sennò sclero fino a domani mattina. lol

LOVE YOU ALL! 

P.s Siate clementi e lasciate una recensione, per favore vorrei sapere cosa ne pensate! :*

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Capitolo 2
*** Respira ***


 

 

-Ok, Faith mantieni la calma, stai tranquilla, respiiiira, reeeeespira, REEEEEEEEEEEESPIRA.- Mi ripetevo fino allo sfinimento. Mi dovevo trattenere.

-AMOREEEEEEEEEEEEEEE-

-Che c’è mamma?-

-Sto uscendo a fare la spesa, vieni?-

-Mamma, ti ricordo che devo farmi la valigia perché mi hanno COSTRETTA  ad andare a Londra.-

-VA BENE, CIAO!- Urlò un’ultima volta prima di chiudersi la porta alle spalle.

Respira. Devo respirare. Devo calmarmi. Non è nulla, hanno solo deciso per me che andassi a Londra e ci starò un mese, non è poi così male. C’è Louis, andrà tutto bene.

Ma a chi voglio prendere per il culo? In una città che conosco a malapena, con dei tizi che conosco a malapena, MA PORCA MISERIA!

-WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!- Urlai. Ero sola in casa, nessuno poteva sentire i miei gridi di guerra se non io.

Ok, basta complessi mentali, meglio che comincio a farmi la valigia, vah.

Allora…Cominciamo dal beauty: spazzolino, dentifricio, bagnoschiuma, shampoo, spazzola, phon…WAIT A MINUTE.

Il dentifricio, il bagnoschiuma e lo shampoo me li tolgono all’aeroporto. E poi credo che Louis ce l’abbia un phon, no? Idem per bagnoschiuma, shampoo e dentifricio. E se i suoi non sono buoni? Vabbè, ne comprerò qualcuno lì.

Ricominciamo: spazzolino, spazzola, una “manciata” di elastici, il trucco da viaggio, pillole per il mal d’aereo (che non soffro, ma mia madre si ostina a credere che io dia di stomaco ogni volta che salgo su un aeroplano)…e basta.

ASPETTA! Il trucco da viaggio è troppo poco per un mese! Ora che ci penso, ci sono solo una matita nera, del mascara e un lucidalabbra alla pesca!

Decisi così di aggiungere una matita viola acceso, una verde acqua scuro, una mini-trousse con vari ombretti colorati, un altro lucidalabbra color carne e un rossetto rosa. Molto meglio.

Valigia, a noi due. Lou mi ha detto che a Londra c’è freddino quindi dovrei portare maglioncini o cose così… E se facesse caldo? E se piovesse? Se nevicasse?

-Le domeniche d’agosto quanta neve che cadrààààààà- Cominciai a cantare a squarciagola. Come facevano le persone a giudicarmi una brava cantante? Louis e gli altri erano bravi, ma io?! IO? No no, anche se so fare gli acuti alla Demi Lovato non vuol dire che io sappia cantare decentemente.

Bisogna vedere poi se chi ha sentito i miei acuti è ancora vivo.

Mentre facevo riflessioni sulla mia voce, sul tempo meteorologico di Londra e su i vari problemi che affliggevano la mente di Gigi D’Alessio, finii di preparare la valigia.

Controllai l’orario: le otto di sera. La mia famiglia ha sempre mangiato alle otto e mezza o alle nove meno un quarto. Credo di avercelo il tempo per una doccia, pensai.

Mi ci infilai dentro e cominciai a smanettare qua e là per avere la temperatura ideale. Ma quando finalmente trovai la giusta combinazione, un getto di acqua calda (per tutti rilassante, ma per me NO) mi trafisse.

-SI PUO’ SAPERE CHI CA…SPITA HA APERTO L’ACQUA FREDDA?-

-Amoreee sto lavando i piatti!- Urlò mia madre dalla cucina. Ma che fa, lava i piatti ancora PRIMA di mangiare?

-PORCA MISERIA MAMMA, CHIUDI QUELLA FOTTUTA ACQUA FREDDA!- E prima ancora di rendermene conto, la rilassante (come no) acqua calda lasciò spazio ad un getto d’acqua gelida che mi fece raggelare.

-MA PORCA PUTTANA, CE L’AVETE CON ME O COSA?- Sbottai infuriata. Anzi mi ero trattenuta, chissà cosa sarebbe potuto uscire dalla mia bocca se non mi fossi auto-convinta a mantenere la calma almeno fino alla partenza.

Uscii dalla doccia, scazzata, mi asciugai e misi il pigiama per poi correre a tavola.

 Non toccai nemmeno l’argomento “Londra” per evitare di uccidere qualcuno. Mi avevano fregata alla grande, me l’avrebbero pagata cara.

Andai in camera mia per gli ultimi preparativi e salutai per bene mia madre, tanto lo sapevo che non si sarebbe svegliata in tempo per salutarmi dato il suo vizio di dormire fino a tardi il sabato.

**

*Ore sei e dodici minuti*

*DRRRRRRRINNNN*

Staccai per la trensedicesima volta la sveglia e mi girai dall’altra parte del letto.

A un certo punto il suono della sirena dell’allarme antifurto inondò le mie orecchie. E li mi ricordai di Londra, di Louis, del volo.

-Oh cazzo, il volo!- Urlai lanciando in aria le coperte, il cuscino e Macchia, il mio gatto.

-Ma si può sapere perché l’allarme sta suonando?- Strillai per farmi sentire, ma in un attimo qualcosa si aggrappò poco delicatamente alla mia schiena e mi graffiò tutta.

-Ciccio, levati dalla mia schiena! EH LEVATE DE MEZZO!- Ok, parlare con un gatto alle sei e un quarto del mattino non è il massimo, figuriamoci urlare.

Quando il mio adorabile micetto si staccò dalla mia schiena ero già sul punto di salire in auto.

Andammo a 50 Kmh per qualcosa come cinque chilometri. Erano le 7:00 e mezz’ora dopo sarei dovuta essere su un aereo diretto a Londra. E avevamo ancora un sacco di strada da fare. Eh, no. Mi hai costretta ad andarci, ora però ti muovi.

-Papà, sono le sette.-

-Lo so tesoro.-

-E ALLORA PREMI QUEL CAZZO DI PEDALE, SONO STATA CHIARA?- Mio padre, sentendomi gridare in questo modo, non ci pensò su due volte a premere l’acceleratore e dirigersi a tutto gas all’aeroporto più vicino.

**

Devo dire che urlare con mio padre fu una svolta positiva, dovrei farlo più spesso.

Se avessi urlato per la questione di Londra magari ora non sarei seduta tra un bambino iperattivo e una nonnetta tutta spaventata.

Com’è possibile che ci siano ancora persone spaventate all’idea di volare? Non finiamo mica tutti in mare a mo’ di Titanic, per l’amor del cielo! Ok, la probabilità c’è, ma è bassa!

-ODDIO SANTISSIMO DI SANTA MARIA DOLORES, MORIREMO TUTTI!!!- Strillò la vecchietta accanto a me facendomi sobbalzare. La guardavo con occhi sgranati mentre si agitava.

-Signora, andrà tutto bene!- Cercai di rassicurarla.

-Come fai a dirlo tu, sciocca ragazzina?! Mica sai come funzionano ste cose, quindi stai zitta.-

-MA STIA ZITTA LEI! La informo che ho la patente aerea e probabilmente so pilotare questo aereo meglio dei tizi nella cabina di pilotaggio quindi, prima di giudicarmi come ignorante, si informi!- Sbottai contro l’anziana, che ormai mi guardava storto. Voglio vedere se i due piloti svengono come mi implori di prendere il controllo, eh!

-Pff, giovani- La sentii sussurrare.

-La giovane ha più fegato di lei, quindi chiuda il becco.- Dissi sicura di me. Non mi rispose nemmeno, stava già russando. Mah.

**

-Ah, finalmente arrivati!- Dissi ottimista, fin troppo ottimista per i miei gusti.

 C’era una bella arietta fresca, decisamente meglio del caldo tropicale del sud Italia. A un certo punto qualcosa mi distolse dai miei pensieri: la signora di prima stava baciando a terra. Rimasi a fissarla per un po’, dopo di che mi notò e mi colpì con la sua borsa.

-Ma si fotta!- Sbraitai, dirigendomi all’interno.

Mi guardai intorno: l’aeroporto era enorme. Heatrow… Interessante.

Cercavo Louis con lo sguardo: mi aveva avvertito per messaggio che sarebbe venuto di persona, tanto era impaziente di vedermi.

Finalmente lo vidi.

-Louis!- Mi avvicinai sorridente. All’inizio parve dubbioso: in fondo io sapevo com’era fatto, ma lui non sapeva nulla del mio aspetto fisico. Chiuse gli occhi fino a farli diventare fessure, forse stava cercando di analizzare la mia voce.

-Louis, ehm…sono, come dire…IO SONO FAITH!- Dissi incoraggiante. Lui parve illuminarsi. Allungai una mano per stringergliela, ma mi abbracciò.

-Io non stringo mani, do abbracci.- Disse lui ancora tra le mie braccia.

-Sei…Wow.- Disse lui staccandosi dall’abbraccio e squadrandomi.

-Io cosa dovrei dire di te?!- Risposi sinceramente. Non ero una directioner, ascoltavo tutt’altra musica, ma lui era davvero…Wow.

Mi sorrise, Dio mio che sorriso. Dire che stavo per svenire è scontato, ma avere un tipo come lui davanti è una visione angelica. A distogliermi dalla mia visione furono quattro volti.

Scommetto tutto l’oro del mondo che sapete già di chi sto parlando, vero?

-Faith, loro sono Niall, Zayn, Liam e Harry. Ragazzi… lei è Faith.- Ci presentò Louis con una semplicità disarmante. Di sicuro questo ragazzo ha le idee chiare, pensai sul momento.

-Piacere, Niall- Disse il biondo stringendomi la mano. Non avevo mai notato il suo accento, seppure sapessi della sua nazionalità irlandese.

Zayn e Liam fecero lo stesso mentre Harry… beh, lo vedrete.

-Io sono Styles, Harry Styles.- Disse facendomi l’occhiolino.

-Tu dovresti essere Faith Tomlinson, giusto?- Chiese sensuale.

-Per prima cosa mi chiamo Faith Bresmes.- Dissi mentre lui diventava paonazzo. - Secondo, mio caro Harry Styles…Hai la cerniera aperta.- Scoppiammo tutti a ridere, mentre lui si sistemava con fare imbarazzato.

-Forse è meglio andare…- Mormorò Louis evitando altre figuracce all’amico.

-Direi di si…- Trattenni a stento una risata, mentre Harry mi sorpassava dirigendosi velocemente all’auto.

Ne vedremo delle belle.

Harry’s POV.

Eravamo ad Heatrow perché Louis doveva venire a prendere sua cugina. Ma che rottura. Che se ne rimanga a casa quella contadinotta del sud! Di sicuro è una bambina totalmente schizzata.

-Ragazzi, che ne dite di andare a mangiare qualcosa? Sto praticamente morendo di fame!- Supplicò Niall.

-Niall, descrivimi un momento della giornata in cui tu non hai fame!- Disse Zayn sarcastico. Tecnicamente, era vero.

-Ragazzi, io ho già mangiato, voi andate.- Disse Louis. A quanto pare ci teneva a conoscere sua cugina, mentre io avrei solo voluto andarmene a casa.

-Haz, ti unisci a noi?- Chiese Liam.

-Tutto pur di non vedere quella…- Fui interrotto dallo sguardo assassino di Louis, che non prometteva niente di buono.

**

-Perché la giudichi così presto?- Disse Niall mandando giù l’ultimo sorso del suo caffè.

-Niall non fare il paparino, sappiamo entrambi che con il 90% di probabilità non sarà una dea greca scesa in terra.-

-Ma se nemmeno la conosci!- Protestò Zayn.

-Ragazzi, se non è una racchia allora è una contadina del sud, fidatevi.-

-Questo è ancora da vedere.- Ribatté Liam. Pagammo e ci dirigemmo verso il posto in cui avevamo lasciato Louis. Aveva accanto una ragazza altissima, bionda e sembrava avere gli occhi verdi. No, non può essere lei, è troppo bella perfino per Louis.

-Faith, loro sono Niall, Zayn, Liam e Harry. Ragazzi… lei è Faith.- Oh, cazzo. Che meraviglia. Quale bambina? Quale contadina? Quella come minimo è una modella di Victoria’s Secret! Gesù mio. Si vede che la bellezza non l’ha presa dai Tomlinson.

Ero talmente assorto nei miei pensieri che non mi accorsi che i ragazzi si stavano presentando. Per fortuna mi risveglai appena in tempo, ma la bellezza di quella ragazza mi giocò un brutto scherzo.

Provai a presentarmi decentemente, ma l’unica cosa che ottenni fu la più grande figuraccia che io abbia mai fatto in tutta la mia vita. La voglia di stare solo si fece sentire sempre di più, fin quando non accelerai il passo e arrivai all’auto.

 Quella biondina me l’avrebbe pagata, e cara anche.

 

 

Spazio autrice

Faccio schifo, lo so.

Non uccidetemi, è una cosa orrenda, lo so S: Migliorerò, ma per ora questo è stato tutto quello che sono riuscita a fare.

Non ho novità da darvi, solo che il terzo capitolo sarà decisamente meglioe che presto ci sarà una svolta decisiva. Il terzo arriverà SOON, VEEEERY SOON. Feel like Justin Bieber, ma ok.

Pace & Amore, Io devo scappare DDD:

Vi amo heart

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Capitolo 3
*** Sudden mood changes- Improvvisi cambiamenti d’umore ***


 

 

 

Faith’s Pov

Eravamo in auto da un quarto d’ora: Londra era grandissima e molto probabilmente loro non abitavano in centro, sarebbero stati assaliti dalle fan.

Ad un certo punto distolsi lo sguardo dal finestrino, mi sentivo osservata. Il riccio mi guardava male.

-Si può sapere perché mi stai fissando? Se vuoi ti do una mia foto così te la guardi anzi che scannerizzarmi.- Dissi piuttosto seccata all’inglese.

-Woh, come siamo nervosi! Cos’è, non hai mai visto un aereo e oggi ti sei scandalizzata? Sai, non so se da voi del sud ci sono, ma si chiamano A-E-R-E-O-P-L-A-N-I, comprendi?- Scandì mentre io lo fulminavo con lo sguardo. Ci mancava poco che mi uscisse il fumo dalle orecchie.

-Senti coglione di sta minchia, per tua informazione, non solo sono salita tantissime volte su un aereo, io ho la patente per pilotarli, quindi chiudi quel forno spara cazzate che ti ritrovi al posto della bocca e fammi il piacere di stare zitto per un po’! Manco vivessi in Africa, dai!- Sbottai più arrabbiata che mai. Sono molto legata al luogo in cui vivo e chi non lo rispetta non sa che si sta mettendo contro una nemica poco piacevole da affrontare.

-Davvero? Non vivi in Africa?- Disse sarcastico. - Allora spiegami, come mai nella tua città non c’è un centro commerciale? O una metropolitana? O un cinema? O un museo? Che poi ti fissavo perché sei in canottiera, come fai a sentire così caldo!? A luglio ancora si gela!-

Sghignazzai. -Sarà perché non vivo a Narnia come voi, deficiente! Da me già a maggio si crepa di caldo!- Si zittì. NON SAI PIU’ CHE DIRE, VERO?

-Cosa c’è, il gatto del Chesire ti ha mangiato la lingua?- Esclamai mentre ridevo ancora più forte. Ora si che mi guardava male, più di prima.

-Zitta contadina.-

-Se mi chiami contadina mi rendi solo più fiera delle mie origini. Ti ricordo che i primi uomini della storia erano contadini, e senza di noi non vedo dove sareste oggi. Molto probabilmente a casa perché sentite “troppo freddo” per guadagnarvi da vivere.- Tutti mi guardavano stupiti. Harry, invece aveva gli occhi ridotti a due fessure e la faccia di chi sta per esplodere per la rabbia.

-Cara, con o senza contadini noi avremmo lo stesso comandato. Perché è questo che gli inglesi fanno.- Disse fiero.

-Caro, ti ricordo che fino a prova contraria ho origini inglesi anch’io, per cui se c’è qualcosa per cui sono portata, è comandare.-

-Ahahahahah. Scommetto che lo dici solo perché ti brucia, vero?- Esclamò con aria superba.

-Senti avvocato delle cause perse, insulta ancora la mia patria e giuro che ciò che rimarrà di te saranno le tue ossa, sono stata chiara?-

-Scusa, hai detto che ti chiami Faith, non Chiara. Non lo sai nemmeno tu! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH- Rise il coglione.

-Oh, forse mi hai confuso con una delle tue ragazze.- SBEM. Colpito e affondato. D’un tratto divenne cupo e abbassò la testa, guardando altrove ed evitando il mio sguardo. Stavo per venire sopraffatta dai sensi di colpa, quando Liam per sdrammatizzare mi indicò il London Eye, che si trovava poco distante dalla nostra posizione.

**

-Lou, casa vostra è in Galles per caso?- Domandai sarcastica spezzando il silenzio.

-Arrivati!- Disse all’improvviso. Parli del diavolo e spuntano le corna.

Non appena oltrepassai la soglia di quella casa, il mio cuore si fermò. Meraviglia. Mobili in legno, cucina in legno, soprammobili in legno, scala in legno, questo è il paradiso!

-Faith, la tua camera è la terzultima al piano di sopra.- Disse premuro Louis, risvegliandomi dai miei pensieri.

-Oka- Non riuscii a finire la parola.

-Cosa vuol dire che quella è la sua camera?- Sbottò Harry con rabbia.

-Perché, qual è il problema?- Ribattè mio cugino.

-Perché deve usare la stanza di mia sorella? La sua cos’ha che non va?-

-Cos’ha che non va? Non ha un letto, per esempio.-

-Potrebbe pure non avere il pavimento, ma perché deve stare nella stanza di mia sorella?!-

-Perché è l’unica libera!-

-Può dormire sul divano.- A’nvedi sto stronzo.

-Haz ma si può sapere perché te la prendi tanto? E’ solo per una notte, dai!- Intervenne Zayn.

-E poi Hayley non è il tipo che si secca per questo genere di cose.- Continuò Niall.

-Ma cosa ne saprai tu di mia sorella!?- Urlò il riccio, ancora più arrabbiato di prima.

-Sono il suo migliore amico, ne so più di te, fidati.- Harry fulminò il biondo con lo sguardo e per miracolo si trattenne dal picchiarlo. RINGRAZIAMO SANTA MARIA DOLORES PER QUESTA GRAZIA!

-Hey hey! V-va bene…dormirò sul divano se necessario, ma non voglio litigare.- A dire la verità avevo paura che il riccio potesse sbattermi fuori da un momento all’altro, in fondo è anche casa sua, no? Aveva un’espressione leggermente soddisfatta, ma cercava di non darlo a vedere, forse non voleva fare arrabbiare Louis.

-Che poi in quella camera il letto c’è, ma è rotto.- Mormorò Liam.

-MA FOTTETEVI!- Urlò d’un tratto il diciottenne salendo le scale e sbattendo violentemente dietro di se la porta di quella che doveva essere la sua stanza.

-Ma si può sapere che problemi ha sto tipo? Prima ci prova, poi fa il rompipalle, poi ancora fa il depresso e infine il geloso! MA RIPIJATI!- Urlai. Ecchecazzo.

-Ok. Louis, qual è la mia stanza?- Dissi riprendendomi. Lou me ne indicò una, dalla parte opposta della stanza di quella che avevo capito chiamarsi “Hayley”.

Salii le scale ed aprii la porta. Le pareti erano color panna e la luce proveniente dalla porta finestra del balcone inondava la stanza. Accanto al balcone c’era un bagno privato. La stanza era perfetta, la scrivania e i pensili in legno grezzo poi, erano bellissimi. L’unica pecca era il letto, che a detta di Liam era rotto.

 In principio, molto probabilmente, doveva essere un letto a castello, ma il letto superiore era stato rimosso lasciando però due sbarre di metallo appena sopra la testata inferiore. In pratica se non avessi fatto attenzione, mi sarei guadagnata un bel bernoccolo in testa. PROBABILITA’ DI MORTE: 99,99%.

Una mano sulla mia spalla mi fece sobbalzare.

-Ti piace?-

-Louis…è davvero bellissima. Ma quel letto mi ucciderà!- Lui sfociò in una meravigliosa risata.

-Tranquilla, la consegna del nuovo letto è prevista per domani. Comunque, proporrei di scendere a pranzare, si è fatto un po’ tardino…- Guardai l’orario sull’orologio: mezzogiorno.

-Lou, è mezzogiorno, mangiate così presto?-

-COME MEZZOGIORNO? NON E’ L’UNA?-

-No…?-

-Quel coglione di Niall…-

-Che cosa ha fatto?-

-Ha cambiato l’orario al mio orologio solo per mangiare prima.-

-CHE COSA?- Cominciai a ridere come una babbea e senza che me ne accorgessi pure lui stava ridendo. Sembrava che ci conoscessimo da anni, invece ci eravamo visti per la prima volta quella mattina.

-Dai, andiamo a mangiare lo stesso, perché Niall potrebbe torturarci fino all’ora giusta!-

Scendemmo le scale ed erano già tutti seduti a tavola. Mi sedetti tra mio cugino e Liam, che si rivelò una persona dolce e pacata ma anche simpatica e dall’animo vivace.

I ragazzi erano molto più simpatici di quanto mi aspettassi, nonostante sapessi un po’ di cose sulle loro personalità.

L’unica cosa che mi deluse, però, fu Harry. Non mi aveva guardato e aveva fatto finta di non sentirmi quando gli chiedevo di passarmi l’acqua o un piatto. A fine pasto mi decisi a parlargli: se mi doveva trattare male, avrei almeno dovuto sapere perché o provare ad andarci d’accordo. In fondo tentar non nuoce.

Salii le scale e bussai alla porta della sua camera, nella quale era entrato poco prima.

-Chi è?- Ma a chi bussa si risponde “Chi è”? Ma si droga o cosa?

-Sono Faith.- Dissi calma, anche se non credevo sarei uscita viva da quella stanza .

-Cosa vuoi?- Era chiaramente seccato.

-Volevo parlarti…-

-Eh, e allora?-

-Parlarti faccia  a faccia, idiota!-

-Perché, stare dietro alla porta non ti piace?- Ridacchiò alla sua stessa battuta, ma preferii rimanere in silenzio.

-Quanto sei cretina, entra!- Disse aprendomi la porta e chiudendola subito dopo.

-Allora…- Cominciai con fare imbarazzato.

-Ti vuoi muovere?- Sbottò scocciato.

-FAMMI CAPIRE: QUAL’E’ IL TUO PROBLEMA?- Mi guardava a occhi spalancati con un espressione stupita.

-Ma dico io, prima fai il cascamorto, poi mi fai il terzo grado, poi fai il mezzo depresso, poi ancora ti incazzi, ti calmi ed infine fai il gentile e all’ultimo lo stronzo. PERCHE’? Sei bipolare per caso? Hai una doppia personalità? Sei Superman?- Continuava a guardarmi. Continuai il mio discorso, nonostante i suoi occhi mi mettessero decisamente in soggezione.

-E poi, perché ti sei arrabbiato così per la stanza di tua sorella? Cosa credi, che non avrei fatto attenzione a lasciare tutto come prima? Pensi che io potessi rubarle qualcosa?-

-No!- La mia espressione si fece più stupita della sua. –Assolutamente non penso che tu sia una tipa casinista ne tantomeno una ladra ma…-

-Ma?-

-Ecco…E’ una storia lunga.- Disse grattandosi la nuca.

-Se andassi di fretta credi che sarei qui?- Domandai sarcastica. Accennò ad un sorriso veloce. Forse non voleva sorridermi, forse voleva contenersi. Ma perché?

-In pratica…Hayley non è mia sorella…- Momento momento momento. – Lei è la mia sorellastra.- Ah, ecco!

-Il punto è che lei è arrivata all’improvviso e ho cominciato a trattarla come un’intrusa, ma grazie ai ragazzi e al tempo, ho imparato a volerle bene. L’unico problema è che lei abita a Miami.-

-Perché abita a Miami? I vostri genitori non vivono insieme?-

-Si ma…Lei vive con il padre.- Abbassò la testa. Che dietro a quello ci fosse qualcosa di più?

-Se posso chiederlo…perché lei vive con il padre?-

-Se dovesse venire a stare a Londra dovrebbe lasciare la sua migliore amica, la scuola, la sua casa di quand’era piccola…il suo ragazzo.- Mormorò pianissimo alla fine. Qui la questione puzzava.

Feci finta di non capire. -Eh?-

-Il suo ragazzo, Justin. Beh, non posso dire che ci vado d’accordo, ma è la sua vita per cui…-

-Che vuoi dire?-

 -All’inizio l’ha fatta soffrire e questo ci ha causato non pochi problemi, poi quando lei ha deciso di tornare in America si sono ritrovati ad essere quasi vicini di casa e…beh, hanno risolto la questione e si sono messi insieme. Però alla fin fine è un bravo ragazzo…-

-Dì la verità, non ti piace nemmeno un po’, vero?-

-Mi sta totalmente sui coglioni.- Scoppiai a ridere.

-Ma quanta finezza Styles!-

-Comunque io non ho ancora capito perché non avrei dovuto nemmeno entrare in camera sua.- Dissi cercando di capirci qualcosa.

-Mi manca, mi manca da morire. Non ci vediamo da mesi e una chiamata di pochi minuti potrebbe venire a costare tantissimi soldi… Voglio lasciare le sue cose esattamente dove sono, così quando entro nella sua stanza la sento più vicina, capisci? Ok, so che è una cosa stupida, ma io tengo a lei più di quanto immagini.-

-Io non credevo che… beh, insomma, che le volessi così tanto bene.- Un sorriso amaro comparve sul suo volto.

-Arriva tra due settimane.- Il suo sorriso si allargò.

-Q-quindi ci conosceremo?- Dissi terrorizzata solo all’idea di conoscere Hayley. Non so perché, ma mi intimoriva.

-E’ una ragazza fantastica ma… è pazza. Fai attenzione a non farti mai svegliare da lei.-

-P-perché?- Domandai sempre più presa dal panico.

-Perché i suoi risvegli sono movimentati. Tipo, che ne so…per svegliarti  ti butta un secchio d’acqua ghiacciata addosso, per esempio.-

-E io che credevo chissà che cosa! Dai…sopravviverò.-

-Buona fortuna, nessuno sopravviv- Venne interrotto da Louis, che piombò nella stanza senza nemmeno bussare.

-Haz, hai presente la canzone che avevo scritto, ma che voi non avevate visto perché non l’avevo finita?-

-Si…?-

-L’ho ultimata. Se entro cinque minuti non sei in sala di registrazione ti raso a zero, ok?- Disse il ragazzo dagli occhi color cielo, scomparendo veloce come era entrato.

-Ehm… Faith…Come posso dire…Devo ehm…Insomma, hai capito.- Farfugliò il riccio goffamente.

-Si si…capisco.-

-Un lato positivo c’è… puoi cominciare a disfare le valigie!- Esordì allegramente mentre entrambi ci avviavamo all’uscita della sua camera.

-Beh, allora a dopo…- Mormorai di fronte a lui.

Mi sorrise. -A dopo.- Dopo di che, ci girammo e ci dirigemmo in due direzioni opposte.

**

*One hour later*

-Ma dove cazzo è finita?- Urlavo disperata mentre cercavo come una pazza uno dei miei fogli pentagrammati in giro per la casa. Appena arrivata, avevo appoggiato la mia carpetta sulla penisola della cucina, ma ora era sparita. Dovevo assolutamente trovare quei fogli, se i ragazzi li avessero visti sarebbe stata la fine.

Il motivo? Il testo di quella canzone era troppo personale, e sinceramente non volevo che sapessero i fatti miei. Poi, come a torturare quella canzone, era adattata alla chitarra (che sapevo suonare a malapena).

A un certo punto sentii delle note familiari provenienti da una stanza. Il ricordo di quel testo si fece vivo nella mia mente. Riconobbi tutte le parole anche se ero un piano più giù rispetto alla sala di registrazione.

Corsi di sopra più veloce che potevo e spalancai la porta della saletta. Tutti mi guardavano male. Zayn aveva in mano il foglio.

-Non si prendono così le cose delle persone.- Borbottai incavolata riprendendomi il foglio.

-Scusami?- Disse lui.

-Come vi siete permessi a prendere una MIA CANZONE dalla MIA CARPETTA?-

-Ma quale tua carpetta, l’ha scritta Louis questa canzone! Chi ti credi di essere per venire qui da un momento all’altro e considerare tua una canzone che è stata scritta duramente da qualcun altro?! Ma guarda tu che maleducazione.- Ed ecco di nuovo l’Harry stronzo.

-Invece la canzone è mia, così come la carpetta! Si può sapere chi vi ha dato il permesso per prenderla? Che poi sono cose personali e non dovreste nemmeno respirarci sopra!-

-Senti cosa, intanto ti calmi!- Lo aveva detto davvero? –Non permetterti a dire che è tua, perché ti finisce male. Ha un significato profondo e Louis ci avrà messo corpo e anima per comporla.-

-Louis, l’hai spacciata per tua?- Chiesi a mio cugino, stavo andando in tilt. Lost in confusion like an illusion.

-No!- Tutti lo guardavano sconcertati.

-Hanno preso la carpetta senza dirmi nulla, probabilmente pensando fosse la mia, e hanno preso la prima canzone che hanno trovato, cioè questa, e hanno subito cominciato a provarla senza che io potessi proferire parola a riguardo!- Spiegò.

-Chi è che ha preso la canzone e ha cominciato a suonarla per primo?- Domandai a mo’ di detective.

Tutti indicarono il riccio.

-Beh, ma se lasci le tue cose incustodite è ovvio che gli altri le prendono… Non posso farci nulla se sei disordinata!-

-Aspetta, tu mi vuoi dire che VOI, anzi TU mi hai fottuto una canzone prendendola da una carpetta e non assicurandoti nemmeno che fosse quella di Louis e vuoi dare la colpa a ME?-

-Ma se lasci un casino ovunque vai!- No ok, questo si droga. Io sono sempre stata una ragazza ordinatissima, avevo perfino già sistemato la mia camera, ed era solo un caso se quel giorno avevo lasciato incustodita la mia carpetta con dentro gli spartititi di pianoforte e di chitarra, che avevo cominciato a studiare da poco.

-CHE COSA?-

-Esatto, hai sentito bene! Sei un casino! Non hai la carpetta ordinata, figurati la tua mente.- Ok, la carpetta non era proprio ordinatissima, ma la seconda era un’offesa bella pesante.

-MA VAFFANCULO!- Urlai, mollandogli uno schiaffo, prendendo carpetta e canzone e uscendo velocemente. Corsi in camera mia, misi i fogli nel cassetto della scrivania e lo chiusi a chiave per poi scendere in giardino.

Erano le sette di sera e il sole era in procinto di tramontare. Pensai a come fossero stati coglioni a non accertarsi che la canzone fosse effettivamente di Louis…Non si può essere così.

Pensai anche alla cattiveria con cui Harry mi aveva aggredita l’ennesima volta in un solo giorno. Eppure credevo che qualcosa fosse cambiato dopo avere parlato. Forse avevo cantato vittoria troppo presto. Pensai alla canzone e al suo significato, stranamente lo rappresentava alla perfezione. Una parte del bridge diceva infatti:

- Potrai pure dirmi tutti i tuoi segreti,

potrai pure buttarti tra le mie braccia quando hai paura,

ma chissà perché continui ancora a urlarmi contro,

continui ancora a dirmi che non valgo niente,

continui ancora a dirmi che non vado bene.-

Ok, era decisamente presto per poterlo giudicare così, ma quella era la prima impressione che mi ero fatta di lui e non mi piaceva nemmeno un po’. “Vedrò di aggiustare tutto domani” pensai prima di rientrare.

Chissà il giorno seguente cosa mi avrebbe riserbato.

 

 

 

Spazio Autrice

MA CCIAO! Cosa ne dite? Non è il capitolo perfetto, ma almeno si capisce qualcosa. Si capisce per esempio la questione di Hayley (Che se tutto va bene sovrebbe comparire entro l'8/9 capitolo)

YEAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH, IO E LA MIA SISTAH A COMBINARE DI NUOVO CASINI INSIEME! LONDRA PREPARATI A TREMARE, ALPACA E GUFO STANNO PER TORNARE!

E io sono da ricovererare. *Uh, fa rima!*

Amo scrivere di Hay e Faith :D Fayley è asbjhdvghdv heart Poi cosa ci sarà dietro allo stranissimo carattere di Harry? E' davvero così stronzo come vuole fare credere? E poi come mai con Faith si è aperto e dopo l'ha di nuovo trattata male? LO SAPREMO NELLA PROSSIMA PUNTATA! Ok, no, sono da ricoverare. Vorrei davvero sapere cosa ne pensate, quindi RECENSITE PER FAVOOOOOOOOOOOORE. *^* 

VI AMO TUTTI LETTORI MIEI, SEE YOU SOON.

SOON, VERY SOON.

SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOON.

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Capitolo 4
*** Puoi essere orgoglioso quanto ti pare, ma se hai la testa incastrata in un muro meglio lasciar perdere. ***





Harry’s POV.
-Buongiorno!- Dissi pimpante entrando in cucina. Solo il fatto che Faith Ticonsiderobipolare Bresmes non fosse in quella stanza mi metteva di buon umore.
-Heeeeeey, altra chiacchierata tra te e Faith per caso?- Chiese malizioso Niall.
-Magari una chiacchierata…notturna?- Aggiunse Zayn con uno strano luccichio negli occhi. Louis li guardava malissimo.
-Io? E quella là? Insieme? Nella stessa stanza?SENZA LITIGARE? Ragazzi, drogarvi di prima mattina fa male.-
-Eppure ieri siete stati un bel po’ e non abbiamo sentito nessun litigio.-
Se avevano origliato la nostra conversazione li uccidevo uno a uno. Io non sono mica una femminuccia sentimentale o cazzate simili, solo che quella ragazza tira fuori il meglio di me e allo stesso tempo il peggio.
-Liam… è accaduto dopo pranzo… lo sai meglio di me che a pancia piena non ragiono. Aspetta… che ne sai tu che abbiamo parlato?-
-Perché scusa, in camera tua non avete parlat-Oh cazzo… TI SEI FATTO MIA CUGINA?!- Urlò isterico Louis, scavalcando la penisola della cucina e venendo a passo veloce verso di me.
-Giuro che se ti prend-
-LOUIS!- Attirai la sua attenzione.
-CHE CAZZO C’E’?!-
-Stai calmo, abbiamo solo parlato!- Tirò un sospiro e rilassò le spalle.
-Cazzo, Haz, fai intendere tutt’altra cosa! Fatti capire quando parli, la bocca ce l’hai per questo!- Disse Zayn rimproverandomi. Ma chi sei, mia madre?
-Comunque, senza offesa per Lou, c’è di meglio in giro.- Ammisi.
-Fottiti.- Mormorò versando il latte nella tazza.
Parlammo del più e del meno e il tempo passò velocemente.
A un certo punto sentimmo un rumore metallico, proveniente dal piano di sopra. Avevo un brutto presentimento. Mo’ so cazzi amari.
-Ragazzi che cosa è stat- Liam non riuscì a finire la frase che un urlo rimbombò in tutta la casa. Il mio presentimento era giusto. Forse era meglio cominciare a scappare.
-PUTTANA MISERIA DI STA MINCHIA DI SANTA MARIA DOLORES, FANCULO A QUESTA BARRA DI METALLO DI MERDA E QUEL GRANDISSIMO COGLIONE CHE STO ANDANDO AD UCCIDERE!- Certo però che a quella ragazza il fiato non manca, eh?
-Haz…?- Mi chiamò Niall.
-Eh?-
-Vai via da qui.-
Erm, troppo tardi. Faith era in cima alle scale con un espressione furiosa sul viso. Forse avevo esagerato. Ora mi avrebbe ucciso, ne ero certo.
-HAROLD EDWARD STYLES, COMINCIA A CORRERE PERCHE’ SE MI CAPITI TRA LE MANI TI STRANGOLO COME DIO COMANDA!- Cominciò a scendere velocemente. Ero preso dal panico, così improvvisai. Mi avviai verso di lei deciso ad affrontarla, in fondo sono alto un metro e ottanta, non può farmi nulla quella nana.
Mentre si avvicinava, però, mi accorsi che era leggermente più alta di me. Ok, è la fine, pensai.
-Faith!- Non sapevo che dire, che cosa si dice quando una persona minaccia di ucciderti?
-BRUTTO COGLIONE!-
-Hey hey heeeeeeey, stai calma!-
-Lo sai vero che se dici di stare calma a una persona incazzata, RISCHI SOLO DI FARLA INCAZZARE DI PIU’?- Il suo tono di voce era altissimo. Avrei voluto scusarmi, dirle che mi dispiaceva, che non era mio solito comportarmi così ma l’unica cosa che riuscii a fare fu ridere. Cosa che la fece solo arrabbiare di più.
-Ma sei demente o cosa? Si può sapere perché stai ridendo?-
-Tu…AHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA-
-Io…?- Era stranamente calma. Io al posto suo sarei diventato abbastanza isterico.
-Tu…Oh Dio…- Riuscii a dire a malapena tra le risate.- hai un enorme segno rosso sulla fronte!-
-Sai dove te lo farei un livido così, io…!-
-Uhm, dove?- Chiesi scherzando.
-Dove? Sul tuo adorabile nasino, così da toglierti quel sorrisino strafottente che ti ritrovi.- Disse acida.
-Oooh, ma che paura!-
-Dovresti averne.-
-Mi stai minacciando, per caso?- La malizia pervase ogni mia parola.
-Certo che ti sto minacciando, cosa credi, che io non sia capace di mandarti all’ospedale?- Qualcosa mi dice che lei e mia sorella andranno molto d’accordo.
-Andiamo, sei una ragazza, cosa mi potrai mai fare?- Mi prese per il collo della maglia e sussurrò al mio orecchio:
-Senti nanetto rompicoglioni, fammi incazzare per davvero e ti ficco i tuoi stivaletti in gola, hai compreso?- Sputò con cattiveria. Non l’avevo mai vista utilizzare quel tono, e sinceramente non me lo aspettavo.
-Faith…-
-HAI.CAPITO.QUELLO.CHE.HO.DETTO?- Scandì.
-Ehm…si.-
-Bene.- Mollò la mia maglietta e si diresse verso i ragazzi.
Ero ancora sconvolto. Come poteva una  creatura così angelica come Faith, potersi rivelare tanto aggressiva? Beh, era anche vero che l’avevo trattata male e l’avevo giudicata senza nemmeno conoscerla, quindi forse se si comportava così era colpa mia.
Oh, ma che si fotta.
Faith’s POV
Quella notte non riuscii a chiudere occhio. Le immagini della sera precedente viaggiavano nella mia mente senza mai fermarsi. Per non parlare del pomeriggio. Ero ancora sorpresa dal fatto che Harry si fosse aperto in quel modo, per di più con me. Pensavo che forse il nostro rapporto si fosse aggiustato, ma alla fine era tutto svanito. A un certo punto riuscii a prendere sonno, che Gesù sia lodato.
**
-Faith! Faith aiutami!- Urlava il riccio in preda al panico.
-Che cosa vuoi da me? Mi hai sempre trattata male, perché ti dovrei aiutare?-
-Ti scongiuro Faith, è importante!- Implorava.
-Non me ne frega niente di te e della tua inutile vita, salvati da solo, stronzo!- Finalmente avevo vinto io, non lui, io. Non era lui ad avermi deluso, ero io. La piccola ed innocente Faith contro quell’enorme pallone gonfiato.
-Faith, è questione di vita o di morte!-
-Ti ho già detto che non me ne può fregar di meno!-
-Faith perf-
-Va’ via.- Fu la mia fredda risposta. A un certo punto il rumore di uno sparo. Il suo corpo cadde a terra, inerme.
-Harry!-Urlai con tutto il fiato che mi rimaneva in corpo. Ormai era tardi. Ed era solo colpa mia.
**
-HARRY!- Urlai sconvolta. Non mi ci volle molto prima di rendermi conto che quello era solo un incubo, un orrendo incubo. Sfortunatamente, me ne accorsi dopo essermi alzata di botto e avare sbattuto violentemente contro la sbarra di metallo posta sopra la mia testa.
-PUTTANA MISERIA DI STA MINCHIA DI SANTA MARIA DOLORES, FANCULO A QUESTA BARRA DI METALLO DI MERDA E QUEL GRANDISSIMO COGLIONE CHE STO ANDANDO AD UCCIDERE!- Urlai così forte da fare tremare i vetri. Ma l’unica cosa che volevo fare tremare era quell’idiota di Harry che mi aveva “costretto” a dormire in quel letto sgangherato.
Mi alzai come una furia, spalancai una porta e mi precipitai sulle scale. I ragazzi erano in cucina e mi guardavano con occhi spalancati.
-HAROLD EDWARD STYLES, COMINCIA A CORRERE PERCHE’ SE MI CAPITI TRA LE MANI TI STRANGOLO COME DIO COMANDA!- Lui impallidì ma anzi che scappare mi stava venendo incontro. Non sapeva in che guaio si stava cacciando. Ero pronta ad incenerirlo. Ogni parola che dicevo era sputata con violenza e cattiveria, cose che non mi appartengono affatto.
Non appena mi resi conto di ciò che avevo detto (cosa che accadde quando avevo raggiunto i ragazzi in cucina) mi fiondai da lui, ancora immobile e sconvolto, a scusarmi.
-Harry io n-non volev- Alzò lo sguardo su di me. Le parole mi morirono in bocca. I suoi occhi erano puntati sui miei e non si spostavano. Continuava a fissarmi, e l’ansia aumentava. Ero terrorizzata. Non capivo il perché, in fondo per quanto potessimo prenderci a parole lui non mi avrebbe mai alzato le mani. 
-Faith Marie Bresmes…VAFFANCULO.- L’aveva detto davvero?
-CHE COSA?- La mia voce divenne stranamente acuta.
-Harry…?- Lo chiamai.
-Cosa vuoi?- Disse seccato.
-COMINCIA A CORRERE GRAN FIGLIO DI PUTTANA!- Corse via come un lampo, ma riuscivo a stargli dietro.
-Minchia, questa mi uccide!- Lo sentii dire.
-IDIOTA, L’HAI CAPITO SOLO ADESSO CHE VOGLIO UCCIDERTI?-
-Non sei divertente!-
-Come se tu lo fossi!-
-Io sono divertente!-
-No, tu sei coglione, è diverso.- Urlavamo così, mentre correvamo.
A un certo punto si girò verso di me.
-Ceeeerto come no! *SBEM*-
-Ceeeeeeeeeeeerto, perché sbattere contro il muro ed incastrarcisi la testa non è da coglioni vero?- La visione di Harry con la testa incastrata nel muro di cartongesso era esilarante. Nel frattempo che si dimenava per liberarsi io ridacchiavo.
-SCEMA, ANZI CHE STARTENE LI’ A RIDERE, PERCHE’ NON MI AIUTI?-
-Scusami, ma fai troppo ridere!-
-DEFICIENTE, AIUTAMI A USCIRE DA QUESTO CAZZO DI MURO!-
-Non se non ammetti che sei un coglione!-                                             
-Io non dirò mai che sono un- Si convinse- Ok, lo ammetto…SONO UN COGLIONE, ma adesso dammi una mano per l’amor di Dio!- Lo presi per i fianchi.
-Al mio tre tira più forte che puoi, ok?-
-Huuhm.-Mugugnò qualcosa che parve un “si”.
-Ok, allora...UNO…DUE…TRE!- Tirammo entrambi e in una frazione di secondo ci ritrovammo a terra.
Non so come, ma lui era sopra di me. Si spostò imbarazzato, mentre ci mettevamo a sedere a terra.
-Grazie…- Mormorò.
-Di nulla…Fatto male?-
-Tutto bene…Solo che credo di essermi fatto un livido sulla fronte… Alla fine ce l’hai fatta a farmelo, eh!-
-Non dubitare mai delle donne, si vendicano prima o dopo!- Risposi ironica.
Alzò le mani in segno di resa. -Calmina bella!-
-Dai, andiamo, sennò i ragazzi credono che siamo finiti a letto o cazzate simili.- Cazzo aveva detto?
-Cosa?- Lo sentii imprecare a bassa voce.
-Erm, in pratica stamattina dicevo che io e te, ehm, non possiamo stare in una stanza senza litigare e i ragazzi non avendo sentito nessun litigio ieri, credevano che noi, beh…ecco, hai capito.- Disse completamente rosso di vergogna. Anche io ormai ero della stessa tonalità.
-Ehm, forse è meglio andare…-
-Già..- Risposi con un filo di voce.
-Chi arriva prima alla cucina?- Mi propose il riccio.
-Contro quanti altri muri ti vuoi spiaccicare oggi?-
-Ok, se la metti così forse è meglio di no.- Annuii con il capo e prendemmo a camminare: quella casa era enorme.
A un certo punto si fermò.
-Hey, stai bene?- Gli chiesi leggermente preoccupata.
-Si solo che…loro non devono sapere che abbiamo parlato. Se lo scoprissero sarebbe un casino.-
-E perché? Non puoi parlare con una ragazza per caso?-
-No…è che… quando parliamo mi dimostro un’altra persona, io non sono così di solito. Non sono un tipo sensibile o minchiate del genere. Se sapessero come mi comporto con te non mi prenderebbero più sul serio.-
-Certo, non dirò niente affinché tu possa continuare a fare lo stronzo con me, complimenti, che bel carattere!- La sua espressione era dispiaciuta. Cominciai a camminare più velocemente, lasciandolo leggermente indietro.
-Ah, Harry…-Mi girai verso di lui:  suoi occhi erano speranzosi.
-Dimentica tutto ciò che ho detto. Sappi solo che sei uno stronzo egoista, nonché un enorme pallone gonfiato!- Urlai furiosa. Ero così delusa. Mi sembrava di avere aggiustato tutto, mi sembrava che magari avremmo davvero cominciato ad andare d’accordo, ma nooooooo, lui doveva rovinare tutto come sempre. Basta, tentare di andarci d’accordo era inutile.
Cominciai a correre sperando di allontanarmi il più velocemente da lui. Le persone così mi fanno solo schifo.
-Faith, va tutto bene?- Mi chiese Louis una volta davanti alle scale. Non risposi e mi fiondai in camera mia. Stavo per buttarmi sul letto quando BOOM, ed ecco la seconda botta sulla fronte.
-CI SI METTE PURE QUESTO MINCHIA DI LETTO! MA CHE COSA HO FATTO DI MALE?!- Urlai, per poi sedermi a terra. Milioni di pensieri mi frullavano in testa, la confusione si impossessava di me piano piano, fin quando qualcuno fuori dalla stanza mi chiamò.
-Faith, posso entrare?-
-Voglio stare da sola.- Mugugnai mentre mi sdraiavo sul letto immergendo la testa nel cuscino. Ma quel cretino non mi diede ascolto ed entrò lo stesso.
-Hey, tutto bene?- Mi chiese mentre mi accarezzava i capelli.
-Louis, va’ via, te l’ho già detto. Voglio stare da sola.-
-Ma io voglio stare qui con te, quindi non andrò da nessuna parte.-
-Credimi, ti deprimerai e basta stando con me.-
-Tesoro, io sono Louis Tomlinson. Io parlo con i piccioni e urlo cose insensate nelle piazze gremite di gente. Secondo te io posso deprimermi per questo?- Ero giù, però riuscì a strapparmi un sorriso.
-Lou, posso chiederti una cosa?-
-Certo.-
-Mi abbracceresti?- Non esitò un attimo a stringermi tra le sue braccia.
-Ma si può sapere qual è il problema tra te e Harry?-
-Non lo dovevi dire.-
-Aspetta, cosa?
-Corri Tomlinson.-
-Stai bleffando.- Feci uno scatto. Lui era sul punto di alzarsi e correre via, ma cadde faccia terra.
-SUBIRAI LE PENE DELL’INFERNO!- Strillai sedendomi sulla sua schiena.
-Faith, cazzo levati!-
-Puoi scordartelo!-
-Ma che hai?-
-Non devi nominare quel coglione!- Dissi in tono scherzoso.
-Ma chi? Voldemort?-
-No, quel cretino ambulante del tuo migliore amico!-
-Harry?- Mi feci più pesante sulla sua schiena.
-OK, OK. PER FAVORE ADESSO LEVATI DALLA MIA SCHIENA!- Non riuscivo a muovermi per le troppe risate.
-FAITH LEVATI!-
-FANCULO!-Si alzò e caddi all’indietro come una cretina. Credevo si fosse arrabbiato e fosse andato via, ma in realtà era lì che mi guardava mentre sorrideva.
Poi disse una sola parola.
-Vendetta.-
-EH?-
-LOUIS! IL SOLLETICO NO, IL SOLLETICO NO!- Urlavo, non ce la facevo più.
**
-Sembra che tu abbia corso una maratona!- Osservò.
-…-
-Faith?-
-…-
-Lo prendo come un “Continua pure Lou”-
-NO!-
-OH SI!-
Sentimmo la voce di Niall:-E’ PRONTO A TAVOLA!-
-ACCIDENTI!-
-Louis, hai un mese per torturarmi, sono sempre qui, tranquillo.- Mi scoccò un bacio sulla guancia e ci dirigemmo in cucina.
Era strano come Louis avesse migliorato così velocemente la mia giornata. Harry l’aveva rovinata in un attimo e lui aggiustata altrettanto velocemente.
Ora avevo le idee chiare: stare alla larga da quel riccio malefico.



TA NA NA NAAAAAA!



Quella sbarra di metallo ha fatto un casino di vittime, non c'è che dire! Pure a me capita spesso, con l'armadio però xD Non vi dico che male! Ok, prima che vi faccio un monologo sulle mie sventure mattutine, parliamo del capitolo.
La parte del litigio tra Haz e Faith è una figata assurda, farli litigare è fortissimo per cui litigheranno di più xD YAAAY! Ovviamente non litigheranno per questioni di vita o di morte, ma i motivi diventeranno sempre più complicati... Vi dico solo una cosa: DAL CAPITOLO 5 COMINCIANO I CASINI. Oh yeah babiesssssss!
CONTINUAMO! La parte del sogno è abjhshgjsg 
♥ Non so perché, ma l'adoro!
Pooooooi, la parte in cui Harry finisce con la testa incastrata nel muro :,) Che coglione xD
-Io non dirò mai che sono un- Ok, lo ammetto…SONO UN COGLIONE, ma adesso dammi una mano per l’amor di Dio!- VI DICO SOLO CHE STAVO CREPANDO DALLE RISATE DA SOLA, COME UNA CRETINA :,) Mi faccio morire da sola xD
Beh, non ho più nulla da dirvi, il resto lo scoprirete SOON. VEEERY SOOOOOOOOOON. C:
Vi amo, anche se siete pochini :C LOVE YOU GUYS, PLEASE, COME BACK FROM HOLIDAYS! xD
No, ok xD Per favore, recensite, ho bisogno di sapere se la storia piace o no, sono in bilico! DDD: 

ALOHA! :D

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Capitolo 5
*** A tipical Friday night. ***


 



Faith’s POV

Era notte fonda. Era quasi passata una settimana da quando ero venuta a stare a Londra, e cominciavo già ad ambientarmi.
La lingua, i luoghi, le abitudini avevano già preso una svolta diversa: avevano preso una svolta all’inglese.
Grazie a Dio avevano già consegnato il mio letto, evitandomi altri lividi in piena fronte.
Però, per quanto mi fossi ambientata velocemente, quella casa vista al buio mi faceva ancora un po’ paura. Era spettrale. E quella notte ero davvero terrorizzata. Tutte quelle ombre, quelle porte.
Avevo una paura matta che qualcuno o qualcosa potesse entrare e ucciderci tutti, o magari che potesse venire un fantasma che ci avrebbe inquietati fino alla morte, o addirittura che potesse entrare un clown. Io non ho paura dei clown, ma Niall si. E io non volevo sorbirmi le sue urla per una notte intera.
Comunque, a spaventarmi di più c’era anche il fatto che quel giorno fosse venerdì e che ne avessimo tredici. Esatto, venerdì 13, come in un film horror.
Dei rumori di passi pesanti provenienti dal piano di sotto mi fecero sobbalzare.
“E ora che faccio? Se è un ladro? Se è uno spettro? Se è un assassino? Se uccidesse i ragazzi? Se uccidesse mio cugino Louis? Se uccidesse Harry?” Standing ovation per l’ultima ipotesi, decisamente positiva. Almeno quel qualcuno mi avrebbe risparmiato il disturbo di fare fuori Styles.
Ero sul punto di lasciare perdere e riprendere sonno, quando il suono ricomparve. Solo al pensiero che avrei potuto non rivedere Louis e il suo sorriso il giorno dopo mi fece rabbrividire.
“Non a lui. Non a loro. Non oggi.”Pensai, per poi mettermi le pantofole e afferrare il primo oggetto che mi capitò tra le mani, ovvero la mia chitarra acustica.
Mi incamminai decisa verso il piano di sotto: chiunque fosse, se avesse toccato i miei ragazzi, l’avrebbe pagata cara.
Scesi lentamente le scale e arrivai in cucina con passo felpato ma lento, inciampando qualche dozzina di volte nel mio pigiama. Inutile dire che con quel buio non vedevo un fico secco.
Girai intorno alla penisola camminando all’indietro, per poi scontrarmi contro qualcosa. Cacciai un urlo incredibile e diedi un colpo con la chitarra a non so cosa. Sentii imprecare, dopodiché una botta in testa e persi i sensi per un paio di minuti, credo. Quando mi svegliai ero a terra, e qualcuno era davanti a me.
Chi era?

Harry’s POV

Non riuscivo a chiudere occhio: pensavo costantemente a quella pazza isterica di Faith e di quanto litigassimo ogni giorno. Litigio del giorno? Il fatto che mangiassi poco. Si era arrabbiata perché avevo poca fame, si esatto! Una cazzata in pratica, ma le dava fastidio, che rompicoglioni.
Era venerdì 13. Io non sono un tipo superstizioso o cose del genere, ma nonostante questo non riuscivo a prendere sonno.
A svegliarmi ancora di più ci si misero pure dei rumori al piano sottostante, terrorizzanti pure per me.
Erano dei passi.
In primis pensai che fosse uno dei ragazzi, però scartai l’ipotesi quando mi accorsi che non c’era nessuna luce accesa fuori. Decisi di andare a controllare, per il bene dei miei migliori amici e…di quella là.
Presi il libro sul mio comodino e scesi le scale lentamente facendo attenzione a non cadere giù e a non fare rumore.
Notai una presenza in cucina.
Mi abbassai sotto la penisola in marmo, per poi avanzare all’indietro, finché non mi trovai schiena a schiena con qualcos’altro. O meglio, con qualcun altro.
Un urlo agghiacciante mi trapanò i timpani e qualcosa mi colpì alla testa.
-CAZZO!- Dissi quasi urlando e colpendo quel qualcuno con la mia “arma”.
Cadde a terra, svenuto.
Buttai il libro a terra e mi avvicinai cauto per vedere chi era. Chi, se non quella deficiente di Faith? Rinvenne pochi attimi dopo.
-CHI CAZZO SEI?!-Era visibilmente spaventata.
-Shh, non urlare! Sono Harry…stai bene?-
-Coglione, mi hai dato un colpo fortissimo! Ma cos’è, il mio vecchio letto ti ha ordinato di finirmi?- Disse ironica.
-Scema, mi sembravi un ladro!-
-E tu un assassino! O un fantasma. O un clown.-
-Un clown? Che cazz? Comunque, ti fa molto male?- Chiesi toccando gentilmente il livido.
-Si, fa un male cane.-
-Vuoi del ghiaccio?-
-Ehm, non credo sia necessario, grazie.- La vidi sorridere nell’oscurità. Era un bel po’ che non avevamo i nostri “incontri segreti”, come li aveva definiti Liam, e a dire la verità non mi dispiacevano molto, ma finivamo (come sempre tra l’altro) a litigare.
-Harry?- Mi chiamò poco dopo.
-Si?-
-Perché sei sceso? Hai sentito pure tu i passi?-
-Aspetta, non eri tu a camminare?-La questione puzzava.
-Cosa ti fa credere che per bere mi porti appresso la chitarra?-Stavo per risponderle, quando sentimmo una porta aprirsi.
-Harry, cosa è stato?- Bisbigliò.
-Non lo so- Ammisi con lo stesso tono. A un certo punto qualcuno accese la luce.
Gli occhi cominciarono a lacrimare a causa dell’impatto, ma mi feci forza e li aprii, ritrovandomi Louis con un espressione piuttosto incazzata dipinta sul volto.
Nel frattempo, gli altri stavano uscendo dalle loro stanze e stavano scendendo giù per le scale.
-Si può sapere…CHE CAZZO STATE FACENDO SVEGLI A QUEST’ORA? Avete fatto un rumore allucinante! CHI CAMMINA, CHI LANCIA COSE, CHI URLA, MA DOVE SIAMO? AL MERCATO DI PORTOBELLO ROAD?- La sua voce altissima fece tremare i lampadari.
Nessuno di noi ebbe il coraggio di rispondere. Era raro vederlo così arrabbiato, ma eravamo appena tornati da un tour, era normale che fosse stressato.
-Andate…a dormire…Ora.- Disse con aria stanca massaggiandosi le tempie.
 Non ci pensammo un attimo a tornare su, qualsiasi situazione è meglio di Louis da incazzato.
-Buona notte.- Dissi con tono sommesso alla ragazza alla mia destra.
-Buona notte…- Rispose con un filo di voce per poi dirigersi in direzione della sua camera.
Che notte movimentata.
Proprio un “Tipico venerdì sera”, eh?
Louis’ POV
Avevo sgridato quei due come due bambini, ma cosa potevo fare più? Era ormai una settimana che non smettevano di litigare e punzecchiarsi, e stavo cominciando a perdere la pazienza.
-Lou…- Cominciò Zayn, ma lo fermai.
-Zayn, lo so come li ho trattati e so che non avrei dovuto, ma mi stanno facendo impazzire! Non riescono ad andare d’accordo per dieci minuti, figuriamoci per un mese! SONO ESAUSTO! E non posso mica rispedire Faith a casa sua, non sono così arrendevole.-
-Allora cosa hai intenzione di fare?- Domandò Liam pensieroso.
-Abbiamo bisogno di un piano.
-Oh, no.- Mormorò.
-Louis, cosa hai intenzione di combinare stavolta?- Niall aveva un’aria preoccupata.
-Ho intenzione di farli andare d’accordo con l’inganno, non reggo più questa situazione.-
-Sei sicuro che un piano sia la scelta giusta?- Zayn mi guardava male, seguito dagli altri tre.
-Certo, e ho già un’idea…-
-Louis, per favore rimangiati quello che hai detto, dimmi che non è vero!- Implorava Liam.
-Io ho preso la mia decisione.- Sentenziai solenne.
-Avanti, spara. Tanto arrivati a questo punto…- Mi incoraggiò il biondo.
-Ragazzi…avete un video imbarazzante di Harry?-
-Che cosa c’entra con il piano?-
-Niall, c’entra eccome.- La mia espressione la diceva lunga su questa storia.
-Aspettate: ne ho uno!- Esclamò Zayn tirando fuori il cellulare dalla tasca.
-Tu porti il cellulare…NELLA TASCA DEL PIGIAMA?-
-Non si sa mai! Comunque il video è questo...- Aprì un video in cui si vedeva Harry completamente terrorizzato a causa di un ragno sul muro. Che codardo.
-Va benissimo! Harry è il tipico “duro”, se questo finisse in rete ficcherebbe la testa nel terreno come uno struzzo!-
-Che espressione delicata.- Commentò il pakistano.
-Ne avete uno su Faith?- Chiesi.
-Amico mio, chiedi troppo.-
-Lee, non chiedo troppo, chiedo solamente che non urlino la notte, ma a quanto pare non è possibile nemmeno questo. Perciò ho bisogno di questo video, registrazione o foto che sia.-
-Lou, ma lei non è famosa, anche quando postassimo una sua foto stramba, non gliene fregherebbe più di tanto!-
-Zayn, cazzo, non puoi dire ste cose…!- Se il piano andava a rotoli ero fottuto.
-Le importerebbe se qualcuno la sentisse cantare infatti!-
-ZAYN! SEI UN GENIO! Ti giuro che un giorno di questi ti faccio santo!-
-Heeeey, non ho ancora finito… Faith a quanto pare canta solo dove non la sentiamo…-
-E DOVE?- Chiedemmo in coro.
-Sotto la doccia.-
-EUREKA!- Urlai.
-Louis, stai bene?-
-Liamo mio… Mi è venuto in mente uno stratagemma…-
-E quale sarebbe?- Domandò scocciato.
-Domani è sabato, no? Beh, proponiamogli di uscire, Faith si farà una doccia e registreremo la sua ehm… “perfomance”. Dopodiché, arrivati nel posto, facciamo una scommessa con Harry…- Tutti mi guardavano preoccupati. –Se lui non riuscirà a prendere il numero di una ragazza(Che sarà ovviamente una nostra complice) dovrà scegliere tra: lasciare che il suo video e la registrazione di mia cugina volino per il web oppure…-
-Oppure?- Disse Liam.
-Oppure?- Ripetè Zayn.
-Oppure?- Li seguì a pappagallo Niall.
-Oppure si dovrà mettere con la sua nemica giurata…- Mi guardarono confusi. Ma fanno sul serio ‘sti qua?- OVVERO FAITH! -
-Che piano deficiente…- Mormorò Liam grattandosi la nuca.
-Per me non funzionerà.- Esclamò il nostro kebabbaro.
-Che razza di piano…- Commentò Niall.
-Ci stiamo.- Dissero in coro.
-Perfetto! Ci vediamo domani pomeriggio, qui, alle cinque in punto!- Accordai, per poi salire insieme  e andare a dormire.



BUON FERRAGOSTO! :D

Cciao ragazzi miei, come procedono le vacanze? Spero bene :D
Eccoci di nuovo qua C:
Mi dispiace, ma ho di nuovo allungato la storia e i casini arriveranno nel prossimo capitolo (Ho già aperto Word per cominciare a scriverlo, sono esausta!)
Comunque, più o meno verso la fine si capisce ciò che accadrà nel sesto!
Sono molto eccitata, avevo in mente da molto questo progetto, addirittura da prima di cominciare a scrivere "Il matrimonio del mio migliore amico" e non vedo l'ora di scrivere tutto questo! Sembrerà strano, ma se fosse più facile avrei scritto qualcosa come 20 capitoli o anche di più, credetemi! E' un mio hobby da poco, ma mi prende tantissimo, ed esprimere le mie emozioni con voi è meraviglioso :,) 
COMUNQUE: PARLIAMO DEL CAPITOLO!
Aaaaallora, innanzitutto vi spiego perchè ho allungato la storia: IDEA ALL'ULTIMO MINUTO.
Questa scena mi è venuta in mente quando già stavo scrivendo l'inizio, per cui ho cancellato tutto e riscritto tutto daccapo!
Il semplice motivo per cui ho messo questo pezzo è perché non sapevo dove avrei potuto collocarlo nella storia, quindi l'ho messo qui! Che genialata ù.ù
Ok, Haz e Faith che si scontrano sono una cosa fenomenale, tipo che lei lo colpisce con una chitarra ma non sviene e lei perde i sensi per essere stata colpita CON UN LIBRO!!! DICO IO, UN LIBRO! Mah, non lo so nemmeno io che l'ho scritto, bah. CHIAMATEMI UN ESORCISTA! XD 
Pooooooooi, la parte in cui si sorridono è adkhsgfkjgfkjhf O come direbbe Marina, "è come una password dell'ADSL" :,)
Ve lo immaginate se si baciavano??? E se Louis li vedeva?! Naaaaah, io devo complicare tutto, sono peggio di Hitchcock C:
Quando Louis li sgrida me lo immagino tipo padre che rimprovera i figli, boh non so perché :) 
La parte in cui parlano del piano mi piace molto, sa tanto di riunione segreta della CIA o riunione di famiglia notturna, è molto carina ^-^
Vabbbbbbbbene guys, ora io vado a scrivere il sesto capitolo, che mi sta chiamando! 
Recensite, mi raccomando, mi sono impegnata molto per questo capitolo, lo fareste per me? :(
Ok, basta con le cose smielate, vado, scrivo, l'ammazzo e torno!

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Capitolo 6
*** The plan- Il piano ***





Louis’ POV
 
Quella mattina ero sul punto di rinunciare al piano: forse non era poi così necessario.
E invece no.
Come conferma era arrivato l’ennesimo litigio di Harry e mia cugina. Avevano urlato per tutta la mattinata e non sapevo più che fare con loro, dato che Liam, Niall e Zayn erano usciti a fare la spesa. Tornarono all’ora prestabilita la notte prima per discutere gli ultimi dettagli.
-Hey Louis, com’è and-
-QUEI DUE MI HANNO FATTO USCIRE PAZZO! LITIGI DI LA’, URA DI QUA, CHI NE HA PIU’ NE METTA!-
-Calmo Lou! Quindi, con il piano che si fa?- Si informò Zayn.
-E’ la nostra ultima speranza, o ora o mai più.-
-Va bene… facciamo questa cosa…- Mormorò poco convinto Liam.
-Ok, Zayn, tu chiama quella tua amica attrice e digli cosa deve fare stasera; Niall, tu dirai a Faith dell’uscita e Liam lo chiederà ad Harry. Infine ci ri-incontriamo tutti davanti al bagno quando sarà ora di registrare Faith, ok?-
-Ok- Dissero in coro e ci sparpagliammo per la casa. Che la missione avesse inizio.
*Thirtyminutes later…*
-LOUUUUU!- La voce di mia cugina echeggiò in tutta la casa.
-Dimmi!-
-IO SONO SOTTO LA DOCCIA, NON CERCATEMI, OK?-
-CERTO!- Il topo stava per cadere nella trappola.
Feci cenno ai ragazzi di salire e ci piazzammo davanti la porta del bagno della camera della bionda. Non aspettammo molto per sentirla cantare. Ma ora che ci penso, quei minuti parvero interminabili se messi a confronto con la voce della ragazza. Era strabiliante. Aveva una voce cristallina, chiara. Era paradisiaca.
A un certo punto, però, mi venne un dubbio tremendo: ma se Faith sa cantare e sente la sua registrazione in web, perché dovrebbe vergognarsi? Il piano sarebbe stato vano oppure sarebbe sembrato che noi volessimo farla pagare solo ad Harry.
-Zayn, come facciamo adesso?- Chiese Niall nel panico. Stesso panico che avevo io.
-Ragazzi, credetemi, Faith sa di saper cantare, mi ha confessato che in molti glielo dicono, ma lei si vergogna a priori, se una sua registrazione venisse diffusa cambierebbe nome e andrebbe a vivere in Marocco!- Tirai un sospiro di sollievo e premetti il pulsante “Play” del registratore vocale del mio telefono.
“Did you forget, that I was even alive, did you forget, everything we ever had, did you forget, did you forget about me…” Cantava con voce bassa ma sicura. Quando la sentimmo intonare le penultime note, le più alte, ci guardammo increduli. Sembrava che cantare così le venisse naturale, come se lei non avesse mai lasciato che qualcuno le insegnasse come usare la sua voce.
Alla fine della canzone sentimmo chiudere l’acqua e dei passi avvicinarsi alla porta. Sgranammo gli occhi e scappammo più veloci che potemmo, in fondo era pur sempre camera sua, e vederla in accappatoio non era un buona idea.
-Ok, ragazzi. Ho salvato la registrazione, ora andate a vestirvi.- Dissi dirigendomi verso la mia camera.
-Gne gne gne…- Mi fece il verso Liam una volta che fui entrato nella mia stanza.
-TI HO SENTITO PAYNE!- Dissi a voce alta per farmi sentire. Sentii imprecare. Scelsi degli abiti comodi: sarebbe stata una luuuuuunghissima serata.
 
 E anche esilarante.
Faith’s POV
 
Quando Niall mi aveva avvisata che quella sera saremmo usciti, mi era preso il panico: un tremendo dubbio era apparso nella mia testa. Che mi fossi dimenticata il mio vestito a palloncino bianco? Quello con un gran fiocco proprio sul decolletè? Appena uscita dalla doccia corsi in camera (si fa per dire, scivolai minimo 23563 volte) e aprii l’armadio in fretta e furia.
-Oh porca putt-ECCOLO!- Urlai trovandolo, che Gesù fosse lodato. Acchiappai al volo le mie Converse bianche e mi ri-fiondai in bagno per vestirmi e mettere appena un po’ di mascara e del lucidalabbra.
Uscii dalla mia stanza raggiante oserei dire.
-Heeey!- Dissi scendendo le scale e salutando tutti.
-Hey!- Il riccio mi puntò il dito contro e mi raggiunse a passo spedito.
-Hey?- Osai dire.
-Hey? Quello che sai dire è solo “Hey”?- Sbottò incazzato. Lo squadrai: polo bianca, pantaloni bianchi, converse rigorosamente bianche ai piedi... Direi che era la mia versione maschile.
-Qual è il problema ora?- La mia voce era stanca. Io ero stanca. Stanca di litigarci.
-Guarda te e guarda me.- Feci come mi aveva detto.
-Harry? Sei arrabbiato perché siamo vestiti uguali? Ma scherzi?-
-Cogliona, certo che no!- Solo che le Converse bianche sono una mia esclusiva!-
-E invece no!-
-E invece si!-
-Sembri un bambino!-
-“E invece no” come se questo non fosse da bambini!-
-PER L’AMOR DI DIO, SMETTETELA!- La voce di Louis rimbombò in tutta la casa.
-Erm, prendete le vostre cose e andiamo, che è già tardi!- Esclamò incoraggiante Liam.
Il locale era poco lontano da casa nostra, per cui andammo a piedi.
Il posto era leggermente affollato, ma per essere Londra lo avremmo potuto definire “vuoto”. Un tipo ci portò al nostro tavolo all’aperto.
-Piccola, hai portato il biberon?- Mi schernì Harry. Mi aveva chiamata piccola. L’avrei ucciso.
-Signorina, lei cosa prende?- Chiese il cameriere distogliendomi dai miei pensieri di vendetta.
-Uh, una Beck’s.- Dissi semplicemente. Tutti mi guardarono stupiti.
-Cosa c’è, non posso bere?-
-T-tu bevi?-
-Noooo, ceeeeerto che no!- Dissi con un tono di ironia nella mia voce.
-M-ma sei piccola.- Mormorò Niall scioccato. Louis era stranamente tranquillo.
-Pure Harry beve, e allora?-
-Ma tu hai diciott-
-Zayn lo so quanti anni ho, ma sono maggiorenne, posso bere e quindi lo faccio.-
-Uh, ti facevo più… santa.- Scoppiai a ridere seguita da Louis.
Quella sera era strano, era molto strano. Lui e i ragazzi si lanciavano occhiate complici, tranne che con Harry. Il riccio mi guardava confuso, ma io ricambiavo con lo stesso sguardo: cosa stava succedendo?
A un certo punto Zayn gli indicò una ragazza.
-Hey, amico, la vedi quella?- Il ragazzo aveva un espressione maliziosa sul volto.
-Scommettiamo che non riesci a prendere il suo numero in mezz’ora?-
-Vacci piano Malik, io dico di si!- Tossicchiai per fare vedere il mio disappunto, diciamo che lo stavo punzecchiando ma mi fulminò con lo sguardo.
-Facciamo che se non ce la fai devi pagare pegno.- Continuò Liam.
-Cioè?- Chiese il diretto interessato della questione.
-Semplicemente…pubblicheremo questo su Twitter.- Gli mostrarono un video in cui urlava per…un minuscolo ragnetto. Scoppiai a ridere.
-Oooh Faith, ce n’è anche per te!-Disse Louis. Sbarrai gli occhi: cosa?
-EEEEEH?-  Quasi urlai.
Louis premette il tasto “play” sul display del suo I-phone e subito si sentì la mia voce intonare le note di “Don’t forget” di Demi Lovato.
-Spegni quel fottuto affare!- Urlai. Nel frattempo Harry mi guardava con occhi smarriti.
-Non se ne parla!- Disse adirato il ragazzo dagli occhi verdi.
-Harry caro…pubblicheremmo il video anche se rinunciassi alla scommessa…- Alle parole di Louis, sbiancò di brutto.
-A meno che…-
-A MENO CHE?- Dicemmo in coro io e il riccio.
-A meno che….-
-A MENO CHE??-
-A meno che…..-
-LOUIS CHE C’E’?!- Sbottò incavolato.
-A meno che…voi due non vi mettiate insieme per un mese.- Continuò Zayn.
Sputai di botto la birra che stavo bevendo.
-COSA CAZZO HAI DETTO?!- Dissi tutto d’un fiato. Harry sbarrò semplicemente gli occhi.
-Si esatto, ovviamente solo se Harry perde la scommessa, trenta minuti sono tanti per ottenere un numero!-
-Bastardi…- Mormorammo.
-Hazza, vieni un attimo con me.- Esclamai prendendolo per mano e portandolo in un angolo.
-Cosa dobbiamo fare?- Chiesi nella disperazione più totale.
-Io non ne ho la più pallida idea. Se fosse per me li avrei lasciati fare, ma dato che si tratta di te…-
-Io…Harry, mi dispiace, ma mi vergogno troppo, io…io non ce la faccio…- Ero in ansia e il fatto che qualcuno sapesse delle mie (chiamiamole così) “capacità vocali” mi faceva tremare il terreno sotto i piedi.
Se quella registrazione fosse finita in rete mi avrebbero paragonata a Lou, e se avessi deciso di intraprendere quella carriera, ci avrebbero sempre messi a confronto. Ciò mi metteva una pressione assurda. Il mio battito cominciò ad accelerare, pensai a tutte quelle persone che avrebbero potuto dirmi che non valevo nemmeno la metà di mio cugino, che non ero abbastanza e cazzate del genere. Cominciai a piangere per il nervosismo.
-Hey, stai calma, aggiusterò tutto stai tranquilla.- Mi consolò il riccio.
-Va tutto bene…Ora però non piangere, perché non serve, ok?- Continuò incoraggiante.
-Harry…- Mi asciugai le lacrime.- Devi vincere quella scommessa, devi.- Dissi determinata.
-Puoi scommetterci.- Lo vidi incamminarsi verso i ragazzi, dire loro qualcosa e dirigersi verso la ragazza e cominciare a flirtare, ma lei non se lo filava minimamente.
Zero.
Niente.
Nada.
Niet.
Nothing.
Lo aveva ignorato per mezz’ora. Io, ad essere sincera non ci sarei riuscita.
Quando tornò da noi aveva un’aria sconfitta, ma nei suoi occhi leggevo rabbia.
-Bene bene bene…- Cominciò Zayn.
-Pakistano, non cominciare perché non sono in vena, chiaro? Potrei rifarti daccapo la faccia stasera, per cui non rompere.- Sbottò.
Cominciarono a incitarci:
-BACIO, BACIO,BACIO,BACIO-
-Frena frena frena… Noi non abbiamo detto che avremmo voluto stare insiem- Harry parlò al posto mio.
-Va bene.- Prese il mio volto tra le sue mani e prima di baciarmi sussurrò velocemente:
-Sappi che lo faccio per te- Dei gridolini da parte delle “direzioni” ci risvegliarono dallo stato di shock in cui eravamo.
 
Ero incredula.
 
Harry Styles mi aveva baciata.
 

Il mio peggior nemico ora era il mio ragazzo.
 

Bel casino, eh?


Bel casino proprio si! Ragazzi, sto postando alle 03:04 di notte, amatemi! xD A parte lo scherzo ora scappo a dormire che ho scritto ininterrottamente per due ore!

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Capitolo 7
*** Water, water everywhere. ***





Harry’s POV

In auto non smisi di pensare un attimo a quello che era appena accaduto. Dalla scommessa alla tipa che mi aveva respinto, passando dalle lacrime di Faith fino ad arrivare al…bacio.
L’avevo davvero baciata? No, impossibile. Ok, forse era ora che smettessi di autoconvincermi di cose non vere e mi dessi una regolata.
Aveva il viso basso e lo sguardo perso nel vuoto, era così strano non vederla sorridere. Forse era scioccata quanto me per l’accaduto. Se non di più.
 
Dovevo fare qualcosa.
 
Non appena oltrepassammo la soglia della porta di casa venni preso dall’istinto: l’afferrai per la mano e la portai insieme a me nella sua camera.
-Che cosa stai facendo?- Disse mentre chiudevo la porta.
-Dobbiamo parlare.- Dovevo avere un’aria stranamente seria, me ne accorsi pure io.
-E parla allora!- Mi incitò.
-Faith vedi io…Quello che è successo stasera… Senti…-
Non riuscivo a parlare, non trovavo le parole giuste. Solo alla fine riuscii a mormorare un -Mi dispiace.- mentre mi sedevo sul suo letto.
-Cos’è che ti dispiace?- Chiese mentre si metteva accanto a me.
-Ho avuto una possibilità per salvarci e l’ho sprecata, ti ho baciata e non so nemmeno io perché, inoltre non so come, ma Zayn mi ha filmato mentre urlavo terrorizzato contro un ragno!- La sentii ridacchiare.
-Perché ridi?-
-L’ultima era forte…- Non trovando la forza per risponderle, mi buttai all’indietro sdraiando il busto sul letto, per poi massaggiami le tempie. Avevo un mal di testa assurdo.
-Haz?- Mi chiamò.
-Mhh?-
-Sei un coglione…!- Disse trattenendo le risate. Scattai in piedi e cominciai a urlare camminando nervosamente per la stanza.
-LO SAI CHE C’E’? E’ VERO! SONO UN COGLIONE CHE NON E’ CAPACE A VINCERE NEMMENO UNA FOTTUTA SCOMMESSA! SONO UN INCAPACE! ECCO COSA SONO!- Di sicuro l’avevo colta di sorpresa, aveva una faccia a metà tra lo stupore e la paura.
-Harry, stai calmo!-
-No Faith, io non sto calmo, non sto calmo per niente! Ho perso quella scommessa e ora per un fottuto mese dovremo fare i “piccioncini innamorati” quando invece vorremmo picchiarci ventiquattr’ore su ventiquattro! Ma vaffanculo!- Urlai tutto d’un fiato tirando un calcio alla parete della stanza.
Solo dopo mi accorsi che avevo colpito il muro che separava la stanza della bionda dal suo bagno e un dubbio orrendo mi passò per l’anticamera del cervello.
-Oh Madonna…- Mormorò Faith avvicinandosi al punto in cui avevo colpito il muro.
-Da dove cazzo viene questa crep- Non riuscì a continuare perché un fortissimo getto d’acqua la colpì in pieno volto.
-Stai bene?- Dissi aiutandola ad alzarsi.
-SECONDO TE? GUARDA!- Disse furiosa indicando l’acqua dirigersi dappertutto nella stanza.
-Oh cazzo.- Riuscii a dire a bassa voce.
-“OH CAZZO” UN CORNO HARRY! HAI COLPITO IN PIENO UN TUBO! Facciamo un applauso al Mister Intelligenza dell’anno!- Sbottò battendo le mani ironicamente.
Cominciai ad imprecare, oserei dire, in preda al panico.
-Haz, non è il momento per le sparate alla Gordon Ramsey! Dobbiamo dirlo a Louis!-
-Faith, ci ucciderà!-
-Io sono sua cugina e tu il suo migliore amico, non ci farà nulla!- Come d’incanto entrò il diretto interessato della conversazione. Si, esatto, proprio Louis.
-Ragzzi come v-CHE DIAMINE E’ TUTTA QUEST’ACQUA QUA?-
-Ehm… Ho…come dire…DATOUNCALCIOALMURO.- Dissi velocemente.
-Scemi, uscite immediatamente da qui! Cosa siete, pesci rossi?- Sbottò incavolato.
-Porca miseria!- Esclamò Niall.
-Oh Santo Cielo!- Disse casto Liam.
-Porca puttana, ma che minchia avete combinato?!- Zayn e la sua finezza proverbiale.
-E’ tutta colpa della vostra scommessa da idioti! Se non fosse per questo adesso camera mia non sarebbe un acquario!- Sbottò l’italiana.
-Faith… mi sa che…- Cominciò Lou.
-COSA? COSA C’E’ ORA?-
-Sono le due del mattino e domani è domenica… Non credo che ci sia qualche idraulico disponibile per cui… dovrete dormire entrambi nella stanza di Harry.- Sentenziò.
 Aspetta, che cosa?
-CHE COSA?- Urlammo insieme.
-Io con questa qui non ci dormo!- Annunciai.
-Puoi scommetterci, riccio!-
-E invece se non volete dormire sul divano entrambi, è meglio che sparite dalla mia vista all’istante, perché mi sono rotto di voi due che litigate e litigate e litigate!- Faith stava per ribattere, quando la presi come un sacco di patate e la portai nella mia stanza.
-Lo dico e lo ripeto, sei bipolare, cazzo!-
-Che diamine stai facendo?- Disse mentre prendevo un cuscino e una coperta dall’armadio.
-Ecco a te, spero che il pavimento non sia freddo.- Dissi porgendoglieli.
-EH? No, aspetta: TU mi hai sempre odiata dall’inizio senza un motivo preciso, TU mi hai costretta a dormire in un lettino sgangherato e per causa TUA mi sono fatta due lividi enormi sulla fronte, TU l’altra notte mi hai dato un colpo di libro sulla testa facendomi svenire, TU hai perso una scommessa e ora siamo fidanzati per colpa TUA, TU hai inondato la MIA camera e ora IO DEVO DORMIRE A TERRA? Ma nemmeno pagata! CI DORMI TU A TERRA AL MASSIMO, PERCHE’ IO CON TE NON CI DORMO, CHE SIA CHIARO!- Sbottò incavolata.
-Sei così irritante!-
-IO? DISSE IL TIPO BIPOLARE!-
-Io non sono bipolare!-
-Vero tanto quanto i tuoi ricci, Styles.-
-I MIEI RICCI SONO NATURALI!- Urlai incazzato per difendere la mia meravigliosa capigliatura.
-Certo, e io sono Barbara Palvin, come no.-
-Oh, fai come vuoi!- Le strappai di mano le coperte e le sistemai a terra, sapevo che litigare non sarebbe servito con lei.
-Stai qui e non fare casini.- Le dissi.
-Non sono io quella che allaga le camere…- La sentii dire uscendo. Mi diressi in camera di mia sorella e le presi un pigiama a caso.
Io mi cambiai nella stanza, mentre lei preferì cambiarsi in bagno.
Quando uscì io stavo dormicchiando, ma ero abbastanza sveglio da sentirla rientrare.
-Hey…Psst…Harry…- Sussurrò.
-Hmm?- Mugugnai nel cuscino.
-Oh, scusa, stavi già dormendo…- No, guarda, ho gli occhi chiusi a caso!
Fui tentato di risponderle ironicamente…ma mi trattenni.
-Non fa nulla…che c’è?- Dissi con voce stanca.
-Niente…è che volevo chiederti scusa per la sfuriata di prima, solo che questa cosa mi fa incavolare in una maniera pazzesca.-
-Non fa nulla… Hai ragione ad arrabbiarti, è colpa mia inf-
-Non dirlo nemmeno per scherzo.-
-Cosa?-
-Se siamo messi così è pure colpa mia. Insomma… avrei potuto lasciare che Louis pubblicasse pure la mia registrazione anzi che farci mettere insieme in questa maniera assurda…-
-Faith… se hai paura non puoi farci niente, quando sarai pronta lo capirai da te e lì…beh, dopo che lo hai capito spicchi il volo e nessuno può fermarti.- Per quello che la luce proveniente dalla finestra permetteva di vedere, stava sorridendo, e solo lì mi resi conto di una cosa: quella era la mia ragazza.
Ok, lo era per una scommessa persa, ma era pur sempre la mia ragazza. E aveva un sorriso magnifico. Per quanto potessimo odiarci, era fantastica.
A un certo punto si alzò e mi venne incontro.
-Buona notte.- Disse chinandosi su di me e dandomi un bacio sulla guancia.
-Buona notte pure a te.- Mormorai.
 
Faith’s POV
 
-ACQUA! ACQUA OVUNQUE!- Urlai svegliandomi di soprassalto.
Era giorno.
Ed ero nella stanza di Harry.
Nella stanza non c’era nessuno, così decisi di scendere a fare colazione.
 -BUONGIORNO FAITH!- Urlarono (è dire poco) i ragazzi.
-Ciao ragazzi- Urlai di rimando dirigendomi in cucina.
Vidi mio cugino fare un cenno con la testa al riccio, che si alzò di malavoglia e mi diede un forzatissimo e cinico bacio sulla guancia.
-Mica mordo, eh!- Dissi leggermente infastidita dal suo comportamento. Non ero la sua ragazza, (intendo non per davvero, ovviamente) ma il suo comportarsi da stronzo mi dava ai nervi più di qualsiasi cosa.
Il bello fu che si limitò ad alzare gli occhi dal suo latte, guardarmi per un nano secondo e poi tornare a farsi i fatti suoi.
-Uuuh, gli innamorati litigano!- Disse Zayn fingendo di asciugarsi una lacrima.
Sentii il riccio urlare: -MALIK, GIURO CHE TI FACCIO ESPLODERE!- per poi cominciare a inseguirlo.
Niall prese un pacco di cereali e si sedette accanto a me, per poi cominciare a mangiarli come dei popcorn.
-Niall, ma fanno sempre così?- Bisbigliai.
-Naaaah, sei tu che sconvolgi i piani!-
-Grazie, mi sei d’aiuto, sai?- Dissi sarcastica.
-Di niente.- Rispose con lo stesso tono continuando a mangiare.
Saltai giù dalla sedia e mi diressi verso il frigo per prendere  il latte, ma una volta lì sentii una botta ai polpacci e un tonfo.
Dopodiché un imprecazione. Harry era spalmato per terra.
-Ma che, ti sei fatto lo sgambetto da solo?- Cominciai a ridere senza un motivo preciso, ma in realtà speravo che cominciasse a ridere pure lui, ma alla fine si alzò scazzato e tornò a bere il suo latte.
Lo sentii mormorare.
-La fidanzata più idiota della storia proprio a me doveva capitare.-
Mi diressi verso di lui e lo presi per i ricci.
-Dillo un’altra volta e rimpiangerai di avere imparato a parlare!- Lo minacciai.
-Sta’ zitta.- Disse facendomi mollare la presa dai suoi capelli.
-No, non sto zitta proprio per niente invece!-
-INVECE SI, E DEVI SMETTERE DI ROMPERE DI PRIMA MATTINA, CHIARO?- Urlò, e la sua voce rimbombò nella casa facendomi sussultare appena.
-No, Harry, non è affatto chiaro! Si può sapere perché la sera prima sei dolce e comprensivo e la mattina ti trasformi in un emerito stronzo?- Sputai tutto d’un fiato.
Solo allora mi ricordai che gli avevo promesso di non dire ai ragazzi delle nostre “chiacchierate segrete”. Mi morsi la lingua talmente forte che ci avrei pensato su venti volte prima di parlare la prossima volta.
Fortunatamente nessuno dei ragazzi disse niente.
-Vaffanculo, non capisci niente!- Urlò voltandosi e andando dall’altra parte della cucina. So che si riferiva al fatto che lui non dovesse mostrarsi debole davanti ai ragazzi, e in effetti era vero: non capivo.
Non capivo perché, non capivo cosa sarebbe cambiato se lui fosse stato se stesso.
Per quanto quell’insulto fosse banale fece stranamente male. Ferì, non dico nel profondo, ma abbastanza in basso da fare male.
Tanto da riuscire a farmi lacrimare. No, non sono mai stata esageratamente sensibile, ero una ragazza dall’animo forte ma certe cose facevano male più delle altre, e questa era una di quelle.
Riuscii a mormorare uno “Scusate” per poi scappare verso il corridoietto che dirigeva al giardino.
Mi sedetti sull’altalena e cominciai ad asciugarmi le lacrime, fino a calmarmi del tutto.
-Hey…- Una voce rapida e dolce mi fece girare.
-Liam?-
-Al tuo servizio!- Esclamò sedendosi accanto a me.
-Qual è il problema tra te e Harry?- Chiese comprensivo.
-Non puoi capire…-
-Se non me lo dici non puoi saperlo- Era così sereno. Un ragazzo meraviglioso, ecco cosa era.
-In pratica quando siamo tutti insieme fa lo stronzo, mentre quando siamo da soli… beh, tutto è diverso con lui. Fa battute, parla e sorride, sorride tantissimo. E’ un ragazzo fantastico, ma quando scocca la mezzanotte e il sogno finisce, mi tratta male come non mai, come se non ricordasse quello che abbiamo detto o fatto. Io non lo capisco.- Parve soppesare la situazione.
-Allora, ci sono tre possibilità…
La prima è che vuole fare il duro ma con te si intenerisce…- Come aveva fatto ad azzeccare?- La seconda è che forse ti considera leggermente un’intrusa, per cui dovreste conoscervi meglio…tende a reagire male di fronte ai cambiamenti improvvisi.-
-Uhm…Interessante.-
-La terza è che forse è…-Si interruppe.- No niente, mi sono sbagliato.-
-Stai tranquilla, tu prova ad andarci d’accordo, apprezzerà quel gesto, se fai tu il primo passo le cose potrebbero migliorare!- Mi abbracciò.
-Grazie Liam.-
-E di cosa?- Esclamò sorridendo.
-Di esistere, perché fabbrichi il 90% dell’amore mondiale!- Scherzai e scoppiammo a ridere.
-Seriamente Liam, grazie. Se non fosse per te ora mi starei disperando, o peggio ancora, io e Harry staremmo litigando di nuovo. Sei la mia salvezza.- Sorrisi, ma il suo era il migliore, era puro ed era spontaneo, coma la risata di un bambino.
Liam era un angelo, me lo sentivo.
Ci alzammo entrambi e lui andò dai ragazzi mentre io mi diressi “alla ricerca di Harry”.
E alla fine lo trovai, dopo una buona mezz’ora, in piscina, con le gambe immerse nell’acqua. Aveva un’aria pensierosa.
-Hey.- Esordii avvicinandomi.
-Hey…- Rispose allo stesso modo accennando un sorriso.
-Ti…erm…disturbo?-
-No… fai pure.- Disse invitandomi a sedermi accanto a lui.
-Scusa per poco fa.- Rincominciò rompendo il silenzio.
-Harry, puoi chiedermi scusa quanto ti pare, ma alla fine fai lo stronzo, sempre. Ieri sera andava tutto bene, perché ora ti sei comportato così? Comincio a credere che tu sia bipolare per davvero…- Forse ero stata un po’ dura, ma alla fine avremmo pur dovuto parlarne.
-Io… Faith, sai come stanno le cose…-
-Ok, ok… Ho capito. Perfetto, continua pure a trattarmi male dopo avermi illusa che potessimo andare d’accordo, va bene.- Feci per alzarmi e andarmene, quando mi prese per il braccio e mi riportò a sedere.
-Aspetta, non voglio che vada a finire così… Questa storia è già stressante di suo, noi non possiamo litigare, andrebbe solo peggio…-
-Peccato che lo stiamo facendo ed è sempre colpa tua!- Mi lasciai sfuggire dalla bocca.
 Non so quanto avrei dato per potermi schiaffeggiare in quel momento.
Lo vidi intristirsi e abbassare il capo.
All’inizio non seppi che fare, ma poi mi vennero in mente le parole che Liam aveva pronunciato poco prima. < Tu prova ad andarci d’accordo, apprezzerà quel gesto, se fai tu il primo passo le cose potrebbero migliorare!>
-Va bene vah, non riusciremo mai a risolvere questa situazione per cui… Cerchiamo di andare d’accordo lo stesso, mh?- Parve illuminarsi. E sorrise. Oh, cazzo si, se sorrise.
-Allora… che ne dici di conoscerci meglio?- Chiesi ancora.
-Uhm, ok.-
-Aaaallora… Quando e dove sei nato?-
-Allora… Inghilterra, 1 febbraio 1994… Tu?-
-Italia, 27 maggio 1994. Mmm…Animale preferito?-
-Gatti.- C’era da aspettarselo.
-Uh, anch’io. Erm… colore preferito?-
-Boh, non ho una preferenza. Quanto porti di scarpe?-
-40, tu?-
-42…Aspetta, hai detto 40?- Annuii.
-Wow, complimenti. Tu suoni qualcosa?-
-Si, suono il piano dall’età di nove anni e da qualche mese ho cominciato chitarra, ma non sono molto pratica… Scommetto il mio patrimonio che tu ne sai più di me, o no?-
-In realtà pure io ho cominciato la chitarra da poco… Un annetto circa, mentre so suonare ehm… il kazoo e un po’ il piano…- Ammise rosso.
-Segni particolari? Tipo, che ne so… nei, voglie, tatuaggi…-
-Nessuno, i tatuaggi mi attirano, ma non credo che ne farò mai uno. A quanto vedo però, tu ne hai parecchi…- Li indicai.
-Già…. Comunque… volevo chiederti una cosa, però prometti di non offenderti.-
-Non farmi preoccupare Mr. HoicapellicomeTinaTurner.-
-Non è niente di che, ma tu prometti.-
-OOOK, GIURO SOLENNEMENTE CHE NON MI OFFENDERO’.- Pronunciai con aria solenne,
-Ok… Da quand’è che ti tingi i capelli di biondo?- Un urlo acuto uscì dalla mia bocca.
-Cazzo hai detto?!-
-Hai promesso di non offenderti!-
-Non mi offendo na sega, IO SONO BIONDA NATURALE, IDIOTA! Ho la base chiara, non vedi?- Mi veniva da ridere, non solo perché mi aveva definito una “finta bionda”, piuttosto per il fatto che aveva una faccia sconvolta tanto quanto scandalizzata.
-S-scusa- Disse mezzo impaurito, mentre io stavo per cadere in acqua dalle risate.
-Non fa nulla…- Cercai di riprendermi.- Piuttosto, cosa si prova a farsi la piastra per avere i capelli ricci ogni giorno?- Lo provocai, ma mi fulminò scherzosamente con lo sguardo.
-Finta bionda!-
-Finto riccio!-
-FINTO PRANZO!- Urlò una voce dietro di noi. Per lo spavento cacciammo un urlo e cademmo in acqua.
-NIALL, MA SEI SCEMO O COSA?- Urlai.
-Scuuuuuusa, ma dovevo pur dirvelo che il pranzo è pronto!-
-Grazie tante, avvisa i ragazzi che stiamo venendo.- Lo liquidò Harry mentre ci dirigevamo verso le scale per poi asciugarci in bagni diversi.
-Tra quanto venite?- Urlò il biondo.
-Uh… siamo zuppi, per cui tra un paio d’ore circa dovremmo essere pronti.- Rispose ironico.
Prima che potessi entrare nel bagno comune disse:
-Sei carina da bagnata, sai?-
-Grazie…ehm… anche tu (?)- Risposi a caso.
-Ok, ci vediamo a pranzo.- Mi salutò per poi andare nel suo bagno.
Qualcosa era cambiato.
Qualcosa mi diceva che sarebbe andata meglio, d’ora in poi.
Cause Everything's gonna be alright…

 
 
 
 SAAAALVE PIIIPOL!
 
AwwSelena è tornata :D Visto quanto sono poetica con la frase di “Be alright”? Se ve lo state chiedendo, no, non sono una belieber D:

TAAALK ABOUT CHAPTER! Allora, comincio col dire che ne vado molto fiera, è stralungo ed è ahhshdhshd. Non so perché ma mi piace il modo in cui l’ho scritto :,)
Vediamo, all’inizio Faith ed Harry sono un po’ shoccati dal bacio, ma  non è nulla di che C:
Poooooi, l’intelligentone di Haz si incavola e comincia a parlare a vanvera e SBEAM, allaga la stanza di Faith.
WATER.
WATER E-V-E-R-Y-W-H-E-R-E.
Andiamo avanti: la loro chiacchierata notturna è troppo dolciosa :* E lei che gli da il bacio della buonanotte su una guancia? Aww, che tenerona la mia Faith :,) Sono bagsgjjhdgjd insieme, troppo dolci.
No, ok meglio che smetto prima che mi faccio venire la carie da sola, vah.
La mattina dopo… ECCO DI NUOVO LE SPARATE STRONZE DI HARRY! Ok, ammetto che l’ho fatto apposta, ma le mie mani scorrono sulla tastiera senza che ci pensi, non posso farci nulla, prendetevela con il mio subconscio (?)
Poi Zayn fa una battuta idiota e Harry lo insegue, torna, inciampa nel polpaccio di Faith e se la prende con lei D: E la mia piccolina scoppia a piangere…MA PIU’ SENSIBILE NON POTEVO FARLA?!
Allora ecco che interviene il Daddy Direction aka Liamo che aggiusta tutto :,) QUESTA E’ LA MIA PARTE PREFERITA IN ASSOLUTO, LUI E’ COSI’ DOLCE. E’ bellissimo e comprensivo, accidenti, voglio un fidanzato così ù.ù
Comunquesss, in seguito al geniale consiglio che le ha dato Liam, Faith cerca di conoscere meglio Harreh e finiscono per farsi tante risate e…UN BAGNO!
Quel coglione di Niall xD “FINTO PRANZO”
Ora vado piccole mie, vi avviso, nel capitolo numero 9 ci sarà una new entry… Hayley is coming BABIEEEEES!
Ora vado sul serio, I LOVE YOU SO SO SSSSSSO MUCH GIRLS.
P.s. SALUTIAMO LA NOSTRA AMATA MIRIANA CHE E’ APPENA TORNATA DAL MARE! xD fate ciao con la manina!
 Never Let You Go
P.p.s Quando ho scritto la frase di Be Alright ho pensato a te perché sei una Belieber :,)

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Capitolo 8
*** We wanna live while we're young! ***





Faith’s POV
 
Era quasi passata una settimana da tutto quel gran casino.
Eh, già. Strano che fossi ancora viva, no? Ma non è questo il bello.
Il bello è che fosse Harry quello ancora vivo, intendo che non si fosse ancora fatto ammazzare da me. Ora non voglio dire che andavamo d’accordo, facevamo i romantici o che ci baciavamo… FIGURIAMOCI!
Eravamo obbligati da quel pazzoide di Louis a fare ste schifezze sdolcinate, bleah.
Però… si può dire che in un modo o nell’altro andavamo avanti senza litigare sempre-sempre, ed era già un passo da gigante per noi due.
Ah, e si. Il tubo rotto era stato aggiustato. (Per fortuna!)
-Faith…Psst, sveglia.- Bisbigliò qualcuno alla mia destra.
-Mmhhhm.- Mormorai.
-Faith… svegliati, sono già tutti di sotto.- Sussurrò la stessa persona.
-Mmhh…voglio dormire.- Mugugnai con la voce ancora impastata dal sonno.
-Faith, Faith, Faith, Faith, Faith, Faith, Faith, Faith, Faith, Fai- Cominciò a dire a raffica.
-HARRY, CHE CAZZO C’E’?!- Sbottai mettendomi seduta all’improvviso.
-Buongiorno.- Disse sorridendo il ragazzo inginocchiato accanto al mio letto. Era buffissimo: nascondeva metà viso dietro il materasso, ma lasciava sbucare i suoi occhioni verdi, spalancati come non mai.
-Idiota!- Esclamai tirandogli addosso il cuscino e riaccoccolandomi tra le coperte.
-Ok, mi hai costretto!- Disse togliendo le coperte e prendendomi in braccio come un sacco di pomodori.
-Ma si può sapere che cosa hai? Cosa vuoi dalla mia vita?- Urlavo disperata mentre mi dimenavo. Nel frattempo il riccio mi aveva “gentilmente” portato in cucina, dove mi mise giù.
-Buongiorno anche a voi, eh.- Esordii senza emozioni.
-Hey Louis, che cugina sexy che ti ritrovi!- Disse Zayn indicandomi. Mi guardai: pigiama a tinta unita, la sera prima mi ero struccata, cosa avevo di ma-Oh cazzo, i capelli.
Corsi più velocemente che potei fino allo specchio più vicino, per poi scoprire che al posto dei miei meravigliosi capelli ondulati c’era un nido di merli.
Solo lì ripensai alla sera prima, quando avevo chiesto a Louis se aveva uno shampoo, dato che il mio era finito.
-LOUIS WILLIAM TOMLINSON, VIENI QUI. ALL’ISTANTE!- Urlai in modo che potesse sentirmi, oh si se doveva sentirmi.
-Dimmi cara cugina.- Esordì con un sorriso falso.
-SPIEGAMI.COSA.CAZZO.C’ERA.IN.QUELLO.SHAMPOO!- Scandii arrabbiata. Nel frattempo i ragazzi trattenevano le risate.
-Non capisco di cosa stai parlando!- Rispose con falsa innocenza.
-Senti nano da giardino di sto cazzo, ora tu mi dici come faccio a fare tornare i miei capelli normali, perché non è aria e non voglio uccidere nessuno, OK?- Ringhiai, quasi a sembrare un cane.
-Hey, non scaldarti!- Intervenne Liam.
-Cosa sarei, una stufetta?-
-Naah, una stufetta non porta i capelli così!- Mi prese in giro “il mio fidanzato”.
-Deficiente, pure tu li hai così i capelli.- Dissi freddamente. Fece una faccia offesa.
-Aspettate un attimo… MI AVETE DATO LO SHAMPOO PER CAPELLI RICCI! Ma io vi faccio esplodere, altro che Zayn! Vi disintegro! Giuro che mi vendico, può essere anche l’ultima cosa che faccio, ma mi vendico, sicuro come la morte!-
-Basta fonarli e tornano normali.- Mormorò semplicemente Harry.
-Ah, e adesso lo dici.- Ero leggermente, ma proprio leggermente più calma.
Salii tipo Furia Cavallo del West e feci come mi era stato detto.
-Siete degli emeriti coglioni. Soprattutto tu, nano.- Indicai Louis.
-Io non sono nano! Sono alto un metro e settantacinque!- Urlò indignato.
-Si Louis, come se essere alti un metro e settantacinque significhi essere alti.- Dissi retorica.
-Comunque, va’ a vestirti che partiamo tra un’ora.-
-CHICOMECOSAQUANDODOVE.- Dissi tutto d’un fiato.
-Faith, il video.-
-CHICOMEQUANDODOVE.-
-Oggi.-
-CHICOMEDOVE.-
-A 40 Km di distanza da Londra.-
-CHICOME.-
-Noi.-
-COM-
-Faith, porca miseria! Oggi giriamo il video di Live while we’re young!- Sbottò Harry.
-OHSANTINUMIDISANTAMARIADOLORES! Me n’ero completamente dimenticata!- Urlai.
-Va’ a vestirti anzi che starci a guardare!- Mi risvegliò Niall.
-DATEMI UN ATTIMO E SHONO SHUBITO DA VOI!- Strillai salendo in camera mia, afferrando dei pantaloncini, una maglietta colorata e le converse bianche.
 
**
 
Three Hours Later…
 
Eravamo in un campeggio immerso nella natura, vicino a un lago.
Motivo in più per impedire a Zayn di farci partire.
Ma dopo tante, tante…TAAANTE lamentele siamo riusciti a partire. E dopo una ruota bucata. E dopo che la benzina si era finita. E dopo che Louis aveva fatto marcia indietro senza aprire il cancello e aveva fracassato il retro dell’auto. E dopo che avevano chiuso Liam dentro ed erano andati a riprenderlo.
COMUNQUE, DOPO TUTTO QUESTO, eravamo riusciti ad arrivare in orario, addirittura in anticipo per cominciare le riprese.
Ora loro erano a girare la scena in cui fanno il bagno nel lago, mentre al tramonto avrebbero girato la parte della piscina e infine quella del party notturno.
Oh, parli del diavolo e spuntano le corna” pensai quando li vidi arrivare bagnati fradici.
Gli venni incontro.
-Hey, com’è andata?-
-Oh, è andata davvero molto bene! Ci siamo divertiti un sacco, soprattutto a guidare la Jeep, anche se a causa di qualcuno- Finse dei colpi di tosse- *Cough* ad esempio Louis *Cough* ci hanno fermati per eccesso di velocità…- Spiegò Liam.
-Ehm… non complichiamo la questione, ho solo corso un po’… su…-  Cercò di difendersi mio cugino.
-CEEERTO, UN PO’!- Risposero gli altri in coro.
-Faith, vieni quaaaaa!- Disse a un certo punto Harry avvicinandosi a me con un sorrisetto da maniaco.
-Harry, sei totalmente bagnato!-
-Ma non voooooglio bagnarti!- Continuò con una strana vocina persuasiva, mentre si avvicinava.
-HARRY, NO!-
-Oh, si!- Cominciò a rincorrermi per tutto il set.
-HARRY, NO! PER FAVORE! VA’ VIA! ANDIAMO! TI PREGO, VATTENE!- Urlavo mentre correvo tra cameramen e assistenti che mi guardavano male.
Poi, a un certo punto, sentii qualcosa di freddo sulla schiena e delle braccia che mi avvolgevano.
-PRESA!-
-Se mi urli nelle orecchie divento sorda, tesoro mio.- Lo avevo davvero chiamato “Tesoro mio”? Ma ew.
Il ragazzo sfociò in una fragorosa risata mentre gli altri ci guardavano con fare soddisfatto.
Ma per quanto fosse divertente la questione, mi sentivo in imbarazzo.
-Haz, lasciami.- Dissi seria mentre mi dimenavo.
Credevo che lo avrei di nuovo fatto incupire, che avremmo di nuovo litigato ma accadde qualcosa di inaspettato.
Mi strinse più forte  e mi diede un bacio sulla guancia. Un bacio piccolo piccolo, ma dolcissimo nel suo essere.
Louis mi risvegliò dai miei pensieri.
-Hey, cugina, vuoi fare la cosa più pazza della tua vita?-
-Spara.-
-Vieni con noi- Mi prese la mano e mi trascinò fino a un punto isolato del campo.
Eravamo soli con… una Jeep.
-Louis…?-
-Dai, che aspetti? Salta su!- Mi incitò Niall, dopodiché salimmo tutti. La cosa preoccupante era però il fatto che Lou fosse al volante.
-Ragazzi, come minchia si accendeva sta cosa?- Chiese il moro.
-Allora Louis- Cominciò Liam, ma venne interrotto dallo stesso Lou.
-TROVATO!- Urlò gioioso, per poi accendere l’auto e spararla a una velocità supersonica per tutta la collina. Inutile dire che urlammo tutti come dei pazzi.
-LOOOOOOOOOOOOUIS, SANTO DIO, RALLENTA!- Urlò Zayn.
-MORIREMO TUTTI!- Pronosticava invece Liam.
-PER TUTTI I FOLLETTI IRLANDESI, LOUIS VA’ PIANO!- Strillò Niall in pieno stile “Parata di San Patrizio”.
E poi c’ero io. Che urlavo più forte di tutti.
Ero terrorizzata dalla velocità a cui andavamo, e Harry sembrò accorgersene, per cui mi strinse la mano e mi sorrise rassicurante, ma ciò non servì a placare la mia paura.
-LOU, CAZZO, RALLENTA!- Sbottai alla fine.
-RALLENTEREI SE POTESSI!- Ammise.
-COSA VUOL DIRE “SE POTESSI”?!-  Chiese, spaventato almeno quanto me, il riccio.
-CHE IL FRENO SI E’ BLOCCATO, COSA PUO’ VOLER DIRE?- A quell’affermazione urlammo tutti di paura.
-OKAY RAGAZZI, NIENTE PANICO.- Sentenziò Zayn.
-ANDIAMO CONTRO IL LAGO!- Urlò ad un certo punto Niall.
-OKAY, VIA LIBERA AL PANICO!- Strillò poco dopo il moretto.
-SIAMO SPACCIATI!- Fu la sconsolata affermazione del ragazzo che mi teneva la mano.
-RAGAZZI, SE NON CE LA FACCIAMO (con la probabilità del 90%) IO VI HO VOLUTO BENE!- Esclamò con fare teatrale il guidatore.
-CI AVVICINIAMO SEMPRE DI PIU’, COSA FACCIAMO?- Urlò Niall.
-LOUIS! IL FRENO A MANO!- Disse all’improvviso Liam. Mio cugino fece come gli era stato detto e la macchina si fermò di botto, facendoci cadere chi in avanti, chi dietro, sull’erba.
-Louis… Hai corso “solo un po’ “ questa volta, vero?- Chiesi ironica, alludendo alla conversazione di mezz’ora prima.
-Te lo giuro, non guiderò mai più un auto in vita mia…-
All’improvviso sentimmo la voce di un supervisore dietro di noi.
-COSA STA SUCCEDENDO?-
-Oh, cazzo, gli sbirri!- Strillò Zayn.
-CORRETE!- Continuai, per poi alzarci e fare qualcosa come 2 miglia di corsa inseguiti da quel pover’uomo.
-Basta… L’abbiamo seminato…- Disse il riccio riprendendo fiato.
-Oh-oh. Ragazzi che ore sono?- Domandò Liam.
-Sono le sei e mez-LE SEI E MEZZA?! OH CAZZO, LA SCENA DELLA PISCINA!- Ricordò Niall all’improvviso.
-Quindi vuoi dirmi che abbiamo corso due miglia inutilmente?- Lou era chiaramente incavolato.
-Erm.. si.-
-COMINCIA A CORRERE, HORAN!- Sbottò, e ancora una volta ci ritrovammo a correre, un po’ per farla pagare all’irlandese che non ci aveva avvertiti prima, un po’ perché erano in ritardo.
 
Alla fine la scena del tramonto e del party notturno vennero benissimo: lo scenario era meraviglioso. Luci ovunque, lanterne, alberi in fiore e decorazioni varie rendevano il tutto incredibilmente romantico, ma allo stesso tempo era il luogo perfetto per il party perfetto.
Le riprese erano finite da un po’, ma qualcuno aveva messo della musica, e ora erano tutti a divertirsi e osservavo la scena da lontano, come un eremita.
 
-Hey.- Disse qualcuno sedendosi accanto a me.
-Harry, ma che sorpresa.-
-Non potevo mica lasciare la mia fidanzata sola soletta… -
-EH?- Urlacchiai istericamente, mentre lui se la rideva.
-Andiamo, su.- Esclamò dopo un po’ prendendomi per mano.
-Andiamo dove?-
-In mezzo alla mischia, dove vuoi che vada da solo con te?- Quelle parole ferirono come coltelli. Lasciai la sua mano e andai dalla parte opposta.
Un attimo prima mi aveva definita “la sua ragazza” e ora ero totalmente inutile. Forse non ero nemmeno più la ragazza con cui parlava segretamente e con cui si apriva. No, ora ero solo… niente. Per lui non ero niente.
-Faith, che succede?-
-Va’ via.- Dissi voltandogli le spalle, mentre trattenevo un singhiozzo.
-Hey, qual è il problema?- Si avvicinò al mio viso e lo alzò per scrutare i miei occhi, ormai pieni di lacrime.
-Oh, non è niente. Io non sono niente. Da solo con me non andresti da nessuna parte, vero?-
-Ma…hai frainteso. Intendevo che stanotte sarebbe inutile stare da soli perché non ci divertiremmo!- Spiegò. Mi sentii improvvisamente un’emerita idiota.
-OKAY GENTE, E’ UFFICIALE: SONO LA CRETINA PIU’ CRETINA DELLA STORIA!- Annunciai ad alta voce.
-Avanti “cretina più cretina della storia” andiamo a ballare!- Mi incitò.
Prima che potessi rendermene conto ci stavamo scatenando sulle note proprio di “Live while we’re young”.
Ben presto la canzone arrivò al bridge cantato da Zayn e Louis, e lì tutto rallentò.
Chi ballava con la propria fidanzata, chi ballava da solo o ancora chi cantava: tutti stavano facendo qualcosa.
E poi c’è lui, che si avvicina e sussurra al mio orecchio le strofe della canzone:
- E ragazza, tu ed io creeremo nuovi ricordi stanotte…- Un momento perfetto: io sorridevo, lui sorrideva.
Ma come al solito, c’era il coglione di turno che lo rovinava.
Alias Zayn in questo caso.
-BACIO, BACIO BACIO!- Cominciò ad urlare, seguito poi da tutti gli altri.
Io ero rossa.
Lui porpora, quasi.
A un certo punto Perrie si avvicinò al suo ragazzo e lo baciò dopo avermi fatto un cenno con la testa.
-No, ok, ricordami di ringraziare Perrie una volta usciti da qui!- Ammise Harry.
-Direi che quella ragazza è una salvatrice, non sembra?-
-Ooh, lo è!-
-Haz, posso chiederti una cosa?- Domandai timida.
-Certo, dimmi pure.-
-Quando eravamo sulla Jeep e Louis ci stava per mandare all’altro mondo, mi hai stretto la mano per riflesso condizionato?-
-Che?-
-Intendo dire: mi hai stretto la mano perché sono la tua… erm, come dire… “ragazza” oppure per… un altro motivo?- Chiesi, più imbarazzata che mai.
-Te l’ho stretta perché sembravi impaurita, anche se a dire la verità, anch’io avevo paura.-
-Eri terrorizzato!-
-Mai quanto te però!-
-Oh, ricordi? Quando ci hanno scoperti, Zayn ha urlato “Ci sono gli sbirri!” ed è stato e-p-i-c-o. Il pomeriggio più divertente della mia vita!-
-Sono felice che tu ci sia stata. Louis voleva lasciarti dormire ma ho insistito per svegliarti…-
-Grazie. Senza di te ora forse non saprei quale pazzo guidatore è Louis, quindi grazie!- Dissi mentre le risate prendevano il sopravvento.
-Ragazzi, facciamo un brindisi!- Annunciò Liam.
-A FAITH ED HARRY CHE FINALMENTE VANNO D’ACCORDO; A NIALL CHE (cosa più unica che rara!) E’ SAZIO; A ZAYN E PERRIE CHE SI AMANO OGNI GIORNO DI PIU’; A ME, CHE OGGI HO URLATO COME MAI PRIMA D’ORA E A LOUIS, CHE NON GUIDERA’ MAI PIU’ UN’AUTO! (Con grande gioia di tutti noi!)- Disse, dopodiché tutti scoppiammo a ridere e brindammo intorno al falò.
Sei ragazzi intorno al fuoco.
Una notte estiva.
Risate e battute a non finire.
Divertimento fino all’alba.
-I wanna live while we’re young….- Cominciò a canticchiare Louis.
-WE WANNA LIVE WHILE WE’RE YOUNG!- Continuammo tutti insieme.
Let’s go crazy crazy crazy till’ we see the sun…



Ci rivediaaaamo C:


AMO.QUESTO.CAPITOLO. 
Boh, non so perchè, ma mi piace tanto.
Live while we're young ispira molto AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
PARLIAMONE.
Allora, partiamo dal presupposto che sarebbe dovuto essere ancora più lungo, ma alla fine ho pensato: "Ma anche no, dai. Non c'entra un tubo, che rompa i coglioni in un altro capitolo!"
(Si, lo so, sono molto fine.)
Comunque, la scena del risveglio di Faith è a malapena descrivile: mi piace troppo, non posso dire quanto sarebbe stato bello viverla :,)
Voi ve lo immaginate Harry con gli occhi da cucciolo? Ma aww.
Scena n° 2.
QUEL.COGLIONE.DI.LOUIS. Ma cche idiota D:
Poi, LIVE WHILE WE'RE YOUNG. 
Allora, questo cspitolo è molto importante, perchè si capisce che la storia è ambientata nel 2012, quindi prima degli album che sono usciti ultimamente... Tipo RED, DEMI, Take me home, Stars Dance, Believe Acoustic e cooosì via.
Inutile dire che la parte della Jeep è la mia preferita.
Poi il falò è ajghdjdg, è così carina quella parte :,)
E vogliamo parlare di Perrie che zittisce Zayn? GENTE, PERALD E' UNA DI NOOOI! :DD
Ora ragazzi, devo andare. Mi raccomando, recensite :,)
P.s. Dovete passare da lei -----> Never let you go
E' una mia cara amica :,)

AL PROSSIMO CAPITOLO! (Visto? Sono più puntuale! :DD)

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Capitolo 9
*** The start of somethin' new. ***


Prima di cominciare, diamo il benvenuto a Hayley jay Williams!
Salutate come si deve, su, fate ciao con la manina!


 

 
 
 
Faith’s POV
 
-WAAA!- Urlò qualcuno facendomi sobbalzare.
-CHICOSACOMEQUANDOBOTTIGLIA!- Strillai a squarciagola.
-Bottiglia?- Chiese quel “qualcuno”, che poi era Louis.
-Lou, non pretenderai mica che io sia lucida di prima mattina, spero!-
-Ok, calmina bionda, alzati prima di subito che abbiamo un sacco di lavoro da fare!-
-Di che cosa stai parlando?-
-Oggi arriva Hayley (Ma scommetto che lo sapevi già, perché è una settimana che Harry non parla d’altro!) e dobbiamo pulire la casa da ciiiiiiima a fondo.-
-Heeeey, a cuccia bello! SUA sorella, SUOI problemi.- Sentenziai decisa.
-Faith, è da una settimana (Se non di più!) che ci tortura su quanto sia felice di rivederla, gli manca davvero. Fallo per lui!-
-Ma anche no.-
-Fallo per me!- Fece una faccia da cucciolo.
-Disse il tipo che mi ha costretta a mettermi insieme al mio nemico giurato!-
-DAAAAAAAAAAAAAAAI- Cominciò a torturarmi.
-Ok, ok. Ma sappi che non lo faccio ne per quel coglione di Harry, ne per te. Lo faccio per la povera Hayley, che ha la sfortuna di avere un fratello idiota tanto quanto il suo migliore amico!- Dissi, sfottendo due piccioni con una fava.
-Stronza.- Mormorò.
-Ho imparato dal migliore.- Sussurrai.
Neanche avevo sceso le scale verso la cucina, che il riccio, senza troppi inchini, mi porse un piumino da spolvero che sembrava risalente alla prima metà dell’ 800’.
-Corridoio, ultima stanza a sinistra, buon lavoro.- Disse freddo, sedendosi e bevendo una tazza di the.
-Scusami?- Mi guardò male. Come a dirmi “Ma sei scema?”
-Senti fratellone di questa gran fottutissima minchia, non me ne frega se vuoi fare il figo davanti tua sorella o davanti loro- Dissi indicando i ragazzi -O mi aiuti a pulire, o pulisci da solo.- Finii puntandogli il piumino a un millimetro dal naso.
Sgranò gli occhi e lo fissava.
Lo fissava.
Lo fissava.

-Ook.- Rispose continuando a fissare l’aggeggio, che stavo allontanando dalla sua faccia.
-Io pulisco la stanza di Hayley!- Esclamò a un certo punto Liam.
-Io il bagno!- Proseguì Zayn.
Io la cucina!- Annunciò (ovviamente) Niall. A quel punto scoppiammo tutti a ridere meno Harry, che mantenne a stento un espressione seria, per poi dire:
-Tipico.-
-E fattela ‘na risata, oh!- Lo invogliò il marocchino.
-Louis, tu cosa pulisci?- Chiesi curiosa.
-Uhm… vediamo… Che te ne pare della provvista di biscotti?- Disse avviandosi alla dispensa.
-Senti Ciccio, datti una calmata.- Ringhiò Niall.
-Che?-
-GIU’ LE MANI DAI MIEI BISCOTTI!- Sfuriò il biondo, facendo quasi saltare mio cugino per la paura.
-O-ok. Forse è meglio che pensi alla sala di registrazione e alla stanza cinema…- Continuò ancora scosso.
-Bravo ragazzo mio.- Niall non gli staccava gli occhi di dosso.
-Ehm… forse è meglio cominciare a pulire.- Sentenziai guardandoli.
-Già- Rispose Harry, guardandoli al mio stesso modo.
 
**
 
-Haz, illustrami: come minchia hai fatto a scegliere di pulire la stanza degli armadi?- Chiesi retorica, mentre spolveravo un tavolino con un antico servizio da the, rigorosamente imperlato da un dito abbondante di polvere.
Fece per rispondere, ma starnutì un’altra volta. L’ennesima.
-Hey, ma stai bene? E’ come minimo la ventesima volta che starnutisci oggi!-
-No, è che soffro d’asma, ma non è nulla di preoccupante… Piuttosto, fai attenzione alle tazzine, sono della bisnonna di Liam.-
-Eh, però la signora non si è mica disturbata a pulire, eh!-
-Di sicuro se la signora Payne si fosse data da fare adesso non dovremmo pulire cinque armadi e due scarpiere!- Detto ciò ne aprì una, da cui uscì un ragno gigantesco. Inutile dire che cacciò un urlo fortissimo.
-Oh Gesù, Harry tutto bene?-
-Quel ragno…è enorme!- Rispose terrorizzato indicandolo, ma pur sempre tenendosi a debita distanza.
-Oh, avanti… Scommetto che è già morto, guard-Dissi, per poi accorgermi con orrore che il ragno si era mosso.
-OH SANTA MARIA DOLORES, SI E’ MOSSO!- Urlai per poi nascondermi dietro di lui.
-“Oh, scommetto che è già morto, gne gne gne”- Esclamò facendomi il verso.
-Avanti, prendi quella pezza e cominciamo a pulire.- Continuò.
-OH CAZZO, RAGNI! RAGNI DAPPERTUTTO!- Strillai, mentre mi accorgevo che una ventina di ragni stava uscendo dallo stesso posto del primo. Senza riflettere saltai in braccio ad Harry, che mi afferrò prontamente e chiuse velocemente lo sportello della scarpiera.
-Faith, tutto bene?- Mi chiese.
-Si…-
-E allora perché sei ancora in braccio?- Oh cazzo. Solo in quell’istante mi resi conto che ero rimasta in quella posizione per cinque minuti buoni.
Vergogna, portami via.
-Ehm… Mi faresti scendere? Sai, non voglio farmi un metro e ottanta di volo!- La buttai sul ridere.
-No, non ti faccio scendere.-
-Che razza di risposta sarebbe “Non ti faccio scendere”?-
-Il genere di risposta che ogni brava fidanzata vorrebbe sentirsi dire, ma a quanto pare non lo sei!- Disse scherzando, ma non so come, ma me la presi.
Scesi scazzata, afferrai il piumino e cominciai a spolverare nella parte opposta della stanza, per dargli le spalle.
-Rovini sempre tutto.- Mormorai. Non rispose. Nessuna risposta. Semplicemente riprese a spolverare, mentre io mi maledicevo mentalmente in ogni lingua esistente per essere stata così stronza.
-Vuoi che lo pulisco io l’armadio?- Chiese dopo un po’, ma non era il suo solito tono. No, non era lo stesso. Era freddo, distaccato e mi faceva sentire un immenso nodo in gola.
-Fai pure.-
Continuavo a guardarlo riflesso in uno specchio accanto a me, mentre cercava invano di pulire lo stretto strato di distacco tra il bordo dell’armadio e il soffitto.
-Faith?-
-Mhm?- Ecco gente, questo sarebbe un “Si?”
-Puoi venire un attimo?- Senza rispondere, mi alzai e mi diressi verso di lui.
-Che c’è?- Dissi una volta accanto alla sedia su cui era salito per pulire.
-Prova a spolverare lassù, io ho le mani troppo grandi, forse tu ci riesci…- Rispose scendendo.
-Ook…- Presi il mio amato piumino da spolvero stile Bisnonna Maddalena (se ve lo stavate chiedendo, no, non ho una bisnonna di nome Maddalena,ma ci stava.) e cominciai a pulire, per poi affondare perfino il polso nella fessura.
Feci per estrarre la mano, ma era incastrata.
La mano sinistra, per essere precisi.
-Haaz?- Lo chiamai.
-Dimmi.- Esclamò guardandomi dal basso.
-Ho la mano incastrata!-
-COSA? Fai vedere!- Disse, mentre lo guardavo male.
-Ma sei scemo o cosa?-
-Era una battuta, la mia.-
-Ti sei alzato sulle punte per vedere com’era messa, tu eri serio!-
-No invece.-
-Si invece!-
-Invece no.-
-Invece si.
-Ti dico di no!-
-Ti dico di si!-
-Invece ti dico di no!-
-Invece ti dico “AIUTAMI A LIBERARMI, ANZI CHE FARE L’IDIOTA!”- Dissi quasi urlando.
-Ok, ok. Prova a fare zig-zag con la mano.-
Ci provai, ma niente.
-E se provassi a tirare?- Proposi, ormai sempre più nel panico.
-Faith, potresti cadere, non credo sia una buona idea…-
-Prova a fare scivolare velocemente la mano verso sinistra.- Propose dopo.
Feci come mi era stato detto e la mano uscì senza troppi problemi, ma persi l’equilibrio e, come a peggiorare la situazione, i piedi della sedia scivolarono verso destra e si ruppero.
Lanciai un urlo. E che urlo.
Mi schiantai contro Harry che cercò di prendermi al volo, sfortunatamente, senza risultati.
In una frazione di secondo eravamo entrambi a terra che ridevamo come degli idioti.
-Sei caduta come una pera cotta!- Riuscì a dire tra una risata e un’altra.
-Non è vero!- Mi difesi.
-Si invece!-
-Ok, forse somigliavo un po’ a una pera, ma è colpa tua e delle tue mani enormi!-
-Sei tu che hai le mani piccole!- Si finse offeso.
-Ma non è vero! Sono solo sottili, per il resto sono lunghe!-
-Oh, e vediamo ‘ste mani lunghe, avanti!- Disse per poi prendere la mia mano e appoggiarla sulla sua.
In effetti le mie mani erano un po’ più piccole, ma è lui che le ha grandi!
Ad un certo punto, fece per intrecciare le sue dita alle mie, ma si fermò subito e ritirò la mano imbarazzato, forse notando che il mio colorito era diventato di un rosso intenso.
Il giorno prima, quando mi aveva stretto la mano sulla Jeep, stavamo per lasciarci la pelle, non era la stessa cosa.
Il giorno prima avevo paura.
Era diverso, noi non eravamo fidanzati per davvero, non potevamo permetterci di fare queste cose.
Anche se Louis e i ragazzi la maggior parte delle volte ci costringevano a baciarci o a metterci vicini, era come recitare in un film. O quasi.
Ma che cazzo dico? Non è vero. Era tutt’altra cosa. Era un miscuglio di emozioni che andava dall’imbarazzo, alle farfalle nello stomaco, dalla convinzione di odiare qualcuno, alla confusione più totale.
Mandai via questi pensieri dalla mia testa, decisa più che mai a cambiare argomento.
-HARRY, UN RAGNO SULLA TUA TESTA!- Urlai a un certo punto.
-DOVE?!-
Il riccio si alzò di scatto scompigliandosi i capelli per mandare via il ragno… per accorgersi solo dopo che gli avevo fatto uno scherzo.
-Se ti prendo giuro che mi vendico!- Esclamò con sguardo assassino.
-Stai a cuccia e non farmi arrabbiare, perché potresti pentirtene…-
-Caaaalma Bradford Bad Girl, non ti scaldare!-
-Ma che fai, freghi i soprannomi a Zayn?- Chiesi retorica. Alzò le spalle.
-Dai su, è quasi l’una… Andiamo a vedere cosa stanno combinando i ragazzi e poi andiamo a mangiare.- Annuii e ci incamminammo verso la sala di registrazione.
I ragazzi stavano suonando di spalle.
-Harry, ma che canzone è?-
-Una canzone del nuovo album, un giorno te la farò sentire, ma per ora ho un’idea…-
-Cosa hai in mente, riccio?- Mi fece cenno di fare silenzio e di seguirlo.
Entrammo in punta di piedi nella stanza e senza fare un minimo rumore, toccammo all’improvviso le schiene di Zayn e Niall.
Al primo uscì un urlo acuto, al secondo un accordo venuto male.
Solo lì mi accorsi che mancava Louis.
-Ragazzi, il pranzo è pronto!- Esclamò una voce dietro di noi. Io ed Harry ci voltammo di scatto per lo spavento.
Che assurda reazione a catena.
-Lou, mi hai fatto prendere un colpo!-
-Il colpo te lo faranno venire le mie tagliatelle, sbrigatevi perch- Non riuscì a finire la frase, che Niall, Zayn e Liam erano saltati giù dalle loro sedie ed erano corsi come dei tori verso la porta, e quindi verso la cucina.
-è sono ancora calde.- Continuò alla fine il moro, dopo che tutti erano corsi via scompigliandogli i capelli.
 
**
Corsi da Louis e gli diedi un bacio sulla guancia congratulandomi con lui per l’ottimo pasto.
Nel frattempo, le “direzioni” chiacchieravano tra di loro.
-Hazza, a che ora arriva Hayley?- Domandò Liam con una certa curiosità nella voce.
-Già, quand’è che viene? Non veniva di primo pomeriggio?- Continuò Niall.
-Cazzo! Hayley! Me n’ero totalmente scordato!-
-Aspetta: vuoi dire che mi sono alzata alle sette del mattino, siamo quasi stati invasi dai ragni, abbiamo quasi preso delle malattie fatali risalenti al secolo scorso e sono caduta da una sedia atterrando su di te, E TU TE NE SEI “TOTALMENTE SCORDATO”?! MA MI PRENDI PER IL CULO?- Urlai, oserei dire, con tono isterico.
-Che ore sono?- Chiese ansioso.
-Le quattro.- Rispose semplicemente Zayn.
-Arrivava alle quattro e mezza, SIAMO TREMENDAMENTE IN RITARDO!- Esclamò il riccio.
-Ma non dirmi!- Disse Louis con ironia.
-Harry, muovi quelle chiappe da fratello maggiore che ti ritrovi e sbrigati!- Sbraitai.
 In un nano secondo eravamo in auto: destinazione aeroporto.
Avrei finalmente incontrato Hayley.
Avevo mille idee per la testa: mi chiedevo come fosse la sua voce, mi chiedevo se pure lei teneva ad Harry quanto lui, mi chiedevo se saremmo andate d’accordo.
Bel dubbio, eh?
Quando entrammo, il volo di Hayley era già atterrato.
Harry si leccava le labbra in continuazione, segno evidente di nervosismo. Un’espressione ansiosa contornava il suo viso.
A un certo punto, il suo sorriso si allargò sulla sua faccia.
Gli occhi gli si illuminarono.
Guardava una ragazza abbastanza alta, con capelli castano chiaro e occhi color oceano.
Era lei, ne ero certa.
-Hayley!- Gridò.
-Harry!- Urlò di rimando la ragazza, per poi correre verso di noi, lanciare i bagagli in aria e saltare in braccio a suo fratello, il quale aveva ormai gli occhi lucidi.
-Mi sei mancato così tanto…- Mormorò staccandosi.
-Anche tu.- Rispose allo stesso modo, guardandola fissa negli occhi, anche i suoi pieni di lacrime di gioia.
-NIALL!- Urlò dopo nemmeno un secondo.
-TESORO MIO!- Urlò di rimando il biondo per poi stringerla.
-Zayn! Liam! Louis! Come ho fatto senza di voi?- Esclamò coinvolgendoli in un abbraccio a tre.
E poi c’ero io.
Lì, che guardavo.
Ma a un certo punto si voltò verso di me e sorrise, per cercare di nascondere il suo viso spaesato alla “Chi è lei?”
Decisi di prendere l’iniziativa per prima, o la va o la spacca.
-Io sono Faith, ma puoi chiamarmi Gufo.-
-Io sono Hayley, ma puoi chiamarmi Alpaca.-
Scoppiammo tutti a ridere, e continuammo per una buona dozzina di minuti.
Non la conoscevo, ma sapevo una cosa e mi bastava: era l’inizio di qualcosa di nuovo.
Di un’amicizia nuova.
Di un’amicizia fantastica.




AAAAAAAW.
MA CHE FINALE SUPERDOLCIOSO *w* Amo finire i capitoli così!
Okay, asciugo le lacrime e comincio... No, piango troppo, MAYDAY MAYDAY.
LE CASCATE DEL NIAAGAAAAAAAARA!
No, ok. Sono le 23:48 di notte e dovrei già dormire, ma dettagli.
Quello che è successo...è successo (?) e io devo andaaaaare DD:
Vi dico solo che questo capitolo è dedicato a tutte le ragazze che hanno un'amica a distanza, perchè è un bellissimo rapporto.
Gufo chiama Alpaca, right? 

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Capitolo 10
*** ...Dated? ***





 
Hayley’s POV
Quando attraversammo la soglia della porta, un’onda di emozioni mi travolse.
Non seppi fare a meno di guardarmi intorno, come se ci fosse qualcosa di nuovo che dovevo sapere.
Invece no, era tutto uguale, tutto come un anno fa.
Feci per salire in camera, quando una voce interruppe il mio pensiero.
La voce di Louis.
-Faith, accompagneresti in camera Hayley?-
-Louis, non è necessario! E’ lei l’ospite, non io. Non disturbarla!- Provai a difenderla, non mi sembrava giusto nei suoi confronti che dovesse fare cose che in realtà avrei dovuto fare io, era segno di maleducazione!
-Oh, lo faccio volentieri! Ovviamente se a te va bene…- Disse riferendosi a me.
-Certo che va bene! Allora, la mia stanza è la…-
-Terzultima, la terzultima al piano di sopra.- Continuò a posto mio, mentre io sgranavo gli occhi. Come diavolo faceva a sapere che quella era la mia stanza?
Voltai il mio sguardo verso mio fratello, mentre strizzava gli occhi con un espressione amara sul viso, come se stesse cercando di dimenticare qualcosa.
-Tu…Come fai a saperlo?- Dissi. Non ci stavo capendo più niente.
-Aaaah, lunga storia, vero Harry?- Rispose la bionda, mentre il riccio era sul punto di sotterrarsi con le sue mani. Ma che aveva?
-Ok, ok, lunga storia, abbiamo capito. Voi andate, su spicciatevi- Disse il diretto interessato mentre ci metteva fretta.
-Ma che hai?- Domandai, più confusa che mai.
-ANDATE!-
Mi limitai ad alzare le spalle, per poi salire accompagnata da Faith.
Aprii una valigia, mentre facevo cenno all’italiana di sedersi sul letto: ero decisa ad andare in fondo alla questione.
-Allora… qual è questa lunga storia?- Fui diretta.
-Beeh, allora…- Cercò di cominciare.
Riconobbi i vari giri di parole tipici di Harry.
-In pratica, appena arrivata a Londra, Louis mi aveva proposto di dormire nella tua stanza, a causa del fatto che il mio letto non era ancora arrivato, ma tuo fratello… beh…-
-Mio fratello?- La incalzai.
-Lui... ha reagito in malo modo.- Continuò, con un’espressione dispiaciuta sulla fronte, nemmeno fosse stata lei la colpevole.
-HARRY CHE COSA HA FATTO?! NO, ORA SCENDO E GLI DO UNA LEZIONE, POCO MA SICURO!- Esclamai indignata.
-No! Non è necessario, abbiamo chiarito subito la questione, non ce n’è bisogno!-
-E allora? Non si trattano così le persone!-
-Beh, lui aveva una buona ragione…-
-Varrebbe a dire?-
-Tu… gli manchi. Gli manchi da morire, e non immagini neanche quanto lui ti voglia bene. A quanto ho capito, pur di vederti felice farebbe di tutto, forse è per questo che non ha lasciato che usassi la tua stanza.- A quelle parole, mi ricordai all’istante di tutte le cose che erano successe tra di noi: i primi litigi, il mio incontro con il mio Justin,  quella vipera di Kelly che ci ha causato un sacco di problemi, le giornate passate a piangere e la sofferta decisione di tornare a Miami, pur sapendo che lo avrei fatto soffrire.
Mi ricordai che, per quanto litigassimo violentemente, lui per me c’era sempre stato.
-Lui… ha davvero fatto questo per me?- Riuscii a mormorare.
-Oh, tesoro, ha fatto questo e ben altro!- Rispose comica la ragazza.
-Cos’altro ha combinato quel ricciolo ambulante?-
-Uhmm… vediamo…
Numero 1- Mi ha costretta a dormire in un letto a castello, che poi letto a castello non era, e a causa sua e di una sbarra di metallo, mi sono fatta dei lividi sulla fronte che facevano un male assurdo!
Numero 2- Ha costretto mio cugino a svegliarmi prestissimo stamattina per fare sì che la casa fosse presentabile.
Numero 3- Ci ha quasi fatto scannare da dei ragni!
Numero 4- Ha voluto che pulissi un armadio che lui non riusciva a pulire, con la conseguenza che mi sono quasi rotta una mano e come se non bastasse sono caduta a terra come una pera cotta!
E questo sooooolo ed esclusivamente per non fare brutta figura con te!- La mia bocca si spalancò fino ad arrivare a terra.
-E’ un idiota! Troverei volentieri una spiegazione a tutto questo, ma l’unica cosa che posso dirti è che è un idiota e non può farci niente!- Esclamai, mentre Faith alzava le spalle, per la serie “Cosa possiamo farci?”
A un certo punto la porta si aprì, rivelando un Niall piuttosto affamato, come sempre del resto.
-Ragazze, è pronta la cena!- Ci alzammo contemporaneamente per poi dirigerci verso la sala da pranzo, abbastanza soddisfatte della chiacchierata.
Uhm, simpatica la ragazza.
E aggiungerei anche “fortunata” ad essere sopravvissuta in questa gabbia di matti.

Faith’s POV

Avevo spiegato la questione di Harry a sua sorella, e mi sentivo tremendamente in ansia: e se lui avesse voluto mostrarsi come “il duro della situazione” pure di fronte a Hayley, e io avessi rovinato i suoi piani?
Avremmo ricominciato a litigare.
E di questo avevo una paura assurda. Ok, si, litigavamo sempre ma ci volevamo bene in realtà, anche se lui non l’avrebbe mai ammesso. (Aspettate, l’ho detto davvero?)
-Harry?- Lo chiamai appena finito di mangiare.
-Si?- Rispose sorridente, più del solito oserei dire.
-Verresti un attimo in sala di registrazione? Dobbiamo parlare. Riuscii a mormorare in preda all’ansia.
Il suo volto si fece serio all’improvviso.
-Va bene.-
 
Chiusi la porta dietro le mie spalle e lo vidi sedersi su una delle varie sedie della sala.
Mi sedetti di fronte a lui.
-Faith…c’è qualcosa che non va?-
-Harry io…- Le parole mi morivano in gola, i sensi di colpa erano sempre più forti: cominciai a respirare affannosamente.
-Faith, va tutto bene?- Chiese preoccupato prendendomi la mano.
Il suo tocco mi diede sicurezza.
-Io… ho raccontato a tua sorella cosa è successo il primo giorno tra n-noi due…- Mormorai con un filo di voce.
-Sarebbe? Le hai detto della litigata?- Disse lasciando la mia mano e mettendosi a braccia conserte.
-No Harry, le ho detto del chiarimento.-
-Che vuoi dire?-
-Voglio dire che le ho detto di quanto tu le voglia bene, di quanto ti manchi e di quanto tu non ne possa fare a meno, di quanto tu sia dolce e sensibile, e di quanto tu abbia bisogno di lei.- Dissi tutto d’un fiato, levandomi un peso sullo stomaco.
Lo vidi mettersi a pensare con il metto appoggiato su una mano stretta a pugno, per poi rispondermi.
-Aspetta, vuoi dire che ti stava venendo una crisi respiratoria, perché hai detto a mia sorella cose che sapeva già?- Aveva un sorriso divertito.
-ASPETTA, QUINDI LEI LO SA?-
-Certo che lo sa! Cosa credi, che mi piaccia fare il figo di fronte a mia sorella? In effetti mi piacerebbe, ma mi sgamerebbe all’istante!- Scoppiai a ridere come mai avevo fatto in vita mia.
-Se è così allora stimo tua sorella!- Riuscii a dire tra le risate.
-Ah, e quindi ti metteresti contro il tuo fidanzato?- Chiese, fingendosi offeso.
-Non ci penserei su due volte!- Dissi stuzzicandolo.
-Ah si?-
-Si!- Risposi convinta.
-Ti do un assaggio di quello che ti potrebbe succedere, e poi vediamo se ti metti ancora con Hayley!- Esclamò, per poi fiondarsi su di me e cominciare a farmi il solletico.
-Brutto AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH idiota AHAHAHAHAHHAHAHAHAHAH levati AHAHAHAHHAHAHAHAHAH perché AHAHAHAHAHHAHAHAHAHAH non AHAHAHAHAHHAHAHAHAHAH reeeeeespiro!- Riuscii a mormorare appena, mentre ero torturata da quel deficiente del mio (e chiamiamolo così, vah!) “fidanzato”.
-Ti prego, basta!-
Smise per un attimo e si avvicinò al mio viso.
-Allora, sei ancora convinta che staresti dalla parte di Hayley?- Chiese con un sorriso beffardo.
Notai che spostava lo sguardo dalle mie labbra ai miei occhi.
Verde contro verde.
Ci stavamo avvicinando pericolosamente, troppo per i miei gusti.
Eppure non riuscivo a muovermi, a dire qualcosa.
Stavamo per azzerare la distanza tra le nostre labbra, quando accadde l’inaspettato.
Sentimmo dei passi avvicinarsi alla porta, e una voce.
Zayn.
-Ragazzi? State bene?- Sentii Harry sobbalzare e alzarsi improvvisamente.
-Si si, stavamo uscendo!- Improvvisò.
-Ah ok, siamo in sala cinema se ci cercate!- Dopodiché i passi si allontanarono.
-Faith… io…tu… Non diremo nulla a Louis, vero?-
-Niente.- Confermai.
-Si farebbe delle pippe mentali da premio Oscar.-
-Concordo.- Dissi convinta, e chi se lo sorbisce quello?
Ci dirigemmo verso la sala cinema e i ragazzi stavano per premere “play”.
Io, Louis, Zayn e Liam ci sedemmo su dei pouf sparsi per la stanza, mentre Niall e Harry erano seduti sul divano, e Hayley era seduta sulle ginocchia di quest’ultimo.
Nessuno stava prestando attenzione al film, erano tutti intenti ad ascoltare Hay che parlava della sua vita a Miami, e sembrava piuttosto interessante.
Chissà come sarebbe stato andare a vivere lì, magari durante il college…
A un certo punto ci fece vedere una foto del suo ragazzo, e beh… accidenti, dire che per poco non svenni è un eufemismo.
Alto, occhi nocciola e capelli biondi. E pure dolce.
Credo che Hayley sia stata fortunata a trovare un ragazzo fedele come Justin, al giorno d’oggi è raro trovare uno come lui.
Harry la stringeva da dietro, impedendole di cadere, e lei teneva le sue mani sopra quelle del fratello.
 “Sembrano più fidanzati loro che noi” pensai a un certo punto.
Come a leggermi nel pensiero, Louis disse una cosa che mai mi sarei aspettata.
L’ultima cosa in assoluto.
-Haz, perché non dai un bacio a Faith? Siete fidanzati, dopotutto…- Esclamò sogghignando.
Harry lo fulminò con lo sguardo mentre io gli diedi una gomitata nello stomaco.
Hayley nel frattempo aveva sputato di getto la Coca-Cola che stava bevendo.
-…Fidanzati?- Disse, ancora tossendo.
Io e il riccio ci lanciammo un’occhiata disperata.
La ragazza scattò in piedi:
-V-voi due… state insieme?- Domandò, visibilmente confusa.
-Allora?- Ci incalzò, vedendo che non rispondevamo.
-Suu, ditegli di voi!- Continuò Louis, che fortunatamente venne prontamente zittito da Zayn e Liam.
-Louis, sei un fottuto idiota!- Aveva detto il pakistano prima di lanciargli un cuscino.
-Ma si può sapere cosa diamine sta succedendo?- Chiese sempre più disperata l’americana.
-Oh, fanculo tutti!- Aveva urlato il riccio, prima di fiondarsi sulle mie labbra.










Hay e Haz :) (Si, lo so, sono troppo dolci :'D)






 
 
 BISCOTTINI MIEI! (?)
Yeeee, sono viva! 
Ora si che Hayley compare decentemente!
Si nota subito la sua personalità forte, e ho provato ad ispirarmi al testo riginale per rendere l'idea. 
Amo quella ragazza sjfhgsjk
Non so voi, però sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo.
Sopratutto la parte in cui Faith ed Harry... beh... c'è mancato poco che si baciassero!
E io invece sono stata cattiva e ho fatto intervenire Zaaayn, AMATEMI BITCHES.
Il prossimo capitolo sarà in perfetto stile Hayley per cui...
BUONA FORTUNA!


P.s. Pregate per Miriana, a cui ho fatto venire un'ansia assurda sopilerando dei dettagli del capitolo xD

P.p.s Passate da "Hayley" capirete meglio la questione, anche se la storia è distaccata dall'originale (nella nostra FF, Harold non è mai stato innamorato di Hay (: )

Never let you go


SE YOU SOON GUYS!
 
SOON.


VEEEEEEERY SOON.

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Capitolo 11
*** Pots, cold water and Italian food. ***






 
Faith’s POV
 
Era mattina e c’era piuttosto caldo: nonostante fossimo a nord, l’afa si era fatta sentire pure là.
Dormivo beata: la sera prima non avevo quasi chiuso occhio a causa della temperatura estremamente alta… e anche a causa del bacio di un certo ricciolino che continuava a ronzarmi in mente.
Comunque, avevo preso sonno circa alle quattro del mattino ed ero talmente stanca che neanche la fine del mondo avrebbe potuto svegliarmi.
O almeno così credevo.
All’improvviso sentii un gran rumore. Un rumore di pentole per essere precisi.
Alzai il busto all’improvviso e feci per individuare il punto della stanza da cui proveniva il suono ma in meno di un secondo caddi a terra, aggrovigliata tra le coperte. Mi dimenavo tra le lenzuola cercando di uscire, ma ottenni solo di ingarbugliarmi di più.
A un certo punto sentii una risata femminile.
Le parole di Harry rimbombavano nella mia mente: “Fai attenzione a non farti mai svegliare da lei,
per svegliarti  potrebbe buttarti un secchio d’acqua ghiacciata addosso, per esempio”.
Se prima avevo il dubbio, ora ne ero certa: a fare tutto quel rumore era stata Hayley.
-Hayley, anzi che startene lì impalata a ridere, vieni ad aiutarmi!- Con un gesto veloce tolse le coperte che mi avvolgevano e alzò velocemente le tapparelle, facendo penetrare la luce all’improvviso.
-Ma dico io…si svegliano così le persone?-
-Faaaith…?- Chiese con tono da psicopatica mentre mi strofinavo gli occhi ancora lucidi.
-Che vuoi?- Risposi scazzata.
-Vieni con me, ho un piano.- Disse tirandomi con se da un braccio.
Uscimmo dalla mia stanza e ci ritrovammo davanti la porta di Niall.
-Hayley, che intenzioni hai?- Sussurrai.
-Lo scoprirai presto…- Mormorò, per poi entrare in punta di piedi.
-Niall…- Sussurrò all’orecchio di quest’ultimo.
-Psst, Niall…- Ritentò.
-NIALL!- Urlai io, dopo avere constato che nemmeno un meteorite avrebbe potuto svegliarlo.
Il biondo, anziché alzarsi, si girò velocemente dall’altra parte del letto, per poi cadere dalla parte opposta.
-Niall, tutto bene?- Si preoccupò Hay.
-Si, tranquilla… Ora mi spieghereste cosa ci fate qui alle nove del mattino?-
-Allora, avevo avuto l’idea di sv- Cominciò la mora ma venne interrotta dal suo migliore amico.
-Fammi indovinare: tu e Faith dovreste svegliare tutti con dell’acqua ghiacciata e e volete il mio aiuto?-
-Esatto!- Disse Hayley al posto mio.
-Aspetta, che cosa?- Chiesi confusa.
-Più fatti e meno chiacchiere, su!- Esclamò tirandomi giù per le scale per poi dirigerci verso il retro della casa, quello dove i ragazzi tenevano gli attrezzi.
Riempimmo un secchio d’acqua e, con l’aiuto dell’irlandese, lo salimmo al secondo piano.
-Okay Niall, ora prendi questi – disse la mora porgendogli una pentola e un mestolo. – va’ nelle stanze di Louis, Liam e Zayn e fa’ più casino possibile, ok?-
-Del riccio ve ne occupate voi?-  Io e Hayley ci guardammo per poi annuire.
-Fa’ meno rumore possibile.- Bisbigliò la mora, per poi aprire la porta con tocco leggero.
Osservai bene il ragazzo: era girato su un fianco verso di noi, aveva il respiro lento e basso, e per un attimo avevo quasi pensato che non stesse respirando.
I capelli ricci erano dolcemente sparsi sul cuscino e le labbra leggermente schiuse. Era così…bello. (aspetta, ho fatto un complimento a Harry Styles?)
 
-Pronta?- Fu la fatidica parola che mi risvegliò dal trans in cui ero caduta poco prima.
-Prontissima.-
-Allora… al mio tre... 1…2…3!- Urlò la ragazza per poi aiutarmi a bagnare del tutto il fratello.
-MA CHE PORCA PUTTANA AVETE FATTO?- Urlò il poveretto, fradicio.
Ci fissava infuriato e ci sarebbe saltato addosso a momenti, quando a distrarci dai nostri pensieri furono delle urla maschili.
Imprecazioni riferite a Niall, all’orario insolito, al rumore e a ogni santo in paradiso (Santa Maria Dolores inclusa!) si fecero spazio nelle nostre orecchie.
-Correte!- Strillò il riccio risvegliandoci dai nostri pensieri.
Corremmo via dalla stanza per poi ritrovarci in corridoio con Zayn, Liam e Louis che fissavano Niall in cagnesco.
-SE TI PRENDO GIURO CHE TI FACCIO ESPLODERE!- Urlava incazzato Zayn.
-E’ stata una loro idea!- Ci incolpò il biondo.
-Maledetto!- Esclamò indignata Hayley.
- Hey, ora sono cazzi tuoi!- Rispose il ragazzo alzando le mani in segno di resa.
-Erm… ragazzi, credo che dovremmo correre…- Proposi indicando le vittime di quella mattina che ci guardavano male.
-Oh dovreste eccome!-  Dissero in coro.
Io, Niall e Hayley scendemmo le scale con una velocità supersonica per poi correre verso il corridoio del piano di sotto, quello che portava a tutte le stanze inferiori e al giardino.
 Uscimmo e corremmo a perdifiato per tutta la circonferenza della casa, per poi rientrarci e tentare di prendere tempo chiudendo fuori i ragazzi.
Sfortunatamente per noi, la porta non era chiusa a chiave, per cui dopo nemmeno un minuto ci ritrovammo a correre di nuovo, ancora più stanchi di prima.
-Non avete scampo!- Gridò Zayn. Mi accorsi che eravamo entrati nella parte di corridoio che portava alla piscina interna, bel casino.
-Hayley, che facciamo? Siamo in trappola!- Chiesi disperata, mentre ancora correvamo.
-Ma quale trappola e trappola! Ci buttiamo!- Rispose con una decisione impressionante.
-Che vuol dire che ci buttiamo?- Esclamai non capendo.
-Che ci buttiamo! Il trucco è non cadere mai nelle mani del nemico!-
-Ragazze, si stanno avvicinando!- Ci informò Niall.
Eravamo sempre più vicini alla piscina, e i ragazzi ci avevano raggiunto.
-SALTA!- Urlò Hayley, per poi prendermi velocemente la mano e buttarsi in acqua, portando via me.
Riemersi abbastanza velocemente per vedere i ragazzi tuffarsi senza riflettere… e per vederli bestemmiare in arabo per questo.
-TU!- Urlò una voce roca e bassa, dopodiché uno spostamento d’acqua dietro di me.
Mi girai.
-Io?-
-Tu!-
-Io…?-
-Tu?-
-Harry?-
-Faith?-
-Che cazzo stai dicendo Haz?-
-Io? Cioè, tu? Aspetta, mi sono impallato!- Disse il riccio ancora più in confusione, provocando una risata generale.
A un certo punto, Hay comparve dal nulla e saltò sulla schiena del fratello, che la acchiappò al volo.
-Hayley, tu sei matta sorella mia!-
-Hazza, ma lo hai scoperto ora?- Esclamò ironico Liam mentre usciva dall’acqua.
-Certo che no, i tipi scemi come lei si riconoscono fin da subito, ma la domanda retorica faceva effetto!-
Hayley non esitò un attimo a scompigliargli i capelli bagnati e a mormorare un affettuosissimo “Idiota!” mentre il ragazzo si abbassava per farla scendere.
-Non sono dolcissimi?- Mi sorprese Niall.
-Come? Ehm, certo!- Dissi presa alla sprovvista.
-Dopo tutti i casini che hanno passato, vederli scherzare così è quasi un miracolo.- Disse serio Zayn.
-Si, ok, ma guardateli!- Dissi indicandoli. Si stavano schizzando a vicenda come due bambini.
-Sembrano dei fidanzatini! Non… non è normale!- Continuai, leggermente inca-ehm…-volata.
-Aspetta, Faith Marie Bresmes è gelosa? Anzi, meglio: gelosa di Harry Styles? Nonché suo acerrimo nemico?- Esclamò Louis con una punta (solo una punta, eh.) di malizia nella voce.
-NO!- Dissi convinta, ma mi guardarono male.
-Ok, forse un pochino.- Mormorai.
-RAGAZZI, MUOVETEVI: LA COLAZIONE NON SI PREPARERA’ DA SOLA!- Annunciò Niall con aria solenne.
Uscimmo tutti dalla piscina e tornammo nelle nostre camere, ognuno ad asciugarsi per conto suo.
Quando ci ritrovammo in cucina per “fare colazione”, erano ormai le 11:45.
-Che mattinata insolita!- Disse Liam sospirando, mentre versava del latte nella sua tazza.
-Già… a proposito… Harry, hai dato il bacio del buongiorno alla tua ragazza? Sai, potrebbe ingelosir- Louis non fece in tempo a continuare che i ragazzi (Harry escluso, ovviamente) lo colpirono nello stomaco, giusto per farlo stare zitto per un po’.
-Che cosa?- Chiese il riccio confuso.
-Niente, l’acqua frizzante gli ha dato alla testa.- Lo liquidai.
In quel momento mi tornò in mente la sera prima, quando avevamo spiegato ad Hayley la questione del fidanzamento…
Che serata.
 
*Flashback*
 
Tutti avevano la bocca spalancata.
-Quindi questo significa che state insieme?- Chiese Hayley  ancora più confusa a causa del bacio, dato più per zittire Louis che per volere nostro.
-Beh, no.- Dissi semplicemente. In pratica era vero, non eravamo una “coppia” vera e propria. In teoria… beh, in teoria si purtoppo.
-Ragazzi, ma non vi è passato per la mente CHE CI IO VOGLIA CAPIRE QUALCOSA?- Sbottò.
-Hayley, sta’ calma!- La riammonì il fratello.
-Se voi bradipi con i cervelli in prognosi riservata mi aveste spiegato tutto dall’inizio, io non starei rincoglionendo!-
-Ok, ok. In pratica Harry ha perso una scommessa… e ora stanno insieme a causa di questo.- Spiegò con molta semplicità Zayn.
-Tutto qui?- Esclamò incredula la mora.
-Volete dire che stavo avendo un esaurimento nervoso per questa cazzata?-
-Hayley, credi che essere la fidanzata di un deficiente come Harry sia una “cazzata”?- Sbottai.
-Scema.- Borbottò poco affettuosamente lui.
-Idiota.-
-Cretina.-
-Bipolare.-
-Lunatica.-
-Io non sono lunatica!-
-Il fatto che tu lo abbia detto con questo tono lo dimostra, sai?-
-Fottiti.- Mormorai.
-Cosa?-
-STO CAZZO!-
-Ma sei una rompipalle oh!-
-Perché, tu cosa sei?-
-Vaffanculo Faith!-
-Vaffanculo Harry!- Urlammo a vicenda, per poi andare in direzioni opposte e dirigerci verso le nostre camere.
 
*Fine Flashback*
 
-Ehm… Ragazzi, volevo avvisarvi che io e Hayley non ci saremo a pranzo, andiamo a mangiare dai nostri genitori e saremo di ritorno più o meno verso le tre del pomeriggio… per voi va bene?- Esordì Harry.
-Okay, quando andate?-  Chiese Liam.
-Vorremmo arrivare un po’ in anticipo, per cui credo che usciremo prima di mezzogiorno. In pratica adesso. Datemi solo il tempo di prendere la borsa.- Spiegò Hayley.
-Ti aspetto in macchina.- Disse il fratello.
-Okaaaaaaaay!- Gridò dalla cima delle scale per farsi sentire.
-CIAO E BUON PRANZO!- Urlacchiò prima di uscire.
-ALTRETTANTO!- Rispondemmo in coro.
-Faith, ci cucineresti del cibo italiano?- Chi poteva avermelo chiesto se non Niall, con tanto di occhi da cucciolo?
-E CIBO ITALIANO SIA!- Tutti sorrisero come non li avevo mai visti fare. Vi giuro, una cosa spaventosa.
-Oook, vi va bene del sugo?-
-Certo!- Risposero in coro, sempre con quei sorrisetti stampati in faccia.
-Ragazzi, se continuate a fare quelle facce da maniaci rimanete a digiuno, eh.- Sbottai.
Tutti mi guardavano come se avessi bestemmiato.
-Molto meglio.- Sentenziai.
-OK, mi servono  400 grammi di pasta, una bottiglia di passato, del finocchio, del basilico e… basta. Ah, e una padella.-
-La padella la trovi nel pensile in alto, la pasta e il passato sono nella dispensa  e il basilico e il finocchio te li prendo io in giardino!- Esclamò Liam per poi uscire e rientrare dopo un po’ per porgermi gli ingredienti.
-Hey, ti serve una mano?- Chiese una vocina alta, appartenente a un moretto con gli occhi azzurri.
-Tu tagli il finocchio.- Ordinai passandogli l’ortaggio, ancora un po’ irritata per la figuraccia di prima… e per tutte le altre figuracce.
-Qualcosa non va?-
-Aspetta, me lo hai chiesto davvero? Seriamente non sai perché sono arrabbiata?-
-No.- Rispose semplicemente.
A quel punto… scoppiai.
-Ah, vediamo un po’… sarà perché ogni volta che io e Harry siamo nella stessa stanza ci costringi a fare cose che non vogliamo, e automaticamente si creano situazioni imbarazzanti come quella di ieri sera. Poi, poco fa… “Altrimenti si ingelosisce” Ma da che parte stai?-
-Dalla mia, ovvio.- Rispose con un sorrisetto sghembo.
-Sei impossibile.- Dissi lasciando quello che stavo facendo. Feci per andarmene, ma Louis mi fermò.
-Faith dai, non fare così, lo sai che scherzo!-
-Scherzi? Tu… scherzi?- Risi leggermente, più per disperazione che per gusto.
-No Louis, tu non scherzi, tu fai quello che fai per rovinarmi, lo fai perché appunto sei solo dalla tua parte, sei un… egoista.- Le parole uscirono dalla mia bocca senza che potessi controllarmi o rendermene conto.
Allora semplicemente mi abbracciò.
-Scusami.- Sentii sussurrare.
Lo strinsi forte: è vero, si era comportato male, ma non riuscivo ad odiarlo davvero.
-Faith io…-
-Louis, non fa niente, solo… continua ad affettare!- Esclamai provocando la sua risata.
-MANNAGGIA MISERIA DI NA MISCIA DI MAPPINA DI MERDA, MI BRUSCIAIU! TTO MA…!-
*Mannaggia miseria di una mizzica (?) di panno di merda, mi sono bruciata! Tua madre…*
-Ferma là, ti prendo del ghiaccio.- Disse il moro aprendo il frigo, e appoggiando il ghiaccio sul punto della bruciatura.
-Faith… Quello era dialetto siciliano?- Chiese mentre levavo il ghiaccio dalla mia mano.
-Sì… Si nota così tanto?-
-Beh, abbastanza!-
Versai i finocchietti tritati e la cipolla nel sugo, per poi spegnere il fornello.
-Louis, metteresti a bollire la pasta?- Esordii.
-Ok, tu prepari la tavola?-
-Va bene, ma quei tre babbei devo aiutarmi, qualcosa dovranno pur farla!- Stavo per dirigermi verso i ragazzi, quando mio cugino mi chiamò.
-Faith?-
-Dimmi…-
-No niente, solo… voglio che tu sappia che anche se faccio l’idiota, ti voglio bene, ok?-
Non dissi nulla, solo corsi ad abbracciarlo un’altra volta.
-Questo è un segno per dirmi che mi vuoi bene pure tu o devo preoccuparmi?-
-Direi di si...-
-Quindi devo preoccuparmi?- Chiese retorico.
-Lou… Va bene vah, come non detto.- Girai i tacchi e andai dai ragazzi.
Ah, la stupidità dei Tomlinson… che bella cosa.




 
SCUSATE IL RITARDO!
Scusatemi davvero!
E' da 10 giorni che non aggiorno O: 
MI VERGOGNO DI ME STESSA!
Perdonatemi, davvero.
Ma tra mancanza di ispirazione e mancanza di tempo non sono riuscita proprio a continuare con la storia, mi dispiace tanto.
Ora io vado, perchè sono troppo ispirata per il 12 e non posso perdere tempo!

Al prossimo capitolo tesori :')

P.s. Si, rompo ancora D: Passate dalla mia sistah C: Never Let You GO
P.p.s (SI, LO SO, ORA LA SMETTO!) passate dalla mia carciofa C: I'm a fucking loser

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Capitolo 12
*** Family problems ***


 

 



Faith’s POV
 
-ALLELUJA! HO FINITO!- Urlai dalla cucina ai ragazzi in soggiorno.
-Hai lavato i piatti in meno di tre ore, che santo è oggi?- Chiese ironico Niall.
-Vediamo… Oggi è San NonSfottereBruttoBiondoTinto.- Risposi a tono mentre mi buttavo sul divano accanto Liam, Zayn e mio cugino.
-Ah-ah-ah. Come sei divertente Faith. Divertente quanto uno stoccafisso.- Aspetta, mi aveva appena paragonata a un PESCE ESSICCATO?
-Hey, mi dipingono così! Io devo rispettare i canoni!-
-Gne gne gne- Fece il verso.
-Puoi fare “Gne gne gne” quanto ti pare, non sei figo.-
-Ah si? Non sono figo? I miei occhi non sono attraenti quindi?- Disse avvicinandosi e spalancando i suoi occhioni azzurri.
-Puoi spalancarli quanto ti pare, ma almeno io sono bionda per davvero!- SBEAM! Beccati questa Horan!
-Come non detto.- Mormorò.
-Owh, l’irlandese si è offeso?-
-Si.- Rispose freddo.
-Mi perdoni?- Chiesi facendo gli occhi da cucciolo e avvicinandomi a lui.
-Okay… ma niente più scherzi sui miei capelli!- Scoppiammo tutti a ridere sotto lo sguardo accigliato di Zayn, che mormorò un –I capelli migliori sono i miei!- al che scoppiammo a ridere ancora più forte.
-Liam, che ore sono?- Dissi mentre sbadigliavo. Mangiare mette sonno, sapete?
-Le tre e mezza… Apollo e Artemide dovrebbero essere di ritorno a momenti.-
Tutti urlammo un sonoro –EEEH?-
-Harry e Hayley.-
-AAAAAAH.-
Sentimmo il rumore di un’auto entrare nel vialetto e il cancello chiudersi.
-Chissà com’è andata…- Esclamò Zayn.
A un certo punto la porta si spalancò e un furioso Harry attraversò l’ingresso a passo svelto, per poi salire le scale e sbattere con forza la porta della sua stanza, che si chiuse dietro di lui.
Dopodiché entrò Hayley, che allo stesso modo chiuse violentemente la porta per poi mormorare un –Non lo capisco proprio…-.
Salì le scale e dopo avere guardato per un attimo la porta del fratello, girò i tacchi e si diresse in camera sua, per sbattere la porta dietro le sue spalle con un rumore assordante.
-…a quanto pare non bene.- Si rispose da solo il moro.
Io e Niall ci guardammo.
-Tu Harry e io Hayley?- Chiese velocemente.
-Andata.- Risposi per poi scattare entrambi dal divano e fiondarci su per le scale.
-Buona fortuna con Hay!-
-Anche tu con il riccio!-
Aprii impercettibilmente la porta e spiai dalla fessura.
Era seduto sul letto, con i gomiti appoggiati sulle gambe e la testa fra le mani. Aveva il viso basso.
-Posso entrare?- Mormorai aprendo di poco la porta.
-No.-
-Dai Harry, non fare il bambino.- Dissi seria questa volta.
-Fatti i cazzi tuoi.- Sputò freddo. La questione era grave.
-Harry...-
-Ok, ok, ho capito. Entra.- Chiusi la porta dietro di me e mi sedetti vicino a lui.
Si infilò la mano tra i ricci e li tirò leggermente, come gesto di disperazione.
-Harry, stai bene?-
-Ti sembra che io stia bene?- La sua voce era debole, flebile, quasi un sussurro.
-No, però non sapevo da dove cominciare la conversazione per cui…- Rise leggermente, ma quella risatina sapeva di amaro.
-Sei strana Faith.- Disse con una punta di serenità nella voce.
-Lo so Harry. Sono cugina di Louis, ricordi?-
Non rispose. Quel silenzio era così profondo.
-Cosa è successo oggi?- Chiesi semplicemente.
-Beh… Faith, è un casino…- Esclamò sospirando.
-Ci sono abituata alle situazioni incasinate…-
-Del tipo?-
-Il fatto che siamo fidanzati a causa di una scommessa persa ti dice niente?- Ridacchiai leggermente.
-Vero…-
-Avanti, parlami di questo casino.-
-Allora… quando siamo arrivati, i nostri ci hanno baciato, abbracciato, ci hanno chiesto se ci trovavamo bene nella stessa casa, e poi i classici “Come state” e “Ci siete mancati tanto”.-
-E quale sarebbe il problema?-
-Nessuno, e fin qui tutto bene. Poi hanno scoperto i voti di Hayley. Gli altissimi voti di Hayley.- Sibilò freddamente.
“Oh cazzo” pensai.
-Mi hanno ignorato per tutta la giornata. E il bello è che Hayley se ne stava lì impalata a godersi i complimenti. Ero il terzo in comodo. E continuo a credere di esserlo perché, diciamoci la verità, chi vorrebbe stare con un tipo come me? Sono scorbutico di prima mattina, sono una frana in cucina così come lo sono con la chitarra, rompo le scatole nei momenti meno opportuni, tratto male le persone nuove perché odio i cambiamenti, tu sei praticamente sul punto di odiarmi e i ragazzi a malapena mi sopportano, sono lunatico, parlo quando non dovrei, sono perfino un pessimo fidanzato! Dimmi, a cosa servo? Sono praticamente inutile!- Disse in preda alla disperazione.
Non avrei mai detto che fosse così… fragile. Sapevo che dietro a quella maschera da duro c’era un ragazzo sensibile, ma non immaginavo che fosse così insicuro.
-Hey, non è vero che ti odio!  E’ vero, come fidanzato fai a dire poco pena, ma nemmeno io scherzo!- Scoppiò a ridere, e mi parve un miracolo.
-Sei un casino… ma non sarei mai capace di odiarti perché tu… sei tu.-
-Che?-
-Sei tu.-
-E che vorrebbe dire?-
-Vorrebbe dire che… Porca miseria mi sono persa.-
-Ma come fai?-
-Intendi come faccio a dimenticarmi le cose che ho pensato un attimo fa? Vediam- Non riuscii a continuare che mi interruppe.
-No, intendo come fai a essere così straordinaria.- Disse sorridendo. Doveva essergli sfuggito, perché dopo nemmeno un attimo avvampò, diventando di un rosso acceso. Il che mi fece scoppiare a ridere.
-Perché ridi?-
-Sei così tenero quando arrossisci! Aspetta, cioè, volevo dire…- Mi lasciai scappare. Scoppiò a ridere pure lui.
-Ehm… non credi che sia ora di parlare con Hay?-
-Sapevo che me l’avresti chiesto prima o dopo…- Sbuffò per poi appoggiare il busto sul letto.
-Ti piace guardarmi la schiena, eh?- Commentai, per poi sdraiarmi accanto a lui.
-Hey, hai delle belle vertebre!-
-Harry, ma che minchia dici? Va’ a parlare con Hayley prima che tu esaurisca per davvero!-
-Ok, ok… nel caso debba essere arrabbiata con me, al mio funerale canta una canzone di Wonder, ok?-
-“Superstition” va bene?-
-Va benissimo!- Disse alzandosi dal letto e facendomi l’occhiolino.
Tesoro mio, non sopravvivrai, pensai sul momento.
 
Harry’s POV
 
Uscii dalla mia camera decisamente più sereno di quando c’ero entrato: quella biondina mi tirava sempre su di morale.
Ora però ero diretto verso la camera di mia sorella, pronto come non mai a scusarmi.
Ebbene si, scusarmi.
C’era una cosa che non avevo detto a Faith. E non era affatto piacevole.
Una volta in auto avevamo litigato, e di brutto.
Bussai alla porta che avevo visto chiudersi e aprirsi milioni e milioni di volte. Pensai alle volte che ero stato io a chiuderla, con gentilezza oppure semplicemente sbattendola, portando con me rancori e problemi.
-Chi è?- Mormorò dall’interno una voce rotta dal pianto. Mi sentii così stronzo.
-Sono io..-
-Va’ via.-
-Hayley, ti prego…-
-Vattene.-
-Ma Hay!-
-Ma chi se ne frega!-
-Hayley, davvero, voglio parlarti!-
-Perché, ora stai cantando? No, fammi capire.-
-Ma che razza di domande sono?-
-Sei tu che spari cavolate per primo!-
-HAYLEY JAY WILLIAMS, TI DECIDI A FARMI ENTRARE PORCA MISE- Stavo urlando appoggiato alla porta, quando qualcuno (non facciamo nomi) l’aprì di scatto facendomi cadere lungo disteso a terra.
-Cos’è, ti cedono le gambe?- Sentii dire mentre mi rialzavo.
-Hay io…- Alzai lo sguardo e notai che Niall mi guardava sollevato.
-Ok ragazzi, io vado.- Esclamò alzandosi dal letto.
-Buona fortuna!- Mi sussurrò prima di chiudere la porta.
-Cosa ci fai qui?- Mormorò fredda.
-Io… Hayley, scusa.-
-Harry, non voglio delle scuse, voglio sapere perché te la sei presa con me. Cosa c’entro io se quei due matti rivolgono le attenzioni su di me?! Cosa credi, che non mi sia dispiaciuto che che ti abbiano messo in disparte? Sono la prima delusa dal loro comportamento, ma è colpa loro, non mia.-
-Hai ragione solo che… lo sai come sono fatto. Mi incavolo con il primo che passa quando sono nervoso, io non riesco a controllarmi alcune volte.-
-Ma è possibile che tu ti debba sfogare sempre con me?!- Gridò, per poi sedersi sul letto cercando di guardare altrove.
Mi inginocchiai di fronte a lei, e sussurrai un “Guardami”.
Solo in quel momento notai le occhiaie e gli occhi rossi, segno evidente che aveva pianto.
-Perché io?- Mormorò sul punto di scoppiare a piangere di nuovo.
-Ti voglio bene Hayley. Sono  un idiota e mi odio per questo, sappilo.-
-Harry, si sapeva che sei un idiota!- Esclamò ridendo.
-Oh, ti voglio bene anch’io sorella!- Dissi ironico mentre mi sedevo accanto a lei. Vedendomi accanto a lei sorrise, per poi abbracciarmi di scatto.
-Sei il fratello migliore del mondo, e sai perché?- Mugugnò ancora avvolta tra le mie braccia.
-No, perché?-
-Perché litighiamo un sacco, ma tu per me ci sei sempre. Senza di te non so come farei, davvero.- Le baciai la fronte, decisamente più in basso rispetto a me e la guardai negli occhi:
-Pace fatta?-
-Pace fatta!- Esclamò convinta.
-Hey, tutto bene?- Disse una figura bionda e slanciata sulla soglia, figura che conoscevo bene.
-Si, tutto a posto!- Rispose mia sorella.
-RAGAZZI, AFFACCIATEVI AL BALCONE!- Urlò Niall fiondandosi dentro correndo.
-Niall, che succede?- Chiesi preoccupato.
-Uscite in balcone!-
Hayley scattò in piedi ad aprire la porta finestra, per poi affacciarsi seguita da me, dall’irlandese e dall’italiana.
-Guardate!- Il biondo indicò due figure femminili, una mora e una bionda, i loro schiamazzi si sentivano fin lassù.
-Oh, merda.- Mormorai.
-Chi sono quelle?- Chiese Faith con tono preoccupato.
-Kelly e Louren.- Dissi cupo.
Ci mancava solo questa.
 

 
 
 
SBEAM!
CHE COLPO DI SSSSSSCENA! :33
Scommetto che le mie migliori amiche e le lettrici di “Never Let You Go” mi capiranno, non è vero?
Proprio ora ho finito di leggere il capitolo 57, quella ff è davvero bella!
Comunquesss, sono tornata!
E devo già andare via, che stress DD:
Veeediamo, cosa succede in questo capitolo?
WOUAH, DRAMMI FAMILIARI!
A dire la verità non so nemmeno io perché l’ho scritto, ma mi piaceva l’idea e l’ho usata C:
La mia parte preferita in assoluto è quella in cui Niall dice a Faith “Tu Harry e io Hayley?”
Già, lo spirito da migliore amico di Niall verso Hay è sempre forte :’)
Poi Apollo e Artemide che fanno pace, owh che cosa dolce, mi scende UNA lacrima!
Ora ragazzi devo scappare, devo seriamente sbrigarmi.
Vi ringrazio per tutte le recensioni e ringrazio chi legge la storia anche silenziosamente, insomma, è sempre qualcosa!
 
Voglio solo dire che vi amo tutti!
 
PACE & AMORE PEOPLE!

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Capitolo 13
*** Looks ***





 

Hayley’s POV
 
Non potevo crederci. Quelle… cose erano tornate. Louren e Kelly erano tornate.
E solo Dio sa quanta voglia avevo di rifargli il naso ancora una volta.
-E chi sarebbero queste “Kelly e Louren”?- Chiese una Faith confusa quanto preoccupata.
-Delle tro…te a cui piace renderci la vita un inferno.- Mormorai mentre fissavo quelle ragazze con sguardo di fuoco.
-Aspetta, cos’è questa storia che vi hanno reso la vita difficile?-
-E’ una storia lunga… Ti dico solo che per qualche assurdo motivo che è meglio tralasciare, cercano in ogni modo di buttarci giù, ma l’unica cosa che ottengono ogni volta è un sacrosanto pugno sul loro naso dato con molto affetto da me stessa.- Dissi con un certo… orgoglio.
-Non so voi, ma io potrei scendere a picchiarle anche adesso!- Dissi mentre la mia rabbia saliva alle stelle.
-Hayley, ma sei impazzita? Se scendi e le picchi, avrai torto tu! Meglio che tu stia a cuccia per un po’, perché a quanto ho capito non sono proprio innocue…- Mi fece riflettere la bionda.
-Hai ragione, ma se solo osano rivolgermi la parola faccio una strage, poco ma sicuro!-
-Che poi, chi gliele porta quelle due a Londra? Bah.- Disse poco convinto Niall mettendosi di fianco a me.
-Non lo so proprio… So solo che se vogliono fare la guerra io sono pronta a combattere. Non mi spavento di mandarle di nuovo all’ospedale.-
-Se le mandi di nuovo all’ospedale tu ritorni in prigione, per cui è meglio che le ignori e ti fai i fatti tuoi.- Niall è sempre stato premuroso, in qualità di migliore amico mi ha sempre protetta molto, anche quando il mio lato “aggressivo” veniva fuori e mi cacciavo nei guai.
Ma ora la questione era seria, eravamo grandi ormai e bisognava fare attenzione, anche se a Kelly piaceva stuzzicarmi. E sapete come si dice, “Non disturbare can che dorme”. E ora che me ne rendevo conto avevo dormito un bel po’, ed era strano che non si fosse ancora fatta vedere.
-Hai paura, vero?- Esordii.
-Quella ragazza è una vipera, e non voglio affatto avere a che fare con lei. Più la ignoriamo, meglio è. Insomma, prima o poi si dovrà pur stancare!-
-Hai ragione… in fondo avrà pur qualcosa da fare, no?- Dissi cercando di autoconvincermi che la bionda ossigenata non sarebbe venuta a torturarmi un’altra volta.
Ero immersa nei miei pensieri, quando Niall mi “risvegliò”.
-Psst, Hay.- Sussurrò.
-Che c’è?- Risposi allo stesso modo.
-Guardali!- Esclamò facendo un cenno con la testa verso Faith ed Harry, che stavano parlando dall’altro lato del balcone.
Eravamo girati appena verso di loro, giusto per sentire cosa si stavano dicendo.
“Faith, mi devi promettere che non ci parlerai nemmeno con quelle, ok? E’ un gran casino ed è colpa mia, tu stanne fuori.” Aveva detto fermo mio fratello.
“Harry, ma ti senti? Ne stai parlando come fossero assassine! Cosa vuoi che sia? E poi io non ho detto che dall’oggi al domani ci parlo, non sappiamo nemmeno quanto si fermano a Londra.”
“Tu promettimelo, ok?” Le prese la mano.
“Okay, cercherò di non dare nell’occhio.”
Niall si girò incredulo verso di me.
-Harry che prende la mano a…FAITH? Ma oggi vi siete drogati tutti per caso?- Chiese sempre con il tono sommesso di prima.
-Beh, vuol dire che è davvero preoccupato per questa storia.-
-No Hayley, lui è preoccupato per lei!- Aspetta: mio fratello si preoccupa per Faith? Cioè la sua “peggior nemica”? (dopo le due tipe dal naso rifatto, ovviamente.)
Che si stessero…?
-Vuoi dire che forse lui…- Cominciai per poi lasciare la frase sul vago.
-…possibile.- Rispose secco.
-Di Faith?-
-Beh, è una bella ragazza, è simpatica ed è intelligente. Insomma, chi non si prenderebbe una cotta per lei?-
-Niall, ma non è che la cotta ce l’hai tu?-
-No!- E’ vero che sono la sua migliore amica e ho questo “sesto senso”, ma chiunque si sarebbe accorto che stava mentendo.
-Niall?- Chiesi retorica, mettendo una mano sul fianco e bilanciando il peso su una gamba.
-Ti piace Faith?- Sgranò gli occhi.
-No no…-
-Nia- Non riuscii a finire la parola.
-NO ACCIDENTI!- Urlò, facendosi sentire perfino in Madagascar.
I ragazzi si girarono verso di noi con sguardo interrogativo.
-Ehm… cioè… beh, si è fatto tardi, credo che sia meglio scendere dagli altri, no?- Esclamò arrossendo.
-Lo credo anch’io.- Disse Harry girandosi verso Faith che gli rivolse un sorriso mozzafiato dei suoi. Al che mio fratello ricambiò il sorriso e si rigirò totalmente rosso, erano stupendi.
Che stesse davvero nascendo qualcosa?
Nel frattempo la cena era già pronta, e io mi stavo perdendo una pasta al forno fantastica per riflettere su delle cavolate… No, la pasta a forno è la pasta a forno, non ce n’è.
 
Louis’ POV
 
Ci sedemmo a tavola e cominciammo a mangiare in silenzio.
Era tutto un gioco di sguardi: Harry guardava Faith e viceversa, ma appena i loro sguardi si incontravano arrossivano di botto e guardavano altrove, mentre tutti noi assistevamo allibiti.
Loro due? Che si guardavano? Senza insultarsi a vicenda?
 
 Ok, o il mondo stava per finire oppure il mondo stava per finire.
 
Faith’s POV
 
Era da una serata che ci guardavamo: non riuscivo a staccare gli occhi da lui, non capivo perché. Oddio, Harry è bellissimo esteticamente ma non mi aveva mai attratto più tanto.
Ma quella sera… Quella sera era impossibile fare finta di nulla: lui ricambiava i miei sguardi.
Avevo qualcosa fuori posto? Magari della carne tra i denti? I capelli in disordine?
A un certo punto, Louis spezzò il silenzio.
-Allora Faith, come ben sai tu starai qui altre due settimane, no?-
-Già… Come vola il tempo!- Riflettei.
-Hai presente la scommessa?-
-Si- Risposi ricordandomi perfettamente quella pazza serata in cui era nato tutto.
-Bene, quando l’abbiamo fatta abbiamo detto che voi avreste dovuto trascorrere un mese da fidanzati, ma secondo i miei calcoli voi dovreste rimanere in questa situazione per sole tre settimane… sai perché, vero?-
-Forse perché la scommessa è stata fatta a distanza di una settimana dal mio arrivo?-
-Esatto, per cui ho deciso di spostare la data della tua partenza di un ulteriore settimana.- Esclamò con un sorriso soddisfatto.
Il sangue mi gelò nelle vene: sarei dovuta stare una settimana in più in quella situazione? Oh no, che casino.
Appena sentii le parole di mio cugino, balzai in piedi e urlai.
-CHE COSA?-
-Cristo, no...- Sentii mormorare. Era il riccio, che si stava massaggiando la fronte con aria disperata. “Ci risiamo” pensai.
Nel frattempo Louis aveva un ghigno compiaciuto sul volto, e la rabbia ribolliva nelle mie vene.
Mi avvicinai a passo svelto, avevo voglia di fare una strage.
-Te lo giuro Tomlinson, tu non la passerai liscia!- Sibilai a poco più di un centimetro di distanza dal naso del moretto, per poi scappare in camera mia sbattendo la porta che produsse un rumore assordante.
Mi gettai sul letto e affondai la testa nel cuscino, ero nella confusione più totale.
Il problema non era che sarei dovuta stare a Londra più del previsto: anzi, io e i ragazzi andavamo abbastanza d’accordo e pure con Hay si stava formando un rapporto proprio niente male.
Il problema era la situazione tra me e Harry. Insomma, la nostra situazione non è mai stata “normale”; non siamo normali noi a prescindere, per cui non c’è da stupirsi se insieme eravamo un disastro.
Non ci siamo mai piaciuti e non parlo di aspetto fisico o cose di questo genere. Proprio non ci siamo mai potuti sopportare.
Ma tutto d’un tratto, un giorno decidiamo di fissarci per un’ora filata. Ditemi se è normale.
Questa situazione mi confondeva non poco; avevo paura di continuare con questa situazione proprio perché non sapevo come comportarmi ne da dove cominciare.
Solo un miracolo mi avrebbe potuto salvare.
Sentii bussare alla porta.
-Gufo, sei viva?- Disse una voce femminile mentre la bellissima Hayley spuntava da dietro la porta.
-Non per molto, questa situazione mi sta uccidendo!- Grugnii per poi mettermi a sedere sul mio letto.
-Hey hey, qual è il problema?-
La mora, chiaramente preoccupata, si sedette accanto a me per poi prendermi la mano.
-Il problema? Il problema?! Il problema è quello psicopatico di Louis, che prima mi dice che mi vuole bene e che gli dispiace se si vengono a creare situazioni del genere ma poi decide che devo rimanere una settimana in più solo per continuare questa presa in giro. Mi sa che il vero bipolare è lui, non tuo fratello.- Esordii frustrata.
-Prima di tutto, credo che tu e Lou dobbiate farvi una bella chiacchierata. Poi, continuo a non capire perché non vuoi rimanere. Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?-
-No no, figurati. Solo che il rapporto con Harry è un po’ incasinato, tutto qua.-
-Cos’ha combinato quel ricciolo ambulante? No, perché se ti ha fatto qualcosa, vedi che scendo e lo picchio come si deve!-
-Frena frena frena. Non mi ha fatto niente oltre al fissarmi tutta la serata. L’unico problema è che io ricambiavo gli sguardi…- Hayley spalancò la bocca.
-DICI SUL SERIO?-
-Si…-
-TI HA GUARDATA TUTTA LA SERA?-
-Hayley, che me lo chiedi a fare? Vi ho visto mentre che ci guardavate!-
-Vabbè, volevo la conferma! Ad ogni modo, lui ti sorrideva?- Cominciò a tempestarmi di domande.
-Beh, si…-
-OH DIO SANTISSIMO DI SANTA MARIA DOLORES!- Urlò fino a fare tremare i vetri.
-Hay, ma hai sbalzi d’umore? Ma che c’è?-
-Faith cara… questo può voler dire solo una cosa…-
-Cosa?-
-Harry si è innamorato di te.-
 
 
 
Sbeeeem!
Heey people, colpo di scena!
innanzitutto scusate per il ritardo, ma tra impegni vari e i miei orari scolastici pomeridiani non ho trovato il tempo per continuare.
Ora vado a nanna, iloveugurls :*

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Capitolo 14
*** Confused emotions ***



 

 

Faith’s POV
 
Il mio sguardo era perso nel vuoto.
Boccheggiavo nell’inutile tentativo di formulare una frase di senso compiuto, ma l’unica cosa che mi uscì fu uno “Stai scherzando, vero?” detto flebilmente e con sguardo implorante.
-Affatto.- Oh.
Quindi Harry era…innamorato di me? Okay, è la fine, pensai.
Seriamente, era la fine. Come diavolo avrei fatto nelle due settimane seguenti? Non potevo ignorare delle attenzioni del genere!
Ma riflettendoci non avrei nemmeno potuto comportarmi come se pure io avessi una del cotta del genere per lui (Si, diciamo che ce l’avevo anch’io una piccola cotta per lui. Ma piccola, eh.)
-DANNAZIONE!- Gridai praticamente buttandomi tra le braccia di Hayley, che era seduta accanto a me sul bordo del letto.
-Hey, hey… Che succede?-
-Tuo fratello è innamorato di me, e io, giusto per peggiorare la situazione, non so che fare! Non posso fare finta di nulla ma allo stesso tempo non posso fare finta di provare qualcosa che non sento!-
-Quindi t-tu non lo ricambi?- Chiese preoccupata. Qui c’era aria di casini.
-No!- Urlai forse più per convincere me stessa che lei.
-Bene. Siamo a posto, direi!- Fu la sua sarcastica risposta.
-Hayley…aiutami.- Implorai.
-Io non so che fare… Se io fossi stata innamorata di lui gliel’avrei detto subito, ma se tu non lo sei allora non so proprio cosa dirti.-
Rimasi un attimo a guardare il pavimento con aria assente: io avevo una piccola cotta per lui, ma era di sicuro insignificante. Insomma, non potevo rovinare un’amicizia per una cotta! Se tra di noi non fosse andata bene? Eh? La situazione si sarebbe caricata di tensione e tra distanza, litigi e cose varie, io e Louis ci saremmo allontanati.
In quel momento arrivai alla conclusione: l’avrei ignorato.
Avrebbe fatto male, ma almeno il nostro rapporto non si sarebbe sgretolato.
O almeno così speravo.
 
One week later…
 
Harry’s POV
 
Era ormai una settimana che Faith mi ignorava.
Zero.
Niente.
Nulla.
Niet.
Nain.
Nada.
Proprio non mi cagava.
Se una settimana prima facevo i salti di gioia per essere riuscito a conoscerla meglio ed esserci andato d’accordo, ora mi stavo scervellando per capire cosa avesse e soprattutto come riuscire a riallacciare i rapporti.
E, come se non bastasse, mentre andavo in confusione, mi autocommiseravo credendomi colpevole del comportamento della mia “fidanzata”.
Erano le nove del mattino e non ero ancora pronto ad alzarmi, avevo paura di rovinare tutto, come se la situazione potesse peggiorare.
Sentii bussare.
-Harry?- Chiamò mia sorella.
Mugugnai qualcosa e mi rigirai tra le coperte.
Aprì leggermente la porta.
-Harry, è pronta la colazione.-
-Uhmm.-
-Harry, dai sveglia! Sono già le nove.-
-Hayley, lasciami dormire.- Ebbi la forza di pronunciare con la voce impastata dal sonno.
-Oh, avanti, non fare il bambino! Muoviti che ci sono i pancakes! E sembra proprio che Niall non li voglia condividere con nessuno…-
-Hay ho sonno…-
-Non me ne frega nulla. Infatti ora tu ti alzi e scendi, fai colazione, parli come ogni persona normale fa a colazione e magari litighi anche con Faith già che ci sei, ma devi alzarti!-
-Chiudi il becco, ti prego.-
-Harold Edward Styles, non costringermi..- Ringhiò minacciosa. Solo al pensiero che mia sorella potesse risvegliarmi con dell’acqua ghiacciata, come tra l’altro era solita fare, spalancai gli occhi e balzai in piedi, per poi cercare di camminare normalmente per scendere le scale, ma ebbi un capogiro e caddi lungo tutta la scalinata.
Le risatine dei miei migliori amici spezzavano il silenzio.
-Si può sapere che cosa avete da guardare?- Borbottai sedendomi al tavolo della cucina.
-Dov’è Faith?- Chiesi poco dopo notando l’assenza della biondina.
-Sta ancora dormendo… Svegliala tu!- Suggerì Louis.
Andai nel panico. Non credevo che sarei stato capace di sostenere una conversazione, seppur breve, con lei. Sarei andato nel pallone, assolutamente.
-Meglio di no.-
-Okay… Hayley, fai tu?- Ritentò il moretto.
-Certo, se le cose non le faccio io in questa casa non le fa nessuno!- Esordì irritata la mia sorellastra.
-Allora, com’è andata stanotte?- Chiese Zayn. All’inizio non capii a cosa si riferisse, ma poi mi ricordai dell’insonnia che mi aveva impedito di chiudere occhio per cinque giorni consecutivi.
-Diciamo che ho dormito un paio d’ore. Chissà, forse qualcuno lassù è dalla mia parte e sono sulla buona strada per tornare ad avere sonno come ogni persona normale.-
-Harry, ma si può sapere perché non dormi? Insomma, ci sarà un motivo, no?- Domandò Liam.
-Già, tutto accade per una ragione.- Continuò Niall.
-Scommettiamo che non ha dormito per mia cugina?- Esclamò Louis.
Avvampai e strabuzzai gli occhi.
Aveva fatto centro. Di nuovo.
Mi arrivarono quattro pacche sulle spalle, dopo alcuni incitamenti e consolazioni.
-Colpito e affondato al primo colpo!- Disse orgoglioso il mio migliore amico.
-Davvero. Si può sapere come accidenti fai?- Chiesi, ancora incredulo, al ragazzo che si era appena girato verso di noi fregandosene momentaneamente del caffè che stava preparando.
Tutto però venne interrotto da un urlo femminile e qualche imprecazione. E io sapevo di chi era quella dolce ma ferma voce.
-HAYLEY, CRISTO SANTO, IO TI UCCIDO!- Sentimmo dire tra le varie frasi urlate dalla ragazza in preda alla rabbia.
-Ma si può sapere che è successo?- Niall era assai confuso nel vedere Hay scendere le scale a quattro a quattro totalmente terrorizzata.
-Guarda.- Disse Liam indicando una Faith piuttosto incavolata che scendeva le scale grondante d’acqua.
-Non.Fate.Domande.- Scandì la bionda sedendosi vicino a Zayn.
-Tesoro, lo sai vero che hanno inventato la doccia per lavarsi? Le cascate del Niagara mettile da parte!- Scherzò il pakistano trattenendo a stento una risata.
-Zitto Malik.- Rispose fredda liquidando Zayn con un cenno della mano che, essendo fradicia, lo schizzò non poco.
-Ma si può sapere che hai? Urli di prima mattina, sei seccata con tutti e non ridi alle battute di Zayn… Faith, hai la febbre?- Louis sembrava preoccupato.
-Niente, è solo una giornataccia. Volevo semplicemente dormire un altro po’, solo che la sorella di qualcuno qui presente non era d’accordo.- Mormorò.
Io voglio bene a mia sorella ma a volte sa essere un po’ pesante, lo ammetto.
Ad ogni modo quella mattina Faith sembrava davvero giù, e solo Dio sa quanto avrei voluto andarle vicino e abbracciarla forte. Di sicuro era solo seccata perché Hayley l’aveva svegliata come suo solito fare, ma morivo dentro vedendola così.
-Fede, tutto bene?- La guardai, leggermente preoccupato.
Sgranò gli occhi.
-Come mi hai chiamata?- Domandò a sua volta con aria stupita.
-Fede… Sai, è la traduzione del tuo nome in italiano… Lo sapevi?-
-Harry, io mi chiamo così, ma tutti mi hanno sempre chiamato “Faith”  che appunto vuol dire “fede”, per questo l’ho cambiato.-
-Che… figura di merda!- Pronunciammo tutti quanti in coro, Faith esclusa.
-Oh, no che non è una figura di merda! Dai, hai fatto uno sforzo! Per il tuo povero cervello narcisista ed egocentrico è un grandioso risultato!- Esclamò quasi commossa.
Io non l’avevo fatto tanto per fare uno sforzo di memoria. Io l’avevo fatto semplicemente perché ci tenevo a lei.
-Owh, ti sei offeso?- Disse con un espressione un po’ dispiaciuta, ma che sembrava avere un non so che di ironico.
Fece per abbracciarmi, ma, per qualche assurdo motivo, la scansai.
-Non sono così Faith.- Mi alzai dalla sedia e salii le scale velocemente, per poi chiudermi in bagno e farmi una doccia; mi avrebbe aiutato a chiarire le idee.
 
Faith’s POV
 
Mi sentii improvvisamente un’emerita idiota.
Ero venuta a sapere della sua cotta solo una settimana prima e, pur essendo consapevole della situazione, lo trattavo così?
Era la tensione a parlare per me, se non fosse stato per questa situazione non avrei sparato cavolate del genere.
Mi sarei data improvvisamente un’enorme sberla da sola, ma preferii trattenermi per evitare domande scomode.
-Ragazzi, oggi facciamo la grigliata, ok?- Cominciò Lou. Nel frattempo io ero immersa nei miei pensieri, costantemente rivolti ad Harry.
Insomma, praticamente gli avevo fatto capire che lo consideravo un idiota senza cervello, quando invece non lo pensavo proprio.
Che stupida.
-Faith, preferisci pollo o vitello?- Chiese Liam a un certo punto.
-Che?- Riuscii a pronunciare risvegliandomi dal trans in cui ro caduta.
-Ah, si, vitello.- Risposi dopo essermi resa conto della domanda.
-Okay, allora io e Zayn andiamo a prendere la carne. Voi preparate tutto, ok?- Disse tranquillo Liam mentre si apprestava ad uscire insieme all’amico.
-Sapete che vado matto per le grigliate!- Rispose raggiante Lou.
-Faith, non credi sia il caso che tu ti cambi?- Propose dopo poco Hayley, notando che ancora gocciolavo.
-Già, vedi che non sei un alga!- Continuò Niall.
-Ecco cosa mi ero dimenticata di fare!- Esclamai ricordandomene improvvisamente.
Salii le scale e mi diressi in camera mia. Chiusi la porta dietro le mie spalle e, afferrando dei vestiti asciutti, andai nel mio piccolo bagno privato.
Quando uscii era già mezzogiorno meno un quarto.
Corsi fino alla mia finestra che dava sul giardino del retro e osservai la situazione:  Louis e Liam erano intenti ad accendere il fuoco (senza successo) mentre Zayn e Harry se la ridevano. Nel frattempo Hayley e Niall parlavano tranquillamente seduti lì accanto.
Ah, quindi Harry era già sceso? Un applauso a me e al mio tempismo!
E poi quei due come speravano di potere accendere un fuoco con due pietre? Neanche fossero stati nella preistoria, dai.
Uscii velocemente dalla mia camera e mi diressi verso la cucina per prendere dei fiammiferi.
Percorsi il piccolo corridoio che portava al retro e feci la mia “entrata trionfale” (che poi era un’uscita…boh.) con i fiammiferi in mano.
-Fate largo, principianti.- Dissi con superiorità scacciando mio cugino e Liam.
-Principianti noi? Senti chi parla!- Fu la reazione poco pacata di Lou.
Non rispondendo, presi dei fogli di scottecs e li cosparsi leggermente di olio; li misi sul carbone in modo strategico e, con l’aiuto di un paio di fiammiferi, creai un fuocherello proprio niente male.
Presi la griglia e la posizionai sulla brace con aria esperta, mentre tutti mi fissavano sbalorditi.
-Credete ancora che io sia una principiante?- Chiesi con una certa punta di orgoglio.
- Ookay, non sei una principiante. Graaazie.- Rispose Liam  battendomi il cinque e andando, seguito da Louis, verso la brace.
Hay e Niall erano seduti sul dondolo posto poco più in là.
-Buon giorno colleghi!- Salutai sedendomi in mezzo.
-Heey! Come siamo belle!- Si complimentò Hayley. La guardai stranita: avevo una maglia, gli shorts e le converse e per di più avevo i capelli al vento e non ero truccata. Tutta sta bellezza dove la vedeva?
-Hayley, ma ci vedi?-
-Credimi, ha ragione.- Continuò Niall.
-Ragazzi, avete la febbre?- Domandai, seriamente preoccupata dalle affermazioni dei miei amici.
-Zitta, sei bellissima!- Mi zittì Niall, per poi stamparmi un bacio sulla guancia. Arrossii violentemente.
Mi girai verso gli altri e cosa catturarono i miei occhi? Harry che serrava la mascella e con aria cupa si zittiva.
-Forse è meglio che io vada a vedere come va la carne.- Esordì Hayley spezzando il silenzio che si era creato.
-Io vado con te.- Aggiunse Niall seguendo la sua migliore amica e lasciandomi sola sul dondolo.
Solo in quel momento mi accorsi che non avevo ancora parlato con Harry e, contando che ero scesa principalmente per quello, mi sembrava abbastanza stupido rimanere seduta sul dondolo a osservare la situazione.
Presi un respiro profondo e mi diressi verso lui e Zayn; erano intenti a parlare accanto la porta del retro, piuttosto distanti dal fumo che la brace aveva provocato, ma per due fissati con i capelli come loro c’era da aspettarselo.
-Come va la vita?- Cominciai apparendo dietro la schiena del riccio.
-Uhm…male.- Rispose quest’ultimo.
-Harry, senti, mi dispiace per oggi…-
-Tranquilla, è tutto apposto.- Mentì.
-Sicuro?-
-Sicuro.- Mentì di nuovo.
-Harry, guardami negli occhi e dimmi che va tutto bene.- Dissi prendendogli la mano.
-Va tutto bene, stai tranquilla.- Rispose sorridendo, ma si vedeva che non era convinto. Sembrava nervoso, piuttosto.
Ah, gli uomini.
 
Louis’ POV
 
Io e Liam osservavamo la situazione in silenzio.
-Psst Liam.- Lo chiamai sussurrando.
-Che c’è?- Rispose allo stesso modo.
-Hai visto?-
-Lou, anziché farti i fatti altrui pensa alla carne che si sta bruciando!- Mi fece notare.
-Porco pavone!- Urlai precipitandomi a girare la carne attirando l’attenzione di tutti.
-Ma tu non è che me lo dici che si sta bruciando tutto, eh!- Lo accusai.
Allora, ricapitoliamo: Faith scende, Niall le bacia la guancia, Harry è geloso, mia cugina si scusa per stamattina ma lui non è incavolato per quello e di conseguenza mente, Faith se ne accorge ma torna da Hay e Niall, Harry viene da me e … Aspetta, Harry sta venendo?
-Devi aiutarmi.- Fu la sua disperata affermazione.
-Okay, è destino che questa carne non la cucini io, perfetto.-
-Zayn ci pensi tu?- Esclamai con fare impegnato.
La sua risposta fu un semplice “Ok”.
-Su, vieni con me.- Presi il mio migliore amico con me ed entrammo in casa per poi camminare fino alla fine del corridoio, dove cominciammo a parlare.
-Allora, qual è questo grande problema?- Chiesi, nonostante sapessi esattamente cosa lo turbava.
-Non fare l’idiota Louis, lo sai perfettamente.- Sbottò brusco. Harry ed io siamo così, ci leggiamo nel pensiero tanto siamo legati. Siamo come fratelli, siamo due libri aperti. Niente segreti tra di noi.
-Hai ragione, so perfettamente che sei geloso di Faith.-
-Scommetto tutto l’oro del mondo che hai guardato tutta la scena.-
-Esatto. Che poi è solo un bacio sulla guancia, che vuoi che sia?-
-Lou, oggi è un bacio sulla guancia, domani un abbraccio, dopo domani un bacio vero e proprio e così via... Si vede da un chilometro che Niall è pazzo di Faith e anche se gli voglio bene non posso permettere che la porti via.-
-Il punto è che non so come agire…-Continuò poco dopo.
-Ma che sei scemo? Vai di là e chiedile di uscire prima che possa farlo Niall!-
-C-cosa? Chiederle di uscire dici…?- Fu la sua insicura risposta.
-Ma certo! Muoviti, potrebbe già essere tardi!- Lo incitai.
A grandi passi si diresse fuori e io con lui.
Non ci mise molto a prendere Faith per il braccio e tirarsela in un angolino.
Ero troppo lontano per sentire qualcosa, ma mia cugina che arrossiva e annuiva era più che sufficiente come risposta.
 
Hayley’s POV
 
Osservavo la scena da lontano.
Mio fratello le aveva chiesto di uscire.
E lei aveva detto di si.
Ma non aveva detto che non lo ricambiava?
Stavo a farmi i miei soliti complessi mentali, quando una biondina con il colorito da pomodoro si avvicinava a me.
-Oddio oddio oddio Hayley non ci crederai mai!- Esordì vivacemente.
-Non eri tu quella che non provava nulla?-
-Chi io?-
-Si tu. Ma scommetto che mentivi, giusto?-
-Puoi scommetterci.-
-Ookay. Quando uscite?-
-Stasera.-
-Uh, precoce il ragazzo! E cosa hai intenzione di mettere?- Domandai, più curiosa che mai.
-Oh. Santa. Maria. Dolores.- Si irrigidì.
Oh Signore, non dirmi che…
-…non so che mettermi.-




Heey gente *nonuccidetemi* sono tornata! Scusate, ma tra scuola e impegni vari a malapena ho trovato il tempo di scrivere! Ora devo scappare, ma ricordate: vi amo tutti.
Grazie mille a tutti i lettori, see u soon!
SOON.

VERY SOON.

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Capitolo 15
*** Ready, steady, grab your bag and go. ***


 

 

 

Hayley’s POV

 

Eravamo nella camera di Faith e c’era il casino più totale: armadio spalancato, vestiti dappertutto, scarpe sul pavimento, cinture sulla scrivania e, come a peggiorare la situazione, il bagno privato era praticamente sottosopra.

Dopo un pranzo lunghissimo in cui gli sguardi erano stati i protagonisti, i due piccioncini si erano chiusi nelle loro stanze e, ovviamente, a chi era toccato seguirli? A noi!

I ragazzi da mio fratello e io da Faith, che praticamente si stava scervellando da più o meno tre ore e mezza per capire cosa avrebbe potuto indossare quella sera.

-Hayley! Mi hai sentito?- La sentii dire risvegliandomi dai miei pensieri.

-Eh?-

-Guarda qua.- Disse mostrandomi un altro outfit (avevo ormai perso il conto). Vi dico già che non era nulla di particolare, inutile spendere parole per descrivervelo.

-Sei seria?- Dissi guardando disgustata prima il vestito e poi lei.

-Sono disperata!- Si buttò sul letto con fare, appunto, disperato.

-Faith, ma perché la fai tanto lunga? Io alla prima uscita con Justin ero vestita con le converse, stai calma!- Cercai di calmarla, inutilmente.

Solo a quel punto mi resi conto di che cavolata avevo detto: Justin era un ragazzo normale, Harry, invece, era una star mondiale! Che avrebbero detto i giornali sull’abbigliamento della mia amica?

Mi guardava male, anzi, male è dire poco.

-Okay, ho detto una stupidaggine.- Ammisi.

-Si tesoro, l’hai detta eccome!- Rincarò la dose. Feci finta di non avere sentito.

Che poteva mettersi quella povera disgraziata al suo primo appuntamento?

EUREKA!

-Ho trovato!- Urlai all’improvviso facendola sobbalzare.

-Davvero?- Fu la sua incredula risposta.

-Vieni con me!- Le presi la mano per poi trascinarla nella mia stanza. Spalancai l’armadio e cominciai a frugare tra i vestiti appesi.

-Ma dove diavolo?!- Mormoravo mentre cercavo.

-ECCOLO!- Appena mostrai l’abito alla bionda, un’espressione di stupore si formò sul suo viso.

-Mio Dio… E’ l’abito più bello che abbia mai visto.- Riuscì a mormorare meravigliata.

Era un vestito bianco sui toni del grigio, corto fino alle ginocchia, con delle decorazioni floreali sull’orlo.

Tornammo nella sua stanza e l’occhio mi cadde sull’orologio appeso al muro: erano le sei e mezza! L’appuntamento era esattamente un’ora dopo, eravamo in un ritardo assurdo!
Afferrai un paio di tacchi abbinati e la spinsi in bagno facendole fretta e raccomandandole di fare in tempo: avevo qualcosa di più importante da fare che trasformare Faith in Cenerentola.

D’altronde io avevo concluso il mio compito, per cui avevo tutta la libertà di svolgere la mia “missione” o, come l’avevo chiamata io, “missione spionaggio al fratello idiota”. Okay, non sarà proprio azzeccato come nome, ma suona bene.

Uscii dalla camera con passo felpato e con altrettanta attenzione mi avvicinai alla porta di mio fratello appoggiandoci sopra l’orecchio, per sentire meglio.

-Io non posso! Non ce la faccio!- Sentii dire proprio da Harry.

Poi, dei passi si avvicinarono alla porta.
Scappai a nascondermi prima che potessi sentire altro; se mi avessero scoperta sarebbe stata una tragedia, anche perché se non mi fossi spostata in tempo mi sarei beccata un colpo di porta in faccia!

Perché mio fratello aveva detto quelle cose…? C’era qualcosa che non mi aveva detto, forse un segreto? E perché il suo tono sembrava di sperato? Cosa c’era sotto?

Dovevo scoprire quello che stava succedendo.

 

Louis’ POV

 

-E questi?- Chiese il riccio, prendendo L’ENNESIMO paio di pantaloni dall’armadio. Cominciavo a credere che quello non fosse un armadio, bensì la borsa di Mary Poppins.

Stavo morendo dalla noia chiuso in quella camera.

-Non si abbinano alla maglia.- Ebbi la forza di mormorare.

I ragazzi erano stremati quanto me: dopo pranzo avevamo prenotato il ristorante e poi Harry ci aveva trascinati in camera sua senza sentire ragioni.

E la cosa strana è che stava andando nel panico, quell’idiota.

Continuava a ripetere che forse era troppo presto, che aveva paura di fare una figura di cacca, di non essere all’altezza e bla bla bla.

-Non posso! Non ce la faccio!- Si autocommiserava.-

-Harry, ti stai riducendo così per un’uscita? Ma nemmeno se a Faith piacesse un altro, dai!- Alle mie parole Niall sbiancò e con passo veloce uscì dalla camera. Ma si può sapere che diavolo aveva? Ci guardammo straniti per poi sospirare all’unisono.

Continuai il mio discorso:- Il punto è che hai la strada spianata! Fregatene se non fai una bella impressione! Se le piaci, le piaci per come sei, stop. E’ inutile che ti fai pippe mentali inutili!-

-Già! Che poi un tipo come te come potrebbe non piacere?- Proseguì Liam.

-Su, infilati una camicia, dei pantaloni e una giacca e via, tanto peggio del mio primo appuntamento con Perrie non può andare!- Commentò Zayn, al che scoppiammo a ridere.

-Grazie ragazzi.- Disse sincero Harry.

-Grazie ragazzi un emerito corno! VAI A VESTIRTI CHE MANCA UN’ORA, CRETINO!- Lo sgridai interrompendo la pace.

-Certo che è proprio un idiota.- Commentai appena il ragazzo fu uscito.

-Eh già.- Sospirò Liam.

-Ragazzi, ma voi sapete che aveva Niall? Sembrava strano... E’ uscito così in fretta.- Osservò poco dopo.

In effetti Niall è un tipo pacato; quelli scettici e frettolosi siamo io ed Harry.

-Molto strano… Davvero molto strano…- Imitai un detective.

-Lou, non fai ridere.- Fu l’espressione seria del pakistano.

-Mi hai rovinato la scena!- Protestai.

Silenzio.

Silenzio.

Silenzio.

-EEETCIU’!- Starnutì ad un certo punto Liam, facendoci sobbalzare.

-Dio Santo Liam! Mi hai fatto prendere un colpo!- Strillò Zayn.

-Comunque… Chi di voi ha capito cos’ha Niall? Perché io, sinceramente, non me la spiego tutta questa fretta.- Ricominciai.

-Vediamo… E’ scappato quando stavi parlando con Harry…- Rifletté Liam.

-Proprio quando hai detto “Nemmeno se a Faith piacesse un altro”…- Continuò Zayn.

Ci guardammo in faccia, increduli. Che fosse davvero quello il motivo per cui il biondo era scappato?

Ci guardammo per cinque minuti abbondanti, dopodiché pronunciammo un sonoro –NAAAH!- abbandonando l’idea.

-Secondo voi, mia cugina come si veste?- Domandai, curioso della risposta dei miei amici.

-Sarà sex-VOLEVO DIRE BELLISSIMA COME SEMPRE!- Disse Liam, facendo scoppiare Zayn a ridere e beccandosi un’occhiataccia da parte mia.

-Io a dire la verità non lo so, spero solo che Hayley non abbia combinato un macello.- Ammise il moro.

-A proposito di Hayley, chissà se ha visto Niall! Anzi, esco e glielo chiedo!- Dissi alzandomi.

Feci per aprire la porta, ma sbatté contro qualcosa. Anzi, qualcuno.

-Ahia!- Urlò una voce femminile.

-Hay, che cavolo ci facevi là dietro? Ci stavi spiando?-

-Chi? IO? NOO!- Mentì inscenando una farsa da attrice consumata.

-Fattelo dire, come attrice fai a dire poco pena.-

-Ma vai a-

Liam tentò di calmare le acque:-RAGAZZI, NON VI AGITATE!-

-Io non sono agitata, è Louis che non riesce a pronunciare una frase senza offendere!-

-Io non ti ho offesa!- Urlai, tentando di difendermi.

-Io invece mi sono offesa!- Replicò Hayley.

-Ma non me ne frega un piffero se ti sei offesa!-

-Ma guarda un po’ questo, io ti…- Fece per urlarmi contro, ma lasciò la frase in sospeso, incantata da ciò che vide. Harry era appena uscito dal bagno, tutto in tiro ed elegantissimo.

Pronunciammo uno –WOW- in coro, dopodiché Zayn se ne uscì con un –Amico, Faith è fortunata!-.

-Zayn, ma ci sei o ci fai?- Lo accusai.

-Giorni Celesti, Harry sei…WOW!- Esclamò la sorella guardandolo con ammirazione.

-Faith è davvero fortunata!- Gli scoccò un bacio sulla guancia.

-Ragazzi, secondo voi va bene?- Mormorò.

-ALTROCHE’!- Gridò Liam.

-Speriamo che vada tutto bene…- Era spaventato, comprensibile dato che Faith è una…pazza.

-Okay gente, ora vado a vedere a che punto è la biondina, preparatevi psicologicamente!- Squittì Hayley in pieno stile Barbie.

-Hey… Ma dov’è Niall?- Chiese il riccio guardandosi intorno.

-Boh.- Fu la nostra risposta.

-Dobbiamo parlare io e te.- Mi rivolsi serio ad Harry. Sul suo viso si formò un’espressione seria, ma anche preoccupata.

Lo minacciai.

-Noi ci conosciamo da due anni e siamo praticamente fratelli, ma ti giuro che se le spezzi il cuore ti uccido. Ti butto sotto un treno. O, peggio ancora, ti sfratto. Prova a farla piangere anche solo una volta, e mi vedrai trasformarmi nel tuo peggior nemico. Sono stato chiaro, Harry Styles?- La sua espressione non cambiava.

-Dai Lou, non farlo cagare sotto!- Intervenne Zayn con molta poca finezza.

-No Zayn, quello che ha detto è importante.- Questa volta fu proprio il diretto interessato a parlare.

-Louis, sta’ tranquillo. Ti prometto che non la ferirò e se, in qualche modo per ora sconosciuto, dovessi farle del male, mi ucciderei da solo.- Parlava seriamente e per avere 19 anni non era un discorso da niente.

-TA DAAA!- Fu l’urletto di Hayley che spezzò l’aria solenne.

Aprì la porta della camera della bionda e da lì ne uscì una Faith fantastica, candida, perfetta per Harry.

I ragazzi avevano la bocca spalancata.

-Chiudete quelle bocche, fino a prova contraria è mia cugina.- Li rimproverai. Tutti improvvisamente si ricomposero.

-Hey.- Mormorò il mio migliore amico.-

-Hey.- Rispose allo stesso modo Faith.

-Okay, sei bellissima, siete perfetti, siete pronti, siete caldi, siete dolcissimi e forse lo siete anche troppo, MA ORA FUORI DALLE PALLE!- Cominciai a dire a raffica mentre li spingevo giù per le scale e verso la porta.

Aprii la porta e li spinsi fuori sotto le facce esterrefatte di Hay, dei ragazzi e addirittura di loro stessi.

-Me ne sono liberato!- Esclamai soddisfatto. A un certo punto qualcuno bussò:

-Lou, idiota che non sei altro, ho lasciato la borsa sul tavolo!- Strillò da fuori mia cugina.

Presi la borsa, aprii per la seconda volta la porta e gliela lanciai, meritandomi un insulto da parte di entrambi, per poi richiudere la porta con le risate dei presenti come sottofondo.

Finalmente, PACE.

 

Harry’s POV

 

Eravamo appena “usciti”, quando il taxi si fermò proprio davanti al cancello.

Ci incamminammo ed entrammo nell’abitacolo.

A un certo punto, scoppiammo a ridere per la scena di poco prima.

-Mio cugino è un idiota.-  Riuscì a dire tra le risate.

-Puoi scommetterci bellezza!- Avvampammo. Era la prima volta che uscivamo da soli e avevo così paura che tutto andasse storto…

A un certo punto il taxi si fermò di colpo, facendoci sbattere l’uno contro l’altro.

Pagai il tassista e scendemmo.

Avevo prenotato in uno dei locali più lussuosi di Londra: uno dei vantaggi di essere Harry Styles è che ogni cosa è possibile, o almeno la maggior parte. Ma nonostante tutte queste possibilità non mi sbilancio quasi mai.

Entrammo e la calda atmosfera del ristorante ci avvolse; nonostante fossero gli ultimi di luglio, Londra non perdeva la sua frescura, o almeno non di sera.

-Avete una prenotazione?- Chiese il metre, arrivato e impostatosi davanti a noi.

-Certo, il cognome è Williams.- Risposi prontamente.

-Vado a guardare sul registro e torno immediatamente!- Continuò, per poi sparire dietro al bancone.

-Perché hai prenotato con il cognome di tua sorella?- Domandò la mia accompagnatrice con aria stranita.

-Per non dare nell’occhio.- Le feci l’occhiolino e lei sorrise complice.

L’uomo ritornò da noi e senza battere ciglio ci diede una notizia inaspettata:

-Mi dispiace, ma il tavolo a questo nome è già occupato.-

Oh, porca miseria.

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Capitolo 16
*** Beautiful, strange, enchanting. ***


 

 

 

 

Faith’s POV

 

-Che cosa?- Chiesi al cameriere, incredula.

-Il tavolo a questo nome è stato occupato, mi dispiace.-

-Scusi, occupato da chi?- Chiese Harry, cercando di capirci qualcosa.

-Da quelle signorine là.- Ci indicò un tavolo distante qualche metro e poi scomparì come era apparso.

Misi a fuoco il tavolo e riconobbi i volti di quelle due quaglie di cui Hayley mi aveva parlato: Kelly e Louren.

-Loro.- Mormorò Harry con tono abbastanza arrabbiato.

-Ah, le vedi pure tu? Allora non è un sogno. E’ peggio. E’ un incubo.- Risposi.

-Com’è possibile che abbiano saputo dell’uscita?- Chiese di nuovo.

-Devono avere origliato le nostre conversazioni in giardino mentre passavano per la strada, in fondo Kelly è sempre la tua vicina di casa.- Lo feci riflettere.

-Si, ma come sapevano dello stratagemma del cognome?-

-A questo penseremo dopo, piuttosto pensa al cibo. Hai soldi con te?-

-No, il ristorante chiede il pagamento anticipato quando prenoti. In parole povere sono senza un lira.- Ammise il riccio guardandosi intorno in cerca di un’idea, ma ottenne solo di incavolarsi di più.

-Io quelle due le strangolo, sicuro come la morte.- Disse mentre ribolliva di rabbia.

-Calma furia, ho un’idea.- Gli lasciai la mia borsa in mano e mi diressi verso il tavolo delle due trote salmonate cercando di inscenare una vamp, con tanto di sorriso falso.

-Beh, buona sera!- Mi rivolsi a loro con un tono leggermente più acuto, che mi faceva sembrare più furba di quanto già non fossi.

La prima a parlare fu Kelly.

-Tu devi essere Faith a quanto vedo.-

-Esatto.- Confermai.

-Cosa ci fai qui? Sei arrivata tardi.- Sibilò l’altra, la mora, Louren.

La bionda la zittì con un gesto rapido della mano.

-In cosa posso aiutarti, cara?- Domandò dolcemente, ma con il tono più falso del mondo.

Era lei a comandare, era Kelly il capo. Louren la guardava sempre, era incerta e goffa, mentre Kelly era molto più preparata, molto più cattiva e spigolosa. La mora era un bersaglio facile, lei invece no.

-Niente… Ero solo venuta ad augurarvi buona serata. Avete vinto voi, godetevi la cena.- Mentii spudoratamente, ma l’espressione della bionda dai morbidi capelli ricci sembrò piuttosto soddisfatta e così quella della cugina Louren. Ci erano cascate.

Sorrisi sinceramente, mi stavano guardando in faccia e non badavano ai miei movimenti.

Molto, molto silenziosamente e con altrettanta attenzione, sfilai un piatto di tartine dal tavolo e, approfittando della loro disattenzione, lo portai dietro la schiena in modo da non farlo vedere.

Mi allontanai velocemente facendo del mio meglio per non fare vedere il piatto e soprattutto per non farmi vedere dal personale.

Appena arrivai all’entrata, Harry scoppiò a ridere sguaiatamente, risata alla quale mi aggiunsi poco dopo avergli porso il piatto.

-Tu sei un genio!- Riuscì a mormorare tra le risate.

-Avanti, filiamocela prima che il proprietario ci veda!- Dissi spingendolo fuori.

Tirai un sospiro di sollievo: ce l’avevo fatta.

-Allora, sono o non sono una grande attrice?-

-Decisamente si! Io non avrei mai avuto un lampo di genio simile, sei stata formidabile!-

-Allora… Che facciamo? Chiamo il taxi e torniamo a casa o…- Chiese poco dopo con un’aria un po’ delusa.

-Ma scherzi? E finire l’appuntamento qui? Dopo che ho rubato un piatto al ristorante più elegante di Londra? Dopo che ho preso per il culo le tue nemiche storiche? Non se ne parla.-

-Okay, tanto non avevo soldi per pagare il taxi, per cui credo che ci faremo una bella passeggiata per tornare a casa.-

-Tartina?- Me ne porse una e l’accettai volentieri.

Cominciammo a camminare in una strada vuota, illuminata solo dai lampioni.

-Che poi tu ti dimentichi il portafogli proprio a un appuntamento?-

-Se quell’idiota di tuo cugino non ci avesse praticamente sbattuto fuori di casa, me ne sarei ricordato!-

-Dopo la genialata che mi è venuta stasera mi chiedo com’è che possiamo essere parenti.-

-E’ la stessa cosa che mi sono chiesto la prima volta che ti ho vista…-

-E hai pure avuto il coraggio di scambiare il mio cognome con ‘Tomlinson’! Cioè, renditi conto!- Scherzai a proposito.

-Mah. Però ho notato che, nonostante tutto, andate molto d’accordo.- In effetti era vero: Lou mi aveva fatto sentire a casa fin da subito e mi proteggeva come un fratello maggiore, eravamo molto legati. Se poi io e Harry avevamo cominciato a sopportarci era anche merito suo (e della sua pazza scommessa!).

-Posso farti una domanda?- Cominciò all’improvviso.

-Spara.-

-Com’è la tua vita in Italia?- Mi aveva colto alla sprovvista. Era una domanda sagace, inaspettata se contiamo con chi avevo a che fare.

-Beh, non ho molte amiche, la maggior parte mi ha mollata quest’anno dopo che mi sono rifiutata di passare loro la versione di greco durante un compito. In fondo “meglio poche ma buone”, no? Quanto a ragazzi…- Lasciai la frase in sospeso.

-Oddio, ecco cosa mi ero scordato!- Si batté la mano sulla fronte.

-Non ti ho chiesto se eri fidanzata!- Che cretino.

-Ma il fatto che io abbia accettato l’invito non ti dice nulla?- Suggerii.

-Scusa, sono un po’ nervoso e quindi la maggior parte dei miei neuroni è fuori uso.- Arrossii all’istante: in parole povere lo facevo ingarbugliare! Gli piacevo fino a quel punto!

Andai in brodo di giuggiole.

-Comunque…Come? Non mi dire che non ti viene nessuno dietro!- Urlò facendo rimbombare la sua voce in tutta la strada.

-Fai piano…! Insomma, qualcuno mi viene dietro, ma sono tutti tamarri.- Ammisi facendolo scoppiare a ridere.

-Quindi io sarei normale?-

-Diciamo…Nella media… Più o meno.- Dissi apposta. Amavo così tanto quanto rideva, era come se potesse illuminare il mondo con un semplice sorriso. E in un certo senso lo faceva, illuminava il mio.

Lui era molto più che nella media. Una come me se lo sognava un ragazzo così.

-Tu invece?- Sputai a bruciapelo, cogliendolo di sorpresa.

-Io non ho una vita normale da molto ormai. A parte qualche flirt, non esco quasi mai con delle ragazze. Questo è il mio primo appuntamento dopo mesi, è per questo che sono così nervoso. O almeno lo ero, stare con te mi mette a mio agio.- Confessò sorridendomi. E io nel frattempo morivo.

-Ma non ti fanno male?- Indicò i miei tacchi. Solo allora mi accorsi che facevano un male cane.

-Grazie per avermelo ricordato! Continua a sorridere, fai da anti-dolorifico.- Mi lasciai scappare. Guardai le scarpe che mi facevano sfiorare il 1.87 e poi rivolsi lo sguardo al riccio, che mi guardava con dolcezza.

A quel punto mi accorsi che le tartine erano finite da un pezzo; presi il piatto e, anche se era di ceramica, lo buttai nell’apposito bidone della raccolta differenziata.

-Sei bellissima, ma hai la finezza di un maschiaccio.-

-Ho un rapporto stretto con mio padre, le mie maniere forti derivano da questo.-

-Cos’altro hai preso da tuo padre?- Sembrò incuriosito.

-Beh… La passione per gli sport per esempio, per le escursioni, per la vita “spericolata”… Sono diventata indipendente principalmente grazie a lui. Caratterialmente somiglio un po’ a lui e un po’ a mia madre: rifletto sempre sulle decisioni ma agisco e penso in fretta. Prendi come esempio stasera: ho pensato subito a una soluzione, ma, anche se velocemente, ci ho riflettuto e l’ho valutata. Il resto del mio carattere è particolare, è totalmente diverso dai loro. Fisicamente, invece, sono la sua fotocopia. Ora non voglio dire che non somiglio per nulla a mia madre; ho il suo sorriso e se non fosse per i suoi santi insegnamenti, sarei un’incosciente. Poi il resto è un mistero, io stessa non sono mai riuscita a capirmi fino in fondo, ma mi piace esplorare il mio modo di essere poco a poco.- Sembrava sbalordito. Avevo parlato un sacco e mi ero raccontata come non avevo fatto mai in meno di un minuto.

-Sei interessante.- Mi guardò con sguardo enigmatico.

-Harry, anziché studiarmi, pensa ad attraversare la strada!- Ci fermammo di colpo e imboccammo la strada giusta verso casa.

Era tardi e stavo morendo di freddo.

Quasi a leggermi nel pensiero, si sfilò la giacca e la poggiò sulle mie spalle.

-Scommetto invece che tu sei tutto tua madre.- Sparai.

-Hai azzeccato. Le somiglio in tutto e per tutto e sono grato per questo, lei è la mia ancora di salvezza. Nonostante io sia andato a vivere con mio padre, con lei ho un rapporto speciale. Tutti mi dicono “Sei la stampa di tua madre!” e ne sono fiero, è una donna coraggiosa ed essere paragonato a lei mi riempie di orgoglio.- Spiegò, mentre io studiavo ogni suo singolo movimento e dettaglio. Avevo visto una foto di sua madre, una volta, e non mi era sfuggito di notare la somiglianza che c’era tra di loro: gli occhi, la bocca… qualsiasi cosa.

Eravamo piuttosto vicini. Le nostre mani si sfioravano.

A un certo punto si toccarono addirittura.

Mi ricordai improvvisamente di quel giorno in cui stavamo sistemando la stanza degli armadi e gli ero praticamente caduta addosso. Ci eravamo messi seduti e, per chissà quale motivo, avevo poggiato la mia mano sulla sua, incredibilmente più grande. Stava per intrecciarla alla mia, ma l’avevo ritratta, come terrorizzata da quel contatto che ora tanto desideravo.

Non ebbi neanche il tempo di prendere l’iniziativa: mi prese la mano e la strinse senza però farmi male. Ricambiai la stretta e, inconsciamente, gli sorrisi e lui fece lo stesso.

-Hai le mani da pianista.- Mi fece notare aprendo la sua mano in modo da mostrare la mia appoggiata di sopra.

-Lo dice anche mio padre. E’ per lui che suono.- Dissi, ricordando le tante volte in cui mi aveva spinto a prendere lezioni.

-Mi piacerebbe sentirti suonare.- Ammise senza, però, guardarmi in faccia e rivolgendo lo sguardo altrove.

-Non sono così brava…-

-Io dico di si invece.-

-Io dico che ti sbagli.-

-Avanti, non buttarti giù in questo modo!-

-Lo dico perché è vero, non lo dico solo per farti pena.- Sibilai, dopodiché ritirai la mia mia mano da quella stretta, tanto forte quanto sognata.

-Eccoci arrivati…- Sospirò, prima di ritrovarci sulla soglia del cancello.

-Hai già sonno?- Domandai, volevo che quella serata non finisse mai.

-Nah. E se ci sedessimo sul dondolo a parlare?- Propose. Accettai con entusiasmo la proposta e camminammo fino all’altra parte del giardino, fino ad arrivare al laghetto e, appunto, al dondolo. Lui si sedette per primo.

-Non ti siedi?-

-Aspetta un attimo.- Pronunciai, prima di sfilare i tacchi e gettarli nello stagno con un gesto spazientito.

-Meglio ora?- Continuò trattenendo una risata, mentre mi sedevo accanto a lui.

-Odio i tacchi.- Rivelai. Era inutile tenere la maschera da ragazza perfetta, con lui mi confidavo sempre. I nostri segreti diminuivano ogni giorno che passava.

-Hai già guardato in alto?- Mi colse di sorpresa: era una domanda bizzarra, ma non tardai a fare come mi aveva detto.

Rimasi lì, con il naso in aria, ad ammirare la moltitudine di stelle che popolavano il cielo quella notte. C’era la luna piena.

-E’… è bellissimo, oddio.- Mormorai.

-Da qui si vede tutto. E dovrebbe essere il mio modo per chiederti scusa per la serata… complicata, ecco.- Spiegò con aria delusa.

-Mi sento un idiota. Sarà perché lo sono forse.- Continuò.

-Stai parlando con la tipa che ha buttato delle scarpe da € 350 in acqua solo perché le facevano male!- Gli feci notare. Rimase pensieroso un attimo ma poi cominciò a ridere lentamente fino a sfociare in una risata cristallina che di umano aveva ben poco; più che altro, quella risata apparteneva solo agli angeli.

Mi guardai intorno: il lago, l’altalena, i salici piangenti, la luna, le stelle… Quel posto sembrava il set di un film romantico e la serata stramba che ci era toccata, sembrava non appartenerci minimamente per quanto bello fosse il luogo in cui ci trovavamo.

Senza che me ne accorgessi, stava appoggiando il braccio intorno alla mia spalla. Mossa vista e ri-vista, ma che faceva sempre il suo effetto. Ora, in linea d’aria eravamo più vicini.

Mi voltai verso di lui. I nostri visi a malapena si sfioravano. L’attrazione era forte, la distanza troppa.

La tensione aumentava, i centimetri che ci allontanavano diminuivano.

Una parte di me mi voleva fermare, mi voleva far credere che tutto quello fosse sbagliato.

Come può però, un bacio, nel suo piccolo mondo di tenerezza, essere sbagliato?

Ma dovevo fare qualcosa per me stessa e, allo stesso tempo, qualcosa per Harry, per fargli capire che quello che lui provava era ricambiato.

Le nostre labbra si sfioravano appena; ero ancora in tempo per fermarmi.

Dopo un mese di sguardi, pensai, ne vale più la pena aspettare? 

Basta.

Niente più domande.

Solo le nostre labbra che combaciavano.

Credo di essere diventata come minimo porpora dopo quel bacio.

-Lo sai vero, che non possiamo più tornare indietro?- Sussurrò al mio orecchio.

-Non ho intenzione di tornare indietro.- Fu la mia decisa risposta.

Proprio in quel momento cruciale, l’impianto di irrigazione si attivò.

All’improvviso ci ritrovammo fradici (e, tanto per la cronaca, l’acqua era ghiacciata!)

Afferrò la mia mano e scappammo verso la porta del retro, che non era mai chiusa a chiave.

-E’ FREDDA, E’ FREDDA!- Strillavo mentre percorrevo più veloce che potevo quella piccola distanza.

Una volta all’asciutto, il primo a parlare fu lui:

-Ma gli irrigatori non si accendono all’alba?-

Quindi qualcuno li aveva attivati manualmente…

-Louis.- Mormorammo in coro.

Ci lanciammo un’occhiata complice, come a dirci “Ce la pagherà”.

-E’ tardi.- Esclamò dopo un po’ di silenzio.

-Andiamo a dormire, su.- Lo incitai, mentre cominciavamo a salire le scale.

-Che serata strana.- Riflettei.

-Però ci siamo divertiti.- Continuò.

Una volta davanti alla porta della mia camera, si chinò e fece il baciamano.

-Incantato di averla conosciuta.- Recitò alla perfezione la sua parte da principe azzurro, che sembrava cucitagli addosso.

Ci sorridemmo ed entrammo nelle nostre stanze.

Mi precipitai nel bagno a mettermi qualcosa di asciutto, ma non potei fare a meno di notare che era stata la più bella, strana, incantevole serata della mia vita.

 

 

 

 

 

...

MI

DISPIACE

COSI'

TANTO.

Mi dispiace un sacco di non essere riuscita a mettre lo spazio autrice ultimamente o di averlo fatto troppo corto, il punto è che non ho avuto molto tempo ultimamente e so che se comincio a scrivere non la finisco più e mi duole il cuore a scrivere solamente "Heey, scusate il ritardo! Vi voglio bene!" perché, insomma, siete i miei lettori! Leggete la mia storia! E vi ringrazio a malapena! Mi meraviglio di me stessa! Per cui vi chiedo SCUSA dal profondo del mio cuore e cercherò di trovare il tempo anche per lo spazio autrice ma se non dovessi vi prego di comprendermi.

Argomento chiuso, passiamo ora al capitolo!

Quando dico che questo capitolo è VENUTO DAVVERO BENE non scherzo. E no, non sto cercando di darmi delle arie, lo deduco dal fatto che l'ho scritto di getto ed ero ispiratissima. Ed è raro che mi metta a scrivere così, per cui sono molto orgogliosa del risultato e spero di non avervi delusi (: 

Vi avviso che il prossimo capitolo sarà assolutamente un colpo al cuore, ci saranno un bel po' di colpi di scena da ora in poi. Tra un po' concluderò anche la prima stagione della fanfiction e da lì TUTTO cambierà, restate sintonizzati ;)

Ora devo andare, perché il capitolo 17 si fa sempre più spazio nella mia mente, era da così tanto che aspettavo di scriverlo, praticamente dall'inizio!

Vi voglio un bene dell'anima, senza di voi io non sarei arrivata a questo livello, GRAZIE MILLE e al prossimo aggiornamento! 

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Capitolo 17
*** Till the gravity is too much. ***



 


 
Faith’s POV
 
La luce penetrava dalle fessure della tapparella. Si sentivano già gli schiamazzi tipici della mattina provenire dal piano inferiore; solo una voce mancava, e scommetto che avete già capito di chi sto parlando. Mi alzai pimpante e spalancai la porta della stanza, dopodiché scesi i gradini della scala e mi diressi verso la cucina, come ogni mattina, dopotutto.
-Ma salve, bella addormentata!- Salutò Hayley con un sorriso stampato sul volto. La abbracciai ridendo, tanto mi sentivo felice quella mattina.
-Hey, com’è andata ieri?- Misi a fuoco la figura di Liam che spuntava dal corridoio con un mazzo di prezzemolo in mano, di sicuro tornava dal giardino.
-Beh, diciamo che è stata una serata un po’ movimentata…- Commentai, non potendo fare a meno di sorridere ricordando la sera precedente. Nel frattempo un sorriso furbetto si faceva spazio sul volto di Louis, e già sapevo perché.
-Inutile che ridi, tanto lo sai che la prossima volta che metti piede in giardino ti annego!- Lo minacciai mentre la figura di lui zuppo si faceva spazio nella mia mente.
-Non sono stato io!- Cercò di discolparsi, mentre una risata generale riempiva l’aria.
-Certo, e gli asini volano!- Fu la battuta di Zayn.
-Bagno a parte, ieri mi sono divertita molto, solo che abbiamo avuto una spiacevole sorpresa…- Improvvisamente la preoccupazione si fece spazio sul viso dei presenti.
-Qualcuno ci ha fregato i posti al ristorante, e si da il caso che quel “qualcuno” fossero Kelly e Louren.- Hay si lasciò scappare un urlo.
-CHE COSA? SERIAMENTE?-
-Ma sono riuscita a fregare loro un piatto di tartine. Voglio dire, ho ingannato le regine dell’inganno! E ho anche rubato al più costoso ristorante di Londra… Almeno ci siamo saziati.- Riflettei.
-Harry è messo bene: la sorella tira pugni alle bionde rifatte e la fidanzata ruba loro la cena.- Alla parola “fidanzata” il latte mi andò di traverso.
-Zayn, non sono la sua fidanzata!- Dissi rivolgendomi all’autore della battuta di poco prima.
-A giudicare da come vi sbaciucchiavate ieri sera si direbbe l’esatto contrario, sai?- Ribatté scambiandosi un’occhiata complice con il resto dei ragazzi.
Come facevano a saperlo? In effetti dovevano per forza essere svegli per potere attivare gli irrigatori…
-Aspettate… Ci stavate spiando tutti? Da Louis me lo sarei aspettato, ma da voi no!- Strillai irritata.
-HEY! Mi offendo vedi!- Strillò a sua volta Lou.
-Ma sai che me ne frega se ti offendi!- Risposi scocciata per poi pentirmene subito dopo.
-Mi dispiace. Ti sei offeso?- Sussurrai.
-Beh, per tua informazione mi sono offeso un sacco. E ora, se mi vuoi scusare, vado a farmi una doccia!- Si diresse verso la scala con una camminata da papera e un’espressione buffa ma poi tornò ad abbracciarmi, segno che non se l’era presa.
-Louis…-
-Dimmi.-
-Vai a fartela per davvero una doccia, puzzi.- Mi svincolai dalla stretta e lo spinsi verso la scala. Lui recitò la stessa scena di prima: camminata a papera verso il bagno, con tanto di bacio volante l’attimo prima di chiudersi dentro la stanza.
-Scusate ma… Avete visto Niall? E’ da ieri che non si fa vedere.- Dissi, accorgendomi solo in quel momento della sua assenza.
-Ah si, ieri sera ci ha detto che  è scappato all’improvviso perché ha vomitato… Comunque è sceso in sala di registrazione molto presto stamattina; deve essere qualcosa di importante, perché non ha neanche fatto colazione.- Mi informò Liam.
Versai del caffè in una tazza e, senza pensarci due volte, mi diressi verso la sala musica. Dovevo indagare. Insomma, Niall ha lo stomaco più capiente di questo mondo e voleva farci credere che il giorno prima era scomparso perché aveva vomitato? C’era qualcosa sotto.
Presi un respiro e bussai:
-Si può?- Dissi a un fil di voce, aprendo una fessura nella porta.
-Faith? Oh, beh, si… ehm… c-certo, entra.- Lo sentii balbettare. Aprii la porta e vidi Niall poggiare la chitarra e cercare di riordinare la moltitudine di fogli che c’erano in giro.
-Come stai? Sai, i ragazzi mi hanno detto che non hai fatto colazione e ti ho portato il caffè.- Cinguettai premurosa.
-Oh, grazie.- Rispose dopo che glielo ebbi porso.
-Com’è andata l’uscita?- Domandò alzando lo sguardo verso di me e li vidi: i suoi occhi azzurri erano gonfi e contornati da venuzze rosse, segno che aveva pianto.
-Ehm, bene…- Farfugliai, ancora scioccata dalla mia scoperta.
-Componevi?- Indicai la sua chitarra e il mucchio disordinato di fogli accanto.
-Diciamo di si… Ero un po’ a un punto morto però.- Osservava il mucchio in silenzio.  C’era troppo, troppo silenzio. Ma il biondo parlò prima che potesse venirmi un’idea.
-Tu suoni la chitarra, vero?-
-E il pianoforte. A dire la verità con la chitarra sono una frana, con il piano sono un po’ più allenata, ecco.- Esclamai impappinandomi un po’. Stare con lui mi faceva andare il cervello in pappa e non riuscivo a spiegarmi il perché.
-Potrei darti delle ripetizioni! Anche ora, se ti va.- Propose sorridente.
-Oh… Va bene!- Accettai con entusiasmo, ma qualcosa non andava, mi sentivo… strana.
Ad ogni modo, ci sedemmo sul divanetto e lui mi porse la chitarra, mettendomela in braccio.
-Cominciamo: fammi un… do.- Disse incerto ed eseguii la nota.
-Bene… Un do diesis.- Suonai pure questo accordo.
-Re.- Feci come prima.
-Re bemolle.-
-Re diesis.-
-Mi.-
-Mi bemolle.- Suonai l’accordo ma il risultato fu un suono distorto, segno che non avevo posizionato bene le dita.
-Aspetta, ora ti do una mano io…- Si avvicinò e corresse delicatamente le posizioni delle mie dita. La sua mano sinistra era sospesa sotto la tastiera che stavo impugnando e la sua sinistra era poggiata sul mio fianco. Tutto ciò mi metteva ansia, lui mi metteva ansia.
Nonostante ciò, eseguii la nota e riuscii perfettamente.
-Perfetto.- Commentò. Mi girai verso di lui e mi accorsi che era davvero vicino. Molto più di quanto avessi calcolato.
Ora l’aria era tesa. Io ero immobilizzata, come imbambolata, e non riuscivo a muovermi, né tantomeno a capire cosa stava accadendo.
Lui si stava avvicinando.
 
Avete presente la gravità? Si, esatto, la forza di gravità. La forza che attrae due corpi, ma che allo stesso tempo li tiene alla stessa distanza.
 
E in quel momento io stavo maledicendo in tutte le lingue da me conosciute, vive e morte, proprio la forza di gravità. Può sembrare assurdo e infondato, ma sapevo perfettamente perché ce l’avevo con la gravità. Se non ci fosse stata, io in quel momento sarei potuta volare via.
Una volta, però, che i miei neuroni erano totalmente fulminati, neanche l’interazione gravitazionale mi avrebbe potuto salvare.
Lui si avvicinava e il mio battito cardiaco accelerava vertiginosamente: ero nel panico, non sapevo cosa fare. Chiudere gli occhi e farmi trasportare dal bacio oppure scappare e lasciare lì l’irlandese? Ero talmente confusa che mi lasciai guidare dal fato sperando in un miracolo.
Sentivo il suo respiro, sentivo i nostri nasi sfiorarsi, sentivo la mano che prima era sulla chitarra appoggiarsi sulla mia guancia e le sue labbra incredibilmente calde baciare le mie.
Ma la gravità… La gravità era troppa. Troppa per permettermi di stare lì senza muovermi, con i piedi saldi al terreno. Troppa perché ci teneva vicini e mi impediva di staccarmi.
E io stavo male, avevo la nausea perché sapevo che quello che stava accadendo era sbagliato ma non capivo perché, fin quando il mio nome, pronunciato con un fil di voce da una determinata persona, mi risvegliò e lì capii cosa avevo fatto. Ma soprattutto, a chi l’avevo fatto.
Mi staccai da Niall e balzai in piedi, ancora con la chitarra in mano e pronunciai, per la prima volta quel giorno, il fatidico nome:- Harry!-
Stava lì, davanti la porta della stanza, con una faccia a dire poco sconvolta ma, non appena pronunciai il suo nome, si allontanò alla sinistra del corridoio.
Lasciai la chitarra in mano al biondo e corsi fuori, non curandomi del fatto che lo stavo lasciando solo per l’ennesima volta, la mia priorità era lui. Stava camminando velocemente, sapeva che l’avrei rincorso e stava cercando di seminarmi, ma io lo raggiunsi.
-Harry!- Urlai correndo, prendendolo per il braccio, ma lui mi scostò e continuò a camminare.
-Harry, ti prego, posso spiegare!- Lo pregai cercando di parlargli, ma ogni tentativo di ricevere attenzione era nullo.
Lo chiamai per l’ennesima volta, quando, finalmente, rispose.
-Cosa? Che cosa vuoi? Ho visto abbastanza, non ho bisogno di vederti piagnucolare bugie.- Disse girandosi verso di me. La sua espressione era più dura che mai.
Se prima lo pregavo di farmi parlare, ora non riuscivo a formulare una parola.
-Parla, dannazione! Non avevi qualcosa da dire? Perché non ho intenzione di perdere tempo con te, non più.- Ripeté, ma non fui in grado di rispondere, ero sotto pressione.
-Come immaginavo.- Disse, per poi procedere verso l’atrio, cioè dalla direzione opposta.
Poi, a un certo punto, si girò e tornò indietro.
-Ma sai cosa c’è? C’è che non vali niente, se credi di passarla liscia pure questa volta, con il tuo bel visino e l’atteggiamento da brava ragazza, ti sbagli di grosso. Io non ti perdonerò Faith, non oggi. Non dopo quello che hai detto ieri.- Queste parole colpirono come pugnali.
-Hai testualmente detto che non saresti tornata indietro, che ne è stato di questo, eh?! Cosa è successo alla ragazza di ieri sera? Eri tu o era solo una bugia? Dimmelo, perché sto impazzendo! Mi ami per davvero? Perché al mio paese se si è innamorati di qualcuno non si va a baciare il primo che capita!- Era troppo. Ciò innescò in me una reazione incontrollata.
-Ma tu sul serio hai creduto a me? Ti ricordo che questa è tutta una finzione, quanto può esserci di vero tra di noi? E’ tutto finto accidenti, siamo fidanzati solo perché non sei stato capace a vincere una cavolo di scommessa e niente di più, tra di noi non c’è e non ci sarà mai niente! E’ inutile che ti fai film mentali sul vero amore perché non esiste, almeno non tra me e te, stanne certo. E comunque tu non sai come stanno le cose tra me e Niall e non ti permetto di giudicarmi quando non sai niente!- Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, accorgendomi solo dopo dell’errore fatale che avevo commesso. Avevo sparato cretinate a raffica senza rendermi conto di quello che dicevo e se pensavo che peggio di così non potesse andare, adesso mi sarei dovuta ricredere.
-Tu che cosa?- Mormorò incredulo mentre nei suoi occhi si faceva spazio la delusione più totale.
Tentai di riparare l’ormai irreparabile, mentre il riccio si allontanava da me con il viso bagnato di lacrime.
-Haz, non lo penso davvero, non fare così- Mi interruppe urlando.
-NON CHIAMARMI COSI’ PER LA MISERIA! Certo che lo pensi davvero, credi che non me ne sia accorto quando ho visto te e Niall baciarvi? Lo so che è tutta una bugia e me lo sarei dovuto aspettare, ma scusami se per una volta nella mia vita volevo innamorarmi senza preoccuparmi delle conseguenze!-
Stavo per aprire bocca ma lui mi precedette.
-No, non dire niente. Non voglio più saperne di te, sei come morta per me. Anzi, meglio, non sei mai esistita!- Gridò, alzando la sua voce di un’ottava.
Il suo sguardo era deluso, triste, arrabbiato, ma soprattutto era inondato di lacrime che gli bagnavano il volto. E il fatto che io fossi capace di sostenerlo sapendo di essere la causa del suo pianto, mi faceva sentire uno schifo, più di quanto non mi ci sentissi già di mio.
Ci guardammo negli occhi fino a quando lui non si girò e se ne andò verso l’atrio. Lo sentii salire le scale e chiudere una porta con un botto terrificante; doveva essere la porta della sua stanza.
In quell’istante rividi tutto quello che era successo e lì mi accorsi che la situazione era molto più che grave: avevo tradito Harry e gli avevo detto che tra di noi non c’era nulla quando provavo l’esatto contrario, avevo immischiato Niall in una questione dalla quale doveva rimanere fuori, Hayley mi avrebbe odiata di sicuro per quello che avevo fatto a suo fratello e al suo migliore amico e Louis mi avrebbe sfrattata per lo stesso motivo. Le gambe mi cedettero e caddi a terra, in ginocchio, e cominciai a piangere silenziosamente, fin quando non mi trascinai al muro e vi appoggiai la schiena mentre mi coprivo il viso con le mani.
In lontananza si sentiva un po’ di trambusto, di sicuro dovuto all’uscita del moro, dopodiché sentii dei passi sempre più vicini a me, fino a quando non alzai il viso e vidi Louis. Sembrava preoccupato.
Non ci pensai due volte: mi alzai e buttai le braccia al suo collo e lui mi acchiappò al volo stringendomi forte. Singhiozzavo violentemente contro l’incavo del suo collo, ma la sua stretta attenuava il rumore del mio pianto.
-Va tutto bene, shh... Non piangere.- Sussurrava per calmarmi, ma era inutile, continuavo a piangere sempre più forte e sembrava non ci fosse rimedio per farmi smettere.
Allora mi prese in braccio e mi portò in camera mia. Mi adagiò sul letto e mi diede un bacio sulla guancia, dopodiché il buio.

 
CIAO A TUUTTI! 
Come sono andate le vacanze?
Spero bene, perché... GUESS WHO'S BACK, BACK AGAIN...
AWWSELENA IS BACK, TELL A FRIEND! 

Com'era il capitolo? Cosa ve ne pare? Io personalmente ne vado fiera, che colpo di sceeeena! 
Pubblicherò tra poco, nel frattempo continuo i capitoli!


Love u, xx
 

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Capitolo 18
*** So bad. ***


Ciao! Avete letto il capitolo precendente? Per sicurezza, vi consiglierei di ricontrollare.
Sapete, è una svolta importante per la storia e cominciare a leggere un capitolo senza capirlo è un po' sgradevole... Per cui, se non avete letto il capitolo 'Till the gravity is too much' vi consiglierei di leggerlo, non vorrei che perdiate il filo!


Buona lettura!


 
 
 
Riaprii lentamente gli occhi e notai che era pomeriggio. Allungai un braccio verso il comodino e presi la sveglia: indicava le cinque e tredici. Quindi io avevo dormito per… quasi sei ore filate?
All’improvviso mi ricordai della mattina burrascosa e dei casini che avevo combinato e non nascondo che ero tentata di dormire ancora. “Almeno avrei una scusa per nascondermi” fu il mio pensiero.
Non ebbi neanche il tempo per decidere, che mio cugino si era fiondato dentro senza troppi inchini e si era seduto sul letto, e mi guardava.
Non era arrabbiato… o duro… aveva un’espressione indecifrabile, quasi comprensiva.
-Ti sei persa il pranzo.- Cominciò.
-Perché non mi hai svegliata?-
-Mi sei praticamente svenuta tra le braccia, non credo che avresti avuto la forza per scendere.-
-Hai ragione…-
-Senti Faith, non ho la più pallida idea di che cosa sia successo oggi e non pretendo certo che tu me lo dica, se non ti va possiamo anche non parlarne, ma qualcosa è accaduto e ho paura che sia più grave di quello che penso.-
-Beh, prima o dopo ve lo dovrò dire per cui è meglio che parli ora…- Raccolsi tutto il mio coraggio e cominciai a parlare. Gli raccontai tutto per filo e per segno, le sensazioni, le parole, le lacrime, le urla. Gli raccontai che mi sentivo inutile e cattiva; avevo fatto soffrire le persone a cui volevo bene senza neanche un motivo e avevo praticamente rotto l’equilibrio già precario in cui ci trovavamo prima. Avevo combinato un disastro, in parole povere.
Alla fine del mio discorso, semplicemente si avvicinò e mi abbracciò.
Ero stupefatta.
Mi aveva abbracciata. Nessuna contestazione, nessun insulto, nessun urlo o altro. Era stato lì ad ascoltarmi e aveva compreso.
-Faccio schifo.-
-Andiamo, non fare così. Vedrai che con il tempo tutto si sistemerà…-
-No Lou, non si sistemerà un bel niente! Stavolta l’ho fatta davvero grossa, il tempo non è in grado di guarire tutto questo.-
-Avanti… Tu e Harry nemmeno vi siete visti. Forse non è grave come pensi, forse il vostro rapporto non si è incrinato del tutto.- Disse, al che risi sarcastica.
-Ma quale rapporto. Mi odia, sicuro. Altro che incrinarsi; tutti i nostri legami si sono spezzati e se c’era qualche modo per recuperarli, io ho rovinato tutto.-
-Te lo dico e te lo ripeto: non vi siete visti dopo aver litigato, lui potrebbe aver capito e magari ti ha anche perdonato.-
‘Ma questo c’è con la testa o no?’ mi venne spontaneo pensare.
-Louis, credimi, ho detto tante di quelle cavolate che non mi potrebbe perdonare neanche sotto tortura. Sono stata di una perfidia inimmaginabile, contando che era lui l’innocente.- L’innocente. L’avevo chiamato innocente. E non so perché, ma in quel momento l’ultima domanda che sarei stata capace di pormi riguardava chi fosse la vittima e chi il carnefice. Ora so che la risposta sembra ovvia, ma forse non è così facile come sembra.
Harry e Niall sono i buoni e io la cattiva?
O è Niall che ha rovinato tutto dichiarandosi all’ultimo e la colpa è solo sua?
E se invece il colpevole fosse Harry? Se fosse per colpa sua il fatto che io mi sia innamorata di lui tanto da non rispondere più delle mie azioni? Alquanto da scartare.
Ma in cuor mio sapevo già la risposta. Sapevo che io sono sia predatore che preda, sia vittima che carnefice. Io ero vittima di me stessa, mi ero tesa una trappola da sola e non me n’ero neanche accorta. Sapevo che innamorarmi di Harry era sbagliato e baciarlo non era stato da meno, la mia coscienza m’aveva avvertita. Avevo sentito che dentro di me qualcosa non andava. Mi ero accorta che la proposta accettata, l’appuntamento, la chiacchierata e il bacio non erano dei gesti d’amore, no; non erano nient’altro che un guaio, guaio in cui mi ero cacciata completamente da sola.
-Faith?-
-Eh? Scusa, non ti ascoltavo.-
-No, niente. Solo credo sia arrivato il momento che tu parli con…- I miei pensieri volarono al riccio e venni presa dal panico.
-…Hayley.- Continuò Louis, e mi sentii subito più calma.
-Sta’ calma.- Disse avvicinandosi e dandomi un bacio in fronte.
-E la cena è pronta alle otto.- Aggiunse, e poi chiuse la porta.
Mi girai e guardai la finestra. Londra in piena estate era bellissima.
La mia pace venne interrotta dal bussare di qualcuno.
-Avanti.-
Una figura che conoscevo bene entrò nella stanza. Ero terrorizzata al fatto di incontrare Hayley, nonostante lo preferissi all’incontrare suo fratello, il quale mi metteva ben più ansia.
Lei si sedette vicino ame, sul letto e mi guardò, leggermente dispiaciuta. Trovai così strano che non fosse (ancora) infuriata; conoscendola, in una situazione simile sarebbe entrata come un uragano e me ne avrebbe urlate di tutti i colori. Molto probabilmente, voleva delle spiegazioni. O peggio ancora, stava per darmele lei.
Interruppe il silenzio.
-So come ti senti. Hai combinato un macello e ti senti terribilmente in colpa, vorresti rimediare ma non sai da dove cominciare. E magari hai anche pianto fino allo sfinimento, giusto per migliorare la situazione, sai.- Sorridemmo leggermente.- Mi ricordo quando io e mia madre siamo andate a stare da Harry e suo padre; mi ha odiato fin dal primo attimo. Mi riteneva viziata, antipatica, mi insultava spesso e pesantemente e i litigi erano all’ordine del giorno. Quando è arrabbiato sbraita e urla in una maniera paurosa; sono sempre stata intimorita da questo suo comportamento. Il fatto che facesse così ogni giorno mi metteva ansia. Ciò mi innervosisce ancora oggi. Però poi ho conosciuto i ragazzi, e abbiamo cominciato ad andare d’accordo a poco a poco. Poi è arrivato Justin e abbiamo di nuovo cominciato a litigare, seriamente però. Ci è andata di mezzo la polizia, vari cuori spezzati e… Kelly. Alla fine l’abbiamo fatta finita e sono tornata da mio padre in America, l’avevo ferito fin troppo e non riuscivo a sopportare il fatto che soffrisse. Devi sapere che non è un ragazzo qualsiasi; se porta una maschera da “duro” è perché ha paura di essere ferito. Si è fidato ciecamente ed è stato deluso, e ora, più che con te, ce l’ha con se stesso. Si sente in colpa perché ti ha ceduto. E’ troppo orgoglioso per ammettere che ti ama e che vorrebbe ricominciare, ma è anche troppo spaventato per fidarsi di nuovo. Sai… ogni volta che torno dall’America in casa c’è sempre un disordine incredibile e un via vai che non ti dico; sistematicamente, finiamo per addormentarci come due deficienti in camera sua. Al mattino, però, vedo che mi tiene stretta fra le braccia, ha paura che io vada via, forse perché io sono l’unica che è rimasta. Sua madre non vive con lui e suo padre, la maggior parte dei suoi amici gli ha voltato le spalle per un motivo o per un altro e con le ragazze ha avuto ancor meno fortuna. Di te si era fidato e di certo si sente come se tu te ne fossi andata, ma il problema è che sei ancora qui, vivete nella stessa casa e lui ora ti considera un’estranea.-
-Mi ha detto che è come se fossi morta. Aspetta, ha anche aggiunto che è come se non fossi mai esistita.-
-Esatto…-
-Siamo tornati al punto di partenza.- Osservai. -Litigheremo di nuovo, immagino.- Cercai di prendere un lungo respiro, ma il risultato fu un fiato debole e tremolante. Singhiozzai, cercando di trattenermi magari; sapevo che non avrei sopportato di piangere ancora.
-Vieni qua, su.- Hayley aprì le braccia e io mi ci gettai all’interno, piangendo lacrime amare e ripensando a quanto questa storia potesse avere distrutto Harry, a quanto tutto questo avesse distrutto noi, se quello che eravamo poteva essere definito come tale.
Gli avevo spezzato il cuore.
E io lo sapevo, lo sapevo. Ero consapevole del fatto che Harry non fosse forte come cercava di dimostrarsi, sapevo esattamente che ogni mio passo falso sarebbe stato un pugnale dritto al suo cuore eppure non avevo fatto attenzione come mi ero ripromessa di fare.
-Ha mangiato?- Domandai, sperando di sentire una risposta positiva.
-No… Sta’ tranquilla, dopotutto nemmeno tu hai mangiato.-
-Io dormivo, chissà lui che cosa stava facendo al posto di mangiare!-
-Non preoccuparti per la sua salute, c’ero io con lui.-
-Ha pianto molto?- Chiesi ancora, sopraffatta dai sensi di colpa.
-Stava per…- Disse ad occhi bassi, e poi si fermò.
-Per…?- La incalzai.
-…per avere un attacco d’asma. Ora sta bene, non temere.- Mi sentii un’assassina. Non gli avevo fatto del male solo sentimentalmente, gli avevo pure procurato dei quasi-danni fisici.
Il sole stava tramontando. Di solito, a quest’ora, io e Liam (e a volte pure Louis) ci impostavamo nel mio o nel suo balcone e fotografavamo il sole. Una volta siamo anche rimasti più del dovuto e Harry ci era venuto a chiamare per la cena. Non ci avevo pensato due volte: avevo acchiappato la macchina fotografica e gli avevo scattato delle foto in serie. Mentre parlava, mentre mi guardava, mentre mi faceva una linguaccia. E poi si era appoggiato alla ringhiera e insieme a Liam guardava il paesaggio e in quel momento avevo forse scattato la più bella foto mai vista; me ne ero totalmente innamorata, tanto da averla incorniciata in un quadro insieme alle altre foto dei tramonti. In quel momento nessuno di noi due sembrava innamorato, o anche solo interessato all’altro; sono quasi sicura che quello fosse il periodo in cui litigavamo spesso, pochi giorni dopo la scommessa. Però quella sera sono stata bene, perché mi sono sentita considerata. Non so se dovrei nascondere quella foto; credo che se Harry fosse entrato mentre non c’ero, l’avrebbe strappata, come minimo, oppure l’avrebbe bruciata.
-Sono le otto e cinque… Ti va di scendere per cena?- Chiese dolcemente la mora.
Soppesai l’idea per un paio di minuti: se fossi scesa avrei incrociato Harry e avremmo litigato di sicuro, però se fossi rimasta in camera credo che avrei esaurito tutte le mie lacrime e avrei bagnato il cuscino per l’ennesima volta. ‘Tanto se litighiamo piangerò lo stesso, per cui… perché non provare?’ pensai.
-Va bene. Ho gli occhi rossi?-
-Sono molto più che rossi.- Oh, bene.
-Ma fregatene.- Continuò poco dopo.
Ci alzammo dal letto e Hayley scese per prima, mentre io la seguivo. Stavo scendendo le scale, quando qualcosa mi sfiorò, e la vidi a malapena: era il braccio di qualcuno che scendeva a velocità supersonica. Era lui, e mi stava evitando.
Prendemmo posto a tavola e cominciammo a mangiare, ma (cosa piuttosto bizzarra, dato che la mattina era praticamente successa una tragedia) non c’era silenzio. Anzi, c’era un baccano inimmaginabile; di sicuro era strategia per non far calare tensione, e devo ammettere che stava funzionando alla grande.
Per il momento.
Quando finimmo di mangiare cominciai a sparecchiare, aiutata da Hayley.
Avevo appena preso i piatti da mettere nel lavello, che qualcuno mi tagliò la strada all’improvviso, facendomi uno sgambetto.
-Rimani a terra, fa’ compagnia alla tua dignità, hum?- Disse, e poi salì e sbatté la porta della sua camera.
I ragazzi e Hayley accorsero subito, allarmati, ma stavo bene, fin troppo.
Il modo in cui mi aveva guardato, i suoi occhi gridavano aiuto.
Avrei dato tutto per poter salire in camera sua e dirgli quanto in realtà lo amavo, ma era tutto così complicato. Era così difficile potergli parlare senza ferirlo un’altra volta.
E io non potevo ferirlo un’altra volta.




 
Ho postato dopo meno di un mese, che recordddd!
Seriamente, la storia si era fermata decisamente troppo e il fatto che siamo arrivati qua è davvero importante, perché la parte bella comincia ora.
Com'è stato il capitolo? Personalmente, ho amato scriverlo e mi è piaciuto come l'ho scritto.
In parole povere, ho goduto pienamente della mia posizione di scrittrice ahahahahahah :D
Okay, ora vado a scrivere! 
Ho un paio di giorni liberi per l'Open Day e li voglio sfruttare al massimo!



Vi amo lettori, xx.

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Capitolo 19
*** A fight. ***


 
 
 
Harry’s POV
 
Era notte fonda. Lo sapevo. Ma nonostante ciò riguardai un’altra volta la sveglia. Il tempo sembrava non passare mai e questo conferiva alla mia mente il potere di rivedere tutte le immagini della giornata appena trascorsa.
Pensavo e ripensavo e i momenti di quella mattinata così straziante sembravano non darmi pace, impedendomi anche di dormire, cosa che consideravo fondamentale per riuscire a dimenticare.
Perché quando dormi non senti nulla. Il sonno porta via tutto il dolore, porta via le lacrime, anche solo per un po’.
Ma, dato che si parla di Faith qui, tutto è lecito. E’ normale che io non dorma e che sia costretto a pensarle ventiquattr’ore su ventiquattro. E’ normale che lei non abbia avuto neanche la decenza di venirmi a chiedere scusa con la consapevolezza che però l’avrei aggredita un’altra volta. Ma soprattutto è normale e ancor più valido che Niall se la sia portata via così facilmente e che lei sia stata al suo gioco.
Mi sono sempre chiesto se lei mi ricambiasse. E mi chiedo ancora oggi se i suoi occhi da innamorata fossero una chicca da attrice consumata oppure brillassero realmente per me.
E’ stata cattiva, è stata insensibile, è stata egoista e ha giocato allo stesso gioco di Niall. Ho agito esattamente come un burattino con la benda guidato dall’amore e sono andato a sbattere contro un palo. Ma, a dire la verità, a questo punto avrei preferito sbattere la testa contro un palo che assistere a quella scena la mattina precedente e soffrire così tanto. Forse non sarei stato così male, se l’avessi scoperto dopo. Forse essere tradito ma non saperlo avrebbe fatto meno male. Forse così avrei avuto il tempo di accorgermi chi era e ferirla prima che lo potesse fare lei.
O forse mi sarei dato il colpo di grazia da solo.
Accesi un’altra volta la lampada del mio comodino e bevvi un po’ della camomilla che mi aveva preparato Hayley quel pomeriggio. Nel momento in cui me l’aveva portata non l’avevo nemmeno sfiorata ma ora come ora mi tornava utile come rimedio contro l’insonnia.
Mia madre è un mito con le tisane. Ha una tisana per tutto: per il raffreddore, per il mal di pancia, per la raucedine, per l’insonnia, per il troppo caldo, per il troppo freddo e giù di lì.
Hayley invece… per niente. A malapena sa preparare i tè e le camomille ma, hey, è americana, c’era da aspettarselo.
La bevanda cominciò a fare effetto: scivolai lentamente in un sonno profondo, popolato però da tutti i miei ricordi peggiori. Un incubo che non augurerei mai a nessuno di avere. Il giorno in cui mia madre se ne andò di casa, i litigi con Hayley e quelli con Faith e subito dopo tornarono a tormentarmi le scene di quella mattina. Mi sono reso conto che, ogni volta che qualcosa finisce, sto male e di conseguenza, ogni volta che c’è una novità, sto male di nuovo per terrore che finisca. E’ un qualcosa nascosto nei meandri della mia mente e sono sorpreso di essere riuscito a capirlo, ma non riesco a metterlo in pratica. Questa è la mia più grande debolezza, da cui dipendono tutte le altre.
Speravo, ero convinto che lei fosse in grado di aiutarmi. Pregavo il cielo che fosse quella giusta, colei che potesse rimettere insieme i pezzi del mio cuore, ma è scappata.
L’ho sopravvalutata e ci sono rimasto di stucco.
Non mi fiderò mai più di lei, mai più.
 
 
Faith’s POV
 
La sveglia suonò e mi svegliai di soprassalto cadendo dal letto e imprecando come non facevo da tempo. Mi andai a fare una doccia, mi vestii e cercai di apparire forte o perlomeno di cancellare le occhiaie che marcavano il mio volto.
Scesi gli scalini e non appena incontrai lo sguardo di Lou mi sentii un po’ più tranquilla: c’era anche Harry e mi stava ignorando, ma ero comunque esageratamente spaventata. Lo sgambetto della sera prima era stato una vendetta pericolosa: se i piatti mi fossero caduti addosso non mi sarei mica fatta un taglietto da niente, intendiamoci. Aveva ragione in tutti i sensi, era plausibile che fosse arrabbiato con me ma questo non era il modo giusto per vendicarsi.
Avevo capito l’antifona, dovevo stargli alla larga, ma non volevo, non ci riuscivo. La soluzione c’era e sapevo che era l’unico modo per evitare altre sanguinose situazioni, ma volevo tentarci ancora. Volevo, ma… non potevo. Sarebbe stato un gesto estremamente egoistico, il mio. La prima volta non avevo fatto attenzione ma ora… ora dovevo guardare dove mettevo i piedi. Non potevo rischiare più di così.
Mormorai un flebile ‘Buongiorno’ e sorrisi, seppur falsamente. Mi preparai un latte e mi aggiunsi al gruppo che stava ormai facendo colazione da un po’.
Mangiammo in silenzio, dopodiché Hayley, Harry, Louis e io rimanemmo in cucina. Louis e Hayley parlavano del più e del meno e li stavo ascoltando distrattamente quando mi accorsi che lui mi stava fissando. Dall’indifferenza all’attenzione maniacale. A pensarci bene, se non fosse andato tutto storto a causa mia, molto probabilmente la nostra storia sarebbe durata poco più di un mese. Un flirt estivo, diciamo. Lui si aspettava troppo da me e io troppo poco. Non avrebbe mai funzionato.  Ma nonostante ciò ci attraevamo lo stesso, come due calamite.
-Che hai intenzione di fare oggi?- Domandò mio cugino all’amico, distraendolo così dal fissarmi.
-Non so. Credo che comporrò, mi sento ispirato. Chissà perché.- Sibilò passandomi accanto.
-O forse dovrei dire –A causa di chi?-, no?- Continuò poco dopo, rivolgendomi un sorriso falso, cattivo, che non prometteva niente di buono.
Rimasi quasi come congelata a fissarlo andare via. ‘Che diavolo è successo? Che parte di lui sta mostrando? Sta fingendo? Sta dicendo la verità?’ Ero terrorizzata.
-Ah, è meglio che tu non ti faccia vedere in giro, chiaro? Lo dico per il tuo bene. Dovresti baciare in terra perché  ancora mi preoccupo per te.- Terminò girandosi ancora una volta. Poi entrò in sala musica e chiuse la porta tranquillamente.
Mi sentii svenire. ‘Dovresti baciare in terra perché ancora mi preoccupo per te’. Quella frase mi aveva spiazzata totalmente. Era una minaccia? Mi avrebbe fatto del male?
-Faith, tutto bene?- Mi chiese Hayley poggiandomi una mano sulla spalla.  Ero rimasta a fissare la porta della sala musica.
-Devo andarmene da qui, il più presto possibile.- Esclamai rendendo pubbliche le mie intenzioni. Ci avevo pensato e ripensato e avevo soppesato la situazione: era tutto troppo grave per poter agire come se niente fosse.
Hay spalancò la bocca e Louis aggrottò le sopracciglia.
-Stai scherzando?- Gridò quest’ultimo.
-Sono serissima.- Risposi senza alterare il mio tono di voce calmo. Ma si fa per dire calmo. Dentro stavo urlando.
L’espressione di mio cugino era mista tra un bambino che sta per scoppiare a piangere e un vecchio rassegnato.
-Lou, mi dispiace. Ma l’hai sentito, vero? Non ti chiederei mai di scegliere tra me e lui, lo sai benissimo. E’ meglio che io me ne torni a casa e che le cose tra di voi tornino come prima. Non lo faccio perché sono codarda, lo faccio perché il vostro rapporto si potrebbe incrinare sul serio.-
-E poi mi sono ricordata di avere un impegno importante, tra due settimane.- Continuai.
-Ma in teoria tu saresti dovuta partire la prossima settimana…no?-
-Si…ma ho bisogno di partire prima per potermi preparare... Questo impegno è davvero importante…-
-Ah…ok. Chiamo l’aeroporto e vedo di trovarti un volo il prima possibile.- Disse con apatia prima di salire le scale ed entrare in camera sua.
Mi voltai verso Hayley e lei fece lo stesso. Ci abbracciammo di slancio e ci stringemmo forte, quasi senza un motivo.
-Lo so perché lo fai.- Mormorò a un certo punto.
-Faccio cosa?-
-Intendo perché te ne vai. Non ho bisogno di spiegazioni, so esattamente come ti senti e ti comprendo. Devi sapere però che il tempo guarisce tutto oppure rovina irreparabilmente. Quindi agisci con cautela, ok?-
-Ok.- Confermai.
-Ora prendi la borsa e il portafogli: non vorrai mica tornare a casa senza dei vestiti nuovi, no?- Disse con un sorriso malizioso, al quale mi unii contemporaneamente.
-Ovvio che no!- Urlacchiai.
Corremmo al piano di sopra a prendere le borse e urlammo uno “Stiamo uscendo!” prima di chiuderci la porta alle spalle, attraversare il vialetto e ritrovarci a correre come due scalmanate per le strade di Londra.
 
Un’ora dopo…
 
-Mi sento tipo… WOW. Cioè, non ho mai fatto tanto shopping in così poco tempo!- Cinguettò la mora sorseggiando un frappucino.
-Visto quante cose si possono fare in un’ora?- Risposi con un sorriso complice, dopodiché scoppiammo a ridere notando tutti i sacchetti che tenevamo in mano.
-Faith, seriamente, abbiamo comprato TROPPE COSE!- Continuò ridendo.
-Pensa alla salute!-
-Io direi che se mio padre scopre che ho bruciato quasi la metà dei soldi che mi ha dato in vestiti… altro che salute! Mi ammazza direttamente!-
-Non fa nieeente!-
-Ti dico di siii!-
-E anche quando?- Le chiesi fermandomi.
-Ormai i soldi li abbiamo spesi! Inutile che ti fai venire i sensi di colpa ORA! Tanto li dovremo indossare prima o poi, no?-
-Tu non stai bene!-
-Nemmeno tu Hay, è per questo che andiamo d’accordo!- Al che scoppiammo a ridere e ci incamminammo verso casa in pieno stile Sex And The City.
-Posso farti una domanda?- Domandò a un certo punto.
-Dimmi pure.-
-Qual è quell’impegno importante di cui parlavi stamattina?-
-E’ un… concerto. Ed è organizzato dalla mia scuola di musica. E il bello è che non ho la più pallida idea di cosa debba suonare oppure se ne valga la pena… insomma… di cantare. Credo che mi umilierei e basta.-
-Lou mi ha detto che sei brava.-
-E’ un parere soggettivo. Se agli inglesi piace qualcosa, probabilmente gli italiani la troveranno stupida. E viceversa.-
-Secondo me dovresti buttarti: mica ti capita tutti i giorni di partecipare a un concerto!-
-Come fai a essere così saggia a diciassette anni? E come faccio io, che ne ho diciotto, a non essere capace neanche a sbucciarmi una mela?-
-Avanti, sbuccia-mele, apri la porta!- La canzonai quando fummo davanti a casa.
-Che scansafatiche! Aprila tu!-
-Ce le hai tu le chiavi!-
-E va bene… ti sei salvata!- Esclamò con aria di sufficienza.
Ma è scema o…nah, è sicuramente scema.
Hayley aprì la porta e posammo tutti i sacchetti accanto all’uscio.
-Ma che diamine…? Avete svaligiato mezza Londra, per caso?- Chiese Zayn, che passava di là.
-Più o meno.- Confermai io.
-Faith! Tutto a posto, ecco il biglietto.- Disse Louis, comparendo dal corridoio e consegnandomelo.
Lo presi in mano e lo guardai per un po’. Vidi che mio cugino stava andando in cucina, così lo seguii posando il biglietto sul isola e sedendomici accanto.
-Il volo è domani verso mezzogiorno, va bene per te?- Domandò con gentilezza.
-Si, anche se credevo che lo prenotassi tipo per dopodomani. Credevo che fosse un po’ affrettato ma va più che bene.-
Lui mi sorrise e mise a bollire l’acqua per la pasta.
C’era il silenzio più assoluto, cosa decisamente strana contando che Lou non stava mai zitto.
Forse perché non l’avevo mai visto davvero triste. Era sempre sorridente, scherzoso, ironico, talvolta anche sadico ma mai triste.
Il peso di quella situazione cadde tutto su di me e cominciai a dondolare i piedi e a fissarli.
Poi si susseguirono l’aprirsi di una porta e il mio finto disinteresse, dei passi pesanti e uno sguardo alle mie spalle.
Stava controllando la posta, posata non poco distante dal punto in cui ero seduta, e là in mezzo c’era anche il mio biglietto.
-Tu…parti?- Mormorò sconcertato.
Mi voltai a guardarlo e annuii.
Rise tristemente e posò il pezzo di carta che aveva in mano.
-Sei una vigliacca.- Mi intimò passando di lì.
-Non hai neanche il coraggio di affrontare i tuoi problemi.- Continuò. Cominciai ad avere i sensi di colpa, chiedendomi se stessi davvero facendo la cosa giusta.
-Oh, ma che vuoi che sia. Tanto sono solo un cliente in più, no?- Esclamò con un sorrisetto che di angelico aveva ben poco.
In pratica mi aveva appena detto che ero una poco di buono.
Inspirai.
Espirai.
-Ah, se non ti dispiace, ti andrebbe di dire qual è lo stupido pretesto che ti sei inventata per partire?- Inspirai. Mi veniva da strozzarlo. Espirai.
-Cosa è? Morte del gatto, malattia di uno zio, o magari devi tornare a casa perché senò si fredda la pasta?-
Scesi dall’isola della cucina e lo venni a prendere per il colletto della maglia.
-Senti, chi ti credi di essere? Chi ti ha detto che mi sono inventata una sacrosanta scusa per andare a casa? Eh? Come fai a dire che non me ne sto andando perché sono codarda ma perché voglio che tutto quello che è rimasto intatto rimanga tale, eh? Ma soprattutto, come fai a dire che sono una… donna di malaffare se non sai neanche le ragioni che mi hanno spinta a baciare Niall ieri? Si chiama ‘errore’, ne hai mai sentito parlare? E della parola ‘perdono’? Ma noo, non esistono nel tuo vocabolario perché ci se sempre e solo tu! Sei un dannatissimo egoista, Harry, scendi dal piedistallo e finiscila di comportarti come se la vittima fossi solo tu! Pensa un po’ a come si sente il tuo migliore amico, che ho immischiato in questa storia e che doveva rimanerne fuori! Ho sbagliato, lo ammetto, sono colpevole, devo soffrire e tutto quello che vuoi tu ma mettiti bene in testa che se mi devi rendere la vita un inferno puoi tranquillamente andare a fanculo!-
-Non ci sono solo io? Cosa credi, di farmi la ramanzina? Non sei mia madre. E anche quando non mi pare che tu sia il modello perfetto da prendere in considerazione!-
-Vai a quel paese!- Urlai sorpassandolo e cominciando a salire le scale.
-La ritirata non ti farà sentire meglio!- Gridò alle mie spalle.
-Non me ne frega un beatissimo tubo!- Risposi girandomi.
Ricominciai a salire e, una volta arrivata in cima rivelai quello che lui aveva definito ‘il pretesto per andarmene’.
-Comunque, giusto per la cronaca, ho un concerto per il quale prepararmi e al quale volevo rinunciare per te. Sei libero di sentirti in colpa!- Terminai, prima di correre verso la mia camera e chiudermici dentro.


 


IO
MI SCUSO.
Mi scuso immensamente. Un mese e passa che non aggiorno! Mi devo vergognare di me stessa! Mi dispiace esageratamente! Sto cercando di portarmi avanti con i capitoli, così da averne un paio pronti in caso di necessità.
Mi diaspiace tantissimo, cerco di fare il possibile per non fare passare troppo tempo, ma il mio metodo fa un po' cilecca. Posso dirvi che questo è uno degli ultimi capitoli della stagione.
Molto probabilmente prima di iniziare la seconda stagione aspetterò di avere un bel po' di capitoli pronti perché è l'unica maniera! Mi scuso ancora con voi amatissimi lettori, vado a fare geometria (SALVATEMI!)

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Capitolo 20
*** Le due streghe dell'Est. ***





 
Hayley’s POV
 
Ero rimasta in cucina a guardare la litigata e ora avevo una gran voglia di picchiare mio fratello. Come aveva potuto credere che pure Faith non ne soffrisse? Come aveva potuto permettersi anche solo di pensare di mettere in dito nella piaga così?
Dopo avere bisticciato animatamente lei era salita in camera sua e Harry era tornato a guardare il biglietto sospirando e ora sembrava abbattuto.
-Cos’è, ora ti mordi la lingua?-
-Hay, non mi pare il caso.- Borbottò scorbuticamente.
-Non ti pare il caso? Non ti pare il caso?! Però va bene che le fai cadere i piatti di ceramica addosso, che la minacci e che le urli contro ogni volta che puoi, no?-
-Hayley, sta’ zitta.- Continuò a borbottare con lo sguardo basso sul tavolo.
-Invece non sto zitta proprio per niente! Ti sembra normale aggredire una persona in questa maniera? Okay, ha sbagliato, ma non puoi fare come un bambino ogni volta che qualcuno sbaglia!-
-Hayley Jay Williams, ti scongiuro…-
-E poi le hai anche risposto male dopo tutte le cattiverie che le hai detto…!-
-HAYLEY, SANTO CIELO, CHIUDI QUELLA SANTISSIMA BOCCA OKAY?-
Gli diedi uno schiaffo in faccia dalla rabbia.
-Non la chiudo la bocca, se non l’hai capito! Faith parte solo per te! Sta praticamente tornando a casa sua, dove la vita è la monotonia assoluta, solamente perché ti farebbe del male e perché ha il terrore, non paura ma terrore, di rovinare la vostra band! E poi mi sembrava abbastanza chiaro che non volessi avere nulla a che fare con lei mentre invece continui a farti i fatti suoi imperterritamente! Che te ne importa perché parte, se si comporta da poco di buono e quant’altro, pensa a farti i fatti tuoi! Soprattutto adesso che hai una buona ragione per ignorarla!-
-Perché la difendi?- Mi interruppe.
-Perché non si merita tutto quello che le stai facendo.-
-Oh… non se lo merita?- Continuò ironico.
-No, non se lo merita! Harry, basta, finiscila, non riesco più a sopportarti. Non reggo né te né i tuoi modi da bambino viziato! Hai diciotto anni, sei grande abbastanza da non dover essere trattato con le pinzette. Tutta questa sofferenza, tutto questo odio per i cambiamenti, quest’emotività sono cose assolutamente stupide! Svegliati, è il mondo reale! Non puoi abbatterti così per una delusione amorosa e soprattutto non puoi comportarti così con Faith anche se è stata scorretta.-
-Non sono più un bambino.-
-Bene, comincia a comportarti come si deve allora.- Mormorai guardandolo negli occhi.
Lui tornò nella sala musica, mentre io andai nella camera di Faith.
-Hey…- La salutai entrando.
Stava facendo i bagagli.
-Ho sentito tutto, Hay. Non prendertela con lui, non ha mica tutti i torti.-
-Ma io non ne posso davvero più. Non ce la faccio più a vederlo soffrire per cavolate.- Ammisi.
-Già ti prepari?-
-Si, altrimenti dovrei fare tutto domani e sarebbe troppo stancante. Ho chiamato mia madre e l’ho avvisata.-
-E che ti ha detto?-
-Era un po’ sorpresa ma ha detto che va bene… Il punto è che non sembrava tanto felice di rivedermi. Rendiamoci conto che mia madre mi vuole sfrattare!- Urlacchiò, facendoci scoppiare a ridere.
-Scendi per pranzo?- Chiesi cercando di farle pesare la domanda il meno possibile.
-No, non ho molta fame. E poi alle undici e mezza siamo passate da Starbucks e ho lo stomaco pieno. Al massimo faccio merenda prima di uscire oggi pomeriggio.-
-Dove vai?-
-In banca, perché sono senza una lira! O meglio dire senza un euro!-
Sentimmo il rumore dei piatti e deducemmo che il pranzo fosse pronto.
-Sicura di non avere fame?- Tentai l’ultima volta ma la bionda mi fece cenno di no.
Scesi e mi misi al mio solito posto ma c’era qualcosa che non andava. Mio fratello si era scambiato di posto con Zayn e ora io e lui eravamo parecchio distanti. Mangiammo in religioso silenzio ma, alla fine del pasto, cominciammo a chiacchierare animatamente del più e del meno. In parole povere: avevamo tutti digerito il litigio colossale che aveva coinvolto me e quei due sclerati.
L’attenzione venne poi catturata da Faith che stava uscendo per fare le ultime commissioni dovute all’imminente partenza. Ci salutò con un sorriso ma uscì senza pronunciare una parola.
Alla fine tutti ci zittimmo e cominciammo a sparecchiare e il silenzio che era regnato per tutto il pranzo fece ritorno.
All’apparenza poteva sembrare tutto tranquillo, ma Harry l’aveva fissata da quando era scesa fino a quando era uscita in una maniera tale che sembrava che se la stesse mangiando con gli occhi. Non l’avevo mai visto guardare così intensamente qualcuno. Sembrava quasi rimpiangere qualcosa, come se volesse correrle dietro.
Niall, invece, aveva seguito la scena distrattamente.
-Hayley, che programmi hai per oggi?- Chiese Louis sereno.
Ammisi che non avevo la più pallida idea di cosa fare nel pomeriggio.
-E se… indagassimo sulla presenza delle due streghe dell’Est qui in città? Voglio dire, le avete viste e anche incontrate, sarebbe il caso di capirne di più, no?-
-Louis, questa è un’ottima idea.- Dissi seria. Poi feci una smorfia di eccitazione.
-Che la caccia alle cugine più sceme del secolo abbia inizio!- Annunciò Zayn con teatralità e mi stupii del fatto che non avesse pronunciato nessuna parolaccia nella frase.
-Contando che Kelly è sempre stata la vicina di casa di Harry, dovremmo partire da là, no? E poi credo che Louren sia andata a stare da sua cugina, quindi prendiamo due piccioni con una fava.- Esordì Liam.
-Esatto!- Confermai.
-Che aspettate, muoviamoci!- Ci incitò Louis, per poi rivolgersi ad Harry:- Vieni con noi?-
-Nah. Io Kelly meno la vedo e meglio mi sento.-
-Come vuoi…-Continuò il moro.
-Volendo però ti potresti vendicare per avere rovinato la tua serata con Fai- Stava dicendo Liam prima che gli dessi una gomitata per zittirlo.
-Vendicarmi? Al massimo ringraziarla, pft.- Mormorò schifato.
-Allora vieni, si o no?- Domandai spazientita.
-Va bene, va bene. Ma se la vedo le rompo il naso.-
-HEY! Quello è il mio ruolo!- Protestai. Era risaputo che ogni volta che Kelly mi infastidiva si beccava un pugno sul naso da parte mia.
-Andiamo, veloce.- Mi intimò Niall prima di prendermi per il braccio e uscire insieme a tutti gli altri.
Chiudemmo casa e ci incamminammo verso la vecchia casa di mio fratello, dove ora abitavano mia madre e Des. Essa era in periferia, per cui potevamo girare tranquillamente senza il rischio di essere inseguiti o cose simili.
-Ahh, casa dolce casa.- Mormorò il riccio guardandosi intorno.
Un’occhiata di disappunto generale lo travolse, facendogli chiedere –Ma che c’è?-
-Se ti piace tanto la tua vecchia casa, tornaci e restaci, magari.- Sibilai con una punta di ironia.
Zayn, Louis e Liam erano andati a spiare la casa della bionda con il naso rifatto, senza curarsi di non dare nell’occhio.
-Quei tre sono scemi, sicuro. Li potrebbero prendere per ladri, o per pedofili!- Esclamai un po’ sconcertata.
-Sai che gliene importa!- Ripose Niall un po’ rassegnato.
A un certo punto, mentre i ragazzi spiavano l’abitazione direttamente dalle finestre, la porta d’ingresso si aprì all’improvviso, rivelando una Kelly decisamente irritata.
Spalancai la bocca, completamente sorpresa dalla comparsa della nostra nemica storica.
-SI PUO’ SAPERE CHE DIAVOLO STAVATE FACENDO!?- Urlò in preda alla rabbia più nera.
-IO VI DENUNCIO!- Gridò ancora.
I ragazzi cominciarono a correre verso di noi.
-IO VI QUERELO!-
-RITIRATA!- Strillò Louis terrorizzato.
Non ci pensammo un attimo a darcela a gambe. Nel frattempo, Kelly continuava a urlare come un’esaurita, mentre ci veniva dietro. Il solo fatto che ci stesse seguendo mi faceva rizzare i peli sulla schiena.
-IO VI ROVINO!-
-IO TI ROMPO IL NASO!- Le risposi girandomi un attimo, ma istantaneamente Harry mi afferrò il braccio e mi tirò via di corsa, prima che fosse Kelly a picchiare me.
-Te lo rompo io il naso se spari un’altra cavolata del genere!- Bisbigliò mio fratello quando fummo un po’ lontani.
-Bene, bene bene… Chi si rivede.- Esclamò una voce alle nostre spalle che, ahimè, conoscevamo fin troppo bene. Louren.
Ci girammo contemporaneamente.
Il fatto che lei fosse da sola, senza Kelly nei paraggi, la rendeva debole. Ciò mi diede sicurezza e alzai un sopracciglio.
-Come state? Specialmente tu Harry, come va con la tua ragazza?- Il sangue mi gelò nelle vene. Era una ferita ancora aperta e il fatto che Harry fosse più arrabbiato che triste lo rendeva instabile, quindi solo Santa Maria Dolores sapeva cosa avrebbe potuto farle.
-Bene, e i tuoi clienti?- Replicò con un sorriso.
Louren si bloccò improvvisamente.
-Ah, ho capito. Forse non sono soddisfatti.- Continuò. Le fece un sorrisetto sghembo e poi girò i tacchi, mentre tutti lo guardavamo con aria stupefatta.
-Che fate, restate qui?- Domandò acida.
-Louren, va’ via.- Ringhiai. Lei fece una smorfia di disgusto.
-Louren, seriamente, va’ a casa.- Dissi, dopodiché ci girammo e ci incamminammo per raggiungere mio fratello.
Dato che mi ero messa a correre più che a camminare, ero arrivata prima degli altri.
-Hey.- Avevo detto toccandogli una spalla da dietro.
Lui si era girato verso di me, il volto pieno di lacrime.
-Harry, va tutto ben-
-Lascia stare Hay, lascia stare.- Mi aveva interrotta sorpassandomi e dirigendosi verso la nostra casa attuale con passo svelto.
I ragazzi, ovviamente, si erano accorti di tutto.
-E’ messo così male?- Domandò Liam.
-A quanto pare…- Mormorò Louis in risposta-
La porta era stata aperta poco prima quindi entrammo velocemente.
-Haz? Harry?- Chiamai senza però ricevere una risposta.
L’unica cosa che sentii fu qualcuno bussare alla porta precedentemente chiusa da noi.
-Faith, sei già tornata?- Chiese Niall.
-Si, mi sono sbrigata perché devo ancora ultimare la valigia. Ora, se non mi scusate, vado a… ultimarla!- Disse con aria comica. La moltitudine di sacchetti che teneva in mano le impedivano di camminare normalmente, quindi sembrava un po’ una paperella.
-Ah, Faith!- La chiamai, per poi salire le scale e raggiungerla.
-Ho un sacco di cose da raccontarti!-
-Sul serio?- Domandò mentre entrava nella sua stanza e io ne chiudevo la porta.
-Si! Siamo stati a spiare…-
-Spiare chi?-
-…spiare Kelly e Louren.- Bisbigliai.
All’inizio sembrò non ricordarsene, ma poi sul suo viso si aprì un’espressione stupefatta.
-Quelle due… due… trote in salamoia!- Si lasciò scappare.
-Eh, si, esatto, loro. I ragazzi sono praticamente entrati nel loro vialetto e all’improvviso Kelly è uscita urlando come un’isterica, assurdo!- Esclamai mentre la mia amica spalancava la bocca più che mai.
-Sul serio?-
-Si! Siamo scappati e poi abbiamo incontrato Louren!-
-Assurdo! Ma vi hanno fatto un agguato o cosa? Bah, queste due sono tutte strane. Neanche vi foste messi d’accordo!-
-Già! E il bello è che Louren se n’è uscita con un –Harry, come va con la tua ragazza?- e mio fratello l’ha tipo incenerita!- Continuai eccitata, per poi mordermi la lingua.
Stupida, stupida, stupida.
-E lui che le ha detto?- Chiese un po’ più seria.
-Niente, ha aggirato il discorso. Comunque lei era assolutamente sconvolta!- Risposi cambiando, appunto, discorso.
-Ma com’é ancora un camion non se l’è messe sotto? Okay che siete andate a cercarle voi, ma questo comportamento è da bambini, su! Kelly che si mette a urlare come una vecchia siciliana, Louren che suona la ritirata… andiamo!-
Ci mettemmo a parlare del più e del meno fino all’ora di cena, nel frattempo che Faith completava la sua valigia.
Quando Lou ci chiamò per cena e noi uscimmo dalla stanza, le lanciai un’occhiata, sapendo che non sarebbe più stata occupata da quella biondina italiana così vivace e aperta. Mi sentivo quasi un vuoto dentro, in fondo avevamo vissuto per quasi un mese nella stessa casa ed eravamo come sorelle.
Ci sedemmo a tavola, questa volta nel giusto ordine, quindi mio fratello era vicino a me e noi tutti ci lanciammo uno sguardo. Uno sguardo malinconico, felice, grato e molto, ma molto triste.
Niall, Faith e Harry si guardarono per nemmeno un attimo e poi distolsero lo sguardo.
-Questa è la nostra ultima cena insieme. Quindi, ancor prima di cominciare, propongo un brindisi!- Annunciò Louis con aria solenne.
-A SANTA MARIA DOLORES!- Urlò Zayn a sproposito e tutti scoppiammo a ridere e brindammo sotto lo sguardo sconcertato di Lou.
-Buon appetito!- Urlammo io e la bionda, come nostro solito fare.
-Buon appetito!- Risposero i ragazzi.
 


 
SANTAMARIADOLORESSS!
E' tornata!
E vi dirò di più, non è mai andata via! 
Questo capitolo mi ricorda molto quest'esate, quando io, Marina e Miriana scleravamo 24h su 24 su Faith, Mary, Hayley e la Dolores.
Ooookay, magari non siamo proprio le persone più intelligenti del mondo, ma mica siamo sempre così!
*Seh, certo. Siamo un gruppo di idiote lmao*



GGGENTE, VI AVVISO CHE QUESTO E' IL PENULTIMO CAPITOLO DELLA STAGIONE, QUINDI PREPARATE I FAZZOLETTI PER IL PROSSIMO!
No, ok, non scomparirò per tre mesi, solo farò scorta di capitoli così da non rimanere indietro.
E poi il cambio di stagione indica cambiamenti, mica è una pausa fatta a cavolo, eh! xD


Comunque, volevo ringraziarvi per le visite dello scorso capitolo.
Mi scuso per i ritardi ogni volta, ma sto cercando di organizzarmi in qualche modo.
Vi voglio bene lettori, alla prossima!

 

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Capitolo 21
*** Game over. ***


Guardate bene questo banner, vi mancherà!



 
 
Faith’s POV


Stavo ricontrollando la valigia per la quinta volta.
Ogni volta che l’avevo ricontrollata mi ero accorta che mancava qualcosa, quante cose mi ero portata? Ma soprattutto, quante me ne ero comprata?
Il punto è che era piuttosto tardi e quindi avevo dovuto accendere la lampada del comodino anziché il lampadario, perché avrebbe potuto dare fastidio agli altri che stavano dormendo. In parole povere, ero al buio.
Cominciai a gironzolare per la stanza cercando di ricordarmi cosa mancava.
‘La spazzola c’è, lo spazzolino c’è, gli shorts li indosso per partire, le converse rosse ci sono, il telefono è in carica, il vestito bianco c’è, la tazza di Lo…’ non riuscii a finire di pensare che caddi a terra inciampando nel manico del borsone appoggiato a terra. Cercai di atterrare sulle mani, così da non fare rumore, ma non ci riuscii e per questo imprecai silenziosamente.
Fu in quel momento che mi ricordai di essermi dimenticata della tazza che Lou mi aveva regalato e che usavo ogni mattina.
Spensi la lampada e cercai a tentoni la maniglia. Quando uscii, l’atrio era illuminato dalla luce proveniente da una stanza del piano di sotto. Ne approfittai per non stramazzarmi sulle scale e scesi in fretta. Se a quel qualcuno ancora sveglio fosse venuta l’idea di spegnerla all’improvviso sarebbe stata la fine!
Presi la tazza e feci per tornare in camera, quando la curiosità fece capolino nella mia mente.
Chi era ancora sveglio? E cosa stava facendo?
Cercai di reprimere queste domande, ma senza successo, infatti non ressi e cercai di capire da quale stanza del corridoio proveniva la luce.
Solo al suono di uno strumento a corde e di una voce da me ben conosciuta mi resi conto che la luce proveniva dalla sala musica e lì i pezzi del puzzle trovarono il loro posto.
Mi avvicinai in punta di piedi alla porta semi-aperta e cercai di osservare dentro senza farmi vedere.
Dei ricci scomposti e un volto triste, quasi straziato, fecero capolino nella mia visuale, togliendomi il respiro.
Trattenni il fiato per un po’ e mi coprii la bocca con una mano per evitare di emettere qualsiasi suono al mio riprendere a respirare normalmente.
Quando espirai emisi un flebile sospiro, ma la mia mano fu completamente inutile dato che non riuscì a coprirlo.
Sentii il suono di una chitarra messa giù e dei passi, lenti e silenziosi, verso la porta.
Spalancai gli occhi nel buio e corsi via silenziosamente, nascondendomi vicino alla scala.
Lui era uscito a controllare, ma non mi aveva vista.
Salii le scale con velocità e poi chiusi la porta della mia stanza con delicatezza, per evitare che cigolasse.
Chiusi gli occhi e li strinsi fino a quasi farmi male. Rividi il suo viso, i suoi occhi, la sua bocca e il modo in cui sorrideva, con le guance rosse e le labbra a formare una smorfietta imbarazzata. Ricordai il sapore dei suoi baci, di come fosse stato un pugno nello stomaco perderlo così stupidamente e di come le emozioni di quei due giorni fossero state le più forti della mia intera vita. Ricordai le sue lacrime che scendevano lente lungo gli zigomi e i suoi occhi sempre brillanti, ora spenti e scuri.
Avevo pensato parecchio a quella giornata, ma non mi ero mai accorta di come effettivamente facesse male perdere una persona.
Mi sedetti con la schiena alla porta e mi abbracciai le gambe e piansi, pensando a come quei sentimenti una volta così forti, così colorati, fossero ora grigi e senza vita.
Mi sentivo come se stessi lasciando una parte di me, come se fosse appena morto qualcuno che conoscevo dalla culla, ma l’unica cosa che era morta era il mio rapporto con Harry e non c’era modo di recuperarlo.
Il petto mi faceva male e avevo un nodo in gola, ma nonostante ciò non riuscivo a piangere, non riuscivo a respirare.
Alzai lo sguardo verso la sveglia sul mio comodino e lessi l’ora: le due del mattino.
Erano le due del mattino e mi sentivo come se avessi appena perso un amico e, giusto per intenderci, tra meno di dieci ore sarei dovuta essere su un volo diretto dall’altra parte dell’Europa. Grande.
Non era facile da superare. Non lo era affatto.
Ricordai le parole di Hayley: “Il tempo guarisce tutto oppure rovina irreparabilmente”.
Ma se ormai era tutto rovinato irreparabilmente, cosa avrebbe fatto il tempo?
 
Seven hours later…
 
-ODDIO L’AEREO!- Strillai cadendo dal letto come se mi avesse appena colpito un fulmine.
Mi rialzai e la sveglia indicava le nove. Il sole era alto in cielo e io avevo ancora un sacco di cose da conservare nella valigia.
Mi lavai e vestii, così da non lasciare niente a casa di mio cugino e scesi per la colazione.
Non ebbi neanche il tempo per dire ‘Buongiorno’ che qualcuno mi sorprese da dietro, toccandomi la schiena e facendomi urlare come se avessi visto un cadavere.
-Zayn, giuro che se lo rifai ti faccio perdere vent’anni di vita!- Lo minacciai.
-Giorno anche a te, eh!- Commentò sarcastico Louis. Di sicuro scherzava e ancora più sicuramente lo faceva per mascherare il malessere.
-Buongiorno.- Lo salutai abbracciandolo. Mi sembrava la cosa più sensata da fare in quel momento, infatti l’abbraccio venne subito ricambiato.
-Cosa sono questi musi lunghi? Oggi vi liberate di me, dovreste gioire!- Cercai di alleggerire la tensione. Qualcuno ridacchiò, qualcun altro finse di gioire.
Mangiai poco, un po’ per il volo, un po’ per l’angoscia di lasciare i ragazzi.
-Faith, tutto bene?- Chiese Liam, forse aveva notato che non ero tranquilla come volevo dare a vedere.
-Si, solo che soffro la nausea sugli aerei.- Bugia. L’aereo avrebbe potuto fare acrobazie spettacolari in cielo, ma io non avrei sofferto comunque.
A un certo punto Harry si avvicinò e mise dei fogli sull’isola, in corrispondenza del mio posto.
-Tieni.- commentò freddo sparendo ancora una volta in sala musica.
Guardai i fogli. Erano tutti gli spartiti che avevo lasciato e che molto probabilmente avrei dimenticato.
Io e gli altri parlammo per un’oretta, dopodiché salii a infilare le ultimissime cose nella valigia e nella borsa e quando scesi erano le undici meno un quarto.
Tutti ci ritrovammo davanti alla porta d’ingresso, ma, ovviamente, lui mancava.
-Okay, meglio che mi levi questo dente per primo, non ce la farei.- Esordì Liam abbracciandomi per primo. Ci stringemmo forte.
-Mi mancherai.- Pronunciammo all’unisono quando ci fummo staccati.
Poi Zayn mi venne praticamente addosso e quasi scoppiai a ridere, ma mi riuscì difficile dato che mi stava praticamente strapazzando.
Dopo di lui si fece avanti Niall. Ci guardammo negli occhi per un attimo e poi ci abbracciammo in silenzio, silenzio che fu poi interrotto dai nostri singhiozzi.
Quando arrivò il turno di Hayley avevamo già entrambe gli occhi rossi.
Le saltai al collo e rimanemmo avvinghiate per cinque minuti buoni.
-In caso non dovessimo vederci per molto, impara a sbucciare le mele, ok?- Mormorò sorridendo tra le lacrime.
-Ok.- Confermai.
-Ciao Alpaca.- La salutai.
-Ciao Gufo.- Ricambiò lei.
Louis mi lanciò un’occhiata rassegnata e indicò la porta con un cenno della testa.
-Ci vediamo presto…!- Esclamai con un sorriso amaro.
-Ciaao!- Ricambiarono in coro, anche loro in lacrime.
Aprii la porta e io e Lou camminammo fino alla sua auto.
Non dicemmo una parola per tutto il tragitto fino all’aeroporto.
Quando entrammo la fila per il check-in era abbastanza scorrevole, quindi immaginai di non doverci mettere molto.
Lo guardai: sorrideva, come sempre.
Presi un respiro e alzai gli occhi verso di lui e capimmo entrambi che era arrivato il momento di salutarsi.
-Beh, ciao.- Seppi dire. Tra di noi non ci scambiavamo smancerie, non eravamo il tipo.
-Ciao anche a te.- Rispose, sempre con quel sorriso.
Feci per incamminarmi, ma tornai subito da mio cugino e gli saltai addosso piangendo.
-Mi dispiace.- Sussurrai con un fil di voce.
-Stai facendo la cosa giusta.-
Mi strinse forte e ricambiai mentre affondavo il viso nella sua felpa, che odorava di lui e che mi faceva tornare alla mente quell’estate volata così in fretta.
-Grazie di tutto, Lou.- Dissi tremante.
-Ti voglio bene.- Mi scoccò un bacio sulla fronte. Era buffo perché si doveva alzare sulle punte per arrivare alla mia fronte, ma non risi, sorrisi solamente.
-Ci vediamo al tuo concerto, va bene?- Domandò.
-Verrai?- Risposi con una domanda, incredula.
-Non me lo perderei per niente al mondo.-
Cominciai a camminare verso il check-in. Quando fui arrivata mi voltai ed era ancora lì, era rimasto a guardarmi andare via con una forza strabiliante. Era l’unico che non aveva versato una lacrima sino a quel momento. Ci salutammo con la mano e poi fui chiamata ai controlli.
Un ultimo sguardo e poi via, ognuno a casa propria.
 
Harry’s POV
 
Quella mattina mi ero ripromesso di non combinare casini, per cui la prima cosa che feci fu di scendere a preparare la colazione.
Mi ero alzato prima di tutti, quindi avevo tutta la casa a disposizione.
Dopo avere messo il caffè sul fuoco mi ricordai di qualcosa d’importante che avevo lasciato in sala musica la sera prima: avevo trovato degli spartiti, sicuramente di Faith, e volevo restituirglieli prima che partisse.
Verso le nove meno qualcosa cominciarono a scendere un po’ tutti. L’ultima, come sempre, ovviamente, era l’italiana, incapace, a quanto pare, di svegliarsi a un orario decente.
Aveva fatto qualche battuta sul fatto che finalmente se ne andasse o qualcosa di simile, cosa che trovai piuttosto scomoda, a mio parere. Effettivamente non era tanto male che scomparisse dalla mia vista per un bel po’; di sicuro però Louis sarebbe voluto andare ad a ogni costo a quel concerto, quindi sarei stato costretto a rivederla prima o dopo.
Presi quegli spartiti e glieli misi davanti e tornai nel mio amato rifugio, la sala musica.
Presi in mano la chitarra e provai a strimpellare gli accordi che avevo scritto la notte precedente, ma mi bloccai non appena il plettro toccò la corda.
Un improvviso nodo in gola mi tolse il fiato e sentii delle fitte allo stomaco ripetersi in modo da impedirmi tenere lo strumento in braccio.
Più guardavo quegli spartiti pieni di note, più mi rendevo conto che riempirli non era servito a nulla se non ad acuire il mio dolore.
Suonando non avrei impedito a Faith di partire, ma non avevo abbastanza coraggio per correrle dietro. Non ero così pazzo da perdonarla così su due piedi, ma ero pazzo abbastanza per sentirne la mancanza nonostante non se ne fosse ancora andata.
Alzai lo sguardo dalla poltroncina su cui ero seduto e fissai il soffitto per un po’. Solo quando le mie guance furono bagnate abbastanza mi resi conto che non sarei mai davvero stato in grado di fermarla in una sua decisione. La rendevo schiava della mia gelosia, del mio rancore, le facevo del male. E, anche se in un altro contesto avrei giurato che se lo meritava, non avrei mai voluto vedere lacrime sgorgare dai suoi occhi per colpa mia.
Ma l’avevo fatto.
Ad un tratto sentii dei singhiozzi venire dall’entrata.
Stava succedendo. Faith se ne stava andando e io ero lì a piangermi addosso ponderando se aprire quella dannatissima porta e implorarla di restare oppure no.
Ero sul punto di aprirla. Avevo impugnato la maniglia, ormai stava succedendo. Poi mi ricordai di tutto il dolore che mi aveva causato e mi venne alla mente di quando pensai ‘Non mi fiderò mai più di lei’.
Il portone sbatté.
Un’auto si mise in moto e il cancello si aprì.
Sapevo esattamente di chi era quell’auto e chi c’era dentro, e sapevo dove si stava dirigendo. Lontano da me, ecco dove.
Aprii quella dannata porta e mi fiondai alla fine del corridoio, alla finestra.
Il cancello si richiudeva, il vialetto ormai vuoto.
Game over, Styles.
Game over.
 
 
Okay gente, dire che sono quasi sul punto di commuovermi è poco.
L'ULTIMO CAPITOLO DELLA PRIMA STAGIONE, I'M EMOTIONAL.
NON SO SE RENDO L'IDEA AHAHAHAHAHAHAH

Che amarezza, la prossima volta dovrò mettere il banner nuovo! :'( 
Questo mi mancherà, è stato il primo a venire decentemente, ahahahahah!
VI ricordo che il cambio di stagione implica solo un cambiamento radicale della storia, non necessariamente una pausa, quindi, contando che sono un'inguaribile ritardataria, dovrei aggiornare tra una settimana e qualcosa, ma non vi prometto nulla, attenzione.
Volevo ringraziarvi profondamente per avere seguito questa storia e avere sopportato le mie diavolerie per una stagione intera.
Grazie, grazie, GRAZIE.

Un bacio lettori miei, alla prossima stagione! Xx

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Capitolo 22
*** A lucky Swift's song. ***


Ai miei lettori.
Alle mie migliori amiche a distanza, che fangirlano ad ogni spoiler o anteprima.
A Miriana, che mi ha sempre incoraggiata e aiutata.
A Marina, la mia 'patata' con la quale ho ripreso i contatti.
Ad Alice, la Swiftie che aveva capito tutto già un capitolo fa.
Vi voglio bene e vi ringrazio.
E anche a Taylor Swift, alla quale è ispirato questo capitolo.


Buon inizio di stagione.





 
Two weeks later…
 
Faith’s POV
 
-Faith, il tuo microfono funziona?- Urlò il tecnico del suono.
-No!- Urlai di rimando.
Corsi dall’altra parte del backstage e gli porsi il microfono. Me ne diede un altro che poi diedi a mia volta all’assistente del tecnico di scena, il quale andò a sistemarlo sull’asta.
-Faith, aspetta, ti ritocco il trucco!- Strillò Emily, la truccatrice.
Corsi verso di lei e mi mise un po’ di cipria in viso.
-Faith!- Disse qualcuno.
-Che c’è?- Gridai ridendo. Avevo corso su e giù per il retroscena da quand’ero arrivata: tutti mi chiamavano per dirmi qualcosa o per farsi dire qualcosa oppure ancora per raccomandarmi qualcosa.
‘Faith, tesoro, sta attenta a non sbattere contro il microfono.’
 ‘Faith, preferisci luci bianche o colorate?’
 ‘Faith, attenta a scendere le scale!’
‘Faith, dannazione, perché sei sudata?!’ A quest’ultima avevo risposto per le rime: cosa volevano, che fossi come in un photoshoot?
-Sei la prossima! Mettiti accanto all’entrata del palco!- Ecco! Dovevo camminare di nuovo.
Andai a posizionarmi esattamente dove mi avevano detto e cercai di ricordarmi tutto quello che mi ero ripromessa di fare.
-Meno cinque minuti!-
Guardai il mio abito di lino azzurro chiaro. Mi dondolavo sulle gambe facendolo ondeggiare delicatamente.
-Meno quattro minuti!-
L’ansia saliva. Tra quattro minuti mi sarei esibita di fronte a un pubblico per la prima volta in tutta la mia intera vita.
-Meno tre minuti!-
Chissà se Louis sarebbe venuto. Chissà se si era ricordato di me.
Chissà se sarebbe venuto anche lui.
-Meno due minuti!-
Cominciai a torturarmi le dita pensando a svariati motivi per i quali avrei dovuto essere nervosa.
-Meno un minuto!-
Non credo di essere mai stata tesa in quel modo.
Mi tremavano le ginocchia, le mani mi formicolavano, il mio cuore batteva all’impazzata.
L’adrenalina saliva ad ogni mio respiro.
-Dieci, nove otto, sette…-
Chiusi e poi spalancai gli occhi.
-…sei, cinque, quattro…-
Non avere paura, non avere paura.
Sii senza paura.
-…tre, due, uno… Vai!-
Presi un respiro e salii le scale che conducevano al palco.
Quando fui sulla scena sorrisi: il pubblico era più di quanto mi sarei aspettata.
In ogni altra occasione suonare di fronte a tanta gente mi avrebbe turbato, ma non in quel momento.
Mi sedetti sullo sgabello di fronte al piano a coda e improvvisamente i tasti bianchi e neri provocarono confusione nella mia mente, ma, dopo neanche un attimo, mi resi conto che conoscevo quegli ottant’otto tasti come nessun’altro.
Posai le dita della mano sinistra sul primo accordo, un re.
Poi venne un la, e un sol.
 
Vedo il tuo viso nella mia mente mentre vado via
Perché nessuno di noi pensava che sarebbe finita così
Ma le persone sono persone e a volte cambiamo idea
Ma mi sta distruggendo vederti andar via dopo tutto questo tempo.
 
Breathe. Avevo scelto di cantare Breathe, di Taylor Swift.
Che lui ci fosse o no non m’importava, questo era il mio modo per scusarmi.
 
La musica inizia a suonare come alla fine di un film triste
E’ il tipo di finale che non vuoi proprio vedere
Perché è una tragedia e ti farà solo abbattere
Adesso non so cosa essere senza te.

 
E sappiamo che non è mai semplice, mai facile
Mai una rottura chiara, nessuno qui a salvarmi
Tu sei la sola cosa che conosco come il palmo della mia mano.


E non riesco a respirare senza te, ma devo
Respirare senza te, ma devo.

 
Respirare? In quel momento non mi veniva facile. Mentre suonavo l’introduzione alla terza strofa, sospirai profondamente, come se mi dovessi preparare alla parte più dura.
 
Non ho mai voluto questo, non ho mai voluto vederti ferito
Ogni piccolo dosso per strada, ho sempre cercato di schivarlo.


Ma le persone sono persone, e a volte non funziona.

Niente di ciò che diciamo adesso ci salverà dall’accaduto.
 
E sappiamo che non è mai semplice, mai facile
Mai una rottura chiara, nessuno qui a salvarmi
Tu sei la sola cosa che conosco come il palmo della mia mano
E non riesco a respirare senza te, ma devo
Respirare senza te, ma devo.

 
Il bridge stava arrivando ed era la parte in assoluto più straziante.
Le note si susseguivano veloci e le mie dita le suonavano senza alcun ritardo o anticipo.
Era come se una forza misteriosa mi tenesse incatenata al pianoforte, come se fosse impossibile per me staccarmene.
Pronunciavo le parole con un nodo in gola e la voce rotta dal pianto, incapace di reggere il peso dei ricordi.
 
Sono le due del mattino
Mi sembra di aver appena perso un amico
Spero che tu sappia che non è facile, facile per me.

 
Mi ricordai di quando, la notte prima di partire, avevo spiato Harry dalla porta della sala musica.
Ero salita in camera mia e mi mancava il respiro.
Mi mancava il respiro perché mi mancava lui.
Erano le due di mattina. E avevo perso qualcosa di molto più importante di un amico.
 
Ripresi a cantare e guardai verso il pubblico, cercando quella forza che in quel momento mi mancava, cercando qualcuno, forse.
Quel qualcuno senza il quale non potevo respirare.

Sono le due del mattino
Mi sembra di aver appena perso un amico
Spero che tu sappia che non è facile, facile per me.

 
E sappiamo che non è mai semplice, mai facile
Mai una rottura chiara, nessuno qui a salvarmi.


E non riesco a respirare senza te, ma devo
Respirare senza te, ma devo
E non riesco a respirare senza te, ma devo
Respirare senza te, ma devo.

 
Mi dispiace… mi dispiace… mi dispiace… mi dispiace…
 
Quando suonai l’ultima nota, si levò un applauso immenso, pieno.
Mi sentivo in cima al mondo.
In quel momento capii che ne era valsa la pena di esibirmi con Breathe.
Ero finalmente riuscita a respirare.
Mi alzai dalla seduta, mi inchinai e scrutai il pubblico con un sorriso soddisfatto ed emozionato.
Mormorai un ‘Grazie’ e scomparii dietro le quinte.
 
Harry’s POV
 
Dentro la grande sala c’era un sacco di confusione.
A malapena riuscivo a seguire gli altri, per quanta folla c’era.
Eravamo, ovviamente, arrivati in ritardo ed eravamo costretti a disturbare le persone sedute per riuscire ad arrivare ai nostri posti.
Quando, dopo esserci scusati un dozzina di volte circa, ci fummo finalmente seduti, i ragazzi si misero a chiacchierare animatamente tra di loro. Ma erano scemi oppure lo sapevano che era maleducazione? Solo perché lo stavano facendo tutti, non voleva dire che fosse normale.
Mi lasciai scappare un grugnito di frustrazione.
-Che c’è, ti annoi già?- Domandò mia sorella.
-A dire la verità io neanche ci volevo venire qua, mi avete costretto voi. E poi finitela di parlare in quella maniera, sembrate degli uomini primitivi, santo cielo.- Sputai con acidità.
-Harry, per favore…-
-Hayley, lascia stare.- Tagliai corto. Appena in tempo, perché venne annunciato l’esibizione seguente.
Dopo poco più di tre secondi, si fece avanti una figura slanciata. Dei capelli biondi saltavano agli occhi.
Bene, era lei.
Sorrise al pubblico e poi si sedette al piano e cominciò a suonare.
Riconobbi subito la melodia.
Conoscevo il testo.
Alzai gli occhi al cielo con sufficienza, pronto a criticare ogni sua mossa e a individuare ogni suo passo falso.
Tutti i buoni propositi, che mi avevano convinto a venire a quello stupido concerto e provare a dare un’altra possibilità a Faith, si stavano andando a fare benedire proprio in quel momento.
‘Adesso non so cosa essere senza te’ Non avevo mai sentito una scemenza più grande uscire dalla sua bocca. Ah, si, vero, c’era anche ‘Non ho intenzione di tornare indietro’, ma quella era a parte, ovviamente.
Però bisognava ammettere che suonava bene.
Durante la terza strofa sembrava le mancasse il fiato.
Era sull’orlo del pianto ma, nonostante tutto, continuavo a sottovalutare i suoi sentimenti.
In fondo, chi mi diceva che non fosse una brava attrice?
‘Ma le persone sono persone, e a volte non funziona.

Niente di ciò che diciamo adesso ci salverà dall’accaduto’
Volsi lo sguardo altrove. Forse dovevo smetterla di darle tutta la colpa.
La luce azzurra soffusa le dava un’aria angelica mentre, china su quel piano, suonava l’introduzione del bridge.
Aveva la voce incrinata e le lacrime agli occhi. Sembrava disperata.
Poi si voltò verso il pubblico, mentre cantava quelle parole che sembravano calzarle a pennello.
In quegli attimi cercai di catturare il suo sguardo, ma niente. Non mi vedeva.
Quando terminò non fui l’unico ad alzarmi in piedi ad applaudire.
Ringraziò con un filo di voce e scomparì com’era apparsa.
Mi voltai verso mia sorella.
-Harry, ma… Hai gli occhi lucidi?-
-Lascia perdere, andiamo!- La tirai con me verso il retroscena, seguiti da tutti gli altri.
Cercai di ricompormi, mascherando tutto con un’espressione seria.
Quando fummo davanti alla porta, però, fui preso da un timore improvviso e rimasi dietro agli altri.
Ma come si dice… ‘Ultimo ma non meno importante.’
 
Faith’s POV
 
Non appena ero scesa dal palco, i collaboratori e i miei insegnanti si erano venuti a congratulare con me. Parlammo per un po’; alla fine si congedarono tutti a causa dell’altra esibizione, mentre io rimasi lì.
Mi guardavo intorno.
-Faith!- Sentii il mio nome e mi voltai.
Spalancai gli occhi.
-Louis!- Urlai a mia volta e corsi ad abbracciarlo. Speravo che lui e gli altri venissero, ma avevano così tanti impegni… per venirmi a vedere avrebbero dovuto cancellare delle cose oppure trovare un giorno libero, cosa piuttosto improbabile.
Cominciai a piangere, incredula.
-Hey, hey, non piangere, sei stata brava.- Mormorò con un sorriso. L’unica cosa che fui capace di fare fu ricambiare il sorriso.
-Eh-ehm, ci saremmo anche noi, eh!- Disse qualcuno più in là.
Corsi ad abbracciare Liam che per descrivere il mio numero si stava impappinando alla grande; alla fine disse solo ‘wow’ e scoppiammo a ridere insieme.
Zayn invece rimase sulle sue per evitare che gli rovinassi i capelli. Ovviamente, riuscii ad abbracciarlo e a scombinarglieli. Inutile aggiungere che imprecò in aramaico causando una risata generale.
A un certo punto Hayley  si fece avanti e ci guardammo per un attimo, esaltate al massimo. Poi scoppiammo a urlacchiare come due bambine e ci stringemmo forte, tra i ‘Mi sei mancata tanto’ e ‘Mi faceva strano svegliarmi senza acqua fredda’.
L’incontro con Niall, invece, fu un po’ meno naturale.
Ci guardammo e facemmo per abbracciarci, ma sbagliammo senso un paio di volte.
-Aspetta, andiamo entrambi alla nostra sinistra!- Dissi ridendo, dopodiché riuscimmo ad abbracciarci e a salutarci come si deve.
-Ti sei fatto la tintura ultimamente?- Chiesi.
-La scorsa settimana, perché?-
-Fai odore di colorante!- Risi liberandomi dalla stretta.
Notai una presenza alla mia sinistra.
Mi girai e mi resi conto che lui c’era, era venuto.
Sorrise imbarazzato e mi salutò con la mano.
-Oh mio Dio!- Esclamai per poi gettarmi tra le sue braccia.
-Mi dispiace, mi dispiace tanto…- Mormoravo tra i singhiozzi.
-Shh, va tutto bene…- Sentivo la sua mano accarezzarmi la schiena.
-Davvero?- Domandai staccandomi.
-Si… io e Niall abbiamo chiarito. Non ti devi preoccupare, assolutamente.- Sorrise di nuovo, mentre io mi voltai a guardare Niall che mi faceva l’occhiolino.
Tornai a guardare Harry.
-Allora… Dato che tutti hanno chiarito e tutti sono contenti…- Esordì mio cugino. Avevo brutti presentimenti.
-…che ne direste di riprendere la scommessa? Rimangono solo cinque giorni, dai!-
Lo guardai stranita.
-Sicuro? Il litigio è avvenuto di domenica e me ne sono andata il martedì… Mancano otto giorni.- Gli feci notare.
-Perché escludi il litigio dal conto?-
-Tutte le coppie litigano, no?- Rispose.
Alzai gli occhi al cielo: era allucinante come riuscisse a trovare una soluzione per tutto e sempre, sempre riusciva ad ottenere quello che voleva nella maniera in cui lo voleva.
-Ci state?- Disse di nuovo.
Io e Harry ci scambiammo uno sguardo indeciso, poi esclamammo in sincrono:- Andata!-
Hayley lanciò un urletto che causò una risata generale, mentre io rimanevo vicina a suo fratello.
Stavamo discutendo della sistemazione dei ragazzi e dell’incontro del giorno dopo quando, con orrore, mi accorsi che delle persone che conoscevo stavano venendo verso di noi.
Tra di loro c’era mia cugina, che aveva la mia età, e un tipo con il quale lei mi aveva organizzato un appuntamento al buio. Può sembrare una cosa normale, ma c’era un problema: lui era convinto che io fossi cotta di lui e mi considerava più che un’amica. (e chiariamoci, lo odiavo con tutta me stessa.)
Cercavo di osservarli senza essere vista, ma, con mia grande fortuna, mi videro e salutarono rumorosamente facendo in modo che, nonostante fossero a qualche metro di distanza da noi, le loro voci echeggiassero nell’ambiente facendo girare tutti verso di loro.
-E’ la fine.- Mormorai tra me e me.
Hayley mi chiese chi fossero con un cenno della testa e ricambiai con una smorfia disgustata, al che lei mi fece un sorrisetto complice.
-Hey, Fe!- Urlò Kevin, il tizio dell’appuntamento.
-C-ciao, Kevin!- Cinguettai mentre lo baciavo sulla guancia, fingendo un amabile sorriso.
Potevo percepire Harry che lo inceneriva con gli occhi, per poi fare finta di aver sorriso serenamente tutto il tempo.
-Come va? Sei stata davvero formidabile!-
-Bene, grazie mille!-
-Vedo che sei in compagnia!- Scherzò guardando i ragazzi e sorridendomi.
Si guardò intorno per poi trovare qualcosa, o, meglio dire, quella cosa che non gli piaceva.
-Ah, e chi sarebbe lui?- Indicò Harry mentre sul suo viso compariva un’espressione confusa.
-Sono il suo fidanzato.- Sibilò marcando l’ultima parola.
Kevin rise leggermente, per poi riprendere l’espressione di prima.
-Aspetta, forse non hai capito… Sono io il suo fidanzato.- Disse guardandomi, cercando magari un consenso da parte mia.
-No, sei tu che non hai capito.- Ripeté Harry con un ghigno da saputello mettendomi una mano intorno ai fianchi.
Lui mi guardò ancora più confuso di prima, mentre io gli sorridevo angelicamente.
-Oh, okay. Ciao.- Sussurrò con un filo di voce prima di andarsene.
Scoppiammo a ridere come degli isterici.
-Dio Haz, l’hai proprio fregato!- Strillò Liam.
-Nessuno tocca la mia ragazza.- Esclamò guardandomi negli occhi.
-Va bene la scommessa, va bene salvarmi dagli idioti, ma non prenderti il dito con tutta la mano Styles!- Gli risposi a tono causando la sua risata.
Roteò gli occhi al cielo:- Oh, ma come sei pallosa!-
-Andiamo, fidanzata!- E ci dirigemmo fuori dal posto, accordando di incontrarci il giorno dopo nella mia casa al mare, un po’ fuori città.
-Vuoi dire che conosceremo tua nonna?- Domandò il riccio un po’ spaventato.
-Esatto! D’estate le piace trasferirsi lì.-
-Non credevo che la nostra storia fosse seria al punto di farmi incontrare tua nonna!-
-Seh, certo. Te la sogni una storia con me.-
-Vai così Faith!- Gridò Hayley.
Un coro di ‘Shh’ si levò nell’aria. Era notte, eravamo in strada e lei si metteva ad urlare?
-Quindi portiamo i costumi?- Disse Niall.
-Si. Non portatevi cose da mangiare, mia nonna cucina per un esercito.-
-Rimaniamo tutti a dormire là, dai!- Feci il labbruccio.
-Non vorremmo disturbare…- Continuò Louis.
-Nah. Mica abbiamo settanta camere come da te, Lou. Qualcuno nella cantina, altri nella stanza degli ospiti… Portatevi un paio di sacchi a pelo e siamo a posto!-
-Va bene, dai. Ci vediamo domani!- Urlò Zayn. Altro coro di ‘Shh’.
-A domani!- Sussurrai prima di mettermi in cammino per casa mia.
 
Chi l’avrebbe mai detto che una canzone della Swift mi avrebbe portato così tanta fortuna?






 
AVE, POPOLO!
Eccoci di nuovo, sono stata puntuale! E sto già scrivendo il prossimo capitolo.
Com'è il capitolo? Il banner nuovo? Secondo voi la nuova stagione quali cambiamenti comporterà?
Scrivetemi per tutto: domande, richieste, precisazioni, spoiler... Tutto!
Veniamo a noi: il capitolo non è come me l'aspettavo. 
Me lo immaginavo dall'estate scorsa, diciamo. E me lo immaginavo migliore, ma mi va bene così.
E somiglia un po' a un capitolo scritto da Miriana.
Quando lei l'aveva postato, io avevo pensato: "Oddio, ora come faccio?"
Alla fine l'ho scritto lo stesso, so di non avere copiato e mi basta xD

C'è una novità: la posta dei lettori. Se dovessi ricevere tipo qualche fan-made, qualche messaggio stravagante o qualche recensione particolare, la inserirò in questo spazio. 
Ecco, per esempio, dei banner che aveva fatto Miriana. 




Me ne aveva mandati altri due, ma, dato che è una cima, aveva dimenticato di inserire Taylor. C':
Questi sono più completi, diciamo.

Ora scappo, perché avevo promesso a Marina di postarlo subito, ma ho avuto un paio di contrattempi tra i quali il ridimensionamento del banner eccetera eccetera.

Alla prossima, vi voglio bene lettori miei.

Baci xx

 

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Capitolo 23
*** Sun, sea and truth. ***



 

 
Hayley’s POV
 
-Per Santa Maria Dolores, Harry, hai finito?- Urlai alla porta del bagno, dentro il quale mio fratello era barricato da più di mezz’ora.
-Un attimo!-
Alzai gli occhi al cielo e sospirai pesantemente, sfociando in un grugnito esasperato.
Mi sedetti sul letto della stanza d’albergo in cui ci trovavamo, ancora una volta ad aspettare.
Neanche io sono tanto lenta da stare in bagno per quaranta minuti. Grazie al cielo mi ero lavata per prima, ma avevo un bisogno impellente di farmi i capelli, altrimenti sarebbero rimasti quel nido di corvi che erano quando mi ero svegliata.
Presa dalla noia, mi misi a controllare i borsoni e la borsa da mare.
Faith ci aveva convinti a venire a dormire con lei alla casa al mare, e, in particolare, ci aveva proposto di passare la prima notte a dormire in spiaggia, dato che avevamo passato il Ferragosto lontani. Per gli altri giorni invece ci saremmo dovuti adattare, ma sarebbe stato divertente.
In parole povere, avevamo prenotato in hotel inutilmente.
Chissà com’era il mare siciliano.
L’avevo visto quando eravamo arrivati, certo, ma di sicuro era differente dalle spiagge bianche cui ero solita recarmi a Miami.
-Il bagno è tutto tuo.- Mormorò quel surrogato di lumaca che avevo come fratello.
-Grazie al Signore!- Mi ci fiondai dentro di corsa, per poi pettinarmi i capelli in meno di tre minuti e ritornare a prendere tutti i nostri bagagli.
Quando arrivammo alla reception, gli altri ci stavano aspettando.
-Era ora!- Sputò con collera Zayn.
-Scusa, ma lui è peggio di una ragazza. Ha occupato il bagno per un’ora intera.- Indicai il riccio dietro di me, che nel frattempo mormorava un ‘Ti ho sentita.’
Consegnammo le chiavi delle stanze e pagammo, tutto questo sotto lo sguardo stranito dei gestori.
Una volta fuori, una ventata d’afa ci travolse.
-Com’è possibile che io sia già sudato?- Biascicò Louis.
-La magia del sud, caro mio!- La voce di Faith sbucò da un paio di metri più in là.
-Da quanto ci aspetti?- Chiesi mentre mettevo a fuoco la sua figura.
-Sono arrivata ora!- Disse euforica.
-Avanti, saltate su!- Ci indicò la sua auto.
Ci dirigemmo verso la vettura e ci ritrovammo di fronte ad un utilitaria color verde mela, nuova di zecca.
Tutti la squadravano a bocca asciutta. Si aspettavano qualcosa di più…di più… di più imponente, ecco.
-Hey, cos’è, la mia Fiat non vi piace?- Chiese la proprietaria con aria scherzosa.
-Si ma…- Cominciò nientemeno che Liam. -…insomma, credevamo che tu avessi una macchina più spaziosa.-
-Ha sei posti!- La difese la bionda.
-Faith, è un buco!- Precisò Zayn.
-No Zayn, non è un buco. E poi dove li trovavo i soldi per una macchina più grande? Voglio capire…! Neanche me li stessi dando tu!-
-Ragazzi, l’importante è che parta.- Li zittì Niall.
-Decideteli ora i posti, non voglio litigi durante il tragitto.-
-Perché, scusa, vorresti guidare tu?- Mio fratello alzò un sopracciglio.
-E chi sennò? Guarda che la patente non me l’hanno data a caso.-
-Si, certo, questo sicuro, ma… niente… - Rimase sul vago.
-Ti spiego: tu sei una ragazza e lui è convinto, secondo la contorta logica maschile, che ci condurrai tutti a morte certa.- Rivelai con semplicità.
Lui si voltò di scatto a guardarmi, pallido e con gli occhi sgranati.
-State tranquilli che, se non fosse per il fatto che voi inglesi avete la guida a destra, avrei fatto guidare uno di voi maschi.- Ammise la neo-patentata.
-Ora muovetevi: la casa è un po’ fuori città, vorrei arrivare entro questa notte.-
-Faith, non fare la sarcastica.-
-Louis, non fare l’idiota.-
Era così divertente vedere due cugini scherzare come fossero fratelli.
Louis, Liam, Zayn e Niall finirono dietro (esatto quell’auto aveva quattro sedili posteriori!) e io mi misi in braccio a quest’ultimo, mentre mio fratello e Faith rimasero davanti.
Avrebbero dovuto ricominciare a parlarsi prima o poi, e stavano ricominciando bene.
Quando lei era partita, Harry si era chiuso in se stesso per giorni e non voleva saperne di vederla di nuovo. Poi il rapporto con Niall era addirittura peggiorato: se prima si era limitato ad ignorarlo, dopo la partenza della cugina di Lou le cose avevano cominciato ad andare male. Loro due si erano ritrovati a litigare ogni santo giorno, con urla che avrebbero fatto invidia alla giungla più nera. Alla fine, però, entrambi avevano messo da parte l’orgoglio e si erano scusati e perdonati a vicenda.
Su Faith ne aveva dette di cotte e di crude… e ora si ritrovava seduto accanto a lei a parlarci allegramente!
Ah, questi inglesi bipolari!
 
Harry’s POV
 
Sporsi il braccio fuori dal finestrino, per sentire l’effetto della velocità sulla mia mano. Il tettuccio dell’auto l’avevamo abbassato già da un po’ e il vento ci donava sollievo dalla calura estiva.
Avevamo già passato la periferia e si vedeva il mare in lontananza. Il cielo era più azzurro che mai e il sole splendeva anche troppo quella mattina. Giurerei che mi stavo abbronzando il cuoio capelluto.
La musica faceva da sottofondo alle nostre chiacchiere, come sempre molto fitte.
Due settimane erano tante.
Osservavo alla mia destra la vegetazione fitta e incolta, mentre il vento mi schiaffava i capelli in faccia.
-Harry, guarda!- Esclamò Faith. Mi girai alla mia sinistra e vidi il mare che brillava dall’alto della collina sulla quale ci trovavamo.
Lei lo guardava con un sorrisone stampato sul volto.
Ad un tratto si girò verso di me e credetti che da qualche momento a quella parte sarei morto.
Era come se vedessi a rallentatore.
Lei ritornò a guardare la strada, le mani fisse sul volante, sempre con quel sorriso spontaneo che la caratterizzava.
Il vento le portava i lunghi capelli biondi all’indietro, lasciandole la fronte libera.
Lei inclinò la testa all’indietro, lanciando un urlo di felicità, per poi guardarmi di nuovo e scoppiare a ridere.
-Questa si che è vita!- Gridò per sovrastare il rumore causato dalla velocità con la quale ci muovevamo.
Mi guardava negli occhi e potevo percepire che fosse felice davvero, in quel momento.
Imboccò una strada sterrata e scese fino a un cortile. C’era un cancello grande e un cancelletto accanto.
Quando scendemmo dall’auto, dei cani le saltarono sulle ginocchia, e lei prese a coccolarli.
-Andiamo! Vi faccio conoscere la nonna Mary!-
Entrammo dal cancelletto e ci ritrovammo davanti una casa bianca a due piani con il tetto in mattoni rossi ed attaccato ad essa c’era un gazebo di legno ricoperto di rampicanti, come una pensilina.
Faith entrò e una signora sulla sessantina dai capelli color miele le venne incontro, abbracciandola.
-Loro sono i ragazzi!- Ci presentò. Evidentemente non poteva smettere di sorridere.
La donna sorrise, poi cominciò a parlare.
-Sentite, io vi ho preparato pasta e pizze. Quando finite in piscina, l’importante è che non lasciate macello, va bene?- Noi tutti annuimmo, anche se nessuno di noi era sicuro di cosa intendesse.
-Dai, andate in piscina!- Ci spronò.
Noi salutammo e la bionda ci fece strada verso un improbabile piano inferiore. Andò alla nostra destra e cominciò a scendere la scalinata sotto il sole cocente.
Scendemmo anche noi e ci ritrovammo davanti una piscina immensa, decisamente ben curata, che poteva tranquillamente fare invidia a quella di casa nostra, a Londra.
C’era qualche sdraio intorno.
 Dietro la piscina c’era una sorta di balconata dalla quale si vedeva la vegetazione sottostante, e c’era anche un’altra gradinata che di sicuro portava a mare.
Alla nostra sinistra c’erano una vetrata e una porta.
Faith era entrata con tranquillità nell’appartamento rustico che si celava dietro alla vetrata e aveva cominciato ad aprire armadi e a cercare nelle dispense per vedere se c’era qualcosa di utile.
-Ma qui… è bellissimo.- Ebbe la forza di mormorare mia sorella, con la bocca spalancata.
Le ragazze si andarono a cambiare in bagno mentre noi semplicemente rimanemmo in costume levando pantaloni e magliette.
 
Due ore dopo…
 
Eravamo tutti in acqua. Chi parlava, chi nuotava, chi altri invece prendeva il sole sul lettino.
L’unica che invece era rimasta a prendere il sole era proprio la proprietaria della casa.
Improvvisamente si alzò e camminò fino al bordo della piscina, guardandosi intorno.
La guardavo dal centro della piscina, e da lontano sembrava ancora più magra di quanto già non fosse.
Poi mi accorsi di Louis dietro alle sue spalle. Ci fece segno di fare silenzio, poi prese la rincorsa silenziosamente e la buttò in acqua.
Lei non ebbe neanche il tempo di cacciare un urlo che era già immersa fino alla testa.
Quando riemerse, mi ci avvicinai e le circondai la vita con le braccia, tenendola vicino a me. Faith arrossì violentemente per poi scivolare via dalla stretta scendendo giù sul fondo.
In quel momento sentii una sorta di panico. L’avevo lasciata cadere facilmente, senza considerare che magari qualcuno l’aveva tirata giù prendendola per il piede per torturarla in qualche modo.
D’istinto ficcai la testa sott’acqua e, aprendo gli occhi, mi resi conto che Faith si era avvicinata al suo cugino, che non l’aveva vista, e gli aveva restituito il favore spaventandolo.
Quando riemersi, Louis era dieci volte più terrorizzato e sorpreso di quanto sua cugina non lo fosse stata pochi attimi prima.
-Io ho fame!- Gridò mia sorella.
In contemporanea, qualcuno dal piano di sopra urlò ‘E’ prontooooo!’
-Muovetevi, che si fredda la pasta!- Esclamò Faith uscendo dalla piscina e andando ad prendersi un asciugamano e utilizzandolo come pareo.
Tutti la imitammo e salimmo al piano superiore.
Faith fece strada fino alla veranda a destra della porta d’ingresso, dove un tavolo di plastica era già imbandito.
Davanti al tavolo la balconata dava sia sulla piscina che sul mare, ci trovavamo davvero in alto.
Ci sedemmo, tutti un po’ gocciolanti, e cominciammo a mangiare.
-La pasta a forno della nonna Mary è… molto più che buona!- Osservò Niall mentre si rimpinzava.
Scoppiammo tutti a ridere perché aveva la bocca completamente piena di quella roba ed aveva la faccia tutta sporca, neanche fosse un cane.
-Allora, vi state divertendo?- Spuntò proprio la nonna Mary.
-Si signora!- Rispondemmo in coro.
-La sua pasta è buonissima!- Ne approfittò Niall.
-Grazie!- Sorrise e tornò in casa.
Guardai Faith, e aveva un espressione che stava tra un sorriso e una smorfia. Dopo neanche un secondo scoppiò in una risata cristallina, dove arrivò quasi a piangere per il troppo ridere.
Quando si fu ripresa, fu la prima a parlare:- Allora, verso che ora scendiamo stasera?-
-Verso le otto… O le nove, dipende.- Risposi io.
-E che facciamo oggi pomeriggio?- Domandò Liam.
-Boh. Prendiamoci il sole. Oppure prepariamo il mangiare per stasera!- Propose Hayley.
-Oddio, vero! Mi ero completamente scordata del cibo!- Disse Faith.
-Ma portiamoci la pasta e le pizze di tua nonna, no?- Ribattei.
-Giusto. Con le bevande come siamo messi? Poi dobbiamo portare gli ombrelloni e prendere la legna!- Continuò lei.
-A che serve la legna?- Zayn la guardò con aria confusa.
-Ad accendere il fuoco, ti pare che ci portiamo la stufa a mare?-
Quando finimmo sparecchiammo tutto ed entrammo in cucina, dove spostammo gli avanzi dalle teglie per metterli in dei piatti di alluminio e avvolgerli con la pellicola trasparente.
Scendemmo di nuovo nell’appartamento (che poi appartamento non era, non aveva la camera da letto ed era adibito più che altro alla conservazione del vino e delle cose per il mare) e prendemmo un ombrellone e cominciammo a guardare nei vari armadi e cassetti in cerca di qualche svago per il pomeriggio.
Dopo un’ora scarsa di ricerche ci arrendemmo alla stanchezza e ci concedemmo un riposino pomeridiano al sole.
Non sono il tipo da abbronzatura, ma quella notte avevo dormito poco e niente in quel cavolo di albergo e cedetti al sonno per un paio d’ore, per essere svegliato poi da mia sorella.
-Harry, Harry…-
Brontolai qualcosa in risposta.
-Harry, non è che ti sei dimenticato di metterti la crema solare?- Aprii gli occhi all’istante: me n’ero completamente dimenticato.
-Ti sei bruciato tutta la schiena!- Mi avvisò e imprecai sottovoce.
-Che ore sono?- Chiesi a un fil di voce, ancora intontito dal sonno.
-Le cinque. Tutti sono di sopra a fare merenda, qui c’è solo Faith che sta sistemando le cose nella borsa-frigo. Io vado a mangiare!- Mi intimò prima di correre via.
Mi misi seduto sulla sedia sdraio e guardai la piscina davanti a me. L’acqua era limpida e tiepida, e non puzzava eccessivamente di cloro.
-Hey, bello addormentato!- Mi voltai verso la biondina che si stava avvicinando.
All’improvviso si fermò a guardarmi la schiena. Sbarrò gli occhi.
-Come hai fatto a bruciarti in quella maniera?!-
-Non ho messo la crema solare.- Ammisi.
-Pft, idiota.- Sospirò con rassegnazione.
-Vieni che ti metto del latte solare. Altrimenti rischi di finire come i nostri cani.- Mi alzai e le venni incontro.
-Varrebbe a dire come i vostri cani?-
-A fare la muta.- La guardai male e lei, in tutta risposta, alzò le spalle.
Prese una crema da un tubetto e cominciò a spalmarmela sulla schiena. Rabbrividii al contato: quella cosa era dannatamente ghiacciata.
Passai dal pensare quanto fosse fredda quella crema a quanto fossero delicate le sue mani. Erano come la seta, meglio del velluto, più leggere di una piuma.
Alla fine sentii uno schiaffo sulle spalle e per poco non urlai dal dolore.
-Oh, scusa! N-non ci ho pensato!- Balbettò Faith prima di notare il mio viso contratto dal dolore.
-Mi dispiace… Non volevo, l’ho fatto per riflesso condizionato!-
-Va tutto bene…- Mormorai. Invece le spalle mi facevano male il doppio.
-Dai, andiamo a riempirci lo stomaco.- Mi incitò.
Salimmo le scale e andammo in cucina a prendere un po’ di pizza, dopodiché cominciammo a prepararci per la notte, infilando le ultime cose nelle borse.
E nel frattempo il cielo scuriva.
 
Faith’s POV
 
Quella sera…
 
-Hayley, metti la borsa-frigo sul lembo dell’asciugamano, sennò vola!- Urlò Zayn alla mora.
-Chi se lo vuole fare il bagno di mezzanotte?- Propose Louis. In risposta ricevette un coro di ‘Io!’. Solo io rimasi zitta, avvolta nei miei shorts e intenzionata a non levarmeli. Tutti corsero verso il mare, mentre li guardavo da lontano.
Stavo per sedermi sul telo, quando qualcuno mi parlò.
-Non vai in acqua?-
-No, Harry. Sto praticamente morendo di freddo, figurati se vado a farmi il bagno!- Dissi sedendomi ad indiana.
-Vai, non badare a me.- Continuai, indicando il mare.
-No, dai, ti faccio compagnia.- Rispose sedendosi sul telo accanto al mio.
-Allora… come… va?-
-Come dovrebbe andare?- Dissi accennando una risata.
-Niente… era per spezzare il ghiaccio.-
Guardammo entrambi i ragazzi schizzarsi a vicenda. Sembravamo due eremiti, al confronto.
-Posso… Posso farti una domanda?- Lo guardai, in cerca di un assenso.
-Dimmi.-
-Odi ancora il fidanzato di Hayley?- Lui scoppiò a ridere.
-Beh, diciamo di si. E’ sempre mia sorella!-
-Allora tua sorella mi dovrebbe odiare per via di questa assurda scommessa? Non ti capisco.- Scossi la testa, ma non stavo parlando seriamente.
-Non so… Sono abbastanza possessivo.- Osservò guardando il cielo.
Sentii lo stomaco stringersi all’improvviso. Lo sapevo, lo sapevo bene che era un tipo possessivo.
Si girò verso di me e notò la chitarra appoggiata all’ombrellone.
-Come va con la chitarra?-
-Eh?- Chiesi.
-Intendo se alla fine ti sei iscritta da qualche parte per imparare. O migliorare.-
-No, faccio schifo sempre allo stesso modo, tranquillo.- Mormorai con lo sguardo assente.
Lui rise.
-Scommetto invece che sei brava, ma non te ne accorgi. Avanti, suona qualcosa.- Impallidii. Ero pessima a quello strumento.
Lo afferrai, un po’ titubante, e cercai di ricordare qualche accordo.
Strimpellai qualcosa, cercando di mascherare il mio orrendo modo di suonare con la voce, canticchiando un po’.
-Non sei male.- Osservò.
-Certo. E sono anche Madonna, sai.- Rimisi la chitarra al suo posto.
-Su, ti manca solo un po’ di allenamento. Devi solo trovare qualcuno con cui esercitarti.-
-Beh, se il mio cosiddetto ‘corso di chitarra’ a Londra non si fosse andato a farsi benedire, magari adesso non suonerei così male!- Mi lasciai scappare.
Volse lo sguardo altrove, verso la vecchia scaletta di legno dalla quale eravamo scesi.
-Harry, io… non… scusa…- Sussurrai sfiorandogli un braccio con il dorso della mano, che ritrasse al contatto.
-Mi dispiace, non volevo dirlo…-
Si girò nuovamente verso di me con uno scatto.
-No Faith, tu intendevi dirlo eccome. Tu lo volevi dire, aspettavi solo l’attimo giusto per sparare la cretinata della serata, lo sai bene, non mentire. Come se non fossi già brava a farlo di tuo, poi.-
-Davvero credi che io ti avrei mai detto una cattiveria solo per il gusto di farlo?- Mi sentivo in colpa ma anche offesa, in un certo senso.
-Io non lo credo, io lo so.-
-No, non sai un bel corno invece! Posso sbagliare una volta, ma non sono come un asino, imparo dai miei errori! Solo che non so da dove devo cominciare con te. Ogni volta che ti parlo dico qualche cavolata… e questo ne è la prova!- Dissi, liberandomi da un peso.
Non sapevo fino a quanto fosse positivo il fatto che io gli avessi detto come mi sentivo, poteva anche fraintendermi.
Ci fissammo per un attimo, poi i nostri sguardi si rivolsero ad Hayley che  stava urlando:- L’acqua è caldissima!-
-Muoviti, su. L’acqua è calda, almeno non rimani qui a morire dal freddo.- Mormorò con lo sguardo fisso sul mare. Freddo, freddo come le mie gambe qualche attimo prima che cominciassimo a parlare.
-Dai.- Indicò i ragazzi con un cenno della testa.
-Non me la sono presa, vai, su.-
Respirai a fondo e mi alzai, dirigendomi verso la riva.
L’acqua mi bagnò i piedi e lì mi accorsi che era davvero calda.
Mi voltai verso Harry, il quale era rimasto seduto sull’asciugamano ad osservarci in silenzio.
Tutti giocavano a lanciarsi e a schizzarsi l’acqua, ma io rimanevo lì, immobile, a godermi la brezza marina sul viso e le onde infrangersi tranquillamente sulle mie gambe.
Ad un certo punto, notai che le onde superavano il bagnasciuga. Un dubbio orripilante mi passò per la testa. Era proprio quello che pensavo.
-L’alta marea!- Urlai.
-C’è l’alta marea!- Ripetei e tutti mi guardavano perplessi.
-Sbrigatevi, tra meno di mezz’ora questo posto sarà sommerso dall’acqua! Dobbiamo smontare tutto e in fretta!- Corsi al nostro ‘accampamento’ e cominciai a risistemare ogni cosa nel suo contenitore, e i ragazzi fecero come me.
Quando fummo sul punto di salire la scaletta di legno, l’acqua ci arrivava già alle caviglie.
Salimmo il sentiero invaso dalla vegetazione e finalmente sbucammo in piscina.
Mi accasciai su uno dei gradini in muratura per riprendere fiato, quando un altro problema fece capolino nella mia mente.
‘E ora dove dormiamo?’ Non ci avevamo pensato perché dovevamo dormire in spiaggia… ma ora?
Esposi quello che avevo pensato e Zayn, Liam e Niall proposero di dormire in quella sorta di appartamento che c’era di fronte alla piscina.
Si sistemarono sul divano di pelle rossa, sul pavimento e su una poltrona e ci augurarono la buona notte.
Salimmo la scalinata ed entrammo di soppiatto in casa.
Aprii silenziosamente la camera degli ospiti e accesi la luce.
Hayley si mise sul piano superiore del letto a castello, mentre Harry nell’inferiore.
Alla fine, nello stanzino della stanza, trovai un materasso e lo sistemai a terra. Presi una federa e gliela infilai, così da poter dormire tranquillamente senza bisogno di coperte eccetera.
Harry si avvicinò per parlarmi.
-Vai a dormire nel letto.- Ordinò.
-Scherzi? Siete voi gli ospiti, non ti permetterei mai di-
-Faith, va a dormire nel letto. E poi ti devo un favore, ti ricordo che la tua prima notte in Inghilterra non è stata delle migliori a causa mia…- Sussurrò con gli occhi bassi.
Cedetti alla sua supplica e mi andai ad infilare nel letto inferiore, guardandomi intorno.
-Certo però che questa casa è molto anni 70’, eh.- Rifletté.
Le porte sono verde acqua. Le pareti tutte bianche. I mattoni rossi ed è piena di vetrate colorate.
-Mi piace per questo.- Ammisi.
-Ti somiglia.-
-Cosa?- Non capii.
-Intendo che ti somiglia perché la tua personalità è così. Semplice ma colorata. E’ chiara.-
-Fate silenzio voi due, non siete ad un talk-show, per la miseria.- Mugugnò Hayley con la voce impastata dal sonno, segno che voleva essere lasciata dormire in pace.
Io e suo fratello ci guardammo e trattenemmo una risata a stento.
Poi ci demmo la buona notte silenziosamente e scivolammo in un sonno profondo.



 
Heeey, bella gente! 
Come ben vedete sono in orario, quale santo dobbiamo ringraziare? 
Credo un po' tutti, dato che questa settimana è stata pesantissima.
In compenso, il risultato non è... male (?) Okay, me lo immaginavo più decente, ma io mi accontento xD
E' una delle mie parti preferite della stagione (che saraà luuuuuuuuunga).
In questo capitolo ho cercato di esprimere al meglio il
calore che sprigiona l'estate, i divertimenti, gli scherzi, i pranzi all'aperto ecc. per rallegrarvi un po', dato il brutto tempo degli ultimi giorni!
Ora io vado, grazie mille per le recensioni!

Vi amo lettori miei, xx

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